Una come gli altri...

di raoyand
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una strana bambina... ***
Capitolo 2: *** Una visita inaspettata... ***
Capitolo 3: *** Nella nuova casa... ***
Capitolo 4: *** Un bambino dispettoso... ***
Capitolo 5: *** Ancora tu??? ***
Capitolo 6: *** Primo giorno a scuola... ***
Capitolo 7: *** Un allenamento pericoloso... ***



Capitolo 1
*** Una strana bambina... ***


Erano le ore 00.05; in una dei giorni più spaventosi dell’anno…
Non ha un anno ben definito ma in quel giorno nacque una bambina.
Era fredda come la morte ma viva.
Durante il parto la madre aveva ottime condizioni e non sentì molto dolore, perché le bambina era piccola e minuta.
A un certo punto però, tagliato il cordone ombelicale, la donna iniziò ad avere giramenti di testa, a cui susseguì l’uscita del sangue dal naso, poi dagli occhi e dalla bocca.
La giovane mamma si alzò lentamente,nonostante le sue condizioni, ma ad un certo punto cadde a terra.
Fu portata subito in rianimazione, poi NIENTE. ERA MORTA!

 
I medici no ne spiegavano il motivo di quei malori, così che si giunse alla conclusione che la piccola fosse un essere malvagio.
 
‘Come è possibile che ha avuto un’emorragia nonostante le sue ottime condizioni dopo-parto?’
‘ Forse aveva una malattia non riconosciuta ? Oppure avrà preso qualcosa di mortale?’
‘ Impossibile! Se lei avesse avuto una malattia non riconosciuta la bambina a quest’ora non vivrebbe!’ …
ERA QUESTO IL PENSIERO DEI MEDICI, QUANDO AD UN CERTO PUNTO …
‘E se invece la bambina fosse maledetta o non so cosa? Insomma non ci è mai capitato un caso del genere! Poi oggi sapete anche voi che giorno è! Teniamola sotto controllo e vediamo quali sono le sue reazioni.’
 

I medici la controllarono ininterrottamente.
La bambina stava bene; non aveva né problemi fisici né psicologici. Era sana come un pesce!
 

Provarono allora a metterla in contatto con degli animali.
 
Proprio vicino all’ospedale c’era un canile, così presero uno dei cani più docili che si poteva trovare e lo portarono dalla bambina.
Il cane appena vide la bimba iniziò ad abbaiare.
Tutto ad un tratto si sganciò il collare e il cane si buttò sulla bambina che seduta davanti a lui lo fissava nonostante il pericolo che stava correndo.
Ad un certo punto il cane si fermò all’istante. Non era stanco perché non aveva percorso molta strada. Era di fronte alla piccola quando ad un certo punto la bambina si avvicinò. Lo guardò e gli accarezzò il muso. Poi fece un sorriso malinconico.
In quel momento il cane inizio a piangere . Dopo di che iniziò a sanguinare e scoppiò.
Il sangue di quel cane sporcò tutta la stanza e i medici. La piccola ne rimase intatta.
 

Fu avvisato il padre che venuto a sapere dell’accaduto, nonostante fosse anche ubriaco,
non volle assumersi la responsabilità del mantenimento della figlia e la fece portare in un orfanotrofio.

 

Pochi giorni dopo, quell’uomo, ubriaco morì. Nessuno capì come ne perché, ma lo trovarono nella camera progettata per la figlia steso sul letto con un sorriso in faccia e le lacrime che cadevano ancora sul viso. Sul muro invece c’era scritta una frase in rosso:
MI DISPIACE CHE NEANCHE TU MI VOLEVI BENE…

 

Raoy&:
scusate il ritardo per le modifiche ...
spero vi piaccia e recensite in tanti ^^

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Capitolo 2
*** Una visita inaspettata... ***


DEMONE

...così era definita dai medici che l'avevano vista fare cose terribbili...

AKUMA, questo era il suo nuovo nome, un nome che le avrebbe rovinato la vita...
Ma la piccola non era come gli altri, anche se lo poteva sembrare, e non perse tempo quando per la prima volta le fu dato quel nome.
LI UCCISE TUTTI!
Tutti i medici che avevano scelto quel nome, tutte le persone che le avrebbero rovinato la vita, tutta la gente che fino a quel momento non l'aveva rispettata a dovere...
Come si può immaginare Akuma su di loro non ebbe nemmeno un briciolo di pietà! Li uccise crudelmente senza pietà prima radunandoli in  una stanza, poi ad uno ad uno li fece scoppiare al punto di cospargere l'intera stanza di sangue, tanto da fare schifo a chiunque ci fosse entrato.

 

Per questo motivo la portarono in un orfanotrofio dove vive per 5 anni....

 

In quei cinque anni, Akuma, aveva passato e aveva fatto passare un inferno in quell'orfanotrofio,
però un giorno cambiò, con una visita inaspettata di una donna ricca che voleva adottare un bambino...

 

Eccola, inaspettatamente una Limosine parcheggiata davanti all'orfanotrofio mal ridotto dove i bambini facevano baldoria tentando di non irritare Akuma che amava la sua solitudine e quando si dedicava a piccole attività  delle normali bambine di 5 anni...

