Episode 10

di LadyMerendina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***



Capitolo 1
*** I. ***


“Come sono andati,oggi,gli allenamenti?”

Artù guardò suo padre e sorrise.

“Molto bene! Mi reputo alquanto  soddisfatto.”

In quel momento gli si affiancò Merlino, che quella sera con Gwen era addetto a servire il tavolo, sebbene ci fossero solamente Artù, Re Uther, e Lady Morgana. Il moro si sporse per riempire il calice del suo Principe, che sorrise facendogli un piccolo occhiolino. A cui Merlino rispose con un largo sorriso.

Dei, non so mai che cosa fare quando è vicino…

“Artù? Artù, ma mi ascolti??”

La voce di suo padre, in particolar modo il suo  tono irritato, lo distolse in maniera quasi brutale dai pensieri in cui era caduto. E preso di sorpresa fece un lieve balzo sulla sedia e rovesciò sbadatamente il suo calice.

“Cosa..?”

 Uther lo guardò preoccupato e perplesso.

“Ti senti bene, figliolo?”

Ovvio! Sto MERAVIGLIOSAMENTE bene!, pensò. “Sì.. Sì, scusate. Sono semplicemente un po’ stanco. Un po’ di riposo, e sarò come nuovo.”

Morgana, rimasta in silenzio per tutto il tempo, aveva notato perfettamente lo scambio di sguardi tra il fratellastro ed il suo fedelissimo e leale servitore; così come aveva già compreso da un po’ che cosa c’era fra i due ragazzi.

“Beh, puoi andare in questo caso.”, disse il Re, “Va pure nelle tue stanze. E riposati.”

 Artù si alzò con un piccolo inchino, salutò Morgana con un sorriso sincero e si recò verso le sue stanze, dove si buttò sulla sua  solita sedia, sospirando. Davanti a lui delle carte che doveva  controllare per il padre, che però fissava senza realmente guardare. Assorto com’era  nei suoi pensieri.

 Ma perché mi sento tanto … incapace?! ,pensò prendendo un respiro profondo, E va bene, Artù. Mantieni  la calma, ok? Basta non  pensarci. : detto, anzi pensato questo prese la piuma, la immerse nella boccetta dell’inchiostro  e si concentrò sui compiti che doveva svolgere; suo padre era parso contrariato  per il suo comportamento. Doveva dimostrargli  che stava bene.

TOC- TOC.

Il suo cuore prese a battere a ritmo frenetico: se conosceva bene le abitudini sue e della persona a cui stava pensando, a quell’ora poteva essere, al 98% delle possibilità, proprio lui…

Ma vinse il restante 2%: dalla porta fece capolino la testa di Morgana. E sorrise.

“Morgana. Entra pure…

La ragazza, con un sorriso più  falso che mai, chiuse la porta e lo guardò.

“Ero preoccupata per te, Artù. Non eri tu a cena…

Come sempre da qualche mese a questa parte… , pensò. “Come ho detto, è solamente  un po’ di stanchezza.”

“Davvero?”

La ragazza restò a fissarlo per qualche istante, dopodiché avanzò verso di lui. Superandolo. E dirigendosi verso il tavolo davanti alla porta, dall’altra parte della stanza, per versarsi dell’acqua.

“Sì..”

“Che strano … Avrei detto che il tuo bizzarro comportamento fosse  dovuto alla presenza di Merlino nella stanza.”

TU-TUM. Il solo sentir nominare il suo nome, faceva schizzare il suo cuore a 3000.  NO. NON PUO’ ESSERE, NON E’ POSSIBILE … NON PUO’ AVERLO CAPITO…,pensò.

“Non ho idea di che cosa tu stia parlando.”

Lei si versò un po’ d’acqua, e scoppiò a ridere.

“Ah no, eh?”, poi si sedette e lo fissò, “Artù, anche un cieco lo vedrebbe  che provi qualcosa per lui.”

Il Principe sentì il cuore fare un balzo, e alzò lo sguardo  su di lei per scrutarla qualche istante negli occhi, poi fece un mezzo sorriso.

“E’… così evidente?”

Lei sorrise: un sorriso di puro e malvagio trionfo che Artù, accecato dall’affetto, non interpretò.

“Beh, è evidente PER ME perché ti conosco bene.”

Lui sospirò.

“Ho … Provo dei sentimenti molto forti e  profondi, per lui. Io non so come… Non so spiegarlo!”

Morgana gli sorrise.

“E sei pienamente ricambiato! Lui prova le stesse cose per te.”

Il cuore di Artù batté, se possibile, ancor più forte.

“Ti ha detto qualcosa?”, le chiese

“Parla di te DI CONTINUO!”, rise lei, “Eviterò comunque di ripetere ciò che mi sento dire. Il tuo Ego è già colmo di suo. Ma ciò che ti posso dire, è… che da qualche mese a questa parte, quando gli sei vicino non sa come comportarsi, o.. cosa dire.”

“Non è il solo…”, sussurrò lui.

Poi guardò davanti a Sé con espressione beata e sorrise. Per qualche secondo i suoi pensieri vagarono, provando ad immaginare che  cosa potesse dire di lui.. se ne parlava sempre male oppure soltanto bene, nonostante tutto. Se… La sua espressione  si rabbuiò. E Morgana aspettandoselo si finse triste.

“Cosa c’è che non va, Artù? Parla con me.”

“Quello che… Che provo mi fa male, Morgana. Mi distrugge e mi… dilania! Perché so che non potrò mai averlo.. Che niente potrà mai esserci tra di noi...”

Morgana fece l’espressione più perplessa e triste che riusciva a fare, ovviamente falsa, e si avvicinò a lui sporgendosi. Posando una mano su quella del fratellastro. E guardandolo negli occhi.

“Se è Merlino che desideri… perché rinnegare te stesso?”

Artù sospirò. Lasciandosi cadere all’indietro poggiandosi allo schienale.

“Mio padre vuole che io mi sposi, lo sai. Per il Bene di Camelot. Sono il futuro Re, Morgana. Devo pensare al mio popolo. Non posso permettermi di pensare a me stesso. E comunque non accetterebbe mai il mio amore per Merlino.”

Lei sbuffò.

“Uther non sa nulla dell’Amore!”, poi gli sorrise, “Perché non passi un po’ di tempo con Lui? Ne sarebbe felice! E anche a te farebbe bene, Artù. Andiamo … AL momento ci pensa Uther a fare il Re..”

Artù la guardò, poi si alzò girando attorno alla sua sedia, incrociando le braccia e riflettendo  fissando il Fuoco. 

Morgana in fondo ha ragione.. E’ tanto che non passo SUL SERIO del tempo con Merlino. E, Dei, mi manca da impazzire tutto il tempo che passavamo a scherzare e prenderci in giro! E per il momento c’è mio padre che governa su Camelot  nel migliore dei modi.

“Hai ragione”, si voltò e le sorrise, “Appena mi sarà possibile, mi prenderò qualche ora di pausa da tutto il resto. Ti ringrazio, Morgana.”

Lei si alzò sorridente, e lo abbracciò baciandolo  sulla guancia.

“Non dirlo neanche! Ti voglio bene. Sei come un fratello , per me. È il minimo che posso fare, per te.”, e uscì.

