Alla ricerca di Andromeda

di NarcissaM
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Richiesta di Aiuto ***
Capitolo 2: *** In azione ***
Capitolo 3: *** Favori ***
Capitolo 4: *** La rabbia di Narcissa ***
Capitolo 5: *** Un ospite inaspettato ***
Capitolo 6: *** La Taverna del Lupo Solitario ***
Capitolo 7: *** Passione, sentimento e morte ***
Capitolo 8: *** Secretus Rivelio ***
Capitolo 9: *** Forse ***
Capitolo 10: *** L'Addio ***
Capitolo 11: *** Proposte di matrimonio ***



Capitolo 1
*** Richiesta di Aiuto ***


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Alla ricerca di Andromeda


1° capitolo – Richiesta di Aiuto

L'anello bronzeo appeso alla bocca di un dragone brillava minaccioso sotto la debole luce della luna. Facendo ricorso a tutto il suo coraggio, la giovane donna avvolta nel proprio scuro mantello piegò le dita tremanti intorno al metallo e lo picchiò sul controbattente del maestoso portone.
Nulla. Nessuna risposta. Niente di niente.
L'aria pungente della notte le penetrava nella pelle, e Narcissa Black fu scossa da un lieve tremore. Nervosismo, tensione, paura. Non dormiva da giorni e da un tempo ancora più lungo non faceva un vero pasto.
Bussò un’altra volta, domandandosi se quella sarebbe stata la fine delle sue ricerche: una porta chiusa, una speranza infranta, l'ultimo chiodo nella bara di Andromeda... ma no. Non doveva ragionare così! Doveva mantenere la calma.

Tuttavia il suo tremito peggiorò quando un vago, lieve riecheggiare di passi sulla ghiaia le fece scattare la testa verso l'alto. Qualcuno si era fermato proprio dietro di lei, alle sue spalle. Poi i passi si avvicinarono ancora, con il rumore secco e pesante di stivali da uomo che risuonavano sul viottolo.
Lei si raddrizzò e cercò di fermare il battito impazzito del suo cuore mentre lentamente si voltava.
"Cercavate me, signorina?"
Davanti a lei c'era un uomo alto e snello. La fioca luce della luna lo stagliava in controluce eppure, nonostante l'oscurità, Narcissa lo riconobbe immediatamente. "Lucius Malfoy?"

"Sì?" La voce di lui era vagamente incuriosita.
"Sono io. Narcissa. Narcissa Black" disse lei, levandosi il cappuccio della mantellina. Avrebbe desiderato una voce più forte, più calma mentre sussurrava: "Devo parlare con te".
"Narcissa Black? Che sorpresa! Non ti avevo riconosciuta" esclamò Malfoy, aprendo con un secco movimento di bacchetta il pesante portone in legno di quercia. Lei socchiuse gli occhi per abituarli al chiarore improvviso. "La tua visita mi fa piacere, dopo tanto tempo. Ma non credi che sia un'ora un po' insolita per venire a prendere il tè?"
Già, pensò Narcissa. Nessuna donna rispettabile si sarebbe presentata a quell'ora della notte, ma lei non poteva permettersi di aspettare il mattino. "Scusami, è una faccenda urgente". Deglutì e si strinse nel mantello. "Per favore".
Gli occhi in ombra di Malfoy la ispezionarono per un lungo momento. “Credo di sapere perché sei qui..."
Narcissa sollevò il mento. Il suo orgoglio poteva essere stato calpestato, tuttavia la sua determinazione era profonda. Non aveva nessun altro posto dove andare e nessun'altra persona a cui rivolgersi.
“Va bene. Avanti, entriamo in casa”.
Lei ci si tuffò dentro. L'atrio di Malfoy Manor era incantevole, le sfumature d'oro, mogano e verde scuro erano di buon gusto, eleganti e raffinate in modo esagerato. Malfoy era sempre stato uno che ostentava la propria ricchezza.
Com'era cambiato però dai tempi di Hogwarts, si disse Narcissa mentre lo osservava togliersi il cappotto da viaggio. Si era irrobustito, le sue spalle erano più ampie, i suoi zigomi si erano fatti più duri, la mascella più marcata...

Un'ondata di calore la accarezzò dalla radice dei capelli fino alla punta dei piedi mentre si rendeva conto che lo stava fissando in maniera fin troppo impertinente e sfacciata.
Il sopracciglio sinistro di Malfoy aveva infatti preso una piega cinica, e la sua espressione soddisfatta suggeriva che lui sapesse bene che reazione provocasse il suo aspetto fisico nelle donne. “Vogliamo andare nel mio studio?” Fece un cenno con il braccio e si voltò, percorrendo l'atrio a grandi passi.
Narcissa esitò un mezzo secondo, poi lo seguì.


Arrivarono in uno studio poco illuminato. Una vasta scrivania di mogano era cosparsa di carte, con pile di libri e documenti ammonticchiati a casaccio.
Lucius indicò una sedia a Narcissa, poi si lasciò cadere nella grande poltrona di pelle dietro la scrivania, tamburellando con le dita sull'unica parte scoperta di mogano.
“Bene. A cosa devo la tua visita, Narcissa? Credo di non averti mai vista così... così...” I suoi occhi si puntarono sui capelli arruffati della ragazza che erano sfuggiti alle forcine. “Così sconvolta”.
Lei era conscia della sua disperazione fin troppo visibile.“Ho un problema che forse tu puoi risolvere”.
“E' stato Severus, vero? Ti ha detto lui di venire da me?”
“Come sai che..?” Le si chiuse la gola. Tuttavia sollevò più in alto la testa. Sì, Severus Piton, un loro comune amico, le aveva detto a chiare lettere che se c'era una persona che poteva aiutarla quella era Lucius Malfoy, il braccio destro di Lord Voldemort. Oltre a essere un Mangiamorte, Malfoy conduceva una doppia rispettabile vita ed era diventato negli ultimi anni un uomo molto influente e rispettato nel Ministero della magia. “Severus si è sbagliato? Ho sprecato del tempo prezioso venendo da te?”
Lui la osservava come un uccello predatore. “Dimmi di quali servizi hai bisogno ed io ti darò una risposta”. Un sogghigno oscuro gli balenò in faccia.
Narcissa sospirò. “Mia sorella Andromeda è stato rapita la notte di quattro sere fa”. Da allora lei non aveva più dormito né mangiato. La paura e l’ostinazione erano gli unici sentimenti che la tenevano ancora in piedi. “La gente pensa che non sia stata rapita bensì che sia fuggita da casa di sua volontà. Io non voglio crederci. La conosco, sono sua sorella, so che non se ne andrebbe mai così all'improvviso, senza nemmeno spiegare...” Guardò in basso, incapace di mettere bene a fuoco le immagini perché aveva gli occhi colmi di lacrime trattenute.
“La fuggitiva Andromeda Black...” mormorò fra sé Lucius.
Narcissa sollevò di scatto la testa. “Non lo è!”
“Però è così che l'hanno soprannominata, no?”

Lei chiuse con forza gli occhi.
“Nel nostro ambiente, Narcissa, le notizie viaggiano in fretta”. La voce di lui era morbida come seta e allo stesso tempo fredda come il ghiaccio.
“Mia sorella non è fuggita. Non ne avrebbe avuto motivo” continuò imperterrita lei. Poi strinse le labbra e gli lanciò uno sguardo carico di sfida. Calò un silenzio di pietra.
“In effetti...” riprese poi Lucius, rilassandosi sullo schienale della poltrona. “Nessuno può sapere cosa sia accaduto a tua sorella. Potrebbe essere in difficoltà, come pensi tu, oppure no”.
“Ma mi aiuterai a fare luce sulla verità?” Narcissa si chinò in avanti, provando una piccola, debole scintilla di speranza. "Andromeda è in pericolo, ne sono sicura. Io devo ritrovarla”.

“Perché non assumi un investigatore privato?”
Il tono distaccato di Malfoy le pungolò la rabbia, le fece provare qualcosa di diverso dalla disperazione che le toccava il fondo dell'anima. “Io...”
“Sicuramente Severus ti ha riferito come agisco e quali sono i miei metodi di... lavoro. Potrebbe essere rischioso per te affidarti a uno come me”.
“Non m'importa. Non ho paura. E posso pagarti bene per il disturbo. Devi solo dirmi quanti galeoni...”
“Guardati attorno, Narcissa. Ho forse bisogno di altro denaro?” commentò sarcastico Lucius. “No. In cambio dei miei favori di solito chiedo solo altri favori, di diverso genere”.
Narcissa si domandò cosa potesse mai volere Malfoy da lei: poteva essere qualsiasi cosa, anche la più subdola. Ma aveva poca scelta, perché sua sorella era finita chissà dove e forse era in pericolo di vita, ed era suo dovere cercarla utilizzando qualsiasi mezzo possibile. “Va bene. Farò... tutto quello che mi chiederai di fare per sdebitarmi del tuo aiuto”.
Narcissa pensò di cogliere una traccia di divertimento nel suo sguardo, quando Lucius si protese verso di lei. I suoi occhi stretti erano come frammenti di ghiaccio. La ispezionò con lo sguardo per un tempo che a lei sembrò eterno, poi inclinò leggermente la testa. “Le regole sono queste: non pensare mai di contrattare o disubbidire ai miei ordini. Esistono solo le mie condizioni. Capito?”
Un filo di speranza si dipanò dal ventre di Narcissa. “Quindi accetti di aiutarmi?”
Lucius piegò maggiormente il capo, e una ciocca di capelli gli cadde sulla fronte. “Forse troveremo tua sorella sana e salva, o forse no. In ogni caso mi dovrai dei favori, che tu lo voglia o meno”.

Narcissa sentì crescere dentro l'indignazione. “Come posso sapere che sarai corretto e che farai tutto ciò che è in tuo potere per trovare Andromeda? Per te sarebbe più conveniente mentirmi, dire che non hai avuto successo nella tua impresa e passare subito all'incasso”.
Lui alzò con noncuranza le spalle. “Potrei farlo, ma se vuoi che io ti dia una mano devi fidarti ciecamente di me. E poi... io ti sono affezionato, Narcissa: siamo stati compagni di scuola, voglio sinceramente darti una mano”. Le palpebre gli scesero a metà sugli occhi.
Severus le aveva detto che poteva fidarsi del lavoro di Malfoy e che lui portava sempre a termine i suoi incarichi. E lei voleva credergli.

“Se lo vorrai, domani cominceremo le ricerche. Però non dovrai mai mettere in discussione le mie tattiche. Mi aiuterai quando lo richiederò e farai esattamente come dico io. Intesi?”
Narcissa fu attraversata da brividi freddi e cocenti, divisa tra le sue parole e il suo sguardo. Il cuore le batteva molto più velocemente di quanto avrebbe dovuto. “A-accetto”.

“Allora... affare fatto” Lucius le tese la mano e lei tentennò prima di stringergliela per siglare il loro accordo.
“Forse però dovrei parlare con tua sorella prima di procedere con la nostra trattativa”.
Narcissa capì subito che si riferiva all'altra sorella. “Non so dove si trovi Bellatrix adesso. E' andata alla ricerca di Andromeda due giorni fa e non è più tornata”.
Lucius si passò pigramente un due dita sul mento. “Tipico di Bellatrix! Pensa di poter fare tutto da sola. Ma noi troveremo Andromeda prima di lei”.
“Da come parli sembra che la faccenda per te non sia nient'altro che un gioco, Malfoy”.
“Potresti chiamarmi col mio nome? Dopotutto ci conosciamo da anni”. Contrasse un angolo della bocca.

“Preferisco continuare a chiamarti Malfoy" replicò lei secca. Si sentiva impotente, tuttavia avrebbe combattuto fino all'ultimo respiro per conservare una minima sembianza di autocontrollo.
“Come preferisci”. Lucius mantenne la sua posizione rilassata contro lo schienale. “Ma ricordati che da oggi in poi trascorreremo tutto il tempo insieme. Anzi... più ci penso e più trovo tutto questo molto interessante”.
Narcissa notò il suo divertimento e ne fu irritata. Malfoy non le era mai sembrato tanto terribile, un uomo astuto e dannato che aveva all'amo un pesciolino disperatamente affamato. “Non c'è nulla di divertente. Comunque... a me sta bene partecipare attivamente alla liberazione di mia sorella. Non ho intenzione di lasciar fare tutto a te. Se ci sarà da muoversi di soppiatto, rubare, ferire, sappi che io non mi tirerò indietro”. Per un attimo le parve che gli occhi grigi di lui diventassero carichi di ammirazione.
“Non ricordo di aver mai parlato di furti e omicidi, ma prendere l'iniziativa ti fa onore” disse Lucius con irridente approvazione.

“Ti restituirò il favore quando sarà il momento, e purché il tuo servizio mi abbia soddisfatta”. Lei cercò di mostrarsi superiore e perfettamente padrona della situazione. “Suppongo che ti piaccia considerarti uno che esaudisce i desideri, come nelle favole, ma io ho bisogno di risultati concreti”.
“Non ho mai lasciato nessuno insoddisfatto. Anche il Signore Oscuro è molto felice del mio modo di... operare”. Il suo sorriso beffardo diventò teso ed estremamente sensuale.
“Hai un'alta opinione di te, Malfoy. Ma sono molto più fiduciosa ora che abbiamo parlato. Ero nervosa, all'inizio...” La parola disperata sarebbe stata tuttavia più esatta.

La voce di lui si fece languida. “Eri nervosa prima, mentre ora non lo sei più?” Si piegò in avanti, e la tensione penetrò l'aria come una punta acuminata. Narcissa sprofondò nella sua sedia. Lui era lontano quasi un metro, e c'era la scrivania a separarli, ma di colpo le sembrava a pochi millimetri dal suo corpo.
“No. Sei ancora nervosa. E spaventata” sussurrò, con un tono tra la minaccia e la provocazione.
“Sono preoccupata per mia sorella, e ho buoni motivi per esserlo. Ma non sono una debole e te lo dimostrerò”.
Lucius si spostò indietro. I suoi occhi la soppesarono, e lei temette che lui riuscisse a leggerle nell'anima. “Sì, sei forte. Potrai superare questa tempesta, Narcissa. E io sono davvero curioso di vederti in azione”.

 


Narcissa si era girata e rigirata nel letto ascoltando il ticchettio regolare dell'orologio senza riuscire a dormire. Ogni volta che provava a chiudere gli occhi vedeva soltanto labbra perfette che formulavano ordini e pretendevano la sua anima.
Lucius Malfoy si era rivelato il solito arrogante e sfacciato. In ogni caso lei era costretta ad accettare le sue condizioni perché la posta in gioco era troppo alta. Ne andava della vita di Andromeda!
Si mise seduta sul letto quando un gufo picchiettò contro il vetro della sua finestra. Tra le zampine aveva un messaggio per lei. “Cosa sarebbe?” borbottò la giovane donna prendendo il foglietto con dita tremanti. Il messaggio era breve, scritto con lettere inclinate e svolazzi eleganti: Lucius Malfoy le diceva di rimanere chiusa in casa fino al suo arrivo, alle otto. Narcissa si irritò per quell'ordine ma obbedì, e per tutta la giornata rimase barricata nel castello di famiglia.
Il colpo alla porta che giunse con l'ottavo rintocco dell'orologio fu accompagnato più da sollievo che da timore. Lei aveva bisogno di fare qualcosa. Qualsiasi cosa... e anche affrontare Malfoy le andava bene.

“Buonasera, sono qui per vedere la signorina Narcissa” disse una voce profonda e vellutata.
”S-sì, signore. Batsy chiama subito la padroncina...” fece l'elfa domestica, inchinandosi all'uomo.
“Sono qui, Batsy, grazie”. Narcissa si fece avanti e attraversò l'atrio fino a raggiungere Lucius.
“Ho bisogno di vedere la camera di tua sorella e di ispezionare le sue cose” disse lui, senza preamboli.

“Va bene. Ti accompagno”.
“No, ci andrò da solo. Tu vai a preparare i bagagli”.
Narcissa si irrigidì. “Fare i bagagli? A cosa ti riferisci?”

“Mi pareva di essere stato chiaro: dobbiamo lavorare insieme”. Lucius la guardò dall'alto in basso. “Dovrai trasferirti a Malfoy Manor”.
“Co... cosa?” farfugliò lei. “Dovrò stare da te?”
“Avevi detto che avresti fatto tutto il necessario per salvare tua sorella...” cominciò lui, ma subito venne interrotto.
“Farò tutto il necessario, ma quello che mi stai chiedendo non è affatto necessario”.
Lucius la fulminò con lo sguardo. “E' estremamente necessario, invece”.
“Quante persone vivono a Malfoy Manor?” volle sapere Narcissa..
“Saremo solo noi due. E il mio elfo domestico, per quanto possa valere”.

Narcissa rimase a bocca aperta, e quando cercò di dire qualcosa non le uscì nulla.
“Vai a prendere le tue cose” ripeté Lucius, come se fosse sul punto di perdere la pazienza.
Narcissa strinse le mani a pugno. “Io... non posso trasferirmi a casa tua. Mi metti in una situazione compromettente, la mia reputazione verrebbe macchiata irrimediabilmente”.
“Nessuno lo saprà. Sarà solo finché non troviamo tua sorella, cosa che spero di riuscire a fare in breve tempo. E poi non devi temere nulla: ti assicuro che, per quanto tu possa essere carina, non incontri i miei personali gusti. Non hai motivo di preoccuparti, non ho strane intenzioni verso di te...” Le concesse appena una rapida occhiata di sufficienza, e questo urtò la sua vanità.
“Sei... orribile e sgarbato” gli disse inviperita, incrociando le braccia al petto. “Non so proprio perché ti sto ad ascoltare”.
Lui le parve, come al solito, molto divertito. “Mi starai ad ascoltare perché non hai nessun altro a cui rivolgerti. E perché il nostro caro Severus ti ha certamente detto che puoi fidarti di me”. Le si avvicinò, girandole intorno. La sua voce si ridusse a un sussurro. “Ed è quello che farai, Narcissa. Mi seguirai e ti affiderai completamente a me”.
Ogni fibra del corpo di Narcissa reagì a quella voce sensuale. Strinse i denti.

“Va tutto bene, padroncina?” Il richiamo era diretto a Narcissa, ma gli occhi dell'elfa domestica Batsy non si staccarono dal misterioso ospite.
“Batsy, portami la borsa da viaggio” le ordinò lei, recuperando il controllo di sé.
“Sì, padroncina”. Gli occhi vitrei della serva rimasero sul loro bersaglio. Fece un passo involontario verso di loro, come richiamata da una forza invisibile. “State partendo per un viaggio? Dove andrete?”
“Noi andremo...” Narcissa valutò per un istante se portarsi dietro Batsy o meno, perché l'idea di un cuscinetto protettivo tra lei e Malfoy aveva un certo fascino. Ma, quasi come se avesse percepito le sue intenzioni, Lucius le fece cenno di no con la testa. Lei sospirò sconsolata. “Batsy, vai a prendere la mia valigia e non fare altre domande”.
“Fammi vedere dov'è la camera di tua sorella” disse Lucius, sorpassandola.
Narcissa lo accompagnò ai piani di sopra. La stanza di Andromeda era sottosopra, come se qualcuno avesse buttato tutto all'aria. C'erano vasetti, abiti, bambole, riviste... ogni cosa sparsa sul pavimento. Il letto era disfatto, la mobilia era rovesciata.
Lucius cominciò a guardarsi attorno curioso, raccogliendo ed esaminando oggetti, annuendo o mugugnando di fronte alle cose che raccoglieva da terra.

“Vado a preparare i bagagli” annunciò Narcissa alle sue spalle.
“Brava” rispose vago lui, ora chinato su una cassettiera.

 

“Chi è quello, signorina? Come si chiama?” domandò Batsy, raggiungendo Narcissa nella sua camera.
“Si chiama sei-troppo-curiosa". Narcissa scelse alcuni dei suoi abiti migliori dall'armadio, e prese anche un paio di sottovesti e una camicia da notte.
L'elfa domestica sembrava ancora intontita, mentre guardava la sua padroncina piegare e mettere via gli indumenti.

“Se non hai intenzione di darmi una mano te ne puoi anche andare, sciocca di un'elfa!”
Obbedendo, Batsy fece un sorrisino storto e scomparve con uno schiocco.

Narcissa continuò a mettere in valigia le proprie cose. Non dimenticò profumi e forcine, i prodotti da toeletta e i gioielli. Dopotutto non aveva idea di quanti giorni avrebbe trascorso a Malfoy Manor, ed era meglio fare provvista di tutto.
Voci dall'esterno le fecero voltare la testa. Scivolò lungo il corridoio fino a trovarsi davanti alla camera di Andromeda.
“Come Batsy ha già detto, signore, Batsy è qui per servirvi. Qualsiasi cosa vi occorra”.
Difficile ignorare l’enfasi. Narcissa si nascose dietro la porta e rimase ad ascoltare.
“Batsy sa dove sono tutte le cose preziose della famiglia Black. Potete prendere tutti gli oggetti appartenuti alla padroncina Andromeda ora che lei non c'è più”.
Narcissa aveva un nodo alla gola, era furiosa per il fatto che l'elfa volesse sbarazzarsi delle cose di sua sorella come se lei non contasse più niente. Per la rabbia non riuscì più a formulare un solo pensiero sensato.

“Hai forse preso qualcosa da questa stanza?” domandò Lucius con voce ammaliante.
“Cose piccole, niente che valga. Batsy ha preso un orologio da taschino con diamanti, un fazzoletto e alcuni foulard. C'è anche un diario... tenuto nascosto. Tutti i pensieri più profondi della padroncina Andromeda...”

