IL NODO TRADITO (Love will tear us Apart)

di Amerginverdistelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Il Nodo ***
Capitolo 2: *** 2 - La Scelta ***
Capitolo 3: *** 3 - Il Tradimento ***
Capitolo 4: *** 4 - Giocando con il Fuoco ***
Capitolo 5: *** 5 - Destini ***



Capitolo 1
*** 1) Il Nodo ***


 

Come poteva esser triste, quell'autunno ad Hogwarts?

Con quei colori incendiari a pitturare il Lago Nero, quell'erba ancora verde eppur già crocchiante di foglie cadute e profumo di torba ad ardere nei camini... perchè si affollavano, di fronte a tanta bellezza, nembi di grevi pensieri nell'animo di Sirius Black?

E soprattutto, pensò il giovane mago alzandosi indolentemente dalla panca di pietra che aveva accolto le sue afflitte peregrinazioni mentali, come si poteva essere giù di morale quando si aveva appuntamento con Lily Evans?

Il sentiero erboso scorreva lento sotto i suoi passi, i suoi occhi guardavano ovunque e da tutto sfuggivano. Sistemò la camicia dentro i pantaloni, evento storico dovuto più alla necessità di non perdere la bacchetta infilata nel retro della cinta che alla volontò di rendersi più presentabile. Alla fine, pensò il reietto della famiglia Black, anche se avese indossato frac e mantello ogni giorno agli occhi della sua famiglia sarebbe sempre stato repellente come un vagabondo Babbano addormentato nello sterco di drago. Da tempo non si doveva neanche più preoccupare di rimproveri o punizioni, c'erano solo silenzi rotti da occasionali ma sterili sfuriate di sua madre o del fantasma di nonna,

Eh, le donne; più gli erano vicino, più lo mettevano a disagio, sospirò sistemandosi l'amata sciarpa Gryffindor al collo e cercando di governare l'anarchia dei suoi capelli, probabilmente sconvolti dal ribollire sotto di loro, da quel cercare, rincorrere la comprensione della natura femminile e del suo incedere malgrado fosse tanto alieno e sfuggente.. ad esempio, si disse accellerando il passo, perchè Lily era nel giardino interno con la bacchetta in mano? Perchè il suo volto era rigato di lacrime e aveva la voce roca come se avesse urlato sino a quel momento, perchè Severus Snape si stava allontanando con bizzarre escrescenze fungiformi sul capo e soprattutto, che ci faceva James Potter dietro un Sortilegio Scudo che stava lentamente abbassando?

Maledizione, pensò Sirius. Maledizione a te, che se non fossi mio amico avrei chiuso in una botte di rovere mezza piena d'aceto e di noci verdi a riflettere in salamoia per un paio di mesi; maledizione a quella tua faccia tosta che ti fa credere di poter sempre fare il comodo tuo senza problemi o cura per chi viene coinvolto nelle tue giullarate, maledizione al tuo sorriso ed ai tuoi modi tanto arroganti quanto eleganti che ti fanno amare oppure odiare, senza compromessi.. e soprattutto maledizione a tutte le volte che mi hai mandato all'aria un appuntamente, si disse sfoderando un sorriso affettuoso e comprensivo, ignorando totalmente James e dirigendosi verso l'amica.

Sapeva già il copione che sarebbe seguito e non fu deluso nelle sue amare aspettative: riuscì a placare l'ira di Lily infuriata per l'ennesima bizzarra fattura scagliata da James contro Severus, ma l'unico tempo che passò con lei quel giorno fu la passeggiata fino all'ingresso dei dormitori femminili in torre Grifa.

- Non me la sento, Sirius. Perdonami, un'altro giorno ok? - Un bacio sulla guancia, affettuoso, nulla più. E il suo profilo che saliva rapido le scale.. no, si disse il giovane Black ritornando verso il giardino, non era quelli il modo in cui aveva immaginato di passare il pomeriggio: s'imponeva un energico chiarimento con James.

Mentre percorreva un corridoio , però, fu proprio la sagoma di quest'ultimo che vide stagliarsi sullo sfondo. A passo veloce, accompagnato da Remus Lupin, l'occhialuto e dinoccolato ragazzo si diresse verso Sirius, lo prese sottobraccio e gli sussurròall'orecchio: - Abbiamo appena aggiunto un nuovo passaggio segreto alle nostre conoscenze. Penso che la Testa di Porco abbia bisogno di una visita urgente, tutta questa attività magica mi ha messo sete. Tu che dici, Felpato? - concluse toccandocon la bacchetta il grugno di un cinghiale di pietra, che si spostò a svelare una fila di scalini che sprofondavano nell'oscurità.

- Ramoso, non fare il furbo. Questo pomeriggio avevo ben altro da fare e se non fosse stato per la tua ostinata ricerca di nuovi tormenti da sperimentare su Mocciosus ora mi starei godendo una compagnia ben migliore - sbottò Sirius seguendo gli amici nell'angusto passaggio che puzzava un pò di chiuso e molto di ratti. Ma a proposito di ratti... - Lunastorta, dov'è il nostro squittente amico? Dove avete lasciato Codaliscia? -

Alla luce della bacchetta il volto di Remus Lupin rimase col solito mezzo sorriso, mentre James fu molto esplicito: - L'assistenza a quella seppia scodinzolante non può essere fatta a tempo pieno, Sirius. E poi molto opportunamente oggi la McGranitt l'ha messo in punizione; comunque sia non saprà mai che si perde oggi - concluse proseguendo lungo il tortuoso budello di gallerie e passaggi.

