Il magico mondo chiamato Terra. di Lovy91 (/viewuser.php?uid=71277)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** "Halloween è una farsa" ***
Capitolo 3: *** Il tempo stringe ***
Capitolo 4: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 5: *** La Strega ***
Capitolo 6: *** Il tempo scorre ***
Capitolo 7: *** Small Magic Town ***
Capitolo 8: *** Richiedo scusa! ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
Prefazione
Le fiamme divoravano l'intonaco pezzo dopo pezzo, le delicate tende di
pizzo divenivano polvere nera che svaniva tra le fiamme di un violento
arancione. Sembrava che fosse stata accesa un'alta pira di almeno
trenta metri solo che non c'erano persone ridenti intorno ad essa a
passare una piacevole serata.
I pompieri si davano da fare per spegnere le fiamme e salvare quel che
restava della costruzione. Una settantina di persone guardava con gli
occhi pieni di terrore lo spettacolo, vedevano il lavoro di una vita
sparire tra quelle lingue di fuoco. Un rumore e un pezzo del palazzo
cedette. Urla.
<< Allontanate la gente, presto! >>, urlò il capo dei
pompieri, che si stava dando da fare con un idrante.
Nel mezzo di quella moltitudine di persone c'era una bambina in braccio
a uno dei pompieri, gli occhietti erano chiusi, le guance troppo rosse
per il caldo e il segno delle lacrime era evidente. I riccioli ramati
erano pieni di cenere.
Dalla folla, arrivò correndo un uomo dai folti capelli dello stesso
ramato della piccola, trafelato e con una valigetta in mano.
<< Quella è casa mia! >>, strillò indicando il palazzo in
fiamme. Poi si guardò attorno. << Dov'è mia moglie? E mia figlia?
Dove sono?! >>.
La piccola dai capelli ramati aprì gli occhi leggermente allungati di
scatto, mostrando un verde chiaro che sembrava riflettere la terribile
scena, i volti spaventati, le facce stanche dei pompieri.
<< Papà! >>, lo chiamò, scoppiando a piangere di nuovo tra
le braccia del giovane pompiere. Il ragazzo camminò fino all'uomo e gli
porse la bambina, che non doveva avere più di quattro anni.
<< È sua figlia? >>.
<< Desdemona! >>, urlò, stringendola tra le braccia.
Attorno a lui, la gente di commosse distraendosi un attimo da quella
scena angosciante. Desdemona strinse le braccia attorno al collo del
papà.
<< E Hideko? Dov'è Hideko? >>, chiese al giovane.
<< Chi è, scusi? >>.
<< È mia moglie! >>.
Un altro pompiere si avvicinò. << Sono entrato io con lui
>>, indicò il giovane pompiere, << dentro il suo
appartamento, il numero undici se ricordo bene. C'era solo sua figlia
>>.
<< È impossibile! Mia moglie è rimasta a casa con nostra figlia
perché aveva la febbre! >>, spiegò l'uomo.
<< Le piantine della signora Jordan >>, sussurrò Desdemona.
<< Come dici tesoro? >>, le sussurrò il papà.
<< Mamma si è allontanata per innaffiare le piante della vecchia
signora Jordan, papà. Quella che è in vacanza con il marito. Io facevo
la nanna >>.
L'uomo sbiancò. << L'appartamento numero tredici, quello al piano
di sopra. Mia moglie è ancora là! >>.
Abbracciò la figlia e la diede al secondo pompiere. Ma il primo lo
fermò.
<< Dove vuole andare?! Non si può entrare, è troppo tardi!
>>.
<< Hideko è là dentro! >>, protestò.
Desdemona continuò a piangere. << Dov'è la mamma? >>.
Come per risponderle un successivo crollo confermò la tesi del giovane
pompiere. La maggior parte del palazzo aveva ormai ceduto.
Padre e figlia restano a osservare quello spettacolo, abbracciato l'uno
all'altra, mormorando il nome della moglie e della mamma.
Sei ore più tardi, del palazzo erano rimasti cumuli grigi. Le prime
osservazioni degli esperti decretarono la fuoriuscita di gas e il
successivo scoppio delle caldaie, accese per il freddo innaturale che
aveva colto quella frazione di New York a fine Novembre. George Lewis
teneva tra le braccia, avvolta in una coperta data dalla squadra dei
pompieri, l'unica sua ragione di vita.
Il giovane pompiere si avvicinò di nuovo, mettendogli una mano sulla
spalla. << Abbiamo trovato il corpo di sua moglie... Mi dispiace
molto >>. La sua voce era piena di dolore. Diede una goffa
carezza ai capelli della bambina addormentata e se ne andò, testa basta.
George Lewis non si mosse. Era pallido quasi quanto il cielo bianco che
prometteva neve.
Desdemona aprì gli occhi. << Mamma... >>.
La guardò. << Mamma è con gli angeli adesso, tesoro >>.
<< E noi? >>.
Le lacrime bagnarono il viso dell'uomo. << Io e te, Desdemona.
Siamo rimasti io e te >>.
Alcuni vicini confortarono il vedovo e la piccola orfana. Conoscevano
quella famiglia ed erano brave persone, non si erano meritate quel
dolore. Era il trenta Novembre 1997, e soltanto un mese prima era stato
festeggiato, il trentuno Ottobre proprio il giorno di Halloween, in
quel medesimo appartamento che ora non esisteva più, il quarto
compleanno di quella bambina.
Il destino non potrebbe mai avere amici perché sarebbe costretto a
fargli del male.
Angolino!
Sono tornata! Dopo un lungo
periodo
di assenza ho deciso di tornare con una nuova storia e come sempre non
saprò dove andrò a finire... Spero che possa piacere e di non essermi
arruginita troppo :P
Vi auguro buona lettura e
recensite, recensite e... recensite XD
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Capitolo 2 *** "Halloween è una farsa" ***
Capitolo 1
"Halloween è una farsa"
<< Non mi interessa Sakura
>>.
<< Nonna, mi chiamo
Desdemona, anzi no, Dess >>.
Era almeno la centosettesima volta
che Dess correggeva sua nonna con quel brutto vizio di chiamarla con il
suo secondo nome. Il suo nome giapponese che odiava con tutta se stessa
perché non appena chiunque lo scopriva le domandava sempre se era di
origini nipponiche. Ma per la ragazza c'era molta differenza tra
origini giapponesi ed esserlo.
<< Sakura >>, ribatté
testarda l'anziana donna. << Non voglio che festeggi il tuo
diciassettesimo compleanno in quel posto... come si chiama... >>.
<< McDonalds, nonna >>,
rispose annoiata, mentre lavava i piatti in casa della sua nonna
materna.
<< Proprio quello. È
orribile >>.
<< Lo sarà per te >>,
ribatté ostinata.
<< Perché non lo festeggi a
casa, eh? Non sarebbe la cosa migliore? >>.
<< Nonna sono da quando ho
compiuto sedici anni che mi stai rompendo perché festeggi i miei
diciassette anni in casa, ma non mi hai mai voluto dire il motivo
>>.
<< Non festeggi mai neanche
un compleanno con me >>, si offese la donna.
Dess sbuffò. Come se a sua nonna
fosse mai importato qualcosa. Sua nonna era interessata solo alle sue
tradizioni e non faceva che rammaricarsi che la sua unica nipote non se
ne interessasse. Ma Dess era nata e cresciuta in America, di quelle
tradizioni non conosceva quasi niente anche se la vecchia aveva tentato
più volte di insegnargliele.
La ragazza chiuse il rubinetto
dell'acqua e gettò lo strofinaccio sul mobile accanto al lavabo.
<< Vado a scuola >>,
disse uscendo dalla cucina e ignorando le parole della nonna. Prese lo
zaino, si avvolse la sciarpa attorno al collo, si mise un cappellino
bianco in testa che stava alla perfezione con i suoi capelli ramati e
uscì nella gelida aria che tagliava il viso.
Per strada rimuginava sulle parole
dette dalla nonna. Erano ormai le stesse da circa un anno e suo padre
non si era mai opposto anche se non era molto presente. Da quando la
mamma era morta in quell'incidente, lavorava tantissimo e lei era stata
praticamente cresciuta dalla nonna materna che aveva risentito
moltissimo della perdita di sua figlia Hideko, l'unica che avesse. Il
marito era morto vent'anni prima di una terribile malattia e la perdita
di Hideko l'aveva resa irascibile e arrabbiata con il mondo.
Dess non ce l'aveva con il mondo,
non era colpa sua.
Pensando, arrivò al cancello. Lì vi
trovò la sua migliore amica intenta a parlare con un ragazzo alto e
moro, carino. Scosse la testa sorridendo. Deniece era la sua migliore
amica da quindici anni e da quando erano in prima elementare, non
faceva che lasciare i ragazzi uno dopo l'altro. Il giorno prima ne
aveva mollato uno, forse il terzo in un mese. Dess aveva frequentato
pochi ragazzi ma erano per lei un mondo alieno di cui non avrebbe mai
fatto parte.
Deniece si scambiò un bacio con il
bel moro e lui se ne andò. Dess si avvicinò.
<< E questo come si chiama?
>>, le chiese ridendo.
<< Dylan. É così carino!
>>, rispose entusiasta.
<< Lo erano anche Justin,
Paul, Philip, Lucas, Elias... >>.
L'amica interruppe l'elenco.
<< Ehi, quelli sono vecchi >>.
<< Ma sei hai lasciato Elias
proprio ieri >>.
<< Si chiamava Elias?! Io li
confondo troppo >>.
Dess alzò gli occhi al cielo e in
quel momento la campanella suonò, Deniece prese il suo zaino ed
entrarono nell'edificio. La prima lezione di Desdemona era matematica e
quella dell'amica storia. Si salutarono agli armadietti, si sarebbero
riveste alla seconda ora di biologia avanzata.
Dess recuperò il volume di
matematica dal suo armadietto, qualche penna e una calcolatrice. Poi
emise un sospiro. Quattro armadietti più avanti, si sentiva addosso lo
sguardo, quello sguardo. Zachary Butler erano circa sette giorni che la
fissava. Era bello da mozzare il fiato, certo, ma quell'insistenza
sfiorava l'ossessione per Dess. Secondo la sua migliore amica fissata
con i ragazzi, piaceva molto a Butler. Secondo Dess voleva solo
l'ennesima ragazza da scopare.
Mise tutto nello zaino e si
avvicinò all'aula piena a metà, in attesa della professoressa Boldrige,
facendo finta che Butler non esistesse. Stava scarabocchiando sul
quaderno quando qualcosa di leggero toccò la suola delle sue scarpe.
Con la coda dell'occhio si accorse di avere un bigliettino
appallottolato per terra. L'insegnante non era ancora arrivata e lo
prese velocemente. Lo srotolò e lesse: "Vieni alla pausa pranzo nell'angolo est
del giardino. Sappi che se non verrai, ti troverò io".
Non c'era nessuna firma. Si chiese
chi fosse l'artefice di quel brutto scherzo. Per un attimo pensò a
Zachary... Poi scosse la testa. Le voci di corridoio dicevano che il
convinto della scuola si avvicinasse di sua spontanea volontà alle
ragazze che puntava. Scocciata di alzò e lo buttò.
