But I'm nothig without you.

di poisonous rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alta concentrazione ***
Capitolo 2: *** Oh. ***
Capitolo 3: *** Certo. ***
Capitolo 4: *** Parola di Mago. Parola di Strega. ***
Capitolo 5: *** Vaffanculo, Malfoy. ***
Capitolo 6: *** Zabini e Malfoy. ***



Capitolo 1
*** Alta concentrazione ***


Fandom: Harry Potter
Titolo:  Alta concentrazione.
Prompt: 097, Bomba
Note dell'autore: Okay è la mia prima raccolta siate clementi. Non sose questa sia una flash fic o cosa. Buona lettura. Ah, la protagonista principale è Rosalie Molly Weasley.
Tabella: http://levioosa.livejournal.com/752.html
 
“Questa volta lo uccido. Oh si che lo uccido. Non la passa liscia questa volta. Hugo!” 
Le urla di Rosalie Molly Weasley erano riconoscibili da chilometri e chilometri di distanza, non perchè avesse una voce chissà quanto acuta o prorompente, ma perchè si sentiva la vena arrabbiata ad ogni sillaba che lei pronunciava. 
E Rose Weasley arrabbiata non era un bello spettacolo. E Rose non si arrabbiava mai, no questa è una bugia, Rose non si arrabbiava mai realmente con nessuno, perchè lei si arrabbiava non realmente tutti i giorni. E la dimostrazione appunto era suo fratello Hugo. E molto spesso anche i suoi cugini erano costretti a subirsela nei suoi momenti di rabbia perenne, e anche quando non era realmente arrabbiata, era uno spettacolo a dir poco curioso quanto spaventoso. Urlava parole a destra e a manca saltando i verbi e tutto il resto dicendo solo le cose che lei riteneva più importanti e poi impugnava la bacchetta e qualcuno gliela tirava via dalle mani. Perchè lei doveva ancora andare al primo anno di Hogwarts. Avrebbe iniziato oggi, per cui, non era solo arrabbiata con il fratello, era pure in ansia. Quindi vederla con i capelli castani arruffati, gli occhi celesti che scrutavano ogni cosa da destra a sinistra e viceversa, beh si, per una persona che non era abituata a vederla in questo stato, avrebbe potuto pure chiamare un manicomio, ma i suoi parenti erano abituati. Perchè lei era Rosalie Molly Weasley. E mai discutere su quello che faceva, non conveniva. 
Hugo Weasley, fratello di Rose, sentendo l'urlo della sorella era leggermente sbiancato ma poi aveva sorriso, nonostante fosse di due anni più piccolo della sorella era molto astuto, o così credeva, diceva che la sorella non l'avrebbe mai minimamente sfiorato nemmeno con un dito, perchè era il suo fratellino adorato, non sapeva quanto si sbagliasse. Si trovava nel giardino dei Potter, guardacaso proprio accanto a quello dei Weasley, ed era insieme a Lily Luna Potter, cugina di entrambi e migliore amica di Hugo. Aveva impugnato saldamente il suo manico di scopa, (dato che lui e Lily si divertivano a fare finta di essere a Hogwarts e di sognare di giocare una partita di Quidditch contro i Serpeverde) ed era volato dentro la stanza della sorella. Che non si poteva propriamente definire stanza da ragazza perchè quella stanza, nonostante fosse di un colore di sottofondo roseo, era stata ripitturata a caso. Ovviamente da Rose, che odiava quel colore, e quindi un bel giorno aveva impugnato i pennelli, aveva preso la pittura, aveva coperto e spostato i mobili, e aveva schizzato mille e più colori di varie tonalità sulle pareti. Perchè il colore rosa, a Rose non andava bene, e se per caso la chiamavi Rosa invece che Rose, si scatenava il pandemonio. Hugo atterrò ad un palmo dal naso della sorella, che aveva il viso contorto in una smorfia di disappunto. Perchè lei odiava il Quidditch, le scope e quant'altro.  “Dimmi sorellona.” 
“Dimmi sorellona? Dimmi sorellona?! Come ti viene in mente di dire dimmi sorellona! Hugo voglio i miei jeans qui, subito, chiaro? Subito!” 
E Hugo la guardava accigliato, nonostante Rose avesse un miliardo e poco più di jeans tutti quanti uguali, voleva un particolare paio di jeans. E Hugo sapeva benissimo quale, il punto era che per lui era un emerita cavolata. Scosse il capo per poi fare altrettanto con le spalle con aria noncurante. La sorella assunse un tono facciale simile al rosso porpora. Il che era dire tutto.
Ora due erano le opzioni. O Rose ritrovava il suo paio di Jeans e andava a Hogwarts con quelli, si perchè erani un paio di jeans, ( jeans che lei aveva usato anche quando aveva fregato il Boccino d'Oro a zio Harry contro la sua volontà) fortunati e che quindi doveva assolutamente indossare per il suo primo giorno a Hogwarts, altrimenti era sicura che sarebbe caduta metaforicamente in qualche guaio.
Oppure Hugo Weasley a causa di un Expelliarmus lanciato dalla sorella sarebbe finito dritto dritto nella casa degli Scamander, perchè Rose Weasley aveva comprato la sua bacchetta due anni prima di Hogwarts, senza permesso dei genitori, perchè si era impuntata che doveva diventare brava come sua madre quando aveva dieci anni, ma quando aveva scoperto che la bacchetta non si poteva usare al di fuori di Hogwarts prima dei 17 anni, dire che si era arrabbiata era dir poco. Ma quelli erano i suoi jeans fortunati, e con tutta la buona volontà che Rose aveva nel trattenersi ogni volta dallo schiantare suo fratello, perchè sapeva farlo eccome, questa volta non avrebbe resistito e sarebbe stata espulsa da Hogwarts ancor prima di entrare! Quindi l'avrebbe direttamente ucciso dopo averlo schiantato.
“E non puoi usare la tua bacchetta e cercare qualche incantesimo per ritrovare il tuo paio di jeans fortunerrimo?” 
A nessuno piaceva far arrabbiare Rose, perchè poi sapevano che andava in tilt, ma Hugo aveva sempre quell'assurda idea che la sorella fosse un angioletto (“con le corna” aggiungeva sempre James) ma le cose che facevano arrabbiare Rose in determinate occasioni, e che guardacaso scatenava sempre Hugo, era esser pigliata per deficente e soprattutto sentire una parola inventata per farla innervosire. Perchè Rose era convinta che si dovesse sapere almeno metà dizionario prima di aprire bocca e poter pronunciare una formula magica. Quindi lei avrebbe tappato la bocca a Hugo molto presto.
Rose afferrò di scatto la Fireboot 2001 del fratello e lui rimase sorpreso, ovviamente, ed iniziò ad indietreggiare spaventato. Rose Weasley non toccava manico di scopa se non sotto tortura o sotto le lamentele del padre, che era peggio di Hugo in certe occasioni. 
“Hugo Weasley trovami immediatamente il mio paio di jeans fortunati oppure ti spedisco dritto nella casa degli Scamander!” 
Ecco, adesso la frittata era fatta. Hugo iniziò a sudare freddo, non aveva mai sentito sua sorella urlargli così esplicitamente che l'avrebbe schiantato molto presto.
Iniziò a guardarsi intorno e guardò il suo povero manico di scopa nelle mani della sua sorellina appena uscita pazza. O forse già lo era e lui non se n'era reso conto troppo intento a mangiare cioccorane fino a quel giorno. 
Si girò un secondo verso il giardino dei Potter e vide Lily, che aveva un espressione a dir poco stralunata sul volto, cosa alquanto normale, Rosalie Weasley non pigliava un manico di scopa da.. secoli. 
“Lily chiama James! Questa qui è incazzata di brutto!”
Lily sgranò appena gli occhi sentendo l'urlo del suo migliore amico, ma poi si riprese e impugnò il suo manico di scopa schizzando veloce dentro casa Potter. Poi si sentirono alcuni gridolii di Ginny Weasley in Potter e poi alcuni fruscii. Come se stessero spazzando. Hugo prevenendo il tutto si chinò per terra in ginocchio e si riparò la testa con le mani. Rose rimase un attimo interdetta e fissò il fratello qualche secondo mentre stringeva saldamente la scopa, poi capì, ma era troppo tardi per muoversi. Entrarono nella sua camera tre persone. Due delle quali la afferrarono e iniziarono a farla roteare per tutta la stanza, che poi era una mansarda quindi il tetto non è che fosse chissà quanto alto, per cui stavano attenti a non farla urtare con il capo sotto al tetto altrimenti addio alla sanità mentale che rimaneva di Rose Weasley. La Fireboot di Hugo scivolò dalle mani di Rose e lui prontamente come preso da una scossa si alzò di scatto e afferrò la scopa prima che potesse cadere a terra, e poi iniziò a chiederle se stesse bene e soprattutto che era tutto finito. 
Invece dalle labbra di Rose uscì un verso simile a un grugnito e iniziò a scalciare e a muoversi maggiormente, mentre i suoi due cugini cercavano realmente di non combinare casini con lei fra le mani. Albus Severus Potter e James Sirius Potter erano un ottima squadra, ma se avevano fra le mani una schizzata lunatica come Rose era impossibile prevedere che cosa diamine sarebbe potuto accadere nel giro di due minuti. 
“Ora.. Giù.. James.. Albus.. ORA!” 
E quelle cinque parole senza un senso ben connesso ebbero la capacità di far sgranare gli occhi ai due ragazzotti che reggevano Rose per le braccia e che per poco non gliele staccavano. Avere paura di Rose Weasley non era per niente difficile, bastava sentire le sue urla a un centimetro di distanza per capire che se non si mettevano le cose apposto in meno di due secondi, beh, nemmeno il ministro in persona sarebbe riuscita a fermarla. Perchè Rose Weasley, era quella che si poteva definire una..
Bomba.
Ad alta concentrazione e decisamente logorroica se ci si metteva. 
Ed era decisamente meglio mettersi ai ripari, altrimenti? 
La bomba ad alta concentrazione esplodeva mandando a destra e a sinistra incantesimi e parlando fino al nuovo anno. 
Quindi per niente consigliabile.
Ma infondo, quella era Rose Weasley, che si poteva pretendere da lei?

