Missione Auror Codice Quirrell

di UnicaRaptor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap1 ***
Capitolo 2: *** Cap2 ***
Capitolo 3: *** Cap3 ***
Capitolo 4: *** Cap4 ***
Capitolo 5: *** Cap 5 ***



Capitolo 1
*** Cap1 ***


Missione Auror Codice Quirrell
Cap1



Nota D'Autrice: mi scuso in anticipo per il primo capitolo che potrà apparire un pò noioso, ma è solo perchè è quello che fa il quadro generale della situazione dei nostri amici...

Gli uffici degli Auror speciali si trovavano tutti uno accanto all'altro.
Le quattro sezioni erano veramente di grande aiuto e gli Auror che ci lavoravano avevano avuto riconoscimenti e lodi.
La sezione 6, in particolare modo era famosa per essere composta da tre maghi che avevano preso posto in prima fila alla battaglia contro Voldemort, e poi non bisogna scordarsi che lì c'èra il grande e famigerato Harry Potter.
La sezione 6 però, propio per questa sua grande fama, era in perenne conflitto con la numero 3, dove avevamo come Auror Sven DcFlittey, Morgana Gospri e Tristan McMurrey.
Era risaputo che Sven, lider della squadra, avevano un gran senso di rifiuto per Harry Potter. Lo credeva non adatto a fare parte di una squadra d'Auror speciali, ma volente o nolente lui c'èra, e i due dovevano sopportassi a vicenda.
In fondo il bambino sopravvissuto era abituato agli antipatici. Aveva fatto della patrica in sette anni di scuola, grazie a Draco Malfoy.
Ed ora a dirlo, amici miei, sembra queasi una barzelletta: da prima che Voldemort fosse sconfitto, dopo la fine di Hogwarts, Draco Malfoy e la sua banda si era alleata con il trio di Grifondoro più famoso, e nonostante la scuola fosse finita, erano rimasti ottimi amici.
Ma sfortunatamente o fortunatamente, come creder si voglia, l'unico a non avere mai mandato giù il boccone era stato Ronald Weasley, che ancora oggi si rifiutava di proferire parola con Draco Malfoy.

Harry Potter si portò le mani dietro la testa e sospirò profondamente, ma in silenzio.
Guardò la sua scrivania con aria di sfida. Era completamente sommersa da fogli e scartoffie varie, documenti falsificati dai Mangiamorte e vecchi appunti appartenenti a casi ora mai finiti ad Azkaban.
Si guardò intorno e notò che la scivania di Ron era lustra e pulita come Harry non vedeva la sua da anni.
Il ragazzo sbuffò un pò irritato: ci credeva che era pulita, Ron cercava sempre di svincolare a tutti i suoi impegni, trovava scuse a destra e a manca, ma ormai tutti lo sapevano e avevano rinunciato nel farglielo notare.
Oggi perchè non era a lavoro? Se lo ricordava per caso? Ah si! Certo...Un branco di Lucertoloni gli aveva impedito di aprire la porta di casa...
"Meglio non pensarci" si disse Harry "Sennò quando lo vedo....!"
A contario, la postazione di Hermione era piena di pile di libri e fogli, contenenti la storia di ogni Mangiamorte trovato sulla faccia della terra.
La porta dell'ufficio si aprì ed entrò Hermione, con il mantello tutto bagnato e il respiro irregolare di chi ha corso.
-Fuori piove come Dio la manda!-. Disse mentre poggiava la sua tazza di caffè e si toglieva il mantello.
Harry abbozzò un sorriso. -Ecco un'altro vantaggio del venire a vivere con me...Abiteremo qui davanti!-.
La ragazza lo guardò distrattamente. Dopo un anno che stavano insieme era perfettamente normale se fossero diventati coinquilini, ma ancora lei non si era abituata all'idea e continuava a rimandare.
-Già-. Sospirò.
Harry si alzò e andò verso il mobiletto contenente i ricambi delle divise da Auror e ne tirò fuori un mantello. Lo diede a Hermione mentre lui indossava il suo.
-Perchè me lo dai?-. Le chiese la ragazza un pò confusa.
-Siamo in missione stamani Herm...-.
-E dove?-.
-Non so, dobbiamo passare dall'ufficio segreteria, hanno detto di andare lì per sapere il luogo-.
La ragazza non si trattene dal fare una smorfia. -E' un ottima giornata per andare in missione, davvero splendida!-.
I due ragazzi uscirono dall'ufficio e si incamminarono verso la segreteria.
La donna che occupava la stanza, Miss Marlon, era una persona taciturna e tranquilla che amava starsene sola.
Harry bussò alla porta della segreteria con fare svelto. Ma nessuno aprì.
-Sei sicuro che...-.
-Si Hermione sicurissimo!-. Urlò lui spazientito.
Non aveva tempo da perdere, nè voglia di aspettare.
Aprì la porta con un colpo di bacchetta e entrò a passo spedito nella stanza.
-Harry!-.
Il ragazzo si girò e le diede un'occhiata esasperata. -Hermione volevi aspettare fino a Natale?-.
La ragazza non rispose e entrò a sua volta nella piccola stanzetta.
Era molto disordinata, anche più del loro ufficio e aveva lo strano presentimento che la Signora Marlon amasse il suo disordine senza che nessuno ci mettesse mano.
-Harry ci metteremo nei guai!-.
Il ragazzo gli sorrise. -Frase già risentita Herm...è come quando entravamo di nascosto nelle biblioteca, alla sezione proibita...-.
Hermione ricordava quei tempi. In particolare il primo anno, quando cercavano Nicolas Flamel perchè credevano che Snape tentasse di uccidere Harry, quando invece poi era Quirrell.
-Guarda!-. Disse Harry che era dall'altra parte della stanza.
-Che c'è?-. La ragazza si avvicinò a Harry.
Lui indicò un'altra porta. -Qui ci sono scritti i nostri nomi!-.
Hermione guardò meglio. Harry Potter e Hermione Granger, squadra numero 6, Codice Quirrell.
-Quirrell? Ma non è...-.
-Si Harry. Era il nostro insegnante di DADA al primo anno, oltre ad avere avuto uno stretto contatto con Voldemort-.
Harry la guardò storta. -Stretto contatto eh? Erano appiccicati Herm...-.
La ragazza rise. -Appunto-.
Harry si avicinò alla porta. -Che ne dici se entriamo per vedere cosa c'è?-.
La ragazza era un pò preoccupata, però passare tutti quegli anni al'insegna dell'avventura e poi ritrovarsi a firmare carte in un ufficio l'avevano un pò depressa....e allora perchè non rimettersi nei guai?
-Bè...a pensarci bene...in fondo ci sono i nostri nome scritti sopra...-.
-Già!-. Harry le prese la mano. -Vedo che la mia compagnia non ti giova-.
-No, forse no, ma anche senza non starei messa meglio-.
Harry la baciò sulla fronte. -Ok,allora apro eh?-.
Hermione annuì.
Il ragazzo girò il pomello della porta e con un solo strattone la aprì.
Una luce bianca invase i loro corpi e una forte energia li succhiò. Erano dentro ad un vortice e non fecero in tempo ad aggrapparsi a qualunque cosa che vennerò trasportati via.
Hermione non potè urlarlo per via dell'energia che le impediva e limitava i movimenti, ma avrebbe potuto giurarlo: quello era un vortice spazio-temporale, uno di quelli capaci di portarli in dietro nel tempo a epoche veramente lontane.
Ma quello che non potevano intutire è che non sole avrebbero viaggiato nel tempo, ma grazie a loro addirittura sarebbe potuto mutare e poi quello che Harry non riusciva a spiegarsi è chi diamine fosse Quirrell. Che cavolo centrava lui?

