Show me how the world is.

di Lara Rye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo - Ti Voglio Bene. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo - Paura ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo - Paura e Bellezza. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto - Anima? ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto - Consapevolezza. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto - Basta Harry ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo - Codardia ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo - Sicurezza ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono - Amicizia? Conforto? Comunione di Solitudine? ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo - Sensazioni di Lealtà. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo - Ti Voglio Bene. ***


Show me how the world is.


Capitolo Primo -   Ti voglio bene.
Dudley Dursley - Harry Potter [Dudley Centric]

Ti voglio bene.

In quei pochi giorni lo guardava silenziosamente, perché dopo tutto quello che aveva saputo di lui, si era reso conto che per quanto tempo avesse passato insieme a lui non aveva mai conosciuto veramente Harry. Così passava i giorni a guardarlo, chiedendosi continuamente se avesse potuto fare qualcosa di vero, qualcosa d’importante per dimostrargli che infondo lui gli voleva bene.
 
Voleva chiedergli cosa avesse provato.
Voleva chiedergli scusa, non per tutte le volte in cui lo aveva malmenato o preso in giro, ma per quello che aveva dovuto passare ogni giorno, per tutte le volte in cui aveva parlato dei suoi genitori senza rispetto o l’aveva trattato come uno estraneo, anche se in realtà –per quanto non lo dimostrasse- lo considerava come famiglia, come una persona vera.
Lui gli voleva bene.
 
Sapeva che Harry probabilmente sarebbe morto.
Di notte, prima di addormentarsi, pensava a quando la stanza di Harry era ancora sua, la “seconda stanza per i giochi” e a tutto quello che gli aveva fatto passare, il modo in cui lo aveva trattato per anni.
A volte, prima di buttare la testa sotto il cuscino, si sentiva immensamente triste perché non voleva che quei giorni fossero gli ultimi da passare insieme, perché semplicemente voleva che Harry vivesse.
 
[…]
Le sue parole furono chiuse in quell’addio che per Dud fu veramente difficoltoso.
“Io non credo che sei inutile.” Era il ti voglio bene di Dudley: entrambi lo sapevano, come sapevano che il “ci vediamo” di Dudley era un addio, quasi definitivo.
Si strinsero la mano, si guardarono un ultima volta, scambiandosi un gioco di sguardi, un insieme deciso di azzurro e verde. Dudley gli strinse la mano, annuendo e voltandosi subito dopo.
Era decisamente un addio.




Note dell'autore:

Questa sarà una raccolta di flashfic e drabble introspettive e missing moments principalmente riguardanti il settimo libro: coppie, amici, nemici, momenti.
Cercherò di far sviluppare ciò che per me rappresenta Hp e i suoi personaggi.
Questo primo capitolo è dedicato ad un momento che io amo intensamente, situato nella prima parte del settimo libro: l'addio con i Dursley e soprattutto con Big D.. Il rapporto con Dud è sempre stato particolare, eppure ho sempre pensato che infondo si volessero bene, perchè Dud non è come Vernun e Petunia: nella sua idiozia tiene ad Harry e lo dimostra apertamente.
Spero che vi sia piaciuta.
Alla prossima, 
Là.

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo - Paura ***


Show me how the world is.


Capitolo Secondo - Paura.
Draco Malfoy - Narcissa Malfoy [Draco Centric.]

Sudava, la notte, svegliandosi all'improvviso, terribilmente intimorito dal sogno che aveva fatto: lo stesso che lo tormentava da due mesi senza sosta.
Silente era lì, davanti a lui con gli occhi vispi e pronti mentre continuava a chiedergli se l'avrebbe fatto, se avrebbe deciso di ammazzarlo, di diventare un assassino e così, cingere il suo animo definitivamente a quello del Signore Oscuro.
Draco aveva paura.
Tremava come un piccolo bambino appena svegliato da un incubo, il cui unico desiderio era stare steso tra le braccia della madre.
Draco, sua madre, non poteva chiamarla neanche se avesse potuto perché in quella casa Draco Malfoy non era l'unico a tremare.
Narcissa e Lucius dormivano abbracciati, circondati dal buio che non risiedeva solamente nella villa, ma anche dentro i loro cuori troppo spaventati per battere normalmente.
Draco era disperato.

