I'll be back (in time)

di Ariadne_Bigsby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Magical Mystery Tour (On a Delorean) ***
Capitolo 2: *** Teddy Boy ***
Capitolo 3: *** Rock n'Roll ***



Capitolo 1
*** Magical Mystery Tour (On a Delorean) ***


opi

 

Magical Mystery Tour

 

Camminavano per il Lungarno e sotto il sole che faceva un riflesso biancastro sugli occhiali tondi e neri di Bianca ,Costanza canticchiava Johnny B.Goode battendo il tempo con il piede:

 

"Ma ti rendi conto che vedremo la Delorean! Cazzo trattienimi, sto per mettermi a urlare!"

 

"Dai , cerchiamo di contenerci , in fondo è solo una macchina..."disse Costanza socchiudendo gli occhi

 

"Ma sei tu quella che dice sempre che vuole usarla prima possibile..." Bianca la guardò abbassando gli occhialini tondi con uno sguardo tagliente e provocatorio Costanza si mise a correre verso la piazza

 

"Cazzo , è la Delorean, Bianca!"

 

"Visto?"

 

Qualche persona guardava incuriosita una macchina bassa e larga , loro si erano avvicinate da dietro e vicino a quella che poterono identificare solo come "indistinta ferraglia luccicosa" , sul retro nero della macchina, era scritto a lettere argentate "De lorean"

 

"Pensi che si possa montare?" urlò bianca mentre saltellava senza riferirsi a nessuno in particolare

 

"Ma... è quella.... c'è anche scritto..." Balbettava Costanza con gli occhi sbarrati.

 

La macchina era coperta di adesivi di sponsor , pubblicità , squallida locandine , e l'effetto finale era un pò deludente, ma c'era ancora quell'alone di fascino che aveva sempre suscitato in loro il viaggio nel tempo e , mentre un signore le invitava a salire , scorse a tutte e due un brivido di agitazione lungo la schiena.

 

Costanza si mise a ridacchiare mentre apriva la portiera dal basso verso l'alto e si sedeva, con un timore quasi reverenziale, al posto del passeggero;bianca, al volante , la guardò con occhi ridenti e luminosi. "Diciamo che vuoi assistere alla dichiarazione di Indipendenza" e impostando la data sul contatore , che Costanza guardava con agitazione, poi disse ancora citando "Ritorno al futuro"

 

"O che vuoi assistere alla nascita di Cristo...."

 

Costanza la interruppe ridendo  e cercando di imitare a voce di Marty disse:

 

"O assistere alla nascita di chi diventò più famoso di lui!" e le sue dita digitarono sullo schermo velocemente Nove ottobre 1940

 

"Ed ecco un giorno importante nella storia... della musica" disse bianca cercando di imitare doc , ma stavolta invece digitò 6 Luglio 1957.

 

Costanza la guardò e si misero a ridere, e un attimo dopo sprofondarono sul sedile con un sospiro:sapevano benissimo di pensare alla stessa cosa.

 

Come avrebbero voluto lasciarsi ogni problema alle spalle, il dolore la preoccupazione, la noia di una vita di doveri, di guadagno, di produttività .... per poter vivere davvero: Correre, osservare, toccare , annusare ogni singola parte del mondo che le circondava, senza barriere, ne limiti, per poter davvero cambiare le cose.

 

Costanza si stava preparando a uscire , facendo svanire quell'attimo di speranza di un mondo diverso con la fine del loro turno, ma Bianca la tenne per un braccio e ancora una vota la guardò diritta negli occhi.

 

Non ci fu bisogno di dire nulla, c'era la chiave inserita, la girò, mise in moto , e partì.

 

Cercò di accelerare il prima possibile, dato che molte persone stavano bloccando il passaggio , e subito il furgone che trasportava l'auto si mise a inseguirle. Continuarono a non dirsi nulla e a guardarsi agitate, sapevano che quella che stavano guidando era solo una macchina elettrica, e che arrivate a 88 miglia orarie non sarebbe successo nulla ma c'era un desiderio forte , spasmodico , incredibile e inspiegabile: la speranza di una via di fuga le spingeva a fuggire via.