*


Salve a tutti. Ok, spiegamo meglio quello che è accaduto: Herm ed Harry sono stati inghiottiti da uno buco nero spazio temporale.
Ok, nessuno ci ha capito niente, ma poi vedrete che diverrà più semplice se seguirete gli altri cap.
Per chiarire bene la situazione: Il Codice Quirrell (per chi non lo sapesse Quirrell in inglese è l'equivalente di Raptor in italiano), è un modulo, fascicolo, documento, come lo volete chiamare non importa, del professore, che ha a che fare con i malandrini e .... E non dico più niente sennò è inutile che leggete no?
Allora, premetto che la storia avrà delle grosse, immense, gigantesche sorprese, e che è fatta apposta per chi ama le Hr/Hrm e il mistero.
Spero che almeno un pò siate curiosi.

Benvenuti nel favoloso mondo del Codice Quirrell.

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Capitolo 2
*** Cap2 ***


Missione Auror Codice Quirrell
Cap2



Il corridoio era amplio e ben arredato. I quadri lungo le pareti raffiguravano perlopiù paesaggistica di mare, come quello che Harry stava fissando: una scogliera dal quale si poteva osservare un tramonto, sul quale apparivano magicamente delle parole: "Per te Lex"
Lungo le pareti spiccavano due sontuose e raffinate vetrine di legno intagliato, contenenti porcellane sempre intagliate, e degli strumenti musicali, come un violino e un flauto traverso. Accanto agli strumenti c'èra una scritta: Arthemis
Fortunatamente non c'èrano nè armature, nè animali imbalsamati, solo quadri e mobili.
Hermione si guardò intorno alla ricerca di un solo indizio che potesse fargli capire dove si trovassero, o almeno se quel luogo era sicuro.
-Dove sono le candele Hermione?-. Chiese Harry che aveva un sorriso perverso sul volto e un sorriso malizioso stampato in faccia.
La ragazza lì per lì non capì, ma poi portandosi una mano alla bocca in segno di stupore comprese la frase del ragazzo. -Oh Mio Dio! E' lo stesso maniero dove facemmo l'appostamento un anno fà!-.
Harry annuì. Non sapeva come c'èra riuscito, ma gli era venuto in mente, forse per via della struttura della casa, o per quella dei mobili.
-Che cosa è successo?-. Chiese secco alla ragazza mentre si guardava intorno.
-Harry...vedi, hai presente il vortice che ci ha inghiottiti? Quello è uno buco nero spazio temporale-.
Harry ci pensò un pò su. -Siamo tornati in dietro nel tempo?-. Domandò con una smorfia di stupore.
-Si-. Sospirò la ragazza. Nella voce aveva una nota di preoccipazione e fustrazione
-Ma che epoca sarà?-.
-Non saprei Harry...-.
Qualcosa non tornava ed Harry lo sentiva. Una sensazione di familiarità gli invase l'animo, colpendolo dritto al cuore.
E poi dei passi, delle voci, dei respiri: qualcuno si stava avvicinando.
-Corri-. Urlò d'istinto il ragazzo prendendo la mano di Hermione e trascinandola nel salotto dove un anno fà si baciarono.
Un uomo entrò gesticolando furiosamente all'interno della stanza, seguito da una donna. Entrambi vestivano come degli Auror, ma non era una divisa ufficiale, non vi era lo stemma impresso sopra.
Fortunatamente i due ragazzi avevano trovato un nascondiglio sicuro dove vedere, ma non potere essere visti: lo schienale del divano. [Sicuro di niente... NdA ^^' ]
-Sara non puoi pretendere che io me ne stia con le mani in tasca!-. Urlava l'uomo.
Era un tipo molto alto e dai movimenti raffinati, aggrazziati*, aveva profondi occhi nocciola, che sembravano disegnati con un pennello, tale era la loro bellezza che Hermione si fermò a fissare lo sguardo dell'uomo per un istante. I capelli corvini, disordinati almeno quanto quelli di Harry e la pelle non rosea, un pò più scura, che però non arrivava all'olivastro.
La donna invece, che ad occhio e crocie sembrava molto più giovane dell'altro, aveva lunghissimi capelli biondi, raccolti in una treccia, e occhi azzuri come il cielo, nel quale uno si poteva specchiare, dato che erano talmente chiari, da avere le iridi quasi bianche.
-Alexander smettila! Credi che Lily e James avrebbero voluto questo?!-.
Hermione sentì Herry scuotersi e trattenere il respiro per qualche secondo.
L'uomo si mise le mani nei capelli, esasperato. -Ho promesso loro di proteggerlo!-.
-Lo so Lex, ma non potrai farlo da morto! Vedrai che mio fratello se la caverà bene..-.
-Remus è debole Sara, la Luna piena lo uccide. E non mi venire a dire che Sirius può badare ad un bambino, perchè giuro che ammazzo qualcuno!-.
La ragazza lo fissò. -No, non Sirius certo, non è da lui...con tutto il bene che può provare per Harry, ma non può badare a lui, è un uomo troppo focoso e incoscente...-. La bionda sospirò e si avvicinò all'uomo, mettendogli una mano sulla spalla. -Lex, dovremmo mandare qualcuno che ti somigli...vedrai che è la soluzione migliore...Fra undici dieci anni Silente darà la cattedra a qualcun'altro e non a te. Solo così potrai sperare di salvarlo, solo così...-.
L'uomo si massaggiò le tempie. -Perchè doveva succedere questo hai Mangiamorte? Mutare così...la gente avrà una visione distorta della verità...Tom lo sa?-.
-Tom sa già la parte che deve recitare, e come vedi quella che ha svolto fin'ora è veramente impeccabile. Tutti abbiamo una recita da svolgere, ma solo così tu ed Harry potrete salvarvi. James e Lily hanno fiducia in te Alexander, ti ricordi quello che ti dissero il giorno del diploma? "La gente non lo saprà, ma tu hai il dono più grande del mondo". E avevano ragione, la gente non lo sa e non lo saprà mai perchè crede che tu sia il Diavolo in persona, ma vedrai che un giorno, guardandoti alle spalle, vedrai di avere fatto la cosa giusta-.
"Persuasiva" Pensò Hermione. Harry, accanto a lei guardava fisso l'uomo, aveva qualcosa di strettamente familiare.
-Va bene Sara,ma stai attenta, tutti state attenti...Malfoy è un gran bastardo, è non si farà scrupoli a uccidervi tutti.-.
-Come la metti con Draco?-.
-Mi piacerebbe poterlo portare via con me, ma non posso e questo pensiero mi annienta dentro. Ma lui deve compiere il suo destino e purtroppo non sarà affatto bello. Ma continuerò a fargli visita non preoccuparti, è figlio di Lucius, ma non c'èntra niente con questa storia...Questa è la nostra battaglia, la nostra guerra-.
Sara annuì accondiscente. -Si. Vado, tu inizia a fare i bagagli, torni in Arabia a castel Quirrell...Tuo fratello ti spetta-.
Hermione vide l'uomo sorridere, era bello quando lo faceva, nonostante i suoi occhi non gioissero, era come se non vivesse veramente ma fosse solo il corpo a muoversi.
-Oh bene! Samuele, è tanto che non lo sento...e ci sarà anche Futura?-.
-Si-. Urlò la donna prima di smateriallizzarsi.
Adesso dovevano trovare il modo di andarsene da lì...Ma come? Hermione guardò Harry, aveva lo sguardo vuoto e incerto.
-Lui li conosce..-. Sussurrò.
La ragazza gli mise una mano sulla spalla. -Si, ma qui sta accadenso qualcosa di più grande. Lucius Malfoy, Draco, i Mangiamorte, i tuoi genitori, Silente...Tom...Tom Riddle? Stava parlando di lui secondo te?-.
-Si...Ma c'è solo un modo per saperlo. Dobbiamo parlare con Draco...Hai sentito no? Lui lo conosce...-. Disse riferendosi all'uomo che se ne stava ancora in piedi a fissare le fiamme del camino, che gli illuminavano metà volto.
Solo allora i ragazzi notarono la cicatrice che aveva.
Una sottile striscia gli partiva da sopra il sopracciglio destro, e scendeva in parallelo, andando a finire sotto il labbro.
Hermione rabbrividì. Chi era quell'uomo? Che c'èntravano tuttte quelle persone? E la ragazza era sorella di Remus? Remus Lupin?
L'uomo si avviò verso la porta, ma poco prima di uscire si girò di scatto guardando negli occhi Hermione. La ragazza urlò e per un momento le mancò il respiro: l'uomo aveva gli occhi rossi come il fuoco.
-Vi conviene ritornare nel vostro tempo!-. Urlò feroce, e con un colpo di bacchetta li fece scomparire.

