The Revenge di Oswin_Pond91 (/viewuser.php?uid=113162)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Miss Independent ***
Capitolo 3: *** It's Like That ***
Capitolo 4: *** Merry Christmas (parte 1) ***
Capitolo 5: *** Merry Christmas (parte 2) ***
Capitolo 6: *** Listen ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
POV
LEILA
Gli
Originali impaurivano tutti, non c’era vampiro che non
scappasse da
loro. Sono vendicativi, abili e forti.
Ho
perso ormai il conto di quante persone in 500 anni ho ucciso.
Bisogna
sempre obbedire a Klaus, altrimenti ti ritrova con un paletto
conficcato nel cuore e cessi di esistere, per la seconda volta.
Il
mio potere è un po’ speciale … la
bellezza. Sono stata trasformata nel 1510 all’età
di 20 anni dallo stesso Klaus,
5 minuti dopo di lui. Il motivo? Beh vedeva un futuro per noi due.
“Devi
andare a Mystic Falls”
questo è
quello che mi disse una mattina “Lì
riceverai istruzioni”. Odiavo il suo
modo di essere grande! In fondo avevamo la stessa età, ma
per lui rimanevo
sempre quella “Sotto di un gradino”.
Non
parliamo poi di quella pietra, credeva spezzasse
la maledizione e invece è stato truffato dai fratelli
Salvatore, che l’hanno
sostituita.
Dal
quel momento si è ripromesso che non avrebbero avuto pace,
mi torturava
giorno e notte con questa storia!
Da
quel che so io si chiamano Damon e Stefan, hanno circa 150 anni. Non
avevo mai avuto il piacere di trovarmi uno di loro davanti.
Finalmente
arrivai e la fortuna fu dalla mia parte, la mia nuova casa distava un
paio di
minuti dalla Pensione dei Salvatore.
Sembrava
come se fosse stata eretta per fortuna e che, contro tutti i pronostici
fosse
rimasta intatta per secoli. Parcheggiai la mia macchina davanti alla
pensione,
curiosa di vedere la faccia dei proprietari.
Klaus non mi aveva
mai fatto vedere nulla su di loro, foto e
quant’altro.
Dopo un paio di
minuti che ero in postazione davanti alla casa sentii
qualcosa
muoversi attorno alla mia macchina. Così estrassi un paletto
dal portaoggetti
del cruscotto
D:«Ciao»
Per
fortuna
non ero umana, altrimenti sarei morta. D’istinto tentai di
colpirlo con il
paletto ma lui mi fermò prima
D: « Senti io volevo solo
capire perché spiavi la mia
casa»
Quel
ragazzo
aveva circa vent’anni, quindi se faccio 2+ 2 lui doveva
essere Damon Salvatore.
Non potevo crederci, è entrato in macchina per sfidare me
…. Che ho più di 500
anni!!potevo farlo a fettine e bruciarlo in un secondo
Mi
limitai a
prenderlo per il collo e incollarlo al sedile, non tollero la
maleducazione
soprattutto se è nei miei confronti
L:« Impara che non si
entra così nella macchina delle
signore »
Il
suo
sorrisetto soddisfatto cambiò in un volto che a me era molto
famigliare. Lasciò
fluire il sangue mostrando due canini affilati. Che
stesse cercando di spaventarmi??? Beh non lo farei se
fossi
in lui.
La
mia mano
non lasciò il suo collo, per fortuna avevo i vetri oscurati.
Nessuno poteva
vedere me mentre io potevo vedere loro.
D: « Chi cazzo sei
»
Non
potevo
fare a meno di vedere i suoi occhi, non gli si leggeva la paura come in
tutte
le altre persone che ho ucciso. La sua era più
determinazione, voleva capire
chi ero e che volevo da loro.
L: «Dovresti avere
paura di me»
Scoppiò
in
una risata. Appena verrà a sapere chi si trova davanti la
paura lo assalirà.
L:«FUORI DALLA MIA
MACCHINA»
Non
potevo
rivelare nulla al momento, aprì la portiera della macchina
con un pulsante e lo
spinsi fuori. Klaus sarebbe stato fiero di me … avevo
già incontrato uno dei
Salvatore prima di qualsiasi sua indicazione.
POV DAMON
D: «Abbiamo visite
Stefan»
Quella
porche rosa mi stava incuriosendo, era da un
bel po’ che stava osservando la Pensione.
S:«Che??
Parli di
quella?? »
Stefan
a volte sembrava proprio uno stupido di prima categoria, arrivavo
anche a chiedermi se veramente fossimo stati fratelli.
Ma
quella
macchina attirava anche troppo la mia attenzione, in città
oltre alla mia
Mustang non si erano mai viste macchine costose. Stefan si accontentava
di una
Jeep nera, Bleah!
Così
appoggiai il bicchiere di Burbon sul tavolino del salotto e mi diressi
alla
porta
D:«Vado a scoprire chi
è … »
Stefan
non
fece in tempo a fermarmi che ero già dentro quella macchina,
anche se era rosa
si poteva benissimo chiamare una SIGNORA macchina.
Un
problema
c’era però, colei che guidava la macchina era
troppo forte, anche più di me. Mi
aveva incollato al sedile in 2 secondi, non era umana, questo di
capiva, così
decisi di lasciare fluire i miei canini mostrando così chi
sono io.
D: « Chi cazzo sei
»
Lei
però non
ebbe nessuna reazione, il suo sguardo era deciso e cattivo, esattamente
come il
mio. I capelli erano neri , come la notte, un fisico perfetto
… il più sexy che
abbia mai visto.