Ogni notte, quel sogno finiva sempre nello stesso modo: alzava la bacchetta, sempre tremante e quasi paralizzato fino a quando apriva le labbra, sussurrando quelle due parole: Avada Kedavra.
Silente lo guardava un ultima volta, un secondo prima di accasciare a terra.
Sapeva che era solo un incubo, perché per quanto potesse essere vigliacco, codardo ed inutile non era ancora un assassino.
Draco non era un assassino.
Si sedette sul letto, appoggiando la testa tra le mani, situate tra i lisci capelli biondi.
Una lacrima gli scese lungo il viso. L'asciugo velocemente: non poteva piangere. Lui era un Malfoy.
Appoggiò la testa sul cuscino, tornando a dormire. 
Piton aveva ucciso Silente. Era stato Piton ad uccidere Silente, non lui. Cercò di riaddormentarsi con quel pensiero nella mente, sperando che almeno per quella notte la sua mente non cercasse di distruggerlo.
Narcissa era fuori dalla porta, mezza nascosta, mentre osservava suo figlio morire lentamente.
Odiava se stessa per quello che lei e Lucius gli stavano facendo.
Avrebbe dovuto proteggere Draco, non devastarlo.


...
Note dell'autore:
Innanzitutto io non amo il Draco perfetto, ma quello perso, in dubbio, quello che ama: certo, diversamente, ma ama.
Draco è stato devastato. Draco non ha scelto che guerra combattere.
Spero vi sia piaciuta. Grazie alle due recensitrici, spero che vi sia piaciuto anche questo.
Lara.

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo - Paura e Bellezza. ***


Show me how the world is.


Capitolo Secondo.   Paura e bellezza.
Ronald Weasley(x Hermione Granger) - Ginny Weasley(x Harry Potter) 


Ron la guardò dormire: i capelli castani le cadevano lungo il viso, circondando le leggere lentiggini chiare che amava tanto.
Tutto, attorno a lei, appariva quasi senza senso, vuoto, come se fosse servito per renderla non semplicemente bella, ma affascinante, colma al suo interno di un qualcosa di non specificato eppure denso di pienezza, maturità e magia.
"Ron?" Alzò lo sguardo, riprendendosi dalla vista di Hermione addormentata tra i mille libri.
Ginny comparse davanti a lui nel suo pigiama ad orsacchiotti rosa, il quale rappresentava quella parte di lei, tenera ed innocente, che Ginny amava tanto tenere nascosta tra le vecchie lenzuola. 
"Quando partite di preciso?" 
Lo sguardo di Ginny si perse più volte, passando da Ron e finendo tra quei pensieri terribilmente terrorizzanti riguardanti Harry: quello che non sarebbe stato il suo -compagno, amico o fidanzato- perché lui non apparteneva neanche a se stesso, ma apparteneva al mondo magico. Lui era solo il Prescelto, dato che spesso si dimenticava persino di essere semplicemente Harry.
"Questa sera." Ginny annuì. I due fratelli si guardarono, scambiandosi uno sguardo tra quegli occhi così simili.
Entrambi avevano paura: erano terrorizzati da essa perchè quello che avevano davanti non era un futuro roseo o nemmeno pensabile. Era qualcosa di cui avevano paura anche la notte, sotto le coperte, mentre cercavano di nascondersi chiudendo gli occhi.
Voldemort non era tanto lontano e soprattutto voleva l'unico ragazzo che fosse mai stato veramente importante per Ginny, a cui avesse dato il cuore comprendendo in esso anche le briciole comportate da delusioni, da dolore e probabilmente anche quelle da lui provocate.
"Ok." 
Ron guardò la sua piccola sorellina e gli sembrò di vederli quando entrambi erano piccolissimi e l'unico suo problema era proteggerla costantemente -niente Voldemort, battaglie o morti- ma solo una sorellina più piccola da proteggere: una troppo cresciuta e troppo innamorata della persona sbagliata, anche se era il suo migliore amico.
Voleva dirle che sarebbe tutto andato bene, che Harry sarebbe stato bene. Eppure per quanto ci provasse, quelle parole non riusciva a pronunciarle perchè sapeva esattamente che erano stupide menzogne: Harry non stava bene, non era al sicuro.
La vide attraversare la porta, mentre un penetrante senso di colpa lo distruggeva. Odiava vedere Ginny soffrire.
Sentì uno sbadiglio leggerissimo e quasi educato: Hermione si alzò lentamente, stirando il corpo gracile. "Hei, Ronald." disse, sorridendogli.
Hermione, con i capelli scompigliati e quell'aria addormentata, era più bella che mai, più bella di chiunque altro avesse mai visto, quasi come una perla.