Dopo nemmeno cinque minuti, Artù era già tornato verso il tavolo, preso una pergamena bianca e aveva preso nuovamente in mano la piuma, scrivendo qualche cosa sulla pergamena stessa. Poi piegò il foglio a metà, e aprì la porta della sua stanza guardandosi attorno. Sapeva che a quell’ora c’era il cambio delle Guardie. E se la memoria non si sbagliava, quella sera c’era la Guardia più fidata.

 “Leon.”

 Un giovane sulla trentina, biondo, con un accenno di barba, si avvicinò e gli sorrise.

“Sì, Sire? Posso fare qualche cosa per voi?”

“Porta questo a Gwen.”, disse porgendogli il foglio “Stanotte fai la guardia nell’Ala Ovest, giusto? È dove si trovano le stanze di Morgana… Dì a Gwen di consegnarlo a Merlino. È importante. Molto.”

Lui annuì serio.

“Vado subito a consegnarlo a Gwen. Non  tradirò la vostra fiducia.”

“Lo so.”, sorrise lui, “Per questo ho affidato  questo compito a te, fra gli altri. Grazie, amico. Sono in debito.”

Leon andò subito, a passo spedito, verso l’Ala Ovest, verso le stanze di Lady Morgana. La ragazza era assente, ma Gwen stava sistemando al meglio le ultime cose prima di andarsene a dormire  a casa sua. Sorrise al ragazzo, che conosceva da quando era bimba.

“Ciao! Cercavi Morgana?”

“No. Te.”, tirò fuori la pergamena, “E’ un messaggio per Merlino. Da parte del Principe. Mi ha detto che è estremamente importante. Di consegnarlo a te, che devi darlo subito a lui.”

Gwen osservò il foglio, e tra i baffi sorrise: forse, finalmente, era giunto il momento che il suo migliore amico attendeva da ormai tanto tempo..

“Grazie. Mi affretto a  consegnarglielo.”

Leon uscì dalla stanza con un  piccolo inchino, a cui lei sorrise. Dopodiché la giovane sistemò bene il letto della sua Signora, e uscì dalla stanza. Prese il corridoio più illuminato  del Castello, e uscì dal portone secondario. Quella era la strada più veloce  per la casa del suo migliore amico. E di Gaius. Difatti arrivò in meno di cinque minuti: visto la tarda ora, bussò piano anche se  sapeva che stavano svegli sino a tardi.

“Chi è a quest’ora?”

Gaius sbuffò.

“Come faccio a saperlo! Apri e lo scopriremo, pigrone.”

Merlino si alzò dalla sedia ridendo, e andò ad aprire la porta. Sorridendo affettuosamente  alla persona che si trovò davanti.

“Gwen!! Ciao! Entra pure.”

“Grazie.. Ciao Gaius. Scusate per l’ora tarda.”, disse entrando.

“Puoi venire a che ora vuoi.”le sorrise Gaius, “Possiamo fare qualcosa per te, Ginevra?”

Lei scosse la testa sorridendo.

“No. Sono qui per consegnare un biglietto a Merlino.”, glielo porse sorridente, “E’ da parte del Principe Artù.”

TU-TUM.

Artù… Artù mi ha scritto un biglietto..? , lo aprì di fretta e lo lesse sentendo il cuore esplodere di gioia, Ditemi che è un sogno… Questo non può essere vero.. Non ci posso..

“Merlino! Allora??”

Il ragazzo guardò il suo mentore, che lo guardava preoccupato. E Gwen che sorrideva. E rise di gioia.

“Artù... Il Principe vuole passare del tempo con me.”

I due si guardarono: Gwen più sorridente che mai, Gaius meravigliato. Ma sorrideva.

Intendi…?”

“Beh, immagino di sì..” si sedette, “I..Io non so…

Gaius sorrise.

“Il mondo è uno strano posto, Merlino. Te ne accorgerai, ragazzo mio! Tutto può accadere.”

“Ma..”

 Gwen si avvicinò al suo migliore amico.

“Vuoi che gli riferisca che non vuoi..?”

“NO! Cioè…”, sospirò.

E lei rise.

“Merlino. Lui ti piace?”, il ragazzo annuì, “E tu piaci a lui?”, di nuovo annuì, “E.. Non è questa l’unica cosa che conta davvero?”

E’ l’unica cosa che conta davvero… Gwen ha ragione. La dovrei smettere di farmi tutti questi problemi. Scommetto che quel Lucertolone Millenario di Kilgharrah sarebbe estremamente contento di tutto ciò..

“Sì. D’accordo, allora…

“Bene! Hai preso la decisione più giusta, Merlino. Ah.”, lo guardò seria, “Se vedi che è una situazione, come dire… ‘sciolta’ abbastanza… Parlagli. Anche di  Quella cosa.”

Gaius sospirò.

“Ginevra ha ragione, Merlino. È una cosa che devi dirgli quanto prima. Più tempo sprechi, più possibilità ci sono che si infuri come una belva..”

Lui sospirò.

“Avete ragione anche per questo. E va bene. Se siamo abbastanza rilassati, gli parlerò del mio Dono.”

Gwen uscì dando la buonanotte ai due, e prima di andare a dormire, tornò dentro al Castello rintracciando la Guardia che le aveva  consegnato il biglietto poco tempo prima. E gli sorrise trovandolo davanti alle stanze della Lady che lei  serviva,

“Si vedranno? Dimmi di sì.”

Lei rise.

“Sì. Domani mattina. Finalmente! Temevo che avrebbero perso la loro occasione.”, rispose lei.

“Già!”, esclamò lui, “Quando ho visto quel biglietto ho pensato ‘ei.. magari è la  volta buona.’. Perfetto. Allora tu vallo a riferire ad Artù, poi vieni da me tanto ripassi da qui. Io informerò Merlino.”

La ragazza sorridendo bussò alla porta di Artù, che l’accolse con  un largo sorriso.

“Oh. Gwen. Ti aspettavo. Allora..?”

“Missione compiuta, Sire.”, rispose inchinandosi, “Il vostro servitore manda a dire che non vede l’ora che sia domattina. Dove lo incontrerete? Vi consiglio fuori dalla città. Nel bosco. Lontano da occhi indiscreti.”

Lui sorrise e annuì.

“Manda a dire a Merlino che lo aspetto al ruscello. Sai.. quello..”

“Ho capito.”, rispose lei “Riferirò. E… Sire, se posso permettermi di darvi un consiglio. Non usate solamente l’arroganza, con Merlino. Alternate arroganza con dolcezza. Lo conquisterete.”

Lui le sorrise.

“Ti ringrazio, Ginevra. Per tutto.”

“Dovere, Sire. Se volete scusarmi..”, s’inchinò. E uscì.

Bene.. Posso farlo. Ne ho avuti tanti di appuntamenti. Coraggio, Artù. Lo puoi fare …

“Al ruscello. Domani mattina.”

Leon sorridendo le diede  la buonanotte definitivamente, e a passo svelto si diresse verso la casa dell’anziano cerusico: riferì il messaggio a Merlino che gli aprì la porta, salutò lui e Gaius, e tornò alla sua  postazione di guardia.

“E così… Domani mattina, eh?”

Merlino sospirò, guardando fuori dalla finestra perso nei suoi pensieri. Ma con l’orecchio teso in attesa che Gaius, appunto, dicesse, qualche cosa.