La pausa pranzo giunse lentamente e
quando la campanella l'annunciò, prese un bel sospirò sollevato. Metà
della mattinata scolastica era terminata. Incontrò l'amica all'ingresso
e prese il suo pranzo preferito ovvero pasta al pomodoro, patatine
fritte e verdurine condite. Il messaggio era sparito della sua testa.
Stava per mangiare una forchettata
di pasta ma non riuscì a farlo perché un botto simile a una piccola
esplosione le fece cadere la forchetta per terra. Anche Deniece smise
di mangiare.
<< Che è stato?! >>,
chiese lei.
<< Non lo so Deny >>,
rispose Dess.
Il corpo studentesco si avvicinò
alle vetrate dell'aula mensa e così fecero anche Dess e Deny. Un
pennacchio di fumo si levava da lì, quasi come se stesse andando a
fuoco. La ragazza voleva sprofondare: era l'angolo est del giardino.
Quando Deniece si voltò, Desdemona
era sparita.
Corse fino a uscire dalla scuola e
il casino creato dall'esplosione, le rese facile fuggire per andarci.
Svoltò per un angolo dell'edificio e continuò a correre ma fu inutile
perché a metà strada si fermò.
Con un bel sorriso sul viso
paffuto, c'era la preside del liceo, la signora Carter. I riccioli
biondi e il fard rosa non potevano che essere suoi. Era una brava donna
e tutti gli studenti l'ammiravano. Invece Dess, con quel suo sorriso
sempre stampato in faccia, la trovava inquietante. Spesso se l'era
immaginata nella sua casa color confetto con i suoi gatti, ognuno con
al collo un fiocchetto di diverso colore, ovviamente pastello.
<< Signorina Lewis dove sta
andando? >>, cinguettò.
<< Ecco io... a vedere cos'è
successo >>. Arrossì.
Inclinò appena la testa. <<
Ma ragazza... tu non puoi. No no >>. Il sorriso si fece ancora
più largo.
Dess avvertì un brivido lungo la
schiena, i piedi erano bloccati sul terreno.
All'improvviso, i riccioli biondi
si scurirono, si allungarono fino a terra, la pelle chiara divenne
verdastra e gli occhi rossi e lampeggianti. La figura robusta dimagrì
fino a diventare esile e altissima.
Dess gridò con tutto il fiato che
aveva in gola ma poi l'urlo le rimase spezzato in gola per lo shock che
le tolse la capacità di fare qualsiasi cosa. Il cervello si scollegò.
Quel mostro orribile parlò con una
voce che sembrava provenire da un altro luogo, acuta e metallica.
<< Detentrice, ora tu morirai! >>. Distese le lunghe e
scheletriche braccia e la bocca si allargò quasi fino a terra,
emettendo un suono penetrante che quasi fece scoppiare il cervello alla
povera ragazza. Dess cadde in ginocchio ed era sicura di morire...
Poi un lampo rosso e l'essere
mostruoso smise di strillare.
<< Vattene Banshee! >>.
Un altro lampo rosso e caldissimo
rischiò di colpire Dess se non si fosse distesa a terra appena in
tempo. Con un ultimo strillo, la Banshee sparì in una nuvola di fumo.
La ragazza era sicura di non riuscire mai più a respirare in vita sua,
di non riuscire a rialzarsi dal terreno. Tremando, riuscì a rimettersi
in piedi e a guardare chi fosse il suo salvatore.
Non c'era molta luce perché le
nuvole coprivano il sole. La figura era senza dubbio un ragazzo e
lei ebbe l'impressione di averlo già visto. Strizzò gli occhi per
cercare di capire chi fosse. Lui mosse qualche passo avanti e Dess capì
chi era. I capelli biondi e disordinati, gli occhi castano scuro, la
pelle leggermente scura appartenevano al capitano di basket Zachary
Butler, il ragazzo che da circa una settimana la fissava
insistentemente.
<< Butler? >>, mormorò.
<< Lewis >>, fece lui.
<< Ma... ma... che cos'era?
Banshee? E che cosa sono?!>>.
<< Se stai andando al
giardino sappi che non c'è ne bisogno. Ho creato troppo casino quindi
di conseguenza non è il posto adatto per parlare >>.
La ragazza sgranò gli occhi.
<< Chi se ne frega di quel biglietto! Quella cosa ha tentato di
uccidermi!>>. Era isterica.
<< Già >>, confermò
Zachary, passandosi una mano tra i capelli come per sistemarli.
Sembrava a disagio eppure gli occhi esprimevano tranquillità. <<
Ho bisogno di parlarti >>.
Dess lo guardò come se fosse matto.
Lei voleva solo andarsene a casa sua, prendere una bella camomilla e
rinchiudersi in camera sua senza uscirne mai più.
<< Dess... Posso chiamarti
Dess? >>.
<< Come vuoi >>,
acconsentì indifferente.
<< Allora tu chiamami Zack
>>, disse lui. La ragazza annuì. << Tu ed io abbiamo una
cosa in comune >>.
<< Anche tu vieni attaccato
da mostri? >>, chiese ironica. Che cosa poteva mai avere in
comune una ragazza normale e tranquilla come Dess con il bel giocatore
di basket popolare e attorniato di ragazze?
<< Siamo nati entrambi il 31
Ottobre dello stesso anno >>, disse Zack.
<< Ah... e quindi? >>,
domandò senza comprendere.
Che c'entra con
quella cosa?
Quante volte era stata presa in
giro per il suo compleanno? Da piccola, le bambine si divertivano a
dirle che era una strega per essere nata quel giorno maledetto, il
giorno dei mostri.
<< Siamo speciali, io e te
>>, continuò il ragazzo.
Dess cominciò a spaventarsi. La
voglia di fuggire nacque. << Essere attaccati dai mostri rende
speciali? >>.
<< Voglio essere diretto e
sincero. Sono anni che i miei amici ed io cerchiamo il quarto Elemento,
senza riuscire a capire che fine abbia fatto. È stata una bella e
fastidiosa sorpresa scoprire che l'Elemento era nella mia stessa
scuola, nella nostra stessa scuola >>.
<< Di che stai parlando?
>>. La ragazza fece un paio di passi indietro.
<< Un'antica leggenda
>>, prese a raccontare Zack, << narra che all'alba dei
tempi il mondo era un perfetto equilibrio. Poi un essere malvagio
invidioso di tale perfezione, lo ruppe in quattro pezzi e gli Elementi
si separarono: Acqua, Fuoco, Aria e Terra. Per molte migliaia di anni
trovarono sfogo in terremoti, eruzioni, inondazioni, tornado finché
quattro saggi scoprirono che potevano essere custoditi da degli umani
scelti e così è stata da allora. Il giorno di Halloween un tempo era
chiamato Samhain e si erano accorti che gli umani "speciali" erano
quelli nati in tale giorno. I mostri, le streghe, le fate... è tutto
vero, Dess >>.
A Dess mancò il respiro. Non disse
niente.
Zack scambiò il silenzio di Dess
per curiosità. << Noi siamo i protettori del mondo magico, del
mondo fatto di questi esseri che si nascondono tra gli umani e possono
rivelarsi solo il giorno di Halloween. Durante l'anno si nascondono ma
purtroppo non sono tutti buoni. Si sono stabiliti a New York perché la
spaccatura è avvenuta qui... e qua sono rimasti >>. Negli occhi
scuri di Zack passò un lampo di dolore. << Tua madre è morta
vero? >>.
Il ricordo doloroso squarciò il
cuore di Dess, evitava di pensare a sua madre ogni volte che poteva.
<< E quindi? >>, riuscì a sussurrare con la poca voce che
aveva. La vocina razionale nella sua testa le diceva che era tutto
falso, si stava prendendo gioco di lei. Ma non riusciva ad andarsene e
non capiva il motivo.
Mica
gli credo?, pensò.
<< Ascoltami molto bene
>>, la sferzata di dolore fu sostituita da rabbia. Nessuno doveva
parlare della sua mamma, eccetto Dess. Non lo permetteva neanche a suo
padre e sua nonna, figurarsi a lui. << Non permetto a nessuno
tanto meno a te che è una
settimana che mi fissi di abbordarmi con storie assurde e divertiti
alle mie spalle... Chiaro? >>. Ricacciò indietro le lacrime.
<< La stai facendo
spaventare, Zack >>, disse una voce femminile alle spalle di
Dess. Lei si voltò e vide una ragazza della sua stessa età. Indossava
la divisa della scuola, la versione femminile quindi studiava lì, ma
era certa di non averla mai vista. Il viso era ovale e spiccava poiché
la carnagione era panna e i capelli neri come la notte. Gli occhi erano
di un bellissimo azzurro scuro, le labbra rosa e sottili, a forma di
cuore. Il fisico slanciava suggeriva anni di danza classica. Teneva una
mano dietro la schiena e un'altra indicava lei.
<< Scusalo. I suoi modi fanno
schifo >>, disse.
<< Chi cazzo sei tu?
>>, le chiese Dess.
<< Mi chiamo Isabella Leonora
Smith >>, si presentò. << Sono un'amica di Zack >>.
Un'amica di
Zack?
La nuova arrivata sembrava tutto
fuorché una sua amica. Il giovane biondo frequentava i ragazzi popolari
e quella Isabella era qualsiasi cosa tranne che popolare. Dess finì
quasi contro il muro, quasi non volesse essere tra Zack e Isabella.
<< Le hai già raccontato la
storia? >>.
<< Le ho anche salvato la
vita da una Banshee, se proprio vuoi saperlo. Non solo non ha
ringraziato, ma non vuole nemmeno credermi >>.
<< Ma vorrei ben dire!
>>, protestò Dess.
Isabella guardò Dess a lungo, poi
camminò fino a essere a tre passi da lei, erano vicinissime, quasi si
potevano toccare. Poi Isabella allungò una mano e toccò il muro di
mattoni rossi dietro Desdemona. Un rumore fece voltare quest'ultima e
sbarrò gli occhi.
Un intreccio di fiori, di
rampicanti stava crescendo sul muro. Erano bellissimi e profumati.
<< Non voglio crederci
>>, sussurrò Dess, scuotendo la testa.
<< Tu sei l'Acqua. Sono
tredici anni che ti stiamo cercando, Desdemona >>, fece un cenno
verso Zack che pareva aver perso l'uso della parola. << Lui è il
Fuoco >>.
Dess ricollegò l'esplosione al
ragazzo e quei lampi rossi.
<< Cosa c'entra con la morte
di mia madre? >>, chiese e non sapeva perché ma quella domanda le
faceva paura.
Entrambi divennero scuri in volto e
fu Zack a parlare: << Per poter trasferire la capacità a un'altra
persona è necessario che... sia pagata una vita legata al nuovo
Detentore o Detentrice da un legame di sangue. Quando il tempo del
vecchio Detentore volge al termine, costui perde il potere e va dal
nuovo prescelto... >>.
<< Voi chi avete perso?
>>, chiese in un soffio di voce.