 

Fecero un pezzo contromano , quasi senza accorgersene passarono per i clacson impazziti della folla di macchine che tornavano da lavoro.In una fuga che sembrò durare un secondo raggiunsero un viale alberato , che portava verso il mare;ormai non si vedeva più il furgone, bloccato in mezzo al traffico e in un tentativo disperato si buttarono a tutta velocità per la strada...

 

"Merda, io non so nemmeno guidare..."

 

Costanza non spostava gli occhi dal quadrante , poteva scegliere anche il luogo e con gli occhi fissi sullo schermo alzò lentamente il dito, come se fosse proibito farlo e digitò lettera per lettera.

 

"Saint Peter’s church , Woolton , Liverpool ".

 

Uno scoppio e uno scintillio dietro di loro le fece sobbalzare e mentre si voltarono a guardare una ammasso triangolare di fili il contatore segnava 80 miglia orarie mentre saliva sempre più veloce Bianca sussurrò "Uno virgola 21 Gigowatt"

 

e poi 85, 86 ,87, 88.....

 

 

Penny Lane:

E rieccomi dunque qua a tediarvi con una nuova storia: stavolta l’ispirazione ha colto me ed una mia amica. La settimana scorsa siamo andate a vedere “Rittorno al futuro” rimasterizzato e restaurato al cinema ma, prima della proiezione siamo andate a cercare la Delorean, la macchina che rende i possibili i viaggi nel tempo. Ci avevano detto che era parcheggiata in una piazza di Pisa e così è stato. Dopo aver visto il film abbiamo cominciato a fantasticare su quello che avremmo fatto se avessimo avuto a disposizione un simile gioiellino….ed è così che è  nata la storia. Volevo dire che questa storia è una storia “a quattro mani” e che questo capitolo è stato scritto da Costanza, la mia amica. Lei non è iscritta a Efp ma intende iscriversi molto presto e mi ha chiesto di pubblicarlo per lei. Il prossimo capitolo sarà il mio e  lo pubblicherò dal mio account…ma dal terzo ognuna di noi pubblicherà il suo capitolo. Spero che la storia possa interessarvi e coinvolgerci, perché per noi ha un significato importante che…verrà spiegato più avanti. Ciao a tutti e grazie a nome mio e di Costanza a  tutti i lettori che recensiranno o che si limiteranno a leggere ;)

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Capitolo 2
*** Teddy Boy ***


opi

                       

Bianca e Costanza non seppero capire con esattezza cosa stesse succedendo: sapevano solo che la Delorean aveva raggiunto le 88 miglia orarie e che stavano per schiantarsi contro una macchina che avanzava nella corsia opposta. Ad un tratto ci fu un lampo di una potenza indescrivibile, la macchina emise dei boati spaventosi mentre procedeva a scossini che facevano sobbalzare le due occupanti sui loro sedili. E, prima che le due potessero dire qualcosa, il paesaggio davanti a loro cominciò a delinearsi, mentre il bagliore accecante si diradava: erano in una lunga strada alberata, il sole filtrava appena nella fitta boscaglia e la strada appariva un po’ dissestata.

 

“Frena, frena, frena!” urlò Costanza aggrappandosi al braccio di Bianca,  ancora a bocca aperta.  L’urlo di Costanza riportò Bianca sula terra e, con uno strillo di terrore inchiodò, premendo il più possibile i piedi sulla frizione e sul freno. Ci fu un rumore di ruote che stridevano e la macchina si piantò in mezzo alla strada.

 

Costanza e Bianca rimasero sedute, respirando rumorosamente: Bianca aveva le mani attaccate al volante, stringendolo così forte da farsi diventare le nocche bianche ed i piedi ancora ben saldi sul freno, mentre Costanza si era portata le mani al viso ed aveva gli occhi spalancati. La macchina emise un brontolio preoccupante e si spense; ci fu un ronzio ed anche gli apparecchi elettronici tacquero.

“Costi?” Bianca si girò lentamente verso l’amica, senza staccare le mani dal volante.

 

“Bianca..” Rispose semplicemente Costanza, girandosi a sua volta “Hai … è … credi che siamo..?” Bianca deglutì e si guardò attorno: le sembrava di aver già visto quel viale da qualche parte … precisamente quell’estate, durante la sua vacanza a Liverpool!

 

“Credo di si. Non so come ma … questa non è Pisa!”

 

“Poco ma sicuro..” rispose Costanza guardandosi nervosamente intorno “proviamo ad uscire.” Suggerì muovendo la mano verso la portiera.

