Do You Remember Me?

di ghirigoro
(/viewuser.php?uid=90506)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New York, New York ***
Capitolo 2: *** I was already here ***
Capitolo 3: *** Drugs ***
Capitolo 4: *** Check-In my Mind ***
Capitolo 5: *** Strip Locals ***
Capitolo 6: *** Everybody's Back ***
Capitolo 7: *** Hurt ***
Capitolo 8: *** I don't like that guy ***
Capitolo 9: *** Here comes the sun ***
Capitolo 10: *** This is crazy ***
Capitolo 11: *** Maybe this is peace ***
Capitolo 12: *** The problem ***
Capitolo 13: *** Discovering Secrets ***
Capitolo 14: *** It's not her fault, but it hurts the same ***
Capitolo 15: *** Rolling Stones and Morning Shocks ***
Capitolo 16: *** Stray Cat Blues ***
Capitolo 17: *** Photodisaster! ***
Capitolo 18: *** Cats Are Always Snob ***



Capitolo 1
*** New York, New York ***


-Come vanno le cose lì a New York?-

-Tutto bene zio, grazie... Mi mancate tutti.-

-Non vorresti...-

Gli trema la voce. Mi sta chiedendo di nuovo di tornare.

-No, zio. Ho scelto di stare qui. Ma grazie lo stesso.-

-Dalla settimana prossima posso versarti più soldi in banca. Le cose vanno piuttosto bene.-

Lo so che vanno bene, zio. Ti vedo, vi vedo ogni giorno sui giornali e alla televisione, circondati di fan adoranti e di belle ragazze, a vivere della vostra musica e del vostro amato rock. Le cose vi vanno molto più di bene, eh?

-Non serve, zio. Ho già un lavoro. Mi hanno presa...-

No, non gli dirò quello che faccio veramente. Meglio una bugia.

-...in un ufficio. Faccio... la segretaria, più o meno. Non è stressante e pagano bene. Me la cavo.-

-Oh... brava. Sapevo che ti saresti fatta valere. Cerca... di stare attenta, eh? E... hai qualche amico, vero?-

-Sì, ho conosciuto dei ragazzi, sono simpatici, esco spesso con loro.-

-Ah, bene, bene... C'è... c'è qui Axl, vorrebbe parlarti...-

Oh. Axl.

-Sì, certo...-

Sento del rumore, si stanno passando di mano la cornetta.

-Ciao, piccola.-

-Ciao, Axl. Come te la passi?-

Cerco di essere un po' più allegra, lui non è lo zio, lui è più fragile.

-Benissimo. Io... Duff ha scritto una nuova canzone, sai? Dobbiamo scegliere ancora un titolo ma... siamo sicuro che la inseriremo nel prossimo album...-

Ecco, quando non sanno che cosa dire mi parlano della loro musica.

-Fantastico. Siete bravissimi.-

-Siamo... siamo migliorati molto da quando eri con noi. Che ne dici di... venire per le vacanze di Natale?-

-Sì, vedrò che posso fare.- mento. Lo sappiamo entrambi che non verrò, no?

-Oppure veniamo noi! Eh?-

-Sì, potrebbe essere un'idea.-

Anche con tutta la buona volontà il vostro manager non vi lascerebbe venire.

-Io voglio vederti, piccola. Mi manchi, veramente.-

-Anche tu mi manchi tantissimo.-

-Ahm... mi sa che dobbiamo andare, Sam... ci... ci sentiamo.-

-Ciao. Salutami tutti.-

Riattacco e sospiro.

Di queste telefonate ne ricevo una o due ogni mese da quando sono qui.

Sono sempre tristi e piene di silenzi. Mi mettono angoscia.

Guardo l'orologio, sono già le nove e mezza.

E si ricomincia da capo” penso mentre mi infilo i jeans e le scarpe con i tacchi alti.

Dio, ancora non ci credo che lavoro. Sono stata catapultata nel mondo degli adulti quando zia Karen mi ha detto che non mi avrebbe più ospitata. E mi sono dovuta adattare, trovare un lavoro ben pagato e facile e una casa.

E così, stasera, come ogni sera, prendo il mio borsone e mi avvio verso il locale.

Entro dalla porta sul retro e mi cambio in fretta nei camerini in comune con le altre ragazze.

Ecco, tocca a me adesso.

La musica parte, esco sul palco e ancheggio verso il palo. Quelli ai tavoli applaudono o urlano, mi sistemo la mascherina e comincio a ballare.

In fondo questo lavoro è meglio del precedente: non ho nessun capo che cerca di portarmi a letto e sono pagata ogni sera.

Non sono una cattiva persona solo perchè ballo avvinghiata ad un palo in un locale (molto alla moda oltretutto). Sono sempre io, Samantha. Solo che sono grande, ormai.

 

-Miley è mezzanotte e mezza, dì al capo che io stacco.-

-Ok Sam... quanto hai preso oggi?-

-127.-

-127 dollari di mancia?! Oggi ti è andata di culo eh?-

-Sono solo più brava di te.- scherzo, salutando Miley e uscendo.

Rabbrividisco. Cazzo, se fa freddo. Meno male che mi vengono a prendere i ragazzi.

Aspetto per un po' sul ciglio della strada, sfregandomi le mani.

-Hey, piccola!-

Mi giro e sbuffo.

-Dio, quanto ci avete messo?! Sto congelando!- sbotto, tirando un pugno al ragazzo che mi viene incontro.

-Scusa, Dave voleva andare a una festa, ho dovuto accompagnarlo e mi ha fatto girare mezza città.-

Sorrido e annuisco, Pete è sempre il solito, non riesce a dire di no alle persone.

Mi accompagna alla macchina, dove ci sono Lucy e Nat ad aspettarci, e li saluto.

Guardo Pete.

-Dov'è Joel?- gli chiedo, anche se conosco benissimo la risposta.

-A casa, ti aspetta.-

-Che ha fatto?-

-Non lo so, era incazzatissimo.-

Sospiro. Quando si arrabbia diventa intrattabile.

-Ha bevuto molto?-

-Non saprei... cerca di stare attenta, eh?-

-Sì... Andiamo?-

-Ok... io, Nat e Lucy dobbiamo andare via subito, però...-

-Non fa niente.- lo rassicuro sorridendo.

Salgo in macchina e partiamo.

 

Apro la porta lentamente, cercando di non fare troppo rumore. La richiudo dietro di me e avanzo lentamente. E' tutto buio, non vedo niente. Potei inciampare da un momento all'altro. Lascio a terra il borsone, stanca. Non sento nessun rumore a parte quelli che provengono da fuori.

Forse Joel sta dormendo.

-Dove sei stata?-

Mi arriva alle spalle, facendomi sobbalzare.

-Al lavoro, come al solito.-

Soffia l'aria tra i denti, facendo un sibilo che mi fa rabbrividire.

-Ha chiamato.- dice, con voce tremante.

-Chi ha chiamato?-

-Dovresti saperlo.-

-Non ti seguo, Joel.- ribatto scocciata.

-Voleva te... ti ha chiamata piccola, lo sai?-

Mi si piazza davanti e mi stringe un polso.

-Poteva essere chiunque, Joel.- cerco di calmarlo.

-Tu mi tradisci.-

Appoggia la fronte alla porta, schiacciandomi contro di essa.

-No, lo sai benissimo che non è vero. Poteva essere un mio amico di Los Angeles o...-

-No, ha detto... ha chiesto se saresti andata da lui.-

-Axl...-

-Già.- mi sibila all'orecchio.

-E' solo un amico. Mi ha invitata ad andare da lui a Natale, Joel. Gli ho detto che ci avrei pensato così ha richiamato. E' tutto a posto.-

Stringe la presa sul polso.

-Joel... lasciami, sei ubriaco.-

-Non è vero. Non ho bevuto.-

Con l'altra mano accendo la luce. Sul tavolo davanti a me c'è una bottiglia mezza vuota.

-Puzzi di alcol. Andiamo a letto, ok? Sono stanca. Ne parliamo domattina.-

Sento che allenta la presa, e gli sfilo il polso dalla mano. Spengo la luce.

-Vieni, su.- dico, tirandolo per la mano.

Mi segue di controvoglia, barcollando.

Dio, quand'è che la smetterà di fare così? Esagera sempre.

Si sfila gli stivali, i pantaloni di pelle e la maglietta, e mi spoglio anche io, lasciando i vestiti su una sedia.

Chissà quando tornerà a funzionare il riscaldamento, sto morendo di freddo.

Forse facendo qualche straordinario in più potrei far riparare i caloriferi... certo che anche quello stronzo potrebbe abbassare un po' l'affitto, manco fosse un castello, almeno riuscirei ad avere i soldi in poco tempo...

Le mani fredde di Joel mi distolgono dai miei pensieri, come al solito. Mi sta abbracciano da dietro, con la bocca attaccata al mio orecchio, a farmi venire i brividi.

-Sei arrabbiata?- soffia.

-No, non sono arrabbiata.-

-Hai sonno?-

Ah, ecco, ho capito dove vuole andare a parare. Mi accarezza un braccio e immagino che stia sorridendo con quell'aria furba che mi piace tanto. Massì, al diavolo le occhiaie!

Mi giro e lo bacio, ma ritiro subito la lingua.

-Che c'è?-

-Sai di alcol...- mi lamento.

-C'è un posto dove non so di alcol.- ghigna, o almeno credo perché la luce è spenta.

Ma non mi serve la sua espressione per afferrare al volo il concetto.

Gli sorrido sarcastica e lui mi solleva, portandomi verso il letto.

-Alla fine mi accontenterai.- mi sussurra all'orecchio, sistemandosi sopra di me.

 

Cazzo. Che palle. Chi chiama a quest'ora?

Ma non può smetterla di squillare il telefono???

Giuro che lo butto giù dalla finestra!

Apro gli occhi e li stropiccio. Sono le sette della mattina. Ho dormito quattro ore ed è presto. Afferro quello stupido coso e rispondo.

-Chi è?-

-Sono i... Axl!-

-Dio ma che ti salta in mente di chiamare a quest'ora?!-

-Ho gr..di notizie!-

-Non ho sentito bene...-

-Tra due giorni...rte il tour...e t...zio è rius...to a conv...cere il nos...manager a...gere Ne...rk alle tap...-

-Cosa? Non ti sento! La linea è disturbata!-

-Ve...ia...te!-

-Cosa?!-

-Tu tu tu tu tu-

Sbuffo. Se era qualcosa di importante richiamerà.



...Ommioddio, sono tornata!!!
E vi torturerò con un'altra delle mie storie! Vi sono mancata eh? *Cri cri cri cri*
Eeehm... passiamo ad altro! Ovviamente ringrazio chiunque sia stato così coraggioso da leggere fino qui!
E, per quanto riguara i vecchi lettori... Come potete vedere è cambiato tutto, la nostra cara vecchia Sam non è più poi così tanto la nostra cara vecchia Sam...
Perdonatemi se ho lasciato qualche punto in sospeso, risponderò alle vostre domande nel prossimo capitolo!!!

Arrivederci e Buon Natale in anticipo,

                      FireflieInTheSky - o, meglio, ghirigoro -

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I was already here ***


Esco dal bagno, mi infilo gli slip e il reggiseno e mi avvicino al letto dove Joel sta ancora dormendo.

-Joel... Joel! Sei in ritardo.-

Emette una specie di mugolio di protesta e mi cattura tra le braccia.

-Devi andare al lavoro.-

-Dimmi che stai scherzando.-

-No, sono seria. Devi andare.-

-Chiamo il mio capo e dico che sto male.-

-Perchè?-

-Perchè io sto male.-

E ora noto una cosa che avrei dovuto notare prima.

Mi divincolo e torno a sedere sul letto.

-Dai piccola mi sento a pezzi. Per favore.-

Rimango in silenzio e lui sbuffa.

-Ok cosa c'è?-

-Sei ubriaco?-

Asserisce d'un colpo e si tira su a guardarmi, puntando il gomito.

-No.-

-Allora sei fatto?-

Rimane a fissarmi negli occhi, poi sospira e si ributta giù sul cuscino.

Sì, è un sì.

-Avevi detto che avevi chiuso con la droga.-

Fa una pausa, come se volesse non dire quello che pensa.

-Perché ti fai tutti questi problemi?- mormora, alla fine.

-Quando ti sei fatto? Mentre ero nella doccia?-

Non mi risponde, ma non smetto.

-Di cosa ti sei fatto questa volta? Coca? Ecstasy? Acidi? Eroina?-

Scatta in piedi e mi afferra le braccia.

-Non sono un fottuto tossico, cazzo! Non mi devi trattare così!- mi urla, sbattendomi contro la parete.

Mi accascio a terra senza fiato per il colpo.

-Mio Dio, che cazzo ho fatto? Scusami, perdonami amore mio, non volevo...-

Mi si inginocchia di fianco e mi accarezza i capelli, ripetendomi che non voleva.

Non volevi, eh Joel? Eppure te l'ho detto che la droga ti fa fare cose che non vorresti. Tante volte, troppe. E non mi hai mai ascoltata, perché cosa vuoi che ne sappia una che non si sballa? Forse ne so più di te, forse io ci ho vissuto di fianco, alla droga, ci ho mangiato allo stesso tavolo, ci ho dormito sotto lo stesso tetto. La conosco bene, Joel. So cosa ti succede quando ti schiavizza. E invece, adesso che puoi ancora evitarlo, che non ne sei ancora dipendente...

-Sei in ritardo per il lavoro.- mormoro a voce bassa. Tutto pur di farti andare via, almeno per un po'.

 

-Allora? Gliel'hai detto?- gli chiede trepidante Slash, scuotendo la bottiglia di vodka.

-Sì... ehi coglione così la rovesci! L'ho pagata un botto!-

-Calma Miss First Lady, tanto adesso siamo ricchi, no? Ne puoi comprare una cassa, di queste! E poi a te bere fa male, sei la voce no? Dovresti salvaguardare le tue corde vocali!-

-E tu dovresti salvaguardare le tue mani perché giuro che te le taglio se non la pianti di schizzarla dappertutto!-

Quei due sono sempre i soliti, ogni momento a beccarsi a vicenda.

-Ehi fattoni la piantate?! Sto cercando di scopare qui!- urla Duff dal bagno. Il mio bagno.

Entra anche Ronald, il bodyguard. Perché tutti in camera mia?

-Gliel'hai detto?-

-Sì sì te l'ho già detto!-

-E come ha reagito?-

-Ha detto qualcosa, che ne so, non si capiva un cazzo.-

Ma di che diavolo stanno parlando?

-Dovresti richiamarla!-

-Io?! E' mia nipote?!-

-Ok ok lo so io sono lo zio e bla bla bla... dai richiamala.-

-Mh. Forse dopo. Paura che ti ammazzi?-

-No, figurati se ho paura di mia nipote! Paura! Io! Di lei! Non farmi ridere!-

Staranno mica parlando di...

-Allora si va a New York, eh?- ride soddisfatto Duff spingendo fuori dal bagno le due ragazze, ancora mezze nude. Mh, carina la mora. Le farò una visita più tardi.

Aaaaaspetta. New York?!

-Sì, Slash ha convnto Alan ad aggiungerla come tappa al tour. Ma la verità è che freme dalla voglia di vedere Sam.-

-Anche tu, coglione di un pel di carota!-

-Ok piantatela, eh. Mi avete rotto i coglioni.- li zittisce Duff sbuffando.

-Lo avete detto a PopCorn, vero? Mica che se ne esce che è l'escluso del gruppo e comincia a piangere.- sbotta Axl.

-Non ci dobbiamo preoccupare di Steve, adesso.-

-Che intendi dire Duff?-

-Che se Izzy lo viene a sapere siamo fottuti.-

Mi schiarisco la gola.

-Veramente...-

Tutti si girano di scatto verso di me.

-...io sono qui.-

 

-Quando cazzo sei entrato?- chiede Slash.

-Veramente ero già qui quando siete entrati voi.-

-Ah. Ti confondi con l'arredamento.-

-Grazie.- ribatto sarcastico.

-Ehm... te l'avremmo detto.- assicura Duff.

-Quando, una volta arrivati? “Ehi Izzy, siamo a New York!” E così andate per... per lei.-

-Già. Per Sam. Puoi anche non venire se non ti va.-

-Mh. Non fa nulla.- dico facendo spallucce e uscendo dalla camera, indifferente.

Ma che cazzo farò quando me la troverò davanti?

 

 

Ehiiii!!! Buon Natale!!!

Per regalo, come potete vedere (sì beh non è che sia un regalo regalo, però...), un nuovo capitolo!

Ringrazio tutti per aver letto e recensito, è bello ritornare a scrivere le avventure di Sam e dei ragazzi.

Prima che me ne dimentichi scriverò quella roba sul copyright che mi son sempre dimenticata di mettere:

Tutti questi fatto non sono accaduti realmente, ogni eventuale riferimento a fatti/persone reali sono del tutto casuali (copiata dal finale di un libro) e io non sono la proprietaria dei Guns (se lo fossi in questo momento sarei probabilmente alle Bahamas e NON in spiaggia... chi ha orecchie/occhi per intendere intenda) e poi bla bla bla. Punto.

Ok, ora che sono a posto con la legge, posso salutarvi in peace&love&fucking rock'n'roll.

Buon Natale!!!

 

ghirigoro

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Drugs ***


Mi guarderà con aria di sfida, dall'alto in basso, mi sbatterà di nuovo al mio posto, mi farà vedere cosa mi sono perso, mi lascerà annebbiato e deciderò di seguirla solo dopo aver bevuto troppo.
Non rallenterà il passo finchè non le urlerò di aspettarmi.
E allora si fermerà e lascerà che io arrivi a sfiorarla, per poi schiacciarmi contro l'asfalto e ripartire.
Solo quando la ritroverò, solo allora si farà prendere e possedere.
E mi sentirò pienamente soddisfatto, solo finchè non realizzerò che se n'era già andata quando mi aveva fatto sprofondare.
Allora mi alzerò e barcollerò fino a raggiungerla di nuovo, e lei mi guarderà con aria di sfida. E comincerà tutto da capo.
(Izzy)
 
E man mano che il liquido fluisce nelle mie vene quelle immagini si annebbiano, si sciolgono, diventano solo fumo.
E per qualche attimo quell'incubo di urla e botte finisce, lascia il posto a silenzio e pace.
Non sono dipendente dalla droga. Ne ho solo bisogno per non impazzire.
(Axl)
 
Le luci che si trasformano e cambiano colore, diventano brillanti e fresche, le ombre che ondeggiano e saltano e mi abbracciano...
Tutto quello che tocco sembra spumeggiante, tutto quello che bevo è frizzante ed effervescente, e rido scherzoso.
Oppure, il contrario: angoscia e spasmi, correre affannato ma rimanere terribilmente fermo, con le ombre alle calcagna che ti vogliono affogare.
Ah, la droga... un ottimo passatempo. 
(Slash)
 
Mi odia, Lei mi odia.
Continuo a vedere... quegli occhi, Dio!, l'ho ferita!
Continuo a prometterle di smetterla, di finirla con la droga, ma ogni volta ci ricasco.
Non è colpa mia, mi fa sentire bene, mi fa sentire grande, per una volta riesco a capire come si devono sentire quelle rockstar davanti ai propri successi.
Ma quando l'effetto svanisce, resto solo, e se non fosse per Lei, lei che mi vuole veramente bene, non so cosa farei.
Mi vergogno terribilmente quando torno a casa e devo affrontarla, perchè lei lo vede subito e si arrabbia.
Ma non riesco a smettere, non lo capisci? E' l'unica cosa che mi fa sentire meno insignificante, oltre a te.
E come non posso smettere di voler stare con te, non posso smettere con la droga.
Io amo l'effetto di una dose, ma non la roba in sè... invece di te amo tutto.
Ed è questo che mi fa male: il dover scegliere tra te e lei.
Ma lo sai che non rinuncerei mai a te, lo sai! Sono debole, è vero, senza di te non riuscirei mai e poi mai a vivere.
E senza droga morirei. Per davvero.
(Joel)
 
Joel è uscito da un po'. E non per andare a lavoro.
Quando litighiamo lui impazzisce, si rovina, si punisce, e io e Pete lo troviamo, la sera, dopo averlo cercato per ore, completamente andato, riverso su una bottiglia o su quel che rimane delle dosi che ha comprato.
Lo so che lo fa perchè gli dispiace... ma non capisce che una volta passati la sbornia e l'euforia si sentirà peggio.
Io cerco di proteggerlo, di tenerlo lontano da queste cose, ma lui è come attratto da ciò che gli fa male.
Lui vuole solo sentirsi grande, a diciannove anni si rovina così solo per sentirsi come i suoi idoli...
Pensa che loro siano famosi, ammirati, pieni di successo e felici (felici... se mai lo sono) solo grazie ad alcol, droga, tanto, tanto sesso e rock'n'roll.
Dice che non posso capire quel mondo.
Già, non lo capisco, Joel, ma, cazzo!, ci sono vissuta dentro! E non è facile come credi.
Ma lui non lo sa, dello zio. Non vorrei mai doverglielo dire, anche se so che dovrebbe saperlo, perchè lo zio è uno tra i suoi più grandi miti (che sto cercando in tutti i modi di sfatare per addolcire la pillola del nipote-zio)
Non voglio neanche immaginare la sua reazione ad una rivelazione tipo: "Ehi, Joel, sono la nipote di Quello dei Guns'N'Roses! Già, quel chitarrista di cui hai i poster attaccati al muro è mio zio!"
Figuriamoci poi se gli raccontassi di Jeff e Axl. Farei prima a sparargli in bocca. Sarebbe più veloce ed indolore.
Ma chi sono io per criticare gli altri... io che, incinta a 17 anni, sono scappata a New York da una zia che voleva convincermi ad abortire.
E, alla fine, non ce n'è nemmeno stato bisogno.
Già: mi sveglio una mattina in una pozza di sangue... ed è finita così, la mia gravidanza. A quattro settimane. Per aborto naturale.
I medici hanno detto che, probabilmente, il feto ha avuto problemi causati dalla tossicodipendenza di uno o entrambi i genitori. E sappiamo benissimo che non ero io quella drogata.
Vedi, Joel, perchè mi arrabbio per la droga? Perchè adesso il mio bambino sarebbe qui.
(Samantha)
 
E rieccomi, nottambula come non mai!
E mi sento una vera merda per il bambino, sono sicura che molti di voi vorranno ammazzarmi! E fate bene! Anche io lo farei!
In questo capitolo ho voluto mostrare il rapporto dei protagonisti con la droga. Non è un capitolo vero e proprio, solo gli sproloqui (che cavolo sono poi?) di una matta che non riesce a dormire.
Come potete vedere  il nostro zietto è proprio andato di testa, ma anche gli altri non scherzano...
Diciamo che sono sicura che alcuni di voi rimarranno sconcertati quanto me nel rileggere. o___o
Spero nessuno di voi voglia ammazzarmi in modo indolore, perchè non me lo merito. Imbracciate le mazze chiodate, vi accoglierò a braccia aperte.
Al prossimo capitolo (se eviterete di colpirmi o ghigliottinarmi le mani)
 
         ghirigoro-che-merita-di-essere-ammazzata-di-botte

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Check-In my Mind ***


Joel è uscito da un po'. E sicuramente non per andare a lavoro.
Comincio a preoccuparmi. Ok, lo so, sono una vera supida a preoccuparmi di uno che si fa mentre sono nella doccia e poi quasi mi picchia. Dio, se penso che ogni giorno diventa più simile allo zio e agli altri e io non faccio niente e non posso fare niente...
E' così fragile e forte allo stesso tempo, non può stare da solo ma sarebbe capace di occuparsi degli altri quasi fosse un fratello. E mi sono completamente persa per lui, mi fa sentire bene come nessun al... beh... lasciamo perdere...
Sbuffo e lascio cadere all'indietro la testa.
"A questo punto chiamo Pete..." decido.
Mi alzo e prendo la cornetta, appggiata sul tavolo di fianco a me.
Compongo il numero e aspetto.
-Pronto?-
-Ehi, Pete... Sono Samantha.-
-Uhm... ciao... com'è andata ieri? -
-Bene, bene... ma... prima abbiamo litigato e Joel è uscito...-
Tiro su col naso. Oddio, non ci credo che sto piangendo.
-Ehm... vedi,  purtroppo in questo momento non posso proprio aiutarti, mi dispiace... ieri devo aver bevuto troppo e sono uno straccio... mi dispiace veramente, sono mortificato...-
-Ma cosa dici? Tranquillo, grazie lo stesso!-
Riattacco la cornetta, scivolo giù contro la parete e schiaccio la fronte contro le ginocchia.
Ho freddo e sono bagnata, e il pavimento è duro e scomodo.
Devo uscire a cercarlo... ma da sola? Non mi fido, anche se è mattina non so dove si è andato a cacciare. Ma se non mi muovo non lo troverò più... e rimarrò per giorni interi a casa ad aspettare che si faccia vivo, come l'altra volta...
Dio, abbiamo solo litigato! Perchè mi deve costringere a cercarlo nei vicoli e nei locali sperando di trovarlo abbastanza cosciente da non portarlo a fare una lavanda gastrica?!
Ok, manteniamo la calma. Ormai sono costretta ad andare fuori.
Mi alzo e apro l'armadio, mi infilo qualche cosa pescata a caso.
Dove diavolo posso andare a cercarlo?
In pochi minuti sono già in strada, a guardarmi attorno.
Cominciamo con il locale dove va di solito. Se non è lì, non so davvero dove possa essere.
 
