In un sogno

di Wolfgirl93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La foresta ***
Capitolo 2: *** Il lupo ***
Capitolo 3: *** Addio nuovo amico, o forse arrivederci ***
Capitolo 4: *** La casa abbandonata ***
Capitolo 5: *** Il ragazzo misterioso ***
Capitolo 6: *** Shopping ***
Capitolo 7: *** Il primo bacio ***
Capitolo 8: *** La discoteca ***
Capitolo 9: *** Il cadavere ***
Capitolo 10: *** Il secondo omicidio ***
Capitolo 11: *** Una sera speciale ***
Capitolo 12: *** Addio ***
Capitolo 13: *** Non sono io l'assassino? ***
Capitolo 14: *** Voglio diventare come te ***
Capitolo 15: *** Il mio bellissimo sogno ***



Capitolo 1
*** La foresta ***


Era il 15 Agosto, una giornata molto calda, partii con i miei genitori e i miei due cani per passare una bella giornata in montagna. Mi portai l I-pod perchè il viaggio durò due lunghissime ore, mia madre mi diede un piccolo buffetto sulla spalla e mi disse di guadare fuori dal finestrino...Rimasi a bocca aperta c'erano distese enormi di campi pieni di fiori e più in profondità si vedeva una piccola pineta. Scesi dalla macchina e iniziai a guardarmi intorno, l'aria era profumata e fresca e le farfalle svolazzavano intorno a me e e alla macchina, poi quella pace fu spezzata dai miei cani che scesero dalla macchina erano felicissimi di essere lì, le loro code si muovevano velocemente e le loro orecchie erano tese per captare ogni singolo rumore. Ci accampammo in un piccolo spiazzo verde vicino all'entrata della pineta, i miei si misero comodi sull'amaca mentre io entrai nella pineta, sempre seguita dai miei due cucciolotti. Quella pineta era bellissima gli unici rumori che si sentivano erano gli uccelli cinguettare e i grilli e le cicale cantare, camminai fino ad arrivare ad un fiume secco, scesi con cautela la piccola discesa e arrivai al fiume. I cani si misero a bere la poca acqua che era rimasta e io mi incamminai verso di loro, quando ad un certo punto Pippo il mio cane lupo iniziò a ringhiare, Macchia il barboncino corse verso di me saltandomi in braccio, ma persi l'equilibrio e sbattei la testa su una roccia. Riuscivo solo a sentire l'alito di Macchia che mi respirava sul viso, poi tutto divenne nero e svenni.

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Capitolo 2
*** Il lupo ***


Aprii gli occhi e vidi Macchia e Pippo vicini a me, provai ad alzarmi, ma la testa iniziò a girarmi mi toccai la testa e mi accorsi che perdevo del sangue, guardai la roccia su cui ero scivolata, la sua punta era ricoperta di muschio e sangue, Pippo si mise davanti a me e mi leccò la ferita, ripensai alle lezioni di mia zia e mi ricordai che la saliva dei cani faceva cicatrizzare subito le ferite e le disinfettava un po', così lo lasciai fare. Mentre lui mi puliva la ferita si fermò di scatto e alzò il pelo digrignando i denti quel punto mi spaventai, tra i suoi denti vi era del sangue e della pelle con piccoli ciuffi di pelo, sapevo che quel sangue non era mio...Ma di chi era? Riuscii a rimettermi in piedi e mi voltai cercando di vedere a cosa o chi ringhiasse Pippo...Non potevo crederci, non era possibile, davanti a me vi era un piccolo lupo...un lupo ripetei a bassa voce, non potevo crederci, l'animale che io ho sempre sognato di vedere da vivo era davanti a me. Vidi il piccolo lupo avvicinarsi a me e così trattenni Pippo per il collare, gli dissi di stare tranquillo e piano piano lo accarezzai e lui si calmò. Mi accorsi che il cucciolo aveva una ferita sul muso, mi venne in mente il sangue e i ciuffi di pelo tra i denti di Pippo. Presi tra le mani il muso di Pippo e guardandolo negli occhi gli dissi “Lo hai morso perché volevi proteggermi? Grazie Angelo mio!” vidi Pippo quasi annuire alla mia domanda, mi avvicinai al lupo, feci piccoli passi tenendo sempre i miei occhi fissi sui suoi, arrivai a circa 10 cm da lui, il cucciolo era impaurito. Mi tolsi la fascia che avevo ai capelli e la bagnai con l'acqua del fiume, poi mi avvicinai per sciacquargli il muso dal sangue. Il lupo iniziò a ringhiare e Pippo si alzò di scatto, lo guardai seria e lui si rimise giù, il lupo indietreggiò, feci un altro passo verso di lui e questa volta guardandolo negli occhi sussurrai “Stai tranquillo piccolo, voglio solo curarti poi ti lascerò andare.” il lupo smise di ringhiare, mi avvicinai di nuovo a lui e questa volta molto delicatamente gli pulii il muso. Dopo poco era tutto pulito e gli occhi del lupo erano più tranquilli e felici. Mi allontanai lentamente dal lupo e ritornai dai miei cani, accarezzai Pippo e poi Macchia, poi mi sentii toccare la spalla, la cosa che mi toccava era ruvida e umida mi girai di scatto e vidi il lupo che poggiava il suo naso sulla mia spalla, quasi come volesse anche lui delle carezze. Alzai piano la mano dalla testa di Macchia e la poggia delicatamente sulla testa del lupo, abbassò le orecchie sempre fissando ogni movimento della mia mano, poi lo accarezzai e lui alzò le orecchie e mi guardò, fece due passi verso di me e strusciò il suo forte corpo contro le mie gambe, poi mi leccò la mano, ero felicissima. Guardai se era un maschio o una femmina, era un bellissimo maschio provai a pensare ad un nome, mentre pesavo arrivò un soffio di vento fresco, abbi un brivido e vidi che lo ebbe anche il lupo...Shiver ecco il nome Shiver voleva dire brivido in inglese, Shiver dissi al lupo e lui iniziò a scodinzolare saldandomi in braccio.