“Credi che sia giusto? Voglio dire..”

“Merlino.”, lo interruppe lui col sorriso, “Se Artù prova qualcosa per te.. e tu provi qualcosa per lui.. perché andare avanti nella menzogna? Non è esattamente una scelta furba.”

Il ragazzo sorrise guardandolo.

“Però Artù dovrà sposarsi. Per il bene di Camelot.”, sospirò nuovamente, “Il mio Destino è aiutarlo a diventare il Re che è nato per essere, Gaius. Essergli amico. Consigliere. Ma non so se è mio Destino essere anche suo..”

“Amante..?”

“Esatto.”, fece lui sconsolato.

“Merlino! Dei, un po’ di allegria!”, gli si avvicinò, “Fra poche ore, hai appuntamento col ragazzo che ti piace, e forse più, in riva al ruscello. Dovresti  esserne felice! Solo felice. E non pensare al resto.”

Il moro sorridendo  lo abbracciò.

“Grazie.”

E sospirando, col sorriso sulle labbra e il cuore già a 2000 e più, se ne andò a dormire.

 Aspettando l’indomani mattina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rivisitazione del 10^ Chappy! ^^

Fatemi  sapere se vi piace!!! *____________*

 

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Capitolo 2
*** II. ***


Il cuore gli batteva molto più forte del normale, mentre usciva dalle sue stanze vestito come un normale ragazzo della sua età: per quel lasso di tempo nel bosco, non voleva essere il Principe Ereditario  di Camelot. Non il figlio del Re. O il Capitano dei Cavalieri. NO. Nulla di tutto questo. Ma solamente un normalissimo ragazzo al suo primo, vero appuntamento con una persona  per cui provava qualcosa di VERO.

Passò dalle cucine, preparando un cesto con qualche cosa di leggero ma sostanzioso. Sotto lo sguardo divertito e affettuoso dei cuochi che lo conoscevano oramai da anni. E sapevano che se non mangiava a sufficienza, il suo caratterino ‘pepato’ veniva fuori.  Sempre.

E preso il cesto lo montò su Hengroen, lo sellò, e saltò in groppa.

 

Merlino si guardò intorno: i vestiti che giacevano per terra erano quelli che aveva messo il giorno prima, e per un appuntamento del genere non  andavano affatto bene. Si avvicinò all’armadio, aprendolo e dando una sbirciata per vedere che cosa poteva mettere. Passò in rassegna tutti i vestiti, dal primo all’ultimo, sebbene non ne avesse che cinque o sei. Ma alla fine li trovò.

Una maglietta blu notte, la migliore che aveva. Un paio di calzoni neri non eleganti ma diversi dai soliti marroni che metteva sempre. E, ovviamente, il suo fido fazzoletto attorno al collo.

Quando uscì dalla stanza, vide Gwen che chiacchierava allegramente  con Gaius. I due si voltarono e sorrisero meravigliati.

“Per gli Dei, ragazzo…

“Stai benissimo così, Merlino!”, esclamò la giovane amica entusiasta, “Artù sarà estasiato, vedrai. Ne sono più che certa. Fuori c’è il tuo Garulf che ti aspetta. Ho pensato di portarlo qui davanti.”

Lui le sorrise.

“Ti ringrazio. Beh…”, e rise, “Io vado!”

I due lo guardarono mentre si avvicinava prima a Gwen per darle un bacio sulla guancia, e a Gaius dopo per un bell’abbraccio tipo figlio-padre. E si dirigeva verso la porta, al di fuori  della quale lo attendeva ,appunto, il suo fedele cavallo marrone chiaro Garulf. Vi montò. E spronò al trotto.

 

Artù era arrivato da appena dieci minuti, e aveva sistemato un telo sull’erba, con sopra un paio di cuscini di quelli morbidi. Del suo letto. Prese uno dei piatti d’argento presi dalla sua credenza personale, e si guardò dentro per controllare di essere in ordine.

Il giovane Merlino, arrivato in quel momento, rise a quella scena sebbene fosse altrettanto agitato, e scese da cavallo legandolo poco più in là.

“Artù..?”

TU-TUM. Quando il Principe  si voltò, incrociando così lo sguardo del giovane servitore, il suo cuore balzò in un modo in cui non  aveva mai fatto.

 Per tutti gli Dei… E’… Come posso non provare ciò che provo? E’ semplicemente… stupendo..

Lo guardò. E sorrise.

Merlino… Sei…

“State cercando di dirmi che sto bene vestito così..?”, sorrise lui che oramai lo conosceva.

E lui sorrise annuendo.

“Sì.. Scusa. Vieni.”

Merlino sorridendo guardò avanti a sé e vide un piccolo rivolo d’acqua con dei sassi. Tutti e due erano a conoscenza del suo  scarso equilibrio! Ma comunque con sangue freddo e  grande calma, mise piede sulla prima pietra. E poi su quella successiva. Una dopo l’altra. Finché non arrivò dall’altra parte dove Artù, con sua somma sorpresa e fatto che lo fece  arrossire seppur sorridere, gli porse la  mano per aiutarlo.

Grazie…

Artù si sforza di fare il rude… Ma lo so che non è così… Anche per questo sento ciò che sento..

I due si sedettero, e Merlino si mise sulle ginocchia, prendendo il piatto di Artù e il cestino per riempirlo. Ma la sua mano lo fermò. delicatamente. E gli sorrise.

“Ei. Non sei qui come servitore.”

Merlino avvampò e sorrise, sedendosi mentre Artù riempiva un piatto che, comprese, era per lui e non per se stesso.

“Scusate, Si”

“Artù.”, lo interruppe lui guardandolo serio, “Solo Artù. E non darmi del voi. Non qui, almeno.”

Merlino sorrise felice come non mai.

“E’ diverso, vero? Lontano da Camelot…

Artù annuì.

“Camelot è il mio Regno. La amo di più di quanto riesca a dire. Ma spesso mi sento troppo … pieno di doveri e responsabilità. Qui.. con te.. posso essere me stesso.”

“Mi piace quando siete voi stesso.”, rispose lui.

Artù ricambiò il sorriso sincero e aperto del giovane, mentre i battiti del suo cuore erano ,oramai, quasi fuori controllo.

Merlino… Mi fai un effetto terribilmente stupendo..

“Sai, a volte penso… di lasciare Camelot.”

Merlino  lo guardò divertito.

“Seriamente? E dove andresti?”

“Beh, comprerei un po’ di terra.”, rispose stringendosi nelle spalle, “E vivrei  come contadino.”

Il moro scoppiò a ridere.

“TU? Un contadino?”, scosse la testa, “Non ti ci vedrei molto, sai? Sei..un po’ troppo abituato ad essere servito e riverito, per far il contadino.”

Lui lo guardò, e ridendo gli lanciò una bacca.

“OVVIAMENTE ti porterei con me. Per i lavori pesanti.”

“Beh, come minimo”, rispose lui fingendosi serio.

 

A Camelot …

“Oggi è una  bellissima giornata, non trovate?”, disse Morgana guardando il RE, “Che ne dite di un bel giro a cavallo insieme?”

Uther e Lady Morgana stavano consumando il loro pranzo nell’enorme Sala, a tavola da soli, visto che Artù aveva detto al padre di uscire fuori per far un giro con Leon tanto per  fare una piccola perlustrazione. Ma la ragazza SAPEVA che in quel preciso momento,il suo fratellastro era con Merlino. E sapeva DOVE.

