MEZZOGIORNO DI FUOCO SU MARTE

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dakota Star ***
Capitolo 2: *** Lionel e Jennifer ***
Capitolo 3: *** Zorghel e Zantros ***
Capitolo 4: *** Destino Difficile ***
Capitolo 5: *** Scontro Finale ***



Capitolo 1
*** Dakota Star ***


Mai e Cyd irruppero come disperati nell'ufficio di Izaac. Sembrava quasi che avessero visto un fantasma.

- Signor Izaac - gridò Cyd. - Presto, venga... E' un'emergenza!

Izaac lasciò cadere di scatto i fogli che teneva in mano e guardò preoccupato i due ragazzi.

- Che succede, ragazzi ? Spiegatevi meglio!

- Un modulo di salvataggio, proprio davanti alla nostra base, hanno appena lanciato una richiesta di soccorso... 

Senza perdere tempo, Izaac si alzò di scatto con un'espressione preoccupata.

- Avvisa subito Kid e gli altri, dì a Boy di prepararsi al decollo!

In men che non si dica, i quattro Cosmo-Ranger si ritrovarono a bordo della loro speciale vettura. Appena fuori dell'orbita di Jota-9, un veicolo di forma ovale con i segni inconfondibili di un violento attacco stava allontanandosi dal loro satellite. Kid e Omachi uscirono dal "Bry-Star" a bordo dei loro speciali veicoli per avvicinarsi al modulo e accertarsi che ci fossero dei sopravvissuti. Attraverso il vetro, videro un individuo indubbiamente ferito in stato di semi-incoscienza. Subito si scambiarono un'occhiata d'intesa e agganciarono i cavi di traino per rimorchiare la capsula alla base. Poco dopo infatti, si ritrovarono nell'hangar per tirare fuori il ferito e portarlo subito in infermerìa.

- A... Aiutatemi, v... vi prego!

- Adesso si calmi - lo tranquillizzò Omachi. - E' al sicuro ora, non si preoccupi, cerchi di non agitarsi!

- No, non... Non capite - fece l'uomo debolmente, con le palpebre tremanti e il sangue che gli colava da un grosso taglio lungo la fronte. - Emergenza... su Marte, loro... è stato un massacro, hanno...

Omachi afferrò saldamente l'uomo nel tentativo di non farlo cadere.

- Dammi una mano, Boy - protestò.

- Agli ordini, signorina - rispose il ragazzo ironicamente, prendendo il ferito per un braccio.

L'uomo era sul punto di svenire ma, prima di perdere i sensi, riuscì ugualmente a mormorare qualcosa sottovoce...

- Red... Red "Murdered" Hawk !!!

- Cosa ?!?

Nel sentire quel nome, Kid impallidì improvvisamente. Lo stesso Izaac si accorse dell'espressione di sgomento sul volto del compagno.

- Qualcosa non va, Kid... Ti senti bene ?

- Io... No, niente!

Purtroppo l'uomo scivolò in un sonno profondo e non fu assolutamente in grado di riprendersi prima di qualche giorno. Durante questo tempo, Kid passava continuamente davanti all'infermerìa nella speranza che costui si risvegliasse e fosse in grado di raccontare qualcosa in più su quanto era accaduto. Il ferito era tenuto sotto osservazione da Mai e da Cyd, ciononostante ci volle quasi una settimana prima che riaprisse gli occhi.

- Dove... Dove mi trovo ?

- Stia tranquillo, è al sicuro ora - sorrise Mai. - Siamo sul satellite Jota-9...

- Allora è questa la famosa base dei Cosmo-Rangers di Jota-9 ?!?

- Sì, ma...

Prima che Mai potesse aggiungere qualcos'altro, l'uomo le afferrò debolmente il polso con movimenti febbrìli.

- Per favore, chiunque tu sia, io devo assolutamente parlare con Jotaro Kid... E' importante: c'è in ballo la vita di... molte persone, io...

Un'improvvisa fitta di dolore al petto interruppe violentemente le parole dell'uomo, tuttavìa Mai capì che era il caso di informare subito Izaac.

- Cyd, vai a chiamare il signor Izaac e Kid, presto!

Poco dopo sia Izaac che Kid si ritrovarono accanto all'uomo che respirava faticosamente.

- Come si sente, ora ? - domandò Izaac.

- Abbastanza bene, la ringrazio...

- Se la sente di raccontarci cosa le è accaduto e come ha fatto ad arrivare fino al nostro Quartier Generale ? Forse potremmo aiutarla...

- Io... devo riferire un messaggio a uno dei Ranger di Jota-9 - rispose l'uomo con un filo di voce. - So solo che il suo nome è Jotaro Kid...

- Sono io - rispose Kid, trattenendo a stento la propria agitazione.

- Grazie al cielo - mormorò l'uomo, socchiudendo gli occhi. - E' una cosa orribile, io sono vivo per miracolo, non so neanche come ho fatto ad arrivare qui...

***

Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene inoltre chiamato "Pianeta Rosso", a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono. Il pianeta, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiàli piuttosto basse ( tra - 140°C e 20°C ), è, tra i pianeti del sistema solare, quello più simile alla Terra... Oltre ai numerosi satelliti artificiali che vi ruotano intorno, costantemente sorvegliati dalla Famiglia dei Vichinghi di Marte, vi sono stati costruiti alcuni centri abitati, meno importanti come luoghi di scambi commerciali ma sufficientemente popolati. Dakota Star è il nome di un piccolo centro abitato, qui la comunità ha ricreato uno stile di vita piuttosto semplice, simile per certi versi al vecchio west, ciononostante la vita scorre abbastanza serena.

- Buongiorno, sceriffo O'Correll!

- Buongiorno, Martha!

- Come va, sceriffo ?

- Vai piano Bryan, sennò ti faccio la multa...

Un giorno come tanti altri, senza problemi di sorta, eppure qualcosa di lì a poco sarebbe successo... Improvvisamente la calotta spaziale, che serviva a non disperdere l'ossigeno direttamente nell'atmosfera rarefatta del pianeta, fu attaccata da una raffica di raggi disintegranti che aprirono una breccia considerevole. Subito si armarono squadre di soccorso per riparare il danno, tuttavìa la falla non era accidentale e il responsabile entrò appunto in città con intenzioni tutt'altro che amichevoli.

- Cosa diavolo...

Lo sceriffo O'Correll non riuscì nemmeno a terminare la frase che un raggio luminoso partì dalla pistola che il misterioso individuo stringeva in mano, uccidendolo all'istante.

- Sceriffo !!!

Prima che la gente si rendesse conto del pericolo, lo spietato pistolero si accinse a indirizzàre i suoi colpi contro chiunque si trovasse in quel momento per strada: uomini, donne, bambini... Nessuno venne risparmiato dalla sua furia omicìda.

- Correte bambini, scappate... Presto!

- Uaaah... Aaahhh!

- Mamma... Mamma...

- Burt, ti prego... salva i bambini!

La povera donna che giaceva ferita sulla strada, con il sangue che le colava all'angolo della bocca, stava supplicando con lo sguardo l'uomo che aveva davanti di mettere al riparo i suoi figli che si trovavano all'altro lato della strada tremanti di paura.

- Ti... prego...

