L'Akasha

di Alexiel Mihawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Overture - Beginning of The End ***
Capitolo 2: *** La Lettera ***
Capitolo 3: *** Inferno ***
Capitolo 4: *** Nuova vita, vecchi amici ***



Capitolo 1
*** Overture - Beginning of The End ***


Darkness

Capitolo 1: Beginning Of The End

 

 

-Narcissa è troppo pericoloso-

 

-Stai tranquilla Hermione, andrà tutto bene-

 

-Come fai a esserne così sicura Cissy?!! Dannazione lo sai che se qualcosa va storto siamo tutti morti!-

 

-Lo so Hermione calmati, il piano è già stato rivisto e ricontrollato centinaia di volte, credi che lascerei che mio figlio vi partecipasse se intuissi che non fosse sicuro?-

 

-Lo so, hai ragione scusa, ma l’idea che possa succedere qualcosa a uno di quei due mi terrorizza-

 

-Hermione sono cinque anni che andiamo avanti con la nostra battaglia sovversiva contro il Lord Oscuro, non ci faremo certo uccidere adesso-

 

-Immagino che nessuno mi dirà l’obiettivo di oggi-

 

-Meno persone sanno meglio è per tutti-

 

-Capisco-

 

-Tranquilla Herm Lui non si accorgerà di niente. Dopotutto sei sposata col miglior occlumante di tutta l’Inghilterra-

 

-Si ma non dimentichiamoci che Vo… Lui è il miglior legilimens degli ultimi cinquant’anni-

 

-Per questo meno sai meglio è-

 

-Si ma…-

 

-Aspetta arriva Lucius-

 

Lucius Abraxas Malfoy entrò nel salotto privato della moglie con fare elegante, si avvicino alle donne e dopo avere squadrato Hermione con aria di disgusto misto ad accettazione si rivolse a Narcissa.

 

-Tesoro questa sera la riunione si terrà a casa di Bella come previsto, Lui ha detto che vuole venga chiunque possa, anche tu- aggiunse con disprezzo rivolto a Hermione.

 

Oramai si conoscevano da cinque anni e il suo disprezzo per la ragazza non era diminuito anzi se possibile era aumentato.

 

-Ho saputo che tuo marito non potrà venire-

 

-Infatti non verrà, verrò io al suo posto-

 

Lucius fece una smorfia schifata come per dire che anni addietro tali oscenità non sarebbero mai state permesse, quindi dopo aver posato un bacio sul capo della moglie si chinò è uscì.

 

-Devi perdonarlo Hermione tesoro lui non…-

 

-Non riesce ad accettare che ci sia una sangue sporco tra i mangiamorte, infatti detto così anche a me suona senza senso-

 

-Sai credo che il vero motivo sia che lui dubita che tu sia fedele alla causa-

 

-Non lo sono forse?-

 

Narcissa scoppiò in una risata divertita, quindi ricomponendosi si verso una tazza di tè, l’ennesima quel pomeriggio.

 

-Cerca solo di fare in modo che nessuno possa capire cosa stiamo organizzando, soprattutto i Lestrange-

 

-Lo farò- disse Hermione debolmente a quella che da qualche anno era diventata la sua unica confidente e amica.

 

Poi si alzò lentamente e dopo avere deposto un bacio sulla guancia della donna che, nonostante avesse il doppio dei suoi anni e potesse essere sua madre, era diventata il suo sostegno, si smaterializzò a casa sua.

 

 

 

 

Lost Hope Manor si ergeva in tutto il suo splendore, illuminata dalla calda luce del tardo pomeriggio.

 

Hermione attraversò l’immenso viale di accesso zigzagando tra le aiuole e i cespugli che suo marito amava tanto.

 

Camminava piano attenta a non inciampare con i tacchi sulla ghiaia, salì piano le scale che davano sul porticato e aprì la porta di casa.

 

La hall era gigantesca, tutta rivestita di marmo bianco importato da una città Italiana di nome Carrara, i suoi tacchi facevano un rumore sordo che si propagava per tutta la stanza e per il corridoio annunciando il suo arrivo.

 

Imelda l’elfa domestica comparve accanto a lei e le prese la pesante giacca di pelliccia nera, quindi la riccia si diresse in salotto dove l’aspettava suo marito.

 

-Buon pomeriggio caro-

 

L’uomo non alzò nemmeno il viso dal giornale ma continuò a leggere, Hermione si sedette sulla poltrona di fronte al marito e si tolse le scarpe che le stavano uccidendo i piedi.

 

-Ho visto Lucius oggi-

 

-E come sta?-

 

-A me lo chiedi? Pensi forse che mi abbia rivolto la parola? O meglio si abbiamo parlato di te-

 

-Di me?-

 

-Si del fatto che stasera mi toccherà andare dai Lestrange da sola-

 

Il giornale si abbassò fino a mostrare la faccia dell’uomo, la faccia di chi è preoccupato per qualcuno che ama.

 

-Tesoro te la senti? Sennò rimandiamo-

 

Hermione lo guardò in un misto di affetto e severità.

 

-E’ una cosa che abbiamo programmato da troppo tempo, vedrai che me la caverò. Infondo non mi torceranno un dito, non possono farlo. Ci sarà anche Lui. E poi Bellatrix non mi odia fino a quel punto-

 

-Hermione quella donna è furba, è capace di qualsiasi cosa-

 

-Non preoccuparti per me, saprò cavarmela-  disse la ragazza dolcemente andando a sedersi sul bracciolo della poltrona del marito.

 

L’uomo le passo un braccio attorno alla vita e le posò un bacio delicato sulla fronte.

 

Rimasero vivici per qualche minuto, era ora di rimettersi in gioco.

 

Era ora di porre fine a quella follia che li aveva tenuti uniti per tutto quel tempo.

 

Perché il loro non era amore, non lo era mai stato né sarebbe potuto diventarlo.

 

C’era affetto, rispetto, devozione, stima ma l’amore?

 

No, quello non c’era.

 

 Ed era arrivato il momento di tornare a essere liberi di amare, tornare ad essere liberi dalle catene.

 

L’uomo si alzò sciogliendosi dolcemente dalla stretta della moglie.

 

-Devo andare ora Hermione-

 

La ragazza chinò lo sguardo annuendo appena con un cenno del capo, quando lo rialzò l’uomo era oramai sulla porta prossimo ad uscire.

 

-Severus!-

 

-Si tesoro?-

 

-Stai attento-

 

 

 

 

Allora questa è l’introduzione della nuova storia che sto scrivendo. E’ ambientata sette anni dopo la fine del settimo ad Hogwarts di Hermione, che attualmente ha venticinque anni. Harry e Ron sono scomparsi e con loro sembra essere scomparsa la speranza dei maghi e anche quella di Hermione che da cinque anni vive a Lost Hope Manor come moglie di Sevrus Snape l’uomo che uccise Dumbledore. Nel prossimo capitolo verrà spiegato il perché e il percome di questa spiacevole situazione. Perché Hermione ha sposato Severus, perché è diventata una mangiamorte, che cosa è successo cinque anni prima. La storia che ho in mente è molto contorta ma l’ho già in parte delineata. Si tratta di una long fic incentrata sul rapporto tra i personaggi e sugli eventi che sconvolgeranno la loro vita. Sia chiaro che la ship principale è Draco/Hermione e che la storia si concluderà molto probabilmente con un pairing simile, in quanto il matrimonio tra Severus e Hermione è solo di convenienza. Sarei davvero molto ma molto felice se mi lasciaste un commento sia esso positivo che negativo per esprimere ciò che ne pensate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** La Lettera ***


Darkness

Capitolo 2: La Lettera

 

5 Anni Prima – La Tana

 

Hermione sedeva tranquilla nella cucina della tana leggendo un libro di medicina, accanto a lei Luna sorseggiava il suo te persa nell’osservazione di un orologio da taschino che una volta era stato di Harry.

In quel periodo la biondina era particolarmente depressa, il che poteva essere attribuito sia alla scomparsa di Harry con Ron a seguito che alla recente morte del padre, suo unico parente.

L’ex Corvonero fissava intensamente l’orologio d’argento cercando di imprimere nella memoria ogni più piccolo particolare dai graffi sul retro all’incisione interna recante il nome del proprietario.