Ecco, pensò Sirius, quella era una delle peculiarità di James che meno digeriva, quel talento innato a a superare problemi e quesiti con un sorriso e nulla più, ignorandoli sino a quando fossero diventati insormontabili, cosa questa che accadeva assai di rado e coincideva generalmente con le sanzioni che Albus Silente in persona elargiva loro per una delle tante malefatte goliardesche di cui si fregiavano come di medaglie al valore.

Alzando gli occhi, si accorse di aver seguito i suoi pensieri e non il cammino dei suoi compari; di fronte a lui un bivio, due gallerie identiche. Quale scegliere? Quale l'avrebbe riportato alla luce e quale sprofondato nelle tenebre? Decisamente un'azzeccata metafora..pensò sorridendo tra se è fissò il pavimento, cercando tracce del passaggio degli amici nella polvere.

Un paio di scarpe consunte entrarono nella pozza di luce della sua bacchetta, e il profilo aguzzo di Remus gli sussurrò: - Ti affidi al naso, Felpato? Vieni, e non stare troppo a rimuginare, è da un paio di giorni che James è fuori giri. Io gli avevo detto di evitare scherzi idioti oggi ma sai com'è con lui... è il migliore amico del mondo, quando e se si ricorda di te. - concluse avviandosi lungo uno dei tunnel. Un'eco di colpi attutiti diceva loro dove James Potter stava ingegnandosi ad aprire una vecchia botola che celava l'uscita del passaggio.

- Remus, dannazione, io non posso accettare che lui continui a fare cretinate simili per far colpo su Lily. Lei lo detesta e questo lui lo sa perfettamente, me l'ha detto quasi con orgoglio; sai, la politica degli opposti che si attraggono e tutte quelle sue teorie sulla psicologia delle giovani streghe... Ma a prescindere dai suoi delirii, perchè non evita di continuare di mettermi i bastoni tra le ruote? E tu, perchè accidenti non fai niente per fermarlo? - borbottò il giovane Black schivando un pipistrello spaventato dal loro passaggio.

- Calmati, Felpato..siamo all'uscita. - e Remus s'inerpicò per una breve e ripida scalinata che li condusse all'interno di una latrina abbandonata da tempo, a pochi passi dalla Testa di Porco.

All'esterno James rassettava soddisfatto il mantello e quando gli amici lo raggiunsero sollevò il cappuccio e raggiunse l'ingresso della decrepita locanda. Pochi avventori a quell'ora, solo l'oste che li scrutò torvo prima di spillare tre Burrobirre con contorno di Whiskey Incendiario. Con le bevande al seguito raggiunsero la saletta sul retro e s'intrufolarono nel tavolo d'angolo, dove Remus dispiegò il loro ormai completato capolavoro.

- Ecco, direi che con questo abbiamo finito - sussurrò Lupin qualche minuto dopo riponendo piuma ed inchiostro magico: anche l'ultimo passaggio segreto era ora riportato sulla Mappa del Malandrino, un manufatto magico che nella sua unicità li avrebbe potuti rendere famosi, se non fosse stato concepito per scopi fondamentalmente illeciti. Lo sguardo di Sirius si posò sul puntino nel dormitorio femminile della Torre Gryffindor, su quel "Lily Evans" quasi a carezzarlo con gli occhi: poi toccò la pergamena con la bacchetta mormorando - Fatto il misfatto - e quella tornò ad essere una intonsa ed innocente superfice.

James trangugiò d'un fiato mezza birra, si stravaccò quanto possibile e sorrise al suo incupito amico: - Forza, Sirius, sei tra amici, puoi parlare tranquillamente.. il tuo umore è tanto nero che fa pendant con il mantello. La piccola Lily ti ha stregato e non sai come liberartene? Conosco un paio di trucchetti a riguardo che...- La punta della bacchetta di Sirius era dentro al naso dell'amico, cui gli occhiali erano andati di sghimbescio. Una frazione di secondo, Remus non era riuscito a lanciare il Sortilegio Scudo, cosa che doveva fare spesso quando quei due discutevano, ma forse era meglio così, non era il caso di mettersi in mezzo quella volta.

- James, James Potter... ti ho già detto che Lily è una cara amica con cui passo volentieri il mio tempo, e se ci fosse altro e ne fossi certo lo sapresti: ti ho chiesto di evitare di usare Mocciosus come manichino da Crucio almeno quando Lily è nei paraggi, e ti ho anche pregato di piantarla di elargire capolavori d'idiozia con lei solo per ridere alle sue spalle quando s'infuria. Quale di questi tre concetti ti sfugge? - ringhiò Sirius, neanche pienamente consapevole di quanta ira lo stesse attraversando in quell'istante.

Potter rimase totalmente immobile per alcuni lunghi secondi; poi scoppiò a ridere, fragorosamente, e dopo poco sia Remus che Sirius, dopo averlo fissato increduli, finirono con lo sghignazzare insieme a lui.

- "Quale parte del concetto ti sfugge?" Santo cielo, mi sembravi la McGranitt quando non riesci a Trasfigurare lo spazzolino da denti in un millepiedi. Sirius...insomma, per te quella ragazza è tanto importante da minacciare il tuo migliore amico con la bacchetta a un palmo di naso? Allora è un problema serio. Serio serio serio... vado a prendere altre tre Burrobirre e ci riflettiamo. - sentenziò James alzandosi e dirigendosi al bancone.

