Conseguenze di Xenebe (/viewuser.php?uid=68118)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Allora come mi ero ripromessa, prima di Natale e prima dell'epilogo di "Il ragazzo perfetto" (che arriverà comunque tra brevissimo!) ho postato il prologo del seguito di Ossessione,
nel caso non abbiate letto la prima fic vi consiglio di farlo,
perché sarebbe incomprensibile la trama di questa ff senza i 4
capitoli di cui è composta l'altra!
Ringrazio
tutti coloro che mi hanno chiesto di scrivere questa ff e vi prometto,
che seppur non subito verranno a galla tutte le faccende lasciate in
sospeso, e di cui mi avete chiesto spiegazioni!
Spero che vi piaccia!
4 anni prima …
Sento la sua mano cercare la mia e intrecciare le nostre dita.
-Addio Edward! Addio Masen … -
Esco da quella porta sperando di potermi lasciare tutto alle spalle.
Cammino per
qualche metro lasciando che le deboli gocce di pioggia lavino via le
lacrime, poi chiamo James e mi faccio riportare a casa.
Mi siedo sul mio divano.
Sono le 9,30; alle 11 ho lezione.
Quella sera
quando avevo accettato l’invito a cena di Edward sapevo cosa
sarebbe accaduto … immaginavo di risvegliarmi nuda, tra le sue
braccia … e quando la mattina dopo ero uscita dal suo
appartamento piangente … avendo avuto per quella notte il ruolo
della sua amante … ero preparata alle ripercussioni
emotive che l’episodio mi avrebbe portato …
Ciò a cui non ero preparata erano le conseguenze di tutto!
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Quattro anni fa ero certa … certa di poter affrontare qualsiasi cosa … ero certa di essere pronta!
In realtà ero solo pronta a lasciarmi travolgere!
C’era una
volta una giovane insegnante che credeva di aver preso in mano la sua
vita, finché un giorno distratta da una bruciante attrazione, non
lasciò le redini …
In meno di un giorno la sua vita cambiò.
Bruciò, morì e risorse come una fenice …
E quando fu finalmente pronta ad accorgersene … non fu sola!
Allora, che ne dite? Lo so ... è come mio solito molto criptico!
Ma del resto conoscete già molto di questa Bella, quindi non ho
voluto partire annoiandovi con nè precipitandovi nel pieno della
trattazione!
A presto,
Serena
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Conseguenze 1
Prima di tutto vorrei dirvi:
So di essere in ritardo (sia per gli auguri che per il capitolo)!!!!!!!
Me ne scuso immensamente, ma a quanto pare mi ha preso un
attacco acuto di perfezionismo!!!!!!! Perfezionismo che non mi ha
permesso di pubblicare un capitolo che non fosse almeno decente!
vi confido che non è stato molto semplice cercare di
spiegare tutta la nuova situazione di Bella ... e infatti ho lasciato
diverse questioni per il prossimo capitolo!
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite e le
seguite e chi ha commentato lo scorso cap!
Un mega grazie a chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti!!!!!!!
Vi lascio alla lettura!
Capitolo 1
Delicatamente traccio con la piccola matita nera il contorno
del mio occhio destro … cercando di fare attenzione a renderlo perfettamente
uguale a quello che ho già tracciato lungo il sinistro.
Poso la matita, soddisfatta al 90%, e afferro il mascara.
Poi è il turno del lucidalabbra.
Mentre lo stendo
posso permettermi di osservare attraverso lo specchio lo sguardo attento
della bambina che, seduta alle mie spalle, segue ogni movimento delle mie mani.
È curiosa la dolce Charlotte!
Quando finalmente mi volto lei si alza dallo sgabello e mi
viene incontro.
Mi abbasso e lei mi abbraccia, stando attenta a non
rovinarmi il trucco e l’acconciatura per la consueta festa prenatalizia a casa
di Rose.
Si stacca da me e la osservo sistemare delicatamente il
fiocco tra i capelli e stirare con la piccola mano la gonna del vestito di
velluto rosso.
È così bella … sembra quasi una di quelle splendide bambole
da collezione, che si trovano nei negozi di antiquariato, con i suoi capelli
ramati e gli occhi verdi.
La sola differenza è che lei, il mio piccolo angioletto, è
viva e può sorridermi, può crescere, può imparare, può … vivere, e rendermi la
vita un vero piccolo paradiso con tanti piccoli momenti di caos!
Non avrei mai immaginato di poter amare così tanto qualcuno,
né soprattutto di saper fare la mamma.
Non credo potrò mai perdonare Edward, ma non riuscirò mai ad
odiarlo completamente. Del resto ho imparato, negli ultimi quattro anni, ad
amare smisuratamente quegli occhi verdi … i suoi occhi verdi ... gli occhi di
Charlotte: mia figlia, nostra figlia, la cosa più bella che io abbia mai avuto.
Stamane, al mio risveglio, avevo in mente quelle ore che
hanno cambiato la mia vita.
In poco più di un giorno distrussi il mio mondo per ricostruirne poi uno migliore.
Questi pensieri mi hanno accompagnato anche attraversando i
corridoi della scuola.
Solitamente mentre io sono a lavoro Charlotte resta con
Alice e Rosalie, e i figli di quest’ultima: Elisabeth e Richard. Hanno la
stessa età e sono molto uniti.
Oggi però era l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze
di Natale e Leah, la nuova direttrice, mi aveva permesso di portarla con me.
Avevo osservato mia figlia nel mio mondo e l’avevo vista quando
all’uscita da scuola si era separata dal suo nuovo amichetto, Adam, che veniva
accolto da un uomo castano e dai lineamenti spigolosi.
L’avevo vista guardare attentamente quell’uomo … e come al
solito mi ero chiesta se stesse pensando al padre …
-Mamma pensi che sono carina?-
Charlotte mi riporta al presente, impedendomi di naufragare
in tristi pensieri.
La guardo mentre gira su se stessa.
Spesso accade che lei interrompa i miei ragionamenti quando
questi prendono una piega poco piacevole. Per un periodo ho anche iniziato a
credere che lei si rendesse conto del mio mutato stato d’animo, ma poi ho
capito che semplicemente quelli sono gli unici momenti in cui per avere la mia
completa attenzione ha bisogno di chiedere.
-Tesoro sei stupenda! E lo penserà anche Richard!-
-Uffa mamma … lui non fa testo! È il mio fidanzato! Quando
compiremo diciott’anni ci sposeremo, lo sai?-
Mi comunica seria.
Scoppio a ridere a quella affermazione, mentre usciamo dalla
stanza da letto.
Da quando Alice e Jasper le hanno spiegato cosa vuol dire
essere fidanzati … lei e il suo adorato Richard credono di essere destinati a
sposarsi … e non solo si divertono con questo gioco, ma ne sono fermamente
convinti!
-Ma dimmi tesoro … hai già parlato a Richard di Adam?-
Mia figlia si sistema sulla poltroncina del salotto e
risponde incrociando le mani sulle ginocchia.
-Non posso, mamma! È geloso!-
-Ma come? Non lo sai che non si deve tradire il fidanzato?-,
la canzono.
Lei sbuffa e con tono esasperato spiega:- Adam è come
Elisabeth per me! E’ come un fratellino!
Anzi,-continua entusiasta,- abbiamo deciso che saremo
fratello e sorella da ora in poi!-
Ho passato tutto il tempo a scuola a scrutare mia figlia che
interagiva con uno dei bambini più dolci che io abbia mai incontrato: Adam
Smith.
Nonostante i due anni e mezzo di differenza sono
perfettamente in sintonia e anzi, tra i due quella più spigliata è proprio la
mia Charlotte!
Li vedo ridere e chiacchierare e credo che proprio la
differenza caratteriale tra loro due sia il vero collante.
Adam è un ragazzo timidissimo … sempre sulle sue … in
effetti sono un po’ preoccupata per il suo lento inserimento nel gruppo classe
…
Charlotte invece ha quello spontaneo carisma che
caratterizzava l’Edward quattordicenne … qualcosa di così puro, buono e
spensierato che, non attirando quelle che sarebbero più che giustificate invidie, attrae chiunque
intorno a lei.
L’allegria che la caratterizza non le impedisce però di
mostrare costantemente la curiosità e il forte senso di giustizia che invece
sono sempre stati una mia caratteristica.
E sono state proprio queste sue ultime qualità a farla
avvicinare al ragazzino.
I miei alunni stavano scherzando tra loro quando siamo
arrivate in aula. Mentre mi scambiavo qualche parere con una mia collega vidi
mia figlia guardarsi in torno, come ad analizzare l’ambiente , ed in un battito
ci ciglia era già con gli altri bambini … Solo più tardi mi aveva spiegato che
qualcuno stava prendendo in giro Adam per il colore insolito dei suoi capelli …
per questo lei era intervenuta per difenderlo …
-E poi i suoi capelli sono così belli, mamma! Guarda!
Assomigliano ai miei!-, aveva detto ingenuamente,-E la zia Rose dice sempre che
ho dei capelli stupendi!-, concluse con il tono di chi stava semplicemente
sottolineando l’ovvio.
Ritorno al presente non appena la vedo un po’ malinconica.
-Tesoro cosa c’è? Perché sei triste?-
-Mammina … è un segreto!-, bisbiglia con il ditino sulla
boccuccia.
-E se ti prometto di non dirlo a nessuno?-, le chiedo con lo
stesso tono, poi vedendo la sua titubanza ,-Che hai combinato, peste?!-
Incrocia le braccia con un moto di stizza e volta il visino
dall’altro lato.
-Io non ho fatto niente mamma! È Adam …-, la sua espressione
si addolcisce e fissa gli occhioni verdi nei miei,-Mamma … io lo so perché Adam
è triste!-
Mi avvicino e piegando le ginocchia arrivo alla sua altezza,
la mia bambina ha gli occhi lucidi a causa di due piccole lacrime che
vorrebbero sfuggirle.
-Mamma … tu dici sempre che tutte le mamme e i papà vogliono
bene ai bambini ..- annuisco leggermente,- Ma la mamma di Adam gli ha detto che
il suo papà lo odia! Lui non sapeva che significava e così ha chiesto alla sua
nonna e lei gli ha detto che “odiare” è quando non si vuole nemmeno un po’ di
bene a una persona … e poi anche la sua mamma … non ha mai tempo per stare un
po’ con lui! Gli dice sempre:”Vattene a colorare nella tua cameretta perché io
ho da fare!”-
Guardo mia figlia e vedo quelle due lacrime che scendono giù
accompagnate dalla mia preoccupazione crescente per quel piccolo ometto solo.
Giunti alla fine del primo capitolo ... avete finalmente conosciuto Charlotte!
Spero che vi piaccia il capitolo perché l'ho cancelato e riscritto 12 volte!!!!!!!!!
Ah ... un piccolo avvertimento: Edward probabilmente non
sarà presente nemmeno nel prossimo capitolo ... soprattutto
perché restano un mucchio di questioni in sospeso sulla vita di
Bella adesso e anche sul passato di molti personaggi secondari ...
Sono abbastanza sicura invece che apparirà nel terzo capitolo
... e forse già lì ci sarà un piccolo pov Edward
...
Spero di riuscire a portare avanti in questo modo la mia idea!
Fatemi sapere cosa pensate della storia!
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
cons_2
Lo so, lo so il mio ritardo è ... abissalmente imperdonabile!
mi sto nascondendo sotto la sciania per la vergogna, ma (purtroppo
c'è sempre un "Ma") è sempre la stessa soria ...
tutta colpa del mio perfezionismo!
Ho letto e riletto il cap ma, ahimè non sono ancora
soddisfatta ... ho cancellato e riscritto interi pezzi ... Uff!
Grazie immensamente a chi ha messo la storia tra le seguite, le
preferite e le ricordate, e a chi mi ha messo tra gli autori preferiti,
nonché a chi ha recensito lo scorso capitolo!
Ad ogni modo vi chiedo scusa ancora e vi lascio alla lettura!
Capitolo 2
Osservo ancora il riflesso della mia bambina … stavolta
dallo specchietto retrovisore dell’auto.
Spesso Charlie, mio padre, mi ha fatto notare che in un certo senso
sono troppo apprensiva con lei … come se temessi che
qualcuno potesse portarmela via …
Si sbaglia: voglio semplicemente godermi appieno ogni suo attimo e non
dovermi perdere nulla, come invece ha dovuto fare lui dopo il divorzio
con Renèe poco dopo la mia nascita.
Io non avrei alcun motivo di temere che possano portarmi via
Charlotte: suo padre non sa della sua esistenza e a ogni modo, seppur
dovesse mai scoprirlo, non mi separerebbe mai da lei …
Edward potrebbe arrabbiarsi con me, voler vedere la bambina; ma non ci
separerebbe mai … Lui è una persona corretta!
So che lui non mi farebbe mai del male … anche se
c’è una piccola vocina che mi ricorda di come si
è comportato in occasione del concepimento del mio angelo
… di come ha tradito la mia fiducia e, soprattutto, quella
di Jane: sua moglie!
Come al solito scaccio via tutti questi pensieri: probabilmente questo
è il modo di Charlie di chiedermi indirettamente del padre
della sua nipotina … un modo centomila volte più
discreto di quella di mia madre!
Già perché lui e i miei amici rispettano il mio
silenzio … La politica che abbiamo adottato circa
l’argomento è “Io non dico e voi non
chiedete”. Unica eccezione: naturalmente mia madre, che ogni
tre giorni mi chiama da Jacksonville e tra una conversazione e
l’altra infila la solita domanda: -Ma hai poi rivisto il
padre di Charlotte?-
-No mamma!-, le rispondo
ogni volta.
-Ma …
è qualcuno che conosco?-, ribatte prontamente, al che io
chiudo la comunicazione.
Esattamente tre minuti
dopo lei richiama senza riaccennare a nulla.
Questo è ormai parte della mia routine e, sebbene odi dare
un cattivo esempio alla mia bambina … meglio chiudere il
telefono che urlare ogni tre giorni!
Mi sono giustificata con Charlotte dicendole che questo è
uno scherzo tutto mio e della nonna!
Mia madre sa essere di una insistenza sfiancante … ed
intollerabile
-Avanti tesoro
… non può non esserci nessuno!-
La mia tenera e
ficcanaso mamma mi stava sottoponendo ad un interrogatorio degno dei
migliori polizieschi! Ero certa che nemmeno Charlie fosse stato mai
così insistente nel suo lavoro!
Tutto per strapparmi un
nome …
Era certa
“dall’alto della sua saggezza di mamma”,
così la definiva lei, che io fossi innamorata!
Cercavo inutilmente di
spiegarle che non poteva esserci nessuno.
Il liceo era iniziato
solo da qualche mese e di certo mi avrebbe vista molto meno entusiasta
di passare il Natale in Florida con lei, se fossi stata innamorata.
Ma infondo so che non si comporta così per cattiveria o puro
amore del gossip … tutt’altro!
È mia madre e, per quanto possa spesso essere pedante, le
voglio bene e lei ne vuole a me!
In più mi conosce … molto, anzi troppo, bene
…
Quella volta … il mio primo Natale dal trasferimento con
Charlie … il mio primo Natale dall’inizio del
liceo … beh, io avevo già conosciuto Edward e, in
effetti, ero stata molto colpita da lui.
Del resto credo che anche adesso lei insista tanto nel voler sapere del
padre di Charlotte perché probabilmente ha intuito che non
si tratta di qualcosa di insignificante per me …
No, Edward è stato molto più che una notte di
divertimento …
Ma la mattina dopo, proprio per questo, lui ha potuto distruggere la
mia splendida ossessione per lui, così appassionante e
romantica al tempo stesso …
Non era stato facile inizialmente … non volevo parlarne con
nessuno …
Nessuno.
Nessuno del resto avrebbe saputo …
Non potevo dirlo a nessuno … nemmeno a Rosalie.
Nemmeno a James che quella mattina mi aveva portata a casa …
in silenzio … nonostante il mio stato emotivo distrutto.
Poi era arrivata la consapevolezza …
Ricordo bene quando me ne resi conto.
Ero di fronte allo
specchio della mia camera e mi stavo vestendo .
Nell’ultimo
mese ero stata una specie di figura evanescente come un fantasma, e il
mio viso era segnato dalla mancanza di vitalità, come fossi
uno zombi.
Mi sentivo uno straccio
e ad ondate la vergogna mi assaliva, come se avessi una grossa lettera
scarlatta tatuata sulla schiena.
Ero stata
un’amante, la sua amante … lui era sposato con
Jane … e io …
L’ennesima
nausea mi colse.
Di ritorno dal bagno mi
osservai ancora: il colorito pallido, quasi cadaverico; le solite onde
scure dei miei capelli ora erano crespe e gonfie; persino gli occhi
sembravano aver mutato colore … dal cioccolato al fango.
In più ero
evidentemente gonfia.
A quel pensiero mi
voltai al calendari notando un ritardo di ben due settimane …
Io non ero mai in
ritardo … E da quanto tempo non prendevo la pillola?
Otto mesi dopo è nata Charlotte.
Ho partorito a Forks, essendo tornata da mio padre.
Sono partita subito dopo aver fatto il test, risultato ovviamente
positivo, avvertendo solo telefonicamente Rose e pregandola
di chiedere ad Emmett di inviare una copia della mia cartella clinica
al ginecologo di Forks.
Non è stato semplice mentire ai miei amici … ho
detto di essere andata via per ridurre lo stress in gravidanza, ma in
realtà avevo paura che scoprissero chi era il padre
…
Dopo aver finto di credere alla mia scusa e aver smaltito
l’indignazione per questa … Rose ha iniziato a
chiamarmi ogni giorno per tenermi aggiornata sulle novità in
città.
E così che, esattamente dopo tre mesi dalla mia partenza, ho
saputo che Edward aveva lasciato Seattle per trasferirsi a L. A..
Rosalie, coerente con la sua idea del volermi aiutare a superare quella
ridicola ossessione, non mi ha mai dato alcuna spiegazione su quella
repentina partenza, né io gliene ho mai chieste.
-Mamma! Mamma!-
Ancora una volta, oggi, mi sono persa nei miei pensieri.
Finalmente ridestata mi accorgo che sono sotto casa di Rose.
-Tutto ok, mamma?-, mi chiede Charlotte.
In risposta mi volto e le sorrido.
-Allora Bella … a cosa pensavi?-, chiede l’uomo
accanto a me, mentre estrae le chiavi dal quadro della sua auto.
-Niente James, saliamo!-
Entriamo nell’ascensore ed osservo mia figlia e il mio amico
interagire.
Charlotte è molto affezionata a lui, e viceversa.
È interessante vedere come sotto quell’aria
strafottente e provocatoria si nasconda un ragazzo pieno di dolcezza e
premura.
Un ragazzo che quando ha saputo che sarei diventata madre (col solito
vecchio metodo del passa parola: Rose->Alice->
Jazz->James) è corso da me a Forks offrendosi si
sposarmi per sottrarmi al pubblico biasimo.
Un ragazzo che, nonostante io avessi rifiutato la sua proposta si
è preoccupato di cercarmi un nuovo appartamento,
più ampio, con l’aiuto delle mie due amiche, e ha
provveduto al trasloco, mentre io combattevo con la stanchezza e le
caviglie gonfie che avevano accompagnato l’ultimo periodo
della gravidanza.
Un ragazzo che si è lasciato amare da mia figlia sostituendo
molto spesso la figura paterna, pur restando sempre lo “zio
James”, presente, ma non opprimente, nella nostra vita.
Spesso Alice mi ha fatto notare come a suo avviso suo cognato sia
probabilmente legato a me da qualcosa di più che
un’amicizia; ma ha velocemente lasciato perdere
l’argomento quando ha notato il mio imbarazzo.
Imbarazzo che invece non dovrebbe mai minare serate come questa.
Siamo tutti molto uniti perché ci conosciamo da tantissimi
anni.
Siamo un gruppo ben affiatato.
Siamo … strani ed unici ...
Io, Rosalie ed Emmett ci conosciamo dal primo liceo, mentre Alice
è divenuta parte del nostro gruppo ai tempi del college: era
una compagna di studi di Rosalie.
È lei la nostra acquisizione più recente!
I fratelli Whitlock li abbiamo conosciuti in un contesto a dir poco
particolare …
La famiglia di Rose, gli
Hale, era molto agiata …
Emmett, invece
… era solo Emmett! Con il padre postino che cercava di
mettere da parte dei soldi per permettergli di studiare da medico, e
orfano di madre dall’età di 7 anni.
Non vantava grossi
patrimoni né antenati illustri …
I genitori di Rose non
vedevano quindi di buon occhio il suo rapporto con Emmett, e decisero
di spingere la loro adorata figlia verso qualcuno di più
“adatto” a lei.
Qualcuno come Royce King.
Eravamo
all’ultimo anno quando, dopo un malore del signor Hale,
Rosalie decise di provare a rendere i suoi genitori felici.
Lei ed Emmett stavano
cercando proprio di risolvere i loro problemi di coppia, legati al
differente “ambiente” familiare da cui provenivano.
Rose era estenuata dai
continui litigi con lui e dalle pressioni incessanti della sua
famiglia, così decise di provare a dare ascolto ai suoi
genitori.
Proprio in quel
periodo conobbe Jasper Whitlock, un compagno di classe di
Royce.
Ad ogni modo non
durò molto questa parentesi nella vita della mia migliore
amica …
Dopo poco più
di un mese fu lo stesso signor Hale a mettere fine a quel
“malsano esperimento”, come lo aveva definito,
chiamando direttamente Emmett perché tornasse a riprendersi
la sua ragazza (tutto questo naturalmente dopo aver chiesto a me il suo
numero di telefono).
Non so cosa si dissero i
due in quella telefonata, Emmett non ha mai voluto dirlo. Fatto sta che
suo suocero lo adora. Ha solo accennato qualcosa sul fatto che Rosalie
era “tremendamente triste ed infelice” (sempre
parole del padre di lei) e che certamente lui non se lo era fatto
ripetere due volte.
Anzi il suo commento era
stato (cito testualmente!): -Dopo aver acquisito, anche se
indirettamente (grazie ai demeriti di quel damerino di King), un
credito agli occhi del mio futuro suocero … non avrei mai
potuto rischiare troncando a metà la conversazione
… Solo questo mi trattenne attaccato a quel telefono fino
alla fine della “chiacchierata”!-
Emmett è così: estremamente corretto, buono,
limpido, sincero, semplice e profondo.
È una persona preziosa,di quelle che si donano al prossimo
senza sacrificio, come se fosse qualcosa di spontaneo e
naturale come bere un bicchiere d’acqua o, ancor meglio,
offrire ad un bambino assetato quel bicchiere!
Ed è proprio con i bambini che si vede tutta la gentilezza
del suo animo.
Una volta gliel’ho fatto notare, mi ha risposto che
è perché lui è un bambinone
… e forse è vero: ha conservato
l’innocenza dell’infanzia unita però ad
una maggior consapevolezza.
In un certo senso Emmett e Rosalie sono contrari ed identici.
Lei infatti possiede un’innata cordialità nei
confronti di chiunque, ma in realtà non è
così semplice conquistare il suo affetto,
tutt’altro.
Probabilmente temprata dall’ambiente ricco di finti
perbenismi, tipico del “rango”sociale
della sua famiglia, è capace di essere accogliente come un
fuoco scoppiettante nel camino, ed arida come il deserto con chi cerchi
di approfittarsi della sua gentilezza.
In questo è l’esatto contrario e il giusto
contrappeso alla smodata generosità del marito.
Invece con noi, i suoi più cari amici … beh
diviene anche peggio di Emm! Spesso negli anni l’ho
rimproverata per il suo eccessivo viziarmi di attenzioni!
Comunque come Royce King è scomparso per sempre ( e
fortunatamente velocemente) dalla nostra vita, allo stesso modo Jasper
e suo fratello James, invece, sono divenuti una parte sempre
più importante , fino all’entrata in scena di
Alice, la ragazza super simpatica e un po’ impicciona che
seguiva le lezioni con Rose ai tempi
dell’università.
Dapprima ne ero stata gelosa. Dopo tanto tempo mi ero riavvicinata a
Rose e invece lei mi aveva sostituita! Per di più io non
potevo vederla tutte le volte che volevo a causa dei differenti college
in cui eravamo.
Con il tempo avevo imparato ad apprezzare l’esuberante e
dolce invadenza di Alice, tanto che ora occupava nel mio cuore un posto
pari a quello di tutti gli altri.
Ed è stato proprio grazie a lei che Jazz, da semplice amico,
è divenuto per me Rose e Emmett, come un fratello.
E finalmente due anni fa sono convolati a nozze!
Nonostante la bella serata e la felice notizia di Alice, che ci ha
annunciato l’arrivo nella nostra famiglia di un altro bimbo
(già perché noi non siamo più
semplicemente amici: siamo una famiglia) …
Nonostante questo … dietro l’immagine nitida di
Alice che accarezza dolcemente il ventre ancora piatto, ma
che presto inizierà a crescere … per
quanto io cerchi di focalizzarmi sul volto felice dei miei
due amici …
Nonostante io cerchi solo i loro occhi (entrambi) celesti
…
Continuo a non poter cancellare quello sfondo … come se
stessi guardando un disegno e ne intravedessi dietro il primo foglio un
altro, il successivo o il precedente.
Vedo due occhioni verdi tristi ed infantili.
“Devo fare qualcosa”, continuo a ripetere a me
stessa.
Devo cercare di aiutare Adam!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Piccolissimo
avvertimento: davvero non so quando posterò il prossimo capitolo
a causa degli imminenti esami universitari! Cercherò ad ogni
modo di farlo in tempi ragionevoli! Per chi segue anche "Scriviamo una canzone ... ", il
problema è lo stesso ... il tempo!cercherò di scrivere al
più presto i prossimi capitoli di entrambe le storie e di
postarli! Non odiatemi per i ritardi ...
Ad ogni modo ecco per voi un piccolo teaser:
Vi ho incuriositi?
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
cons_3
Tadan!!!!!!!
Eccomi tornata! Vi sono mancata?
Ok domanda migliore: vi è mancata la storia?
Direi, dal brusco calo delle recensioni che la risposta è no
=(
Spero che non sia a causa di una perdita di qualità o
originalità della storia! Vi prego fatemelo sapere!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e letto lo scorso cap, oltre
a chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate
... un grazie anche a chi mi ha messo tra gli autori preferiti.
Un ringraziamento speciale a artemide88 che mi ha convinto a postare il
cap ... fosse per me starei ancora rileggendolo per renderlo perfetto
(nei miei limiti e possibilità)!
Passiamo alla storia ... avevo promesso che il terzo capitolo sarebbe
stato quello in cui appariva Edward ... poi ho cambiati idea una
trentina di volte ed è uscito questo! Spero che non mi
lincerete per la mia scelta "diplomatica"!
Per quanto riguarda il teaser che vi ho lasciato ... riguarda la prima
parte del cap!
Vorri dirvi di più ma poi vi rovinerei la sorpresa quindi
credo sia il caso di passare direttamente alla storia!
Buona lettura!
P.S.:
Non saltate alle conclusioni e soprattutto non maleditemi a metà
del cap! Vi assicuro che la prima impressione è sbagliata!
Capirete poche righe più avanti!
Capitolo 3
Sono finite le vacanze di Natale e siamo tornati a scuola da circa venti giorni.
Io e la preside Leah abbiamo
inutilmente ed instancabilmente tentato di rintracciare la madre di
Adam, che purtroppo non si è presentata a nessuna delle
convocazioni.
L’unico recapito che
abbiamo è proprio quello della donna, non sapevamo nulla del
padre, almeno finché Sam, il marito di Leah, non ha iniziato ad
indagare.
Sam è un investigatore
privato, un vero segugio, e ha velocemente scoperto che in
realtà i genitori del bambino sono divorziati da un paio
d’anni.
È stato più difficile invece scoprire chi fosse l’uomo in questione.
Finalmente stamani Sam ha fornito a sua moglie il numero di cellulare dell’uomo.
Lei lo ha chiamato e poi ha
avvertito me di rimanere oltre l’orario di lavoro per poter
parlare con lui, che a quanto pare, al contrario dell’ex, si
è subito preoccupato dell’urgenza.
Mi spiace dover sottrarre a
mia figlia questa tempo prezioso, ma proprio in virtù del forte,
inspiegabile e repentino affetto che ha mostrato per Adam, mi sento
ancor più in dovere verso di lui.
Charlotte per il momento è con Rosalie.
Sono poggiata alla cattedra quando sento avvicinarsi la voce di Leah.
-Le sono grata per essere
accorso immediatamente. Mi rendo conto delle possibili urgenze a cui va
incontro come medico e so che solitamente non si procede in questo
modo, ma è un caso particolare, e visto che non siamo riusciti
in altro modo …
Venga le presento la maestra del bambino, sarà lei a spiegarle.-
Un colpo gentile alla porta mi
preannuncia l’entrata di Leah, che dopo il mio permesso si
affaccia alla porta ed invita l’altro a fare lo stesso.
Nonostante la mia preoccupazione per il bambino mi impongo di essere cordiale con l’uomo che sta per entrare.
Ma quando lo vedo entrare mi blocco e resto innaturalmente rigida, in piedi, vicino alla cattedra.
-Wow Bellina! Allora sei tu la maestra di Adam? Non avevo pensato all’opportunità!-
-Vedo che vi conoscete! Bene:
sarà più semplice … La questione è molto
delicata signor McCarty, ma Isabella saprà spiegarle
esaurientemente.-, con questo Leah esce dalla stanza lasciandomi sola
con il mio amico di sempre, basita più che mai!
-Allora Bella? Che è
successo al piccolo Adam?-, non sta scherzando con questa domanda
precisa e diretta; dietro il suo sorriso, lo sguardo è duro e
preoccupato.
Ma io … non riesco a capire.
-Emmett … che diavolo
sta accadendo?-, non riconosco nemmeno il mio tono di voce:
stravolto, un misto tra incredulo e decisamente incazzato! Non ricordo
di essermi mai rivolta prima in questi termini
all’omaccione che ho davanti.
Lui mi guarda curioso, e forse anche sorpreso per i miei modi bruschi.
-Bella sono qui per Adam.-,
dice serio, così serio da insinuare ancora di più in me
la sensazione di trovarmi in un episodio di qualche strano telefilm
…
E sono terrorizzata quando gli espongo il mio assurdo dubbio:
-Emmett, ma tu hai una doppia vita?-
Adesso tocca al mio amico essere gelato sul posto .
Poi lentamente i suoi lineamenti mutano in un espressione estremamente ilare.
Due secondi ed è
praticamente piegato a metà dalle risa: una delle mani sul
banchetto accanto a lui l’altra a sostenere lo stomaco.
Ok: la domanda era assurda, ma un po’ di contegno!
Del resto io DEVO parlare con
il padre di Adam, e con la massima urgenza, e la sua reazione invece
dimostra che fortunatamente per lui (Rosalie lo avrebbe come minimo
castrato!)non è Emmett.
Finalmente l’attacco di risa sembra scemare e Emm alza il volto, quel tanto che basta per guardarmi.
-Adesso ho capito da chi ha ereditato tutta quella fantasia Charlotte!-, e ricomincia a ridere!
-Emmett … Emmett?-, ma da lui ancora nessuna risposta, quindi il mio tono diviene implorante:
-Emmett … -, e poi irritato:- Emmett!-, ed accompagnato da uno scappellotto.
-Ahia!-, replica riacquistando finalmente un contegno.
-Ora è molto meglio.-,
commento con quello che l’omone di fronte a me definisce il
“tono alla Mary Poppins”; mi appoggio alla cattedra e
continuo,- Allora … :
1. Non dire
“Ahia!”. Sei grosso più del triplo di me e con la
mia poca forza dici sempre che non potrei schiacciare nemmeno una
formica!
2. Non deridere il mio abbondante carico di fantasia!
3. Dammi un buon motivo per cui sei qui; e questo ci porta dritti al
4. Dov’è il padre di Adam?-
Ci pensa un po’ su
socchiudendo gli occhi e portando l’indice destro sulla bocca,
proprio come fa il suo Richard. Poi sorride e inizia a parlare:
-L’(1) non
è una domanda, quindi non devo rispondere … idem per il
(2)! Quindi: (3) sono qui per parlare con la maestra di Adam,
perché (4) suo padre ha avuto un’emergenza al lavoro.-
Emmett sorride ancora.
Lentamente, molto lentamente,
la mia mano destra si solleva fino a portare il pollice e
l’indice sulle mie tempie, che leggermente massaggio, più
per mostrare al mio amico la mia irritazione per la situazione, che per
una reale emicrania.
Emmett continua ad essere vago e a sorridere!
-Emmett io ti adoro, lo sai. Ma ho un urgentissimo bisogno di parlare con il padre di Adam.
Devo dedurre dalla tua presenza qui che sia un tuo amico …
Quindi ti chiedo (e stavolta
mi aspetto una risposta meno vaga!): potresti dirmi dove si trova?-, il
mio tono è calmo e misurato, ma ivi si affaccia una punta di
nervosismo certamente udibile.
-Bellina,-inizia come se
stesse spiegando qualcosa di difficile ai suoi figli,- il padre di Adam
è un mio collega, un medico. E in questo momento sta eseguendo
un’operazione d’urgenza su un paziente.- dice con una
semplicità incredibile, -Ecco perché sono venuto io.
Quindi mi piacerebbe capire il motivo della convocazione!-
-Veramente Emm …-
-Ho capito non puoi dirmelo
…-, mi interrompe vedendomi in difficoltà, con un leggero
sorriso che però subito viene adombrato, -Ma questo significa
che è qualcosa di serio.
Spero tu possa risolvere il problema Isabella, mi fido di te!-
Mi avvicino e lo abbraccio.
-Grazie Emmett! Ma ora devi
dirmi dove trovare il tuo amico … Ti prego!-, credo di avere le
lacrime agli occhi, sia per l’affetto di Emmett, che per la
mancanza di affetto che invece Adam avverte nella sua vita.
-Ho bisogno che tu mi fissi un incontro con lui …-
-Ma la madre?-, chiede con un tono duro, quasi astioso, che non gli è proprio.
-Ho cercato di rintracciarla,
ma inutilmente. Ti prego … se anche lui non volesse … per
il bambino … tu potresti farmelo incontrare per
“caso” a casa tua!-, sorride malinconico prima di
rispondermi.
-No Bella, non è così: lui è preoccupato … voleva davvero venire, essere qui.
E per quanto concerne
l’organizzare un incontro … Posso fare di meglio: ecco.-
mi porge una chiave,- Questa è la chiave del suo appartamento!-
-Ma?- inizio ma mi interrompe.
-Non preoccuparti Bella, non gli dispiacerà.-
-Come?-, ancora mi blocca.
-So che non si
arrabbierà! E non gliele ho rubate (prima che la tua testolina
fantasiosa inizi a viaggiare!), me le ha date lui perché
è appena tornato in città dopo aver lavorato per qualche
anno a L.A.: lo sto aiutando a modificare il vecchio arredamento
… Suppongo tu abbia saputo del divorzio …-, annuisco e
continua,-Diciamo che vuole cancellare le tracce di quella donna dalla
sua casa. Dice sempre che l’unica cosa giusta che abbia mai fatto
da quando ha iniziato ad uscire con lei, ai tempi
dell’università, è stato Adam.- sento ancora
irritazione nella sua voce, come se stesse parlando di qualcuno che
detesta! Ma Emmett non può detestare nessuno! No? È nel
suo DNA la gentilezza! Ma anche il suo sguardo è serio e ostile
mentre mi passa la chiave.
-Allora? Dove abita il signor Smith?-, chiedo.
-Chi?-, mi guarda confuso.
-Il padre di Adam Smith … il signor Smith.-, dico con ovvietà, giocando con la chiave nella mia mano destra.
-Bella tu non sai chi sono i suoi genitori?-
-No. Leah, la preside … li ha convocati lei.-
-Beh … Smith è il nome della madre di Adam: Jane Smith.
Suo padre è Edward!-
Non so quale sia in questo
momento l’espressione sul mio volto, né mi interessa
capire cosa sta pensando il mio amico.
Afferro la mia borsa, infilo il cappotto e faccio scivolare nella tasca la chiave.
Senza dire che chiedere altro,
esco dall’aula per tornare nella casa in cui non avrei mai
pensato di rimettere piede: il luogo in cui è stata concepita
mia figlia; il luogo in cui la mia vita è cambiata.
A casa di Edward Cullen!
POV Edward
Sono le tre … fortunatamente l’intervento non è durato troppo ed è andato bene.
Vorrei chiamare Emmett per sapere se posso raggiungerlo a scuola di Adam o se l’incontro è già finito.
Ma prima ho bisogno di una doccia, per questo sto tornando a casa.
Sono preoccupato per questa
convocazione … non credo che Jane abbia dato il mio numero alla
scuola, quindi devono averlo avuto in un altro modo …
Ma non è questo il motivo per cui sono preoccupato, o almeno non solo.
È da un bel po’
di tempo che Adam è strano … Quelle poche volte che mi
è permesso vederlo, è triste, silenzioso, spento e come
intimidito dalla mia presenza.
Credo che Jane abbia avuto
torto, nel limitare le mie visite: invece che rendere a nostro figlio
le cose meno confuse sembra che tutto gli sia solo più difficile.
Forse sente, erroneamente, che io mi sto allontanando.
Ma lei e il suo compagno hanno pensato fosse meglio così.
“-Edward fidati! Demetri è uno psicologo! Sa bene quello che dice!-”
Francamente non mi ispira alcuna fiducia quel tipo.
Forse perché è stato l’amante della mia ex moglie praticamente da sempre?
Forse perché entrambi volevano solo truffarmi sin dall’inizio?
Un riso sarcastico si forma sul mio viso mentre estraggo dalla tasca del mio cappotto le chiavi di casa.
Jane mi ha fatto del male
… ma sarebbe capace di farne anche a nostro figlio? Questa
è la domanda che spesso mi ha tormentato e che altrettanto
spesso ho scacciato via dalla mia mente …
Entro nell’appartamento e noto le luci accese.
-Emmett?Sei già tornato dalla scuola?-, chiedo alzando la voce, del resto sono sorpreso di non aver notato la sua auto parcheggiata, appena arrivato : probabilmente ero troppo preso dai miei pensieri.
Dopo un paio di minuti di
assoluto silenzio da parte del mio amico, mi addentro verso la camera
da letto, dalla cui porta socchiusa filtra un’altra luce accesa.
-Perché hai acceso le
luci invece di lasciar entrare la luce di quel po’ di sole che ci
spetta?-, ancora nessuna risposta.
Sono ormai all’uscio.
-Che ti ha detto la maestra?-
Ma quando entro, invece di
trovarmi davanti il metro e novanta del ragazzone che conosco da anni,
vedo l’esile corpo di una donna.
È stretta in un completo pantalone e giacca gessati. Mi da le spalle, cosicché non posso vederla in volto.
Deve aver posato il cappotto
in soggiorno (siamo pur sempre in gennaio) e a causa del disordine
imperante non l’avrò notato.
Intanto il mio sguardo dalle
sue spalle, seguendo i capelli castani che le cadono morbidi sulla
schiena con leggere onde, scende ad accarezzando la morbida curva dei
fianchi.