<< Mia sorella >>,
rispose Zack. << Aveva sette anni, io cinque. ָ affogata durante
una gita al mare. Si chiamava Cecilia >>.
<< Io mia cugina >>,
rispose Isabella. << Era la persona piש vicina a me a livello di
sangue, quel giorno. Avevamo sei anni. ָ morta cadendo da un
precipizio. Il suo nome era Margaret >>.
La ragazza dai lunghi capelli
ramati era combattuta. Crederci o non crederci? Dopotutto quella
Banshee, o come l'avevano chiamata loro, non poteva essere un brutto
scherzo. Era confusa, terrorizzata e anche triste e piena di sensi di
colpa per la morte della sua mamma. Se non fosse stato per lei, sarebbe
ancora viva.
Guardע ancora una volta i due
ragazzi, domandosi se poteva fidarsi di loro. Eppure dentro di sי,
sentiva qualcosa come una voce che le diceva di credergli, di fidarsi.
Per la prima volta in vita sua,
Desdemona cominciע a fidarsi.
Angolino!
Prima di tutto voglio ringraziare
chi ha recensito! Adoro le recensioni *.* Ma credo piacciano a tutti XD
Comunque ho tolto gli errori di battitura del Prologo sono un pò pigra
in queste cose! Spero che questo capitolo vi piaccia e ricordatevi
sempre... recensite!
Ciao ciao!
PS= Ho notato che le lettere
accentate, KompoZer le mette con quegli strani simboli! Scusate!
Risolverò il problema il prima possibile!
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Capitolo 3 *** Il tempo stringe ***
Capitolo 2
Il tempo stringe
L'esplosione creata da Zack fece evacuare la scuola in mezz'ora e così
i tre ragazzi potero andarsene in un posto più tranquillo per parlare.
Il Central Park era perfetto. Vi giunsero con la macchina di Isabella e
dopo una breve passeggiata, si sedettero su una panchina che dava su un
piccolo lago. Isabella era seduta vicino a Zack e la ragazza si chiese
se tra i due non ci fosse qualcosa. Il parco era semi vuoto, era ancora
mattina presto e si vedevano qualche coppia di fidanzati e gli anziani
a passeggio con il bastone.
Dess era curiosa e spaventata allo stesso tempo di quello che voleva
chiedere. La sua vita aveva ricevuto una svolta davvero imprevedibile.
<< Come fate a riconoscere le creature magiche? >>.
<< L'esperienza >>, rispose Isabella. << Dopo un
certo periodo si riesce a capire cosa e chi si nasconde sotto i
travestimenti >>.
Zack indicò una donna seduta sulle sponde del lago. Dess la guardò e si
stupì dei bellissimi capelli che aveva, lunghi e dorati. Teneva i piedi
nell'acqua e si chiese come facesse, visto che la temperatura era sotto
i quindici gradi.
<< Quella è una sirena per esempio. Tiene la pinna in acqua
perché non può starne troppo tempo senza. Presto familiarizzerai con le
creature marine, fanno parte del tuo Elemento >>, spiegò Zack.
<< Non capisco una cosa però >>, lo interruppe. <<
Perché proprio ora mi avete cercata? >>.
Fu Isabella a rispondere: << Tutti i Detentori sono nati lo
stesso anno. Se uno dei Detentori passa tutti i suoi diciassette anni
senza utilizzare i poteri dell'Elemento almeno una volta... li perde
>>.
<< Li perde? >>.
<< Per sempre. E passano a un altro che, ovviamente, dovrà pagare
con una vita umana >>, disse Zack.
A Dess le si contorse lo stomaco. Se loro non l'avessero cercata, entro
una settimana non avrebbe mai saputo dei suoi poteri e li avrebbe
persi. Poi un flash le passò per la testa. Collegò la nonna e il suo
compleanno: che la vecchia sapesse della natura unica della nipote?
<< Quindi si presuppone che io debba usarli entro sette giorni?
>>.
<< Esatto >>, risposero in coro i due ragazzi.
All'improvviso, Dess urlò. Una mano le si era posata sulla spalla e poi
una risata.
<< Scusa! >>.
<< Will sei il solito idiota! >>, disse Zack.
Desdemona guardò il ragazzo nuovo. Era più basso di Zachary, i capelli
erano tendenti al rossiccio e gli occhi erano grigio chiaro,
trasparenti come il mare durante una tempesta. La pelle era un mix di
panna e cacao, forse uno dei genitori era di colore.
<< È lei? >>, indicò Dess.
<< Sì >>, rispose Isabella. << Lei è Desdemona
>>.
<< Desdemona? >>, rise Will. << Non è la protagonista
che fa una brutta fine nell'Otello? >>.
Quella domanda strappò un sospiro a Dess. Diventata più grande aveva
sempre dovuto spiegare che la sua mamma era stata un'insegnante di
letteratura inglese e che fin dal liceo era stata un'appassionata di
Shakespeare. Talmente tanto da dare a sua figlia il nome Desdemona. Se
non fosse stato per la nonna, il suo secondo nome sarebbe stato Juliet.
<< Bravo >>, disse semplicemente la ragazza.
<< Che stupido, non mi sono presentato. Io sono William Burke
>>, tese la mano. Dess la strinse e poi la lasciò andare.
<< William? >>, rise.
Lo sguardo bellissimo di Will divenne buio. << Papà è
un'insegnante di letteratura inglese... appassionato di Shakespeare. Le
mie due sorelline gemelle si chiamano Viola e Ophelia >>,
raccontò un po’ sconsolato.
Dess rise. Suo padre le aveva passato i vecchi testi universitari di
sua madre e fin da quando era in seconda media, leggeva Shakespeare. In
segreto, lo adorava.
<< Viola come una delle ragazze della "Dodicesima notte" e Ophelia era la
fidanzata di Amleto >>.
Zack e Isabella la guardarono un po’ ammirati.
<< Ti piace Shakespeare eh? >>, la prese in giro Isabella.
<< Non è poi così male Bella >>, disse Will.
<< Possiamo ritornare al nostro punto, grazie? >>, gli
ricordò Zack, un po’ nervoso.
<< Ah giusto. Scusa >>, si scusò Will.
Isabella guardò seriamente Dess. << Non siamo qui per dirti di
scegliere, Desdemona. Sei una Detentrice e per quanto possa
spaventarti, crediamo sia giusto che tu ti prenda le tue responsabilità
>>.
Il discorso era stato breve, chiaro e freddo. Dess conosceva Bella da
neanche due ore e quella ragazza aveva un modo di fare e di parlare che
aveva sempre una punta di freddezza, come se fosse perennemente
congelata. Non era solare ed estroversa, sicuramente Zack e Will erano
i suoi unici amici. Invece i due ragazzi parevano tutto il contrario di
lei. Forse nel passato di Isabella si nascondeva qualcos'altro per
averla resa tanto fredda e distaccata.
Will le lanciò un'occhiata. << Forse è stata un po’ brusca, però
il concetto è quello >>.
Zack si sporse verso la ragazza dai capelli ramati. << Non ti
sono mai capitate cose strane? >>.
<< Cose strane? >>, ripeté Dess.
<< Sì, strane. Qualcosa che abbia a che fare con l'acqua
>>, spiegò Bella.
La giovane ci pensò. In tutta sua la vita non ci aveva mai fatto caso
ma tanti piccoli tasselli tornarono al loro posto. Aveva sempre pensato
che la sua passione per gli acquari, quelli piccoli e carini, da
bambina fosse un semplice hobby. Oppure quando andava in piscina o al
mare con la nonna e quelle poche che ci era stata con sua madre finché
riusciva a ricordare... le piaceva così tanto che dovevano pregarla per
farla uscire. E a scuola avrebbe voluto iscriversi al corso di piscina
ma la nonna aveva detto di no, si era imposta talmente tanto da
costringerla a desistere. Ovviamente suo padre era dalla parte della
suocera.
<< Be', qualcosa sì >>, confessò la ragazza. << Ma
non ci avevo mai fatto caso >>.
Risero tutti e tre.
<< Non ci fai mai caso. I genitori spesso li scambiano per casi o
per incidenti. Quando ero piccolo sparivo per ore e i miei genitori
erano convinti che io mi fossi allontanato di qualche metro, invece ero
in un'altra nazione >>, raccontò Will.
Dess sbarrò gli occhi.
<< Will ha l'Elemento dell'Aria, Desdemona >>, le disse
Zack. << Ogni Elemento dona al suo Detentore una capacità in più,
oltre quelle standard. Di conseguenza il nostro amico sa
teletrasportarsi >>.
<< Io passo attraverso le cose e i muri. Riesco a dividere le mie
molecole fino a diventare inconsistente >>, spiegò Isabella,
sistemandosi una ciocca di capelli neri.
Dess guard Zack.
Will rise. << Il nostro popolare amico riesce a fare una cosa
fighissima. Riesce a modificare gli stati della materia >>.
<< Cioè? >>, domandò perplessa e sempre più sbalordita
Dess. Le sembrava di essere finita in un pessimo film di serie C.
<< Da solido a liquido a gassoso >>, chiarì Zack,
disinvolto.
<< Wow >>, fece Dess. Poi si fece pensierosa. << Ed
io... cosa so fare? >>.
<< Non lo sappiamo ma qualsiasi cosa sia devi scoprirlo entro
sette giorni o perderai le tue capacità. Devi usare la tua capacità
speciale per utilizzare l'Elemento >>, disse Bella.
<< Ho un sacco di tempo >>, si fece allegra lei.
Bella divenne gelida. << No che non hai un sacco di tempo. Noi ci
abbiamo messo tipo dieci anni per riuscirci >>.
A Dess le venne un attacco di panico improvviso. Se loro ci avevano
messo dieci anni come sperava lei, che fino alla sera prima neanche
sapeva chi era, di riuscire a trovarla? Perché diamine non si erano
sbrigati prima? Poi le si accese un dubbio: perché loro conoscevano fin
da piccoli la loro natura e il loro compito? Da come parlavano,
sembrava che quasi tutta la loro vita l'avessero passata ad allenarsi.
Morta di curiosità lo chiese.
<< Tutti i Detentori vengono seguiti dai quattro predecessori.
Purtroppo il precedente proprietario del Fuoco, Jamie O'Connell, è
morto tre anni fa di polmonite. Ma Jennifer, Eleonor e Robert sono in
piena vita e pronti ad aiutarci. In pratica, non esci mai da questo
mondo. Per tutta la vita >>, disse Will, contento.
<< Ci hanno trovati quando eravamo bambini. Io avevo nove anni e
avevo da poco scoperto cos'ero in grado di fare e così ho incontrato
Eleonor che mi ha spiegato tutto e mi ha fatto conoscere Zack e Will
>>, narrò Bella. Fu la prima volta che Dess non vi colse
freddezza ma dolcezza come se fosse stato il giorno più bello della sua
vita.
<< A te seguirà Jennifer >>, disse Zack. << Vedrai, è
bravissima >>.