Narcissa aveva le guance calde. Avrebbe voluto entrare alla carica, prendere la piccola, sudicia elfa e scuoterla, stringerla fino a spezzare le sue mani da ladra. Con quale diritto si era comportata così? Aveva sempre servito la loro famiglia per anni con grande dedizione. Forse, pensò Narcissa, il fatto che Andromeda e Bellatrix fossero sparite dalla circolazione le aveva fatto credere di non dover più servire nessuno. Forse... aveva cominciato a sentirsi libera dalle catene che l'avevano sempre tenuta legata alla famiglia Black. Un ultimo briciolo di buon senso la tenne ferma. Lei non sapeva dove fosse il diario di Andromeda e fare un'irruzione a quel punto non avrebbe portato a niente. Ma non appena quella maledetta l'avesse tirato fuori, l’avrebbe picchiata finché non fosse rimasto più nulla da strapazzare.
“Sarei interessato a vederlo, come tutto quello che avete nascosto. Siete davvero una creatura sorprendente, Batsy”. La voce di Malfoy era melodiosa e profonda.
Batsy ridacchiò. Pareva estasiata e disposta a fare qualsiasi cosa per ottenere il suo consenso. Narcissa avvertiva la sua venerazione, e poteva ben capire perché l'elfa fosse rimasta tanto soggiogata da Malfoy: quello era un autentico incantatore, seducente e letale come un demonio.
“Ecco, il diario è proprio qui”. Qualcosa stridette sul pavimento, probabilmente un comodino. “Qui la padroncina Andromeda nascondeva tutte le cose che non voleva far trovare a quelle ficcanaso delle sue sorelle”. Qualcosa cadde e risuonò sul pavimento. Poi il rumore secco di un libro che colpiva un palmo. Per un momento non si udì più nulla, poi Batsy emise un gemito basso e ansimante, il suono di chi ha ricevuto la più dolce delle delicatezze. Forse una carezza. Narcissa si irrigidì, e il suo stomaco si ribellò.
“Siete proprio diligente, Batsy”.
“Per voi qualsiasi cosa, signore. Qualsiasi”.

Narcissa non riuscì più a sopportarlo. Si incollò un finto sorriso sulla faccia e superò la soglia. “Ah, Batsy! Eccoti qua. Va' a cercare il mio ombrellino da sole! Sembra essere scomparso”.
In realtà il parasole era nel baule degli accessori, in attesa di essere messo in valigia. Batsy sembrò furiosa ma sapeva di avere ancora degli obblighi verso l'ultima Black rimasta. “Batsy adesso va subito a cercarlo. Poi Batsy torna qui”. L'elfa uscì a grandi passi dalla stanza, e Narcissa la sentì scendere la scala.
“Una donna per bene non può fare a meno del suo parasole” mormorò Malfoy, facendo un sorriso pigro che lo faceva sembrare un gatto soddisfatto. Suscitò in Narcissa la strana voglia di accarezzarlo, e allora piegò le dita contro i palmi con tanta forza da graffiarsi la pelle.
“Sembri arrabbiata. Non sei felice che io ti abbia procurato il diario di tua sorella?” Lo sfogliò con apparente noncuranza, fece una smorfia, poi gettò il diario ai piedi di Narcissa.
Lei
s'inginocchiò e posò la mano sulla copertina di pelle, con la rabbia e l'ansia che si dileguavano per lasciare posto alla confusione e all'incertezza. Non aveva mai saputo che Andromeda tenesse un diario. Forse non la conosceva poi tanto bene come aveva sempre creduto. Aprì lentamente il diario, solo per scoprire che tutte le pagine erano bianche. “E'... è vuoto?”
“No. Credo che tua sorella ci abbia scritto su qualcosa, ma che abbia anche protetto i suoi segreti con una magia. Per il momento non otterremo nessuna informazione da quel diario” sentenziò Malfoy.
“Maledizione!” All'improvviso Narcissa si sentì troppo stanca, come se tutte le ore di sonno perse le fossero crollate addosso come qualcosa di solido. Era esausta, sfiduciata, e le mancavano terribilmente le sue sorelle. Una lacrima le scivolò lungo il viso.
Non si accorse che Lucius si era messo inginocchiato davanti a lei. L'uomo fece scorrere il pollice sopra la pelle del diario, sfiorandole le dita. “Prendiamolo”. Qualcosa di tenebroso gli serpeggiava nella voce. “Posso trovare un incantesimo rivelatore. Non abbatterti adesso. Siamo solo all'inizio delle nostre ricerche”. Mosse le punte delle dita sul lato della sua mano.
Narcissa si ritrasse di scatto e si sollevò in piedi, terrorizzata dalle reazioni che Lucius creava in lei. Si spinse via da lui, stringendo il diario al petto. Poi si voltò e uscì, non fidandosi di rimanere nella stessa stanza con quell'uomo un solo attimo di più. Probabilmente l'avrebbe ucciso, o avrebbe fatto qualcosa di peggio, come cadere preda dei suo occhi e dei suoi gesti.

 

Tornata in camera sua, trovò Batsy che infilava l'ombrellino nella valigia. Poi l'elfa alzò lo sguardo, per fissare oltre le spalle di Narcissa con occhi vitrei.
“Hai finito con i bagagli, allora?” sbottò la voce maledetta di Malfoy.
Narcissa cacciò nell’angolo della valigia un sacchetto con dei gioielli. “Ancora qualche vestito e avrò finito...”
Lucius sollevò l'orlo di pizzo di un abito tempestato di gemme, ed emise un fischio. “Davvero troppo elegante! Non ti serviranno abiti di questo genere per le missioni che andremo a svolgere”.
Lei gli allontanò la mano con uno schiaffo. “Non toccare la mie cose! E poi... mi vesto come voglio”.
“Preferirei che tu portassi soltanto abiti neri. Dovrai mimetizzarti il più possibile fra la gente se non vuoi che le persone comincino a parlare...”
Narcissa socchiuse gli occhi. “Dovrei stare ogni giorno vestita a lutto?”
“Bèh, dopotutto tua madre è stata seppellita solo l'anno scorso, e tuo padre si dice sia sul letto di morte...”
Narcissa gli diede un'occhiata brusca. “Come fai a saperlo?”
“Io so molte cose. Avanti, non perdere troppo tempo a preoccuparti di quali splendidi abiti non puoi fare a meno. Dobbiamo sbrigarci”.
Parole beffarde, ma in esse Narcissa riconobbe la verità e si rese conto che lo sguardo di lui era serio. Andromeda era in pericolo... dovevano fare in fretta. Diede un'ultima occhiata alla stanza, assicurandosi che le cose più importanti fossero state messe in valigia. Infine fece un cenno a Lucius, il quale prese le sue borse e si diresse verso l'uscita.


NdA: ero un po' indecisa se pubblicare o meno questa storia, ma alla fine mi sono decisa. Credo potrà diventare molto interessante man mano che andrò avanti con la stesura. Naturalmente spero di ricevere qualche recensione con le vostre prime impressioni... ci conto! ;-)

Sempre vostra, NarcissaM



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Capitolo 2
*** In azione ***


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Alla ricerca di Andromeda


2° capitolo – In azione

 

Narcissa stava trascinando la propria valigia lungo l'immensa scalinata di Malfoy Manor quando un elfo domestico apparve magicamente dinnanzi a lei. “Porterà Dobby la valigia di sopra, si-signorina” balbettò quello, liberandola dal pesante fardello.
Lucius arrivò un attimo dopo per farle strada lungo un maestoso corridoio deserto. “Tutto bene?"
"Sì, credo di sì".
"Ecco, questa sarà la tua camera” le annunciò lui, spalancando una porta che dava su una stanza riccamente arredata. “Sono certo che qui troverai tutto quello che ti serve, ma se hai bisogno di qualcosa in particolare chiama Dobby”.
Narcissa diede un'occhiata di sbieco all'elfo domestico che sistemava la sua valigia accanto al letto a baldacchino.
“La cucina è ben fornita. Dovresti mangiare qualcosa, sei troppo magra”. Un sorriso licenzioso attraversò il viso di Malfoy. "Dobby, vai a preparare qualcosa di nutriente per la signorina Black prima che avvizzisca del tutto”. E con queste parole varcò la soglia, lasciandola lì, in quella camera fredda ed estranea. Anche Dobby scomparve con uno schiocco qualche istante dopo.
Narcissa sospirò piena di amarezza chiedendosi cosa le avrebbe riservato il destino. Solo dopo qualche minuto di smarrimento decise di darsi da fare. Si avvicinò alla valigia e cominciò a sistemare le sue cose e a mettere i propri vestiti nell'armadio. I suoi occhi si focalizzarono su uno scrigno con lo stemma dei Black inciso in una targa d'argento. Lo aprì. Conservava alcuni ciondoli e lettere, un medaglione e petali di fiori appassiti. Narcissa fece scorrere delicatamente un dito su una lettera di Andromeda: l'aveva scritta durante il suo primo anno a Hogwarts... Se la strinse al petto e chiuse gli occhi. Poteva farcela, avrebbe salvato sua sorella!
Esausta e con le lacrime che le offuscavano la vista, la ragazza si distese sul letto. Era morbido, con un piumino davvero molto confortevole, e per la prima volta dopo tanti giorni, Narcissa riuscì ad addormentarsi. Sprofondò in un sonno profondo e senza sogni.



L'inebriante profumo di pane appena sfornato le diede il benvenuto quando scese di sotto il mattino dopo.
Trovò Lucius seduto davanti a un grande tavolo apparecchiato per la colazione. Sorseggiava una tazza di caffè e leggeva con interesse alcune pergamene, senza dare segno di averla vista né udita arrivare.
Lei si bloccò sulla soglia della sala e per qualche istante non si mosse. Le sembrava così strano vedere un uomo come quello così serio e concentrato! Prese un lungo respiro e avanzò nella sala, decisa a smettere di fissarlo insistentemente. Si stava comportando da sciocca, e lei odiava gli sciocchi.
Si sedette a tavola senza alzare lo sguardo su di lui, e lasciò che Dobby le servisse una tazza colma di tè caldo.
“Letture interessanti?” chiese con tono noncurante, avvicinando le labbra rosse alla tazza.
Lucius finalmente smise di leggere e si voltò verso di lei. “Oh, buongiorno” le disse, accarezzandola con lo sguardo. “Sì, in effetti ho ricevuto della posta interessante. Ieri avevo inviato alcune missive per sapere qualcosa di più riguardo alla fuga di tua sorella...”

”Ti ho già detto che non è fuggita!” replicò Narcissa con foga, rischiando di rovesciarsi addosso il tè.
“E stamattina ho ricevuto alcune risposte alle mie domande” continuò a dire Lucius, incurante delle sue proteste. “Cominceremo a cercarla usando queste informazioni”.
Con uno scatto Narcissa cercò di prendergli le carte dalle mani, ma lui fu più veloce.
“Oooh, avanti! Voglio sapere cos'hai scoperto” si lamentò la giovane guardandolo torva.
Inaspettatamente Lucius si sporse verso di lei e con un dito le sollevò il mento. Il suo viso tenebroso e dannatamente bello era a pochi centimetri dal suo. “Non hai ancora imparato le regole. Molto male, Narcissa. Molto male”. La sua voce era profonda e melodica, la sua espressione diabolica. “Dovrai abituarti”.
“A fare cosa?” riuscì a chiedere lei.
“Dovrai abituarti a starmi ad ascoltare senza fare troppe domande”. Detto questo, Lucius si rimise comodo sulla propria sedia e dedicò tutte le sue attenzioni alla sua bevanda fumante, mentre volute sinuose si sollevavano intorno ai suoi occhi grigi e si dissolvevano nell'aria. “Questo pomeriggio andremo a fare visita al signor Archibald Antenn. Ha una bottega nell'East End, proprio dove pare sia stata avvistata Andromeda Black l'ultima volta”.
“Dici sul serio? Qualcuno ha visto mia sorella sull'East End?”
“Così dicono le mie fonti. Interrogheremo Archibald Antenn, per quanto poco attendibile possa essere quell'uomo. Sai... non è proprio una canaglia, però gli piace bere. Un po' troppo, secondo il mio modesto parere”.
Narcissa annuì, sentendosi improvvisamente di buonumore. Si scoprì anche meno arrabbiata con Lucius. “Sono pronta. Dimmi solo cosa devo fare”.
“Per poter ottenere il maggior numero di informazioni possibili ho bisogno che tu distragga il vecchio Archibald” mormorò Malfoy, esaminandola con la coda dell'occhio. “Lui ama rincorrere le gonnelle delle belle ragazze. Il vestito che hai indossato stamattina non va bene. Vai a cambiarti, trova qualcosa di seducente, che mostri almeno un po' di pelle intorno al collo”. Sogghignò, e Narcissa sentì il cuore mancare un battito.
“Dovrò... distrarlo?” Si guardò il vestito con aria critica: era elegante, sofisticata, ma non particolarmente attraente. “S-sì. Lo farò. Per il bene di Andromeda”.
“Da quanto tempo ti fai carico delle tue sorelle?” La domanda di Lucius arrivò improvvisa come un dardo sul suo petto. Quel cambio di argomento non era facile da ignorare.

“Non so di cosa tu stia parlando...”
“Parlo del fatto che, sebbene tu sia la minore delle sorelle Black, sembri anche essere l'unica con un briciolo di buonsenso nella tua famiglia. Dimostri più della tua età, sei diversa dalla Narcissa che conoscevo a Hogwarts, quella ragazzina che si nascondeva alle spalle delle sue sorelle più grandi”.
Lei abbassò lo sguardo. “La guerra ha cambiato tante cose. Bellatrix è diventata una Mangiamorte, è costantemente sotto pressione... e Andromeda ultimamente aveva sempre la testa rivolta altrove...” La sua voce si affievolì fino a diventare poco più di un sussurro. “Ho dovuto adattarmi”. Alzò gli occhi su Lucius solo per scoprire che la sua espressione era seria, ferma, assorta. “A cosa stai pensando?”
“Penso... che ti ammiro molto. Sono poche le persone pronte a sacrificarsi per il bene della propria famiglia. Credo che sarai un'ottima moglie per il tuo fortunato marito, e una bravissima madre per i tuoi figli”. La fissò, con quei suoi occhi innaturalmente grigi e profondi, prima di tornare alle sue carte.
“Grazie” sussurrò Narcissa, sentendosi improvvisamente le gote in fiamme. Si alzò dalla sedia come se quella avesse cominciato a prendere fuoco. “Vado... vado a cambiarmi”.
E mentre saliva le scale che conducevano alla camera da letto, cercò di annullare le calde parole di Lucius ripetendosi nella mente una sola frase: devo distrarre Archibald Antenn, devo distrarre Archibald Antenn...


La bottega di Antenn stava quasi per chiudere quando Lucius e Narcissa arrivarono alla sua porta. “E' un po' tardi” bofonchiò seccato. “Tornate domani per i vostri acquisti”.
Archibald Antenn era un uomo quadrato, anche troppo, come se dai fianchi fossero state tirate due linee e il suo viso si fosse adattato allo stampo. Aveva occhietti neri non particolarmente acuti, ma in essi si accese una piccola scintilla quando incontrarono il corpo di Narcissa.
“Signor Antenn?” chiese Lucius, rivolgendogli un sorriso lieve mentre tendeva una mano. “Sono Lucius Malfoy, e questa è la mia segretaria, la signorina White. Volevamo farle qualche domanda se non siamo troppo di disturbo”.
Lei non fu sorpresa, con quell'abito scollato, di guadagnarsi più di un'occhiata maliziosa dal vecchio Antenn. Sulle sue guance paffute erano apparse due macchie di colore mentre stringeva vigorosamente la mano protesa di Malfoy. “Prego, prego. Entrate”.
“La tua segretaria, eh?” bisbigliò Narcissa alle spalle di Lucius, senza sapere se sentirsi offesa o divertita.

Quando entrò nella bottega si guardò attorno, solo per accorgersi di avere ancora gli occhi di Antenn puntati addosso. “Lei è graziosa, signorina White. Molto graziosa”.
“Sono onorata di essere di suo gradimento” sentì il bisogno di dire lei in tono sarcastico, meritandosi l'occhiataccia ammonitrice di Lucius.
“Magari dopo possiamo andare a bere qualcosa al pub, farci un giro o due...” azzardò Antenn, con voce languida.
“Prima risponda alle mie domande” intervenne Malfoy gelido. Sfilò dalla tasca della giacca una fotografia recente di Andromeda che aveva preso in prestito quando era stato nella camera della ragazza. “Riconosce questa signorina? E' passata in questa bottega di recente?”

Antenn si chinò in avanti e sbirciò il viso nella foto. “Sembra una faccia piuttosto comune... ci sono tante ragazze così! Io non saprei dire...”
Narcissa fece un sommesso verso di stizza. Come poteva quel vecchio ubriacone definire Andromeda 'comune'? Era una Black, ed era splendida con la sua chioma bruna e i suoi grandi occhi nocciola. Si avvicinò all'uomo e posò una mano sul suo braccio. "Avanti, lei non si è concentrato, signor Antenn". Sbattè le lunghe ciglia più di una volta. "Provi a guardare meglio. Lo faccia per me". Accanto a lei, Lucius sorrideva sorpreso.
“Sì, sì" stava dicendo ora Antenn. "Ripensandoci... mi pare di averla vista qualche giorno fa. Solo che non posso giurare sia la stessa persona. La donna nella foto è molto distinta ed elegante, quella che ho visto io era vestita da pezzente e aveva una bruttissima cera”.

Lucius inarcò un sopracciglio. “Ricorda che cos'ha comprato?”
“Aveva molta fretta, ha preso le cose che le sono capitate fra le mani e poi ha pagato”.

Narcissa non sapeva cosa pensare. Guardò Lucius, e lui le rispose con un lieve cenno di incoraggiamento.
“Emh... per caso le ha detto qualcosa?” domandò ancora.

“Pareva una disgraziata, non ha detto una parola. Ma non ricordo bene...” L'uomo si chinò verso Narcissa. “Forse un bacino da parte di una bella signorina mi aiuterebbe a rinfrescare la memoria”. La sua espressione tornò insinuante.
Disgustata, Narcissa strinse le labbra per impedirsi di rispondergli male.
“Sì, la mia segretaria è deliziosa” disse Lucius, prendendola per un braccio. “Se ci occorrerà qualche altra informazione manderò certamente la signorina White a farle altre domande...”
Narcissa si costrinse a sorridere e a salutare educatamente l'uomo.
Si allontanarono dalla bottega, e lei si trattenne finché non furono distanza di sicurezza. “Cosa diamine avevi in mente? Avrà pensato che sono una specie di sgualdrina”.
Lucius non sembrò affatto preoccupato. “Preferisci essere scambiata per una poco di buono o ritrovare tua sorella?”

Lei esitò, con le braccia che le dondolavano lungo i fianchi.
"E poi devo dire che ti sei calata molto bene nella tua parte" sghignazzò lui solo per farla infuriare.
“E' stato tutto inutile, Malfoy! Non abbiamo scoperto nulla di interessante da quel tizio. La donna di cui lui ci ha parlato non poteva essere Andromeda”.
“Ne sei così sicura?”
"Certo che sì! Andromeda non se ne andrebbe mai in giro vestita di stracci come una vagabonda! Noi Black siamo streghe di una classe superiore".
Lucius fece uno dei suoi soliti sorrisetti divertiti. "Non ne dubito".
"Io conosco bene mia sorella" proseguì lei con sicurezza. "Facevamo tutto insieme. Andavamo ad avvenimenti mondani, a spettacoli, mostre e a serate di beneficenza..."
"Be', sembrerebbe una vita molto frivola. Esattamente quello che ci si aspetta da delle giovani streghe purosangue. Ma sei sicura che questo genere di cose interessasse veramente a tua sorella?"
Narcissa scosse la testa con fare sconsolato. "Malfoy, pensavo che la tua conoscenza delle donne fosse più profonda. Suvvia! A quale ragazza non piacerebbe una vita del genere?"
Per un po' rimasero in silenzio, proseguendo a camminare lungo il marciapiede, ognuno immerso nei propri pensieri. Fino a che Narcissa non vide due ragazzine che sussurravano tra di loro tutte agitate e fissavano Malfoy con occhi spalancati. Le loro risatine fanciullesche la innervosirono, e ciò che più le diede sui nervi fu che Lucius rispose ai loro sguardi salutandole con un cenno del capo.
"Devi proprio farlo?" gli chiese, urtata.
"Cosa? Camminare?"
"Incoraggiarle!"
"Le ho salutate con un cenno. Sei contraria alla buona educazione, Narcissa?" Le posò una mano sulla schiena e fece in modo che lei camminasse proprio di fianco a lui. "No, forse sei solo un po' gelosa, signorina White".
"Cambiare il mio nome da Black a White non è stato molto fantasioso da parte tua..." L'irritazione di Narcissa aumentava ogni istante di più, e la mano di Lucius posata così impudentemente sulla sua schiena le metteva addosso strani brividi.
"Non essere nervosa. Siamo soltanto all'inizio delle ricerche. Vedrai che col tempo le cose andranno meglio. Anche fra di noi". Il pigro sorriso con cui lui pronunciò quelle parole le fece correre il cuore più forte. Per tutto il resto del tragitto verso Malfoy Manor lei non aprì più bocca.


NdA: comincio subito col dire... GRAZIE a tutte le persone che stanno seguendo questa storia, siete già tantissimi. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Un grazie veramente di cuore a chi ha commentato il primo capitolo.


Lione94 - sono felice di sapere che mi seguirai anche in questa nuova avventura! Hai ragione, Narcissa è molto affezionata ad Andromeda e farà di tutto per ritrovarla. Ma proprio di tutto-di tutto! :-p Un bacioneeee!

Bloody Sister - ciaooo, visto che non ho tardato ad aggiornare? Le ricerche sono cominciate! Sì, Narcissa crede che Andromeda sia in pericolo... non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di una sua fuga. Continua a leggermi!