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Capitolo 3
*** Addio nuovo amico, o forse arrivederci ***


In quel momento quando Shiver si alzò su due zampe mi accorsi che non era un cucciolo, non lo era proprio, era su due zampe ed era alto quasi quanto me, mi guardò fisso negli occhi aveva dei bellissimi occhi color ambra, era quasi ipnotici. Macchia gli abbaiò e lui ritornò a quattro zampe, iniziammo a correre risalimmo dal fiume e ci avventurammo nel cuore della pineta quasi non riuscivo a stare al loro passo, infatti rimasi indietro; ero sola in quel momento, così mi misi ad esplorare la pineta. Mentre camminavo pensando a Shiver sbattei contro qualcosa... o meglio qualcuno! Alzai gli occhi e vidi un uomo sulla cinquantina con un fucile sulla schiena, mi si raggelò il sangue, stava cacciando? Mi guardò e mi chiese “Hai visto un lupo ragazzina?” presi un respiro e risposi decisa “No” poi presi fiato e continuai “Ma stia attento ho un cane lupo e un barboncino, se gli fa del male peggio per lei!” mi guardò serio dicendo “So riconoscere un lupo da un cane sta pur tranquilla i tuoi amici pelosi non verranno toccati, a patto che loro non tocchino me!” me ne andai ero troppo tesa per litigare, se avesse trovato Shiver lo avrebbe... Oddio non voglio pensare a cosa gli avrebbe fatto. Tornai indietro e provai a seguire il percorso che avevano preso Shiver e i miei cani, sentii le foglia scrocchiare, qualcuno stava camminando lì e si stava avvicinando a me; poi sentii il rumore più forte e più costante era vicino...era dietro di me! Mi voltai di scatto e vidi Shiver e i miei cani scodinzolare li abbracciai forte e gli dissi di non allontanarsi o sennò avrebbero fatto una brutta fine, piegarono la testa di lato come dire “Ma cosa dici?” li abbracciai di nuovo e tornai indietro stando attenta a ogni rumore. Sentii i miei genitori che mi chiamavano, presi il cellulare nella mia tasca e vidi che erano le 19:25...Cavolo era già 3 ore che ero in giro, come facevo con Shiver. Mi accucciai vicino a lui e gli sussurrai “Ti prego cerca di nasconderti da qualche parte, quel cacciatore vuole te! Appena posso verrò a trovarti” avevo le lacrime agli occhi, Shiver si alzò sulle zampe posteriori e mise quelle anteriori sulle mia spalle, mi leccò le lacrime e io lo abbracciai, singhiozzando gli dissi “Ti voglio bene Shiver” lo sentii uggiolare, come se riuscisse a capire che sarebbe stato difficile vederci ancora. Lo lasciai lì tornai allo spiazzo verde dove c'erano i miei genitori, lo vidi correre via dopo e una lacrima calda mi rigò il viso.

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Capitolo 4
*** La casa abbandonata ***


Mi asciugai le lacrime non volevo che i miei genitori le vedessero, ritornai all'accampamento con un finto sorriso, ma dentro stavo urlando, salii in macchina e iniziai ad ascoltare la musica poi mi fermai ad ascoltare una canzone in particolare era Lupo Solitario di Anna Oxa, mi vennero i lacrimoni ma ero anche stanchissima mia mamma mi toccò la cicatrice che avevo sulla tempia “Cosa hai fatto?” le tolsi la mano e le dissi che mi ero graffiata con un ramo, se le avessi parlato di Shiver lei avrebbe detto “ Lo sai che i lupi non sono come i cani, sono pericolosi e sono cattivi, ma non sentii mai alla TV Tizio sbranato da lupo, Caio ferito da lupo...” sapevo che mi avrebbe fatto questa paternale così mi tenni tutto per me. Mi addormentai e dopo poco mio padre mi svegliò...Eravamo a casa. Andai in camera mia accesi la musica al massimo e mi sdraiai sul letto, mia madre mi chiamò un paio di volte ma con la musica non sentivo nulla, entrò arrabbiata in camera mia e cominciò a sbraitare “Signorina questa casa non è un albergo e io non ho le donne delle pulizie, sai che il tuo compito è portare la spazzatura, quindi sbrigati e vieni giù a portarla!” mi alzai arrabbiata dal letto e scesi in cucina presi il sacchetto della spazzatura e lo andai a buttare, ci sono circa 10 metri dal cassonetto a casa mia, buttai la spazzatura poi mi sentii toccare le spalle, mi girai di scatto spaventata e così lo vidi...Shiver mi aveva seguito era arrivato fino a casa mia, ero felicissima, ma poi la mia felicità svanì e mi sorsero delle domande “Dove lo porto? E se lo trovano? Dove dorme?” poi le mie domande ebbero una risposta, la risposta era davanti a me! A pochi metri da casa mia c'è una vecchia casa abbandonata, ha un grande giardino che però ha l'erba alta tipo 10 metri, Shiver avrebbe potuto vivere lì, c'era tutto il posto che voleva e la casa è aperta quindi avrebbe avuto anche un posto in cui dormire. Corsi a casa mia e davanti al cancello mi misi a urlare “ Mamma vado a fare un giro da queste parti. Ciao!” sentii un sì di mia madre, così corsi verso la vecchia casa. Avevo un po' di paura era buio e c'erano dei rumori che mi facevano accapponare la pelle. Entrammo, gli annunciai che quella sarebbe stata la sua nuova casa e che stasera appena i miei si fossero addormentati sarei venuta da lui. Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla testa, corsi a casa erano già le 21:30, mi sdraiai nel letto e riposai un po'. Quando mi risvegliai erano le 23:00, uscii da camera mia e vidi i miei genitori dormire serenamente. Scesi silenziosa in cucina e presi tre scatolette di simmental e presi anche un cucchiaio di plastica, nel caso volesse essere imboccato, risi piano...Non si era mia visto un lupo che voleva essere imboccato, ma un mezzo lupo sì, Pippo era un cane molto esigente quando era piccolo voleva essere imboccato e a volte lo fa anche ora che è grande. Uscì piano piano di casa e aprii lentamente in cancello, accesi la torcia e mi diressi verso la casa abbandonata in mano avevo un piatto di plastica, un cucchiaio, la simmental e una vecchia coperta nel caso Shiver avesse freddo. Ero entrata nel giardino e iniziai a chiamare Shiver, ma lui non veniva, ero impaurita ma mi feci coraggio e proseguii arrivai davanti alla casa, provai di nuovo a chiamarlo ma tutto inutile lui non veniva, pensavo stesse dormendo feci un respiro profondo ed entrai. Appena fui dentro la casa ebbi un sussulto Shiver non c'era ma per terra rannicchiato c'era qualcos'altro...