<< Ma devi essere sicura Dess e tempo per pensare non c'è ne. La
Banshee di oggi era solo un avvertimento. Se non accetti, probabilmente
ti uccideranno prima dei tuoi diciassette anni. Se accetti, hai qualche
probabilità di sopravvivere >>, fu schietto Zack. Will lo guardò
molto male. Era chiaro che il ragazzo trattasse le ragazze coi guanti
di gomma. Bella non fece una piega ma Dess non si stupì per niente.
In teoria, la prima reazione che la mente le suggeriva, era di alzarsi
e prenderli a voci. Come pretendevano che lei prendesse una simile
decisione in così poco tempo? Ma poi la razionalità prendeva il
sopravvento e capiva che la scelta dei tempi non era colpa loro, le
cose andavano così e basta. Era spaventata e anche molto. Era anche
tanto irritata e sospettosa, era certa che la non sapesse qualcosa. Si
alzò dalla panchina appena in tempo per notare che la sirena che aveva
immerso la pinna in acqua si stava guardando attorno e non c'era
nessuno. Si tolse la giacca nera e Dess vide una pelle bianca. Si tuffò
e sparì nel lago.
<< Okay. Portatemi da questa Jennifer >>.
Angolino!
Tanto per cominciare auguri a tutti di Buon Natale! Questo
capitolo è un pò il mio regalo ahahahaha Grazie a chi ha recensito e lo
ringrazio infinitivamente *.*
A presto!
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Capitolo 4 *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 3
L'apparenza inganna
L'edificio che Dess si trovò davanti a lei era... anonimo. Le pareti
erano di un grigio scolorito e in certi punti pure mancante. Dal tetto
mancava qualche tegola, e un paio di finestre ai piani superiori, erano
rotte. La porta d'ingresso era di legno vecchio e pesante, color
mogano. Zack suonò al campanello, il primo tasto.
<< Chi è? >>, gracchiò una voce femminile.
<< Io, Bella e Will. Abbiano con noi la Detentrice dell'Acqua
>>, rispose Zack.
Il portone scattò immediatamente. Dess non aveva la minima idea di cosa
trovare dentro, l'esterno non era molto attraente. Ma quando mise piede
dentro dovette ricredersi nel giro di un secondo. L'ingresso era
coperto di una morbida moquette color salmone, le pareti poco più
chiare. I mobili erano dello stesso color mogano della porta, senza un
dito di polvere. Qualche quadro dalle tinte calde era sui muri. Una
porta in fondo indicava un'altra stanza. Seguì gli altri ed entrò
dentro un piccolo spazio con una scala dalle bellissime incisioni. La
salì e quando entrò nella terza porta, vide un appartamento dalle
pareti azzurre e il parquet chiaro.
Seduta a un tavolo di legno bianco con sopra un cesto di frutta, c'era
una donna sulla quarantina. I capelli erano tenuti sulla testa, castano
chiaro con qualche mesh bionda. Il viso era segnato da qualche ruga e
gli occhi azzurri fissavano Dess con fare curioso e un po’ emozionato.
Le labbra color perla per via del rossetto si distesero in un sorriso
caloroso.
Si alzò e tese la mano alla ragazza. Indossava una semplice veste nera.
<< Mi chiamo Eleonor >>, si presentò. << Eleonor
Blake. Ex Detentrice dell'Aria >>.
<< Desdemona Lewis >>.
Si strinsero la mano e poi Eleonor la lasciò andare.
<< È da tanto che ti stiamo cercando >>, disse gentilmente.
<< Sono certa che Jennifer e Robert saranno molto contenti, oggi
>>.
<< Dove sono? >>, chiese Bella.
<< Jennifer è andata a fare la spesa e Robert aveva una causa
molto importante >>.
<< È un avvocato? >>, chiese timidamente Dess.
<< Sì. Io sono un'impiegata delle poste ma oggi avevo il giorno
libero. Jennifer è una maestra delle elementari >>. Lo sguardo
sbalordito di Dess fece ridere di gusto Eleonor. << I nostri
doveri non ci impediscono di avere una vita normale, Desdemona >>.
<< Dess >>, la corresse automaticamente.
<< Dess >>, acconsentì la donna. Si rivolse agli altri tre.
<< Perché mentre non aspettiamo gli altri due non fate vedere a
Dess la casa? Intanto cucino qualcosa di buono per pranzo >>.
<< Ottima idea! >>, esclamò William, felice.
Zack spinse Dess. << Su, vieni con noi >>.
Un'altra porta e Dess vide una rampa di scale che portò a un piano
superiore. Zack aveva un mazzo di chiavi in mano e aprì la porta.
<< Questo è l'appartamento di Robert >>, spiegò Isabella.
Era il tipico appartamento da uomo, disordine un po’ ovunque. Dess
inarcò un sopracciglio. Si era accorta di un particolare che accomunava
gli ex quattro Detentori: nessuno era sposato. Eleonor non aveva la
fede e l'appartamento in disordine di Robert diceva che nemmeno lui lo
era. E avrebbe messo la mano sul fuoco che neanche Jennifer era
sposata. Le venne un piccolo attacco di ansia. Possibile che quel
"lavoro" fosse una condanna? Che impedisse il regolare svolgimento
della vita?
Zack si sedette su un divano blu scuro, i cuscini erano bianchi. Bella
gli si sedette accanto. Will si sedette invece su una poltroncina in
tinta. Dess rimase in piedi, imbarazzata.
<< È strano >>, riuscì a dire dopo qualche minuto di
silenzio.
<< È normale, Dess >>, disse Isabella. << Ma con il
tempo ti abituerai >>.
La ragazza non era tanta sicura. In fin dei conti, non aveva ancora
deciso cosa fare. Sembrava che quei tre e la donna al piano di sotto
dessero per scontato che lei avesse deciso di partecipare a quella che,
alla fine, era una follia vera e propria. Eppure loro ne sembravano
così felici...
<< Perché questo palazzo dall'esterno sembra così... malridotto?
>>.
<< Per non destare sospetto alle creature magiche cattive,
Desdemona. In questo modo possono condurre una vita tranquilla e noi
possiamo venirli a trovare quando ci pare >>, spiegò Zack.
<< Devono nascondersi? >>.
<< Per forza. A volte certi vecchi nemici sono un po’...
insistenti. E loro non hanno più i poteri >>, rispose Bella.
Un altro attacco d'ansia avvolse Dess. Cosa voleva dire? Che una volta
perduti i poteri si sarebbe dovuta guardare le spalle dai nemici che
avrebbe incontrato durante il corso della sua vita da Detentrice? Più
andava avanti, più quella storia aveva risvolti negativi.
Zack, che la stava fissando, sembrò leggerle nel pensiero perché le
disse: << Se stai pensando che tutto questo è una condanna, be'
ti sbagli. Se lo fosse, noi avremo rifiutato molto prima >>.
<< Eravate dei bambini >>, gli fece notare Dess.
<< Vero. Ma piccoli non equivale a stupidi >>, disse
gelidamente Isabella, stringendo gli occhi azzurro scuro a fessura,
quasi fosse offesa.
Will rimase allegro. << Ci sono molti punti positivi, invece. I
poteri tanto per cominciare >>.
<< Sempre che io riesca a trovarli >>. Era sconsolata.
<< Ci riuscirai >>, disse Zack. Sembrava convinto e
determinato.
La porta dell'ingresso si aprì e un uomo entrò nella stanza. Era anche
lui sulla quarantina, era vestito con un completo scuro e teneva una
valigetta marrone chiaro. I capelli erano corti e brizzolati, castano
scuro. Gli occhi erano due iridi color muschio. Era altissimo, almeno
due metri.
Ricordando quello che le avevano raccontato, quell'uomo doveva essere
Robert, l'ex Detentore della Terra.
Le sorrise. << Mi ha già parlato Eleonor di te. Sta preparando
del tè >>.
<< Piacere >>, sussurrò, arrossendo.
<< Mi chiamo Robert Lopez. Scusa per il ritardo >>.
<< Ma si figuri >>.
<< Dammi del tu >>, disse gentilmente.
<< Bene, allora tu chiamami Dess >>.
<< Tranquilla. Eleonor si è raccomandata >>.
Dess fece finalmente un sorriso. L'atmosfera accogliente si fece
sentire. Le mostrarono anche l'appartamento di Jennifer e notò che il
rosso era il suo colore preferito, Dess avrebbe giurato che come ex
Detentrice dell'Acqua sarebbe stato l'azzurro. Nella stanza d'ingresso
c'era un'altra porta e un'ultima rampa di scale. Volle sapere dove
portava e con un sorriso, i tre nuovi amici la portano di sopra
accompagnati da Robert e Eleonor. Quando fu salita, Dess trattenne il
fiato. Le pareti erano bianco latte, il pavimento grigio scuro, quasi
nero.
Era un'enorme palestra e in un gabbiotto di legno giallo
s’intravedevano comodo poltrone, una televisione enorme e qualche
libreria.
<< Forte >>, mormorò.
Tutti risero.
<< Qui è, dove ci alleniamo e quel posto laggiù >>, Will
indicò il gabbiotto, << è una piccola libreria e c'è la
televisione collegato alle telecamere >>.
<< Telecamere? >>, chiese perplessa.
<< Per monitorare la situazione. Come credi che vediamo cosa
succede in tutta la città? >>, le domandò Eleonor.
Entrò nel gabbiotto e capì che quello non era per niente un televisore
normale, c'erano tanti tasti colorati e regolatori dell'audio. Era
spento.
Quando si girò a guardare gli altri, notò che Robert stava conversando
al telefono. Lo chiuse.
<< Era Jennifer. Farà più tardi del previsto >>.
<< Accidenti... Noi dobbiamo tornare a casa. Sono quasi le tre e
mezzo >>, disse Bella. << I miei s’incavolano >>.
<< Anche i miei >>, disse Will.
Dess lo guardò, confusa. Will aveva parlato dei genitori e delle
sorelline. Chi poteva aver mai perso per essere un Detentore?
<< Devo andare anch’io >>, disse la ragazza.
Lo sguardo di Zack si fece preoccupato. << Non so quanto sia un
bene che tu percorra la strada da sola >>.
<< L'accompagno io >>, si offrì Will. << Abito là
vicino >>.
Non aveva usato il teletrasporto. Dess pensò che lo usava solo in casi
straordinari. Camminavano per le strade di New York, caotiche e
rumorose, ma loro due erano in perfetto silenzio.
<< I tuoi lo sanno? >>, chiese Dess al ragazzo per spezzare
il silenzio.
<< Certo che no. Non bisogna mai dirlo a nessuno >>. Poi
sorrise. Quel ragazzo sorrideva un sacco. << Ti starai chiedendo
chi ha dovuto pagare per me >>.
Dess arrossì. Se Will sorrideva un sacco, lei quel giorno arrossiva
troppo.
<< Quando ho incontrato Eleonor e mi ha spiegato tutta la
faccenda, era rimasta molto... perplessa nel notare che avevo entrambi
i genitori e le sorelle, che erano nate da poco. Lei stessa aveva perso
il fratello più grande a quattro anni. I nonni, i cugini, erano tutti
vivi >>, raccontò tranquillamente William.
La giovane era sempre più confusa. Guardò gli occhi grigi dell'amico e
vi vide una strana luce, quasi rassegnazione. E allora capì.