Riuscì appena a mormorare quelle parole, con gli occhi pieni di lacrime, prima di stramazzàre e rimanere immobile senza vita. Burt si morse il labbro per la rabbia e l'orrore, tuttavia decise coraggiosamente di attraversare di corsa la strada, nonostante l'inferno dei colpi che piovevano in ogni direzione, e di salvare quei bambini. Come iniziò la sua folle corsa, il pistolero si avvide di lui e cominciò a sparare immancabilmente nella sua direzione. Burt inciampò e cadde a terra, mentre i raggi letali fischiarono sopra la sua schiena, subito però si rialzò e continuò a correre. In quel mentre però un colpo lo ferì alla caviglia e lui cadde in ginocchio a ridosso dei pali che sostenevano la tettoia dell'edificio di fronte, qui vi erano i due bambini, stretti uno all'altro, che tremavano come foglie.

- No...Non abbiate paura, bambini - sussurrò Burt. - Tranquilli, adesso zio Burt vi porterà al sicuro...

- Al tuo posto, non ci conterei troppo!

Burt alzò la testa di scatto, spalancando gli occhi. Davanti a lui vi era un uomo alto, col viso seminascosto da un cappello nero a tesa larga, avvolto in un pesante mantello rosso.

- Chi... Chi sei tu, maledetto ?!?

Per tutta risposta, l'uomo sparò un colpo ferendo Burt di striscio alla tempia.

- Stai parlando col grande Red Hawk in persona - fece il pistolero con un'orribile smorfia. - Vedi di non dimenticare questo nome, VERME...

Burt tremò. Era convinto che sarebbe morto di lì a poco invece, man mano che gli istanti passavano, si rese conto fin troppo del dolore e delle ferite.

- Voglio darti la possibilità di vivere - esclamò Red Hawk, rinfoderando l'arma e afferrando Burt per la collottola. - Voglio che tu faccia una cosa per me: devi portare un messaggio a una persona...

- Co... Cosa ?

- Hai capito perfettamente - sbottò Red Hawk con rabbia. - Tu adesso monterai a bordo di uno di quei veicoli e andrai a cercare la base dei Cosmo-Rangers di Jota-9!

- Pe... Perché dovrei farlo ? - replicò Burt ottusamente.

- Perché, se hai a cuore la vita di questi bambini - proseguì il pistolero, estraendo ancora la propria arma e puntandola minacciosamente contro la testa dei bambini tremanti. - E quelle di coloro che sono ancora vivi, ti conviene fare ciò che ti ho detto... Altrimenti porterò a termine l'opera qui e continuerò a distruggere villaggi, fino a Dodge Light e Moon City, se necessario!

Burt chinò il capo con rassegnazione.

- Va bene - rispose.

- Perfetto - sorrise Red Hawk, con soddisfazione. - Una volta che avrai raggiunto Jota-9, cercherai un uomo che si fa chiamare Jotaro Kid... Non appena lo avrai trovato, gli riferirai questo messaggio da parte mia: digli che Red "Murdered" Hawk vuole portare a termine quella nostra famosa sfida! Digli che, se non si presenterà questa volta, Marte diventerà sul serio un Pianeta Rosso... ROSSO DI SANGUE !!!

***

Sia Kid che Izaac sembravano scioccàti dal racconto dell'uomo.

- Purtroppo - proseguì Burt. - La navicella su cui sono partito è stata attaccata dalla Famiglia dei Vichinghi di Marte, sono riuscito a salvarmi per un pelo a bordo del modulo di salvataggio e sono riuscito a portarmi nella Zona Jota...  

- Capisco - annuì Izaac. - Adesso però deve cercare di riprendersi e...

- Non c'è tempo - ribatté l'uomo rabbiosamente. - Non capite, la vita di coloro che sono rimasti a Dakota Star, così come degli altri villaggi su Marte, è nelle mani di quel pazzo! Vi prego, vi scongiuro, dovete... Ah!

Purtroppo il corpo di Burt era ancora duramente provato, e l'eccessivo sforzo di parlare non migliorò certo la situazione. Mai gli attaccò subito la maschera dell'ossigeno per permettergli di respirare con più facilità, ma era chiaro che aveva ancora bisogno di riposare. Kid non disse neanche una parola, Izaac lo osservò uscire in silenzio dall'infermeria e non poté fare a meno di chiedersi che tipo di storia ci fosse tra lui e quel misterioso assassino.

( continua )

 

Nota dell'Autore:

Eccomi qui, prima di tutto SALUTI: la mia PRIMA "Bryger-Fic" XD speriamo non sia venuta troppo male... Dedico innanzitutto questa storia ad Angela ( alias Noor Daimon ), sperando che trovi il tempo sia di commentarmi che di rispondere alla mia richiesta rimasta LETTERA MORTA... ^__^ Nel caso di mancato arrivo, non c'è problema, lo ripeto qui - le Descrizioni-Video sugli episodi di BRYGER presenti su YouTube sul canale di DADOFRIENDANIME necessiterebbero di un'ulteriore "controllàta" da un esperto della serie ( per essere sicuro di NON AVER FATTO PASTICCI COME AL SOLITO XD )... L'idea del mio canale è quella di avvicinare coloro che NON conoscono bene né le serie né i personaggi, fornendo su ogni episodio una nota introduttìva sufficientemente dettagliàta - Ciao Angela, grazie ancora per le recensioni che hai lasciato sulla mia fic CRAVING - LA STORIA DI ROCK LEE e arrivederci al prossimo capitolo!

DADO

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Capitolo 2
*** Lionel e Jennifer ***


Isac entrò in silenzio nella stanza, dove lo stavano già aspettando. Aveva appena finito di parlare con Burt e adesso doveva aggiornare gli altri sulla situazione. Sia Boy che Omachi erano seduti in attesa di ascoltarlo, solo Kid sembrava del tutto assente alla questione.

- Allora - domandò Omachi. - Come sta adesso ?

- Si riprenderà - rispose Isac, facendosi ancora più scuro in volto. - Il problema adesso è un altro: dobbiamo decidere se accettare o meno l'incarico di quest'uomo...

Isac tirò fuori una borsa contenente del denaro e la posò sul tavolo.

- Questi sono ottocentomila bouls - spiegò. - Quando è partito quell'uomo non ha portato altro che questo denaro con sé, e ce lo ha offerto come anticipo affinché accettiamo di salvare coloro che sono sopravvissuti al massacro di Dakota Star... A lavoro finito, riceveremo un compenso tre volte superiore!

- Quindi questo è quello che spetterà ad ognuno di noi ? - domandò Boy.

- Esattamente - confermò Isac, chinando il capo in segno di assenso. - La decisione finale spetta a voi, come al solito, la situazione la conoscete già...

In quella, Kid si alzò di scatto.

- Rileva tu la mia quota, Isac - esclamò. - Prenderò parte alla missione, ma non voglio denaro per il mio ruolo in questa faccenda!

Sia Isac che gli altri parvero sorpresi.

- Sei sicuro, Kid ?

- Sì, assolutamente!

- Posso saperne il motivo ?

- Se possibile, preferisco tenere le mie ragioni per me!

Così dicendo, Kid si voltò senza aggiungere altro e uscì dalla stanza.

- Kid, aspetta...

- Lascialo stare, Omachi - suggerì Isac. - Non credo sia il caso di insistere!

