Il magico mondo chiamato Terra.

di Lovy91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** "Halloween è una farsa" ***
Capitolo 3: *** Il tempo stringe ***
Capitolo 4: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 5: *** La Strega ***
Capitolo 6: *** Il tempo scorre ***
Capitolo 7: *** Small Magic Town ***
Capitolo 8: *** Richiedo scusa! ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


                                                                                                                                                Prefazione



Le fiamme divoravano l'intonaco pezzo dopo pezzo, le delicate tende di pizzo divenivano polvere nera che svaniva tra le fiamme di un violento arancione. Sembrava che fosse stata accesa un'alta pira di almeno trenta metri solo che non c'erano persone ridenti intorno ad essa a passare una piacevole serata.
I pompieri si davano da fare per spegnere le fiamme e salvare quel che restava della costruzione. Una settantina di persone guardava con gli occhi pieni di terrore lo spettacolo, vedevano il lavoro di una vita sparire tra quelle lingue di fuoco. Un rumore e un pezzo del palazzo cedette. Urla.
<< Allontanate la gente, presto! >>, urlò il capo dei pompieri, che si stava dando da fare con un idrante.
Nel mezzo di quella moltitudine di persone c'era una bambina in braccio a uno dei pompieri, gli occhietti erano chiusi, le guance troppo rosse per il caldo e il segno delle lacrime era evidente. I riccioli ramati erano pieni di cenere.
Dalla folla, arrivò correndo un uomo dai folti capelli dello stesso ramato della piccola, trafelato e con una valigetta in mano.
<< Quella è casa mia! >>, strillò indicando il palazzo in fiamme. Poi si guardò attorno. << Dov'è mia moglie? E mia figlia? Dove sono?! >>.
La piccola dai capelli ramati aprì gli occhi leggermente allungati di scatto, mostrando un verde chiaro che sembrava riflettere la terribile scena, i volti spaventati, le facce stanche dei pompieri.
<< Papà! >>, lo chiamò, scoppiando a piangere di nuovo tra le braccia del giovane pompiere. Il ragazzo camminò fino all'uomo e gli porse la bambina, che non doveva avere più di quattro anni.
<< È sua figlia? >>.
<< Desdemona! >>, urlò, stringendola tra le braccia. Attorno a lui, la gente di commosse distraendosi un attimo da quella scena angosciante. Desdemona strinse le braccia attorno al collo del papà.
<< E Hideko? Dov'è Hideko? >>, chiese al giovane.
<< Chi è, scusi? >>.
<< È mia moglie! >>.
Un altro pompiere si avvicinò. << Sono entrato io con lui >>, indicò il giovane pompiere, << dentro il suo appartamento, il numero undici se ricordo bene. C'era solo sua figlia >>.
<< È impossibile! Mia moglie è rimasta a casa con nostra figlia perché aveva la febbre! >>, spiegò l'uomo.
<< Le piantine della signora Jordan >>, sussurrò Desdemona.
<< Come dici tesoro? >>, le sussurrò il papà.
<< Mamma si è allontanata per innaffiare le piante della vecchia signora Jordan, papà. Quella che è in vacanza con il marito. Io facevo la nanna >>.
L'uomo sbiancò. << L'appartamento numero tredici, quello al piano di sopra. Mia moglie è ancora là! >>.
Abbracciò la figlia e la diede al secondo pompiere. Ma il primo lo fermò.
<< Dove vuole andare?! Non si può entrare, è troppo tardi! >>.
<< Hideko è là dentro! >>, protestò.
Desdemona continuò a piangere. << Dov'è la mamma? >>.
Come per risponderle un successivo crollo confermò la tesi del giovane pompiere. La maggior parte del palazzo aveva ormai ceduto.
Padre e figlia restano a osservare quello spettacolo, abbracciato l'uno all'altra, mormorando il nome della moglie e della mamma.

Sei ore più tardi, del palazzo erano rimasti cumuli grigi. Le prime osservazioni degli esperti decretarono la fuoriuscita di gas e il successivo scoppio delle caldaie, accese per il freddo innaturale che aveva colto quella frazione di New York a fine Novembre. George Lewis teneva tra le braccia, avvolta in una coperta data dalla squadra dei pompieri, l'unica sua ragione di vita.
Il giovane pompiere si avvicinò di nuovo, mettendogli una mano sulla spalla. << Abbiamo trovato il corpo di sua moglie... Mi dispiace molto >>. La sua voce era piena di dolore. Diede una goffa carezza ai capelli della bambina addormentata e se ne andò, testa basta.
George Lewis non si mosse. Era pallido quasi quanto il cielo bianco che prometteva neve.
Desdemona aprì gli occhi. << Mamma... >>.
La guardò. << Mamma è con gli angeli adesso, tesoro >>.
<< E noi? >>.
Le lacrime bagnarono il viso dell'uomo. << Io e te, Desdemona. Siamo rimasti io e te >>.
Alcuni vicini confortarono il vedovo e la piccola orfana. Conoscevano quella famiglia ed erano brave persone, non si erano meritate quel dolore. Era il trenta Novembre 1997, e soltanto un mese prima era stato festeggiato, il trentuno Ottobre proprio il giorno di Halloween, in quel medesimo appartamento che ora non esisteva più, il quarto compleanno di quella bambina.
Il destino non potrebbe mai avere amici perché sarebbe costretto a fargli del male.

Angolino!

Sono tornata! Dopo un lungo periodo di assenza ho deciso di tornare con una nuova storia e come sempre non saprò dove andrò a finire... Spero che possa piacere e di non essermi arruginita troppo :P
Vi auguro buona lettura e recensite, recensite e... recensite XD

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Capitolo 2
*** "Halloween è una farsa" ***


                                                                                                                        Capitolo 1

                                                                                                                "Halloween è una farsa"