Inizia a muoversi, a voltarsi.
I miei occhi corrono immediatamente al suo viso.
Non riesco a crederci.
Probabilmente … non so
… questo sarebbe il classico momento in cui dovrei chiedermi se
sto vivendo un sogno, o un’illusione, e invece …
Invece so che è lei. So
che è qui a poco più di un paio di metri da me. Lo sento
dall’aria colma di elettricità, dall’attrazione che
esercita su di me come fosse una calamita e io il ferro, il sole e io
un girasole…
Lo vedo nello sguardo duro che mi rivolge.
-Emmett mi ha dato la chiave.-, dice mostrandomela.
So che dovrei chiederle
perché è qui, perché Emm le ha dato la chiave (non
che mi dispiaccia) … so che dovrei.
Ma so anche che una volta
risolto ciò per cui è qui girerà sui suoi tacchi e
scomparirà di nuovo dalla mia vita. E mi lascerà
più solo ed abbandonato che mai, proprio come cinque anni fa.
È per questo che
resto zitto e solo una minima parte del mio cervello registra quello
che dice, le singole parole e il loro significato.
Sono completamente impegnato a
gustare il suono della sua voce; a sentirlo vibrare dentro di me,
raggiungere la bocca del mio stomaco, scorrere lungo i nervi per poi
implodere e lacerarmi il petto.
Socchiudo gli occhi mentre elaboro tutte queste sensazioni, e me le godo. Dio quanto mi è mancata!
-Non mi chiedi perché
sono qui?-, sorrido, un sorriso amaro e colpevole e consapevole che
mentre io cerco di rimandare il nuovo momento d’addio, lei spera
di anticiparlo.
Sento nel suo tono
l’urgenza di scappare via e contemporaneamente ricordo tutto il
dolore e la vergogna visibile sul suo volto quella mattina.
-Bene!-, prosegue secca alla mia mancanza di risposta, -Sono qui per Adam! Per parlarti di lui! Sono io la sua maestra!-
Ed eccola di nuovo …
La mia vita è stata di nuovo travolta da Isabella Marie Swan!
Eccoci alla fine del capitolo ... spero che sia stato buono: attendo i vostri responsi!
Finalmente iniziamo a sapere qualcosa di Edward! Ma scopriremo di più andando avanti!
Per chi segue "Scriviamo una canzone ..."sto lavorando al prossimo capitolo!
A presto (ispirazione permettendo).
XoXo
Serena
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Cons_4
Eccomi tornata!
Lo so come al solito sono in ritardo ... non ci sono scusanti, solo una
realtà universitaria in cui mi sto impegnando duramente e un
capitolo a dir poco difficile! Molti di voi avranno immaginato in mille
modi differenti il cap, io invece l'ho visto in questo unico modo ...
seguendo i miei personaggi non poteva andare in maniera differente ...
so che questo mio intestardirmi mi porterà su una strada
accidentata ed impervia, ma del resto ero ben consapevole dei rischi
quando vi ho chiesto se continuare o meno "Ossessione".
Come saprà chi di voi ha seguito anche le mie altre storie sono
una fautice dell'happy ending solitamente, ma ritengo ancora più
importante il mantenermi coerente con il carattere dei personaggi e
rispettare le loro priorità ... io sono la prima a sperare in un
finale da favola, ma come spesso accade nelle mie storie saranno gli
avvenimenti incidenti a determinare la fine ... io costruisco la storia
mattone su mattone, nel modo più realistico possibile,
proprio da questo nasce spesso la mia difficoltà nell'affrontare
determinate parti ...
Tutto questo per spiegarvi le numerose difficoltà che a volte incontro!
Tralasciando per un attimo questo discorso ringrazio tutti coloro che
hanno recensito lo scorso capitolo, che hanno messo la storia tra le
preferite, le suguite e le ricordate, chi mi segue come autore
preferito e tutti coloro che leggono questa ff! Vi ringrazio davvero
tanto, di cuore!
Piccolo avviso: nello scorso capitolo avevo fatto un errore madornale
... avevo detto che il compagno di Jane era Aro, che in realtà
era stato già utilizzato da me nella prima parte della storia
(avevo deciso per una volta di non fargli fare il cattivo
ù_ù), quindi adesso è stato degnamente sostituito
da Demetri! =)Scusatemi ancora per la svista!
Passando al capitolo ... come avrete capito dalla mia lunga nota non
è un capitolo particolarmente attivo, come credo si aspettasse
qualcuno. La difficoltà maggiore era proprio questa: mantenere i
personaggi in equilibrio senza sbilanciarli! Spero di esserci riuscita.
Ad ogni modo questo capitolo non ha implicazioni negative, tutt'altro
... a mio parere presenta la sola vera opportunità di
approccio reale ... non che mi sia mai trovata in questa situazione!
Ok, smetto di ciarlare perché non credo di essere capace di spiegarmi bene ... è meglio lasciarvi alla lettura! =)
Capitolo 4
Non so propriamente quale sia il mio stato d’animo mentre attraverso mezza città per tornare a casa di Edward.
Forse sono shockata, forse sono arrabbiata, forse delusa, forse
arrabbiata … forse sono tutte queste cose insieme. Sì,
molto semplicemente credo di provare tutte queste emozioni insieme, e
anche altre … Alcune in realtà non voglio nemmeno tentare
di comprenderle …
Perché mi ferirebbero … perché non avrebbe senso.
Tutto ciò si agita dentro di me … mi svuota, mi lascia stremata.
Le braccia sono pesanti,
i muscoli di queste rigidi, e i gomiti doloranti; i polsi sono
intorbiditi, e le dita frenetiche, mentre stringono sul volante.
Il collo fermo, come bloccato; mentre i miei occhi guardano la strada.
Le gambe invece si muovono sicure per permettermi di guidare.
Il mio intero corpo sembra proteso alla corsa. Eppure sento come se in
realtà volessi andare in direzione opposta, fuggire di nuovo.
Questo è qualcosa che mi rilassa in un certo senso, pensare al dualismo delle mie azioni …
Il mio corpo, anzi meglio, il mio istinto cerca la fuga da lui, dalla
situazione, da tutto … La mia mente invece sa che dovrà
continuare lungo questa strada.
Il mio istinto materno mi impone di proteggere quel bambino … Ma
la mia razionalità mi urla che sto per dare il via a qualcosa di
incredibilmente spiacevole e complicato: assurdo.
Mi sento allo stesso tempo fluttuante nell’irrazionalità
dei miei … sentimenti, e ancora perfettamente ancorata
alla realtà di questo istante.
Ho sentito, o forse letto, di persone in coma che, nonostante
l’incapacità di interagire con il mondo, sono
perfettamente coscienti delle proprie sensazioni, non solo emotive, ma
persino sensoriali, come udito, olfatto, tatto.
Io mi sento perfettamente all’opposto: rinchiusa in questa bolla
di emozioni contrastanti e confuse, sento il mio corpo e una parte del
mio cervello impegnati, concentrati, nell’atto di guidare.
Mentre io … quella parte di me così differente da mente e
corpo, così primitiva in un certo senso, è in una
confusa dimensione emotiva.
Decisa muovo i piedi sui pedali; la mano dal cambio allo sterzo, e
viceversa; mi fermo allo stop; rallento all’incrocio; mi fermo di
nuovo, per il semaforo; e poi riparto. Con un’attenzione e una
sicurezza persino superiori alle mie abitudini.
Parcheggio un po’ distante dal portone di Edward e scendo come una furia.
Sbatto la portiera e attraverso il portone con passo deciso, quasi
correndo: prima affronterò il problema, prima potrò
andare via.
Infilo la chiave nella topa, la giro ed entro.
Proprio in quel momento, mentre entro e chiudo la porta dietro di me,
sento tutta la mia furia, tutta la mia confusione, tutta la mia
agitazione, tutto ciò che avevo cacciato nell’angolo
più recondito di me stessa, irrompere per poi fluire via.
Mi sento come svuotata e sollevata.
Vengo assalita dai ricordi di una insulsa manciata di minuti. Ricordi
che mi graffiano e colpiscono e … cullano; perché sono
ricordi, sono realtà sì, ma passate, sono nostalgici e
sono preziosi.
E sono così stralunata, attonita e sorpresa di ritrovarmi in
quell’appartamento da non notare il leggero odore di pittura
fresca, ricercando tutti gli oggetti ed i particolari che avevo notato
la prima volta che ero stata lì.
Mi muovo lentamente, osservando ogni minimo particolare: sono rimaste
davvero poche cose uguali in quella casa, o almeno nelle stanze che ho
conosciuto.
Sono nella camera da letto: la stanza è completamente mutata,
solo il mobile basso è uguale, per il resto … persino lo
stile è differente, dal moderno è divenuto classico.
So di essermi attardata su ogni particolare e aver quindi lasciato
passare un bel po’ di tempo … ma di certo non mi aspettavo
già di sentire la chiave girare nella serratura.
Questo mi pietrifica: non sono ancora pronta!
Non so né cosa né come dirlo!
È tutto così paradossale, così irreale.
Quante possibilità avevo di incontrare, per ben due volte in
cinque anni, l’unica persona che non avrei più voluto
vedere?
Beh a quanto pare, se si parla di me le probabilità sono del 100%!
In effetti però in questo caso sono stata io a cercarlo …
Ma diamine! Con tante scuole e tante classi, Adam doveva proprio essere
nella mia?
Ma proprio pensando al bambino i miei pensieri si addolciscono. Ora
capisco l’affetto incondizionato e l’incredibile
somiglianza con la mia Charly! Sono fratellastri!
Questo pensiero però mi riporta all’uomo che è appena rientrato a casa e crede di trovarci Emmett.
Infatti lo sta chiamando, ma si zittisce entrando nella propria camera.
Chissà se mi ha riconosciuta di spalle … probabilmente
no, a giudicare dall’espressione che assume quando mi volto.
È sorpreso … a dir poco.
Io invece sento di nuovo l’antica rabbia montare, ma devo calmarmi …
Lui è solo un vecchio amico, e casualmente anche il padre di un
mio alunno, che ora ha bisogno di me … ma non posso scordare che
è anche il padre di mia figlia, non quando quegli occhi mi
guardano con l’identica espressione stupefatta e curiosa della
mia bambina.
-Emmett mi ha dato la chiave.-, rompo il silenzio, più per
distrarmi dal vortice impazzito dei miei pensieri, che per reale voglia
di spiegargli.
Lui resta in silenzio e mi scruta attento, poi socchiude per un attimo
gli occhi, quindi libera dal suo sguardo smeraldino, mi affretto a
continuare:
-Non mi chiedi perché sono qui?-, ma contrariamente a quanto
voglio, il tono che viene fuori è pregno di impazienza.
E lui sorride, come se si aspettasse tutto ciò nella mia voce, come se l’avesse calcolato.
E questo mi irrita … semplicemente perché è
qualcosa che ha il sapore di complicità … poco importa il
significato di ciò che diciamo o, nel suo caso, non diciamo
… dà a tutta la situazione un alone di intimità
…
E proprio per questo non posso sopportarla.
-Bene!Sono qui per Adam! Per parlarti di lui! Sono io la sua maestra!-,
affermo (nella voce risentimento … per tutto) sperando di
riuscire a camuffare così il mio disperato tentativo di portare
il discorso su un piano più professionale.
Gli occhi sbarrati e lo sguardo sorpreso di Edward mi inchiodano;
probabilmente sarebbe stato meglio spiegarmi con maggiore calma!
Dopo la mia “rivelazione” Edward finalmente parla.
-È meglio andare di là. –, dice dopo essersi guardato intorno.
Il tono di voce che tradisce il recente shock non è però meno morbido, né meno caldo di come lo ricordavo.
E nonostante mi odi per questo, non posso fare a meno di sussultare
accorgendomi che automaticamente la mia mente ha richiamato le sue
parole di cinque anni fa … Dall’incontro fortuito, al
dolce risveglio in una giornata che poi si era rivelata orribile!
Apre del tutto la porta della stanza e mi lascia uscire.
Quando gli passo davanti mi accompagna sfiorandomi con la mano la
schiena, come volesse posarla, ma probabilmente sentendo il mio
irrigidimento cambia idea. Arriviamo in salotto.
-Ti va un caffè?-, mi chiede.
-Si, grazie!-rispondo sempre con “cortese professionalità”.
-Ok! Accomodati , vado a prepararlo …-
-No, vengo con te.-, lo interrompo, ho paura a rimanere in luoghi in cui i ricordi possano invadermi.
Entriamo nella cucina e in silenzio lui inizia a preparare il
caffè, io intanto mi siedo al tavolo poco distante, dando le
spalle alla porta, osservandolo.
Non sembra imbarazzato dalla situazione: i suoi movimenti sono veloci e sicuri.
Nemmeno i miei occhi fissi su lui sembrano infastidirlo, posso solo
intravedere, a tratti, una leggera ruga di preoccupazione sulla
fronte. E questo mi imbarazza, perché di nuovo siamo in
una situazione troppo quotidiana! O forse è troppa la
preoccupazione per suo figlio. Sono troppo … coinvolta da tutto:
non riesco ad analizzare la situazione, e quindi non so come gestirla
… probabilmente è questo che mi spaventa!
Edward posa il caffè sul tavolo e si siede di fronte a me.
Mentre prendo il primo sorso della bibita scura lui prova a conversare:
-Che ne pensi delle modifiche apportate alla casa?-
Ecco perché io preferisco il silenzio!
Seriamente: cosa c’è di male a starsene in silenzio
cercando (io) di riordinare le idee per riuscire a spiegare bene la
situazione, e (lui) di prepararsi a comprendere ciò che ho da
dire?
Una semplice frase, una domanda banale … quasi quanto il
“Pensi pioverà?”, è bastata da sola a
rovinare tutto …
Perché sono sicura che adesso, così come lo sto facendo
io, anche lui starà ricordando la mia ultima
“visita”.
Non siamo più due vecchi compagni di classe, né genitore e maestra … ora siamo due ex amanti!
Scaccio con violenza questo pensiero e mi complimento con lui.
Seguono altri lunghi minuti in cui entrambi stiamo zitti.
Vorrei potermene andare, scappare e rifugiarmi dal mio piccolo angelo dagli occhi verdi.
Gli stessi occhi di Edward, suo padre, e gli stessi di Adam.
Devo pensare solo a lui ora! Sto per iniziare a parlare quando, come leggendomi nella mente, lui mi anticipa:
-Che è successo ad Adam?-
Non è semplice per me ripetergli ciò che ho saputo tramite Charlotte, ma DEVO farlo!
Naturalmente non accenno nulla sul fatto che la bambina che ha fatto da
tramite tra me e i pensieri di suo figlio … beh è MIA
figlia! ( E tecnicamente anche sua …)
Dovrei farlo …
Un problema alla volta, Bella! Mi dico.
Non è un problema, è una realtà …
Che, rivelata, potrebbe sconvolgermi la vita … e non in meglio!
Adam.
Adam.
Adam.
Devo focalizzarmi solo su Adam!
Questi i pensieri che affollano la mia mente dopo avergli spiegato tutto.
Scruto il suo viso: lo sguardo è basso e la mascella serrata, la
pelle delle mani sembra pronta a lacerarsi per la forza con cui stringe
i pugni.
Lentamente distende le dita della mano destra e le porta sul viso, a coprirsi gli occhi.
-Non posso crederci … è tutta colpa mia … tutta mia. Come ho potuto permetterglielo … -.
Queste parole sono pronunciate a volume così basso da essere poco più che sussurri.
Se non fossi stata completamente concentrata su di lui, per spiare la
sua reazione, non le avrei colte, o perlomeno non le avrei comprese
tutte chiaramente.
Quando solleva gli occhi trova i miei estremamente curiosi, e forse un po’ preoccupati per la sua espressione di angoscia.
-Scusami.-, dice cercando di accennare un piccolo sorriso rassicurante,
ma la sua mascella è ancora serrata e i suoi occhi ancora
preoccupati.
Poggia i gomiti sul tavolo.
Restiamo così, in silenzio, per un bel po’.
Posso vedere il tormento passare sul suo volto, come ad ondate, alternato dalla frustrazione.
Mi schiarisco la voce attirando su di me la sua attenzione:
-Potremmo parlare con Adam?!-, la mia è a metà tra una domanda e una proposta.
Lui mi guarda, poi si alza e prende il telefono, compone il numero e
poi preme un tasto, probabilmente il vivavoce, poiché ora riesco
a sentire gli squilli dell’apparecchio.
Si siede e portando l’indice alla bocca mi fa segno di tacere.
-Pronto … -, una voce cupa, molto poco rassicurante.
-Demetri?-, risponde Edward.
-Sì! Con chi sto parlando?-
-Sono Edward …-
-Ah!-, il tono è secco, poi diviene fortemente ironico, -Che piacere!-
-È un piacere anche per me!-, replica calmo Edward, ma ancora
una volta le sue mani, strette a pugno, mostrano i suoi sentimenti.
-Senti … che vuoi?-, la voce ora è strafottente.
-Vorrei parlare con la tua compagna.-
-Credevo ti fossi messo l’animo in pace!- ancora pesante ironia da parte di questo Demetri.
Un pesante sospiro di Edward e una risatina smorzata dall’altra parte del ricevitore.
-Volevo dire a Jane-, inizia Edward,- Che sto per passare a prendere Adam … ho finito prima al lavoro!-
-Non è possibile!-
-Perché?-
-Non che io ti debba spiegazioni, ma non puoi passare a prendere il
bambino … sta facendo i compiti, e sono davvero tanti!-
Non è vero!
I bambini non hanno mai molti compiti a casa!
Probabilmente il mio volto tradisce i miei pensieri perché nuovamente Edward mi fa segno di tacere.
-D’accordo … non comprometterei mai il suo rendimento
scolastico. Arrivederci!-, dice un momento prima che gli venga chiuso
il telefono in faccia.
Sospira e rimette il telefono a posto.
-Ti spiace se passo domani a scuola? Potremmo parlare con Adam in tutta calma.-
Il suo tono è stanco e rassegnato.
-Va benissimo, in realtà stavo per proportelo io! Comunque
quell’uomo ha mentito … cioè … i compiti a
casa …-
-Lo so Bella, credimi, lo so!-, mi interrompe demoralizzato, ma non
è il suo tono ad attirare la mia attenzione: è il mio
nome … e non per qualche assurdo risvolto romantico, da favola
… ma perché è suonato così semplice,
così normale, così naturale … così
spontaneo … in questa risposta è ritornato, per un solo
momento, il ragazzino un po’ imbarazzato dal troppo successo che
riscuoteva tra i coetanei .
E questo avrebbe dovuto portarmi ad allontanarmi immediatamente da lui.
Invece mi avvicino e sfioro il suo braccio in un gesto che vuole essere di conforto.
Poi ci salutiamo.
Ognuno torna alla propria vita … lui a rimodernare l’appartamento, credo, ed io … al mio dolce angioletto!
Spero
che non siate in troppi ad odiarmi dopo questo capitolo ... davvero non
era il momento per il romanticismo, nè la passione, nè la
rabbia! Per prima cosa Bella deve pensare ad Adam, non c'è nulla
di più importante, per me!
A presto, un bacio,
Serena
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Cons_5
Ehm Ehm
Lo so ...
lo so ... sono in ritardo ... Ma vi prego
perdonatemi ... sono stata la protagonista di un colossale blocco!
Fino a
ieri avevo su carta solo un'accozzaglia di parole malriuscita! Addirittura
la storia rischiava di finire in 30 righe! qualcosa di orribilante e
inutile!
Mi sono
messa al lavoro e il risultato rispetto a quella prima stesura
è 1000 volte migliore, ma ahimè non ancora di mio
gradimento! Il merito dell'aggiornamento va tutto alla mia beta artemide88,
la quale mi ha praticamente ricattato per far mettere on line il cap,
non perché non volessi postare, ma perché il cap
mi faceva a dir poco ribrezzo!
Ringrazio tutto coloro che seguono,
preferiscono e mettono tra le ricordate la storia, nonché
chi ha messo me tra gli autori preferiti e chi ha recensito lo scorso
cap!
Vi lascio a questo cap, che
è moooooooolto lento e anche un po' corto! ( Io l'ho detto
che è pessimo!)
Capitolo 5
Finalmente
posso rilassarmi.
Sono
nella mia auto, sotto casa di Rose.
Credo di
essere ancora turbata.
Mi sento
come se avessi trattenuto il fiato sin dalla scoperta della
parentela tra Adam ed Edward; o come durante il mio primo giro sulle
montagne
russe, con lo stomaco in subbuglio … Una morsa salda e
stretta allo stomaco.
Finalmente
ora, con calma, posso tornare a respirare, mentre sto per
raggiungere la mia bambina.
Ed
è proprio Charlotte ad accogliermi sulla porta, poco dietro
di lei
Emmett la tiene d’occhio.
-Ciao
tesoro!- Vieni a salutare la mamma!-
Dopo
queste parole la bambina praticamente si lancia tra le mie
braccia, pronte.
La prendo
ed entro.
Lo
sguardo di Emm, che ha seguito come incantato la scena, si
intristisce quando mi avvicino.
-Allora?
Come è andata?-
-Emmett
… -, vorrei dirgli che non posso parlarne, che non so ancora
quale sarà il risultato, che ho bisogno di staccare per un
attimo almeno, ma
evidentemente il mio sguardo tradisce tutto giacché lui dice:
-D’accordo:
lascia perdere.-
Gli
schiocco un bel bacio sulla guancia in risposta e lui sorride
soddisfatto, mentre riprende Charlotte.
-Piccola
lascia la mamma: la zia Rose sembra voglia cuocerla per
bene.-
-E
pecché?-chiede mia figlia, aggiungendo ingenuamente:- Mamma
non è
una pappa! La pappa si cuoce!-
Oddio
questa bimba è un miracolo!
-Lo so,
ma la zia Rose è mooooooolto arrabbiata e potrebbe iniziare
a
cacciare il fuoco dalla bocca.-, scherzò il mio amico.
-Come il
dlago?-
-Si,
proprio come il drago ! E cosa si fa con il fuoco? Si cuociono le
cose!-, mia figlia ride mentre Emmett la fa sedere sul divano tra lui e
Richard.
Da tutto
questo discorso ho capito soltanto che Rosalie è arrabbiata
con me … peccato non sappia perché!
Sento la
voce della mia migliore amica provenire dalla camera dei suoi
bambini, ed infatti è proprio lì che la trovo;
mentre sistema i sottili capelli
biondo cenere di Elisabeth in due morbide treccine.
Le
osservo sorridendo, sono molto tenere: Rose è nata per
essere
madre!
Appena
l’acconciatura è terminata Lizzie corre via per
mostrare il
nuovo look al suo adorato padre.
Proprio
questo pensiero mi intristisce, i volti della mia Charly e di
Edward si sovrappongono nella mia mente.
Sono
ancora sulla soglia della stanza e a scacciare via la malinconia
legata a quelle immagini ci pensa il saluto della bellissima bambina
bionda che
sta uscendo in tutta fretta.
Solo in
quel momento Rosalie si accorge della mia presenza.
-Ciao.-,
il suo saluto è asciutto.
-Emm mi
ha detto che ho scatenato le tue ire, anche se non capisco
come!-, cerco di scherzare, il mio tono è leggero, ma lo
sguardo serio che mi
viene puntato dritto negli occhi preannuncia certamente un problema!
-Credo
che noi dovremo parlare … -, esordisce.
-Rose,
sai che siamo amiche vero? Non puoi piantarmi!-
-No, hai
ragione; però posso pretendere delle spiegazioni
…
Spiegazioni che non ho mai voluto avere prima.-
-Rose
…-, inizio.
So
perfettamente che si riferisce al padre di mia figlia , e la cosa
mi preoccupa … perché proprio ora? Proprio oggi?
-Bella
… io e te siamo amiche da sempre.-, annuisco, -La mia non
era
una domanda.-, dice con voce ferma ma comunque dolce, -E tu sai che mi
fido di
te, ti rispetto, ti voglio bene … Ora puoi annuire,-
,sorrido e per un momento
lo fa anche lei, -Entrambe sappiamo che non puoi chiudermi il telefono
in
faccia come con tua madre, ma sappiamo anche che tu non mi racconterai
nulla,
l’ho sempre saputo.-, annuisco ancora una volta, -Appunto! Ho
quindi pensato
che se io ti esponessi la mia teoria e questa risultasse giusta
… beh dovresti
solo confermare o ridere divertita per il mucchio di sciocchezze che
sto
dicendo … Che ne pensi?-
-Ok,
Rosalie: proviamo.-
Abbassa
lo sguardo sulla sue dita che giocano con la fede all’anulare
sinistro, come fa sempre per riordinare le idee prima di parlare.
-Bella
ricordi quando ti dissi che ero incinta?-,per l’ennesima
volta annuisco,
quel giorno ha cambiato
completamente la mia vita,-Credo fu l’ultima volta che
parlammo della tua
“ossessione” .- fa una pausa, come per scegliere
una per una le parole che
userà,- Io non
ricordo tutto quello che
ci dicemmo, sai com’è l’euforia di
dividere con te quella stupenda notizia … ad
ogni modo sono certa di una cosa: tu eri strana, troppo pensieroso, a
tratti
malinconica.
Poi circa
un mese dopo sei partita per Forks …
Ho
riflettuto a lungo e per quanto cerchi di ricordare … beh
sono
certa che tu non mi abbia mai parlato di qualcuno con cui stavi uscendo
.
So che tu
non sei una ragazza facile, non saresti mai stata con un
ragazzo appena conosciuto e se invece tu avessi programmato di uscirci
lo avrei
saputo!
Ho
formulato mille ipotesi differenti, ho persino pensato fossi
ricorsa all’inseminazione artificiale, ma c’ero
quelle poche volte in cui Charlotte
ha chiesto di suo padre, e ho letto sul tuo volto quella miriade di
sentimenti
differenti.
Avevo
completamente rinunciato a cercare di comprendere la realtà
…-,
ora sono davvero certa che abbia capito, ma ancora resto in silenzio,
non mi
giustifico, non abbasso lo sguardo, - Poi oggi Emmett torna a casa e mi
dice
che all’incontro a cui era andato a posto del suo migliore
amico ha scoperto
che tu sei l’insegnante di Adam.
Mi ha
raccontato tutto il vostro incontro, finendo col dire che tu eri
andata da Edward. Mi sono augurata che per una volta nella vita le sue
indicazioni stradali fossero giuste e precise, quando lui,
improvvisamente
perplesso, mi ha detto che non gli avevi chiesto nemmeno
l’indirizzo di Edward.
Ha poi aggiunto
però che sembravi molto
preoccupata ( a tratti sconvolta) e che non avevi nemmeno voluto
parlare della
faccenda con lui. E tutti sappiamo che quando tu non parli di un
problema … beh
ti ossessiona fino a farti fondere il piccolo cervellino che hai!-,
sorride
ilare poi torna seria.
-Ho
immaginato che nella fretta della preoccupazione ti fossi
dimenticata di chiedere l’indirizzo e che quindi mi avresti
chiamato a breve
per averlo.
Quando
però una decina di minuti fa ho iniziato a preoccuparmi per
non
aver ancora avuto una tua telefonata, ho chiamato Edward per chiedergli
di
venirti incontro, immaginando che stessi girando intorno alla scuola
impazzita
e ansiosa! Con il pensiero di essere di nuovo stata tropo sbadata!
Immagina
la mia sorpresa nel sapere che tu, che hai il senso
dell’orientamento più scarso di quello di Emm, e
questo è tutto un dire, eri
non solo arrivata da lui, ma eri anche già uscita da quella
casa che in teoria
non avresti potuto raggiungere, non essendoci mai stata prima!-, ora la
certezza della sua consapevolezza è piena, ad attendermi,
con la rivelazione,
arriverà solo il biasimo,-Improvvisamente mi è
sovvenuto che poco dopo la tua
partenza per Forks anche Edward è andato via, trasferendosi
a L.A., “Che
coincidenza” mi sono detta, del resto chi avrebbe pensato
diversamente!
Accidentalmente poi il mio sguardo si è posato su Charlotte!
Sentendosi
osservata lei si è voltata e mi ha sorriso.
Quei capelli, ma soprattutto quegli occhi: gli occhi che
nemmeno Adam ha
ereditato, ma sono solo di Edward …
È
lui, vero? È il padre di Charlotte?-abbasso lo sguardo e
questo per
lei è una conferma, nel mentre rilascio un respiro che non
mi ero accorta di
trattenere.
-Bella?-,
guardo la mia amica di sottecchi, sperando di non trovare
uno sguardo troppo duro. Ma sorprendendomi i suoi occhi sono solo
gentili e
curiosi.
-Perché
non me ne hai parlato?-, chiede dolce.
-Non
volevo si sapesse … -, rispondo incerta, quasi confusa dalla
sua
domanda, solo per
un attimo vedo un
leggero rimprovero nei suoi occhi mentre dice:- Lui non lo sa, ho
ragione?-Non
c’è bisogno di chiedere a cosa si riferisca: parla
della mia bambina … annuisco
lentamente.
Sospira e
quando riporto i miei occhi nei suoi è solo …
triste.
-Sul
serio Bella … avresti dovuto dirmelo …-
-Rose non
potevo!-, la mia voce è debole, il tono lamentoso, a
dispetto delle mie intenzioni.
-Ma
perché? Sono tua amica … Siamo t…
VOSTRI amici, eppure …-
-Come
avrei potuto Rose!? Era troppa la … vergogna e soprattutto
la
rabbia!-, un lampo di confusione sul suo volto,-Pensa …
immagina … se foste
stati tu ed Emmett al posto di Jane ed Edward? In quella situazione tu
che cosa
avresti provato?-
Lei
immediatamente mi risponde che non sarebbe mai potuto accadere, e
io so che è così; perché Emm non
farebbe mai nulla per ferirla.
-Lo so
… Ma sforzati, per favore. In quella stessa identica
situazione?-
Ci pensa
un po’ su e poi mentre io cammino per la stanza, frenetica,
mi da una risposta assurda:
-Bella
… io credo che non mi interesserebbe … anzi forse
nella stessa
situazione … Beh, forse sarei felice! Sì, non
potrebbe che farmi piacere!-, mi
dice sorridente.
No, deve
esserci qualcosa che non va … forse è di nuovo
incinta!
-Rose
… io sono stata la sua a… am…
amante!-, mi sforzo di pronunciare
quella parola che tanto mi fa ancora soffrire.
Ma la mia
amica scoppia a ridere.
Sono
totalmente confusa.
Quando
finalmente Rosalie smette di ridere mi chiede cosa io sappia
davvero sul
matrimonio di Edward.
-Era
sposato con Jane e ora sono divorziati!-, Rose mi scruta attentamente
…
-Nient’altro?-
nego, ma per un attimo, non capisco nemmeno bene il
perché, mi viene in mente l’espressione di Edward
mentre parla al telefono con
quel tale, Demetri, e il tono canzonatorio di quello … ma
scaccio via il tutto.
Con
un’espressione interdetta la mia migliore amica mi fa una
domanda
inaspettata:
-Avete
mai parlato di quello che è successo?-
La sua
richiesta mi lascia sorpresa e perplessa.
-Bella … è
inutile aspettarmi
una risposta affermativa, no? Anche perché altrimenti tu
avessi saputo … Così
come non dovevi sapere di Edward e Jane allora …-, non
aspetta nessun cenno da
parte mia, ma continua,- Non ti chiederò come hai scoperto
di loro … Non ora,
per lo meno!-, i suoi occhi diventano maliziosi,-Poi mi racconterai
tutti i
particolari-, sbuffo e lei ridacchi, l’atmosfera alleggerita;
poi torna seria,
- Ma vorrei che tu mi rispondessi sinceramente: -Gli hai chiesto
spiegazioni o,
come tuo solito, sei scappata?- non c’è biasimo
nella sua voce, ma questo non
fa altro che aumentare il mio imbarazzo.
Scuoto
leggermente la testa, è inutile spiegarle come mi sono
sentita
quella mattina … mi conosce … la sua non era una
vera domanda, ma una conferma,
sa che Edward non ha potuto dire più di un paio di frasi.
Solo un
attimo dopo Rosalie mi da la spiegazione a tutto, il suo
comportamento e le sue risposte assurde:
-Bella
… Allora Edward era già separato!-
Ecco sganciata la bomba! Questo tassello è solo il primo che ci mostrerà il passato di Edward ... Che ne pensate?
Ci
voleva una bella chiacchierata con Rosalie! Io sono riuscita a uscire
dal caos che avevo creato col capitolo solo dopo essere stata abilmente
sgidata dalla mia migliore amica!
P.S.:
Visto che sono in ritardo non vi farò gli auguri di Pasqua ...
spero solo che sia stata una giornata piacevole, se è
così allora vi auguro che tutte le giornate siano simili! :*
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
cons_6
Eccomi qui,
finalmente!
Vi sono mancata? Ok
... cambio domanda: vi sono mancati i problemi relazionali di Edward e
Bella? Ok, ok ... questa è la domanda giusta: Vi sono
mancati Adam e Charlotte?Sì?
Il capitolo
è stato duro da scrivere, non per mancanza di ispirazione
... ma per insubordinazione! Come saprà chi di voi ha letto
qualche altra mia ff, io... come dire ... tendo ad essere maltrattata
dai miei protagonisti ... nel senso che loro pretendono che la storia
fili nel verso che vogliono loro!
Anche
stavolta quindi è stato Edduccio a decidere ... lo so sono
una debole ma ho una cotta per lui!
Ringrazio
tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite, tra le
ricordate e le seguite; oltre che, naturalmnte chi mi ha messo tra gli
autori preferiti, e chi ha recensito lo scorso cap!
Spero che la
piega che si accinge a prendere la storia vi piaccia ... e vi prego in
caso contrario di farmi presente se qualcosa dovesse risultare poco
lineare, o precipitoso!
Vi lascio
alla lettura!
Capitolo 6
Sono passate più di quindici ore, e continuo a pensare
interrottamente alla stessa frase: la frase che ha detto Rose
… è qualcosa di così …
strano.
Io non avrei mai potuto immaginare …
Mi rendo conto che non mi ha annunciato la terza guerra mondiale;
eppure è proprio così che mi sento: come se
dovesse cascarmi in testa, da un momento all’altro una bomba;
sono totalmente impaurita!
Sembra strano, forse dovrei essere sollevata, tranquillizzata
… o indifferente.
Invece ho paura: sono terrorizzata, e curiosa. E proprio questa mia
curiosità è uno dei fattori che contribuisce a
destabilizzarmi e a far aumentare il mio terrore.
Sono in classe, sola. I miei bimbi non sono ancora arrivati.
Ho avvertito Leah: quando arriverà Edward sarà
lei stessa a sostituirmi in classe.
Del mio incontro con lui le ho solo detto il minimo indispensabile,
quando l’ho chiamata ieri sera: lo conosco da tanto tempo,
è molto preoccupato per il bambino e non ha un buon rapporto
con l’ex moglie.
Ecco perché quando ci siamo incrociate stamani era molto
incuriosita dal mio atteggiamento.
-Isabella, calmati. Anche a me preme risolvere la situazione, ma sembra
che tu debba sciogliere il più grande nodo della tua vita.- .
Le ho sorriso, incerta, cercando di essere convincentemente
rassicurante.
Ma pur inconsapevolmente Leah ha centrato il punto …
Io non c’entro nulla, tutto ciò non ha nulla a che
fare con me …
E invece è come se venissi travolta … di nuovo
… come sempre accade quando si tratta di Edward …
E stavolta non posso permetterlo!
“L’ultima volta ti ha regalato la tua bambina
…” insite qualcosa dentro di me … Come
un martello pneumatico quella vocetta cerca di rompere le mura che dopo
quella notte ho costruito intorno alla mia mente per evitare di essere
abbattuta dalle mille emozioni dei ricordi.
Obbligo i miei pensieri su un’altra rotta: Adam, con il suo
dolce visino che, come ormai tutti i giorni, spunterà a
momenti dalla porta; il primo ad arrivare e l’ultimo ad
andarsene, con la tristezza in quegli occhi verdi e sempre troppo
espressivi, come lo sono quelli di Charlotte e del loro padre. Occhi
capaci di esprimere curiosità, affetto, disappunto,
allegria, malizia, passione, desiderio …
-Buongiorno maestra.-
Ad interrompere provvidenzialmente il filo dei miei pensieri e proprio
il bimbo che mi sta cambiando la vita, scombussolandola, ma non posso
fare a meno di dimenticare tutto quando lo vedo, timido ed impacciato
mettere lo zainetto dietro la sedia e scostarla poi a fatica per
sedersi. Prende un foglio e una matita e inizia a disegnare
… solo un momento dopo afferra la gomma e cancella
… disegna ancora e ricancella, continua così per
un altro paio di minuti, poi un piccolo e silenzioso sbuffetto scappa
alle sue labbra a cuore.
Ridacchio sottovoce per non offenderlo, che carino!
-Adam, vuoi un po’ d’aiuto? Che stai disegnando?-
-Sto cercando di disegnare il mio papà, maestra.-
-Vuoi che ti aiuti? Che ne dici se tu me ne parli e io provo a
disegnarlo?-, annuisce scompostamente, con tanto entusiasmo da far
saltare su e giù i suoi capelli, passandomi intanto un
foglio.
Inizia a descrivere Edward con un precisione impressionante, tale che
chiunque potrebbe immaginare il suo volto reale, nonostante i termini
semplici del bambino.
Quando smette di parlare gli chiedo del loro rapporto: se gli vuole
bene, se gli piacerebbe passare con lui più tempo.
Ovviamente entrambe le risposte sono positive.
Sono quasi le dieci quando sento qualcuno bussare alla porta.
-Avanti-, rispondo interrompendo la lezione.
Alla porta si affaccia Leah che mi chiede di uscire un attimo; annuisco.
-Bambini restate un attimo in silenzio.-
Esco fuori e come immaginavo con la preside c’è
Edward.
-Isabella è appena arrivato il padre di Adam,- esordisce
Leah.
-Vedo.-, rispondo semplicemente, magari fossi in grado di ignorare la
sua presenza … non ci sono mai riuscita e non credo
potrò farlo mai.
-Bella.-, Edward mi sorride,- Stavo spiegando alla preside che ho
tardato perché stamane dovevo passare a controllare le
condizioni di alcuni pazienti.-, gli sorrido, ben conscia del suo,
sempre presente, senso di responsabilità.
Sento gli occhi della mia diretta superiore addosso, e quindi sposto lo
sguardo su di lei, che decide di entrare in aula per darci la
possibilità di parlare.
-Tutto ok?-, chiedo ad Edward non appena siamo soli nel corridoio.
Lui sorride a disagio.
-Normalmente direi di sì … ma credo di potermi
permettere di essere sincero, almeno con te: sono preoccupato!-
-È naturale Edward, ma ti vedo meno sconvolto. Ieri sembrava
stessi per avere un infarto in piena regola, o più
probabilmente un attacco isterico … Oggi sembri
più … te stesso.-
Sorride ancora, mentre passa la mano tra i capelli, in imbarazzo:
-Beh … mi devo scusare per ieri … non
deve essere stato un bello spettacolo … Oggi la
preoccupazione rimane e la rabbia cresce (non avrei mai immaginato che
Jane potesse ferire intenzionalmente persino Adam!), ma ho un mio
“piano d’attacco”!