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Capitolo 5
*** Il ragazzo misterioso ***


Mi stropicciai gli occhi per capire se avevo avuto un'allucinazione o se era tutto vero, riaprii gli occhi e lo vidi di nuovo, Shiver era sparito e per terra rannicchiato c'era un ragazzo...oddio era..nudo e ansimava. Gli gettai la coperta addosso e lui si accorse di me, si coprì con la coperta e mi guardò negli occhi. Aveva dei bellissimi occhi marroni, mi sorrise e io ricambiai si strinse la coperta addosso e si alzò, mi venne vicino ma io cercai di allontanarmi, lui disse “Tranquilla non voglio farti del male, è quello che mi hai detto tu!” non capivo le sue parole io non lo conoscevo e di certo non gli avevo mai parlato, lui avvicinò una mano al mio viso ma mi tirai indietro ebbi un sussulto quando capii che ero finita contro il muro, adesso non potevo scappare. Il ragazzo avvicinò di nuovo la mano al mio viso e lo accarezzò mi disse che ero bella, ero così impaurita che feci cadere un vasetto di simmental per terra, appena lo vide mi chiese se poteva mangiarlo lo guardai e un po' arrabbiata dissi “Senti questo cibo è per il mio lu...” non potevo dirgli che avevo un lupo l'avrebbe detto in giro, il ragazzo mi guardò e mi disse “è per Shiver? È per il tuo lupo?” lo guardai sbigottita, come faceva a sapere il nome di Shiver? Lui mi prese la mano e mi disse “Io...io sono...Shiver!” lo guardai con una faccia tipo “Ma che ti sei fumato?” lui mi ripeté di nuovo che era Shiver, come potevo credergli, queste cose succedono solo nei film e soprattutto nei film dell'orrore. Lui mi prese la mano e la passò sulla guancia destra mi disse “Sentii qui è dove Pippo il tuo cane mi ha morso per difenderti.” Era impossibile non poteva essere vero, quel ragazzo era Shiver, presi fiato e con voce tremante dissi “Tu...sei Shiver...ma cosa sei? Un lupo o un ragazzo?” lui abbassò lo sguardo e disse “Entrambi! Sono un Licantropo!” Non riuscivo a crederci “Come ti chiami?” mi chiese “Lisa e tu?” mi guardò negli occhi “Gabriel. Wow adesso so il nome della ragazza che mi ha curato!” Arrossii non so perché ma mi faceva piacere ricevere attenzioni da lui. Aprii la vaschetta di simmental e gli porsi il cucchiaio, era affamatissimo mangiò tutte e tre le scatolette, rimaneva un altro problema...era ancora senza vestiti. Gli dissi che sarei andata a prendergli una maglia di mio padre, lui mi afferrò il braccio e con gli occhioni da cucciolo disse “Tornerai vero? Ti prego Lisa torna” ebbi un brivido quando pronunciò il mio nome annuii e lui mi lasciò il braccio. Corsi in casa sempre facendo piano sgraffignai un paio di pantaloni, delle mutande e una maglia; forse erano grandi ma per ora era meglio quello che farlo morire di freddo, ritornai alla casa appena mi vide i suoi occhi si illuminarono, gli diedi i vestiti e uscii un attimo. Dopo poco mi chiamò nonostante fossero abiti un po' grandi per lui gli stavano abbastanza bene, mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui, gli chiesi “Da quanto tempo sei un licantropo?” mi guardò sorridendo e disse “Da quando sono piccolo.” mi mostrò il braccio sinistro e sul polso aveva un una cicatrice mi disse “Avevo circa 4 anni quando mio padre mi portò a caccia con lui, io mi allontanai da lui ero ormai troppo lontano perchè lui poté sentire le mie urla, un lupo nero come la pece mi sbarrò la strada e mi ringhiò contro poi mentre cercai di allontanarmi lui mi morse il polso, urlai dal dolore un dolore immenso, sentivo il mio corpo andare in fiamme poi svenni, mi ricordo che mio padre mi portò in ospedale perchè avevo perso tantissimo sangue. In ospedale mi fecero delle trasfusioni e così stetti meglio, ma non stavo meglio ero diventato un mostro, le prime volte mi trasformavo ogni qual volta avevo il battito accelerato ma ora mi trasformo solo quando lo voglio io.” lo ascoltai con interesse poi gli urlai contro “Non sei un mostro, sei speciale!” lui mi guardò e avvicinò il suo viso al mio...

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Capitolo 6
*** Shopping ***


Riuscivo a sentire il suo respiro caldo sul viso, eravamo a pochi centimetri di distanza, il cuore mi iniziò a battere forte, pensavo che mi sarebbe uscito dal petto. Sentivo il suo dolce profumo un misto di muschio e erba umida era un profumo che mi attirava avvicinai anche io il viso al suo sapevo che voleva baciarmi e anche io lo volevo, poggiò la sua mano calda sul mio collo e mi tirò a se le nostre labbra si sfiorarono ed ebbi un fremito mi avvicinò ancora stavo per baciarlo, ma Pippo abbaiò. Mi allontanai subito da lui e guardai l'orologio...Oddio erano già le 3:30, gli dissi che dovevo tornare in casa o sennò i miei se ne sarebbero accorti, lui annuì e prima che uscissi disse “Lisa, ti posso rivedere?” gli sorrisi e dissi “Certo, domani ti poro a fare shopping, non puoi indossare quei vestiti enormi e poi guarderò di trovarti un altro posto in cui dormire, per adesso buona notte e sogni d'oro. Ciao Gabriel” appena pronunciai il suo nome lui sorrise e annuì, corsi in casa andai lentamente in camera e appena toccai il letto mi addormentai. Mia madre mi svegliò dolcemente “Lisa, piccola svegliati sono le 10! Dai dormigliona sveglia!” sentivo mia madre che mi accarezzava i capelli e mi diceva dolcemente quelle parole, aprii gli occhi e andai con lei in cucina a fare colazione, latte e biscotti e poi dritta in camera a vestirmi, le dissi che sarei andata in centro a fare compere con un mio amico, lei non obbiettò pensò che fosse un amico che anche lei conosceva quindi non ci diede molta importanza. Uscii di casa, salutai Macchia e Pippo e mi avviai alla casa abbandonata, di giorno non faceva così paura, entrai e lo vidi sdraiato sulla vecchia coperta, era bellissimo, i suoi capelli neri gli arrivavamo fino al collo e il suo corpo era abbastanza muscoloso, mi avvicinai a lui e facendo piano gli diedi un bacio sulla guancia destra, dove aveva la cicatrice del morso; lui aprì gli occhi e mi guardò, gli sorrisi e lui ricambiò, gli dissi che dovevamo avviarci, lo portai a una fontana vicino a casa mia e lui si lavò il viso con l'acqua fredda. Ci avviammo e dopo 20 minuti arrivammo in centro città, per prima cosa lo portai in un bar per fare colazione, non voleva nulla ma io lo costrinsi a mangiare, presi un caffè per svegliarmi mentre lui prese un cappuccino e una brioche, appena finita la colazione lo portai in un negozio di vestiti, lo presi per un braccio e lo trascinai fino al reparto uomo, gli chiesi di scegliere tutto quello che voleva; andò a vedere delle t-shirt e dei pantaloni, poi andò a provarsi tutto nei camerini, uscì con una maglia nera e dei jeans era semplice...ma era anche carino, arrossii mentre pensavo a queste cose, lui si avvicinò a me e mi chiese come stava, io lo guardai sorridendo e gli dissi che stava benissimo; passammo ancora una mezz'ora dentro al negozio poi uscimmo con due borse, gli avevo preso un paio di jeans, un paio di pantaloni e due maglie una nera e una grigia. Ci sedemmo su una panchina e lui andò in bagno per cambiarsi, passarono dieci minuti, ero rimasta tutto il tempo a pensare a lui, lo conoscevo da poco ma...be forse mi stavo innamorando, uscì fuori, dentro di me gli volevo saltare addosso e baciarlo, era bellissimo indossava i jeans e la maglia grigia, un'accoppiata perfetta! Si sedette accanto a me e mi abbracciò schioccandomi un bacio sulla guancia, rimasi spiazzata non me lo aspettavo, arrossii e lui vedendomi rossa sorrise, ci incamminammo verso casa e questa volta lo avrei fatto conoscere a mia madre, così avrebbe potuto dormire da me, avevamo una stanza degli ospiti che non usavamo mai, quello era il momento buono. Arrivammo tranquilli a casa, appena aprii la porta ebbi una bruttissima sorpresa...