Mancava solo un personaggio a quello strano quadretto, Ginevra Molly Weasley, che non tardò ad arrivare in un turbinio di capelli rossi.

 

-         Ragazze cosa sono quelle facce da mangiamorte in rovina?? Su con la vita!!-

 

-         Ginevra posso ricordarti che fino a ieri aspiravi al suicidio?- le disse Hermione senza alzare la testa dal suo prezioso libro.

 

-         Herm davvero – la rossa si fece improvvisamente seria –Ci sono novità-

 

Novità, parola tanto attesa quanto temuta, le cui infinite sfaccettature fecero tremare d’ansia e paura le ragazze sedute al tavolo.

C’erano buone novità come quelle che entrambe speravano di udire e cattive novità che purtroppo in quel periodo di buio erano le più comuni.

E novità in quel caso significava morte, morte di qualcuno che amavano.

Ginevra sorrise radiosa.

No decise Hermione quella era decisamente una buona notizia.

Non aveva nemmeno finito di pensarlo che l’amica che sbattè in faccia una lettera, una busta chiusa indirizzata a lei.

L’ex grifondoro trattenne il fiato, avrebbe riconosciuto quella scrittura tra mille, la scrittura del suo primo amore, del suo primo ragazzo, del suo migliore amico.

La scrittura di Harry Potter.

Aprì la lettera senza tante cerimonie lasciando che l’involucro bianco della busta cadesse a terra tra le zampe di grattastinchi, comodamente acciambellato ai suoi piedi.

Quindi iniziò a leggere ad alta voce.

 

“Cara Hermione, sono tre anni. Forse l’abbiamo trovato. L’abbazia Westminister è esattamente come la ricordavo,  l’hai mai vista all’alba? E’ bella quasi quanto te. XIV-X ”

 

-         Tre anni che non vi sentite nè vi vedete e ti mandano questo insulso bigliettino??- Ginevra era furente.

 

-         Ti sbagli Ginny, in questo biglietto c’è scritto molto più di quanto appaia ad un occhio poco allenato- ribatte saggiamente la riccia –Le vedi quelle lettere in maiuscolo? Sono numeri romani, rappresentano una data. Harry ci sta proponendo di vederci-

 

-         Be se ci avesse messo anche il posto e l’ora magari sarebbe stato meglio- replicò acida la rossa palesemente seccata perché nella lettera non vi era nessun accenno a lei.

 

-         Ma ci sono Ginevra eccome se ci sono, l’appuntamento è per questa notte a Westminister-

 

Luna parlò per la prima volta riscuotendo cenni di approvazione di Hermione, il suo sguardo prima spendo e vuoto, privo di ogni speranza era ora tornato ad ardere, ardeva dello stesso di una volta il fuoco dell’innocenza, ricolmo di aspettative e speranza.

La mora fissò prima Luna e poi Ginny quindi si alzò dalla sedia, era giunto il momento di muoversi.

Se davvero Harry e Ron avevano trovato quello che stavano cercando allora anche lei doveva agire.

Prese il mantello che penzolava pigramente dall’attaccapanni e dopo esserselo messo indosso rivolse un’ultima occhiata alle amiche.

 

-         Tenetevi pronte, questa sera andremo a Londra-

 

 

 

 

Nocturn Alley era qui tra la peggiore feccia del mondo magico che Hermione Jane Granger era riuscita a trovare tre anni prima un libro in cui era contenuto un possibile modo per distruggere Tom Ridde, il nemico di sempre.

Si trattava di una magia tanto antica quanto proibita il cui nome era andato perduto nel corso dei secoli.

Per poterla usare bisognava essere dei maghi di altissimo livello, bisognava poter padroneggiare la magia naturale degli elementi.

Per tutti quegli anni lei non aveva fatto altro che studiare come ottenere quel potere mentre Harry e Ron erano partiti alla ricerca degli elementi necessari per ultimare quell’incantesimo.

Se si erano fatti vivi ora dopo anni di silenzio voleva dire che ne avevano trovati almeno due su quattro.

Così si erano ripromessi tempo addietro.

 

“Nessun contatto fino a che non sarete a metà strada, dovrete avere trovato almeno due delle quattro pietre prima di farvi risentire. Io non dovrò sapere dove siete ne cosa fate. Sareste un bersaglio troppo facile da raggiungere, sarò sorvegliata costantemente, penseranno che possa essere un mezzo per arrivare a voi. Non fatevi trovare, non fidatevi di nessuno. Mai”.

 

La luce fioca di una piccola libreria illuminava una strada deserta, la grifoncina entrò senza farsi notare, silenziosa come una ladra, si accostò al bancone dove un uomo basso e tarchiato stava spulciando un grosso tomo dall’aria antica.

 

-         Signor Wilkins -

 

-         Signorina granger, non l’aspettavo così presto -

 

-         Nemmeno io a dire la verità, ma ha o non ha il libro che le avevo chiesto? –

 

-         Certo che ce l’ho, Miss, aspetti qui solo un istante. –

 

Scomparve dietro una piccola porta di legno ammuffito lasciando la ragazza da sola nel negozio, circondata da libri.

La situazione sarebbe stata anche piacevole ma le circostanze non le permettevano di lasciarsi andare ad un esame approfondito della libreria. Doveva rimanere vigile e attenta e soprattutto concentrata. Era un periodo buio quello e bastava un attimo di disattenzione per rimetterci la vita. Così era morto Percy Weasley e nello stesso modo Xenophilius Lovegood.

Non si poteva abbassare la guardia.

Mai.

La porta cigolò e il signor Wilkins rientrò portando con se un enorme libro polveroso.

 

-         E’ stato molto difficile riuscire e trovarlo Miss Gr anger –

 

-         Non dubitavo, ha fatto un ottimo lavoro e confido che questi basteranno –

 

Disse gentilmente la mora calandosi il cappuccio sul viso e appoggiando un sacchetto tintinnante sul banco.

 

-         E’ un piacere fare affari con lei Miss-

 

Ma Hermione era già sparita.

 

 

 

Una  volta tornata alla Tana si chiuse nella sua stanza senza lasciare entrare ne Luna ne Ginny, doveva sincerarsi che il libro fosse autentico.

Lo aprì lentamente cercando di non rovinarlo, le sembrava che alla minima pressione le pagine avrebbero potuto sgretolarsi.

Scosse piano la testa e iniziò a leggere.

 

Al piano di sotto intanto Ginevra Molly Weasley stava intrattenendo una conversazione via camino con l’amore della sua vita (o almeno per le due settimane successive).

 

-         Mi tratta come fossi stupida-

 

-         Ma amore tu non lo sei affatto-

 

-         Lo so- sbuffò la rossa seccata – E’ che a volte mi sento un po’ inutile, lei riesce a fare tutto, io invece no-

 

Luna alzò gli occhi al cielo, quando Ginny entrava in modalità vittima non la fermava più nessuno, sorrise all’amica che le fece l’occhiolino di rimando.

Se si aveva bisogno di qualcosa si poteva stare certi che la rossa in un modo o nell’altro sarebbe riuscita ad ottenerla.

 

-         Amore – continuò imperterrita la ragazza – Sai mi piacerebbe farle vedere che anche io valgo qualcosa-

 

-         Hai assolutamente ragione Gin, tesoro. Prova a sfidarla a duello e farle vedere chi sei!!- E in quel momento Ginevra capì due cose primo che il suo neoamore era un perfetto imbecille perché tutti sapevano che a scontrasi con Hermione Granger ci si poteva solo rimettere e secondo che era sufficiente cotto per rigirarselo come una polpetta.

 

-         Forse se riuscissi a procurarmi dei cristalli di antracite per la sua pozione….. –

 

-         Tesoro non dire altro, li avrai entro dieci minuti!!-

 

-         Oh Johnatan!!! Sei [un incredibile idiota] un vero amore! Come ho fatto senza di te fino ad ora-

 

Luna decise che aveva ascoltato abbastanza.

Avevano i cristalli di Antracite e il libro sulla creazione elementale di Hermione ora dovevano solo aspettare il momento giusto per recarsi all’appuntamento con Harry.

Sorrise per la prima volta dopo mesi e stava ancora sorridendo quando andò a sbattere contro i gemelli Weasley.