L’uomo le versò da bere.

“Purtroppo non è possibile. HO il Consiglio fra mezz’ora.”

“Oh.. Capisco.”, sospirò fingendosi triste, “E’ che passiamo così poco tempo  insieme.. Il nostro tempo assieme è…molto prezioso, per me.”

Uther allora  la guardò con affetto e le sorrise.

“Hai ragione. Non possiamo abbastanza tempo assieme. Il Consiglio può attendere.”

Il  sorriso trionfante della giovane si camuffò da  finta espressione  di pura gioia. Conversarono allegramente per tutto il restante pranzo, scherzando tra di loro come solevano  fare un tempo. Finché, consumato il pranzo, il Re e la Lady ‘tremate piccioncini’ si presero a braccetto  per poi uscire dal cancello principale. Andando alle stalle, sellando i propri cavalli, e montandovi  sopra in sella.

“Che ne dite di una bella gara, come facevamo una volta?”, chiese lei

Uther sorrise.

“Ti do un vantaggio.. Parti pure.”

 

“Tra non molto dovremo tornare a Camelot…

Merlino e Artù, finito da qualche minuto  il pic-nic, erano adesso sdraiati l’uno accanto all’altro, poggiati sui due cuscini precedentemente sistemati dal Principe stesso: lui steso sulla  schiena, con un braccio dietro la testa, Merlino steso sul fianco verso di lui.

“Possiamo restare ancora un po’.”, rispose Artù, “Non sappiamo quando potremo rifarlo…

Merlino gli sorrise.

“Forse quando diventerete un contadino, potremo passare molto più tempo insieme. Voglio dire… Più di quanto già non facciamo. Ma in questo caso non è…

“La stessa cosa.”, sospirò Artù.

“Esatto..”

Artù divenne serio in volto. Estremamente concentrato.

“Non..ti muovere.”

E il giovane servitore  lo guardò allarmato.

“Cosa c’è? Briganti?”

Artù fissò un punto dietro la spalla del moro, dopodiché allungo il proprio braccio così velocemente che Merlino ebbe appena il tempo di vederlo allungarsi, che già era tornato al suo posto sul petto di Artù. Che aprì la mano.

“Una vespa.”

Merlino scoppiò a ridere scotendo la testa. E lo guardò: E’ proprio incorreggibile! L’aitante Cavaliere di Camelot che salva l’indifeso servitore da una vespa.. . Poi il suo cuore prese a battere più veloce. Erano incredibilmente vicini, adesso. E i loro sguardi erano talmente intensi … che pensò di potersi seriamente perdere dentro lo sguardo blu cielo di Artù.

Sorrise e si sporse su di lui. Posando dolcemente le sue labbra su quelle del Principe di Camelot, in un piccolo tenero bacio. E lo guardò. Cercando di capire se fosse arrabbiato o no. Ma sembrava tranquillo.

E così le loro labbra  si toccarono per la seconda volta. Un bacio dolce ma intenso.

In quel preciso istante, due cuori schizzarono fuori dal rispettivo petto, in una corsa accelerata l’uno verso l’altro: perché non appena le labbra si furono toccate, anzi sfiorate, entrambi i giovani sentirono una scossa. E si sentirono felici come quando,dopo tanto tempo che cerchi, trovi quel pezzo di puzzle che ti serve per finire il cielo.

 

Mentre con una mano si poggiava sul cuscino, l’altra mano la portò sul petto del Principe. E lui facendo scivolare la sua mano, afferrò  con dolcezza quella del suo leale servitore.

“Artù?”

Quel magico incanto si spezzò quando alle loro orecchie giunse la voce di Uther  Pendragon: era davanti a loro, a cavallo, un’espressione incredula quanto sconvolta e irata sul viso. Dietro di lui Morgana, con espressione (falsamente) preoccupata per i due amici. Ma Merlino notò perfettamente, lui che sapeva, il sorrisino di  puro Trionfo che le si  leggeva sul volto.

Padre…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ragaaaazze e ragazzi!

Chiedo venia per il ritardo, ma non ricordavo di avercelo gia’ scritto! XDDDD ora che lo so, aggiornerò presto!

Spero  vi possa piacere!!!!!!

Bacioni <3  e BUON NATALE!

 

 

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Capitolo 3
*** III. ***


Camminava su e giù per la Sala, con andatura decisamente nervosa: la sua testa era un frullatore di pensieri, e il suo cuore era quasi fermo da quanto era agitato e preoccupato per la sorte sua e di Merlino. Ma aveva preso una decisione: voleva Merlino al suo fianco. Non solamente come amico, né tantomeno come servitore, o soltanto  come Consigliere. Voleva di più.

L’ enorme porta della Sala del  Trono si aprì.

“Padre.”

Uther guardò il figlio con espressione dura quanto pensierosa. Dopodiché scoppiò a ridere.

Sta … RIDENDO..?

“Pensavo vi sareste infuriato..”

“Sono stato giovane anche io, figliolo.”, rispose lui ridendo, “Conosco perfettamente questo genere di divertimenti con servitrici e servitori. E quanto siano allettanti divertimenti di questo tipo.”

Artù tirò un sospiro di sollievo. E tornò a respirare.

 “Lo so, avrei dovuto parlarvene. Credevo di agire per il meglio..”

Uther annuì comprensivo.

“E’ chiaro che non posso  permetterti di rivederlo. Né che Merlino sia ancora il tuo servitore.”

Come era appena tornato.. il fiato se ne andò di nuovo. E guardò il padre.

“M..ma.. avete appena detto che…

“Artù, è fuori discussione.”, lo interruppe duramente scrutandolo, “Non permetterò che tu metta a repentaglio il nostro Regno per una passione passeggera.”

Una… Una passione passeggera??

Padre… Vi supplico. Non è una passione passeggera!” poi lo  guardò dritto negli occhi “Ho cercato di..reprimere ciò che provo, ma non posso più negare i miei sentimenti. Io AMO Merlino.”

Lo sguardo di Uther fu di ceca rabbia.

“Non lo posso permettere. Merlino è bandito da Camelot.”, disse per poi dirigersi all’uscita, “Ha due giorni per prendere tutta  la sua roba, e lasciare il Regno.”

Il cuore di Artù diminuì i battiti d’improvviso. Ma non era il tipo da abbandonare il ‘campo di battaglia’  senza lottare.

“No!”, Uther si voltò, “Vi..prego. Camelot è diventata la sua vita, padre. Vi giuro che non lo vedrò più. Mi cercherò un altro servitore. Ma vi prego…”

Uther lo guardò  severamente.

“Hai detto pochi secondi fa di non saper  contenere i tuoi sentimenti per quel ragazzo.”

“Vi supplico…”, disse afferrandogli il braccio.

Uther gli scoccò un’occhiata delle più severe che sapeva  fare.

“E’ per il tuo bene, figliolo.”, e uscì.

Il cuore di Artù, se prima batteva  dannatamente piano, in quel momento si era pressoché fermato. Davanti a sé vide apparire una sconvolta Gwen, ma sul momento non le diede  molta importanza: fissava il  vuoto davanti a sé. In preda all’angoscia più totale.