Dovevo
scoprire chi era e che cosa voleva, costi quel che costi.
Non
ebbi il
tempo di formulare nessun altra domanda che mi aveva buttato fuori
dalla
macchina minacciandomi. Di solito sono io quello che usa questi
trucchetti per
minacciare.
S:«Allora,
che hai
scoperto? »
Certo
che il
mio fratellino non poteva fare a meno di trattenere la
curiosità. Invece di
andare a cacciare i soliti coniglietti era rimasto qui, nascosto.
D: « Non è
umana, questo è sicuro »
S: «Non è
umana?? »
D: « Hai capito bene,
è una donna … ed è anche forte
»
Di
colpo
vidi il mio fratellino impaurirsi, non capii il motivo di questa
reazione, non
ero stato informato di qualcosa?
D: «Stefan
…»
Mi
bloccai,
osservandolo negli occhi, non era da lui reagire così. Anche
se dopo la storia
Con Klaus e la pietra di luna non c’era da star tranquilli,
Elena era quasi
rimasta uccisa nella lotta con gli Originari.
Ma
dovevo
capire che voleva quella donna.
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Capitolo 2 *** Miss Independent ***
POV
LEILA
Ed
uno dei fratelli Salvatore era andato, Damon ogni
sera era nel mio giardino per controllare i miei movimenti. Devo dire
che non
mi dispiaceva, ma mi seguiva ovunque, ho dovuto mettere i vetri opachi
in
bagno!
Ma
quella mattina cambiarono le carte in tavola …
Era
appena sorto il sole, mi alzai dal letto,
indossando una vestaglia, non potevo mica andare in giro in intimo.
Elijah:«Ciao Leila »
Ma
in questa città sono
tutti abituati ad entrare di soppiatto nelle case degli altri?
Per fortuna
avevo l’anello che mi permetteva di camminare alla luce del
sole. L’ospite
indesiderato aprì le finestre, facendo entrare la luce.
Elijah: «Sapevo che per
sicurezza avessi fatto mettere il vetro temperato, nonostante avessi
l’anello»
Finalmente
avevo capito chi avevo di fronte, lo
scagnozzo di Klaus, colui che doveva darmi gli ordini su cosa fare a
Mystic.
Leila:«Elijah, sono
giorni che ti aspetto. Informerò Klaus personalmente che ho
già avuto un
contatto con Damon Salvatore »
Non
potei non notare il sorriso compiaciuto dell’uomo.
Si avvicinò a me e mi accarezzò i capelli, come
si permetteva di farlo? Ero un
suo superiore! Gli bloccai la mano, gli avrei potuto spezzare il
braccio in due
secondi.
L: « Fallo di
nuovo e domani andrai da Klaus senza un braccio »
Gli
lasciai il braccio e mi sedetti sul letto,
accavallando lentamente le gambe
L:«Parla, che
vuole che faccia? »
E: « Siamo
convinti che la pietra di luna sia ancora alla Pensione. Devi entrare
in
intimità con uno dei Salvatore. Pensiamo che Damon sia
quello che ti sia più
raggiungibile. Stasera dovrai uscire di casa e parlare con lui, uno dei
nostri
‘soldatini’ ti attaccherà …
non ti devi ribellare però, anche se ti farà male
»
Sbarrai
gli occhi, io fare un a cosa del genere. Con
il mio potere avrei potuto far cadere quel stupido vampiro ai miei
piedi in due
secondi e invece dovevo beccarmi un paletto di verbena.
E: «Tranquilla
che non ti colpirà al cuore. Sei troppo preziosa per
Klaus»
L: «Farò come
mi
avete detto»
Elijah
sparì in un secondo. Dovevo ancora capire come
faceva quel vampiro a muoversi alla luce del sole nonostante non avesse
un
anello.
La
sera come al solito Damon Salvatore era nel
giardino di casa mia. Così misi la stessa vestaglia di
quella mattina, potevo
anche non ammalarmi … ma uscire fuori mezza nuda non andava
bene!
Piombai
alle spalle del ragazzo, sussurrandogli un
saluto ad un orecchio.
Lui
sussultò, mostrando subito i suoi canini.
L:«Placa
lo spirito Cowboy
… voi sapere chi sono?
Benissimo. Mi chiamo Leila Ashanti Dowlas Salvatore … bla,
bla …… chiamami
semplicemente Ley. Per la precisione ho 500 anni e
sono…»
Rilassai
il viso, mostrando la mia vera io
L: «Un vampiro»
Lui
ritirò i canini, mostrandomi un sorriso alquanto
compiaciuto. Finalmente aveva ottenuto quello che voleva, sapere chi
ero io.
Gli feci cenno di andarsene, non doveva sapere altro.
Ritirai
i canini e mi voltai, diretta verso a casa.
Non potevo credere quello che mi sarebbe aspettato sotto il portico.
Il
‘Soldatino’ degli Originals era alla la porta di
casa mia, gli feci cenno della testa di fare quello che doveva. Con un
colpo
secco mi fece entrare in paletto nel petto.
Lì
poi ci fu tutto buio…
POV Damon
Bene,
ora che so chi è mi tocca anche salvarle la
vita.
Quel
mezzo vampiro aveva tentato di ucciderla, era deboluccio, per lei
doveva essere facile visto che ha bloccato me.
La
presi in braccio e la portai alla pensione, li avrei scoperto di
più che
voleva o COSA voleva.
D:«STEFAN»
Urlai.
Doveva farmi aiutare da mio fratello,
mica avevo la terza mano per
aprire la porta!