Oh si era il suo turno adesso.

Fred e George Weasley non erano cambiati molto in quegli anni, erano sempre i soliti bambini troppo cresciuti, sempre a ridere a inventare nuovi scherzi.

Erano loro a mantenere alto il morale della casa.

Insomma se nessuno si era ancora suicidato o arreso nonostante i numerosi eventi disastrosi che avevano colpito la famiglia era solo merito loro. Prima Ron era scappato di casa per accompagnare Harry nella sua assurda ricerca, poi Charlie era stato licenziato, quindi la bambina di Fleur e Bill si era ammalata di scarlattina rischiando più volte di morire e infine a morire era stato Percy, ucciso da Rufus Scrimgeour sotto imperio.

Oramai anche il ministero della magia era diventato un covo di traditori, i mangiamorte e le spie dell’Oscuro erano riuscite a introdursi ovunque, non c’era più un solo luogo sicuro in tutta la GranBretagna.

Nemmeno Hogwarts era più inattaccabile come un tempo, anche se ancora resisteva, ultimo baluardo in una terra quasi completamente assoggettata dal nemico.

Era stato solo grazie a loro che lei era riuscita a non sprofondare nel baratro della disperazione quando era morto suo padre, Fred con le sue battute e George con i suoi scherzi le erano sempre stati vicini senza mai diventare invadenti.

 

-         Oh scusa Fred non ti avevo visto –

 

-         Luna così mi uccidi io sono George –

 

-         Si donna come puoi non accorgerti che lui è George!-

 

-         Scusa George-

 

-         Fregata! Io sono Fred!- disse Fred scoppiando a ridere, erano passati anni ma facevano ancora lo stesso scherzo stupido ogni volta che qualcuno li chiamava per nome.

 

-         Oh accidenti, ci casco ogni volta!-

 

-         Non prendertela piccola ci casca ancora pure la mamma – annuì saggio George passando la mano tra i capelli della ragazza.

 

-         A proposito devo chiedervi un favore ragazzi- esclamò Luna ricordandosi che li stava cercando – Questa sera io Gin e Herm andremo ad un appuntamento, potreste  coprirci?-

 

-         Vanno ad un appuntamento Fred -

 

-         Proprio così George –

 

-         Che ne pensi Fred? Le copriamo? –

 

-         Ma certo George!- replicò il gemello sconvolto, che razza di domande erano quelle?

 

-         -Fanno 50 galeoni piccola- celiò George o forse a quel punto era Fred ma la bionda non ci fece molto caso si limitò a tirare fuori dalla tasca un sacchettino datole da Hermione e, una volta consegnatolo a quello che credeva essere Fred (ma forse era George), si allontanò tranquillamente dalla parte opposta a quella dei gemelli.

 

Una cosa bisognava sapere se si facevano affari con i gemelli Weasley.

Ciò che fai con Fred e George resta tra Fred e George.

Il che voleva dire una sola cosa: silenzio.

E che si trattasse di qualcosa di illegale o meno i gemelli Weasley non tradivano mai chi faceva affari con loro.

 

 

Era mezzanotte quando tre figure incappucciate arrivarono nel centro di Londra.

Se qualcuno, trovandosi casualmente in quel luogo, avesse prestato particolare attenzione ai dintorni, si sarebbe accorto che tre ombre erano comparse dal nulla.

Ma si sa, i babbani non brillano certo per spirito d’osservazione.

La più alta delle donne, che come il lettore avrà capito era Hermione, si mosse agilmente tra la folla, seguita dalle altre due, e in pochi minuti si trovarono di fronte al più famoso orologio del mondo.

Il big ben.

E di fianco ad esso troneggiava l’imponente abbazia di Westminister.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo ha una funzione di intermezzo. Come ho già detto si svolge cinque anni prima del primo capitolo e quindi della storia vera e propia. Mi serviva per spiegare quale foss la situazione di Hermione e compagnia al tempo in cui successe quello che succederà nel prossimo capitolo e che porterà la bella riccia a passare dalla parte di Tom. Che dire spero che la storia non vi deluda troppo, in questo periodo sono un pò giù di corda e quindi non vorrei trasmettere la depressione anche alle mie storie! Non sia mai, vi immaginate Severus depresso? Oddio ppatetico XD Un bacio a tutti. Alexiel.

 

Coffe14: grazie sono contenta che la storia ti sia piaciuta *___* In effetti so che Severus è una scelta un pò strana ma era anche quello che più vedevo come disposto a salvare una mezzosangue per di più amica di Harry Potter, e come vedremo in uno dei prossimi capitoli non aveva molta scelta. O così o nì. Un bacio Ale.

HermyKitty: Hermy tesoro!! Guarda sei troppo gentile, commenti sempre, sei davvero un tesoro ^o^ bè Narcissa io la amo e nel mio intimo ho sempre pensato che fosse una donna più simile ad andromeda che a Bellatrix (come sentimenti intendo). Per ora Hermione deve fare di tutto per non fare capire di non essere fedele anche perchè essendo mezzosangue Tom la tiene molto più sottocontrollo che altri, ma anche lei non è certo uno stinco di santo. Comunque no io sono una dramione nel midollo non potrei mai averla fatta sposare a Draco e dopo cinque anni non averla fatta innamorare almeno un pochino! XD Sono davvero felicissima delle tue recensioni chilometriche le adoro! Un bacione Alex

giuliastarr: grazie mille per i complimenti *_* come vedi alla fine la sto continuando spero che ti piaccia^^

magicrossy: Si Severus è uno dei personaggi meglio riusciti a JK con questo ti tranquillizzo dicendoti che non è assolutamente una Severus x Hermione anziloo in effeti non sono nemmeo una coppi atenuta in considerazione

AuraD: Lo so Snape non è esattamente il modello d'uomo ma ti posso assicurare che Hermione è in ottime mani! grazie per avere commentato. Un bacio grande Ale

DamaArwen88: Sono contenta che ti sia piaciuta ^^ Presto districherò la matassa che avvolge il passato di Hermione e arriverò a parlare del presente. Draco si avrà un ruolo importante nella storia, molto importante aggiungerei, in fondo io sono una Dramione dichiarata ù.ù Grazie per avere commentato. Un bacio. Ale

Shavanna: Hola! Si bè la spiegazione era necessaria anche perchè leggendola da una prospettiva esterna mi sono accrota che sennò facevo venire un mezzo infarto a tutti, me compresa. Guarda questo capitolo è un attimo di transito giusto per far capire la situazione prima che la storia entri nel vivo. I primi capitoli sarannò flashback di come Herm è passata al lato oscuro ^^ Spero ti piaccia. Un bacio Ale.

lady_black: ù.ù vedo che il marito di Herm ti ha sconvolto, comunque tranquilla è proprio una Draco-Herm non tradiri mai il pairing per Severus, che per quanto io ami non mi piace assolutamente con la Grifoncina. Tu dici che tra Herm e Draco c'è stato qualcosa? ù.ù chissà potrebbe proprio essere così...... o forse no.... Vabbè dai non ti anticipo nulla. Un bacio grande. Ale.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Inferno ***


Darkness

Capitolo 3: Inferno

 

 

L’abbazia risplendeva nella notte illuminata dalla luce dei lampioni, l’imponente edificio gotico aveva un’aria antica, misteriosa, quasi spettrale.

Luna fissò la facciata principale, lo stupore stampato sul volto, non poteva credere che dei semplici esseri umani avessero potuto creare una cosa così bella, così eterna.

-         E’ meravigliosa, gotica vero?- sussurrò Ginevra che di architettura babbana sapeva qualcosa.

-         Si – confermò la riccia guardandola con affetto – Una delle più imponenti chiese mai costruite da mano umana, è alta circa trenta metri lo sapevate?-

-         No, sai Hermy? E’ la prima volta che vengo a Londra, cioè papa mi aveva sempre promesso che mi ci avrebbe portato un giorno ma poi…. Bè si insomma è successo quel che è successo- Luna distolse lo sguardo dalle amiche e lo posò nuovamente sull’edificio, cercando di scacciare quel senso di solitudine che l’aveva improvvisamente colta.