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Capitolo 7
*** Il primo bacio ***


Era lui, era a casa mia e stava parlando con mia madre...era il cacciatore che avevo visto nella pineta, quello che cercava Shiver o meglio cercava Gabriel. Appena richiusi la porta alle mie spalle salutai mia madre, le presentai Gabriel dicendo che era un mio amico e corsi con lui in camera mia, gli raccontai del cacciatore ma lui disse che dovevo stare tranquilla che io ero l'unica a conoscere il suo segreto. Mi calmai e mi accorsi solo in quel momento che ero sdraiata sul mio letto con Gabriel di fianco, mi alzai velocemente e mi misi seduta, lui si guardò intorno e rise disse “Con tutti questi poster di lupi mi sembra di essere ancora nella foresta.” mi venne da ridere e anche lui rise, poi avvicinò il suo viso al mio proprio come la sera prima, mi guardò negli occhi e mi disse “Ti conosco da solo due giorni e già...e già mi sono...innamorato di te.” mi stupii per come lo avesse detto era calmo, era come se avesse detto una cosa che dice ogni giorno. Posò di nuovo la sua mano sul mio collo e mi tirò a sé, questa volta lo avrei baciato, volevo baciarlo, le nostre labbra si sfiorarono poi io mi avvicinai ancora...Eccolo, il mio primo bacio! Sentivo le sue labbra morbide sulle mie, sentivo il suo sapore in bocca e sentivo la sua lingua danzare con la mia, era una sensazione unica, pensai di poter toccare il cielo con un dito; ci staccammo solo perchè dovevamo riprendere fiato. Lo guardai un po' vergognosa e gli dissi con un sorriso malizioso “Baci bene ragazzo lupo!” lui si mise a ridere e mi diede un altro bacio uno più dolce, “Anche tu baci bene piccola!” mi aveva chiamato piccola! Come era dolce! Era il momento più bello della mia vita, ma non era destinato a durare, il cacciatore entrò e fece uscire Gabriel mi domando se avevo visto il lupo da queste parti ma io ridendo sarcastica gli dissi “Un lupo in città?E cosa è venuto a fare? A fare compere?” mi misi a ridere sperando che lui credesse che ero seria, rise e uscì dalla camera aveva bevuto ogni parola che avevo detto, quindi un problema era risolto adesso però ce n'era un altro. Scesi le scale con Gabriel e andai da mia mamma, le chiesi se lui poteva dormire qui, lei mi guardò e disse che andava bene ma lei doveva prima chiamare i suoi genitori, guardai Gabriel e lui triste disse “Mi dispiace signora, ma non può chiamarli, vede i miei genitori...be non ci sono più...sono morti!” mi si strinse il cuore a quelle parole, lo abbracciai, mia madre riprese fiato e disse “Allora puoi restare qui, tutto il tempo che vuoi! Stasera cucino le lasagne spero ti piacciano” Gabriel sorrise e annuì. Lo riportai in camera e mi misi sdraiata con lui, lo abbracciai senza parlare, non sapevo cosa dirgli, pi fu lui a parlare “ Lisa scusa se non ti ho detto dei miei genitori, vedi be parlare di loro mi fa stare male quindi è per questo che non ti ho detto nulla.” notai che gli scese una lacrima, non sapevo cosa fare ma il mio istinto agì per me, lo baciai, un bacio dolce pieno di conforto e di lacrime le sue. Mi staccai da lui e sorrisi, gli asciugai una lacrima che stava scendendo e mi misi tra le sue braccia, mi accarezzo i capelli e si calmò, ci addormentammo così, poi mia madre annunciò che la cena era pronta.

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Capitolo 8
*** La discoteca ***


Scendemmo in cucina e salutai mio padre con un bacio sulla guancia e gli presentai Gabriel, mamma gli aveva già detto che Gabriel avrebbe dormito a casa nostra, ci sedemmo a tavola Gabriel mangiò tutto il suo piatto di lasagne, mentre io ne mangiai solo mezzo, fece i complimenti a mia madre poi chiese a mio padre se poteva portarmi in discoteca, mio padre fece una smorfia ma mia madre gli diede una gomitata e lui allora ci diede il permesso, prese la maglia nera e si cambiò in camera degli ospiti mentre io mi preparai in camera mia, mi misi un vestitino blu che arrivava a metà coscia, lasciai i capelli sciolti, un velo di lucidalabbra e un po' di matita agli occhi, ero pronta Gabriel era già in cucina ad aspettarmi. Scesi le scale e andai nel ripostiglio a mettermi le scarpe misi dei sandali azzurri con la zeppa di sughero, andai in cucina e appena Gabriel mi vide rimase a bocca aperta, uscimmo fuori di casa e ci avviammo in centro per andare in discoteca. Appena girammo l'angolo Gabriel mi spinse contro il muro e iniziò a baciarmi questa volta i suoi baci erano pieni di passione e pieni di desiderio, scese sul collo e cominciò a tracciarne il profilo con la sua lingua sentivo mille brividi percorrermi la schiena, poi smise con i baci si fermò un attimo sentivo il suo alito caldo sul collo, poi...mi morse erano dei piccoli morsetti che mi davano una scarica pazzesca ero come sotto una sua magia, non riuscivo più a resistere, gli alzai il mento e lo baciai un bacio pieno di passione, sentivo la sua lingua cercare golosa la mia, mi abbandonai a lui e al suo volere, poi una voce mi riportò sulla terra era la voce di Giacomo un mio “amico” lo odiavo e lui odiava me perchè lo avevo rifiutato stava passando in bici quando mi vide si avvicinò a me e disse “Guarda guarda chi c'è qui! La bellissima Lisa con la sua nuova fiamma!” mi staccai da Gabriel e lui lo guardò in cagnesco. Presi Gabriel per un braccio e ci allontanammo, Giacomo mi prese il braccio, mi stringeva troppo mi faceva male, mi girai verso di lui e lui disse “Sei uno schianto stasera, perché non lasci stare il ragazzo qui e vieni a casa mia, ti faccio divertire io!” feci un risolino poi parlai “ Sì certo verrò! Quando si ghiaccerà l'inferno, aspetta!”Gabriel gli andò vicino dicendo che doveva lasciarmi o gli avrebbe spaccato la faccia, Giacomo indietreggiò e io e Gabriel ci avviammo alla discoteca.

