Il telefono squilla sempre due volte di gemellina (/viewuser.php?uid=10499)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That don't impress me much ***
Capitolo 2: *** Matchpoint ***
Capitolo 3: *** Indovina che ti annuncio a cena... ***
Capitolo 4: *** Tutta colpa dei letterati fiorentini ***
Capitolo 5: *** What Women Want ***
Capitolo 6: *** Missione:conquistare il capo ***
Capitolo 7: *** Lei è Hermione, la mia fidanzata ***
Capitolo 8: *** Meglio lo shopping che la cultura ***
Capitolo 9: *** Happy New Year ***
Capitolo 10: *** Come un servizio da tè ***
Capitolo 11: *** What time is it? ***
Capitolo 12: *** Senza parte maschile ***
Capitolo 13: *** Paranoid ***
Capitolo 14: *** A quale indirizzo si trova Hermione?! ***
Capitolo 15: *** Paura ***
Capitolo 16: *** The day after tomorrow ***
Capitolo 17: *** Il cibo non è una priorità! ***
Capitolo 18: *** La frittata mi fa schifo! ***
Capitolo 19: *** A che servono gli amici? ***
Capitolo 20: *** Il telefono squilla sempre due volte ***
Capitolo 1 *** That don't impress me much ***
impress
Pensavate che vi
abbandonassi dopo il successo riscosso?
So per certo che il
sequel di: Qual è l’indirizzo
dell'’amore? Non riscuoterà lo stesso esito positivo, ma dopo un flash avuto
guardando un minuto circa di un film in una giornata piuttosto noiosa, ho messo
insieme questa storia che vuole essere un seguito.
Spero di riuscire
nell’intento.
Buona
Lettura
-Dedicata a tutti coloro
che hanno ingigantito il mio ego^^-
§§§
Il
telefono squilla sempre due volte
-That
don’t impress me much-
Era
solo una porta, ma per Draco Malfoy rappresentava l’inizio della
fine.
***
Una giornata disastrosa
inizia sempre quando si mette il primo piede in ufficio, e può succedere anche
se tu sei il capo e hai l’assoluta convinzione che starai l’intera giornata
lavorativa a sonnecchiare sulla tua lussuosa poltrona
girevole.
Il nauseante odore di
dopobarba infestava gli spazi dell’edificio, e uomini in giacca e cravatta e
donne in eleganti tailleur vagavano terrorizzati per i
corridoi.
Draco Malfoy aveva uno
strano presentimento.
E il brutto
presentimento divenne realtà quando si trovò nella stanza circolare insieme a
maghi e streghe che come lui erano a capo di importanti società di Magiche
Relazioni.
Avrebbe tanto voluto
chiedere cosa diavolo stesse accadendo, ma le facce sconvolte dei più lo fecero
desistere dall’ardua impresa.
“Possiamo dare inizio
alle danze”, la voce tonante di Agnus Ethnìa rimbombò per tutta la sala
provocando un quasi collasso ad una signora piuttosto attempata con quasi tutto
il trucco sciolto.
“Sapete benissimo il
motivo per cui vi ho convocati…”, e fu lì che Draco credette di essersi perso
qualche passaggio della sua vita.
“…ed è con orgoglio che
vi presento il progetto dell’anno che porterà l’Inghilterra Magica alla
conquista del mondo magico!”
Improvvisamente una
lavagna comparve davanti ai loro occhi e tutti poterono inebriarsi del dolce
suono della parola: SEMINARIO.
“Seminario?”, si azzardò
a domandare un uomo dalla corporatura piuttosto
robusta.
“Signor Smith…”,
cominciò con voce dolce, “…se le domande che sa porre hanno la specialità di
essere ovvie, provvederemo ad un licenziamento!”, proseguì continuando a
seminare terrore tra i presenti.
“Se siete qui, è perché
il grande capo, vuole che voi non passiate le vostre giornate a fare sesso e
mangiare, ma vuole che vi facciate una cultura su luoghi che forse non avete mai
sentito nominare”
Squadrò l’intera sala e
proseguì contento, “Dov’è l’Austria? Qual è il piatto tipico della Spagna? Cos’è
il Colosseo? Come si chiama il mio cane?E via
dicendo…”
E Draco lì vide qualcosa
che andava oltre l’immaginabile… qualcuno aveva preso appunti e aveva anche
appuntato l’ultima domanda proferita –ironicamente- da Agnus
Ethnìa.
“Ognuno di voi, seguirà
delle speciali lezioni che lo catapulteranno in posti meravigliosi colmi di
storia, cultura e letteratura. Ci sono domande?”, i suoi occhi feroci
sfrecciarono sui volti dei presenti, finchè si fermarono su una giovane donna
piuttosto preoccupata per la sua vita.
“Mi scusi… ma con quale
criterio ad ognuno di noi verrà assegnato uno stato?”
L’uomo sorrise sornione,
“Con il criterio che più mi ispira.”, e dopo la frase che li fece annegare nel
pozzo della disperazione, uscì dalla stanza circolare sbattendo furiosamente la
porta.
Quella che doveva essere
una semplice riunione si stava rivelando catastrofica per l’equilibrio mentale
di alcuni individui, tra cui spiccava il nome di Draco
Malfoy.
“Non capisco davvero a
cosa possa servirmi sapere cos’è la bruschetta!”, sbottò uno di quelli che come
Draco era costretto a seguire il seminario
sull’Italia.
Draco si limitò a fare
spallucce e pregò affinché venisse rapito da un gruppo di elfi domestici
inferociti pronti a rivendicare i loro diritti torturando l’anello di
congiunzione dei Black e dei Malfoy e felicemente innamorato di colei che aveva
dato vita al C.R.E.P.A.
Continuava a sperarlo,
perché almeno il suo collega, sapeva già che in Italia esisteva qualcosa di non
ben identificato chiamata bruschetta, lui no.
La stanza che avrebbe
dovuto accogliere le lezioni sull’Italia tenute dal professore Costantino
Paroceti, era stracolma di aggeggi assurdi e plastici di monumenti mai visti e
mai sentiti nominare.
Il professor Paroceti
era un uomo dall’aria piuttosto burbera e non faceva presagire nulla di
positivo, tranne l’idea del suicidio visto come l’unica via
d’uscita.
Draco prese posto vicino
al collega e ciò che vide non gli piacque per niente: il testo di Romeo e Giulietta troneggiava sul
banchetto, ma fu quello che udì poco dopo che lo portò ad un’istantanea voglia
di scagliarsi un’Avada Kedavra.
“Giulietta era una
puttana!”
La storia sembrava
ripetersi.
***
“Sarà stato un caso… e
poi, non sei stato mica tu a dire che Giulietta era una puttana,
no?”
Era ormai trascorso un
anno da quella folle nottata che aveva portato Draco alla palese conclusione che
l’indirizzo dell’amore era al 7 di ArsMagica Terrace tra le braccia della sua
Hermione.
Era trascorso un anno, e
da più di sei mesi i due amanti convivevano felici nell’appartamento dell’amore
visto il provvidenziale sloggio di Saber, la bella biondina in shorts un po’
matta.
Era trascorso un anno e
solo dopo numerose preghiere a Merlino con annessi sacrifici, che i genitori di
David gli avevano accordato il matrimonio con Cassidy
Gordon.
Ed era proprio nello
sterminato parco che circondava Urquhart Manor, che Draco ed Hermione
passeggiavano felici prima della funzione laica,
ovviamente.
“Non l’avrò detto al
seminario sull’Italia, ma se ben ricordi, la mia nuova vita iniziò proprio con
quell’affermazione”, rispose piccato ripensando a quella strana giornata nata
per via di una scommessa su fondamenta di alcool e fumo con i suoi migliori
amici.
“Draco, non capisco cosa
ti preoccupa, alla fine non sei tu quello che continua a sostenere che Giulietta
era una puttana?”
“Sì”
“E
allora?”
“E allora… è meglio che
vada da Blaise, so per certo che avrà fatto in modo che David scoppiasse in una
crisi isterica”
Hermione sorrise, e
baciandolo lievemente sulle labbra si allontanò andando a parlare con alcuni
conoscenti.
***
La situazione che vedeva
protagonista David era da panico.
Lasciato in balìa di una
crisi isterica, Blaise sembrava essere nelle stesse condizioni drammatiche dello
sposo, nonostante lui fosse un semplice invitato, Theodore continuava a
inseguirlo insistendo che una canna lo avrebbe calmato e Adrian sembrava troppo
occupato a conoscere più in profondità la cugina dello
sposo.
Draco vide quel
quadretto di nevrosi e prese la saggia decisione di tornare da Hermione e
dimenticare i suoi amici e cibi e usanze prettamente
italiane.
Stava giusto
avvicinandosi al tavolo degli aperitivi, quando le sue orecchie captarono un
richiamo: “Draco, Meredith”.
I due si voltarono e
videro che la signor Urquhart, ancora convinta che quella fosse la cugina
intelligente di quell’imbecille di Cassidy, in un orribile tailleur verde
pistacchio con un gigantesco cappello della medesima tinta
sgargiante.
“Signora Urquhart”, la
salutarono cordialmente.
“Oh Meredith, che
piacere… stavo giusto andando a chiedere a tua zia che fine avessi
fatto!”
E sarebbe stato davvero
esilarante scoprire che la signora Gordon non era a conoscenza di una nipote di
spiccata intelligenza e di sopraffina bellezza.
“Mia zia mi… mi
detesta!”, rispose prontamente Hermione mandando giù il bicchiere di prosecco,
mentre avvertiva la mano di Draco stringerla più forte.
La signora Urquhart si
rabbuiò, “Oh beh… sarà sicuramente tutta invidia, visto che, senza offesa, i
tuoi parenti sono davvero degli id…”
“Ehm ehm”, il lieve
tossire di una donna dietro le spalle della madre di David, fece in modo che la
giovane coppia riuscisse a trovare il momento propizio per fuggire dalla
ragnatela di pettegolezzi della signora in verde.
Inutile aggiungere che
la presenza dietro le sue spalle era la madre della dolce Cassidy.
***
Anche colui che
celebrava la disperata unione tra David e Cassidy sembrava essere un
contemporaneo di William Shakespeare, e di questa similitudine, Draco Malfoy non
sembrava esserne poi così contento.
“La signora Padmood ha
la ricrescita e sua figlia non si è depilata a dovere”, asserì Draco annoiato a
morte, mentre Hermione stava per riferirgli che il nonno di Cassidy aveva appena
palpato il sedere alla cugina dello sposo con cui stava approfondendo l’amicizia
Adrian.
Era un modo come un
altro per cercare di sopravvivere a quella voce tremula e
straziante.
“Se c’è qualcuno a
conoscenza di un motivo valido per cui questa coppia non
debba…”
“Il celebrante ha il
parrucchino”
E cercando di non dare
spettacolo, i due soffocarono le risate facendo finta di essersi affogati in
sincrono.
“…parli ora o taccia per
sempre.”
E Draco ed Hermione
poterono benissimo notare che la signora Urquhart ficcò le unghie finemente
smaltate nella seggiola… in qualche modo
doveva pur trattenersi dal dire che quell’unione era altamente
immorale.
***
“E’ assurdo! E’ come se
mi fossi fatto David!”
Hermione si strozzò con
lo Champagne, ma la cosa più strana fu vedere Theodore
schifarsi.
Era una nota positiva,
almeno l’affermazione di Adrian lo aveva coinvolto in qualcosa che non avesse a
che fare con il suo mondo personale fatto di orsetti sorridenti e cascate di
FireWiskhy.
“Adrian, non sono cose
da dire…”, lo redarguì Blaise.
“Cioè… sua cugina è
davvero ben messa, ma vi giuro che è come parlare con David! E’ una sensazione
orribile!”
Il gruppetto rise,
finchè una branco di donne esagitate trascinarono Hermione e Pansy un po’ più in
là per il lancio del Bouquet.
***
“Pronto per il grande
passo?”
“No Blaise, e
tu?”
“Per niente,
Draco”
***
E quel lancio sembrò
essere baciato dal fato.
A prendere il Bouquet fu
la signora Zabini, probabilmente pronta per convolare a nozze con quello che
sarebbe stato il suo decimo marito.
Sia
Hermione che Draco trassero un lungo sospiro di
sollievo.
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Capitolo 2 *** Matchpoint ***
match
-Matchpoint-
***
Draco Malfoy la mattina
adorava leggere.
Non stiracchiarsi o fare
una sana e calibrata colazione, lui adorava leggere.
“Draco, non riesco a
credere che riesca a pavoneggiarti anche dopo aver scoperto di essere
presbite!”, la voce divertita di Hermione lo distolse dalla sua lettura, ma si
impose comunque di ignorarla.
Hermione aveva centrato
in pieno, lui adorava leggere soprattutto per poter indossare gli occhiali e
rimirare la sua bellezza da intellettuale sensuale.
“Sai perché sono
presbite, mia cara?”
“Perché una grande
disgrazia s’è abbattuta sulla tua lungimirante persona?”, rispose lei con tono
ironico riponendo lo spazzolino.
“No, per colpa del corso
di letteratura babbana, tua e di quei romanzi!”
“Dai sempre la colpa a
me… potrei offendermi, sai?”, disse sensuale avvicinandosi gattonando al suo
lui.
“E come potrei riuscire
a farmi perdonare?”, domandò retoricamente poggiando gli occhiali sul comodino
baciandole le spalle lasciatele scoperte dalla maglia troppo grande per il suo
esile corpicino.
Hermione gli mordicchiò
il lobo dell’orecchio, “Facendo l’amore con me”, sussurrò
maliziosa.
Draco ghignò e capovolse
le posizioni.
Amava averla sotto il
suo corpo, sentirla fremere sotto il suo tocco e i suoi baci. Emanava così tanta
innocente sensualità che riusciva a mandarlo in confusione solo con un
bacio.
Era una sensazione
particolare
“Qual è la capitale
dell’Italia?”, domandò mentre le sue mani esploravano il torace e scendevano
sempre più giù.
Draco gemette e la
guardò intensamente, “Tu sai come fare eccitare un uomo,
Granger”
Hermione sorrise mordace
e lui la coinvolse in un bacio quasi violento che non le lasciò il tempo di
reagire in alcun modo se non aggrappandosi alla sua schiena con
forza.
***
Appagati e soddisfatti
stavano cercando di riprendersi dall’amplesso appena
avvenuto.
Era il loro consueto
risveglio. Una sorta di rito sacro.
Un po’ come prendere il
caffè, leggere il giornale e cercar di far capire al cane che c’era una bella
differenza tra il tronco degli alberi e le proprie gambe.
“E’ tardissimo!”,
annunciò Hermione sfrecciando verso l’armadio alla ricerca di qualcosa di
decente da mettere per conoscere il nuovo cliente che aveva fatto affidamento su
di lei per l’inaugurazione del proprio pub.
“Merda! Il seminario!”,
e anche Draco sfrecciò per il bagno per una doccia.
“No, non ci provare! La
doccia serve a me!”
“No, Granger! E’ mia! Ne
ho assoluto bisogno!”
“Anche io,
Malfoy”
Ma il ringhio di
Hermione non servì a nulla, poiché Draco s’era barricato nella doccia e non
aveva intenzione di lasciarle libero accesso.
Sapeva come sarebbe
andata a finire…
***
“Siamo tutti d’accordo
sul punto uno?”, domandò il professore Paroceti con una specie di frusta in
mano.
Un uomo alzò la mano per
avere il permesso di parlare che gli venne concessa dopo un’occhiata severa da
parte del professore.
“Ehm…”, si allentò il
colletto, “…quale sarebbe il punto uno?”
Il professore dette una
frustata al tavolo, gesto che fece impallidire i presenti
“Giulietta era una
puttana, mi sembra ovvio”
Era la seconda lezione e
Draco non riusciva ancora a credere che lui era un genio e che aveva predetto
quella terribile verità quasi due anni prima.
“Gli italiani vi diranno
che Giulietta era una dolce fanciulla in cerca del vero amore, ma ciò che vi
dico io è che era una puttana e che gli italiani sono tutti pizza e
spaghetti!”
Molti deglutirono,
realmente impauriti da quell’uomo poco più di un metro e sessanta centimetri con
folta capigliatura bianca e cipiglio severo.
“Gli italiani amano il
vino e la birra… sono tutti degli alcolizzati! Le donne tramano alle spalle
degli uomini… e sono loro a condurre il gioco! Agli uomini non è rimasto nulla…
NULLA!”
“Professore, mi scusi,
ma cos’è il Limoncello?”
“Un liquore al gusto di
limone… signor Bustworker, certo che una domanda più idiota non avrebbe potuto
farla, complimenti!”
E sconvolto dalla piega
che stava prendendo la sua vita, Draco Malfoy decise che a quel seminario la
cosa migliore da fare era tacere.
***
La giornata lavorativa
era finita lasciando in Draco una voglia disperata di uccidere il professore
Paroceti, distruggere i suoi plastici sul Duomo di Milano, sulla Mole
Antonelliana e il Colosseo e le sue fedeli riproduzioni del Caravaggio e del
Masaccio.
Ma un pensiero lo fece
desistere dalla sua opera di vandalismo, aveva appuntamento in quello che era
stato il suo appartamento, ormai fissa dimora di Blaise, con la speciale
partecipazione di Adrian e Theodore.
Una serata come ai bei
vecchi tempi andati…
***
I bei tempi erano
probabilmente andati, ma l’idiozia di determinati adolescenti era rimasta
intatta, e per quel che se ne poteva dire dell’uomo amato da Hermione Granger,
beh… anche in lui l’idiozia aveva edificato basi resistenti a
tutto.
Blaise Zabini aveva
fatto in modo di ricostruire la loro stanza nel dormitorio, e c’era riuscito
veramente bene, visto che ciò che l’aveva sempre resa speciale erano i fiumi di
alcool che sgorgavano da ogni dove, e la scorta personale di Theodore Nott che
amava dividere con i suoi amici.
Era trascorsa solo
un’ora ed erano già nel pieno del delirio.
“Peccato che manchi
David…”, disse Draco ammirato dal fumo che usciva dalla sua bocca con infinita
arte.
“Ormai il Capitano è
andato… Cassidy ce l’ha portato via per sempre…”, convenne Blaise sorseggiando
del vino elfico di cui ormai il suo organismo sembrava essere
saturo.
“Se vi manca così tanto,
la prossima volta vi porto sua cugina!”
“E perchè?”, domandò
Theodore prendendo ciò che gli passava Draco.
Adrian si posizionò
meglio sul divano, “Perché vi giuro che se non l’avessi vista nuda, avrei
giurato che fosse stato David”
Scoppiarono in una
fragorosa risata continuando a divertirsi alle spalle della cugina di David e di
tutto ciò che era stato Hogwarts per loro, ricordando con particolare nostalgia
i loro festini clandestini.
***
La rimpatriata di Draco
aveva fatto venire voglia ad Hermione di una rimpatriata con i suoi amici a casa
sua con l’unica differenza che loro avrebbero visto un film in tutta
tranquillità sorseggiando di tanto in tanto una Burrobirra, niente di
drastico.
Lei, Harry, Ron, Ginny e
Neville erano sul divano a guardare Matchpoint di Woody Allen sgranocchiando
patatine e biscotti con una certa voracità.
“Perché sei così fredda
con me?”
“Non sono
fredda!”
“Sì
invece!”
“Da quando siamo tornati
dalla campagna sei distante…sfuggente…”
“Non voglio incoraggiare
niente…”
Il film procedeva a
meraviglia, ma l’unica realmente presa sembrava essere Hermione, forse perché
presa anche da mille ricordi con Draco protagonista. Lei adorava quel film
perché era stato il primo ad essere visto da Draco e il commento che ne aveva
dato li aveva fatti batti beccare come alle lezioni della
Romance.
“Sono tutti così
coinvolgenti questi film?”, le aveva domandato lui alzandosi dal divano e
stiracchiandosi con eleganza, lasciando a lei l’ingrato compito di togliere di
mezzo tutte le cartacce delle patatine che si erano fatti
fuori.
“I film sono tutti
diversi, e non tutti riescono a coinvolgerti!”, spiegò
lei.
“Devo ammettere che
questo Woody è un genio del crimine…”
“Genio del crimine?”,
ripetè lei dubbiosa.
“Sì, devi ammettere che
per un finale del genere ci vuole una mente criminale! Insomma, è un finale che
ti toglie il fiato… e poi devo ammettere anche che ha dipinto il tipo come una
specie di animale perennemente eccitato”, disse
sorridendo.
“Sono certa che Woody
Allen non voleva dipingerlo come un animale perennemente eccitato, mette in
risalto la passione, l’erotismo…”
“Era semplicemente
arrapato”, asserì lui non dando particolare importanza all’arringa made in
Granger.
“Tu sai sempre come
distruggere un capolavoro”, disse scuotendo la testa e continuando a
pulire.
“Dai su, come lo chiami
uno che ti afferra per il sedere a quel modo?”
“Uomo eccitato?”,
rispose lei facendo la finta pensierosa.
Draco inarcò il
sopracciglio, “Uomo arrapato perverso”
“Ehm, in poche parole il
tuo ritratto, no?”
“No”, e fu lì che
l’aveva attirata a sè caricandosela sulle spalle, sotto le proteste violente di
Hermione, e portatola a letto avevano fatto l’amore senza strane
perversioni.
Sorrise al ricordo di
quella serata mentre Ron sbadigliava sonoramente, Harry e Ginny si dedicavano a
qualcosa di più fisico e Neville cercava di non arrossire alle varie scene un
po’ più scottanti.
Sorrise inevitabilmente
al pensiero di come fosse diverso Draco da tutto ciò che l’aveva sempre
circondata.
####
Credo proprio mi sia venuta
l’influenza e quindi prima di andare a sprofondare nel lettuccio vi lascio ad un
nuovo capitolo!
Vorrei dilungarmi, ma il mal di
testa lancinante non mi aiuta nell’intento.
Un ringraziamento particolare a
coloro che hanno recensito il 1° capitolo e dandomi il bentornato con questo
sequel.
Grazie infinite ragazze, sperando
che anche questo capitolo vi sia almeno piaciucchiato^^
Fatemi
sapere!
P.S. Il titolo del capitolo così
come il pezzo di film è proprio Matchpoint del grande Woody
Allen.
Kisses
|
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Capitolo 3 *** Indovina che ti annuncio a cena... ***
indovina
-Indovina che ti annuncio
a cena…-
Erano trascorsi quindici
giorni e nella mente di Draco Malfoy imperversava un uragano di non sapeva bene
cosa.