Remus tirò un sospiro di sollievo, mentre il giovane Black trangugiava d'un sorso quanto restava del suo boccale. Se teneva a Lily? Certo, il problema era sempre lo stesso, riuscire a capire perchè ci teneva tanto. Stava cercando di concentrarsi su quei pensieri che tendevano sempre a sfuggirgli quando fu interrotto da tre boccali schiumanti appoggiati sul tavolo. James passò ad ognuno il suo e poi, assaporato un bel sorso, sussurrò: - Remus, tira fuori la bacchetta. Sto per proporre un patto a Sirius.. un patto che risolverà il problema riguardante la dolce Lily Evans una volta per tutte. Vuoi ascoltare la mia proposta, cocciuto di un Black? - disse poi a Sirius, intento a nettarsi i baffetti dalla spuma densa della Burrobirra.

- Va bene, Ramoso.. fai la tua proposta. - scandì Felpato, la voce intrisa di un misto di diffidenza e curiosità.

- Ottimo. Io mi impegno a limitare i miei peraltro divertenti scherzi a Mocciosus - mentre diceva questo prese la mano di Sirius - e tu ti impegni a non scagliarmi contro maledizioni se per caso eccedo leggermente da questo patto. Lunastorta, la bacchetta. - Remus cominciò a scuotere il capo : - Ragazzi voi non ci siete con la testa, questa è magia potente, non un gioco.. voi siete pazzi. - ma di fronte allo sguardo dei due amici levò gli occhi al cielo ed estrasse la bacchetta.

- Ora, Lunastorta, ripeterai quanto ho detto, e ad entrambi imporrai il giuramento. Giureremo quanto ho appena detto, e giureremo che se uno di noi dovesse innamorarsi di Lily Evans non lo nasconderà, e l'altro appena lo saprà non farà nulla per ostacolare il corso degli eventi. Lo chiederai ad entrambi e suggellerai la promessa. Il Nodo. Il Nodo Infrangibile. Lunastorta, sei pronto a farlo? - sussurrò ancora James.

Sirius sapeva fin troppo bene che quello era un atto sciagurato, inattuabile, pressochè impossibile da mantenere.. e quasi si stupì di sentirsi dire: - Lunastorta, obbedisci. Fallo. Stringerò il Nodo. -

E così parole furono dette, linee di fuoco avvolsero i loro polsi e si fusero in un laccio rovente come il fuoco, rosso come sangue.

Il futuro stava mettendo radici nel presente.. questo pensiero balenò improvviso nella mente dei tre amici, quando si fissarono l'un l'altro scolando quanto restava delle loro Burrobirre. Quella non era una bravata da cui si poteva uscire con qualche giorno di punizione o un bicchiere di Ossofast e una settimana di infermeria... era un patto d'amicizia e di morte.

Remus Lupin si alzò, più pensieroso degli altri due. : - Si è fatto tardi. Il buio incombe. - E sull'ala di quella frase inconsapevolmente profetica i tre uscirono per imboccare a ritroso la strada segreta che li aveva condotti sin lì.

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Capitolo 2
*** 2 - La Scelta ***


 

Qualche mese era trascorso da quel tardo pomeriggio alla Testa di Porco. Lo stadio del Quidditch era stracolmo.. Gryffindor contro Slytherin, la più classica delle finali della Coppa di Hogwarts. Avvolti in stendardi e sciarpe, Lily e Sirius incitavano i loro beniamini, in particolare James, Capitano e Cercatore della squadra. Era da un pò che Lily e Sirius si vedevano più spesso, un pò per studiare e un pò per godere della reciproca compagnia. Anche James aveva smesso il suo abito di spavaldo sbruffone e Lily aveva molto gradito la cosa, più di quanto desse però a vedere.

La partita era quanto mai accesa, e i falli più frequenti del solito. Quelle interruzioni davano modo a Sirius di contemplare Lily in un contesto insolito.. il volto di lei arrossato dall'emozione, la grinta con cui incitava i suoi compagni, il putiferio di improperi che era capace di scatenare quando un Serpeverde commetteva una scorrettezza o sventava un attacco, tutte cose che il giovane Black percepiva emozionato come non mai. Era come se il suo sangue avesse cambiato direzione e scorresse impetuoso, caldo come il respiro di un Drago..

Si ritrovò a fissare Lily negli occhi. Non riuscì a distogliere lo sguardo da quelle pozze verdi, senza riuscire a trovarvi risposte a domande che neppure voleva porsi.. poi per fortuna il sorriso di lei si aprì in una risata, mentre esclamava - Sirius Black, razza di malandrino, a che stai pensando? Mi guardi come un gufo guarda un'arvicola nei campi.. attento, ci sono arvicole che sanno mordere, sai? E non solo.. ehi, che fai? - esclamò poi la giovane mentre un ragazzino del primo anno, inciampato in un vicino, le rovesciava addosso un bicchierone di succo di zucca.