***



Con un tonfo sordo la ragazza cadde sopra Harry, procurandogli un dolore atroce allo stomaco.
-Amore...-. Disse lui quasi senza fiato nel disperato tentativo di farle capire che lo stava uccidendo.
-Oh scusami!-. Hermione si alzò dal petto di Harry e poi lo aiutò ad alzarsi. -Lo hai visto anche tu vero? Hai visto quegli occhi? Sono le iridi rosse di un mangiamorte!-. Urlò dopo.
I ragazzi erano nuovamente nell'ufficio segreteria, ma la porta che avevano aperto prima era scomparsa. Al suo posto c'èra un enorme poster delle sorelle stravaganti.
-Si Herm, le ho viste, ed è per questo che adesso scenderò giù nella sezione proibita a cercare Draco!-.
Il ragazzo aprì furiosamente la porta e uscì di corsa, seguito da Hermione che si maledisse per non essere mai stata una brava corritrice.
Scesero tre rampe di scale, imboccarono il primo corridoio a desta e i secondi due a sinistra, ritrovandosi davanti ad'una porta grande quanto un mezzo-gigante, tutta rossa con le rifiniture in oro.
Harry bussò con forza e impotenza, imprecando che facessero veloce.
Dall'altra parte si udirono dei passi e una voce calda che chiedeva di aspettare.
La porta si aprì e un uomo moro con dei profondi occhi blu cobalto comparve. -Harry Pottere e Hermione Granger! Che piacere...La sezione degli Auror speciali ha bisogno di qualche favore?-.
-Più o meno Blaise...Facci entrare dobbiamo parlare con Draco, subito-.
Il moro li fece entare e i due si ritrovarono in una stanza circolare dove oggetti sferici d'ogni tipo erano sospesi in aria.
Draco si fece avanti, comparendo dal nulla e piazzandosi davati a Harry. -Mi cercavi?-. Chiese con voce roca.
-Draco dobbiamo parlarti in privato-. Disse guardando di sfuggita Blaise che si stava avvicinando a loro.
-Oh non preoccuparti di Balise...-. Disse mentre faceva cenno all'amico di tenere la bocca chiusa.
-Ok. Chi è Alexander?-.
Draco fissò per un istante Harry e Hermione, passando il suo sguardo da uno all'altra velocemente, poi lo abbassò, fissando il pavimento.
Si incantò per qualche secondo dopo di chè lo rialzò guardando negli occhi Harry.
-Cosa...-. La sua voce era bassissima, quasi un sussurro. Era bianco come il latte e tremava come una foglia. Hermione in tutta la sua vita non aveva visto persona più provata da una semplice domanda. -Cosa...vuoi sapere...?-.

*



NOTA: * Volevo fare presente, data la mia descrizione, che il personaggio non è omosessuale.

**Me che prega per il vostro perdono**
Allora??? Come vi sembra??? E' abbastanza misteriosa o si capisce troppo?
Troppo dite? Bè allora vorrà dire che infittirò la trama...o no?
Hihihihih...*Risata da Befana*
Ho delle personcine da salutare, di cui mi hanno fatto molto piacere i commenti...GRAZIE A:
emma, desdeus, Loveman, harasauror e Gillian! (Spero di averli scritti bene ^^''').
Veramente tante grazie! Spero che questo chappy non abbia troppi errori, ma soprattuto spero che vi sia piaciuto! Ditemi quello che pensate, almeno mi regolo con le schifezze che ho in mente di inserirci. (Oddio non propio schifezze...)
Bene, allora al prox chappy!!!
Ma voi, lo sapete chi è Alexander??? Vediamo un pochetto chi indovina.... ^_^
ps: i capitoli sono troppo corti o no?

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Capitolo 3
*** Cap3 ***


Missione Auror Codice Quirrell
Cap3



Premessa dell'Autrice: Vorrei fare presente che in questa Fic, Lucius Malfoy, Tom Riddle e i Malandrini hanno tutti la stessa età.
Buona lettura, spero.