<< Hai capito di essere stato adottato >>.
Annuì. << Robert mi aiutò a cercare i miei veri genitori. E
scoprii che mia madre, si chiamava Angela, era morta quando avevo sette
mesi, cadendo dal balcone del settimo piano del palazzo dove abitavamo.
A un anno, i coniugi Burke mi adottarono e mi diedero un altro
nome, ovvero William >>. Aveva raccontato tutta senza versare una
lacrima. Chissà invece quante ne aveva versate.
<< E tuo padre? >>.
<< Era morto in un incidente stradale quando mia madre era
incinta di sei mesi. Figli unici, nonni morti. Praticamente era
condannata avendo messo al mondo un figlio il 31 Ottobre >>.
<< I tuoi sanno che tu lo sai? >>.
Scosse la testa. << No... Credono ancora che io sia ignorante di
tutto questo. Ma anche se fosse, non importa. Sono loro i miei genitori
e Viola e Ophelia sono le sorelle. Il resto non conta >>.
Erano ormai arrivate sotto casa sua. Dess guardò il ragazzo e intravide
un po’ di tristezza.
<< Mi dispiace >>, sussurrò con sincerità.
Will si strinse nelle spalle. << Pazienza. È la vita, Dess. Ci
sono altre cose straordinarie che mi aspettano >>.
<< Ottimista >>, rise.
<< Imparerai a esserlo >>, disse seriamente. Poi si sciolse
in un sorriso. << Ci vediamo, Desdemona. E attenta a non tradire
l'Otello! >>.
Non riuscì a dargli un colpo perché sparì. Sotto il portone di casa
sua, Dess pensò a quando quella mattina era uscita per andare a scuola.
Erano passate solo sette ore? Quante cose erano cambiate? E quante
ancora dovevano cambiare?
Con un piccolo sorriso, rientrò in casa.
Angolino!
Allora... intanto ringrazio
come sempre chi ha commentato e faccio il primo ringraziamento a chi
l'ha aggiunta tra le preferite, le ricordate, le seguite. Grazie
moltissimo *W* Poi... American Dragon era uno dei miei
cartoni preferiti, peccato che in streaming non riesca a trovarlo, a
parte in inglese su Youtube >.< E le Witch le ho sempre odiate XD
Be', vi aspetto il prossimo capitolo!
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Capitolo 5 *** La Strega ***
Capitolo 4
La Strega
Quando ormai era sera tardi, sua nonna rientrò dal suo circolo di
vecchiette che spettegolano e giocano a bridge e semplici giochi di
carte. Le stava preparando il pollo fritto e lo stava facendo asciugare
su una pila di carta per far colare l'olio. Sul fuoco, bolliva
dell'acqua per la pasta.
<< Kon nichi wa Sakura >>.
<< Kon nichi wa sobo >>, rispose Dess in saluto. Da quando
aveva cominciato la prima elementare la nonna le insegnava il
giapponese.
<< A scuola l'inglese, a casa
il giapponese >>, amava ripetere almeno una volta la
settimana l'anziana Hikaru, quando a Desdemona scappava qualche parola
inglese a casa. Anche il suo papà conosceva il giapponese e spesso
padre e figlia iniziavano conversazioni in lingua nipponica. Dess era
stata anche tre volte in Giappone ad affinare la lingua tanto da essere
diventata bilingue.
Si sedette, sistemando la borsa di pizzi neri sulla spalliera.
<< Ho sentito che a scuola è successo un putiferio >>,
disse in lingua americana.
<< Sì, ma niente di grave. Domani c'è lezione regolare >>.
Dess si rese conto che, in effetti, non ne era certo. Il giorno dopo
era venerdì e magari la scuola avrebbe chiuso per accertamenti. Forse
avrebbe avuto la fortuna di un lungo week-end. Però sentiva che non
sarebbe stato come gli altri. Le sfuggì un sospiro.
<< Daijōbu Sakura? >>, le chiese la donna, udendo il
sospiro della nipote.
<< Va tutto bene, nonna. Sono solo stanca >>, mentì.
<< Eppure stamattina non hai fatto niente se non le prime tre ore
>>.
<< Ho girato a lungo con Deny >>. Si morse la lingua. Non
aveva mai mentito così tanto a sua nonna. Si ricordò di non aver
nemmeno mandato un misero SMS alla sua migliore amica. Sperò che non si
fosse arrabbiata.
La donna la guardò per qualche secondo e poi decise di lasciar perdere.
Dess la scampò e l'arrivo del padre dette inizio alla cena. La consumò
in fretta e si ritirò nella sua stanza, buttandosi sul letto. Mandò un
messaggio al Deniece, scusandosi per non averla cercata tutto il giorno
e le mentì dicendole che si era addormentata una volta arrivata a casa.
Per sua sfortuna, il giorno dopo 'cera scuola.
Rivedrò quei tre.
Come avrebbe giustificato alla sua migliore amica la sua improvvisa
amicizia con Bella, Will ma sopratutto con il popolare Zack? Inoltre
per Deny quest'ultimo aveva una cotta per Dess quindi sicuramente
avrebbe pensato ad altro, com'era nel suo stile.
Quante altre bugie avrebbe dovuto dire? E gli altri mentivano molto?
Con la nonna non aveva mai mentito.
Tanto meno con suo padre anche se si parlavano talmente poco che
evitava bugie. Guardò il ritratto della mamma, una foto di lei incinta
di otto mesi di Desdemona. Sorrideva e si accarezzava il pancione.
Era bellissima, pensò.
Ed era morta per colpa sua. Le lacrime le fuoruscirono dagli occhi e
andarono a bagnare il cuscino. Lo abbracciò e vi ci versò tutta quella
giornata strana, terrorizzante, orribile...
La mattina dopo era più lucida. Si mise una semplice maglia nera, un
paio di jeans scuri, Convers bianche e si sistemò i capelli ramati
sulla testa con una molletta. Nascose le occhiaie con del trucco e andò
a scuola in anticipo, sperando che ci fossero anche gli altri tre. E fu
fortunata.
Isabella era seduta su un pezzo di muretto, sola, con un iPod nelle
orecchie da cui si udiva musica lenta e dolce, classica. Teneva gli
occhi chiusi. Facendosi coraggio, Dess le si avvicinò.
<< Ciao >>, la salutò.
Bella si tolse le cuffie. << Buongiorno Desdemona >>. Non
sorrise. Rimase seria. << Come va? >>.
<< Bene >>.
La ragazza inarcò un sopracciglio.
<< Okay, forse non proprio bene >>, fu sincera Dess.
<< Va meglio. Odio le bugie >>, disse Bella, rimettendo
iPod nello zaino, nero. Quella ragazza adorava il nero.
Che sia emo?, pensò Dess.
<< Zack e Will? >>.
<< Eccoli >>, le rispose con un cenno della testa.
Zack era con la sua auto e con lui William. La parcheggiò e si
avvicinarono alle due ragazze.
Will sorrise. << Buongiorno Desdemona >>.
<< Dess, Dess, Dess >>, ripeté più volte, con un pizzico
d’ironica, per non farlo sembrare un rimprovero.
<< Scusi! >>, rise Zack. << D'ora in poi non oseremo
più chiamala così >>.
Stava ridendo quando video Deniece all'entrata la guardava con fare
perplesso e sospettoso allo stesso tempo. Si scusò con i tre e corse
dall'amica.
La fissò a lungo. Poi disse: << Perché parlavi con quei tre?
>>.
La punta di gelosia non piacque a Dess. << Ehm... li ho
conosciuti ieri... >>.
<< Ieri? Ma non stavi dormendo? >>.
<< Quando sono tornata a casa. Prima, intendo >>. Divenne
rossa. Riusciva a mentire alla nonna, ma non a Deny.
<< Zachary? >>, indicò con un dito. << Mica esci con
lui? No, perché se è così, ti stringo la mano >>.
<< No no! >>, agitò le mani. Meglio smentire subito voci.
<< Siamo solo amici >>.
<< Non esiste l'amicizia tra ragazzo e ragazza, Dess. Impararlo
subito >>. La campanella squillò. << E con questa mia perla
di saggezza andiamo a chimica >>.
L'allenatore fischiò e la partita di pallavolo ebbe inizio. Zack era il
capitano e toccava a lui coordinare gli altri membri della squadra.
Erano divisi in squadra blu e squadra rossa e Zack faceva parte di
quest'ultima.
<< Passala a Liam! >>, gridò al suo compagno di squadra.
<< È libero! >>.
Gli obbedì e Liam segnò un punto. Ci furono esclamazioni entusiaste.
Liam e il capitano si diedero il cinque e poi il pugno. Le compagne
erano sedute ai lati e giocavano a fare le ragazze pon-pon, ridendo.
Zack si stava per rimettendo in posizione ma qualcosa lo fece
distrarre. Seduta sugli spalti, c'era una donna di mezza età. Era
vestita di un cappotto grosso e nero, di lana. I capelli erano color
della notte, lunghi e sciolti. La pelle era color della luna. Teneva il
viso basso, con le dita affusolate si stringeva il colletto del
cappotto per nascondersi il viso. Poi lentamente lo alzò.
<< Merda >>, sibilò Zack, prima di simulare una storta e
cadere a terra.
La donna si alzò in piedi e l'aria divenne luccicante. Si
addormentarono tutti, tranne il Detentore del Fuoco. Si rialzò.
<< Cazzo, una Strega >>, sussurrò. << Che ci fai
qui?! Dovresti stare nei tuoi luoghi! >>.
<< Detentore, nemmeno tu puoi ordinarmi dove stare! >>. I
capelli si muovevano come se fossero agitati dal vento, spalancò le
braccia.
<< Perché sei qui? >>. Zack era all'erta. Le Streghe
difficilmente andavano a cercarsi i guai e se proprio li volevano, non
andavano da un Detentore, dove al novanta per cento non sarebbero più
tornate indietro.
Ottenne una sferzata di vento gelido. Si coprì con le braccia e una
vampata di fuoco si diresse contro la Strega che con un salto l'evitò e
atterro a quattro metri dal giovane.
Il cercapersone...
Tutti e tre avevano un cercapersone e ogni codice e parola
corrispondeva a una particolare creatura. Ma l'aveva lasciato nella
tasca dei jeans e ciò voleva dire che era solo. Doveva trovare il modo
di procurarselo.
Lanciò un'occhiata allo spogliatoio e cominciò a correre. La Strega
lanciò fulmini neri contro di lui che si protesse con uno scudo di
fuoco. Imprecando riuscì a fare un salto e ruzzolare per terra. Fece
una mezza capriola ed entrò nello spogliatoio. L'orribile Strega lo
seguì e stavolta lanciò delle sfere gialle che si attaccavano e dopo
pochi secondi esplodevano. Zack ne evitò due ma una di quelle lo
sfiorò. Appoggiò la mano al muro e quello cominciò a divenire fumo e
riuscì a raggiungere lo spogliatoio maschile e recuperare i jeans.
Nello stesso momento Bella e Will, in due lezioni diverse, ricevettero
la chiamata di Zack. Bella inventò di dover andare urgentemente al
bagno, Will di stare male.