Appena
mi vide il suo viso cambiò espressione, da stupito
perché lo
avevo chiamato a preoccupato, per la donna che avevo fra le mie
braccia.
S: «E’ lei?
»
D: «Bambi, non ti
facevo così arguto. Faccio le dovute presentazioni
o la salviamo? »
Posai
la ragazza sul divano, mettendole la testa sotto un cuscino.
Non è da me essere gentile, ma doveva
rimanere in vita, nel
censimento per i vampiri di Mystic Falls mi mancava una donna
porta guai …
ne avevamo già tante!
D«Verbena?
»
Stefan
annuì, mi fiondai nello scantinato a
prendere 2 sacche di sangue e un paio di guanti, non potevamo
toccare la
verbena.
Infilai
i guanti mentre mio fratello si tenne pronto
con le sacche.
S: «La pelle ha
ancora il suo colore naturale. Buon segno, vuol dire che non ha preso
il cuore»
D: «E invece il
cuore lo ha preso, eccome! »
Lentamente
sfilai il paletto, cercando di non uccidere
quella ‘Vampira’, dovevo essere io a farlo se
diventa un peso.
La
ragazza ebbe come un spasmo, Stefan si avvicinò con
le sacche, le bevve molto avidamente, il paletto le aveva portato via
molto
sangue.
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Capitolo 3 *** It's Like That ***
2
POV LEILA
Quando riapri gli occhi mi trovavo
proprio dove desideravo essere, al pensionato Salvatore, sapevo che
quell’ingenuo di Damon mi avrebbe portato li, per farsi aiutare dal fratello.
Mi misi
seduta sul divano guardando la figura che mi si parava davanti, non era il
fratello che avevo conosciuto.
L: « Chi sei? »
Quel ragazzo
stava per rispondermi quando intervenne lui, l’arroganza fatta a persona,
Damon. Entrò nel salone sorseggiando avidamente un bicchiere di sangue.
L: « A positivo,
il mio preferito »
Affermai
guardandolo decisa, credeva di dare fastidio a me con la sua arguzia, ma sapevo
essere più furba di lui. Anche di 100 volte se ne necessita.
Lui rispose
con uno dei suoi sorrisetti che mi davano fastidio.
S: «Io sono
Stefan Salvatore, piacere di conoscerti»
Mi sorrise,
lui si che era gentile. Sapeva mettere a suo agio le persone con solo lo
sguardo.
L: «Dovresti
prendere da lui. Mi ha riservato un ottima accoglienza mentre tu?? Ah si …. Mi
sei salito in macchina»
Stefan
guardò il fratello, in cerca di una conferma che non tardò ad arrivare
D: «Tu stai
spiando casa mia »
L: «Beh, dovrò
pur cercare qualcuno come me … L’odore di vampiro si sente in tutta la città,
concentrandosi a casa vostra»
Poi
aggrottai le sopracciglia, rendendomi conto di quello che avevo detto. Chi era
lui per rendere conto a me?
L: « E poi che
sto’ a spiegarlo a te! Non sei mica la mia balia, quella mi serviva 520
anni fa! »
S: «Scusalo, lui
è Damon Salvatore»
Non serviva
presentarmelo, ma risposi con un sorriso. Ora mancava da conoscere solo la
famosa Elena Gilbert, quella che era scappata dalle grinfie di Klaus.
Però prima
di continuare a parlare decisi di attuare una piccola vendetta su Damon. Portai
il dito indice della mia mano destra sulla bocca di Stefan per farlo star
zitto.
Chiusi gli
occhi ed entrai nella testa di Damon, facendogli credere che un paletto gli
trapassasse il petto.
Lo vidi
cadere a terra come un sasso, toccandosi il petto.
S: «Beh, devo
dire che è nettamente più forte di te. »
Entrambi
scoppiammo a ridere.
La razione
del ragazzo però non fu delle migliori. Appena si rese conto che non era vero
mi prese per il collo e mi alzò da dove mi trovavo.
D: «Toccami
ancora e giuro che ti impaletto con lo stesso giocattolino che ti ha messo KO
prima»
Con una mano
libera liberai la vestaglia che cadde a terra, rivelando il mio intimo, anche
se avrei ucciso qualsiasi uomo che mi avrebbe visto in quelle condizioni,
dovevo liberarmi.
Fu proprio
questo quello che avvenne, entrambi i fratelli si bloccarono. Damon mi calò a
terra e iniziai a girare intorno al suo corpo segnando ogni parte che si poteva
con un dito.
L: « Damon, ti
consiglio di non sfidarmi. Io ho un altro piccolo potere, è così forte che
logora le persone dentro portandole alla pazzia »
Continuava a
guardarmi con quel suo piccolo sorrisetto che mi stava dando ai nervi. Mi
rimisi la vestaglia da camera e sparì dalla loro vista
D: «Dove cazzo è
andata»
Dovevo pur
cambiarmi, così ricomparvi nel giro di una frazione di secondo.
L: «Hai sentito
la mia mancanza? »
Ricambiai quel suo sorrisetto che
tanto odiavo. Elijah mi aveva detto di entrare in intimità proprio con quello
stupido, dovrò mettere da parte il risentimento.