 

Bianca annuì e tirò la maniglia della sua portiera, che si sollevò con un movimento fluido. Costanza fu la prima ad uscire ed a guardarsi intorno: si sentiva il frinire dei grilli e le foglie degli alberi intorno a loro erano mosse da una leggera brezza.Era molto caldo e lei indossava pure un cappotto nero e rosso ed un maglione anch’esso rosso ed erano piuttosto pesanti!

 

“Non c’è anima viva!” constatò Costanza muovendosi verso l’amica, che non aveva più aperto bocca.

 

“Bianca?” si preoccupò Costanza vedendo l’amica impalata accanto al posto di guida e con lo sguardo fisso verso un punto remoto.

“Bianca!” ripeté Costanza in tono preoccupato, scuotendo l’amica per il braccio.

 

In tutta risposta, Bianca indicò davanti a sé con la mano sinistra e rispose con un flebile “Guarda!”

 

Costanza seguì la traiettoria dello sguardo dell’amica e ciò che vide la lasciò esterrefatta: davanti a loro c’era un muro di pietra, coperto qua e là di muschio. Ma fu quello che era attaccato al muro che le lasciò senza fiato. Il muro delimitava un cancello rosso vermiglio, finemente decorato e le punte del cancello erano a forma di fragole. Ai lati del cancello spiccava la scritta “Strawberry Field”, ma la scritta sembrava quasi nuova. Le due si avvicinarono, in silenzio contemplativo. Era proprio Strawberry Field, ma sembrava più recente. Né il muro, né il cancello erano cosparsi di scritte e graffiti.

 

L’unica cosa che non era cambiata era che, dietro al cancello c’era una vegetazione fittissima ed incolta. Nessuno metteva piede li dentro da anni!

 

 

Bianca deglutì, ancora incapace di formulare pensieri di senso compiuto, mentre Costanza aveva ritrovato un po’ di coraggio per scherzare :” Beh, io avevo digitato Saint peter’s Church. Ha un po’ approssimato, ma direi che tutto sommato vada bene!”

Bianca proruppe in un risolino nervoso, ma poi cominciò a guardarsi attorno preoccupata.

 

 

“Faremo meglio a toglierci dalla strada…”osservò-

 

“E come? La macchina ha fatto ciao ciao!

 

“La spingiamo.”

Costanza osservò la Delorean, pensando che di sicuro pesava una tonnellata… ma non era quello il loro problema.

“Dove la mettiamo?” chiese

Bianca non rispose subito: si morse il labbro, mentre pensava freneticamente ad un posto appartato dove mollare l’auto, quando il suo sguardo si posò sui cancelli rossi di Strawberry Field.

Costanza seguì il suo sguardo “Li dentro?”

Bianca annuì, spostandosi verso la macchina per girare il volante a sinistra.

“Si, e sarà meglio per noi che sia aperto.”

 

 

 

Dopo circa 10 minuti, dopo aver scoperto che i cancelli erano fortunatamente aperti, dopo aver spinto dentro la Delorean ed averla coperta con foglie e rami, le due tornarono in strada per meditare sul da farsi.

“Non ho idea di dove sia il paesino di Woolton.Figuriamoci la chiesa.” Confessò Bianca mentre chiudeva i cancelli.

 

“Nemmeno io.” Sospirò Costanza “scegliamo una direzione e proseguiamo per quella.

 

Dopo circa 15 minuti di strada in salita, le due videro delle case, poi una piazza….erano arrivate a Woolton, ma..c’era qualcosa di strano! Il tempo sembrava essersi fermato a più di mezzo secolo prima: macchine lunghe, con fari enormi e tipicamente anni 50’ sfilavano per le strade, gli uomini portavano completi eleganti dalla foggia estiva e le donne indossavano aviti dai colori vivaci, con gonne lunghe fino alle ginocchia e molto ampie.

 

“Oh…mio…dio..” sillabò Costanza osservando tutto ad occhi sgranati “non è possibile!”

 

Bianca non rispose neanche: era persa nella contemplazione di tutto quello che le circondava ed ancora non riusciva a capacitarsi di quello che era successo.

 

Avevano viaggiato nel tempo! Lei e Costanza erano state le prime persone sulla faccia della terra a farlo…erano tornate nel passato!