Ginevra le appoggiò teneramente una mano sulla spalla quindi volgendosi verso la riccia le domandò da dove sarebbero entrate, domanda più che legittima visto che ogni accesso all’Abbazia pareva serrato, le fu pragmaticamente ricordato da Hermione che avevano imparato a smaterializzarsi a 17 anni perché loro sapevano usare una cosa chiamata “magia”.

La battuta smorzò la tensione e parve rasserenare gli animi.

L’interno della chiesa era buio e incredibilmente grande, se non ci fosse stata Hermione a guidare il gruppo probabilmente si sarebbero perse.

-         Hermy tu sai dove andare vero? – chiese luna titubante

-         Si Luna –

-         Anche perché sennò io andavo a sbattere contro una statua – ironizzò Ginny che dieci minuti prima aveva davvero rischiato di spaccarsi il naso volando addosso alla tomba di un tale chiamato Charles Dikens, che aveva poi scoperto essere uno degli scrittori preferiti dell’amica… ovviamente babbano.

-         E dove stiamo andando di preciso? –

-         Alla tomba di Sir Isaac Newton. –

-         Sir Isaac Newpool? E’ l’inventore di un nuovo tipo di piscine?-

-         Newton, Luna, Newton è uno scienziato –

-         E come fai a sapere che ti aspetta lì?-

-         Oh bè quando stavamo insieme siamo venuti a Londra un paio di volte, i miei abitano ad Hyde Parck così andavamo a trovarli spesso – Hermione iniziò a raccontare del passato nei suoi occhi brillava una luce che da molto tempo si era spenta, nel vederla la piccola Weasley sorrise. L’ex grifondoro non se ne accorse impegnata com’era a ricordare. – Tutte le volte che ci davamo appuntamento qui, era davanti alla tomba di Newton, so che verrà lì, e noi lì saremo ad aspettarlo-

La tomba dorata riluceva alla fievole luce delle bacchette delle ragazze che sedute di fronte di essa aspettavano in silenzio.

All’improvviso si sentì un rumore sordo come di qualcosa che si spezza e dei passi, Luna si stupì di come si udissero distintamente quei passi nella chiesa vuota, in un attimo tre bacchette erano state tirate fuori pronte per essere usate.

Poi la voce, calda, famigliare, amata, una voce che nessuna delle tre udiva più da circa tre anni, la voce di Harry Potter, il bambino sopravvissuto.

-         Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus –

-         “Si rallegrino i mortali perché è esistito un tale e così grande onore del genere umano” sapevo che sareste tornati – sussurrò Hermione con le lacrime agli occhi –Lo sapevo- esclamò prima di gettarsi tra le braccia di Harry e di Ron che l’accolsero con il sorriso sulle labbra e l’espressione di chi dopo un lungo periodo di sofferenze riscopre il significato della felicità.

Nessuno di loro tre avrebbe mai scordato quell’abbraccio, il primo abbraccio dopo tre lunghi anni, un abbraccio che conteneva in se una molteplicità di significati differenti, affetto, parole non dette, dolore, perdita, amore.

Quando erano mancati a Harry gli abbracci di Hermione, le sue battutine pungenti, il suo sorriso, quanto era mancato a Ron il suo sapere sempre ogni cosa, la sua voglia di dare il meglio, il suo affetto e la sua fiducia in lui, quanto era mancato a Hermione il sorriso sbarazzino di Ron, le sue uscite totalmente prive di tatto, l’abbraccio di Harry, il suo odore, i suoi baci.

Sì fu l’abbraccio più intenso della loro vita, il primo dopo un lungo periodo di abbandono, dolore e sofferenza ma fu anche l’ultimo per loro.

L’ultimo prima della separazione, l’ultimo che Hermione riusciva a ricordare.

Perché fu in quel momento che con un lampo di luce verde si scatenò l’inferno.

-Bene bene bene- una voce fredda, glaciale, tetra, una voce che tutti conoscevano e temevano.

Lucius Abraxas Malfoy da dietro una colonna puntava la sua bacchetta sul gruppo.

Fu un attimo, ad Hermione basto meno di un secondo per pensare a cosa andava fatto.

Si frappose a scudo tra Harry, Ron e i mangiamorte che erano sopraggiunti iniziando a lanciare schiantesimi a chiunque cercasse di avvicinarsi.

-         Scappate! Ora!-

-         No Herm ce ne andiamo insieme- le urlò Ron gettandola a terra e prevenendo così una morte prematura dell’amica.

-         Io non mi chiamo Harry Potter e non ho passato con lui gli ultimi tre anni, se muoio io non cambierà nulla ma se dovesse succedere qualcosa a uno di voi due allora non potrete proseguire nella ricerca, non potrete fermare lui – adesso anche Harry si era avvicinato – Io ve lo prometto qualunque cosa succede io non morirò, resterò ad aspettarvi, non importa dove sarò, con chi, ma vi aspetterò e quando tornerete vi aiuterò ad ultimare l’incantesimo-

-         Hermione presto – la voce di Luna rannicchiata a dieci metri da loro li riscosse, avevano bisogno di una copertura e ne avevano bisogno subito.

-         Andate ora!- urlo Hermione prima di lanciarsi al fianco di Ginevra che fece una smorfia che poteva assomigliare a un sorriso o a un “perché sono qui e non tra le braccia del mio quasi eterno amore?”

-         Stupeficium!- la rossa colpì in pieno uno dei nemici, il più vicino al nascondiglio dei due ragazzi che ne approfittarono per smaterializzarsi senza farsi notare.

 

 

Lucius cominciava a stufarsi di quel giochetto, punto primo gli era stato ordinato di portare a Malfoy Manor i prigionieri vivi e lui odiava non poter usare l’Avada Kedavra, secondo gli era stato proibito di ferire fisicamente una qualsiasi delle ragazze anche la “sudicia babbana” perché poi ancora non lo capiva e terzo Bellatrix, che non voleva scomodarsi se non poteva usare almeno una maledizione, invece di aiutare si stava limando le unghie.

Il tutto sarebbe anche potuto apparire divertente se non fosse per il fatto che sia Avery che Nott erano stati schiantati da tre ragazzine che avrebbero potuto facilmente essere le loro figlie; senza contare che stavano distruggendo una delle poche opere d’arte babbane che lui non disprezzasse.

-         E pensare che non mi pagano neanche per questo lavoro- sibilò a denti stretti dopo avere lanciato l’ennesimo schiantesimo in direzione della Lovegood che tra tutte era la più esposta.

Fu un attimo nemmeno lui se ne rese conto finchè il fumo dell’esplosione non si diradò.

Il suo incantesimo quello di McNair e quello rivolto a loro della Granger si erano scontrati esplodendo e coinvolgendo nell’esplosione tutto ciò che si trovava nel raggio di due metri.

Hermione approfittando dello scompiglio creatosi si getto su Luna semisvenuta e la trascino vicino a sè e Ginny, poi si rivolse alla rossa:

-         Porta via Luna, adesso, io vi raggiungo subito, vi copro le spalle!-

-         Hermione io non ti lascio qui-

-         Tranquilla Gin sono sempre la migliore ricordi- le sorrise la riccia facendole l’occhiolino

Ginevra sorrise a sua volta, quindi stringendo a sé Luna si smaterializzò.

Hermione si preparò a seguirle, provò a smaterializzarsi anche lei ma un dolore acuto alla gamba glielo impedì.

E fu allora che si accorse  di essere ferita, si accorse di avere fatto un enorme errore di calcolo che le sarebbe costato qualcosa di molto più prezioso che una O ai mago.

Tra la nebbia e il fumo che si diradavano la consapevolezza di essere in trappola la travolse come un fiume in piena: non aveva scampo alcuno.

E fu come in sogno che sentì un dolore lacerante al petto e l’ultima cosa che vide prima di crollare a terra priva di sensi fu il volto vittorioso di Malfoy senior che sorrideva beffardo.

 

 

Freddo.

Aveva freddo e paura.

Sollevò piano le palpebre ma non vide nulla, all’inizio pensò di essere diventata cieca, poi si rese conto che era solo buio.

Cercò di orientarsi, di capire dove si trovasse ma non un raggio di luce filtrava in quella stanza umida e puzzolente.