S: «Scusalo,
caratteraccio. Piuttosto volevamo sapere se conosci il tuo aggressore »
Non riuscì a
rispondere che in casa entrò una ragazza mora, probabilmente lei doveva essere
Elena. Stefan si avvicinò a lei baciandola delicatamente
S: «Parleremo
dopo, lei è Elena Gilbert »
Le sorrisi,
lei era quelle che era scappata dalle grinfie di Klaus. L’osservai dalla testa
ai piedi
L: «Piacere mio. Sono
Leila, puoi chiamarmi anche Ley»
Ricambiò il
mio sorriso, poi si rivolge a Stefan, il suo corpo trapelava emozione. Doveva
dire qualcosa di importante così decisi di stare tranquilla e non interrompere
quell’idillio
E: «Caroline,
Bonnie ed io volevamo fare una festa per Natale. Un grande cenone »
S: «Ottima idea
Elena »
D: «Spero di non
essere compreso nel pacchetto »
Non poteva starsene
zitto! Comparvi davanti a lui in un secondo, incrociando i miei occhi verdi con
i suoi azzurri, potevo soggiogarlo tranquillamente
L: «Zitto, fino a
quando non te lo dico io »
Finalmente
un po’ di silenzio, guardai i due piccioncini incitandoli a continuare, Elena
mi sorrise in segno di ringraziamento
E: «Non possiamo
farla alla pensione perché potrebbero attaccare gli Originali, neanche a casa
mia si può »
Ecco la
famosa ‘botta di culo’, dovevo prendere la palla al balzo. Dovevo fare in modo
che Klaus partecipasse alla festa, almeno così avrei anche scoperto perchè
quello stupido aveva disubbidito agli ordini, pugnalandomi al cuore!
L: «Fatela a casa
mia no? Questi Originals non mi attaccheranno, almeno lo spero»
Scoppiai a
ridere, facevo parte dei loro nemici e non se ne rendevano conto. Così il
cenone di Natale si svolgerà a casa mia. Elena mi abbracciò ringraziandomi
E: «Ottimo, ma
casa tua dove si trova? »
L: «E’ la
villetta infondo la via»
Mi guardò
sorpresa, non capii la sua reazione fino a quando non aprì la bocca
E: «Quella mega
villa? »
Non mi ero
neanche accorta della grandezza della mia casa, infondo vivevo da sola.
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Capitolo 4 *** Merry Christmas (parte 1) ***
POV
LEILA
Finalmente
il fatidico giorno del cenone natalizio arrivò.
Avevo comprato i regali per tutti gli invitati, grazie ad Elena sono
venuta a
conoscenza che parteciperanno al cenone Bonnie e Jeremy (la sua
migliore amica
e il fratello).
Ovviamente
ci sarà un piccolo ospite a sorpresa, Klaus.
Quella stessa mattina
composi il numero e lo chiamai. Doveva
sapere tutto il mio piano
*compone in
numero di
Klaus*
L: «Ascoltami,
questa sera raggiungimi a casa. Incontrerai i
fratelli Salvatore ed Elena Gilbert »
K: «Ne
verrà fuori un bagno di sangue lo sai? »
L: «Ovvio
che lo so, ma non lo farai … ho bisogno di una
piccola conferma da parte tua ma non gli torcerai un capello »
K: «Non ti
starai affezionando vero? »
L: « Klaus
sei un coglione, tu sarai Martin un mio amico che
viene al cenone di Natale »
K: «Non
mi piace Martin … »
L: «Deve
piacerti »
Lo
sentì sbuffare al telefono, a prima vista poteva sembrare
una persona burbera e scontrosa che pensa solo a se stesso ma in
realtà era
solo un bambino, capriccioso. Voleva sempre avere tutto, che gli fosse
permesso
o no, anche se lui era il capo c’erano delle limitazioni al
suo potere, io
potevo dire di si o no alle sue decisioni, non mi avrebbe mai ucciso!
L: «Perché
prima mi assicuri che quello non mi avrebbe
pugnalato al cuore ed invece lo ha fatto? Martin stai perdendo la mia
fiducia»
K: «E si
puo’ sapere che ti ha detto questa stronzata? Io non
ho mandato nessuno ad ucciderti, il contatto con i fratelli Salvatore
avresti
dovuto averlo fra molto tempo»
L: «Brutto
…. »
Stavo
quasi per spaccare il telefono fra le mani, quando
intervenne, era seriamente preoccupato per le mie condizioni, strano,
era la
prima volta.
K: «La
fortuna di avere 814 anni eh?I paletti non ti fanno
male»
Riattaccai
il telefono, odiavo quando faceva il signor ‘so
tutto io’ con me.
Finalmente,
i primi invitati arrivarono. Stefan, Elena e
Bonnie. Tutti e 3 avevano portato i regali da mettere sotto
l’albero che avevo
preparato in salotto, nonostante fossero i miei nemici dovevo
dimostrarmi amica
con loro.
S: «Damon
ha detto che non verrà »
Mi
disse Stefan sorridendo. Potevano tutti esser felici di
questa cosa ma, sinceramente, avevo bisogno che Damon presenziasse alla
cena di
Natale, Klaus doveva confermarmi che stavo con le persone che gli
interessavano.
L: «Oh,
verrà! Dovessi usare la forza»
Stefan,
che aveva capito a cosa mi riferivo scoppiò a
ridere. Mentre Elena e Bonnie lo guardarono strano.
Finalmente
mi resi conto che mancavo di presentarmi alla
strega, ma lei, potendo avere preveggenze, poteva fregarmi.
Così mi concentrai,
cercando di pensare ad una storia passata inventata e mi avvicinai a lei
L: «Non
ci siamo mai presentate, io sono Ley»
Le
strinsi la mano, la ragazza di risposta chiuse gli occhi,
aveva avuto una visione su di me, speravo solo che non avesse visto il
mio vero
passato
L: «Ohhhhh,
non mi avevate avvertito che c’era una strega a
tavola. Allora ho una piccola cosa per te»
Portai
i tre nella mia camera, c’erano così tanti libri
che
una biblioteca a confronto era solo una foglia in un cespuglio.