<< Non mi interessa Sakura >>.
<< Nonna, mi chiamo Desdemona, anzi no, Dess >>.
Era almeno la centosettesima volta che Dess correggeva sua nonna con quel brutto vizio di chiamarla con il suo secondo nome. Il suo nome giapponese che odiava con tutta se stessa perché non appena chiunque lo scopriva le domandava sempre se era di origini nipponiche. Ma per la ragazza c'era molta differenza tra origini giapponesi ed esserlo.
<< Sakura >>, ribatté testarda l'anziana donna. << Non voglio che festeggi il tuo diciassettesimo compleanno in quel posto... come si chiama... >>.
<< McDonalds, nonna >>, rispose annoiata, mentre lavava i piatti in casa della sua nonna materna.
 << Proprio quello. È orribile >>.
<< Lo sarà per te >>, ribatté ostinata.
<< Perché non lo festeggi a casa, eh? Non sarebbe la cosa migliore? >>.
<< Nonna sono da quando ho compiuto sedici anni che mi stai rompendo perché festeggi i miei diciassette anni in casa, ma non mi hai mai voluto dire il motivo >>.
<< Non festeggi mai neanche un compleanno con me >>, si offese la donna.
Dess sbuffò. Come se a sua nonna fosse mai importato qualcosa. Sua nonna era interessata solo alle sue tradizioni e non faceva che rammaricarsi che la sua unica nipote non se ne interessasse. Ma Dess era nata e cresciuta in America, di quelle tradizioni non conosceva quasi niente anche se la vecchia aveva tentato più volte di insegnargliele.
La ragazza chiuse il rubinetto dell'acqua e gettò lo strofinaccio sul mobile accanto al lavabo.
<< Vado a scuola >>, disse uscendo dalla cucina e ignorando le parole della nonna. Prese lo zaino, si avvolse la sciarpa attorno al collo, si mise un cappellino bianco in testa che stava alla perfezione con i suoi capelli ramati e uscì nella gelida aria che tagliava il viso.
Per strada rimuginava sulle parole dette dalla nonna. Erano ormai le stesse da circa un anno e suo padre non si era mai opposto anche se non era molto presente. Da quando la mamma era morta in quell'incidente, lavorava tantissimo e lei era stata praticamente cresciuta dalla nonna materna che aveva risentito moltissimo della perdita di sua figlia Hideko, l'unica che avesse. Il marito era morto vent'anni prima di una terribile malattia e la perdita di Hideko l'aveva resa irascibile e arrabbiata con il mondo.
Dess non ce l'aveva con il mondo, non era colpa sua.
Pensando, arrivò al cancello. Lì vi trovò la sua migliore amica intenta a parlare con un ragazzo alto e moro, carino. Scosse la testa sorridendo. Deniece era la sua migliore amica da quindici anni e da quando erano in prima elementare, non faceva che lasciare i ragazzi uno dopo l'altro. Il giorno prima ne aveva mollato uno, forse il terzo in un mese. Dess aveva frequentato pochi ragazzi ma erano per lei un mondo alieno di cui non avrebbe mai fatto parte.
Deniece si scambiò un bacio con il bel moro e lui se ne andò. Dess si avvicinò.
<< E questo come si chiama? >>, le chiese ridendo.
<< Dylan. É così carino! >>, rispose entusiasta.
<< Lo erano anche Justin, Paul, Philip, Lucas, Elias... >>.
L'amica interruppe l'elenco. << Ehi, quelli sono vecchi >>.
<< Ma sei hai lasciato Elias proprio ieri >>.
<< Si chiamava Elias?! Io li confondo troppo >>.
Dess alzò gli occhi al cielo e in quel momento la campanella suonò, Deniece prese il suo zaino ed entrarono nell'edificio. La prima lezione di Desdemona era matematica e quella dell'amica storia. Si salutarono agli armadietti, si sarebbero riveste alla seconda ora di biologia avanzata.
Dess recuperò il volume di matematica dal suo armadietto, qualche penna e una calcolatrice. Poi emise un sospiro. Quattro armadietti più avanti, si sentiva addosso lo sguardo, quello sguardo. Zachary Butler erano circa sette giorni che la fissava. Era bello da mozzare il fiato, certo, ma quell'insistenza sfiorava l'ossessione per Dess. Secondo la sua migliore amica fissata con i ragazzi, piaceva molto a Butler. Secondo Dess voleva solo l'ennesima ragazza da scopare.
Mise tutto nello zaino e si avvicinò all'aula piena a metà, in attesa della professoressa Boldrige, facendo finta che Butler non esistesse. Stava scarabocchiando sul quaderno quando qualcosa di leggero toccò la suola delle sue scarpe. Con la coda dell'occhio si accorse di avere un bigliettino appallottolato per terra. L'insegnante non era ancora arrivata e lo prese velocemente. Lo srotolò e lesse: "Vieni alla pausa pranzo nell'angolo est del giardino. Sappi che se non verrai, ti troverò io". 
Non c'era nessuna firma. Si chiese chi fosse l'artefice di quel brutto scherzo. Per un attimo pensò a Zachary... Poi scosse la testa. Le voci di corridoio dicevano che il convinto della scuola si avvicinasse di sua spontanea volontà alle ragazze che puntava. Scocciata di alzò e lo buttò.
La pausa pranzo giunse lentamente e quando la campanella l'annunciò, prese un bel sospirò sollevato. Metà della mattinata scolastica era terminata. Incontrò l'amica all'ingresso e prese il suo pranzo preferito ovvero pasta al pomodoro, patatine fritte e verdurine condite. Il messaggio era sparito della sua testa.
Stava per mangiare una forchettata di pasta ma non riuscì a farlo perché un botto simile a una piccola esplosione le fece cadere la forchetta per terra. Anche Deniece smise di mangiare.
<< Che è stato?! >>, chiese lei.
<< Non lo so Deny >>, rispose Dess.
Il corpo studentesco si avvicinò alle vetrate dell'aula mensa e così fecero anche Dess e Deny. Un pennacchio di fumo si levava da lì, quasi come se stesse andando a fuoco. La ragazza voleva sprofondare: era l'angolo est del giardino.
Quando Deniece si voltò, Desdemona era sparita.
Corse fino a uscire dalla scuola e il casino creato dall'esplosione, le rese facile fuggire per andarci. Svoltò per un angolo dell'edificio e continuò a correre ma fu inutile perché a metà strada si fermò.
Con un bel sorriso sul viso paffuto, c'era la preside del liceo, la signora Carter. I riccioli biondi e il fard rosa non potevano che essere suoi. Era una brava donna e tutti gli studenti l'ammiravano. Invece Dess, con quel suo sorriso sempre stampato in faccia, la trovava inquietante. Spesso se l'era immaginata nella sua casa color confetto con i suoi gatti, ognuno con al collo un fiocchetto di diverso colore, ovviamente pastello.
<< Signorina Lewis dove sta andando? >>, cinguettò.
<< Ecco io... a vedere cos'è successo >>. Arrossì.
Inclinò appena la testa. << Ma ragazza... tu non puoi. No no >>. Il sorriso si fece ancora più largo.
Dess avvertì un brivido lungo la schiena, i piedi erano bloccati sul terreno.
All'improvviso, i riccioli biondi si scurirono, si allungarono fino a terra, la pelle chiara divenne verdastra e gli occhi rossi e lampeggianti. La figura robusta dimagrì fino a diventare esile e altissima.
Dess gridò con tutto il fiato che aveva in gola ma poi l'urlo le rimase spezzato in gola per lo shock che le tolse la capacità di fare qualsiasi cosa. Il cervello si scollegò.
Quel mostro orribile parlò con una voce che sembrava provenire da un altro luogo, acuta e metallica. << Detentrice, ora tu morirai! >>. Distese le lunghe e scheletriche braccia e la bocca si allargò quasi fino a terra, emettendo un suono penetrante che quasi fece scoppiare il cervello alla povera ragazza. Dess cadde in ginocchio ed era sicura di morire...
Poi un lampo rosso e l'essere mostruoso smise di strillare.
<< Vattene Banshee! >>.
Un altro lampo rosso e caldissimo rischiò di colpire Dess se non si fosse distesa a terra appena in tempo. Con un ultimo strillo, la Banshee sparì in una nuvola di fumo. La ragazza era sicura di non riuscire mai più a respirare in vita sua, di non riuscire a rialzarsi dal terreno. Tremando, riuscì a rimettersi in piedi e a guardare chi fosse il suo salvatore.
Non c'era molta luce perché le nuvole coprivano il sole.  La figura era senza dubbio un ragazzo e lei ebbe l'impressione di averlo già visto. Strizzò gli occhi per cercare di capire chi fosse. Lui mosse qualche passo avanti e Dess capì chi era. I capelli biondi e disordinati, gli occhi castano scuro, la pelle leggermente scura appartenevano al capitano di basket Zachary Butler, il ragazzo che da circa una settimana la fissava insistentemente.
<< Butler? >>, mormorò.
<< Lewis >>, fece lui.
<< Ma... ma... che cos'era? Banshee? E che cosa sono?!>>.
<< Se stai andando al giardino sappi che non c'è ne bisogno. Ho creato troppo casino quindi di conseguenza non è il posto adatto per parlare >>.
La ragazza sgranò gli occhi. << Chi se ne frega di quel biglietto! Quella cosa ha tentato di uccidermi!>>. Era isterica.
<< Già >>, confermò Zachary, passandosi una mano tra i capelli come per sistemarli. Sembrava a disagio eppure gli occhi esprimevano tranquillità. << Ho bisogno di parlarti >>.
Dess lo guardò come se fosse matto. Lei voleva solo andarsene a casa sua, prendere una bella camomilla e rinchiudersi in camera sua senza uscirne mai più.
<< Dess... Posso chiamarti Dess? >>.
<< Come vuoi >>, acconsentì indifferente.
<< Allora tu chiamami Zack >>, disse lui. La ragazza annuì. << Tu ed io abbiamo una cosa in comune >>.
<< Anche tu vieni attaccato da mostri? >>, chiese ironica. Che cosa poteva mai avere in comune una ragazza normale e tranquilla come Dess con il bel giocatore di basket popolare e attorniato di ragazze?
<< Siamo nati entrambi il 31 Ottobre dello stesso anno >>, disse Zack.
<< Ah... e quindi? >>, domandò senza comprendere.
Che c'entra con quella cosa?
Quante volte era stata presa in giro per il suo compleanno? Da piccola, le bambine si divertivano a dirle che era una strega per essere nata quel giorno maledetto, il giorno dei mostri.
<< Siamo speciali, io e te >>, continuò il ragazzo.
Dess cominciò a spaventarsi. La voglia di fuggire nacque. << Essere attaccati dai mostri rende speciali? >>.
<< Voglio essere diretto e sincero. Sono anni che i miei amici ed io cerchiamo il quarto Elemento, senza riuscire a capire che fine abbia fatto. È stata una bella e fastidiosa sorpresa scoprire che l'Elemento era nella mia stessa scuola, nella nostra stessa scuola >>.
<< Di che stai parlando? >>. La ragazza fece un paio di passi indietro.
<< Un'antica leggenda >>, prese a raccontare Zack, << narra che all'alba dei tempi il mondo era un perfetto equilibrio. Poi un essere malvagio invidioso di tale perfezione, lo ruppe in quattro pezzi e gli Elementi si separarono: Acqua, Fuoco, Aria e Terra. Per molte migliaia di anni trovarono sfogo in terremoti, eruzioni, inondazioni, tornado finché quattro saggi scoprirono che potevano essere custoditi da degli umani scelti e così è stata da allora. Il giorno di Halloween un tempo era chiamato Samhain e si erano accorti che gli umani "speciali" erano quelli nati in tale giorno. I mostri, le streghe, le fate... è tutto vero, Dess >>.
A Dess mancò il respiro. Non disse niente.
Zack scambiò il silenzio di Dess per curiosità. << Noi siamo i protettori del mondo magico, del mondo fatto di questi esseri che si nascondono tra gli umani e possono rivelarsi solo il giorno di Halloween. Durante l'anno si nascondono ma purtroppo non sono tutti buoni. Si sono stabiliti a New York perché la spaccatura è avvenuta qui... e qua sono rimasti >>. Negli occhi scuri di Zack passò un lampo di dolore. << Tua madre è morta vero? >>.
Il ricordo doloroso squarciò il cuore di Dess, evitava di pensare a sua madre ogni volte che poteva. << E quindi? >>, riuscì a sussurrare con la poca voce che aveva. La vocina razionale nella sua testa le diceva che era tutto falso, si stava prendendo gioco di lei. Ma non riusciva ad andarsene e non capiva il motivo.
Mica gli credo?, pensò.
<< Ascoltami molto bene >>, la sferzata di dolore fu sostituita da rabbia. Nessuno doveva parlare della sua mamma, eccetto Dess. Non lo permetteva neanche a suo padre e sua nonna, figurarsi a lui. << Non permetto a nessuno tanto meno a te che è una settimana che mi fissi di abbordarmi con storie assurde e divertiti alle mie spalle... Chiaro? >>. Ricacciò indietro le lacrime.
<< La stai facendo spaventare, Zack >>, disse una voce femminile alle spalle di Dess. Lei si voltò e vide una ragazza della sua stessa età. Indossava la divisa della scuola, la versione femminile quindi studiava lì, ma era certa di non averla mai vista. Il viso era ovale e spiccava poiché la carnagione era panna e i capelli neri come la notte. Gli occhi erano di un bellissimo azzurro scuro, le labbra rosa e sottili, a forma di cuore. Il fisico slanciava suggeriva anni di danza classica. Teneva una mano dietro la schiena e un'altra indicava lei.
<< Scusalo. I suoi modi fanno schifo >>, disse.
<< Chi cazzo sei tu? >>, le chiese Dess.
<< Mi chiamo Isabella Leonora Smith >>, si presentò. << Sono un'amica di Zack >>.
Un'amica di Zack?
La nuova arrivata sembrava tutto fuorché una sua amica. Il giovane biondo frequentava i ragazzi popolari e quella Isabella era qualsiasi cosa tranne che popolare. Dess finì quasi contro il muro, quasi non volesse essere tra Zack e Isabella.
<< Le hai già raccontato la storia? >>.
<< Le ho anche salvato la vita da una Banshee, se proprio vuoi saperlo. Non solo non ha ringraziato, ma non vuole nemmeno credermi >>.
<< Ma vorrei ben dire! >>, protestò Dess.
Isabella guardò Dess a lungo, poi camminò fino a essere a tre passi da lei, erano vicinissime, quasi si potevano toccare. Poi Isabella allungò una mano e toccò il muro di mattoni rossi dietro Desdemona. Un rumore fece voltare quest'ultima e sbarrò gli occhi.
Un intreccio di fiori, di rampicanti stava crescendo sul muro. Erano bellissimi e profumati.
<< Non voglio crederci >>, sussurrò Dess, scuotendo la testa.
<< Tu sei l'Acqua. Sono tredici anni che ti stiamo cercando, Desdemona >>, fece un cenno verso Zack che pareva aver perso l'uso della parola. << Lui è il Fuoco >>.
Dess ricollegò l'esplosione al ragazzo e quei lampi rossi.
<< Cosa c'entra con la morte di mia madre? >>, chiese e non sapeva perché ma quella domanda le faceva paura.
Entrambi divennero scuri in volto e fu Zack a parlare: << Per poter trasferire la capacità a un'altra persona è necessario che... sia pagata una vita legata al nuovo Detentore o Detentrice da un legame di sangue. Quando il tempo del vecchio Detentore volge al termine, costui perde il potere e va dal nuovo prescelto... >>.
<< Voi chi avete perso? >>, chiese in un soffio di voce.
<< Mia sorella >>, rispose Zack. << Aveva sette anni, io cinque. ָ affogata durante una gita al mare. Si chiamava Cecilia >>.
<< Io mia cugina >>, rispose Isabella. << Era la persona piש vicina a me a livello di sangue, quel giorno. Avevamo sei anni. ָ morta cadendo da un precipizio. Il suo nome era Margaret >>.
La ragazza dai lunghi capelli ramati era combattuta. Crederci o non crederci? Dopotutto quella Banshee, o come l'avevano chiamata loro, non poteva essere un brutto scherzo. Era confusa, terrorizzata e anche triste e piena di sensi di colpa per la morte della sua mamma. Se non fosse stato per lei, sarebbe ancora viva.
Guardע ancora una volta i due ragazzi, domandosi se poteva fidarsi di loro. Eppure dentro di sי, sentiva qualcosa come una voce che le diceva di credergli, di fidarsi.
Per la prima volta in vita sua, Desdemona cominciע a fidarsi.