Thiliol - ooooh, carissima!! Ci sei anche tu! Mi fa tanto piacere sapere che leggerai anche questa nuova Lu/Cissy. Lo so, Narcissa che cerca disperatamente Andromeda senza sapere la verità... fa davvero pena. In compenso le capiterà anche qualcosa di bello: passerà un sacco di tempo con Lucius, e scusa se è poco! :-ppp

.Al prossimo capitolo!!

 

 



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Capitolo 3
*** Favori ***


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Alla ricerca di Andromeda


3° capitolo – Favori

 

Narcissa si stiracchiò sul letto come una gatta soddisfatta, gustandosi al meglio quel senso di beatitudine che segue sempre una buona dormita. Aprì gli occhi pigramente e si alzò, solo per seguire con passi leggeri il profumo di erbe aromatiche proveniente dalle cucine.
Quando l'elfo domestico Dobby se la ritrovò davanti all'improvviso, per poco non diede fuoco alle uova che stava cucinando. "S-signorina, perchè siete qui? Il padrone non vuole che nessuno, eccetto Dobby, entri in queste stanze".
"Cosa stai cucinando? Ho sentito un buon profumo e... non faccio un pasto decente da troppo tempo ormai".
Timidamente, Dobby le si avvicinò con una ciotolina colma di un liquido dall'aspetto poco invitante ma dall'aroma irresistibile. Gliela porse, e Narcissa la accettò subito.
Si mise seduta al tavolino di legno graffiato e si diede da fare per ripulire la ciotola con un pezzo di pane al rosmarino. Non ricordava di essere mai stata tanto affamata in vita sua. Si chiese se Andromeda, dovunque fosse, avesse da mangiare... se i suoi rapitori la nutrissero a sufficienza o se la lasciavano senza cibo né acqua. Quel pensiero la fece star male.
"Finalmente ti ho trovata!"
Narcissa alzò lo sguardo e batté le ciglia nel ritrovarsi di fronte a un autentico ritratto di virilità e perfezione. "C-ciao" riuscì a dire a Lucius, un po' intontita.
"Ben svegliata". Gli occhi di Malfoy caddero sull'indumento che lei indossava, una vestaglia da notte color perla che la copriva appena. "Stamattina ti trovo... in splendida forma".
Sentendosi poco meno che nuda, lei arrossì e si strinse i lembi della vestaglia.
Lucius si schiarì la gola improvvisamente secca. "Oggi non vestirti troppo elegante. Dobbiamo andare in un posto che è tutto fuorchè pulito".
Narcissa si raddrizzò sulla sedia, tenendo sempre stretta la vestaglia con una mano. "Dove andiamo?"
"Alle prigioni del Ministero" rivelò Lucius, sorprendendola.
"Cosa? Ci andiamo davvero?" Lei si sentì girare la testa. "E perchè?"
"Lo vedrai. Ci andremo subito... cioè, non appena ti sarai... vestita". Lucius la guardò ancora attentamente, dai capelli alla cintura della vestaglia. Solo dopo un lungo momento se ne andò, lasciandola in preda a quelle strane sensazioni che soltanto il suo sguardo riusciva a scatenare.

Le prigioni del Ministero erano state costruite per tenere momentaneamente rinchiusi i maghi oscuri catturati dagli Auror, in attesa del regolare processo e del verdetto finale. Gli imputati potevano essere rilasciati nel giro di poche ore, oppure venivano spediti dritti dritti ad Azkaban.
Vestita completamente di nero, Narcissa camminò al fianco di Lucius senza fiatare. Cercava di sentirsi a suo agio, ma la verità era che più si avvicinavano al cancello del carcere più lei rabbrividiva. Mai nella sua vita aveva messo piede in un luogo tanto lugubre e spartano.
Un uomo corpulento e dalle sopracciglia cespugliose bloccò loro la strada. "Potete stare qui solo dieci minuti mentre le guardie si danno il cambio". Lo sconosciuto aveva una voce roca e tesa. "Nessuno chiederà conto della vostra presenza qui, ma se qualcuno lo facesse... me ne occuperò io".
"Lui dov'è?" chiese Lucius.
"Tre curve a destra, la cella al centro". Con una grossa chiave di metallo arruginito, lo sconosciuto si volse ad aprire una pesante porta di ferro. "Solo dieci minuti, Malfoy. Non un minuto di più".
"Sì, ho capito. Grazie Spamm, credo che in questo modo tu ti sia sdebitato del terzo favore" disse Lucius, con voce tranquilla.
"Dannatamente vero" replicò irritato l'altro, mentre girava la chiave e teneva aperta la porta.
Malfoy passò davanti a Narcissa, camminò veloce e fece la prima curva.
Lei si guardò a destra e a sinistra: mani sozze e callose comparivano intorno alle sbarre delle numerose celle, seguite da maniche a brandelli, luride, e da occhi privi di anima che la scrutavano. Qualche prigioniero le indirizzò volgari apprezzamenti che Narcissa si rifiutò di ascoltare.
Fecero l'ultima svolta, e lei vide un ragazzo rannicchiato in una cella spaventosa e buia come tutte le altre.
"Malfoy!" Il ragazzo si precipitò in avanti, e la sua camicia strappata gli scivolò da un lato facendolo apparire macilento e miserabile. "Finalmente il Signore Oscuro ti ha mandato a liberarmi! E stato orrendo stare qui. Ho in testa un bernoccolo che mi fa ancora male. E quei bastardi mi hanno anche sequestrato la bacchetta". Lucius cercò di interromperlo, ma le parole continuavano a uscirgli dalle labbra come se non parlasse con nessuno da mesi. "Gli Auror mi hanno agguantato nel mezzo della strada, non me l'aspettavo. Mi hanno teso una trappola. Grazie al cielo sei qui! Dov'è la chiave? Ce ne hai messo di tempo per venire a prendermi!"
"C'è un... piccolo problema, Zuck".
"Lo so che c'è un problema: mi tengono qui da una settimana! Il cibo fa schifo e ci sono i topi. Topi! Ieri notte ne ho visto uno che cercava di rubarmi il pane". Diede un'occhiata ad un angolo della cella e si spinse maggiormente verso le sbarre. "Dov'è la chiave? Apri questa dannata cella, Malfoy".
Sembrava cosi speranzoso che Narcissa provò pena per lui.
"Mi dispiace deluderti, Zuck. Il Signore Oscuro è molto adirato con te per esserti fatto prendere così facilmente" gli disse Lucius, severo. Il ragazzo sembrò disorientato. "Ad ogni modo credo di poterti aiutare personalmente. Farò il possibile, corromperò e minaccerò chi di dovere e vedrai che uscirai di qui in pochi giorni".
Il giovane si lasciò cadere in ginocchio, disperato. "Ti... ti ringrazio Malfoy. Ti devo... un altro favore".
Narcissa non riuscì a trattenere un sorriso. Si chiese quante persone dovessero dei favori a Lucius, e in quale subdolo modo lui avrebbe chiesto ai suoi debitori di ripagarlo. Oh, bèh, anche lei adesso faceva parte della lista delle persone che avevano chiesto l'aiuto di Malfoy, ma... non se ne pentiva minimamente.
"Devo chiederti qualcosa, Zuck" cominciò Malfoy, abbassando la voce ad un sussurro. "Come sai, il Signore Oscuro ti ha voluto fra i suoi Mangiamorte per via delle tue grandi capacità nell'ottenere informazioni riservate".
"E' così". Il ragazzo si morse le labbra. "Dimmi... hai bisogno di sapere qualcosa su qualcuno in particolare?"
"Sì. Quando ti avranno liberato - credimi, succederà molto presto! - dovrai procurarti il maggior numero di informazioni possibili su una certa Andromeda Black. Pensi di poterlo fare per me?"
Narcissa deglutì e tenne gli occhi bassi.
"Andromeda Black..." sussurrò Zuck. Chiaramente quel nome non gli era nuovo.
"Mi devi aiutare a ritrovarla. E' sparita da giorni e nessuno sa più nulla di lei. L'unico modo per te per uscire di qui è garantirmi che farai tutto ciò che è in tuo potere per rintracciare i suoi ultimi spostamenti".
"Sai bene che sono un segugio. Nessuno può sfuggirmi". Zuck si passò una mano tra i capelli sporchi e sfoggiò un sorriso accattivante. "Allora... come pensi di farmi uscire di prigione?"
"Bèh, questo non ti riguarda". Lucius prese in mano l'orologio da taschino e si rivolse a Narcissa. "Dobbiamo andare. I dieci minuti sono passati".
Lei annuì e diede un'ultima occhiata al giovane Mangiamorte incarcerato. Lasciò che Lucius la guidasse verso la porta dell'uscita sentendosi la mente affollata di domande. S
eguì ciecamente Malfoy fino alla porta chiusa a chiave.
Lui bussò, e la serratura fu fatta scattare. Apparve la faccia immusonita di Spamm. "Era ora!"
Vennero condotti fuori dalla zona delle celle, e solo dopo diversi minuti Lucius le rivolse la parola. "Stai bene?"
Narcissa fece cenno di sì con la testa.
"Sei stata brava. Molte altre persone non avrebbero retto il panico in un luogo come quello". La sua voce era un infinitesimo più calda di quanto fosse mai stata rivolgendosi a lei.
"Credimi, anche se ti sembro tranquilla e perfettamente padrona di me stessa, la realtà è che sono molto scossa" ammise Narcissa, a capo chino.
"Capisco. Allora per oggi direi che può bastare. Torniamo a casa".
Lei s'incamminò al suo fianco, lieta di lasciarsi alle spalle quel posto orribile. "Quel ragazzo è davvero così bravo come dice?"
"E' il migliore. La sua unica pecca è che non riesce ad essere molto discreto. Ma forse questa esperienza della prigione gli servirà da lezione per il futuro".
Il sole era caldo, i raggi tenui le accarezzavano il viso. Nell'aria si muoveva una brezza leggera che faceva volare il polline dai giardini circostanti e li teneva sospesi a mezz'aria. Era una perfetta giornata primaverile, ideale per una passeggiata.
Una banda di ragazzine che ridevano scioccamente passò accanto a loro, e un lento sorriso si allargò sulle labbra di Lucius nel vedere la smorfia di Narcissa. "Che accidenti hanno da ridere? Non hanno mai visto un uomo?" Sembrava che avesse succhiato un limone acerbo.
"Forse mi reputano affascinante" buttò lì Lucius, facendo un leggero cenno di saluto alle ragazze.
Narcissa si affrettò a cambiare argomento. "Che cos'hai fatto per Spamm? Sembrava molto ansioso di sdebitarsi".
"Fai domande troppo curiose, Narcissa. Perché ti interessa saperlo?"
"Mi chiedevo solo come farò io a ricambiare il favore che ti devo. Non lavoro per il Ministero, non ho accesso a luoghi segreti né ho conoscenze importanti".
Lui scrollò le spalle. "Vedrai che troverò un modo per farti pagare il tuo debito. Forse un giorno potrei essere io ad avere bisogno di te, chi lo sa!"
Le guance pallide della ragazza si tinsero di rosa. "Non vedo come potresti aver bisogno di me. Chiaramente possiedi un harem di donne desiderose di servirti in qualsiasi momento" disse scocciata, indicando l'ennesima giovane donna che fissava Lucius a bocca aperta, con aria ammirata.
"Un harem?" ridacchiò Lucius. "L'idea mi piace. Oh, ma non preoccuparti, Narcissa... ti riserverò il posto migliore nel mio harem, se lo vorrai".
Lei gli scoccò un'occhiata inceneritrice, sbuffò poco elegantemente e affrettò il passo. Di colpo però si sentì afferrare per un braccio e, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò faccia a faccia con Lucius, a pochi centimetri dalle sue labbra. Per qualche istante smise completamente di respirare, sentendosi come se qualcuno le avesse stretto la gola in una morsa letale.
Lui la teneva così vicina a sé ora che poteva avvertire i battiti del suo cuore accellare. "Perdonami" le sussurrò, avvicinandosi di un altro centimetro. "Non era mia intenzione offenderti".
Lei schiuse le labbra, senza sapere come replicare, e lui chinò la testa, la bocca lontana meno di un respiro dalla sua.
La forte risata di alcuni ragazzini che attraversavano la strada bastò a ricordare loro dove si trovavano, spezzando l'incantesimo. Erano nel mezzo di un quartiere affollato di Londra, nell'ora di punta, e quello era decisamente il momento meno adatto per dare spettacolo.
Lucius si distaccò da lei, e le strade e le case tornarono sulla sua visuale. "Sbrighiamoci" borbottò lui cupo, riprendendo a camminare.




Ormai era seduto alla sua scivania da ore, e aveva scritto e inviato più di una decina di missive. Gli doleva la testa, e gli occhi bruciavano per lo sforzo di tenerli aperti.
Un fruscio sulle assi del pavimento gli fece alzare la testa di scatto. Essere un Mangiamorte lo aveva abituato a sentire la gente prima ancora di vederla, un'abilità necessaria per chi deve essere sempre all'erta.
Narcissa apparve sulla soglia dello studio con un vassoio fra le mani. "Posso entrare?"
Lui la salutò, anche se la sua voce non fu vellutata come avrebbe voluto.
"Ho notato che non hai pranzato né cenato, e così ho pensato di portarti da mangiare" spiegò Narcissa, avvicinandosi alla scrivania e appoggiando il vassoio con piatti colmi di cibo in uno spazio libero. "L'elfo ha preparato qualcosa di veramente buono oggi. Dovresti assaggiare". Prese una sedia e si mise davanti a lui, attendendo pazientemente che lui si liberasse dalle carte che stava scrivendo.
Lucius rimase con la penna bloccata a mezz'aria e l'inchiostro che sgocciolava sulla pergamena. "Non... non dovevi disturbarti" riuscì a dirle, perplesso.
"Stai scrivendo a chi di dovere per poter liberare Zuck dalla prigione, vero?" indovinò lei. "Sono certa che prima lo liberiamo e prima potrà darci una mano nella ricerca di Andromeda, ma... non devi saltare i pasti per colpa mia. Ora voglio che ti riposi un attimo e che assaggi queste prelibatezze".
Lucius sospirò e sorrise, scuotendo la testa. Non era abituato ad avere attorno qualcuno che si preoccupasse per lui, e doveva ammettere che la cosa gli risultava essere piuttosto piacevole. La presenza di Narcissa in quella casa era piacevole, in effetti. Lucius aveva perso il conto di quante volte, nelle ultime giornate, aveva provato l'impulso di accarezzarla o baciarla su quelle sue morbide labbra rosse, o di farle cose che le avrebbero fatto dimenticare non solo la perdita di sua sorella, ma persino il suo nome.
"Va... tutto bene?" chiese lei.
Lucius continuò a fissarla con quei pensieri assurdi e meravigliosi che gli annebbiavano la mente, fino a che Narcissa non si sporse in avanti per sfilargli delicatamente la penna dalla mano e sostituirla con una forchetta.
"Mangia" gli ordinò dolcemente.
Lui annuì e finalmente prese un piatto dal vassoio.





NdA: premetto che è da due giorni che non chiudo occhio per via dell'uscita dei Doni della Morte - questo accidenti di film mi ha prosciugata di ogni energia tra l'attesa snervante e il momento in cui finalmente ho potuto vederlo. Ovviamente MI E' PIACIUTO da morire, e ho stritolato più di una mano ad ogni apparizione di Lucius e Narcissa sullo schermo. Perciò mi scuso con voi; probabilmente questo capitolo è costellato da ORRORI di battitura e chissà che altro, ma cercate di capirmi! ^^ Spero vi stiano piacendo gli sviluppi della storia! E siamo solo all'inizio, parola mia!

Evetta96 - grazie per aver messo la storia fra le tue preferite e per i complimenti! Sei davvero gentile. Vedrai che Narcissa aprirà presto gli occhi su Andromeda, ma intanto... facciamola illudere ancora un po'! :-p

Lione94 - ahahaah, davvero quando descrivo Lucius ti sembra di avercelo davanti? Oooh, è una bellissima visione, sono d'accordo. Mi hai chiesto l'età di Narcissa e Lucius... io ho calcolato che dovrebbero avere intorno ai 22 - 23 anni. Spero che questo capitolo dai risvolti romantici ti sia piaciuto :-* baciiii

Thiliol - ce la metto tutta per rendere Lucius irresistibile... forse l'immagine che ho di lui si discosta troppo da quella che ha creato mamma Rowling, ma davvero, io trovo che sia un personaggio davvero attraente e carismatico. Lo amo alla follia! :-P Grazie come sempre per avermi lasciato il tuo parere sullo scorso capitolo, ti abbraccio!!

Gothik Princess - ben ritrovataaaa!! Alla fine hai visto i Doni della Morte?? *-* Mi spiace che sei sommersa dai compiti, spero riuscirai comunque a trovare un po' di tempo per seguire questa storia! E' vero, Narcissa in versione 007 mi mancava, eheheh, non avevo ancora scritto di lei nelle vesti di investigatrice. E devo dire che mi sto divertendo un mondo a immaginarla così.

Circe - se avevi perso di vista la mia storia è perché l'ho pubblicata e cancellata e ripubblicata non so quante volte. Ero davvero indecisa se scriverla o meno, ma alla fine sono felice di aver continuato... e sono già al terzo capitolo, segno che da ora in avanti andrò veloce come un treno! Tu continua a seguirmi però, lo sai che ci tengo al tuo parere ;-) Un bacioneee

Bloody Sisters - eeh, povera Andromeda! Non posso dirti ancora nulla riguardo quello che le sta succedendo perché tutto verrà svelato più avanti, con le indagini di Lucius e Narcissa, però credo tu possa immaginare!! Che te n'è parso di questo capitolo? ;-D

A prestissimooo,
un abbraccio dalla vostra NarcissaM

 

 



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Capitolo 4
*** La rabbia di Narcissa ***


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Alla ricerca di Andromeda


4° capitolo – La rabbia di Narcissa

 

Narcissa non era abituata a camminare troppo, e quel mattino lei e Lucius stavano attraversando tutto il centro di Londra.
"Da chi stiamo andando ora?" domandò col fiato corto, cercando di tenere il passo.
Malfoy non le rispose e continuò il suo cammino finché non arrivarono di fronte ad un edificio anonimo, con una porta di legno in cui brillava una targa d'argento con su scritto ARCHIVIO. Lucius entrò senza nemmeno bussare, e un tizio dinoccolato e con grandi occhiali alzò lo sguardo ed esclamò: "Malfoy!"
"Buongiorno, Tony. Siete impegnato?"
L'uomo mise da parte i suoi incartamenti e andò loro incontro. "Prego, prego. Stavo finendo di scrivere un articolo sul caso dell'assassinio di Middletorn. Emh, cosa posso fare per voi?" chiese, tirandosi su gli occhiali che scivolavano nel naso.
"Cerco informazioni su Andromeda Black" disse semplicemente Lucius.
Gli occhi penetranti del giornalista guardarono Narcissa per un lungo momento, poi tornarono su Malfoy. "Capisco. Bèh, non c'è molto. Di certo avrete già letto gli articoli che Rita Skeeter ha dedicato alla scomparsa della ragazza. Questa faccenda ci ha lasciato tutti costernati alla Gazzetta perché non si sa quasi nulla. Per molti è stato semplice liquidare la cosa come una fuga da casa e nulla più". Tony indicò le due sedie davanti alla scrivania, e Lucius e Narcissa si accomodarono. "All'inizio abbiamo valutato l'ipotesi che si trattasse di un rapimento: i Black sono una delle famiglie purosangue più in vista d'Inghilterra, e l'idea che qualcuno potesse aver rapito una delle tre eredi al patrimonio era quanto meno reale. Ma poi, come avrete letto nella Gazzetta, Rita ha azzardato l'ipotesi di una fuga romantica... una giovane ragazza che, obbligata a sottostare alle rigide regole tradizionali imposte dalla sua famiglia, decide di darsela a gambe senza dire nulla a nessuno".
"Rita Skeeter scrive un mucchio di sciocchezze! Dei giornalisti seri non dovrebbero inventarsi storie ridicole solo per giustificare il fatto che non sono riusciti ad ottenere abbastanza informazioni!" Narcissa non era riuscita a trattenersi, e si beccò un'occhiataccia di Lucius.
"L'idea della fuga non è poi così ridicola" spiegò il giornalista, guardandola con aria amichevole. "Se davvero qualcuno ha rapito Andromeda Black... perché non si è ancora fatto avanti per chiedere un riscatto in denaro?"
Lucius annuì lentamente, come se la pensasse allo stesso modo, il che fece infuriare Narcissa.
"Inoltre..." continuò il giornalista, passando un dito lungo il bordo polveroso della scrivania. "Abbiamo intervistato Emily Sinclair, una ragazza che era stata compagna di scuola di Andromeda ai tempi di Hogwarts e sua cara amica, e ci ha riferito quanto lei fosse diventata infelice e di cattivo umore nell'ultimo periodo".
Lucius inclinò la testa e gli fece segno di continuare.
"Era come spaventata, ossessionata da qualcosa, ma ogni volta che l'amica la implorava di confidarsi con lei, ecco che Andromeda si chiudeva del tutto". Tony si voltò verso i cassetti di un archivio e frugò fra le carte finché non trovò il giornale che cercava. Lo posò sulla scrivania e lo allungò verso Narcissa. "Ecco, l'intervista è pubblicata qui".
Lei fece una smorfia. "Sinclair... me la ricordo. Era una Tassorosso impicciona. Lei e Andromeda non si frequentavano affatto, siete andati proprio fuori strada". Tuttavia strappò dal giornale il pezzo con l'intervista e si alzò, e Lucius fece altrettanto.
"Grazie per le informazioni, Tony. Ti auguro buon lavoro".
"Grazie a te, Malfoy. Non perderterti il mio prossimo articolo, lo pubblicheranno domani mattina". Strizzò l'occhio all'amico, poi si volse verso Narcissa. "Arrivederci e... buona fortuna, signorina Black".
Lei lo guardò con occhi sbarrati.
"Sono certo che Malfoy riuscirà a ritrovare vostra sorella molto presto". Le sorrise leggermente, prima di tornare alla sua scrivania.
Lucius prese Narcissa per il gomito e la guidò verso l'uscita. Quando furono fuori dall'edificio, lui la guardò malamente. "Hai parlato troppo. Come al solito".
"Come ha capito chi ero? Mi conosceva?"
"Tony è intelligente, è un giornalista della Gazzetta del Profeta da anni, conosce praticamente tutti. E poi tu non sei stata particolarmente riservata" la rimproverò Lucius, severo. Poi, vendendo che il volto della ragazza si era fatto triste e scoraggiato, si chinò verso di lei e le aggiustò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. "Che cosa c'è?"
Narcissa alzò lo sguardo. "Anche tu credi che Andromeda sia fuggita, non è vero? Non hai più intenzione di aiutarmi?"
"Ho detto che avrei trovato tua sorella e lo farò. Non solo perché sono curioso di andare fino in fondo a questa faccenda, ma anche perché..." Lei si sentì formicolare la pelle quando la mano di lui scese a carezzarle la guancia e il mento. "Anche perché provo ammirazione per te, per come stai affrontando tutto questo".
"Io... voglio sapere il tuo parere. Cosa pensi di Andromeda? Dove credi che sia ora?"
"Vuoi sapere ciò che penso?" ribatté lui. "Ebbene, penso che tua sorella avesse così tanti segreti che per scoprirli tutti ci vorrà ben più tempo di quello che speravo. Sì, Narcissa. Io penso che Andromeda sia una traditrice del suo sangue, penso che Bellatrix sia una bambina capricciosa e del tutto incosciente, e penso che tu... tu sia incredibilmente forte perché le ami appassionatamente, sei devota a loro, nonostante tutto il loro egoismo".
Narcissa batté le palpebre più volte, non capendo se doveva sentirsi arrabbiata per le parole dure con cui lui aveva giudicato le sue sorelle, o se doveva gettargli le braccia al collo e e baciarlo fino a togliersi di dosso quella voglia improvvisa di scoppiare in lacrime.



