La Luna Brillava Nel Cielo...

di lastessazoediieri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non si può fare ***
Capitolo 2: *** Dove sei? ***
Capitolo 3: *** Merryweather?!? ***
Capitolo 4: *** Fuoco! ***
Capitolo 5: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 6: *** Coraggio! ***



Capitolo 1
*** Non si può fare ***


 
Era finita da circa mezzora la restituzione delle Perle Di Luna e Robin e Maria guardavano il cielo sdraiati a terra.

- Maria?-

- Si?-

- Niente-

- Robin, è la terza volta che mi chiami per dirmi ''niente''! Che c'è?-

- Niente volevo assicurarmi che non stessi dormendo... Se no ti devo portare in braccio- mentì
La risata divertita di Maria ruppe il silenzio - Bugiardo! Vabbe non me ne importa... Non voglio litigare con te il giorno più bello della mia vita -
Robin fece una smorfia... - Meglio se cominciamo a camminare verso casa la notte non è sicura per una piccola Lord come te...-

Si alzò e le porse una mano.

Fecero la strada insieme per un po' e nessuno dei due disse niente. A volte Maria esclamava '' Guarda il cielo! Le stelle brillano così tanto''  o  un '' Cos'era quello?'' 

- Beh allora questo è il nostro ultimo addio-

- Ultimo? Adesso è tutto a posto tra le famiglie no?-

- Si ma un odio così non finisce tanto in fretta... E poi ci conosciamo da a malapena 5 giorni... Non siamo amici e io sono un pericoloso brigante a Moonacre... Non sarebbe molto prudente per una bella bambina come te...-

- Aspetta tu hai detto bambina? E tu cosa sei? Un adulto forse? Robin sei sempre lo stesso! Pensavo stesse accadendo qualcosa e invece era solo opera del tuo grande Ego del cavolo!-

- Non succede e non succederà mai niente fra noi! Siamo troppo diversi per avere qualcosa...-

- Beh allora è un addio, Robin.- Maria si girò e salì le scale della grande casa dello zio.

- Quello che ho detto...- Robin si girò e s'incammino verso la foresta.

Maria corse alle scale con lacrime che ormai le scendevano copiose dagli occhi. Quando arrivò alla sua porta si accasciò a terra e si raccolse il viso tra le mani.

''Sono un dannO! Maledetta me e il giorno in cui ho conosciuto quel Robin De Noir''

Entrò nella stanza e si lanciò sul suo letto. Guardò il soffitto. Le stelle erano tutte tornate sul tetto. E senza rendersene conto si addormentò.

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Capitolo 2
*** Dove sei? ***


Per i tre mesi successivi Maria aveva continuato la sua vita e Robin aveva percorso la sua strada.

Maria era caduta in depressione totale e passava le sue giornate nel bosco con il suo prottettore Rolf. Scriveva e disegnava giorno dopo giorno. Disegnava il bosco, Rolf e quando ne aveva occasione ritraeva il fedele unicorno. Una volta aveva disegnato Robin per provare a ricordarsi il suo viso ma quando aveva visto quell'immagine così perfetta e precisa l'aveva strappato in mille e mille pezzi. Suo zio Benjamin pensava che il suo cambiamento fosse dovuto alla giovane età e per allietarla le aveva comprato un cavallo nuovo, Hobbs. Loveday era preoccupata, sapeva che ciò che era successo non era a causa dell'età adolescenziale della ragazzina ed era preoccupata anche per il fratello che era scomparso.

Robin era scappato dalla reggia di suo padre in preda al panico, voleva vivere da solo, nella tranquillità. I primi giorni dopo il litigio con Maria aveva distrutto la sua camera da letto e aveva litigato con la sua banda di briganti. Si ripeteva di essere uno stupido idiota e pensava di aver perso tutto ciàò che era veramente importante.
Scappò poche settimane dopo il litigio con Maria perchè ogni cosa del castello gli ricordava i suoi capelli, il suo viso, le sue labbra... Era scappato nel bosco dove era più pericoloso e buoi perchè sapeva che Maria non si sarebbe mai spinta così lantano da casa. Nessuno l'avrebbe mai trovato.



Knok, Knok. La porta si aprì e la chioma castana disordinata di Loveday spuntò dalla fessura - Posso entrare? -

- Si entra, Loveday-

- Come stai? - Mentre parlava osservava con malinconia le occhiaie nere che si erano formate sotto gli occhi di Maria. Poggiò sul mobiletto vicino al letto di Maria latte e biscotti.