Niente, non riesco a trovarlo.
Giro da minimo due ore ma non c'è traccia di Joel.
Sono davanti allo Strip 'n' Roll, dove lavoro.
Di solito non entrerei mai e poi mai al di fuori dell'orario di turno, ma questa volta è importante.
E' l'ultimo posto dove posso cercare Joel, anche se l'ho sempre pregato di non andarci per nessuna ragione. Mi vergogno terribilmente per quello che faccio, non voglio che lui veda.
Entro senza guardarmi intorno e subito l'odore di sigarette ed alcol mi investe, non so davvero come io possa essere ancora viva, non si riesce quasi a respirare.
Le luci sono basse ma ormai sono abituata a vedere nel buio.
Mi guardo attorno, cercando quella testa biondo scuro e quel chiodo.
Mi avvicino ai tavoli e qualcuno comincia a fischiarmi e a porgermi banconote perchè mi spogli. Ho il voltastomaco e cerco di ignorarli.
No, ai tavoli non c'è.
Mi giro per andarmene quando lo vedo.
Eccolo lì, seduto al bancone, con lo sguardo basso e un bicchiere davanti.
Mi avvicino e lo tocco sulla spalla.
-Joel.- lo chiamo.
Si gira lentamente, come se si aspettasse di trovarmi lì, dietro di lui.
-Volevo ubriacarmi.- mormora con voce roca, rigirandosi verso il bancone.
Il bicchiere è ancora pieno.
-Ma non l'ho fatto.-
Lo abbraccio da dietro, stringendolo. Adesso sono io a provare rimorso, ero certa di trovarlo in uno stato pietoso...
Sento che le lacrime tornano di nuovo e non cerco nemmeno di trattenerle.
-E sai perchè?- riprende.   
-Ehi bellezza, vuoi farti un giro?- lo interrompe uno, avvicinandosi e cercando di portarmi via.
Joel si gira e gli odina di sparire, con lo sguardo torvo, la voce bassa e negli occhi una rabbia incontrollata. Il tizio se ne va borbottando, impaurito. 
Joel torna a darmi le spalle, come prima.
-Non l'ho fatto. Per te. Non volevo deluderti di nuovo.-
Si volta verso di me e scende dallo sgabello, sentendomi singhiozzare. Mi stringe una mano e mi asciuga le lacrime.
Gli passo un braccio intorno al collo e lo bacio.
-Adesso torniamo a casa, eh?-
Annuisco e lo seguo fino all'uscita, ci avviciniamo al bordo del marciapiede e lui chiama un taxi.
Quando la macchina arriva saliamo e mi fa sedere sulle sue gambe, appoggio la fronte al suo collo e chiudo gli occhi.
 
 
Due giorni dopo, L.A.
 
-Steeeeve!!! Sei pronto?-
-Aspetta... ah... cinque minuti... sì così... ah...-
-Ma che cazzo! Non puoi sbrigarti?-
-Ah... aah... No!... La prossima... ooh sì... volta ti metto fretta io... ahh sì così baby... mentre scopi! Aaaah mi farai morire con questo bel culo!-
-Come scusa?!-
-Non... aaah... a te, stronzo!-
-Frocio!- sibilo, scocciato.
-Slash! Non ha ancora finito?!- sbuffa Duff appoggiandosi alla parete.
-No, cazzo. Non ci avrei mai creduto se mi avesse detto che riesce a farlo per un'ora senza fermarsi.-
-Ma te stai lì ad ascoltare?- chiede con una faccia schifata.
-No, che cazzo dici?!-
-Allora come fai a sapere che non si è ancora fer...-
-AAAAH SI' VAI COSI'!- 
-...mato. Penso di aver capito.-
-STEVE! AH SI' STEVE ANCORA!-
-No! Ancora un cazzo, siamo in ritardo!- urlo tirando un calcio alla porta del bagno.
Quella faccia di cazzo di PopCorn esce tirandosi su la cerniera dei pantaloni con un sorriso  soddisfatto che va da un orecchio all'altro.
La ragazza si sta ancora vestendo e appena si accorge che la sto guardando da sotto i ricci  cerca di coprirsi con la maglietta raccattata da terra.
-Bah, come se non avessi mai visto una figa!- sbuffo, prendendo Adler per i capelli e tirandolo verso il check-in dell'aeroporto.
 
Oddio ce l'ho fatta!
Credevo di non riuscire più a finirlo!
Ma tra file cancellati, internet che va a farsi benedire e mezzo secondo scarso di tempo libero sono riuscita lo stesso a terminarlo! *Squillo di trombe regali*
Volevo già partire dai Guns a New York, ma mi sono ricordata che Sam, accidentaccio, Joel non l'aveva ancora trovato! Quindi ho scritto in fretta e furia questo capitoletto, che non è venuto fuori nemmeno tanto male, spero... Fatemi sapere ù___ù

That's All Folks! Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Strip Locals ***


Dio, sono uno straccio. Mi sento di merda...
-Ah, la Bella Addormentata si è svegliata finalmente.- sibila Axl senza girarsi.
-Dove cazzo sono?-
-Siamo quasi a New York.-
-Ti vedo doppio...-
-Non avresti dovuto prendere tutte quelle pastiglie di Valium.-
-Ero nervoso.-
Soffia l'aria tra i denti, facendo un suono simile al sibilo di un serpente. C'è qualcosa che non va.
-Slash ha dovuto portarti in spalla fino all'aereo, sei crollato a metà del check-in.-
-Oh... davvero?-
-Sì.-
-Che ore sono?-
-Tardi. Torna a dormire.-
-Che hai?-
-Ho paura.-
-Di volare?-
-No. Ho paura di scendere da questo aereo.-
Mi tiro su come si deve, a guardarlo.
-Samantha?-
Annuisce senza distogliere lo sguardo dal sedile di fronte.
-Temo di non riconoscerla più.-
-In che senso?-
-In tutti i sensi. Ho paura che non sia più la stessa.-
-Ti fai troppi problemi.-
Mi afferra una spalla e mi guarda negli occhi, furente.
-Come reagiresti, tu, se scoprissi che Samantha, la nostra Samantha, la mia, la tua Samantha non c'è più? Se vedessi davanti a te una persona che non conosci minimamente, un'estranea?-
-Non me ne importa più di lei.-
-Allora non saresti su questo aereo.-
Mi giro a guardare fuori dal finestrino, con la vista ancora offuscata. Avrei dovuto prendere più Valium.

Aeroporto di New York

-Siamo arrivati!- ulula Adler saltellando con in mano il suo borsone.
-Taci, ho mal di testa.- ringhio.
-Ma se hai dormito tutto il tempo!-
Lo fulmino con lo sguardo.
-Siamo nervosetti, eh?- borbotta avviandosi verso l'uscita.
-Com'è che si chiama l'hotel?-
-Aspetta, ho qui il biglietto... Ace Hotel, quattro stelle, 10 minuti dal Madison Square Garden, nel centro di Manhattan! Brixx ci ha alloggiati per benino!- esclama Duff con un fischio.
-Ok, sbrighiamoci a trovare un taxi, sono distrutto! Devo farmi almeno quindici docce per tirarmi via l'odore della colonia di quel coglione che mi si è addormentato addosso!- sbuffa Slash alzandosi da terra.
-Dove cazzo è andato PopCorn?-
-E' già uscito.- rispondo socchiudendo gli occhi per il dolore.
-Se lo trovo ad alzar gonne come all'aeroporto di Los Angeles giuro che glielo taglio, l'uccello!-
-Sono sicuro che ti piacerebbe maneggiarlo, Slash!- ride Duff.
Slash apre la bocca, ne esce un suono distorto, la mia vista si offusca di nuovo e non sento più le gambe.

-Izzy! E' svenuto! Chiamate un...-
-No, non serve. Ha preso del Valium.- ci interrompe Axl.
-Ma...-
-Portiamolo in hotel. Vai a chiamare Steven, Duff.-
-Okay...- sbuffo, alzandomi.

-Sarebbe questo?! E' enorme!-
-Il tuo spirito d'osservazione mi stupisce, Steve! Invece di fare il cazzone vieni qui e prenditelo un po' te, Izzy!-
-No perchè io? Mi ha quasi vomitato addosso!-
-E avrebbe fatto bene!-
-Lascia, lo prendo io... basta che la piantate di battibeccare come vecchie comari.- sbuffo passandomi il braccio del mio amico intorno al collo e sorreggendolo.
-Come mai fai il buon samaritano, Rose?-
Ignoro quella testaccia riccia e raggiungo la reception. Tutti ci stano guardando male, tranne alcuni ragazzini che probabilmente ci hanno riconosciuto. Come al solito Duff ci molla per andare a fare il figo con delle minorenni che probabilmente non sono abbastanza mature per aver mai sospettato che la lingua serva a qualcosa di più che leccare il gelato.
-McKagan, riporta qui il culo!- ordino. Non sono dell'umore adatto per essere amichevole.
-Ah, riecco la First Lady...- se la ride la pertica.
-A quale nome sono prenotate le stanze?-
-Aspett... Ah sì ecco... allora, la tua è a nome di Adrien Johnson, quella di Izzy è a nome di Tommy Dover, quella di...-
-Ok io comincio ad andare, per favore portatemi su la mia valigia e quella di Izzy.-
Chiedo le chiavi delle camere al tipo al bancone, che me le da senza nemmeno chiedermi una carta d'identità. Brixx avrà sicuramente avvertito dei falsi nomi.
Mi infilo in un ascensore cercando di tenere su Izzy, è una faticaccia perchè non è ancora del tutto cosciente.
Al sesto piano girare a destra, aveva detto quello... ah eccola!
Mi sfilo la chiave di tasca e apro la porta, entro e la richiudo.
Izzy mugugna qualcosa, ma non riesco a capire.
-Che hai detto?-
Ripete a voce un po' più alta, ma è inutile.
-...o...mi..to...-
D'un tratto s'irrigidisce e rigetta sul pavimento.
Vomito, stava dicendo vomito. Io non lo pulisco questo schifo.
-A te fa male il Valium, eh?- gli dico disgustato, cercando di farlo sedere su una sedia e di non sporcarmi con la bava.
Spero di non essere così quando sono fatto, sarebbe una cosa veramente penosa ed umiliante.
Non che me ne freghi qualcosa, comunque. La pubblica morale può anche fottersi.
-Ehi stai bene? Riprenditi, cazzo! Stasera si esce, eh? Ci divertiremo. Andiamo in qualche locale, magari di spogliarello, ti va? Poi domani quando ci saremo ripresi tutti, via da Sam!-
Chiude gli occhi e gli cade la testa da parte. Ma che ci parlo a fare, tanto non mi capisce, e anche se fosse non mi starebbe a sentire.
La verità... la verità è che mi manca il mio amico Jeff. Mi mancano tutti i miei amici. Mi manca Samantha, mi mancano i suoi baci, il suo viso, il suo essere così pura... E mi manco pure io.

-Joel...- geme, stringendo le gambe intorno alla mia vita.
Amo quando dice il mio nome...
Comincio a spingere, prima con lentezza, per abituarla, poi sempre più con vigore.
Mi abbasso e mi stendo su di lei, baciandola.
La amo, la amo tantissimo, senza di lei non potrei stare...
-Ti amo...- le sussurro all'orecchio.
-Ti amo...- risponde lei in un sospiro.
Vorrei che questo momento non finisse mai.

-Devi andare al lavoro stasera, Samantha?-
Scuoto la testa.
-No, oggi ho il giorno libero.-
-Bene...-
-Perchè?-
-Così non mi devi lasciare solo.-
Mi avvicino e lo bacio, stringendolo sotto le lenzuola.
-Non lo farei mai.- gli sussurro all'orecchio, sorridendo.


Guardo l'orologio, è già la una meno un quarto.
-Perchè non entriamo qui?- propone Slash indicando l'entrata di una discoteca.
-No, preferiamo spogliarello, eh Izzy?-
Il moro sorride e fa cenno verso un locale.
-Quello mi sembra stimolante!-
-Perfetto, io e lui entriamo lì, voi fate quel che volete!-
-Noi andiamo a dare un'occhiata in giro.- dice Steve, facendo dietrofront con Axl e Slash.
-Allora, McKagan, pronto?-
-Ce l'ho già in tiro!- rispondo, ridendo.
Entriamo e ci sediamo all'unico tavolo disponibile, battendo sul tempo due quarantenni ubriachi.
Forse siamo un po' lontani dal palco, ma si vede benissimo lo stesso.
Le luci si abbassano e tre ragazze escono da dietro le tende, muovendosi sensualmente.
Ah, adoro New York.
Si attaccano ai pali e tutti cominciano a battere le mani e ululare come cani in calore... devono essere parecchio brave.
-Ci siamo beccati lo show principale!- mi urla in un orecchio Izzy, per sovrastare il frastuono.
-Vedremo, vedremo!- rispondo, sorridendo.
La musica parte e le luci illuminano le tre ballerine. Sono mascherate, ma Dio, sono sexy da morire!
Cominciano a muoversi languidamente, strusciandosi contro il palo.
Se non scopo entro l'alba temo che mi dovrò ammazzare di seghe.
Guardo Izzy per vedere la sua reazione, e non rimango sorpreso.
E' rimasto a bocca aperta, con gli occhi sbarrati, e sta fissando una delle ballerine, quella con i capelli castano chiari.
-Ehi, guarda che la consumi!- scherzo.
Non mi guarda neanche, come non mi avesse sentito. Sembra ipnotizzato da quella ragazza, ne segue ogni movimento.
"Dio, questo chissà da quanto non scopa!"
Personalmente, preferisco quella bionda. Si vede che questo è il mestiere giusto per lei, guarda come si muove...
La devo conoscere! Devo assolutamente riuscire a toccare quelle gambe così... non ho parole!
Anche quella in mezzo, la rossa, non è male, è solo un po' troppo magrolina, e poi non ha tette. Mi dispiace, a me quelle asciutte non piacciono, anche se... beh, se la bionda non me la da e la castana fa lo stesso, una bottarella a questa qua, già che ci sono...
Oddio, non avrei dovuto mettere i pantaloni di pelle! E avrei dovuto metter un paio di boxer...Sono strettissimi, praticamente mi stanno grattugiando l'uccello!
Izzy è ancora fisso sulla ballerina castana. Non ha degnato minimamente le altre da quando si sono accese le luci sul palco.
-Che hai?- gli chiedo, toccandolo dentro per richiamare la sua attenzione.
-Non... lo so... non riesco a smettere di guardarla... è come se... se l'avessi già vista...- mormora, abbastanza vicino da farsi sentire.
-Magari somiglia a qualcuna...-
La squadro bene... no, non mi sembra proprio.
-Sarà il Valium...- rido.
-Cosa?-
-Niente, niente! Godiamoci lo spettacolo!-

La guardo volteggiare attaccata al palo, come avesse le ali.
Le luci soffuse e la mascherina... non riesco a vederle il viso...
Chi è quella ragazza?

Ma Bonjour!
Ebbene sì, sono riuscita ad aggiornare abbastanza in fretta, no? ù___ù
Se non si fosse capito, l'ultimo pezzetto l'ho scritto sotto il punto di vista di Izzy...
Ho deciso di dare al mio adoratissimo Duff qualche scena da protagonista, cavoli, nella storia precedente l'ho snobbato di brutto! ò___ò
E farò lo stesso con Steve, il mio caro Stevie!
Ho trovato finalmente una foto decente per dare un volto a Joel... beh, questo è un prototipo... spero sia gradito:
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://24.media.tumblr.com/tumblr_ledhwt3JBb1qfiv3eo1_500.jpg&imgrefurl=http://fuckyeahkobrakid.tumblr.com/post/2560866966&usg=__LDg6DVOzpuKd3oIaRtpxw91fcsk=&h=300&w=500&sz=39&hl=it&start=63&sig2=HZ7i1X1Rk0j0Ni56iBJqSg&zoom=1&tbnid=7eaLIyiZYAovVM:&tbnh=117&tbnw=195&ei=Uuw1Tcu2N4eG4Qaqks3eCA&prev=/images%3Fq%3Dkobra%2Bkid%26um%3D1%26hl%3Dit%26biw%3D1024%26bih%3D463%26tbs%3Disch:10,2087&um=1&itbs=1&iact=rc&dur=366&oei=Lew1TZPvCoig8QPpleG2BQ&esq=7&page=7&ndsp=10&ved=1t:429,r:5,s:63&tx=121&ty=56&biw=1024&bih=463

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Everybody's Back ***


-Karen, mia cara, quanto tempo!- comincia Slash con aria da lecchino appena la donna apre la porta e sbircia oltre la zanzariera.
-Che diavolo ci fai tu qui, Hudson?-
-Oh, andiamo, è così che si trattano i famigliari? Sono pur sempre il fratello di tua cognata!-
-Eri il fratellastro di mia cognata.- lo correge la donna, acida. -Che cosa vuoi?-
-Voglio sapere dov'è Sam.-
La donna non sembra capire.
-Tua nipote. La figlia di tuo fratello...-
-Ah.- sul suo volto si dipinge un'espressione di disprezzo. -Quella sgualdrina. Non la considero sangue del mio sangue, per me è come morta. Se mio fratello fosse ancora qui...-
Stringo i pugni, se si permette ancora una volta di parlare così di Samantha giuro che le tapperò la bocca.
-Dov'è?-
-Non sono più affari miei. L'ho cacciata di casa, quella sciacquetta!-
-TU COSA?!- urla Slash, tirando un pungo sulla zanzariera che lo divide dalla donna.
-Perchè diavolo l'hai fatto?!- grido, non riuscendo più a trattenermi.
-Ha offeso il Signore con la sua promiscuità!- tuona quella, agitando una mano in aria.
-Che diamine stai dicendo Karen?-
-Non accetto di vivere sotto lo stesso tetto di una peccatrice, Saul! Il Signore... il Signore l'ha punita. Facendole perdere il frutto dei suoi peccati!-
Slash la guarda, con una smorfia disgustata le sibila: -Tu sei pazza.-
-Se mio fratello fosse ancora qui...-
-Se tuo fratello fosse ancora qui ti avrebbe preso a calci nel culo per aver sbattuto in strada la sua bambina!-
Karen ammutolisce, negli occhi ancora quel lampo impazzito.
-Il Signore vi punirà tutti quanti.-
Le voltiamo le spalle e ce ne andiamo in fretta.
-Andiamo a cercarla.- mormora a voce bassa, ignorando le urla della donna provenienti dalla casa.

-Joel, svegliati!-
-Che... lasciami dormire...-
-Stanno bussando alla porta.-
Lo scuoto un po'.
-Perchè non vai tu?-
-Perchè sono mezza nuda.-
-E io sono in boxer.-
-Ma tu non sei una ragazza... Ti prego...-
Alla porta continuano a bussare.
Mi avvolgo in un lenzuolo, mi sistemo i capelli e vado all'ingresso.
"Che stronzo... sta tappando lo spioncino! Sarà quel coglione del secondo piano..." mi dico, sbuffando.
-Chi è?- chiede Joel, raggiungendomi.
Apro la porta.
-Samantha.-
Non ci credo. Non ci posso credere.
Zio.

Ci sono solo lo zio e Axl. Li ho fatti entrare e sono andata a vestirmi con Joel.
I primi istanti di imbarazzo sono stati terribili, mi sentivo fissata.
Poi lo zio mi ha sorriso, con quell'aria incorreggibile.
-Sei diventata grande, Sam.-
Ho sorriso, sapevo che me l'avrebbe detto.
-Tu no, zio.-
Ci siamo abbracciati, dopo tanto tempo ho sentito di nuovo di appartenere ad una famiglia.
Una famiglia.
-Dove sono gli altri?-
-Sono andate a casa delle altre due Samantha Carwell di Manhattan.-
-Siete andati dalla zia?-
Lui ed Axl si sono guardati e lo zio ha scosso la testa.
-Ci siete andati. Che vi ha detto? Che sono una peccatrice, che ho offeso il Signore?-
-Sì.. quella è matta!-
Mi sono sentita una stretta allo stomaco. La zia mi aveva buttata fuori dopo che avevo perso il bambino, già aveva intenzione di liberarsi di me quando aveva scoperto che ero incinta... Ho sperato che non glielo avesse detto. Ma invece Axl e lo zio sembravano calmi, non lo sapevano.
-E' diventata così da quando... beh, dall'incidente.- ho detto.
Non era nemmeno una bugia, zia Karen odia mia madre perchè non la reputava all'altezza di suo fratello e la ritiene responsabile della sua morte.
Ma sinceramente non me ne importa. Quella pazza fanatica di Dio può pensare quel che vuole, non sono più in casa sua.
Axl ha subito cambiato argomento e mi ha chiesto della casa.
E adesso sono qui, seduta sul divano a parlare della mia vita.
Joel è rimasto seduto dietro di me, con lo sguardo basso. Ogni tanto mi giro e lo sfioro. E' nervoso.
-Che hai?- gli chiedo una volta finito di parlare.
-Non mi avevi detto di loro.-
-Lo so, mi dispiace. Non sapevo come...-
-Era lui l'Axl che ha chiamato l'altro ieri?-
-Sì... Scusami, sono in una situazione un po' difficile per quanto riguarda lo zio e gli altri... Avrei preferito veramente sistemare tutto e poi dirtelo...-
-Non fa niente. Stai tranquilla.- La sua espressione tesa si scioglie in un sorriso.
-Non hai ancora...- ci interrompe Axl, indicando sè e lo zio.
-Ah, certo... zio ed Axl, lui è Joel. Joel, questi sono lo zio ed Axl.-
Lo zio si passa una mano tra i capelli, ridacchiando isterico.
-E così voi siete... cioè tu sei la...-
-La sua ragazza?-
-E... voi, cioè... fate sesso?-
No, ok. Dopo quest'uscita mi dichiaro definitivamente morta.
-Sì.- risponde tranquillamente Joel. Axl trattiene una risata.
Lo zio deglutisce rumorosamente e si scosta i riccioli dagli occhi.
-Ho bisogno di una sigaretta.-

-E così lavori in un ufficio, eh?- mi chiede Axl.
Smetto di fissare lo zio, preso a discutere disperato con se stesso fumando una sigaretta, sul balcone.
-Sì. Non è tanto difficile...-
-Tu sì che sei intelligente. Promettimi che non farai cose avventate.-
-Tipo...?-
-Non lo so... promettimelo lo stesso.-
Annuisco e Axl sorride.
Lo zio si scaraventa dentro, per poco non rompe il vetro della finestra.
-Devo parlare con te, John!-
-Joel...- lo correggo, spaventata da questa improvvisa botta di decisione. Di solito non portano niente di buono.
-Sam potresti lasciarci soli un attimo?-
-Ok, nessun problema.- dico, poco convinta. Di sicuro lo sconcerterà.
-Vieni, andiamo.- Axl mi passa un braccio intorno ai fianchi e mi porta in cucina.
Mi giro indietro a controllare che lo zio non stia tentando di uccidere Joel. Mh, stanno parlando civilmente. Sono sorpresa.
-E così hai il ragazzo.- sospira Axl, con in braccio ancora dietro la mia schiena.
-Già. E tu?-
Mi scocca uno sguardo divertito.
-Non ho nè tempo nè voglia di cercarmi una ragazza, Sam. Non fa per me, e preferisco godermi la vita.-
-Questo è precisamente ciò che pensavo avresti risposto.-
Lui sorride e mi abbraccia, accarezzandomi la schiena.
-Non cambiare mai, per favore.- mi sussurra all'orecchio.
Chiudo gli occhi e lo stringo, ignorando Joel che ci fissa torvo dal salotto.