 

“Entriamo in un bar, dobbiamo chiedere informazioni!” disse Costanza indicando un locale lì vicino. Appena entrare, tuttavia, si resero conto di quanto dovessero sembrare strane alla gente del posto con quei vestiti moderi.

“E’ per  caso morto qualcuno?” disse ridendo il barista a Bianca, indicando il suo lungo cappotto nero, il basco calcato in testa e gli occhialini tondi e scuri.

 

“No..” rispose timidamente Bianca, avvampando.” Sono vestita così in onore del mio idolo…”

“Ah ah! Rise il barista “e chi sarebbe il tuo idolo?”

 

“John Lennon” rispose Bianca, rendendosi conto sul momento di aver detto la cosa sbagliata.

 

“Il barista si accigliò “John Lennon? Quel teppista?”

“Ehi, non è un teppista!” intervenne Costanza, sentendosi punta nel vivo.

 

“Certo che lo è!Mi ruba le mele dall’orto ogni santo giorno.”ribatté il barista, sporgendosi verso le due amiche. Poi ridacchiò ed aggiunse, in tono di derisione “E comunque il vostro idolo non è qui. Probabilmente è su a Saint Peter’s Church a suonare con quel suo complessino ….” Costanza non lo fece neanche finire di parlare “Può dirci dove si trova la chiesa?”

 

Il barista glielo indicò, non senza guardarle con sospetto ma, in breve le due ragazze erano di nuovo in marcia.

Erano le due ed il sole era fortissimo: Costanza si era tolta il cappotto, ma il maglione le faceva un caldo incredibile, Bianca invece si era tolta il cappotto e la maglia  a maniche lunghe, rimanendo con un vestito a righe bianche e nere sbracciato.

 

Stavano per fermarsi a riposare quando il rumore di frenata di quel furgoncino che le aveva appena oltrepassate le costrinse ad alzare gli occhi. Sul retro del furgoncino c’erano cinque ragazzi con degli strumenti musicali ed alle due per poco non prese un colpo quando lessero la scritta stampata sulla batteria. C’era scritto “Quarrymen”.

Erano così concentrate sulla batteria che non si accorsero del ragazzo che scendeva dal furgone e si dirigeva verso di loro, preoccupato per quelle due ragazze dall’aria smarrita che arrancavano per la strada, ma con un sorriso stampato sul volto.

 

“Ehi, fanciulle! Tutto bene?” chiese gentilmente.

Bianca e Costanza trasalirono, quando finalmente videro chi gli si era parato davanti. Era un ragazzo alto e magro, i capelli biondicci con il ciuffo alla Elvis Presley. Portava una camicia a maniche corte di colore arancione a quadretti, pantaloni neri e scarpe di vernice. A tracolla portava una chitarra rosso fuoco.

“Ciao! Io sono John Lennon…Se per caso state andando alla  chiesa saltate su che vi diamo uno strappo!”

 

 

PENNY LANE

 

Salve a tutti! Ecco il secondo capitolo...stavolta è quello scritto da me :) E finalmente le nostre due eroine hanno incontrato il giovane John. Ringrazio a nome di Costanza La Luna di Hogwarts, Zaz e Little Darling che hanno recensito! Spero che anche questo vi sia piaciuto! Alla prossima e grazie anche a chi ha soltanto letto :)

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Rock n'Roll ***


                     

                                                         ROCK N’ROLL

 

 

 

 

Quarrymen Pictures, Images and Photos

 

 

  

Il ritmo sincopato di una canzone di Buddy Holly, trasmessa da una radio sul furgone, era l’unico rumore che si sentiva per la strada, mentre i ragazzi sopra di esso ridevano sommessamente, per quelle due ragazze vestite in modo così strano, quelle ragazze che guardavano pietrificate il loro chitarrista, come se avessero avuto un’apparizione divina.

 

Imbarazzato dal silenzio, John abbassò lo sguardo sulle sue gambe incrociate, mentre le sue guance si coloravano di rosso , cercò di sembrare disinvolto e sollevò di scatto la testa, facendo muovere il ciuffo di capelli che aveva sopra la fronte e, con un gesto fluido, come per tirare fuori una pistola dalla fondina porse ad entrambe la mano, mentre le fissava con occhi stretti, lo sguardo luminoso ed un sorriso provocatorio.