***

Più tardi, si sentirono dei rumori provenire dal poligono di tiro: evidentemente Kid si stava allenando. Tre raffiche velocissime partirono dalla sua pistola e mandarono completamente in frantumi la sagoma del bersaglio. Kid sollevò la canna e rimase un momento a osservare i resti bruciacchiàti senza battere ciglio. La sua mente era chiaramente altrove anche se, un attimo dopo, puntò nuovamente l'arma in direzione di un'altra sagoma e fece fuoco.

- Niente male - sorrise Omachi, apparsa improvvisamente sulla porta. - Isac ha detto di chiamarti, tra poco dobbiamo partire!

Kid si tolse le cuffie dalla testa e, rinfoderando l'arma, fece per uscire dal poligono. Tuttavia, come l'ebbe oltrepassata, Omachi non poté fare a meno di rivolgergli una mera osservazione.

- E' la prima volta che ti sento rinunciare ad un compenso - esclamò. - Ammetterai che è piuttosto strano!

- Scusa - rispose Kid. - Non mi va di parlarne...

- Kid - proseguì lei. - Non mi fraintendere, non voglio impicciàrmi dei tuoi affari, solo sapere se stai bene perché... non è da te questo silenzio!

Kid si fermò di scatto.

- Sia io che Isac abbiamo notato come sei impallidito, quando Burt ha pronunciato quel nome: Red "Murdered" Hawk... Se questo tizio ce l'ha con te al punto da distruggere un'intera città, potrebbe farci comodo saperne di più PRIMA di affrontarlo, non credi ?

Kid annuì, seppure malvolentieri.

- Quello che si fa chiamare Red Hawk in realtà si chiama Lionel Brown, e ha dei motivi per odiarmi...

- Che genere di motivi ?

Kid si voltò a guardarla negli occhi.

- Tre anni fa - esclamò. - Sono stato la causa della morte di sua sorella, Jennifer...

***

Purtroppo Kid ricordava bene i dettagli di quel triste episodio. All'epoca, lui e Lionel erano acerrimi rivali in tutte le maggiori competizioni di tiro sulla Terra, tuttavìa quest'ultimo non amava sparare a dei bersagli immobili e preferiva di gran lunga avere a che fare con rivali in carne ed ossa...

- Piantala, Lionel - esclamò Kid bruscamente. - La nostra gara è finita e non ho intenzione di assecondarti in questa tua ossessione!

- Impugna la pistola, Kid - ribatté l'altro, con gli occhi carichi di follìa. - Non ci possono essere DUE "Numeri Uno", lo sai anche tu...

- Te l'ho già detto - rispose Kid. - Non voglio battermi con te in questo modo!

Così dicendo, Kid gettò a terra la propria pistola e fece per andarsene.

- Raccoglila subito - ordinò Lionel. - Ti avverto Kid, se non la raccogli e ti metti in guardia io...

- Lionel, fermati !!!

Proprio in quel momento arrivò Jennifer, la bionda sorella di Lionel, e coraggiosamente si parò davanti al fratello per difendere Kid.

- Lionel, ti scongiuro, ragiona...

- Togliti di mezzo, Jennifer - ribatté Lionel con rabbia. - Lo lascerò stare solo quando lo vedrò cadere coi piedi in avanti!

- Lionel, sei impazzito ?!?

Improvvisamente Kid si rese conto che l'uomo davanti a lui era completamente fuori di sé.

- Ti ho già detto - ripeté Lionel, puntando la pistola contro il petto di Kid, ancora disarmato. - Di toglierti di mezzo!

- No Lionel, ti prego - lo supplicò invano Jennifer. - Non puoi uccidere Kid, lui non ti ha fatto niente, lui...

- Jennifer - esclamò Kid, preoccupato. - Allontanati da qui, presto! Tuo fratello non è in grado di ragionare in questo momento!

- Oh, Kid - rispose Jennifer tra le lacrime. - Non si era mai comportato così, prima d'ora... Che gli sta succedendo ?

- BASTA ADESSO - urlò Lionel. - Te lo dico per l'ultima volta Jennifer, allontanati da quel bastardo... ora!

- Fai come ti dice, Jenny - sussurrò Kid, facendosi avanti. - E' pericoloso per te stare qui!

- Ma io non voglio che...

In quella però Lionel strinse l'occhio, mirò contro Kid che era entrato nel suo mirino, e fece fuoco.

- Nooo !!!

Accadde tutto in un attimo: Jenny si buttò davanti a Kid e il proiettile la colpì in pieno petto. Kid la osservò inorridito mentre, con un urlo disperato, ricadde tra le sue braccia.

- Jennifer - gridò Kid sconvolto.

La ragazza osservò il volto del ragazzo con occhi tremanti.

- Kid... io...

- Jotaro Kid - sbraitò Lionel. - Maledetto, me la pagherai!

Lionel fece per sparare un altro colpo ma, prima che potesse colpirlo, Kid era balzato a raccogliere la sua arma e, con due soli colpi alle braccia, costrinse l'avversario a buttare a terra la pistola. Subito dopo corse a fianco di Jennifer, mortalmente pallida in viso...

- Jenny, perché l'hai fatto ?

Jennifer sorrise debolmente, prima di chiudere gli occhi e rimanere completamente immobile. Kid si sforzò di trattenere le lacrime e, dopo essersi rialzato, si avvicinò a Lionel con la pistola stretta in pugno.

- Lionel - mormorò tra i denti. - Ti rendi conto di ciò che hai fatto ?!?

- Avanti - rispose Lionel furioso. - Uccidi anche me, dannato bastardo, mia sorella è morta per colpa tua... Uccidimi!

Sentendo quelle parole, Kid non ebbe il coraggio di premere il grilletto. Certo, il colpo che aveva ucciso Jennifer era stato sparato da suo fratello ma la ragazza era morta per difendere lui...

- Che cosa aspetti, bastardo ? - lo insultò Lionel, con gli occhi rossi di sangue e di collera. - Se non mi uccidi adesso, ti cercherò dovunque per prendermi la mia vendetta... e ti giuro che me la pagherai !!!

- Non sono un assassino, Lionel - rispose Kid. - Tua sorella non voleva la morte di nessuno di noi, non posso tradirla soprattutto ora che non c'è più...

Malgrado la rabbia e il rimorso gli attanagliassero la mente, Kid si voltò lasciando dietro di sé Lionel e il corpo senza vita di Jennifer.

- Non credere che sia finita qui, Kid - gli urlò contro Lionel. - Ti ritroverò prima o poi, ti giuro che ti ritroverò !!!

***

- Da allora ho saputo che Lionel ha accettato diversi sporchi incarichi per conto delle Famiglie di Giove e di Venere - concluse Kid. - E' diventato un assassino per conto della loro organizzazione, ma so benissimo che ama uccidere per il semplice gusto di farlo... Ed è me che vuole, adesso!

Omachi ascoltò con attenzione il racconto di Kid.

- Capisco  - esclamò tristemente. - Intendi affrontarlo, dunque...

- Purtroppo non ho scelta - replicò Kid, stringendo forte il pugno davanti a sé. - Troppe persone innocenti sono morte per colpa mia, non soltanto Jennifer, e devo essere io a fermare quel pazzo una volta per tutte!

( continua )

 

Nota dell'Autore:

XD mi scuso, la traccia di questo secondo capitolo è molto "tirata via" ( probabilmente dovrò tornarci in seguito per aggiustarla ), ad ogni modo siate SPIETATAMENTE SINCERI e ditemi pure tranquillamente ciò che pensate, anche che fa "schifo" XD non me la prenderò... Al prossimo capitolo!