Akuma però non si dedicava solo e quel tipo di attività, riusciva anche a fare cose più grandi che delle bambine della sua età vedevano fare solo ai grandi.
Tra queste c'era la cucina, infatti la bambina, ogni tanto si faceva liberare la cucina perchè doveva preparare i 'biscotti' che, anche se molto buoni, non avevano sempre un bell'aspetto.
Però a lei piaceva ed era questo che molte volte la distraeva dal fatto che veniva evitata da tutti perchè tutti li mangiavano volentieri....

Da quella raffinata macchina, scese una signora sulla trentina, molto bella ed elegante, che accompagnata da una delle tutrici dell'orfanotrofio, stava scegliendo il fortunato che avrebbe lasciato quel posto.
Si chiamava Megami, donna di buona famiglia che da poco aveva perso il marito in un incidente stradale, alta e snella, con occhi azzurri e capelli biondie mossi, raggiante e solare nonostante ciò che le era successo; si fermò davanti alla bambina più sconsigliata dalla tutrice che cercava di attirare la sua attenzione su altri bambini.
Guardò la bimba negli occhi, ben diversi dai suoi, neri che esprimevano un profondo senso di male e vendetta.
Furono questi i motivi per cui andò verso di lei.
Akuma la guardò alzando la testa per guardarla in faccia, il suo sguardo metteva un pò paura perchè lei non poteva mai pensare che quella donna le avrebbe rivolto la parola.

" Ciao, io mi chiamo Megami! Qual è il tuo nome?" le chiese gentilmente Megami.

"Akuma..."

"Come mai una bimba come te ha un nome così cattivo?"

"Io...sono nata il 31 ottobre, e ho fatto morire mia madre dopo il parto di emorragia"

Megami, sorpresa dal linguaggio colto della bambina, continuò a parlarle.

"Ma non è colpa tua se la tua mamma è morta!"

Akuma abbassò la testa e con un sorriso a dir poco diabolico le disse " NO! Io ho ucciso mia madre e non solo! Ho ucciso anche un cane, una ventina di persone tra medici e infermieri  e anche qualche mal capitato qua dentro! LI HO UCCISI TUTTI, PERSINO MIO PADRE CHE NON MI VOLEVA AFFATTO!"

Megami era turbata da quelle parole, però decise di adottarla.
Voleva provare a farle vivere una vita come gli altri.
La vita che lei ha faticato per averla sin da quando era piccola...



Raoy&:

se vi piace vi faccio sapere kome kontinua v.v
e mi raccomando recensite in tanti ^^



 

 
Akuma: demone in giapponese. Megami: dea in giapponese.

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Capitolo 3
*** Nella nuova casa... ***


Megami decise di adottare Akuma nonostante il suo essere macabro.

Così, dopo aver firmato diversi documenti, si avviarono insieme verso l'auto, dove c'era un curioso maggiordomo ad aspettarle.
Purotekutā, questo era il nome dell'uomo che aprì lo sportello della macchina appena le vide arrivare.
" Grazie Puro!" le disse Megami seduta già sul sedile vicino ad Akuma. Puro, così chiamato dai padroni e dai conoscenti, chiuse lo sportello e si diresse verso la guida dell'autovettura, pronta a partire verso la nuova casa di Akuma, che nell'attesa, si mise in ginocchio sul sedile, e guardava fuori dal finistrino.
Megami si rivolse alla piccola affascinata da ciò che stava vedendo.
" Non hai mai visto niente di simile vero?? Spero ti piaccia sia il vicinato che la tua nuova casa. Appena saremo arrivati Puro ti darà un piccolo regalo di benvenuto che ho fatto prendere apposta per te!"
Akuma la guardò con uno sguarda curioso, e poi le disse "Io...io spero che nessuno mi faccia stare male nella nuova casa, perchè io non voglio che mi venga fatto del male, e non voglio farlo ad altre persone."
"Non ti preoccupare! Nessuno ti tratterà più male. Però dovremmo iniziare a pensare a qualche piccolo cambiamento!!" disse Megami per confortarla.
"Che genere di cambiamento???" chiese a quel punto Akuma.
"Bhe, per esempio potrei chiamarti Aku che mi sembra leggermente più carino di Akuma per intero!"
"Io allora ti dovrei chiamare MAMMA..." escamò Akuma.
"C-cosa???"chiese Megami un pò sorpresa.
"Tu mi hai adottata. Hai scelto me tra tutti quei bambini, molto più belli, bravi e buoni di me! Quindi ora sono tua figlia e tu sei la mia mamma."
Megami la guardò negli occhi, leggendo nel suo sguardo un profondo senso si sincerità e le rispose " Per me puoi chiamarmi anche Megami se non ti va di chiamarmi mamma, ma se lo farai, io sarò contentissima!!". La donna sorrise alla bambina che la fissò per qualche secondo e tornò a osservare il paesaggio.


Finalmente arrivarona a casa.
Pedrò non era una casa come tutte le altre.
Era una villa immensa.