Poi il rumore fastidioso di una porta che si apriva alle loro spalle li indusse a voltarsi. Un uomo col volto segnato da numerose cicatrici stava uscendo da una locanda e trascinava con poca fatica un giovane mago semisvenuto.
Narcissa vide Lucius farsi teso e scuro in viso.
"Guarda guarda chi si vede qui!" esclamò l'uomo, zoppiccando un poco verso di loro.
"Moody..." lo salutò Lucius, con voce serica. "Chi è il poveretto che ti stai portando dietro?"
Narcissa impallidì. Quello era Alastor Malocchio Moody? L'Auror che aveva già catturato più di una decina di Mangiamorte da quando la guerra era cominciata?
"Oh, non preoccuparti di questo tizio, è solo un ladruncolo che ho appena incastrato. Piuttosto... che piacevole coincidenza trovare te e... Narcissa Black, vero?" Moody fece un cenno verso Narcissa, e lei indietreggiò di un passo.
"Sì, bèh... io e la signorina Black ci stavamo recando a pranzo insieme, quindi se non ti dispiace..." Lucius fece per allontanarsi, prendendo Narcissa sottobraccio, ma l'Auror bloccò loro la strada con la sua imponente mole. "Quanta fretta!" disse ironico. "Ti rendo forse nervoso, Malfoy?" Nei suoi occhi brillavano diffidenza e astio.
Lucius lo fissò senza battere ciglio e strinse le labbra.
Moody mollò la presa dal ragazzo svenuto e cominciò a girare intorno alla giovane coppia, come un falco pronto ad afferrare con i propri artigli le sue prossime prede. "Narcissa Black, dove sono finite le tue sorelle? Sarei pronto a scommettere che sono entrambe coinvolte in oscuri intrighi. E tu, Lucius Malfoy... non nascondi un Marchio Nero dietro la manica della tua giacca dal taglio così impeccabilmente elegante? Oooh, quanto vorrei dare un'occhiata!" Fece un passo in avanti, con la mano che scivolava verso la propria bacchetta.
Lucius indietreggiò e scoccò a Narcissa un'occhiata intensa.
Qualcosa mutò in lei, qualcosa che la induceva a non cedere, a non darsi per vinta, a reagire. Una rabbia rovente e profonda crebbe dentro di lei fino ad esplodere. "Odioso babbeo!" sbottò contro Moody.
"Come?" fece lui, guardandola storto.
"Avete capito bene! Siete un uomo orrendo e odioso, state rovinando questa romantica passeggiata con le vostre insinuazioni. Le mie sorelle non sono coinvolte in nessun intrigo: Andromeda è stata rapita e Bellatrix è andata a cercarla. Per me questo è un momento di sofferenza e disperazione, e voi siete a dir poco meschino!" Moody brontolò qualcosa, ma Narcissa non lo lasciò parlare. "E come osate accusare Lucius di essere un Mangiamorte? Al contrario di voi, lui è un vero gentiluomo che sta cercando di consolarmi e aiutarmi. Ah, un Mangiamorte!" esclamò ancora. "Essere un Auror vi autorizza a vedere Marchi Neri ovunque? Credete che ne abbia uno anche io?" Con gesti stizziti prese a sollevarsi le maniche dell'abito, fino a scoprirsi completamente le braccia. "Vedete? Al contrario di quel che pensate, non siamo tutti maghi oscuri" concluse con voce appassionata.
Moody scosse la testa e voltò loro le spalle. Riprese il ladruncolo svenuto per il colletto della giacca. "Siete solo fortunati che al momento io non abbia tempo per occuparmi di voi". La sua voce era cupa e minacciosa. "Sappiate che vi tengo d'occhio. Sempre".
"Sto tremando" replicò Narcissa a denti stretti.
Finalmente anche Lucius si decise ad aprir bocca. "Andiamo, mia cara? Ti auguriamo buon pomeriggio, Moody". Fece un cenno a Narcissa, e lei si incamminò al suo fianco, stringendosi saldamente al suo braccio.



NdA: oooolè, aggiornamento lampo!! Un capitolino veloce veloce, che probabilmente non vi avrà detto niente ma che apre nuovi scenari romantici... voi continuate a leggere e vi prometto che il prossimo capitolo non vi lascerà delusi! :-p

Thiliol - anch'io mi sono innamorata di Lucius alla sua prima apparizione nella "Camera dei segreti" - solo a ripensare alla sua entrata in scena mi emoziono ç_ç! Sono contenta che la storia ti piaccia sempre di più, ti prometto che il prossimo capitolo sarà da infarto, con un Lucius più affascinante che mai *o*

Circe - vero! L'attrice che interpreta Narcissa non ha avuto molte occasioni di dimostrare la sua bravura (voglio dire, nell'ultimo film ha detto una sola parola!!) quindi... anche io come te spero che nel prossimo film le diano più spazio e sopratutto che non stravolgano troppo i fatti narrati nei libri. Per il resto... ti ringrazio come sempre dei tuoi complimenti, sono graditissimi =^^= Fammi sapere come ti è parso anche quest'altro!!

G
othik Princess - oooh, davvero ti sei iscritta alla mia pag. di FB su Narcissa? Graaande, ho notato che ultimamente si stanno iscrivendo in tantissimi *-* forse Narcissa ha fatto colpo nel cuore dei potteriani, chissà! Come mai non ti piace la McCrory? Io sto cominciando ad amarla moltissimo, invece. Questione di abitudine. Un bacio!

Lione94 - sììì, devo ammettere la scena in cui lei gli porta la cena è piaciuta anche a me che l'ho scritta, ghghgh! Ho provato proprio ad immaginare la faccia sorpresa di Lucius quando si vede arrivare Narcissa col vassoio, tutta preoccupata per lui che lavora troppo... come una vera coppietta di coniugi, insomma!

Zukkerosa - mi perdoni per non averti avvisato? Avrei dovuto dirti che cominciavo una nuova storia, solo che fino all'ultimo non ero certa se scriverla o meno... però alla fine eccola qua! Ho aggiornato in frettissima, visto che non ti faccio aspettare?! :-*

CaroF - grazieee, sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere. Io faccio del mio meglio ;-) Baci

A presto con un nuovo romanticissimo capitolo,
vostra NarcissaM

 

 



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Capitolo 5
*** Un ospite inaspettato ***


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Alla ricerca di Andromeda


5° capitolo – Un ospite inaspettato

 

 

Narcissa sedeva davanti alla specchiera analizzando il proprio aspetto da tutte le angolazioni, girando lentamente la testa a destra e a sinistra. Sapeva di essere bella, eppure gli eventi delle ultime settimane avevano sciupato il suo viso molto più di quanto lei stessa volesse ammettere.
Sospirò. Quella giornata era stata davvero intensa, e l'incontro-scontro con Malocchio Moody l'aveva stremata.
Perché aveva reagito così impulsivamente? Non era sorpresa di aver difeso a spada tratta le sue sorelle - quella non era di certo la prima volta che succedeva - ma il modo in cui si era fatta avanti per proteggere Lucius aveva dell'incredibile persino per lei. Che cosa accidenti le era preso?
Narcissa era certa che Lucius non avesse preso bene la cosa. Dopo l'episodio, lui non le aveva più rivolto la parola e aveva proseguito il tragitto verso Malfoy Manor senza nemmeno degnarla di uno sguardo. Poi si era rinchiuso nel suo studio e non era più uscito da lì.
Sentendosi triste e piena di oscuri pensieri, la ragazza capì che non avrebbe chiuso occhio quella notte. Non senza prima aver chiarito quella situazione con Malfoy. Doveva parlargli, anche a costo di sentirsi dire cose spiacevoli e offensive. Scalza e con solo una lunga camicia da notte addosso, Narcissa uscì dalla propria camera e scese la scalinata che portava al piano di sotto. Raggiunse la porta dello studio di Lucius, ma scoprì con sorpresa che lui non era più lì.
La villa era avvolta nel buio e nel silenzio più totale, e per un attimo Narcissa fu tentata di ritornare alla propria camera e lasciar perdere.
Poi attraversò il salotto e lo vide: Lucius era seduto su una poltrona davanti al fuoco scoppiettante del caminetto, la testa china racchiusa fra le mani. Accanto a lui, su un basso tavolino, c'era un calice di vino elfico e alcune lettere che erano già state aperte.
Narcissa si fece avanti e lo chiamò con un sussurro. "Malfoy..."
Lui non si voltò, ma la sua voce mortifera la raggiunse. "Credevo stessi dormendo ormai..."
Lei si avvicinò ancora. Raggiunse il tavolino e raccolse fra le dita una delle tante lettere. "Chi ti scrive? Ci sono novità?"
"Zuck è stato rilasciato" mormorò Lucius, come se la cosa non avesse importanza. Continuò a tenersi il capo fra le mani, senza alzare lo sguardo su Narcissa. "Mi ha ringraziato e mi ha assicurato che incomincerà le ricerche di tua sorella immediatamente".
"E' fantastico!" esclamò la ragazza, portandosi una mano al cuore.
"No che non lo è!" sbottò Lucius adirato. Si alzò dalla poltrona con uno scatto rovesciando il tavolino, e il calice di vino s'infranse nel pavimento con un fragore che spaventò Narcissa. "Ma non capisci? Le indagini sono a un punto fermo, non siamo ancora riusciti ad avere una sola, piccola informazione. Non abbiamo niente... niente!"
Narcissa singhiozzò leggermente. "Sei arrabbiato con me, vero? Per quello che ho detto a Moody stamattina..."
"Sì, sono arrabbiato". Gli occhi di lui incrociarono i suoi e poi corsero lungo la sua figura. "Ma non ce l'ho con te" la rassicurò, e il sollievo investì Narcissa come un'ondata. "Sono furioso solo con me stesso". Lucius strinse la mani a pugni, voltandosi a guardare le fiamme crepitanti nel camino.
"Comincio a chiedermi se sono io che sto proteggendo te o se sta succedendo il contrario. Chi sta aiutando chi?"
"Tu stai facendo il possibile, Malfoy, e io lo apprezzo moltissimo"
si affrettò a dire Narcissa, posando una mano sul suo braccio solo per ritrarsi un attimo dopo, come se quel contatto le avesse bruciato le dita.
"Ma tu, Narcissa... quello che hai fatto oggi, il modo in cui hai mentito per difendermi da quel ficcanaso di Moody... oh! Eri così fredda, sicura, determinata". Si volse a guardarla, il volto contratto in un'espressione indecifrabile. "Sei stata stupenda".
Lei si inumidì le labbra, il complimento le colorò le gote. "Sono... sono sempre stata molto brava a dire le bugie". Gli sorrise lievemente, ma Lucius rimase serio e i suoi occhi sfumarono in un colore più intenso.

"Perché lo hai fatto, Narcissa?"
"Mi pare ovvio, Malfoy! Non posso permettermi che tu venga rinchiuso nella cella di una prigione. Mi devi aiutare a ritrovare Andromeda, e non puoi di certo farlo da Azkaban".
"Ah, sì? Lo hai fatto solo per questo motivo?" Lucius le si avvicinò di un passo, le prese un polso e delicatamente lo portò alla bocca.
Narcissa cercò disperatamente qualcosa da dire, ma in quel momento le parve impossibile comporre anche solo una parola sensata. Non mentre le labbra di Lucius premevano sul suo polso, nel punto in cui il sangue pulsava violentemente. D'istinto tirò indietro la mano, perché il suo respiro caldo sulla pelle le incendiava le vene in modo insopportabile. "Credo che andrò a dormire" le riuscì di sussurrare.
"No" obiettò semplicemente Lucius, facendosi avanti e prendendola fra le braccia prima che lei potesse sfuggirgli. Se la strinse contro con trasporto, baciandole i capelli e mormorando il suo nome più e più volte.
Lei se ne stette rigida, con le braccia ciondolanti lungo i fianchi e il cuore che minacciava di esploderle in petto. Il respiro le si bloccò alla gola mentre la consapevolezza che Lucius l'avrebbe baciata si faceva deliziosamente strada nella sua mente.
Schiuse le labbra senza rendersene veramente conto, e tenendo gli occhi socchiusi attese. Gemette quando finalmente lui cercò la sua bocca.
Un desiderio bruciante spazzò all'istante ogni altro pensiero dalle loro menti. Lucius le fece clinare la testa all'indietro, gustandosi la sua dolce sottomissione, e affondò una mano fra i suoi capelli reggendole la nuca, mentre con l'altra le accarezzava la schiena facendo frusciare la seta della sua vestaglia.
Nacissa provò ogni genere di strane sensazioni, qualcosa che le si attorcigliava nel ventre e che divampava come un fuoco dagli angoli più remoti e segreti del suo corpo. "Oh..." sospirò contro la sua bocca, mentre lui la tempestava di piccoli, inebrianti baci. Sapeva che doveva staccarsi da lui immediatamente e invece gli si aggrappò, con le dita che gli torcevano il tessuto della giacca. Chiedeva di più, molto di più. E Lucius la accontentò.
Il bacio si fece più profondo, languido, esplorativo, e l'abbraccio divenne più stretto. Il corpo di lei si inarcò, malleabile come creta fra le sue mani, e si sentì fragile e perduta, del tutto in balia di quelle sconosciute e incredibili sensazioni.


Non si accorsero nemmeno, presi com'erano nel loro abbraccio, di non essere più soli nel salotto. Soltanto quando sentirono un lieve squittio alle loro spalle, interruppero il bacio e si voltarono. L'elfo domestico, fermo sulla soglia, si stava torcendo le mani con evidente imbarazzo. "Dobby chiede scusa, padrone... Dobby non voleva disturbare, ma..."
"Spero per te che sia qualcosa di importante, stupido elfo" ringhiò Lucius, trattenendo a stento la rabbia.
"C'è un ospite, padrone. Un ospite per voi".
"Bèh, non voglio incontrare nessuno. Mandalo via, chiunque egli sia". Liquidò l'elfo con un gesto secco della mano, e tornò a dedicarsi a Narcissa, baciandola sul collo con foga.
"Ma... ma padrone, si tratta del signorino Regulus" disse ancora Dobby, cercando di guardare altrove.
Nell'udire quel nome, Narcissa lanciò un breve gridolino di sorpresa e sciolse l'abbraccio. "Mio cugino è qui?"
Un ragazzo alto e attraente oltrepassò Dobby e avanzò nel salotto. "Malfoy!" Puntò immediatamente verso di lui, senza accorgersi nemmeno della presenza di Narcissa.
"Che cosa ci fai qui, sciocco ragazzino? E' notte fonda, torna domani mattina".
"Hai parlato con il Signore Oscuro?" domandò il ragazzo, per nulla intimidito dai modi imperiosi di Lucius. "Avevi promesso che avresti parlato con lui, che avresti messo una buona parola su di me. Perché non è ancora venuto a chiamarmi?"
Lucius scosse la testa. "Mi spiace, io... ho avuto altro da fare in questi giorni. Ma ti ho promesso che saresti diventato Mangiamorte e così sarà".
Regulus mise il broncio. "Hai avuto altro da fare, eh?" Solo allora si rese conto della ragazza in vestaglia da notte che lo stava fissando con occhi stupefatti. "Na-Narcissa? Sei proprio tu?"
"Cugino!" Lei gli andò incontro e lo abbracciò con calore. "Quanto sei cresciuto! Stento a riconoscerti". Non era più il ragazzino dai lineamenti morbidi e regolari che lei ricordava, bensì un giovane, affascinante uomo dallo sguardo tenebroso.
"Sono felice di rivederti, Cissy! Ma..." Il sorriso di Regulus si irrigidì, mentre alternava lo sguardo da lei a Lucius. "Che cosa ci fai tu con Malfoy?"
Lei avvampò. "Non è come credi! Lucius mi sta solo aiutando a ritrovare Andromeda".
Regulus emise un basso fischio e si rivolse a Malfoy. "E' per questo motivo che non hai ancora avuto modo di parlare con l'Oscuro Signore? In tal caso ti perdono, però non avresti dovuto tenermelo segreto".
Lucius alzò gli occhi al cielo. "Che cosa vorresti dire?"
"Che voglio darvi una mano! Andromeda è mia cugina, anche io voglio trovarla. Ditemi cosa devo fare e mi metterò subito al lavoro".
Il volto di Narcissa si illuminò in un sorriso pieno di affetto; era la stessa espressione che aveva quando parlava delle sue sorelle e Lucius non mancò di notarla. Come sempre rimase colpito dall'amore che Narcissa nutriva per la propria famiglia, e provò un lieve fastidio al petto, qualcosa di molto simile alla gelosia.
"Allora? Che ne pensi, Malfoy? Posso aiutarvi nelle ricerche? Sono certo che questa impresa metterà in mostra le mie capacità e ti renderai conto che sono meritevole di entrare a far parte dei Mangiamorte".
"Non ci serve il tuo aiuto, Regulus".
"Oh, andiamo!" intervenne Narcissa. "Perchè no? Una mano in più fa sempre bene. Reg, tu che cosa sai della scomparsa di Andromeda?"
Il ragazzo si passò una mano tra i folti capelli. "So quello che dicono in giro: che è scappata di casa. Naturalmente sai cosa ne pensano mia madre e mio padre; per loro è impossibile che Andromeda abbia deciso di infangare il buon nome della nostra famiglia fuggendo con chissà quale gentaglia". Fece una pausa, meditando su un pensiero improvviso. "Io credo che... dovreste chiedere a Sirius".
"Tuo fratello sa qualcosa?" chiese Lucius, improvvisamente interessato.
"Bhè, io... penso di sì. Lo sai anche tu, Cissy: lui e Andromeda passavano più tempo insieme di una coppia di sposi. Se non sa lui dove si trova adesso, non vedo chi altri dovrebbe saperlo".
Narcissa sembrò rifletterci un attimo. "Non vedo Sirius da moltissimo tempo".
"Già" borbottò il ragazzo. "Da quando se n'è andato di casa neanche io l'ho più visto. Mi ha scritto una o due lettere per convincermi a non diventare Mangiamorte, ma io non gli ho mai risposto". L'espressione di Regulus si fece di colpo infelice e stanca. "Però credo che voi dovreste provare a rintracciarlo".
"Grazie del suggerimento, Regulus". Lucius gli diede una leggera pacca sulla spalla. "Ti giuro che non appena tutta questa storia sarà finita mi dedicherò unicamente a te e al tuo ingresso fra i Mangiamorte".
"Mmmh, va bene".
"E adesso... sparisci" disse Malfoy, indicandogli l'uscita.
"Non ti stanchi mai di dare ordini a tutti?" sbuffò il ragazzo.
Narcissa rise nel vedere il faccino immusonito di suo cugino, e lo salutò con un grande bacio sulla guancia. "Grazie di tutto, Reg. Appena ritroveremo Andromeda sarai il primo a saperlo".
"Buonanotte, cugina". Abbassò la voce e aggiunse: "Mi raccomando, stai attenta a Malfoy. Se osa anche solo sfiorarti con un dito giuro che io..." Non riuscì a terminare la frase perché Lucius lo agguantò per il colletto del cappotto e lo trascinò di peso fuori dal salotto.

 



NdA: dopo una settimana stressante a lavoro e un mal di testa perenne che non voleva saperne di andarsene, sono riuscita a terminare questo capitolo. Ooolè!! Spero che sia stata di vostro gradimento - anche se Regulus ha rovinato un momento molto passionale con il suo arrivo! ;-p

Grazie come sempre a chi mi ha lasciato una recensione nello scorso capitolo!

SmileyCissy - caspita, quanti complimenti! Grazie davvero di cuore. Vuoi sapere le mie impressioni sui Doni della Morte? Oh, bèh... l'ho adorato e l'ho già visto più volte - in realtà solo le scene in cui compaiono i Malfoy! :-p Me le riguardo continuamente in streaming, eheh. Anche se Narcissa compare pochissimo, ha un ruolo marginale e dice solo una parola... bèh, è sempre un'emozione per me vederla di fianco a Lucius. Un sogno!