Ciondolava in boxer per
casa alla ricerca del frigorifero e di qualcosa che non portasse nomi italiani.
Ne aveva le scatole
piene e l’unica cosa che voleva era qualcosa di prettamente inglese che lo
aiutasse a prepararsi psicologicamente prima della grande cena con il professor
Paroceti, Agnus Ethnìa e quello che veniva definito il grande capo.
Una confezione da sei
lattine di Bitter Ale, sembrava
incarnare l’aperitivo che l’avrebbe aiutato nella sua opera di sbornia prima
della cena.
“Amore, cosa stai
facendo con quelle sei birre?”
Draco abbassò lo sguardo
verso ciò che teneva in mano e rispose facendo spallucce.
“Draco, c’è qualche
problema?”, domandò insistendo.
“No, davvero… sto
bene!”, Hermione lasciò perdere ciò che stava facendo e gli scostò i capelli da
davanti gli occhi scendendo poi verso il mento dove la barba le fece uno strano
effetto.
“E’ da giorni che non ti
fai la barba…è questo per un uomo è un brutto segno”, Draco si lasciò
accarezzare ma non dette nessuna risposta alle deduzioni di Hermione su ciò che
simboleggiava la barba incolta per un uomo.
“Cosa stavi
scribacchiando?”, le domandò per distoglierla dal suo ragionamento a vuoto sulla
barba.
Lei lanciò uno sguardo
alla pila di pergamene sul tavolo della cucina e sospirò, “Sto organizzando
l’inaugurazione del Pub di Lucas Perabo e non gliene va bene una! Credo che un
giorno di questi finirò ad Azkaban per omicidio
premeditato”
Draco gettò le birre sul
tavolo e l’abbracciò, “Cercherò comunque di farti
evadere...”.
Hermione sorrise e
sollevatasi sulle punte unì le sua labbra a quelle di lui, stuzzicandogliele con
la punta della lingua.
Riuscì nel suo intento e
il divano fu pronto ad accoglierli, ormai assisteva a quella scena
quotidianamente.
“Draco…”, sospirò
cercando di staccarlo da sé con l’aiuto della sua mano sul petto scolpito di
lui.
“Sì?”
“Devo lavorare…”, disse
mugolando cercando anche di scansarlo e mettersi in piedi visto che l’immagine
di Lucas Perabo imbestialito si stava ormai ramificando nella sua giovane mente,
“…e tu devi prepararti per la cena”, aggiunse, e solo grazie a quella frase
Draco decise che era meglio rimandare ad un momento propizio quegli istanti
intimi e speciali.
Driiin
Driiin
Draco Malfoy sussultò a
quella specie di diabolica musichetta del male.
Era il semplice
squillare di un telefono e lui non aveva ancora capito né il suo uso né il
perché avesse quella forma obsoleta né il perché Hermione si ostinasse a tenerlo
quando vivevano nel centro della Londra Magica e la posta via gufo era ritenuta
ancora un mezzo moderno.
“Ciao
mamma”
Draco deglutì un po’
troppo rumorosamente.
“Domenica?”
Troppo
rumorosamente.
“No, non ci sono
problemi! Ah mamma… vi porto una sorpresa!”
Era forse il momento
giusto per svenire.
“Perfetto! Salutami
papà”
E dopo quella magnifica
frase, lei si girò radiosa verso un Draco troppo pallido e sulla via di una
morte precoce.
“Erano i miei.”,
annunciò gioviale.
Esattamente quello che
non avrebbe mai voluto sentirsi dire.
“Domenica siamo invitati
a pranzo da loro. Gli diremo di noi...”
Draco storse il labbro
in una stranissima smorfia; quella notizia era terribile poiché loro stavano
insieme da un anno, ma i signori Granger ignoravano che la loro bambina
convivesse con quello che le aveva reso la vita ad Hogwarts una specie di
inferno.
Loro avevano sempre
saputo chi fosse Draco Malfoy, e siccome la loro bambina lo aveva detestato per
anni per la sua insolenza, Draco aveva il minuscolo sospetto che quei simpatici
babbani non lo vedessero di buon occhio e magari dopo che Hermione gli aveva
parlato di una sorpresa avevano pensato che fosse in procinto di sposarsi con
Lenticchia o aspettasse un bambino dal vecchio Potty, si aspettavano di tutto
non di certo che Draco Malfoy fosse…
“…non è
fantastico?”
“Meraviglioso!”
Hermione gli sorrise
felice, mentre si buttava sul suo lavoro e cercare di far felice anche quel
dannato Lucas Perabo.
***
Draco Malfoy stava
attraversando un periodo piuttosto strano della vita.
Era cresciuto con la
capacità di saper gestire tutto ciò che lo circondava e di sapere prevedere gli
imprevisti, ma dopo determinati accadimenti non era più sicuro di saperlo e fare
e tutto sembrava maledettamente avverso e maledettamente complicato e
sfuggente.
***
Draco Malfoy appariva
come vestito di un’eleganza selvaggia, unica nel suo unico
genere.
Dannatamente bello da
fare invidia agli uomini e portare ad un desiderio velenoso le
donne.
Hermione sapeva di
essere fortunata sotto ogni punto di vista.
“Sicuro di non stare
andando dall’amante?”
“Mi hai scoperto! Non
volevo davvero che venissi a conoscenza in questo modo della relazione con il
professor Paroceti.”, disse in tono drammatico recitando la sua
parte.
“Che uomo fortunato”, e
dopo un tenerissimo bacio si materializzò ad Hogsmeade dove aveva appuntamento
con alcuni soggetti pazzi, altrimenti detti colleghi.
***
Al Calderone
Draco
Malfoy non avrebbe mai indetto una cena di lavoro, ma siccome era costretto a
sottostare alle volontà di un branco di matusalemme, non poteva di certo esporre
il suo giovanile punto di vista.
“Buonasera signor
Malfoy”
E con una salda stretta
di mano ad ognuno dei simpatici vecchietti sadici, si decisero ad entrare in
quello che sembrava una grande bara intrisa di puzza di
cadavere.
“Le va un altro
bicchiere di vino?”
Erano ormai arrivati
alla fine della cena e Draco e il collega Bustworker non avevano avuto modo di
capire il perché di quella cena in quel posto e soprattutto il perché erano
stati obbligati a partecipare a quello straziante
seminario.
“Costantino, credo sia
venuto il momento di dire ai signori il perché di questa cena e il fine del
seminario sull’Italia”
Draco bevve una sorsata
generosa di vino, c’era qualcosa che non lo aiutava a prendere quella notizia
con la consueta calma di cui era sempre stato provvisto.
***
“Cosa? Sta dicendoci che
dovremmo trascorrere dieci mesi nella Firenze magica? Sta dicendoci che quello
era lo scopo del seminario?”
Aaron Bustworker era
sbigottito e Draco Malfoy era totalmente scioccato.
“Sarà una grandiosa
esperienza, molti vostri colleghi ucciderebbero per essere al vostro posto”,
disse Costantino Paroceti.
“E quando dovremmo
partire?”, chiese Draco in preda a mille domande a cui non riusciva a dare una
cavolo di risposta.
“Sabato pomeriggio… vi
si dà l’opportunità di familiarizzare con il luogo sia Sabato sera che tutta
la Domenica
visto che il Lunedì inizia la vostra attività lavorativa”, spiegò pragmatico il
signor Ethnìa.
Bustworker decise di
trascorrere il resto della serata nella solitudine della Testa di Porco, Draco
invece continuava a pensare ad Hermione e a come l’avrebbe
presa.
***
Si era materializzato
nell’ingresso facendo quasi cadere il famoso portaombrelli e cozzando contro un
mobiletto dai toni caldi.
Sembrava che non gliene
andasse una giusta
Con passo felpato si
diresse nel soggiorno dove la visione di Hermione beatamente addormentata sul
divano lo fece sorridere, e prendendola in braccio salì le scale che portavano
alla loro camera da letto, mentre il libro su Ettore e Andromaca che la ragazza stava
leggendo cadde sul pavimento.
###
L’influenza va
l’influenza viene ed io posto alla velocità della luce.
Mi sto dando alla pazza
gioia, visto che quando Lunedì continuerò a frequentare l’università
normalmente, non so con quanta frequenza posterò.
Nel frattempo mi diverto
a scrivere i capitolo successivi^^
Ed ecco il fine del
seminario sull’Italia… povero Draco^___^
Grazie mille alle dolci
donzelle che mi fanno sapere cosa ne pensano.
London,
Hermione92, AuraD, meli_mao, koala3, HermyKitty e Lucy
Light.
Siete davvero adorabili.
Grazie ancora.
Kisses
|
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Capitolo 4 *** Tutta colpa dei letterati fiorentini ***
fiore
-
Tutta colpa dei
letterati fiorentini-
Perché la notte è
buia?
Cos’è
l’immenso?
Ci sono davvero sette
sosia nel mondo?
Qual è il reale concetto
di sonno?
Dio esiste?
Come cercar di far
passare la notte quando la mente non ne vuole sapere niente di cadere in un sono
profondo.
Aveva trascorso parte
del tempo a rimuginare sulla notizia sconvolgente appresa alla cena, ma per il
resto aveva deciso anche di cimentarsi in domande un po’ più esistenziali e
sostanziose.
Aveva preso sonno solo
mezzora prima del suono della sveglia.
Hermione aveva aperto
gli occhi e notando Draco completamente assorbito dalla fase R.E.M decise di
svegliarlo nel più dolce dei modi che conosceva.
Lui si girò sull’altro
fianco mentre le mani di Hermione si aggiravano furtive sul petto e sul
collo.
Mancava ormai poco al
risveglio visto che il ragazzo stava diventando irrequieto, ma lo sarebbe stato
ancora di più quando si sarebbe guardato allo specchio e avrebbe notato lunghe e
orride borse sotto agli occhi.
“Buongiorno
amore”
Era solo il 5 Novembre e
Draco decise di catalogare quel giorno come uno dei più brutti della sua
terribile esistenza.
“
‘giorno”.
Non ce la faceva davvero
ad essere più felice
Hermione si mise subito
alla ricerca di qualcosa di decente da mettere mentre Draco stava aspettando la
fatidica domanda che lo avrebbe portato a far diventare l’incubo pura
realtà.
“Ieri sera mi sono
addormentata e dire che mi ero ripromessa di aspettarti sveglia… mmm… ma dimmi,
com’è andata la cena?”
Eccola lì, ancora più
musicale di come se l’aspettava.
Si voltò a guardarla
mentre era indecisa se mettere la gonna o il jeans.
“E’ andata
bene.”
“Non mi sembri molto
convinto”, asserì lei posando entrambi i capi d’abbigliamento e gattonando verso
di lui.
“Ok, non è andata bene…
o almeno non è andata come mi aspettavo”, ammise truce specchiandosi in quegli
occhi coloro caramello che amava.
“E cos’è
successo?”
Draco si sollevò e si
poggiò allo schienale del letto.
“E’ sorto un problema…
un problema che durerà dieci mesi”
Hermione lo guardò
interrogativa.
“Potresti essere meno
criptico?”
“Ok, domani devo partire
per Firenze e starò lì per dieci mesi”
Ecco ciò che una donna
non vorrebbe mai sentirsi dire dall’uomo che ama
La mente di Hermione
lavorò febbrile e cercando di trovare un’altra spiegazione a quella frase arrivò
alla conclusione che non esisteva altra soluzione se non
quella.
“Dieci mesi? Firenze?”,
domandò incredula.
“Sì”, rispose
semplicemente lui tenendola stretta come se avesse paura di perderla di
nuovo.
“E partirai domani?”,
chiese e dal tono usato Draco si accorse che stava facendo di tutto per
trattenere le lacrime, avrebbe potuto strattonarla ma preferì lasciarla lì con
il viso sul suo petto facendo finta di niente.
“Sì, ma se vuoi…
potresti venire con me.”, disse sperando che la sua risposta sarebbe stata
positiva.
“Draco… tu sai quanto ti
amo, ma non me la sento di lasciare il mio lavoro per dieci mesi…soprattutto ora
che mi occupo del lancio di un personaggio illustre nel mondo magico
londinese”
Draco sorrise
amaramente.
“Lo capisco… sarebbe
egoistico da parte mia sperare di…”
Non riuscì ad ultimare
la frase perché le labbra di Hermione lo colsero alla sprovvista regalandogli un
bacio al sapore di sale.
“Ti prego non aggiungere
niente”.
La attrasse a sé e
continuò a baciarla voracemente, volendola sempre più vicina, non avendone
abbastanza del suo corpo e sperando che quando avrebbe riaperto gli occhi e
incamerato ossigeno la sua imminente partenza non fosse mai stata
decisa.
***
Una notizia che era
piombata un po’ come un fulmine a ciel sereno.
Era piombata come la
peste nera nel 1348.
Li aveva colpiti come
colpiva un genere qualsiasi di cataclisma.
“Dieci mesi? Beh Draco…
è un po’ una tragedia, ma dicono anche che le italiane siano piuttosto
passionali”
La mente deviata di
Adrian Pucey era a senso unico, non riusciva a vedere il lato non erotico delle
cose e delle situazioni.
Nella mente di un Draco
psicologicamente provato si delineò nitidamente un ricordo piuttosto
inquietante.
Draco Malfoy e David
Urquhart erano stati messi in punizione per uno scherzetto, da loro definito
innocente, ad un noto grifone non particolarmente dotato in Pozioni: Neville
Paciok.
Grazie a quei trenta
minuti di puro divertimento, la professoressa McGranitt si era avvalsa della
facoltà di punirli, e quando entrambi erano rientrati in dormitorio più stanchi
che mai, Adrian Pucey aveva esordito:
“Guardate il lato
positivo! Potete sempre scappare dalle grinfie della vecchia e sodomizzare
qualche bella grifona!”.
Ovviamente quella frase
aveva disgustato un po’ tutti, ma Adrian aveva la convinzione che ogni luogo e
ogni momento fossero propizi per praticare il libero
amore.
“Ti ricordo che io sto
con Hermione”, ci tenne a precisare il ragazzo.
“Dettagli!”, rispose
pacifico, mentre Blaise si asciugava una lacrima solitaria e decideva di
togliergli la vita soffocandolo in un abbraccio mortale.
“Blaise, non sto per
morire… sto solo partendo per l’Italia”
Ma Blaise non sembrava
essere nelle condizioni di trovare un lato positivo alla notizia che il suo
migliore amico stava per abbandonarlo per andare in Italia a svolgere chissà
quale assurda funzione.
“E’ così lontana
l’Italia…”
“Blaise, stai diventando
paranoico… e poi non l’hai sempre decantata per vie delle tue
origini?”
La voce di Theodore
sembrò come quella di una qualche identità pronta a proferire le letture della
verità assoluta o altre cavolate mistiche.
“Origini? Italia? Io?”
Si era ufficialmente
perso nei meandri del suo egocentrismo e non c’era più niente da fare se non
giocare a Scacchi Magici o scappare chiudendolo in bagno e far perdere le loro
tracce.
***
Se Blaise aveva
trascorso la notte a ricordare i bei tempi con Draco guardando innumerevoli
fotografie, Adrian era ritornato dalla cugina di David e Theodore aveva cercato
di consolare Blaise, ma poi si era dedicato al suo passatempo
preferito.
Così almeno avrebbe avuto più elasticità
mentale per ascoltare le sue chiacchiere sentimentalmente
patetiche.
Anche Harry e Ron
avevano appreso la notizia e con indescrivibile gioia gli avevano fatto
recapitare un bigliettino che gli augurava un buon viaggio e il piccolo
promemoria che le ragazze italiane erano davvero
passionali.
***
Era il 6 Novembre quando
Draco Malfoy avrebbe iniziato la sua nuova vita nella Firenze
magica.
Il professor Paroceti e
il suo collega, che come lui stava abbandonando la sua vita per dieci mesi, si
trovavano nel luogo d’incontro dove poi si sarebbero smaterializzati per
raggiungere l’Italia.
Hermione stava facendo
di tutto per trattenere le lacrime e evitare a Draco di partire con un ricordo
spiacevole in più.
“Io lo sapevo che non
avrei dovuto leggere Ettore e Andromaca…”, la buttò giù lei giocando con il
colletto della camicia di Draco.
“Amore, non sto mica
andando in guerra, sai?”
“Sì, ma dieci mesi sono
sempre dieci mesi”, disse tirando su con il naso tenendo lo sguardo
basso.
Draco se ne accorse e le
sollevò il viso prendendolo tra le sue mani.
“Ehi piccola, sai che ti
amo e che per te farei qualunque cosa…”
“Signor Malfoy, è
pronto?”, domandò il professor Paroceti e Draco annuì mentre il cuore gli si
stringeva in una morsa dolorosa.
“Draco…”, ma non le
dette il tempo di aggiungere altro che si chinò a baciare quelle labbra che
amava tanto e che dal loro primo bacio al sapore di febbre erano la sua delizia
e il suo tormento.
“… so che scoppierai a
ridere, ma siccome so che mi mancherà la tua presenza, soprattutto a letto, ho
deciso di chiamare il mio orsacchiotto… Draco”
Draco le sorrise
teneramente e dopo un altro bacio si smaterializzarono nella bella
Firenze.
E Draco partì per
l’Italia pronto per diventare pizzaiolo…
Oggi è il 6 Novembre e mi
sento un po’ fusa per via delle 10 ore trascorse all’Università!
Per chi, nelle
recensioni, mi avesse chiesto se sono di Firenze… beh… sfatiamo il mito, non lo
sono ed ho scelto proprio Firenze perché è una città che mi ispira e soprattutto
piena di cultura!
Ma comunque ognuna di voi
può benissimo immaginare che Draco si trovi nella vostra città Natale…
XDXDXD
Ah, quasi dimenticavo,
non mi uccidete per il fatto che Hermione è rimasta sola a Londra, ok?
XDXDXD
Adesso vado a buttarmi
sul letto per riprendermi dalle lezioni del giorno.
Grazie mille a chi ha
commentato e mi raccomando… fatemi sapere che ve ne pare… perché sappiate che
potrei anche lasciarla in 13XDXD
Kisses
|
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Capitolo 5 *** What Women Want ***
what wm
-
What Women want
Era ormai trascorso un
mese dal fatidico arrivederci, e
Draco Malfoy e Aaron Bustworker avevano più o meno capito come funzionava la
mentalità dei maghi e delle streghe del luogo.
Draco abitava in una
villa di dimensioni sconsiderate poco distante dalla città e immersa nel verde
della natura toscana, ed era a capo di un’importante società di Magiche
Relazioni conosciuta in tutto il mondo, aveva il mondo ai suoi piedi, ma la
mancanza di Hermione alle volte era così forte da
soffocarlo.
***
“Signor Malfoy, gliela
metto sulla scrivania?”
L’unica cosa che non
sopportava erano le segretarie e il loro modo insano di attirare
l’attenzione.
Incarnavano il sogno
erotico- più volte soddisfatto- del Draco quindicenne e ogni volta che le vedeva
lì, pronte per essere prese e sbattute violentemente al muro, non poteva far
altro che ridere dei loro metodi che non tenevano conto della personalità e
dell’orgoglio della donna in quanto persona e non in quanto
oggetto.
Volevano essere dei
giocattolini eroticamente carichi e non delle persone con una mente e la facoltà
di astenersi dal compiere gesti di una semplicità macabra.
“Sì, e poi esca dal mio
ufficio”
Le segretarie, quelle
con il mascara nel cervello, guardavano Draco con la stessa intensità con cui un
uomo a dieta avrebbe guardato un pasticcino al cioccolato con una spruzzatina di
panna.
Erano delle assatanate,
in particolare quella che era la sua segretaria personale e che quindi si
sentiva in dovere di finire a letto con il suo capo.
La bella e prosperosa
Stefania non aveva di certo spessore mentale
***
“Com’è andata con il
capo?”, domandò la segretaria del reparto, anch’essa piuttosto piacente dai
lunghi capelli rossi e dai tailleur un po’ troppo
microscopici.
Stefania afferrò la
lametta per le unghie, “E’ inglese, ci verrà un po’ più del previsto per farlo
capitolare”
Cecilia sorrise
maliziosamente all’indirizzo dell'amica mentre ricambiava l’occhiolino di Aaron
Bustworker che nel pieno di una crisi esistenziale aveva bisogno di scambiare
quattro chiacchiere con Draco Malfoy, l’unico suo appiglio, l’unico che lo
avrebbe capito.
Era inglese e aveva
venti anni di meno, avrebbe sicuramente capito quello di cui aveva
bisogno.
Draco Malfoy d’altro
canto stava semplicemente godendosi il paesaggio che si vedeva dalla grandi
vetrate del suo sterminato ufficio e sorseggiando un caffè. Un delizioso caffè
italiano.
“Draco, ho bisogno di
parlarti”
Il ragazzo si voltò
verso il nuovo interlocutore e iniziò a scrutarlo.
Aaron Bustworker era un
uomo sui quarantacinque anni, frustrato sessualmente e goffo nei movimenti e in
tutto ciò che faceva e diceva.
“Dimmi”
“Hai impegni per
stasera?”
“No”, disse noncurante
attratto da un tagliacarte particolarmente strano.
“Perfetto! Stasera ci
faremo un giro per i locali della città con Alessio Ganelli, il vicepresidente
della Art…”
“Sì, ho conosciuto il
signor Ganelli una settimana fa ad una conferenza”
Aaron Bustworker si
illuminò d’immenso.
“Sarai con noi,
allora?”, domandò speranzoso.
Draco valutò la
proposta, alla fine quella sera non aveva niente da fare e non c’era nemmeno
nessuna cena di lavoro, poteva benissimo concedersi qualche ora di fittizia
libertà.
“Sì”
Aaron si sfregò le mani,
“Allora a stasera”
“A
stasera”
E quando il suo collega
uscì dalla sua porta si sedette malamente sulla sua poltrona girevole, aveva mal
di testa e l’unico suo pensiero costante era Hermione.
***
La sua pazzia quel
giorno festeggiava un mese.
Hermione era totalmente
impazzita per via dei particolari gusti di quell’idiota di Lucas Perabo, che
oltre a volere uno scenario arabo-cinese per le decorazioni del locale, voleva
anche che sugli inviti venisse scritto il suo nome per intero, e la situazione
per la povera fanciulla stava diventando impossibile.
Lucas Domingo Bernanrd
Giulian Paolus Sarmanio Carlos Perabo.
