La trappola degli incubi di InuYasha

di skeight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo I ***
Capitolo 2: *** capitolo II ***
Capitolo 3: *** capitolo III ***
Capitolo 4: *** capitolo IV ***
Capitolo 5: *** capitolo V (ultimo) ***



Capitolo 1
*** capitolo I ***


“Dove sei, Kikyo

“Dove sei, Kikyo? Dove sei? Lo so che sei qui, ti sento. Sento il tuo odore. Dove ti nascondi, perché ti nascondi?”
È InuYasha che grida così, che si aggira smarrito per la foresta in fiamme.
Kikyo! Dove sei?”
Un rumore dietro le sue spalle lo fa girare di scatto: l’albero sacro, totalmente arso, è crollato al suolo, e tra i rami bruciati intravede finalmente la figura che cercava. Ma anche Kikyo è stata orridamente sfigurata dall’incendio, e il suo candido vestito è ora nero di fuliggine.
InuYasha le corre incontro, la abbraccia. Piange.
Kikyo! Chi ti ha ridotto così? Chi è stato?”
“Chi è stato? Tu lo sai, InuYasha” mormora Kikyo, piena di odio “Sei stato tu!”
“Io!?”
“Tu! Tu mi hai tradito, hai cercato di rubarmi la sfera degli Shikon, tu mi hai ucciso, e lo sai!”
“No! No! Non è vero!”
“Tu mi hai tradito InuYasha, e io ti ho amavo. Ora morirò di nuovo, moriremo insieme...”
Le fiamme li avvolgono.
***
InuYasha! Svegliati!”
È una mattina di primavera. InuYasha apre gli occhi, si accorge di essere nella casa della vecchia Kaede, e Kagome è china su di lui. Ansima ancora, è ricoperto di sudore.
Dov’è Kikyo?” chiede.
“Hai visto Kikyo?” dice Kagome.
“Era vicino all’albero sacro, era tutto in fiamme, anche lei...
“Era un sogno, InuYasha, solo un brutto sogno
Finalmente InuYasha si rende conto di dove si trova. Si guarda intorno, guarda Kagome e legge la tristezza nei suoi occhi.
“Perdonami, Kagome. Ti ho spaventata... e parlandoti di Kikyo ti rattristo”
“Ma che dici!” protesta Kagome “Perché ti scusi? Hai avuto un incubo, non c’è nulla di strano, capita a tutti, no?”
“Hai
ragione... Può succedere. Beh, io vado ad allenarmi, tra qualche giorno dobbiamo ricominciare a cercare le schegge”
Così dicendo, InuYasha esce
dalla capanna. Sia Kagome che Kaede lo guardano perplesse.
“Questa poi... dice la ragazza “è la prima volta che InuYasha si scusa perché parla di Kikyo. Da dove gli viene questa sensibilità?”
Quell’incubo deve averlo davvero sconvolto” commenta Kaede.
“È anche la prima volta che lo vedo soffrire di incubi. Speriamo sia l’ultima”
***
Sera. Tutto il gruppo si è riunito a mangiare nella casa della vecchia Kaede. InuYasha è stranamente loquace.
“Si è fatto tardi” dice a un certo punto Sango. Kagome annuisce: “Dovremmo andare a dormire”
Di già? Non sarebbe meglio discutere di quello che dobbiamo fare nei prossimi giorni?” dice InuYasha con voce quasi capricciosa.
“Che c’è da discutere?” chiede Sango “Sappiamo già dove andare a cercare le schegge, due pescatori ci hanno raccontato che a nord alcuni shibugarasu (demoni corvi, nda) sono diventati improvvisamente giganteschi: avranno inglobato dei frammenti, no?”
“Se proprio vi scoccia restare a chiacchierare ancora un po’...
“Cos’è tutta questa parlantina, InuYasha?” chiede Shippo “Siamo qui da tre ore e continui a ciarlare. Anche le candele si sono quasi tutte consumate”
“Questo non è un problema” interviene Miroku “vado dalla signorina che abita qui a fianco a farmene prestare due...
Houshi-sama!”
L’esclamazione e soprattutto l’occhiataccia di Sango gelano il monaco: “Però, a pensarci bene, forse è meglio che andiamo tutti a dormire...”
Miroku e Sango si congedano e vanno via. Shippo subito si mette nel suo cantuccio e si addormenta profondamente. InuYasha sembra titubante, e la cosa non sfugge a Kagome
“Che c’è, InuYasha?”
“Niente... niente. Vado a dormire anch’io, buonanotte”
Ma quando le luci si spengono, Kagome nel buio sente distintamente InuYasha che si rigira di continuo, come se non riuscisse a prendere sonno. Preoccupata, anche lei rimane sveglia, e lo ascolta, senza osare chiedergli niente. Solo quando sente cessare tutti i rumori si rilassa, e si addormenta. Ma sono solo pochi minuti: all’improvviso l’urlo di InuYasha squarcia il silenzio.