Quasi sicuramente era un sotterraneo, lei odiava i sotterranei, le ricordavano Hogwarts o meglio le serpi che si aggiravano a scuola.

Cercò di alzarsi salvo scoprire di essere stata legata alla parete tramite pesanti catene, probabilmente tenute insieme da un qualche incantesimo di magia oscura.

Quella situazione l’avrebbe fatta impazzire, Hermione Jane Granger aveva sempre odiato non avere il pieno controllo della situazione e soprattutto del suo corpo.

Cercò di ricordarsi come fosse finita lì dentro ma una vocina proveniente da qualche parte del suo cervello le rammentò che era svenuta in seguito ad uno schiantesimo di Lucius Malfoy.

Il primo pensiero di Hermione fu “quel maledetto bastardo” seguito subito dopo da “sono nella merda”.

Pensiero che effettivamente rispecchiava la sua situazione attuale.

Era chiusa in una stanza buia, legata e con probabilmente un paio di coste rotte e di lì a poco sarebbe arrivato qualche mangiamorte della cricca di Voldemort a farla secca.

Si Hermione, davvero un’idea brillante fare scappare Ginny e Luna da sole.

Stava ancora maledicendo la sua stupidità quando la porta della stanza si aprì e, insieme a una luce accecante entrarono nella stanza tre persone.

Fu come se tutto l’ossigeno fosse stato risucchiato via dai suoi polmoni, mai, mai in tutta la sua vita si era ritrovata di fronte ad un uomo che sapesse incutere così tanto timore e rispetto insieme.

Eppure egli stava lì di fronte a lei con la sua pelle candida e gli occhi rossi che la fissavano come a leggerle l’anima.

E Hermione si rese conto di quale fosse la reale portata del compito di Harry, di quel compito di cui lei si era sobbarcata una parte, capì perché il bambino sopravvissuto era considerato un eroe, capì perché quegli uomini che lei aveva sempre disprezzato lo seguissero senza esitare, capì cosa fosse la vera forza e la vera paura.

Capì tante cose in quel momento la piccola Grifoncina e come ipnotizzata non riuscì a non guardare il Lord Oscuro.

Fu la sua voce, fredda come una lama di ghiaccio a riscuoterla.

-         Bene, bene, bene chi abbiamo qui? L’amichetta sanguesporco di Harry Potter-

Hermione distolse finalmente lo sguardo accorgendosi dei due uomini che l’accompagnavano, uomini che lei conosceva molto bene.

Il primo le era noto per essere un gran bastardo, padre del suo incubo peggiore, nonché l’uomo che le aveva rotto le coste: Lucius Malfoy.

Il secondo invece le era conosciuto per ben altri motivi, Severus Snape, colui che era stato il suo insegnante di pozioni per sette stramaledettissimi anni.

-         Ho saputo da Lucius che hai creato non pochi problemi questa notte – continuò Tom Ridde avvicinandosi pericolosamente al suo volto.

Hermione non lo guardò, non rispose, non avrebbe parlato, non avrebbe tradito i suoi amici.

Fu Lucius a prendere la parola al suo posto.

-         Ha ragione mio Signore, questa mocciosa è dannatamente potente per la sua età. E’ solo colpa sua se Potter e il suo amico straccione ci sono sfuggiti –

-         Ronald non è uno straccione- sibilò Hermione a denti stretti guardando Malfoy con astio palese.

-         Mi correggo straccione e babbanofilo-

-         Malfoy se non fossi legata ti leverei quel tuo sorriso bastardo dalla faccia, e ti assicuro che mi pregherai in ginocchio di ucciderti!-

-         Oh mia cara ma sarai tu a pregare di venire uccisa- le sussurrò Lord Voldemort riprendendo la parola – Sai, Bella si diverte a usare le maledizioni senza perdono…. A meno che tu non sappia qualcosa che possa aiutarmi –

Hermione guardò con odio e disgusto quell’essere viscido che le stava di fronte.

-         Io non so nulla e anche se sapessi qualcosa non ve lo direi mai. Preferisco morire che tradire i miei amici!-

-         Si si questo le fa onore signorina Granger ma come al solito si dimostra stupida- Severus Snape parlò per la prima volta e la sua voce era più dura del solito, più fredda di quanto Hermione ricordasse.

-         Stupida Grifondoro, morire per onore- Malfoy scoppiò a ridere quindi dopo avere rivolto un leggero inchino al suo signore uscì seguito da Severus.

-         Magari Bella ti farà cambiare idea piccola sanguesporco- le sussurrò Tom prima di scomparire dietro la porta.

 

Hermione non avrebbe mai scordato il dolore che provò in quei giorni di infinite torture.

Dire che Bellatrix Black Lestrange era pazza era un eufemismo, quella donna non era pazza, no era perfettamente lucida e questo rendeva, se possibile, le sue azioni ancora più tremende.

Godeva nel sentirla urlare, nel vederla contorcersi sotto i suoi cruciatus.

Fu in quel periodo di dolore e terrore che Hermione sperimentò la vera disperazione, da quel giorno potè dire di avere conosciuto l’orrore della tortura, della pazzia, della guerra.

Di giorno veniva torturata a sangue e di notte le veniva somministrata da Snape una pozione medicamentosa per sanarle le ferite in modo tale che non potesse morire di dolore.

Poi una mattina la sua carceriera dalla belle di alabastro e la bocca del colore delle rose si stufò di usare la bacchetta.

-         Proviamo a usare la frusta piccola sanguesporco, vediamo se riesci a non urlare-

Ancora adesso sulla sua schiena si potevano notare i segni di quelle giornate infernali, le sembrò davvero di essere precipitata nell’Ade, non dormiva più, il dolore era troppo intenso, non mangiava più, voleva solo morire, e fu allora, alla fine del terzo mese di prigionia, che Lord Voldemort tornò da lei, questa volta però per ucciderla.

-         Signorina Granger sia grata al cielo che oggi sono di buon umore, ho deciso di farle un regalo-

Hermione alzò il viso sporco di sangue raggrumato e polvere e lo guardò arrogante.

-         Mi farà fare un bagno?-

-         No mia cara, le concederò una morte veloce e più o meno indolore- quindi rivolgendosi al suo seguito di mangiamorte – Inizi dunque l’esecuzione di Hermione Granger, qualcuno di vuoi ha da dire qualcosa?-

E fu allora che la speranza tornò a brillare più intensa che mai, tornò a splendere tramite la voce di Severus Snape.

-         Io reclamo questa donna come mia-

Se i suoi compagni mangiamorte apparvero stupiti Lord Voldemort non lo fu più di tanto, conosceva Severus da anni e sapeva che i suoi gusti in fatto di donne erano discutibili.

-         Severus i tuoi gusti in fatto di donne sono sempre orribili-

-         Ne sono consapevole mio signore-

-         Molto bene e come hai intenzione di fare per tenerla legata a te? A noi?-

-         La …. Io la sposerò mio signore-

Hermione non poteva credere alle sue orecchie eppure Snape era serio, non era mai stato così serio in tutta la sua vita, Lucius lo sapeva, Tom lo sapeva.

E anche se con la morte nel cuore, ammettiamolo non è che il Lord oscuro fosse entusiasta di vedere uno dei suoi più fedeli uomini sposare una sanguesporco, Lord Voldemort acconsentì.

 

Il matrimonio si celebrò una settimana dopo, Hermione era stata curata al meglio dai medimaghi fedeli alla causa, di tutti i mangiamorte solo Narcissa Black Malfoy le aveva rivolto la parola e solo per organizzare con lei il matrimonio.

Come se fosse quello che la riccia voleva.

Quel giorno era bel tempo e faceva caldo, sarebbe potuto essere il giorno più bello della sua vita invece fu un incubo.

Era grata a Severus per averle salvato la vita, ma non riusciva ancora ad accettare il suo destino.

Si sa gli esseri umani sono individui testardi e orgogliosi e difficilmente accettano passivamente il fato che gli dei scelgono per loro.

Ma questa volta Hermione non aveva la possibilità di opporsi, doveva piegarsi, fare buon viso a cattivo gioco e sopravvivere.

Era stata lei stessa promettere ad Harry che sarebbe sopravvissuta per aiutarlo, non poteva permettersi il lusso di morire.

