LA MIA VITA

di magicwally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREFAZIONE ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 13 ***



Capitolo 1
*** PREFAZIONE ***


Prefazione:
 

 
Mi chiamo Isabella Marie Swan Cullen e questa è la mia storia.
 
Sono sposata con Edward Cullen da 5 anni, la mia vita è trascorsa nella felicità più assoluta fino a 4 anni fa.
Edward lavorava nell’ospedale di Los Angeles come pediatra, io come insegnante di lingue presso una scuola privata.
Un giorno,precisamente alla fine di ottobre 2007, arrivò in reparto un bambino accompagnato da sua madre, una famosa regista di film. Il piccolo aveva l’appendicite acuta e in poco tempo Edward lo operò, salvandogli la vita. La regista rimase molto colpita dalla bellezza di mio marito, proponendogli un provino per un film. All’inizio lui non ne volle sapere, ma poi, su insistenza di sua sorella Alice, acconsentì a farlo.
Il provino andò molto bene, infatti, gli offrirono la parte principale di un film.
All’inizio andò tutto bene, riprese comprese, i guai iniziarono più o meno 6/7 mesi dopo la conclusione del film, precisamente, quando dovettero girare il mondo per la promozione del film.
Si prese 1 anno di aspettativa dal lavoro per poter fare il film e per il tour promozionale.
All’inizio ero abbastanza contenta di questo, avevamo instaurato un buon rapporto con tutti i componenti del cast, però c’era qualcosa nella  co-star, Megan, che non  mi piaceva per niente, guardava mio marito con uno sguardo... infatti non mi sbagliavo.
Erano già due settimane che era partito per la volta dell’Europa , Parigi, Londra, Roma, e qui iniziarono le prime paparazzate. Tutti dicevano che c’era qualche cosa tra di loro, io non ci credevo, lui mi assicurava che non c’era nulla tra di loro, avevo fiducia in lui, ma non sapevo quanto mi sbagliavo.
I primi sospetti arrivarono, quando le sue chiamate, inizialmente le ricevevo a qualsiasi ora del giorno o della notte, dicendomi che gli mancavo, iniziarono a diminuire, fino a far passare anche dei giorni senza farsi sentire.
Lui come scusa diceva, che era molto impegnato tra interviste, foto, e conferenze.
A Parigi  li fotografarono mano nella mano, a passeggio, all’ingresso dell’hotel dove alloggiavano. Lui mi diceva che erano tutte delle bugie, ed era vero che l’aveva presa per mano, ma solo perché stavano scappando da delle fans. Io continuavo a credergli, che ingenua...
Al rientro, fecero tappa a New York, sempre per promuovere il film,e lì successe il fattaccio.
Al rientro in hotel,un paparazzo riuscì a fotografarli mentre si baciavano appassionatamente,davanti alla camera di Edward.
Quando vidi la foto su internet, il mondo mi crollò, mi sentii veramente male, e tutto cambiò.
Non ci pensai due volte, feci la valigia e in poco tempo mi recai all’aeroporto di Lax, prendendo il primo volo in partenza, destinazione Italia, Roma.
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


  Capitolo 1
 
Che giornata infernale, non ne potevo più, era proprio una giornata no!
Tutto era iniziato quella mattina prima di recarmi al lavoro, bucai una gomma lungo la strada, arrivata in ufficio trovai il caos più assoluto.
Il manager di una famosa casa cinematografica americana, ci aveva contattato per avere 10 interpreti ,che avrebbero dovuto seguire 24 ore su 24 le star, dovevano stare con loro nel loro albergo,per tutta la loro permanenza a Roma.
Il problema era, che, avevo solo a disposizione 9 persone, e reperirne altre era un problema, in quella settimana, a Roma, si teneva il Film Festival,quindi non c’era altra soluzione, sarei dovuta intervenire io.
Il problema, era che con quei ritmi e quelle pretese assurde,non ce la potevo fare con i bambini.
Eh si, avete capito bene , bambini, ne ho tre figli.
Thomas Edward Anthony Junior, Elisabeth Alice Carlie , Shopie Lilian Esme Swan.
Sono nati il 20 giugno 2009, lo stesso giorno del padre, quel padre che non avevano mai conosciuto e che a sua volta non sapeva nulla di loro. Da quando me ne ero andata da Los Angeles, non avevo più sentito né rivisto nessuno di loro, se non i miei genitori.
 
Quel fatidico 10 novembre 2008,quando atterrai all’ aeroporto di Roma, trovai un’infinità di chiamate, messaggi da parte di Edward, Alice e tutti i componenti della famiglia Cullen, ma io li ignorai completamente e gettai via la sim del telefono così da non poter essere rintracciata. Solo qualche giorno dopo chiamai Alice, dicendole che stavo bene e che non mi dovevano cercare , mi sarei fatta sentire io, più avanti, molto più avanti.
Non la chiamai più, non chiamai più nessuno di loro,volevo tagliare i ponti con tutti.
 
Solo mio padre sapeva dove mi trovavo, mi aveva promesso di non dire niente a nessuno.
 
Non fu semplice riprendere in mano la mia vita, paese nuovo , città nuova e soprattutto ero da sola, con il mio infinito dolore.
Due mesi dopo, mi sentii male, tanto da dover ricorrere al pronto soccorso, avevo dei crampi molto forti alla pancia, e lì scoprii di essere incinta di tre mesi.
Non potevo crederci, non me ne ero accorta, pensavo che il salto del ciclo fosse dovuto al forte stress che ultimamente il mio corpo aveva dovuto sopportare.
I medici mi dissero che era una gravidanza un po’ problematica perché aspettavo tre gemelli.
Ero al settimo cielo. Tre piccoli cuccioli da amare. Non sarebbe stato facile.
Nonostante tutto, ero riuscita a trovare un lavoro come interprete inglese/italiano, i guadagni non erano male, e sommati hai soldi che negli anni mi ero messa da parte lavorando,non avevo problemi a mantenermi anche se avessi dovuto lasciare per qualche mese il lavoro.
Trovai in affitto,un appartamento molto carino nella zona di Cinecittà , era composto da ingresso soggiorno cucina open- space , due camere, bagno, terrazzo sui tetti della città.
 
Subito dopo il parto, chiamai mio padre per comunicargli che era diventato nonno.
Due giorni dopo la notizia mi trovai sulla la porta di casa mio padre e mia madre.
Mia madre rimase con me per qualche mese, fintanto che non mi fossi rimessa in forze dal parto, mio padre ripartì quasi subito, non si poteva allontanare dal lavoro per molto tempo.
 
Erano al settimo cielo per essere diventati nonni, e loro continuavano a dirmi che dovevo dire a Edward della nascita dei gemelli, ma io non volevo, non volevo rovinargli la carriera e soprattutto la sua nuova vita.
 
Mi promisero di non dire niente a nessuno, tantomeno alla famiglia Cullen.
 
I bimbi crescevano molto bene, Thomas assomigliava molto a me a parte il colore degli occhi,che erano uguali a quelli del padre, verde smeraldo. Elisabeth e Shopie erano la copia spiccicata in tutto e per tutto del padre, Edward.
 
Quanto avrei voluto far sapere ai miei suoceri che erano diventati nonni, ad Alice Emmet Jasper Rose che erano diventati zii e soprattutto a Edward che era diventato padre, ma non potevo, non volevo, dopo tutto il male che mi aveva fatto.
Non mi aveva minimamente cercato, mai una chiamata ai miei genitori, se non subito , ma poi più nulla.
Aveva continuato con la sua nuova vita.
 
Dal canto mio, cercavo di dimenticare, ma non era facile, il suo ricordo era sempre presente davanti a me, nei miei figli.
 
Da quando ho lasciato l’America sono passati tre anni.
 
I piccoli vanno all’asilo nido, ho un’amica speciale, Laura, la mia fidata assistente.
Con tanti sacrifici, sono riuscita ad aprire un’agenzia di interpreti, e piano piano sta avendo successo, tanto che sono riuscita a farmi conoscere nelle sfere di Cinecittà. Lavoravo molto nell’ambiente del cinema.
 
Il cinema, quello che mi ha separato da mio marito, ma che ora, mi permette una buona sicurezza economica.
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer. 



 
 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


 BUONGIORNO A TUTTE. SONO MOLTO FELICE, ADDIRITTURA 8 RECENSIONI, NON MI ASPETTAVO TANTO.
VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE E ANCHE A QUELLE PERSONE CHE SONO PASSATE A LEGGERE SILENZIOSI LA MIA STORIA
 
VORREI INSERIRE DELLE FOTO, MA NON CI RIESCO, QUALCUNO DI VOI MI Può AIUTARE?
GRAZIE INFINITE
 
 
Capitolo 2
 
Ora avevo un problema, dovevo chiamare Anna,la mia fidata baby sitter.
-ciao Anna, sono Marie, (ora mi facevo chiamare come Marie Swan e non più come Bella Swan) avrei un piccolissimo problema- dissi con ansia
-Ciao Marie, dimmi tutto-
- Ti volevo chiedere, se da domenica mattina presto e per tutta la prossima settimana ti puoi trasferire a casa mia, per seguire i piccoli. Ho ricevuto un lavoro molto importante, e se manco io, mi salta tutto- dissi tutto insieme . 
- Marie , non ti preoccupare, sai che puoi sempre contare su di me. I piccoli staranno  bene, e tu dovrai solo pensare al tuo lavoro.- mi disse con gentilezza, lei sapeva tutto di me, lei era mia amica insieme a Laura, le due persone che mi avevano aiutato tanto negli ultimi anni.
-Grazie infinite, non saprei proprio come fare senza di te-, finii la chiamata e contattai il Sig.James Smit, il manager della casa cinematografica.
- buongiorno Sig.Smit sono Marie Swan, dell’Agenzia Swan , le volevo comunicare che ho il personale da lei richiesto per la prossima settimana. Le ho appena inviato un e-mail con l’elenco dei nominativi e relative referenze delle persone che staranno a contatto con lo staff . Garantisco personalmente per loro, sono fidati,non ci sono mai stati problemi e tra l’altro ci sarò anch’io , quindi, direi che non ci siano problemi-
- Buongiorno Signorina Swan, sono felice che sia riuscita a trovare tutto il personale, con così poco anticipo. Purtroppo ci sono stati dei disguidi con la solita agenzia che utilizziamo. Il suo nome me lo ha dato un mio amico fidato , il Sig.Aro Volturi, e mi ha garantito che lei è una persona molto affidabile. Vedrà, che se, ci troveremo bene con voi, il rapporto di lavoro andrà avanti-.
- La ringrazio infinitamente, attendo una sua mail con tutti gli aggiornamenti del caso-
- Non si preoccupi, la mia assistente Victoria, sta già stilando il contratto, con tutti i dettagli dell’incarico.-
- Benissimo, ci sentiamo più tardi Sig.Smit per definire eventuali dettagli che non siano chiari-
- Bene Sig.na Swan a più tardi-
 
Ottimo, pensai, ora era tutto a posto, ero riuscita ad avere anche quell’incarico, e pensavo che i guai per quel giorno fossero finiti, quanto mi sbagliavo...
 
Stavo già valutando di prendermi qualche ora da poter trascorrere con i miei figli,visto che la settimana a venire non li avrei visti di frequente, quando Laura entrò nel mio ufficio, e dal suo sguardo, capii che era successo qualche cosa.
 
-cosa c’è ancora? Non mi dire che ci sono ancora dei problemi, dimmi che va tutto bene?- chiesi con speranza
- Marie è arrivata l’e-mail da parte del Sig.Smit, e credo...- non la lasciai finire e dissi
-ottimo, fammi vedere-, notai il suo turbamento nel consegnarmi i fogli – cosa c’è?-
- Marie... non so come dirtelo, non vorrei...-
-fammi vedere!- esclamai
Stavo controllando che gli accordi presi in precedenza, fossero corretti, tipo prenotazione albergo  per gli interpreti, compensi e varie, non notavo niente che non andasse, era come avevamo pattuito.
ma c’era anche un terzo foglio, a cui non badai, erano solo delle note...
-mi sembra che vada tutto bene, il contratto è come l’avevamo pattuito- dissi con insofferenza
- Marie... guarda l’ultimo foglio, ma per cortesia mettiti seduta-
-perché?-
-fidati... mettiti seduta-
Dopo tanta insistenza feci come mi disse.
Presi tra le mani il terzo foglio che riportava delle note:
 
di seguito, dopo un accurato controllo delle referenze da voi fornite, troverete gli abbinamenti staff/interpreti.
Siete pregati di attenervi alle nostre disposizioni, in quanto, la sicurezza e riservatezza dello staff è di estrema importanza :
 

  1. Edward Cullen / Marie swan
  2. ....
  3. ....
  4. ....
  5. ...
  6. ...
  7. ...
  8. ...
  9. ...
  10. ..
 
 
Alzai lo sguardo e guardai terrorizzata Laura
– no! Non è possibile, ci deve essere uno sbaglio- urlai
 
Non ci potevo credere, era un incubo, no, non adesso .
 
L’attore principale l’avevano assegnato a me.
 
Era...
 
Non riuscivo neanche a pronunciare il suo nome. Ero sotto choc.
 
-Marie... Marie... come ti senti? Rispondimi?- mi disse Laura allarmata
 
-nooooooooo! È un incubo! Ora come faccio? Dimmelo tu!- dissi con veemenza
-n...non so cosa dirti, solo che è un bel casino! So solo che non puoi permetterti di perdere questa opportunità di lavoro. Potresti farti conoscere anche oltreoceano- mi disse sconsolata
- come faccio, non posso presentarmi, scoprirebbe tutto! Non voglio che rientri nella mia vita. Dopo tutto quello che ho dovuto passare, tutto il dolore che ho provato...- dissi sempre più sconsolata.
- Inoltre, la settimana scorsa l’avvocato di Los Angeles, gli ha fatto recapitare i documenti per il divorzio. Non posso incontrarlo proprio ora- ora ero proprio nei casini.
 
-Marie, vedrai che troveremo un modo per evitarlo il più possibile. Se non sbaglio le conferenze si tengono con i traduttori simultanei, di conseguenza non ti vedrà- disse Laura con entusiasmo
Io aggrottai un tantino le ciglia e le feci notare – e con la voce come la mettiamo? E quando lo dovrò seguire in qualsiasi posto lui voglia andare?-
- hai ragione. Dunque… per la voce, potresti modificarla leggermente, magari utilizzando l’accento francese, e per quanto riguarda le uscite singole, ci penso io a trasformarti. Fidati – disse con entusiasmo – ora non preoccuparti, ci pensiamo domani tanto è venerdì, e loro se non sbaglio arrivano a Roma domenica mattina, quindi abbiamo tutto il tempo. Ora tu vai a prendere i piccoli e vai casa a rilassarti, e non pensare a nulla.-
- Laura la fai facile tu! Anche se sono tre anni che non mi vede, mi riconoscerà ugualmente, dopo aver passato tanti anni insieme non sarà facile ingannarlo- dissi prendendo in mano il telefono
-ora devo chiamare il Sig.Smit per comunicargli che è tutto ok-
- buongiorno Sig.Smit, sono Marie Swan-
-buongiorno a lei Sig.na Swan, ha ricevuto il contratto? È tutto apposto?-
- si... è tutto come concordato. Le volevo chiedere se potevo...  apportare delle modifiche alle sue disposizioni, mettere il Sig.Mike Newton con il Sig.Edward Cullen ?- chiesi con speranza, sapendo già la risposta negativa, ma tentar non nuoce.
- mi dispiace ma ormai abbiamo già dato disposizioni alla sicurezza, e non si può più cambiare, lei mi capisce vero?-
-si... o..ok se non si può far diversamente...-
-mi scusi Sig.na Swan, come mai questa esigenza se non sono indiscreto?-
-no... è... che... visto che il Sig.Cullen è molto acclamato dal popolo femminile, pensavo che fosse meglio per lui avere un uomo, potrebbe avere dei problemi con la mia presenza, tutto qui.- sospirai -ma se non si può fare diversamente, va bene così, non si preoccupi. –
-allora Sig.Swan se non c’è altro , ci vedremo domenica mattina alle ore 10,00 all’hotel Parco dei Principi, per incontrare tutto lo staff, e prendere gli ultimi accordi.-
- Benissimo Sig.Smit, ci vediamo domenica mattina . Arrivederci – salutai con aria  sconsolata.
- Basta! Per oggi ne ho avuto abbastanza. Vado a prendere i bimbi, poi a casa, sperando di rilassarmi...- pensando già che non ci sarei riuscita.
Ora si presentava un bel problema. Forse era arrivato il momento di confrontarsi, e soprattutto di dire la verità
 

 
DIMENTICAVO...
 
 

BUON NATALE A TUTTI
 

 
 
Prossimo aggiornamento, dopo Natale.
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.


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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE
 
Scusate per il ritardo, ora vi lascio a questo capitolo
 
 
 
Capitolo 3
 
Pov. Edward
 
Era tutta la notte che stavo aspettando notizie da parte di  James, il mio socio,era nella nostra sede di Londra della SMIT & C. ENTERTAINMENT dove “C” sta per Cullen.
Si avete capito, sono il socio di maggioranza.
Sono entrato in società due anni fa, dato che ho avuto un’enorme successo con i miei film, e di pari passo, anche le mie entrate, ma di questo investimento, non lo sa nessuno.
Prima devo ritrovare la “mia Bella”, lei deve essere la prima a saperlo.
Lei è la mia famiglia.
 
- Ciao James, hai delle novità in merito?-
- si Edward e ti piaceranno molto...- mi disse
- allora non farmi stare sulle spine...- dichiarai con un tono di voce speranzoso
- Bene. Ho contattato Bella, e come tu sai ora si fa chiamare Marie Swan e non più Isabella o Bella. Allora, ha accettato il contratto e tutti gli accordi, solo...  che... quando ha visto il tuo nome ha provato a tirarsi indietro e farsi sostituire da un collega, affermando che era meglio un uomo al tuo fianco, sai, a causa delle numerose fans... e rimarcando che forse lei ti avrebbe creato dei problemi, essendo donna  -
- me lo immaginavo, anzi forse sarebbe meglio...- dissi sconsolato
- non lo devi neanche pensare, dopo tutta la fatica che hai fatto per rintracciarla- disse con tono di rimprovero,
-comunque sono riuscito a farla desistere dalla sua idea, adducendo che erano già stati presi tutti gli accordi con la sicurezza dello staff, di conseguenza non si poteva più tornare indietro.-
-allora quali sono gli accordi?-
- allora... domenica mattina arriverà alle 10,00 in Hotel con tutto il suo staff. Le ho detto che ultimeremo tutti gli accordi  in Hotel. Come ti pare come idea?-
- Non so , forse sarebbe meglio che io cambiassi interprete. Lei non mi vorrà nemmeno vedere. Figurarsi stare a contatto con me per una settimana, dopo tutto quello che le ho fatto!- affermai con disperazione.
- Edward, ormai quello che è fatto è fatto, non si torna più indietro. Vedila come un’ultima possibilità di riconciliarti con lei. Non sarà facile, ma ci devi mettere tutto te stesso, e in particolar modo NON FARE CAZZATE CON NESSUNA DONNA - mi disse deciso.
- lo so ho fatto una madornale CAZZATA 3 anni fa, che, se ci penso ancora, vorrei sprofondare.-
- Edward, non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene. Avrai l’appoggio della tua famiglia, quindi...-
- lo so , loro non sanno nulla in merito a Bella, nel senso che l’ho ritrovata. Voglio che per loro sia una sorpresa. Allora hai confermato tutte le camere in hotel, sai che vorrei Bella vicino alla mia.-
- non ti preoccupare, tu avrai la Royal Suite e Junior suite comunicanti tra di loro, che ovviamente è di Bella. E soprattutto a quel piano ci sarete solo voi due. Questo privilegio ti costerà un po’- mi comunicò
- non mi interessa quanto mi costerà- dissi con un gesto di rabbia, ovviamente rivolto a me stesso.
- lasciami finire... allora dicevamo, su quel piano ci sarete solo voi due, mentre la tua famiglia occuperà 3 Presidential suite, il nostro staff occuperà le junior suite, e lo staff degli interpreti le camere deluxe. Questo è quanto. Domande?- mi chiese ridendo
- si, no... non lo so. Speriamo solo che vada tutto bene. Ora bisogna solo aspettare che arrivi questa notte da prendere l’aereo e essere in giornata già a Roma. Avrò tutto il sabato per abituarmi all’idea di rivederla...-
- bene Edward, ora vedi di rilassarti, perché ti si presenteranno dei giorni molto intensi... – rise di gusto
- ok James, tanto non ho nulla da fera, Alice mi ha già preparato i bagagli, quindi... non mi rimane altro da fare che pensare agli errori che ho fatto...
Ci vediamo sabato in giornata, quando arriverai.-
- ok ciao e fatti TANTO coraggio, ne avrai bisogno-
- Ah... James, un ultima cosa-
- dimmi...-
- A Roma, vedi di stare alla larga da Bella, vedi di girare al largo-
-ok messaggio ricevuto, ti saluto- mi disse ridendo
- ciao-
 
Quanti errori ho commesso, sono veramente... , chissà se riuscirà a perdonarmi?
Con questo pensiero, mi dirigo nel nostro posto speciale, sperando di trovare una risposta a tutti i mie dubbi che stanno affiorando nella mia testa.
 
Arrivo alla nostra spiaggia, testimone, di tante nostre serate romantiche,e giornate spensierate, quando pensavamo che nessuno ci poteva separare.
 
Sono un emerito cretino, non ho parole per descrivermi...
 
Se penso a quello che le ho fatto a Novembre 2008, e durante tutto il 2009,mi prenderei a schiaffi e non solo, le peggiori torture dovrei sopportare!!!
 
Una settimana fa, mi è crollato il mondo addosso...
 
Un avvocato, uno dei più tosti di Los Angeles, mi ha consegnato i documenti di divorzio, che, ovviamente non ho firmato.
 
Farò  di tutto per farla tornare da me, ce la metterò tutta.
 
Lei è la mia vita, senza di lei non sono nulla.
 
Si, ho continuato con la mia vita, è vero, ma dopo quella sbandata, quando mi sono svegliato, ho realizzato che LEI è la mia linfa vitale.
 
Senza di lei, la mia vita, è una notte senza stelle, buia.
 
Non so nemmeno quanto tempo è passato, guardo l’orologio e mi accordo che è tardi, mi aspetta un aereo, quell’aereo che mi porterà da lei...
 
 
 
Casa Bella & Edward: http://i52.tinypic.com/2cnyxpd.jpg
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Macchina Edward :http://i55.tinypic.com/taov9w.jpg
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Spiaggia: http://i56.tinypic.com/zxo3o9.jpg
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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


 PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE
 
 
Capitolo 4
 
Pov. Bella
 
Finalmente dopo una giornata infernale, sono arrivata a casa .
Faccio scendere dalla mia macchinai mie figli, che sono seduti sui loro seggiolini e mi dirigo verso il mio appartamento.
Finalmente in casa.
-mama, mama voio futtino,- chiede con dolcezza la piccola Lizzie
-achio,achio- esclamano insieme Tom e Sophie
- certo piccolini miei, però solo un pochino, che tra poco si cena- comunico ai miei figli
Dopo aver dato loro il fruttino, si accomodano sul divano a vedere i cartoni.
Ne approfitto per mettermi avanti con la cena – Tom,Sophie e Lizzie, la mamma va a fare da cena, vedete di stare buoni e non combinare disastri- comunico loro con dolcezza, tutti insieme  mi rispondono – si mama no ti peoccupae , facciamo i bavi- e si rimettono a guardare la tv.
-Benissimo tesorini miei, la mamma è in cucina-
Dopo una buona mezzora, suona il campanello.
Strano,penso, non attendo nessuno vado al citofono . si? Chi è?-
-sono Anna, posso salire?-
-certo-
Pochi istanti dopo, Anna fa il suo ingresso e i bambini le corrono incontro contenti -Ana Ana, che beio, coa fai qui?- Sophie le corre in braccio mentre Lizzie e Tom, le si aggrappano alle gambe.
-ciao piccoli miei. Sono venuta a trovare la mamma, e naturalmente anche voi- comunicò
- ma... fai i gioi con noi? Viene anche Clodio? Si ti pego!- esclama Tom, che ha una venerazione per Anna e ma in particolar modo per il marito, Claudio.
Thomas, tra i bambini, è quello che sente maggiormente la mancanza di una figura maschile in casa,
infatti, quando c’è, cerca sempre le sue attenzioni, e lui molto volentieri glie le da.
Anna, in compenso, in quelle giornate è sempre con le bimbe.
È stata veramente una fortuna incontrare delle persone così splendide, ma purtroppo , loro non hanno avuto la fortuna di avere dei bambini, e , ora hanno intrapreso la strada dell’adozione, solo che non è facile. Ma loro ce la stanno mettendo tutta.
Per fortuna, non hanno problemi economici, Claudio è un famoso avvocato di Roma, ed è stato lui a contattare per me, quello di Los Angeles. Io non avrei saputo come fare.
-piccoli, non lo so se può venire- dice con aria triste – poi dovete chiedere a vostra madre se le va bene?-
- Mama po veire Clodio?- chiese Tom con voce mielosa e fece il solito sorriso, quello a cui non riesco mai dire di no.
- Certo che Claudio può venire, anzi, se vogliono possono rimanere a cena- dissi con entusiasmo,
-Anna chiama Claudio e fallo venire qui, così cenate con noi- almeno speravo di potermi distrarre dal pensiero dei giorni che mi aspettavano.
Anna mi seguì in cucina e chiamò suo marito, e si misero d’accordo che sarebbe arrivato intorno alle 19,30.
I bambini a quella notizia iniziarono a saltare da tutte le parti, – bimbi non si salta, vi fate male!-
-ma... noi samo coteti che vene Clodio, coì gioca con noi!- esclamano tutti contenti
- ma questo non è motivo di saltare come delle cavallette. Su ora fate i bravi, che Anna mi aiuta a preparare la cena , poi veniamo in salotto con voi- dico per tranquillizzarli.
Dopo un po’ che siamo in cucina, indaffarate a preparare la cena, prima quella dei piccoli, poi la nostra, Anna nota che c’è qualche cosa che non va, ma lei lo sa, che se non le dico nulla, lei non deve chiedere.
 
Alle 19.30 come da accordi, arriva Claudio, e così ceniamo tutti insieme.
I bambini non ci danno tregua un secondo, e alle 21,00 finalmente riesco a farli andare a letto, ovviamente dopo aver fatto loro un bagno.
 
Quando tutto è tranquillo, ci ritroviamo, nel salottoa chiacchierare del più e del meno.
Decido di vuotare il sacco
-Anna... Claudio... devo chiedere il vostro consiglio su una cosa molto importante...- dico con un filo di voce
- dicci tutto Marie, sai che ti puoi fidare di noi...- mi comunica Claudio con infinita dolcezza
- lo so, vedete... oggi ho accettato un lavoro, che per la mia agenzia è molto importante. Non posso da contratto venire meno a questo impegno, e sinceramente dal lato lavorativo nemmeno io...- dichiaro con voce tremolante e allo stesso tempo disperata
- allora perché sei così... come dire... in un qual modo ... disperata?- mi chiede Anna
- vedete, domenica mattina mi devo recare all’hotel Parco dei Principi, per incontrare il manager del mio ultimo contratto di lavoro...- lascio in sospeso la frase
- bene, ma qual è  il problema? Non hai mai reagito così- mi chiese con tono apprensivo
- il problema è... che... dovrò affiancare un attore molto famoso, acclamato da tutto il mondo femminile...-
-beh! Meglio così, magari ci scappa che ne so... un incontro romantico?- mi dice Anna – è tanto tempo che non hai un uomo al tuo fianco, e sarebbe ora che ti lasciasti il tuo passato alle spalle-mi comunica con veemenza.
Cerco di respirare normalmente, ma sento che l’attacco di panico è molto vicino, quindi mi decido di parlare- Anna, il problema che il mio passato, da domenica e per tutta la settimana, lo avrò al mio fianco-
-cosa dici? Non capisco-
-Anna, fermati non dire altro!Marie, dimmi che quello che penso , non è la verità?- mi chiede Claudio
-Si è come pensi. Dovrò affiancare Edward Cullen per tutta la prossima settimana. Ho provato a chiedere, con una scusa, se potevo affiancargli un’altra persona, ma mi hanno detto, che così è stato deciso e così deve essere, sai per via della sicurezza...- dico tutto insieme
-Marie, non è possibile. Vuoi che veda se riesco a livello legale, a toglierti da questo “piccolo” problema?- chiede Claudio in tono professionale
- no ti ringrazio... forse è meglio così, forse è venuto il momento di dare un taglio netto alla mia vita, e voltare pagina-
-ma come farai con i bambini? Sei sempre convinta di non dirgli nulla?- mi chiese Anna
-si... no... non lo so, so solo che se gli dico dei piccoli, lui tornerà nella mia vita, e non so se ce lo rivoglio- mi passo nervosamente le mani nei capelli.
-ma loro hanno diritto di avere un padre! Non credi? Si stanno attaccando a mio marito, ma lui non è il padre! Anche Edward ha diritto di sapere! Anche se ti ha fatto soffrire molto, non lo puoi estromettere dalla loro vita! Probabilmente un giorno te ne pentirai, e forse per allora sarà troppo tardi!- mi disse con voce alterata.
- lo so... lo so..., forse avrei dovuto contattarlo a suo tempo. Ma come facevo? Eh ! mi dici come potevo fare?- dissi scoppiando a piangere – quella foto del bacio, mi torna sempre in mente, le loro foto sono sempre davanti agli occhi!- esclamai tra un singhiozzo e l’altro.
-Hai ragione Marie, ma se ti fossi sbagliata? Tu in definitiva non hai mai voluto chiarire con lui, anzi, a ogni suo tentativo di mettersi in contatto con te, gli hai sempre chiuso le porte in faccia!-
- ma cosa dovevo fare? Le loro foto si sono susseguite per mesi e mesi, anche dopo che sono scappata via! Quindi la loro relazione è andata avanti ugualmente! Evidentemente, per lui, una volta ottenuto fama, successo, e bellissime donne... non ero abbastanza per lui. Anzi non lo sono mai stata!- esclamo alzandomi in piedi
- ma stai dando di matto? Le foto che ho visto su voi due, su internet, non mi sembrano proprio che tu non sia abbastanza per lui! Anzi in tutte le foto, ti guardava con aria molto innamorata! Ma con più te lo dico, con più tu non ci credi! –
-uff! ora cosa faccio? Claudio cosa faccio?- chiedo disperata
- Marie, se vuoi domenica mattina ti accompagno in albergo, e mettiamo in chiaro subito le cose con lui. Se sei sempre convinta di chiedere il divorzio, io ti appoggerò!- cercò di tranquillizzarmi Claudio
- lo faresti per davvero? Te ne sarei molto grata. Però c’è un altro problema. Devo rimanere in hotel a dormire, e non so se ce la potrò fare a sopportare tutto questo! E se lui si presenta con una donna? So che con quella Megan è tutto finito, anche perché si è sposata...-
-ora non ci pensare. Domani chiama Laura e fatti accompagnare a fare shopping per la prossima settimana. Ne hai bisogno. Io rimango con i bambini- mi comunicò Anna con un tono di voce che non ammetteva repliche.
- come non detto. Odio lo shopping, e tu mi mandi con la seconda persona che conosco, con manie di grandezza esponenziale in fatto di “shopping”. Mi vuoi proprio far morire!- esclamo
- lo so io cosa ti fa bene. Vai e non pensare a nulla. E vedi di comprarti delle cose da farlo schiattare al suolo.-
- si... come no!-
-allora domani mattina sono qui alle nove. Non accetto rifiuti-
- ok capo. –
Finalmente entro nella mia camerae,mi svesto, poi decido che ci vuole proprio una bella docciaper rilassarmi.
 