Draco si era seduto su un grande divano circolare, Blaise gli aveva appena dato un bicchiere di acqua fresca e adesso tutti lo stavano guardando come se fosse un'alieno.
-Draco ti senti meglio?-. Sussurrò Hermione guardando Harry che era evidentemente dispiaciuto per avere provocato involontareamente quella reazione alll'amico.
Draco annuì, cercandi di tenere il controllo della sua mano destra che tremava e faceva cadere l'acqua fuori dal bicchiere.
Sospirò profondamente, come se dovesse calmarsi, (e in effetti era propio così), e poi tentò di riniziare a parlare. -Come fate voi a sapere di Alexander?-.
Harry ed Hermione si lanciarono un'occhiata sfuggente.
-Oggi dovevamo andare in missione, ma non sapevamo il luogo dell'appostamento, così siamo andati in segreteria, ma era chiusa così ho deciso di aprirla da solo...Siamo entrati e abbiamo visto che quella stanza collegava ad un'altra dove sopra c'èrano scritti i nostri nomi. L'abbiamo aperta e un B.N.S.T ci ha risucchiati portandoci in una casa dove abbiamo assistio a una conversazione molto interessante, avvenuta tra questo Alexander e una certa Sara...-.
Draco aveva scoltato le parole di Harry con estrema curiosità e adesso se ne stava fermo come un palo a pensare. -Quella casa...C'è qualche dettaglio che mi potete fornire?-.
Hermione alzò lo sguardo verso il biondo. -Si. C'èrano dei quadri alle pareti e delle credenze intagliate lungo il corridoio principale-.
-E dentro una vetrina c'èrano degli strumenti musicali tra cui un flauto traverso e un violino-. Continuò Harry.
-Arthemis...-. Sussurò Draco.
Harry sorrise inquieto. -Si...c'èra quel nome sopra-.
-E' dunque venuto il momento di dirvi tutto? O è solo una coincidenza? E poi, perchè propio io? Troppe domande...-.
-No Draco! Io voglio delle risposte! Quell'uomo conosceva i miei genitori cavolo!-. Harry si era alzato in piedi.
Hermione notò che aveva le vene del collo che pulsavano vertiginosamente e un brivido le percorse la schiena.
-Siediti Harry. Il racconto sarà lungo-. Disse Draco secco, mentre con un colpo di bacchetta faceva apparire una tela bianca, che poggiò ai suoi piedi.
Harry si sedette accanto a Hermione, la quale gli prese la mano e la strinse forte. Il ragazzo non disse nulla,era troppo teso, ma in cuor suo sorrideva di quel gesto.
-Dunque-. Iniziò Draco. -Questa storia ebbe inizio al primo anno dei tuoi genitori. Lui,Alexander, era, ed è, un Mangiamorte della vita...Non gurdatemi così dopo vi spiego il significato di questa parola. Allora dicevo, era un ragazzo taciturno e solo, la sua vita era solo stata una marea di eventi negativi, e sia lui che suo fratello gemello, avevano passato una un'esistenza travagliata.
Quando andò a Hogwarts e incontrò i tuoi genitori e il resto della compagnià si trovò bene, e divenne uno dei Malandrini, nonostante fosse uno Slyhterin.
Alexander, come amici, aveva anche Severus Snape e Tom Riddle.
Tutti loro, Slyhteri e Gryffindor, erano un gruppo unito, con molte passioni in comune.
L'unico problema era mio padre, Lucius Malfoy, in perenne conflitto con loro. Ma i loro non erano solo stupidi litigi, mio padre, come Lex, era un Mangiamorte della Vita, e si contendevano il posto di capo Morte.
Lucius, detto L'Angelo Della Morte , e Alexander, detto iI Diavolo del Bene. Se avete visto Lex capirete perchè è detto così..
Potete benissimo immaginare come si svolsero i loro sette anni: sempre a combattersi,poi però un giorno Silente, che non era ancora preside, li chiamò nel propio ufficio, dicendogli e predicendogli il futuro. Non si seppe mai perchè lo fece, fattostà che è così.
Bene ragazzi, la prospettiva era la peggiore in assoluto, peggiore di quella che ci fanno studiare nei libri di storia: mio padre avrebbe sterminato l'intero mondo, solo i Purosangue sarebbero rimasti in vita.
Così i Malandrini e Co. escogitarono un piano, che adesso è un pò complicato da spiegare.
Dovete sapere che i Mangiamorte della vita si nutrono di vita altrui, indipendentemente se buona o cattiva. Alexander però, nonostante fosse considerato un mostro, si nutriva di quella delle persone malvagie, al contrario di mio padre. Ma Lucius aveva qualcuno che gli parava le spalle...Lex no.
Alexander è il nipote della McGranitt, nonna materna, ma non hanno mai avuto un'ottimo rapporto, propio perchè lui è un Quirrell-.
Harry gurdò con sguardo duro Draco. -Quirrell?-.
-Si, ma non è lo stesso che tentò di ucciderti. Loro sapevano che gli uomoni si corrompevano facilmente, così Sara, la sorella di Remus Lupin,mandò un'uomo che assomigliasse a Alexander...Naturalemente Malfoy tentò di incastrarlo, mandando un suo servo, e ci riuscì perchè in realtà non era Lex.
Insomma, non so come spiegarmi, i due "Cattivi per eccellenza" sono Lucius Malfoy e Alexander Quirrell. Tom Riddle prese il posto di Alexander dato che lui non si poteva esporre troppo, e così tutti pensarono che Riddle fosse un assassino, quando invece cercava solo di contrastare il potere di Lucius, tentando così di salvare l'intero mondo della Magia.
Ma mio padre è furbo lo sapete, e creò un nuovo esercito di Mangiamorte che uccidevano solo per il gusto di farlo, e allora la situazione divenne insostenibile. Tante persone morirono.
Tom, quandò andò a casa dei tuoi, li trovò morti, assassinati dalla bacchetta di mio padre, ma tu no, eri vivo, e quando tentò di prenderti per portarti da Alexander...Bè, fece la fine che conosciamo.
L'uomo che tu hai visto dietro la nuca del finto professor Quirrell era Riddle, ma stava solo tentando si salvarti, prima de essere sotto la maledizione Imperius ovviamente.
Il resto lo conoscete...Il mondo ha creduto, e continuerà a credere, che il mondo sia caduto in disgrazia per colpa di Tom Riddle alias Voldemort, quando al contrario era stato mio padre,
Voi sapete che Lucius è ancora in circolazione, si nasconde da qualche parte, aspettando il momento giusto per colpire nuovamente. Ma adesso Voldemort non c'è più per contrastarlo, e Snape è troppo debole...Perciò senza Alexander sarà impossibile anche solo cercare di uccidere mio padre-.
Così finì il quel racconto inverosimile.
I ragazzi erano perplessi e troppo stupiti per aprire bocca...Ma Hermione si sà, è abituata a fare domande.
-Perchè lui? Perchè solo lui?-. Chiese.
-La cicatrice. Sono sempre quelle....L'avete vista no? Gliela fece mio padre al loro primo anno...Ma la cicatrice di Alexander non è solo unita a mio padre, ma anche a quella di Harry...-.
-Cosa? Io non ci sto a capire più niente!!-. Harry era di nuovo in piedi e agitava furiosamente la bacchetta. -Draco perchè con te ha tenuto i rapporti? Non ti preoccupare non ti chiederò perchè nessuno mi ha detto niente...Tanto ci sono abituato-.
-Perchè io? Perchè Alexander si affezzionò a me. Mia madre lo conosceva ed era amica dei Malandrini e Co. Così appena poteva mi portava da loro. Lex non voleva che io vedessi tutto questo, ma non poteva portarmi via. Poi i tuoi morirono, e lui sapeva che l'unica cosa da fare era farci incontrare a Hogwarts-.
-Ma non poteva immaginarsi che vi sareste fatti la guerra-. Intervenne Blaise.
-Oh si invece. Lui sa tutto, lo chiamano anche Genio Incompreso perchè lui sa e vede tutto-.
Hermione deglutì...Lo aveva visto per esperienza di cosa era capace...quegli occhi gli tornavano ancora in mente.
-Se volete più risposte dovete andare da lui, io non so dirvi più di così...-.
-Ma perchè Draco non ce ne hai parlato prima?-.
-Harry non potevo. Mi avevano fatto giurare...Solo quando mi sareste venuti a chiedere spiegazioni avrei potuto...-.
-Draco-. Disse Harry. -Se dobbiamo cercare Alexander ci serve il tuoi aiuto. Dobbiamo anche valutare che tuo padre è ancora vivo...E Lex è l'unico, come hai detto tu,in grado di batterlo...Perciò volenti o nolenti lo dobbiamo trovare-.
Draco sembrava contrastato da diverse idee e emozioni, ma sapeva perfettamente che il ragazzo aveva ragione.
Lui, Alexander, poteva chiarire molte cose, molti avvenimenti e poi era l'unico che poteva battere suo padre una volte per tutte.
Guardando il lato positivo di questa storia poteva almeno ritrovare il padre che non aveva mai avuto.
-Ok, ma per trovare lui dobbiamo prima fare visita all'Ordine Della Fenice e portare con noi anche Remus Lupin...Apparte sua sorella , Samuele, Snape e Futura è l'unico vero amico rimasto ad Alexander-.
-Chi è Futura?-. Chiese curioso Blaise.
-Poi lo scoprirai...-. Rispose Draco, mentre prendeva il suo mantello. -Allora? Vieni anche tu Blaise?-.
Il moro annuì. -Certo, non mi voglio mica perdere l'Apocalisse!-.
Il biondò roteò gli occhi. Lui ci scherzava, ma Draco sapeva che la fine, o l'inizio del mondo, era tutto nelle mani di quell'uomo, di Alexander.
Harry e Hermione si presero per mano, erano dietro Draco e Blaise.
Il biondò si posizionò difronte al camino e prese della polvere volante e buttandola sul fuoco urlò: -Ordine della Fenice!-.