Angolino!

Prima di tutto voglio ringraziare chi ha recensito! Adoro le recensioni *.* Ma credo piacciano a tutti XD Comunque ho tolto gli errori di battitura del Prologo sono un pò pigra in queste cose! Spero che questo capitolo vi piaccia e ricordatevi sempre... recensite!
Ciao ciao!


PS= Ho notato che le lettere accentate, KompoZer le mette con quegli strani simboli! Scusate! Risolverò il problema il prima possibile!




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Capitolo 3
*** Il tempo stringe ***


                                                                                                                                Capitolo 2

                                                                                                                        Il tempo stringe


L'esplosione creata da Zack fece evacuare la scuola in mezz'ora e così i tre ragazzi potero andarsene in un posto più tranquillo per parlare. Il Central Park era perfetto. Vi giunsero con la macchina di Isabella e dopo una breve passeggiata, si sedettero su una panchina che dava su un piccolo lago. Isabella era seduta vicino a Zack e la ragazza si chiese se tra i due non ci fosse qualcosa. Il parco era semi vuoto, era ancora mattina presto e si vedevano qualche coppia di fidanzati e gli anziani a passeggio con il bastone.
Dess era curiosa e spaventata allo stesso tempo di quello che voleva chiedere. La sua vita aveva ricevuto una svolta davvero imprevedibile.
<< Come fate a riconoscere le creature magiche? >>.
<< L'esperienza >>, rispose Isabella. << Dopo un certo periodo si riesce a capire cosa e chi si nasconde sotto i travestimenti >>.
Zack indicò una donna seduta sulle sponde del lago. Dess la guardò e si stupì dei bellissimi capelli che aveva, lunghi e dorati. Teneva i piedi nell'acqua e si chiese come facesse, visto che la temperatura era sotto i quindici gradi.
<< Quella è una sirena per esempio. Tiene la pinna in acqua perché non può starne troppo tempo senza. Presto familiarizzerai con le creature marine, fanno parte del tuo Elemento >>, spiegò Zack.
<< Non capisco una cosa però >>, lo interruppe. << Perché proprio ora mi avete cercata? >>.
Fu Isabella a rispondere: << Tutti i Detentori sono nati lo stesso anno. Se uno dei Detentori passa tutti i suoi diciassette anni senza utilizzare i poteri dell'Elemento almeno una volta... li perde >>.
<< Li perde? >>.
<< Per sempre. E passano a un altro che, ovviamente, dovrà pagare con una vita umana >>, disse Zack.
A Dess le si contorse lo stomaco. Se loro non l'avessero cercata, entro una settimana non avrebbe mai saputo dei suoi poteri e li avrebbe persi. Poi un flash le passò per la testa. Collegò la nonna e il suo compleanno: che la vecchia sapesse della natura unica della nipote?
<< Quindi si presuppone che io debba usarli entro sette giorni? >>.
<< Esatto >>, risposero in coro i due ragazzi.
All'improvviso, Dess urlò. Una mano le si era posata sulla spalla e poi una risata.
<< Scusa! >>.
<< Will sei il solito idiota! >>, disse Zack.
Desdemona guardò il ragazzo nuovo. Era più basso di Zachary, i capelli erano tendenti al rossiccio e gli occhi erano grigio chiaro, trasparenti come il mare durante una tempesta. La pelle era un mix di panna e cacao, forse uno dei genitori era di colore.
<< È lei? >>, indicò Dess.
<< Sì >>, rispose Isabella. << Lei è Desdemona >>.
<< Desdemona? >>, rise Will. << Non è la protagonista che fa una brutta fine nell'Otello? >>.
Quella domanda strappò un sospiro a Dess. Diventata più grande aveva sempre dovuto spiegare che la sua mamma era stata un'insegnante di letteratura inglese e che fin dal liceo era stata un'appassionata di Shakespeare. Talmente tanto da dare a sua figlia il nome Desdemona. Se non fosse stato per la nonna, il suo secondo nome sarebbe stato Juliet.
<< Bravo >>, disse semplicemente la ragazza.
<< Che stupido, non mi sono presentato. Io sono William Burke >>, tese la mano. Dess la strinse e poi la lasciò andare.
<< William? >>, rise.
Lo sguardo bellissimo di Will divenne buio. << Papà è un'insegnante di letteratura inglese... appassionato di Shakespeare. Le mie due sorelline gemelle si chiamano Viola e Ophelia >>, raccontò un po’ sconsolato.
Dess rise. Suo padre le aveva passato i vecchi testi universitari di sua madre e fin da quando era in seconda media, leggeva Shakespeare. In segreto, lo adorava.
<< Viola come una delle ragazze della "Dodicesima notte" e Ophelia era la fidanzata di Amleto >>.
Zack e Isabella la guardarono un po’ ammirati.
<< Ti piace Shakespeare eh? >>, la prese in giro Isabella.
<< Non è poi così male Bella >>, disse Will.
<< Possiamo ritornare al nostro punto, grazie? >>, gli ricordò Zack, un po’ nervoso.
<< Ah giusto. Scusa >>, si scusò Will.
Isabella guardò seriamente Dess. << Non siamo qui per dirti di scegliere, Desdemona. Sei una Detentrice e per quanto possa spaventarti, crediamo sia giusto che tu ti prenda le tue responsabilità >>.
Il discorso era stato breve, chiaro e freddo. Dess conosceva Bella da neanche due ore e quella ragazza aveva un modo di fare e di parlare che aveva sempre una punta di freddezza, come se fosse perennemente congelata. Non era solare ed estroversa, sicuramente Zack e Will erano i suoi unici amici. Invece i due ragazzi parevano tutto il contrario di lei. Forse nel passato di Isabella si nascondeva qualcos'altro per averla resa tanto fredda e distaccata.
Will le lanciò un'occhiata. << Forse è stata un po’ brusca, però il concetto è quello >>.
Zack si sporse verso la ragazza dai capelli ramati. << Non ti sono mai capitate cose strane? >>.
<< Cose strane? >>, ripeté Dess.
<< Sì, strane. Qualcosa che abbia a che fare con l'acqua >>, spiegò Bella.
La giovane ci pensò. In tutta sua la vita non ci aveva mai fatto caso ma tanti piccoli tasselli tornarono al loro posto. Aveva sempre pensato che la sua passione per gli acquari, quelli piccoli e carini, da bambina fosse un semplice hobby. Oppure quando andava in piscina o al mare con la nonna e quelle poche che ci era stata con sua madre finché riusciva a ricordare... le piaceva così tanto che dovevano pregarla per farla uscire. E a scuola avrebbe voluto iscriversi al corso di piscina ma la nonna aveva detto di no, si era imposta talmente tanto da costringerla a desistere. Ovviamente suo padre era dalla parte della suocera.
<< Be', qualcosa sì >>, confessò la ragazza. << Ma non ci avevo mai fatto caso >>.
Risero tutti e tre.
<< Non ci fai mai caso. I genitori spesso li scambiano per casi o per incidenti. Quando ero piccolo sparivo per ore e i miei genitori erano convinti che io mi fossi allontanato di qualche metro, invece ero in un'altra nazione >>, raccontò Will.
Dess sbarrò gli occhi.
<< Will ha l'Elemento dell'Aria, Desdemona >>, le disse Zack. << Ogni Elemento dona al suo Detentore una capacità in più, oltre quelle standard. Di conseguenza il nostro amico sa teletrasportarsi >>.
<< Io passo attraverso le cose e i muri. Riesco a dividere le mie molecole fino a diventare inconsistente >>, spiegò Isabella, sistemandosi una ciocca di capelli neri.
Dess guard Zack.
Will rise. << Il nostro popolare amico riesce a fare una cosa fighissima. Riesce a modificare gli stati della materia >>.
<< Cioè? >>, domandò perplessa e sempre più sbalordita Dess. Le sembrava di essere finita in un pessimo film di serie C.
<< Da solido a liquido a gassoso >>, chiarì Zack, disinvolto.
<< Wow >>, fece Dess. Poi si fece pensierosa. << Ed io... cosa so fare? >>.
<< Non lo sappiamo ma qualsiasi cosa sia devi scoprirlo entro sette giorni o perderai le tue capacità. Devi usare la tua capacità speciale per utilizzare l'Elemento >>, disse Bella.
<< Ho un sacco di tempo >>, si fece allegra lei.
Bella divenne gelida. << No che non hai un sacco di tempo. Noi ci abbiamo messo tipo dieci anni per riuscirci >>.
A Dess le venne un attacco di panico improvviso. Se loro ci avevano messo dieci anni come sperava lei, che fino alla sera prima neanche sapeva chi era, di riuscire a trovarla? Perché diamine non si erano sbrigati prima? Poi le si accese un dubbio: perché loro conoscevano fin da piccoli la loro natura e il loro compito? Da come parlavano, sembrava che quasi tutta la loro vita l'avessero passata ad allenarsi. Morta di curiosità lo chiese.
<< Tutti i Detentori vengono seguiti dai quattro predecessori. Purtroppo il precedente proprietario del Fuoco, Jamie O'Connell, è morto tre anni fa di polmonite. Ma Jennifer, Eleonor e Robert sono in piena vita e pronti ad aiutarci. In pratica, non esci mai da questo mondo. Per tutta la vita >>, disse Will, contento.
<< Ci hanno trovati quando eravamo bambini. Io avevo nove anni e avevo da poco scoperto cos'ero in grado di fare e così ho incontrato Eleonor che mi ha spiegato tutto e mi ha fatto conoscere Zack e Will >>, narrò Bella. Fu la prima volta che Dess non vi colse freddezza ma dolcezza come se fosse stato il giorno più bello della sua vita.
<< A te seguirà Jennifer >>, disse Zack. << Vedrai, è bravissima >>.
<< Ma devi essere sicura Dess e tempo per pensare non c'è ne. La Banshee di oggi era solo un avvertimento. Se non accetti, probabilmente ti uccideranno prima dei tuoi diciassette anni. Se accetti, hai qualche probabilità di sopravvivere >>, fu schietto Zack. Will lo guardò molto male. Era chiaro che il ragazzo trattasse le ragazze coi guanti di gomma. Bella non fece una piega ma Dess non si stupì per niente.
In teoria, la prima reazione che la mente le suggeriva, era di alzarsi e prenderli a voci. Come pretendevano che lei prendesse una simile decisione in così poco tempo? Ma poi la razionalità prendeva il sopravvento e capiva che la scelta dei tempi non era colpa loro, le cose andavano così e basta. Era spaventata e anche molto. Era anche tanto irritata e sospettosa, era certa che la non sapesse qualcosa. Si alzò dalla panchina appena in tempo per notare che la sirena che aveva immerso la pinna in acqua si stava guardando attorno e non c'era nessuno. Si tolse la giacca nera e Dess vide una pelle bianca. Si tuffò e sparì nel lago.
<< Okay. Portatemi da questa Jennifer >>.


