The Wedding Date..che la guerra abbia inizio

di MadHatter27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aria di cambiamento ***
Capitolo 2: *** Sapore di Whiskey ***
Capitolo 3: *** Moglie repressa o vedova felice?! ***
Capitolo 4: *** Che la recita abbia inizio ***



Capitolo 1
*** Aria di cambiamento ***


 

...Confusione. Troppa a dirla tutta, eppure la consistenza del letto sotto di me dovrebbe rassicurarmi eppure nel dormiveglia mi sento ancora di più agitata. Odori estranei a quelli a cui sono abituata penetrano nel mio naso. Profumi esotici, speziati.. Magari è solo un sogno.. Eppure, c'è qualcosa , una sensazione che mi dice di stare attenta, di non fidarmi. E questo decisamente è un brutto segno.. Sento il sonno svanire e piano piano il torpore abbandonare il mio corpo che completamente inerme è abbandonato in un letto con lenzuola bianche. La consapevolezza di essere nuda mi colpì come uno schiaffo e mi portai meccanicamente la mano sinistra di fronte alla bocca. Qualcosa di metallico mi ha sfiorato le labbra. Tremante allontano la mano osservandola alienata. E quando vedo l'anellino d'oro intorno all'anulare sinistro, mi sento svenire.. Oh mio Dio sono sposata!

 

Due settimane prima..

 

Heartfield, città di 1000 abitanti circa dove appena metti piede fuori di casa puoi essere sicuro al cento per cento che incontrerai circa metà degli abitanti intenti nelle loro attività abitudinali e monotone. Certo sono sempre stata affezionata a questa cittadina, come biasimarmi, era pur sempre il luogo dove ero nata, cresciuta vissuta ma soprattutto il luogo dove la mia vita davvero iperattiva aveva da sempre avuto luogo.

Non cambierei nulla della mia vita. Avevo dei genitori ancora innamorati l'uno dell'altra nonostante fossero passati quasi 30 anni dal giorno del loro matrimonio, e circa 25 dalla mia nascita. Una famiglia scombussolata, con zie che combattevano per far si che fossi una specie di Barbie, e zii che lottavano affinché fossi una piccola guerriera. E per enorme orgoglio di mia madre, io avevo ritenuto che una via di mezzo mi avrebbe permesso di far felici tutti specialmente me. E così si forgiava il mio carattere durante una crescita così precoce che non ha nemmeno dato il tempo ai miei genitori di godersi l'infanzia della loro bambina, perché avevano dovuto quasi immediatamente rendersi conto che la loro bambina era ormai adolescente. Così come dicono loro, visto e considerato che in realtà sono sempre cresciuta ad una normale velocità. Ma si sa per i genitori ogni figlio cresce troppo in fretta alla norma.

Adesso sono una venticinquenne con una vita super impegnata a causa del lavoro che richiede sempre tante energie, single e che vive la sua vita in una bellissima villetta immersa nel verde idealizzata da me e costruita dall'agenzia edile di mio padre, grande architetto, come io sogno di essere un giorno forse. Una vita da favola, si potrebbe pensare. C'è gente che pagherebbe per una vita come la mia, facendo ovviamente qualche taglio come ad esempio il fatto che passo la maggior parte del mio tempo a cercare di arrivare alla vetta almeno per quanto riguarda l'ambito lavorativo . Però mi piacerebbe tanto andare da queste persone e dirle che non è tutto oro quello che luccica e che non sempre ci si ritrova con la pappa pronta.

Persa nelle mie riflessioni sulla mia vita ,che molto probabilmente non importerà a nessuno, mi accorgo di essere arrivata finalmente a casa dei miei nonni dove oggi si festeggerà, il loro 58 esimo anniversario di matrimonio. Entro tutta sorridente incurante dell'aspetto trafelato e professionale che devo avere e mi dirigo nel salone dove sono tutti riuniti, mentre mio padre suona dando il sottofondo alla loro conversazione in memoria dei vecchi tempi..

  • Buonaseraa..- dico cantilenante annunciando il mio ingresso che senz'altro avevano già percepito dal rumore che avevo fatto appena arrivata, visto e considerato che avevo preso in pieno il porta-ombrelli di mia nonna all'ingresso. Vedo i loro sguardi illuminarsi al mio ingresso e velocemente mi butto sopra i miei giovanissimi nonni baciandoli..

  • - Augoroni, nonni..-

 

Vedo mia madre sorridere mentre aspetta che io mi diriga da lei per salutarla come di consueto..Faccio il giro di tutti loro scoccandoli baci sulla guancia, e facendo promesse di combattimenti alla play station nel pomeriggio e di saloni di bellezza nella sera.. Queste cose non sarebbero mai cambiate nemmeno fra 100 anni..

Appena mi sedetti la mamma mi prese la mano fra le sue in un gesto affettuoso e rassegnato.. - Non è che la mia ragazza in carriera, avrebbe un po' di tempo da trascorrere con la sua povera madre stasera? Ovviamente tra le tante cose che hai da fare visto che ti hanno già presa d'assalto..-

-Poveri illusi, non capiscono che oggi la mia bambina sarà con suo padre..-

 

la voce pacata di mio padre interruppe la nostra discussione e io scoppiai a ridere trillante. A volte dicevano che avevo la stessa risata di mia madre , forse tra le tante cose che mi aveva tramandato c'era anche questa..

 

-Dovrei farmi pagare, ogni volta che vengo mi sento quasi una star del cinema..-

 

Mia madre si girò ignorando le mie parole e alzando gli occhi al cielo, di fronte quelle risposte che le davo non sapeva proprio come comportarsi..Così preferì rivolgersi direttamente a mio padre

 

-Tesoro per favore, Casey oggi starà con me..Abbiamo proprio bisogno di una bella serata madre figlia..-

 

il suo tono si era leggermente incupito verso la fine, era vero era da tanto che non passavo una di quelle estenuanti giornate in famiglia. Troppo indaffarata, troppo stanca, troppo tutto. Abbracciai affettuosamente mia madre, e capii che quella sera le avrei dovuto comunicare la grande notizia. Anche se dubitavo fortemente che l'avrebbe presa bene. La possibilità di un mio trasferimento l'aveva sempre terrorizzata, e purtroppo quella sera sarei stata costretta a dirglielo. La mia richiesta di trasferimento in una delle migliori aziende di Design a Los Angeles era stata approvata, ed io a dirla tutta scoppiavo di gioia.

Anche se d'altra parte, abbandonare così su due piedi la mia casa, la mia famiglia il mio mondo mi terrorizzava. Una volta lì sarei stata da sola, e avrei dovuto contare esclusivamente su di me e sulle mie capacità.

Ma in fin dei conti mi sentivo pronta, avevo lavorato duramente per raggiungere quei risultati e non avrei rinunciato per un po' di malinconia. Sicuramente avrei sentito la loro mancanza ma non è che non li avrei più rivisti per il resto della mia vita. Sarei tornata sempre per poter dare fastidio mi sembrava logico.. Fotografai quell'istante nella mia mente, i miei genitori che battibeccavano felici, i miei zii, i miei nipotini. Ogni cosa mi sarebbe mancata di loro. Ma un nuovo capitolo della mia vita si stava aprendo e così Casey Johns avrebbe dovuto prendere le redini del suo futuro ed iniziare a fare delle scelte.

 

-Capirà .Tua madre ha sempre voluto il tuo bene e sarà orgogliosa e fiera di te.- sobbalzai sentendo la voce di mio padre accanto a me, risvegliandomi dai miei pensieri. Odiavo quando mi si presentava alle spalle in quel modo. Cosa credeva, di far parte di un banale film horror?. Dopo lo spavento però, in me si fece largo la consapevolezza che lui sapeva del mio trasferimento e soprattutto che mi aveva dato consigli su come affrontare l'argomento con mamma.

 

-Avevo dimenticato come le tue doti da magnate dell'architettura riuscissero ad arrivare, così lontano rispetto a noi poveri apprendisti..-

Fece una breve risata passandosi la mano nei capelli brizzolati. Mio padre era sempre stato un uomo carismatico, per questo non mi sorprendevo più quando sapeva con così largo anticipo le notizie riguardanti la mia vita, specialmente la parte lavorativa.

-Anche io sono stato un povero apprendista che ti credi. Tutto quello che ho costruito di certo non mi è caduto nelle mani dal cielo. Ho fatto il postino, il fattorino , il barman tutto per pagarmi gli studi all'università e riuscire a crearmi un futuro prospero. E di garantirlo ai miei figli..- fece uno sbuffo e li seppi che si riferiva senz'altro a mio fratello Logan, che in quel momento probabilmente si trovava alle falde del Kilimangiaro, o in qualche Foresta Pluviale. Io lo adoravo, ma mio padre non ha mai gradito il fatto che avesse scelto la vita del viaggiatore, archeologo in effetti, in quanto non lo riteneva un posto fisso e sicuro.

-..anche se qualcuno non apprezza. Ma a prescindere da questo, sappi solo che questa è l'età in cui ti può essere concesso sbagliare, raramente, ma ti è concesso. Ma è anche il momento di assumersi le proprie responsabilità, specialmente delle scelte che si è fatti. Sei una ragazza piena di talento, scimmietta sappi sfruttarlo davvero. E non permettere mai a nessuno di arrogarsi il diritto di proclamarsi migliore di te..-

E così finì uno dei discorsi di mio padre, lasciandomi per un secondo ferma immobile in quella posizione, fino a quando non decisi di buttarmi su di lui abbracciandolo proprio come una bambina.

-Ti voglio bene papà..- dissi sulla sua spalla.. Lui mi abbracciò per poi riprendere la sua solita aria da perenne bambino furbo..

-Andiamo scimmia è il momento della torta..-

-Papà, chiamarmi scimmia vuol dire proprio che tu sei un gorilla, perciò attento agli epiteti..- dissi ridendo prima di rientrare in casa. E finire una serata che non avrei mai dimenticato.

 

******

Boom..Bo-om..Boom..

 

Se sentivo un'altra volta battere contro quella povera porta mi sarei alzata e avrei picchiato a sangue inferocita, quell'idiota che continuava a dare un encomiabile fastidio. Pensavo di aver raggiunto la pace dei sensi andando a vivere da sola, invece no. Non era cambiato assolutamente niente. Mi alzai dal letto, facendo qualche carezza a Lilly, che una volta finito di abbaiare e avermi fatto le feste, si coricò al mio posto sul letto. Persino il cane, approfittava di me. Trascinando i piedi come uno dei cadaveri uscito dal video di Michael Jackson, Thriller ma decisamente con meno grazie e meno agilità, aprii la porta trovandomi davanti un paio di Ray-Ban, su una faccia che in quel momento mi era del tutto ignota. Dietro questa faccia ce ne era un'altra anche questa coperta di un paio di occhiali da sole.. Forse erano ladri visto che avevano degli occhiali decisamente troppo grandi per il loro volto. Mi appoggiai allo stipite della porta, socchiudendo gli occhi, sul punto di addormentarmi anche la sopra nonostante la scomodità.