D: Oddio ce l'ho fatta anche oggi!
Sono costernata (che paroloni!) di non essere stata molto veloce e di non aver risposto alle recensioni, appena avrò un macrosecondo di tempo lo farò!
Sono contenta che il mio caro adorato Joel sia piaciuto!
Comunque...
Evvai che è arrivato lo zio!!! Non vedo l'ora di scrivere della chiacchierata dello zietto con il povero ragazzo!
E... beh come si sarà capito zia Karen è molto, piuttosto, decisamente matta. E' una fanatica della religione, infatti credo che si sia capito perchè tre quarti delle sue battute sono costituiti dalla ripetizione della parola "Signore" e "peccato". Diciamo che è come una di quelle vecchiette acide che in Chiesa ti prendono a borsettate perchè sei seduta"troppo vicina" ad un ragazzo e lui non è tuo marito. Credetemi, loro sono la principale causa per cui ho smesso di andare a Messa. Ma la principale ragione di questo suo essere completamente fuori di testa è il dolore per aver perso il suo amato fratello, e il fatto che quest'ultimo sia il padre di Sam non ha alcuna importanza. Spero di aver introdotto abbastanza bene questo personaggio...
Non mi resta che salutarvi, quindi!
Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Hurt ***


-Dove cazzo è Stradlin.- sbuffa Duff rallentando il passo.
Ha ripetuto questa frase così tante volte nel corso della giornata che non è più nemmeno una domanda.
-L'ho perso di vista. Di nuovo.-
-Tu perdi di vista tutto ciò che non abbia un paio di tette, Adler.-
-E me ne fai una colpa?- rido, stanco. Izzy mi fa proprio incazzare, appena gli chiedi di fare qualcosa quello evapora.
-Forse ha già raggiunto gli altri.-
-Dov'è che dovrebbero essere adesso?-
-Mah, a quest'ora...- Estrae il foglio di carta e decifra gli scarabocchi confusi di Axl. -...dovrebbero essere dall'ultima ragazza!-
-Ok, andiamo allo...-
-Eccolo lì quello stronzo!-
Con un balzo Duff afferra veloce un braccio ad Izzy, che si volta colto di sorpresa.
-Dove diavolo ti eri cacciato?!-
Il moro tace, no, non ci dirà che è riuscito a trovare della roba e si è fatto in un angolo, o che si è scopato la Samantha Carwell di due porte fa, o che semplicemente si è rotto di vagabondare alla cazzo per Manhattan ed è andato a fare due passi senza due coglioni come noi. Per dirla breve manterrà il suo imperturbabile stato di silenzio e disinteresse finché un qualche neurone nella sua testaccia pigerà per sbaglio il tasto "Amichevole e Divertente!".
-Andiamo, sbrighiamoci o quelli non lo ritroviamo più!- sbuffa di nuovo Duff, rilassandosi.

Izzy mi tocca la spalla e mi fa segno di seguirlo.
Ma... siamo arrivati! Non può aspettare per i suoi giochetti?
-Vieni, Adler.-
-Perchè? Che devi fare?- mi lamento.
-Che diavolo... eh no non mi lasciate qua da solo!-
Duff mi arpiona un braccio e mi sbatte più volte contro la porta, facendomi bussare.
Quando mi lascia mi guardo intorno, Izzy si è già eclissato. Dove diavolo è finito?
-Quello è andato! Ma che gli è preso?-
-Che cazzo ne so, ha qualche rotella fuori posto per me...- rispondo.
La serratura scatta e la porta si apre.
-Oh mio Dio che ci fate qua?!-
-Sam! Ti abbiamo cercata dappertutto!- urla Duff, saltandole praticamente addosso.
-Ferma ferma ferma cos'è tutta questa confidenza?! Metti giù mia nipote!- scatta subito Slash, seduto sul divano, con le sue solite manie iperprotettive.
-Steve!- AH, FINALMENTE QUALCUNO MI CAGA!
-Ciao Sammy!- L'abbraccio e faccio l'occhiolino a suo zio, che mi lancia uno sguardo inceneritore.
-Vivi qui? Da sola?- comincia Duff, guardandosi attorno.
-No, con lui.- Indica un tizio che ci guarda parecchio incazzato che sta parlando con Slash. Stupido stronzetto.
-Non mi sembra il tuo tipo...- le sussurra languidamente Duff.
-E perchè?-
-Perchè sono io il tuo tipo, tesoro!- scherza lui facendo finta di volerla baciare.
Il biondo scatta in pedi e in meno di un secondo le strappa via Duff di dosso.
-Joel! SMETTILA!- strilla Samantha, mentre intervengo separandoli.
-Ma sei matto?! Che cazzo ti prende?!- urlo al ragazzo, spingendolo via.
Sam gli afferra le mani e si para davanti, gli parla, cerca di farlo ragionare, ma è inutile: quello si fionda fuori dall'appartamento e si lancia giù dalle scale.
Slash cerca di trattenerla, ma lei gli scivola via dalle braccia.

Sono qui, appoggiato al muro davanti alle scale nell'entrata del palazzo a chiedermi perchè diavolo sono venuto.
Qualcuno sta urlando. Una ragazza...
Un ragazzo improvvisamente sbuca dalla rampa e sfreccia verso l'entrata, seguito da lei, che lo afferra per una manica e lo fa voltare.
Scatto in avanti, appena in tempo.

Joel mi sta guardando, con gli occhi sbarrati e il fiatone.
Qualcuno da dietro di me gli ha afferrato il braccio, proprio prima che mi colpisse.
No, non può essere... non...
-Le ragazze non si toccano.- freme una voce roca dietro di me. Questa voce...!
Joel apre la bocca, guardandolo. Neanche lui riesce a muoversi.
Posso sentire il suo respiro sulla nuca, è così vicino che ci tocchiamo, il suo braccio mi sfiora l'orecchio.
Dio, non... non è...
Un nodo alla gola, lo stomaco si chiude, non riesco a respirare...
Quella mano... pallida, sottile ed ossuta, ma allo stesso tempo quasi aggraziata, stringe il braccio di Joel fino a far diventare le nocche più bianche di quanto già siano, con le dita e le unghie affondate nella sua pelle in una presa salda e sicura. Quella mano che conosco più della mia.
Il braccio di Joel è diventato rosso, quando la mano si rilassa e torna dietro di me, sfiorandomi la spalla, e lui scivola via.
Io e Joel ci stiamo ancora fissando, ma ho smesso di guardarlo già da un po'.
Boccheggia e cerca di toccarmi, ma mi ritraggo e risalgo le scale in fretta, senza voltarmi, perchè ho paura che girandomi verso la porta possa vederlo.
Lui, che mi ha appena sfiorata ma è come se mi avesse graffiata.

Mi allontano velocemente, ripensando allo scatto che avevo fatto appena la ragazza aveva afferrato il tizio per la manica e lui si era voltato, e avevo visto il suo braccio che si alzava.
Non ci avevo pensato un momento. Non avevo esitato.
Perchè non mi era servito un attimo per riconoscerla.


Ok, dopo aver riletto tutto dichiaro definitivamente che mi drogo, inconsapevolmente... mi devo drogare, se scrivo queste cose O___O
No, dai... questo capitolo mi piace!
Spero che nessuno abbia riportato danni celebrali in seguito alla lettura di queste cose sconcertanti, in caso non mi ritengo responsabile di ciò che esce dalla mia mente bacata!
Vi ringrazio moltissimo per le recensioni, davvero, e mi dispiace se non ho ancora trovato il tempo per rispondere... cercherò ancora una volta di trovare cinque minuti liberi!
That's All Folks! Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** I don't like that guy ***


All'improvviso ricompare, bianca come un cencio, entra in casa e chiude a chiave la porta.
Quel tipo, John, Joseph, Joey o come si chiama non c'è. Samantha sembra spaventata, non vorrei che quel figlio di puttana le avesse fatto qualcosa.
Se qualcuno osa toccare mia nipote, è morto. Punto.
Steven, come al solito, è il primo a parlare.
-Che diavolo è successo?! Sembra che hai visto un fantasma!-
Sam fa una faccia che sembra dire "Ho visto molto peggio di un fantasma", ma la sua bocca articola un "Niente" abbastanza convincente.
Ma io non ci casco, deve esserle successo qualcosa, è brava a mentire ma non abbastanza per ingannarmi.
-Quel tipo, John o Joe, insomma quello...-
-Non mi ha fatto niente.- si affretta a rispondere.
Cavolo. Ci siamo incontrati nemmeno due ore fa e già è sconvolta. Comincio a pensare che avremmo fatto meglio a non passare.
-Preferisci restare da sola?- le chiedo, con più gentilezza possibile. Odio quando mi fanno questa domanda, di solito.
Annuisce, e si sforza di sorridere. Un tentativo fallito, piccola.
-Ci vediamo domani? Ti lascio il numero della mia camera in albergo, ok?-
Scrivo su un pezzo di carta trovato di fianco al telefono mentre gli altri la salutano ed escono.
Faccio per andarmene ma lei mi richiama.
-Zio!-
Mi giro, è lì, in piedi, a guardarmi.
-Sì?-
-Sono contenta di vedermi, veramente, solo non pensavo...-
"Non hai le parole, vero? E' stato uno sbaglio venire qui, piombarti addosso di punto in bianco, e travolgerti di nuovo."
Le sorrido e richiudo la porta dietro di me.
Mi ci vuole dell'alcol.

Che diavolo pensavi di fare, Jeffrey?
Pensavi di poterti ripresentare così, all'improvviso, e di trovarla lì ad aspettarti?
Non hai visto i suoi occhi, anche per quella frazione di secondo, mentre correva dietro al suo ragazzo?
Non era di certo contenta di rivederci tutti. O almeno non te.
Devi smetterla di illuderti, alla fine la vita ti fregherà sempre.
Cazzo! Ecco, pensa pensa e alla fine quasi ti fai investire!
-Coglione!- urlo, più a me che al conducente.
Dimmi te se devo lasciarci la pelle per colpa tua, Jeff.
Guardati, sembri un barbone... un barbone disperato, che scappa correndo per strada e non ha la minima idea di dove si trova.
Di ritornare indietro non se ne parla, scordatelo, hai già fatto abbastanza danni.
Non potevi assolutamente lasciare che quello stronzo la toccasse, ma dovevi per forza farti riconoscere? A che diavolo stavi pensando? L'avevi già riconosciuta, la riconosceresti tra mille, tra un milione, eppure non ci hai proprio pensato che non volesse incontrarti, vero? Ma tu le piombi alle spalle, la soccorri, e sparisci come tuo solito... Che farai la prossima volta che la incontrerai? Non sarebbe già stato già abbastanza strano, anche senza la tua comparsa? Magari l'hai spaventata, magari adesso si sta chiedendo cosa ha fatto di male, e ti odia, oppure vuole solo riabbracciarti... Sì, contaci, dopo come l'hai trattata...
Scuoti la testa, ti accendi una sigaretta anche se non hai voglia di fumare, e mormori Let it be...
E adesso? Ti ritrovi completamente sperduto in una città enorme dove non sei mai stato, senza un dollaro, hai fame e tutto quello a cui riesci a pensare è lascia che sia? Tu sei pazzo, amico.
Tanto vale tornare indietro, da qualche parte arriverai, no?
PORCA...!
Ed ecco che il gran pensatore si scontra con una ragazza, complimenti, veramente.
Le porgo la mano ma lei si alza da sola.
-Ma guardi dove vai?!-
-Mmh, scusa...- sbuffo. Non mi sento molto a mio agio, voglio solo correre e questa qua mi sta rallentando.
-Ma tu sei... Oh mio Dio! Tu sei quello dei Guns N'Roses! Aspetta... ehm... Lissy, Lizzy, Frizzy...-
-Izzy.- Questo non farà affatto bene alla mia autostima.
-Lo sapevo! Era la mia quarta scelta.-
Crede di essere tanto spiritosa? Fingo una risata, alzando gli occhi al cielo.
-Comunque io sono Dezi.-
Mi porge una mano, con il polso ricoperto di braccialetti e ciondoli. Hai sei anni, tesoro? In effetti dovresti essere a scuola.
-Izzy.- ricambio ignorandole il braccio teso.
-Questo me l'hai già detto.- ribatte, scagliandomi quello suppongo sia uno sguardo sexy. Ritenta, tesoro; sei bella, lo ammetto, ma non ci sai proprio fare...
-Già... ci vediamo Denise.-
-Dezi!- mi corregge.
"Sì, lo so, carina, l'ho fatto apposta."
Mi allontano nervoso. Stai veramente diventando uno stronzo, dovresti saperti accontentare, lo sai Jeff?
-Izzy! Dove cazzo eri?!-
-Duff, Cristo, non urlare per strada!- gridi al biondo che ti corre incontro.
Eccoli, i tuoi amici cazzoni. Sempre a salvarsi il culo a vicenda, a litigare, a fare a botte e a cazzeggiare insieme. Ti fanno sempre arrabbiare, vero?
Ed ecco che, come al solito, quella pecora di Steven ti batte una zampa pelosa sulla spalla, invadendo il tuo spazio vitale. Devi ricordarti di comprare un insetticida o qualcosa del genere.
-L'hotel è di la, fanciulle! Mmh però, figa quella!- dice Axl riferendosi a quella di prima, che ci guarda con un'espressione completamente idiota.
-Ahahahahah Sam ha fatto un incontro del terzo tipo! Dovevi vedere che faccia aveva!-
-Non c'è niente da ridere, Steve!- sbotta infastidito Slash, spingendolo in avanti.
-Come... in che senso?-
-Era bianca come un cadavere, e si teneva la pancia. Pensavo stesse per vomitare.- continua Steven, ignorando Slash che cerca di strozzarlo.
-Che le è successo?-
Axl mi lancia un'occhiataccia.
-Ah, adesso ti interessa? Perchè non sei entrato?-
-Smettila.-
-Stupido lunatico che non sei altro, stai solo incasinando le cose.- borbotta, e ci fa segno di seguirlo.
Io lunatico? Parla Jekill.
-Che cazzo dovrei...- Mi allontano dagli altri, che stanno parlando, e lo affianco; -...che cazzo dovrei fare?!-
-Comincia a non fare il fottuto fantasma, smettila di scomparire.-
Il fottuto fantasma... oggi è un brutto giorno per il self-confidence.
-Ciao bellezza come ti chiami?-
-Dezi!-
Mi blocco. Oh, no, ti prego, dimmi di no.
-E che ci fai tutta sola?- Ecco che Slash già ci prova.
-Ti va di farti qualche pista?-
No, ok, basta. Faccio dietrofront, afferro quella ragazzina per un braccio e la trascino via.
-Ma sei impazzita?! Torna a scuola.-
-Oggi non c'è scuola!- ribatte stizzita.
-Non sei abbastanza grande per interessarti dei ragazzi.-
-Scommetto che ti scopi ragazze più piccole di me, invece! E poi chi sei, mia mamma?!-
-So di cosa sono capaci i miei amici, quindi gira al largo, ok?-
Cazzo, quanto mi fa innervosire! Prendo una sigaretta dal pacchetto e me l'accendo.
Questa me la sfila dalle dita e tira una boccata, soffiandomi il fumo in faccia con un'espressione divertita.
-Cazzo fai?!- Gliela strappo di bocca e la butto per terra. Adesso la ammazzo, giuro.
-Oddio, guarda che mica ho due anni! Ne ho quasi diciotto! E non sono nemmeno vergine...-
Mi passa languidamente una mano sul petto. Sta scherzando spero!
-NON CI PENSARE NEANCHE! VAI A CASA!- le urlo, spingendola verso il marciapiede.
Lei ride ed attraversa la strada, saltellando tra le macchine.
-Ci vediamooo!-
-Piuttosto mi sparo ai coglioni.- mormoro sottovoce.

-Se la smettessi di procurare seri danni al mio amichetto giù in basso mi faresti davvero un favore. Davvero, qual'è il tuo problema, amico? Se non scopi tu non scopa nessuno?!- sbraita Steven.
-Ti pago una puttana, PopCorn, possibile che sei sempre arrapato?! E poi quella è tutta andata, meglio starci alla larga.-
-Te la vuoi scopar te?! Fai pure, basta che mi lasci sfogare la mia frustrazione sessuale!-
Duff comincia a -Frustrazione sessuale?! Ci siamo finalmene rassegnati alle dimensioni, eh pecora?!-
-Ma io intendevo... E' IZZY CHE NON MI FA SCOPARE!-
-Seee seeee, Steve, lo sappiamo benissimo che sei vittima delle circostanze!- incalza Slash.
-Ma che... Ce l'avete tutti con me!-
-Basta piagnucolare, dai! Si fa il giro degli strip... ma quello è... aspetta... il tipo di mia nipote!-
Mi giro di scatto. Eccolo, quello stronzo, che cammina sull'altro capo della strada.
Batto una mano sul braccio di Axl e gli faccio cenno di andare. Capisce al volo.
-Cominciate ad andare, ok? Dobbiamo fare una telefonata.- dico agli altri, indicando una cabina telefonica.
I ragazzi si incamminano, presi a sfottere Steven, e noi rimaniamo a fissare il biondo, torvi.


Un altro conato, vomito di nuovo, non so che mi sta succedendo, so solo che ho paura e sto male.
Mi inarco di nuovo sul lavandino e ho un altro conato, lo stomaco mi si è chiudo con un nodo, sono angosciata.
Sto sudando, ho freddo e mi sento girare, so che sto per cadere ma continuo a sforzarmi di stare in piedi.
Dio, ho paura! Mi tremano le mani e mi sciacquo il viso.
Alzo lo sgaurdo, ad incrociarlo con quello riflesso nello specchio.
Smettila Samantha, va tutto bene! Che diavolo ti succede? Non è successo niente, niente!
Sono pallida, sembro quasi sbiadita, e non riesco a smettere di piangere.
Che diavolo mi sta succedendo?

Oddio scusatemi, questo capitolo fa veramente schifo D:
Ma non potevo aspettare oltre, avevo promesso di essere più veloce!
Spero che non sia prorpio schifoso-orribile-sconcertante... diciamo leggibile...
Mah, ditemi voi!
Chiedo perdono in ginocchio se non riesco ancora a trovare un solo buco libero per rispondere, stasera cercherò di fare il più possibile!
Grazie mille per il sostegno, non mi merito la metà delle cose belle che mi dite ù___ù
Al prossimo capitolo, rockers!


ghirigoro

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Here comes the sun ***


Guardo la sveglia: sono le strafottutissime due della mattina.
-Chi è che chiama a quest'ora, cazzo?!-
Sento un singhiozzo.
-Zio...-
-Samantha, tesoro... scusa, non sapevo fossi tu. Cosa c'è?-
-Scusami, lo so che è tardi e... che stavi dormendo, ma...-
La sua voce è interrotta dai singhiozzi.
-Cos'è successo?-
Non riesce a parlare, piange e anche se cerca di nasconderlo la sento benissimo.
-Qualsiasi cosa sia, sto arrivando.-
-Scusa...-
-Non lo dire neanche per scherzo. Arrivo.-

La trovo in preda al panico, in lacrime. Mi si stringe il suore a vederla così...
-Su, vieni, ti porto da me in hotel, va bene?-
La raccolgo da terra e usciamo da questo palazzo, l'aria è gelida e lei rabbrividisce.
La faccio salire in macchina e accendo il motore.
-Si può sapere che è successo?-
Mi guarda, sembra spaventata.
-Non lo so.-
-Non fa niente, adesso calmati va bene? Non è successo niente.-
Tira su col naso e cerca di sorridermi. Mi sporgo verso di lei e le bacio la fronte, calda e umida.
Torno con le mani sul volante e parto, cercando di esserle vicino anche dal sedile del conducente.
La luce dei lampioni la illumina a intervalli regolari, una luce grigiastra che la fa apparire più triste di quello che è.
Così comincio a canticchiare, per tirarla su di morale.

Here comes the sun, turururu,

here comes the sun,
And I say It's all right

Solleva la testa e mi guarda.

Little darling,

i'ts been a long, cold lonely winter
Little darling,
it feels like years since it's been here

Piccola cara, è stato un lungo, freddo inverno desolato, non è vero?

Here comes the sun,
here comes the sun
And I say It's all right


Ma adesso viene il sole, Sam, e ci sarò io a tenere lontane le nuvole.
Andrà tutto bene.

Little darling,
the smiles returning to the faces
Little darling,
It seems like years since it's been here

Piccola cara, adesso ritorneremo tutti a sorridere, anche se sembrano siano passati anni da quando eravamo felici.

Here comes the sun,
here comes the sun,
And I say It's all right

Ma adesso lo saremo di nuovo, te lo prometto. Andrà tutto bene.
Finalmente il suo viso si illumina di uno dei suoi sorrisi.

Sun, sun, sun, here it comes!
Sun, sun, sun, here it comes!
Sun, sun, sun, here it comes!
Sun, sun, sun, here it comes!
Sun, sun, sun, here it comes!

Ecco che è già tornato il sole.

Little darling,

I feel that ice is slowly melting,
Little darling,
it seems like years since it's been clear

Ce la farò, Sam. Riuscirò a migliorare, è una promessa.
Mi ripulirò una volta per tutte, e anche se ci metterò anni ed anni ti giuro che ce la farò.
Sarò un bravo zio per te.
E questo peso ghiacciato che mi schiaccia, sento già che si sta sciogliendo, finalmente.
Dopo tanto tempo il cielo tornerà sereno.

Here comes the sun,
here comes the sun
And I say It's all right

Adesso viene il sole. Dopo una tempesta viene sempre il sole, Sam. Sarai di nuovo felice, te lo prometto.

Here comes the sun,
here comes the sun

It's all right, it's all right

Andrà tutto bene.



