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Titolo: One Three
Hill - l'ultimo segreto (cap. I)
Autore: Mistress Lay
Raiting: R (ma
potrebbe cambiare)
Categoria: triste, drammatico, romantico
Sottocategoria: Alternate Universe (AU), Slash
Personaggi: Harry
Potter, Ron Weasley, Hermione Granger, Draco Malfoy, Albus Silente, Nuovi
personaggi
Pairing:
sicuramente una Harry/Draco ma per ora nn lo so nemmeno io... ci sto
lavorando
Lo dico chiaro e
tondo: nn era mia intenzione scriverla! Un po' perchè mi sn messa nei casini da
sola a scrivere 4 fic contemporaneamente e scartandone altre per portare avanti
qst, un po' perchè nn è il mio genere...
Lo dico fin da
ora onde evitare equivoci ma dal momento che è una sfida eccomi qui, con
una fic imprevista da scrivere, un titolo preso da un telefilm e una trama che
se mi impicco adesso è meglio per la mia sanità mentale.
Basta delirare,
smetto subito.
Prima vi dico
solo che i nomi delle quattro case e dei professori, nei limiti del possibile,
sn nella loro edizione originali ma cmq sn perfettamente intuibili.
Mistress Lay
PICCOLA NOTA:
Le parti in corsivo
sn i pensieri, le altre delimitate dagli asterischi (*) sn i ricordi e con gli
slash (/) sn le parti di un film immaginario
Il sesto anno di
Harry James Potter non poteva cominciare peggio.
Tanto per
iniziare la sua prima lezione dell'anno era stata pozioni doppie con Slyterin,
negli umidi sotterranei e con il professore più odiato, Severus Snape che aveva
creduto opportuno interrogarlo, dargli una bella 'D' di Desolante e togliere
venti punti a Gryffondor solo nella prima ora di lezione. Gli altri
sessanta punti che Snape aveva sottratto alla sua casa erano stati per per
'colpa' di Ron e Neville.
Il primo aveva
preso le difese di Harry quando Snape si trovava in fase 'ora ho voglia di
sfottere un po' Potter', il suo passatempo preferito, Neville non aveva colpa
alcuna se non quella di non essersi accorgerto che Tiger aveva scambiato la sua
radice di purvincolo con la radice di asfodelo causando la prima esplosione di
calderone del suo sesto anno, la sua prima punizione, le prime ferite ai suoi
compagni e cinquanta punti in meno a Gryffondor.
Ma non era finita
lì.
Il pomeriggio
stesso i Gryffondor si sono ritrovati a lezione di Difesa contro le Arti Oscure
con i Slyterin e con... Snape che evidentemente aveva avvelenato Dumbledore con
una pozione confundus per poter assumere quel ruolo così ardentemente
desiderato.
Lì Harry era
stato nuovamente interrogato. Nessuna 'D', ma, con grande scorno di Snape, una
'O', per altro immeritata, doveva essere una 'E' dal momento che aveva risposto
correttamente a tutte le trenta e più domande. Ma dal momento che a Snape non
andava bene, aveva tolto dieci punti a Neville per non essere preparato.
Era finita lì? Oh
no, troppo semplice.
Come se non
bastasse, Snape aveva cambiato le posizioni dei suoi studenti, mescolando
Slyterin e Gryffondor e con chi era capitato Harry? Malfoy.
Ripensando
all'assegnazione dei posti però Harry si era dichiarato abbastanza fortunato.
E questo considerando che Ron era stato appaiato a Goyle e aveva beccato una
punizione e Hermione appaiata a Millicent Bulstrode, la sua anima nera, aveva
preso la prima 'A' della sua carriera scolastica. Che poi è caduta in
depressione non bisogna nemmeno dirlo, era scontato.
Ora era costretto
a passare le ore di Difesa contro le Arti Oscure accanto a Malfoy, vedere la
sua odiosa faccia per altre sei ore alla settimana, ascoltare le sue battute
e... fare ricerche assieme.
Quella sera Harry
era incavolato con il mondo.
Ma a cena lo
aspettava UN'ALTRA sorpresina.
Cosa? Anzi...
chi?
La nuova
studentessa.
Slyterin, occhi
perfidi, ghigno perfetto e la sua nuova compagnia con Pansy.
Lo aveva
scontrato nei corridoi e Harry era caduto come un pesce lesso mentre Malfoy
aveva tolto dieci punti a Gryffondor per aver 'urtato con intenzione' una
Slyterin.
Insomma, primo
giorno di scuola e aveva riconfermato la sua celeberrima sfiga cronica.
E non era tutto.
Eh no, la giornata non poteva finire così.
No, sarebbe stato
troppo chiedere al destino una manciata di ore come tutte le persone normali.
La professoressa
Minerva McGonagall era venuta nel bel mezzo della cena al tavolo Gryffondor e
aveva avvertito Harry di raggiungere IMMEDIATAMENTE lo studio del professor
Dumbledore.
E ci era andato,
ma solo dopo aver incontrato per i corridoi Pix il poltergeist e aver
ricevuto una bella doccia di inchiostro.
Per fortuna era
intervenuta la professoressa McGonagall e lo aveva pulito alla bene e meglio...
e poi nell'ufficio di Dumbledore aveva trovato LUI.
Un uomo sulla
settantina, alto e robusto, capelli bianchi, occhi chiarissimi, abiti babbani
in nero, smorfia orgogliosa del naso, tracotanza nella piega della bocca, rughe
profonde, sguardo duro.
E Dumbledore?
Stanco come mai Harry lo aveva mai visto. Occhi tristi, rughe pronunciate e..
dolore in quegli occhi azzurri e penetranti.
- Siediti, Harry,
abbiamo cose sulle quali discutere - aveva detto solo. La McGonagall era uscita
mentre Harry prendeva posto nella poltroncina comoda accanto a quella dell'uomo
dallo sguardo orgoglioso e penetrante ma Harry lo aveva notato. Lo sguardo duro
della professoressa verso quell'uomo.
Se ne chiese il perchè.
- Harry, questo signore è Archibald Whilher, signor
Whilher questo è Harry James Potter -
Archibald Whilher fissò Harry negli occhi.
Harry si sentì in
soggezione, spiato da quello sguardo duro e fermo. Era un uomo a cui non piace
essere contradetto si disse Harry, assomiglia quasi alla McGonagall.
- Lieto di conoscerla,
signor Whilher - rispose Harry con cortesia ma un sorriso proprio non riusciva
a farlo, sentiva che aveva da dire qualcosa... e non gli sarebbe piaciuto.
"Vorrei
proprio vedere come finire in bellezza questa fortunatissima giornata"
pensò amaramente.
- Salve Harry -
disse il signor Whilher con voce dura e senza veramente provare felicità nel
conoscere Harry. I due lo percepirono.
Dumbledore prese
la parola, stranamente a disagio: - Il signor Whilher, Harry è venuto qui
dagli Stati Uniti per con... -
L'uomo lo
interruppe: - Non esattamente, Dumbledore, io sono qui per portar via con me
Harry - la stessa voce dura, un tono autoritario.
Harry sussultò di
sorpresa.
"Portarmi
via?"
Anche Dumbledore
non era d'accordo evidentemente, aggrottò le sopracciglia, contrariato: -
Questo non è stato deciso, Whilher -
Il viso del
signor Whilher si rabbuiò, oscurandosi e divenendo minaccioso: - Pensavo fosse
scontato, Dumbledore. Il ragazzo mi seguirà a casa -
- Harry è sotto
la tutela dei signori Dursley, Whilher, e DEVE frequentare Hogwarts - continuò
in tono tempestoso Dumbledore.
Ma il signor
Whilher non si fece mettere in soggezione. Era deciso a non cedere. Harry si
chiese, anche se allibito dalla richiesta di quell'anziano, come quel babbano
non provasse paura di fronte a Dumbledore, il mago numero 1.
Anzi, numero 2.
Eh no, Harry era
il numero 1, a detta dell'intero mondo magico.
- Il ragazzo non
è tenuto a frequentare Hogwarts. La minaccia del Lord Oscuro è stata sventata e
quindi verrà con me negli Stati Uniti, lei non ha voce in capitolo -
Harry, a
giudicare dallo sguardo di Dumbledore fisso sul duro Whilher, ebbe
l'impressione che nemmeno lui avrebbe potuto fare qualcosa.
"Bene"
pensò "Degna conclusione della più sfortunata delle giornate"
Ma anche lui
avrebbe avuto voce in capitolo.
Capitolo Primo - VUOI
SAPERE UN SEGRETO?
Harry sospirò,
stiracchiando i muscoli intorpiditi per il lungo viaggio che era stato
costretto a compiere seduto in una scomoda poltroncina dell'aereo. Un viaggio
lungo ore e ore.
Prima il viaggio
in treno Hogwarts - King's Cross di Londra, taxi in un traffico stratosferico,
una lunghissima coda all'aeroporto e... ore e ore in aereo.
Tutto perchè il
signor Whilher odiava ogni forma di magia e non tollerava nè utilizzare
Therstal nè auto sguscia- traffico nè una Passaporta nè la materializzazione.
Niente che fosse lontanamente ricollegato alla magia.
Una stramaledetta
mattina, un stramaledetto pomeriggio, una stramaledetta nottata... una
stramaledetta giornata alla fine.
Stramaledetissima
e sfortunatissima giornata com'era stata la precedente solo che di diverso
c'era che il giorno prima quella giornata l'aveva trascorsa a scuola tra
Slyterin, professori e strani colloqui mentre quella stessa giornata l'aveva
passata tutto il santo giorno ad essere scarrozzato da una parte all'altra
dell'Inghilterra e del mondo.
Harry sospirò
silenziosamente mentre fissava con sguardo vacuo lo schermo proprio davanti a
sè e infilandosi annoiato le cuffie per ascoltare i dialoghi dei due ragazzi
del film... errore, non il dialogo ma il 'litigio'.
/- Non potevi
startene a casa tua? - diceva uno, una faccia antipatica.
L'altro alzò le
spalle, indifferente: - Non era in mio potere decidere -/
"Poveraccio..."
pensò Harry "Stranamente mi sta simpatico..." continuò
amaramente, tamburellando noisamente le dita sul bracciolo della poltroncina
scomoda.
/- Dovevi importi
- lo rimproverò l'antipatico.
- Non ne ho avuto
la forza -/
"Simpatico...
decisamente simpatico"
/- Lasciatelo
dire, William, sei un rammollito -
- Lo so, Lance,
lo so - amarezza nella sua voce. William calciò un ciottolo che venne slanciato
dritto dritto nel lago./
"Chissà
perchè mi sento preso in causa" sorrise interiormente Harry,
accomodandosi di più sulla poltroncina, cominciando ad interessarsi alla scena
dei due ragazzi.
/- Ma non ti
capisco proprio, William! - scoppiò Lance, gesticolando furioso - Perchè non te
ne torni a casa? Perchè non te ne vai se non sopporti stare qua? -/
"Perchè
non ne ha la forza" rispose mentalmente Harry, comprendendo benissimo
lo stato d'animo di William.
/- Non ne ho la
forza -/
Harry stava
decisamente prendendo gusto alla visione di quel film. Si chiese se veramente
il Fato esistesse.
/- Perchè non ti
sei imposto PRIMA di venire? -
William gli
rivolse uno sguardo triste: - Quando cresci con la convinzione che tua madre
amava VERAMENTE tuo padre e poi uno sconosciuto arriva, un bel giorno, e ti
dice senza mezzi termini che tua madre, colei che credevi perdutamente
innamorata di tuo padre, ha avuto una storia con un altro uomo e che con
quell'uomo aveva un figlio, poi abbandonato e quello sconosciuto che ti ha
detto tutto ti portasse via di punto in bianco dai luoghi in cui sei cresciuto,
tu cosa diresti? -/
Harry sussultò a
quelle parole e sentì gli occhi inumidirsi.
Maledizione!
Adesso ci si mettevano anche i film a complicargli l'intrico della sua vita!
Non ascoltò la
risposta e si tolse con la forza della rabbia le cuffie dalle orecchie, scattando
in piedi.
- Dove vai? -
abbaiò Archibald Whilher, disapprovando la sua condotta.
- Al bagno -
rispose a bassa voce Harry, fissando con insistenza tutto ma non quegli occhi
penetranti.
- Fai in fretta.
Atterriamo tra poco -
Harry annuì
solamente e si fiondò in bagno, chiudendo la porta dietro di sè a chiave e
appoggiandovi contro la schiena stancamente.
Perchè tutto a
lui doveva capitare?
Adesso che
finalmente si prospettava davanti un futuro migliore, finito l'incubo di Voldemort,
finito l'incubo dei Dursley... adesso che finalmente poteva essere un ragazzo
normale e condurre una vita normale ai limiti del possibile, adesso che era
Harry e basta e non un'arma... adesso che poteva lasciare Privet Drive e
potersi stabilire lontano dai suoi parenti babbani, adesso che Voldemort era
morto, adesso che era un salvatore, adesso che poteva preoccuparsi solamente
della scuola... adesso che poteva avere una sua vita...
- Maledizione! -
sibilò tra i denti, stringendo i pugni.
... adesso veniva
quell'uomo, quel Whilher, che gli stravolgeva tutta la sua vita, la ribaltava,
la faceva a pezzi e ne aggiungeva anche alcuni suoi...
*"Ti
devo rivelare una cosa, Harry..."
"Cosa,
signor Whilher?"
"Vuoi
sapere un segreto?"*
Harry si lasciò
scivolare fino a sedersi a terra, la schiena ancora premuta contro la porta
chiusa, le gambe conserte, le braccia a cingerle.
*"Riguarda
i tuoi genitori"
"Mi
dica..."
"Riguarda
più precisamente tua madre"*
Sua madre...
quello che vedeva nelle fotografie che aveva di lei lo riempiva di gioia:
sorriso raggiante al suo matrimonio, allegria a tutto spiano quando stringeva
tra le braccia un fagottino, occhi sorridenti, occhi felici, occhi raggianti,
occhi che riflettevano il suo stato d'animo, occhi che ridevano, occhi senza
segreti.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
Ricordi spezzati
di una madre che lo amava e che amava suo padre.
Era così o no?
Era così bello
pensare di sì.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
Ma la verità
qual'era? Cosa nascondevano quegli occhi raggianti?
Quali erano i
VERI sentimenti di Lily Evans Potter?
*"Tua
madre ha avuto un altro figlio con un altro uomo"*
Cosa si prova a
veder crollare i ricordi di tutta una vita?
Cosa si prova a
sapere che dietro quegli occhi raggianti c'era un segreto?
Cosa si prova a
scoprire da uno sconosciuto che aveva un fratellastro?
Cosa si prova a
scoprire che sua madre aveva avuto un figlio da un altro uomo?
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
Dolore... tanto
dolore.
Immenso dolore.
E un vuoto
dentro.
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?*
Rabbia nel
scoprire che dietro quegli occhi raggianti c'era un segreto.
Un grande
segreto.
*"Lascerai
Hogwarts, Harry, verrai con me. Conoscerai tuo fratello. Conoscerai Nathan
Wihlher"*
E poi lasciare
tutti i luoghi in cui era cresciuto.
Luoghi amici.
Lasciare gli
amici. Lasciare i ricordi. Lasciare la sua vita finalmente guadagnata con grandi
sacrifici.
Lasciarla per una
nuova e per un segreto che nessuno ha voluto rivelargli su sua madre.
*"Conoscerai
Nathan"*
Suo fratello.
Lo voleva
conoscere davvero?
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?"*
No, avrebbe
dovuto rispondergli, non voglio sapere nulla su di lei.
Ma non l'aveva
fatto e ora era negli Stati Uniti.
Lontano da casa
sua, da Hogwarts, dai suoi amici... dal mondo magico.
Era tornato in un
mondo babbano con un parente inaspettato... non era quello che aveva sempre
desiderato, una famiglia?
"Una
famiglia felice però..." pensò Harry, sospirando.
*"Conoscerai
tuo fratello"*
Fratello...
adesso scopriva di avere un fratello.
"Non lo
voglio conoscere... voglio solo dimenticare che mia madre ha avuto un figlio da
un altro uomo che non era mio padre..."
Ma poi lui
sarebbe riuscito a dimenticare?
Ci sarebbe
riuscito a guardare gli occhi di sua madre e non scorgervi nulla all'interno?
Nessun segreto celato dietro i due smeraldi?
*"Vuoi
sapere un segreto su tua madre?*
No, non ci
sarebbe mai riuscito. Mai.
Sua madre...
un fratellastro...
*"Conoscerai
Nathan"*
Nathan. Archibald
Whilher.
Aveva ritrovato
due parenti.
Un fratellastro e
il nonno a quanto pareva.
*"Lascerai
Hogwarts, Harry, verrai con me"*
Qualcuno bussò
alla porta.
- Harry, dobbiamo
atterrare - la voce imperiosa di Archibald Whilher.
Harry desiderò
poter avere sottomano la sua bacchetta, prenderla e lanciare
una bella fattura a quell'uomo che lo aveva brutalmente strappato
dalla sua vita.
Ma non era colpa
sua. Non era colpa di quel vecchio se sua madre aveva avuto un altro figlio.
*"Sono
il nonno di Nathan"*
No, lui non c'entrava.
Si alzò in piedi
stancamente, aprendo la porta e ritrovandosi davanti quell'uomo,
le sopracciglia aggrottate.
*"Perchè
non me l'avete detto prima?"*
*"Non
volevamo darti un dolore"*
*"Professore..."*
*"Lo so,
ho sbagliato"*
*"Perchè
lei non è venuto prima?"*
*"Mio
figlio è morto. Voleva che Nathan conoscesse il suo fratellastro"*
Dolore, dolore
simile al suo in quelle parole.
L'uomo con il
quale sua madre aveva avuto una relazione era morto e come ultimo
desiderio aveva pregato il padre di far conoscere il figlio della sua
amata Lily Evans al proprio figlio.
Sapeva che un
Harry Evans era nato con il cognome di Potter e che abitava a Privet Drive
da Petunia Evans in Durlsey, che era cresciuto e che aveva ora sedici
anni.
Harry non
riusciva a detestare Archibald Whilher.
Era addolorato.
Forse ancora più di lui.
*"Mio
figlio è morto. Voleva che Nathan conoscesse il suo fratellastro"*
Si diressero
senza una parola ai loro posti e si appuntarono le cinture nel più
religioso silenzio.
Harry notò che la
programmazione del film che prima aveva visto era stata sostituita dalle norme
di sicurezza dell'atterraggio mentre il pilota avvertiva i passeggeri che
stavano atterrando e il viaggio era giunto alla conclusione.
Un sibilo alle
orecchie paralizzò Harry per un attimo, nel dolore.
Poi, le rotelle
dell'aereo toccarono terra, sull'asfalto della pista di atterraggio.
Il sibilo diminuì
e finalmente Harry riaprì gli occhi.
Guardò l'ora sul
suo nuovo orologio: 17.52.
A quell'ora a
Hogwarts avrebbe sentito la campanella di fine lezioni e si sarebbe sentito un
languorino in fondo al suo stomaco all'idea di consumare una cena coi fiocchi
preparata dagli elfi domestrici.
A quel pensiero
sentì tornare la sua angoscia.
Ancora poco e avrebbe
conosciuto il suo fratellastro.
*"Vuoi sapere
un segreto su tua madre?"*
Lo avrebbe visto.
Nathan Whilher.
Forse aveva anche
lui gli occhi verdi.
Harry si sentì
completamente solo.
Fissò l'orologio,
come ipnotizzato dal veloce scorrere della lancetta dei secondi.
Ron, Hermione,
Fred, George, Ginny, i signori Weasley, Seamus, Neville, Dean... i professori,
i compagni di casa, i compagni di squadra... gli amici negli altri dormitori, i
nemici...
Adesso avrebbe
dato anche la sua Firebolt per un'umiliazione da parte dei Serpeverde o dieci
punti in meno per la sua casa... tutto, ma di nuovo a Hogwarts.
E invece era lì.
Accanto ad un
uomo duro e orgoglioso che si stava slacciando la cintura.
L'aereo era
fermo. Le persone presero ad alzarsi scompostamente.
Capitolo 2 *** Benvenuto a casa Whilher, Harry Potter! ***
ONE TREE HILL - L'ultimo segreto
ONE TREE
HILL - L'ultimo segreto
Titolo: One Tree
Hill - l'ultimo segreto (cap. II)
Autore: Mistress Lay (per ora)
Raiting: R
(sicuramente cambierà)
Categoria: generale
Sottocategoria:
Alternate Universe (AU), Slash
Personaggi: Harry
Potter, Ron Weasley, Hermione Granger, Draco Malfoy, Albus Silente, Nuovi
personaggi (per ora)
Pairing:
sicuramente una Harry/Draco... per le altre ce ne saranno parecchie che si
alterneranno!!! U__U
PICCOLE AVVERTENZE:
1. Per
chi non lo sapesse 'One Tree Hill' è sfortunatamente finito e per chi invece lo
seguiva sappia che la fic prende SPUNTO dal telefilm ma continueranno ad
esserci alcune differenze che troverete leggendo i cap (in particolare questo)
lo sottilineo perchè forse trovere alcune cose nn precisamente dei personaggi.
Anche per qnt riguarda il pairing. Avverto cmq che io NN ho visto tt il
telefilm ma sl alcune puntate... perdonate perciò alcune mie ignoranze in
materia.
2. Qst
fic come detto già precedentemente è frutto di una sfida. Quindi nn è
esattamente una fic che avrebbe dovuto essere pubblicata. Ora che la sfida è
finita (yo soy la vincitrice... ALÈ ALÈ ALÈ!!! ^__^) qst fic continuerà ad
essere scritta e pubblicata giusto perchè nelle recens mi chiedevate come andasse
a finire... andrà avanti nn preoccupatevi ma dal prox cap fino alla fine nn
sarò più solamente io a ideare qst fic. Verrò aiutata nella trama dei
capitoli dal mio sfidante (TVTTTTB, Jamie!! ^^) e dai due spettatori (nonch?è
giudici di gara), l'uno che ho stressato io (Mia cara Wormy...^^) e l'altro che
veniva stressato contemporaneamente dal mio sfidante (Grande Moony!!!!^^).
3.
Appello per tutti, indipendetemente se avete o no seguito il telefilm alla tv
(anche se chi nn ha seguito capità solamente alla fine del cap e chi lo ha
visto forse inorridirà per qll che sto per scrivere): preferite una
Nathan/Harry o una... Lukas/Harry? (Io sarei propensa di più per qst'ultima
ma voglio sentire i vostri pareri). Ovviamente è solamente da cornice perchè la
coppia principale è e rimarrà la Harry/Draco ma dal momento che ci saranno
parecchi pairing diversi...
CAPITOLO
SECONDO - BENVENUTO A CASA WHILHER, HARRY POTTER
...Con
affetto, a Prongs,
by
Pad
Il viaggio si
stava dimostrando il più noioso possibile tanto che Harry si cominciò a
chiedere che avesse fatto di tanto male per dover subire quattro giorni di
ininterrotta stramaledetta sfortuna perchè davvero non si poteva credere che
non esistesse qualche oscura forza del destino che gli calamitasse addosso
tutta quella sfortuna cronica.
Era lì, seduto
nel sedile posteriore della lussuosa macchina nera con accanto il signor
Whilher, silenzioso come non mai che non lo degnava nemmeno di un'occhiata
mentre l'auto sfrecciava silenziosamente per la strada, fornendo ad Harry una
vista completa nella nuova città in cui era costretto, a suo malgrado, a
rimanere.
Una città diversa
per certi aspetti dalle città babbane che conosceva ma che forse non era poi
così agli antipodi.
Era negli Stati
Uniti. America. Tree Hill.
Qualche minuto
dopo Harry e il signor Whilher si trovarono fuori, di fronte ad una casa enorme
che già all'esterno comunicava una modernità propagantistica.
"Meraviglioso,
vado via dai Dursley e mi ritrovo qui" pensò Harry mentre i suoi
bagagli furono portati dentro casa dall'autista e il signor Whilher apriva in
quel momento la porta di casa.
Harry sospirò,
chiedendosi se in quella nuova casa la sfortuna cronica lo avesse seguito
oppure sarebbe rimasta fuori dalla porta. Decise di no. Era pur sempre Harry
Potter.
Strinse a sè il
borsone nel quale aveva infilato le cose più prezione che aveva, rifiutandosi
di metterle nelle sue valigie - il signor Whilher era contrario al suo baule da
mago, troppo appariscente e poco babbano - e non aveva intenzione di lasciarlo
a chiunque. Dentro c'erano troppi ricordi del suo passato felice e nessuno
glieli avrebbe sottratti.
Seguì il signor
Whilher in casa.
Babbana, moderna,
ricca di comodità, nessun oggetto che minimamente appartenesse al mondo magico,
pulita, linda... una casa Dursley, più spaziosa, più moderna ma
fondalmentalmente la stessa casa dove Harry aveva vissuto per sedici anni.
Ripensò a
Hogwarts.
Perchè doveva
capitare tutto a lui?
- Ragazzo seguila
che ti porterò nella tua stanza! - imperiò il signor Whilher, sembrava più
arcigno che mai e Harry si chiese cos'avesse fatto di male nella vita per
beccarsi un guaio dietro l'altro - Fatti una doccia veloce che questa sera
conoscerai Nathan e gli altri. Li ho invitati a cena -
"Oh,
magnifico, ci mancava solo questa!" pensò Harry amaramente mentre
saliva le scale preceduto dalla donna che a quanto pareve si occupava delle
pulizie e della cucina.
La sua stanza era
al piano inferiore e dovette notare oggettivamente che era diversa dalla sua
stanza a Privet Drive: grande, spaziosa, aveva una scrivania in mogano, una
piccola libreria, un camino, un trespolo e una gabbia molto grande, un computer
e altre due porte.
Posò il borsone a
terra, accanto alle valigie e alla gabbia vuota di Edvige.
- Questa è la sua
stanza, signorino - disse la domestica con un sorriso, sembrava simpatica -
dietro quella porta c'è lo stanzino e qui - aprì l'altra porta - il bagno. Il
signor Whilher aveva avvertito che avrebbe portato una civetta ma... non la
vedo - terminò fissando la gabbia vuota.
Harry sorrise, il
suo primo vero sorriso dalla sua partenza: - Arriverà, ma intanto vedo un
trespolo -
La domestica
sembrò meno a disagio e sfoderò nuovamente il suo sorriso: - Capisco. Il signor
Whilher aveva avvertito di introdurre nella sua stanza un trespolo e una gabbia
nuova per la sua civetta - titubò un attimo e poi continuò - Anche il signorino
Dan aveva un gufo. Non lo usava mai e un giorno fuggì -
- Dan? -
- Il figlio del
signore -
- Il gufo fuggì?
- Harry era stupito, non aveva mai saputo di un gufo che fuggiva dal suo
padrone - Ma com'è possibile? -
La domestica alzò
le spalle, un poco a disagio: - Non lo so signorino -
Harry decise di
lasciar perdere e sorrise: - Non mi chiami signorino, signora. Io sono Harry.
Solo Harry -
La domestica fece
un sorriso felice, come se si aspettasse una risposta simile: - Il signor
Whilher si arrabbierà se non la chiamo signorino - protestò infine.
Harry ebbe uno
scatto d'ira: - Non m'interessa che cosa ne pensa. Sono solamente il
fratellastro di suo nipote. Niente di più, niente di meno. Mi chiami Harry -
- Come desidera,
Harry... -
- ... e mi dia
del 'tu' -
- ... questo non
mi è permesso - ma lo sguardo fermo di Harry la convinse - Ma se è lei a
dirlo... va bene, Harry. Chiamami Abby -
- Va bene, Abby.
Senti, - si sedette sul letto - potresti dirmi da chi è composta la famiglia
Whilher? Non vorrei fare una figuraccia dopo a cena... -
Abby sorrise
materna e prese una sedia, a suo agio e Harry pensò che fosse una persona molto
aperta e spontanea ma la vita di domestica in quella casa sotto la guida del
rigido Whilher le avesse represso quella parte di carattere. Le stava simpatica
e intuì che non fosse come gli altri membri di quella nuova casa.
- Abbiamo il
signor Archibald che tu già conosci e il signorino Nathan, il figlio del
signorino Dan, che è morto di recente - un'ombra le oscurò il volto.
- Com'era Dan e
com'è Nathan? -
- Il signorino
Dan era la copia di suo padre, inflessibile e rigido. Faceva parte della
squadra di basket quando era giovane ed era un ottimo giocatore, un po' troppo
prepotente forse, ma aveva talento. Il signorino Nathan ha seguito fin da
piccolo le sue orme e adesso che frequenta il liceo, lo stesso di suo padre, è
anche lui nella squadra di basket, una giocatore eccezionale ed è superato
solo da suo cugino -
Harry era
sorpreso. Una famiglia di appassionati di basket...
Gli venne in
mente l'amore che suo padre, James Potter, aveva per il Quidditch. Un amore
trasmesso anche a lui stesso. Forse non erano così diversi come Harry si
aspettava.
Si rifiutò di
pensare a sua madre e focalizzò la sua attenzione sulle parole di Abby.
- Cugino? -
- Lukas Scott, è
coetaneo del signorino Nathan e frequetano lo stesso liceo. Sono nella stessa
squadra di basket e non vanno molto d'accordo - pareva che a Abby stesse più
simpatico Lukas di Nathan - È il figlio della signorina Karen, la sorella del
signorino Dan -
Harry immagazzinò
quelle parole e tirò fuori un resoconto coinciso: - Quindi ricapitolando
Archibald Whilher ha due figli: Dan e Karen che a loro volta hanno un figlio
ciascuno, Nathan Whilher, il mio fratellastro - pronunciando quella parola con
uno strano suono, non abituato a formularla - e l'altro è Lukas Scott, suo cugino
-
Abby annuì: -
Esatto. - controllò l'ora e disse, dispiaciuta di dover interropere la
conversazione lì - Ora devo andare, Harry, devo andare a preparare la cena - si
alzò in piedi, rimettendo a posto la sedia - A dopo, Harry -
- A dopo, Abby.
Grazie -
Abby uscì dalla
porta ma, ancora sulla soglia si voltò indietro e disse: - Assomigli molto a
tua madre, Harry. Hai i suoi stessi occhi e il suo stesso carattere - e chiuse
la porta.
Harry pensò che
essere paragonato a sua madre non gli facesse più piacere.
Non dopo aver
scoperto quel segreto.
Era l'ora di cena
ormai.
Mancavano giusto
quei dieci minuti e Harry sentiva nei piani bassi un certo brusio e un
movimento significanti l'arrivo della famiglia Whilher- Scott.
Harry non si
sentiva per niente pronto, anzi, desiderava con tutte le sue forza che tutto
quesllo che stava vivendo fosse solo un incubo e una volta aperti gli occhi si
ritrovasse nella sua stanzetta a Hogwarts nella Torre di Grifondoro e magari
fosse svegliato dal saltellare inconsulto di Ron o dalle risate - anche
irritanti - di Seamus che prendeva in giro Neville.
E invece mentre
riapriva per la ventesima volta gli occhi si trovava sempre lì in quella
stramaledetta stanza a Tree Hill e al piano inferiore la famiglia Whilher-
Scott chiacchierava beata in attesa che scoccasse l'ora X e il parente non
voluto - cioè lui - facesse la sua apparizione.
Il signor Whilher
con la sua solita aria scocciata gli aveva portato un elegante smoking nuovo di
zecca e aveva chiesto la sua presenza cinque minuti prima che fosse servita la
cena, varrebbe a dire tra meno di cinque minuti.
Si guardò
nuovamente allo specchio.
Con lo smoking
che portava sembrava un vicario... gli venne in mente com'era vestito Draco
Malfoy al Ballo del Ceppo e decise che l'effetto era uguale identico solo che
guardando bene entrambi si capiva subito che, se per Malfoy portare quel
smoking gli conferiva l'aria di un rigido manico di scopa vestito in nero se
non di un bianco cadavere, guardandosi allo specchio avrebbe potuto dire
tranquillamente che lui sembrava essere frutto di un collage distorto di un
pazzo artista cubista.
Lo smoking doveva
dargli un'aria da elegantone ma il contrasto con la sua testa - capelli
spettinati all'ennesima potenza, occhiali di cinquant'anni prima e espressione
scocciata e spaesata - lo facevano apparire come un novello Cenerentolo ad un
ballo dove bisognava sfoggiare la propria elegante mise. Bè, lui l'abito da
elegantone cel'aveva... se avrebbe potuto fare qualcosa per la sua
espressione...
Ma cosa
d'altronde?
Non aveva mai
indossato un abito elegante a parte il completo verde bottiglia che gli aveva
comprato la signora Weasley per il Ballo del Ceppo e non era abituato a
conoscere dei parenti dal momento che non aveva mai avuto prima d'ora,
togliendo i Dursley - ma ovviamente con loro non indossava abiti eleganti, al
massimo quelli che 'generosamente' gli aveva regalato Dudley -.
Giunse alla
conclusione che il signor Whilher voleva metterlo in ridicolo di fronte ai suo
parenti giusto giusto per fargli fare una buona impressione.
Quel gesto gli
ricordò Piton. Sarebbe stato proprio da parte sua una cosa del genere...
Sbuffò,
continuando a fissare quel ragazzo stralunato nello specchio.
Lo sguardo si
fissò in particolare sul cravattino annodato al contrario.
Non era mai
riuscito ad annodarsi la cravatta della divisa e quindi aveva anche perso le
speranze di annodare quella scura che era in abbinamento con il suo smoking e,
togliendosela in un unico gesto secco, la lanciò scoordinatamente sul letto.
"E va
bene, adesso l'hai proprio voluto tu!"pensò irato.
Si slacciò i due
bottoni della camicia in modo da sembrare più spesato di quanto era primo.
Allora si spettinò ancor di più i capelli e e si aprì la giacca.
"Decisamente
meglio..." pensò più soddisfatto.
Meglio se non
alla vista almeno alla sua psiche.
Si sentì un lieve
bussare alla porta.
Abby entrò.
- Harry, devi
scendere - poi lo fissò e disse con disapprovazione - Ma come ti sei messo! E i
capelli! -
Harry alzò le
spalle avvicandosi alla porta: - I capelli sono indomabili -
- E i vestiti?
Indomabili anche quelli? - chiese irritata Abby.
- Più o meno -
sorrise Harry e lui stesso potè giurare di avere lo stesso sorriso di suo
padre. Malandrino al punto giusto. Ciò lo fece sentire decisamente meglio. Il
pensiero del padre lo risollevò di morale.
Uscì dalla sua
stanza con passo incerto, seguito da Abby che gli chiuse la porta alle spalle.
La sentì sospirare e poi dire: - Scendi per le scale e prendi al porta a
sinistra. Buona fortuna -
Harry fece come
detto e entrò nella porta a sinistra.
Persone.
Due donne, due
ragazzi, un uomo e il signor Whilher.
Tutte si
voltarono e smisero di parlare alla sua entrata.
Il signor
Whilher, altero e altezzoso nella sua sedia al capotavola, lo fissò con
dispprovazione.
"Ma che
vada a farsi fottere!" pensò malevolmente Harry.
Ok, aveva l'aria
di un terremotato e allora?
- Quello è Harry
Potter, il figlio di Lily Evans - disse ringhiando Archibald.
Una delle donne,
mora con uno sguardo materno e dolce, gli sorrise e gli porse la mano: - Ciao
Harry, benvenuto a casa Whilher. Io sono Karen Whilher- Scott -
Harry gliela
strinse, con un sorriso.
Subito, l'uomo
che le era accanto gli tese a sua volta la mano, lo sguardo pareva simpatico: -
E io sono Keith. Keith Scott, sono il marito di questa bella creatura - e
indicò con lo sguardo Karen, che gli sorrise radiosa. Stringendo la mano di
Keith Scott sent? che con loro il rapporto sarebbe stato decisamente diverso
che con Archibald Whilher.
- Hai gli occhi
di tua madre, Harry - disse infine Karen.
- Vero - confermò
Keith.
Harry sentì
qualcosa stringersi all'altezza dello stomaco.
L'altra donna,
bionda stavolta, si alzò dalla sua sedia e gli tese la mano con fare amichevole
anche se con qualche remore negli occhi: - Io sono Debby Whilher -
"Allora
è lei la moglie di Dan Whilher... ecco perchè mi guarda così... ma io che ci
posso fare?" pensò Harry porgendole per? la mano.
Ora mancavano
solo i due ragazzi.
Diversi benchè
cugini.
Uno era alto,
capelli mori, tratti che gli riportarono alla mente Archibald Whilher e l'altro
poco più basso, capelli biondo scuro e aspetto mite.
Harry capì
all'istante che il biondo era Lukas Scott e il moro era Nathan Whilher, il suo
fratellastro.
Guardò il
fratellastro, più per curiosità che per altro.
Ricevette in
risposta uno sguardo del tutto scocciato.
"Direi
di stargli simpatico..." pensò sarcasticamente Harry ma si accorse
anche, con soddisfazione bisogna aggiungere, che da sua madre, Lily Evans, non
aveva preso praticamente nulla nè gli occhi verdi nè i capelli rossi.
Tutto in lui,
dall'aspetto al portamento, sembrava urlare 'Whilher'.
"Meglio"
si ritrovò a pensare, forse un po' vergognosamente.
- Ciao Harry, io
sono Lukas Scott tuo... cugino - disse Lukas con un sorriso tendendogli la
mano. E a Harry sembrò che con quel ragazzo sarebbe andato d'accordo.
Così,
istantaneamente.
- Piacere Lukas -
sorrise, come ad un vecchio amico e Lukas accentuò il sorriso.
Ma Nathan si
trovò in dovere di interrompere quella scena idilliaca: - Lukas, LUI non è tuo
cugino - protestò.
Harry sentì
chiara l'antipatia che provava per lui Nathan Whilher.
- Su, Nathan! -
lo ammonì piuttosto debolmente Debby.
- Sì, Nathan
presentati - lo invitò Archibald Whilher. Sembrava che il nipote fosse la luce
dei suoi occhi.
- Sono Nathan
Whilher il tuo... ehm... fratellastro - storse il naso. Non gli tese la mano.
Harry non si
sentì per niente rifiutato. Era abituato a essere considerato un niente dai
Dursley.
"Si
sente come se lo avessi oltraggiato. Quello oltraggiato dovrei essere IO"
pensò. Non sorrise come aveva fatto con gli altri, non gli tese la mano, non
accennò con il capo.
Si limitò a
fissarlo.
E Nathan sembrò
di essere preso in considerazione, giudicato scadente e subito scartato. Sentì
quell'insofferenza che aveva provato da quando suo padre aveva espresso come
ultimo desiderio fargli conoscere il fratellastro traformarsi in antipatia allo
stato puro.
Come avevano
fatto notare Keith e Karen quell'Harry Potter aveva gli occhi di sua madre,
smeraldi grandi e straorinariamente brillanti, che gridavano vitalità ma
offuscati anche da qualcosa senza nome.
Sentì la rabbia
salirgli.
Aveva gli occhi
di sua madre.
Lui non aveva
niente di sua madre, nè i capelli rossi, nè il sorriso gentile, nè gli occhi
che mille e più volte aveva ammirato e avevano fatto sciogliere suo padre
dall'ammirazione e dall'amore per Lily Evans.
E invece quello
lì aveva i suoi occhi e... il suo stesso sorriso gentile e dolce.
Quanto aveva
desiderato, durante la sua infanzia, poter avere qualcosa che gli ricordasse
sua madre!
In quel modo suo
padre gli avrebbe voluto più bene e non sarebbe stato ore e ore a osservare
malinconicamente le foto di quella giovane donna sorridente e lo avrebbe
fissato con quegli occhi carichi di amore che decdicava a quelle fotografie,
trovando nel suo viso qualcosa di simile alla donna amata che lo aveva lasciato
per andare con un altro e poi era morta in un'esplosione domestico con il
marito, lasciando il figlio orfano.
Che ora era di
fronte a lui.
Harry James
Evans- Potter.
Desiderò
istantaneamente di andarsene di lì.
Il signor
Whilher, intuendo che non tirava buona aria, invitò tutti a prendere posizione
per la cena, che venne servita subito.
Harry, per sua
fortuna, si ritrovò accanto a Lukas.
La cena passò
velocemente e non si parlò molto perchè, a quanto pareva, il signor Whilher
aveva proibito ai commensali, come a lui, di non parlare molto e in particolare
di non parlare delle rispettive famiglie.
Forse voleva che
si rimanesse in territorio neutrale.
Ma comunque Harry
apprezzò.
Quando la cena
finì e fu salutato calorosamente da Keith e Karen Scott e con un sorriso di
Lukas, salì subito in camera, mormorando una distratta buonanotte capendo
perfettamente che a quanto pare il signor Whilher aveva indetto una 'riunione
di famiglia' da cui naturalmente - e per fortuna - lui fu estromesso.
Una volta nella
sua stanza notò subito il ritorno di Edvige.
- Ehi,
bellissima! - corse da lei, chiudendo velocemente la porta e accarezzandola
mentre la bianca civetta gonfiò le piume al complimento e si fece accarezzare
dal padrone - Per fortuna sei arrivata tu! - notò che era parecchio stanca e
quindi l'idea di spedire subito un gufo ai suoi amici -Ron e Hermione - e al
preside a cui aveva promesso una lettera non appena arrivato a Tree sfumò.
Peccato.
Ma anche lui era
stanco morto.
Non aveva avuto
attimi di pausa o tranquillità. Preferì non pensare a quello che si
sarebbe aspettato il giorno dopo.
Senza contare che
cercare pergamena e piuma nelle valigie era impensabile... infatti era ancora
lì, raccimolate in un angolo.
Sospirò dando
un'ultima carezza alle piume candide della civetta. Si tolse in fretta lo
smoking decisamente ingombrante e s'infilò il pigiama - nuovo - che era sul
letto sentendo le palpebre chiudersi quasi istantaneamente mentre si stabiliva
sott le coperte mormorando una buonanotte a Edvige.
La civetta
arruffò le piume, come rispondendogli.
Lo fissò con i
suoi occhi ambra per qualche istante e si avvicinò al letto di Harry,
mettendosi sulla sponda del letto, come per proteggerlo.
E lì rimase per
tutta la notte.
FINE
SECONDO CAPITOLO
CONTINUA...
Mistress Lay
Bene siamo giunti
alla fine.
Voglio chiedervi
però una cosuccia: vi volevo chiedere se preferite una Nathan/Harry
o una Lukas/Harry per contorno alla travagliata (e ve lo posso
assidurare) Harry/Draco. Io sarei propensa di più per una Lukas/Harry ma voi
che ne dite?
Fatemi sapere!
Ancora una cosa,
per sapere della situazione a Hogwarts dp la partenza di Harry dovete aspettare
ancora pochissimi cap!!! (se ci riesco due)
Passiamo ai
ringraziamenti...
Jackie
Hooker - Ciao!!!
Davvero ti piace One Tree Hill? ^^ Cm vedi Harry nn andrà per niente d'accordo
con il fratellastro Nathan ma chissà... per quanto riguarda il nonno credo si
riscatterà, ma nn è del tutto sicuro! ^__^ No, scherzo! Ti nomin ufficialmente
mia fan? O///O Oh, mamma mi hai fatto veramente arrossire! Ma sn io a dire il
contrario e, fidati, la tua shot-fic è decisamente migliore delle mie fic!!! ^^
Fammi sapere qnd torni, il tuo giudizio è molto importante per me! Bax
piropiro - Perdonata allora? Bene! Fammi sapere
che cosa ne pensi, un grossissimo bacio, tvtttttttb, Lay
Moony* - Grazie mio carissimo Moony adorato!!!
(oggi sn contenta e nn so perchè!^^) No, ma veramente sn felice anche solo
leggendo i tuoi commenti supermegafantastici!!!! Grazie mi riempi di commenti
immerittati, davvero! ^///^ Il film immaginario si rifarà sentire, n temere!
Besitos, tvtttb, Paddy
Michelle
Malfoy - Grazie! Che
bello ti fai sentire quasi ad ogni mia fic!!! ^///^ <--- me mooolto
lusingata. Spero che nn sia orribile, fammi sapere che cosa ne pensi, bax
nami_Potter - UUHHHH.. una vera fan di One Tree Hill:
perdono se è orribile!!! Lukas è anche il mio personaggio preferito quindi nn
dovresti preoccuparti eccessivamente! ^__^ Grazie per i tr complimenti... Bax e
a presto, NR
LadyBlood - Spero tanto tanto che quando potrai la
commenterai altrimenti cm farò???? ç__ç Nn preoccuparti nessuna e ripeto
NESSUNA delle mie ff verrà abbandonata: ci tengo tr a loro (oltre che alla mia
vita perchè immagino che tu mi ucciderai per aver fatto una cosa simile...
^^'''')!!! Ma cm vedi qst fic verrà seguita anche da alcuni miei amici qnd per il
sostegno morale (e credimi a me ne serve parecchio... U___U) e in eventuali
colpi di scena e per qnt riguarda anche la trama...! Anche io adoro Lukas, ma
fammi sapere!!!! Bax bax
Wormy - Mia adorata discepola e compagna di
avventure che bello sentirti!!!!^^ Sn sempre felicissima qnd ti sento, credimi!
Grazie per i complimenti ma com vedi ho DOVUTO rendere antipatico Nathan ma per
Lukas (ti adoro mon cher!) il discorso sarà diverso, assicurato!!! E poi ci
sari tu e gli altri a uccidermi se mi verrà una qualche idea malsana, no? Bax,
tvttttttb, Pad
Prongs - Nn prendertela, Jamie, è solamente
una sfida come tante altre! Ma come vedi anche se mi sn aggiudicata il
primo posto anche tu ne hai tratto profitto: ora conosci la trama per intero
della mia fic!!! Bax tv1idb, Pad
... e a presto!!
(per chi volesse saperlo: interviste e heaven out of
hell) ^__^
Titolo: One TreeHill - l'ultimo segreto
(cap. III)
Autore: MistressLay
Raiting: R (anche se sarei più orientata per una
NC17)
Categoria: generale
Sottocategoria:
Alternate Universe (AU), Slash
Personaggi: HarryPotter, Nuovi Personaggi, DracoMalfoy, un po' tutti
Pairing: la principale è la Harry/Draco ma ce
ne saranno parecchie altre di cornice
Intanto voglio
scusarmi per il ritardo mostruoso con cui è arrivato qstcap ma ho avuto il cosidetto
'Blocco dello Scrittore'ç___ç Poi scusate se in qstcap non c'è quasi niente di che, ma mi serviva uno di
transizione prima del Quarto (che, promesso, non farò passare un mese visto che
lo sto scrivendo) quando i riflettori si sposteranno da TreeHill e da Harryno.
Tutti
vi starete chiedendo com'è risultato il sondaggio
‘NATHAN/HARRY O LUKAS/HARRY?’, giusto?
Mi dispiace per
chi a votato la Lukas/Harry
ma a gran voce (11 voti contro 6) è stata richiesta la Nathan/Harry, spero che
nn mi abbandoniate per questo.
ç________ç
Tengo cmq a precisare che la COPPIA PRINCIPALE rimarrà la
DRACO/HARRY, le altre coppie che sorgeranno serviranno solamente come cornice a
qst favolosa coppia (nn per
niente è la mia preferita assieme alla Harry/Tom).
Per ora il raitingè R ma snancotra indecisa sulla NC17, qndcambiaerà ( e SE) ve lo farò sapere.
Ultimo
avvertimento: sto scrivendo le Interviste ai personaggi delle mie fic e ovviamente ci saranno anche i personaggi siqst, nn
so qnd ma se nn le seguite
vi farò cmq sapere io, ok?
Bax e... BUONA LETTURA!
CAPITOLO
TERZO - ANCORA A TREE HILL
Una
volta aperti gli occhi
Harry si accorse subito che qualcosa non andava per
il verso giusto.
Si alzò a sedere
in un unico movimento, andando subito a far sbattere la testa contro la testata
di legno del letto.
- AHI! - esclamò
portando le mani alla testa dolorante.
"Perfetto, degno inizio di una degna
giornata..."pensò
amaramente mentre con una mano inforcava gli occhiali e con l'altra si
massaggiava la testa.
Una volta che
ebbe la visione completa della sua stanza - se sua si poteva definire -
immagini spiacevoli di una serata passata con gente sconosciuta, un anziano che
lo voleva fulminare per ogni volta che respirava, un ragazzo moro che non lo
sopportava di già e sogni frammentari di una donna con gli occhi verdi e quel
sorriso che tutti definivano sincero riaffiorò nella sua mente.
Era a Tree Hill, in America.
In una casa babbana, anonima, lontana da Hogwarts,
dai Dursley, da Ron e 'Mione, con i suoi 'parenti' tra cui un fratellastro e con
un dolore immane alla testa dove aveva preso una botta colossale.
Perfetto, si
comincia nel migliore dei modi una nuova giornata che si prospettava già da
quel momento lunga ed estenuante.
Si accorse di essere ancora vestito di tutto punto dalla cena della
sera precedente e, con uno sbuffo, si alzò da letto mentre un trillo strozzato
appartenente a chissà quale creatura oscura usciva da una gola da volatile.
La mano di Harry si precipitò alla tasca della giacchetta ma si
ricordò che la bacchetta era rimasta nel suo borsone nei bagagli mezzi sfatti.
Cercò allora la
fonte di quel rumore e notò con piacere che era Edvige.
- Edvige! –
esclamò felice praticamente correndo verso il trespolo
dove la sua candida civetta si era appollaiata.
La accarezzò
dicendole: - Ma dove siamo capitati, Edvige? –
Scosse la testa e
andò alla finestra:era l’alba e TreeHill era avvolta nel
silenzio.
Decise che
sarebbe stato meglio cambiarsi come prima cosa con abiti più comodi e poi
scrivere a Hogwarts ai suoi amici e a Dumbledore anche se la povera Edvige era tornata
la sera prima.
Dopo mezz’ora si
sedette alla scrivania di mogano con una penna d’aquila in mano e un pezzo di
pergamena sotto il naso, con larghi abiti babbani
appartenuti precedentemente a Dudley
e i capelli neri ancora umidi per la doccia fatta da poco.
Intinse la penna
nell’inchiostro e prese a scrivere una lettera al preside facendo capire chiaro
e tondo che voleva andarsene via di lì il più presto possibile: famiglia Whilher l’aveva conosciuta, DanWhilher aveva visto esaudito il desiderio di far conoscere Harry a Nathan e il suo dovere
l’aveva fatto.
Certamente Dumbledore avrebbe capito che Harry
voleva tornare a Hogwarts con qualsiasi mezzo a patto
che sia in meno di ventiquattr’ore e dimenticarsi
l’intera faccenda.
Forse non avrebbe
dimenticato – era dura dimenticare che sua madre aveva
avuto una relazione con un babbano e da quella
relazione era nato un ragazzo – ma almeno ci avrebbe tentato. Ora, l’unica cosa
degna di nota era tornare il più presto possibile nel Mondo Magico al quale Harryapparteneva e non rimanere
in quella stramaledetta casa babbana, lontano dai
suoi studi e dai suoi amici, circondato da gente che lo odiava.
Bè, forse non tutti.
Non poteva
includere nel gruppo dei sostenitori del suo immediato omicidio anche la
famiglia Whilher-Scott
quali Keith, Karen e Lukas.
Ma di certo non sarebbe rimasto a TreeHill per loro!
Terminò la sua
lunga lettera con un ‘a presto, Harry’.
La piegò e si dedicò alla lettera che avrebbe spedito ai suoi due migliori
amici.
"Cari Ron e 'Mione,
non so cosa darei per essere lì.
Sono qui da
un giorno e tutto quello che ho ricevuto è stata un'accoglienza pari a quella
dei Dursley (con qualche debita eccezione non tutti i
Whilher sono dei bastardi): il signor Whilher mi ha fatto capire chiaro e tondo che qui non mi ci
vuole e non sa cosa darebbe per rispedirmi in quel 'covo
di pazzi chiamato Hogwarts'.
Bè, io sarei più che d'accordo se non fosse che evidentemente lui non lo è.
Ma lo sarà
ancora per poco, immagino che ora si senta tutto sollevato e con la coscienza a
posto che mi dirà senza mezzi termini che posso anche
sloggiare. Spero solo che sia oggi.
Ieri ho
cenato con la famiglia riunita.
È confortante
dirvi che metà delle persone a quel tavolo mi volevano
buttare fuori dalla casa?
Uno ovviamente
è Whilher.
Sembra goda del mio imbarazzo, basti pensare che mi ha fatto
indossare uno smoking per scendere a cena, e ogni volta che mi guardava era
come essere trafitti da frammenti di un bicchiere, sul serio.
L'altra è la... come la posso chiamare? Ah sì, legittima
moglie dell'amante di mia madre sarebbe un appellativo perfetto.
Si chiama Debby a quanto ho sentito.
L'altro è,
udite udite, il mio
adorabile fratellastro Nathan.
Spero che non
incontri mai DracoMalfoyperchènon ci metterebbero due secondi
a riconoscersi come spiriti affini e rendere la mia vita un disastro più
di quanto già non lo sia. Ma penso sia impossibile e
per una volta amo il fatto di avere 'parenti' babbani.
Ora dipende dal fatto se l'odio di Malfoy supera
l'odio per i babbani e siamo messi bene...
Diciamo solo
che non ci sopportiamo, è reciproca la cosa.
Buffo vero?
Il fatto di essermi finalmente liberato dei Dursley
per poi trovarmi con questa bella famigliola dall'altro capo del mondo
così simile ai Durlsey che rabbrividisco
al solo pensiero.
Spero
proprio che me ne vada il più presto possibile. È insopportabile stare qui.
Per fortuna
c'è qualche membro della mia famiglia che non mi vuole sotto un camion in corsa
(Ron se ti stai chiedendo cos'è un camion, chiedi a Hermione):
sono i miei 'cugini', la sorella di DanWhilher, suo marito e loro figlio.
Sembrano
simpatici anche se non ho avuto modo di parlarci
molto e dopo che Karen (si chiama così, lei Karen, il marito Keith e il
figlio Lukas) mi ha detto quanto i miei occhi assomigliano
a quelli di mia madre.
Non mi è
piaciuto per niente il paragone.
E ancor meno è piaciuto Nathan.
Una cosa che
ho scoperto sulla famigliaWhilher
è che tra Karen e l'imperatore del mondo non scorre
buon sangue, anzi proprio tra la famiglia Scott e la Whilher, Nathan e Lukas compresi.
Provo una
strana empatia per loro, sapete?
Ma basta parlare di me, non è ancora sorto
il sole e sono già depresso.
Come va a Hogwarts? Chi è stato lo sfortunato a cui è capitato Malfoy come partner alle lezioni di Difesa? Ditegli che lo
compiango, poverino. Per le prove per il nuovo cercatore?
Fatemi
sapere, non sopporto
essere lontano da Hogwarts.
Saluti,
Harry"
Harry piegò la lettera e chiamo Edvige che le
sussurrò quanto glidispiaccia
lasciarla partire di nuovo ma era necessario. Le legò le due lettere e la
civetta prese il volo nel cielo, diretta a Hogwarts, Scozia, Gran Bretagna, Europa.
"Chi è stato lo sfortunato a cui è capitato
Malfoy come partner? Ma chi voglio
prendere in giro..." scosse la testa,
scacciando quel pensiero improvviso e a suo avviso decisamente catastrofico.
"Se sono geloso delle persone che frequentaMalfoy sono proprio
messo bene, non c'è che dire..." sospirò,
cercando di scacciare l'immagine di Malfoy.
Per farlo decise
di mettere a posto la propria roba, sfacendo i bagagli e mettendo ogni cosa al
proprio posto, non lo faceva perchè credeva di
rimanervi a lungo ma semplicemente per scacciare le immagini di nostalgia che
lo avevano sopraffatto: riuscì a scacciarla per fortuna ma tutto crollò quando
prese in mano l'album delle fotografie.
Non resistette
oltre e si sedette sul letto, sfogliandolo.
Lì c'erano i suoi
genitori, suo padre e sua madre, con quel sorriso che Harry
giudicò falso, il suo padrino, colui che gli aveva
promesso una vita diversa ma non aveva potuto realizzare quel sogno, Remus, lo zio, i suoi amici e lì, in una fotografia
ripiegata c'era LUI. DracoMalfoy.
Stava giocando a Quidditch, nella partita Serpeverde-Grifondoro di un anno prima, la prima partita di Ron e nella quale Harry era
riuscito a salvare in extremis la squadra, prendendo come al solito il boccino prima di Malfoy.
Erano lì, spalla
a spalla, a volte si davano degli spintoni, due ragazzi uno in divisa rossa
l'altro in verde, l'HarryPotter e il DracoMalfoy quindicenni, sulle scope, la mano tesa in
avanti, il boccino a pochi centimetri da loro.
Era stata una
foto rubata da ColinCanon
che voleva immortalare il momento della vittoria del suo 'eroe' da vicino.
Ci
era riuscito.
Un HarryPotter trionfante riuscì a
prendere il boccino.
DracoMalfoy rimaneva
sullo sfondo, imbronciato.
Canon aveva duplicato all'infinito quella
fotografia e Harry era riuscito
ad impossessarsene di una copia e l'aveva infilata alla rinfusa nell'album
delle foto, di nascosto a tutti.
O quasi.
Hermione lo sapeva.
Sospirò e chiuse
l'album, il sole era alto e decise di scendere a colazione, sperando che
quel NathanWhilherfosse ancora a dormire.
Scese dalle
scale mentre la mente era lontana, fin quando un: - Ragazzo! - gracchiante
non lo fece sobbalzare, un tibro di voce uguale a quello usato da VernonDursley quando lo voleva rimproverare.
Si voltò di
scatto e vide che sulla soglia di una porta scorrevole in solido legno c'era Whilher che lo fissava con un cipiglio da orso, aggrottando
le sopracciglia e stringendo le labbra già strette per natura.
- Signor Whilher - salutò Harry.
- Già sveglio? -
gracchiò quell'altro ma
non attese risposta - Nat è già andato a correre da
un'ora. Seguimi nel mio ufficio - ed entrò.
Harry sentì distintamente per la prima volta
una specie di 'smembramento interno': il cervello gli
diceva di mandare quel vecchiaccio al diavolo, lo stomaco gli diceva di
ignorare il suo ordine e di scendere a colazione e il suo cuore gli diceva
invece di andare in quello stramaledetto studio per dire chiaro e tondo a Whilher che se ne voleva tornare a Hogwarts.
Vinse quest'ultimo e il cervello, pur a
controvoglia, gli diede ragione, lasciando lo stomaco in minoranza che, imbrociato, gorgogliò.
- Zitto - gli sussurrò
Harrye entrò nell'ufficio
del signor Whilher.
Archibald era un uomo d'affari vecchio ma ancora
arzillo, che amava la sensazione che la sua poltrona di pelle dava alla sua
vecchia schiena, che amava bersi un goccio di champagne per rilassarsi e che
amava mettere in soggezione le persone, specie se le odiava.
Per questo anche
dopo la carriera del figlio Dan aveva continuato la
sua attività e la continuava tutt'ora nel suo elegante studio a casa, in stile moderno,
arieggiato, situato nella zona della casa quasi sempre al sole nel piano
superiore.
Non amava le
frivolezze, poche se ne concedeva, ma le comodità non gli dispiacevano così
come alcune modernità che costellavano l'ufficio: c'era un camino con il fuoco
elettrico sopra il quale erano incrociate due spade di
foggia ottocentesca, una scrivania in vetro appartenuta al figlio, portapenne
in avorio, cartelline in pelle e una foto con la cornice argentata.
Di foto ce
n'erano nell'ufficio, l'intero ripiano della piccola credenza dove riponeva gli
alcolici era piena: foto del figlio quando ancora giocava a basket, foto di Nathan, una di Karen e una di Nathan e Keith.
Sembrava che quel
vecchio vivesse nel culto del figlio e del nipote... forse perchè
gli ricordavano sè stesso.
Archibald fece un imperioso cenno a Harry di sedersi e quello obbedì, tirandosi i jeans scoloriti - e non per natura - larghi prima di
accomodarsi.
- Come mai quegli
abiti, ragazzo? - chiese burbemente.
Harry alzò le spalle: - Non ne ho altri -
L'anziano non disse
nulla ma Harry nemmeno voleva una risposta e esordì con un: - Quando ritorno a Hogwarts?
-
- Hogwarts? - il vecchio ghignò leggermente - Tu non tornerai
a Hogwarts! -
- Come? Pensavo
che suo figlio volesse solo che suo nipote mi conoscesse! - protestò - Mi ha
conosciuto, fine della storia! -
Archibaldribattè: -
Voleva che vi conosceste, non che vi salutaste -
- Bè, IO ne ho abbastanza, voglio tornarmene a casa! -
Eh no, non
sarebbe rimasto in quella stramaledetta città a 'fare l'amicone' con Nathan!
Basta subire!
Aveva sconfitto Voldemort, aveva dileguato la
minaccia Dursley, ora la vita era sua soltanto e
quello che voleva era solamente viverla: poteva, no?
Whilher non sembrò nemmeno ascoltare la sua
risposta e continuò in tono meccanico: - Rimarrai qui a TreeHill e frequenterai la scuola di Nat
- prese il foglio che aveva davanti - Questa è l'iscrizione, compilala, anche
se penso che non saprai nulla di chimica, geometria analitica (... Lay, respira! ndCervello) o Shakespeare
se non come una preparazione di ragazzino delle elementari, comunque sia
compilalo e riconsegnamelo entro oggi. Devo portarlo alla segreteria così già
da domani potrai cominciare le lezioni -
Harry guardò alternativamente il foglio che
aveva davanti e il viso anziano di Whilher. Gli
sfuggì una risatina.
- Che hai da ridere? -
Harry cercò di usare un tono di voce calmo e
allo stesso tempo difficile... cosa che gli fu difficile dal momento che era un
Grifondoro per natura: - Signor Whilher
forse non le è chiaro che io qui non voglio frequentare nessuna scuola, la mia
scuola è in Inghilterra, a Hogwarts, la mia casa è a Hogwarts, tra i miei amici e non frequenterò nessuna scuola
babbana: primo perchè non
ho proprio voglia di farlo, secondo perchè io domani
sarò bersaglio delle frecciatine con Snape e sentire che la mia pozione non è arancione ma
fucsia -
Una tempia si
contrasse nel viso di Whilher ma Harry
ne diede colpa al fatto di aver nominato 'Hogwarts', 'babbana' e 'pozioni' nella
stessa frase, in realtà era cosa ben diversa.
- Il professor Dumbledore ha detto che saresti stato qualche tempo qui a TreeHill e... -
- Il professor Dumbledore non ha giurisdizione sulla mia vita privata -
sbottò irritato harry. Il cervello e il cuore avevano
cominciato a lavorare assieme anche se lo stomaco faceva da bastion
contrario, reclamando un po' di attenzione.
- Il professor Dumbledore è il tuo preside e i Dursley i tuoi tutori. O rimani qui a TreeHill o farò pervenire una richiesta scritta dai tuoi zii -
replicò subdolo Whilher.
Il cuore, il cervello
e lo stomaco di Harry raggiunsero un'intesa quando quest'ultimo capì che prima di esser rimpinzato si doveva
superare lo scoglio 'Whilher' e quindi avvenne una
cosa spettacolare: una coalizione di cui Harry era il punto focale.
Balzò in piedi, furioso: - ADESSO NE HO VERAMENTE ABBASTANZA! IO
ADESSO HO UNA VITA MIA E INTENDO VIVERLA FINALMENTE DOPO SEDICI ANNI! -
Whilher non balzò in piedi ma il tono era
ugualmente furioso: - Non tollero che si alzi la voce con me! -
- IO ALZO LA VOCE
QUANTO MI PARE E PIACE! SO CHE NON MI SOPPORTA E CHE MI VUOLE VEDERE LONTANTO
DA QUI: PERFETTO, NON CHIEDO DI MEGLIO! VOGLIO TORNARE A HOGWARTS E VIVERE LA. MIA. STRAMALEDITISSAMENTE.VITA.DA.RAGAZZO.NORMALE,
È CHIEDERE TROPPO? -
Gli occhi di Whilher si assotigliarono e se Harry non fosse così furioso si
sarebbe accorto della traccia di dolore che vi era apparsa e se n'era andata
veloce com'era venuta: - Siediti Harry - sibilò alla
fine.
- No, NON MI
SIEDERO'! NON SONO UN SUO GALOPPINO E NEMMENO SUO FIGLIO NON MI PUO' DARE ORDINI! -
- Cosa credi di sapere, eh? - replicò alzando la voce il
vecchio - Nemmeno a me piace che tu sia qui ma mio figlio... -
- SUO FIGLIO È
MORTO! - gridò Harry ma un attimo dopo si tappò la
bocca, mortificato, rendendosi conto di quello che aveva appena detto - Mi
scusi - bisbligliò.
Whilher gli rivolse uno sguardo adirato e poi uno
venato da tanto dolore che Harry si sentì subito un
verme e si sedette.
- Mi scusi - ripetè.
Ancora il vecchio
rimase in silenzio.
Harry sospirò, era
dispiaciuto per il dolore di Whilher ma le
parole che aveva detto erano vere, anche se espresse in diversa maniera: -
Quello che voglio dirle è che... insomma, lei sa la mia storia, no? Ho passato sedici anni inseguito dall'ombra di un mago oscuro che mi
voleva morto e ora che posso finalmente vivere come un ragazzo normale ed
essere libero non posso farlo perchè spunta fuori che
mia madre - e
pronunciò quella parola con amarezza - ha avuto una relazione con un altro
uomo e ha avuto un figlio da lui... io... io non... io non me lo sarei mai
aspettato -
Whilher abbassò lo sguardo quando gli occhi verdi
di Harry incontrarono i suoi, implacabili e in quel
momento intrisi di dolore e comprensione.
- Non voglio dire
che cel'ho con lei... non del tutto almeno ma... ma
voglio solamente tornare a Hogwarts, alla mia vita e
viverla come non ho mai fatto. Voglio essere un ragazzo normale e voglio essere
con i miei amici, è chiedere tanto? -
Ancora il vecchio
rimase in silenzio.
- Mi lasci
partire. Lei ha adempito alla promessa che ha fatto a
suo figlio e Nathan mi ha conosciuto. Abbiamo
scoperto che non ci sopportiamo ed è tutto, non cambierà... - sospirò -
mi creda, quando la prima impressione che hai di una
persona è sbagliata rimane così e basta - si rese conto di esser andato troppo
sul personale e allora sviò - Quindi mi lasci partire. Mi lasci tornare ad
essere un ragazzo normale -
Gli occhi verde
smeraldo di Harry trafissero dal profondo
del cuoreWhilher, ritornando a anni e anni
prima, quando gli stessi occhi verdi lo avevano fissato e da cui essi
traspariva fermezza quanta dolcezza, determinazione quanto coraggio, gli stessi
occhi di Lily Evans che rimanevano nel cuore e non li
potevi più scordare...
Gli occhi di quel
ragazzo erano sinceri e la malinconia che ne traspariva sembrava veleggiare
nell'aria ma Whilher non si lasciò commuovere: lui
amava suo figlio e avrebbe adempito a tutto quello che
gli chiedeva, anche tenere in casa il figlio di Lily Evans
e suo marito JamesPotter.
- Tu rimarrai
qui, ragazzo, a TreeHill.
Domani comincerai a frequentare la scuola di Nathan.
Compila il foglio. È tutto - si alzò e uscì da quella stanza mentre Harry fissava quel foglio, furioso e deluso come non mai e
una persona in tenuta da ginnastica fuori dalla porta
aveva ascoltato tutto.
"Chi sei
veramente, HarryPotter?"
CONTINUA...
MistressLay
Lo so, è un capitolo un po' deludente ma ci tenvo
a postarlo il più presto possibile! ^^
Un grazie a tutti
coloro che hanno letto e in particolare a chi ha
commentato ovvero:
MichelleMalfoy - E finalmente eccomi qui! ^___^ Bax e fammi sapere che ne pensi!
debby-potter - Ciao! ^^ Nathan
penso proprio che un poco del suo brutto carattere possa cambiare... chissà
l'influenza di Harry! Bax e
fammi sapere!