Feci
un salto e presi un libro antico dai piani alti della
libreria.
L: «In
tutti questi anni che ho vissuto ne ho passate molte»
Le
passai un Grimorio, dal suo sguardo capì subito che lei
sapeva di che parlavo
B: «Non
ci credo…»
Elena
ci guardava entrambe stranite, Stefan invece mi guardava
come se mi dovesse riprendere da qualcosa
L: «Beh,
in 500 e passa anni qualcosa impari dalle Streghe …
se poi se ne conosci molte tutto è guadagnato. Quello che
hai in mano è un
Grimorio di una tua antica antenata, Wilfred Bennett»
B: «La
prima strega della nostra famiglia»
Annuì
alla sua affermazione, i Bennett erano le streghe più
potenti sulla faccia della terra. Wilfred era la mia più
cara amica, alla suo
funerale dovetti nascondermi nella folla per non farmi riconoscere
L: «Stefan
hai detto che Damon non verrà? »
Il ragazzo
annuì, beh, lui doveva presentarsi, costi quel
che costi.
L: «Io
vado a prenderlo a casa, dovrebbe passare un mio amico
Martin. Puoi fare tu gli onori di casa? E’ anche lui uno di
noi»
Il
mio nuovo amico annuì. Così io in un secondo
potei
sparire e andare alla Pensione Salvatore per trascinare quello stupido
al
cenone.
POV
DAMON
D: «Stupida
festa, stupido natale»
Volevano
contagiarmi a partecipare ad un cenone di Natale,
in una famiglia poi! Per fortuna che Stefan è andato con
Elena e non mi ha
neanche obbligato a partecipare, sono 150 anni che non lo festeggio,
devo farlo
proprio ora che è venuta una nuova vampira in
città? Ma devono scordarselo.
Chi
era poi lei? Leila … che addirittura ha cognome
Salvatore!! Ma quante volte si è sposata? Oddio mi
stò facendo delle paranoie
colossali per una vampira che neanche conosco! Adoro il fatto che
possiamo
spegnere tutto con un solo tasto, così zero problemi per me!
Presi
un bicchiere di Burbon e iniziai a sorseggiarlo,
quando avvertì la presenza di colei che volevo proprio
evitare oggi.
D: «Che
ci fai qui? Non devi preparare qualche cenone? »
Strabuzzai
gli occhi continuando a sorseggiare il bicchiere,
se fosse venuta per farmi partecipare si stava sbagliando di grosso
L«ah,
Damon, Damon non sono qui per te. Ma sono qui per
farti ricordare, 160 anni fa, Mystic Falls. Tu mi hai già
incontrata »
La
vidi alzarsi in piedi ed avvicinarsi pericolosamente a
me. Come potevo averla già incontrata? Non ricordo nulla io!
Ormai
ci trovavamo faccia a faccia. Posai il bicchiere di
burbon e incrociai i suoi occhi verdi, profondi, quasi le potevo
leggere dentro
D«Come
ho fatt … »
Non
finì la frase che mi diede un bacio dolce, quel bacio mi
fece tornare in dietro nel tempo … un flashback
S«Lei … »
Io e mio fratello
stavamo correndo nella nostra villa a Mystic Falls, io avevo 8 anni
mentre
Stefan 5. Ricordo che quel giorno Stefan mi stava rompendo le scatole,
come al
suo solito perché voleva abbracciarmi, ma io non volevo
perché ero venuti degli
altri bambini a giocare.
L«Dai Damon, che ti
costa abbracciare tuo fratello? »
Eccola, Leila …. Ma
che ci fa li?
D«Ma Leila!!! »
Ora ricordo! Era la
bambinaia mia e di Stefan nel 1852!Ma perché non mi sono
ricordato prima di
lei? Ho bisogno di capire di più.
Mio fratello scoppiò a
piangere, sapeva come attirare l’attenzione su di se.
L«Stefan non piangere.
Vieni qui»
Mio fratello era
proprio un pappamolle, quella volta mi ricordo, voleva giocare con me
ma
io gli avevo detto di andare via perché ero con i miei amici
.
Leila prese in braccio
Stefan, mi fece cenno di avvicinarmi. Ero molto spaventato da lei,
credevo che
mi volesse sgridare, invece si abbassò delicatamente e mi
diede un leggero
bacio sulla fronte.
L«Devo andare lontano
piccolini miei, Damon mi prometti che avrai cura di tuo fratello? Sei
grande e
forte»
Mi ricordo che mi
stava venendo un groppo alla gola, le volevo bene ma non glielo avevo
mai
detto. Fece scendere delicatamente Stefan dalle sue braccia.
L«Mi promettete di
avere cura di voi stessi? Vi prometto che un giorno ci
rincontreremo»
S«Ma…non andare»
Mio fratello aveva
così una voce da poppante, essendo il più piccolo
riusciva a stento a mettere
due parole assieme
D«Voglio venire con
te»
Mi feci avanti, era la
nostra balia, non poteva lasciarci così. Era la cosa
più bella che mi era
capitata in tutti quegli anni.
L«Non voglio farlo, ma devo. Ora mi
dovete guardami negli occhi»
Ci aveva soggiogato!
Ecco perché!