***



>_> com'è? Ditemelo!!!!! Perchè avevo dei dubbi atroci che potesse apparire troppo tutto inverosimile...anche se ancora di cose in sospeso ce ne sono tante...pensate alla reazione del povero Remus!!!
Spero anche che ci siano pochi errori grammaticali...ma se rileggevo un'altra volta mi si attorcigliavano gli occhi!
IL MIO BLOG! L'ho aperto solo ieri... ^^
http://www.faithandalexander.splinder.com

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Capitolo 4
*** Cap4 ***


Missione Auror Codice Quirrell
Cap4



Gillian: Sul fatto del thriller..quel capitolo l'ho voluto dedicare a tutto una serie di spiegazioni perchè ancora c'è tanto da scoprire e se mi fossi portata tutto dietro arrivavamo al 123° caitolo e ancora avevo da spiegare perchè Draco conosceva Alexander.
Per la cosa del buco nero spazio temporale avevi ragione, infatti ecco a te un piccolo approfondimento! ^_- [ma non tanto.. -_-]
desdeus: Spero che questo non sia un "Non leggerò più la tua fic!" ^^ Vedrai che ci saranno delle sorprese, per quanto riguarda Voldy buono...bè purtroppo lo avevo programmato così quest chappy, come tutto il resto della Fic...
lilyblack: Ti ho dedicato una ficcy: Respira Per quando riguarda il tuo commento...io non me la sono presa, anzi grazie di essere una mia lettrice! ^^
Brynden: Grazie!
harasauror: Hihihi Blaise è saggio! XD Grazzie mille, davvero tante graSsSsSsSsSsie!!!
emma: Si, direi propio di avere rivoluzionato completamente la storia di Harry Potter...La Row mi farà causa!!! ^^
Carol87: Grazie tante per i complimentoni! Aggiorno in fretta grazie a voi che commentate perchè automaticamente capisco che la storia piace perciò mi metto subito a lavoro!
marco: Direi di si...eccome se si complica! XD Spero che questo chappy ti piaccia!


La penombra lo rendeva di una bellezza perversa superiore a quella che normalmente aveva. La cicatrice, quella maledetta cicatrice, lo rendeva ancora più sexy agli occhi delle donne, almeno era quello che gli veniva riferito da Futura.
La ragazza senza età, venuta dal mondo babbano, aveva sempre cercato di rassicurarlo in tutto e per tutto.
Ma ora lui sentiva che qualcosa non andava, che qualcosa stava mutando.
Quella mattina era successo qualcosa, un BNST era entrato in azione. E non era una cosa da sottovalutare, affatto.
Se lui lo aveva sentito, presto o tardi avrebbe scoperto quello che il tempo anvora custodiva, e se lo riguardava personalmente, se qualcuno aveva influenzato anche solo per un istante il suo passato, potete stare certi che di lì a poco lo avrebbe scoperto.
L'unica domanda che adesso si poneva era: come diamine aveva fatto ad aprirsi un BNST? Non si trovano di certo dietro l'angolo!
O almeno era quello che sperava...
Si affacciò alla finestra e scorse le figure dei suoi uomini, appostato davanti all'imponente edificio di cristallo.
Di lì a poco, molto poco, avrebbe scoperto da dove proveniva quel BNST e chi lo aveva provocato.