Ho deciso di richiedere io l’affidamento … mi sono
informato e ci sono precedenti in tal senso.
Devo solo trovare il modo di mettere il bambino a suo agio …
Essendo il problema la solitudine di Adam ci vorrebbe l’aiuto
di qualcuno di cui si fida per potergli rendere il cambiamento meno
traumatico, se non piacevole.
Il mio avvocato pensa che questo dovrebbe favorire la mia causa
… io invece credo che basteranno un bel po’ di
soldi.-, conclude amareggiato.
Intanto vedo altri insegnanti gettarci qualche occhiata curiosa, chiedo
quindi ad Edward di spostarci nella piccola biblioteca che si trova
dall’altra parte del corridoio. Come previsto, o meglio come
appositamente disposto da Leah, non c’è nessuno.
-E quindi, dicevi, a chi avevi pensato?-, gli chiedo mentre lui si
appoggia ad uno dei banchetti disposti al centro della stanza.
-Beh … francamente a mia madre, quella adottiva
naturalmente-, rettifica subito, come se con me ce ne fosse bisogno,
come se io fossi un’estranea ( e questo anche se non voglio
ammetterlo, inaspettatamente mi ferisce),-Fortunatamente Jane non ha
mai negato ad Adam la presenza costante di entrambe le coppie di nonni,
anche se i suoi genitori non ne hanno mai voluto approfittare
…-, nel suo tono noto ben più di una punta di
disappunto, irritazione e disprezzo, sentimenti a lui così
poco congeniali, eppure io non conosco davvero l’uomo che
Edward è ora … conosco il ragazzino, ma oggi
è così semplice per me associarli, rifonderli
insieme, così come invece è stato semplice far
finta che fossero due individui distinti e separati negli ultimi anni
… Ma anche se l’Edward della mia adolescenza era
differente da quello da cui sono scappata QUELLA mattina ... la purezza
di mia figlia mi ha sempre ricondotto al primo tra i due, come se solo
la vita avesse insozzato la genuina allegria e la dolcezza
che lo caratterizzava …
Mi riprendo dalle mie considerazioni frenetiche sulla sua persona
quando sospira, per poi continuare a spiegarmi con tono neutro:-
Purtroppo però il fatto stesso che lei faccia parte della
mia famiglia, la rende poco obiettiva agli occhi del giudice,
nonostante Adam l’adori e viceversa.-
-E se fossi io?-, lo vedo guardarmi confuso. –Beh io sono la
sua maestra lui mi conosce, si fida di me … Che ne pensi?-,
propongo.
-Wow! Sarebbe perfetto. Come ho fatto a non pensarci ? Devi solo darmi
un recapito al quale poterti contattare, per permettere al giudice di
controllare la veridicità della mia proposta!-, dice in uno
slancio entusiastico.
Inizio a dettargli il numero, mentre lui lo salva sul cellulare, ma mi
blocca prima che pronunci le ultime tre cifre:
-Ma questo è il tuo vecchio numero!-
Arrossisco e spero che il trucco lo mascheri.
-Sì, è sempre questo!-
-Ma era disattivato …-, ha ragione dopo il primo
giorno in cui lui aveva chiamato ininterrottamente l’avevo
fatto disattivare.
-L’ho riattivato qualche mese dopo … Quando potevo
essere certa che avessi smesso di cercarmi.-.
Annuisce a volto chino, poi lo vedo sgranare gli occhi e puntarli su di
me …
Io distolgo lo sguardo dopo qualche attimo di disagio; prima che lui
possa chiedermi, l’avverto che sto per andare a chiamare
Adam, lui annuisce soltanto.
Guardare Edward ed Adam insieme è uno spettacolo: entrambi
imbarazzati ed entrambi emozionati …
Adam ha paura di essere respinto mentre Edward ha bisogno di
abbracciarlo.
E vederli pian piano abituarsi di nuovo l’uno alla presenza
dell’altro è affascinante; commuovente come Adam
si confidi con semplicità al padre dopo solo
un’ora trascorsa insieme, qui sotto i miei occhi.
Un’ora dopo nessuno potrebbe mai pensare che questi due siano
stati lontani … ma forse è questa la vera
particolarità del loro legame, che ora vedo così
intenso, seppur reso sottile dalla mancanza di abitudine, di routine.
Quando Adam torna in aula io resto ancora qualche minuto sola con
Edward.
Lui è radioso, il suo volto esprime un entusiasmo smisurato,
pieno, completo … e forse è per questo che non ne
parla, non lo banalizza con parole superflue … fa solo una
cosa per mostrarmi il suo stato d’animo, ma probabilmente
anche questa sua manifestazione è involontaria: sorride
… un sorriso così puro, da imbarazzarmi, come se
io stessi invadendo la sua privacy, osservandolo.
Abbasso lo sguardo su una pila di fogli, improvvisamente divenuta
interessante, ma è proprio Edward a farmi partecipe dalla
sua gioia:
-Bella grazie.-, mi dice, e sono sicura che se non fosse accaduto tra
noi quello che c’è stato, se fossimo ancora degli
adolescenti … lui mi starebbe abbracciando, la prova sono le
sue braccia che si muovono impacciate … come se avesse avuto
lo slancio, l’impulso a comportarsi come un ragazzino, ma
fosse stato alla fine fermato dalla razionalità.
Chissà come avrei reagito se non si fosse fermato.
Forse l’avrei preferito … e non per qualche
romantico desiderio di tornare tra le sue braccia, certamente un
pensiero del genere non mi ha minimamente accarezzato in questo istante
… semplicemente mi manca l’Edward del liceo, e la
Bella di allora, quella che gli sapeva tener testa nonostante la sempre
presente attrazione, quella che si divertiva a flirtare con lui (anche
se allora lo chiamavo “stuzzicarlo”).
Ricevere da lui quell’abbraccio avrebbe significato avere
ancora tra noi quella spontaneità priva di
imbarazzo … quello che noi, come tutti, abbiamo
perso crescendo.
L’unica cosa che riesco a fare per evitare di fissarlo
è chiedere: -Sei felice?-, una banalità, gli si
legge negli occhi quanto lo sia, infatti annuisce:-Decisamente!
Io amo quel bambino, del resto come potrei fare
altrimenti? È mio figlio!-
Quando pronuncia quella frase … il mondo mi crolla addosso e
vedo davanti ai miei occhi solo il volto della mia bambina.
So che dovrei parlare con l’uomo che ho di fronte, che dovrei
dirgli :”Sai Edward ho una figlia … e indovina:
sei tu il padre” …
Ok forse … probabilmente, anzi sicuramente dovrei trovare
delle parole migliori, ma dovrei dirglielo …
Invece codarda come sempre mi trovo a sorridere falsamente e commentare
con:
-È un bambino davvero dolcissimo!-, prima di salutarlo ed
entrare in aula.
Che mi dite
allora? Spero sia andato bene! Vi confesso che mi piace molto
descrivere i bambini ... e quindi adoro le parti in cui posso parlare
di Adam o Charlotte!
Ripeto in
caso ci dovesse essere qualche appunto fatelo, potrebbe aiutarmi a
gestire la storia che di per sè non semplice! Anche
se si dovesse trattare di un errore di battitura (potrebbero sfuggire)!
Spero a
presto (nonostante il prossimo inizio della sessione estiva d'esame!).
Un bacio,
Serena.
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Conseguenze_7
Ehm
... Ciao ... buttate giù quei coltelli ... esatto: posso
vedervi ... da bravi ...
Sono in ritardo ... Ve ne eravate accorti? Ok scherzo ... rimettete
giù i coltelli ...
Allora iniziamo con lo spiegare il perché dell'enorme ritardo:
1)
è perieodo d'esami! Questo implica che ho dovuto studiare
per sostenere
il primo dell sessione e dovrò studiare per gli altri ...
2) il capitolo è stato una bella gatta da pelare! e questo
ci porta dritti dritti al punto 3 ...
3)questo
capitolo doveva essere mooooooooooooolto più lungo ...
doveva contenere
altri due avvenimenti importanti ... forse più importanti a
livello di
trama rispetto a ciò che accade nel cap di seguito, ma
francamente non
solo il capitolo sarebbe stata chilometrico (ne ho scritto solo la
metà
e sono già arrivata a 18 pag in calibri 11) ma sarebbe stata
anche
emotivamente molto pesante, mentre io preferisco dare il giusto rilievo
emotivo a questa parte ...
Ecco quindi dal punto 3 potete
ben capire che questo capitolo sarà particolare ... ripeto:
forse dal
punto di vista della trama potrebbe non essere percepito come
fondamentale, ma lo è sicuramente per la crescita emotiva di
Bella ...
per non parlare di tutto ciò che accadrà dopo (e
intendo molto molto
dopo), diciamo che le basi gettate adesso potrebbero poi aiutare
Isabella a tenere tutto insieme!
Vi lascio alla lettura, non
senza aver ringraziato tutti coloro che hanno messo me tra gli autori
preferiti, la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite, e chi
ha recensito ... oltre che la pazientissima artemide88
che mi sostiene e sopporta le mie pazzie nonostante i suoi numerosi
impegni!
A dopo!
-
Capitolo 7
Mi sarei aspettata che le settimane che seguirono l’incontro tra Edward e Adam fossero più movimentate …
Invece fu tutto stranamente calmo.
Naturalmente avevo ricevuto un
paio di telefonate dal giudice che avrebbe dovuto presiedere al
processo per l’affidamento, e una sua collaboratrice era venuta a
controllare il mio “rapporto” con il bambino.
Del resto mi aspettavo una
simile procedura: come avrei potuto garantire una sua acclimatazione
positiva se non si fosse fidato di me?
E a quanto pare la mia idea di
presentare la ragazza incaricata in classe, come una mia amica che
avrebbe assistito alle lezioni, per poi avvicinarla ad Adam …
beh sembra sia piaciuta parecchio!
“Denota una precisa
volontà di voler mettere il bambino a suo agio.”,
questo è quello che lei ha detto.
Francamente io l’ho
fatto solo per non metterlo troppo sotto pressione: dovrà
già affrontare una situazione difficile!
Probabilmente Edward ha
già portato la sua ex moglie in tribunale per un primo confronto
poiché Adam mi ha raccontato che passa le domeniche anche con
suo padre, e lui stesso viene a prenderlo a scuola almeno un paio di
volte a settimana.
Ecco perché l’ho visto spesso, ma non ci siamo scambiati più di un saluto veloce.
È sabato
pomeriggio e mi dirigo da Rose … la mia Charly deve recuperare
la collana che gli ha regalato Richard a Natale, purtroppo l’ha
lasciata lì stamane.
Appena arriviamo ad aprire la
porta è proprio Richard (sempre strettamente controllato da
Emm), la cosa strana è che non mostra nessun entusiasmo
quando ci vede … anzi sbuffa mentre il padre ridacchia.
Charlotte con la manina ben stretta nella mia si volta e mi guarda confusa e triste.
Appena sorpasso la soglia, chiudendomi la porta alle spalle, incontro lo sguardo di un’Alice ormai enormemente incinta.
Mia figlia le corre incontro e
riesce a stento ad ascoltare le mie raccomandazioni a far piano, prima
di essere intercettata da Jazz che l’afferra e la coccola.
Mi avvicino alla futura mamma:
-Come mai qui?-
-Beh mio marito è
ansioso … e Emmett è sempre pronto a sobbarcarsi i nostri
problemi. Jazz è più tranquillo quando siamo qui …
Dice sempre “A che serve un amico medico se non ne
usufruiamo?”-
Ridacchiamo entrambe mentre anche Jazz ci raggiunge con Charly.
-E voi? Come mai qui,
Principessa?-, naturalmente si riferisce alla piccola Swan, ed ecco
svelato perché lei lo adora … ha una specie di cotta per
lui! Suppongo sia l’equivalente di quelle che le altre bambine
hanno per il proprio padre.
-Devo prendere la mia collana …-
-E come mai tutta questa fretta?-
-Non lo sai? Dgio Jasper domani viene Nonna Reneè e mi porta allo zoo!-
Intanto Richard è venuto a sedersi qui a terra: tra le gambe mie e quelle di Alice.
Mia figlia lo osserva e poi chiede allo “dgio Japper” perché Richard è arrabbiato con lei.
-Tesoro non è colpa
tua! Richard è arrabbiato perché Elisabeth ha
monopolizzato l’attenzione del suo nuovo amico.-
-E come si fa mopolizza?-
-“Monopolizzare” significa che qualcuno attira tutte le attenzioni solo per sé.-
-Uffa! Allora non si fa!-,
scende dalle ginocchia del mio amico, offre la mano a Richard, che lui
subito accetta, e a passo di carica scompare con lui dietro la soglia
della camera di Elisabeth.
Incuriosita li seguo e mi
trovo di fronte al piccolo e dolce Adam, che appena mi vede viene a
salutarmi per poi tornare felice dai suoi amici.
Rose, che era con i bambini,
quando mi vede si alza e mi viene incontro, e praticamente mi trascina
nella sua camera da letto, non prima di aver chiesto a Jasper ed Alice
di badare ai bambini.
Emmett invece esce per un paio di commissioni.
-Rosalie anch’io sono felice di vederti, amica mia.-, esordisco ironica.
-Beh, lo sarei davvero se tu la smettessi di fare sciocchezze e comportarti da irresponsabile!-
-Cosa-, provo ma mi interrompe.
-No, eh! Non provarci nemmeno
a fare la finta tonta! Per quanto tempo hai intenzione di continuare
così? Mentendo?-, è la prima volta che riparliamo della
questione “padre di Charlotte”,-Oggi Edward è venuto
e ci ha spiegato tutto … che a quanto pare Jane è
più vipera di quello che tutti credevamo ( e beh è
davvero assurdo che sia riuscita ancora a sorprenderci)… che
infondo deve ritenersi fortunato ad aver trovato te, perché
nessun altro si sarebbe preso la briga di rintracciarlo ed aiutarlo!-,
sbraita.
-Non capisco perché ti stai arrabbiando così …-
-Bella … tu hai i tuoi difetti, come tutti, ma mai avrei pensato che fossi un’ipocrita!-
Ecco dove voleva andare a parare!
Dopo questo sfogo sembra calmarsi, infatti dopo qualche minuto di silenzio aggiunge:
-Mi dispiace … ma
la situazione … lo sai non mi piace mentire, né ai miei
amici, né a mio marito … Ma non voglio nemmeno
mettere lui nella condizione di scegliere tra mantenere il tuo segreto
o essere fedele al suo migliore amico … Io … Oddio la
pressione mi sta uccidendo.-, solo lei?, -Non dovevo prendermela
con te … non deve essere facile …-, sospiro pesantemente
mentre la mia migliore amica mi chiude in un affettuoso abbraccio
… quello in cui mi rinchiudevo quando un compito in classe mi
metteva ansia o quando mi sentivo sola … e che più tardi
era stato il mio più grande aiuto, dandomi la forza,
trasmettendomi il suo appoggio, per ricostruire la mia vita, per ben
due volte.
Mi stacco e quel contatto
impresso a fuoco sulla mia pelle e nelle mie ossa è come se mi
avesse investito di nuova serenità.
-Rose … hai ragione
… è difficile, non sai quanto lo sia stato vederlo felice
ed emozionato con Adam o sentirlo parlare di quanto ami essere suo
padre …-
Mi sorride affettuosa ed usciamo dalla sua camera.
-Almeno sai che è un
buon padre … e quando sarai pronta … anzi quando
sarà arrivato il momento giusto, dopo tutta questa brutta
storia, glielo dirai! E beh … diciamo che sarai più
sicura di tutte le madri nel momento in cui devono comunicare ad un
uomo che avrà un figlio: sai che adora essere padre.-, mi
sorride e poi riprende,- Non so come io non abbia collegato prima il
tutto … voglio dire: tua figlia è la sua fotocopia!-.
Rose si blocca
improvvisamente, il volto a dir poco pietrificato mentre davanti a me,
accanto ad Emmett c’è una bellissima donna dai capelli
color caramello e gli occhi azzurri.
-Salve.- la sua voce è
calma, soave ed elegante,ma allo stesso tempo fresca e spontanea. Sulle
labbra un sorriso cortese, che contagia anche gli occhi, così
chiari da sembrare trasparenti.
-Nonna! Nonna!-
A venire incontro alla donna è Adam, lei si abbassa e lo abbraccia:
-Allora tesoro, che ne dici di andare al lunapark con me e il nonno?-
Intanto Emmett si avvicina a
noi e :-Visto amore chi c’è? L’ho incontrata in
strada e parlando le ho detto che Adam era qui, così ha deciso
di salire per portarlo al parco giochi.-
Io intanto osservo la misteriosa donna parlare con il mio alunno, che è a dir poco entusiasta:
-Sì, sì …
ma aspetta …-, lascia la frase in sospeso e torna dai suoi
amichetti, per poi uscire dalla stanza un minuto dopo con Charlotte per
mano,- Io voglio venire, ma deve venire anche Charlotte!-
La donna si abbassa all’altezza dei bambini e tende la mano a mia figlia:
-Tu sei Charlotte?-, lei annuisce, -Ma che bel nome! Io sono la nonna di Adam … dimmi tu sei la sua fidanzatina?-
-Ma no, nonna!-, Adam sbuffa e
“sua nonna” ridacchia,-Non vedi: lei è la mia
sorellina! Siamo uguali, guarda!-, dice indicando prima mia figlia, poi
se stesso.
A quelle parole io e Rosalie restiamo di sasso, semplicemente immobili.
-Ma Adam che dici!?- parlo con
un po’ troppo impeto per passare inosservata e, per la prima
volta da quando Adam ci ha raggiunto, la donna solleva lo sguardo al di
sopra del metro e dieci, finalmente conscia della presenza nella stanza
di altri adulti, compresi Alice e Jasper che ci hanno appena raggiunti
con Richard ed Elisabeth.
-Ma maestra …
perché Richard può avere una sorella? La voglio anche
io!- la donna torna a guardare Adam, che intanto indica il suo
amichetto e poi mi guarda incuriosita.
-Maestra?-, chiede.
Arrossisco come una bimba colta in fallo e mi presento:
-Mi scusi … Sono
Isabella Swan … la maestra di Adam.-, lei mi scruta come
cercando di ricordare qualcosa, poi guarda Emmett .
-Scusate … avrei dovuto
far bene le presentazioni: Esme lei è Bella … la Bella
che ha fatto il liceo con noi …-, in un lampo i suoi occhi sono
di nuovo su di me a scrutarmi, io invece mi volto verso Emm cercando di
capirci qualcosa,- E Bella? Lei è Esme Cullen,-Cullen?- La madre
adottiva di Edward.-
A quelle parole …
vorrei poter semplicemente sparire o svenire non so bene
perché ma la donna che ho di fronte mi spaventa … non
è propriamente paura … diciamo soggezione … Per di
più sono quasi certa che abbia sentito una parte del discorso
tra me e Rose, me lo dicono i suoi occhi attenti che guardano me
e soprattutto mia figlia.
-Charlotte è sua
figlia?- chiede, la sua domanda mi riscuote dai miei pensieri …
perché e come dovrebbe sapere di Charlotte? Se anche avesse
notato la somiglianza, beh non credo che Edward le sia andato a
raccontare di noi …
-Sì, e mi dia del tu la prego-, rispondo riacquistando fiducia in me.
-D’accordo Isabella, ma
dammi del tu anche tu: non sono così vecchia! E comunque,
nonostante non ti somigli molto, Charlotte è una bimba davvero
bella.-, i bambini intanto sono tornati tutti a giocare, con Emmett.
Alice e Jasper invece sono
rimasti a chiacchierare con noi e ne sono davvero molto felice,
perché sento lo sguardo di Esme insistere su di me e questo fa
riemergere quella sensazione di disagio avuta appena scoperto chi
fosse. Senza farmi notare ho osservato il suo volto: il sorriso dolce
che aveva appena l’ho vista è stato sostituito da
un’espressione pensosa, ma sempre cortese.
-Mamma, mamma!-, la mia bambina richiama la mia attenzione.
-Che c’è tesoro?-
-Mamma Richard e Lizzie dicono che io e Adam non possiamo essere fratelli … Uffa! Non è giusto!
Hanno detto che dobbiamo avere
la stessa mamma e lo stesso papà! Io ho pensato che Adam deve
scegliere te come mamma perché io non ne voglio una nuova e poi
lui ti vuole già bene … Poi io non ce l’ho un
papà quindi posso usare quello di Adam! Lui ha detto che il suo
papà ha gli occhi uguali uguali ai miei-
-È vero piccola sei davvero ugualissima al papà di Adam!-, si intromette Esme.
-Visto mamma? Secondo te così possiamo diventare fratello e sorella?-
È Rose ad intervenire e salvarmi da quella situazione a dir poco paradossale!
-Su bambini, andate di
là a giocare! Dai Charlotte potrai chiedere a tua madre tutto
ciò che vorrai dopo!-, interrompe così il broncio di
protesta di mia figlia, -Su andate dallo zio Emmett!-
-Va bene …-, si arrende lei e si allontana con “suo fratello”.
Ritorniamo alla nostra adorabile chiacchierata e lo sguardo di Esme non si sposta mai da me.
Pochi minuti ed il telefono squilla. Rose si allontana per rispondere e prima di tornare da noi fa un salto da Emmett.
-Scusate era mio padre: mi ha
chiamato per dirmi che domani verranno a pranzo qui da noi … e
dovevo chiedere a mio marito di passare alla pasticceria qui vicino per
ordinare la mousse che tanto piace a mia madre …-, sorride e
torna a sedersi con noi.
“È il
momento!” mi dico. Posso sfuggire a quello sguardo il tempo
necessario per riacquistare lucidità.
-Rose vado io ad ordinare la mousse, ok?-, mi offro.
-Davvero? Ok.-
Ecco una delle cose più
belle di essere amiche per anni! Rose sa quanto io odi quella
pasticceria, ma sa anche che se mi sono offerta c’è un
motivo! Niente domande, niente convenevoli, qualche sguardo preoccupato
e un paio alla “spero che tu non mi stia nascondendo nulla di
grosso come il padre di tua figlia!”, avverto mia figlia che
tornerò subito e sono alla porta …
-Isabella vengo con te.-
È davvero la voce di Esme? No! Noo! Noooo!
Quindici minuti dopo siamo già uscite dalla pasticceria e abbiamo esaurito gli argomenti di cortesia.
-Quindi eravate tutti compagni
al liceo … Beh deve essere stata una bella coincidenza trovare
tra i tuoi allievi Adam … -, inizia.
Ohi ohi … credo che siamo arrivati al momento imbarazzante!
-Beh sì …Quando
ho convocato suo padre e mi sono vista arrivare Emmett … non
l’ho presa bene, diciamo.-, cerco di ritardare lo scontro
…
Ma poi quale scontro? Perché sono certa che affronteremo una conversazione difficile?
Eppure mentre attraversiamo il
parco sotto casa di Rose e Esme si ferma davanti alla panchina
chiedendo “Ti va se ci sediamo un attimo a chiacchierare?”,
sto già sudando freddo. Eppure mi siedo!
Siamo in silenzio da un paio di minuti quando Esme prende un profondo respiro e inizia a parlare:
-Per prima cosa Isabella
… Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per Adam ed Edward
… so che tu credi sia qualcosa che avrebbe fatto chiunque
… ma ti assicuro che non è così! Basta pensare a
sua madre … davvero come si può ferire in questo modo un
bambino così dolce? Credo che certe persone non sappiano proprio
cosa sia l’istinto materno!-
-Io … ho riflettuto
molto sulla faccenda … del resto non credo di aver tutte le
informazioni per poter giudicare Jane … Ma lei non era
così! Non so cosa sia accaduto ma Jane era una ragazza semplice,
forse tendeva un po’ ad isolarsi e soffriva troppo la pressione
dei suoi genitori … ma non era … non so … Rose e
Emmett quando la nominano sembra stiano sputando fuori il nome del
diavolo in persona! Ma io non me la sento di … condannarla
… -
A queste mie parole Esme mi osserva confusa.
-Tu non sai cosa sia accaduto
tra Edward e Jane …-, gli occhi chiari e trasparenti di Esme
sono due lastre di ghiaccio mentre pronuncia il nome di sua nuora.
-Io .. no! Assolutamente! Ho
scoperto un paio di mesi fa chi fossero i genitori di Adam e che erano
divorziati … credevo Edward e Jane fossero una coppia felice
… io non potevo sapere che invece erano separati già
quattro anni fa!-, mi lascio sfuggire …
-Bella io pensavo che
“dopo” … Rosalie o Emmett ti avessero spiegato
tutto o che per lo meno lo avesse fatto adesso Edward, so che vi
siete incontrati un paio di volte e io credevo …-, il suo
discorso mi sembra strano e la mia confusione deve trasparire
perché lei sorride triste e mi spiega:
-Io so cosa c’è
stato tra te e mio figlio. So come hai saputo del suo matrimonio (non
tutti particolari, non preoccuparti) e ora capisco perché sei
sparita: tu non hai saputo nulla fin’ora … Ma lui ti ha
cercata, Isabella, finché non si è arreso
all’evidenza che tu non lo volessi più vedere.-.
Questa donna è una
persona dolcissima mi guarda come se io stessi portando un peso enorme
sulle spalle, come se nei miei occhi confusi leggesse tutta la vergogna
e il dolore che mi investirono quella mattina.
-Capisco perché tu non
abbia detto a Edward di Charlotte … -, il mio viso deve
esprimere tutto il mio sconcerto e tutto il mio terrore,-Non è
difficile capire che è sua figlia! Soprattutto per chi, come me,
conosce tutta la storia … E ti assicuro che non mi
intrometterò perché capisco la tua scelta, così
come so che questo non sarebbe un buon momento per dirgli la
verità … Ma ti assicuro che quando glielo dirai
… beh lui potrà esserne solo felice.-
Non so perché ma non riesco a sostenere il suo sguardo … è tutto così difficile e sono confusa.
-Solo una cosa Isabella: so
che è strano che io sappia, sono solo la sua madre adottiva
… A questo punto credo ci sia tanto, troppo, che tu non conosca,
ma credo di non poterti rivelare nulla … deve essere Edward a
parlartene e sono sicura che lo farà … forse non ora, ma
sicuramente lo farà!-
Poggia la sua mano sulla mia e la stringe e, per la prima volta da più di quattro anni, riesco a piangere davvero.
Allora?
Delusi dall'apparizione di Esme? Spero proprio di no ... Bella aveva
bisogno di questo incontro per affrontare tutto quello che verrà!
Ah non ho specificato
prima ma vi avverto: non ci capisco proprio nulla di leggi, processi
etc ... per di più americani ... Ho visto qualche telefilm ma
niente di più, inoltre il sistema legale americano è
molto differente da quello italiano e per quanto io abbia cercato di
documentarmi ... potrei inserire qualcosa di poco appropriato alla
situazione e mi scuso!
Spero di riuscire a scrivere il prossimo cap velocemente, ci proverò ... esami permettendo!
A presto,
Serena.
P.S.: stavo per postare ... ma stasera c'è il cambio di server, mi spiace ma dovrete aspettare un altro po'! :*
P.P.S.: Sono passate 20 ore e a quanto pare non sono l'unica a cui
alle17.23 del 17 giugno 2011 EFP ancora non funziona! Mi spiace!
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Cons_8
Eccomi finalmente tornata!
Lo so, lo so ... ormai il mio è un ritardo cronico ... ma devo
dire che in effetti stavolta stavo per mettere fine alla mia esperienza
da "scrittrice", ma a quanto pare nonn sono capace di evitare la
scrittura ... rischio di impazzire sanza scrivere qualcosa!
Passiamo a noi: ringrazio
tutti coloro che leggono, commentano, hanno messo tra le preferite,
ricordate e seguite la storia e chi mi ha inserito tra gli autori
preferiti! Grazie di cuore a tutti voi!
Un rigraziamento speciale ad
artemide88 che
di solito mi supporta in ogni momento della mia creazione, ma stavolta
si è subita -povera!- anche il mio sclero esistenziale! Quindi
davvero la ringrazio ... senza di lei quasi certamente avrei lasciato
perdere questa mia passione ...
Per quanto riguarda il
capitolo vi avverto: la volta scorsa abbiamo avuto un incontro, che
alla fine si è dimostrato positivo, tra Bella ed Esme ...
stavolta ci sarà un'altro incontro, ma ... lascio a voi
giudicare se positivo o negativo; il capitolo potrebbe risultare
piuttosto confuso, l'effetto è voluto e dipende dallaa
protagonista di questo cap!
Vi auguro buona lettura!
Capitolo 8
Questa mattina mi sento più leggera.
Ieri prima di andare a dormire, e dopo aver messo a letto Charlotte, ho
chiamato Rosalie e le ho raccontato perché, al ritorno dalla
pasticceria, i miei occhi erano gonfi.
Rosalie si è commossa di fronte alla dolcezza della donna :
-So che Esme è una buona madre, la migliore di certo per
Edward … gli è sempre stata così
vicino … anche quando lui non voleva … Ma mi
sconvolge ripetutamente la sua dolcezza e il suo smisurato buon cuore.-
Rosalie ha conclusi dicendosi d’accordo con Esme:
c’è davvero bisogno che io ed Edward parliamo, e
non solo per dirgli di Charlotte.
-Io nemmeno conosco tutti i particolari … ma so per certo
che a te mancano troppi tasselli per poter comprendere la situazione a
pieno … Ma avrete tempo per chiarirvi.-
Avevo percepito dal suono della sua voce che stava sorridendo
teneramente.
Ma tutte quelle allusioni mi avevano portato per la prima volta ad
interrogarmi seriamente su quella che era stata la vita di Edward da
quando avevo smesso di far parte della sua quotidianità
… da quando avevo smesso di cogliere ogni sfumatura del suo
umore nei suoi occhi …
Forse c’era qualcosa che non sapevo, forse quel qualcosa mi
avrebbe portato a capire meglio le sue scelte e i suoi
perché … o forse volevo solo trovare degli alibi
alle incrinature sorte sull’immagine fiabesca che avevo
costruito di lui anni addietro.
E l’assenza di mia figlia, in quel momento con mia
madre, mi permetteva di perdermi in quei pensieri quasi adolescenziali.
Stamane ero quindi quasi scivolata in una pigra riflessione ad occhi
aperti e solo ora mi ero davvero “svegliata”.
Ho appena finito di vestirmi per il consueto aperitivo domenicale dai
miei amici … E sono certa di arrivare in ritardo.
Ecco perché accolgo come una benedizione il suono del
campanello: sicuramente sarà James, venuto a prendermi
assicurandosi che non faccia tardi anche oggi che non
c’è Charly con me.
Ma quando con ancora un piede scalzo guardo dallo spioncino vedo uno
chignon biondo e una graziosa nuca, chiunque sia dall’altro
lato di questa porta è una donna e si sta guardando intorno
e , non so perché, ma ho l’impressione che il
campanello sia in realtà stato una maledizione.
Sono a dir poco allibita …
E da ormai dieci minuti sto cercando di dare un senso alla
presenza dell’ospite seduto sul mio divano.
Già perché quando ho aperto la porta non
immaginavo di certo di trovarmi Jane Smith di fronte.
-Salve Isabella-
Ero palesemente stupita.
-A-Accomodati Jane!-
E siamo in silenzio da allora!
Ma direi che è il momento di chiedere spiegazioni:
-A cosa devo la tua visita, Jane?-
-Intendi la mia piacevole visita?-, il suo tono è fortemente
ironico, quasi tagliente.
-Già.-, rispondo laconica,- E come hai avuto il mio
indirizzo?-
-Era negli atti d’ufficio … Forse non lo sai ma
quando si accetta di essere garante per una delle due parti in un
processo civile, i tuoi dati sono accessibili anche all’altra
parte.-
-Giusto, non ci avevo pensato …-, mi lascio sfuggire, poi mi
ricompongo,-Non mi hai ancora detto il perché della tua
piacevole sorpresa.-, il mio sorriso è falso e tirato, quasi
derisorio.
So che questa donna è stata una delle mie amiche
più care in un particolare periodo della mia vita, ma adesso
non posso che vedere di fronte a me l’ex moglie di Edward e
la madre egoista di Adam.
-Bella … Bella … Bella … -, Jane
adesso è in piedi e il rumore dei suoi tacchi risuona sul
mio parquet mentre lei si muove in circolo e si guarda in torno, come
per intimidirmi … conosco il suo modo di fare, usava certi
giochetti anche da ragazza per allontanare quelli che non le andavano a
genio; ecco perché io non mi muovo, resto immobile sotto
l’arco della porta che conduce nella mia cucina e quando lei
porta gli occhi nei miei non mi trova per nulla intimidita.
Le sorrido e le offro qualcosa da bere.
-Beh devo dire che mi aspettavo un’altra reazione, ma forse
sono stata sciocca a sperare di trovare la verginella spaurita e timida
di quattordici anni fa!-Sospira in atteggiamento falsamente
nostalgico,- Come eri brava a fare la santarellina allora! Ma, prima
che tu possa provare a incantarmi di nuovo con quella maschera di brava
ragazza, ti avverto: non abbocco più cara.-
Ok questo è un film di fantascienza … come si fa
a sputar fuori il disco dal lettore dvd?
Sono rimasta a dir poco gelata dalle parole di Jane: ma a cosa si
riferisce?
Pochi attimi di silenzio, poi riprende con quelle che sono le
sue assurde teorie:
-Sai una cosa? Io e te non siamo molto differenti! Del resto ognuna di
noi voleva qualcosa da Edward … solo che io ho tutto il
biasimo … Invece tu ti atteggi a salvatrice della situazione
quando sei colei che l’ha davvero distrutto!-
È in casa mia da qualche minuto e già mia ha
stufata!
-Jane non ho la più pallida idea di ciò di cui tu
stia parlando … sei pregata di smetterla di parlare per
enigmi, dirmi chiaramente il motivo che ti ha portato qui ed andartene!-
Sono scortese, ma non riesco a comprendere i suoi discorsi astiosi e la
cosa mi irrita.
-Io parlerei per enigmi? E dimmi Bella quando sei sparita per inseguire
la tua passione letteraria e ci hai abbandonati a noi stessi? Sia me
che Edward? Quando ti sei portata a letto il suo migliore amico
confidandogli tutto quello che pensavi di noi, poveri idioti? Allora
Bella? Cos’hai da dire?-
La sua rabbia è così potente da spaventarmi.
-Io non so cosa tu stia dicendo, davvero …-, biascico
confusa.
-Vuoi dire che non sei andata a letto con Jacob?-
Jacob era uno dei migliori amici di Edward ai tempi del college e
… ebbene sì , era con lui che avevo perso la
verginità.
Ero stanca, confusa, eravamo ubriachi … lui era stufo della
relazione sterile in cui era incastrato a causa delle leggi della sua
tribù con Emily, la vedova di suo cugino Sam; lei aveva sei
anni più di lui e si odiavano profondamente …
inoltre lui aveva una cotta, assolutamente non ricambiata, per Jane,
fidanzata con un tale di nome … Demetri! (Forse quello
stesso Demetri?)
Ad ogni modo una sera c’eravamo incontrati per caso e avevamo
iniziato a bere in preda allo sconforto per i nostri sentimenti non
ricambiati … naturalmente io mi riferivo segretamente ad
Edward (chi altro!), ma non potevo dirlo ad uno dei suoi più
grandi amici …
Il mattino dopo ci eravamo svegliati nudi nello stesso letto
… quella era stata la mia prima volta, nulla di romantico
né indimenticabile come in quelle commedie romantiche o
telefilm adolescenziali, di cui mi imbottivo all’epoca.
Prima di uscire dalla stanza che mi aveva visto bruciare una delle
più importanti esperienze dopo una sbronza, Jacob mi aveva
supplicato di non raccontare nulla ad Edward e io ero stata
d’accordissimo, pur senza capire il motivo della sua
richiesta!
Ora non capisco perché Jane cacci fuori quella vecchia
storia!
-Prima cosa: io non ho abbandonato nessuno … ti ho cercata a
casa per spiegarti ciò che mi era accaduto e raccontarti
della mia decisione, ma i tuoi mi hanno detto che non volevi
né vedermi né sentirmi …-
Lei sembra sorpresa prima e delusa poi.
-Sai che non avresti dovuto credergli Bella! E comunque
perché invece io adesso dovrei credere a te?-
-Perché dovrei mentirti?-, le chiedo seriamente alterata.
-Perché so quello che pensavi di me! Jacob me lo ha
raccontato, anzi lo disse all’intera facoltà!
Tutti hanno saputo che secondo te ero “una patetica
sociopatica” e che passavi del tempo con me perché
ti facevo pena!-, urla.
-Ti posso assicurare che non ho mai detto una cosa del genere!
Nonostante io non ricordi nulla di quella notte, perché ero
ubriaca, so di non aver mai detto nulla del genere, perché
non l’ho mai pensato!-
Jane ride, di una risata scettica e cattiva.
-Ubriaca? È così che si dice di una p
… non farmi usare certi termini , ti prego! –
-Jane ti assicuro che ero ubriaca!-, le dico con calma,-
Perché Jacob cosa ha raccontato?-
Jane mi scruta e per un momento rivedo la ragazza spaventata e sola a
cui volevo bene.
-Jacob ha raccontato che tu l’hai sedotto … che
l’hai provocato in ogni modo, fino a farlo ubriacare
…-
Le sue parole mi lasciano completamente interdetta: non posso crederci!
Perché mai Jacob …?
Forse … forse aveva paura che al suo villaggio scoprissero
che aveva tradito la sua futura moglie Emily … ma
…
Prendo un paio di respiri per calmarmi! Non posso fare più
niente per questo … sono passati anni … e non so
nemmeno in quale parte del mondo sia Jacob, altrimenti sarei
già su un aereo per andare a prenderlo a calci …
Ma ormai è tardi …
-E voi ci avete creduto?-, chiedo triste.
-Beh io … ero arrabbiata per quello che aveva raccontato
… la storia della pietà … gli altri,
beh sì … quasi tutti … del resto tu
eri scappata via e lui invece era lì a raccontarlo
… Edward non ci credeva, ma alla fine questo non importava
più …-
-Jane io non capisco … Che significa che non importava
più?-
I suoi occhi diventano glaciali.
-Bella non sono qui per rimembrare i vecchi tempi: lascia perdere mio
figlio! Non intrometterti … altrimenti ti
distruggerò, lo giuro! Sono abbastanza ricca per poter
pagare il migliore avvocato della città, distruggere la tua
vita e restare sorridente a guardare! E sai perché?Sai a chi
devo la mia fortuna? -, il suo volto e la sua voce sono inquietanti in
questo momento, sembra completamente un’altra
persona rispetto a pochi attimi fa.
-Il tuo adorato Edward con la sindrome d’abbandono
… era innamorato perso di te … e quando te ne sei
andata e dopo tutte le voci che circolavano … era talmente
sconvolto e depresso che sono riuscita a farmi sposare! Ihihihihih!-,
la sua risata è sgraziata e sguaiata, -Ci credi?