Angolino!

Tanto per cominciare auguri a tutti di Buon Natale! Questo capitolo è un pò il mio regalo ahahahaha Grazie a chi ha recensito e lo ringrazio infinitivamente *.*
A presto!





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Capitolo 4
*** L'apparenza inganna ***


                                                                                                                    Capitolo 3

                                                                                                        L'apparenza inganna


L'edificio che Dess si trovò davanti a lei era... anonimo. Le pareti erano di un grigio scolorito e in certi punti pure mancante. Dal tetto mancava qualche tegola, e un paio di finestre ai piani superiori, erano rotte. La porta d'ingresso era di legno vecchio e pesante, color mogano. Zack suonò al campanello, il primo tasto.
<< Chi è? >>, gracchiò una voce femminile.
<< Io, Bella e Will. Abbiano con noi la Detentrice dell'Acqua >>, rispose Zack.
Il portone scattò immediatamente. Dess non aveva la minima idea di cosa trovare dentro, l'esterno non era molto attraente. Ma quando mise piede dentro dovette ricredersi nel giro di un secondo. L'ingresso era coperto di una morbida moquette color salmone, le pareti poco più chiare. I mobili erano dello stesso color mogano della porta, senza un dito di polvere. Qualche quadro dalle tinte calde era sui muri. Una porta in fondo indicava un'altra stanza. Seguì gli altri ed entrò dentro un piccolo spazio con una scala dalle bellissime incisioni. La salì e quando entrò nella terza porta, vide un appartamento dalle pareti azzurre e il parquet chiaro.
Seduta a un tavolo di legno bianco con sopra un cesto di frutta, c'era una donna sulla quarantina. I capelli erano tenuti sulla testa, castano chiaro con qualche mesh bionda. Il viso era segnato da qualche ruga e gli occhi azzurri fissavano Dess con fare curioso e un po’ emozionato. Le labbra color perla per via del rossetto si distesero in un sorriso caloroso.
Si alzò e tese la mano alla ragazza. Indossava una semplice veste nera.
<< Mi chiamo Eleonor >>, si presentò. << Eleonor Blake. Ex Detentrice dell'Aria >>.
<< Desdemona Lewis >>.
Si strinsero la mano e poi Eleonor la lasciò andare.
<< È da tanto che ti stiamo cercando >>, disse gentilmente. << Sono certa che Jennifer e Robert saranno molto contenti, oggi >>.
<< Dove sono? >>, chiese Bella.
<< Jennifer è andata a fare la spesa e Robert aveva una causa molto importante >>.
<< È un avvocato? >>, chiese timidamente Dess.
<< Sì. Io sono un'impiegata delle poste ma oggi avevo il giorno libero. Jennifer è una maestra delle elementari >>. Lo sguardo sbalordito di Dess fece ridere di gusto Eleonor. << I nostri doveri non ci impediscono di avere una vita normale, Desdemona >>.
<< Dess >>, la corresse automaticamente.
<< Dess >>, acconsentì la donna. Si rivolse agli altri tre. << Perché mentre non aspettiamo gli altri due non fate vedere a Dess la casa? Intanto cucino qualcosa di buono per pranzo >>.
<< Ottima idea! >>, esclamò William, felice.
Zack spinse Dess. << Su, vieni con noi >>.
Un'altra porta e Dess vide una rampa di scale che portò a un piano superiore. Zack aveva un mazzo di chiavi in mano e aprì la porta.
<< Questo è l'appartamento di Robert >>, spiegò Isabella.
Era il tipico appartamento da uomo, disordine un po’ ovunque. Dess inarcò un sopracciglio. Si era accorta di un particolare che accomunava gli ex quattro Detentori: nessuno era sposato. Eleonor non aveva la fede e l'appartamento in disordine di Robert diceva che nemmeno lui lo era. E avrebbe messo la mano sul fuoco che neanche Jennifer era sposata. Le venne un piccolo attacco di ansia. Possibile che quel "lavoro" fosse una condanna? Che impedisse il regolare svolgimento della vita?
Zack si sedette su un divano blu scuro, i cuscini erano bianchi. Bella gli si sedette accanto. Will si sedette invece su una poltroncina in tinta. Dess rimase in piedi, imbarazzata.
<< È strano >>, riuscì a dire dopo qualche minuto di silenzio.
<< È normale, Dess >>, disse Isabella. << Ma con il tempo ti abituerai >>.
La ragazza non era tanta sicura. In fin dei conti, non aveva ancora deciso cosa fare. Sembrava che quei tre e la donna al piano di sotto dessero per scontato che lei avesse deciso di partecipare a quella che, alla fine, era una follia vera e propria. Eppure loro ne sembravano così felici...
<< Perché questo palazzo dall'esterno sembra così... malridotto? >>.
<< Per non destare sospetto alle creature magiche cattive, Desdemona. In questo modo possono condurre una vita tranquilla e noi possiamo venirli a trovare quando ci pare >>, spiegò Zack.
<< Devono nascondersi? >>.
<< Per forza. A volte certi vecchi nemici sono un po’... insistenti. E loro non hanno più i poteri >>, rispose Bella.
Un altro attacco d'ansia avvolse Dess. Cosa voleva dire? Che una volta perduti i poteri si sarebbe dovuta guardare le spalle dai nemici che avrebbe incontrato durante il corso della sua vita da Detentrice? Più andava avanti, più quella storia aveva risvolti negativi.
Zack, che la stava fissando, sembrò leggerle nel pensiero perché le disse: << Se stai pensando che tutto questo è una condanna, be' ti sbagli. Se lo fosse, noi avremo rifiutato molto prima >>.
<< Eravate dei bambini >>, gli fece notare Dess.
<< Vero. Ma piccoli non equivale a stupidi >>, disse gelidamente Isabella, stringendo gli occhi azzurro scuro a fessura, quasi fosse offesa.
Will rimase allegro. << Ci sono molti punti positivi, invece. I poteri tanto per cominciare >>.
<< Sempre che io riesca a trovarli >>. Era sconsolata.
<< Ci riuscirai >>, disse Zack. Sembrava convinto e determinato.
La porta dell'ingresso si aprì e un uomo entrò nella stanza. Era anche lui sulla quarantina, era vestito con un completo scuro e teneva una valigetta marrone chiaro. I capelli erano corti e brizzolati, castano scuro. Gli occhi erano due iridi color muschio. Era altissimo, almeno due metri.
Ricordando quello che le avevano raccontato, quell'uomo doveva essere Robert, l'ex Detentore della Terra.
Le sorrise. << Mi ha già parlato Eleonor di te. Sta preparando del tè >>.
<< Piacere >>, sussurrò, arrossendo.
<< Mi chiamo Robert Lopez. Scusa per il ritardo >>.
<< Ma si figuri >>.
<< Dammi del tu >>, disse gentilmente.
<< Bene, allora tu chiamami Dess >>.
<< Tranquilla. Eleonor si è raccomandata >>.
Dess fece finalmente un sorriso. L'atmosfera accogliente si fece sentire. Le mostrarono anche l'appartamento di Jennifer e notò che il rosso era il suo colore preferito, Dess avrebbe giurato che come ex Detentrice dell'Acqua sarebbe stato l'azzurro. Nella stanza d'ingresso c'era un'altra porta e un'ultima rampa di scale. Volle sapere dove portava e con un sorriso, i tre nuovi amici la portano di sopra accompagnati da Robert e Eleonor. Quando fu salita, Dess trattenne il fiato. Le pareti erano bianco latte, il pavimento grigio scuro, quasi nero.
Era un'enorme palestra e in un gabbiotto di legno giallo s’intravedevano comodo poltrone, una televisione enorme e qualche libreria.
<< Forte >>, mormorò.
Tutti risero.
<< Qui è, dove ci alleniamo e quel posto laggiù >>, Will indicò il gabbiotto, << è una piccola libreria e c'è la televisione collegato alle telecamere >>.
<< Telecamere? >>, chiese perplessa.
<< Per monitorare la situazione. Come credi che vediamo cosa succede in tutta la città? >>, le domandò Eleonor.
Entrò nel gabbiotto e capì che quello non era per niente un televisore normale, c'erano tanti tasti colorati e regolatori dell'audio. Era spento.
Quando si girò a guardare gli altri, notò che Robert stava conversando al telefono. Lo chiuse.
<< Era Jennifer. Farà più tardi del previsto >>.
<< Accidenti... Noi dobbiamo tornare a casa. Sono quasi le tre e mezzo >>, disse Bella. << I miei s’incavolano >>.
<< Anche i miei >>, disse Will.
Dess lo guardò, confusa. Will aveva parlato dei genitori e delle sorelline. Chi poteva aver mai perso per essere un Detentore?
<< Devo andare anch’io >>, disse la ragazza.
Lo sguardo di Zack si fece preoccupato. << Non so quanto sia un bene che tu percorra la strada da sola >>.
<< L'accompagno io >>, si offrì Will. << Abito là vicino >>.