***



Remus Lupin era un uomo dai grandi interessi intellettuali. Forse era per questo che passava tutto il suo tempo libero a leggere libri di ogni genere.
Se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona preferita, davati al camino.
Il suo ultimo aquisto era un libro babbano: Il ritratto di Dorian Gray.
Era arrivato un punto cruciale quando la porta del suo studio nella vecchia casa dei Black si spalancò e entrarono correndo quattro ragazzi.
L'uomo chiuse istintivamente il libro e si alzò in piedi. -Ragazzi!-.
-Scusi l'entrata signore, ma abbiamo urgenza di parlarle-.
Remus guardò Zabini con aria stupita. Il termine "signore" lo aveva momentaneamente turbato. -Mi dica signor Zabini..-.
-I convenevoli a dopo per favore. Remus...vogliono essere portati da Alexander-. Draco fissò l'uomo che si era portato una mano allo stomaco.
-Draco..-. Sussurò. Anche l'uomo, come Draco prima, aveva preso a tremare, anche se non era sbiancato come un cencio -Draco sono venuti loro a chidertelo?-.
-Si, poco fà-.
Lupin fece cenno ai ragazzi di sedersi e poi andò a prendere una pergamena. Zoppicava alla gamba destra, e aveva un graffio evidente lungo il collo.
Harry prese sulle ginocchia Hermione. La ragazza gli accarezzò lentamente il volto, per fargli capire che lei c'èra per lui.
-Dunque...Devo dedurre che Draco vi abbia detto tutto-.
Fu Draco a parlare. -Non tutto. Non sanno chi è Futura...e pensavo di dirglielo ora per evitare brutte figure future-. Draco scoccò un'occhiata al professore.
Remus annuì. -Lo faccio io Draco. Ragazzi...Futura è la moglie di Alexander-. Disse con quell'aria calma, che tanto era familiare ai ragazzi, come se stesse facendo una lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
I quattro si scambiarono uno sguardo veloce e confuso.
-Ma-. Continuò il Licantropo -Ha quindici anni-.
Zabini scoppiò in una risata soffocata e si guardò in torno, cercando il sostegno morale degli altri. -In che senso? Avete mancato qualche calcolo?-.
-No Zabini...Quando Alexander conobbe Futura lei aveva undici anni e lui dieci. Ma, per una maledizione gettata alla ragazza tanti anni fà, è costretta a rimanere all'età di quandici anni. Perciò quando vi sarà presentata non fate delle faccie a Baccalà, ok?-.
I ragazzi annuirono un pò sorpresi, ma in fondo avevano visto e sentito cose peggiori.
-Come avete fatto a, cioè, come...-. Continuò Lupin, stavolta spinto dalla curiosità.
-Un BNST-. Disse secca Hermione mentre Lupin gli faceva cenno di avere capito con la testa.
-Non posso fare altro che portarvi da lui allora. Lo sapeva che prima o poi sarebbe successo, e sono sicuro che vi starà aspettando.. In fondo lui è l'unico che vi possa chiarire meglio la situazione-. Il professore mise la pergamena davanti agli occhi dei ragazzi: -E' una passaporta, al mio segno tenetevi forte, perchè il vortice sarà di una potenza estrema ok?-.
Harry strinse Hermione a se, mentre Lupin si preparava a fargli un cenno. Blaise e Draco si guardarono, ed arrivarono ad un accordo taciturno, fatto di sguardi: prendiamoci per mano, ma che non ricapiti mai più!
Lupin alzò la mano e...giù! I ragazzi e il lupo scivolarono in un vortice pieno di luce...... sentendosi risucchiare al centro della terra. E, quando meno se l'aspettarono caddero sonoramente sopra il pavimento di freddo cristallo.
L'uomo e i ragazzi si alzarono un pò frastornati dal vortice, ma per nessuno di loro era la prima volta quandi non impiegarono molto tempo a riprendersi.
Si guardarono in torno e spalancarono la bocca. Lupin, con un mezzo sorriso sulle labbra aprì le braccia in segno di benvenuto. -Benvenuti a Castel Quirrell, in Arabia. Bello eh?-.
Hermione non aveva parole per descrivere quello che in quel momento aveva davanti agli occhi.
Era un castello, in tutto e per tutto, ma non c'èrano i muri in pietra a circondarli, ma pareti di cristallo, dal quale filtrava la luce che, grazie all'immenso lampadario appeso al soffitto, sempre in cristallo, disegnava dei giochi di luce mozzafiato.
Per il resto, tutto l'arredamento era perfettamente normale, molto simile a quello del maniero nel quale quella mattina erano stati lei ed Harry.
-Ma la gente non vede quello che accade dentro?-. Domandò divertito Blaise, mentre estasiato guardava un fascio di luce attraversargli il petto.
-No, c'è un incantesimo che permette a noi di vedere fuori, ma chi è all'esterno non può vedere dentro-. Rispose Lupin con un sorrisso sulle labbra-.Quirrell sono furbi. Questo castello fu costruito dal padre di Alexander e Samuele, viene chiamato Castel Quirrell-seconda generazione. Il perchè del nome deriva dal fatto che Arthemis rinunciò alla sua famiglia, ribellandosi alle regole di essa e costruì questo castello, l'originale non è molto distante da qui, e viene chiamato Castel Quirrell-prima generazione, ma quello non è in cristallo-.
Harry alzò la mano in senso di attesa. -Aspetti, ma Arthemis è il nome che era impresso negli strumenti del maniero nel quale stamani siamo capitati-.
Lupin fece cenno a Draco con la testa, e il ragazzo sorrise. -Arthemis è il padre dei gemelli Quirrell, cioè Alexander e Samuele, ed è un musicista, propio come Samuele-.
Hermione sorrise raggiante. -Questo luogo non può appartenere ad un mostro...-.
Lupin stava per ribadire, ma una voce impedì lui di farlo.
-Mio fratello infatti non è un mostro...-. Un uomo entrò nel grande salone dove i ragazzi erano atterrati. -...Ma la gente non la pensa così. Mi ha detto di venirvi a prendere...a sentito la vostra energia...E adesso vi aspetta nel laboratorio dei computer-.
Quell' uomo era identico a quello che Hermione e Harry avevano visto quella mattina. L'unica differenza era che lui non aveva la cicatrice, ma per il resto erano identici, persino il portamento era simile a quello di Alexander.
-Computer?-. Domandò Blaise.
-Sono dei marchingegni babbani..-. rispose a automaticamente Harry mentre Samuele aveva iniziato a cantare 'Mi Fido Di Te'.
-Case di pane, riniuni di rane, vecchie che ballano nelle cadillac...-.
Remus aveva inizato a ridere. -Samuele vedo che gli anni non ti hanno cambiato eh?-.
-No vecchio mio, no. Sono sempre il solito rompiballe di un tempo...-.
I ragazzi osservavano presi i due uomini, affascinati da quella nuova presenza,
Samuele aveva un chè di ipnotico, qualcosa che ti impediva di staccargli gli occhi di dosso...Aveva delle movenze aggrazziate, il modo di parlare impeccabile e un portamento eccellente.
A Hermione venne in mente che anche Alexander era identico, entrambi avevano un effetto ipnotico, se non addirittuta afrodisiaco...
-Ok, adesso abbandoniamo i discorsi inutili e andiamo da Alexander-. Disse il fratello mentre con un cenno della mano li faceva avanzare verso l'uscita del salone.
Percorsero tutto il corridoio principale, fino a svoltare tre volte a destra, scesero due rampe di scale e si ritrovarono subito davanti agli occhi una porta ad arco, nel quale entrarono.
All'interno di quest'ultima vi erano degli schermi giganteschi come quelli del cinema, solamente trasparenti, enormi tastiere posizionate in versione verticale, strani guanti e mascherine per vedere in tridimenzionale.
Sentirono dei passi ed Harry si girò di scatto, pensando che fosse arrivato il momento di guardare davanti agli occhi Alexander, ma si stava sbagliando.
Da dietro una tela comparve una strana ragazza, vestita come i babbani, con un grosso diadema sulla testa.
"Futura" Pensò Harry.
-Vedo che i nostri ospiti sono già qui Sam. Ha detto Alexander che a breve termine sarebbe arrivato...Aveva da chiarire delle cose con i suoi uomini-.
L'uomo annuì. -Va bene...Stai tu qui con loro? Io vado su da papà e mamma-.
-Si non preoccuparti, intanto faccio amicizia-.
Samuele sorrise e se ne andò via, facendo un inchino a Hermione prima di uscire. La ragazza sorrise raggiante a quel gesto, ma Harry non sembrava dello stesso parere.
-Harry non preoccuparti non ci sta provando con la tua ragazza...è solo un galantuomo, te lo posso assicurare-.
Harry guardò quella ragazzina con aria confusa. -Scusa?-. Sussurrò.
Lei gli rivolse un'occhiata divertita e poi guardò Remus. -Piacere, Futura. Io e te non ci simo mai incontrati di persona vero?-.
Lupin annuì mentre gli stringeva la mano. -Mai, ma ho sentito molto parlare di te...-.
-...Spero che sia stato in bene-.
Remus Lupin si sentì gelare il sangue nelle vene. Non era stata la ragazza a parlare, nè tantomeno uno dei suoi ex-studenti.
Era una voce che conosceva bene, ma che allo stesso tempo non ricordava affatto.
In quel momento nella stanza irrompette un uomo dall'aspetto ben curato, uguale a quello che li aveva accompagnati li.
Draco sentiva che una lacrima gli stava scendendo sul volto. Era tre anni che non aveva più notizie dell'uomo. Lo stesso che lo aveva riempito di felicità nella sua infanzia, lo stesso che aveva sempre sperato di chiamare papà.
Alexander Quirrell era entrato nella stanza, senza degnare di uno sguardo nessuno. Si fermò accanto a Futura e allora iniziò ad osservare i presenti.
Passò il suo sguardo almeno una volta su tutti e poi si fermò un istante su Draco.
-Draco...-. Sussurò mentre il ragazzo aveva iniziato a versre lacrime. -Non piangere...Io sono qui-. Gli disse mentre si avvicinava e lo abbracciava, propio come se fosse stato suo padre.
Harry rimase con il fiato sospeso. Quella scena poteva anche essere ridicola per alcuni, ma per chi non aveva mai provato niente di simile poteva solo essere malinconica e triste.
Harry si chiese se qull'uomo potesse veramente essere un mostro. Ma, riflettendoci, era amico dei suoi genitori, e non li aveva amai traditi, almeno non per quello che aveva capito.
E perciò meritava il rispetto di lui, come quello degli altri.
Provò una morza allo stomaco nel sapere che veva ucciso un Voldemort innocente, anche se sotto la maledizione Imperius.
E provava rabbia e odio nel sapere che Lucius Malfoy era ancora in vita, nonostante fosse un mostro, il vero mostro.
Harry trovò il coraggio per pronunciare quelle parole, che gli frullavano in testa da quando erano caduti nel BNST. -Alexander, lei conosceva i miei genitori?-.
L'uomo si staccò dall'abbraccio di Draco e fissò il ragazzo. Sorrise, sorrise apertamente come non faceva da anni.
Si avvicinò al ragazzo e con lo sguardo puntato verso la sua cicatrice disse. -Io si, e te ne darò l'opportunità anche a te. Te lo giuro-.