“Artù..”

“Dimmi che non è vero, Gwen…”, si stupì di quanto la sua voce uscisse flebile, “Ti prego.. Dimmi che…” poi sbottò “Come ha fatto a saperlo?! COME??”

La ragazza scosse la testa.

“Non lo so! Io Vi giuro che non ho detto niente.”

Lui sospirò e le fece un mezzo sorriso.

“Lo so. Hai la mia piena fiducia, Ginevra.”, rispose, “So che non ci avresti  mai traditi.”

Lei lo guardò. Poi sospirò triste.

“Mi scusi… Col Vostro permesso, io andrei.”

“Vai da lui..?”

Lei annuì.

“Magari ha bisogno di aiuto per … Per la sua roba, ecco.”, sussurrò inchinandosi , “Ci vediamo domani.”

Artù con gli occhi lucidi la guardò.

“Ti prego… Digli da parte mia che…

Lei sorrise.

“Lo farò.”, e si allontanò.

Artù uscì subito dopo di lei, dirigendosi verso le scale per poi salirle di corsa e chiudersi nella sua stanza. E non appena entrò si buttò sul letto. Ma l’agitazione e il dolore che provava  lo fecero alzare. Camminò avanti e dietro per la stanza,poi  afferrò un cuscino e lo lanciò contro il tavolo che tremò.

“Artù…”

Il biondo si voltò verso la porta: con  tutti i suoi pensieri non aveva sentito bussare.

“Morgana.”

La giovane entrò e chiuse la porta dietro di sé, sul volto una delle espressioni più addolorate e  angosciate che riuscisse a fare.

“Ho appena saputo. E’ terribile! Dei, mi dispiace così tanto!”

“E’ colpa mia.”, disse Artù

“No! Tu non hai colpe, Artù”, disse  avvicinandolo, “La colpa è stata mia. Se non avessi proposto a Uther di uscire a cavallo! E non ti avessi  suggerito di…

Lui sorrise scotendo il capo.

“Tu mi hai aiutato a dire ad alta voce ciò che provo  per Merlino.”

Lei sorrise e sospirò guardandolo .

“Che cosa farai ora?”

Lui si poggiò al tavolo e la guardò sofferente.

“Non posso sopportare l’idea di non poterlo più vedere, Morgana.”, disse, “Io non sopporto di non poter … Andrò con lui. Lasceremo Camelot.”

Morgana, sorriso di soddisfazione nascosto ‘tra i baffi’, lo guardò sconvolta.

“Vuoi rinunciare al tuo diritto al trono??”

Lui annuì alzandosi e guardandola diritto  negli occhi.

“Per il momento. Un giorno torneremo, insieme. Prenderò il posto che mi spetta sul trono. E Merlino sarà al mio fianco.”

Le certezze della Strega vacillarono.  Ma gli sorrise.

“Giusto. Se Uther non accetterà, dovrete aspettare il momento in cui non potrà più decidere su di voi.”

 

Merlino tirò fuori le sue poche magliette dal cassetto.

“Ci sono un sacco di cose da fare.”, disse all’amica, “Devo impacchettare le mie cose, considerato che da un anno e mezzo fa ne ho di cose nuove da dover portare via. E dovrò trovare un nuovo servitore per Artù!”

Gwen sospirando guardò Gaius, che a sua volta fissò Merlino che andava su e giù per la sua  piccola stanza.

“Merlino.”

“Per caso uno di voi conosce qualcuno di adatto? Perché Artù non può esser seguito da uno qualsiasi. Deve essere all’altezza, e”

“Merlino!”, esclamò dopo di lei Gaius, “Fermati un attimo!”

Il giovane lo guardò, anzi guardò entrambi, come se li vedesse in quel momento veramente.

“Sì?”

“Dove andrai?”, gli chiese Gwen preoccupata, “Eldor é nella giurisdizione di Uther. E ti ha bandito dal Regno … Dunque dove..?”

Quelle due parole riecheggiarono nella sua mente: “dove andrai?”.

Gwen ha perfettamente ragione.. Uther ha il controllo anche su Eldor. Non posso tornare là. E quindi dove …

Realizzò in QUEL momento che non aveva un posto dove andare. E con ancora due asciugamani tra le braccia, si lasciò sedere sul letto con le lacrime agli occhi.

“Non lo so! Eldor e Camelot sono  le…mie uniche case.”, disse, “Sono gli unici luoghi che conosco….”

Gaius sospirò e si sedette accanto a lui.

“Hai idea di come Uther possa aver saputo dove eravate?”

Lui scosse la testa.

“No. Io non l’ho detto a nessuno. E ci metterei la mano sul fuoco che neppure lei”, con la testa indicò Gwen che  scosse la testa, “Ha detto niente. Quindi proprio no so come possa aver”

Le parole gli si fermarono in gola. Nella sua  mente si fece strada lentamente una nuova consapevolezza. Un piccolo dettaglio che nell’angoscia di quei momenti aveva  scordato completamente.

“Cosa?”, chiese ansiosamente Gwen

“Morgana.”

Gaius guardò Gwen, e si scambiarono  uno sguardo consapevole.

“Lo sospettavo..”

“C’ era da aspettarselo.”, disse lei adirata, “E’ arrivata a tanto! Non so  come possa essere arrivata a … E’ decisamente cambiata.”

Merlino si alzò e sistemò gli asciugamani in una borsa.

“In ogni caso, devo andarmene. Non ho altra scelta.”

 

 Quando Morgana uscì dalla sua stanza, Artù sospirò e  aprì il proprio armadio: avrebbe lasciato Camelot assieme a Merlino.

Oramai non negherò mai più ciò che provo per lui. Lo amo. Non lo lascerò da solo. Se mio padre ha deciso di bandirlo dal Regno, il mio destino è quello di seguirlo. E lo farò. Costi  quel che costi.

 

Il re in questione se ne stava seduto alla finestra delle sue stanze. Assorto nei suoi pensieri.

TOC TOC.

“Ero preoccupata per te.”

Lui sorrise.

“Entra pure Morgana. Stavo pensando…

“Ad Artù?”

“Non riesco a capire  i suoi sentimenti per questo ragazzo. Questo servitore!”, disse, “Io non so che cosa pensare. E’  molto strano..”

Lei annuì.

“Già.. Io conosco  Artù da sempre. Mi ha sempre parlato di tutto quanto.. Ma non mi ha mai parlato di questi sentimenti per Merlino.”, sospirò, “Temo che non sia come sembra.”

Uther  la fissò.

“Che intendi dire?”

Lei si sporse in avanti e lo guardò negli occhi preoccupata.

“Temo che sia sotto effetto di un Incantesimo! Ricordi quando Gwen fu accusata, e lui ne uscì che era lui lo Stregone? Artù lo ha negato. Ti ha convinto del contrario. Ma se, invece, fosse vero?”

Uther guardò davanti a sé.

“Uno Stregone … Grazie Morgana. Domani mattina farò setacciare le  stanze di Artù.”

 

 

 

 

 

 

LA DE.TE.STO.

 Non  la  reggo. Cioè.. come .. cosa.. PERCHE’?? -_-“  questa ragazza  é un Mistero.  Un Enigma.  Un.. ARGH!!!!