Non aveva usato il teletrasporto. Dess pensò che lo usava solo in casi straordinari. Camminavano per le strade di New York, caotiche e rumorose, ma loro due erano in perfetto silenzio.
<< I tuoi lo sanno? >>, chiese Dess al ragazzo per spezzare il silenzio.
<< Certo che no. Non bisogna mai dirlo a nessuno >>. Poi sorrise. Quel ragazzo sorrideva un sacco. << Ti starai chiedendo chi ha dovuto pagare per me >>.
Dess arrossì. Se Will sorrideva un sacco, lei quel giorno arrossiva troppo.
<< Quando ho incontrato Eleonor e mi ha spiegato tutta la faccenda, era rimasta molto... perplessa nel notare che avevo entrambi i genitori e le sorelle, che erano nate da poco. Lei stessa aveva perso il fratello più grande a quattro anni. I nonni, i cugini, erano tutti vivi >>, raccontò tranquillamente William.
La giovane era sempre più confusa. Guardò gli occhi grigi dell'amico e vi vide una strana luce, quasi rassegnazione. E allora capì.
<< Hai capito di essere stato adottato >>.
Annuì. << Robert mi aiutò a cercare i miei veri genitori. E scoprii che mia madre, si chiamava Angela, era morta quando avevo sette mesi, cadendo dal balcone del settimo piano del palazzo dove abitavamo. A un anno, i coniugi Burke mi adottarono  e mi diedero un altro nome, ovvero William >>. Aveva raccontato tutta senza versare una lacrima. Chissà invece quante ne aveva versate.
<< E tuo padre? >>.
<< Era morto in un incidente stradale quando mia madre era incinta di sei mesi. Figli unici, nonni morti. Praticamente era condannata avendo messo al mondo un figlio il 31 Ottobre >>.
<< I tuoi sanno che tu lo sai? >>.
Scosse la testa. << No... Credono ancora che io sia ignorante di tutto questo. Ma anche se fosse, non importa. Sono loro i miei genitori e Viola e Ophelia sono le sorelle. Il resto non conta >>.
Erano ormai arrivate sotto casa sua. Dess guardò il ragazzo e intravide un po’ di tristezza.
<< Mi dispiace >>, sussurrò con sincerità.
Will si strinse nelle spalle. << Pazienza. È la vita, Dess. Ci sono altre cose straordinarie che mi aspettano >>.
<< Ottimista >>, rise.
<< Imparerai a esserlo >>, disse seriamente. Poi si sciolse in un sorriso. << Ci vediamo, Desdemona. E attenta a non tradire l'Otello! >>.
Non riuscì a dargli un colpo perché sparì. Sotto il portone di casa sua, Dess pensò a quando quella mattina era uscita per andare a scuola. Erano passate solo sette ore? Quante cose erano cambiate? E quante ancora dovevano cambiare?
Con un piccolo sorriso, rientrò in casa.



Angolino!

Allora... intanto ringrazio come sempre chi ha commentato e faccio il primo ringraziamento a chi l'ha aggiunta tra le preferite, le ricordate, le seguite. Grazie moltissimo *W* Poi... American Dragon era uno dei miei cartoni preferiti, peccato che in streaming non riesca a trovarlo, a parte in inglese su Youtube >.< E le Witch le ho sempre odiate XD
Be', vi aspetto il prossimo capitolo!






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Capitolo 5
*** La Strega ***


                                                                                                                Capitolo 4

                                                                                                                La Strega


Quando ormai era sera tardi, sua nonna rientrò dal suo circolo di vecchiette che spettegolano e giocano a bridge e semplici giochi di carte. Le stava preparando il pollo fritto e lo stava facendo asciugare su una pila di carta per far colare l'olio. Sul fuoco, bolliva dell'acqua per la pasta.
<< Kon nichi wa Sakura >>.
<< Kon nichi wa sobo >>, rispose Dess in saluto. Da quando aveva cominciato la prima elementare la nonna le insegnava il giapponese.
<< A scuola l'inglese, a casa il giapponese >>, amava ripetere almeno una volta la settimana l'anziana Hikaru, quando a Desdemona scappava qualche parola inglese a casa. Anche il suo papà conosceva il giapponese e spesso padre e figlia iniziavano conversazioni in lingua nipponica. Dess era stata anche tre volte in Giappone ad affinare la lingua tanto da essere diventata bilingue.
Si sedette, sistemando la borsa di pizzi neri sulla spalliera.
<< Ho sentito che a scuola è successo un putiferio >>, disse in lingua americana.
<< Sì, ma niente di grave. Domani c'è lezione regolare >>. Dess si rese conto che, in effetti, non ne era certo. Il giorno dopo era venerdì e magari la scuola avrebbe chiuso per accertamenti. Forse avrebbe avuto la fortuna di un lungo week-end. Però sentiva che non sarebbe stato come gli altri. Le sfuggì un sospiro.
<< Daijōbu Sakura? >>, le chiese la donna, udendo il sospiro della nipote.
<< Va tutto bene, nonna. Sono solo stanca >>, mentì.
<< Eppure stamattina non hai fatto niente se non le prime tre ore >>.
<< Ho girato a lungo con Deny >>. Si morse la lingua. Non aveva mai mentito così tanto a sua nonna. Si ricordò di non aver nemmeno mandato un misero SMS alla sua migliore amica. Sperò che non si fosse arrabbiata.
La donna la guardò per qualche secondo e poi decise di lasciar perdere. Dess la scampò e l'arrivo del padre dette inizio alla cena. La consumò in fretta e si ritirò nella sua stanza, buttandosi sul letto. Mandò un messaggio al Deniece, scusandosi per non averla cercata tutto il giorno e le mentì dicendole che si era addormentata una volta arrivata a casa. Per sua sfortuna, il giorno dopo 'cera scuola.
Rivedrò quei tre.
Come avrebbe giustificato alla sua migliore amica la sua improvvisa amicizia con Bella, Will ma sopratutto con il popolare Zack? Inoltre per Deny quest'ultimo aveva una cotta per Dess quindi sicuramente avrebbe pensato ad altro, com'era nel suo stile.
Quante altre bugie avrebbe dovuto dire? E gli altri mentivano molto? Con la nonna non aveva mai mentito. Tanto meno con suo padre anche se si parlavano talmente poco che evitava bugie. Guardò il ritratto della mamma, una foto di lei incinta di otto mesi di Desdemona. Sorrideva e si accarezzava il pancione.
Era bellissima, pensò.
Ed era morta per colpa sua. Le lacrime le fuoruscirono dagli occhi e andarono a bagnare il cuscino. Lo abbracciò e vi ci versò tutta quella giornata strana, terrorizzante, orribile...

La mattina dopo era più lucida. Si mise una semplice maglia nera, un paio di jeans scuri, Convers bianche e si sistemò i capelli ramati sulla testa con una molletta. Nascose le occhiaie con del trucco e andò a scuola in anticipo, sperando che ci fossero anche gli altri tre. E fu fortunata.
Isabella era seduta su un pezzo di muretto, sola, con un iPod nelle orecchie da cui si udiva musica lenta e dolce, classica. Teneva gli occhi chiusi. Facendosi coraggio, Dess le si avvicinò.
<< Ciao >>, la salutò.
Bella si tolse le cuffie. << Buongiorno Desdemona >>. Non sorrise. Rimase seria. << Come va? >>.
<< Bene >>.
La ragazza inarcò un sopracciglio.
<< Okay, forse non proprio bene >>, fu sincera Dess.
<< Va meglio. Odio le bugie >>, disse Bella, rimettendo iPod nello zaino, nero. Quella ragazza adorava il nero.
Che sia emo?, pensò Dess.
<< Zack e Will? >>.
<< Eccoli >>, le rispose con un cenno della testa.
Zack era con la sua auto e con lui William. La parcheggiò e si avvicinarono alle due ragazze.
Will sorrise. << Buongiorno Desdemona >>.
<< Dess, Dess, Dess >>, ripeté più volte, con un pizzico d’ironica, per non farlo sembrare un rimprovero.
<< Scusi! >>, rise Zack. << D'ora in poi non oseremo più chiamala così >>.
Stava ridendo quando video Deniece all'entrata la guardava con fare perplesso e sospettoso allo stesso tempo. Si scusò con i tre e corse dall'amica.
La fissò a lungo. Poi disse: << Perché parlavi con quei tre? >>.
La punta di gelosia non piacque a Dess. << Ehm... li ho conosciuti ieri... >>.
<< Ieri? Ma non stavi dormendo? >>.
<< Quando sono tornata a casa. Prima, intendo >>. Divenne rossa. Riusciva a mentire alla nonna, ma non a Deny.
<< Zachary? >>, indicò con un dito. << Mica esci con lui? No, perché se è così, ti stringo la mano >>.
<< No no! >>, agitò le mani. Meglio smentire subito voci. << Siamo solo amici >>.
<< Non esiste l'amicizia tra ragazzo e ragazza, Dess. Impararlo subito >>. La campanella squillò. << E con questa mia perla di saggezza andiamo a chimica >>.

L'allenatore fischiò e la partita di pallavolo ebbe inizio. Zack era il capitano e toccava a lui coordinare gli altri membri della squadra. Erano divisi in squadra blu e squadra rossa e Zack faceva parte di quest'ultima.
<< Passala a Liam! >>, gridò al suo compagno di squadra. << È libero! >>.
Gli obbedì e Liam segnò un punto. Ci furono esclamazioni entusiaste. Liam e il capitano si diedero il cinque e poi il pugno. Le compagne erano sedute ai lati e giocavano a fare le ragazze pon-pon, ridendo.
Zack si stava per rimettendo in posizione ma qualcosa lo fece distrarre. Seduta sugli spalti, c'era una donna di mezza età. Era vestita di un cappotto grosso e nero, di lana. I capelli erano color della notte, lunghi e sciolti. La pelle era color della luna. Teneva il viso basso, con le dita affusolate si stringeva il colletto del cappotto per nascondersi il viso. Poi lentamente lo alzò.
<< Merda >>, sibilò Zack, prima di simulare una storta e cadere a terra.
La donna si alzò in piedi e l'aria divenne luccicante. Si addormentarono tutti, tranne il Detentore del Fuoco. Si rialzò.
<< Cazzo, una Strega >>, sussurrò. << Che ci fai qui?! Dovresti stare nei tuoi luoghi! >>.
<< Detentore, nemmeno tu puoi ordinarmi dove stare! >>. I capelli si muovevano come se fossero agitati dal vento, spalancò le braccia.
<< Perché sei qui? >>. Zack era all'erta. Le Streghe difficilmente andavano a cercarsi i guai e se proprio li volevano, non andavano da un Detentore, dove al novanta per cento non sarebbero più tornate indietro.
Ottenne una sferzata di vento gelido. Si coprì con le braccia e una vampata di fuoco si diresse contro la Strega che con un salto l'evitò e atterro a quattro metri dal giovane.
Il cercapersone...
Tutti e tre avevano un cercapersone e ogni codice e parola corrispondeva a una particolare creatura. Ma l'aveva lasciato nella tasca dei jeans e ciò voleva dire che era solo. Doveva trovare il modo di procurarselo.
Lanciò un'occhiata allo spogliatoio e cominciò a correre. La Strega lanciò fulmini neri contro di lui che si protesse con uno scudo di fuoco. Imprecando riuscì a fare un salto e ruzzolare per terra. Fece una mezza capriola ed entrò nello spogliatoio. L'orribile Strega lo seguì e stavolta lanciò delle sfere gialle che si attaccavano e dopo pochi secondi esplodevano. Zack ne evitò due ma una di quelle lo sfiorò. Appoggiò la mano al muro e quello cominciò a divenire fumo e riuscì a raggiungere lo spogliatoio maschile e recuperare i jeans.