La ragazza arrivò per prima in palestra dove trovò tutti addormentati e
buche per terra, circondati da un alone nero.
<< Una Strega >>, disse alle sue spalle Will.
<< Sei un genio, davvero >>.
Zack spuntò dagli spogliatoi e con una corsa, si gettò sul pavimento
evitando un coltello che andò a conficcarsi nel muro della palestra.
Will alzò una mano e una folata di vento investì la Strega che finì
contro una parete. Bella si abbassò e posò una mano sul pavimento di
legno: dai buchi creati dai fulmini dalla Strega, uscirono delle piante
rampicanti che parevano avere vita loro. Legarono e tennero ferma la
Strega, che urlava.
<< Chiudi la porta Will. Ci vorrà un po’ >>, disse Zack, e
il suo mezzo sorriso non prometteva nulla di buono.
<< Lo sai come si uccidono quelle come voi? >>, le chiese
Bella, avvicinandosi. Legata com'era, quella Strega non le faceva per
niente paura.
<< Ti ucciderò, Detentrice! >>, sbraitò, sbavando.
<< Bruciandone il sangue >>, sussurrò Bella. <<
Divertiti Zack >>.
Dess si stava recando in biblioteca, che si trovava nell'ala della
scuola dov'erano presenti tutte le aule che venivano utilizzate per le
lezioni pomeridiane, a parte la palestra. Quando vi passò davanti, udì
uno strillo soffocato, quasi non udibile. Spaventata, aprì un poco la
grande porta e vide che c'era Will.
<< Will? >>, mormorò.
<< Dess >>, si sorprese, << che ci fai qui? >>.
<< Stavo andando in biblioteca. Che succede qui? >>. Si
accinse a entrare.
Will glielo impedì. << È meglio che non entri, per ora >>.
<< Perché? >>. Un altro strillo. Questa volta non attese la
risposta del ragazzo. Forzò la porta e spinse via William.
Spalancò la bocca. L'intera palestra era ricoperta di fini tronchi di
legno che rendevano la palestra insonorizzata in modo che nessuno
potesse sentire niente dall'esterno. Gli occhi verde chiaro di
Desdemona si spostarono sulla scena che si stava svolgendo al centro
della palestra. Il cuore si mise a battere molto più velocemente,
talmente tanto da farle girare la testa. Will le mise una mano sul
braccio, quasi per sostenerla.
La Strega era avvolta dalle fiamme e si contorceva, in preda a un
dolore allucinante. Zack e Bella guardavano la scena impassibili.
<< Ragazzi >>, li chiamò Will.
Si voltarono.
<< Dess >>, mormorò Bella, sorpresa.
<< Che fai qui? >>, le domandò Zack.
Non ottenne risposta. La ragazza era terrorizzata, quasi non si reggeva
in piedi e cadde sul pavimento. Will la soccorse, rimettendola in piedi
e le dette uno schiaffo per farla riprendere. Dess si massaggiò la
guancia, ripresa.
<< Idiota >>, imprecò.
La Strega lanciò un ultimo grido e scomparve in una piccola esplosione,
lasciando cenere nera sul pavimento. Si coprirono con le braccia per
non essere investiti da una nube di polvere scura.
Dess non si era ancora ripresa del tutto e si chiese se mai si sarebbe
ripresa. Non si era aspettata rose e fiori ma neanche che fosse così,
era stata un trauma che probabilmente non l'avrebbe mai lasciata. Loro
lo facevano da quando erano piccoli e mentre lei toglieva le ruote alla
bicicletta, loro bruciavano le Streghe.
<< Stai bene? >>, le chiese William.
<< Non lo so >>, disse in un soffio di voce.
<< Non dovevi essere qui >>, continuò dura Isabella.
<< Bella >>, la rimproverò il Detentore del Fuoco. <<
Piantala >>.
Senza dire niente, Bella alzò le mani e i tronchi cominciarono a
sparire, ritornando da dov'era venuti.
<< Grazie Terra, sei sempre d'aiuto >>, disse Isabella e
l'angolo delle labbra si curvarono in un piccolo sorriso che non durò
che tre secondi.
Dalla tasca dei jeans, Will estrasse un sacchettino azzurro cielo
chiuso da dei nastri blu. Lo aprì e dentro c'era della polverina
luccicante bianca. Ne prese un pugno e lo soffiò nell'aria, poi mosse
la mano e con una folata di vento la sparse per tutta la palestra.
Sotto gli occhi di Dess, qualunque danno sparì e tutto tornò come se
niente fosse successo.
Will ripose la polvere dentro le tasche.
<< Che diavolo era? >>.
<< Polvere delle Fate. Sono creature dell'Aria >>, spiegò
Will.
<< Buttate quella polverina e tutto torna normale? >>.
<< Non possiamo abusarne, questa polverina costa come l'oro
>>, disse Zack, sbuffando.
<< No aspettate. Vorreste farmi credere che esiste un negozio di
oggetti magici? >>.
<< Diciamo di sì >>, rispose Bella.
I corpi addormentati sul pavimento cominciarono a muoversi e i quattro
si nascosero nell'ingresso dello spogliatoio. Dess notò che tutti si
muovevano come se non si fossero accorti di niente, come se non si
fossero mai addormentati.
Quanti altri segreti nascondeva quel mondo?
Angolino!
Kon nichi wa= Ciao!
Kon nichi wa sobo= Ciao nonna!
Daijōbu= Come va?
Prima di tutto ringrazio come
sempre chi ha commentato! Poi... ho cominciato a provare qualche
sperimentazione con le parole giapponesi... Google Translate aiuta XD
Qualcun'altro ha messo questa storia tra le preferite e lo ringrazio
tantissimo *.* Più recensite, più l'aggiungete e più mi invogliate a
scrivere ahahahaha
Al prossimo capitolo!
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Capitolo 6 *** Il tempo scorre ***
Capitolo 5
Il tempo scorre
Quando la lezione di educazione fisica di Zachary terminò era l'ora del
pranzo ed era perfetto, per dare il tempo a Dess di riprendersi e farsi
spiegare meglio la faccenda. Con Deniece inventò che aveva da fare con
i nuovi amici e la lasciò con altre compagne di classe. La soglia di
sopportazione dell'amica stava andando al limite e Desdemona la
conosceva troppo per non sapere che presto le avrebbe fatto una
scenata, su queste cose era abbastanza gelosa e suscettibile. Se si
fosse trattato di un ragazzo era certa che non avrebbe fatto la benché
minima storia.
La solita Deny.
Zack si era cambiato, indossando un paio di jeans e una maglia nera con
i disegni bianchi, di qualche gruppo rock che Dess non conosceva. La
giornata era stranamente mite per essere Ottobre inoltrato e ne
approfittarono per consumare il pranzo sotto l'ombra di un antico
albero della scuola. Bella accettò la proposta con entusiasmo. La
ragazza si appoggiò contro il tronco dell'albero, chiudendo gli occhi e
sorridendo appena. Dess aveva ormai capito che Isabella si trovava a
proprio agio solo in mezzo alla natura, era l'unica cosa che le
strappasse il sorriso, che sembrava davvero bello.
Quel giorno il pranzo di Desdemona consisteva in pasta in bianco, una
mela e una bottiglia d'acqua. Il suo stomaco non avrebbe retto niente
di più dopo quella scena. Will aveva un pranzo ricco di portate come
Zack, mentre Bella aveva preso solo verdure. Alla ragazza venne il
sospetto che fosse vegetariana.
<< È strano >>, disse all'improvviso Bella.
<< Sì, è strano >>, concordò Will.
<< Non era mai successo >>, continuò Zack.
La confusione divenne parte del viso di Dess, che smise anche di
mangiare la sua pasta.
Will rise nel vedere la sua espressione. << Non era mai capitato
che una Strega Nera venisse a trovarci a scuola. Di solito se ne stanno
nei bassi fondi di New York a fare le loro cattiverie >>.
<< Le creature magiche sono esseri che sanno fiutare il pericolo
e venire da noi è come condannarsi a morte >>, aggiunse Bella,
glaciale come sempre. Nemmeno la forza dell'albero secolare sembrava
temprarla quando si parlava di creature magiche.
Me ne sono accorta, avrebbe
voluto dire ma se lo tenne per sé.
<< E allora perché stavolta è venuta? >>, domandò Dess.
<< Forse per te >>, rispose con tranquillità Bella.
A Dess cadde la forchetta nel vassoio da quanto la mano cominciò a
tremare.
<< Bella >>,
mormorò Zack.
La Detentrice della Terra, che aveva già terminato il suo pranzo, si
alzò di colpo e se ne andò a grandi passi verso l'edificio scolastico,
senza aggiungere nulla.
Né William né Zack la seguirono.
<< Ma che le prende? >>, sbottò Dess, guardando la figura
snella di Bella dirigersi verso la mensa.
<< Scusala >>, disse amareggiato Will.
<< Le ho fatto qualcosa? >>.
<< No! Tu non c'entri. È sempre stata così >>, esclamò Zack.
<< Odia essere una Detentrice? >>, provò Dess.
<< Oh no, affatto. Nessuno potrebbe odiarlo. Lei... odia altre
cose della sua vita >>, Will prese un bel respiro. << Bella
non ha avuto una vita molto facile... I suoi genitori litigano in
continuazione ma la famiglia non crede nel divorzio, sono molto
credenti. Da quando era piccola ha respirato violenza e rabbia dentro
casa sua ed è diventata introversa e il mondo è la sua battaglia
personale >>.
<< Robert ha incontrato Bella quando lei aveva otto anni
>>, raccontò Zack, prendendo la parola, << era fuggita di
casa, sotto la pioggia, perché non riusciva più ad udire le cattive
parole dei suoi. E l’ha incontrato nel parco, dove si stava riparando,
piangeva. Robert ha capito che Bella era la Detentrice della Terra e le
ha detto che non doveva piangere perché era una bambina speciale e che
tutto si sarebbe risolto >>.
<< Ed è andata così? >>.
I due ragazzi scossero la testa.
<< Sono andate peggio. Due anni fa è nata Scarlett Margaret, la
sorellina di Isabella, ma le cose sono solo peggiorate. Ormai non
dormono neanche più assieme, non si parlano, fanno due vite separate.
Stare in quella casa è impossibile >>, disse Zack.
Dess non poté che sentirsi triste. La vita di Bella era un inferno
totale ed era quella messa peggio tra le quattro. Zack aveva perso la
sorella ma aveva ancora due genitori che si volevano bene. Will aveva
addirittura un'intera famiglia. E lei, per quanto soffrisse per la
perdita della mamma, aveva ancora suo padre che l'amava, in silenzio,
ma l'amava. E sua nonna Hikaru.
Decise che da quel giorno non si sarebbe più lamentata.
<< Uno, due, tre, quattro, cinque... Bene, ora ripetere la
posizione... Gabrielle, più dolce, quel gomito deve sparire nella curva
>>. L'insegnante rimproverò una ragazzina dai capelli color caffé
che arrossì e provò a fare come aveva detto ma era ormai impossibile,
non in quel momento, non quel giorno.
