And so this is Christmas

di Melchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Christmas Morning ***
Capitolo 2: *** Let it snow ***
Capitolo 3: *** Very funny ***



Capitolo 1
*** A Christmas Morning ***


Scorpius Malfoy ha visto otto alberi di Natale in tutto prendere posto nel Salone di casa sua, nel momento in cui leggete.
È abituato a scendere dopo essersi svegliato e preparato da solo, il vestito elegante e i capelli ben pettinati. Mentre chiude la porta di camera sua sa già che troverà i suoi genitori ad attenderlo dabbasso, ed è soddisfatto di se stesso per essersi ricordato di mettere la sveglia, in modo da non farli aspettare. L'idea di loro che attendono un figlio che non si sveglia per chissà quanto, ritti come statue in salotto, lo mette terribilmente a disagio. Peraltro sua madre odia svegliarsi presto, ma lui ha sempre avuto l’impressione che il venticinque di Dicembre facesse un’eccezione e scendesse all’alba solo per essere sicura di farsi trovare lì da lui, con addosso la costosissima vestaglia di ciniglia bianca che la fa sembrare una fata (ovviamente questo è un segreto, non direbbe mai una cosa così ad alta voce rischiando di sembrare un bambino piccolo) - il volto da bambola che si apre in quel sorriso che sembra inumano e Scorpius le ha visto fare solo a lui e suo padre.
Cammina sul tappeto morbido che ricopre tutto il pavimento del piano e sembra ingoiare il rumore dei suoi passi, e la voce lo investe non appena si affaccia sulla tromba della scale.
“Piccolo mio!” lo chiama Asteria, e Scorpius dimentica cosa stava pensando e si mette a correre per le scale, cosa che di solito è severamente proibita perché è pericoloso, potrebbe cadere mentre non c‘è nessuno pronto a prenderlo o farlo levitare in tempo – ma oggi la mamma non dice niente e lo accoglie nelle sue maniche morbidissime, il profumo di pulito e fiori che gli entra nel naso tanto forte da fargli male.

Papà non c'è.

La sensazione delle braccia che lo strigono a loro è magnifica, ma papà non c'è. Di solito aspetta giù anche lui, il giorno di Natale, e mentre sua mamma lo bacia come se lo rivedesse dopo anni, lui resta in silenzio e si limita ad augurargli buon Natale dalla poltrona, per poi mettersi dietro di lui quando è sicuro che sia distratto dai regali.
Ma oggi non c'è nessuno oltre mamma, e Scorpius ha questa visione agghiacciante di suo padre che non ha nemmeno voglia di farsi vivo per augurargli un buon Natale e preferisce fare una qualsiasi altra cosa - non importa se dormirevolarelavorare, è tutto ugualmente non avere nemmeno voglia di farsi vivo.

Asteria lo prende in braccio come faceva quando era un bebè, e Scorpius si dimentica persino di vergognarsi, preso com'è dal suo pensiero. La mamma lo mette a sedere davanti ai regali, posati al tronco dell’abete che è già lì da metà Novembre e oggi sembra risplendere ancora più del solito, mentre un milione di candele argentate levita poco sopra la punta dei rami verde scuro.
Scorpius si sente minuscolo, lì davanti, e per un attimo si chiede cosa accadrebbe se quell’albero si stufasse di fare da addobbo principale di Villa Malfoy, o un poltergeist decidesse di manifestarsi proprio in quell'istante e spingerlo giù, contro lui e la mamma, che gli dice sempre di non fare brutti pensieri.

Possiamo risolvere ogni cosa, Scorpius, non devi avere paura di nulla.

Ma Scorpius non ha paura, lui non ha mai paura di niente, è Scorpius Hyperion Malfoy!, solo che vuole veder apparire suo padre da ovunque sia finito. È sicuro che impedirebbe all’albero di cadere, e anche se è certo che mamma abbia la bacchetta dietro vorrebbe lui, e basta

Quando avrai una bacchetta, non dovrai mai lasciarla da qualche parte che non sia insieme a te. È l’errore più stupido che un mago possa mai commettere.