“Lucas, non potremmo cambiare lo stile?
Non è consueto lo stile arabo-cinese!”
Lucas si specchiò nello
specchietto che teneva sempre in tasca e si voltò verso la ragazza visibilmente
avvilita.
“Mia cara, sei tu
l’organizzatrice di eventi… non io!”
Un macigno si abbatté
sul suo sistema nervoso già provato, mentre il simpaticissimo Lucas Perabo annunciava
di avere appuntamento dall’estetista e dal parrucchiere.
Hermione ringhiò mentre
vari metodi di omicidio facevano capolino nella sua mente ormai contorta
macabramente; stava giusto prendendosela con una tazza stracolma di caffè quando
Blaise Zabini si materializzò dietro le sue spalle facendola sussultare e
facendo anche in modo che il caffè finisse sulle pergamene dove aveva preso
qualche appunto sull’organizzazione della dannata apertura del Pub di quel
dannato Lucas Perabo.
“Giornataccia?”
“Ciao
Blaise”
“Cosa farai per
Natale?”
“Se sono ancora viva…
vado a Firenze da Draco”
Blaise sorrise
amabilmente.
“Verrò con
te”
E senza che Hermione
potesse aggiungere altro, Blaise le aveva già dato un bacio sui capelli e come
era venuto se n’era andato, lasciando la povera ragazza completamente
perplessa.
Ed eccomi con un nuovo
capitolo.
La vita italiana è appena
iniziata da un mese e le cose vanno piuttosto bene.
Spero che anche se corto questo
capitolo vi sia piaciuto.
Un grazie particolare
a:
meli_mao: La tua idea l’avevo anche presa
in considerazione, ma poi non ci sarebbe stata storia.
Quindi ho deciso che la
smaterializzazione non conviene in quanto hanno due vite lavorative piuttosto
impegnate, e sempre questo strazio di lavoro li costringe a stare sempre a
casette loro.
Ma non mancheranno le vacanze.
Quelle ci sono sempre.
AuraD: Le donne sono più mature e se ne
fanno una ragione anche se la sofferenza c’è sempre. Blaise invece non ha capito
che quella da amare sarebbe Pansy e non uno dei suoi migliori
amici^^
Marygenoana: grazie. E’ bello
risentirti.
Lucy Light: Era il tuo compleanno? Li
accetti ancora gli auguri? BUON
COMPLEANNO!
Non diventa triste… o almeno non
tristissima.
Per Paroceti stavo giusto
architettando qualcosa del genere… alla fine questi tanto decantati
spaghetti…beh… non sono poi così tanto innocenti!
Juju210: Sono davvero felice che anche
questo sequel ti stia piacendo!
Sostengo ancora che sia un
disastro totale.
Vediamo cosa succederà nei
prossimi capitoli…di certo Draco la ama tanto.
Lenù88: Forse vedremo Blaise sull’orlo
del suicidio! Ok, scherzo!
Per i regalini… ci
penserò…
Grazie
mille.
Kisses
|
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Capitolo 6 *** Missione:conquistare il capo ***
miss
- Missione: conquistare
il capo
“E’ un po’ come andare
sulla ruota panoramica”
Streap al Sugo
era il
quinto night della Firenze Magica che una strana compagnia formata da: Draco
Malfoy, Aaron Bustworker, Alessio Ganelli, Stefania, Cecilia e Melissa, stava
visitando.
Sembravano tutti
entusiasti, ma Draco sembrava piuttosto assente e cogitabondo e di sicuro non si
stava divertendo.
La particolarità del
locale erano le spogliarelliste che… beh… avevano a che fare con il sugo di
pomodoro.
Un’insana attrazione che
stava facendo nauseare il povero Draco alle prese con una specie di menù sporco
anch’esso di
sugo.
“Avrei una
domanda”
Tutti si voltarono a
guardare Draco poiché quelle erano la decima, undicesima e dodicesima parola che
stava proferendo dopo ore di vagabondare per i night più squallidi della
città.
“Ma un locale normale
esiste?”
Alessio e le tre oche si
risentirono a quelle parole.
“Non ti sono piaciuti
questi locali?”, domandò garbato.
Draco sorrise
sprezzante, “No, fanno letteralmente schifo!”, ammise.
Aaron si sentì male per
il giovane collega londinese e decise di prendere in mano la situazione per salvarla.
“Draco non voleva di
certo essere scortese, ma da noi non esistono spogliarelliste al
sugo…”
“Oh beh, potevi dirlo
che ti piacciono le cose più sobrie!”, disse Alessio alzandosi, “Non sapevo che
non ti piacessero le cose estreme!”
“Cosa intendi per
estremo?”
Draco Malfoy viveva agli
estremi da quando aveva messo piede ad Hogwarts e ne aveva fatte di tutti i
colori e non era certo per un po’ di ragazze in salsa che quel locale gli faceva
schifo, ma siccome di quei cinque imbecilli, nessuno sembrava carpire la sua
vera natura decise di divertirsi un po’ in maniera sadica.
Avrebbe finto di essere
un bamboccione, magari ancora vergine, che non aveva esperienza di nessun
genere.
“Intendo donne…
beh…”
Effettivamente stare con
una donna era estremo.
Draco fece di tutto per non scoppiare a
ridergli in faccia.
***
Alessio non era riuscito
a dare la definizione di estremo, ma aveva anche notato che a Draco non gliene
fregava nulla.
Il Barbone
era un
altro dei mitici localini strani, pieni di donne seminude e uomini completamente
sbronzi.
Alla fine era un posto
accettabile per qualche birra o per qualche altro cocktails più o meno
magico.
“…e così mi ha
ammanettato al letto lasciandomi nudo! Lei aveva un completino di pizzo rosso
e…”
I racconti erotici di
Aaron Bustworker più che fare eccitare facevano ridere, o almeno facevano ridere
Draco, ma non poteva permetterselo visto che stava recitando la parte del bravo
ragazzo.
“E tu cosa hai fatto?”,
domandò scioccamente Alessio.
Ha sicuramente giocato a
bridge con uno scoiattolo e un castoro, pensò Draco
mortalmente annoiato mentre cercava di farsi coraggio con uno Scotch
doppio.
“…non ti dico come stava
messo il mio amico…”, e dicendolo
indicò il suo amico senza farsi
troppe paranoie e scrupoli viste le donzelle presenti.
Le tre ragazze emisero
risolini divertiti.
“Ci credo! Con quella
pupa…”
Aaron sorrise e mandò
giù il quinto Martini.
“… ma la cosa iniziò a
farsi calda, quando dall’armadio è sbucata un’altra ragazza… non vi dico che
attributi…”
Draco decise di fare la
sua parte.
“Ma avete fatto…”,
boccheggiò per qualche istante per rendere il suo bigottismo credibile, e poi si
avvicinò ai cinque con fare cospiratorio, “…sesso?”
Dopo due anni stava
apprezzando il bigottismo degli otto compagni alle lezioni della
Romance.
Ridere di loro, lo aveva
aiutato a mettere su un bel personaggio.
“Sì… perché? Oh Merlino,
tu non hai mai fatto sesso, vero?”
Draco annuì e si voltò
subito verso il barman.
“Stai dicendo che non
hai mai visto una donna nuda?”
“No, credo che si debba
fare sesso solo per procreare e non per provare piacere.”, li squadrò ad uno ad
uno per godere delle loro espressioni sbigottite e poi aggiunse, “Ovviamente mai
fare sesso prima del matrimonio.”
Adesso sì che iniziava
ad apprezzare la serata, e qualsiasi luogo in cui l’avessero portato sarebbe
andato più che bene.
“E non hai mai provato
pulsioni sessuali?”, domandò curiosa Melissa.
“Uh… no, non so neppure
cosa siano!”, asserì blando.
Tutti stentavano a
credere alle parole di quel ragazzo dall’indubbio fascino e da quello sguardo
che trasmetteva solo eros.
***
Hermione Granger era
stata trascinata a forza a cena con Blaise Zabini ed Harry
Potter.
Il trio era abbastanza
insolito, ma per ovvie ragioni gli altri non erano riusciti a partecipare al
tour de force che aveva ideato Blaise per una serata tra
amici.
Dopo una cena a casa di
Harry, si erano trovati a bere Burrobirra per le strade di Hogsmeade alla
stregua dei barboni.
“So solo che era un
grandissimo imbecille! Non è normale buttarsi a pesce sul capo,
no?”
Scoppiarono a ridere
convulsamente, non curandosi delle coppie e delle occhiate che gli
lanciavano.
“Ma che fine ha fatto il
furetto?”, domandò poi Harry.
Hermione alzò gli occhi
verso il cielo trapuntato di stelle, “E’ a Firenze ormai da un
mese…”
“… e andremo a trovarlo
a Natale!”, aggiunse entusiasta Blaise stringendo forte in vita Hermione e
dondolandosi con lei.
“Andremo?”, ripetè
Harry.
“Oh sì! Mentre loro due
si daranno alla ginnastica da camera, io ne approfitterò per andare a trovare i
miei parenti… qualche vecchio zio, un frammento della mia nobile casata…
qualsiasi cosa!”
Harry annuì poco
convinto mentre Blaise continuava a dondolarsi con la statica partecipazione
della donna del suo migliore amico.
“Che ne dite di andare a
giocare in qualche parco giochi babbano?”, propose dopo qualche minuto di
silenzio Blaise.
Hermione ed Harry si
guardarono e dopo aver deciso che la proposta di Blaise era terribilmente matta,
si materializzarono e giocarono per tutta la notte come tre bambini piuttosto
discoli.
***
Aaron e Alessio erano
ubriachi fradici, felici e spensierati sparavano cazzate a vanvera mentre le
dolci donzelle gli si strusciavano contro per fargli intendere che la nottata
sarebbe proseguita sotto le lenzuola.
Solo Stefania non
sembrava divertirsi, visto che Draco, dopo numerosi cocktails, era ancora nel
pieno delle sue facoltà e sembrava non volesse avere nessun contatto fisico con
l’avvenente ragazza italiana sedutagli accanto.
“Uff”
“Qualcosa non va?”,
domandò Draco alla ragazza.
“Oh no, è tutto ok!”, si
sforzò di sorridere quando invece avrebbe voluto urlargli che niente andava bene
e che aveva una gran voglia di saltargli addosso e farlo godere per tutta la
notte.
“Ok”, si limitò a
risponderle facendo spallucce e ordinando l’ennesimo Martini
rosso.
“Che ne dite di
proseguire ognuno a casa sua?”, propose al limite della sbornia Aaron mentre
Alessio gli rispondeva con una gomitata allusiva nel
costato.
“Uh… mi sembra un’ottima
idea! Ho ancora i calzini da rammendare!”
Le ragazze si
scambiarono un’occhiata dubbiosa per poi compatire la povera Stefania che per
quella sera sarebbe andata in bianco.
“Rammendare i
calzini?”
“Sì, mi piace
cucire!”
E dire che Draco Malfoy,
se non fosse stato per Hermione, non sarebbe mai venuto a conoscenza dell’uso
dell’ago e di un filo.
“Oh beh, buon
divertimento!”
E trotterellando
allegramente, Draco si recò nella sua sterminata villa, dove dopo un bagno
ristoratore e uno spuntino si assopì sul suo immenso letto stracolmo di
guanciali coloratissimi.
Vorrei soffermarmi ma
non posso.
Me lo lasciate un
commentino?
Kisses
|
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Capitolo 7 *** Lei è Hermione, la mia fidanzata ***
jingle
-Lei è Hermione, la mia
fidanzata
Erano trascorsi venti
giorni da quella fatidica sera dove il capo aveva ammesso di avere dei calzini
da rammendare.
Erano trascorsi venti
giorni da quella sera in cui Stefania avrebbe dovuto far suo il
capo.
Erano trascorsi venti
giorni ed era il 24 Dicembre.
Era il 24 Dicembre e
Draco aspettava con ansia la sua Hermione.
***
La Gherlandi&Co, la società magica
italiana che come capo temporaneo aveva Draco Malfoy, aveva indetto una festa
per la vigilia di Natale, e Stefania, Melissa e Cecilia stavano facendosi belle
dall’estetista.
“…Aaron dice che rimarrò
a bocca aperta quando vedrò il suo regalo!”, disse concitata Melissa con due
fette di cetriolo sugli occhi e una maschera di bellezza al sedano che le
ricopriva il resto del viso.
Cecilia emise un urletto
di compiacimento nei confronti dell’amica, mentre la prorompente Stefania si
abbandonava ad un sospiro pieno di tristezza.
“Cosa
c’è?”
“Si tratta di
Draco!”
“Ma non dà nessun segno
di cedimento?”, domandò Melissa.
La ragazza fece segno di
no con la testa.
“Ma hai provato
a…”
“Ho fatto di tutto…
qualsiasi cosa sia in grado di fare una donna per farsi desiderare da un uomo”,
disse sconsolata e affranta.
“Magari è gay”, disse
saggiamente Cecilia sospettando che il biondino inglese mirasse all’aitante
Alessio Ganelli.
***
Quando una luce
verdognola si accese nel suo camino si aspettava di veder sbucare solo Hermione,
non di certo anche quel idiota di Blaise, uno di quei pochi eletti che aveva il
privilegio di essere conosciuto come suo migliore amico.
“Malfoy, ti sei comprato
un televisore al plasma ultrapiatto?”
“Anche tu mi sei
mancata!”, le disse, mentre Hermione era intenta a guardarsi intorno notando che
il suo Purosangue preferito viveva come i babbani e non ne sembrava per niente
infastidito.
“E questo?
Cucini?”
“Sto imparando a farlo,
qui in Italia non ammettono gli elfi”
“Adoro l’Italia… dovrò
inserire questo paese nella campagna pubblicitaria del
C.R.E.P.A!”
Continuò a guardarsi
intorno estasiata, mentre Blaise aspettava che il suo migliore amico si
accorgesse della sua presenza e la piantasse di pensare al sesso con
Hermione.
“Non vorrei farne un
dramma, ma ti rendi conto che non mi hai neppure salutato come si deve dicendomi
che ti manco tanto e che senza di me la tua vita non ha
senso…”
Hermione si voltò verso
Draco e ascoltò il fiume di parole.
“L’avrei fatto, ma la
presenza di Blaise mi inquieta… oh Merlino, hai un letto che è grande quanto il
mio appartamento”
La vide buttarsi sul
letto e Hermione prese a saltare sul morbido materasso facendo volare di qua e
di là i vari cuscini coloratissimi mentre Draco cercava ancora di farsi salutare
in maniera decente e Blaise aspettava che il suo amico si accorgesse di
lui.
***
Hermione aveva
ispezionato la villa da cima a fondo emettendo urletti per ogni cosa vedesse e
soprattutto per tutte le cose babbane che Draco aveva acquistato per la sua
sopravvivenza italiana.
Draco s’era finalmente
reso conto che con la sua dolce donna pazza c’era anche il suo pazzo amico e
insieme avevano deciso di bere dell’ottimo vino toscano e parlare di ciò che era
accaduto in quei mesi.
E così dopo che Blaise
aveva dichiarato di non aver tempo da perdere perché la ricerca sarebbe stata
lunga e difficoltosa, Draco era riuscito ad acchiappare Hermione e baciarla come
avrebbe voluto fare quando era uscita dal camino.
“Mi sei mancato da
morire”
“Anche tu, ma non avrei
mai creduto che ti mettessi ad emettere urletti eccitati per la mia mobilia
invece di saltarmi addosso…”
Hermione gli si fece più
vicina, e quando la sua bocca raggiunse l’orecchio aggiunse: “Non mi sembrava il
caso di rinchiudermi in camera con te, sapendo che c’era
Blaise…”
“Mi sarebbe bastato un
bacio… o un abbraccio… anche un semplice ciao…”
“E’ da due mesi che non
ti vedo, se non via camino, come avrei potuto fermarmi a un
bacio?”
Draco le sorrise e poi
la baciò.
E tra un bacio e l’altro
finirono per collaudare l’enorme letto stracolmo di cuscini
coloratissimi.
***
“Hai detto che sei
vergine e rammendi calzini?”
Hermione si mise su un
fianco per guardare Draco, che le sorrideva divertito per la sua ingegnosa idea
di assomigliare ad uno dei cari amici della sua dolce
donna.
Uno come Anthony
Goldstain, uno preso alla cieca dal mucchio delle conoscenze bigotte di
Draco.
“E stasera, alla festa,
fingeremo di vivere la nostra vita di coppia rammendando calzini, accudendo
gatti e lavorando a maglia, ok?”
Hermione gli dedicò un’occhiata piena di
perplessità.
“Sei sicuro di non aver
subito nessun trauma da piccolo?”
“Ti ricordo che sono
figlio di Lucius e Narcissa Malfoy e sono anche nipote di Bellatrix Lestrange…
secondo te ne ho subiti?”
Hermione arricciò il
naso e si accoccolò contro il petto di lui, “Forse qualcuno”, ammise con voce
flebile.
Draco le accarezzò la
schiena nuda, prima di guardare l’orario e rendersi conto che erano in mostruoso
ritardo per la festa, e che le coccole sarebbero state rimandate a tarda
nottata.
****
La festa della Vigilia
era una deliziosa occasione per fare in modo che Giacomo Ghirlandi, il direttore
assoluto di numerose società di Magiche Relazioni sparse per l’Italia, si
facesse un’idea del personale che lavorava per lui e decidere chi licenziare
dopo le festività natalizie.
Nessuno aveva ancora
scoperto il vero motivo di quella festa che ogni anno sembrava essere più bella
che mai.
“Professor Paroceti, ho
saputo che Draco Malfoy è un uomo valido… complimenti per la
scelta…”
Giacomo Ghirlandi era
anche l’uomo che aveva ideato quel seminario.
Aveva una disperata
voglia di estendere il suo impero coloniale e istituire quella specie di
gemellaggio stava dando i suoi frutti e anche se Aaron Bustworker non era
particolarmente soddisfacente, a mantenere l’onore inglese c’era sempre Draco
Malfoy.
“…non avrei mai creduto
che un ragazzo così giovane fosse così preparato”
Costantino Paroceti
sorrise compiaciuto, mentre afferrava un flute di champagne dal vassoio di uno
dei camerieri.
“Essendo l’unico erede
dei Malfoy… il padre lo avrà immesso nel mondo degli affari piuttosto
precocemente”
“Possibile”, asserì
l’uomo, mentre poco distante, tre donne in abiti provocanti, parlavano dello
stesso ragazzo, ma sotto altri termini.
“Stasera sarà
mio”
“Lo spero tanto! Ma
ancora non è arrivato?”, domandò scioccamente Melissa guardandosi
intorno.
Stefania le lanciò
un’occhiataccia, “Credi che se fosse arrivato starei ancora qui a parlare con
te?”, le disse acida, mentre la ragazza mora chinava il capo come
dispiaciuta.
“Oh eccolo!”, esordì
Cecilia, “E con lui c’è anche una donna!”
Gli occhi di Stefania si
erano illuminati al solo sentire che lui era arrivato, ma si erano subito spenti
quando l’amica aveva aggiunto la presenza di un soggetto femminile al suo
fianco.
“E quella chi è?”,
grugnì.
“Magari sua sorella”,
per Melissa, non dire stupidaggini, sembrava davvero una missione
impossibile.
In quello stesso
istante, a fare compagnia alle tre segretarie, erano andati Aaron e Alessio e
così, Draco s’era trovato in dovere di iniziare le presentazioni dal gruppetto
di quei cinque imbecilli.
***
Draco e Hermione
potevano benissimo definirsi una semplice coppia, ma c’era qualcosa che li
faceva apparire come la
coppia.
La bellezza indiscussa
di Draco e l’eleganza di Hermione sembravano essere ciò che li differenziava
dalle altre coppie presenti.
“Buonasera”
E dopo i vari
convenevoli, Draco presentò la sua Hermione.
“Lei è Hermione, la mia
fidanzata”
Hermione sorrise e i due
uomini sorrisero scioccamente, la fidanzata del capo era di una bellezza
semplice, ma splendidamente particolare.
Ovviamente suscitò
l’invidia di Stefania, l’indifferenza di Cecilia e l’ammirazione di Melissa, che
sembrava l’unica ad avere un minimo di cervello anche se poteva sembrare il
contrario.
***
La festa, anche se un
po’ noiosa, stava comunque svolgendosi al meglio.
Melissa e Aaron
Bustworker erano rimasti ammaliati dall’intelligenza della giovanissima ragazza,
e Draco Malfoy non poteva far altro che sentirsi orgoglioso di colei che si
ostinava a chiamare la mia piccola.
“E tu pensi che
bisognerebbe agire?”
Si parlava di strategie
finanziarie.
“Oh sì… altrimenti il
capitale si perderebbe inutilmente…”
Aaron la guardò
ammirato, “Ehi Draco, è la prima donna con cui ho l’onore di parlare che sa
mantenere una discussione a sfondo finanziario”
“Visto che non facciamo
sesso, dovremmo pur trovare qualche passatempo”, disse sorridente stringendola
in vita.
“Quindi… parlate di finanza?”, domandò Alessio Ganelli,
nuovo acquisto della conversazione.
“Sì… credo che Draco vi
abbia detto dell’assenza della nostra vita sessuale…”
I tre annuirono, mentre
nella testa di Draco si susseguivano vari complimenti con cui l’avrebbe
ricoperta. Era sensazionale, e la cosa che più lo entusiasmava era sapere che
con lei ci si poteva sempre divertire, sempre come se fossero ad Hogwarts a
batti-beccare su quei romanzi, a ridere… ad essere sempre loro… senza cambiare i
loro caratteri e diventare qualcun altro; e se qualcuno gli avesse chiesto qual
era la sua paura più grande… beh… avrebbe risposto: non sono cazzi
vostri!
Era Draco Malfoy, dopotutto.
“Draco, il signor
Ghirlandi vorrebbe parlarti…”, era Costantino Paroceti e scusandosi il ragazzo
lasciò Hermione a parlare con quei tre a divertirsi da
sola.
***
Dopo qualche minuto
Hermione s’era allontanata dal gruppo per andare a prendere qualcosa da bere al
tavolo del buffet.
Draco era ancora immerso
in un’ignota conversazione e ogni tanto lanciava occhiate alla sua lei con le
quali voleva dirle che ne aveva le pluffe piene e che li avrebbe cruciati senza
pietà.
Stava giusto servendosi
da bere, quando la donna al suo fianco buttò giù una frase per iniziare una
conversazione. Forse.