Finalmente
rinvenni da quel Flashback … Leila era ancora li,
mi stava guardando negli occhi
L«Buon
Natale Damon»
Si
avviò delicatamente verso la porta, volevo farle tante
domande ma non ne ebbi il tempo. Dovevo andare a quel cenone e capire
se era
contro di noi o con noi. Così presi della verbena,
mettendola nella tasca della
giacca e raggiunsi la sua casa.
Poteva
essere anche la nostra balia, ma non mi convinceva
…. Tornata lei erano tornati anche gli Originals, quindi
dovevo metterla alla
prova.
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Capitolo 5 *** Merry Christmas (parte 2) ***
POV LEILA
L: «Guardate
chi vi ho portato? »
Tutti
erano riuniti in salotto. Indicai dietro di me con la
testa , sicura che Damon mi avesse seguito
D: «Caso
eccezionale… Vengo solo perché mi ha promesso due
sacche di sangue come dessert»
Guardai
il soffitto, sapeva essere odioso. Finalmente mi
accorsi che era arrivato anche Klaus, mi trattenni dal ridere, nessuno
si era
accorto che si trattava proprio di lui. Così decisi di
prendere la palla al
balzo, fruttando la situazione.
L:«Martin»
Corsi
fra le sue braccia, baciandolo con passione. Tutti
rimasero stupiti dalla mia azione. Ma devo dire che Klaus non ha
sdegnato la
cosa, visto che ha ricambiato con molto piacere
L: «Tratteniti
Martin,
sei un ospite e una scusa»
Gli
comunicai telepaticamente, doveva trattenersi, lui
poteva essere mio fratello, non il mio ragazzo! Ora lui era solo la mia
scusa
per far ingelosire Damon.
L: «Ok,
dopo tutto questo amore vi presento Martin. Ci siamo
conosciuti durante uno dei tanti miei studi al college. Ha la bellezza
di 350
anni»
M: «Mi ha
presentato in modo corretto. Non potevo chiedere
altro. Prima ho avuto lo straordinario piacere di incontrare
l’affascinante
Elena con il suo accompagnatore mentre tu sei? »
Klaus
non poteva trattenersi dal parlare come una mummia!
Aveva la mia età, però almeno io in questi anni
ho perso l’uso di parlare come
nell’800. Mentre a lui piace così tanto parlare
così che non ha mai perso
quell’accento.
D: «L’unico
single, a quanto vedo … Dall’accento devo proprio
dire che l’800 ti è piaciuto molto. Resta che non
sono tuoi affari su chi sono
io. Vado un attimo in cucina, sono curioso di vedere le
specialità preparate
dalla nostra padrona di casa»
Così
Damon sparì, non capii le sue vere intenzioni, sicura
che c’era qualcosa sotto. Ma era meglio evitare per la
serata, di certo non mi
avrebbe esposto alla mia natura!
E: «Ley
la tua casa è fantastica. Mi fai fare un giro dopo?
»
L: «Ehy
Elena, casa mia per te è sempre aperta»
Presi
un regalo sotto l’albero e glielo porsi. Mi era
sembrato il momento adatto per consegnare il suo e quello di Stefan.
Entrambi
il aprirono, guardano curiosi quello che si trovavano davanti. Il mio
gesto li
stranì, allungai la mano, mostrando anche il mio
braccialetto che portavo al
polso, simile ai due.
L: «Posso
spiegarti tutto. Questi tre braccialetti sono
collegati, ho chiesto ad una mia amica, pratica con le arti magiche, di
forgiarli tanto tempo fa. Indossateli, fidatevi di me. Stefan non
c’è verbena,
solo in quello di Elena»
Questo
piccolo trucco poteva tenermi collegata alla piccola
Gilbert, poteva chiedermi aiuto e io potevo tenerla sotto controllo
semplicemente chiudendo gli occhi. Aveva anche un altro potere.
E: «E
adesso? »
L: «Sfrega
il ciondolo con il libro»
Elena
eseguì all’istante il mio ordine. Stefan ebbe come
un
sussulto, quasi come se una scarica elettrica gli fosse entrato nel
corpo.
S: «Fantastico,
così tu potrai chiedere aiuto quando vuoi»
E: «E il
ciondolo del fiocco a che serve? »
L: «Come
quello del libro, solo che ti mette in contatto con
me e non con lui»
Le
passai un cortello. Quel braccialetto aveva una funzione
maggiore, se dovevo mostrarmi loro amica era un sacrificio da compiere,
così
sarei entrata anche nelle grazie di Stefan.
L: «Tagliati
la mano, fidati, non sentirai nulla»
S: «Non
devi farlo se non vuoi »
Invece
doveva farlo, se si fidava di me avrebbe fatto la
cosa. In più l’avrebbe protetta da qualsiasi cosa,
quasi come un immortale.
Eseguì ciò che le avevo chiesto. La smorfia di
dolore passò dal suo volto al
mio.
L: «Guarda
la mano ora. Prima la tua, poi la mia»
Il
taglio che aveva la ragazza passò dalla sua mano alla mia
si rigenerò all’istante
E: «Non
posso chiederti questo»
In
risposta le accarezzai il volto. Che Klaus avesse
ragione?Che mi stessi affezionando a loro? No, non può
essere, lei deve
spezzare la maledizione e io non sarò di certo la sua
Bodyguard.
M/K: «E’
tutto pronto a tavola, Leila …. Il tuo amico si è
già
accomodato»
POV
DAMON
Entrai
in cucina, se quella stupida vampira credeva di
nascondermi il motivo per cui è in città si
sbaglia di grosso. Estrassi
lentamente dalla tasca una fialetta di verbena e la aggiunsi a tutti i
piatti,
se è una degli originals non le avrebbe fatto effetto. Visto
che loro vivono da
molto sono immuni.