-Ti devo parlare, zio.-
-Non è meglio farlo domattina?-
-No, devo farlo adesso.-
Dallo sguardo che ha capisco che mi devo preparare. Sarà una lunga notte.
Sistemo le coperte e lei si sistema contro di me.
-Hai presente quando me ne sono andata?-
Annuisco.
-Io... ero incinta.-
-Cosa?!-
Ma che... se vuole farmi morire giovane è sulla buona strada!
-Come eri incinta?! Di chi?! Perchè cazzo non me l'hai detto?! E poi dove diavolo sarebbe il... cioè, il...-
-Aspetta! Fammi finire, poi potrai chiedermi tutto quello che vuoi! Sono andata a vivere da zia Karen, e quando le ho dovuto dire della gravidanza, le cose sono peggiorate: voleva sbattermi fuori di casa non appena avessi partorito, perchè non voleva avere una puttana e il suo bastardo dentro casa.-
Stringe i pugni e la sua voce è carica di rabbia. Puttana... come diavolo ha osato quella troia chiamarla così?
-Ma ho avuto delle complicazioni, c'erano dei problemi con il bambino, con lo sviluppo, e alla fine dopo neanche un mese ho abortito. La zia mi ha sbattuta fuori, e sono stata per un po' da un'amica.
Ti giuro che è stato un periodo terribile, anche se non mi ero ancora affezionata in modo veramente serio a quello che non era ancora che un grumo di cellule, insomma non era ancora mio figlio nel vero senso della parola. La verità è che sono una stronza, mi faceva male l'averlo perso a causa di suo padre.
Poi ho conosciuto Joel, ed è stato lui a salvarmi. Ho trovato un lavoro e siamo andati subito a vivere insieme, forse era troppo presto, non lo conoscevo bene. E non sapevo dei suoi problemi e di quella sua gelosia morbosa... Ogni volta che litighiamo lui esce di casa e va chissà dove a bere e a farsi, è così stupido!-
Sospira e si sistema una ciocca di capelli, scrutandomi in cerca di reazioni.
-Te lo volevo dire da tanto tempo, mi dispiace di averti mentito, al telefono, non volevo che ti preoccupassi... Scusami, spero che mi perdonerai zio...-


Fa una lunga pausa.
"Adesso esplode, adesso comincia ad urlare e mi caccia" mi dico, preparandomi al peggio.
Sento che espira dal naso, buttando fuori tutta l'aria, come se avesse subito un colpo.
Chiudo gli occhi, non voglio guardare.
Invece mi abbraccia. Dovrebbe essere furioso, dovrebbe non volermi vedere mai più, e invece mi abbraccia, stringendomi forte, protettivo.
-Oh Sam, sempre a cacciarti nei guai...-
Sorrido e piango, posso sfogare tutte le lacrime che ho soffocato, come avrebbe fatto la vecchia Sam, perchè lui è tornato ad essere il vecchio zio, e posso farlo anche io stanotte.

Salve!
Come avete notato sto attraversando una specie di fase beatle-hippie (no, non sono hippie, per carità!) (Che c'è di male ad essere hippie?! nd Izzy) (Nieeeenteeeeeee! Io scherzo! nd Io) (Oh sei una mia fan! nd Paul McCartney) (No bello, sono una fan di Georgie! nd Io) (Oh davvero?!! Che gioia! nd George)
... O. O ok sono sconcertata quanto voi...
Come avrete capito la canzone che ho usato è Here comes the sun, dei Beatles appunto (scritta e cantata da Georgie!), non chiedetemi cosa c'entri con la storia, semplicemente mi piace così tanto che l'ho inserita, e poi ha un significato e un'allegria che stavano bene con la scena.
Spero che si sia capito che le frasi scritte tra i versi della canzone sono i pensieri dello zietto... altrimenti potete pure picchiarmi.
All'inizio questo capitolo i sembrava un po' troppo smielato, infatti la prima volta che l'ho scritto sembrava di essere in una puntata di Tempesta d'Amore, la seconda sembrava Uomini e Donne, la terza andava già meglio ma nella telefonata sembrava che Sam fosse posseduta, e questa è la quarta versione...
Spero quindi che vi sia piaciuta, se volete aggredirmi verbalmente o darmi della cretina o dirmi che vi ha fatto schifo, allora lasciate un commento... ma anche no
Al prossimo capitolo (se non mi sarò impiccata durante una crisi di autostima)

ghirigoro

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** This is crazy ***


-Slash! Alza il culo, è mattin... OH CAZZO!-

Balzo all'istante all'indietro, inorridito.

-Oh cazzo cazzo cazzo merda merda merda!!! Non mi farò mai più nella mia vita!!!-

Il riccio apre un occhio, poi due, e mi guarda storto, mentre cerco di non farmi venire un infarto.

-Che vuoi, Adler?-

-Tu, tu, schifoso... schifoso depravato! Ma che ti salta in mente di...-

-Ok ti sei fatto, torna a dormire Steve.-

Corro via dalla stanza disgustato, sbattendo la porta... che cazzo faccio??!

 

-Oh mio Dio Santissimo svegliati Duff!- urlo, scuotendo il biondo che russa profondamente.

Ha un sussulto e si sveglia di soprassalto, urlando.

-MA CHE CAZZO FAI?! TI SEMBRA QUESTO IL FOTTUTO MODO DI TIRARMI FOTTUTAMENTE IN PIEDI?!!-

-Tu non sai cosa ho visto di là, nella...-

-STAVO DORMENDO CAZZO, STAVO DORMENDO! NON SI SVEGLIANO LE PERSONE COSI', BRUTTO IDIOTA, PECORA CHE NON SEI ALTRO...-

-Slash si è fatto Samantha!-

-STUPIDO COGLIO... aspetta cosa?!!-

-Slash si è scopato Sam!-

Sgrana gli occhi così tanto che mi chiedo se non gli facciano male, mentre cerca di non far tremare il labbro della bocca aperta. Quando gli trema il labbro è grave.

-Come... cosa... che diavolo vuoi...?- balbetta, sconvolto.

-Li ho visti a letto avvinghiati!-

-Mi stai prendendo per il culo, PopCorn?!-

-No, ti giuro! Vieni a vedere!-

Duff si butta giù dal letto, attorcigliandosi nelle lenzuola, poi si rialza e si infila saltellando un paio di pantaloni.

-Andiamo!-

 

-Oh mio Santissimo Dio, non... non può essere vero...-

-Non riesco ancora a crederci, cazzo!-

-Dobbiamo cacciare via quel mostro! Secondo te Sam ci stava o l'ha obbligata?-

-Macchè obbligata... temo proprio che ci stesse eccome... Certo che non conosci una persona finché non da il peggio di sé... Non avrei mai potuto pensare che il mio amico... il mio fottutissimo amico...-

-Dobbiamo dirlo agli altri?-

-Cosa dovete dire agli altri, cazzoni?-

Ci voltiamo di scatto: quel depravato si è svegliato!

-Ciò che hai fatto è veramente disgustoso, Saul! Ma non ti vergogni? Non ti fai schifo da solo?!- urla Duff, agitando un pugno.

-L'hai fatta grossa questa volta! Chiameremo la polizia, bastardo!!!-

-Ehi aspettate ma che diavolo ho fatto?!-

Sam apre gli occhi e strilla appena ci vede.

-Andare a letto con tua nipote?! Sei caduto in basso, in bassissimo! Ti faremo sbattere in galera!-

Sam impallidisce. Ah sì, adesso fa la scenetta da verginella! Ma se se la sono scopati anche Axl e Izzy!

-Cosa?! ... di che diavolo state parlando?!-

-Oh andiamo, ma se ti abbiamo trovata a letto con lui!-

Zio e nipote si guardano... vi abbiamo beccati eh???

-Ma siete impazziti?! Come potete solo pensare che io e... mio zio! Sono sua nipote, lui è... oh mio Dio, è il fratello di mia madre!- comincia ad urlare, rossa in viso.

-Ma che cazzo vi siete fatti?! E' la mia cazzo di nipote! Voi da bambini non dormivate con i vostri genitori?-

Oh mio Dio. Ooooh mio Diooooooo!!!

 

-SONO FIGLIO DI DUE PEDOFILI!- urla, in preda al panico, e afferra Duff per le spalle e lo scuote, e si butta a terra e urla per la disperazione.

-Steve calmo, che cazzo fai?! Non intendevo... non intendevo questo, porca puttana!- tenta di rimediare lo zio passandosi una mano tra i capelli.

Ok, adesso sono spaventata.

Duff cerca di tirarlo su, senza staccarmi gli occhi di dosso.

-PopCorn piantala, adesso! Questi due devono...-

-Che cazzo succede?-

Mi giro verso la porta. Ah, bene, adesso c'è anche Axl. Ma fantastico.

Almeno lui deve avere ancora i neuroni connessi!

Steven scatta in piedi e mi punta un dito contro.

-Slash se l'è scopata!-

-Dio Axl ti prego falli ragionare! Questi cazzoni!- sospira lo zio esasperato.

Axl lo ignora bellamente e mi afferra per un braccio, trascinandomi fuori.

 

Ok uccidetemi.

Anzi uccidete il mio computer, che si becca tutti i virus tecnologicamente possibili e mi cancella ogni singolo file Q___Q

Scusatemi */////*

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Maybe this is peace ***


-Mi puoi dire dove stiamo andando?!-
-E' da tanto tempo che non usciamo insieme, no? Ho sentito parlare di un ristorante qua vicino, fa le bistecche più buone di tutta New York!-
-Cos... NO!-
Punto i piedi nella moquette del corridoio e lo tiro indietro con uno strattone.
-Aspetta! Non posso uscire!-
-Che vuoi dire?-
No, non fare la faccia da cane bastonato, ti prego...
-Non posso uscire conciata così!-
Mi squadra da capo a piedi, soffermandosi sui pantaloni sformati della tuta e sui piedi nudi.
-Ti giuro che se ridi ti ammazzo.- lo avverto.
-Mmh, riesci ad essere sexy anche in versione casalinga disperata.-
Mi seno avvampare. Ti prego, Signore, apri una voragine sotto di me e fammici nascondere!
-Oh, siamo diventate timide eh?-
-Ma sei tu che dici cose che...- comincio, combattiva, ma lascio perdere quando sento quanto sia strozzata la mia voce. Maledizione.
-Passiamo da casa tua a prendere i tuoi vestiti?- propone.
-Eeeeeee.... se ordinassimo qualcosa in camera tua?-
-Mmh, va bene. Ma ci andiamo stasera.-
-Immagino di non avere scelta.- sbuffo.
Fa una smorfia e scuote la testa.
-Bene.- mormoro, mentre apre una porta ed entriamo dentro.
La stanza è grande quanto il mio appartamento, ma è immersa nella penombra.
Axl ha lasciato le spesse tende color crema a coprire le porte-finestre e anche se fuori c'è il sole non entrano che pochi raggi dagli spiragli del tessuto.
Il pavimento è disseminato di cose che non distinguo bene, sicuramente vestiti, asciugamani e lenzuola.
L'aria è pesante e sa di tabacco: mi chiedo da quanto non apra una finestra.
Deglutisco a fatica: non ricordavo quanto mi facesse schifo il fumo delle sue sigarette.
-Scusa il disordine... adesso tiro le tende.-
Subito è come se la luce fosse esplosa, e mi fanno male gli occhi.
Questa stanza è bellissima. Disordinata, ma bellissima.
-Che si mangia?-
-E' già ora di pranzo? Ma se sono sveglia da venti minuti!-
-Se contavi su Slash come sveglia non ti devi sorprendere! La cucina dell'hotel apre fra mezz'ora.-
-Allora che mi racconti?-
Si siede su una poltrona dall'aspetto terribilmente comodo... ho sonno!
-Beh niente, tutto quello che mi capita lo puoi leggere sui giornali...-
-Intendo quando sei a casa, boh... insomma non quando sei sotto i riflettori.-
-Ho scoperto di non essere bravo a fare i frullati.-
-Ma dai??! Una volta a casa dello zio ci hai provato e ti sei quasi maciullato una mano! Sei un caso perso con gli elettrodomestici!-
-Non è vero, so riscaldare le cose nel microonde!-
-Sì, hai fatto quasi esplodere la casa con i tuoi popcorn!-
Ridiamo, e mi siedo su una poltrona di fianco a lui.
-Peccato eh?-
-Che non si possa tornare indietro?-
Mi lancia uno sguardo dispiaciuto. Le cose non ritorneranno come prima, vero?
-Sì... peccato.-


Cazzo, cazzo, cazzo!
Dov'è Axl?
Ho bisogno di lui!
Cammino nervosamente per il corridoio, con questa stupida camicia che mi soffoca terribilmente, e gli strafottuti pantaloni di pelle che mi sfregano contro la pelle...
Eccola, camera sua! Batto il pugno sul legno bianco, una, due, tre volte, finché non riesco più ad aprire la mano per quanto mi fa male. Sto tremando.
-Andiamo, apri!- urlo, con il sudore che mi appiccica il tessuto fradicio della camicia alla schiena, facendomi rabbrividire.
Sento scattare la serratura, non aspetto nemmeno che si scosti dalla porta e la apro, inciampando dentro.
-Ti ho cercato per tutto l'hotel... ho b-bisogno di roba, Axl, non mi faccio d-da... dammi qualcosa!-
Mi afferra per le spalle e mi spinge all'indietro, oltre la soglia.
-Non è il momento adatto, Izzy, non ho della roba da darti.-
-BUGIARDO!- urlo, accecato dalla rabbia.
Fa un passo all'indietro, spaventano, come se stesse guardando un matto.
Non sono matto, ho solo bisogno di roba cazzo!
-Perchè non la vai a chiedere a Steven?-
Cristo, Cristo, ma non capisci?!
-PERCHÉ DI LA' C'È QUELLA FOTTUTA RAGAZZA E NON POSSO FARMI VEDERE COSI'!- urlo di nuovo, a pieni polmoni, e mentre ansimo cerco di riempirli di nuovo di aria, ma sto soffocando!, e mi accascio su Axl, sentendomi uscire fuori dal mio corpo.
Ed è tutto così sfocato, e sento delle voci ovattate...
Vedo una sagoma, un'ombra, e piego le labbra in un sorriso, sfiancato dall'ironia.
Cavolo, lei era qua...
All'improvviso è tutto buio.

-Che cos'ha?!- strilla, con una mano sulla bocca, terrorizzata.
-Aiutami a metterlo sul letto!-
Lo sollevo per le spalle, mi volto e lei è ancora lì a guardarlo, pallida per l'orrore.
-Che cos'ha, Axl?-
-Aiutami a metterlo sul letto, cazzo!- urlo.
Sembra ridestarsi da un sogno e lo afferra per le caviglie, e lo stendiamo sul letto.
Gli sbottono la camicia e gliela tolgo, cazzo com'è sudato.
-Prendi una siringa dal cassetto!-
-COSA?!-
-Vuoi vederlo morire?! Prendi una siringa!-
Frugo nel cassetto del mio comodino e tiro fuori l'occorrente. Samantha mette la siringa sul letto, vicino al suo braccio; mi dispiace, dolcezza, ma mi dovrai aiutare anche tu.
-Adesso prendi un cucchiaio e mettici sopra una o due gocce d'acqua, ok? In fretta!-
Corre in cucina e sento che rovista tra le posate, e io preparo la pasticca e lego il laccio emostatico attorno al braccio del mio amico.
Dio, non riesco a vedergli le vene!
Gli picchietto sul braccio, ed ecco che compaiono... ok, calma...
Samantha mi porge il cucchiaio, troppo grande, ma non c'è tempo per cambiarlo.
Posiziono la pasticca nell'acqua e scaldo il cucchiaio da sotto con l'accendino.
Alzo un attimo gli occhi a guardarla: povera piccola, è così spaventata che non riesce nemmeno a piangere.
Ecco, è pronto. Le porgo il cucchiaio e lei lo prende, tremante.
Aspiro il liquido cristallino con la siringa, mi giro verso Izzy e glielo inietto nel braccio.
Com'è pallido... giurerei che sia morto, se non fosse per il respiro lieve ed irregolare.
-Che cosa ho fatto...- geme Samantha dietro di me, tappandosi la bocca con il palmo della mano.
-Starà meglio, grazie a te.- mormoro, freddo. Non riesco a capirla.
-Ma starà male un'altra volta, e un'altra ancora, e ogni volta dovrà farsi! Sei il suo migliore amico, non puoi farlo smettere?- mi implora.
-No! Non posso farlo smettere! Credi che sia tutto così facile? Credi che sia solo lui che si riduce così, solo perchè è con lui che ce l'hai? Nessuno intorno a te è perfetto! Guarda tuo zio, è quasi morto perchè è un idiota che...-
Mi tira uno schiaffo, e lo schiocco secco mi assorda per un attimo.
-Scusa...- geme, con la voce flebile strozzata dalle lacrime.
Ci metto qualche secondo per ritornare a respirare, con la guancia che brucia e con il dolore che mi impedisce di pensare.
-Me lo sono meritato.- mormoro, sottovoce.
Si abbandona sulla sedia di fianco al letto.
-Devo... devo fare una cosa, ok? Tu rimani qui, per favore. Cerca di calmarlo, se si sveglia.-
Annuisce ed appoggia la fronte sui palmi delle mani, con i gomiti puntati sulle ginocchia.
-Non ci metterò molto. Un'ora, al massimo due. Dormirà per gran parte del tempo, ma nel caso si dovesse svegliare... non è sicuro lasciarlo da solo, capisci?-
-Starà bene?-
No, non starà bene. Gli girerà la testa, vedrà ombre e sagome
, e molto probabilmente vomiterà. Ma non te lo posso dire, sei già abbastanza spaventata, scapperesti.
-Meglio di prima.-
Esco dalla camera, conto quanti soldi ho e un attimo dopo sto camminando per le vie rumorose di New York, con l'angoscia che mi chiude lo stomaco.
Queste persone che mi camminano frettolosamente intorno, il traffico infinito e i clacson che non smettono mai di risuonare nel brusio... forse è questa la pace.


@ _ @ ok uccidetemi.
Perdonatemi, perdonatemi, vi supplico!
Non riesco proprio a liberarmi in questo periodo!
Ma tranquilli, questa storia non l'ho abbandonata, proprio come non ho abbandonato le altre!
Spero che questo capitolo non faccia schifo come penso...
Anche i commenti carichi di insulti e/o consigli sono ben accetti!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** The problem ***


Da quanto tempo non la vedo?
Mesi e mesi, ma non è cambiata molto da come me la ricordo io.
E' solo più adulta, ora. Ha preso le sue decisioni, è cresciuta, ed è giusto che si sia fatta una vita.
Ha qualcosa di diverso negli occhi, uno sguardo fiero, forte, ma anche fragile.
Si vede che non è felice; non è felice di stare in questa stanza e non è felice di ciò che sta accadendo.
Se ne sta qui, con il mento appoggiato al palmo della mano, il gomito puntato nel materasso del letto, a guardare i quadri appesi al muro senza interesse, persa nei pensieri.
Mi faccio veramente schifo per quello che ha visto prima, e per quello che deve aver pensato di me.
Vorrei sparire, veramente. E vorrei anche dirle qualcosa, ma non riesco a riordinare i pensieri, e sono sicuro che non sarei nemmeno in grado di parlare.
Che situazione di merda.

* * *
Stavo pensando, prima.
Pensavo a me,a Joel, a quello che è successo, allo zio, ad Axl, a Duff e Steve, al mio ex capo, "quel lurido porco", a Suzie, a Klaire, a Shay...
Pensavo al mio lavoro, a stasera, che devo fare il turno lungo, a quello che succederebbe se lo zio scoprisse quello che faccio...
Pensavo di mollarlo, e di cercarmene uno nuovo, e pensavo che era una stupidaggine perchè in fondo non è poi tanto male, la paga è buona.
Pensavo a poco fa, alla paura che avevo, paura che succedesse il peggio, paura della situazione in cui ci stavamo cacciando.
E ora penso solo che quel bastardo mi fissa da più di mezz'ora, senza dire una parola, e che ho fame.
Mi ha innervosita abbastanza.
Mi alzo di scatto e vado di fretta in cucina, rovisto tra le stoviglie e trovo finalmente una padella adatta.
Il frigorifero è quasi vuoto: a parte le cose da bere non c'è molto.
Mh, vada per le uova strapazzare.

* * *

Sam ritorna con un piatto fumante, mi lo piazza davanti e mi da una forchetta.
Mi sta venendo la nausea.
-Mangia. Sei scheletrico.-
-Non mi vanno, ma grazie.-
-Da quanto tempo non mangi?-
Abbasso lo sguardo, sulle uova. Sto morendo di fame, vorrei riempirmi lo stomaco ma la nausea è troppo forte.
E poi sono nervoso, adesso.
-Non ti chiedo di finire il piatto, solo di mangiare qualcosa. Sei dimagrito e sei pallido, sembri un fantasma.-
-Veramente. Non mi vanno. Non ti preoccupare di me.-
Prende una forchettata di uova e si gira, incrociando le gambe sulla poltrona.
Perché è così fredda? Si comporta come se mi odiasse... lei non può odiarmi, cazzo!
Appoggio il piatto sul comodino e la guardo.
-Smettila di fissarmi, Izzy.- mormora, stringendo la presa sul piatto, facendolo traballare.
Mette giù le uova, si alza e va al frigobar. Vodka? Sta scherzando, vero?
Non sono abituato a vederla bere, non così tanto, non quello!
Devo avere un'espressione terrorizzata, perchè si è accorta di me e ha interrotto la sorsata che stava prendendo.
Torna a sedersi di fianco al letto, con la bottiglia tra le mani, riprende il piatto e ricomincia a mangiare.
-Mi fai fare un sorso?-
-Questa ti va, però.- ribatte, con una nota di rabbia nella voce.
Ritiro la mano che avevo teso, tornando contro la testiera del letto.
-Qual'è il problema, Samantha?-
Mette giù la forchetta, picchiandola contro la ceramica bianca. Vedo le sue nocche diventare bianche da quanto la stringe.
-Il problema?-
La sua voce trema, come se cercasse di trattenersi dall'urlare.
-Cosa ti ho fatto?-
Deglutisce, e si sistema una ciocca di capelli, stringendo i pugni.
-Lascia stare.-
-Ce l'hai ancora per quella volta? Quando tuo zio è venuto a prenderti. Sei arrabbiata per quello?-
-No.-
-Allora per prima?-
-Stai zitto!-
-E' quello che ti fa tanto incazzare?! Beh scusami se sono stato male!-
-STA' ZITTO!- grida, scattando in piedi e facendo cadere a terra il piatto e la bottiglia. -TU NON SAI NIENTE! NON HAI IDEA DI QUELLO CHE HO PASSATO!-
La guardo mentre si chiude in bagno, restando in silenzio.
Non so se ho più paura della sua rabbia o di sapere ciò che ho fatto.