*



Qualcosa mi dice che questo capitolo fa schifo. Me ne rendo conto da sola, non so cosa ci manchi, ma qualcosa non va. L'ho riscritto quattro volte, e ancora sento che manca qualcosa.
Forse sarà che la parte iniziale con Lupin è troppo tirata, ma in fondo lui sapeva che prima o poi sarebbe dovuto accadere, o forse tutto il capitolo è scritto male.
Non so, ma ci sono delle cose che non mi tornano.
Perdono se qst chappy ha fatto orrore.
Ma ho veramente bisogno delle vostre opinioni, ditemi cosa manca!
Il prossimo cap ci metterò un pò di più a postarlo, ma credo che o martedì o giovedì lo posterò.

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Capitolo 5
*** Cap 5 ***


Missione Auror Codice Quirrell
Cap5



Harry fissava il punto del pavimento sul quale aveva rovesciato l'acqua in un'attacco d'ira. Il liquido si stava lentamente espandendo per tutta la superficie liscia, andando persino a bagnare le scarpe del ragazzo.
Quello che poco fa Alexander gli aveva racconato era la stessa storia di Draco, e a lui era bastata sentirla una sola volta.
Adesso voleva dei chiarimenti, delle risposte alle sue domande. Non gli sembrava di chiedere tanto no?
No, ma a parere degli altri forse si.
-Voglio delle risposte!-.
-E risposte avrai, ma a suo tempo!-. Aveva rispoto L'uomo.
-Mi sembra di avere aspettato anche troppo!-.
-Si Harry, ma ancora non è il momento-.