Puro fece scendere le due dalla macchina e andò a parcheggiare.
Nel frattempo Megami fece vedere la sua nuova stanza ad Akuma
dicendole che l'avrebbero addobbata a suo piacimento.
Dopo un pò di tempo, Puro portò Aku e Megami nel giardino retrostante alla casa.
Era pieno di animali!!!
Akuma ne rimase impressionata perchè no ne aveva mai visti prima d'ora.
Poi il maggiordomo le diede un pacco regalo con dei piccoli fori.
Akuma allora disse" Mamma, la scatola è rotta!"
Puro rispose al posto di Megami,con aria affettuosa" No, non è rotta! Prova ad a vedere che c'è dentro!"
Così la piccola aprì la scatola da dove uscì saltando un piccolo gattino nero.
Aku lo guardò sbalordita perchè non sapeva cosa fosse.
"Quello è un gatto! E' tutto tuo,però ora dovrai darli un nome, così Puro potra farli la medaglietta!"
Akuma lo guardò attentamente, poi il micio li saltò addosso e iniziò a farle le fusa.
"Sembra simpatico.Lo chiamerò Tenshi!"
disse Akuma, poi guardò Megami e disse" Grazie...mamma!" e concluse con un sorrisino.

 

Così Megami mandò Aku a sistemare il suo primo amico nella sua stanza con Puro,
dopodichè le feceil bagno,
le fece mettere degli abiti nuovi fatti apposta per lei,
e , dopo mangiato, la accompagnò nella sua stanza, le diede la buonanotte e si concluse la giornata.

 

Megami era contenta, aveva realizzato il sogno di suo marito, avere una bambina,
e allo stesso tempo, era riuscita a far sorridere Aku che era finalmente felice.




Raoy&and:
Questa parte è abbastanza dolce credo.
Spero vi sia piaciuta.
kiss <3( recensite please T_T)

 

Tenshi:angelo in giapponese. Purotekutā:protettore in giapponese(ho scelto questo nome per il maggiordomo per diversi episodi che si verificheranno)

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Capitolo 4
*** Un bambino dispettoso... ***


 Megami, riuscì per la prima volta, a far sorridere Akuma...

...grazie all'aiuto di Tenshi, il nuovo amico della piccola, nonchè il primo, e  le fece imparare tante cose nuove.

Il giorno dopo, Megami chiese alla bambina come voleva ordinare la sua nuova cameretta.
Akuma decise di dipingerla di rosso, e voleva che a terra fossero messi tanti tappeti verdi a mò di prato
per tutto il pavimento, poi, voleva un letto a castello dove sopra avrebbe dormito lei e sotto Tenshi.
Voleva anche una scrivania messa vicino al balconcino e di fianco una struttura piccola per far divertire Tenshi,
quando lei disegnava.

 

Dopo una mezzora, arrivarono i muratori per colorare i muri e diversi operai per montare i mobili
e disporli nei punti decisi dalla piccola.Per farlo però ci voleva tempo, quindi Akuma decise di andarsi a fare il bagno,
di cambiarsi di abito( se ne voleva mettere uno rosso!) e poi voleva andare a giocare con Tenshi nel giardino all'entrata.

 

Ad un tratto però si sentì un rumore. Sembrava come se un vetro si fosse rotto. Akuma allora decise di interrompere i giochi per andare
a controllare cosa fosse successo.
Vide un bambino scappare, e poi uno degli operai che si stava scusando con Megami.
"Mi scusi signora, ho dovuto portare mio figlio a lavoro perchè nessuno poteva tenerlo mentre lavoravo e..."
Megami lo interruppe..."Oh la prego no si preoccupi per quel lampadario,anche se era costoso,
non mi piaceva affatto e lo volevo buttare!"... li disse sorridendo.
L'operaio tornò a lavoro.
Akuma si avvicino a Megami:
"Mamma, ti sei fatta male?"
"No" le rispose la donna sorridendo, e poi aggiunse"Non ti preoccupare, puoi tornare a giocare"
"OK!" rispose la piccola che teneva stretto al petto il gattino.


Tornando in giardino, Akuma, vide sull'altalena il bambino che aveva visto scappare.
Si avvicinò e li disse "Perchè stavi scappando prima?", il bambino le rispose con aria arrogante
"NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO!"; la bambina cercò di essere paziente ed esclamò
"Scommetto che hai rotto tu il lampadario perchè tuo padre con il lavoro che fa non se lo può permettere, poi sei scappato;ma sappi
che così facendo hai umiliato tuo padre!DOVRESTI VERGOGNARTI!".
Il bambino sentitosi offeso da quelle parole iniziò ad insultarla."Oh ma guarda, sta parlando una che non fa altro che
stare sola con quel gatto, perchè non ha amici, anche se si veste bene ed ha due genitori milionari che non fanno niente dalla mattina
alla sera. SEI TU CHE DOVRESTI VERGOGNARTI PERCHE' ALMENO MIO PADRE I SOLDI SE LI FATICA PER POTERMI
MANTENERE E PURTROPPO NON VIENE PAGATO QUANTO DOVREBBE!".
Akuma, appoggiò Tenshi per terra, poi disse con un sorriso malefico "E già, io non ho amici, ho solo Tenshi,
ma su una cosa ti sbagli, io non ho genitori milionari!"; il bambino la guardò un pò impaurito e le rispose
" A no?! Se tu non hai genitori chi era la signora che hai chiamato MAMMA???"; il sorrisetto di Akuma iniziò a farsi più pauroso,
"Quella non è la mia vera mamma..." "C-cosa?" disse sbigottito il bimbo, poi la piccola continuò a parlare
"Lei mi ha adottato ieri, i miei veri genitori li ho uccisi il mio primo giorno di vita!!!".
Akuma concluse con una risata a dir poco malefica poi guardò il bambino e li disse "Che c'è, paura per caso?"
"Ma andiamo! Che cavolate vai raccontando!" disse con voce tremolante lui, però era meglio se non l'avesse mai detto.
La bambina iniziò ad innervosirsi, chiuse le mani in due stretti pugni poi tutto intorno a lei iniziò a rompersi , e i suoi occhi cambiarono colore.
"Se non ci credi allora ucciderò anche te!" li rispose con tono malefico.
Il bambino iniziò ad urlare.
Megami sentì le urla provenire dal giardino e corse subito per evitare che succedessero cose inaspettate.
"AKUMAA!" Urlò all'improvviso la donna quando vide che la bambina stava quasi per uccidere quel bambino.
"Aku che stai facendo?!?!" mi sa che dovremmo mettere alcune regole per non fare casino d'ora in avanti!"
Tutto d'un tratto arrivò l'operaio. "MADORA-! perchè hai urlato che cosa è successo?", Madora, sciccato,
non aprì bocca; quando Akuma disse "E' colpa mia! E' unrompiscatole e mi ha fatto perdere la pazienza perchè ha offeso madre,
solo perchè li ho detto che rompendo il lampadario ha umiliato suo padre. Chiedo ancora perdono!"