Circe - ahah, grazie per avermi 'recensita' anche se eri di fretta!! Eh sì, Lucius si sente molto attratto dalla nostra Narcissa, non solo per il suo aspetto ma anche per il carattere che dimostra. Piaciuto il bacio?

Gothik Princess - sei un'attrice?! Wow, che invidia!! Sì, in effetti la McCrory non è molto espressiva, però concordo con te sul fatto che i suoi vestiti nel film siano qualcosa di... MERAVIGLIOSO!!

Lione94 - sei riuscita a vedere il film?? Dai, fammi sapere!! :-D Per quanto riguarda Moody... eheh, si è visto che non lo amo particolarmente come personaggio, vero? :-p

Zukkerosa - in questo capitolo ce l'ho messo un po' di... zucchero!! Come ti è sembrato il primo bacio fra Lu e Cissy?

Bloody Sister - ahah, anche a te non sta simpatico Moody a quanto leggo. Sono felice che la reazione di Narcissa alle sue accuse ti sia piaciuta. Hai visto che grinta? ;-)

Al prossimo capitolo, non perdetevelo! Ci sarà anche Sirius!!
NarcissaM

 

 



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Capitolo 6
*** La Taverna del Lupo Solitario ***


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Alla ricerca di Andromeda


6° capitolo – La Taverna del Lupo Solitario

 

"Cosa stai facendo?"
La voce di Lucius le giunse inaspettata e la fece sobbalzare. Narcissa non si voltò. Non era certa di poterlo affrontare, di poterlo guardare negli occhi... non dopo quello che era accaduto fra di loro la sera precedente. Il semplice ricordo del loro bacio bastava a mandarla in confusione annullando ogni altro pensiero.
"Allora?" mormorò Lucius, dietro di lei. "Che combini?"
"Io... stavo tentando di riparare questo grammofono" spiegò lei in un sussurro, armeggiando con la bacchetta su un vecchio giradischi consumato. "Ha l'aria di essere fermo da molto tempo".
"Sì, da anni" disse lui alle sue spalle. "I miei genitori utilizzavano sempre questa ala della casa per dare feste e balli, ma... sembra passato un secolo dall'ultima volta. Volevi sentire della musica? Aspetta... se non sbaglio qui da qualche parte dovrebbero esserci due o tre dischi in vinile".
Narcissa si volse finalmente a guardarlo: Lucius si era inginocchiato ad aprire le ante di un pregiato e antico mobile, e aveva cominciato a passare a rassegna numerosi dischi impolverati. "Dove sei stato questa mattina?"
"Non lo indovini?" fece lui, beffardo. "Ho raccolto qualche informazione sul tuo caro cugino Sirius. Ora so dove trovarlo, e stasera andremo a fargli visita. Oh, ecco! Questa musica dovrebbe piacerti". Si alzò e le passò un disco dalla superficie consunta.
Lei lo posizionò con cura sul giradischi e spostò la puntina. Le prime note di un ballabile motivetto cominciarono a vibrare nell'aria riempendo il silenzio.
Lucius le sorrise con aria da mascalzone e le tese una mano. "Posso avere l'onore di danzare con voi, milady?"
Narcissa titubò un attimo, ma alla fine cedette alla tentazione... era davvero da troppo tempo che non ballava con qualcuno, e più esattamente da quando la guerra nel mondo magico era cominciata, costringendo tutti quanti a dire addio a ricevimenti e frivolezze.
Cauto, Malfoy la condusse al centro della sala e cominciò ad accompagnarla nella danza. Ogni passo era eseguito con precisione e gusto; Lucius sapeva come muoversi. Narcissa pensò che non aveva mai conosciuto un uomo come lui. Aveva qualche difetto? Oh, bèh... certe volte si comportava come un orso e le sue frecciatine la mandavano su tutte le furie. Ma negli ultimi giorni si era un po' ammorbidito nei suoi confronti. Anche ora, mentre la faceva volteggiare per la sala, riusciva a farla sentire meravigliosamente bene e a farle dimenticare un po' i propri guai.
Poi la musica cambiò. Una melodia malinconica e lenta sostituì la canzone precedente, e Lucius avvicinò Narcissa a sé per vedere meglio nei suoi occhi azzurri ciò che lei tentava di nascondergli. I loro corpi si sfiorarono, ed entrambi furono percorsi da un'ondata di calore.
"Dimmi di Sirius" mormorò lei, in un vano tentativo di incominciare una conversazione che scacciasse via l'imbarazzo. "Dove si trova?"
Lui la strinse ancora un po' a sé, e a lei mancò il fiato quando il proprio seno si premette sul suo petto. "Vuoi davvero parlare di questo?"
"S-sì. Voglio sapere dove andremo questa sera" ribadì Narcissa, tesa come la corda di un violino. Tentò di guardarlo con aria sprezzante e allo stesso tempo gli si aggrappò.
"Come vuoi" acconsentì lui, anche se con evidente disappunto. "Fonti sicure mi hanno riferito che Sirius incontrerà il suo amico Remus Lupin alla taverna del Lupo Solitario proprio questa sera. Ceneranno insieme, come due piccioncini".
"La taverna del Lupo Solitario? Santo cielo!" esclamò Narcissa, inorridita. "E' un covo di babbani e di ibridi. Non vorrai davvero trascinarmi in un luogo simile?"
"Abbiamo bisogno di incastrare tuo cugino ad un angolo se vogliamo rubargli tutte le informazioni possibili. Da quello che ho capito tu e lui non andate molto d'accordo, e potrebbe essere molto riluttante a parlare con te".
"Sì, però..." Lei singhiozzò.
"Suvvia, sei stata così coraggiosa quando siamo andati al carcere del Ministero. Puoi affrontare anche questa prova, ne sono certo". Lui la tirò di nuovo contro di sé mentre danzavano, e quando abbassò la testa i suoi occhi diventarono color fumo. "Non dimenticare che io sarò con te".
Narcissa abbozzò un sorriso, riflettendo sul fatto che era proprio di Lucius che aveva terribilmente paura. Era lui a mettere in pericolo il suo cuore, era lui a renderla vulnerabile e persa con la sua sola presenza, era lui che la induceva a desiderare cose folli e assurde, come avvicinare le labbra alle sue e...
Di colpo la musica cessò e calò il silenzio. Narcissa si scostò a malincuore da lui e indietreggiò. "Va bene, allora. Stasera affronterò Sirius. Voglio rivedere mia sorella, lo faccio solo per questo motivo".


Era già buio pesto quando Lucius e Narcissa si materializzarono davanti alla Taverna del Lupo Solitario.
Entrambi erano incappucciati e ammantati di nero: l'obiettivo era cercare in ogni modo di passare inosservati per tendere un agguato a Sirius. Tuttavia Lucius dubitava che le teste degli uomini non si sarebbero voltate tutte verso Narcissa; quella sera lei era più tenebosa e sensuale che mai, anche con quel cappuccio che nascondeva in parte i capelli e il colore magnifico dei suoi occhi, ora appesantiti da ombre scure.
"Sono... sono pronta" la sentì dire con voce malferma, e per infonderle coraggio le mise un braccio sulle spalle.
Entrarono nella taverna e Narcissa fu sorpresa nel vedere quanta gente c'era. Non immaginava che in un posto solo potessero starci così tante persone.
Per pura fortuna trovarono un tavolo che si era liberato proprio mentre ci passavano accanto. Non era il punto migliore della sala, centrale com'era, ma dava un buona visuale dell'ingresso principale. "Tuo cugino dovrebbe arrivare da un momento all'altro" disse Lucius, chinandosi verso di lei.
Narcissa annuì, il cuore le batteva forte mentre restava in costante attesa. Vide una cameriera attravesare con velocità la calca fino a raggiungere il loro tavolo. Indossava un busto strettamente fasciato, il petto ampio che premeva per uscire dal corpetto, ma aveva anche una faccia dura e rughe profonde intorno agli occhi e alla bocca.
"Cosa posso portarvi?"
"Quello che consigliate voi, signorina" rispose Lucius con un'espressione sfacciata.
Lo sguardo della cameriera si addolcì solo per lui. "Bene. Torno subito". Gli fece l'occhiolino e a Narcissa riservò appena un'occhiata gelida.
Sentendosi a disagio e completamente fuori luogo, lei si appoggiò alla sedia e si guardò attorno circospetta. La gente che frequentava quel posto era feccia vera e propria, mezzosangue e probabilmente anche babbani. Ad un angolo vide un uomo e una donna appartati che si contorcevano l'uno sull'altra, le bocche fuse e le mani in continuo movimento. Arrossì e distolse lo sguardo.
La cameriera tornò poco dopo con due boccali pieni. "Questa bevanda è la specialità del Lupo Solitario" spiegò, protedendosi verso Lucius. Narcissa pensò di non aver mai assaggiato niente di altrettanto atroce, ma si sforzò di bere a piccoli sorsi.
Poi, dopo qualche minuto, Lucius posò il proprio boccale e si abbassò su Narcissa, strofinando la faccia contro il suo collo. Quando lei ebbe uno scatto, le afferrò una mano. "Rilassati. Osserva alla fine del bancone: non è tuo cugino quello? Non farti notare mentre guardi, inclina la testa all'indietro".
Lei fissò il punto indicato, ma le riusciva difficile pensare mentre Lucius seminava di baci la sua gola. Vide Sirius - si era fatto crescere i capelli e aveva un po' di barba, per questo non lo aveva riconosciuto prima - che rideva e mangiava seduto davanti a un altro ragazzo, ma tutto le parve ondeggiare e svanire dalla sua visuale quando le labbra di Lucius si chiusero sul lobo del suo orecchio.
"Non chiudere gli occhi. Dimmi cosa vedi. Sottovoce".
"E' Sirius" confermò, ma il respiro le usciva a fatica. "Dovrei andare da lui e..."
"No. Avviciniamoci piano e cerchiamo di sentire cosa si stanno dicendo" suggerì Lucius, prendendola per un fianco e sollevandola dalla sedia. La tirò a sé per un bacio infuocato che la lasciò intontita. Un bacio rude, aspro, studiato. Presto Narcissa si ritrovò schiacciata contro un muro, ma le era chiaro che quella era una posizione strategica. Da lì, infatti, la conversazione fra Sirius e Remus le arrivava chiaramente.
"Non m'importa di quello che pensa la mia famiglia: da quando me ne sono andato da quell'inferno di casa vivo molto meglio".
"Ma non ti mancano i tuoi parenti, Sirius?"
"Nemmeno un po'. E' evidente che non li conosci, Remus. Sono la peggior specie di maghi in circolazione, con la loro fissa per il sangue puro e le loro arie. A cominciare dalle mie adorabili, pazze cuginette..."
A Narcissa sfuggì un lieve gemito indignato, immediatamente soffocato dalla bocca di Lucius. Lui le fece salire una mano dal fianco fino al seno, e le sussurrò all'orecchio: "Calma e ascolta".
"Credo che Bellatrix sia diventata Mangiamorte".
"Come puoi dirlo?" fece Remus, tagliando con il coltello una bistecca al sangue.
"Ne sono quasi certo. Ovviamente Andromeda è l'unica mia parente che si salva" continuò a dire Sirius, tra un boccone e l'altro. "Ha fatto proprio bene ad andarsene da quella gabbia di matti".
"Ti ha preso da esempio, allora?"
"Non proprio: io ho fatto un gran baccano e ho creato un bel po' di scompiglio andandomene di casa, mentre lei... bèh, è scomparsa da un giorno all'altro senza far rumore. Una fuga di gran classe!" Sollevò un calice in un brindisi e rise forte.
"Lei... non è fuggita" ringhiò Narcissa, stringendo i pugni.
"Shh, shh" le sussurrò Lucius contro la pelle. Con il pollice iniziò un lento cerchio intorno al suo seno, e le proteste di Narcissa morirono sul nascere. Tutta la sua indignazione svanì, il suo corpo ondeggiava, sprofondava contro quello di lui, come un serpente incantato. I suoi occhi lottavano per rimanere aperti mentre le labbra di Lucius si spostavano ancora, assaggiandola nei suoi punti scoperti.
"Ma toglimi una curiosità, Sirius: pensi di rivedere Andromeda presto?" stava chiedendo Remus in quel momento, non troppo distante da loro.
"No. Non credo. In realtà non ho idea nemmeno di dove sia andata" sospirò l'altro. "Te l'ho detto, ha fatto tutto in punta di piedi, è stata attenta. Forse non la rivedremo... mai più".
Dapprima Narcissa riuscì a concentrarsi appena su quelle parole, ma quando il loro vero significato si fece strada nella sua mente, strinse con più forza Lucius, e lui l'abbracciò per darle conforto. Le fece inclinare gentilmente la testa e scrutò i suoi occhi. Erano lucidi e infinitamente tristi. "Puoi uscire allo scoperto ora, se vuoi..."
Lei batté le palpebre due o tre volte, per scacciare via le lacrime. Poi si levò il cappuccio e, svoltando il muro, si mostrò a Sirius.
Non appena la vide, il cugino balzò in piedi con la bacchetta alla mano. "Narcissa!" I suoi occhi corsero su di lei, ostili e diffidenti. "Non dirmelo: sei qui per me, vero? Che cosa vuoi?"
"Hai un vantaggio su di me" disse lei, fredda e pallida. "Conosci più cose su mia sorella di quante ne sappia io, che abitavo sotto il suo stesso tetto".
Sirius fece un verso derisorio. "Io non so proprio un bel niente su Andromeda. Le mie sono solo supposizioni, cugina cara". Sorrise come una canaglia impertinente. "Voglio dire... chi mai vorrebbe avere delle sorelle come... te e Bellatrix? Onestamente non so come lei sia riuscita a resistere tanto a lungo".
"Bastardo!" Narcissa lo colpì con una spinta che lo mandò di nuovo a sedere sulla sedia. Poi si passò la mano sul mantello per ripulirsi, come se il semplice contatto con Sirius le avesse attaccato la peste.
Il ragazzo rise ancora. Ora pareva brillo e molto divertito. Assunse una postura rilassata e un'aria sorniona. "Segui il mio consiglio, cugina: non stare a disperarti per lei e non cercarla. Andromeda sta molto meglio senza tutti voi. E io pure".
Narcissa non gli rispose. Semplicemente si voltò e si fece strada a spintoni verso l'uscita della taverna, come se non sopportasse di restare in quel posto un solo istante di più.
Lucius, che aveva ascoltato e osservato la scena nascosto nell'ombra, scosse il capo sconsolato. E solo quando fu certo di non essere visto né da Sirius né da Remus, uscì a sua volta dal locale.



NdA: speeeero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, miei fedelissimi lettori! :-p In questo momento sono in ufficio a fingere di lavorare, anche se in realtà sto fantasticando a occhi aperti su Lucius e Narcissa, eheheh! °-° Nel prossimo capitolo vedrete fuoco e scintille fra di loro, quindi non perdetevelo!!

Grazie di cuore a chi mi ha lasciato una recensione:

Lione94 - concordo su tutto quello che hai detto riguardo al film!! Mmmh, per la seconda parte sono moooolto preoccupata. Ho letto strane interviste a Jason Isaacs in cui dice che il destino di Lucius cambia rispetto a quanto c'è scritto nel libro... PANICO!! Spero solo non lo facciano morire o qualcosa del genere, altrimenti faccio una strage!

Thiliol - contenta dell'apparizione di Sirius? °-° Spero di aver descritto bene la scena, nella mia mente me la sono ben figurata ma non so se ho reso bene il tutto. Ahahah, davvero ti è partito l'applauso quando Narcissa ha risposto male a Moody? XD

Circe - come ti è sembrato l'incontro fra Narcissa e Lucius? Ooooh, sai che ci tengo particolarmente alle tue impressioni, e sono strafelice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Se vuoi vedere qualcosa di veramente romantico e focoso... aspetta il prossimo capitolo! *-* uhuhuh!

Bloody Sisters - Non so se farò ancora apparire Regulus, non ho ancora un'idea ben precisa di come si evolveranno le cose. Ma... per te potrei dedicargli un altro capitolino! Vedremo!! E di Sirius che mi dici? Piaciuta la sua comparsa in scena?

Zukkerosa - oooh, anche io vedo Lucius come un tipo molto possessivo e geloso delle sue cose. E Narcissa diventerà la sua futura moglie, quindi è abbastanza realistico che voglia tutto il suo amore per sé, eheh! Un bacione!! :-*

Gothik Princess - piaciuto lo scontro fra Narcissa e Sirius? Spero di non averlo trattato troppo male, visto che è uno dei tuoi personaggi preferiti! ;-) Per quanto riguarda il mio lavoro... mmmh, mi occupo di e-commerce (vendite online!) per un sito web moooolto famoso. La casa dei Malfoy nel film? Oh, l'ho trovata perfetta, esattamente il luogo che ti immagini per due come Lucius e Narcissa. STUPENDA! Mancavano solo i pavoni albini... sarò sciocca ma mi aspettavo di vederne spuntare uno da dietro le siepi, ghgh!

Smiley Cissy - Narcissa ancora non si rassegna all'idea che Andromeda sia fuggita, e continuerà a cercarla fino a che non saprà tutta la verità. Ehi, non c'è nulla di male a sbavare dietro a Lucius *.* sto facendo del mio meglio per renderlo affascinante al punto giusto (mi sono particolarmente impegnata per descrivere la scena del ballo, spero tu abbia apprezzato! :-D)

AL PROSSIMO CAPITOLO!
NarcissaM

 

 



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Capitolo 7
*** Passione, sentimento e morte ***


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Alla ricerca di Andromeda


7° capitolo – Passione, sentimento e morte

 

Era ormai notte fonda quando Lucius e Narcissa fecero ritorno a Malfoy Manor.
Lei non aveva più detto una parola, furiosa com'era dopo lo scontro avuto con Sirius, e si era diretta a passo spedito verso i piani di sopra.
"Vai già a dormire?" chiese Lucius, seguendola su per le scale. "Non vuoi neanche parlare di quello che è successo stanotte?"
"Bè, Lucius..." Le sembrava sciocco continuare a chiamarlo Malfoy dopo tutti i baci che si erano dati. "Sono molto stanca, arrabbiata e amareggiata. In tutta onestà ti dirò: non ho voglia di parlare di un bel niente". Aprì la porta della camera da letto, decisa a barricarcisi dentro, ma Lucius fu più lesto ed entrò con lei nella stanza.
"Io credo che dovremo parlare di quello che abbiamo sentito da tuo cugino". Si appoggiò allo stipite della porta e le sorrise pigramente. "Sembrava piuttosto convinto quando parlava di una fuga di Andromeda, non ti pare?"
"Lui si sbaglia. Si sbaglia su tutto". Narcissa incrociò le braccia al petto ed evitò il suo sguardo. Per un po' rimasero in silenzio, fino a quando lei non ammise ciò che provava nel profondo del suo cuore. "Le mie sorelle... mi mancano. Andromeda mi manca". La nostalgia le spense gli occhi e le levò via ogni forza.
Sentì Lucius farsi avanti e prenderla gentilmente fra le braccia. "Mi dispiace. Ma... questa non è stata una serata tanto male dopotutto" commentò con voce calda, tenendola stretta.
"Oh, certo! Era davvero necessario per te baciarmi così, davanti a tutta quella gente?" sbottò Narcissa, cercando di divincolarsi dal suo abbraccio.
"Dovevamo avvicinarci di soppiatto per ascoltare la conversazione di tuo cugino" disse in propria difesa Lucius, guardandola con occhi penetranti. "Siamo stati scambiati per una coppia di innamorati che davano sfogo alla loro bruciante passione, e nessuno badava a noi a parte qualche curioso pervertito. E' stata una buona tattica. Tuttavia, lo confesso, mi è piaciuto baciarti".
Narcissa emise un verso di scherno. La sfida era troppo interessante, e lei aveva un bisogno disperato di quelle punzecchiature dopo un'altra giornata inconcludente e faticosa. "Cos'è che avevi detto su di me? Che ero carina ma che non incontravo i tuoi personali gusti, ti ricordi? Che non dovevo temere".
"Sì, l'ho detto. Bèh, era una bugia. Dovevo pur convincerti a trasferirti da me" la derise lui. "Ora vuoi farmi credere che a te non sia piaciuto baciarmi?"