 

-Se siete dei ladri, sparite perché potrei liberare il mio cane feroce..Se siete dei miei amici..stessa cosa..-

 

feci per chiudere la porta ma questa venne prontamente mantenuta aperta. Se erano così rompipalle dovevano essere per forza i miei amici..

Mi buttai sul letto ignorandoli e spostando Lilly che ci mancava poco che mi ringhiasse contro, peggio per lei, non avrebbe fatto una bella fine.

Mentre cercavo di ripiombare nel mio ideale mondo dei sogni, sentii due corpi morti, fra poco, buttarsi sul mio letto.

 

-Cay, non puoi passare tutta la giornata a dormire. Ci sono le ultime cose da fare, le ultime cose da comprare. Le valigie da preparare..-

 

Mi misi il cuscino sulle orecchie ignorando Paige e la sua voce irritante che continuava ad elencarmi le miliardi di cose che avevo ancora da fare, visto che quella notte mi sarei dovuta trovare sull'aereo per LA. Anche se secondo me ero decisamente a buon punto, avevo convinto mia madre a non farne una questione di Stato , cosa ci sarebbe stato di così difficile e irrimandabile.

Immediatamente Erick, iniziò a darle manforte. Se la sua ragazza non fosse stata accanto a me a tenerlo d'occhio ero sicura che a quell'orario così indecente avrebbe spostato Lilly e si sarebbe messo anche lui a dormire accanto a me.

 

-Casey, Paige ha ragione. Sei la persona più disorganizzata che abbia mai conosciuto. Devi affrontare un trasloco. Non puoi permetterti di dormire..-

 

Mugugnai qualcosa del tipo “ Sage..aiuterà, me..ufficio” e sperai che loro capissero al volo. Sage era l'altra apprendista con cui mi sarei dovuta trasferire a Los Angeles, e di certo mi avrebbe aiutato con il trasloco. Quindi potevo farmi benissimo altre 3 ore di sonno più che meritato visto che non ce la facevo più. Alla mia vita iper disorganizzata ci avrei pensato più tardi.

-Sage, ha detto che oggi non potrà aiutarti perché le è scoppiato un tubo in cucina e sta limitando i danni prima di lasciare l'appartamento al proprietario. Quindi ti do circa mezz'ora per renderti presentabile. Dopodiché , se non sarai pronta, dirò a Sage, di portare a Los Angeles la tua salma..-

Sentii la porta sbattere e sbuffai. Perché la mia migliore amica doveva essere sempre così brutale, poteva benissimo affrontare le cose con un po' più di diplomazia che diamine.

Feci violenza sul mio corpo per alzarmi dal letto e iniziai a prepararmi. Mezz'ora dopo ero già fuori, in mezzo alla strada con un bel bicchiere di Caffè in mano mentre Paige, facendo le veci di mia madre, camminava elencando tutte le cose che mi sarei dovuta portare li. Come se davvero avessi bisogno di 4 pacchi di Pringles. Con solo metà della roba che aveva segnato da portare sull'aereo come minimo da Heartfield a LA, avrei preso 300 Kg, senza esagerare, con l'altra metà della lista invece avrebbero fatto evacuare l'aereo per troppo peso, o mi avrebbero semplicemente buttata in mare.

 

-Stai comprando troppa roba, Paige.. Non sarà poi così lungo il tragitto, smettila di ingozzarmi..-

-Vorrà dire che il resto delle cose te le porterai nella tua nuova casa con Sage. Almeno sarò sicura che non morirete di fame..- Sorrisi lievemente. Era sempre stata così. Buona, sempre pronta ad aiutare gli altri, disponibile con tutti. E in quel momento nonostante stesse facendo finta che l'idea del mio viaggio non la preoccupava. Nonostante fingesse di essere tranquilla, sapevo che era ansiosa e che se avesse potuto si sarebbe imbarcata con me solo per assicurarsi che stessi bene. Sarebbe stata una mamma davvero fantastica. Le accarezzai la pancia ancora piatta da sopra la maglia.

-Sarai un'ottima madre, anche se il papà lo deve ancora sapere..- dissi ammiccando verso Erick che ignaro di ciò che cresceva nel pancione della sua fidanzata osservava attento tutte le chitarre esposte due vetrine più avanti.

 

-Ah ah, il povero papà ancora non ne è al corrente, ma lo saprà..Presto lo saprà..-

 

vidi Paige portarsi quasi involontariamente la mano sulla pancia accarezzandola dolcemente. Mi fece davvero una infinita tenerezza. Soprattutto per il modo trasognato in cui guardava Erick. Avevo sempre saputo che sarebbero stati una bella coppia, era proprio per questo che mi ero messa a fare da Cupido tra loro due.

E dopo tanta, tanta fatica finalmente ero riuscita a far entrare nella mente di quei due testoni che erano fatti l'uno per l'altro. Come minimo avrebbero dovuto farmi una stata d'oro massiccio nel loro giardino una volta sposati.

Io al matrimonio, in realtà ,non ci avevo mai pensato come all'amore del resto. Ero sempre stata troppo,troppo occupata a lavorare per il mio futuro, per la mia vita e per il mio lavoro. E non c'era mai stato tempo per altro, solo storie adolescenziali fuggevoli con una durata massima di 9 mesi quando avevo 18 anni. Per il resto niente di che. Ero sempre stata diversa dalle altre ragazze che sono sempre alla costante ricerca del principe azzurro e all'affannosa ricerca di un amore.

Niente, io ero completamente diversa.

 

-Visto che oggi mi seno generosa, ti concedo di monopolizzarmi ancora per un po'..- ridendo la presi sotto braccio continuando a camminare lei scoppiò a ridere e dopo avermi dato una mezza finta testata. La mia piccina, stava davvero crescendo, e sperai di tornare abbastanza presto da poterla rivedere.. come mamma.

 

*********

 

Sage aveva un'aria stressata, e ansiosa. D'altronde la conoscevo abbastanza bene da poter capire che non amava molto i viaggi a lunga durata, visto che soffriva di mal di stomaco anche su una cyclette. Continuava a sbattere il trolley da una parte all'altra sul terriccio che portava all'interno dell'aeroporto, seguita da sua madre, suo padre e Paige ed Erick, che abbracciava la sua fidanzata che faceva di tutto pur di trattenere le lacrime. Evidentemente gli ormoni stavano facendo molto più effetto di quello che si immaginava. Forse l'unico che si dimostrava davvero eccitato per questo nuovo viaggio per me era mio padre che non aveva mai abbandonato il mio sguardo, guardandomi orgogliosamente.

Avrei pensato sempre a loro durante i miei primi giorni di lavoro, e soprattutto avrei pensato alla fiducia che hanno sempre riposto in me e nelle mie capacità.

Arrivati al punto di imbarco mi girai verso gli altri. Era arrivato il momento più brutto. L'attimo degli addii che anche se tutti facevamo finta di niente era ciò che temevamo di più. Interruppi il momento di silenzio che era calato bruscamente.

 

-Bene, non fate quella faccia dovreste essere contenti che starò fuori dai piedi per un bel po'..- dissi cercando di sdrammatizzare la situazione. Sentii un singhiozzo in contemporanea e mi girai verso mia madre e Paige sotto braccio in disparte. Mi avvicinai a loro abbracciandole cercando di rassicurarle.

 

Mi staccia da loro dandole un bacio sulla guancia a ciascuna. Abbracciai per alcuni minuti mio padre, mi sarebbero mancati i suoi sorrisi, così come mi sarebbero mancati gli abbracci di mia madre, l'affetto di Paige, la pazienza di Erick. Ognuno di loro mi sarebbe mancato, ma i minuti passavano in maniera inevitabile, e il mio tempo ad Heartfield era ufficialmente scaduto. Con quella partenza lasciavo dietro di me la Casey un po' bambina e coccolona per dare il benvenuta alla nuova me, pronta ad assumersi le responsabilità delle sue scelte e pronta a rischiare di tutto per raggiungere i miei obbiettivi.

Li su quell'aereo però non ero sola, un'altra amica mi seguiva in quell'avventura anche se non era decisamente in forma come mi sentivo io.

Eppure sollevandomi nei cieli notturni illuminati dalle mille stelle di Heartfield capii che non vedevo l'ora che iniziasse questa nuova parte della mia vita.

Los Angeles era ad un passo da me.

 Angolo della Scrittrice =)

Ed eccomi qui ad iniziare una nuova storia ispirata ad una immaginaria vita matrimoniale..Oh meglio da un matrimonio che arriva del tutto inavvertitamente.. Questo è solo il primo capitolo e quindi è solo un introduzione alla storia vera e propria..Spero davvero che vi piaccia così come è piaciuto a me scriverla.. Le recensioni per me sono una cosa fondamentale, ogni volta che leggo una qualsiasi recensione, che sia positiva o negativa non importa, mi viene il batticuore e conoscere il vostro pensiero mi rincuora notevolemente e mi sprona a migliorarmi =) Perciò vi prego di recensire

UN BACIONE KOKKOLINA

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Capitolo 2
*** Sapore di Whiskey ***


 

 

 

Stump. Lentamente mi levai dalla faccia la mano di Sage che nell'agitazione del sonno mi aveva dato una manata sulla fronte. Mi tolsi lentamente la mascherina che mi copriva gli occhi e che mi aveva permesso di riposare almeno per un paio d'ore quella notte, trucidando Sage anche se addormentata com'era di certo non poteva avvertire il mio sguardo omicida su di lei. Peccato davvero un occasione sprecata. Rialzai lo schienale e mi guardai intorno eravamo le uniche che dormivano ancora, e ogni tanto avvertivo su di noi lo sguardo incuriosito di qualche viaggiatore esperto che evidentemente ci considerava delle dilettanti in fatto di soggiorni in aerei oltretutto scomodi. Scossi la testa evitando di perdermi in altri pensieri stupidi e mi girai verso Sage scuotendola leggermente dal braccio. Mancava circa mezz'ora e finalmente saremmo arrivati e di certo lei non sarebbe mai scesa dall'aereo con tutto il trucco distrutto. La conoscevo abbastanza bene da pensare che avrebbe preferito farsi un altro volo piuttosto che scendere in quelle condizioni.
Mi liberai dalla coperta e mi diressi in bagno. Dopo tutti i litri di acqua che avevo bevuto al'aereoporto la mia vescica chiedeva anzi implorava pietà. Così con passo traballante per via di alcune perturbazioni, mi alzai dirigendomi verso il bagno che trovai chiuso. Bussai e una voce femminile ansante mi rispose che era occupato. Rimasi con la mano sospesa a mezz'aria indecisa se dar ascolto alla mia  parte maliziosa e in preda agli ormoni, che diceva che in quel bagno la ragazza era in "dolce compagnia " oppure credere alla parte buona e fiduciosa di me che pensava che in realtà la signorina si stesse sentendo male. Alla fine decisi di dare il beneficio del dubbio per altri cinque minuti prima di ripartire alla carica per entrare in quel benedetto bagno. Nel momento stesso in cui formulai questo pensiero sentii un rumore sordo verso la porta e un urletto strozzato che terminò in un gemito . Ok e va bene il beneficio del dubbio ma di certo non ero una cretina. Bussai un'altra volta con sempre maggior insistenza, fino a quando una mano maschile non si decise ad aprire uno spiraglio, quel tanto che bastava per permettermi di guardarlo con un misto di incredulità e di rabbia. Perchè alla fine la mia parte maliziosa e malefica aveva dimostrato di avere fermamete ragione! Incastrai il piede tra la porta per evitare che lui decidesse di chiudermela in faccia e il ghigno che mi lanciò in tutta risposta bastò per farmi alterare ancora di più.