“E così tu sei la ragazza di Draco
Malfoy…”
“Sì, ci siamo
presentate… tu sei Stefania, vero?”
“Sì, sono la segretaria
personale del tuo ragazzo…”, disse
con fare seducente facendo oscillare la folta chioma biondo cenere di lunghi
capelli perfettamente piastrati.
Hermione si portò alle
labbra il calice colmo di vino rosso rubino, “E dimmi, ti trovi bene a lavorare
con lui?”, domandò tranquillamente, mentre Stefania rodeva dentro perché non era
riuscita ad attaccarla verbalmente.
Decise così di cambiare
tattica e farle capire, senza mezzi termini, che tra lei e il capo la relazione
non si fermava al tipico rapporto di ufficio, ma andava ben
oltre.
“Sì, molto. Ha dei modi
di fare molto gentili e garbati. Quasi ogni mattina mi porta il caffé a letto
quando dovrei essere io a portarlo a lui”
“Davvero?”, si limitò a
dire, in tutta tranquillità, Hermione.
Ormai Stefania si
sentiva la vittoria verbale in pugno e si sentì in dovere di continuare,
esagerando.
“Sì, però io mi sento
sempre in dovere di ricambiare la sua gentilezza e così gli porto il caffé come
lo gradisce lui… ormai c’è una certa intimità”, disse allusiva e la ragazza si
limitò ad annuire sorridente.
“E come lo gradisce?”,
chiese pacata, mandandola ancora più in bestia.
“Con una zolletta di
zucchero”
Il sorriso di Hermione
si allargò beffardo e avvicinandosi alla donna avvenente le sussurrò
all’orecchio: “Sei brava a recitare… c’è solo un particolare che non va nel tuo
racconto pieno di fervida immaginazione… lui il caffé lo prende
amaro!”
Stefania rimase lì
impietrita, pronta per afferrarla per i capelli, ma quando si riprese dalla
trance, Hermione era accanto a Draco e chiacchierava in armonia con il grande
capo come se avesse davanti il suo più caro amico.
Era un dato di fatto:
Stefania odiava Hermione Granger con tutta se stessa e avrebbe fatto di tutto
per far si che Draco Malfoy finisse nel suo letto.
E finalmente sono arrivate le
tanto attese vacanze di Natale in cui le due colombelle si sono
riunite.
E adesso passo a ringraziare chi
ha commentato lo scorso capitolo.
meli_mao: E dire che non ero nemmeno
convinta della frase sul rammendare i calzini, ma a quanto ho potuto notare è
piaciuta! Beh…meglio così, forse solo Hermione è rimasta poco perplessa della
scoperta assurda sugli hobbies di Draco.
London: Un giorno, forse, farò in modo
che Draco venga a conoscenza di Girolamo Savonarola… non si sa mai! J
A te la scuola porta via un sacco
di tempo e anche con me l’università fa altrettanto! Un giorno ci beccheremo
sicuramente JJJ Anche per noi, dopotutto, Natale
è vicino!
SiLvIeTT4: Sapere di un Draco ancora
vergine ha fatto stranire anche Hermione e forse anche me che l’ho scritto
XD
Per fortuna nessuno di questi
italiani è a conoscenza del suo losco
passato, perché credo gli verrebbe una specie di trauma
XD
Marygenoana: Grazie
mille.
Lucy Light: Concordo con te nel dire che
quell’uomo ispira ses… ehm ispira tanta voglia di conoscerlo approfonditamente
XD
Per quanto riguarda Harry e
Blaise… beh, essendo che i loro migliori amici hanno intrapreso una relazione di
amorosi sensi, è ovvio che siano stati costretti a far amicizia!
Rivoltella J: Hai contribuito a ingigantire il
mio ego, credo che esploderà a breve! Spero che la festa della Vigilia ti sia
piaciuta… o almeno la scena dello zucchero! E’ quella che
preferisco!XD
Lenù88: Ma graaaazie! Spero che anche
questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Blaise avrà l’onore di conoscere i
suoi parenti… o almeno ci proverà! Grazie per le due recensioni, e poi adesso
che ci si mette anche Hermione a fare credere che loro due parlano di finanza
invece di copulare spero che ti sia piaciuto! J
Kisses
|
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Capitolo 8 *** Meglio lo shopping che la cultura ***
shop
- Meglio lo shopping
che la cultura
Erano ormai trascorsi
alcuni giorni dalla festa della Vigilia, e se Stefania aveva trascorso tutte le
feste a pensare ad un modo efficace per far fuori la fidanzata del capo e farsi
il capo, al contrario il capo e la sua fidanzata s’erano dati alla pazza gioia,
visitando le più belle città d’Italia.
***
“Non potevamo
smaterializzarci?”, chiese Draco con il fiatone mentre Hermione lo ammoniva per
via della vista mozzafiato che si vedeva dalla cima della Torre di
Pisa.
“Ok… a quanto pare era
meglio lasciarci la vita!”
“Draco, piantala di
lagnarti e… guarda!”
Draco guardò il
paesaggio mozzafiato e l’unica cosa che potè fare fu trarre a sé Hermione e
tempestarle il collo di baci mentre un leggero venticello scompigliava loro i
capelli.
***
“Un bagno nella Fontana
di Trevi?”
“Sei sempre il solito…
prova a guardare le cose senza il cervello offuscato dal
caldo…”
“Tesoro è praticamente
impossibile!”
Hermione gli lanciò
un’occhiata dubbiosa e quasi del tutto assassina.
“Ci sono 40° all’ombra”,
ammise sbuffando, ma la ragazza non volle sapere ragioni, e presolo per mano lo
trascinò fino al Colosseo.
***
“Non hai esagerato?”,
domandò Draco guardandola carica di sacchetti da dove affiorava un’ingente
quantità di cioccolato.
“No, non mi
pare”
“Cosa ne faremo di tutto
questo cioccolato?”, domandò curioso.
“Beh… lo regaleremo ai
nostri amici”
Draco annuì perplesso…
pensando ad uno in particolare dei suoi amici.
Se non si fumava
Theodore non sapeva cosa farsene.
“Perché
sorridi?”
“Oh niente… siamo a
Perugia e mi viene da ridere!”
***
“Secondo te non
acquistavo questa giacca Gucci?”
“Invece di perdere tempo
con le giacche e cinture, avremmo potuto visitare il
Duomo”
Draco continuò ad
ammirare i suoi acquisti.
“Sai Hermione, Milano
non è solo Duomo… è anche moda!”
“Sai Draco, Milano non è
solo moda… è anche cultura!”
Draco sbuffò
sonoramente, e quando rimase abbagliato per una maglia Armani, si vide
scaraventato in un vicolo dalla sua selvaggia Hermione.
***
“Adesso, per favore,
spiegami cosa ce ne importa a noi di gente morta, ok?”
“Draco, non è gente
morta… sono gli antichi egizi!”
“Ben detto, sono antichi
e sono pure morti!”
Hermione lo guardò quasi
sofferente, ma non gliel’avrebbe data vinta.
“Cosa vorresti
fare?”
“Ho sentito parlare del
Parco del Valentino e… sarebbe meraviglioso poterti coccolare lì invece di star
qui a guardare la gente morta da mille anni”
Hermione sorrise al
dolce pensiero che Draco aveva nascosto tra le righe di quella frase un po’
strampalata.
“Ti
amo”
“Non è vero… so che è il
Faraone il vero uomo amato da te”
“Andiamo al
Valentino?”
Draco le sorrise, “Sai,
certe volte ti amo anch’io!”
***
“Tu sai quanto io odi i
volatili!”
“Ne stai facendo una
tragedia”
L’espressione assunta da
Draco non era di certo rilassata.
Lui odiava i volatili e
tutti quei piccioni di certo non lo rasserenavano.
“Siamo pure in mezzo
all’acqua”
Hermione fece finta di
non sentirlo e si avviò verso un gondoliere.
“Ti va un giro in
gondola?”, domandò, ma non dette il tempo di rispondergli che erano già
seduti.
“E se questa cosa non
regge?”
“Draco chiudi il becco
e… baciami!”
“Ok, meglio stare
zitto”.
La guardò malizioso per
poi baciarla e coccolarla senza sosta godendosi tutto quel romanticismo che
trasmetteva quella specie di battello strano.
***
“E questo? Cosa sarebbe?”
“Secondo
te?”
Draco assottigliò gli
occhi per mettere a fuoco l’immagine.
Hermione attendeva una
risposta, mentre la mente di Draco credeva che la donna che amava gli avesse
teso un tranello.
“Un
balcone?”
“E ti dice niente?”,
incalzò lei.
Draco lo guardò
minuziosamente.
“No”
“E Giulietta? Cosa ti
dice?”
Draco fece finta di
pensarci su, mentre le labbra si distendevano in un sorrisino
maligno.
“Che era una
puttana”
Hermione non ebbe il
tempo di replicare in alcun modo che Draco l’aveva bagnata dalla testa ai piedi
con una bottiglietta d’acqua.
“Quando cambierai?”, gli
urlò contro cercano di mettergli paura.
Draco rise dal suo
nascondiglio per sopravvivere alla furia della Grifondoro.
“Mai”
E l’unica cosa che
avrebbe fatto Hermione, sarebbe stato gettarlo in un fiume insieme ai preziosi
acquisti fatti a Milano.
Ammetto che il capito è corto,
che probabilmente non si capisce nulla, che non era fondamentale per la trama,
che con molta probabilità vi farà schifo… ma non ho potuto esimermi dallo
scriverlo!
E’ stato
divertente!
E adesso ringraziamenti per
quelle sante donne che mi seguono con costanza J
Un grazie megagalattico a:
Lucy Light: Dopo il tuo
avvertimento sono andata subito a correggere, meno male che me l’hai detto…
detesto gli errori nei titoli. Per l’essere sboccata…beh, credo che questo
capitolo non ti abbia fatto uscir fuori niente che non sia ancora stato
accettato dai mitici alunni della Romance.
Marygenoana: L’unica
informazione che è uscita fin ora è che è la procace segretaria di Draco.
Prossimamente gli sviluppi.
meli_mao: Hermione è un pozzo
di scienza, lei può discutere di ogni cosa..
Per la tua (?) gioia rivedremo
Stefania nel prossimo capitolo, e poi sono felice che non abbia frainteso il
carattere di Melissa, alla fine lei è la più innocua anche se ha atteggiamenti
da ochetta giuliva.
SiLvIeTT4: E queste pseudo
chiacchierate tra due “idioti” ti sono piaciute?
Potterina_88_: Ma certo che
sei perdonata, e poi leggere Qual è l’indirizzo dell'’amore in due giorni sarà
stato traumatico, no? J
Ti ringrazio tantissimo per la
recensione, sei stata gentilissima ed hai contribuito ad ingigantire il mio
egoJ
E già dal prossimo capitolo
Stefania affilerà gli artigli…
Lenu88: Stefania potrebbe
finire a pubblicizzare mascara… non è una cattiva idea,
no?
Alla fine un’occupazione se la
dovrà pur trovare se non porterà a termine il suo scopo…
Cipychan87: Ciao Stefania! Mi
spiace per aver usato il tuo nome, ma c’è anche una ragione per l’aver scelto
giusto questo nome.
Una bambina di nome Stefania è
stata la mia prima delusione in amicizia, non potevamo avere che 5 anni, ma è
stata una botta! E’ una cosa davvero assurda… ma il nome è finito nel mio
mirinoJ
Grazie mille per il commento,
sei la mia Stefania preferita, anche perché dopo quella bimba non ho incontrato
più nessuna “Stefania” XD
London: La scuola ti sta
massacrando, eh? Spero di rivederti su msn.
E Stefania cetriolata…beh… ho
riso come una pazza! XD
kIsSeS
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Capitolo 9 *** Happy New Year ***
jkaihaii
- Happy New
Year
Le vacanze italiane di
due londinesi a Firenze, si erano rivelate massacranti per la controparte
maschile della coppia.
Non abituato a visitare
musei, a passeggiate interminabili, a miseri panini per pranzo e soli quindici
minuti di relax, erano stati giorni deleteri per il suo stato
psico-fisico.
“Adesso stai
esagerando”
“Esagerando?”, sbottò
infastidito dopo le accuse di Hermione.
Lui, che nella sua vita
aveva sempre…
Ehm, si stava
arrampicando sugli specchi e di certo l’immagine che si presentava agli occhi
della ragazza non lo aiutava a esporre l’arringa che stava, al momento,
preparandosi mentalmente.
Avvolto nel piumone
aveva dichiarato di non voler fare nulla per il resto delle vacanze di
Natale.
“Mi hai fatto girare
tutta l’Italia senza sosta non curandoti delle mie necessità da Purosangue
viziato”
“Credevo che avessimo
superato questa fase…”, constatò lei infastidita porgendogli malamente la tazza
con la cioccolata calda che aveva richiesto con la stessa insistenza di un
innocente pargolo infreddolito.
“Questa fase non verrà
mai superata, e lo sai bene! Sono sempre stato viziato e per quanto sia cambiato
ci sono parti del mio carattere che…”
Hermione s’intenerì a
quel fiume di parole.
Non era di certo una
novità; Draco Malfoy era stato viziato e le cose non sarebbero di certo cambiate
solo perché era innamorato di una Mezzosangue.
Era viziato, ma era
anche terribilmente innamorato da anteporre i suoi desideri da principino per la
felicità della donna che amava.
Stava lagnandosi dei
giorni trascorsi in giro per l’Italia, ma era anche vero che Draco l’aveva
seguita senza tante storie solo per vederla sorridere e saziare la sua voglia di
sapienza.
Per lui quella casa
sarebbe potuta bastare per tutti i giorni che Hermione avrebbe trascorso a
Firenze e lei, sapeva che dopotutto anche il principe viziato aveva un
cuore.
“Sei incredibilmente
scemo”, si era avvicinata al suo principe e aveva baciato quelle labbra al
sapore di cioccolato, poteva tutto fermarsi lì, ma la voglia del ragazzino
viziato di tenerla stretta tra le sue braccia e fare l’amore era troppa, così,
dimenticandosi di essere avvolto in due piumoni con in mano una tazza colma di
cioccolata calda se la rovesciò di sopra sporcando un po’
tutto.
Hermione scoppiò a
ridere incontrollatamente per la goffaggine di Draco Malfoy, ma quello,
liberatosi dall’aggroviglio di piumoni la prese di peso e la trascinò in bagno
dove le fece fare una doccia d’acqua gelata senza curarsi delle sue
proteste.
***
La dimora di Alessio
Ganelli non esprimeva il concetto di umile dimora.
Non era esattamente ciò
che in Inghilterra veniva chiamato Maniero e neanche ci si
avvicinava.
La dimora di Alessio
Ganelli era inclassificabile.
Era la notte del 31
Dicembre e il celebre Veglione di
Capodanno si sarebbe tenuto in quella casa.
“Quanta ricchezza che
devono ostentare questi nuovi ricchi…”, asserì Draco prendendo sottobraccio la
sua dama e avviandosi verso l’ingresso dove un paio di uomini cristallizzati davano il
benvenuto agli ospiti.
“Parli come se fossi il
figlio di un contadino…”, gli fece notare Hermione.
“Io sono il vero ricco
della situazione… Alessio Ganelli è solo uno che ostenta ricchezza quando non sa
dove sta di casa l’essere nobile!”
Hermione sorrise, e
quando vennero accompagnati nel grande salone delle feste, Draco Malfoy non potè
far altro che commentare il cattivo gusto
nell’arredamento.
***
La festa era nel pieno
del suo delirio.
Stefania stava giusto
delirando a proposito del cattivo gusto in fatto di donne del magnetico Draco
Malfoy.
“E’…è così
scialba!”
I truccatissimi occhi di
Stefania trafissero la fidanzata del capo intenta a scambiare qualche parola con
Giacomo Ghirlandi e la rabbia la invase.
Nessuna donna era mai
riuscita a catturare l’attenzione del misogino Giacomo Ghirlandi né tanto meno
era riuscita a farlo ridere.
Quella donna invece
sembrava avere il mondo degli uomini ai suoi piedi.
Giacomo Ghirlandi
sembrava essere stato rapito dalla parlantina della ragazza, il professor
Paroceti la ascoltava estasiato e agli occhi di quelli che l’avevano sempre
visto come una specie di mummia appariva come un comune mortale con la sola
voglia di godersi la festa, ma cosa ben più importante Hermione Granger era
amata da Draco Malfoy.
Era questa la cosa che
le rodeva più di tutte.
Aveva trascorso giorni a
pensare a come farla fuori, ma ancora nessuna idea era andata a farle
visita.
“Non è vero!”, disse
risoluta Melissa, “E’ una ragazza con un fascino particolare e poi dovresti
sentirla parlare di strategie finanziarie…”
Stefania la guardò come
se avesse detto che Jimmy Choo non faceva scarpe di
classe.
“Tu ti intendi di
strategie finanziarie?”
“No… però è bello sapere
che almeno lei non sarà costretta a finire a letto con qualcuno d’importante per
essere qualcuno”, ammise tristemente, facendo andare su tutte le furie la
collega che non perse tempo a stringerle il polso e ruggirle tutto il suo
disappunto.
“Noi non ci facciamo
scopare dagli uomini importanti per diventare qualcuno,
chiaro?”
Melissa la fronteggiò
con lo sguardo, “Cristallino, ma permettimi di pensarla così”, le disse prima di
afferrare la borsetta e dirigersi verso altri ospiti.
***
Draco Malfoy non aveva
mai trascorso un 31 Dicembre a quel modo.
Era estasiato da ogni
cosa o persona che lo circondava e si sentiva in una specie di mondo
parallelo.
Tutti innalzavano i
calici per i brindisi più assurdi, si davano a danze scalmanate, a giochetti
assurdi con la frutta e a trenini chilometrici.
Improvvisamente
l’atmosfera s’era fatta più romantica e Alessio Ganelli aveva invitato le coppie
in sala a tuffarsi nella magia di balli particolarmente
romantici.
Draco non aveva perso
tempo ad invitare la sua dama.
“L’Italia ti fa uno
strano effetto, te ne sei reso conto?”
“A dire il vero non è
l’Italia che mi fa uno strano effetto… sei tu Granger”
Il ballo era appena
finito e Aaron Bustworker gli aveva chiesto il permesso di danzare con
Hermione.
Draco glielo aveva
concesso e aveva iniziato a volteggiare con Melissa che stava iniziando a
innervosirsi per via di uno sguardo un po’ troppo insistente sulla sua schiena
nuda dove erano poggiate le mani del capo.
Inutile dire che lo
sguardo apparteneva a Stefania e che era livida di rabbia.
Il ballo non era ancora
finito, ma un’indisponente segretaria di
nome Stefania aveva strappato
l’amica Melissa dalle braccia del capo senza tanti complimenti e lo aveva
costretto a ballare con lei.
“Ti piace ballare,
capo?”
“Non
particolarmente”
“Ti muovi
bene…”
“Non so quale sia il tuo
concetto di muoversi… perché a dire
il vero stai facendo tutto tu…”
Draco era completamente
fuori di testa e di certo non era nelle condizioni mentali di capire che fine
avesse quello di strusciarsi contro le sue gambe.
Credeva di ballare senza
malizia, ma agli occhi degli altri di malizia ne era presente una gran
percentuale.
“Ti va di fare il
trenino?”, gli domandò suadente con le mani sul torace che risalivano lentamente
sul collo.
“Stefania non so…”, non
gli diede il tempo di esprimersi che si ritrovò coinvolto attaccato alle spalle
di un italiano impazzito.
Hermione aveva finito di
ballare già da parecchio e di certo non gli stava piacendo come la segretaria
flirtasse con il suo fidanzato.
Draco Malfoy era
proprietà privata e dallo strusciarsi della segretaria sembrava proprio che il
concetto fosse sfuggito a qualcuno.
***
Mancava meno di minuto
all’inizio dell’anno nuovo e Draco era da più di venti minuti che cercava di
capire cosa passasse nella testa di Hermione e capire il perché lo stava
ignorando.
“Hermione…”
Gli girava
maledettamente la testa e si reggeva a fatica in piedi.
Era da troppo che non si
riduceva in quello stato.
“Lasciami in
pace”
“Hermione…”
“Ti sei divertito
abbastanza con quella?”
“Quella?”
Hermione iniziò a
surriscaldarsi.
“Sì, la sgualdrina da
quattro soldi che ti ritrovi come segretaria…”, disse irata voltandosi, ma Draco
la afferrò per il polso costringendola a guardarlo.
“Dieci, nove, otto,
sette, sei…”
Si sentiva solo una
baraonda di persone e il loro conto alla rovescia mentre Hermione continuava a
guardare la faccia tosta di quello che doveva essere il suo fidanzato
fedele.
“Hermione…”
“Cosa Draco? Cosa?”
“…cinque,
quattro…”
Mancava davvero
pochissimo all’inizio del nuovo anno e sembrava che l’unica cosa che volesse
fare Hermione era quella di schiaffeggiare Draco; la mano stava per colpirlo, ma
lui fu più veloce, la strinse a sé…
“…tre, due, uno… BUON
ANNO!”
…e la
baciò.
“Evvivaaaaaaa è
arrivato Topo Gigiooooooo”
E sotto l’influenza
dello Zecchino d’oro vi ho partorito questo capitolo.
Purtroppo adesso
l’infante che è in me deve correre per dar vita ad una tesina e non posso
soffermarmi quanto vorrei.
Mi scuso per non aver
citato tutte le città d’Italia, ma probabilmente verranno visitate dai due
protagonisti in seguito J
Ringrazio chi ha
recensito lo scorso capitolo… cavolo, vi è piaciuto!
Ed io che credevo fosse
una schifezza -___-
Vi
adoro.
Kisses
|
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Capitolo 10 *** Come un servizio da tè ***
hiaua
-Come un servizio da
tè
“Hermione…”
Hermione entrò in casa e
si tolse il cappotto gettandolo malamente sul divano.
Fu un particolare che
non sfuggì all’occhio di Draco.
C’era qualcosa che non
andava e l’appena compiuto comportamento di Hermione ne era stato la
conferma.
“Possiamo parlare?”,
chiese pacato seguendola per la casa, ma la ragazza sembrava non sentirlo,
troppo presa com’era dall’andare lasciando i vari pezzi dell’abito indossato
alla festa per la casa.
“Hermione…”
Era anche arrivato il
turno del corpetto ed era praticamente rimasta nella sua provocante
lingerie.