Solo poche gocce arrivarono però a bagnare il vestito di Lily, tanto fu veloce Felpato con il suo : - Protego! - a deviare quell'onda dolciastra. Fulminato il ragazzino con uno sguardo quasi omicida, si volse poi a cercare di ripulire la manica della camicia dell'amica : - Perdona quel piccolo orango, a quell'età neppure sanno muoversi.. e neppure io a quanto pare, sto facendo più danno che altro Lily, aspetta che prendo la bacchetta.. un Gratta e Netta e sistemiamo tutto, ecco.. - la suo mano fu fermata da una presa delicata, decisa. Lily se l'accostò al volto, in una carezza. E poi un altro sorriso, stavolta non divertito. La partita era ricominciata ma in quella piccola bolla non c'era spazio, perchè altro stava avvenendo. Sirius tacque, annichilito dalla realtà che si faceva strada in lui; quella pelle così liscia, e il fuoco nel fondo degli occhi di lei, mentre sussurrava :- Sirius, è da un pò che io e te.. noi due insomma.. -

Un boato fragoroso e un turbine di vento spazzarono via la bolla. James Potter e Lucius Malfoy, i due Cercatori, inseguivano il Boccino d'oro gomito a gomito, una spanna sopra la testa degli spettatori: tutti i Gryffindor balzarono in piedi, Sirius e Lily inclusi.

- Forza James forza James forza forza forza vola vola vola acchiappalo.. SI!! - urlò la giovane Gryffindor saltando come impazzita quando il loro Cercatore, un sorriso trionfante sul volto, levò al cielo il Boccino d'oro saldo nella sua mano guantata.

Sirius era combattuto tra la gioia per l'aver visto Lucius Malfoy spalmarsi contro una protezione del campo proprio mentre James agguantava la vittoria e una delusione feroce, rabbiosa perchè quel fatto aveva spazzato via quel momento speciale. Poi i festeggiamenti travolsero e coinvolsero entrambi, così che presto si ritrovarono in campo mentre una raggiante professoressa McGranitt riceveva dal Preside la Coppa del Torneo e la consegnava a James Potter in qualità di Capitano Gryffindor.

Lui levò alta la Coppa, poi la passò ai compagni e si diresse verso i due amici: quando li ebbe raggiunti strizzò l'occhio a Sirius e depositò il Boccino d'Oro della partita nelle mani di Lily, per poi tornare a festeggiare con tifosi e compagni.

La giovane strega diventò rossa come i suoi capelli, fissando incredula quella minuscola sfera... era un cimelio ambitissimo, quel dono non poteva rappresentare solo un pensiero affettuoso per un'amica. Quella consapevolezza la folgorò imbarazzandola ancor di più ma rendendola nel contempo enormemente compiaciuta: cominciò a sentir ronzare le orecchie mentre un galoppo di pensieri le affollava la mente.

- Sirius, rientriamo, tutto questo fracasso mi sta facendo venire un gran mal di testa. Ho bisogno di sedermi.. hai visto, non ti pare una cosa incredibile questo regalo? Sirius.. Felpato... Ma accidenti a te, dove ti sei ficcato? SIRIUS!! -

Malgrado si arrampicasse anche sulle gradinate per scrutare la folla festante, Lily non riuscì più a scorgere la chioma corvina e riccioluta dell'amico.

Sirius Black era sparito. Come quella bolla, quell'istante sulle tribune.

Come quella carezza, e quegli sguardi.

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Capitolo 3
*** 3 - Il Tradimento ***


 

Un piccolo tocco alla base del Platano Picchiatore e Sirius uscì dall'imboccatura del tunnel che conduceva alla Stamberga Strillante, evitando di venir flagellato dai rami. Era plenilunio, e la pozione Antilupo aiutava Lunastorta a sopportare il suo "piccolo problema peloso", ma la compagnia di un amico era sempre gradita.

Dopo la finale del Quidditch Sirius aveva visto Lily solo un paio di volte; tra loro c'era un imbarazzo insolito, e lei spesso era troppo impegnata per vedersi. Non che la cosa a Sirius creasse particolari problemi, dato che non era cieco ed aveva notato perfettamente l'emozione negli occhi di lei quando aveva ricevuto il Boccino.

Aveva cercato James in Sala Comune, una sera, e gli aveva chiesto: -Nulla da dirmi riguardo al nostro patto, James? - La risposta era stata asciutta, quasi risentita : - Nulla, Sirius, e se ti riferisci alla storia del Boccino io.. - ma stava già parlando alla veste svolazzante di Black che usciva dalla sala.

Bugie, maledette bugie. James non faceva mai gesti a caso, sicuramente non così eclatanti: aveva gettato l'esca e Lily aveva ingoiato anche lenza, canna e mulinello, ne era certo. Eppure indugiava nel raccogliere il frutto della sua pesca, e quell'attendere faceva infuriare Sirius, come se tutto fosse un gioco.. come se James giocasse con la sua Lily.

Ecco: l'aveva fatto di nuovo. Lily Evans non era di nessuno, e nessuno di loro due si era fatto avanti veramente: eppure c'erano momenti in cui quella carezza allo stadio bruciava nei ricordi come fuoco. Sapeva ciò che sentiva per quella ragazza, ma non voleva sentirsi dire no: preferiva attendere, nel bisogno di certezze che però tardavano ad arrivare.

Immerso nel buio della notte, seguendo a memoria il sentiero e avvolto nel manto di quei pensieri, non si accorse delle due sagome finchè non fu alla distanza di un tiro di sasso. Le fioche luci notturne di Hogwarts disegnarono due profili, ed uno dei due aveva occhiali e capelli ribelli; Sirius cercò di allontanarsi immediatamente, di non guardare, ma udì dall'altro profilo, quello con capelli fini come tela di fata fiammeggianti nel bagliore delle luci, un mormorio esitante: - Ma perchè non ne hai parlato con Sirius, perchè? E' forse la persona più cara che abbiamo al mondo, e nascondersi così è assurdo, tesoro, assurdo...- e poi quelle parole si spensero in una marea di baci, di sussurri appasionati che sembravano al giovane Black aliti di puro gelo, talmente acuminati da inchiodarlo lì dov'era, incapace di andarsene malgrado la rabbia, malgrado il puro dolore.