 
Alle 7,00 mi svegliai , dopo una notte molto tormentata, guardai fuori dalla finestra, sembrava che la giornata a venire, almeno dal lato meteorologico, doveva essere bella! Ci sarebbe stato il sole.
 
La mia giornata personale, non lo so come sarebbe stata, probabilmente un incubo...
 
Come un orologio svizzero arrivò Anna e subito i bambini le saltarono addosso
-Buongiorno Marie, riposato bene?-
-Nottata molto movimentata, ma poteva andare peggio. I bambini hanno già fatto colazione, sono cambiati e puliti.Ora vado, se no, chi la sente Laura se arrivo tardi!-
-Ciao Marie, fai con comodo, cerca di distrarti. Divertiti-
- ok ci proverò. Fate i bravi, la mamma cercherà di tornare presto, così oggi pomeriggio tutti al parco. Però solo se fate i bravi-
- va bene mama, noi faiamo i bavi. Ciao- mi dissero tutti e tre. Che tesori.
 
Con la mia auto, arrivo a casa di Laura e con lei ci dirigiamo in un centro commerciale. Il mio incubo
 
Abbiamo visitato un sacco di negozi, dall’intimo ai vestiti da sera. Mi ha detto che sarà una settimana molto speciale, dovevo farlo morire.
 
Finalmente verso le 14,00 torniamo a casa. I bambini erano a fare il pisolino, ma da lì a un’ora si sarebbero svegliati.
 
-Anna tutto bene? Sono sati bravi?-
-Si Marie come al solito, sono stati dei piccoli angioletti, vivaci, ma angioletti- comunicò con un sorriso sulle labbra.
-si come no! Degli angioletti! Comunque ora se vuoi puoi andare a casa. Laura verrà con noi al parco, così mi da una mano-
-ok , ma prima ti preparo la valigia, così tu non ci devi pensare, poi vado a casa. Ha detto Claudio, che domattina mi accompagna lui verso le 8,30, così si ferma un pochino con i piccoli, poi ti accompagna all’hotel. –
-ok grazie infinite. Siete veramente speciali, ho degli amici veramente speciali. Tutti!- esclamo io con gratitudine.
- non ti preoccupare. Anche tu non sei da meno. Con i tuoi figli, ci hai risollevato il morale, e ci hai fatto prendere una decisione molto importante, quella dell’adozione. Grazie- dichiara con le lacrime agli occhi.
 
Finalmente i piccoli si svegliarono, gli do la merenda e insieme a Laura ci dirigiamo verso un parchetto vicino a casa mia.
 
I piccoli iniziano prima con le altalene, era sempre un problema, volevano salire tutti assieme, ma non era possibile, le altalene erano due.
Di solito la più accomodante era Sophie, che accettava di stare vicino a me mentre spingevo i fratelli.
Poi si passava allo scivolo, e li erano sempre risate a crepapelle, i bimbi si divertivano un sacco.
 
C’era anche un posticcino molto tranquillo, dove di solito li lasciavo liberi di correre di saltare sul prato.
Per me, quel momento era perfetto, riuscivo per qualche minuto a concentrarmi su me stessa.
 
- Laura, domani per me sarà una giornata molto difficile. Non so se riuscirò a sopportare il tutto.
Vorrei poter andare lontano con i miei piccoli, ma forse è giunto il momento del confronto.-
- Marie, è ora che tu affronti le tue responsabilità, e se è giunto il momento di farlo, lo farai... sempre e comunque a testa alta- si alza e si avvicina ai bambini
-è ora di rientrare bambini, la mamma è molto stanca- li prende per mano e si avvia verso l’uscita del parco.
Sophie mi raggiunge e con lei per mano, seguo Anna Lizzie e Tom. Destinazione casa .
 
Con un grosso abbraccio saluto Laura –lascio l’ufficio nelle tue mani, per qualsiasi problema chiamami. Mi raccomando.-
- non ti preoccupare di questo. Piuttosto pensa a te stessa, e cerca di vivere questa settimana per quella che è. Se ti porterà buone cose, perché non accettarle? Vivi la tua vita per una volta, non pensare a niente e fai quello che ti senti-
-Sarà molto difficile. Non ti prometto nulla- mi allontano dalla mia amica, e senza accorgermene calde lacrime scendono dal mio volto.
- non fare così, forse è un segno del destino quello che ti sta capitando. Forse tornerete ad essere una bellissima famiglia- mi abbraccia un ultima volta e si avvia alla porta stringendomi l’occhio si chiude la porta alle  spalle.
 
Ora sono sola con i miei piccoli amori, ed è ora che spieghi loro, che la loro mamma per qualche giorno non la vedranno.
- Tom, Lizzie, Sophie venite dalla mamma, vi devo dire una cosa- mi siedo sul divano e loro si accoccolano tutti addosso a me
- allora, la mamma nei prossimi giorni non ci sarà- smetto di parlare, aspettando che loro capiscano quello che gli sto comunicando –pecchè?- mi chiede Tom
- devo andare a lavoro, e con voi ci saranno Anna e Claudio. Siete contenti?- ai nomi dei nostri amici, esultano di felicità, sanno che verranno viziati a più non posso, cosa che io cerco di evitare.
- mama... ma poi toni da noi?- mi chiede allarmata Sophie – certo che torno,  starò via poco poco, ma non preoccupatevi, tutti i giorni vi telefonerò- mi abbasso verso di loro e li bacio tutti e li coccolo per molto tempo.
 
Ben presto arriva ora di cenare, e ci sistemiamo tutti e quattro in cucina e tra urletti e dispetti arriva l’ora della nanna.
Li accompagno in camera e ognuno di loro va nel proprio lettino, leggo una favola, e finalmente si addormentano.
 
Sarà molto difficile stare lontana da loro, ma non posso fare diversamente.
 
Vado in bagno a fare un bagno rilassante, sperando che funzioni.
 
Dopo un po’ esco dal bagno e vado a letto, e come previsto non riesco a dormire.
 
Solo verso le cinque del mattino riesco ad addormentarmi, e quando suona la sveglia alle 7,00, mi sembra di non aver dormito per nulla .
Mi guardo allo specchio e sono un disastro, vado a farmi una doccia, lavo accuratamente i capelli, e  penso a quello che devo mettermi.
 
Vado in camera e prendo fuori un completo giacca/pantalone blu e con camicia bianca, molto professionale.
Nel frattempo si sono svegliati i piccoli, così preparo loro la colazione, che con molta allegria mangiano.
I miei tesori sono sempre allegri, e per di più sanno che stanno arrivando Laura e Claudio, quindi non stanno più nella pelle.
 
Non mi accorgo che il tempo passa fino a quando non sento suonare il campanello – oddio sono già qui? Mi devo ancora preparare- nel mentre apro loro la porta
-Marie ma sei ancora conciata così?- mi rimprovera Anna prendendomi per mano e conducendomi nella mia camera
-Claudi pensaci tu hai piccoli. Io devo pensare a te, su... su... che è tardi, dobbiamo sbrigarci- esclama, nel frattempo nota il vestito che avevo pensato di mettermi e facendo una smorfia si dirige verso il mio armadio, mi passa una gonna nera, maglia color salmone a maniche tre quarti con scollo morbido che cade sul davanti , scarpe salmone tacco dodici, borsa in coordinato,  collana , braccialetto e orologio e per finire giacca nera.
- ecco ora sei bellissima! Puoi andare- ride tutta soddisfatta
Mi acconcio i capelli in una coda alta, metto un filo di trucco e sono pronta.
 
Saluto i piccoli con tanti baci e abbracci, poi comunico che sono pronta per andare.
 
Claudio prende la mia valigia, e con il cuore in gola mi avvio verso la sua macchina, quella macchina che mi condurrà da Edward.
 
 
Prossimo aggiornamento spero entro la fine dell’anno, se così non fosse,
auguro a tutti un Felice Anno Nuovo
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***


BUON 2011 A TUTTI
 
  
PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE
 
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Giselle SPER I CONSIGLI E IL SUPPORTO NECESSARIO. GRAZIE INFINITE.
 
Ho pensato di farvi cosa gradita mettere delle foto per i alcuni personaggi.
 
 
 
Isabella Marie Swan Cullen
Anni 28
Moglie di Edward (quasi ex.)
Mamma di Thomas, Elisabeth,Sophie
Interprete proprietaria Agenzia Swan
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Edward Anthony Cullen
Anni 32
Marito di Bella (quasi ex.)
Papà di Thomas, Elisabeth,Sophie (ma lui non lo sa)
Stimato pediatra a livello Americano in microchirurgia infantile e attore di fama mondiale
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Thomas Edward Anthony junior Swan
Figlio  di Edward e Bella
Anni 2,5
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Elisabeth Alice Carlie , Shopie Lilian Esme Swan
Figlie  di Edward e Bella
Anni 2,5
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Claudio Ferri
Anni 35
Marito di Anna Bocedi
Avvocato
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Anna Bocedi
Moglie di Claudio Ferri
Anni 28
Baby sitter Tom,Lizzie e Sophie
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Laura Lolli
Anni 28
Segretaria personale di Bella
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James Smit
Anni 35
Amico e college Edward
Manager Smit & C. ENTERTAINMENT
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Gradito? Spero di sì. Fatemi sapere.
 
Ora vi lascio al capitolo
 
 
Capitolo 5
 
Bella pov.
 
Dopo mezzora di viaggio, alle 09,50 finalmente arriviamo davanti all’Hotel, parcheggiamo la macchina, faccio per scendere ma le forze vengono a mancare.
La tensione è al massimo, inizio a respirare a fatica, Claudio mi abbraccia incitandomi a reagire
-Marie, non fare così. Reagisci. Ora prendi un bel respiro e cerca di calmarti. Pensa hai tuoi figli che ti adorano,i sacrifici che hai dovuto affrontare per arrivare dove sei ora. E tutto questo lo devi solo a te stessa. Tu sei forte! Più di lui. Fatti valere!- continua a cullarmi tra le sue braccia cercando di calmarmi.
Dopo qualche minuto gli faccio segno che sono pronta, e con lui, entro nell’hotel.
Mi guardo attorno, non si vede nessuno di mia conoscenza, e con un sospiro ci avviciniamo alla reception –Buongiorno, sono la Sig.ra Marie Swan, avrei appuntamento con il Sig.James Smit-
-Buongiorno Sig.ra Swan, si il Sig.Smit la sta attendendo nella sala riunioni, insieme al suo staff. Prego, seguitemi- nel frattempo ci avviciniamo a una porta che prontamente mi viene aperta, facendomi segno di entrare.
Prendo un grosso respiro e attraverso la porta, il cuore va a mille, sembra voler uscire dal petto.
Istintivamente Claudio mi cinge la vita e ci avviamo dentro al sala piena di gente.
Vedo i miei collaboratori già intenti a parlare con il cast , ma lui non riesco a vederlo.
Mi si avvicina un uomo di bell’aspetto, alto biodo, fisico palestrato, occhi azzurri
-buongiorno sono il Sig.James Smit, lei deve essere la Sig.Marie Swan?- guarda con curiosità l’uomo accanto a me – Piacere Marie Swan,- gli stringo la mano -lui è il Sig.Claudio Ferri- si stringono a loro volta le mani, scrutandosi.
-Piacere di conoscerla Sig.Smit- parla in tono professionale
- allora Sig.ra Marie, come lei sa, voi sarete a disposizione 24 ore su 24 alla persona assegnata, per tutta la loro permanenza a Roma. Tuttavia, nei momenti che loro non hanno bisogno del vostro intervento, avrete delle ore libere. Purtroppo dovrete tutti dormire in Hotel, per ogni evenienza- comunica gentilmente, continuandosi a guardare intorno fino a che il suo sguardo si blocca.
 
Ecco, ci siamo, penso. Prendo coraggio e volgo lo sguardo dove si è fermato quello del Sig.Smit, e in tutto il suo splendore, dopo tre anni lo rivedo.
È appoggiato al muro in fondo alla sala, ha lo sguardo pensieroso. Quando si accorge di essere osservato, mi guarda confuso, e con la sua solita andatura si avvicina a noi.
 
Lui non ha nessuna reazione vedendomi. Quindi , lui sapeva già chi sono. Era tutto programmato!
 
Panico. Rabbia. Dolore. Sono questi i sentimenti che mi avvolgono tutto il corpo, quel corpo che ora tenta di cedere. Claudio se ne accorge e mi stringe ancora di più al suo fianco, infondendomi un po’ di sicurezza, mi guarda dolce facendomi l’occhilino, come a comunicarmi che sono forte.
 
-ah... Edward finalmente sei arrivato. Ti stavamo aspettando.- volge lo sguardo a Edward e poi a me, e viceversa turbato - ti presento la Sig.ra Marie ...- Edward lo interrompe
– non c’è bisogno che ci presenti...- mi guarda negli occhi, e noto che nel suo sguardo c’è dolore, e allo stesso tempo gioia.
-B.bella...-
-non sono più Bella , per lei Sig.Cullen sono la Sig.ra Marie Swan e nient’altro- lo guardo con gli occhi pieni di odio, lui rimane shoccato, non riesce a proferire parola.
-Marie calmati...- mi dice Claudio senza farsi sentire dagli altri
-Sig.ra Marie, spero che... non ci siano problemi in merito- mi chiede il Sig.Smit, facendomi capire che è al corrente dei nostri rapporti.
- da parte mia assolutamente no! Sono qui per lavoro...  Spero che sia così anche per il Sig.Cullen?- guardo Edward negli occhi, facendogli capire che non potrà sperare in nessun altro tipo di rapporto.
-no... anche per me non ci saranno problemi- mi guarda sconsolato.
Per togliermi dall’imbarazzo, Claudio prende l’iniziativa – Buongiorno Sig.Cullen sono l’Avv.Claudio Ferri, un caro amico di Marie- calcano sulla parola “caro amico” e lo guarda con un sorriso sulle labbra
Edward spalanca gli occhi, sembra sorpreso, un lampo di gelosia gli attraversa lo sguardo, poi punta uno sguardo  freddo su Claudio -Piacere mio Edward Cullen- ora lo sguardo è molto affilato.
-bene signori, se non c’è altro, io andrei... ah Sig.ra Marie, alla reception le consegneranno la chiave della sua camera, dove troverà tutto il programma della settimana. Per questa mattina non c’è nulla da fare , ci troveremo tutti alle 13,00 nella sala da pranzo- mi comunica il Sig.Smit con uno sguardo  supplichevole, sembra che voglia dire “non ucciderlo. Per favore!”
 
-Sig.Cullen...- faccio un movimento con la testa , come per salutarlo
- Arrivederci Sig.Cullen- Claudio mi fa segno di uscire dalla stanza.
 
Lui non si muove, è pietrificato dalla mia reazione nei suoi confronti, non riesce neppure a fare un gesto in segno di saluto. È proprio quello che speravo...
 
Quando finalmente riusciamo a lasciare la sala riunioni, mi sento stanca, tanto che Claudio mi deve sostenere di peso, le forze sembrano venirmi a mancare.
Si fa consegnare la scheda della mia camera, e sua volta consegna le chiavi della sua auto dicendo loro di farmi avere i bagagli in camera.
-su... fai un ultimo sforzo, ti accompagno in camera- dolcemente mi spinge verso l’ascensore.
 
Mi sento osservata , mi volto verso la reception, e noto che c’è Edward che ci guarda, ci fissa insistentemente, fino a quando non entriamo in ascensore e le porte si chiudono.
Il suo sguardo è disperato, le pupille dilatate, sembrava quasi in stato di shock.
 
Quando le porte dell’ascensore si sono chiuse, sono crollata addosso a Claudio, non riuscivo più a stare in piedi. Mi prende in braccio, e mia avvolge nel suo caldo abbraccio, ora mi sembra l’oasi del deserto, senza di lui mi sentirei morta. Non ce l’avrei mai fatta.
 
Arriviamo al piano, cerchiamo la camera, ed entriamo.
 
Il mio sguardo è meravigliato, non è possibile che questa sia la mia camera, guardo Claudio – ma non può essere, questa è una suite,!- esclamo guardandomi in giro sempre più affascinata da quello che sto vedendo
- vedila così, almeno non ti mancherà nulla, starai molto comoda- mi comunica Claudio con sguardo divertito.
- te la senti di rimanere sola? Se vuoi rimango qui, e ti accompagno a pranzo- mi guarda con aria indagatrice
- no... vai pure... anche se pensavo che fosse più facile. Ma sono qui per lavoro, e non per lui...- mi avvicino alla vetrata e guardo fuori. Ma non riesco a vedere nulla, vedo solo il suo sguardo addolorato e null’altro.
Mi volto – vai pure Claudio, ora ce la devo fare da sola, se dovessi avere bisogno...  ti chiamo. Dai un grosso abbraccio hai miei piccoli, già mi mancano- mi avvicino e lo abbraccio , gli faccio un piccolo sorriso, come per dire che va tutto bene, ma lui non ci crede.
-ascoltami, forse è meglio se rimango con te...- nota il mio disappunto – ok fai come vuoi. Io ci sono... per qualsiasi cosa...- mi sorride e si avvia alla porta, mi guarda e se ne va.
- ciao Claudio...- è solo un sussurro. Ora sono veramente sola.
 
Guardo il mini appartamento, perché questa non è una camera, è meraviglioso.
Nel frattempo mi hanno consegnato i bagagli, decido di disfare la valigia.
 
Passa un po’ di tempo e finalmente ho finito, e quando chiudo le ante dell’armadio, noto che c’è una porta con una chiave sopra. Strano, il bagno e dall’altra parte. Dove porta questa porta?
Mi avvicino e appoggio l’orecchio alla porta, sento dall’altra parte qualcuno che parla, probabilmente al telefono, ma non riesco a capire cosa dicono.
Svelta mi allontano, ho una strana sensazione...
Mi sento molto inquieta, decido di guardare il programma della settimana “domenica 30 Ottobre 2011 ore 16,00 studio cinque di Cinecittà, intervista in diretta a una trasmissione della rete televisiva nazionale”. Uffa , pure la televisione! Speriamo solo, che nessuno mi riconosca...
Guardo l’orologio e noto che sono soltanto le 11,30, non riesco a stare in questa stanza fino alle 13,00, quindi decido di andare a fare una passeggiata.
 
Presi il cappotto e la borsa e mi avviai verso l’ascensore per uscire dall’hotel.
Quando le porte si aprirono, andai dall’addetto della reception comunicandogli che andavo a fare una passeggiata e che sarei tornata in tempo per il pranzo.
 
Mi avviai fuori dall’hotel e mi incamminai verso Villa Borghese, ci volevano cinque minuti per raggiungerla, era molto vicina.
Mi addentrai nel parco, e come per magia ritrovai quella serenità che mi serviva per poter affrontare quella lunga giornata.
Cammino, cammino fino ad arrivare vicino al piccolo lago, mi siedo su una panchina e mi rilasso completamente. Penso a quanto la vita mi ha dato ma che allo stesso tempo mi ha tolto.
 
Passa il tempo senza che me ne accorgo, è tardi. Devo rientrate, mi tocca pranzare al suo stesso tavolo! C’è la farò? Si! Bella tu ce la puoi fare!
 
Mi avvio alla volta dell’hotel, c’è un sacco di gente al parco e non mi accorgo che una persona mi sta seguendo. Si avvicina, mi strappa la borsetta dalla spalla, mi fa cadere, tira, facendomi strisciare a terra e alla fine sbatto la testa.
Attorno a me c’è un gran trambusto,gente che urla e sento una voce che urla:
-oddio Bella che ti hanno fatto?  Bella rispondimi ti prego! Bellaaa!- alzo lo sguardo per capire chi è che urla, guardo... ma il buio mi fa sprofondare in un luogo senza luce.
 
 
 
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Vi aspetto numerose.
 
 
Prox. Aggiornamento entro fine prossima settimana
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer. 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 ***


  
PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
 
 
Attenzione! Il capitolo è stato scritto in fretta e non ricontrollato.
Quindi chiedo perdono per eventuali errori
 
 
Capitolo 6
 
Edward pov.
 
Finalmente sono a Roma. Finalmente dopo tanto tempo ti rivedrò. Chissà come sarai cresciuta, sarai diventata una splendida donna, ti sarai fatta una nuova vita?
Con uno scatto scuoto la testa, no! Lei è solo mia! Ma che stupido che sono, lei non mi vorrà nemmeno vedere, dopo tutto il male che le ho fatto.
Cerco di nascondermi il più possibile tra la gente, ma non ci riesco, vengo inseguito da dei paparazzi. Mi rincorrono fino alla macchina che è a mia disposizione, non ne posso più di questa vita sotto i riflettori. Quella vita che mi ha portato via la mia unica ragione di vita, Bella.
 
Ora sono sulla macchina che mi sta portando in città, sta cercando di depistare i paparazzi e finalmente ci riesce.
Se venissero a sapere dove alloggio, per me, per noi sarebbe la fine.
Vorrei vederla subito, ma non so dove abita, non so più nulla di lei, so solo che abita e lavora a Roma e nient’altro.
Ho fatto il viaggio con la mia famiglia, Alice continuava a scrutarmi, deve aver capito che nascondo qualche cosa. Durante il volo cercò di indagare, faceva domande su domande, ma io non le ho detto nulla, -Edward c’è qualche cosa che ti turba?- chiese con voce speranzosa.
- no non c’è nulla. Va tutto bene, sono solo stanco tutto qua.- dissi con tono che non ammetteva altre domande.
- va bene, diciamo che ci credo, ma ricordati... qualsiasi cosa tu mi nasconda, riuscirò a scoprirlo...- mi guarda e sorride.
Bingo! Sono fregato, adesso inizierà a fare l’investigatrice. Forse a lei potrei dire che ho ritrovato Bella, ma non ci riesco. Per ora lo voglio tenere solo per me.
Arriviamo in Hotel che è quasi ora di pranzo, ma non ho voglia di  nulla quindi mi dirigo alla reception, consegno i documenti e bagagli e mi faccio dare la scheda della mia camera e salgo.
Sono veramente distrutto, cercherò di dormire qualche ora, ma sarà molto difficile.
La mia suiteè meravigliosa, grande luminosa. Vedo anche la porta di comunicazione con quella di Bella, chissà se riuscirò mai a oltrepassare quella porta. Speriamo di sì.
Mi consegnano i bagagli, prendo il necessario per farmi una doccia, così mi reco nel bagno, è meraviglioso.
Mi faccio un lungo bagno per rilassarmi, quando ho finito mi dirigo in camera, mi vesto comodo, e mi sdraio sul letto, sperando di riuscire a riposare. Ma tutte le mie speranze vanno in fumo quando sento dei colpi alla porta – si chi è?- chiedo sperando che non sia uno scocciatore
-sono Alice, apri!- chiede con tono autoritario.
-che cosa vuoi? Sono piuttosto stanco?- le comunico sbuffando
-Edward lo so che mi nascondi qualche cosa. Non me ne vado da questa stanza, finché non mi dici cosa ti turba- e si mette a sedere comoda sul  divano.
La guardo con aria rassegnata , mi siedo vicino a lei e inizio a raccontare.
- sai quasi un mese fa, James ha incontrato Aro Volturi, e gli ha parlato benissimo di un’agenzia di Roma per interpreti, e così l’ha consigliata vivamente. Ha portato con se un depliant , e sopra a questo c’era la foto del proprietario dell’azienda con alcune persone dello staff.- prendo un respiro per andare avanti
- beh... allora cosa c’era di strano in quel depliant?- chiede con curisità
- aspetta... te lo faccio vedere- mi dirigo verso la mia 24 ore e prendo quello che cerco e lo allungo ad Alice
- guarda attentamente tutte le persone della foto- la guardo attentamente fin tanto che spalanca gli occhi – ma... ma... è- non riesce a parlare
-è?-  chiedo io
-Edward... questa sembra... Bella!- alza il viso e mi guarda con uno sguardo che è confuso, non riesce a crederci
-sì... è lei. Finalmente l’ho ritrovata- sospiro e mi passo una mano nei capelli.
-ma... è fantastico- si alza e inizia a saltare per tutta la stanza
- Alice... non so nulla di lei, so solo il nome dell’agenzia, non so nemmeno dove abita... potrebbe essersi fatta un’altra vita.- mi alzo e vado alla finestra
-poi... tu non sai... ma pochi giorni fa, mi ha contattato un avvocato di Los Angeles, consegnandomi i documenti per il divorzio...- mi volto e guardo Alice in viso. La sua reazione è di stupore, dolore e risentimento.
- se non ti avessi convinto a fare quel provino...- disperata si mette a piangere.
- no... Alice non è colpa tua. La colpa è solo mia... sono un emerito cretino.-
- Edward tu avrai anche sbagliato, ma dopo quel periodo... infelice, diciamo, non ti hanno più fotografato in atteggiamenti intimi con nessun’altra-  si avvicina e mi abbraccia.
-è vero, ma tutte le foto che sono circolate sui giornali e sul web, sempre in compagnia di Megan. Sono tutte foto che ci hanno obbligato a fare da contratto, e per il ricatto, ma lei non lo sa...- mi accascio a terra e mi appoggio al muro. Non riesco più a ragionare, la testa mi scoppia.
Maledetti paparazzi, maledetto contratto vincolante, maledetto me che non ho saputo reagire atutto questo.
- Edward... vedrai si sistemerà tutto. Certo, farai un po’ fatica ma ce la farai- mi dice con dolcezza.
Si guarda attorno e nota che non ho ancora disfatto i bagagli – ti metto a posto i vestiti, poi ti lascio solo- mi dice saltellando verso l’armadio.
Poco dopo ha finito, e tutto a posto, anche le cose che vanno in bagno, poi mi guarda – ma quella porta dove và?- chiede con curiosità.
-vedi... quando James ha organizzato il viaggio a Roma, e ha contattato l’agenzia di Bella, riuscendo ad averla, ha messo una clausola sul contratto, che tutto il personale doveva dormire in hotel...-
- e con questo cosa vuoi dire... aspetta, quindi Bella soggiornerà in questo Hotel, e magari... quella porta che ora è chiusa, in realtà e in comunicazione con quella di Bella?- mi osserva e ride. Sta già pensando hai possibili sotterfugi da poter escogitare.
- Bingo! Ma prevedi il futuro? No... perché se è così... dimmi subito come andrà a finire...- rido, mi avvicino a lei e l’abbraccio – ti voglio bene Alice. Cosa farei se non ci fossi tu? – la guardo e sorrido.
-Edward, io farò in modo che quella porta venga aperta e che resti aperta. Ma... tu...- e mi punta un dito sul petto-fai il cretino un’altra volta e sei... morto!- ride, gira i tacchi e si avvia alla porta
-quando dovrebbe arrivare Bella?-
-domani mattina alle 10,00-
-ok benissimo, ci penso io ad avvertire il resto della famiglia. ok?- chiede
-va bene, mi raccomando però non avvicinatela per nessun motivo, fino a quando non avrò visto che reazione ha nei miei confronti- dico sconsolato
-ok, non aspettarti un atteggiamento caloroso, anzi...-
- lo so... ma sopporterò tutto, pur di farla tornare con me-
- buona fortuna fratellino- chiude la porta e se ne và.
 
 
Ascoltate questa canzone come sottofondo :
http://www.youtube.com/watch?v=pp2-ksTITFA&feature=related
 
Finalmente solo con me stesso.
Non vedevo l’ora che arrivasse il mattino, avevo voglia di vederla.
Stavo pensando a tutti gli anni che avevo passato con lei, al nostro amore perso, perso per cosa?
Per uno stupido bacio rubato da parte della mia co-star, bacio rubato quando non ero pienamente lucido.
In quel periodo, ero alle stelle.
Fama, popolarità, belle donne che ti si buttavano hai piedi, ero costantemente su di giri.
Ma questa mia ebbrezza l’ho pagata molto cara.
Nell’ultimo periodo, quando stavo ancora con Bella, l’avevo trascurata un po’, ma gli impegni erano tanti, in più, la mia co-star mi era sempre appiccicata, non mi lasciava fare nulla.
Mi lasciai condizionare da lei, lei che mi voleva, lei che voleva far naufragare il mio matrimonio, e alla fine c’è riuscita.
Se Bella sapesse la verità...
Mi darebbe un’altra possibilità?
Ma so soltanto che adesso ho perso la mia unica ragione di vita.
Guardo fuori e vedo che è già buio.
Finalmente si sta avvicinando il nuovo giorno, il giorno in cui la rivedrò!
 
Vengo svegliato da dei colpi insistenti alla porta
-Edward! Edward! Mi apri! Sono già le 8,00 del mattino. Ti devi preparare- esclama da fuori la porta Alice.
Mi alzo e vado ad aprire la porta, entra come un uragano – su! Su! Che è tardi ti devi preparare- dice tuta contenta.
Riesco a raggiungere il bagno, faccio una doccia veloce, poi torno in camera.
Sul letto vedo jeans neri, camicia nera e giacca grigia e nike nere.
 
-ma Alice così mi devo vestire?- sbuffo
-sì così , sei splendido così.-
-ok, ma ora lasciami solo che mi vesto e poi vado giù nella hall, voglio vederla quando arriva-
-fai come vuoi, noi stiamo in camera, così non rischia di vederci- mi sorride e se ne và.
 