Kaylin - Wow, un'altra fan di One
TreeHill! ^^ Io non l'ho
seguito tutto e infatti alla pubblicaz
dei primi due capnn sapevo
bene i nomi quindi ho dovuto scambiare un po' i nomi... anzhe
se devo dire la verità, io ce li vedevo troppo bene Keith
e Karen assieme! Poi Dan
non mi stava molto simpatico e dopvevo trovare
una connessione con uno dei genitori di Harry... In effetti uno dei problemi della coppia Harry/Lukas è proprio che essendo
simili di carattere si rischia di scivolare troppo nello sdolcinato e nn ho scritto qstfic per qst scopo. Tranquilla, Draco non seguirà Harry a TreeHill ma rimarrà saldamente
ancorato a Hogwarts e saprai di più nel prox cap. Spero che qstnn ti abbia deluso e spero che al
più presto possa introdurre anche gli altri personaggi di OTH... Bax e fammi sapere!
waa- Grazie per aver risposto! Bax e
fammi sapere che ne pensi! ^^
nami_Potter - Grazie tantissime, sei tr gentile!!!! bax
e che ne pensi? Bax! ^.^
Eliz- Whilher è un osso duro ma ha le
sue ragioni, anche Harry sembra tanto agnellino ma
poi vedrai! ^.^ Bax e fammi sapere che pensi
Moony* - Tranquillo, tanto ti sento ogni volta che ho postato un cap di qlsiasific quindi posso capire che nn
sai che scrivere nelle recens... ^^''' Grazie comunque! Bax!
Prongs - No, la sfida è finita a pari merito, Jam! ^___^ E scherzo? Non avrei dovuto dedicartelo?
Insomma, sei stato il mio sfidante e in più sei stato tu (anche se
indirettamente) ha ispirarmi la scelta di One TreeHill! ^o^
Grazie tantissime e bax!
Wormy - Tranquilla anche tu, sei scusata! ^^ Bax! Tvttb!
Rowan_MayFair - Ciao bella,
come vedi eccomi di ritorno! ^o^ E volevo precisarti
a prop della mia nuova fic
(che deve ancora uscire) che uscirà tra una due settimane
quindi c'è ancora poco... Grazie e fammi sapere che ne pensi! Bax! ^^
LadyBlood - Ehm... io non dovrei parlare di
ritardi, eh? ^^''' Bè, la vostra opinione è sempre
importantissima anche perchèqst
è una fic un po' diversa dalle
prece e nn so bene come muovermi... Fammi
sapere che ne pensi! Baxioni!
kristima - Certo, la Harry/Draco è l'unica dove nn ci casca
niente! ^^ Grazie per la tua risp, devo dire che è
stata quella determinante e che mi ha più giustificato
la scelta del pairing! ^^ Fammi sapere che pensi, bax!
JackieHooker - Grazie graziegrazie! ^//^ Harry ha preso
anche dal padre, era quello il significato nascosto
del suo gesto (e bravo Harry!), ottima teoria per la
scelta di Lukas! Bax e
fammi sapere che pensi!
pop - Hai ragione, è estremamente
interessante... ^^ Che ne pensi di questo? Bax!
ekslytherin - Ehilà! ^^ Non ho seguito il tuo
consiglio a dire la verità, è stata la tua recens a
darmi la spinta per scrivere il cap
(e quello dopo) di getto! Grazie! ^^ Anche io cmq
metto una 'colonna sonora' di sottofondo quando m'incricco, grazie per il suggerimento! bax e fammi sapere!
Kira - Ciao bella! ^^ Ehi, che ne pensi?
Felice che abbia ggiornato anche questa fic? Bax!
Titolo: One TreeHill - l'ultimo segreto (cap. IV) Autore:
MistressLay
Raiting: R (se cambierà ve lo
farò sapere) Categoria:
generale
Sottocategoria:
Alternate Universe (AU), Slash
Personaggi: HarryPotter, Nuovi Personaggi, DracoMalfoy, un po' tutti
Pairing: la principale è la Harry/Draco
ma ce ne saranno parecchie altre di cornice
Notes: i nomi delle case sono gli originali (Grifondoro=Gryffondor, Serpeverde=Slytherin, Corvonero=Ravenclaw, Tassorosso=Hufflepuff) come i
nomi dei professori, ma per i nomi degli studenti utilizzerò quelli italiani
Come avete visto ho mantenuto la mia promessa e sn qui a pochi giorni dal precedente aggiornamento! ^^ Visto che brava?
E ora, come preannunciato, passiamo a Hogwarts:
cosa ne pensano gli studenti di Hogwarts dell'assenza
di Potter? E in particolare due
persone…
Commentate
e BUONA LETTURA!
CAPITOLO
QUARTO - NO POTTER? NO PARTY!
Che atmosfera c'era a Hogwarts
dopo la partenza di HarryPotter?
Bè, dobbiamo partire dal presupposto che a Hogwarts c'erano tre diverse categorie di persone: una era
'Facciamoci gli affari di Potter - Fan Club', l'altro 'Rendiamo la vita difficile a Potter - Fan Club', l'altro
ancora era 'Gli amici perpetui di Potter
- Fan Club'.
Queste tre
categorie abbracciavano tutta la popolazione studentesca della scuola e di tutti il primo club era quello che contava più
componenti.
Ma analizziamo caso per caso, lasciando Harry con le sue delusioni e TreeHill e torniamo nella scuola più famosa del mondo in
Scozia, Gran Bretagna, Europa.
Partiamo proprio
dal primo club, il 'Facciamoci gli affari eccetera', cos'aveva cambiato la loro vita di sacrifici in
onore del pettegolezzo sul Salvatore del Mondo?
Tutto.
In primo luogo Potter era considerato in assoluto il pettegolezzo numero
uno, non solo perchè era HarryPotter - un nome, un
programma - ma anche perchè tutti potevano farsi gli
affari di Potter giusto giustoperchè metà del mondo fuori da Hogwarts
se li faceva: insomma, niente Potter, niente
divertimento.
Il 'Gli amici perpetui' invece erano
gli irriducibili romanticoni in attesa di un gran
ritorno del loro amico numero uno: cos'era dunque cambiato dopo la partenza di Potter?
Tutto anche per
loro.
RonWeasley e HermioneGranger erano
sostanzialmente coloro a cui mancava di più, non solamente come amico ma come
confidente e compagno.
Il terzo gruppo,
il 'Rendiamo la vita difficile a Potter'
era formato dagli Slytherin, i nemici giurati di ogni
Gryffondor e il professor Snape,
il nemico giurato di ogni Potter.
Cos'era cambiato per loro?
Tutto ugualmente.
Avevano perso il
nemico numero uno e il divertimento era ben poco, prendersela con lui non era
solamente un passatempo ma un divertimento: era uno dei pochi a poter tener
testa al capo di questi, DracoMalfoy.
Vi sembrerà
strano, ma proprio a lui più gravava la mancanza di Potter: erano rivali dal primo anno, litigavano su ogni
cosa, l'antagonismo tra loro era naturale eppure qualcosa si agitava nell'animo
di Malfoy, e non era irritazione per non aver
sottomano il nemico numero 1.
- Di nuovo quella faccia, Drak? -
Draco alzò il viso e si trovò di fronte BlaiseZabini, il suo migliore
amico, gli occhi blu penetranti e con il classico sottofondo divertito quando
si parlava della 'malinconia malfoyesca'.
- Che cazzovuoiBlaise?
- sbottò maleducatamente, alzandosi in piedi e dirigendosi verso il ritratto di uscita. Blaise non demorse e lo
seguì.
- Drak, voglio solo sapere perchè
sei sempre così di umore nero - disse mentre
marciavano per i corridoi di Hogwarts - Da quando se
n'è andato Potter non fai altro che gridare contro
tutto il mondo, capisco che quando Potter se n'è
andato il divertimento è divenuto meno ma adesso sempre una ragazzina che si rode
per il suo fidanzatino lontano -
Malfoy lo fissò con astio: - Non dire cretinate,
Blaise! -
Blaise alzò subito le mani in segno di resa.
"Mai far arrabbiare un Malfoy!",
tanto più se è un Malfoyincazzato
nero per altri motivi ignoti...
- Finiscila di
rompere! - sbottò allungato la sua camminata.
Molte ragazze si
voltarono verso di lui con occhi cupiscenti, Malfoy era un ragazzo desiderato nei corridoi, la sua
bellezza di cattivo ragazzo bastardo colpiva sempre più vittime e poche
riuscivano a scampargli.
Blaise riuscì a mettersi al suo fianco: - La
smetto se mi dici che diavolo hai -
- Non mi hai capito Blaise, la mia non era
una possibilità ma un ordine! - sibilò minaccioso Draco,
assottigliando gli occhi argentei per poi sedersi con grazia nel suo posto al
tavolo degli Slytherin mentre di nuovo Blaise si sedette vicino a lui, fissandolo critico.
Se non fosse
stato amico suo da sedici anni probabilmente si
sarebbe seduto dall'altro lato del tavolo, ma in onore del fatto che erano
stati compagni di culla, decise di sopportare per l'ennesimo giorno la tortura
ambulante.
Erano due giorni
che Potter se n'era andato e subito in Draco si era verificato uno strano comportamento: era
nervoso e scattava per un nonnulla, non si poteva accennare a Potty che scattava come una molla e passava lunghe ore a
pensare da solo.
Se Blaise non avesse conosciuto bene il suo migliore
amico avrebbe detto che quel comportamento fosse dovuto al fatto che il
divertimento senza Potter da torturare era nullo - ed
era la stessa cosa a cui pensava Snape, che torturava
ancor di più Paciock per compensare il fatto che Potter non era in classe, con scarsi risultati tra l'altro
- ma dal momento che Blaise conosceva come le sue
tasche Malfoy Jr sapeva che c'era dell'altro sotto ed
era del tutto intenzionato a scoprirlo.
Poteva essere
attrazione forse?
Se ci si pensava bene Malfoy
aveva sempre fissato Potter con uno strano sguardo: cupiscente?
Bisognava anche dire
che Potter si era fatto un bel ragazzo, anche se di
bellezza comune, un bocconcino che per Draco era appetibilissimo se non fosse che
apparteneva al suo peggior nemico e quindi out dalla lista.
Eppure... eppure
quando aveva saputo che Potter era 'partito per uno
scambio culturale'appena arrivato in dormitorio aveva lanciato contro la
parete una boccetta di inchiostro, furioso, e quello non era un comportamento
che gli si addiceva.
Quindi cosa c'era dietro?
Blaise aveva cominciato ad intuirlo.
Draco cominciava ad averne abbastanza dello
sguardo indagatore di Blaise non solo perchè odiava essere fissato in quel modo - preferiva gli
sguardi di qualche ragazzina - e in più su un argomento di cui aveva più volte
specificato di non parlare.
Il perchè?
Non lo sapeva
nemmeno lui!
Il punto era che
senza Potter si sentiva una mosca
bianca.
A Gryffondor non c'era nessuno che potesse
affrontarlo senza tanti problemi e ora che si avvicinava la stagione del Quidditch non aveva nessun cercatore decente con il quale
confrontarsi e vincere per uno scopo.
Ora tutto era
scialbo e insignificante.
E non gli piaceva.
Blaise non lo sapeva ma lui aveva incrementato
le umiliazioni Potter solo per poterlo fissare
più da vicino perchè da qualche tempo a questa parte
voleva guardarlo più da vicino... non sapeva perchè
ma inconsciamente ogni volta che vedeva Potter lo
analizzava dalla testa ai piedi.
Non era solo il
suo corpo però, era anche la strana sensazione che s'impossessava di lui quando
le distanze si accorciavano mentre litigavano: una presa allo stomaco.
E di tutte le
possibilità a cui aveva dato colpa non ne aveva
trovata una valida... quindi rimaneva per lui territorio non esplorato e la
cosa non gli piaceva per niente.
Blaise non sapeva nemmeno della foto.
Già, la foto.
Una foto che
custodiva come un tesoro prezioso, nascosto agli occhi di tutti, alle opinioni
esterne, una foto che poteva riguardare ogni volta che ne aveva
voglia... e ne aveva spesso il perchè non lo sapeva
nemmeno lui.
Era una foto
scattata da quel deficiente di Canon al quinto anno
quando Potter gli aveva soffiato il boccino: c'erano
entrambi in quella foto, spalla a spalla, all'inseguimento del Boccino d'oro finchè questo non fu afferrato da un esultante Potter.
Il primo pensiero
che era passato nella mente di Draco
era "Harry è veramente uno schianto quando sorride"
prima di rendersi conto di aver detto un'eresia.
Comunque dopo la presa di Potter
la foto cambiava e Malfoy rimaneva sullo sfondo,
imbronciato, e Potter in primo piano, esultante.
EDraco, nel
rivedere ogni volta quella foto non poteva non formulare quello stesso
pensiero: "Harry è veramente uno schianto"
prima di pentirsi e convincere sè stesso che non gli
piaceva Potter.
- Senza Potter è tutto uno schifo - sussurrò lasciandosi trascinare
dalla corrente di pensieri. Solo Blaise lo sentì.
La giornata era
stata veramente stressante già dal mattino quando la McGonagall
gli aveva assegnato compiti aggiuntivi per l'orribile trasfigurazione che aveva
fatto, che tra l'altro solo Hermione aveva compiuto
in modo relativamente decente, come se non bastasse Malfoy
aveva offeso la sua famiglia ma Snape, credendo
opportuno intervenire, aveva tolto cinquanta punti per Gryffondor.
In più c'era il Quidditch.
E a quel punto, apriti terra e
ricoprimi di terra.
RonaldWeasley era
disperato perchè si era trovato la nomina di capitano
dopo che Harry l'aveva ceduta a lui prima di partire
ed era l'unico membro a cui veramente importasse il Quidditch.
Tanto per
cominciare la squadra di Gryffondor tecnicamente non
esisteva più: c'era solamente lui, Ginny che si era
imposta per cambiare ruolo in cacciatrice, e due
battitori che credevano che la mazza che avevano in mano fosse un surrogato
della mazza da baseball e di conseguenza lanciavano i bolidi lontani dal campo
e non contro gli avversari.
Ora Ron, divenuto capitano da due giorni, doveva trovarsi in
meno di un mese un cercatore e due cacciatori (e magari due battitori... ma non
voleva sfidare la sorte), allenarli e cercare di vincere almeno contro gli Hufflepuff.
Ron era diviso in sentimenti contrastanti:
per prima cosa si sentiva un ripiego, aveva capito perfettamente che nella voce
della McGonagall una nota dolente quando gli aveva
consegnato la spilla da capitano, poi si sentiva solo.
Non che non
avesse amici, chiaro, ma nessuno che lo aiutasse nel
suo nuovo ruolo: Hermione era presa dagli elfi
domestici e dallo studio, Dean non faceva che
imboscarsi con sua sorella, a Seamus interessava solo
divertirsi e Neville nemmeno chiederglielo.
Se
solo ci fosse stato Harry...
Non gli mancava
solo Harry come amico, ma come compagno di avventure - c'era da dire che era diventato tutto troppo
deprimente senza di lui -, Harry compagno di scuola -
i compiti fatti assieme, gli aiuti - e Harry compagno
di squadra con la sua voglia di vincere, la sua passione per quello sport e il
suo sostegno.
E non gli aveva ancora scritto.
Gli avrebbe
scritto lui se non fosse che Hermione
aveva proposto che forse Edvige era già in viaggio con una lettera di Harry quindi si era trattenuto.
Però... che noiose giornate!
- Sei ancora a
macerarti, Ron? - gli chiese Hermione
versandosi succo di zucca.
- Non è strano
che Harry non abbia ancora scritto? -
Hermione sbuffò ,
rimproverando mentalmente la testardaggine di Ron: - Ron, devi capire che Harry è in
America e non a due passi da qui. C'è il fuso orario e se Edvige fosse in
viaggio ci metterebbe parecchio ad arrivare qui a Hogwarts. Calmati, va bene? Harry
ha promesso che avrebbe scritto non appena fosse arrivato ma non ha tenuto
conto nè del fuso orario, nè
della sua possibile stanchezza per il viaggio. Scriverà quando potrà -
- Come puoi
prenderla così? - scattò Ron - Harry
è andato in America e a te sembra che non importi! -
- RonWeasley, stai dicendo che non
m'importa nulla se Harrysia
o non sia qui? - una luce pericolosa brillò negli occhi della Gryffondor.
- No, no! - cercò
di correre ai ripari Ron che sapeva che quando Hermione si arrabbiava era meglio essere in un altro mondo.
- Ah, vorrei ben
vedere - replicò lei - Stai calmo, ok? Sono certa che
Harry c scriverà non appena potrà... non penso che la
situazione a TreeHillsia delle migliori. Incontrare il fratellastro non è una
passeggiata - concluse in tono triste.
Ron lanciò un'occhiata infuocata al preside Dumbledore: - Già -
Hermione sorrise all'amico: - Manca a me, cosa
credi? -
Ron annuì distrattamente, non sentendosela di
rispondere con quel 'Senza Harry
è una noia'perchè
probabilmente l'avrebbe offesa.
Hermione era intelligente, perspicace e tutto ma
divertente non lo era proprio: per lei il fulcro era lo studio e Ron detestava lo studio.
Neville non aveva
altri modi per divertirsi che aggregarsi di qua e di là, Dean
era sempre con Ginny e Seamus
era troppo rumoroso e Ron temeva di passare qualche
guaio serio a causa dell'esuberanza dell'irlandese per il resto... meglio
stendere un velo pietoso.
"Ma quando torna?" pensò
melanconicamente.
- Avanti Drak, perchè non vuoi venire? -
- Blaisefiniscila di rompere, non ho
proprio il minimo desiderio di venire a quella stupida festa! - sbottò Draco.
Blaise mise il broncio ma non demorse e aggiunse
malizioso: - Ma Drak! Ci saranno un sacco di ragazze
carine e ragazzi! Potresti distrarti con loro dalle tue complicate
elucubrazioni nascoste e ignote! -
Draco scattò a sedersi nel letto dov'era
sdraiato con un'espressione che sembrava uguale a quella di LuciusMalfoy quando veniva
contraddetto: - Blaise, leggi il labiale:
FATTI-GLI-AFFARI-TUOI! -
Blaise non la prese bene, offeso nell'animo per
il comportamento del migliore amico, prese e uscì dalla stanza, sbattendo la
porta e lasciando Draco finalmente solo.
Per prima cosa recitò alcuni incantesimi di protezione alla porta poi tornò
a sdraiarsi sul letto, sbuffando annoiato e scocciato.
Pansy aveva organizzato una festicciola in Sala
Comune per distrarre Draco e renderlo di umore più accettabile a cui aveva invitato tutti i Serpeverde degli ultimi due anni per divertirsi fino alla
mattina successiva.
Non aveva sortito l'effetto prefissato: Draco
si era chiuso per tutto il pomeriggio nella sua stanza, evitando di esser
sommerso dalle suppliche di Pansy, e lì era rimasto finchè una processione di persone a capo dei quali stava Blaise, non lo aveva disturbato per tutto il pomeriggio.
Se poi si aggiungeva anche quella ragazza
nuova che ci provava con lui tutte le volte che era a distanza di dieci
metri... andava tutto a meraviglia.
Voleva solo
rimanere solo a pensare!
Era così
difficile da capire?
Sbuffò di nuovo e
si alzò in piedi, arrivando alla scrivania da cui prese un libretto in pelle nera, lo aprì e prese la foto che c'era in mezzo
alle pagine.
Continuò a
fissare la figura del moro Gryffondor per parecchio finchè un lieve bussare non lo distrasse.
- Non voglio
essere disturbato, come diavolo devo farvelo capire? -
gridò Draco, senza distogliere gli occhi argentati
dalla foto.
- Draco... sono io, Pansy
- tubò la voce femminile dal fuori della porta - Non scendi a cena? -
Draco rimise la foto al posto e gridò: -
Scenderò quando avrò voglia! -
Pansy sembrò finalmente capirlo e si allontanò
mentre Draco si riassettava la divisa e la cravatta
guardandosi allo specchio del bagno.
Mentre si
sistemava si osservò attentamente, gli occhi grigio-argentato
sembravano fissarlo con energia trattenuta, malumore forse, il naso alla
francese, la pelle diafana e liscia come seta poi prese un pettine e si diede
una sistemata ai fini capelli platino.
Quando fu soddisfatto del risultato uscì dalla
stanza, trovandovi una ragazza fuori ad aspettarlo, appoggiata al muro
dirimpetto alla sua porta.
- Che vuoi? -
La ragazza nuova
scrollò le spalle: - Ti volevo accompagnare giù -
- So la strada -
replicò risentito Draco e si mise in cammino mentre
la ragazza lo affiancò solo fuori dalla Sala Comune.
- Perchè non vieni alla festa, Draco?
- cinguettò improvvisamente la ragazza, accarezzandogli con la mano la
guancia del ragazzo - Io potrei renderla più invitante se me lo consenti... o
meglio possiamo 'festeggiare' in un altro modo - aggiunse provocante,
soffiandogli nell'orecchio e cominciando a far passare l'indice dalla guancia
alla mascella per poi scendere sul collo.
Draco la fermò, prendendola per il polso
brutalmente.
La ragazza storse
il viso in una smorfia di dolore.
- Sono io a
dettare le regole qui, non tu. Se dico di no è no
quindi smettila di rompermi perchè non ho la minima
intenzione di 'festeggiare' con te - le sibilò a due centimetri dal viso con
tono minaccioso - Quindi tieni le tue mani lontane da me - le lasciò il polso -
Tu non sei degna -
La ragazza
soffiò, offesa nell'animo: - E allora chi è degna di te, Malfoy?
-
- Solo una persona...
che tu non sei - replicò freddamente e riprese a camminare. La
ragazza sorrise furba: allora era proprio come pensava!
- E questa persona adesso non è a Hogwarts,
vero, Malfoy? -
Draco si bloccò senza girarsi: - Non
permetterti di parlarmi così - mentre pensava "Come ha fatto a capire?".
La ragazza ghignò
ma non disse nulla mentre Draco riprese a camminare
fino alla Sala Grande e sedersi poi vicino aBlaise, senza che i due si degnassero di un'occhiata.
Draco intanto pensava: come aveva fatto a
capire quella ragazza che lui bramava Potter?
Decise che doveva
per forza aver tirato a caso o detto quello per provocarlo e ringraziò di non
aver tradito nulla del suo comportamento.
Quella notte,
mentre ancora la Sala Comune degli Slytherin si era
data alla pazza gioia, Draco continuava a fissare
quella fotografia alla luce tremolante della candela con espressione pensosa.
Decise di
strapparla.
Era ridicolo
tenerla ancora.
Ed era ridicolo continuare a sprecare le sue
giornate dietro lo Sfregiato che tra l'altro odiava.
La strappò ma
nello stesso istante in cui lo fece sentì il respiro mozzarsi e senza nemmeno
rendersene conto era scattato a sedere prendendo le
due parti di foto e ricongiungendole.
Da una parte stava il DracoMalfoy
quindicenne, imbronciato, dall'altra c'eraPotter,
esultante.
Non pensò mentre
prendeva la bacchetta e rimetteva assieme la foto, come se fosse come quella di
prima, e nemmeno mentre, spegnendo la candela che illuminava la stanza, mise la
foto sotto il suo cuscino.
Si addormentò e
quella notte sognò lo Sfregiato che veniva nella sua stanza con una bottiglia
di whisky incendiario in mano, si sedeva a cavalcioni
su di lui e gli sussurrava: "Vogliamo festeggiare?".
Si svegliò la
mattina dopo con uno strano senso allo stomaco, mentre
ripensava a quel sogno incredibile e più al ricordo delle labbra di Potter sulla guancia e alla sua saliva mischiata al whisky
incendiario mentre lo baciava appassionatamente.
Corse subito a farsi
una doccia - rigorosamente fredda - per calmare i suoi... ehm... bollenti
spiriti.
Quando scese per
la colazione fu senza dubbio l'unico abbastanza sveglio degli Slytherin e fu salutato da parecchi assonnati anche se non
molto vistosamente mezzi addormentati, erano pur
sempre Slytherin!
Mica stupidi Gryffondor!
Blaise era uno dei più svegli e augurò un
buongiorno vivace a Draco, Pansygli sorrise, la ragazza che il giorno prima ci aveva
provato spudoratamente con lui aveva due occhiaie che non facevano invidia a
nessuno se non a Tiger.
Passato qualche
minuto da quando il capo degli Slytherin aveva preso
posto al tavolo della sua casa che uno stormo di gufi entrò dalle finestre.
Draco individuò subito una civetta delle nevi,
bianca e bellissima che planò al tavolo delle autorità facendo cadere nel
grembo di Dumbledore una lettera.
La McGonagall lanciò uno sguardo al preside che a Draco non piacque per niente ma non ebbe il tempo di
assistere all'apertura della lettera perchè
seguì il volo della bianca civetta che planò di fronte a RonWeasley ed HermioneGranger.
Edvige, perchè si trattava di lei, mangiucchiò un biscotto
e rimase di fronte a Ron e Hermione
mentre quelli aprivano la lettera.
Poi, quando i due
finirono di leggere, la civetta beccò forte la mano di Ron,
gettò un grido e si diresse verso la Guferia,
come se volesse spronare Weasley e la Granger a rispondere velocemente.
"Potter non se la sta passando bene"
pensò Draco cercando con lo sguardo Dumbledore, che era scomparso assieme alla McGonagall con la lettera mentre Snape
aveva un'espressione scocciata in viso.
Draco, maledicendosi per non essersi accorto
prima della fuga strategica dei due professori, tornò
a fissare i due Gryffondor.
Confabulavano fra
loro concitatamente, sembravano un misto di agitazione,
ansietà e blanda rabbia.
- Non devono
esser state buone notizie - commentò Blaise.
Draco negò, cercando di sopprimere la replica
saliente che aveva sulla punta della lingua.
Aveva avuto
l'insano desiderio di ricevere una lettera di Potter,
leggere quel 'Ciao Draco',
ammirare la sua scrittura e leggere infine quel...
No! Che stava pensando?
- Tutto bene, Draco? - domandò coraggiosamente Blaise.
- Com'è andata
ieri? - cambiò argomento Draco, fingendo interesse
per la mancata festa.
- Come al solito - rispose l'amico inarcando un sopracciglio - E
tu? Cos'hai fatto? -
Draco ghignò: - Ho fatto festa per conto mio -
Blaise non capì la metafora ma ebbe
l'impressione che Dracofosse
soddisfatto come non mai.
E Draco soddisfatto lo era perchè aveva realizzato una cosa: era un Malfoy e i Malfoy prendevano
sempre tutto ciò che desideravano.
Fosse anche un Potter.
CONTINUA...
MistressLay
Grazie per tutte
le recens che avete lasciato a qst
felice e povera ragazza! ;____; me commossa!
Kira- Grazie tantissime! ^__^ Bax e
fammi sapere che pensi!
NamiTheNavigator - Abbastanza presto, che ne dici? ^___- A
me pare proprio di sì! Bax!
Moony* - In fondo Harry è sempre un
adolescente e so perfettamente che c'è sempre questo bisogno di gridare contro tutti e tutto (come lo capisco! ^____^'''') ma Whilher non è del tutto un bastardo... o almeno non ancora.
Non so deve pensare che solo Harry sia l'unico che
soffra, anche Whilhernn
scherza! Bax!
Stè_Wormy - Posso immaginarmi la scenetta, Stè, ma che ne dici di questo Draco?
Ho cercato di dargli un aspetto più Slytherin... ¬¬ Bax!
James_Prongs - Grazie per la fiducia, è sempre
graditissima! ^^ Ebbene sì, non mi sn dimenticata di qstfic! Anche perchè come potrei, in primo luogo ci pensereste voi a
ricordarmelo e poi qstfic
è stata un esperimento prima di essere la nostra sfida
e come noti dallo stile è leggermente diverso dal mio, no? ^^ Bax!
Rowan_MayFair - Ciao bella! ^^
Ci mancherebbe che Harry ci rimanga per sempre, ci
sarebbe un sacco di gente a cui verrebbe un colpo! ^^''' E brava Rowan, hai messo le tue idee che (non mi sn nemmeno accorta che fosse così...) sn
giuste! Bax e fammi sapere che ne pensi! ^o^
lily2000 – Eggià, ma Whilher e le regole nn sono mai andate
d’accordo! ^^’’’ Bax e fammi sapere che ne pensi!
ekslytherin – Come vedi eccomi già di ritorno! ^_____^
Che ne pensi? Bax!
Kaylin – E… eccomi qui! Abbastanza presto? ^^ In effettiHarry è continuamente perseguitato
dalla sfiga ma vedrai che nn sarà solamente sfortuna ma
a volte si rivelerà ‘fortuna inaspettata’ ¬¬ Spero che
Nathan lo consoli, davvero! Davvero Draco nel VI libro ha avuto un cambiamento?????O.o
Chissà che sarà… Bax e fammi sapere!
MichelleMalfoy–
Che bello! ^.^ Lukascmq rimarrà
nell’ombra e sarà un sostegno per Harry… ok, basta fare spoiler! Sn felice
che ti sia piaciuto il cap ma che ne pensi di qst? Bax!
kristima – Figurati! ^^ Per la Harry/Tom…
ti consiglierei di leggere i prox sviluppi su RdS e anche sulla mia nuova fic (che
penso proprio sia di tuo gradimento per qnt riguarda il
pairing) Bax e fammi sapere
che ne pensi di qst!
mistica – Anche io ho visto poche puntate, più o meno
sl le ultime, ma era su qst
che si basava la sfida qnd spero di rimanere cmq fedele (almeno un poco) ai personaggi del telefilm! ^^ Sn felicissima di vederti anche qui anche perché i tuoi commenti
mi esaltotr a leggerli! ^.^
Bax e fammi sapere che ne pensi!
ely_scorpioncina – Grazie! ^//^ Che
ne pensi di qst, nn c’è sviluppo
tra Harry e Nat ma in seguito…
si vedrà! Bax!
hermionerad
– Ecco il ruolo di Draco, anche se i due sn in stati differenti nn è detto
che nn ci sia storia… anzi, si sta evolvendo! ^^ Bax e fammi sapere che ne pensi!
pop – No, nn è
vero, nn è un nick cretino!
^^ È semplice e carino! E cm vedi il buon cervello
della povera Lay funziona ancora!(e chi lo dice…?) Il
nonno è un personaggio complesso… lo svilupperò andando avanti ma che ne pensi
di qst? Bax!
JackieHooker
– Ehi! ^^ Che bello sentirti! Sì, la figura è Nathan
appena tornato… Mi è sembrato giusto dare a Harry il
carattere assegnato dalla Row e farlo finalmente sfogare…
anche se nn serve a niente. ¬¬ A prop,
nn ho capito bene cosa intendi per idea sul nome di
Ramoso… (in effettinn ci ho
pensato su molto bene, ho appena letto la tua recens
e devo subito risp…) Bax e
fammi sapere che ne pensi! ^o^
Personaggi: Harry
Potter, Nuovi Personaggi, Draco Malfoy, un po' tutti
Pairing: la
principale è la Harry/Draco ma ce ne saranno parecchie
altre di cornice
Notes: i nomi
delle case sono gli originali (Grifondoro= Gryffondor, Serpeverde= Slytherin,
Corvonero= Ravenclaw, Tassorosso= Hufflepuff) come i nomi dei professori, ma
per i nomi degli studenti utilizzerò quelli italiani
AVVISO IMPORTANTE
Lo so che è un kasino di tempo
che non aggiorno ma ora mi spiegherò, sperando di non essere linciata... -.-'''
La pubblicazione di qst fic sa
qst capitolo è SOSPESA. Mi disp ma l'ispirazione per
continuarla è praticamente assente e non me la sento
di darvi false speranze.
Il perché è molto semplice: con
gli impegni scolastici che mi prendono l'80% della mia giornata mi è
impossibile portare avanti fic che mi prendono troppo tempo e OTH è una di
queste. Non perché sia difficile,
altrimenti a rigor di logica avrei dovuto sospendere o 'Pieghe del Tempo' o
'Raggi di Speranza', ma perché l'ispirazione per OTH mi viene troppo di rado e
non mi sembra giusto che voi l'aspettiate con un aggiornamento ogni due mesi se
non di più.
Non la cancellerò, semplicemente
per ora è sospesa fino a quest'estate quando
riprenderò la pubblicazione e forse avrò anche un'altra soluzione. Dispiace
moltissimo anche a me ma l'ispirazione, vi ripeto, è andata a farsi benedire
^^.
In compenso accontentatevi di
qst mie fic e delle prox (brevi o shot) che forse posterò a breve, se non le
seguite, bè... ci si sente... ç.ç
Scusate tantissimo. ^^
CAPITOLO QUINTO -
QUALCUNO SI SALVA
Il sole stava
tramontando mentre Harry era seduto sul parapetto della sua stanza, con una
gamba a penzoloni nel vuoto e una piegata al petto:
pensava.
Era a Tree Hill e
il giorno dopo sarebbe andato a una scuola babbana.
Una scuola
babbana.
Una scuola
babbana.
Era una
situazione surreale che se non fosse lui il povero sfigato
al quale fosse capitato tutto si sarebbe sbellicato dalle risate e
probabilmente sarebbe caduto giù dal davanzale, conficcandosi nel roseto che
c'era sotto di lui, contrariando il giardiniere, il nonno - giusto per il
roseto rovinato - e rendendo felice Malfoy, Snape e lo stesso Nathan.
Sbuffò.
L'unico fatto positivo di quella prigionia era che Whilher gli aveva
procurato nuovi vestiti babbani decenti e non avrebbe fatto la figura dello sfigato
il giorno successivo a scuola - gli bastava già esserlo a Hogwarts - e poi
sarebbe stato meglio con sè stesso.
Erano di taglio
semplice, sportivi, alcuni capi di jeans e tutto comodo e soprattutto della
taglia giusta, di colori non sbiaditi e per lo meno decenti, come un qualsiasi
altro adolescente babbano.
Whilher non era
in casa, Nathan nemmeno e Harry non poteva impedirsi di guardare fuori dalla finestra il ritorno di Edvige con notizie dal
suo mondo... sapeva che era impossibile ma come dicevano i babbani 'la speranza
è l'ultima a morire'.
Aveva sfatto i
bagagli, mettendo alla rinfusa la sua roba nell'armadio, poca considerando che
adesso ne aveva di nuova, i suoi libri di scuola erano
sistemati ordinatamente nella libreria mentre calderone e ingredienti di
pozioni erano chiusi nell'armadio, il necessario per scrivere aveva trovato
posto nel cassetto della scrivania mentre l'amata scopa fu segregata nello
stanzino con cura.
La bacchetta era
sempre sopra il comodino quando dormiva ma il vizio di portarsela dietro benchè
non potesse usarla era troppa, sul comodino c'era anche una foto che lo ritraevano neonato assieme ai suoi genitori mentre la figura
della madre era coperta con il papillon sfatto - del tutto 'accidentalmente' -
e nel cassetto del comodino stava il suo adorato album di foto, prezioso come
non mai.
Quel pomeriggio
Harry non sapeva cosa fare.
Semplicemente
stava a fissare l'orizzonte lasciando i pensieri a
briglia sciolta, soffermandosi in particolare sul pensiero di quel vecchio Whilher
e sul suo comportamento.
Teneva molto al
figlio scomparso e al nipote Nathan ma il suo disegno non era chiaro per
niente.
In quel momento
bussarono alla porta.
Harry pensò fosse
Abby che era già salita a portargli tea con qualche biscotto al cioccolato per
uno spuntino e andò ad aprire alla porta con un sorriso.
Non era Abby.
Era un ragazzo
biondo e l'aria mite.
Lukas Scott.
- Ciao - lo
salutò subito l'altro, sorridendogli. Era vestito con semplici jeans, una
t-shirt e aveva uno zaino in spalla.
I suoi occhi
erano così simili a quelli di Karen, la stessa espressione mite e tranquilla
che Harry provò la sensazione che con lui poteva parlare di tutto.
- Ciao... Lukas, vero? -
Lukas continuò a
sorridere: - Esatto, Harry. Sapevo che eri a casa, disturbo? -
Harry scosse la
testa, invitandolo ad entrare: - No, stavo pensando -
Lukas entrò e si
guardò attorno, adocchiò subito i libri sulla libreria e il trespolo, per
fortuna non notò la fotografia in movimento.
- Che libri sono? - cercò di avvicinarsi ma Harry glielo
impedì, interponendosi tra il ragazzo e la libreria.
- Ehmm, sì, cose
noiose ovviamente! -
Lukas capì che
fosse opportuno lasciare perdere e cambiò argomento: - Perfetto. Sono venuto qui per farti da guida turistica per Tree Hill. Ti va? -
Harry annuì
entusiasta, era stanco di pensare nella solitudine di quella camera troppo
babbana e deprimente: - D'accordissimo - prese al volo una felpa e seguì il
cugino fuori dalla stanza. Avvisò Abby e i due ragazzi
uscirono dalla casa.
- Allora, da dove
cominciamo? -
Harry rispose che
non ne aveva idea così Lukas prese le redini
dell'uscita e lo portò a visitare i locali più interessanti della città e i
negozi particolari e nel mentre camminavano per le vie della città ruppero il
ghiaccio che li separava, due persone diverse ma allo stesso tempo di carattere
simile.
Nessuno di loro
due seppe con precisione come cominciarono a parlare di tutto senza esclusione
iniziando con gli argomenti più stupidi - come gusti musicali - e passando a
parlare della propria vita.
Così Harry scoprì tutta la storia della relazione Dan- Lily, aveva
proprio chiesto lui a Lukas di parlargliene forse per spirito masochista forse
semplicemente perchè voleva sapere quelle cose da una persona amica e non da un
vecchio odioso.
Lukas non sapeva
ogni cosa ovviamente ma Harry ne ricavò una storia che suonava più o meno così:
quando Lily Evans finì il college in Inghilterra giunse a Tree Hill per un
lavoro che Lukas non sapeva di preciso cosa e incontrò
Dan Whilher. Per Dan Lily fu amore a prima vista, per Lily le cose andarono
diversamente ma alla fine si misero assieme e formarono una coppia bella fino
ad un certo periodo, fin quando Lily annunciò di voler tornare in Inghilterra e
Dan insisteva di continuare la sua carriera di
giocatore di basket che lo annoverava tra i migliori nel mercato.
Lily scoprì di
essere incinta ma tra Dan e Lily ormai non c'era più compatibilità
e una volta nato il bambino, Nathan, Lily uscì per sempre dalla loro
vita, forse scacciata dallo stesso Dan.
Ad ogni modo Dan
si pentì subito dell'allontanamento di Lily anche perchè la sua carriera di
giocatore finì poco dopo.
Si sposò con
Debby, sua moglie, per dimenticarsi di Lily ma fatto sta
che non ci riuscì: l'amore che provava per lei non si cancellò.
- Poi un giorno
mio zio venne a conoscenza che Lily Evans si era
sposata. Non so come lo venne a sapere ma da quel giorno le cose non gli
andarono più bene: litigava continuamente con Debby e non passava più tempo con
Nathan... - Lukas calciò un sassolino per la strada, osservando il lastricato
ad occhi bassi - Non so se la cercò ma comunque non ci
disse più nulla... era chiuso nel suo dolore -
Harry sentì una
stretta al cuore al pensiero delle ripercussioni di tutta quella storia: sua
madre aveva fatto soffrire immensamente Dan Whilher e suo figlio... non si
stupì del benvenuto ostile di Nathan. In un certo senso era ovvio che reagisse
così.
Lukas alzò gli
occhi: - Nathan non la prese bene -
Harry annuì: -
Posso immaginare -
I due camminarono
per qualche minuto in silenzio mentre la mente di Harry elaborava tutte quelle
informazioni appena apprese dal 'cugino'.
Ora era chiaro e
limpido come mai Nathan nutrisse tanto astio verso di
lui: in un certo senso gli ricordava la madre che lo aveva abbandonato ed era
il simbolo dell'amore della madre con un altro uomo.
Non doveva esser
stato facile per Nathan.
Senza contare
Dan.
Lui amava
veramente sua madre e il dolore di averla persa aveva
tolto a Nathan anche l'amore paterno.
Si sentì in un
certo senso male anche senza motivo.
Lui a grandi
linee aveva avuto la prova dell'amore della madre e per un anno aveva goduto del suo affetto anche se non lo ricordava... a Nathan
era stato negato anche questo: la madre lo aveva abbandonato.
- Tutti qui hanno
un debole per tua madre - disse sorridendo Lukas per alleggerire l'atmosfera -
Tua madre era una donna dolcissima e coraggiosa e dava
una mano a tutti... anche mia madre non fa che parlare bene di lei -
Harry ridacchiò
amaramente.
Come si poteva
avere un debole per una donna che aveva abbandonato il figlio?
Ma, riflettè, forse c'erano altre ragioni.
Forse non era
colpa solo di sua madre... considerato il 'bel'
carattere dei Whilher una parte di colpa potevano averla anche loro, Dan e
Archibald Whilher.
Ma Harry non
riusciva ad sentirsi in pace con la memoriadi sua madre: davvero non se lo sarebbe mai
aspettato da lei un comportamento simile.
E poi non dicevano tutti che Lily e James
si amavano ed erano usciti assieme già dal settimo anno?
"Basta
pensarci!" s'impose Harry "Cosa direbbe
Hermione in questo caso? Prima ascoltare e poi analizzare il
problema, nessuna risposta affrettata, nessun giudizio prima di sapere tutta la
storia nella sua complessità. Ok... farò così anche se mi risulterà difficile"
Lukas guardava il
viso serio del 'cugino'.
Non aveva mai
conosciuto una persona così: sembrava carica di malinconia, più maturo per i
suoi sedici anni, una persona seria, calma ma che fatta arrabbiare forse
avrebbe portato a chissà quali conseguenze, e sopratutto una
persona che aveva dei misteri.
Chissà quali
segreti si celavano dietro quegli occhi smeraldo!
Eppure anche Lukas qualche domanda era ancora
rimasta dalla prima volta che sua madre gli aveva parlato di Lily Evans.
Prima fra tutti:
come mai aveva abbandonato il suo figlioletto? Come mai non si era fatta più
viva?
E Lukas non sapeva di Voldemort e
dell'Ordine della Fenice.
Tutti, tranne
Whilher che sapeva l'intera storia, pensavano che Lily Evans e suo marito
fossero morti nella loro casa quando saltò in aria quindici anni prima, lasciando
orfano il loro figlio neonato Harry, affidato alle cure di parenti.
Harry lanciò
un'occhiata a Lukas Scott.
Il bel viso era
pensieroso e Harry sapeva per intuizione che stava pensando ai tasselli
mancanti della storia che gli aveva appena narrato.
Sorrise
amaramente.
Lukas non sapeva,
primo fra tutti, che lui era un mago.
Non conosceva la
sua storia.
Ringraziò il
cielo per questo.
Odiava essere
giudicato.
E in quel momento
era stanco di angustiarsi, era stanco di giudicare sua madre,
era stanco di avercela con lei, era stanco di essere nostalgico,
continuare a pensare a Hogwarts era peggio e stava incrementando la sua
malinconia.
Non voleva
sembrare un povero sfigato anche a Lukas.
Perchè?
Solo che Lukas
gli stava simpatico, era una sorta di amico e non
voleva perderlo.
Ci mise un po' a
realizzarlo ma poi se ne compiacque quando terminò il sua
rapido riassunto mentale.
- Dove mi porti?
- gli chiese allora, sorridendo allegro.
Lukas rinsavì: -
Oh, in uno dei miei posti preferiti! - esclamò - Vedrai, ti
piacerà! -
Poco dopo i due
giunsero ad un piccolo campetto di basket, alla luce morente del sole.
- Tadaan -
esclamò Lukas.
Harry sorrise,
non tanto vedendo il campetto da basket che a dire la verità non
è che poi gli interessava poi molto - dopotutto dopo aver trascorso
sette anni in sella ad un manico di scopa, schivando bolidi, e cercando
Boccini, abituato alle altezze, a volare, a tre diverse porte per ogni campo,
all'ebbrezza della velocità, alla ricerca del Boccino d'Oro, un comune sport
babbano non era poi tanto emozionante - ma sorrise invece alla scintilla che si
era accesa negli occhi profondi di Lukas.
Amava il basket,
molto anche.
E quella passione per quello sport fece
salire di una tacca l'umore di Harry: in fondo non erano poi così agli
antipodi, lui e i Whilher.
- Che ne pensi? -
- Favoloso -
rispose Harry. Lukas estrasse dallo zaino una palla da basket - La porto sempre
con me - si giustificò, palleggiò qualche istante - Che ne dici
di una partitella? -
Harry arrossì
leggermente, imbarazzato: - Non sono capace -
- Davvero? Non
facevi nessuno sport in Inghilterra? - chiese stupito il cugino continuando a
palleggiare disinvolto.
Harry non seppe
che rispondere e mentì: - No, nessuno -
- T'insegnerò io,
allora - replicò Lukas, mettendo a terra lo zainetto e correndo in mezzo al 'campetto', palleggiando - Allora, che fai, vieni? -
Una parte del
cervello di Harry era orientata in quello che comunemente era chiamata 'sfiga potteriana': non c'era nessuno oltre loro due ma se
Harry voleva cadere, ammazzarsi come uno stupido al suolo, fare la figura
dell'imbranato cosmico la soluzione er andare a giocare con Lukas.
L'altra parte,
quella che comunemente chiamava da 'Gryffondor', gli suggeriva di giocare con
il cugino, divertendosi magari, provare uno sport babbano al quale era sempre
stato escluso ed evitare di macerarsi interiormente.
Vinse
quest'ultima parte e il viso di Lukas si aprì in un gran sorriso mentre
cominciava a passare la palla a Harry e parlargli nel frattempo delle regole
fondamentali del basket.
Harry si sorbì
ogni parola, notando quella scintilla che i grandi amanti degli sport avevano
negli occhi e gli confermò che Lukas amava appassionatamente quello sport
almeno come lui amava Mal... il Quidditch.
Lukas gli lanciò
a palla.
- Avanti, adesso
prova a fare canestro! -
- Ehm... sei
sicuro che... -
- Avanti, Harry,
non è difficile! - rise Lukas - Vai sotto il canestro, prendi la mira, una
lieve spinta e mandala dentro! -
Harry palleggiò
qualche istante e fece come gli aveva detto il cugino, poi lanciò la palla e...
non prese il canestro.
- Accidenti! -
imprecò.
Lukas prese la
palla al volo: - Tranquillo, per essere la prima volta che lanci in canestro
non te la cavi male... -
- Dì pure che
faccio pietà -
- Non è vero. Si
vede che non del tutto sei non allenato - gli occhi di Lukas lo perforarono ma
Harry riuscì almeno a non arrossire, il cugino lasciò perdere - ma sbagli la
mira -
"Certo,
facevo il Cercatore mica il Cacciatore"
Lukas gli andò
accanto, posizionandosi dietro di lui. Lo prese per le
spalle fino a farlo spostare tra il canestro e il primo cerchio tracciato a
terra.
- Ecco, da questa
posizione non puoi non fare canestro -
- Non ci
scommettere - replicò Harry, guardando negli occhi di Lukas, proprio accanto a
sè.
- Invece ci
scommetto eccome - sorrise il cugino - Che ne dici, chi perde paga una pizza? -
Harry rimase per
un attimo sorpreso, indeciso se prenderlo sul serio o no: - Ok - rispose alla
fine.
Lukas continuò a
sorridere, decisamente soddisfatto e gli mise la palla
in mano: - Allora, prendi la mira e lancia in canestro. Ricorda che devi fare perno con la pianta dei piedi... - ancora aveva le
mani sulla palla, tenuta da Harry, e le braccia del biondo circondavano
involontariamente Harry in un abbraccio casto.
- ... talloni,
pianta e punta - ripetè Harry ricordando le parole di Lukas.
- Perfetto -
Lukas titubò un istante in quella posizione poi si staccò e lasciò che Harry
tirasse.
Il moro prese la
mira e tirò la palla... dritta in canestro.
- WOW! - Harry
saltò dalla contentezza e il cugino scoppiò a ridere - A quanto pare mi devi
una pizza -
- Credo proprio
che ti dovrò più di una pizza, non ho mai fatto
canestro - ridacchiò Harry. Non era del tutto vero, quando ancora frequentava
la scuola primaria babbana aveva giocato qualche volta a basket, peccato che
gli amici di Dudley si divertissero più a buttarlo per
terra piuttosto che a fare canestro. Harry ricordava che comunque
qualche volta canestro lo aveva fatto anche lui… peccato che poi ne aveva
pagato le conseguenze.
- Potresti
pagarmi una pizza e raccontarmi qualcosa di te… - azzardò Lukas cercando di
mantenere un tono neutro.
Harry nascondeva
qualcosa. Ne era certo.
Harry alzò le
spalle: - Abito con la famiglia di peggiori inglesi del mondo, i Dursley, non
c'è un gran che da dire, è uno schifo totale - mise le mani nelle tasche dei jeans, cercando di scacciare il desiderio di parlare con
il cugino anche dei suoi amici, della sua scuola, della sua vera vita, là, nel
luogo che più di tutti era casa sua.
Non poteva farlo
però.
- E qui come ti trovi? - chiese Lukas con genuina curiosità.
Non aveva mai conosciuto una persona come Harry: in genere la gente lo
considerava maturo per la sua età ma a quanto pareva il cugino competeva con
lui per il titolo.
Era uno strano
mix di malinconia, voglia di vivere e mistero, non si stupiva che Nathan non lo
sopportasse: Harry avrebbe avuto tutte le carte in regola per prendere il posto
nel cuore di zio Dan.
Aveva il
carattere malinconico e l'alone di mistero che lo avvolgeva tipico di Lily
Evans, quel sorriso enigmatico e allegro insieme, e aveva i suoi occhi e il suo
sorriso, le uniche cose che rimanevano a Dan della sua relazione, oltre a
Nathan ovviamente.
- Male - rispose
con sincerità Harry, sedendosi in una panchina e osservando il tramonto. Si
affrettò poi a correggersi, notando la gaffe - Cioè…
non è che tu o… -
Lukas lo aveva comunque compreso: - Tranquillo, ho capito… in effetti fa
una strana impressione essere 'sradicato' dalla tua vita per conoscere un
fratellastro e un'altra famiglia… -
- Già… -
- Forse dovresti
vedere il lato positivo… -
- Quale? -
- Ora una
famiglia cel'hai… piuttosto numerosa direi,
confrontandola con i tuoi zii e tuo cugino -
- Vero, ma il
nostro rapporto non è di certo diverso - ironizzò Harry. Era vero, ora aveva
scoperto un fratellastro, un nonno, due zii e un cugino ma avrebbe
dato qualsiasi cosa per tornare a Hogwarts.
Ok, fare amicizia
con Lukas, e di certo Karen e Keith non sarebbero stati male da conoscere, ma
non era lì la sua casa, non era lì la sua famiglia,
non era lì il suo mondo.
Lui aveva tutto
in Inghilterra. Forse la sua vita non era perfetta ma almeno era la sua, e non quella a cui era costretto a vivere in quel momento, un
estraneo tra persone che avrebbero preferito non conoscerlo.
- E amici? - chiese Lukas curioso - Immagino tu sia sommerso di amici -
Harry sorrise,
gli amici… certo che ne aveva: - Diciamo di sì, ma i
miei migliori amici sono Hermione Granger e Ron Weasley, li conosco da sei anni
ormai… -
- E ragazze? - domandò il cugino - Scommetto che sei sommerso
dalle ammiratrici -
"Per
Merlino, non sai quanto hai ragione… e non sai quanto non lo sopporti!"
pensò il moro prima di rispondere: - Non ho nessuna
ragazza… - arrossì, pensando ad una persona in particolare che aveva capelli
biondissimi, occhi grigi e ghigno strafottente sempre sulle labbra… bellissimo
e irraggiungibile… e tra l'altro odiava Harry.
"Che bei sogni d'amore!" pensò sarcastico "Sembro
una di quelle melense ragazzine di quei patetici romanzi rosa!"
- Nessuna
nessuna? - ridacchiò Lukas, notando l'imbarazzo del cugino - Nemmeno una che
ambiresti ad avere? -
Le guance di
Harry presero una tinta scarlatta: - No, no… no! -
Il biondo non
ribattè, divertito da quell'espressione impacciata di Harry. Si alzò in piedi:
- Che dici, me la offri o no questa pizza? -
Solamente in quel
momento Harry si accorse che si era fatto buio e i lampioni della luce erano
già accesi. Annuì allegramente e seguì Lukas mentre tornavano in centro.
La prima sera a
Tree Hill durante la quale non aveva quell'impellente desiderio di uccidere
qualcuno.
Non sapeva però
che qualcuno lo attendeva a casa Whilher e che questa persona aveva appena
finito di litigare con Archibald Whilher proprio su di lui.
TO BE CONTINUED!
Mistress Lay
Scandalosamente
breve, lo so, e mi scuso anche di questo ma prima di sospendere la fic ho
preferito darvi un cap extra...
Un grazie a:
James_Prongs - Ciao Jamie! Chiedo a te scusa per primo visto che
qst fic era nata da una nostra sfida… ç___ç Purtroppo il tempo non mi permette
di continuarla come vorrei… certo, c'è una soluzione alternativa ma per quella
comunque sia si dovrà aspettare, no? Fammi sapere quindi… bax! ^^
Moony* - Se devo
essere sincera al 100% ti posso dire che ci sto seriamente pensando, non sono
ancora certa però… mah. ^^ Eggià, io ho un debole per gli animali fedeli e come
vedi ne ho trovato la proiezione anche in qst fic! Bax!
Stè_Wormy - Ma
povero povero povero Canon!! (You Can! :P) Ma ti devo ragione, dopotutto è pur
sempre un personaggio di contorno! XD A parte qst, bè, Draco è pur sempre un
Malfoy, cosa credi? Bax!
Kira - Grazie!
Sei troppissimo gentile! ^^ Ma non temere per Lukas, sai? Bax!
NamiTheNavigator
- Nihao Namisan! ^^ Grazie tantissimo, sono io fortunata ad averti
come lettrice! ^///^ Per la foto… lo sai che me lo sto chiedendo anche io? XD
Conta che comunque a Hogwarts ci sn tante copie in
giro quindi… andiamo a trafugarne qualche copia? (o a
corrompere Canon?) Bax!
pop - Per l'approccio tra Nat e Harry mi sa
che sarà più avanti (al massimo due cap, anche se l'avevo progettata per il
prox…) ma intanto che ne pensi dell'approccio tra Lukas e Harry? Bax!
Michelle Malfoy -
Ciao! ^^ Eggià, anche Draco ha quella benedetta foto e io che la cerco mentre
lui la strappa, ma dico io!!! XD Per fortuna ha
rimediato… Bax!
mistica - Ciauz! ^^ Sai che ho letto la tua
recens anche a boycomplex??? O.o me era molto
sorpresa, davvero, non credevo che avessi frequentato anche quel sito: ma sei
troppo gentile! ^^ Da ogni parte vedo le tue recens (che se nn si era ancora
capito mi piacciono un kasino) e non posso che esserne felice! ^__^
Povero Drak…
eggià, c'è da consolare anche lui, nn solo Potty! ^^
Bax!
Jackie Hooker -
Ciao!!! È da tantissimo tempo che non ti sento più, ma
che fine hai fatto?!? potrei pensare che ti sei
stufata di leggere e/o recens le mie fic… ç_____ç ß me si suicida.
Comunque se non ti sentissi più e se avessi letto
qst cap sappi che ho FINALMENTE ricambiato il favore di qst'estate per la
dedica della fic… nn l'ho ancora postata, mi manca da definire l'ultima parte,
ma presto la posterò! ^___^
Bè, con la
speranza di sentirti presto,
bax!
Slytherin Girl -
Ehilà! ^^ Potty è fondalmentalmente così... ma tranquilla, si vedrà poi
(speriamo) XD Bax!
Rowan_Mayfair -
Ciaooo!!! ^^ Perdonata, giusto perchè poi ha
commentato... a prop, che fine hai fatto? è da
tantissimo che non ti sento!? O.o
Eggià, Tom ha
sempre diritto a TUTTO, poi, per il resto…
Bax!
Aviendha - Ciao!!! ^^ Che bello, ci sei anche tu qui!! ^____^ Me molto
felice! Ebbene, che ne pensi della situazione di
Potter? Bax!
ekslytherin - Ciaoo!!! ^^ Come avrai notato ho recens
(credo… devi capirmi, la vecchiaia avanza -.-) 2 delle tue fic e se riesco oggi
recens anche l'altra! ^___^ Bax e grazie!
Lunastortalupin -
Grazie, ho letto anche la tua recens alla mia shottina 'Sogno…' e mi fa piacere
che ti piacciono molto le mie fic, spero quindi di sentirti anche alle altre,
se no, Grazie lo stesso!!! ^^ Bax!
Ci si vede alle
altre fic se le seguite, se no, ci si ribecca (spero) qst' estate!
ç__ç
Personaggi: Harry Potter, Nuovi
Personaggi, Draco Malfoy, un po' tutti
Pairing: la principale è la Harry/Draco ma
ce ne saranno parecchie altre di cornice
Notes: i nomi delle case sono gli
originali (Grifondoro= Gryffondor, Serpeverde= Slytherin, Corvonero= Ravenclaw,
Tassorosso= Hufflepuff) come i nomi dei professori, ma per i nomi degli studenti
utilizzerò quelli italiani
Io esordirei con un bel ‘meglio tardi che
mai’! XD Avrei voluto aggiornare prima ma l’estate mi entusiasma e ultimamente
ho avuto un casino di impegni… beh, comunque sia sento i vostri ‘era ora!’ fin
da qui! XDD
Gustatevi questo cap e lasciatemi dare
l’annuncio come si deve: ehm-ehm… dunque ONE TREE HILL – L’ULTIMO SEGRETO è
tornato operativo! ^^
(che schifo di annuncio… ndNeurone) (oh,
stà zitto! ^^ ndMiss)
Spero che sia tornata attiva anche la mia
ispirazione per qst fic… XDD
Buona lettura e lasciatemi ribadire che io ODIO la
piattola rossa! >.< Giusto per essere ripetitivi…
CAPITOLO SESTO – MA COME, LO
SAI?
Tree Hill,
America
- E così… domani comincerai la scuola… -
Harry lanciò un’occhiata a Lukas, alzò gli
occhi al cielo e si morse il labbro per non dire ‘Ma che fortuna, non trovi?
Tornare tra i libri babbani, tra babbani, non essere più invasi da polverine
nocive provenienti da calderoni bollenti, non preoccuparsi più come rubare il
compito di trasfigurazione di Hermione, non ordire nuove strategie per il
Quidditch, non preparare griglie per giocare a tris magico con Ron durante
Storia della Magia… non vedo l’ora!’. Ma di questo discorso mentale disse
solamente: - Non vedo l’ora –
- Anch’io – ammise Lukas, poi si animò –
Ma domani ho gli allenamenti di basket! -
- Ti piace proprio il basket, eh? – rise
Harry. Voglio un manico di scopa… voglio un manico di scopa e un boccino… voglio
un manico di scopa, un boccino e un avversario…
Un manico di scopa, un boccino e un
avversario…
- Lo amo – rispose sinceramente
Lukas.
Un manico di scopa… per tirarlo in testa a
Whilher…
- È la mia vita… - continuava Lukas,
girandosi pensierosamente la palla da basket in mano.
Un boccino… per infilarlo in bocca a
Whilher e farlo stare zitto…
- L’ho sempre amato… - concluse
Lukas.
Un avversario… possibilmente Malfoy…
possibilmente steso su un letto e…
“O Merlino… non l’ho davvero pensato? Non
ho davvero immaginato QUELLA scena? O Merlino…”
- Harry? Stai bene? – Lukas gli mise una
mano sulla spalla, per riscuotere il cugino – Sei tutto rosso…
-
Harry rise nervosamente: - Rosso? Io?
Ahah… è il caldo… già… sai, in Inghilterra non c’è… molto… caldo… già… - “Harry
non pensare quello che hai pensato su Malfoy. È il tuo peggior nemico, ti odia.
È brutto, antipatico, stronzo, arrogante e… no, non ci sono riuscito. Non sono
proprio riuscito a convincermi. Accidenti!”
- Tu? Fai qualche sport? – domandò curioso
Lukas. Sembrava che Harry fosse in forma, di certo non stava in panciolle tutto
il tempo.
Quidditch.
O almeno lo faceva… e ora grazie a Whilher
non poteva più praticarlo! Maledetto!
- No -
- Non è vero – lo contraddisse Lukas,
Harry si voltò verso di lui, sorpreso da quella replica sicura. Harry scosse la
testa, sorridendo. Lukas non era mica stupido: - Vero… praticavo uno sport che
dalle mie parti è molto in voga -
- E quale? Non vuoi dirmelo? Tiro ad
indovinare allora! – Harry alzò le spalle, Lukas non avrebbe mai indovinato.
Mai. Non poteva conoscerlo il Quidditch, era babbano lui. – Vediamo… c’è una
palla? -
Harry aprì la bocca per dirgli di lasciare
perdere e lasciar cadere l’argomento ma in fondo che cosa c’era di male? In
fondo era solo uno stupido indovinello e a quanto pareva Lukas lo trovava
divertente, bastava vedere che aveva smesso di palleggiare e il suo sguardo era
curioso e reso luminoso per la sfida. Doveva essere proprio un bravo giocatore:
non solamente bravo con la palla, ma anche con il giusto spirito di
competizione, nell’ambiente sportivo non ce n’erano poi molti. O almeno per
quanto Harry ne sapeva.
Lukas gli ripetè la
domanda.
No, che c’era di male a fargli indovinare
uno sport mago, impossibile per qualsiasi babbano? Era solamente un giochetto
così Lukas non ci sarebbe rimasto male per la rispostaccia che potrebbe dargli
Harry e Harry non si sarebbe scervellato a trovare un altro argomento di cui
parlare per subissare l’argomento.
Dopotutto sarebbero stati pochi i momenti
da passare a Tree Hill, non aveva la minima intenzione di rimanere lì più di
altre ventiquattro ore… a costo di scappare e vivere da
latitante.
- Allora? – lo incalzò
Lukas.
- Sì. Ci sono delle palle
-
Oh sì… tante.
Una pluffa, due bolidi che saettano per il
campo e la palla più ambita, il dorato Boccino d’oro.
- Uhm… c’è un campo? Abbastanza grande?
-
Un campo.
Grande. Tutto circondato da
tribune.
- Molto grande -
- Quanti giocatori?
-
Un portiere, due battitori, tre
cacciatori, un cercatore.
In un lampo scorsero nella sua mente tutti
suoi compagni di squadra passati e presenti. Chissà come se la sarebbe cavata
Ron… chissà come se la sarebbero cavata quest’anno i
Gryffindor…
- Sette -
- Soccer? – tentò Lukas. Harry scosse la
testa. – Pallavolo? – Harry scosse di nuovo la testa. Lukas aggrottò le
sopracciglia: - E’ uno sport violento?-
Solo per quanto concerne qualche gamba o
braccio rotto, o senza ossa a prescindere, o per cadute da venti metri. Senza
contare i bolidi…
- Si può considerare così, già
-
- E tu ti facevi parecchio male? -
- Forse ad ogni partita… - ammise
Harry.
- Rugby? – Lukas era titubante ma al cenno
di diniego di Harry cominciò a pensare che questo sport non esistesse. Che razza
di sport è quello praticato dal cugino?
- Hai detto che è famoso – (-Dalle mie
parti sì – aveva risposto Harry, sorridendo divertito dalla serietà con la quale
Lukas prendeva la sfida) – Un team composto da sette giocatori, giocato in un
campo molto grande con una palla – (-Al plurale… -) – E abbastanza pericoloso…?
In che ruolo giocavi? -
Per un istantea Harry sembrò di perdersi nel labirinto
dei ricordi: le sue partite, l’ebbrezza del volo, l’entusiasmo di essere parte
di una squadra che aveva un fine comune, l’eccitazione di stringere le dita su
quel piccolo boccino dalle piccole ali che si dibattevano, l’orgoglio di alzare
in mano la coppa ed essere sommersi dal tripudio della
folla.
Quanto gli mancava…
- Io… io cercavo -
- Cosa? -
Il boccino.
Spalla a spalla con i suoi avversari di
sempre, quelli più accaniti: Cedic Diggory, Cho Chang, Draco
Malfoy.
Il leale Diggory, morto proprio in quel
cimitero a Little Hangleton, ucciso di fronte ai suoi occhi sbarrati, Cho Chang,
lei che si sporgeva per baciarlo sotto il vischio, con le lacrime che ancora le
bagnavano le guance, Draco Malfoy, il borioso, che trovava ogni pretesto per
prenderlo in giro e mostrargli tutto il suo disprezzo.
Alzò lo sguardo dal selciato. Ecco la sua
nuova casa, Casa Whilher.
Lontano dai campi di Quidditch, lontano
dalla magia, lontano da Hogwarts, lontano dai suoi amici… e
nemici.
Senza Ron e Hermione che litigavano per un
nonnulla, senza il russare fastidioso e la fame famelica di Ron, senza le
ramanzine e l’agitazione per i voti di Hermione… senza i suoi amici, senza una
parte di sé.
Era un ragazzo normale
adesso.
Un babbano qualsiasi con una pseudo
famiglia. Senza magia, senza fan.
Non era quello che aveva sempre voluto?
Una vita… normale?
“Ma non così… non
così…”
- Siamo arrivati a quanto pare, Lukas.
Tempo scaduto. Game over. Ci vediamo domani? – Harry salutò Lukas non appena si
fermarono di fronte al cancelletto di casa Whilher.
Lukas aveva uno strano sguardo. Che cosa
nascondeva Harry Potter? Perché il suo nome lo sentiva così… comune? Eppure non
lo aveva mai incontrato prima di quella cena a cui aveva partecipato l’intera
famiglia.
Era una persona estremamente calma e
malinconica. Quasi come lui.
Il cugino stava quasi per entrare quando
Lukas, raccolto il coraggio, con voce decisa chiese: - Eri un giocatore di
Quidditch? –
Harry si girò,
sconvolto.
- Ho indovinato? -
Hogwarts, Regno
Unito
- Sono annoiato – annunciò in tono solenne
Draco Malfoy, sedendosi elegantemente – ma il resto dei comuni mortai avrebbe
detto piuttosto ‘a peso morto’ – sulla poltrona sua riservata nella sala comune
degli Slytherin. Tanto per accentuare il suo stato d’animo accavallò le gambe e
sbuffò sonoramente.
Blaise e Pansy abbandonarono all’istante
le loro occupazioni, corrucciati: - Ancora? –
- Fammi ricapitolare – esordì Blaise – Non
ti diverte più mettere nei guai i Gryffindor, mettere in punizione i primini…
-
Draco interruppe quell’effulvio di
ragionamenti agitandosi nella poltrona: - Hai afferrato il concetto, Blaise, non
essere ripetitivo –
Pansy gli si fece vicina, sedendosi sul
bracciolo della poltrona e circondandogli le spalle con un braccio: - Vuoi fare
qualcosa in particolare, Draco? O semplicemente sei troppo annoiato persino per
pensare a cosa fare? – non attese l’occhiataccia malfoyesca che sicuramente
Draco le avrebbe rivolto e continuò a parlare – Ieri ho sentito la Weasley
parlare di te… - fece una smorfia – dovresti sentirla… ancora un po’ e ti salta
addosso in mezzo al corridoio –
- Mi rendo conto di essere irresistibile –
commentò con un sorrisino Malfoy.
- Sarebbe un’idea… - ghignò
Blaise.
- Cos’è un’idea? -
- No – proferì immediatamente Pansy,
intuendo i piani di Blaise – Draco non si può abbassare ad una cosa del genere.
O almeno, non con lei… -
- Tu e la Weasley – rispose semplicemente
Blaise – Tu che non ti annoi in compagnia di una accondiscendente Weasley.
Allora, che ne pensi? -
Draco si alzò in piedi, facendo sobbalzare
Pansy e lanciando un’occhiata decisamente acida a Blaise: - La Weasley, eh?
–
- Si è fatta carina – perorò la causa
Blaise. In realtà non la vedeva di buon occhio ma se c’era una cosa che lo
incuriosiva era la reazione di Draco a quella proposta, era da un po’ che il suo
migliore amico era strano, distante, con la mente altrove, e voleva sapere se ci
aveva visto bene. Ovvero se Draco stava pensando a qualcuno. Qualcuno molto
lontano da Hogwarts – O almeno, così si dice in giro. Dopotutto, ha fatto molte
conquiste, compreso Potter -
Draco si voltò bruscamente verso Blaise,
senza trattenersi dal chiedere: - Potter? Potter e la Weasley?
–
- Ma dove vivi, Draco? – sbuffò Blaise –
Lo sanno tutti che sono stati assieme quasi tutta l’estate, poi Potter l’ha
lasciata e lei di certo non ci è rimasta troppo
male visto che nei primi giorni di scuola
era in giro mano nella mano con Smith, sai, quell’Hufflepuff… - l’espressione di
Draco era difficile da interpretare, quindi lo Slytherin decise di dare una
stoccata finale – Un salto di qualità insomma… -
- Da Potter a un Hufflepuff? Io mi sarei
tenuto Potter! – esclamò Draco. Certo che se lo sarebbe tenuto. Legato
strettamente con un catena se necessario, magari a letto… perché
no…
La notizia che Potter e la Weasley erano
stati assieme gli faceva ribollire il sangue nelle vene, fortunatamente aveva
mantenuto il controllo delle sue emozioni e non aveva sbattuto il pugno contro
qualcosa, come avrebbe invece voluto fare.