Draco si massaggiò le
tempie lentamente prima di afferrarle il polso e cercare di capire cosa stesse
facendo o dimostrando lasciando pezzi di abiti per tutta
casa.
“Lasciami”
“Posso sapere cosa stai
facendo?”, domandò al limite della pazienza guardandola
intensamente.
Hermione voltò lo
sguardo verso la grande finestra per evitare quello sguardo che in quel momento
sembrava volesse sondare i suoi pensieri.
“Hermione…”, si avvicinò
maggiormente a lei senza lasciarle il polso e quando cercò di farla voltare lei
si ritrasse ancora una volta, “Hermione, cazzo, guardami!”
Il cuore che gli batteva
a mille e la paura che lo attanagliava per via del tono usato con la sua
dea.
Hermione si irrigidì e
voltandosi lentamente verso Draco, lui non potè non notare una lacrima che
scendeva a rigarle la guancia rosea.
“Draco…”
Il ragazzo si avvicinò
al suo viso e poggiò le labbra sulla lacrima solitaria, mentre Hermione rimaneva
inerme.
“Cosa ti è preso?
Dimmelo!”, la supplicò quasi.
Hermione iniziò a
rilassarsi e solo quando Draco la abbracciò trasmettendole tutto il suo amore si
sciolse e scoppiò in lacrime.
La prese tra le braccia
e la fece distendere sul letto sempre abbracciandola per farle capire che lui
era lì e che non se ne sarebbe andato.
“Draco… io non so cosa
mi è preso, non so cosa volessi dimostrare una volta rimasta senza alcun
indumento addosso… non so perché sono scoppiata a piangere…
io…”
La ascoltò senza dire
nulla ma le fece avvertire la sua presenza tenendola stretta sempre di più ad
ogni singulto e ad ogni silenzio.
Aveva pianto senza
fermarsi per parecchio tempo finchè non era crollata per il sonno e la
stanchezza, Draco al contrario non aveva preso sonno per tutta la
notte.
Era rimasto sveglio a
guardarla e a vegliare sul suo sonno.
***
Il profumo di caffè e di
un qualcosa di dolce appena riscaldato nel micronde misero in allerta i sensi
dell’Hermione dormiente.
Draco non era in grado
di fare certe cose quindi con molta probabilità qualcuno lo aveva rapito e
adesso le stava preparando la colazione.
Ripresa conoscenza notò
che aveva dormito in lingerie e che i suoi occhi erano gonfi di
pianto.
Non ricordava
assolutamente nulla della sera precedente, o almeno non ricordava niente dopo
che l’immagine di Stefania che flirtava spudoratamente con Draco s’era come
marchiata a fuoco nella sua mente.
Si decise comunque ad
indossare la camicia di Draco e scese in cucina dove lo trovò intento a spalmare
della marmellata sul pane tostato.
“Come mai ti sei dato
alla preparazione della colazione?”
“Non riuscivo a
dormire”
Hermione guardò il caos
che aveva creato: il pane bruciacchiato, la marmellata dappertutto, circa
quattro piatti distrutti, succo di zucca sul piano
cottura…
Draco era un disastro in
cucina, ma non era di certo quello il momento per farglielo
notare.
“Dura la vita senza
elfi?”
“E’ più dura senza
magia!”
“Come mai non hai
preparato la colazione con la bacchetta?”, chiese curiosa lei sedendosi su uno
degli sgabelli.
Draco le porse un piatto
con il pane tostato, “Se avessi usato la magia avrei finito dopo cinque minuti…
io volevo perdere quanto più tempo possibile!”
Hermione addentò il pane
tostato e inevitabilmente riuscì a sporcarsi gran parte del
viso.
“Non sai neppure
mangiare…”, celiò lui dall’alto della sua perfezione.
“Non è colpa mia se
c’hai spalmato mezzo barattolo di marmellata”, sbottò lei alzandosi in piedi in
cerca di una superficie riflettente.
“E dire che io volevo
solo essere gentile…”
“Hai qualcosa da farti
perdonare?”, domandò lei a bruciapelo con più serietà di quanto aveva previsto e
Draco aveva notato quel piccolo particolare presente anche la sera
precedente.
“Hermione, c’è qualcosa
che non va e non dirmi che non è vero perché ti conosco e so che stai
mentendo”
Hermione trasse un lungo
respiro e si voltò verso di lui.
“Hai ragione
Draco”
“Posso
sapere?”
Hermione
annuì.
“Ieri mi sono sentita
inadatta”, ci fu una breve pausa, “Ieri sera, quando hai ballato con Melissa
sono stata pervasa da una sottile gelosia, ma non è stato nulla di preoccupante…
la sensazione si è ingigantita quando tra le tue braccia c’era
Stefania”
“E’ solo per
un…”
“Lasciami
finire”
Draco si appoggiò alla
cucina ed Hermione continuò a spiegargli cosa le era preso la sera precedente
nell’umile dimora di Alessio
Ganelli.
“La mia mente è tornata
ad Hogwarts e a quando ti si vedeva in giro con la Parkinson o con la
sciacquetta del momento, ed è stato come credere che…”
Stava cedendo di nuovo
alle lacrime.
Draco invece non
riusciva a definire il suo stato, ma sapeva per certo quale fosse la conclusione
di quelle parole e non voleva che venissero dette.
Silenziosamente le andò
vicino e la strinse a sé cullandola tra le sue braccia.
Ehilà.
Perdonate il capitolo
corto e anche senza senso.
Ma di questi capitoli
contorti ce ne vogliono perché altrimenti non sapremmo mai che scherzi tira la
mente umana.
Detto questo, dico che
non c’è nessun baby Malfoy in cantiere e che vi ringrazio delle
recensioni.
Adesso devo
scappare!
Ho un paio di faccende
da sbrigare prima di cena e non posso soffermarmi.
Fatemi
sapere.
Kisses
|
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Capitolo 11 *** What time is it? ***
giulio
- What time is
it?
Le feste natalizie erano
giunte alla fine e ormai la vita lavorativa era nel pieno da ben una
settimana.
Hermione aveva un nuovo
incarico ed era stato traumatico sapere che esisteva qualcuno peggiore del
capriccioso Lucas Perabo.
Francis Whitefox
pretendeva la realizzazione delle cose più assurde e, solo dopo due cene di
conoscenza, Hermione aveva capito che non sarebbe uscita viva da
quell’incarico.
Blaise Zabini invece
aveva sommerso i propri amici di souvenir dall’Italia, e solo Theodore non aveva
trovato utile la rappresentazione in miniatura del
Colosseo.
Blaise aveva anche
istituito una specie di rito sacro ogni mercoledì.
Difatti ogni mercoledì
tutti i suoi amici erano costretti a recarsi a casa sua per una cena tutta
italiana preparata interamente da lui grazie ai consigli delle varie zie e
cugine.
Inutile dire che chi dei
suoi amici aveva l’obbligo di trascorrere il mercoledì sera in ufficio veniva
visto come una specie di divinità da pregare affinché la stessa grazia cogliesse
anche lui il mercoledì successivo.
Draco Malfoy invece era
tornato a convivere con la solitudine e andare in ufficio con la voglia di
uccidere qualcuno.
Il professor Paroceti
non faceva altro che invitarlo a pranzo e a cena e la cosa stata iniziando a
dare fastidio al caro collega Aaron Bustworker.
I giorni erano scanditi
dalla solita noia e Draco aveva trovato nella televisione un’ottima amica con
cui trascorrere il suo tempo.
Aveva anche trovato un
paio di ragazzi con cui organizzare sporadiche partite di Quidditch e in qualche
modo riusciva a sopravvivere alla solitudine e alla mancanza di Hermione e delle
serate con i suoi amici.
***
I giorni trascorrevano
così come i mesi e in tutto quel tempo Stefania non era ancora riuscita a far
suo il capo.
Aveva praticamente
provato con tutto e le suonava strano sentirsi dire dalle sue amiche che era
solo perché era ancora vergine che non finiva tra le sue gambe, ma per Stefania
quella scusa non era per niente convincente perché se davvero fosse stato
vergine allora sarebbe stato più facile da adescare.
“Capo, è stata convocata
una riunione d’urgenza, è gradito nella…”
“Ne sono già stato messo
al corrente”, rispose lui pragmatico non distogliendo lo sguardo da alcune carte
che stava precedentemente controllando.
Stefania fu costretta a
fare dietro front e non poter aggiungere doppi sensi allusivi alla conversazione
visto che per il capo la conversazione era finita.
***
Hermione in quei mesi
aveva perso di vista la sua vita privata.
Esisteva solo il lavoro
e non perché non voleva pensare ad altro, ma solo perché Francis Whitefox era
difficile se non impossibile da accontentare.
Tra lei e Draco c’erano
solo alcuni messaggi recapitati via gufo, poiché nessuno dei due aveva il tempo
di guardarsi intorno e capire che aveva anche una vita
privata.
Le visite via camino
erano diminuite e il tempo che si dedicavano era quasi
inesistente.
Harry, Ron, Blaise,
Adrian, David e persino Theodore si erano resi conto della situazione che
stavano vivendo i loro amici e così un venerdì sera decisero di invitare
Hermione a cena per farle trascorrere una serata senza pensare al lavoro e allo
stress che gli provocava.
Ovviamente non avrebbe
cucinato Blaise. Gli era stato severamente proibito.
***
Nel medesimo istante in
cui Hermione metteva piede a casa di Adrian e Theodore, Draco si accingeva ad
entrare nella sala in cui era stata indetta quella riunione che gli avrebbe
anche tolto il piacere di mangiare una pizza davanti alla sua nuova migliore
amica: la televisione.
***
“Fa freddo
fuori?”
“Sta
diluviando!”
Le cose ovvie non erano
percepite immediatamente dallo sguardo assente di Theodore e gli sembrava logico
chiederlo ad un’Hermione zuppa d’acqua per esserne certo.
Un forte odore di
spezzatino si era propagato nell’aria e la voglia di sedersi a tavola e
riscaldarsi con qualcosa di caldo si faceva via via sempre più
pressante.
“Chi sta cucinando?”,
domandò la ragazza a Theodore che intanto le porgeva un bicchiere con dentro
qualcosa che fungesse da aperitivo.
“Dovevo cucinare io, ma
Adrian ha preso il controllo di tutto perché crede che avrei potuto aromatizzare
la carne con strane spezie, poi è
arrivato Potter ed hanno iniziato a litigare sul tempo di cottura… adesso, dopo
parecchie liti di là in cucina ci sono Ron e David”
Hermione annuì e gli
sorrise, poi lui lasciò da sola nel salotto.
***
Nel medesimo istante, a
Firenze, stava per succedere qualcosa di drammatico, o almeno così avevano
predetto le stelle per il segno del Capricorno.
Aaron Bustworker era
terrorizzato dall’esito della riunione.
Era conscio di non aver
assolto esattamente i suoi compiti, ma di aver la bella vita sfruttando la sua
posizione.
Tutto dipendeva da quei
quarantacinque minuti di riunione.
“… i grafici parlano
chiaramente e so per certo che molti di voi si staranno chiedendo
cosa…”
***
Lo spezzatino era alla
fine risultato troppo aromatizzato, ma Hermione mangiò comunque tutto ciò che
c’era nel suo piatto, perché far presente ai suoi amici che la cannella non
serviva per insaporire la carne per lo spezzatino era del tutto fuori
luogo.
Era a cena con sei
uomini, ma quelle cene a mangiare cose strane, non le avrebbe cambiate per nulla
al mondo.
Era strano vederli tutti
a cena insieme che ridevano e scherzavano, ed era ancor più strano vedere tre
Grifondoro nel covo del gruppetto dei temibili Serpeverde, ma da quando s’era
legata un’amicizia forzata per via dell’unione di Draco e Hermione, era più
strano vederli separati.
D’altro canto i quattro
Serpeverde adoravano Hermione e in mancanza del loro Malfoy preferito, ognuno di
loro la trattava come se fosse una cosa preziosa da custodire
gelosamente.
Ovviamente non
l’avrebbero mai detto a Draco.
“E comunque la cannella
non va nello spezzatino!”
Era stato Theodore a
parlare e il suo suggerimento culinario fece risentire i due cuochi che avevano
dato vita alla cena.
“Mi fustigherò stanotte
per ciò che ho fatto, oh sommo chef! Ron, lo farai anche tu,
no?”
Ron rise e appoggiò in
pieno l’idiozia di David atto a prostrarsi al cospetto
dell’amico.
“Siete due idioti!”,
sbottò Blaise facendo levitare i piatti sporchi in cucina e distribuendo quelli
puliti per la torta al cocco che aveva preparato seguendo la ricetta datagli da
una sua zia.
“Hermione, ma non ti
manca Draco?”, proseguì Blaise e la domanda lasciò tutti sgomenti. Quale filo
logico-razionale aveva portato Blaise a fare quella domanda in quel
contesto?
Ognuno si dette la
risposta che più gli piaceva.
“Certo che mi manca”,
rispose imbarazzata.
“E perché non vai a
trovarlo?”
“Forse perché ho avuto
tanto da lavorare e…”
“Hermione”
“Sì?”
“Prenditi tre giorni di
riposo e corri da lui. Ce lo prometti?”
Hermione li guardò e per
non sprofondare in sentimentalismi, Adrian prese a raccontare della sua ultima
conquista sessuale.
Stavolta nella sua
trappola era caduta una medimaga del San Mungo, ma Blaise lo fece
tacere.
“Partirai
domani?”
Hermione si mordicchiò
il labbro, “Ok, ma dovrei avvertirlo…”
Blaise sorrise sornione,
“Meglio fargli una sorpresa!”
***
“… è per questo che
stasera stessa partirà per Zurigo!”
“Stasera?”
“Sì, è un Congresso di
tre giorni, si divertirà…”
“Ma…”
“E’ un problema signor
Malfoy?”
“No, per
niente!”
Giacomo Ghirlandi
sorrise.
“Perfetto!”
Vi annuncio che mancano
forse 5 capitoli alla fine di questa storia e poi sarete liberi da questa
maledizione.
Complimenti a chi ha
avuto il coraggio di leggerla e di recensirlaJ
Scusate la mia
telegraficità, ma sto troppo male.
Kisses
|
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Capitolo 12 *** Senza parte maschile ***
maschio
- Senza parte
maschile
Draco Malfoy era stato
mandato a Zurigo per un congresso di tre giorni e ancora stentava a
crederci.
Non aveva avuto modo di
farsi un minimo di bagaglio e non aveva neanche avuto il modo di avvertire
Hermione per dirle del momentaneo trasferimento.
Era solo stato
catapultato sul letto dell’albergo in cui avrebbe dovuto alloggiare e si era
addormentato di colpo, così appena sveglio aveva deciso di inviarle un gufo e
farle sapere che non era morto o stato rapito da qualche associazione che lo
voleva morto.
***
“Blaise, non c’era
comunque bisogno di dormire con me”, disse Hermione mentre il ragazzo le faceva
la valigia, “Potrei farmela anche da sola… e poi credo che Pansy mi
detesti!”
Blaise le sorrise
dandosi da fare per prepararle anche il beauty-case.
“Sciocchezze! Pansy ti
adora!”
E il concetto che aveva
di adorazione era altamente alterato, tanto da non accorgersi della furia
omicida che lampeggiava negli occhi della sua ragazza ogni qual volta si
nominasse il nome di Hermione.
“Sarà…”
“E adesso,
smaterializzati a Firenze! Buon viaggio!”
“Grazie”
***
Negli uffici della Ghirlandi&Co, Aaron Bustworker stava
dando di matto.
“E adesso dov’è quel
fascicolo?”, sbottò irato facendo cadere il vaso di fiori sulla scrivania
insieme al tagliacarte e alla tazza colma di caffè.
“Cazzo!”
Dal corridoio Stefania
si accorse delle urla che provenivano dall’ufficio del capo che in quel momento
stava seguendo una raccapricciante colazione di accoglienza nei grandi giardini
del lussuoso hotel svizzero, così decise di andare a vedere chi lo stava
mettendo a soqquadro.
“E’ permesso?”, chiese
gentilmente aprendo lentamente la porta, e solo quando Aaron le fece cenno di
accomodarsi entrò nell’ufficio.
“C’è qualcosa che non
va?”, domandò.
L’uomo si passò la mano
sudaticcia tra i capelli.
Era palesemente
disperato.
“Non riesco a trovare il
fascicolo per l’espansione della società in Germania”
“Hai provato a guardare
nei cassetti?”
“Il primo posto dove ho
guardato”, disse lui sempre più disperato.
Dopo minuti di
estenuante ricerca, Aaron Bustworker ebbe come una sorta di illuminazione
cerebrale.
“E se lo avesse portato
a casa sua?”
Gli occhi di Stefania
brillarono di malizia e gli si avvicinò suadente, “E se andassi a cercarlo?”,
disse facendogli l’occhiolino.
Aaron valutò l’offerta,
sapeva che non avrebbe dovuto darle il permesso, ma quel fascicolo gli serviva
maledettamente e poi non sapeva resistere a quelle movenze da felino
predatore…
Era così altamente… tossica.
“Va bene, ma fa
presto!”
E con un bacio sulla
guancia e una mano al di sotto della cintura dei pantaloni, si smaterializzò
nella villa di Draco Malfoy.
***
Stefania stava provando
la stessa sensazione che si prova da bambini nello scartare i regali di Natale,
e doveva ammettere che la residenza di Draco Malfoy era un bellissimo
regalo.
Il suo profumo era
ovunque, e poter sbirciare nella sua intimità le donava una strana sensazione di
gloria.
E mentre Stefania dava
un’occhiata un po’ dappertutto, Aaron sudava freddo nell’attesa dell’agognato
fascicolo, Draco stava maledicendo quella dannata colazione di benvenuto,
Hermione stava giusto per suonare il campanello di casa.
Avrebbe potuto benissimo
smaterializzarsi all’interno, ma l’effetto sorpresa sarebbe stato più forte se
gli avesse fatto credere di essere un vicino che richiedeva del
sale.
Driiin
Driiin
Aaron Bustworker le
aveva ribadito di non farsi notare da nessuno, quindi a nessuno avrebbe dovuto
aprire la porta, ma la curiosità è donna e non resistette nell’andare a vedere
chi era il seccatore.
Dallo spioncino vide il
visino della fidanzata del capo e nella sua testa piena di mascara si azionò una
specie di piano con il quale sarebbe di sicuro riuscita a farsi il
capo.
Dopotutto bastava poco
per far cedere un uomo… per quanto fedele potesse essere…
Di fretta e furia si
spogliò e si infilò sotto la doccia giusto il tempo di farle credere che usciva
da là sotto, poi si avvolse nell’accappatoio di Draco e lasciando il rubinetto
aperto andò ad aprire la porta.
“Desidera?”
“Vedere il mio
fidanzato!”, le disse sopingendola di lato ed entrando in
casa.
Stefania
sorrise.
Aveva la vittoria in
pugno.
“Oh, è sotto la doccia…
ci hai interrotti!”, disse con tono suadente, mentre Hermione fiammeggiava dalla
rabbia.
“Vi ho interrotti?”,
ripetè incredula mentre la mano
stretta a pugno era solleticata dalla voglia di distruggerle quel faccino
plastificato.
Si limitò a bussare alla
porta del bagno, da cui ovviamente non ottenne alcuna
risposta.
“Draco?”
Niente
“Apri questa dannata
porta e trova una spiegazione a questo!”, era fiammeggiante e il non ricevere
risposta la mandò ancora più in bestia.
Era così accecata che
non prese in considerazione l’idea che Stefania le avesse architettato tutto
facendola cadere nella sua trappola.
“Draco, cazzo, apri
questa cazzo di porta!”
“Non ti vuole parlare…
io rinuncerei!”
Hermione non disse
nulla, le sferrò solo un pugno dritta sul naso e si smaterializzò in lacrime a
Londra.
Ecco la risposta alle vostre
domande.
I piccioncini non si sono incontrati e Stefania ha
avuto un lampo di genio… se così può essere chiamato!
Fa molto commedia dei ritardi… ovviamente sempre e
solo Romeo&Giulietta J
Oramai non posso più vivere senza
Giulietta!
Poveretta!
I miei grazie più sinceri vanno alle mie care
recensitici, e strano ma vero, prevedo tante brutte parole nelle recensioni,
(sempre che me ne lasciate!).
Lucy Light, marygenoana, juju210, potterina_88_,
SiLvIeTT4, cipychan87, redRon e lenu88.
Grazie mille.
Kisses
|
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Capitolo 13 *** Paranoid ***
para
-
Paranoid
Non era esattamente
lucida.
Non corrispondeva alla
descrizione di quella che poteva essere una donna lucida
mentalmente.
Non sapeva dove aveva
trovato la forza di smaterializzarsi a Londra e non sapeva neppure il perché si
era andata a rifugiare nell’appartamento di Blaise.
Aveva provato da Ron e
Harry, ma Ron era in ritiro con la squadra, e Harry era ad un matrimonio con
Ginny, e di certo non era quello il momento per presentarglisi in lacrime
iniziando a tracannare vino e maledire Draco.
Blaise dunque incarnava
ciò di cui aveva bisogno, ma neanche lui era in casa e disturbare David e
Cassidy non era il caso.
Rimanevano solo Adrian e
Theodore.
***
Adrian non era in casa,
e ad aprirle la porta era andato Theodore con simpatici boxer su cui erano
disegnate foglie di marijuana e il solito profumo al
seguito.
“Ma tu non dovevi essere
a Firenze?”, le domandò porgendole una scatola di fazzolettini che qualcuno
aveva prontamente abbandonato in cucina.
“Dovevo… ma Draco era…
era in dolce…”, non riuscì a proseguire e scoppiò in un pianto
disperato.
“Vado a vestirmi… torno
subito e mi racconti cos’è successo, ok?”
Hermione annuì, e
nell’andare nella sua camera in cerca di qualcosa da mettere Theodore sapeva
bene quali erano i suoi limiti, e di certo non sapeva come consolare una
donna.
***
“Ciao”
Una voce armoniosa
distolse Hermione da alcuni pensieri che la stavano solo torturando
psicologicamente.
Alzò lo sguardo e una
ragazza dai corti capelli rossi, dagli intensi occhi verdi e dai numerosi
piercing, era avvolta in un accappatoio rosso e la guardava incerta: “Io sono
Carly, piacere”
“Hermione”, le porse la
mano prima di afferrare l’ennesimo fazzoletto e asciugarsi il
naso.
