Rossi i tuoi capelli, verdi i tuoi occhi, nera l'anima mia.

di Lara Rye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo. ***


Rossi i tuoi capelli, verdi i tuoi occhi, nera l’anima mia.

[Severus Piton – Lily Evans – Sirius Black]

 

I capelli rossi e liscissimi gli cadevano sul viso, quasi a caschetto, mettendole in risalto la bellezza del volto e degli occhi color smeraldo.  Teneva in mano un libro, sfogliandolo leggermente, ascoltando quasi il rumore delle pagine e sentendo l’odore della carta stampata da poco.
La faceva sentire bene, al sicuro, come se quando leggeva un libro riuscisse ad immedesimarsi completamente in esso, vivendo lei stessa le avventure raccontate da altri: era un modo per proteggersi quando aveva paura o sentiva il freddo attorno a sé.
Lily alzò il viso, vedendo il suo amico venirle incontro: il volto, i capelli e l’espressione facevano di lui pura tristezza, malinconia e un velo d’odio. A volte Severus la spaventava perché sapeva che per quanto potessero essere così vicini, incredibilmente amici e l’uno riversato nel cuore dell’altro, era certa che in lui c’era qualcosa di feroce: non necessariamente cattivo o malvagio, ma qualcosa di intenso, pronto a scoppiare da un momento all’altro, pronto a diventare magia potente, sopra ogni limite, proprio quella di cui lei aveva tanta paura.
“..Non credo proprio.” Disse Severus sedendosi accanto a lei ed appoggiando la testa sulla spalla di Lily, lasciando cadere i capelli corvini sulla divisa di Grifondoro, quasi cercando un conforto.
Lily lo fissò nei suoi occhi, perdendosi per qualche secondo come ogni volta, chiudendo poi il libro e adagiandolo sull’erba, vicino alle sue gambe chinate.
“Cos’è che non credi, Sev?”
Gli occhi di Severus, quasi sempre spenti e glaciali, si accesero per qualche secondo, brillando, ma non di felicità o chiarore ma di paura. Si lasciò andare per qualche secondo, distruggendo quella maschera che portava sempre: infondo era accanto alla sua Lily, alla sua preziosa amica, alla donna amata da sempre, sin dal primo incontro.
Con lei sapeva di potersi aprire completamente, di poter essere completamente se stesso, con i suoi pregi e i suoi difetti, con tutto quello portava dentro da sempre e che in quel quarto anno ad Hogwarts lo stava lentamente distruggendo, portandolo alla disperazione a cui era tanto abituato da piccolo.
“Mancano pochi giorni a Natale, Lil.”
Lily capì immediatamente. Non erano necessarie ulteriori spiegazioni per capire quello che l’amico stava passando perché conosceva perfettamente la paura che si instaurava dentro di lui.
Natale più che un paradiso fatto di dolci e di amore, per Sev era un inferno terribile in cui l’amore e l’amicizia erano qualcosa di talmente lontano da considerarsi anche quasi inesistenti.
“Sev?”
Severus alzò il viso, incontrando nel suo sguardo quell’amore che sapeva di non poter ritrovare in nessun altro: era lì per lui, come sempre, quando tutti gli altri lo abbandonavano ed anche giorno per giorno, senza che lei gli chiedesse nulla e senza che lui dicesse nulla.
“Bussa alla mia porta.”
“Cosa?”
“Bussa alla mia porta, Sev. Ricordi ancora come si fa?” disse Lily, sorridendogli leggermente. “Quando non ce la fai più, quando vorresti far del male a tuo padre.. e credimi, Severus, lo capisco, ma non farlo.
Vieni da me, alzi la tua mano e bussi alla mia porta, possibilmente senza picchiare Tunia, ok?”
Severus scoppiò a ridere, facendo sentire la sua voce a tutte le persone che passavano per il parco.
“Non te lo posso promette questo, Lily.”