"Sì... no!" Narcissa andò nel panico. Gli rivolse uno sguardo colmo di esasperazione, quasi implorante. "Ooh, per favore!"
"Per favore... cosa? Per favore baciami ancora o per favore lasciami in pace?"
La bocca di Lucius incontrò la sua prima che lei potesse rispondere alla sua domanda.
Narcissa rimase stupita per un secondo. Poi il battito del suo cuore accellerò. Quello era un nuovo tipo di bacio che esplorava e interrogava. Non era per scena, non era una finzione. "Oh, Lucius... no!" gemette lei. "Ti prego".
"Adoro il modo in cui tenti sempre di mantenere il controllo". Le labbra di lui corsero lungo il suo mento, sulla gola, catturarono un punto sensibile, e lei si inarcò, l'aria che le fuggiva dai polmoni.
"Tu mi vuoi, lo vedo nel tuo sguardo. Nascondi tutta la tua passione dietro aculei velenosi che indossi con tanto orgoglio, ma non mi inganni. So di cosa hai bisogno". Le mise entrambe le mani fra i capelli e la attirò a sé per baciarla di nuovo. Un altro bacio, inebriante e possessivo.
E in lei si accese una sofferenza deliziosa. Il piacere le risalì lungo la spina dorsale, il calore le sfrecciò nel corpo. Istintivamente lei si fuse con lui e si diede dieci volte della stupida. Il suo futuro era confuso e oscuro, e lei non sapeva bene se la quiete sarebbe mai arrivata; ma Lucius le stava offrendo qualcosa... qualcosa di estremamente piacevole, e pericoloso anche. Forse, dopo averla avuta per una notte, lui l'avrebbe abbandonata al proprio destino, ma in quel momento a lei non importava.
La testa le cadde all'indietro quando lui la baciò lungo il collo fino alla scollatura dell'abito. La stava cospargendo di baci diabolici e di parole seducenti appena sussurrate. Le prese un seno in una mano, con le dita che premevano, e lei sentì che presto le gambe avrebbero ceduto. Non si era mai sentita così. Mai nella sua vita.
Lui la baciava e faceva lavorare le dita sui laccetti del suo abito e del bustino. E allo stesso tempo lei tentava freneticamente di sbottonargli la camicia, di sfilargliela dai calzoni.
Gli occhi di Lucius erano fieri e trionfanti. Sollevò Narcissa senza fatica, stringendosela contro, e la distese sul letto. Era riuscito chissà come a scioglierle i lacci e a liberarla dagli indumenti. La pelle gli bruciava, la sua mente era come bloccata mentre ammirava quel corpo meraviglioso. I suoi baci diventarono d'improvviso più languidi, più esigenti.
"Fai così con tutte?" riuscì a sussurrare Narcissa, con voce ansiosa.
Lo sentì irrigidirsi. "No. Al contrario di quel che pensi, io non ho nessun harem". Si soffermò sul suo labbro inferiore, prendendolo fra le proprie labbra prima di rilasciarlo con uno schiocco. Ondeggiò contro di lei e Narcissa rispose a quel movimento. Le uscì un gemito quando qualcosa di duro premette contro di lei, proprio dove sentiva di averne più bisogno. Il suo corpo era irrequieto, agitato, bisognoso di qualcosa di indefinito. Le parole di Lucius, le sue mani... lei era il serpente, lui l'incantatore.
"Narcissa, tesoro". La sua voce era bassa e profonda. Le prese un capezzolo con la bocca e lo succhiò con forza.
Lei tremò ed emise un breve gemito strozzato. il calore diventò insopportabile mentre lui la leccava senza darle tregua.
Poi si sollevò e le sorrise in modo pericoloso, occhi grigi che la sfidavano maliziosi. Le accarezzò la pancia bianca e piatta, e fece scorrere le dita più giù. Narcissa sobbalzò. Lui ora la stava esplorando e stuzzicando con la mano, e a lei si bloccò il respiro. Si aggrappò a lui con forza mentre i suoi duri polpastrelli accarezzavano il morbido interno fra le sue cosce, accrescendo la sua febbre.
Lui non capiva più niente, sapeva solo che la voleva bagnata e bruciante su quelle lenzuola. Il resto del mondo poteva anche andarsene al diavolo. "Basta. Ti voglio. Adesso". La voce di lui era pesante e tesa, il suo tono definitivo.
Narcissa lo sentì ritrarre la mano, e divenne impaziente, ansiosa, disperata. Poi lui entrò in lei, e ogni altro pensiero si annullò. Lucius diede una piccola spinta, poi un'altra, e lei lo seguì con fiducia in quel movimento.
"Tesoro, amore... amore mio..." lo sentì farfugliare contro i suoi capelli. Uscì da lei, poi si spinse dentro completamente. La sensazione fu talmente intensa che Narcissa gridò, un suono profondo e vibrante. Non provava più imbarazzo: ora voleva solo sollievo. Lui si spinse di nuovo, la trafisse e la strinse a sé. Tutto si annebbiò nelle loro menti.
Narcissa sapeva che stava urlando ma non le importava. Seguì il suo ritmo, poi si abbandonò del tutto. Gemendo e ansimando contro la sua spalla, attese di raggiungere il culmine.
E quando il piacere esplose, entrambi sprofondarono in quell'estasi assoluta, per poi infine ricadere senza fiato l'uno nelle braccia dell'altro.



Colpetti energici al vetro della finestra svegliarono Lucius.
Sbadigliando, mugugnò qualcosa e guardò le lancette della pendola che indicavano che erano solo le cinque del mattino. Si sentiva decisamente pigro e stava persino valutando di rimanere a letto tutto il giorno.
Una ciocca di capelli biondi gli scivolò lungo il braccio, e si volse a guardare la donna addormentata al suo fianco. Sollevò la mano per toccarle leggermente una spalla nuda, e sentì di nuovo il desiderio accendersi in lui.
Risuonò un altro colpo forte, e Lucius si decise finalmente a rivolgere lo sguardo alla finestra. Un gufo picchiettava per poter entrare nella stanza e recapitargli una pergamente arrotolata fra le zampine.
Con un sospiro, lui gettò indietro le coperte del suo lato e andò ad aprire la finestra. Prese la lettera fra le mani e lesse con attenzione. La carta gli frusciò fra le dita mentre impallidiva leggermente. Si chiese se doveva svegliare Narcissa e riferirle il messaggio o se lasciarla riposare.
Prima che lui potesse decidere cosa fare, lei lo chiamò. "Lucius... che succede?"
La vide mettersi seduta sul letto, scompigliata e deliziosa. Esitò.
"Lucius?"
"Un mio informatore mi ha scritto. C'è... c'è stato un omicidio a Knocturn Alley. La vittima... pare che si tratti di una giovane strega".
"Un omicidio?"
La mano di lei si staccò dal lenzuolo e lasciò in vista parte del seno, per la gioia dei suoi occhi. "Torna a dormire. Non è detto che si tratti di tua sorella... ma andrò a controllare per sicurezza".
"No, io vengo con te!"
Lui non rimase sorpreso. La determinazione era una delle qualità che preferiva in lei. "Vestiti, allora. Usciamo fra dieci minuti".



Le strade di Knocturn Alley erano buie e nebbiose, con le ombre del primo mattino che disegnavano forme strane sulle pareti dei negozi ancora chiusi.
Lucius osservò Narcissa che camminava a testa alta al suo fianco. La notte prima era stata... oh, non c'erano parole per definirla. Lui non si pentiva minimamente per averla sedotta, e al tempo stesso sentiva di essere stato lui stesso a rimanere in trappola, del tutto catturato e sedotto da lei.
Nel corso degli ultimi anni Lucius aveva avuto una decina di donne e aveva anche trovato interessante qualcuna di loro, ma alla fine l'attrazione si era spenta. Tutte le volte. Molte donne si erano fatte in quattro per compiacerlo, ma nessuna aveva fatto nascere in lui il desiderio di prolungare una relazione. Nessuna, eccetto Narcissa.
Lei gli piaceva per davvero. Era incredibile, era speciale. Sembrava proprio la donna adatta a lui, e questa idea era semplicemente terrificante perché Lucius non aveva mai provato nulla del genere prima di allora.
Non poté fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto lei dopo aver ritrovato Andromeda. Sarebbe ritornata a vivere con lei, nella casa dei loro genitori, oppure avrebbe trovato un gentiluomo da sposare, uno cui non importava la sua schiettezza o il fatto che lei avrebbe cercato di essere quella più forte, nel matrimonio?
Si dovettero fermare. Nella zona c'era un mucchietto di gente che si affollava attorno a un punto preciso. Alcuni funzionari del Ministero stavano tentando di tenere le persone lontane dal luogo del delitto, un compito difficile con due strade convergenti e quattro direzioni da controllare. L'Auror Moody solcava la folla, i suoi occhi attenti prendevano nota di ogni faccia presente.
"Maledizione, Malocchio Moody è qui". Lucius strinse il braccio di Narcissa.
Lei raddrizzò le spalle. "Non ha motivo di infastidirci. Stiamo solo dando un'occhiata, esattamente come il resto della gente".
Si fecero strada verso il gruppo di persone. Tutti erano intenti a parlottare e a fare supposizioni. Un telo copriva in parte la povera vittima. Qualcosa fremette dentro Narcissa, una scheggia gelida di paura che le impediva di guardare. "Non è Andromeda, vero?" chiese speranzosa, rivolgendosi a Lucius.
Gli zigomi della donna erano illividiti, gli occhi spalancati sul nulla, i capelli castani arruffati. In lei c'era qualcosa di familiare, pensò Lucius, ma no... non era Andromeda Black. "Tranquilla" disse, girandosi verso Narcissa. "Non è lei". La vide barcollare per il sollievo. "Stai bene?"
"S-sì". Lei si costrinse a chiudere gli occhi, poi li riaprì lentamente. "Chi è, allora?"
"Marlene McKinnon, una nata-babbana nota al Signore Oscuro" mormorò Lucius al suo orecchio. "Questa è di certo opera dei miei... compagni". In tutta quella follia, in quella guerra fra Mangiamorte e membri dell'Ordine della Fenice, Narcissa era innocente ed estranea. "Su, ora andiamocene via".
Altra gente stava riempendo la zona, per lo più curiosi che cercavano notizie fresche da trasmettere ai vicini, o un qualsiasi briciolo di pettegolezzo e di intrigo. Narcissa si chiese dove fosse Andromeda in quel momento, e per un attimo, tra la folla, ebbe quasi l'impressione di intravedere il suo viso pallido.
Ma era soltanto un'illusione, si disse, stringendosi al braccio di Lucius. Un'illusione e niente più.


NdA: uhuhuh, finalmente le cose si sono evolute! Spero che abbiate letto con gioia questo capitolo, per me è stato davvero inebriante scriverlo! :-D Ghghgh, voglio sapere tutte le vostre impressioni!


Aly Black - grazie, sono felice di sapere che mi stai seguendo sin da quando ho cominciato la storia!^^ Ma nooo, Sirius è cattivo solo con Narcissa e Bellatrix (e Piton, anche) - con le altre persone sono certa che è del tutto amabile, eheh! Spero continuerai a leggermi! ;-)

Smiley Cissy - sei diventata dipendente da questa fanfiction?! Accidenti, devo cercare di non farla terminare, allora! Oooh, la scena del ballo era davvero romantica, è piaciuta anche a me che l'ho scritta, gh! :-p Spero che anche questo capitolo ti abbia fatto fantasticare *-*!!

Zukkerosa - finalmente qualcuno che la pensa come me su Sirius. Molte persone si dimenticano che lui, dopotutto, è un Black e in quanto tale ha l'arroganza e la strafottenza nelle vene! :-p Piaciuto questo capitolo? Ti prometto che aggiornerò quanto prima!!! ^^

Thiliol - meno male, avevo paura che la mia versione di Sirius ti deludesse! Chissà, forse gli darò ancora un po' di spazio più avanti. Che ne dici del 'capitolo fuoco e scintille' che ti avevo promesso? Io ho sbavato allegramente su Lucius mentre scrivevo... ho bisogno di uno psichiatra.

CaroF - se non ti sei innamorata di Lucius con questo capitolo, io davvero non so che altro fare!! :-p Naturalmente scherzo!! Sono d'accordo con te, Sirius e Regulus - e in generale tutta la famiglia Black - meritava molto più spazio nei libri di JKR, ma le fanfics servono anche a questo! ;-) Giusto?

Lione94
- ahahah, hai capito tutto su Lucius! Diciamo che la scusa del passare inosservati non reggeva granché: la verità è che lui ha già perso la testa per Narcissa e non riesce più a trattenersi *-* Da questo capitolo in poi diventeranno sempre più consapevoli dei loro sentimenti! ç_ç <3

Circe - come sempre le tue recensioni mi fanno tanto piacere, grazie! Oh, l'aspetto romantico non lo tralascio mai, come hai potuto vedere anche in questo capitolo. Bèh, io ce la sto mettendo tutta per farvi sognare insieme a me! ^^ Ti abbraccio, spero di sentirti presto!!

A presto per nuovi aggiornamenti! ;-D
NarcissaM

 

 



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Capitolo 8
*** Secretus Rivelio ***


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Alla ricerca di Andromeda


8° capitolo – Secretus Rivelio

 

Narcissa camminava nervosamente avanti e indietro per il salotto ormai da ore.
Dopo il ritrovamento del cadavere di quella giovane donna, Lucius era stato stranamente silenzioso e assente. Non le aveva più lanciato né frecciatine né battute, il suo sguardo era stato diverso, sfuocato, lontano. E non avevano scambiato una sola parola su quanto era accaduto fra di loro la notte prima: con i fatti del mattino non c'era stato tempo per il disagio o per dei chiarimenti. E adesso lui era sparito; lei non lo vedeva da ore e cominciava seriamente a preoccuparsi. Non le aveva detto nulla su dove si era diretto, non le aveva nemmeno lasciato un biglietto. Stava forse indagando senza di lei?

Non poteva saperlo, ma Malfoy era dovuto uscire di gran fretta per raggiungere un'importante riunione fra Mangiamorte. Al cospetto di Lord Voldemort si erano presentati quasi tutti quella notte, ad eccezione di Bellatrix e dei fratelli Lestrange. Lucius era stato informato sugli ultimi eventi e sull'omicidio di Marlene McKinnon per mano di Travers, ma la sua mente era altrove mentre il Signore Oscuro impartiva nuovi ordini per altre missioni.
"Malfoy, hai un aspetto orribile" gli disse Severus Piton quando la riunione fu terminata.
"Grazie, Severus" ribatté Lucius, scuotendo il capo. "E' solo colpa tua se sto così. Tu hai mandato da me Narcissa Black..."
Piton lo fissò attentamente. "Ho pensato che avresti potuto aiutarla. Non è stato così?"
Lucius non disse nulla e distolse lo sguardo per impedire a Severus di leggergli dentro. Avrebbe potuto giurare che quel ragazzo capisse e sapesse ogni cosa, persino che Narcissa gli era diventata molto cara.
Videro Mulciber camminare verso di loro. "Ehi, Severus! Lucius..." li salutò, abbassandosi il cappuccio del mantello. "Ti ho riportato il diario che mi avevi dato" disse poi, frugando all'interno della propria tasca. Ne estrasse il piccolo, prezioso diario di Andromeda Black, e Malfoy ricordò solo in quel momento che lo aveva dato in prestito a Mulciber affinché trovasse un incantesimo per rivelare ciò che vi era scritto al suo interno. Era lui il migliore in questo genere di cose.
"Sei riuscito a scoprire qualcosa?" volle subito sapere, ansioso.
Mulciber gli passò il diario. "Sì, anche se non
è stato molto semplice" disse, rivolgendogli uno sguardo sagace. "Devi usare l'incantesimo Secretus Rivelio. Sai come si fa?"
Lucius si sforzò di ricordare.
"Credo... credo di sì. Grazie, amico. Ti devo un favore":
"Io ne devo almeno tre a te" rispose l'altro. Poi fece un cenno a Piton. "Andiamo? Il dovere ci attende".
"Arrivederci, Malfoy".
Lucius alzò una mano per salutare i compagni, ma i suoi occhi rimasero incollati sul diario che teneva fra le mani. Non vedeva l'ora di leggere i segreti che Andromeda Black aveva così sapientemente nascosto e protetto. Ma, prima di ogni altra cosa, voleva ritornare da Narcissa e prenderla nuovamente fra le sue braccia.



Il portone principale si aprì e si richiuse sbattendo. Lungo il corridoio risuonarono dei passi misurati e, dopo pochi istanti, apparve Lucius, con i capelli leggermente scarmigliati dal vento e gli occhi stretti. L'immagine perfetta di un cacciatore che aveva finalmente scovato la sua preda.
Narcissa scattò in piedi. "Lucius, dove sei stato? Dove sei andato? Perché non me l'hai detto?"
Lui venne avanti, spostò con un calcio una sedia che gli ostacolava il passaggio. Non le diede nemmeno il tempo di reagire e la spinse in avanti, distendendola sopra il tavolo.
"Cosa..." Narcissa fece a malapena un altro respiro prima che lui premesse la bocca e il suo intero corpo contro di lei, sollevandole le gonne. Qualcosa gorgogliò dal fondo della sua gola e del suo petto. Non riuscì a chiedersi cosa lui le stesse facendo perché tutti i pensieri erano incentrati esattamente dove stava la bocca di Lucius. Si trovò a stringere i bordi del tavolo e a inarcare la schiena. Il bacio di lui era esigente e appassionato, la rendeva intontita. Lei poteva soltanto tenersi stretta a lui, le gambe divaricate, mentre quel bacio le estraeva ogni energia dal corpo.
Lucius la guardò negli occhi, staccandosi solo per un attimo. Non aveva ancora mangiato e lei, distesa così deliziosamente su quel tavolo, era l'immagine del banchetto più meraviglioso che lui avesse mai visto.
Il petto, la gola, le guance di Narcissa erano in fiamme. Un calore ustionante che sembrava trasmettersi direttamente da quegli occhi grigi sulla sua pelle. "Lucius..."
"Narcissa". La baciò ancora. Oh, aveva pensato a lei per tutto il tempo in cui era stato via di casa. Erano passate solo poche ore, eppure erano bastate a farlo impazzire di desiderio. Le succhiò le labbra e si premette a lei con i fianchi. Voleva prenderla, proprio lì, sul quel tavolo. Che cosa gli stava facendo quella strega? Com'è che riusciva a inclinare il suo mondo, a fargli perdere la testa, a capovolgere le sue priorità?
Riuscì a stento a riprendere il controllo delle proprie emozioni. Interruppe il bacio, e lei mosse le sue mani a incorniciargli il volto, lisciando amorevolmente la pelle delle guance che avevano solo un accenno di barba. Lucius chiuse gli occhi, gustandosi quella carezza ma ricordando a sé stesso che lei gli stava catturando un pezzo di anima, e lui non poteva permettere che ciò accadesse. Non andava bene quella voglia, quel bisogno di averla vicino. Si staccò da lei e cacciò via tutta la paura.
Narcissa era ancora rossa in viso e senza fiato. La gonna era oscenamente ammucchiata attorno alla sua vita, le sue ginocchia ossute erano nude alla vista. Si ricompose velocemente e scese dal tavolo. "Non... non mi hai ancora detto dove sei stato".
"Ero in riunione con il Signore Oscuro".
Lei sembrò delusa. "Ah. Quindi niente di nuovo su Andromeda?"
Lucius scrutò Narcissa. La preoccupazione per sua sorella era per lei più importante di qualsiasi altra cosa, persino della propria vita. "Forse c'è qualcosa di nuovo" le disse, e la mano andò a tastare immediatamente il diario che teneva nascosto nella giacca. "Appena so un po' di più ti faccio sapere, d'accordo?"
Lei si passò una mano sui capelli per lisciarseli. "D'accordo".
Lui le sorrise in maniera rassicurante e scaltra, dopodiché si diresse verso il suo studio privato e si chiuse la porta alle spalle.



Le iniziali di Andromeda Black erano incise elegantemente sulla copertina rigida. Lucius ci passò sopra un dito, poi aprì una pagina a caso. Seduto alla sua scrivania, con la sola fiamma di due candele a fargli da luce, l'uomo estrasse la propria bacchetta e picchiettò due volte sulla carta bianca del diario. "Secretus Rivelio" mormorò, disegnando una croce immaginaria con la punta della bacchetta. Le parole apparvero una dietro l'altra, rievocate dalla magia.
"Credo che ci sia qualcosa di sbagliato in me" aveva scritto Andromeda. "Perché diamine continuo a pensare a Lui? A piangere per Lui? Siamo poli opposti, non possiamo stare insieme, non facciamo parte dello stesso mondo. E' sbagliato, sbagliato, sbagliato! Siamo così diversi, io e Lui. Eppure, più tempo trascorriamo insieme, più mi sento vicina a Lui, più simile a Lui, anche se non ci assomigliamo affatto. Lui mi sta cambiando... mi rende una persona migliore".
Gli occhi di Lucius erano incollati sulla scrittura elegante della ragazza. Il diario di Andromeda si dispiegava davanti a lui come un racconto.
"Lo amo. Lo amo perdutamente così come lo odio. Lui sta disintegrando tutto ciò che io sono, tutto ciò in cui io ho sempre creduto, tutto ciò che mi è stato insegnato. Io sono una purosangue, Lui no. Io sono una dea, Lui un semplice, comune figlio di babbani. Eppure, quando mi sorride, quando mi prende per mano e poi mi bacia... ecco che sono io a morire. Ecco che è Lui ad avere il potere, mentre io divento piccola, insignificante e sciocca. Una sciocca ragazzina innamorata".
Lucius girava una pagina dopo l'altra, perdendosi morbosamente nelle sue parole.
"Perché mi è stata negata la possibilità di essere felice? Vorrei poter parlare di ciò che provo con qualcuno, ma ho solo questo diario a cui confessare i miei segreti. Credo che Bellatrix sospetti qualcosa sebbene io faccia di tutto per nascondere la mia relazione. L'altro ieri ci ha visti insieme, in biblioteca, e a nulla sono valse le mie bugie. Mi stava solo aiutando con un compito, le ho detto, e lei mi ha urlato contro ogni genere di insulto. Narcissa, invece... io credo non abbia capito niente. E' ancora troppo piccola, troppo ingenua. Guarda a me come alla perfezione, come a un esempio da imitare, e non vede quanto io sia in errore, quanto io sia perduta e senza speranza. Voglio bene alle mie sorelle, le amo quasi quanto amo Lui. Sto male".
Lucius passò allo scritto successivo, di una settimana dopo.
"Ho chiuso con Lui. Che accidenti di idea gli era venuta in mente? Povero pazzo! Ha osato chiedermi di mollare tutto, di lasciare la mia casa, la mia famiglia, la mia intera esistenza, per fuggire lontano. Io e Lui, a vivere solo del nostro amore e niente altro. Che pensiero folle, meraviglioso e assurdo! Gli ho riso in faccia, sono stata crudele ma ho dovuto farlo. E gli ho chiesto di dimenticarmi. Grazie al cielo la scuola sta finendo, così non dovrò più incontrarlo e affrontarlo. E' finita. E' finita davvero. Perché sto piangendo?"
Le pagine successive erano vuote. Lucius le esaminò tutte con attenzione, sconvolto e allo stesso tempo fremente. Poi arrivò all'ultima pagina, ed ecco che apparvero altre frasi, altre parole. Erano passati anni dall'ultimo scritto, la data era recente: "E' tutto pronto, ogni cosa è stata studiata nei dettagli. Sto per lasciare questa prigione, sto per cominciare una nuova vita al suo fianco. Sono così felice che vorrei urlare per farlo sapere al mondo intero. Domani è il grande giorno, scapperemo insieme. Io, Lui e... la nostra bambina. La pancia ormai è piuttosto evidente, non so più come nasconderla a Narcissa. Mi ha rimproverata l'altro giorno, dice che non sto attenta alla linea e che sto ingrassando come una mongolfiera. Aaah, cara Cissy! Se solo tu sapessi cosa porto dentro! La mia bambina... sarà bellissima, sarà magnifica. Sarà anche una mezzosangue, è vero, ma non me ne potrebbe importare di meno".
Lucius richiuse il diario lentamente, senza trattenere un'imprecazione di sgomento. Il fatto che Andromeda Black fosse scappata di casa era uno scandalo di per sé; il fatto che la sua fosse stata una fuga d'amore con un Nato Babbano, e che lei fosse rimasta incinta, bèh... rendeva la faccenda gravissima, inconcepibile, inaccettabile.
Lucius chiuse le mani a pugno e se le premette contro gli occhi, la testa che vorticava di pensieri e decisioni da prendere. Una domanda su tutte: doveva svelare la verità a Narcissa?