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Capitolo 9
*** Il cadavere ***


Ballammo tutta la sera, poi verso le 5:30 tornammo a casa, ero distrutta ma mi ero divertita tantissimo. Entrammo silenziosamente in casa salimmo le scale, diedi a Gabriel il bacio della buona notte e andai in camera mia, mentre lui andò nella stanza degli ospiti appena toccai il letto mi addormentai, feci uno strano sogno, ero nella pineta dove avevo incontrato Gabriel in forma di lupo, lui era dietro di me e mi ringhiava aveva il muso sporco di sangue e accanto a lui c'era il cadavere di un uomo mutilato...Urlai e mi svegliai di corsa, mi toccai la fronte ero tutta sudata, presi il bicchiere d'acqua sul mio comodino e ne bevvi un sorso poi mi riaddormentai.

Gabriel

Ero nella stanza degli ospiti, le sue pareti erano gialle, mi addormentai subito anche se il letto era un po' duro. Sentii l'aria fredda accarezzarmi il volto mi svegliai, ebbi un sussulto, la finestra era spalancata...ma prima era chiusa pensai; mi alzai dal letto toccai la coperta per darmi la spinta per tirarmi su...Il lenzuolo era bagnato e appiccicoso, accesi di corsa la luce, il mio cuore si fermò...Il letto era zuppo...zuppo di sangue...Oddio di chi era quel sangue? Avevo ucciso qualcuno? Avevo la testa piena di domande, domande a cui non sapevo rispondere, aprii la porta della camera e vidi che tutti stavano ancora dormendo. Presi le lenzuola e andai nel ripostiglio, le misi in lavatrice e misi altri lenzuoli al letto, corsi in bagno e mi lavai ero sporco di sangue, cosa era successo stanotte? Mentre mi stavo lavando sentii Lisa bussare, subito urlai “Occupato!” mi lavai più velocemente poi mi misi l'accappatoio e uscii dal bagno Lisa mi diede un bacio sulle labbra e poi mi sussurrò “Buongiorno” all'orecchio avevo il cuore in gola per il sangue e ancora ne sentivo l'odore. Mi vestii e scesi con Lisa a fare colazione, arrivò anche suo padre che subito girò canale e mise il TG, l'intervistatore annunciò una notizia d'ultim'ora nelle vicinanze di un bar in centro città era stato ritrovato il cadavere di un uomo mutilato, disse che forse era stato un animale perchè quelle ferite non potevano essere fatte dall'uomo. Iniziai a tremare, “Sono stato io! Ho ucciso un uomo come ho potuto?” pensai, fecero vedere le immagini del cadavere, corsi in bagno e vomitai. Lisa era fuori dalla porta chiedendomi come stavo, mentii “Va tutto bene tranquilla, sono solo un po' sensibile a certe immagini” uscii dal bagno e lei mi abbracciò mi disse di stare tranquillo, ma come potevo esserlo se avevo appena ucciso un uomo, la cosa più brutta e che non riuscivo a ricordare nulla. Rimasi tutto il giorno in silenzio e rimasi in camera degli ospiti. Lisa entrò e si mise accanto a me, non potevo dirglielo, non potevo! “Che hai Gabriel? Ti vedo strano oggi?” la guardai e finsi un sorriso “No tranquilla piccola sto bene sono solo rimasto un po' scioccato da quelle immagini, tutto qui!” lei mi sorrise comprensiva e mi abbracciò mi disse che dovevo stare tranquillo e che non avrei più rivisto quelle immagini, ma dentro di me sapevo che sarebbero rimaste per sempre!

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Capitolo 10
*** Il secondo omicidio ***


Lisa

“Ho passato tutto il pomeriggio abbracciata a Gabriel è rimasto sconvolto da quelle immagini del corpo mutilato, poverino!” pensai, decisi di portarlo a prendere un po' d'aria fresca, lo presi per un braccio e lo portai in cucina dissi a mia mamma che andavamo a fare un giro e lei ci disse di stare attenti, mentre giravamo per il lungo mare un ragazzo salutò Gabriel “Hey, Gabry, da quanto tempo non ci vediamo! Come stai? E questo bocconcino chi è?” lui lo guardò serio e arrabbiato poi con voce calma disse “Ciao Daniel, va tutto bene e lei è la mia ragazza quindi stai alla larga!” Daniel rise poi diede una pacca sulla spalla a Gabriel e se ne andò. Gabriel mi sussurrò “Anche lui è come me, è un licantropo siamo sempre stati quasi come fratelli lui usava troppo l'istinto, mentre io usavo più la mente. Ci siamo aiutati a vicenda!” ascoltavo ogni minima parola con interesse, poi finito il suo discorso ritornammo a casa. Mio padre era ancora a vedere il TG e parlavano ancora del cadavere dell'uomo, gli strappai il telecomando di mano e cambiai canale, poi gli dissi che Gabriel stava male da stamani per aver visto quelle immagini così lui abbassò lo sguardo dispiaciuto e diede un buffetto a Gabriel dicendogli di stare tranquillo. Mamma arrivò a casa e si mise a cucinare, preparò un bell'arrosto mentre io e Gabriel eravamo abbracciati sul divano a vedere i video musicali, la mamma si accorse che io e Gabriel passavamo troppo tempo insieme, così ci guardò e disse “Voi due dovete dirmi qualcosa? Non siete, solo amici voi, vero?” feci un risolino e annuii, mia madre corse ad abbracciarmi e abbracciò anche Gabriel poi corse nello studio di mio padre per dargli la bella notizia, mio padre non era al massimo della contentezza ma so che quando io ero felice, lo era anche lui. Finimmo di cenare e io andai subito a letto perchè ero stanchissima, Gabriel venne in camera mia per il bacio della buona notte e poi andò in camera sua, mentre ero in camera guardai tutti i poster dei lupi e con le loro immagini impresse nella mente mi addormentai.