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Capitolo 2
*** capitolo II ***


Tutti sono riuniti nella capanna della vecchia Kaede

Tutti sono riuniti nella capanna della vecchia Kaede. Tranne InuYasha.
“Ancora?” chiede Miroku.
“Sì” risponde Kagome “È la terza notte di seguito che non riesce a dormire. Appena chiude gli occhi inizia ad avere incubi orrendi su Kikyo, e si sveglia urlando. Ormai ha paura di addormentarsi...”
La voce le si spezza. Kaede scuote il capo: “Conosco questa magia. Molti anni fa un uomo del villaggio fu colpito dallo stesso male per opera di un demone”
“Questo vuol dire che è un demone che ha instillato questi incubi nel cuore di InuYasha?” chiede Sango.
“Temo di sì. Probabilmente si tratta di Naraku
“Come avete fatto a guarire quell’uomo?”
Scoprimmo dove viveva il demone, e riuscimmo a sconfiggerlo. Morto quello, il male è scomparso da solo”
“Allora dobbiamo
uccidere Naraku per guarire InuYasha?” chiede Kagome.
Kaede fa un triste cenno di diniego: “Non c’è tempo. InuYasha non può continuare a non dormire. Vedete già come è debole. Se continua così morirà, o perderà la ragione...
Parole come pietre su Kagome, che scoppia in lacrime. Gli altri sono allibiti, sconcertati, non sanno che fare. In quel momento, un uomo del villaggio entra nella capanna.
“Venerabile Kaede, c’è una donna che vi vuole parlare. Dice di essere una guaritrice”
“Una guaritrice?”
“Sì, ci ha sentito parlare del male che ha colpito InuYasha, e dice di poterlo guarire”
Kaede sembra dubbiosa a riguardo.
“Molti ciarlatani girano per il paese... come possiamo fidarci?”
“Tanto vale fare una prova, però” suggerisce Shippo.
“Giusto!” dice Kagome “Qualsiasi cosa possa aiutare InuYasha, dobbiamo farlo”
***
La guaritrice è una donna giovane e dalla pelle candida, che immediatamente attrae l’attenzione di Miroku. Osserva attentamente InuYasha, o quello che ne resta. Perché InuYasha è l’ombra di stesso: è pallido, debolissimo, trema, sembra terrorizzato da qualsiasi cosa.
Alla fine della visita, la guaritrice sorride.
“È un caso grave, ma non come temevo. Può essere guarito facilmente, se interveniamo subito”
“Davvero, signora?” chiede Kagome.
“Il demone che lo ha attaccato lo ha colpito tramite un piccolo insetto che gli ha iniettato un veleno che dà gli incubi”
“Un insetto... è proprio lo stile di Naraku” commenta Miroku “Se solo fosse con noi il vecchio Myoga potrebbe succhiarglielo via”
“No” dice la donna “è un veleno che agisce in profondità, non può essere succhiato. Ma può essere neutralizzato con una pozione che ha creato mio nonno”
“E allora preparatela, vi prego!” supplica Kagome.
“Piano... per prepararla ci vuole una pianta, che ora non ho. Serve che qualcuno vada a raccoglierla”
“Che pianta è?” chiede Sango.
“È un fiore dai petali color rosso fuoco. Mi servono quei petali per la pozione. Cresce sulle rive del lago dove sfocia il fiume di questo villaggio”
“Benissimo, andrò a prenderlo io”
“Brava, Sango” approva Miroku “fatti portare da Kirara, farai prima”
“Non mi accompagni?”
“Non serve che andiamo tutti, penso che resterò qui per aiutare questa gentile signora”
Houshi-sama...”
Lo sguardo di Sango fa capire a Miroku che per mantenere la propria salute deve, in rapida successione, alzarsi, prendere il bastone e seguirla al lago.
Kagome guarda i due allontanarsi insieme a Kirara, poi si inginocchia davanti alla guaritrice.
“Signora, per quello che state facendo per InuYasha vi sarò per sempre grata”
La guaritrice le accarezza i capelli, lo sguardo nel vuoto.
“Non preoccuparti, mia cara, sarò ricompensata...
Sorride.