È tutta colpa tua! O dovrei dire merito! Già
perché in questo modo ho fatto finalmente felici i miei
genitori! Ho sposato un riccastro e l’ho persino convinto a
dare a nostro figlio il mio cognome! Ti rendi conto? È un
debole! Ah e devo ringraziare te anche per essere riuscita ad ottenere
il divorzio! Non voleva divorziare lui! Per il bene del bambino
… Poi però dopo averti portata a letto ha deciso
di non voler essere più legato! Eri il suo sogno romantico!
-, conclude falsamente dispiaciuta.
Si avvicina alla porta e i suoi lineamenti si induriscono prima di
concludere: -Stai fuori da questa faccenda Bella! O ti
distruggerò!-, si volta e esce dal mio appartamento.
Questa visita mi ha lasciata a dir poco interdetta …
Confesso: speravo che Jane potesse in qualche modo chiarirmi le idee su
ciò che è accaduto anni fa … invece
grazie al suo discorso sconclusionato, ora ho solo una gran confusione
in testa.
Credo che l’unico modo per capirci qualcosa sia andare
direttamente alla fonte.
Afferro la mia borsa e le chiavi dell’auto: adesso pretendo
delle spiegazioni!
Allora, che ne pensate? Siete stati sorpresi dall'arrivo di Jane? Ci avete capito qualcosa, più o meno di Bella?
Secondo voi dove sta correndo la nostra protagonista? Su questa domanda è davvero semplice!
Per chiunque volesse contattarmi, nella mia pagina autore,
nell'apposito bottoncito trovate il mio contatto FB, se mi inviate la
richiesta di amicizia identificatevi con l'account di EFP ... troverete
tra pochissimo (max 1 giorno) lo spoiler del prox cap!
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
cons_9
Lo so, non ho ancora risposto alle recensioni, ma il punto è
che ho pochissimo tempo e dovevo scegliere se rispondervi o aggiornare
... e ho pensato che voi preferireste l'aggiornamento! Ho fatto bene?
Altrimenti mi scuso profondamenete. Ad ogni modo risponderò
alle recensioni dello scorso cap tra al massimo 2 settimane! Lo so
è tanto, ma finalmente iniziano anche per me le vacanze! ^_^
Proprio per la mancanza di tempo vi lascio immediatamente al cap! Spero
vi piaccia!
Capitolo 9
Dopo poco più di un mese sono di nuovo al portone di Edward
e di nuovo ci sono arrivata a passo di carica!
Ma stavolta non so se sono arrabbiata con lui, con me o solo con Jane!
Non sono ancora certa di quello che gli dirò … ma
sta di fatto che pretendo delle spiegazioni, e solo lui può
darmene.
Naturale …
Scontato …
Prevedibile …
Sì, perché la mia vita oggi è proprio
la brutta copia di un film … Oddio brutta … in
questa situazione non direi “brutta”.
Ovvio che, dopo la visita della visita dell’ex moglie
psicopatica (già perché non credo di essere
troppo severa nel giudicare Jane tale dopo la sua performance
da dottor jeckil e mister hyde), non potevo che trovarmi in
questa situazione … un banale cliché …
che comunque preferisco di gran lunga alla situazione vissuta pochi
minuti fa, ma che mi confonde alquanto … se un attimo fa ero
furiosa … adesso la rabbia è stata letteralmente
spazzata via …
E tutti questi miei discorsi mentali dovrebbero servire a distrarmi
momentaneamente e cercare di riprendere il controllo su quante
più ghiandole esocrine(*) possibili , ma non sono molto
certa del successo di questa “manovra” …
Appena arrivata alla porta, ho suonato il campanello, con una
foga degna di una pazza isterica.
Nessuna risposta.
Ho suonato una seconda volta.
Niente.
Una terza.
Nulla.
Suono per la quarta, quinta e sesta volta, ma di Edward nessuna traccia.
“L’ultima volta!” mi sono detta, se non
risponde evidentemente non c’è!
Poi ho aspettato qualche minuto … stavo per voltarmi pronta
a tornare a casa …
In quel momento ho sentito la porta aprirsi.
È da allora sono qui.
Voglio sperare che in realtà non sia passato tutto il tempo
che credo … sarebbe ancora più imbarazzante!
-Scusa se ti ho fatto aspettare … ero sotto la doccia.-, e
sfodera un sorriso da infarto.
Questo lo vedo!
-Entra non restare sulla porta. Come mai qui?-
Prima di trovarti mezzo nudo, con solo un asciugamani legato in vita,
avevo i nervi a fior di pelle … in effetti li ho ancora
adesso ma per un motivo diverso …
-Vedo che avete finito di ridipingere.-, tergiverso.
-Sì infatti.-, risponde confuso.
Beh Edward non sto mica guardandomi intorno per evitare di guardarti!
Per nulla! E in effetti sono proprio venuta per parlare del
tuo arredamento!
Mi sento una ninfomane in questo momento …
-Bella?-
-Si?-, e gli do ancora le spalle.
Quanto sarebbe stato più semplice quando credevo ancora che
fosse un fedifrago bastardo!
-Perché eviti il mio sguardo?-, nelle sue parole
c’è anche una punta di tristezza, è
questa che mi spinge a voltarmi immediatamente.
-Non sto evitando il tuo sguardo-, dico cercando di circoscrivere il
mio campo visivo solo ai suoi occhi.
Si avvicina incredibilmente e ringrazio il fondotinta super coprente
che ho messo per coprire le occhiaie dovute alle molte emozioni di ieri
… è solo per questo che forse riuscirò
a mascherare il mio viso color peperone almeno per qualche minuto
…
-Edward …-, non è più che un sussurro.
-Sì?-, anche lui si adegua al mio tono di voce.
-Potresti andare a vestirti?-
-Cosa?-, adesso è molto confuso.
-Potresti vestirti?-, e mentre lo dico so che tutto il fondotinta del
mondo non potrebbe coprire le mie guancie, per questo distolgo lo
sguardo, -Sai com’è fa freddo e tu sei
praticamente nudo … -.
Non l’ho detto … Non l’ho detto, vero?
Non l’ho detto!
L’ho detto.
Mi allontano velocemente da lui sperando che non abbia notato il mio
maldestro (anche di più) tentativo di giustificarmi.
-Bella?-, la sua voce è morbida,-Non dirmi che sei in
imbarazzo … -, ma nasconde una buona dose di
incredulità.
-Ma no figurati!-, come se non bastasse il colore del mio
viso a dargli conferma dei suoi sospetti, continuo a non guardarlo
… e la mezza risatina isterica finale direi che è
un toccasana per la mia situazione.
-Bella potresti parlare guardandomi?-
Mi volto e sorrido forzatamente.
-Sei davvero in imbarazzo? Cioè … stai
scherzando?- sembra seriamente divertito, ma quando non sollevo lo
sguardo su di lui si avvicina e, con due dita sotto il mento, solleva
in mio viso fino a guardarmi negli occhi.
Non so cosa vede, né se come me risente della distanza
sempre minore tra i nostri corpi, ma il suo sguardo cambia: adesso
è serio e malizioso.
Si avvicina ancora di più.
Mi ritraggo e cerco di mettere tra noi un paio di metri, ma in due
falcate lui è di nuovo vicino a me, arretro fino a trovarmi
incastrata tra il muro e il suo corpo.
-E-Edward … -, inizio ma vengo subito bloccata.
-Bella sul serio?-, la sua voce è bassa e vibrante,-
Ricordi? Mi hai visto anche meno vestito … -
-Io …-, poi mi rendo conto che ha ragione … e
ricordo che adoro stuzzicarlo: -E se io mi fossi presentata in
accappatoio?-, accarezza il mio collo, fino alla clavicola lasciata
scoperta dallo scollo della camicetta e sorride furbo, mentre mi lancia
uno sguardo … che a dir poco mi spoglia …
-Avrei gradito.-, si volta e va nella sua stanza.
Quando ritorna indossa un jeans e una t-shirt, i capelli sono ancora
umidi e il suo sorriso è imbarazzato …
Ok … non era colpa della mise!
-Eccomi … vestito.-, ridacchia, -Ma davvero avevi scordato
che tra noi era così? Siamo sempre stati –
-Elettrici?-, suggerisco, lui sorride passandosi la mano
destra tra i capelli.
-Sì, siamo sempre stati elettrici. Anche se credo di aver
perso il mio smalto …-, scherza.
Ti assicuro di no!
Intanto ci sediamo sul divano … è arrivato il
momento di parlare sul serio.
-Allora? Sei qui per Adam?-, mi chiede. Alzo gli occhi fino ad
incontrare i suoi:
-No … Sono qui per te.-, il suo sguardo è confuso.
-Bella se non ti spieghi credo che fraintenderò …
-, adesso è lui quello in imbarazzo, quando glielo faccio
notare ridacchia.
-Edward ho appena ricevuto una visita della tua ex moglie …-
-Cosa?-, è meravigliato? Impaurito?
-Sì è andata via da casa mi pochi minuti primi
che io piombassi qui -, mi interrompe:
-Scusami Bella … avrei dovuto prevederlo; mi spiace davvero
tanto … immagini ti abbia “convinto” a
non intrometterti … non preoccuparti, ti capisco-
-Edward rallenta! Si mi ha “chiesto” di non
intromettermi, ma non ho intenzione di esaudire i suoi desideri. Te
l’ho detto sono qui per te … non per la questione
di Adam … Mi ha raccontato delle cose … del tempo
dell’università … qualcosa a proposito
di quello che raccontava Jacob e dell’essere diventata ricca
per averti sfruttato, grazie a me … non ci ho capito molto
… e solo tu puoi dirmi la verità.-
Alza la testa al cielo e la scuote leggermente.
-Perché? Perché doveva cacciare questa vecchia
storia?- sembra rassegnato.
Allungo la mano e sfioro la sua.
Maledetta scossa elettrica!
-Ti prego Edward … spiegami.-
Si gira e mi guarda intensamente, poi si alza e senza guardarmi inizia
a parlare.
-Io ti dirò tutto … ma dopo tu dovrai rispondere
a qualche domanda … ho bisogno di risposte da parte tua
…-
-È giusto …-
-Uff … non so da dove iniziare … Vediamo
… Partiamo così: avevo una cotta per te
… Ho sempre avuto una cotta per te …-
E io non posso non arrossire: Edward è davanti a me e mi
confida che aveva una cotta per me … chiunque, persino la
regina dei ghiacci in persona, arrossirebbe!
E naturalmente lui lo nota.
Sbuffo, lui ridacchia, poi riprende.
-Dicevo: avevo una cotta per te … tienilo a mente
… questa è la premessa …-, mi guarda
negli occhi come a volermi convincere e io, le guancie ancora in
fiamme, sostengo il suo sguardo.
-Ricordi quando mi trasferii dopo la morte dei miei?-, annuisco,-Beh
diciamo che sono cambiato molto dopo quell’avvenimento
… senza Esme, la mia madre adottiva, non so cosa avrei fatto
… È stata essenziale per me in quel periodo
… io non volevo far parte della loro vita né
sopportavo che loro facessero parte della mia … ma lei
è stata perseverante e testarda … in conclusione:
non è stato semplice …-, e si ferma ombrato,
quando riprende il suo tono di voce è forzatamente
leggero,-Ad ogni modo il residuo di tutto questo è stata
un’enorme insicurezza … ma in vostra presenza, con
voi che eravate i miei vecchi amici, riuscivo a mascherare …
Ai vostri occhi, da ciò che diceva Emm, sembravo solo
più sensibile …-
Lo blocco:
-Sei sempre stato sensibile.-, mi sorride con enorme dolcezza
… e ringrazio di essere seduta altrimenti mi sarei sciolta
come neve al sole d’agosto …
Perché anche in un momento come questo deve farmi
quest’effetto?
-Ero divenuto più sensibile agli … atteggiamenti
che gli altri avevano nei miei confronti … ero in un certo
senso più egoista … E ti vedevo …
vedevo il modo in cui tu mi evitavi, in cui mi scappavi … e
mi feriva …-
-Mi dispiace … -, mi intrometto.
-Bella non ti sto raccontando questo per farti sentire in colpa
… ma per farti capire … Davvero Bella: tu non hai
colpe … -, annuisco e lui continua,-Poi ci fu il viaggio
… lì credetti di aver abbattuto quel muro che
avevi erto … ma quando ci ritrovammo
all’università … c’era gelo
ed imbarazzo tra di noi … e io non ero più il
ragazzo carismatico in grado di bucare quella barriera … non
eravamo più tra tutti i nostri amici … io non
riuscivo ad essere QUELL’Edward … il vostro Edward
… E poi tu sei sparita … E le parole di Jacob
… sapevo che non avrei dovuto credergli …
Cioè lui mentiva di certo su ciò che avresti
detto di Jane … lo sapevo e lo so … tu non potevi
aver detto nulla del genere … Poi aveva evidentemente
inventato dei particolari , come le lunghe unghie laccate di rosso
… cioè tu avevi il vizio di mangiarti le unghie e
ti avevo visto pochi giorni prima ed erano corte … Pensai
che probabilmente mentiva anche sulla cosa in sé
… Lo affrontai e glielo dissi.
Ma lui scattò subito sulla difensiva e mi
raccontò tutta la sua versione: tu volevi a tutti i costi
perdere la verginità e volevi farlo con qualcuno che
conoscevi, di cui ti fidavi … lui per rispetto ai sentimenti
che vedeva io provavo verso di te si era rifiutato inizialmente e anzi
ti aveva proposto di chiedere a me , visto che ci conoscevamo da anni
… ma tu avresti risposto che non volevi di certo uno sciocco
sentimentale solo al mondo! Col rischio che mi attaccassi morbosamente
a te …
Ero ferito e lo era anche Jane … ti avrà
raccontato ciò che Jacob ha detto di lei …-
annuisco debolmente,- beh noi eravamo molto fragili … lei
continuava a essere sempre da sola, io … avevo allontanato
Jacob e tutti i nostri amici … eravamo soli, insieme
… ed eravamo stato feriti dalla stessa persona:tu.
Inizialmente eravamo amici … Jane iniziò ad avere
problemi all’università …
lasciò il suo ragazzo e iniziò a stare sempre con
me, finché non decidemmo di stare insieme … Solo
poi ho saputo che lei DOVEVA sposare un uomo ricco … i suoi
lo pretendevano … e io, con il fondo fiduciario lasciatomi
dai miei e la cospicua rendita mensile versatami da Carlisle ed Esme
… ero quello che faceva per lei …-
Ecco a cosa si riferiva Jane: io ho permesso che lei usasse Edward,
quando, scomparendo senza dare spiegazioni, l’ho reso
vulnerabile …
-È colpa mia!-
-Bella … no!-, afferra il mio volto tra le sue mani e mi
obbliga a guardarlo,-So cosa stai pensando … ma non
è colpa tua … La colpa è mia e delle
miei insicurezze … Tu sapevi dei miei sentimenti per te? No.
Né avresti potuto immaginarlo … IO non avrei
dovuto credere a Jacob … Non è colpa tua
… Ok?-, annuisco lentamente e lui mi sorride.
-Ah … a proposito poi, anni dopo, ho scoperto che Jacob
aveva inventato tutta la sua versione della storia solo per avere un
alibi … era certo che tu avresti raccontato tutto e non
sapeva come giustificarsi agli occhi del suo villaggio, così
aveva seguito la tattica “la miglior difesa è
l’attacco”!
Naturalmente una volta che sbronzo mi aveva confessato la
verità nessuno ha potuto salvarlo dalla mia ira …
ho atteso il mattino dopo (in modo che ricordasse bene cosa avevo
fatto), sono andato da lui e l’ho messo a tappeto
… con un solo pugno! Quell’armadio!-.
Ridacchiamo, poi tornati seri sento le sue mani, che ancora racchiudono
il mio volto, muoversi.
Il suo pollice sinistro infatti si muove lungo la mia guancia a
mo’ di carezza, mentre le dita della mano destra affondano
nei miei capelli.
Vedo il suo volto avvicinarsi al mio e chiudo gli occhi
… sento il suo respiro sulle mie labbra …
Non so con quale forza, ma riesco a bloccarlo.
-Edward … no … non credo …-
Lui apre gli occhi e allontana il viso, senza lasciare il mio
… Mi scruta e sotto la forza del suo sguardo arrossisco.
-Scusami.-, dice per poi allontanarsi e darmi le spalle.
Passa le mani tra i capelli, ormai quasi asciutti, una, due,
tre volte.
-Edward … io …-
-Non mi devi spiegare nulla … piuttosto scusami …
Non avrei dovuto … sicuramente il tuo compagno …-
-No, no! NO! Non c’è alcun compagno …
è solo che … è che …
è già tutto complicato …-, molto
più di quanto lui non pensi,- e non credo sia giusto
… Dovremo risolvere il resto …-
Mi guarda e mi sorride di nuovo, più rilassato.
In quel momento squilla il mio cellulare.
Naturalmente ci metto un bel po’ per trovarlo in quella
specie di giungla che è la mia borsa … e quando
finalmente lo afferro … non squilla più!
Mi chiedo quando questa giornata smetterà di essere un
pourpour rid di cliché da telefilm!
Sullo schermo del mio Blackberry lampeggia il nome di Rose e
l’orario della chiamata.
Oddio è tremendamente tardi! Dovevo essere da lei tre quarti
d’ora fa!
Schiaccio il pulsante per la richiamata, ma sento solo la voce
preregistrata che mi avverte che ho terminato il credito.
-Perfetto!-, sbotto e sento Edward ridacchiare … mi volto e
lo fulmino con lo sguardo, per notare solo adesso che non ha staccato
gli occhi da me nemmeno per un secondo. Arrossisco e intanto il
cellulare squilla di nuovo: ancora Rose, ma stavolta è un
sms molto poco amichevole, che mi invita, con garbo, a richiamarla
immediatamente!
Sbuffo e ancora una volta Edward ride, ricevendo un’altra
occhiataccia.
-Che c’è?-, chiede curioso, cauto, ma naturalmente
divertito.
-Dovevo essere da Rosalie 47 minuti fa.-
-Ahia!-
-Esatto! E non ho più traffico per poterla richiamare.-,
sbuffo ancora … devo sembrare un treno a vapore …
-Beh puoi usare il mio telefono, è in cucina …
ricordi dove?-
-Sì, grazie.-, mi alzo e poso il cellulare sul tavolino
basso accanto al divano.
Compongo velocemente il numero di casa di Rosalie.
-Ciao Edward.-, esordisce la mia amica dall’altro capo del
telefono … avevo dimenticato che può vedere il
numero di chi la chiama.
-Ehm … No, veramente …-, inizio.
-BELLA?!-, probabilmente il mio timpano destro resterà
danneggiato a vita … sposto la cornetta all’altro
orecchio.
Sto per parlare, ma Rose mi precede.
-Ti prego non dirmi che hai passato la notte da lui e che avete
dimenticato di nuovo di prendere precauzioni …-, bisbiglia
arrabbiata.
-Rose …-
-No, perché per quanto io adori Charlotte, devi ammettere
che in effetti una gravidanza è l’ultima cosa di
cui avete bisogno … -, ora il suo tono è quello
di quando ripete un ragionamento che per lei è scontato
…
-Rose, non ho dormito qui … -
-E invece avete …?-, prova a chiedermi con tatto.
-NO!!! Rosalie sono arrivata qui meno di un’ora fa per
parlare con Edward … e non della
“situazione”-, abbasso il tono di voce,- che ora
è con sua nonna allo zoo.-
-Ah … ecco.-, sospira di sollievo, poi riprende,-Allora?
Perché hai chiamato?-
-Volevo avvertirvi che non verrò per l’aperitivo
… ho fatto troppo tardi … mi spiace.-
-Figurati …-
Sento la suoneria del cellulare, mi agito pensando a mia figlia
… poi mi rendo conto che la suoneria non è quella
assegnata a mia madre.
-Bella? Bella? Sei ancora in linea?-
-Sì, sì … Scusami: ero distratta.
Dicevi?-
-Ti chiedevo se Charlotte resta con tua madre anche per
pranzo.-
-Sì, perché?-
-Beh … anche i miei hanno rapito i bambini …
Perché tu ed Edward non venite a pranzo da noi? Per
ricordare i vecchi tempi …-
-Glielo chiedo e ti faccio sapere …-
-Nel caso tu ci raggiungi comunque a pranzo, no?-
-Veramente …-
-Forse non mi sono spiegata: Isabella Marie Swan -, ecco il suo tono
autoritario,-Non è un invito! Tu pranzerai con noi! Ci
vediamo alle 13.30! E non portare nulla … ti ricordo che il
dolce sei andata ad ordinarlo ieri ed Emm l’ha già
ritirato.-
E riattacca.
Uff … ma perché non mi sono trovata
un’amica normale?
Poso il telefono e torno in salone.
Edward è in piedi e mi da le spalle, mentre guarda fuori
attraverso l’enorme vetrata che occupa la mezza parete
perpendicolare a quella dove è poggiato il divano. La sua
postura è stranamente rigida e spero non sia per
l’incidente del quasi bacio di prima.
Mi schiarisco la voce per segnalargli che sono tornata e metto il
miglior sorriso disinvolto che in questo momento riesco a fingere.
Recupero il cellulare e controllo lo schermo: James.
Nemmeno il tempo di reinserire il blocca tasti che riparte la suoneria.
Guardo Edward ancora immobile e rispondo:
-Pronto?-
“-Ehi tesoro!-“
-Ciao James! Come va?-
“-Tutto ok Bella! Tu piuttosto: non sei venuta da Rose ed Emm
… ti aspettavo, non ti vedo da quasi un mese! Mi
manchi.-“, la sua voce è scesa, dolce come quella
di un bambino sull’ultima affermazione.
-Mi manchi anche tu …-, e non sto mentendo … mi
manca la tranquillità che il mio migliore amico riesce ad
infondermi con la sua presenza rasserenatrice.
“-E alla mia piccola Principessa?-“
-Sì, anche a lei.-, stavolta sono io ad abbassare il tono,
per essere sicura che Edward non mi senta … come se potesse
capire che parlo di sua figlia!
“-E allora? Come mai non sei venuta? Non dirmi che
l’auto ti ha dato di nuovo problemi …-“
-No,no … non è l’auto.-, ridacchio.
“-Meglio! Però adesso scendi sono sotto casa
tua.-“
-Ah … veramente … io non sono a casa …-
Deve aver percepito l’agitazione nella mia voce.
“-Bella? Tutto ok? Devo venire a prenderti?-“
-No James … non preoccuparti …-, improvvisamente
sento lo sguardo di Edward su di me, alzo gli occhi ed incontro i suoi.
-Senti James … io devo andare, ok?-
“-D’accordo … Ciao Bella!-“
-Ciao.-
Chiudo di fretta perché il viso di Edward è duro
e … deluso.
Restiamo in silenzio per un po’.
-Edward …-
Finalmente lui si muove, avvicinandosi.
I suoi passi sono fermi, decisi, nervosi … niente a che
vedere con i movimenti fluidi di qualche minuto fa.
-Tsk … Naturalmente …-, anche la sua voce
è dura.
-Cosa?-, chiedo intimidita … Dov’è il
MIO Edward?
-Naturalmente mi hai mentito!-, sputa fuori con rabbia.
-Ma che?-, sono confusa, completamente confusa.
-Non c’era nessun compagno, vero Bella?-
-Non capisco cosa tu stia blaterando … perché
avrei dovuto mentire? MentirTI? Non c’è nessun
uomo nella mia vita.-
-E ancora negli l’evidenza! Proprio come quattro anni e mezzo
fa!-
-Oddio!-, mi scappa una risata isterica,-Siamo di nuovo a questo?-,
chiedo esasperata.
-Tu mi hai mentito … allora come oggi: “Non
c’è nessuno” … Mentre eri di
là ha squillato il tuo cellulare … indovina chi
era? “James” … e la telefonata di poco
fa? Sempre “James” … Lo stesso
“James” di quella mattina!-
*ghiandole esocrine= sono quelle ghiandole del nostro corpo i cui
prodotti vengono secreti all'esterno, ad esempio le ghiandole
sudoripare, salivari e lacrimarie.
Allora? Dite la verità, non vi aspettavate questo tipo di capitolo! Iniziate a capirci qualcosa di più?
Vabbè come ho già detto devo scappare!
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
cons_10
Un
losco figuro con barba e baffi si affaccia allo schermo ... un
pesante cappello calato sui capelli castani, la carnagione
sorprendentemente chiara per una fine d'estate e un cappottone a
coprire tutto il corpo:
-Ehi voi? Avete voglia di uccidere l'autrice?-
No? Sicuri?
Ok allora tolgo il travestimento!
Ho fatto di nuovo tardi!
Non posso nemmeno
chiedervi scusa perché l'ho fatto talmente tante volte che
risulterebbe poco credibile ... vi dico solo la verità: l'ultimo
mese e mezzo è stato terribile ... sono riuscita ad andare al
mare solo per 4 giorni, il resto l'ho passato tra cimitero e ospedale
... fortunatamente gli ultimi 15 giorni sono nettamente migliorati, ma
devo anche studiare per gli esami all'università, tra l'altro!
Quindi ...
Lasciamo perdere, vi lascio a IL capitolo ... esatto proprio IL capitolo!
Capitolo 10
-Tu mi hai mentito
… allora come oggi: “Non c’è
nessuno” … Mentre eri di là ha
squillato il tuo cellulare … indovina chi era?
“James” … e la telefonata di poco fa?
Sempre “James” … Lo stesso
“James” di quella mattina!-
Non ci credo! La situazione sarebbe comica se non ci fosse
un Edward geloso che urla in giro per il suo appartamento …
No aspetta la situazione è comica … ma
anche snervante.
-Ecco perché te ne sei andata senza guardarti indietro:
c’era “James”!-, urla.
-Edward … ma sei ubriaco, o cosa?-, adesso anche il mio tono
di voce è alterato.
-No … non sono ubriaco … sono solo un illuso!
Jane aveva ragione: non ha significato nulla per te … Solo
un passatempo! Ecco perché te ne sei andata …
Andavi da “James”!-, il suo tono è
tornato più o meno normale, ma adesso le sue parole sono
ancora più intrise di sferzante disprezzo ed amarezza.
-Non andavo da nessuno …-, cerco di farlo ragionare.
-Una domanda, Isabella: tu eri senza automobile … come sei
arrivata a casa tua? Dall’altra parte della città?-
Oh oh … ma non ho intenzione di mentirgli.
-Ho chiamato James e mi sono fatta venire a prendere.-, dico.
-Visto? VISTO??? E tutta quella scenetta, che hai messo in atto? Ecco
il vero motivo per cui te ne sei andata!-
Ora sono stufa!
-IO me ne sono andata perché TU eri sposato …
SPOSATO!!!
Vuoi sapere di James?
Abbiamo avuto una storia, ok? Contento?
Ma è finita parecchi anni fa … Era finita
parecchio tempo prima di … noi. È durata sei
mesi, ok? E forse è vero: lui potrebbe provare qualcosa di
più per me … ma io lo considero un amico
… uno di migliori …-
Ho iniziato urlando, ma alla fine il mio tono è tranquillo e
… triste …
Perché non potevo innamorarmi di James? Me lo sono chiesto
un’infinità di volte …
Sarebbe stato tutto così semplice …
Invece … allora, come ora …
è solo lui: l’uomo che ho davanti.
Si passa le mani tra i capelli con foga, poi mi guarda.
-Bella … io non capisco … cioè tu te
ne sei andata perché ero sposato … Ma come facevi
a non sapere del matrimonio e della separazione? … Io questo
davvero non lo capisco!-
Passa di nuovo le mani nervosamente tra i capelli.
Sospiro: questo potrebbe essere un po’ imbarazzante.
-Rosalie non me ne ha mai parlato …-
Adesso è confuso, posso chiaramente vederlo sul suo viso.
-Aspetta … cioè … io mi rendo conto di
non essere il centro del mondo, ma non siete mai capitate in argomento?
Non avete mai ricordato il liceo?-
-Certo che sì!-
-E quando mi avete nominato Rose non ti ha mai parlato del matrimonio?-
-No … noi …-, sento le guancie in fiamme,
-Noi … non parlavamo mai di te … o
almeno ci provavamo … -
-E perché? Non pretendo di essere il fulcro della vita
altrui … ma non capisco …-
Prendo fiato e sputo fuori:
-Hosempreavutounacottaperteunaspeciediossessione-, apro gli occhi che
inconsciamente ho chiuso,- Pensavamo … più Rose
in realtà, io mi preoccupavo di smentire quella
verità … dicevo: pensavamo fosse meglio
richiamare alla mente il tuo pensiero il meno possibile, sì
insomma … distrarmi.-
-Ah-, questo è l’unico suo commento, prima di
sedersi accanto a me ed aiutarmi in una proficua attività:
fissare la parete dall’atro lato della stanza.
È lui il primo a rompere il silenzio, dopo una decina di
minuti.
-Quindi … io ero ossessionato da te, tu da me …
come due idioti ci siamo allontanati …-, il suo tono
è neutro ma dopo una piccola pausa torna confuso,-Ma io non
capisco … Perché andartene via?-, il suo tono si
è alzato alla fine e lui ora è in
piedi, mi da le spalle.
-Non capiresti …-, sussurro più a me
che a lui, rendendomi conto dell’enorme casino che abbiamo
creato.
-Spiegami! Spiegami! Bella per la prima volta proviamo a spiegarci!-,
ora è decisamente esasperato.
-Edward … perché? Perché tirar fuori
tutto questo? Vuoi davvero far del male ad entrambi?-
-Farci del male? Ci siamo già fatti del male! Ci siamo
feriti … Mi sono ferito, spesso e a più
riprese. Vogliamo parlare davvero di ciò che è
successo cinque anni fa? Ah, Bella?-, urla.
-Edward … -, cerco di smorzare i toni, ma lui mi interrompe
per riprendere sempre più infervorato:
-No Bella … No! Dobbiamo far finta che non sia accaduto
nulla? Dobbiamo continuare così?-, chiede con
un’improvvisa inflessione triste nella sua voce, che ormai
staranno sentendo anche i suoi vicini.
Deglutisco.
-Il … processo … Io devo essere obiettiva
… -, in effetti anche solo per questo non sarebbe il momento
per una “ricaduta da Edward”!
-Non mascherarti dietro il processo Bella! Anche prima …
Quando sei venuta, cercavi di non guardarti intorno-, la sua voce
adesso ha un volume più basso e anche il suo tono
è meno aspro, meno triste, diviene quasi dolce,-Bella, noi
.. noi per una manciata d’ore siamo stati felici.-, abbasso
lo sguardo imbarazzata, ma lui mi riprende, -Non siamo più
due ragazzini … Dobbiamo parlare Bella! Dobbiamo capire
… capirci. Ti prego.-
-Basta!-, inizio,- Smettila di fare la vittima. Di chi è la
colpa di tutto? Sei stato tu, quella mattina, ad avere un attacco di
gelosia! Sei stato sempre tu a non spiegare tutta la situazione!
È solo per questo che io ho frainteso!-, mi sfogo finalmente.
-Tu non mi hai dato modo!,- risponde alterato,- Hai urlato, hai pianto
e sei scappata via! Non mi hai risposto al telefono, per giorni! Mi hai
ignorato!-.
-Non volevo vederti!-, gli vomito addosso, come se non fosse ovvio,-Ti
odiavo! E odiavo me stessa … Io non volevo neppure pensare a
ciò che era successo! Sono scappata, ok?-
Non so come accade.
Un attimo prima stiamo urlando … forse eravamo troppo vicini
… Un attimo dopo le sue labbra sono sulle mie, dapprima
urgenti e avide, poi più delicate, dolci …
così tenere da far bagnare le mie ciglia di minuscole
lacrime.
Ci stacchiamo.
Vorrei guardarlo, vorrei poterlo guardare negli occhi, ma non posso
… perché non so cosa troverei …
perché so che questo bacio è stato un grave
errore … perché non riesco a mentirgli in questo
momento.
Le mie braccia, che erano salite sulle sue spalle, ricadono lungo il
mio corpo … il mio sguardo resta basso.
Le sue mani invece sono ancora su di me, sui miei fianchi, e sento il
suo sguardo addosso, che mi scruta.
Restiamo così, fermi e in silenzio, per quella che sembra
un’eternità, in realtà, lo so, sono
solo pochi minuti.
A riscuoterci è il cellulare di Edward, che squilla. Lo
prende.
-È Emmett-, mi comunica prima di rispondere.
La sua mano sinistra ancora sul mio fianco.
-Pronto … Sì … Certo …
Arriviamo subito.-, chiude la comunicazione e, finalmente (o purtroppo,
mi suggerisce la mia parte irrazionale) si allontana dal mio corpo.
-Rosalie ed Emmet ci stanno aspettando-, dice con voce dolce, -Andiamo
con la mia auto, poi torniamo a riprendere la tua: non abbiamo ancora
concluso la nostra discussione.-
Annuisco, afferro la borsa e in un attimo siamo nella sua auto.
Emmett POV
Naturalmente se Edward è spesso in ritardo e Bella
è una ritardataria cronica, non potevamo nemmeno sperare che
insieme potessero essere puntuali.
Chiamo il mio amico-
“-Pronto?-“
-Eddino … ho interrotto qualcosa?-
“-Sì.-“, la sua risposta laconica mi
incuriosisce … appena arriva dovrà
spiegarmi tutto!
-Sai che dovete venire a pranzo da noi?-
“-Certo …-“
-E allora?-
“-Arriviamo subito.-“
-Bene … sbrigatevi e non fate gli adolescenti in calore!-
Gli dico prima che riattacchi.
Rose mi lancia un’occhiataccia, mentre io ridacchio.
Magari quei due si decidessero una buona volta a finire insieme!
Non credo potrebbe esistere una coppia migliore … Mi spiace
un po’ per James, che ha preso una bella sbandata per la
nostra Bellina, ma sa che lei non lo amerà mai.
Impegnato in queste riflessioni non mi sono accorto che mia moglie ha
lasciato la stanza.
-Rose? Rose?-
-Che c’è?-, il suo tono nasconde una punta di
fastidio.
-Rose perché sei andata via?-, chiedo curioso.
-Emm non dovevi dire quelle cose ad Edward …-
-Perché?-, sono confuso.
-Perché quei due non possono stare insieme!-, sbotta
esasperata.
La guardo stralunato.
-Sai bene quanto me, tesoro, che sarebbero una coppia stupenda.-,
indugio, poi riprendo,-Noi non abbiamo mai parlato di loro …
per non metterci in difficoltà l’un
l’altro, ma … io credo che Edward la ami
… e Bella?-
Mi guarda e poi lascia andare un sospiro.
-Certo … anche lei … ma loro …-,
sbuffa e cambia ancora stanza.
-Rosellina? Angelo della mia vita? Mogliettina mia adorata?- ,la chiamo
seguendola nella stanza di nostra figlia.
-Che c’è?-, dice guardandomi, la squadro bene.
-Tesoro … sei di nuovo incinta?-
-Cosa?-, quasi urla strabuzzando gli occhi.
-Beh … tutti questi cambiamenti d’umore
…-, dico scollando le spalle.
-No, Emm … è che … non posso
più evitare di dirtelo … Ok.-
Sto cercando disperatamente di capirci qualcosa quando suona il
campanello e Rose si precipita ad aprire, aperta la porta praticamente
sequestra la sua amica, lasciandomi solo con Edward.
-Ciao anche a te, Rosalie!-, le dice ironico Edward, ancora sulla porta.
Intanto dopo un veloce saluto con la mano (mia moglie sta impazzando!)
la sento discutere con Bella: “Si può sapere cosa
ci facevi da lui?”
Io ed Edward intanto andiamo in sala da pranzo. Due minuti dopo le
ragazze sono da noi, ma Rose è strana.
-Mi sembra di essere ritornato indietro nel tempo, stando qui tutti e
quattro insieme, senza i bambini!-, noto prima che ci accomodiamo a
tavola,-Eddy ma Adam è con sua madre?-, a quella domanda
vedo Bella irrigidirsi.
-No, è con Esme … E non chiamarmi
“Eddy”, lo sai che lo odio.-
-Bella invece C…- mia moglie mi trascina via con una scusa.
Siamo in cucina e la guardo confuso.
-Allora Emmett devi sapere una cosa: Edward e Isabella sono stati a
letto insieme …-
-COSA?????????-, urlo.
-Shh … abbassa la voce e farmi finire: è successo
cinque anni fa …-
-Aspetta … È Edward il padre
di Charlotte? Stai per dirmi questo?-, annuisce,- E scommetto che lui
non lo sa.-, annuisce ancora, poi parla:
Bella glielo dirà dopo il processo … Quindi acqua
in bocca! Charlotte non esiste!-, sto per ribattere ma lei mi assicura
che mi spiegherà tutto dopo.
Torniamo dai nostri amici, che intanto sono seduti sul divano.
-Emm sei sempre il solito esagerato! Perché hai urlato?
Intendo: per un bacio?-, chiede Edward, lievemente imbarazzato.
Lo sguardo di Bella invece è spaventato mentre Rose chiede:
-Quale bacio????-
-Non gli hai detto questo? Emmett non ha urlato per questo?-, Rose fa
un cenno di diniego e lui guarda Bella,-Non stavate parlando di questo
appena arrivate?-, un'altra negazione,-Non le hai detto del nostro
bacio?-
Così Rosalie trascina di nuovo via la sua migliore amica.
“Ma sei impazzita?” si sente dall’altra
stanza.
Io intanto guardo il MIO migliore amico.
-Edward, non hai mai risposto ad una mia domanda : La ami?-
-Non ho mai risposto perché era una domanda sciocca
… io l’ho sempre amata, non ho amato
nessun’altra come lei … e non potrò mai
farlo.-
-Allora andrà tutto bene, vedrai amico mio!-
Eccoci alla fine del cap
... spero di non aver deluso nessuno, ma per me questo capitolo era
essenziale, e doveva esserci proprio così "strano".
Che ne dite del POV di Emmett?
Fatemi sapere!
Non l'ho fatto prima ma
non mi sono dimenticata di tutti voi che leggete la storia: ben 500
visite, nè di chi l'ha messa tra le seguite, le ricordate o le
preferite, così come di chi mi ha messo tra gli autori
preferiti! VIi ringrazio! Immensamente! E ancor di più dico
GRAZIE a chi ha commentato lo scorso capitolo!
Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma purtroppo la vita incombe!
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
cons_10
Tadan!
Dite la verità ... non ci credete neanche voi! Un capitolo a
meno di un mese dall'altro! Sono stata proprio brava stavolta!
Finalmente in questo capitolo si capisce tutta la scombinata storia di Edward e Jane! Era ora, direi!
Ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano e
recensiscono la storia: avere il vostro sostegno mi rende sempre felice!
E grazie tantissimo a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti! Ne sono stra-lusingata!
Adesso vi lascio al capitolo!
Capitolo 11
Il pranzo da Rose ed Emm è andato discretamente bene … considerando com’è iniziato!
Appena arrivati infatti mi ero dovuta sorbire un piccolo interrogatorio
da parte della mia amica. Interrogatorio a cui avevo deciso di non
rispondere, tagliando corto con un: “Ero da lui perché
dovevo parlargli.”