NdA: finalmente Lucius ha scoperto tutto! Spero che questo capitolo sia stato interessante, e prometto che i prossimi lo saranno ancora di più! *-* Non so ancora quando potrò aggiornare perché sono piena di impegni in questi giorni... però confido nel vostro affetto e nella vostra pazienza. Vi abbraccio tutti, soprattutto ringrazio i miei fedelissimi recensori che non mancano mai di commentare gli abominevoli parti della mia mente. GRAZIE DI CUORE!

NarcissaM

 

 



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Capitolo 9
*** Forse ***


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Alla ricerca di Andromeda


9° capitolo – Forse

 

La notte appena trascorsa era stata orrenda. E solitaria.
Narcissa affondò la testa nel cuscino, odiandosi profondamente. Aveva aspettato come un'illusa, con gli occhi spalancati nel buio della propria camera, sperando che Lucius entrasse da quella porta e... e invece niente. Lui aveva trascorso la nottata nel proprio studio, e poi se n'era andato chissà dove. Era di nuovo uscito senza di lei.
Ormai Narcissa non aveva più dubbi sul fatto che Lucius stesse indagando per conto proprio e che la stesse tenendo all'oscuro di importanti rivelazioni su Andromeda. Perché aveva deciso di escluderla? Perché la stava trattando così?
Mangiò svogliatamente la colazione che Dobby le aveva preparato, dopodiché prese a vagare per la casa come un'anima in pena. "Non posso sopportare di restare con le mani in mano" si disse, passando davanti allo studio di Lucius. Si accorse che la porta non era stata chiusa e decise di andare a curiosare.
Lo studio aveva un'atmosfera più accogliente delle altre stanze della casa, con le belle poltrone imbottite e gli scaffali colmi di libri e manuali rilegati in pelle. "Nessuna sorpresa che Lucius preferisca rinchiudersi sempre qui" commentò la ragazza, andando verso la scrivania. Frugò fra le carte e i documenti, gettando ogni tanto un'occhiata verso la porta nel timore che lui apparisse da un momento all'altro cogliendola in flagrante.
Poi un piccolo libricino nero attirò la sua attenzione. Il diario di Andromeda? Le iniziali incise sulla copertina indicavano che lo era. Prese a sfogliarlo, pur sapendo che non ci avrebbe trovato niente... infatti tutte le pagine era bianche, senza la benché minima traccia di inchiostro.
Il diario le fu strappato dalle mani all'improvviso, e lei rimase a bocca aperta. "Che maniere!" esclamò, volgendosi verso Malfoy. Non lo aveva sentito salire, tanto era stata presa ad esaminare il diario. "Riddamelo".
Lucius lo sollevò in modo che lei non potesse prenderlo. "Che cosai fai nel mio studio?" le chiese, in tono severo.
"Volevo vedere con i miei occhi i risultati delle tue ricerche" rispose lei acida, indicando le carte sparse sulla scrivania. "Avanti, ridammelo".
"E' solo un frivolo diario personale di quando tua sorella andava a scuola. Dopo il 1970 non c'è scritto più niente".
Narcissa si morse un labbro e guardò il diario. "Significa che... sei riuscito a leggerlo? Come hai fatto?"
"Un semplice incantesimo" bofonchiò Lucius, alzando le spalle.
Allo stupore subentrò la frustrazione. "Voglio leggerlo anche io. Ridammelo".
"No". Occhi grigi pieni di sfida la inchiodarono. "Mi sembra di ricordare di averti detto, la primissima sera in cui ho accettato questo incarico, che tu avresti fatto tutto quello che io ti avrei ordinato senza obiettare".
Lei ricordava perfettamente il loro colloquio, e lui aveva ragione ma... le cose era cambiate da quella sera. "Non c'è alcun motivo per cui io non debba leggere quel diario. Sono una donna adulta. Tu non mi devi proteggere da nulla". La sicurezza le diede il coraggio di continuare a discutere. "Non sei ragionevole, Malfoy. Stiamo parlando di mia sorella! Pensi che sprecherei il mio tempo a esaminare il suo diario se non lo ritenessi importante?"
"Non c'è motivo di leggere queste sciocchezze". Gli occhi di Lucius erano semichiusi, la faccia scura in un misto di irritazione e impazienza. "Su di te ha scritto solo cose spiacevoli, se proprio vuoi saperlo... come il fatto che sei testarda e capricciosa come una bambina. E ora smettila di insistere. Tu farai esattamente come dico io". La osservò per quello che gli parve il minuto più lungo della sua vita, e lesse una profonda sofferenza nel suo sguardo. Velocemente si costrinse ad inventare una storia. "Ho trovato, tuttavia, alcune pagine piuttosto interessanti. Parlava spesso di Emily Sinclair, la Tassorosso. Quella che ha rilasciato quell'intervista alla Gazzetta del Profeta". La sua mente aveva deciso per lui: le aveva mentito. "Penso che dovremmo andare a trovarla e vedere cosa possiamo scoprire. Può darsi che salti fuori qualcosa" concluse, dandole le spalle. "Vai a prepararti. Usciamo fra mezz'ora".

La sua voce fu sgradevole, ferma. Lui era diventato di colpo chiuso e inavvicinabile, non come avrebbe dovuto essere dopo tutto quello che avevano condiviso insieme. Narcissa singhiozzò appena e lasciò in fretta lo studio, prima che Lucius potesse accorgersi di quanto l'avesse ferita.
Rimasto solo, lui crollò sulla poltrona e imprecò contro sé stesso. Aveva ancora il diario di Andromeda fra le mani. Narcissa pensava che contenesse tutte le risposte, e lui aveva saputo che era vero fin da quando l'avevano trovato. Doveva informarla? Doveva raccontarle tutto? Ma cosa sarebbe successo dopo? Dopo che Narcissa avesse saputo la verità, dopo che avesse smesso di cercare sua sorella? Bèh, se ne sarebbe andata. Molto semplicemente. Lo avrebbe lasciato per sempre alla sua vita insulsa e tetra, e lui non voleva che ciò accadesse. Voleva averla ancora tutta per sé, solo per qualche altro giorno... solo finché non fosse stato pronto a lasciarla andare.




La porta della sua camera da letto era socchiusa. Lucius la aprì, e vide Narcissa con addosso solo una sottoveste bianca, intenta a scegliere dall'armadio l'abito da mettere. Aveva gli occhi rossi e le guance bagnate come se avesse pianto.
"Narcissa, tesoro..." Avanzò precipitosamente verso di lei fino a prenderla fra le braccia. "Perdonami, ti prego".
"Lucius" gemette lei, gettandogli le braccia al collo.
Lui la spinse contro la colonna di legno del letto a baldacchino e la fece ondeggiare contro di essa, cospargendola di baci avidi sul collo, sulla mascella, sulle labbra. "Perdonami" mormorava, fra un bacio e l'altro. "Mi sono comportato... da autentico idiota un attimo fa".
"Già" disse lei, affondando le mani fra i suoi capelli. "Un arrogante, perfido, insopportabile idiota". Le loro labbra si incontrarono ancora, e lei assaporò quella sensazione dolce e forte. Il suo corpo stava già rispondendo, il calore cresceva, i fremiti scorrevano. Lucius la stuzzicava con la lingua. Voleva distrarla dalla faccenda del diario con le sue abili carezze, ma in quel momento a lei non importava. Non voleva pensare, voleva solo accettare quello che le veniva offerto. Manipolata, ecco cos'era! Manipolata dai suoi baci e dal suo fascino. Quell'uomo poteva ridurla in gelatina con un'unica manovra.
"Perché mi fai questo?" riuscì a chiedergli, confusa e accaldata. Lo baciò più avidamente e lui le afferrò i fianchi, tirandola più vicino.
Senza sapere come, era riuscito a levarsi via i calzoni. Diede un rapido affondo, e a lei mancò il fiato. Poi si ritrasse, e Narcissa gli graffiò i muscoli delle braccia, gonfi e tesi, per obbligarlo a tornare dentro di lei. Riusciva a malapena a pensare, poteva a fatica tenere gli occhi aperti.
Lucius si mosse ancora in lei, diede una spinta che le incendiò i nervi e la sua bocca si aprì in un urlo silenzioso. La guancia ruvida di lui le graffiava la gola, il suo respiro caldo e affannoso le infiammava le pelle.
Poi la fece distendere sul letto e furono totolmente congiunti. Narcissa avvolse le braccia intorno al suo collo, in lei pulsò un desiderio doloroso, così intenso da farle implorare di non fermarsi, di darle di più. Lucius continuava a premere esattamente dove lei aveva bisogno, si spingeva veloce e profondo dentro di lei, mentre la baciava. Poi staccò la bocca dalla sua, e lei si trovò a guardare dentro due occhi splendenti, più luminosi di come li avesse mai visti. Vide il suo desiderio e anche qualcos'altro. Il suo cuore rafforzò un'alta volta il battito. Una splendida sensazione di completezza la invase mentre cercava di raggiungere quell'apice.
Lui si mosse ancora, in profondità, toccando punti lontani, e lei gemette, disse o gridò qualcosa mentre si agitava febbrilmente contro di lui, che continuava a penetrarla e stringerla. Narcissa chiuse gli occhi e lasciò che lui la spingesse oltre il limite. Soffocò grida di piacere sulla sua pelle.
Lui la seguì un attimo dopo, stringendola così forte a sé che lei ebbe paura di spezzarsi fra le sue braccia. Le passò le dita fra i capelli, baciandola ancora mentre tentava di ritrovare il fiato. Non si dissero nulla, eppure intorno a loro, echeggiante, risuonava la domanda: e adesso? Il domani era una terribile incognita.

Narcissa pensò che forse... forse aveva fatto la cosa più stupida del mondo e si era innamorata.

 


Il signor Sinclair lavorava con la sua unica figlia a Diagon Alley. Vendevano ciondoli e amuleti in una bancarella sgangherata. Gli affari non andavano particolarmente bene, ma da quando Lord Voldemort aveva cominciato a seminare il terrore nel mondo magico, erano decisamente aumentate le richieste di ciondoli portafortuna e antifattura. Le vecchie streghe ormai indossavano solo questo genere di cose appeso al collo.
"Buongiorno, signorina" disse Sinclair, notando una giovane donna venire verso la bancarella, al fianco di un uomo alto e dall'aria particolarmente nobile. Clienti con molti, molti soldi. "C'è qualcosa che vi interessa?" domandò, sollevando un cuscino pieno di bracciali e anelli. "Forse il vostro fidanzato vuole farvi un regalo?"
Lucius ponderò per qualche istante la malsana idea di comprare un anello a Narcissa, poi tornò in sé. "Stiamo cercando vostra figlia, signore. Dobbiamo parlare con lei".
L'uomo si voltò verso una giovane donna con un lungo abito giallo macchiato di fango sull'orlo, che stava facendo indossare a una bambina una collana di pietre e fiori. "Emily! Dei tuoi amici sono venuti a trovarti".
La ragazza alzò lo sguardo, poi strabuzzò gli occhi. "Lucius Malfoy?" disse perplessa, mentre lui e Narcissa le andavano incontro.
"Siamo qui per farti alcune domande. Su Andromeda Black" spiegò Lucius, senza preamboli.
Emily guardò attentamente Narcissa, strizzando gli occhi. "Ah, tu sei sua sorella, vero? Bèh, tutto quello che sapevo l'ho già detto ai giornalisti. Mi spiace". Fece per andarsene, ma Narcissa la fermò afferrandola per un braccio.
"Aspetta". Uno stormo di corvi gracchiò dal fondo del vicolo. "Se davvero sei amica di Andromeda, ti prego... ti scongiuro, dimmi dove si trova. Solo così potrò aiutarla". La fissò con occhi grandi, imploranti. "Io sento che lei è in difficoltà, che ha qualche problema, che... che si è cacciata in qualche guaio, ma non so come darle una mano. Per favore". La sua voce si spezzò.
Emily Sinclair la soppesò e scosse il capo. "Mi dispiace, davvero. Io non so dove sia Andromeda. Non eravamo proprio... amiche intime".
Narcissa le mollò il braccio e si appoggiò a Lucius come in cerca di conforto.
"Però forse... potreste chiedere a Ted. Ted Tonks" continuò a dire Emily, innocentemente.
"Tonks? Il Nato Babbano?" Narcissa si volse di scatto a guardare Lucius, e lui le restituì la stessa espressione sbalordita che lei ora aveva in viso.
"Ricordo che Andromeda amava particolarmente la compagnia di noi Tassorosso" disse Emily, imbronciata. "Mezzosangue o no, per lei non faceva differenza".
"Ti stai sbagliando" replicò Narcissa, reprimendo una risata di scherno. "Per Andromeda era importante, eccome!"
Il colorito di Emily Sinclair aumentò per la rabbia e l'indignazione. "Se davvero tua sorella era così schizzinosa, com'è che passava tanto tempo da sola con Ted Tonks?" Una lacrima le scivolò lungo la gota arrossata, ma la cancellò presto con un gesto stizzito della mano. "Io... sono sempre stata un po'... affezionata a Ted, ma sapevo che non c'era posto per me nel suo cuore. Lui aveva occhi solo per Andromeda Black, e io penso che il sentimento fosse corrisposto". Prossima al pianto, la ragazza scivolò via fra le bancarelle di Diagon Alley prima che Narcissa potesse farle altre domande.
Lei non sapeva quale delle cose appena udite la stupisse di più.
"Cosa ne pensi?" chiese Lucius, immobile e rigido al suo fianco.
"Quella tizia è del tutto ammattita, ecco cosa penso!" esclamò ridacchiando. Ma ridivenne seria quando si accorse del turbamento nel volto di lui. "Stava... stava farneticando, Lucius! Non crederai veramente che Andromeda..."
"Pensaci bene, Narcissa". Lui la prese per le spalle, mantenendo una certa distanza, e la guardò dritto negli occhi. "Sforzati di ricordare. Non hai mai, proprio mai, avuto il sospetto che tua sorella ti nascondesse qualcosa? Qualcosa di importante? Una relazione sentimentale, magari?"
"No" rispose lei con tono esasperato e divertito. "No, Lucius! E' tutta una follia, un terribile errore". Lui la stava guardando in modo strano, rassegnato, e lei se ne accorse. Poi capì: lui sapeva. Lui aveva letto il diario di Andromeda. Lui le stava nascondendo la verità. Qualcosa l'arpionò dentro, una paura nuova unita a frammenti di ricordi. Una vaga idea bordata di terrore si insinuò in lei. "No, è impossibile". Impallidendo, Narcissa si portò una mano alla bocca e una allo stomaco, sentendo la bile salirle in gola.
Fu allora che Lucius vide chiaramente l'orrore e la consapevolezza farsi strada nei suoi occhi. Temendo di vederla cadere al suolo da un momento all'altro, si sporse verso di lei e la sorresse.



NdA: uhuhuh, perdonatemi se ogni tanto mi perdo a scrivere scene di passione fra Lucius e Narcissa. Comunque ora le cose si stanno mettendo male per lei, che sta piano piano cominciando ad aprire gli occhi su Andromeda (era oraaaa!!)
Come sempre vi ringrazio per tutte le recensioni ç___ç aaaah, mi mancherete quando questa storia sarà finita (quanti capitoli mi restano? due? tre?)

Circe - come al solito le tue parole mi lusingano =^^= ce la sto mettendo tutta per descrivere i Malfoy proprio come dovrebbero essere: freddi e distanti agli occhi del mondo, pieni di passioni e ardori dentro. Ti abbraccio.

Bloody Sisters - grazie Rebecca!! ^^ Hai ragione, ora che Narcissa ha captato la verità potrebbe lasciare Malfoy Manor ma... bèh, stiamo a vedere! Non ti anticipo nulla :-p Non avercela con Andromeda, dai: per amore a volte si fanno anche dei gesti folli, spesso si arriva persino a lasciare la propria famiglia. Io ne so qualcosa...

Zukkerosa - hai capito i sentimenti di Lucius perfettamente. Non voleva dirle tutta la verità riguardo Andromeda, però mi sembra che finalmente lei abbia capito qualcosa... e ora tutto cambierà per davvero. Baciiii!

Thiliol - ahahahah, sì... Narcissa pensava che il pancino rigonfio di Andromeda fosse ciccia! Non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere, né peggior sordo di chi non vuole sentire. Un bacione, cara.

SmileyCissy - sono contenta di avere espresso al meglio i sentimenti di Andromeda per Ted ^^ Ormai ho scritto su di loro così tante volte che ho sempre paura di ripetermi. E riguardo Lucius... credo che ormai non possa più fare a meno di Narcissa! ;-D

Lione94 - grazie per la recensioneeee, anche solo un attimo del tuo tempo che dedichi a me, per farmi sapere che hai letto le mie scemenze cosmiche, mi fa sempre tanto tanto piacere... quindi davvero grazie!! ^-^

Gothik Princess - Cicerone non ti da tregua? Bèh, ma tu ogni tanto fai una pausa dallo studio e sogna Lucius (io sto persino pensando di mettermi una gigantografia di Jason Isaacs nel mio ufficio, ma credo che i colleghi mi prenderebbero per una pazza maniaca). Grazie ancora per la recensioneee!!


Al prossimo capitolo, con un personaggio speciale in arrivo per voi!
NarcissaM

 



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Capitolo 10
*** L'Addio ***


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Alla ricerca di Andromeda


10° capitolo – L'Addio

 

La camera era completamente silenziosa. L'intera casa lo era.
Non si sentiva nulla. Non si muoveva nulla... nemmeno il suo cuore.
Uno strano senso di irrealtà avvolgeva Narcissa, ora distesa sul proprio letto con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Provava una buffa sensazione; era come essersi risvegliata da un lunghissimo sonno, da un coma, che l'aveva resa cieca alla realtà per tanti anni e che ora le lasciava addosso soltanto l'impressione di avere sempre vissuto in un sogno.
Poi tutto si era tramutato in gelo d'improvviso. Strinse gli occhi. Quante cose nascoste, taciute e distorte! Le girava la testa... aveva troppe domande, così tante che temeva di impazzire. Combatté disperatamente contro il vuoto che aveva dentro. Le sue sorelle erano state sempre la sua fonte di vita, le persone che lei aveva amato di più al mondo. Perderle era un pensiero inaccettabile. Tuttavia Andromeda l'aveva tradita, l'aveva abbandonata, si era coperta di vergogna legandosi a un essere indegno, e aveva saputo fare la sola cosa possibile: fuggire.
Narcissa voleva ancora trovarla... per ucciderla. Ma perché concederle questo potere su di lei? No. No, la morte era troppo facile. Molto meglio costringerla a vivere con la sua colpa per l'eternità.
Si asciugò una lacrima di rabbia. Poi un suono spezzò il silenzio, il rumore secco di un portone che sbatteva. Nel corridoio al piano di sotto risuonarono dei passi, poi la voce di Lucius, bassa e lontana, alla quale se ne unì un'altra... una femminile, troppo familiare per essere ignorata.
Narcissa si strinse addosso la vestaglia mentre si sollevava dal letto, muovendosi al rallentatore come una sonnambula. Lasciò la camera e scese giù per le scale, gradino dopo gradino, a piedi scalzi. Le voci la guidarono lungo il corridoio fino a una piccola stanza vicino alla biblioteca. Continuò a camminare sentendo il freddo del pavimento che le filtrava nei piedi. Le voci erano quasi urla, ora. Un litigio, soffocato da una porta quasi chiusa. La mano di Narcissa si sollevò, tastò il legno nodoso e lo sospinse leggermente.
Rimase letteralmente senza parole nel vedere Bellatrix che camminava avanti e indietro irrequieta. Bellatrix! Proprio lei! Anche se avrebbe desiderato correre incontro a sua sorella e abbracciarla, Narcissa si costrinse a restare immobile dietro la porta, nascondendosi alla sua vista. Tenne le mani intrecciate sulla vestaglia e rimase ad ascoltare.