Passò tempo prima che la voce calda di James Potter risuonasse lieve e rassicurante nella notte:- Domani gli parlerò piccola, domani gli parlerò. Non posso permettermi di mentire ad un amico, non così a lungo.-

Una voce fredda ruppe l'incanto dei due amanti: - E' vero. Non si può mentire tanto a lungo. Specie a sè stessi. - Lily e James si volsero a scrutare il buio, sconvolti, alla ricerca di quella voce che avevano riconosciuto malgrado l'astio che la permeava, la voce di Sirius.. Ma Felpato stava già correndo lontano, una corsa folle, attraverso i prati e la Foresta Proibita, finchè le forze non lo abbandonarono: allora un ululato ruppe il velo della notte e molti ad Hogwarts rabbrividirono, perchè neppure un Mannaro avrebbe saputo infondere tanta angoscia e tanto furore insieme nel suo lamento alla luna piena.

Il Nodo era spezzato. Oppure no?

La luna non rispose, ed il dubbio strisciò via a nascondersi nell'ombra: non era ancora giunto il suo tempo.

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Capitolo 4
*** 4 - Giocando con il Fuoco ***


 

Un ultimo ritocco a quel pizzetto così aristocratico, una formale quanto inutile passata di spazzola tra i capelli nerissimi: Sirius sogghignò all'immagine riflessa allo specchio. Come sua madre gli aveva pedantemente ripetuto sin da bambino, i veri Purosangue non necessitavano di alcun artificio per sottolineare la loro origine.

Non che a lui importasse molto dei pensieri materni, dato che dopo la fine degli studi aveva troncato lietamente ogni legame con i familiari, con la casata dei Black... grazie anche alla loro sfacciata partigianeria per Lord Voldemort.

Uscì in strada, incurante dell'attenzione destata dal suo abbigliamento e dal suo mantello; in fondo Londra era piena di gente eccentrica, anche se non molta di questa si Smaterializzava appena girato l'angolo di Grimmaud Place.

La solita sensazione di passare da un imbuto gommoso, e Sirius si ritrovò sulla spiaggia di Bristol, vuota come può esserlo una spiaggia fuori stagione. Si avviò verso un villino dismesso, così ordinario che probabilmente sarebbe passato inosservato anche senza gli Incantesimi dissimulanti che lo avvolgevano in una rete senza falle.

Che squallore, pensò Sirius accostandosi alla porta mentre estraeva la bacchetta mormorando - Alohomora - e varcando poi la soglia con un'espressione di vago disgusto sul volto.

- Che squallore - ripetè a voce alta, mentre si lasciava cadere sul vecchio divano che occupava il posto d'onore di fronte ad un bel camino dove un fuoco timido cercava di vincere la cappa di polverosa tristezza che dominava quel luogo.

- Non lamentarti. Sei stato tu a scegliere questo posto e come punto d'appoggio per l'Ordine è perfetto; quanto al resto, è in tono con quel che lo circonda. -

Così rispose Lily Evans, accostandosi al camino con le mani tese alla fiamma, a riscaldarsi da un gelo che non veniva dall'esterno. Le fiamme disegnavano sfumature di tramonto sul suo volto, sulla sua espressione assente.

Sirius si alzò, dirigendosi verso alcune sedie che avevano conosciuto tempi migliori : - Non mi riferivo a questo posto, signorina Evans.. o forse è meglio iniziare a fare pratica e chiamarti signora Potter? - le rispose mentre afferrava una di quelle sedie e la scaraventava con violenza contro un muro, seguita da un'altra, e un'altra ancora.

- Sirius, smettila!! Accidenti a te, mi fai paura così - protestò Lily rannicchiandosi sul divano, mentre lui raccoglieva i pezzi di legno degli scranni frantumati e li gettava nel fuoco; una parte li accatastò vicino al divano, lasciando presumere un soggiorno tanto lungo da dover nuovamente alimentare la fiamma che prese subito vigore, lo stesso divano dove si lasciò nuovamente cadere, il solito sorriso amaro stampato in volto.

Il silenzio li accompagnò per qualche minuto, rotto solo dal crepitio delle fiamme e dal sommesso eco delle onde là fuori.

- Non mi hai risposto, Lily.. per cui continuerò a chiamarti solo Lily, è meglio. Comunque - continuò Sirius - non era allo squallore di questo posto che mi riferivo, prima. Da bere? Il tuo solito sherry? - disse poi Materializzando con un gesto elegante della bacchetta un calice nelle mani di Lily e un bicchiere nella sua.. assaporò un sorso robusto e scagliò il resto nel fuoco, che avvampò furibondo per pochi istanti.

Lily bevve il suo d'un fiato, deponendo poi a terra il cristallo.