- Sto bene, oggi vado nel bosco con Rolf-

- Non c'era bisogno che me lo dicessi. Fai solo questo Maria. Da quando hai salvato Moonacre sei triste, morta. Cosa è successo quella sera? -

- Loveday... -

- E non mi dire che non è successo niente perchè sappiamo entrambe che non è così -

Maria sentiva un nodo salirgli in gola - Tu lo sai già Loveday-

- Si ma lo voglio sapere da te! - guardò Maria negli occhi - Sai che non dirò niente a nessuno. Terrò la bocca chiusa! Prometto! -

 Maria le sorrise. Una lacrima le scese dagli occhi - E' colpa mia.. Non avrei dovuto puntalizzare-

- Credo che anche mio fratello sia colpevole...-

- Si ma lui cercava di proteggermi! Io invece non volevo essere trattata come una bambina...-

- Mio fratello è scappato poco dopo quella sera Maria... Tutti lo stanno cercando ma nessuno sa dove sia andato... Solo tu puoi trovarlo... Tu lo conosci bene, anche se da poco. Tu sai dov'è devi solo sforzarti-

- Cosa dovrei fare? Lui non mi vuole vedere -

- Fidati. Lui ti aspetta ogni giorno-




La mattina dopo era partita presto con Hobbs e si era diretta verso il bosco oscuro. Era arrivata alla conclusione che lui si sarebe nascosto lì perchè era un posto buio e si addiceva al suo stile oscuro.

- Robiiin! Robiiin!- erano due ore che chiamava quel nome - Dove sei stupido ragazzino!??- Hobbs nitrì - Sei stanco eh?- Smontò da cavallo e si sedette ai piedi di un pino mentre Hobbs brucava nella radura non distante da lì-






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Capitolo 3
*** Merryweather?!? ***


Aveva tirato fuori il suo blocco da disegno e aveva cominciato a disegnare il paesaggio.
 
Alla sua destra si stendeva una grande radura verde alla sua sinistra c’era il bosco tetro che emanava suoni paurosi. Disegnò quello che vedeva alla perfezione. Era diventata brava col passare del tempo. Oramai faceva soltanto quello.
 
Qualcosa di quella foresta che la attirava. Era sulla via giusta se lo sentiva. Dopo qualche minuto aveva deciso di ripartire alla ricerca di Robin, doveva trovarlo prima che si facesse buio.
 
- Robiiin!- dopo ore non aveva trovato ancora niente. Ed era scesa la notte. Grosse ombre si stagliavano lunghe sull’umido suolo del bosco. – Robiiiin! Dove sei??-
 
Niente.
 
-Robbiiin! Robiiiin! Rob...-
 
Una mano ghiacciata le aveva chiuse violentamente la bocca ‘’Robin!’’ aveva pensato. Si tolse dalla presa e si girò col sorriso stampato sulla bocca.
 
La sua espressione felice mutò in fretta quando si accorse di aver completamente sbagliato. Non era Robin bensì un ragazzo dagli occhi grigi con un ghigno malefico sul viso.
 
- E così stai cercando Robin, eh?-
 
- S-si, tu chi sei? -
 
- Lance De la Cour, ma tu chi sei e perchè ti avventuri in questo bosco?
 
- Io sono Maria-
 
.- Maria’-
 
- Maria Merryweather... –
 
- Merryweather.. Una Merrywather che cerca nel mezzo della notte un DeNoir... Strano...
 
- Sai dov’è?-

- No, ed è bene che non lo sappia mai se non vuole morire... Perchè cerchi quel rifiuto?-

- Non osare parlare così di Robin, brutto, sporco ma...-

Non ebbe il tempo di finire la frase che si trovò spalle contro il tronco di un albero, con un coltello alla gola - Non dire una parlora di più. Se non avessi sentito sono un brigante...-

Maria guardava il brigante con occhi gelidi. Non aveva paura di quel coltello o del suo padrone.

- Forse dovrei ucciderti.. Ma sei giovane bella potresti servire al padrone...- Tolse il coltello dalla gola di Maria. Si avvicinò al suo viso e lo serrò tra le mani.

''Ora!'' non appena aveva pensato a quella parola tirò un calcio nei Gioielli di Famiglia.

-Ahi!- Lance cadde a terra dal dolore - Dove vai brutta bastarda!-

Maria correva veloce nel buio del bosco. Poi cadde in una buca di faccia. Urlò fino a quando non si trovò sdraiata in una stanza. Era caduta in una casa. Si mise a sedere - C'è nessuno?-

- Chi è?- una voce arrivò dalla stanza

- Sono Maria...-

- Maria?-

- Maria Merryweather...-

Poi uscì dal nulla un ragazzo alto, completamente vestito di nero con in testa una bombetta che gli copriva i capelli ricci.

- R-Robin!- Maria gli corse in contro e lo abbracciò forte.

Dapprima lui si irrigidì poi l'abbracciò a sua volta.
 
-Sei uno stupido egocentrico, De Noir-

- Sei venuta ad insultarmi?-

- Si certo-

- Perchè sei qui?-

- Stavo facendo un giro nel bosco vicino a casa e devo essermi allontanata troppo...- mentì Maria.

-Wow... Non sei cambiata allora... – Prese una tazza di te da un mobiletto.

- Perchè te ne sei andato?-

- Anche io stavo facendo un giro ma mi sono perso e sono caduto in una buca!-

Maria lo guardò divertita - Bugiardo!-
 
Le sorrise- Allora cosa succede nella Valle?- chiese spontaneamente Robin

- Niente di che. Mi hanno comprato un cavallo... Mi sposo questo mese sai?- mentì Maria per vedere la sua reazione.