<< Non vorrei interrompere quello che, sono certa, è un brillante passatempo ma i bagni degli aerei sono usati anche per soddisfare i bisogni fisiologici VERI. Quindi tu e la ragazza siete pregati di sparire prima che chiami l'hostess.. >>
 
Ok,di prima mattina è vero ero intrattabile ma quel cafone mi stava facendo davvero irritare. Specialmente visto e considerato lo sguardo molto , moolto sarcastico che mi lanciò.. Pensava che stessi scherzando per caso?
Aprì la porta del bagno e potei percepire l'imbarazzo della ragazza che si premurò di nascondersi dietro la porta . Evidentemente doveva essere ancora mezza nuda a differenza del suo intrattenitore che con espressione arrogante e seria al contempo, si stava aggiustando la camicia davanti a me come se non fossi altro che uno specchio. Ma l'irritazione maggiore arrivò nel momento in cui ghignando si alzò la braghetta dei pantaloni come a volermi dire.." Puoi fare quello che vuoi tanto quello che volevo l'ho avuto " . La mia espressione doveva esprimere abbastanza bene tutto il mio livello di shock, soprattutto nel momento in cui sentii la ragazza bisbigliare dal bagno < Ehi non mi hai detto nemmeno come ti chiami. > Possibile che esistessero davvero delle ragazzine così stupide. Solo dall'atteggiamente che stava dimostrando in quel momento nei suoi confronti era facile ed elementari capire che in reatà di lei non se ne fregava praticamente nulla.  La ragazza uscì dal bagno imbarazzata e senza guardare ne me ne lui tornò al suo posto senza fiatare. Gli rivolsi un altro sguardo schifato prima di entrare in quel cavolo di bagno. I miei bisogni fisici ricoprivano un'importanza decisamente migliore rispetto a lui.

******

Uscii dal bagno tutta pronta. Visto che c'ero ne avevo approfittato per cambiarmi vestiti, truccarmi e darmi una sciacquata visto che sembravo uscita da un campo minato in Vietnam. Appena mi risedetti notai che Sage, al contrario mio non aveva avuto molti problemi a ricomporsi e nonostante il continuo traballare dell'aereo riusciva misteriosamente a truccarsi senza commettere errori. Ovviamente questo era un segreto che la mia amica custodiva gelosamente nemmeno si trattasse di tutto l'oro del mondo. Sospirai abbandonandomi sul sedile. La testa mi faceva ancora un pò male per via della ferrea coda in cui avevo costretto i miei capelli per tutta la notte, ma adesso che li avevo lasciati sciolti finalmente mi sentivo decisamente meglio.
Sage si decise finalmente a riporre tutto il suo armamentario nella borsa, probabilmente dopo l'ennesima occhiataccia che le avevano lanciato le hostess e si girò verso di me sorridendomi mentre iniziava a mangiucchiare la colazione che le avevano portato.

<< In fondo questo viaggio non è stato molto stressante vero Cas? >>

<< Eri così imbottita di tranquillanti che avevi un altro poco le pupille dilatate tesoro, non vorrei distruggere i tuoi sogni >> scoppiò a ridere e io le feci compagnia. La sera prima , l'avevo vista prendere in continuazione piccole pillole di tranquillanti fino a quando non era caduta stremata sui sedili. In quel momento l'avevo invidiata visto e considerato che io invece morivo di sonno ma appena chioudevo gli occhi sentivo qualche turbolenza che mi faceva impazzire dall'ansia.

<< Mi sono dimenticata di avvertirti che ieri all'aereoporto ho ricevuto la chiamata dal Sig. Fitzpatrick, quello che ci ha venduto la casa. Voleva ricordarci il nostro nuovo indirizzo onde evitare dimenticanze improvvise.. >> Così dicendo, Sage si mise una mano in tasca estraendo subito dopo un foglietto raggrinzito e stropicciato passandomelo immediatamente.

" 423 Arts Districts,Downtown. Los Angeles "

Be era vero, che eravamo persone abbastanza distratte e tutto ma non fino al punto da dimenticarci qual'era il distretto in cui si trovava la nostra casa. Un mesetto prima, in uno dei  nostri viaggi per lavoro io e Sage avevamo iniziato la ricerca di un bell'appartamento dove trasferirci una volta approvata la nostra domanda di trasferimento. Ovviamente dopo vari su e giù e stress vari eravamo giunti alla conclusione che nel "quartiere dell'arte" a Downtown, non c'era posto per noi, quando all'improvviso notammo un uomo sulla cinquantina affiggere il cartello di vendita in un palazzo, lussuoso con un gran via vai di gente. Non sembrava il solito posto frequentato da gente ricca che se la tira e fu proprio questo ad attirarci. Nonostante la raffinatezza, la gente era sorridente ed ospitale ed emanava serenità . Così fermammo il venditore e lo convincemmo a farci vedere questo appartamento. Fu un amore a prima vista. Grande accogliente, Tre stanze e due bagni un soggiorno posto centralmente e con tutte le altre porte intorno che conducevano in stanze differenti. La cucina era modesta ma pratica. E la vista era qualcosa di eccezionale. Ci aveva completamente conquitate, e comprarla fu un vero piacere anche perchè con il passare del tempo e i continui viaggi avevamo finito anche per affezionarci a quello sgorbutico del Sig.Fitzpatrick, che nonostante non l'avrebbe mai ammesso era una persona dal cuore d'oro.

<< Sappiamo che Aarold Fitzpatrick è un tipo responsabile e tutto, ma non poteva seriamente pensare che ci saremmo dimenticate del posto in cui abbiamo preso casa >>Ribattei quasi offesa da questa enorme mancanza di fiducia.

<< Casey Smith devo ricordarti che all'aereoporto ti stavi dimenticando di portarti dietro la valigia? >>

<< Sottigliezze. Era per dar modo a Paige di fare un altro poco la madre premurosa. >>

Avremmo dovuto immediatamente chiamare Paige appena saremmo riuscite a trovare un momento libero, altrimenti correvamo il rischio che quella pazza venisse a trovarci solo per picchiarci. L'istinto di madre impeccabile di quella donna era incredibile. Vidi Sage sorridere e compresi immediatamente che anche lei stava pensando a quello che pensavo io. Con il nuovo lavoro, la nuova casa, e tutto il resto speravamo di trovare il tempo libero per andarla a trovare, specialmente prima della nascita del bambino/ bambina. Era stato un brutto colpo per noi tre che eravamo sempre insieme, separarci così di botto.
Delle turbolenze più forti arrestarono i nostri pensieri. Stavamo atterrando. E dalla faccia funerea di Sage capii che se ne doveva essere accorta.

<< Ti senti bene Cuor di Leone? >> le chiesi giusto per irritarla e distrarla contemporaneamente. Nonostante fosse bianca come un cadavere riuscì a trovare la forza per guardarmi male.

<< Ti senti molto spiritosa vero Casey Smith? Attenta potrei decidere di girarmi nella tua direzione quando darò di stomaco e credimi non sarai un bello spettacolo >>

**********

Los Angeles quella mattina mi sembrava straordinaria. Non c'era un motivo in particolare ma mi sembrava più luminosa del solito. Ed ora era diventata la mia nuova casa. Nel taxi io e Sage continuavamo a guardare fuori dai finestrini come due bambine in gita a Disneyland, non la smettavamo di ridere e fortunatamente riuscivamo a resistere alla tentazione di salutare agli estranei come delle vere mocciose. Quando il taxi ci lascio di fronte casa nostra trovammo già Aarold ad attenderci con un'espressione benevola in viso come se fosse un padre che attende le sue figlie.

<< Sig.Fitzpatrick >> dicemmo in coro io e la mia amica. Sembravamo più bambine del solito quella mattina c'era davvero da preoccuparsi. Aarold ci sorrise e ci aiutò a prendere le valigie. Non ci eravamo portate mobili, ma solo tutto quello che i nostri trolley riuscivano a tollerare.
Salimmo su e notammo con infinito stupore che l'appartamento era stato completamente arredato con mobilia stile new age e con quadri d'arte contemporanea affissi alla parete. Quello doveva essere davvero un sogno. Sage entrò poco dopo di me e rimase completamente a bocca spalancata nel vedere quello spettacolo. Non c'erano davvero parole, Aarold aveva fatto tutto quello solo per noi, per aiutarci per farci sentire a nostro agio. Io stesso non credo che sarei mai riuscita a fare qualcosa di meglio rispetto a quel capolavoro. Sage senza tanti complimenti assalì in un abbraccio da orsa il povero uomo che si limitò a sorridere e a contracambiare l'abbraccio. Quell'uomo era un mito semplicemente un mito.

<< Mi sono preso la libertà, come avete potuto notare, di arredare il vostro appartamento cercando di dare un tocco personale. E dalla reazione di Miss Rogers direi di esserci riuscito.. >> pronunciò quelle parole con il massimo della cortesia come era sempre stato uso suo. Aveva dei modi impeccabile, sembrava alle volte uscito da un romanzo ottocentesco per i suoi modi di fare. A noi piaceva per questo.
Sorrisi anche io di rimando.

<< Le posso assicurare che sia io che Sage le siamo immensamente grate per tutto quello che ha fatto per noi in quest'ultimo mese davvero. Non sappiamo davvero come ringraziarla.. >>
Aarold ci diede un buffetto sulla guancia ad entrambe guardandoci con tenerezza.