Entrambi iniziarono a ridere, senza più riuscire a fermarsi, senza volerlo infondo perché in quel momento  nient’altro importava: c’erano solo loro due che ridevano come pazzi, in preda a qualche stupida battuta, ma felici, semplicemente felici.
Severus l’abbraccio, inebriandosi per qualche minuto del profumo della pelle di Lily che assomigliava tanto ai fiori che crescevano accanto al castello: quasi un misto di rosa e gelsomini.
“Andremo al parco se vuoi, Sev. Andremo là e salteremo dalle altalene, divertendoci.”
“Come bambini?”
“Come bambini, Sev.”
Severus la guardò.
Era quello il motivo per cui l’amava più di quanto avesse mai osato amare in tutta la sua vita.
Lei sapeva fargli capire cosa valeva veramente, cosa era importante e soprattutto sapeva dimostrargli che non era solo, che su di lei poteva sempre contare perché loro erano veri amici, anche se lui aveva sempre desiderato essere di più.
La guardò, desiderando le sue labbra più di qualsiasi altra cosa. Batté la testa contro il tronco dell’albero, cercandosi di riprendersi da quei pensieri eccessivamente lussuriosi.
Qualche secondo dopo, però, sorrise, rendendosi conto che anche se non aveva la sua pelle, il suo corpo e le sue labbra, lui, Severus Piton, aveva il cuore di Lily Evans.
La sera lentamente si avvicinava, macchiando quel pomeriggio di dicembre, portando con sé una miriade di nuvole nere. Severus si fermò ad osservarle: gli era sempre piaciuta la pioggia, il tempo cattivo, quello che ti costringe a stare sotto le coperte, quello che ti costringe al freddo e al gelo.
“Evans!”
Entrambi alzarono lo sguardò, vedendo Potter avvicinandosi a loro, mentre emise uno ghigno di puro disprezzo nei confronti di Severus.
“Vattene Potter” disse velocemente Severus, stanco di quel ragazzo, della sua immensa stupidità e della sua enorme cotta per la sua Lily, mentre i suoi occhi diventarono ancora più scuri e neri di quanto non fossero già. James Potter, minacciando il suo territorio, lo irritava incredibilmente e faceva uscire il lato più insensibile di Sev.
“Zitto Mocciosus, o vuoi che ti cali ancora i vestiti? Sai, è divertente.”
Lily s’irrigidì, mentre il suo volto si colorava di rosso, quasi come se disegnasse la sua rabbia sul viso.
“Ha detto di andartene Potter, non l’hai sentito? Vat-te-ne!” James sorrise in modo sprezzante, quasi come se fosse ammaliato dall’odio che la ragazza provava per lui.
“Evans, un giorno ti conquisterò!”
“Si, come no. Preferisco morire che anche solo pensare di uscire con uno come te. Mi disgusti, Potter.”
James se ne andò, lasciando Severus e Lily ancora soli.
“Sev, andiamo in Sala Grande? Ho freddissimo.” Severus annuì, mettendogli la sua giacca sulle spalle.
Sentì un piccolo rumore venire da lì vicino, senza però riuscire a scorgere nulla.
Qualche secondo dopo da un tronco vicino a dove c’erano precedentemente Severus e Lily, spuntò un ragazzo con dei lunghi ricci, un petto scolpito ed uno sguardo particolare, affascinante e deciso.
Si appoggiò all’albero, guardando i rossi capelli di Lily caderle sulla schiena, ondeggianti e i suoi piccoli passi, vicinissimi a quelli di Piton.
“Sirius! Dov’eri finito?”
Sirius si alzò, cercando di far apparire la sua solita arroganza sul viso, celando così la tristezza dovuta al suo doloroso martellare del petto. “Ero uscito un attimo.”
“James ti sta cercando, come al solito. Un altro tentativo con la Evans fallito.”
Sirius pensò a James, chiedendosi quello che stava realmente facendo. Non era giusto; non poteva provare quei sentimenti per l’unica ragazza che interessasse al suo migliore amico, non poteva più passare il tempo a guardarla.
Sirius volse lo sguardò verso Lily, ormai troppo lontana dalla sua vista così seguì subito dopo Remus verso il castello.