Ben più aspra era stata la reazione dopo che Edward si era lasciato sfuggire il “particolare” del bacio.
-Ma sei impazzita?-,aveva urlato.
-Rose … calmati …-,
avevo bisbigliato e lei, nonostante il suo sguardo continuasse a
lanciarmi fulmini e saette, aveva abbassato la voce.
-Bella sul serio: cosa diavolo ti è passato per la mente? Andare da lui e baciarvi? E Adam? E Charlotte?-
A quel punto ero esplosa, pur modulando il volume della mia voce in modo che i due uomini in salone non ci sentissero.
-Certo! Perché io sono andata
da lui appositamente per baciarlo! Ma stai scherzando? È
capitato! Diamine! È capitato! Credi non mi odi per questo? Beh
allora sbagli! Dio Rose! Non so nemmeno come sia accaduto … un
momento eravamo lì ad urlarci addosso, uno di fronte
all’altro, e quello dopo ci stavamo baciando. Io so … SO
… che è stato un ENORME errore … ma è tutto
così difficile … e io credevo d’esser guarita
… GUARITA da quell’ossessione, e invece … invece
è bastato non essere più così impegnata ad
odiarlo, abbassare per un attimo la guardia, farsi trascinare solo dal
momento senza pensare “se sapesse” o “dovrei
dirgli” … per una frazione di secondo, solo una, senza
rimpianti, rimorsi e sensi di colpa … sono finita di nuovo tra
le sue dolci spire intossicanti … Io … io …-, ero
esausta molto più che esasperata da quella situazione.
Rosalie, con le lacrime agli occhi, mi strinse a sé; solo dopo essersi staccata mi parlò:
-Scusa Bella … ti mostri
sempre così forte che a volte dimentico quanto in realtà
tu sia fragile, perdo di vista quanto tutto ciò possa divorarti
… Scusa … Scusami, amica mia.-
Dopo questo eravamo tornate di
là e tutto si era svolto in modo più naturale, eccezion
fatta per l’imbarazzo che mi attanagliava quando incrociavo lo
sguardo allegro della mia ossessione di sempre.
Ora siamo tornati a casa di Edward.
Il viaggio di ritorno è stato estremamente silenzioso, ma quando
sono scesa dall’auto e invece di seguirlo mi sono avvicinata alla
mia Edward mi è coso dietro e, afferratomi il polso, mi ha
chiesto di salire.
Ecco perché ora siamo di nuovo in questo maledetto salotto, in
cui sembra debbano iniziare tutte le svolte della nostra storia.
“Ma quale storia?”
Giusto : tra di noi non c’è alcuna storia … non c’è niente.
C’è solo una dolcissima bambina di 4 anni e mezzo.
Scuoto la testa per scacciare questi pensieri, preparandomi ad
affrontare un nuovo atti di … qualsiasi cosa ci sia tra
noi.
Purtroppo però lui nota il mio movimento.
-Che c’è?-, mi chiede.
-Nulla … pensavo.-
-A noi vero?-, chiede in un fiato solo; sono confusa.
-No. Non esiste alcun “Noi”.-
-Ma …-, si avvicina, la mano tesa per toccarmi la spalla.
Scuoto la testa e mi allontano.
-Edward dobbiamo parlare, no?-.
È così che mi ha detto prima di salire, guardandomi con
occhi così limpidi e allo stesso tempo profondi da sembrare
ipnotici.
Annuisce, ma resta in silenzio.
-Quindi? Parla. Vorrei cercare di capire meglio alcune cose
… Ho capito più o meno perché tu e Jane vi
siete sposati, ma cosa c’entro io invece con il tuo divorzio?
Inoltre vorrei capire perché al matrimonio di Rose e Emm ti sei
comportato in quel modo, pur essendo sposato. E perché tu e
Emmett non vi parlavate … Cosa c’era nella lettera
…?-
-È un interrogatorio?-, ridacchia.
-Io sono seria. Vuoi parlare? Bene: spiega.-
-Ok … -
-Aspetta … -, lo blocco e prendo un bel respiro,- Tu finora non hai mai detto di … hai amato Jane?-
Un lampo di sorpresa nei suoi occhi; scuote la testa e un sorriso amaro si disegna sulle sue labbra.
-Le ho voluto bene … molto, ma non l’ho mai realmente amata …-, risponde in un sussurro deciso.
-Allora perché farci un figlio? Credevi che l’affetto
potesse bastare a mandare avanti un matrimonio? A volte persino
l’amore è troppo poco.-
Il sorriso amaro non ha lasciato il suo volto.
-Hai ragione Bella …-, sospira,- Adam … Vedi io amo
… AMO dal profondo del mio cuore Adam, e ho sempre desiderato
diventare padre …-
-Questa non è una buona ragione …-, inizio ma lui mi blocca.
-Fammi finire, ok?-, annuisco e lui continua,- Quando ho saputo che
Jane era incinta per me è stato una specie di shock … il
nostro matrimonio era in crisi, avevo appena scoperto che mi tradiva
con Demetri … invece, per lo stesso motivo per cui mi ha
sposato, Jane aveva smesso di prendere la pillola qualche mese prima, a
mia insaputa: mi ha incastrato, di nuovo, per i soldi, aveva paura che
non gliene dessi abbastanza dopo il divorzio.
Ma saputo del bambino io feci un passo indietro cercando si risollevare
il nostro matrimonio. Lei invece ormai aveva l’assicurazione
sulla vita che le serviva: ecco cos’è per lei Adam!
Per convincermi a concederle il divorzio mi raccontò che
sposarmi era solo un modo per realizzare gli intenti dei suoi genitori
e che mi aveva tradito per anni, sempre con Demetri, che era il suo
ragazzo prima che iniziassimo a uscire insieme: l’unico che lei
avesse mai amato. Mi spiegò anche che aveva sempre avuto
intenzione di chiedere il divorzio, stava aspettando solo il giusto
momento, che per lei era dopo la nascita di nostro figlio,
perché grazie agli alimenti che le avrei versato lei e il suo
“amato” avrebbero vissuto una vita perfetta.-
-E perché non hai cercato di avere l’affidamento? Sapevi
di che pasta fosse tua moglie!-, lo rimprovero indignata e inorridita
da ciò che è divenuta Jane.
-Non hai capito … Io non volevo nemmeno concederle il divorzio
mentre lei aveva bisogno che fosse consensuale per aver maggiori
benefici … e alle sue condizioni … -, mi spiega
visibilmente alterato, alzandosi in piedi e iniziando a camminare
avanti e indietro per la stanza, furiosamente.
-Se non volevi più divorziare … cosa ti ha fatto cambiare idea?-, chiedo cercando di non attaccarlo.
Lui ha certamente fatto la sua parte di errori, ma non mi sento di condannarlo.
-Tu.-, dice guardandomi dritta negli occhi e facendomi arrossire.
Distolgo lo sguardo.
-E poi?-, riesco a chiedergli dopo qualche minuto.
-Intendi quando le ho concesso il divorzio?-, annuisco,-Io volevo
l’affidamento ma sarebbe stato impossibile ottenerlo …-
-Non potevi far leva sul fatto che lei ti avesse tradito?-, gli chiedo,
ma ancora una volta quel sorriso amaro è lì a indurire i
suoi lineamenti.
-L’ho fatto anche io, no? E lei lo sapeva … non so come ma
aveva scoperto di noi, e mi ha detto che l’avrebbe portato in
tribunale e … ad ogni modo lei poteva offrire al bambino
un ambiente stabile,lei aveva una relazione con Demetri; io invece
sarei risultato come un uomo in cerca della storia di una notte
…-
Porto le mani alla bocca, mortificata.
-Se io non fossi scappata …- sussurrò.
Se io non fossi scappata, se fossi restata accanto a lui, Edward
avrebbe potuto avere delle speranze di ottenere l’affidamento, se
solo gli fossi stata accanto … di certo si sarebbe presentato in
un modo molto diverso. E Adam non avrebbe sofferto per la mancanza
d’amore.
Lui si avvicina e si abbassa fino a prendere il mio viso tra le mani.
-Non è colpa tua … Io non immaginavo … Non credevo
che Jane potesse non amare suo figlio … o amarlo in questo modo
perverso : ancora non riesco a realizzare che non lo ami, ma per come
lo tratta sembra proprio così … -
Si allontana di nuovo.
-Io avrei dovuto capire … sono un medico … e Jane
presenta un forte disturbo bipolare, causato dalle soffocanti pressioni
dei suoi genitori … Ma trattare nostro figlio in questo modo,
senza alcuna considerazione: proprio lei che non ha ricevuto che
biasimo dai suoi genitori … Ero cero potesse essere migliore di
loro, che potesse amare Adam …-
Mi alzo e lo raggiungo cercando di distrarlo dai suoi sensi di colpa:
-Jane ha detto che hai deciso di concederle il divorzio a causa mia
… lei ha detto …-, mi blocco imbarazzata di fronte a lui.
-Cosa? Che l’ho fatto per essere libero di stare con te?-, il suo
tono è basso e roco, le sue dita mi accarezzano delicatamente la
nuca, ma mentre il suo volto esprime malizia i suoi occhi sono
imbarazzati … sta di nuovo fingendo di essere quello che era un
tempo, come mi ha spiegato poche ora fa.
-Sì … -soffio sulle sue labbra accorgendomi di essergli troppo vicina.
Poi accade qualcosa che non mi aspettavo: per la prima volta è lui ad allontanarsi.
-Per quanto riguarda il matrimonio di Rose e Emmett … -,
riprende come se non fossimo stati sul punto di baciarci di nuovo,-
Ricordi quanti anni fa è stato?-
-Quasi sette anni fa ormai-, annuisce.
-Esatto:il mio matrimonio era sull’orlo del naufragio e ancora
non sapevo di Adam … il giorno dopo avevo appuntamento con il
mio avvocato per iniziare la pratica di divorzio … o
annullamento.-
-E tu ed Emmett?-
-Beh ecco … -, passa la mano destra tra i capelli …
-Scusa, ma è imbarazzante … Quando io e Jane abbiamo
iniziato a uscire insieme come amici … non frequentavamo buone
compagnie né posti molto raccomandabili e a quanto pare Emmett
mi “spiava” tramite un vostro amico, Jane lo conosceva, un
certo Jasper credo …-, in effetti avevo io stessa presentato
Jasper e Jane il primo anno all’università,- E questo
ragazzo sembrava sapesse sempre dove fossi, lo comunicava a Emm, che a
sua volta chiamava i miei genitori adottivi, che venivano a recuperarmi
ubriaco fradicio … Io non volevo quest’aiuto, e io e Jane
ci convincemmo che Emmett fosse una specie di nemico che congiurava con
i miei per non farci divertire … In quel periodo si creò
anche una profonda frattura tra me e gli unici genitori rimastimi,
frattura sanata solo recentemente … ecco perché Adam non
porta il mio cognome, non volevo che un mio figlio dovesse avere la mia
stessa maledizione: portare il cognome di quelli che vedevo come
spodestatori … non erano i miei genitori e invece si volevano
spacciare per tali ed interferire nella mia vita, ecco perché
nel contratto prematrimoniale stabilimmo che dei nostri eventuali figli
avrebbero portato il cognome Smith, del resto sarebbe stato assurdo
usare Masen, visto che nemmeno io lo usavo più … poi ho
scoperto che anche questo era un desiderio dei miei ex suoceri: avere
un erede col proprio cognome!-, sputa l’ultima frase come se
fosse veleno e mi rendo conto che effettivamente i desideri contorti
dei signori Smith non hanno avvelenato solo la mente della figlia, ma
anche la vita di Edward, e che forse siamo ancora in tempo per
sottrarre Adam da questo perverso domino.
-Sto facendo la figura dello stupido …mi sono fatto ingannare da
una ragazza e dalle mire dei suoi genitori!-, lo raggiungo.
-Edward … tu hai solo dovuto affrontare momenti difficili, ma ne
sei uscito e riuscirai a tirarne fuori anche Adam. Io farò tutto
il possibile per aiutarti.-, gli accarezzo la guancia non perfettamente
rasata e mi ritrovo ancora una volta a meno di un centimetro dalle sue
labbra, e lui si allontana di nuovo.
Vorrei chiedergli perché … perché non mi ha
baciata. Io ho i miei motivi per volerlo tenere a distanza, ma lui
…
Sto per parlare ma il campanello suona, quando Edward apre la porta
appare una donna a dir poco meravigliosa, che lo saluta con un veloce
bacio sulle labbra.
Di fronte a me un tornado dai lunghi boccoli rossi e qualche lentiggine.
La pelle è così bella da sembrare intinta in latte e
fragole, gli occhi talmente chiari da ricordare una sorgente
d’acqua fresca.
Il sorriso è franco e i suoi movimenti fluidi.
Questa donna è l’esatta reincarnazione di Venere, nemmeno
Rose può competere con la sicurezza e l’eleganza dei suoi
modi … forse sarebbe splendida anche se non fosse alta un metro
e ottanta, o se non avesse un vitino vespa, o se i suoi fianchi
perfetti non fossero fasciati da uno stupendo paio di jeans taglia 40,
o la candida camicia sbottonata fino a far intravedere la pelle ancor
più chiara del suo decolté!
Forse sarei comunque insignificante messa a confronto con lei.
-Tesoro sono venuta il prima possibile, ma avresti dovuto avvertirmi
prima … è l’ultima volta che corro appena tu
chiami!-, conclude facendo la linguaccia ad Edward. Credo non mi abbia
ancora notata.
-Vic …-, Edward si volta verso di me e così fa lei, mi sorride.
-Non sapevo che avessi visite! Mi costringi ad intromettermi tra voi!-, dice in tono scherzoso.
Si avvicina e mi tende la mano mentre noto i particolari: i bassi
stivali di camoscino che si abbinano al gilet, i semplici orecchini di
perle, il braccialetto d’argento semirigido e lo smalto
trasparente sulle unghie.
-Piacere io sono Victoria, per gli amici Vic!-, dice mentre stringe la mia mano.
-Io sono Isabella.-, un altro sorriso e si accomoda sul divano.
-Edward, caro, avresti dovuto dirmi che avevi compagnia … è il momento sbagliato, vero?-
-No, Vic … veramente …-, inizia lui e io capisco l’antifona.
-Me ne vado subito. Ci vediamo Edward … È stato un piacere Vic.-
Mentre sto per andarmene vengo bloccata da Edward.
-No, aspetta.-, lo guardo interrogativa e lui mi trascina di fronte a
Victoria facendole segno di alzarsi in piedi,- Bella, lei è
Victoria Strong, il mio avvocato … Vic, lei è
… beh … lei è Bella.-
Non so perché ma Victoria mi guarda completamente shockata.
-Tu sei Bella? La Bella che ha frequentato il liceo con Edward ed
Emmett?-, annuisco e lei scoppia a ridere,- Oddio! Sei davvero tu!-, mi
abbraccia, poi si allontana di qualche passo e mi osserva
attentamente,-Che peccato: non posso proprio mettermi tra di voi!-,
sono abbastanza confusa, ecco perché lei mi spiega:- Edward non
me lo perdonerebbe mai.-
-Bella smetti di lambiccarti il cervello: Vic è lesbica.-, credo di avere la mascella slogata.
-Ma … è così bella!-, sono totalmente spiazzata … ecco perché blatero senza senso.
-Grazie!-, risponde ammiccando,- Ma come ho detto … non posso
mettermi tra di voi … questo musone mi odierebbe!-, scherza e
poi mi tende di nuovo la mano,-E così tu ci aiuterai a farla
pagare a quella strega, vero? Benvenuta a bordo.-
Abbiamo passato più di un’ora a discutere su quella che
sarà la mia testimonianza e in sostanza la nostra strategia
sarà solo una: la sincerità!
Jane potrebbe tirare in ballo quello che è accaduto tra me ed
Edward cinque anni fa, per rendermi un testimone poco affidabile,
perché di parte, ma ovviamente il problema non sussiste essendo
io all’oscuro del rapporto di parentela tra il bambino ed Edward
fino a poco fa. Inoltre Vic vuole raccogliere in merito le
testimonianze di Leah e Sam, per fugare ogni dubbio.
Vic mi ha spiegato come devo parlare, quali parole possono essere
più persuasive in tribunale e per quale abbigliamento optare per
esercitare a livello inconscio una maggiore credibilità.
È uscita da un paio di secondi.
-Wow! È un peperino!-, dico.
-Già! È così da quando la conosco, circa quindici
anni. E sì, prima che tu lo chieda, ha sempre odiato Jane.
Diceva che era inquietante e che ad ogni modo non era giusto che stessi
con qualcuno che non amavo.-
-Beh non posso dire di essere in disaccordo.-
Si siede accanto a me sul divano e pochi secondi dopo sta ridendo a crepapelle. Lo guardo in attesa di una spiegazione.
-Scusami … è che … è che tu … tu
credevi che avesse una storia con me …-, dice tra una risata e
l’altra,- Victoria …! E invece lei stava provandoci con
te! Oddio!-, ride ancora e quel suono è così pieno da
essere trascinante, e mi ritrovo ad unirmi a lui, ridendo
scompostamente.
Dopo un infinità di risate siamo finalmente seri; controllo
l’ora: devo tornare a casa, tra poco mia madre riporterà
Charlotte e non voglio che il solito interrogatorio pre-partenza
abbia come argomento”dove sei stata tutto il giorno”.
-Io devo andare, adesso.-, lui annuisce.
Prendo la mia borsa.
-Aspetta ti accompagno alla porta!-
Siamo già lì e mi volto per salutarlo … ora che
siamo di nuovo così vicini vorrei chiedergli perché non
mi ha baciato, prima; perché si è allontanato, quindi mi
sbrigo ad uscire da quell’appartamento prima di dire qualcosa che
non devo.
-Bella?-, mi chiama e mi volto, trovandomi stretta tra le sue braccia
in un abbraccio stritolatore. Mi da un bacio sulla guancia sinistra, e
sussurra:
-Non ti ho baciato perché non volevo più metterti in
difficoltà … anche se sappiamo entrambi che avrei dovuto
… e che avresti voluto. Ma non fa nulla … lo farò
quando avremo risolto questa questione … Non potrai più
scapparmi Isabella.-, poi mi lascia finalmente andare via.
Eccoci alla fine del cap
... adesso si sarà finalmente capito un po' di più di
tutta questa storia incasinata, no? Spero di sì! Fatemi sapere
cosa ne pensate!
Un bacio,
Serena
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
cons_12
Allora per prima cosa è mio dovere scusarmi per l'attesa.
Ringrazio tutti voi che leggete questa storia, chi la commenta, chi
l'ha inserita tra le seguite, le preferite e e le ricordate, e chi mi ha
inserito tra i suoi autori preferiti.
Oggi sono un po' più formale ... perché il
capitolo che
state per leggere è importante, forse il più
importante e
per quanto iio sapessi perfettamente cosa scrivere non è
stato
semplice metterlo su foglio e concermi che la mia scelta possa essere
giusta. Questa è la "scena madre" della ff, nel
momento in
cui decisi, alla fine di Ossessione di sccrivere il seguito
questa scena era ben presente nella mia mente, ancor prima di creare la
story line di Edward sapevo che Bella sarebbe arrivata al banco dei
testimoni, prima ancora di saper bene il perché.
Come avrete capito questo è il capitolo dell'atteso processo
e ... basta con le mie ciance, vi lascio al capitolo.
Capitolo 12
È passato esattamente un mese dal mio primo incontro con
Victoria Strong ed è ormai arrivato il giorno del processo.
Ho indossato, secondo le indicazioni della donna, un paio di ballerine,
dei jeans non troppo attillati e una semplice camicia bianca, i capelli
stretti in una coda bassa e un filo di trucco.
-Dovrai apparire come una ragazza acqua e sapone, rassicurante.- la
osservavo seria, annuendo alle sue parole.
-Vic … Bella è una ragazza acqua e sapone
…-
-Edward per favore!-
Eravamo di nuovo a casa Cullen, ma stavolta c’era anche Adam.
-Vic …-, lei sbuffò e si rivolse al bambino.
-Adam puoi andare a prendermi quei disegni che volevi farmi vedere?-
In risposta il bambino sorrise, scappando nella sua stanza.
-Ve lo spiegherò solo una volta perché abbiamo
poco tempo
prima che Adam torni di qui … Edward apri bene le orecchie:
Jane
tirerà sicuramente in ballo quello che
c’è stato
tra di voi e cercherà di descrivere Bella come una
spodestatrice
che vuole rubarle la famiglia … e noi sappiamo bene che
è
un’ottima attrice … -, probabilmente avrebbe detto
altro,
ma Adam era appena tornato.
Ci siamo incontrati molte volte, io, Edward, Adam e Victoria. E tutte
le volte siamo arrivati a ripetere quasi a memoria le stesse cose.
Ho imparato a fidarmi della donna e un paio di giorni fa stavo anche
per confessarle dell’esistenza di una figlia mia e di Edward.
-Allora direi che siamo pronti per affrontare il processo-, aveva
esordito Vic.
-Eravamo pronti anche un mese fa, secondo me …-,
sbuffò Edward scomodamente seduto sulla sedia.
Avanti a noi c’erano un mucchio di carte, che continuavamo a
consultare, ma di cui l’unica a capirci qualcosa era la rossa.
-Silenzio Cullen! Sei pedante quando fai così!-
-Io invece credo che tu volessi solo rivedere Bella!-,
cacciò la
lingua come se avesse solo dieci anni, scoppiai a ridere.
-E tu no?-, provò lei, mentre la mia risata si spegneva per
l’imbarazzo.
-Certo!-, rispose sfacciato.- Ma lei sarebbe comunque venuta qui per
poter descrivere il mio rapporto con Adam, quindi …-, ad
interromperlo fu proprio il bambino che seduto sul divano a qualche
metro da noi, lo chiamò.
-Ah! Quasi dimenticavo … dille della minaccia.-,
buttò lì.
-Bella … di cosa parla?-, mi chiese immediatamente Vic,
mentre osservavamo padre e figlio divertirsi.
-Sì … Jane è venuta da me, il giorno
in cui poi
noi due ci siamo conosciute, e mi ha detto: “Non
intrometterti
… altrimenti ti distruggerò, lo giuro! Sono
abbastanza
ricca per poter pagare il migliore avvocato della città,
distruggere la tua vita e restare sorridente a guardare!”-,
lei
pensò un attimo prima di parlare.
-Bella … tu … c’è qualcosa
che lei potrebbe
usare contro di te? Per minare la tua credibilità?-
-Qualcosa come un’ amica morta assassinata per mano mia?-,
scoppiò a ridere.
-Pensavo più a una notte d’amore con
l’ex di questa
tua amica.-, ammiccò mentre io arrossivo furiosamente,
suscitando in lei un altro scroscio d’ilarità.
Per sfuggire al suo sguardo posai gli occhi sulla coppia che rideva
poco distante da noi.
Erano stupendi.
In passato ero stata certa che non potesse esistere al mondo un padre
migliore di Emmett, ma era solo perché non avevo mai visto
Edward con suo figlio: era affettuoso, gioviale ed entusiasta di ogni
momento che passavano insieme, era dolce eppure pronto ad essere severo
nei momenti in cui ce ne era bisogno.
Io avevo un segreto: era Charlotte e in quel momento, guardando Edward
con Adam fui tentata di confidare a Victoria la verità
…
ma a che pro? Rischiavo solo che lei lo dicesse ad Edward e non era il
momento … l’avrebbe saputo qualche giorno dopo.
Siamo davanti alla porta dell’aula di tribunale, in largo
anticipo.
È venuta a prendermi Victoria stamattina a casa,
perché come al solito, nei momenti clou, la mia automobile
mi ha
abbandonato e decisamente non era il caso di farmi dare un passaggio da
James che invece resterà a casa mia con Charlotte.
Edward naturalmente era già qui quando siamo arrivate, e
mancavano due ore al processo!
Il processo procede come previsto: richieste, domande, obiezioni
…
Edward ha raccontato la sua versione dei fatti, la vera versione dei
fatti; Jane ne ha raccontata una in cui Adam cerca solo di attirare
l’attenzione su di sé e per questo esagera gli
avvenimenti
…
È il momento della mia testimonianza.
Mentre mi siedo al banco dei testimoni posso vedere tutta
l’aula:
è enorme e proprio per questo appare semideserta, anche se
dietro Edward, accanto al mio posto vuoto sono seduti Rosalie ed
Emmett, che hanno lasciato i bambini con Alice e Jazz, accanto a loro
Esme e suo marito, Carlise. Al lato opposto, dietro Jane
c’è solo quello che mi è stato indicato
come
Demetri, che ho subito riconosciuto come l’uomo moro che
spesso,
prima di tutta questa storia, veniava a prendere Adam a scuola.
I miei pensieri sono interrotti dalla voce di Victoria.
-Signorina Swan, potrebbe spiegare come ha capito il disagio del
piccolo Adam?-
-Certo. Adam è sempre stato un bambino molto chiuso,
solitario e
silenzioso, ma estremamente dolce, così dopo che si
è
confidato con un’amichetta ho convocato sua madre, ma lei non
si
è mai presentata, così io e la preside della
scuola
abbiamo ricorso all’aiuto di un investigatore privato per
rintracciare il padre del bambino.-
-Lei conosceva da tempo il dottor Cullen … sapeva che fosse
lui il padre di Adam?-
-No, anzi. Per me è stata una sorpresa quando me
l’hanno detto.-
-Chi glielo ha detto?-
-È stato il nostro comune amico Emmett. Quando ho convocato
a
scuola il padre di Adam, Edward ha avuto un’emergenza in
ospedale
e all’ultimo momento non si è potuto presentare,
così ha mandato il nostro amico … nemmeno lui
sapeva che
io fossi la maestra di Adam.-
-Signorina lei è anche la garante scelta per verificare le
interazioni tra padre e figlio… cosa può dire a
riguardo?-, annuisco lentamente.
-Ho osservato Adam e suo padre passando molto tempo con loro: il
rapporto si è facilmente rinsaldato ed approfondito. A
scuola ho
invece potuto notare che il bambino ha iniziato ad aprirsi
considerevolmente con gli altri bambini e ad essere meno triste e solo.
-Quindi secondo lei la presenza del padre è un fattore
rasserenante e positivo nella vita di Adam?-
-Decisamente sì.-, concludo più che mai convinta.
In pochi minuti ho reso la mia testimonianza.
Sapevo già cosa avrei dovuto dire, lo sapevo talmente bene
che avrei potuto recitarlo a memoria.
È stato come estraniarmi, recitare la mia parte perfetta,
per quanto non abbia detto altro che la verità …
Eppure mi sono sentita attrice e sceneggiatrice di me stessa.
Il difficile però arriva adesso, solitamente. Io
però sono preparata.
Il rumore dei tacchi di Victoria che si allontana è come lo
squillo dell’adunata militare. So quello che devo fare, ma
devo
comunque stare all’erta.
Finalmente mentre si siede Victoria Strong torna ad essere
semplicemente Vic, con i capelli resi completamente lisci che per un
secondo guizzano nell’aria come fiamma, e lo sguardo che arde
di
determinazione.
Intanto l’altero e snob avvocato di Jane si avvicina a me.
Avrà la mia stessa età, più o meno,
indossa un
completo nero firmato, una camicia candida e la cravatta a fasce
oblique che scendono dalla sua destra celeste cielo e nere,
intervallate da delle linee bianche.
-Signorina Swan … lei conosce da molto tempo il signor
Cullen?-
-Sì.-, confermo.
-Da quando?-
-Dai tempi del liceo:eravamo compagni di classe.-
-E negli anni non si è tenuta in contatto con lui, esatto?-
-Esatto.-
-Precisamente mi risulta che i vostri rapporti si siano improvvisamente
interrotti ai tempi dell’università …
così
come con la signora Smith.-
-Infatti.-
-Quando vi siete rivisti?-
-Più o meno sette anni fa, al matrimonio di alcuni amici.-
-Sette anni fa? Guarda caso coincide con la crisi del matrimonio tra il
dottor Cullen e la sua ex moglie.-
-Obiezione! L’affermazione è tendenziosa.-,
interrompe posata VIc.
-Ritiro l’affermazione-, disse lo
“squalo” che avevo di fronte.
-Ad ogni modo, signorina, dopo di ciò quando vi siete
incontrati di nuovo?-
-Cinque anni fa, più o meno.-
-Sa che dopo il vostro incontro il signor Cullen ha finalmente concesso
il divorzio alla mia cliente-, scrutando dietro le spalle
dell’avvocato cerco lo sguardo di Edward.
-L’ho saputo da poco.-
-In quell’occasione l’incontro tra lei e il Dottore
è stato una banale e semplice rimpatriata tra vecchi
amici?-,
arrossisco di botto, negando.
-È giusto dire che abbiate vissuto una notte di passione?-,
la
mia voce trema e sento gli occhi di tutti addosso mentre confermo. Lo
sguardo che però brucia sulla mia pelle è quello
di
Edward.
-La vostra … “storia” non ha mai avuto
seguito … Sa dirmi il perché?-
-Non sapevo che fosse sposato … quando l’ho
scoperto non sono stata molto entusiasta della cosa.-
-Quindi non sapeva nemmeno della separazione in atto? O della richiesta
di divorzio? Né dell’esistenza di Adam?-
-È esatto … sono cose che ho scoperto da
pochissimo.-,
l’uomo annuisce lentamente dandomi le spalle, quando si volta
il
suo sguardo è freddo e il suo volto duro.
-Sa dirmi il nome della bambina con cui Adam si sarebbe sfogato?-
Sento le voci di Victoria ed Edward parlottare tra di loro.
L’avvocato di Jane, per la prima volta dall’inizio
del mio
interrogatorio, si sposta liberandomi la visuale e permettendomi di
guardare cosa accade dalla “mia” parte
dell’aula.
Edward prende i documenti delle deposizioni e li osserva, Vic allunga
le mani e scuotendo la testa gli dice qualcosa, probabilmente che non
troverà quel nome.
-Vic non sarà necessaria la testimonianza della bambina che
mi
ha parlato del problema, vero?-, le avevo chiesto un pomeriggio mentre
eravamo stranamente sole.
-No Bella, il disagio di Adam era visibile a tutti e comunque si
preferisce coinvolgere il meno possibile i minorenni in aula. La
bambina potrebbe anche non esistere.-, mi aveva spiegato
l’avvocato.
-Allora?-, l’uomo è lontano da me, avanti il banco
dove siede Jane, ma sento il suo fiato sul collo.
Lentamente si avvicina.
-Obiezione! È irrilevante!-, dice confusa Vic, forse
preoccupata
dall’espressione terrorizzata che sento scolpita sul mio viso.
-Tutt’altro.- continua il suo collega e dopo un cenno si
assenso del giudice incalza:
-Le ricordo che è sotto giuramento, signorina.-
Scorgo gli sguardi spaventati di Emmett e Rose e quello trionfante di
Jane.
-Charlotte Tony Swan-, dico in un soffio. Intravedo Victoria aggrottare
le sopracciglia e rivolgersi ad un confusissimo Edward.
-Swan?-, il tono è fintamente sorpreso,-Ha il suo stesso
cognome? Siete imparentate?-
-È mia figlia.-, adesso Vic ha gli occhi sbarrati, ma non
oso
guardare verso Edward che immagino abbia la stessa espressione.
-E quanti anni ha sua figlia?-
-Quattro e mezzo.- e mentre rispondo già so che se questa
storia
è uscita fuori Jane già sa chi è il
padre di mia
figlia, e non mi importa scoprire come l’abbia saputo, voglio
solo trovare la forza per rispondere alla prossima domanda e affrontare
tutto ciò che ne conseguirà.
Ora realizzo che è a questo che si riferiva Jane con la sua
minaccia.
Intanto l’avvocato allunga la mia agonia chiedendomi dove sia
adesso mia figlia.
-A casa con un mio caro amico.-passano alcuni secondi, o forse alcuni
minuti, di silenzio.
La prossima domanda distruggerà il rapporto tra me ed Edward
… lo stesso rapporto che lui voleva recuperare.
-E dov’è il padre?-, temporeggio.
-Non c’è … non sa della sua
esistenza.-, mi
affretto a precisare per non rovinare tutto quello che Edward sta
facendo per avere suo figlio.
-Chi è il padre, signorina?-
Guardo Victoria.
-Obiezione! Non è pertinente.-,prova, ma
l’altro ribatte prontamente:
-Sì, che lo è! Signorina Swan risponda: chi
è il padre di sua figlia?-, incalza impietoso.
-È … Edward …-
-Intende Edward Antony Cullen?-, annuisco,- Quindi signorina, lei
può ancora definirsi imparziale? Imparziale nel giudicare se
il
padre di sua figlia sia un buon padre?-, chiede retorico prima di
sedersi.
Torno a posto consapevole che dobbiamo aspettare la decisione del
giudice, che potrebbe anche non essere un giudizio definitivo dopo le
mie dichiarazioni.
Quando il giudice esce dall’aula Victoria si volta verso
Edward,
che improvvisamente esplode: sbatte le mani sul banchetto di legno a
cui sono seduti, si alza ed esce.
Io invece mi avvicino ad Esme e Rosalie.
-Non doveva scoprirlo così.-, sussurro trovando nei loro
sguardi comprensione.
Rose mi abbraccia, mentre Esme mi sfiora il braccio in una carezza
rincuorante.
Intanto vedo Emmett seguire Edward.
So che sto per piangere.
-Scusatemi … ho bisogno di una boccata d’aria.-,
spiego per poi incamminarmi verso l’esterno del tribunale.
Uscendo sento le urla di Edward venire dal fondo del corridoio che io
attraverso solo fino a metà per imboccare il portone
d’ingresso ed uscire.
Prendo il cellulare dalla borsa.
“-Bella!-“
-Ciao James, tutto ok?-
“-Sì tutto bene, la principessa sta guardando il
dvd di Cenerentola.-“
-Quindi è tranquilla …-
“-Certo! Vuoi parlarle?-“
-No, no … volevo solo sapere come andava …-
“-Bella …-“, il tono di James muta da
gioviale a preoccupato,”-Tutto ok? Sembri strana
…-“
-Non preoccuparti … sono solo un po’ stanca, non
ho
dormito bene … Ci vediamo prima di pranzo, spero.-, cerco di
modulare il mio tono di voce per non fare preoccupare il mio amico.
-“Allora oggi porto le mie due principesse a pranzo fuori
… Che ne pensi?-“
-D’accordo … a dopo.-
“-A dopo Bella.-“
Finalmente mi guardo intorno: il tribunale è circondato da
un
piccolo giardino semicircolare in cui non mancano i fiori e soprattutto
gli alberi sempreverdi.
Mi siedo su una delle panchine immerse nel verde, ma nonostante siano
ormai le undici l’aria è ancora piuttosto rigida,
e ho
lasciato la mia giacca dentro: non voglio rientrare subito, non voglio
riaffrontare tutto adesso; così resto ferma a lasciare che
l’aria pungente penetri nel mio corpo.
Almeno finché non mi viene posata sulle spalle quella che
riconosco subito essere, dal profumo forte e avvolgente, la giacca di
Edward.
Mi irrigidisco un istante pensando alle sue urla ed aspettandomi una
sfuriata, quando però lo sento lasciarsi cadere di
malagrazia
accanto a me, mi rilasso impercettibilmente, senza tuttavia voltarmi a
guardarlo.
-E così hai una figlia …-, inizia, come se
improvvisamente gli fosse tutto chiaro.
-Senti … io …-
-Anzi … dovrei dire “abbiamo”.-
-Edward …-
-Bella risparmiami le tue scuse.-, il suo tono è stanco.
-Io … -
-“Tu” avresti dovuto dirmelo.-, dice duro.
-Lo so .-
Finalmente mi volto.
Il suo viso è ancora animato dallo scoppio d’ira
che ho sentito poco fa, ma gli occhi sono tristi e quasi lucidi.
I capelli sono più disordinati che mai, segno che deve
averli torturati nella foga degli scorsi minuti.
Le labbra sono una linea drittae sottile, in una chiara espressione di
determinazione.
Le braccia abbandonate sulle gambe mentre guarda dritto davanti a
sé.
Probabilmente sentendosi osservato, si volta verso di me.
I suoi occhi sono di un verde abbagliante, quasi artificiale, che
ricorda molto quello degli attori nei film, quando le lentine colorate
o i giochi di luce vengono utilizzati per creare colori che finiscono
per sembrare innaturali.
Invece so che Edward non porta nessuna lente colorata e di certo la
luce del sole non può raggiungerci sotto le fronde di questa
imponente quercia. Il colore dei suoi occhi è
filtrato
solo dalle sue forti emozioni.
Sto per dirgli qualcosa, non so ancora cosa , qualunque cosa
…
-Ma che scenetta romantica! Mi spiace per voi ma per il tramonto sullo
sfondo dovrete aspettare qualche ora!-
La risata sgraziata di Jene giunge più inopportuna del suo
sarcasmo.
-Jane-, questo è l’unico saluto che Edward le
rivolge alzandosi.
Io faccio lo stesso.
-Era a questo che ti riferivi.-, ma la mia non è una
domanda,
difatti l’unica risposta che ricevo è un sorriso
derisorio.
-Avresti dovuto prevederlo-, mi spiega-, come io ho previsto che tu non
avresti detto nulla al nostro Edward …-, parla con me ma il
suo
tono di scherzo è per lui,- Povero! Passa da una bugia
all’altra … Io gli mento, tu gli menti
… No forse
la prima sei stata tu quando hai finto di essere una santarellina, che
ne dici Isabella?-
-Jane piantala!-, s’intromette Edward.
-Poverino-, dice spostando lo sguardo su di lui,- adesso come farai a
riacquistare credibilità là dentro? Quando
nemmeno la tua
sgualdrina ti ha voluto come padre di tua figlia?-, lo deride.
-Non è vero … Io-, ma lui mi blocca con un
movimento del braccio.
Poi prende il portafogli, ne estrae un biglietto e lo tende verso Jane,
che lo afferra.
-Ho già i tuoi recapiti, non mi serve il tuo biglietto da
visita.-, dice annoiata.
-Giralo.-, mentre lei lo fa, Edward a voce bassissima continua,-Anche
se non avrei voluto arrivare a tanto.-
Jane sorride soddisfatta.
-Vuoi l’affidamento esclusivo?-, domanda, lui annuisce.
-Sarà fatto.-, e torna dentro.
Guardo interrogativa Edward.
-Le ho offerto un cospicuo vitalizio mensile in cambio.-, spiega
frustrato.
Mezz’ora dopo il giudice dichiara che Jane Cornelia Smith
rinuncia all’affidamento di suo figlio in favore
dell’ex
marito.
Quando usciamo da tribunale ci avviciniamo tutti ad Edward, pochi
secondi ed ecco Jane.
-Potrò vederlo qualche volta?-, chiede stranamente dolce.
-Se vorrai .-, le risponde Edward.
-Ma?-, continua lei.
-Non provare nemmeno a ferire i miei figli Jane!-
-D’accordo. Addio Edward! Ragazzi!-, saluta Emm, Rose e Vic,-
Suoceri!-, Esme e suo marito,- Bella!-, e se ne va. Dieci minuti dopo
io ed Edward siamo rimasti soli.