* * *
-Avanti Sam, esci!-
-Lasciami stare, Duff.- mormora, da dietro la porta.
-Non fare così, dai! Apri la porta!-
Busso ancora una volta, rassegnato. Sbuffo e mi accendo una sigaretta.
-Mio Dio, Izzy. Che le hai fatto?-
Non risponde, ma si gira un attimo a guardarmi.
-Perché si è chiusa in bagno?-
-Non lo so.- risponde, abbassando un attimo la forchetta.
-Come fai a non saperlo?-
Abbassa lo sguardo sulle ginocchia, dove è appoggiato un piatto.
Soffio il fumo, e lo osservo mangiare lentamente, quasi si stesse sforzando, chiuso nel suo silenzio.
Ha un altro sussulto e si copre la bocca con la mano.
-Non mangiare quella roba se ti viene il vomito.- sospiro, scuotendo la testa. -Non la farà calmare.-

* * * * * * * * *
Mmioddio, scusate.
Sono mortificata per il tremendorribile ritardo, mi vorrei tanto prendere a bastonate, anche perché questo capitolo mi fa un po' schifo...
Vabé, insultatemi quanto volete!
Ringrazio tutti quelli che leggono ancora i miei sproloqui, mille, diecimila grazie!
Vi saluto!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Discovering Secrets ***


-Ma che diavolo ci fai qua, Duff? Dov'è Sam?-
-Dentro il bagno, non vuole uscire.-
Cazzo, forse non avrei dovuto lasciarla qui da sola con Izzy.
Già, Izzy... ma che diavolo ha? Sembra che stia per vomitare.
-Ehi Iz, che hai?-
-Ha mangiato un piatto di uova, tutto qui.- risponde Duff al posto suo.
E' diventato il suo portavoce?
-Te le ha fatte Sam?- Micheal apre la bocca ma lo incenerisco con lo sguardo.
Jeff annuisce con il capo.
Molto loquace, come sempre. Ci sarebbe da preoccuparsi veramente se si mettesse a fare un lungo discorso particolareggiato.
-Che è successo? Come mai è in bagno?-
-E' incazzata.-
-Sì beh, lo immaginavo. E come mai è incazzata?-
Vado a sedermi sul letto, di fronte a Duff che è in piedi contro al muro.
-Non lo so.-
Ok, mi costringete a trattarvi da bambini. Mi alzo e vado a bussare alla porta del bagno.
-Sam! Perchè sei arrabbiata?-
-Me l'ha già fatto Duff l'interrogatorio!-
Sospiro, esasperato. Sono in questa stanza da cinque minuti e già voglio andarmene.
Adesso ci si mette pure lei, a farmi diventare matto.
-Senti tesoro, rispondimi e basta ok? Che c'è che non va?-
-Sarà nel suo periodo...- ride Duff sotto i baffi.
-DUFF!-
-Scusa Sam, cercavo di smorzare la tensione!-
-Ti sembra il caso?!-
Ecco. Mai nominare il ciclo davanti ad una donna, a meno che tu non voglia farti mollare dopo un lungo, terribile ed isterico monologo condito di pianto su tutto ciò che può rinfacciarti, comprese le cose che si è immaginata facessi mentre eri fuori e che probabilmente non hai fatto. O, nel mio caso, si ritirerà a vita solitaria nel bagno della mia camera d'albergo, lasciandomi qua fuori a pisciare nelle bottiglie.
Lancio un'occhiata a Duff, che sta per rispondere, e lo zittisco.
-
Ci manca solo che arrivi Steve e si chiuda fuori dalla finestra perché non lo abbiamo fatto scopare all'aeroporto!- borbotta, sbuffando.
-Dai honey, esci per favore! Non possiamo risolvere la faccenda se...-
Ma che diavolo sta succedendo in quel bagno?
Duff si avvicina con l'orecchio alla porta: ha sentito ciò che ho sentito io.
-Sam... va tutto bene?- prova a chiedere, bussando sulla porta.
-Samantha, ti senti male?-
La serratura scatta e io e Duff entriamo: c'è lei in ginocchio, china sulla tazza, che vomita l'anima.
Duff accorre a tenerle i capelli, mentre io pulisco per terra. Certo, sempre a me i lavori schifosi, mi raccomando!
Alla fine è successo quello che mi dicevano tutti, a Lafayette: che sarei finito a pulire il pavimento nelle stanze d'albergo!
-Santo cielo ma che diavolo hai bevuto?!- mormora Duff, accarezzandole la schiena.
-Tutta questa.- dico, alzando la bottiglia di vodka vuota che era per terra, in modo che anche lui possa vederla.
-Che ti é saltato in mente?! Sei ubriaca fradicia!-
Sam si pulisce la bocca con un asciugamano.
-Non fatemi la predica, siete voi i... i primi che...-
Viene scossa da un fremito e vomita ancora, e Duff guarda da un'altra parte mentre tira di nuovo la corda.
-Ok principessa, meglio se non parli, eh. Liberati tutta, così starai bene.-
Dio, non avrei mai creduto di vederla in questo stato! E'... pietoso, povera piccola. Spero che impari qualcosa dalle mie sbornie, se ha intenzione di prendersene altre. Deve decisamente migliorare la tecnica.
Lascio l'asciugamano sporco nel lavandino ed esco dal bagno, per vedere come sta Izzy.
-Ehi, bro. Mi dici che diavolo è successo?-
Izzy sospira e scuote la testa.
-Non lo so, perchè è così arrabbiata con me, non lo so veramente. Credevo che le fosse passata, cazzo, ha anche un nuovo ragazzo!-
Come? Ma lui non...
-Izzy tu non sei venuto a casa sua, quando l'hai incontrato il suo ragazzo?-
-Io... io non...- balbetta, distogliendo lo sguardo. Sto cominciando a perdere la pazienza.
-Senti per una buona volta me la puoi dire la verità, senza troppi giri di parole?-
Rimane a fissare il pavimento per un istante, e poi sospira.
-Ok, va bene... quel giorno io vi ho aspettati di sotto, ricordi? Ad un certo punto ho sentito due venire giù dalle scale, prima un tizio, e poi una ragazza. Hanno gridato un po', e poi quello la stava per colpire, e l'ho fermato appena in tempo. E' lì che ho visto quel tipo.-

No, non ci posso credere. Sento la rabbia invadermi, e mi tremano i pugni.
-Quel tipo, Joel... La deve pagare, Izzy. Non deve azzardarsi ad alzare un solo dito su Samantha.- dico, scandendo bene le parole per non far tremare anche la voce.
-Lascia perdere, Axl...-
-Cosa?! Come lascia perdere?!- ribatto, alzando la voce.
Izzy mi fa segno di abbassarla, e si passa una mano tra i capelli.
-...non sono affari nostri!-
Cosa ha detto?
-In che senso non sono affari nostri?! E' di Samantha che si parla, cazzo! Vuoi dire che non conta più nulla per te?-
Non so se mi fa più rabbia lui o quel coglione.
-Non è questo...-
-Allora che cos'è, Jeffrey? Spiegamelo tu! Che diavolo ti prende?!-
Dietro di me Duff e Samantha escono dal bagno, lei sostenuta dal biondo.
-Ehi, cos'avete da bisticciare?-
Mi alzo in piedi, senza smettere di fissare Izzy.
-Niente, Duff.-
Mi giro per andarmene ed incrocio lo sguardo di Samantha, e per un attimo la rivedo quindicenne, il giorno che era arrivata a Seattle. Ancora adesso mi sembra così fragile, innocente, nonostante mi abbia appena dimostrato il contrario, e fremo dalla rabbia al pensiero che Joel le avrebbe potuto fare del male.
-Izzy mi ha raccontato tutto- mormoro, guardandola fissa negli occhi. Sembra spaventata.
-Cosa?- chiede, confusa.
-Perché non me l'hai detto? Santo cielo hai idea di cosa avrebbe potuto farti?!-
-Ma di cosa stai parlando?-
-Dov'è Joel?-
-Cosa?! Che diavolo...-
-Dov'è quel fottuto Joel?!- urlo, e la faccio indietreggiare.
Non vuole dirmelo? Lo troverò da solo.
-Axl! Dove diavolo stai andando?! Fermati!-
Mi volto e me ne vado, furioso, sbattendo la porta.

***

-Tu! Che diavolo hai fatto?!- urlo, avventandomi su di lui.
I pugni gli colpiscono la schiena, la testa, le spalle, e lui geme e cerca di afferrarmi i polsi.
-Che cosa hai fatto?! Perché?! Perchè?!-
-Sam! Ferma!-
Duff mi blocca da dietro, e mi abbandona su una poltrona.
-Ti rendi conto di ciò che hai appena fatto?- mormoro con la testa tra le mani.
-Non sapevo che avrebbe...-
-Avresti dovuto immaginarlo, Cristo! Perchè diavolo gliel'hai detto?!-
-Non ho ancora capito di cosa state parlando.- dice Duff.
-Adesso ti alzi e vieni con me, Izzy!- ordino, scattando in piedi ed andando a tirarli su per un braccio.
-Dove volete andare?- chiede Duff, tentando di aiutarmi ad alzare Izzy.
Traballa e mi fissa, come se fossi un'apparizione.
-Sbrigati!- lo incito, mentre si china ad infilarsi gli stivali.
-Dove diavolo mi vuoi portare?- sospira.
Gli porgo uno dei giubbotti di Axl abbandonato su una sedia, e lui se lo mette.
-Duff se te lo chiedono io, Axl ed Izzy siamo andati a fare un giro, ok? Non una parola su quello che hai sentito!-
-Promesso...- dice lui poco convinto, ma gli scocco lo stesso un bacio sulla guancia e corro dietro ad Axl, trascinandomi dietro Izzy, che barcolla e si lamenta.
-Dove diavolo può essere andato?- mormoro disperata quando siamo ormai in strada. -Ti devo trascinare per tutta la strada?-
-Non lo so, se andassi un po' più piano e la smettessi di sbattermi a destra e a manca, magari...-
Gli afferro la manica della giacca e lo tiro verso di me, cominciando a percorrere tutta la strada davanti a me.
-Lo sai che sei a piedi nudi, vero?- mi sussurra all'orecchio, posandomi una mano sulla spalla.
Solo ora mi accorgo di avere i piedi completamente congelati e bagnati, ed arrossisco per l'imbarazzo.
Mi volto e gli do uno spintone.
-Quando avevi intenzione di dirmelo?!-
-Volevo aspettare che schiacciassi una...-
-Non c'è da ridere! Muoviti, torniamo all'hotel...prenderò in prestito qualcosa dalle vostre groupies. Sicuramente ve ne siete portati dietro decine, anche se non ne ho ancora vista una.-
Sbuffa, e visto che mi ha irritata di nuovo lo afferro e lo trascino indietro, ma mi ferma di nuovo.
-Visto che non c'è nessuna groupie all'albergo...-
Lo guardo ed alzo un sopracciglio.
-Ok, visto che non so dove hanno sistemato le groupie... che ne dici se prendiamo un taxi, andiamo a casa tua, ti prendi dei vestiti e fermi Axl?-
-Cosa?!-
-Sicuramente sta andando lì.-
Certo, perchè non ci ho pensato?! Mi guardo in tasca, ma ho solo le chiavi di casa e il tappo della bottiglia di vodka.
-Ok, hai dei soldi?- gli chiedo.
-Solo 500 dollari...-
Cos... solo 500 dollari?! E' più di quello che io spendo in un mese!
Chiamo un taxi avvicinandomi al marciapiede, terrorizzata di essere guardata dalla gente.
Sento Izzy che si avvicina e mi conge la vita con le braccia, e me lo scrollo di dosso.
-Si può sapere che diavolo stai facendo?!-
-Credevo non volessi farti vedere dalla gente.-
-Non ti avvicinare più a me, capito?! Non provare più a toccarmi!-
Balbetta qualche scusa, mortificato e confuso. Non mi devo sentire in colpa, non mi devo sentire in colpa, non mi devo...
Un taxi si ferma di fianco a me così mi siedo dietro, facendogli spazio, e lui mi si sistema vicino.
Devo cercare di pensare ad altro... Ti prego, fà che Axl sia là...

Apro la porta di casa ed entro, spalancandola.
"Certo, idiota, non può essere qui. Non ha le chiavi." mi dico quando vedo che Axl non c'è.
Mi scosto dall'entrata e faccio segno ad Izzy di accomodarsi.
-Hai una bella casa, Sam.- dice, ma sospetto che sia più una forma di cortesia.
-Non è altrettanto bello viverci, purtroppo.- ribatto, mentre entro in camera per cambiarmi.
Mi sfilo la maglietta dei Kiss e i pantaloni della tuta che uso come pigiama e frugo nell'armadio, in cerca di qualcosa di decente.
Continuo a ripetermi che andrà tutto bene ma, sinceramente, non ci credo.

***

Mi guardo intorno, spiazzato da quanto questa casa mi sia familiare, come se fosse la mia.
Noto un borsone per terra, dal quale escono un'agenda e qualcosa pieno di paillettes.
Penso di averlo visto già da qualche parte, quel qualcosa.
So che non dovrei farmi gli affari suoi, in fondo non vuole nemmeno che la tocchi... però...
Mi chino e raccolgo quello che si rivela essere una minigonna.
Non può essere. L'ho già vista addosso a... No, impossibile.
Prendo anche l'agenda e la sfoglio. E' piena di frasi scarabocchiate, e riconosco la scrittura di Samantha. Mi blocco quando mi sembra di aver letto ciò che cercavo.
"Strip 'n' Roll, 23:30"
Non ci posso credere, è questo che fa veramente? La spogliarellista?
Dio, se penso che ci sono anche stato, in quel locale...
Ricaccio tutto nella borsa.
-Che stai facendo?-
Mi volto di scatto, sobbalzando con il cuore in gola.
Lei sta lì, ferma a fissarmi, atterrita.
Il suo sguardo passa da me al borsone, e ritorna ai miei occhi. I suoi si riempiono di lacrime, e le trema il labbro.
-Chi ti ha dato il permesso di...- comincia, ma la frase le muore in gola a causa della voce incrinata.
-Io non...-
-Perché continui ad interferire nella mia vita?!- strilla, cadendo in ginocchio con le mani premute sulle tempie.
-Scusami, non volevo farmi gli affari tuoi, è che...-
-Non dovevi guardare! Non dovevi guardare lì dentro, Jeff!- singhiozza, a voce bassa.
-Lo so, ti chiedo scusa, veramente, ma...-
-Ti prego non dirlo agli altri.- mi supplica, in un respiro, alzando il viso per guardarmi.
-Certo. Non... non lo dirò a nessuno...- mormoro, passandomi una mano sul viso.
Faccio per avvicinarmi, ma capisco che ho già fatto abbastanza casini.
Mio Dio, sono un idiota, un vero coglione... Adesso se ne sta lì, a piangere, e sicuramente si vergogna di sè stessa.
-Ti prego, te ne devi andare...- la sento dire, ed è come uno schiaffo un pieno volto.
Mi odia, ecco, adesso mi odia. E fa bene.
Mi volto e giro la maniglia, e si apre uno spiraglio sul corridoio. Per un attimo vorrei potermi girare e stringerla, ma so benissimo che non ho il coraggio nè la stupidità di farlo.
-Io... mi dispiace...- balbetto un'ultima volta, prima di chiudermi la porta alle spalle.


*-* Perdonatemi!

Ho scritto questo capitolo in circa venti minuti (ed è leggermente la una e mezza della notte), sono sicura che sarà uscito una vera schifezza, quindi vi chiedo scusa già da ora...
E scusatemi anche se non aggiorno da tanto, ma mi vedo costretta a dare ancora una volta la colpa all'ispirazione e agli impegni...
Come vedere questo capitolo è dedicato ai segreti: quello che Izzy e Sam condividono, e poi quello che solo Samantha deve sopportare.
Beh, vi saluto e vado a crollare dal sonno da qualche parte!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** It's not her fault, but it hurts the same ***


*Attenzione, titolo della storia cambiato!*

Che cosa ho fatto per meritarmi questi problemi?

Perchè lui, sempre lui a rovinare le cose?! Non capisco per quale motivo mi stia facendo questo...
All'improvviso la porta si spalanca, ed entra Axl, furioso. Si guarda intorno, sicuramente si aspetta di trovare Joel, visto che la porta non è chiusa.
Ecco, si è accorto di me. Sgrana gli occhi.
-Che ci fai qui?-
-E tu, che ci fai qui?-
Sospira, e mi guarda preoccupato. Devo avere un aspetto terribile, se ha quello sguardo.
-Non ho bisogno della tua rabbia, Axl, davvero. Ma grazie per l'interessamento...-
-Quello che ti ha fatto...- comincia, combattivo, ma lo interrompo.
-Lascia stare, non voglio più pensarci...-
-Ho visto Izzy, giù da basso. Aveva l'aria distrutta. Avete litigato ancora?-
Mi stringo nelle spalle, e smetto di sorridere sospirando.
-Avete litigato ancora... sembra che stiamo ancora insieme, da come lo dici. Sono successe tante cose, Axl, cose terribili, e noi abbiamo chiuso definitivamente.-
-Dovresti dirlo a lui, almeno si metterebbe l'anima in pace, no?-
-Non so più come dirglielo, davvero...-
Faccio una pausa, e lui si siede di fianco a me, sul pavimento. Prende la mia bottiglia e prende un lungo sorso.
-Hai preso da tuo zio, eh?-
-Ma smettila! E' così diluito che dovrei berne dodici litri per...-
-Andare in coma etilico e risvegliarti quando sarai in menopausa?-
-Dai, piantala! Te lo stai bevendo tutto!-
-Giovane ubriacona, leva le mani dalla mia bevanda!-
Si attacca alla bottiglia e beve gli ultimi sorsi, guardandomi di sbieco.
-Sei un vero bastardo, Axl.-
Si aggrappa a me, fingendosi commosso con fare teatrale.
-Da oggi sono il tuo compagno di bevute, Sam! Dovunque tu andrai, metà della tua bottiglia finirà in un modo o nell'altro nella mia gola! Ci sbronzeremo insieme, finché ad uno di noi non scoppierà il pancreas!-
Scoppiamo a ridere finché la pancia non mi fa così male che mi accascio a terra.
-Oh no non mi abbandonare! Con chi mi ubriacherò se mi molli da solo?! Dovrò campare con aranciata e coca cola!- si dispera, scuotendomi.
-Aaah lasciami mi viene il vomito!-
Con una risata mi lascia andare, e si rialza.
-Beh, vado a prendere Izzy.-
-Come? Intendi che...-
-Sì, è rimasto giù, sulle scale, gli ho promesso di non metterci molto.-
-Ah.-
-Ciao!-
Ok, adesso mi sento una vera stronza...ma lui, lui dovrebbe smetterla di fare il martire ed accamparsi sotto casa mia, manco fosse un barbone.
-Mangiamo tutti insieme stasera? Devo darvi una notizia grandiosa! Ti va?- mi chiede speranzoso, riaffacciandosi dalla porta.
-Certo, non ho mica voglia di cucinare.-
Ride e chiude la porta.

Mi sto sistemando i tacchi in salotto, tra un po' dovrebbe venirmi a prendere Duff.
In realtà è decisamente in ritardo, ma ha chiamato, prima, e ha detto che sarebbe arrivato alle sette e mezza circa.
C'è una vocina nella mia testa che mi ripete "Non verrààà, non verràààà,rassegnatiii! Se n'è dimenticatooo!", e non so ancora se crederle o no.
Non mi resta che aspettare, anche se mancano dieci minuti alle otto e...
-Sammy!-
Urlo per lo spavento e per riflesso lancio la scarpa contro quello che è appena apparso in casa mia.
-Cazzo attenta! Stavi per bucarmi le palle con questo trampolo!-
-Santo Dio Steven! Non hai mai... Dannazione!-
-Pensavo che fossi il benvenuto!-
-Sì ma non puoi farmi venire un infarto perchè salti fuori all'improvviso!-
-Ah, scusa, ma ho bussato!-
Cosa?
-Cosa?-
-Ho bussato.-
Sta scherzando.
-Stai scherzando!-
-No, veramente. Un po' di volte... magari non hai sentito!-
O magari comincio a perdere colpi... La voce nella testa, e ora Steven... Sono schizofrenica?
-Cooomunque, ho l'auto parcheggiata di sotto! Ci stanno aspettando!-
-Ma doveva venirmi a prendere Duff!-
-Sì, ma lui ha trovato una ragazza, e allora l'ha chiesto a Slash. Ma anche lui ci portava la sua ragazza e così l'hanno chiesto ad Axl, ma Axl ha indicato Izzy senza nemmeno lasciare che aprissero bocca dicendo "Qualsiasi cosa sia, chiedete ad Izzy, mica sono la domestica io!" o qualcosa del genere. Duff ha proposto di chiederlo ad una groupie o ad un roadie, ma tuo zio si è incazzato, e ha detto che allora tanto valeva chiamarti un taxi. Allora l'hanno chiesto ad Izzy, e lui non ha detto proprio niente e li ha guardati male, così alla fine l'hanno chiesto a me, e io ho dato buca a Cindy per portarti!-
-Oh mio Dio Steve ti adoro, grazie!-
Mi sciolgo e lo abbraccio stretto, ma quanto è dolce questo ragaz...
-Sì peccato che per colpa tua stasera non scopo!-
Ritiro tutto ciò che ho detto.
Lo stacco all'istante da me e faccio un passo indietro.
-Allora, quante macchine ci sono?-
-Una: il mio SUV! Ti avviso saremo un po' stretti, devo portare anche le altre ragazze, perchè tuo zio è sulla sua bici da corsa, dice che vuole fare le acrobazie...-
-Il massimo che può fare è rompersi una gamba o venire investito, qua siamo a New York mica al parco! Qui i tassisti non vedono l'ora di tirarti sotto!-
-...poi Duff e Axl sono sulle loro motociclette nuove, cavolo ne avrei voluta una anche io, ma il modello che voglio qui non l'ho ancora trovato... Altro che il motorino della pizzeria che usavo! ...dicevo? Ah sì... Izzy invece viene a piedi.-
-Ma tu guarda che idiota!- sbotto.
-Si beh non è molto furbo, le fan lo mangeranno vivo!-
-Speriamo, almeno la smette di fare il barbone!-
-Hahahahahahahahah! Aspetta di vedere la ragazza di Duff, quella più che punk sembra uscita da un cassonetto della spazzatura!-
-Non vedo l'ora!- ribatto sarcastica.

-Zio, ma non potevi venire in macchina?-
-Ehi honey, è da troppo che questa bellezza prende polvere! Era ora di tirarla fuori e far vedere a New York quanto sono tremendamente bravo!-
-Io non ti accompagno al pronto soccorso, intesi?-
-Eddai Sam, lascialo divertirsi!- interviene Duff, in sella alla sua motocicletta.
-Tu non metterti in mezzo, che dovevi venirmi a prendere!-
-Scusa, cavolo! Ma ho rimediato una tipa che...-
-Non voglio i particolari, ho già avuto una descrizione da Steven...-
Guardo Izzy, che se ne sta appoggiato al palo della luce, sul marciapiede.
Mr. Mistero Solitario vuole consumarsi le suole delle scarpe, eh?
Almeno non me lo ritroverò sul SUV.
Sbuffo ed entro in macchina, dove ci sono già due persone, Steven mette in moto e partiamo.
-Ciao, sono Rebecca!- mi saluta una bella ragazza castana e formosa. Sì, decisamente la ragazza dello zio.
-Piacere, Samantha.-
-La famosa Sam? Slash parla spesso di te... Di solito tra una pazzia e l'altra. In effetti mi ha raccontato qualcosa tra il "Vediamo che succede se faccio una frittata alla vodka" e "Stasera faccio le acrobazie con la bici in strada!"- ride.
-Sapevo che prima o poi avrebbe provato a cucinare un superalcolico! Lui non è assolutamente un tipo... prevedibile...-
-Sì, sì, me ne sono accorta...- dice sorridendo, con lo sguardo perso fuori dal finestrino.
Si vede che le piace proprio.
Sul sedile dietro al suo c'è una ragazza con la faccia impastata di cipria, l'ombretto nero quasi fino alle sopracciglia, i capelli biondi con meches fucsia, il rossetto sbavato e dei vestiti tutti strappi, lacci e borchie. E degli anfibi che sembrano aver calpestato di tutto all'infuori del cemento.
Ok, questa se devo essere sincera mi inquieta. Ha uno sguardo strano...
-Ma che bel vestitino.- ci dice, sarcastica.
-Grazie...- risponde Rebecca, lanciandomi uno sguardo sconcertato.
-Scommetto che ci avete messo molto a sceglierlo, vero? Poi devi abbinarlo alle scarpe, e sistemarvi i capelli, il trucco, gli orecchini... Stronzate, questa è un'invenzione della società per non farti sentire bene con te stessa e farti comprare di più!-
-Eeehm...-
-Ormai in questa società le donne non hanno più dignità! Ne avevano di più quando venivano rinchiuse in casa dai padri e dai mariti! Per questo mi sono ribellata! Io non seguo le stupide mode come voi stupide galline, non ascolto ciò che mi dicono quelli che hanno il potere, capisci? Non sono mica come voi! Loro vogliono solo che fai la bella statuina e che diventi la loro marionetta!-
-Eeehmmm... io...-
-Io non sono né punk né dark né goth, non mi puoi catalogare! Non sono come voi bamboline, schiave della società che vi svilisce! Io sono libera! E poi sarei io che dovrei invidiarvi? Lo ripeto: sono li-be-ra! Libera dalle costrizioni, dalle paure, dall'insicurezza, dalla vergogna, e...-
-Chiudi quella cazzo di bocca.- la zittisco.