Gabriel

Andai nella camera degli ospiti e mi sdraiai sul letto, la finestra era chiusa strinsi ancora di più la maniglia così non sarebbe stato facile aprirla, mi rimisi sul letto e pensai a Lisa, mi vennero in mente i suoi soffici capelli, quei suoi riccioli biondi, pensai ai suoi occhi castano-dorati che mi avevano incantato dalla prima volta, con le sue immagini nella mente mi addormentai. Sognai di essere in strada e di avere davanti un uomo non lo conoscevo, ma dopo poco mi trasformai in lupo e lo sbranai, sentivo il suo sangue caldo colarmi dalle fauci, sentivo il battito del suo cuore diminuire e poi spegnersi del tutto. Mi svegliai tutto sudato e guardai l'orologio sul comodino segnava le 8:30, la luce entrava dalla finestra, di nuovo aperta, avevo paura ma guardai il lenzuolo...Era pulito, poi scesi dal letto e rimasi seduto con gli occhi chiusi. Aprii gli occhi...davanti a me vi era un braccio, un braccio umano, un braccio intriso di sangue. Sentivo l'odore pungente del sangue il braccio era stato staccato da poco, mi guardai le mani...Erano insanguinate. Corsi in bagno e mi lavai freneticamente le mani, poi corsi a prendere dei guanti e piano piano presi il braccio e lo buttai nel bidone dell'immondizia, dopo pochi minuti sentii il camion della spazzatura e mi calmai un po'. Accesi subito la TV e la misi sul TG di nuovo una notizia d'ultim'ora un altro uomo sbranato ma questa volta all'uomo era stato amputato un braccio. La testa cominciò a girami. Ero io l'assassino! Avevo ucciso due persone! Due persone innocenti! Mi provai a sedere perchè le gambe mi stavano cedendo, non riuscii ad arrivare al divano e caddi a terra con un tonfo. Vedevo tutto nero, ma sentivo una voce chiamarmi “Gabriel, Gabriel! Ti prego amore mio svegliati! Ti prego apri gli occhi! Papà dobbiamo portarlo all'ospedale!” poi svenni non sentii più nulla ero come morto, ma ero felice se fossi morto le stragi sarebbero cessate e Lisa sarebbe stata al sicuro.

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Capitolo 11
*** Una sera speciale ***


Gabriel
Mi risvegliai in una stanza bianca sentivo un forte odore di alcol e di chiuso, mi guardai intorno per cercare di vedere dove ero, poi la vidi Lisa era su una sedia aveva gli occhi rossi, aveva pianto, forse per me, avvicinai una mano e l'accarezzai lei sussultò, gli chiesi dove ero ma la mia voce era molto bassa, quasi un sussurro lei disse che ero in ospedale perchè ero svenuto e avevo dormito per due giorni di fila. La porta si aprì e entrò un uomo alto con un camice bianco mi guardo e sorrise dicendomi “Menomale si è svegliato, la sua ragazza era molto triste e preoccupata per lei, adesso facciamo alcuni controlli poi potrà tornare a casa.” mi misurò la pressione, mi prelevò due fialette di sangue e mi controllò il battito; disse che stavo bene e che potevo tornare a casa. Mi vestii e andai in macchina con Lisa, mi disse che saremmo stati soli a casa perchè i suoi genitori erano partiti per una vacanza, ero contento avrei potuto passare un po' di giorni io e lei Soli, finalmente soli! Arrivammo a casa, avevo una gran voglia di baciarla, la presi e la spinsi contro il muro cominciando a baciarla, i miei baci erano profondi e pieni di desiderio, la volevo e sentivo che anche lei voleva me, passai al suo collo lo baciai mentre lei mi accarezzava i capelli, cominciai piano piano a sbottonargli la camicetta mentre lei mi baciava sulla bocca. La presi in braccio e la portai in camera sua la buttai sul letto e mi misi sopra di lei stando attento a non farle male, la baciai sul collo poi scesi sulla pancia, lei ebbe un brivido e gemette, il mio istinto prese il sopravvento e la baciai con passione la mia lingua cercava golosa la sua ero pronto volevo lei e la volevo subito. Le sfilai la gonna e lei mi sfilò la maglia rimasi un attimo a guardarla come era bella! Le sue mani cercavano frettolosamente di sciogliermi la cintura dei pantaloni me li sfilò e rimanemmo entrambi in intimo. La baciai di nuovo e le slacciai il reggiseno e glielo tolsi, tracciai il profilo del suo seno con la lingua e lei gemette di piacere, le tolsi gli slip e lei mi tolse i boxer, mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai dolcemente “Ti voglio mia piccola principessa, ti voglio ora!” lei mi baciò, la sera passò così, ci eravamo amati per tutta la sera ma prima di addormentarmi le dissi che la amavo, che la amavo più della mia stessa vita, perchè era lei ora la mia vita.

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Capitolo 12
*** Addio ***


Gabriel
Mi svegliai abbracciato a Lisa sentivo il suo profumo addosso e il suo sapore in bocca, la guardai era bellissima, mi avvicinai piano piano e le diedi un dolce bacio sulle labbra, lei fece una smorfia poi mi abbracciò stava ancora dormendo. Mi alzai facendo attenzione a non svegliarla e scesi in cucina, decisi di preparargli la colazione, feci il cappuccino e presi un cornetto e lo misi in un piattino, salii le scale e andai in camera sua, lei era seduta sul letto aveva ancora l'aria assonnata ma quando mi vide le si illuminarono gli occhi. Mi sedetti sul letto e le porsi il vassoio, lei sorrise e mi diede un bacio, tra le labbra mi sussurrò “Grazie, mio lupacchiotto!” io arrossii e sorrisi, mangiai mezzo cornetto con lei e poi bevvi il caffè che mi ero fatto; portai tutto in cucina poi mi andai a vestire. Dopo dieci minuti ero pronto, andai in sala e accesi la TV mentre Lisa lavava le tazze, parlavano ancora dei cadaveri ritrovati in centro e dissero che avevano trovato il braccio della seconda vittima nella discarica, il sangue mi si gelò nelle vene, avevo paura e nella mi balenò l'idea che se avessi perso di nuovo in controllo avrei potuto fare del male a Lisa, i miei pensieri furono interrotti dal cellulare di Lisa, mi girai verso di lei e la vidi parlare al telefono mentre mi sorrideva; riattaccò e mi disse che sarebbe andata da sua nonna per prendere degli orecchini che le aveva regalato, mi chiese se volevo andare con lei, ma io le dissi che preferivo starmene a casa così lei andò in camera e si cambiò.

Lisa
Mi cambia per andare da mia nonna che bello mi aveva comprato un paio di orecchini, sapendo i suoi gusti sapevo che mi sarebbero piaciuti, scesi le scale diedi un bacio a Gabriel e mi avviai verso la porta, lui mi prese il braccio fermandomi mi abbracciò e con un filo di voce mi sussurrò “Ti amo mia principessa e ti amerò sempre!” lo baciai anche se le sue parole mi avevano un po' spaventato. Presi il motorino e guidai fino alla casa di mia nonna, appena arrivai lei mi abbracciò e mi fece chiudere gli occhi, la sentii entrare in casa, poi uscì di nuovo e mi disse di aprire gli occhi, li aprii in mano aveva dei bellissimi orecchini fatti a farfalla, erano blu del mio colore preferito, le diedi un bacio e me li misi mi piacevano troppo. Lei mi abbracciò e disse che sarebbe andata alla messa, la salutai e tornai a casa per far vedere i miei orecchini a Gabriel.