In poco tempo mi vesto, e raggiungo la hall.
Guardo l’orologio, sono solo le 9,00 del mattino. Mi dirigo al bar e prendo un caffè, sperando che il tempo passi alla svelta.
 
Poco dopo mi raggiunge James, e mi dà un pacca sulla spalla- allora come va? Sei emozionato?- mi guarda e ride
- abbastanza. Il tempo non passa mai, non vedo l’ora di rivederla- mi giro verso l’entrata dell’hotel, nella speranza di vederla entrare.
-Edward, vedi di non farti vedere subito, lascia passare qualche minuto, ti faccio segno io quando è il momento. ok- mi guarda serio.
-ok...- mi giro verso il barman e chiedo un altro caffè. Intanto parliamo del più e del meno, quando vediamo arrivare della gente che dice di essere dell’agenzia, quindi si dirigono verso la sala conferenze.
Io, impaziente, entrerò da un’altra porta, non voglio che mi veda, ma io voglio vedere lei.
 
Finalmente arriva. Ma noto che non è da sola. E’ un uomo alto, molto alto, forse più di me, capelli castani occhi... come i miei. Ma questo qui chi è?
Forse è uno dell’agenzia, magari l’ha voluta accompagnare per farle coraggio, forse è così, speriamo...
Noto però che lui la guarda con dolcezza mentre si avviano alla sala conferenze, le fa segno di entrare  con la mano che le tiene dietro la schiena.
 
Finalmente entro anch’io nella sala, vedo che sta parlando con James, è molto nervosa, si vede perché non ha perso il vizio di mangiarsi il labbro inferiore.
James si guarda attorno, mi cerca, mi faccio vedere e lui mi fa segno di avvicinarmi.
Quando il mio sguardo incrocia il suo, riesco a rimanere impassibile, e subito nel suo noto panico,rabbia e tanto... dolore. Dolore che ho provocato io.
 
 -ah... Edward finalmente sei arrivato. Ti stavamo aspettando.- mi comunica James, continuando a guardare Bella e poi il sottoscritto, e viceversa turbato - ti presento la Sig.ra Marie ...- prontamente lo interrompo
– non c’è bisogno che ci presenti...- la guardo negli occhi e il dolore che provo è tanto, perché vedo che lei non è più la stessa donna di 3 anni fa, e allo stesso tempo gioisco pechè la sto guardando.
-B.bella...- cerco di parlare ma lei mi blocca
-non sono più Bella , per lei Sig.Cullen sono la Sig.ra Marie Swan e nient’altro- vedo il suo sguardo ed è pieno di odio, rimango shoccato, non riesco a proferire parola.
-Marie calmati...- le comunica l’uomo accanto a lei cercando di non farsi sentire, ma io sento ugualmente.
-Sig.ra Marie, spero che... non ci siano problemi in merito- le chiede il James , facendole capire che è al corrente dei nostri rapporti.
- da parte mia assolutamente no! Sono qui per lavoro...  Spero che sia così anche per il Sig.Cullen?- mi guarda Edward negli occhi, facendomi capire che non potrò sperare in nessun altro tipo di rapporto.
-no... anche per me non ci saranno problemi- la guardo sconsolato.
Per alleggerire un po’ l’atmosfera che si è venuta a creare , lo “sconosciuto” si presenta                    – Buongiorno Sig.Cullen sono l’Avv.Claudio Ferri, un caro amico di Marie- calcando sulla parola “caro amico” e mi guarda con un sorriso sulle labbra.
Spalanco gli occhi, sono geloso, “un caro amico” cosa vuol dire? Stanno insieme? E poi avvocato?  
Lo guardo con il mio sguardo più freddo -Piacere mio Edward Cullen- ora se è possibile i miei occhi sono due invisibili fessure.
-bene signori, se non c’è altro, io andrei... ah Sig.ra Marie, alla reception le consegneranno la chiave della sua camera, dove troverà tutto il programma della settimana. Per questa mattina non c’è nulla da fare , ci troveremo tutti alle 13,00 nella sala da pranzo- le comunica James con uno sguardo  supplichevole, sembra che voglia dire “non ucciderlo. Per favore!”
 
-Sig.Cullen...-  mi saluta con un movimento della testa.
- Arrivederci Sig.Cullen-  l’avvocato mi saluta e con lei lasciano la stanza.
 
Sono disorientato. Non mi aspettavo una reazione del genere. Ma cosa mi aspettavo?
Ciao amore mio, mi sei mancato tanto, facciamo finta che non sia successo nulla”!
Sono un emerito c.....o, e chi più ne ha più ne metta.
 
Li seguo alla reception, vedo che sono abbracciati, il mio cuore sembra voler scoppiare dal dolore che provo.
La guardo quando prende l’ascensore e nel suo sguardo c’è sempre odio, solo odio.
 
Vorrei poter tornare indietro nel tempo, ma non si può.
Raccoglierò quello che ho seminato.
 
Aspetto qualche minuto, salgo nella mia camera.
Mi avvicino alla porta comunicante, spero di sentire quello che si dicono.
Voglio sapere del loro rapporto.
Sento che lui le parla, ma non riesco a capire, quindi sconsolato mi siedo contro la porta, sperando di sentire la sua voce.
Poco dopo sento la porta chiudersi, e dalla sua camera provengono solo pochi e flebili rumori.
 
Nel frattempo Alice mi telefona, quindi mi sposto da dove sono seduto, mi avvio alla finestra, è una bellissima giornata.
- Pronto- sussurro
- Edward... allora? Dimmi tutto. Cosa ti ha detto?- chiede con impazienza
-nulla, mi ha solo detto , testuali parole “non sono più Bella , per lei Sig.Cullen sono la Sig.ra Marie Swan e nient’altro” non mi ha lasciato dire nulla. Le sue parole dicono tutto.- le comunico con la voce strozzata dal pianto.
-Edward, lo so che ci stai male, sarà dura ma ce la farai...- mi dice con dolcezza.
-ascoltami... adesso ti vengo a prendere, e andiamo afare un giro solo io e te, cosa ne dici?-
-ok, a tra poco- sospiro.
Poco dopo Alice bussa alla porta , apro e noto che sta guardando verso la porta di Bella che si sta aprendo, veloce entra dentro e sbircia il corridoio. Notiamo che ha indosso il cappotto, quindi anche lei sta lasciando l’hotel. Ci guardiamo in faccia e veloce prendo la giacca, il cappellino e usciamo anche noi. Destinazione: “inseguimento di Issabella Swan”, sperando che non si accorga di noi.
 
Arriviamo in un parco, è bellissimo, all’entrata abbiamo letto “Villa Borghese”.
La seguiamo, si avvicina a un laghetto e si siede su una panchina.
Altrettanto facciamo noi, sempre senza farci vedere.
Alice non sta più nella pelle, vorrebbe andare da lei e parlarle, ma le faccio segno di no.
Noto che ci sono dei paparazzi nei paraggi.
E ti pareva che mi lasciavano stare anche in compagnia dii mia sorella. Naturalmente no!
Lo faccio notare a Alice, e lei sbuffa. Anche la loro  vita è sempre sotto i riflettori a causa mia.
 
Vediamo che Bella si alza dalla panchina, c’è un sacco di gente, e a un tratto notiamo un tizio che si avventa su Bella e la fa cadere, prontamente mi lancio verso di lei per vedere cosa le è successo, quando alice –Edward non andare! Ci sono i paparazzi! Lascia stare vado io, tu torna in hotel e avvisa Carlisle – la guardo addolorato, La mia Bella ha bisogno di me, ma non posso avvicinarmi a lei. Perché! Sono disperato.
 
Corro in hotel e avviso Carlisle che Bella è stata aggredita e che forse c’è bisogno di lui.
 
_Alice come sta Bella? Cosa le è successo?- chiedo con apprensione, e mi passo in continuazione la mano nei capelli.
-Tranquillo, ha solo delle sbucciature, è stata scippata!- mi comunica con un filo di voce che non mi convince
- cosa è successo? Dimmi la verità?- grido
-calmati... ha sbattuto la testa è ha perso conoscenza. Con due poliziotti la stiamo portando in hotel, fai raggiungerci da papà- mi ordina.
-papà... Bella ha perso conoscenza. La stanno portando qui, devi avviarti verso di loro- gli comunico.
Carlisle si avvia veloce, mi si avvicina Esme e mi abbraccia – vedrai che non sarà nulla- la guardo negli occhi e mi commuovo
- se la... dovessi- non mi lascia finire di parlare
-vedrai che starà bene- e mi abbraccia sempre di più.
 
Poco dopo entrano nella hall e si dirigono verso la sua camera.
Prontamente vado con loro e chiedo ad –Alice...- mi guarda – sta tranquillo, ha ripreso conoscenza, solo che ora si è come appisolata. Non è nulla di grave- mi dice per tranquillizzarmi
-papà come sta...- chiedo
- vedrai sarà una piccola botta e niente in più. Ora la visito e poi ti dico-
-ok-
Mi metto fuori dalla sua porta, inizio a camminare su e giù, non riesco a stare fermo.
 
Poco dopo esce Carlisle e mi comunica che si è svegliata e che ha solo qualche sbucciatura e che lo svenimento è stato solo a causa dello spavento.
 
Ora in camera con Bella c’è Alice. Sento che stanno parlando piano piano. Entra anche Esme e le sento che piangono tutte insieme.
Alice esce dalla camera e mi dice che non mi vuole vedere.
 
In quel momento il mondo mi crolla addosso. Lei non mi vuole vedere. È quello che mi merito.
 
 
 
 
 
 
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Vi aspetto numerose.
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 ***


PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
 
 
Attenzione!
Mi piacerebbe avere una copertina o foto per la mia storia.
Chi mi può aiutare?
Grazie
 
 
Capitolo 7
 
Pov.Alice
 
Edward finalmente l’aveva ritrovata.
Dopo tanto dolore, era riuscito a trovarla.
Aveva smosso mari e monti, ma sembrava sparita nel nulla.
Poi... un incontro fortuito, ha messo in moto tutto il resto.
Edward ha sofferto tanto, tra ricatti e contratti estremi, ha rischiato di perdere la ragione.
Tutto per uno stupido bacio rubato.
 
Eravamo al parco, sempre circondati da paparazzi, sembrava che oramai, vivessero sempre attaccati alla vita di mio fratello.
Non lo lasciavano mai. Era un incubo. Non poteva più uscire che lo inseguivano sempre e ovunque. Riusciva solo a uscire con noi della famiglia e pochi altri.
Il problema era, che lui lavorava in ospedale, e c’erano certi giorni, che gli era impossibile eseguire il suo lavoro.
Per fortuna la sicurezza era eccellente in ospedale, in reparto entravano solo i parenti e amici dei pazienti, elencati scrupolosamente su un elenco, costantemente aggiornato.
 
Stavamo seguendo Bella, fino ad arrivare in un parco magnifico ,  “Villa Borghese”, così c’era scritto all’entrata.
Si fermò davanti ad un piccolo laghetto, si mise seduta su una panchina, e iniziò a guardare davanti a sé.
Probabilmente stava pensando a tutta la sua vita, a quello che aveva perso e a quello che aveva ottenuto.
 
Ad un tratto si tira su e si avvia per tornare verso l’hotel, quando all’improvviso vediamo che viene aggredita da un tizio, e la fa cadere.
Prontamente Edward fa per correre da lei quando lo fermo –Edward non andare! Ci sono i paparazzi! Lascia stare vado io, tu torna in hotel e avvisa Carlisle – lo guardo e noto che è molto addolorato, vorrebbe soccorrerla ma quei maledetti non glie lo permettono.
Corro verso Bella -oddio Bella che ti hanno fatto?  Bella rispondimi ti prego! Bellaaa!- alzo lo sguardo e noto che ci sono già gli “avvoltoi” all’attacco, così le copro il volto con la mia giacca.
Mi guardo attorno e noto che due agenti di Polizia si stanno avvicinando, e urlando gli dico di muoversi, per fortuna parlo un po’ di italiano.
-agente questa signora è stata aggredita e scippata, mio fratello è andato a chiamare nostro padre che è medico.- dico tutto insieme.
-chiamo subito l’ambulanza!- prende la ricetrasmittente per chiamare, ma prontamente lo fermo
- scusi forse non ce n’è bisogno. Tra pochi minuti mio padre sarà qui. È mia cognata, e mio fratello è una persona famosa, quindi preferirei aspettare – lo guardo , noto che è preoccupato, ma finalmente vedo arrivare di corsa Carlisle
-Alice fammi vedere- si mette in ginocchio e guarda subito le pupille di Bella. Reagiscono per fortuna. Le dà qualche schiaffetto sulla guancia –Bella!Bella!- finalmente vedo che apre gli occhi ed esulto.
Si è svegliata
-Bella come ti senti? Hai male da qualche parte?- chiede mio padre con tono molto dolce
-C.Carlisle... ma... c.cosa è successo- chiede mentre grossi lacrimoni le scendono dagli occhi
-Bella sei stata scippata,sei caduta e hai perso conoscenza- le comunico abbracciandola
E inizio anch’io a piangere. Solo mio padre riesce a stare composto, anche se gli costa molto. Anche lui, come tutto il resto della famiglia, ha sofferto molto da questa triste storia.
- signori, forse è il caso di visitarla- ci richiama l’agente- andiamo, ci sono molti paparazzi qui attorno, ho richiesto una macchina, ora sta entrando nel parco, così vi accompagniamo in hotel e se ce n’è bisogno rimaniamo a fare da sicurezza.
Nel frattempo arriva l’auto della Polizia, saliamo, tenendo sempre il viso di Bella coperto, non voglio che gli “avvoltoi” la riconoscano, e le rovinino la vita.
Finalmente arriviamo in hotel, Edward è disperato e ci corre incontro nella hall, sale con noi nella camera di Bella.
Carlisle ci fa aspettare fuori e va dentro a visitarla.
 
Pov Carlisle
 
Dopo tanto abbiamo ritrovato la nostra Bella.
È diventata bellissima, anche se ora è spaventata da quello che le è successo, mantiene sempre la sua bellezza.
-Bella... come ti senti?- le chiedo con il tono più dolce che ho
-C.Carlisle... oh che bello rivederti- e scoppia di nuovo a piangere
-su... su... ora stai tranquilla. Posso visitarti?- aspetto il suo consenso che arriva con un accenno del capo. La visito scrupolosamente, per fortuna non è nulla di grave solo qualche graffio e tanto spavento.
-Bella, per fortuna hai solo qualche graffio, la perdita di coscienza è stata dovuta alla paura e al forte stress causato dagli ultimi eventi. Devi solo riposare per oggi.- le comunico toccandole gentilmente una guancia. Lei annuisce ma non riesce a parlare. È troppo emozionata.
– vuoi vedere Alice?- lei mi guarda, spalanca gli occhi e mi fa segno che può entrare.
Esco dalla camera e faccio cenno ad Alice che può entrare. Edward prontamente mi chiede di Bella, gli dico che non è nulla e che si deve solo riposare per oggi.
Edward annuisce. È molto pensieroso. Come del resto lo è da tre anni a questa parte. Non è più lui. Non sorride più, parla solo se sollecitato, sembra che tutto e tutti gli scivolino via , respira solo per poter campare.
Vedo arrivare James – cos’è successo a Bella?- chiede allarmato
-è stata scippata al parco, ha solo qualche graffio, solo che a causa del forte stress, ha perso conoscenza, e per oggi deve stare a riposo- gli comunico in tono professionale.
- ok certamente, nessun problema. Edward tu oggi pomeriggio hai un’intervista con la tuo co-star in televisione. Al posto di Bella ti farò affiancare da qualcun altro.- gli comunica deciso.
-no... io l’intervista non la faccio. Ho già sostenuto abbastanza ricatti nella mia vita, e OGGI IO RIMANGO QUI. DA. BELLA. – ribatte Edward quasi urlando.
-Edward ... ragiona, starai lontano dall’hotel solo per poco al massimo due ore . te lo prometto. Avviso subito la produzione del programma e comunico che farai solo l’intervista e nient’altro. In trasmissione rimarrà solo la co-star e il tuo posto lo prendo io. Va bene- gli comunica speranzoso.
-ok... ma non più di due ore.- dichiara nel mentre mi guarda e dice- e tu le starai accanto, non voglio assolutamente che le accada qualcos’altro. Intesi!- mi fulmina con lo sguardo
- Edward... non preoccuparti, ci sarò io- gli comunico per tranquillizzarlo.
Nel mentre arriva Esme, entra anche lei nella stanza.
Le sento parlare piano e poi piangere.
Quanto dolore deve aver passato anche Bella...
Dopo un po’ esce Alice dalla stanza e comunica ad Edward che non lo vuole vedere.
Edward è disperato, sembra che il mondo gli stia crollando addosso.
Si mette contro il muro e si fa scivolare per terra, porta le gambe al petto e inizia a piangere.
Piange silenzioso, si dispera, fino a quando – Edward... non preoccuparti, vedrai che si sistemerà tutto. Devi solo aver pazienza. Anche lei ha sofferto molto- lo faccio alzare e l’accompagno nella sua camera. È veramente distrutto.
 
Si butta sul letto, ha lo sguardo nel vuoto, sembra come morto.
 
Speriamo che sistemi tutto, perché ho veramente paura di perdere mio figlio.
 
Pov.Bella
 
Carlisle lascia la camera e fa entrare Alice.
Alice la mia piccola Alice, la mia fantastica sorella.
Quanto mi è mancata.
Solo ora mi accorgo che ho sbagliato a tenere tutta la mia famiglia fuori dalla mia vita. Quando realizzo il mio pensiero, scoppio a piangere.
Alice allarmata mi abbraccia e mi consola come può.
Per un po’ stiamo in silenzio, ci osserviamo
-Alice... mi sei mancata. Scusami- l’abbraccio più forte che posso e ci culliamo a vicenda.
Non c’è bisogno di parlare. Per quello ci sarà tempo.
- Edward è qui fuori, lo vuoi vedere? È molto in pena per te- mi dice a fil di voce
Non riesco a parlare, faccio segno di no con la testa e lei capisce immediatamente.
-ok se non te la senti per ora va bene così. Ma dovrete parlarvi... lo sai? Vero?- mi dice con un sospiro.
Faccio segno di si con la testa, ma per ora non riesco a parlare.
La porta si apre e vedo entrare Esme titubante, incerta se entrare o no.
Le faccio segno di avvicinarsi, allora non esita e mi si butta tra le braccia e inizia a piangere anche lei.
-Bella... la mia piccola Bella, finalmente ti abbiamo ritrovato- dice guardandomi negli occhi.
Io li chiudo e poi – scusa... scusatemi tutti... – e l’abbraccio forte forte.
Non la smette più di baciarmi e abbracciarmi. Mi guarda e ride , e poi mi riabbraccia.
- perché?- solo una parola mi dice
-n...non lo so... ma per favore non ora. Vi prometto che vi spiegherò tutto quanto. A tutti- dichiaro sicura.
- a tutti? Anche a Edward?- chiede con speranza Esme
- certo soprattutto a lui- la guardo negli occhi e sorrido.
- bene- sospira.
Vedo che Alice lascia la stanza, forse vuole lasciarmi da sola con Esme, la ringrazio infinitamente per questo suo gesto.
 
Ci osserviamo ma stiamo in silenzio. Stiamo bene così.
 
Poco dopo entra Alice con un poliziotto che mi consegna la borsa – signora, abbiamo trovato la sua borsa, ma purtroppo del rapinatore... nessuna traccia- ci comunica sconsolato- controlli se le manca qualche cosa.
Apro la borsa, dunque – le chiavi di casa ci sono, il portafoglio c’è- lo apro e controllo che ci sia tutto- mancano i soldi, la carta di credito e il bancomat- esclamo – oddio devo fermare subito le carte- dichiaro
- purtroppo per i soldi non potrà fare nulla, ma blocchi subito il resto. Domattina se viene in centrale per fare la denuncia, sarebbe una buona cosa, visto che l’ha anche aggredita.- mi comunica l’agente
- benissimo, se mi lascia un suo recapito, le farò sapere quando riuscirò a passare- lo guardo e gli sorrido. Nel mentre Esme mi accarezza le spalle.
- benissimo, ecco qua il mio biglietto da visita, mi raccomando signora, è molto importante. Inoltre abbiamo visto dei paparazzi che seguivano suo marito, quindi chiederemo anche a loro quello che hanno visto o eventualmente fotografato- lo guardo sconvolta
-p.paparazzi?- chiedo e volgo lo sguardo a Esme
- si Bella... purtroppo Edward è sempre circondato da quegli avvoltoi. Sempre e comunque.- abbassa lo sguardo e sospira.
- ok va bene. Speriamo che almeno questa volta siano utili a trovare il rapinatore- dico con un po’ di ottimismo.
 
Arriva anche il Sig.Smit e mi comunica che per oggi non mi devo muovere dalla stanza, devo stare a riposo e che per il pomeriggio ha già risolto.
Tento di protestare ma a non ottengo nulla.
 
Ho anche avvisato Claudio e tramite Laura riescono a bloccare tutte le mie carte.
 
Ora sono bloccata in Hotel, braccata dai paparazzi e senza soldi. Per fortuna è domenica.
 
Alice entra come una furia in camera mia portando con se un computer potatile – non è possibile!- esclama. La guardo – cos’è successo?- chiedo allarmata.
- siamo già su internet. Per fortuna non sei riconoscibile- si mette a sedere di fianco a me sul letto e accende il computer
- fammi vedere- le dico con ansia
Alice poco dopo mi fa vedere un articolo in cui si parla di quello che mi è successo.
 
“Edward Cullen insieme a sua sorella Alice assistono allo scippo di una giovane donna. Sul momento sembra che Edward voglia correre a soccorrere la donna, ma poi corre via .
Alla donna sconosciuta si avvicina Alice, che la chiama eurla. Purtroppo non siamo riusciti a capire di chi si tratti. Sappiamo solo che Edward è tornato in hotel e poco dopo è arrivato il padre a soccorrere la donna. Attorno alla donna sconosciuta si sono aggiunti degli agenti di polizia che l’hanno protetta da noi. Staremo allerta e se avremo ulteriori notizie vi faremo sapere.”
 
No! Non è possibile! – Alice come faccio ora? Non voglio che mi scoprano!- esclamo allarmata.
Non devono entrare nella mia vita, non prima che abbia detto loro tutta la verità. I miei cuccioli li devo proteggere. Devo tornare a casa mia.
- alice, non posso stare qua- la guardo- se scoprono chi sono, non mi lasceranno più vivere e non solo me ma anche i b... – mi blocco stavo per svelare l’esistenza dei miei figli.
- cosa stavi dicendo Bella? Perché ti sei fermata?- chiede Alice con sospetto.
- n.nulla...  non so cosa dico, sono sconvolta- cerco di rimediare la mia svista, ma lei mi guarda e mi fa un sorriso come per dire che non mi crede e che scoprirà...
 
Chiamo Claudio – ascoltami l’episodio di oggi è già su internet, fai in modo che dall’hotel non escano informazioni di nessun tipo. Se dovesse succedere faccio causa a tutti! Non deve uscire nulla sulla mia vita. Fai quello che devi fare e proteggimi!- guardo Alice e chiudo la telefonata.
 
-chi è Claudio- chiede sospettosa.
- Claudio è... prima di tutto un mio carissimo amico – mi interrompe
-una carissimo amico?- è curiosa
- si lasciami finire... e il marito di una mia carissima amica che mi sono fatta qui a Roma, e lui mi ha aiutato tanto. Però... ho lasciato intendere a Edward che ci sia altro tra di noi...- non riesco a guardarla in faccia
-Bella... queste cose non si fanno!- e si mette a ridere.
- lo so... ma quando me lo sono trovato davanti... – non riesco a continuare – Bella, basta ne parliamo in un altro momento. Ora è tardi, faccio portare la cena e poi  ti riposi. Così domani mattina sei in forma per tutta la giornata che ti attende.- si alza e telefona alla reception e ordina una cena leggera per tutte e due.
 
La serata passa tranquilla. Parliamo del più e del meno. Soprattutto non parliamo di Edward e la sottoscritta.
Mi dice che Emmet e Rose arriveranno domani mattina a Roma, e che sanno già della mia presenza. Anche loro sono molto felici.
 
Verso le 22,00 se ne va e finalmente, dopo una giornata veramente intensa, riesco a rimanere da sola con i miei pensieri.
 
 
 
 
 
Il prossimo capitolo volete pov Edward o Bella?
Fatemi sapere
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer. 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 ***


PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.

UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Giselle S PER I CONSIGLI E IL SUPPORTO NECESSARIO. GRAZIE INFINITE.

 

 

Attenzione!

Mi piacerebbe avere una copertina o foto per la mia storia.

Chi mi può aiutare?

Grazie

 

Capitolo 8

 

Pov Edward

 

Ha detto che non mi vuole vedere!

Perché? Non ce la faccio a stare lontano da lei!

No!

Lei è il mio amore. Devo riuscire a farle capire quanto l’amo!

È stato tutto un equivoco!  Un maledettissimo equivoco!

Quante persone hanno intralciato il nostro amore!

Ora sono qui che piango, piango e non riesco a smettere.

Vorrei essere con lei, abbracciarla consolarla e... baciarla.

Sento qualcuno che mi parla -Edward... non preoccuparti, vedrai che si sistemerà tutto. Devi solo aver pazienza. Anche lei ha sofferto molto- alzo lo sguardo vedo che è mio padre.

Mi guarda preoccupato, sa che sono vicino al baratro in cui ero caduto tre anni fa.

Ha paura per me, per noi!

Mi fa alzare e mi accompagna in camera.

 

-Edward devi riprenderti, tra poche ore devi andare in televisione. Non puoi andare in questo stato. Ora ti do delle gocce per calmarti- si avvicina alla sua borsa da medico e prende il “solito” flacone, le mette nell’acqua e me le fa prendere.

- grazie- sussurro lo guardo e l’abbraccio – Bella sta veramente bene?- chiedo a fil di voce

- sta tranquillo, ha solo qualche graffio e la perdita di coscienza è dovuta allo spavento e allo stress, che probabilmente ha dovuto subire negli ultimi giorni- si allontana e si mette a sede infondo al letto e sorride

- grazie. È così fragile... – sospiro

- ma... al parco era pieno di paparazzi, speriamo solo che non l’abbiano fotografata in volto. Almeno la sua identità è salva- guardo mio padre come per avere conferma.

- tranquillo... ci ha pensato Alice, le ha coperto il volto con la sua giacca, e i poliziotti ci hanno fatto da scorta. È già stato avvertito tutto il personale dell’hotel che se trapela una sola parola di quello che è successo o solo un singolo nome, verranno tutti denunciati.- si alza e mi tocca una spalla

- è tutto sotto controllo. Ora riposa che più tardi devi andare- mi saluta ed esce dalla camera.

 

Sento bussare alla porta – avanti- vedo che entra mia madre con un sorriso sulle labbra

-Edward come ti senti?- si avvicina e mi abbraccia

- sto meglio, anche se è molto dura...- non mi lascia finire

-Edward... forse non te lo dovrei dire... ma Bella ci ha assicurato che ci parlerà, e soprattutto parlerà con te- mi guarda e sorride

- davvero? Quando? – spero che sia al più presto

- sai da quello che ho potuto capire, anche se lei non ha detto nulla, anche lei ha molto sofferto- il suo sguardo da felice diventa all’improvviso triste.

- lo so... abbiamo sofferto tutti e due- mi alzo dal letto e inizio a camminare per la stanza

-Edward... stai a letto, devi riposare, hai davanti una giornata pesante- mi prende per un braccio e mi fa stendere sul letto.

- ora ti lascio solo... ma mi raccomando...- non la lascio finire

-Tranquilla... ora cerco di riposare, tanto tra poco più di un’ora devo andare- la bacio e lei esce dalla stanza.

 

Riesco a riposare per un po’, grazie hai calmanti.

 

Mi preparo e arriva a prendermi James, con lui e la mia co-star ci dirigiamo verso Cinecittà

 

Alla trasmissione ci fanno tante domande, anche dell’incidente di questa mattina, ma non rispondiamo a nessuna, parliamo solo del film che stiamo promuovendo.

 

Finalmente la mia parte è finita, quindi riesco a lasciare gli studi, e con la macchina mi faccio accompagnare in Hotel.

 

Ad attendermi c’è Alice tutta allarmata- Edward... non ti arrabbiare... ma siamo di nuovo su Internet- non la lascio finire – hanno riconosciuto o fotografato Bella in volto?- chiedo con un moto di rabbia- no non ce l’hanno fatta, nelle foto ci siamo solo noi della fam. Cullen- sospiro, almeno questa ci è andata bene.

Ci avviamo verso la mia camera- come sta? È stata bene o ci sono stati problemi?- la guardo e sorride

-no... tutto bene, sta bene. Hanno ritrovato la sua borsa, ma ovviamente sono spariti i soldi e le carte, che prontamente, la sua assistente ha bloccato.-

Alice mi guarda e sembra che voglia dirmi qualche cosa

-cosa c’è Alice? Devi dirmi cosa?- chiedo agitato

-no... stai tranquillo. Non è niente di che... solo – sospira- ok te lo dico ma non ti illudere più di tanto- mi guarda e mi accarezza una guancia- ha detto che appena se la sente ci parlerà, in particolar modo a... te. Quindi vedi di avere pazienza. Anche lei ha sofferto tanto- mi abbraccia e mi sorride

-o.ok... ma quando lo farà?- sono impaziente

-Edward... non avere fretta. Vedrai, quando meno te lo aspetti, ti parlerà, ti spiegherà vi spiegherete...- si butta sul letto e ha un sorriso meraviglioso. Forse sta pensando che i momenti bui sono finiti.

Speriamo.

 

Arriva James – Edward domattina ale 10,00 avete la conferenza stampa, finita quell’ intervista ne avete un’altra alla radio, e per finire... festa di Halloween domani sera qui in hotel- si mette comodo sul divano e mi guarda

-ok va bene, ma... Bella... riuscirà a venire? Non è forse il caso che stia a riposo con quello che le è capitato oggi?- mi verso da bere un goccio di whisky e lo do anche a James

-tranquillo, Carlisle ha detto che domani sarà perfettamente informa-

- va bene... speriamo che si possa sistemare tutto-

-basta Edward... vedi positivo una volta tanto- sbuffa, finisce quello che ha nel bicchiere – ci si vede domattina- detto questo esce dalla stanza.

 

Ordino che la cena mi sia consegnata in camera. Non ho voglia di veder nessuno.

 

Quando arriva la cena mi accorgo che l’appetito non c’è. Devo sforzarmi di mangiare, devo rimanere in forza. Devo stare bene per lei. “La mia unica ragione di vita.”