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Capitolo 2
*** Oh. ***


Fandom: Harry Potter
Titolo:  Oh.
Prompt:  001, L'inizio
Note dell'autore: Non è facile incontrare una persona che proprio non ci sta a genio, o almeno crediamo che non ci stia a genio. Soprattutto nel modo in cui Rose ha incontrato questa persona.
Tabella: http://levioosa.livejournal.com/752.html
 
Dire che adesso era nervosa era dire decisamente poco. Rosalie Weasley era sotto tensione, isterica, schizzo frenica, era uscita decisamente pazza. E si era anche piantata con i piedi fuori al treno alla stazione di Londra, più precisamente al Binario 9 ¾, che conduceva alla sua futura scuola, futura casa, futuro luogo di crescita. 
In poche parole si vedevano stormi di ragazzini che entravano dentro il treno tutti eccitati e saltellanti, e una testolina dai capelli color castagna con dei riflessi rossi immobile e piantata al suolo. Vani erano stati i tentativi di Hermione e Ron Weasley, i suoi genitori, per farla muovere da li. Ogni tentativo era stato assolutamente inutile. Tutti quanti lo sapevano, Rose faceva le cose solo e unicamente se era pronta. Quindi, erano passati ben 7 minuti da quando Rose stava guardando quella maledettissima porta aperta con il conducente che invitava tutti i primini e co. ad entrare. I genitori della piccola decisero di mettersi comodi dietro di lei, sedendosi su una panchina. Harry Potter invece, guardava i suoi figli, James e Albus Potter entrare tutti saltellanti e eccitati dentro il vagone, il ragaz- ops, l'adulto sopravvissuto a Lord Voldemort solo dopo che Lily, la sua terzogenita (leggermente imbronciata perchè sarebbe andata solo l'anno dopo a Hogwarts), gli disse che Rose era ancora piantata con i plantari sul pavimento della stazione e non accennava a muoversi, distolse l'attenzione dai suoi amati pargoli, che ormai stavano diventando grandi, e si avvicinò alla nipotina con una mano nella tasca. 
Ronald Weasley sorrise sotto i baffi, sapeva benissimo che il sorriso e gli occhi di Harry potevano sciogliere chiunque, ma Hermione Weasley non era della stessa idea, conosceva sua figlia, e sapeva, che se si metteva una cosa in testa quella era. Quindi avrebbero implorato il conducente di aspettare che la figlia fosse pronta a salire su quel dannatissimo vagone prima di far partire il treno per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Infondo avevano salvato la comunità magica, un favore potevano chiederlo al conducente no?
“Uhm.. allora? Paura?”
Harry, a furia di stare con Ron, evidentemente aveva perso il senso del tatto e sopratutto del cervello. Poteva essere pure cresciuto, poteva essere pure sopravvissuto a tu-sai-chi, ma chiedere "paura" a Rosalie Weasley in un momento simile significava volersi buttare sotto le rotaie. La ragazzina si girò di scatto verso lo zio con un sopracciglio inarcato e mormorò un “Pff.” che sorprese molti, normalmente avrebbe iniziato ad urlare che lei non aveva paura di niente e di nessuno e provata dall'orgoglio sarebbe salita a forza su quel vagone, ma, evidentemente, ora il suo orgoglio si era fatto piccolo piccolo perchè non riusciva realmente a sopportare tutta la paura che la ragazzina in quel momento stava provando. Cosa abbastanza plausibile, siccome andare in una nuova scuola, e tornare a casa solo per Natale e festività varie, non era cosa da tutti i giorni. 
“E allora perchè non sali?”
Harry Potter, come disse una volta Hermione al suo attuale marito, aveva la sensibilità di un cucchiaino. E se non stava attento erano guai. Non solo per lui, ma anche per Rose che sarebbe stata accerchiata da schiere di Auror se avesse ucciso suo zio in uno schizzo di pazzia estrema. La ragazza era alquanto esaurita in quel periodo. 
“Non lo so.”
“Sicura?”
Harry Potter stava per morire. Era questione di minuti, secondi forse.
“Perchè insomma se hai paura.. ti capisco. Anche io..”
La mora-rossa sbuffò sbattendo i piedi a terra, e si videro le orecchie diventare rosse. Harry sorrise fra se e se, non era un buon segno, ma lui che ne poteva sapere? Non era lui che ogni giorno rischiava che la propria figlia venisse, ancor prima di metter piede a scuola, espulsa per uso improprio della bacchetta. 
“.. avevo una fifa enorme, ero solo. E poi ho visto i Weasley..”
Quella storia Rose probabilmente la sapeva meglio di chiunque altro, il padre gliela raccontava ogni settembre di inizio anno scolastico, nonostante lei non andasse a scuola, perchè diceva che l'avrebbe preparata per andare a Hogwarts, perchè Rose non sarebbe mai stata sola, ci sarebbe stato sempre lui con lei. Ed era questo che faceva innervosire la ragazzina, lei non voleva dipendere dal paparino come Lily. Poco ma sicuro che fra pochi secondi sarebbe scoppiata ad urlare e al diavolo le buone maniere di mamma Hermione, se non resisteva non resisteva no? No. 
Perchè se eri figlia di Hermione Granger in Weasley, le parolaccie, le urla, e lo sporco non erano ammessi. Di conseguenza in casa i suoi figli si trasformavano in due burattini, o meglio, Hugo si trasformava in un burattino, Rose iniziava ad esaurirsi per poi uscire in giardino e urlare tutte le parolaccie che lei conoscesse e anche di più. Quindi si poteva dire che Rosalie Weasley era la versione in miniatura di Hermione Granger, con la differenza che se non le stava bene una cosa iniziava a parlare a raffica e l'aveva sempre vinta. Caratterialmente era un misto delle famiglie Potter e Weasley, per niente consigliabile. 
Rose diede le spalle allo zio, e la madre si alzò di scatto per rimproverarla, ma ormai Rose stava camminando, per cui Hermione si sedette e strinse la mano del marito inspirando a fondo, la sua bambina stava crescendo. 
Non era entrata nel vagone dei cugini, e stava camminando per entrare in un altro vagone, probabilmente adesso era pronta. O forse no, ma l'importante era sfuggire alla solita cantilena che sentiva da ben undici anni nelle orecchie. 
Mentre camminava vide un vagone, era praticamente vuoto, pensò di tornare indietro -mica voleva stare tutta sola nel viaggio di andata per Hogwarts- ma non appena vide una testolina bionda muoversi all'interno sorrise fiduciosa. Più stava lontano dai suoi familiari meglio era, doveva crescere per conto suo, e nonostante amasse la sua famiglia più di qualunque altra cosa, sapevano entrambi che doveva crescere per conto suo, imparare a sbagliare, e non essere catalogata come "L'ennesima Weasley" oppure "La Granger in miniatura", voleva essere considerata una persona normale, voleva essere considerata semplicemente Rose. 
Salì sul vagone e tirò il suo bagaglio all'interno, che era stato praticamente stregato dalla mamma, (aveva ridotto tutto in miniatura, in modo tale che entrassero tutti i libri di Rose e i suoi amati Jeans e aveva aggiunto anche qualcosa di femminile, non si sa mai) poi si sporse leggermente, appena in tempo per vedere la mamma che schizzava veloce davanti al suo vagone con le lacrime agli occhi. Rose si morse un labbro e si impose di essere forte, dopo poco affianco a sua madre si materiallizzò tutta la sua famiglia. Sorrise e fece ciao con la mano inspirando a fondo, ce la poteva fare. 
“Zio Harry!” urlò non appena il treno inizò a muoversi lentamente, lui si girò verso di lei con un sorriso grande quanto una casa. Harry Potter era pur sempre Harry Potter.
“Dimmi piccola!”
“Ho paura!”
Harry sorrise, Rose per lui era come una seconda figlia, le voleva bene proprio come se fosse sua figlia. Infatti delle volte si ritrovava li, a consolarla quando il suo migliore amico la puniva per delle stupidaggini. Era un mito anche per questo Harry, perchè capiva come si sentisse in questo momento Rose.
“Rose, ci fidiamo di te!”
“Vi voglio bene!”
E poi la porta si chiuse definitivamente. Non appena fu sicura che i suoi parenti non la potessero più vedere fece un passo indietro e cacciò una lacrima, una sola. Inspirò a fondo e si morse il labbro. Lei non doveva piangere. Doveva essere forte, altrimenti come avrebbe fatto un anno intero senza i suoi genitori? Entrò dentro la cabina del vagone trascinando a forza il bagaglio e poi lo mise sopra lo scaffale, infine si sedette sbuffando. Solo in quel momento si ricordò della persona che c'era nel vagone. Era un ragazzo, che non appena la vide sorrise, a Rose le si sciolse il cuore, era un ragazzo che.. non si poteva descrivere. 
Aveva due grandi occhi celesti che ti ipnotizzavano, dei capelli biondi, e il fisico, nonostante fosse seduto, sembrava niente male per un ragazzino di undici anni. 
Si avvicinò a lei, quasi curiosamente, e Rose sgranò leggermente gli occhi appiattendosi contro il sedile dello scompartimento. Perchè non si ritraeva come faceva solitamente con persone che non conosceva? Perchè con lui non si ritraeva? Forse perchè guardarlo negli occhi era ipnotico. Decisamente. Quel ragazzo era un mago che ipnotizzava e per questo lei non si riusciva a muovere. Oh si decisamente.
“Stai piangendo.” disse il biondino avvicinandosi alla sua guancia e cancellando la lacrima con un dito. Rose arrossì visibilmente, non le era mai capitato di arrossire con un ragazzo. Che diamine di filtro stava usando quel tipo? 
“Perchè piangi?” 
“Mi mancheranno i miei genitori. E la mia famiglia.” Poi si morse un labbro nervosa. Doveva smetterla di fare così, si vedeva che era nervosa a chilometri. Dannato biondino.
“A me non mancheranno.” disse lui allontanandosi da lei e rimettendosi al suo posto. Aveva un aria quasi annoiata mentre parlava della sua famiglia. Ma comunque Rose lo riteneva un ragazzo.. carino. 
“Perchè?”
Erano due sconosciuti, eppure, quello sembrava L'inizio di un amicizia. O almeno così pensavano loro due.
“Perchè comunque avrei dovuto fare cose che n..” E non potè continuare a parlare che la porta dello scompartimento si aprì di botto. Era James. Che sgranò gli occhi sorpreso vedendo il piccoletto, per poi fissare la cugina con aria inespressiva. 
“Rose! Esci immediatamente di qui!”
La ragazzina inarcò un sopracciglio inclinando leggermente il capo. Poi ridacchiò scuotendo il capo. “Ti sei fritto il cervello Jamie?” chiese scuotendo il capo, poi guardò il biondino, che fissava James quasi con odio, perchè?
“Esci immediatamente Rosalie Molly Weasley!”
L'aveva chiamata con il nome di battesimo, e le aveva imposto una cosa. Non l'aveva mai fatto, Rose lo guardò stralunata e scosse il capo per poi posare di nuovo lo sguardo sul biondo, sembrava essere lui il problema. Ma perchè? “Sei una Weasley?” chiese il ragazzo, e se prima aveva quella vena quasi dolce e curiosa mentre parlava, adesso sembrava che la odiasse più di qualunque altra cosa, eppure il suo sguardo diceva tutt'altro.
“Certo che lo è! Sparisci Malfoy, e non ti avvicinare più a mia cugina.”
Malfoy.
Dannazione era un Malfoy!
A Rose si congelò il sangue nelle vene e poi deglutì irrigidendo la mascella. Stava familiarizzando con il nemico. E non se n'era nemmeno resa conto, forse perchè lui, a differenza di come Ron aveva descritto il padre di Malfoy junior, Draco Malfoy, era.. diverso.
“Si avvicinerà lei a me. E' una Weasley, mi correrà dietro più di tutte le altre.” E detto questo il ragazzo prese la borsa e se ne uscì, spintonando leggermente James nonostante fosse di una spanna più alto di lui. Rose rimase ferma, immobile, a fissare un punto fisso dinnanzi a lei. Non era riuscita a replicare, troppo ferita nell'orgoglio e sorpresa da quello che il ragazzino aveva detto, al diavolo i buoni propositi era proprio come suo padre se non peggio.
James le si sedette di fronte, dove poco prima c'era Malfoy e incrociò le gambe iniziando a mangiare una cioccorana. La porta dello scompartimento ancora aperta, Rose guardò il cugino e si maledii mentalmente, perchè doveva avere un cugino così.. così?
Si alzò e sotto lo sguardo curioso di Jamie uscì dallo scompartimento chiudendo la porta alle sue spalle. Si appoggiò al muro e lentamente scivolò per terra, immersa nei suoi pensieri. Venne raggiunta poco dopo dall'altro cugino, Albus, il suo migliore amico. Si sedette affianco a lei e poi la avvicinò prendendola per il fianco. Rose alzò di scatto la testa e sorrise, per poi appoggiarsi alla spalla del cugino. Con lui era veramente se stessa.
“Malfoy?”
“Forse.”
“Si chiama Scorpius.”
Oh.
Si capivano con uno sguardo, una parola loro. Erano unici. Forse i più legati nella famiglia.
“Allora?”
“Allora mi sa che questo sarà l'inizio di uno dei tanti giorni andati a che andranno a farsi fottere.”