^__^

DADO

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Capitolo 3
*** Zorghel e Zantros ***


Red Hawk aveva dato al povero Burt non più di dieci giorni per trovare Kid e farlo venire su Marte, purtroppo adesso restavano meno di quarantotto ore per superare la distanza che separava il Pianeta Rosso dalla base di Jota-9. Non c'era da perdere altro tempo, in men che non si dica il "Bry-Star" fu pronto a decollare.

- La prego - supplicò Burt, reggendosi in piedi a fatica. - Mi faccia venire con voi, la prego...

Isac fu irremovibile.

- Non se ne parla - rispose categorico. - Lei è ferito e, se ci preoccupassimo della sua incolumità, non potremmo agire liberamente!

- Ma...

- Stia tranquillo - intervenne Boy con un sorriso. - Conosciamo il nostro mestiere, abbia fiducia!

- E sia - rispose l'uomo con un debole sorriso. - Mi fido di voi...

Isac annuì e si voltò verso gli altri.

- Pronti al decollo!

- Yeah !!!

***

L'astronave sfrecciava sicura lungo la rotta stabilita. Purtroppo, per arrivare in tempo, sarebbe stato necessario oltrepassare lo stesso sbarramento dei Vichinghi che avevano tentato di abbattere Burt.

- Non abbiamo tempo per aggirarli, dovremo affrontarli e sconfiggerli - esclamò Isac.

- Lasciate fare a me - dichiarò Boy. - Gli darò una tale batosta che se la ricorderanno per un pezzo!

- Non vorrei essere nei loro panni, allora - scherzò Omachi.

- Scherza pure, Omachi, ti dimostrerò cosa sa fare "Boy lo Spericolato!"

Kid sembrava del tutto assente alla conversazione, la sua mente era altrove, tuttavìa la voce di Isac lo riscosse dai suoi pensieri.

- Dobbiamo scegliere come è meglio muoverci in questa situazione - osservò l'amico con il suo solito acume. - Non sarà facile superare lo sbarramento dei Vichinghi di Marte, inoltre dobbiamo scoprire quanti sono gli abitanti di Dakota Star rimasti in vita...

- Di questo me ne occuperò io - fece Kid deciso. - Red Hawk vuole soltanto me, per questo ci sono buone probabilità che lasci perdere gli ostaggi non appena mi avrà visto!

- Ne sei sicuro ?

- Fidati Isac, lo conosco bene: se mi vedrà "solo", dimenticherà tutto il resto...

- Va bene, allora - concluse Isac. - Una volta oltrepassata la barriera, tu Kid attirerai l'attenzione di quell'assassino mentre Omachi si occuperà di mettere al sicuro i sopravvissuti!

- D'accordo!

- Allacciatevi le cinture, amici - mormorò Boy, con aria di sfida. - Tra poco cominciamo a ballare!

Boy aveva ragione. Una volta giunti in vista dell'orbita di Marte, ecco apparire davanti a loro le astronavi della Famiglia dei Vichinghi. Questi solitamente si limitano a chiedere una forte tassa per lasciare in pace i veicoli commerciali diretti su Marte, ma le astronavi isolate e i veicoli provenienti dal pianeta senza identificazione vengono abbattuti senza pietà da questi feroci delinquenti dello spazio.

- E quello che diavolo è - esclamò uno dei Vichinghi, riferendosi al "Bry-Star" in avvicinamento.

- Chiunque sia, ha commesso un grosso errore nell'avvicinarsi qui... Abbattetelo!

- Agli ordini, Zorghel !!!

Non appena Zorghel ebbe dato l'ordine, venti astronavi da combattimento si lanciarono addosso al "Bry-Star" con intenzioni tutt'altro che amichevoli.

- Ci siamo - esclamò Boy, attivando i controlli. - Ok belli, è ora di divertirsi...

Subito lo spericolato pilota dei Cosmo-Rangers dette ancora una volta prova del suo nome e della sua fama: il "Bry-Star" sfrecciò in mezzo alle astronavi nemiche come una scheggia, evitando agilmente tutte le scariche dei loro cannoni-laser; a quel punto Boy virò di colpo per dare il via al contrattacco...

- Sei pronto, Kid ?

 

- Pronto - rispose questi.

Non appena si trovarono sotto il fuoco incrociato dei nemici, Kid fece partire delle raffiche veloci e mortalmente precise. Almeno metà delle astronavi dei Vichinghi rimasero distrutte in questo primo attacco, mentre le altre cambiarono velocemente formazione per colpire da una distanza meno ravvicinata.

- Così, eh - mormorò Boy seccato. - Vogliono giocare a nascondino... Bene, vediamo chi corre di più allora!

- Cerca di non allontanarti troppo, Boy - lo ammonì Isac. - Ricordati che il nostro obiettivo è raggiungere il suolo di Marte prima possibile!

- Ascolta Isac - esclamò Kid. - Qui ormai la situazione è sotto controllo, da adesso in poi potete sistemarli tranquillamente da soli... Omachi, prendi il mio posto!

Omachi osservò Kid sorpresa.

-  Che vuoi fare ?

Kid infilò velocemente il casco e, assicurando l'arma al fianco, rispose mestamente.

- Preferisco precedervi, così avrò anche modo di verificare rapidamente la situazione, in caso potrete raggiungermi più tardi...

- Sei sicuro - fece Omachi dubbiosa. - In fondo qualche altro minuto non farà molta differenza, posso venire con te e...

- No, invece - esclamò Kid secco. - Sia chiaro: voi interverrete solo per proteggere i sopravvissuti, come da contratto, di Red Hawk me ne occupo io!

- Ma...

- Non insistere, Omachi - tagliò corto Isac. - Kid ha ragione, attirando su di sé l'attenzione del pistolero, per noi sarà più facile mettere in salvo eventuali superstiti!

Omachi annuì. Senza perdere altro tempo, Kid montò sul veicolo leggero e fece per mettere in moto.

- Kid mi raccomando, fa attenzione!

Il ragazzo fece un leggero cenno del capo, dopodiché uscì dal "Bry-Star". Omachi lo osservò per un istante, prima di rimettersi al suo posto e concentrarsi sul combattimento.

- D'accordo, allora - esclamò Boy, con sguardo deciso. - Facciamo vedere a quei tizi di cosa siamo capaci... Trasformazione Prismatica !!!

Attivando la sequenza, Boy mise in moto il processo per convertire "Bry-Star" nel possente Bryger. Non appena i Vichinghi videro il gigantesco robot venirgli incontro con aria minacciosa, non poterono fare a meno di lanciare esclamazioni di stupore.

- Hai visto, Zorghel ?

- Accidenti, che diavolo è quello ?!?

Zorghel cacciò un'imprecazione soffocata.

- Deve trattarsi di quei dannati, la "Polizia Ombra" di Jota-9...

- Non è possibile!

Bryger si fece avanti, pronto ad attaccare. I nemici rimasero un attimo sconcertati, ma si ripresero subito e si lanciarono addosso al robot nel disperato tentativo di abbatterlo.

- Ok Boy - fece Isac. - E' il momento!

- Non c'è bisogno di dirlo Isac, lo so - rispose il pilota con un sorrisetto ironico. - Bryger all'attacco!