Note dell'autore:

Seriamente non ci posso credere di averlo fatto, di aver scritto e questo e di aver mille idee su come continuare questa specie di bizzarro triangolo. *-*
Poche cose vorrei precisare: James non sarà trattato bene e non sarà minimamente apprezzato, anche se sarà presente a causa del senso di colpa di Sir, e dell'ossessione che ha per Lil.
Severus avrà un ruolo non importante, ma di più. Severus è il fulcro della storia che però girà attorno alle decisioni e ai sentimenti di Lily. Sirius cercherò di renderlo più possibile IC anche se in alcune cose potrà ricadere un pò fuori, ma cercherò di evitarlo. 
So che un triangolo tra questi tre è un pò abominio però ce li vedo, esasperati dall'amore per lei.
Spero che vi possa piacere. Ad eventuali recensioni risponderò tramite il "Rispondi"
Al prossimo capitolo.,
Lara.

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo. ***


RossiNera "

Rossi i tuoi capelli, verdi i tuoi occhi, nera l’anima mia.

[Severus Piton – Lily Evans – Sirius Black]

Capitolo Due. 

..Se tu fuggissi , la terra diverebbe ingrata, gli animali nemici fra loro,
il sole stesso malefico, e il mondo pianto, terrore e distruzione universale.
Adesso che l'anima mia risplende di un tuo raggio, io non dimentico le mie sventure;
io rido delle minaccie della fortuna, e rinunzio alle lusinghe dell'avvenire..
[Ugo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortis]