Perché poi… ma il perché era semplice:
aveva deciso di volere Harry Potter e l’inferno sarebbe gelato se non l’avrebbe
avuto!
Ma come conquistarlo quando quel maledetto
Sfregiato era lontano mille miglia, in una cittadina americana e babbana?
Solamente se sarebbe tornato Draco avrebbe avuto qualche
speranza…
Ehi, aspettate un attimo, fermi tutti! Ma
che stava pensando?
Potter era in contatto con Weasley e la
mezzosangue, ergo da loro avrebbe saputo ogni cosa che sarebbe successa nella
scuola, ergo la sorellina di Weasley era molto vicino a loro, ergo Draco
poteva…
- Andiamo – ordinò ai due amici,
dirigendosi verso la porta.
- Dove? – domandarono loro, confusi da
quel cambiamento di umore.
- A cercare la Weasley – ghignò
Draco.
Pansy per un istante fu sul punto di
obiettare perché stranamente pensava che quella non fosse una buona idea ma ci
ripensò: dopotutto perché non poteva essere una buona idea? Anche per lei lo
sarebbe stata, no?
In fondo sapeva perfettamente che a Draco
della Weasley non fregava proprio niente ma per un piano tutto suo aveva deciso
di farsela, lei, Pansy, si sarebbe fatta dire da Draco ogni cosa del suo
‘rapporto’ con la rossa e poi anche lei avrebbe potuto…
La ragazza si alzò in piedi, prese a
braccetto Malfoy e sorrise ferina: - Uuh… Draco a caccia… mi piace
–
Certo, a caccia. Ma non della Weasley,
avrebbe voluto obiettare Draco.
No, la sua caccia era rivolta a qualcun
altro.
Qualcun altro molto lontano ma non
irraggiungibile.
“A noi due, Harry Potter” Draco Malfoy si
leccò le labbra, assaporando il momento in cui avrebbe avuto Potter fra le sue
mani.
Tree Hill, America
Harry guardò Lukas con un’espressione che
si sarebbe potuta riassumere con due particolari: occhi spalancati e bocca
aperta.
Non capitava tutti i giorni che un babbano
– perché suo cugino ERA un babbano, no? – conoscesse il Quidditch, sport
tradizionale del mondo mago. Per un folle istante pensò che Lukas fosse un mago,
ma questo non poteva essere possibile.
“Perché” si chiese “Dopotutto io non
conosco la famiglia Whilher e di certo il mio caro nonnastro e i genitori
di Lukas non sono in ottimi rapporti… che sia davvero un mago? E il vecchio non
ne voglia sapere?”
Ma no, sarebbe stato veramente troppo,
troppo, troppo banale!
- Ho indovinato, vero? – domandò Lukas,
senza nascondere una traccia di divertimento nella voce.
- No – scosse la testa Harry – Cioè… sì…
hai indovinato ma… no… non può essere… non è possibile che tu… come fai a
conoscere il Quidditch? -
- Quando ero piccolo mia mamma mi
raccontava storie su un mondo magico, sai, per addormentarmi… e mi raccontava di
uno strano sport su delle scope. Mi è rimasto particolarmente impresso perché mi
sono sempre piaciuti gli sport e immagino che tu lo abbia capito – Lukas sorrise
in scusa ma Harry non disse niente così il ragazzo continuò – Insomma mi
raccontava di questo sport e ero rimasto affascinato da questo gioco, in
particolare da un ruolo particolare che si chiamava, credo, ‘cercare, per
questo, quando hai detto che ‘cercavi’, ho capito che il Quidditch doveva essere
il tuo sport. Questo vuol dire… vuol dire che sei un mago, non sbaglio?
-
Harry non rispose se non con un’altra
domanda: - Tua madre è una strega? Tu sei un mago? –
Lukas scoppiò a ridere, divertito ma
scosse la testa, deludendo Harry: - No, no. Mia mamma era una grande amica di
Lily Evans, da lei ha saputo queste cose… -
E quindi Lukas aveva scoperto che lui era
un mago… Harry non riusciva a sentirsi colpevole o dispiaciuto: non sembrava che
il cugino fosse infastidito o altro, era solo curioso ed eccitato a quella
notizia. Almeno qualcuno con cui condividere il suo segreto, come poteva
sentirsi dispiaciuto?
Chissà per quanto sarebbe rimasto lì a
Tree Hill, almeno non si sarebbe sentito così solo.
- Sì, sono un mago – sospirò Harry,
infilando le mani nelle tasche dei jeans – Ma ti vorrei chiedere di non dirlo a
nessuno… -
- Ha! Lo sapevo! – schioccò le dita Lukas,
soddisfatto per aver vinto la soluzione dell’indovinello. E aver risolto gran
parte dei suoi dubbi. Harry non era una persona ordinaria, si vedeva a miglia di
distanza…
Erano spiegati molti suoi comportamenti e
molti di nonno Whilher…
- Non ti preoccupare, non lo dirò a
nessuno – lo rassicurò Lukas – Ma tu mi racconterai un po’ di te, vero?
-
- Adesso sì. Adesso sì – Harry sorrise
felicemente per la prima volta dopo aver lasciato
Hogwarts.
- Perfetto! Ti passo a prendere domattina!
Non credo che Nathan sarà molto propenso ad accompagnarti a scuola… - aggiunse
Lukas.
- Perché no, Lukas? – domandò una voce
alle loro spalle. I due si voltarono e si trovarono davanti Nathan Whilher con
un sorrisino infastidito sul viso.
Oddio, quanto ricordava Malfoy a
volte!
Ma quel pensiero fu ben presto sostituito
da un altro, decisamente più preoccupante: quanto era riuscito ad ascoltare
Nathan? Harry si tranquillizzò, no, non poteva aver ascoltato oltre quell’ultima
frase di Lukas.
- Vedo che siete amiconi. Grande, i
perdenti sono sempre accoppiati – rise senza allegria
Nathan.
- Smettila Nathan – lo redarguì il cugino
poi sorrise a Harry – Ci vediamo domani, Harry! – e si
allontanò.
- Lo accompagno io, il mio caro Potter! –
gli gridò dietro Nathan facendo voltare Lukas per un breve istante poi si
avvicinò al mago, guardandolo dall’alto in basso a causa della sua altezza –
Dopotutto, credo che nonno voglia che ci conosciamo meglio, no?
-
- Quello che vuole il signor Whilher non
vuol dire che sia legge – ribattè Harry. “No, ritiro quello che ho pensato
prima: lui mi ricorda benissimo Malfoy! Maledizione! Questo non è un
bene!”
- Vedremo – sibilò Nathan, continuando a
fissare gli occhi verdi di Harry, vicinissimo al suo viso. Si staccò ad un certo
punto, colpito dalla fermezza dello sguardo dell’altro ragazzo e si diresse a
casa.
Dopo un’occhiata alla strada deserta,
Harry si decise a seguirlo. Non appena entrò in casa Abby gli corse incontro: -
Harry, c’è una persona per te –
- Chi… -
Prima che Harry potesse chiedere chi mai
potesse essere quella ‘persona’, dall’alto delle scale si affacciò un uomo: -
Harry! -
- Lupin? -
CONTINUA…
Mistress Lay (20/08/06
19.31)
Mi rendo conto che forse i personaggi di
One Tree Hill stanno rasentando l’OOC ma è passato tantissimo tempo da quando ho
visto quei miseri quattro episodi la scorsa estate e la memoria mi fa brutti
scherzi. Quindi tengo a precisare che qst fic non è un cross over ma prende
spunto dai personaggi di OTH.
Un grazie immenso a tutte quelle persone
che mi hanno commentato il V cap, e la maggior parte di voi ha ricevuto una
risposta nel 25° cap di RdS, ma mi ripeto: James_Prongs, Stè_Wormy,
Moony* (ve l’ho già detto quanto vi adoro? E poi vi avevo promesso un cap
del genere, no? XD), mistica (hai vinto 17 galeoni! XD Spero che ora mi
perdonerai! ^.-), fairy81, ekslytherin (bè… alla fine però cel’ho fatta,
no? XD), NamiTheNavigator, baby, Aviendha, Mimi88, Kira, Lalia (chiedo
venia…!), ysal pax, Bellatrix Malfoy (ora l’ho ripresa! XD Che ne
pensi?), Wichita Kid, empire, Captain, e tutti coloro che mi hanno
spronato via mail! XDD
Vero che qualcuno ancora legge? Vero che
qualcuno mi dice qualcosa su questo nuovo cap? Vero che non mi avete abbandonata
tutti????
(scusate,
ma è normale che PageBreeze mi riduca i caratteri?
x.x)
CAPITOLO SETTIMO – LA SFIGA CHIAMA…
- Lupin? -
Non poteva crederci.
Non doveva
crederci.
Sì, era solamente un
allucinazione.
Adesso si sarebbe svegliato dal suo sogno
ad occhi aperti e al posto dell’immagine di Lupin sarebbe apparso Whilher che lo
avrebbe rimproverato per l’ennesima volta per Merlino sa solo
cosa…
- Harry? Ehi! Non mi saluti neanche? – la
voce di Lupin giungeva sorpresa, ma il sorriso dolce non abbandonò le sue
labbra. Era vestito come al solito, un paio di jeans e una maglia, tutti e due
ridotti non molto bene e un pastrano sulle spalle color marrone-pelo-di-mannaro,
sempre ammesso che esistesse un colore del genere al mondo. O meglio, nel mondo
babbano, perché a quanto risultava ad Harry i lupi mannari esistono eccome. Solo
che tutti avevano la brutta abitudine di fare finta del contrario. O farlo
notare fin troppo…
Harry chiuse gli occhi un istante,
riaprendoli subito dopo e aspettandosi per chissà qualche scherzo del fato, che
Lupin scomparisse. No, non aveva funzionato.
Ok, il piano A- individuazione del nemico
è fallito. Evidentemente non le fanno più le allucinazioni di una
volta…
Passiamo al piano B- accertamento
dell’allucinazione inesistente.
- Lupin? – ripetè.
Uhm… replica un po’ fiacca, soldato
Potter, ma suppongo che non ci si poteva aspettare di meglio
quest’oggi.
- Sì, sono io! – Lupin sembrava
preoccupato ora, forse perché Harry non era minimamente contento di vederlo e lo
fissava con aria sospettosa e stralunata.
Piano B verificato. Nessun nemico in
vista, nessun mangiamorte, nessuna allucinazione, nessun delirio, nessun effetto
di qualche pozione sospetta… anche perché davvero non sapeva dove l’avesse
ingurgitata una pozione. Dopotutto era l’unico mago nel raggio di tre
chilometri, no? A meno che… a meno che Snape non gli avesse dato una qualche
pozione a effetto-programmato-a-distanza-con- combustione-a-
tempo.
Già se lo immaginava, Snape, nel suo
ufficio, a ridere per il suo scherzo ben riuscito.
… ma una pozione del genere non esisteva.
Altrimenti l’avrebbe usata Voldemort per rendergli la vita impossibile più di
quanto già non facesse, no?
Quindi passiamo al piano C – stritolare il
qui presente Remus Lupin ai fini della legge dei poveri cuccioli di mannari
deboli ed indifesi e in norma allo statuto dei figliocci di nessuno che
necessitano di abbondanti cure affettive.
- Professor Lupin! – Harry lo abbracciò
forte forte, sentendo improvvisamente gli occhi lucidi dalla commozione. Lupin
doveva essersi mobilitato per prelevare Harry da quella gattabuia nella quale
era costretto a rimanere per portarlo in salvo a Hogwarts tra gli odori
macilenti dell’aula di pozioni, tra creature che strappavano gli arti ai pochi
pazzi come Hagrid che li tenevano come animali da compagnia – e meno male che
sono pochi… -, tra i suoi compagni…
- Ti ci è voluto così poco tempo per
dimenticarti di me? Temevo che non mi riconoscessi più, Harry – rise
sommessamente il professore ricambiando l’abbraccio del suo ex alunno, poi si
chinò al suo orecchio sussurrando – Ti prego di chiamarmi semplicemente Remus,
Harry, al signor Whilher ho detto che non sono un tuo professore
-
- Che vuoi che mi importi di quello che
pensa quel bisbetico? – replicò Harry – Tanto adesso mi porterai via di qui, no?
-
Remus Lupin si scostò da Harry per
sorridergli tristemente.
Ah, ecco, Harry si rese conto di cosa
mancava quel giorno: a parte la botta che aveva presa quella mattina contro la
sponda del letto, la litigata con Whilher, gli era andata fin troppo bene… aveva
conosciuto meglio Lukas e Lukas era a conoscenza che lui era un mago.
Effettivamente quel giorno aveva molta più fortuna del suo
solito.
Quindi doveva tornargli un po’ di sfiga,
no?
Harry sospirò come arrendendosi
all’evidenza e si scostò lentamente da Lupin per lanciare un’occhiata in alto,
dove Archibald Whilher lo fissava accigliato. Se doveva essere una battaglia lui
non l’avrebbe persa!
- Non è così semplice – replicò
malinconicamente Remus.
- Non lo è mai quando si tratta di me –
ribattè freddo Harry. Non cel’aveva con Remus ma con Dumbledore e
quell’imbecille di Whilher.
- Lei chi diamine è? – domandò una voce
vagamente, ma solo vagamente, strafottente. (che è strafottente quanto io non
sono sarcastica)
E Nathan.
Harry si stava dimenticando
di lui.
Nathan avanzò per l’ingresso fissando con
occhi duri Remus Lupin e registrando che o quegli abiti erano l’ultima moda di
Londra o non aveva un soldo bucato per comprarsi abiti
decenti.
- Che begli amici, che hai, Potter –
replicò mordace il ragazzo.
- Vorrei vedere i tuoi – rimbeccò Harry
con lo stesso tono di voce – Anzi, no, non li voglio vedere, faccio a meno di
questo onore -
- Attento a come parli, Potter – sussurrò
minaccioso Nathan. Dio, quanto odiava quello stupido inglese! Ma perché, perché
dovevano essere fratellastri? Perché doveva avere un fratellastro? Perché suo
padre voleva a tutti costi che lo conoscesse? E perché suo nonno lo era andato a
prelevare dall’Inghilterra?
- Tu modera i termini, Whilher -
- Potter… - lo richiamò Archibald
dall’alto, con tono di avvertimento, tono che fu bellamente ignorato da Harry
che ne aveva veramente piene le scatole di questa sua
‘famiglia’.
- Non ho di certo cominciato io
-
- Dobbiamo parlare, Potter – ricalcò
quelle parole Archibald, lanciando un’occhiata altezzosa a Remus Lupin. Non una
parola a suo nipote però. Si girò e scomparve, probabilmente diretto nel suo
ufficio, un chiaro invito a seguirlo.
- Riga dritto – lo avvertì
Nathan.
Harry non aveva intenzione di lasciare
cadere la questione: - E se devo girare quando incontro uno come te? – questa
volta però il professore intervenne – Harry… - e lo tirò lievemente per un
braccio verso l’ufficio di Whilher.
Era sorpreso dal cambiamento avvenuto in
Harry: quando era a Hogwarts non era così caustico ma aveva le sue ragioni a
rispondere a quella maniera al fratellastro e al ‘nonno’. Non poteva biasimarlo
dopotutto e comunque Harry era scattato in sua difesa subito e non aveva ceduto
nemmeno dopo l’intervento di Whilher: il ragazzo non aveva mai avuto sprezzo
delle persone più grandi di lui, tranne che di Snape e della Umbridge, ma per
quello era ‘giustificato’, in quell’occasione invece non aveva esitato a
rispondere anche a Whilher.
Povero Harry… chissà come si
sente…
Inoltre non poteva dargli tutti i torti:
Nathan non era un esempio di simpatia e allegria, anzi, e Whilher non era di
certo troppo diverso da Snape.
- Mi puoi spiegare che succede quindi? –
domandò Harry – Ho capito che non puoi portarmi via di qui – aggiunse in fretta,
cercando di nascondere una punta di rammarico.
- La situazione è più difficile di quanto
pensi. Ti spiegherò tutto dopo con calma, ora lascia litigare me con Whilher –
rispose Remus.
Harry rise leggermente, rinfrancato dalla
battuta di Remus: - Pensi che ci possa essere la minima possibilità che io me ne
vada da qui? –
- Se esiste io la porterò fino in fondo –
promise il lupo mannaro. Harry sorrise, rassicurato.
Remus sorrise leggermente, notando il
movimento involontario di Harry a far scorrere la mano destra tra i capelli,
ricordandogli incredibilmente James. Inutile, Harry assomigliava ogni giorno di
più a suo padre.
La notizia che Lily aveva avuto un figlio
con un babbano lo aveva stupito molto, si chiese se per caso James ne fosse a
conoscenza… forse lo avrebbe detto a Sirius ma Sirius era morto e non poteva
dire niente.
Per Sirius, per James, ma soprattutto per
Harry doveva prendersi cura del ragazzo. Doveva. Era l’ultimo dei Marauders ed
era il suo dovere.
Non poteva lasciarlo a Tree
Hill.
I due entrarono nello studio di Whilher e
lo trovarono seduto nella sua poltrona di pelle mentre la mano destra reggeva un
bicchiere di liquore: - Sedetevi, dobbiamo parlare – ordinò
nuovamente.
Harry sfoggiò una camminata risoluta e si
abbandonò su una sedia, sedendosi più scompostamente possibile, in modo da
irritare Whilher e lo fissò con uno sguardo di sfida.
Remus scosse la testa rassegnato e si
sedette nella sedia accanto ad Harry.
- Il signor Lupin dice che vuole
riportarti in Scozia – esordì Whilher.
- Il signor Potter qui presente vuole
ritornare in Scozia – gli fece il verso Harry.
Le guance di Archibald si imporporarono
per l’irritazione: - Attento a come parli, ragazzo… -
Ma quel tono era troppo simile a quello di
Vernon Dursley, faceva venire in mente a Harry cose spiacevoli della sua
infanzia… non poteva permettersi di riviverle: - Senta… - ma Remus lo interruppe
– Lascia parlare me, Harry –
Archibald si stupì quando vide Harry
annuire e calmarsi all’istante, riprese subito il suo discorso, in modo da non
dare a Lupin la possibilità di parlare: - Dicevo che il signor Lupin vorrebbe
riportarti a Hogwarts… ma io non lo posso permettere. Come le stavo dicendo
prima, signor Lupin, il ragazzo rimane qui a Tree Hill: il preside Dumbledore
stesso ha dato il suo consenso per fargli trascorrere un periodo qui. Per
conoscere la sua famiglia. Ho fatto prevenire una lettera ai signori Dursley con
la richiesta formale di poter prendere momentaneamente sotto la mia tutela il
ragazzo: la raccomandata è tornata oggi con il nulla-osta, il ragazzo è sotto la
mia custodia ora e lo sarà fino a quando non diventerà maggiorenne…
-
- COOOSA? – gridò Harry facendo fatica a
non scattare in piedi – LEI NON Può FARLO! -
- L’ho appena fatto – replicò ghignando il
vecchio – quindi, caro signor Lupin, non può portarsi via il ragazzo! – concluse
trionfante.
- Io le ripeto, signor Whilher – proferì
Remus con tutta calma. Evidentemente era stato messo a conoscenza della cosa già
da prima – che per la legge babbana Harry è in custodia dai signori Dursley, ma
per la legge magica, Harry ha un altro tutore -
- Da quanto il signor Dumbledoremi ha detto – interloquì petulante
l’altro – il signor Black era il padrino del ragazzo. Ma è defunto. E a meno che
non sia resuscitato non può occuparsi di Harry Potter -
Harry tremò di rabbia, pur sentendo dentro
il cuore una fitta: come si permetteva di parlare così di
Sirius?
- Lui no, ma io sì -
Harry si voltò sorpreso e spiazzato verso
Remus alla sua sinistra.
- E perché, se posso domandarlo?
-
- Sirius Black prima di morire, mi fece
firmare un documento. In caso fosse morto, io avrei preso il suo posto come
tutore legale di Harry – scandì Remus.
Harry spalancò gli
occhi.
Sirius aveva…
E lui ne era venuto a conoscenza solo
ora!
- Dopo la morte dei suoi genitori, Harry è
stata affidato alle cure carenti dei suoi zii solamente di nome e per quanto
concernono le leggi babbane. Di fatto Harry è sempre rimasto sotto la tutela del
suo padrino, Sirius Black. Secondo le leggi del mondo magico Sirius è rimasto il
suo solo tutore e i signori Dursley hanno la custodia temporanea di Harry
fino a quando non fosse avvenuta la scarcerazione. Dumbledore sospese le
pratiche dell’affidamento di Harry per darlo agli zii dopo che il tribunale
magico decretò l’ergastolo a Sirius: ma alla sua comprovata innocenza è tornato
in pieni poteri ad essere il tutore di Harry – la voce di Remus era
straordinariamente stanca e addolorata - Io e Sirius abbiamo fatto un patto a
James Potter: ci saremmo occupati di suo figlio. E grazie al documento che ho
firmato con Sirius io sono legalmente il padrino di Harry
-
- Ma noi siamo nel mondo babbano, vale…
-
- Forse lei si è dimenticato che Harry è
un mago – lo corresse Remus – Ed è sotto la giurisdizione delle leggi del mondo
magico -
Per la prima volta da quando aveva
conosciuto Whilher, Harry lo vide senza parole. Non che lui stesso volesse dire
qualcosa, anche lui era senza parole.
Sirius aveva pensato alla più allarmante
delle ipotesi, ovvero che lui potesse morire, e aveva predisposto che Remus
diventasse il suo padrino.
- Voglio vedere quel documento – intimò
Whilher.
- Le voglio chiedere una cosa prima –
replicò Remus. Per qualche strana ragione non riusciva a capire Archibald:
perché affannarsi tanto all’affidamento di Harry? In fondo per lui non poteva
che essere una palla al piede: era solamente il figlio della madre di suo nipote
– Perché vuole così tanto la custodia di Harry? -
Gli occhi scuri di Whilher si velarono per
un istante di tristezza: - Lei ha promesso al padre di Harry che si sarebbe
preso cura di suo figlio, no? Io ho promesso a mio figlio che avrei dato la
possibilità a Nathan di conoscere il figlio della donna che lui aveva così tanto
amato, quella donna che aveva partorito Nathan. Dan aveva saputo della morte di
Lily ed era a conoscenza ma sapeva anche che aveva avuto un sapeva che il figlio
di Lily erama si riprese
velocemente: - Non sono fatti che la riguardano, signor Lupin. Voglio vedere i
documenti, prego –
- Non li ho con me – ammise riluttante
Remus. (se fossimo in un manga Whilher si sarebbe rabattonato giù dalla sedia
con un gocciolone che capeggiava sulla sua testa, ma non siamo in un manga, no?
Quindi ci limiteremo semplicemente a dire le facce di Harry e Whilher erano una
maschera di sorpresa)
- Evocali, no? – domandò in tono spiccio
Harry, impaziente di prepararsi i bagagli e fare ritorno nel SUO
mondo.
- Non sono ancora pronti – replicò con
poche parole Remus, con rimpianto nella voce.
Archibald si riprese in fretta: - Allora
non abbiamo nient’altro da dirci. Tornerà quando e se avrà quei
documenti. La saluto – si alzò persino in piedi per mandarlo
via.
Remus si alzò a sua volta: - Il tribunale
darà ragione a me, lei lo sa –
- Non smetterò di sperare il contrario
fino a che non vedrò quel maledetto documento – obiettò Whilher, ancora tendendo
la mano per congedare il mago. Remus, riluttante, la strinse poi disse – Se non
le dispiace, vorrei parlare un po’ con Harry prima di andare
-
- Faccia come crede
-
Harry si alzò dalla sua sedia come un
automa, senza dire niente, e si diresse verso la porta, seguito da Remus, quando
era quasi fuori dalla stanza, Whilher lo chiamò: - Domani vai a scuola – Harry
chiuse violentemente la porta scorrevole senza rispondere. Condusse Remus nella
sua stanza e chiuse la porta.
- Harry… -
- Lo so – rispose tristemente Harry – Devo
pazientare… -
- Ti porterò via di qui – promise
Remus.
- Lo so -
- Ma dobbiamo aspettare il nulla osta dal
tribunale. Nel tuo caso servirà anche contattare il tribunale dei babbani… -
continuò Remus.
- Lo so – era in momenti come quelli che
avrebbe desiderato usare la magia contro un babbano. Un bell’incantesimo di
memoria. Semplice, perfetto, indolore.
Remus si avvicinò ad Harry: - Mi spiace
–
- Non sai quanto spiace a me… - poi Harry
si riscosse, avvicinandosi alla finestra e fissando l’esterno– Quanto ci vorrà più o meno?
-
- Una settimana sicuramente – rispose
Remus – Ma noi cercheremo di sbrigare le manovre più velocemente…
-
- A che cosa serve la magia se non si usa?
– domandò alzando la voce Harry – Non potreste… -
- No, lo sai -
- Ma è ingiusto! -
- Non ti stanno maltrattando o cose
simili, mi pare… - l’ex professore diede un’occhiata alla stanza, era di certo
meglio di quella dai suoi zii, aveva persino un computer, e migliore del suo
dormitorio a Gryffindor - … lo so che è difficile, ma cerca di avere pazienza.
Ti avrei portato via subito se Whilher non si fosse rivelato così…
-
- … così bastardo? – Harry rise amaramente
– Ma Remus, l’hai visto? Si comporta come mio zio! -
- Non è vero – ribattè dolcemente l’altro,
mettendogli una mano sulla spalla – Lo sai che non è vero. L’unica ingiustizia è
quella di trattenerti qui contro il tuo volere. Solo questo. Non ti chiedo di
giustificarlo, ma solo di capirlo: ha perso un figlio da poco. Un figlio che
amava tua madre alla follia e che aveva avuto da lei un figlio, Nathan, che
aveva passato metà della sua vita a chiedere notizie della madre. Dan non ha
fatto altro che esaltare la bellezza di Lily e rinfacciare al figlio che lui non
aveva preso niente da lei, nemmeno il carattere. Nulla. Tu invece sei cresciuto…
-
- Senza genitori. Senza nemmeno un padre,
senza nessuno! – lo interruppe Harryrabbiosamente, scostando la mano di Remus che aveva sulla
spalla.
- Ti ho detto che non dovevi giustificarli
– Remus non si scompose minimamente, conoscendo Harry al punto di aspettare una
sua sfuriata quanto prima. Povero ragazzo, lo capiva: cresciuto con i peggiori
babbani del mondo, perseguitato da Voldemort… Harry finalmente poteva avere una
vita normale, normale per un mago, e un babbano non glielo aveva permesso,
trasportandolo con lui in una realtà completamente
diversa.
Remus si sedette vicino a Harry,
mettendogli un braccio attorno alle spalle e indicandogli il loro riflesso nel
vetro della finestra: - Guardati. Tu sei l’immagine vivente dei tuoi genitori.
Uguale a tuo padre, gli occhi di tua madre. Tu li rivedi in te – notò
l’irrigidimento di Harry al menzionare ‘madre’ – Lo so che cel’hai con Lily, è
stato uno shock anche per me. Ma tua madre non era ancora sposata con James, non
erano nemmeno assieme all’epoca… non ti sentire tradito –
- Nathan si sente in diritto di sentirsi
tradito – si levò la voce di Harry, bassa, ancora a fissarsi nel riflesso – mia
madre lo ha abbandonato. Avresti dovuto vedere come mi ha accolto… e quando sua
zia ha accennato al fatto che ho i suoi occhi… -
Silenzio.
- I miei studi, Remus? – stava ancora
cercando una scusa, un pretesto per non stare più lì. Doveva ancora terminare i
suoi studi, no? Era un ottimo pretesto!
- Su, Harry, non arrampicarti sugli
specchi! – rise l’altro – Tu sai più di me di Difesa, di pozioni e di
incantesimi! -
- Non ci voglio andare domani a scuola… -
si lamentò Harry sommessamente, appoggiandosi al suo
quasi-padrino.
- Nessuno si aspetta da te che tu sia un
asso in materie che non hai mai studiato, Harry – lo strinse a sé l’ex
professore – Sappi solamente che mi impegnerò a fondo per portarti via di qui,
per farti tornare da noi -
- Mi fido di te -
Hogwarts
- Non ti fa schifo? – strinse le labbra
Blaise, accennando alla ragazza seduta vicino a Luna Lovegood e Hermione Granger
sugli spalti.
Le selezioni per la nuova squadra di
Gryffindor erano cominciati da poco in un’atmosfera di confusione totale, tale
che Hermione aveva dovuto usare i suoi poteri di prefetto per riportare un
minimo di ordine e Ron aveva quasi la gola secca per il tanto urlare: nel giro
di tre quarti d’ora Ron non era riuscito a capire chi volesse presentarsi come
cacciatore e chi come cercatore.
Gli unici che erano in squadra fino a quel
momento erano lui – anche se alcuni mormoravano che se Ron avesse dovuto fare il
provino non sarebbe mai stato ammesso… McLaggen era molto felice di alimentare
quelle voci -, Katie Bell, presa arbitrariamente – con suo scontento anche, ma
aveva accettato e si era avvicinata al capitano per aiutarlo a fare le selezioni
con l’aria da funerale – e Ginny Weasley.
Anche quello aveva dato adito a sospetti
ma Ron era stato irremovibile.
Draco Malfoy marciò risoluto nella
direzione della ragazza, approfittando del fatto che Ron aveva nuovamente
cominciato a litigare con Cormac McLaggen e che Hermione Granger si era
avvicinata per sedare gli animi.
- Salve Weasley – salutò con
eleganza.
Ginny si voltò verso di lui, arrossendo
furiosamente: - Malfoy… che diavolo vuoi? – la domanda tagliente non nascondeva
nulla del compiacimento di parlare con uno dei ragazzi più ambiti della scuola,
se non il più ambito. Sperò che le sue amiche li stessero fissando, giusto per
farle morire di invidia.
Draco, per tutta risposta, si sedette
accanto a lei ghignando, senza degnare la Lovegood di un’occhiata, non che lei
s’interessasse, anzi, era tutta presa a leggere ‘Il
Cavillo’.
Draco avvicinò il suo viso ulteriormente a
quello della Gryffindor, fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. Forse
la Weasley era diventata una bella ragazza… ma di certo non era il suo
tipo!
Improvvisamente la prospettiva di baciarla
aveva perso qualsiasi attrattiva, anche fare incavolare Donnola non aveva più
quel gran fascino eppure, in un certo senso, ci era costretto. Voleva Potter: lo
avrebbe avuto!
Malfoy afferrò il mento della ragazza e
prima ancora che Ginny si ribellasse, le labbra di Malfoy, morbide e calde, si
impossessarono delle sue. Represse un singulto di sorpresa e una risata di
felicità e ricambiò con quanta più energia il bacio sensuale del ragazzo, dando
libero accesso alla sua bocca.
Malfoy baciava quelle labbra immaginando,
al posto di una ragazza petulante con i capelli rossi, il ragazzo sensualissimo
che aveva invaso i suoi sogni. Chissà come sarebbe stato baciare Potter… toccare
il suo corpo… sentire i suoi mugolii soddisfatti e i suoi gemiti eccitati…
Sentire il suo nome sussurrato tra i mugolii del piacere…
Ma quella che stava baciando non era
Potter.
Draco si staccò, ghignando maliziosamente,
guardando il viso di Ginny Weasley, rosso quasi quanto i suoi capelli. La
ragazza si avvicinò nuovamente al suo viso: - Non sai quanto mi piaci, Malfoy…
sei bellissimo… -
Bingo! La ragazza stava credendo quello
che Malfoy voleva farle credere… ora, molto probabilmente, lo avrebbe baciato,
mettendoci quanta più foga potesse, credendo che anche lui fosse attratto da
lei.
- Lo so senza che me ne fai menzione,
Weasley – Draco Malfoy si alzò in piedi, sorprendendo la Gryffindor – Scendi dal
piedistallo ora, eri solo un esperimento. E nemmeno tanto eccitante – concluse
freddamente lo Slytherin.
A quelle parole gli occhi della ragazzi si
inumidirono immediatamente di lacrime e le gote presero un colore leggermente
scarlatto. Tutto il campo li aveva visti limonare e aveva ascoltato
perfettamente ogni loro parola, soprattutto quelle di
Malfoy.
- Ron! -
Malfoy alzò lo sguardo e vide il prode
Weasley spintonare quante persone possibili per correre contro Malfoy e
ammazzarlo di botte. Lo Slytherin rise, glaciale: - E come vedi, ci sono
riuscito – aggiunse rivolto alla ragazza. Poi si rivolse a Weasley che ormai si
stava avvicinando – Donnola, la tua sorellina non sa nemmeno baciare come si
deve… -
- Brutto figlio di… - ma né la frase
giunse a termine né il pugno che Ron voleva scagliargli sfiorò il suo viso
perché Malfoy si era voltato e aveva fatto segno d Tiger e Goyle si avventarsi
sul Gryffindor.
Raggiunse Pansy e Blaise mentre nel campo
Ron stava prendendo i pugni di Tiger e Goyle, Hermione minacciava tutti con
punizioni e il campo scoppiò in una baraonda pazzesca. Sugli spalti, Ginny era
scoppiata a piangere e cercava di farsi consolare da Luna Lovegood che disse,
con aria puramente svagata: - Secondo te dove ha bevuto la bava di Ricciocorno
Malfoy? Sai, per averti baciata doveva aver pur un motivo… - Ginny scoppiò in
singhiozzi mentre Dean Thomas abbracciava Luna tutto
contento.
- Andiamo – ordinò Malfoy, per un istante
Lunatica gli era stata veramente simpatica.
- Com’è stato? – domandò curiosa
Pansy.
Draco ghignò, passandosi una mano sulle
labbra: - Come baciare un Ricciocorno. O un Dissennatore, fate
voi –
CONTINUA…
Mistress Lay
E anche il settimo cap è terminato! XD
Dite la verità che non ve lo aspettavate così presto! (se devo essere sincera
nemmeno io…!). Mi dispiace per la scena Draco/Ginny ma era inevitabile… sono
sinceramente schifata anche io -.- e voi sapete QUANTO detesti quella piattola…
(bleah!…
cheschifocheschifocheschifo ç_____ç)
Un grazie a coloro che hanno
letto/commentato l’ultimo cap! ^^
Mimi88, haley, millie, NamiTheNavigator,
Wichita Kid, un grazie
stratosferico a tutti voi! XD Bax
bax!
nora, effettivamente... un po' lo avrebbe
dovuto essere (OOC intendo! XD)! Una nota che mi ha strimpellato per tutta la
stesura del cap! -.- Bax bax!
Moony*, non preoccuparti, è stato carino
immetterla anche al VII, altrimenti, temo che l'avrei persa per la fretta! -.-
(sospiro di sollievo) Uff! allora non ti ricordi nemmeno tu tanto OTH- il
telefilm? Bè, se non te lo ricordi tu che hai una memoria d'acciaio... XD No,
evidentemente non mi sento molto bene... La piattola con quel ben di dio di
Draco? O.o Devo sentirmi PROPRIO male! (Pad si misura la febbre) E comunque tu
mi CONOSCI mooolto bene! (ti basti questo!) Bax bax,
tvtb!!
BloodyMoon, carissima Ely! ^^ Allora hai trovato il
tempo per leggere questo nuovo cap prima di partire... e di lasciare anche un
commento! Grazieee! ^//^ Non so se tu sia tornata ma qst cap è il mio piccolo
regalo di ritorno! XD Nel prox racconterò il primo giorno di scuola di Harry...
(oh, povero me!
ndHarry) Bax bax, tvttb!!!!
p.s. Hai visto che sono riuscita a
commentarti qualcuna delle tue drabbles?? ^^ A prop... grazie ancora per la
dedica! ç///ç
panuela, molto onorata! ^///^ Sono felice che tu
segua anche le mie altre ficcy... magari un giorno potresti dirmi che ne pensi??
(che approfittatrice... sto scherzando, non è mica un obbligo! XD) Purtroppo con
la mole di fic che mi porto avanti dire che aggiornerò presto non è MAI certo...
a volte mi prende l'ispirazione per qst fic, un'altra volta per un'altra... ma
come vedi questa volta c'è stato spazio per OTH! XD Spero proprio di non
sospenderla più, ma dovrò fare i conti anche con la scuola... sigh... mi sa che
qualcos'altro verrà sospeso però... boh, si vedrà! Bax
bax!
MORFEa, salve carissima! ^^ Harry tornerà a
Hogwarts ma non tanto presto, tempo qualche cap... XD Bax
bax!
nox, non so con tutte le tue minacce di morte
che mi arrivavano un giorno sì e l'altro pure... avevo forse scelta?!
O.o Bax
bax!
gorgeous, immagino che non sarai l'unica!
XD Bax
bax!
fairy81, non sai che sorpresa vedere il tuo nome
nello spazio recens! XD E' da tantissimo che non ti sentivo, spero che tu stia
bene! ^^ Cercherò di non sospenderla più, ma forse, con la scuola in arrivo
dovrò sospendere qualcos'altro... oddio, non ci voglio nemmeno pensare! O.o E'
stato un piacere commentare la tua shottina! ^^ Bax bax!
p.s. Ehmmm... ti consola il fatto che
Ginny verrà bistrattata nei seguenti cap e che io stessa ero schifata nello
scrivere l'ultima parte di questa ficcy? -.- ... no? Bè, non accadrà più!
XDD
James_Prongs, ritieniti mooolto preso in causa,
dopotutto è nata con la nostra sfida e tu, più di tutti, sei stato quello che ha
premuto di più affinchè io riprenda in mano questa fic! XD Nathan antipatico
come sempre, intendi? ^^ E chi se lo scorda? ^^ Enon ti azzardare a diventare come...
quello! -.- Bax bax,
tvtb!
Stè_Wormy, per chi in particolare? XD
Bax bax, tvtrb!
Shade_Scary, (me s'inchina) felice che ti continuino
a piacere le mie fic! ^///^ Finchè ci saranno persone come te a commentare e
leggere non credo che smetterò di scrivere tanto presto! XD Se vuoi saperlo OTH,
il telefilm, è andato in onda un anno fa (ma io ho solo seguito le ultime
quattro puntate, quindi nemmeno io sono molto ferrata su questo argomento! XD) e
in autunno dovrebbe andare in onda la II serie, su rai2! ^^ Con ammirazione
maggiore, ti saluto! Bax bax!
kitten85, sono riuscita ad aggiornare in tempi
decenti, che dici? ^^ Spero che continui a piacerti! Bax
bax!
Michelle Malfoy, molto onorata! ^//^ In fondo lo avevo
promesso che l'avrei ripresa, no? E io ci tengo molto alle mie promesse! Bax
bax!
ragazza interrotta, ti ringrazio per la fiducia, spero che
sia ben riposta: ma come vedi qualche dubbio c'è, i personaggi di OTH sono un
po' OOC... ma ho sono preso spunto da loro. Oddio... spero non mi lincerai!
O.o Bax
bax!
Isilya, (me s'inchina) nn sai quanto sono
onorata dalla tua recens e dall'apprendere che segui le mie fic! ^///^ Ne sono
veramente felice! Anche perchè io seguo la tua e ne sono estasiata! ^^ Come vedi
ho aggiornato abbastanza in fretta, me ne stupisco io per prima (la prox
dovrebbe essere FA, ma non ci giurerei! XD Forse
SLIB...)! XD Bax bax!
Captain, sì, qualche centinaio di volte! ^///^
Oddio, sn lusingata dall'averti fatto cambiare idea... da auror a seguire le
Harry/Tom e Harry/Draco... è un bel salto, eh? O.o Ma non credo che scriverò una
Hermione/Voldemort... ma mai dire mai! XDD Bax
bax!
reader, no, non potrebbe, è ancora minorenne! XD
(se potesse non credo che rimarebbe a Tree Hill un minuto di più! XD) Grazie per
il tuo commento! Bax bax!
^^
ely_scorpioncina,
ciao Ely_s! ^^ Sì, avevi
commentato in passato, mi pare proprio all'inizio... Sono veramente felice che
ti piaccia! ^^ Non credere di essere l'unica ad odiare la Piattola (e io la
chiamo sempre così, pensa... -.- Poi, leggendo le altre mie fic avrai notato
quanto bene le voglio, vero? -.-)... non credo ci saranno altre scene
Draco/Ginny, più che altro per il mio stomaco! -.- Lukas sa che Harry è un mago,
almeno il povero Harryno non si sentirà tutto solo soletto... affiaterà la loro
amicizia! XD E non sarà solo Nathan ad essere scontento... Bax
bax!
Kira, non preoccuparti mia carissima SisSly!
^^ Bax bax, tvtttb!
(cheschifocheschifocheschifocheschifo
ndMiss che sta correndo su e giù per la stanza)
Salve
a tutti, mi chiamo Harry James Potter, ho sedici anni di sfiga alle spalle e
sono un mago. Sì, avete capito benissimo, SONO-UN-MAGO. E non provate a ridere,
sapete?
Comunque,
la domanda che tutti vi state facendo dovrebbe essere la seguente ‘Che fa un
mago nella vita di tutti i giorni?’. Io vi risponderei ‘Studia fino a quando non
compie diciassette anni e poi si cerca un lavoro’. Non che sia particolarmente
eccitante, ma la magia è fenomenale.
Ovviamente
nulla è dato per niente: bisogna frequentare una scuola di magia per sette anni,
seguire materie improponibili ma non per questo noiose, magari non ci starebbe
male qualche duello con i compagni di corso… insomma, tutto nella norma. Se
magari avere anche un mago oscuro in menopausa che ha votato la sua esistenza ad
ammazzarvi… bè, benvenuti nel mio mondo.
Il
mio mondo è un mondo che ancora è per certi versi sconosciuto persino per me –
ma permettetemi di aggiungere che non sono nato con la consapevolezza di essere
mago… - ma estremamente esaltante, se lo vivi bene.
So
come vivono la vita i babbani, per undici anni ho creduto di essere uno di loro,
anzi, uno di voi, ma poi quando un gigante ti insegue per l’Inghilterra con uno
stormo di volatili per consegnarti una lettera… bè, la mia vita è cambiata. In
meglio.
Per
essere precisi dovrei usare un verbo al passato perché adesso le cose non mi
vanno come dovrebbero andare: insomma, ho sconfitto il sopraccitato mago in
menopausa e autorizzato dalla Sacra Rota a riprendere una vita di uno studente
medio… e arriva la catastrofe, un chiaro esempio di sfiga fulminante: un nonno
sconosciuto.
Non
che abbia qualcosa contro i nonni, sia chiaro, ma ho qualcosa contro Archibald
Whilher. I nonni dovrebbero viziare i nipoti, no? Dovrebbero sentirsi
autorizzati a fare tutte quelle cose che dovrebbero far imbestialire i genitori,
no?
E
va bene che i miei genitori sono morti, e va bene che Whilher non è nemmeno mio
nonno, ma il mondo gira al rovescio? No, forse ha un moto di rotazione piuttosto
curioso, a spirale, forse… già, dove i nonni sono crudeli carcerieri, gli zii ti
chiudono nel sottoscala e ti usano a mo’ di Cenerentola e i fratellastri sono
simpatici come Filch in gonnella.
Ebbene
sì, ho anche un fratellastro.
Ho
vissuto per diciassette anni della mia vita credendo di avere solamente due zii
– i peggiori del creato – di sangue e poi salta fuori come funghi una famiglia
americana preconfezionata come le pizze surgelate.
Deve
esserci qualcosa nel mondo che non va… non può scatenarsi tanta sfiga contro di
me? e che sono, un parafulmini di sfiga? Un maestoso albero conduttore
elettrico?
Al
di là di tutto il caro nonno in carriola mi ha portato nel suo reame delle fate
popolato di babbani – da non confondere con gli elfi – e famiglia , facendomi
passare la vittima della situazione. Giusto per essere in tema facendomi passare
la principessina incompresa della situazione.
La
domanda che mi pongo è: perché il fato deve accanirsi contro di
me?
Ci
dev’essere qualcosa di estremamente sbagliato nel mio nome, forse il giorno in
cui mio padre mel’ha dato ci sono state delle vibrazioni negative o il karma
universale era contrario… aargh, sto parlando come la Trelawney! Datemi
un’ascia!
-
Passami il bacon -
E
da quando l’ascia è diventata pancetta? Devo aver saltato un passaggio, prima ci
vuole un’ascia, poi una testa su cui calarla e infine pancetta. Che poi non è
più pancetta.
Causa
ed effetto.
-
Passami il bacon, Potter -
Passo
il bacon al mio fratellone e glielo sbatto in faccia. Causa ed effetto. Non fa
una grinza.
Comunque
sia allunga la mano e se lo prende da solo, le sopracciglia aggrottate e gli
occhi che traboccano di amore fraterno. Nathan. Il figlio di mia
madre.
E
chi l’avrebbe detto che lei, così innamorata di mio padre, avesse un figlio da
un altro uomo? Io non ci avrei creduto…
E
oggi è il mio primo giorno di scuola. oh, che emozione.
Lancio
un’occhiata a Whilher seduto a capotavola mentre sorseggia il suo caffè nero e
legge il giornale. Nathan è di fronte a me, mangia il bacon e legge le pagine
sportive.
La
mia borsa è qui, appoggiata alla mia sedia, sul davanti capeggia lo stemma di
tessuto dei Gryffindor, è un po’ sbocconcellata ma è una ventata di ‘casa’ in un
ambiente estraneo come una scuola babbana. Per la prima volta indosso abiti
babbani nuovi, che non sono di seconda mano, un bel passo avanti tanto per
cambiare.anche se a farmi questo regalo è stato Whilher. Ma ho dovuto
accettarlo: di certo non fari buona impressione, il mio primo giorno di scuola,
ad arrivare in classe vestito da mago, giocatore di Quidditch o con i vestiti
deformati di Dudley.
Fortunatamente
questa deprimente colazione termina e, ignorando l’ammonimento di Whilher, esco
di casa, seguito da Nathan. Ora non so bene cosa fare: Lukas mi ha detto che mi
avrebbe accompagnato a scuola, lo devo aspettare qui?
Lukas,
mio cugino, sapete, niente a che fare con Dudley o Nathan. È simpatico e sa che
sono un mago, non che glielo abbia detto, c’è arrivato da solo. E devo dire che
è una bella cosa: una persona inmeno a cui mentire. Se mi trovassi su un dirupo e la possibilità di
salvare Nathan e Whilher o Lukas, sceglierei Lukas senza dubbio. Non mi
passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello di sporgermi e tendere la mano
al mio adorabile fratellastro.
-
Che fai? – domanda Nathan.
Immagino
che si sia rivolto a me nonostante mi stia dando le spalle. A meno che non ha un
alter ego invisibile. Aspetto che gli faccio ciao-ciao con la manina, magari è
più simpatico di Nathan.
-
Ti sei rincitrullito più del solito oggi? -
Decisamente
il suo alter ego invisibile è più simpatico di Nathan.
-
La gente in genere parla con la sua specie girandosi e fissandola negli occhi –
ribatto io. Tale e quale a Malfoy… accidenti.
Nathan
si volta, sorride sarcasticamente, si appoggia all’inferriata con posa che
esibisce il Malfoy Copyright e dice: - Forse la gente non vuole guardarti in
faccia –
Ho
messo due pensieri in fila e capeggia su entrambi il nome Malfoy. Ma non sono
fissato, davvero. Voi dovete credermi!
-
Per la cicatrice? O per gli occhi? -
Ok,
questa era cattiva. Ma chi se ne frega, io oggi mi sento cattivo e se voglio
essere Slytherin per un giorno non vedo cosa ci sia in
contrario!
Ma
ecco, sta arrivando Lukas, agita la mano in forma di saluto, ci raggiunge,
sorride amichevolmente.
-
‘Giorno Harry – mi saluta.
Ha
un bel sorriso, è diverso da Nathan come lo è nel carattere. Ho la vaga
impressione che non siano nemmeno in buoni rapporti. Non c’è da stupirsene, sono
molto diversi e Nathan hai in sè il gran ideale di amicizia e affetto com’è vero
che i paguri volano al contrario e i pipistrelli cantano carole natalizie. Mi
ricorda molto Malfoy. Vi ho già parlato di Malfoy?
Ve
lo chiedo perché non vorrei sembrarvi ripetitivo nei suoi riguardi, non merita
di essere costantemente ricordato. (Hermione, la mia migliore amica, continua a
ripetere che sono costantemente a parlare di lei, come il disco rotto di una
canzone ripugnante)
Malfoy,
bah. Uguale a Nathan.
Okay
che Malfoy è biondo, ha gli occhi grigi, labbra perfette, profilo aristocratico,
pelle candida e morbida e sedere da sballo ma si può dire che sono
simili.
…
Oh
Merlino misericordioso!
Che
cos’ho appena pensato?
Ho
pensato che Malfoy ha un sedere da sballo?
Lo
sapevo che quello nella zuccheriera non era zucchero!
Maledizione,
ma Dumbledore non mi ha insegnato nulla sui sotterfugi dei
nemici?
…
E
com’è che continuo a pensare a Malfoy?
-
Lukas, che ci fai qui? – eccolo, Nathan-rovina-giornate – Ti avevo detto che
avrei accompagnato io il mio caro fratellino… -
Ecco,
in occasioni come queste vorrei fare qualcosa di molto ma molto cattivo con la
bacchetta. Ma non posso – e altrimenti dove va a finire la mia sfiga, scusate? –
e la mio indole Gryffindor mi vieterebbe di usare la mia bacchetta in altri,
artistici, modi.
Lukas
sbuffa, si sistema meglio lo zaino sulla spalla: - Svegliato con il piede
sbagliato, Nathan? –
-
Tu? Svegliato o ancora nel mondo dei sogni? Ti ho fatto una domanda, attieniti
all’argomento -
-
Facciamo i letterati appena svegli? – rido – Domani mattina mi premurerò di
svegliarti nel tuo letto, forse mentre aprirai gli occhi mi reciterai la
Costituzione Americana a memoria, e se sono fortunato potresti persino allestire
uno spettacolino teatrale alla Amleto -
Già
ce lo vedo… lui, sul palco improvvisato che è il letto – che non ho mai visto
tra l’altro -che declama con voce
solenne: ‘Essere o non essere? Questo è il problema’ con la mia testa sulla
mano.
-
Non credere di essere spiritoso, Potter – oh, sembra imbarazzato. E comunque la
sua replica è vana, Lukas è già scoppiato abbondantemente a
ridere.
*
La
mia scuola.
Questa
è la mia scuola.
Harry,
svegliati dall’incubo che ti sta assalendo, apri gli
occhi!
No.
Non funziona.
Ok,
va bene.
Mi
arrendo.
-
Benvenuto alla Tree Hill High School – scusa, Lukas, questo dovrebbe essere un
benvenuto caldo e avvolgente? Dovrebbe essere una specie di augurio? Dovrebbe
essere un motivo per tirarmi su di morale?
Piccolo
appunto per il futuro: se vuoi tirarmi su di morale, non fare certe uscite.
Dammi una scopa in mano. O la mia bacchetta. O la bocca di Malfoy… NO, la bocca
di Malfoy NO!
-
Sorpreso? -
-
Estasiato -
-
Si vede -
-
Vero? Sto sprizzando gioia da tutti i pori -
-
Scommetto che stai trattenendoti dallo saltellare su e giù per la contentezza
-
-
Così palese?
-
Solo per chi ti conosce -
Ok,
Lukas, bel tentativo. Questo è riuscito, impari in fretta. Scoppio a ridere e
ridi anche tu.
Non
che ci sia qualcosa veramente contrario nella scuola è solo uguale alle decine
si scuole babbane americane che si vedono nei telefilm con folle di studenti,
alcuni indossano una felpa simile – la indossa anche Nathan adesso che ci penso
-, alcune ragazze hanno dei pon pon in mano, mentre l’altra mano stringe il
rossetto, file di armadietti e ragazzi e ragazze che si fanno il filo, qualcuno
con gli occhiali che cerca i proprio libri, altri che litigano con la
combinazione… insomma, tutto nella norma.
Solo
chel’impatto per me è leggermente
allarmante.
Voglio
Hogwarts!
Lukas
saluta qualcuno con il suo solito sorriso e poi mi mette la mano sulla spalla,
pilotandomi non-so-dove: - Sei pronto ad affrontare la più grande sfida a cui
ogni americano ha il dovere di fronteggiare quando mette piede in una scuola?
–
-
Cos’è, una prova di coraggio? – Immagino che non ci sia un Cappello Parlante
questa volta, eh?
Lukas
non mi risponde e infine si ferma: - Buona fortuna –
Alzo
gli occhi.
Di
fronte a me c’è un armadietto.
CONTINUA…
Mistress
Lay
Notes:
Con un titolo del genere che cosa vi aspettavate? ^^ Un carico di buone notizie?
Sinceramente non so se tenere questo tipo di pov anche nel prox cap… che mi
suggerite?
Spero
che questo cap vi sia piaciuto e sia valsa l’abnorme attesa!
XD
Fatemi
sapere!
Grazie
a tutti coloro che hanno letto e commentato, purtroppo oggi dovrò essere più
sintetica del mio solito ma non ho altra scelta, la scuola mi
tiranneggia:
Mimi88,
haley, millie, nora, veve (non
proprio presto presto… ma prima o poi! XD), reader (di fatto è iscritto ad una scuola
americana. Il problema in sé e per sé non sussisterebbe se non che è a tutti gli
effetti cittadino inglese…, __darklily__
(grazie! ^^ Ho provato a scrivere con caratteri più grandi ma così mi scrive in
caratteri giganteschi… -.- aaargh!), baby
(uniamoci in un lamento funebre! -.-), empire (io sono dello stesso avviso, sai? -.-),
Moony* (oh, sono guarita, non credere! XD
Basta scene Draco/Ginny! Sapevo che avresti apprezzato la descrizione di Moony!
XD), BloodyMoon (il primo giorno di
scuola di Harry lo descriverò nel prox cap! XD Chissà che gli succederà… oh sì,
Harry sta rischiando SERIAMENTE una crisi di nervi non indifferente! XD E anche
io, a scrivere questa roba Draco/Ginny! -.- Mi conosci no?), ely_scorpioncina (no, no, voglio troppo bene alla
mia salute mentale e a quella del biondino e di tutti i lettori a riscrivere una
scena Draco/Ginny! -.- Non si ripeterà più! Adoro la tua ficcy, lo sai, no? XD
Non vedo l’ora di un nuovo cap! Eh sì, Remus si sta impegnando… XD Era ora
aggiungerei!), Briciola88 (molto gentile!
Fammi sapere se ne vale la pena! XD),
panuela (per ora Harry ne dovrà sopportare ancora… ^^ E poi non è per
questo che adoriamo Draco? ^^),
Stè_Wormy, nox (bè? Che
ne pensi di Nat? XD), kitten85 (spero
anche i futuri! ^^), fairy81 (mi farò
risentire, anche se a ritmi meno frequenti ogni volta che posso… ^^ A prop, hai
letto Slib? ^^ E’ una H/D! Strano, eh? XD Comunque nel cap non si vedeva ma alla
fine ho dato a Draco della candeggina! U.U Poverino… anche Blufairy l’ha letta e
le è piaciuta? ^^ Ne sono felice!), Isilya (non si ripeterà mia cara! XD Non potrei
sopportare! Che mi dici della tua ficcy? Sono in ansia per il nuovo cap! XD),
Michelle Malfoy (non dirò in che stato
ero io dopo aver scritto quel pezzettino! O.o), Wichita Kid, ysal pax (è una croce che accomuna un
po’ tutti! -.-), Nal (conta anche il mio
ingresso nel club, carissima Chris! ^^ La prima volta che ho visto Lukas mi è
sembrato tanto rarefatto ma poi compensa con un bellissimo carattere! E poi,
come hai detto tu, è ottimo per far ingelosire l’altro biondino! XD Ah, adoro
Draco geloso!Bè, era pur ora che
Lupin facesse qualcosa per Harry, no? ^^).
- ... ehm, Lukas, è questa la grande sfida che devo
affrontare? -
- Credi a me. tutte le precedenti imprese ti sembreranno
inutili in confronto a questa -
E pensare che è stato dieci minuti fa. E sono qui ancora
la combinazione dell’armadietto e questo proprio non vuole sapere di aprirsi.
Posso sentire alle mie spalle lo sguardo divertito di Lukas e una decina di
occhi puntati su di me, alcuni curiosi, altri indifferenti, altri ancora divertiti.
Sto dando evidentemente un ottimo spettacolo.
Forse se indossassi un naso rosso finto e una trombetta
suonerei anche più divertente.
Ho provato la dannata combinazione almeno una decina di
volte e tutte le volte non mi ha obbedito e, da bravo sottoposto, non ha eseguito
il mio ordine di non farmi saltare i nervi proprio il mio primo giorno di
scuola, ancora prima di entrare in classe.
Magnifico.
Semplicemente perfetto.
Non bastavano le mie continue sfighe precedenti. Adesso
dovevo pure fare una figura del genere prima ancora di dimostrare alla mia
classe la mia totale ignoranza di tutto ciò che può concernere la scuola
babbana. Grandioso.
Se non fossi impegnato a calmarmi penso che farei due
capriole all’indietro per dimostrare la mia gioia e voglia di vivere.
Perchè gli armadietti? Quale utilità escatologica ha?
Quando resusciteremo alla fine dei giorni non lo faremo abbracciati
all'armadietto della scuola. Nossignore.
... riproviamo la combinazione. Giusto perchè non ho
voglia di farmi ridere dietro il primo giorno qui.
No, troppo tardi temo. Comincio già a sentire le risate
sommesse di qualche simpaticone.
Ok, adesso mi giro e gli stringo la mano, sorridendo e
scandendo bene il mio nome: Harry Potter. Mi chiamo Harry Potter, hai qualche
problema?
Grande trovata Harry, non potresti, già che ci sei,
improvvisare una rumba? Giusto per farti riconoscere e dare un pizzico di sale
in più alla tua monotona vita da adolescente in crisi.
Lukas, potresti aiutarmi? No? QUALCUNO può aiutarmi?
- Diavolo… - gli do un colpo secco. Il rumore metallico
rimbomba nei corridoi, altre risate, questa volta meno sommesse.
- Già arreso? – domanda Lukas. Oh, mio salvatore! Vieni a
proteggermi con il tuo manto e portarmi via con il tuo cavallo bianco!
... il mio salvatore non deve ridere, però. Rovina tutta
l'atmosfera.
- E’ inutile che ridi, sai? – sbuffo – Non si apre
accidenti! - E mi stai rovinando il mio dialogo mentale. Accidenti. Lasciami
imprecare contro me stesso, è l'unica cosa che posso fare qui, no?
Vorrei aggiungere qualcosa, qualcosa che suona vagamente
come un 'Lukas, aiutami' o 'Lukas ti crucio se non mi dai una mano' o 'Ma è
così' importante aprire questo armadietto? Non si può far finta che non sia mai
esistito?' ma improvvisamente un pugno violento si abbatte sulla serratura
dell’armadietto con un colpo sordo e le porte del mio paradiso di aprono – o
armadietto – rivelando la sua cavità inespugnabile.
Chi è il mio benedetto San Pietro che detiene le chiavi
del mio paradiso e chi ha spalancato le porte della beatitudine?
Mi giro per ringraziare il Salvatore dei miei Nervi ma
colui che mi ha aiutato è l’ultima persona che avrei mai pensato che mi
aiutasse: Nathan.
Merda.
Questo non va bene. Per niente.
Quand'è che i ruoli del brutto cattivo e del cavaliere
bianco si sono invertiti?
Nathan è ancora fermo nella sua posizione, con il braccio
a due centimetri dal mio naso, il pugno ancora chiuso ma leggermente scostato
dalla serratura dell'armadietto, ormai aperto che rivela ogni genere di cose al
suo interno, l'espressione è arcigna, determinata, pensierosa. Tutto insieme.
La felpa blu dei Raven è completamente aperta e lo
zainetto poggia su una delle spalline, la sua mano sinistra è serrata attorno
alla cnign, sotto la felpa porta una semplice t-shirt attillata e un paio di
jeans firmati completa il ritratto.
- Sei proprio scarso, Potter - dice solamente.
Ok, mi devo ricredere. Il mondo non si è ancora capovolto.
- Non ho chiesto il tuo aiuto - ribatto.
- Davvero? - e mi guarda. Dannazione. Sono arrossito.
Senza un motivo in particolare se non un leggero imbarazzo. Sì, anche i
Grifondoro si imbarazzano.
Solo se vivete per undici anni in un ripostiglio nel
sottoscala e lavorate a tempo pieno per una famiglia di tre pazzi zii, roba che
lo sfruttamento minorile fa un baffo.
Sì, ma questo non c'entra niente.
Semplicemente Nathan mi guarda e io arrossisco.
Mi guarda senza un nessun motivo in particolare,
arrossisco senza nessun motivo in particolare.
Insomma, siamo tutti molto motivati oggi.
Auguri.
Sta andando peggio di quanto avessi mai pensato.
- Difficoltà a leggere il foglietto o incapacità di capire
come si possa aprire? Non è difficile, sai -
Risate.
Accidenti, quelli devono essere i compagni di squadra di
Nathan, sono tutti vestiti con la medesima felpa.
- Lascialo in pace, Nathan, non sapeva che tutti gli
armadietti sono difettosi - corre in aiuto il mio autentico cavaliere. Grazie
Lukas.
E finalmente gli occhi di Nathan si spostano dal mio viso
a quello del cugino, Lukas non distoglie lo sguardo, non arrossisce come me,
non fa assolutamente niente, solo, non abbassa gli occhi.
Le labbra di Nathan si piegano in un sorrisetto
sarcastico: - Vedo che hai già trovato un protettore, Potter. Lukas, dovresti
stare più attento al tuo protegè -
Oggi non è la mia giornata fortunata.
Per fortuna se ne va, seguito dai suoi compagni di
squadra, alcuni gli danno qualche patta amichevole sulla spalla, altri ridono sguainatamene,
un codazzo di ragazze li seguono.
Lukas li guarda brevemente e poi si rivolge verso me: -
Pronto per il tuo primo giorno di scuola? -
- No -
... e quando mai?
Nathan Pov
- Vorrei presentarvi Harry Potter, il vostro nuovo
compagno di scuola -
Nathan gettò uno sguardo annoiato verso il nuovo arrivato,
lì, in piedi di fronte alla classe che fissava tutti con sguardo timido.
Faceva la sua figura, il suo fratellastro.
La camicia bianca gli stava alla perfezione, come i suoi
nuovi replay e le all star ai piedi: sembrava uno come tanti altri, carino a
dire la verità e molto appetitoso se si davano conto gli guardi delle ragazze,
con quell'aria deliziosamente spaesata che aveva...
E poi... i suoi occhi. Come potevano catturare gli sguardi
di tutti anche se coperti dalle lenti degli occhiali?
Verdi come quelli si sua madre. Verdi come quegli occhi
che suo padre aveva amato e che lui, nascendo, non aveva mai visto.
Quante volte aveva sorpreso papà a fissare le fotografie
di Lily Evans, a elogiare i suoi occhi spettacolari, a rimpiangere la loro
lite?
Harry Potter. Lui aveva ereditato quegli occhi.
- Viene dall'Inghilterra e quindi spero che voi sappiate
metterlo a proprio agio. Signor Potter, prenda posto in quel banco laggiù -
Harry sorrise leggermente, arrossendo, e si diresse verso
il banco indicato dal professore, in fondo all'aula, poco distante da quello
del fratellastro.
Molti si voltarono verso di lui, sorridendo e tendendo le
mani, ma il professore catturò la loro attenzione sulla lezione di matematica.
Nathan lanciò parecchie occhiate al fratellastro durante
quelle due interminabili ore: si divertiva nel vedere la sua espressione del
tutto spaesata mentre cercava di capire le relazioni scritte alla lavagna e
cercava di stare dietro alla spiegazione.
Evidentemente non era molto efferato in matematica.
Nathan lo osservò mordicchiare nervosamente la matita,
agitato. Che strano... quel ragazzo che gli ispirava sempre un forte senso di
irritazione ora quasi lo faceva sentire... attratto.
Il suo fratellastro che veniva da chissàdove.
Suo nonno gli aveva raccontato a sommi capi una storiella
coincisa di un ragazzo orfano affidato a degli zii nel Surrey e la scuola che
aveva frequentato. Gli aveva detto che non era molto bravo a scuola e non aveva
doti particolari.
Evidentemente aveva ragione.
Era una scocciatura.
Nathan incrociò òle braccia dietro la testa, mettendosi in
bilico sulla sedia, mentre rifletteva, lasciandosi le analisi matematiche alle
spalle e udendole come un lieve ronzio dispettoso.
C'erano tanti punti interrogativi attorno al suo
fratellastro, punti interrogativi che spesso si chiedeva se valeva la pena di
risolverli... dopotutto non aveva alcun legame con quell'inglese, se non
qualche goccia di sangue.
Suo nonno lo era andato a prendere in Inghilterra per
farglielo conoscere e Nathan poteva giurare che provava un bieco piacere a
eseguire le ultime memorie del papà, quasi come se il conoscere un ragazzino
disagiato oltreoceano avesse portato felicità nella sua famiglia.
Stronzate.
Che bene poteva fare un individuo del genere? Non
assomigliava minimamente a sua madre, se non per il particolare non del tutto
trascurabile dei suoi occhi.
E poi perchè c'è da servirlo e riverirlo per quegli occhi?
Harry si voltò, ancora spaesato, forse per vedere se anche
intorno a lui qualcuno è perplesso per la robaccia scritta sulla lavagna, e
intercettò lo sguardo di Nathan.
Si guardarono per qualche interminabile secondo.
Harry non mutò la sua espressione perplessa, Nathan lo
studia a fondo, ancora in bilico sulla sua sedia, del tutto disinteressato alla
lezione in corso.
Che strano ragazzo..., pensarono entrambi.
E suonò la campanella.
Istantaneamente tutti i venti e passa studenti balzarono
in piedi, raccogliendo la propria roba, sollevando gli zaini e le borse per il
cambioclasse.
Anche Nathan si alzò in piedi, cercando con lo sguardo il
fratello, eccolo lì, che raccoglieva la sua roba, a testa bassa, pensieroso.
Un amico gli diede un colpetto sul braccio: - Andiamo, o
ci prenderanno i posti migliori - Nathan loi seguì fuori dalla classe.
"Non ti renderò le cose facili..."
Harry POV
Cambioclasse. Aula di
chimica.
Ottimo. Chissà perchè non mi suona molto amichevole, forse
perchè le uniche nozioni di chimica le ho imparate girando pozioni con occhi di
rospo e code di salamandra in un umido sotterraneo con la compagnia di Piton.
Non so neppure dov'è questa benedetta classe.
Lukas mi aveva detto che era al secondo piano, al
laboratorio Y56, ma con questa folla di gente non riuscirò mai a trovarla.
Forse è meglio chiedere a qualcuno.
Solo una piccola indicazione, che cosa sarà?
- Scusa... - lo chiedo a questa ragazza di fronte a me,
sembra amichevole.
La ragazza si volta, i riccioli biondi le ricadono morbidi
sulle guance rosee, gli occhi azzurri sono divertiti, il sorriso le rivela i
denti bianchi e perfetti, è veramente molto carina.
- Sei quello nuovo, eh? - non è in realtà una domanda, più
che altro è una constatazione. Il suo sorriso cambia leggermente mentre mi
squadra da testa a piedi.
Bè? Ho qualcosa che no va?
- Ehm, sì, volevo sapere dov'è l'aula di chimica... -
- Mi chiamo Peyton - si presenta lei, afferrando con una
mano il libro sul banco - Seguimi -
E seguiamola.
Peyton riprende la parola: - Da quanto sei a Tree Hill? -
- Due giorni, non mi sono ancora ambientato molto -
- Da dove vieni di preciso? -
- Surrey, poco lontano Londra -
- Lontano - qualche ragazza la saluta per il corridoio,
lei risponde con un cenno del capo, poi riprende la conversazione - Cosa ti
porta qui? Tree Hill non è una meta turistica, i tuoi genitori hanno forato in
autostrada fuori città e si sono innamorati del posto? -
Sorrido imbarazzato e divertito: - Non direi proprio - non
aggiungo altro, è meglio non farmi riconoscere troppo, dopotutto tra pochi
giorni Remus mi porterà via di qui, no?
- Sei di poche parole, proprio un vero inglese -
- Perchè un inglese com'è? -
- Freddo e taciturno - sorride, forse con biasimo - Dove
abiti? -
E che ne so? Non so nemmeno come trovare la casa, figurati
se mi ricordo l'indirizzo?
- Ehm... casa Whilher? -
- Abiti da Nathan? - spalanca gli occhi, sorpresa - Come
mai? -
Laboratorio Y56. Adoro questa classe, ne sono sicuro.