Non ancora.

La cerimonia fu veloce e molto sobria, Hermione splendeva nel suo vestito bianco a balze e le piccole perle tra i suoi capelli luccicavano come gocce di rugiada.

-         Era l’unico modo che avevo per salvarla signorina Granger- le disse il suo nuovo marito una volta arrivati a casa loro dopo la cerimonia, la sua nuova casa: Lost Hope Manor.

-         Lo so e la ringrazio professore –

-         Temo che dovrai incominciare a chiamarmi Severus …. Hermione – disse l’uomo porgendole un pensatoio tirato fuori da un armadio a muro.

-         Cos’è… Severus?-

-         Devi solo guardare e fidarti di me-

E lei l’aveva fatto, capendo che l’uomo che aveva sposato era tutto fuorché malvagio.

Si Hermione Granger era stata fortunata, la speranza nel suo cuore si riaccese come un fuoco pronto a spazzare via ogni ostacolo e d’improvviso seppe cosa doveva fare… continuare a lottare.

La lotta contro il male era dura ed eterna, ma non poteva fermarsi, avrebbe continuato a combattere, sgretolando la fazione nemica dall’interno, si sarebbe unita a loro e poi avrebbe colpito, andando a distruggere tutto quello che poteva, non era sola, non lo sarebbe mai stata solo non lo aveva capito.

La vera battaglia iniziava adesso.

 

E fu così che Hermione Jane Granger si unì alle schiere dei Mangiamorte del Signore Oscuro, fu così che la compagna di battaglie del bambino sopravvissuto cambiò fazione. Ma attenzione fu il suo corpo soltanto a spostarsi perché il suo cuore, quello mai nessuno avrebbe potuto cambiarlo.

 

 

 

 

 

 

Ecco finalmente la fine del terzo capitolo, pensavo che non sarei mai riuscita a finirlo =.='' Comunque mi scuso per la scena della battaglia nell'abbazia un pò perchè non sono assolutamente riuscita a descriverla come volevo e un pò perchè mi sento colpevole per avere distrutto il patrimonio artistico mondiale ù.ù Un'altra cosa so che gli avvenimenti di questo capitolo sono un pò tutti "appiccicati" o meglio il capitolo copre un periodo di tempo abbastanza vasto, però ci tenevo a ritornare alla storia principale e evitare di prolungare troppo i flashback, su alcune cose poco chiare tornerò più avanti nella storia. Voi comunque fatemi sapere se non avete capito qualcosa. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato soprattutto la mia Judy *________________*

 

 

Coffe14: Grazie ** sono contenta che ti stia piacendo la storia spero solo che questo capitolo non deluda troppo perchè mi rendo conto che passa in fretta e che può essere un pò prolisso *temo di essere una persona prolissa* Un bacio Ale

HermyKitty: Tesora!!! Come va? Si ti ho messa tra gli autori preferiti perchè dopo avere letto la tua "balbetta per favore" ho deciso di leggere le altre tue fic (anche se al momento ho pochissimo tempo) quindi ti ho aggiunto ai preferiti poi prometto che appena inizio a leggere ti lascio commenti ** No che dici brutalmente il mio obiettivo reale era stecchirvi tutte sul posto ù.ù Si bè cercare di spiegare come si è giunti alla situazione attuale mi sembrava doveroso sennò poi non si capiva quello che succedeva! Ginny avrà un ruolo importante nella storia, il che è strano dato che la odio è.è si si il primo amore di Herm è proprio Harry principalmente per il fatto che odio ROn e le ROn-Hermione e quindi onde non traumatizzarla troppo ho preferito metterla col bambino sopravvissuto. Grazie tesora ** Un bacione Ale

magicrossy: Grazie dei complimenti ** un bacio Ale

piperina: Ivaaaaaaaaa!!!! Che onore ** guarda forse non sei tu in effetti i dialoghi del primo capitolo sono un pò confusionari XD colpa del mio inticato cervellino... Oddio no ti assicuro che on hanno consumato O.O cioè ci ho pensato se fare una scena NC17 ma poi mi veniva la nausea al solo pensiero di loro due e ho evitato. Come hai visto il cuore di Herm resterà sempre quello di un grifone è solo l'apparenza che è cambiata. sperò che questo capitolo sia stato all'altzza delle aspettative ** Ti mando un bacio grande. Ceci

Magical_illusion:  Waaaaaaaaaaa *________________________* La mia ammora Judy!!!! Infatti non ci posso credere! Sono contenta che la storia ti piaccia e ti assicuro che questa Ginny è tutto fuorchè priva di signifato ma come ben sai è dedicata a te ( e te lo dico perchè già sai con chi la shipperò) Ti mando un bacio enorme. Ceci

Faith07: La mia Psiuly ** tesoro hai commentato! Non sai quanto mi ha fatta felice!! Tu sei una vera fonte di soddisfazioni, come farei senza di te? Si il bigliettino in effetti stato studiato bè più da Herm che da me ma vabbè ù.ù Percy mi stata sul popò ma posso capire che per Molly sia stato un colpo lo stesso. grazie ** con tutti questi complimenti finirò per arrossire >////< Ti Adoro. Ceci

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Nuova vita, vecchi amici ***




4. Nuova vita, vecchi amici.
 
 
 