Robin alzò improvvisamente lo sguardo dalla tazzina sulla rossa ''Stupido idiota! Adesso si sposa''- Cosa? Con chi?-

- Con un De Noir...-

- Jason?-

- No-

- Axel?-

- No-

- Non dirmi che ti sposi con mio padre!-

- E se anche fosse?-

Robin la guardò supplicante e sconvolto - Con chi?-

- Non te lo dico fino, prima dovrai conoscerlo... Allora verrai al mio mtrimonio?-

- Certo! Qunad'è?- ora Robin aveva assunto un espressione sarcastica e pensava “ Quando vedo quel gallo lo uccido”

- Dopodomani...-

- Allora dobbiamo partire subito!- Robin si era alzato d'improvviso.

- No là fuori mi cercano!-

- Chi Lance?-
 
- Si lui!-

- E' un patetico ragazzino che cerca di spaventare le ragazzine come te che vanno in giro di notte... Cos'ha fatto?-

- Mi ha puntato un coltello al collo e poi ha cercato baciarmi- Fece una smorfia di puro orrore - Perchè sei scappato?- ora l'espressione di Maria era seria.

- Perchè avevo cercato di andarmene da te e i tuoi ricordi...-  La guardò- E' impossibile...-  Sorrise - Dai è tempo di partire! Hai un cavallo? -

- No l’ho lasciato nella radura -

-Bene allora è stato rubato... Prenderai Mary- arrossì impercettibilmente.
 

Procedevano nella notte uno dietro l'altro.

''Magari se ne accorge che è un gioco... Stupdo egocentrico...'' aveva pensato Maria.
 
“...stupido, scemo , deficente , Maledetto me e il giorno in cui sono scappato!! Potevo rimanere e di sicuro avremmo parlato! Le avrei chiesto scusa.. Adesso sicuramente si sposa con quel Gallo di Logan << Mi sposo! Mi sposo!>> Non appena lo vedo lo uccido!’’

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Capitolo 4
*** Fuoco! ***


Ok non so come si dica "Dare un calcio al cavallo" ma nel capitolo non significa "Prendere a calci il cavallo" !!
Scusate per il ritardo ma non sapevo come andare avanti!!

Erano già due ore che Maria e Robin andavano in giro per il bosco.
 
- Robin tu sai dove stiamo andando,vero?- aveva chiesto Maria non riconoscendo il paesaggio che li circondava. Era sicura di stare ancora nella parte buia del bosco perchè gli alberi erano quelli che stavano vicino alla tana di Robin.
 
- Si,si! Tra poco arriviamo!- “ E poi uccido il tuo fidanzato!”
 
- A me sembra di girare in torno! Siamo ancora nella tua parte del bosco! - fu la risposta indignata di Maria.
 
- Non stiamo girando intondo, Maria!... - senza farsi notare però, si era accorto di aver sbagliato strada. Era al punto di partenza.
 
- È da un ora che siamo qui! Robin dimmi: sai dove stiamo andando?-
 
- Si, devi stare zitta! Se non restiamo qui per sempre...- adesso era in panico "Dove siamo?? Oddio ho perso la strada!". Inanto Maria blaterava qualcosa sulla precisione e sulla geografia, che lui non aveva il senso dell'orientamento e che se lei fosse stata la guida sarebbero arrivati da tantissimo di tempo.
 
In qel momento Robin sentì odore di bruciato. Si girò e vide fumo e fiamme, piccoli animali correvano verso di loro.
 
 
 
- Bastarda credevi di scapparmi così in fretta! Lance è più furbo di una volpe! E poi si ricorda tutto... Non mi scorderò di te...- Lance stava a pochi metri da Maria e Robin e spargeva una sostanza giallastra sul fondo del bosco. Da solo.
 
- Tutto fatto!- esclamò soddisfatto dopo aver intriso il suolo con la sostanza.
 
Prese dalla sua tasca un acciarino e lo accese. Poggiò a terra la fiamma e scappò prima che si propagasse per tutto il bosco.
 
 
 
- Maria... -
 
-... sei uno stupido, non pensi, e se pensi, pensi che non te ne può fregare di meno delle altre persone, tanto tu vivi, mangi e non fai altro... -
 
-Maria potrsti guardare... -
 
- ...si vede che da piccolo non ti hanno mandato ad una scuola rinomata! Nella mia scuola si faceva un viaggio al mese e ci metevano a gruppi in mezzo ad un bosco e dovevamo trovare la via alla base... -
 
- Maria.. senti ho capito sono l'essere meno affidabile del mondo, ma ti degneresti di ascoltarmi due secondi? -
 
-Si, dimmi caro cosa ha formulato il tuo grandissimo ma vuoto cervello? -
 
- Stavo guardando il paesaggio e ho notato che dietro di noi era molto vivace! Perchè non ammirio anche tu? -
 
Maria si girò annoiata. Le fiamme ora erano ben visibili e il fumo occupava il cielo sopra le teste dei ragzzi.
Ci mise un po' a capire che cosa stava accadendo. Spalancò gli occhi! - Oh... -
 
- Si 'oh!'.. Scusa se ti ho disturbata ora puoi continuare.. Stavi dicendo?-
 
- Robin smetti di fare lo scemo!! Corri! No è il momento per rinfacciarmi le mie colpe... -
 
- Non so se il mio grande cervello vuoto me lo permetterà, ci provo, eh?- diede un calcio al cavallo e partì galoppando con Maria che lo seguiva.
 