Comunque.. Spero  vi piaccia ragazze  mie ^,^

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Capitolo 4
*** IV. ***


 

 “Che cosa credete di trovare? Un ragazzo nascosto da qualche parte?”

Cinque  Guardie di Camelot setacciavano da cima a fondo la stanza, sotto lo sguardo divertito del Principe Erede, e lo sguardo confuso ma spaventato di Ginevra che, passando lì davanti ,aveva visto il trambusto.

“Sir Leon.”

Il biondino, che era il vice Capitano (dopo Artù), si avvicinò al letto  e al novellino che lo aveva appena interpellato, e tirò fuori da  sotto i cuscini di Artù un sacchettino fatto di un fazzoletto ricamato. Che poi mostrò ad Artù.

“Cos’è?”, chiese Artù incuriosito.

“Non lo so. Ma lo devo portare al Re.”, disse uscendo.

Il biondo scoppiò a ridere e, mentre  le guardie uscirono, salutò l’amica per poi avvicinarsi con pochi  passi all’armadio, aprirlo, e tirare fuori qualche vestito per quando sarebbe  partito assieme a Merlino all’alba del giorno seguente.

IO me ne andrò assieme al ragazzo che amo.  Nulla di quello che potrebbe fare, o dire, mio padre mi farà cambiare idea mai. E quel sacchetto, qualsiasi cosa sia, non mi interessa minimamente.

 

“Artù!!”

Ginevra entrò  nella sua stanza spalancando la porta, agitata e alquanto spaventata. Lui la guardò perplesso.

“Sì Gwen?”

“ Due guardie stanno portando Merlino nella Sala del Trono, Sire.”, disse lei.

 Artù la guardò terrorizzato, e corse fuori dalla stanza seguito dalla ragazza: nel frattempo, le due Guardie trascinarono Merlino fino al trono dove, seduto in posa autoritaria,  c’era il Re. Uther. Che ora guardava il ragazzo con disprezzo e odio. Le Guardie lo gettarono  con poca delicatezza per terra. Mani legate dietro  la schiena.

“Conosci questo?”

 L’ uomo gli porse un fazzoletto ricamato, con due fiori di lato, chiuso a sacchettino. Con uno stemma sopra.

“No.”, rispose lui perplesso alzando lo sguardo, “Mai visto prima.”

“Gaius.”

“Sire ?”

“Questo è il simbolo dell’Antica Religione?”

L’uomo guardò Merlino e sospirò.

“Sì Sire. Ma posso confermarle  che Merlino non può in alcuna maniera essere uno Stregone.”

No! Non in questo modo … Ti prego, non così … Artù non deve  saperlo a questa maniera!

“Cosa sta succedendo?”

Uther si alzò avvicinandosi  al figlio appena entrato, seguito da Ginevra, e gli fece vedere il sacchetto. Serio.

“Questo..involucro, è stato trovato sotto ai tuoi cuscini.”, disse, “E’ un sacchetto che contiene Erbe Magiche. Ti ha messo sotto incantesimo.”

Merlino non si voltò  ma sentì il viso bagnato delle sue stesse lacrime.

“Non conosco quel sacchetto. E seppure fossi un Mago, di sicuro non userei la Magia nella Corte. E nel modo PIU’ ASSOLUTO per far del male ad Artù. IO lo amo!”

Uther si voltò infuriato.

“TU HAI INCANTATO MIO FIGLIO!! A COSA MIRI?? EH? Al Trono? A distruggere Camelot?”

Merlino fu forzato dalle due Guardie a prostrarsi davanti ad Uther.

“NON HO FATTO NIENTE!”

Re Uther però  lo guardò con rabbia. Cieca. E guardò Gaius che lo osservava  speranzoso.

“Il verdetto verso coloro che fanno uso della  Magia è uno. E Uno SOLTANTO. Guardie. Conducetelo nelle prigioni. Domani  mattina all’alba questo insulso Mago sarà bruciato al Rogo.”

 Due cuori in quel momento si fermarono, nello stesso istante: quello di Merlino, e quello di Artù. Il quale guardò con furia suo padre,e si lanciò in avanti.

“NON PUOI FARLO!!”

Due Guardie lo trattennero impedendogli di avvicinarsi. Mentre Uther si alzava di nuovo e si avvicinava.

“Lo faccio per te. Per il tuo bene, figliolo.”

“A voi non importa della felicità di vostro figlio, Uther Pendragon.”, disse Merlino a bassa voce.

Ma lui sentì. Tutti sentirono.

“Che cos’è che hai detto?”

Merlino no. Ti prego non peggiorare le cose.

Peggiori di così non possono essere, Gaius. “A lei non è mai interessata la felicità di Artù. A voi interessa  solamente condannare un’ennesima persona innocente per placare il vostro insensato odio verso la Magia.”

Uther si avvicinò a lui, si sedette sul trono, e li mollò un ceffone. Artù spinse in avanti per potersi avvicinare, cosa che  gli fu impedita.

“TOCCATELO DI NUOVO, E”

“Cosa?”, Uther si alzò, “Artù. Lo vedo, non sei in te. Vedrai, appena il Mago sarà morto l’ Incantesimo si spezzerà. E starai bene.”

BENE?? No. Non senza Merlino. Se lui muore … Io morirò con lui.

“Non vi perdonerò mai per questo.”, disse serio guardandolo, “MAI.”

Uther lo guardò  preoccupato. E gli voltò le spalle.

 “ Starai meglio quando sarà morto.”

“NO!! Lasceremo Camelot, padre. Ve lo giuro, non vi faremo mai  più ritorno.”, Uther lo guardò scotendo  la testa e gli voltò le spalle. In quel momento Artù urlò.. “RINUNCIO AL MIO  DIRITTO AL  TRONO!!!”

Gli occhi di Merlino si sgranarono.

A..Artù…!

Ti ama moltissimo, Merlino. È pronto a lasciare  tutto quanto, per te., disse Gaius.

Ma non può!! NON E’ GIUSTO!

Uther a bocca spalancata si avvicinò al figlio  preoccupato e angosciato.

“Questa e’ la dimostrazione… Mio figlio non avrebbe MAI rinunciato al Trono.”, e si voltò verso le Guardie, “Portatelo nella cella. E ordinate di preparare il Rogo per l’alba di domani.”

Merlino fu alzato in piedi dalle due Guardie, i suoi occhi gonfi di lacrime.

“No... Vi prego.. non ho fatto niente!”

Artù.. Artù..

“NO!! MERLINO!!”, Artù veniva ben tenuto dalle altre due  Guardie, tra cui Sir Leon.

“ARTU!! ARTU! NO!!”

Artù cercò inutilmente di dimenarsi urlando disperatamente il suo nome e Sir Leon, vedendolo tanto disperato, e notando che  anche Merlino era sinceramente disperato, in quel momento senza  farsi notare lasciò andare Artù, che corse verso Merlino e lo baciò  davanti agli altri, un bacio a stampo ma intenso, che Merlino a quel punto, fregandosene di tutto il resto, ricambiò totalmente.

“Ti amerò per sempre”

Quel sussurro, fece schizzare il cuore di Merlino alle Stelle e oltre. Gli sorrise felice e lo baciò di nuovo, di sfuggita.

“Anche io. Ti amerò per sempre, asino reale.”

Tra le lacrime Artù trovò la forza  per ridere, assieme al suo amato, mentre veniva portato via in camera sua e Merlino giù nelle prigioni.