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P.S. Ringrazio le persone che mi hanno messa fra seguiti e ricordate v.v So di non essere brava, ma un commentino potevate lasciarmelo ><
Alla prossima. 
H.

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Capitolo 3
*** Certo. ***


Fandom: Harry Potter
Titolo:  Certo.
Prompt: 098, Scelta personale - Corridoi
Note dell'autore: Questo è un capitolo moolto corto rispetto ai miei canoni. Spero vi piaccia. L'ho scritto su due piedi quindi potrebbe avere un bel pò di errori, buona lettura, e.. buon ultimo dell'anno! 
Tabella: http://levioosa.livejournal.com/752.html
 
Erano passate alcune settimane dal primo giorno di scuola di Rose. Era stato a dir poco traumatico. Il che bastava a descrivere tutto quello che aveva provato. 
Una cosa l'aveva resa felice, non essere capitata nella stessa casa di quello spocchioso biondino, capitato ovviamente a Serpeverde. Che poi lo odiava per un motivo a lei ignoto, o forse non lo odiava. Doveva ancora capirlo per bene. Entrò di corsa in Sala Grande mentre tutti gli occhi correvano su di lei, in quelle poche settimane già tutti la conoscevano, aveva fatto dei casini abnormi, e il fatto che si chiamasse Weasley non aiutava granchè. Il più grande guaio che avesse combinato era stato correggere un professore mentre parlava, inutile dire che aveva tolto 30 punti a Grifondoro senza nemmeno pensarci due volte su, eppure, lei aveva ragione. Oppure, una seconda volta, beh, mentre correva si era portata Scorpius addosso, inutile dire che erano partiti i coretti e James, che si trovava nel campo da Quidditch, si era precipitato a salvarla, e lei non sapeva nemmeno come avesse fatto ad arrivare dall'altro lato del castello in sella a una scopa così velocemente! Ma James non la contava giusta a nessuno, era fin troppo protettivo nei confronti di Rose, così adesso lei aveva iniziato ad evitarlo, era il suo cugino preferito dopo Al, ma non poteva essere seguita da suo cugino per tutta Hogwarts perchè lui non voleva che lei stesse ad una distanza ravvicinata da Scorpius. 
 
Così adesso si ritrovava sperduta in un corridoio dei sotterranei. Motivo? James per l'ennesima volta aveva cercato di inseguirla e di starle alle calcagna "senza farsi notare" ma lei si era accorta subito che il cugino era dietro di lei, come? Era inciampato e aveva urlato un "Miseriaccia" che avrebbe svegliato anche il Barone Sanguinario. 
Girò l'angolo e si accasciò al suolo scivolando lungo il muro freddo. Socchiuse gli occhi poggiando la testa e tirandosi le ginocchia al petto, fregandosene che se fosse passato qualche Serpeverde si sarebbero viste tutte le sue gambe, aveva 11 anni. Nessuno faceva pensieri pervertiti su un'undicenne cavoli! 
 
Se non..
“Weasley. Se non avessi visto i tuoi capelli rossi, avrei pensato che eri una ragazza decente, guardando le gambe. ” 
Malfoy.
Rose alzò di scatto lo sguardo, ritrovandosi ad un palmo dal naso, il viso del suo interlocutore. Arrossì di botto indietreggiando, quindi sbattendo la testa contro la pietra dura. 
“Cacchio!” Esclamò tastandosi la parte lesa chiudendo un occhio, come se facesse un occhiolino a Scorpius. Lui non si mosse, nè si fece più indietro. Rimase li, fermo a guardarla, senza cambiare espressione. Il ghigno stampato su quel bel volto, e gli occhi grigi a penetrarla. Uguale al padre avrebbe detto Hermione. Ma Rose non sapeva com'era il signor Malfoy, non l'aveva mai visto, suo padre non aveva voluto farglielo vedere, motivo? Diceva che altrimenti si sarebbe scandalizzata, e lei aveva lasciato perdere in partenza, voleva evitare discussioni inutili.
“Molto imbranata Weasley. Chi ti piglierebbe mai come ragazzo?! Non lo so proprio.”
Rose si alzò di scatto e si ritrovò incollata al muro, mentre Scorpius si avvicinava pericolosamente a lei. Arrossì di botto e ripensò alla prima volta che lo vide, lo aveva considerato bellissimo. E lo considerava tutt'ora bellissimo, solo che.. beh mica poteva dirlo! Aveva un orgoglio lei! E forse anche troppo elevato. 
“E chi piglierebbe un tipo che sembra che i capelli siano stati leccati da una mucca eh?”
Chiese socchiudendo gli occhi ad una fessura mentre provava a fare un passo avanti, ma il biondino le mise la mano sulla spalla e la rispinse contro il muro. Rose arrossì e inarcò leggermente la schiena per via della piccola fitta provocata dalla botta e fissò isterica Malfoy. 
“Che dia..”
Ma lui le si avvicinò e i loro nasi si sfiorarono, lei sgranò leggermente gli occhi e voleva scappare, diamine se lo voleva fare, ma non ci riusciva. I suoi piedi era incollati al suolo. Come se non riuscisse a staccarsi da lui. Ne ora ne mai. 
“Scommetto che non ti ha mai baciato nessuno Rossa.”
E allora Rose dimenticò tutti i suoi buoni propositi non appena la chiamò rossa. Nessuno la poteva chiamare rossa. Perchè lei era castano-rossastra. 
“E invece ti sbagli coso.”
E in quel momento lui si sentì toccato nell'orgoglio, nessuno aveva mai osato chiamarlo coso, o tipo, motivo? Lui aveva un nome e lo sapevano tutti, non sia mai che un qualcuno passasse davanti a lui e suo padre e salutasse solo a suo padre. Si scatenava il pandemonio. Lui era Scorpius Hyperion Malfoy. Tutti sapevano il suo nome e nessuno poteva storpiarlo. Per cui, il suo cervello macchinò un qualcosa che, probabilmente, fu l'inizio di tutti i problemi dei due piccoli undicenni. 
Certo, Weasley.”
Si girò e iniziò a camminare, Rose rimase interdetta, non sapeva come replicare, doveva essere lei l'ultima a parlare. Sempre. E ora?
“Malfoy!”
Bingo.
 

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Capitolo 4
*** Parola di Mago. Parola di Strega. ***


Fandom: Harry Potter
Prompt: 033, Come?
Tabella: http://levioosa.livejournal.com/752.html


 
Parola di Mago. Parola di Strega.