<< L'ho fatto con piacere. Questa casa è stata il mio mondo fino a quando non ho conosciuto Hanna. La tenevamo per nostro figlio, ma lui non l'ha voluta.. Come non ha più voluto noi d'altro canto.. >> vidi chiaramente una nota di sofferenza passare attraverso gli occhi dell'uomo che in quel momento mi sembrò stranamente invecchiato di una decina d'anni. Fu solo un attimo, così com'era apparsa, quell'ombra era sparita e lui era tornato quelo di sempre. Ci prese sotto braccio e iniziò a mostrarci l'arredamento che aveva adoperato in tutte le stanze. Le camere da letto erano separate dai due bagni ed erano semplicemente stupende. Erano entrambe sulla tonalità del marrone e donavano una sensazione di calore quasi palpabile. Al termine del giro turistico Aarold ci prese alla sprovvista.

<< Come ultima sera che trascorro qui a Los Angeles, ho un invito ufficiale da parte della mia signora. E' impaziente di conoscervi e sapendo che sareste arrivate solo oggi è molto dispiaciuta di non avervi potute conoscere prima, così stasera vi vogliamo a casa nostra per cena. >>

Sorprese piacevolmente da quell'invito accettamo senza tanti ripensamenti. Era un'offerta gentile e di certo fatta col cuore.

Nessuno poteva sapere che quella notte tutto sarebbe cambiato


***********

La cena era stata ottima. La moglie del Sig.Fitzpatrick era un'ottima cuoca ma soprattutto era una persona davvero speciale. Era molto buona e gentile e soprattutto sapeva rimettere a posto Aarold nei momenti in cui faceva uscire i suoi attimi da sgorbutico. Dopo il dolce, non potevamo trattenerci oltre, anche perchè erano le undici e mezza e la stanchezza sui volti dei due coniugi era molto evidente. Li abbracciamo con tenerezza augurandogli un viaggio sereno e ringraziandoli per tutto quello che avevano fatto per noi. Aarold ci aveva intimato di fargli avere nostre notizie di tanto in tanto altrimenti sarebbe tornato personalmente a Los Angeles per torturarci. Sage mi confidò nell'orecchio che le sembrava tanto una Paige più vecchia e più pelosa.
Camminavamo da circa dieci minuti per le strade movimentate di Downtown. Come previsto erano piene di persone che entravano infreddolite nei pub o che sostavano sui marciapiedi alla ricerca di qualche divertimento.

<< Ti rendi conto che dopo tanta fatica finalmente le cose stanno finalmente prendendo il senso giusto? >> Sage come al solito da pessimista cronica qual'era si sentiva notevolmente sorpresa visto che un meteorite non ci era caduto in testa appena atterrate.
<< Non portare sfiga Saei, abbiamo appena coronato il sogno della nostra vita non vedo il motivo per cui dovrebbe andarci storto qualcosa >>
<< Ehi io non porto sfiga.. Comunque tutto questo sarebbe molto ma molto meglio se entro la fine della serata riuscissi a trovare l'uomo della mia vita.. >> Gli occhi a forma di cuoricino di Sage non mi piacevano per niente. Preannunciavano solo ed esclusiavamente che stava facendo navigare la sua fantasia e che a quest'ora probabilmente la sua mente era già sposata con un modello alto due metri. Era sempre stata un inguaribile romantica non c'era niente da fare. Per lei il principe azzurro esisteva ma era la principessa che doveva andare a cercarlo e non il contrario. Solo che utilizzando questo metodo era sempre finito con me lei e Paige sedute sul divano ad ingozzarci di gelato al cocco mentre vedevamo film come Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, Titanic.. Tutti film allegri in sintesi.
Se Sage era l'eterna romantica e Paige l'eterna sposata io ero l'eterna Casey. Uno stadio di amore per me ancora non era stato identificato per questo continuavo a credere che prima o poi gli scienziati avrebbero dato ad uno status sentimentale il mio nome.
Io non è che non credo all'amore. Certo mi piacerebbe incontrarlo, ma non credo semplicemente in quell'amore passionale in grado di renderti folle, che ti fa impazzire e tutte le conseguenze più strane. Ma probabilmente come dice l'eterna sposata è solo perchè non sono mai stata innamorata veramente. Oppure come dice l'eterna romantica, ho fatto troppe volte sesso senza amore per poter capire il vero significato della parola amore, comunità, eccetera eccetera..

Io fino a quel momento avevo vissuto bene o male, normalmente. Certo ogni tanto mi prendevano le crisi di malinconia nelle quali mi sentivo la ragazza più sola del mondo però poi passavano con la fine del ciclo mestruale. In quel momento Sage mi tirò dalla giacca indicandomi un pub.
<< Io direi che è giunto il momento di farsi una bella bevuta per inaugurare la nuova avventura. >> Riflettei sulla proposta e mi sembrò molto molto allettante.
<>

Con uno spintone si mise a ridere e mi spinse dentro a un pub " The Keepsake".. Un nome molto particolare non c'era che dire. Il Ricordo. Entrammo e restammo meravigliate da un locale così bello. Era tappezzato da tante fotografie artistiche su ogni parete. La maggior parte era in bianco e nero ma altre invece dovevano essere state modificate per aver colori così straordinari. La gente all'interno sedeva in vari divanetti o ai tavoli oppure al bancone godendosi l'atmosfera e la musica. Chi giocava a freccette chi giocava a biliardo. Ci sedemmo e tra una chiacchiera e l'altra ordinammo due martini bianchi continuando a parlare su quello che avremmo dovuto fare dalla settimana successiva. I nuovi impegni lavorativi, i mezzi di trasporto che avremmo utilizzato d'ora in poi e soprattutto l'ingente somma di denaro che avremmo iniziato a racimolare. Ad un tratto mentre sorseggiavo il mio martini mi sentii leggermente osservata. Alzai lo sguardo e vidi due occhi grigi intensi osservarmi. Distolsi lo sguardo riportandolo su Sage che mi guardava maliziosamente.

<< Non posso credere che tu ti sia accorta solo adesso del modo in cui ti sta guardando quell'uomo da quando siamo entrate..>>
<< Stupida, fai poco la spiritosa spero solamente che non dia nessuna scocciatura..>>
Sage mi guardò come se fossi una pazza uscita dal manicomio. E stranamente mi ci faceva sentire lei tale.
<> Terminò la frase guardandomi di volta in volta sempre più sbalordita , sempre più esterrefatta come se fossi una specie di alieno.
<< Non cercare di farmi da psichiatra Sage non ne usciresti viva.. >> dissi finendo il mio Martini e ordinandone immediatamente un altro sotto lo sguardo allucinato di Sage.
<< Mio Dio la Casey pazza sta uscendo fuori..Questa cosa non finirà bene>> risi anche io facendo cin cin con il suo bicchiere mezzo vuoto e brindammo insieme a tutto e a niente. Quando improvvisamente rividi quell'uomo guardarmi ed ebbi un flash.


" << Non vorrei interrompere quello che, sono certa, è un brillante passatempo ma i bagni degli aerei sono usati anche per soddisfare i bisogni fisiologici VERI. Quindi tu e la ragazza siete pregati di sparire prima che chiami l'hostess.. >> "

Quello era l'uomo dell'aereo.

***********

Vedevo tutto offuscato e le orecchie mi fischiavano. Ero arrivata al sesto martini all'incirca e di certo non era stata una cosa positiva. Eravamo rimaste le uniche al pub e da quello che potevo vedere Sage si era addormentata sul tavolo. Io continuavo a vedere soffuso come se d'improvviso stessero spegnendo tutte le luci e io non potessi far altro che rimanere al buio. Un movimento alla mia sinistra mi segnalò che qualcuno si era appena messo accanto a me. Non capivo bene chi fosse sentivo solo che anche lui aveva bevuto. Lo percepivo. La distanza era così ridotta che potevo sentire il suo alito su di me. Sapeva di whiskey. Constatai in me che io in realtà non avevo mai potuto assaggiare quel tipo di alcolico. Anche se mi avevano detto che era abbastanza buono. Ti sapeva far perdere la testa. Aprii di più gli occhi quel tanto che mi bastava per poter distinguere  i suoi tratti somatici..ed il colore grigio tempestoso dei suoi occhi. Mi sentii attirare dalla vita verso di lui. La mente del tutto offuscata. Mi ritrovai immischiata in un bacio selvaggio, provando emozioni così contrastanti da sentirmi come una bambina inesperta alle prime armi. Chi aveva baciato prima chi non lo sapevo. Forse era stato lui o forse ero stata io. Non ero più certa di niente. Solo di una cosa ero del tutto convinta.

Avevo sbagliato a privarmi del sapore del whiskey per così tanto tempo.

**********

..Confusione. Troppa a dirla tutta, eppure la consistenza del letto sotto di me dovrebbe rassicurarmi eppure nel dormiveglia mi sento ancora di più agitata. Odori estranei a quelli a cui sono abituata penetrano nel mio naso. Profumi esotici, speziati.. Magari è solo un sogno.. Eppure, c'è qualcosa , una sensazione che mi dice di stare attenta, di non fidarmi. E questo decisamente è un brutto segno.. Sento il sonno svanire e piano piano il torpore abbandonare il mio corpo che completamente inerme è abbandonato in un letto con lenzuola bianche. La consapevolezza di essere nuda mi colpì come uno schiaffo e mi portai meccanicamente la mano sinistra di fronte alla bocca. Qualcosa di metallico mi ha sfiorato le labbra. Tremante allontano la mano osservandola alienata. E quando vedo l'anellino d'oro intorno all'anulare sinistro, mi sento svenire.. Oh mio Dio sono sposata!

Un corpo maschile entra nel mio campo visivo e una mano anch'essa maschile fasciata da un anello d'oro all'anulare sinisto prende la mia. Mi volto come in trans e rimango shockata. Due occhi grigi mi squadrano divertiti.

<< Buongiorno Moglie >>

 

Mio piccolo angolino..

 

E si sono tornata dopo tempo con un altro capitolo. Il motivo che mi ha tenuta tanto lontana dallo scrivere principalmente è stata la mancanza di recensioni al capitolo precedente fino a quando un paio di giorni fa ho trovato una recensione da parte di prettyvito che con la sua piccola recensione mi ha fatto scegliere di provare a postare nuovamente un nuovo capitolo :)

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Capitolo 3
*** Moglie repressa o vedova felice?! ***


 

 

 

 

 

 

 

Quanti minuti erano passati dall'esatto momento in cui la mia mente si era del tutto persa nell'osservazione di quell'anellino d'oro che circondava il mio dito? Tanti, a giudicare dalla faccia scocciata che l'uomo accanto a me non si preoccupava di nascondere. Sperai davvero che fosse tutto un lungo, atroce e sofferente incubo ma più alternavo il mio sguardo dalla mia mano alla sua, un senso di nausea sempre più persistente cercava di spingermi ad andare in bagno e non uscirne mai più. Aprivo e richiudevo la bocca cercando qualcosa di intelligente da dire, cosa molto improbabile visto e considerato la situazione ma davvero non ci riuscivo. Le domande si sovrapponevano una sull'altra senza dare il tempo al mio cervello di mandare il segnale della parola alla bocca, che così si ritrovò a dire l'ennesima cretinata.