“Buon Natale, Scorps.”

Scorpius distoglie lo sguardo dall’albero immenso e così alto che gli sembra quasi di vedere nuvole invisibili che aleggiano intorno alla stella d’oro in cima, e si gira abbastanza in fretta da rischiare di spezzarsi il collo.
Ora, qualcun altro farebbe caso al Buon Natale e baderebbe a rispondere educatamente, lo sa benissimo, ma tutto quello che Scorpius sente è la voce chiara che conosce meglio della sua e quel nomignolo buffo con cui si è sentito chiamare così poche nella sua breve vita. È riservato solo ai compleanni e alle cose che rendono suo padre fiero di lui, e anche se Scorpius ora non lo sa ci sarà solo un’altra persona che lo chiamerà così, per tutto il resto della sua vita.

Ma adesso Scorpius Malfoy vede solo suo padre, in vestaglia verde e con i capelli uguali ai suoi, che gli sorride dalla porta della sala da pranzo.
Ha in mano una buffa calza, di un verde uguale a quello della sua vestaglia, e Scorpius corre verso di lui rischiando di cadere (di nuovo), la mamma che gli dice ridendo di aspettare almeno di vedere cosa c’è, dentro.
Ma per quanto lo riguarda quel pezzo di stoffa colorato potrebbe contenere anche una sola caramella, o un paio di calzini, il fatto è che gliel’ha portata papà in persona, la calza, non un elfo domestico, non un nugolo di fate argentate e verdi come l’anno scorso, gliel’ha portata papà.

Si ferma in tempo, però. I bambini grandi non saltono al collo di papà e mamma come mocciosi isterici. Però suo padre lo guarda negli occhi speculari ai suoi come se vedesse persino cosa ha pensato mille anni prima, quando ancora non esisteva nessuno di loro tre, e senza aggiungere una parola al “Buon Natale” eccetera lo tira su, issandoselo a sedere su una spalla con un braccio solo e senza magia.
Scorpius ammutolisce.
Se dicesse qualcosa adesso rischierebbe di far sapere a tutti che soffre di vertigini, e non importa se non le ha mai provate prima in vita sua e riesce ad arrivare più su con la scopa di tutti i bambini che conosce, adesso le soffre, sennò non si spiega perché abbia lo stomaco aggrovigliato in una palla inutile e gli occhi bagnati all’improvviso dal vento che tira lassù, dalla spalla destra di Draco Malfoy.





Note di Melchan:

Ok, non ho idea di quanto faccia schifo da uno a infinito, credo infinito, ma farò finta di non rendermene conto e la posterò lo stesso, oki? :D Pazienza se non oki.
Che vi devo dire? XD Mi è uscita liscia liscia, molto più di quanto mi stavo abituando (aka parto), e... insomma, è una fic su Scorpius Malfoy e sul fatto che con tutto il suo passato e balblabla DRACO Malfoy forse qualcosa sul fatto che un padre non è solo quello che ti compra il posto in squadra di Quidditch l'ha imparato. E non me lo sto inventando che lui e Asteria (appena scoperto che il nome originale è questo e non AstOria, sono cose =_=) a Scorpius gli vogliono bene, penso basti dare un occhio all'Epilogo per capirlo XD *ride istericamente totally random*
Spero non vi abbia fatto schifo. E ovviamente, se commenterete mi stupirete e vi sarò grata.
<3

NB: Valida per il Calendario dell'Avvento di Michiru

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Capitolo 2
*** Let it snow ***


La casa di Harry Potter il primo Dicembre sembra una cartolina natalizia. Non è una stranezza, nel mondo dei maghi, ma Teddy ha sempre pensato che quella, quella abbia qualcosa di diverso da tutte le altre.