 

Dopo quella breve discussione il bambino decise di vendicarsi.
I muratori avevano appena finito di colorare le pareti della camera, quindi stavano aspettando che la vernice asciugasse.
Madora, allora prese uno dei pennelli e iniziò a fare diversi disegni offensivi sulle pareti,
poi buttò a terra la scrivania, e da un contenitore iniziò a prendere diversi pupazzi che colorò brutalmente.
Dopo iniziò anche a saltare sul letto rovinandolo.

 

Mezzora dopo Aku andò a vedere la sua stanza.
Appena aprì la porta rimase sconvolta .
La sua stanza era tutta sotto sopra.
Ma lei sapeva già chi era stato.
Non perse tempo, con tutta la rabbia possibile andò in giardino,
dove Madora appena la vide iniziò a correre.
Il piccoletto, furbo, andò verso Megami che sgridò subito Aku.

 

La bambina allora iniziò a piangere. Madora non se lo aspettava da una come lei.
Megami allora avvisò il padre del bambino.
L'operaio, disperato, diede uno schiaffone al figlio, poi lo portò nella camera di Akuma e li fece pulire in tutti i posti
dove aveva sporcato e rovinato.
Quando finì Madora andò di nuovo dal padre "Papà però non è giusto!" li disse.Il padre allora li diede un'altro schiaffo.
Il bambino allora rivolse lo sguardo verso di Aku.SORRIDEVA.
Madora in quel momento aveva voglia di saltarle addoss e picchiarla.Però sapeva quello che Akuma li poteva fare così abbassò la testa.
Akuma si avvicinò al bambino e li sussurò all'orecchio:"QUELLO CHE NON POSSO FARE IO FACCIO FARE AGLI ALTRI!"
Allora il bambino si sentì ancora più umiliato e tentò di dare un pugno ad Aku, che schivo rapidamente.
Così l'operaio li diede un'altro schiaffo e lo rimproverò.
Poi salutarono Megami e se ne andarono.

 

Akuma pensava di aver vinto,
però non sapeva che l'indomani se lo sarebbe ritrovato d'avanti!!!

Raoy&and:
Bhe come vi è sembrato quest'altro capitolo???
Spero vi sia piaciuto perchè credo che ci saranno
altri episodi dove Akuma e Màdora litigheranno.
Recensite in tanti^^
Grazie per la lettura <3


Màdora:pasticcione in giapponese.
 

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Capitolo 5
*** Ancora tu??? ***


Akuma si riteneva soddifatta della punizione data a Madora.
Ma non poteva sapere che il giorno dopo se lo sarebbe ritrovato di fronte...
  

Megami rimproverò Aku per aver tentato di uccidere il figlio dell'operaio
"AKU! Se vuoi far parte della mia famiglia, dobbiamo stabilire delle regole!"
"Va   bene... mamma..."disse Akuma tranquillamente.
"Però lui ti ha offeso e io mi sono arrabbiata..."
"Cosa?" disse la donna sorpresa.
"Ti sei arrabbiata pechè mi ha offeso?"
"CERTO! Lui ha detto che tu non fai niente dalla mattina alla sera! Ma non è così!"
rispose la bambina con aria superba.
"Grazie allora! Però mi devi promettere che non ucciderai mai più in vita tua... va bene?"
"Sì" disse Akuma che chiamò il suo gattino, poi prendendolo in braccio, si avviò verso la sua stanza.
Doveva sistemare le sue cose, e anche quella di Tenshi.
Dopo un paio d'ore,Puro, preparò la cena e andò a chiamare Megami.
La donna rispose che sarebbe andata lei a chiamare la bambina e poi sarebbero andate a tavola.
Il maggiordono acconsentì.
Megami si avviò verso la stanza di Akuma e piano piano aprì la porta.
Aveva appena finito di preparare la cuccia per il suo micetto.
Poi lo prese e iniziò a farli le coccole, cantandoli una ninna nanna.
"Non mi importa se tu non puoi vedere il mio lato più oscuro.Nessuno potrà mai cambiare un demone come me.Però tu aiutami a credere che non sia la vera me...Perchè non posso essere come gli altri.Perchè nessuno pensa che non ci sia niente di buono in me?..."
Sussurrò la bambina con tristezza.
A quel punto Megami entrò nella stanza.
"Akuma è pronto a tavola!Vieni con me." Disse la donna premurosa.
Aku si avvicinò. Megami le prese la mano e avvicinandosi all'orecchio della bambina disse
"Sappi che per me non sei e non sarai mai un demone.L'affetto che provi per Tenshi e una dimostrazione che hai un lato buono."
Alla piccola, scese una lacrima lungo il viso.Megami la ascigò poi le sorrise e si avviarono verso la sala da pranzo.