Note dell'autore:
Ringrazio chiunque l'abbia letta, messa tra i preferiti e seguiti e chi ha recensito. Spero che questo capitolo vi piaccia. Guardando la prima parte del settima, mi sono ricordata la scena del primo film in cui c'erano Ginny eRon alla stazione e mi sono sentita strana a vederli così grandi, così fratello e sorella.

E non ho potuto non metterci Harry. Lo adoro troppo. Spero che questo piccolo momento sia riuscito a trasmettervi almeno un pò di quello che significa per me.
Al prossimo, La.

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto - Anima? ***


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Capitolo Quarto - Anima?
Severus Piton -
Accenni: Harry Potter, Voldemort, Lily, Silente.


I rumori nella stanza echeggiavano lenti, anche se la fermezza con cui i suoi passi avanzavano era terribile dato che ogni passo sembrava dipingersi sull’asfalto, come una macchia nel fango.
Era pronto per tutto quello?
Era pronto ancora una volta per essere quello che non era mai stato, per farsi intingere di nuovo d’odio e fare della sua realtà pura menzogna?
I capelli neri gli cadevano lungo le spalle, oscillando al ritmo del passo.
Il volto –nero negli occhi e in ogni altra forma- sembrava perfettamente delineato nelle sue chiare imperfezioni, nella sua bruttezza ma soprattutto in quella solitudine che ogni parte del suo corpo esprimeva apertamente.
Il mantello chiudeva quell’immagine riversata nell’oscurità: circondava il suo corpo, rendendolo aspro e mellifluo allo stesso tempo.
Imbronciò le labbra, quasi emettendo un ghigno, anche se in realtà era la paura che si manifestava attraverso le sue corde vocali.
Doveva farlo.
Doveva essere pronto perché, per quanto avesse timore, a lui non restava più niente: né amore, né amicizia, né paternità.
Silente, l’unico uomo che spesso aveva considerato come un padre, un amico sincero, lo aveva usato per i suoi subdoli scopi di “giustizia” e “bene”, disintegrando quel poco che era rimasto della sua anima.
«Severus.»
Alzò lo sguardo incontrando quelle fessure rosso fuoco che si specchiavano nei suoi occhi tanto scuri.
Guardò Voldemort e sentì rabbia estrema crescergli lungo il corpo, attraversarlo, fino a giungere alla sua anima.
Un anima Severus l’aveva ancora?
La risposta era decisamente poco importante rispetto al piano di Severus.
Doveva cercare di comprimere se stesso in una bolla e causarsi il suo stesso suicidio morale per salvare l’unico essere umano che per lui aveva ancora importanza.
Doveva farlo per il figlio della sua Lily, per Harry.
Guardò ancora il Signore Oscuro negli occhi rossi: avrebbe fatto di tutto per ucciderlo, per causargli più dolore possibile, per fargli sentire anche una briciola di dolore di quello che lui gli aveva causato uccidendo Lily.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto - Consapevolezza. ***


Show me how the world is.


Capitolo Quinto - Consapevolezza
Ginevra Weasley - Harry Potter.


Quel bacio rinchiuso tra le loro labbra era l’unica cosa che da mesi la faceva sentire una briciola di serenità, anche se sapeva esattamente che lui non sarebbe più stato lì, impacciato mentre non riusciva più a guardarla un secondo prima e poi leggero, inumidito tra le sue labbra mentre lei si chiudeva in uno sguardo, penetrando quei suoi occhi color smeraldo.
 
Lo amava.
Sentiva la sua mano accarezzarle la schiena, salire e poi scendere lentamente, come se fosse pronto a spogliarla immediatamente, a non staccare mai se stesso dal suo candido e delineato corpo, come se in tutto quel casino  quel momento corrispondesse a pura magia, come se entrambi fossero perfettamente pronti a vivere veramente di magia attraverso la danza dei loro corpi.
 