- Lo so a cosa ti riferivi, Sirius. Ormai sono sei mesi e più che questa cosa va avanti, mesi che invento con disinvoltura scuse assurde per allontanarmi, mesi che studio come nascondere a tutti quello che questi incontri mi lasciano dentro, ed è tutto talmente assurdo, ingiusto, così.. così.. oh che cavolo - mormorò incapace di proseguire, aggiungendo altra legna al fuoco, altra fiamma a scacciare il freddo. Doveva dirglielo, ora. Prima che..

- Così decadente, Lily, così demodè, così dozzinale forse? Sicuramente non è una cosa insolita, i romanzi Babbani sono pieni di storie come queste, ed è vero, è proprio degli amici più cari che si deve diffidare, io lo so bene. -

- Piantala, Black. - sbottò Lily. Stupido Black, infantile Black. Sempre lo stesso tasto. Ma ora basta.

Basta.

- Ho una cosa da dirti e non ho tempo per le tue solite battute. Io e James...-

- Vi sposate il mese prossimo, lo so. - cinguettò sorridente Sirius, lasciandola a bocca aperta. - Rispondendo alla domanda che stavi per farmi, e cioè come accidenti faccio a saperlo visto che l'avete deciso appena una settimana fa e neppure Lunastorta o Codaliscia ne sono al corrente, ti posso solo dire che è buona norma chiedere per tempo ai testimoni di tenersi liberi per la data fissata, sempre che vogliano assumersi tale onore, ovviamente. - concluse stiracchiandosi compiaciuto nelle profondità del divano.

- Vuoi dire che James te lo ha chiesto e tuhai accettato? Per i denti guasti di Merlino, Sirius Black, a che gioco vuoi giocare? Cosa stai architettando, raffinato bastardo? Non ti permetterò di rovinare tutto!! - strillò lei sconvolta ed infuriata, avventandoglisi contro e cercando di colpirlo con pugni e schiaffi; lui le afferrò i polsi con gentile fermezza e la zittì con un bacio, il primo di molti a seguire.

Dopo un paio d'ore abbondanti e qualche altra sedia scaraventata dentro il camino, Lily si rese conto che il gelo che la pervadeva se n'era andato completamente. Accarezzò pensierosa il volto del suo amante e gli chiese dolcemente : - Perchè hai accettato, Sirius? E' assurdo, te ne rendi conto? -

Il giovane Black fissò le travi lontane del soffitto e rispose senza alcuna ironia :- Assurdo è dire poco. Ma se ci pensi, Lunastorta era fuori gioco perchè avete fissato la data proprio in un plenilunio ed è un problema spostarla, mentre Peter, come dire, negli ultimi tempi è diventato sempre più appiccicoso e petulante, la sfida contro il Signore Oscuro a quanto pare è troppo per lui, e poi alla fine son pur sempre il vostro migliore amico e ultimo ma non meno importante, non rinuncerei a vederti vestita da sposa per nulla al mondo. - concluse baciandola di nuovo.

- Lo amo, Sirius. Io amo James e lo sposerò. - mormorò Lily, scivolando fuori dal suo abbraccio.

- Non mi dici niente di nuovo. Non ho mai dubitato di questo. - Aveva i suoi capelli tra le dita.. seta impregnata con il succo di un sole morente.

- Ma amo anche te, dannazione! Amo anche te, idiota di un Sirius Black!! - gridò lei, con le lacrime agli occhi, scuotendolo e poi abbracciandolo stretto.

- So anche questo, Lily. Le parole possono ingannare, ma la tua bocca mi ha sempre detto la verità. - Le sfiorò le labbra con una carezza, un gesto tra loro abituale.

- Io non .. noi non possiamo più vederci così, Sirius. Non ce la faccio più, rischio di rovinare tutto.- sospirò Lily abbandonandosi di nuovo tra le sue braccia.

Sirius la strinse ancora, poi si rialzò e cominciò a raccattare gli indumenti sparsi in giro.

- Hai fatto la tua scelta, Lily. Io ho giocato sporco, almeno quanto voi all'inizio. Ma per te valeva la pena, valeva la la pena tentare ogni cosa. Ora però è vero, continuare non ha senso. Noi Purosangue abbiamo uno stile, sappiamo accettare la sconfitta con una certa dignità. - affermò lui con compita e fasulla alterigia.

Lily si appressò al fuoco ormai languente. Senza alzare gli occhi sussurrò: - Non voglio che James sappia di tutto questo. Non posso impedirti di vendicarti per quello che è successo ma se devi prendertela con qualcuno prenditela con me, ti prego. -

Sirius si stava riabbottonando la camicia. Le replicò, visibilmente seccato: - Ho molti difetti, Lily Evans.. ma non sono tanto meschino. -

Indossò abito e mantello, mentre Lily scivolava in un pianto sommesso. Non voleva finisse così.

Ma come altrimenti sarebbe potuta finire?

- Non.. non volevo farti del male, Sirius. Non voglio che tu stia male per colpa mia, non voglio il tuo dolore come pegno d'amicizia. -

Lo fissò tra le lacrime. Lui scosse la testa, ancora.

- Sono certo che non lo vuoi, mia dolce, mia tenera Lily. Ma tra quello che si vuole e quello che si ottiene, e lo sappiamo bene, ci sono sempre delle differenze. E non possiamo farci un bel niente. Per certe cose la magia è del tutto inutile. -

Un turbinare rapido su se stesso, e Felpato si Smaterializzò.

A Lily Evans non restò che rivestirsi, nel silenzio più totale.

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Capitolo 5
*** 5 - Destini ***


 

Dicono che poco prima dell'alba il sonno sia particolarmente profondo e apportatore di quiete e riposo; dicono anche che quelle ore siano le più fredde in assoluto dell'intera giornata.