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Capitolo 3
*** capitolo III ***


Pare che la guaritrice abbia detto il vero

Pare che la guaritrice abbia detto il vero. Le rive del lago pullulano dei fiori che aveva descritto, e Miroku e Sango ne fanno abbondante incetta.
“Credo che bastino questi, no?” dice Sango.
“Lo penso anch’io. Ehi, Sango…”
Il monaco le si avvicina e le poggia una mano sulla spalla. La ragazza gira il volto dall’altra parte, per non fare vedere il rossore.
“La tua gonna è sporca di terriccio... e così dicendo Miroku accarezza ripetutamente con l’altra mano il fianco della ragazza. Il rumore dello schiaffo che segue fa increspare le acque del lago.
“Ti stavo solo ripulendo…”
“Andiamo, Kirara” dice Sango, ma non vede più la sua amica “… Kirara?””
Kirara si è trasformata, è sulla riva del lago e osserva l’acqua, ringhiando.
Che ti prende, Kirara?”
Non fa in tempo a finire di parlare che l’acqua inizia a ribollire, e una creatura ne salta fuori, atterrando sul prato. È un mostro: ha braccia e gambe come quelle di un uomo, ma è molto più grande, e il suo volto è quello di un rettile; tutto il corpo è ricoperto di scaglie verde scuro
Eccovi, finalmente!” grida la creatura.
“Ci stava aspettando?” dicono i due all’unisono.
“Sono Uri, il signore di questo lago. Sapevo che stavano arrivando delle nuove prede”
“Una trappola? Maledetto!” urla Miroku, e cerca di aprire il foro del vento, ma il mostro con un balzo rapidissimo gli si para innanzi, e lo scaraventa a terra con un pugno. Sango passa all’azione
Hiraikotsu!”
Niente ad fare: Uri, pur essendo di spalle, sembra vedere l’attacco, si volta di scatto e afferra l’arma di Sango al volo. La fa roteare sogghignando, poi alza il braccio, e fa per tirarla contro la sterminatrice. Glie lo impedisce Kirara, che si lancia contro di lui e gli azzanna l’arto. Il rettiloide cerca di divincolarsi, e alla fine lascia andare l’hiraikotsu, afferra Kirara per il collo, e la getta a terra.
“Non abbassare la guardia!”
Durante la colluttazione Mirolu si è rialzato, e silenziosamente si è portato alle spalle del mostro. Ora con il bastone gli preme sulla nuca due pergamene.
“Muori!”
Ma il monaco resta basito nel vedere i talismani bruciare e trasformarsi in cenere, senza alcun effetto sul nemico, che con calma si volta e lo colpisce con un altro pugno.
Miroku cade, più per lo stupore che per il colpo: “I talismani non hanno avuto effetto… Qual è il suo punto debole?”
***
La guaritrice ha fatto portare InuYasha in una piccola capanna ai confini del villaggio, per assisterlo con più tranquillità. Intorno al mezzo demoe ci sono lei, Kagome e Shippo.
“Mi chiedo perché ci mettano così tanto, quei due”
“C’è poco tempo ancora per guarirlo?” chiede Kagome.
“No, ma prima si fa meglio è. Si è già molto indebolito” dice la donna tastando la fronte di InuYasha “gli è venuta la febbre, come immaginavo. Kagome, ti chiami così, vero?, vai al fiume a prendere dell’acqua, così gli facciamo degli impacchi”
Kagome e Shippo si recano al fiume.
“Pensi che InuYasha guarirà, Kagome?”
“Certo che sì: ha una fibra forte, e poi adesso che Miroku e Sango tornano con quel fiore, guarirà subito… ah!”