 

 

Mettete in sottofondo: http://www.youtube.com/watch?v=VHMLClvvmH8

 

 

Sono ore che sono steso sul letto, sto pensando a tutti questi anni che gli eventi ci hanno diviso, le persone malvagie che ci hanno solo fatto del male.

 

Sento che ti stai muovendo nella stanza accanto alla mia, quanto vorrei essere con te ma per ora non mi è possibile.

Farò di tutto per tornare insieme a te.

 

È notte fonda non riesco a dormire.

Mi metto a sedere con la schiena appoggiata alla porta di comunicazione.

Stai dormendo? Se si. Cosa stai sognando? Mi stai sognando? Io sono tre anni che sogno di poter tornare con te, ma così non è stato.

Spero con tutto il cuore che tu stia facendo dei bei sogni.

Sogni d’oro amore mio.

 

Bella pov.

 

Finalmente dopo una notte abbastanza tormentata mi sono svegliata. Sono le 7,00.

Ho sognato che venivo aggredita, tormentata dai paparazzi e poi ho sognato lui...

Ho sognato i suoi occhi così tristi, il suo sguardo tormentato.

Anche tu hai sofferto? Forse... ma mai come me.

Non so se parlargli oggi o più avanti. Ho tanta confusione per la testa, non so cosa fare.

Sento bussare alla porta, mi alzo e vado ad aprire la porta- Alice... cosa ci fai qui?- chiedo ancora con la voce assonnata.

-Bella è tardissimo, alle 10,00 devi accompagnare Edward alla conferenza stampa, poi intervista in radio, poi giro per Roma e poi... questa sera festa di Halloween qui in hotel- nel dire ciò si avvicina all’armadio e inizia a tirare fuori dei vestiti.

-Alice... ma... no! Tutto ma non la festa di Halloween, questa sera non posso. Devo andare da un’altra parte.- dichiaro risoluta

- e dimmi... dov’è che dovresti andare questa sera?- si gira e mi guarda con il suo solito sguardo imbronciato

-non posso dirtelo... non offenderti- spero che non faccia domande, come non detto

-no! Tu adesso mi spieghi perché questa sera non puoi presenziare a questa festa? Sai che sei a sua disposizione per tutta la settimana.- scuote la testa- Bella... non vuole obbligarti a stare con lui se non vuoi, ma sappi... – l’interrompo

-no Alice non è per tuo fratello, e che ho promesso a tre persone che avrei passato la serata con loro- mi rimetto a sedere e mi prendo la testa tra le mani

-cosa c’è Bella? Mi devi dire qualche cosa ?- si siede di fianco a me e mi abbraccia

- Alice...- sospiro- non è semplice. Ci sono cose difficili da dire, ci sono state delle cose che hanno cambiato per sempre la mia vita...- mi stringe a se

- cosa Bella? È così terribile?- chiede allarmata

- in un certo senso sì! Ma ora non è il momento, devo prepararmi, devo andare prima al comando di Polizia per fare la denuncia- non finisco di parlare che mi suona il cellulare

-pronto-

-ciao Marie, tutto bene?- chiede Claudio

-si... non preoccuparti. Riesci a venire con me alla Polizia?-

-no... mi spiace. Ho un impegno fuori Roma per le 9,00 e non riesco. Fatti accompagnare da quella tua amica. Ti porto la macchina, così puoi muoverti come vuoi- sento le voci dei miei piccoli in sottofondo che vogliono parlare con me- aspetta ti vogliono salutare-

-ok... passameli- spero che Alice non capisca – ciao Tom, come stai-

-tao mama quado toni?- chiede con la voce triste

-presto non preoccuparti –

-va bene ti vole Soph –

-ciao piccola come stai?-

-tao tao mi machi. Tai che Lizzie ha panto? Ti ceca- dice ridendo

-oh tesoro anche tu... tanto, passami Lizzie- sono allarmata. I miei cuccioli hanno bisogno di me

-tao... m.mama- sento che piange- no... tesoro mio non piangere la mamma torna presto. Ora passami Claudio- sono disperata, i miei figli hanno bisogno di me.

- cos’è successo? Perché piange?- non ragiono più

-tranquilla, non è niente di che... solo che hanno bisticciato e allora Lizzie ti cercava. Tutto qui.- cerca di rassicurarmi

-sei sicuro? Non mi convinci!-

-Marie... sai che ti puoi fidare. Stanno bene. Ora vanno all’asilo, e passerà tutto. –

-va bene... ma- mi interrompe

-ok basta! Pensa a te per una buona volta! NON.TI.DEVI.PREOCCUPARE.- stavolta è arrabbiato

- va bene, riesci a farmi avere la macchina per le 8,00?-

-si...si... per le 8,00 sarà lì. Ora ti saluto. Ti saluta anche Anna – non mi lascia dire nient’altro che ha già messo giù.

Sconsolata mi giro e vedo... Alice! Oddio! Mi sono scordata che con me c’è Alice! Ora lei ha capito tutto! Dal suo sguardo, capisco che le devo dare delle spiegazioni.

-mamma?- chiede incredula -ma allora... non mi hai detto la verità... tu con Claudio...- la interrompo

-no... Alice... fammi spiegare- mi avvicino a lei e l’abbraccio

-allora... due mesi dopo che ho lasciato Los Angeles, mi sono sentita poco bene, sono ricorsa all’ospedale dove ho scoperto di essere incinta...- Alice mi guarda allucinata- m.ma... Bella... come hai potuto tenerci nascosta e soprattutto a lui una gravidanza- si allontana da me arrabbiata

- lasciami finire... in quel periodo facevo dei lavori saltuari, e tal volta andavo a Cinecittà per fare da interprete. Un giorno ho incontrato Tanya Denali, la manager di Edward... – non riesco a continuare che scoppio a piangere

- Bella... scusa per la reazione... ora tranquillizzati – mi abbraccia e mi incoraggia a continuare

- dicevo... ah... sì... Tanya Denali, l’ho incontrata a una convention e mi ha riconosciuta. Quando si è accorta che ero incinta, mi si è avvicinata e mi ha detto “se provi a dirlo a Edward sei morta. Lui è mio! Non gli rovinare la vita! Tanto lui ti ha già scordata. Si è rifatto una vita con la sua Megan e pensa che abitano addirittura nella vostra casa! E quando finirà questa storia, perché finirà. Farò in modo che lui sia mio. Chiaro! Non. Ti . avvicinare. A .lui.!  Se lo farai, potrebbe capitarti qualcosa di brutto a te... o alla creatura che porti in grembo” . – mi butto sul letto e inizio a singhiozzare. Alice cerca in tutti i modi di calmarmi e piano piano ce la faccio.

-Bella... basta se ti fa male... lascia perdere. Ora capisco tutto- sento che borbotta qualche cosa del tipo “quella troia me la pagherà molto cara.”

- Alice...- prendo la mia borsa e tiro fuori una foto dei piccoli – guarda- e gliela passo

-M.ma... sono tr..tre!- esclama – s.sono b.bellissimi.... come si chiamano?- non sta più nella pelle inizia a girare per tutta la stanza e inizia a saltellare

-allora... c’è il maschietto che si chiama Thomas Edward Anthony Junior, le due femminucce si chiamano Elisabeth Alice Carlie e Shopie Lilian Esme Swan. Sono nati il 20 Giugno 2009- Alice si volta verso di me, sembra shoccata  e non riesce a spiccicare parola

- sì Alice... sono nati lo stesso giorno del padre- ora mi sono tolta un po’ del peso che avevo sullo stomaco. Almeno lei sa come stanno in un qualche modo le cose.

-Alice... prometti che non dirai nulla a nessuno e quando dico nessuno deve essere così- la guardo molto seria

-s.sì Bella lo... p.prometto- continua a girare con le foto dei nipoti stretta sul cuore

- che bello! Ho tre fantastici nipoti. Quando lo sapranno gli altri... ma ad Edward quando hai intenzione di dirlo? Devi farlo subito!- mi si avvicina e mi fa sedere sul divano

- ascolta Bella... anche Edward è stato molto male... anche a lui, la stessa persona che ha fatto del male a te, ne ha fatta tanta anche a lui. Forse ancora di più.- in questo momento è molto seria.

- Quanto male?- chiedo ansiosa. Non riesco a rimanere fredda. In fondo al mio cuore, io lo so, che lui sarà il mio solo ed unico amore.

- ti basti sapere che era andato in forte depressione. Tanto che abbiamo temuto di...- non riesce a finire perché i singhiozzi la bloccano

- cosa gli hanno fatto? Perché è andato in depressione! Dalle foto che giravano, sia su i giornali di gossip che su internet, sembrava che fosse molto felice. Sorrideva sempre...- Alice mi blocca

-Bella hai detto bene... sembrava, ma non era così. Ricordati... nulla è come sembra- si alza e si avvicina alla finestra- quindi... non farlo soffrire, ha bisogno di risposte, come ne hai bisogno tu- mi sorride e mi fa segno che mi devo vestire.

-vedi di fare in fretta. Devi farti bella per Edward- la lascio dire, tanto lo so che con lei non ho speranza-

Ora è al telefono ma non riesco ad afferrare quello che dice, dopo pochi minuti mette giù e dice

- Bella... allora adesso vado da Edward, ha bisogno. Ci vediamo esattamente tra 30 minuti alla reception, precisamente alle 8,30. Vengo con te- si gira e vedo che va verso quella porta che fino ad ora è rimasta chiusa. Vedo che gira la chiave della porta e l’apre – ma... Alice... dove vai? Quella non è l’uscita- si mette a ridere –lo so Bella che questa non è l’uscita. È la porta di comunicazione...- la fisso truce

-la porta di comunicazione... con chi?- chiedo. Tanto so già chi c’è al di là di quella porta

- dunque... vediamo... con Edward- esclama. Detto questo scappa al di là della porta e la richiude.

Non. È. Possibile. Quando ci si mette è troppo... e un malefico folletto.

Sento bussare alla porta. E il cameriere di piano che mi consegna la colazione , sul vassoio c’è una rosa rossa con un biglietto:

 

“Perdonami.”

Tuo Edward

 

Sono commossa. Non so cosa devo fare.

 

Mi vesto alla svelta, pantalone nero attillato, camicetta azzurra ,giacca nera, scarpe tacco 12, è pazza penso. I capelli li lascio sciolti.

 

Penso a Edward, che è al di là di quella porta.

Devo parlargli, devo farlo. Altrimenti non riuscirò a stare al suo fianco

 

Mi faccio forza e busso alla porta

 

-Avanti- è Alice che parla

-vieni Bella... ora vado. Ci vediamo dopo- mi sorride e scappa via.

 

Edward è meravigliato del mio ingresso.

Per un tempo infinito ci guardiamo. Non riusciamo a parlare.

 

Dopo un po’ riesco ad articolare alcune parole- Edward... – continuo a guardarlo e mi fa segno di mettermi comoda.

-grazie- sussurro

 

Prendo coraggio – grazie per la rosa.- si vede che è felice.

-non è niente in confronto a te- si avvicina e si mette a sedere nella poltrona vicino al divano.

-Edward... lo so che dobbiamo parlare... solo che per il momento non me la sento.- mi interrompe

-Bella... ti capisco. È passato tanto tempo... e anch’io ora, non me la sento...- ora sembra disperato

-non voglio che questa giornata sia interminabile. Sappiamo che dobbiamo parlare. Ma non è il momento... purtroppo il lavoro ci aspetta.- non riesco a stare seduta, quindi mi alzo in piedi

-Bella... tutto quello che vuoi...- mi sorride e si avvicina a me, fa per accarezzarmi una guancia

- no... Edward... non farmi questo... ti prometto che parleremo. Non facciamoci del male più di quello che non ci siamo già fatti... o ci hanno fatto- lo guardo fisso negli occhi , ha capito tutto, quindi abbassa il braccio, sospira e si allontana da me

-ok... va bene. Ma dobbiamo parlare.- mi guarda, il suo sguardo è tormentato,riesce a farmi un sorriso, ma non è il suo solito. È spento.

Faccio per avviarmi alla mia stanza, ma mi chiama –ah... Bella... andiamo insieme alla conferenza stampa?- si passa una mano nei capelli. È nervoso

-no... vado con Alice al comando di Polizia, poi con la mia auto vi raggiungo. È meglio così. Sai anche per i paparazzi...-

-ok... va bene. Ma stai, state attente- sorrido poi mi volto e vado nella mia camera e chiudo la porta.

 

Finalmente sono riuscita a parlargli.

Ho fatto bene o fatto male, oramai l’ho fatto. Siamo più tranquilli tutti e due.

 

Mi accorgo che è tardi, mi avvio verso la reception, e verso la mia giornata di lavoro... con lui.

 

 

 

 

Mi scuso per eventuali errori.

Volevo precisare che questa storia è di mia invenzione.

Se per puro caso dovessi inserire frasi famose o frasi citate in altre storie, non l’ho fatto con l’intento di copiare.

Purtroppo, leggendo varie storie, possono rimanere nella mente frasi, che poi tornano a galla.

Mi scuso fin da ora.

Comunque per qualsiasi problema, sono a vostra completa disposizione.

Metto questo commento, onde evitare problemi in seguito al rumor che si è creato, in questi giorni, attorno all’autrice bannata dal sito.

Grazie.

 

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


 ECCOMI! SCUSATE SCUSATE PER L’ENORME RITARDO.
 
COME SEMPRE , VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Giselle SPER I CONSIGLI E IL SUPPORTO NECESSARIO. GRAZIE INFINITE.
 
ORA VI LASCIO AL CAPITOLO, SPERO CHE SIA DI VOSTRO GRADIMENTO.
 
 
Capitolo 9
 
-Bella... ma che ne è stato della mia amica che non ne voleva sapere di macchine e vestiti?-
La guardo e non capisco
-sì... perché hai una macchina fantastica, e il tuo guardaroba è fantastico- mi guarda e ride
Rido anch’io – Eh... sai che è stata dura, ma con il lavoro che faccio è stato necessario. Poi ho avuto la fortuna di trovare due amiche fantastice che mi hanno aiutato molto. Voglio che le conosci. Per la macchina- sospiro – era di Claudio... me l’ha venduta pochi mesi fa, sai con i bambini...-
-in effetti, con tre seggiolini- si gira e li guarda- devi avere sapzio, non vedo l’ora di conoscerli-
Mi giro e sorrido-presto... molto presto, ma prima devo riuscire a dirlo a Edward, speriamo che la possa prendere nel migliore dei modi...- siamo arrivate al comando di polizia -
Entriamo e facciamo la denuncia, poi velocemente ci dirigiamo alla conferenza stampa. È tardi.
 
Arriviamo con un po’ di ritardo, menomale è ancora tutto in subbuglio. Ci sono migliaia di fans che sono giunti solo per poter vedere Edward e quelli del film.
Spero che nessuno di loro si ricordi di me.
Ero apparsa in pochissime foto con mio marito, anzi forse 2/3 foto all’inizio delle riprese del film.
Poi mi era stato detto che era meglio che io non comparissi al suo fianco.
Sempre lei, la famosa manager Tanya Denali. La malefica.
 
-Bella... vieni da questa parte, è meglio che tu non ti faccia fotografare insieme a noi. Poi ti spiegheremo tutto. Fidati- la seguo verso un’entrata secondaria, non ci vede nessuno.
 
Dopo un po’ arrivano tutti.
Edward quando mi vede si illumina. Mi dedica il suo meraviglioso sorriso.
Cerco di non farmi coinvolgere, ricambio con un debole sorriso. Lo vedo, è deluso. Sul suo viso c’è delusione, amarezza, la consapevolezza che forse... tutto è perduto.
 
Sì perché, io, il divorzio lo voglio ugualmente.
Devo chiudere questo capitolo della mia vita.
Non gli negherò la possibilità di vedere i suoi figli, ho capito che ho sbagliato a non renderlo partecipe, ma ho sofferto troppo.
 
Devo andare avanti come ho fatto negli ultimi tre anni. Senza di lui, senza di loro.
 
Forse la prenderanno male, ma... questa è la mia decisione.
 
La mia vita non li riguarderà più!!!
 
Per fortuna questa convention è organizzata bene, non devo stargli accanto, ma mi conducono in una stanza con tante postazioni fornite di cuffie e microfono. Quindi tradurrò da qui, insieme hai mie collaboratori. Non sono al suo fianco. Questo mi consola enormemente.
 
Dopo due ore di “chiacchiere” finalmente finisce. Ma devo raggiungerlo...
Ho l’obbligo di stargli accanto, sempre per ogni evenienza. È molto pesante da sopportare.
Lui in ogni modo cerca di toccarmi, di sfiorarmi.
Sento delle scosse alla schiena e in tutto il corpo. La nostra alchimia non è svanita. C’è ancora.
 
Arriva il Sig.James- allora adesso abbiamo l’intervista alla radio. È necessario che venga anche lei Sig.ra Swan. Deve fare da interprete... per Edward e per gli ascoltatori della radio- annuisco e ci avviamo verso le macchine a loro disposizione.
Mi fermo- ehm... vorrei venire con la mia auto personale... è nel parcheggio. Preferisco così...-
-ma... non va bene Sig.ra Swan... lei deve stare accanto al Sig.Cullen. Gli accordi erano questi...-
-lo so Sig.Smit... ma prima di venire qui, mi sono dovuta recare al comando di Polizia, e per far prima ho preso la mia auto. Quindi sarebbe solo per questa volta...- sono nervosa, non me la sento di salire con lui- va bene... solo per oggi, capisco benissimo la situazione- mi sorride e si rivolge a Edward – ok, vengo con te... poi forse è meglio che non la riconducano a te, sai... per quello che è successo ieri-  Edward mi guarda e annuisce. Lui sa che sarebbero spietati. Non mi lascerebbero più vivere.
 
Alice è andata via con gli altri Cullen, salgo in macchina, riesco a partire prima di loro. In una via laterale mi fermo, scendo, apro il baule della macchina e ci ripongo dentro i seggiolini dei bimbi. Faccio sparire ogni traccia di loro, non si sa mai. Risalgo e mi avvio.
 
Arrivo comunque prima di loro e entro dentro alla radio, e li aspetto.
Intanto fuori, vedo che stanno arrivando i paparazzi quindi mi nascondo alla loro vista. Fuori si sta radunando anche un po’ di fans.
Quando sento urlare mi rendo conto che è arrivato. Urlano a più non posso, non so come faccia a sopportare tutto questo. Deve essere snervante.
Rifletto, forse a lui tutto questo clamore va bene. Non mi devo scordare che per il cinema, lui ha rinunciato a me e in particolar modo a tre piccoli splendidi bambini. I nostri figli.
Ma questo lui non lo sa.
 
Quando mi ridesto dai miei pensieri, mi accorgo che mi stanno chiamando. È arrivato il momento di stare al suo fianco.
 
L’intervista dura circa venti minuti, fanno un sacco di domande.
Alcune divertenti, altre sciocche, in particolar modo una fans per telefono chiede:
-Edward, ti seguo fin dagli esordi, tanto per intenderci, fin dalle tue prime apparizioni sui giornali.- inizio ad innervosirmi, anche lui noto che è nervoso- ci sono state tante paparazzate su di te, ma dell’amore vero, cosa mi dici? Tu sai a cosa mi riferisco.- chiede con curiosità, è strano veramente strano. Non ero mai apparsa su nessuna rivista e nemmeno si era mai parlato di me.
Ci guardiamo sconvolti, non sa cosa rispondere, prontamente il DJ interviene – signorina... all’inizio dell’intervista si era detto “NIENTE DOMANDE SULLA VITA PRIVATA”... quindi Edward a questa domanda non risponderà- poi guarda Edward che gli fa segno che vuole rispondere. Lo guardo allibito   -si è vero era stato detto così... ma a questa domanda voglio dare risposta- mi guarda e sorride
-all’amore vero... c’è stato un tempo che l’ho provato, anche se adesso non so più... cosa ne è stato- si passa la mano nei capelli, io faccio fatica a tradurre queste sue parole, ma ce la metto tutta
-quindi... se tu potessi dire i tuoi sentimenti a questa ipotetica persona, cosa le diresti?- incalza la ragazza. Ora ho un sospetto su chi sia questa persona.
-beh... se potessi e se ci fosse... le direi che la amo con tutto me stesso e che... non rifarei quello che ho fatto- la ragazza lo interrompe
-quindi... Edward... se potessi tornare indietro non rifaresti l’attore? Vorresti una famiglia tutta tua... magari anche con dei figli? Faresti solo il medico?- chiede con insistenza
Oddio non ce la faccio più, sono un fascio di nervi, se la prendo la strozzo. Non mi può fare questo, aveva promesso di non dire nulla. Infatti lei non ha detto nulla... sta agendo, e la cosa mi fa infuriare ancora di più.
-si... farei solo il medico. Quello che ho perso a fare l’attore... non si può neanche descrivere a parole. Si fare il medico è la professione che ho sempre desiderato, infatti negli ultimi due anni ho dato la precedenza a questa professione. Solo l’amore verso i miei piccoli pazienti mi ha dato la forza per andare avanti... amo molto i bambini.- mi guarda intensamente, faccio una fatica enorme a seguirlo, ma devo andare avanti, dopo verranno le spiegazioni.
-per quanto riguarda i figli... si ne vorri avere tanti... ma solo con quella donna, l’amore della mia vita. È contenta signorina delle risposte?- chiede con curiosità.
-si... sono molto contenta delle tue risposte... spero che quella donna le abbia sentite. Mi dispiace solo, per le tue innumerevoli fans, che ora sanno veramente che il tuo “cuore” non è libero. Grazie a nome di tutte- ride e saluta.
Fantastico... penso. Ora speriamo solo che non venga fuori che quella donna sono io, altrimenti non riuscirò più a vivere tranquillamente.
Guardo Edward con uno sguardo interrogativo, come a dire “perché hai risposto così? È la verità?
Lui capisce subito il mio tormento e con la testa annuisce. Meccanicamente lo faccio anch’io e dentro di me si accende una speranza che non doveva minimamente accendersi.
Pochi minuti dopo l’intervista ci alziamo, salutiamo tutti,ringraziamo e andiamo via.
Prima di uscire dallo stabile notiamo tanta folla, Edward mi si avvicina –Bella... forse è meglio se esci da un’altra uscita... non voglio che ti vedano... – lo blocco e mi fermo – Edward... ok va bene, se per te non è un problema... ci vediamo dopo in hotel, così parliamo un po’. Ti va?- lo guardo, e il suo sguardo si accende, annuisce con la testa. Lo saluto e mi avvicino a un signore della sicurezza che mi scorta verso un’uscita secondaria e mi accompagna alla macchina.
 
Mi prendo un po’ di tempo, non voglio rientrare subito, quindi faccio un giro più lungo.
 
Cosa posso dirgli. Che lo perdono. Assolutamente no!
Sono stata troppo male, ma comunque... dobbiamo chiarire.
 
Arrivo in hotel, mi comunicano che mi sta attendendo nella sua camera.
 
Quando arrivo davanti alla sua porta, rimango alcuni minuti immobile... non ce la faccio, scappo nella mia camera, mi butto sul letto.
Dopo un tempo indefinito, non so quanto tempo è passato, minuti... ore... non saprei dire, sento bussare alla porta di comunicazione e una voce che mi chiama –Bella... Bella... apri, stai bene. Non farmi preoccupare, apri questa porta... te ne prego-
La testa mi dice di non alzarmi, ma le gambe vanno per conto proprio, apro la porta e lo vedo... bello più che mai, mi guarda angosciato – Bella... tutto b.bene?- faccio segno di si e lo lascio entrare.
Prendo coraggio e cerco di articolare delle parole, non so come ma riesco a parlare
-Edward... quello che hai detto oggi...- mi si avvicina e sorride timoroso, ha paura di una mia possibile reazione esagerata
-si Bella... quello che ho detto oggi è tutto vero- sospira si avvicina alla finestra guarda fuori poi si torna a girare verso di me- non farei più quello che ho fatto... tuttavia non si può più tornare indietro. Quello che è  stato fatto e stato fatto. Ora voglio solo pensare al presente... al nostro presente... se me lo permetterai...- mi guarda intensamente.
Non so cosa dirgli, so solo che ho bisogno di tempo
 -Edward... non puoi arrivare all’improvviso dopo tre anni e pensare che sia tutto come prima.- mi avvicino al frigo bar e prendo da bere, non riesco a stare ferma.
-lo so Bella... ma credimi- si passa ancora le mani nei capelli- credimi... non ho mai smesso di cercarti. Ma purtroppo... ci sono delle cose che non sai, che non mi hanno permesso di agire liberamente...- è angosciato, lo osservo, è disperazione quella che vedo riflessa nei suoi occhi.
-Edward...-
-no Bella... è difficile da spiegare. –
-ok va bene... ma dobbiamo chiarirci. Io non so cosa è successo veramente come tu non sai cosa è successo a me- sospiro – quindi dedichiamo questa giornata alla tua famiglia, ma domani, la dedichiamo a noi due. Tanto non ci sono impegni di nessun tipo dato che in Italia è festa- lui annuisce
-ok Bella... va bene. Che ne dici di avviarci in sala da pranzo e mangiare con gli altri?-
-va bene-
 
Arriviamo nella sala ristorante e li vedo tutti seduti a tavola che ci stanno aspettando.
Mi sorridono e mi incitano a raggiungerli.
Mi sento sollevare di peso, - Emmet! – rido e l’abbraccio forte forte. Anche lui mi è mancato incredibilmente – Bellina! Si sei proprio bellina, ma quanto siamo... belle!- continua a farmi girare
-Emmet! Basta! Mi gira la testa, mettimi giù!-
-Si Emmet finiscila, la stai torturando- mi giro e vedo Rosalie. Sempre più bella. Anche lei mi si avvicina e mi abbraccia –Bella... mi sei mancata- vedo che gli occhi si velano di lacrime.
-Rose... anche tu- continuo ad abbracciarla
Mi si avvicina anche –Jasper... anche tu mi sei mancato- lo abbraccio calorosamente – Bella... finalmente sei arrivata-guarda Alice e sorride- lei non stava più nella pelle- la trucido con lo sguardo, fa gli occhi da cucciola – ma Bella... finalmente di nuovo tutti insieme-
-si... si...- rispondo io- ah... Alice... ne sai niente di una certa fans che poco fa ha chiamato in radio facendo domande strane a Edward?- la guardo con insistenza
-no... Bella... non so niente. Perché?- chiede angelicamente
-si... come no! Tu non sai niente- nel frattempo ci siamo messi a tavola. Edward è difronte a me che mi guarda con curiosità
-perché chiedi questo ad Alice? Cosa centra lei?- non ha capito che quella ragazza al telefono era sua sorella.
-Edward... quella “ragazza” al telefono non era altro che tua sorella con la voce camuffata. Non so come sa l’italiano. Ma fidati che era lei! Ne sono sicura al 100% - esclamo e la fulmino.
-ma come...- ribatte Edward
-allora...- prendo un sospiro grande- quando tu hai iniziato, non ti ricordi che la tua cara “manager” Tanya Denali, non ti aveva permesso di divulgare che eri sposato con me, e di conseguenza non sono mai stata menzionata- ora, forse inizia a capire
-Alice... perché questo?- chiede con un tono di voce che non ammette frottole
-beh... così hai potuto dirle la verità- ci guarda speranzosa
-lei...- e mi guarda – ha potuto abbassare i possibili fucili verso di te. Così... forse riuscirete a chiarirvi senza scannarvi a vicenda prima che si arrivi alla verità- detto questo si mette a parlare con Jasper.
Dopo questa piccola spiegazione, ci lascia tutti senza parole.
Il pranzo passa abbastanza tranquillo, tra sguardi e sorrisi arriviamo alla conclusione del pranzo.
 
 
-Bella... allora questa sera c’è la festa e tu- mi guarda con insistenza- devi assolutamente venire. Non si accettano rifiuti. A costo di venirti a prendere in capo al mondo tu QUESTA SERA VERRAI ALLA FESTA- mi si è avvicinata, il suo petto contro il mio, lo sguardo e micidiale
-ok... se proprio devo- non riesco a dire nient’altro, fa veramente paura
-benissimo... ti farò trovare tutto nella tua camera, vedi di essere pronta per le 22,00- ride tutta contenta e se ne va con Jasper che mi guarda sconsolato.
Il resto della famiglia ride – Bella... fatti coraggio, non cambierà mai- Carlisle mi da una carezza alla guancia e se ne va con Esme che mi sorride contenta.
-Bellina... ora cosa devi fare?- chiede Emmet
-ehm... tra un po’ mi devo recare in un posto-
-che posto? – chiede ancora Emmet
-ehm... non sono tenuta a darti spiegazioni- ribatto ridendo
-ma... Bellina non puoi lasciarmi con questa curiosità- viene fermato da Rosalie
-basta Emmet! Fatti gli affaracci tuoi. Lasciala in pace, fa quello che vuole- lo prende per un braccio e se ne vanno anche loro.
Ora sono sola con lui, cosa accadrà ora?
 
Ci avviamo verso le nostre camere, in ascensore è sceso un silenzio pieno di tristezza, si perchè tutti e due siamo persi nei nostri pensieri.
Il momento di spensieratezza è passato, ora ci sono solo tristi pensieri.
 
Arrivati davanti alla mia camera lui si ferma- Bella... – lo interrompo
-Edward... –
-ci vediamo questa sera, ti posso venire a prendere alle 22,00. Va bene?- mi guarda con dolcezza
-o.ok... a questa sera– ricambio il sorriso,apro la porta e la richiudo dietro di me.
Mi butto sul letto, e i ricordi e il dolore si fanno risentire.
 
Dopo non so quanto tempo mi alzo e noto che si è fatto veramente tardi. Devo andare dai miei cuccioli, ho voglia di vederli.
 
Arrivo dai piccoli, sono felicissimi di vedermi. Non mi si staccano di dosso per tutto il tempo che sto con loro.
Parlo con loro, gli spiego che conosceranno delle persone molto speciali nei prossimi giorni.
-mama... ma chi sono quette pesone peciali?- chiedono tutti insieme
-allora... le persone che conoscerete sono i nonni e gli zii che vivono in america – spiego loro con dolcezza
-i noni... e cosa sono i noni?- poverini, non hanno mai conosciuto i loro nonni.
Anche i miei genitori, non sono più tornati da quando ho partorito, ogni tanto ci sentiamo per telefono, ma i contatti sono sempre più rari, anzi si può dire inesistenti...
Mi faccio forza, metto a letto i bambini e mi avvio per tornare in hotel, quando Claudio mi ferma
-Bella come sta andando?-
-per ora bene... anche se non è facile- sospiro
-vuoi che ti accompagno?- mi chiede
-no... però ti chiedo un favore. Domani vorrei parlare con la fam.Cullen, vorrei avere i bimbi con me. Me li puoi portare verso le 11,00?-
-sei sicura? Non è meglio che prima gli parli, spieghi la situazione e poi glieli fai conoscere?-
-forse hai ragione... ok prima gli parlo, poi si vedrà- gli do un bacio e vado via-
 
Arrivo nella mia camera dell’hotel, sul letto c’è un vestito stile 800 tutto nero e rosso, pizzo nero, scarpe stratosferiche, non riuscirò a camminare, penso.
 