Il fuoco divampava dietro di loro. Maria si girò e vide il fuoco che li seguiva e prendeva vantaggio su di loro.
 
Quando si rigirò vide in lontananza la figura di Robin che correva. -Stiamo rallentando, Mary!! - allentò le briglie e diede un calcetto al cavallo.
 
 
 
Quando raggiunse il punto dove aveva visto Robin trovò una radura con un laghetto. " Salva!" Si guardò intorno e vide il cavallo di Robin.
 
Galoppò fino a quel punto e non trovò Robin. Il suo cavallo era ridotto abbastanza male. Aveva rametti nella criniera e nitriva.
 
-Dov'è Robin?? ROBIIN!! -
 
Niente.
 
- Non è qui! - Diede di nuovo un calcetto al cavallo. Era preoccupate, lacrime grosse e calde scendevano lungo le sue guance "Coraggio! Lo troveremo! Coraggio!!" si diceva.
 
Entrò nel bosco da dove era entrata, c'era già fuoco.
 
Non appena entrò nell'incendio sentì sulla pelle il calore del fuoco. Si guardò intorno. "Dove sei??'' Perlustrava con gli occhi, pieni di lacrime, l'intera area. Non c'era.
Si addentrò maggiormente nel bosco.
 
Poi vide.
 
Un corpo esanime appoggiato ad un albero non lontano da lei.
 
Prese coraggio e si deiresse in quella direzione.
 
Il fumo ora annebbiava la vista e ostruiva le vie respiratorie. In un attimo scese da cavallo. - Robin! Robin so che sei sveglio! Stai scherzando.- intanto cercava di prenderlo in braccio." Come sei pesante, una dieta no, eh?"
 
-Mary aiutami! - Aveva in braccio Robin ma non riusciva ad alzarlo.
 
Il cavallo diveva aver capito quello che le era stato detto e si sdraiò a terra. "Cavallo intelligente! Si chiama Mary!! "
 
Poggiò Robin sul cavallo e salì a sua volta. Poi corsero come il vento verso la radura.
 

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Capitolo 5
*** Ritorno a casa ***


Mi scuso tantissimo con le persone che leggono quetsa ff, ma mi si è rotto il computer! e non ho potuto scrivere!! I'm very sorry!!




Maria poggiò a terra il corpo svenuto del ragazzo e prese dell'alqua dal laghetto per svegliarlo.
 
Non si svegliava e Maria cominciava a pensare che lui fosse morto.
 
Al solo pensiero era sbiancata, pensandoa tutte le cose che gli aveva urlato dietro poco tempo prima.
 
- R-robin! Io so che tu non sei morto! – lo guardò ma il viso tagliente del ragazzo non si muoveva e non dava segni di vita – Robin! Se sei sveglio sappi che non è per niente divertente! – Una grossa lacrima tentennava sulla palpebra poi lentamente tracciò la guancia della ragazza. Poi una dopo l’altra lacrime scesero dagli occhi di Maria.
 
- Senti mi dispiace... Non l'ho fatto apposta! Ho mentito solo perchè volevo vedere le tue reazioni - singhiozzò - Io non mi sposo... Era solo per vedere cosa avresti detto... E tu non hai detto niente... Probabilmente ti sei dimenticato che anche tu mi volevi bene... -
 
Il ragazzo si ostinava ancora a non darle risposta. Era fermo, immobile sulla sponda del fiume.
 
Maria osservò il viso di Robin. I suoi zigomi taglienti, le sue labbra rosse che contrastavano così tanto con il bianco pallido del viso. Le palpebre che nascondevano quegli occhi neri come la notte affascinavano Maria anche se non avevano niente di speciale.
 
Maria appoggiò la testa sul petto di Robin. Sentiva il suo cuore battere lentamente.
 
Più lacrime scesero dagli occhi di Maria. Sentire quel battito così lento era come ricevere una stilettata dritta nel cuore.
 
Stava ancora con la testa sul petto di Robin quando sentì tossire.
 
 
Si alzò velocemente per vedere che Robin stava tossendo - Robin! -
 
- Maria , coff, che è successo? -  aveva chiesto con voce debole.
 
- Sei caduto da cavallo! - lo guardò intenerita - Avevo così tanta paura di perderti, Robin!  Non lo fare mai più! -
 
- Io sono caduto da cavallo...? -
 
- No mia nonna Zina! Si tu! -
 
- Strano... - si era azato a sedere - Non me lo ricordo... -
 
- Forse sei caduto perchè eri svenuto mentre eri a cavallo.... -
 
- Forse... - era confuso.
 
In quel momento cominciò a piovere torrenzialmente. Maria ci mise un po' a capire che ra pioggia e non appena lo capì corse al riparo nel bosco dove c'era Fire, il cavallo di Robin. Il bosco non era una grande protezione contro la pioggia, anzi. Maria si era fatta una doccia e il suo vestito era diventato pesante.
 