< Tu mi hai stuprata? > Tra tante domande possibili da fare, come ad esempio chidergli cosa ci faceva lui nel mio letto e perchè mi considerava sua moglie, avevo semplicemente detto la cosa più idiota che mi potesse uscire di bocca.

 Lui mi guardò con un'espressione decisamente derisoria in viso che mi fece palesemente capire che non ero l'unica a pensare che ero una stupida. Si coprì meglio con il lenzuolo bianco avendo la decenza come minimo di non farmi vedere le sue parti più... interessanti diciamo.

< Io direi che è il caso di domandarsi se magari sei stata tu a stuprare me >  E detto questo si volse di schiena verso di me mostrandomi dei chiari segni di graffi sulla sua schiena. Graffi fatti dalle mie unghia. Graffi che io non ricordavo di aver fatto. In un primo momento impallidii, ma subito dopo sentii un fuoco accendersi sulle mie guancie e la tentazione sempre più grande di prendere a pugni la sua faccia per togliergli quell'aria insolente dalla faccia. Come si permetteva quello stupido gigolò approfittatore di prendersi gioco di me. Mi alzai irosa portando con me il lenzuolo che mi fungeva da protezione e una volta in piedi , senza guardarlo mi diressi a passo di carica verso la porta della stanza.

< Non so chi sia, e sinceramente non mi interessa saperlo. Questo scherzo è puerile . Non mi ripeterò una seconda volta. FUORI! > Non avvertendo alcun movimento dietro di me, sempre più incazzata mi girai pronta a fulminarlo. Ma vedendolo comodamente sdraiato , nudo, sul mio letto mi bloccai immediatamente raggiungendo in viso la colorazione di un pomodoro. Mi rigirai verso la porta sperando che quella risata sarcastica fosse solo frutto della mia immaginazione.
< Eppure ieri sembravi abbastanza interessata a sapere chi ero. Stammi bene a sentire, non ho ricordi di ieri e di certo una pazza isterica chemi urla contro non mi aiuterà a ricordare quindi falla finita e cerca una soluzione. > ah, adesso era andata a finire che io ero la pazza isterica e lui il buon samaritano che invece cercava di capire la situazione.
< Di certo non sei tu quello che si è ritrovato con un estraneo nel letto che le da il buongiorno definendomi sua moglie. Oppure dovrei supporre che è una cosa che ti capita spesso! > Mi freddò con un occhiata e surglassò le mie parole come se non avessi aperto bocca. Anche se non lo potevo vedere in faccia percepii dei movimenti dietro di me che mi fecero capire chiaramente che lui si era alzato. Impuntandomi sulle mie ragioni mi impegnai mentalmente a non girarmi a guardarlo per nessun motivo al mondo. Serrai gli occhi quando ad un tratto sentii il rumore di una chiave che chiudeva la porta. Esterrefatta aprii di scatto gli occhi e non fregandomene della sua nudità mi girai per fronteggiarlo, ma lui incurante di tutto si dirigeva verso il bagno.
< Visto che molto probabilmente sarà una mattinata stressante e soprattutto visto che ho scoperto che ci sono alte probabilità che io sia sposato con un demonio vado a farmi una doccia. Poi faremo tutte le ricerche che vuoi. Anzi tu inizia visto che non hai niente da fare.A meno che... > Si fermò sul ciglio della porta del bagno con il quale comunicava la mia camera..
< A meno che cosa sentiamo? > sputai attraverso i denti, come se fossi in contatto con qualche tipo di veleno. Lui si aprì in un ghigno volutamente malizioso e arrogante.. < A meno che non ti va di venire con me.. > Imbarazzata afferai la prima cosa che mi capitò fra le mani, ovvero il telecomando, e con un gesto di stizza lo scaglia contro la porta del bagno oramai chiusa. Sentivo ancora le sue risate idote nella mente.
Appena avvertii lo scrosciare dell'acqua della doccia, lentamente scivolai a terra ritornando con la mente altrove. Toccato il pavimento però notai che c'era qualcosa di fastidioso che non mi permetteva di stare comoda.
Accanto a me rovesciata a terra c'era una bottiglia di J&B vuota, e sotto di essa l'involucro di una carta d'identità. Mi spostai leggermente per vedere che cosa era davvero l'oggetto che mi procurava tanto fastidio e vidi una bustina con all'interno un foglio di carta e due carte d'identità .
Tremante afferrai la mia carta d'identità ponendola al sicuro. Afferrai il foglio di carta e la carta d'identità come se avessi davvero il terrore che potessero prendere vita da un momento all'altro. Era la carta d'identità del beota sotto la doccia. William Steson, 26 anni , occhi grigi, capelli castani, alto 1.85. Tutte informazioni normali. Ma nel momento in cui i miei occhi si poggiarono sulla scritta Status, il mio cuore si fermò. Li dove in precedenza c'era la scritta celibe, adesso era stata cancellata e con un timbro rosso, del comune di Downtown, stava la scritta Sposato. Fremendo afferrai la mia carta d'identità e vidi che la stessa modifica era stata apportata alla mia. Mi sentivo male. Davvero, non era uno di quei momenti in cui si dice mi sento male per gioco. Io mi stavo sentendo davvero molto molto male. Dopo aver consultato le carte, decisi di prendere per ultimo l'ultimo scoglio da affrontare. Quel folgio di carta che mi ero riservata per ultimo e che mi sembrava quasi mi stesse inducendo a leggerlo con la forza.

"Io sottoscritto Jeremy Leynold testimonio l'unione di Casey Amanda Smith e William Steson come testimone dello sposo. Io sottoscritta Sage Rogers testimonio l'unione di Casey Amanda Smith e William Steson come testimone della sposa." I conati di vomito si stavano intensificando sempre di più, ma in una del tutto straordinaria botta di coraggio mi convinsi a proseguire con la lettura.
Quelle che seguirono furono le promesse matrimoniali mie e di quell'energumeno scritte in una calligrafia indecifrabile dovuta soprattutto all'alcool. Sotto, alla fine del foglio c'era un timbro rosso che ufficializzava la nostra unione. Unione???????? Ma quale pazzo, svitato , celebroleso poteva aver ufficializzato un'unione del genere!
Ok, non era più il momento di piangersi addosso. Era arriato il momento di darsi da fare e di uscire da quella situazione. Possibilmente il prima possibile. Ma prima mi sarei dovuta fare una doccia. Dovevo togliermi quella sensazionedi sporco dal corpo. Sentii l'acqua della doccia spegnersi segno che Mister Steson aveva finito. Mi alzai e dopo aver aspettato circa dieci minuti che lui uscisse, mi stufai ed iniziai a bussare.
< William Steson sei pregato di sgombrare il bagno. E di muoverti abbiamo da fare! > Aprì di poco la porta del bagno ghignado ed io infilai il piede per bloccare la porta ed in quel momento, guardandolo negli occhi capii immediatamente il motivo per cui il suo volto mi sembrava così conosciuto. E anche lui doveva aver collegato!..

< TU sei quella tizia dell'aereo!! Quella che mi ha interrotto! > finalmente vidi anche la sua espressione mutare come la mia in un espressione di terrore come quella che avevo avuto io fino ad allora.
< E TU sei quell'idiota che utilizzava il bagno come un bordello! Mio Dio come posso esser stata così stupida! >

Iniziai a fare su e giù per la stanza trascinandomi dietro quel lenzuolo che per me era diventato solo uno impiccio.. Dio avevo un'insensata voglia di picchiarlo a sangue e fargli davvero tanto tanto male.. Se ne stava lì come uno stoccafisso ad alternare lo sguardo dalle nostre carte d'identità al foglio che rimarcava più e più volte l'ufficialità di quel matrimonio.
Ma di certo lui non era l'unico che avrebbe avuto il ben servito.. Da quanto avevo potuto vedere su quell'attestato c'erano stati due malati che avevano aiutato questo sfacelo.. E Sage doveva essere davvero ubriaca per aver potuto fare una eresia del genere. Facendo mente locale per qualche momento mi iniziai a rendere conto che io non la vedevo dalla sera prima, e in quel momento poteva essere anche sotto un camion conoscendo i suoi standard da alcolista.
Sbuffando entrai nel bagno per cercare di rilassarmi almeno con una doccia rigorosamente fredda.
Con la fortuna che mi ritrovavo dovevo solamente ringraziare che la specchiera nel bagno non si fosse rotta al mio ingresso.


**********

Quando uscii dal bagno ero già tutta pronta e vestita. Non avevo esagerato nell'abbigliamento e nel trucco, onde evitare fraintendimenti da quella iena assetata. Ci mancava solo che si montasse la testa inventandosi qualcosa che in realtà non c'era. Ok, la notte prima eravamo andati a letto insieme, e ci eravamo anche sposati. Ma questo di certo non voleva dire che lui poteva rivendicare qualche diritto su di me. Così come non lo potevo fare io. Per quanto mi riguardava in effetti se fosse finito accidentalmente sotto una macchina non mi sarebbe dispiaciuto, però dai magari scoprivo che in realtà era ricchissimo e che sarei diventata una vedova estremamente benestante.
Roteai gli occhi.. Anche i miei pensieri adesso erano diventati estremamente mentecatti. Lo trovai già seduto sulla poltroncina mentre leggeva il giornale e mi decisi a mettermi di fronte a lui a braccia incrociate indicandogli la porta esortandolo ad aprire la porta per uscire e andare a porre fine a questa ridicola situazione. Sbuffò e poggiò il giornale sul comodino guardandomi come se fossi una bambina. Resisti Casey, Resisti Casey.