Dopo mangiò Megami accompagnò Aku nella sua stanza e aspettò che si addormentasse.
Dopo di chè si fece un bagno e, messa la camicia da notte, chiamò Puro
e li chiese di portare Akuma a scuola per poterla iscrivere.
E così fece.

Il giorno dopo Puro fece vestire Akuma.
Portava un vestito color arancio e i capelli raccolti da una bandana anch'essa arancione.
Dopo di che le fece fare colazione e la portò alla macchina.
Tenshi per tutta la mattinata, non fece altro che segiure la bimba ovunque andasse.
Aku lo prese in braccio e si mise comoda sul sedile.
Puro, chiuse lo sportello e si avviò verso il posto di guida.


 

Dopo un quarto d'ora, raggiunsero la scuola.
Era bella, grande e maestosa. Ma Aku sarebbe stata bene in quell'istituto????
La bimba scese dalla macchina con il suo gattino in braccio.
Mentre Puro completava l'iscrizione, una bidella fece vedere ad Akuma la sua nuova classe.
Ad un certo punto la piccola si fermò di scatto.Non potev credere ai suoi occhi.
Aveva visto Madora!!! Dal giorno successivo avrebbe fatto parte della sua classe!
Anche il bambino appena la vide sgranò gli occhi! Nessuno dei due era felice di rivedersi!!!!

"Questa é la vostra nuova compagna di classe! Da domani farà lezione con noi!"
disse la maesta poi aggiunse
"Il suo nome è Akuma! E' un anno più piccola di voi, ma affronterà il nostro stesso programma scolastico!"
Akuma guardò i suoi nuovi compagni di classe.
Poi appoggiò Tenshi a terra.
"Il piacere è tutto mio!" disse con voce ferma.
Nella classe intanto si crearono diversi vocii.
Tenshi saltò in spalla ad Aku, che se li fece una carezza.
"Maestra ma deve frequentare per forza questa classe??"
Disse Madora giù d morale.
"Si Madora. Perchè la conosci?"chiese la maestra.
"Si, ma..."Madora fu interrotto dalla maestra
"Bene! Allora sarai tu a far recuperare ad Akuma gli appunti!"
"COSA???"urlarono insieme i due bambini.
"Niente discussioni! E ora Akuma puoi andare."
Akuma lanciò un'occhiata malvagia a Madora che ricambiò.

 

Puro, recuperò la bambina, e poi si avviò verso la villa.
Nel tardo pomeriggio, Akuma stava facendo i suoi "biscotti" in cucina.
Si fermò un attimo.Dette un paio di biscottini ( per gatti) a Tenshi e riprese a preparare.
Ad un tratto sentì la porta che si apriva.
Si girò di scatto.Vide Madora appoggiato al muro che sorrideva.
"CHE COS'HAI DA RIDERE?" disse la bambina.
Madora rispose tranquillo" Tua madre mi ha detto che ora non puoi più farmi del male!"
"Io no, ma posso farti fare male da chiunque voglio!"
Madora per un attimo si zittì poi però disse"Ora non puoi!Qui non c'è nessun'altro oltre a noi!"
"Ti SBAGLI!" gli occhi di Aku, cambiarono colore.
All'improvviso Tenshi saltò addosso a Madora e lo graffiò.
Gli occhi del gatto erano come quelli di Aku.
La bimba, infatti, aveva il potere di controllare, uccidere e manipolare le persone grazie ai suoi occhi.
Tenshi ritornò com'era e la bambina continuò a fare i suoi biscotti.
Ora dovevano solo cuocere. Chiamò Puro e li disse di avvisarla quando i biscotti erano pronti.
Prese uno straccio e si pulì le mani.
Intanto Madora la osservava. Li vennero in mente le parole che Megami le aveva detto
"Akuma, può sembrare cattiva, ma se le dimostri affetto, e capace di ridartelo.Cerca di essere gentile con lei e ti ricambierà!"
così Madora tentò di essere buono con lei.
"Dopo mi fai assaggiare i tuoi 'biscotti'??? Sembravano buoni!"
Akuma non rispose.
"Domani se vuoi ti puoi sedere vicino a me! Non credo che i nostri compagni di classe ti vorranno di fianco."
"Perchè?" chiese Aku con aria scocciata ma curiosa.
"Oggi durante la lezione, dopo che te ne sei andata, non facevano altro che parlare di te. Dicono di aver sentito che sei maledetta e che sei un DEMONE!"
Akuma si fermò. "Ho detto qualcosa di sbagliato?" Disse Madora che aveva paura della sua reazione.
"No- disse Aku, poi continuò- Fammi vedere cosa devo copiare e poi vai via."
Madora fece quello che le aveva detto.
Mentre copiava, Akuma fece cadere una lacrima sul suo quaderno.
Madora se ne accorse ma fece finta di niente.
Quando finì la bambina accompagnò il compagno alla porta.
Poi andò nella sua stanza. Madora si arrampicò e arrivato al balconcino della cameretta, si nascose.
Akuma iniziò a far cadere tante lacrime sul suo volto.
Il gattino la guardava.
"Meriterebbero tutti di morire. Ma non li ucciderò. Io l'ho promesso alla mia mamma. Se le dico una bugia, neanche lei mi vorrà più bene. Sai Tenshi, i miei veri genitori non mi hanno mai voluta. Sono solo un frutto della loro passione. Io sono un mostro solo perchè mia madre mi ha maledetto quando ero ancora nel suo grembo. Papà invece abbandonò la mamma per tutta la gravidanza. E' stato chiamato solo quando si è saputo che la mamma era morta...
Io li odierò per sempre...Io vorrei solo un pò di affetto!"
Akuma abbracciò il gattino.