 
“ Malfoy! ”
L'avrebbero potuta sentire. L'avrebbe potuta sentire Jamie -e ci sarebbero state delle terribili se non gravi conseguenze-, ma così non fu. Nonostante avesse urlato il suo nome per fargli capire che lei era Rose Weasley, e non una persona qualunque, a squarciagola, nessuno l'aveva sentita se non Scorpius. Ringraziando al cielo, si intende.
Il biondastro si bloccò di scatto, mentre un pensiero nella sua mente si formulò. Un pensiero decisamente perverso e malvagio, da Malfoy insomma. 
Se l'avesse visto suo padre, ah, gli avrebbe sorriso come mai prima d'ora. Perchè Draco Malfoy, da piccolo, era praticamente la fotocopia del ragazzino che in questo momento Rose le dava le spalle. 
E la giovane Weasley, a detta di Malfoy senior, poteva benissimo passare per Hermione Granger in miniatura, ma Rose aveva quel tocco che la contraddistingueva. Quel tocco che la rendeva uguale ma diversa dalla mamma. Quel tocco che la rappresentava.
Dopo i primi cinque anni di vita però, era diventata un misto del Trio in miniatura. Era praticamente tutti e tre messi insieme. Da zio Harry aveva preso l'innata voglia di ficcarsi nei guai. Da suo padre, Ronald, aveva preso la cocciutaggine -senza contare i tratti Weasley si intende. Da mamma Hermione, aveva preso l'intelligenza, l'orgoglio, l'impulsività. Si poteva dire che era un'ottimo mix, ma, tremendamente pericoloso. Lo sapevano tutti, quando la Granger si adirava, erano guai. E lo stesso valeva per i suoi due migliori amici, ma quando si toccava l'orgoglio. Beh, quello era un tasto fin troppo dolente. Era vero che la casa di Godric Grifondoro fosse caratterizzata da valoriosi studenti, ma diamine, avevano un orgoglio che toccava la Luna con tutto il palmo della mano! Per Rose invece, non era così. Lei era praticamente su Plutone. 
Scorpius rimase fermo, attendendo che la giovane Weasley gli dicesse di tornare indietro supplicendolo. Infondo era questo che lui aspettava, ma ciò non avvenne. Si morse il labbro, stando ben attento a non farsi vedere. Anche se, le mani che si chiudevano a pugno fino a far diventare le nocche bianche, beh, non erano un ottimo segno di equilibrio mentale. Il padre gli aveva sempre insegnato che lasciar trasparire le emozioni, significava che le persone potevano capirti troppo facilmente, e colpire di conseguenza i tuoi punti deboli. E mai come ora, si sentiva più vulnerabile con lo sguardo della ragazzina piantato sulla sua nuca. 
Lo stava trafiggendo, maledizione. 
Come diamine faceva quella sporca mezzosangue a trafiggerlo?
Inspirò a fondo e fece un'altro passo, quando udì le parole della giovane colpirgli prepotentemente il suo poco di buon senso rimasto, si fermò di colpo; con un piede ancora sollevato, come se volesse camminare ma fosse stato appena pietrificato dalla ragazzina. “ Non ho bisogno di dimostrare a te che quello che dico, è la pura verità. D'altronde cos'altro mi potevo aspettare dal figlio di un Mangiamorte?
Cosa.. come aveva osato dire simile scempio?
Dalla voce, Rose sembrò perfettamente a suo agio nel pronunciare quelle parole, ma una piccola nota di paura nel pronunciarle, uscì fuori non appena disse "Mangiamorte". Rose non aveva vissuto "nell'era" dei suoi genitori. Quindi non poteva sapere cosa comportasse essere Mangiamorte -almeno secondo Scorpius-, e cosa significasse essere  il figlio di una persona simile. E invece, nonostante i pensieri del biondino, Rose sapeva benissimo che cosa volesse dire, perchè un giorno Hermione, le aveva raccontato che i Mangiamorte non erano altro che persone soggiogate al dominio di Lord Voldemort. E il padre di Scorpius non era altro che uno di questi, anzi, lui era stato soggiogato al desiderio del padre di renderlo Mangiamorte e degno della stirpe dei Malfoy. E loro lo sapevano bene. Ormai lo sapevano tutti. Draco Malfoy si era pentito e ora era un uomo quasi ligio alle regole del ministero. 
“ Weasley, che.. che hai detto.
Non era una domanda o un obbligo, era semplicemente un.. un'accusa. Scorpius, nonostante non sopportasse l'atmosfera che doveva sorbirsi a casa, voleva bene a suo padre. Si fidava di suo padre. Proteggeva suo padre in tutto e per tutto. E l'avrebbe fatto sempre e comunque. All'infuori di tutte quelle dicerie su di lui, Scorpius, e un quarto della popolazione magica, aveva capito come Rose, che Draco Malfoy non era cattivo. Solo che non riusciva a reprimere l'odio verso quell'uomo così vile e codardo che aveva lasciato che sua mamma venisse cruciata. Senza fare niente. Lui era stato li, a guardarla soffrire, a guardarla urlare. E non aveva fatto niente. Solo per questo motivo lo odiava. Perchè era un codardo. E il figlio sicuramente non era da meno, per questo l'aveva provocato. Solo per il gusto di vederlo in difficoltà, perchè lei si voleva vendicare delle ingiurie che aveva subito sua madre a causa delle Serpi, di sua Zia più precisamente. La vendetta non era molto da Grifondoro, e anche il Cappello Parlante era stato indeciso se mandarla a Serpeverde o Grifondoro, se l'avesse mandata a Serpeverde, beh, suo padre l'avrebbe ripudiata e Cruciata. Con fiocchi e controfiocchi. Ringraziando al cielo non era stato così, e lei era finita, come tutti i Weasley, nella casata di Godric Grifondoro com'era giusto che fosse.
“ Che non mi aspetto che tu mi creda Malfoy. Infondo come potresti? Sei un Malfoy. ” e disse quella frase con tanto disprezzo, che sembrò una degna Serpeverde, una di quelle che non si vedevano dai tempi di Pansy Parkinson. Scorpius raggelò e spinse nuovamente la ragazzina contro il muro sovrastandola di poco, infondo erano entrambi undicenni, e nonostante lui fosse di due dita più alto del metro e cinquanta della moretta, chi voleva pigliare in giro? Non faceva paura a nessuno. Tantomeno a una Gryffindor come lei, o almeno così si era imposta lei.
“ Scommetto che non riusciresti a capirmi neanche se te lo permettessi. ”
Come? Stava seriamente scommettendo con .. Lei? Avrebbe trovato pan per i suoi denti.
“ Scommetto il contrario. ”
“ Bene, allora sei spacciata Weasley, hai appena scommesso su una battaglia, persa in partenza. ”
Rose raggelò sul colpo, non credeva di aver accettato la scommessa rispondendo a tono a quel.. biondastro narcisista! Ed ora era li, stretta fra lui e il muro e si stava preoccupando. Tutta la sua spavalderia scomparve e i suoi occhi si assottigliarono, presagendo che quello che aveva combinato era un'enorme stupidaggine. Fottutamente insulsa. Forse, Scorpius, accorgendosi che la ragazza iniziava a diventare leggermente rosea sulle guance -forse in imbarazzo per la vicinanza assurda fra i due e mai provata prima con nessuno se non con suo cugino per picchiarsi- , si allontanò da lei leggermente e infilò le mani in tasca sorridendole maligno.
“ O forse hai paura? ”
Tutti i dubbi della piccola svanirono. Se prima era lui a pensare come diamine avesse fatto lei a pensare una cosa simile, adesso toccò a lei. Infatti, bastò un attimo, e quella frase, per farle allungare una mano verso il biondino e sorridere altrettanto malignamente. Un qualcosa era scattato in lei, un qualcosa che la mamma le diceva sempre che era meglio che non venisse mai fuori. Perchè portava sempre a condizioni disastrose, ma lei era Rose. Non ascoltava nessuno, era fin troppo cocciuta. Eppure, in quel momento, non riusciva a ricordare come si chiamasse quel sentimento. Era troppo concentrata a scrutare Malfoy. I capelli tirati all'indietro da gelatina (?), il mantello che sfiorava il pavimento a ogni suo movimento, il fisico da undicenne nascosto dalla divisa di Hogwarts con la cravatta allentata per avere l'aria da "fighetto". Il viso leggermente tondo ma ben formato, e, infine, gli occhi grigi che la fissavano in attesa di un qualche cedimento, sicuro che ce ne sarebbe stato qualcuno. Ma lui non la conosceva, e non l'avrebbe mai conosciuta fosse stato per lei. 
“ Di vincere troppo in fretta? Forse, Malfoy. ”
Mormorò mentre il biondino le afferrava il braccio all'altezza del gomito fortemente irritato dalla sua insolenza. Sapeva che doveva stringere quel patto in un qualche modo, ma non sapeva come. Era sempre stato così, quando creava un qualcosa di malefico, poi quel qualcosa si frantumava ai suoi piedi perchè non riusciva a trovare le giuste condizioni per mandarlo avanti. Ma non appena guardò meglio gli occhi celestiali di Rose, un ghigno tipico dei Malfoy gli attraversò il viso.
“ E starai alle mie condizioni. ”
Come prego?
“ Come, prego? ” lo guardò un secondo e poi acconsentì rassegnata, non poteva certamente fargli vedere quanto le costasse stare alle sue regole. “ E tu starai alle mie.”
Lui le strinse maggiormente il braccio e lei socchiuse un occhio guardandolo torva. Che aveva intenzione di fare eh? Minacciarla? Ormai aveva accettato, più o meno.
“ Tu devi conoscere me, non io te. Di conseguenza, cara mia sporca Mezzosangue, starai alle mie regole. Sempre se non hai paura di perdere, si intende. ”
Rose socchiuse gli occhi ad una fessura, strinse anche lei la presa sul braccio del ragazzo impettita. 
“ Qual'è il piano? ” gli chiese sospettosa, non avrebbe detto "Parola di Strega" fino a quando non sarebbe stata certa che avrebbe vinto, a tutti i costi. Malfoy ghignò guardandola. Le venne la pelle d'oca, quel ragazzo aveva uno sguardo che poteva far sentire chiunque in soggezione. Nonostante lei non lo desse a vedere, voleva dimostrargli chi lei fosse. E non sarebbero serviti nemmeno due giorni per farglielo capire, si poteva vedere da subito che tipo era. 
Portava scarpe da ginnastiche rosse e bianche con delle linee laterali nere, le chiamavano Converse i Babbani; molto più comode delle scarpe che avrebbe dovuto indossare, completamente bianche da ospedale, non sopportava il bianco perchè le ricordava il San Mungo. La gonna della divisa era leggermente più corta di quella delle altre ragazze, solo perchè lei amava saltellare e le dava fastidio perchè le rallentava la velocità con cui svolgeva i saltelli. La camicia bianca sotto a un maglioncino largo, troppo largo, marroncino a coprirla. Il mantello abbottonato e che le scendeva perfettamente addosso, come se l'avesse sempre portato. I capelli mori-rossi (che lei amava chiamare ramati) che le ricadevano sulle spalle con dei boccoli morbidi, a differenza della madre non aveva un cespuglio al posto dei capelli.. forse quando pioveva diventavano tali. E gli occhi, beh, gli occhi erano la cosa su cui Scorpius fin da subito, si era soffermato a studiare. Irradiavano tutto il suo viso a forma di cuore, una cosa che non aveva mai visto in nessuna ragazza. E, nonostante ne avesse conosciute poche di ragazze, sapeva riconoscere -nonostante il fatto che Rosie fosse una Weasley- che quella era una bella ragazza di undici anni. 
“ Se riuscirai a scoprire una cosa di me, entro un mese, avrai vinto. ”
Sembrava logico come ragionamento, filava liscio, insomma, sai quante persone lo conoscevano a Hogwarts? Sarebbe stato un gioco da ragazzi.
“ E se vinco, voglio che tu mi faccia i compiti di Pozioni e Babbanologia per tutto l'anno. ” disse lei sorridendo sorniona, convinta di avere la vittoria in mano. 
Scorpius fece un'espressione leggermente schifata quando sentì il nome della materia dei Babbani - e non poteva , ma non replicò, lui aveva in serbo per lei una cosa senz'altro peggiore, che l'orgoglio della Grifoncina poco volentieri avrebbe accettato, ma lei, presa dall'euforia, non aveva fatto caso al fatto che lui non aveva detto la sua posta in palio, per cui continuò a sorridere contenta, così come il ragazzo. 
Il biondino infatti, dal canto suo, era altrettanto convinto di avere fra le mani la vittoria quasi quanto lei. Il biondo annuì convinto mentre le stringeva maggiormente il braccio, pensando che in quel momento avrebbero sancito una promessa indissolubile, il punto era che: non riusciva capire per quale ragione, sentiva che con quella promessa, lui e Rose avrebbero passato insieme tante, troppe, cose. E, la stessa cosa pensava Rose, che mentre stringeva il braccino del quasi-amico-solo-per-sfida sentiva che quella scommessa, sarebbe stata la più bella ed entusiasmante di tutta la sua vita.
“ Parola di mago. ”
“ Parola di strega. ”
 
 
 

















 
Note dell'autore: 
Beene! Scusatemi per il ritardo abnorme ragazzi miei ma la scuola mi permette di stare solo mezz'ora al pc,e ieri ho sfornato una nuova FF che mi ha rubato tutto il tempo a mia disposizione. Spero vi piaccia, e mi scuso in anticipo per gli errori di ortografia e di pura distrazione (.__.") siccome non ho tempo neccessario, e vi risponderò singolarmente alle recensioni, come al solito direi, grazie a tutti quelli che hanno commentato la storia, in particolare ArgentoVivo che mi recensisce ogni singolo capitolo da quando ho postato, e..  a proposito, il prossimo capitolo forse lo dedicherò a qualcuno. E credo proprio che arriverà verso Mercoledì 26, o Venerdì 28 e se commentate forse anche un pochino prima, dato che molto probabilmente mi sentirò moolto incoraggiata -e vi dirò, l'incoraggiamento mi serve in una maniera esasperante, in questo periodo sono molto poco convinta di me- dai vostri commenti.
A presto!
 
Hermonie.

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Capitolo 5
*** Vaffanculo, Malfoy. ***


 
 
 
 
 But I'm nothig without you.
 
 
 