Sapeva che l’avrebbe abbandonata, ancora.
La consapevolezza risiedeva dentro il suo cuore da sempre ma per quanto avesse provato a dimenticarsi di lui in quei setti anni l’aveva amato in ogni secondo.
Si era repressa, distruggendosi interiormente, per l’intensità dell’amore che provava per lui, per il suo rifiuto.
Ora lui l’avrebbe abbandonata ancora, distruggendogli ancora il cuore ma a lei non importava particolarmente, perché averlo per qualche minuto rappresenteva per lei intensa felicità, anche se sapeva che avrebbe potuto non vederlo mai più.
Harry aveva il suo destino, come Ginny il suo: era quello di amarlo per sempre, qualsiasi cosa accadesse.
 
Lo lasciò andare.
Doveva farlo, anche se il dolore nel suo cuore bruciava, spezzandola.
Lo guardò un ultima volta –appena Ron l’interruppe- custodendo quell’ultimo ricordo preziosamente, come se fosse davvero il loro ultimo sguardo sincero.



Note dell'autore:
Harry e Ginny *-*  Il mio vero amore, la coppia che sento dentro, sempre e comunque.
Non credo ci sia niente da aggiungere - non mi piace neanche particolarmente quello che ho scritto. Spero che comunque questa raccolta vi piaccia almeno un pò.
Un ringraziamento speciale va a chi la legge, a chi la segue, a chi l'ha commentato. Spero che continuerete a farlo.
Alla prossima.

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Capitolo 6
*** Capitolo Sesto - Basta Harry ***



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Capitolo sesto - Basta Harry.
Harry Potter - Malocchio Moody - George Weasley


Uno. Due. Tre.

..Harry? Il silenzio avvolge quei piccoli momenti, mentre tutti cercano di chiamarti, di farti riavvivare.
Dove sei, Potter? I capelli corti e neri ti circondano il viso, mettendo in mostra gli occhi di Lily -i tuoi occhi- cerchiati dagli occhiali perfettamente circolari.

"Malocchio è morto."
Ti senti morire, come è morto lui.
Sei disintegrato, come il pane sbriciolato dai becchi degli uccellini in un pomeriggio di primavera.
Apri gli occhi, socchiudendoli un esatto secondo dopo e rendendoti conto che il tuo sguardo rappresenta una sola parola: Basta.
Basta, Harry.

Basta vedere i corpi trucidati e riversati sul pavimento.
Basta sentire i battiti del cuore che ti fanno capire che nulla di quello che vedi è uno sogno da cui è possibile svegliarsi.
Basta avere la consapevolezza che tu devi, che tu sei, che tutti vogliono morire per proteggerti, perché tu sei l'unica speranza.

Harry..
George ti guarda per un secondo, mentre il buco che porta al posto dell'orecchio continua a sanguinare. Anche quello è colpa tua, Harry.
Per chi credi che si sia messo in gioco? Chi cercava di proteggere - lui, Moody e tutti gli altri?

Tu, solo tu, Harry.
Infondo Voldemort vuole te, ha sempre voluto te, sin da quel lontano giorno.
Ti accasci a terra, quasi come un peso morto, solo, mentre la cicatrice brucia: non sai nemmeno quale sia il motivo, se la cicatrice o l'ombra di quei morti appesi alla tua anima.

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Capitolo 7
*** Capitolo Settimo - Codardia ***


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Capitolo settimo - Codardia
Harry Potter - Remus Lupin - Ninfadora Tonks.



Padre? Marito? Lupo?