Madora invece rimase sconvolto da quello che aveva sentito.
Possibile che quella bambina aveva davverò un lato buono??
Nonostante in quel momento non trovò la risposta, sentì il bisogno
di proteggerla e aiutarla.
In fondo lui aveva tanti amici.
Lei aveva solo quel gattino nero, il suo angioletto, che se pure non riusiva a parlare,
per lei era un amico sincero a cui avrebbe confidato tutto e da cui non si sarebbe mei staccata...


 

Raoy&and:
Grazie a tutti per la lettura!! ^^
Spero vi sia piaciuta
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Recensite in tanti^^
<3 grazie ancora <3

 


 

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Capitolo 6
*** Primo giorno a scuola... ***


Dopo aver sentito quelle parole,
Madora tornò a casa, ancora incredulo.

 

Il giorno dopo, Akuma fu vestita da Puro.
Le aveva messo un vestitino celeste chiaro e i capelli,
erano raccolti da un fiocco anch'esso celeste in una coda.
Era davvero graziosa!!!

 

Dopo aver fatto colazione,
Puro prese la bimba e cotringendola a lasciare il suo cucciolo,
la portò in macchina.
Era il tempo ormai di andare a scuola, quindi preparato lo zainetto,
il maggiordomo, mise in moto l'auto e portò Aku a scuola.

La piccola scese dalla macchina.
Davanti a lei c'erano dei bambini che la osservavano disgustati.
Akuma, impassibile, prese il suo zainetto e si diresse all'entrata.
All'improvviso una palla le stava andando contro.
Puro, partì come un missile per proteggerla, ma non servì il suo aiuto.
La bambina con il suo occhio destro dorato, fece tornare la palla al proprietario che cadde per terra.
Poi impaurito, scappò nella sua classe.
"Non ho bisogno di te! Non devi farti del male a causa mia!" disse Aku al maggiordomo.
"Scusi signorina stanno per cominciare le lezioni..." rispose Puro.
Proteggerla era un suo dovere.

Akuma, entrò silenziosa in classe e notò che ad un angolo in fondo,
si era formato uno strano caos.
"ANDATE IN DIETRO!!! QUESTO POSTO NON E' PER VOI!!!"
La bambina riconobbe quella voce.
Era quella di Madora, ammirato dalle bambinette che già li andavano dietro.
Il bambino, appena vide l'amica la salutò con un sorriso
"HEI AKUMA!!!! Vieni siediti vicino a me!!!"
Akuma un pò latitante, si sedette vicino al bambino.
In quel momento le altre, la guardarono male.
Lei però con un sorrisetto malvagio, le guardò
"COS'E?? GELOSE PER CASO??? NON DOVRESTE ESSERLO!!! DI ME DOVRESTE SOLO AVERE PAURA!"
Gli occhi della bimba cambiarono colore.
Le altre si impaurirono e si girarono a sentire quelle parole.


La lezione andò molto bene.
All'intervallo, però, i compagnio di classe di Aku,
iniziarono a prenderla in giro.
L'occhio destro di Akuma cambiò nuovamente colore.
Dopo poco, dal cancello si intravide un gattino nero.
La bambina lo attirò a se e prendendolo in braccio si andò a mettere sull'altalena.
Madora lo riconobbe, ma preferì non dire ai compagni che era il gatto dell'amica...
CHISSA' COSA AVREBBERO FATTO!!!

Iniziò la seconda ora.
SUPPLENZA!!!!!!
Akuma abbassò lo guardo sul gattino che la osservava.
Era un pò giù di morale.
Sembra strano a dirsi, ma forse, aveva paura.


I suoi compagni di classe iniziarono a chiamarla mostro.
La bambina sgranò gli occhi appena sentì quella parola.

 

Madora la guardava.
La piccola era ferma ed inerme a quelle parole.
Continuava ad accarezzare il suo micio con la testa bassa.
Se avrebbe alzato la testa, di sicura avrebbe ucciso qualcuno.
Madora continuava ad osservarla. Negli occhi fissi sul gatto, lui
riusciva a percepire il dolore che la piccola provava a sentire quelle frasi così crudeli.
In fondo a loro, che cosa aveva fatto???
"ORA BASTA!!!!!!" esclamò il bambino mettendosi davanti all'amica.
"lascia stare..." disse Aku con un filo di voce.
"Ormai è finita...." continuò mettendosi lo zainetto sulle spalle e prendendo poi,
il gatto in modo tale che potesse stare comodo.
Madora la fissava. Era appena suonata la campanella.
Uscito fuori. Vide alcuni compagni di classe lanciare delle cose ad Aku.
Lei camminava senza darli retta.Poi arrivò da Puro.
"Va a casa Puro... Io devo fare una cosa prima..." li sussurrò.
"Va bene signorina..." rispose lui.