Mi preparo sotto le istruzioni minuziose che mi ha lasciato quel folletto malefico, niente male il risultato.
 
Sento bussare alla porta. È lui è bellissimo.
-c.ciao-
-ciao-
-sei... bellissima- sorride
-g.grazie- sono impacciata, non so cosa dire
-comunque... bei vestiti, siamo una coppia- dice ridento
-come?- non capisco cosa vuol dire
-si... siamo una coppia di vampiri, non noti i vestiti?- dice ridendo
Mi guardo, lo guardo e capisco
-Alice... sempre lei- scuoto la testa
-eh... si. Sempre lei. Non cambierà mai. Vogliamo andare’- è veramente affascinante
-andiamo- sorrido
Impersoniamo i conti della Transilvania
 
Arriviamo alla sala della festa, è piena di gente.
Riesco a vedere tutti i Cullen, mi sorridono e ci fanno segno di raggiungerli.
Mi sento sollevare di peso, - Emmet! – rido e l’abbraccio forte forte.
– Bellina! Si sei proprio bellina, ma quanto siamo... belle!- continua a farmi girare
-Emmet! Basta! Mi gira la testa, mettimi giù!-
-Si Emmet finiscila, la stai torturando- mi giro e vedo Rosalie. Sempre più bella.
Si avvicina anche Esme – ciao Bella... sei incantevole. Come stai?- è sempre molto dolce
-grazie Esme. Molto bene. Adesso- ricambio il sorriso
Saluto tutti gli altri, Alice sembra avere un diavolo per capello, infatti è proprio vestita da diavoletto “malefico”.
Vedo che hanno voglia di sapere, ma ora non è il momento
-non ora... vi spiegherò... ma non ora- sono nervosa, mi mordo il labbro inferiore, lo faccio sempre quando non mi sento a mio agio.
-Bella ha ragione... ora non è il momento. Questa è una serata di festa e quindi bisogna... divertirsi- tutta euforica Alice mi prende per mano e mi porta a ballare, quanto le voglio bene, mi toglie sempre dalle situazioni imbarazzanti.
 
Dopo un po’ mi metto a sedere, non ce la faccio più.
Sento un movimento vicino a me, mi volto e lo vedo. Si è messo a sedere vicino a Jasper e sorride.
È bellissimo nel suo vestito. Sembra proprio un vero vampiro.
 
Ci raggiungono tutti quanti, e iniziamo a palare e scherzare.
 
Ad un tratto Alice – domani qui in Italia è festa, quindi non si può fare più di tanto.- si volta verso di me e ha uno sguardo che non mi piace – che ne dite se Bella ci fa da guida?- mi guarda come per dire “domani non ci scappi”.
-ma... veramente... –
-dai Bella, ci puoi portare un po’ in giro, non tutto il giorno, solo un pochino- mi fa lo sguardo da cucciolo smarrito
-ok... e va bene... tanto i negozi sono chiusi, così non ci può trascinare in shopping folle- detto questo tutti si mettono a ridere.
 
La serata sta andando bene, ballo rido scherzo, sembra che questi tre anni non siano mai passati.
Eppure sono volati.
Siamo tutti in pista a ballare, Edward mi si avvicina sempre di più, ci guardiamo, ci sfioriamo, c’è una carica pazzesca tra di noi, sono veramente confusa. Balliamo vicini, troppo vicini.
All’improvviso cambia la musica, viene messo una musica lenta
-mi concede questo ballo?- nel suo sguardo ci sono tante emozioni, ricordi, di quando ballavamo stretti stretti, non riesco a dire di no e accetto.
 
Siamo in un angolo della pista, lentamente si sposta sempre di più verso un punto appartato, continuiamo a ballare. Stretta al suo petto, respiro il suo dolce profumo, la testa mi gira, non capisco più nulla. Lui mi guarda, ci guardiamo negli occhi. Non riusciamo a non guardarci, lo so sto sbagliando, ma è più forte di me, è come se ce fossimo due calamite che si attraggono.
Lentamente lui si avvicina al mio volto, no! Cosa fa? No! Non riesco a finire i miei pensieri che lui avvicina le sue labbra alle mie, in un lungo e dolce bacio.
Il mondo sembra essersi fermato, esistiamo solo noi due, non me lo so spiegare quello che mi sta accadendo, ma non voglio che questo bacio finisca. Per il momento va bene così. Domani ci penserò.
 
 
 
VESTITO ROSE:http://i55.tinypic.com/iz6syg.jpg
VESTITO ALICE:http://i54.tinypic.com/2mqq3vt.jpg
VESTITO EMMET:http://i54.tinypic.com/2lmayoi.jpg
VESTITO JASPER:http://i53.tinypic.com/2n09d7k.jpg
VESTITI ESME CARLISLE:http://i51.tinypic.com/7308ch.jpg
 
 
 
Mi scuso per eventuali errori.
Volevo precisare che questa storia è di mia invenzione.
Se per puro caso dovessi inserire frasi famose o frasi citate in altre storie, non l’ho fatto con l’intento di copiare.
Purtroppo, leggendo varie storie, possono rimanere nella mente frasi, che poi tornano a galla.
Mi scuso fin da ora.
Comunque per qualsiasi problema, sono a vostra completa disposizione.
Metto questo commento, onde evitare problemi in seguito al rumor che si è creato, in questi giorni, attorno all’autrice bannata dal sito.
Grazie.
 
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 ***


  
COME SEMPRE , VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA.
FA SEMPRE PIACERE.
 
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Giselle SPER I CONSIGLI E IL SUPPORTO NECESSARIO, A fylandra, giova71, vampirella75, monibiondina, manu72, CHE HANNO RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO.
GRAZIE  INFINITE.
 
 
 
Capitolo 10
 
L’ho baciato. Mi ha baciato. È stato un  momento indimenticabile, ma purtroppo è finito.
Ci guardiamo, siamo imbarazzati, non sappiamo cosa fare... dire, ci sorridiamo
-Edward... non... – mi blocca
-Bella... lascia questo momento così com’è- sospira – è stato bello- mi sorride
-ma... Edward... non doveva accadere... non così- l’incantesimo è svanito, mi rendo conto di quello che è stato – no... non doveva accadere- non mi accorgo che sto piangendo, scappo via, corro in camera mia e tutto il dolore mi sommerge.
Sento che lui mi è corso dietro e ora è nella mia camera, sta zitto, mi lascia sfogare.
-Edward... perché sei qui?- chiedo singhiozzando – vai via-
-no... Bella... non ti lascio più... ho già sbagliato una volta a lasciarti andare- si avvicina e si mette a sedere sul letto vicino a me – non ti lascio più andare... lasciami spiegare- mi guarda – per favore... lasciami spiegare... poi me ne andrò-
-no Edward... non ce la posso fare-
-Bella... per favore... forse non è il momento, ma... non ce la faccio più. – mi si avvicina e mi abbraccia. Sento che anche lui sta piangendo. Non l’ho mai visto in queste condizioni. Mai.
Non ce ne rendiamo conto che piano piano ci siamo stesi sul letto abbracciati, le lacrime ci hanno veramente scosso, siamo veramente sfiniti.
Ci culliamo a vicenda, fino a quando il sonno ci avvolge nella lunga notte di Halloween.
 
Sogno che Edward è al mio fianco, sento il suo profumo, sento il suo caldo respiro sul mio viso, sento il suo abbraccio protettivo. Qull’abbraccio che negli ultimi tre anni mi è tanto mancato.
È un sogno meraviglioso, sembra reale.
All’improvviso mi sveglio e mi accorgo che non è un sogno... lui è accanto a me.
Abbiamo dormito abbracciati tutta la notte, l’osservo e noto che  ha il sonno un po’ agitato e parla
“perché mi hai fatto questo? Perché? Hai rovinato la mia vita” è veramente agitato, sta urlando.
Cerco di svegliarlo –Edward... Edward... sono io, Bella. Svegliati... – lo scuoto finalmente apre gli occhi – Bella... – ha gli occhi spalancati, sembra incredulo
-Edward... –
-come... oh scusa non volevo...- immediatamente si alza dal letto – scusa... ora vado via... forse non è il caso...- sconsolato si avvia verso la porta di comunicazione
-no... Edward... non andare... rimani con me- mi alzo a mia volta e lo raggiungo
-ti ho svegliato solo perché stavi urlando... sembrava un brutto sogno- lo guardo con infinita dolcezza
-si... no... lascia perdere... non è nulla. Ora vado in camera mia, non ti voglio disturbare oltre- apre la porta e se ne va.
Non mi lascia alternativa, lo seguo e incavolata nera lo affronto
-no... Edward, non puoi dirmi che non è nulla... tu stavi urlando.- lo guardo negli occhi
-Bella... veramente non è nulla...- si passa una mano nei capelli e mi volta le spalle.
-Edward... lo so che sei stato male, come sono stata male io...- sospiro mi avvicino a lui e lo faccio voltare – quindi non mi dire che non è nulla, perché non ti credo- sono seria e lui lo capisce.
-Bella... forse non è il momento...-
-Edward... forse non è il momento... forse non lo sarà mai- prendo fiato- forse... oh... lascia stare, vado nella mia camera- e di corsa mi chiudo a chiave sento che mi chiama
-Bella... Bella... non fare così, diamoci una possibilità-
Di colpo riapro la porta – Diamoci una possibilità?- chiedo adirata
-si... diamoci una seconda possibilità...-
-tu vuoi una seconda possibilità... così... come non fosse successo nulla?- ora sto perdendo veramente la pazienza
-Bella... lascia che ti spieghi e poi capirai...- chiede speranzoso
-va bene... ora però è veramente tardi... forse è il caso che dormiamo. Domani avremo modo di parlare - sospiro – ma devi dirmi TUTTO,tutta la verità, e io farò altrettanto- lo fisso negli occhi, sembrano diversi, sono un po’ più luminosi.
-Bella... ti prometto che ti dirò tutta la verità... poi deciderai se credermi oppure no.- è veramente serio in questo momento
-ve bene... ci vediamo domani mattina... buonanotte-  gli sorrido e lui fa altrettanto
-Buonanotte Bella- si giara e se ne va. Senza accorgermi di quello che sto facendo lo chiamo
-Edward... –
-si... Bella-
-v.vuoi... r.rimanere con me?- chiedo imbarazzata
-sei sicura?-
-si... – gli sorrido
-ok... vado a cambiarmi e arrivo-
-bene-
Non so cosa mi ha spinto a fargli quella richiesta, ma sento che senza di lui non sarei riuscita a dormire. Ho una gran confusione in testa, non so più quello che voglio. Fino a ieri ero sicura di volere il divorzio, ora non ne sono più sicura.
Sarà per quello che ha detto alla radio, sarà il suo sguardo tormentato, ma sento che forse una piccola speranza c’è. Forse non tutto è perduto. Speriamo, lo spero per i miei piccoli.
Speriamo che non la prenda male quando saprà di loro.
 
Non mi sono accorta che con tutti i miei discorsi mentali, lui è già arrivato, è sulla soglia della porta che mi osserva, faccio segno di entrare. Mi dirigo nel bagno per cambiarmi, prendo il necessario per la notte e scappo via.
Mi cambio e mi accorgo che il mio pigiama è veramente infantile, è giallino con degli orsacchiotti disegnati, veramente sexy. Ma va bene così, sono me stessa.
 
Arrivo in camera, lui si è già messo a letto, siamo imbarazzati.
Velocemente mi infilo sotto le coperte, lui inaspettatamente mi attira verso di lui
-Bella... non preoccuparti... stiamo solo vicini. Ti va?- mi guarda e sorride
-o.ok...- mi accoccolo sulla sua spalla.
-buonanotte Bella... sogni d’oro- e mi stringe a se
-buonanotte Edward... anche a te- sento il suo profumo che mi avvolge tutta, mi inebria, e con il suo profumo il sonno mi avvolge.
 
 
Il sole filtra dalla finestra. Sembra una bella giornata. Sento che c’è qualche cosa di strano al mio fianco, mi volto e vedo che c’è Edward nel mio letto. Sobbalzo. Cosa ci fa Edward nel mio letto? Piano piano la memoria mi torna, e ricordo quello che è successo la sera prima e durante la notte.
Mi accorgo che due occhi verdissimi mi osservano, sembrano felici,-buongiorno Bella- sussurra
-buongiorno anche a te- sussurro a mia volta.
-ehm... ora che facciamo?- chiedo un po’ imbarazzata
-stiamo a coccolarci?- chiede divertito Edward
-non... mi sembra il caso- ribatto tra il serio e il divertito
-lo so... stavo scherzando. Anche se non mi dispiacerebbe- mi si avvicina e mi stringe a se.
Sento che forse è meglio che mi alzo, qualcuno è molto sveglio.
-ehm... Edward... forse è meglio che ci alziamo. Non vorrai fare aspettare Alice, vero?- mi alzo e vado verso il bagno
-no... meglio non farla arrabbiare. Chissà cosa ci farebbe fare!- anche lui si alza e va verso la sua camera – quando hai finito e sei pronta bussa alla porta che andiamo insieme a fare colazione- mi sorride e scompare nella sua camera, la porta la lascia socchiusa.
 
Velocemente faccio la doccia e mi preparo.
Oggi voglio stare comoda, quindi opto per un paio di jeans neri attillati, maglia bianca con una scritta davanti “I LOVE ROME” a maniche lunghe, converse ai piedi, giacca di pelle nera e una piccola tracolla. Ora sono pronta per l’avventura, portare Alice in giro per Roma. Fortuna che i negozi sono chiusi.
Sento bussare alla porta principale, vado ad aprire e mi ritrovo davanti Alice tutta impaziente
-Bella... ma sei già pronta?- mi osserva e sorride, approva come mi sono vestita.
Nel frattempo entra in camera e tutta contenta mi dice- ieri sera ho visto che vi siete baciati!-
Esclama tutta contenta, si guarda attorno e nota il letto, si vede che ci hanno dormito due persone.
Mi guarda e inizia a saltellare –sìììììììììììì!- esclama- che bello! Che bello! – la fermo prima che Edward la possa sentire
-ehm... Alice. Fermati- la prendo per un braccio, lei mi guarda. È felicissima.
-allooooora... cosa mi racconti?- mi guarda come per dire “mi puoi dire tutto quello che vuoi, ma tanto lo so che hai dormito con mio fratello”  
-Alice... calmati. Non è successo quello che tu credi sia successo.-
-no? Non è come sembra?- chiede ancora più curiosa
-si... abbiamo solo dormito. E basta.- il mio sguardo non ammette repliche
Si avvicina alla porta – bene, se ne sei convinta tu... ci vediamo tra poco a colazione- ridendo se ne va.
 
Sento che la porta di comunicazione si apre e vedo Edward che mette dentro solo la testa
-Bella... tutto bene? Mi sembra di aver sentito la voce di Alice-
-sì... era tua sorella- sono agitata
-cos’è venuta a fare?-
-voleva controllare che fossi pronta. È entrata in stanza e ha visto il letto...- mi giro e lo indico. Le coperte sono all’aria e sopra i cuscini si nota che sono stati usati tutti e due.
-quindi?- chiede sempre dalla porta
-quindi... ha capito subito che abbiamo passato la notte assieme, e ha fatto due più due-
-ma tu le hai spiegato...-
-sì che le ho spiegato... ma sai com’è fatta.- sospiro
-ma per la miseria... ma non si fa mai gli affaracci suoi?- ora è entrato e mi si è avvicinato.
-Bella... mi dispiace- mi abbraccia dolcemente – vedrò di parlarle- e mi accarezza i capelli. Che bella sensazione.
-fa niente... tanto non la cambieremo mai...- mi sciolgo dall’abbraccio, anche se non vorrei.
-ok... sei pronta al tour the force che ci farà fare Alice?- ora sta ridendo
-sì... sono pronta- ricambio la risata – ma tu vieni così in giro? Non ti riconosceranno?- chiedo preoccupata.
-no... dopo passo a mettermi il travestimento prima di andare via. Vedrai... nessuno mi riconoscerà- mi si avvicina e mi fa segno di andare.
 
Arriviamo nella sala adibita a colazione, ci sono tutti.
La fam.Cullun al completo, tutto il cast, i miei collaboratori, ci sono proprio tutti. E tutti ci osservano.
-allora Bellina... passata una buona notte?- chiede Emmet ridendo
-si... bene grazie- ricambio il sorriso
-allora... Edward- Emmet continua a ridere – e tu... come hai passato la notte?-
-bene... perché- chiede curioso Edward
-no... così. Sai... ieri sera ho bussato alla tua porta... ma tu non hai risposto, quindi...- ride sempre più forte
-Emmet... smettila- Rose gli assetta una sberla sulla testa, e lui prontamente diviene serio
-ma cosa ho fatto?- chiede con aria ingenua
-smettila... e basta- Rose è veramente arrabbiata.
Sono veramente imbarazzata, gli altri se ne accorgono quindi i discorsi si avviano verso altri argomenti. L’argomento principale è: “cosa vedere di Roma quando i negozi sono chiusi” questo è il pensiero di Alice.
Tutti ridiamo al suo quesito.
-ma... Alice, così la tua carta di credito si riposa un po’- rispondo io – vedrai sarà bello ugualmente. Roma è una città veramente fantastica- sorrido e guardo tutti. Penso che forse potranno ritornare ad essere la mia famiglia.
 
Finita la colazione ci avviamo per uscire, Edward va in camera a “trasformarsi”, arriva con: parrucca nera capelli ricci, barba e baffi neri, occhiali da sole stile John Lennon, non sembra lui, speriamo bene.
-eccomi... vado bene?- chiede ridendo
-certo... speriamo che nessuno ti riconosca- dice Alice
-ok... allora possiamo andare- ci avviamo all’uscita dell’hotel dove ci sono due taxi ad attenderci, io Edward, Alice e Jasper su uno e gli altri sull’altro taxi, destinazione :Piazza di Spagna
 
Piazza di Spagna, magnifica, bellissima con quel suo fascino, sempre piena di gente che proviene da tutto il mondo. Anche se è il primo novembre, quindi giornata triste, qui c’è sempre tanta allegria.
Rimangono tutti meravigliati da tanta bellezza. Sulla sommità della scalinata si vede benissimo Trinità dei Monti, chiesa bellissima.
 
Anche Edward sembra contento, anche per lui, forse è un momento di libertà, muoversi senza essere riconosciuto.
Mi si avvicina –Bella... questo posto è meraviglioso, ma tu lo sei di più- mi cinge la vita con un braccio, lo lascio fare, mi sento protetta. Gli altri se ne accorgono, sorridono felici.
Facciamo foto in ogni angolo della piazza, sulla scalinata a Trinità .
Mi accorgo che Alice cerca in tutti i modi di fotografare me e Edward nei momenti più buffi, particolari... siamo il suo soggetto preferito.
 
Dopo aver visitato Piazza di Spagna ci dirigiamo verso Fontana di Trevi passando in Via Condotti per la gioia di Alice.
Inizia a saltare da una vetrina all’altra.
Ci sono i negozi coi marchi più prestigiosi del mondo come: Dior,Valentino, Armani, La Perla, Prada, Burberry, Trussardi, Dolce e Gabbana, Louis Vuitton, Bulgari e tanti altri stilisti famosi.
 
Per fortuna è festa se no, addio giornata tranquilla.
-Bella... domani... devi assolutamente accompagnarmi QUI- mi si avvicina e mi guarda con occhi da cucciolo e labbro tremolo, - ma Alice... non posso... devo lavorare- per fortuna domani abbiamo una giornata molto intensa, Edward è pieno di interviste, servizi fotografici, quindi devo stare con lui.
-Edward... vero che tu puoi fare a meno di lei?- chiede Alice guardando suo fratello
Edward mi guarda e sogghigna – Alice... no mi dispiace... ma Bella domani mi deve accompagnare – la guarda e non riesce a trattenere la risata che esplode allegra.
-Ma... Edward... arg... uffa!- si allontana e si avvicina a Jasper tutta sconsolata lo prende a braccetto e si allontanano da noi.
-grazie Edward... mi hai salvato la vita-
-prego... ma questo ti costerà un favore...- mi guarda e ride
-che... favore?- chiedo con curiosità
-mhm vediamo... lo scoprirai- mi stringe sempre più a se
Non rispondo, sono confusa, sta succedendo tutto troppo velocemente.
Mi scosto da lui, noto che è deluso ma non dice nulla. Probabilmente ha capito di avere esagerato.
 
Arriviamo a Fontana di Trevi, anche questo monumento è bellissimo.
È pieno di gente, di allegria.
Ci avviciniamo alla fontana e dico – allora... prendete una monetina, date le spalle alla fontana, esprimete un desiderio e mentre lo esprimete dovete lanciare la monetina alle vostre spalle e il desiderio si avvererà- tiro fuori la mia monetina , mi giro , che desiderio posso esprimere?
Ne avrei tanti... ma quello che mi farebbe più piacere è “tornare con Edward e formare finalmente la nostra famiglia” lancio la  mia moneta e  sorrido. Speriamo si avveri.
 
Anche gli altri fanno quello che ho detto.
Guardo Edward , lui guarda me intensamente, poi tira la moneta e mi sorride. Finalmente il suo sorriso è anche nel suo sguardo. Forse il suo desiderio è uguale al mio? Mah chissà!
Rimaniamo un po’ seduti a chiacchierare poi ci avviamo verso il Pantheon.
 
Faccio fare a loro tutte le stradine interne, sono molto suggestive. Si respira tutta l’aria del’antichità di questa città.
 
Arriviamo al Pantheon, è maestoso, pieno di storia.
Lo visitiamo all’interno, è qualcosa di spettacolare.
Ci avviamo all’uscita e mi ricordo che qui di fianco c’è la caffetteria più famosa di Roma e del mondo, “Caffè Sant’Eustachio”.
-Venite... ora vi offro il caffè più buone del mondo- li invito a seguirmi
-addirittura... il più buono del mondo.- mi prende in giro Emmet
-si... se non ci credi, controlla le guide più prestigiose e poi mi dirai...- lo guardo divertita- poi hai la possibilità di assaggiarlo personalmente- ci sfidiamo con lo sguardo
-ok... però se non è vero... pagherai pegno- ha lo sguardo che la dice lunga
-ok accetto. Tanto non vincerai...- a mia volta ricambio il suo sguardo
-su... su... entriamo a sentire questo caffè, poi si vedrà chi vince- Alice ci trascina dentro il caffè.
 
Dopo aver gustato questa meravigliosa bevanda, guardo Emmet – allora?-
-...- non capisce, o fa finta di non capire. Ho notato che quando lo ha bevuto ha fatto lo sguardo di meraviglia, forse non credeva che fosse così
-allora... Emmet... cosa ne dici del caffè’-  chiedo
-ehm... Bella... ma tu al tuo fratellone vuoi bene, vero?- chiede con sguardo da cucciolo bastonato
-ehm... ci devo pensare. Poi non si risponde a una domanda con un’altra domanda. È da maleducati!- lo guardo seria in volto.
-ok... ok... Bella non ti arrabbiare. Allora... il caffè... è... b.buono. come dicevi tu!- mi si avvicina e mi abbraccia.
-allora... visto che ti piace... e tu avevi detto che io dovevo pagare pegno, ora lo pagherai tu!- guardo Rose e con uno sguardo ha capito, mi fa segno di sì.
-che pegno devo... pagare?- chiede Emmet allarmato
-oh... niente di che... solo una piccola cosa-
-Bellina... tutto quello che vuoi- mi guarda speranzoso
-ok... va bene... visto che hai perso... mi devi promettere che finché sarai in mia presenza non farai più nessuna battuta inerente la mia vita privata. Ci siamo capiti!- ora sono seria – se non sarà così... te la vedrai con Rose- la guardo – vero Rose?-
-certo Bella... se la dovrà vedere con me!- esclama e guarda Emmet molto seriamente
-ok... ok... capito. Ma Rose... cucciolotta mia... il tuo orsacchiotto fa il bravo. No più cattivo- le si avvicina e fa il tenerone. Che dolce che è!
A questa scena tutti noi scoppiamo a ridere.
Non mi sono accorta del tempo che passa, noto già che sono le 13,00 , forse è il caso di andare a pranzo.
-che ne dite se ci avviamo a Piazza Navona e andiamo a pranzo?-
-ok va bene- dicono in coro
-conosco una piccola trattoria, molto alla buona... vedrete vi piacerà-
Arriviamo al locale la sig.ra Teresa mi si avvicina – che piacere vederti Marie.- mi abbraccia calorosamente – sei sempre più bella- ora divento tutta rossa. Speriamo che non chieda dei bambini
-come mai sei qui?- chiede  – Claudio è  di là con i bambini e mi ha detto che eri via per lavoro- continua a guardare me e poi  gli altri. Quando vede accanto a me Edward i suoi occhi si spalancano e mi guarda. Il suo sguardo è sorpreso. Ha capito che Edward è il loro padre. Ora sono veramente nei guai. Guai grossi. Forse era meglio andare da un’altra parte.
-ehm... loro sono la fam.Cullen- ora sono veramente nervosa
-vieni Marie... saranno contenti di vederti. Non fanno altro che parlare di te- guardo Alice in cerca di aiuto, ma lei scuote la testa come per dire “oramai quello che è fatto è fatto”.
Sconsolata mi avvio verso la sala, i piccoli mi vedono e mi corrono incontro
-mama.... mama... che bello che sei qui.- mi abbracciano e mi baciano.
Mi accorgo che Edward è rimasto immobile, ha lo sguardo di ghiaccio mi guarda e gelidamente mi chiede – mamma?- mi si avvicina con fare minaccioso. Non riesco a muovere un solo muscolo, la voce sembra sparita.
-allora? Vuoi spiegarci chi sono loro?- indica i bambini
-ma... chi è mama? Pechè ti sta guadando male? E pecchè urla? - chiede in tono allarmato il mio piccolo ometto.
-Thomas... va tutto bene.-cerco di rassicurarlo- non preoccupati piccoli miei. Loro non mi faranno del male- guardo Edward negli occhi e lo fulmino. Non doveva spaventare i miei cuccioli.
Claudio capisce che sta succedendo qualche cosa e si avvicina a me- Marie... tutto bene?- mi abbraccia e i bimbi gli si appiccicano alle gambe- Clodio... quel...- Thomas inizia a piangere e indica Edward – quel... sinore ha guaddato male la mama- ora piange disperato.
Claudio a sua volta fulmina con lo sguardo Edward, ora anche lui è furioso.
Ora anche Edward si accorge che forse ha esagerato – mi... dispiace piccoli... non volevo spaventarvi- si passa una mano nei capelli e mi guarda, mi fa capire che è mortificato.
Continuo a guardarlo arrabbiata, ha capito che le sue scuse non valgono a nulla.
-bene... credo che sia meglio che ci mettiamo a sedere e che... parliate- Claudio mi scorta fino al tavolo – per cortesia Teresa faresti un tavolo unico nella saletta dietro, così possiamo stare tutti più tranquilli’- chiede con gentilezza. Teresa capisce e fa cenno di accomodarci nella saletta sul retro del ristorante.
 
Finalmente ci mettiamo seduti. I bimbi non mi lasciano un secondo, li ho tutti e tre addosso. Tutti i Cullen mi guardano meravigliati, hanno lo sguardo felice. Hanno capito che i bimbi non sono altro che figli di Edward. Tutti tranne Edward che continua a fissarmi. Vuole sapere.
Ma io dico, non si accorge che Soph e Lizzie sono la sua copia? E che Thomas ha i suoi stessi occhi?
 
Prendo un grosso sospiro e inizio a parlare
-dunque... loro sono i miei figli- li guardo tutti, in particolar modo Edward
-questo lo abbiamo capito che sono i tuoi figli.- ribatte Edward
-mi lasci finire?- chiedo spazientita
-prego... tanto ho capito tutto.- ribatte ironico, fa per alzarsi e andarsene
- Edward... per cortesia... aspetta di sentire quello che ho da dire... poi fai quello che vuoi- lo guardo
-cosa c’è da capire?- sospira – Bella... tu hai tre figli! Quindi questo dice tutto.- inizia a girare su e giù per la stanza, si gira e mi guarda , sembra deluso
-Bella... io non mi sarei mai immaginato...- cerca di dire ma lo blocco subito
-cosa Edward... cosa non ti saresti mai immaginato? Solo tu potevi?- lascio intendere il suo tradimento. Gli animi si stanno scaldando. Claudio cerca di calmarmi, Carlisle cerca di calmare Edward , i bimbi mi guardano, non riescono a capire la situazione
-Edward... Bella... calmatevi tutti e due, state spaventando i bimbi- Alice ci guarda e ci fulmina con lo sguardo.
-Edward... ora calmati e mettiti seduto e ascolta cosa ha da dire Bella. Ok?- Alice stringe la sua mano sulla spalla del fratello
-ok- mormora Edward.
Claudio mi stringe la mano per infondermi coraggio, Esme Rose e Alice mi sorridono e mi fanno segno di continuare.
-allora- guardo i miei cuccioli – loro sono Thomas Edward Anthony Junior, Elisabeth Alice Carlie , Shopie Lilian Esme Swan, sono nati il 20 giugno 2009. Questo è tutto- ora guardo negli occhi Edward, se non è tonto dovrebbe avere capito che sono i suoi figli.
Lui mi guarda allucinato, lo sguardo è spalancato, non riesce a parlare. Non riesce a capire.
-si... Edward. Non hai capito male- lo lascio in sospeso per un po’ – sono i “tuoi figli” – ora abbasso lo sguardo. Non riesco a guardarlo in faccia.
-scusatemi... – mi alzo, prendo i miei bimbi li vesto e scappo dal locale. Riesco a trovare per miracolo un taxi, e mi allontano da lui. Il dolore è stato troppo forte. Ora voglio solo stare con i miei piccoli e tranquillizzarli che va tutto bene.
Voglio andare a casa mia. In nessun altro posto mi sentirei sicura.
 