Nello stesso momento Bella e Will, in due lezioni diverse, ricevettero la chiamata di Zack. Bella inventò di dover andare urgentemente al bagno, Will di stare male.
La ragazza arrivò per prima in palestra dove trovò tutti addormentati e buche per terra, circondati da un alone nero.
<< Una Strega >>, disse alle sue spalle Will.
<< Sei un genio, davvero >>.
Zack spuntò dagli spogliatoi e con una corsa, si gettò sul pavimento evitando un coltello che andò a conficcarsi nel muro della palestra. Will alzò una mano e una folata di vento investì la Strega che finì contro una parete. Bella si abbassò e posò una mano sul pavimento di legno: dai buchi creati dai fulmini dalla Strega, uscirono delle piante rampicanti che parevano avere vita loro. Legarono e tennero ferma la Strega, che urlava.
<< Chiudi la porta Will. Ci vorrà un po’ >>, disse Zack, e il suo mezzo sorriso non prometteva nulla di buono.
<< Lo sai come si uccidono quelle come voi? >>, le chiese Bella, avvicinandosi. Legata com'era, quella Strega non le faceva per niente paura.
<< Ti ucciderò, Detentrice! >>, sbraitò, sbavando.
<< Bruciandone il sangue >>, sussurrò Bella. << Divertiti Zack >>.

Dess si stava recando in biblioteca, che si trovava nell'ala della scuola dov'erano presenti tutte le aule che venivano utilizzate per le lezioni pomeridiane, a parte la palestra. Quando vi passò davanti, udì uno strillo soffocato, quasi non udibile. Spaventata, aprì un poco la grande porta e vide che c'era Will.
<< Will? >>, mormorò.
<< Dess >>, si sorprese, << che ci fai qui? >>.
<< Stavo andando in biblioteca. Che succede qui? >>. Si accinse a entrare.
Will glielo impedì. << È meglio che non entri, per ora >>.
<< Perché? >>. Un altro strillo. Questa volta non attese la risposta del ragazzo. Forzò la porta e spinse via William.
Spalancò la bocca. L'intera palestra era ricoperta di fini tronchi di legno che rendevano la palestra insonorizzata in modo che nessuno potesse sentire niente dall'esterno. Gli occhi verde chiaro di Desdemona si spostarono sulla scena che si stava svolgendo al centro della palestra. Il cuore si mise a battere molto più velocemente, talmente tanto da farle girare la testa. Will le mise una mano sul braccio, quasi per sostenerla.
La Strega era avvolta dalle fiamme e si contorceva, in preda a un dolore allucinante. Zack e Bella guardavano la scena impassibili.
<< Ragazzi >>, li chiamò Will.
Si voltarono.
<< Dess >>, mormorò Bella, sorpresa.
<< Che fai qui? >>, le domandò Zack.
Non ottenne risposta. La ragazza era terrorizzata, quasi non si reggeva in piedi e cadde sul pavimento. Will la soccorse, rimettendola in piedi e le dette uno schiaffo per farla riprendere. Dess si massaggiò la guancia, ripresa.
<< Idiota >>, imprecò.
La Strega lanciò un ultimo grido e scomparve in una piccola esplosione, lasciando cenere nera sul pavimento. Si coprirono con le braccia per non essere investiti da una nube di polvere scura.
Dess non si era ancora ripresa del tutto e si chiese se mai si sarebbe ripresa. Non si era aspettata rose e fiori ma neanche che fosse così, era stata un trauma che probabilmente non l'avrebbe mai lasciata. Loro lo facevano da quando erano piccoli e mentre lei toglieva le ruote alla bicicletta, loro bruciavano le Streghe.
<< Stai bene? >>, le chiese William.
<< Non lo so >>, disse in un soffio di voce.
<< Non dovevi essere qui >>, continuò dura Isabella.
<< Bella >>, la rimproverò il Detentore del Fuoco. << Piantala >>.
Senza dire niente, Bella alzò le mani e i tronchi cominciarono a sparire, ritornando da dov'era venuti.
<< Grazie Terra, sei sempre d'aiuto >>, disse Isabella e l'angolo delle labbra si curvarono in un piccolo sorriso che non durò che tre secondi.
Dalla tasca dei jeans, Will estrasse un sacchettino azzurro cielo chiuso da dei nastri blu. Lo aprì e dentro c'era della polverina luccicante bianca. Ne prese un pugno e lo soffiò nell'aria, poi mosse la mano e con una folata di vento la sparse per tutta la palestra. Sotto gli occhi di Dess, qualunque danno sparì e tutto tornò come se niente fosse successo.
Will ripose la polvere dentro le tasche.
<< Che diavolo era? >>.
<< Polvere delle Fate. Sono creature dell'Aria >>, spiegò Will.
<< Buttate quella polverina e tutto torna normale? >>.
<< Non possiamo abusarne, questa polverina costa come l'oro >>, disse Zack, sbuffando.
<< No aspettate. Vorreste farmi credere che esiste un negozio di oggetti magici? >>.
<< Diciamo di sì >>, rispose Bella.
I corpi addormentati sul pavimento cominciarono a muoversi e i quattro si nascosero nell'ingresso dello spogliatoio. Dess notò che tutti si muovevano come se non si fossero accorti di niente, come se non si fossero mai addormentati.
Quanti altri segreti nascondeva quel mondo?


Angolino!

Kon nichi wa= Ciao!
Kon nichi wa sobo= Ciao nonna!
Daijōbu= Come va?

Prima di tutto ringrazio come sempre chi ha commentato! Poi... ho cominciato a provare qualche sperimentazione con le parole giapponesi... Google Translate aiuta XD Qualcun'altro ha messo questa storia tra le preferite e lo ringrazio tantissimo *.* Più recensite, più l'aggiungete e più mi invogliate a scrivere ahahahaha
Al prossimo capitolo!







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Capitolo 6
*** Il tempo scorre ***


                                                                                                                    Capitolo 5

                                                                                                            Il tempo scorre


Quando la lezione di educazione fisica di Zachary terminò era l'ora del pranzo ed era perfetto, per dare il tempo a Dess di riprendersi e farsi spiegare meglio la faccenda. Con Deniece inventò che aveva da fare con i nuovi amici e la lasciò con altre compagne di classe. La soglia di sopportazione dell'amica stava andando al limite e Desdemona la conosceva troppo per non sapere che presto le avrebbe fatto una scenata, su queste cose era abbastanza gelosa e suscettibile. Se si fosse trattato di un ragazzo era certa che non avrebbe fatto la benché minima storia.
La solita Deny.
Zack si era cambiato, indossando un paio di jeans e una maglia nera con i disegni bianchi, di qualche gruppo rock che Dess non conosceva. La giornata era stranamente mite per essere Ottobre inoltrato e ne approfittarono per consumare il pranzo sotto l'ombra di un antico albero della scuola. Bella accettò la proposta con entusiasmo. La ragazza si appoggiò contro il tronco dell'albero, chiudendo gli occhi e sorridendo appena. Dess aveva ormai capito che Isabella si trovava a proprio agio solo in mezzo alla natura, era l'unica cosa che le strappasse il sorriso, che sembrava davvero bello.
Quel giorno il pranzo di Desdemona consisteva in pasta in bianco, una mela e una bottiglia d'acqua. Il suo stomaco non avrebbe retto niente di più dopo quella scena. Will aveva un pranzo ricco di portate come Zack, mentre Bella aveva preso solo verdure. Alla ragazza venne il sospetto che fosse vegetariana.
<< È strano >>, disse all'improvviso Bella.
<< Sì, è strano >>, concordò Will.
<< Non era mai successo >>, continuò Zack.
La confusione divenne parte del viso di Dess, che smise anche di mangiare la sua pasta.
Will rise nel vedere la sua espressione. << Non era mai capitato che una Strega Nera venisse a trovarci a scuola. Di solito se ne stanno nei bassi fondi di New York a fare le loro cattiverie >>.
<< Le creature magiche sono esseri che sanno fiutare il pericolo e venire da noi è come condannarsi a morte >>, aggiunse Bella, glaciale come sempre. Nemmeno la forza dell'albero secolare sembrava temprarla quando si parlava di creature magiche.
Me ne sono accorta, avrebbe voluto dire ma se lo tenne per sé.
<< E allora perché stavolta è venuta? >>, domandò Dess.
<< Forse per te >>, rispose con tranquillità Bella.
A Dess cadde la forchetta nel vassoio da quanto la mano cominciò a tremare.
<< Bella >>, mormorò Zack.
La Detentrice della Terra, che aveva già terminato il suo pranzo, si alzò di colpo e se ne andò a grandi passi verso l'edificio scolastico, senza aggiungere nulla.
Né William né Zack la seguirono.
<< Ma che le prende? >>, sbottò Dess, guardando la figura snella di Bella dirigersi verso la mensa.
<< Scusala >>, disse amareggiato Will.
<< Le ho fatto qualcosa? >>.
<< No! Tu non c'entri. È sempre stata così >>, esclamò Zack.
<< Odia essere una Detentrice? >>, provò Dess.
<< Oh no, affatto. Nessuno potrebbe odiarlo. Lei... odia altre cose della sua vita >>, Will prese un bel respiro. << Bella non ha avuto una vita molto facile... I suoi genitori litigano in continuazione ma la famiglia non crede nel divorzio, sono molto credenti. Da quando era piccola ha respirato violenza e rabbia dentro casa sua ed è diventata introversa e il mondo è la sua battaglia personale >>.
<< Robert ha incontrato Bella quando lei aveva otto anni >>, raccontò Zack, prendendo la parola, << era fuggita di casa, sotto la pioggia, perché non riusciva più ad udire le cattive parole dei suoi. E l’ha incontrato nel parco, dove si stava riparando, piangeva. Robert ha capito che Bella era la Detentrice della Terra e le ha detto che non doveva piangere perché era una bambina speciale e che tutto si sarebbe risolto >>.
<< Ed è andata così? >>.
I due ragazzi scossero la testa.
<< Sono andate peggio. Due anni fa è nata Scarlett Margaret, la sorellina di Isabella, ma le cose sono solo peggiorate. Ormai non dormono neanche più assieme, non si parlano, fanno due vite separate. Stare in quella casa è impossibile >>, disse Zack.
Dess non poté che sentirsi triste. La vita di Bella era un inferno totale ed era quella messa peggio tra le quattro. Zack aveva perso la sorella ma aveva ancora due genitori che si volevano bene. Will aveva addirittura un'intera famiglia. E lei, per quanto soffrisse per la perdita della mamma, aveva ancora suo padre che l'amava, in silenzio, ma l'amava. E sua nonna Hikaru.
Decise che da quel giorno non si sarebbe più lamentata.