..Uomo, Remus?
Sei sicuro di essere un uomo o anche solamente di conoscere il significato di tale importantissimo termine?
Harry sembra guardati come non ha mai fatto da cinque anni a questa parte: pensi che nemmeno Severus ti abbia mai osato guardare in quel modo, come se fossi un essere abominevole, estremamente disgustoso, qualcosa di cui vergognarsi.
Si, Lupin. Puoi anche pensare che -oltre la rabbia e il dolore- lui l'abbia fatto per rimandarti da Ninfadora e da vostro figlio, che l'abbia fatto per il tuo bene ma sai benissimo che è una menzogna solo per non farti soffrire e per non far sanguinare il tuo cuore brutalmente.
Per un secondo hai visto i suoi occhi bruciare, immersi in scintille d'odio, mentre le sue labbra pronunciavano "codardo", dirette verso la tua figura.
Codardo.
Senti quella parola attarversarti mantello e petto e scalfirsi contro i tuoi polmoni: la senti addosso, come un coltello estremamente tagliente, come una ferita profonda.
Harry - il ragazzo così identico al tuo vero amico, a James, con gli occhi della donna più bella che tu abbia mai visto, Lily- ti ferisce perchè si sente dilaniato dalle tue parole e dalle tue proposte odoranti di timore e codardia.
Codardia, Remus.
Pensi davvero che lui non lo pensasse seriamente?
Pensi davvero che il cuore di Harry sia guarito dalle ferite morali taglianti e laceranti infisse nel suo corpo all'età di un anno?
Ma soprattutto, Lupin, pensi davvero di non essere un codardo?

Harry ti fissa con quei suoi occhi verdi cristallinei, ferito.
Harry Potter non è mai stato amato, non ha mai avuto dei genitori che gli facessero imparare a parlare o lo tenessero per le mani per aiutarlo a muovere i primi passi, non aveva mai potuto piangere per un ginocchio sbucciato e nessuno gli aveva mai spiegato il suo essero mago, il suo essere speciale tra tanti, il suo essere Harry.
Harry Potter era cresciuto a tentoni, tra gli abiti smessi e giganti di Dudley e l'odio dei suoi zii: era cresciuto solo, con le sue stesse forze e lentamente aveva iniziato ad accettare tutto quali la sua vita predestinata, il suo essere chi gli altri gli dicevano di essere e soprattutto Harry aveva dovuto imparare a diventare coraggioso, forte, leale.

Lo scaraventi contro la porta. Per l'ennesima volta il tuo falso coraggio si manifesta, riportandoti a casa tua, a quella che dovrebbe essere sempre stata tua.
Vedi il suo viso magro e docile vicino al tuo. "Remus? Dov'eri?" ti chiede preoccupata. Ti avvicini a lei, dandole un piccolo bacio sulla fronte. "Nulla Tonks, nulla."
La guardi, forse non riescendo ad osservarla realmente con la pienezza del tuo sguardo.

«I genitori non dovrebbero mai abbandonare i loro figli a meno che.. a meno che non siano costretti.»
La voce di Harry ti si ripercuote nella mente, come un pensiero lacerante, come una verità assoluta che non hai coraggio di ascoltare e comprendere.
Lui ha perso i suoi genitori; tu non vuoi accudire il tuo.

Quanto può essere giusto questo, Remus?
Quanto?

Quanto può far male?


...
Dovevo fare una pausa da una ricerca detagliatissima e con dei particolari assurdi sulla MIT, tutto in inglese.
Dato che stavo entrando in paranoia mi sono dedicata ad una minuscola passa i cui protagonisti sono il mio personaggio preferito e uno che odio ed amo, a seconda dei momenti.
Questi è uno di quelli che odio.
Vorrei ringraziare chi commenta, chi la legge e la segue.
Spero che recensirete e che vi piaccia anche questa, Lara.

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Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo - Sicurezza ***


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Capitolo Ottavo - Sicurezza
Ron Weasley - Hermione Granger [Accenni Harry Potter]



Spesso quando siete da soli, ti osserva. Cerca di non farsi cogliere, eppure tu la noti sempre perchè fai il suo stesso gioco: passi ore ed ore a guardarla.
Pensi che sia più bella dell'universo, della prima partita a Quidditch vinta, del London Bridge illuminato dalla notte e dal riflesso della luna sull'acqua. Pensi che sia più bella di qualsiasi cosa tu abbia mai visto.  Bella quasi quanto il paradiso.
Alza lentamente gli occhi dal libro -le fiabe che tu conosci a memoria- e sorride vagamente, mentre il ciuffo rosso ti cade davanti agli occhi, facendoti borbottare.
Se non ci fosse stata lei, non sarebbe stata di sicuro una bella giornata.