Non fa in tempo a entrare nel vialetto, con gli stivali taglia trentasei che affondano nella neve e la mano della nonna stretta nella propria, che già deve socchiudere gli occhi davanti alla pletora di fatine compiacenti che svolazzano allegramente intorno alle finestre.

Da quando Harry vive in quella casa ogni anno arrivano, puntuali

"Sono poche le creature della Foresta che direbbero di no a Hagrid.”

Harry e Ginny sembrano volere un bene senza confini ad Hagrid, che Teddy non ha incontrato molto molto spesso, ma quando lo sente nominare le prime cose che gli vengono in mente sono un immenso sorriso buono e l’odore acre di chi lavora con gli animali.

 

“Su Teddy, bussa tu.” La nonna si asciuga il naso infreddolito nel suo fazzoletto ricamato a piccole foglie, ma prima che Teddy possa bussare davvero la voce di James che urla lontana, “Teddy arrivo eccomi!", forse dal piano di sopra, gli fa capire che è inutile.

Poi una fata luccicante di rosso vola fino al suo naso e lì si ferma, facendo sciogliere la patina di freddo che c’è sopra.

“Grazie” le dice sorridendo, e la creaturina fa una specie di tintinnio, come quello di campanelli lontani, che rimbomba dolce nella testa di Teddy.

“Cos’hai, tesoro?”

Teddy non riesce a rispondere, e lo spalancarsi della porta lo toglie dall’impiccio.

James non è un bambino, è una tempesta su scala votata al caos: Teddy si sente prendere per il collo e tirare dentro (finalmentefinalmente sei arrivato!), e così riesce a buttare giù il nodo strettissimo che ha fatto il nido nella sua gola.

 La casa di Harry Potter il primo Dicembre sembra una cartolina natalizia. Teddy vuole trovare un Incantesimo in grado di farcela diventare davvero, così potrà mettersela nella tasca dei pantaloni e portarla sempre con sé.

*

Note di Melchan:

Altro pezzettino di raccolta, stavolta di nuovo new gen.

Io spero tanto vi piaccia, e che nelc aso me lo facciate sapere.

:***

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Capitolo 3
*** Very funny ***



Sarebbe stato molto più comodo essere buddhista. Almeno non ci sarebbero stati periodi dell’anno in cui essere idioti come al solito E avere la scusa che ehi, è Natale, non essere sempre così musone Moony.

 

Fuori dalla Sala Comune nevicava, con fiocchi che secondo James sembravano grandi come zollette di zucchero e…

“Hai… hai detto zollette di zucchero, Potter? Non posso credere che tu… tu lo abbia detto davvero.”

James strinse gli occhi, probabilmente per mettere più a fuoco Sirius, e dopo cercò di biascicare qualcosa che sembrava una pessima parodia di “Ehi Padfoot, ti crea forse qualche problema, eh? Eh?”.

 

Remus sospirò e si lasciò sprofondare ancora di più nella sua poltrona, mentre il calore che usciva dal camino acceso sembrava quasi ustionante, come se lui avesse in corpo una distilleria che aveva appena preso fuoco. Guardò le sottili lingue di fuoco muoversi istericamente nel camino. Proprio isteriche, sì.

... ecco, c’era qualcosa di strano.

Con una sensazione sgradevole addosso, Remus prese  la sua tazza di cioccolata calda e l’annusò con tutta l’attenzione che riusciva a mettere insieme.

Tutto normale.

“Sirius!”

Il diretto interessato si girò di scatto, alzando la testa dalla sorta di lotta più o meno giocosa che aveva intrapreso con James.

“S… sta’ buono! Non v-vedi che Moony è arrrrrrabbiato,Prrrongs?"

“Non storpiare il mio nome!”

 

“Sirius, ascoltami!”

Il ragazzo alzò di nuovo gli occhi su Remus, con un’aria troppo preoccupata per essere quella di un ubriaco.