Subito le scariche laser dei nemici si abbatterono senza danno sulla corazza di Bryger. Quest'ultimo invece, manovrato da Boy, si lanciò in mezzo a loro menando colpi violentissimi e facendo esplodere le astronavi una dopo l'altra. Ben presto Zorghel si vide costretto a ricorrere allo speciale Shed-Shell da combattimento.

- Fate venire il nostro robot - esclamò. - Presto!

In quel momento si fece avanti un gigantesco essere metallico, con le insegne dei Vichinghi, armato di lama e di un cannone-laser situato nella testa.

- Ora sì che ragioniamo - fece Boy, armando subito Bryger con la sua spada speciale. - Avanti bello, fatti sotto!

- Dannati Jota-9 - gridò Zorghel con rabbia. - Adesso ve la vedrete col sottoscritto!

Così dicendo, Zorghel fece incastrare il proprio veicolo in cima alla testa del nuovo robot, così da poter fronteggiare direttamente Bryger e i suoi piloti.

- Avanti Zantros - esclamò Zorghel, brandendo la gigantesca lama del suo robot. - Distruggili senza pietà!

Sia Bryger che il robot Zantros si scambiarono dei poderosi fendenti, intanto le astronavi di Marte continuavano ad attaccare a colpi di laser, tuttavìa Bryger era in grado di sopportare ben altro genere di colpi.

- Se proprio vi va di giocare, vi accontento subito - disse Boy a un tratto, muovendo il braccio di Bryger perché afferrasse quello dell'avversario in modo da utilizzarlo come scudo.

- Ma cosa diavolo...

I colpi delle astronavi rimbalzarono sulla spessa corazza di Zantros e furono rispediti al mittente con effetti devastanti. Zorghel osservò altre due astronavi esplodere e decise che era tempo di chiudere i conti.

- Maledetti - esclamò. - Prendete questo!

Serrando la presa su Bryger, per impedirgli di allotanarsi, Zantros fece partire una micidiale scarica contro l'avversario. Sia Boy che Isac e Omachi accusarono violentemente il colpo.

- Aaahhh !!!

- D... Dannazione - fece Boy a denti stretti. - Omachi, tieniti pronta!

- S... Sì, ci sono...

Con un'abile contromossa, Boy riuscì a liberarsi dalla presa dell'avversario. A quel punto Omachi non dovette far altro che investire Zantros con il laser di Bryger.

- Ci siamo - osservò Isac. - Adesso Boy, colpiscilo!

Senza farselo ripetere due volte, Bryger sollevò la spada e sferrò un colpo micidiale contro Zantros. Zorghel osservò con orrore il quadro dei comandi prendere fuoco, mentre il suo possente robot si ritrovò diviso a metà da un fendente devastante. In men che non si dica Zantros esplose con un boato spaventoso.

- Evvai - fece Boy eccitato.

- Perfetto - commentò Isac. - Affrettiamoci a raggiungere Kid adesso!

- Ricevuto - rispose Boy.

In men che non si dica, "Bry-Star" ricomparve al posto di Bryger e si diresse rapidamente verso il Pianeta Rosso. Nel frattempo Kid stava già per atterrare sul suolo di Marte, ben sapendo che lo attendeva uno scontro doloroso e difficile con il suo stesso passato.

( continua )

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Capitolo 4
*** Destino Difficile ***


- Kid... Kid, aspettami!

- Ah ah ah, non ci penso nemmeno...

- Antipatico - esclamò stizzita la ragazza alle sue spalle. - Lo sai che non riesco a correre più forte!

- E' facile - rispose l'altro. - Devi solo muovere le gambe!

- Se ti prendo...

 

I due ragazzi continuarono a rincorrersi per qualche minuto. Ad un tratto però Kid si arrestò di scatto, spostandosi velocemente di lato; così la ragazza, a causa dell'impeto, perse l'equilibrio e inciampò in avanti, senza farsi male per fortuna...

 

- Kid, sei un mascalzone!

- Ah ah, ti arrendi ?

- Mai - urlò la ragazza furibonda. - Lascia solo che ti metta le mani addosso e...

 

Così dicendo, la ragazza si alzò immediatamente e riprese a rincorrere il suo dispettoso compagno. Kid smise di correre e si limitò a "saltellare" di qua e di là, continuando a prenderla in giro. Alla fine però si distrasse un attimo per via di un albero alle sue spalle, e la ragazza ne approfittò per gettarglisi addosso.

 

- E... ehi, non vale...

- Lo dici tu!

 

Entrambi rotolarono nell'erba, fino a ritrovarsi abbracciati stretti una sopra l'altro. Kid alzò dunque le mani in segno di resa.

 

- D'accordo, hai vinto tu...

- Senti senti - lo schernì la ragazza. - Eccolo qui, il campione della "Coppa Falco"... Non ti sembra di arrenderti un po' troppo facilmente ?

- Hai ragione - rispose Kid. - Invertiamo le posizioni, allora!

- Ehi ma...

 

Prima che potesse accorgersene, Kid la afferrò per le spalle e la trascinò accanto a lui sulla schiena.

 

- Imbroglione - sorrise la ragazza, cercando di tenergli il broncio.

- Senti chi parla!

 

Entrambi si guardarono negli occhi per un istante, dopodiché la ragazza gli accarezzò il volto e lo baciò teneramente sulle labbra.

 

- E questo cosa sarebbe ? - domandò Kid.

- Il premio per il vincitore - rispose lei.

- E il bersaglio ?

- Sciocco...

 

Di nuovo la ragazza si accinse a baciarlo, allorché però una voce fece sobbalzare tutti e due di scatto.

 

- Jenny - urlò qualcuno con tono assai infuriato.

 

Subito sia la ragazza che Kid si tirarono entrambi a sedere con aria colpevole. Davanti a loro c'era un giovane biondo, con gli stessi occhi di Jenny ma con un'espressione feroce dipinta in volto. Prima che qualcuno potesse fare o dire qualcosa, il nuovo arrivato afferrò Kid per il bavero e lo sollevò violentemente da terra.

 

- Jotaro Kid - gridò. - Maledetto bastardo!

- Lionel - strillò la ragazza in preda al panico.

- Non ti bastava la "Coppa Falco"... No, ora cerchi anche di portar via mia sorella, sporco verme schifoso!

 

Il pugno di Lionel si abbatté sul volto di Kid, spedendolo duramente al tappeto. Tuttavia il ragazzo non reagì e Lionel continuò a inveire su di lui, riempiendolo di cazzotti.

 

- Lionel, basta - gridò Jennifer. - Basta, lascialo stare!

 

Ma il fratello della ragazza sembrava sordo alle sue suppliche. I suoi occhi erano come quelli di una belva, non smise di colpire Kid neppure quando il sangue cominciò a imbrattare il volto e i vestiti di quest'ultimo.

 

- Ti ammazzo - continuò a ripetere Lionel. - Ti ammazzo... Ti ammazzo!

 

Jennifer si avventò sul fratello, nel disperato tentativo di fermarlo, ma ottenne solo di essere scaraventata a terra con uno schiaffo. Fu a quel punto che Kid decise istintivamente di reagire: con un calcio a piedi uniti si liberò di Lionel, cosicché la situazione si capovolse e Kid fu sopra Lionel, minacciandolo col pugno.

 

- Tua sorella non c'entra con i nostri affari, Lionel - sbottò Kid con rabbia. - Se hai qualcosa contro di me, accomodati... Ma non azzardarti a toccarla, sono stato chiaro ?