Infondo, Ron, cosa ci fai lì, tra un genio ed un Prescelto? Tu sei un umile Weasley, forse, anche il più stupido di tutti e quanti.
Sei in una casa nascosta, pronto ad ascolarti i piani dei tuoi amici per iniziare a sconfiggere Voldemort.
Cosa stai facendo, Ron?
Tu non appartieni a quel posto, a quella casa, a quella vita.
Senti Harry digrignare i denti, emettendo un piccolo rumore quasi celato; per l'ennesima volta la cicatrice lo paralizza, quasi uccidendolo, eppure spronandolo sempre di più a combattere: sai benissimo che non è per lui stesso che lotta, ma per la vita, per il mondo, per la magia, per tua sorella. Spesso lo vedi arrancare, quasi come se non fosse sicuro, come se avesse troppa paura per farlo.

Non lo invidi, non più.
Nessuno dovrebbe invidiare Harry Potter perchè quello che ha legato al cuore è un cumulo di dolore e rabbia.

A volte - in questo tempo di terrore e malvagità - sai di poter stare bene perchè tu hai lei.
Quando hai paura, quando inizi a tremare e non riconoscere neanche più te stesso, guardi lei e ti ci perdi perchè sai che i suoi occhi color marrone caramello sono una sicurezza, una protezione verso le avversità del mondo: niente al mondo è più sicuro degli occhi Hermione, niente è più sublime.
Continui ad osservarla, rapito e meravigliato.  
Ti senti al sicuro, come una bambino tra le braccia di sua madre.

...
Ho scritto seriamente una flash con protagonista Ron O.o  [Ok, con accenni di Harry ma lui ce sempre..]   Mi sa che sto male dato che non sopporto Ron.
Eppure questa flash mi piace seriamente, perchè metta al confronto il fatto che Harry in qualche modo è circondato dalla solitudine..
Spero che vi piaccia anche a voi!
Per il capitolo scorso, 4 recensioni *-* Grazieee! Sono davvero contenta che vi sia piaciuto! Vado a rispondervi personalmente e spero che commenterete anche questo,
Lara.

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Capitolo 9
*** Capitolo nono - Amicizia? Conforto? Comunione di Solitudine? ***



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Capitolo Nono - Amicizia? Conforto? Comunione di Solitudine?

Luna Lovegood - Draco Malfoy.



Luna guardò il buio stendersi accanto a lei in quella stanza vuota, in cui era circondata dalla sua stessa e pesante solitudine, forte e constantemente presente come una persona.
Osservò le sue converse rosse. Tempo prima -una delle prime volte in cui l'avevano torturata- quasi in uno stato di perenne shock e tremore, le aveva rotte, togliendo i filamenti uno per uno.
Alzò il viso, sentendo i fili rosa dei suoi orecchini a pendente, solletticarle il collo.
Erano gli orecchini di sua madre, l'unica cosa cara che aveva ancora lì con lei, in quell'inferno gelato.

Luna Lovegood sorrise.
In quel periodo, così buio e devastante, le mancava la sua allegria, i suoi sorrisi.
Spesso si sentiva un pò meno Luna.

Si nascose dietro un pilastro, mentre sentì il cancello aprirsi."
"Lovegood." Era la voce di Draco.
Uscì lentamente. "Sei da solo, Draco?"Il ragazzo annuì, avanzando verso di lei.
Ormai era qualche settimana che -quando non c'era nessuno- scendeva e passava del tempo con lei, perchè infondo Luna era l'unica amica che aveva, l'unica persona che riusciva a vederlo per quello che realmente era, per quello che realmente provava.
"Le tue scarpe si stanno distruggendo."
Luna evitò le parole di Draco, fissandolo negli occhi grigiastri. "Mi lascerai mai andare, Draco?" Lo sguardo del ragazzo si perse, triste e ferito.
"Luna, lo sai che non posso. Lo sai, Luna." disse, mentre in tutta la sua persona traspariva l'indebolimento a causa del dolore e del timore.
"Va bene..." Appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo, dell'amico. "Promettimi solo che non morirò qua, Draco."
"Promesso.." La sua voce era flebile e debole, quasi come un sussurro, mentre il viso venne accarezzato da un lunga e trasparente lacrima.
Non era certo che sarebbe riuscito a mantenere la promessa.