< Allora, piccola Casey Smith mettiamo in chiaro un pò di cose. > si alzò e iniziò a girarmi intorno facendomi irritare sempre di più. < Dovremmo passare insieme un bel pò di tempo questa mattina quindi ti sarei pregata mia cara mogliettina, di non rompermi le palle e cerca di comportarti come una persona civile. >
La pazienza ormai era scaduta. La mia mano si mosse senza esitazione in direzione della sua faccia, ma purtroppo venne bloccata dalla sua. Sorrise ironico, come se in realtà un gesto del genere era del tutto prevedibile. Mentre mi bloccava il polso fece scivolare la sua mano nella mia afferrandola on una delicatezza inquietante. Fece un delicato baciamano, posando leggermente le labbra non sul dorso della mano come si era soliti fare. Ma c'era d'aspettarselo. Infatti il delicato bacio venne rilasciato proprio sull'anulare sinistro. In corrispondenza dell'anello.
Tolsi immediatamente la mano guardandolo diffidente assottigliando pericolosamente gli occhi.
< Ma che simpatico che sei caro maritino. Ti consiglio di stare più attento ai commenti che fai. La prossima volta potresti non essere così fortunato. > Gli tolsi le chiavi della porta dalle mani, sorpassandolo.
< Fossi in te io starei attenta d'ora in poi a quel che fai >
< Cara, siamo sposati da poco e già litighiamo? > mi rispose con finta tristezza. Avevo capito che gli piaceva giocare e se proprio insisteva non mi sarei certamente tirata indietro.
< Tesoro, il passo da mogliettina irosa e vedova felice è molto breve. Non costringermi a farlo. >
E senza lasciargli il tempo di ribattere aprii la porta dirigendomi verso la camera di Sage. Delicatamente entrai e la vidi raggomitolata sotto il piumone immersa in un sonno profondo. Invidiavo il modo in cui riusciva a prendere sonno ed entrare in completo letargo. In un primo momento pensai di sevgliara e irrompere  nel sonno, ma la sentii muoversi nel sonno e strofinarsi il naso come quando era bambina e si raffreddava in continuazione. Mi fece inspiegabilmente tenerezza, come sempre d'altronde. Con un sorriso esasperato, mi chinai e le lascia un bacio sulla tempia. Le avrei scritto un lungo messaggio per spiegarle tutta la situazione e dove le avrei esplicitamente detto che ne avrebbe passate di tutti i colori per avermi aiutato a combinare quel disastro.
Socchiusi delicatamente la porta e più che determinata mi girai verso il mio nuovo consorte. Che però mi stoppò appena cercai di aprire bocca.
< Ascoltami bene, ho appena chiamato il mio amico Jeremy, si quello che tanto premurosamente ha decisoo di farmi da testimone. Lui lavora negli uffici di Downtown e probabilmente mi saprà dire se questa unione è vera oppure è uno stupido gioco. Nel caso in cui risulti vera ci daremo da fare per trovare una soluzione che eviti grandi disastri. >
< E anche in parte colpa del tuo amico che è stato così gentile da fare da testimone se siamo in queste condizioni. > era più un lamento che una frase vera e propria.
< Se è per questo anche la tua amica ha testimoniato ma io non me la prendo con lei. Secondo me sei stata tu a sedurmi..> lasciò la frase in sospeso e finse di pensarci su.
< Ti conosco solo da  un giorno e già mi fai saltare i nervi. Cosa speri di ottenere facendomi irritare in questo modo? >
Assunse un espressione ghignante e mi aprì la portiera della sua macchina, non perse l'occasione di farmi un sorrisetto malizioso.
< Magari spero di avere tanto sesso riparatore >


********


Un'ora. 17 minuti. 54 secondi.
Stavamo perdendo tanto di quel tempo che davvero avrei voluto sbattere la testa al primo spigolo e procurarmi una bella commozione celebrale. Eccessivo? Io direi necessario. Evidentemente il caro vecchio William non era il solo idiota nel suo gruppo di amici. Anzi visto e considerato che più di un suo compare lavorava in quell'edificio, oserei dire che si trovava in ottima compagnia. Eravamo seduti in quella sala d'attesa in perfetto silenzio da circa un'ora e nessuno dei due aveva aperto bocca se non per lanciarsi le solite battutine inutili e frecciatine pungenti.
Alla fine di comune accordo eravamo arrivati alla conclusione che era meglio tacere piuttosto che continuare quel via vai di rispostaccie.
Lui era elegantemente seduto sulla poltroncina accanto alla mia e sfogliava la pagina sportiva del L.A Times. Sembrava così assorto che nemmeno una balena avrebbe potuto distoglierlo dalla lettura.  Visto e considerato che avevo tanto ma davvero tanto tempo da perdere, con la coda dell'occhio iniziai ad osservarlo attentamente. Nonostante mi costasse decisamente molto ammetterlo, era un bel ragazzo. Carnagione caffe latte, capelli corti castani, fisico scolpito e occhi grigi come il cielo in tempesta con qualche riflesso verde in vicinanza dell'iride.E da quello che avevo potuto intravedere era messo fin troppo bene in certe parti.  Arrosii immediatamente per il pensiero che era balenato nella mia mente. Stavo diventando una pervertita. Ma visto che della notte precedente non ricordavo nulla le possibilità erano due : o io ero troppo sbronza o lui non ci sapeva per niente fare.

< Il rossore sulle guance, e la tua espressione pensosa fa capire immediatamente i tuoi pensieri. Non vorrei disturbare la linea porno che il tuo cervello sta intraprendendo ma Jeremy ci aspetta. Potrai tornare a sognare su di me più tardi. >
La sua voce divertita si era pesantemente intromessa nei miei pensieri.
< Cuoricino mio, è un pò troppo egocentrico da parte tua pensare chei miei pensieri fossero dedicati a te.. Scendi dal piedistallo sai.. > e con un sorriso soddisfatto sulle labbra

Clap.Clap.Clap.

< Davvero un bellissimo quadretto familiare. Lei deve essere la Neo Miss.Steson > Un ragazzo, che poteva avere al'incirca la mia età era appoggiato allo stipite dell'ufficio osservandoci divertito, mentre continuava a battere le mani come un bambino di fronte al suo spettacolino preferito. William gli andò incontrò e lo salutò dandogli un amichevole pugno sulla spalla.
Mi avvicinai anche io a loro, stringendo la mano al ragazzo e rispondendo al suo saluto.

< Ancora per poco si spera. Lei invece dovrebbe essere la persona che ha testimoniato il nostro amore davanti alla legge. Le bugie potrebbero farle crescere il naso dovrebbe stare attento. >
Forse ero stata un tantino cinica, ma non mi importava. Colsi negli occhi del mio nuovo maritino un lampo che non feci in tempo a riconoscere bene, così feci un espressione perplessa come a voler chiedere spiegazioni. Lui scosse le spalle e si volse verso il testimone.
< Come hai potuto notare Jeremy, mi sono sposata con la quinta essenza della dolcezza.. >
< Così come io mi sono sposata con la quinta essenza della simpatia e dell'umiltà > Risposi, dando adito ad un nuovo battibecco.
< Almeno io non vado in giro fulminando la gente che cammina a meno di 5 metri di distanza da me.. >
< Povera stella, ti sei sentito maltrattato e ferito nella tua femminilità? >
Stava per ribattere ma il suo caro amico non glielo permise mettendosi in mezzo per fermare quello che sarebbe stato un altro interminabile scontro.
< Ok fermi basta. Abbiamo capito che il vostro amore e profondo e tutto il resto, potete anche farla finita ora!.. > Vedendo che nessuno dei due ribatteva, dopo il suo richiamo da maestra d'asilo, ci intimò di entrare nel suo ufficio per discutere dei fatti accaduti la sera prima.
Lo studio era abbastanza grande. La vetrata che fungeva da parete, permetteva di poter osservare un panorama a dir poco straordinario. Era un posto molto luminoso e sicuramente ci si lavorava con grande serenità. O almeno così avrei fatto io.
Jeremy si sedette e invitò anche noi a fare lo stesso. Prese il telefono e chiamò la sua segretaria.
< Allyson, ho un caso urgente da sbrigare pregherei di non essere disturbato per la prossima mezz'ora. >
Sperai per lui che in mezz'ora potesse essere in grado di concedermi un divorzio come si deve.
Si mosse nervoso sulla seria e vedendo i nostri sguardi alquanto eloquenti iniziò a parlare.
< Premetto che io ero ubriaco. Ubriaco fradicio e voi eravate messi peggio di me. La tua amica si era addormentata sul tavolo del Keepsake, anchelei doveva aver bevuto molto. Fatto sta che non mi ricordo come ad un tratto mi giro e non ti trovo più Will. Seriamente non capivo che fine potessi aver fatto e continuavo a cercarti ridendo come un coglione. Poi mi sono girato e vi ho visti avviluppati uno all'altro come due calamite. Sembrava quasi che da un momento all'altro vi spogliaste. Il proprietario non deve aver gradito molto quel genere di comportamento e ci ha cacciati tutti e quattro. Siamo finiti in mezzo alla strada e continuavamo a scolarci una bottiglia di J&B. Ve la siete finita tutta voi due > e li ci lanciò uno sguardo come a voler sottolineare il fatto che lui in tutta quella storia non c'entrava davvero nulla. Sotto il nostro sguardo attento continuò a parlare. < Io mi ero sdraiato sul marciapiede ed avevo vomitato un paio di volte..Quando ad un certo punto siete arrivati voi due con una strana luce negli occhi.. E mi avete detto qualcosa tipo " CI SPOSIAMO! "> si soffermò su quell'ultima esclamazione, come se in realtà non fosse davvero del tutto sicuro che quelle erano le esatte parole che avevamo pronunciato.. < L'ultimo ricordo che ho è del tribunale..E del momento in cui tutti noi abbiamo fatto le nostre dichiarazioni..Non so nient'altro.. >
Rimasi qualche secondo in silenzio cercando di assimilare ogni singola parola.. Ogni singolo gesto fatto quella notte.. Possibile che non ricordassi nulla di tutto quello che avevo fatto? Possibile che mi fossi spinta così tanto oltre?

< Cosa bisogna fare per ottenere l'annullamento? > domandai stropicciandomi gli occhi improvvisamente esasperata. Dovevamo necessariamente trovare una soluzione per tutta quella faccenda. .. Vidi Jeremy muoversi leggermente ansioso sulla sedia e William lanciargli un'espressione sospettosa.

< Civoglionoduemesi...> parlò così in fretta che inizialmente non capii nemmeno mezza parola, ma improvvisamente vidi William sbattersi una mano sulla fronte come se gli avessero comunicato che in realtà aveva solo un paio di mesi di vita.

< Due mesi???? Per un annullamento due mesi??? In che Governo siamo???!!! > DUE MESI? Sarei dovuta essere la moglie di quell'energumeno per due mesi?! Nemmeno sotto tortura! Mi alzai di botto facendo traballare la sedia..

< Forse non ci siamo capiti io non resterò sposata un momento di più è chiaro? Questa cosa è assurda! Completamente malata! Io me ne vado ! > raccattai la mia roba e a passo di marcia andai per uscire. Ma prima mi rigirai verso mio "marito". < E tu quando verrai a riprenderti la roba da casa mia sei pregato di portarmi i documenti per l'annullamento! > No aspettai una risposta. Non volli ascoltare più niente. Quella situazione era del tutto anormale, pazzesca.
Perchè appena riuscivo a raggiungere una sorta di felicità, doveva esserci per forza qualcosa che distruggeva tutto in un soffio. Appena uscita dal grattacielo, mi chiamai il taxi.
Arrivai a casa verso le due. Distrutta entrai in casa e sulla soglia mi tolsi le scarpe e poggiai a terra la borsa e le chiavi. Trovai un bigliettino di Sage, era uscita per andare a ritirare del materiale dal posto di lavoro. Perfetto, sarei dovuta rimanere a casa da sola per tutto il pomeriggio. Sospirando mi buttai sul divano. Ero a pezzi, mi sentivo come se avessi accumulato sonno arretrato.
Socchiusi gli occhi, e pian piano sentii il solito torpore impadronirsi di me.