 

Lionel sputò con disprezzo.

 

- Non credere che la faccenda finisca così - disse lui, liberandosi dalla stretta e rialzandosi in piedi. - Il giorno che ci affronteremo in un vero duello, non sarà quella tua dannata pistola a proteggerti... Pagherai anche per questo Kid, te lo giuro!

 

Così dicendo, Lionel corse via infuriato. Kid restò immobile, mentre Jennifer lo abbracciò con le lacrime agli occhi.

 

- Stai bene ?

 

Kid la osservò tristemente.

 

- Mi dispiace, Jenny - esclamò con un filo di voce. - Non credevo che io e lui saremmo arrivati a questo punto...

- Possibile che ce l'abbia ancora con te per... Per quello "stupido" trofeo ?!?

- Non è solo per il trofeo - precisò il ragazzo. - Tuo fratello mi odia, dal giorno in cui sono entrato nella sua vita... Per lui è una specie di ossessione!

- Che vuoi dire ?

- Tipi come Lionel riescono a comunicare solo attraverso le pistole, temo anzi che prima o poi dalle parole passerà ai fatti!

 

Jennifer guardò Kid con occhi terrorizzati.

 

- No - singhiozzò lei. - No, non può essere... Lionel è mio fratello, non sarebbe capace di uccidere qualcuno!

- Conosco quello sguardo, Jenny - mormorò Kid. - Avanti di questo passo, prima o poi dovremo batterci sul serio...

- NO !!!

 

Al solo pensiero, Jenny strinse forte Kid per sentire il calore rassicurante contro la sua testa.

 

- Ti prego - sussurrò. - Ti prego, non batterti con lui... Se mi vuoi bene, non farlo!

 

Per tutta risposta, Kid le cinse dolcemente le spalle.

 

- Non preoccuparti - sorrise. - Può minacciarmi e insultarmi quanto vuole ma non combatterò contro di lui, te lo prometto!

- Oh, Kid...

 

Prima di aggiungere altro, le loro labbra si sfiorarono appena e i due si scambiarono un bacio sincero.

 

- Ti amo Jenny - fece Kid in un soffio. - Non farei mai nulla per vederti soffrire!

- Anch'io ti amo, Kid...

 

***

 

L'immagine di Jenny, che gli sorrideva tra le lacrime, era ancora fin troppo chiara. Kid stava ormai per atterrare sul suolo desolato di Marte, ma i suoi pensieri erano rivolti a lei. Tempo fa aveva giurato alla ragazza che più amava di non impugnare mai un'arma contro suo fratello. Purtroppo molte cose erano successe da allora: Jenny non c'era più, Lionel era diventato uno spietato assassino e lui stava per infrangere la sua promessa per la seconda volta. Ancora adesso ricordava chiaramente la scena nei minimi dettagli; non poteva dimenticare il volto di Jenny, freddo e immobile tra le sue mani, e la sua esitazione nel premere il grilletto contro Lionel; in un certo senso era come se Jenny lo stesse ancora supplicando di risparmiargli la vita, tuttavia il pensiero di quelle persone morte gli pesava terribilmente sulla coscienza... E tutto a causa sua!

 

- Ti prego, perdonami Jenny - esclamò tra sé. - Non posso più mantenere la mia promessa... Ora porterò a termine ciò che avrei dovuto fare molto tempo fa!

 

Con un balzo, Kid scese dal suo veicolo e atterrò sul terreno polveroso del Pianeta Rosso. Davanti a lui appariva chiara l'immagine della città ove il suo rivale lo stava aspettando, non poteva più indugiare ormai.

 

- Sto arrivando Lionel, aspettami!

 

***

 

Frattanto Isac e gli altri stavano superando in quel preciso momento la barriera eretta dai Vichinghi, ed erano ormai prossimi ad atterrare anche loro.

 

- Chissà come se la sta cavando Kid - esclamò ad un tratto Boy. - Se il suo avversario è davvero così terribile, forse stavolta potrebbe essere lui ad avere la peggio...

- Non dire sciocchezze, Boy - scattò subito Omachi.

- Ehi, calma - cercò di difendersi l'altro. - Dicevo solo per dire!

- Kid non è uno stupido e conosce bene il suo avversario - intervenne Isac. - Qualunque cosa ci aspetti laggiù, dobbiamo attenerci al suo piano: ci occuperemo di salvare gli abitanti e lasceremo che sia lui ad occuparsi del killer!

- Peccato - disse Boy con una smorfia. - Avrei tanto voluto dare il mio personale contributo, per fargliela pagare a quell'immenso bastardo!

 

Omachi non disse nulla, tuttavia i suoi occhi e lo sguardo assente tradivano una forte emozione.

 

- Tutto bene, Omachi ? - domandò Isac.

- Eh ? S... sì, certo... Va tutto bene!

 

La ragazza tornò a concentrarsi sulla manovra di atterraggio, ma il suo pensiero era chiaramente altrove. Dentro di sé sapeva che Kid era un osso duro, più di una volta infatti si era rivelato un compagno prezioso negli scontri a fuoco; ma ciò che il ragazzo le aveva raccontato circa il suo avversario le aveva messo addosso una strana inquietudine. Temeva che il suo proverbiale sangue freddo sarebbe venuto meno stavolta, a causa dei sensi di colpa, e senza di quello Kid era vulnerabile come chiunque altro...

 

***

 

Nello stesso momento, Kid era ormai alle porte della città. La strada davanti a lui era deserta e in giro non c'era anima viva; i suoni giungevano attutiti attraverso il casco, ciononostante avvertì il fruscio del vento sollevare nuvole di polvere rossastra al suo passaggio; l'atmosfera era elettrica e la sensazione di avere mille occhi puntati addosso era fortissima...

Non appena oltrepassò i resti della cupola protettiva, ormai semidistrutta, Kid mise mano alla pistola: d'ora in avanti, a parlare sarebbero state solamente le armi!

 

( continua )

 

Nota dell'Autore:

Ancora una volta mi scuso per il ritardo ( XD devo essere breve, sennò rischio di essere scoperto! ), purtroppo ho giusto il tempo per caricare e NON posso fermarmi a leggere e/o recensire ( E DIO SOLO SA QUANTO VORREI POTERLO FARE )... O_O A tutti quegli amici che scrivono, leggono e recensiscono le storie di questo sito rivolgo un caldo e sincero saluto, sperando di risentirci presto...

Un saluto speciale a:

NoorDaimon

Vaius

BimbaInnamorata ( ^__^ Bacioni !!! )

Tenny_93 ( XD guarisci presto! )

A presto, vi voglio bene!

 

DADO


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Capitolo 5
*** Scontro Finale ***


Non appena Kid mise piede nel silenzio che aleggiava dentro Dakota Star, l’odore di morte giunse subito alle sue narici. Anche attraverso il casco poté vedere chiaramente i cadaveri sparsi qua e là in mezzo alla strada: uomini, donne, bambini… Vedendo quell’orribile immagine, Kid sentì la rabbia montargli in corpo assieme all’angoscia e al rimorso.

- E’ come se fossi stato io - esclamò dentro di sé, stringendo il pugno.