Come avevo previsto lo zio si è fatto male.
Dritto dritto a tutta velocità contro un semaforo, con tanto di franata finale a cinque centimetri dal palo e di volo dall'altra parte del marciapiede.
Spettacolare.
E ora me lo ritrovo qui dietro, di fianco a Louisa, con un broncio infantile perchè la sua bici adesso somiglia ad una scultura contemporanea.
Ah, finalmente! Qua dentro non si respirava più...
Magari non posso catalogarla come punk, ma la femminista ribelle là dietro in ogni caso non è molto shower friendly...

Steve accosta davanti all'entrata di un famoso ristorante a cinque stelle, uno di quelli dove puoi incontrare le star e le ereditiere e dove non ti fanno entrare se non hai almeno 8 kg di diamanti addosso.
Appena scendiamo tutti accorre un ragazzo in camicia bianca e gilet nero per parcheggiare la macchina.
-Che vuoi?-
-Le chiavi signore.- risponde garbatamente il ragazzo.
-Sì ti piacerebbe eh? Col cazzo, pensi che ti lasci rubare la mia macchina così facilmente?-
-Andiamo Adler da' al tipo le chiavi, questo è quello che te la parcheggia!- interviene lo zio, dandogli una pacca sulla schiena.
Steven gliele picchia in mano in malo modo, assicurandogli vendetta se troverà graffi o ammaccature.
Aspettiamo fuor dal ristorante, intorno al quale si sta radunando un po' di gente, e a volte qualche fan scatta una foto allo zio e a PopCorn, che esibisce il suo sorriso a trentamila denti.
Mi chiedo se non gli faccia male la faccia...
Con la moto di Axl compare anche una folla di ragazzine urlanti che la rincorrono a braccia tese.
Ma guardatelo, si sta crogiolando nella propria fama, il ragazzo.
Niente a vedere con Duff, che sulla moto invece si è portato due ragazze e ammicca e fa il figo e lancia sorrisetti a tutto spiano.
-Aaah McKagan mi rovini la piazza così!- si lamenta Steven, intento ad autografare il seno di una fan.
-Ehi honey sei uno schianto stasera!- mi praticamente urla Axl dalla moto, agitando un braccio.
No, nooo, ti prego! Adesso mi guardano tutti, alcuni mi fanno delle foto,e io mi nascondo dietro a Duff, che è più alto di me e mi copre bene.
-Lo uccidooo!- mi lamento, imbarazzata.
-Beh quando ti sposerai con uno di noi dovrai abituarti!-
-Cosa? Come sposarmi?-
-Massì, è inevitabile. Prima o poi accadrà. Magari sarà uno di un'altra band, ma sarà sempre uno di noi rockers.-
-Oh ma sentilo, non è un po' presto per le frasi memorabili? Non sei mica Bob Dylan!-
Duff borbotta qualcosa e, per vendetta, mi molla in mezzo al marciapiede e va ad abbracciare la sconcertante Louise.
Per fortuna Axl mi raggiunge, ma ci segue anche lo sciame di ragazzine in calore che mi vogliono uccidere per aver toccato i loro idoli.
"Invidia, eh belle?" penso, sorridendo. Sto proprio diventando una carogna.
Axl borbotta e si guarda in giro.
-Ma dov'è finito Izzy? Duff!-
-Che c'è?-
-Hai visto Izzy?-
-Sì, sta arrivando! E' in mezzo ai fan, lì in fondo.-
E in questo preciso momento compare una folla compatta di ragazzine, che si muovono simultaneamente attorniando un tipo abbastanza scocciato.
-Oh Dio lo mangeranno vivo!- mormora Axl ridendo sotto i baffi.
-Di solito è lui quello saggio del gruppo, ma andare in giro a piedi da solo... questo non è saggio!- riflette lo zio, apparendomi alle spalle ed allontanando Axl con la mano.
-Cazzo Slash mica la sto stuprando!-
-Meglio prevenire che curare, no? E poi questa è mia nipote, la mia bambina, la mia piccola innocente ingenua bambina, e tu sei un cazzone scopatutto, e lei viene con me!-
Detto questo mi arpiona un braccio e mi trascina da Rebecca, che mi guarda con uno sguardo da "Non vorrei essere al tuo posto!", e comincia un lungo discorso senza fine né senso su quanto sia stressante fare una faccia diversa davanti alla stampa.
-Ma zio guarda che tu proprio non lo cambi, il tuo atteggiamento!-
-Eh certo, mica mi posso distruggere le palle a fare il bravo ragazzo! Che vadano affanculo, se non gli piace quando dico le parolacce!-
-Comunque fai bene, è terribile far finta di essere qualcun altro.- mi complimento, sfoderando la mia saggezza post-figuraccia.

***


-Izzy! Ciao, dove vai?-
Mi volto, e tra la marea di tipe urlanti scorgo Desi.
Ci risiamo. Cazzo.
-Sto andando a cena coi ragazzi.- risponso, corrucciato.
-Andate in quel ristorante?- curiosa, indicando l'insegna alla fine della strada.
-Sì.-
-Dev'essere bellissimo lì dentro! Mi piacerebbe andarci, un giorno o l'altro!-
-Bene, allora...-
Mi artiglia un braccio, con un sorriso innocente.
-Grazie mille! Ci divertiremo molto stasera!-
-Ma, veramente io non...- ribatto, ma questa fa due occhi da cerbiatta che prendono a calci la mia coscienza.
-Non vuoi che venga?-
-No, cioè... ahh... va bene, vieni...-
-Grazie!- strilla, e mi da un bacio sulla bocca, soffocandomi.
Me la stacco dal collo e faccio un sorriso tirato.
Col cavolo che ci divertiremo, stasera.

Axl mi batte una mano sulla spalla e fa un sorriso bastardo.
-Guarda chi si vede, il signor Stradlin! Ma non avevi gli occhiali?-
-Sì, avevo. Le ragazzine si sono prese un souvenir...- borbotto.
-Come biasimarle?- ride.
Guarda oltre la mia spalla e gli si illuminano gli occhi.
-Eeee... chi è questa signorina?-
-Ah, lei si chiama Desi... l'ho incontrata prima, così l'ho invitata a cena stasera.-
-Oh mio Dio tu sei Axl Rose!- strilla, con le mani nei capelli.
-Sì, modestamente sono io!-
Ma che razza di pallone gonfiato... Bene, posso sfruttare la situazione per filarmela!
Mi allontano furtivamente, intravedo la testa di Duff che sbuca tra le altre e lo raggiungo.
-Micheal! Devo nascondermi!-
Mi blocco davanti ad una bellissima ragazza, con due gambe spettacolari ed un vestito corto abbastanza per farmi fare pensieri impuri.
Una bellissima ragazza che ho fatto piangere qualche ora fa e che mi odia.
Decido di non farci caso, e mi giro verso Duff.
-Allora Izzy, cos'è che ti fa scappare?- chiede divertito.
Appena apro la bocca qualcosa mi agguanta da dietro e mi trascina via, nella folla.
"Lei."

Voglio scomparire.
Desi continua a strillare ogni volta che uno die ragazzi le si presenta.
Niente di male, in fondo è una fan, peccato che si sia presentata come la mia ragazza e che siamo al tavolo, nella sala del ristorante, e che tutti ci stiano guardando.
-Io sono Rebecca, la ragazza di Slash.-
-Piacere, Desi! E io sto con Izzy!-
Ecco, l'ha fatto di nuovo!
-Io sono Louisa, e vado a letto con Duff. Niente sentimenti, non voglio diventare la sua schiava.-
-Beh io non ci sono ancora stata a letto con Izzy, comunque sono Desi!-
E mai succederà! Non voglio che ti attacchi ancora di più, sarebbe peggio che andare in prigione!
-Ciao sono Desi!- saluta frizzante l'ultima rimasta.
-Samantha, piacere.-
-Tu con chi stai?-
-Io? Veramente con nessuno...-
-Sei una groupie? Pensavo che le groupies non partecipassero alle cene.-
-No, non sono una groupie.- ribatte lei, con un sorriso tirato.
-Lfei è mfia nfipfotfe!- bofonchia Slash, con la bocca piena di pane.
-Non sei troppo grande per essere sua nipote?-
-Sì, beh... lui è molto più giovane di mia madre, per questo...-
-Ah sì? Quindi è sua sorella?-
-S-sì, era sua sorella...-
-Era? In che senso?-
Oh no. Gli occhi di Sam diventano lucidi, e distoglie lo sguardo. Slash smette di masticare, Axl posa il bicchiere senza nemmeno aver bevuto e tutti ammutoliscono.
-E' meglio se stai zitta, adesso.- le sussurro, guardandola con la coda dell'occhio.
Mi fissa con un'espressione interrogativa, ma poi spalanca la bocca e si volta di scatto verso di lei.
-Oh mio Dio, ti giuro che non volevo... io... Sono mortificata! Non lo sapevo te lo giuro!- si scusa, mentre Samantha si alza e si allontana, dicendole di stare tranquilla.
-Santo cielo...!- mormora guardandomi, disperata e sull'orlo delle lacrime.
Tutti al tavolo fissano il piatto, mentre Rebecca e Louisa si guardano senza capire.
-Non lo sapeva.- dichiaro.
La mia mano scivola dalla mia gamba alla sua, e le sfioro le dita, che subito stringono le mie.
Non lo so perchè, ma mi sento in dovere di difenderla.
Anche se ha aperto una ferita che si era già quasi rimarginata, e che non si dimenticherà facilmente.
Anche se adesso siamo tutti sul punto di piangere.


Buonday!
Sapete già che sto per implorare il vostro perdono per il ritardo e la spasticità del capitolo...
Spero di non avervi fatti scappare come Izzy da Desi *la odio la odio la odio*
Povera Sam, mi dispiace che subisca le mie follie...
Ringrazio le fungirlate di Selene Silver, grazie alle quali riesco a ritrovare un briciolino di voglia di scrivere!
Beh, detto questo vi saluto e vi ringrazio!
ghirigoro

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Rolling Stones and Morning Shocks ***


-Samantha...-
La porta si apre lentamente, ed entra Axl.
Tiro su col naso, asciugandomi le guance con il palmo della mano.
Non è proprio il momento, non me la sento di parlare con qualcuno... ma in fondo Axl è quello che più mi capisce, in questo campo.
-Non dovresti stare nel bagno delle donne...- mormoro, con gli occhi che bruciano per le luci al neon sul soffitto.
-E tu non dovresti piangere, tesoro.-
Appoggio il mento alle ginocchia e abbasso lo sguardo sul pavimento.
Lui si siede di fronte a me, abbastanza vicino da sfiorarmi le mani con i capelli.
-Stai bene?-
-No, non sto per niente bene, Axl. Mi sento malissimo. Io non sono più andata in quel cimitero da quando... ci ho provato, tante volte, ma è troppo per me! Vorrei solo che fossero ancora qui, capisci? Non è facile andare avanti cercando di non pensare a loro... E mi sento male perchè non voglio dimenticarli, loro non lo vorrebbero!-
Axl mi accarezza la testa, e lo abbraccio, piangendo contro il suo petto.
-Ma loro non vorrebbero nemmeno vederti così, Sam.- mi sussurra. -Sono sicuro che vorrebbero vederti andare avanti, superare quello che è successo. Non devi dimenticarli, devi solo continuare a vivere serena, proprio come vorrebbero loro. Nessuno di noi vuole che tu soffra, vogliamo tutti che tu sia felice. Sei sempre stata molto forte, devi esserlo anche ora.-
Sento che si stacca da me, la sua mano che corre sulla mia schiena fino alla nuca, le sue labbra calde sulle mie tremanti, i suoi capelli che mi accarezzano il viso, il suo profumo, i suoi occhi sulla mia pelle, e d'improvviso la porta che si apre e il rumore di tacchi.
Axl si volta di scatto e mi lascia, andandosene di fretta mentre la signora urla di andarsene.
Rabbrividisco per il freddo del pavimento mentre mi rialzo e mi appoggio al lavandino, fissando allo specchio la mia immagine sconvolta, con gli occhi lucidi e le labbra arrossate, ignorando gli sguardi infuriati ed ostili della donna bionda.
Mi do una sistemata, respiro profondamente cercando di calmarmi ed apparire normale.
Quando ritorno nella sala noto che si sono spostati ad un tavolo più grande, e si sono aggiune delle persone che stanno dal lato opposto del tavolo, di fronte ai ragazzi.
Lo zio alza un braccio e mi chiama, indicando un posto tra lui e Louise. Sembrano tutti emozionati.
Lo raggiungo e mi siedo, senza guardare gli sconosciuti davanti a me per l'imbarazzo.
-Questa è Samantha, la nipote di Slash.- mi presenta Duff, e finalmente trovo il coraggio di rivolgere lo sguardo a chi ho di fronte.
No, impossibile. Non ci posso credere. Davanti a me c'è...
-Piacere, Keith Richards.-
Cerco di tornare a respirare mentre gli stringo la mano, ma è veramente troppo difficile in questo momento non morire. Perché seduta di fianco a lui c'è il resto della band i cui poster tappezzano le pareti della mia camera da letto.
Tutti allungano la mano per stringermela, tutti si presentano anche se non c'è il minomo bisogno di ricordarmi i loro nomi.
-Ti rendi conto che andremo in tour con i Rolling Stones?! La mia fottuta band aprirà i concerti dei Rolling Stones!- esclama lo zio, elettrizzato.
-Cosa?! Stai scherzando?!-
-No, questa era la sorpresa di cui ti ho parlato.- ride Axl, dall'altra parte del tavolo.
-Mio Dio è fantastico!-
I cinque uomini davanti a me sorridono e ridacchiano, come se stessero guardando dei bambini.
-Perché non ne sapevamo niente?- chiede Steven ad Axl.
-Perchè era una sorpresa, PopCorn! E poi se non ci parlassi io con il nostro manager staremmo ancora ad aprire le serate dei Poison!-
-Quando comincerete il tour?-
-Appena finirà questo, cioè tra circa due mesi.-
-Non vediamo l'ora di lavorare con voi.- dice Mick Jagger, sorridendo.
Se morissi adesso, morirei felice.

La cena è andata benissimo, anche se ero ancora troppo scioccata per non strozzarmi con il cibo ogni volta che qualcuno mi rivolgeva la parola e anche se Desi ha continuato a fare la cretina per tutto il tempo.
Non ci posso ancora credere, lo giuro. E' una cosa troppo magnifica, non me lo sarei mai immaginata!
Bevo l'ultimo sorso del vino che mi hanno versato, e sebbene di solito non ne beva questo sarà il quinto o sesto bicchiere che vuoto. Se solo mi distendesse i nervi, invece di farmi girare la testa!
-Vi andrebbe di passare la serata a casa mia? Così possiamo parlare del tour e dei concerti.- propone Mick, e i ragazzi, ancora troppo emozionati, rispondono tutti in una volta sola, accettando di buon grado.
-Bene, venite con noi in limousine? Chiaramente invitiamo anche le signorine.- dice Ronnie, facendomi l'occhiolino.
Adesso muoio. Adesso muoio veramente.
I ragazzi si guardano, sicuramente pensando a come fare con la macchina e le moto.
-Potete far venire qualcuno a prenderle.- sussurro allo zio. Non si può perdere l'occasione di andare in limousine con i Rolling Stones, che diamine!
Lo zio mi sorride e lo dice a Steven, seduto di fianco a lui.
-Certo che veniamo!- dice poi, rivolto a Mick.
Mentre Steven prende le sue chiavi e quelle di Axl e Duff e va a telefonare ad uno dei roadie che seguono i Guns, un cameriere porta il conto, con uno sconto vertiginoso per via della fama dei clienti, e appena pagato ci alziamo tutti ed usciamo.
Lo zio deve star stringendo tantissimo la mano di Rebecca, vista la sua espressione.
Axl mi afferra da dietro e mi prende per mano.
-Ehi, non ti dispiace se stasera festeggiamo, vero? Insomma, capito?-
-Certo che ho capito, tranquillo! Dio, non ci credo ancora!-
-Bene, perché tu vieni con noi!-
-Cosa?-
-Certo che vieni! Mica ti lasciamo qui a New York tutta sola! ...a proposito... senti posso chiederti di... ehm... essere carina con loro? Intendo, se qualcuno sembra particolarmente interessato a te, potresti cercare di... insomma...-
-Sì sì, ho capito Axl, tranquillo!-
Mi da un bacio sulla guancia e scappa davanti, con Mick.
Steven mi passa un braccio intorno alle spalle, euforico come un bambino a Natale.
-Stiamo andando a casa di Mick Jagger! Ti rendi conto?! Mio Dio!- mi sussurra, con una vocetta stridula.
Rido e gli batto una mano sulla schiena.
Una limousine nera si ferma davanti a noi, tra la gente e i paparazzi.
Desi dice qualcosa ad izzy e lo saluta, allontanandosi.
-Guarda qua! Questa non è una limousine, è un sogno con le ruote!-
Entriamo tutti, questa macchina è davvero... immensa!
Ci sono anche le bottiglie di champagne dentro secchielli di ghiaccio!
A differenza di quando eravamo al tavolo, adesso non siamo seduti separati, e parliamo animatamente, scherzando e ridendo.
Vedo Axl e Keith trafficare con i bicchieri e lo champagne, e quando me ne offrono uno ne prendo un lungo sorso.
Strano, non pensavo fosse così frizzante.
-Non era per te!-
-E' uguale, Axl!- sbuffo, prima di riprendere a parlare con Ronnie e Duff.
La testa mi gira...

Quando mi sveglio ed apro gli occhi, c'è una luce fortissima che entra dalle finestre, ed ho un gran mal di testa.
Non riconosco la stanza nella quale mi trovo, e questo è un letto?
Qualcosa si muove sotto di me, e sobbalzo.
Un braccio mi cinge le spalle, schiacciandomi.
Questo non va bene.
Mi rialzo, con al testa che pulsa terribilmente, e cerco di mettere a fuoco ciò che sto guardando.
Oh cazzo! Cazzo cazzo cazzo!
L'uomo che mi sta abbracciando apre lentamente gli occhi, stropicciandoli.
-Ehi, che ore sono tesoro?-
Mio Dio. Che diavolo è successo ieri sera?!
Guardo l'orologio e cerco di sembrare normale.
-L-le dieci meno venti.- rispondo, impiegando molte energie per articolare le parole.
-Ah.-
La testa gli crolla di nuovo sul cuscino.
No, no! Dev'essere un sogno. Un brutto, terribile sogno!
Perché ho solo gli slip addosso??!
Mi libero dal suo braccio e cerco di scendere dal letto, anche se le mie gambe non vogliono saperne di reggermi.
-Ahi!-
Che diavolo ci fa Izzy sul pavimento?
Aspetta... Che diavolo ci fa Izzy in questa camera da letto?!
Oh no, no, ti prego Samantha svegliati!
La porta si apre e mi giro. Axl guarda me, poi il letto e poi Izzy.
-Oh. Mio. Dio. Questa me la devi proprio spiegare.-

-In che senso non sai che cos'è successo? Mi pare piuttosto evidente: hai fatto sesso con Ronnie Wood e Izzy.-
-No, no, ti ho detto che non è possibile! ...dove diavolo sono i miei vestiti?-
Giro per la camera cercandoli da almeno un quarto d'ora, per fortuna Axl mi ha dato la sua maglietta.
-Oh sono in corridoio, sparsi in giro con i loro.-
-Ok so che può sembrare che sia successo quello che hai detto tu, ma c'è sicuramente un'altra spiegazione!-
-Certo: siete stati tutti e tre colpiti da una botta di calore, e così vi siete spogliati, e poi eravate stanchi e siete andati a dormire.- ribatte sarcastico.
-Smettila, così non mi aiuti!-
Ronnie rantola e si rigira tra le lenzuola, mentre Izzy dorme sul tappeto.
-Vado a prendere i vostri vestiti.- sbuffa Axl, alzandosi dalla poltrona ed andandosene.
Mio Dio, ho un mal di testa che mi sta uccidendo!
Mi alzo e ritorno sul letto, stendendomi per un po'.

-Ehi! Sam svegliati!-
Spalanco gli occhi e mi tiro su di scatto. Mi devo essere addormentata. Di nuovo.
-Te l'avevo detto che quello champagne non era per te!-
-Era drogato??!-
-Che pensi intendessi con festeggiare?-
Faccio una smorfia, reprimendo la voglia di rispondergli male. Mi porge le mie cose e le prendo, controllando che ci sia tutto.
Con qualche acrobazia riesco ad infilarmi il reggiseno senza togliere la maglietta. Ti piacerebbe, eh?
Mi metto il vestito e le scarpe, anche se so che non riuscirò a fare un passo con quei tacchi.
-Comunque... Non crederai a quello che sto per dirti: ho visto Louisa e Charlie abbracciati sul divano! Ti rendi conto?!-
Scoppio a ridere, ricadendo all'indietro sul letto.
-Ma se sono uno il contrario dell'altra?! E Duff come l'ha presa?-
Axl fa un sorriso tirato, grattandosi la testa.
-Ehm... veramente Duff non lo sa, è uscito con Slash, Steven, Mick e Keith. Non sono ancora tornati.-
-Bene, meno male... Senti io devo andare via Axl, veramente. Prima che loro si sveglino. Ti prego.-
-Perché?-
-Come perché? Per stanotte!-
Lui sbuffa ed alza gli occhi al cielo.
-Sei giovane, Samantha, goditi la vita senza pensare alle conseguenze! Non ti devi sentire in colpa se ti sei divertita! Io mi sono alzato in condizioni anche peggiori, un po' di sesso non fa male a nessuno. E poi mica te li devi sposare, quei due!-
-Voglio andare a casa, Axl. Non mi ricordo assolutamente ninte di quello che è successo ieri sera, e sono confusa. E non solo nei pensieri, mi gira la testa e non so quale dei tre Axl guardare.-
-Ok, va bene. Chiamerò un taxi. Ma non posso mica lasciare Izzy e Ronnie da soli!-
-Parli già come se foste grandi amici! E poi mica sono dei bambini. Quando arriveranno gli altri li sveglieranno e andranno a casa. Ti prego andiamo!-
-Ok ok d'accordo...-

Mi sento proprio male, non riesco a tenere gli occhi aperti.
Ma c'è ancora una cosa che mi preme nella testa: quello che è successo al ristorante tra me e lui.
Sono seduta da almeno un quarto d'ora di fianco ad Axl, con la testa girata verso di lui e gli occhi semichiusi.
Siamo imbottigliati nel traffico, e questa volta nemmeno l'esperienza del tassista può farci venire fuori.
-Hai sonno?-
-No.- mento, reprimendo a fatica uno sbadiglio. Sono distrutta.
-Devi aver tirato anche tu, allora.-
-Cosa?-
-Di fianco al letto c'erano delle strisce di coca.-
-No, non dire stupidaggini. Non lo farei mai.-
-Certo, ti credo.-
Lo so che non è vero, ma non m'importa.
-Senti, riguardo a... al bacio...-

*** Axl ***

-Senti, riguardo a... al bacio...-
Mi volto a guardarla, pallida e debole come se avesse la febbre.
Bella, sempre e comunque.
So già dove vuole arrivare, e non mi serve scrutare a fondo nei suoi occhi per intuire il rimorso.
Prendo un profondo respiro, sospirando.
-Avevi bisogno di essere consolata e quello era un bacio da amici. Mi sono lasciato prendere dalla situazione, tutto qua.- liquido frettolosamente, distogliendo lo sguardo dal suo.
Sospiro.
Le mento sempre, di continuo.
Ma come faccio a dirle che l'ho sognata ogni notte da quando se n'è andata, e che non aspettavo altro che di baciarla?
-Ok.- sussurra lei, richiudendo gli occhi e lasciando cadere la testa all'indietro, contro il finestrino.