Pian, piano, la bimba con il suo gattino,
raggiunse a piedi un parco giochi vicino al fiume che si trovava a qualche metro
vicino scuola.
L'aveva visto quando Puro l'aveva accompagnata all'istituto.
Mise la sua cartella a terra.
Si sedette su un'altalena e con il micio sulle gambe,
iniziò a piangere.

Madora, che l'aveva seguita, si avvicinò lentamente.
"VATTENE!" disse Aku sentendo i suoi passi nell'erba bassa del parcogiochi.
"Mi dispiace" rispose il bambino abbassando la testa...
"E DI COSA TI DOVREBBE DISPIACERE???DI AVER TENTATO DI FERMARLI TROPPO TARDII???"
Madora non rispose. Però si avvicinò svelto e la abbracciò.
"So già che non mi sopporti...però ti prometto che ti aiuterò più che posso, sia in classe che fuori...!"

Akuma fece scendere un'altra lacrima
e, rispondendo a quell'abbraccio,
rispose tra un singhiozzo e l'altro...
"Grazie...Madora"
"Dai ora non piangere più. Ti accompagno a casa."
disse il bambino con  un sorriso.
"Va bene..." rispose Akuma con un fil di voce.
Prese le sue cose e si diressero alla villa.


 

Il giorno dopo era domenica.
Madora si presentò alla villa e spinse Akuma ,
ancora in pigiama, fino in giardino
" Oggi inizieremo il tuo addestramento!!!!" disse convinto.
La bambina lo guardòinterrogativa, poi aggiunse "CHEE???"




Raoyand:
Come vi pare questo nuovo capitolo???
Fatemi sapere il vostro parere miraccomando!!!
recensite please T_T
grazie a chi legge e a chi mi scrive anche una breve recensione
(accetto anche le critiche)
<3grazie<3

 

 


 

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Capitolo 7
*** Un allenamento pericoloso... ***


" Oggi inizieremo il tuo addestramento!!!!" disse convinto.
La bambina lo guardòinterrogativa, poi aggiunse "CHEE???"
 

La bambina, guardava assonnata e incuriosita il compagno di classe,
per tentare di capire se stava sognando o se era la crudele realtà...
"Madora, come cavolo ti viene in mente di svegliarmi alle 6,00 la domenica mattina?!?!?!?"
"Semplice!" Disse tanquillo l'amichetto con un sorrisetto stampato in viso.
"Voglio insegnarti a difenderti da sola!!!"continuò dopo.
Aku, leggermente scocciata, sbuffò girandosi e rivolgendosi verso l'interso della villa.
"Hey Akuma!!! Dove stai andando???"Domandò il piccolo come per rimproverarla.
"Come dove?!?! Tu mi sei venuto a svegliare e ora non posso neanche andare in bagno e cambiarmi???"
Disse arrabbiata la bimba sempre più irritata.
Non che non ci tenesse a difendersi da sola, ma non poteva neanche godersi la domenica???
"Torno subito..." Disse poi l'asciando l'amico da solo in giardino.

Aku si diresse svelta in camera sua.
Proprio di domenica le doveva capitare una cosa del genere.
Si fece legare i capelli in un nastro rosso da Puro.
E indossò una salopette del medesimo colore,
con sotto una magliettina di cotone bianca a maniche corte.
Si mise un paio di scarpe al vole e scese in giardino.

 

"Eccomi!" Disse Akuma con fare scocciato (come al solito).
"Scusa la domanda ma come credi di potermi aiutare???" domandò poi all'amico.
"Con questa!!!" esclamò Madora uscendo da chissà dove una pistola.
Era molto piccola come pistola e non aveva un grosso calibro.
La bambina inizialmente stupita, capì le intenzioni dell'amico 
e mettendosi a braccia coserte sorrise malefica e disse:
"Avanti vediamo che sai fare!"
Il cambiamento del colore degli occhi della piccola,
fece sobbalzare per un attimo Madora che, chissà come caricò la pistola
e la puntò verso l'amica.Poi sparò.
Il rumore dello sparo allertò subito Puro che si affrettò ad andare in giardino.
Akuma intanto aveva tra l'indice e il pollice il piccolo proiettile ancora fumante,
e pochi istanti dopo lo lasciò cadere a terra.
Madora inizialmente stupito, sparò ancora una volta,
e poi fece partire un'altro colpo a cui ne susseguirono tanti altri 
che agilmente Aku scansò con agilità.
"SIGNORINA!!" Gridò Puro distraendo la piccola dall'ultimo colpo 
sparato da Madora che il maggiordomo si affrettò a deviare.
La pallottola finì in una spalla del servitore
che sanguinante si accasciò a terra.

Akuma lo guardava impassibile.
"Ti avevo detto di non intrometterti negli affari miei!"
Disse più glaciale del solito.
Megami uscì di corsa in giardino e notando il suo fedele servitore ferito si affrettò a chiamare un'ambulanza.