La neve aveva incominciato a scendere candidamente, leggera, come se si posasse sull'erba chiedendole il permesso e promettendole che non l'avrebbe disturbata troppo, che presto se ne sarebbe andata. Lily Evans era accovacciata sulla poltrona adagiata accanto al camino, mentre il corpo era avvolto da una calda coperta di lana e i piedi erano scalzi, adagiati verso il fuoco, pronti ad assorbirne il leggero calore.
Tra le mani aveva un grande e vecchio libro, appartenente a sua madre, di uno scrittore babbano del Settecento il quale la incuriosiva molto. Lily sfogliava quelle pagine lentamente, con la paura di sciuparle e rovinarle, come se fossero una reliquia importantissima che lei doveva proteggere ad ogni costo. Fin da piccola la madre la prendeva tra le braccia, accanto al camino acceso ed iniziava a leggerle pagine su pagine: lei non si addormentava, perchè quei racconti entravano a far parte di lei e l'ammaliavano. Lily, infondo, aveva sempre voluto essere la protagonista di uno di quei racconti, vivere mille avventure ma soprattutto aveva sempre desiderato essere innamorata, sentire quel profondo amore crescerle all'intero, quello di cui parlavano i suoi meravigliosi libri di narrativa.
Le ore erano passate velocemente dal pomeriggio piacevole passato con Sev. Anche se non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui, Lily non vedeva l'ora che arrivassero le vacanze natalizie perchè quello era sempre stato un momento loro, uno che passavano sempre insieme, chiusi in quel parco e in qualche piccola libreria in cui Severus era costretto ad andare a causa di Lily che lo portava obbligatoriamente. Si sedevano su un piccolo divano e Lily incominciava a leggere, per ore, senza quasi mai stancarsi. Lily leggeva per Severus, per portarlo nel suo modo ed ammaliarlo, regalandogli qualcosa a cui lei teneva molto: in quelle ore di lettura regalava a Severus una briciola della sua anima, una per volta, senza avere fretta.
"Evans. Come mai ancora sveglia?" Era l'una passata e Lily non se n'era neanche accorta, troppo immersa in quelle parole difficile ma splendide.
Sirius Black si presentò davanti a lei in un pigiama terribile, color biancastro morto, anche se il suo innaturale fascino splendeva comunque. Per quanto Lily lo trovasse un idiota, come il suo caro amico Potter, non poteva nascondere che in quel ragazzo c'era qualcosa di diverso, di speciale: il viso, proprio per il suo essere tipicamente scarnito, gli donava un aria più matura, come se quei sedici anni fossero troppo pochi, come se non fossero la sua reale età e la bellezza, quella che traspariva dalla sua accentuata magrezza e dai lunghi e ricci capelli, si mostrava notevolmente, incantando tutto quello che lui aveva accanto.
"Black." disse Lily, con un tono particolarmente distaccato. "Stavo leggendo. Non avevo sonno." Sirius si avvicinò a lei, osservandole i lunghi capelli rosso fuoco legati in malo modo e gli occhiali neri squadrati appoggiati sul piccolo naso, pronti ad evidenziare lo splendore di quegli occhi.
"Posso farti compagnia? Magari ti disturbo.." Chiese Sirius, indicando la poltrona adagiata accanto a quella di Lily. Lily l'osservo pienamente: ogni più minimo particolare del suo corpo sembrava legato ad una triste malinconia della sua anima. Aveva gli occhi mezzi chiusi, evidentemente non per il sonno, ma per qualcosa rinchiuso all'interno di lui che lo faceva soffrire molto. Sirius Black non era una di quelle persone particolarmente apprezzati dalla piccola Evans, ma in quei suoi pochi anni aveva capito, soprattutto a causa del rapporto con Severus, che non bisognava mai lasciare una persona triste, sola perchè quando le lacrime sono evitabili, le si può scambiare con un sorriso.
"Certo."
"Che leggi, Lil?"
Il ragazzo aveva preso confidenza in pochissimi secondi. Possibile che da un secondo all'altro si fosse mostrata la sua sfrontatezza? Il suo egocentrismo stralunato?
Lily sbuffò leggermente, desiderando ritornare al ragazzo bello e gentile, educato, non a quello tanto simile al suo amico, ovvero la persona più idiota che avesse conosciuto in tutta la sua vita. "è un passo tratto dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis, uno scrittore italiano del 1700."
"700? Deve essere difficile!"
Qualche ciuffo mosso cadde davanti agli occhi di Sirius, dandogli un aria misteriosa, celata. "Beh, immagino che per chi non abbia un intelligenza almeno leggermente sviluppata, lo sia." disse Lily, con un tono quasi da maestra, da saputella. Sirius indietreggiò, mostrano il suo sguardo stupito, come se fosse offeso. "Ti stai riferendo a qualcuno in particolare, Evans?"
Lily si spostò un ciuffo rosso dietro all'orecchio, imbarazzata. Quel tono pungente non le apparteneva minimamente, eppure non aveva potuto trattenere la sua provocazione, anche se ovviamente non avrebbe mai pensato che Black si sarebbe offeso per una battuta del genere. Doveva scusarsi, voleva.
Si guardarono per un secondo, prima che Lily capì che Sirius stava facendo il suo stesso gioco ovvero la stava prendendo in giro. Dopo un leggero sguardo, scoppiarono tutte e due a ridere, formando quasi una risata continua, unita, leggera e serena.
Lily, per qualche minuto, si appoggiò sulla spalla di Sirius, lasciandosi completamente andare, probabilmente a causa della stanchezza, senza accorgersene.
Subito dopo si ritirò su, imbarazzata dal suo gesto involontario. Sirius la guardò, sorridendole e piacevolmente colpito. "Vuoi andare a letto, Lily?"
"In verità no."
"Allora appoggiati, non preoccuparti. Puoi riposare così, se ti è comodo." Il sorriso di Sirius era aperto, caldo, quasi come un abbraccio, come se volesse avvolgerla dentro le sue braccia e sentirla, per l'unica volta nella sua vita, tutta sua.
***



Finalmente eccomi qua ad aggiornare.
In letteratura ho cominciato Foscolo e dire che me ne sono innamorata è poco: riportarlo, citarlo mi fa sentire tanto piccolo. Lui si che è uno scrittore. Questo capitolo, anche se più corto e leggero, mi piace particolarmente perchè mette in evidenza quello su cui voglio puntare tra Sirius e Lili.
Spero che vi sia piaciuto almeno un pò. Spero di ricevere i vostri pareri.

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