Ancora non era il momento...e quando sarebbe stato allora? Tra una settimana? Due ore? Tre mesi? Un anno?
Perchè cavolo Alexander doveva farlo aspettare tanto? Eppure anche lui voleva vendetta...Allora perchè starsene lì con le mani in mano?
Harry si stese sul letto della camera che gli avevano dato, osservava il soffitto di cristallo e il grande sole cuocente d'Arabia.
Sospirò.
-Harry-. Il ragazzo aprì gli occhi di scatto e si ritrovò davanti la figura deliziosa di Hermione che lo guardava atterrita. -Tutto bene?-.
La ragazza si stese accanto a lui, posando la testa sul suo petto. -No, per niente bene Herm..-.
Hermione lo strinse a se. -Ho parlato con Samuele...mi ha detto perchè Alexander si comporta in questo modo-.
-Perchè?-. Chiese allora esasperato.
-Ha timore che tu possa essere troppo impulsivo, e finchè non avrai messo la testa a posto e giurato di fare quello che ti dice lui, non aprirà bocca-.
-Cosa vuoi dire? Che fino a quando non avrò accettato l'idea di Malfoy come assasino dei miei lui non mi dirrà niente?-.
-Si Harry, è così. Samuele dice che suo fratello era molto legato ai tuoi, come lo era a Sirius, Tom e come lo è a Severus. A proposito, Snape sarà qui per la sera-.
Il ragazzo sgranò gli occhi e fece una smorfia. -Oh bè...Tanto a questo punto mi manca solo di vedere Peter Minus impiccato in camera di Alexander-.
Hermione lo baciò. -Harry cerca di stare calmo, ok? Tutto si risolverà...Io e te ce la faremo insieme amore mio-. Gli accarezzò la guancia e lo baciò per una seconda volta.
-Si Hermione, te lo prometto-. Disse lui, tirandola tutta verso di se, baciandole il collo.

***



-Alexander-. L'uomo sospirò mettendosi le mani negli scuri capelli castani.
-Severus non lo so...Mi sembra una pazzia portarli con noi-.
Severus sbuffò vistosamente, agitando le mani. -Alexander sai che Harry ci serve, e se viene Harry vengono anche gli altri lo so per certo...-.
-Va bene, verranno con noi-. Urlò Alezander contrariato -Ma ancora non diremo loro niente...Stasera ceneremo tutti insieme, senza parlare di Malfoy...è tutta la vita che mi assilla, almeno per stasera vorrei evitare-.
Snape annuì. Non aspettava altro che trovarsi davanti L'Angelo Del Male, per lo meno avrebbe potuto rispondere alle sue domande.

***


La luna illuminava pallidamente il giardino colmo di cespugli di rose, le quali, sotto il peso del gelo che si stava avvicinando cominciavano a chiudersi a riccio.
L'Arabia era un paese molto bello, tanti tesori si nascondevano sotto la sabbia cuocente di mezzogiorno, e altrettanti erano stati trovati attraverso il freddo pungente delle notti rischiarate dalla Luna.
Il mare, che si poteva scorgere all'orizzonte, incuteva passione e desiderio, desiderio di qualcosa di proibito, di qualcosa che ardeva. Le acque trasportavano sogni e desideri ancora vergini, sospirati tanto dalle dolci poesie di ragazzi ancora ingenui.
La tranquillità regnava pacifica su quella terra, la stessa che era complice di tanti intrighi, e amori.

<*Non sono mai stato innamorato, Watson, ma se lo fossi stato e se la donna che amavo avesse fatto quella fine, avrei potuto agire propio come ha agito il nostro cacciatore di leoni fuorilegge. Cissà? Bene, Watson,.....>

-Non ti stancherai mai di leggere di me?-.
Futura si girò e sorrise all'uomo che era comparso al suo fianco destro,sedendosi poi accanto a lei.
-No Sherlock, mai. Cosa ci fai qui?-.
L'uomo spense la sigaretta che fino a quel momento stava fumando. -Il mio fratellino Arthemis mi ha invitato a cena, ho sentito dice che Harry Potter è arrivato...E comunque parteciperò alla vostra spedizione per recuperare il cadavere di Malfoy...Potrei esservi d'aiuto no?-.
La ragazza rise allegramente, mentre scuoteva la testa. -Penso propio di si...chi meglio di te potrebbe metterci sulle traccie di Lucius? Nessuno, elementare-.
Sherlock Holmes sorrise vagamente alla frecciatina della ragazza. Era un tipo lunatico, ed era raro che sorridesse veramente.
Futura non aveva ancora avuto mai l'onore di osservare i suoi metodi deduttivi dal vivo, ma sapeva per esperienza letteraria che l'uomo era un vero e propio genio. Sorrise tra se e se, pensando che Alexander era uguale a Sherlock: entrambi annoiati dalla vita, entrambi molto intelligenti, ma non abbastanza da capire che l'esistenza è un bene prezioso, da non sprecare rimpiangendo il passato.
-Bene-. Disse lei guardando l'orologio. -Sono le 19.56, la cena inizierà tra quattro minuti, io direi di avviarci...lo sai, i Quirrell non amano fare tardi-.
Sherlock sbuffò...Amava il carattere di quella ragazza e amava il fatto che avesse la straordinaria capacità di cambiare le persone, ma in fondo con Alexander ci era riuscita, perchè non sperare che ce la facesse anche con lui?
Si incamminarono silenziosamente e a testa alta verso la sala da pranzo, calibrando ogni movimento dell'altro, e stando bene attenti a quello che succedeva all'esterno del castello.

***


La sala era imbandita e colma dei cibi più pregiati che si potessero trovare in territorio arabo. Pietanze dall'aspetto strambo, colorato e divertente venivano posati leggermente e con cautela sopra la tavola, dai servitori di Castel Quirrel: uomini e donne, tutti danzatori della sabbia.
La tovaglia argentata si rispecchiava con grazia sotto l'immenso lampadario si cristallo, che tintinnava leggermente, provocando suoni dolci e melodiosi, adattandosi perfettamente alle onde del mare.
Tutta la tavola era occupata in una conversazione fitta, risate e esclamazioni rendevano quella sera più piacevole di molte altre, passate in quel luogo.
Arthemis e sua moglie stavano parlando con Blaise del fatto che secondo loro c'èra troppa discriminazione al mondo, bastava vedere come erano stati emarginati i Quirrell.
Futura invece si divertiva a infastidire Draco tirandogli delle piccole molliche di pane. Il ragazzo, arrivato a un punto della serata in cui stava per morire dalle risate, si era alzato e aveva preso un bicchiere dacqua, rovescandolo allegramente addosso alla ragazza.
Gli unici che non sembravano divertirsi erano Alexander e Sherlock, ma ora mai tutti erano abituati a quello...
La serata, dopo tutto trascorse piacevolmente, nessuno nominò Lucius e nessuno pensò a quello che si sarebbero cimentati a fare da lì a poco tempo.
Andare alla ricerca di un mostro era spaventoso,ma non quanto sapere di esserne la preda.

NOTA: preso da Sherlock Holmes e il piede del diavolo

Mi spiace per il ritardo pazzesco, e mi scuso per il capitolo corto, ma purtroppo posterò molto più lentamente, visto che anche nelle prossime due settimane avrò da fare....7 COMPITI IN CLASSE! I prof si sono svegliati tutti ora...Ma non disperate, nelle vacanze di Natale,(anche se credo che in quel periodo ci sarà poca gente),posterò molti più capitoli.
Ora una domanda: sapete chi è Giovanni Del Ponte? No, perchè sembro l'unica sulla terra a saperlo, e mi pare una cosa inverosimile!
Ok, grazie a tutti i commentatori, a presto.

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