- Togliti quel vestito! -
 
- Cosa?!? Io non mi tolgo nessun vestito! -
 
- Maria scommetto che neanche Fire vorra portarti in groppa con le tonnellate d'acqua che conservi in quel vestito! -
 
- Dov'è Mary? -
 
- Probabilmente è scappata... Non era un cavallo addestrato... Togli quel vestito Maria! -
 
Maria lo guardò male per un po' poi salì sul cavallo. - Vedi?! Non fa fatica! Sali Robin.-
 
Non sapeva se ricambiare lo sguardò iroso o salire senza fare tanti complimenti. Ma quando si accorse di essere davvero bagnato scelse la seconda opzione.
 
Maria sorrise soddisfatta.
 
 
Quando arrivarono a casa Merryweather, Robin e Maria erano bagnati fradici.
 
- Vedi che se fossi stata io la guida saremmo arrivati in due minuti?! -
 
- Si sei molto brava - rispose scettico Robin mentre guardava Maria salire la scalinata per entrare in casa.
 
 L'ultima volta che l'aveva vista, da quando era scappato, Maria era salita su quelle scale e gli aveva sbattuto contro tutta la sua rabbia e malinconia, insieme alla porta. Robin era stato lì fermo per un po', poi si era incamminato velocemente verso il castello De Noir.
 
- Allora vuoi entrare o vuoi morire congelato? - Maria era ferma davanti la porta e aspettava che Robin la raggiungesse.
 
- E Fire? -
 
- Lascialo lì. - rispose seccamente.
 
- Posso almeno metterlo in una stalla? - le chiese - Sai magari scappa... -
 
Maria lo guardò quasi sorpresa. Poi scese le scale e lo condusse alle stalle. - Va bene qui? O c'è bisogno della suite imperiale? -
 
- No, va bene qui grazie mille -
 
- Bene! Allora se non hai altre rischieste, possiamo andare in casa... -
 
- No... -
 
- Vuoi stare nella stalla? -
 
- No, certo che no! Ma non voglio vedere Loveday... -
 
Lo guardò confusa - E perchè mai? Tu le manchi tanto! - il suo tono di voce era tremante, anche per il freddo che aveva.
 
- Si... Ma non voglio essere rimproverato... -
 
- Non ti rimprovera! Non fare il bambino! Lei ti cerca da tanto tempo... E non credo voglia subito rimproverarti... Siamo stati tutti male quando te ne sei andato, sai? Loveday per prima ti cercava. E quando tornava a casa a mani vuote piangeva per ore e non c'era cosa che la tirasse su di umore... -
 
- Tu mi cercavi? -
 
- No... Io non ti ho mai cercato perchè fino a pochi giorni fa credevo che tu fossi a casa tua... Avevo la tentazione di venire da te ma non potevo. Avevo paura di essere mandata via... E a volte ero troppo... troppo...-
 
- Orgogliosa -
 
- Si ero orgogliosa... - ammise - Non volevo fare il primo passo... - guardò Robin con lo sguardo languido per un lungo istante - E' ora di andare... Ti aspettano da tanto tempo, perchè farli aspettare... -
 
- Si, dobbiamo rientrare.. Hai anche il raffreddore... -
 
- Si... -
 
Maria uscì dalla stalla e si diresse verso la porta della casa  - Adesso puoi entrare? -
 
Robin non rispose nè diede segno di muoversi, poi dopo pochi secondi prese un grande respiro e si incamminò verso la porta. - Adesso sì -
 
 
 
 
Erano tutti seduti vicino al fuoco del camino.
 
- Sei stato un incosciente! Ma non ti punirei mai e poi mai! Tu lo sai questo, Robin! - Loveday abbracciava fortissimo il fratello - Lo sai che mi sei mancato tantissimo? Dov'eri? -
 
- Nel bosco scuro... -
 
- Lo sapevo! Ma non ci volevo andare... - rise.
 
Robin sorrise. Era da tanto tempo che non vedeva la sorella e gli mancavano le sue risate naturali e gentili.
 
- Beh, sarete stanchi voi due quindi dovete andare a letto. Maria tu ti ricordi certamente della tua stanza, mentre tu Robin dormirai nella cmera degli ospiti. - prese per la mano il fratello - Ciao Maria! - salutò con l'altra mano la ragazza e portò il fratello nella stanza degli ospiti.
 
Era una piccola stanaza dal soffitto alto. I muri erano stati decorati con motivi floreali a sfondo blu scuro.
 
- L'ho pitturata io questa stanza... So che non ti piacerà perchè ci sono i fiori ma io li adoro! - si sedette sul letto - Allora come va con Maria? -
 
- Con Maria? Come dovrebbe andare? Si sposa... -
 
Loveday all'inizio rimase perplessa poi capì che Maria doveva averlo ingannato - Oh si... Ma non ne è felice. Ha accettato solo per compassione... Sai com'è... -
 
- No, non lo so com'è! Ero sicuro che mi avrebbe aspettato e invece ha colto subito l'occasione per sbarazzarsi di me. Loveday perchè fa così? Non l'è bastato farmi del male prima? -
 
- Beh tu sei quello che ha cominciato, o no? Quando tu l'hai congedata per l'ultima volta? Per tutto il tempo che tu te ne sei andato, stava nel bosco ad aspettarti e tu non arrivavi mai... Non ti do tutta la colpa, ma prova a capirla, ci è rimasta molto male. -
 