Entro, seguito da Peyton che mi scruta in attesa di una
mia risposta. Che le devo dire? Che Nathan è il mio fratellastro?
Probabilmente le prenderà un colpo, considerando che
Nathan è famoso e a quanto pare piuttosto desiderato mentre io... io sono
straniero e ben presto me ne andrò di qui. Poco ma sicuro.
- Allora? - domanda ancora. Ehi, non molla...
Il professore entra nel laboratorio, tutti prendono posto.
- Peyton, è meglio se non ti siedi vicino a me -
- Perchè? – il suo sguardo si sposta dal mio viso al
sedile vuoto accanto a me, forse per controllare che non ci sia uno scherzetto
sopra. Poi incontra nuovamente i miei occhi, sorridendo divertita. Estremamente
divertita.
- Perchè farò scoppiare qualcosa, stai certa - e mi siedo
all'ultimo posto, solo. Peyton scuote la testa e si siede ugualmente accanto a
me - Io sono brava in chimica, il professore divide sempre in coppie. Ti darò
una mano io -
Sorride.
- Grazie -
Nathan Pov
Nathan cercò con lo sguardo Harry, per vedere se si era
perso o meno, con suo disappunto era seduto in uno degli ultimi tavoli, accanto
alla bionda Peyton, e i due chiacchieravano allegramente assieme.
- E bravo l'inglesino, ha fatto amicizia già con Peyton,
eh? - sussurrò a Nathan il suo vicino.
Peyton.
Potter era appena caduto in mano a Peyton. E se c'era
Peyton c'era anche...
Nathan cercò di concentrarsi sulla voce del professore e
sulla lezione ma, come prima a matematica, lo sguardo del ragazzo era
calamitato verso il fratello minore.
Perchè diavolo?
Eccoli, Peyton, una delle ragazze più popolari della
scuola, parlare con Harry Potter, il nuovo ragazzo.
Certo, a Nathan non erano sfuggiti gli sguardi di
apprezzamento delle ragazze della sua classe, ma ovviamente erano stati solo
sguardi fugaci, Nathan era sempre stato al centro dell'attenzione come uno dei
ragazzi più belli della scuola, il più popolare per essere precisi.
Il capitano dei Raven, la squadra di basket della loro
scuola.
E ora, ora, con il nuovo arrivato qualche sguardo aveva
cominciato a trovare un nuovo polo di attrazione.
Mh.
Non per molto.
Era solo la novità dell'anno, già al secondo giorno tutti
si sarebbero scordati della sua insignificante presenza, lui compreso.
Eppure ancora non riusciva a distogliere lo sguardo dal
fratello.
E da quella Peyton, che era famosa per le sue numerose e
famose conquiste. Annoverava anche Nathan nella lista.
Ed era evidente che aveva scelto una nuova preda.
Scontato. Presto anche la ragazza si sarebbe scordata di
lui.
No?
Ma intanto ridevano, bisbigliavano fra di loro.
Che rabbia.
Non per Potter, quanto per Peyton, bellissima che spendeva
il suo tempo con uno scarto del genere.
- Il nuovo arrivato è veramente carino... - un bisbiglio
alle spalle di Nathan. Una risatina sommessa in risposta.
- Peccato che Peyton gli abbia già messo gli occhi addosso
-
Nathan strinse la matita fra le mani, nervosamente.
Ridicolo.
Hogwarts
La notizia si era diffusa in un batter d'occhio in tutta
la scuola.
Draco Malfoy aveva baciato Ginny Weasley, poi l'aveva
scaricata senza tanti problemi e si era scatenata una rissa al campo da
Quidditch.
La McGranitt era riuscita a sedare la rissa e aveva messo
in punizione Ron Weasley, Tiger e Goyle erano stati presi in custodia da Piton,
con una punizione del tutto irrilevante.
Inoltre la McGranitt aveva intimato un comportamento più
consono ad un capitano di Quidditch a Ron, chiaramente gli avrebbe revocato la
medaglia da capitano nel caso non si fosse dimostrato all'altezza.
Ora Draco Malfoy marciava trionfante per i corridoi, senza
curarsi del vespaio di chiacchiere a cui aveva dato origine, per qualche
glorioso giorno mantenne su di sè lo sguardo degli studenti, distogliendo momentaneamente
l'attenzione di tutti dall'assenza di Potter.
- Sarai contento -
- Su cosa, di preciso, Blaise? -
- Di essere tu il più chiacchierato -
Draco ghignò, poi, con estrema soddisfazione, vide Ron e
Hermione scendere dalle scale della Guferia. Si guardarono qualche istante,
Hermione trattenne il braccio di Ron, che sembrava infuriato, poi i due
Gryffindor se ne andarono.
Draco accentuò il suo ghigno: - Centro -
Un gufo stava volando verso l'America, tra le mani di
Potter.
Continua...
Mistress Lay
Notes: perdonate il mio stratosferico ritardo! -.- Ah,
avviso a tutti, gli avvertimenti sulle mie fic, postaggio e altro, sono tutti
nel mio account, che aggiornerò abbastanza spesso.
Un grazie a tutti coloro che hanno letto e commentato:
Mimi88, ragazza
interrotta (vedrai in futuro...), lal23, haley,
millie, natty, briciola88 (non è un periodo particolarmente costellato
di rose e fiori purtroppo... inizialmente doveva essere un altro capitolo di
passaggio ma vista la mia lentezza nell'aggiornare ho preferito passare
direttamente al sodo! Quindi ho usato entrambi i pov... che ne pensi?), panuela (la parola 'inferno' da un'idea ben precisa in
che guaio si è andato a cacciare Harry: e non parlo solo per la sua ignoranza,
in senso buono, delle materie visto che è rimasto al livello elementare, ma
anche del nuovo ambiente con cui dovrà fare i conti. Grazie tesoro per aver
letto le altre mie ficcy, me molto ma molto lusingata! ^//^ Non vedo l'ora di
leggere anche un tuo nuovo cap! ^^), Moony*
(ghgh), ysal pax, kitten85 (con questo cap si
sta delineando il rapporto controverso dei due fratelli... uhm, chissà), Michelle Malfoy (ormai Harry non sa più a chi
rivolgersi!), reader (temo che manchino un bel
po' di mesi, quasi dieci mesi... dici che resisterà?), fairy81
(hola! secondo il sondaggio dei primi cap quasi tutti hanno chiesto la
Nathan/Harry anche perchè è più complesso come rapporto... per quanto riguarda
PdT... ehm, hai visto che ho aggiornato!? ^^ E RdS... ehm...), Kira (sis adorata! Nat è molto simile a Malfoy, vedrai...),
Captain (la tirerà fuori... prima o poi!), nox, Stè_Wormy, James_Prongs, veve, baby, empire, ekslytherin
(tesoro, che bello rivederti qui! *.* Ho seguito il tuo consiglio, hai visto?
Anche se per entrare perfettamente nella mente contorta di Nat c'è da aspettare
un po'. Ho visto il tuo aggiornamento e troverò tempo per commentarlo, non
disperare! XD), giulia, aryVano90' (sei stata
molto eloquente! XD Come vedi ha funzionato!), NamiTheNavigator.
Se mi odiasse di meno e non fosse quella vecchia arpia
anchilosata farebbe quattro capriole all’indietro dalla contentezza.
Bè, adesso non esageriamo nè andiamo per iperboli, diciamo
solamente che il mio rendimento scolastico di pozioni sarebbe molto orgoglioso
del sottoscritto. Anche se in effetti un rendimento non può essere orgoglioso.
Anche perchè non lo sarebbe ugualmente... perchè Piton mi avrebbe rovinato
anche questa piccola conquista.
Già.
Ma perchè devo deprimermi anche quando va tutto per il
meglio?
Dev'essere l'aria funesta di questa cittadina americana,
sì sì, ne sono certo!
Fatto sta che il mio intruglio strano di chimica non è
scoppiato, ha solamente un leggero colore verdognolo quando invece lo dovrebbe
avere grigiastro ma di certo non si può avere tutto dalla vita.
Peyton mi ha dato una mano colossale.
Peccato solo che quell'imbecille di Nathan mi stia
fissando da un'ora e mezza e il suo sguardo traboccante di amore fraterno mi
sta scavando un buco nella nuca.
Mi sento inondato dal suo affetto. Sommerso.
Oh my, il suo sguardo mi ricorda molto Malfoy.
Oh no, Harry, non pensare a Malfoy.
Inutile, non ci riesco.
Malfoy.
Stranamente di Hogwarts mi manca il sapore amaro che mi
lasciava in bocca con le sue battute idiote sulla superiorità degli Slytherin o
sul miliardo di altre cose su cui non andiamo d'accordo.
Grandioso.
Sto di nuovo pensando a Malfoy.
Ultimamente sta diventando una fissazione per me,
accidenti!
Eppure... eppure...
- Sei sulla Terra Harry o intento a esplorare qualche
ignoto pianeti interstellare? - Peyton sorride, sistemando la sua roba e
finalmente la campanella suona. Ora di pranzo. Cibo finalmente! - Ti accompagno
in mensa -
- Grazie, sei... - Lukas! Lukas sta arrivando, bene
bene... - Ciao Lukas! -
Peyton si gira e vede Lukas, non capisco bene la sua
espressione ma sembra leggermente irritata, gli volta bruscamente le spalle,
tornando a rivolgersi a me: - Lo conosci? -
Non so se preoccuparmi di più per lo sguardo perforante di
Nathan alle mie spalle o l'improvviso guizzo di antipatia negli occhi di
Peyton. Non saprei. Bè, non ho mai sentito morire qualcuno per il troppo amore.
Ma l'esperienza mi insegna che fare arrabbiare una ragazza non è una buona cosa
- Hermione docet - tanto più se è una delle poche persone che conosci e... se è
il tuo primo giorno di scuola.
- Sì... -
Lukas ci raggiunge e... strano a dirsi fulmina con lo
sguardo Peyton.
Ok, qui mi è sfuggito qualcosa.
Qualcosa di grosso perchè istantaneamente sento uno
strusciare violento di sedia, mi giro e vedo una ragazza bruna che fissa con
sommo disprezzo Lukas, Peyton e me. Che poi non ho capito il motivo. Forse è
perché sono in mezzo. Questa scuola è un recinto per belve infuriate.
- Com'è andato il primo giorno? - chiede Lukas, ignorando
del tutto Peyton.
- Tutto ok. Peyton mi ha dato una mano in chimica - Harry,
sei un Gryffindor. E porti amore tra la gente. Non ho l'arco e le frecce dorate
ma su questo si può soprassedere.
- Davvero? -
Peyton gli sorride sarcastica: - Ne sei stupito, Lukas? -
I due si fissano per secondi interminabili infine Lukas
rompe il silenzio: - Non è stata colpa solo mia – lo dice con un tono triste ma
determinato.
- Lo so - replica seccamente Peyton, afferrando la sua
roba - Ci si vede in giro, Harry - e se ne va.
Non ci ho capito un bel niente.
- Come mai ho sentito un simultaneo disgelo quando Peyton
se n'è andata? - chiedo.
Lukas scrolla le spalle: - Storia lunga. Su, andiamo a
mangiare - una voce lo chiama dal corridoio. Spunta un professore - Scott,
dovrei parlarti un attimo -
Lukas mi guarda, alzando gli occhi al cielo: - Solo un
istante, e mi libero dubito - esce dalla classe, raggiungendo il professore,
lasciandomi solo a sistemare libri e astuccio nella borsa.
- Te lo posso raccontare io, Potter se mio cugino non
vuole - la voce di Nathan. Eccoci. Come non detto. Gabbia di belve. Bestie
feroci. E ci sono dentro fino al collo. E sono in una classe vuota. Con Nathan.
Allarme rosso.
- Grazie per l'interessamento, Nathan, ma non lo voglio
sapere da te -
Nathan mi afferra il braccio e mi spinge, mi aggrappo al
bordo del tavolo,finendoci sopra
comunque, mezzo sdraiato. Con un Nathan che mi incombe sopra la testa.
- Abbassa la cresta, fratellino, o ti ritroverai molto
male -
- Sto tremando di paura, Nathan -
Gli occhi scuri di Nathan hanno un improvviso guizzo e il
suo volto si avvicina ancora di più al mio: - Credi che Lukas sia un santo? Che
sia un ragazzo buon, gentile e leale? Come ti sbagli, Potter! Vuoi sapere il
perchè dell'allegra scenetta di poco fa? -
- Lasciami, Nathan, non lo voglio sapere da te. Se Lukas
vorrà me lo dirà lui - cerco di divincolarmi ma lui stringe ancora di più la
presa sul mio braccio e il peso sopra di me.
Ma perchè mi caccio sempre in situazioni del genere?
Pensavo che l'aura di sfiga cosmica mi fosse scivolata via
con la morte di Voldemort.
Voglio la mia bacchetta, accidenti. E la voglio usare.
Chissà come starebbe bene Nathan con un bel porro al posto
del naso. Vorrei avere anche una macchina fotografica adesso che ci penso. Ne
varrebbe proprio la pena.
- Credi di valere qualcosa, Potter? Credi che Lukas ti sia
amico perchè ti trova particolarmente simpatico? Povero piccolo ingenuo
inglese, cosa puoi conoscere di Lukas? -
Veleno. Semplice veleno.
- Lasciami Nathan. Ora -
Nathan rise, avvicinandosi così tanto al mio viso che
quasi i nostri nasi si sfioravano: - Non sei nessuno Potter, qui. Faresti
meglio a tornare da dove sei venuto. Non sei il benvenuto -
Sono ad un passo e divento una belva anche io.
- Secondo te se avessi scelta me ne starei qui, in questa
stramaledetta città di niente? Eh? Hai una minima idea di quanto poco me ne
freghi di te, della tua lacrimevole storia? Tu non sai un cazzo di me! Non sai niente,
niente! La sola cosa che voglio in questo momento è andarmene via da qui,
tornare alla mia VERA vita, fregarmene della tua esistenza e riprendere da dove
ho lasciato! -
Ok, forse ho fatto male i conti. Non sono affatto ad un
passo dal diventare una belva.
Nathan mi guarda, sorpreso.
Un punto per me.
- Sai la verità, Potter? Non ti sai imporre. Se non volevi
venire nessuno ti costringeva! -
'Non ne ho avuto la forza' Una frase che avevo sentito
solo qualche giorno fa, in aereo, me lo ricordo.
Ma non la pronuncerò.
Però era anche un risvolto della verità. Sono venuto qui
per curiosità. Anche.
- Quando cresci con la convinzione che tua madre amava
VERAMENTE tuo padre e poi uno sconosciuto arriva, un bel giorno, e ti dice
senza mezzi termini che tua madre, colei che credevi perdutamente innamorata di
tuo padre, ha avuto una storia con un altro uomo e che con quell'uomo aveva un
figlio, poi abbandonato e quello sconosciuto che ti ha detto tutto ti portasse
via di punto in bianco dai luoghi in cui sei cresciuto, tu cosa diresti? -
ecco, ne ho pronunciata un'altra. Una frase che avevo sentito in aereo, alla
proiezione del film durante il viaggio.
Nathan si blocca, ghigna: - E tu cosa ne puoi sapere di un
ragazzo che cresce senza madre e con un padre ancora innamorato di lei? Cosa ne
sai di un padre che cerca in suo figlio ogni tratto della donna che amava e non
trovandone annega nella sua disperazione? Cosa diresti quando tuo padre, poco
prima di morire, chiede di poter vedere il figlio della donna che amava. Solo
per vederlo. Solo una volta. Per vedere quanto di lei c'era il quel
figlio. Per vedere quanto aveva perso. E cosa diresti quando tuo nonno il
giorno dopo la morte di mio padre mi informasse che il figlio di mia madre è
stato rintracciato? 'Lo conoscerai, Nathan, come voleva tuo padre'. Certo,
perchè nessuno si è domandato se lo volessi anche io. E io di certo non lo
volevo. E non lo voglio. Quindi ti chiedo: Perchè non te ne vai, pivello? -
I suoi occhi scuri sono velati, credo che lui possa pensare
la stessa cosa anche dei miei. Sento un groppo alla gola. Non posso piangere,
non voglio.
Lui deglutisce, mi guarda, non distoglie lo sguardo.
Che bel quadretto che stiamo facendo, grandi, grossi, uno
sopra l'altro, con gli occhi lucidi.
Due fratelli.
Due fratelli.
Siamo così lontani e cosìvicini, così diversi e in fondo così simili.
Conosce un dolore diverso dal mio, ma soffre anche lui.
Infine si sposta da sopra di me, libera il mio braccio, si
allontana dal mio viso, mi libera del suo peso.
Ci guardiamo ancora.
- E sono felice che mio padre non ti abbia conosciuto.
Maledizione. Sono felice di non dargli l'ennesimo dispiacere - conclude con
voce flebile, pacata.
- Aiutami - gli propongo di slancio - Aiutami a convincere
tuo nonno a lasciarmi andare via -
Nathan scuote la testa.
- Chi è il pivello, ora? -
I suoi occhi ora sono tempestosi, furenti. Come gli occhi
di Malfoy mentre litighiamo. Stringe i denti, contrae la mascella. E'
arrabbiato, con me, con suo nonno, con suo padre, con sè stesso. E con nostra
madre.
Mio fratello.
Lo sente anche lui uno strano calore al petto al pensiero
di avere di fronte a sè il proprio fratello? Di scoprire di non essere solo?
No, lui no.
Lui aveva accanto a sè un padre, un nonno, gli zii.
Lui aveva una famiglia.
Io no.
Mi hanno negato anche questa.
Nessuno di noi due potrà litigare e punzecchiare l'altro
come prima. Lo sappiamo entrambi.
E improvvisamente il viso di Nathan è sul mio, le sue
labbra sono sulle mie, i nostri nasi si sfiorano.
Fermi, immobili, così, cristallizzati.
Il cuore rimbomba nel petto.
Ma noi stiamo ancora fermi.
- Perchè non te ne sei stato a casa tua? -mi chiede.
Una voce roca che mi fa quasi rabbrividire.
- Perchè hai rovinato tutto? Perchè hai sovvertito tutto?
-
I suoi denti hanno morso dolcemente il mio labbro, cerco
di spostarmi ma non ci riesco.
- Perchè hai voluto sapere il segreto di nostra madre? -
Petto contro petto, il suo cuore batte quanto il mio, se
non di più.
Il segreto di mamma.
Lui.
La sua esistenza.
Papà, lo sapevi?
'Vuoi sapere un segreto su tua madre?'
No, per niente.
Non le ho mai pronunciate. Ma adesso che lo so vorrei
tornare indietro.
- Te ne devi andare -
Ma le sue mani sono attorno alle mie braccia.
- Io voglio andarmene -
Non mi muovo. Non riesco. Non voglio.
E' sbagliato tutto questo.
Siamo ragazzi. E siamo fratelli.
- Lasciami andare, Nathan -
Non si muove.
Perchè?
- Scusa se ho fatto tardi, Harry - la voce di Lukas
interrompe tutto, Nathan si scosta da me bruscamente, io lo spingo via. Ci
giriamo e Lukas ci guarda indagatore - Che è successo? -
Le mie guance sono rosse, il mio labbro inferiore pulsa
lievemente e le mie ginocchia non sono molto ferme. Nathan mi guarda con le
gote leggermente arrossate, afferra il suo zainetto e esce dall'aula senza dire
niente.
- Harry, che ti ha fatto Nathan? Stai bene? -
Cerco di sorridere, di fare buon viso a cattivo gioco.
- Ma niente, abbiamo litigato come al solito, tutto qui -
lo raggiungo, mettendo in spalla la borsa - Allora, questa mensa? Sto morendo
di fame! -
Lukas annuisce poco convinto, mi guarda, soppesa la mia
falsa aureola galleggiante sopra la testa, e poi ascolta la cronaca del mio
primo giorno a scuola.
Lui non accenna ad altro. Io non gli chiedo di Peyton.
Siamo pari.
Inconsciamente, quando finalmente io e Lukas ci sediamo
all'aria aperta a mangiare con i nostrivassoi, mentre mio cugino mi presenta i suoi amici, cerco Nathan con lo
sguardo.
Lo vedo, attorniato dai suoi compagni di squadra e da
alcune ragazze. Sembra pensieroso.
Senza che me ne accorga, mi passo la lingua lungo il
labbro.
Che mi sta succedendo?
Nathan Pov
Nathan non riusciva a credere a quello che aveva appena
fatto. Non solo si era sfogato con Potter di quei pensieri che si era tenuto
dentro per tanto tempo senza esternarli a nessuno, ma aveva anche... Dio, che
cosa gli prendeva?
Aveva...
... morso il labbro di Potter?
Perchè?
Il dramma era che non riusciva a staccarsene e mentre la
sua ragione diceva a Potter di andarsene via, la ragione subconscia non gli
permetteva di staccare le labbra da quelle morbide del fratellastro.
Fratello.
Ecco un altro problema.
Ma che diavolo gli prendeva a baciare un ragazzo che era
anche il suo odiato fratello?
Istintivamente alzò lo sguardo e incrociò quello di
Potter. Lo guardò con quanto astio poteva e poi i suoi occhi scesero fino alle
sue labbra.
E lì si fermarono.
Harry Pov
Una giornata da ricordare.
Fortunatamente sono esonerato dalle attività pomeridiane
di oggi, anche se una professoressa di cui non ho afferrato bene il nome mi ha
chiesto di decidersi a far parte di un corso e di comunicarglielo entro domani.
Mi ha dato anche uno stramaledetto foglio.
Certo, perchè io ho voglia di far parte del corso di
botanica.
Lukas mi ha proposto un provino per la squadra di basket
della scuola ma gli ho risposto che è inutile: punto primo non ho mai giocato a
basket, punto secondo me ne andrò presto e non avrebbe senso far parte di una
squadra per così poco tempo. E ho sottolineato iol fatto che non entrerei mai
in quella squadra dal momento che non so nemmeno come tirarla una palla.
Quando sono tornato a casa - solo, visto che sia Lukas che
Nathan avevano gli allenamenti - ho incontrato Whilher. Ha sogghignato, vecchia
arpia maledetta, chiedendo con voce angelica come fosse andata oggi.
Sai, Whilher, il suo adorabile nipote mi ha quasi baciato.
E così mi sono sdraiato sul letto, a guardare il soffitto,
a cercare di non pensare a niente. Abby mi ha portato poco fa un vassoio con tè
e biscotti al cioccolato appena fatti.
Sospiro.
Che cosa mi è preso oggi? Perchè non mi sono scostato dal
'bacio' di Nathan?
Prima di rituffarmi nei meandri del mio cervello è meglio
che mi alzi e vada ad aprire la finestra a Edvige.
Eccola che entra, maestosa come sempre. Tuba dolcemente e
stancamente.
- Edvige! Un volto amico! - le do qualche biscotto e
afferrò la lettera.
Oh mio Dio.
La mia giornata ha preso un'altra svolta drammatica.
Meglio che mi siedo, rileggo la riga incriminata, cercando
di decifrare la calligrafia furiosa di Ron.
Malfoy ha baciato Ginny.
Merda.
Continua...
Mistress Lay
Notes: Perdonate la brevità del capitolo, ma l’ho appena
finito di scrivere ed è venuto fuori così, in dieci minuti. Ma come avevo
promesso questo pomeriggio su ‘Senza luce, il buio’, eccomi qui! (chi l’ha dura
la vince, Ele! XD)
Grazie a tutti coloro che leggono: in particolare a chi
commenta:
Mimi88, ysal pax (tesoro mio, che cosa ne
pensi ora?), kitten85 (sinceramente non so ancora dove avverrà il
fattaccio: ovvero il reincontro Draco-Harry, ma naturalmente farò conoscere
Nathan con il biondino! XD Guai in vista!), haley, millie, nora, Katiya (spero
sia valsa l'attesa! XD), Captain (Sant'Agostino fa questo ed
altro! O.o Per Peyton... pazienta ancora un pochettino...), Moony*
(Si raccoglie quello che si semina, grande Moony! XD Luna? Chips Who! ^^), baby
(assolutamente, altrimenti le mie kermesse avrebbero un sapore diverso, no?),
empire (lui si è già mosso, aspetta quatto quatto cosa fa Harry!),natty,
emissariadisaturno, aryVano90' (Prima o poi... ^^), Michelle
Malfoy (io credo che l'avrei guardato torvo un po' poi sarei passata ai
metodi alternativi: non si apre un armadietto? Bene, si scassina! Con qualsiasi
oggetto a disposizione... ^^), lal23 (grazie tantissime per la
recens! Allora procedo con ordine 1. Fa sempre questo effetto, eh sì... u.u Qui
un assaggio e sì, avranno un futuro! 2. Vedrai.. 3. Non è quello che sembra! XD
4. Sorpresa! 5. Pian piano si farà conoscere...), kandra
(assolutamente sì, sempre, lo sai! ^^ Non sei per niente rompiscatole, anzi! ^^
Fammi sapere!), Kira (sis, sapevo che non ti sarebbe piaciuta
Peyton e... non mi uccidere come hai fatto oggi! XD), Wichita Kid.
Capitolo 11 *** Lo spogliatoio è un luogo pericoloso ***
OthML
Capitolo Undicesimo – Lo spogliatoio è
un luogo pericoloso
Harry Pov
Baciati.
Malfoy e Ginny.
Baciati appassionatamente nel campo di Quidditch.
Malfoy e Ginny.
Credevo che Malfoy odiasse i Weasley. Una specie di odio
inveterato che dura da generazioni, insomma, una tradizione di famiglia.
Da che mondo è mondo i Malfoy odiano i Weasley, sono
disgustati dalla loro presenza e non si sognerebbero mai di avere un qualunque
contatto con un Weasley.
E i Weasley odiano i Malfoy.
Odio generazionale, eccetera eccetera... blablabla.
Insomma è un bell'affare essere purosangue: sai chi sono i tuoi ascendenti fino
al capostipite luminare, il tuo nome è sempre su tutti i giornali tante volte
quante paghi per vedercelo scritto su, erediti un bel po' di soldi e una dose
di tradizioni secolari: comodo, no?
E ora Ron mi viene a dire che un Malfoy e una Weasley si
sono esplorati le cavità orali a vicenda in mezzo al campo di Quidditch?
Cos'è?
Odio secolare fottiti e diamo il benvenuto al nuovo me?
No, non può essere possibile.
Calma, Harry, inspira, espira... tutto ok, ragazzo, è
soltanto che il mondo ha deciso di capovolgersi senza chiedere il tuo permesso,
non essere egocentrico, non può mica farlo ogni volta.Niente di grave. A volte
capita.
No, non ci riesco.
Perchè diavolo quel furetto maledetto doveva baciare
Ginny?
E perchè Ginny ha baciato Draco Malfoy?
In fondo a parte l'odio che scorre fra loro - un fiume in
piena, ci tengo a precisare - è storia comune che DOVEVA sbavare dietro di me!
Ok, ci siamo lasciati e due giorni dopo era già a
pomiciare con quell'imbecille di Smith e nel giro di due mesi è passata di mano
in mano - e non solo quello - a metà della popolazione maschile degli ultimi
anni a Hogwarts... ma...
Ok. Strategia 1, non funziona.
Non riesco ad essere infuriato perchè Malfoy si è baciato
la ragazza che amo.
Sembra quasi che sia successo il contrario... Cristo,
Merlino in pigiama e frustino! Perchè il mondo dev'essere così crudele con me?
Perchè la mia stessa coscienza mi si sta rivoltando contro?
Sono arrabbiato perchè amo Ginny. Solo per questo motivo.
Non per il contrario. Perchè non sono affatto innamorato di Draco Malfoy.
Nossignore. Etero fino alla fine. Nessun pensiero che includa Malfoy. Se non di
odio. Perchè noi ci odiamo. In fondo Malfoy e Potter sono purosangue. Ho
ereditato da mio padre l'odio inveterato tra Potter e Malfoy. Sì. Semplice.
Dev'essere così. Proprio così.
Calma Harry, hai avuto una lunga giornata, per questo sei
così sconvolto... Luuunga giornata.
Diavolo... Nathan!
Di colpo, sento le guance diventare fuoco: dannazione, preso
com'ero a pensare a Malfoy ho completamente scordato Nathan e l'assurda
giornata che ho appena vissuto!
Che faccio?
Penso a Malfoy o a Nathan?
Cominciamo dal più urgente - e imbarazzante -... Nathan!
Merlino in calzamaglia di Diabolik!
E' mio fratello!
Un secondo prima ho alzato bandiera e gridato a me stesso
che sono etero! Sì, insomma, sono etero fino al midollo. Schifosamente etero.
Già.
Infatti nella mia vita sentimentale ci sono Cho e Ginny.
Visto? Sono etero!
Harry, fai funzionare il cervellino! - Oddio, sono messo
proprio male! Comincio persino a parlare con il mio stesso cervello!... sono
proprio distrutto! -.
Malfoy è un ragazzo come me. Non va bene pensare a lui.
Per niente. A meno che non sia pensare a lui con odio. Perchè io lo odio. Ecco.
Malfoy è un maschio e io sono etero. Non penso a lui. Non
sono geloso e infuriato nero con Ginny che sel'è baciato.
Non tengo la sua fotografia e non la fisso quando posso.
Ecco.
E poi Nathan è un maschio. Che io odio. Ecco.
Ed è mio fratellastro.
Mio fratello!
Harry, niente pensieri impuri! E questo comprende anche il
pacchetto 'niente baci'!
Ok, non è che ci siamo proprio baciati.
Ci stavamo per baciare. E io non avevo niente in
contrario.
Oh Merlino, questo fa di me una persona orribile.
Io e Nathan ci stavamo per baciare e diavolo se non mi è
piaciuto!
Ok, è ufficiale: voglio morire!
Addio mondo crudele.
Apro gli occhi faticosamente e focalizzo la mia attenzione
sul soffitto.
E' la luce del sole quella che inonda la mia stanza?
Giro la testa a lato e osservo qualche secondo i numeri
fosforescenti della radio sveglia digitale sul comodino.
Accanto alla sveglia c'è la fotografia magica dei miei
genitori. Papà sorride, tenendomi, tra le braccia, io muovo le mani tra il suo
abbraccio. Mia madre è lì accanto a lui, ma non la vedo, coperta dalla mia
cravatta rossa della mia divisa scolastica.
Osservò l'orario, uno sforzo e leggo...
DRIIN DRAAAAN DREEEEE
Diamine! Ma che
razza di suoneria ha!?
Scatto a sedere non appena la dannata sveglia prende a
suonare questa stramaledetta melodia ridicola, sbotto - come di consueto - la
testa contro la sponda del letto e gemo per il dolore.
Spengo la sveglia stizzito, mi stropiccio gli occhi e
realizzo quanto accaduto ieri sera: mi devo essere addormentato mentre pensavo
a Nathan e alla mucchio di disastri che mi hanno bombardato la vita, Abby non
mi ha nemmeno chiamato per la cena...
Il mio stomaco gorgoglia...
Fame...
Chissà come mai Abby non mi ha chiamato...
Ehi, sono ancora vestito di tutto punto però... però ero
tenuto al caldo da un plaid. Io non ho un plaid. O almeno, non credevo di
averlo visto che a rigor di logica mi ci ero addormentato sopra.
Che sia stata Abby?
Mi alzo, ripongo la lettera di Ron in un cassetto. Oggi
non penserò a Malfoy.
Bandito dalla mia vita.
Lui ha la sua vita, perchè dovrebbe incasinare anche la
mia?
A proposito di vita. Oggi è il mio secondo giorno di
scuola.
Non so perchè, ma ho una brutta sensazione.
*
Day Two
Pov esterno
Harry si chiuse alle spalle la porta della presidenza,
salutando distrattamente la segretaria del preside e dirigendosi mogio mogio
verso la sua prossima aula. Verificò il percorso da prendere con la cartina
delle classi che si era procurato per ricercare l’ubicazione della classe di
fotografia. Aula B23, meraviglioso, aveva da fare due piani di scale, ma almeno
così poteva avere il tempo di riflettere su quello che gli era successo quel
giorno. Ironico, si era svegliato da appena due ore e già la sua giornata gli
si era rivoltata contro.
Era uscito prima di casa, rifiutandosi di fare colazione
con il resto dei Whilher, aveva fatto una capatina veloce in cucina per rubare a
Abby e alla sua colazione opulenta una fetta di toast e per ringraziarla di
averlo coperto con il plaid la sera prima.
Abby si era voltata verso di lui, confusa, aveva negato di
averlo fatto, anzi, pensava che lui fosse andato a letto e non avesse molta fame,
stanco per la lunga prima giornata scolastica in quella scuola nuova, gli aveva
detto che aveva mandato al piano superiore Nathan, per chiedergli se tutto
andava bene e avvertirlo che la cena era pronta, ma il giovane era sceso
dicendogli che Potter era stanco e si era addormentato.
Che fosse stato quindi Nathan a coprirlo con il plaid?
Harry stentava a crederci, ma era anche vero che non
poteva esser stato nessun altro, nemmeno Edvige avrebbe potuto aiutarlo e
coprirlo in vista della fredda notte autunnale. Ma Nathan? No,non poteva essere possibile.
Arrivato a scuola era filato dritto dal preside, per
parlargli del corso che avrebbe dovuto fare e avvertilo che dal momento che
sarebbe rimasto così poco a Tree Hill era ridicolo iniziare un nuovo corso, ma
il preside era stato irremovibile e, anzi, gli aveva proposto lui per primo una
sfilza di corsi pomeridiani fattibili.
Erano quasi tutti di sport, poi una redazione del
giornalino scolastico e un corso di musica… Harry aveva scelto quasi senza
pensare la fotografia, un corso molto carente di studenti.
Sport era da escludere a priori anche se li amava, non
aveva intenzione di entrare a far parte di una squadra – sempre che riesca a
superare il provino, cosa altamente improbabile – e suonare uno strumento… no,
grazie, non se ne parlava.
Già si immaginava a suonare una tromba, il viso rosso teso
per lo sforzo e gli occhi sgranati, di fronte all’intera scuola, vestito da
soldatino per la parata annuale scolastica. No, grazie, davvero.
Il preside lo aveva subito indirizzato nell’aula di
fotografia, dicendogli che doveva parlare con il professore che amministrava il
corso, e così Harry era andato subito. Aveva incontrato poche persone per i
corridoi, quasi tutti professori che non gli rivolsero nemmeno la parola, e
quando giunse alla famosa B23, bussò impaziente fino a quando non fu introdotto
nella stanza.
Era un’aula molto spaziosa occupata da un lungo tavolo
rettangolare in centro coperto interamente da fotografie della scuola, di
giocatori di basket e di giovani ragazze in pon pon. Curvo sul tavolo c’era un
professore alto e allampanato che alzò di scatto la testa all’entrata di Harry.
C’era un puzzo incredibile di negativo e occorrente per la stampa fotografica,
in un tavolino laterale c’era il computer acceso con lo screen server che
raffigurava il logo della scuola e richiedeva una password di entrata.
- Buongiorno professore, sono Harry Potter – esordì Harry
sistemandosi la borda scolastica nervosamente – Sono lo studente nuovo, vengo
dall’Inghilterra, signore, e il preside mi ha ord… chiesto di aderire ad un
corso extrascolastico e io avrei scelto il suo… -
Il professore si raddrizzò, facendo ondeggiare il tavolo
instabile, si tolse gli occhiali da vista e lo squadrò con più attenzione, poi
il sorriso si fece largo sul suo viso: - Benvenuto al corso di giornalismo,
Potter. In Inghilterra ci deve proprio essere una disciplina molto ferrea! Non
ho mai sentito qualcuno che mi dà del ‘signore’. Da quale scuola provieni? –
- Una scuola cittadina, in Scozia – rispose
sbrigativamente Harry – Mi scusi, ma questa non è l’aula del corso di
fotografia? -
- Sono il referente di entrambi i corsi, signor Potter.
Così vuole fare fotografia? Qualche esperienza nel settore? – domandò il
professore.
‘So come sviluppare una fotografia magica’ pensò
sarcasticamente Harry: - Non proprio –
Il professore gli lanciò un'occhiata storta ma poi decise
che valeva la pena di dargli una chance: - Mike è uno dei fotografi del
giornalino scolastico, si occupava sopratutto degli eventi sportivi della
scuola. Sei qui da poco, ma sono certo che sai che la nostra scuola ha una
squadra di basket molto competitiva -
Nathan era il capitano, qualcosa doveva pur significare...
- Ebbene, i Crows, che è il nome della nostra squadra, è ai
quarti di finale per la coppa. Ah, anche la nostra squadra di cheerleader
partecipa... -
- ... alla coppa di basket? - ripetè sconcertato Harry.
- Non alla coppa di basket - scandì lentamente il
professore - C'è una competizione anche tra le squadre delle cheerleader a
Charlotte. Stavo dicendo che tra pochi giorni ci sarà la partitaBè, ti do un primo incarico: portami delle
fotografie della squadra di basket, si allenano questo pomeriggio alle tre. Ah,
ne voglio una del suo capitano -
Di bene in meglio...
Harry entrò negli spogliatoi con la ferma intenzione di
chiedere a Nathan una foto del capitano e concludere così la sua bella giornata
senza essere bersaglio delle sue sbruffonaggini, che davvero ne aveva
abbastanza quel giorno e per molti giorni a venire.
Aveva interrotto l’allenamento dei Crows con somma
impazienza del coatch Whitey Durham, il corpulento e intransigente allenatore
ed era stato bersaglio delle battute di Nathan e metà squadra. Per fortuna
Lukas aveva cercato di rassicurarlo, lui e Jake, l’amico che Lukas gli aveva
presentato da poco.
Un pomeriggio da dimenticare, davvero.
E doveva ancora fare la fotografia a Nathan.
Lukas gli aveva consigliato di aspettare che tutto il
resto della squadra se fosse andato e che Nathan rimanesse solo. E infatti,
come aveva detto Lukas, gli spogliatoi erano vuoti... e Nathan, a quanto
pareva, era sotto la doccia.
Oh, non ho tempo di aspettare...
- Nathan? - chiamò ad alta voce.
La doccia venne chiusa e un minuto dopo Nathan apparve completamente
nudo se non fosse per un asciugamano legato alla bene meglio attorno ai fianchi
e un altro asciugamano con il quale frizionava i capelli, per un attimo sembrò
spiazzato dall'arrivo del fratellastro ma si riprese subito, lanciandogli un
ghigno: - Potter. Che vuoi? -
Harry temette di arrossire alla vista del ragazzo seminudo
ma era certo al cento per cento di avere un colorito rosso- pomodoro quando
aprì la bocca per ribattere aspramente e ottenere solo un bofonchio poco
convinto.
Il sorrisino di Nathan si accentuò ulteriormente: - Che
c'è? Mangiato la lingua? -
Harry deglutì, pensando intensamente 'E' mio fratello!
E' mio fratello!'
- Devo farti... una fotografia - preparò la macchina
fotografica.
- Nudo? -
Se fosse possibile Harry s'imbarazzò ancora di più
raggiungendo una nuova tonalità di rosso acceso alla scala dei colori caldi.
- No! - esclamò agitato - Volevo... pensavo che tu avessi
indosso la divisa! Non credevo che... - abbassò un attimo lo sguardo confuso
sulla macchina fotografica per poi risollevarlo su Nathan un connubio di
determinazione e imbarazzo -... ti avrei trovato così! -
Nathan lanciò l'asciugamano con cui stava tentando di
asciugare i capelli su una panchina vicina e si avvicinò lentamente all'altro,
le goccioline d'acqua gli rigavano il petto, la schiena e le spalle, sorrise
malizioso, sapendo perfettamente dell'imbarazzo del fratellastro: - Imbarazzato
pivello? -
- No! - Harry indietreggiò di un passo ma non distolse lo
sguardo. Era impossibile non pensare al giorno prima nell'aula di chimica,
indietreggiò ancora mentre Nathan avanzava verso di lui con quell'espressione
strana sul viso e il fatto che fosse a petto nudo non facilitava le cose... le
complicava irreversibilmente e aumentava la strana atmosfera che aleggiava tra
di loro.
'E' mio fratello! E io sono etero!' cercò di
ripetersi inutilmente tentando assurdamente di scacciare l'assurdo rossore che
gli infiammava le guance. Un rossore che invece Nathan trovava estremamente
tenero con quel non so che di eccitante.
Eccitante?
'E' mio fratello!' pensò Nathan e ancora continuò
ad avanzare ancora di un passo mentre Harry terminava la sua ritirata poggiando
la schiena contro un armadietto metallico.
- Dove scappi adesso? - domandò Nathan. Non gli guardò gli
occhi ma tenne fisso il suo sguardo sulle labbra. Quella bocca invitante che
aveva fissato con bramosia il giorno prima desiderando impossessarsene che gli
doveva essere preclusa.
Avanti ancora, premendo il petto grondante contro quello
di Harry, incurante di bagnare la macchina fotografica che ostacolava il
contatto diretto tra i due corpi.
- Forse... è meglio che la togli di lì - sussurrò.
Il calore sulle guance di Harry era diventato rovente e il
ragazzo capì, e gli occhi di Nathan non mentivano, che stavano per baciarsi e
che non avrebbe fatto nulla per scostarsi o rinunciare a quel bacio perchè lo
voleva quanto più possibile. E' mio fratello... un grido sempre più lontano, un
coro echeggiante nella coscienza intorpidita.
Come un automa prese la macchina fotografica, la scostò di
lato per quanto il braccio glielo permise e aspettò.
In un secondo Nathan annullò la loro distanza posando le
sue labbra su quelle dell'altro.
Questo è un bacio, pensarono entrambi, un
bacio vero.
Era il bacio che si scambiavano gli amanti nascosti dietro
un muro, era il bacio di chi era fidanzato, era il bacio carico di amore,
passione e un briciolo di follia. Non era il tocco innocente di amici o di
fratelli. Quella barriera si era superata da un bel po' e in quel momento si
era abbattuta completamente.
Quel contatto, quel bacio, quelle labbra e quelle
lingue... erano uno sbaglio, un enorme sbaglio.
Loro erano ragazzi. Erano fratelli.
Non poteva baciarsi, tantomeno in quella maniera.
Eppure a quello non pensarono.
Era un pensiero secondario, sfuggente, uno spettro che
c'era e allo stesso tempo era distante: era importante il presente, la
percezione, la lingua di Nathan, le labbra di Harry, il petto nudo di Nathan
che bagnava la maglietta di Harry, il braccio di Harry aggrappato al collo di
Nathan.
Era importante essere lì, labbra contro labbra, perdersi
l'uno nell'altro, avvolti nel vortice dei sentimenti, del desiderio.
Siamo ragazzi.
Siamo fratelli.
Ed era sbagliato.
Contemporaneamente si staccarono, si guardarono valutando
la natura dei fatti, calcolando una stima dei danni.
Io ti odio.
Dov'era l'odio? Nel bacio? Nel bacio che si erano
scambiati così appassionatamente?
Era odio quello?
Noi siamo fratelli.
Fratellastri, contestarono polemicamente
entrambi contro quella piccola vocetta interiore che rovinava loro tutta
l'euforia del momento. Siamo fratellastri.
Ed era tutto così sbagliato.
Era contro natura.
Io non ci sto, pensò Harry e scostò da Nathan,
correndo fuori dagli spogliatoi con il cuore in subbuglio, la maglia bagnata,
le labbra rosse per il bacio.
Nathan, rimasto solo, scagliò un pugno contro
l'armadietto. L'intero spogliatoio rimbombò il suo colpo sordo.
Perchè?
Continua…
Mistress Lay
Notes: Perdonate il ritardo! Ç.ç In questo ultimo periodo
il tempo è proprio mancato! Ma oggi mi sono fatta perdonare con ben 3
aggiornamenti! *.*
Ma non disperate, il prox cap sarà tra una settimana
esatta! ^^ E’ già pronto!
E ditemi che ne pensate… me molto curiosa!
Grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono! ^^
Mimi88,
haley, Moony*, millie, Stè_Wormy, James_Prongs (nooo! XD), bittersugar, nora (ho
aggiornato anche RdS, visto? XD), Kira (molto onorata di avere questo
importantissimo ruolo! ^^), NamiTheNavigator, elecam28 (che cosa ne
pensi del materiale, questa volta? Abbastanza esplosivo? XD), Lelorinel, Nal
(assillarmi? Scherzi? Sono sempre felicissima di leggere i tuoi commenti! *.*
Che dici, risolto il dubbio? Nathan o meno? Questa domenica, poi ben tre
aggiornamenti! XD), kandra (certo, solo contorno! ^^), aryVano90' (mi
sono meritata qualche altra bomba, vero? -.- Certo che Draco verrà a sapere
tutto! XD), saso (sì lo è... ma ci sono ancora qualche capitolo anche se
si sta già muovendo qualcosa), mezzosecolo, lal23 (temo di essere i
ritardo per il cenone, eh? -.-'' Ma grazie dell'invito! Grazie come sempre!
*.*), Michelle Malfoy, natty, ysal pax (ah, sì, ma chi vuoi che mi
legga?), Captain, Zafirya (eheh, che cosa ne pensi? XD), ziz.
Harry cincischiò con la biro nera sul foglio bianco.
Doveva decidersi a scrivere una lettera di risposta a Ron
ma in tutta sincerità proprio non riusciva a pensare a qualcosa di decente da
comunicare al migliore amico: nulla che non riguardasse il bacio che si era
scambiato con il fratellastro e il bacio che si erano scambiati Malfoy e Ginny
sul campo da Quidditch.
'Caro Ron, ho appena fatto una cosa imperdonabile. Mi
sono baciato con mio fratello. E mi è piaciuto! Dimmi, secondo te cosa posso
fare?' Che espressione avrebbe fatto Ron nel leggere una riga scritta di
suo pugno di quel genere?
Secondo te la fossa quanto devo farmela profonda?
Harry si prese la testa fra le mani e raccolse le
ginocchia al petto in un gesto disperato.
Aveva l'impellente bisogno di sfogarsi con qualcuno e
condividere l'esperienza scioccante di un'ora fa con qualcuno che non lo
giudicasse completamente pazzo o pervertito e di certo Ron non era la persona
più adatta, figurarsi, per lui sarebbe stato meglio pensarlo morto piuttosto
che gay e persino in 'dolci e umidi' rapporti con il fratellastro.
Non aveva abbastanza confidenza con Lukas per potergli
raccontare una cosa del genere e poi... chissà che avrebbe pensato. Dopotutto
Nathan era suo cugino... e si odiavano d'amore e d'accordo.
No, non poteva spiegarglielo nemmeno a segni.
Aveva bisogno di qualcun altro...
Hermione!
Certo! Hermione avrebbe saputo come consigliarlo e come
gestire la situazione! Hermione sapeva sempre tutto! E sopratutto non lo
avrebbe giudicato un pazzo pervertito!
Con rinnovato entusiasmo, Harry incrociò le gambe e
impugnò la biro, appoggiando la schiena alla parete e dando un'ultima occhiata
fuori dalla finestra nella quale era seduto prima di scrivere finalmente quella
lettera.
'Herm,
credo di avere un problema e solo tu puoi aiutarmi...'
*
Hogwarts
Quella mattina in Sala Grande c'era una naturale
agitazione in vista dello storico match Gryffindor vs Slytherin che inaugurava
la stagione del Quidditch del nuovo anno scolastico.
Entrambe le squadre erano ben ferme e decise a stracciare
l'avversario e la tensione era degenerata a tal punto da aver richiesto un
richiamo ufficiale per le due squadre da parte del Preside a causa dei continui
duelli in mezzo ai corridoi e delle risse in orario scolastico: in particolare
i due capitani Draco Malfoy e Ronald Weasley non nascondevano l'animosità che
c'era fra di loro.
Quest'ultimo in particolare era agitato per vari motivi:
intanto perchè era alla sua prima esperienza di capitano della squadra e non si
sentiva proprio ben in forma a causa del nervosismo che gli aveva chiuso lo
stomaco e per essere costantemente bersagliato da battutine di dubbio gusto
sulle sue capacità grame di portiere e pessime di capitano, i suoi compagni di
squadra e la McGranitt, senza dirlo a voce alta, rimpiangevano amaramente la
dipartita di Harry Potter, senza contare della presenza denigrante degli
Slytherin...
E per ultimo, ma non meno importante, c'era la questione
che ancora gli bruciava di sua sorella: Ginny che si faceva baciare da Malfoy e
che gli faceva gli agguati strusciandogli contro con aria maliziosa...
Non c'era quindi da stupirsi che Ron, quella mattina,
fosse particolarmente di umore detestabile per tutta la durata della colazione
e lanciava continue torve occhiate al tavolo degli Slytherin che al contrario
erano tranquilli e persino gai.
Il consueto stormo di gufi fece capolino, distribuendo
lettere e pacchi a destra e a manca lungo tutte e quattro le tavolate,
stridendo e bisticciandosi il posto, Ron persino di scordò di cercare tra quei
pennuti la civetta bianca del suo migliore amico recante la risposta alla sua
lettera che aspettava da giorni ormai.
Lo stomaco si contrasse nel vedere una grossa porzione di
pancakes sparire nella bocca di Neville.
Appoggiò la forchetta sul piatto dopo che aveva
cincischiato con l'uovo e il bacon per almeno una mezz'oretta, sentendosi
nauseato e rassegnandosi a digiunare.
- E' meglio se mangi qualcosa, Ron - lo rimbeccò subito
Hermione mentre con gli occhi scorreva i titoli del 'Profeta della domenica'
con interesse.
- Stai zitta, Herm, oggi proprio non è giornata -
- Quidditch! - esclamò annoiata la ragazza ripiegando il
quotidiano e occupandosi del suo tea al limone - Se ci fosse Harry... -
- MA NON C'E'! - sbottò furibondo Ron dando sfogo
finalmente alla sua frustrazione e facendo voltare verso di lui decine e decine
di teste, curiose. Era così stanco di sentirsi paragonare al grande,
intelligente e perfetto Harry Potter. Un così bravo giocatore di Quidditch...
Ora era lui, Ron, ad avere il suo momento di gloria, non
intendeva lasciarselo sfuggire.
- Non serve a niente essere così caustici - mormorò
contrariata Hermione, scoccandogli un'occhiata di traverso. Avrebbe continuato
a parlargli o a fargli la predica se non che una bellissima civetta delle nevi
- che attirò più di uno sguardo - non si posò aggraziatamente di fronte a lei,
tenendole la zampa con un gesto regale.
Hermione lasciò perdere all'istante Ron per dedicarsi a
prelevare la pergamena di Harry. Edvige beccò un po' il bacon, arruffò le penne
e beccò l'indice di Hermione leggermente, come per indicarle che non c'era un
minuto da perdere 'Leggi, ragazza, e rispondi in fretta' sembravano dirgli quei
occhi ambrati prima che la civetta si sollevasse in volo e tornasse alla
Guferia per riposare.
Hermione strotolò la pergamena, impaziente, e lesse le
prime frasi. Istantaneamente le guance si fecero rosse e si alzò in piedi
dimenticandosi persino di raccogliere il suo quotidiano.
- Scommetto che Harry non ci augura buona fortuna... -
sbottò Ron di cattivo umore.
Hermione lo ignorò per dirigersi in fretta verso l'uscita
della sala grande, ignorando anche le continue domande 'Che cosa dice Harry?',
'Come si trova lì?', 'Quali novità?', 'Quando torna?'.
Ron grugnì, tornando a piluccare la sua colazione mentre
Hermione rispose a tutte quelle domande indiscrete con un: - Ci vediamo al
campo! -
Draco Malfoy sogghignò soddisfatto.
-
Abboccato -
*
Tree
Hill
Day
Three
Due giorni.
La trasferta sarebbe durata due giorni.
Lukas lanciò un'occhiata a Harry seduto sulle gradinate
accanto a Jake e Mouth, lo speaker abituale delle partite di basket della
scuola, a discutere e ridere di chissà che cosa.
Harry era una persona estremamente malinconica - Lukas lo
aveva capito dalla prima volta che l'aveva conosciuto, lo aveva capito perchè
anche lui lo era - ma allo stesso tempo aveva quello sguardo che comunicava a
tutti coloro che aveva intorno una certa sensazione oscura di rassicurazione e
protezione, come se il suo solo sguardo fosse una sorta di coperta di Linus,
una barriera contro i mali del mondo.
Era affidabile, dimostrava fiducia in chiunque, e non
guastava neppure che il suo aspetto riscuotesse tanto successo nei corridoi
della scuola.
Non era difficile capire come facesse ad attirare così
tanto l'attenzione di tante persone così diverse su di sè.
Nemmeno le cheerleaders erano immuni al suo fascino e da
quando avevano posato per lui per la foto commemorativa Harry era riuscito, con
l'aiuto anche di Peyton, una delle ragazza pon pon più popolari della scuola, a
entrare nelle loro simpatie, compresa del capitano, la bella e determinata
Brooke Davis, la ex migliore amica bruna della bionda Peyton.
Lukas aveva notato anche che c'era qualcosa che non andava
tra Harry e il cugino Nathan... chissà che cosa successo tra quei due. Dal
famigerato giorno in cui Harry aveva immortalato la squadra dei Ravens per il
giornalino scolastico l'atmosfera tra i due si era cristallizzata e, assieme
alla tensione che regnava ogni volta che si trovavano nella stessa stanza,
c'era un certo sottile imbarazzo senza motivo apparente.
Lukas aveva perfettamente colto lo sguardo dell'uno che
correva all'altro quando era sicuro che il soggetto da scrutare fosse ignaro
della sua attenzione, aveva notato il rossore sulle guance di Harry quando era
nelle vicinanze di Nathan e i suoi tentativi, del tutto vani, di non attirare
la sua attenzione e defilarsi non appena fosse possibile.
Comunque non c'erano molte occasioni che i due si
vedessero, come non ne avevano occasione Lukas o Jake, tutti e tre impegnati
nell'imminente partita, in particolare Nathan era assorto completamente nel suo
ruolo di capitano e passava i tre quarti del suo tempo ad allenarsi o a
studiare tecniche con il coach Whitey. Era raro vederlo persino a cena e Harry
aveva preso a frequentare il locale di Karen per sfuggire
all'immalinconicamento progressivo di Whilher.
Per questo e altro Harry aveva legato particolarmente con
Marvin, chiamato da tutto Mouth, lo speaker che spesso supportava le
cheerleaders con le sue coreografie.
Lukas raggiunse finalmente i tre amici, interrompendo la
conversazione.
- Si parte tra due giorni -
- Ci sarò anche io! - esclamò tutto soddisfatto Mouth -
Sarò il vostro speaker! -
- Brooke ti vuole come spia per vedere che cosa hanno
preparato le cheerleaders avversarie per la gara! - lo spintonò Jake.
- E' un impegno non molto onorevole ma di vitale
importanza! - si difese Mouth facendo ridere gli altri.
Lukas si rivolse a Harry: - Hai saputo la notizia? -
- Quale? -
- Verrai con noi in trasferta -
Silenzio.
- COSA? e io che c'entro? -
- Sei l'unico fotografo disponibile - rispose Lukas
alzando le spalle e sorridendo allo sconcerto dell'amico - Non fare quella
faccia! Non sai quante persone vorrebbero essere al tuo posto! -
Mouth diede un pugno alla spalla di Harry: - Ti salti due
giorni di scuola! Eh! -
Harry fissò sconvolto Lukas.
Due giorni in trasferta?
Due giorni a stretto contatto con Nathan?
Oh no... quello era un incubo!
- Non ci voglio venire! -
Lukas sospirò.
Sarebbero stati due giorni particolari. Lunghi.
Lunghissimi.
*
Hogwarts
I cori Slytherin non si erano ancora quietati nei due
giorni che si erano succeduti alla partita nella quale i vittoriosi
verde-argentati avevano stravinto contro i Gryffindor.
310 a 100.
Un risultato memorabile, umiliante per i Gryffindor, da
scrivere sui memoriali degli Slytherin.
Hermione si passò la penna d'aquila sulle labbra,
chiedendosi come avrebbe potuto indorare la pillola a Harry raccontandogli
della schiacciante vittoria Slytherin. Come si poteva esprimere il penoso stato
d'animo degli studenti della casata di Godric in quel periodo?
In quegli ultimi giorni Hermione aveva mantenuto una
stretta corrispondenza via gufo con Harry cercando di rassicurarlo e cercando
di stargli vicino nonostante l'immane distanza che li separava: dopo la prima
lettera dell'amico, Hermione aveva cercato in tutte le maniere di risollevare
l'umore nero dell'altro cercando di convincerlo più e più volte che lui non
'voleva baciare nuovamente suo fratello' e che andava tutto se non si 'toglieva
dalla testa Malfoy'.
Gli aveva consigliato di farsi amici e uscire con loro,
dicendogli che era meglio che non si sentisse così solo, inoltre gli aveva
raccontato com'erano andate veramente le cose tra Draco Malfoy e Ginny al
campo.
Hermione lo aveva capito da un bel po' che c'era qualcosa
che si stava formando tra Harry e Malfoy.
Lo aveva intuito fin dall'inizio di quell'anno scolastico
quando pareva che l'uno era diventato l'ossessione dell'altro e viceversa e
Harry passava più tempo a litigare con Malfoy piuttosto che con i suoi migliori
amici. E con la partenza di Harry Hermione aveva cominciato a guardarsi attorno
per cogliere se in Malfoy si fosse verificato un cambiamento o si fosse
rivelato un qualche segno del cambiamento di pensiero nello Slytherin: non era
rimasta delusa, Malfoy sembrava completamente un'altra persona. Non che lo
conoscesse bene ma stare a contatto per sei anni con una persona sia pure che
disprezzavi profondamente, questi ormai non era un mistero per nessuno. E
aiutava anche il fatto che Malfoy fosse, suo malgrado, così popolare e che
Hogwarts, sfortunatamente, fosse un tale nido di chiacchiere.
Oltre allo strano comportamento indolente e irascibile del
biondo Slytherin Hermione poteva comprovare la sua 'teoria dell'attrazione dei
due opposti' anche sapendo che proprio in quel momento lo stesso Malfoy cercava
di fare il possibile per leggere la lettera di Harry che Hermione aveva
'distrattamente' messo accanto al suo braccio, notando con divertimento i
discreti tentativi di Malfoy di sporgersi il più possibile dal banco senza dare
troppo nell'occhio.
Vano tentativo.
Non che potesse essere colto in fragrante dal professore,
Ruf continuava a sciorinare date e leggere con voce piatta i suoi appunti senza
accorgersi che già nei primi cinque minuti di lezione aveva perso l'attenzione
della sua intera classe - Seamus aveva persino trasfigurato la sua borsa
scolastica in un cuscino e stava schiacciando un pisolino tranquillo tranquillo
mentre Dean cercava di fare il possibile per fargli qualche 'innocente'
dispetto - compresa l'attenzione dell'unica studentessa che l'avesse mai
ascoltato da quando era diventato un fantasma.
Hermione, quella mattina, aveva mandato al diavolo la
lezione - ma solo perchè l'aveva già studiata e vi aveva steso sopra una bella
ricerca - e si era barricata dietro una pila di libri per poter scrivere in
santa pace una lettera a Harry senza che lo sguardo cadesse su Ron e Lavanda
che erano 'dolcemente' avvinghiati.
Hermione, oltre a quella dell'attrazione degli opposti,
aveva la teoria tipicamente femminile che l'idea di ingelosire un ragazzo era
estremamente efficace e decisamente romantica.
Bè, dopotutto aveva sortito qualche effetto il fatto che
Hermione stava uscendo con Cormac McLaggen... quindi perchè non poteva fare
bene anche a Harry?
'Harry, mi è venuta in mente un'idea... '
*
Tree Hill
L'idea di andare due giorni in trasferta non era per
niente eccitate come pensava Mouth, ma almeno avrebbe sottratto Harry
dal'essere tenuto sotto l'occhio attento e severo di Whilher e inoltre poteva
saltarsi colazione e cena con il vegliardo bastardo senza accampare strane
scuse.
E gli poteva risparmiare anche l'espressione schifosamente
gongolante di Whilher - che si era accentuata ogni giorno di più dalla visita
di Remus -.
Grande vittoria morale. Una cosa di cui andare fieri.
Complimenti, Whilher...
Harry gettò stizzosamente i jeans sul letto di pessimo
umore, accanto al borsone ormai pronto per essere chiuso.
Diavolo... due giorni con Nathan!
Era così bello continuare ad ignorarsi!
Meno rimorsi alla coscienza... meno desiderio di essere di
nuovo baciato da quelle labbra...
Maledizione, perchè aveva scelto il corso di fotografia?
Perchè aveva un referente che l'aveva praticamente costretto a partecipare alla
trasferta?
In quel momento un picchiettio alla finestra lo distrasse
dai suoi pensieri distruttori e Harry corse ad aprire al gufo marrone che
ripartì subito non appena Harry raccolse la pergamena di Hermione dalla sua
zampetta, lesse con impazienza le righe della sua migliore amica. Gradualmente
le guance presero un colore roseo, rosso, scarlatto...
Harry prese un sospiro profondo, chiudendo gli occhi per
pensare lucidamente.
Hermione aveva ragione benchè lo scocciasse ammetterlo.
'Almeno, se non lo farai per far ingelosire Malfoy,
visto che nell’ultima lettera non hai fatto che parlare di lui e hai riempito
ben due righe della stessa frase che ti ricordo essere 'Non sono gay Non sono
gay Non sono gay Non sono gay' e via dicendo... fallo almeno per farlo
arrabbiare.
Dopo la partita che abbiamo perso contro gli Slyhterin
la situazione è insostenibile e magari... sai, potresti prenderti una piccola
rivincita personale aiutandomi. e potresti intanto capire che cosa provi per
lui.
Allora, che ne pensi?'
Harry dovette ammettere a sè stesso che gli strani
comportamenti di Malfoy gli avevano sollevato il morale - sapeva che era
stupido ma non poteva fare a meno di sentirsi leggermente meglio a quel
rassicurante pensiero - e nonostante il suo imbarazzo Harry lesse comunque
l'idea di Hermione.
Donne...
Però... era un tentativo...
Corse alla scrivania e afferrò la prima biro e il primo
pezzo di carta che si trovò sotto mano per rispondere all'amica.
*
Hogwarts
Il mattino portò con sè l'ennesima lettera di Harry ma
Hermione non ebbe bisogno di leggerla per sapere cosa c'era scritto.
Bastava solo creare l'atmosfera adatta...
- Che ha la mezzosangue da essere così felice? - domandò
seccamente Blaise allungando la mano per afferrare la caraffa di succo
d'arancia.
- Ha appena ricevuto una lettera del suo fidanzatino
Potty... - rispose Pansy e molto probabilmente avrebbe cominciato a insultare i
mezzosangue e il quoziente intellettivo di Potter se Draco non fosse
intervenuto.
- Non stanno assieme - asserì stizzosamente.
Nonostante la sorpresa per la reazione eccessiva ed
apparentemente immotivata di Draco, Pansy chiese curiosa: - E tu come fai a
saperlo? -
- Sta con McLaggen - ribattè Draco con voce sicura.
'Altrimenti li faccio a pezzettini. La mezzosangue e Potter'
Blaise sogghignò, tutto soddisfatto: - E chi te lo dice? -
Draco si voltò verso di lui: - E' così Blaise -
'Perchè è così. Potter è mio'
Continua...
Mistress Lay
Notes: Un capitolo di transizione come potete
vedere... non succede assolutamente niente ma capirete che si sta preparando
qualcosa... XD
Grazie a Elecam per avermi dato un suggerimento per andare
avanti! *.*
Devo ammettere che questa è l'unica fic di cui non riesco
ad inquadrare il continuo e il finale... sto andando un po' a tentoni,
lasciandomi completamente andare all'ispirazione del momento.
Chissà come finirà... mah...
Grazie a coloro che leggono e in particolare a chi fa
sentire la propria voce supportandomi con parole meravigliose che mi danno
sempre la carica, a me e a questa fic! XD
Mimi88, Moony* (lo sai che non sono una campionessa
di costanza in certe cose! XD), Mistica (la mia adorata mogliettina! *.*
Attenta a cosa dici, Draco non è molto contento di suo se poi verrà a sapere
del tete-à-tetè dei due fratelli… XD Prevedo giorni duri per il nostro
biondino! Ti voglio bene tesoro!), Kira, haley, millie, ysal pax,
James_Prongs, Stè_Wormy, zafirya (bè, ora la domanda e come riusciranno a
continuare ad ignorarsi… proprio ora che andranno in trasferta assieme! XD
Draco verrà a sapere qualcosa… eheheh…), aryVano90 (povero Harry… vedrai
poi con il prox tetè-à-tetè… oops… spoiler! XD), nox, lal23 (mi sono
lasciata un po’ trasportare dal delirio mentale di Harry… >.< Vedrai le
cose come si complicheranno… XD), kandra (tranquilla, li vedremo Draco e
Harry assieme… XD), Michelle Malfoy (sì sì, è stato proprio Nathana! XD
Ammetto di cominciare ad affezionarmi a questa coppia… ^^), empire.
Sentire la palla rimbalzare contro il pavimento, il fischio
sordo che provocavano le scarpe da ginnastica strusciando contro terra,
l’eccitazione di essere in zona canestro e l’assordante cacofonia di grida di
giubilo del pubblico, l’abbraccio collettivo della vittoria, la bandiera bianca
e blu dei Ravens che la squadra di Tree Hill baciava in preda ad un delirio di
eccitazione.
Sì, ecco cos’era una partita, un misto di eccitazione e
autocontrollo.
C’era il momento preponderante della strategia, lo schema
predefinito da estenuanti ore di allenamento, ma c’era anche lo spazio per
l’inventiva, per l’azione improvvisata, c’era il fattore ‘caso’, c’era la
squadra avversaria, il tentativo di soverchiare il rivale con una gomitata o un
qualsiasi altro contatto fisico, l’odore di sudore merito di sforzo e stanchezza…
Ma prima di ogni partita c’era lei, la sacra aspettativa.
Nathan viveva per quei momenti.
Toccare la palla, sfiorarne la superficie reticolata
ruvida, passarsela di mano in mano nervosamente, soprappensiero, seduto su una
panchina all’aperto o negli spogliatoi, sapendo perfettamente che il giorno
dopo avrebbe dovuto mettere in gioco tutto sé stesso per vincere. L’ansia di
mettersi alla prova, il desiderio pressante di fare vedere a tutti di cos’era
capace… la fede nella vittoria.
Il giorno dopo ci sarebbe stata una delle partite più
temute per i Ravens, valeva i quarti di finale, e Nathan assieme alla squadra e
i supporters erano arrivati proprio quel pomeriggio da Tree Hill a Charlotte in
un clima particolarmente agitato. Non solo per la partita di basket imminente
ma per la partita cheerleader contro cheerleader delle rispettive squadre
avversarie.
Per Nathan il basket era tutto nella sua vita, lo era
stato per suo padre, lo era stato anche per suo nonno… entrambi i suoi
predecessori avevano avuto qualche ostacolo nel proseguimento della loro
carriera di professionisti. Nathan voleva riscattarli ed essere un vero
professionista.
Soverchiare il cugino Lukas.
Nathan sapeva che loro avrebbero vinto. Perché aveva
sobbarcato all’intera squadra un duro e serio allenamento, se lo meritavano,
tutti loro. Compresi i loro fans.
La squadra, le cheerleader – che si stavano impegnando in
una battaglia separatamente, grazie alle coreografie di Mouth – i supporters
che li avevano seguiti e poi c’era persino il loro fotografo che avrebbe
immortalato il momento della loro ennesima vittoria… Harry.
Harry che aveva sorriso a tutti tranne che a lui in quegli
ultimi giorni, Harry che parlava e rideva e scherzava con Lukas, che si
lasciava passare un braccio attorno alle spalle e si lasciava abbracciare
amichevolmente da Lukas e Mouth, Harry che si lasciava prendere a braccetto da
Peyton e le altre cheerleader.
Nathan che invece era perseguitato dalle labbra morbide di
Harry nei suoi sogni proibiti, nei suoi incubi oscuri, durante le lezioni,
mentre lo osservava mordersi nervosamente il labbro inferiore. Quella labbra
che lo avevano fatto impazzire negli spogliatoi qualche giorno fa, quelle
labbra che erano al centro dei suoi pensieri ogni giorno.
Cosa lo spingeva verso Harry?
Era il gusto del proibito? Perché era un ragazzo come lui?
Perché era in fondo sangue del suo sangue?
Non è normale, continuava a ripetersi per scacciare Harry
dai suoi pensieri, Non è normale pensare al proprio fratellastro in quella
maniera.
Nathan era ben cosciente che era stato con un numero
imprecisato di ragazze prima di conoscere Harry, lui era un ragazzo popolare,
il più popolare, era il capitano dei Ravens, nientemeno.
Nathan fermò il movimento rotatorio che la palla compiva
sul suo dito.