Ma in quel giorno particolare per Sirius Black non c'era riposo e tantomeno quiete, e nessun gelo arebbe potuto contrastare il magma d'odio e furore puri che in lui ribollivano e da lui fluivano impetuosi e incontrollabili.

Solo lui e Remus erano rimasti nel covo dell'Ordine della Fenice a Grimmaud Place, dopo i terribili eventi della notte precedente e la furibonda resa dei conti scatenatasi dopo la notizia della scomparsa di Voldemort.

Molti Mangiamorte si erano immediatamente consegnati agli Auror del Ministero della Magia, qualcuno era fuggito, altri invece avevano combattuto e proprio di quegli scontri i due amici stavano discutendo. Remus, seduto sul divano, continuava a seguire con sguardo preoccupato Felpato che marciava avanti e indietro per la stanza, con un colorito terreo ed i capelli irti in capo, masticando nel contempo frasi smozzicate su dove cercare i responsabili della morte di James e Lily. In un ulteriore, ennesimo tentativo di placare un poco quella frenesia, si rivolse all'amico con tono conciliante :- Sirius, oggi hai già fatto abbastanza: troppo, ad essere sinceri. Quei tre Mangiamorte dovevano arrivare nelle mani del Ministero vivi e collaborativi, il fatto che Voldemort si sia volatilizzato non significa che sia stato sconfitto; hai sentito anche tu quanto ha detto Silente... ma vuoi fermarti ed ascoltarmi, razza di Troll?? - sbottò d'improvviso Lunastorta, di fronte alla mancanza di una qualsiasi risposta o di un cenno di attenzione da parte di Felpato. - Hai usato l'Anatema che Uccide senza neppure tentare uno Schiantesimo, e a quello morto è andata pure bene, visto che i due che hai torturato con la Maledizione Cruciatus ora neppure ricordano il loro nome, figurarsi informazioni per arrestare altri della loro congrega maledetta. - mugugnò infine rassegnato, Appellando una Burrobirra dal tavolo della cucina.

Sirius si fermò a guardarlo, poi con voce fremente di rabbia rispose: - Arrestare dici? Tu arresti i topi che rosicchiano in dispensa, arresti i serpenti che cercano di morderti e di avvelenarti? Non si arrestano, si sterminano senza pietà, che per James e Lily di pietà non ce n'è stata: non farmi la morale per aver Cruciato quei due pagliacci, era giusto che provassero sulla loro pelle un pò della medicina che dispensavano tanto allegramente! Quindi piantala di parlarmi di Ministero e di interrogatori: io voglio Piton, voglio vedere Mocciosus rantolare e chiedere pietà, pietà che da me non avrà mai. - Le ultime parole erano talmente cariche di odio omicida che Remus istintivamente rabbrividì.

- Io non ti sto facendo la morale. Sirius, pensa ai Paciock. Pensa a quello che gli hanno fatto e pensa a quello che hai fatto tu. Ti pare di essere stato meno crudele rispetto ai Mangiamorte che li hanno assaliti, pensi che essere nel giusto renda giusto tutto quello che fai?

Tu vuoi uccidere Piton, continui a dire che è stato lui a guidare Voldemort a Godric's Hollow ma sai anche bene che Silente ha detto tutt'altro, la sua opinione è completamente differente.. - Sirius imprecò con tale furore che un lampo scaturì dalla sua bacchetta sbriciolando un vecchio vaso vicino al camino.

- Silente!! Il grande mago, la grande guida!! Perchè non ha protetto meglio James e Lily, perchè ha lasciato che tutto questo accadesse? - Strappò la Burrobirra dalle mani di Remus e la scagliò contro un muro che però assorbì l'urto e ridepositò la bottiglia intatta al suolo.

- Mio caro Sirius, conosci già la risposta alle tue domande. Un perfetto Incanto Fidelius era la protezione ideale, James e Lily erano assolutamente al corrente del rischio che correvano e loro per primi hanno ritenuto inutile una scorta o altre protezioni; avrebbero solo attirato l'attenzione. - disse Albus Silente, Materializzatosi in cucina una manciata di minuti prima appena in tempo per evitare con un Incantesimo Imbottito che la bottiglia deflagrasse contro il muro. Restituì la bevanda a Remus e disse :- Il piccolo Harry è al sicuro, sua zia Petunia ha accettato di prendersene cura, anche se convincerla è costato non poca fatica.. un Imperius sarebbe stato quanto mai gradito. Ora è sotto una protezione eccezionale, la migliore di cui possa godere, la stessa che gli ha salvato la vita.

Notando l'espressione accigliata di Sirius aggiunse poi: - So che sei il suo padrino e che e che gli vuoi bene, ma non posso fare affidamento su di te per custodirlo al sicuro: tu e la sicurezza state su dimensioni differenti, e sei il primo a saperlo. - Poi, rivolgendosi a Remus proseguì : - Piton è ancora dei nostri, me ne sono accertato nuovamente ma non nutrivo dubbi a riguardo: ora come ora è più sconvolto di noi probabilmente, ma in futuro sarà una risorsa preziosissima, perchè questa guerra è ben lungi dall'essere vinta. -

Incredulo, Sirius si era arrestato in mezzo alla stanza : - Piton è "ancora" dei nostri? Quell'animale ha il Marchio Nero tatuato sull'avambraccio, è uno dei più devoti servitori del Signore Oscuro, ed è stato lui.. sicuramente è stato lui a mettere Voldemort sulla giusta traccia per scovare Lily e James, è lui il reponsabile di tutto questo e quindi non è , non è dei nostri anzi è un morto che cammina perchè ancora non l'ho incontrato ma non mi potrà sfuggire a lungo, non potrà... - Frenò le sue parole e fissò Silente con un barlume di incertezza che si era fatto strada nel buio denso dell'odio che lo stava sommergendo. Piton. Poteva odiare James, ma non Lily; Severus sarebbe morto per difendere Lily perchè l'amava quanto lui, forse ancora di più, se era disposto a rischiare la collera di Voldemort per aiutarli.