-Voglio vedere mia figlia.-
-D’accordo, oggi pomeriggio …-
-Non credo tu abbia capito! Ero arrabbiato … Diamine: ero
incazzato nero! Me la stavo prendendo con Emmett quando è
arrivata Esme e mi ha spiegato che lo sapeva anche lei. MA che lo hanno
saputo tutti solo da poco … che dovrei farti spiegare, che
è giusto.-, annuisco e ringrazio mentalmente sua madre,
vorrei
parlare ma lui me lo impedisce continuando,-E io voglio sapere
…
DAVVERO. Dovrai spiegarti per bene Isabella. Lo pretendo. Me lo devi.
Ma ancor di più io pretendo di vedere mia figlia, ORA!-
-Beh …-, ma ancora lui continua.
-Quindi prendi la tua giacca e sali sulla mia auto: andiamo a casa
tua.-.
Spero che questo cap non vi abbia deluso. Soprattutto mi piacerebbe
sapere delle vostre impressioni su Edward, il suo atteggiamento e le
sue scelte.
Per chiunque voglia contattarmi può farlo tramite FB: Serena Ebe
EFP in
cui trovere spoiler e anticipazioni su i prossimi cap e su future ff
(mi raccomando quando inviate le richieste di amicizia ditemi il vostro
nick su EFP) oppure andare sul mio blog: My pure wings aperto
da un paio di giorni.
Inoltre qualche giorno fa ho pubblicato una drabble per coloro a cui
può fa piacere passare: Un
grande segreto, è
ambientata durante Eclipse e il POV è Charlie
(p.s.:
risponderò al più presto alle belle recensioni
che mi
avete lasciato!)
Detto questo mi vado a nascondere aspettando le vostre opinioni.
Serena.
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 ***
Cons_13
Salve
ragazzi come va?
Spero
a voi tutto ok perché io sono straaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
occupata!
Lo
so lo so ... siete sorpresi di vedermi prima della scadenza del solito
mesetto, ma volevo festeggire il superamento delle 100 recensioni!
Ok
scherzo (sul mesetto, eh!) , e vi ringrazio tantissimo per le
recensioni! davvero grazie mille a chi ha recensioto , così
come a chi segue la storia, a chi l'ha messa tra le preferite, e tra le
ricordate, grazie a tutti coloro che la leggono e grazie mille ha chi
mi ha messo tra gli autori preferiti!
Parliamo
un attimo di questo capitolino ... già capitolino
perché è un po' breve, è un capitolo
abbastanza di passaggio ... ecco perché ci hop messo tanto
ad aggiornare: volevo inserirvi qualcosa di più ma non
potevo mettere cose che dovevano andare nel prossimo capitolo ...
Ok dopo queste chiacchiere vi lascio al capitolo ...
Capitolo 13
Questo viaggio sembra essere infinito.
Appena saliti in auto Edward mi ha passato il navigatore satellitare.
-Imposta il tuo indirizzo.-,ha detto atono.
Queste le uniche parole che si sono sentite , eccezion fatta per la
voce femminile un po’ stridula e metallica che lo guida
attraverso le strade di Seattle.
“Siete arrivati”, gracchia l’apparecchio che ha
riempito il nostro silenzio fino ad ora, e ho l’impressione che
entrambi tiriamo un sospiro di sollievo.
Esco dall’auto e mentre raggiungo il portone di casa cerco le
chiavi nella mia solita borsa super capiente, che naturalmente in
questo momento d’agitazione diviene mia acerrima nemica.
Quando finalmente tiro fuori dalla mia borsa alla Mary Poppins le chiavi il sospiro di sollievo è di nuovo doppio.
Apro e sbircio un tesissimo Edward.
-Credevo che non arrivassimo più.-, e come credevo tutta la sua risolutezza si è tramutata in ansia.
-Già.-, rispondo semplicemente … forse dovrei dirgli
qualcosa di più, ma non so cosa: ha appena scoperto di avere
un’altra figlia e tra qualche momento la incontrerà
… e sono certa che solo il suo senso di responsabilità lo
ha portato a non urlarmi addosso … a messo NOSTRA figlia prima
di tutto, e non posso esserne più felice.
Siamo alla porta, la serratura scatta ed entriamo. Mi soffermo solo un
attimo a pensare che è la prima volta che Edward entra in casa
mia …
-Principessa andiamo … È arrivata la tua mamma.-,
James sentendo la porta aprirsi ha capito che sono arrivata, infatti
subito dopo le sue parole sbuca fuori dalla stanza di Charlotte con lei
tra le braccia.
Con la coda dell’occhio vedo Edward irrigidirsi, come se non si aspettasse di vederla immediatamente.
Il mio amico si avvicina e lascia che la bambina si getti tra le mie
braccia, e entrambi dopo un cenno d’intesa mi schioccano ognuno
su una guancia un bel bacio di bentornato.
Poi James si rende conto della presenza dietro di me.
-Salve.-, lo saluta Edward distaccato , mentre io metto a terra mia figlia.
James lo guarda, lo studia, lo soppesa, poi guarda me e di nuovo lui.
-Immagino tu sia Edward Cullen. Io sono James Whitlock.-
Come … ? Come conosce Edward?
Edward invece di essere confuso, mi guarda risoluto e davvero non capisco cosa significhi quello sguardo.
-Esattamente … E così sei tu il caro amico di Bella.-, dice calcando sulla parola amico.
Se solo la situazione non fosse così … strana, starei
arrossendo per il tono che ha usato … il cui sottotesto sembrava
essere “Tu sei solo l’amico di Bella.”
E forse non dovrei essere così felice mentre rimarca al mio
amico i confini che io stessa ho tracciato … la tensione
è palpabile, e l’ultima cosa che voglio è turbare
mia figlia … ma sono euforica: sto chiaramente intravedendo la
possibilità che l’unico uomo che io abbia mai amato non mi
odi … ed è troppo, semplicemente tropo, oggi.
James annuisce lentamente poi si volta verso di me.
-Tesoro ho prenotato nel tuo ristorante preferito.-
-Ah … Veramente … -
-Mamma …-, la mia bambina è attaccata alle mie gambe.
-Lei ..-, sento bisbigliare Edward e guardandolo annuisco, sorride
emozionato e si accoccola per arrivare all’altezza di mia nostra
figlia.
-Ciao … tu devi essere Charlotte …-
-Sì … ciao … e tu chi sei?-, chiede curiosa inclinando leggermente la testolina con fare interrogativo.
Edward mi guarda e poi risponde:
-Io … sono Edward, un amico della tua mamma.-, lui mi guarda ed io sorrido.
Intanto mi abbasso anche io, intanto sento James sussurrare un “certo come no!”, e sbuffando sedersi sul divano.
-Charly … vuoi sapere un’altra cosa? Edward non è solo un mio grande amico …-
-Un amico come lo zio James?-, chiede lei.
-Più come Emmett e Rosalie … ti sono simpatici Emmett e Rosalie?-, interviene Edward.
-Siiiiiiiiiiì … Voglio tanto tanto bene alla zia e allo zio!-, sorride.
-Tesoro,- riottengo l’attenzione di mia figlia mentre suo padre
(è stranissimo poterlo finalmente chiamare così!) mi
guarda preoccupato,-Edward è anche il papà di Adam.-, i
volti di entrambi si aprono in due favolosi sorrisi, l’uno di
sorpresa e l’altro rassicurato.
-Tu sei il papà di Adam?-, lei annuisce,-E tu gli vuoi bene, vero?-
-Certo! Tutti i papà vogliono bene ai loro figli!-, risponde lui guardandomi con la coda dell’occhio.
.Anche la mamma e lo zio Emm lo dicono sempre.-
-E allora dicono bene!-sorride offrendo la mano alla bambina che subito l’afferra permettendogli di prenderla in braccio.
-Mamma guarda: abbiamo i capelli uguali!-, nota Charly e io lotto con
tutta me stessa per non sciogliermi in un milione di lacrime di
commozione.
-Bella … dovremmo andare …-, ci interrompe James.
Sono un po’ in imbarazzo.
-Giusto …-, inizia Edward e io lo guardo curiosa,- Hai detto che
avevi prenotato nel ristorante preferito di Bella?-, l’altro
annuisce,-Ti spiacerebbe far aggiungere un posto e spostare la
prenotazione a nome Cullen?- James è attonito, io curiosa, lui
però ci ignora e si rivolge allo scricciolo che ha in
braccio,-Allora Stellina, che ne dici se andiamo a prendere Adam a
scuola e poi io, tu, lui e la mamma ce ne andiamo al ristorante?-
-Siiiiiiiì!-, esulta lei ancora tra le braccia del padre.
“In braccio al padre”: ripeto mentalmente questa frase fino a d esserne ebra.
-E lo zio James?-, chiede il mio tesoro.
-Lo zio James ha molto da fare, vero?-, Edward si rivolge a lui con
finto garbo, sorridendo mentre l’altro non può far altro
che annuire, allontanandosi.
Pochi minuti e avendo recuperato il suo giubbino di pelle nera ci
avverte di aver “concluso la missione giornaliera”!
-Principessina non vieni a salutarmi?-, Charlotte lo guarda
dubbiosa,-Non dirmi che ora che ti sei fatta questo nuovo amico mi hai
già sostituito?-, lei in preda al panico guarda Edward e con
garbo gli chiede di farla scendere: deve salutare lo zio … e
mentre si spiega è talmente seria e composta da sembrare
davvero una principessa, il ché mi porta a sorridere.
Quando il padre la mette a terra lei sussurra un grazie e fa
l’inchino, poi scappa da James. Edward mi guarda meravigliato e
mi avvicino a lui.
-Stava guardando Cenerentola prima-, gli spiego rivolgendomi per la prima volta da quando siamo arrivati direttamente a lui.
Intanto Charlotte sta abbracciando James.
-Nessuno ti sostituisce zio!- io intanto racconto ad Edward della
passione che Charlotte ha per le principesse Disney, ma improvvisamente
James mi attira a sé, poi guarda la bambina e scoppia a ridere.
-E tu, amor mio?-, dice con un tono pomposo, la sua mano ancora dietro
la mia schiena, all’altezza della vita a schiacciarmi contro di
lui,-Tu mi dimenticherai? Mi sostituirai presto?-, mia figlia ride a
crepapelle perciò sto al gioco ignorando l’imbarazzo
e quello sguardo penetrante che sento addosso.
Assumo un’espressione scandalizzata e porto la mano a coprire le mie labbra.
-Mai, mio cavaliere!-, per un attimo vedo negli occhi di James
un’espressione seria ed intensa, ma è solo un attimo
troppo breve per cui io possa decifrarla, poi torna giocoso e mi
schiocca sulla guancia un sonoro bacio; finalmente mi libera e
dandomi le spalle allunga la mano verso Edward.
-Arrivederci straniero … -, continua calato nella parte,- Ora
posso andarmene senza paura sapendo che nessuno prenderà il mio
posto.-, la voce di James è ora meno giocosa, ma dalla mia
posizione non posso vedere nulla se non il volto di Edward.
In compenso lo sfrontato e splendido sorriso di sfida di Edward mi è ben visibile, quando risponde strafottente:
-Non voglio il tuo posto, AMICO.-, vedo le spalle di James irrigidirsi
un attimo prima che si allontani e sorridendo allegro si diriga alla
porta.
Appena James è fuori un Edward soddisfatto guarda l’orologio.
-Vogliamo andare? Dobbiamo sempre passare a prendere Adam.-, dice serio.
La risposta euforica di Charlotte non si a attendere:
-Siiiiiiiiiiiiì!-
Come sempre spero che il cap vi sia piaciuto ...
Per
chiunque voglia contattarmi può farlo tramite FB: Serena Ebe
EFP in
cui trovere spoiler e anticipazioni su i prossimi cap e su future ff
(mi raccomando quando inviate le richieste di amicizia ditemi il vostro
nick su EFP) oppure andare sul mio blog: My pure wings dove
tra tre quattro giorni potrete trovare qualche spoiler del prossimo
cap! ;)
A presto,
Serena
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Cons_14
Eccomi! Vi sono mancata? No? Ok ... non mi offendo, ma sono strasicura
che vi son mancati i miei piccoli tesorini: Adam e Charlotte!
Prima di lasciarvi al capitolo ringrazio tutti coloro che seguono,
preferiscono e ricordano la storia e chi mi ha inserito tra i suoi
autori preferiti; e vi auguro
Detto questo vi lascio a questo importante capitolo! A dopo!
Capitolo 14
Sapevo
che stava
arrivando, sapevo di doverlo fare , sapevo che prima o poi avrebbe
fatto una domanda, ma non immaginavo ora, in questo momento, dopo solo
qualche ora dacché si sono incontrati, non mentre agita una
patatina fritta, prima di addentarla e sorridere ad Adam.
Guardo Edward e
noto che non
sa cosa dirle, né come dirlo. Decido allora che è
l
momento per mettere tutte le carte in tavola.
Mi alzo dalla
sedia e mi abbasso, accanto a loro, alla loro altezza.
Prendo un bel
respiro.
-Vogliamo
andare? Dobbiamo sempre passare a prendere Adam.-, dice serio.
La
risposta euforica di Charlotte non si a attendere:
-Siiiiiiiiiiiiì!-*
Qui
erano cominciati i guai (se così si poteva dire dopo quello
che avevamo passato oggi).
Dopo
aver
vestito Charlotte ero uscita dalla sua stanza e avevo trovato Edward
fermo davanti alla porta d’ingresso, poggiato al muro.
Stavamo
per scendere quando allungò la mano.
-Le
chiavi.-, lo guardo confusa,-Le chiavi della tua auto …
nella
mia non c’è il seggiolino per Charlotte, dobbiamo
prendere
la tua …-
-Ok…-
-Naturalmente
guido io .-
-Cosa?-
nostra figlia intanto aveva preso la sua piccola sediolina bianca e
aveva assistito allo spettacolo che avevamo portato avanti per
più di dieci minuti, spettacolo a suon
di”Perché
dovresti guidare tu la mia auto?” “Dovrei fare il
passeggero?” “Non essere
maschilista” e
“Perché sei così contraria?”;
finché
le risate di nostra figlia non avevano attirato la nostra attenzione.
-Edward
dobbiamo ancora andare a prendere Adam …-
-D’accordo-,
concesse prendendo Charlotte in braccio.
Scendemmo
e mentre io facevo il giro per entrare al posto di guida Edward si
adoperava per allacciare le innumerevoli cinte del seggiolino.
Quando
mi
voltai lo trovai con il seggiolino in braccio su cui Charlotte sedeva
perfettamente imbracata, così carico uscì dalla
mia auto
e rimontò il seggiolino nella sua.
Scesi
e lo raggiunsi.
-Cosa
fai-
-Monto
il seggiolino. Tu intanto salta su!- disse ridendo soddisfatto.
Sbuffando
salii in auto e quando mi raggiunse bisbigliai in modo che Charlie non
sentisse:
-Hai
vinto solo perché è tardi.-
Sorrise
e mise in moto mentre io incrociavo le braccia sotto il seno, proprio
come avrebbe fatto nostra figlia.
Dopo
aver
recuperato Adam ed aver impostato sul navigatore di Edward
l’indirizzo, eravamo finalmente giunti al ristorante in cui
eravamo stati subito scambiati per una famigliola felice. Avevo provato
più volte spiegare che io ed Edward non eravamo
una
coppia, ma lui mi aveva sempre zittita cambiando argomento
… Quando gli chiesi il motivo di quelle intenzionali, ne ero
certa, interruzioni la sua risposta non era stata delle più
gentili.
-Credi
sia
il caso di spiegare a tutti quelli che in questo momento ci vedono come
una famiglia, che in realtà non lo siamo? Che ho scoperto
solo
oggi dell’esistenza di tua figlia, che guarda caso
è anche
mia figlia? Evitiamo scene penose.-, mi aveva sussurrato con tono
deluso.
Questo
mi
faceva capire che in realtà il suo atteggiamento sereno e
rilassato era solo una maschera per i bambini, così decisi
di
adeguarmi al suo comportamento e rivolsi tutte le mie attenzioni a quei
due angioletti, tralasciando il pensiero del suo umore.
E
il
pranzo era trascorso in modo molto tranquillo e divertente, non si era
creato più alcun imbarazzo tra me e Edward, anzi dopo la
mattinata sembrava tutto fin troppo calmo …
-Papà
di Adam? Ma perché prima non stavi mai con lui? Non lo
volevi bene?-
-Tesoro-, mi
rivolgo a mia
figlia,- ricordi quando hai visto in tv tutti quei dottori che
lavoravano in ospedale?-lei annuisce e io continuo, gli occhi di
entrambi a fissarmi,-Hai chiesto allo zio Emmett perché lui
non
lavorava in ospedale … e lui che ti ha risposto?-
-Che lavorare in
ospedale era una cosa molto difficile e che chi lavora in ospedale non
ha tanto tempo per stare a casa.-
-Esatto tesoro
… Edward lavora in ospedale …-
-Ohhhhhh.-,
risponde la mia bambina mettendo la sua piccola mano davanti alla bocca
e guardando affascinata suo padre.
È il
momento di sganciare la bomba, mi dico, prima accadrà prima
andrà tutto a posto.
-Charlotte-,richiamo
la sua
attenzione su di me,- ricordi cosa ti ho detto del tuo
papà?-
annuisce ed intanto vedo Edward irrigidirsi con la coda
dell’occhio, ma il mio sguardo non abbandona nemmeno per un
momento i due bambini- Ti dissi che non c’era
perché
faceva un lavoro molto importante … Infatti il tuo
papà
lavora nell’ospedale …-
-È
amico del papà di Adam?- chiede lei sorridendo.
-Tesoro ti piace
molto il
papà si Adam?- lei annuisce,- Sono contenta che ti piaccia
piccola mia… Edward-, mi avvicino con fare cospiratorio ai
due
bambini che si stringono accanto a me, - Edward è anche il
tuo
papà Charlie … solo che aveva tanti tanti
pazienti che
avevano bisogno di lui, e visto che lui è tanto buono
…-
-Come tutti i
papà.-dice Adam.
-Sì,
come tutti i
papà … non poteva sapere che anche voi volevate
vederlo
…-, i bambini mi guardano seri, poi Charlotte scende dalla
sedia e va vicino ad Edward, che non ha potuto ascoltare i
nostri
discorsi.
Lo guarda, lo
squadra la
lontano, poi si avvicina e osserva le sue mani, e sempre seria si
arrampica aiutata da lui, sulle sue gambe; lo osserva ancora bene, poi
lo abbraccia.
-Ciao
papà!- dice
gioiosa attaccata al collo del padre, che l’abbraccia felice
e un
po’ commosso mimandomi un grazie, mentre io scompiglio i
capelli
di Adam.
Sono
placidamente
rilassata nella vasca da bagno, probabilmente da più di
un’ora , ma la cosa non mi preoccupa … avevo
proprio
bisogno di rilassarmi dopo la giornata movimentata di oggi: il
processo, il pranzo con Edward e i bambini … tutto
ciò
era nettamente fuori programma, ecco perché ho bisogno di
rilassarmi …
Eppure non
è
così semplice: continuo a guardare il mio cellulare poggiato
sul
lavandino, potrei allungare la mano ed afferrarlo: non sono abituata a
staccarmi da lei per così tanto tempo …
Charlotte
è da suo
padre, già … Ha chiesto di restare a dormire con
lui e il
fratellino; naturalmente Edward non mi avrebbe permesso di dire di no
nemmeno se avessi voluto … e comunque non volevo,
è
giusto, maledettamente giusto che Edward conosca sua figlia, glielo
devo, ad entrambi … eppure, per quanto mi fidi ciecamente di
Edward sono in ansia, è la prima notte che trascorro senza
la
mia bambina … tutta la mia vita negli ultimi anni si
è
svolta solo in funzione di mia figlia.
Prima di entrare
in vasca mi
ha chiamato Rose chiedendomi come andava: Emmett aveva saputo da Edward
della novità così la mia migliore amica voleva
sapere
quanto mi sembrasse strano essere in casa senza il mio angioletto, mi
aveva persino proposto di andare a dormire da lei per non sentirmi
sola, ma ho preferito restare qui, a casa mia, a rilassarmi …
Esco finalmente
dalla vasca e infilo l’accappatoio mentre si sente un tuono.
Mi concedo di
prendere in mano
il cellulare, sperando di resistere all’impulso di chiamare
Edward per sapere come sta andando. Mi chiuderebbe il telefono in
faccia, lo so.
Sono quasi le
undici.
Charlotte
dovrebbe essere al
letto … spero che la presenza di Adam non l’abbia
sovraeccitata: faticherebbe a prendere sonno altrimenti.
Arrivo in camera
ed infilo
l’intimo. Non ho nemmeno il tempo di scoprire le calde
coperte:
qualcuno bussa con insistenza al campanello.
Mi precipito ad
aprire
preoccupata, senza nemmeno fermarmi a pensare che per qualsiasi
emergenza Edward avrebbe chiamato, non si sarebbe precipitato qui a
quest’ora con due bambini …
Spalanco la porta
e vengo travolta da un corpo pesante.
Sono a terra,
immobilizzata da
un pesante corpo maschile, sarei spaventata se non riconoscessi i
liscissimi e biondi capelli di James.
Solleva il busto.
-Scusa B-Bella.-
nel momento in cui solleva il volto mi rendo conto che è
ubriaco fradicio.
-Sei ubriaco
… -
-S-Solo un
p-po’-
-Alzati James-
-S-Sì
… o-ora mi alzo-, ci prova ma è talmente ubriaco
da ricadermi addosso.
La porta di casa
è ancora aperta.
-James
… su!-, dico provando a spingerlo via per alzarmi, ma lui mi
stringe forte a sé.
-La mia Bella
… So che Charlotte non c’è
…-, mormora baciandomi le guancie.
-James!- alzo un
po’ la
voce per catturare la sua attenzione, ma invece di lasciarmi andare mi
stringe forte la braccia e mi guarda intensamente … sembra
voglia … baciarmi?
Chiudo gli occhi
e volto il viso prima che possa farlo e un attimo dopo sono finalmente
libera dal peso del suo corpo.
Sento il tonfo
della porta che
si chiude e riapro gli occhi … ma non sono di nuovo sola
come
pensavo, anzi! Di fronte a me c’è Edward che tiene
fermo
un agitato James.
Mi alzo e li
guardo leggermente incuriosita: cosa ci fanno qui? Entrambi?
Vorrei fare delle
domande, ma prima che io possa anche solo avvicinarmi a loro James si
libera dalla presa di Edward.
-La colpa
è solo tua
… Toglimi le mani di dosso, bastardo!-, e dopo questo prova
a
colpirlo, ma invece riceve un colpo alla mascella che lo fa cadere a
terra seduto e finalmente lo calma.
Siamo tutti e tre
seduti in
salotto, Edward occupa la poltrona, James è disteso sul
divano,
e io gli tengo il ghiaccio sulla mandibola. Sotto le mie carezze James
si è appisolato ed ora è caduto il silenzio.
Edward sbuffa e
si alza, passandosi le mani tra i capelli bagnati.
Solo ora noto che
è zuppo.
-Vado a prenderti
un asciugamano-, sussurro per non svegliare James.
Mi alzo, stringo
la cinta della vestaglia che ho indossato poco dopo l’arrivo
di Edward e scappo in bagno.
Ritorno e trovo
Edward in cucina.
-Sei qui.-dico
entrando.
-Sì
scusami … volevo vedere la collezione di calamite che hai
sul frigo di cui mi ha parlato Charlotte …-
-Non preoccuparti
… fai come se fossi a casa tua.-gli sorrido e lui
semplicemente mi guarda in silenzio.
Gli porgo
l’asciugamano ma non lo prende resta solo a guardarmi serio.
Mi sento in
imbarazzo, molto; poso l’asciugamani sullo schienale della
sedia e gli do le spalle.
-Che ne dici di
un the per scaldarti? Ne ho uno buonissimo ai frutti di bosco.-
Ma lui continua a
non parlare, così torno a guardarlo: il suo volto
è serio, accigliato.
-Edward
… è accaduto qualcosa? I bambini?- a
quell’ultima domanda si riscuote.
-Sono con mia
madre … - sospiro di sollievo anche se ci avevo
già pensato: ma perché è qui?
Allungo la mano
verso
l’asciugamani per porgerglielo di nuovo, ma lui mi blocca:
afferra delicatamente con la mano destra il mio braccio piegato e si
avvicina a me, lentamente, è vicinissimo, posso sentire il
suo
respiro sfiorarmi il viso, alza la mano sinistra e mi lascia una tenera
carezza sul viso.
Non so cosa stia
succedendo, riesco solo a scorgere nei suoi occhi una scintilla di
determinazione.
-È
sempre lui, vero
Bella? Era lui il motivo per cui nessuno era mai abbastanza, vero? Era
lui quello che Rose ti chiedeva di dimenticare? Era lui quello che ti
ha ridotto in quello stato pietoso cinque anni fa? Era per lui che non
hai voluto sposarmi? Ed è ancora per lui che non hai mai
voluto
nessuno accanto a te!-, urla James appena apparso nella stanza, e le
sue domande diventano affermazioni, e continuando ad urlare avanza
verso di me.
Edward mi si para
avanti, ma deve indietreggiare per non colpirlo ancora.
-Smettila amico,
stai esagerando … sei ubriaco, domani ti pentirai di tutto
questo … -
-Mi
pentirò? MI
PENTIRÒ ? Ma che ne vuoi sapere tu? Che ne sai tu di Bella?
O di
Charlotte? Vieni qui e pretendi di entrare nella loro vita?-, poi
sorride ironico,- Ma io lo capisco … è tua figlia
… Ma stai lontano da Bella!-, strattona Edward
leggermente,-TU
non la meriti … e dovresti saperlo … Io invece
…
Dio … IO LA AMO!-, urla prima di inginocchiarsi a terra e
dare
di stomaco, un attimo dopo Edward lo afferra per le spalle prima che
svenga.
Pulisco tutto e
chiamo Jazz scusandomi per l’orario, chiedendogli di venire a
recuperare suo fratello …
-Non
preoccuparti, Bella
eravamo già svegli … ormai ad ogni minima
contrazione
Alice pensa di star per partorire … Vengo subito a
prenderlo.-
Quando arriva
Edward lo aiuta a caricarlo in auto e poi torna su, ci sediamo sul
divano in silenzio.
-Come mai sei
qui?- rompo
quella strana atmosfera che si crea ogni qualvolta siamo nella stessa
stanza in silenzio: quel misto di aspettativa, attrazione e paura.
-Charlotte
…-
-Cos’è
accaduto?- mi agito.
-Nulla
… mi ha chiesto
di raggiungerti: dice che hai paura dei temporali … e che
solitamente per non lasciarti da sola lei finge di aver paura a sua
volta … Ha insistito affinché venissi
… mi ha
quasi supplicato …- resta in silenzio un attimo, ma prima
che io
possa parlare continua,-Non ti fidi proprio di me?-
-No …
è che
… non sono abituata ad averla per tanto tempo lontana
… e
non sono abituata ad affidarla ad altri … certo spesso resta
con
Rose, ma al massimo per quattro, cinque ore … non per una
notte
intera … Io … mi sono sempre presa cura di lei da
sola
…- cerco di spiegarmi arrossendo e portando le ganbe sotto
di
me, schiacciandomi contro il bracciolo del divano.
-Non è
colpa mia … sai bene che non mi sarei mai tirato indietro
…-
-Io …
certo che lo so
… È per questo che allora non ti dissi nulla
… non
volevo rovinare il tuo matrimonio … Io …-, lui
sorride
sarcastico e porta la mano a coprirsi gli occhi.
-Lasciamo perdere
…-, sbuffa leggermente, -Hai davvero paura dei temporali?-
-Certo che no!
Non so come sia venuta questa idea a mia, nostra figlia.-
-Dice di averti
sentito
piangere di notte qualche settimana fa, durante una tempesta.-,
arrossisco in imbarazzo: ricordo quella notte, fu la notte dopo aver
rivisto Edward.
-Io …
Io non piangevo per quello … io …-
-Spero
non piangessi
per qualche episodio simile a quello di poco fa … e voglio
sperare che Charlotte non abbia assistito a molti spettacoli del
genere.-
Scatto
immediatamente in piedi.
-Come
può saltarti in mente?- urlo,-Stai insinuando che io non
sappia prendermi cura di mia figlia?-
-NOSTRA.-urla
alzandosi anche lui.
-Per
tua informazione
è la prima volta che accade una cosa del genere: James
è
venuto solo perché sapeva che Charlotte non c’era
…
non che io debba darti spiegazioni!-, urlo allontanandomi per tornare
in cucina, ma lui mi blocca e facendomi voltare di nuovo la sua mano
destra sul mio fianco sinistro, la sinistra sulla spalla destra e la
testa poggiata all’altra, le sue labbra a pochi centimetri
dal
mio orecchio.
-Lo
stiamo facendo di nuovo: urlare e arrabbiarci per poi scappare
… dobbiamo smetterla. Smetterla di fare i bambini.-
Sospiro senza
muovermi: ho paura, la situazione è troppo …
troppo … intima.
La mano sinistra
di Edward si
sposta fino a racchiudere la mia guancia, anche la sua testa si
muove: fino ad arrivare all’altra mia guancia.
-Dovremo parlare
di tutto con
calma e razionalità … e soprattutto non nel cuore
della
notte …- mi bacia il volto,- e non mentre sei mezza nuda.-
dice
prima di baciarmi famelico, Lo ricambio con altrettanto impeto: da
quando lo stavo aspettando? Da quando aspettavo di abbandonarmi
completamente alle sue labbra? Sono cinque anni … e mi
sembra di
star respirando solo adesso.
Si stacca e
poggia la fronte sulla mia.
Dopo qualche
minuto schiude gli occhi e mi guarda.
-Io …
non avrei dovuto
… Mi spiace : avevi ragione quando dicevi che dovevamo
risolvere
prima tutto … - il suo sguardo è duro, severo,-
Mi
spiace.-
Prima che io
possa dire altro esce quasi correndo dal mio appartamento.
*fine del cap 13
Allora, allora, allora ...
che mi dite? Sono stata troppo affrettata nello svelare ai bambini la
verità? Sono stata troppo cattiva con James?
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, che per me è molto importante!
Detto questo vi rinnovo il
mio augurio di buon Natale e vi ricordo di passare sul mio blog o sul
mio profilo FB (i cui link sono negli appositi bottoni nella mia pagina
autore o nello scorso cap).
A presto, un bacio,
Serena.
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 15 ***
Cons_15
Sì, non avete un'allucinazione ... è arrivato il
capitolo!
Mi devo scusare per l'immane ritardo ma se inizialmente il problema
è stato proprio il capitolo arduo,
poi a causa degli esami sono stata stra-impegnata.
Ad ogni modo finalmente il capitolo è pronto e pur essendo
un cap di passaggio è abbastanza sostanzioso: 8 pag!
Ringrazio tutti coloro che seguono, ricordano e preferiscono la storia,
nonchè chi mi preferisce conme autrice! Un ringraziamento
speciale a chi recensisce, e un mega grazie ad artemide88 che come al
solito si sorbisce tutte le mie paturnie e mi sostiene, e a
vampirellawolf che mi ha spronato a postare: mi ha fatto molto piacere!
Scusate ancora per il ritardo, vi lascio al cap! A dopo! ;)
Capitolo 15
I giorni passano e finalmente sembra che nella vita di mia figlia ci sia un minimo di stabilità e routine familiare.
Trascorre il suo tempo
dividendosi tra me e suo padre … Ed è felice, totalmente
felice, come solo i bambini sanno esserlo.
Naturalmente ho avvisato Leah, la mia preside, della particolare situazione che in qualche modo mi lega ad Adam.
-Ti senti in grado di essere imparziale nei confronti del bambino?-
Era stata
la sua unica domanda quando le avevo spiegato del passato che legava me
e Edward, e quindi anche Adam, naturalmente io le avevo risposto
positivamente.
-Finché
la tua coscienza e la tua professionalità ti supporteranno, per
me non ci sarà alcun problema.-, aveva concluso.
Per quando riguarda i
miei rapporti con Edward, dopo il bacio di quella notte, quasi un mese
fa, si sono praticamente annullati, eccezion fatta per qualche saluto
gentile e qualche chiamata per concordare quando vedere Charlotte.
Mi ha spiegato Rose che ha
deciso di lasciare l’ospedale per tornare a lavorare come privato
nello studio di Emm, in modo da aver più tempo per i suoi figli.
Al mattino spesso viene a
prendere Charlotte, la porta a fare colazione con Adam, da quel che lei
mi ha raccontato, e poi accompagnano il bambino a scuola.
All’uscita da scuola invece sembra che avvenga uno scambio tra di
noi: lui prende Adam e mi riporta Charlotte.
Molte mamme iniziano a notare
la cosa, soprattutto quelle che, come me, sono madri single … di
certo Edward non passa inosservato.
Oggi però la routine
sarà un po’ diversa: Edward deve lavorare quindi non
è passato a prendere Charlotte che adesso è con Rose.
Nel bel mezzo di un compitino
dato ai ragazzi sento la mia borsa, poggiata sulla cattedra, vibrare,
la vedo oscillare e cadere in veloce sequenza. Mi alzo e la prendo
controllando, senza farmi vedere, il cellulare: un messaggio da Edward.
“Hai un momento?”
Lascio un attimo la classe con
una mia collega e lo chiamo, nascosta nel bagno degli insegnanti,
proprio come un adolescente chiama il suo fidanzatino … peccato
che io non sia più un’adolescente e tra me e lui non ci
potrà essere mai più nulla ... di sicuro ho
rovinato tutto per sempre nascondendogli l’esistenza di
Charlotte, nonostante lui sembri aver capito le mie motivazioni.
“-Pronto?-“
-Edward cos’è successo?-
“-Bella scusami se ti ho
disturbato durante la lezione … Ho un problema: ho
un’operazione e non potrò venire a prendere Adam
…-“
-Non preoccuparti … resta con me … Oggi sono a pranzo da Rose ed Emm, ci troverai lì!-
“-Grazie mille … Ora devo scappare.-“
Torno in classe, non prima di aver mandato un sms a Rosalie per avvisarla di aggiungere un posto a tavola.
Il pranzo è stato
strano … è stato il primo da parecchio e il primo dalla
nascita della bimba di Alice: Gwen Sophie, nome strano … ma
infondo l’ha scelto Alice, quindi perché sorprendermi?
I quattro bambini sono stati
tutto il tempo calamitati da quel fagottino dalle guance rosee, gli
occhietti grigio chiaro e un ciuffetto biondo di capelli.
È una bambina davvero
bellissima, e minuscola … devo confessare che nonostante io
abbia affrontato una gravidanza e cresciuto una bambina, ancora mi
sorprendono i piccoli particolari che mi hanno sempre colpito nei
neonati: le piccole dita, sottili e fragili, eppure così
perfette, il nasino, così piccolo da sembrare solo accennato, la
boccuccia …
Molti dicono che i neonati
sono tutti uguali … eppure non è vero … guardo
quelle piccole labbra e mi dico che quel tratto lo conserveranno per
sempre, così come è successo alla mia Charlotte, che ha
conservato le labbrucce piene e ben definite. Quello è un
simbolo dei piccoli uomini e delle piccole donne che verranno: Gwen
Sophie avrà anche tra vent’anni quelle labbra a cuoricino,
è un tratto che la distinguerà per sempre, e mentre la
guardo non posso fare a meno di sentirmi un po’ triste …
quando era Charlotte ad essere così piccola, ad indicarmi come
quel minuscolo particolare, che in quel momento erano le sue labbra,
l’avrebbe caratterizzata per sempre era stato James, che è
assente …
Già il mio dolce amico
James non se la sentiva di vedermi dopo la scenata che mi aveva fatto
da ubriaco … non che non ne avessimo parlato, ma nonostante il
chiarimento che c’era stato tra di noi, a quanto pare non se la
sentiva.
Mi aveva chiesto scusa, si era
quasi inginocchiato ai miei piedi, ma nonostante questo sembrava non
riuscire a perdonarsi per quell’episodio. Da parte mia la cosa
era più … difficile, avevo perdonato James per le azioni
di quella sera, del resto non potevo che dar ragione ad Edward: e se ci
fosse stata Charlotte in casa?
Non riuscivo inoltre perdonare
me stessa nei suoi confronti … Lo avevo fatto soffrire, e
continuavo a farlo soffrire.Lui mi amava, aveva detto quella sera, e me
lo aveva ripetuto anche quando si era scusato, ma io non lo avevo
capito, credevo che la sua infatuazione fosse una cosa passeggera, e
soprattutto ero certa di non avergli dato false speranze, di essere
stata chiara con lui … e invece lo avevo ferito …
Mi allontano dal salotto in
cui siamo tutti dopo pranzo ed entro in cucina. Prendo un bicchiere
d’acqua e lo butto giù, cercando di dimenticare tutto
… come forse ha fatto quella sera James con del rum, ma io sono
una mamma e non posso inebriarmi tra i fumi dell’alcol, non posso
sentire il bruciore alla gola che sovrasta il disagio che sento in ogni
momento … perché questa situazione è semplicemente
un assurdo impasse!
Questa calma forzata …
questa routine completamente pianificata … queste abitudini
prepotentemente imposte … non sono sospesa su un filo, no , non
è l’istrione la figura che sento caratterizzarmi. Mi sento
più come un cieco affacciato nel vuoto su una balaustra troppo
bassa, è come se stessi già per cadere … ed
è proprio la paura per la sconosciuta altezza a tenermi
paralizzata.
Prendo un altro bicchiere
d’acqua, sbuffo e abbasso il capo … con il pollice e il
medio mi massaggio le tempie, poi faccio scivolare le dita tra i
capelli lasciati sciolti fino a tirarli indietro mentre alzo la testa
al cielo; mi viene da piangere, ma non una minuscola stilla bagna le
mie ciglia … mi sento profondamente stanca e delusa dalle mie
stesse sensazioni … gli occhi mi dolgono come se avessi ricevuto
delle botte proprio ai bulbi oculari, sono stanca … tanto tanto
stanca …
-Bella …- il sussurro
di Emmett non mi spaventa, mi mette solo a disagio … ho paura,
ho il terrore che possa chiedermi il perché di tutto questo
… abbasso di nuovo il capo, faccio ricadere il braccio lungo il
mio fianco, l’altra mano poggia il bicchiere mentre anche le mie
spalle si abbassano … deve essere così che si sente
Atlante con il peso del mondo sulle spalle.
Mi sforzo di chiudere di nuovo
tutto in quel piccolo ma pesantissimo baule che mi preme alla bocca
dello stomaco, ma sembra troppo difficile farlo da sola.
Non so perché questa
consapevolezza mi schiaccia ancora di più: un lamento, qualcosa
di molto simile ad un singhiozzo, ma più profondo, squarcia
l’aria … ed è solo quando sento l’abbraccio
soffocantemente delicato di Emmett, che capisco che quello era il suono
dell’ ultimo brandello della mia forza che si schiantava sulla
realtà.