Robin parve pensarci per un po' poi parlò di nuovo - Ma cosa serve parlarne adesso? È tutto perso oramai... Le si sposa e io terrò tutto dentro di nuovo. -
 
- Sì, prenderai la via semplice e indolore per non sforzarti un po'. - Loveday era spazientita - Lascia da parte il tuo orgoglio per una volta, Robin! Non ti dispiace nemmeno un po' vederti passare davanti tutte le possibilità? È da una vita che lasci passare ogni singola cosa. Non rassegnarti... -
 
- A cosa serve? Dimmi a cosa serve? -
 
- Forse a niente, ma ci puoi sempre provare no? - Loveday si era alzata e si era diretta verso la porta - Pensaci, dormici sopra e domani pensaci ancora. Il matrimonio non è ancora organizzato del tutto. Approssimativamente hai ancora due, tre giorni. Poi la prderai, per sempre. - chiuse la porta dietro di se e si dieresse verso l'ultimo piano: Maria.

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Capitolo 6
*** Coraggio! ***






- Maria, si può sapere perchè gli hai detto che ti sposi? - disse Loveday quando entrò nella stanza di Maria, lasciando la porta semichiusa - Fino a pochi giorni fa, ti mancava e se non ti ricordi, piangevi - era rossa in faccia - Me lo spieghi? Non l'ho capita questa tua nonchalance... -
 
Maria la guardò silenziosa, i suoi occhioni grandi la fissavano. - Volevo vedere la sua reazione... -
 
Loveday parve capire tutto da quelle semplici parole. Si sedette sul letto accanto a lei - E lui cos'hai detto? -
 
- Niente: mi ha sorriso e ha detto che è felice per me.. - abbassò lo sguardo e sospirò.
 
- E tu pensi che non gliele importi niente? - chiese Loveday incredula.
 
- Sembrava sincero... Mi guardava negli occhi e sorrideva...- sospirò di nuovo - Ha detto che è scappato perché non ce la faceva più senza di me. -
 
- E' già un inizio no? - disse Loveday mettendo un braccio attorno alle spalle della piccola. - E adesso come hai pensato di fare? -
 
- Non lo so, Loveday. Ho agito senza pensare... -
 
- Beh allora dovrei dirgli la verità... -
 
Maria alzò lo sguardo e guardò la sua interloquice con sguardo strano - La verità? - chiese ingenua.
 
- Sì, la verità - disse Loveday sorridendo.
 
- E... E come devo fare? -
 
- Questo me lo devi dire tu, principessa -
 
Maria ci pensò. Gran bella risposta, quella di Loveday! La sua prima idea era quella di scappare, ma la povera avrebbe sicuramente avuto un infarto. La seconda era di dire che il De Noir " finto futuro marito" l'avesse tradita o fosse morto, ma si sarebbe dovuto preparare un funerale e non era il caso. La terza era di andare lì e di dirgli tutta la verità e qui non c'era alcuna controindicazione.
 
- Gli dirò la verità - disse tutto di un fiato Maria.
 
Loveday sorrise compiaciuta - Brava! Quando? -
 
- Non lo... Tra pochi giorni. Perché gli ho detto che mi sposo tra pochissimo. -
 
Loveday la guardò come se aspettasse qualcos'altro, sempre sorridendo.
 
- Vuoi dire che devo andarci adesso? - chiese sulle spine. - Devo proprio? -
 
Loveday annuì lentamente.
 
- Ma non voglio, sono stanca e devo farmi un bagno... - si fermò perché Loveday la stava guardando con la stessa  espressione di prima.
 
Si alzò dal letto - Va bene! Vado.. -
Uscì dalla porta e prese un gran respiro.
 
 
 
 
Quando Loveday era uscita dalla stanza di Robin, non si era accorta che il suo caro fratellino l'aveva seguita a debita distanza.
 
Quando la sorella era entrata, Robin si era appollaiato dietro alla porta.
 
Non si era fidato dello sguardo interrogativo  e della fretta con cui si era allontanata la sorella poco prima.
 
Si mise accanto alla porta e sentì le due ragazze che parlavano. Aveva sorriso dalla soddisfazione quando aveva sentito che Maria non si sposava con nessuno e quando aveva sentito Maria alzarsi era corso giù dalle scale con immane velocità.
 
 
 
Maria si trovò davanti alla porta di Robin.
Stette a guardarla per un po'.
Prese un bel respiro e bussò.
 
Robin si presentò alla porta - Buonasera, qual buon vento? - disse ironico.
 
- Ti devo dire una cosa... - disse Maria timidamente.
 
- L'invito per il tuo matrimonio? - disse mantenendo lo stesso tono di voce.
 
- Non esattamente.. -
 
- Vuoi che ti accompagni all'altare? -
 
" No, vorrei che tu mi aspettassi all'altare... "  - No... -
 
La guardò incredulo - Vuoi che prepari il tuo bouquet? -
 
Maria lo guardò languidamente - No Robin... Io non mi sposo... -
 
Robin cercò di non ridere e la guardò con falsa sorpresa - Come? -
 
- Mi hai sentita. Non mi sposo. - disse Maria scandendo bene le ultime parole.
 
- Cosa? - chiese ancora Robin.
 