Hermione avanzava lenta, avvolta in un vestito di raso rosso procedeva tra i tavoli.
L’enorme salotto di casa Lestrange era stato invaso dagli ospiti; camerieri in livrea ed elfi domestici si affaccendavano a destra e a sinistra portando con loro bevande e cibi di ogni tipo.
Nel giardino, verde e curato in ogni periodo dell’anno, erano stati montati dei tendoni bianchi sotto i quali gli invitati stavano seduti a conversare.
Bellatrix adorava il suo giardino, ne andava fiera quasi quanto andava fiera del suo sangue.
I fiori che coltivava, i gigli, le rose, i tulipani, i gladioli, per lei erano la cosa più preziosa della casa.
Non le importava nulla dei gioielli o dei vestiti.
Cosa se ne faceva una Black, incarnazione eterea della bellezza stessa, di monili che avevano come unico fine quello di adornare qualcosa che era già perfetto?
Li trovava inutili.
Non che per questo se ne privasse, certo che no, ma per lei erano secondari.
Quando la Granger raggiunse la finestra che dava sul cortile era appena iniziato lo spettacolo pirotecnico.
Un uragano di luci e scoppi invase l’aria.
Il cielo si tinse dei colori più disparati e sgargianti che andavano a creare figure senza senso nel cielo notturno.
- Una serata splendida, non trovi Tesoro? – le sussurrò una voce calda e seducente all’orecchio.
- Tu dici Blaise? – rispose senza girarsi – Io trovo lo spettacolo quasi esagerato. –
Zabini le appoggiò delicatamente una mano sulla spalla, era dello stesso avviso, i Lestrange erano degli esibizionisti, ma non gli sembrava saggio andare a dirglielo in faccia.
Rimasero qualche secondo a osservare i fuochi che esplodevano nella notte, quindi, da vero cavaliere che era, l’ex Serpeverde le offerse il braccio e la accompagnò fino a uno dei tavoli del giardino, dove alcuni vecchi amici li stavano aspettando.
Pansy la salutò svogliatamente con la mano facendole cenno di sedersi accanto a lei.
- Sei arrivata in tempo per la parte più noiosa. –
- Hermione finalmente, pensavamo non venissi più – disse Theodor Nott notandola.
- Scherzate? Sapete benissimo che non potevo certo mancare. –
- A proposito tesoro, lo sai che domani torna Milly dal viaggio di nozze? - Pansy iniziò a raccontarle tutto quello che era riuscita a sapere sule due settimane di fuoco dell’amica.
- Oddio, poveraccio chi l’ha sposata, avrà una testa tanta – fece eco Blaise.
- Potrei dire lo stesso di te. – esclamò una voce da dietro le sue spalle.
- Taci donna, così mi uccidi! – sbottò Blaise.
- Hermione, non si salutano più i vecchi nemici? – disse la proprietaria della voce girandosi verso la riccia.
- Daphne, tesoro è un piacere vederti. –
- Ragazzi cos’è questa? La serata delle rimpatriate? – chiese Galatea Herodias Walsh, la moglie di Nott.
Si erano sposati due anni prima, lei era la figlia di una ricca ereditiera gallese, il loro era stato amore a prima vista, o almeno così dicevano loro.
- Ma dai Galatea non capitano spesso riunioni con così tanta gente – disse Pansy
- Sì infatti, avete ucciso qualcuno? – domandò Daphne sarcastica.
- Non di recente e voi? – ironizzò Theo a sua volta.
- Lasciamo perdere vi prego – rispose Hermione alzando gli occhi al cielo.
- A proposito ‘Mione, sei riuscita finire quello che dovevi? – le chiese Galatea.
- Stendiamo un velo pietoso Gal, sono tre giorni che non dormo. –
- Oh bè, Lui sarà contento, tu un po’ meno immagino – ridacchiò Blaise sottovoce, scatenando l’ilarità generale.
Era quasi assurdo vedere quei ragazzi ridere tutti insieme. Da quando Hermione era passata al lato oscuro aveva trovato in loro amici fidati e alleati preziosi. Aveva imparato che non sempre le apparenze corrispondono alla realtà e aveva acquisito la dolorosa consapevolezza che non tutti i seguaci del Signore Oscuro erano malvagi.
In quei cinque anni aveva sperimentato sulla sua pelle la vita da Mangiamorte, benché ancora non fosse stata fatta diventare ufficialmente uno di loro. Aveva però imparato a conoscerli,  a frequentarli, aveva conosciuto le persone che erano, non solo il nemico che erano stati. Con alcuni aveva legato, con altri aveva seppellito l’antica ascia di guerra.
In quegli anni erano successe molte cose, cose che non avrebbe mai creduto possibili prima.
Narcissa, tra gli altri, era una di quelle persone che non si erano fatte troppi problemi ad accettarla tra loro, le aveva fatto addirittura le sue scuse per il periodo orribile che le aveva fatto passare la sorella. All’inizio il loro era stato un rapporto puramente formale, saluti cordiali imbevuti di ipocrisia e finzione, una recita interpretata ad arte da attrici improvvisate; in seguito tra di loro si era instaurata una pacifica convivenza che era presto diventata una solida amicizia. Badate bene, non con tutti era stato così. Con molti il rapporto che si era venuto a creare era più che altro di pacifica convivenza, non una di quelle amicizie a cui sono abituati i Griffyndor, niente lealtà o spirito di sacrificio, no certo, era più che altro una certezza, la certezza che anche se una volta quelle persone erano state tue nemiche non ti avrebbero lanciato un’Avada Kedavra alle spalle, ma niente di più. La signora Lestrange, per esempio, si era rivelata una donna sofisticata, intelligente e colta, era estremamente astuta e riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva, sempre, e non le interessava quale mezzo doveva usare per riuscirci, anche se Hermione sapeva bene che quella donna la considerava inferiore. Quello che non sapeva era che Bella, proprio come Tom Riddle, aveva visto nella grifoncina qualcosa, qualcosa di ardente e potente e voleva coltivarlo, voleva aiutarla a esplodere, a sbocciare, voleva plagiarla e modificarla a sua immagine, voleva ritrovare in lei la stessa follia che vedeva nella sua immagine riflessa allo specchio ogni giorno.
Forse era stato per questo motivo che aveva consigliato a Lord Voldemort di fare di lei un’esperta di magia naturale e dopo cinque anni Hermione era diventata la migliore Sacerdotessa di Inghilterra.
Era stato Tom stesso a darle i fondi e i collaboratori necessari per dare vita al progetto a cui aspirava da tempo, la conquista dell’immortalità.
Benchè ancora la ragazza non fosse riuscita a trovare un modo per avverare questo suo desiderio aveva però trovato un modo per farlo tornare allo splendore di un tempo.
Oh, gli Horcrux avevano deturpato il viso di Tom Riddle in modo spaventoso, ma a tutto c’era rimedio.
Quella che si prospettava nell’immediato futuro era una rinascita.
In quel modo Voldemort avrebbe avuto il potere assoluto, l’eleganza e la perfezione dei Riddle e il controllo sull’intera Bretagna.
E, ironia della sorte, sarebbe stata una sangue sporco a realizzare il suo desiderio.
 
 
Se qualcuno avesse detto, solo un anno prima, a Draco Malfoy che avrebbe passato la vigilia di natale in quel modo gli avrebbe sicuramente riso in faccia. Avrebbe preferito essere in qualsiasi altro posto piuttosto che dove si trovava in quel momento, avrebbe preferito passare il natale in prigione o perché no? Con Harry Potter, in quel buco di culo di mondo in cui si trovava. Avrebbe persino preferito essere a quella stupida e pacchianissima festa a casa Lestrange con sua zia che gli riempiva la testa di manfrine sul sangue, su stermini di massa, gente morta e gente che doveva ammazzare.
Tutto sarebbe stato meglio le fogne di Londra.
Immerso fino alle ginocchia in una melma di un ben poco rassicurante colore verdastro, seguiva con fare sempre più schifato il suo mentore di sempre. Severus Piton sembrava molto sicuro di quello che faceva e soprattutto di dove stava andando, il che a Draco sembrava decisamente assurdo, perché non solo quelle fogne erano evidentemente un malriuscito esperimento di architettura babbana, ma anche perché era cosi buio che la luce delle loro bacchette illuminava a malapena lo spazio loro circostante.
- Severus, con tutto il rispetto che posso avere per te, tua moglie e le sue brillanti idee in questo momento, mi chiedevo... dove cazzo siamo finiti? -
Il buon vecchio ex professore di pozioni ispirò lentamente imponendosi di non menare il suo oramai ex alunno quindi giratosi lentamente verso di lui lo guardò per qualche secondo con palese astio.
- Malfoy, il tuo compito è seguirmi ed aiutarmi, non è necessario ai fini della missione in atto che tu sappia dove stiamo andando, dove siamo e cosa dobbiamo fare. Meno ciascuno di noi conosce i compiti degli altri più sarà facile per tutti la riuscita dei rispettivi incarichi. E non urlare, che non si sa mai chi può sentirci! -
- Siamo in una fogna - sibilò allora Malfoy - una cazzo di fogna, chi vuoi che ci senta? La gente normale non cammina nella melma per hobby. -
- La gente normale, signor Malfoy, non osa più nemmeno uscire di casa. Non è della gente normale che mi preoccupo! –
Nello stesso momento, in un posto non molto lontano da dove si trovavano i due mangiamorte, qualcuno imprecava per lo stesso motivo.
- Questo incontro è la più grande michiata che tu voi due siate riusciti ad organizzare negli ultimi quattro anni. -  sbottò un uomo decisamente seccato per la sua condizione attuale.  I due fanciulli (non più tanto fanciulli a dire il vero) stavano bellamente ignorando i commenti dello sfortunato dietro di loro e si erano messi a parlottare sottovoce.
- Sei sicuro che sia la direzione giusta G.? - domando uno.
- Certo che ne sono sicuro F., per chi mi hai preso! Stai forse mettendo in dubbio le mie doti di ladruncolo? Sono molto apprezzate ultimamente a Diagon Alley! -
- Oh, per carità G. non lo farei mai! Mettendo in dubbio te, metterei in dubbio me stesso.-
- Concordo pienamente F., In ogni caso secondo questa mappa, la direzione è quella. -
- Certo! - si intromise il terzo uomo - se non aveste rubato una mappa babbana, in quel coso, ministrero delle infrastrattrare, ma la aveste cercata al ministero della magia, adesso ci direbbe lei stessa dove andare!-
- Per prima cosa Carl, si chiama ministero delle infrastrutture - celiò l'individuo chiamato F.
- E per seconda cosa, si dà il caso che non esista una mappa simile al ministero della Magia - proseguì l'individuo chiamato G.
- E siamo perfettamente in grado di leggerla da soli - conclusero insieme.
 