:D Buonday!
Visto che sono stata più veloce, questa volta? :)
Ringrazio tutti quelli che leggono le mie cavolate! Grazie, non so come farei senza di voi!
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Stray Cat Blues ***


Ho un mal di testa che mi sta uccidendo. E mi fa male tutto, come se avessi...
Oh cazzo, ho dormito sul pavimento, sono ancora riverso su una cosa che punge e dà prurito, con le gambe avvolte nelle lenzuola.
E' tutto confuso, vedo solo immagini sfocate e la luce mi ferisce gli occhi.
-Ehi, amico, se stai pensando di vomitare sul mio tappeto persiano sappi che non sono d'accordo.- dice una voce, dapprima confusa e poi fin troppo nitida e rimbombante.
Mi compare un coso davanti alla faccia, sembra una testa...
Quelli saranno i capelli castani, i due punti neri saranno gli occhi... ma quanto cazzo è grande quella bocca?
Di fianco alla testa ce n'è un'altra, coi capelli scuri quasi quanto gli occhi.
-Ron santo Dio che diavolo si è fatto? Sembra che stia uscendo da un coma, cazzo!- tuona una voce, troppo, troppo vicina ma che non riesco a localizzare, come se stesse dietro di me ma allo stesso tempo sopra, entrambe le teste stanno muovendo la bocca ora.
Cerco di zittirli, ma quello che mi esce è più simile ad un blaterio sommesso.
-Guarda, non riesce nemmeno a parlare!- sbotta la prima voce, e di nuovo qualcosa mi scuote, ma non sento mani su di me, sento solo il freddo dell'aria e le lenzuola che mi immobilizzano e il pungere del tappeto.
Le gambe, liberatemi le gambe!
-...e...le...am...le...gam...- biascico, senza forza per articolare le parole.
-Le cosa?-
Le gambe, dannazione, non riesco a muoverle, il lenzuolo me le stringe!
-Ehi bello, tranquillo, fermo, stai fermo...-
Ma sono fermo, sono fermo! Di cosa sta parlando?
-Guarda come trema, cazzo! Ron! Keith vai a svegliare quel cazzone! Noi qui a farci il culo e lui che se la dorme!-
-Quel tipo è solo svenuto, succede anche a me di tremare quando svengo! Sicuramente in dieci minuti si rialza, Mick.-
-Ron! Muoviti alza il culo!- urla la seconda voce, e la sua voce mi penetra nelle orecchie come un trapano.
Lentamente riprendo la sensibilità, e sento la pressione e il calore di due mani che mi sostengono, e l'aria non sembra più così fredda.
Cerco di parlare, anche se la lingua non si muove come vorrei.
-Dove... sono?-
-A casa mia, casa Jagger, ragazzo. Cerca di riprenderti, sembra che stai per morire!-
-Cos'è... che è successo?-
-Vorrei saperlo, anche perchè il signor Wood mi deve ottomila dollari di tappeto. Non c'era anche una ragazza con loro, Keith?-
-Sì, mi pare di sì... Quella del ristorante, ti ricordi?-
-Quella che si è fatta Charlie?-
-No cazzo, non quello scherzo della natura! Quella bella, con i capelli castani...-
-Io mi ricordo la mora... Ah sì, quella che ha dato di matto nella limousine!-
Ma di che diavolo stanno parlando, questi due? Quale limousine?
Intravedo con la coda dell'occhio una macchia nera che si alza dal materasso sopra di me.
-Quella tipa è favolosa, ragazzi! Devi invitarla più spesso alle tue feste, Mick!- dice la macchia nera, ondeggiando. -E' già andata?-
-Guarda che hai fatto, Ronnie, mi hai rovinato il mio tappeto persiano!- si lamenta la testa castana, scomparendo dalla mia vista.
Lentamente la realtà comincia a farsi più chiara nella mia mente.
Mick, quella testa è Mick Jagger. La macchia nera è Ron Wood. La testa coi capelli scuri è di Keith Richards.
Io sono in una camera da letto nella casa di Mick Jagger, disteso su un tappeto persiano del valore di ottomila dollari, e se non mi sbaglio qualcuno ci ha vomitato sopra.
Ieri sera siamo andati al ristorante, e poi sono andato ad una festa con i Rolling Stones.
Nella limousine ho bevuto dello champagne... poi totale blackout, non ricordo nient'altro.
Due mani mi afferrano sotto le braccia, e vengo tirato in piedi.

-Che cos'è successo ieri?- chiedo a bocca piena, tra un morso ad una frittella affogata nello sciroppo d'acero e un sorso di caffè.
Davanti a me, seduti attorno al tavolo bianco rotondo, nessuno mi ascolta.
Ron gira di malavoglia il cucchiaino nella sua tazza, Mick è nascosto dietro ad un quotidiano, Charlie si pulisce dalle sbavature di rossetto nero che ha in faccia, Keith fuma mentre mangia le frittelle, Slash dorme con la testa sul tavolo, Rebecca dorme con la testa su quella di Slash, Duff guarda male Louisa, Louisa guarda male Duff, e Steven guarda male la sigaretta che gli è caduta nel bicchiere.
Nessuno parla, nessuno mi risponde.
-Non mi ricordo niente, non è che mi raccontereste qualcosa?- ritento, tossendo per un boccone andato di traverso.
-Per farla breve, siamo venuti qui e abbiamo fatto festa.- sbotta Ron, picchiando il cucchiaino sul fondo della tazza.
Prende un sorso di caffè e ritorna a mescolarlo.
-Sì ma perchè dormivo sul pavimento?- insisto.
-Perchè sei caduto.-
-Ma perchè ero a letto con te?-
Duff sputa il caffè addosso a Steven ed entrambi mi guardano scioccati.
-No, non in quel senso! Avete frainteso!-
-Voglio ben sperare, Izzy!- sbotta Duff, picchiando la tazza sul tavolo.
Ron corre in mio aiuto, sorridendo stanco.
-Il ragazzo intende per quale motivo non c'era più la sventola.-
Ah, ecco, immaginavo che c'entrasse una ragazza. Spiegherebbe il fatto che ero mezzo nudo e il rossetto sul petto.
A proposito di rossetto, Charlie sembra concentrarsi unicamente sull'impronta che ha sul collo, mentre il combattimento visivo tra Duff e Louisa si sta accendendo sempre di più.
-Charlie, tesoro, potresti imburrarmi la frittella?-
Per poco non mi va di traverso il caffè, mentre cerco di reprimere le risate.
Mick abbassa il giornale, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, Steven la guarda esterrefatto, Keith lascia cadere la sigaretta nel piatto e Charlie pare una statua di pietra.
-Che cazzo, Louisa! Sono io quello che deve essere arrabbiato!-
-Ma che cosa vuoi da me, te l'ho detto che non voglio legami affettivi no?-
-Però i miei soldi te li sei presi!- esplode Duff, rovesciando la tazza con una manata.
-Me ne vado!-
Louisa si alza e corre via, offesa.
Duff sembra proprio incazzato, così incazzato che non si accorge nemmeno del caffè bollente che gli cola sui pantaloni.
-State zitti, cazzoni, mi scoppia la fottuta testa! Pulite questo tavolo! Scotta!- sbotta Slash, con voce lamentosa, rigirando la testa nella pozza di caffè fumante.
Mick lo guarda con una smorfia.
-Il vostro amico è sempre... così...-
-Sì. Sempre.-
-Mh... Immagino sia una caratteristica comune a tutti i chitarristi.-
Keith lo incenerisce con lo sguardo, cogliendo la frecciatina, e non esita a rispondere.
-Almeno non faccio la primadonna con le mestruazioni.-
-Fanculo.-
Slash si tira su, svegliando anche Rebecca, e si strizza i capelli, e comincia a bisticciare con Duff e Steven.
-Fottuti, l'avete fatto apposta! Guardate, adesso sono tutti rovinati! Si appiccicheranno e poi dovrò tagliarli! Vi rendete conto? Senza i miei capelli io non sono Slash, sono solo un tipo mulatto molto sexy!-
-Ma tu senti che pallone gonfiato! E poi non me ne frega dei tuoi capelli, ho altro a cui pensare!-
-Ah sì? Tipo a Louisa che ti mette le corna?- ride PopCorn.
-Vaffanculo Steven dovresti essere mio amico e consolarmi, invece di prendermi per il culo!-
Scuoto la testa, sorridendo, e torno a guardare Keith e Mick, che si lanciano occhiatacce di continuo.
Allora è vero che questi due sono cane e gatto! Eppure quando sono sul palco non lo danno a vedere, sembrano sempre due grandi amici...
Forse non sono capace di dimenticare la rabbia o la frustrazione nemmeno mentre suono. Per questo quando litigo con uno della band me ne sto in un angolo e suono da schifo.
-Ehi bambini, non fate chiasso.- borbotta Keith dietro una nuvola densa di fumo.
Sembra di vedere mio padre.
Duff, Slash e Steven smettono all'istante di far casino, ma non si risparmiano gestacci e gomitate, mentre Rebecca alza gli occhi al cielo e sospira.
-Ehi Aurora mi passi il caffè?- chiede Ron, guardando nella mia direzione. Aurora?
Gli passo la caraffa, e lui ride sotto i baffi.
-Aurora, come la Bella Addormentata. Avresti dovuto vedere com'eri andato stamattina!-
Keith lo guarda ed alza gli occhi al cielo.
-Lascia stare il ragazzo, Ron, non torturarlo con il tuo pessimo umorismo.-
-Il mio pessimo umorismo, amico mio, mi ha rimediato una fantastica scopata, mentre tu non hai concluso nulla.-
-Sai com'è di solito preferisco quando le ragazze sono coscienti, non sono ancora arrivato al tuo livello di depravazione.-
-Ma se ho preso da te! E poi la ragazza era cosciente, vero ragazzo?-
Detto questo Ron si volta a guardarmi, aspettandosi che io gli dia ragione.
Peccato che non mi ricordo niente. Per quanto ne so, stanotte potrei anche aver scopato con PopCorn.
...cazzo, mi vengono i brividi solo a pensarci.
-Non chiederlo a me, Ron, ho un blackout.-
-Oh, Ronnie, mio Dio!- esclama Keith, -Era incosciente anche lui?!-

Il giardino è ampio e ben curato, non c'è un solo ramo secco.
Ron sembra avermi preso in simpatia, così adesso stiamo passeggiando, e intanto parliamo.
-E così la ragazzina, Desi... non ci stai insieme.-
-No, assolutamente. Ma... non lo so, forse mi piace. E' piccola, troppo piccola, sia d'età che di mente. E' una bambina, ma una bambina che sa come prendermi.-
Si ferma a guardare un grande albero dalle foglie rossicce.
-Ah, le donne. Mi raccomando Izzy, sposati solo quando avrai trovato quella giusta. E non deve essere quella giusta a letto, o quella giusta in casa, o quella giusta sotto i riflettori, capisci? Proprio quella giusta. Ne ho fatte io di cazzate, ed una è stata sposarmi troppo presto.-
-Non sei felice?- chiedo, forse troppo impulsivamente. -Non per farmi gli affari tuoi, comunque...-
-Figurati, anzi. E' un sollievo parlarne. Vedi, Jo, mia moglie... Io la amo, eppure non provo per lei quello che dovrei provare per una moglie. Non mi sento... in colpa, a tradirla, anzi. Se non lo facessi probabilmente impazzirei. E' come se cercassi di...-
Fa una pausa, e cerca le parole mentre osserva perso le foglie dell'albero.
-...avere più di quello che mi è dovuto. Io, Mick, Keith, Charlie... noi quattro siamo uguali. Appena ci dai un limite, una linea di confine, noi tac!, la oltrepassiamo. A volte, ce li diamo da soli.-
Detto questo mi mostra la fede al dito.
-E oltrepassiamo anche quelli.- conclude, in un sospiro.
-Perchè?-
-Perchè porsi dei limiti inutili, intendi? Perchè si ha paura. Paura di rimanere soli, paura di non essere amati. Paura di non riuscire a fermarsi, a tirare il freno. Paura di non avere stabilità, di continuare a vivere ad alti e bassi senza un appiglio sicuro. Paura di te stesso.- sposta lo sguardo vero il basso, e poi si volta verso di me. -Non lasciare che la paura ti rovini, ragazzo. Non fare cose affrettare, se possono condizionare la tua vita.-
Sembra di parlare con mio padre, di nuovo.
Massì, lui ha più esperienza di me, mi dico. Prendo coraggio e gli chiedo consiglio.
-Senti, ehm... come fai quando devi chiarire le cose con una persona, ma quella non si lascia avvicinare per gli stessi motivi che devi chiarire ma che non conosci?-
-Una donna, eh?-
Colto in pieno, Izzy.
-Oh, accidenti. Si nota così tanto?-
-Se fosse stato un uomo non ci sarebbero state tutte queste difficoltà. Comunque, la cosa migliore è sempre parlarci, farsi spiegare le cose anche con la forza.-
-Ma non ne vuole sapere di me! E' che ho... combinato parecchi casini, sia in passato che in questo periodo, e penso che abbia anche vergogna di affrontarmi perchè ho scoperto delle cose... diciamo spiacevoli, su di lei. Non mi parlerà mai, nemmeno se glielo chiedo in ginocchio!-
Si infila le mani in tasca, e ritorna a fissare l'albero, pensando.
Raccoglie da terra un sasso e lo scaglia tra le foglie, e qualcosa cade a terra da un ramo.
Ron si avvicina, si china a terra e quando torna ha un gatto grigio tra le braccia.
-Devi fare in modo che sia lei a venirti a parlare, no?-
-Sì, ma come?-
-Il segreto per far fare qualcosa ad una donna...- comincia, con aria da esperto, accarezzando il gatto. -...è la gelosia. Se vuoi che ti parli, devi convincerla che vuoi il contrario. Se vuoi che ti voglia, devi prima corteggiarla, e poi fare il dongiovanni con una che non le piace.-
-Non voglio che... mi voglia!- ribatto, sulle difensive.
-Ne sei sicuro?- chiede, guardandomi negli occhi con un sorriso divertito dipinto in faccia.
Mi porge il gatto, e lo prendo in braccio a fatica. E' grasso, proprio ciccione, e pesa un botto.
Niente male per un gatto randagio.
-Regalaglielo, fa sempre piacere ricevere un animale. Poi Mick vuole ucciderlo, gli graffia sempre la porta e le sue amate cortecce, in questo modo salvi lui dalla morte e l'altro da una crisi isterica. Ma meglio se lo porti da un veterinario, penso che abbia le pulci.-
Guardo il gatto, che mi osserva silenzioso, e già mi sento grattare le braccia.


*** Samantha ***

Quando apro la porta mi trovo davanti Izzy, che mi squadra imbambolato.
-Ciao... ti disturbo?-
Non ha notato l'asciugamano e i capelli bagnati?
-Mi stavo facendo la doccia.- rispondo secca.
Ti prego vattene, ti supplico, sto morendo dall'imbarazzo! Oh, Signore, fa' che non si ricordi niente, ti prego, fa' che non si ricordi niente...!
-Allora faccio alla svelta... Ti ho portato...- comincia, e mi mostra un gatto con il pelo grigio piombo e le zampe nere, con un fiocco rosso da pacco regalo al collo.
-Quello è... un gatto?-
Tiro un sospiro di sollievo.
-Già. Me l'ha dato Ron, è un randagio... Ma l'ho portato dal veterinario, adesso è sterilizzato, vaccinato, e ha un odore accettabile.-
-Mi hai portato un gatto?- ripeto, incredula.
-Non... non lo vuoi?-
-Io non... perchè mi hai portato un gatto?-
-Ehm... io non posso tenerlo, all'hotel, e poi mi sembrava che ti piacessero gli animali...-
Un gatto! Un animale! Quest'idiota mi ha portato un animale!
-E'... è un gatto, Izzy!- gli faccio notare.
Sorride
, cercando di tirarlo su, con un'aria da "Sì l'ho notato" che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi.
-Sì, e pesa molto. Senti io devo scappare, lo vuoi tenere o no? Non ho problemi a portarlo da un'associazione o a darlo a Desi.-
Desi? La ragazzina? Sarebbe come condannarlo a morte.
-No, lasciamelo pure. Come si chiama?-
Izzy sorride e lo fa saltare a terra, e il gatto si accoccola sui miei piedi e fa le fusa.
-Non lo so, scegli tu. Beh, adesso vado.-
-T-tutto qua?-
-Sì, perchè?-
La sua indifferenza mi innervosisce.
-Non c'è... altro?-
-Mmmh... no, non penso. Beh io vado, ciao.- dice, scappando via.
Lo fisso finchè non sparisce dietro l'angolo, poi spingo dentro con un piede il gatto e chiudo la porta.
Bene, se non ha accennato a quello che è successo, probabilmente non se lo ricorda nemmeno.
-Allora, hai fame?- gli chiedo, mentre lui... rotola verso la poltrona e cerca di arrampicarcisi.
Lo guardo, non sapendo se aiutarlo o ridere.
Vado in cucina e apro una confezione di roast beef. Ne metto una fetta su un piatto, prendo una ciotola di acqua e gliele porto.
Appena li appoggio a terra il gatto accorre, trafelato, e affonda il muso nel piatto.
In un attimo l'ha già finito, e mi guarda come per chiederne altro.
-Te lo scordi, da oggi siamo a dieta. Guarda, ancora un po' e tocchi terra con la pancia!- lo rimprovero.
Santo cielo, ma doveva portarmi proprio l'unico gatto obeso di tutta New York?
Mi chino ad accarezzarlo, è tutto morbido, caldo e ciccioso.
Anche se odio Izzy con tutta me stessa, non riesco a fare a meno di sorridere.


*** Izzy ***

"Ha funzionato! Ha preso il gatto appena ho nominato Desi! Ron è un genio. Assolutamente un genio! Ha avuto ragione su tutto!" mi ripeto, camminando euforico.
Per un attimo sono sicuro che ha messo da parte il rancore!
Sì, potrei giurare di aver visto qualcosa diverso dall'odio, nei suoi occhi.
Per un attimo la sua corazza si è sciolta, ne sono sicuro.
E tutto grazie a Ron e a quel gatto grassone.


ghirigoro's Corner:

Buonday!
Come avrete notato, miei cari, c'è una new entry, il gatto ciccioso. *coro di oooh intereriti*
Questo personaggio dal profilo psicologico pari a quello di una patata *una patata cicciona* è dedicato a Paul BelFaccino McCartney, detto anche Guanciotte.
Però non sono sicura di chiamarlo Paul, anche se gli starebbe bene...
Quindi vi chiedo consiglio: voi che nomi proponete?
Deve essere adatto ad un gatto ciccione, goloso, egoista, ruffiano e affarratore, un po' così:

Image and
video hosting by TinyPic

...Ma più ciccioso.
Mi affido a voi!

ghirigoro
PS: scusate se ho usato tutti quei colori, ma i Led Zeppelin a volte mi fanno questo effetto...

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Photodisaster! ***


-Vince. Decisamente Vince.- dice Lucy con aria decisa, squadrando il gatto dalla punta delle orecchie a quella della coda.
La guardo con aria interrogativa, e lei sfodera un sorriso a trentamila denti.
-Come il mio amore!-
-Il tuo amore chi scusa? Non sarà mica ancora...-
-Vince Neil, il cantante dei Motley Crue! Dio quanto lo amo!-
-...appunto. Lucy. Tu. Sei. Malata! Non fai che parlare di Vince! E il mio Vince ha fatto a botte con questo, e il mio Vince ha indossato questa maglietta, e il mio...-
-Non sono così logorroica, dai!-
-Ne sei sicura? Per colpa tua so più cose di quel tipo che su di me! E non chiamerò il mio gatto con il suo nome!-
Prendo in braccio quella palla di ciccia con fare protettivo e Lucy mi guarda male.
Ritorna a leggere il suo articolo, scuotendo la testa.
-Allora... con Joel...?- chiede dopo un po' alzando lo sguardo.
Devo aver fatto una faccia strana, perchè fa segno di lasciar perdere.
-Scusa, zona minata! Parliamo d'altro: hai sentito che bella la nuova canzone dei Guns? Ho già imparato il testo a memoria!-
"Invece io lo so a memoria da anni, tesoro!" penso, e mi immagino quanto godrei a vedere la sua faccia se potessi dirglielo.
-Sì, bellissima!- mi limito a dire.
-Ehi Sam, hai visto qui? C'è un articolo su di loro!- esclama Lucy sventolandomi in faccia la rivista. -Hai visto con che sgorbio sta uscendo Duff? Mio Dio!-
"Sì, ho avuto la tua stessa reazione credimi!"
Faccio finta di essere interessata, come se non avessi già purtroppo visto Louisa.
-Fa' vedere!-
Cerco di abbassare la rivista per vedere le foto, ma la scosta.
-Ehi è la mia rivista, mica la tua!- ribatto fingendomi offesa.
-Nooo! Slash ha già la ragazza! Ma guardala, è sicuramente stupida!-
-Perchè scusa?-
-E' bionda. Tutte le bionde sono stupide.- spiega, con tono acido.
Accidenti, lo zio è nei guai! Rebecca non è bionda!
-Comunque, Lucy...ehm... anche tu sei bionda...-
-Sì, ma non naturale!- dice scrollando le spalle.
All'improvviso fa una faccia che sembra abbia visto un fantasma.
-MIO DIO!-
-Cosa?!-
-Ma è praticamente una bambina! Sta uscendo con una bambina! Guarda qui si baciano pure... non ti fa impressione?-
Mi mostra la foto di Desi avvinghiata ad Izzy, e faccio una smorfia contrariata.
-Sì, abbastanza.- mormoro.
Lucy gira la pagina e la fissa a bocca aperta.
Il suo sguardo corre da me alla rivista, e lentamente sbarra gli occhi.

-NON POSSO CREDERE CHE TU CI ABBIA MENTITO FINO AD ORA!-
-Non volevo farlo, ma sono stata obbligata!-
-HAI DETTO CHE TUO ZIO SAUL AVEVA UN RISTORANTE ED AVEVA CINQUANT'ANNI!-
-Ti prego ascoltami! Non volevo far sapere in giro dello zio e delgi altri perchè non avrei avuto pace!-
-E JOEL?! SCOMMETTO CHE ANCHE LUI NON LO SAPEVA!-
-Aspetta cosa c'entra adesso lui?! Non mi puoi rinfacciare quello che faccio al...-
-LUI E' UN MIO AMICO, CI TENGO A LUI E SO QUANTO STA SOFFRENDO! E TU SEI SOLO UNA BUGIARDA!-
Esce a passi furiosi e sbatte la porta.
Non ci posso credere, sono fottuta! Sono completamente fottuta! Adesso tutti i miei amici penseranno che...
Non ci voglio nemmeno pensare...
Raccolgo la rivista da terra e fisso la foto di me ed Axl abbracciati davanti al ristorante, con gli Stones.