" < Sei perfetta > parole sussurrate nella penombra di una camera illuminata esclusivamente dalle luci della città che frenetica si godeva quella notte così intensa. Un sorriso. La ragazza gli aveva semplicemente sorriso dimostrandogli come solo quell'unica parola aveva avuto il potere di incrinarla. Pelle su pelle. Labbra su labbra. Il contatto si intensificava man mano che il languore aumentava. Occhi grigi in tempesta che si immergevano nel blu del mare più profondo.
<  Sei proprio come ti ricordavo Casey Smith..Meravigliosa > "

Mi rialzai di scatto tutta sudata. Cos'era quello che avevo appena visto? Un sogno? Un incubo?..
O magari..un ricordo..

Mio Angolino :)

 

Stare ferma per tanto tempo con la scrittura deve avermi fatto bene visto che mi sento piena di idee :) Casey sta avendo una mezza crisi isterica ma credo che un pò tutte al posto suo avremmo reagito in questo modo.. Le cose sono leggermente più complicate di quello che sospetta però. Ma per il momento non ho voluto esagerare.. Sono pur sempre i primi capitoli..

Ringrazio immensamente chi ha recensito il capitolo precedente.. Come già detto le recensioni mi danno la carica giusta che mi sprona a migliorare sempre di più :)

Con la speranza che questo chap vi sia piaciuo vi saluto.. Un bacione..

Kokkolina

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Capitolo 4
*** Che la recita abbia inizio ***


 

 

< Casey... Dio mio sei distrutta > sentii una voce di sottofondo al mio sonno che tanto faticosamente ero riuscita a conquistare. Dopo tanto quel pomeriggio finalmente ero riuscita a prendere sonno, anche se perennemente agitato da incubi. Riaprii lentamente gli occhi notando con stupore che intorno a me era tutto scuro, che fosse già sera? Possibile che avessi dormito tanto senza accorgermene?.. Mi alzai lievemente schioccando il callo rimasto per troppo tempo in quella posizione a dir poco scomoda. Di fronte a me trovai Sage a scudrarmi con un espressione preoccupata in volto. Certo non doveva essere un bello spettacolo vedermi in quelle condizioni però così era esagerato.

< Sage..Che ore sono?..>
< Quasi le nove.Quando sono tornata ti ho trovata dormiente sul divano..Per fortuna ci ha pensato William a metterti a letto.. >
Immediatamente sgranai gli occhi e mi girai in direzione della mia amica che mi guardava con un'espressione così innocente che se non la conoscessi praticamente da una vita le avrei potuto anche credere..
In quel momento mi resi davvero conto che non mi trovavo più sul divano ma tutta vestita, ovviamente, nel mio letto.
< Tu mi stai seriamente dicendo che quel troglodita è ritornato qui e ha osato varcare la soglia della mia camera da letto in modo improprio?! > wow detto così mi sentivo davvero potente, non era da tutti velare una minaccia di morte con belle parole e raffinate.

< Non sarebbe la prima volta che lo faccio Amore mio > mi girai di scatto verso la porta trovandolo beatamente appoggiato allo stipite mentre sorseggiava qualcosa rassomigliante a multivitaminico. Ci mancava solo che fosse uno di quei tizi con la perenne ossessione per lo sport super pompato e cose del genere.. C'era davvero da tentare il suicidio. Ma la domanda fondamentale da porsi in quel momento era un'altra : Cosa Diavolo ci Faceva LUI ancora a casa mia!!
Guardai Sage accusandola di tradimento semplicemente con lo sguardo.. Cosa stava partorendo quella sua mente malata e perversa..
< Non vorrei scombussolare i tuoi piani, ma mi potresti dire cosa cavolo ci fai qui?! Sage non te l'hanno mai detto che non si fanno entrare gli sconosciuti in casa propria? > Replicai con un  tono così velenoso che probabilmente se una vipera mi avesse morsa in quell'istante sarebbe morta avvelenata.
Sage sghignazzo  semplicemente per poi alzarsi.. < Penso sia meglio se tolga il disturbo.. Tra moglie e marito non mettere dito.. > e dopo un'altra sua breve risata e il mio tentativo di picchiarla con il cuscino, andato in fumo uscì per chiudersi in camera sua al computer.

Già era difficile gestire un EX marito..Di certo non mi serviva anche un'amica che parteggiava per la felicità e il romanticismo della coppia.. Non ne sarei mai uscita viva da tutta quella faccenda me lo sentivo. Mi alzai dal letto e senza curarmi del mio aspetto decisamente trafelato, mi diressi in cucina seguita ovviamente dalla presenza di quel beota, che si sedette al tavolo osservandomi mentre mi facevo una cioccolata calda.

< Ehm Ehm > un leggero tossichiare dalla sua parte mi fece irritare notevolmente, ma decisi comunque di mantenere la calma e sciogliere il mio Karma. Così onde evitare di saltargli al collo uccidendolo accidentalmente, mi girai guardandolo a braccia conserte mentre aspettavo che parlasse. Mi doveva decisamente qualche spiegazione..
< Quando tu molto elegantemente, hai fatto la tua tragicomica uscita di scena, Jermey ed io siamo rimasti a parlare. E lui mi ha mostrato alcune cose notevolmente interessanti. > Lo guardai incuriosita da quella premessa piuttosto ambigua. Lui si infilò una mano in tasca e poggiò sul tavolo un documento..
< Questa è una copia della tua carta d'identità, copia effettuata ieri sera. Questa tua carta però dimostra che tu, sei un'immigrata. > Lo guardai sempre più stranita. Impossibile, non potevo essermi dimenticata di un particolare così rilevante come la cittadinanza. Avevo mandato mia madre a ritirarmi la richiesta..
Venni colpita però da un flash. Mia madre che mi diceva che aveva trovato il tribunale chiuso e non aveva potuto richiedere il foglio. E così tra una cosa e l'altra mi ero dimenticata. Ero ancora una ragazza Scozzese allora. Improvvisamente capii però dove voleva andare a mirare l'uomo davanti a me.

< Dalla faccia che hai fatto capisco che ti sei appena resa conto del grave errore che hai commesso. Ma fortunatamente, non tutti i mali vengono per nuocere. Quando una persona non ha la cittadinanza ci sono due modi per ottenerla. Fare la richiesta e aspettare , aspettare... oppure un matrimonio. >
Capii improvvisamente quello che intendeva dire e rimasi completamente senza parole. Ma era pazzo? Oppure aveva qualche forte tara mentale!
Certo la cittadinanza era un processo lungo con la richiesta, e certamente a breve avrebbero capito che io in realtà non ero americana. Ma una soluzione avrei potuta trovarla anche senza di lui. E comunque lui che cosa ci avrebbe guadagnato da tutto questo!? Non capivo più niente.. In un giorno, in un solo giorno quella che credevo sarebbe stata una vitasemplicemente fantasticasi stava trasformando nel mio inferno personale. Allibita mi sedetti di fronte a lui. Avevo assunto l'aria di un generale di guerra, forse perchè adesso era arrivato il momento delle risposte.

< Parliamoci chiaro, uomo che cosa vuoi da me? Non credere che sia così stupida da pensare che tu resteresti sposato con me solo perchè sei una persona di buon cuore.. >
 < Diciamo che sono del parere che non tutti mali vengono per nuocere, e soprattutto sono realista. Saremo costretti a rimanere sposati per due mesi comunque che a te piaccia oppure no.. E poi diciamo che io potrei fare tuo marito di fronte l'uomo dell'ufficio immigrazione se tu... mi ricambiassi il favore ecco..>
Lo guardai di sottecchi pronta ad afferrare un coltello nel caso in cui avesse solo minimamente provato a toccarmi.. Cosa si credeva che avrei scambiato il suo favore accogliendolo nel mio letto? Gli uomini erano tutti uguali non c'era davvero nulla da fare.
Uno dei motivi per cui continuavo imperterrita a rimanere single era questo. Non c'erano più distinzioni fra sesso e amore, tutti gli uomini stavano diventando tutti uguali. Tanti piccoli idioti con il cervello posto tra il cavallo delle gambe.
< Ma tu sei pazzo! Ti sembra che siamo in un film per caso?! Dove il protagonista cerca di sedurre la donna occasionale!! Preferirei essere rimandata in Kazakistan piuttosto che averti nel mio letto!! >

Al termine della mia sfuriata però quello che vidi formarsi sul suo viso non era esattamente l'espressione che mi aspettavo. Infatti lui ghignava. Niente di insolito si potrebbe pensare visto e considerato che da 24 ore probabilmente quella era l'unica espressione che gli avevo visto più spesso in volto. Ma in realtà con quel suo ghigno mezzo esasperato e mezzo derisorio capii che c'erano alte probabilità che stesse pensando che io fossi una completa idiota.
Cosa che contribuiva a farmi innervosire notevolmente!
Si sistemò meglio sulla sedia afferrando la mia tazza di cioccolata ed iniziando a sorseggiarla.
< Sono davvero, davvero addolorato di dover distruggere i continui sogno erotici che fai su di me, ma non ho bisogno di stupidi patti per sedurre una donna, amore mio > poggiò i gomiti sul tavolo guardandomi dritto negli occhi.. < E credo di averlo decisamente dimostrato questa notte checchè si dica.. >

< Credo che l'eccessivo amore che provi per te stesso vada ridimensionato e di molto anche. Prima che decida di ridimensionarti io, in maniera poco piacevole, continua a parlare.. > mi riappropria della mia tazza di cioccolata aspettando che continuasse.
< Devi sapere che mi sono trasferito da poco a Los Angeles, per questioni di lavoro.. Quando ho ottenuto il trasferimento in questa città, la casa era già stata comprata e tutto era sistemato. Salvo incidenti, che purtroppo si sono avverati. La mia casa è stata bruciata da un incendio in prossimità di Hollywood e così adesso sono senza casa. Jeremy abita troppo lontano dal mio posto di lavoro , e andare negli alberghi è fuori discussione. Cosa mi risponderesti se gentilmente ti chiedessi di essere tuo ospite per un pò di tempo mogliettina mia? > sorrise in maniera così lecchina e ammaliatrice, che in un primo momento tentennai. Ma fortunatamente non durò molto.
< Certo che NO! > risposi sorniona, sorridendogli nello stesso modo falso in cui lui aveva fatto con me.. < Non accetterò mai questo deplorevole ricatto! >