Inutile, doveva parlargli.
Solo… dopo la partita, dopo la vittoria.
*
Non c’era la minima agitazione sul volto di Lukas. E
nemmeno sul volto di Nathan.
Erano così straordinariamente calmi che mi sembravano
quasi estranei all’intera situazione quando invece ne erano partecipi fino alla
loro ultima fibra di essere.
‘Sappiamo che vinceremo’ aveva detto Nathan nel suo
discorso nello spogliatoio, prima di uscire in campo ‘E vinceremo’
La sicurezza in quelle parole turbò profondamente Harry e
un attimo prima che la squadra uscisse dagli spogliatoi, Nathan aveva lanciato
un’intensa, lunga occhiata a Harry con quegli occhi color pece determinati poi
si era voltato e aveva raggiunto il resto della squadra.
Brillavano della stessa determinazione con la quale aveva
pronunciato la sua sentenza sull'esito della partita, era la rassicurazione
che, dopo la partita, avrebbero parlato seriamente.
'Maledizione...'
Durante tutta la partita Harry non aveva distolto lo
sguardo dal campo, preso dall'euforia di vedere i Ravens vincere, o meglio,
Nathan e Lukas vincere. Si ritrovò a battere le mani e scattare in piedi per
applaudire Nathan quando fece un canestro.
Come mossi da una strana forza, gli occhi di Nathan
cercarono subito qualcuno tra gli spalti e solo quando intravidero Harry
battere le mani tornò a ricevere le pacche sulla spalla degli amici.
Per tutta la partita fece così, ogni volta che la palla
andava in canestro e segnava qualche punto cercava Harry con lo sguardo,
sempre. Con in sottofondo le grida del pubblico, quelle oltraggiate della
squadra avversaria e quelle estasiate dei supporters, con Mouth che faceva lo
speaker e mentre le cheerleaders improvvisavano il loro balletto o mentre il
coach li chiamava per blandirli e incoraggiarli, Nathan cercava lo sguardo di
Harry.
E stranamente Harry, anche se cercava in tutte le maniere
di distogliere lo sguardo o di focalizzarlo su qualcun altro, sorrideva sempre
e batteva le mani quando i loro occhi si incrociavano.
Lukas gli fece un saluto dal campo ma Harry lo vide solo
con la coda dell'occhio e rispose al saluto troppo tardi, quando Lukas prendeva
la palla e con un'azione ben calcolata con Jake, andava in canestro. Non faceva
lo stesso effetto applaudire Lukas, sopratutto se c'era Nathan che lo guardava
in campo, che fissava gelosamente Lukas come se gli avesse tolto qualche
primato particolare.
L'apice dell'emozione giunse alle ultime battute, grazie
alle continue azioni di Nathan e Lukas i Ravens erano in vantaggio, ma chissà
per quale ragione i due cugini si trovarono a discutere e quasi a venire alle
mani, solo l'intervento provvidenziale del coach li distolse dal loro comune
obiettivo di darsela di santa ragione.
Chissà per quale motivo...
Harry sapeva, perchè glielo avevano continuamente ripetuto
tutti da Peyton a Jake, che i due cugini non si sopportavano e durante la
partita l'antagonismo di Nathan raggiungeva l'apice: sembrava quasi che fosse
una partita fra di loro e non contro la squadra avversaria. Sempre così.
Nathan era quello che cominciava, e nessuno faticava a
capire come mai - lui sempre così orgoglioso e arrogante - e Lukas raccoglieva
sempre la sfida di fondo. Spesso era questa loro piccola competizione personale
a far vincere di così tanto la squadra di basket di Tree Hill, quindi non c'era
molto da lamentarsi. Almeno fino a che negli spogliatoi i due non si prendevano
a botte.
Quando l'ultimo canestro di Nathan decretò la fine della
partita e la vincita dei Ravens, Harry scattò in piedi e fu abbracciato con
insolita felicità da Peyton. Mentre i festeggiamenti scoppiavano tra i
supporters e la squadra, Harry prese la macchina fotografica e scattò qualche
foto. Con l'occhio nell'obiettivo, lo puntò sul viso di Nathan, sorridente, e
pensò che era veramente carino.
Prima di poter distogliere l'obiettivo da lui, il
fratellastro alzò lo sguardo, con ancora quel sorriso stampato sul viso. Un
sorriso che non sapeva nè di dolcezza nè di tenerezza ma solo di orgoglio e
trionfo, di vittoria, così sprezzante da essere bello da morire.
Harry arrossì, sia per i pensieri poco casti che gli
vennero in mente, sia per l'agitazione e senza accorgersene scattò una foto.
Appena se ne rese conto cercò di mascherare la sua turbamento ma Mouth gli
saltò in collo e quando Harry sollevò di nuovo lo sguardo, la squadra si era ritirata
negli spogliatoi.
- Potter! - lo chiamò il coach - Fà qualche foto all'altra
squadra! -
Harry sospirò rassegnato e inforcò la macchina
fotografica.
Almeno avrebbe potuto evitare Nathan ancora per un po'... forse
la vittoria gli avrebbe fatto dimenticare di Harry... speriamo...
Come si accorse più tardi, Nathan non aveva per niente
dimenticato la tacita promessa a Harry di spiegazioni, anzi, quel pensiero era
rimasto fisso nella sua mente mentre aspettava che i suoi compagni lasciassero
lo spogliatoio e mentre attendeva che Harry passasse da quelle parti.
Finalmente lo vide, teneva lo sguardo fisso sulla macchina
fotografica, preso da chissà quali pensieri, per Nathan non fu difficile
afferrarlo per un braccio e trascinarlo nello spogliatoio vuoto.
- Cos... Nathan! -
Nathan si era fatto una doccia veloce e i suoi capelli
erano ancora umidi, aveva indossato in fretta una felpa dei Ravens e un paio di
jeans stracciati, inchiodò Harry contro la porta: - Dobbiamo parlare -
Harry deglutì, cercando di assumere un'aria indispettita:
- Dovevi proprio fare questa scena? - Dovette sollevare lo sguardo e questo lo
irritò, sopratutto quando Nathan gli tolse alcuni coriandoli dai capelli - E
lasciami! -
- Dobbiamo parlare di cos'è successo nello spogliatoio
qualche giorno fa - ripetè con voce dura Nathan.
- Perchè, che è successo? - domandò ingenuamente Harry,
cercando di rinviare il momento del confronto. Sperò con tutto il cuore che
qualcuno entrasse a disturbarli ma evidentemente qualcuno lassù aveva deciso di
guardarsi una partita di soccer con la paytv in quel momento.
'Calma, Harry, calma... dopotutto Nathan vuole sono un
'confronto'... e poi...'
- Non fare l'idiota, pivello! - sbottò spazientito Nathan,
sbattè i pugni contro la porta, chinandosi contro il suo volto - Sai a cosa mi
riferisco -
- Al fatto che abbiamo pomiciato nello spogliatoio? Sto
cercando di cancellarlo dalla mia mente... -
L'altro si ritrasse, ferito: - Fa schifo anche a me
pensare una cosa del genere, cosa credi! -
- Non si direbbe, visto come mi guardi! - scattò Harry
innervosito.
- E come ti guardo, sentiamo? -
- Come mi stai guardando adesso! Come se fossi... qualcosa
di cioccolato che non vedi l'ora di mangiare! - Harry arrossì mentre pronunciava
quelle parole. Ma perchè non entrava nessuno da quella porta? Doveva essere
proprio deserta quella scuola! E Lukas? Lukas dov'era accidenti?
- Per tua informazione, Potter, a me non piace il
cioccolato! - Nathan fece una smorfia. Per essere un buon atleta bisogna
seguire una dieta sana, ecco uno dei precetti di suo padre e Nathan era
d'accordissimo.
- Mi lasci andare, ora? -
- Non abbiamo ancora sfiorato l'argomento! -
- Bè, chi se ne frega! - Harry lo spinse via, cercando la
maniglia con la mano. Quando la trovò e la strinse la mano calda di Nathan
strinse il suo pugno chiuso - Non te ne vai finchè non abbiamo parlato! -
- Ma che vuoi? Mi hai baciato, punto! E ora, se non ti
dispiace, avrei altre cose più interessanti altrove! -
- Con chi? Con Lukas? - sputò fuori Nathan con acredine -
E non mi pare di averti baciato. Ci siamo baciati! Metà della tua
lingua era nella mia bocca! -
Harry gesticolò con l'unica mano con cui poteva farlo: -
Bè... ora che abbiamo appurato questo, possiamo anche scordarcene senza tanti
problemi, no? E' per questo che volevi parlarmene, no? E ora lasciami andare! -
- Potter, dimmi, non hai provato niente mentre ci
baciavamo? - domandò Nathan con voce più calma. Si avvicinò al suo orecchio,
sussurrandogli - Non provi niente nemmeno adesso? -
Il respiro di Harry si spezzò e chiuse gli occhi per un
secondo.
No, non devo agitarmi! E' solo Nathan! E' solo Nathan e io
sono etero sino al midollo! NON STO PENSANDO ALLE LABBRA DI NATHAN! SONO ETERO
E NATHAN è MIO FRATELLO!
Istantaneamente il pensiero corse a Malfoy, al suo tono
sbeffeggiatore così simile a quello di Nathan, alla sua ironia pungente e
denigrante, ai suoi occhi freddi...
No, questo NON va per niente bene! SONO ETERO! SONO ETERO!
MI PIACCIONO LE RAGAZZE!
- No, e ora levati di torno! - sbottò furioso Harry.
Nathan si scostò, interdetto da quella rabbia, certo, non
si aspettava una reazione del genere... forse era davvero una cosa ridicola che
due fratelli provassero un'attrazione del genere...
- E se, solo per provare, ti baciassi? - domandò Nathan -
Non perchè voglia farlo, ma solo per curiosità? -
- Ehm... - Harry lo guardò negli occhi - Non credo che sia
una buona idea. Anzi, è una pessima idea, farò finta di non averla sentita -
annuì con fare convinto.
Harry, a cuccia, non pensare che le labbra di Nathan
siano straordinarie! Non pensarlo! NON PENSARLO! Pensa a... Ginny! A quanto ti
piace baciare Ginny!... Ginny e Malfoy! Maledetta stronza che se lo era
baciato! Maledetta! Appena la vedo le spacco la faccia e le attorciglio la
lingua così la smetterà di pomiciare con il primo che incontra!
- Io farò finta di non aver ascoltato la tua replica -
ribattè Nathan con una smorfia - Visto che sei rimasto in silenzio dopo la mia
domanda, prendo il tuo mutismo per un sì e ti bacio - fece per chinarsi ma
Harry interpose una mano fra le due bocche.
- Ma che fai? Sei impazzito? -
- Senti, a te ha fatto schifo, no? E allora che ti costa
farti baciare? Così ammettiamo sinceramente a noi stessi che baciare il proprio
fratello è la cosa più ripugnante al mondo, perchè, se mi concedi, quando
eravamo nello spogliatoio l'altra volta, non si era capito che non ci piaceva.
Sembrava tutto il contrario! -
- Ma noi sappiamo che ci ha fatto schifo! Quindi saltiamo
la prova del palloncino e continuiamo ognuno per la propria strada! -
- Lo pensi davvero? O hai solo paura, pivello? - insinuò
Nathan. Lo guardò con un sguardo di superiorità e tolse finalmente la sua mano
da quella di Harry - Sei un codardo, Potter, solo un codardo pivello -
Lo sguardo di Nathan, il suo tono, la sua postura... in
quel momento Harry odiò ogni centimetro di Nathan, dai capelli umidi alle sue
nike bianche che portava i piedi. Odiò anche i suoi stessi sentimenti e il
turbine di pensieri che lo stava investendo. Odiò la partita di soccer che
qualcuno là in alto stava guardando invece di occuparsi dei comuni mortali.
- Non ho paura! E te lo dimostro! -
Il coraggio e l'intraprendenza Gryffindor. Era la sua rivincita
contro i soprusi di Nathan e Whilher, era la sua rivalsa.
Gli si avventò contro, baciando le sue labbra maledette e
facendo perdere l'equilibrio per qualche secondo a Nathan. Doveva essere un
bacio dettato dalla rabbia e dall'orgoglio ma non appena Nathan lo ricambiò - e
anche lo stesso Nathan era fermamente deciso che il suo bacio doveva essere
dettato dalla rabbia e dall'orgoglio - tutto cambiò.
La bugia del 'bacio rabbioso' cadde e il loro
autocontrollo si frantumò.
Quello era un vero bacio.
Ed entrambi avevano la ferma intenzione di continuarlo
fino a quando il loro respiro non si fosse fuso assieme e l'ossigeno non si
fosse consumato.
Ora erano veramente fregati.
*
Hogwarts
Hermione stava aspettando con impazienza l'ora di
erbologia durante la quale Gryffindor e Slytherin avrebbero diviso, gomito a
gomito, le piante cannibali della Sprite e dove poteva parlare senza tanti
problemi. Infilò la lettera nella borsa a tracolla e corse per raggiungere Calì
- ormai praticamente abbandonata dall'amica Lavanda che stava sempre
appiccicata a Ron ultimamente -, affiancandola e ascoltando con aria vagamente
interessata gli ultimi pettegolezzi.
Quando entrarono in serra Hermione annuiva ancora alle
esclamazioni di Calì e fece in modo che finissero accanto agli Slytherin, a
Malfoy in particolare, che divideva la sua pianta con Blaise Zabini. Scoccò
loro un'occhiata di disprezzo, confabulando subito con gli altri Slytherin, che
scoppiarono a ridere di scherno.
Hermione chiuse per un secondo gli occhi, chiedendosi per
quale ragione ad Harry piacesse un bastardo del genere, ma sopportò stoicamente
le risate di Tiger e Goyle senza ribattere e fingendosi invece interessata
all'ultima conquista di Smith di Hufflepuff.
Mentre cominciava a potare la sua piantina Hermione
controllò con un'occhiata dove fosse Ron e lo vide dal lato opposto del lungo
tavolo, a sbaciucchiarsi Lavanda. Chiuse nuovamente gli occhi, cercando di non
scattare in piedi e lanciare un bell'incantesimo urticante a quell'idiota del
suo ex migliore amico, e si concentrò a tagliuzzare le radici della sua pianta.
Finalmente Calì pose la domanda catartica: - Herm, hai
qualche notizia di Harry? Si trova bene in America? -
Hermione lottò contro il suo impulso di esultare quando
sentì chiaramente Malfoy smettere di tagliuzzare le sue radici per ascoltare
meglio la risposta che avrebbe dato Hermione.
La ragazza sospirò platealmente: - Sì, Harry si trova
proprio bene. Dice di divertirsi molto... sai, ho proprio qui la sua ultima
lettera -
Calì quasi non poteva credere alla sua fortuna: da quando
Hermione era così disponibile a parlare di Harry? In genere doveva cavargli
quelle informazioni oppure arrendersi all'evidenza che la ragazza non avrebbe
mai tradito la privacy del suo migliore amico...
- Oh... e che cosa c'è scritto? - cinguettò curiosa.
Hermione controllò che la Sprite fosse lontana ed estrasse
la lettera dalla sua borsa, dispiegandola: - Leggiamola assieme, eh? Non ho
ancora avuto il tempo, sai... -
- Con piacere! -
Hermione contò fino a dieci e poi Calì esclamò, sorpresa:
- Hermione! Harry si... si è... -
- ... innamorato. Sono così felice per lui! - Hermione
concluse con un sospiro felice. In quell'esatto istante si sentì un crack
sordo, causato da Malfoy che aveva con violenza spezzato una radice
particolarmente vigorosa con un solo colpo netto di coltello.
- Signor Malfoy! - accorse subito la professoressa - Cosa
delle parole 'con delicatezza e pazienza' non ha capito? - ma il viso dello
Slytherin era una maschera di rabbia, guance rosse e occhi tempestosi che
fulminarono la Sprite con violenza. Il fatto che avesse ancora il coltello
sollevato non mitigava il suo aspetto da giustiziere della notte e Blaise trovò
molto intelligente scostarsi di qualche passo, preoccupato per lo scoppio di
rabbia dell'amico.
Hermione strappò di mano la lettera di Calì non appena la
docente aveva fatto cenno ad avvicinarsi ma con una maldestra mossa del tutto
calcolata, invece di infilare la lettera di Harry nel suo libro di erbologia,
la fece cadere a terra, proprio accanto al piede di Malfoy. Finse di non
essersene accorta e lanciò un'occhiata a Calì nel caso fosse stata lei ad
accorgersi di qualcosa ma la ragazza non si era trattenuta e si era messa a
confabulare con la prima Gryffindor che trovò, ovvero McPherson alla sua
sinistra.
Hermione sorrise trionfante. Non solo aveva appurato la
portata dei sentimenti - o della gelosia - di Malfoy nei confronti di Harry ma
aveva anche soddisfatto il suo animo romantico...
Ora bastava solo che Malfoy si accorgesse di quella
lettera e... no, Hermione non ebbe bisogno di far cadere qualcosa per far
notare al biondo la lettera a terra, Malfoy stesso si chinò e la trovò.
Non le disse niente, la fece scivolare nella sua divisa.
Hermione nascose il suo sorriso sotto la mano: era fatta.
Continua...
Mistress Lay
Notes: ahi ahi... so di essere crudele a terminare il
capitolo così! XD
Grazia a tutti coloro che leggono e soprattutto a chi
commenta:
Mimi88, Mistica (davvero adesso parteggi per la
Harry/Nathan? Accidenti, il biondino ha perso il sostengo in ben 2 fic... e sta
cominciando a perdere anche il sostegno della sottoscritta... >.< Su
mogliettina mia, li vedrai poi accanirsi... e lì ci sarà da ridere), panuela
(devo assolutamente scusarmi per non essere ancora riuscita a recensire la tua
fic! >.< Lo farò al più presto, promesso! Nathan non ha ereditato la
magia da Lily, diciamo che è un magonò, per ora. XD Harry non è ancora
maggiorennee Silente potrebbe ancora
espellerlo dalla scuola in caso di uso della magia... ma forse ne avrà bisogno
più avanti! ^.-), Moony* (ma certo, altrimenti dov'è il divertimento?), haley,
millie, stè_Wormy, James_Prongs, aryVano90' (vedrai nel prossimo! XD A
Draco scoppieranno le coronarie! XD), Kira, ragazza interrotta, giulia,
Michelle Malfoy, empire
Erano veramente fregati, ormai lo sapevano entrambi.
Lo stupido bacio che si erano scambiati era nato con il
pretesto di dimostrare l'uno all'altro che quello che era accaduto negli
spogliatoi qualche giorno prima era solo un incidente, uno stupido incidente
che aveva risvegli incesatuasdfh veramente disgustosi.
Si accorsero entrambi che il loro bacio era ben altro che
questo, non era un fugace curioso contatto come il loro primo approccio nell'aula
di chimica, non era quell'attrazione che li accomunava mentre era nello
spogliatoio a Tree Hill, e ora, di nuovo erano in uno spogliatoio, questa volta
a Charlotte, e questo bacio era diverso da tutti gli altri.
Non perchè fosse diverso il sentimento che li spingeva,
c'era la consapevolezza di quello che facevano: non era istinto, era più che
attrazione. Forse nel gesto di Harry c'era rabbia, orgoglio ferito, ma dopo...
quando Nathan socchiuse le sue labbra, quando ricambiò il bacio la stupida
bugia del 'bacio rabbioso' sfumò.
Che cosa li spingeva davvero uno verso l'altro? Che cosa?
Era davvero attrazione?
Perchè proprio tra di loro?
Due fratelli! Era impossibile!
Quando si staccarono - e solo per mancanza di ossigeno,
non per altro - si ritrovarono rossi in viso e accaldati, allacciati stretti
per quanto glielo consentiva la solita macchina fotografica di Harry.
- Non doveva essere una prova che baciare il proprio
fratello era solo una cosa ripugnante? - domandò con il fiato corto Harry.
Cercò di staccarsi da Nathan, sentendo le labbra pulsare - Forse dovremmo
tornare dagli altri... -
Nathan ghignò, estremamente soddisfatto come un gatto che
si lecca i baffi: - Scappi proprio adesso? -
- Sì, proprio adesso - confermò irritato Harry - Credo che
ormai non sia più una questione di dimostrare qualcosa. Noi dovremmo... -
Nathan non gli fece finire la frase, gli passò un braccio
attorno al collo per attirarlo a sè e ancora lo baciò profondamente. Che
importanza aveva il perchè si sentivano così attratti l'uno dall'altro? Al
diavolo i perchè e i forse. Ora l'importante in quel momento per
Nathan era stringere a sè il suo fratellastro e continuare a baciarlo.
Chissà che avrebbe detto suo padre se avesse saputo che si
baciava il fratellastro, il figlio di Lily Evans...
Sarebbe stato bell'atto di ribellione.
Forse per una volta suo padre lo avrebbe guardato e
avrebbe visto oltre sè stesso, oltre il figlio così simile a sè e per niente
uguale alla donna che aveva amato. Quella stessa donna che aveva sposato un inglese
e da lui aveva avuto Harry, il fratello che stava tenendo tra le braccia, che
stava baciando così appassionatamente, il cui contatto lo mandava sempre su di
giri.
Se suo padre vedesse...
E se invece avesse conosciuto Harry... avrebbe
disconosciuto senza tanti problemi il suo vero figlio?
Cercò di trovare in fondo al suo cuore l'odio che provava
per il suo 'caro e dolce fratellino inglese' ma era un odio così
nascosto che non riuscì a trovarlo, tanto più che con Harry che lo baciava era
difficile concentrarsi su qualcosa che non fosse Harry stesso.
Una situazione che avrebbe dovuto finire da un pezzo e che
invece era mutata, cresciuta come una malattia trascurata, batteri di tutta un'infezione
che stava cominciando ad attaccare l'organo più importante, il cuore.
E se avesse intaccato anche quello... il problema sarebbe
stato un immenso, problematico buco nero. Come una calamita di disgrazie.
E così nonostante tutto, nonostante avessero blandito le
loro coscienze, nonostante si fossero ripetuti più e più volte che la persona
che stavano baciando era un maschio e in più avevano stretti legami di
sangue...
Nathan si appoggiò completamente alla porta, tenendo
stretto Harry mentre divorava le sue labbra. Fece scivolare una mano al di
sotto della maglietta di Harry toccando la sua morbida pelle della schiena.
Harry sussultò per la sorpresa, s’imbarazzò ma quelle carezze di Nathan, le sue
dita che gli sfioravano dolcemente la schiena lo fece sentire estremamente bene.
Un po’ come ricevere le carezze di Ginny stesi sul peloso
divano della Tana dopo aver pomiciato allegramente per tutto il pomeriggio.
Solo, era diverso questa volta, c’era qualcosa di diverso.
- Nathan… -
- Shhh – lo zittì sulle sue labbra Nathan.
Per un istante la voce del fratellastro parve identica a
quella di Malfoy, quel diavolo biondo che stava ossessionando i suoi ultimi
giorni.
Ma c’era, nella voce vellutata di Nathan, più miele, un
sussurro silenziante una quieta rassicurazione e Harry si staccò dal bacio per
un istante, confuso da quello che provava e per quello che non avrebbe dovuto
provare.
- Sembra che ti piaccia… - sussurrò roco Nathan e le sue
labbra scesero dalla bocca di Harry all’incavo del suo collo, baciando una
traccia di pelle nuda, Harry si lasciò sfuggire un gemito involontario e con le
mani si aggrappò di più alla felpa bianca e blu dei Ravens del loro capitano.
Nathan sorrise contro la pelle e fece per tornare a
baciarlo quando un rumore fece intuire ad entrambi che qualcuno stava
abbassando la maniglia della porta, quel qualcuno, trovandola bloccata, bussò
con caparbia insistenza, chiamando: - Harry? Harry, sei qui? – la voce di
Lukas.
Harry si staccò immediatamente da Nathan, risistemandosi
alla bene meglio, rosso in viso per l’imbarazzo. E se Lukas fosse entrato? Se
li avesse visti? Che cos’avrebbe pensato? Che cosa?
- Non rispondere – gli disse Nathan continuando a
baciargli la pelle del collo. Lo aveva sentito irrigidirsi e il pensiero di
lasciare a metà tutto per colpa di Lukas era una prospettiva che l’avrebbe
mandato in bestia.
- Sei impazzito o cosa? – ribattè Harry tentando una
difesa disperata a non mugolare di piacere mentre le mani di Nathan gli
accarezzavano tutta la lunghezza della schiena con carezze dolci ed eccitanti.
Cercò di combattere il desiderio di infilare anche lui le mani sotto la maglia
di Nathan e accarezzargli il petto – Dai… lasciami – una replica che suonava
alle sue stesse orecchie fiacca.
- Se ne andrà – risolse Nathan e le sue labbra tornarono
alle labbra di Harry, a mordicchiarle, a lambirle con la propria lingua. Le
mani presero a scendere per tutta la schiena fino alla cintura dei pantaloni di
Harry. Sentì uno strano calore prenderlo nel basso ventre e fu certo, nel sentire
il sospiro spezzato di Harry, che il fratello stesso stava cominciando a
sentire qualcosa.
- Spostati Nathan -
- Harry… -
Che avrebbe pensato Lukas se fosse veramente entrato?
Che schifo. Ecco che cos’avrebbe pensato, pensò
Harry sentendosi non soltanto imbarazzato ma anche ‘sporco’. Lui era un
ragazzo, non DOVEVA assolutamente provare il desiderio bruciante di baciare un
altro ragazzo! Accidenti, lui e Nathan erano dello stesso sesso! Erano due
ragazzi entrambi.
Mi fai schifo. Avrebbe aggiunto, continuò
a pensare Harry. Perché anche se un particolare degno di nota il fatto che
entrambi fossero due ragazzi, cosa non meno importante era che erano FRATELLI.
Si stava parlando di incesto, accidenti!
- Harry? Sei lì? -
Nathan sbuffò impaziente di tirare un pugno sulla faccia
di quell’idiota di Lukas. Che diavolo voleva ancora? Perché doveva PROPRIO
disturbarli? Perché doveva rovinare SEMPRE tutto?
Lanciando un’occhiata a Harry Nathan capì che anche se
Lukas se ne fosse andato la sostanza non sarebbe cambiata: ormai non sarebbe
potuti tornare tranquillamente alla loro edificante ed eccitante attività di
poco prima.
Maledizione.
- Sono qui – disse Harry con voce vagamente tremula.
Nathan provò il desiderio, questa volta, di prendere a
pugni il suo fratellino: perché aveva risposto? Perché doveva sempre darla
vinta a Lukas?
- Harry… non riesco ad entrare – ribattè Lukas tentando
nuovamente di aprire la porta ruotando la maniglia. Harry e Nathan si
scambiarono un’occhiata per qualche secondo e infine quest’ultimo fu costretto
a staccarsi dalla porta, permettendo finalmente l’entrata di Lukas.
Il ragazzo entrò e fissò sorpreso i due: - Che… che cosa
stavate facendo? – il rossore sul viso di Harry era diventato bruciante e la
maglia di Nathan era completamente stropicciata, senza contare l’occhiata di
puro odio che lo stesso Nathan gli aveva lanciato. Lukas ebbe l’impressione di
aver interrotto qualcosa di molto… piccante.
- I fatti nostri – sbottò Nathan di pessimo umore.
- Niente! – si affrettò a correggere Harry, cercò di
sorridere innocente e spensierato – Mi cercavi? -
Lukas li guardò ancora, alternativamente: - Va tutto bene?
–
- Certo! – Harry lo prese per un braccio e lo trascinò
quasi di peso fuori dallo spogliatoio – Va tutto bene! – ribadì – Vado a fare i
bagagli allora! – non si voltò nemmeno verso Nathan e quello fu un grande
errore perché non vide la sua espressione furiosa e nemmeno quando si lanciò
contro il cugino.
- NATHAN! – gridò Harry ma Lukas ricambiò il pugno di
Nathan con tutta la forza che aveva, a discapito del rossore che si era
propagato sul suo zigomo destro.
In un attimo i due erano a terra, in un groviglio umano di
pugni, calci e botte, sordi ai richiami di Harry che cercava di separarli e di
riportarli sulla via della ragione. Mouth, forse preoccupato per l’assenza
prolungata di Harry, stava percorrendo il corridoio per lo spogliatoio quando
Harry stesso gli venne incontro, tutto scarmigliato, dicendogli concitatamente
che Nathan e Lukas se le stavano dando di santa ragione in mezzo al corridoio.
Solo l’intervento di Jake e altre della squadra bloccarono
i due giocatori dal continuare a azzuffarsi. Il coach Whitney pose fine
definitivamente ai loro dibattimenti e ai loro spiriti bellicosi minacciando di
espellerli dalla squadra: - SE NON RIUSCITE A CONTROLLARVI POTETE
TRANQUILLAMENTE ANDARVENE DALLA MIA SQUADRA! – tuonò.
Harry si passò una mano sul viso… di male in peggio.
Fuori era tramontato il sole e mentre Harry guardava il
suo riflesso scarmigliato sul vetro della finestra rimpianse amaramente di aver
conosciuto Whilher. Non per un motivo in particolare ma per tutto quello che ne
era conseguito, compreso Nathan e i loro ‘siparietti’, se così si poteva
eufemisticamente parlare delle loro continue pomiciate.
Che diavolo c’era di peggio?
Harry si passò una mano sulla nuca, per massaggiarsi il
collo e lì capì. Capì cosa poteva esserci di peggio in quella maledetta
giornata.
Non bastava solo essersi baciato con il fratello, essere
stato quasi scoperto da Lukas, non era nemmeno bastato che i due cugini si
fossero presi a botte senza alcuna ragione apparente e nemmeno che se Lukas non
fosse arrivato proprio in quel momento avrebbe fatto ben altro che
baciarsi appassionatamente.
No, non ci bastava solo quello.
No.
Doveva avere anche il maledetto segno delle labbra di
Nathan sul collo.
Un succhiotto.
Di male in peggio, Harry, di male in peggio…
Hogwarts
Draco non aveva aspettato che finisse la lezione di erbologia
per leggere la lettera che quella stupida della Mezzosangue aveva cercato di
nascondere nella sua cartella. Una lettera di Potter, Draco non si sarebbe mai
lasciato sfuggire un'occasione del genere: un'occasione così non sarebbe mai
dovuta essere sprecata e sopratutto aveva una vocina nella sua testa che
gridava 'Vendetta Vendetta Vendetta'.
E non era solo perchè, a quanto pareva, il suo siparietto
con la Weasley fosse passato non solo in secondo piano ma anche non aveva
sortito alcun effetto.
Potter innamorato.
Questa non doveva assolutamente essere possibile. Draco
poteva controllare tutto ma quello? Come avrebbe potuto?
Era totalmente una cosa così irrazionale, così fuori
controllo...
La Sprite certamente non ebbe nulla in contrario quando Draco
Malfoy afferrò la sua roba e se uscì dalla serra con aria infuriata. Se ci
fosse stata una porta abbastanza pesante, Draco l'avrebbe sbattuta alle sue
spalle con violenza, ma purtroppo questa volta non era possibile.
Non gli interessava minimamente delle chiacchiere che
avrebbe suscitato, Tiger e Goyle avrebbero difeso egregiamente il suo 'onore' e
certamente nessuno degli Slytherin avrebbe permesso che Draco fosse denigrato.
Al di là del fatto che la Sprite lo avesse punito con la sottrazione di venti punti
per la sua casa.
Comunque le conseguenze in quel momento erano un fattore
secondario.
Già perchè adesso Draco si sentiva così arrabbiato che se
fosse rimasto dentro la serra per erbologia avrebbe cominciato a lanciare
incantesimi a tutti e magari anche il suo delizioso pugnale per tagliare radici
sarebbe finito con il vivisezionare qualcuno. Non importava chi fosse dal
momento che Harry Potter e la sua 'fiamma' non erano presenti al momento.
Raggiunse la sua stanza e nessuno ebbe il coraggio di
fermarlo o altro, una solo occhiata poteva tranquillamente pietrificare altri
senza tanti problemi. Gettò i suoi libri da una parte senza preoccuparsi troppo
di dove cadessero e si sedette sul letto, spiegando la lettera di fronte a sè.
Chiuse gli occhi per cercare di calmarsi almeno un
briciolo prima di intraprendere la lettura della stramaledetta lettera.
La curiosità non lo trattenne molto e così s'immerse nella
lettura, perse un secondo ad ammirare la calligrafia di Harry: che strano, non
avrebbe mai pensato di leggere una sua lettera e, ok che non era indirizzata a
lui ma...
'Sai una cosa 'Mione? Credo che tu abbia ragione. Su
tutti i fronti.
Ti avevo parlato di lui, vero?
Ecco... credo di essermene innamorato. Bè sì, lo so che
è un po' strano ma è così.
E' stato molto carino con me, davvero, e poi bè...
bacia da dio. Sul serio.'
Draco cercò di prendere fiato per non gridare di rabbia e
riprese a leggere ma il resto della lettera non era niente di rilevante, qualche
domanda e basta. Appallottolò la lettere nervosamente, lanciandola più lontana
possibile e poi ricadde sul letto, sentendo la rabbia prendere la sua mente.
E così Potter si era innamorato, eh? Si era baciato con un
ragazzo molto carino, eh?
Come, come, come si permetteva?
Draco scagliò un pugno contro il materasso ma questo non
lo calmò per niente.
‘Ecco… credo di essermene innamorato. Bè, sì, lo so che
è un po’ strano ma è così’
Quando Blaise entrò con circospezione nella stanza di
Draco pensò seriamente che il suo migliore amico fosse diventato completamente
pazzo per nessun ragione in particolare.
Non era da persone normali distruggere la propria stanza,
non era per niente normale fare a pezzi i suoi cuscini e riempire il pavimento
di stramaledette piume, non era nemmeno normale aver fatto cadere tutti i
libri, i calamai e i candelabri a più braccia per terra. No, era successo
qualcosa e Blaise ebbe la splendida idea di sgattaiolare nella sua stanza per
non stare a sentire che cosa era successo al suo migliore amico.
Cercò di fare più piano possibile nell'uscire per non
essere notato ma purtroppo, prima che potesse riuscire a chiudersi la porta
alle spalle la voce di Draco lo bloccò: - BLAISE! -
Blaise sobbalzò come se fosse stato colpito da un fulmine
in piena schiena, sospirò e rientrò nella stanza, chiudendosi la porta alle
spalle. Draco era seduto sul letto, di spalle, si alzò e raggiunse il migliore
amico.
Non ci voleva un genio per capire che Draco era furioso
nero e che stava trattenendo per il rotto della cuffia la sua rabbia - dopo
comunque averla sfogata contro qualsiasi oggetto con cui le sue mani fossero
venute a contatto - dal momento che non riusciva a trovare altro da distruggere
a meno che non prendesse di mira Blaise. E Blaise aveva persino paura che Draco
lo facesse.
- Draco... tutto bene? - Bè, almeno non aveva più il
coltello di erbologia tra le mani... certo che però il coltello significava una
morte più rapida.
- Che cosa si dice in giro per scuola? - domandò con voce
strascicata Draco.
- Ehmmm... ti riferisci al fatto che... la Weasley ti
pedina dappertutto? - tentò Blaise ma data l'espressione di Draco evidentemente
non era la risposta esatta - Sii più preciso... -
- Cosa. Si. Dice. In. Giro. Per. Scuola. BLAISE? -
Blaise deglutì e pensò intensamente a che cosa diavolo di
riferisse Draco, poi capì. Certo, qual era l'unica ossessione di Draco? Potter.
- Potter sta con un americano -
E questa volta fu la risposta esatta, Blaise lo capì dalla
vena pulsante di Draco lungo la tempia.
- E quindi Blaise... che cosa pensi che io abbia bisogno?
-
- Di... una ragazza? -
- Blaise... -
- Oh... hai bisogno di... di... che cosa? -
Draco ghignò malignamente: - Dell'indirizzo di Potter -
- No. Credo che tu abbia bisogno di una visitina dalla
Chips, Draco – cercò di farlo ragionare Blaise ma dallo sguardo del suo
migliore amico, era evidente che Draco non ne aveva la minima intenzione e, non
solo, aveva in mente qualcosa che comprendeva tre cose di indubbia importanza:
Punto Primo: chi avrebbe dovuto trovare l’indirizzo non
sarebbe stato Draco stesso ma lui, Blaise Zabini.
Punto secondo: sarebbe stato lui a fare una figura
di merda. Perché era ovvio che era l’unico modo per ottenere quello stramaledetto
indirizzo.
Punto terzo: forse era meglio arretrare… sì… e scappare
finchè si era in tempo…
Tree Hill
Il viaggio di ritorno era stato decisamente un mortorio ma
dopo il litigio dei due cugini Whilher nessuno voleva divertirsi più di tanto.
E di certo nemmeno loro due si erano divertiti, considerando che avevano
passato tutto il viaggio vicino, e l'allenatore dietro di loro ad osservarli
con occhio truce.
Nathan, dal lato del finestrino, fissava apparentemente le
ombre della sera lungo il cammino ma in realtà aveva gli occhi puntati sullo
specchietto del conducente che, guarda caso, rimandava il mezzo riflesso di
Harry, Lukas, dal lato del corridoio, si girava qualche volta per osservare con
fare apparentemente innocente Harry.
Quando Harry si accorse del mezzo saluto che gli rivolse
Lukas, gli fece un cenno di tenere duro mentre tornava a conversare con Peyton.
Nathan notò lo strano movimento di Harry e capì meglio
quando si accorse che alla sua destra Lukas tornava ad appoggiarsi con la schiena
contro il sedile. Lo fissò con astio crescente: - Cosa ti rende così felice,
Lukas? - domandò per provocarlo, accennando al suo sorrisino.
Lukas si mosse nervoso: - Certamente non la tua presenza -
- Forse quella di Potter, il mio adorabile fratellino -
- Non lo conosci abbastanza per chiamarlo 'adorabile'? -
- Che stai insinuando, Lukas? -
- Niente, dovrei forse insinuare qualcosa? -
- Non mi piace il tuo atteggiamento -
- Non ti è mai piaciuto niente di me, Nathan, non mi
stupisce - prima che Nathan potesse aggiungere altro Lukas continuò - Scommetto
che non ti piace nemmeno che Harry e io siamo amici. Forse, se non avessi quel
caratteraccio, lo saresti anche tu -
- Tieni Potter fuori da questa conversazione -
- Perchè? -
Nathan tornò a fissare fuori e controllare che cosa stesse
facendo Harry. Non rispose alla provocazione del cugino. Però a quanto pareva,
Lukas non aveva intenzione di lasciar perdere l’argomento.
- Perché non possiamo andare d’accordo, Nathan? -
Perché?
Dopotutto erano cugini, legati dal sangue che li
accomunava. Perché invece Nathan doveva odiarlo così tanto? Nel corso degli
anni l’odio che c’era stato tra i loro padri, tra Keith Scott e Dan Whilher, si
era trasmesso ai figli come un veleno e di certo loro, Lukas e Nathan, non
stavano facendo nulla per terminare quella faida famigliare.
Fortunatamente il resto del viaggio i due rimasero in
religioso e astioso silenzio, arrivati alla scuola scesero a prendere i loro
borsoni prima di dividersi, Nathan diretto alla macchina che Archibald Whilher
aveva messo a disposizione per tornare a casa ai due ‘nipoti’ e Lukas a
salutare Harry.
- Ti fa ancora male? – domandò Harry indicando lo zigomo
di Lukas nel quale spiccava un ematoma ben evidente.
Lukas ci passò un dito, gemendo leggermente: - Oh… non ti
preoccupare. Per me e Nathan è solo ordinaria amministrazione – poi gli strizzò
l’occhio – Non conosci qualche magia curativa? –
Harry sorrise di scusa: - Mi dispiace ma non posso fare
magie al di fuori dalla mia scuola. non voglio rischiare di essere espulso
dalla scuola alla quale dovrei tornare, sai… -
- Peccato, pensavo che avere per cugino un mago mi avrebbe
portato qualche vantaggio… - si lamentò Lukas per scherzare.
Harry portò due dita a toccare l’ematoma di Lukas: - Ti fa
davvero così male? – chiese ancora, sentendosi in colpa.
Lukas sorrise: - Che dici, anche le tue dita sono
curative? – domandò, reclinando il capo in modo che il tocco di Harry potesse
risultare come una carezza – Perché in questo modo Nathan picchia forte anche
in altre parti… -
Harry scoppiò a ridere. Non c’era niente da dire, Lukas lo
metteva sempre di buon umore… come faceva Nathan a non andarci d’accordo? Lukas
era fantastico.
- POTTER! – lo chiamò una voce. Ecco… appunto.
- Devo andare, altrimenti mi lascia a piedi. A presto,
Lukas -
- A presto, Harry -
Lukas seguì con lo sguardo Harry che entrava nella
limousine con Nathan e continuò a osservare la nera macchina che si allontanava
nell’oscurità. Chissà come mai da quando era arrivato Harry erano cambiate così
tante cose…
Decise di non pensarci, si girò e andò incontro ai
genitori.
- Stavi aspettando di dare il bacio della buonanotte a
Lukas? – lo accolse immediatamente, appena entrato in macchina, la voce dura di
Nathan. Era comodamente stravaccato, i piedi sopra il basso tavolino di fronte
a lui, le braccia lungo il bordo del divanetto. Si sentiva a proprio agio
nonostante l’occhio nero e i vari ematomi che dovevano aver costellato il suo
petto in seguito alla scazzottata con Lukas.
Se Nathan picchiava forte, Lukas non doveva essere da
meno.
Harry sospirò, lasciandosi cadere sul morbido sedile in
pelle: - Lasciami in pace, Nathan –
Si accorse subito che i vetri erano oscurati, come lo
stesso vetro divideva l’abitacolo dai due posti davanti e dall’autista, non era
una limousine sfarzosa, dopotutto Whilher l’aveva soltanto concessa ai due
nipoti per un breve tragitto scuola-casa di dieci minuti, ma era comunque
lussuosa con i suoi sedili stile divanetti in pelle nera e il tavolino basso ai
loro piedi che doveva ospitare le bevande per le lunghe tratte o per gli
eventuali ospiti.
Nathan si avvicinò a Harry, stretto contro il finestrino,
e passò un braccio dietro di lui, sempre sul bordo del divanetto.
- Nathan… -
- Io posso avere un bacio della buonanotte? – gli
sussurrò, avvicinandosi ancora di più.
- Non mi sembra il caso… - borbottò Harry, cercando di
allontanarsi dal fratello stringendosi contro il finestrino. Sapeva
perfettamente che ancora qualche secondo e avrebbe ceduto, il pensiero di
baciare di nuovo Nathan era inebriante e il calore del suo corpo era esaltante.
Sapeva che non avrebbe dovuto fare certi pensieri rivolti al fratello ma almeno
poteva essere sincero con sé stesso. – Non dopo quello che hai fatto… -
- Perché? Che ho fatto? -
- Hai picchiato Lukas -
- E lui ha picchiato me – ribattè Nathan di malumore –
Perché devi sempre difenderlo? -
- Nathan, hai cominciato tu! -
Nathan sbuffò: - Che diavolo ha Lukas più di me? –
- Intanto è una persona gentile e dolce… - Harry arrossì sotto
lo sguardo inceneritore di Nathan – E… non chiedermelo se non vuoi saperlo! Ti
comporti come se fossi geloso! -
- Forse dovrei ricordarti a chi appartengono quelle belle
labbra… - sussurrò suadente Nathan, avvicinandosi a Harry.
Harry cercò di divincolarsi: - Queste belle labbra
sono mie, grazie, non hai nessun diritto di… - la sua protesta si spense
bruscamente e quello che Harry mandò fu un prolungato gemito quando Nathan si
chinò a baciargli il collo, proprio dove qualche ora prima le sue stesse labbra
avevano lambito quel pezzo di morbida pelle tanto da lasciare un succhiotto
vistoso.
- Nathan… -
Aveva il fratello praticamente addosso e le sue mani gli
stavano slacciando la felpa, sapeva che era sbagliato ma che diavolo… Nathan, continua!
Gridava una parte del suo corpo che il cervello non riusciva a gestire bene…
Si lasciò scivolare lungo la portiera mentre Nathan lo
faceva sdraiare sotto di sé e gli infilava le mani sotto la maglietta,
accarezzandogli la pelle morbida e calda del torace mentre le sue labbra
rimasero ben attaccate al suo collo. Nathan non si vergognava affatto della sua
eccitazione e del desiderio di avere sotto le mani il corpo arrendevole e caldo
del fratello e se solo il viaggio in macchina fosse più lungo molto
probabilmente avrebbe assaporato qualcosa di più che una strusciatina contro il
fratello.
Quando Harry mugolò ancora, reclamando di cancellare quel
suono estremamente eccitante dalla sua bocca, Nathan staccò le sue labbra dal
collo del ragazzo per posarle su quelle di Harry, baciandolo profondamente.
In un attimo il residuo di buone intenzioni di
Nathan scomparirono improvvisamente, risucchiate dal desiderio che provava per
il fratellastro. No, la pelle di Harry aveva un profumo troppo inebriante per
essere lasciata senza essere baciata prima, il suo corpo si muoveva troppo
sensualmente sotto di lui per non essere accarezzato in ogni centimetro… al
diavolo il tragitto… lui voleva suo fratello!
È sbagliato non gli passò nemmeno per un istante
per la testa, la lingua di Harry gli stava cancellando completamente la
ragione, annebbiandogli il giudizio.
Come diavolo faceva ad essere così tentatore?
Al diavolo tutto!
Non era per niente importante se qualcuno li avesse
scoperti se l’autista, nell’aprire loro la porta, li avesse scoperti così, non
importava niente se non avere Harry lì, in quel momento preciso.
Chi se ne frega.
Era solo colpa di Harry, delle sue mani fredde sotto la
maglia che gli toccavano bramosamente il petto e il suo tocco risultava persino
adorabile quando le dita sfioravano i colpi subiti da Lukas, era colpa di Harry
che saccheggiava la sua con la sua meravigliosa lingua, era colpa sua… solo
sua…
Le mani di Nathan scesero dal torace dell’altro fino ai
suoi pantaloni, gli slacciarono febbrilmente la fibbia della cintura senza che
altro opponesse resistenza o dicesse altro ma proprio mentre Nathan s’ingegnava
per slacciargli i jeans senza guardare che facevano le sue mani, l’auto si
fermò.
Si staccarono immediatamente, complice una brusca frenata
e cercarono di riassestarsi come potevano i vestiti e i capelli – nel caso di
Harry un tentativo completamente inutile – e proprio mentre Harry si
riallacciava i pantaloni, l’autista aprì loro la porta.
Harry schizzò fuori raccogliendo il suo borsone, Nathan lo
seguì subito dopo, frustrato e irritato.
- Dove pensi di scappare? – gli sussurrò all’orecchio
mentre entravano a casa.
- Nathan, credo che dovremmo finire qui – rispose Harry in
un sussurro roco ma perfettamente udibile dall’altro. Nathan gli passò un
braccio attorno alla vita, attirandolo a sé – Credi che sia una soluzione? Per
quanto ne so, incrementerebbe ancora di più quello che proviamo l’uno per
l’altro -
Harry lo fissò negli occhi: - E cosa proviamo? –
Nathan ricambiò lo sguardo e si prese qualche secondo per
rispondere, ma, come per coronare quella meravigliosa giornata di interruzioni
– tre in un giorno, eccezionale record! -, la voce del nonno rimbombò da sopra
le scale: - Nathan? – sollevando gli occhi, i due videro l’anziano accanto alle
scale, vestito con un’elegante vestaglia scura, a fissarli male. Le rughe di
espressione erano particolarmente marcare e gli occhiali da lettura gli
fornivano un cipiglio corrucciato. Non sembrava di buon umore, per niente e
Harry si scostò istintivamente dalla presa di Nathan, credendo fosse quello il
motivo di tanta rabbia repressa.
- Nonno? – rispose a tono Nathan. Prima Lukas, poi
l’autista, ora il nonno ci si metteva?
- Dobbiamo parlare, Nathan – disse pacatamente il nonno –
Vieni nel mio ufficio – e sparì oltre le scale, andando ad aspettare il nipote.
- Credi che… - cominciò Harry atterrito.
- E’ venuto a sapere del litigio con Lukas… - grugnì
Nathan, salendo le scale, seguito da Harry. Il cuore di entrambi prese un
battito più regolare, stabilizzandosi. Harry gli augurò buonanotte e quasi
corse nella sua stanza prima che il fratellastro gli rispondesse o ci provasse
ancora con lui. Si chiuse dentro, gettando scompostamente il borsone in un
angolo e buttandosi a peso morto sul letto, a faccia in giù.
Sospirò contro le coperte, sollevò il viso e guardò la
finestra. Era illuminato dalla luce notturna del lampione a pochi metri dalla
sua finestra, guardando fuori si scorgeva solamente un cielo terso che
presagiva che l’indomani sarebbe stato un giorno luminoso. Sospirò ancora.
Chissà che stava succedendo a Hogwarts…
Chissà se Hermione aveva messo in moto il suo speciale
piano… chissà che avrebbe detto Malfoy…
Malfoy…
Che strano… pensare a lui gli faceva venire sempre uno
stormo di farfalle in pancia…
O forse era la fame, chissà…
Decise di cambiarsi velocemente, sentendosi stanchissimo,
e coricarsi. Appena fu sotto le coperte, lanciò un’occhiata alle cifre
fosforescenti della radio sveglia: era l’una. Nel guardare l’orario lo sguardo
si focalizzò sulla fotografia dei genitori che da cinque anni a quella parte
era sempre fissa sul suo comodino, che fosse quello della sua stanza dai
Dursley o del dormitorio Gryffindor… focalizzò la sua attenzione sulla foto
mobile del padre, sul suo sorriso raggiante.
Papà, che avresti pensato di Nathan?
O forse lui lo sapeva già…
Papà che avresti pensato di me e Nathan?
Decise di non pensarci, lanciò un’occhiata di sfuggita
alla figura della madre, coperta completamente dalla cravatta di Gryffindor che
aveva apposta applicato sopra la fotografia per coprire la foto della donna.
Mamma… il tuo segreto… sta rischiando di diventare
anche un MIO segreto…
Chiuse gli occhi per la stanchezza pensando agli ultimi
avvenimenti. Li aprì di scatto quando sentì la porta aprirsi e chiudersi con
leggerezza, scattò subito a sedere: - Nathan? – pronunciò il nome dell’altro
con un lieve accenno di titubanza. Oddio, non vorrà continuare a…
Ma, quando Nathan si avvicinò al letto di Harry e mise il suo
viso alla luce, in modo che possa essere illuminato e scrutato dagli occhi di
Harry, si notò subito che le sue intenzioni era tutt’altro che fare ‘qualcosa’.
Doveva aver litigato fino a quel momento con il nonno, non aveva,
evidentemente, nemmeno messo piede nella sua stanza, forse aveva lasciato il
borsone nell’ufficio di Whilher, ma non si era nemmeno cambiato.
- Che c’è? – domandò con tono più pacato Harry.
Nathan non rispose, si perse qualche istante a fissare la
porta di fronte a sé, poi spostò lo sguardo sul fratello.
- Posso dormire qui? – domandò con voce piccola. Che
strano tono di voce per una persona così arrogante, così abituata a pretendere
più che chiedere…
Forse fu quel tono che convinse Harry, forse furono gli
occhi di Nathan che lo spinsero ad annuire, forse fu la strana emozione del
quale si era riempito il petto mentre lo osservava che lo portò a spostarsi a
lato e scostare le coperte.
Nathan sorrise leggermente, un breve sorriso, e poi si
chinò a togliersi le scarpe e la felpa, Harry gli fece cenno di prendere
qualcosa sulla scrivania, dov’era posata una pila di vestiti puliti lasciati da
Abby per prendere qualcosa di comodo per la notte.
Harry, confuso dal turbine che sentiva dentro di sé, si
coricò di nuovo a letto, girandosi dalla parte della finestra, cercando di
perdersi nel riverbero opaco, cercò di non pensare che Nathan si stava
spogliando per vestirsi con i suoi indumenti, e quando il fratello s’infilò
sotto le coperte accanto a lui, rimase fermo.
Trascorsero qualche secondo così, in silenzio, Harry di
spalle e Nathan supino, ad ascoltare l’uno il respiro dell’altro.
Il letto li ospitava comodamente entrambi ma era scontato
che i loro corpi si toccassero eppure non c’era nessuna tensione tra di loro.
- Avete litigato? – ruppe il silenzio Harry.
- Sì – rispose laconico l’altro.
- Perché ti sei picchiato con Lukas, vero? -
- Già -
Quel tono rassegnato non era da lui, non era da Nathan e
Harry si sentì in dovere di chiedere: - Va tutto bene? –
- Mio nonno ha tirato fuori mio padre – ah, ecco perché
era così di cattivo umore. Harry aspettò che Nathan spiegasse qualcosa di più
ma il fratellastro rimase in silenzio.
Poi, Nathan gli si fece vicino e gli passò un braccio
attorno alla vita, così, innocentemente, forse in cerca di contatto, di calore,
di conforto. Harry si mosse a disagio e i suoi piedi urtarono quelli di Nathan,
si fermò, irrequieto per poi mandare al diavolo la sua stupidità. Intrecciò le
sue gambe con quelle di Nathan, spingendo la schiena contro il petto
dell’altro, avvicinandoglisi.
E ascoltò il respiro di Nathan sul suo collo divenire
regolare quasi subito.
Continua…
Mistress Lay
Notes: ringrazio come sempre Elecam che mi ha dato
una manina a non impantanarmi in questo cap! XD Grazie, tesoro! Ehi, voglio sapere
che ne pensi…! XD
Ah, da oggi in poi i cap saranno più lunghi e più
frequenti, in modo da finire questa fic in tempi brevi…
Certo che ormai state adorando Nat… che dite, metto su un
fan club? XD
Ah, dal momento che questa fic è nata un po’ così, per aria,
se avete qualche preferenza, ditemelo pure, potrei anche esaudire qualche
desiderio! XD
Grazie a Mimi88, Kira (questo è un problema
anche per me, sai? XD), Moony*, Duda, haley, millie,
Fan-chan (ti prenderà sulla parola! XD), manato, Wichita Kid,
ragazza interrotta (grazie, troppo onore! XD), evanescense88, aryVano90’
(se ti fa piacere… XD chissà…), panuela, verity, Michelle
Malfoy (anche a te sta cominciando a piacere Nat? Accidenti, qui ci scappa
un fan-club! XD), kandra (oh sì, di scazzottate ne vedremo, un assaggio
già qui! ^.- Io ODIO Ginny! -.-), NamiTheNavigator, sara, Nal
(credo che ci sia la luna piena… no, dai, tornerà prima o poi! XD e poi Tree
hill si sta dimostrando più interessante di quanto sembri! XD), zafirya
(eh sì… abbassarsi a baciare la piattola… bleah… -.-), Jelly Shy.
Blaise a Blaise (Scribacchiato in un foglio di pergamena)
‘Io lo sapevo. Io lo sapevo.
Non ha importanza chiedersi come lo sapevo.
Forse è frutto della giustizia nel mondo che stabilisce:
nessuno deve essere troppo fortunato.
Io sono fortunato.
Sono ricco, bello, intelligente, Slytherin, Purosangue…
sono cose che rimangono queste, nei secoli dei secoli, una specie di patrimonio
genetico che so che avranno anche i miei figli e i figli dei miei figli.
Insomma, sono una persona di classe, poche storie, poca modestia,
tutta verità.
Però io lo sapevo.
Sapevo che la mia amicizia secolare con Draco Malfoy,
prima o poi, mi avrebbe portato – e passatemi la parola – sfiga! Lo sapevo!
Non si può essere sempre perfetti!
Non potevo passarla liscia ogni volta perché Draco Malfoy
era dalla mia parte – Draco Malfoy il terrore dei primini, il bellissimo
principe di ghiaccio, il Caposcuola crudele –…
Lo sapevo!
Sapevo che sarebbe venuto il giorno nel quale l’amicizia
con Draco non mi avrebbe fruttato onore, rispetto e potere ma una montagna di
sfortuna.
Ed è arrivato quel giorno.
Come posso convincere la Zannuta, quella alla quale ho
detto di tutto durante sei anni, a farmi un piccolo favore?
Peggio di così come può andare?’
Hermione a Harry
‘Harry… missione compiuta.
La tua lettera era perfetta, Malfoy ha abboccato! Una
scena da non perdere!
Eravamo nell’ora di erbologia e quando ha sentito che tu
ti sei innamorato… ha tagliato le radici della sua pianta con una tale violenza
da far tremare il tavolo!
Ora aspetto una contromossa…
Comunque… la reazione di Malfoy non ti fa pensare che ci
sia qualcosa sotto?
Hermione
p.s. Ron è un po’ arrabbiato con te… dagli tempo.’
Draco a Harry (Da un foglio strappato di pergamena – Mai
inviata)
‘Potter. Tu sei morto.
Come ti sei permesso di innamorarti? Sai che cosa
significa la parola ‘innamorarsi’?
Intanto è una parola priva di senso!
Punto secondo tu NON ti puoi innamorare!
Punto terzo: L’HAI BACIATO?
Capisco che ti senti solo, povero piccolo San Potter, ma
dovevi proprio andare con il primo essere umano che respira provvisto di una
bocca e due gambe? Mi aspettavo che tu avessi un po’ più di riguardo, un po’
più di classe!
Certo, hai perso molti punti con la Piattola Weasley, ma
si capisce, d’estate ti sei sentito solo e la Weasley era l’unica quasi-essere
umano che respira provvista di una bocca, una lingua e un paio di gambe!
Scommetto che saresti caduto anche nella rete della Mezzosangue se solo non
avesse avuto quei due dentoni da castoro che si ritrova!
Dopotutto è un quasi-essere umano anche lei, respira –
purtroppo -, ha una lingua – che usa sempre per mettersi in mostra – e due
gambe… ma con i denti che si ritrova è un po’ difficile limonare con lei… in
questo hai tutta la mia comprensione!
Certo, c’è anche la Babbanofila Banda Babbuinosa
dell’intera Famiglia di spiantati-Weasley.
Al solo pensiero delle loro lingue rabbrividisco!
Potter, non hai un minimo di decenza?
E poi… INNAMORARSI!
Ah!
Sei il solito Sentimentale Sdolcinato Smorfioso San
Potter!
Dovevi proprio… innamorarti????
Ma al di là di questa tua parola dislessica – lo so che
non sapevi esprimerti, quindi hai usato la prima Svenevole Stucchevole
Stomachevole parola che il tuo Stupido Sentimentale Cuore Gryffindor ti ha
suggerito – come fai a baciare il primo venuto? E che significa che ‘bacia da
Dio’?
Razza di Scemo Gryffindor!
So che le tue esperienze non sono molto decenti…
Dovresti baciare ME!
IO sì che bacio da Dio!
Stupido!
Per tua informazione io sono un PERFETTO esemplare di
ESSERE UMANO, respiro e non inquino, ho una bocca ECCEZIONALE, ho una lingua
FANTASTICA e un paio di gambe MOLTO COMODE! (e tu ci puoi stare in mezzo se
vuoi!)
Volevo solo avvertirti di questo!
e… Potter, SEI MORTO!’
Harry a Hermione
‘Ah… non ho ben capito che cosa intenti per qualcosa
ma sono lieto che tu ti sia divertita ai danni di quell’idiota di Malfoy!
Ehm… che cosa intendi per contromossa?
E, volevo chiederti se fosse un po’ arrabbiato poi, dopo
aver letto la lettera intendo.
Intendo dire se ha avuto una qualche reazione o strano
comportamento perché, non perché mi interessi, ma perché è solo per curiosità,
per immaginarmi la scena, intendo. Qui a Tree Hill sta andando tutto come non
dovrebbe andare.
Nathan è un pazzo.
Io sono un cretino.
Hermione… credo di essere un po’ confuso al momento.
Voglio dire, so che Nathan è un ragazzo ed è carino,
intendo un ragazzo carino, ed è mio fratello, è carino ma è mio fratello. È
un ragazzo carino che è mio fratello. Lo so, lo so bene, benissimo, stampato
bene in testa. Solo che… non che abbia dubbi sul fatto che Nathan è mio
fratello, perché, come vedi, lo so. Solo che… è… strano. Non il fatto che sia
mio fratello ma piuttosto perché è carino.
Non che intenda che non debba essere carino, ognuno è libero
di essere carino quanto vuole.
Intendo dire che è carino.
E questo non lo dovrei pensare.
Perché è mio fratello e questo non lo dimentico.
Hermione… sono PROPRIO confuso.
e… le cose possono anche andare peggio di così.
Stanotte ho dormito con lui, ad esempio.
Non dormito nel senso che ho dormito con lui. Nel senso
che ho dormito con lui dormendo e dormiente.
Cioè, intendo dire che eravamo entrambi a letto, nello
stesso letto, a dormire. Ma abbiamo solo dormito, davvero!
Ma non è preoccupante il fatto che abbiamo dormito
assieme, quanto più quello che Nathan voleva fare prima di dormire. Non a
letto. In macchina. Perché… perché… è successo che Nathan ci ha provato ma non
è successo nulla.
È mio fratello, lo so, ‘Mione.
Io… aspetto la tua risposta impaziente.
Harry
p.s. Ron è arrabbiato con me?’
Harry a Draco (Scribacchiata in un foglio di quaderno –
Mai inviata)
‘Malfoy. Sei un idiota.
Hai baciato Ginny. Sei completamente scemo.
Io sto molto meglio senza di te.
Davvero.
Infatti non ti penso mai, se non per compatirti.
Non mi credi?
Non ci credo nemmeno io’
Ron a Harry (Da un foglio di pergamena stropicciato – Mai
inviata)
‘ Le Pietre di Luna
Le pietre di Luna si trovano in luoghi impervi e spesso sopra
le cime delle alte montagne, infatti le alte quote sono spes-
VAI AL DIAVOLO!
Non te ne frega proprio un bel niente di me?
Te ne vai, fai i tuoi porci comodi, non torni neanche che
sei più famoso di quando sei partito!
Idiota!’
Blaise a Blaise (Continuazione)
‘Mi stava guardando, l’ho vista, non sono cieco. Mi stava
guardando mentre sorseggiava il suo caffè. Mi ha lanciato un’occhiata da sopra
la Gazzetta.
Come mai ho l’impressione che sappia qualcosa?
È anche vero che Draco questa mattina mi sembra più
minaccioso del solito.
Perché Draco deve essere così terrorizzante?’
Ginny a Draco
‘Caro Mio Draco,
ho pensato molto a te in questi ultimi giorni… credimi,
sei stato al centro dei miei pensieri e dei miei sogni.
Sì, ti ho anche sognato.
Vorrei tanto baciarti ancora e ancora.
Vorrei tanto stringerti a me.
Vorrei tanto essere tua.
E perché no, anche avere la tua fama e ricchezza
Ti penso ogni minuto della giornata, perché mi ignori?
Sei stato tu a baciarmi, mio amato draco.
Aspetto una tua risposta.
Con amore,
Ginny’
SECOND PART –DURING THE LESSONS
Lukas a Harry (In un bigliettino)
Harry, va tutto bene? Ti vedo un po’ giù
Harry a Lukas (In risposta)
Non preoccuparti, è solo la storia che è soporifera…
piuttosto tu, come stai?
Passato il dolore?
L: Come no, sono pieno di lividi… sicuro che non conosci
una magia curativa?
H: Sai che non posso… ma che hanno detto i tuoi?
L: Il solito, non approvano che le prenda da Nathan
H: Nathan è stato ripreso da Whilher
L: Il nonno è sempre stato un po’ burbero
H: Mi sembra che sia stato molto legato a Dan
L: Lo amava tantissimo. Nathan ha sempre passato molto più
tempo con suo nonno che con lo zio. Zio Dan ha sempre desiderato che Nat avesse
qualche tratto nell’aspetto di Lily, tua madre ma Nat è sempre stata la copia
di suo padre.
A proposito, ti sta guardando adesso, molto male
Hermione a Ron (In un bigliettino)
Ron! Smettila di fare versi sconci a Lavanda! Non vedi che
sta chiacchierando con Calì? Segui la lezione e stai attento!
Ron a Hermione (In risposta)
Fatti gli affari tuoi!
He: Ron, storia è molto importante per i MAGO, come devo
fartelo capire?
R: E allora prendi appunti e stai zitta!
He: Si può sapere che ti ho fatto? Non mi parli più da
giorni! Guarda che Crosta è Minus e comunque se Grattastinchi l’avesse mangiato
io ne sarei stata felice!
R: Non fare la spiritosa. E comunque… ma me lo chiedi?
Sono giorni che non fai altro che essere inseguita dai gufi ovunque tu vada! Harry
ti sta raccontando tutti i dettagli piccanti della sua nuova fiamma?
He: Non essere infantile, Ron. So che sei deluso che tra
Ginny e Harry non ha funzionato ma… non puoi costringerli a stare assieme!
E comunque tu non parlare di essere distante! Non fai
altro che infrattarti con Lavanda in ogni angolo della scuola!
R: Harry è un idiota!
He: Si può sapere che hai contro di lui? Ieri mi ha
chiesto come mai sei arrabbiato con lui…
R: Ah, lui TI HA CHIESTO? E da quando gliene importa
qualcosa?
He: Anche se è in America le cose non sono cambiate
R: Lasciami in pace, Hermione. Torna a fare la so-tutto-io
Draco a Blaise (In un bigliettino)
Ho poca pazienza, lo sai
Blaise a Draco (In risposta)
La smetti di assillarmi??? Sto pensando ad un piano! E poi
perché non glielo puoi chiedere tu?
D: Blaise, ti fumi le cipolline della Lovegood?
Se ti fosse sfuggito il particolare che io e la
Mezzosangue siamo due specie diverse forse non ti porresti il problema!
B: E io, allora? Guarda che la Granger odia me quanto te!
D: HAI VISTO? L’hai chiamata GRANGER! Questo prova che non
c’è l’odio sviscerale che c’è tra me e la Mezzosangue (io la chiamo così,
vedi?) Ora sbrigati a farti dare l’indirizzo di Potter! Torturale il gatto,
seviziale le bambole, brucia i suoi libri, stirale i capelli, fai il suo
schiavetto per una settimana… non m’importa come, ma FATTI DARE QUELL’INDIRIZZO
ENTRO OGGI!
B: Non sei un po’ fissato, Draco?
D: Io? Ti sembro fissato, IO?
B: Sì. sei un po’ fissato con Potter.
A che ti serve il suo indirizzo, poi? Se vuoi mandargli
una strillettera, basta che dici al tuo gufo di recapitargliela… sai che non
serve l’indirizzo, no? O la tua mania per Potter ti ha fatto dimenticare anche
questo?
D: IO NON SONO FISSATO CON POTTER!
E COSA CI FACCIO CON L’INDIRIZZO DI QUEL DISASTRO DI
GRYFFINDOR NON TE NE DEVE FREGARE NIENTE!
Nathan a Harry (In un bigliettino)
Stasera alle 18. negli spogliatoi
Blaise a Hermione (In un bigliettino)
Ciao
Hermione a Blaise (In risposta)
Ciao
B: Non ci siamo mai parlati civilmente però credo che sia
ora di smetterla di fare i bambini e cominciare a crescere. Quindi, per tutto,
mi dispiace per tutto quello che ti ho detto in questi anni, Granger
He: Conosco gli Slytherin, Zabini. Dimmi che cosa vuoi
B: Non voglio niente, solo, fare amicizia
He: Come no. Così, improvvisamente
B: A volte le persone cambiano. Pensavo che fosse un po’
più aperta, Granger
He:Ti concederò il beneficio del dubbio, Zabini
B: Che grande onore. Visto che ora mi hai perdonato non ti
dispiacerebbe farmi un favore?
He: Come volevasi dimostrare. Dimmi, sentiamo che vuoi
Draco a Blaise (In un bigliettino)
Non fare mosse idiote
Blaise a Draco (In risposta)
Che vuoi dire?
D: Mi ti devo proprio dire tutto io?
Balise, non puoi chiedere subito alla Mezzosangue
l’indirizzo di Potter! Prima fattela amica e poi chiediglielo! Altrimenti non
te lo darà!
B: Sei tu a dire che lo volevi entro oggi!
D: Si chiama diplomazia, Blaise. Integra questa parola nel
tuo vocabolario e imparala a memoria!
Ascolta, visto che ho pietà di te, ti dirò cosa devi fare:
per prima cosa chiedi alla Mezzosangue di studiare assieme in biblioteca perché
sei un schiappa di Storia della magia. Poi, portati un Veritaserum. Te lo
procuro io
B: …
Blaise a Hermione (In un bigliettino)
Avrei bisogno del tuo aiuto in Storia della Magia
Lavanda a Ron (In un bigliettino)
Ronnino, tesoruccio mio… ma Hermione si sta scambiando i
bigliettini con Zabini?