Bella era la sesta nella fila delle ragazze che si stavano esercitando
alla spalliera. Teneva la mano sulla sbarra liscia e fresca, non si
guardava mai allo specchio, teneva lo sguardo fisso davanti a sé. I
capelli neri erano tenuti in uno chignon da cui, dopo un'ora di
lezione, era sfuggito qualche capello bagnato. La pelle color panna si
confondeva con la calzamaglia color perla e intorno alla vita c'era una
gonnellina di tulle bianco. Isabella odiava quella divisa, era troppo
bianca, non c'era niente di nero.
L'insegnante batté le mani due volte. << Lezione terminata.
Andate a fare la doccia ma prima vorrei ricordarvi che il mese prossimo
cominciano le prove per il saggio natalizio della scuola. Sapete molto
bene che il prestigio della scuola deve essere sempre ineccepibile e
quest'anno verrà scelta una di voi per essere la prima ballerina. Tra
le candidate ci saranno Candice White, Johanne Swift e Isabella Smith
>>.
Al suo nome, la ragazza non batté ciglio. Se lo aspettava.
Alcune ragazze lanciarono sguardi d'invidia alle tre candidate. Una di
loro, Candice White, si avvicinò a Isabella.
<< Be', che vinca la migliore >>.
Le lanciò un'occhiata fredda. << Non sono in competizione con te,
Candice. Non lo sono mai stata >>.
Le guance già rosa della ballerina divennero porpora. Le altre
lanciarono esclamazioni. Johanne Swift se ne stava in un angolo, troppo
timida per dire qualcosa.
Con uno svolazzo di capelli biondi, Candice se ne andò, lasciando Bella
in mezzo alla sala prove. L'insegnante non si era accorta di niente.
Ignorando bisbigli e sguardi, se ne andò nello spogliatoio per
cambiarsi e incontrare gli altri.
<< Quindi tu sei Dess >>.
Desdemona sobbalzò. Si trovava seduta su una panchina ad aspettare gli
altri, al John Jay Park.
Una donna sui quarant'anni la stava fissando con un mezzo sorriso. Era
bionda, con i capelli lunghi e sciolti. Gli occhi erano un
castano-verde molto bello ed era magra.
<< Sei Jennifer, vero? >>.
<< Jennifer Logan >>, si presentò. Si strinsero la mano.
<< Ex Detentrice dell'Acqua. Gli altri stanno arrivando >>.
Si sedette accanto a lei. Indossava un vestito a maniche lunghe rosse e
un paio di ballerine nere.
<< Come la stai prendendo? >>.
<< Meglio di quanto pensassi, a essere sincera >>, rispose.
<< Ma ho paura che presto dovrò dire addio a tutto questo.
Insomma, mancano solo sei giorni e... >>.
<< Non farti prendere dal panico >>, disse dolcemente
Jennifer.
<< Qual era il tuo potere? >>, chiese curiosa.
<< Sapevo guarire le persone. Ero una suturante >>, spiegò.
<< Non potrei saperlo fare anch’io? >>, chiese sperando in
una risposta affermativa.
Scosse la testa. << Impossibile. Lo stesso potere non si presenta
mai due volte >>.
Dess abbassò la testa, delusa. Sarebbe stato un inizio avere una vaga
idea su cosa avrebbe saputo fare. Senza scoprire quella capacità
soggettiva, non avrebbe mai attivato i poteri dell'Acqua.
<< Hai tempo fino a mezzanotte del trenta Ottobre. Manca ancora
tempo >>.
<< Gli altri non la pensano tutti così >>.
<< Chi? Isabella? >>, rise, << Bella è pessimista da
quando la conosco, ed era una bambina. Ma non la rimprovero: ha tutti i
motivi per esserlo >>.
<< Will invece... >>.
<< William è un ragazzo straordinario così come zachary, anche se
quest'ultimo è un po’ troppo... sul piedistallo >>. Rise ancora.
Parlava di quei ragazzi come se parlasse dei suoi figli, era chiaro che
gli voleva un bene immenso.
Anche Dess scoppiò a ridere. Pensava la stessa cosa.
<< Io sarei sul piedistallo? >>.
Zack teneva una mano sulla spalliera della panchina e guardava Jennifer.
<< Lo penso anch’io >>, disse Will alle sue spalle.
<< Idem >>, aggiunse Bella, i lunghi capelli neri liberi
dallo chignon. Teneva una borsa di tela con il logo dell'Accademia di
danza alla spalla sinistra.
Jennifer salutò tutti e tre con un sorriso dolce. << Avete
portato Bella a Small Town Magic? >>.
Dess guardò gli altri Detentori, confusa. Non l'aveva mai sentita
nominare.
<< No, pensavamo fosse troppo presto >>, rispose Isabella.
<< Da qualche parte dovrà cominciare. Vedrai ti piacerà >>,
disse Jennifer, alzandosi dalla panchina e sistemandosi la borsa di
vernice nera in spalla.
<< Tu non vieni? >>, le chiese Desdemona. Sentiva che
quella donna poteva aiutarla e cercava un appiglio in lei.
<< A Small Town Magic possono entrare solo creature magiche e
Detentori... Io non posso più >>, sorrise ancora ma stavolta era
triste. Chissà quante meraviglie aveva visto nella sua vita che ora
erano solo dei ricordi e niente più. << Arrivederci Dess!
>>.
La ragazza la guardò allontanarsi. Poi Will le mise una mano sulla
spalla.
<< Forza. Andiamo a fare conoscenza con un po’ di creature
magiche >>.
Angolino!
Ringrazio come sempre chi ha commentato, chi l'ha aggiunta tra
le preferite, le ricordate e le seguite! Le vostre recensione le adoro
*W*
Be', spero che questo capitolo vi piaccia e mi dispiace aver postato
più tardi del solito...
Alla prossima!
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Capitolo 7 *** Small Magic Town ***
Capitolo 6
Small Magic
Town
La portarono davanti in uno dei
quartieri più eleganti di New York solo che invece di entrare nei
negozi, la trascinarono in un vicolo sporco e pieno di cassonetti.
<< Perchè qui? >>.
Isabella le fece segno di stare
zitta mettendosi un dito sulle labbra. Dess obbedì. Dalla tasca, Zack
tolse un ciondolo di cristallo azzurro, perfettamente sferito e
talmente bello da lasciare senza fiato. Tese il braccio e quello
cominciò a baluginare di una luce bianca e soffusa, fino a diventare
accecante. Dess si coprì gli occhi. Quando li riaprì, non credette a
quello che aveva davanti.
Era una città, dentro New York.
Le case erano alte, tutte colorate
di accesi colori pastello. Le strade erano lastricate di mattoni rosso
chiaro e per strada giravano le creature più incredibili che Dess
avesse mai visto. Fate dai lunghi abiti bianchi che svolazzavano e
agitavano le loro bacchette, dei bastoncini argentati che terminavano
in una punta colorata, diversa per ogni fata. Erano incantevoli solo a
guardarle. Negli angoli bui c'erano delle Streghe, simili a quella
della palestra che se ne stavano in disparte.
Contro i muri erano poggiate
giovani dai capelli biondi quasi bianchi e dalla pelle lattea, Sibille.
Alcuni commercianti vendevano
piccoli cuccioli di drago come se vendessero gattini e cagnolini. Dalle
vetrine dei negozi si vedeva la merce più strada: cristalli colorati,
amuleti, pozioni, ingredienti, creature magiche da compagnia come i
gatti.
<< Stupendo >>,
commentò con un filo di voce Dess.
I due ragazzi risero, Bella accennò
a un microscopico sorriso.
S’inoltrarono nella città magica e
Zack camminò fino a un negozio dipinto di verde chiaro e da cui, nelle
vetrine, si vedevano sacchetti di vario genere e colore. Spinse la
porta e un campanellino annunciò l'arrivo di nuovi clienti.
Dietro il bancone, sedeva una Fata.
Aveva lunghi capelli azzurri, la pelle era così bianca da poter
sembrare trasparente. Gli occhi erano due zaffiri. Le labbra erano
anche quelle azzurre. Le guance erano morbide e rosa. Era seduta su uno
sgabello e leggeva un libro.
Quando li vide, alzò gli occhi.
<< Ciao Azure >>,
dissero i tre ragazzi. Dess mosse la mano in un timido saluto. La Fata
posò il libro sul bancone e appoggiò il mento sulla mano.
<< Sei la Detentrice
dell'Acqua? >>, chiese a Dess.
<< Sì >>, rispose.
<< Piacere di conoscerti. Io
sono Azure, la Fata dei sogni >>.
<< La Fata dei sogni?
>>. A Dess sembrava più la Fata di Pinocchio.
Non appena ebbe formulato quel
pensiero, la Fata scoppiò in una risata simile allo scampanellio di una
campanella.
<< Ma io sono la fata di Pinocchio >>.
L'espressione incredula di
Desdemona fece ridere tutti, compresa Isabella.
<< Quella favola è vera?! >>.
<< Tutte le favole sono vere,
Dess >>, spiegò Will. << Poi il tempo le rese fiabe, ma
sono tutte realmente accadute >>.
<< La Bella Addormentata nel
Bosco, Cenerentola, Biancaneve? >>.
<< Tutte >>, precisò
Zack.
Accipicchia,
pensò Dess.
<< Le Fate non sono tutte
uguali. Ognuna incarna qualcosa >>, disse Bella.
<< Aspettate... Ma io l'ho
solo pensato! >>.
<< Azure legge nel pensiero
>>, disse Will.
<< Con il tempo imparerai,
giovane Detentrice. Vi serve qualcosa ragazzi? >>, si rivolse ai
tre Detentori.
<< Polvere di Fata, la stiamo
finendo >>. Dalla tasca dei jeans, Will estrasse due pezzetti
d'oro.
<< Sono veri Will? >>.
<< Certo che sono veri. Per
una volta che ho sbagliato... >>.
Zack rise. Bella scosse la testa.
In cambio dei due pezzetti d'oro,
Will ricevette due sacchetti di polvere magica. La Fata fece sparire i
pezzetti d'oro, chissà dove.
<< Volete un tè? >>,
chiese gentilmente. << Lo stavo per fare >>.
Bella stava per rispondere di sì ma
un urlo proveniente da fuori glielo impedì. Corsero alla vetrina e la
scena era per Dess raccapricciante.
<< Un'altra Strega? >>,
esclamò Bella.
Era simile a quella che Dess aveva
già visto, solo che quella aveva lunghissimi capelli viola. Puntò i
suoi occhi rossi sulla vetrina.
<< Giù! >>, urlò Zack.
Si abbassarono tutti, compresa Azure.
La vetrina si ruppe in mille pezzi
e la polvere contenta nei sacchetti si sparse ovunque. Dess si ritrovò
coperta di luccicante polvere verde, rossa, azzurra, bianca, rosa...
Si rialzarono e scrollarono quella
polverina di dosso. Le altre creature magiche si dettero alla fuga,
lasciando le loro bancarelle e i loro negozi. Zack puntò di scatto la
mano contro la Strega e una lingua di fuoco l'avvolse. Con un grido,
essa si liberò della fiamma. Will sparì e si ritrovò dietro la strega.