“Che succede?”
“Che stupida! Non ho preso il secchio. Vado a recuperarlo, tu aspettami qui”
Non lo ammette, ma la dimenticanza è dovuta all’ansia. Perché Kagome non è così sicura che InuYasha guarisca: è di fibra forte, sì, ma adesso è solo un ragazzo terrorizzato, più debole di qualsiasi altro, consumato dal ricordo di Kikyo.
I secchi sono sul retro della capanna. Mentre ne prende uno, Kagome sente una risata strana provenire dall’interno. Incuriosita, si acquatta e sbircia dalla finestra: la guaritrice è china su InuYasha.
“Hai paura, vero? Paura di dormire… ma stai tranquillo, ora ti toglierò ogni paura…”
Con una mano gli stringe il collo. InuYasha si divincola, ma è troppo debole.
“No!”
È un urlo quasi disumano, quello di Kagome. Entra di corsa, e si lancia sulla donna.
“Lascialo andare! Lascialo!”
Cercando di allontanarla, le mette
una mano in faccia. Da quel contato si sprigiona una luce abbagliante, e la donna abbandona la presa e retrocede, mugolando di dolore.
“Ti ho respinta con la mano? Ma allora tu sei un demone?”
“Maledetta ragazzina!” mugola l’ex guaritrice brancolando “lasciami uccidere quell’hanyou, se lo farò Naraku mi darà una scheggia della sfera!”
La rabbia deforma il volto della donna: gli occhi diventano due globi scuri, artigli spuntano sulle mani, il sorriso diventa un ghigno indistinto.
Sulla porta della capanna appare Shippo.
Kagome, ma quanto ci metti… eh!?
Il demone con una zampata lo fa volare lontano, ma Kagome approfitta di quella distrazione e lo afforra, gli mette di nuovo la mano in faccia e stavolta preme, e preme. Il demone si contorce selvaggiamente, urla, sbava, alla fine riesca a spingere Kagome in fondo alla capanna, ma non la uccide: brancola, si muove a tentoni come se fosse stato accecato.
Ma… maledetta!” urla “Tanto tra poco mi tornerà la vista, ti uccidero!”
“Allora non starò ad aspettare!”
Così dicendo, Kagome afferra InuYasha per il torace, e lo trascina fuori. Quando li vede, Shippo accorre.
Shippo, corri a chiamare Miroku e Sango!”
“Ma, e tu?”
“Io cerco di nascondere InuYasha. Tu vai a chiamare aiuto, muoviti!”
Non se lo fa ripetere ancora, Shippo, e corre via. Ansimando per la fatica, Kagome porta InuYasha verso il bosco sacro.
“Ti nascondo io, InuYasha. Non ti abbandonerò…”

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Capitolo 4
*** capitolo IV ***


Calma, ci vuole calma

Calma, ci vuole calma. Questo pensa Miroku mentre cerca di capire come colpire il rettiloide di fronte a lui. Non può semplicemente lanciarglisi addosso: Kirara lo ha fatto e ora giace a terra ferita, con Sango che inutilmente cerca di farla rialzare. Ma d’altra parte non può indugiare ancora a lungo, il mostro è là che aspetta la sua prossima mossa con una calma agghiacciante.

“E va bene, a mali estremi...”

Sfodera il foro del vento, e subito l’aria inizia a turbinare vorticosamente dentro la sua mano. Ma Uri non si lascia impressionare: si aggrappa con le mani alla terra, e resta così, ben piantato, senza che la kazaana abbia effetto. Miroku è sconcertato:

“Gli impedisco di muoversi, ma non posso colpirlo, e nemmeno Sango, se si avvicina verrebbe risucchiata...”