Ron a Lavanda (In risposta)
Figurarsi!
Pansy a Blaise (In un bigliettino)
Sei malato, Blasie? Che cosa stai facendo con la
Mezzosangue?
Harry a Nathan (In un bigliettino)
Mi lasci un po’ in pace? Dobbiamo smetterla di… di… fare
quello che facciamo!
Nathan a Harry (In
risposta)
Non eri molto contrario, mi sembra
H: Nathan. Dobbiamo finirla
N: Tu ci credi almeno un po’?
H: No, ma voglio crederci
Hermione a Blaise (In un bigliettino)
Dopopranzo in Biblioteca
Blaise a Draco (In un bigliettino)
Soddisfatto?
Draco a Blaise (In risposta)
Era ora
B: Draco, te lo devo dire. Tu NON sei fissato con Potter.
Tu ti sei innamorato
D: COME TI VENGONO IN MENTE CERTE COSE?
B: Guardandoti
Nathan a Harry (In un bigliettino)
Stasera alle 18, negli spogliatoi comunque
Draco a Blaise (In un bigliettino)
Io e Potter… pff! Figuriamoci!
MEDLEY PART – LETTERS FROM YOURSELVES
Blaise a Blaise (Nel solito foglio di pergamena)
‘Come se nonlo
avessi capito. A volte Draco proprio non riesce a ricordarsi che io sono la
persona che lo conosce meglio al mondo.
C’era già qualche sospetto era veramente troppo
ossessionato da Potter!
In genere, quando si hanno manie del genere, o si è pronti
per il reparto Lungodegenti del San Mungo o si è come la Lovegood o si è
innamorati. Forse Draco prima era davvero pronto per il San
Mungo, ma all’inizio di quest’anno le cose sono peggiorate tanto da farmi
credere che il mio migliore amico abbia qualche possibilità di diventare
svanito un sottaceto come la Lovegood.
Dopo che ha baciato Ginny Weasley, poi!
Beh, comunque spero davvero che Draco sia innamorato di
Potter, altrimenti mi sotterrerò sotto due metri di terra per quello che ho
appena fatto per lui.
Un invito in biblioteca alla Granger!
Sapevo che l’amicizia con Draco mi avrebbe portato una
montagna di guai… lo sapevo’
Hermione a Hermione (Nel suo diario)
‘Non credevo che Malfoy fosse così codardo da non farsi
avanti. Invece ha mandato al suo posto il suo tirapiedi intelligente, Blaise
Zabini in persona!
Comunque oggi andrò al suo appuntamento in biblioteca,
almeno ho scelto un luogo pubblico, certamente dopopranzo ci sarà qualcuno, non
molte persone, ma ci sarà qualcuno.
Vorrei soltanto che Ron la smettesse di comportarsi così
come si comporta.
Non fa altro che stare con quella sanguisuga di Lavanda!
Almeno mi sono presa un rivincita con Cormac, certo che
però i maschi sono tutti uguali! Perché il loro UNICO argomento di
conversazione deve essere il Quidditch?
Sono tutti uguali!
Parlo con Cormac e o cerca di baciarmi oppure comincia ad
atteggiarsi da gran portiere con le sue magnifiche parate!
Parlo con Dean e non fa che dire che ordire piani per non
incontrarsi con Ginny negli spogliatoi.
Parlare con Ron è impossibile, in questo periodo, - visto
che sta sempre con la bocca appiccicata a quella di Lavanda – ma se ci PARLASSI
non farebbe altro che lamentarsi della partita di Quidditch disastrosa contro
gli Slytherin.
Non invidio Harry, la situazione che mi ha descritto è
quanto di più strano e confuso che ci possa essere al mondo.
Quasi quasi mi chiedo se davvero Harry non porti qualche
gene di sfiga nelle vene… altro che complesso dell’eroe con Voldemort!
Questa situazione fratello-fratello è troppo strana.
Almeno strana quanto quella Malfoy-Potter.
Oggi Malfoy mi ha guardato con un tale odio da farmi quasi
imbarazzare.
Neanche lo avessi messo in imbarazzo trasfigurandolo
improvvisamente in un furetto nel bel mezzo della Sala Grande!
Questo mi fa intuire che tra lui e Harry potrebbe esserci
qualcosa di più.
Harry, ingenuo come sempre, non ci crede.
Oh, Harry, se fossi rimasto qui a Hogwarts invece di
andare a Tree Hill ti saresti accorto che Malfoy è diventata la tua ossessione?
Ammetto di essere molto curiosa di vedere com’è fatto
questo fantomatico Nathan. Mi ha proprio incuriosito la storia della
‘macchina’.
È anche vero che, dal momento che non è successo niente a
letto, forse qualcosa di è smosso. Ma da un’altra parte.
Chissà quando Harry si accorgerà che è un passo per
accettare che Nathan non è un ‘ragazzo carino’ ma è suo fratello.
Basta per oggi, devo andare in biblioteca da Blaise.
Chissà che vuole veramente…’
Nathan a Nathan (In un pezzo di carta strappato e
accartocciato)
‘Chi avrebbe mai pensato ad una cosa del genere?
Questa mattina mio fratello era con me, mi dava le spalle
e teneva la schiena premuta contro il mio petto, era così dolce
nell'espressione del viso che h avuto quasi paura che quando Harry si fosse
svegliato quella piega del viso così beata, così pura, così... tenera, se ne
fosse andata, sostituita dal sospetto e dall'antipatia che prova per me.
Il viso di Harry era così perfettamente calmo e dolce che
qualsiasi cosa avrebbe potuto frantumare quella purezza.
Perchè siamo fratelli?
Già… perché siamo fratelli?
Perché ci deve unire qualcosa di più solido di un
sentimento condiviso? Perché deve proprio unire il vincolo del sangue?
Perché?
Se solo non fossimo fratelli…’
THIRD PART – CROSS-LETTERS (LITTLE PROBLEMS)
Draco a Ginny
‘Te lo dico una volta per tutte e stampatelo bene in testa
a caratteri cubitali con lettere infuocate: MI FAI SCHIFO.
Smettila di scrivermi, di pensarmi, di sognarmi.
La tua stramaledetta lettera era così zuppa di profumo
vomitevole che ha inondato tutta la mia stanza e i tuoi stramaledetti cuoricini
mi hanno fatto incrociare gli occhi. Perciò smettila di scrivermi.
Non rivolgermi la parola, io ho ancora un onore e rispetto,
non mi abbasso con FECCIA del genere.
Torna a tessere le tue fiabe infantili con lana e filo,
magari qualche idiota ti filerà, e allora spillagli qualche soldo in
tranquillità.
Sai fare evidentemente un’unica cosa. Sfruttala ma non
con me’
Draco a Blaise (promemoria)
‘Se sbagli qualcosa ti farò scordare cos’è il bello della
vita.
Sono stato chiaro?’
Hermione a Harry
‘So che avrei dovuto risponderti prima ma ho avuto un
piccolo contrattempo. Il contrattempo si chiama Blaise Zabini.
Hai presente?
Slytherin, di colore, splendidi capelli neri, il
tirapiedi intelligente di Draco Malfoy?
Ecco, lui.
Durante la lezione di storia della magia mi ha chiesto
scusa per tutte le cattiverie che mi ha detto e non detto, lo so che cosa stai
pensando, come posso io credergli… infatti non gli credo, solo, ho finto di
abboccare per vedere che cosa voleva realmente da me.
Mi ha chiesto un aiuto in storia della magia. È risaputo
che NESSUNO studia storia della magia a parte me, quindi era ovvio che fosse
una scusa, l’ho guardato con la coda dell’occhio e l’ho visto scambiarsi
bigliettini con Malfoy, quindi era OVVIO che in realtà era tutta una scusa e
Malfoy aveva mandato avanti Zabini per chiedermi qualcosa.
Fatto sta che si è presentato con una bottiglietta di
succo di zucca… come se fossi stata abbastanza stupida da non capire che lì
dentro c’era qualche strana pozione!
Comunque ho scambiato i nostri due bicchieri e lui ha
bevuto il suo veritaserum. Sì, proprio veritaserum.
Mentre gli facevo le domande e lui rispondeva, ho
incantato la mia penna per trascrivere parola per parola quello che ha detto.
Ti allego la copia.
B: Oh merda… ho…
He: Bevuto la pozione? Sì, e meno male che pensato fu fossi
il tirapiedi intelligente di Malfoy (sospiro) Cominciamo con le domande
B: COSA? NON HO INTENZIONE DI…
Mma Prince: Shhhh!
He: Visto? Prima domanda, assodiamo che questo
veritaserum sia proprio veritaserum. Sei Blaise Zabini?
B: …
He: Rispondimi. O ti caccerai in un mucchio di guai. Sono
un caposcuola, vorrei ricordarti
B: (sussurrando) Lo sapevo che prima o poi Draco mi
avrebbe portato una montagna di sfortuna
He: Zabini, forse, preso dalla piega inaspettata e
disastrosa che ha preso il tuo sordido e catastrofico piano non ti sei reso
conto che non puoi muoverti da quella sedia
B: Dannata Mezzosangue! (rumori di fondo) Liberami
subito!
He: Dipende da te. Rispondi alla domanda. Sei Blaise
Zabini?
B: (ringhiando) Sì
He: Sei uno Slytherin?
B: Sì
He: Bene, prova del 9 superata. Ora… chi ti ha dato la
pozione?
B: …
He: Zabini… dormire su una sedia per il resto dei tuoi
giorni non è molto comodo, sai?
B: Draco
He:
Malfoy? Chissà come mai non sono sorpresa…
B: Tzè
He: Come l’ha avuta? L’ha fatta lui?
B: L’ha rubata dalla riserva personale di Snape
He: Immaginavo…
B: Perché devi farmi domande del genere quando conosci
già le risposte?
He: Volevi davvero deporre l’ascia di guerra o era solo
un modo per ottenere qualcosa da me?
B: secondo te, miss Perspicacia?
He: Hai ragione, domanda superflua. Comunque, che cosa
volevi ottenere da me? quale informazione? O meglio, quale informazione voleva
ottenere da me il tuo coraggiosissimo compare Malfoy?
B: Siamo Slytherin, mica Gryffindor
He: Rispondi alla domanda, Zabini
B: Va bene! VA BENE! (sospiro) Volevamo un’informazione
su Potter
He: Su
Harry? Quale?
B: Mi vuoi morto?
He: Ti sorprenderebbe se ti dicessi di sì?
B: …
He: Chi ti dovrebbe uccidere? Io? Harry?
B: … Draco
He: Malfoy… e perché?
B: perché… che ne so?! Perché sarà furioso con me!
He: Ok, ok, va bene. Che cosa vuole sapere su Harry?
B: (rumore di sedia che si muove) Il suo indirizzo in
America
He: Ah… (attimo di silenzio) Per farsene cosa?
B: Che ne so?!
He: Sì che lo sai, altrimenti non gli faresti questo favore
B: Senti, non lo so, sul serio! Sono sotto veritaserum,
Mezzosangue!
He: Malfoy è innamorato di Harry?
B: …
He: (sbuffo) Non farmi ripetere le solite minacce, ogni
volta. Forse a voi Slytherin questa faccenda delle continue minacce e
denigrazioni può essere un toccasana per il vostro orgoglio malato e la vostra
spropositata boria ma io non ho tempo da perdere…
B: (rumore di sedia che si muove) Sì
He: Sì, cosa? Sì gli Slytherin sono…
B: Sì, Draco è cotto di Potter! (sbuffo)
He: Ah…
B: Oh, avanti, adesso non dirmi che sapevi ANCHE questo!
He: Ti farebbe stare meglio se ti dicessi di no?
B: Sei insopportabilmente perfetta, Mezzosangue (rumore
di sedia) Oh, Salazar! Che sto…
He: Fa piacere sapere certe cose, Zabini
B: (rumore di sedia) E’… oh, ma stai zitta! Ora che sai
tutto, perché non mi lasci andare? (rumore di sedia)
He: Liberacorpus
(rumore di sedia)
B: Era ora!
He: Aspetta! Dove vai?
B: A sotterrarmi da qualche parte, Granger! Quando Draco
verrà a sapere che cos’è successo non voglio essere nei paraggi!
He: Ti do l’indirizzo di Harry
(silenzio)
B: Come? Puoi ripetere?
He: Ti do l’indirizzo di Harry
B: … perché dovresti farlo?
He: Perché era questo lo scopo della lettera di Harry
B: come? Eh? Vuoi dire che… (silenzio) OOOHH… allora Draco non è… voglio
dire…
He: Sapevo che eri il tirapiedi di Malfoy più intelligente (rumore di
scribacchiare di carta) Tieni
B: Perché lo fai? Al di là di tutto… non sai nemmeno che cosa farà Draco…
He: Ragiona, Zabini. Se Malfoy avesse voluto fare un tiro
mancino a Harry avrebbe mandato una strillettera o qualcosa di stupido via
gufo, è noto a tutti che i gufi sono…
B: Risparmiami la spiegazione, Granger, l’ho chiesto anche
io a Draco
He: E che ha risposto?
B: Che non sono affari miei
He: Comunque l’unica cosa che Malfoy può fare con
l’indirizzo di Malfoy è solo una: andare da lui
(silenzio)
B: Come?
He: E noi andremo con lui
B: Tu sei completamente pazza’
Quindi, Harry, preparati!
Hermione, un bacio’
Harry a Hermione
‘Hermione, scusami, ma oggi è successo un casino.
Sembra che Whilher sia all’ospedale.
Mi dispiace ammetterlo, ma devo dire di essere felice di
aver saltato il confronto con Nathan negli spogliatoi, dove mi aveva dato
appuntamento.
Harry
p.s. Spero che tu non mi abbia ancora risposto alla
lettera, perché Edvige ha un’ala ferita e l’ho trovata con l’ala spezzata quasi
in mezzo alla strada. Nel caso avesse la tua lettera, potresti rispedirmela?
Purtroppo l’ha persa e io non sono riuscito a trovarla’
Remus J. Lupin al Preside Albus Dumbledore
‘Silente, mentre cercavo i documenti per la causa
contro Whilher ho trovato qualcosa di molto strano che peerò potrebbe farci
riavere Harry. Sempre che sia vero.
Parto per Tree Hill per sapere’
FOURTH
PART – CONCERT OF MINDS (THE PERFECT TEAM)
Dagli atti ufficiali della scuola
‘Prego giustificare il signor Draco Lucius Malfoy dalle
lezioni, causa un raro caso di varicella. Sarà esonerato dalle lezioni per una settimana,
ha il permesso di tornare a casa per cause mediche.
Professor Severus Snape, direttore della casa Slytherin
Madama Poppy Pomfrey, capo infermiera
Professoressa Minerva McGonagall, Vicepreside
Professore Albus Dumbledore, Preside’
‘Prego giustificare il signor Blaise Zabini e la
signorina Hermione Granger, causa varicella. Esonerati dalle lezioni per una
settimana, hanno il permesso di tornare a casa per non per cause mediche.
Professoressa Minerva McGonagall, Direttrice della casa
Gryffindor e vicepreside
Professor Severus Snape, direttore della casa Slytherin
Madama Poppy Pomfrey, capo infermiera
Professor Albus Dumbledore, Preside’
Hermione a Fred e George Weasley (in lettera)
‘Il vostro ultimo preparato è stato perfetto. Madama
Pomfrey mi ha diagnosticato la varicella e tutti i firmatari, la McGonagall e
il preside, hanno convenuto per il permesso di ritornare a casa. Tutto a posto,
grazie.
E grazie anche per le altri due dosi extra, sono
servite anche queste.
Hermione’
Draco a Blaise (in lettera)
‘Ti scrivo così non avrai la possibilità di fermarmi o
fare le tue solite domande idiote.
Grazie per il dolcetto che mi hai dato oggi per stare
male. La Pomfrey mi ha concesso di tornare a casa. Non è lì che andrò, ma a
Tree Hill, da Potter.
Prima che ti faccia venire strane idee in merito, ci
vado solo per sbeffeggiarlo un po’.
Sono annoiato.
Draco’
Blaise a Hermione (in un bigliettino)
‘Missione compiuta, Granger.
Esonerato dalle lezioni, Draco è partito, tutto ok.
Siamo una bella squadra, eh?
A dopo’
*
Lukas sospirò, era seduto su una panchina accanto al suo
campetto di basket, solo.
In mano teneva la lettera di Hermione a Harry.
Continua…
Mistress Lay
Notes: Eccoci qui… chissà che succederà! *.* Beh,
io non dico niente (anche perché le mie idee sono molto nebulose al merito…
XD)…scusatemi per il ritardo ma avevo
la ferma intenzione di scrivere un capitolo bello lungo lungo, solo che ho
perso un sacco di tempo a capire COME scriverlo. Così alla fine ho deciso di
tornare al Crossed Pov che chi mi conosce sa che apprezzo particolarmente! ^^
Inoltre questo metodo delle lettere-bigliettini-diario ho
scoperto essere molto ma molto interessante… XD Chissà che non ci ritorni su
poi in futuro… XD
Ringrazio doppiamente tutti gli ANGELI che mi hanno
spronato, talvolta con le minacce, talvolta con solo la loro presenza, a
scrivere in tempi brevi (beh, dai, più o meno! XD) questo capitolo!
Grascie! ^^
Grazie a chi legge e soprattutto chi trova persino tempo
per commentarmi! ^^
Moony* (Dici? XD Eheheh, non sai che verrà dopo… o
forse lo sai?! XD Mah…), Mimi88 (riferirò i tuoi incitamenti ai nostri
due contendenti! XD), Stè_Wormy (ma certo, non si deve mai sottovalutare
il carattere di Draco! XD), evanescence88, LadyDepp (onorata!), Fan-chan
(devi aspettare ancora un po’ ma come vedi le basi sono state ‘buttate’! XD), millie,
haley, James_Prongs (sai, il proverbio ‘tra i due litiganti…’
XD), Kira (è proprio quello che pensavo io! *.*), Resha (eheh,
vedrai! XD Grazie!), Wichita Kid, Streghetta Potterina, zafirya
(eheheh XD), elecam28 (uhmmm… stavo pensando alla TUA idea… chissà se se
ne farò qualcosina… XD), panuela (sai, lo stavo proprio pensando anche
io… e dire che io all’inizio ero scettica! O.o Invece Nat è stata proprio la
scelta migliore… XD Vedrai, quando arriverà il nostro caro Draco… XD), verity1987
(^//^ onoratissima! Rispondo ad entrambe le tue domande con un bel sì! XD
Dimmi che ne pensi!), kandra (sì sì, credo che alla fine ci sarà
QUALCOSINA! O.O), Nal (no no, lascia la fantasia libera di vagare! XD
Come vedi io ti ho esaudito! XD E per Lukas… ci sta tenendo in serbo qualche
sorpresina! XD), Shade_Scary (ma ciaooo! ^^ Mi sei mancata! *.* spero
che tutto sia sistemato e come sempre grazie! ^//^), yokochan, gokychan
(^//^ grazie!), fann1kaoryuki (tesoro, che bello vederti qui! *.* per
fortuna ho notato la tua recensione, altrimentilasciavo il cap appena postato senza una risposta alla tua fin
troppo lusinghiera recens! XD Tutto merito tuo! Grazie per aver ritrovato la
mia Ispirazione e avermela piazzata in testa! XD).
Capitolo 16 *** La Differenza tra Giusto e Sbagliato ***
OTHML
Capitolo Sedicesimo – La Differenza Tra
Giusto e Sbagliato
L'ospedale di Tree Hill era un normalissimo ospedale, non
c'era niente di diverso da tutti gli ospedali che Harry avesse mai visto, era un
ospedale-ospedale, insomma, niente di speciale. Cercò di evitare di ripetersi
quell'assurdo e inconcludente ritornello ancora una volta perchè ormai a furia
di ripeterlo gli stava salendo la depressione.
Cominciò a battere un piede per terra nervosamente,
attirando su di sè non pochi sguardi degli stressati e ansiosi famigliari e
amici di pazienti sotto i ferri che si trovavano nella sala d'aspetto, Harry
smise quindi il suo adorabile passatempo e cercò di pensare ad un modo più
silenzioso per scaricare la tensione, cominciò dunque a torcersi le mani.
Oh, Harry, non trovi sia un meraviglioso pomeriggio?
Guarda, il sole splende fuori e tu... sei rintanato in una satura sala
d'aspetto, seduto in una scomodissima sedia imbottita da almeno mezz'ora e stai
parlando con la tua coscienza per ingannare il tempo!
Harry appoggiò i gomiti sulle ginocchia, lisciandosi
distrattamente i pantaloni di jeans, pensando a cosa fare per ingannare il
tempo e nel frattempo, se possibile, non morire di noia.
Di fronte a lei una giovane ragazza con una minigonna e un
paio di stivali attirò la sua attenzione, non tanto perchè aveva le gambe
accavallate o perchè il suo lettore mp3 intratteneva TUTTA la sala d'aspetto
con la sua musica pop-rock o perchè il suo canticchiare era inframmezzato da
qualche 'pop' occasionale dopo lo scoppio della sua gomma da masticare color
rosa, no, non per questi motivi, ma perchè Harry cominciò a chiedersi se la
trovasse bella.
Le guardò le gambe, cercando di capire se le trovasse sexy
o orribili.
Etero o gay? questo era il problema.
Ecco la prova che tanto aspettava: poteva ammazzare il
tempo in maniera 'costruttiva' cercando di capire quale 'orientamento' avesse.
Va bene, pensava spesso a Malfoy, aveva pomiciato con
Nathan - che era anche suo fratello... ehm -, ma dopotutto aveva anche dei
trascorsi con delle ragazze, con Cho e Ginny, quindi qualche dubbio lo poteva
avere.
Insomma, si trovava 2 a 2, una situazione di parità del
genere doveva essere spareggiata.
Harry fece un respiro profondo e cominciò ad elencare
mentalmente cosa trovasse di bello e sexy nella sconosciuta di fronte a lui:
forse le lunghe gambe? Quel movimento che faceva con le dita per arricciare i
capelli rossi? Forse era quello sguardo distratto? O quel masticare la
chewingum?
Niente in confronto a Nathan, certo.
Per un attimo il cervello di Harry chiamò un Time Out con
insolita prepotenza.
No, fermiamo tutto per un istante!
Aveva pensato che Nathanera sexy?
Ecco, questa era una prova che lo stress giocava brutti
scherzi!
Harry si battè un pugno sulla tempia: maledizione, tutte a
lui dovevano capitare?
Prima una famiglia tutta odio e vendette tra capo e collo
con un maledetto nonnastro scorbutico testardo come un mulo, un fratellastro
sexy con labbra da sballo e tanta voglia di dimenticare i vincoli famigliari,
POI, come se non bastasse, Harry, alla sua personalissima analisi attenta,
risultava non più attratto dalle ragazze. Inoltre era in un'affollata sala
d'aspetto dell'ospedale dove era stato portato Whilher a farsi domande imbarazzanti
sulla sua sessualità... c'era qualcosa di più patetico e triste di questo?
Ancora poco e avrebbe cominciato a parlare con le vecchiette degli anni che
passano e dei mille acciacchi che si possono prendere grazie ad un solo,
semplice spiffero d'aria.
No, s'impose, non doveva pensare nè a Nathan nè a Malfoy.
Ok,
Harry, respira.
Allungò una mano alla sua sinistra e sollevò la prima
rivista che le sue dita avevano toccato, senza curarsi di vedere che tipo di rivista
fosse, cominciò a sfogliarla senza alcun interesse apparente, pensando a quanto
era crudele la vita e quanto desiderasse tornare ad essere il
Rgazzo-sopravvissuto-per-essere-perseguitato-da-colui-che-non-dovrebbe-essere-nominato-perchè-di-certo-essere-seguito-da-un-pazzo-in-andropausa-era-decisamente-meglio-di-quella-montagna-di-sfiga-che-gli-era-piombata-addosso.
Accidenti, ma perchè tutto doveva essere così complicato?
No, ci DOVEVA essere un argomento sul quale pensare senza
finire nel solito luogo comune del 'bacia proprio bene, Nathan! se non ci
avessero interrotti credo che avrei mandato al diavolo la parentela di sangue!'
o 'ma perchè continuo a fare paragoni idioti tra quell'imbecille erotomane di
Nathan e quello stupido snob di Malfoy?'. Cosa pensare per ammazzare quello
stramaledetto tempo infame?
La rivista, Harry, concentriamoci sulla rivista,
cercò di convincersi a fare.
Ok, leggiamo questa stramaledetta rivista.
La rivista era aperta sulle pagine di un test 'Qual è la
tua anima gemella?'... ma di tutte le riviste che aveva sotto mano, proprio
quella per teenagers insicure aveva scelto?
In assenza di altro...
Certo che però ce ne stava di tempo dentro la stanza di
quel pazzo di Whilher!
Nathan non era stato ancora rintracciato, come pure Lukas,
da Keith, quindi Harry aveva ricevuto l'incarico da keadf di avvertire Keith e
i ragazzi, quando sarebbero arrivati, in quale stanza fosse il nonno.
Almeno non sono stato costretto a sopportarlo...
pensò tra sè e sè.
Senza pensarci troppo, cercando di ignorare le vocine
interiori che reclamavano la sua attenzione su questioni un po' più serie che
uno sciocco test sulla personalità, cominciò a barrare le risposte.
Maledizione... com'era caduto in basso...
Quando finì il test erano passati esattamente cinque
miseri minuti da quando l'aveva iniziato, con un sospiro andò a leggere il
risultato.
Profilo C
La tua anima gemella è una persona che ti è molto vicina,
una persona che appare come tuo opposto, non necessariamente la conosci da
molto, forse l'entrata nella tua vita è segnata da qualcosa di rocambolesco e
decisamente fuori dagli schemi. Ti piace chi trasgredisce le regole, che possa
fare coppia con te senza risultare troppo asservile, anzi, preferisci qualcuno
con cui dibattere e parlare tranquillamente, senza rinunciare alla passione.
Anzi, la passione è un punto cardine del vostro rapporto.
Guardati attorno, potresti averla già trovata!
Harry chiuse di scatto la rivista, causando un forte
rumore di carta stropicciata, buttò la rivista nel mucchio con un'espressione
disgustata, alzò le mani in segno di scusa di fronte a tutti quegli occhi che lo
scrutavano: - Odio il mondo -
*
- Bè… qualche idea? – domandò Hermione facendosi aria con
la mano sul volto – Secondo i miei calcoli la mia lettera è arrivata ad Harry,
dopotutto ho detto ad Edvige di recapitala nel minor tempo possibile a Harry…
quindi, che facciamo? -
- Non so tu, ma io preferire vivamente appoggiare questo
borsone! - sbuffò Blaise.
- Potremo portarlo a casa di Harry! - propose allegra
Hermione, controllò l'ora con l'orologio da polso - Le quattro. Forse è ancora
a scuola... chiediamo informazioni su dove si trova la scuola e lo raggiungiamo
lì! -
Blaise sollevò l'indice verso l'alto: - Domanda -
- Sì? -
- E Draco? -
- Malfoy è grande abbastanza per badare a sè stesso per qualche
ora, no? - replicò Hermione - E poi Tree Hill mi sembra una cittadina
abbastanza tranquilla, certamente si conosceranno un po' tutti... ergo avremmo
l'occhio del mondo su di noi, tre visitatori danno subito nell'occhio,
sopratutto se... - Hermione spalancò gli occhi, continuando più lentamente -
... se cammini in mezzo alla strada gridando come un ossesso contro le macchine
e contro i babbani... -
- Non è il nostro caso comunque - ribattè Blaise - Credi
che dobbiamo chiederlo a qualcuno quindi dove si trova la scuola? -
- Blaise... -
- Uh? -
- Abbiamo trovato Draco -
Blaise seguì lo sguardo della Gryffindor e cercò di
trattenersi dal ridere come un ossesso: Draco Malfoy, il Principe degli
Slytherin, Terrore di tutti i Piccini e qual-dir-si-voglia, stava gridando
contro due automobilisti che, a giudicare dalla traccia sull'asfalto, si erano
fermati proprio sfiorando il ragazzo che stava attraversando la strada senza
curarsi di semafori, strisce stradali o porche che viaggiavano a tutta
velocità.
Infine, dopo un ultimo tornante di imprecazioni, Draco li
mandò al diavolo gridando loro di 'morire cruciati, sporchi babbani con le loro
macchine infernali, la loro boria e il loro sangue sporco'. Per fortuna i due
automobilisti credettero che Draco fosse uno psicotico isterico d internare
perchè tornarono nelle loro macchine, sfrecciando a tutta velocità mentre
Draco, tutto soddisfatto della sua sfuriata, riprendeva a camminare fino a
quando non si trovò di fronte a due ragazzi che lo guardavano stralunati.
- Granger? BLAISE? - li raggiunse in gran carriera - CHE
DIAVOLO CI FATE QUI? -
Hermione si schiarì la gola mentre Blaise scoppiava
finalmente a ridere: - Malfoy... lo sai che non puoi andare in giro gridando
improperi contro i babbani come vuoi? Loro non capiscono il tuo ridicolo
sarcasmo o le tue imprecazioni - cercò di tenere la voce bassa, cercando di non
farsi sfuggire una risata all'espressione di Draco Malfoy. Merlino, se solo
avesse una macchina fotografica!
Non aiutava per niente il fatto che Blaise avesse
cominciato a ridere sguainatamente contro la spalla della ragazza: ormai
c'erano anche persone che uscivano dai loro negozi e dall'ingrosso per vedere
che stava succedendo in strada. Tre ragazzi mai visti prima con bagagli. Un
ragazzo biondo dalle guance così rosse da sembrare una fiamma vivente, una
ragazza che cercava invano di ridere e un ragazzo che ancora poco e si sarebbe
rotolato a terra distruggendosi i polmoni dal troppo ridere.
- Risparmiami il tuo sarcasmo, Mezzosangue... - ribattè
Draco - E tu, Blaise, SMETTILA DI RIDERE! -
*
Per qualche strana ragione del Fato - bastardo, visto che
si divertiva a giocare con lui - gli occhi di Harry incrociarono quelli di
Nathan nel momento stesso in cui questi varcava la soglia dell’ospedale.
Era accompagnato dal cugino Lukas e dallo zio Keith, la
sua espressione era dura, come sempre, con una chiara traccia di arroganza ben
visibile nei suoi occhi scuri e nell’espressione del bel viso. Sembrava essere
irritato per qualcosa, oltre ad essere preoccupato per il nonno.
Lukas sembrava, se possibile, ancora più accigliato.
Teneva una mano nella tasca della felpa, strano, perché ad Harry non era mai
sembrava che il cugino andasse particolarmente d’accordo con il nonno da essere
terrorizzato dal perderlo. Dopotutto era solo un lieve infarto, niente di cui
ammazzarsi di preoccupazione.
Cancella quello che hai detto, pensò
Harry a quella riflessione infelice.
Non appena gli occhi di Nathan incontrarono quelli di
Harry il viso del ragazzo si distese leggermente.
Una lieve scintilla di desiderio attraverso quelle iridi
scure, fu il primo a raggiungere Harry, rimase fermo di fronte a lui con il suo
solito sorrisetto strafottente finchè anche Lukas e Keith non li
raggiungessero.
- Stanza 23, in fondo al corridoio - annunciò subito
Harry, cercando di togliersi da quell’incombenza di usciere il più presto
possibile. In primo luogo per sfuggire dalle grinfie di Nathan - che, a
giudicare dalla sua espressione non aveva dimenticato del loro appuntamento
scritto nero su bianco in un pezzetto di carta scambiato frettolosamente
durante la lezione del mattino a scuola - e in secondo luogo per tornarsene a
‘casa’ e controllare se Edvige avesse o meno la risposta di Hermione.
Era curioso di sapere com’era andato il piano.
Keith lo ringraziò e si diresse subito verso la stanza,
Nathan lo seguì a ruota ma Lukas rimase un secondo indietro per bisbigliare
frettolosamente a Harry: - Dobbiamo parlare dopo -
Harry, inconsapevolmente, deglutì.
Ecco un’altra persona dalla quale darsi alla fuga.
Non sapeva come mai ma le persone avevano questa
deprecabile abitudine di instaurare con lui un rapporto strano di
amicizia-disastro. Forse non sarebbe male parlarne a quattr’occhi con un analista
e chiedere sinceramente se tutta questa sfiga derivasse dalla nascita da
qualche cromosoma. Magari quello X che aveva in comune con la madre, la
promotrice di tutto questo disastro cosmico di proporzioni gigantesche.
Nathan volse un’occhiata al cugino come per controllare
che cosa stesse combinando, Lukas comunque aveva finito - la tortura rimandata,
pensò Harry, magari faccio pure in tempo a scappare ed evitare il confronto - e
raggiunse il moro.
Nathan gli diede una spallata leggera, facendola passare
per un incidente.
Harry si chiese vagamente se fosse proprio il caso di
rivolgersi ad un analista, magari era meglio ad un animale totemico indiano.
*
Era indubbio che
Nathan volesse bene al nonno: praticamente era cresciuto con lui, suo padre Dan
era sempre lontano per lavoro, oppure in casa racchiuso nei suoi pensieri, con
il cuore spezzato. Quando suo padre lo guardava vedeva solo la sua copia
giovane, stesso naso, stessi capelli, stessa espressione del viso, stesse
attitudini, stessi sogni.
Basket, lo sport
storico della famiglia Whilher.
Nessuna traccia in
lui dello sguardo ridente, degli occhi smeraldo, della determinazione di Lily
Evans. Nessuna attitudine magica.
No, aveva la
testardaggine di Dan, la stessa durezza nello sguardo, gli stessi occhi scuri.
Un babbano.
Archibald avrebbe
voluto che suo figlio non cercasse ogni volta in Nathan qualche segno delle
caratteristiche materne, avrebbe voluto che amasse Nathan come meritava, non
che lo rimproverasse continuamente, anche silenziosamente, della sua poca
somiglianza con la madre.
Era stato
Archibald a raccontare a Nathan delle sue vere origini, di sua madre, Lily
Evans, che poi se n'era tornata a casa sua in Inghilterra, era stato poi il
padre a confermare la verità del nonno, arricchendola inoltre con un suo
resoconto: sì, tua madre è Lily Evans, si chiama così, e tu non le assomigli
nemmeno un po'. Io l'amavo, ma... abbiamo litigato poco dopo la tua nascita e
lei se n'è andata. Si è sposata. E ha avuto un figlio della tua stessa età. Non
odiarla.
Odio.
Archibald aveva
odiato Lily Evans, l'aveva odiata mentre si insinuava nella mente e nel cuore
del figlio, l'aveva odiata quando piangeva in seguito ai litigi con Dan e
l'aveva odiata quando aveva lasciato l'America, in seguito all'ennesimo litigio
violento con Dan.
"Perchè mi
sta facendo questo, signor Whilher?"
L'aveva odiata a
tal punto che le aveva proibito di portare il figlio con sè.
"Nathan è
mio nipote. Lui rimane qui. Se lei se ne vuole andare, signorina Evans, se ne
vada. Ma non creda che le lascerò portare via mio nipote: ha spezzato il cuore
di mio figlio, va bene, glielo concedo, se ne vada, ma se ne vada sola"
"E' MIO
FIGLIO!"
"Se lascia
Dan, Nathan non è più suo figlio"
"Lei
è..."
"Sono un
padre. E ho dei doveri"
Archibald sospirò,
appoggiandosi ai cuscini e chiudendo gli occhi mentre la figlia sistemava i
fiori in un vaso, in silenzio.
Ricordava come
fosse ieri il giorno in cui era morto Dan: le bianche lenzuola, il colore
pallido del suo viso, la mano che tendeva al figlio e poi le sue ultime parole.
"Fai
conoscere il figlio di Lily a Nathan papà. Per favore"
Quanto aveva
sofferto suo figlio quando aveva saputo che Lily era morta per quella fuga di
gas con il marito e il figlio veniva affidato alle cure della zia...
Ora che aveva
fatto conoscere il figlio della Evans a suo nipote che cosa ci aveva
guadagnato? Aveva esaudito l'ultimo desiderio del figlio e aveva turbato ancora
più Nathan: ma che colpa ne aveva Harry Potter di essere così simile alla
madre? Che colpa poteva averne di avere occhi malinconici smeraldo?
Non poteva certo
biasimare Nathan per non avere la minima simpatia per il suo fratellastro.
Però... sperò di
essersi sbagliato quando qualche giorno prima aveva visto Nathan stringersi a
Harry, nell'atrio, quella notte nella quale erano tornati, gli era sembrato che
ci fosse qualcosa tra di loro, e non intendeva la solita complicità fraterna.
- Sono troppo
diversi... - mormorò a bassa voce.
- Uh? - domandò la
figlia - Hai detto qualcosa? -
- Niente Karen -
troncò duramente Archibald.
"Sono così
diversi... che potrebbe anche funzionare. Devo farli allontanare il più presto
possibile"
*
- Harry Potter? -
- Sì, capelli neri scompigliati, occhi verdi e occhiali… -
La ragazza dai capelli biondo cenere guardò Hermione con
sufficienza, tormentandosi una ciocca di capelli liscissimi, gli occhi azzurri
corsero ai due ragazzi che accompagnavano la brunetta, a quello alto accanto a
lei con lo sguardo penetrante e i capelli nerissimi che si guardava attorno con
curiosità e disagio e lanciava qualche occhiata all’altro ragazzo.
La ragazza si concentrò quindi sull’altro accompagnatore,
molto carino davvero, capelli biondissimi, occhi grigi, vestito elegantemente…
davvero niente male.
Peccato per la sue espressione.
Sembrava completamente disgustato da qualsiasi cosa che lo
circondava, guardava con superiorità i ragazzi che passavano loro accanto,
anche i giocatori di basket con le loro felpe e le ragazze urlanti a seguito,
non prestava nemmeno molta attenzione alle ragazze che lo indicavano e ridevano
scioccamente.
- Non ho presente – replicò annoiata la ragazza posando
una mano sul fianco – In che classe è? -
Hermione si trattenne dallo sbuffare esasperata.
Merlino, questa ragazza era veramente indisponente!
Sicuramente non l’aveva nemmeno ascoltata, tutta presa a
squadrare da capo a piedi Blaise e Draco, cercando di assumere la posa più sexy
possibile. Come se non si vedesse abbastanza!, pensò Hermione con
antipatia.
Draco e Blaise non aiutavano, tutti presi dall’osservare
l’ambiente scolastico babbano che stava loro intorno.
Come se non attirassero abbastanza gli sguardi altrui! Per
fortuna avevano lasciato i borsoni in guardiola, altrimenti…
Hermione si passò una mano tra i capelli ricci,
socchiudendo gli occhi e guardandosi attorno nella vana speranza di trovare
Harry. Niente.
- E’ il fotografo della squadra di basket! – tentò ancora,
al colmo della pazienza.
La ragazza bionda colse lo sguardo di Blaise e gli fece un
mezzo occhiolino, sorridendo e rivolgendosi direttamente a lui: - Mi spiace… tu
sei nuovo? –
Blaise fece per rispondere quando Hermione lo prese a
braccetto: - Siamo alla ricerca di Harry Potter –
Blaise curiosamente arrossì leggermente mentre la bionda
mutò immediatamente espressione riprendendo a dire: - Non so chi sia –
- Conosci almeno Nathan Whilher? O Lukas Scott? – tentò
per l’ultima volta Hermione.
- Molto carini – rispose la bionda.
Draco finalmente posò lo sguardo su di lei, aguzzando le
orecchie al sentire quei due nomi maschili. Potrebbe essere uno dei due?
La campanella suonò e la bionda fece loro ciao con la
mano: - Ci si vede – puntando lo sguardo su Blaise.
- Grazie – digrignò i denti Hermione.
- Molto conosciuto Potter – commentò Draco.
- Oh, chiudi il becco! – esclamò Hermione di cattivo umore
– Quella ragazza non ha ascoltato una sola parola! Troppo presa ad ammiccare! -
- A questo proposito, Granger… non potresti lasciare il
braccio di Blaise? -
Hermione arrossì improvvisamente, lasciando istantaneamente
il braccio di Blaise e balbettando una scusa frettolosa. Blaise non disse
nulla, arrossì un secondo per poi cambiare argomento beccandosi un’occhiata
fredda dal migliore amico: - E ora? Tutti se ne stanno andando in classe… -
- Se state cercando l’ufficio del preside è da quella
parte – li interruppe una voce di ragazza.
Si voltarono e una giovane dai capelli biondi – un’altra –
sorrise loro, teneva una borsa in mano con il simbolo dei Ravens da cui
uscivano clandestinamente qualche frangia blu.
Hermione si illuminò. E così questa ragazza era nella
squadra delle cheerleader!
Sicuramente conoscerà Harry!
- Hermione, piacere. Sono un’amica di Harry Potter… -
Il sorriso della ragazza si fece più pronunciato, tese la
mano verso Hermione, stringendola: - Un’amica di Harry! Sono Peyton, Harry non
mi aveva detto che sarebbero venuti tre suoi amici a trovarlo! –
Draco fece per fare una delle sue solite battute, qualcosa
del tipo ‘Io amico di Potter?!’ ma saggiamente Blaise gli diede un colpo di
gomito, intimandogli di non rovinare tutto, tendendo anche lui la mano alla
ragazza e presentandosi.
- Volevamo fargli una sorpresa –
Peyton tese la mano infine anche a Draco ma l’altro non la
strinse, si limitò a presentarsi: - Draco Malfoy. E ora, dov’è Potter? –
La ragazza lo squadrò con diffidenza.
- Sì, lo stiamo cercando ma non sappiamo dov’è… - sorrise
Hermione. Maledetto Malfoy!
Peyton diede un’occhiata all’orologio da polso: - Dovrebbe
essere al corso di fotografia adesso… ma non credo che oggi ci vada. Il signor
Whilher è in ospedale. Né Nathan né Lukas si sono visti in giro, e loro
dovrebbero avere gli allenamenti –
- Ospedale? – domandò Hermione.
- Sì, o forse lo trovate a casa -
- Ti ringrazio, andremo subito! -
Peyton fece un cenno di saluto e si diresse verso gli
spogliatoi.
- E ora? – domandò Blaise.
- Andiamo a casa di Harry, vediamo se c’è. Altrimenti
andiamo in ospedale a vedere se è lì, al massimo posiamo i borsoni – rispose
con spirito pratico Hermione.
*
Lukas guardò il
cugino mentre lanciava un ultimo sguardo a Harry, con una scrollata di capo
cercò di scacciare dalla mente l’immagine dei due assieme.
Ma come era stato
possibile?
Troppo diversi,
troppo simili…
Nathan, sempre
stato arrogante e pieno di orgoglio personale, e Harry, melanconico e
determinato…
Fratelli…
Gli veniva in
mente quella parola ogni secondo, ogni volta.
Sono fratelli.
Ma questo li aveva
forse fermati? O li avrebbe fermati?
Adesso finalmente
Lukas capiva la strana aria che tirava tra i due e quando erano chiusi nello spogliatoio
a Charlotte, e di tutte le volte che Nathan lo guardava più male del solito.
Chi avrebbe mai
pensato che quei due…
Fratelli.
Nel guardare il
viso pallido del nonno e le sue rughe pronunciate sulla fronte Lukas capì che
anche nonno Archibald sapeva. Come aveva fatto non lo sapeva, ma ormai la
‘relazione clandestina’ tra Nathan e Harry stava diventando ormai di dominio
pubblico a un po’ troppe persone.
Ripensando a quel
pomeriggio quando stava passando a pochi metri dalla casa di Harry e aveva visto
quel pezzo di carta doviziosamente ripiegato su sé stesso in una carta più
gialla della normale, ruvida al tatto. Gli ci era voluto un po’ prima di capire
che era carta di pergamena, forse un appunto, una lettera, chissà, e l’aveva
aperta cedendo alla curiosità.
Sul retro non
c’era scritto nulla, né il mittente né altro, e nemmeno dalle prime righe si
poteva capire chi fosse il destinatario della missiva.
‘So che avrei dovuto risponderti prima ma ho avuto un
piccolo contrattempo. Il contrattempo si chiama Blaise Zabini.
Hai presente?
Slytherin, di colore, splendidi capelli neri, il
tirapiedi intelligente di Draco Malfoy?
Poteva essere di chiunque!
Ma certamente il ripeterselo non avrebbe mitigato il senso
di colpa che Lukas provava nei riguardi di Harry; era come se avesse tradito in
qualche modo la sua fiducia leggendo la lettera indirizzata a lui. Ok, non era
‘indirizzata’ a nessuno ma fondamentalmente chi era l’unico mago nelle
vicinanze?
Sì, però poteva anche esserci qualche altro mago di
cui Lukas non era a conoscenza…
O comunque sarebbe stato meglio che Lukas avesse
riconsegnato la lettera nelle mani di Harry, altrimenti poteva cadere in mani
di sconosciuti, poteva esserci scritto qualsiasi cosa, poteva anche essere
tradito il segreto di Harry…
Per questo e solo per questo, si era ripetuto Lukas, era
andato a casa di Harry per potergli parlare ma Abby gli aveva comunicato era
appena uscito. Lukas allora era andato nel campetto da basket in attesa del
cugino, ma la curiosità era stata troppa e poi era arrivata la telefonata della
madre che gli comunicava il ricovero del nonno.
Però il fattaccio era stato fatto.
Aveva letto la lettera.
Non c’era scritto niente di compromettente, se si leggeva in
altra carta, magari ad occhi profani poteva sembrare una specie di linguaggio
in codice, una second life tradotta in gioco di ruolo.
Però, Lukas aveva sentito uno strano balzo al cuore alla
menzione del nome di Draco Malfoy.
E inoltre c’erano altre due righe, scritte frettolosamente
nel retro, inchiostro sbiadito, come un ultimo appunto fatto in fretta che
all’inizio Lukas non aveva scorto.
‘P.s. Spero che vada tutto bene con Nathan. Non vedo
l’ora di conoscerlo. Pensa alla faccia di Malfoy! Magari sarà gelosissimo…
insomma, ti ha rubato a lui!’
E lì, non c’era niente da equivocare.
Harry
e Nathan…
Guardandoli prima Lukas aveva subito capito che tra I due
non c’era stato nulla di ‘piccante’, forse solo qualcosa, ma non ‘tutto’. Lo
aveva visto negli occhi imbarazzati e collerici di Harry, nello sguardo di
orgoglio incrinato di Nathan. Non aveva letto nei loro occhi rabbia estrema o
palese trionfo.
Forse poteva anche salvarli… ancora una volta. Ancora
per poco.
La lettera era ora nella sua tasca, ripiegata, carta
stropicciata vergata di inchiostro e Lukas aveva tutta l’intenzione di parlarne
con Harry. Ma con calma. Da soli.
E possibilmente senza che il tutto finisca in una
scazzottata.
- … mi senti? -
Lukas si riscosse dai pensieri che turbinavano nella sua
mente, guardando il padre: - Che hai detto papà? –
Nathan sbuffò, preparato ad una delle sue solite battute.
non era abituato a preoccuparsi troppo per gli altri, nemmeno per il nonno,
riconosceva perfettamente che era più forte di una roccia, e si sarebbe rimesso
presto.
E certamente in quel momento aveva altri pensieri per la
testa…
Verso qualcuno.
- Potresti rimanere qui con tuo nonno, Luke? – domandò
Karen – Io devo andare a chiudere il negozio e tuo padre deve tornare a lavoro
e Nathan deve tornare a scuola…
- Certo, mamma… - rispose subito Lukas. Non gli sfuggirono
però le espressioni del nonno e di Nathan: il primo aveva aggrottato le
sopracciglia e Nathan invece aveva accennato un ghigno.
Certo, se Lukas fosse rimasto con il nonno, Nathan sarebbe
tornato a scuola assieme a Harry… e azzardiamoci pure a mettere le virgolette
sull’ ‘andare a scuola’: conoscendo il cugino questi non sarebbe rimasto con le
mani in mano e avrebbero ‘parlato’. Parlato… che ironia della sorte…
- Anche Lukas deve andare a scuola – li interruppe
Archibald – Mandami Harry, se non mi sbaglio, ha solo il corso pomeridiano di
fotografia. Non perderà molto -
- Harry? -
- Vado a chiamarlo – quasi si trattenne dal sorridere
Lukas. Fregato, Nathan!
- Sei sicuro che vuoi Harry, qui? – domandò scettico
Nathan.
- Karen, và a chiamare il ragazzo. Nathan, Lukas, tornate
a scuola! – imperiò Archibald.
Nathan strinse i pugni.
Perché tutti dovevano frapporsi tra lui e Harry?
Ma questa volta… non mi arrenderò senza fare nulla!
*
Nathan se ne uscì sbattendo violentemente la porta,
soddisfacendo il suo desiderio di un’uscita plateale e chiaramente furibonda.
Metà reparto si girò verso di lui a guardarlo per poi
distogliere subito lo sguardo non appena i suoi occhi scuriti di rabbia non si
fissavano su di lui. Procedette con lunghe falcate verso l’oggetto del suo
desiderio, verso la sala d’aspetto.
Non aveva la minima intenzione di lasciarsi scorrere tutto
addosso come un demente.
Non aveva nemmeno intenzione di lasciarsi mettere i piedi
in testa da suo nonno e dal suo stramaledetto polso di ferro: aveva bisogno una
sola persona al momento, di quel fratello che non gli comunicava senso di
protezione come avrebbe dovuto, non gli ispirava tenerezza.
No, tutto il contrario: lo faceva sentire disarmato,
stranito.
Harry era molto simile a lui: stesso orgoglio, stessa
caparbietà, più quel delicato tocco di innocenza che lo lasciava spiazzato, che
lo attirava irrimediabilmente.
E poi averlo vicino gli comunicava un desiderio
spropositato di toccare la sua pelle, odorare il suo profumo, baciare le sue
labbra.
Lo trovò in sala d’aspetto, seduto su una scomoda sedia a passarsi
una mano lungo la gamba, strofinando la stoffa ruvida dei jeans, a disagio,
indeciso se andarsene o meno. Appena vide Nathan balzò in piedi, avvertendo
subito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
Nathan lo afferrò per un braccio, lo strinse con la sua
ferrea presa: - Andiamocene – sussurrò.
- Cosa? Ma… - Harry tentò di trovare una scusa
sufficientemente ingegnosa per indurre il fratellastro a rinunciare a qualsiasi
strano e bieco piano avesse in mente. Non ne trovò. La sua mente era totalmente
prosciugata.
Balbettò qualcosa di sconclusionato.
Dopotutto se anche avesse trovato una scusa valida e
decente, fosse anche una machiavellica via d'uscita rivestita della migliore
arte Slytherin, Nathan non lo avrebbe ascoltato. Nemmeno un po’.
E in effetti era proprio così.
Nathan non badò al suo balbettio disconnesso e lo trascinò
verso l’esterno, prima di uscire dalla porta automatica vide nel riflesso del
vetro Keith e Lukas venire verso di loro: - Maledizione – sussurrò. Cambiò idea
e destinazione, sempre trascinando per il braccio Harry lo portò in un
corridoio, sordo alle proteste del fratellastro.
Alla prima stanza libera vi entrò, chiudendo la porta di
scatto.
- Che diavolo hai in testa? – sbottò subito Harry.
Nathan, senza lasciargli il braccio, lo attirò contro il
suo petto: - Non avevamo un appuntamento stasera? – domandò lezioso, per farlo
arrabbiare.
Harry cercò si scostarsi, oltraggiato: - Finiscila di fare
l’imbecille! –
Aveva paura che rimanendo ancora accanto a Nathan il
desiderio di perdersi lo portasse a fare qualcosa di stupido che, finito tutto,
lo avrebbe fatto pentire e mangiare il cuore dai rimorsi.
Doveva cercare di convincersi che erano fratelli.
Fratelli, maledizione!
Si chiese per l’ennesima volta se suo padre sapesse
dell'altro figlio della moglie, se fosse a conoscenza di quel piccolo, spinoso
segreto.
Mamma, papà sapeva?
E che avrebbe pensato?
Che cosa, sua madre stessa, potrebbe aver pensato se li
avesse visti? Se avesse visto di quale natura era il loro rapporto?
Vuoi sapere un segreto su tua madre?
Sì. E poi lo vorrei dimenticare.
Lo voglio sapere. Non conoscere.
- Dai, dobbiamo andare – sbottò laconicamente – Dobbiamo
tornare a scuola. E poi Lukas ha detto che mi deve parlare quindi… -
Gli occhi di Nathan ebbero un guizzo oscuro, ribelle,
geloso.
Che diavolo aveva Lukas da avere Harry sempre tra i piedi?
Che cosa aveva più di lui?
Tenero, dolce… ma ti prego!
Lui non era così.
E allora?
Guardò Harry cercare di sorpassarlo per andarsene da
quella stanza.
No.
A lui non poteva rinunciare.
Per nessuna ragione.
Non aveva mai chiesto nulla a suo nonno, non aveva chiesto
nemmeno qualcosa a suo padre, se non un po’ di affetto e considerazione, ma
adesso voleva con tutte le forze una cosa. Una persona.
E forse, quando l’avrebbe avuta si sarebbe sentito meno
ubriaco di lui, meno in sua mano, meno attratto da sangue del suo sangue.
Fratello.
Forse Harry pensava che lui se lo fosse scordato.
In realtà non era così.
No, per niente.
Non era per niente semplice dimenticarsi del legame di
sangue che, nonostante tutto, li legava.
Solo… quando era con Harry quel legame diventava labile,
un filo invisibile ma allentato.
Non un ostacolo.
Forse solo un problema.
Nient’altro.
L’importante era altro.
Era averlo.
Nathan si piazzò proprio di fronte alla porta.
- Anche io ti devo parlare. Te lo sei scordato? – gli fece
un sorrisetto sghembo – Sai, credo che Lukas debba rispettare una fila. Io
tel’ho chiesto prima, no? -
Harry deglutì.
Altro che parlare.
Mamma, lo vuoi sapere il mio segreto?
*
- Lei… è? -
L’uomo sorrise affabile, cercando di mostrarsi più
cordiale possibile: - Un suo amico –
L’infermiera lo guardò da sotto in su, con aria di
superiorità: - Non mi era stato riferito dalla signora Scott. Aveva detto suo
marito, il figlio e il nipote. Il dottore ha proibito troppe visite. Mi
dispiace ma dovrà passare domani –
L’uomo strinse con il braccio contro il petto la
cartellina color marrone chiaro: - Non lo voglio stancare, solamente fargli
vedere un documento. È questione di qualche minuto –
L’infermiera da dietro il bancone lanciò un’ulteriore
occhiata a quell’ospite indesiderato, alla giacca sciupata, alle numerose toppe
sui pantaloni, i capelli brizzolati e l’espressione stanca e malinconica.
- Vengo dall’Inghilterra e… -
- Mi dispiace ma… -
Remus Lupin non ascoltò le blande scuse dell’infermiera
perché improvvisamente la voce dell’uomo alle sue spalle catturò la sua
attenzione: - … non capisco cosa gli sia preso. Ultimamente è strano -
Il ragazzo che gli camminava al suo fianco annuì: - Forse
è tornato a scuola –
- Con Harry? -
Remus si girò di scatto alla menzione del nome del
ragazzo.
- Forse – stava rispondendo nel frattempo il ragazzo dai capelli
chiari. Aveva un’espressione scritta sul viso, come se non solo non credesse a
ciò che aveva appena detto, ma pure, in fondo, sapesse esattamente cosa
stessero facendo i ‘due ragazzi’.
Remus li raggiunse: - Scusate, stavate parlando di Harry?
Harry Potter? –
L’uomo e il giovane si voltarono verso di lui.
- Salve, sono Remus Lupin. Dovrei parlare urgentemente con
il signor Archibald Whilher – fece in modo che notassero la cartella di carta
marrone – Devo fargli vedere un documento che riguarda Harry -
*
Parlare.
Che barzelletta.
Ormai il solo verbo aveva completamente perso il suo
significato quando i due interlocutori erano loro due.
Parlare.
Ormai aveva acquistato un valore diverso, meno innocente,
meno comune, del tutto fuori luogo, del tutto sbagliato considerati i soggetti.
Un ragazzo e un ragazzo.
Fratello e fratello.
Che storiella continuare a ripetersi che in realtà erano
fratelli per metà, da parte di madre, con padri diversi, con storie diverse
alle spalle, con un mondo del tutto diverso al quale appartenere.
Alle loro spalle gli errori.
Davanti agli occhi gli sbagli.
Dentro il cuore la verità.
No, non avrebbero potuto fare a meno di fare quello che
facevano.
Due parole.
Due parole vennero loro in mente, nello stesso istante.
Le stesse due parole.
Che non pronunciarono mai.
E intanto bocca su bocca, valzer spietato di sentimenti
forti come turbini.
Le mani di Nathan chiesero, pretesero, di più.
Insaziabile fame di carne.
Giro di danza forsennato, mani impazienti che si infilarono
sotto le rispettive maglie, i mugolii di protesta di Harry trasformati in
silenzi perplessi.
Nathan…
Che cosa ci sta succedendo?
- Forse… forse… - tentò di dire Nathan, staccando leggermente
le sue labbra da quelle di Harry, le mani ancora incollate alla pelle di Harry,
sotto la sua maglietta, quelle di Harry lungo le sue braccia, aggrappate alle
sue spalle - … forse se lo facciamo tutto finirà. Forse è solo il desiderio di
provare qualcosa di proibito… e se finisse tutto quando questi venisse
appagato? – domandò Nathan in un mormorio sommesso. Quasi una propria
riflessione personale.
Harry ascoltò quella tesi con mestizia.
Annuì.
Tutto, tutto pur di smettere di pensarti così…
… e forse guariremo…
E mentre Nathan si avvicinò di nuovo alle sue labbra,
rinvigorito da quell’assenso, Harry ebbe un ripensamento.
Ma non così.
Un dito si frappose tra le sue labbra e quelle di Nathan.
- Cos.. -
Harry alzò gli occhi verdi, guardandolo con decisione: -
E’ sbagliato. Come tutto il resto –
- E’ per questo che lo stiamo facendo – protestò Nathan,
con la voce chiusa in un’ipocrisia che lui stesso odiò.
Come se lui volesse Harry solo per senso di colpa…
Ti voglio…
No, era diverso.
Era sbagliato anche.
E doveva rendersene conto prima o poi.
E non troppo tardi…
O forse…
Se anche fosse troppo tardi… il problema non si poneva.
Non finchè Harry è con me…
Harry…
Cosa… cosa c’era adesso tra di loro?
Era davvero il gusto del proibito?
Era solo il desiderio che li spingeva ad attrarsi così?
Cos’era?
Mamma… perché mi hai abbandonato?
Ero così un peso per te?
Perché… perché lui deve essere mio fratello?
Perché devo sentirmi così, con mio fratello?
Dimmi, mamma, adesso che diresti?
- Anche se fosse… sarebbe sbagliato comunque… - disse
stancamente Harry, appoggiando la fronte sul petto muscoloso di Nathan,
stringendo spasmodicamente con le dita la stoffa della maglietta del fratello.
Nathan annuì.
Lo strinse a sé, con la stessa stretta spasmodica con cui
Harry violentava la sua maglietta, premette con più forza le dita contro la
pelle della sua schiena.
- E sarebbe ancora più sbagliato – concluse in un sussurro
a malapena udibile Harry.
- E allora… sii te stesso -
Un sospiro.
La paura farsi grande grande nei loro petti.
Mamma, mamma… perché deve essere sbagliato tutto
questo?
Fu Nathan a baciarlo, con quieta passione, fu Harry a
approfondire il contatto, fu di nuovo il desiderio l’uno dell’altro a spingerli
a stringersi, baciarsi, bramare qualcosa di più.
Altro che spogliatoi di Charlotte.
Sì.
Stava proprio per accadere.
*
- E’ sicura che non disturbiamo? -
Abby sorrise con indulgenza ai tre ragazzi che aveva di
fronte: era stata l’unica ragazza a parlare, l’unica che non sembrasse
completamente a disagio o fuori posto, seduta su quella sedia di legno nella
cucina, di fronte al grande tavolo.
Una mano circondava il bicchiere di limonata fredda mentre
il gomito era appoggiato al piano del tavolo, Hermione cercò di non guardarsi
attorno per poter ignorare con maggior facilità i due pesi morti che nonostante
tutto si stava portando dietro.
Blaise era completamente affascinato da tutto.
Si guardava intorno con l’aria spaesata, fissando lo
sguardo su questo o l’altro strano marchingegno babbano con innumerevoli
pulsantini, manopole e maniglie che sembravano ghignare in sua direzione,
beffardi scherzi del destino.
Draco era una statua.
Una statua arcigna dall’espressione corrucciata.
Non faceva nulla per mostrarsi felice, sereno o affabile.
No, stava facendo tutto il contrario.
Si guardava attorno con aria estremamente scocciata,
tamburellava con il dito nervosamente, era totalmente apatico, perso nella
rincorsa di chissà quali strani pensieri.
- Non preoccuparti – la rassicurò subito la donna – Non
disturbate affatto. Prima Karen ha chiamato, tornerà a lavoro, così come Keith.
Il signor Whilher sta bene, rimarrà solo la notte in osservazione. Assieme ad
un amico dicono. Quindi Harry tornerà presto -
Hermione sorseggiò la sua limonata fresca, pensando a cosa
fosse andato storto e come mai Harry non sapesse del loro arrivo.
Secondo Abby Harry non aveva ricevuto nessuna lettera – ma
questo era normale pensarlo, considerato che Hermione aveva usato il metodo
normale per i maghi, la posta via gufo -, non aveva visto nessuna civetta
bianca in giro se non quella di Harry in camera sua, con un’ala spezzata, che
beccava pigramente il suo cibo, e Harry non aveva avvertito nessuno del loro
arrivo.
Da questo Hermione poteva ricostruire che Edvige non aveva
mai portato la sua lettera a Harry. Forse l’aveva perduta nel momento in cui si
era ferita, chissà…
Intanto Harry non sapeva del loro arrivo.
Si erano risolti ad aspettarlo, seduti in quella cucina,
dopo il tentativo infruttuoso alla scuola.
- Vado a farmi un giro – disse inaspettatamente Draco, si
alzò in piedi con irruenza, facendo traballare la sua limonata nel bicchiere
intatto, vergato da piccole goccioline d’acqua che scorrevano fino al
tovagliolino circolare che assorbiva il sudore della temperatura.
- Ma Draco… -
Troppo tardi.
Draco era già uscito, sbattendo la porta con forza.
Blaise e Hermione si scambiarono uno sguardo preoccupato.
Abby li guardò, sospettosa.
Nello stesso istante, i due ragazzi si alzarono in piedi:
- Lo seguiamo. Magari ci facciamo un giro in centro – accampò come scusa
Hermione, sorridendo – Grazie per la limonata. Deliziosa –
Blaise lanciò un’occhiata all’esterno, vedendo con la coda
dell’occhio Draco muoversi con rapidità e uscire in strada, fermare un passante
e farsi dare qualche indicazione: - Potrebbe spiegarci dov’è l’ospedale? – oh,
c’erano degli svantaggi ad essere il migliore amico di Draco Malfoy. In primis,
essere costretti ad un’alleanza con una Gryffindor, essere trascinato in
America alla ricerca di Potter, e sopportare i silenzi astiosi di Draco.
Hermione gli scoccò un’occhiata perplessa ma non ribattè.
Abby glielo spiegò con le parole più semplici che riuscì a
trovare, indicandogli approssimativamente dove fosse il centro, fece loro segno
di lasciare pure lì i borsoni.
- Perché non possiamo aspettare Harry qui? – domandò
Hermione una volta usciti.
Blaise scosse la testa: - Se conosco Draco, e credimi, lo
conosco, è andato dritto difilato in ospedale da Harry. Sai, è sempre stato un
tipo geloso e se non arriviamo in tempo farà una strage. Ora che ha scoperto
come stanno le cose chi lo ferma più? –
Temo per Harry e chiunque abbia la malaugurata sfortuna
di essere accanto a lui quando Draco lo troverà.
Lo sapevo che l’amicizia con Draco era una mina
ambulante!
*
Il loro concetto del parlare aveva superato di un
bel pezzo il significato vero e proprio del termine.
Era una conversazione la loro.
Una conversazione fatta di lingua, labbra e pelle nuda.
Una conversazione diventata altro ormai.
Erano entrambi a petto nudo, spinti l’uno contro l’altro.
Le mani che scorrevano lungo i loro corpi caldi, mani irrequiete sudate per
l’eccitazione, eccitazioni stesse risvegliate dal continuo strofinamento di
corpi nudi, costrizioni sempre più strette, vano ostacolo di desiderio
impellente.
Giusto o sbagliato che sia, ecco il loro legame.
Bacio profondo, lotta di lingue, respiro corto, dita alla
ricerca di fibbie, di zip, mani spasmodiche alla ricerca di contatto, di pelle
nuda, e ancora quelle labbra incollate, indissolubili, affamate, gemiti
silenziosi, mentali, a riempire quei vuoti di pensiero.
- Harry… io… -
La voce di Nathan a rovinare l’atmosfera silenziosa di
quella stanza vuota asettica. Loro due che si spingevano l’un l’altro verso il
primo letto libero, appena rifatto, dalle coperte linde e sterilizzate.
- Non qui… Nathan… non adesso -
La voce di Harry, inframmezzata di baci. Frase priva di
vero significato, mille cose significa, mille cose nasconde.
E il loro più sbaglio più grande.
Se questo lo dovrò pagare tutta la vita…
- Harry… non è per chiedermi perché ti voglio… - confessò
Nathan.
Harry annuì freneticamente.
- Lo so. Lo è anche per me -
Tutto sbagliato, fin dall’inizio…
I loro baci, le loro carezze, il desiderio.
Loro, negli spogliatoi, loro, in quella stanza d’ospedale,
loro, fratelli, ragazzi, e che altro…
- Tu… lo vuoi? – domandò con voce spezzata Nathan.
Harry avrebbe voluto rispondere ‘No’, avrebbe voluto negare
ancora una volta il desiderio che provava per Nathan, avrebbe voluto
scacciarlo, ricordargli con aspre parole che erano fratelli, che la situazione
era schifosa al solo pensiero, che tutto, tutto era sbagliato, una colpa
immortale che aveva varcato secoli.
Ma sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscito a
dirglielo.
Pensò per un istante a Malfoy.
Davvero aveva pensato un tempo che Malfoy era impossibile
da avvicinare?
Ecco cosa si era guadagnato.
Harry aprì la bocca per rispondere quando la maniglia
della porta girò lentamente, subito si staccò da Nathan, alla ricerca della sua
maglietta.
Così lo sorprese Lukas, maniglia della porta ancora in
mano, porta socchiusa, espressione stralunata, consapevole, sconvolta,
disgustata.
Harry e Nathan a petto nudo, visi rossi, labbra
martoriate, pantaloni slacciati.
Quanto male fanno i segreti?
Harry si bloccò, sconvolto dallo sguardo di Lukas mentre
Nathan fulminava il cugino con la sua miglior occhiata incenerente.
Di nuovo era intervenuto per rovinare tutto!
Fece per andargli vicino, magari tirargli un pugno, fare qualcosa,
non come Harry che era immobile, imbarazzato, colpevole, qualsiasi cosa pur di
non vedere l’espressione di Harry, che lo feriva più di qualsiasi altra cosa.
Ci sta ripensando.
Il trionfo della ragione sui sentimenti.
Ed era bastato un solo, unico sguardo da parte di Lukas.
Ti odio.
Guardò con astio il cugino, desiderando che per incanto
sparisse dalla faccia della terra perché gli aveva rovinato tutto, ogni
maledettissima cosa.
- Sta arrivando papà – disse semplicemente Lukas, con voce
malinconica.
Harry deglutì, afferrò la sua maglietta e l’infilò
frettolosamente, cercando di darsi una parvenza di ordine, diede le spalle ad entrambi,
cercando di non vedere le espressioni dei due – quella colpevolizzante di Lukas
e quella astiosa di Nathan -, si morse violentemente il labbro inferiore,
cercando di trattenere le lacrime di frustrazione e umiliazione.
Che cosa stavo facendo?
- Sta cercando te, Nathan – continuò Lukas.
Nathan ebbe un moto di stizza, afferrò la sua maglietta,
lanciò un’occhiata alle spalle di Harry, ferito per il comportamento del
fratellastro, per il suo silenzio, per quella posa colpevole e sconfitta, per
quel rifiuto evidente.
Se la infilò e si riallacciò i jeans, uscì da quella
stanza con rabbia malcelata, dando uno spintone violento a Lukas, prima di
scontrarsi con lo zio Keith e seguirlo a malincuore.
Lukas rimase nella stanza, socchiuse leggermente la porta,
e si avvicinò a Harry, ancora di spalle: - Harry, - disse – che cos’hai fatto?
–
Harry si morse a sangue il labbro cercando di non
piangere.