 

"AKU!!! CHE COSA CI FATE CON UNA PISTOLA VOI DUE!!"
"Io non c'entro. Lui la portata e ha iniziato a spararmi!"
rispose tranquillamente Akuma additando il suo amico di 'GIOCHI'
"Cosa???" Disse Megami sbalordita guardando il bambino pochi distante dalla figlioccia.
"Madora ora chiamo immediatamente tuo padre!! non sono giochi da fare questi!!!
E' pericoloso sparare a qualcuno ed ora vedi quali sono le conseguenze!!"
Disse Megami disperata prendendo il telefono e chiamando il padre del bambino.
"ORA ANDATE IN CAMERA DI AKUMA!! E NON MUOVETEVI DI LI'!"
Concluse la povera( tanto per dire ) donna.

 

Aku e Madora si avviarono silenziosamente nella camira della piccola.
Appena arrivati Madora iniziò a lamentarsi.
"PERCHE' HAI DATO TUTTA LA COLPA A ME??
IO SONO VENUTO QUA PER AIUTARTI E TU MI TRATTI IN QUESTO MODO???"
"1.Io non ti ho chiesto niente.
2.Non ti ho detto io di portare una pistola.
3.Non ho sparato io al mio maggiordomo.
4.Io ti sto trattando come al solito.
5.Per come sono andati i fatti E' colpa tua!"
Disse tranquilla mente la bambina stesa a pancia in giù sul letto,
mentre con le dita segnava i punti elencati nel discorso.
"Mi dispiace solo per tuo padre... POVERINO!! Avere un figlio assassino è una cosa orribile!!"
Continuò Aku con un pizzico di ironia.
Madora aveva abbassato il capo,
quando al sentire le ultime parole dell'amica disse.
"Tu chiami me assassino, ma tu cosa sei???"
Akuma si voltò sedendosi poi sul letto per fissare l'amico.
"...demone..."

sussurrò Madora, ma a quanto pare arrivò lo stesso alle orecchie di Aku
che scese dal letto, gli diede uno schiaffo e lo fece uscire dalla stanza.
Poi prese in braccio Tenshi rimasto tutta la mattinata nella cuccia a dormire,
ed uscì sul suo piccolo balconcino.

 

Megami accompagnata dal padre di Madora,
si dirigeva verso la camera della figlia, notando,
con mooolto stupore, che Madora era appoggiato con la shiena alla porta,
le gambe contro il petto e la testa sulle ginocchia.
"Madora che ci fai qui fuori?? E Akuma???"
Disse la donna con tono preoccupato. 
Madora , voltòl a testa verso il padre e Megami 
che notarono gli occhi arrossati e le guance rigate da calde lacrime.
La donna si mise in ginocchio, e poggiando le mani sulle spalle del bimbo chiese nuovamente
"Cosa è successo???"
"DEMONE- iniziò a gridare scoppiando in un fragoroso pianto- DEMONE!
IO L'HO CHIAMATA DEMONE!!! IO CHE GLI AVEVO PROMESSO CHE L'AVREI PROTETTA DAI
NOSTRI COMPAGNI DI CLASSE CHE LE RIVOLGONO SOLO QUESTA PAROLA!!!"
Megami abbracciò il bambino, che stanco dopo aver pianto, si addormentò tra le sue braccia.
La donna si alzò con il bambino in bracciò che diede poi all'uomo che le stava difronte.
"Mi dispiace che mio figlio abbia causato nuovamente problemi in questa casa!!"
disse il poveruomo alla padrona della villa.
"Non si preoccupi! L'importante e che non sia successo nulla di grave!!
Ho saputo che il mio maggiordomo si riprenderà presto e che tra meno di due settimane sarà di nuovo con noi!"
concluse la donna con un sorriso, accompagnando l'operaio al cancella e augurandoli una buona serata.

 

Tornando in casa lo squardo di Megami si fece più malinconico,
ma, mentre varcava la porta di ingresso, 
uno strano sorriso si dipinse sulle sue labbra.
La sua mano, copriva i bellissimi occhi azzurri,
che pian piano diventarono ROSSI come il sangue.
Tutt'untratto ripresero il loro colore originale
e la donna ricominciò a camminare lungo il corridoio della sua villa.

"Sai Akuma, tu ne hai ancora tanta di strada da fare,
prima di essere accettata.
Capisco come ti senti.
La delusione quando la persona che promette di proteggerti
ti chiama in quel modo 
è a dir poco IMMENSA.
Anche il mio defunto marito me lo disse tempo fa.
Ma questo tu non lo puoi sapere..."
Megami sussurrava tra se e se 
queste parole mentre ricordava il suo passato...

 

Megami e il suo passato sono avvolti nel mistero.
Nel mistero dei suoi occhi diventati rosso sangue.
Che sia anche lei un "demone"???
O una "dea" come dice il suo nome ???
Che cosa caratterizza l'infanzia di Megami???





Raoy&anD:
salve a tutti ^^
da quanto tempoXD
per farmi perdonare questo capitolo è
( dovrebbe essere) un pò più lungo degli altri.
Nel prossimo capitolo scriverò di Megami e della sua
drammatica vita sottoforma di lettera/diario ( non ho ancora deciso XD)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto...

ps:se ci riesco la prossima volta allegherò il disegno di 
Madora davanti alla porta di Aku che piange.

Grazie a tutti quelli che leggono^^
Recensite please <3 
Baci <3<3<3


 


 

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