 

Combattute fra la voglia di urlare e quella di saltargli addosso, dall’enorme confusione nella testa di Costanza riuscad uscire solo un “Bella chitarra…”, detto con voce bassa e tremante, mentre Bianca, che si teneva le mani ben affondate nelle tasche con tutta la forza di volontà che aveva disse “Ehm…”

John spalancò gli occhi e si protese in avanti, entusiasta “ Davvero ti piace? Sai suonare?”

Costanza, cercando con  tutte le sue forze un po’ di contegno, rispose finalmente a tono “So suonare un po’ il piano, ma vorrei imparare a suonare la chitarra….E poi c’è Bianca che suona il basso.” E diede una spintarella con il piede a Bianca, che si risvegliò, come se fosse stata percorsa da una scossa elettrica e disse “ Si, suono anche io un po’."

“Fantastico! Potrei insegnarti, e tu potresti suonare il basso con noi!” disse John spostando gli occhi da una verso l’altra e con un sorriso intrigante stampato in volto.

“Come mai quella ragazza è vestita da uomo?” urlarono i tizi sul furgone, mentre John osservava i vestiti delle due ragazze di sotto in su, soffermandosi sul maglione e i pantaloni di Costanza, che effettivamente assomigliavano agli abiti che portava lui d’inverno, si mise a ridere osservando i loro capelli tutti scompigliati e quegli stupidi occhialini tondi  da nonnetta che portava Bianca. Sempre molto perplesso, le invitò a salire sul furgone, mentre loro si guardavano intormo e soprattutto dietro, mentre John le aiutava a salire.

 

Non appena le due ragazze furono salite sentirono vari sguardi puntati nella loro direzione, sguardi che le scrutavano con estrema attenzione ed anche un po’ di diffidenza.

 

“Ehm…ciao!” abbozzò Bianca, agitando la mano a mo’ di saluto. La risposta fu un grugnito generale, seguito da qualche occhiata di troppo al vestito di bianca, troppo attillato per i canoni dell’epoca.

Nel frattempo, anche John era salito, non senza aver guardato di nuovo il maglione ed i jeans di Costanza e l’abito attillato di Bianca e, dopo aver dato un colpo con la mano sul tettuccio del guidatore, seguito da un “Ci muoviamo, amico!” il furgoncino riprese la sua corsa.

Bianca e Costanza si sedettero su una panca che un ragazzo biondo aveva lasciato libera per loro ed osservarono quel John sedicenne che si sedeva e si accendeva una sigaretta.

“Allora…state andando alla festa perché vi piace lo skiffle?” chiese loro dopo aver aspirato il fumo e socchiudendo gli occhi.

“Ehm, veramente…” balbettarono le due amiche guardandosi, stupendosi dell’estrema naturalezza con la quale John parlava con loro, come se fossero state due persone che conosceva da anni, anziché due perfette sconosciute vestite come delle matte.

 

“Veramente noi ascoltiamo il rock!” esclamò Bianca.

“Si!” si aggiunse subito Costanza “ Tipo i Pin…ehm, tipo Elvis!”

“E anche i B…cioè…anche Buddy Holly!” esclamò Bianca annuendo.

“Davvero?!” disse John sillabando lentamente e sgranando gli occhi.

Poi, cominciò a sussultare e a fremere, come se fosse in preda ai brividi “Davvero?” ripeté con aria estasiata “voi,,,voi ascoltate il rock n’roll? Chiese al culmine della meraviglia.

“Beh si. Perché, che altro c’è da ascoltare?” cercò di ironizzare Bianca.

“Lo sapete che io vi amo?” disse lui sempre con quell’aria esterrefatta.

 

A questo punto Costanza non capiì più nulla e cominciò a ridacchiare in maniera preoccupante, mentre Bianca rimase pietrificata.

“Ho detto qualcosa che non va?” chiese John in tono colpevole.

“Ehm no John.E’ solo che..ehm, noi…” stava iniziando a dire Bianca, prima di bloccarsi. Cosa avrebbe potuto dire, del resto?

Costanza cercò di stemperare la tensione “E’ solo che mi sono ricordata una cosa divertente.” Buttò li in tono evasivo.

“Cosa? Oh, se è una cosa divertente voglio saperla anche io!” si animò subito John

Dopotutto erano simpatiche quelle due! Completamente pazze, si…ma simpatiche e molto carine!