Bella passò attraverso il muro del negozio di Azure per bloccare la
Strega da sinistra. Zack si concentrò e il pavimento sotto la nemica
divenne liquido e lei cominciò ad affondare, dimenandosi. Poi s’indurì
di nuovo e lei vi si ritrovò incastrata.
Zack si mise alla destra della
Strega.
Dess rimase invece impalata, senza
sapere cosa fare. Senza poteri era praticamente inutile. Azure le mise
una mano sulla spalla, aveva letto la sua amarezza.
Le braccia della Strega erano
imprigionate nella terra e non poteva usare i propri poteri. Erano in
trappola. Zack era pronta a bruciarla ma si accorse troppo tardi di un
dettaglio. La Strega aveva una mano libera. E guardava Desdemona.
<< No! >>, urlò Zack.
<< Azure porta via la Detentrice dell'Acqua! >>.
<< Zitto Zack! >>,
strillò Bella.
Gli occhi della Strega brillarono
di cattiveria pura. Con un movimento della mano mandò la Fata contro un
muro, facendole sbattere la testa. Le creature magiche si riprendono
più in fretta dei mortali, ma la Fata non fece in tempo lo stesso.
I fulmini della cattiva creatura
magica vennero lanciati contro la giovane dai capelli ramati. Dess non
poté fare altro che coprirsi con le braccia. Will sparì dalla sua
postazione e quando si ritrovò dalla parte di Dess, non la trovò più.
Bella si portò una mano alla bocca ma reagì prontamente, ordinando ad
alcuni rovi vicino di imprigionare la mano della Strega.
<< Dov'è Dess? Dov'è?!
>>, urlò Will.
Desdemona si trovava esattamente
dall'altra parte del mercato magico. Si guardava attorno, chiedendosi
come ci fosse arrivata.
<< Come diavolo ha fatto?!
>>, domandò Zack.
<< È veloce! >>,
rispose Isabella, tenendo però lo sguardo fisso sui rovi che tenevano
imprigionata la Strega.
Dess era assolutamente entusiasta,
l'adrenalina le regalava solo sensazioni positive e la facevano sentire
forte come un leone. La Strega cacciò un urlo che fece coprire a tutti
le orecchie. Zack non si perse d'animo e lanciò una palla di fuoco
contro la Strega come se stesse giocando a basket. Quella fu avvolta
dalle fiamme e sparì in un ultimo gridò, lasciando cenere e chiazze
nere.
La Detentrice dell'Acqua era
bloccata sul posto, fu Isabella ad avvicinarsi.
<< Stai bene? >>.
<< Io... credo di sì
>>, rispose, piuttosto incerta.
Will sollevò la polverina per
riparare tutto con un mini tornano innocuo che aggiustò ogni cosa rotta
nel mercato. Fate, Nani, Streghe Bianche, Leprecauni, Folletti e Sirene
uscirono dai loro nascondigli e batterono le mani.
Zack gli fece un inchino da
esibizionista qual era e si fece trascinare via dagli amici. Isabella
aiutò la Fata dei Sogni ad alzarsi. Corsero fino a una piccola
piazzetta con una fontana in pietra color ambra che luccicava sotto il
sole. Si sedettero sul bordo della fontana. Sul viso di Zack, Will e
Bella c'era una strana aria come preoccupazione. Dess era invece piena
di energia.
<< Fantastico! >>,
disse.
<< Strano >>, disse
Bella.
<< Molto strano >>,
disse Zack.
<< Che cosa c'è di così
strano? >>, domandò Azure, sistemando con la bacchetta i lunghi
capelli azzurri.
<< È la seconda Strega oggi
che viene a cercarci >>, spiegò Isabella.
<< Scherzate? >>, la
Fata spalancò gli occhi.
<< Per niente >>, le
assicurò Will.
<< Sono troppe? >>,
chiese ingenua Dess.
<< Non per quello.
Semplicemente perché le Streghe non vengono a cercarci. Non è mai
successo >>, spiegò William.
<< Hanno cominciato a venire
da noi da quando ti abbiamo incontrato >>, disse Bella.
<< Bella finiscila >>,
disse duro Zack. << Desdemona non c'entra niente >>.
Dess si sentì arrossire e
mortificata. Si sentì una fonte di guai.
<< Non credo che questa
ragazza sia la portatrice dei vostri guai >>, s'inserì Azure.
<< Ma certamente c'è qualcos'altro >>.
Will si alzò di scatto. <<
Che vuoi dire? >>.
<< Le Streghe vogliono solo
una cosa: il potere. E pur di ottenerne di più farebbero qualsiasi cosa >>.
<< Hanno trovato qualche
fonte di potere? >>, le chiese Bella.
<< Forse. Comunque non spiega
perché questa improvvisa voglia di ucciderci >>, disse Zack,
passandosi l'acqua tra i capelli per rinfrescarsi.
Dess non parlò. Si chinò a guardare
il suo viso riflesso nell'acqua limpida della fontana e si stupì nel
vedere che dentro c'erano piccolissimi pesciolini bianchi, doveva
essere una fontana decorativa. Lasciò gli altri parlare e immerse una
mano nell'acqua, non era fredda ma neanche troppo caldo. Avvertì una
strana sensazione mai provata prima, quasi familiare. Come se avesse
trascorso tutta la sua vita immersa in un freschissimo torrente.
Will diede una gomitata a Zack e
Bella e la Fata si accorse della trance di Dess. La osservarono felici
e in silenzio.
Di colpo, Dess tornò se stessa e
ritrasse la mano velocemente, schizzandosi di qualche goccia di acqua.
Guardò il gruppo.
<< Hai provato familiarità?
>>, le domandò Zack.
<< Sì, come se fosse mio da
sempre >>.
<< Lui è tuo da sempre, Dess >>, le
ricordò Azure. << È tuo da quando eri piccola >>.
Mio.
Per tutta la vita Desdemona
credette di essere stata viva solo per una parte, a metà. Ora si
sentiva completa, quella parte mancante si era riunita a lei come un
amante perduto. Si stupì che il viso riflesso fosse ancora lo stesso,
che anche quello non fosse cambiato.
Tremando, puntò un dito forse
l'acqua della fontana e attese. Gli altri trattennero il fiato. La
superficie s'increspò leggermente, come se fosse attraversata da lievi
onde mosse da un vento leggero. Poi sempre di più fino a che non si
alzò una fontanella che sprizzava acqua ovunque, bagnando gli altri
quattro. Bella fece una faccia indignata, Will scrollò i capelli come
un cane, Zack si asciugò, emettendo del sottile fumo grigio chiaro e la
Fata si passò semplicemente la bacchetta sul corpo.
<< Scusate >>, disse
Dess, facendo scomparire la fontanella.
<< Ti uccido >>, sibilò
Bella, minacciosa.
<< Perdonami >>, provò
ancora Desdemona. << Non lì so ancora controllare >>.
<< Dai Bella, è solo un po’
d'acqua >>, disse Zachary.
Azure scoppiò a ridere, la sua
risata era stupenda.
<< Vai a quel paese!
>>, le scappò a Bella diretto a Zack che non batté ciglio e
sorrise. A Dess non sfuggì.
<< Impara in fretta allora,
non abbiamo bisogno di perdere tempo >>, disse brusca la ragazza
dai lunghi capelli neri.
I due ragazzi della compagnia
sospirarono arresi.
Anche questa volta fu Will ad
accompagnare a casa Dess. La portò fin sotto il portone, la ragazza era
convinta che suo padre non fosse ancora tornato, altrimenti avrebbe
cominciato a chiederle chi fosse Will. Se gli avesse detto che era un
amico, non ci avrebbe creduto.
<< Giornata intensa eh?
>>.
<< Parecchio >>,
rispose Dess. Le scappò uno sbadiglio.
<< Quando avrai presto
coscienza dei tuoi poteri, verrai a pattugliare con noi >>.
Dess ebbe l'impressione di sentire
lo stomaco fare le capriole. << Pattuglia? >>.
<< Sì, alla ricerca di
creature magiche che disturbano la quiete di New York. È divertente
>>.
Will era ancora bagnato, ma aveva
sopra il cappotto pesante.
<< Mi dispiace per l'episodio
della fontana. Isabella era arrabbiatissima >>.
<< Oh non farci caso. Bella è
arrabbiata con il mondo >>.
La Detentrice ripensò al sorriso
che Zack aveva rivolto a Bella. Fino a mezz'ora prima non ci aveva
fatto caso, ma Zack ne rivolgeva tanti a Isabella. Anche Will lo faceva
ma quelli del Detentore del Fuoco erano diversi, di un'intimità che il
Detentore dell'Aria non poteva permettersi.
<< Senti Will... ma tra Bella
e Zack c'è qualcosa? Cioè... stanno assieme? >>.
<< Perché ti piace? >>.
Per un secondo, Dess vide allarme in quella voce.
<< No >>, scosse la
testa. << Però ho notato che sorride spesso a lei >>.
Gli occhi color tempesta di Will si
rilassarono e poi rispose: << Nooo... Solo un'avventura un
annetto fa >>.
<< Ah... Cosa?! >>,
esclamò Dess.
<< Sì, ma niente di nulla. È
successo solo una volta, era divertimento e basta >>.
Desdemona era sconvolta. Non aveva
mai avuto un ragazzo e quindi quel mondo era sconosciuto per lei, ma
Zack e Isabella che...
<< Tu non dovresti saperlo.
Quindi cerca di non far notare nulla >>, le ricordò.
<< Ma... ma... hanno sepolto
tutto così? >>.
<< Zack non ama Bella come
lei non ama lui. Sono amici, tutto qua >>. Will non pareva
sconvolto, ma tranquillo. Forse anche lui quando era venuto a saperlo,
non l'aveva presa con tutta questa leggerezza.
Will sembrò a disagio. <<
Posso chiederti una cosa io ora? >>.
<< Spara >>.
<< Mi chiedevo... quindi
siamo sicuri che a te non piace Zachary? >>.
<< No, assolutamente
>>, gli assicurò lei.
<< Bene >>, sorrise, un
sorriso caloroso. << Be', ci vediamo Desdemona >>.
Will si allontanò e sparì dentro un
vicolo, sicuramente per smaterializzarsi. Dess rimase sotto il portone
di casa, mentre cercava le chiavi. Poi caddero a terra.
<< Oh no >>, mormorò.
<< Non mi dire che Will... >>.
Angolino!
Ecco il nuovo capitolo!
Spero vi sia piaciuto!!! Grazie sempre a chi commenta *W* E chi
l'aggiunge tra le preferite, le seguite e le ricordate! Continuate a
recensire!
Alla prossima!
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Capitolo 8 *** Richiedo scusa! ***
Il problema di una
settimana si è rivelato il problema di un mese .-. e sono stata tutto
il mese senza PC! Poi una settimana a letto per l'influenza e studio su
studio mi hanno costretto a lasciar perdere il capitolo (troverò colui
che mi ha fatto il malocchio, statene certi). Il capitolo è quasi
pronto appena avrò un pò di tempo lo finirò! Scusatemi!!!
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