-Sfogati Bella, lo so che ne hai bisogno …-
-No .. io … Charlotte
…- sono le uniche parole che riesco a malapena ad articolare,
mentre vengo scossa da silenziosi singhiozzi e il mio volto resta
asciutto.
Le palpebre sono pesanti,
troppo: le socchiudo … per un solo attimo, un solo attimo
… eppure sembra che il tempo continui a passare, senza che io
riesca a riprendermi. Sono sempre più confusa, quasi non
percepisco quando alla presa di Emm si sostituisce quella di sua
moglie, non percepisco nulla di fisicamente diverso, ma so che ora
è lei che mi stringe in silenzio, fin quasi a stirare tutti i
suoi muscoli. Lo so perché sento tutto quel calore, quel tepore,
che solo lei riesce a darmi … molti scienziati pensano che noi
conserviamo memoria del grembo materno … non so se è
vero, ma immagino che la sensazione dovrebbe, anzi è, proprio di
questo stesso calore, con cui la mia migliore amica mi avvolge.
Questo è l’ultimo pensiero coerente.
Non so cosa sia accaduto. Non
sono svenuta, non sono addormentata … è strano …
ma solo ora sono lucida, eppure ricordo che ad un certo punto Rose mi
ha portato in questa stanza, la stanza degli ospiti, e che passava le
sue dita tra i miei boccoli, delicatamente, ma non so bene
perché io lo sappia, è come se fossi stata tutto il tempo
… confusa; ho percepito tutto ma non in modo chiaro …
come se tutto fosse uno di quei sogni assurdi, di quelli che hanno
senso solo mentre li vivi, con le paure assurde e i ragionamenti
campati per aria.
In questo momento mi sento
proprio come se tutto ciò che è accaduto fosse uno di
quei sogni, eppure so che è perfettamente sensato … ho
avuto un crollo emotivo, questo è quello che Emmett ha spiegato
a sua moglie, l’ho sentito … ma non ha senso, io non ho
crolli emotivi … io … perché dovrei averne?
-Deve riposarsi.-la voce di
Emmett è ferma mentre parla a sua moglie, ed è severa,
-È stanca … sfinita.- non capisco … non può
parlare di me … io sto bene! Vorrei dirglielo ma sembra che sia
troppo faticoso … oppure questo è davvero solamente un
sogno, uno di quelli che posso solo guardare, a cui posso solo
assistere senza intervenire.
Il citofono suona.
Jasper viene e con voce triste sussurra:
-Edward è venuto a prendere i bambini …-, la mano di Rose ancora mi accarezza i capelli.
Devo sbrigarmi … mi devo alzare, non posso stare così, non devo … io sto bene!
Sento in lontananza la voce di Edward, poi Charlotte e Adam che mi salutano.
Un attimo dopo la porta della camera degli ospiti viene sbattuta.
-Emmett!-, lo rimprovera la moglie.
-Mi spiace-, sussurra, poi la
sua voce si alza di parecchie ottave,-Ti rendi conto di che persona
sei?-, posso capire solo dalla risposta con chi stia parlando.
-Che cos’ha?-, è Edward.
-Non ti interessa
cos’ha!-, urla Emmett, poi la sua voce si abbassa ma diviene
ancora più dura,-Il punto non è cosa lei abbia …
il punto è che non te ne sei interessato! Sei un medico, diamine
, Edward! E anche bravo!Si presume che ti stiano a cuore le persone
…-
-È così!-, ribatte debolmente.
-Certo! Se si tratta di un
estraneo sul tuo tavolo operatorio! Ma se si parla di Bella! Della
madre di tua figlia … potrebbe essere morta e tu non te ne
accorgeresti!-
-Ma come sta?-
-Sta bene.-, si intromette per un attimo Rose, con voce debole.
-Edward tu devi spiegarmi: i
tuoi figli ti hanno detto che venivano a salutarla … e tu hai
detto “Ok”? Stavi per andartene, amico! E non ti sei
chiesto perché lei non era uscita a salutarti! Perché?
Anzi, non voglio saperlo … Sai che ti dico? Sei il mio migliore
amico e questo non credo potrà mai cambiare, ma devi crescere
… fingere che lei non esista non ti aiuterà in alcun modo
… non è questa la soluzione! Questo è solo un
massacro!- la voce di Emmett sul finire si è addolcita, poi
riprende,-E non fare quella faccia, sta bene … Davvero! Ha solo
avuto un crollo emotivo … può capitare …
soprattutto alle persone come lei … Ora vai dai bambini …
hanno bisogno di te … vedere Bella in questo stato non è
stato un bello spettacolo per loro … hanno bisogno di te.-
Poi sento una carezza sul volto: le dita affusolate da pianista sfiorano il mio zigomo e poi la guancia.
Un attimo dopo dal tonfo
attutito capisco che la porta d’ingresso si richiude portandosi
dietro le risate di due testoline dai capelli color bronzo.
Apro lentamente gli occhi … mi sono addormentata?
Ricordo il crollo nervoso, o
emotivo, come ho sentito dire a Edward da Emmett, ricordo quando
Charlotte e Adam sono andati via con loro padre, ma poi … devo
essere scivolata nel regno di Morfeo senza accorgermene.
Mi guardo intorno, le pareti
salmone, la testiera del letto in legno, così come tutti i
mobili in arte povera, la trapunta di un rosa poco convenzionale,
diametralmente opposto al rosa pallido, potrebbe quasi essere un
fucsia o un rosso carminio un po’ matto, lo stesso colore dei
petali della rosa la cui stampa è appesa proprio quindici
centimetri sopra la testiera: ora sono nella camera da letto di
Rose e Emm.
Mi metto seduta e sbircio
dalla finestra alla mia sinistra, deve essere quasi il crepuscolo,
sento un rumore alle mie spalle, mi volto e noto la piccola Elisabeth
che mi guarda, mi sorride e torna dalla mia migliore amica.
-Mamma, mamma … la zia Bella è sveglia, vieni!-
Meno di due minuti dopo soni stretta tra le braccia di Rosalie, suo marito insieme ai gemelli ci guarda dalla porta.
-Bella, ricorda: sei anche tu
un essere umano … hai bisogno di sfogarti di tanto in tanto
…- dice quello che è anche il mio medico, prima di
lasciarci da sole.
Stringo forte Rose, mi ci
aggrappo … a volte credo di avere solo lei … sento che
lei è il mio unico punto fermo … è strano: chi ci
ha conosciuto ai tempi del liceo direbbe che tra le due sono io quella
più protettiva, più materna, forse perché ho
sempre dato l’idea di essere quella responsabile, e invece
è proprio lei che rappresenta il mio punto fisso, il mio porto
sicuro … come una seconda mamma vista la lontananza geografica
con Reneè.
Sono riuscita a tornare a casa prima di cena … Edward sta per riaccompagnare Charly a casa.
Dopo avermi stretta in un
abbraccio soffocante per circa mezz’ora, Rosalie ha deciso che
dovevo avere una bella strigliata.
Naturalmente ha rimarcato
più e più volte che sono un’incosciente e che
dovrei sfogarmi di tanto in tanto … che tenermi tutto dentro
può solo farmi male e in fine ha cercato di stemperare le due
ore di ramanzina dicendomi che il fatto che io non mi sia
confidata con lei l’ha offesa pesantemente.
Prima di farmi tornare a casa
ho dovuto giurarle che penserò almeno per 10 minuti al giorno a
me stessa, che non mi farò fagocitare dai problemi e dalla mia
solita visione pessimista della vita, che la chiamerò anche solo
per distrarmi parlando di gossip!! E naturalmente Emmett mi ha
prescritto delle vitamine!!
I miei amici sono iperprotettivi, ahimè, e io lo sapevo già!
Suona i citofono proprio mentre sto finendo d’impanare la prima cotoletta di pollo.
-Bella, sono Edward … ho riportato Charlotte.-
-O-ok …-, rispondo un
po’ confusa. Solitamente è nostra figlia a rispondere e,
anzi, lei mi ha spiegato che il padre la prende in braccio per portarla
all’altezza del citofono.
Apro la porta e mi aspetto che
a portare su mia figlia sia come ogni sera il portiere, Benjamin, un
ragazzo dalle origini egiziane, la pelle olivastra e i capelli corvini.
Torno quindi in cucina.
Un colpo alla porta.
-Avanti … Benjamin vieni …. Sono in cucina.-, alzo un po’ la voce per farmi sentire.
-Lo vedo …-la voce che mi risponde però non è quella bassa del mio portiere …
Edward è sulla porta
della mia cucina e sta facendo scendere dalle sue braccia Charlotte;
accanto a lui Adam si guarda intorno, timido.
-Maestra Bella… Come stai?- mi chiede dolce, imbarazzato ma anche un po’ preoccupato.
Mi avvicino a lui e mi abbasso alla sua altezza.
-Sto bene, Adam … non preoccuparti.- lo rassicuro mentre gli scompiglio i capelli sottili come fili di seta.
Solo allora noto che Edward ha
tra le mani un sacchetto della farmacia, che, notando il mio sguardo,
subito mi porge: sono le vitamine che mi ha segnato Emmett.
-Mi ha mandato a comprarle e
si è raccomandato che mi assicurassi che tu ne prenda almeno
stasera.-,mi sorride e mi osserva, poi si rivolge ai bambini.-Bambini
perché non andate un attimo di là a giocare … Devo
parlare un attimo con Bella…-
-Va bene, papà …- rispondono in coro i bimbi, prima che Charlotte tiri Adam nella sua stanzetta.
Non dovrei più
emozionarmi per queste cose, eppure ogni volta che sento la mia bimba
chiamare Edward papà … non è solo emozionante, ma
anche strano.
Appena i bambini scompaiono alla nostra vista cala un imbarazzante silenzio.
-Mi spiace per la ramanzina di Emmett … Non è colpa tua …-inizio.
-Eri sveglia?-
-Ho sentito, sì …-
-Beh … ho riflettuto
molto … sicuramente il nostro comportamento … non ci
stiamo comportando da adulti responsabili … da genitori .. e
questa situazione non è certo idilliaca … e non puoi
tenerti tutto dentro … -si ferma un attimo poi chiede,-Sei
sicura di star bene?-
-Sì … davvero.-
-Ti spiace se controllo?-, lo
guardo interrogativa, quando poi mi fa segno di sedermi, vorrei potermi
tirare indietro, ma le sue insistenze mi obbligano a permettergli di
controllare le mie funzioni vitali.
Quando ha finito la nostra peste si precipita accanto a me, trascinando suo fratello.
-Mamma, mamma! Papà ed Adam possono restare a cena? Ti prego, mamma!- chiede lamentandosi.
-Charlotte … per prima
cosa sai che non voglio che tu piagnucoli, io ti ascolto anche se parli
normalmente, anzi riesci a convincere meglio le persone se ti spieghi
senza lamenti! Te l’ho già detto, no?-
-Sì, mamma, me l’hai già detto.-, dice compita, raddrizzando anche la postura.
-Bene, tesoro … Comunque devi chiedere a tuo padre, per me non ci sono problemi.-
-Papà?-si gira verso Edward e gli fa gli occhietti dolci. Lui la prende in braccio.
-Stellina stasera non posso … ho promesso a nonna Esme di andare a trovarla.-
-È … è
che Adam non ha mai visto il film di Narnia e lo vuole vedere …
poi potrebbe piangere …-tenta lei, provando a mettere il padre
in difficoltà.
-Io non credo che Adam
piangerà per questo, vero?-, mi intrometto chiedendo al bambino
che risponde che è troppo grande per piangere per queste cose,-E
se proprio non vuoi farlo andare via triste, perché non gli
presti il dvd, tesoro?-, lei annuisce mesta.
-Andiamo a prendere il film-, si incammina con suo fratello, poi si volta,-Papà possiamo giocare un altro pochino, vero?-
-Sì, ma poi io e Adam dobbiamo andare.-, i bambini annuiscono e scompaiono di nuovo in camera di Charlotte.
Il silenzio imbarazzante stavolta viene rotto da Edward.
-Mi dispiace che ti abbiamo invaso casa …-
-Figurati … non
è affatto un problema … e lo dico sul serio … non
è una frase fatta.-gli rispondo guardandolo dopo settimane negli
occhi, almeno per un secondo.
-Emmett mi ha detto che tornerai a lavorare nel suo studio.-, cerco di intavolare una conversazione.
-Già … l’ospedale richiede troppo tempo ed energie … voglio vivermi i bambini …-
-È giusto.-, commento con un sorriso.
-A proposito … Non so
proprio come tu abbia fatto a trovare una giustificazione alla mia
continua assenza, quella volta al ristorante … -, il suo tono
è, nonostante l’argomento, sereno,- Davvero: sei un genio!-
-Non lo sono … è
che avevo sempre detto a Charlotte che suo padre era impegnato con il
lavoro … Poi odio mentire ai bambini, non ritengo sia educativo,
e non volevo continuare a farlo, e non volevo nemmeno privarti di altro
tempo con tua figlia, o meglio non volevo privare lei di altro tempo
con te … e poco tempo fa lei aveva chiesto ad Emmett
perché non lavorava in ospedale … ho fatto due più
due ...-
-Ah … Comunque Emmett mi passa alcuni dei suoi pazienti, come Charlotte, naturalmente, e … te .-
-Cosa?-
-Già … dice che
non ha senso avere solo la bambina … -, sono sorpresa,-Ma se per
te è un problema … - aggiunge.
-No, no … non mi aspettavo che Emmett mi scaricasse così!-, scherzo.
Quando se ne va mi rendo conto che non so come sia accaduto, ma è come se fossimo due estranei.
Allora che mi
dite? Spero di non avervi deluso con questo cap. La situazione è
decisamente ingarbugliata di suo, del resto il comportamento che hanno
tenuto fino ad ora i nostri due protagonisti non li ha per nulla
aiutati, anzi!
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre molto piacere!
Per lo spoiler
del prossimo capitolo vi aspetto tra una settimana sul mio blog o sul
mio profilo FB (i cui link sono negli appositi bottoni nella mia pagina
autore).
Un bacio,
Serena.
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
Con_ 16
Lo
so che sono come al solito in ritardo, ma davvero non immaginavo di
metterci tanto a scrivere il cap ... speravo di farlo in poco tempo ...
mi spiace ...
Oggi giacché sono un po'
stra occupata non vi tedierò con le mie ciarle ma vi lascio
subito al capitolo, ringraziando tutti coloro che seguono,
preferiscono, ricordano, recensiscono e leggono la storia.
Capitolo 16
Emmett POV
“-Vorrei davvero fare qualcosa … ma lei
è così …-”
-Autonoma?-
“- … Direi piuttosto testardamente indipendente!
È frustrante!-”
Se negli ultimi venti giorni ho avuto delle perplessità
sull’idea di mia moglie questa telefonata me li sta
decisamente fugando tutti!
Non posso credere che la situazione sia cambiata tanto
nell’ultimo mese e mezzo, quando ho dovuto fare la voce
grossa con Edward su come fosse impostato il suo rapporto con Bella, ed
ora proprio lui mi ha chiamato per sapere cosa fare per aiutarla
… Tutto merito di Rose: mia moglie è un genio!
-Ora dov’è?-
“-Ancora a telefono con la preside!Non so cosa le abbia
raccontato ieri pomeriggio Adam, ma non è convinta della
competenza della sua sostituta…-”il suo tono
è rassegnato mentre io rido.
-Charlotte, invece?-,chiedo appena ricompostomi.
“-Con Esme! Bella dice che è stata già
troppo chiusa in casa … anzi probabilmente domani
vorrà che la porti da voi … per liberarsi anche
di me…-”
-E perché?-
“-Dice che la stresso … che non è una
bambina, ma un’adulta con una gamba ingessata, e non ha
bisogno di un infermiere!-”
-Ma non eri medico, amico?-,lo prendo in giro.
“-Simpatico! Francamente non credevo fosse una paziente
così difficile, anche se avrei dovuto immaginarlo
… non è mai stata una persona arrendevole
…-”
-Uhuh! Quanti anni ti ha fatto penare per un bacio?-
“-Simpatico! Allora, hai qualche consiglio?-”svia
abilmente.
-Se è stressata potresti aiutarla a preparasi un buon the
…-
“-Intendi che potrei prepararle un buon the?-”
-Credo sia più fattibile che tu la aiuti … Ad
ogni modo prova.-
“-Francamente non la vedo molto tipo da the … Sei
certo?-”
-Certissimo … ma hai ragione non è proprio un
tipo da the … ma durante la gravidanza non poteva abusare di
caffè … quindi ha iniziato a bere il
the…-
“-D’accordo … proverò! Spero
che non mi cacci da casa per questo! Ne saresti
responsabile!-”
-D’accordo amico, ci sentiamo!-
“-Ciao.-”sussurra prima di riattaccare.
Tre settimane fa
è accaduto uno spiacevole episodio: mentre, in piedi su uno
scalotto pericolante, cercava delle vecchie foto, in uno scatolone in
cima ad un armadio, Bella è caduta. Ha cercato di rialzarsi,
ma non riuscendoci (dopo averci provato più e più
volte) ha deciso di chiamare Rose, che ha una copia delle sue chiavi.
Naturalmente mia moglie non è andata da sola: non avrebbe
potuto far nulla per aiutarla, ma ha portato con sé il
medico di Isabella, Edward. Il nostro amico ha appurato che la gamba
sinistra di Bella era rotta e l’ha accompagnata in ospedale,
ad ingessarla.
Naturalmente Bella non
poteva restare da sola: conoscendola avrebbe preso il “Riposo
assoluto” come un “Può correre la
maratona di NY”.
“Quale
soluzione migliore del convincere Edward a restare da lei?”
mi aveva prospettato mia mogli, un sorriso malizioso sulle labbra
perfette.
Da allora Edward e Adam
si sono trasferiti temporaneamente a casa di Bella!
“Rose mi ha appena chiamato Ed per chiedermi cosa
può fare per aiutare concretamente Bella … Tesoro
sei un genio. A dopo”
Invio l’sms e faccio entrare il mio prossimo paziente, in
fondo occuparmi anche degli assistiti di Edward non è un
problema se può servire ad aiutare quei due testoni!
Bella POV
-Non m’interessa quanto siano chiassosi! Leah …
non può! Non lo permetto! Sì, esatto!
D’accordo … parlale tu! Tanto verrò a
saperlo … No, non dirglielo … sì
… ma mi raccomando … altrimenti vengo a scuola, a
costo ti togliermi il gesso da sola … Già
… a presto.-,chiudo il telefono, dopo aver urlato per bene
con la preside.
Quell’incompetente della mia supplente ha detto ai MIEI
bambini che non vado a scuola perché loro mi hanno fatto
stancare troppo ed ammalare … la sua scusa è
stata “Cercavo un modo per tenerli tranquilli”!
Se non sei capace di tenere una classe come la mia tranquilla allora
non puoi fare l’insegnante! Questo avrei voluto dirle!
Che rabbia!
-Lo sai che non ti permetterò di toglierti quel gesso prima
della tua completa avvenuta guarigione?-sobbalzo a quella voce alle mie
spalle, nonostante sia come sempre melodica … persino con
quella nota di saccenza !
-Che fai? Origli le mie telefonate?-lo accuso senza nemmeno guardarlo,
mentre cerco di allungarmi per poggiare il cordless sul tavolino di
fronte a me, invano.
Imita il soffio di un gatto, poi prende il telefono dalle mie mani e lo
posa.
-Ritira le unghie, gattina! Non era mia intenzione.-, a quelle parole
scoppio a ridere.
È strano a dirsi eppure siamo diventati amici …
Siamo passati dalla cordialità alla cortesia e poi
all’amicizia.
Ammetto che la convivenza forzata ci ha fatto saltare parecchie tappe.
E spesso non so come comportarmi con lui … non solo
perché è il padre di mia figlia e vive nella mia
stanza degli ospiti con suo figlio, ma soprattutto perché
lui abbatte tutte le mie difese …
Sia perché così, rilassato ed allegro,
è incredibilmente, assurdamente, bello, ma perché
questo ambiente sereno mi fa abbassare la guardia … quanto
è facile dimenticarsi i nostri problemi e scoprire che
ancora il mio cuore batte forte, quando lo vedo sorridere!
-Cos’è successo?- mi chiede appena ritorniamo
seri, con il tono accondiscendente con cui chiederebbe a nostra figlia
cosa ha combinato a casa di Rose.
-Lascia perdere …- rispondo.
-Perché?-
-Non posso parlarti di lavoro … già è
deontologicamente scorretto che io viva con un mio alunno …
se poi dovessi anche sfogare i miei problemi lavorativi su suo padre
…-
-Se è un tentativo di mandarmi via è inutile! Non
lo farò: non ti lascerò sola!-,afferma con tono
leggero come se stesse ribadendo una certezza assodata …
-Ma Edward! Francamente non ho bisogno di nulla … Non voglio
cacciarti, ma non ho bisogno d’aiuto.-, spiego, sorvolando
sull’imbarazzo che comporta questa situazione.
-No. Tu non VUOI accettare aiuto … nemmeno una cortesia!-
Sbuffo e mi mordo la lingua.
“L’ultima volta che ho accettato la tua cortese
offerta di un passaggio mi sono ritrovata incinta!” dirgli
questo però non sarebbe saggio.
Decisamente!
-Che ne diresti se ti preparassi un the?- propone.
-Un the sarebbe un’ottima idea! Lo preparo!-
-Veramente avevo intenzione di prepararlo IO …- mi fa notare
con tono ovvio.
-Non potresti-, gli spiego mentre cerco d’alzarmi,- Devo
farlo io …-, finisco mentre mi aiuta a sollevarmi.
Appoggiandomi alle stampelle raggiungo la cucina, ma sento la sua
presenza sempre dietro di me , a meno di un passo.
Apro i vari stipetti per prendere gli ingredienti, ma mentre cerco
d’afferrare la cannella, in alto a destra, perdo
l’equilibrio.
Sono le mani di Edward che si ancorano alla mia vita ad impedirmi di
cadere ed è il suo corpo a sorreggere interamente il mio,
mentre preparo la bibita calda.
-Ne vuoi una tazza?-chiedo sforzandomi per non mostrare
l’imbarazzo di cui sono preda essendo completamente
poggiata su di lui.
-Sì mi piacerebbe … Che miscela è?-,
la sua voce è bassa, calda, e il suo fiato sfiora il mio
collo.
-È un mix speciale … si chiama “Romeo e
Giulietta” …- rispondo un po’
incerta.
-Davvero?-, la sua voce è come ipnotica in questo momento,
ecco perché cerco di stemperare l’atmosfera
parlando come una conduttrice di quei programmi di cucina che Alice
tanto ama.
-Per prima cosa scaldo dell’acqua, intanto prendo la
tisaniera e preparo gli ingredienti: un misurino di the nero alle rose,
mezzo di the ai frutti rossi e mezzo alla vaniglia … per
finire una spolverata di cannella. Verso l’acqua nella
tisaniera e metto gli ingredienti in infusione per cinque minuti. Ecco!-
Avevo davvero bisogno di riempire il silenzio, così come ora
ho bisogno di mettere della distanza tra noi.
Mi appoggio al piano cucina con la mano destra e mi volto un
po’ a guardare Edward.
-Ti spiace se torno al divano e versi tu il the?-, gli chiedo con un
sorriso innocentissimo.
-Va bene, ma … vuoi che ti accompagni di là?-,
chiede cortese.
-No, no …-
Inforco le stampelle e torno al mio posto. Dopo pochi minuti Edward mi
raggiunge sul divano e mi porge la mia tazza.
Come faccio sempre l’afferro saldamente con due mani e quasi
tocco con il naso la superficie del liquido scuro, per godermi appieno
quell’aroma dolce ed allo stesso tempo speziato, che subito
mi rilassa.
-Credo che tu abbia esagerato con la cannella, è troppo
…-
-Pungente.-, affermo soddisfatta.
-Sì … pungente.-, ripete incerto scrutandomi per
capire.
Bevo un sorso di the e poi rialzo gli occhi su di lui.
-È per questo che il suo nome è “Romeo
e Giulietta” -, suono entusiasta, è infatti questo
l’effetto che questa bevanda in particolare ha su di me.
-Immagino debba essere forte per esemplificare la tragedia finale,
no?-chiede curioso.
-Beh, forse … anche … Il punto è che
è finto …-, lui aggrotta la fronte spiazzato,e io
continuo,-Diciamo la verità … ci hanno pensato
tutti almeno una volta: questo adolescente volubile che in una sera
muta rapidamente l’oggetto del suo amore; una ragazzina di
buona famiglia che, tenuta fino ad allora nella bambagia,
s’innamora degli slanci di quell’incosciente
… decidono di sposarsi, senza nemmeno conoscersi, senza
potersi fidare l’uno dell’altra. Tanto che dopo
pochissimo Giulietta perde fiducia in lui, poi la riacquista con la
facilità propria del temperamento adolescenziale
…
E si uccidono per quell’amore forte e appassionante come
può essere solo in quel momento, scevro di tutte le
implicazioni razionali e realistiche di un vero rapporto …-
-Stai dicendo che è utopico ed assurdo?-, mi chiede duro.
-Sì, è folle e sconsiderato … Quale
storia con questi presupposti potrebbe mai durare? Quale storia
può essere vera se nata a quell’età?-
non so perché oggi sono così dura …
solitamente nonostante quello che io stia esprimendo è vero,
non sono così cinica!
-Rose ed Emmett.-, risponde compito.
-Hai ragione: loro e poi? Quanti altri credi che possano amare per
tutta la vita la persona di cui si sono innamorati a quindici anni?
Morire poi per quell’amore è da egoisti e
sconsiderati … È come morire per
nulla.-, gli rispondo con tono convinto anche se in realtà
mi vorrei prendere a schiaffi da sola.
Lui poggia la tazza sul tavolino senza averla nemmeno sfiorata con le
labbra e mi guarda dritta negli occhi.
-Perché allora bevi un the che ti ricordi questa storia?-
sorrido, sorrido amara, sorrido amara a me stessa, sorrido amara a
quella parte di me stessa che nonostante tutto continuo a coltivare.
-Perché è così bello crederci!
Lasciare che il cuore ci creda … che lo senta, per un
momento. Come quando vedi la tragedia recitata avanti ai tuoi occhi,
quell’amore totale, travolgente ed appassionante …
che tu ci speri … che sogni di morire anche tu per esso.-
Ho parlato chiudendo gli occhi istintivamente, come a proteggermi
…
Perché questa contraddizione è per me
così intima, così avvolgente, che rappresenta
totalmente la mia essenza.
Quando apro di nuovo gli occhi, solo per evitare di versare il the,
trovo i suoi a scrutarmi … come a scavare nelle mie pupille,
a sezionare le mie iridi.
Poi riprende la tazza, beve un sorso e sorride compiaciuto.
-Sei sempre la stessa.-, imbarazzata sorriso appena non sapendo cosa
fare, poi lui mi togli ed’impaccio,-Emmett ha detto che hai
iniziato a prendere questo the in gravidanza.-, grata colgo lo spunto e
inizio a raccontargli tutto, dal primo giorno di nostra figlia, a
ritroso, fino al primo calcetto, al trasferimento a Forks …
cercando di glissare il più possibile sulla presenza di
James, che lui a malapena tollera.
Edward sorride mentre racconto e si entusiasma, poi
d’improvviso diviene serio e mi blocca.
-Noi dovremmo affrontare la questione …-
-Quale questione? –
-Tutto … Il fatto che tu non mi abbia parlato di Charlotte,
come prendesti la scoperta della gravidanza … come sei
riuscita a crescere da sola nostra figlia … dovremmo
parlarne per bene … -
-Vuoi davvero parlarne ora?-
-E perché no? È vero che la situazione
è strana, ma normalmente siamo bravi ad evitare le questioni
spinose io e te … Semplicemente scappiamo o le ignoriamo, ma
oggi abbiamo delle ore intere da passare da soli … tu non
puoi scappare a causa della gamba e io per il giuramento
d’Ippocrate … Non guardarmi così, non
ho mica detto eresie! Non posso abbandonare una paziente sola e ferita
…
Sul serio Bella, so di essermi comportato da codardo con te, spesso ...
anche quella notte, la prima notte che Charlotte dormì da me
… ti ho baciata e sono scappato … non avrei
dovuto …-
-Fare quali delle due cose?- gli chiedo d’istinto, pentendomi
di aver interrotto il suo pseudo monologo con una domanda
così scomoda e pericolosa per il precario equilibrio in cui
ci troviamo.
Ancora una volta lui mi scruta, poi sorride.
Un sorriso differente da quelli che ho visto ultimamente, freddi
cortesi, gentili o dolci …
È un sorriso che conosco bene, che una volta vedevo spesso
disegnato sulle sue labbra, un sorriso malizioso e compiaciuto che
scompare dopo un attimo.
-Non lo farò Bella … Non mi esporrò di
nuovo così, non ora … Ho appena detto di non
voler essere un codardo, ma come hai detto tu prima del processo,
dobbiamo prima risolvere il resto … ed è quello
che voglio fare in questo momento.-
Mentre mi rispondeva ho sentito i muscoli stirarsi, rilassarsi,
irrigidirsi, per le molteplici emozioni che ho provato.
Ora però semplicemente annuisco ed inizio a parlare, a
raccontare.
Racconto di come mi sono sentita durante la gravidanza, di
come era bella Charlotte da piccola … Ma lui mi
blocca.
-Bella io voglio sapere tutto … TUTTO! Non solo della nostra
bambina, ma anche di te … Da quando sei scappata da casa mia
quel mattino, ti prego.-
Lo scruto: è completamente sincero … e io voglio
esserlo a mia volta, senza preoccuparmi del perché di questa
richiesta.
Le domande, le implicazioni, i perché … verranno
dopo la sincerità, almeno per una volta.
Prendo una bella boccata d’aria.
-Io ti ho odiato, Edward, davvero, sul serio … ti ho odiato
e maledetto, e mi sono odiata a mia volta … ho provato
schifo e vergogna per me stessa …
Poi ho scoperto di essere incinta …-
-E devi avermi odiato ancora di più …- constata.
-No … io … non so come spiegarti, ma ero
shockata, molto, troppo … e poi mi sono innamorata di
quell’esserino che cresceva dentro me … E non
potevo perdonarti, ma non potevo nemmeno fingere che non fosse successo
nulla tra di noi … perché c’era il
tesoro che viveva in me a testimoniare il contrario, ed io
già lo amavo … - deglutisco prima di ammettere ad
alta voce, a lui, la verità,- E lui non era nato da una
sbandata, da una cotta e da una semplice attrazione … era
nato dal mio primo amore, l’amore della mia adolescenza,
quello che non avrei mai dimenticato, che sarebbe stato per sempre il
più puro, il più vero, il più grande
…- parlando ho abbassato leggermente lo sguardo, tanto da
non permettergli di scrutare i miei occhi ma non abbastanza da non
permettere a me di guardare la sua reazione alle mie parole, reazione
sin troppo pacata, tanto da essere ancor più imbarazzante:
ha annuito leggermente, serio.
Prendo un bel respiro e riprendo dalla nascita di Charlotte, fino al
nostro incontro di qualche mese fa, quando ho scoperto che era lui il
pare di Adam.
-Io ho sbagliato allora a non chiamarti per dirti che ero incinta, ma
non volevo rovinare il tuo matrimonio, pensavo di aver già
fatto abbastanza danni ad una coppia felice, e comunque ero
ferita dal tuo comportamento … E ho sbagliato a
non dirtelo poi , ma davvero volevo che tu risolvessi prima la
questione di Jane e Adam … ti giuro che ti avrei detto di
Charlotte uno o due giorni dopo il processo … davvero!-
-Ti credo … io … Io avrei dovuto
spiegarmi meglio quella mattina, dirti che ero separato, parlarti
dell’imminente divorzio … tentare in tutti i modi
di contattarti … e non avrei dovuto trattarti
così freddamente dopo il processo , ma ero shockato
… credevo mi avessi mentito anche tu …
che non potessi fidarmi nemmeno di te … E questo mi
distruggeva perché io davvero ho creduto che noi -, in quel
momento, mentre fremo per sapere cosa significhi quel
“noi”, suona il telefono.
Edward risponde e mi porge il ricevitore.
-È tua madre.-, mi gelo …
“-Tesoro non ci sentiamo da una vita!-“
-Ciao mamma.-
“-Prima di raccontarti le ultime novità
… posso farti una domanda?-“
-Sì…-, chiudo gli occhi ed abbasso il capo mentre
aspetto avvicinarsi l’inevitabile quesito.
“-Chi ha risposto al telefono?-“, alzo lo sguardo
per incontrare quello di Edward che, probabilmente per darmi un
po’ di privacy, è a qualche metro da me.
-Il padre di mia figlia.-
Che ne dite? Valeva la pena di aspettare per avere finalemente un chiarimento tra questi due testoni?
Nel prossimo capitolo vedremo la reazione di Reneè e non solo ...
Un bacio,
Serena.
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Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
Con_ 16
Allora
allora allora ... ringrazio tutti colore che seguono, preferiscono e
ricordano la storia, e naturalmente chi ha recensito ...
Vi annuncio che dopo questo capitolo ce ne saà un'altro e poi
l'epilogo ... eh già vi siete temporaneamente liberati di me ...
Vi lascio al capitolo, a dopo...
Capitolo 17
“-Chi ha risposto al telefono?-“
-Il padre di mia figlia.-*
Silenzio assoluto … questa è l’unica risposta di mia madre.
-Mamma?- improvvisamente sento cadere la linea.
Osservo il cordless, spaesata …
Non può averlo fatto davvero … Ha … Ha riattaccato?
-Bella?-guardo Edward,-Cosa … ?-
-Ha riattaccato …-
-E … perché?-, sto per rispondere che non ne ho la
più pallida idea quando squilla il mio cellulare: è
arrivato un sms.
“Domani sono da te … mi devi delle spiegazioni. La donna
che ti ha messo al mondo e che estrometti regolarmente dalla tua
vita.”
-Ah.-
Probabilmente mentre nella mia mente passano tutte i possibili scenari
per la giornata di domani passano alcuni minuti … a svegliarmi
da questa specie di incubo ad occhi aperti, che irrimediabilmente
finisce con me che vengo disconosciuta da Reneè, è il
tocco delicato e caldo della mano di Edward sulla spalla.
-Che c’è? -, scuoto la testa,-Sai che non sto capendo
nulla?-, lo guardo abbozzando quello che dovrebbe essere un sorriso.
Lui lentamente sposta la mano sulla mia guancia.
Purtroppo non ho il tempo di arrossire perché il cellulare squilla nuovamente: un altro sms di mia madre.
“Non preoccuparti di venirmi a prendere in aeroporto … ci pensa tuo padre.”
Nel momento in cui la colorita imprecazione lascia le mie labbra sono felice che Charlotte sia con Esme.
Edward mi guarda interrogativo.
Abbasso lo sguardo e sparo la notizia.
-Domani verranno i miei genitori.-
Dopo una manciata di secondi alzo gli occhi, ma l’espressione di Edward non è affatto cambiata.
-È un problema che vengano i tuoi?- chiede cauto.
-Decisamente!-, rispondo agitando le braccia, se solo potessi mi alzerei stizzita.
Io non so cosa dire e come, e lui invece mi chiede se è un problema?!
-Edward … -, espiro cercando di ricordare che abbiamo finalmente
messo le cose a posto tra di noi e che quindi aggredirlo sarebbe solo
deleterio,- Ok … praticamente così come non dissi nulla
ai miei amici, non raccontai nemmeno a mio padre e mia madre di noi
due … e nemmeno negli ultimi tempi ho spiegato loro la
nuova situazione … e prima che tu lo chieda: non l’ho
fatto perché è tutto troppo complicato … speravo
di riuscire a venire a capo della situazione prima di dover affrontare
il discorso con mia madre … Oddio! Io già so cosa mi
chiederà … e io non ho le risposte che lei vorrebbe
… E mio padre … potrebbe decidere di farti fuori appena
ti vede … -
Lui m guarda, stringe leggermente l’occhio sinistro come per
focalizzare qualcosa, poi spalanca entrambi gli occhi …
-Lo sceriffo …- sussurra e io pianissimo annuisco.
Restiamo in silenzio per un po’, seduti uno accanto all’altra, senza guardarci.
-Beh … probabilmente non vorrà far fuori il padre di sua nipote, no?-
-Ma forse l’uomo che ha messo incinta sua figlia, sì.- gli faccio presente.
Resta ancora in silenzio, poi inspira e si alza.
-Siamo adulti Bella, e ci stiamo comportando di nuovo da adolescenti
insicuri … -, mi passa la stampella e mi aiuta ad
alzarmi,-Domani parleremo con i tuoi, cercheremo di spiegargli tutto, e
pregheremo che a fine giornata io sia ancora tutto intero … Ma
dobbiamo farlo insieme …-, mi dice mentre mi stringe la vita.
Inclino il capo leggermente verso destra e osservo i suoi splendidi
occhi verdi che adesso brillano di determinazione e senza volerlo o
pensare, parlo.
-Sempre … insieme ...-
-Da oggi in poi affronteremo tutto insieme.- mi fa eco, sorridendo.
È l’alba quando decido finalmente di alzarmi …
inutile dire che nel momento in cui mi sono allontanata da Edward tutti
i miei dubbi e le mie paure si sono ripresentate, con nuovi
interrogativi, riguardanti le sue frasi enigmatiche.
Cosa vuol dire con quei “noi” con quei
“insieme” … io so perfettamente che cosa intendo, io
so che vorrei averlo al mio fianco, perché in realtà non
ha mai smesso di essere la mia ossessione … non ho mai smesso di
amarlo.
Ma lui?
E mi terrorizza anche poterlo scoprire oggi, di fronte ai miei genitori
… o forse mi terrorizza sempre perché in realtà ho
paura che lui ci veda insieme solo come i genitori di Charlotte.
Lentamente mi metto in piedi aiutandomi con la stampella, notando che
ormai sono quasi le sette, e mi avvio in cucina, dove un assonnato
Edward sta sorseggiando il suo caffè …
-Cosa ci fai già alzato?-, gli chiedo.
-Quello che ci fai tu immagino …-, semplicemente annuisco e mi siedo accanto a lui, che mi versa il caffè.
-Ieri sera ho chiamato Rose: tra mezz’ora viene a prendere
Charlotte e Adam, porta lui a scuola e lei a casa sua …
andrà poi lei a prenderlo.-
-Ok ... Chiamerò lei per avvisarla che non andrai tu … Ma perché?-
-Semplicemente non voglio lasciarti sola … E comunque ho
controllato i voli, quello da Jacksonville sarà qui per le 7:45
… Non credo che i bambini debbano assistere alla …
discussione.-, ancora una volta annuisco (sembra che io non possa fare
altro ultimamente) stupita dalla sua premura, ha praticamente pensato a
tutto, e questo mi risolleva … in fondo avrò il suo
solido braccio a sorreggermi oggi.
Un ora dopo sono fremente in attesa che il campanello suoni …
sobbalzo ad ogni minimo rumore, sperando e temendo che Charlie,
Reneè e Phil arrivino presto.
Quando finalmente qualcuno bussa alla porta mi alzo per andare ad
aprile, ma Edward mi guarda in tralice, obbligando mia sedermi di nuovo.