 
-Vaffanculo, Malfoy.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Malfoy, miseriaccia! Sposta quel culo! ”
“ Che finezza Weasley, non credevo conoscessi simil parole. Hai ampliato il tuo dizionario? ”
Rose sbuffò sonoramente lasciando perdere la sua battaglia giornaliera per la prima e ultima volta in assoluto. La sua battaglia, consisteva appunto, nel lasciare -o almeno provarci, libero il posto affianco al suo durante l'ora di Pozioni per Dereck Nott, amico d'infanzia di Malfoy. Che, a quanto pareva, era interessato a una biondina che a Rosie non stava a genio minimamente; oh si, perchè Rosie, in quel breve arco di tempo -che consisteva in quarantotto dannatissime ore-, aveva visto per la prima volta Dereck Nott, mentre discuteva con Malfoy, il quale le era venuto in soccorso trascinandola via da quell'ossigenato che era rimasto di stucco nel vedere il proprio amico d'infanzia portargli via una cosa che non doveva assolutamente toccare. Da quel momento, beh.. dire che si era presa una cotta era improprio. Lei si era semplicemente.. o meglio, si stava infatuando dell'amico di Malfoy, ed evidentemente era una cosa non molto gradita a quest'ultimo, siccome non appena vedeva Nott da lontano, assaliva Rose con una scusa più che banale. Il primo giorno che Rose era stata soccorsa da Nott, per l'appunto, Malfoy due ore dopo, l'aveva assalita dicendole che "Una scommessa non vale se fai la cretina con altre persone, devi conoscere me e non i miei amici." 
E in quel momento era partito il putiferio, da parte di Rose, perchè lei diceva, era giustamente convinta, di possedere un cervello nettamente sopra la media e chiamarla cretina significava dare a quelle persone meno dotate di lei l'appellativo di analfabeti perennemente in convalescenza
Mentre Scorpius, beh, lei non era ancora riuscita a capire il vero motivo per cui lui si fosse comportato così, ma ormai. quel comportamento era praticamente usuale. E decisamente fastidioso per Rose, che odiava sentirsi sotto controllo di qualcuno, di chiunque, soprattutto sotto il suo.
Ritornando al punto, ovvero l'ingombranza esasperante di Malfoy, erano passati due giorni di puro inferno, dove quel biondino -tutti i santi giorni, la mattina -a partire dalla Colazione, perchè ringraziando al cielo non erano nella stessa casata, altrimenti si sarebbero schiantati più di dieci volte al giorno, procurandosi ferite non poco gravi nonostante fossero solo al primo anno- la raggiungeva al tavolo dei Gryffindor, la provocava e poi se ne andava al suo tavolo a mangiare tranquillo, sotto gli occhi basiti di tutta la Sala Grande. Che dopo due giorni ormai, aveva praticamente deciso che quei due avevano una relazione top-secret
“ Probabile. Sai cosa ho ampliato ancora di più? Il mio repertorio di fatture, e, sai cosa ancora più interessante? Non ho ampliato quello delle contro fatture.
Malfoy sbiancò socchiudendo gli occhi a una fessura. Afferrò il gomito della ramaticcia e ghignò, uno di quei ghigni alla Malfoy, e, diamine, gli uscì maledettamente bene. Rose si guardò intorno, per vedere se potesse chiamare qualcuno in suo aiuto, ma in quel momento, 28 Settembre 2008, lei non poteva chiedere aiuto a nessuno. Siccome erano in aula di Pozioni, e c'erano solo Serpi in quella dannatissima aula.
Le mancava l'aria. 
“ Ti restano 28 giorni, tesoro. ”
Rose ingoiò il nulla fissando gli occhi di Scorpius color tempesta, che avevano fatto capitolare ai suoi piedi decine e decine di ragazze, anche dell'ultimo anno. 
Non dovrebbe riuscirci così facilmente, non è nemmeno giusto. Non può farlo.
Si ritrovò a pensare quelle parole sconnesse e si stupì fin troppo del fatto che aveva trovato anche un senso logico a quelle parole. Ma decise che era meglio non pensarci, in fondo, non era niente di preoccupante. Lei si stava infatuando di Nott. Nott. E nessun'altro.
“ Lo so, gioia. ”
Mormorò sprezzante strattonando il braccio mentre sentiva la presa ferrea di quel piccolo undicenne scivolarle di dosso, si sentì improvvisamente sotto osservazione, le vennero i brividi e inspirò a fondo. Solo tre persone potevano farla sentire così.. così sotto osservazione, si girò di scatto e vide i suoi cugini sbiancò appena fissandoli. 
Albus, Jamie, Teddy. 
Dal più piccolo al più grande, uno al fianco dell'altro. Come dei bravi soldatini.
La fissavano di sbieco, e il motivo non era nemmeno tanto difficile da capire. In quei due giorni, i cugini di Rose non erano mai riusciti a vedere Rose con Malfoy, per cui, non erano nemmeno lontanamente a conoscenza del fatto che quei due si-non stavano frequentando. Si avvicinarono ai due molto lentamente, Jamie soprattutto. La guardarono intensamente, e quando arrivarono proprio al loro fianco, si arrestarono posando gli occhi sul biondino ossigenato al fianco della Weasley. Il biondino, parve non fregarsene minimamente del fatto che tre persone lo fissavano e non volevano minimamente -e lontanamente- socializzare con lui. 
“ Rose. ” mormorò Teddy guardandola di traverso, fu il primo a parlare. Aveva i capelli di un viola molto simile a quello della madre, era alto e snello. Un quindicenne fatto a dovere. Si avvicinò a Rose e i capelli divenirono di un rosso fosforescente non appena toccò con la sua mano -da battitore Griffyndor,- il viso di Rosie. Sorrise e poi fece spallucce, come se toccarla l'avesse rassicurato e, di conseguenza, si era convinto che se Rose si trovava in quel momento vicino al problema di tutto quello scambio di sguardi omicidi -Malfoy in questione, poteva pure pensare che lei avesse ancora quel minimo di buon senso e che se era lì, un motivo c'era, non per niente era figlia di Hermione Jean Granger, no? 
“ Teddy! ” esclamò lei entusiasta saltandogli addosso, era fin troppo mingherlina per poterlo raggiungere per bene, era alta su per giù un metro e cinquantacinque -quando stava sulle punte, mentre il cugino era alto uno e sessantacinque ed era solo al quinto anno! Lo abbracciò affettuosamente e gli stampò un bacio sulla guancia, facendo sentire lo schiocco anche ai presenti. Lui le sorrise di rimando sollevandola appena, non si erano visti se non qualche giorno durante le vacanze, motivo? Lei studiava durante l'estate, semplice. O meglio, lei studiava sempre. Anche se non sapeva che programma avrebbe seguito a Hogwarts aveva già studiato tutta la teoria dei primi tre anni, bastava solo mettere in pratica quello che aveva imparato, e sapeva anche su chi applicare queste tecniche, non a caso aveva studiato per prima cosa le Difesa contro le Arti Oscure. 
“ Felice di rivederti cuginetta. ”
Rose si sedette sul banco fissando gli altri due che fissavano a loro volta rabbiosi Scorpius, o meglio, Jamie fissava incazzato il biondino rispetto a Al, che si limitava a fissarlo con una certa dose di rabbia e indecisione. Come se stesse ancora cercando di capire se si poteva fidare o meno di lui, siccome la sua famiglia beh.. non era una gran bella famiglia, alla fine decise di optare per la prima opzione, suo padre gli diceva sempre di non giudicare mai un libro dalla copertina, anche perchè Rose l'aveva strattonato riscuotendolo dai suoi pensieri contorti.
“ Non si saluta? ”
“ Oh.. Rose! ” esclamò Al prendendola in braccio e facendole fare una giravolta fra le sue braccia, Rose scoppiò a ridere sotto lo sguardo di tutti, ma era con Al, e non gliene fregava se la fissavano o meno. Quando era con lui, lei poteva fare qualunque cosa, e niente l'avrebbe scalfita.
Al rimise la cugina con i piedi per terra e le scompigliò i capelli, la ragazzina guardò il secondo in ordine di età dei suoi cugini, Jamie, quarto anno Gryffindor. Arricciò le labbra e posò le mani sui fianchi, tipica posizione alla 'Hermione Granger' appunto. 
“ Ehm, ehm. ”
Tossì nella sua direzione per richiamare la sua attenzione, ma niente, tossì maggiormente e ancora niente. Il moretto, continuava a scambiarsi parole non verbali con Malfoy tramite sguardo, sentirsi ignorata proprio non le piaceva. Arricciò le labbra e posò lo sguardo su Al, poi su Jamie. Quei due erano diversi da molti punti di vista, caratterialmente -perchè Al era una persona dannatamente macchiavellica, sia in senso positivo che negativo, per questo era finito a Slytherin. Mentre Jamie era un tenerone esagerato ma tremendamente irrascibile in determinate occasioni, probabilmente quella situazione era una di quelle situazioni decisamente compromettenti e aveva un'orgoglio oltre la norma, ma non superiore a quello di Rose-, che fisicamente parlando e diamine, si vedeva la differenza a chilometri di distanza! Non per qualcosa, ma quei due erano uno l'opposto dell'altro. Jamie aveva i capelli di un castano scuro, alto uno e settanta e muscoloso, con delle pozze al posto degli occhi; mentre Al, era un tredicenne alto uno e sessanta -dieci centimetri più alto di Rosie, capelli castano scuro, occhi verdi come quelli del padre e un fisico abbastanza prorompente per uno del terzo anno. Comunque, James Sirius Potter, era un vero coglione, e i motivi si capivano sentendo come rispondeva quell'australopiteco. 
“ James Sirius Potter! ” esclamò battendo un piede a terra, il ragazzo si girò appena nella sua direzione grugnendo leggermente per poi ritornare a guardare il platinato
“ Mhm. ”
Appunto. Coglione di un cugino.
Roteò gli occhi al cielo e lo prese per mano facendolo girare sotto lo sguardo stranamente attento di Scorpius, sorrise appena a Jamie che continuava a non guardarla e gli schioccò un bacio sulla guancia, per poi sedersi di nuovo al suo posto sotto lo sguardo basito di Malfoy, e non era difficile intuire il perchè di quello sguardo; era rossa, rosso peperone. Poteva benissimo essere riconosciuta per Weasley, qual'era, in quel modo. Rose sentì gli occhi dell'ossigenato addosso e bastò poco per farle svanire quel rossore dalle guancie -e dalle orecchie, dato che era appena appena sbiancata per l'imbarazzo di sentirsi addosso quello sguardo così.. strano, non si era mai sentita così sotto torchio. Scrollò le spalle provando a scrollarsi di dosso anche quella sensazione di essere trapassata da una lama. 
“ Ciao anche a te, Rosie. ” mormorò Jamie sorridendole per poi accarezzarle una guancia, Rose fissò il cugino e sorrise amorevolmente battendogli una mano sulla spalla sorridente. 
“ Grazie per l'attenzione cugino! ” mormorò ironicamente alzandosi nuovamente e abbracciando tutti e tre i suoi cugini affettuosamente. Non appena finì di stritolarli, i tre ragazzotti la guardarono in un modo alquanto strano e sospetto. 
“ Rose.. ” incominciò Teddy.
“ Da quanto tempo tesoro..  ” continuò Al.
Tesoro? L'ultima volta che mi ha chiamato tesoro voleva farmi il ..
“ Sai, mi sei mancata! ”
.. solletico!
I tre si lanciarono verso la piccolina che riuscì a scansarsi in tempo, ma Scorpius non si era scansato in tempo.. purtroppo. Infatti, i tre moschettieri erano finiti su di lui e adesso erano uno sopra all'altro per terra come dei sacchi a pelo.
“ Ma che vi siete mangiati! Dannazione levatevi di torno! ” urlò Scorpius muovendo furiosamente i piedi, si intravedevano solo quelli da quella massa informe. Scorpius probabilmente, sicuramente, era il più mingherlino dei tre, di conseguenza, avere addosso tre giocatori di Quidditch fottutamente palestrati, non era una gran bella cosa.
Teddy si alzò per primo dando una mano ad Al ad alzarsi, che porse a sua volta la mano a Jamie che indugiò prima su Malfoy, indeciso se rimanere su di lui solo per dargli fastidio e poi afferrò la mano, andandosi a sedere all'ultima fila di quella centrale, fissando la scenetta con un ghigno soddisfatto. Malfoy infatti, si aspettava che Jamie gli porgesse a sua volta la mano come avevano fatto gli altri con lui, quindi era rimasto con un braccio alzato in aria con un'espressione basita sul volto e con la bocca schiusa a formare una "o". Albus afferrò prontamente la mano ancora in aria di Scorpius e lo tirò su, siccome lui era ancora sotto shock e quindi incapace di compiere un qualsiasi movimento.
Meglio così, si ritrovò a pensare Rose, almeno non lo schianta.
“ Buongiorno ragazzi! ”
 
 
 