“E’ per colpa di un uomo
che stai così?”, le chiese mentre con disinvoltura versava dell’acqua calda in
due tazze.
Sembrava quasi
conoscesse quella cucina come le sue tasche.
“Ne vuoi parlare?”,
domandò porgendole una delle due tazze.
“Mi sento a pezzi… e non
saprei cosa dirti, non so nemmeno io cosa è successo… mi sembra così… così…
irreale…”, ammise tirando su col naso e cercando di ricostruire ciò che era
accaduto a Firenze meno di un’ora prima.
***
Nel medesimo istante un
gufo dal piumaggio marroncino era planato sul davanzale dell'’abitazione di
Hermione, e non trovandovi nessuno aveva ben deciso di appollaiarsi lì e
aspettare finchè non sarebbe arrivata.
Draco Malfoy invece era
appena uscito da una delirante riunione e l’unica cosa che avrebbe voluto fare
era scagliarsi un’Avada Kedavra per non dover sopportare oltre quelle atroci
torture applicate al suo stato psico-fisico da sadici uomini da
ufficio.
“Sarai dei nostri
stasera?”
Non ce la faceva davvero
più.
***
E mentre un gufo dormiva
sognando di giorni migliori e Draco veniva trascinato di locale in locale con la
sola voglia di sprofondare in un letto, una scena insolita si stava svolgendo a
casa di Theodore dove si erano riuniti anche gli altri ragazzi e stavano
cercando di consolare Hermione come solo un gruppo di amiche avrebbe saputo
fare.
E infatti tra
cioccolata, vino e fazzoletti, i quattro ragazzi stavano cercando di fare del
loro meglio dopo che Carly aveva dovuto abbandonare il suo ruolo di consolatrice
per andare a lavorare.
“E’ uno
stronzo!”
“Blaise, però sono
sicuro che c’è una spiegazione!”,disse Theodore accendendosi una delle sue
sigarette, e fu un gesto che fece perdere credibilità alla sua
frase.
“Che spiegazione
dovrebbe esserci?”, domandò animandosi Blaise.
“Sai perfettamente che
Draco è cambiato, no?”
“Lo
so”
“E sai benissimo che non
tradirebbe mai Hermione,
no?”
“Sì”
“E
allora…”
Blaise avrebbe voluto
dire di tutto contro Draco, ma nonostante tutto gli voleva bene e sapeva davvero
quanto era cambiato e che era totalmente pazzo di Hermione, e dunque non
riusciva a capire come avesse potuto finire a fare del sesso con la segretaria
italiana.
“Sai Theo, mi sfuggono
parecchie cose, ma so di certo che Hermione è nostra amica e che quando un’amica
subisce queste cose, le amiche la consolano mangiando cioccolato, bevendo vino e
dicendone di tutti i colori a quel poveretto…”
David sospirò forse un
po’ troppo rumorosamente, “Noi non siamo donne!”
“Siamo noi i suoi amici,
è così difficile da farvi capire?”
“Hai detto bene, Blaise,
siamo suoi amici non amiche”, ribattè David sorseggiando del
vino, “Questo è un compito per Pansy e Cassidy”, aggiunse con
convinzione.
“Non esageriamo! Sai
bene che quelle due la detestano, no?”, fece presente Theodore lanciando il
pacchetto di sigarette a Adrian, svaccato comodamente sul divano a mangiare
quanti più cioccolatini al liquore.
“Ecco che venite al mio
discorso…”, disse Blaise con sguardo vittorioso.
“Ok, hai vinto! Draco è
uno stronzo, e adesso? Che facciamo?”
Hermione era giusto
tornata dal bagno, “Di che parlavate?”, ma nessuno le rispose, solo Blaise andò
a circondarle le spalle con un braccio e le propose di fare un bel gioco in cui
avrebbe potuto sfogare il suo dolore.
***
“Io so solo… solo che se
non avrò sue notizie in questi due giorni… io… lo amo Blaise, ma davvero… non
sopporterei un tradimento, un suo
tradimento…”
***
Quella sera Hermione
dormì da Blaise, mentre numerose lettere di Ron e Harry erano arrivate con la
minaccia di ridurre il furetto in pelliccia per dame
purosangue.
Hermione e i pugni
ormai sono una cosa sola.
Non mi ero mai
concentrata sul fatto che in ogni mia storia Hermione tira pugni con la stessa
frequenza di un pugile professionista! U_u
Non è un problema,
giusto?
Ringrazio chi mi ha
proposto di iscrivermi al S.A.S! E’ una buona idea, ma siccome voi siete buone
mi starete sempre vicino, vero?
Adesso devo scappare.
L’università chiama!
Ringrazio tutti, anche
i nuovi recensitori, (Non sparite, fatemi sapere che ve ne pare di questo
improvvisato gruppo di amiche**)
Kisses
|
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Capitolo 14 *** A quale indirizzo si trova Hermione?! ***
a
A
quale indirizzo si trova Hermione?
Erano trascorsi i due
giorni, e Draco Malfoy aveva esultato di gioia quando aveva sentito mettere la
parola fine a quel congresso maledettamente stancante e
noioso.
Non aveva ricevuto
notizie da Hermione, e nonostante il sonno che sembrava divorarlo, voleva
assolutamente sapere cosa diavolo era successo visto che lei non aveva mai
tardato con le risposte e non rispondeva nemmeno alle chiamate via camino,
quindi aveva ben deciso di deviare il suo percorso di smaterializzazione e fare
una capatina a Londra, precisamente a quell’indirizzo che lo faceva sentire
felice e stranamente se stesso.
“Draco?”
“Posso farti una
domanda?”
“Certo”
“Qual è l’indirizzo
dell'’amore?”
“Londra
Magica, 7 ArsMagica Terrace”.
“Ti amo, Draco”
***
L’appartamento era
completamente al buio e sembrava che le finestre non venissero aperte da giorni
per cercare di far cambiare l’aria, ormai viziata.
Diretto in cucina notò
che la piantina a cui Hermione era particolarmente devota, aveva visto giorni
migliori e che nella loro stanza sembrava avessero fatto una visitina i predoni
del deserto.
C’era qualcosa che non
quadrava, anche perché il gufo che le aveva spedito giorni fa era ancora
appollaiato sul davanzale e sembrava non essersi mosso minimamente da
lì.
Una sola domanda
frullava nella mente di Draco: dove era finita Hermione?
***
Aveva cercato di fare
mente locale e l’unica cosa che gli rimaneva da fare era mettere piede a casa di
Potter, dopotutto era sempre la sua migliore amica anche se trascorreva il tempo
ad aiutare i più deboli e pastrugnarsi con la più piccola di casa
Weasley.
Era stata una decisione
ponderata, ma per trovare Hermione avrebbe fatto qualsiasi
cosa.
Harry Potter non stava
di certo cercando una soluzione per ridurre la criminalità mondiale, anche
perché l’espressione da beota, i capelli arruffati, gli occhiali storti, un paio
di boxer e delle infradito piuttosto colorate ai piedi non gli davano quella
vaga espressione che avrebbe potuto sfoggiare un uomo intento a cercare una
soluzione per ridurre la criminalità mondiale.
“Malfoy”, lo ringhiò
quasi, e benché Draco sapesse che Potter lo detestava si aspettava un tono di
voce molto più docile.
“Potter, sapresti dirmi
dov’è Hermione?”, si disse che era molto meglio andare dritto al sodo, invece di
perdersi nelle solite battutine stupide da adolescenti con seri problemi di grandezza.
Harry rise sarcastico,
“Mi chiedi… dov’è Hermione?”
“Già, sai darmi la
risposta?”
Harry si accarezzò
pensoso il pizzetto, “Vediamo… uhm, magari sta facendo sesso sotto la doccia con
il suo segretario italiano… oh forse… uhm, forse stanno cucinando nudi una bella
pizza… oppure…”
“Potter, non ho tempo
per i tuoi deliri… dov’è Hermione?”
“Fottiti,
Malfoy”
E lo sbattere della
porta non suggerì a Draco di provare a parlare nuovamente a quel
troglodita.
Magari Ron Weasley
sarebbe stato più esaustivo.
***
Il grande campo da
Quidditch ospitava la squadra dei Cannoni di Chudley, di cui Ron era il
portiere, per gli allenamenti.
Il tempismo di Draco
aveva fatto in modo di trovare il portiere intento a bere dell’acqua per
rinfrescarsi.
“Ehilà Weasley”, doveva
essere il più amichevole possibile, non sapeva se aveva la luna storta come il
suo caro amichetto occhialuto.
“Malfoy”, pronunciò con
sdegno.
“Hai per caso visto
Hermione?”
Ron lo guardò dall’alto
in basso e nel suo sguardo poteva benissimo leggersi la voglia che aveva di
scagliargli una maledizione.
“No, e se lo sapessi non
te lo direi!”, gli disse con odio voltandosi dall’altra parte del campo per
evitare di incrociare quella faccia da schiaffi.
“Senti Lenticchia.. tu
non piaci a me ed io non piaccio a te, ma Hermione è la mia fidanzata e pensavo
avessimo chiarito questo punto…”
Ron si voltò verso Draco
con sguardo sarcastico, “Io so che Hermione è la tua fidanzata, ma
tu?”
Draco non capì, avrebbe
voluto ribattere qualcosa, ma ormai gli allenamenti erano ripresi e aveva come
la sensazione che se avesse aggiunto altro si sarebbe ritrovato ad essere
colpito al posto delle pluffe.
***
Se avesse subito pensato
a David si sarebbe sicuramente risparmiato due spiacevoli
incontri.
Non che David fosse il
migliore amico di Hermione e fosse a conoscenza di ogni spostamento della
ragazza, ma Draco era fiducioso.
“Tu… tu mi stai
chiedendo dov’è Hermione?”, gli chiese incredulo alzandosi dalla sua poltrona
sulla quale era comodamente seduto.
La reazione dell'’amico
venne collegata istintivamente alle precedenti reazioni di Potty e Lenticchia, e
un piccolo e insignificante particolare si fece spazio nella mente del giovane
Malfoy.
Poteva cercare di
comprendere le stupide e immotivate reazioni di quei due cerebro lesi, ma quella
di David, uno dei suoi migliori amici, non aveva nessuna
spiegazione.
“La domanda non mi
sembra complicata!”, si limitò a dire guardandolo come se fosse un frigorifero
parlante che si accingeva a ballare il Lago dei Cigni.
“Draco…”
“Ciao Draco, ma non eri
a Firenze?”, il ragazzo interpellato si voltò verso Cassidy, appena tornata da
un estenuante pomeriggio all’insegna dello shopping
sfrenato.
“Sì, ma sono tornato
per…”
“Meraviglioso! David, mi
aiuteresti con tutti questi pacchi?”
E quella domanda non
poteva essere proferita in un momento più perfetto di
quello.
Si era salvato per un
pelo, e sorridendo al suo amico, spariva con una quantità indegna di pacchi e
borse nella camera da letto, costringendolo così ad andare a cercare Hermione da
qualche altra parte.
Era più doloroso di
quanto pensasse
***
Una logica irrazionale
si era impadronita spudoratamente della sua mente.
Stava arrivando a dare
per scontato che Hermione fosse scappata in Tibet per diventare un monaco e bere
latte di Yak.
Aveva anche creduto che
in realtà amare Hermione era solo una sua mera illusione, ma forse, era più
confortante pensare a lei come un probabile monaco
tibetano.
“E perciò…non sai dove
possa essere?”
Adrian stava sudando
freddo.
Sapeva dov’era Hermione,
ma era combattuto.
Draco era uno dei suoi
migliori amici, ma non riusciva a vedere quella probabile scappatella con la
procace segretaria italiana come un qualcosa di normale che potesse rientrare
nella categoria: pulsione
sessuale.
Era addirittura
impensabile.
Lui era uno di quelli a
cui non fregava un bel niente delle donne, e una sana scopata con una procace
segretaria italiana nonostante una relazione importante non lo aveva mai
disgustato, ma si trovò ad ammettere che Draco lo disgustava, perché grazie a
ciò che Hermione era riuscita a fare sul suo cinico migliore amico… beh… allora
aveva iniziato a credere che esisteva davvero l’indirizzo dell’amore, e che lui
doveva solo cercare meglio.
“Sarò sincero… lo so, ma
non te lo dirò!”
Il viso di Draco era
contratto in una smorfia di rabbia.
Era arrabbiato con i
suoi amici, con Hermione, con Potty e Lenticchia, con il suo nuovo lavoro, con
la distanza…e anche con se stesso.
Soprattutto con se
stesso. Perché se Hermione non voleva vederlo allora aveva combinato qualcosa di
veramente grave.
“Ci vediamo, Adrian”, e
così dicendo sbattè violentemente la porta.
Adrian avvertì il peso
di un macigno sullo stomaco
***
Avrebbe voluto chiedere
a Theodore, ma aveva paura di avere la stessa risposta che gli avevano già
dato.
Era stanco.
Davvero.
Improvvisamente la porta
dell’appartamento si aprì.
“Draco”
Alzò lo sguardo e vide
Theodore affannato e gocciolante, con un solo asciugamano a ricoprirgli le
vergogne.
“Theo”
Di sicuro Adrian non
approvava ciò che stava per fare theodore, ma il ragazzo castano se ne infischiò
bellamente.
Nonostante tutto, non
riusciva davvero a credere che avesse potuto cedere alle grazie di una insulsa
donna dopo che aveva l’amore di una donna come Hermione
Granger.
“E’ da
Blaise!”
Draco gli sorrise e a
Theo bastò quello, nonostante Adrian aveva minacciato di trasfigurare tutto il
suo fumo in Sali da
Bagno.
Chiuse la porta e guardò
il ragazzo con la bacchetta alla mano.
“Non m’importa di quello
che farai…”
Adrian
sorrise.
“Hai fatto la cosa
migliore”, si limitò a dire prima di andarsi ad accendere una sigaretta nella
solitudine del terrazzo.
***
“So che Hermione è
qui!”
Blaise lo guardò con
fare interrogativo.
“So che è
qui!”
“Draco…lei…
non…”
Draco rimase interdetto
dalla voce tremula usata dal ragazzo moro.
Si comportavano tutti in
maniera troppo strana con lui.
“Devo
parlarle!”
“Lei non
vuole!”
Improvvisamente una
piccola mano si posò sulla spalla di Blaise.
“Grazie Blaise, anch’io
ho qualcosa da dirgli.”
Per le vostre pene
d’amor perduto potete sempre rivolgervi al gruppo di amiche più strano che possa
esistere^^
Sono davvero contenta
che il capitolo scorso vi sia piaciuto tanto tanto, soprattutto il magico
quartetto, ma adesso ditemi, cosa ne pensate di
questo?
Spero anche che la
velocità con la quale ho postata sia stata di vostro
gradimento.
Un grazie mega a:
potterina_88_, SiLvIeTT4, marygenoana, AuraD, buffy88, juju210, koala3,
lenu88.
E adesso vado a
cucinare^^ Avvelenerò
qualcuno?
Kisses
|
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Capitolo 15 *** Paura ***
paura
- Paura
Il cuore le batteva
all’impazzata, si sentiva soffocare e avrebbe solo voluto scendere da quella
giostra di sensazioni contrastanti e avere il coraggio di mettere a tacere ciò
che provava.
L’aveva tradita e averlo
davanti la disgustava maggiormente, ma doveva parlargli, dopotutto non
condividevano più nulla e aveva anche una voglia matta di sentire le sue stupide
spiegazioni su quanto era accaduto con la procace segretaria
italiana.
“Hermione… non mi sono
chiare parecchie cose…”
La ragazza si voltò e
uno sguardo assassino trapassò i suoi occhi di ghiaccio.
Lo avevano ferito più di
quanti avesse potuto fare un fiume di parole intrise di
odio.
“Con quale coraggio sei
venuto qui?”, domandò furente.
Draco trasse un lungo
respiro.
Era semplice: non
capiva.
Non poteva
capire
“Non parli? Eppure ne
avresti di cose da raccontare… la vita che conduci a Firenze ha delle sfumature
interessanti!”
“Dove vuoi andare a
parare, Hermione?”
Hermione gli voltò le
spalle e prese a guardare il paesaggio fuori dalla grande finestra, dove si
stagliava un’immensa foresta.
Era inquietante come
paesaggio.
“Pensavo che per te
Firenze fosse solo lavoro.”
Gli occhi di Draco si
ridussero a due fessure.
Odiava non capire e lei
si stava mostrando piuttosto criptica.
“E cos’altro dovrebbe
essere?”
Suonava come una domanda
retorica, e lei emise un risolino che lo fece rabbrividire per il gelo che
trasmetteva.
“Non lo so, Draco.
Dimmelo tu…”
“Non so di cosa tu stia
parlando!”
“Non lo sai?”, ripetè
lei con voce quasi isterica.
Lui scosse la testa, non
sapeva cosa ribattere benché sapesse di essere innocente.
Non sapeva cosa stava
accadendo e la furia, la frustrazione e la tristezza palese della donna che
amava non riuscivano a farlo reagire.
Era come sotto
incantesimo.
Non aveva voglia di
difendersi, anche e soprattutto perché non sapeva il crimine
commesso.
“Draco, basta con le
bugie! Sei stato bravo a mentire, mi hai addirittura fatto innamorare di te… ed
io stupida che credevo che tu fossi cambiato, che io ero l’unica per
te…”
“Tu sei l’unica per
me!”
“Oh per favore”, sbottò
la ragazza, “Hai un concetto di unico un po’ distorto!”
“E allora spiegami qual
è il reale concetto di unico, Granger!”
Si stavano fronteggiando
e non riuscivano neppure a smettere di guardarsi.
Era il loro primo grande
litigio?
Beh…Draco avrebbe anche
voluto sapere per cosa diamine stavano litigando, ma sembrava non esserci nessun
verso per farlo dire da quelle labbra che comparivano spesso nei suoi
sogni.
Poi, Hermione distolse
lo sguardo da quello di lui.
Quegli occhi grigi erano
sempre stati letali, ma c’era un particolare che non riusciva a sfuggire dalla
mente di Hermione.
Ad Hogwarts, Draco
Malfoy, non era di certo stato un campione di coraggio.
Era subdolo e vigliacco,
ma da quando aveva imparato a conoscerlo, sapeva che se non era l’artefice di un
crimine, reagiva in tutt’altro
modo.
E di certo non la
guardava con quello sguardo.
“Draco… sono molto
confusa.”, disse voltandosi, e quella fu la frase che lo fece innervosire
inverosimilmente, perché se c’era qualcuno confuso in quella stanza, quello era
lui-incriminato di un delitto mai commesso- e non lei.
L’afferrò per il braccio
e la costrinse a sostenere il suo sguardo di ghiaccio.
“Io sono confuso, perché
non so nemmeno perché stiamo avendo questa discussione.”
“La tua intelligenza è
pari alla tua bellezza, trai le conclusioni.”, disse tristemente cercando di
liberarsi dalla stretta di Draco senza però riuscirci.
“Hermione…”
“Draco, te la sei
scopata o forse avete fatto l’amore… o forse hai scopato me ed io sempre creduto
che facessimo l’amore… non so…”
Sciaff
Quella mano che aveva
baciato più volte e che più volte l’aveva accarezzata e toccata facendola
sentire amata, si era infranta contro la sua guancia
rosea.
Un dolore lacerante al
petto e quello schiaffo che l’aveva fatta rinsavire per un
istante.
Aveva davvero
pronunciato quelle parole?
Lo sguardo di Draco era
furioso, mai lo aveva visto in quello stato.
Lo aveva ferito. Lo
sapeva.
“Come cazzo puoi aver
solo pensato una cosa del genere?”
Aveva le mani tra i
capelli e una voglia disperata di scoppiare a piangere distruggendo tutto ciò
che incrociava il suo sguardo di fuoco.
Hermione non aveva
davvero pronunciato quella frase. Non era stata lei.
“Hai idea di quello che
rappresenti per me, Hermione?”
Immobile.
“Hai una vaga
idea?”
Hermione venne scossa
dal tono della sua voce.
Era roco,
alterato.
“Draco… tu non ti sei
scopato la segretaria, vero?”
Piangeva e tremava, e
sembrava così piccola e fragile.
Una freccia infuocata
colpì quel muscolo che pulsava solo da quando aveva capito di amarla più della
sua stessa vita.
“Hermione, come potrei
guardare un’altra donna che non sia tu?”
Piangeva
disperatamente.
Aveva paura. Paura che
un’oca alla stregua di quelle che si scopava ad Hogwarts, lo portasse nella sua
tela.
Aveva paura e sapeva che
non doveva averne, ma la paura è irrazionale.
E lei si sentiva
sprofondare sempre di più, perché non poteva farsi manovrare dalla
paura.
Lei era Hermione
Granger. Era fin troppo razionale.
“E adesso dove vai?”,
domandò vedendole aprire la porta.
Lei si voltò
rivolgendogli un sorriso sghembo.
“Ho bisogno di
tempo”
Non riusciva ancora a
capire.
Improvvisamente sentì le
labbra di lei sulle sue.
Un lieve bacio a fior di
labbra. Dolce.
“Ti prego”, disse
guardandolo negli occhi e lui non riuscendo a dirle niente la vide sparire oltre
la porta; rimase qualche minuto a guardare laddove era sparita e poco dopo si
smaterializzò nel suo ufficio a Firenze.
E Draco non c’ha
capito una beneamata mazza! Yahoo!
Non so perché, ma ho
la vaga impressione che anche voi –mie adorate lettrici- c’avete capito
poco.
Beh ditemi un po’ cosa
avete capito e cosa no.
Sono curiosissima di
sapere che cosa ho combinato! ^^
Ringrazio: cipychan87,
potterina_88_, AuraD, marygenoana, lenu88, buffy88, koala3, juju210 e
BaD_eVal_
Chi aspettava la
riappacificazione… deve aspettare un altro po’!
Non
abbandonatemi!
Kisses
|
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Capitolo 16 *** The day after tomorrow ***
day
-The day after tomorrow
L’ufficio era nelle
stesse condizioni della sua camera nel dormitorio Serpeverde la sera del
fantomatico ballo.
Non riusciva a credere a
ciò che Hermione aveva detto.
Non riusciva a credere
che quelle parole fossero state realmente pensate e vomitate dalla donna che
amava.
Draco si guardò intorno
e ciò che vide non gli piacque per niente: aveva distrutto praticamente tutto e
specchiandosi nella lucida vetrata riuscì a scorgere il suo volto rigato dalle
lacrime e la rabbia vivida nei suo occhi.