Gabriel
La casa senza Lisa era vuota ma era meglio così, cercai di pensare quali erano i metodi per uccidere un licantropo, il primo che mi venne in mente fu una pallottola d'argento, il problema era che non ne avevo a disposizione e poi non le vendevano in tutti i negozi di caccia; mi venne in mente un altro metodo e quello era più accessibile, il fuoco, avevo paura ma sapevo che era la cosa giusta da fare, Lisa avrebbe sofferto ma almeno non avrei più potuto farle del male. Presi un foglio di carta e iniziai a scrivere:

Cara Lisa
Ti prego perdonami, sono io la persona che ha ucciso quegli uomini, non ricordo di averlo fatto, ma sono sicuro di essere io. Mi ucciderò così sarai al sicuro Ti amo con tutto il cuore. Tuo per sempre Gabriel
Mi avviai fuori salutai Macchia e Pippo e presi una tanica di benzina dal garage, mi avviai verso la casa abbandonata, guardai prudentemente che nessuno mi seguisse poi entrai dentro la casa, aprii il tappo della tanica, le mie mani tremavano, mi versai il contenuto addosso e e poi ne versai un po' intorno a me. Presi in mano l'accendino e sussurrai solo queste parole “Ti amo Lisa, questo lo faccio per te per proteggerti!”  

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Capitolo 13
*** Non sono io l'assassino? ***


Lisa
Entrai in casa felice per i miei nuovi orecchini, chiamai Gabriel ma lui non rispose, vidi una lettera sul tavolo, la lessi... Le lacrime calde mi rigavano il viso e le mie urla di dolore mi morivano nel petto, non volevo crederci. “No” urlai, uscii di casa e presi i guinzagli di Pippo e Macchia, aprii il cancello e singhiozzando dissi “Cercate Shiver!” al suono di quel nome i cani tesero le orecchie e iniziarono ad annusare l'aria, mentre uscivo dal cancello arrivò Daniel mi sbrigai a raccontargli tutto, la lettera e quello che voleva fare, lui mi seguì mentre i cani mi conducevano verso la vecchia casa abbandonata.

Gabriel
Mi scesero alcune lacrime, ma cercai di asciugarle; presi un respiro profondo, l'ultimo poi pensai a Lisa sapevo che sarei morto con lei nella mente, premei il bottoncino dell'accendino e la fiamma rossastra illuminò la casa buia sospirai e avvicinai la fiamma calda al mio corpo... “Gabriel!” una voce mi fece sussultare era Lisa riconoscevo il suo odore,  “Vattene! Sono un pericolo per te!” le dissi con un filo di voce “Non sei tu l'assassino!” rimasi basito, non ero io? No sono io è impossibile non ci sono altri come me! Lisa tese una mano fuori dalla porta scardinata e Daniel si avvicinò “Gabriel, non sei tu l'assassino! Sono io!” sussultai e tolsi il dito dall'accendino che spense la fiamma. “No, sono io la mattina quando hanno trovato i corpi io ero coperto di sangue!” lui annuì sì perchè io ero venuto lì a casa di Lisa e mentre tu dormivi ti ho abbracciato, poi il giorno dopo ho portato da te il braccio perchè forse tu sapevi come aiutarmi!” le gambe mi cedettero e caddi per terra Lisa si precipitò verso di me, puzzavo di benzina, ma a lei non importava, mi abbracciò tra le lacrime, tremava e si reggeva a malapena in piedi. Nella mia mente tutto tornò tranquillo, non ero io l'assassino, io non avevo ucciso nessuno! Sospirai e tornai a casa con Lisa e Daniel. Mi feci una doccia per togliermi quell'insopportabile odore di benzina, finita la doccia andai in salotto dove Lisa e Daniel erano seduti in silenzio. Andai vicino a Lisa e lei mi abbracciò guardai Daniel ma lui abbassò dispiaciuto lo sguardo, gli dissi che lo avrei aiutato ma lui si alzò e disse “No Gabry hai passato troppi guai per causa mia! Adesso farò quello che forse è nella mia natura, andrò in Russia lì potrò vivere tranquillamente da lupo e usare il mio istinto senza fare danni! Ciao fratello Ti auguro una vita felice, a te e alla tua compagna. Sei fortunato, lei ti ama tantissimo.” Aveva le lacrime agli occhi, mi alzai e lo abbracciai anche Lisa lo abbracciò dopo di ché lui se ne andò. Io e Lisa rimanemmo soli lei si avvicinò a me e mi baciò era ancora triste ma adesso stava un po' meglio, la abbracciai e le dissi “Mia principessa non ti abbandonerò mai! Sarò per sempre tuo e tu sarai per sempre mia!” lei mi guardò sorridendo e sussurrò “ Per Sempre!” Rimasi un attimo in silenzio mentre la abbracciavo ma lei sciolse l'abbraccio e mi disse “ Però voglio che tu faccia una cosa per me! Voglio diventare come te!”
 

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Capitolo 14
*** Voglio diventare come te ***


Gabriel
“Co...cosa?” Lisa mi guardò seria “Hai capito perfettamente, voglio diventare come te!” ebbi un sussulto, il mio cuore si fermò non volevo che lei diventasse un mostro, non volevo “No! Mai! Non diventerai un mostro come me!” lei si intristì poi parlò “Tu non sei un mostro! Tu sei tutto ciò che io ho sempre sognato!” delle lacrime le rigarono il viso, addolcii il tono di voce “Ti prego, non ti basta essere così, sei umana e sei tutto ciò che ho sempre sognato.” lei mi guardò si asciugò le lacrime e annuì, poi mi chiese “Almeno puoi dirmi come potrei diventare un licantropo come te?” sospirai e dissi “Ci sono vari modi: uno è farsi mordere come è successo a me, è molto doloroso però. Il secondo modo è leccare il sangue di un licantropo, facendo così il gene del licantropo entrerà naturalmente nel tuo corpo, ma la prima trasformazione è molto dolorosa.” Lisa ascoltava con molto interesse ogni mia parola, poi mi chiese cosa volevo da mangiare, le dissi che mi andava bene tutto allora lei fece la pasta. Dopo mezz'ora la pasta era pronta, “Mmhh buona la pasta al ragù!” la vidi un po' turbata, così iniziai a mangiare e le sorrisi, la pasta aveva un sapore strano, lei guardò con le lacrime agli occhi poi mi sussurrò “Mi dispiace! Perdonami!” dopo di che la vista mi si offuscò, la vidi correre verso di me e sorreggermi, stavo svenendo, perchè la mia principessa aveva messo qualcosa di strano nella mia pasta? “Perché?” sussurrai lei stava piangendo “Scusami, tranquillo è solo per farti dormire!” sapevo cosa voleva fare, dovevo reagire ma non ci riuscivo, le mani e la gambe non rispondevano più, poi svenni.