 
*****




 
“ Potevi evitare di schiantarlo. Non dico chissà cosa. Ma se evitavi, adesso non ti ritrovavi con questo sulla fronte. ”
Rose stava medicando Scorpius all'altezza della tempia, il biondino si era beccato uno schiantesimo -ben scansato ringranziando al cielo, ma che l'aveva preso di striscio, procurandosi una ferita -sempre ringraziando al cielo- poco profonda, che ora Rosie stava medicando seduta sul banco dell'aula di Pozioni, con Scorpius proprio davanti alle sue gambine.
“ Mi ha provocato. ”
Scorpius aveva provato a schiantare Jamie non appena era entrato il professore, facendo togliere dieci punti a Serpeverde, unica cosa buona, per il suo gesto sconsiderato. Ma in parte aveva ragione, Jamie l'aveva chiamato poppante che non sa alzarsi da solo, insomma, chi non l'avrebbe schiantato? Ma Rose, si sorprendeva sopratutto del fatto che era riuscito a colpirlo. Credeva di essere l'unica in grado di sapere come si schiantasse una persona nonostante fosse del primo anno, Scorpius per l'appunto l'aveva sorpresa. Forse per questo aveva sequestrato la bacchetta a Jamie e gli aveva dato uno schiaffo sulla nuca impettita.
O forse, volevi difendere Scorpius da un'altro attacco di quello psicopatico di Jamie.
“ E se ti provocavo io? Schiantavi anche me? ” chiese premendo con l'ovatta sulla sua ferita, Scorpius non voleva andare da Mm. Chips per paura che lo catalogasse come "Piagnone. Perfetto figlio di suo padre." O, almeno, così aveva detto lui. Probabilmente aveva paura che quella donna corpulenta e così dolce lo potesse uccidere con un dito. 
“ Certo che no, Weasley. ” disse lui afferrandole il polso e guardandola fisso, si avvicinò a lei e ghignò appena, Rose tremò non sentendosi più il banco sotto al sedere. “ Ti avrei fatto evanescere la gonna. ” disse allargando il ghigno su quel bel, Merlino, no!, brutto faccino. Proprio brutto Rose. Talmente brutto, che potresti svenire fra due secondi.
“ E io ti avrei fatto evanescere i genitali. La mettiamo così? ” chiese retorica sghignazzando appena, non sapeva di preciso come avesse imparato a sghignazzare, forse da Al che sghignazzava da due anni circa.
Scorpius le mollò il polso, e lei sentì improvvisamente freddo, lo stomaco si rivoltò e le venne voglia di vomitare. Inspirò a fondo e aprì appena le gambe poggiando il gomito su una di queste. “ Fammi finire di medicare la ferita.. ” riprese avvicinando di nuovo il capo di Scorpius alle sue mani. Scorpius si lasciò medicare, ogni tanto mugulava per via dell'acqua ossigenata che andava a sfiorare ogni due secondi l'apertura. Come poteva una persona farsi male per uno schiantesimo? Insomma si, cadere era okay, ma addirittura procurarsi una ferita! 
“ Mi fa schifo il sangue. ” mormorò lui storcendo il naso, Rose sorrise appena, ma poi le si accese la lampadina.
Gli fa schifo il sangue. 
Devo scoprire una cosa sul suo conto.
Ho scoperto una cosa sul suo conto.
Mi farà gli esercizi di Babbanologia e Pozioni per tutto l'anno!
Merlino, ti amo!
“ Non conta come cosa da scoprire. Te l'ho detta io. ”
Merlino, resuscita e poi impiccati.
 
 

 
*****


 

 
“ Dominique Weasley, dimmi che non è vero. ”
“ Uhm.. non è vero, Rosie. ”
“ Davvero? ”
“ No. Ma tu mi hai chiesto di.. ”
Uscì dalle labbra di Rose un verso poco femminile che fece girare tutta la Sala Comune verso di lei, sorrise impacciata, un po per scusarsi, un po perchè aveva dato prova di essere una Weasley perfettamente perfetta. 
Si alzò di scatto dalla poltrona rossa, diventata di sua proprietà da circa due ore siccome non scollava il suo bel sederino da li sopra nemmeno a pagarla, e alcuni si girarono a guardarla sorpresi, lei non se ne accorse e sorrise appena a Dominique per poi darle un bacio sulla guancia. Nonostante la cugina fosse Ravenclaw, tutti le avevano detto la parola d'ordine Gryffindor per stare almeno due secondi con lei perchè quei due maledettissimi secondi lei non li concedeva mai a nessuno, i ragazzi Gryffindor quindi, credevano di poterla agganciare in questo modo, illusi.
Si girò e prese a camminare verso l'uscita, non appena la cugina quattordicenne si rese conto che Rose aveva impugnato la bacchetta e aveva le orecchie più rosse del normale, sintomo di "Se mi tocchi sarai vittima del tuo gesto sconsiderato", decise di alzarsi e inclinare di poco il viso per poi sorridere mentre la cuginetta pronunciava la parola d'ordine e faceva un passo per uscire, disse tranquillamente: “ Dove vorresti andare? ” 
“ A far evanescere i genitali di Malfoy. ”
 
 
 

 
*****


 

 
“ Ma perchè proprio lei Scorpius? ”
“ Per Salazar, Zabini! ”
Scorpius era seduto su un cornicione del terzo piano, guardava giù, il prato o forse le persone che andavano avanti e indietro con fare annoiato. No, non guardava con fare annoiato le persone, più precisamente, fissava qualcuno. Maxxie Zabini roteò gli occhi al cielo dandogli una pacca sulla spalla per farlo rinsavire dal suo stato momentaneo di "Contempliamo quella .. cosa", perchè per Zabini poteva essere solo una cosa, quell'essere, o almeno così credeva. Si sedette affianco a lui fissando quella cosa-persona. Quella ragazza
“ Per Salazar, Malfoy! ” lo rimbeccò imitando il suo tono di voce contorcendo il naso alla vista della ragazzina che correva furiosa avanti e indietro alla ricerca del biondastro.
“ Senti, vai da Alexandra. ” sbuffò il biondino rilassandosi meglio contro quella colonna.
“ Nah. Sono impegnato a vedere mio cugino defaticarsi nel guardare una ragazza che non lo penserà mai e poi mai. ”
“ Scommettiamo? ”
“ Malfoy, sei già in discussione con quella rossiccia, vuoi metterti in discussione anche con me? Finirebbe male. ”
“ Zabini, la sorella di Nott ti ha mandato in tilt. E siamo solo al secondo giorno, mi chiedo che farai fra un mese. ”
“ Quello che farai tu. ” mormorò il moretto sorridendogli mellifluamente. 
Scorpius inarcò un sopracciglio, forse era vero, ma non era neppure colpa sua. Era stata lei a farlo finire in quelle condizioni.
“ Io me la spasserò alla grande, non so tu poi.
 


 
*****


 

 
Rose era agitata. No, non era agitata, era furiosa, incazzata, rabbiosa fino al midollo, ma che poteva fare? In che stato d'animo poteva trovarsi se non in quello, miseriaccia
Quindi, poteva fare solo una cosa, cercarlo con la bacchetta sguainata e con i capelli che le fluttuavano in aria mentre correva a perdifiato cercandolo. 
Si fermò un'attimo appoggiandosi contro una porta per riprendere fiato, correva da mezz'ora a razzo solo per trovarlo era pure normale essere senz'aria nei polmoni. Ma quando questa porta a cui era appoggiata, si aprì cogliendola alla sprovvista, lei cadde per terra. La bacchetta finì a qualche passo lontano da lei, ma non se ne accorse nemmeno, tanto impegnata com'era a pensare al suo povero posteriore indolenzito. Alzò la testa e fissò il viso della persona che l'aveva fatta cadere così maldestramente. 
O forse, sei semplicemente tu, che non hai senso dell'equilibrio, Rosie. 
“ Weasley, dannazione, possibile mai che mi cadi sempre ai piedi? ”
“ Malfoy, possibile mai che tu non capisca quando è il momento di scomparire o semplicemente tacere? ”
Si alzò di scatto e afferrò la sua bacchetta per puntargliela contro, ma Scorpius la spinse contro il muro e le fregò la bacchetta cogliendola nuovamente alla sprovvista, si allontanò da lei sedendosi su un banco fissandola quasi come a deriderla. Portò l'attenzione alla porta ormai chiusa, aveva perso il senso dell'orientamento mentre correva, per cui, adesso, non aveva la più pallida idea di dove diamine si trovasse. 
Sei in un'aula con lui, cretina.
Già, che grande aiuto.
“ Oh, che paura. ”
Scorpius si rigirò la bacchetta di Rose fra le mani e lei sbuffò indispettita, decise che combatterlo per ora non serviva a niente, non appena avrebbe scovato qualcosa di importante su di lui, l'avrebbe usato anche contro quell'ossigenato, per il puro sfizio di vederlo in difficoltà. Certo, non era un sentimento Gryffindor questo, ma stare con Malfoy -per due giorni di fila peraltro, la faceva diventare un'altra. 
Più te stessa. Sei più te stessa.
Si andò a sedere di fronte a lui incrociando le gambe a mo' di Indiano e si aggiustò la gonna spiegazzata, Maniaca dell'ordine. Pensò lui fissando, scrutando, ogni suo minimo gesto.
“ Sai, la tua bacchetta è composta da.. ” iniziò Scorpius per attaccare il discorso, ma Rose lo zittì con un gesto della mano infastidita, ormai c'era, tanto valeva dirglielo, se non poteva fargli evanescere qualcosa a cui lui teneva, almeno si toglieva la soddisfazione di dirgli quello che pensava da due giorni.
“ Sai cosa? Vaffanculo, Malfoy. ”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autore: 
Benissimo! Lo so, sono in ritardo di due giorni, e ho scritto tutto il capitolo in queste due ore perchè vado estremamente di fretta. Mi scuso per il ritardo, per gli errori -orrori- grammaticali. Ringrazio tutte le persone che hanno recensito la storia, quelle che l'hanno messo fra preferiti, seguiti e da ricordare. 
Perdonatemi per il ritardo abnorme. Ah, dedico questo capitolo ad ArgentoVivo97, grazie mille cara per avermi recensito la storia dal primo all'ultimo! 
Poi vi risponderò alle recensioni, ma ora sono particolarmente di fretta e i miei genitori minacciano di staccarmi la spina del PC siccome serve a loro questo maledetto arnese stra-vecchio .__."
Alla prossima, grazie per essere ancora qui.
H.

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Capitolo 6
*** Zabini e Malfoy. ***


 But I'm nothig without you.

 
 
Zabini e Malfoy.