M/K: «Che
stà facendo? »
Mi
ammonì il ragazzo di Leila entrando nella stanza. Infilai
di nuovo la fialetta in tasca senza esitare
D: «Ma
che vuoi! E cerca di sembrare un ragazzo Americano,
parli come un nonnetto di 350
anni!»
Dio
se quel vampiro mi stava dando i nervi! Capisco il
motivo per cui lui e Leila stanno insieme, sono insopportabili
M/K: «Ti
ricordo, mio caro ragazzo che sei un ospite in casa.
Vedi di comportarti di conseguenza. Dall’odore avrai si e no 150 anni bene, potrei
ucciderti e nello stesso
tempo giocare a carte»
Si
permetteva di minacciare me? Dovevo spostarmi, sentivo
che gli altri si stavano per accomodare e io dovevo farmi trovare
pronto per
quando Leila avrebbe mangiato il suo pasto, pronto per ucciderla.
Così
vidi alcuni camerieri pronti per portare le portate in
tavola e io li seguì.
D: «Meglio
che ci accomodiamo, non vorrei che mi si
raffreddasse il cenone di Natale»
Finalmente,
dopo che tutti si sedettero a tavola si iniziò a
mangiare. Evitai di toccare il cibo, fino a quando Leila non
addentò un boccone
rimanendo illesa, poi spostai lo sguardo su mio fratello.
S: «Che
guardi? »
Vedere
mio fratello accasciarsi a terra non fu un così bel
spettacolo.
E: «
Stefan, Che succede? »
S: «
Verbena … »
Mi
alzai di colpo, dovevo chiarire tutta questa storia con
Leila. Non aveva avuto una reazione alla verbena, ergo … era
uno degli
originals. Così la presi per la gola, facendola sbattere
violentemente contro
al muro.
D: «Bene,
Bambinaia mia, ho fatto uno più uno e sai qual è
il
risultato? Che tu sei uno degli Originals. Ho tanta voglia di staccarti
la
testa … ma non lo farò, perché tu mi
dirai che cosa volete ancora da noi, con
le buone o le cattive»
Lei
scoppiò a ridere, per quanto le riuscisse al momento.
Che mi sia inventato tutto? Non poteva essere, incrocia il
suo sguardo,
ebbi subito l’istinto di lasciarla andare, maledetto
ammaliamento.
B: «Che
stai dicendo Damon? Regredisci sempre di più»
D: «Anche
a Martin però non ha fatto effetto la verbena»
Che
fossero complici? Non potevo credere che quel stupido
bifolco da quattro soldi facesse parte delle stirpe di vampiri
più forte del
mondo. Martin lentamente posò la forchetta guardandoci
tutti, ma vista così
tanta calma nella via non-vita.
M: «Perché
io ho così tanti anni che tu neanche immagini …
evita di sfidarmi, secondo le mie informazioni tu sei stato trasformato
nel
1864 da Katherine Pierce alias Katerina Petrova insieme a tuo fratello
Stefan.
Per la tua salute fisica ti consiglio di smetterla»
Lo vidi alzarsi,
distruggendo completamente la sedia
M: «Mi
presento … per tutti i presenti sono Klaus. Mio caro
Damon Salvatore, il fatto di essere il vampiro originario ha i suoi
vantaggi,
non sei il solo ad esser stato ammaliato. Leila è stata una
mia pedina per così
tanti anni»
POV
LEILA
Ma che stava facendo?
Così si mostrava e non andava bene.
Speravo solo che non si mettesse ad attaccarli come al solito, il mio
guerrafondaio.
D: «Leila,
da lui scappavi nel 1864»
Sbarrai
gli occhi, era ora di recitare la parte della
piccola e innocente. Non potevo fare altro al momento.
Annuì con la testa guardando il vampiro che mi stava
proteggendo.
K: «La
Signorina Gilbert viene con me … con le buone oppure
possiamo fare con le cattive. Ohhhhhh le cattive, quanto mi
piace»
Damon
intervenne subito ed attaccò Klaus, quel ragazzo
sapeva dimostrarsi stupido così tante volte. Non ha la
capacità razionale.
Cercai di immedesimarmi di più nella parte, ci
riuscì perfettamente lacrime di
disperazione uscirono dai miei occhi
L: «E
così mi hai preso in giro tutti questi anni »
Ammisi
fra un singhiozzo e l’altro. Lui voleva la mia furia
ed è quella che avrebbe ottenuto
L: «Klaus
ti revoco ufficialmente l’invito ad entrare in casa
mia»
Chiusi
gli occhi abbassando lo sguardo per poi alzarlo
quando sentì delle braccia stringermi: Bonnie ed Elena mi
stavano abbracciando.
Ma avevo sete, tutto quel pianto e quell’energia mi aveva
fatto salire la
voglia di sangue. I miei capillari iniziarono ad intravedersi.
L: «FUORI
DA CASA MIAAAAAAAA»
Urlai
come non avevo mai fatto, a velocità vampiro scaraventai
fuori
dalla porta Klaus. Ero sicura che me l'avesse fatta pagare al nostro
prossimo incontro, ma ora dovevo giocare le mie carte ed entrare nelle
grazie dei miei "piccoli" amici.
Ma non potevo immagina che cosa, il destino, aveva in serbo per me
qualche ora dopo.