Stava male e neanche il
tagliacarte che aveva trasfigurato in un pacchetto di sigarette era riuscito a
calmarlo.
Le aveva fumate tutte
una dopo l’altra ma nessuna sembrava avere il potere di rilassare i suoi nervi
contratti dalla rabbia.
Solo la mattina seguente
era riuscito a ripercorrere serenamente
la discussione avvenuta con Hermione.
Guardò la sua mano,
colpevole.
Ripensò alle parole
vomitate.
Ripensò al suo sguardo,
al suo corpo tremane e riuscì a fare una sorta di
collegamento.
Hermione aveva parlato
di cose che Draco avrebbe dovuto sapere ma che in realtà ignorava e che quindi
le sue parole erano state pesanti proprio per colpirlo e fargli male perché,
anche se lui non sapeva, lei aveva sofferto per colpa sua.
Una serie di eventi si
fecero spazio nella sua mente dilaniata da un mal di testa particolarmente
feroce, ma l’unica cosa a cui riusciva a pensare era il Congresso a
Zurigo.
C’entrava sicuramente
qualcosa in quell’aggroviglio di pensieri e quasi sicuramente qualcosa era
andato storto quando aveva mandato il gufo a Londra.
Pop
“Draco”
“Ciao
Theo”
“Come
stai?”
Draco si guardò un po’
intorno.
“Sono nella stessa
condizione di questo ufficio”
Theodore si guardò
intorno seguendo lo sguardo dell'’amico e siccome la stanza si presentava
completamente distrutta, ne dedusse che Draco non doveva stare
benissimo.
“Draco… ho come
l’impressione che tu non sappia cosa sia successo, vero?”
Domandò sedendosi
cautamente su un divanetto ormai quasi del tutto
bruciacchiato.
Draco volse lo sguardo
al soffitto, probabilmente per ricacciare le lacrime.
“Già…”
“Ho parlato con il
professor Paroceti…”
“Come hai fatto? E’
praticamente impossibile.”
Theo sorrise, “E’ un
vecchio amico di famiglia, deve molto alla famiglia Nott”
I muscoli di Draco si
tesero e decise di sprofondare nella sua poltrona girevole facendo comparire due
tazze di tè fumante.
Theo si accinse a
prenderne una e proseguì, “Mi ha detto che sei stato mandato a Zurigo con
quindici minuti di preavviso…”
Draco picchettò
nervosamente le dita sulla superficie della scrivania ascoltando le parole
dell’amico.
“…nello stesso istante
Blaise esortava Hermione a farti una sorpresa presentandosi a casa tua e passare
insieme il week-end…”
“E lei non ha mai
ricevuto la lettera perché quando il gufo planava a casa nostra lei si trovava a
Firenze, giusto?”
Theo annuì e bevve
dell'’altro tè.
“Ok, ma cos’è successo
quando è arrivata qui a Firenze? Io non c’ero e non condivido la casa con
nessuno…”
Si presela testa tra le
mani che continuava a pulsare maledettamente.
“Qualcuno
c’era”
“Chi?”
“Hermione è venuta da me
in lacrime e tra i singhiozzi ha raccontato che tu eri sotto la doccia con una
certa Stefania”
“Stefania…”
Il ghigno che lo aveva
sempre contraddistinto si ridisegnò sulle sue labbra.
“Chi è questa
Stefania?”
“La vuoi
presentata?”
Theo non capì, ma
assecondò l’amico che aveva fatto partire una specie di suono dalla sua
bacchetta per richiamare la procace segretaria.
Quando la porta
dell'’ufficio si aprì, si presentò Stefania in una fascia che doveva avere le
stesse funzioni di una gonna, la camicetta che non lasciava spazio
all’immaginazione e il reggiseno probabilmente di una taglia più
piccola.
“Buongiorno signor
Malfoy”
La ragazza si guardò
intorno, ma non osò chiedere cosa fosse accaduto; “Desidera qualcosa?”, proseguì
melensa.
Draco la guardò
compiaciuto mentre Theo stava cercando di capire se le ragazze italiane erano
tutte simili puttane.
“Dovresti cercarmi il
fascicolo per l’espansione della società in Germania”, disse con voce ferma ma
altamente e studiatamente
sensuale.
“E’ a casa sua nel
mobile in noce accanto al televisore del salotto”
Draco si massaggiò il
pizzetto mentre Theo non aveva capito una parola di quella
conversazione.
“Stefania, come fai a
sapere dove si trova con così tanta precisione e cura nei particolari? Ho forse
mai detto di avere un mobile in noce accanto al televisore che c’è nel mio
salotto?”
Theo sorrise all’amico e
notò la segretaria sprofondare nell’imbarazzo.
“L’ho forse detto,
Stefania?”, domandò di nuovo lui con ferocia nello
sguardo.
“N-no”, sussurrò
lei.
“E come fai a
saperlo?”
“Io…io…”
Draco si alzò dalla sua
postazione e le si avvicinò mordace.
“Qualcuno dei tuoi spasimanti ti ha
mangiato la lingua?”, insinuò velenoso.
Lei negò con la
testa.
Era stata umiliata dal
suo capo,un ragazzo troppo giovane che sembrava avere l’esperienza di vita di un
uomo di quaranta anni.
“Visto che abbiamo
appurato che la tua lingua è intatta, perché non mi spieghi la dinamica dei
fatti che ti hanno portata in casa mia?”
Stefania si morse il
labbro inferiore.
“Bustworker cercava il
fascicolo e mi sono offerta per andarlo a prendere…”, disse con voce
flebile.
“Bustworker sapeva..”,
prese a dire Draco con la rabbia che ribolliva nel sangue, ma lei fu più
veloce.
“Bustworker non c’entra
nulla, sono stata io… io l’ho sedotto e lui s’è convinto, lui sapeva che non
avrebbe dovuto darmi il permesso, ma…”
“… voleva finire tra le
tue gambe!”, suggerì Theo che aveva acchiappato il filo del
discorso.
Stefania annuì rossa in
volto e preda dell'’umiliazione.
Draco si massaggiò il
viso, era visibilmente stanco, ma più che andare a dormire gli premeva sapere
cosa era successo in casa sua, senza di lui, con la sua
Hermione.
“Hai aperto la porta a
qualcuno quando ti sei introdotta in casa mia?”, riprese malevolo girandole
attorno come un avvoltoio.
“Sì”, ammise con voce
tremula.
“A
chi?”
Lei deglutì, “Alla sua
fidanzata”
“E cosa è successo tra
voi?”
“Le ho fatto credere
che… le ho fatto… le ho detto che io e lei eravamo…”, le si formò un gruppo in
gola e gli occhi dei due ragazzi non la aiutavano di
certo.
“Eravamo?”, la incitò
Theo.
“… sotto la
doccia”
“Immagino a fare sesso,
dico bene?”
Stefania
annuì.
Draco guardò per qualche
secondo fuori dalla finestra e si perse ad ammirare la città di Firenze
dall’alto.
Sembrava calmo e Theo
sapeva che lo era davvero.
“Grazie per il racconto
signorina Ferretti”
“Po-posso
andare?”
Draco non la guardò,
continuava a tenere lo sguardo incollato al paesaggio.
“Sì”
Sentì il rumore della
porta che si apriva e si voltò di scatto; “Quasi dimenticavo signorina
Ferretti…”
Stefania lo guardò a sua
volta, speranzosa.
“Lei è
licenziata”
***
Erano rimasti soli
nell’ufficio distrutto e Theo stava fumandosi una sigaretta in attesa che il suo
amico parlasse.
Lo conosceva abbastanza
da sapere che Draco aveva bisogno del suo tempo per riavere il controllo della
sua mente.
Era stato abituato a
determinate cose da bambino, la sua educazione era stata molto severa e da
quando si conoscevano sapeva che parlargli non sarebbe servito a
niente.
“Potrebbe essere tutto
risolto, ma non lo è…”
Theo ciccò la
sigaretta.
“Credi che Hermione non
terrà conto della realtà dei fatti?”, domandò.
“Conosco Hermione e so
che la sua paura più grande sono le puttane di cui mi sono sempre circondato e
che continuano a ronzarmi intorno.”
Theo si stropicciò gli
occhi sperando di capire quelle parole.
Lui di donne non capiva
niente, ma stranamente gli andava bene così.
“Lei non è un’oca e
alcune volte, nonostante la sua intelligenza, crede di non essere all’altezza di
quelle che sono state le mie bamboline”
“Lei non è la tua
bambolina…”
Draco
sorrise.
“Non lo è mai stata lei
lo sa, ma la sua paura è irrazionale ed io non so come aiutarla per eliminare
questi tarli dalla sua testa”
Quale secondo di
silenzio li avvolse, mentre fuori dalla finestra stormi di rondini cinguettavano
quasi fastidiosamente.
“Và da lei… e anche se
Blaise e gli altri sono stati particolarmente irriverenti nei tuoi confronti,
beh… sappi semplicemente che le vogliono un gran bene”
Draco gli si avvicinò e
lo abbracciò di slancio lasciando che la sigaretta che teneva tra le labbra gli
bruciasse il maglioncino grigio che indossava.
***
Non passava una notte
intera a piangere da secoli e tutto le sembrava così stramaledettamente
sbagliato che non riusciva a pensare in maniera razionale.
Aveva paura, era una
costante che l’aveva sempre assillata.
I suoi capelli crespi e
la sua dentatura da castoro erano state le sue croci e solo quando aveva
scoperto di amare il suo migliore amico aveva acquistato un po’ di coraggio, ma
poi, quando lui si era fidanzato con Lavanda Brown, le sue certezze erano
crollate miseramente e non perché il ragazzo che amava aveva preferito un’altra,
ma perché quell’altra non era il ritratto dell'’intelligenza, ma della
bellezza.
Era sempre stato così e
quando Draco Malfoy era piombato nella sua vita, era stato tutto fin troppo
perfetto.
Draco Malfoy era il
desiderio proibito di ogni ragazza e lei, la secchiona so-tutto-io, era riuscita
ad ammaliarlo e farlo innamorare di lei, di una bellezza semplice che adorava
leggere invece di stare a perdere ore davanti ad uno specchio per cercare di
rendere lisci i suoi capelli o curare la sua pelle con impacchi Catervinia
selvatica.
“Hermione”
Lei alzò lo sguardo e lo
vide.
Era lì davanti a lei e
non s’era nemmeno resa conto del rumore che produceva la
Smaterializzazione.
“E’ stato tutto un
fraintendimento… un equivoco…”, spiegò lui.
Lo sguardo vitreo di lei
però non lo aiutava ad andare avanti.
“Hermione…”
“Draco, mi dispiace per
ciò che ti ho detto, sono stata una merda… ma ti prego, io ho bisogno di
tempo…”
“Tempo per cosa?”,
domandò lui confuso.
“Io ho paura e non
posso…”
Draco la fece alzare e
la strinse forte a sé, “Hermione, ti amo”
“Ti amo anch’io”, disse
tra i singhiozzi mentre le lacrime bagnavano il maglioncino di
Draco.
“E
allora…”
“Ho bisogno di
tempo”
Care ragazze, perdonate l’immenso
ritardo.
Spero non vi siate estinte e continuiate a leggere e
dirmi cosa ne pensate.
Purtroppo non posso ringraziarvi singolarmente, ma
sappiate comunque che vi adoro e che probabilmente il prossimo capitolo sarà
l’ultimo.
Un grazie di cuore.
Kisses
|
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Capitolo 17 *** Il cibo non è una priorità! ***
cibo
Il cibo non è una
priorità!
Era trascorsa quasi una
settimana e di Hermione non ne aveva più avuto notizie.
David e Theodore avevano
trascorso qualche giorno con lui per cercare di farlo riprendere, ma sembravano
aver fatto un buco nell’acqua: Draco non era in sé e aveva assunto le sembianze
di un vegetale.
Il professor Paroceti e
Aaron Bustworker continuavano a chiedere di lui, ma lui aveva annunciato di
essersi preso qualche giorno di malattia senza lasciare spiegazioni di alcuna
sorta specialmente su ciò che riguardava il licenziamento di Stefania
Ferretti.
“Ho preparato la
zuppa”
“Uhm…”
Theodore aveva scoperto
di possedere notevoli doti culinarie, ma l’espressione che aveva assunto, ormai
sepolto da alcuni plaid da diversi giorni, sembrava quella di un condannato a
morte che sapeva che dentro la zuppa avrebbe trovato la morte data per via di un
potentissimo veleno al sapore di noce moscata.
“Draco, non mangi da
giorni…”
“Theo, prendilo come una
sorta di sciopero della fame, immagina che io sia ridotto così per via di
qualcosa di… uhm.. politico!”
L’amico lo guardò
sconsolato e lavò le stoviglie con un colpo di bacchetta, poi, si mise accanto a
Draco brandendo in mano una scatola di cioccolatini.
“Draco”
Il ragazzo emerse da
sotto le coperte.
“Dobbiamo
parlare”
E la sua testa si
nascose di nuovo sotto le coperte, provvidenzialmente.
***
Hermione era nelle
stesse condizioni.
Harry, Ron e Blaise non
sapevano più dove sbattere la testa.
“E’ stata lei a
lasciarlo, dopotutto…”
Ron non era ancora
riuscito a far diventare la sua sensibilità paragonabile a qualcosa di più
grande di uno stupido cucchiaino da tè.
“Ron, ti ricordo che
anch’io ho lasciato Ginny al nostro sesto anno, ma questo non vuol dire che
stavo bene…”
L’ultimo maschio dei
Weasley si rabbuiò e tornò a fissare il grande vaso all’ingresso di casa
Zabini.
Blaise apparve sulla
soglia del suo salotto con delle cioccolate calde:
“Secondo voi se gliela
porto su in camera, me la lancerà sui capelli?”, domandò perplesso non sapendo
decidersi sul da farsi.
“Da a me, gliela porto
io”, si offrì volontario Harry prendendo il piccolo vassoietto dalle mani di
Blaise che si accomodò sul divano in preda ad una stanchezza
inquietante.
“Hai notizie di
Malfoy?”, domandò Ron.
“Mi ha appena mandato un
gufo Theo e dice che tra Draco e una lattuga non c’è alcuna differenza… anzi, ha
detto che c’è solo una differenza…”
“Sarebbe?”
“La lattuga lo ascolta
senza fare tante storie!”
***
Toc
Toc
Non ricevendo alcuna
risposta, Harry si diede il permesso di oltrepassare la
soglia.
Aprendo la porta, vide
la sua migliore amica che guardava assorta il paesaggio aldilà della grande
finestra.
“Come
va?”
Hermione si voltò
lentamente.
“Sai Harry? Io credo di
essere un’idiota!”, ammise.
Il ragazzo occhialuto le
si sedette accanto e con il suo silenzio la incitò a proseguire e magari
spiegare il perché si sentisse un’idiota.
“Questa era la stanza di
Draco, quando abitava qui e su quella mensola sono rimasti degli oggetti che gli
sono appartenuti…”
Harry si voltò verso
quella mensola e vide alcuni oggetti piuttosto
impolverati.
Blaise e le sue manie di
pulizia non erano riuscite a spolverare quella stanza.
“Ho trovato un
accendino, un blocco di disegni, un fazzoletto, alcune foto e qualche libro, sai
che libri, Harry?”
Harry scosse la
testa.
“Ho trovato quattro
libri che per me significano tanto, Romeo e Giulietta, Uccelli di Rovo, Qual è
l’indirizzo dell’amore? e Il telefono squilla sempre due
volte”
Harry non sembrava aver
colto il filo del discorso, ma dallo sguardo serioso non traspariva questa sua
mancanza di allacciamento al filo conduttore.
“Sulla prima pagina di
ognuno di essi vi è scritta una data, e per me quelle date significano tanto,
poi, ho preso a leggere Il telefono squilla sempre due volte… sai Harry, ho
sempre creduto che la morale fosse un’idiozia per adolescenti… mi sono dovuta
ricredere”, disse guardandosi le mani per poi volgere lo sguardo sul suo
migliore amico.
“Hai capito che Draco
non meritava questo trattamento?”
Lei non parlò, solo un
urlo, proveniente dal salotto li fece spaventare e correre verso la fonte di
quell’improvviso sfogo d’ugola.
***
Ron era caduto dal
divano e un gufo era immobilizzato davanti a Blaise –colui che aveva cacciato
l’urlo.
“Cos’è successo? Ci hai
fatti spaventare!”, disse Hermione aiutando Ron a rialzarsi da
terra.
“Per tutti i copricapo
di Merlino, mia madre si sposa per la decima volta!”
Era impallidito
all’improvviso e faceva davvero paura.
“ E cosa c’è di male?”,
chiese Adrian distolto dal sonno per via del grido di
guerra.
Blaise scosse la testa,
“E’ il mio decimo padre”
***
“Ehi Draco, c’è posta
per te!”
“Uhm, come fai a
conoscere anche tu quel programma?”
Theodore rimase
imbambolato da quella domanda.
Cos’era un
programma?
“Draco, tu sta qui io
vado a chiamare un Medimago, ok?”
Propose fiducioso nella
arti mediche.
“Theo, sto parlando di
televisione…”
Come se grazie a quella
spiegazione fosse tutto più chiaro…
“Si tratta di un invito,
qualcuno sta per sposarsi…”
Il cuore di Draco mancò
un battito.
“Chi?”, domandò con voce
tremante.
“La mamma di Blaise.
Wow, il suo decimo marito, spero non sia un cretino come il
nono”
Draco chiuse gli
occhi.
Aveva bisogno di fare
una bella dormita.
Ok, c’ho
ripensato.
Avevo in mente un
finale, adesso ne ho un altro.
Ringrazio tantissimo
voi, care ragazze, senza di voi avrei già messo la parola:
Fine.
Ditemi sempre cosa ve
n’è parso, altrimenti faccio un incursione e l’aggiungo dopo la parola fine, ma
sempre in questo capitolo.
XDXD
Purtroppo, ormai è
abitudine, non posso ringraziarvi singolarmente, ma lo studio mi
chiama.
Kisses
|
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Capitolo 18 *** La frittata mi fa schifo! ***
frittata
- La frittata mi fa
schifo!
Aveva come l’impressione
di aver chiuso gli occhi per circa una decina di minuti, ma il rumore di alcune
uova rotte in una terrina gli suggerì che era quasi ora di cena e che Theodore
sembrava assuefatto dalla sua passione per la cucina.
Draco prese a guardarlo,
non aveva né intenzione di muoversi né di aprire bocca.
“Buongiorno
principino”
“Uhm…”
“Stasera frittata!”,
annunciò voltandosi verso l’amico con un sorriso
preoccupante.
Draco inarcò un
sopracciglio.
“Sai che la frittata mi
ha sempre fatto schifo, no?”
“Certo che lo
so”
“E allora? Perché la
stai preparando?”
Theo tornò a sbattere le
uova.
“Sai Draco? Visto che
vivi come un vegetale mi sono preso la briga di fare su di te tutto quello che
voglio…”
Draco era
scandalizzato.
“Non reagisci,
Draco.”
Il ragazzo non ribattè,
si limitò solo ad accendere la televisione e immergersi completamente nella
visione di una stupida soap serale.
***
Aveva già visto due soap
e un quiz e si disse che guardare la televisione era un buon metodo per
annientare il proprio essere.
Poteva benissimo farsi
carico dei problemi di quei personaggi e lasciare i suoi in un cantuccio della
sua mente.
“Draco… c’è una
Strillettera per te!”
“Chi è il
mittente?”
“Alessio Ganelli,
conosci?”
Si limitò ad annuire e
prese ad ascoltare che ciò che aveva da urlargli Alessio
Ganelli.
“DRACO, COME HAI POTUTO
LICENZIARE QUELLA GRAN GNOCCA DI STEFANIA? TI SEI AMMATTITO? ESIGGO UNA
SPIEGAZIONE… E DEVE ESSERE SERIA, NON TI INVENTARE CHE L’HAI LICENZIATA PERCHE’
NON TE L’HA DATA, OK? PERCHE’ NON CI CREDEREI! VOGLIO UNA RISPOSTA
SODDISFACENTE, CHIARO?”
“Secondo me questo
Alessio s’è fatto un’idea sbagliata della tua ex-segretaria”, asserì Theo
avvicinandosi a Draco con un cucchiaio di legno per fargli assaggiare la sua
salsa speciale che avrebbe accentuato il sapore dei fagiolini
sbollentati.
“Alessio è un coglione e
in questa salsa ci vorrebbe un po’ più di burro”.
“Burro?”
“Sì, la renderebbe più
cremosa”
“Uhm… per una volta
seguirò il tuo consiglio anche se di cucina non ne capisci
niente”
Draco fece spallucce,
“Fa come vuoi”, disse prima di farsi seppellire dai suoi amati
plaid.
“Cosa intendi fare?”,
riprese Theo dal suo angolo cottura.
“Riguardo alla salsa per
i fagiolini sbollentati?”, domandò.
“No, riguardo la
risposta che devi dare ad Alessio…”
Ci pensò un po’ su,
l’unica cosa da fare era procurarsi della pergamena, una piuma, dell'’inchiostro
e un gufo… sarebbe stato breve e conciso, d’altronde lui odiava le mille parole
senza senso che il genere umano amava tanto.
Perciò, con un
incantesimo d’appello richiamò ciò che gli serviva e si mise a scrivere la
risposta esauriente per Alessio
Ganelli.
“Theo, quando finisci
con quell’affare... trasfiguralo in alcool!”
Theo rise sardonico,
“Malfoy, non ti permetterò di distruggere il mio capolavoro di alta
gastronomia…”
“Nott, è di alcool che
stiamo parlando!”
Theo si voltò con un
coltello da macellaio in mano, tanto che Draco pensò che volesse ucciderlo alla
babbana.
“Draco, tu non puoi
affogare i tuoi dispiaceri nell’alcool”
“Sì che posso, nella tua
vita tu non hai fatto altro”
“Vuoi forse diventare
come me?”, gli domandò con più severità di quanto avesse
voluto.
Draco chiuse gli occhi,
“Sì, voglio diventare come te, Theo! Ti ho sempre invidiato… non hai mai
sofferto per amore…”
Il ragazzo castano
sorrise amaramente e abbandonato il coltello da macellaio sul tavolo si avvicinò
al suo amico isterico in preda a vaneggiamenti da uomo
depresso.
“Sei davvero sicuro che
io non abbia mai sofferto per amore?”