Kid si avvicinò ad uno dei corpi parzialmente coperti dalla polvere, un bambino col giocattolo stretto al petto, e lo sfiorò appena per chiudergli pietosamente gli occhi. Il pensiero che tutta quella gente era morta per causa sua ( tanto sangue versato, vite innocenti spezzate ) e che l’infame atrocità era stata compiuta al solo scopo di attirarlo lì, fece sentire ancora più grave il peso di una colpa che considerava sua. Il ragazzo rimase incapace di distogliere lo sguardo, per un tempo che a lui sembrò interminabile, ma alla fine si alzò in piedi e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

- Lionel !!!

L’urlo del ragazzo non ebbe alcuna risposta, tuttavia il pistolero era sicuro che l’altro avesse sentito chiaramente e non avrebbe tardato a farsi avanti. Kid fece appena in tempo ad avvertire un rumore dietro le sue spalle e, buttandosi a terra, riuscì ad evitare per un soffio un fascio laser diretto contro di lui. Continuando a rotolare, il pistolero si acquattò al riparo di un edificio al margine della strada e impugnò a sua volta l’arma.

- Complimenti, Kid - esclamò una voce ironica. - Devi avere occhi dietro la testa per aver evitato quel colpo, meglio così… Vuol dire che mi divertirò di più!
- Maledetto - fece Kid tra i denti, stringendo la pistola.

Red Hawk si fece avanti lentamente, pronto a far fuoco al primo movimento da parte dell’avversario; Kid calcolò la distanza, in base al rumore dei passi sul terreno, dopodiché si tuffò fuori del suo nascondiglio e sparò un colpo a mezz’aria. La reazione dell’altro fu repentina, i raggi luminosi fischiarono vicinissimi, tuttavia Jotaro ne uscì indenne e costrinse a sua volta Lionel a rintanarsi.

- E’ passato un po’ di tempo - esclamò Red Hawk a voce alta. - Ma non sei cambiato affatto…
- Anche tu, vedo - rispose Jotaro. - Sei lo stesso identico pazzo di allora!
- Non sei gentile Kid, ti sembra questo il modo di rivolgerti a un “vecchio amico” ?
- Che bisogno avevi di ammazzare tutta questa gente, Lionel ?!?
- In effetti hai ragione - fece Red Hawk, focalizzando la posizione di Jotaro dalla voce. - Diciamo che, non potendo ucciderti subito, ho fatto un po’ di pratica!

Jotaro capì l’errore commesso solamente quando sentì il colpo di Lionel soffiargli appena sopra la testa. Subito cominciò a correre, gettando un sasso per sviare l’attenzione. Lionel continuò a sparare, sperando di fare centro, ma non aveva a che fare con un qualunque bersaglio mobile… il suo avversario era lui, finalmente lo aveva trovato!

***

Frattanto Isac e gli altri erano giunti in città e, secondo le istruzioni di Kid, fecero di tutto per passare inosservati. La missione principale era mettere in salvo i sopravvissuti, il resto era tutto nelle mani del pistolero.

- Che facciamo, Isac ? - domandò Steven preoccupato. - Kid potrebbe avere bisogno di aiuto e…
- Kid sa quello che sta facendo - ribatté il russo. - Se Red Hawk si accorge della nostra presenza, ucciderebbe i sopravvissuti senza pensarci due volte; come ha detto Kid, è importante lasciargli credere che sia venuto da solo, il nostro compito è trovare gli ostaggi e garantire la loro sicurezza finché il duello tra Kid e quell’assassino non sarà concluso!

Omachi e Steven annuirono, tuttavia entrambi non poterono nascondere un forte disagio. Non dubitavano certo dell’abilità del loro compagno ma, in virtù della loro amicizia, avrebbero preferito volentieri aiutarlo in quella difficile situazione. Ovviamente non potevano comprendere che quello contro cui Kid stava combattendo non era solo un killer assetato di sangue bensì un fantasma del suo passato e, qualunque sarebbe stato l’esito, doveva affrontarlo da solo.

***

Il duello si stava spostando rapidamente da una parte all’altra della piccola cittadina. Kid e il suo avversario stavano mettendo a confronto la reciproca esperienza e gli anni di addestramento con le armi da fuoco. Non si trattava solo di tecnica e precisione: era soprattutto l’intuito e la capacità di prevedere le mosse dell’altro a suggerire loro prudenza;  il colpo decisivo sarebbe giunto solamente a seguito di un errore fatale, per questo nessuno poteva permettersi distrazioni; il desiderio omicida di Lionel messo a confronto del desiderio di vendetta di Jotaro… erano lucidi, nello scambiarsi colpo su colpo, ma la luce vivida nello sguardo di entrambi tradiva una forte emozione.
Un colpo di Lionel sfiorò la spalla del rivale, rimbalzando su una delle pareti di legno degli edifici, e Kid rispose sparando a raffica nella direzione opposta. I raggi luminosi distrussero parte di una casa, costringendo Lionel a rintanarsi nell’ombra, ma un attimo dopo il killer reagì subito all’attacco; Jotaro si tuffò alla ricerca di un altro nascondiglio e la scarica micidiale mandò in pezzi l’abbeveratoio dietro il quale si era nascosto.

- Ti piace giocare a nascondino, vero Jotaro ?

Stavolta Kid non rispose e attese pazientemente, con l’arma in pugno, il momento giusto per colpire.

- In fondo me l’aspettavo - proseguì Lionel, scrutando intorno con gli occhi ridotti a due fessure sottili. - Un verme che si rispetti deve essere veloce a nascondersi e a rintanarsi nel buco… proprio come stai facendo tu, adesso!

La risposta di Kid fu un colpo secco, nella direzione da cui proveniva la voce. Lionel sentì il flusso laser a un palmo dal volto, ciononostante ebbe abbastanza sangue freddo per cambiare la sua posizione e sparare nuovamente. Gli occhi di Jotaro erano lo specchio della concentrazione, i nervi saldi come l’acciaio; non doveva fare altro che tenere l’avversario il più lontano possibile dal centro abitato, così da permettere ad Isac e agli altri di mettere in salvo gli ostaggi.

***

Nel momento in cui Omachi aprì la porta di una delle abitazioni, Isac avvertì un sussulto provenire dall’interno. Nonostante l’ombra che aleggiava nell’edificio, il russo poté scorgere chiaramente le sagome di molte persone rannicchiate l’una addosso all’altra.

- Chi… Chi siete… Che cosa volete ? - domandò qualcuno, in preda al terrore.
- Non abbiate paura - rispose Steven rassicurante. - Veniamo da Jota-9, siamo qui per aiutarvi!
- Sie… Siete per caso la “polizia-ombra” di Jota-9 ?!?
- Sì, è così - confermò Isac. - Un uomo di nome Burt è riuscito a raggiungere la nostra base e ad informarci della situazione, per questo abbiamo accettato l’incarico di proteggervi!
- Sia ringraziato il cielo - sospirò una donna, giungendo le mani in preghiera. - Da quando quell’assassino è giunto in città, siamo rimasti nascosti qui dentro per quasi due settimane…
- Ci sono altri sopravvissuti, oltre a voi ? - si informò il russo.
- Non lo sappiamo, certo è possibile che qualcuno si sia salvato… ma la maggior parte hanno perso la vita il giorno che Red Hawk è arrivato in città!
- Quel maledetto - fece Steven, stringendo il pugno.
- Non possiamo fare evacuare tutte queste persone a bordo del Bry-Star - osservò Omachi preoccupata. - Ci servono delle astronavi…
- C’è un hangar di mezzi da trasporto, proprio qui dietro - intervenne subito un altro. - Ma non è possibile uscire da qui senza essere visti, quell’assassino ci ucciderà tutti non appena metteremo fuori il naso!