 
Solo una precisazione.
Tutti i posti che ho descritto, sono veramente così. Ci sono stata veramente.
Tranne nei negozi di Via Condotti. Il motivo... beh potete immaginarlo.
Solo la trattoria di Teresa è di mia invenzione.
 
 
Mi scuso per eventuali errori.
Volevo precisare che questa storia è di mia invenzione.
Se per puro caso dovessi inserire frasi famose o frasi citate in altre storie, non l’ho fatto con l’intento di copiare.
Purtroppo, leggendo varie storie, possono rimanere nella mente frasi, che poi tornano a galla.
Mi scuso fin da ora.
Comunque per qualsiasi problema, sono a vostra completa disposizione.
Metto questo commento, onde evitare problemi in seguito al rumor che si è creato, in questi giorni, attorno all’autrice bannata dal sito.
Grazie.
 
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 11 ***


 ECCOMI! SCUSATE IL CAPITOLO E’ STATO SCRITTO DI CORSA. NON HO RILETTO NULLA, QUINDI SE CI SONO DEGLI ERRORI MI SCUSO INFINITAMENTE.
 
COME SEMPRE , VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
 
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE ALLE 11 PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO.
GRAZIE DI CUORE, SIETE FANTASTICHE
 
Capitolo 11
 
Pov.Edward
 
 
Sono un emerito idiota.
Ho nella mente ancora la sua frase  “si... Edward. Non hai capito male ...sono i tuoi figli” , lei, la mia Bella mi ha donato tre fantastici bambini. Ed io cos’ho fatto? L’ho fatta allontanare da me, per l’ennesima volta. Tutto per il mio essere geloso, si perché sono infinitamente geloso di lei. Al pensiero di un altro uomo che l’abbia potuta toccare, sfiorare, amare... mi fa andare il sangue alla testa. Lei è solo mia e di nessun altro.
Ma cosa vado a pensare? Sono stato io il primo a tradire!
Ora devo rimediare al mio ennesimo errore. Chissà dov’è andata?
 
Tutti mi guardano nessuno ha il coraggio di dire niente. Sento arrivare una persona
-Claudio... Claudio... cos’è successo? Ho visto Marie andare via con i bambini...- la guardo e non capisco chi possa essere
-Anna... è successo che...- e mi indica – il signore qui presente...- mi fulmina con lo sguardo           – quando ha visto i figli di Marie si è scaldato un po’, i bimbi si sono spaventati e dopo che lei gli ha comunicato che “sono i suoi figli” ha pensato di andare via. Ha agito in questo modo perché erano veramente spaventati- mi guarda minaccioso
-mi... dispiace, non ho scusanti per il mio comportamento...- mi tolgo il mio travestimento, non lo sopporto proprio più – ora vorrei solo sapere dove potrebbe essere andata. Vorrei poter parlare con lei. Scusarmi- non faccio altro che passarmi le mani nei capelli. Se potessi me li strapperei tutti. Sono un emerito cretino all’ennesima potenza.
-Claudio... per favore- sospiro – dimmi dove potrebbe essere andata?- se fosse necessario mi metterò in ginocchio pur di sapere dov’è.
-Edward... devi capire che Marie ha sofferto tanto. Solo i bambini le hanno permesso di condurre una vita normale.- mi si avvicina e mi fa segno di sedermi. Ora ha tutta la mia attenzione, come del resto la mia famiglia.
-ora vi accenno a qualche dettaglio della vita di Marie... anche se non dovrei, dovrebbe essere lei a parlarne... ma questo che vi dirò non è nulla che non si possa dire...- guarda la signora si sorridono –allora... come dicevo prima, Marie ha sofferto tanto, e solo i suoi piccoli le hanno permesso di andare avanti. Quando l’abbiamo conosciuta, era sola e spaventata, con questo enorme pancione. L’abbiamo conosciuta in ospedale, era lì per dei controlli. Piano piano abbiamo iniziato a parlare, lei era in cerca di un  lavoro come interprete e ci chiedeva se conoscevamo un posto dove potesse andare a fare domanda. Ma, nel suo stato nessuno l’avrebbe assunata- a queste sue parole impreco – le abbiamo fatto capire che non si doveva preoccupare. Con il mio lavoro di avvocato, avevo molte conoscenze, e piano piano sono riuscito a trovarle da lavorare. Prima come traduttrice di scritti, così in quel modo poteva lavorare da casa, salutarmente come interprete a convegni, riunioni. Successivamente al parto, grazie alle conoscenze che aveva avuto prima è riuscita a farsi una posizione. È una donna fantastica che nonostante tutto, è riuscita ad andare avanti. Anche quando i suoi genitori l’hanno abbandonata a se stessa... – a questa notizia sobbalzo sulla sedia
-come l’hanno abbandonata a se stessa?- chiedo allarmato
-di questo...  se te ne vorrà parlare , te ne parlerà lei. Non spetta a me...- mi sfida con lo sguardo.
Quanto male le ho inflitto? Tanto!
-va bene... se vorrà me ne parlerà lei- ora mi alzo, lo guardo in volto – ora vorrei sapere solo se sta bene e sapere dov’è-
-Claudio... forse è andata a casa. Lo sai che per lei è l’unico posto dove sta bene.- ma io questa donna ladoro!
-scusate... e dove abita?- chiedo impaziente
-aspetta... prima provo a telefonarle- mi comunica Claudio
-Marie... dove sei? Siamo tutti preoccupati- sembra sollevato
-ok va bene... arrivo subito- mi guarda- anzi arriviamo subito. Viene con me anche Edward...- sembra sollevato, forse la risposta che le ha dato non è negativa
-dai andiamo Edward... ci sta aspettando- si alza e mi fa segno di seguirlo
-Edward... non fare come al tuo solito- questa è Alice- connetti il cervello prima di parlare- mi unta un dito sul petto – sono stata chiara! Non rovinare tutto come tuo solito- mi abbraccia e mi bacia
-ok... Alice te lo prometto- guardo tutti gli altri e mi avvio con Claudio. Speriamo bene.
 
Dopo un tempo che a me pare lunghissimo arriviamo sotto a una piccola palazzina. Finalmente vedo dove vive la mia vita.
Scendo dalla macchina, sono agitato.
Vedo che Claudio prende delle chiavi e apre il portone. Allora stanno insieme? Perché ha le chiavi di casa di Bella? Ok. ok. Calmati Edward. Come ha detto Alice, colleghiamo il cervello prima di parlare e stai calmo. Forse non è come sembra.
Saliamo le scale, apre una porta, entra, mi fa segno di seguirlo.
Finalmente sono in casa sua. Finalmente sono nel suo regno, quel regno, che per colpa mia mi è stato negato negli ultimi tre anni.
 
 
Pov.Bella
 
Sono agitata. Claudio sta arrivando a casa mia con Edward, sta venendo nella mia casa, per fortuna che i piccoli si sono calmati.
Ho spiegato loro, che non era successo niente, e che Edward non gli avrebbe fatto nulla ne a loro ne alla loro mamma.
Ora sono qui in salotto con me, siamo accoccolati sul divano, alla televisione i loro cartoni animati preferiti, ma loro non li guardano. Mi stanno coccolando, gli sono mancata tanto in questi giorni.
Sento aprire la porta , mi volto e lo vedo. Mi guarda, è imbarazzato, abbozza una sorta di sorriso e abbassa lo sguardo fino ad incontrare tre paia di occhietti vispi che lo scrutano profondamente.
 
Thomas si alza dal divano seguito a ruota dalle sorelle e si avvicinano a Edward , lo scrutano attentamente  -e tu chi saesti?- chiede curioso Thomas – e pecchè pima hai guaddato male la mia mama?- è troppo buffo, vedo che anche Lizzie e Sop si mettono sul piede di guerra, appoggiano le manine sui fianchi, gonfiano le guance –si pecchè’- anche loro vogliono sapere.
Edward li guarda, non sa come comportarsi, mi guarda e io lo incito a rispondere
-ehm... bambini... – si abbassa per guardarli, il suo sguardo ora è pieno d’amore – scusate, prometto che non lo farò più- sorride, mi guarda – scusa anche a te Bella, mi dispiace infinitamente- da una carezza a ogni bimbo e si alza.
Non sa come comportarsi, per fortuna interviene Claudio
-bambini che ne dite se andiamo al parco? Magari dopo ci raggiunge anche la mamma?- mi guarda e approvo la sua idea.
-Thomas,Elisabeth e Sophie andate con Claudio, ora la mamma ha da fare, dopo vi raggiungo- li abbraccio, nel mentre Claudio ha preso le loro giacche a li aiuta a vestire e si avviano verso l’uscita.
- Edward... vedi di giocarti bene questa possibilità...- lo avvisa Claudio, prende i bimbi e se ne va.
 
Rimaniamo alcuni minuti in silenzio. Faccio segno ad Edward di sedersi sulla poltrona, vedo che esita quindi lo incito ulteriormente.
Il momento della verità, finalmente è arrivato.
-Edward... – mi ferma
-no... Bella... scusa per prima- mi guarda dolcemente- non ho scusanti. Non dovevo comportarmi così davanti a dei bambini piccoli, e comunque, in ogni caso non mi dovevo comportare così- si alza. Non riesce a stare seduto.
-ti chiedo soltanto... perché? Perché non me lo hai detto?- mi si avvicina e scuote la testa
-cosa ti dovevo dire Edward? Tu avevi la tua vita, avevi il tuo successo-prendo un grosso sospiro     -ed io... non ne facevo più parte. Non ne facevo più parte da quando tu hai iniziato quel lavoro- ora lo guardo seriamente .
-no... Bella perché dici così? Non è assolutamente vero!- ora si è messo a sedere di fianco a me.
-non è cosi? Non dire assurdità Edward! Le foto, anzi la foto lo dimostrava molto bene- ora sono io che mi alzo, non riesco a rimanergli vicina. –puoi negarlo? Io penso proprio di no!-
-Bella... non sai...-
-cosa non so? So solo che quella foto ti ritrae mentre tu stai baciando appassionatamente Megan, mi sto sbagliando forse?- lo fulmino con lo sguardo
-Bella... hai ragione. Ho baciato Megan quella sera...- ora si alza anche lui e si avvicina alla finestra.
-beh... menomale che l’ammetti! Ma tu in pochi minuti hai distrutto tutto. Tutto!- esclamo -non ti sei minimamente ricordato che a casa avevi una moglie, dei doveri e in particolar modo... mi hai ferito profondamente- vado in cucina e mi verso da bere, torno da lui e continuo con il mio sfogo- cosa dovevo fare? Far finta di niente?-lo guardo, ma lui non reagisce è fermo immobile, si vede solo la mascella che è contratta- no... Edward, forse avrò sbagliato a scappare, ma in quel momento mi è sembrata l’unica soluzione possibile. Speravo che con il passare dei giorni tu potessi cambiare atteggiamento, ma le foto di voi due insieme, sorridenti e felici, continuavano a girare sul web. Quindi secondo te cosa dovevo fare?- ora sono a pochi passi da lui, e lui continua a non avere reazione – quindi ho capito cheio per te non ero più nulla. Non ero abbastanza...- ora non ce la faccio più e scoppio a piangere e sprofondo nel divano.
Sento due braccia che mi avvolgono – no... Bella... tu... non sai...- sospira – ci è stato fatto tanto male, alcune persone invidiose del nostro amore, ci hanno diviso...- ora mi guarda, vedo che anche lui sta piangendo. Ci abbracciamo a vicenda.
-raccontami tutto... da quando mi hai lasciato- mi chiede a fil di voce
Lo guardo, il suo bellissimo sguardo, due occhi verdi, meravigliosi mi incitano a raccontare il tutto.
 
-ok... allora... dopo che ho visto quella foto su internet, non ci ho pensato molto e ho fatto la valigia e ho preso il primo volo disponibile, destinazione Roma- prendo coraggio e continuo il mio racconto
-arrivata in città inizialmente ho alloggiato in una piccola pensioncina, poi ho iniziato a lavorare saltuariamente. Dopo due mesi, mi sono sentita male e sono dovuta ricorrere al pronto soccorso. Stavo veramente male- mi prende le mani e me le stringe – lì ho saputo di essere incinta di tre mesi. Mi hanno fatto l’ecografia e scoperto di aspettare tre gemelli. Ero molto combattuta se dirtelo o meno. Avevo pensato che prima o poi te lo avrei detto- sospiro – ma un giorno ero a Cinecittà per fare da interprete quando ho incontrato...- non riesco a continuare
-chi hai incontrato Bella- mi guarda, è molto serio
-ho... incontrato Tanya Denali...-
-e... cosa ti ha detto Tanya?- ora ha emesso un ringhio, sembra molto alterato da quando ha sentito quel nome. Anche Alice aveva imprecato a quel nome. Cosa c’è sotto? Mah... lo scoprirò
- Tanya Denali... l’ho incontrata a una convention e mi ha riconosciuta. Quando si è accorta che ero incinta, mi si è avvicinata e mi ha detto “se provi a dirlo a Edward sei morta. Lui è mio! Non gli rovinare la vita! Tanto lui ti ha già scordata. Si è rifatto una vita con la sua Megan e pensa che abitano addirittura nella vostra casa! E quando finirà questa storia, perché finirà. Farò in modo che lui sia mio. Chiaro! Non. Ti . avvicinare. A .lui.!  Se lo farai, potrebbe capitarti qualcosa di brutto a te... o alla creatura che porti in grembo” – lo guardo è veramente arrabbiato
-e tu... naturalmente le hai creduto, vero?-
-cosa potevo fare? Le foto che giravano sul web confermavano le sue parole. Era uscito anche l’annuncio che Megan era incinta, ma che non si sapeva chi fosse il padre. Cosa avrei dovuto pensare? Quando tutte le foto che ti riguardavano, tu eri sempre in sua compagnia? Lo puoi negare?–
-no... è vero... ero sempre in sua compagnia... ma tra noi, oltre a quel bacio non c’è mai stato nulla, alla fine l’ho saputo...- dichiara amareggiato
-come... alla fine l’hai saputo? Non capisco...-
-dopo ti spiego... ora continua tu- mi sorride
-ok... allora dopo quella minaccia e le foto che continuavano a girare, ho ritenuto che fosse meglio non dirti nulla... non volevo rovinarti la vita, e in particolar modo, la sua minaccia mi aveva veramente spaventata, quindi decisi di non dirti nulla.  Anche i miei genitori non sapevano della mia gravidanza. Per fortuna ho incontrato delle persone splendide che mi hanno aiutato molto...- guardo fuori dalla finestra come a evocare quei giorni.
-ho incontrato Claudio in ospedale, ero andata per dei controlli, e così ci siamo messi a parlare, e venne fuori che mi poteva aiutare con il lavoro, certo inizialmente non era niente di che... poi grazie anche a qualche persona che avevo conosciuto frequentando Cinecittà risultò molto utile. Alla fine il tuo lavoro mi aveva allontanato da te, ma allo stesso tempo mi dava da vivere- mi allontano da lui, vago per la stanza e continuo la mia storia.
-dopo la nascita dei gemelli, informai i miei genitori dell’evento. Solo mio padre sapeva dov’ero. Arrivarono immediatamente, mia madre si fermò qui per alcuni mesi, poi tornò in America... d’allora non li ho più visti. Ci sentiamo ogni tanto, in particolar modo per le feste e poco altro. Sono arrabbiati con me perché non ti ho voluto dire dei piccoli. Avevano ragione... ma a quel tempo la pensavo così- mi volto e lo guardo, è molto serio
-comunque... grazie alle conoscenze che avevo avuto , riuscii ad aprire l’agenzia di interpreti. Inizialmente mi aiutò Claudio, mi prestò il denaro necessario per avviare l’attività.- a questa notizia mi interrompe- ma... Bella... perché non hai chiesto a ME quei soldi? Era mio diritto aiutarti, nonostante tutto- lo fermo immediatamente
-no... Edward... tu ormai non facevi più parte della mia vita, dovevo farcela con le mie sole forze-
-ma... Bella...-
-No! Edward... lasciami finire. Claudio mi prestò il capitale iniziale per l’attività, mi aiutò con le pratiche legali anche per il mio soggiorno in Italia, e grazie alle sue conoscenze riuscii in breve tempo ad avviare il mio lavoro. All’inizio non fu facile, ma piano piano l’attività è decollata. Sono riuscita nel giro di diciotto mesi a restituire tutto il mio debito. Ora ho una impiegata che è anche una mia carissima amica, Laura, e in più mi avvalgo di fidati collaboratori esterni, come quest’ultimo incarico. Ho trovato quest’appartamento in affitto, anche se il mio desiderio è di riuscire a comprare una piccola casa con giardino, ma non è facile. Per ora va bene così. Il resto lo sai...- finalmente ho raccontato tutto. Sono come svuotata. Mi sento più leggera.
 
Pov. Edward
 
È veramente fantastica. Nonostante abbia partorito tre fantastici bambini, è riuscita a realizzarsi.
E tutto questo l’ha fatto solo con le sue forze e grazie all’aiuto di amici.
Ma Claudio per lei cos’è?
Perché è così protettivo nei suoi confronti? E nei bambini? È il suo nuovo compagno? No! Non ci posso credere. Ma lei aveva tutto il diritto di rifarsi una vita, quella vita che ci hanno negato di vivere insieme.
 
-Claudio che cos’è per te?- chiedo diretto, senza giri di parole
-Edward... come ti ho già detto è solo un caro amico-
-quanto caro?-
Ora il suo sguardo e divertito – Edward... tu cosa pensi che sia?- mi chiede ridendo sotto i baffi
-oh... smettila Bella... sai benissimo cosa voglio dire... è il tuo compagno?- sto tremando, aspetto con terrore la sua risposta.
-sai Edward... per come ti sei comportato con me... non dovrei risponderti, e non ti rispondo. Voglio che ci arrivi tu, da solo- ribatte decisa – ora vorrei sapere la tua versione, se non ti è di troppo disturbo- nella sua voce si nota una punta di ironia.
-ok... come sai in quel periodo ero molto impegnato-
-tanto impegnato... che non avevi nemmeno il tempo di telefonarmi e nemmeno di rispondere ai miei messaggi o mail che ti inviavo...- l’interrompo
-quali messaggi e quali mail?- chiedo sospettoso, non ho mai ricevuto mail o messaggi da lei nell’ultimo periodo del nostro rapporto. Strano molto strano.
-come non hai ricevuto i miei messaggi o mail? Tutti i giorni te ne inviavo, io ti credevo quando mi dicevi che eri impegnato. Pensavo che almeno alla sera prima di andare a dormire saresti riuscito a rispondere a qualcosa , ma ho aspettato invano. Solo una qualche sporadica telefonata da parte tua e sempre di fretta. Se ti ricordi c’era sempre Tanya che ti stava attaccata come una cozza e continuamente ti ricordava che non c’era tempo per stare al telefono e che ci saremmo parlati quando saresti rientrato L.A.- i suoi occhi sono pieni di odio, non capisco se verso me o verso Tanya...
Ammetto tutto, non so da dove incominciare. Quello che sto per dirle la sconvolgerà ulteriormente e molto probabilmente si allontanerà da me ancora di più. Forse addirittura continuerà con la storia del divorzio, ed al quel punto non potrò fare altro che acconsentire. Staremo a vedere come si evolverà la situazione.
-Bella... quello che ho da dirti sarà molto doloroso per te- lascio in sospeso la frase, tanto che voglio che capisca quello che voglio dirle – per favore, non mi interrompere e soprattutto fammi arrivare fino alla fine. Ok- chiedo timoroso
-ok...- non è molto convinta – fino alla fine...- sospira e mi fa segno di continuare
 
-quella sera eravamo stati a una festa, avevo bevuto molto, la tua mancanza era insostenibile, avevo una voglia matta di rivederti. Di sentirti, di abbracciarti e baciarti...- mi siedo accanto a lei che nel frattempo si era accoccolata sul divano – Tanya mi ha pressato per tutta la serata, dovevo far sembrare che tra me e Megan ci fosse del tenero, io continuavo a dire di no nel modo più assoluto, e ho iniziato a bere sempre di più. Al rientro in hotel non stavo più in piedi, tanto che Megan se ne approfittò... fuori dalla porta della mia camera mi baciò, non fui abbastanza veloce da sfuggire al suo assalto. Appostato e nascosto c’era un paparazzo che prontamente non si è fatto scappare lo scoop...- sono nervosissimo, lei è un pezzo di ghiaccio, non si muove, appena si nota che respira – alla luce del flash, Megan mi fa entrare in camera e mi si buttò addosso, riuscii a mandarla via dalla camera, non so come ma ci riuscii. Il mattino dopo, quando mi svegliai, mi trovai a letto nudo e affianco a me c’era una persona. Credimi Bella... NON.HO.FATTO.NULLA. ma questa verità l’ho scoperta solo di recente- mi sta trucidando con lo sguardo, non so se riuscirò a continuare. Rimango alcuni minuti in silenzio e le chiedo – posso continuare... o mi fermo- chiedo con timore, lei fa segno di continuare.
- la persona al mio fianco era... Megan.- vedo che sussulta sul divano, si alza e inizia a girare per la stanza, sembra che il fumo gli esca dalle orecchie.
-quindi... quello che dicevano i giornali... era vero?- è delusa amareggiata, il suo sguardo è spento.
-no... o meglio... era quello che Tanya voleva che si sapesse.- la guardo – quando quella mattina mi sono svegliato e me la sono trovata nel letto lei mi ha comunicato che era stata una notte di fuoco. Ma io non ricordavo assolutamente nulla... non potevo credere di averti tradito così...- ora ha le lacrime agli occhi, la raggiungo e l’abbraccio – fammi finire... fino alla fine ok?- asserisce con la testa e continuo- era talmente convincente che alla fine le ho creduto. A un certo punto mi squilla il cellulare è Alice che mi comunica che c’è una foto che circola su internet del bacio della sera prima–
E mentre le racconto tutto quello che è successo inizio a tremare,
così ha inizio il mio flashback
 
 -Alice... non è possibile... – nel mentre dico quelle parole mi torna in mente la serata precedente – ehm... Alice è tutto vero ma... non è come credi almeno lo spero. Ero completamente ubriaco. Ora devo chiamare subito Bella... speriamo che non l’abbia vista- Alice mi interrompe subito
-Bella... non è più a casa. Le sue cose sono sparite dall’armadio...-
-come sparite? Non è possibile! Dov’è andata? Arrivo subito a L.A. con il primo volo...-
-fai come ti pare... tanto il danno l’hai già fatto. –
-è uguale... prendo il primo volo...-
-ok...- dice Alice, sento che la sua voce è molto triste
Mando via in malo modo Megan, chiamo al cellulare Tanya e le comunico che torno immediatamente a L.A. lei cerca di impedirmelo ma non le do retta. Arrivo a casa e trovo l’armadio quasi vuoto.
 
Fine flasback
 
-quando tu hai lasciato la nostra casa mi è crollato il mondo addosso. Per uno stupido errore avevo gettato al vento il nostro rapporto. Da quando Alice mi aveva chiamato non ho fatto altro che cercare di mettermi in contatto con te, telefonandoti e mandandoti messaggi. Ma da te nessuna notizia- ora sono addolorato, ricordare tutto mi fa tremendamente male. Ripercorrere tutto... ricordare tutto quello che ho passato, non sarà facile. Mi avvicino a lei cerco di abbracciarla ma lei mi scosta – Edward... no... per favore- ha ripreso a piangere, quanto dolore le ho inferto.
Mi allontano da lei - sono andato all’aeroporto, ho cercato di capire che volo avevi preso, ma non risultavi su nessun elenco. A quel punto ho chiamato tuo padre, anche lui era in pensiero, non sapevo dove potevi essere andata, non ti eri fatta sentire con nessuno. Eravamo tutti in pensiero!- ora sono arrabbiato con lei perché non aveva fatto avere notizie per giorni – perché ti sei fatta sentire solo dopo quasi una settimana! Capisco che tu potessi avercela con me, ma la mia famiglia e i tuoi genitori non ti avevano fatto nulla!- la guardo molto seriamente
-ehm... in quel momento volevo pensare solo a me stessa e a nessun altro- anche lei è molto seria.
-poi... avevi detto con Alice che ti saresti fatta sentire – sto per scoppiare, la paura era stata tanta, paura che le fosse successo qualche cosa di brutto- naturalmente... tu questo non l’hai fatto! Perché?-
-Perché? Hai il coraggio di chiedermi perché? Tu che mi hai appena confessato di avermi tradito , vieni a chiedere il perché? Non lo immagini neanche come mi sono sentita, poi quando è uscita la notizia che lei aspettava un bambino, il mondo mi è doppiamente crollato addosso- ora sta urlando, cerco di avvicinarmi ma non me lo permette. – dimmi Edward... voglio la verità. Quel bambino è tuo? È tuo figlio?- mi si è avvicinata, è molto determinata a sapere la verità.
-Bella... avevi promesso che mi avresti lasciato finire...-
-VOGLIO.SAPERE.SE.QUEL.BAMBINO.E’.TUO.FIGLIO.PUNTO- così arrabbiata non l’avevo mai vista
-è... complicato da spiegare...-
-SI O NO è così difficile dire due parole?-
-sì... no... è un casino...-a questa affermazione salta, mi fa segno di uscire dalla porta. Riesco a fermarla – Bella... lasciami finire... mi sono spiegato male... lui NON E’ MIO FIGLIO, ma lasciami spiegare e capirai tutto il male che alcune persone ci hanno fatto- ora sto piangendo, sono veramente disperato. Sento che molto probabilmente la sto perdendo, devo stare attento alle parole da usare.
-posso continuare?- chiedo sussurrando
-o.ok- anche lei sta piangendo.
Ci mettiamo a sedere tutti e due sul divano, la tengo stretta tra le mie braccia, voglio che senta che l’amo ancora. Il mio cuore batte follemente solo per lei.
-tu avevi lasciato casa nostra, in aeroporto non risultavi su nessuna lista, nessuno sapeva dov’eri. Caddi in una profonda depressione, tanto che temettero per me. Andavo avanti solo con gli antidepressivi e ansiolitici, quando restavo solo, il mil unico sfogo era l’alcol. Era un mix micidiale. Tante che Carlisle mi costrinse ad abitare con loro- la guardo, è molto attenta alle mie parole- poco dopo sembrava che mi stessi riprendendo, quando tornò alla carica Tanya. Aveva impugnato il contratto, e che se non lo rispettavo mi avrebbe rovinato la mia vita e quella dei miei famigliari- mi sento abbracciare forte, questo mi da la carica per continuare – in più c’era sempre quella famosa notte del bacio. Non sapevo in realtà cosa fosse successo. Megan mi disse “Edward stanotte sei stato magnifico, stupendo. Faremo faville insieme, io e te. Sia sul lavoro che a letto”.- la osservo, rimane tra le mie braccia- ti giuro Bella, io di quella notte non ricordo nulla.- sospiro – comunque... un giorno di gennaio arrivò a casa dei miei genitori dicendomi che mi doveva comunicare una cosa molto importante. Mi disse che stava aspettando un figlio e che io ero il padre.- non so più come andare avanti, Bella si è leggermente allontanata da me, ma è comprensibile- io non ci potevo credere, le dissi che alla nascita avremmo eseguito il test del DNA. A questa mia richiesta lei si oppose, ma ero irremovibile. Le dissi che se era davvero mio figlio avrei preso le mie responsabilità, altrimenti l’avrei accusata davanti a un giudice. Ma non sapevo che era una persona tanto perfida- ora ho bisogno del suo calore- Bella... ascoltami... prima ti ho detto che non è mio figlio, e questa è la verità. Ma prima di questa verità ci sono state tante menzogne. Ok?- spero che sappia leggrere tra le righe. Mi fa segno di continuare.
- sempre in quel periodo eravamo impegnati in varie campagne pubblicitarie e fotografiche, eravamo molto richiesti tutti e due. Il lavoro era massacrante, in più c’era il problema che nessuno di noi sapeva dov’eri fino a quando un giorno arrivò Tanya e mi disse “sai Edward, ho visto la tua Isabella a Sidney, sta veramente bene. Si è rifatta una splendida vita e ha un nuovo compagno. Ti ha dimenticato molto in fretta.” E poi si mise a ridere con quato fiato aveva. Non riuscii a crederle. Feci finta di crederle, per togliermela di torno. Con quella notizia ingaggiai un investigatore privato, ti cercò in lungo e in largo per tutta l’Australia, senza esito. Solo dopo due anni di ricerche per il mondo, tuo padre mi disse di non cercarti più perché tu adesso avevi la tua vita, una nuova vita, e io non ne facevo più parte.- la stringo forte forte a me
-mio... padre ti ha detto questo? Quando?- chiede furiosa
-più o meno un anno fa. Si era alla fine di settembre. A quella notizia, il mondo mi crollò di nuovo addosso, riuscii a malappena a terminare questo film, poi ho deciso che lasciavo l’ambiente per sempre. In questi anni non ho mai abbandonato la medicina, e questo, mi ha aiutato molto a risalire, a tornare ad essere quello che sono , quello che ero quando eravamo insieme- ci guardiamo intensamente negli occhi, noto che il suo sguardo si è un po’ addolcito.
- a fine luglio 2009 Megan partorì un bambino, che per essere di otto mesi pesavo 3,3kg. Era veramente strano. Comunque facemmo i test DNA e risultarono che Matthew  era mio figlio- la guardo attentamente, non si scompone, forse ha capito che c’è qualche cosa che non quadra.
-a quella notizia rimango sconvolto, faccio fatica a crederci, ma è scritto nero su bianco. Le dico che lo riconosco e nulla più. Io per lei non ho mai provato nulla, e se quella notte c’è stato qualche cosa tra di noi, io non lo ricordo assolutamente. Lei reagisce molto male a questa mia decisione, ha tentato di rendere nota questa storia, le ho detto di fare come le pareva, tanto non mi avrebbe mai avuto. TU ERI L’UNICA DONNA CHE VOLEVO E MAI VORRO’- sono estremamente sincero. Spero che mi creda. Mi stringe a se, non si allontana. Questo mi fa immensamente piacere.
- passano i mesi, e finalmente scade il contratto che mi legava a Tanya. Quel contratto che se a suo tempo sapevo cosa celava dietro, mai avrei firmato. Lo so lo avrei dovuto leggere attentamente. Ma io mi fidavo di lei. Era amica di famiglia da sempre e mai mi sarei aspettato questo da lei. Scaduto il contratto, tornai a lavorare all’ospedale, non ne volevo più sapere di cinema, fino a quando il mio amico James, non mi contattò e mi offri l’ingaggio per due film. Sul momento non accettai, ma quando venni a sapere che una parte dei ricavi del film sarebbero andati per delle associazioni che si occupavano di bimbi, bimbi con enormi problemi non ci pensai due volte e accettai. Accettai ad una condizione, io ero il mio manager, non avrei accettato nessun altro. L’esperienza con Tanya mi era bastata. Lui accettò senza problemi. Nel frattempo  io ritornai a lavorare all’ospedale, tra una ripresa e l’altra. Non ho più accettato foto o quant’altro che potessero indurre il pubblico a credere a una mia possibile relazione con qualche donna. Certo i paparazzi erano all’erta ovunque. Non mi lasciavano stare. Addirittura reputarono mia fidanzata Alice, solo perché mi avevano pizzicato per strada e le tenevo un braccio sulle spalle.- la guardo e vedo che a questa affermazione sorride.
-lo so è una storia lunga... ma voglio che tu sappia tutta la verità- mi fa segno di continuare.
-un giorno arrivò in reparto Megan con Matthew in braccio, era febbricitante, stava veramente male. Dopo vari esami mi accorsi che aveva il fegato che non funzionava più come si doveva, aveva bisogno di un trapianto. Era sufficiente trovare un donatore che potesse donare una piccola parte dell’organo, in alcuni casi è sufficiente, si rigenera da solo se funziona correttamente. Feci subito gli esami di routine per vedere se potevo essere compatibile, e lì scoprii che Matthew NON POTEVA ESSERE MIO FIGLIO. Sul momento non chiesi spiegazioni a Megan, mi premeva salvare la vita al piccolo- Bella mi stringe la mano, e approva con la testa- finalmente dopo aver trovato il donatore venne operato e ora sta benissimo, è un bambino molto bello e vispo. Passato il momento dell’intervento, ho messo alle strette Megan, la quale mi spiegò tutto l’inganno. Mi disse che dietro a tutto questo si celava Tanya, l’aveva ricattata, avrebbe rivelato che era stata a letto con il capo della ditta che aveva prodotto il nostro film, e di conseguenza la sua carriera si sarebbe arrestata. Quindi hanno pensato di ingannare il sottoscritto.- a questo punto non resisto più e la bacio. Bacio Bella, lei risponde al mio bacio e tutti e due iniziamo a piangere, piangere perché delle persone veramente malvagie ci hanno separato. Mi hanno separato da mia moglie e dai miei figli. Ci stacchiamo perché dobbiamo prendere fiato, ci coccoliamo – Edward... continua, non ci posso credere che abbiano escogitato una cosa così cattiva...- la stringo a me
-hai ragione Bella... persone veramente cattive. Dicevo... quando ha ammesso che il bimbo non era mio ho fatto in modo di toglierli la petria potestà. Anche perché lei a quel tempo, forse a causa dei sensi di colpa o dalla vita sconclusionata che aveva tenuto, era diventata una tossica e alcolizzata, ovviamente era riuscita a tenermelo nascosto molto bene. Ma nel periodo che il bimbo è rimasto ricoverato in ospedale venne a galla tutto quanto. Io ormai mi ero affezionato al bimbo, fino a quel momento l’avevo ritenuto mio figlio, e non me la sono sentito di abbandonarlo proprio nel momento del bisogno. Ora vive con la nonna materna, ma spesso e volentieri lo tengo io, per me è mio figlio, anche se non è sangue del mio sangue. Lui non ha nessuna colpa di quanto successo.- spero che questa notizia non la sconvolga, ma vedo che sorride
-ora il mio rammarico più grande è non abbia mai conosciuto i miei veri figli. Questo non me lo perdonerò mai, fino a che camperò questo non me lo perdonerò mai. Ho perso la nascita dei miei figli, il primo dentino , la prima parolina , il primo e il secondo compleanno. Insomma... ho perso tutto.- mi passo una mano nei capelli, prendo le sue mani tra le mie e le chiedo – Bella... se tu me lo permetterai... potrò conoscere i miei figli?- ho il cuore in gola dall’emozione, ho paura che mi dica di no.
- Edward... dopo quello che tu mi hai appena raccontato... e non credo che tu mi abbia detto delle bugie, e dopo tutto quello che ci hanno fatto penso proprio che tu abbia proprio il diritto di conoscere i tuoi figli.- mi sorride e mi abbraccia – ora... smettiamo di parlare di quello che ci è successo. Abbiamo tempo. Quello che era importante ce lo siamo detti. Ora... è venuto il momento di conoscere Thomas, Elisabeth e Sophie – mi fa alzare dal divano e ci avviamo alla porta, la fermo solo un  omento. Non  resisto più, devo sapere.
-Bella... io ti ho raccontato tutto di me e di quello che mi è successo. Ma tu non hai risposto a una mia domanda. Ora te la riformulo, ma per favore rispondimi. Ok?- faccio gli occhi da cucciolo smarrito. Riesco nel mio intento perché si mette a ridere.
-lo so ... cosa vuoi sapere- prende fiato – Claudio è... e dico è... solo un caro amico, lui è spostato con la ia amica e baby sitter Anna, che presto conoscerai. È una tua accanita fans...- sollevato dalla notizia inizio a ridere di cuore. Finalmente forse potremo tornare ad essere una famiglia.
Ora non vedo l’ora di raggiungere i miei piccoli cuccioli, e velocemente ci dirigiamo verso di loro.
 