“Che ho fatto?”

 

 

Remus si alzò dalla sua poltrona, scoprendo che l'azione era molto più difficile del solito. Camminò con decisione fino ai due litiganti e piazzò la sua tazza sotto il naso di Padfoot.

“Cos’hai fatto? Cosa le hai fatto?”

L’odore della cioccolata sembrò divertire immensamente Sirius, che si mise a ridere mentre ancora teneva in mano una caviglia di James, finita lì nel tentativo di centrarlo sul petto. O in faccia. Sirius non ne era molto sicuro, e a giudicare dagli occhi vacui di James non lo era nemmeno lui.

“Padfoot, perché mi stai tenendo la caviglia? Sei un… un tipo ambiguo!” delirò Prongs da sotto di lui, con gli occhi che all’improvviso facevano fatica a stare aperti.

 

Remus sospirò e cercò di stare dietro ai propri pensieri.

“Allora, S-sirius?” si schiarì la voce “cosa ci trovi di tanto divertente?”

Senza smettere di ridere, Sirius gli prese la tazza dalle mani e bevve tutto d’un fiato il rimanente.

“Ci avev… ci avevo messo dentro del whisky incendiario!”

Remus scosse la testa, parlando così in fretta da mangiarsi le parole per la furia di non scordarsi di cosa stavano parlando.

“Invece no! Non puoi, l’avrei sentito!”

Sirius scosse la testa con forza, assomigliando in modo inquietante a un grosso cane che si scrolla via l’acqua di dosso.

"Ri-invece no! Gli ho fatto quello… dai, lo sai... l’incantesimo…”

Remus lo guardò, indeciso se urlargli addosso qualcosa riguardo al suo senso dell’umorismo oppure no. Lo sapeva, lui, lo sapeva che Sirius avrebbe usato quello stupido incantesimo per qualcosa del genere.
Se alla lezione d'Incantesimi del giorno prima (l'ultima prima delle vacanze) Remus fosse stato trasformato, alla vista del sorrisone insensato di Sirius e di tutto il suo impegno per imparare alla svelta l'incanto, avrebbe rizzato la coda al palese segnale di pericolo imminente.

Wow, un Incantesimo in grado di far bere qualcosa a chiunque finché il chiunque in questione non finisce potenzialmente a terra stecchito, che spasso!
Non era molto ferrato nella Legilimanzia, ma a Remus era sembrato di veder scorrere quel pensiero dietro gli occhi grandi di Sirius come se uno schermo.

 

-

 

Adesso guardava James Potter e Sirius Black dormire abbandonati uno addosso all’altro come animali in cerca di calore nel bel mezzo di una gelida notte (tipo quella che si scaraventava contro le vetrate di Howgarts in quel momento, tanto per fare un esempio calzante), e di nuovo sospirò.

Credere che potesse davvero servire una lavata di capo sullo spasso che certi scherzi potevano o meno creare era come credere che la corona britannica  sarebbe caduta di lì a poco.

Sospirò ancora una volta, si inginocchiò davanti ai due e, dopo aver dato una piccola gomitata alla spalla di Sirius nel tentativo di renderla più confortevole, vi si appoggiò.

 

"Sì, molto più comodo essere buddhisti" pensò distrattamente, prima di chiudere gli occhi e far finta di non sentire il sorriso stupido e insensato che gli tirava le labbra.



_

 

 

Nota di Melchan

Ho pensato di fare una raccoltina delle varie fic hpiane scritte per il Calendario dell'Avvento :3 I personaggi sono classificabili come un po' tutti, e prendo in considerazione diversi momenti della saga (dai Malandrini, come qui, al futuro post Epilogo, come A Christmas Morning). Spero tanto che vi piacciano (e ringrazio le commentatrici di ACM e i loro consigli ^^), e che abbiate voglia di lasciarmi un commentino anche per le prossime bimbe ;_;

See you soon space-cowboy è_é/°

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