"Potresti gentilmente abbassare la voce? Se continui a strillare come una matta sveglierai Narcissa!" Lucius era stanco e arrabbiato. Non aveva dormito granché quella notte, e la visita mattutina di Bellatrix aveva solo contribuito ad aumentare il suo malumore.
"Cissy è qui? Per quale motivo?" stava chiedendo ora la donna, spalancando i suoi grandi occhi neri.
"Ah! Te lo chiedi pure? Era sola e spaventata" sbottò Lucius, adirato. "Tu e Andromeda siete sparite nel nulla, non sapeva a chi altri rivolgersi..."
"Ed è venuta da te?" Bellatrix fece scorrere una mano lungo il broccato di una poltrona. "Sì, ho sbagliato a lasciarla sola, ma che altro potevo fare?" chiese, con voce quasi stridula. "Andromeda andava stanata! Oh, è stata una meravigliosa battuta di caccia". Continuò a camminare su e giù per la stanza, con la faccia che passava dall'ombra alla luce. "La mia carne, il mio sangue. Mia sorella... una traditrice. Ho dovuto cercarla, lo capisci?"
"Ma non l'hai trovata, alla fine. E nemmeno io". La voce di Lucius era tenebrosa, stranamente calma.
"Si è nascosta bene la codarda. Ma io non smetterò di inseguirla. Prima o poi... la ucciderò".
"Ma certo, certo". Il sarcasmo di Lucius non la sfiorò neppure tanto lei era nauseata. "Segui il mio consiglio, Bella: fermati. Sei già mancata a una delle noste riunioni, credi forse che all'Oscuro Signore abbia fatto piacere? No. Non puoi più permetterti di giocare a nascondino con tua sorella, sei una Mangiamorte e c'è una dannata guerra in corso".
"Dovrei forse lasciar perdere?" Lei si mise a ridere. Una risata gorgogliante e sadica. "Mai! Andromeda deve pagare. Il Signore Oscuro capirà la mia sete di vendetta e mi perdonerà".
Lucius decise di darle il colpo di grazia. "Andromeda è incinta, lo sapevi?"
Bellatrix imprecò, una fila di oscenità che durò venti secondi buoni. "Questo è un motivo in più per trovarla ed eliminarla dalla faccia della Terra. Una Black non metterà mai al mondo un Mezzosangue!"
"Dimenticati di lei, invece. E pensa a Narcissa".
Gli occhi di Bellatrix brillarono e lo misero a fuoco. "Narcissa?"
"Hai idea di quanto sia stata male per causa vostra? Lei ha bisogno di stare con la sua famiglia, e ora le sei rimasta soltanto tu. Dimentica Andromeda e prenditi cura di Narcissa, piuttosto".
Bellatrix cominciò a girargli intorno, guardandolo attentamente. Poi fischiò. "Ti sei innamorato di lei?"
"No" rispose glaciale lui. "Sai bene che sono contrario all'avere dei legami". Osservò la scintilla di interesse che le scoccò negli occhi e la maledisse in silenzio.
"Lucius, Lucius... come bugiardo non vali niente". Il suo tono gli provocò un brivido inatteso. "Tuttavia devo ammettere che per una volta hai perfettamente ragione: Cissy ha bisogno di me adesso, non la abbandonerò un'altra volta. Dov'è? Voglio vederla".
Lucius tacque. Gli facevano male lo stomaco, la gola, il cuore. Strinse i denti, con le labbra che cercavano di dire qualcosa e non ci riuscivano, serrandosi in una linea retta.

"Ti ringrazio per esserti occupato di lei mentre ero via, ma ora sono qui. E' mio dovere aiutarla a sistemarsi, devo trovarle un marito purosangue prima che si venga a sapere dello scandalo creato da Andromeda" rifletté a voce alta. "Con la sua bellezza glaciale, Cissy intimidisce gli uomini, li allontana. E' un diamante di ghiaccio. Ma io la accompagnerò a tutti gli eventi mondani e la convincerò a cercarsi un buon partito. Lei non mi deluderà, al contrario di Andromeda". Picchiettò un dito lungo e perfetto su un bottone della camicia di Lucius. "Sei d'accordo con me?"
"Sì". Lucius deglutì. "Poniamo fine a tutta questa storia".


Lucius trascorse la serata trascinandosi da una locanda all'altra, bevendo più alcolici di quanti il suo corpo avesse mai sopportato, nel vano tentativo di non pensare... di dimenticare... nemmeno lui sapeva cosa.
Fece rientro a Malfoy Manor con una sola domanda che gli rimbombava nella testa: Bellatrix aveva già portato via con sé sua sorella? I suoi passi traballanti echeggiarono nella casa vuota, sulla scala deserta. Narcissa non c'era più. Le sue emozioni incespicarono l'una sull'altra... rabbia, dolore, desiderio, paura.
Si strattonò il colletto della camicia con cattiveria mentre si dirigeva verso la propria camera. Poi gettò la giacca sul comodino e si abbassò ad aprire un cassetto per prendere un ricambio di abiti. Rimase come bloccato quando, rialzandosi, vide un volto amato riflesso nello specchio sovrastante.
"Narcissa". Chiuse lentamente il cassetto e si voltò.
Lei era seduta accanto alla finestra, illuminata dalla luce fioca della luna, le mani congiunte in grembo. "Lucius".
Lui si appoggiò all'armadio e pasticciò con i bottoni dei polsini della camicia, senza staccare lo sguardo da lei. "Credevo fossi andata via con Bellatrix".
"Non potevo andarmene senza prima averti ringraziato". Narcissa si alzò in piedi e gli si avvicinò piano. "Bèh... grazie".
Lucius la osservò, incerto su cosa stesse accadendo. Per la prima volta in vita sua non sapeva cosa fare, cosa dire. Distolse lo sguardo, incapace di guardarla ancora senza sentire il forte impulso di prenderla fra le braccia. "Non mi devi ringraziare, non ho fatto un bel niente". Tentò di mantenere un tono neutro, calmo, indifferente. "Eri venuta da me affinché ti aiutassi a ritrovare tua sorella, e non l'abbiamo trovata. Il lavoro non è mai stato portato a termine".
"Invece sì". Narcissa si avvicinò ancora. "Mi hai aiutato ad aprire gli occhi quando io non volevo vedere". Scrutò il suo viso. "E ti sei preoccupato per me fino alla fine. Ho sentito quello che hai detto a Bellatrix..."
"Hai origliato?"
Lei annuì. "Non ho potuto farne a meno". Poi gli sorrise con tutto il cuore. "Grazie, Lucius. Ti devo... un favore".
"Un giorno verrò da te, allora. Per chiederti di saldare il tuo debito". Lui ricambiò il suo sorriso e la ammirò ancora per qualche istante, perché non gli era mai sembrata tanto bella. Cosa gli piaceva di più di lei? La posizione delle spalle, la sua espressione decisa e intensa, il modo in cui il proprio corpo reagiva alla sua semplice vicinanza?
"Mi dispiace di averti disturbato per niente" stava dicendo adesso, e lui era come ipnotizzato dal movimento di quelle labbra rosse. Lucius conosceva bene il loro sapore. "Ho fatto proprio la figura della stupida, vero? Ero così fermamente convinta dell'innocenza di mia sorella, ho continuato a difenderla anche quando tutto era perfettamente chiaro. Io avevo torto, tutti gli altri avevano ragione. Che idiota!"
"Non essere così dura con te stessa. Tu non hai nessuna colpa". Ecco, di nuovo il desiderio di abbracciarla e confortarla. Non era normale. "Adesso vai" si costrinse a dirle.
"Devo preparare la valigia".
"Ti aiuto" mormorò Lucius, accompagnandola verso la camera che lei aveva occupato durante la sua permanenza a Malfoy Manor, e che ancora profumava di lei.
I bagagli richiesero poco tempo. Era come se il tempo si fosse accellerato per affrettare la loro separazione. Narcissa pensò a come si era sentita male il giorno in cui si era diretta per la prima volta a Malfoy Manor in cerca di aiuto, e a come stava male tuttora, anche se per motivi diversi. Prima che se ne accorgesse, si ritrovò ai piedi della scala con la valigia in mano.
"Starai..." Lui si bloccò prima di completare la frase. Il silenzio invase l'atrio.
"Starò bene" gli disse lei, toccandogli una guancia con la mano libera. Quel contatto la bruciò.
Anche Lucius si chinò ad accarezzarle il mento, il viso. Le spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli fuori posto. Poi si tirò indietro. "Abbi cura di te" disse, ripescando da qualche parte la voce.
Narcissa fece un sorriso tirato, triste. "Addio".
Lui rimase immobile a guardarla mentre usciva da quella casa. E dalla sua vita.


NdA: storia agli sgoccioli! ^^' Cercherò di non piangere quando anche questa mia creatura sarà terminata, anche se è davvero difficile trattenere una lacrimuccia dopo questo capitolo molto triste. Che poi sappiamo tutti come andrà finire - Lucius e Narcissa marito e moglie con un adorabile pargoletto di nome Draco - ma un po' mi commuovo sempre quando li faccio finire insieme. Sono un caso disperato.


Thiliol - ahah, non lo sapevo che le scene di passione erano le tue preferite! :-p Io ho sempre il timore di cadere nel volgare quando scrivo quelle parti =^^= Sì, Narcissa è stata un po' ingenua e lo ha ammesso. Meglio tardi che mai!

Lione94 - grazie per la mega recensione! ^_______^ Se ti eri sciolta nello scorso capitolo, che mi dici di questo? Io mi sono sentita male fisicamente mentre scrivevo il momento della separazione, buuuuh ç___ç Come sempre resto in attesa delle tue impressioni e ti abbraccio! ;-)

Zukkerosa - mi spiace averti delusa: Narcissa se n'è andata. Dopo la delusione avuta da Andromeda vuole ricominciare una nuova vita e gettarsi alle spalle tutto quello che è successo. Ovviamente non sarà facile per lei dimenticare Lucius, sei d'accordo? ;-D

Bloody Sisters - Bèh, credo che Lucius si impegni parecchio per far soffrire le persone (anche quelle che ama). Dopotutto non dimentichiamoci che è un perfido, spocchioso Mangiamorte. Però in questo capitolo si è comportato bene, dai... non trovi? ;-D

Circe - eh, non sei l'unica a rattristarsi per l'imminente finale. Io mi deprimo ogni volta che termino una storia, e non so mai quando mi verrà una nuova idea per un'altra fanfiction. Grazie di essere rimasta con me fino alla fine, te ne sono grata! ^___^


Non perdetevi l'ultimo capitolo!
NarcissaM

 



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Capitolo 11
*** Proposte di matrimonio ***


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Alla ricerca di Andromeda


11° capitolo – Proposte di matrimonio

 


Il ricevimento organizzato da Bellatrix nella villa dei Lestrange era in pieno fervore.
Narcissa si fermò un attimo sulla soglia, osservando il salone riservato alle danze pieno di coppie impegnate a ridere e ballare. Tutta la buona società magica era euforica per i nuovi intrighi e per i pettegolezzi, non solo per quelli riguardanti la guerra di Lord Voldemort: i purosangue erano avidi di scoprire ogni elemento dello scandalo creato da Andromeda con la sua fuga. Narcissa era dovuta andare un attimo alla toilette e anche lì era stata avvicinata da persone che volevano sapere, ed era stata sommersa di domande e di sguardi pieni di compassione o derisione.
Mentre entrava a testa alta nella sala da ballo, udì due streghe che chiacchieravano alla sua sinistra. "Le Black sono lontanamente imparentate con noi Tercakes... sfortunati collegamenti, vero?" La sua compagna annuì, e Narcissa guardò altrove. Certo, adesso tutti rinnegavano i loro legami con i Black!
"Maledetta Andromeda" ringhiò fra i denti. Vide Bellatrix, circondata dagli altri ospiti, e Regulus accanto a lei che sembrava il più a disagio in quella situazione. Andò da loro, conscia che solo se i Black fossero rimasti uniti avrebbero potuto superare un momento così difficile.
"Eccoti!" esclamò Bellatrix. "Conoscete già mia sorella, Augustus?" L'uomo al suo fianco disse di no, e lei fece rapidamente le presentazioni. "Cissy, cara... questo è Augustus Rookwood. Lavora all'Ufficio Misteri nel Ministero ed è uno dei nostri infiltrati più preziosi".
Affascinante, deliziosa, così piacevole... Narcissa accettò con indifferenza tutti quei complimenti. Aveva già un'alta opinione di sé, non aveva bisogno di altri di quegli aggettivi smielosi. "Posso scambiare due parole con te, Bella? In privato" disse Narcissa, con voce piatta e calma.
Rookwood si allontanò, congedandosi con un inchino, e Bellatrix guardò contrariata sua sorella. "Che accidenti ti prende? Che stai facendo? Vuoi far volare la selvaggina nel giardino di qualcun'altra?"
"No. Io desidero soltanto..."
"Ho già ricevuto tre proposte di matrimonio per te. Forse riuscirò a farti sposare prima della fine dell'anno. Comunque secondo me è Rookwood il pesce più grande, e dovresti almeno tentare di farlo cadere nella tua rete".
"Bellatrix..." iniziò lei, prendendo un forte respiro.
"Sono una sorella maggiore magnifica, lo so".
"No". Narcissa si tastò una tempia. "Voglio dire... lo sei. Ma io non voglio..."
Per una volta Bellatrix doveva aver letto correttamente la sua faccia, perché il suo tono fu di incredulità. "Non puoi venirmi a dire che non ti vuoi sposare! Qui ci sono un sacco di buoni partiti. Ci sono bei soldi, buone conoscenze..."
"Non voglio sposarmi. Non adesso".
"Cissy, tesoro! Ho dato questa festa solo per te! Qui ci sono le migliori opportunità per il tuo futuro. Devi coglierle". L'espressione di sua sorella era per metà irritata e per metà confusa. "E' successo qualcosa con Malfoy, è così? E' stato lui a farti perdere quel briciolo di ragionevolezza che avevi?"
"Luc..." Narcissa si schiarì la voce. "Malfoy non ha niente a che vedere con la mia decisione. Solo... non sono pronta a scegliere un marito".
Regulus, che aveva ascoltato la discussione in silenzio, decise d'un tratto di intervenire. "Credo che tu abbia insistito abbastanza, Bella. Devi fidarti di Narcissa". Raddrizzò le spalle e si puntò sui piedi. "Lei non scapperà come Andromeda. Affronterà le sue responsabilità quando sarà pronta... quando avrà scelto con quale mago purosangue dividere il resto della sua vita. Dico bene?"
Narcissa gli sorrise e gli accarezzò una spalla con la mano guantata. "Dici bene, Reg. Ti ringrazio". Com'era cresciuto il suo amato cugino! Era diventato Mangiamorte solo pochi giorni prima, grazie a Lucius che aveva mantenuto la sua promessa, e i cambiamenti in lui era davvero evidenti: aveva acquistato fiducia in sé stesso, coraggio, ardore. "Penso che rientrerò a casa adesso. Ci vediamo".
Bellatrix sembrava ancora allibita e senza parole mentre Narcisa si voltava e usciva, con un sorrisino soddisfatto sulle labbra, oltrepassando i cacciatori di dote e le streghe pettegole. Vide Rookwood che la salutava con un cenno del capo, e le venne in mente che dopotutto poteva essere un marito davvero rispettabile. Tutti i suoi corteggiatori non le dispiacevano in verità, ma... il fatto era che nessuno di loro era Lucius.
Lucius era suo, lei lo sentiva nel profondo. Ormai le apparteneva. E quella sera glielo avrebbe fatto sapere.



L'anello bronzeo appeso alla bocca di un dragone brillava minaccioso sotto la debole luce della luna. Facendo ricorso a tutto il suo coraggio, la giovane donna avvolta nel proprio scuro mantello piegò le dita tremanti intorno al metallo e lo picchiò sul controbattente del maestoso portone.
Tutto era esattamente come la prima volta in cui lei si era presentata a Malfoy Manor. Solo che stavolta fu Dobby ad aprire il portone. "Signorina Black..." I suoi occhioni acquosi percorsero il mantello di Narcissa, la faccia, i capelli.
"Ho necessità di parlare con Lucius" disse scandendo bene le parole. Nell'ingesso suonò la pendola dell'orologio, segnando le unidici: troppo tardi per recarsi in visita.
"Dobby è spiacente, ma..."
Narcissa batté le palpebre. "Ma?"
"Questa sera il padrone è fuori casa. E' uscito alcune ore fa".
La delusione la colpì, pungente e profonda come una pugnalata. "Oh. Capisco. Grazie". Diede le spalle all'elfo e ripercorse il vialetto a ritroso. Lucius doveva essere di certo con una di quelle donne che gli sbavano dietro. Quell'ipotesi era semplicemente insopportabile ma terribilmente ovvia, reale. Che cosa si era aspettata? Che lui fosse rimasto per tutta la settimana chiuso nel suo studio a struggersi per lei?
Con le lacrime che minacciavano di sopraffarla, Narcissa si materializzò davanti ai gradini di casa Black. Batsy la accolse con insolita eccitazione, e la accompagnò nell'atrio guardandola con occhi fuori fuoco e sognanti. "Bentornata, padroncina. Bentornata". Narcissa scosse la testa: doveva sbrigarsi a sostituire quella dannata elfa domestica con qualcun'altra un po' meno stupida!
Si trascinò stancamente verso la propria camera. La porta era chiusa. La aprì e scivolò dentro, con Batsy dietro di lei che si premurava di accendere le candele per fare luce.
Rimasta sola, Narcissa si tolse i guanti e portò le mani alla nuca per sganciare la collana di perle. Un movimento nello specchio la gelò, facendola restare immobile. Ecco finalmente spiegato lo strano comportamento di Batsy! Lasciò cadere la collana sul tavolo e si voltò lentamente.
Lucius era seduto sul suo letto, meraviglioso come sempre, anche con le grinze scure sotto gli occhi. "Buonasera, Narcissa".
"Chi ti ha fatto entrare?"
"Ho corrotto la tua elfa domestica". Lui si alzò piano e appoggiò fianco e spalla contro una colonna del baldacchino, incrociando le braccia. "Mi ha permesso di entrare nella tua camera e mi ha promesso che non dirà nulla a Bellatrix se decido di trattenermi qui cinque minuti... o cinque ore".
Negli occhi di lei balenò un'emozione che cercava disperatamente di nascondere. "Dovrò liberarmi di quell'elfa" disse, con voce tremante. "Credo abbia una cotta per te. Ti pare possibile?"
Lucius sorrise. Labbra sensuali, curvate all'insù in una piega da predatore. Era bellissimo con una lunga ciocca di capelli che gli cadeva sugli occhi e lo sguardo sempre vigile, penetrante. "Pensavo che saresti rimasta al ricevimento dei Lestrange ancora un'altra ora..."
Lei inarcò un sopracciglio. "Controlli i miei impegni?"
"Naturalmente".
"Lo dici come se fosse ovvio. Perché dovresti farlo? Perché dovresti tenermi d'occhio?"
Lui corrugò la fronte. "Le mie ricerche sono importanti, Narcissa. I miei informatori mi tengono aggiornato sulla tua vita da quando ci siamo detti addio".
Narcissa andò verso di lui, togliendosi le forcine e sciogliendosi i capelli mentre camminava. "E cosa ti hanno detto di me?"
"Che hai ricevuto un certo numero di proposte di matrimonio. Ma che tua sorella spera in Rookwood".
"Sì, lo spera. Quesa sera l'ho conosciuto". Qualcosa attraversò gli occhi di Lucius. Gelosia? Il cuore le battè più veloce.
"Sì, Rookwood non è una brutta scelta, tutto considerato" disse lui, picchiettando le dita sulle braccia conserte. "Il lavoro al Ministero gli garantisce una buona copertura, nessuno sospetta che sia un Mangiamorte. Il suo conto alla Gringott's non è male... e le signore dicono che non sia poi tanto sgredevole nell'aspetto".
"Sì. E' una scelta passabile". Narcissa si fermò a pochi centimetri da lui. "Potrei anche decidere di accettare il suo corteggiamento".
Lucius abbassò le braccia, solo per poterle prendere il volto fra le mani e baciarla. Schiacciò le labbra sulle sue, e lei gli restituì avidamente il bacio.
"Mi... sei... mancata" le disse lui sulla bocca. Dieci giorni erano sembrati una vita.
Narcissa si staccò di poco. "Anch'io ho sentito la tua mancanza e..."
"No. Parliamo dopo". Lui la baciò di nuovo, con trasporto. Aveva il respiro pesante, come se avesse corso a lungo, mentre continuava ad esplorarla e assaggiarla. Si premette contro di lei, duro e delizioso, e Narcissa reagì subito desiderando il suo calore. Le dita di Lucius si infilarono tra i capelli di lei, e occhi grigi e brillanti incontrarono i suoi. Lei guardò dentro di lui e vi lesse la sincerità, il desiderio, l'amore.
"Mentivo prima. Non voglio nessun altro".
"Non avrei dovuto lasciarti andare via. Ma eri sconvolta e avevi bisogno di un po' di tempo per riprenderti".
"Ti amo" Percepì il suo shock scuotergli l'animo e mantenne a fatica il controllo. "Ti amo, ma so che tu non desideri il matrimonio e i legami. Non mi aspetto che tu..."
Lucius la zittì con un altro bacio. "Tu non sai niente" le disse, staccandosi un poco. Sorrise, un sorriso pieno di fascino e di malizia. "Io voglio te. Voglio che diventi mia moglie e che torni a vivere a Malfoy Manor".
"Ne sei sicuro?"
"Completamente". La luce felice negli occhi di Narcissa era tutto ciò che voleva vedere. Le avrebbe fatto dimenticare la sofferenza degli ultimi giorni e le ferite che Andromeda aveva inferto al suo cuore. La strinse a sé, e lei gli restituì l'abbracciò.
"Ti rendi conto che non ti libererai mai più di me?"
"E' quello che spero". Lui le accarezzò la schiena con movimenti lenti e prese a tempestarle il collo di piccoli baci. "Ora, a proposito del favore che mi devi..."




NdA: E anche questa è finita! La mia ultima storia del 2010. Comunque ho già nuove idee per altre fanfiction su Lucius e Narcissa, e non vedo l'ora di mettermi al lavoro per svilupparle. Bèh, intanto ringrazio chi mi ha seguito fin qui e chi ha aggiunto la storia fra le preferite. Se vorrete lasciarmi... un ultimo parere su tutta la storia ne sarò estremamente felice e vi risponderò privatamente. Promesso!


Alla prossima storia! Non smettete mai di sognare.
NarcissaM

 



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