Ma dov'era Voldemort? Chi lo nascondeva? E se non lo aveva aiutato Piton, allora chi?

Tra gli sterpi dei dubbi si fece faticosamente strada un nome: un nome che gli fece stringere talmente tanto la bacchetta tra le dita da far sbiancare le nocche.

- Remus, l'Incanto Fidelius che proteggeva la casa di James non è stato infranto, vero? - La voce di Felpato si era fatta sottile, come una lama di ceramica.

Lunastorta si schiarì la voce, ma fu Silente a rispondere:- Sai bene che un Incanto Fidelius è inattaccabile anche da un Mago Oscuro potente come Voldemort. La stessa cosa purtroppo non si può dire per il suo Custode Segreto.. che attualmente risulta irreperibile come il suo Oscuro Signore. - Remus scosse la testa, amareggiato. - Non avrei mai immaginato che fosse possibile, Silente, lui è sempre stato uno di noi, uno dei quattro Malandrini, come e più di un fratello. James e Lily si fidavano ciecamente di lui e lui dava meno nell'occhio di noi, era meno conosciuto. -

Stranamente Sirius non si scompose. Chiese ancora: - Silente, che fine ha fatto Voldemort? Defunto, ferito, nascosto? O cosa altro? -

Il Preside scosse la testa. - Ciò che gli è accaduto non è chiaro neppure a me, ma saremmo degli illusi a pensare che sia morto. Tornerà, come e quando non lo so ma tornerà.. e troverà ancora chi sarà pronto a seguirlo, quelli che ora si nascondono ma che dovranno essere ricondotti alla ragione prima che un'altra stagione di lotte si scateni.. - Il suo discorso si interruppe, perchè Sirius non ascoltava più. Ridacchiava, istericamente. Poi si avvicinò rapido a Remus, guardandolo dritto negli occhi: - Mio buon Lunastorta, sai dov'è Peter? Sai dov'è Peter Minus, il nostro amico Codaliscia, il Custode Segreto? Oh no, non lo sai tu e neppure Silente o altrimenti non saremmo qui. Però io lo conosco, oh lo conosco bene, meglio di voi, io so quanto è fifone quel patetico omuncolo, tanto fifone da nascondersi tra quei Babbani cui tanto somiglia.. e tra i Babbani lo troverò, e invocherà la morte quando mi avrà di fronte!! - Silente estrasse la bacchetta per fermare Sirius, ma non abbastanza in fretta da impedirgli di Smaterializzarsi.

Nella casa di Grimmaud Place rimasero in due. Silente sospirò pesantemente, sedendosi poi accanto a Remus, che lo fissava attonito.

- E adesso che facciamo? - mormorò quest'ultimo fissando la bottiglia che ancora teneva tra le mani.

Silente rimase in silenzio per un pò. Poi si alzò stancamente e guardò fuori dalla finestra i primi Babbani che cominciavano a passare in strada, ignari ed inconsapevoli di tutto.

- Ora, Remus, non c'è altro da fare che attendere. Attendere che gli effetti della rottura del Nodo Infrangibile esauriscano il loro nefasto influsso e vedere che resterà alla fine.-

Lupin si grattò le mani, pensieroso. Come faceva Silente a sapere di quel vincolo infranto, di quelle promesse non mantenute? E di che effetti parlava?

Non ebbe bisogno di chiedere nulla. Fu il Preside stesso a spiegargli: - Stringere un Nodo Infrangibile vuol dire assoggettarsi ad una magia tanto bizzarra quanto implacabilmente potente, Remus. Avreste dovuto ricordarvelo, e pensare meglio alle conseguenze. Ricordi? Chi spezza il Nodo Infrangibile muore. - Il Licantropo scosse la testa, interdetto: - Silente, quel Nodo è stato infranto da tempo, e a nessuno di noi è successo nulla di particolare sino ad oggi. James è morto ma questo non c'entra con quell'incantesimo, e Sirius è ancora vivo ed io pure. Che c'entra il Nodo con James? - concluse infastidito e un pò preoccupato da quelle parole.

- Caro Lunastorta, ad oggi non ci sono Padroni della Morte. Quindi chi sei tu, chi siamo noi per metterle fretta? Però non illuderti: quando vorrà taglierà il filo, e non ci sarà spazio per scuse o recriminazioni, solo il tempo di un respiro prima di varcare il Velo. - La voce di Silente, gentile ma raggelante, terminò : - Non bisogna mai scherzare con ciò che non si domina, o non si rispetta. E nel nostro mondo, come tra i Babbani, venire meno alla parola data costa sempre molto caro. -

Sorgeva un'alba livida.

E il gelo era ancora tra loro.

 

 

Fine.


 

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