In quella giunsero i rumori degli spari, provenienti dall’esterno.

- Jotaro sta combattendo - esclamò Steven. - Dobbiamo aiutarlo…
- No - fece Isac irremovibile. - Il nostro compito è fare evacuare tutta questa gente e raggiungere l’hangar!
- Ma non possiamo…

Omachi mise una mano sulla spalla di Steven.

- Omachi ?
- Ha ragione Isac - mormorò la ragazza gravemente. - Se non ci occupiamo di proteggere queste persone, sarà tutto inutile: Jotaro sta facendo il possibile per agevolarci, dobbiamo procedere come stabilito!
- Ma non avrete mica intenzione di lasciarlo solo contro quel pazzo ?!?
- Boy, cerca di capire - tagliò corto Isac. - Questa per Kid è una faccenda personale, per quanto sia difficile da accettare, nessuno di noi può aiutarlo in questo momento!

Steven fece per ribattere ma, vedendo l’espressione sul volto dei compagni, capì che era inutile. Ognuno aveva un compito preciso da svolgere: Jotaro il duello con Red Hawk, loro invece la sicurezza degli abitanti di Dakota Star… se avesse agito di testa sua, sicuramente l’amico non glielo avrebbe mai perdonato.

- D’accordo - annuì infine.
- Tu e Omachi andate a dare un’occhiata intorno - ordinò Isac. - Radunate tutti quelli che troverete e conduceteli nell’hangar, io vi aspetterò là!

***

Ormai il duello stava volgendo al termine. Sia Kid che Lionel non potevano più nascondersi da nessuna parte, davanti a loro vi era uno spiazzo di terra battuta senza alcun elemento dietro cui ripararsi, la prossima mossa sarebbe stata quella decisiva.

- Allora, Kid - urlò Lionel. - Che ne dici di risolvere la questione alla vecchia maniera ? Un colpo ciascuno, io e te faccia a faccia, e il vincitore resta in piedi…

Kid strinse a sé il ciondolo che portava al collo, l’ultimo regalo della povera Jennifer, e ancora una volta si maledì per ciò che stava per fare. Il ricordo della fanciulla, morta tra le sue braccia, lo tormentava come una ferita in pieno cuore… aveva fallito: la donna che amava non c’era più, centinaia di persone erano morte a causa sua e adesso doveva prendere la stessa vita che aveva deciso di risparmiare anni addietro.

- Non te lo ripeterò un’altra volta, Kid - gridò ancora Lionel, minaccioso. - Se non esci fuori di lì, con le mani sui fianchi, i prossimi a morire saranno gli ultimi cani bastardi di questa schifosa città!

Kid sgranò gli occhi. Troppo sangue era stato versato, per colpa della sua debolezza, era giunto il momento di mettere fine a tutto questo. Senza dire una parola, Kid si alzò in piedi e uscì fuori allo scoperto; Lionel sorrise crudelmente da sotto il casco, entrambe le pistole rinfoderate e le mani pronte a estrarle, il tempo era finalmente giunto.

- Non ho dimenticato nulla di quella volta, Kid - mormorò Lionel. - Sono anni che sogno di spedirti all’inferno… e adesso mi leverò questa soddisfazione, una volta per tutte!
- No, Lionel - rispose Kid freddamente, continuando ad avanzare. - Io non dimentico!

Entrambi si guardarono negli occhi, nonostante le spesse visiere colorate, e finché non si trovarono uno di fronte all’altro nessuno fece fuoco. Era come se entrambi stessero memorizzando ogni singolo attimo che li separava dall’esito dello scontro, attimi di tensione e decisione… Quando entrambi si ritrovarono a pochi metri di distanza, le mani scivolarono velocemente sulle rispettive fondine e un istante più tardi i colpi vennero sparati contemporaneamente.

***

Gli ultimi spari furono uditi anche a distanza, tanto che Omachi voltò il capo per istinto in quella direzione. Isac e Steven stavano finendo di imbarcare gli abitanti della città su una grossa nave da carico tuttavia, mentre questi venivano incitati a fare presto, la ragazza avvertì un bisogno irresistibile di scoprire cos’era successo.

Omachi, dove stai andando ? - gridò Steven, vedendola correre via.

Per la prima volta da che lo conosceva, Omachi era seriamente preoccupata per Kid. Nonostante conoscesse l’abilità del ragazzo, ciò che le aveva detto prima ancora che partissero insieme per la missione l’aveva sconvolta. Fino ad allora, l’immagine di Jotaro che aveva davanti agli occhi era quella di un tipo arrogante e sicuro di sé… ma la persona che l’aveva messa a parte dei suoi ricordi era invece un giovane uomo triste che soffriva in silenzio. Jotaro non aveva combattuto contro un avversario questa volta ma con i sensi di colpa del suo passato, per questo era preoccupata che potesse essergli successo qualcosa.

***

Kid e Lionel rimasero immobili con le armi strette in pugno. Nessuno dei due vacillò, come se i colpi non li avessero neanche sfiorati, ad un tratto però Lionel lasciò cadere a terra la pistola.

- Hai… Hai vinto - riuscì appena a dire, prima di crollare in avanti con un tonfo sordo.

Jotaro non reagì. Davanti a quel corpo esanime, si sentì come svuotato: il ricordo di Jennifer, la rabbia verso Lionel, il rimorso verso tutte le sue vittime… tutto era sparito nel momento in cui aveva sparato il colpo e ciò che rimaneva adesso era silenzio e polvere.
Omachi si fermò di scatto, non appena vide il ragazzo in piedi accanto al cadavere del nemico. D’istinto avrebbe voluto dirgli qualcosa, sentirsi vicina a lui in qualche modo, ma conosceva troppo bene il dolore che l’amico stava provando in quel momento.
Kid sollevò lo sguardo verso il nero siderale sopra la sua testa. D’istinto la mano afferrò il ciondolo e strappò via la catenina che lo teneva assicurato. Il ragazzo osservò a lungo l’immagine di Jenny al suo interno; il sorriso di lei sembrava spento, così come il ricordo sbiadito dei giorni trascorsi insieme. Kid sapeva che non l’avrebbe mai dimenticata, non poteva dimenticarla, ma quello che aveva appena fatto, sebbene fosse la cosa giusta, era il motivo per cui non aveva più alcun diritto di amarla. Tempo fa le aveva fatto una promessa, una promessa che non era stato capace di mantenere, e ora invece il dolore era tanto… troppo!

- Addio, Jenny!

Così dicendo scagliò via il ciondolo, il più lontano possibile. Questi venne inghiottito dalla scura profondità del cosmo sopra di lui e Jotaro rimase immobile ad osservarlo, finché non scomparve del tutto alla vista. Con quel gesto Jotaro aveva deciso di mettere da parte il passato, e il dolore legato a esso, ma il ricordo di colei che aveva amato con tutto sé stesso non lo avrebbe mai abbandonato.
Omachi non disse nulla, consapevole dell’inutilità delle parole in quel momento, pur comprendendo bene i sentimenti di Kid. Un sottile filo di lacrime cominciò a scorrerle lungo la guancia, il resto era un segreto noto ad entrambi e tale sarebbe rimasto.

FINE

NOTA:

"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni

Per saperne di più, visitate questo link:

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