La porta gira sui cardini …
-Salve, lei deve essere la signora Dwyer, lieto di conoscerla
sono Edward Cullen … Sceriffo Swan, è un piacere
rivederla. So che è strano , visto che questa è casa di
vostra figlia, ma … prego accomodatevi.-
Un attimo dopo di fronte a me ho Charlie e Reneè … ahi,
male! Phil non c’è, avrei potuto aperare nel suo supporto
per blandire mia madre.
I loro volti sono tesi, tentando di non far trasparire la
curiosità di mio padre, che sicuramente non ricorda che Edward
è stato un mio compagno di scuola, e la compiaciuta sorpresa di
mia madre di fronte al benvenuto di quello che, nelle prossime venti
ore, sarà il mio compagno di battaglia.
Le loro espressioni mutano radicalmente quando notano il mio gesso.
Il viso di Reneè ora è preoccupato, disperato quasi e lei
mi corre incontro ansiosa di stringermi. Mio padre invece adesso
è sospettoso e si avvicina cauto non staccando gli occhi da
Edward che ci osserva un po’ divertito per la reazione di mia
madre.
Appena riesco a divincolarmi dalla soffocante stretta di Reneè
mi sbrigo a puntualizzare, prima che mio padre apra un fascicolo su
Edward con presunto capo d’imputazione “violenza
domestica”.
-Mamma lasciami … mi sono solo rotta una gamba cadendo dallo
scalotto … non ho mica scalato l’Everest! E …
papà Edward è un medico, non un criminale.-
-Non ho mai detto che lo fosse.- risponde mentre l’imputato soffoca una risata.
-Ma tu ieri mi hai detto …-, inizia debolmente Reneè mentre si accomoda accanto a me.
Edward si avvicina e lo stesso fa mio padre afferrando una sedia e sedendosi di fronte a noi.
-Signora io sono un medico, ma sono anche il padre di Charlotte
… una cosa non esclude l’altra …- il modo son cui
semplicemente tira fuori l’argomento lascia i miei genitori
imbarazzati e me senza fiato.
In questo momento francamente mi sembra il mio principe azzurro
… solo molto più sexy e molto più complicato.
Ora oltre i miei altri due paia di occhi lo scrutano, in modo molto meno adorante di me.
-Io e Bella ci conoscevano dal tempo del liceo … e ci attraevamo
già d’allora …-, inizia e poi continua a spiegare
la sua situazione con Jane al tempo, e la mia scoperta
dell’esistenza di Adam, il processo e come abbiamo cercato
abituarci l’uno all’altra …
Mi padre lo osserva e, quando lui finisce il racconto con la mia caduta che l’ha portato a vivere qui, gli chiede:
-Hai detto che il tuo cognome è Cullen?-
-Sì, ora lo è, capo Swan … sono stato adottato
dopo la morte dei miei genitori, è stato allora che ho cambiato
scuola…-
-Tu sei Edward Antony Masen?-
-Vedo che ora si ricorda di me …-
-Sì, conoscevo e stimavo tuo padre … e tua madre spesso
mi raccontava che credeva che tra te e Bells ci fosse del tenero.-
Arrossisco … mentre Edward sorride.
-Già mia madre era molto perspicace … ci aveva visto
interagire qualche volta all’uscita da scuola.-, dopo questo
commento tutti ci zittiamo, mentre Edward in piedi dietro di me mi
poggia una mano sulla spalla.
Il silenzio riflessivo di mio padre è interrotto da Reneè.
-Quindi avevo ragione … non era una storiella … Hai fatto proprio bene a non sposare James, allora!-
Oddio! Guardo Edward e noto i suoi lineamenti contrarsi in una smorfia di fastidio, ma è solo un attimo.
-Quindi ora che intendete fare?- mio padre porta fragorosamente la mano alla fronte, io e Edward la guardiamo senza capire.
-Reneè …-
-No, Charlie, devono rispondermi … Ok, hanno intenzione di
essere dei buoni genitori per Charlotte … ma poi? Come va tra
voi?-, sbarro gli occhi,-Non guardarmi così, signorina,
tenendomi fuori dalla tua vita hai già incasinato troppo le cose
… E lo vedo il rossore sulle tue guancie quando ti tocca,
proprio come un’adolescente, e Edward … ho notato il tuo
volto quando ho nominato James … Dovete mettere a posto tutta la
vostra vita … non solo mantenere un’apparenza serena,
credi che i bambini non se ne accorgano? Dovete essere sinceri
l’uno con l’altra … se non provate nulla va bene, ma
se provate ancora qualcosa di forte è il momento di buttarvi
… prima che tutto diventi troppo difficile, per le
complicazioni, i bambini che crescono, i sentimenti che mutano,
l’imbarazzo che cala …-
-Reneè …- prova mio padre ma fortunatamente squilla il telefono di mia madre.
Dal tono di voce e dalle paroline d’affetto con cui risponde
posso dire che è Phil, sono sposati da quasi vent’anni e
sembrano due quindicenni alla prima cotta.
Charlie intanto ci assicura che proverà a rimetterla
sull’aereo entro un’ora: di certo i suoi consigli non sono
quello che ci serve per capire come tirare avanti.
Quando due ore dopo Edward li accompagna alla porta lo sento sussurrare a mio padre:
-Sceriffo … io non ho risposto alle domande della sua ex moglie
solo perché credo sia più giusto parlarne prima con Bella
…- la sua voce è incerta e se lo conosco bene ha la mano
affondata nei capelli sopra la nuca.
-Lo capisco ragazzo … E chiamami Charlie.-
E la porta si chiude.
Quando Edward è davanti a me fingo di controllare il cellulare.
-Ora, visto che hai ascoltato tutto … vuoi sentire cosa ho da dirti?-
Nella mia mente una domanda: posso dire di no?
* capitolo 16
Che ne dite? Siete d'accordo con Reneè? siete curiosi di sentire cos'abbia da dire Eddino?
Dopo questa storia mi prenderò un po' di tempo per terminare
"Scriviamo una canzone ..." eh già ... qualcuno la ricorda? E'
ora di continuare e concludere anche quella storia, intanto per
chiunque fosse interessato ho pubblicato una nuova storia sul fandom de
"Il diario del Vampiro" si chiama Il Legame.
Un bacio,
Serena.
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Capitolo 19 *** Capitolo 18 ***
Con_ 16
Sono in stra mega ultra ritardo, lo so!
Ho avuto una sorta di blocco per questa storia, è assurdo averne
uno all'ultimo capitolo, ma credo mi sia preso il panico proprio per
questo!
Detto questo senza ulteriori indugi ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono e
ricordano la storia, e naturalmente chi ha recensito, e vi lascio al capitolo.
Capitolo 18
-Ora, visto che hai ascoltato tutto … vuoi sentire cosa ho da dirti?-
Nella mia mente una domanda: posso dire di no?*
-Aspetta … prima che tu parli voglio dirti che sono terrorizzata.-
Edward mi guarda confuso, sollevando le sopracciglia.
-Non sto per dirti che devi ammazzare tua madre … Terrorizzata da cosa?-, prendo un bel respiro.
-Noi … abbiamo appena raggiunto un equilibrio … un
equilibrio che abbiamo impiegato tanto, appunto, per raggiungere
… e solo ieri abbiamo chiarito tutto, ci siamo stabilizzati
… -
-In questo impasse?-, m’interrompe,-Bella io non voglio cambiare
la situazione, non subito … non ora che siamo
“obbligati” a vivere insieme … sarebbe sbagliato e
pesante …-
-E allora non capisco di cosa dobbiamo parlare!-
-Bella … ti prego … non vuoi scappare, no? Io devo
parlarti … e che tu lo voglia o meno dovrai ascoltarmi!-, dice
determinato mentre si avvicina a passi sicuri e si siede accanto a me.
-Edward in questo momento … non lo so.- gli dico sospirando.
-Vuoi smetterla? Vuoi darmi la possibilità di parlare? Vuoi
darci una possibilità? Io non voglio un risposta,-mi prende le
mani,- non ora, non ancora. Voglio solo poterti parlare: puoi
ascoltarmi? Puoi ascoltarmi davvero almeno adesso, solo adesso? Ho
bisogno di parlarti, senza nessuna pretesa, ma ne ho bisogno davvero.-,
il suo volto è serio e triste.
-Se devi.- sussurro sperando che lui cambi idea.
-Devo Bella. Devo.-
-Ok.-
Ma cala il silenzio mentre abbasso lo sguardo.
Un silenzio che sembra durare un’eternità.
Un silenzio che mi spaventa, anche più delle parole che Edward
potrebbe pronunciare, ecco perché alzo lo sguardo, trovando
quello di lui quasi lucido ma sereno.
-Sai perché odio James?-inizia spiazzandomi.
-Perché è stato vicino a Charlotte in questi anni, al
posto tuo?-, rispondo dopo qualche attimo di sorpresa, ma la mia
risposta è incerta, debole, tentennante: sembra una domanda.
-Hai ragione: è anche per questo. Ma lui è stato vicino
anche a te, ti ha aiutata quando io non c’ero, ti ha consolata
quando io ti ho ferita, e ti ha amata, in modo concreto, in modo reale,
ti è stato accanto e ti ha dimostrato il suo amore amando a sua
volta anche nostra figlia … e tu gli vuoi bene, tanto, e lo so
che tenerlo lontano ti ferisce, lui è stato per te come un
marito, ma meno soffocante, come un padre per Charlotte, ma meno
autoritario, lui vi ha amato, vi ha SAPUTO amare, e io invece …
Io non ho saputo amarti, non ho saputo lottare per te, non sono venuto
nel cuore della notte ad urlarti che ti amavo, non l’ho fatto, mi
sono arreso, e me ne vergogno! E Charlotte?Non so se saprò amare
nostra figlia come merita, io sono debole, sono debole e meschino
… perché sono scappato ancora. Quando ho saputo di
Charlotte ti ho allontanato, mi sono chiuso in una roccaforte di
rancore per tenerti lontana perché non sono sicuro di saper
amare te, Charlotte ed Adam, non sono sicuro di potervi amare
abbastanza, di poter ESSERE abbastanza.-
Dire che non era quello che mi aspettavo dal suo “discorso” sarebbe un eufemismo.
-Cosa intendi dire?-, la mia voce è stridula mentre si alza di
parecchie ottave,- Non ti permetterò di abbandonare nessuno dei
tuoi figli! Non puoi farlo!- le mie urla ricevono in risposta solo una
risata sincera.
-Ma sei impazzito?-, lui smette di ridere e mi sorride.
-Edward , io pensavo volessi discutere seriamente; volessi fare un
discorso da adulti! Non ho i nervi abbastanza saldi adesso per pensare
alle tue ragazzate!-, vorrei alzarmi ed allontanarmi, ma essendo
impossibilitata incrocio le braccia sotto il seno, stizzita.
-Bella perché non mi lasci mai finire?- mi sorride bonariamente,
aumentando a dismisura la mia stizza,-Io non sono sicuro di essere
abbastanza per voi … non sono sicuro di poter essere abbastanza
per te, ma non posso fare a meno di amarti, di amarvi … e so che
sto chiedendo molto, troppo, chiedendovi di accontentarvi di me, ma io
non posso più fare a meno di nessuno di voi! Forse James
sarebbe davvero la scelta più sana per te, per Charlotte, forse
sarebbe meglio affidare Adam ai miei genitori … oppure dovrei
semplicemente prendermi cura dei miei bambini, perché non voglio
e non posso stare lontano da loro, ma non posso stare nemmeno senza di
te. Forse io sono troppo poco, forse sono solo un fantasma del tuo
passato, ma per me non è cambiato nulla: ti ho sempre amato, al
liceo come all’università, cinque anni fa come prima del
processo per l’affidamento di Adam, allo stesso modo ti amo
adesso, e so che ti amerò sempre perché questo sentimento
che negli anni speravo si esaurisse, si calmasse, non ha fatto altro
che crescere incontrastato, bruciare le barricate che cercavo di
costruirgli intorno ed esplodere totalmente fino ad occupare ogni mia
sinapsi, ogni mio neurone, fino ad impedirmi di ragionare, e se
inizialmente speravo che l’amore per Adam prima e Charlotte poi
potesse sottrarne a te, sono stato un’idiota, un ingenuo totale.
Quel fuoco non è diminuito, continua a bruciare in ogni mia
vena, ve ne sono solo aggiunti altri, più benevoli, più
salutari, meno distruttivi. Già perché ogni volta che
penso alle mani di Jacob o di James su di te mi sento ribollire,
distruggere dalla gelosia.
Forse non potrò mai essere un buon padre e un buon compagno come
i due modelli che mi hanno aiutato a crescere, né come Emmett,
ma vi amo, semplicemente, totalmente e disperatamente e posso solo
assicurarti che continuerò ad amarvi per il resto dei miei
giorni.-.
Quando finisce il suo discorso è quasi affannato per la passione
e la convinzione che ha messo nelle sue parole, e mi guarda con gli
occhi di un verde così intenso da sembrare artificiale, occhi
quasi lucidi.
-Edward …-
-No, Bella … non pretendo una risposta ora, anzi non la voglio
… me la darai quando starai meglio, quando la convivenza forzata
non influenzerà i nostri rapporti, quando torneremo alle nostre
vite, quando ci avrai riflettuto per bene, quando ne sarai sicura,
quando ti avrò restituito i tuoi spazi tornando a casa.-
Mi da un bacio sulla fronte, premendo le sue labbra sulla mia pelle
molto più del necessario, ed esce per andare a prendere i
bambini.
E i giorni continuano a passare.
Ormai sono certa di odiare Edward con tutte le mie forze.
Perché doveva fare quella stupenda dichiarazione e lasciarmi il tempo per riflettere?
Il tempo e la riflessione sono sempre stati due dei miei nemici
giurati: non voglio tempo e non voglio riflettere, l’ho
già fatto troppo da quanto l’ho incontrato,non voglio
valutare tutti i pro e tutti i contro, e voglio odiarlo per questa sua
iniziativa, invece lui va in giro per casa con tranquillità,
come se non mi avesse detto che mi ama, mi ha sempre amato e
continuerà ad amarmi!
Lui va in giro facendo il perfetto infermiere, il perfetto padre, il
perfetto amico, e sorridendomi con lo stesso candido sorriso dei suoi
figli, senza imbarazzo né malizia.
Sono l’unica che, dopo quello che ha detto, arrossisce anche se
mi sistema un cuscino sotto la gamba, nonostante la mia pelle non entri
nemmeno in diretto contatto con la sua.
Ho finalmente tolto il gesso da cinque giorni, domani sera Edward
tornerà a casa e l’espressione sul suo volto è
sempre più distesa, più tranquilla, più raggiante.
Mentre lo aiuto a mettere in valigia la roba di Adam lo osservo di sottecchi, mentre fischietta un motivetto allegro.
Lui intercetta il mio sguardo e mi sorride tranquillo, io mi alzo a dir
poco arrabbiata ed esco da quella che per un’altra notte
sarà la stanza sua e di Adam.
Arrivo in cucina, mi verso dell’acqua e bevo, per calmare i nervi.
Ha una tale faccia da schiaffi!
-Bella? Tutto ok?-, naturalmente mi ha raggiunto.
-Hai vinto alla lotteria?-, gli chiedo voltandomi verso di lui.
-Cosa? Perché?-
-Rispondi!-, ordino perentoria, lui ha un’espressione scettica.
-Certo che no … -, sta per continuare ma lo blocco.
-Allora mi spieghi a cosa è dovuta tutta questa ilarità?
Sul serio non riesco a capire quale sia l’avvenimento che ti
rende così gioviale!-, credo che nella mia voce ci sia giusto
una “puntina” d’isterismo.
E lui scoppia a ridermi in faccia! Ma come sempre non per deridermi,
solo per puro divertimento: peccato che questo non lo salvi dalla mia
furia.
Mi avvicino a lui.
-Smettila.-gli dico con tono gelido, poi inizio ad urlargli di smetterla.
Lui in tutta risposta mi sorride e sfiora una ciocca di capelli che mi è caduta sul viso.
-Io non capisco perché tu sei così … allegro!-,
gli faccio notare ma il mio tono è quello di una bambina che
rinfaccia al padre di non aver soddisfatto un suo capriccio.
-Sembrerà una frase di film romantico, ma sono felice di averti detto ciò che provo.- ancora mi sorride.
Io incrocio le braccia sotto il seno e assumo uno sguardo duro.
-Non conosci la mia risposta.-
-Infatti e aspetto di averla al più presto.-, dice serio, poi si avvicina e inaspettatamente mi bacia.
Non è un bacio a stampo, né un bacio urgente, passionale,
no! È il bacio più dolce, più delicato e
più avvolgente che io abbia mai ricevuto. È come se mi
stesse ripetendo che mi ama.
Poi si allontana, sorride e torna alle valigie.
Edward e Adam sono sulla porta, hanno appena salutato Charlotte che si
è fatta promettere che domenica pranzeremo tutti e quattro
insieme da “nonna Esme”.
Edward bacia ancora una volta il capo di nostra figlia, mi sorride, si
avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia, poi mi guarda negli occhi.
-Aspetto una tua risposta Bella.-, poi mi bacia l’altra guancia e
sulla mia pelle sussurra un “Ti amo”, prima di staccarsi.
Sta per voltarsi quando gli butto praticamente le braccia al collo.
Sento le sue stringermi e sollevarmi a pochi centimetri da terra prima
di inalare il profumo dei miei capelli.
-Ti odio … Ho odiato questo periodo di riflessione che mi hai
imposto. Non avresti dovuto Edward.-, lui mi lascia scivolare via dalle
sue braccia,-Io non volevo rifletterci … Non devo, non voglio.
Perché ti amo anche io, a dispetto di tutto, e non so se
potrò mai smettere.-
Lui mi stringe fin quasi a soffocarmi e mi bacia fino a togliermi il fiato.
Sento Charlotte chiamarci e Adam dirle di stare zitta e portarla a vedere la televisione.
Quando ci stacchiamo e ci salutiamo promettendoci di vederci l’indomani i bambini tornano da noi.
Ho chiuso la porta da due minuti circa e vi sono ancora appoggiata.
-Mamma … che significa?-, guardo la mia bambina e le sorrido lieta.
-Che io e papà ci vogliamo bene tanto quanto ne vogliamo a te.- e Charlotte felice mi abbraccia.
* capitolo 17
Che ne dite? Vi piace questo capitolo? Spero di sì!
Spero di riuscire a scrivere presto l'epilogo, conto di farlo al massimo entro dieci giorni.
Vi ricordo che dopo questa storia mi prenderò un po' di tempo per terminare Scriviamo una canzone ...
In questi giorni ho pubblicato un extra di questa storia, intitolato Semplicemente Victoria che parla della nascita dell'amicizia tra Edward e, appunto, Victoria.
Intanto per
chiunque fosse interessato ho iniziato una long sul fandom de
"Il diario del Vampiro" si chiama Il Legame e pubblicato una OS nel fandom "The vampire diaries" intitolata Broken Curse.
A presto con l'epilogo.
Un bacio,
Serena.
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Capitolo 20 *** Epilogo ***
Con_ 16
Visto che sono in stra-mega-ultra-ritardo (persino per l'epilogo, dannazione!)vi lascio leggere ... a dopo.
Dedicato a Sara, che mi supporta sempre, e a Chiara, la mia Rosalie.
Epilogo
-Tesoro? Che stai facendo? Sono le due.-
-Scusami Ed, non mi ero resa conto di che ora fosse.-, mi risponde mia
moglie rannicchiata sul divano panna che tanto non voleva acquistare
quando abbiamo arredato questa casa.
“Con due bambini piccoli sarebbe meglio qualcosa di meno chiaro e
meno delicato.”, sosteneva, ma quando lo posizionammo
undici anni fa era incantata come me dalla sensazione che fosse stato
fatto apposta per il nostro soggiorno.
Mi siedo dietro di lei, passando le braccia intono ai suoi fianchi e poggiando il mento sulla sua spalla.
-Bella ma sei gelata!- la rimprovero appena entro in contatto con la
sua pelle,- Perché non hai messo una coperta addosso?-
-Non ci ho pensato. Mi sono alzata quando ho sentito Charlotte rientrare un paio d’ore fa …-
-E come mai non sei tornata a letto?-, le chiedo mentre afferro la coperta sulla poltrona e gliela sistemo addosso.
-Beh …-, mormora stringendo a sé un quaderno piccolo ma
molto spesso, con la copertina nera impreziosita da fantasie in
rilievo, oro e verde acqua.
-Che fai? Tieni un diario?-,scherzo, lei si volta imbarazzata,-Davvero è un diario?-
Vedendo la mia espressione perplessa mi da uno schiaffetto sul braccio e mi stampa un bacio leggero sulle labbra.
-E che ci sarebbe di male a tenere un diario?- alzo un sopracciglio.
-Non ti ho mai visto un tipo da diario amore mio … ma se lo sei
diventata, ok! Mi preoccupa questa involuzione ma ti amo lo stesso!- le
do un bacetto sul naso, lei invece mi fa la linguaccia e torna a darmi
le spalle appoggiando la schiena al mio petto.
-Vuoi sapere cosa sto facendo davvero?-, dice dopo essersi sistemata in modo da essere comodamente semisdraiata su di me.
-Se vuoi dirmelo.-, dico cauto conoscendo bene mia moglie, odia quando
m’impongo in modo troppo possessivo. A volte dice che sono
invadente … ma non credo sia un crimine voler conoscere tutto
della propria anima gemella.
Gira il volto e mi sorride.
-Ti amo.-, sussurra, poi mi spiega,-Sto scrivendo una storia …
In realtà è la nostra storia … Mi è venuta
l’idea oggi pomeriggio: Alice diceva che la nostra è una
storia da favola in un certo senso, una favola un po’ diversa da
normale, di quelle che sarebbe bello tramandare ai propri nipoti
… così ho deciso di scriverla, non per forza per i nostri
nipoti … ma anche per noi … mi piace l’idea di
rendere indelebile la nostra storia, che seppur difficile …-
-… È stata piena d’amore.-, finisco per lei posandole un bacio tra i capelli.
Sospiro passando le mie mani ormai vecchie su quella copertina
scolorita … ricordo ancora quando dopo aver riletto per
l’ennesima volta questa storia, la nostra storia, venivi da me
con le mani impiastricciate di vernice dorata, che si staccava da
questa stessa copertina, e mi lasciavi un’impronta d’oro
sul naso.
-S’intona ai tuoi occhi smeraldo!-, ti giustificavi ridendo.
La tua risata … Credo di non aver mai più sentito un
suono più musicale. Nemmeno il clavicembalo che suona nostra
nipote Isobel o il violino della sua gemella Catherine hanno lo stesso
suono dolce e cristallino della tua risata .. Già le nostre
adorate gemelline … ormai hanno 17 anni!
Hanno 17 anni e hanno trovato questo libricino stamani frugando in soffitta. Credo che abbiano già letto qualche passo.
So che questa storia gli appartiene, ma ho voluto rileggerla ancora una
volta, amore mio, prima di consegnarla, prima che possano spiare la tua
anima … Perché nonostante abbiamo partecipato anche io ed
Emmett a questa “stesura” qui ci sono i tuoi pensieri
e le tue insicurezze.
E so che è giusto che le abbiamo loro, loro a cui tu hai donato
la vita, diciassette anni fa, quando quell’auto stava per
investire la nostra Charlotte e il suo pancione, dentro cui crescevano
le gemelle, quando ti sei buttata su di lei, per impedire che
quell’automobilista distratto mettesse fine a quelle vite appena
accennate.
Ricordo ancora tutta la sofferenza, la sofferenza e lo shock, quando mi
chiamarono dall’ospedale: stavo visitando il piccolo William, il
nostro nipotino di soli 5 anni, Adam lo aveva portato allo studio
perché suo figlio voleva vedermi fare il dottore, invece che il
nonno, per una volta; poi la chiamata.
Ricordo Adam che mi chiedeva cosa stesse accadendo prima di ricevere la chiamata da sua sorella, decisamente isterica.
Sono arrivato in ospedale con ancora il camice che avevo allo studio,
credo di aver infranto tutte le leggi stradali nel correre da te.
Quando sono arrivato eri già in condizioni pessime, ho spinto
via tutti gli infermieri e mi sono precipitato al tuo capezzale,
letteralmente in ginocchio.
Appena mi hai visto hai sorriso.
-Cullen sei di fretta? Non fare il prepotente.-hai sussurrato e so di
aver carpito quel sussurro solo perché ero totalmente ed
incondizionatamente concentrato su di te.
-Tesoro … ti prego…-, ti avevo detto accarezzandoti i capelli.
-Edward … ti amo.-, avevi posato la mano sulle tue labbra e poi
sulle mie, dove la pressione dei tuoi polpastrelli si era pian piano
affievolita fino ad annullarsi.
Mentre sono perso in questi pensieri un foglio scivola dal libricino.
Non l’ho mai letto, probabilmente Bella deve averlo aggiunto dopo.
-Charlotte dove sei stata tutta la giornata?- chiedo a gran voce.
-Ero con Richard!-
-Potevi avvertire, ero in pensiero! A cosa ti serve il cellulare
altrimenti?-, la riprendo alzando ancora la voce per superare il rumore
del phon, lei dopo un attimo è dietro di me, sulla porta del
bagno.
-Voi siete sempre in pensiero.-sbuffa.
Le lancio un’occhiataccia attraverso lo specchio.
-Ok,ok … scusa- dice alzando le mani come a scusarsi ed uscendo.
Un paio di minuti dopo risbuca dietro di me.
-Papà dov’è?-
-È andato a ritirare l’auto…-
-Sai che ne voglio una anche io per i miei sedici anni?-
-Ti ricordo che tuo fratello ha messo i soldi da parte da solo , noi
abbiamo solo aumentato il suo budget … E comunque prima di
poter chiedere un’auto devi migliorare i tuoi voti a scuola.-
-Mamma a proposito: dov’è Adam?- cambia discorso la mia “bambina”.
-Sua madre lo sta distraendo ancora per un po’.-
Non si comprende l’importanza di qualcosa finché non la perdi, è proprio vero!
Un anno e mezzo dopo il processo per l’affidamento di Adam, io ed
Edward ci siamo sposati, e subito dopo è arrivata una notizia
fino a quel momento insperata: Jane sentiva la mancanza di suo figlio
e, visto che Demetri non voleva nemmeno sentirlo nominare lo aveva
lasciato per tentare di ricoprire un ruolo nella vita del bambino.
L’ex-moglie di Edward aveva quindi anche smesso di essere sua
paziente e si era trovata un altro psicologo, dopo essere tornata
a vivere con la madre, rimasta ormai vedova e consapevole dei propri
errori.
Da quel momento era un’altra persona, era ritornata la ragazza
dolce che avevo conosciuto e a cui avevo voluto bene al college, aveva
smesso di pretendere soldi da Edward, ed era tornata piano piano nella
vita di suo figlio, senza nessun altro processo: Adam Cullen era ancora
affidato a suo padre ma oltre ad avere in me una seconda madre, aveva
finalmente conosciuto la vera Jane.
Oggi è proprio lei che sta “distraendo” il ragazzo
mentre noi ultimiamo i preparativi per la sua festa di compleanno:
compie sedici anni, un traguardo importante!
Adam è rimasto il ragazzo silenzioso e timido, tanto da non
amare i festeggiamenti per il suo compleanno. Non perché non gli
piaccia essere in compagnia, tutt’altro, ma ha una teoria tutta
sua sulla festa di compleanno: crede che “obbligare” tutti
quelli che ami a riunirsi in un determinato luogo e momento per
festeggiarlo abbia un che di narcisistico … ecco perché
io e sua madre abbiamo deciso di organizzargli una mega festa a
sorpresa, naturalmente ci siamo fatte aiutare da Charlie, Lizz e
Richard.
Ci saranno proprio tutti, dai suoi amici alla nostra famiglia, compreso il pazzo gruppo dei nostri amici.
Gruppo che è cambiato da quando Edward è entrato nella mia vita e ha presentato Victoria ad Alice.
Ora quelle due sono inseparabili, mentre la compagna dell’una e
il marito dell’altra si disperano per le somme che evaporano ogni
qualvolta decidono di andare a fare shopping insieme!
Con il tempo però mi sono dovuta abituare
all’allontanamento, tutt’ altro che graduale, del mio amico
James, ormai trasferitosi a L.A..
Suonano alla porta: è Edward, ed è ormai tutto pronto per il festeggiato.
Appena apro mio marito mi saluta con un bacio dolce e passionale, come
da sempre è stata la nostra storia e come sempre sarà,
condita dall’ossessione del nostro amore e dalla tenerezza della
nostra splendida famiglia.
Sul retro del foglio c’è scritto qualcosa.
Al mio grande amore, Edward, mio marito.
Cosa significa questo pezzettino? Non lo so … lo sto scrivendo
due anni dopo aver concluso questa storia, ma credevo fosse giusto
includerci anche un piccolissimo momento della nostra routine familiare.
Non sorridere in quel modo tesoro, lo so che in realtà non ho
descritto un bel niente, ma avevo bisogno di inserire queste poche
righe, e sai perché? Perché leggendo la nostra storia
tutta d’un fiato sembra davvero una bella favola, probabilmente
non sarà scritta bene, ma mi ha riportato a vivere quelle stesse
emozioni … e avevo bisogno di questo piccolo promemoria per
ricordarmi che tutto ciò è reale e non solo una fiaba che
sparirà appena chiuderò questo libro.
Ricorda Cullen: non potrai mai più liberarti di me, il mio cuore batterà col tuo nel tuo petto in ogni momento.
Tua per sempre,
Bella.
Sorrido.
Ti amo Isabella, ti amo ancora oggi, diciassette anni dopo la tua
morte, ed è così assurdo pensare che non sei qui in carne
ed ossa, perché io continuo a sentirti accanto a me, nel calore
della nostra famiglia e nei momenti di gioia che questa mi regala.
Fine
Eccoci arrivati alla fine di questa storia ... che dire?
È stranissimo scrivere la parola fine a questa storia ... stranissimo e tristissimo ...
Ho scritto quest'epilogo tantissime volte e solo adesso mi soddisfa ...
Spero non mi starete odiando, ma questa era la fine perfetta, la vera fine che questa storia doveva avere ...
Qualcuno ricorderà che quando iniziai Ossessione spiegai che
partiva da uno sfondo autobiografico, quindi visto che questa storia
descriveva realmente la vita della protagonista (perché vi
assicuro che ogni cosa che ho descritto l'ho incontrata se non
personalmente grazie alle persone che mi circondano) doveva
finire con la fine della vita della protagonista ... non vedeteci nulla
di strano, non sto aspettando la morte, anzi sono in piena salute!
Non so se vi siete accorti che oltre all'extra Semplicemente Victoria
(che parla della nascita dell'amicizia tra Edward e, appunto,
Victoria), ho pubblicato un mese fa un'altra OS decisamente importante,
in cui potrete leggere come Jane sapesse dell'esistenza di Charlotte: Drunk fail.
In questo lungo cammino che è stata questa serie devo ringraziare diverse persone ...
Tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite:
1 - Aless__
2 - Alesya
3 - alice77
4 - Anna Rita
5 - anna71
6 - artemide88
7 - baby2080
8 - cali11
9 - ciaiciai
10 - cl85
11 - concetta cullen
12 - cuchiric
13 - dany60
14 - darky81
15 - fffabi
16 - francesca1980
17 - giulietta93
18 - iced_swan
19 - Ily92
20 - jaia
21 - jero
22 - kija_salvatore
23 - kikacullen
24 - kristen StewPatzz
25 - LacrymaNera
26 - Lapam8842
27 - Let_It_Be
28 - Lola_96
29 - Longo7838
30 - loy90
31 - maps92
32 - mariagrazia45
33 - meggyna_96
34 - micol_cullen1997
35 - Nensy_Cullen
36 - nessie mimi
37 - noracullen18
38 - pami2812
39 - PiccolaBella
40 - Rebussiii
41 - reny89999
42 - rikima 1
43 - robness
44 - sabryepenny
45 - Sairen
46 - sbrilluccica
47 - sene
48 - shary83
49 - sissilotti
50 - sky79
51 - sole_luna87
52 - starlightL7
53 - Suellen
54 - valecullen_thedevil93
55 - valesimo
56 - vampira97cullen
57 - vemarilu
58 - Venereacchiappamosche
59 - veronica1982
60 - yog
Tutti coloro che l'hanno messa tra le ricordate:
1 - amm1966
2 - Antzu
3 - Ashely_96
4 - chachy
5 - cicci751
6 - fede710
7 - gwen_87
8 - Longo7838
9 - MagariFossiLibera
10 - mimi1234
11 - orchidea85
12 - perrypotter
13 - scricciolo90
14 - silvia70
15 - sky79
16 - starlightL7
17 - stez
18 - Veronicas
19 - Vivien L
20 - _Cloe
21 - _RoBeRtInA96_
Tutti coloro che l'hanno inserita tra le seguite:
1 - 1717
2 - 3things
3 - 7Ginny7
4 - acqua1879
5 - adg
6 - akira96
7 - ale1982
8 - aleda776
9 - aleinadp
10 - alessandraxxx81
11 - alessia 21
12 - alessia_masencullen_
13 - alexa_cr81
14 - alice cullenhales nlgdr
15 - alice91
16 - alkermes
17 - alyssa976
18 - angel24
19 - anna71
20 - Anninaa
21 - annucciafg
22 - ant0n3lla
23 - antonella64
24 - ary94
25 - aurora03
26 - Baby77
27 - babycullen
28 - bea1997
29 - bellad93
30 - BellaKris94
31 - bellina4ever
32 - Bells85
33 - benny1
34 - BennySmolder
35 - betty boop
36 - blea
37 - cassandra76
38 - Chiaretta93
39 - chicca923
40 - chicca_75
41 - ciaspola
42 - claudia swan
43 - cochi85
44 - concetta cullen
45 - crys
46 - crystal777
47 - Cullenuzza
48 - cuoricina1996
49 - danybor
50 - debby_6
51 - delfinoblu
52 - Desyree92
53 - Divoratricedisogni
54 - eeffepiina
55 - elita
56 - Ellie_96
57 - elly_87
58 - emabel
59 - Emily Cullen
60 - enzachan
61 - ep1988
62 - epril68
63 - fabyp
64 - Fantasy_Mary88
65 - fede1207
66 - fede710
67 - federika88
68 - federobi
69 - francydon
70 - frassrock
71 - FrencyCullen94
72 - gaia98
73 - gaialuna
74 - gattoncini
75 - gennyp
76 - Giada is owned by Edward
77 - giagiotta
78 - giova71
79 - gla
80 - googletta
81 - hantaro2812
82 - ilariaechelon
83 - ishizu
84 - Joey88
85 - Kahlan Amnell
86 - Kalimera2
87 - karman
88 - kekina
89 - kittylit90
90 - Kristen Cullen
91 - LacrymaNera
92 - lali28cullen
93 - lauxxx
94 - Lavandarose
95 - lcaries
96 - leonessa
97 - lidiacullen
98 - litflo
99 - LittleDia
100 - Longo7838
101 - loulou72
102 - luluCullen91
103 - lulu_t
104 - mabi90
105 - maila79
106 - malyegiro
107 - Manda
108 - Mara71
109 - marcella
110 - maria concetta
111 - Maria Swan
112 - maria50
113 - mariamax
114 - mariellina67
115 - marios
116 - marty15
117 - Mavala
118 - mayamanu
119 - Melunacchia
120 - merina
121 - mery123
122 - meryj
123 - mickym
124 - micol_cullen1997
125 - mifinafa_93
126 - mikelina
127 - mikichan510
128 - milra
129 - mippippippi
130 - MiSa93
131 - Miyakochan_89
132 - moiraluca
133 - mokyy
134 - momo73
135 - monibiondina
136 - Monika1
137 - Moon Light
138 - mux
139 - nancyuccia92
140 - nene1964
141 - nickka
142 - Nicosia
143 - Nizzy_74
144 - Noe89
145 - nuvolabella
146 - Odiata
147 - Olthir_84
148 - OneDirectionITA
149 - orchidea85
150 - pame
151 - paperottamartina
152 - paride
153 - Perverse
154 - pinkprincess
155 - pocaontas1979
156 - PrincessRory
157 - principessacar88
158 - Radiant_Shadow
159 - raf
160 - ranocchia
161 - Red_Rose
162 - RenEsmee_Carlie_Cullen
163 - Robertsavedme
164 - romina_cullen
165 - Rose_Zampa
166 - Ros_Ros
167 - roxb
168 - Roxy
169 - sabribot
170 - sackiko_chan
171 - scricciolo90
172 - Signorina Caprapall
173 - silvia70
174 - sky79
175 - slytherine_in love
176 - slyvapi
177 - starlightL7
178 - stars92
179 - stefania881
180 - sweet _girl
181 - tati1984
182 - tenerona
183 - tequila
184 - TerryAl
185 - terrystar
186 - the_vampire_girl
187 - Tianie
188 - Tifa27
189 - titina10
190 - titty27
191 - twilightina92
192 - UAUI84
193 - Vale984
194 - vannuccini
195 - verdeblue
196 - Veronica91
197 - vero_v
198 - wilma
199 - youandme
200 - _Cloe
Chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - alice91
2 - antonella64
3 - artemide88
4 - BabyIWillLoveYouForever
5 - bellad93
6 - braking down
7 - CassandraARM
8 - Chicca montagna
9 - cocorita1234
10 - cullen91
11 - Cullenuzza
12 - dany60
13 - edwardina84
14 - federobi
15 - giorgina_cullen97
16 - Giulia_Cullen
17 - GiusyStew_Pattz
18 - iced_swan
19 - iuliuscaesar
20 - Joey88
21 - Kristen Cullen
22 - Lapam8842
23 - Little Redbird
24 - maria50
25 - marti89
26 - Midnight Sun_
27 - mishy
28 - Mix
29 - moira_chan
30 - nannavis
31 - noemi s
32 - Queen Alexia
33 - Red_Rose
34 - RenEsmee_Carlie_Cullen
35 - rosa62
36 - santa70
37 - Suellen
38 - sweet _girl
39 - vittoriaKf
40 - volpessa22
41 - _Heartless_
Tutte le persone che hanno recensito, fino ad arrivare a 153 recensioni.
E chi ha letto silenziosamente: questa storia ha avuto in media tra i
1500 e i 2000 lettori per capitolo, escludendo i primissimi, e questo
non può che farmi infinitamente piacere!
Un ringraziamento speciale alle due persone a cui è dedicato
questo capitolo, Sara a.k.a. artemide88 e Chiara, e a Luisa e Giovanna
(a.k.a. Red Rose) per sostenermi sempre!
Purtroppo per voi non vi libererete di me ... mi prenderò qualche giorno per ricominciare a scrivere Scriviamo una canzone ...
portandomi possibilmente avanti in modo da ridurre le attese, finita
questa lavorerò ad una nuova long molto diversa che spero vi
piacerà! Intanto mi trovate sul fandom de Il diario del vampiro.
Mi mancherete e mi mancherà questa storia spero di ritrovarvi tutti nelle prossime ...
Un bacio,
Serena.
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