Capisce che non ha senso continuare. Temendo un attacco del mostro, chiude con la massima velocità il foro e brandisce il bastone per difendersi, ma per l’ennesima volta il suo avversario lo spiazza: il monaco pensava che l’avrebbe attaccato, invece Uri si volta e si scaglia contro Sango.

“Maledizione” mormora Miroku “è furbo quel bastardo”

Sango è china su Kirara quando si vede addosso l’orribile ombra del rettile; d’istinto sfodera il pugnale e gli infligge una stilettata sul muso. Finalmente Uri accusa il colpo: retrocede di due passi, si porta le mano al volto, sibila rabbiosamente.

“È quello il suo punto debole!”, grida Miroku, e mentre Sango sguaina la katana si affianca a lei; insieme attaccano il mostro ma questi, superato il dolore, reagisce, e la furia lo rende ancor più pericoloso. Sango e Miroku cercano di colpirlo in volto, ma Uri usa le braccia come fossero mazze ferrate, e avvicinarlo è pressoché impossibile.

“Dannazione” pensa la sterminatrice “se non lo sistemiamo in fretta non riusciremo a portare queste erbe in tempo ad InuYasha...”

***

Vorrebbe chiamare la vecchia Kaede, o correre a prendere l’arco, ma non c’è tempo. La priorità per Kagome è mettere InuYasha al sicuro, a prescindere dalla propria salvezza.

“Che fai, Kagome?” le chiede debolmente il ragazzo.

“Ti nascondo da quel demone”

“Sei pazza... mi troverà comunque. Pensa piuttosto a nasconderti tu...”

“Non fare l’eroe. Quante volte mi hai salvata, e ora dovrei abbandonarti? Come potrei essere così meschina? A cosa sarebbe servito tutto questo viaggio sino ad ora, se ti lasciassi qui a morire?”

Non può dirlo con certezza, ma ha l’impressione che InuYasha sorrida a quelle parole.

Giunti nel bosco sacro, Kagome si mette a cercare un posto sicuro, e lo trova in un vecchio albero, le cui radici creano una cavità abbastanza larga da ospitare un uomo. Con le ultime forze fa entrare lì dentro InuYasha, poi si accascia a terra, sfinita.

“Sei stanca, Kagome?” la voce di InuYasha è un sussurro.

“Un po’ sì...”

“Allora non sono solo io a non dormire... anzi... abbiamo perso tutti un bel po’ di sonno...”

La ragazza lo guarda stupito: sino a poco prima era in preda al terrore e adesso, che avrebbe davvero motivo di aver paura, si mette a scherzare?

“Kagome...”

“Che c’è?”

“Mi dispiace per tutto quello che vi sto, ti sto facendo passare”

“Non ricominciare con questa storia, InuYasha. Non è colpa tua, è Naraku a torturarti così, adesso come cinquanta anni fa. Forse con questa storia degli incubi oltre che uccidere te vuole... indebolire il nostro legame, mettere odio anche tra noi, ma non ci riuscirà. Io capisco perché pensi ancora a Kikyo, non saranno questi incubi ad allontanarmi da te...”

“Ti sbagli...” mormora InuYasha.

“Come?”

“Ti sbagli... negli incubi non vedevo solo Kikyo... nell’ultimo, quello di ieri, c’eri tu...”

“Io?”

“Tutto quello di cui posso avere paura, l’ho sognato: ieri mi sono visto con te, mentre cercavamo i frammenti. A un certo punto mi trasformavo in youkai e ti uccidevo... e questo incubo mi ha fatto più paura di tutti quelli precedenti...”

A sentire quelle parole Kagome sente crescere dentro una marea di sentimenti diversi: gioia, tristezza, imbarazzo... vorrebbe abbracciare InuYasha, ma non può farlo, allora gli prende una mano e la stringe forte. Passano lunghissimi attimi in silenzio, poi tra gli alberi inizia a risuonare la voce del demone.

“Grazie InuYasha” dice Kagome “Ora so cosa devo fare”

“Che intendi dire, Kagome? Kagome!”