 
 



Spiegare ad una persona, il motivo per cui si era fatta una cosa era praticamente impossibile quanto stupida.
Scorpius cercava, provava, a spiegare a Rose perché volesse che parlassero almeno un pochino, ma lei non dava segno di capire nemmeno una minima cosa di quello che lui stava dicendo. Non vuole capire, è diverso, pensò contrariato.
Guardò la Weasley che scuoteva il capo ogni due secondi, come se cercasse di far uscire fuori dalla sua testolina castana tutto quello che Scorpius le aveva appena detto. Se continua a muoverla, le verrà un mal di testa esagerato, pensò senza fermarla, sedendosi al meglio sul banco scomodo. Non aveva intenzione di dirle la vera ragione per cui l’aveva portata lì dentro e non voleva che lei uscisse. Probabilmente, non lo sapeva neppure lui; con tutti i casini che passava, quell’obbiettivo era il terzo nella sua lista delle “cose da fare”.
Rose si passò una mano nei capelli e si girò di scatto verso Scorpius, l’avrebbe mutilato. Gli avrebbe tagliato tutto il possibile, anche il neurone che gli era rimasto. L’avrebbe scisso o magari tirato fino a quando non si sarebbe rotto.. Che stupida, non si può dividere un neurone, se non con un’azione chimica, riflettè guardando il biondino dinnanzi a lei. Forse, avrebbe dovuto ascoltarlo. Far entrare, come minimo, le sue parole nelle orecchie per poi poterle tranquillamente gettare fuori dalla sua testolina senza alcun rimorso. Almeno l’avrebbe ascoltato per i primi dieci minuti, per poi eliminare quelle parole dalla sua memoria. Sarebbe stata una persona educata e non avrebbe avuto alcun rimorso a cancellare dalla mente quelle parole. Peccato che, un qualcosa dentro di lei le dicesse di non ascoltarlo, di non provarci neppure, perché sarebbe finita male; e, Rose, aveva un ottimo sesto senso. Ma, se da una parte c’era un tarlo maligno che le diceva di non farlo, dall’altra parte c’era un tarlo ancora più infernale che dava contro al primo, insultandolo -e dandogli del poco di buono-, siccome doveva assolutamente ascoltare Malfoy. La curiosità uccise il gatto, pensò. Era meglio dar retta a quel consiglio, insomma, quel detto Babbano, aveva assolutamente ragione. Guardò di sottecchi Scorpius e poi scosse il capo, andandosi a sedere affianco a lui. « Va bene, hai dieci secondi, poi non ti ascolterò più ed uscirò fuori da questa stanza, che tu sia volente o nolente. »
Scorpius si sentì preso in contropiede, nessuno aveva mai osato dargli un ultimatum. « Voglio solo capire perché mi odi. », disse piccato. In realtà, non era questo quello che voleva sapere; ma per intavolare un discorso con la Weasley, non era niente male come punto di partenza.
« T-tu.. come scusa? » sgranò di poco gli occhi, era sorpresa. Non si aspettava di certo una domanda simile, credeva più che altro una domanda della serie “Come fai ad essere figlia di due esseri così?” o “James è un essere umano o una scimmia?”, ma di certo non .. quello! Scorpius sorrise appena, sapeva benissimo di aver fatto centro. Le porse la bacchetta, facendole capire che i “dieci secondi” erano scaduti e lei poteva benissimo andarsene. Lei afferrò la sua bacchetta al volo, afferrò il suo mantello e si volatilizzò fuori dall’aula.
Odiava quando le davano da riflettere su cose a cui lei, mai e poi mai, si sarebbe sognata pensare.
 
 
 
 

****







Rose non era propriamente scappata. O almeno, non sentiva dentro il peso di aver dato modo al suo orgoglio di rimpicciolirsi notevolmente.. più o meno. Non era scappata, se n’era solo andata. Insomma, una domanda di quel tipo avrebbe spiazzato chiunque. 
“Voglio solo capire perché mi odi”, aveva detto lui con una strana aria stampata in viso.
Già, perché lo odiava?
Camminava velocemente per i corridoi dei sotterranei di Hogwarts, prima –quando era con lui-, si trovava in una stanza al secondo piano, poi, si era persa.
Io non mi sono persa, pensò stizzita. Ma, constatando che si era addentrata nella zona più buia dei sotterranei –vietata a chiunque non fosse un professore- un brivido le percorse la schiena. Probabilmente stava infrangendo le regole, probabilmente stava per accadere qualcosa di orribile. Probabilmente, il padre l’avrebbe uccisa se avesse scoperto che lei parlava con Malfoy.
Mi espelleranno! Ucciderò Malfoy. Fosse anche l’ultima cosa che faccio.
Stava attribuendo il suo “smarrimento temporaneo” a Malfoy, cosa del tutto illogica siccome lui, non le aveva detto che direzione prendere e lei –senza manipolazioni del ragazzo- aveva deciso di prendere una strada che non conosceva.
Non è colpa mia, insomma. Ero .. spiazzata! 
Si fermò improvvisamente, intuendo che se avesse fatto un altro passo, non avrebbe rivisto più la luce in vita sua. Si grattò la nuca, scuotendo quei boccoli castani velocemente. E adesso?
Si sedette per terra, a metà fra il buio completo e il buio accennato. Sarebbe divenuta miope se fosse rimasta lì dentro per molto. Scosse il capo, dando per sbaglio una testata al muro facendosi anche male. Si tamponò con la mano la parte che doleva leggermente e imprecò fra se e se. Farò evanescere qualcosa a Malfoy.. 
Pensava a tutto, o più precisamente a come farla pagare a quel povero disgraziato, e così facendo non sentì il rumore dei passi che si avvicinavano. Appena si accorse di una figura con il mantello nero, si alzò in piedi tremando come una foglia. Impugnò la bacchetta e continuò a guardare quella figura, era alta e nascosta dalla penombra. Tremò nuovamente, sembrava che tutte le cose che avesse imparato in quelle due settimane –e apprese da sua madre negli anni prima- si fossero trasfigurate in una paura cieca nella sua mente. Tremò, pensando a un incantesimo da utilizzare, la figura avanzò e Rose si appiattì contro il muro.
Ingoiò il vuoto e continuò a guardare quella figura, che si rigirava nelle mani uno strano oggetto. Socchiuse gli occhi, per vedere meglio. Riuscì a distinguere soltanto un oggetto che aveva un obbiettivo, più o meno, sul davanti. Strinse maggiormente la bacchetta, cercando di recuperare tutto il suo coraggio, ormai svanito nel nulla. Guardò nuovamente la figura e un qualcosa la rassicurò, aveva delle scarpe da studente. Rosse fiammanti.
« Fatti vedere! » esclamò, era stupita che la sua voce fosse ferma e sicura quando dentro tremava come un topolino. La figura rise, e avanzò. Rose riuscì a distinguere i capelli grigi, gli occhi neri e un sorriso smagliante sul volto. Era Colin. 
« Colin! » esclamò la ragazza sollevata, andando ad abbracciare il suo amico. Colin stava al terzo anno, Gryffindor. Era il figlio di Dennis Canon e di Clarisse, si conoscevano da quando Rose aveva otto anni e lui undici. Andava già ad Hogwarts a quei tempi. I genitori l’avevano chiamato Colin per commemorare il fratello di Dennis, morto nella battaglia.
Colin sorrise e abbracciò Rose, scuotendole i capelli.
« Spiegami per quale motivo, tu, Rose Weasley, futuro Caposcuola –e non dire che non è così perché sarebbe una baggianata-, ti trovi nella zona riservata solo agli insegnanti dei sotterranei. » disse lui allontanandola leggermente da se, qualcosa l’aveva colpito. Prese la macchina fotografica in mano e scattò una foto al buio, dietro di Rose. Aveva anche lui la passione per le foto, ma era meno assillante del padre e di suo Zio, a detta di Harry Potter. 
« Io.. uhm.. esploravo. » disse, provando a far scomparire il rossore dalle sue guance. Quando mentiva, alle persone a cui voleva bene, le si arrossavano le guance e finiva per raccontare tutta la verità prima che questi potessero chiedergliela. Ma non voleva dire a Colin che era scappata da Malfoy e poi era finita nei sotterranei per puro caso, dato che era troppo stupita –e stupida, siccome non e non si era accorta di che direzione avesse - quando era uscita da quell’aula. Colin per giunta, lavorava al giornalino scolastico e se non avesse parlato di quella storia, sarebbe stato un miracolo divino. 
« Weasley, non sei convincente. Ma, siccome devo un favore a James, ti riporto nel dormitorio senza fare domande. » 
Rose sorrise, delle volte avere Jamie come cugino serviva, anche perché più di metà scuola gli doveva dei favori. Non perché fosse un’altruista o roba simile, per niente; più che altro aveva salvato il posto, durante gli esami, a molti: era sempre riuscito a scovare le risposte esatte da passare a tutti gli studenti che ne avessero bisogno, anche agli Slytherine. Non erano mai riusciti a beccarlo, o forse, facevano finta di non beccarlo per evitare di espellere più di metà del corpo studentesco.
Colin era un ragazzo solare, molto sorridente come il padre, ma capiva quando era il momento di parlare e fare domande, e quando era il momento di tacere e non scocciare alla gente. Per questo era il miglior giornalista all’interno di Hogwarts. Rose lo stimava molto, ci voleva coraggio per chiedere determinate cose a determinate persone. Una volta, aveva chiesto al professor Prevell, se secondo lui la vittoria dei Gryffindor sugli Slyttherine fosse stata regolamentare e senza falli. Il professore, che parteggiava con tutto il suo cuore –o fegato- per i ragazzi Verde-Argento a Quidditch, aveva sbuffato ed era diventato una furia. Ron Weasley, il padre di Rose, diceva che il professore assomigliasse incredibilmente a Piton.
A Prevell, i Gryffindor, non stavano molto a genio. Soprattutto Rose, che per qualche strano motivo, odiava più di tutti. Soprattutto in memoria a quell’episodio dell’ averlo corretto la prima volta che si erano incontrati. 
Rose guardò per tutto il tempo Colin mentre la riconduceva al Dormitorio, le affascinava il fatto che quel ragazzo volesse fare tante foto solo per catturare il momento. Per renderlo eterno. Quando infine, erano arrivati dinnanzi al quadro della Signora Grassa, -che ogni tanto faceva a cambio con quello di Sirius Black-, guardò Colin e poi la sua macchina fotografica.
« Un giorno mi comprerò anche io una macchina fotografica. » disse la ragazza sorridente, Colin annuì accarezzandole la nuca. Poi, le porse la sua macchina fotografica. Rose non capì subito, ma quando lui annuì sorridendo a trentadue denti, lei sgranò gli occhi e scosse violentemente il capo. Sembrava una centrifuga di capelli, in quel momento.
« Non se ne parla, questa è la tua macchina fotografica, mica la mia. » disse guardando gli occhi neri di Colin con convinzione. La cocciutaggine di quella ragazza era strabiliante. 
« Ne ho altre tre in camera, e questa non è fra le mie predilette, ma per te può andare bene come inizio. Prendila avanti. Consideralo un regalo, tanto se non la accetti, te la mando a Natale. » disse sorridendole sornione. Rose sfiorò l’apparecchio con le dita sottili e sorrise appena, afferrandolo. Si mise al collo il laccetto e guardò la macchina fotografica. « Ti devo un regalo. » disse, per poi guardare la Signora Grassa che li guardava attentamente. « Non siamo fidanzati, stia tranquilla. » disse Colin ridacchiando. La Signora Grassa sbuffò, andandosi a sedere flaccidamente su di una sedia, vicino al tavolino dietro di lei. Prese una bottiglia di Acquaviola e ne bevve un sorso. 
Colin diede un bacio sulla fronte a Rose e richiamò una delle sue macchine fotografiche, che apparve immediatamente al collo del ragazzo. 
« Poi, mi farai vedere che foto hai fatto. Ciao, Weasley. » 
Rose annuì salutando con la mano il ragazzo che ormai si era allontanato. Si girò verso la Signora Grassa e sorrise. Si era già scolata tutta la bottiglia.
« Non crede anche lei che sia una macchina fotografica bellissima, Signora? »
La Signora Grassa annuì sorridendole, nessuno le aveva mai parlato così cordialmente; tutti quanti erano sempre stati così scontrosi nei suoi confronti e volevano soltanto entrare dentro quella stupida sala Comune. Nessuno che le avesse mai chiesto come si chiamasse, nessuno che le avesse mai rivolto una parola cordiale. Rose sorrise di rimando al quadro e chiese se cortesemente potesse aprirle la porta, ovviamente dopo aver detto la parola d’ordine, ed entrò all’interno della sua Casata. Si buttò sulla poltroncina Rossa, solitamente nessuno si poteva sedere lì che puntualmente arrivava Jamie e dovevano sgombrare. Ma Rosie aveva quasi il potere di far cambiare idea a chiunque. 