 
Improvvisamente la voce acuta ed elegante di Bellatrix Black risuonò tra le altre.
- Lui aspetta. –
Hermione alzò gli occhi al cielo.
- Non sei contenta mezzosangue? E’ il tuo momento di gloria – ridacchio Pansy ironica.
- Non si vede? Sto morendo di gioia – ribattè la ragazza.
Si incamminarono lentamente verso l’entrata della villa, non c’era fretta, Lui aspettava dentro.
Lui aspettava sempre dentro.
Non si faceva mai vedere in pubblico con quel volto.
Lord Voldemort era già all’interno del salone, comodamente seduto su una poltrona di velluto nero.
I suoi occhi saettavano da un lato all’altro della stanza, posandosi su ognuno dei suoi seguaci, quindi si fermarono sulla padrona di casa.
- Una festa divina, Bella –
- Grazie mio Signore – sussurrò tutta tronfia la donna.
- Ma ora, ditemi, quali novità avete per me? – chiese – Novità su Potter? –
Dolohov si fece avanti.
- E’ stato avvistato nel Galles quel suo amico, Weasley. Ma di lui non sappiamo molto, nessuno lo ha più visto. Sono cinque anni che nessuno lo vede. –
McNair alzò un sopracciglio.
- Magari nessuno lo vede perché è morto. –
- Tu hai visto il suo cadavere Walden? – sibilò il Lord Oscuro.
- No, mio Signore. –
- Appunto, pertanto, finché non vedrò il suo cadavere Potter resterà vivo e resterà una fastidiosa spina nel fianco. –
Resterà un pericolo per noi e per la causa.
Hermione non fu l’unica a pensare che quello fosse il vero significato delle parole di Voldemort.
Era assurdo come il mago oscuro più grande di tutti i tempi potesse essere spaventato da quel ragazzo, un ragazzo che aveva quasi  cinquant’anni meno di lui, che era disperso chissà dove in chissà quale sperduta zona d’Inghilterra e che probabilmente aveva più bisogno di aiuto degli stregoni senzatetto che facevano la fila alla mensa dei poveri babbana.
 
 
Aberdeenshire, quando mai era loro venuto in mente di rifugiarsi nell’Aberdeenshire.
Avevano passato gli ultimi tre mesi tra gli estuari dei fiumi, le loro scarpe, i loro vestiti, i loro capelli e qualsiasi altra cosa avessero addosso era incrosta di fango, persino le loro fottutissime ossa erano impregnate di fango.
Harry James Potter cominciava a meditare il suicidio, in due anni passati a spostarsi su e giù per quel territorio di merda avevano visto solo pioggia, il sole sembrava un ricordo. Certo, questo quando vedevano qualcosa e non rischiavano di ammazzarsi per colpa dell’haar, quella dannatissima nebbia che saliva dal mare e occludeva la vista, cose che non vedevi nemmeno la punta del tuo naso.
Un attentato alla vita, a qualsiasi forma di vita!
Si erano diretti  lì, lui e Ron, nel tentativo di riorganizzare la resistenza contro il potere sempre maggiore di colui che non deve essere nominato, ma che loro nominavano in ogni caso; pochi erano i temerari che avevano avuto il coraggio di rimanere nel Middelsex, nel Surrey e nelle regioni circostanti Londra. Quelle zone, oramai completamente sotto il controllo dei mangiamorte, erano le più pericolose di tutto il regno Unito, tutti coloro che in passato avevano sostenuto Harry Potter, erano stati suoi amici o erano sospettati di averlo conosciuto e aiutato rischiavano la vita, tutti i sangue sporco, i mezzo sangue e quelli che erano stati sospettati di avere fraternizzato con loro erano stati relegati ai margini estremi della società, costretti ai lavori più umili, in una condizione di semi schiavitù.
Max e Debra si erano adoperati in ogni modo per riuscire a creare una colonia di resistenza lassù, ma erano più quelli che decidevano di rimanere neutrali che quelli che avevano davvero il coraggio di agire. Il fulcro della resistenza era nascosta nei sobborghi babbani di Aberdeen, si riuniva in una casa al 15 di Sinclair Road, vicino al porto, con un sistema non dissimile da quello che usavano tempo prima a Grimmauld Place, ora diventata base dei mangia morte.
Max era stato tra i primi ad arrivare al nord, rispondendo ad un annuncio via radio dei fratelli Weasley, aveva passato 9 mesi a Norwich, sotto stretto controllo di Ginny e Luna, poi era passato a Lincoln, poi a Chester, quindi dopo una serie di spostamenti, controlli, incanto fidelio e incantesimi di protezione era giunto ad Aberdeen dove si era unito alla squadra del bambino sopravvissuto.
Erano in cinque a gestire la base dell’ordine della fenice lassù: Harry, Ron, Max, Debra e Logan; i profughi rimanevano tutti nascosti nel parco nazionale di Cairngorms.
Ultimamente però sembra che al sud qualcosa si stesse muovendo, Fred e George avevano trovato un contatto, non avevano detto né a Harry né a Ron di chi si trattasse, ma loro si fidavano e ad Harry questo bastava. In tempi come quelli chiunque tendesse una mano per aiutare era ben accetto, da qualunque lato della barricata provenisse.
- C’è stata un imboscata vicino a Norwich – annunciò in quel mentre Logan, entrando nella base dell’ordine.
- Ma come… - Ron atterrì pensando al pericolo che aveva corso la sorella.
- Ginny sta bene, stai tranquillo Ron, Luna è ferita, ma non è niente di grave. Però abbiamo perso Lionel e Patricia. –
Harry serrò i pugni sul tavolo. Era la quinta volta, la quinta volta che uno dei loro gruppi veniva attaccato durante una missione segreta. Nessuno avrebbe dovuto conoscere i loro spostamenti, tantomeno il nemico. Avevano già perso troppi compagni, troppi amici.
- Harry, non voglio essere disfattista, né voglio mettere zizzania, ma… - Debra non finì di parlare. Rimasero nell’aria quelle ultime parole. Parole che a ognuno di loro erano passate per la testa.
- C’è una talpa – sussurrò Harry – lo so, era dalla faccenda di Cardiff che lo sospettavo, ma non volevo crederci –
- Sarebbe come una seconda Hermione, un’altra talpa, Harry questa volta potremmo restarci secchi – Ron si guardò le mani con aria sconsolata, non l’aveva mai dimenticata lui quella notte, quella notte in cui lei li aveva abbandonati, li aveva traditi.
Ginny glielo aveva detto: è andata Ron, sparita per sempre. Non tornerà, ci ha tradito, ha fatto la sua scelta.
E poi quella lettera, nascosta tra la sua roba, occultata come solo una strega della sua abilità sarebbe riuscita a fare; la firma dei Malfoy e il marchio nero.
Harry scosse la testa.
- Ron lascia fuori Hermione da tutto questo, avevamo deciso che non ne avremmo più parlato.
- Non avremmo più litigato. Sei un illuso Harry. Non tornerà mai. –
- Forse, ma ora abbiamo un altro problema. C’è un traditore tra noi e dobbiamo trovarlo… –
- prima che ci uccida tutti – finì per lui Max.
 
 
Nel frattempo, nel buio delle fogne londinesi cinque persone si riunivano segretamente. Nessuno a parte loro, Harry Potter e una donna bionda sapeva che quell’incontro stava avvenendo, quella sera le loro vite sarebbero cambiate e forse l’indomani una vecchia guerra sarebbe rincominciata, alimentata da nuove e insperate alleanze.














Note:
So che non aggiornavo da tre anni e non starò ad accampare scuse sul perché di questo ritardo, non sarebbero credibili, sicuramente è stato un'insieme di cose, di sconvolgimenti della mia vita che mi ha portato a lasciare la storia on hiatus per così tanto tempo, e certo, anche la mancanza di ispirazione. Non succederà più. E' mio ardente desiderio finire questa storia e finirla al meglio.
Spero che i lettori lasciati a sé stessi per tanto tempo non se la siano presa troppo e che tornino a seguire l'Akasha, in caso contrario non posso che scusarmi ancora per il ritardo.
Detto ciò vi lascio, con la promessa di aggiornare in tempo decisamente più brevi (no, non mesi e mesi, ancora più brevi) e  con un ringraziamento a tutti quelli che hanno letto e recensito fino ad ora.
In particolare grazie ad Alexluna e Celyan senza le quali questa fic sarebbe ancora lì a prendere polvere e ad HermyKitty, perché ogni parola e un punto che ricuce il nostro rapporto e io ne sono molto felice.








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