- Harry, guardami -
Ma Harry ancora non si girava.
Come poteva?
Non riusciva a guardare il viso di Lukas, il suo bel viso
sconvolto da una smorfia disgustata.
- Per favore, guardami -
Harry si voltò, un brivido freddo gli percorse tutta la
schiena.
Non aveva mai visto Lukas così.
Gli occhi erano nauseati, delusi, schifati.
Che schifo.
- Lukas… -
Poi quello sguardo scomparve, il tempo di un battito di
ciglia e Lukas tornò a guardare Harry con la sua solita espressione
malinconica, ciò non servì a far dimenticare ad Harry il ribrezzo che aveva
intravisto in quello sguardo normalmente sereno.
- Ne parliamo dopo, va bene? – replicò stancamente Lukas –
Vorrei solo farti riflettere su quello che… -
Harry
annuì: - Lo so –
- Se lo sai, perchè non fai niente per fermare tutto
questo? -
Non lo so.
Non ci riesco.
- Harry, non voglio giudicarti, solo… metterti in guardia.
Una cosa del genere porta solo guai. Siete fratelli! Ma ci pensate? –
Lukas si passò una mano sul viso tristemente, come cercando di raccogliere le
idee, come nascondendo qualcosa dietro quella mano, quel gesto.
Harry, lo vuoi sapere il mio segreto?
- Io… - Harry annaspò nelle sue stesse parole. Con rabbia,
si accorse che si sentiva maledettamente in colpa, si sentiva come si sarebbe
dovuto sentire prima invece di ignorare quelle sensazioni latenti e dare retta
al suo desiderio di Nathan.
- Harry, tutto questo deve finire. Lo sai vero? -
- Lo so… - rispose arrendendosi Harry.
- I legami di sangue non si possono cancellare -
- Lo so -
- Harry?
-
- Uhm? -
- Se vuoi… io sono qui -
*
‘Archie è con un un amico, per favore, vai a fargli
compagnia, io e Karen dobbiamo tornare a lavoro’
ecco cosa gli aveva detto lo zio.
Nathan era furibondo, forse zio Keith aveva aggiunto
altro, non lo sapeva, stava rimuginando su Harry e la scenetta di poco prima.
Fratelli.
Maledizione, perché dovevano essere proprio fratelli?
Perché Harry doveva darci così tanta importanza?
Forse era lui quello dalla parte giusto e Nathan quello
‘sbagliato’?
Allungò la mano verso la maniglia della porta del nonno.
- Le chiedo solo di portarlo via il più presto possibile –
stava dicendo suo nonno in quel momento.
Un’altra voce rispose: - Non c’è alcun problema. Partiremo
per l’Inghilterra anche oggi stesso –
- Lo porti via, signor Lupin. Anche subito se possibile -
Nathan sentì il sangue smettere di scorrere nelle sue
vene.
E gelarsi.
No. Lui no.
*
Le parole di Lukas ebbero il potere di volatilizzare tutta
l’umiliazione e il disgusto che Harry provava per se stesso.
In un lampo.
- Lukas? -
E un abbraccio fu la risposta a quella domanda inespressa,
a quella sorpresa malcelata, a quell’invito frainteso.
Un abbraccio caldo avvolse Harry, un abbraccio che non
aveva nulla di passionale, solo, era un calore particolare, un calore speciale,
così intimo e così vicino che ad Harry ricordò tanto l’abbraccio di Remus.
- Andrà tutto bene, Harry – cercò di rassicurarlo Lukas.
Harry si scostò da quell’abbraccio, con il fiato corto: -
Lukas io… -
Lukas gli accarezzò la guancia: - Shh, non preoccuparti… -
- Oh, ma vedo di aver interrotto qualcosa -
Harry e Lukas si voltarono di scatto verso la porta che
prima avevano lasciato socchiusa.
Ora era spalancata e c’era un ragazzo biondo, occhi grigio
tempesta, fronte corrugata, furibonda.
- Malfoy? -
Continua…
Mistress Lay
*
Cantuccio dei ringraziamenti veloci:
a tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a seguire
questa fanfic. Mi fate veramente felice! Ç.ç Non mi aspettavo tanto entusiasmo!
Scusate per il ritardo, ma la scuola mi ha completamente
assorbita in questi mesi.
La mia idea iniziale quando avevo cominciato a scrivere il
capitolo era chiedere poi il vostro parere, se Harry/Draco o Nathan/Harry, ma è
passato così tanto tempo che alla fine mi sono decisa e il finale è tutto
scritto nella mia testolina bacata! XD
Ma così, per curiosità – non sia mai che non cerchi di
accontentarvi! XD – voleste farmi sapere la vostra opinione sulla coppia con la
quale finire Oth, sarò lieta di accogliere le vostre proposte.
Aggiornamento tra breve, ve lo prometto!
E un doppio ringraziamento alla mia sis di spirito –
tipicamente Slytherin, of corse – Kira per la sua strabiliante idea! *.*
eheheh
James_Prongs (bene, ne sono felice! ^^), Mimi88,
Moony*, haley, fanchan (ehm… dici che è passato troppo
tempo?ç.ç), Kira (sis, non preoccuparti! XD La nostra anima Sly troverà
ben presto uno sfogo! XD Fidati!), mistica (mogliettina mia! *.* Anche
tu stregata da Nathan? XD Non angustiarti per Malfoy… e per le tue preferenze!
XD), Stè_Wormy, ragazza interrotta (ti ringrazio! XD Purtroppo gli
skatch non mi vengono più quelli di una volta… sarà la vecchiaia che avanza!
-.-), ysal pax (ysy, tesoro mio grazie! XD soprattutto per quella
dritta! XD E per BOTS! XD Poi ti racconto!), fann1kaoiyuki (e
finalmente ecco il capitolo! *.*), verity1987 (hai azzeccato mooolte
cose! XD eheheh Scusa per il ritardo! Ç.ç),Giulia, tess4ever
(benvenuta! ^^ E grazie per il tuo commento!), DJKIKA (Spero che questo
capitolo abbia il pepe che ti aspettavi con il precedente! XD I toni
sono comunque destinati a scaldarsi ancora di più…), bittersugar (che
gentile! Grazie! *.*), panuela (Sì, Lukas è destinato a grandi cose per
il lavoro di sfasciacoppie! XD), evanescense88, mandra (tu
trovi? ^^ Credo che lo riprenderò, forse più avanti, in un’altra fic. Mi sono
divertita molto con lo scambio delle missive. Sì, nascerà qualcosa tra Herm e
Blaise… XD), Lunatica86 (mia carissima, che piacere averti anche qui! XD
Mi dispiace aver aggiornato così tardi, che dici, Nathan si è persa una
sostenitrice? ^.-), zafirya (eheheh, già, Blaise mi sta particolarmente
simpatico qui XD), gokychan (accidenti, sono allibita dalla fiducia che
riponi in me! ^//^ Ora mi imbarazzo! – inutile dirlo, lo sono già! – Il
rapporto tra Lukas e Harry è un po’… particolare. Diciamo che di fatto vorrebbe
essere suo amico, e lo è, ma a volte si lascia condizionare. Inizialmente
voleva solo sapere che cosa ci fosse in Harry che facesse andare così in bestia
Nathan, e poi c’è da considerare la loro continua rivalità. Leggermente sedata,
è vero. Il punto cardine è Harry. E Lukas è un po’ troppo curioso. E… si vedrà!
XD Il capitolo di Flores è in via di scrittura, non preoccuparti! ^^ Ps. Grazie
per la pubblicità! O//o – ecco, ora mi imbarazzo di nuovo! -), elecam28
(Credo di aver finalmente risolto il problema spinoso dei ‘geni’. XD), fairy81
(come sono contenta che tu sia tornata! *Miss batte le mani emozionata* E forse
ti ho fatta già scappare con questo ritardo spropositato? Ç.ç Di scene piccanti
ce ne sono ancora parecchie, in tutti e due i sensi! XD – chi vuole intendere
intenda! -), NamiTheNavigator, Shade_Scary (sono felice che le
cose si stiano sistemando! ^^ Spero di continuare a suscitare queste
sensazioni! ^///^), iris (in effetti ho notato che non ci sono molte fic
su Oth. XD Chissà perché… O.o), ziz (che piacere, mia cara! XD Ma sì,
buttiamoci dentro anche Shicchan! ^^), lal23 (eh sì, Draco movimenterà
un po’ tutto XD)
Dedicato ad una persona speciale, anzi, che dico speciale, direi
specialissima, anzi, unica.
A fann1kaoriyuki.
Ti voglio bene, tesoro!
Draco Malfoy.
Che cosa ci faceva lì?
Harry proprio non riusciva a capire come mai Draco Malfoy
si trovasse di fronte a lui, con quel maledetto sorriso beffardo sulle labbra,
con quegli occhi tempesta che preannunciavano una bufera di proporzioni
cosmiche. Un Katrina in miniatura, grandioso, veramente grandioso, come se la
vita di Harry non fosse abbastanza complicata.
Si diceva spesso che non bisognava far arrabbiare le
donne, Harry corresse quel detto mentalmente. Non bisognava far arrabbiare
Malfoy.
E dire che Malfoy nemmeno aveva fiatato. Semplicemente lo
guardava, squadrandolo con i suoi occhi rabbiosi, ma mettevano una tale ansia
addosso…
Ecco che cosa provava un uomo normale di fronte ad una
splendida belva feroce: la si poteva guardare ed ammirare, ma ne aveva un
terrore sacrosanto.
Non aveva mai visto Malfoy infuriato a tal maniera, mai.
Che gli era successo?
E poi perché diamine era lì?
Per quale strana combinazione del fato era lì? Perché? Per
complicargli ulteriormente la vita?
Per fortuna sono in un ospedale, pensò Harry, almeno
riceverò i soccorsi con una cerca urgenza…
- Esatto, Potter – gli rispose con voce strascicata Malfoy
– Che c’è? Non sei contento di rivedere la tua nemesi? Non mi dirai che il tuo
dolce fidanzatino ti ha fatto dimenare anche questo, eh, Sfregiato? -
Trattenne a stento la rabbia.
Merlino, che odio che provava per quel biondino che stava
accanto a Harry!
E così era lui il ‘ragazzo americano che bacia da Dio’.
Oh, tra poco sarà il
ragazzo-americano-che-bacia-da-Dio-morto-così-morto-che-farà-invidia-a-tutti-i-morti,
si rassicurò Draco Malfoy ravvisando con la mente una lista completa di
maledizioni ad ampio spettro che possano umiliare, torturare e uccidere quello
stramaledetto scialbo babbano.
Ora capisco come mai Voldemort voleva sterminare tutti
i babbani e i mezzosangue.
Per forza!
I nostri meravigliosi esemplari di maghi non
devono essere in alcun modo sedotti da questi sempliciotti babbani!
Draco avrebbe voluto sbattere Harry contro un muro e
urlargli la fatidica domanda: Che ha questo Ken in carne ed ossa più di me?
Ma come, tutti si voglio accaparrare un Malfoy.
Ok, magari suo papà è riuscito a far una cattiva
pubblicità alla loro rispettabile casata di maghi oscuri e bla bla bla, e
certamente Harry, per qualsiasi relazione, avrebbe tenuto conto del piccolo
particolare che il suddetto Draco Malfoy – oltre ad essere bello, interessante
e affascinate – era l’unico figlio di Lucius Malfoy.
Però…
Oh avanti, bastava guardare Draco per scordarsi di questo
piccolo dettaglio insignificante!
Draco ghignò.
Oh sì, sapeva di essere affascinante, era un mago anche,
ricco sfondato da non dimenticare!
E soprattutto voleva Harry Potter!
Punto e basta.
Al diavolo quel maledetto americano!
Ah sì, bacia bene?, pensò con astio crescente. Odioso
babbano.
Non provare a emulare la mia occhiata da
ehi-sei-nel-mio-territorio! Puff, non ci riuscirai mai!
E comunque è del tutto inutile… visto che sei tu
nel mio territorio!
- Che diavolo ci fai qui? – e così Potter nemmeno mi
contraddice per quel ‘fidanzatino’, eh?
In realtà Harry era così sconvolto dalla presenza di Draco
da non aver nemmeno dato retta alle parole che questi aveva pronunciato poco
prima.
Non posso crederci! Draco Malfoy in persona!
- Sono venuto a farti visita, non trovi sia gentile da
parte mia? - Ok, Harry, respira.
- Gentile? – Harry incrociò le braccia al petto – Se non
mi ricordo male, e correggimi se sbaglio, io e te non abbiamo mai avuto
un buon rapporto! Perché dovrei pensare che tu abbia fatto un gesto gentile?
-
Draco Malfoy avanzò di un passo, stringendo gli occhi: -
Non ti sei perso proprio niente, Sfregiato! E come vedo la piattola rossa è
stata per te una scelta molto infelice visto che hai ben altre tendenze!
–
Harry arrossì mentre Lukas seguiva il dialogo guardando
prima l’uno e poi l’altro, alternativamente, senza perdersi una battuta.
Ma quello non doveva essere Draco-cotto-di-Potter?
Aveva intuito, da quanto aveva letto dalla lettera
dell’amica di Harry, che il rapporto tra i due non era certamente roseo ma
Lukas non potè evitare di cancellare quel ‘roseo’ e correggere con un disastroso.
Se l’amica di Harry e l’amico del biondino volevano fare
in modo che i due si mettessero insieme… bè, qui non ci vuole solo tanta
fortuna e tanta applicazione. No, ci voleva decisamente un miracolo.
Diede un’occhiata triste a Harry.
Ma come fai a metterti in questi casini?
- Spero che tu non sia venuto qui per parlarmi delle mie
tendenze, Malfoy, perché stà pure sicuro che sono affari miei! – replicò Harry.
- E se fossero anche problemi miei? – ribattè
serafico Draco.
Prima che Harry avesse il tempo di imbarazzarsi
un’infermiera grassoccia si affacciò dalla porta, squadrando i tre ragazzi con
aria truce: - Che ci fate qui? –
Lukas afferrò il braccio di Harry e fece per trascinarlo
fuori ma Draco, vedendo il suo gesto, fece lo stesso, afferrando Harry per
l’altro braccio e lanciando all’americano un’occhiata di superiorità.
Harry si schiarì la gola ma nessuno dei due lo ascoltò,
continuarono a tenerlo per le braccia e vollero passare entrambi dalla porta.
L’infermiera li guardò stralunata.
I giovani d’oggi…
Una volta di nuovo alla sala d’aspetto, di nuovo tutti gli
sguardi furono per loro, soprattutto per Harry che sembrava braccato da un lupo
inferocito alias biondino alla sua destra, e da un ragazzo confuso alla sua
sinistra.
- Non ci presenti, Harry? – domandò Lukas, curioso. Come
se non conoscessi questo squilibrato!
- Non ci presenti, Harry? – lo scimmiottò Draco. Come
se non avessi capito chi è questo squilibrato!
- Perché prima non mi lasciate!? – sbottò Harry,
imbarazzato e decisamente confuso da tutto questo astio. Ma che aveva Malfoy?
Si era sniffato la polvere volante?
- Già, perché non lo lasciate? – domandò una voce
strafottente.
Alzando lo sguardo i tre ragazzi videro di fronte a loro
Nathan Whilher, con lo sguardo più assassino del suo repertorio.
Di bene in meglio, Harry, di bene in meglio, pensò
Harry liberandosi con uno strattone dalla stretta dei suoi ragazzi, in
imbarazzo.
Dannazione, ci mancava solo lui!, pensò Lukas.
E questo chi diavolo è?, si chiese Malfoy.
- Usciamo – li invitò tutti Harry, odiando tutti quegli
sguardi che erano puntati su loro quattro. Per dare maggior forza al suo ordine
uscì lui per primo, sapendo perfettamente che gli altri tre lo avrebbero
seguito.
Com’era poi
successo.
Erano di fronte
all’ospedale, accanto al parcheggio, sotto il sole tiepido autunnale.
- Chi è questo qui? – chiese Nathan andando al fianco di
Harry.
- Draco Malfoy, eravamo… ehm… compagni di scuola… -
Draco fece una smorfia.
- Lui è Lukas Scott, mio cugino e Nathan Whilher, mio
fratello – spiegò sbrigativamente Harry.
Draco scoccò un occhiata in tralice a Lukas: - Te la fai
con tuo cugino, Potter? – domandò acido.
Harry chiuse gli occhi, immaginandosi perfettamente la
reazione di Nathan.
- Che hai detto, scusa? -
Come non detto…
- Non stiamo insieme! – esclamò Lukas.
- Oh, allora il meraviglioso americano che bacia da
Dio chi è Potter? -
A quella domanda Harry spalancò gli occhi, colpito.
Oh my…
Si ricordava a memoria le sue parole!
In un attimo fu da Draco, tappandogli la bocca più
velocemente possibile. Sentì le labbra morbide di Draco stringersi in una
smorfia di disappunto per poi rilassarsi al contatto con la mano fredda di
Harry.
Nathan non prese bene nemmeno quella scena: - Che cosa sta
succedendo? Qualcuno mi potrebbe spiegare? –
- Niente – intervenne sbrigativo Lukas. Doveva essere
questo quello che Harry aveva scritto nella missiva alla sua migliore amica.
Non c’era da stupirsi se Draco Malfoy, chiaramente infatuato di Harry, fosse
geloso marcio. Messa così la situazione, si notava anche una traccia di ironia
in tutta quella storia.
- Niente cosa? – quasi gridò Nathan, furioso, afferrò il
cugino per il bavero – E così il caro Lukas varca tranquillamente le
porte della parentela, eh? -
- Idiota! – non riuscì a trattenersi Lukas – Io
potrei! Non siamo così di parentela stretta! -
- Non ti permettere di chiamarmi idiota Lukas perché
questa volta mi hai fatto proprio incazzare! -
- E finitela! – li bloccò Harry, a mano ancora premuta
contro la bocca di Draco, timoroso che questi potesse intervenire per rovinare
ancora di più il rovinabile – E’ tutto un malinteso! -
Draco osservò le dita di Harry, attraverso le sue labbra
poteva perfettamente avvertire la forma del palmo di Harry, la sua morbidezza…
attentamente, in modo da impedire a Harry di sottrarre subito la mano, cominciò
a socchiudere le labbra e depositò un piccolo bacio sulla pelle di Harry.
Conseguenza: la replica di Harry fu bloccata a metà,
questi si fece rosso e tolse più che immediatamente la sua mano dalla bocca di
Draco, portandosela verso l’altra, allontanandosi pure di qualche passo, Nathan
e Lukas volsero i loro sguardi prima verso Harry poi verso Malfoy, Nathan perse
ogni interesse per Lukas e cominciò a calcolare la distanza che lo separava da
Malfoy per tirargli un bel pugno secco in faccia.
E in quel momento Lukas comprese.
Guardò prima lo sguardo di Harry, poi quello di Draco.
Sì, ora non c’era più alcun dubbio.
Attrazione.
E cercò di imbastire un piano.
Perché Harry non poteva, non doveva stare un attimo
di più con Nathan.
E Draco Malfoy capitava proprio al momento giusto e
soprattutto, non meno importante, era la persona giusta. Quella testarda, più
testarda di Nathan.
Per questo fece una faccia sorpresa e si rivolse a Harry:
- Oddio, Harry non lo sapevo… -
Harry si voltò confuso verso di lui: - Cosa? Eh? –
Indicò prima Harry stesso poi Draco: - Di te e di lui… -
Nathan si bloccò, lanciando al cugino un’occhiata.
Non sarà che…
Harry andò in panico: - No! NO! Come… come puoi… - arrossì
spiacevolmente.
- Non ti devi vergognare, Harry – continuò più calmo
Lukas, aprendo il viso in un sorriso – Voglio dire… era naturale che il tuo fidanzato
reagisse così quando ci ha visti prima – si volse verso Draco, ingoiando
il rospo e continuando in tono affabile – Mi dispiace, Draco, non intendevo…
siamo solo amici – chiarì.
Harry annaspò alla ricerca di aria.
Ma che prendeva a Lukas?
Merlino! Si era rincretinito tutto d’un colpo?
Nathan lo guardò con una tale rabbia negli occhi che per
istinto Harry si ritrovò a indietreggiare, finendo, guarda caso, proprio tra le
braccia di Draco Malfoy.
Il quale Draco Malfoy, senza tanti problemi, senza capire
un granchè bene quello che stava succedendo, ma cogliendo la palla al balzo che
Scott gli stava passando per far arrabbiare ulteriormente quello stramaledetto
moro arrogante.
Così attirò a sé Harry passandogli un braccio lungo la
vita e appoggiando poi il mento sulla sua spalla.
Inutile dire che Harry diventò totalmente rosso,
semplicemente sconvolto dalla piega che aveva preso gli eventi.
- Io… Nathan… - guardò verso il fratello, in cerca di
aiuto, per poi essere fulminato – Nathan io… non… - quasi gli salirono le
lacrime agli occhi nel vedere lo sguardo di Nathan così deluso. Dio, ma che
aveva fatto di male per meritarsi un fato del genere? – NON STIAMO INSIEME! IO…
-
- Potevi anche dirmelo… - infierì ulteriormente Lukas
vedendo Nathan traballare. Maledetti gli occhi di Harry! Come si vedeva
chiaramente che non stava mentendo ma tutto ciò che diceva era verità! - … così
io mi sarei fatto da parte -
- Smettila! – esclamò Harry – Che stai dicendo, Lukas? -
Nathan lo guardò, profondamente e fissamente per secondi
che sembravano interminabili, nei quali Harry sostenne il suo sguardo senza
abbassare gli occhi, cercando di fargli capire la verità.
Non riusciva a ripensare allo sguardo deluso di Nathan…
non ci riusciva… faceva troppo male.
Dieci volte di più di quello di Lukas quando li aveva
scoperti.
Perché Nathan… Nathan era Nathan.
Pensare che Harry gli avesse mentito faceva male ma non così
male come avrebbe mai pensato… in fondo anche Harry non si era scostato dalle
sue carezze, dai suoi baci… e dopotutto nemmeno loro avevano fatto qualcosa di
bello. Ma vedere Harry lì, tra le braccia di quello… questo e solo questo
lo faceva imbestialire!
Quello era suo fratello, il suo amante, era Harry!
Nessuno, tranne me, deve toccarlo così!
- Vedo che non ti serve una mano per mettersi assieme a
Potter, Draco – intervenne una voce alle spalle di Lukas, tutti si voltarono
verso il nuovo arrivato. Era un ragazzo nero che fissava la scena sorpreso – A
saperlo non saremmo nemmeno venuti in America… hai visto Hermione? – Blaise li
indicò con il dito.
Hermione giunse dietro di lui, di corsa, i capelli
raccolti in una coda approssimativa che ondeggiava ad ogni suo passo. Sgranò
gli occhi non appena si trovò di fronte quella scena: - Ma cosa… - scorse Harry
– Harry! -
- ‘MIONE! – esclamò Harry felicissimo di vederla –
Lasciami andare, furetto! – esclamò e si liberò dalla sua stretta per
raggiungere Hermione – Come sono felice di vederti! Che ci fai qui? Potevi
avvertirmi che saresti venuta! -
Lukas girò il capo da un’altra parte.
Accidenti… perché proprio ora?
Harry abbracciò di
slancio Hermione tempestandola di domande mentre Blaise raggiunse un Draco
quanto mai frustrato: - Mi sa che ho interrotto qualcosa, eh? –
L’occhiata che gli
rivolse Draco fu una risposta più che esaustiva.
- Harry, sono così
felice di vederti! L’America ti fa bene! Ma aspetta… tu non hai ricevuto il
mio… ehm… la mia lettera? – domandò Hermione.
Harry scosse la
testa: - No… io… ti avevo spedito una.. lettera per dirti che forse ho perso la
tua missiva perché Ed… ehm… la postina si era fatta male -
Hermione si portò
una mano alla bocca: - Quindi tu non sai niente? –
- Niente? Herm, a
che ri riferisci? – domandò Harry confuso.
- Ti spiego tutto
dopo, allora – guardò finalmente i due ragazzi sconosciuti, poi si avvicinò
all’orecchio di Harry – Nathan è quello che mi sta guardando male? -
Harry sorrise
tristemente: - Già, proprio lui… -
- E’ veramente
carino… -
- ‘Mione! –
esclamò Harry imbarazzato – Così non aiuti! -
La ragazza rise
leggermente e allungò la mano verso Lukas – meglio cominciare da quello che
non mi vuole morta -: Sono Hermione Granger, un’amica di Harry –
Lukas la strinse
di rimando: - Piacere, sono Lukas, il cugino di Harry –
Hermione tese poi
la mano a Nathan e il ragazzo tentennò un secondo prima di intercettare lo
sguardo di Harry. Questi prima annuì, poi sorrise.
- Nathan, suo
fratellastro – si presentò ma lo disse rivolto a Lukas, calcando bene la parola
‘fratellastro’.
- Felice di
conoscerti – disse con troppo entusiasmo Hermione, scoccando un’occhiata a
Harry – Ah, lui è Blaise – disse accennando a Blaise, il quale fece un segno
con la mano, affabile.
- State assieme? –
domandò ghignando Harry, avvicinandosi a Hermione. Avvicinandosi a Hermione?
Ma a chi la do a bere? Mi sto avvicinando a Nathan!
Hermione arrossì:
- Ma ti sembra, Harry?! –
- Non so, a quanto
pare dalla mia partenza sono cambiate molte cose… -
- E alcune altre
sono rimaste sempre le stesse – rispose criptica Hermione, facendogli segno di
dare uno sguardo a Malfoy, che se lo stava letteralmente divorando gli occhi.
- Dove alloggiate?
– domandò Lukas, ormai rassegnato all’idea di aver perso un round, ma del tutto
sicuro di vincerlo successivamente con l’aiuto di Hermione e Blaise. Certamente
loro volevano mettere assieme Harry e Malfoy, quindi… come si dice? L’amico del tuo nemico è mio nemico. Così
vale la regola delle alleanze.
- A casa tua… cioè
a casa Whilher… - replicò imbarazzata Hermione – Volgendo lo sguardo verso
Nathan. Cioè… i nostri bagagli sono lì e… -
- Potete rimanere
– rispose Nathan – se è per un solo giorno… -
Lo porti via,
anche subito se possibile.
Forse loro erano
venuti per portarlo via assieme alla persona che prima aveva sentito parlare
con il nonno. Ma no… Harry non poteva andarsene, loro potevano stare se
volevano prima di ripartire ma Harry?
Lui e Harry
avrebbero dovuto avere una lunga chiacchierata.
E non solo quella.
- Un solo giorno?
– Harry sgranò gli occhi – Come? -
Hermione lo guardò
sorpresa: - Non lo sapevo nemmeno io… -
- Bè, il vostro
amico non è andato a parlare con mio nonno, no? – domandò con freddezza Nathan Facevano
i finti tonti? Harry poteva capirlo, era sorpresissimo nel vedere i suoi
amici, ma la ragazza?
- Amico? – domandò
Draco guardando verso Blaise – Quale altro amico avete invitato? Spero non
lenticchia… -
Blaise scosse la
testa: - Mi sa che si è sbagliato.. -
- Nathan, di chi
parli? – domandò Harry.
- Che cosa sta
succedendo qui? – una voce li distrasse e tutti si voltarono verso il
proprietario di quella voce. Remus Lupin.
- Oh, cazzo –
pigolò Blaise.
Hermione sbarrò
gli occhi: - Oh no… -
- Hermione, signor
Zabini, signor Malfoy… vorreste spiegarmi che cosa ci fate fuori dalle mura
della vostra scuola? -
- Bè – commentò
Blaise – se glielo spiegassimo dubito che ci crederebbe… -
Harry però lo bloccò, sorridendogli: - Remus! Come sono
felice di vederti! –
Hermione abbassò lo sguardo per terra, a disagio.
Ecco, era stata beccata!
E ora come spiegare a Lupin che era lì per Harry, per
aiutarlo a dichiararsi a Malfoy?
Blaise aveva ragione.
Se glielo spiegassimo dubito che ci crederebbe…
Niente di più vero.
Ma il problema ora era Harry.
Perché, a giudicare da come Nathan lo stava squadrando il
suo adorabile fratello non aveva alcuna intenzione di lasciarlo tanto
facilmente.
Incredibile quanto quel ragazzo assomiglia a Malfoy come
portamento, e quanto invece non gli somigli.
Adesso capiva Harry quando gli diceva che Nathan lo odiava
perché non aveva nulla che potesse fargli ricordare la madre: vedendo le foto
di Lily Evans che Harry teneva nel suo album era indubbio che Nathan
assomigliava in tutto e per tutto al padre e dalla madre non aveva ereditato
niente.
E invece Harry…
Harry se ne stava lì, a chiacchierare con Remus Lupin,
sorrideva, ingenuo, ignaro di ciò che accadeva attorno a lui.
Ignaro di Nathan. E forse anche dei suoi sentimenti.
Ignaro di Draco Malfoy. E del suo vero volto che
nascondeva sotto quella facciata Slytherin.
Ignaro di Lukas che aveva lo sguardo perso nel vuoto,
pensoso.
Ignaro di… Ehi! Ma Blaise Zabini la stava fissando?
Incredibilmente la faccenda personale di Harry passò in
secondo piano nella mente di Hermione.
Che strano…
Come la guardava Blaise non le dava fastidio, tutt’altro.
Inconsapevolmente con le dita fermò dietro l’orecchio una
ciocca ribelle, riflettendo. Dopotutto, che c’era di male se lei e Blaise
andavano d’accordo? E che c’era di male a sentirsi bene nell’essere
fissata così da un ragazzo?
È Blaise Zabini, l’avvertì la sua coscienza.
Blaise Zabini.
E allora?
Dopotutto Hermione era una ragazza, aveva sedici anni e
poteva anche prendersi il lusso di arrossire se un ragazzo la guardava così!
E al diavolo se si chiamava Blaise Zabini, era di Slytherin
ed era un tirapiedi di Draco Malfoy!
Dopotutto se andava tutto come doveva andare, ben presto
Harry e Draco sarebbero stati assieme e quindi anche la disputa sullo status
quo di Blaise poteva finire…
Ok.
Ora, Hermione Granger, concentrati su Harry.
Aguzzando le orecchie Hermione sentì l’ultimo brandello di
conversazione tra Remus e Harry: - … che ne dici allora di venire a prendere un
caffè con me? ti devo parlare –
Harry annuì.
Remus si rivolse a Draco, Blaise e Hermione: - E poi dovrò
parlare con voi –
*
- Che cosa desiderate? – domandò la cameriera, sorridendo
apertamente ad entrambi.
- Una cioccolata calda – rispose Remus.
- Un succo d’arancia -
- Così… - riprese Remus non appena la cameriera si era
allontanata – che cosa mi racconti? Come la trovi Tree Hill? -
A parte il fatto che mi sono quasi fatto scopare da
Nathan?
A parte che odio mia madre?
- Bella. Molto… bella. Mi trovo abbastanza bene qui… ma
dimmi, Remus, sei venuto a dirmi qualcosa sul mio ritorno? -
Facendo due più due, guardando Remus Lupin, era ovvio
quello che era successo.
Nathan aveva origliato la conversazione tra Remus e
Archibald.
E aveva sentito di questo fantomatico ritorno.
- Sì – rispose con cautela Remus – Sono venute alla luce
alcune notizie… -
- Quali? – domandò impaziente Harry.
Vuoi sapere un segreto su tua madre?
- Harry… - cominciò Remus guardandolo fisso negli occhi –
Vuoi sapere la verità? -
Vuoi sapere un segreto su tua madre?
Hai un fratellastro.
Si chiama Nathan.
Verrai con me. In America. Per conoscerlo.
Si chiama Nathan. Spero che andrete d’accordo.
Vuoi sapere un segreto su tua madre?
Hai un fratellastro.
Tua madre ha avuto un figlio da un altro uomo.
Ti porto a Tree Hill con me. lo conoscerai.
- Nathan non è tuo fratello -
Harry… io ti voglio.
So che è sbagliato.
Ma ti voglio.
Anche io, Nathan.
- L’ho letto nel diario segreto di tua madre. L’ho
ritrovato nei vecchi scatoloni. Così… tornerai con me a Hogwarts, a casa tua -
I legami di sangue non si possono cancellare.
- Non sei contento? -
Hai un fratellastro.
- Harry? -
Vuoi sapere un segreto su tua madre?
*
Lukas gemette non appena la sua schiena scontrò contro il
muro. Nathan ce lo aveva scagliato con una tale forza da sentirsi già la
schiena intorpidita, ma il cugino, per niente contento, ancora lo teneva per il
bavero, premuto contro il muro.
- Spiegami -
- Non capisco cosa devo spiegarti, Nathan! –
esclamò Lukas.
- Spiegami il perché di quella scenetta di poco fa! -
- Se stanno insieme io non ci posso fare niente, Nathan! -
- LORO NON STANNO ASSIEME! -
Lukas ebbe persino il coraggio di ridacchiare: - Se lo
dici tu… -
Nathan lo staccò dal muro e ce lo sbattè con violenza
ancora una volta.
- Dimmi la verità -
- Che verità? –
sbottò Lukas – LA VERITà E’ CHE TI VUOI FARE TUO FRATELLO, SANGUE DEL TUO
SANGUE! NON TROVI SIA UNA COSA SEMPLICEMENTE ORRIBILE? PASSI CHE SIA UN
RAGAZZO MA… è TUO FRATELLO! MI FAI SCHIFO, NATHAN! CHE COSA TI PASSAVA PER LA
TESTA DI LA’ IN OSPEDALE? MA HAI ALMENO RIFLETTUTO PER DUE SECONDI? CRISTO
SANTO, E’ TUO FRATELLO, TUO FRATELLO! O TE LO SEI FORSE SCORDATO? -
- COME SI FA A
SCORDARSI UNA COSA DEL GENERE, EH? – gridò il moro – COME SI FA A DIMENTICARSI
CHE E’ TUO FRATELLO QUELLO CHE DESIDERI CON TUTTO TE STESSO, QUELLO CHE
VORRESTI TENERE TRA LE BRACCIA, CHE VORRESTI FARE TUO? VA BENE, è UN RAGAZZO, E
ALLORA? VA BENE, QUESTO RAGAZZO E’ ANCHE MIO FRATELLO, E ALLORA? NON SI PUO’
NEMMENO TOCCARE ORA? -
- TOCCARE? TU HAI
FATTO BEN Più DI TOCCARE! – Lukas prese fiato – NATHAN, METTITI IN TESTA
CHE HARRY E’ TUO FRATELLO! CRISTO SANTO, PUOI FARTI CHI VUOI, NON TI FARESTI
SCRUPOLI PER NESSUNO, E ALLORA PERCHE’, PERCHE’ TI SEI FISSATO SU HARRY? MI
FAI SCHIFO -
Nathan non ci vide
più: - TI FACCIO SCHIFO? E ALLORA? CHE COSA NE SAI TU? PUOI ADDITARCI E SCHIFARTI
QUANTO VUOI, MA NON SAI… TU NON SAI CHE COSA SENTO OGNI VOLTA CHE VEDO
HARRY! TU NON SAI… - lo mollò, così furioso da non riuscire nemmeno a formulare
una frase.
Lukas si appoggiò
al muro, non guardò Nathan mentre questi si apprestava a lasciarlo solo nel
cunicolo buio.
Nathan, Harry,
volete sapere il mio segreto?
Lo volete
sapere?
- Sei messo peggio
di quanto immaginassi – sussurrò e Nathan si bloccò – tu te ne sei innamorato
-
Nathan lo lasciò
solo, senza dire una parola.
Nathan, Harry… io lo so…
Li ho sentiti mentre ne parlavano.
Volete sapere il mio segreto?
- Io so che non siete fratelli -
Hermione, nell’ombra, sussultò.
*
Casa Whilher era decisamente affollata.
Abby aveva sistemato alcune camere degli ospiti per far
spazio a quei quattro ospiti inglesi amici di Harry, ma aveva notato
chiaramente che tra di loro tirava un’aria decisamente strana…
Che cos’era quell’espressione pensierosa sul viso del
ragazzo nero?
Oh, a questo Abby poteva anche dare una risposta, ammesso
e concesso che sia solo quella.
L’oggetto dei pensieri di Blaise doveva essere una ragazza
e dal momento che Hermione era l’unica ragazza in giro… bè, direi che ti
stai proprio prendendo una cotta, ragazzo.
La ragazza in questione però era lontana anni luce dalla
gentilezza che Blaise mostrava nei suoi confronti.
Pensierosa anche lei si era chiusa nella sua stanza,
riflettendo a ciò che aveva appena sentito all’angolo della viuzza laterale che
portava all’ospedale.
Lukas quindi sapeva.
Nathan e Harry non erano fratelli.
E nonostante tutto, Lukas aveva rinfacciato a Nathan i
suoi sentimenti… che meschino.
Perché lo aveva fatto?
Per lasciar divorare dai sensi di colpa Nathan e Harry?
Ma perché?
Eppure l’ha capito che Nathan si è innamorato.
E allora… perché?
- Toc toc, si può? -
Hermione lanciò un’occhiata alla porta, a Blaise che stava
entrando e accennò un sorriso. Il ragazzo si chiuse la porta alle spalle e si
sedette sul letto della ragazza: - Allora? che te pare? Forte l’America, eh? –
- Forti i babbani, vorrai dire – sorrise Hermione.
Blaise scoppiò a ridere: - Sì, forti i babbani… ma dai,
non avrei mai creduto di dirlo un giorno! -
- Blaise… - Hermione si fece seria tutta d’un tratto – tu
che conosci bene Malfoy… secondo te quello che prova per Harry… è solo una
cotta? -
Blaise si stiracchiò, appoggiando le mani sulla coperta,
riflettendo due secondi prima di parlare: - Questo non te lo so dire, ma ti
posso assicurare che non ho mai visto Draco così preso. Sai, all’inizio io
credevo che quello che provava per Potter fosse solamente una sbandata,
un’ossessione o come la vuoi chiamare –
- Una mania di possesso -
Blaise la guardò e annuì: - Sì, pensavo fosse così –
- E poi la sua scelta di venire qui in America per lui ti
ha fatto cambiare idea? -
- Oh no, quella è stata solo la ciliegina sulla torta…! –
ridacchiò – No, Draco è sempre stato bravo a fare lo stronzo e tutto, a
maltrattare chi voleva e a nascondere le emozioni. Chiamalo patrimonio
genetico, il vecchio Lucius era uguale. Ma se c’è una cosa che Draco non sa fare
è controllare le sue emozioni. Le nasconde, più che bene, ma non le controlla.
Non quando sono così violente come la gelosia, la rabbia -
Hermione abbozzò un sorriso: - Mi ricordo… dai primi tempi
della partenza di Harry Malfoy era così… bè, più bastardo del solito… -
- Sì… lui sfoga l’irritazione come può. Non in modo
eclatante, ma almeno tale da attirare su di lui l’attenzione necessaria –
Blaise sorrise – E poi… beh, non l’ho mai visto così irritabile, così
pensieroso… e poi esce con questa storia della Weasley -
- Il bacio a Ginny – replicò tristemente Hermione – Se
voleva attirare la sua attenzione su di sé ci è riuscito perfettamente -
Blaise fece segno di no con l’indice: - No-no, signorina
Granger, ha commesso un’imprecisione. Non l’ha fatto per attirare l’attenzione
su di sé… non quella di tutti almeno –
Hermione capì: - Voleva far ingelosire Harry – annuì – E
c’era riuscito. Ricordo che nella sua risposta lui aveva chiesto se Malfoy e
Ginny stavano insieme allora. ron era andato su tutte le furie leggendolo ma io
avevo capito che Harry non era geloso di Malfoy, ma di Ginny. Perché lo aveva
baciato –
- Esattamente -
- Quindi, ovviamente, quando lui ti ha chiesto di
contattarmi per sapere il suo indirizzo… quella è stata solo la conclusione
finale? -
Blaise annuì: - Che non si fa per amicizia? -
- E in luce a tutto questo… che cosa ne pensi dei
sentimenti di Draco Malfoy per Harry? -
- Io penso che si sia preso una bella cotta, ma questo
tel’avevo detto… - fece una pausa – Forse, se questa cotta riuscisse a
svilupparsi… bè, credo, Hermione, che troveremo nel miglior esempio di ‘Unione
di case’ che Dumbledore possa sognare -
- E se Harry non lo corrispondesse? – domandò incerta
Hermione.
E se Harry avesse cambiato idea su Malfoy e ora guardasse
a Nathan?
Se venisse a sapere che lui e Nathan non sono fratelli?
Harry, che faresti?
- Che intendi dire? – domandò in panico Blaise – Intendi
dire che Harry si è preso una cotta per il biondo? Quindi la lettera di fatto
era vera? -
Hermione scossa la testa, esasperata: - Perché tutti
devono pensare che sia Lukas? -
- Bè, è un altro? Chi? Draco lo ucciderà -
Hermione sospirò: - Ti devo confessare una cosa. Però non
interrompermi. Ora ti dirò la verità –
Almeno io, almeno io la voglio rivelare.
*
Harry tornò nella sua stanza dopo aver corso almeno un
chilometro, si sbattè la porta alle spalle e appoggiò i pugni chiusi e la
fronte contro questa, tentando di rimettere un po’ di ordine nella sua testa.
Tu e Nathan non siete fratelli.
Oh Merlino maledetto…
NON ERANO FRATELLI!
Tutte le notti insonni, tutte i pensieri, tutte le
masticazioni che aveva fatto del suo fegato di fatto erano solo… aria. Perché
lui e Nathan non erano fratelli.
E adesso?
E adesso?
Che fare?
Tornare con Remus sembrava l’unica alternativa possibile…
l’unica fattibile.
Però…
Però lui e Nathan non erano fratelli.
- Harry… -
Harry si sollevò, sorpreso, e dire che pensava di essere
solo!
*
In ospedale Whilher guarda fisso davanti a sé.
Era solo, in quella piccola stanza che le infermiere avevano
appena ripulito e la luce del sole che tramontava donava a Archibald un aspetto
ancora più stanco di quanto questi già non sia.
Lo porti via, anche subito.
Stava pensando a nathan, a quel ragazzo che aveva sofferto
troppo per la mancanza di affetto del padre, per la sua poca somiglianza con la
madre, per quello che aveva dovuto passare. Anche dall’indifferenza del padre.
Ma ora…
Ora Archibald avrebbe dovuto essere contento.
Finalmente aveva esorcizzato il fantasma di suo figlio
Dan, che tanto aveva rimpianto il suo carattere violento nei confronti di Lily,
che aveva rimpianto di averla mandata via dalla sua casa, dalla sua vita, per
essere lasciato solo, involucro vuoto senza più amore, nemmeno per il figlio
che di regola avrebbe dovuto mitigare la partenza della donna.
Aveva esorcizzato anche il fantasma di Lily, che chiedeva
sempre perché l’aveva separata dal figlio…
Aveva fatto in modo che Nathan e Harry si fossero
conosciuti.
Per la famiglia, questo ed altro, signorina Evans.
E ora, ora che finalmente avrebbe potuto dirsi libero da
ogni preoccupazione ecco che un nuovo spettro compariva di fronte ai suoi
occhi.
Esorcizzato anche questo.
Era bastato che Lupin venisse, che gli facesse qualche domanda,
che Whilher rispondesse sì.
E ora…
Perché non può essere sollevato?
Vuoi sapere un segreto su Lily, papà?
Continua…
Mistress Lay
Cantuccio dei ringraziamenti (soprattutto per chi legge
questa parte! U.U):
che cosa dire se non mettervi da parte dei soliti
ringraziamenti?
Potrei spendere due paroline per commentare il capitolo ma
la mia esperienza sulle note a fine (o inizio, a prescindere) capitolo mi
insegna che tanto non vengono lette da nessuno, quindi lascio stare.
In ogni caso, e chi le legge lo saprà, chi non le legge
amen, questo sarà l’ultimo capitolo per mooolto tempo. Parto per le vacanze e
sto cercando di aggiornare tutte le mie fanfic prima del ‘fattaccio’, quindi a
parità di diritti il prox aggiornamento sarà per Pieghe del Tempo. E ci sarà
anche il tempo per postare una nuova shottina… XD
Inoltre vorrei farvi presente che questa fic volge al termine,
ebbene sì, incredibile, lo so, per chi mi conosce sa che cosa vuol dire per me terminare
una fic (ç____ç) ma è necessario.
Bè, pazienza…
Così, per nota informativa, se il sondaggio fosse risultato
valido (cioè se io non avessi messo su carta che era soltanto a puro scopo informativo
mio personale ma di fatto il finale cel’ho bell’è scritto in testa) avrebbe vinto
la coppia Nathan/Harry!
[Su un totale di 26 voti:
13 voti per Nathan
5 per Draco
8 astenuti (o per meglio dire che non hanno votato)]
Grazie a tutti coloro che leggono e soprattutto per coloro
che commentano: perdonate ma non riesco a rispondervi, comunque sappiate che
siete tutti il pane di questa fic! XD
Pensava di
essere solo, maledizione, SPERAVA di essere solo, di poter finalmente avere
tregua e ragionare per conto suo dei molteplici atti succedutisi nelle ultime
ore: Nathan, Lukas, Malfoy...
Per quale motivo
non poteva essere come tutti i ragazzi, complicato ma non troppo?
Era persino più
complicato di un ragazzo mago medio... che diavolo poteva volere di più dalla
vita?
Nathan, suo
fratello, quello che aveva baciato troppe volte, quello al quale si era abbandonato
con un sospiro e molteplici sensi di colpa, quello che aveva desiderato con una
forza incredibile, che con cui aveva cercato contatto disperatamente.
Odio e amore.
Era quello che
aveva provato Harry?
Era odio per la
sua condizione, per il loro indissolubile legame di sangue, incancellabile
simbolo di peccato, ostacolo insormontabile, e amore per quel ragazzo così
diverso da lui eppure così simile a lui?
Ma ora...
Che importanza
aveva adesso?
Tu e Nathan non
siete fratelli.
- Malfoy... che
ci fai nella mia stanza? -
Draco scrollò le
spalle, con finta noncuranza, persino agli occhi di Harry però, quel gesto
aveva qualcosa di artificiale: - Volevo parlarti -
- Ah sì? -
ribattè scettico Harry, incrociando le braccia al petto - Di cosa? - Ecco,
lo sapevo, altri problemi!
Draco Malfoy
tergiversò, guardandosi attorno, si lasciò falsamente distrarre
dall'arredamento nella stanza, dagli strani apparecchi presenti, e dalla vista
sulla strada che si vedeva dalla finestra.
- Di cosa,
Malfoy? - domandò nuovamente Harry,impaziente.
- Che cosa c'è
tra te e tuo cugino, Potter? - domandò infine a bruciapelo, guardandolo con il
fuoco negli occhi, pronto a replicare seccamente a qualsiasi risposta che non
sia di suo gradimento.
- Non sono
affari tuoi Malfoy - ribattè prevedibilmente Harry. Perchè mai le cose, invece
di semplificarsi si complicavano sempre di più? - E ora, lasciami domandarti
una cosa: che cosa ci fai qui, Malfoy? -
- Rispondi alla
mia domanda e io risponderò alla tua -
Harry quasi
sbuffò dall'esasperazione: - Non c'è niente tra me e mio cugino, Malfoy. E poi
non capisco perchè la cosa deve starti così tanto a cuore! Non dirmi che sei
venuto qui solamente per chiedermelo? -
Draco gli si
avvicinò con passo veloce, Harry indietreggiò, sorpreso per quella strana luce
negli occhi del biondo, una luce che gli ricordava incredibilmente quella di
Nathan, una luce forte, febbrile. Altro problema, con il nome di Draco
Malfoy, in avvicinamento a ore dodici!
- E se fosse
così? - domandò allora Draco, con voce stranamente suadente, lenta, come se
cercasse di sedurre Harry. Si avvicinò ancora un poco a lui, sempre non
movimenti calcolati, accattivanti.
Harry si ritrovò
senza volerlo a fare dei paragoni tra lui e Nathan, tra le sensazione che il
fratello gli suscitavano e quelle che Draco Malfoy gli provocavano.
Nathan non aveva
bisogno di metodo di seduzione, si trovavano così in sintonia tra di loro che
quasi parevano essere veramente fratelli, senza affetto amicale, solo tanta
passione.
Nathan non aveva
bisogno di atteggiarsi con movenze sensuali, no, lui era forte e arrogante,
così sicuro di sè da non avere dubbi su niente e non si prendeva il lusso di
ammettere colpe o torti, crescendo senza madre e praticamente senza una figura
paterna accanto aveva sviluppato un'incredibile presunzione e sfrontatezza che
certamente non guastava al suo aspetto fisico.
Malfoy invece...
era arrogante e pretenzioso come un qualsiasi figlio viziato, non era diverso
da Nathan, se ci si pensava bene, se li si guardava bene.
Avevano entrambi
la stessa espressione dura e arrogante, quel connubio che tante volte aveva
visto nel viso di Nathan con una curiosa stretta al cuore, nel ripensare alla
sua nemesi scolastica, quella che si era lasciato dietro a Hogwarts.
Ricordava fin
troppo bene quella sensazione delle farfalle nello stomaco che spesso lo aveva
preso nel pensare a Malfoy.
E che dire di
quando gli era giunta la notizia che lui si era baciato con Ginny?
Rabbia,
gelosia...
Avrebbe voluto
essere a Hogwarts per dire quattro paroline magiche - e nemmeno molto
lusinghiere - a Ginny e prendere a pugni Malfoy, per nessuna ragione in
particolare, solo perchè era un idiota.
Perché
avrebbe dovuto baciare me…, ammise
Harry, con un pizzico di malinconia, perché avrebbe dovuto baciare me, non
Ginny, nessun altro.
Un desiderio
inconfessato, un poco consapevole, che Harry per la prima volta ammise
finalmente a se stesso come uno scomodo dato di fatto.
Aveva cercato di
ignorarlo per quanto aveva potuto, addossando mille scuse, ma in realtà era
Draco che voleva, era baciare lui che importava, era ricambiare il favore
che aveva spinto Harry a sottostare al giochetto di Hermione. Era quello
che aveva voluto.
E, del tutto
inconsapevolmente, era quello che aveva vinto.
Perché, sì,
aveva vinto.
Con un piccolo
giochetto, con uno scherzetto, con una piccola vendetta.
Ed aveva
ottenuto di avere lì, di fronte a lui, Draco Malfoy.
Con quello
sguardo, con quella cadenza nella voce, così vicino, così bello…
Ma ora? Ora,
è quello che realmente voglio?, si domandò.
Già, è Draco
Malfoy che voglio adesso?
Harry lo guardò
allora, continuando a chiederselo mentalmente.
Si rese conto di
essere indietreggiato nel frattempo e di essere prigioniero di Malfoy, chiuso
tra il suo corpo peccaminoso e il muro, accanto a lui c’era la porta, la
maniglia era vicina, a portata di mano, e con essa la via di salvezza, una via
di fuga.
Avrebbe potuto
tirare un calcio a Malfoy, abbassare la maniglia e andarsene. Fuggire da
quell’ennesimo problema.
Perché ora Draco
era un problema, no?
Ora non era Nathan
il problema, ora era Malfoy.
- Non siete
fratelli.
- Com’è
possibile, Remus?
- Ho
ritrovato una lettera di Lily a Dan, mai spedita. Dice ‘spero che tu stia bene
con tuo figlio, essere genitori è una grande responsabilità. Spero che Debby,
con tutto quello che ha passato, stia bene. E il vostro bambino sia felice’
- Debby… la
moglie di Dan…
- Sì, come
vedi tua madre non ha avuto un figlio da Dan. Nathan è figlio di Debby, la sua
legittima moglie.
- Remus… sei
sicuro?
- Certo, Lily
lo scrive qui, nero su bianco.
- E se ti…
sei sicuro?
- Fidati. Ne
ho parlato anche con il signor Whilher, me lo ha confermato.
- Ma… com’è
possibile? Non è stato lui a voler a tutti i costi che io venissi qui?
- Mi ha
confessato che suo figlio voleva che Nathan fosse di Lily. Per questo ha
riempito la testa del figlio con tutte quelle sciocchezze. E giunto al momento
di morire, non l’ha rinnegato, suo padre non ha potuto dire di no, e ha dovuto
far conoscere il nipote a te.
- Capisco…
- Non sei
contento, Harry?
- Sì… sì lo
sono.
- Non
potevamo certo pensare che Lily avesse abbandonato suo figlio qui! Senza
nemmeno dirlo a nessuno, se non a James!
- Già.
- Bene,
allora torna a casa e preparati. Domani mattina ti riporto a Hogwarts.
- Domani?
- Sì. non sei
contento?
Non sei
contento?
Harry non sapeva
come mai ma si sentiva stranamente sollevato e nel contempo confuso.
Che c’era da
essere confusi, poi.
Era appurato che
lui e Nathan non erano fratelli di sangue, ergo, ora poteva anche non sentirsi
schifato per tutti i loro baci, per tutto il desiderio verso di lui, per tutto
il sentimento soppresso nel profondo del cuore.
E allora… perché
sentirsi confuso?
Vuoi sapere
un segreto su tua madre?
Un segreto.
NON SIAMO
FRATELLI.
E quindi… era un
via libera?
Harry ci pensò
un attimo su ma l’immagine di Malfoy continuava a sovrapporsi a quella di
Nathan, le loro parole si confondevano, il sapore delle loro labbra si
confondeva.
Già, perché in
quel momento Draco Malfoy lo stava baciando.
Era naturale
che il tuo fidanzato reagisse così quando ci ha visti prima…
Aveva già
sentito le labbra di Malfoy, erano morbide al tatto, erano soffici a contatto
con il palmo della sua mano.
Ma ora… ora
quella labbra lo stavano baciando con una lentezza invidiabile, con gusto, come
se volesse far durare il più possibile quel meraviglioso viaggio nel sentiero
della reciproca confidenza.
Erano sempre
stati divisi dalle diffidenze e dai reciproci odi personali… eppure c’era un
sottile filo che li aveva uniti, così sottile da risultare quasi invisibile, persino
ai loro occhi, che vedevano nell’altro lo specchio delle differenze.
Ma quel filo
intanto, giorno per giorno, si era intrecciato e li aveva inevitabilmente
uniti.
La reazione
di Malfoy non ti fa intuire che ci sia qualcosa sotto?
Hermione l’aveva
capito prima di lui, prima di Malfoy.
- Sono venuto
qui per questo – si staccò dalle sua labbra Malfoy, lo sussurrò, naso contro
naso, tenendo Harry ben pigiato contro il muro, le braccia ad abbracciarlo.
Aveva un sorriso tentatore, il suo solito mezzo sorriso, ma Harry, per la prima
volta, lo vide per quello che era: un sorriso un po’ tremolante, come la fiamma
di una candela, indeciso se sorridere fosse una cosa giusta o sbagliata da
fare.
Come se non
fosse abituato a sorridere…
E gli stava
donando un sorriso.
A lui, a Harry.
- Per te – specificò Draco,
sempre con quel mezzo sorriso, che per lui era un sorriso e mezzo.
Che strano vedere Draco Malfoy
così… così dolce, così poco invulnerabile, per niente borioso.
Se avesse mai pensato ad un
bacio, Harry si sarebbe sempre figurato un bacio bollente, da parte di Draco,
un bacio esigente, pulsante di desiderio.
Invece quello che si erano
scambiati era stato… dolce, lieve, un po’ tentennante, come se Draco non
sapesse bene come comportarsi.
Che tenerezza…
Quanto aveva atteso quel
bacio?
Chissà, forse era un desiderio
che bruciava nel petto di Harry da tanto, troppo tempo, prima ancora che questi
se ne riuscisse ad accorgere.
E, volevo chiederti se fosse
un po’ arrabbiato poi, dopo aver letto la lettera intendo.
Intendo dire se ha avuto una
qualche reazione o strano comportamento perché, non perché mi interessi, ma
perché è solo per curiosità, per immaginarmi la scena, intendo.
Draco…
Voi non siete fratelli.
-Tu… tu lo vuoi? –
Non siete fratelli.
Nathan…
Come avrebbe preso la notizia
Nathan?
Come si sarebbe comportato?
Non che prima si fosse mai
fatto problemi nel rigirarselo come voleva… figuriamoci adesso!
Però… però c’era anche un
altro problema.
E questo problema era Draco
Malfoy.
Perché, se Harry fosse
rimasto, avrebbe detto addio al suo mondo, a Hogwarts, alla magia… e questo non
poteva succedere. Hogwarts era la sua casa!
Però… da un lato c’era anche
Nathan.
Avrebbe avuto il coraggio di
rimanere a Tree Hill per sempre?
Per cosa poi?
Non erano fratelli.
E Nathan come avrebbe reagito?
Sarebbe stato contento? O
forse deluso?
Perché dopotutto Harry come
poteva essere sicuro dei sentimenti di Nathan?
In primo luogo Nathan era un
ragazzo, secondo punto: che cosa provava Nathan per lui? Attrazione solo? Senso
di rompere le regole e le imposizioni del padre?
Dovevano chiarire quel punto.
Altro problema: Draco Malfoy,
che fetta del cuore di Harry aveva tra le mani?
Dopotutto Nathan e Draco erano
stati nei suoi pensieri entrambi ed era difficile scegliere…
Scegliere?
Sì. scegliere.
Era il momento di scegliere
Draco o Nathan.
Perché se fosse stato con uno
dei due non avrebbe dovuto pensare all’altro.
E quindi?
C’era un piccolo fantasma del
dubbio, perché Harry dovette ammettere a se stesso che nonostante fosse stato
totalmente preso da Nathan, il pensiero spesso correva, senza che fosse mai
riuscito a spiegarselo, a Draco Malfoy.
Doveva scegliere, ma non
poteva farlo senza aver capito, lui per primo, quali sentimenti li legasse
all’algido Slytherin e al duro campione di basket.
E per capirlo doveva…
Harry baciò Draco, intrecciò
le mani contro la nuca dell’altro, attirandolo a sé in un abbraccio, portandolo
quasi sopra di sé.
Dopo qualche secondo di
sorpresa, Draco non si fece di certo pregare e prese parte attiva al bacio, spingendo
la lingua contro le labbra di Harry, costringendolo ad socchiuderle per poter
approfondire quel contatto intimo.
Dolce.
Era questo che Harry pensò
immediatamente non appena sentì il sapore della bocca di Draco.
Dolce.
Subito gli venne in mente lo zuccherato
sapore di cannella e l’inebriante aroma di cacao, perché non c’erano parole per
descrivere quel momento.
Inoltre Draco era un baciatore
nato.
In quei istanti Harry si sentì
come una nave senza timone in mezzo alla tempesta, tanto si sentiva trasportato
da quella meravigliose sensazioni.
Pensando a Nathan poteva solo
immaginarsi, inesperto, assieme ad un altro reso inesperto dalla passione
stessa.
Forse Malfoy non suscitava in
lui le stesse sensazioni che gli provocavano Nathan ma, viceversa, in quel
momento sentiva in lui delle emozioni che Nathan non era mai riuscito a creare
con la sua presenza, i suoi baci, i suoi abbracci possessivi.
- Mi piaci Potter – ammise con
un soffio di voce Draco Malfoy, quasi da credere che se lo fosse lasciato
sfuggire, e non fosse veramente intenzionato ad ammetterlo.
Harry trasalì, sorpreso, ma
neanche tanto, e molto, molto sollevato.
Per Draco quindi non era una
questione di ossessione o possessione, era una questione seria, che forse aveva
anche un futuro. lungo o breve, lo avrebbero deciso entrambi.
E tutto tornò a posto.
Draco e il bacio a Ginny
Weasley – che ancora faceva infuriare Harry: come poteva quella aver
assaporato, anche se per qualche istante, il bacio meraviglioso di Draco? -,
Draco e la sua reazione spropositata alla notizia del ‘fidanzamento’ tra Harry
e un certo americano, la notizia dei loro baci, Draco e il viaggio dalla Gran
Bretagna fino a Tree Hill, in una città completamente babbana.
Per lui, solo per lui.
Mi piaci, Potter.
Evidentemente, significava ben
altro, qualcosa di più puro, di più ‘alto’, di ben più elevato che mera
passione.
Scegli me, sembrava dirgli, mentre riprendeva a baciarlo,
palpebre socchiuse, mani bianche sui suoi fianchi che lo tenevano stretto.
Io sono perfetto per te.
In quel momento, interrompendo
quel momento idilliaco, la porta si aprì e come un tornado entrò Nathan.
Si ritrovò davanti la scena,
immediatamente, e fu subito colpito in pieno petto dalla rabbia.
Lo stava baciando.
Qualcun altro stava baciando
il suo Harry.
Suo fratello.
Harry, accortosi della
presenza del ‘fratellastro’ si scostò immediatamente da Draco, lasciando
quest’ultimo leggermente spiazzato per quella reazione eccessiva.
Il ragazzo che era appena
entrato non era il suo fratellastro?
Perché scostarsi così
bruscamente e assumere quell’espressione spiazzata e imbarazzata?
Passò il suo sguardo da Harry
al nuovo venuto: beh, la sua espressione era decisamente più preoccupante,
apparentemente era calma, ma li vedeva i suoi occhi trafiggergli il viso con
malcelato astio e i suoi pugni chiudersi in una morsa feroce.
Harry in quel momento abbassò
il capo, colpevole, per poi risollevarlo non appena Nathan avanzò di un passo,
lento ma inesorabile.
- Nathan… - cercò di calmarlo con voce dolce.
- Taci, Harry – lo freddò con un sibilo furioso, a denti stretti – E tu…
-
Malfoy non capì esattamente che cosa stesse succedendo di fronte ai
suoi occhi ma certamente la furia di Nathan proprio non gli andava a genio.
Come si permetteva di interrompere il bacio tra lui e Harry? Un momento che
aveva assaporato a bocca amara da mesi?
Incrociò le braccia al petto, tirando fuori la sua solita espressione
malfoyesca di poca sopportazione e freddezza.
- Sei venuto a controllare che non stia maltrattando il tuo adorato
fratellino? – lo provocò.
Harry socchiuse gli occhi.
Ecco, perfetto…
Adesso chi lo sente Nathan?
Ma perché, perché dovevano avere dei caratteri così simili?
Perché dovevano essere in egual misura arroganti, ostinati e… erano
così bravi a baciare?
Harry scosse la testa.
No, Harry, no, si redarguì, non pensare a queste cose!
Devi scegliere!
- Chi ti credi di essere? – domandò acido Nathan, furibondo.
Draco non si scompose a quella minaccia: - La domanda corretta è chi
ti credi di essere tu –
- Ragazzi… - cercò di intervenire Harry per smorzare il tono agguerrito
della conversazione.
I due ovviamente non gli diedero retta, presi com’erano a fissarsi in
cagnesco: in particolare Nathan sembrava stesse per scoppiare letteralmente,
mentre Malfoy, come al solito, manteneva la sua calma composta.
Harry si avvicinò ai due: - Non potremmo… -
- Vi stavate baciando – esclamò con durezza Nathan, da come stringeva i
denti sembrava che stesse masticando le sue stesse parole.
- Io… -
- Con molto entusiasmo, aggiungerei – ribattè Draco. Come se fosse
uno sciocco!Come se non avesse capito!
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Con forza inaudita Nathan gli mollò un pugno che fece cadere Draco a
terra, con il labbro spaccato da cui cominciò a fuoriuscire un rivoletto di
sangue rosso.
- NATHAN! – esclamò Harry con violenza – CHE STAI FACENDO!? -
- Come ti permetti!? – gridò nello stesso istante Draco, si alzò in
piedi e sembrò quasi che la sua mano corresse alla tasca dei pantaloni, alla
bacchetta.
- DRACO! PER FAVORE! -
Ma Draco lasciò perdere la bacchetta.
- Ti posso battere anche senza! – esclamò Draco, lanciandosi su Nathan.
- BASTA! VOLETE FINIRLA? – gridò Harry, ma incurante dei suoi richiami
continui, i due ragazzi continuarono a tirarsi pugni e pugni.
Un rumore di passi affrettati.
- Che sta succedendo qui? – domandò Blaise, spalancando la porta ed
entrando assieme a Hermione. Alla vista di quella scena, Hermione si portò una
mano alla bocca mentre Blaise prese per un braccio Harry – Che cosa diavolo
succede? -
- Secondo te? – replicò Harry – Aiutami a dividerli! -
Blaise rimase per qualche istante a fissare i due contendenti, non
sembrava proprio che fossero stanchi o cedessero terreno, non si stavano
affatto risparmiando.
E questo voleva dire solo una cosa…
- Blaise! Ti prego, falli smettere! – esclamò Hermione, tirandolo per
la manica – Si uccideranno se continuano così! -
- Ma non hai capito, Hermione? -
- COSA? CHE TU NON VUOI NEMMENO AIUTARE IL TUO MIGLIORE AMICO? – eruppe
Hermione infervorata e scossa – NON VEDI COME SONO RIDOTTI? -
- Hermione, lo devono fare -
- Che stai dicendo? – borbottò Harry – E va bene, se non vuoi darmi una
mano, ci penso io! – fece per andare a fermarli ma la mano di Blaise si chiuse
sulla sua spalla – Blaise, che cosa… -
- Idiota! – lo ammonì Blaise con sguardo duro – Ma non capisci? -
- Cosa? -
- Draco non è stupido! -
Hermione gli strinse ancora di più la manica della maglia,
avvicinandosi a lui: - Oh… l’ha capito anche lui allora. oh… -
- COSA? NON CAPISCO NIENTE! -
- Stanno combattendo per te, Harry -
*
- Mi raccomando, niente strapazzi, signor Whilher, non deve avere
ricadute -
Archibald annuì distrattamente al dottore, borbottando un: - E chi ci
tiene a tornare qui? –
Finalmente uscì all’aria aperta, assaporò per qualche istante il
profumo dell’autunno e il venticello recante foglie morte, perso nei suoi
pensieri.
- Signor Whilher, se mi vuole seguire… - l’autista lo accolse con il
consueto tono sommesso e inchino. Archibald lo seguì distrattamente.
- Ha per caso
visto mio nipote? -
- E’ tornato a
casa poco, signore -
- E Harry Potter -
- Era con il
signor Lupin -
- Senta,
voglio essere sincero, con lei, signor Whilher: tengo molto ad Harry, e voglio
che continui i suoi studi da mago. Questa pagliacciata è durata fin troppo.
Harry deve tornare a casa sua.
Solo una cosa
le chiedo.
E’ vero che
Nathan è figlio di Dan e sua moglie Debby?
Papà, vuoi
sapere il segreto di Lily?
E’ una
strega.
Ed è incinta.
Di mio
figlio.
- Signor
Lupin, come le ho già detto prima quando mi ha fatto vedere la lettera di Lily
Evans, Nathan e Harry Potter non sono fratelli.
Tuo figlio?
Papà, non
fare quella faccia. Io la amo, lo sai.
Se è una
strega, come mi hai appena detto, come puoi credere alla sua parola? Ti ha
mentito per tutto questo tempo, senza che ti dicesse la sua vera identità, come
puoi credere ancora che lei ti ami?
Non parlare
di lei così!
Ma Dan, io
voglio soltanto che tu sia felice.
Lo sarò
quando accetterai Lily. E mio figlio.
- Allora
perché ha mentito, signor Whilher? Che senso aveva portare con lei Harry qui a
conoscere il suo fratellastro se poi non era la verità?
- Mio figlio
era perso per la signorina Evans, ha da sempre riempito la testa di Nathan con
le sue sciocchezze, sull’identità di sua madre.
- Ci ha
pensato per un istante a quello che ha passato Harry dopo tutta questa storia?
Come se è sentito dopo aver scoperto che sua madre nascondeva un segreto?
- Se devo
essere sincero, signor Lupin, no, non ci ho mai pensato. Per me l’importate è
la mia famiglia.
LA MIA
FAMIGLIA è IMPORTANTE, SIGNORINA EVANS, SE LEI VUOLE SPEZZARE IL CUORE DI DAN
LO FACCIA, MA NON SI PERMETTA DI PORTARSI VIA ANCHE NATHAN!
Signor Whilher… io…
Lo so che Dan
l’ha picchiata… è stato solo un ceffone, ma questa è una cosa grave. Per due
volte. E capisco che lei se ne voglia andare da tutto questo ma Nathan rimane
qui. Non giustifico mio figlio dopo quello che le ha fatto, dopo la sua
decisione di andare con Debby e il suo comportamento violento ma se lei se ne
vuole andare, lo farà da sola. Quando piangerà per la sua assenza, avrà bisogno
di Nathan, il suo unico ricordo.
Signor
Whilher… Nathan è figlio di Dan quanto mio! È appena nato! È il mio bambino!
Lei perderà
ogni diritto di chiamarlo così non appena rendere varcherà la porta e se ne
andrà.Devo pensare
alla mia famiglia, signorina Evans.
Ma Nathan…
Discorso
concluso, signorina.