“Forse per
Daphne…”
“Esattamente Draco, ho
sofferto per Daphne, e tu non ti puoi ridurre come mi sono ridotto io, per
Hermione”
La vena sulla fronte di
Draco prese a pulsare violentemente e la guance gli si tinsero di
rosa.
“Non pronunciare quel
nome…”, ruggì tra i denti.
Theo si ritrovò ad
essere parecchio perplesso.
“E come dovrei
chiamarla? Tu-Sai-Chi?”, chiese con una buona dose di
sarcasmo.
Draco sembrò pensarci,
“Sì, da ora in poi… lei sarà Tu-Sai-Chi!”
Si alzò dalla postazione
sul bracciolo del divano e, ripreso il coltello da macellaio- tornò al suo
angolo cottura, mentre il pazzo continuava a fare zapping con il suo
telecomando.
Era nervoso, era nel
pieno di una quasi crisi che sarebbe potuta diventare isterica con troppa
facilità.
“Sai Draco? Io penso che
tu non abbia problemi con l’amore… io credo che tu abbia problemi
mentali”
“Theo?”
“Sì?”
“Lo vedi quel bellissimo
coltello?”
Theo guardò il coltello
che stava tagliuzzando del prezzemolo.
“Sì,
perché?”
“Ficcatelo in
culo!”
***
Era stato tutto un
errore. Lo sapeva. Continuava a guardare quel maledetto telefono con la voglia
matta di comporre il suo numero e dirgli che era stata una stupida e che era
stata tutta colpa sua e che lui non avrebbe mai dovuto soffrire a quel
modo.
“Cosa stai leggendo?”,
domandò curioso Ron notando la sua migliore amica assorta da quel
romanzo.
“Il telefono squilla
sempre due volte”, rispose lei pacata anche se dentro avrebbe voluto
urlare.
“Bel romanzo”, disse lui
accovacciandosi accanto a lei e sgranocchiando dei biscotti che Blaise aveva
lasciato provvidenzialmente sul piano cottura vicino al
caffè.
“Tu lo hai forse
letto?”, domandò preoccupata per ciò che le aveva appena confessato
Ronald!
Lui non leggeva, se non
era severamente costretto!
“Sì, me l’hanno regalato
Bill e Fleur”
“Uhm… e cosa ne
pensi?”
“Che devi prendere quel
dannato telefono e farlo squillare per la seconda volta…”
Hermione abbassò lo
sguardo, incapace di dare ragione, per una volta, al suo amico di
sempre.
“Non… non
posso”
“Perché non puoi?”,
chiese.
“Perché
io…”
“Non sai darmi una
risposta, vero?”
La ragazza annuì, mentre
il libro, con un tonfo sordo, cadeva sul pavimento.
“Sai perché non puoi?
Perché hai paura e sei troppo orgogliosa…”
“Dici?”
“Dico”
Era totalmente assorta
nei suoi pensieri, mentre qualche lacrima silenziosa si faceva spazio lungo le
sue guance.
Ron aveva ragione, come
ce l’aveva quello stupido romanzo.
“Credo che tu abbia
ragione…”, ammise, e quando Ron l’abbracciò forte si sentì immediatamente
meglio.
Forse non aveva più
paura…
***
Nella sua lussuosa
dimora, Alessio Ganelli, stava festeggiando con cinque ragazze piacenti e quasi
nude il suo compleanno, quando un gufo gli planò sul divano di
pelle.
Bruscamente prese il
messaggio che teneva tra le zampe e quando aprì la lettera ciò che vi era
scritto lo lasciò perplesso, sconvolto e molto arrabbiato, tanto che fece
agitare anche il gufo che prese a portare scompiglio tra le ragazze rovinando le
costose e arzigogolate acconciature, fare la cacca dentro al ponch e graffiare
il povero Alessio Ganelli.
Imbestialito come non
mai non si preoccupò del fatto che le sue donne lo avessero abbandonato
dedicandogli frasi poco gentili.
Diede un’altra occhiata
alla lettera prima di lasciarla cadere sulla moquet.
Perché era una
troia!
Draco Malfoy
Vi prego di scusarmi per il ritardo
con il quale sto aggiornando, ma stranamente ho avuto molta più ispirazione per:
Chi l’avrebbe mai detto?
Detto questo spero che anche questo
capitolo sia stato di vostro gradimento.
Purtroppo non posso soffermarmi con
i ringraziamenti, spero comunque che abbiate il buon cuore di farmi sapere cosa
ve n’è parso di questo capitolo.
Vi ringrazio
immensamente!
Kisses
|
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Capitolo 19 *** A che servono gli amici? ***
theo
Perché era
una troia!
Draco Malfoy
Alessio Ganelli aveva
avuto qualche problema con quel piccolo foglio di pergamena che lo aveva
decisamente debilitato.
Stefania era altamente
erotico e non riusciva a comprendere come potesse esistere al mondo un uomo
capace di resisterle.
Draco Malfoy
soprattutto.
Alessio aveva i suoi
informatori, e sapeva che quel ragazzo dal viso angelico era stato una specie di
calamità sessuale.
Riusciva a scatenare
tempeste ormonali con la sola forza dello sguardo, ed era risaputo che la sua
passione erano le donne.
Com’era possibile che
fosse talmente fedele alla sua ragazza in Gran Bretagna quando aveva una gnocca come Stefania a portata di
mano?
Era alquanto sconvolto,
tanto che decise che l’unica cosa da fare era darci dentro con una delle ottime
bottiglie di vino che troneggiavano sul suo tavolino in cristallo al centro
esatto del suo lussuoso salone.
***
Erano le 4 del mattino e
Theo fu svegliato da un fastidioso ronzare che lo accompagnava da quando aveva
messo piede nella dimora italiana del suo amico psicotico.
La televisione stava
diventando una sorta di minaccia, sia per il sonno di Theo che per la sanità
mentale di Draco. Soprattutto per quella.
Draco Malfoy aveva ben
deciso di diventare un tuttuno con il suo adorato divano e i suoi
plaid.
Si alzava solo per
andare a espletare le sue funzioni fisiologiche, per il resto non si muoveva di
un millimetro.
Dormiva, fumava,
mangiava, beveva, leggeva… insomma… era anche da troppi giorni che non si
cambiava quei jeans e quella felpa e faceva un bagno rilassante e cercare di non
puzzare.
La barba cresceva
inesorabile, ma anche l’avergli messo uno specchio in mano aveva fatto desistere
il vanitoso Draco di un tempo dall’andare a rinchiudersi in bagno e starci fin
quando non sarebbe tornato quello di una volta.
Lo splendente anello di
congiunzione tra i Black ed i Malfoy.
Quando Theo mise piede
nel magico regno di Draco, la visione non lo sconvolse più di
tanto.
La solita posa, le
solite birre con le solite sigarette e la solita scatola nera che trasmetteva
qualcosa… e a giudicare dal sottofondo, molto rumorosa.
“Draco?”
“Uh?”
“Non ti andrebbe una
sana dormita? Magari nel tuo letto?”, sperava in una risposta positiva,
ovviamente.
Draco sospirò, forse
allettato dalla proposta dell'amico, ma con un cenno negativo del capo
rifiutò.
A Theodore Nott sembrava
d’impazzire.
“Cosa stai guardando?”,
domandò afferrando una delle birre e accomodandosi sul bracciolo dello
sterminato divano.
“Un film… in pratica
devono riuscire a sopravvivere a quei mostri sotterranei…”
“Figo”, disse portandosi
la bottiglia alla bocca.
“Già”
La filosofia di Theo era
semplice: sapeva che Draco aveva bisogno dei suoi tempi, e sapeva anche che per
riprendersi aveva bisogno di un miracolo… era per quello che cercava di stargli
accanto anche alle 4 del mattino guardando un film di mostri
sotterranei.
Non era niente male,
dopotutto.
***
Quattro ore dopo anche
Theo aveva perso le sue sembianze umane.
“E questo
cos’è?”
“A dire il vero non l’ho
mai capito…”
“Ti va qualcosa per
colazione?”, chiese Theo, poiché sapeva che Draco non avrebbe potuto
sopravvivere se continuava a nutrirsi di birra e nachos.
Il ragazzo stranamente
gli sorrise, e fu sorprendente quando Theo si sentì chiamare con voce sommessa…
come se si vergognasse di ciò che stava per dire.
“Dimmi”
Trasse un lungo
respiro.
“Grazie,
Theo”
Sorrise.
“E di
cosa?”
“Per essere stato con me
a delirare per questi giorni, grazie semplicemente per esserci stato e per non
avermi fatto morire…non so davvero come sdebitarmi.”
Le labbra di Theo si
deformarono in un ghigno; “A dire il vero un modo ci
sarebbe…”
“E qual è?”, chiese
quasi contento.
“Vatti a fare un
bagno…puzzi di vecchio!”
***
A Londra la situazione
era tesa.
Hermione lo era più
della situazione.
Più cercava di trovare
un nesso logico che la portasse a dire che quello che aveva sbagliato era Draco,
più il nesso logico diventava illogico… ma forse lo diventava per il semplice
fatto che quella situazione di logico non aveva un bel
niente.
Aveva trovato la sua
procace segretaria nell’appartamento ed era quasi subito giunta ad una
conclusione sbagliata.
Il gufo non era stato
preso in considerazione.
Si era costruita un film
nella testa, e quando s’era sfogata… avrebbe dovuto saltargli al collo e
baciarlo… non avrebbe dovuto fare altro.
E invece aveva fatto
tutto tranne quello che le avrebbe salvato la sanità
mentale.
Le sembrava
d’impazzire.
“Hermione, ti va di fare
colazione?”, domandò Harry facendo capolino nella stanza da dov’era rinchiusa
dal pomeriggio del giorno precedente.
Scosse la
testa.
“Ma qualcosa dovrai pur
mangiarla! Non ti sentirai meglio se muori, sai?”
Harry, aveva l’assoluta
convinzione che con quella frase avrebbe centrato in pieno l’orgoglio smisurato
che albergava nella sua migliore amica, ma il sorriso che lei gli regalò fece
crollare miserevolmente le sue stupide convinzioni.
“Vado a Firenze”, disse
semplicemente alzandosi dal letto e prendendo una maglietta e un paio di jeans
dell'’armadio in noce.
“A Firenze?”, ripetè
sbigottito.
“Sì, Harry! Il telefono
squilla sempre due volte…”
“Cosa?”
“Dovresti leggere di
più, Harry!”
Hermione si ravvivò con
le mani i capelli e afferrò la borsa.
“Vai così? Morirai di
freddo, sai?”
Hermione gli sorrise. Si
stava preoccupando per il freddo toscano.
“Quella è la stanza di
Draco! Non troverai lì i tuoi maglioni!”
“Lo so, voglio una sua
felpa!”
Harry sorrise e dopo
averla stritolata per bene, la vide smaterializzarsi tra le sue braccia pronta a
riprendersi ciò che era suo e che sapeva lo sarebbe stato per
sempre.
___________________________________________________________
Ok, scusate il ritardo
con il quale sto postando.
Mi dispiace davvero
tanto, ma purtroppo tra esami e ispirazione quasi redente il terreno…non so
riuscita a combinare molto con questa fan fiction!
Quindi… perdonatemi
davvero tanto, ma vado di fretta!
Riuscirete mai a
perdonarmi?
Kisses
|
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Capitolo 20 *** Il telefono squilla sempre due volte ***
Uh, lo so, lo so… nessuno si ricorda di me, né tanto meno di questa fan fiction lasciata al suo destino credo da due anni.
Che dire? M’è venuta nostalgia, e poi sono proprio scema, l’ho lasciata in 13 giusto quando mancava un solo capitolo.
Ho cercato di darle una conclusione, se vi va, prendetemi pure a parolacce! =D
Il telefono squilla sempre due volte
Ci mise ben 30 minuti per alzarsi dal divano, fare mente locale su dove fosse il bagno e appurare che puzzava. Puzzava veramente tanto.
“Ti sei deciso finalmente?”, domandò Theo sorridente.
“Direi di sì, anche se comunque l’odore che emano inizia a suggerirmi un futuro nel mondo dei profumi maschili… sai quanti soldi farei?”
Theo si massaggiò la fronte sconfortato.
Perché sosteneva con ardore il senso dell’amicizia?
“Non hai problemi di soldi, e sai bene che falliresti nel giro di due ore!”
“Ma…”
“Ora basta tergiversare! Va a farti un bagno!”
“Ok!”, disse mesto il biondino, mentre con portamento sbilenco e strascicato, si trascinava col suo immancabile plaid sulle spalle, dinnanzi la porta del bagno.
Theo lo spinse dentro in malo modo.
“Ahi! Ma che modi!”
Nonostante il suo amico avesse sbattuto il ginocchio contro un insulso mobiletto, il moretto non si fece prendere dai finti piagnistei e proseguì con la sua opera di bene per l’ambiente.
“Datti una mossa, Dra! Ricordi ancora come si usa il bagnoschiuma, vero?”
Draco lo guardò torvo, inarcando il sopracciglio destro e alzando il dito medio.
“Fottiti Nott!”
L’altro sorrise beffardo.
“Lavati Malfoy!”
Draco gli chiuse senza tante cerimonie la porta in faccia, poi si accucciò sulla tavoloccia del water pensieroso: doccia o bagno?
Ci vollero almeno 10 minuti, prima che il ragazzo decidesse che forse era meglio fare una doccia.
Sì, insomma… puzzava veramente tanto e se si fosse fatto un bagno, non avrebbe fatto altro che navigare nel suo stesso e sudicio sudiciume.
Fece per alzarsi e togliere i calzini, quando la voce tuonante di Theodore lo destò dai suoi pensieri.
“Perché non sento il rumore dell’acqua?!”
Sbuffò. Era peggio di una fidanzata assillante.
“Non mi stressare! Mi sto spogliando!!!”
“Ok!”, si sentì di rimando.
Un po’ più tranquillo, si avvicinò alla doccia.
I calzini erano volati per terra insieme ai pantaloni, ma prima di spogliarsi completamente era meglio evitare di trovare la sorpresa dell’acqua ghiacciata.
Avvicinò la mano alla manopola e fu catturato da un altro atroce dilemma:
Bagnoschiuma al cocco o al sandalo?
Prese i due flaconi in mano e si riandò ad accomodare sul water con fare pensoso.
***
Theo intanto aveva ben deciso di fumarsi una delle sue sigarette, in qualche modo doveva pur trovare la forza di evitare un collasso.
Accese quella scatola nera che parlava e trovò tanta gente che discuteva sull’amicizia.
Che cos’è per te l’amicizia?
Era la domanda che si stavano ponendo quei babbani.
Theo fece uscire il fumo denso dalla bocca in tanti piccoli cerchi e fece la domanda a se stesso.
“Per me amicizia è volere che Draco si dia un pulita!”, si auto sorrise, ma l’idillio durò poco… perché non sentiva ancora il rumore dell’acqua?
Si alzò dal divano e inciampando nel tappeto finì a peso morto su di un tavolinetto in mogano che Draco teneva in una postazione del tutto idiota.
“Accidenti!”
Aveva fatto cadere una specie di incensiera dallo stile arabeggiante e una fotografia che ritraeva il magico quintetto Serpeverde nel giorno del diploma.
Perso com’era nei ricordi, non si accorse che qualcuno con un “Pop” s’era smaterializzato in casa.
Ancora ignaro della visita, poggiò gli oggetti caduti sul tavolino e si attuò per richiamare al dovere quel discolo di un Malfoy.
“DRA…”
Ma si ammutolì, quando sentì il poggiarsi di una mano sulla sua spalla.
Dove cazzo aveva lasciato la bacchetta?
Bella domanda. Non ne aveva idea.
Si voltò e ciò che notò lo lasciò sbigottito in preda a boccheggiamenti coordinati.
La figura con l’indice sulle labbra, gli intimava di fare silenzio.
“Ssshhh!!!”
Dal bagno intanto Draco aveva forse trovato l’illuminazione divina.
Dopo uno scontro di pensieri ecco il vincitore: il muschio bianco.
Un concorrente che non era neppure in gara, ma come dice il proverbio: tra i due litiganti il terzo gode; e in questo caso il bagnoschiuma alla fragranza di muschio bianco aveva vinto.
Si avvicinò nuovamente al box doccia. Stava per sfilare anche la maglietta quando sentì bussare alla porta.
Sbuffò.
“Sì, mamma… sto per andare a fare la doccia!”, disse infastidito imitando la voce di un bambino.
Ma Theo non parlò, si limitò a bussare ancora.
“Che cazzo vuoi?!”, gli urlò di rimando, ma nessuna voce raggiungeva le sue orecchie, anzi solo un fastidioso rumore alla porta.
“Theo! Adesso basta! Hai intenzione di distruggere la porta?!”
Nessuna risposta, ma l’incedere poco armonioso di un fastidioso “Toc Toc”
“Giuro che ti schianto!”, così imbestialito aprì la porta e ciò che si ritrovò davanti non era esattamente il suo amico.
Boccheggiava, boccheggiava da fare schifo.
“Cos… cosa… cos…???”
“Draco…”
Strabuzzò più volte gli occhi, magari era un allucinazione dovuta dalla sporcizia.
“Cosa ci fai qui?”
“Sono una scema, una grandissima scema… puoi perdonarmi?”
Incredulo
Scioccato
Inebetito
“Tu… cosa?”
Lei prese a tormentarsi le mani.
Ma quanto era stata scema?
Se l’era pure scritto sulle mani e sulle braccia per evitare di dimenticarlo.
“Io ti giuro che… sai cos’è? Cathie Bardam sta diventando la mia Bibbia.”
Lui storse la bocca.
“Ha fondato una nuova religione?!”, chiese sarcastico.
Non ce la faceva davvero più. Gli sembrava di impazzire.
Stefania, Aaron, Alessio, Blaise, Adrian, Potty e Weasley, il bagnoschiuma e la doccia e adesso lei che parlava della Bardam.
Scosse la testa.
“No Draco, no! Prima: qual è l’indirizzo dell’amore… adesso: Il telefono squilla sempre due volte… ti amo, Draco e non capisco come io abbia potuto dubitare di te… sì, insomma, quella vacca prosperosa poi… davvero, non so cosa mi sia successo…”
Nonostante nel suo stomaco i lombrichi avessero preso a volteggiare diventando farfalle, continuava a mostrare un’espressione scioccata che beh… lo rendeva strano.
Buttò per terra il flacone di bagnoschiuma che teneva tra le mani a mò di ancora di salvataggio e si avvicinò a lei prendendo le mani tra le sue.
“Sei scema, lo sai?”
Lei sorrise mesta.
“Sì, lo so… e per evitare di dimenticarlo, l’ho anche scritto sulle mani e sulle braccia.”
Le lasciò andare le mani e alzò la manica della sua felpa che portava.
Era vero.
S’era scritta il promemoria!
“No… non ho parole… sei davvero scema!”, le sorrise e la tensione di lei si alleggerì, poi però proseguì in maniera più seria: “Amo ogni centimetro di te, ormai sei come tatuata nella mia anima, cosa devo fare per farti entrare nella testolina che le altre nemmeno le guardo? Quello che è stato è stato, riguarda il mio passato, quel tipo di donne, dopo che ho messo piede nell’aula della Romance sono svanite. Io voglio amare te, voglio guardare te, voglio svegliarmi e addormentarmi tra le tue braccia, voglio fare colazione, pranzo e cena con te, voglio vivere con te… voglio…”
Ma non potè continuare col suo monologo zuccheroso perché la sua “LEI” lo aveva travolto in un bacio.
Theo dal soggiorno sorrideva.
Era impossibile e straziante non saperli insieme.
Draco accolse il bacio, la voleva… è come se la voleva.
La voleva come l’aria che respirava, la voleva sempre e comunque e mai avrebbe avuto dubbi su quello.
Sciolto il bacio lei si strinse a lui. La testolina sul suo petto.
“Lo voglio anch’io Draco, vorrei fare anch’io l’amore qui, adesso,ma…”
Il “ma” lo mise in allarme e dolcemente la scostò dal suo petto per incrociare il suo sguardo.
“Ma? C’è pure un ma?”
Lei sospirò.
“Io vorrei, ti giuro che vorrei, ma…”
“Ma?”
Si fece coraggio.
“Non dirmi che hai ancora dubbi??!”, disse un po’ allarmato.
Gli sorrise.
“Io non ho mai avuto dubbi, ho solo avuto paura… ma per quanto ti desideri… beh Draco… puzzi!!! Puzzi da fare schifo!”
Theo scoppiò a ridere in una maniera disperata e buttandosi sul pavimento non riusciva a calmarsi dagli scossoni provocati da una risata praticamente isterica.
***
Quella notte, dopo che Theo aveva levato le tende e il biondino fatta una doccia lunga un sogno, Hermione e Draco avevano fatto l’amore.
Avevano fatto l’amore tutta la notte, e poi la mattina e poi dopo la colazione e poi…
“Ti amo”, le sussurrò all’orecchio.
“Ti amo anch’io, quando non puzzi!”, sorrise sulle labbra del suo bello e sapeva che era una bugia, perché lo avrebbe amato anche se puzzolente.
Salve, risponde la segreteria telefonica di un povero londinese a Firenze.
Probabilmente non sono a casa, o forse ci sono e non mi va di rispondere, in ogni caso lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Biiiip.
“Ciao Dra, sono Blaise, scusami davvero… ma sai com’è? Io quella ragazza la adoro. Mi potrai mai perdonare? Mi manchi!!!”
“Ciao furetto, perciò hai reticenze nel lavarti? Non ce l’aspettavamo davvero… ma grazie a questa piccola informazione io e Ron, sappiamo cosa regalarti per il compleanno, e a proposito di questo, ti aspettiamo con ansia!! Uhm forse ho esagerato… vabbè ti aspettiamo, magari non con ansia, ma ti aspettiamo!! Ciaooo!”
“Malfoy, sono Alessio, perché è da 5 giorni che sei irrintracciabile? Hai dimenticato di avere un lavoro? Guarda che se non ti presenti entro le 3 di questo pomeriggio sei licenziato!”
“Amore, è solo mezzogiorno, hai tutto il tempo di…”
Draco le mise l’indice sulle labbra.
“No, non ho voglia… e poi voglio tornare a Londra con te e non lasciarti mai più… che mi licenzi pure!”
“Ma…”
“Sssh... ora vieni qui…”
Non se lo fece ripetere due volte.
THE END |
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