_ _ _
Chiamatemi malata di mente, ma l'adoro.
Di solito sono essenzialmente per le coppie canon, anche se fantistico anch'io come per la mia amatissima Silente/Minerva *-* Oh, amorucci miei!
Draco e Luna. Probabilmente sarò uscita un pò OC e mi dispiace, ma questa flash me la sento.
Luna e Draco sono sempre state due persone infinitamente sole e penso che anche se la sua famiglia teneva prigionera Luna, lei lo abbia perdonato.
Ho immaginato questo.. e ne sono contenta, mi piace. Spero di non aver deluso nessuno!
Ora ritorno sui libri, esasperata.. non ce la faccio più.  Gli aggiornamenti penso proprio che avanzeranno dopo Sabato: ho una settimana infernale. Questo aggiornamento mi sembra un miracolo.
Grazie a chi a commentato, grazie a chi segue e la legge.
Lara.

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Capitolo 10
*** Capitolo Decimo - Sensazioni di Lealtà. ***


Show me how the world is.

Capitolo Decimo - Sensazione di Lealtà.
Minerva McGranitt - Severus Piton  [Albus Silente]

Aprì la porta lentamente, scandendo i passi e percependo perfettamente il pavimento sotto le sue pantofole rosse.

Era una sensazione strana camminare in quello studio anche perché ogni cosa era esattamente nello stesso posto in cui Albus l'aveva lasciata, come se fosse ancora presente, come se da un minuto all'altro sarebbe tornato lì, ad osservarla dai suoi occhiali a mezza luna e a rivolgerle un leggero sorriso di saluto.
Albus però, era morto.
Ogni qualvolta che, all'improvviso, quel pensiero le si presentava nella mente, si sentiva perdere, come una piccola bambina incapita e solitaria.
Si sentiva bruciare, come se tutto mancasse, come se niente fosse al giusto posto.
"Minerva."
La persona seduta sulla poltrona del preside si alzò, avvicinandosi a lei, ma non troppo. Se ne stava a qualche metro di distanza, anche se in verità avrebbe voluto avvicinarsi e confessarle tutto, dirle che lui non l'aveva tradita, dirle che quelle menzogne provocavano al suo cuore un dolore immenso.
I capelli di Minerva era sciolti sulle spalle, leggeri e candidi: esattamente il contrario di Severus. I capelli neri, grassi e pesanti, gli circondavano il viso, quasi come se fossero la copertina di un libro già pieno di oscurità e solitudine, proprio come gli occhi di Piton.
"Perchè, Severus? ..Perchè?"
Severus era sempre stato un amico su cui poteva contare, nonostante  tutte le persone, in lui, denotassero rancore e solitudine.
Quel suo essere costantemente introverso e leggermente perso nel suo costante dolore infondo l'aveva sempre affascinata, anche se non era mai riuscita a scavare dentro di lui, a scorgere più che semplici briciole del suo animo.
In quei lunghi anni però era sempre stata certa che oltre ad Albus, Severus era l'unico di cui potesse fidarsi ciecamente.
"Dove sei, Severus?"
Lui non disse e non fece nulla.
Era come un ombra, un fantasma, un essenza. Poteva sentire il suo odore e per una delle prime volte gli sembrò quasi di sentire quell'animo fragile ed oscurato mischiarsi e cingersi a quell'ambiente, a quelle sensazioni presenti nella stanza.
I suoi occhi la fissarono, senza lasciarla un secondo.
Per quanto tutto gli facesse notare che Severus era malvagio ed un traditore, Minerva riusciva ancora a scorgerlo in quegli occhi neri e leali.
I suoi occhi, dopotutto, erano sempre stati un simbolo di forte lealtà.
Se ne andò, più veloce di come era entrata, essendo certa che il vero Severus era quello dettato dai suoi occhi.


***
Anche se domani ho una verifica su 60 pagine di Storia e io ne abbia studiato soltanto metà e sono già le nove, eccomi qua.
Dannazione a me e al mio incredibile bisogno di scrivere.
Forse questa, dopo quella su Harry, è quella che amo di più perchè in essa c'è tutto ciò che io amo di Sev e Minerva, e ciò che odio nelle scelta della Rowling.
Sono degli amici. Sono degli amici che per me si sono dati tanto, anche senza troppe parole.
Penso che Minerva si sia sentita sola, delusa e tradita dall'unico amico rimastole. Spero che piaccia anche a voi.
Spero di leggere i vostri commenti : D
Lara.

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