<< Uno, due, tre, quattro, cinque... Bene, ora ripetere la posizione... Gabrielle, più dolce, quel gomito deve sparire nella curva >>. L'insegnante rimproverò una ragazzina dai capelli color caffé che arrossì e provò a fare come aveva detto ma era ormai impossibile, non in quel momento, non quel giorno.
Bella era la sesta nella fila delle ragazze che si stavano esercitando alla spalliera. Teneva la mano sulla sbarra liscia e fresca, non si guardava mai allo specchio, teneva lo sguardo fisso davanti a sé. I capelli neri erano tenuti in uno chignon da cui, dopo un'ora di lezione, era sfuggito qualche capello bagnato. La pelle color panna si confondeva con la calzamaglia color perla e intorno alla vita c'era una gonnellina di tulle bianco. Isabella odiava quella divisa, era troppo bianca, non c'era niente di nero.
L'insegnante batté le mani due volte. << Lezione terminata. Andate a fare la doccia ma prima vorrei ricordarvi che il mese prossimo cominciano le prove per il saggio natalizio della scuola. Sapete molto bene che il prestigio della scuola deve essere sempre ineccepibile e quest'anno verrà scelta una di voi per essere la prima ballerina. Tra le candidate ci saranno Candice White, Johanne Swift e Isabella Smith >>.
Al suo nome, la ragazza non batté ciglio. Se lo aspettava.
Alcune ragazze lanciarono sguardi d'invidia alle tre candidate. Una di loro, Candice White, si avvicinò a Isabella.
<< Be', che vinca la migliore >>.
Le lanciò un'occhiata fredda. << Non sono in competizione con te, Candice. Non lo sono mai stata >>.
Le guance già rosa della ballerina divennero porpora. Le altre lanciarono esclamazioni. Johanne Swift se ne stava in un angolo, troppo timida per dire qualcosa.
Con uno svolazzo di capelli biondi, Candice se ne andò, lasciando Bella in mezzo alla sala prove. L'insegnante non si era accorta di niente. Ignorando bisbigli e sguardi, se ne andò nello spogliatoio per cambiarsi e incontrare gli altri.

<< Quindi tu sei Dess >>.
Desdemona sobbalzò. Si trovava seduta su una panchina ad aspettare gli altri, al John Jay Park.
Una donna sui quarant'anni la stava fissando con un mezzo sorriso. Era bionda, con i capelli lunghi e sciolti. Gli occhi erano un castano-verde molto bello ed era magra.
<< Sei Jennifer, vero? >>.
<< Jennifer Logan >>, si presentò. Si strinsero la mano. << Ex Detentrice dell'Acqua. Gli altri stanno arrivando >>.
Si sedette accanto a lei. Indossava un vestito a maniche lunghe rosse e un paio di ballerine nere.
<< Come la stai prendendo? >>.
<< Meglio di quanto pensassi, a essere sincera >>, rispose. << Ma ho paura che presto dovrò dire addio a tutto questo. Insomma, mancano solo sei giorni e... >>.
<< Non farti prendere dal panico >>, disse dolcemente Jennifer.
<< Qual era il tuo potere? >>, chiese curiosa.
<< Sapevo guarire le persone. Ero una suturante >>, spiegò.
<< Non potrei saperlo fare anch’io? >>, chiese sperando in una risposta affermativa.
Scosse la testa. << Impossibile. Lo stesso potere non si presenta mai due volte >>.
Dess abbassò la testa, delusa. Sarebbe stato un inizio avere una vaga idea su cosa avrebbe saputo fare. Senza scoprire quella capacità soggettiva, non avrebbe mai attivato i poteri dell'Acqua.
<< Hai tempo fino a mezzanotte del trenta Ottobre. Manca ancora tempo >>.
<< Gli altri non la pensano tutti così >>.
<< Chi? Isabella? >>, rise, << Bella è pessimista da quando la conosco, ed era una bambina. Ma non la rimprovero: ha tutti i motivi per esserlo >>.
<< Will invece... >>.
<< William è un ragazzo straordinario così come zachary, anche se quest'ultimo è un po’ troppo... sul piedistallo >>. Rise ancora. Parlava di quei ragazzi come se parlasse dei suoi figli, era chiaro che gli voleva un bene immenso.
Anche Dess scoppiò a ridere. Pensava la stessa cosa.
<< Io sarei sul piedistallo? >>.
Zack teneva una mano sulla spalliera della panchina e guardava Jennifer.
<< Lo penso anch’io >>, disse Will alle sue spalle.
<< Idem >>, aggiunse Bella, i lunghi capelli neri liberi dallo chignon. Teneva una borsa di tela con il logo dell'Accademia di danza alla spalla sinistra.
Jennifer salutò tutti e tre con un sorriso dolce. << Avete portato Bella a Small Town Magic? >>.
Dess guardò gli altri Detentori, confusa. Non l'aveva mai sentita nominare.
<< No, pensavamo fosse troppo presto >>, rispose Isabella.
<< Da qualche parte dovrà cominciare. Vedrai ti piacerà >>, disse Jennifer, alzandosi dalla panchina e sistemandosi la borsa di vernice nera in spalla.
<< Tu non vieni? >>, le chiese Desdemona. Sentiva che quella donna poteva aiutarla e cercava un appiglio in lei.
<< A Small Town Magic possono entrare solo creature magiche e Detentori... Io non posso più >>, sorrise ancora ma stavolta era triste. Chissà quante meraviglie aveva visto nella sua vita che ora erano solo dei ricordi e niente più. << Arrivederci Dess! >>.
La ragazza la guardò allontanarsi. Poi Will le mise una mano sulla spalla.
<< Forza. Andiamo a fare conoscenza con un po’ di creature magiche >>.


Angolino!

Ringrazio come sempre chi ha commentato, chi l'ha aggiunta tra le preferite, le ricordate e le seguite! Le vostre recensione le adoro *W*
Be', spero che questo capitolo vi piaccia e mi dispiace aver postato più tardi del solito...
Alla prossima!





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Capitolo 7
*** Small Magic Town ***