- Non mi sposo. -  disse Maria che cominciava a perdere un po' la pazienza.
 
- Davvero? -
 
" No non è vero! Volevo vedere come funzionano le tue sinapsi. E adesso so che sono molto, ma molto lente.... " - Sì è vero. Gradirei se tu non me lo facessi dire un'altra volta... -
 
Robin guardò fuori dalla finestra, fece finta di essere triste. Poi si voltò con il migliore dei suoi sorrisi e disse - Lo sapevo! -
 
"Ecco mo' ti sei svegliato! "
 
- Mi sono messo fuori dalla tua porta e stavo ascoltando quello che vi siete dette tu e mia sorella... -
 
" Crippa!" pensò Maria. Stette zitta perché non sapeva cosa dire e tutto di un tratto la sua gola era diventata secca come il Deserto dei Gobi. Lo guardò seria.
 
- Non hai niente da dirmi? - chiese Robin al colmo della incredulità.
 
Maria scosse la testa.
 
- Niente, di niente? -
 
Maria ci penso e poi disse - Scusa - ma non le venne molto bene perché aveva la gola secca e quindi sembrava non era lei a parlare ma una vecchietta di duecent'anni.
 
- Il minimo -
 
- Scusami tanto di averti mentito spudoratamente, oh Robin De Noir -
 
Robin fece con la mano il gesto di continuare.
 
- Cosa devo dirti? - disse esasperata.
 
- Dai spazio alla tua creatività! - disse ironico.
 
-Mi dispiace moltissimo per la mia insolenza, o nobilissimo Robin De Noir. Spero tu possa perdonarmi ma fino a quel momento puoi usufruire di tutto quello che c'è in questa casa senza limiti - disse quella frase tutta d'un fiato e con tono ironico.
 
- Tutto? -
 
"Sì tutto! Puoi anche demolire un muro della casa per portarteo a casa come relitto di guerra" - Sì tutto! "
 
- Sei sicura? -
 
- Sì - adesso il suo tono era incerto.
 
Robin si spostò dalla finestra e fece un passo in avanti. - Dici che posso Usufruire di tutto quello che c'è in questa casa? -
 
- Sì Robin. Puoi usufruire di ogni cosa che c'è in questa casa - disse spazientita.
 
Robin fece un passo in avanti e sincronicamente Maria fece un passo indietro.
Un altro paso in avanti, uno indietro. Un passo indietro e Maria si trovò con le spalle al muro.
 
Sudava freddo. Cosa voleva fare quel megalomane.
 
- Cosa vuoi f-fare? - chiese incerta.
 
- Hai detto tutto quello che c'è in questa casa - fece un'altro passo verso di lei.
 
- Non tutto tutto... Le cose -
 
- Ma questo non l'avevi detto... -
 
Maria sussultò - Si ma si capiva -
 
- Il mio cervello non funziona ancora molto bene - fece un altro passo verso Maria. Adesso era a un respiro di distanza.
 
- Cosa vuoi f-fare? - chiese incerta la ragazzina.
 
- Dai spazio alla tua immaginazione -
 
L'unica cosa che riusciva a pensare Maria era la sua testa a terra e fiotti di sangue che traboccavano dalla gola recisa. Ma riuscì a far tacere quel pensiero.
 
Robin si avvicinò ancora di più.
Stava per baciarla quando sentì fuori dalla porta rumore di passi.
 
Si allontanò subito da Maria, che ricominciò a respirare, e andò a sedersi sul letto.
 
- Allora gli hai detto la verità? - disse Loveday contenta.
 
Maria era ancora tramortita e pronunciò la risposta ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
 
- Sì sorellina mi ha detto la verità - disse calmo - Non si sposa -
 
Maria annuì al vuoto, guardando il muro.
 
Loveday sorrise compiaciuta - Bene! L'ho sempre detto che la verità è sempre meglio della menzogna - sempre sorridendo prese a braccetto la ragazza e salutò il fratello.
 
- Adesso Maria deve dormire. Ciao, ciao Robin -
 
Maria aveva accennato un saluto con la mano e si era fatta trascinare da Loveday.
 
Loveday non aveva smesso di parlare durante tutto il tragitto.
 
Quando era arrivata alla stanza di Maria le aveva dato la buonanotte e se n'era andata, canterellando giuliva.
 
Maria era entrata in camera camminando come una paraplegica e si era buttata sul comodo letto, non prima di aver chiuso a chiave la porticina.
 
Dormì poco tutta la notte con in braccio il suo coniglietto. Pensava a tutte le emozioni che aveva sentito durante quell'incontro.
 
Dopo poco si addormentò guardando le stelle del soffitto.
 
 
 
La mattina dopo si era svegliata nervosissima e non aveva fatto colazione.
 
Si mise il primo vestito che le capitò, si pettinò velocemente e scese le scale.
 
Zio Benjamin la salutò ma lei lo ignorò completamente.
 
Andò a sedersi al tavolo e mangiò un toast. Mentre stava mangiando Robin le si era seduto accanto e aveva preso il bricco di latte che stava davanti al suo piatto, benché ne avesse uno davanti al suo.
 
Maria ignorò il suo gesto e finì velocemente il suo toast.
Prese un guinzaglio e lo mise al collo si Rolf.
 