-Axl muoviti!- ripeto per l'ennesima volta, bussando di nuovo.
-Arrivo, calmati! Lascia che mi vesta!- risponde da dietro la porta. -...anche se non dovrebbe essere un problema per te...-
-Cosa?!-
-Niente, niente! Parlavo tra me e me...-
-Ti conviene! Ti muovi?!-
Finalmente la porta si apre, ed entro nella stanza senza aspettare l'invito.
-E' terribile! Sono completamente fottuta, Axl!-
-Che intendi?-
Gli stampo in faccia la rivista, e lui la guarda e sorride sornione.
-E allora? Sei uscita bene!-
-Appunto! E' impossibile non riconoscermi! Io non ho detto di voi ai miei amici, per loro lo zio da cui sono stata è solo il signor Saul di Seattle, l'anonimo cinquantenne proprietario di un ristorante sulla quinta strada, i cui amici lavorano in banca o in ufficio! Non ho detto nemmeno una singola parola vera sul mio passato!-
Si siede sul letto, passandosi una mano tra i capelli.
-Non capisci Axl? Ho perso tutti i miei amici!- mormoro affranta, abbandonandomi di fianco a lui.
-Non ci conti, noi?-
-Ma certo che vi conto... Intendo i miei amici di qui...-
Gli stringo il braccio, sospirando.
-Secondo me, se fossero veramente tuoi amici allora ti perdonerebbero seduta stante! Io non me la prenderei più di tanto. Cioè, all'inizio sarei arrabbiato, ma poi mi passerebbe.-
-Davvero?-
-Sì, piccola. Davvero.-
Sento una morsa al petto, mentre mi bacia i capelli, e mi ritorna in mente il giorno in cui avevo fatto il test di gravidanza e gli avevo detto che era negativo solo per potermene andare.
Perfetto. Adesso mi sento in colpa per aver mentito anche a lui...
Lentamente andiamo giù, con la schiena sul letto, e appoggio la testa sopra la sua spalla.
-Sai, sei probabilmente il migliore amico che mi rimane, Axl.- sospiro.
-E sono anche bravo a mantenere i segreti.- aggiunge, con un tono che fa presupporre che sappia qualcosa.
-Cosa intendi?-
-Niente, dicevo così per dire...- risponde vago. -Ti va di venire alle prove?-
-Mi piacerebbe un mondo! Sei sicuro che non disturbo?-
-Assolutamente. Oggi dobbiamo registrare una canzone.-
-Ah sì? E' una delle vostre ballate romantiche oppure una di quelle piene di doppi sensi?-
Ride e scuote la testa.
-Ah, Samantha, ci conosci troppo bene ormai! E' una canzone d'amore.-
-Ah sì? Non mi dire. Chi l'ha scritta?-
-L'abbiamo scritta io ed Izzy molto tempo fa, prima dei Guns, ma l'abbiamo accantonata perchè non era... adatta alla band in cui eravamo ai tempi.-
-Vuoi dire che non era all'altezza?-
-Sì, in un certo senso sì... Dovresti averla già sentita, ci abbiamo lavorato per un po' con gli altri quando vivevi con noi. Adesso l'abbiamo aggiustata, ed è perfetta.-
-A chi è dedicata?-
Mi guarda, con i suoi begli occhi verdi, e sorride.
-Un po' a tutte...-
-Ma dai, che risposta è? Non puoi scrivere una canzone pensando a tutte!-
-Ok, ok... E' dedicata alle ragazze che abbiamo amato, a quelle che sono state o sono ancora importanti.-
Gli sorrido e riappoggio la testa sulla sua spalla.
Rimaniamo così per un po', a guardare il soffito senza pensieri, finchè non prende di nuovo la rivista e ride guardando la foto.
-Guarda che faccia arrapata!- mi dice, indicando Ron, dietro di me. -Hai visto come ti guarda il culo? Ci scommetto una gamba che aveva già pianificato tutto!-
Traccia una linea dai suoi occhi al mio didietro, e mi sento avvampare d'imbarazzo.
Mi tiro su e gli tiro un pugno sullo stomaco, e lui scoppia a ridere.
-Non cominciare! Sono ancora traumatizzata!-
-Mi sono fatto raccontare tutto nei minimi dettagli, sei proprio scatenata eh?-
-Smettilaaa! Non ero in me!-
-Non ti preoccupare perchè c'erano altri dentro di te!-
-Oh mio... Axl fai schifo!- ribatto con un'espressione disgustata.
-Non sei nemmeno un po' curiosa di sapere come sono andate le cose? Ronnie è rimasto piacevolmente sorpreso!-
Pronuncia le ultime due parole con un tono che le fa sembrare oscene.
Ma, in effetti, sono curiosa... Cioè, devo almeno sapere quello che ho fatto, no?
Gli faccio cenno con la mano di raccontare, scocciata.
-Come sospettavo. Allora, da dove comincio? Dalle proposte irripetibili che ti ha fatto e che tu hai accettato di buon grado, oppure da quando hai aperto le gambe?-
Gli tiro un pugno in testa, offesa.
-Axl! Smettila, mi fai sentire una... puttana!-
-Scusa, non intendevo... Allora, cominciamo dalle proposte! Il suo vero intento era di farti accettare di farlo con lui e un'altra ragazza, oppure con lui e Keith... sai deve piacergli molto il numero tre...-
-Sei terribile! Vai avanti, è già abbastanza imbarazzante ascoltarti, poi se mi devo subire anche i commenti...-
-Ok! In pratica mentre noi, persone normali,siamo andati in un locale a divertirci, voi tre, e cioè tu, Ron ed Izzy, siete rimasti qui a spassarvela alla grande alle nostre spalle. Charlie e Louisa sono arrivati che già stavate dormendo. In realtà all'inzio tu lo stavi facendo solo con Ronnie, e dalla dettagliata descrizione che mi ha fatto pare anche che te la cavavi più che egregiamente... E poi è arrivato Izzy, che per un po' è stato a guardare...-
-E' stato a guardare?! Voglio morire...-
-Su, non è mica la fine del mondo!- dice, minimizzando la situazione.
-Parla per te, depravato! Va' avanti, finiamo questa tortura in fretta!-
-Stando a quello che mi ha detto mr. Wood, appena tu e lui avete finito, Izzy è partito all'attacco: si è spogliato e si è infilato nel letto sopra di te.-
-Dio anche i particolari doveva darti?-
Mi fa segno di tacere con la mano, e lo accontento. Mi sono già pentita di aver cominciato questa tortura.
-Ma qui arriva la parte più bella. Ron ha detto che vi siete azzuffati perchè tu non volevi farlo con lui, e lui moriva dalla voglia, e alla fine vi siete ritrovati di punto in bianco a scopare come ricci!-
Nascondo il viso tra le mani e scuoto la testa. Quanto vorrei che si aprisse una voragine sotto di me e mi inghiottisse per sempre!
-Vuoi sapere la cosa più divertente? Ron ha detto che urlavate così tanto che è stato costretto a spingere Izzy giù dal letto per evitare che ricominciaste! Mi ha giurato che è stata la scopata più appassionata e rumorosa che abbia mai visto!- esclama, sorridendo. -E lui è nei Rolling Stones.-
-Non ci posso credere! Ti prego dimmi che stai scherzando, che ti sei inventato tutto!-
Lui scuote la testa e scoppia a ridere per la mia reazione.
-Ti prego uccidimi, uccidimi in fretta, una botta in testa, veloce ed indolore!- lo supplico, con il solo risultato di farlo ridere di più.
Si asciuga le lacrime con il dorso della mano e prende dei respiri profondi.
-Dimmi che Izzy non si ricorda niente!- chiedo d'un fiato, senza voler veramente sentire la risposta.
-A colazione ha d-detto...- si interrompe per un'altra risata, che cerca di sopprimere. -...ha detto che non si ricorda nulla, e non penso che comunque abbia capito che sei tu, perchè Ronnie non ha fatto il tuo nome.-
-Giura sulla tua testa che non dirai neinte a nessuno, specialmente ad Izzy e allo zio! Nemmeno una sola sillaba, chiaro? GIURA!-
-Ok ok giuro, sulla mia testa e sulla tua, va bene?-
Annuisco, guardandolo di sbieco.
-Sarà meglio che andiamo, adesso, o arriveremo in studio in ritardo!-
Mi alzo e lo seguo, anche se l'unico posto dove voglio andare adesso si trova dieci metri sotto terra ed è il più lontano possibile da qui.

*** Ronnie ***

Stiamo aspettando che arrivino Alex e Splash da un quarto d'ora, ma non si sono ancora fatti vedere.
Il ragazzo biondo continua a parlare, cazzo, non capisco nemmeno quello che dice, eppure continua a parlare.
Il tipo alto e biondo invece strimpella col basso, santo Dio ragazzo non è mica una una scopa devi trattarlo con delicatezza! E non farci cadere la cenere della sigaretta sopra!
E Izzy invece si fuma una canna mentre continua ad armeggiare con le attrezzature per il mixaggio: preme pulsanti, alza levette, imposta nuovi parametri, alza ed abbassa i volumi, senza rendersi conto che la console è spenta. Questi sono i risultati della marjuana coltivata male, signore e signori.
La porta dello studio si apre ed entra uno con più capelli che vestiti, tutto trafelato con la custodia della chitarra in mano.
-Eccomi, eccomi, lo so che sono in ritardo ma c'è stato un problema che... Aspetta nessuno che mi urla contro? Rose non è ancora arrivato?-
Eccolo, Smash! ...o come si chiama...
-Manca ancora il vostro leader?- chiedo, e i due biondi annuiscono. -Sindrome della primadonna, ce l'hanno tutti i cantanti. Se arrivi in ritardo ti fanno il culo, se loro sono in ritardo fanno una scenata perchè gli date addosso.-
-Sante parole, cazzo.- borbotta Splash sedendosi di fianco a Duff e tirando fuori la chitarra.
Si mette a lucidarla e ad accordarla, con una cura e attenzione che io non avrei nemmeno con una donna.
Il biondo di prima ricomincia a parlare a raffica, a voce alta e con insistenza.
-Ragazzo taci un attimo, ho ancora le orecchie che rimbombano per colpa di mia moglie!- sbotto esasperato.
-Ah, scusalo, Popcorn fa così quando è eccitato!- interviene Splash, distogliendo per un attimo lo sguardo dalle corde.
All'improvviso la porta si apre e compare il rosso, Alex.
Con mia grande sopresa guardo entrare anche la sua amichetta, la ragazza dell'altra notte.
Appena mi vede sgrana gli occhi ed arrossisce, ed Alex è costretto a tirarla dentro.
-Bonjour, mademoiselle. Finalmente ci rincontriamo di nuovo!-
Mi alzo e vado a salutarla, facendole il baciamano. Lei ritira la mano, visibimente agitata.
-Sì... ehm... Salve.-
-Non ho avuto modo di sapere il vostro nome, ieri sera.-
Mi guarda, esitante. Non sapevo di fare questo effetto alle donne.
-Samantha Carwell.- sospira infine, cedendo al mio infallibile sorriso.
Lo so, lo so. Ci so fare con le donne.
Ed ora, mossa finale.
-Posso invitarla a cena stasera?-
Mi guarda, e lentamente solleva un sopracciglio.
-Sono spiacente, questa sera ho un impegno importante.- risponde secca.
Argh. Questa è una ragazza difficile.
Ma non mi lascio scoraggiare, sarà dura, ma sarà anche più interessante.
-Domani?- ritento, devo insistere per farla cedere.
-No, ho impegni anche domani. Per tutta la settimana, credo.-
-Ed è anche fidanzata!- aggiunge qualcuno.
Mi volto e c'è Izzy in piedi, e tutti lo guardano.
Oh, oh! E' questa la ragazza che gli interessa, allora!
Cavolo, se fossi un buon mentore onesto, allora lascerei perdere e punterei un'altra ragazza...
Ma non lo sono, quindi mi dispiace ragazzo.
Mi giro verso Samantha, che adesso lo guarda con aria di sfida.
-A ripensarci bene, stasera sono libera. A che ora facciamo?-

Bbbbuonday!
Sono stata veloce, dai! :D
Spero di non avervi spaventati, non chiamerò Vince il gatto D:

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Cats Are Always Snob ***


C'è decisamente qualcosa che non va con me.
Ultimamente non faccio che cacciarmi nei guai.
Ma come mi è saltato in mente di accettare l'invito di quel coso?
Ah, giusto. Quando sono arrabbiata agisco d'impulso, facendo grandi, grandi cazzate.
Il gatto mi fissa dalla poltrona, accoccolato sul cuscino come un pascià.
-Dai, però Ron non è tanto male, vero? Ha cercato di palparmi, in studio, certo... Ma almeno è divertente no?- dico, cercando più di consolarmi che di convincerlo.
In tutta risposta lui soffia e si acciambella ancora di più.
-Hai ragione.- sbuffo. -Ho voluto la bicicletta ed ora pedalo.-
Finisco di piegare i vestiti appena stirati, e mi giro di nuovo a guardarlo.
-Solo che non avevo previsto che fosse un macinino d'epoca!- esclamo, agitando un braccio in preda al nervoso.
Lui miagola ed arruffa il pelo, sembrando ancora più grasso di quello che è.
Tsè, gatti. Sempre con la loro aria snob.
-Certo che sei proprio d'aiuto, eh.- borbotto, mentre vado in cucina a prendere una birra.

-Ehi Sam! Sono io!-
Lo zio entra con un sorrisone, seguito da Duff.
-Ciao, come mai qui?-
-Niente, stavamo passando di qua...- risponde vago.
-Veramente tuo zio mi ha trascinato qua di peso, zuccherino.- interviene il biondo, visibilmente scocciato.
Lo zio gli tira una gomitata, facendo una smorfia.
Questi due sono comici, quando sono insieme. Potrebbero fare uno show.
Il gatto mi si struscia sulle gambe, vuole salire sul divano. Quando lo zio lo vede strabuzza gli occhi e si avvicina per guardar meglio, con l'espressione di chi sta guardando uno scherzo della natura.
-Oh Dio che cazzo è questa bestia? Ti sei comprata un volpino?-
-No, veramente questo è un gatto...-
-Un gatto quello? Ma peserà quanto me!- esclama, punzecchiandolo con un piede.
Il felino soffia di rimando, infastidito. Lo prendo sulle ginocchia e lo accarezzo.
-Quando l'hai preso? Fino all'altro ieri non c'era!-
-Sì, me l'ha portato Izzy. Ha detto che non lo può tenere in hotel, quindi...-
-Certo che non lo può tenere in hotel, questo coso gli sfonda il pavimento!-
Scoppio a ridere e lo sollevo, porgendoglielo.
-Lo prendo io!- si offre Duff, e glielo passo.
I due si fissano in silenzio per un istante interminabile.
Il gatto ondeggia la coda, e Duff lo scruta con attenzione.
-Mh. Paul.- dichiara infine, socchiudendo gli occhi.
-Come?-
-Pesa come il mio basso, più o meno... e poi ha le guancione, praticamente è Paul McCartney con la pelliccia.-
Paul... si direbbe proprio che gli calzi a pennello.
-Sì, direi che è un nome perfetto. Aggiudicato.- dico, annuendo.
Mi sporgo per vedere l'orologio della cucina, e sospiro.
Adesso è meglio se mi preparo, Ron mi viene a prendere tra un'ora.

-Non va bene Sam devi darti una calmata!-
-Io devo darmi una calmata? Sei tu quello che sta facendo il matto!-
-Il matto? Il matto?! Lo faccio per il tuo bene! Mettiti dei pantaloni! Una giacca! Un... un soprabito, per amor del Cielo!-
Sbuffo ed alzo gli occhi, non riesco proprio a farlo ragionare... lui e le sue manie protettive, prima o poi mi soffocheranno.
-Su Slash non è mica nuda! Quel vestito non è così scollato.- interviene Duff, cercando di calmarlo.
-Ma Duff! Lui è Ron Wood! E' uno dei Rolling Stones! E ha quel brutto nasaccio che...-
-Non mi stuprerà, zio!- esclamo esasperata, interrompendolo. -E non vedo come il suo naso possa influire sul suo comportamento!-
-Ma è più grande della sua faccia, cazzo!- insiste lui, con il tono di chi sta spiegando una cosa gravissima.
Mi passo una mano sulla fronte, sospirando.
Qualcuno bussa alla porta, e Duff va ad aprire. Una testa bionda spunta dal corridoio, e riconosco subito quel sorrisone a trentamila denti. Ah, perfetto, PopCorn. Avevo giusto bisogno di qualcuno che facesse casino!
-Allora, che si dice?- saluta entrando. -Quello che ci lava i vestiti ha detto che eravate qui!-
Si blocca in mezzo alla stanza e si guarda intorno.
-Ma che sta succedendo? Avete una faccia... Mick Jagger è diventato etero?-
-Niente, lo zio ha deciso di non farmi uscire perchè mi si vedono le caviglie!- rispondo stizzita.
Lui mi guarda scocciato e grugnisce, scuotendo la testa.
Lo conosco, non mollerà facilmente, ormai mi sono già rassegnata al fatto che mi dovrò cambiare.
Mi abbandono sul divano dietro di me e sospiro, mentre Steven scoppia a ridere.
-Eddai non ha più quindici anni!- esclama, tirandogli una pacca sulla spalla. -Al massimo fa vedere un po' di tette!-
-STEVEN!- urlo, tirandogli una scarpa trovata per terra.
Per sfortuna lo manco, ma ha fatto da avvertimento. Guai a lui se ci prova ancora.
-PopCorn giuro che ti infilo in gola il tavolo se non la pianti di fare il cazzone!- lo minaccia lo zio.
Oh, ci risiamo. Stessa vecchia solfa: lui dice qualcosa di sbagliato come suo solito, lo zio si incazza e fa il gorilla, e adesso...
Adesso PopCorn comincia a fare la vittima.
-Tutti contro il povero Steve, eh? Vergognatevi!- si lamenta infatti il biondo, mettendo il broncio e sedendosi davanti a me. Faccio finta di non vedere i suoi tentativi di ricevere affetto (gliene ho già dato troppo, fino ad ora!) e ritorno a fare pressione sullo zio, che si è parato davanti alla porta come un buttafuori.
-Sono in ritardo, dai! Posso andare?-
-Cambiati, e sarò felice di aprirti io stesso la porta.-
-Dirò a Keith Richards di non fare jam sessions con te, se non mi lasci andare!- lo avverto, cercando di sembrare minacciosa.
Mi guarda per un attimo inebetito, come se stesse ancora elaborando la cosa, poi all'improvviso fa una faccia sconvolta.
-Sono tuo zio! Ho il dovere ed il diritto di prendermi cura di te! E tu mi ripaghi così?! Minacciando di infrangere uno dei miei sogni più grandi?-
Lo guardo storto, alzando un sopracciglio. Quando si mette a fare la drama queen è impossibile!
-Chi puliva il tuo vomito dal pavimento quando ti ubriacavi? Chi ti cucinava da mangiare? Chi metteva a posto la casa? Sono stata più zia io di te!-
-Ma cosa c'entra?! Io non vado in giro mezzo nudo e...-
Appena si rende conto di quello che ha detto ammutolisce, scazzato.
Non sono io quella con una rete da pesca addosso.
-Ma... ma io sono un uomo! Io ho la tartaruga e i pettorali! Tu sei una ragazza e non puoi andare in giro così!-
-Zio smettila, tanto non mi cambio! Adesso, se non ti dispiace...- dico, alzandomi. -...vado.-
-Sammy cerca di essere ragionevole, sono sicuro che saresti bellissima anche con... che so... un paio di pantaloni, un impermeabile, un maglione accollato... una veste... una tunica di lana...-
Oh, Dio mio! Non ci posso credere... mi passo di nuovo una mano sulla fronte, esasperata.
Steven trattiene una risata e gli lancio un'occhiata inceneritrice.
-Perchè non le metti anche un guinzaglio e una cintura di castità, Slash?- chiede Duff, alzando gli occhi al cielo.
Lo zio sbuffa e borbotta tra sè e sè, lasciandosi cadere sulla sedia di fianco a lui.
-E va bene, vai! Ma mettiti una sciarpa, almeno!- si arrende, scuotendo la testa.
Lo ringrazio con un bacio sulla guancia, prendo la giacca, la stupida sciarpa ed esco.

Fa freddissimo fuori, mentre qui nella macchina c'è un caldo infernale.
Ron mi osserva di sottecchi, mentre parliamo. Sembra molto a suo agio, mentre io sono ancora imbarazzata perchè... beh, per questa situazione.
Mi sforzo di sembrare rilassata, ma non sono abituata ad uscire con quelli come lui, insomma...
Diciamo che non ho idea di come andrà la serata.
Mh, mi sembra troppo tranquillo, Ronnie. Fino ad ora si è comportato da vero gentiluomo, ma scommetto che sta covando qualcosa.


*** Ron ***

Ah, è imbarazzata. Adorabile.
Devo essere sicuro di avere la piazza libera, ma sarà un gioco da ragazzi.
-Spero che non se la sia presa il ragazzo, per questo.- comincio con leggerezza, quasi fosse una semplice osservazione sul tempo.
-Chi?-
-Izzy, intendo. Se l'è presa?-
Spio la sua reazione con la coda dell'occhio. Lei mi fissa ed alza lentamente un sopracciglio, visibilmente irritata dalla domanda. Bingo, al primo colpo.
-Non vedo per quale motivo dovrebbe sapere quando esco... e con chi.- ribatte, secca. Gira la testa verso il finestrino, corrugando la fronte.
-Pensavo che... voi due... capito, no?- insisto, sporgendomi verso di lei.
-Hai frainteso tutto. E' solo un idiota.-
Sorrido sotto i baffi, e le sfioro un ginocchio.
-Ehi, non è che ti sei offesa vero?-
Si volta verso di me, con gli occhi quasi socchiusi, e sospira, rilassandosi.
-No, scusa tu.-
La limo frena lentamente e si ferma, e l'autista ci apre la portiera. Scendo prima di lei e la invito a seguirmi, tendendole la mano. Sta andando tutto a meraviglia.

***Slash***

-Cazzo quanto sei appiccicoso, papà orso!- borbotta Steven tracannandosi l'ennesima birra sotto lo sguardo allibito del barman.
-Non voglio che le succeda niente di brutto, capite?- mormoro, nascondendo lo sguardo sotto i ricci.
Duff mi batte una mano sulla spalla, ordinando uno zio Jack.
-Ah, se la sa cavare, Slasher, non è mica una bambina. L'abbiamo educata per bene.-
-Lo so, Duff, ma ce ne sono in giro tanti come noi, al giorno d'oggi.-


Buonday!
Oklosovoleteuccidermiperchèsonoinsuperritardocavolooo T - T
Vi imploro di non uccidermi a badilate, ho già il morale a pezzi di mio!
Spero di riuscire ad essere più svelta la prossima volta, seriously u.u
Diciamo che questo è un capitolo di transizione, quindi mi scuso se non è un granchè, è che serve più che altro ad introdurre una nuova scena, come quando nei film si vedono gli spezzoni del viaggio in macchina tra la scena della partenza e quella dell'arrivo: di per sè non servono molto al film, è più per occupare qualche minuto... beh non intendo che voglio occupare spazio con questo capitolo... ok sta diventando molto complicato, quindi passiamo al prossimo argomento!
A quanto pare mr. Wood è un vero e proprio gentleman... E INVECE NO!
Nel prossimo capitolo, ve lo anticipo, darà il peggio di sè, il volpacchione *Sì ok lo so, sono strana. Ma quell'uomo mi piace un sacco!*
Vi ringrazio perchè non mi avete ancora uccisa e perchè non mi avete ancora abbandonata * - *
Grazie millemilamiliardi!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=621646