Lisa

Non avrei mai voluto mettere del sonnifero nel suo piatto, ma con tutto il cuore volevo diventare come lui. Dopo poco si addormentò, lo stesi sul divano e andai nel ripostiglio a prendere un ago da cucito, andai in sala e lo vidi ancora dormire, lo baciai poi gli punsi il dito, una goccia di sangue uscì fuori, subito la leccai, non sapevo dopo quanto tempo mi sarei trasformata. Sentii un calore improvviso, poi una fitta allo stomaco, le gambe divennero pesanti e la braccia pure, era iniziata, la trasformazione era iniziata. Urlai di dolore quando le ossa della spina dorsale si ruppero, mi accasciai per terra, non riuscivo più a muovermi, sentii la pelle prudermi, poi iniziarono a crescere i primi ciuffi di pelo, erano bianchi sentii le ossa delle mani rompersi per far spazio alle zampe, sentii la mia mascella staccarsi per potersi allungare, sentivo le zanne uscire, la colonna vertebrale si era sistemata e alla sua fine vi era la coda, il dolore era tremendamente forte che persi i sensi.

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Capitolo 15
*** Il mio bellissimo sogno ***


 

Gabriel

Mi svegliai un po' intontito ero solo la sala sembrava deserta, mi alzai ma la testa mi iniziò a girare mi guardai in cerca di tagli o ferite, Lisa voleva diventare un licantropo ad ogni costo e non penso che si sia ricreduta quando gli ho detto che sarebbe stato dolorosissimo.

Mi misi seduto sul divano, mi alzai finalmente le gambe mi reggevano, sentii dei mugolii venire dal bagno; avevo paura ad aprire la porta ma dentro di me mi feci coraggio, presi un respiro profondo e la aprii. Era lì per terra sdraiata, esausta era un lupo! La mia Lisa, la mia ragione di vita era diventata come me! Lei scodinzolò e strusciò il suo muso sulle mie ginocchia, era bellissima aveva dei bellissimi occhi gialli e un manto candido. Vidi che ebbe dei piccoli spasmi, questo volevo dire che si stava ritrasformando, andai in salotto e presi una coperta nella cassapanca appena ritornai la vidi era stremata le misi la coperta addosso e la abbracciai, lei mi sorrise era felice. Avevo le lacrime agli occhi ero preso dal panico le chiesi“Cosa ti è saltato in mente! Perché sei voluta diventare un mostro come me? Perché?” lei mi sorrise e mi asciugò una lacrima poi prese fiato e rispose “Perché io ti amo e voglio che questo peso, questo fardello di essere licantropo non cada solo sulle tue spalle, adesso siamo in 2! Adesso tutto quello che proverai tu lo proverò anche io, adesso potremmo correre libere per i boschi e adesso potrò essere libera, libera come un lupo!”. La abbracciai e lei ricambiò, rimanemmo per un po' così ma poi dopo la feci alzare lentamente e la feci andare a vestire; tornò dopo poco con un vestitino rosso era bellissima era la mia principessa, la mia principessa lupo!

 

Lisa

Passammo tutta la sera insieme orinammo una pizza e poi andammo a letto, io ero stanchissima e lui pure ci addormentammo abbracciati, riuscivo a sentire il suo profumo era buonissimo sentivo tutto di lui! Mi svegliai da sola nel letto lui era in cucina forse stava preparando la colazione, mi alzai silenziosamente e andai in cucina lo vidi mentre faceva il cappuccino, poi quando posò la tazza lo abbracciai da dietro lui mi tenne stretta a sé e mi sussurrò “Buongiorno principessa lupo.” all'orecchio. Si girò mentre era ancora tra le mie braccia e mi baciò, ma il bacio durò poco perchè corsi subito in bagno a vomitare, non sapevo perchè ma quella mattina non feci colazione e neanche le mattine seguenti. I miei genitori ritornarono dalla loro vacanza e io parlai a mia mamma del mio malore, mentre le raccontavo vidi che le si illuminarono gli occhi, poi corse fuori dicendo che sarebbe andata in centro a comprare una cosa; tornò dopo venti minuti con gli occhi felicissimi e una scatolina in mano, aprì la scatolina e ne tirò fuori una strana penna, mi disse che era un test di gravidanza perchè forse io la mattina stavo provando la classica nausea mattutina del parto; In quel momento il mio mondo si fermò dovevo aspettare cinque minuti che però sembravano non finire mai. Il timer che avevo messo suonò distogliendomi dai miei pensieri, mia madre entrò euforica in bagno e io guardai il test: un trattino blu cosa voleva dire? Mia madre guardò il libretto delle istruzioni poi disse “Allora trattino blu vuol dire che...Che sei incinta!” urlò io ero sconvolta mi misi a piangere poi pensai che per fortuna mio padre e Gabriel erano andati in un negozio di ferramenta per comprare delle cose sennò avrebbero sentito le urla di mia madre. Smisi di piangere e mia madre mi prese le mani dicendomi che ora dovevo dirlo a Gabriel, appunto proprio quello di cui avevo paura dirlo a Gabriel e se non lo avesse voluto? E se mi avesse lasciato dopo aver saputo la notizia? Iniziai a tremare poi ebbi un sussulto quando la porta di casa si aprì e sentii le risate di Gabriel e mio padre. Nascosi il test e andai in camera, sentii mia mamma dire a Gabriel di salire perchè gli dovevo parlare e lui accettò e salì; sentii i suoi passi lenti, sentii il suo dolce profumo, appena entrò in camera mi sorrise ma appena vide che ero un po' giù cambiò espressione. Si sedette vicino a me e mi abbracciò, sciolsi l'abbraccio, presi un respiro profondo e parlai “Quante notti abbiamo passato insieme?” lui mi guardò un po' strano poi arrossì dicendo “Be un po', non le ho contate!” io feci un finto sorriso “ Be non abbiamo mai usato una protezione e be io... io...sono...incinta!” vidi il suo sguardo perdersi nel vuoto a quelle parole tremai avevo paura non lo accettasse, lo vidi riprendere colore in viso e parlare “A...Amore ma... è...è ...bellissimo! Sono contentissimo!” mi prese in braccio e mi baciò, non potevo crederci le lacrime uscirono fuori da sole e lui me le asciugò con un sorriso smagliante, andammo giù in sala vidi mia madre sorridere e Gabriel preso dall'euforia andò da mio padre e gli disse “Lisa è incinta! Diventerò papà!” forse poteva anche dirglielo un po' più con calma, mio padre mi guardò e per la prima volta pianse era felice disse che era felice di diventare nonno. La mia vita adesso era completa avevo tutto quello che desideravo essere libera, avere qualcuno che mi amasse e avere una vita bellissima, sembrava proprio un sogno, il mio bellissimo sogno.

 

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