Robin la seguì.
 
Maria non gli fece caso e per tutta la passeggiata fece finta che quella presenza fosse un'ombra silenziosa.
 
Anche Robin faceva finta di non vederla, ma la seguiva. Pensava che ad un certo punto della giornata avrebbe dovuto parlargli.
Infatti Maria al pomeriggio, non potendone più di quella presenza, gli aveva chiesto gentilmente di andarsene ma lui aveva fatto finta di non sentirla e non si era spostato.
 
- Lo so che non puoi fare a meno di seguirmi, senza motivo, per tutta la giornata, ma mi stai davvero dando fastidio. -
 
Robin l'aveva ignorata ma si era girato verso di lei e le aveva sorriso.
 
- Lo so che non sei sordo: potresti degnarmi della tua attenzione? -
 
Robin questa volto faceva finta di guardarsi le unghie.
 
Maria gli si era avvicinata e lo aveva guardato negli occhi, ci provava.
 
- Potresti smetterla di seguirmi? - chiese sillabando ogni parola.
 
Robin l'aveva guardata sorridendo - No -
 
Maria si era accorta solo allora della poca distanza tra di loro. Sentiva il suo respiro caldo sul viso.
 
Si scostò velocemente da quel viso e ricominciò a camminare con Rolf.
Lui continuò a camminarle dietro come una fedele ombra.
 
Maria spazientita continuava ad inciampare nelle radice degli alberi e una volta Robin l'aveva presa per un braccio, cosicché non cadesse a terra. Lei l'aveva guardato poi aveva strattonato il braccio e si era voltata inciampando nuovamente in una radice.
Robin fedelmente l'aveva presa per un braccio e l'aveva tirata a se - Perché s scappi? - chiese guardando dritta negli occhi.
 
Maria sentiva il suo profumo inebriante che la indolenziva. - Cosa stavi facendo ieri sera? -
 
Non allentò la presa e non mosse lo sguardo. - Dai spazio alla tua immaginazione...- disse soave.
 
- Ancora con questa espressione! Cos'é? L'hai imparata da poco? - davvero non ce la faceva più di quella espressione.
 
- A dire il vero, sì - fu la risposta - Allora che cosa mi dici di bello? -
 
" Ma che cavolo c'entra? " - Non riesco a pensare a niente di bello con te che mi stai a due centimetri di distanza - disse furiosa mentre si divincolava da quella stretta.

Sentiva le sue guance diventare bollenti, ogni volta che muovendosi Robin la stringeva di più.

- Mi vuoi lasciare? -

- Non ci penso neanche... - disse in tono suadente.

Lei si divincolo di nuovo e gli pestò un piede più forte che poteva ma lui non si mosse.

- Ti prego, lasciami! -

Lui la lasciò lentamente.

- E così tu sei innamorata perduta di me? -

Lei non rispose sentendo le sue guance avvampare e continuò a camminare con Rolf. Si stava chiedendo perchè quello stupido cane non avesse attaccato Robin quando l'aveva quasi stritolata a morte , a suo parere.

- Non più? - disse lui afferrandola per un braccio. Questa volta era gentile, era quasi un abbraccio.

Lei lo guardò per un lungo istante poi gli rispose - Come fai a saperlo? E poi non è vero! - disse cercando di mantenere un tono serio e un certo grado di lucidità.

- E allora perchè mi guardi così? -

Maria si accorse di avere una faccia sognante - Così come? - disse tornando seria.

- Sei tenerissima quando fai la finta ingenua -

Maria si sentì avvampare e girò il viso, come per nascondersi.

- Lo sai che ormai io so tutto quello che hai detto a mia sorella? -

- Come hai fatto? -

- Stavo fuori dalla porta - disse sorridendo.

Maria arrossì ancora di più.

- Ti piaccio ancora o hai subito cambiato idea? - disse con tono dolce.

Lei, presa alla sprovvista per la domanda così diretta, non fece altro che arrossire violentemente. - Beh... io... non... - riuscì a balbettare.

Robin le sorrise, cercando di essere di conforto, ma questo non fece altro che farla arrossire, se è possibile, ancor più.

- Coraggio! - disse, senza riscuotere alcun successo nella piccola Merryweather - Se vuoi, comincio io... Io ti amo Maria... Non posso dire che sia stato amore a prima vista perchè non sarebbe vero,infatti odiavo te e la tua famiglia... Sai cosa mi piace di te?...  I tuoi occhi perchè quando mi guardano riescono a vedere ciò che sono dentro e non solo la mia corazza... I tuoi capelli perchè sono perfetti nei loro boccoli... E la yua bocca che è così rossa, come una rosa... - disse guardandola sempre negli occhi - Adesso è il tuo turno - disse allegro.

Lei stava tra le braccia di Robin, immobile, senza fiatare. Lo guardava e non riusciva a spiccare parola.

La giovane Merryweather spostò l'attenzione dagli occhi alle labbra e si avvicinò a lui.

- Credo di essermi innamorata anch'io - disse con voce flebile.

Lui sorrise e annullò la poca distanza che c'era tra loro con un bacio dolce e lento.

Lei gli allacciò le braccia attorno al collo e rispose a quel bacio.

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