- Se io non
l’avessi scoperto, lei… avrebbe continuato a mentire a Nathan e trattenere
Harry? -
- No, signor
Lupin -
- Sensi di
colpa? –
- No… solo…
paura… -
- Di cosa? –
- Del loro
legame –
- Signor
Whilher? Se vuole salire… -
Archibald salì
in macchina, ritornando con i piedi per terra e al presente.
Aveva fatto dure
scelte, ma non se n’era mai pentito se non di una.
Aver portato
Harry Potter a casa sua.
Avergli permesso
di avvicinarsi così tanto a Nathan.
Ora aveva fatto
un’altra scelta, contestabile forse, ma del tutto giustificata. Per la
famiglia. Per Nathan.
Lo porti via.
Anche oggi.
Archibald guardò
le delicate tinte aramanto imporporare il cielo al tramonto, con amarezza
sorrise.
Nathan, vuoi
sapere il mio segreto?
Non potevo
permetterti di innamorarti di tuo fratello.
*
Draco Malfoy non
si preoccupò di estrarre la bacchetta. Forse sarebbe stato più semplice battere
quell’idiota di un babbano, ma questo non sopperiva al suo desiderio di
vendetta.
Non solo non
sarebbe stato leale, ma ne andava anche del suo orgoglio.
Come se non
avesse capito i veri sentimenti di Nathan per Harry.
Ci aveva pensato
fin dal loro primo incontro, perché era davvero strano che Nathan potesse fissare
Harry con tanta rabbia mentre si parlava di un possibile ‘tete-à-tete’ tra lui
stesso e il cugino Lukas.
E così il caro Lukas varca tranquillamente le porte della
parentela, eh?
Forse all’inizio
poteva sembrare la classica gelosia fraterna: magari Nathan si era affezionato
molto al fratello in quel periodo ed era ovvio che non desiderasse lasciarlo
tornare a Hogwarts o scoprire in ogni caso che avesse ‘qualcuno’.
Però…
Io potrei! Non siamo così di parentela stretta!
Eh sì… altro che
amore fraterno.
E poi tutte le
spiegazioni di Harry, tutta la rabbia di Nathan… non era casuale.
Era ovvio
che ci fosse stato qualcosa tra di loro.
Forse anche
qualcosa di più di un semplice bacio, qualcosa di più intimo, di più profondo.
Ma Draco non
aveva intenzione di lasciarsi soffiare via Harry, no, per niente al mondo,
aveva sospirato e atteso abbastanza e non avrebbe mai lasciato Harry consolare
il suo cuore Gryffindor nel petto di suo fratello.
Non gli era mai
passato per la testa che la cosa dovesse fare schifo – amore tra fratelli, ma
quando mai? – ed era evidente che nemmeno ai due diretti interessati il loro
legame non era mai stato un ostacolo.
In fondo
conosceva Harry Potter, con il suo maledetto codice di onore Gryffindor, con il
desiderio di combattere il male nel mondo, seguire il suo cuore e rendere la
vita nell’intera galassia felice.
Non era di lui che si era innamorato?
E non era doppiamente evidente che Nathan nutriva gli stessi sentimenti
per Harry, o, se non proprio gli stessi, di simili?
E Harry?
Chi avrebbe scelto?
Deve scegliere me.
Perché erano troppo simili, troppo diversi, perché lo avevano sempre
saputo che alla fine, sotto il loro odio e il loro astio, c’era attrazione.
Vuoi sapere il mio segreto, Harry?
Ti amo.
*
Non avrebbe mai creduto che un giorno sarebbe successo.
Prendere a pugni una persona che aveva appena conosciuto non era
esattamente quello che si aspettava dalla vita. Per il suo fratellastro, poi.
Perché li aveva sorpresi a baciarsi.
Il sangue gli era salito alla testa e la rabbia lo aveva accecato: come
si permetteva quello di baciare Harry? Harry era suo, suo…
E Harry ci era anche stato a quel bacio, lo aveva ricambiato, era evidente.
Ma come, non ti basto più?
Stai cercando una storia più semplice, che possa essere vista dalla
gente senza troppo orrore?
La sensazione di essere stato abbandonato per l’ennesima volta gli
aveva bruciato il cuore, stringendolo in una morsa violenta, facendogli quasi
vedere rosso.
Prima sua madre che mai aveva conosciuta, se n’era andata preferendo essere
libera dall’impegno di essere madre, scegliendo di sorridere e baciare un altro
uomo, di sposarlo e avere con lui un figlio.
Poi suo padre lo aveva visto crescere con distacco incredibile, notando
ogni singolo giorno quanto poco Nathan avesse della madre, quella donna che
aveva tanto amato nonostante quello che era successo, nonostante sua moglie
Debby.
E quando aveva sentito che la sua Lily era morta per una fuga di gas,
sotterrata dalle macerie della sua casa, assieme al merito…
In lui si era
spezzato qualcosa, per sempre.
E il giorno
della sua morte aveva chiesto al padre di cercare questo fantomatico figlio di
Lily e di farlo conoscere a Nathan.
Che male, che
male, papà…
E la scoperta.
Harry Potter, un
po’ arruffato, seducente angelo dai capelli neri, ribelle ma non troppo,
malinconico e maturo…
Con quegli
occhi…
Sono
fortunato che papà non ti abbia mai conosciuto.
Però lo aveva
conosciuto lui.
E tutto era
crollato.
Convinzioni,
falsi odi, pregiudizi…
Un bacio, un
altro, e niente che lava via la colpa, che lo faccia amare di meno, perché
Harry era Harry, speciale e un po’ particolare, suo fratello e suo amante.
E ora…
Non gli
importava della sua parentela, del loro vincolo di sangue…
Era Harry che
voleva accanto, con sé, per sé.
E non lo avrebbe
lasciato a quel biondo.
Vuoi sapere
il mio segreto, Harry?
Non ho mai
amato nessuno come te.
*
Harry li stava
fissando con timore.
Dio, ma perché
era capitato in quella situazione?
E dire che
Nathan nemmeno sapeva che non erano fratelli…
- Non posso lasciarli
così… - sussurrò Harry stringendo il pugno – Se è per colpa mia… -
Blaise sospirò:
- Lo sai che anche se li separi non cambi nulla? La sola che puoi fare per
distogliere i due dalla lotta feroce che stanno facendo per te è scegliere –
- Ma… io non so…
non so nulla… -
Che sentimenti
provava per lui Nathan?
Che cosa provava
veramente Draco?
- Harry… -
intervenne Hermione con voce dolce e triste allo stesso tempo – Forse dovresti
chiarire con entrambi… -
Harry annuì.
- PER FAVORE,
SMETTETELA! – gridò con tutto il fiato che aveva in corpo Harry, buttandosi tra
i due, Blaise, dopo un secondo di tentennamento, seguì il Gryffindor e
trattenne Draco per le spalle, mentre Harry faceva la stessa cosa con Nathan –
SMETTETELA! CHE DIAVOLO VI PASSA PER LA TESTA? -
I due, separati,
ansimarono pesantemente per il dolore delle ferite e per la fatica: impossibile
dire chi dei due fosse messo peggio. Entro il giorno seguente si sarebbero
trovati con qualche bel livido in varie parti del corpo, oltre che un sordo
dolore che forse li avrebbe bloccati a letto per un giorno o due.
Harry quasi
tremava per la tensione mentre lasciava andare Nathan, Hermione gli si avvicinò
accarezzandogli il braccio per calmarlo, tutti gli sguardi erano verso di lui.
- Non dovevate…
-
- Non era di
certo un problema – ribattè pronto Draco a voce bassa, sentendo la mandibola
dolergli assieme al labbro spezzato.
- Questo l’avevo
capito! – replicò Harry.
- Io ti amo,
Potter! – esclamò Draco quasi con esasperazione, quasi come se fossero le sue
ultime parole, come se fosse una condanna. Perché per Draco non era per niente
semplice ammettere di amare qualcuno, soprattutto se il suo vecchio nemico di
sempre… però, come tacere quando ormai il danno era fatto? – Che posso fare per
dimostrartelo? -
- Tu non… -
- Io ti
amo, Harry! – esclamò a sua volta Nathan, anche lui lo affermò con veemenza
eccessiva, come se anche a lui costasse sforzo pronunciare quelle semplici e
complicate parole. Perché per Nathan non per niente semplice amare qualcuno
così diverso da lui, soprattutto se suo fratello di sangue… però, come tacere
quando le stesse parole premevano per uscire dalla sua bocca?– Non m’importa se siamo fratelli… -
- Veramente… -
Harry volse l’attenzione verso il muro, il viso era rosso, imbarazzato per quelle
due dichiarazioni, così imbarazzato da non riuscire nemmeno a guardare in viso
l’uno o l’altro, perché avrebbe dovuto scegliere ora, dopo aver sentito i
sentimenti di entrambi. – Noi non siamo fratelli… -
- C… COSA? –
boccheggiò Nathan - CHE COSA SIGNIFICA? –
- Mel’ha detto
Remus oggi… ne ha parlato anche con tuo nonno… -
Draco ghignò: -
Guarda un po’ il destino… -
- Ma com’è
possibile? -
- Tuo nonno ti
ha mentito, Nathan – intervenne Hermione – Perché tuo padre amava così tanto
Lily da desiderare che tu fossi figlio suo… invece che di Debby, sua moglie… e
tuo nonno non voleva darti dispiacere di conoscere la verità -
Harry guardò, il
pavimento, evitando lo sguardo indagatore di Draco e quello incredulo e tradito
di Nathan.
Quest’ultimo si
passò una mano sul viso, sentitosi abbandonato dall’ennesima persona, suo
nonno. E di aver vissuto nella menzogna fino a quel giorno, senza sapere che
Debby era sua madre… e che Harry non era suo fratello…
Non siamo
fratelli… allora, non abbiamo mai fatto niente di sbagliato…
Allora…
- E a quanto
sembra io me ne dovrò tornare in Inghilterra… - aggiunse Harry.
Nathan si volse
verso di lui: - NO! –
Ma certo, in
quel momento non ci aveva pensato ma era ovvio che, cadendo la potestà di suo
nonno su Harry, quest’ultimo sarebbe dovuto tornare in Inghilterra, a casa sua.
No! Non posso
permetterlo!
Si aggrappò al
braccio di Harry, stringendoglielo: - Non andare! rimani! –
Harry si morse
il labbro.
- Rimani con me!
-
- Aspetta un
attimo – li interruppe Draco – A me non va per niente bene questa
situazione… -
- Draco… -
sussurrò Blaise.
- Credo che ora
sia giunto il momento di scegliere – dichiarò Draco con voce ferma – Potter,
devi scegliere. O me, o lui -
- Ehi! Aspettate
un attimo! – Hermione si interpose – Harry deve comunque tornare in
Inghilterra, a scuola! -
- Che c’entra? –
ribattè Nathan – Può continuare i suoi studi qui! -
- Ma lui è…
speciale… -
- Ci sarà
certamente una scuola per maghi anche qui! – replicò Nathan.
Tutti
sobbalzarono, fissando Nathan.
- Co-come? -
- Beh, è quello
che siete, no? – domandò ostile Nathan – Ti ho sentito parlare una volta con
mio nonno, Harry… -
- Oh… -
Hermione scosse
la testa, sorpresa: - Ma questo non cambia nulla… Harry deve tornare a
Hogwarts, il luogo dove appartiene! –
Blaise scosse la
testa: - Ciò non cambia che Harry debba scegliere in ogni caso –
Harry si morse
ancora un volta il labbro, a disagio.
Nathan lo stava
trafiggendo con i suoi occhi neri: apprezzava il fatto che non fosse uscito
fuori di testa alla menzione della menzogna di suo nonno, ma quella calma, in
un certo senso, lo preoccupava.
In ogni caso
Nathan sembrava aver messo da parte per qualche istante i suoi problemi e si
era dedicato completamente a Harry, a chiedergli con lo sguardo di stare con
lui in America e di rinunciare a Malfoy, oltre che a Hogwarts.
Ma… rinunciare a
Hogwarts?
Forse non era
proprio necessario, come aveva detto Blaise per ora era importante che Harry si
decidesse tra Malfoy e Nathan.
Eh sì…
D’altra parte
c’era Draco, così com’era stato, sempre altezzoso e arrogante, era strano
vederlo di fronte a lui, a contenderlo a Nathan.
Eppure stava
succedendo.
Quante cose
erano cambiate…
E lo sguardo di
Malfoy, che chiedeva di stare con lui, di rinunciare a Nathan e alle menzogne,
e di scegliere lui.
Volete sapere
la verità?
Non so che
fare…
- Smettetela di
mettergli pressione! – corse in sua difesa Hermione – La prima cosa da fare è
curarvi le ferite, Harry deve pensare un po’, da solo – aggiunse con una velata
minaccia nella voce.
- Non essere
ridicola, Granger! – esclamò Draco – Non… -
- Draco Malfoy,
non finire quella frase! – replicò con enfasi, puntandogli il dito contro, per
poi spostarlo verso Nathan, non appena questi aprì la bocca per dire la sua – E
tu non replicare! -
Blaise trovò
persino il coraggio di ridacchiare sommessamente: - Questo sì che è carattere!
Se riesci a mettere in riga persino loro due… - le sorrise – Potresti
conquistarmi, sai, Hermione? –
Hermione
arrossì.
- Ehi! –
intervenne Draco – Non stavamo parlando dei nostri problemi? -
Nathan sbuffò e
guardò Harry, sembrava pensoso, in difficoltà.
Harry…
perché? Ci devi anche pensare?
- Che sta
succedendo qui? -
I cinque ragazzi
si voltarono verso la porta sulla quale soglia sostava Archibald Whilher,
sconvolto dal disastro che era presente nella camera di Harry.
- Che è
successo? – abbaiò – Voglio una spiegazione! Ora! -
Nathan avanzò di
un passo: - E’ vero quello che mi ha detto Harry, nonno? Io e lui… non siamo
fratelli? –
Vuoi sapere
un segreto?
Archibald pensò
un attimo alla situazione attuale.
Suo nipote,
figlio del suo figlio prediletto, era lì, di fronte a lui, con quello sguardo
identico a Dan, a chiedergli spiegazioni, confuso e tradito.
Accanto a lui
c’era Harry Potter, il figlio legittimo di Lily Evans, e accanto a lui c’erano
tutti i suoi amici.
L’unica certezza
nello sguardo di Nathan, ora, era l’amore.
Oh sì, perché
Nathan amava Harry.
Il suo tentativo
era fallito, la sua scelta si era rivelata totalmente inutile.
Il legame che
aveva cercato di spezzare tra suo nipote e Harry si era rafforzato, avrebbe
dovuto intervenire prima per spezzarli, quando era ancora in tempo, ma ora…
ora… che cosa poteva fare di fronte a tutto questo?
Che serve
continuare a mentire?
Conoscendo
Nathan non si sarebbe fatto comunque troppi problemi. Dan non si era mai fatto
troppi problemi quando aveva scoperto della vera identità di Lily.
Tale padre, tale
figlio…
Cadere vittima
di quello sguardo smeraldo…
E di nuovo la
scelta si ripeteva, per Harry questa volta.
Adesso,
Archibald avrebbe dovuto essere sincero.
Prese un
profondo respiro.
- Perdonami
Nathan, e anche tu, Harry. Per aver mentito a voi e a Lupin – i due ragazzi
spalancarono gli occhi. L’unica ragazza capì, e scosse la testa con sguardo
triste – la verità è sempre stata di fronte ai vostri occhi -
Sospirò.
- Dan era
violento, aveva schiaffeggiato due volte Lily, e le loro liti erano furibonde.
Per non parlare di quando Dan andò con Debby… così Lily decise di andarsene e
tornare in Inghilterra. Lo confessò prima a me… e… - guardò Nathan negli occhi –
Vuoi sapere un segreto su di me, Nathan? -
Nathan annuì, muto.
- Le ho proibito
di portarti via. Tu eri mio nipote, per la mia famiglia ero disposto a tutto. E
l’ho lasciata partire, se era quello che desiderava, ma tu… tu no… non le ho concesso
di portarti via con lei. Conoscevo Dan, sapevo che nonostante i litigi lui l’amava,
e quando sarebbe partita, ne sarebbe stato distrutto. E aveva bisogno di te, di
sapere che tutto quello che aveva passato non era stato solo un incubo, ma anche
un sogno, perché tu rimanevi a lui. Suo figlio. Saresti stato simile a lei, per
rendere lenire il dolore di tuo padre – Archibald scosse la testa – Ma non fu così.
Lo so che hai sofferto per la mancanza di amore di tuo padre verso di te… ma Dan
non riuscì mai a dimenticare Lily. E quando morì mi rivelò il suo desiderio. E io
ti feci conoscere Harry Potter, il figlio di tua madre con un altro uomo, suo marito.
Ma non immaginavo che farvi conoscere avrebbe portato a tutto questo… -
- Per questo ha imbastito
quella bugia? – domandò con voce piccola Hermione.
- Già. Li ho visti,
i vostri sguardi, parlavano per voi – confessò, guardando i due ragazzi – e non
potevo permettere che alla fine Nathan si innamorasse proprio di suo fratello, condannando
la sua intera esistenza all’infelicità. Quando Lupin trovò la lettera di Lily, che
non spedì mai a mio figlio, cercando di camuffare la verità, io confermai tutto.
Lui avrebbe portato via Harry, e Nathan se lo sarebbe dimenticato, innamorandosi
di una ragazza e avendo una famiglia come tutte le altre -
- Quindi… - cominciò
Harry, con un enorme peso al cuore.
- La verità, Harry,
è che siete fratelli di sangue. Fratellastri -
Harry si passò stancamente
una mano sul viso.
Certo… troppo bello
per essere vero, troppo semplice…
Nathan deglutì le
lacrime, imponendosi di non piangere per quella confessione accorata, sentendo il
cuore sprofondare.
Oh, mamma, perché?
- E ora… -
- NON M’IMPORTA!
– esclamò Nathan – NON CAMBIA NIENTE! -
- Oh, lo so… - ammise
con amarezza Archibald – Perdonami, Nathan… - ma non appena vide il nipote distogliere
lo sguardo, il nonno si ritirò – Credo… che dobbiate chiarirvi – e se ne andò,
silenzioso come un ombra, chiudendosi la porta alle spalle, senza che Nathan lo
fermò, a rimpiangere le sue scelte e i suoi errori.
Silenzio.
- Siamo al punto
di partenza… - replicò Blaise dopo aver a lungo taciuto – Ora, Harry, devi scegliere
-
- Inutile dire –
disse Draco – che se scegli me, avrai meno problemi. Siamo maghi entrambi,
Harry e nessuno dei due è rimasto immune all’altro, in tutti questi anni in cui
ci siamo conosciuti. Siamo simili, io e te. Lo sai tu, lo so io. E dimmi di non
aver provato niente quando ci siamo baciati! -
- Le cose non
sono mai cambiate tra di noi – disse invece Nathan con voce non del tutto ferma.
Se Malfoy credeva di soppiantarlo approfittando della sua ‘debolezza’
momentanea… si sbagliava di grosso! – Sai cosa c’è stato fra di noi e cosa avrebbe
dovuto esserci. Non serve che te lo ricordi io, lo sai da te – si portò una
mano al petto – Sai che, anche se siamo fratelli… tutto il resto non cambia -
Harry socchiuse
gli occhi celando il dolore, sospirò stancamente.
E fece la sua
scelta.
Continua…
Mistress Lay
Cantuccio dei
ringraziamenti (soprattutto per chi legge questa parte! U.U):
Perdonate il
ritardo, nonostante io abbia avvertito che avrei aggiornato OTH, non ci sono
riuscita, causa impegni inderogabili.
In ogni caso…
Ultimo capitolo,
ragazzi e ragazze, chi l’avrebbe mai immaginato?
Ebbene sì, ormai
siamo arrivati al capolinea, il prossimo capitolo sarà il meglio noto come
‘Epilogo’ dove vedremo la scelta di Harry.
Mi dispiace per
chi si aspettava una lemonuccia, ma ho scritto così tante volte questo capitolo
che alla stesura finale, mi sembrava abbastanza altisonante.
Inoltre, come
già vi avevo detto, per me, differenza tra Draco e Nathan non ce ne sono…
quindi avete scelto voi, come finire questa fic.
Anche se vi
avverto… l’ultimo colpo di scena, lo vedrete con il prossimo capitolo! XD
Eh sì, perché
Harry dovrà pur scegliere qualcuno tra suo fratello e il suo ex nemico?
Chi sarà?
Nathan o Draco?
O nessuno dei
due?
XD
Lo so… sono
proprio perfida! U.U
Ho comunque
notato che il sondaggio propostovi negli scorsi capitoli deve essere
aggiornato, sia per Nathan che per Draco… uhmmm…
Beh…
Ci vediamo al
prossimo, ultimo, capitolo.
… Si accettano
scommesse! ^.-
Grazie a coloro
che leggono, che seguono con tanta fedeltà fin dai primi capitoli e chi
commenta, facendomi sempre sorridere e facendomi venire tante ideuzze nella mia
testolina… U.U
Mi dispiace non
potervi rispondere a dovere, come meritate, perchè siete tutti così
meravigliosi che non ho parole… *///*
Nota necessaria per la lettura di questo
capitolo, per scampare un infarto e magari per non uccidere la sottoscritta:
Leggendo le vostre recensioni mi è stato veramente molto
ma molto difficile scegliere tra Nathan e Draco, anche perché sinceramente, in questa
fic, tra tutti e due, non saprei chi scegliere! Per me Harry sta bene con
entrambi! >.<
Ah, lasciamo da parte le considerazioni di un’autrice
fallita, e concentriamoci su quest’ultimo capitolo (sniff ç.ç).
Chi sceglierà Harry?
Draco o Nathan?
Vi dirò la verità… sarete soddisfatte/i tutti! XD O quasi…
eheheh
Grazie a chi ha commentato il precedente cap:
nox, Moony* (introspezione! Chi più di me può
amarla? XD), Sara, Lelorinel, LadyDepp (anche tu indecisa?
Non dirlo a me! XD e… ci sei andata vicino, sai?), mezzosecolo
(l’ideuzza di Jharru che sceglie Lukas mi è girata un po’ per la testa… XD ma
dopotutto, era l’ultimo capitolo… non si è sempre più buoni quando si è alla
fine di una fanfic? ^.- Avrei voluto approfondire il personaggio ma la mancanza
di tempo me lo ha impedito), suicidal_love, fann1kaoriyuki (era
proprio mia intenzione! XD
Forgive me, Hachi! Spero che comunque ti piaccia… eheheh dopo tanto
penare, alla fine… ci sono riuscita a finirla! >.<), lal23 (cough
cough… accidenti, queste manifestazioni di affetto da parte dei lettori sono
sempre spiazzanti! XD Eheh, spero di non aver rovinato nulla… altrimenti devo
scappare, mi sa… O.o’’’), Stè_Wormy (ma come, non mi conosci? ^^), Kira
(ehi, sono stati in molti a parteggiare per Lukas… ci stavo quasi cascando
anche io… murble murble… ^^ Ma no, non sono così perfida da lasciare tutto
così! XD O no?), panuela (Sì, ce ne hp messo di tempo per scrivere il
capitolo! XD Ma volevo cpofondere le idee tra Draco e Nathan… che dici, ci sono
riuscita? XD Uhm… sento un rumorino strano… non sarà mica il tuo elicottero?
Argh, mi sa che devo proprio scappare… ehmm… ^^’’’), Gloria_Potter, Slytherina,
NamiTheNavigator, Duda, Nal (Non preoccuparti di
corrompermi… i diecimila euro che mi hai già dato sono sufficienti! XD Ooops…
ehm..volevo dire… >.<), BloodyMoon (Honey adorata! *.*
Grazie per la tua recensione! Mi sa che per colpo di scena… questa volta sono
riuscita a farne uno scadente! Le mie scuse! >.<), Selene_90
(Pieghe del tempo? Argh… hai toccato un nervo scoperto! >.< Se devo
essere sincera non lo so… il capitolo era semipronto ma poi l’ho cancellato
perché non mi convinceva… >.< Cercherò di aggiornare più presto che
posso! E a proposito di scelte di Harry… magari non ne sceglie nemmeno uno… magari
no… XD), James_Prongs (non dirmi certe cose a tradimento! XD Lo sai che
per te cambierei la mia trama seduta stante! >.<), Rea14 (non
dirlo a me! sono così triste… ç___ç), tess4ever (geniale mente
creatrice? Uhm… il mio cricetino avrebbe da ridire – quello che gira la ruota –
ma grazie! ^///^ Spero che ti piaccia la fine!), gokychan (che dici,
sono stata abbastanza veloce ad aggiornare? Dai, ammetti che un cuoricino, in
fondo ai tanti pezzi di ghiaccio… cel’ho anche io! XD tesoro, ti adoro quando
dici che odi Ginny! *.* Vabbè, ma ti adoro in tutti i sensi… diciamo che ti
adoro ancora di più dopo aver letto questa recensione! *O* Niente lemon… o
forse… eheh leggi le note finali… XD Beh, spero di averti fatto vincere la
scommessa – anche se credo che sia finita in parità! XD).
Buona lettura, ci vediamo in fondo in fondo (NON
LASCIATEVI SVIARE DALLA PAROLA ‘THE END’! >.<), con i ringraziamenti e
un’ultima nota personale!
Epilogo 1
Il sole lo colpì
con violenza negli occhi, abituati com’erano alla cupa oscurità della serra
numero 4, non appena uscito alla fresca brezza primaverile.
Si coprì con una
mano gli occhi, camminando lentamente verso la Great Hall per il pranzo,
accanto a lui i compagni corsero per i prati fioriti, ridendo e scherzando,
mentre la voce di Hermione lo raggiunse: - Non hai fame, Harry? –
Harry tolse la
mano dagli occhi, spostando lo sguardo alla sua migliore amica, carica come
sempre di libri che camminava accanto a lui.
Ultimamente
Hermione era rifiorita, se prima era una ragazza carina, ora era bellissima,
sempre più spesso il suo viso, che normalmente prima era quasi sempre serio e
computo, si apriva in un dolce e allegro sorriso, mentre le sue gote si
imporporavano ogniqualvolta Harry glielo faceva notare.
L’amour! Ha
colpito anche l’impeccabile Caposcuola!
- Non molta. Ma
tu sei ansiosa di vederlo, no? – la prese in giro Harry.
Hermione gli
scoccò un’occhiata di traverso: - Non è carino che tu ti prenda gioco della tua
migliore amica, capito? -
Harry rise,
passandole un braccio sulle spalle e attirandola a sé: - Eddai… ora fammi un
sorriso, Miss Granger –
Hermione tentò
disperatamente di rimanere seria ma quando Harry esibì i suoi occhioni sgranati
da cerbiatto non riuscì a resistere e gli donò un enorme sorriso, capitolando.
- Così ti voglio!
– disse trionfante Harry.
Harry era
proprio cambiato, riflettè con affetto Hermione, da quando era tornato da Tree
Hill tutto in lui – con gran entusiasmo di tutti – attirava gli sguardi: come
se quei mesi d’assenza gli avessero particolarmente giovato, il giovane
Ragazzo-che-è-sopravvissuto-anche-all’ennesima-sfida-imposta-dal-Fato era
diventato il sogno sospirato di qualsiasi strega o mago all’intero delle mura
del castello.
Forse anche
perché Harry si trovava incredibilmente a suo agio con se stesso, senza tanti
problemi finalmente poteva guardare avanti senza timore di avere un signore
Oscuro dietro l’angolo pronto a fargli una festa a base di Cruciatus e lucette
verde brillante.
Forse perché
Harry ora si sentiva veramente se stesso, felice, amato.
Oh, sì, perché
era inutile che quelle oche delle Patil e della Brown se lo mangiassero con gli
occhi, o che quel cretino di Smith avesse lasciato per la seconda volta in
mezzo anno Ginny… Harry era impegnato. Felicemente impegnato.
A Hermione
piaceva ripeterlo tra sé e sé con leggera soddisfazione, ben conscia del suo
ruolo nell’intera faccenda: non era solita vantarsi, ma quella volta, al
pensiero di Harry così felice, si sentiva prendere da una sensazione di
compiacenza ben nota.
Se solo Ron
riuscisse ad accettarlo…
Invece no, Ron
si era man mano sempre più allontanato da loro, in particolare da lei,
Hermione.
Era una
situazione di cui tutti e tre soffrivano, nella quale però il più giovane di
casa Weasley aveva una sua buona parte di colpa.
Senza puntare
troppo il dito, era lui a non accettare le due relazioni dei suoi due
migliori amici.
Eppure Hermione
era così felice…
Non avrebbe mai
immaginato che ci fosse qualcuno con cui stabilire una relazione così forte e
così bella…
Con questi
pensieri Hermione varcò la porta d’ingresso assieme a Harry mentre questi stava
chiacchierando allegramente con Seamus e altre due ragazze che la Caposcuola
sapeva essere del terzo anno di Ravenclaw.
- Serve aiuto,
signorina Granger? – domandò una voce alle spalle della ragazza, questa non
ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire chi fosse il proprietario a quella
morbida voce gentile.
- Blaise! –
Hermione si voltò alla fine e gli fece un enorme sorriso. Il ragazzo le passò
una mano sulla guancia e gliela baciò – Salve ‘Mione -
Hermione, a quel
bacio, divenne rossa e si scostò bruscamente: - Blaise! Che cosa combini? –
- Che c’è di
male a baciare la mia splendida e intelligentissima ragazza? – ridacchiò
Blaise.
- C’è di male,
Blaise – disse con severità – che siamo nell’ingresso della scuola e questi
comportamenti non sono per niente da tenere! -
Blaise
arrovesciò gli occhi: - Merlino, perché mi sono innamorato di una Caposcuola? –
- Cinque punti
in meno a Gryffindor, Granger, per aver rifiutato un pegno d’amore dal mio
migliore amico! – Draco Malfoy spuntò fuori di dietro Blaise, con un ghignetto
malevolo sul volto.
Ecco Draco
Malfoy… Hermione sapeva bene quanti e quante sospirassero alla sua venuta per i
corridoi della scuola o nelle aule.
Era di una bellezza
diversa da Harry, era quel tipo di bellezza aristocratica e lontana da
risultare per certi versi algida e irraggiungibile per i comuni mortali.
Se Hermione
potesse fare un paragone tra i due, potrebbe azzardare che Harry era il tipo di
persona più alla mano, aperta, e che quindi non c’era l’ancestrale paura di
avvicinarsi ad una meravigliosa creatura divina come invece Draco Malfoy
ispirava.
- Cinque punti
in meno a Slytherin per la condotta del suo caposcuola, del tutto inadeguata,
irresponsabile e soprattutto impicciona – rispose a tono Hermione, sistemandosi
meglio i libri che teneva tra le braccia.
Blaise
ridacchiò: - Eh sì, me la sono scelta proprio con un bel caratterino… - poi
sorrise alla ragazza premuroso – Vuoi una mano, Hermione? Sembrano pesanti –
Draco fece una
smorfia: - Che razza di mollusco romantico con gli occhi da triglia sei
diventato, Blaise! Cos’è, il buon cuore Gryffindor ha contagiato anche te? –
- Non sarebbe
male se contagiasse anche te, Draco – replicò Hermione, sorridendo.
- Si è mai visto
un mollusco con gli occhi da triglia, Draco? – sospirò Blaise – Sei un po’
confuso? -
Draco scrollò le
spalle rivolgendo ai due un sorrisino che non prometteva niente di buono.
Non era di certo
cambiato, Draco Malfoy, nemmeno dopo che Hermione aveva avuto l’occasione di
conoscerlo meglio nel soggiorno in America.
Non avevano
passato molto tempo a Tree Hill, ma certamente erano stati dei giorni molto
caotici oltre che complicati, che avevano messo in subbuglio gli animi di
molti.
Era stato lì che
Hermione e Blaise avevano stretto amicizia, trovandosi nella stessa parte, per
poi approfondire la loro amicizia e innamorarsi l’uno dell’altro.
Era stato lì che
Harry aveva passato dei giorni veramente tartassanti, tra le grinfie di
Archibald Whilher, del cugino Lukas – perché Hermione proprio non riusciva a
considerarlo una persona positiva - , e del fratellastro Nathan.
Era lì che
Hermione aveva ricevuto la sua prima strigliata da un’insegnante, o da un ex
insegnante per essere precisi, perché Remus Lupin di fatto non insegnava più a
Hogwarts.
Fortunatamente
non aveva accennato a nessuno la loro permanenza lì, se non forse a Dumbledore,
che comunque non aveva detto niente, e quindi Hermione, tornata a scuola, aveva
raccontato a tutti di essere stata bloccata nell’ala di malattie infettive del
San Mungo dove aveva avuto l’occasione di conoscere meglio Draco Malfoy e
soprattutto Blaise Zabini, ricoverati lì anche loro per la stessa, strana,
malattia.
Inoltre Harry,
al suo ritorno dall’America, era passato da loro e così, tutti insieme, si
erano dedicati alla reciproca conoscenza.
Che bella scusa…
In ogni caso,
dal loro ritorno ogni cosa sembrava essere andata al proprio posto e i giorni
stavano trascorrendo nella più completa normalità: lezioni, visite in
infermeria, partite di Quidditch, pettegolezzi…
Hogwarts non era
mai stata così tranquilla, in quel primo anno di liberazione da Voldemort e di
ritorno alla normalità dopo il rientro di Harry.
Con un sospiro,
Hermione diede qualche libro a Blaise, in modo da potersi alleggerire un po’,
si sistemò meglio la cinghia della borsa che teneva a tracolla, anche quella
stracolma di libri, e lanciò uno sguardo a Ron, che in momento era a
chiacchierare con un Hufflepuff.
Chissà…
- Come diavolo fai
a cambiare classe con tutti questi libri? – sbuffò Blaise.
Hermione rise: -
Metto un incantesimo di alleggerimento ovviamente –
- Perché, non
l’hai fatto anche adesso? -
- Volevo andare
a mangiare in fretta -
- Hai così fame?
-
Hermione gli
mise la propria mano sull’incavo del braccio: - Scemo, ero impaziente di
rivederti –
Blaise si beò di
quella frase e le baciò la fronte: - Ah, allora non sono l’unico innamorato
qui, eh? –
- Beh, - rispose
con falsa ripicca Hermione – magari potrei trovarmene un altro meno sbruffone
di te, Blaise Zabini -
Blaise liberò un
braccio dal peso dei libri e dalla presa della mano di Hermione per
allacciarglielo attorno alle spalle e attirarla a sé: - Non sia mai, Caposcuola
Granger –
- Bene –
deliberò Hermione – Ora, poiché abbiamo appurato che sei innamorato di me…
tieni – e gli diede anche la borsa.
- Hermione! -
La ragazza
sorrise, poi, guardandosi attorno, notò l’assenza di Draco.
Scosse la testa.
Come se non sapesse dove si
trovasse…
*
- Io ho fame! -
- Ma dai, vuoi farmi credere
che il tuo stomaco è più importante di me? -
L’altro gli fece la lingua,
con dispetto: - Vorrei vedere te… stamattina ho saltato anche la colazione per
arrivare in orario alla prima ora di pozioni! –
- Ti avevo detto di arrivare
puntuale… -
- Non provare a scaricare la
colpa su di me, Draco Malfoy, capito? – Harry Potter gli puntò il dito contro,
minaccioso, e gli occhi color smeraldo brillarono torvi.
Draco alzò immediatamente le
mani in segno di resa: - Beh, ammetto di avere parte nella colpa… anche se è
del tutto giustificata – gli baciò le labbra a sorpresa – Sai che non resisto
quando ti ho tra le mani… - lo abbracciò, spingendolo contro il primo albero
che trovò.
Poco prima, lasciando Hermione
e Blaise ai loro soliti ‘battibecchi’ da fidanzati, Draco avevo sottratto Harry
da Seamus e dalle due Ravenclaw che cercavano di insediarlo, lanciando occhiate
inceneritici alle due ragazze, raggelandole.
Poi lo aveva portato fuori,
nei pressi del lago.
Quel giorno splendeva il sole
e una lieve brezza primaverile si alzava per allietare le cime degli alberi che
proteggevano il piccolo angolo di paradiso dove Draco aveva portato Harry per
essere al riparo dagli sguardi indiscreti ed eventuali indesiderate interruzioni.
Inoltre il lieve venticello
increspava leggermente la superficie del lago, creando giochi di luce
deliziosi.
Un perfetto luogo dove stare
un po’ assieme.
Il loro bacio, in ogni caso,
fu interrotto dall’unica variante di disturbo che Draco Malfoy non aveva
previsto.
- Harry… - domandò staccandosi
dal ragazzo con una strana espressione sul viso – quel rumore era il tuo
stomaco? -
Harry era arrossito per
l’imbarazzo: - Tel’avevo detto che stavo morendo di fame! –
Draco sbuffò spazientito, sedendosi
poi a terra e facendo segno all’altro di raggiungerlo e sedersi accanto a lui.
- Draco, ho fame! -
- La smetti di lamentarti? –
lo fulminò con un’occhiata – Roba da matti, ha sconfitto il Signore Oscuro e
frigna come un bambino per la fame… -
- Beh, come credi che l’abbia
sconfitto Voldemort? – domandò stizzosamente Harry, incrociando le braccia al
petto ma arrendendosi e sedendosi accanto al biondo, senza però appoggiare la
schiena al tronco.
- Con la bacchetta? – azzardò
con ovvietà Draco frugando nella tasca della divisa e tirandone fuori un
sacchetto di carta.
- Con lo stomaco pieno! – lo
corresse Harry.
Draco gli rivolse uno sguardo
disgustato, poi gli diede il sacchetto: - Tieni, bisbetico -
Harry guardò per un istante il
sacchetto, poi guardò Draco, poi di nuovo il sacchetto: - Che c’è lì dentro?
Mica mi troverò una scatoletta e una proposta di matrimonio? – ridacchiò.
- Non essere ridicolo, Potter.
Il tuo stramaledetto cuore Gryffindor si può mettere in pace e non trasformarsi
in una massa gelatinosa appiccicosa come lo zucchero a velo – rispose
seccamente Draco, gli lanciò in grembo il sacchetto e incrociò le braccia
dietro la nuda, appoggiandosi completamente al tronco d’albero – E’ il tuo
pranzo. L’ho rubato dalle cucine poco prima. Gli elfi sono stati fin troppo
felici di servirmi, tranne quell’ipocrita di Dobby, che mi ha rifilato un
calcio nello stinco. E per tua informazione mi fa ancora male -
Harry prese il sacchetto che
Draco gli aveva lanciato, lo aprì e vi trovò qualche panino e un succo di
zucca.
Evidentemente Draco voleva
avere Harry tutto per sé e non divisi dai consueti tavoli delle case nella
Great Hall, per questo era andato a sgraffignare qualcosa nelle cucine, sapendo
che Harry avrebbe avuto fame, sapendo anche che Harry aveva saltato la
colazione perché si era riaddormentato nel letto di Draco dopo una notte molto
intensa e sordo ai richiami di Draco la mattina, aveva così tardato a Pozioni.
Draco non aveva mai visto
Snape così felice dal ritorno di Harry a Hogwarts.
Harry si piazzò mezzo sdraiato
sul petto di Draco, provocando al biondo un sussulto: - Come faccio a non
commuovermi e vedere tutto a cuoricini, dopo che tu hai avuto un così bel
pensiero per me? – sbattè le ciglia ripetutamente.
Draco quasi lo buttò per terra:
- La ricompensa che voglio non è certo una scena sdolcinata! – poi ghignò –
Preferisco qualcosa di più… fisico – quell’ultima parola gliela sussurrò
nell’orecchio, facendo rabbrividire il ragazzo.
Harry si staccò: - Prima fammi
mangiare… altrimenti dove le trovo le energie per sopportare la tua faccia
tosta? – borbottò.
Draco alzò gli occhi al cielo:
- Ma guarda te che fidanzato pessimo mi è toccato! –
- Non tel’ho di certo chiesto
io! – lo folgorò Harry.
- Non precisamente. Chi, dopotutto,
potrebbe resistere al mio fascino? – Draco ridacchiò – Persino il Salvatore dei
Dieci Universi ha ceduto… -
- Ma sentitelo… che arrogante
-
- Non di certo ti dispiace, eh, Harry? – gli sussurrò maliziosamente
Draco – Chi desiderava essere sculacciato ieri sera? -
Harry si morse il labbro,
leggermente a disagio: - Idiota! Sei tu il pervertito! –
Draco rise, finalmente e il
suo viso sembrò risplendere.
Harry lo guardò sorridendo,
stupendosi ancora una volta con cosa il Fato lo aveva preso in trappola: Draco
Malfoy, il Caposcuola Slytherin, era il suo fidanzato.
Chi mai l’avrebbe mai
previsto?
Harry no di certo, perché per
capire che tra di loro c’era qualcosa di più che un semplice odio
generazionale, e se ne stupiva ogni giorno che passava.
E pensare a tutto ciò che era
successo…
Addentò il panino con gusto,
biascicando un: - Grascie… - stentato.
Draco lo guardò scotendo la
testa, si abbandonò al tronco, riposandosi, chiudendo persino gli occhi.
- Senti… - cominciò dopo un po’, quando Harry era al secondo panino,
tenendo comunque gli occhi ancora chiusi – hai più sentito il tuo fratellastro?
-
Harry quasi si strozzò con un pezzo di pane, bevve un
sorso di succo e finalmente rispose. Draco, in ogni caso, non lo guardò, sapeva
perfettamente che gli occhi di Harry si era incupiti per un istante e con la
sua semplice – e nemmeno troppo spassionata domanda – aveva sollevato un enorme
e fitto polverone di ricordi, e non del tutto piacevoli.
Draco non aveva più sollevato la questione con Harry e da
quando avevano lasciato Tree Hill non aveva più chiesto nulla al suo ragazzo,
ritenendo di essere sufficientemente soddisfatto nell’aver vinto Harry e il suo
amore.
Naturalmente la curiosità era rimasta: fino a quanto si erano spinti?
Aveva mai Harry rimpianto la sua scelta?
Rimpianto…
Harry aveva scelto il giorno dopo la strenua lotta tra Draco e Nathan,
e nessuno dei due poteva immaginare con quanti pensieri quella notte nemmeno
aveva toccato letto – pressoché distrutto, inoltre -.
E così alla fine, dopo mesi, Draco glielo aveva chiesto.
Sei ancora in contatto con lui?
Devo preoccuparmi per un‘ritorno di fiamma’?
Si ripetè mentalmente che dopotutto era ridicolo avere certi dubbi,
però, sentiva che Harry, in ogni caso, non avesse ancora dimenticato del tutto
Nathan.
E come avrebbe potuto?
Troppo presto…
Troppo forte la tempesta di passione si era abbattuta su di lui.
E Nathan non era certamente una persona semplice da dimenticare.
E lo stesso Harry ancora non era riuscito a dimenticare l’espressione
ferita sul viso di Nathan quando gli aveva comunicato che aveva scelto Draco.
Ricordava bene quel giorno.
Era mattina e quella notte non aveva chiuso occhio, era andato nella
camera di Nathan trovandolo vestito da jogging, come al solito a quell’ora, e
con due occhiaie che indicavano perfettamente che nemmeno lui era riuscito a
dormire sonni tranquilli.
Le ferite del giorno prima le aveva curate sommariamente Hermione con
un pizzico di magia e successivamente era stata Abby a prendersi cura dei due
irresponsabili feriti.
In ogni caso Harry aveva deciso di comunicare la sua decisione prima al
fratellastro: temeva che la sua reazione fosse spropositata, per questo aveva
preferito incontrarlo da solo. Pensando anche, che, dopotutto, se Nathan aveva
da dire qualcosa di particolarmente pungente e malevolo, Harry se lo era anche
meritato.
COME PUOI PREFERIRE LUI A ME?
Quella frase, gridata con tutto il fiato che aveva in corpo, aveva
spiazzato Harry. Soprattutto per l’odio e il disgusto con cui aveva pronunciato
quel ‘lui’.
Ma, Nathan… perché tanto dispregio? Non è più innaturale che avessi
scelto te?
Siamo fratelli.
Glielo aveva detto e Nathan aveva dato completamente di matto.
Forse aveva anche ragione, forse la parte dell’amante respinto non
faceva per lui, forse aveva sopportato troppo dolore in silenzio… ed essere
tradito anche dal fratello che credeva di amare era stato troppo.
Harry capiva.
Gli si era stretto il cuore quando aveva visto quella scintilla di odio
nei suoi occhi neri, quell’espressione arcigna così simile a quella di
Archibald Whilher, quella piega disumana del viso.
Mi dispiace farti soffrire così.
Nathan lo aveva guardato con odio e se n’era andato dalla camera
correndo come un forsennato. E Harry lo aveva preferito, pensando che se
fossero rimasti nella stessa stanza per ancora qualche secondo, Nathan di certo
lo avrebbe riempito di pugni.
Prese il gesto di Nathan – la ‘fuga’ – come un atto di amore.
Mi dispiace. Non volevo farti soffrire.
Aveva ripetuto.
Tale padre, tale figlio.
Aveva detto in tono estremamente triste e amaro Archibald Whilher,
sulla soglia della porta parte. E aveva guardato Harry con dolore.
Forse ricordava ancora Lily Evans. E in che modo aveva spezzato il
cuore di Dan.
Sì, perché Lily aveva ridotto il cuore di Dan in pezzi tanti piccoli
che non si era riuscito in alcun modo a rimetterli insieme.
Lily aveva distrutto Dan, aveva spezzato qualsiasi speranza di
felicità.
E nemmeno Nathan era riuscito a riempire quel vuoto incolmabile.
Ora Harry aveva spezzato Nathan.
E anche Whilher si rendeva conto che, dopotutto, quale altra scelta
aveva?
Tra le due scelte – rifiutarlo e quindi infrangergli il cuore, e accettarlo
e quindi spezzare ogni vincolo con la società, la morale e il mondo – Harry
aveva optato per la meno peggio.
Ma non avrebbe odiato Harry meno di Lily.
Harry rinsavì a quei pensieri masticando un boccone e rispondendo: -
No. Non oso -
- È terribile,
vero? – ricordava che Nathan nemmeno era presente quando erano partiti. Harry
lo aveva cercato con lo sguardo fino a quando non erano entrati in vettura.
- Sì, lo è –
Harry lasciò da parte il panino e si appoggiò a Draco che, prontamente, lo
avvolse in un abbraccio.
- Ti penti di
tutto questo? -
- No – rispose
serenamente Harry – Mi dispiace per Nathan ma… certe cose non possono avere un
lieto fine… - quasi sorrise, con amarezza, dicendo quelle parole.
Tu avresti
voluto un lieto fine con Nathan, Harry?
- Ma mi tengo in
contatto con Archibald Whilher -
Draco inarcò un
sopracciglio: - Perché? –
Harry lo guardò
negli occhi: - Dopotutto… lui ha fatto tutto questo per la famiglia… - si
tormentò il labbro – Mi fa un po’ pena… -
Draco annuì: -
Capisco. Beh, ha dovuto guardare senza fare nulla tua madre lasciare suo
figlio. È riuscito a tenere Nathan con sé, ma non ha più avuto indietro suo
figlio. E adesso ha dovuto assistere alla stessa cosa con suo figlio. Ironico –
- Non ironico… -
disse Harry – Solo molto triste. E ingiusto -
Non m’importa
se siamo fratelli!
- E come sta
Nathan? -
- Così così –
rispose indorando la pillola.
Non sta bene,
ma è troppo orgoglioso per ammetterlo.
In ogni caso
se la cava con il basket.
Sta tentando
di dimenticarti.
È forte, più
di suo padre, e forse ce la farà.
- Uhm… e tuo
cugino? Quel Lukas? -
- Dopo quello
che mi ha detto Hermione non credo di voler proprio parlargli ancora… - ammise
Harry – In ogni caso sta bene -
- E… ti dispiace
aver lasciato Tree Hill? -
- Che scelta
avevo, Draco? Ho sempre desiderato una famiglia, ma dopo un po’ ci si stanca di
sperare… ed ecco che appare una famiglia intera dall’America, per colpa di mia
madre. E io che avevo sempre creduto che lei fosse… senza macchia, così
innamorato di mio padre… -
- Harry… -
- Lo so, non
dovrei condannarla… ma… fa male, ecco. Faceva male. Poi mi sono
ritrovato Nathan… -
Nathan…
Nathan e I suoi
baci ardenti, le sue blande promesse e la sua testardaggine.
No, a lui non
sarebbe interessato andare contro tutti e tutto.
Ora che aveva
trovato una persona da amare, non si sarebbe tirato indietro, ma Nathan era
un’irresponsabile e un impulsivo, figurarsi se non combattesse.
E inoltre Nathan
era un animo ardente, fin troppo, forse.
Però…
Erano fratelli e
Harry proprio non riusciva a scordarlo, né avrebbe potuto: se fosse successo…
il risultato sarebbe stato veramente disastroso.
- Avrebbe potuto
essere una famiglia… - disse a voce bassa Harry.
Draco annuì
distrattamente.
- Ma ora sei
felice, Harry? – domandò mentre un’oscura nube di dubbio investiva il suo cuore
– Sei felice? -
Harry… lo
vuoi?
Harry sorrise,
baciando leggermente le labbra di Draco: - Naturalmente. Come non potrei
esserlo? –
Mamma… grazie
per il tuo segreto.
Mi è servito.
Mi ha
aiutato.
E così ho
conosciuto Draco.
*The End*
Credevate che
fosse finita qui?
Ma no, dai, che
i fan di Nathan si consolino, è arrivato il loro turno!
Epilogo 2
La luce del sole
morente entrava nella stanza a varie riprese, inframmezzata dal movimento discontinuo
della tenda.
Harry si asciugò
il velo di sudore che imperlava la sua fronte, sospirando, resse con una mano
la sbarra di ferro che doveva reggere la tenda.
Era in piedi
sopra la lunga scala, cercando di sistemare la tenda di fronte alla finestra della
piccola sala.
- Ma guarda che
mi tocca fare… - sibilò astioso verso la povera sbarra.
Quasi
arrendendosi scese dalla scala, spostandola a lato mentre inforcava la
bacchetta che teneva nella tasca della camicia a quadri che indossava.
Con due semplici
e silenziosi incantesimi sistemò la tenda al suo posto, con occhio critico,
osservò il suo lavoro e decise di non preoccuparsi troppo per la piega storta
che aveva preso.
Sospirò
nuovamente, irritato.
Ci mancava anche
la tenda adesso! Come se non avesse abbastanza problemi al momento!
Si massaggiò un
attimo il collo, guardandosi nel frattempo attorno, fissando con aria
compassionevole la piccola saletta ingombra di oggetti sparsi ovunque e
scatoloni messi uno sopra l’altro alla rinfusa.
Il solo pensiero
di doverli anche aprire e mettere a posto il loro contenuto era angosciante.
Diede
un’occhiata al suo orologio da polso.
Le otto.
Beh, una pausa
poteva anche concedersela…
Andò in cucina,
osservando con indubbio orgoglio l’unico locale dell’appartamento con una
parvenza di ordine, ovviamente nemmeno andò dal frigo, che avrebbe in ogni caso
trovato vuoto, ma afferrò una sedia per sedersi e riposare.
In quel momento
Harry sentì una chiave girare nella serratura, alzò di scatto la testa,
sentendola scricchiolare per la velocità e la violenza con la quale aveva
operato il gesto.
Passi
affrettati, un borsone appoggiato per terra, e finalmente Nathan apparve nella
soglia della cucina, con due sacchetti di plastica in mano.
- Beh? Già
stanco? -
Harry gli
rivolse un’occhiata minacciosa: - Non ti lamentare sai? Ho dovuto sistemare
tutta la cucina e la camera da letto… lasciami due secondi di calma! Almeno hai
fatto la spesa… -
Nathan gli fece
un sorriso storto, appoggiò i sacchetti sul tavolo e si chinò per posare un
bacio sulle labbra di Harry.
- Non mi dai
nemmeno il bentornato? -
- Cucini tu? –
domandò Harry – Perché se cucini tu potrei darti un bacio! -
Nathan fece una
smorfia: - Approfittatore –
Harry sgranò gli
occhi, nella perfetta imitazione di un quanto più dolce potesse esserci al
mondo, in modo da commuovere il fratellastro.
Nathan
resistette stoicamente per poi capitolare quando Harry cominciò a sporgere il
labbro inferiore.
- E va bene… ma
adesso dammi un bacio come si deve -
Le loro labbra si scontrarono con dolce violenza, come sempre, Harry
avvolse le mani alla nuca di Nathan, attirandolo a sé mentre quest’ultimo si
chinò per raggiungere meglio le labbra dell’altro, appoggiando le mani una sul
tavolo e l’altra sullo schienale della sedia, per tenersi in equilibrio.
Immediatamente le loro lingue si scontrarono, ballando sulle note della
loro passione e sensualità.
Quando si staccarono entrambi sorridevano.
Nathan gli diede un buffetto affettuoso sul naso prima di raddrizzarsi
e togliersi la pesante felpa della sua nuova squadra di basket.
Andò a frugare nei sacchetti, guardando alternativamente i due alimenti
appena estratti, per un attimo sul viso si dipinse un’espressione corrucciata,
poi sospirò.
- Com’è andata oggi l’allenamento? – domandò Harry, divertito da quella
scena.
- Jackson ha fatto il suo primo canestro… - rispose laconicamente
Nathan.
Lo disse in tono così asciutto che quasi preoccupò Harry.
Stai soffrendo la nostra scelta?
- Ti dispiace? – chiese di getto.
- Beh, almeno alla fine qualcosa di buono l’ha fatta – replicò Nathan –
Vai pure a farti la doccia, ci penso io alla cena -
- Intendevo… ti dispiace essere qui? – chiarì Harry.
Nathan lo guardò duramente: - Non essere ridicolo, Harry, sai che per
noi era l’unica soluzione… -
- Lo so… solo… - Harry prese un profondo respiro – A Tree Hill hai
lasciato tutto… la tua squadra, il tuo posto di capitano… e tu ami così tanto
il basket… -
Nathan lo guardò con tenerezza: - Tutti e due abbiamo rinunciato a
qualcosa, ma non per questo sono pentito della mia scelta. Tu lo sei? -
- Assolutamente
no! Solo… -
- Solo? -
- Niente… vado a
farmi la doccia – si alzò tristemente dalla sua sedia, andando in bagno.
Quando fu sotto
il getto della doccia, Harry si lasciò cullare dai suoi pensieri: erano passati
due mesi dal giorno in cui Whilher era venuto a Hogwarts per rivelargli di
avere un fratellastro.
Ora Harry viveva
assieme a quel fratellastro lontano non solo da Hogwarts ma persino da Tree Hill,
il luogo nel quale era cresciuto Nathan.
Avevano deciso
di lasciarsi tutto alle spalle e rincominciare da zero in un'altra città non
solo perché Nathan ormai non riusciva più a sopportare le menzogne del nonno,
ma anche perché intuivano entrambi gli ostacoli che ben presto si sarebbero
interposti tra loro e la felicità.
Harry era sempre
stato conscio che aveva operato una scelta difficile il giorno in cui aveva
rifiutato l’amore di Draco Malfoy.
Sapeva bene di
aver rifiutato, seppur tacitamente, la possibilità di avere una vita più
tranquilla e serena, con meno problemi. E probabilmente anche l’opportunità di
conoscere meglio e forse apprezzare anche Draco Malfoy.
Ricordava il suo
sguardo, duro e ferito.
E così… hai
scelto lui. Avrei dovuto immaginarmelo.
Tu e i guai
andate sempre a pari passo.
Lo aveva detto
però con voce falsamente fredda.
Non è una
questione di guai, Draco Malfoy, è una questione di amore.
Draco aveva
alzato le spalle.
Se lo dici
tu.
Beh, ti
auguro buona fortuna, ti servirà.
Harry non aveva
confutato quell’augurio, sapeva che c’era del vero, ma aveva comunque
rimproverato Draco. questi aveva annuito e gli aveva voltato le spalle, il
giorno dopo era partito per Hogwarts assieme a Blaise e Hermione.
La sua migliore
amica lo aveva abbracciato con le lacrime agli occhi, dispiaciuta per la scelta
di lasciare Hogwarts.
Non ci
ripenserai, vero?
Ricorda
comunque che io sono dalla tua parte.
Harry gli aveva
accarezzato i capelli e baciato la tempia come si fa ad una sorella particolarmente
affezionata.
Il tuo
sostegno conta molto per me.
Ti voglio
bene, Hermione e… cerca di parlare con Ron se puoi.
Hermione gli
scriveva ogni tre giorni, chiedendogli sempre se tutto andava bene, se avesse bisogno
di aiuto, se gi servisse una mano. Harry ringraziava il cielo di avere un’amica
così cara.
In ogni caso
Harry e Nathan avevano lasciato Tree Hill una settimana dopo la partenza di
Hermione, Draco e Blaise con Remus Lupin, quest’ultimo era comunque tornato da
Harry per portargli il nulla osta per lasciare Hogwarts ed essere trasferito
alla Scuola Superiore di Magia di New Orleans .
Lì Remus aveva
trovato loro un appartamento e aveva aiutato Harry a trasferire i suoi soldi
dalla Gringott ad una banca locale, convertendo la moneta magica con i dollari.
Nathan
ovviamente aveva un fondo che aveva sfuso dalle sostanze della famiglia
Whilher, aveva salutato la madre con freddezza e si era lasciato tutto dietro
le spalle senza molti rimpianti.
Nella nuova città
aveva preso a frequentare la scuola pubblica ed era entrato immediatamente
nella squadra di basket, per ora senza il rango che aveva prima di capitano.
Harry invece si
era trovato molto bene nella nuova scuola: non era un castello prestigioso come
poteva essere Hogwarts, ma lasciava ai ragazzi la possibilità di alloggiare
fuori dal complesso studentesco, nella cittadina, per questo Harry tornava a
casa dopo le lezioni e poteva stare così tanto tempo con Nathan.
Inoltre il suo
nome era sulle labbra di tutti lì, e dal primo colloquio con il giovane preside
aveva notato una scintilla di orgoglio nei suoi occhi, come se si sentisse ora
in dovere di poter guardare Dumbledore dall’alto in basso ora che aveva lui
Harry Potter sotto la sua ala protettrice.
No, Harry non
aveva ripensamenti in merito alla sua situazione attuale solo…
Temeva che
Nathan non avesse accettato la loro nuova vita: era una persona orgogliosa,
abituata a vincere, ad essere osannato a Tree Hill.
Ora si ritrovava
ad essere solamente un giocatore come un altro, particolarmente bravo e abile,
oltre che veloce, che raramente sbagliava canestro, ma non aveva lo stesso
prestigio di prima, non era capitano, per dirne una.
Inoltre aveva
sempre vissuto con Abby che si prendeva cura di ogni pasto, con il nonno che si
occupava di tutto ciò che non andava bene.
Ora invece
abitava con la sola compagnia e spalla del suo fratellastro mago, che però
vedeva raramente, tra allenamenti e scuola, inoltre non era abituato né alle
faccende di casa né alla cucina.
Harry aveva
timore che da un momento all’altro Nathan si stancasse di quella vita fatta di
privazioni.
E invece, fino a
quel momento, sembrava che vivessero una vita famigliare relativamente serena.
Nathan passava
ore e ore al campo da basket della scuola per allenarsi e affinare la sua
tecnica, per salire di grado in fretta. Aveva cominciato a imparare a cucinare
persino.
No, per
lamentarsi non si lamentava, anzi, a Harry era parso più che felice, e prima di
lasciarsi andare al sonno ristoratore, Nathan avvolgeva in un abbraccio stretto
Harry, tenendolo contro di sé con dolcezza e protezione, come se avesse timore
che il ragazzo sparisse nottetempo, lasciandolo solo.
E prima di
addormentarsi, puntualmente gli sussurrava all’orecchio: - Ti amo – come una
dolce litania.
Harry si
frizionò i capelli con forza, sorridendo nonostante i suoi brutti pensieri,
mentre passando di fronte alla porta della cucina per dirigersi in camera, vide
Nathan imprecare contro un povero e innocente uovo in camicia.
Vestito in fine
di tutto punto, raggiunse Nathan in cucina, odorando il profumo di cibo che si
era sparso per casa.
La mia casa.
La nostra
casa.
- Giusto in
tempo – esclamò Harry, occhieggiando affamato la tavola imbandita.
Nathan gli
rivolse un’occhiata da sotto in su: - Non aspettarti troppo… ho lasciato
bruciare l’uovo –
- Di nuovo? –
ridacchiò Harry prendendolo un po’ in giro.
Nathan gli tirò
lo strofinaccio con cui si stava pulendo le mani in faccia.
- Dai,
scherzavo! – sorrise il fratellastro.
- Domani tocca a
te. E farai anche il mio turno di dopodomani – chiarì Nathan, sedendosi e
mangiando anche lui.
Harry alzò gli
occhi al cielo: - Lo so… lo so –
- E mi
raccomando evita… -
- … schifezze come
queste – completò la frase Harry – Lo so, me lo dici tutte le volte – gli
sorrise – Vivere con atleta non è una passeggiata -
- Infatti non ho
mai capito come faccia tu a mangiare tutto quello che mangi ed essere un
cercatore così veloce… -
Harry rise.
Nathan aveva
sempre avuto una certa vena di precocità, per questo aveva imparato in fretta a
convivere con un mago: aveva appreso in una settimana tutti i termini maghi da
Harry, per essere più vicino al ragazzo nel momento del bisogno.
Si era subito preoccupato
dell’accoglienza che i maghi americani potevano riservargli – lui era abituato
a fare a botte con suo cugino e comunque ad attraversare molte difficoltà nella
sua ex scuola, per questo aveva timore che con la magia la vita di Harry nella
sua nuova scuola fosse più difficile. Inoltre aveva paura che la natura candida
e generosa di Harry potesse essere per il ragazzo un punto debole – e aveva
preteso da Harry che gli spiegasse per filo e per segno il suo mondo.
Per potergli
essere più vicino e poterlo aiutare.
Ovviamente si
era tranquillizzato quando aveva fatto la conoscenza di alcuni nuovi amici di
Harry ed era venuto a sapere della sconfinata fama del suo fratellastro.
Nathan gli
lanciò un’occhiata: sembrava felice, mangiava lieto e gli raccontava delle cose
capitate quel giorno.
Sembrava
veramente essere felice.
E Nathan lo era
per riflesso.
Quanto lo amava…
ormai non avrebbe potuto più spiegarlo, tanto erano forti i suoi sentimenti per
lui.
E il loro
vincolo di sangue?
Non
m’importa.
Che cosa si
poteva pensare del loro legame?
Stavano assieme,
come persone normali, incuranti delle regole della società, erano felici. Per
questo si prendevano il lusso di non incolparsi di alcun peccato.
Che peccato
c’era nell’amare?
Harry notò lo
strano sguardo di Nathan, così intenso che era capace persino di trapassarlo
parte per parte: - Che cosa c’è? Hai uno sguardo strano… -
Nathan non
rispose a parole, appoggiò la forchetta sul piatto, provocando un lieve
tintinnio e si allungò per prendere la mano di Harry, la strinse, sorrise
lievemente.
Harry ricambiò
la stretta, sorpreso, ma grato.
Forse Nathan
sembrava avere un carattere troppo irruente, a volte arido, ma Harry ormai lo
conosceva bene, dietro il suo comportamento duro era ben lontano da non essere
sensibile allealtrui, soprattutto
quelle del fratello.
Non sarai
felice scegliendo Nathan.
Gli aveva detto
Lukas, un giorno a scuola, prima che Harry partisse.
E come sarei
felice? Scegliendo te?
Aveva risposto
Harry con una punta di astio nella voce. Per quanto avesse tentato, cercare di
inquadrare Lukas non era semplice.
Inizialmente
aveva pensato di aver trovato un amico ma, da quanto aveva sentito da Peyton e
Hermione… forse non lo conosceva così bene come credeva, o aveva creduto.
Aveva tradito
Brooke con Peyton, e aveva litigato poi con entrambe, poi aveva nascosto la
‘verità’ cogliendo però l’occasione per fare una predica a Nathan, del tutto
ingiustificata.
Forse. Ma
forse sarebbe stato meglio se tu fossi andato con il biondo.
Ma hai scelto,
no? Immagino che non tornerai indietro.
Harry aveva
scosso la testa.
No. Non
rimpiangerò la mia scelta.
E per la prima
volta Harry aveva sorriso, rispondendo a testa alta e con serenità.
Se stava anche
sbagliando, nessuno aveva diritto di proibirgli di tentare di essere felice.
Non sempre si ha quello che si desidera, l’importante era seguire la sua scelta
e tentare almeno.
Per non
rimpiangere.
Per sperare
ancora.
Perché non
cel’avrebbe fatta a rinunciare a Nathan.
Mai.
- Ora sei tu che
mi stai guardando strano – disse Nathan.
Harry scosse la
testa, come per dirgli che no, non c’era niente.
- Sono felice –
disse solamente.
Nathan gli
sorrise ancora: - Anche io lo sono. Ti amo, Harry –
Che importanza
aveva la società?
Nessuna.
E il sangue?
Alcuno.
Mamma, mamma,
ti rivelo un segreto:
amo mio
fratello
come nessun
altro.
*The End.*
Mistress Lay
Note
conclusive:
E ci siamo, con
questo diciannovesimo capitolo, si conclude questa fic.
Spero che siate soddisfatti/e
di questo epilogo, perché mi sono scervellata nel decidere che fare… e alla
fine ho scelto la possibilità meno originale e più scontata che avessi mai
potuto scegliere! >.<
Ma ho deciso
così, per rendervi tutti felici.
Perché, in
fondo, ho anche io un cuoricino che batte nel petto. (ma dai, non l’avrei mai
detto!?)
Inoltre… visto
che molti di voi hanno chiesto una lemonuccia… ovviamente qui non la
posso mettere ma se volete, visto che l’ho scritta per Hachi, potete
richiedermela al mio indirizzo mail… XD
In ogni caso, se
volete rintracciarmi per chiedermi qualcosa delle fic o altro, o solamente per
chiacchierare un po’… io sono sempre qui! *.*
Grazie
innanzitutto al vero fautore di questa fic, James, perché con la tua sfida mi
hai spronato a scrivere questa strana fic! XD
Grazie a chi
commenta, i veri focolai della mia ispirazione. Le vere pietre miliari. Chi mi
fa sorridere e chi mi fa dannare. Grazie.
Grazie
soprattutto a Moony che si è sopportato questo delirio, ripresa per ripresa,
grazie alla mia Big Sis Kira, che ha ispirato, non volendo.
Grazie alla
madrina, Elecam28, alla mia adorata moglie, Mistica, a quel tesoro di
fann1kaoriyuki.
Grazie a tutti
coloro che mi hanno seguito fin dai primi capitoli, a chi mi ha letto a varie
riprese, a chi ha letto la mia fic tutta insieme, a chi sta leggendo ora per la
prima volta.
Grazie ancora a
tutti i recensitori.
Spero di
ritrovarvi nelle mie fic correnti o nelle prossime.
In caso
contrario grazie.
Grazie per le
vostre emozioni.
E per quelle che
mi avete trasmesso.
In ordine di
apparizione (e grazie anche a chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti!):
Jackie Hooker,
piropiro,
Moony*,
Michelle Malfoy,
NamiTheNavigator,
LadyBlood,
Stè_Wormy,
James_Prongs,
debby-potter,
Kaylin,
waa,
Eliz,
Rowan_Mayfair,
kristima,
pop,
ekslytherin,
Kira,
lily2000,
mistica,
ely_scorpioncina,
hermione rad,
Slytherin Girl,
Aviendha,
Lunastortalupin,
Baby,
fairy81,
Mimi88,
Lalia,
ysal pax,
Bellatrix Malfoy,
giulia,
Wichita Kid,
empire,
Captain,
nora,
haley,
millie,
BloodyMoon,
panuela,
MORFEa,
nox,
gorgeous,
Shade_Scary,
kitten 85,
ragazza
interrotta,
Isilya,
reader,
veve,
_darklily_,
briciola 88,
natty,
lal23,
aryVano’90,
Katiya,
emissariadisaturno,
kandra,
bittersugar,
elecam28,
Lelorinel,
Nal,
saso,
mezzosecolo,
Zafirya,
ziz,
evanescence88,
Jelly Shy,
Duda,
fan-chan,
manako,
verity,
sara,
Resha,
Streghetta
Potterina,
gokychan,
fann1kaoriyuki,
tess4ever,
DJKIKA,
Lunatica86,
iris,
mono,
IAIA119,
Lucy,
suicidal_love,
Fife,
Selene_90,
fuyumi chan,
LadyDepp,
Gloria_Potter,
Slytherina,
Rea 14.
Spero di aver capito
bene gli eventuali cambi di nick… se no, perdonatemi, e date la colpa alla
fretta… >.<