Bianca e Costanza si guardarono, preoccupate, lo sguardo di ognuna comunicava all’altra una cosa sola: vuoto totale.

Costanza sparò la prima cosa che le venne in mente “Cucchiaio!” e lanciò un’occhiata supplichevole a Bianca, che si mise a ridere rompendo il silenzio e la perplessità che aleggiavano nel furgone.

 

Costanza rise a sua volta e insieme finsero di aver detto una cosa molto divertente.

John all’inizio le guardò basito, poi, per non fare brutta figura proruppe in una risata forzata e tremolante. Costanza si soffermò qualche secondo a guardare quegli occhi stretti e brillanti, umidi per lo sforzo di ridere e non riusciva a capacitarsi: tutta quella forza che, attraverso la musica, le era  stata trasmessa, risplendeva in quello sguardo pieno di ribellione e di vita; sentiva che da quello sguardo sarebbe scaturita una rivoluzione.

 

John, intanto, aveva ripreso a parlare, entusiasta, e anche gli altri ragazzotti discutevano di musica.

“Ma per voi cosa significa rock? Perché vi piace?” chiese il ragazzo, con una curiosità quasi morbosa: si vedeva che quello era un argomento importante per lui.

“Per me il rock è libertà!” disse Bianca, decisa. Quella musica la avevasempre resa sicura di un rifugio, di uno spazio libero in cui ogni cosa è permessaEra un’appiglio, un faro nel mare in tempesta. Era una musica capace di farla sentire viva!

Costanza la guardava, sorridendo: sapeva quanto quella cosa fosse importante per lei, ed era bello vederla così convinta.

“Io..non so..dovrei pensarci.” Disse Costanza con quel tono da eterna indecisa. A volte invidiava Bianca, che era sempre così sicura di quello che diceva, almeno nell’apparenza.

 

“Quando ascolto qualcosa sento come una scossa che mi percorre dalla testa ai piedi e sento come una spinta, dentro di me, Sento il potere di cambiare qualcosa e mi sento collegata con tutto questo, ma allo stesso tempo diversa e potente…si, potente…”  il suo tono di voce era tronato flebile e tremante, mentre John e Bianca la guardavano sorridendo emozionati.

La discussione fu interrotta dalla frenata brusca dell’autista e da un vociare indistinto, misto al suono di chitarre; erano arrivati a St. Peter’s Church!

 

 

 

PENNY LANE:

Ed ecco il terzo capitolo della storia! Capitolo che ha richiesto tempo e tante riflessioni. A differenza dei due precedenti, che sono stati scritti “singolarmente”, questo capitolo è stato scritto “a quattro mani”, da me e Costanza nei ritagli di tempo e in alcune uscite pomeridiane. Passo a ringraziare per le recensioni (ovviamente anche a nome di Costanza
Ps a chi interessa, ecco qui il link della canzone di Buddy Holly "citata" all'inizio -----http://www.youtube.com/watch?v=v9ZID-xFrIg
J

Luna Lennon:  Ah, anche io provo la stessa sensazione, ogniqualvolta guardo la foto di John a St Peter e quando ascolto il frammento di registrazione di quel giorno,( per non parlare dei brividi che ho provato quando sono stata veramente sul posto, a St Peter *.*)  Sono/siamo contente che la storia ti piaccia! Grazie per la recensione J

Marty: Ahaha si, John era un po’ un…discolaccio, per usare termini appropriati (biografia di Norman docet) Liverpool è bellissima, provvedi di andarci prima o poi. Male che vada organizziamo un mega viaggione noi Beatlesiane di EFP! Grazie per la recensione J

Zaz: Ebbene si, le nostre due eroine lo hanno beccato (aiutate dal mistico potere della “botta di culo”)  e sono perfino riuscite a farsi il tragitto coi Quarrymen U.U

Al barista che odiava John ho pensato subito, già mentre scrivevo le prime frasi del capitolo….ci stava troppo e sarebbe servito per evidenziare il “divario” che c’è fra il John tutto pacifista che conosciamo…..e il giovanotto scapestrato che era una volta ( <3)

Grazie per la recensione!!

GRAZIE ANCHE A CHI HA SOLTANTO LETTO…ALLA PROSSIMA! ;)

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