Ma il mezzo demone la chiama a vuoto, Kagome si è alzata e corre nella foresta. Fa rumore per attirare la donna, e allontanarla dal nascondiglio di InuYasha. Nella sua corsa riesce a raggiungere l’albero sacro, ma un dolore improvviso alla spalla le strappa un gemito e la fa cadere. Si rialza a fatica appoggiandosi al tronco, e mentre sente il sangue scorrergli per il braccio si volta e vede il demone, con tre coltelli da lancio tra le dita. Il quarto è nella spalla di Kagome.

“Odio usare questi mezzi...” dice la donna “ma la situazione lo richiede. Dov’è InuYasha?”

Kagome deglutisce. Si guarda intorno, ma non c’è nessuno ad aiutarla. Solo l’ex guaritrice, che la tiene sotto mira.

***

La battaglia tra Uri e Miroku e Sango altro non è che uno scontro logorante, in cui nessuno riesce a mettere a segno il colpo decisivo. Ma in una tenzone simile un mostro è per natura avvantaggiato rispetto a chi, per quanto forte, è pur sempre un umano. E infatti Uri sente che ogni suo colpo incontra una resistenza minore, e assapora la vittoria

“Perché non vi arrendete? Vi risparmierò la tortura di essere mangiati pezzo dopo pezzo... sarò clemente e inizierò direttamente dalla testa, così non soffrirete!”

“Aspetta a cantare vittoria, specie di rospo!” grida Miroku a denti stretti.

“Rospo!? Nessuno può sopravvivere se chiama così un discendente dei draghi di Sekigahara!”

“E allora torna là!” dice un grido proveniente dagli alberi. Sango riconosce questa voce, così come riconosce la trottola che colpisce la testa del rettiloide.

“Shippo!”

“Presto!” grida il volpacchiotto “Kagome e InuYasha sono in pericolo!”

Miroku approfitta dello stordimento di Uri per attaccarlo, ma pone troppa fiducia nella tecnica di Shippo: nonostante il dolore alla testa il mostro vede in tempo il monaco, e lo afferra per il collo, mentre con l’altro braccio spazza via la trottola.

“Houshi-sama!” grida Sango.

“Ora mi sono stancato” mormora Uri alla sua vittima “basta giocare. Per stasera mi prenderò solo te come preda, ma mi divertirò un po’ prima di mangiarti”

Così dicendo, si volta e a grandi passi si dirige verso il lago. A quella vista, Sango impugna la katana e si lancia contro di lui: sa che quell’arma è inutile contro le scaglie del mostro, che il suo punto debole è il volto e ora le mostra la schiena, che non può seguirlo sott’acqua... ma Houshi-sama è trascinato via, e la disperazione spinge la sterminatrice a provare, forse se ci metterà tutta la sua forza riuscirà a trafiggerlo da parte a parte. Ci prova, affonda la spada tra le scapole del rettile. Ma tutta la sua rabbia non basta a mutare la realtà, la lama penetra solo di pochi centimetri nel corpo di Uri. Disperata, Sango la estrae con uno strattone e la alza per provare un altro colpo, ma si ferma vedendo che Uri si è bloccato, come paralizzato: trema, lascia andare Miroku, si accascia a terra, e il suo corpo possente inizia a ridursi.

“Ma che succede?” esclama Shippo.

Sango guarda basita, ma un ronzio attira la sua attenzione: è apparso uno degli insetti di Naraku, che si posa sul prato, tra lei e il corpo di Uri, si ferma per pochi istanti e poi si rialza in volo. Qualcosa luccica tra le sue zampe.

“Ho capito!” dice “Uri aveva un frammento della sfera nella schiena, e glie l’ho tolto con quel colpo di spada”

Miroku si rialza, ancora ansante: “Glie l’ha dato Naraku, vero? Allora tutto questo è una sua trappola, e InuYasha è in pericolo”

“È quello che sto cercando di dirvi da un’ora!” protesta Shippo.

“Non frignare, e portaci da loro!”