“Mio Re! Tutto questo è”

“Taci, Gaius.”, lo interruppe Uther, “Non posso tollerare la Magia. Né che un maledettissimo Stregone  metta le mani su mio figlio!”

Cocciuto!!

“State sbagliando, Sire. Sapete  che vi sono sempre stato fedele, SEMPRE. Ho rinnegato ciò che sono per Voi.”, disse Gaius serio, “Ma non rimarrò in questo Regno un attimo in più, se Merlino verrà bruciato al rogo.”

 E detto questo, uscì dalla sala irato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ebbene, ecco la vostra lady Merendina (ALIAS Kinder Buena)  che torna ^^ vi avviso,  questo é il penultimo chappy di questa storiella. Ho voluto rifare questo Episodio perché, beh… GWEN proprio NO! Merlino é quello giusto (più  che giusto) per Artù. NON Gwen. -.-“  ma perché gli autori questo non lo capiscono, rimarra’ per sempre un Mistery temo =(

 Il Re Utherino in questo  Episodio LO DETESTO. Cioè, non lo capisce proprio eh!? Suo figlio AMA qualcuno finalmente!!! E lui CHE FA?? GLI condanna l’amato  Merlino al ROGO!! -.-“ Uther, proprio NON.CI.SIAMO.!

 Grazie a tutti voi  che avete letto e recensito <3 siete il motivo per cui  vado avanti in questa storia ;P

[PS:  Per chiunque di voi segua  “IL COMPIMENTO DEL DESTINO”:  Sono ‘lavori in corso’. Ci sto lavorando.  Aggiorno domani o martedì ^^ )

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Capitolo 5
*** V. ***


Fuori dalla finestra si potevano vedere un gruppo di soldati che, aiutati da alcuni popolani, costruivano il rogo per l’indomani mattina. Oramai mancavano una manciata di ore. A quattro diverse finestre, quattro differenti persone guardavano quella costruzione enorme quanto infida e spietata che veniva lentamente eretta : Lady Morgana, con un sorrisino sul volto; Gaius, dalla finestra della sua umile casa con espressione truce in volto; Merlino, dalla piccola finestrella della sua cella che, avvolto in una coperta per l’umido che gli entrava  nelle ossa, guardava il rogo col volto rosso e bagnato di lacrime; e alfine Artù, anche lui il volto bagnato e rosso, che dalla finestra della sua stanza fissava la  piazza con sguardo perso nel vuoto.

“Artù.”

Il suo volto si girò in modo quasi impercettibile, vedendo davanti a sé Gwen. Preoccupata e angosciata. Aveva  appena pianto.

“Io… Non posso guardarlo morire, Gwen. Non posso…

Lei annuì.

“Dobbiamo trovare un modo per farlo scappare da Camelot.”

“E come? Ci sono Guardie fuori dalla mia porta a sorvegliarmi. E” indicò fuori “La piazza ne é stracolma. Non c’è.. niente che”

Gwen gli mollò uno schiaffo. Poi si portò la mano alla bocca.

“Mi dispiace! Scusi Sire, non..” e s’inchinò “Chiedo umilmente  il vostro perdono, Sire. Non volevo. Però…”, lo guardò seria, “Merlino se fosse qui le direbbe di non perdere la fiducia. Di non mollare.”

Col solito tono irriverente che tanto amo..

“Voi amate Merlino, giusto?”

Lui la guardò serio.

“Più della mia stessa Vita, Ginevra. Non potrei amare mai nessun altro.”

“Lo so.”, sorrise lei, “E allora dobbiamo ideare un piano. Un buon piano. Avremo bisogno di tutto  l’aiuto possibile. Gaius sicuramente sarà disponibile.”

Lui annuì.

“Hai ragione. Stare qui a fissare il rogo  non aiuta Merlino. Lo dobbiamo tirare fuori di qui.”

“Andrete con lui?”, chiese

“Certo che sì.”, rispose, “ Non resterei qui senza di lui un secondo di più, Gwen.”

“Vi aiuterò ad uscire di qua.”, disse lei avviandosi alla porta, “Sono certa  che Sir Leon ci darà una mano volentieri. È molto amico con Merlino. Ed è fedele a Voi, e non a vostro padre.”

Quando Gwen uscì, il Principe si asciugò le lacrime e con passo deciso si avviò  verso la borsa lasciata sul tavolo poche ore prima, che non aveva più sfiorato da quando, ore prima, era rientrato in stanza. Prese dai piatti che aveva in stanza tutto ciò che c’era, poi lo chiuse e prese la sua cinta con la spada allacciata, se la mise, ed  indossò il mantello verde acqua regalatogli da Gaius. Prese I diari di sua madre. E si avviò alla porta in attesa.

 

“Gaius.”

“Gwen! Hai visto Merlino?”

La ragazza sospirò e scosse la testa.

“Non  mi fanno entrare. Ascolta. Io e Artù vogliamo farlo scappare da Camelot.”, disse con tono determinato, “E abbiamo bisogno del tuo aiuto. Hai già fatto fuggire Balinor in passato, giusto? Sir Leon è dei nostri.”

Gaius annuì, e si avviò  all’armadietto. Prese una fiala.

“Tu dovrai mettere questo sonnifero dentro il calice di Morgana. Per nessuna ragione deve sospettare  quello che abbiamo in mente.”, si avviò alla porta, “Io nel frattempo vado da Sir Leon.”

Gwen lo fermò.

“No, fermo. Non ancora. Sir Leon farà entrare te e Artù nelle segrete per portar  via Merlino. E ritarderà l’allarme. Prima però devi far uscire Artù.”

Gaius la guardò.

“Devo trovare un modo per farlo uscire dalla sua stanza, quindi? Bene.”, tornò all’armadietto e prese un’altra fiala, “Coraggio. So esattamente  che cosa dire e fare. Tu va da Morgana.”

 

“Nessuno può entrare.”

Gaius sbuffò.

“Andiamo, ragazzo! Non fare l’idiota, Artù ha bisogno del suo sonnifero oppure non si addormenterà. Il Re sa di questa  visita.”

La guardia lo scrutò.

“Chi mi dice che non mi stai ingannando?”

“Giovanotto! Come osi??”

Il giovane allora sorrise e gli diede  una pacca leggera  sulla  spalla.

“Scherzavo! Entra pure.”

“Gaius!”

“Abbiamo poco tempo.”, sussurrò chiudendo la porta, “Ingerisci questa. È un liquido che ti farà perdere i sensi per qualche minuto. Domanderò di portarti da me per poterti risvegliare.”

Artù aprì la fiala, poi lo fissò.

“Mio padre si chiederà come mai non mi hai rinvenuto qui..”

“Gli dirò  semplicemente che non ho il necessario dietro” rispose sicuro “e che, mentre vado e torno con le pozioni, potresti morire. Vedrai, ci cascherà. Dai, bevi non c’è più tempo.”

Il biondo annuì, e ingerì il contenuto tutto d’un fiato. Dopo pochi secondi, era già ko. Gaius sorrise, e aprì la porta di scatto.

“Il Principe ha perduto i sensi! Lo devo portare immediatamente da me. Su, presto!”