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Capitolo 6 *** Listen ***
POV Leila
Chiusi la porta
di casa, sbattendola con così tanta forza che, appena volsi
le spalle, il
pomello della stessa cadde a terra, raccolto da una Bonnie palesemente
spaventata. Il piano non era andato alla perfezione, come avevo
previsto,
conoscendo i Salvatore, ma Klaus era stato all’altezza della
situazione,
scoprendosi ma celando ancora la mia identità per i nostri
piani.
Scusandomi con i miei ospiti accompagnai le ragazze al cancello,
sorridendo ad
una Caroline ancora tremante, abbracciandola per darle conforto. Fu
quello
l’istante in cui la testa mi andò in fiamme,
così come quella di alcuni miei
ospiti.
Tappandomi le orecchie, con così tanta forza che quasi me le
strappavo, una
figura, celata dalla notte più profonda, prese Elena,
svenuta, in spalla,
superando Stefan e Damon svenuti dallo stesso dolore che stavo provando
io in
quel preciso momento.
Fino a quando anche io non seguì il stesso destino della mia
amica, urlando a
squarciagola mentre venivo tirata per i capelli.
Dopo 1h
POV Damon
D:
«Maledizione»
Imprecai
mentre, lentamente, cercai di alzarmi da terra. Con l’occhio
destro chiuso,
incapace di aprirsi per i danni provocati a cervello, cercai di aprire
l’altro,
con successo.
Stefan si stava prendendo cura di alcune persone, ancora svenute. Era
logico
come l’artefice di quanto successo fosse qualcuno dotato di
magia, certamente
collegato a Klaus.
Guardai a destra e sinistra, velocizzando in maniera innaturale i miei
passi,
così da poter controllare tutto il giardino il
più velocemente possibile. Elena
e Leila erano sparite, entrambe, il che confermava il mio sospetto su
chi fosse
il mandante dell’operazione.
Fermai la mia corsa sfrenata proprio di fronte a Stefan, che ormai si
stava
sincerando della condizioni di Caroline.
D:
«E’ un
vampiro, si riprenderà, piuttosto … mancano
all’appello Elena e Leila. Chi
credi le abbia prese? »
Caroline: «Klaus»
D:
«La biondina è
intelligente, forza,
dobbiamo riprenderle»
Sospirando superai tutti, mirando a
tornare al
pensionato. Se volevamo avere una certezza quello era il luogo dove
iniziare,
Bonnie ancora fuori gioco non poteva mettere in atto un incantesimo di
localizzazione, che non funzionava su un vampiro così antico
come Leila.
Spalancando la porta del pensionato, cercai di sembrare il
più leggiadro
possibile … avevamo ospiti al pensionato, qualcuno che
conoscevamo
perfettamente.
D:«Salve …. Katherine»
Seccato sorrisi, rivolto
all’ultima persona che
desideravo vedere in quel momento. Katherine Pierce, nella stessa
città di
Klaus, cosa impossibile da credere ma probabile, a quanto sembrava.
Continuando a
camminare la superai, sentendo i suoi occhi addosso. Non potevo
iniziare a giocare con lei, almeno non ora, per me e Stefan, ora,
spettavano le
ricerche delle ragazze.
Raggiunsi la mia
camera, ignorando i rumori di tacchi che mi stavano seguendo
con insistenza sempre più maggiore. Sfilai il
borsone, sotto il mio
letto, posandolo sopra lo stesso, infilandomi quindi paletti di legno e
armi
varie, create da Alaric, allacciate al polso.
D:
«Katherine,
non voglio parlare con te e soprattutto non desidero vederti in questo
momento.
Vattene.»
Lei sparì e
così feci io, procurandomi tutto il
necessario. Appena uscì, saltando dalla finestra
della mia stanza, vidi
mio fratello, pronto accanto alla sua macchina.
POV Katherine
Sorrisi,
battendo le mani, mentre osservavo Damon
armarsi fino ai denti per andare a salvare Elena Gilbert, oppure per
Leila …
non ne ero cerca ma lo avrei scoperto.
Avevo passato l’intera mattina in attesa, nel salotto di
quella vecchia casa
puzzolente, piena di ricordi, mentre loro festeggiavano
quell’insulsa festa di
natale, chiusi in una casa che parlava dell’ego di quella
vampira più di quanto
non lo facessero le sue azioni.
Quando mi cacciò tornai nel salotto, accavallando le gambe,
certa che sarebbero
tornati da me quanto prima. Nessuno poteva rintracciare le ragazze,
anche
provando a rintracciare quel mio orrendo doppione non ci sarebbero mai
riusciti, visto che, una persona intelligente, avrebbe schermato il
luogo dove
lei si trovava grazie ad un incantesimo.
Mi distesi, sulla poltrona vicino al camino, troppo svogliata ad
alzarmi per
versarmi un bicchiere del Burbon scadente di Damon.
Solo quando la
porta della stanza si aprì, nuovamente, con meno decisione
rispetto a prima, mi
rialzai, incrociando le braccia pronta all’ennesima
discussione.
Kath:«K-Klaus
… »
Caddi a terra, proprio
quando il mio peggior incubo fu
proprio davanti ai miei occhi, faccia a faccia. Posò il suo
dito indice sulle
mie labbra, zittendomi in qualsiasi mio altro tentativo di aggiungere
altre
parole … lasciando la stanza nel silenzio più
profondo.
Klaus tese un
orecchio, come se stesse ascoltando qualcosa, ma poi i suoi occhi
incontrarono i miei, soggiogandomi con le sue parole
Klaus:«Tu ora
farai qualcosa per me...Katerina»
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