 

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Capitolo 5
*** capitolo V (ultimo) ***


“Dov’è InuYasha

“Dov’è InuYasha?”

La voce del demone è tranquilla. Con un coltello tiene di mira Kagome, e ancora una volta le chiede di svelargli il nascondiglio del mezzo demone.

“Non te lo dirò mai”

“Perché vuoi morire così? Io lo so che non vuoi morire... le tue parole sono coraggiose, ma la tua voce è tinta di paura. Dimmi dov’è InuYasha, e ti lascerò andare”

Kagome è terrorizzata, è sfinita, sente sempre più acuto il dolore del coltello nella spalla, e il sangue che continua ad uscire. Ma è determinata

“È inutile che insisti, non te lo dirò. Non voglio morire, ma nemmeno vivere da traditrice”

“Che romantica... pazienza. Lo troverò lo stesso, anche se ci metterò più tempo. E anche se non lo trovassi, la mia missione sarebbe compiuta. Io l’ho avvelenato, finché sarò in vita non potrà guarire. E chi può uccidermi, adesso? Tu? I tuoi amici che sono chissà dove? È inutile la tua ostinazione”

“Non mi importa” dice Kagome, quasi con le lacrime agli occhi “anche se è inutile, non mi importa... anzi, forse è più giusto, proprio perché è inutile”

“Mi spezzi il cuore” la deride il demone “è il momento di mettere fine al melodramma!”

Con uno scatto repentino scaglia il coltello. D’istinto, Kagome chiude gli occhi e con una mano stringe la corteccia dell’albero sacro, pregando per avere la forza di superare quel momento. Ma il momento non arriva: passano i secondi, e non sente la fitta della lama. Con un po’ di sforzo, la ragazza apre gli occhi, e vede quello che non riusciva a sperare: il coltello si è come fermato a mezz’aria, resta immobile per pochi istanti, poi torna indietro come fosse aspirato. Anzi, è proprio aspirato.

“Kazaana!”

Miroku e Sango sono arrivati, e il monaco ha colto il demone alla sprovvista. L’ex guaritrice non fa in tempo ad urlare la sua rabbia che viene risucchiata nel foro del vento. Tutto finisce molto rapidamente.

“Non era un nemico molto forte” commenta Miroku “ma il piano di Naraku era davvero ben congegnato: è solo la fortuna e la protezione del Buddha che ci hanno permesso di sopravvivere”

“Kagome, stai bene?” chiede Sango.

Kagome non risponde, riesce appena a sorridere, poi cade a terra.

“Kagome! Sei ferita!”

“Va tutto bene” dice la ragazza con un filo di voce agli amici che la circondano “InuYasha è nascosto in un albero... andate a prenderlo...”

***

“L’astuzia di Naraku è davvero diabolica”

Kaede parla pacatamente, mentre fascia la ferita di Kagome.

“Già. Però siamo riusciti a sconfiggerlo, e questo è l’importante” dice Miroku “adesso InuYasha potrà recuperare tutto il sonno perso”

“A dire la verità anche noi ne avremmo bisogno” sbadiglia Sango “sono stati giorni intensi”

InuYasha non dice niente, ma senza farsi vedere dagli altri cinge Kagome con un braccio. Lei sorride, e lascia fare.

“Ammetterete che se non fossi arrivato io non sareste riusciti a sconfiggere quel demone” dice Shippo.

“Che meriti ti prendi, Shippo?” replica Miroku “l’unica che dobbiamo ringraziare è Sango”

“Non direi” dice l’interessata, sorridendo “in fondo tutti abbiamo dato il nostro contributo”

“E così deve essere” dice Kaede “di fronte ad un nemico potente ed astuto come Naraku nessuno di noi, singolarmente, può fare molto. Ma unendo le nostre forze siamo in grado di affrontare il male e di sconfiggerlo. Questo è l’insegnamento che...” la vecchia sacerdotessa si interrompe sentendo uno strano rumore. InuYasha russa. E anche Shippo e Miroku. Meno rumorosamente, anche Sango e Kagome dormono.

“Ma... non mi sta ascoltando nessuno?!”

 

FINE

 

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