 
 
Mi scuso per eventuali errori.
Volevo precisare che questa storia è di mia invenzione.
Se per puro caso dovessi inserire frasi famose o frasi citate in altre storie, non l’ho fatto con l’intento di copiare.
Purtroppo, leggendo varie storie, possono rimanere nella mente frasi, che poi tornano a galla.
Mi scuso fin da ora.
Comunque per qualsiasi problema, sono a vostra completa disposizione.
Metto questo commento, onde evitare problemi in seguito al rumor che si è creato, in questi giorni, attorno all’autrice bannata dal sito.
Grazie.
 
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 12 ***


SORPRESA!!!
SONO RIUSCITA A TROVARE UN COMPUTER, SOLO PER OGGI E IN TUTTA FRETTA HO SCRITTO IL CAPITOLO.
PER IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO NON SO QUANDO AVVERRA’, SPERO ENTRO LA FINE DELLA PROSSIMA SETTIMANA. CHE DUE SCATOLE . IL MIO COMPUTER AVEVA APPENA UN ANNO DI VITA E GIA’ SI E’ ROTTO. PAZIENZA....

 

SCUSATE IL CAPITOLO E’ STATO SCRITTO DI CORSA. NON HO RILETTO NULLA, QUINDI SE CI SONO DEGLI ERRORI MI SCUSO INFINITAMENTE.
 
COME SEMPRE , VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
 
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE ALLE 10 PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO.
GRAZIE DI CUORE, SIETE FANTASTICHE
 
Capitolo 12
 
Pov.Bella
 
Oddio! Ma cosa ci hanno fatto? Non posso credere che ci possano essere persone tanto malvagie al mondo, purtroppo esistono. Penso sconsolata.
Guardo Edward sembra felice, vuole conoscere i suoi figli, quei figli che io non gli ho fatto conoscere. Ma in quel momento mi sembrava la soluzione giusta. Forse sono una persona egoista, ho pensato solo a me. Forse se avessi avuto il coraggio di parlargli, forse... ci sono troppi forse.
So che non mi ha raccontato tutto, ma per il momento va bene così. Arriverà anche il momento per tutta la verità, anche se questo comporterà altro dolore. Perché nello sguardo di Edward ancora si cela un profondo dolore, che non tutti notano, ma io che ho vissuto con lui, so che c’è. Anche ora che ci stiamo andando incontro ai nostri figli, il suo sguardo è felice ma non fino in fondo.
 
Ci avviamo al parco, sento che mi prende per mano, e la stringe delicatamente , ci guardiamo e sorridiamo.
-Edward... non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene- stringo forte la sua mano come a infondergli fiducia
-Bella... cosa penseranno di me? Prima li ho spaventati. Magari non mi si avvicineranno nemmeno- sospira e volge il suo volto al cielo, una piccola lacrima gli sfugge e scende lenta sulla sua guancia
-Edward... sono bambini fantastici, molto intelligenti... vedrai che ti adoreranno- gli accarezzo la guancia e gli porto via quella lacrima dal volto- su... ci sono io con te. So che sarà difficile tutto questo... ma affrontiamo un problema alla volta- gli sorrido- insieme. Ok?-
-ok... Bella... insieme- si abbassa e mi bacia la guancia e mi abbraccia forte, come avesse paura che da un momento all’altro possa scomparire.
-dai... andiamo. Si prospetta un pomeriggio di giochi- lo tiro per la mano e contenti ci addentriamo nel parco, le piccole canaglie sono dallo scivolo.
-come sono belli- sussurra Edward, sorrido felice
 
Thomas mi vede e mi corre incontro – mama... finalmente sei aivata , ci hai metto tanto. Pecchè?- mi guarda serio, ha lo stesso sguardo del padre
-ehm... tesoro dovevo parlare con Edward... avevamo tante cose da dirci- spero che non faccia i suoi soliti arrivi
-e... coia dovevi die a Ed...Edad ?- chiede curioso
Anche Lizzie e Soph sono curiose – si... mama... cosa doveve die a Edad?- dopo questo siparietto scoppiammo tutti a ridere. Loro sembravano imbronciati, e li abbracciai fortemente
-piccoli... lasciate stare la mamma, dopo vi spiegherà... – Claudio ci guarda e sorride
-ti ha già perdonato?- chiede Claudio a Edward
-ehm... ci siamo chiariti un po’. Non so se mi ha perdonato... ma farò di tutto perché sia così- si volta verso di me e sorride – si Bella... mi farò perdonare per tutto il male che ti fatto e che ...- guardi i bambini e si abbassa al loro livello- e che ho fatto a voi- poi fa una carezza a ogni bimbo. I suoi occhi si riempiono di lacrima
-su... piccole pesti, venite con me che facciamo lo scivolo- Claudio chiama i bimbi e si avvia allo scivolo.
Mi avvicino – Edward... andiamo anche noi allo scivolo? Vai a conoscere i tuoi figli- gli prendo il braccio ci alziamo e avviciniamo ai bimbi.
-allora piccoli... tutti sullo scivolo!- prendo al volo Thomas, salgo la scaletta e mi metto il piccolo sulle gambe – pronto?- chiedo ridendo
-sciiiiiiii- urla a sua volta.
Dopo di me scende Claudi conLizzie, rimane Soph , vedo che Edward le chiede –Soph... vuoi scendere con me?- la bimba cerca il mio consenso, quando gli faccio segno che può andare prende Edward per mano –sci... andamo Edad- rido di cuore. Sentire il nome di  Edward uscire dalla bocca di mia figlia mi si stringe il cuore. E quando lo chiameranno papà? Non oso nemmeno pensarlo.
 
Edward a turno ha fatto scendere i bimbi, Claudio quando ha visto che era tutto tranquillo mi si è avvicinato – Marie... vado ho un impegno. Più tardi chiamaci che arriviamo per i piccoli. Siamo a tua completa disposizione- mi abbraccia saluta i bimbi e fa l’occhiolino a Edward e se ne va.
 
Il pomeriggio è pieno di risate, giochi scherzi. Sembriamo proprio una famiglia, e speriamo che in futuro sia così.
Edward è instancabile, si lascia fare di tutto, non si è  mai lamentato. Sembra anche lui un bimbo di due anni.
Sento che gli squilla il cellulare- Alice... si non ti preoccupare è tutto ok- vedo che porta gli occhi al cielo e sbuffa. Cerca di dire qualche cosa ma non ci riesce. Mi guarda e sorride – ok... aspetta che te la passo- cerca di venire verso di me ma Lizzie gli si è appiccicata a una gamba e non lo lascia camminare –noooooooo- protesta la piccola.
Gli prendo il cellulare –dimmi Alice...- sto ancora ridendo per la scena a cui ho appena assistito
-Bella... ti faccio ridere- chiede curiosa
-no... Alice tu non centri niente. È tuo fratello che è troppo buffo. Dovresti vedere la scena. Aspetta...- prendo il mio cellulare faccio una foto, Edward è sdraiato a terra con i piccoli sopra di lui, che cercano di fare la lotta – ecco ho fatto la foto. Poi te la passo. Dimmi... avevi bisogno- continuo a guardarli. Sono meravigliosi.
-no... volevo sapere se stavi bene e... quando ce li porti a far conoscere?- chiede tutta pimpante
-Alice... oggi no. Vediamo domani in base alla mole di lavoro. Ok?- rispondo decisa
-ma... ma... io pensavo che...- cerca di convincermi
-no... Alice oggi no! Vediamo domani! Ok?- sbuffo e guardo Edward che nel frattempo è riuscito ad avere la meglio sui piccoli. È riuscito a mettersi in piedi ma non a camminare, perché tutti e tre i bimbi gli si sono appiccicati alle gambe.
-va bene... ma domani ci contiamo tutti. Ah... non vedo l’ora che sia domani.- non mi saluta nemmeno che ha già chiuso la telefonata.
Ci guardiamo negli occhi – Bella... cosa voleva?- chiede tra l’infastidito e il curioso
-voleva che portassi  i bambini in hotel, li vogliono conoscere...- sospiro – ma le ho detto che li porterò domani, salvo imprevisti con il lavoro- mi avvicino prendo in braccio Thomas e accarezzo Lizzie e Soph.
-ok... fai come credi meglio.- mi accarezza una guancia, Thomas lo guarda con gelosia e scoppio a ridere.
-oh... il mio ometto- e gli inizio a dare tanti baciotti sulle guancie .
Anche le piccole vogliono le loro coccole – si anche alle mie principesse do i baciotti- faccio scendere Tom e mi abbasso e inizio a baciare la mie piccole. Come sono dolci.
Vedo che Edward ci guarda e scuote la testa e diventa serio.
-cosa c’è Edward?- chiedo allarmata
-beh... vedi... mi sono perso tanto di loro, e ancora non sanno che sono il loro padre. Come pensi che mi possa sentire? Ho notato come sono attaccati a Claudio, mentre dovevo esserci io al suo posto!- è veramente triste.
-ok... abbiamo sbagliato entrambi... – gli prendo la mano e la stringo tra le mie
-ok... ok... per oggi basta. Ora cosa facciamo principe e principesse?- si gira verso i bimbi e gli sorride.
-beh... visto che sono già le 18,00 potremmo andare a casa e mangiare insieme. E poi si vedrà- gli faccio segno di seguirmi
-sei sicura? Non vorrei disturbare... sai forse hai voglia di stare con i tuoi amici-
-no... verranno dopo cena, quando torneremo in hotel- lo rassicuro.
Arriviamo a casa, i bimbi si scatenano, riesco a farli stare calmi solo con i loro cartoni preferiti.
Gli ho preso una raccolta di dvd con “Tom & Jerry” veramente carina, si fanno tante risate, e in più non c’è tutta quella violenza che si vede nei cartoni di oggi.
-Edward... vieni ti faccio fare il giro della casa- mi avvio verso la camera dei bimbi
-ma... Bella... è meravigliosa- entra e osserva ogni cosa con attenzione, ogni singola cosa attira la sua attenzione. Quando si avvicina ai lettini rimane immobile, osserva, accarezza le coperte i cuscini i pupazzi che ci sono tutto.
Si volta verso di me, noto che ha gli occhi pieni di lacrime, cerca di ricacciarle indietro ma non ci riesce. Si avvicina alla finestra e rimane immobile per alcuni minuti. Non riesco a dirgli nulla, capisco che per lui è un momento delicato.
Cerco di lasciare la stanza senza farmi sentire quando lui mi ferma –Bella... non te ne andare- si gira verso di me – non mi lasciare qui da solo...- si avvicina e mi abbraccia.
Affonda il suo viso nei miei capelli, sento che prende grossi respiri, mi stringe forte, ci culliamo a vicenda, mi bacia il collo, mi accarezza la schiena, tante scosse attraversano il mio corpo.
Si scosta leggermente per guardarmi, mi fa alzare il volto, si avvicina, mi lascia il tempo di tirarmi indietro, so che mi sta per baciare. Non faccio nulla, rimango in attesa.
Le sue labbra si avvicinano alle mie, e tante campane suonano, le gambe mi tremano. Era tanto che non provavo queste sensazioni, mi lascio trasportare dal bacio.
È dolce lento, pieno di tenerezza,quando la sua lingua si fa strada nella mia bocca e accarezza la mia, il bacio diventa sempre più appassionato, ci perdiamo tra di noi, sento che desideriamo di più, le sue mani mi accarezzano il corpo, fino ad arrivare al mio seno, che reagisce immediatamente al suo tocco, sono tutto un fremito, devo fermarlo ma non ci riesco. Il bacio finisce perché abbiamo bisogno di respirare, appoggia la sua fronte alla mia e sorride. Sono in tremendo imbarazzo, penso ai bambini, potevano entrare in qualsiasi momento.
-Bella... –
-Edward... non-
-non dire nulla... è stato meraviglioso. Non roviniamo questo momento- mi prende per mano e usciamo dalla camera.
Gli faccio vedere il resto della casa e torniamo dai piccoli.
Si voltano verso di noi e ci sorridono, sembrano sereni, quindi decido di dirgli chi è in realtà Edward.
Mi metto a sedere , faccio segno a Edward di mettersi al mio fianco. Non capisce cosa voglio fare.
Gli dico di non preoccuparsi, anche lui non si aspetta questo mio gesto, ma penso che sia giusto così.
Spengo la televisione e immediatamente sento le loro proteste
-noooooooo.... mama... pecchè?- mi guardano arrabbiati
-ma come? Non avete voglia di stare con la vostra mamma?- rido, so come prenderli, quando dico così mi corrono sempre incontro e si accoccolano vicino, e anche adesso è così.
-siiiiiiii... con la mama- esclamano insieme
Di solito uno per ogni lato e l’altro in braccio, ma in questo momento al mio fianco c’è Edward , quindi non sanno come fare e mi guardano con un punto interrogativo.
Faccio segno a Edward di spostarsi leggermente, così i bimbi si mettono a sedere.
Tra Edward e me si mette Thomas, dall’altro lato Lizzie e in braccio Sophie, li coccolo per qualche minuto, poi prendo coraggio.
-piccoli miei... ho bisogno che mi ascoltiate attentamente- lascio loro il tempo di capire cosa gli ho detto – va bene?- li guardo attentamente. Mi fanno segno che hanno capito. Sanno che quando mi rivolgo a loro con quella frase, è sempre per qualcosa di bello. Quindi ho tutta la loro attenzione.
Edward mi guarda, vedo un po’ di paura nei suoi occhi, ha capito cosa sto per dire. Forse ha paura della loro reazione. Ma guardandoli oggi al parco, sono convinta che saranno contenti. Di solito non si lasciano avvicinare dalle persone che non conoscono, e prima che riescano a giocare con loro, ci vuole molto tempo. Con lui è stato diverso, solo un piccolo momento di diffidenza, poi si sono lasciati avvicinare molto facilmente. Forse hanno capito che per loro Edward era speciale.
-vi piace Edward?- chiedo all’improvviso
Lo guardano e ridono, lui fa loro il suo sorriso meraviglioso, Lizzie e Sophie sono ammaliate dal suo sorriso, le ha già conquistate, invece Thomas lo guarda un po’ timoroso, ma è solo scena, so già che lo adora
-si... ci ha fatto giocae-
-vi piacerebbe giocare spesso con lui?-
-si... tanto-
-vi piacerebbe che vi accompagnasse all’asilo?-
-siiiii... fotte- esclama Thomas
-allora... adesso fate attenzione a quello che sto per dirvi.ok?- speriamo bene, sono nervosa. Anche Edward lo è. Rispondono di sì con la testa, sono attenti.
-Edward... è il vostro papà- sgancio la bomba e rimango in attesa della loro reazione.
Edward li guarda attentamente, anche lui è nervoso, non fa altro che passarsi la mano nei capelli.
Il primo a reagire è Thomas – papà? Come ha il mio amichetto Marco?- i suoi occhi sono spalancati.
-si... come il tuo amichetto Marco- rido e lo accarezzo sulla testa
-anche come il papà di Lily e Mona?- chiedono Sophie e Lizzie
-si... come il papà delle vostre amiche- lo guardano meravigliate.
Non si aspettavano questo, loro non hanno mai fatto domande, ma si capiva che al loro mancava quella figura. Quando andavamo tutti insieme al parco per farli giocare, e vedevano gli altri bimbi che avevano i padri che li facevano giocare sempre, a tutte le attenzioni che ricevevano, i loro volti erano tristi. Anche loro avrebbero voluto quelle attenzioni, Claudio cercava di soddisfarli in ogni modo possibile, ma sapevano che non era il loro padre.
A questa mia notizia saltarono giù dal divano e iniziarono a fare il girotondo –anche noi abbiamo il papà. Anche noi abbiamo il papà- non stavano più nella pelle. Erano veramente felici.
A quella reazione anche Edward era veramente felice, li guardava estasiato, come se davanti a lui ci fosse la cosa più preziosa del mondo. Infatti davanti a lui aveva la cosa più preziosa del mondo, aveva i suoi figli.
Ad un tratto i bimbi si buttarono sopra al padre – papà...papà...papà- e iniziarono a baciarlo abbracciarlo e coccolarlo. Edward era emozionato, felice. Non si aspettava questa reazione.
Calde lacrime gli scivolano sulle guance, Lizzie se ne accorge – pecchè pangi?- chiede triste
-tesoro mio... piango perché sono felice, sono felice di stare con voi- li bacia e li stringe a se.
Mi alzo per dare loro un momento tutto loro. Sono commossa.
Vado in bagno e inizio a piangere, non riesco a trattenermi. Finalmente mi sento libera di dare sfogo a tutta la tensione accumulata negli ultimi giorni.
Sento che ho fatto bene, anche loro avevano diritto a questa felicità.
Spero di non pentirmene in futuro.
 
Riesco a tornare da loro, anche se si vede che ho gli occhi rossi, ma non mi interessa.
-pizza per cena... va bene?- tanto so che è la loro passione. Così non avrò difficoltà a farli mangiare.
-siiiiiii.... mama... pissa-
Ordino la pizza che podo dopo arriva. La cena passa velocemente, i bimbi sono affascinati dal padre, tanto che non riescono quasi a mangiare, ma lui con calma e pazienza li riesce a convincere e finiscono quello che gli era stato messo nel piatto.
 
È arrivato il momento di metterli a letto, non ne vogliono sapere, tanto che sono costretta a dire loro una cosa – bambini... è ora di andare a letto. Io e papà ora vi metteremo il pigiamino e lui vi leggerà una bella storia e voi in cambio vi metterete a dormire. Ok?-
-siiiiiiiiii... papà pigiamino- esclamano tutti insieme
Edward mi guarda, non sa cosa fare, mi avvicino –ti tocca. Avanti chi è il primo?- chiedo ridendo
-io... io... io....- tutti vogliono l’attenzione del padre, prendo dai lettini i pigiami e glieli porgo – Thomas... vieni- lo chiamo con dolcezza.
Edward impacciato inizia a spogliare il suo piccolo ometto e con fatica riesce a fare quello che deve fare. Dopo fa così anche con Lizzie e Sophie , è veramente felice.
I bambini sono già nei loro lettini e inizia a raccontare loro una favola, piano piano il sonno li travolge e lentamente si addormentano tutti. Sembrano tre angioletti.
Edward si ferma nella loro camera anche se stanno dormendo, li osserva, li ammira, li copre bene nei loro lettini, si ferma e da loro tante carezze leggere, poi si volta verso di me e sorride, ma il suo sorriso non arriva ai suoi occhi, sono lucidi. È commosso.
Silenziosamente usciamo dalla camera e torniamo in salotto.
-Bella... sono meravigliosi- sospira – li hai cresciuti veramente bene. Sono fantastici. Non credevo che avrebbero preso così bene la notizia. Grazie- si avvicina a me e mi abbraccia.
Sono contenta per lui e per loro.
Dopo un po’ si scosta da me –Bella... ma come facciamo con loro? Devo rientrare in hotel, anche se... vorrei rimanere... ma non posso- esclama sconsolato
-non ti preoccupare a minuti arriveranno Claudio e Anna, sua moglie- nel frattempo si sente il suono del campanello – ecco... sono loro. Stai attento perché Anna è una tua fans...- scoppio a ridere e vado ad aprire.
Entra prima Claudio poi Anna, che ci guardano curiosi. Forse hanno paura di quello che può o non può errese successo. Sorrido ad entrambi e loro ricambiano. Edward nel frattempo si è alzato dal divano e si mette al mio fianco
-Anna... ti presento Edward Cullen- noto che ha lo sguardo adorante, non muove neanche una ciglia. Sembra quasi in trans... Claudio prontamente le da una piccola gomitata nel fianco per farla riprendere – p.piacere Anna- non riesce a spiccicare parola
-il piacere è mio Edward Cullen- risponde trattenendo a stento la sua solita risata
-Edward...- saluta Claudio – spero che vada tutto bene- mi guarda e sorride. Ha capito che tutto è andato bene
-tutto bene... i piccoli sono fantastici. Grazie per esserci stati- sospira- quando io non c’ero- si volta verso di me e io gli stringo la mano  come a confortarlo.
-se ti giocherai bene questa opportunità... recupererai. Vedrai- Claudio gli mette una mano sulla spalla e si guardano negli occhi.
-cercherò di non deludere Bella... puoi scommetterci- dice sicuro Edward.
Ci intratteniamo con loro ancora per un po’, poi l’ora di tornare in hotel arriva, è meglio andare
-ok... noi andiamo. Ci vediamo domattina, portiamo noi i bimbi all’asilo. Edward lo ha promesso- lo guardo e lui conferma
-ma... come farai se ti riconoscono?- chiede Claudio
-i miei figli sono più importanti. Vedrò di camuffarmi, al massimo rimango in auto e Bella li accompagnerà dentro. Comunque spero che gli avvoltoi, almeno qui in Italia siano meno agguerriti che in California- sembra veramente scocciato. Forse la sua vita non è  poi così bella come si potrebbe pensare. Sempre a scappare, a nascondersi, speriamo che questa cosa non coinvolga anche me. Beh.. ci penserò nel momento in cui succederà.
-ok va bene... ora è meglio che vi accompagni io, non mi sembra il caso di prendere un taxi- abbraccia sua moglie e si avvia alla porta.
-Anna... grazie di tutto- l’abbraccio forte.
-non ti preoccupare, lo sai che lo facciamo molto volentieri- a sua volta mi abbraccia
-Grazie di tutto Anna, per prenderti cura dei miei... nostri figli- con affetto l’abbraccia e Anna è veramente in imbarazzo.
-è... è un piacere. Non ti preoccupare- sorride e mi fa segno che approva il nostro riavvicinamento.
Edward mi prende per mano e ci avviamo all’auto di Claudio che ci porterà in hotel.
 
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer. 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 13 ***


ENTRO PIANO PIANO IN PUNTA DI PIEDI. NON  MI UCCIDETE, VERO?
POI RIMANE UNA STORIA NON FINITA E  NON MI PIACCIONO LE STORIE LASCIATE A META’. QUINDI MI DOVETE LASCIARE VIVERE.

 
MI SCUSO INFINITAMENTE PER QUESTO ENORME RITARDO.
CI SONO STATI UN PO’ DI FATTORI CHE MI HANNO PORTATO A QUESTO RITARDO.
IL PRIMO FRA TUTTI E’ CHE HO INIZIATO A LAVORARE, E STO FUORI TUTTO IL GIORNO, E QUANDO TRONO A CASA HO MILLE IMPEGNI CHE NON MI PERMETTONO PIU’ DI TANTO DI AVVICINARMI AL COMPUTER.
IL CAPITOLO E’ STATO SCRITTO A PICCOLI PEZZI, QUINDI NON SO VERAMENTE COME SIA VENUTO. PER POSTARLO NON SONO RIUSCITA A RILEGGERLO.
SCUSATEMI ANCORA.
 
COMUNQUE NON PREOCCUPATEVI CHE LA STORIA LA FINISCO.

 
IL PROSSIMO CAPITOLO NON SO QUANDO ARRIVERA’,  MA ARRIVERA’, NON PREOCCUPATEVI
 

 
COME SEMPRE , VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO(8+14), MESSO TRA LE PREFERITE (48), SEGUITE (152), RICORDATE (15),AUTORI PREFERITI 85) E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
 
 
 
Capitolo 13
 
Pov. Edward
 
Finalmente dopo tanto tempo sono riuscito a dormire bene. Non ho avuto incubi, anzi ho fatto un sogno bellissimo.
Ho sognato che tornavamo ad essere una bellissima famiglia, e con noi c’era anche il piccolo Matthew.
A questo pensiero mi rattristo un pochino,lui non ha nessuna colpa se sua madre si è comportata da vera stronza nei miei confronti, e sono felicissimo che glielo abbiano tolto. Di indole sono molto buono ma in questo caso non ho guardato in faccia nessuno. Ho pensato solo al bene del piccolo e alla mia salute mentale. Lei non merita nulla, come non merita nulla la sua compare. Ma prima o poi riuscirò a fargliela pagare anche a lei. Basta avere solo un po’ di pazienza.
Bene. Basta con i brutti pensieri. Oggi è una giornata bellissima, tra poco rivedrò i miei figli e sono al settimo cielo.
Ho avvisato James della novità e anche lui è contento per noi. Infatti è riuscito a spostare un appuntamento che avevamo alle 9,30 passandolo alle 11,00. Ma con questo spostamento d’orario la giornata è fitta di appuntamenti. Non mi importa. Voglio vedere i miei figli e voglio stare con Bella.
Mi alzo velocemente, faccio la doccia e mi vesto e in un batter d’occhio busso alla porta di comunicazione con Bella. È aperta. Non sento nessuna risposta quindi lentamente entro nella sua camera. Sento scorrere l’acqua della doccia. Come vorrei essere con lei. Mi volto e lascio la sua camera, e torno nella mia. Non voglio che pensi male. Voglio andarci con i piedi di piombo. Non devo affrettare le cose. Già i baci che ci siamo dati... sono un regalo grandissimo.
Devo prenderle qualche cosa, anche hai piccoli devo fare un regalo, non hanno nulla di mio. Spero di riuscire a fermarmi in un negozio di giocattoli durante la giornata.
Perso nei miei pensieri non mi sono accorto che Bella è entrata nella mia camera, mi sta osservando
-bungiorno Edward... – si avvicina e sorride – pronto per la tua prima volta “all’asilo”?- 
-certo... non vedo l’ora. Questa notte non ho fatto altro che sognarvi- le prendo la mano e gliela bacio.
-spero che siano stati sogni belli- mi chiede
-certo... finalmente dopo tanto sono riuscito a dormire meravigliosamente bene. E questo lo devo a te- la prendo tra le braccia e le bacio la testa. È meravigliosa.
-sono felice per te. Sai anch’io questa notte ho dormito benissimo- alzo lo sguardo e si vede quanto è felice
-andiamo a fare colazione?- la prendo per mano e ci avviamo
-senti... questa sera facciamo una sorpresa alla tua famiglia e gli facciamo conoscere i bambini?-
-certo... se a te va bene, va bene anche a me-
-però... non gli diciamo nulla, li farò portare qui da Claudio e Anna, cosi conosceranno anche loro-
È una donna fantastica. Non la lascerò più andare via. Speriamo di risolvere tutto tra di noi.
 