Le due guardie entrarono e, senza farsi domande, presero di peso il principe per portarlo fuori dalla stanza, in quel momento arrivò  di corsa Gwen.

“Artù? Cosa è successo?”

“E’ svenuto.”, disse Gaius uscendo, “O perlomeno credo sia solamente svenuto. Farò accertamenti nel mio studio.”, le fece un occhiolino.

Lei nascose un sorriso assumendo un’aria preoccupata.

“Vengo con voi.”

I cinque si recarono di corsa, o quasi, verso la casa umile del medico, che fece posare Artù sopra il solito consunto lettino, mentre Gwen prendeva una pezza bagnata e gliela posava  sulla fronte. E guardò le guardie mentre Gaius trafficava  con le fiale.

“Ragazzi. Vi chiedo di uscire.”

“Il Re non sarebbe d’accordo.”; disse una delle due, “Se la prenderà con noi …”

L’altra però alzò le spalle e lo prese  per un braccio.

“E dai. Tanto restiamo qua fuori.”

Le due guardie giovini uscirono, nel frattempo Gaius prese a colpo sicuro una fiala e Gwen si alzò e si avvicinò.

“Coraggio. Dagli questa.”

“Cos’è?”

“Lo farà rinvenire in pochi istanti.”, poi andò alla porta, “Vado ad avvertire Leon. Tu aspetta che si svegli,  lo farà quasi subito. Poi dagli il suo zaino. È accanto al tavolo.” E uscì

Gwen aprì la boccetta, gli tirò su la testa, e gli fece bere  tutto il suo contenuto.

 “Coraggio Artù..”

Merlino…

“G..Gwen?”

Lei sorrise e annuì.

“E’ ora di fuggire con Merlino, Sire. Coraggio, alzatevi.”

Artù non si fece pregare: si alzò, aspettò che passasse  il giramento di capo, dopodiché prese il suo zaino, lo aprì per mettersi il mantello, lo mise in spalla e seguì Gwen di fuori. Le due Guardie stavano ridendo tra loro.

“Per di qua..”, sussurrò lei.

I due appiattendosi sui muri si avviarono verso le porte del Castello, passando dalla piazza oramai buia, e quando videro il  Rogo già montato si sentirono spaventati e ansiosi, ma anche più risoluti  a salvare il loro amico ( e amante).

“Sire.”

“Leon. Ti ringrazio per ciò che stai facendo.”, gli disse Artù abbracciandolo  fraternamente “Non mi sdebiterò mai abbastanza,amico mio.”

Lui scosse la testa.

“Non ci pensate. E poi, merlino è anche un mio amico. Coraggio. Andate. Ecco la chiave.”

Artù seguito da Gaius scese le scale sino alle celle, cercando quella in cui era rinchiuso  il giovane.

“Merlino!”

Lui appena li vide sgranò gli occhi più che sorpreso,e  si alzò andando  alle sbarre.

“Gaius! Artù! Che cosa ci fate qua??”

“Ti liberiamo, mi pare ovvio.”, disse il primo, “Non avrai certo creduto che lasciassi  morire così il mio figliastro, vero?”

Ma Artù.. lui…

Mentre apriva la cella, guardò Artù dietro le spalle del medico di corte.

“Non dovresti farlo..”

“Ti amo, Merlino. Non lascerò che ti facciano del male, amore mio. MAI.”, rispose per poi entrare e stringerselo forte al petto, “Dovranno uccidermi prima di portarci via l’uno dall’ altro.”

Quando gli baciò i capelli, sorrise sentendo il cuore battere nuovamente.

Finalmente … Temevo di non sentire più il suo calore tra le mie braccia.

“Non puoi farlo.”

Artù si staccò dolcemente e carezzandogli il viso lo guardò serio.

“Sì che posso. Lo VOGLIO fare.”

Merlino  scosse la testa sospirando, e gli baciò il palmo.

“Non riguarda soltanto me e te, Artù. Non puoi  rinunciare al trono che ti spetta di diritto. Camelot ha BISOGNO di TE! é il tuo popolo.”

E non sono talmente egoista da anteporre la mia Felicità a quella di un intero Regno.

Artù lo guardò con le lacrime agli occhi.  Se potessi ti sposerei, Merlino! E un giorno lo farò.

“Io vengo con te. Un giorno ,quando sarà il momento… torneremo. Insieme. E non dovrai più nascondere ciò che sei, amore mio.”

Il cuore di Merlino diminuì di un battito.

“C..ciò che”

“Merlino. Forse sono un asino, reale, ma non un cieco né stupido. So che sei davvero un Mago.”, sorrise lui, “Da tempo penso che la Magia non è soltanto volta al Male. Ma che può fare  anche tanto bene.”

Ha… Ha appena detto ciò che ho sentito??

Ti aspettavi qualcosa di diverso da lui?, disse Gaius sorridendogli, Io te lo dissi che Artù è  differente.

“Riesci sempre a sorprendermi, Artù Pendragon”

“Come tu sorprendi  di continuo me, Merlino.”, rispose lui

“Ti amo, amore mio.”, E LO BACIò.

“Sire! Dovete sbrigarvi!”

La voce di Leon  li riportò alla realtà: Artù prese per mano Merlino e corse con Gaius fuori di là risalendo le scale, in cima alle quali c’erano Leon che salutò Merlino e poi Artù con un sorriso e un “a presto Sire”, e andò con passo lento verso l’allarme della città . Gwen salutò Artù con un piccolo abbraccio. Mentre Gaius strinse  forte il proprio pupillo.

“Fa attenzione. Proteggilo.”

“Certo. È ciò per cui sono nato, giusto?”; rispose lui, “  E nel frattempo faccio attenzione anche a  me stesso. Stavi per dirmelo, dì la verità!”

Gaius rise.

“Ovviamente. Ma son abituato, ormai. Attiri guai! Comunque, vacci cauto , con la Magia. Se hai bisogno..”

Merlino annuì. E si voltò in avanti.

“Gwen.”

 I due si  abbracciarono come sorella e fratello, e piansero tra la gioia e il dolore di non vedersi più per un po’ di tempo.

“Ti scriverò. O troverò comunque una maniera. Vedrai.”

Lei annuì

“Mi fido di te. Ti voglio bene.”

“Anche io te ne  voglio tanto, Ginevra.”, rispose lui.

 Gaius strinse forte Artù.

“Non dire mai chi sei. E proteggi Merlino.. Anche se è più facile che ti protegga lui.” gli sorrise, “E gli DEI vi proteggeranno. E tua madre.”

Artù assentì.

“A presto, Gaius. Grazie per tutto.”

Artù fischiò, facendo arrivare al galoppo Hengroen. Montò in sella e porse la mano a Merlino che salì in groppa davanti a lui.

“ Pronto?”

“Ovvio.”

I due sentirono la campana d’allarme, e seppero che  era giunto il momento di andarsene. Salutarono con un cenno i tre, anche Sir Leon corso  da loro per risalutarli, ed Artù spronò al galoppo.

 Assieme al suo  Mago Merlino.

 

 

 

HAPPY  ENDING!! <3 <3

Come  volevasi  dimostrare … LA Vostra  Lady KINDER é d’Indole  Romantica ^^

 GRAZIE  A TUTTE  E TUTTI  X AVER SEGUITO  QUESTA REVISIONE!!!! ^^

VI  VOGLIO BENE!

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