Non aggiunse niente, lo vidi solo sospirare e schiacchiare il tasto 2 del suo smartphone con aria desolata.. < Sapevo che sarebbe andata a finire così, io ho cercato di fare il gentile però... > sentii bussare alla porta, così lanciandogli un'occhiata altezzosa mi alzai e andai ad aprire. < Chi è? > come ogni mamma, anche la mia sin da piccola mi ha ripetuto all'incirca 456798 volte al giorno di non aprire mai la porta agli sconosciuti, così anche da grande continuavo ad essere una persona ansiosa quando  non aspettavo visite. Vidi dallo spioncino che c'era Jeremy accompagnato da un uomo sulla sessantina dall'aria severa e grave.
< Ufficio Immigrazione. Le dovrei fare qualche domanda se non le dispiace.. >
Bloccata. Ruotai i 180 gradi su me stessa fino ad incontrare la faccia di William che cercava di trattenere le risate.. Grandissimo figlio di una buona madre!
< Eehhm... si... un attimo ero sotto la doccia... datemi il tempo di vestirmi.. >

< Tu! Lurida feccia come cavolo ti è venuto in mente!!! Cosa cavolo ci sta nella tua testa!! > tutto questo lo urlai a bassa voce in modo da non farmi sentire dai miei amati "ospiti" e contemporaneamente per far capire a quel caprone quanto fosse imbecille..
Eravamo entrambi ai lati opposti del tavolo. Io che cercavo di prenderlo e lui che per tutta risposta faceva il bambino di cinque anni girando attorno.
< Mia adorabile scimmia, mi ci hai costretto tu.. Io di certo non posso rimanere per la strada, e tu non vuoi essere espatriata vero? Uno scambio di favori..> parlavamo a bassa voce come due ladri..
L'avrei preso sempre di più a pugni!
< Non lo ripeterò una seconda volta!! Ascoltami bene William Steson, mi stai rendendo la vita un inferno e voglio che tu sparisca! CHIARO?! >

Bum Bum Bum.. < Signorina Smith >
Senza attendere un'altra risposta corsi verso il bagno e in piena crisi isterica, mi bagnai tutti i capelli, dando l'impressione di essere appenauscita dalla doccia..
< Va via! > sibilai a William prima di aprire la porta, e lo vidi rientrare in cucina sorridendo furbescamente, mimando un "come vuoi cara".
Aprii la porta cercando di simulare interesse e scuse in una sola occhiata, facendo distorcere la mia faccia in una espressione indefinibile.
< Buonasera, cosa posso fare per lei? > Eravamo ancora fermi sulla soglia, e io non avevo per niente voglia di fargli entrare.
< Come le ho già detto sono dell'ufficio immigrazione.. Dovrei discutere con lei su delle questioni di cui sono stato informato dall'Avvocato Leynold. > L'avvocato Leynold, quel vile infame, fingeva di non conoscermi anche se lo vedevo reprimere orde di risate sotto i baffi. Tra lui e l'amico non so chi fosse il più irritante.
Avevo bisogno di temporeggiare, per dare al mio cervello l'opportunità d'inventare qualche balla credibile decisi di uscirmene con una frase stile C.S.I Miami.
< Potrei vedere un suo riconoscimento signore? Sa com'è di questi tempi non ci si può fidare di nessuno! > Ma quanto poteva essere vera quell'ultima frase. Anche Jeremy il viscido dovette capirlo perchè finse di tossicchiare per confondere le risate. Patetico.
L'uomo di fronte a me, scocciato evidentemente per una tale seccatura, prese una specie di distintivo e me lo fece vedere. Clinton Arnold James.
Quale madre darebbe un nome del genere al proprio figlio?! Ecco perchè era così sgorbutico.
Non dissi nient'altro mi limitai semplicemente a fargli cenno di entrare, indicando il salotto. Mentre li guidavo buttai un occhio in cucina sperando che William non commettesse qualche cosa di stupido. Ma vista la mia eterna e incommensurabile fortuna in certe cose, non mi stupii minimamente quando vidi che in cucina non c'era nessuno e che quindi lui girovagava libero per casa.

< Signorina Smith, abbiamo riscontrato nel nostro database, che la sua cittadinanza americana è inesistente. Adesso, sinceramente non voglio sapere per quali motivi lei non è riuscita ad ottenere tale privilegio, quello che mi interessa al momento è che lei si prepari e mi segui all'ufficio per poi essere trasferita nella sua città natale. L'avvocato Leynold è qui solo per questioni burocratiche poco interessanti. Se mi vuole seguire ora >
Si alzò intimandomi di fare lo stesso ma io rimasi a fissarlo a bocca aperta. Alla faccia della democrazia.  Sembrava uscito dall'utero della moglie di Hitler.

< Tutto questo è assurdo, certo la cittadinanza ancora non ce l'ho ma sarà questione di giorni! Non posso andarmene adesso! >
< Vorrà dire che quando riuscirà ad ottenerla potrà ritornare e l'America sarà felice di accoglierla. Ma adesso è meglio che ritorni da dove è venuta miss.. > Cercò di prendermi delicatamente dal braccio ma io mi scostai subito. Andarmene ora avrebbe voluto significare perdere il lavoro, e non ero disposta a pagare un prezzo così alto. A malincuore dovetti approdare sull'ultima spiaggia e giocarmi l'ultima possibilità, per rimanere a L.A.
< Qui ho un marito, lei non può costringerci a lasciare questa città. E' la sua nazione questa. La sua patria. Non potrei mai costringerlo ad un tale distacco >
Oddio sembravo uscita da uno squallido film strappalacrime. Vidi dipingersi sul volto di Mister James un espressione di stupore che mi permise di allontanare il mio braccio dalla sua presa.
Mi odiavo. In quel modo avevo miseramente ceduto a quello "scambio" che altro non era che un ricatto di William. Quest'ultimo allora si decise ad uscire dal suo nascondiglio lasciandomi come un ebete a fissarlo.
Lo vidi uscire dal bagno coperto solo da un accappatoio grigio, in tinta con gli occhi mentre scuoteva i suoi capelli bagnati. Mise su una faccia proeccupata nel vedere gli ospiti inaspettati, ma ovviamente per me fu facile notare la recitazione evidente.

< Amore che succede? > disse venendomi incontro. Dovevo apparire credibile, sofferente ed innamorata persa. Sarebbe stato un suicidio fare una cosa del genere. Sentivo gli occhi pungenti dell'ufficiale su di me e così mi costrinsi a tirare fuori l'arte drammatica e realistica..
Quando ero piccola, per far uscire le cosìdette lacrime di coccodrillo pensavo sempre a cose elementari, come la perdita del mio peluche, o cose simili. Ma ora mentre vedevo i miei sogni sgretolarsi sempre più velocemente, e la mia vita cambiare in modo così radicale da sembrare solo una visitatrice occasionale della mia esistenza piuttosto che la vera protagonista, far uscire le lacrime fu più semplice del previsto.

Mi lancia contro di lui piangendo, e abbracciandolo fingendo un espressione puramente innamorata, e vedendo i suoi occhi rispondermi con uno sguardo così intenso da mandarmi dei flash riguardanti altri momenti passati insieme. Momenti che la mia mente non ricordava anche se si impegnava per farlo. Momenti in cui forse mi ero sentita felice... almeno così credevo.
E' finzione Casey. E' solo ed esclusivamente finzione.
Sentii le sue braccia avvolgermi e la sua bocca posarsi tra i miei capelli. Le sue braccia mi carezzavano la schiena come a volermi rassicurare.

< Shh, piccola ci sono io qui adesso. Potrei sapere che succede signori? Spero che le vostre spiegazioni siano abbastanza esaudienti.Ho la tendenza a perdere la pazienza quando qualcuno fa soffrire mia moglie. >
Finzione. Finzione. Finzione.
Mi allontanai quel tanto che bastava da lui da impedirmi di perdere il contatto con le sue mani, ma da consentirmi di parlare. Avevo l'aspetto di una bambina impaurita e ne ero a conoscenza. Cos'era stato quel tocco quando gli avevo sentito pronunciare la parola mia moglie con tanta enfasi?
Smettila Casey è solo il momento.
< Will. La mia cittadinanza.. Lo sai avevo fatto richiesta ma non sono arrivati... Poi c'è stato il matrimonio da organizzare.. E io.. me ne sono dimenticata.. >
Will. Non me la sentivo di pronunciare qualche vezzeggiativo, mi sarebbe suonato troppo falso.
< E' normale. Abbiamo avuto tanto da fare. > poi si rivolse ai due che avevano uno un'espressione tesa imbarazzata e ostile e l'altro la faccia di uno che spera di uscire per scoppiare a ridere come non ha mai fatto in vita sua. < Nel momento in cui è divenuta mia moglie, è automaticamente diventata cittadina americana, visto e considerato che sono cittadino americano. > gli lanciò la sua carta d'identità che poggiava ancora sul comodino dopo la scoperta del matrimonio di quella mattina.
L'ufficiale si risedette continuando ad esaminare la carta d'identità e io e William ci accomodammo sul divano di fronte il loro. Mi sentivo tesa ed ero estremamente in ansia. Se mi si toccava si potevano percepire chiaramente i nervi come corde di violino. 
In un momento in cui il Signor James si distrasse iniziando a parlare con Jeremy, chiedendo il suo parere di avvocato, William si girò verso di me parlandomi nell'orecchio.

< Se l'è bevuta non preoccuparti. A quanto pare siamo molto più credibili come coppia di quanto sospettassimo entrambi.. > ghignai deridendolo..
< Non ti starai seriamente innamorando di me William Steson.. Il tuo io interiore potrebbe sentirsi tradito.. > ovviamente era solo una battuta innocentissima. Ero consapevole del fatto che probabilmente il rapporto mio e di quell'uomo sarebbe stato sempre in contrasto per tutta la durata del suo soggiorno, e del matrimonio.. Lui era così infantile, provocatorio, irritante. Non saremmo stati compatibili nemmeno sotto tortura.

Ma in quel momento come potevo lontanamente immaginare, che quello era stato il primo passo verso un progetto che avrebbe sconvolto tutti i miei piani..




Mio angolino personale.. =)

Ed eccomi tornata dopo una settimana con un nuovo capitolo :) questi giorni sono stati davvero stressanti per me, tra scuola e tutto il resto è stato impossibile trovare un attimo di pace... ringrazio immensamente chi ha recensito, letto e inserito la mia storia tra le seguite e le preferite.

I vostri pareri mi fanno capire in che modo impostare la storia e mi fanno ingegnare per trovare un modo per sorprendervi sempre :)

Un bacio

Kokkolina

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