****






Maxxie Zabini, non era una persona particolarmente accondiscendente. Se si pensa a suo padre, si può subito capire il motivo di questo. Inoltre, era anche uno sbruffone arrogante che poteva mandare in tilt qualsiasi persona. 
Rose, era a Hogwarts da due-tre settimane circa e l’aveva subito capito. 
Ma, quel giorno, ne aveva avuto una dimostrazione lampante.
Dopo aver fatto delle foto, era andata ad anticiparsi i compiti per le settimane seguenti. Infine, Rose aveva deciso di uscire e andare alla lezione di Erbologia, tenuta alla serra numero 7, per chi avesse voglia di parteciparvi. Solo che, quando la folla di persone era finalmente uscita dalla serra a fine lezione, un impiastro dai capelli neri e carnagione scura, con gli occhi chiari era piombato dinnanzi a lei bloccandole l’uscita. 
Rose e Maxxie erano lì da mezz’ora a discutere sul motivo per cui lei, dovesse o meno uscire da quell’aula. Alla fine, Rose aveva provato a spingere Zabini con le proprie mani, con tentativi vani. 
Poi – arresasi, si era avvicinata ad un ripiano e, -dopo aver tolto il terreno e le piantine- si era seduta sopra di questo. Non si poteva dire che Rose fosse la quinta essenza della femminilità. Zabini arricciò il naso disgustato, pensando a cose poco gradevoli che preferì –ringraziando al cielo- a non esporre alla Weasley. 
« Avanti, Zabini. Se devo rimanere qui, almeno dimmi perché. » disse lei poggiando i gomiti sulle ginocchia incrociate e scuotendo i capelli con fare annoiato. 
Non sarà aggraziata, ma non è brutta, almeno, pensò lui guardandola di sottecchi. Si poggiò allo stipite della “porta” della serra e poggiò il capo a questo. Zabini era la quint’essenza di suo padre. Perfettamente ordinato, nei vestiti. Perfettamente schizzinoso nei riguardi di cose che riguardassero azioni da elfi-contadini. 
« Uhm.. non potremmo solo parlare? » chiese retorico. Rose sbuffò afferrando la bacchetta, si era scocciata ed era decisa a schiantarlo se non si fosse tolto da quella porta per farla passare. Non avrebbe infranto le regole, in fondo, era solo difesa personale e i professori l’avrebbero capita. E per giunta, era la prima dei corsi del primo anno dopo solo due settimane, per cui, non le avrebbero dato una punizione così colossale. Non come quelle che ricevevano suo padre e Zio Harry da piccoli, almeno. E come le ricevono tutt’ora Al, Jamie, Fred e Louis.
« Weasley, non mi piaci.» disse d’un tratto. Rose contrasse il viso, lo guardò con aria interrogativa. Che gliene poteva fregare a lei che lui non avesse un’attrazione particolare o meno nei suoi confronti? 
« Non intendo perché sei figlia di un Weasley e della Granger, ma perché sei.. sei.. » 
Rose continuò a guardarlo con aria interrogativa, ma che avevano quel giorno i ragazzi? Prima Malfoy, poi Zabini, e dopo a chi sarebbe toccato? Jamie che per caso si dichiarava follemente innamorato di Colin? 
Scosse il capo e si alzò, ripulendosi la gonna e infilando la bacchetta nell’interno gonna senza farsi vedere da Zabini. Guardò il moretto con la solita aria interrogativa, sembrava che i suoi occhi avessero assunto la forma di un punto interrogativo. 
« Sei troppo coraggiosa. » disse infine lui, incespicando nelle parole però riuscendo a dirlo. Rose continuò a guardarlo sconvolta, seriamente non capiva. Primo, a chi si riferiva? Secondo, che c’entrava lei? Terzo, non poteva dirle questo mentre camminavano per Hogwarts invece di tenerla segregata lì dentro?
Scosse il capo, Dov’erano gli uomini quando hanno distribuito l’intelligenza? 
« Sei troppo tutto. Distruggeresti tutto, dannazione. »
Rose strabuzzò gli occhi sorpresa, va bene che lei solitamente capiva anche i discorsi incespicati di Jamie.. ma, Miseria, Zabini parlava e non dava segni di capire che Rose non aveva seguito una sola parola del suo.. “discorso”.
Lui prese a guardarla e scosse il capo. « Senti, non sei stupida. Vedi di non fare errori che, altrimenti, ci andremo di mezzo in molti. » concluse spostandosi dalla porta, facendole capire che ora poteva finalmente andarsene. Rose annuì cercando di trovare un filo logico in quello che lui aveva appena detto, era tutto sempre così complicato nei ragazzi.
Uscì fuori dalla serra e si incamminò verso la scuola, con affianco Zabini che aveva un passo più veloce –siccome più alto di lei- rispetto alla sua andata, che adesso stava assumendo l’aspetto di una corsa per mantenere lo stesso passo del ragazzo. Rose si morse la lingua, non voleva porgli delle domande riguardo la sua “sfuriata” -o come voleva chiamarla lui, ma la curiosità la stava uccidendo.
« Mi sfugge un particolare, a chi ti riferivi? » chiese mentre si intravedevano alcuni studenti correre per il giardino di Hogwarts. Zabini si fermò improvvisamente e Rose per poco non cadde, stava correndo troppo velocemente. Si girò verso il moro e aspettò una risposta. Ma Zabini riprese a camminare, questa volta, con un’andatura che anche lei potesse sopportare. 
« Credo, che questa conversazione debba rimanere fra me e te, giusto? » chiese Rose. Zabini non parlò, ma lei lo prese come un sì. « E stai cercando di proteggere qualcuno, giusto? » Zabini questa volta scrollò le spalle, com’era possibile che un ragazzo potesse essere tanto silenzioso? 
Prese anche questa volta, il suo silenzio come un’affermazione. « E credo che questa conversazione, per proteggere quella persona, non era in programma e soltanto tu ne sei a conoscenza. » continuò lei imperterrita, doveva smettere di porre tutte quelle domande. Ma, se l’avesse fatto, avrebbe perso l’occasione di capire il nocciolo della questione –e la mentalità di Zabini, che risultava contorta ma affascinante allo stesso tempo-. Arrivarono davanti ad un corridoio che si divideva in due vie diverse, una verso i sotterranei, l’altra verso i piani alti. Maxxie si girò verso di lei e le sorrise appena. Dopo averla guardata con fare sospetto e averle detto quelle strane cose, le sorrideva! 
Oh Merlino, aiutami tu. 
Zabini si voltò e fece per andarsene, ma la voce di Rose lo fermò nuovamente.
« Un’ultima cosa, riguarda anche me questa.. sorta di protezione? » 
Rose, sperava vivamente che almeno a questa domanda le rispondesse, anche con un cenno del capo. Zabini si girò e scrollò le spalle, portandosi una mano dietro la nuca a massaggiarla. 
« Riguarda molte persone. Soprattutto due. Vedi di non creare casini.» e se ne andò, lasciandola lì. 
Rimase per una decina di minuti lì immobilizzata, poi sbatté i piedi a terra contrariata, come una bambina di due anni che voleva avere il suo giocattolo immediatamente fra le mani.
Iniziò a salterellare sbattendo i piedi, sembrava che stesse avendo delle crisi epilettiche. Si fermò improvvisamente riprendendo fiato e lanciando una sorta di gridolino acuto all’interno della sua bocca. Che diamine voleva dire quello che le aveva appena detto? Non aveva il benché minimo significato, per Morgana! 
Iniziò a camminare verso la sua Casata livida in viso e si andò a scontrare per sbaglio contro una ragazzina, Corvonero. Si squadrarono un secondo e poi Rose alzò il mento con fare orgoglioso, in quel momento non avrebbe chiesto scusa nemmeno ad una professoressa, se le fosse andata contro. La Corvonero si irritò leggermente e scosse il capo socchiudendo gli occhi. « Stupidi Grifondoro. » mormorò e fece per andarsene, Rose la guardò con l’aria di una che stava per esplodere contro una che non c’entrava nulla con la sua giornataccia.
« Ehi! Stupidi un corno, Corvonero acida!» esclamò. La ragazza si girò, guardando Rose con fare omicida. La Weasley sorrise guardando quella ragazza; aveva dei capelli corvini e occhi di ghiaccio, un fisico snello e i tratti del viso poco pronunciati, aveva un anno in più a lei, probabilmente. La ragazza si avvicinò a Rose e le arrivò ad un palmo dal naso, era di poco più alta di lei, anche se non ci voleva chissà quale colosso per superare la Weasley in altezza. L’Huffluepuff socchiuse gli occhi ad una fessura maledicendo quella Gryffindor troppo tenace.
« Non mi provocare Gryffindor. » disse lei sorridendo appena. Un sorriso sadico a dir la verità, sembrava anche piuttosto acida la ragazza, ma Rose amava le sfide.
« Altrimenti? Mi poni un indovinello? » chiese sorridendole apertamente.
La Corvonero alzò in su il mento e la guardò da dietro il suo nasino all’insù, scrollò le spalle distrattamente. « Suppongo che tu sia Rose Weasley. » disse sorridendole. Rose rabbrividì, non era riconoscibile lei a differenza dei cugini! Insomma, lei aveva i capelli castani e gli occhi celesti, mica capelli rossi e occhi nocciola! Era.. irriconoscibile rispetto agli altri.
« Esattamente. » rispose lei con una punta di superiorità nella voce, che non apparteneva per niente alla solita Rosie.
« Interessante, dicono che sei intelligente. »
« E’ vero. » replicò lei piccata, alzando a sua volta il mento di poco. Mai sfidare una Gryffindor con gene Granger-Weasley nelle vene. Alzò un sopracciglio aspettando la prossima frecciatina della Corvonero che non arrivò.
« Devo andare, Weasley. »disse voltandole le spalle e affievolendo la posa dura nelle spalle. Rose si riscosse all’improvviso, la stava congedando, per caso!?
« Ehi, ehi! » esclamò guardando la figura voltarsi e aspettare che Rose parlasse. « Come ti chiami, tu? », Rose avrebbe voluto arrabbiarsi con quella ragazza, siccome l’aveva quasi congedata e lei non si faceva congedare da nessuno tranne che da se stessa, ma.. beh. Quella ragazza le piaceva, nel senso positivo della cosa, si intende. Sembrava una persona piena di misteri, di sfaccettature, e Rose amava le persone che avevano una storia più curiosa delle sue alle spalle.
I miei genitori hanno una storia. Io sono la figlia di una storia, è diverso.
« Psyche. Psyche O’ Malley. » rispose la ragazza, dandole le spalle con un sorrisino stampato in volto che la diceva lunga.
 
 
 
 
 
 

 

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Benissimo, allora.. non so da dove iniziare per scusarmi del ritardo e per il capitolo così infinitamente breve. Vi dico che mi dispiace da morire, e che aggiornerò presto. Ho avuto dei problemi e la scuola è la mia priorità in questo periodo –la mia vita sociale è andata a farsi benedire con i gorgosprizzi- ed ho scritto questo capitolo ora, tutto di getto. Mi scuso per questo ritardo madornale, prometto che farò presto la prossima volta. Anche perché ho in mente anche il prossimo capitolo (:
Ringrazio come al solito chi mi ha messo fra le seguite/preferite/da ricordare e a chi ha commentato.
Grazie mille, e scusate per il ritardo!
shuttered.

 
 
Se avete bisogno, contattatemi all’indirizzo bells_96@hotmail.it

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