                                                                                                                Capitolo 6

                                                                                                                    Small Magic Town


La portarono davanti in uno dei quartieri più eleganti di New York solo che invece di entrare nei negozi, la trascinarono in un vicolo sporco e pieno di cassonetti.
<< Perchè qui? >>.
Isabella le fece segno di stare zitta mettendosi un dito sulle labbra. Dess obbedì. Dalla tasca, Zack tolse un ciondolo di cristallo azzurro, perfettamente sferito e talmente bello da lasciare senza fiato. Tese il braccio e quello cominciò a baluginare di una luce bianca e soffusa, fino a diventare accecante. Dess si coprì gli occhi. Quando li riaprì, non credette a quello che aveva davanti.
Era una città, dentro New York.
Le case erano alte, tutte colorate di accesi colori pastello. Le strade erano lastricate di mattoni rosso chiaro e per strada giravano le creature più incredibili che Dess avesse mai visto. Fate dai lunghi abiti bianchi che svolazzavano e agitavano le loro bacchette, dei bastoncini argentati che terminavano in una punta colorata, diversa per ogni fata. Erano incantevoli solo a guardarle. Negli angoli bui c'erano delle Streghe, simili a quella della palestra che se ne stavano in disparte.
Contro i muri erano poggiate giovani dai capelli biondi quasi bianchi e dalla pelle lattea, Sibille.
Alcuni commercianti vendevano piccoli cuccioli di drago come se vendessero gattini e cagnolini. Dalle vetrine dei negozi si vedeva la merce più strada: cristalli colorati, amuleti, pozioni, ingredienti, creature magiche da compagnia come i gatti.
<< Stupendo >>, commentò con un filo di voce Dess.
I due ragazzi risero, Bella accennò a un microscopico sorriso.
S’inoltrarono nella città magica e Zack camminò fino a un negozio dipinto di verde chiaro e da cui, nelle vetrine, si vedevano sacchetti di vario genere e colore. Spinse la porta e un campanellino annunciò l'arrivo di nuovi clienti.
Dietro il bancone, sedeva una Fata. Aveva lunghi capelli azzurri, la pelle era così bianca da poter sembrare trasparente. Gli occhi erano due zaffiri. Le labbra erano anche quelle azzurre. Le guance erano morbide e rosa. Era seduta su uno sgabello e leggeva un libro.
Quando li vide, alzò gli occhi.
<< Ciao Azure >>, dissero i tre ragazzi. Dess mosse la mano in un timido saluto. La Fata posò il libro sul bancone e appoggiò il mento sulla mano.
<< Sei la Detentrice dell'Acqua? >>, chiese a Dess.
<< Sì >>, rispose.
<< Piacere di conoscerti. Io sono Azure, la Fata dei sogni >>.
<< La Fata dei sogni? >>. A Dess sembrava più la Fata di Pinocchio.
Non appena ebbe formulato quel pensiero, la Fata scoppiò in una risata simile allo scampanellio di una campanella.
<< Ma io sono la fata di Pinocchio >>.
L'espressione incredula di Desdemona fece ridere tutti, compresa Isabella.
<< Quella favola è vera?! >>.
<< Tutte le favole sono vere, Dess >>, spiegò Will. << Poi il tempo le rese fiabe, ma sono tutte realmente accadute >>.
<< La Bella Addormentata nel Bosco, Cenerentola, Biancaneve? >>.
<< Tutte >>, precisò Zack.
Accipicchia, pensò Dess.
<< Le Fate non sono tutte uguali. Ognuna incarna qualcosa >>, disse Bella.
<< Aspettate... Ma io l'ho solo pensato! >>.
<< Azure legge nel pensiero >>, disse Will.
<< Con il tempo imparerai, giovane Detentrice. Vi serve qualcosa ragazzi? >>, si rivolse ai tre Detentori.
<< Polvere di Fata, la stiamo finendo >>. Dalla tasca dei jeans, Will estrasse due pezzetti d'oro.
<< Sono veri Will? >>.
<< Certo che sono veri. Per una volta che ho sbagliato... >>.
Zack rise. Bella scosse la testa.
In cambio dei due pezzetti d'oro, Will ricevette due sacchetti di polvere magica. La Fata fece sparire i pezzetti d'oro, chissà dove.
<< Volete un tè? >>, chiese gentilmente. << Lo stavo per fare >>.
Bella stava per rispondere di sì ma un urlo proveniente da fuori glielo impedì. Corsero alla vetrina e la scena era per Dess raccapricciante.
<< Un'altra Strega? >>, esclamò Bella.
Era simile a quella che Dess aveva già visto, solo che quella aveva lunghissimi capelli viola. Puntò i suoi occhi rossi sulla vetrina.
<< Giù! >>, urlò Zack. Si abbassarono tutti, compresa Azure.
La vetrina si ruppe in mille pezzi e la polvere contenta nei sacchetti si sparse ovunque. Dess si ritrovò coperta di luccicante polvere verde, rossa, azzurra, bianca, rosa...
Si rialzarono e scrollarono quella polverina di dosso. Le altre creature magiche si dettero alla fuga, lasciando le loro bancarelle e i loro negozi. Zack puntò di scatto la mano contro la Strega e una lingua di fuoco l'avvolse. Con un grido, essa si liberò della fiamma. Will sparì e si ritrovò dietro la strega. Bella passò attraverso il muro del negozio di Azure per bloccare la Strega da sinistra. Zack si concentrò e il pavimento sotto la nemica divenne liquido e lei cominciò ad affondare, dimenandosi. Poi s’indurì di nuovo e lei vi si ritrovò incastrata.
Zack si mise alla destra della Strega.
Dess rimase invece impalata, senza sapere cosa fare. Senza poteri era praticamente inutile. Azure le mise una mano sulla spalla, aveva letto la sua amarezza.
Le braccia della Strega erano imprigionate nella terra e non poteva usare i propri poteri. Erano in trappola. Zack era pronta a bruciarla ma si accorse troppo tardi di un dettaglio. La Strega aveva una mano libera. E guardava Desdemona.
<< No! >>, urlò Zack. << Azure porta via la Detentrice dell'Acqua! >>.
<< Zitto Zack! >>, strillò Bella.
Gli occhi della Strega brillarono di cattiveria pura. Con un movimento della mano mandò la Fata contro un muro, facendole sbattere la testa. Le creature magiche si riprendono più in fretta dei mortali, ma la Fata non fece in tempo lo stesso.
I fulmini della cattiva creatura magica vennero lanciati contro la giovane dai capelli ramati. Dess non poté fare altro che coprirsi con le braccia. Will sparì dalla sua postazione e quando si ritrovò dalla parte di Dess, non la trovò più. Bella si portò una mano alla bocca ma reagì prontamente, ordinando ad alcuni rovi vicino di imprigionare la mano della Strega.
<< Dov'è Dess? Dov'è?! >>, urlò Will.
Desdemona si trovava esattamente dall'altra parte del mercato magico. Si guardava attorno, chiedendosi come ci fosse arrivata.
<< Come diavolo ha fatto?! >>, domandò Zack.
<< È veloce! >>, rispose Isabella, tenendo però lo sguardo fisso sui rovi che tenevano imprigionata la Strega.
Dess era assolutamente entusiasta, l'adrenalina le regalava solo sensazioni positive e la facevano sentire forte come un leone. La Strega cacciò un urlo che fece coprire a tutti le orecchie. Zack non si perse d'animo e lanciò una palla di fuoco contro la Strega come se stesse giocando a basket. Quella fu avvolta dalle fiamme e sparì in un ultimo gridò, lasciando cenere e chiazze nere.
La Detentrice dell'Acqua era bloccata sul posto, fu Isabella ad avvicinarsi.
<< Stai bene? >>.
<< Io... credo di sì >>, rispose, piuttosto incerta.
Will sollevò la polverina per riparare tutto con un mini tornano innocuo che aggiustò ogni cosa rotta nel mercato. Fate, Nani, Streghe Bianche, Leprecauni, Folletti e Sirene uscirono dai loro nascondigli e batterono le mani.
Zack gli fece un inchino da esibizionista qual era e si fece trascinare via dagli amici. Isabella aiutò la Fata dei Sogni ad alzarsi. Corsero fino a una piccola piazzetta con una fontana in pietra color ambra che luccicava sotto il sole. Si sedettero sul bordo della fontana. Sul viso di Zack, Will e Bella c'era una strana aria come preoccupazione. Dess era invece piena di energia.
<< Fantastico! >>, disse.
<< Strano >>, disse Bella.
<< Molto strano >>, disse Zack.
<< Che cosa c'è di così strano? >>, domandò Azure, sistemando con la bacchetta i lunghi capelli azzurri.
<< È la seconda Strega oggi che viene a cercarci >>, spiegò Isabella.
<< Scherzate? >>, la Fata spalancò gli occhi.
<< Per niente >>, le assicurò Will.
<< Sono troppe? >>, chiese ingenua Dess.
<< Non per quello. Semplicemente perché le Streghe non vengono a cercarci. Non è mai successo >>, spiegò William.
<< Hanno cominciato a venire da noi da quando ti abbiamo incontrato >>, disse Bella.
<< Bella finiscila >>, disse duro Zack. << Desdemona non c'entra niente >>.
Dess si sentì arrossire e mortificata. Si sentì una fonte di guai.
<< Non credo che questa ragazza sia la portatrice dei vostri guai >>, s'inserì Azure. << Ma certamente c'è qualcos'altro >>.
Will si alzò di scatto. << Che vuoi dire? >>.
<< Le Streghe vogliono solo una cosa: il potere. E pur di ottenerne di più farebbero qualsiasi cosa >>.
<< Hanno trovato qualche fonte di potere? >>, le chiese Bella.
<< Forse. Comunque non spiega perché questa improvvisa voglia di ucciderci >>, disse Zack, passandosi l'acqua tra i capelli per rinfrescarsi.
Dess non parlò. Si chinò a guardare il suo viso riflesso nell'acqua limpida della fontana e si stupì nel vedere che dentro c'erano piccolissimi pesciolini bianchi, doveva essere una fontana decorativa. Lasciò gli altri parlare e immerse una mano nell'acqua, non era fredda ma neanche troppo caldo. Avvertì una strana sensazione mai provata prima, quasi familiare. Come se avesse trascorso tutta la sua vita immersa in un freschissimo torrente.
Will diede una gomitata a Zack e Bella e la Fata si accorse della trance di Dess. La osservarono felici e in silenzio.
Di colpo, Dess tornò se stessa e ritrasse la mano velocemente, schizzandosi di qualche goccia di acqua. Guardò il gruppo.
<< Hai provato familiarità? >>, le domandò Zack.
<< Sì, come se fosse mio da sempre >>.
<< Lui è tuo da sempre, Dess >>, le ricordò Azure. << È tuo da quando eri piccola >>.
Mio.
Per tutta la vita Desdemona credette di essere stata viva solo per una parte, a metà. Ora si sentiva completa, quella parte mancante si era riunita a lei come un amante perduto. Si stupì che il viso riflesso fosse ancora lo stesso, che anche quello non fosse cambiato.
Tremando, puntò un dito forse l'acqua della fontana e attese. Gli altri trattennero il fiato. La superficie s'increspò leggermente, come se fosse attraversata da lievi onde mosse da un vento leggero. Poi sempre di più fino a che non si alzò una fontanella che sprizzava acqua ovunque, bagnando gli altri quattro. Bella fece una faccia indignata, Will scrollò i capelli come un cane, Zack si asciugò, emettendo del sottile fumo grigio chiaro e la Fata si passò semplicemente la bacchetta sul corpo.
<< Scusate >>, disse Dess, facendo scomparire la fontanella.
<< Ti uccido >>, sibilò Bella, minacciosa.
<< Perdonami >>, provò ancora Desdemona. << Non lì so ancora controllare >>.
<< Dai Bella, è solo un po’ d'acqua >>, disse Zachary.
Azure scoppiò a ridere, la sua risata era stupenda.
<< Vai a quel paese! >>, le scappò a Bella diretto a Zack che non batté ciglio e sorrise. A Dess non sfuggì.
<< Impara in fretta allora, non abbiamo bisogno di perdere tempo >>, disse brusca la ragazza dai lunghi capelli neri.
I due ragazzi della compagnia sospirarono arresi.

Anche questa volta fu Will ad accompagnare a casa Dess. La portò fin sotto il portone, la ragazza era convinta che suo padre non fosse ancora tornato, altrimenti avrebbe cominciato a chiederle chi fosse Will. Se gli avesse detto che era un amico, non ci avrebbe creduto.
<< Giornata intensa eh? >>.
<< Parecchio >>, rispose Dess. Le scappò uno sbadiglio.
<< Quando avrai presto coscienza dei tuoi poteri, verrai a pattugliare con noi >>.
Dess ebbe l'impressione di sentire lo stomaco fare le capriole. << Pattuglia? >>.
<< Sì, alla ricerca di creature magiche che disturbano la quiete di New York. È divertente >>.
Will era ancora bagnato, ma aveva sopra il cappotto pesante.
<< Mi dispiace per l'episodio della fontana. Isabella era arrabbiatissima >>.
<< Oh non farci caso. Bella è arrabbiata con il mondo >>.
La Detentrice ripensò al sorriso che Zack aveva rivolto a Bella. Fino a mezz'ora prima non ci aveva fatto caso, ma Zack ne rivolgeva tanti a Isabella. Anche Will lo faceva ma quelli del Detentore del Fuoco erano diversi, di un'intimità che il Detentore dell'Aria non poteva permettersi.
<< Senti Will... ma tra Bella e Zack c'è qualcosa? Cioè... stanno assieme? >>.
<< Perché ti piace? >>. Per un secondo, Dess vide allarme in quella voce.
<< No >>, scosse la testa. << Però ho notato che sorride spesso a lei >>.
Gli occhi color tempesta di Will si rilassarono e poi rispose: << Nooo... Solo un'avventura un annetto fa >>.
<< Ah... Cosa?! >>, esclamò Dess.
<< Sì, ma niente di nulla. È successo solo una volta, era divertimento e basta >>.
Desdemona era sconvolta. Non aveva mai avuto un ragazzo e quindi quel mondo era sconosciuto per lei, ma Zack e Isabella che...
<< Tu non dovresti saperlo. Quindi cerca di non far notare nulla >>, le ricordò.
<< Ma... ma... hanno sepolto tutto così? >>.
<< Zack non ama Bella come lei non ama lui. Sono amici, tutto qua >>. Will non pareva sconvolto, ma tranquillo. Forse anche lui quando era venuto a saperlo, non l'aveva presa con tutta questa leggerezza.
Will sembrò a disagio. << Posso chiederti una cosa io ora? >>.
<< Spara >>.
<< Mi chiedevo... quindi siamo sicuri che a te non piace Zachary? >>.
<< No, assolutamente >>, gli assicurò lei.
<< Bene >>, sorrise, un sorriso caloroso. << Be', ci vediamo Desdemona >>.
Will si allontanò e sparì dentro un vicolo, sicuramente per smaterializzarsi. Dess rimase sotto il portone di casa, mentre cercava le chiavi. Poi caddero a terra.
<< Oh no >>, mormorò. << Non mi dire che Will... >>.


Angolino!


Ecco il nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto!!! Grazie sempre a chi commenta *W* E chi l'aggiunge tra le preferite, le seguite e le ricordate! Continuate a recensire!
Alla prossima!


 

           

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Capitolo 8
*** Richiedo scusa! ***


Il problema di una settimana si è rivelato il problema di un mese .-. e sono stata tutto il mese senza PC! Poi una settimana a letto per l'influenza e studio su studio mi hanno costretto a lasciar perdere il capitolo (troverò colui che mi ha fatto il malocchio, statene certi). Il capitolo è quasi pronto appena avrò un pò di tempo lo finirò! Scusatemi!!!

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