Scendiamo a fare colazione che passa tranquillamente tra scherzi e risate, finalmente arriva il momento di andare dai piccoli non sto più nella pelle.
-Bella... andiamo?- chiedo impaziente
-si... Edward andiamo- mi guarda e sorride –tu vieni cosi? Non hai paura di essere riconosciuto?- mi fissa negli occhi
-no... a te dispiace?- chiedo con un po’ di timore
-no... si... non vorrei che ci saltassero addosso come degli avvoltoi- risponde sicura
-e se succede a te dispiacerebbe?- sono nervoso
-no... va bene. Succeda quel che succeda. Va bene così. D'altronde tu sei Edward Cullen e non uno qualsiasi- detto questo ci mettiamo tutti  a ridere.
Andiamo a prendere la sua auto e noto che è bellissima, ha cambiato veramente i suoi gusti
-però... ti tratti bene- esclamo ridendo
-vero?-si gira e ride- ne avevo bisogno, me l’ha venduta Claudio per un buon prezzo, sai con tre bambini lo spazio non è mai abbastanza- mi fa segno di salire. Per fortuna tutti i vetri sono oscurati, tranne quello davanti, così potrò, forse, passare inosservato.
Dopo un po’ di tempo e tanto traffico riusciamo ad arrivare a casa sua, saliamo e le tre piccole pesti ci accolgono molto calorosamente.
-mama... papà... sete aivati- esclamano tutti e tre
Mi chino per abbracciarli e baciarli e così fa anche Bella .
Si avvicinano a noi Claudio e Anna – Buongiorno Edward Bella- sorridono
Li osservo attentamente e mi accorgo che sono veramente una coppia splendida e veramente innamorata.
-Sai Bella... abbiamo ricevuto notizie dal giudice- Anna sembra felicissima – ci hanno accolto la domanda di adozione e ci daranno un bambino piccolo- si butta tra le braccia di Bella e piange
Non sono a mio agio quindi prendo i bimbi e mi allontano da loro, li lascio soli è un loro momento.
Ora capisco veramente che queste persone sono veramente fantastiche, hanno tanto amore da dare e Bella e i bambini ne ha beneficiato in questi tre anni.
- Edward... – mi si avvicina Claudio e mi fa segno di mettermi seduto sul divano
-Edward... scusa mia moglie ma dopo la notizia fresca di questa mattina, non vedeva l’ora di dirlo a Marie- sospira- sai per noi i piccoli sono come figli nostri, gli vogliamo un mondo di bene... ma non sono nostri. Purtroppo non possiamo averne, quindi abbiamo intrapreso la strada dell’adozione- ha lo sguardo fisso su sua moglie – e Marie ci è  stata molto vicino in questo periodo. Sei fortunato ad avere lei, non si è mai scoraggiata ha sempre guardato avanti nonostante crescere da sola tre bimbi non sia stato facile, ha sempre un sorriso o un pensiero gentile per tutti- ora mi fissa attentamente negli occhi ed è molto serio- se la tornerai a far soffrire o solamente piangere... te la dovrai vedere con me e ti assicuro che ho alle spalle anni di box e karate, quindi...- lo blocco prima che continui
-non preoccuparti... non è mia intenzione farla soffrire, anzi farò di tutto per tornare ad essere una famiglia- sospiro – me la sono lasciata sfuggire una volta e non ci penso minimamente a lasciarmela scappare un’altra volta- sono serio e lo sto fissando negli occhi e nel frattempo ci siamo alzati tutti e due in piedi e siamo a pochi centimetri di distanza e ci sfidiamo a suon di sguardi. Siamo alti più o meno uguali, anche se lui è leggermente più alto di me, ma non mi incute timore, tanto non  ho intenzione di far soffrire Bella, quindi il problema non sussiste.
Iniziamo a ridere insieme, Bella e Anna ci raggiungono e ci chiedono – che cos’è successo- sono allarmate, siamo ancora molto vicino
-niente... ci siamo solo scambiati alcuni pareri- lo guardo negli occhi e lui – vero... ci siamo scambiati alcuni pareri- afferma , poi si volta verso la moglie e gli sorride.
-Marie... Edward... questa mattina il giudice ci ha avvisato in forma privata che ci hanno accolto la domanda di adozione, a ore arriverà la conferma ufficiale, quindi come potete immaginare siamo molto contenti- Anna abbraccia il marito e si volta verso bella – Marie... solo che dalla prossima settimana non ci potremo occupare dei bambini, dobbiamo andare a Bolzano a incontrare il piccolo che ci hanno assegnato. Quindi se avrai bisogno... non potrai contare su di noi- sospira Anna, sembra veramente dispiaciuta per Bella e i bambini. Ma come al solito Bella mi stupisce ancora di più.
-Anna... Claudio... non preoccupatevi, se avrò bisogno di aiuto ci penserò al momento opportuno. Sapete anche che c’è sempre anche Laura... anche lei è sempre contenta di occuparsi dei piccoli- mi si avvicina – ti ho parlato di Laura Edward?- chiede curiosa.
-no... non mi pare... comunque sei sempre in tempo a parlarmene-
-ok... forse ora è meglio che ci avviamo verso l’asilo, se non vogliamo arrivare con tutta la ressa dei genitori. – mi guarda è in pensiero
- cosa c’è Bella? Perché all’improvviso ti sei fatta seria?- sono preoccupato. Forse si è  pentita di avermi offerto l’opportunità di portare i piccoli all’asilo.
- niente Edward... è solo che molto probabilmente ti riconosceranno e dopo sarà difficile gestire la nostra privacy- sospira
- Bella... se hai cambiato idea... ti aspetto a casa- le dico per tranquillizzarla, anche se mi piange il cuore.
-Marie... prima o poi vi vedranno insieme, quindi forse è meglio che vi togliate il mal di denti il prima possibile.- Claudio mi guarda – sai Edward qui in Italia i bambini non possono essere fotografati e se lo fanno hanno l’obbligo di oscurare il volto, quindi per i piccoli il problema non sussiste. Magari per Marie sarà un po’ più difficile, ma questo non la deve spaventare. Vero?- si volta verso Bella e le sorride come a confortarla – poi... lo sai che sono il tuo avvocato, e se ti dovessero dare fastidio più del lecito, non esiterò a essere spietato- si avvicina a Bella e l’abbraccia.
 
Detto questo ci avviamo con i bambini alla macchina, vedo che bella apre il baule e tira fuori i seggiolini e l’aiuto a montarli, facciamo salire i piccoli e partiamo alla volta dell’asilo.
 
Quando arriviamo davanti all’asilo vedo che ci sono poche persone, menomale, penso.
I bambini durante il piccolo tragitto non hanno fatto altro che dire – anche noi abbiamo il papà- e contenti continuano- papà ci accompagni dala maetra?- chiedono con curiosità.
Mi volto verso Bella che mi fa segno di dire e fare quello che voglio, allora li rassicuro- certo piccoli com molto piacere vi accompagno dalla vostra maestra, e se posso vorrei vedere la vostra aula- mi volto verso di loro per vedere la loro reazione
-siiiiii!!!- esclamano tutti e tre, come sono dolci. Non mi voglio perdere più nulla della loro vita. Spero di mettere a posto ogni cosa e di stare sempre con loro, anche se per fare questo devo trasferirmi in Italia, non importa. In America non ho nulla che mi lega e se Bella vorrà farò venire qui anche Matthew, altrimenti troverò il modo per non abbandonarlo. Ma so che Bella ha il un cuore molto grande e sono convinto che amerà anche lui, quando saprà tutta la storia.
 
Scendiamo tutti dalla macchina, i bambini sono al settimo cielo, mi prendono per mano e mi spingono verso una porta. Bella ci segue a poca distanza e mi apre la porta, entriamo dentro alla struttura e vedo che si avvicina una donna dallo sguardo molto dolce, e i bambini le corrono incontro urlando di gioia
-bambini... non urlate, lo sapete che non sta bene e che non è educato- la maestra da loro una carezza sulla testa e si volta verso Bella – come mai sono così contenti questa mattina? Di solito sono sempre molto tristi- volge lo sguardo dai bambini a Bella e solo quando Thomas le dice – maetra quetto è nottro papà- e mi prende per mano .
La signora quando mi vede mi sorride calorosamente e vedo che spalanca gli occhi, ohi ohi mi ha riconosciuto.
-ma... ma...- non riesce a spiccicare parola e si volta verso Bella con un grande punto interrogativo che gli spunta sopra la testa.
-si... non stai sognando- mi guarda e ride –ti presento il papà di queste piccole pesti, ovvero, Edward Cullen – aspetto con un po’ di paura la sua risposta-
-p.piacere... Marie non mi aveva detto nulla del padre, o meglio, sapevo che era americano ma non sapevo che fosse lei- mi guarda sempre più meravigliata
-ascolta... possiamo andare nel tuo ufficio e parlare tranquillamente- le chiede Bella – forse è meglio che meno persone lo vedono meglio è...- lascia la frase in sospeso
-bene bambini, ora entrate in classe che c’è la tata Lucia che vi sta aspettando e sapete che ha sempre voglia di coccolarvi- comunica loro la signora.
Mi corrono incontro e mi abbracciano – papà... oggi ci veni a plendele?- chiedono timidi
-bambini... oggi io e papà dobbiamo lavorare. State tranquilli vi verrà a prendere Claudio o Anna e poi dopo cena vi porteranno da noi, così staremo un po’ di tempo insieme. Va bene? – comunica loro Bella
I bambini annuiscono e corrono verso la loro aula, quando sono sulla porta si girano verso di noi e ci salutano con le loro manine paffutelle. A nostra volta li salutiamo e mandiamo loro un bacio in volo.
Ridendo attraversano la porta e spariscono dalla nostra vista.
Andiamo nell’ufficio di questa signora che ancora non si è presentata, a che non smette mai di guardarmi. La cosa mi innervosisce molto e Bella se ne accorge, tanto che mi prende per mano e mi fa capire che lei è lì con me e che non se ne andrà.
-Roberta... so di chiederti molto- Bella mi stringe ulteriormente la mano – ma ti saremmo grati se non dicessi con nessuno chi è il padre dei bambini.- la guarda fissa negli occhi, come a farle capire che se si lascia scappare anche solo una piccola parola su di me, gliela farebbe pagare molto cara. E so per certo che lo farebbe e non solo lei ma anche Claudio e Anna, visto che sono molto protettivi nei suoi confronti.
-o.ok... va bene- mi guarda e sorride -solo per il bene dei bambini non dirò nulla. Ma a un patto- continua a guardarmi negli occhi
- quale patto?- chiede nervosa Bella
-il patto è che... vorrei un’autografo da suo marito e un autografo- ora è diventata un peperone rosso, è veramente in imbarazzo.
-va bene... sia per la foto che per l’autografo- mi avvicino a lei che prende il suo cellulare e lo porge a Bella e le fa segno di farci la foto.  Dopo esserci messi in posa per la foto,e un suo tentativo di palpeggiamento finalmente Bella scatta la foto. Bella siè  accorta di tutto e ha uno sguardo che se potesse la fulminerebbe seduta stante.
Roberta si allontana da me e mi porge una mia foto, non so come faccia ad averla, forse è una di quelle che si trovano nelle riviste per ragazzine. Mah... sono incredulo.
(mio commento personale: alla bellezza non ci si volta dal’altra parte, qualunque età uno abbia)
Finalmente riusciamo ad uscire da questa scuola e ci dirigiamo verso il prossimo appuntamento. Sono molto felice.
Sono riuscito a vedere i piccoli, a stare un po’ con loro e in particolar modo sono con la mia cara dolce Bella.
La giornata passa velocemente, tra un servizio e l’altro riusciamo a parlare e scherzare, giriamo sempre con la macchina di Bella. James è un po’ contrario, ma con la macchina messa a disposizione, ci avrebbero seguito, invece con questa riusciamo a girare indisturbati.
Al fotografo che oggi mi ha fatto il servizio fotografico, ho chiesto se ci faceva degli scatti solo per noi. Lui ha acconsentito, ce ne ha fatte veramente tante, e alla fine ci ha detto che le avrebbe stampate e che le faceva recapitare all’hotel.
Finalmente riusciamo a tornare in hotel.
Saliamo nelle nostre camere come se questi ultimi tre anni non siano mai passati.
Stiamo veramente bene insieme. Entro nella suite di Bella, e finalmente riusciamo a stare un po’ insieme senza altre persone intorno.
L’abbraccio e lei ricambia il mio abbraccio. Non resisto e la bacio. Inizialmente è un bacio dolce leggero, ma poi piano piano siu fa sempre più profondo. Tutta la passione che provo per lei, la sto trasmettendo in questo bacio. Non ce ne accorgiamo, ma durante il bacio ci siamo buttati sul letto. Lei ora è sotto di me. È così morbida, dolce e delicata. Quanto mi è mancata. Quanto mi è mancato il suo tutto.
Ci lasciamo trasportare dalla passione, ci tocchiamo ci accarezziamo, ci guardiamo occhi negli occhi, c’è tanta passione tra di noi.
Però ora non è il momento, stiamo correndo troppo, ci sono ancora tante cose non dette tra di noi.
Quando questo momento avverrà,  non ci dovranno essere più segreti tra di noi.
Con uno sforzo enorme riesco a discostarmi – Bella...- sospiro – lo vorrei tanto... ma non ora... – la guardo intensamente negli occhi e cerco di capire che reazione possa avere . Come sempre mi sbalordisce – hai ragione Edward... ora non è il momento... anch’io lo vorrei tanto... ma non così- mi da un bacio a stampo e mi fa segno di tirarmi su, e con uno  scatto mi alzo in piedi e le porgo la mia mano per aiutarla a mettersi in piedi, mi sorride – ok... Edward forse è meglio che ci prepariamo- guarda l’orologio e dice – oddio!!! È tardissimo!!! Sono già le 19,00 e tra meno di un’ora arriveranno i piccoli con Claudio e Anna. Come facciamo con a tua famiglia a fargli la sorpresa?- mi chiede curiosa – speriamo che non arrivi Alice a ....- non fa in tempo a finire la frase che sentiamo bussare alla porta
-aprite... tanto lo so che siete in camera. Vi ho visto arrivare- continua a bussare insistentemente e decido di aprire- Alice... ma cosa...-
- forza che questa sera ci divertiamo- si avvicina all’armadio di Bella e lo apre-  forza Bella...  ti devi vestire, ci hanno invitato in discoteca e non possiamo assolutamente mancare...- inizia a ispezionare gli abiti.
Ora come facciamo? Devono arrivare i piccoli, dovevamo far loro la sorpresa.
-ma... Alice siamo stanchi morti, non se ne parla assolutamente...- cerco di ribattere
- Edward... non se ne parla, dobbiamo andare per forza- Bella mio guarda sconsolata
-ma a che ora dobbiamo andare?- chiede a fil di voce la mia dolce metà
-ma Bella... prima di mezzanotte non si va in discoteca, quindi c’è tutto il tempo per cenare e per prepararti e forse anche per schiacciare un piccolo pisolo.
Si volta verso di me e mi fa la linguaccia – Edward... tu non discutere. Ora arrivo anche da te a preparati i vestiti da metterti- e si avvia a passo spedito verso la mia camera passando dalla porta di comunicazione, che ora viene costantemente lascia aperta.
Mi avvicino a Bella e le sussurro – come faccio con i piccoli?-
-ok... tanto loro arrivano verso le 20,00 e per massimo le 22,00 devono essere a letto. Se no domattina non si alzano. Anzi già le 22,00 è tardissimo per loro. Ma oggi è una giornata speciale, quindi, al massimo domani chiederò ad Anna di tenerli a casa dall’asilo- mi accarezza la guancia e mi fa segno di uscire dalla camera mentre lei si avvia verso il suo bagno. Come vorrei andare con lei. Arriverà anche quel momento, e quando arriverà sarò l’uomo più felice del mondo.
 
Finalmente ci ritroviamo nella mia camera , ordiniamo la cena che ce la guastiamo parlando dei piccoli e di come la mia famiglia sarà contenta di conoscerli.
Sento suonare il telefono della camera e mi affretto a rispondere. È la reception che mi comunica che c’è per me e Bella il Sig.Claudio, la Sig.ra Anna accompagnati da tre splendidi bambini.
Gli comunico di farli salire e poco dopo sento bussare alla porta.
Finalmente rivedo i miei piccoli angeli.
Quando apro la porta e i piccoli mi vedono mi saltano letteralmente addosso urlando- papààààà- li abbraccio contemporaneamente e rido – piccoli miei-
Claudio e Anna si avvicinano a Bella e l’abbracciano.
Riesco a liberarmi dei bambini – Claudio Anna che piacere rivedervi. Accomodatevi – faccio segno loro di accomodarsi sul divano. Si guardano attorno e sorridono – vedo che ti trattano bene Edward- commenta Claudio
-eh... si... – e mi metto a ridere, pensando che tutto questo l’ho voluto per stare con Bella e solo con lei.
Bella nel frattempo si è seduta con i piccoli che continuano a subissarla di domande sulla giornata appena trascorsa. Non le lasciano un momento di tregua. Quanto sono belli tutti insieme.
-Bella... cosa dici, chiamo Alice e faccio salire tutta la mia famiglia?-
-sì... è giunto il momento di far conoscere loro i bambini- sospira e si volta verso i bambini
-allora... Thomas Lizzie e Sophie ascoltatemi attentamente-  li guarda negli occhi e quando ha tutta la loro attenzione continua – ora arriveranno delle persone molto importanti per voi- i bambini annuiscono – sono i genitori e i fratelli e sorelle del vostro papà. Li volete conoscere?- li guarda amorevolmente e mi avvicino anch’io a loro e gli comunico- state tranquilli... vedrete che vi ameranno all’istante. Vero Bella?- metto un braccio sulle sue spalle e la stringo leggermente a me.
-vero Edward .Puoi chiamare Alice- a sua volta mi stringe a se
I bambini mi chiedono – ma... papà voiamo stae con te- dicono timorosi
Mi avvicino a loro e mi inginocchio, così che possano vedermi alla loro altezza – piccoli miei, non dovete preoccuparvi, sono persone fantastiche. Vi faranno divertire tanto- a ogni bambino do una piccola carezza sulla guancia seguito da un lunghissimo bacio.
Sono veramente fantastici, mi saltano addosso e mi fanno cadere sul pavimento. La caduta viene attutita dal tappeto, per fortuna. Ridiamo e scherziamo per qualche minuto fino a che non interviene Bella- bambini ora basta! Papà deve chiamare gli zii e i nonni. Siete contenti di conoscerli?-
-siiiiiii... che beio che beio i noni e zii- iniziano a saltare e a fare il girotondo.
Prendo il telefono e chiamo – Alice... potete venire tutti nella mia camera-
-ok... ma cos’è successo? Bella sta bene? Cosa le hai fatto?- sembra un treno in corsa, non mi lascia parlare
- Alice... calmati non è successo nulla. Solo che vi voglio tutti qui nella mia camera, anzi anche Bella vi vuole qui- spero che non si faccia strane idee
-ok... ok... arriviamo di corsa, che bello! Che bello!- non mi lascia dire nulla che ha già attaccato.
- Alice e gli altri arriveranno a minuti- mi passo una mano tra i capelli e guardo Bella che sorride
-ora conoscerete tutta la mia famiglia- la guardo e rettifico – anzi la nostra famiglia- mi avvicino a Bella e le prendo la mano – si perché è anche la tua di famiglia, lo sai quanto ti vogliono bene. Anche loro in questi anni hanno sofferto tanto, e ora che ti hanno di nuovo con loro non ti lasceranno più andare via- le stringo la mano e noto che i suoi occhi sono velati di lacrime
- oh... Edward quanto mi dispiace...- non la lascio finire
-Bella... non ti preoccupare, risolveremo tutto. E quando dico tutto, intendo tutto! Capito?- ora sono serio e la stringo a me.
Claudio e Anna sono commossi anche loro, sanno quanto ha sofferto il mio amore. Tutto questo per delle persone veramente spregevoli. Questi brutti pensieri li devo lasciare andare via, ora è un momento di festa, e senza farlo apposta sento bussare alla porta.
Come un tornado entra Alice – allora cosa c’è di così urgente da farci venire tutti nella tua stan...- non riesce a finire di parlare perché si è accorta che ci sono i bambini
-oh... come sono belli- esclama tutta contenta
Anche il resto della famiglia entra in stanza e si incantano tutti a guardare i bambini.
Esme si commuove immediatamente e corre da Bella ad abbracciarla e sento che le dice – Bella... grazie grazie per averceli portati. Sono veramente contenta- e si volta verso i piccoli ma non riesce a muoversi.
Ora anche Rosalie , Emmet e Jasper corrono verso Bella e l’abbracciano – sono bellissimi. Ma del resto anche tu sei bellissima- esclama Rose anche gli altri dicono che è così.
Vedo che Bella è imbarazzata, quindi mi avvicino ai piccoli e li presento.
-allora... famiglia... questi sono Thomas, Elisabeth e Sophie, i figli miei e di Bella- la guardo e lei mi si avvicina.
Anche i piccoli che sono un po’ intimoriti si mettono sulla difensiva e ci abbracciano tutti e due. Sia io che Bella non riusciamo a fare un passo. Non ce lo permettono.
Mi abbasso alla loro altezza – amori miei... volete conoscere queste persone?- li guardo negli occhi, cerco di infondere fiducia e cerco di fargli capire che non devono assolutamente avere paura di loro.
Timidamente mi fanno segno di sì con la testa, quindi faccio segno a mio padre e mia madre di avvicinarsi- questo è vostro nonno Carlisle e vostra nonna Esme- anche loro si mettono alla loro altezza e con un grande sorriso li guardano, aspettano con pazienza che dicano loro qualche cosa.
-piccoli... non dovete avere timore, lo sapete che se la mamma vi dice che vi potete fidare lo dovete fare?- Bella accarezza ogni bambino cerca di spronarli alla conversazione
-mama...- inizia a parlare Thomas ma poi si volta verso di me come a chiedere il mio permesso         - Thomas...  non avere paura. Lui è il mio papà e io non ho paura di lui. Tu hai paura di me?- chiedo con voce dolcissima- no- risponde sicuro, quindi si avvicina a Carlisle –ciao... come ti chiami?- chiede curioso – il mio nome è Carlisle, e se per te è troppo difficile mi puoi chiamare Carl- anche se voleva dire nonno ma non ha osato tanto ok... Carl... ma papà ha detto che sei mio nono- ora è curioso – sì è vero sono tuo nonno... quindi puoi chiamarmi come vuoi- gli sorride di cuore
-aola ti chiamo... nono va bene?- si volta verso di me come a chiedermi il permesso e faccio segno che va bene, quindi si volta di nuovo verso Carlisle e gli dice – nono va bene?-
Mio padre scoppia a ridere – certo che mi devi chiamare nonno. Posso abbracciarti?- non sta più nella pelle.
Thomas prende coraggi e l’abbraccia, le sue sorelle lo vedono e lo imitano e abbracciano a loro volta il loro nonno. Ora si accorgono che c’è anche Esme che li guarda con amore e le chiedono- e tu sei la nottra nona?-
-certo... sono la vostra nonna Esme- e di slancio li abbraccia commossa. I bambini inizialmente rimangono spiazzati, ma subito dopo si lasciano andare e abbracciano i nonni con tanto amore.
Siamo tutti commossi che per un po’ li lasciamo stare quindi passiamo alle altre presentazioni con
-Claudio Anna vi presento i miei fratelli . Loro sono Alice e suo marito Jasper e poi ci sono Emmet e Rosalie- si stringono la mano a vicendae iniziano a parlare tra di loro. Bella è sempre al mio fianco e controlla i piccoli che ora stanno parlando con i nonni e chiede loro- volete conoscere anche gli zii?-
-siiii- si alzano da terra e si avvicinano a noi e gli indica di voltarsi verso le altre persone
-questa è zia Alice con zio Jasper- si avvicinano e li abbracciano e Alice inizia a parlare- benissimo bambini io sono zia Alice e sono molto contenta di conoscervi e ho tanta voglia di stare con voi. Che ne dite se nei prossimi giorni vi porto un po’ in giro a divertirci?- per ingraziarseli inizia a fare lo sguardo da cucciolo e i bambini iniziano a ridere e ad annuire. In poco tempo è riuscita ad ammaliarli. Non oso pensare cosa possa accadere se glieli lasciamo per un solo pomeriggio. Di sicuro li porterebbe in giro per negozi. Oddio!!! No!!! Me li può traumatizzare
-Alice poi vediamo ok?- le comunico con voce dolce ma ferma. Tanto per farle capire che non si deve permettere di fare certe cose.
-ma... Edward cosa avevi capito? Io  li voglio solo portare al parco e poco altro- mi dice ridendo
-si come no!!! E poco altro. Beati chi ti crede- esclama Bella con ironia –lo sappiamo tutti cos’è il tuo “poco altro”- mima con le dita.  All’improvviso tutti scoppiamo a ridere e i bambini rimangono sconcertati da questo nostro comportamento. Cerco di rassicurarli – non preoccupatevi stavamo ridendo di zia Alice, poi la conoscerete meglio-
Si avvicinano anche Emmet e Rose e si presentano – io sono zia Rose e lui è zio Emmet . è grande e grosso ma è un piccolo orso tanto buono- e scoppiamo di nuovo a ridere
-oso?- chiede curiosa Lizzie
-si tesoro mio. Lui è zio Emmet detto piccolo orso. È un giocherellone e vedrete che con lui vi divertirete tanto- scoppia a ridere e con lei tutti noi. Emmet inizia a fare lo sciocco, cerca di attirare in tutti i modi ml’attenzione dei piccoli e alla fine ci riesce. Per quasi tutta la sera non se ne libera più.
Siamo tutti seduti sui divani a parlare quando la piccola Sophie mi viene vicino e si accoccola sulle mie gambe e cerca tutta la mia attenzione- cose c’è piccola mia?- chiedo con tanto amore
-niete... voievo stae in baccio con te- e mi da un bacio sulla guancia e per poco riesco a trattenere le lacrime. Quanto è dolce. Anche Bella si è accorta del suo gesto e mi sorride soddisfatta, sotto sotto anche a lei forse, sono mancato e non solo ai piccoli. Con questo pensiero mi stringo ancora di più a me Sophie che mi continua dare tanti bacini sulla guancia fino a quando – papà... pugi!- esclama e si accarezza la guancia. La guardo –hai ragione... pungo, scusami. Vuoi che torno liscio? Vuoi che non pungo più?- chiedo serio, lei mi guarda e annuisce.
-allora... torno subito da te. Aspettami qui... anzi vuoi venire con me?- le chiedo
-si... ma voio anche Thom e Lizzie. Potebeo pangee- mi dice triste
-certo... potete venire tutti con me- faccio segno loro di seguirmi e sento Emmet che esclama
-finalmente il rasoio che ti abbiamo regalato lo scorso natale, forse, verrà usato anche quando non sei al lavoro- e scoppia a ridere fino a quando Rose gli intima di smetterla. Lui cerca di mettercela tutta ad essere serio ma proprio non ci riesce. Con lui scoppiano a ridere tutti quanti.
I bambini mi seguono fin in bagno. Thomas è il più curioso e inizia a fare domande
-coa tai faendo?- mi guarda curioso mentre mi spalmo un po’ di schiuma sul viso- sto mettendo questa schiuma per rendere i peli della barba più morbidi- annuisce con la testa e continua ad osservare.
-oa che fai?- chiede Lizzie quando vede che prendo il rasoio e lo accosto al viso
-ora... è il momento che mi devo concentrare, devo stare attento a non farmi male- sorrido loro
-pecchè- ora è la volta di Sophie
-vedete questo oggetto- mi chino verso di loro e glielo faccio vedere. Annuiscono tutti insieme.
-questa cosa... si porta via tutti i pelacci che ho sul viso, così...- mi volto verso Sophie – quando mi volete dare i bacini sulla guancia sono liscio e non pungo più. Vero Sophie?- le sorrido e le accarezzo la guancia –si... no pugi pù!- esclama Sophie tutta contenta.
È stata la barba più lunga della mia vita. Non la smettevano di fare domande, e quando dovevo gonfiare le guance iniziavano a ridere e io con loro.
Rientriamo in salotto, mi siedo sul divano e come una vasetto di miele con il coperchio aperto, le piccole api mi si appiccicano addosso.
– ma... papà... oa no pugi più- Sophie mi accarezza la guancia e poi si tocca la sua – o atei mobbido come me- mi si avvicina con il suo piccolo volto e lo sfrega contro la mia guancia –ti... o atei poppio mobbido- tutti scoppiano a ridere
-achio... achio...- ora non ho soltanto Sophie che mi accarezza ma lo fanno anche Thomas e Lizzie. Il cuore sembra volermi scoppiare nel petto. Bella ci sta guardando e ha gli occhi velati dalle lacrime, sembra che debba scoppiare a piangere da un momento all’altro. Le faccio segno di avvicinarsi, e anche lei ora è al mio fianco. Con non poca fatica riesco ad abbracciarla e a sussurrarle- Bella... grazie del dono che mi hai fatto- le accarezzo il braccio e le bacio la guancia e cerco di farle un po’ di forza per questo momento tanto dolce.
Mi accorgo che anche la mia famiglia ci sta guardando con infinito amore, anche per loro essere tutti insieme è una cosa meravigliosa.
-Claudio... Anna...- vedo che Esme si alza dal divano e li guarda con infinita gratitudine – vi volevo ringraziare, naturalmente a nome di tutta la famiglia, per essere stati vicini a Bella in un momento molto particolare della sua vita- si volta verso Bella e le manda un bacio – in un momento... – ora mi guarda intensamente – molto buio per tutti noi. Grazie grazie di cuore, non poteva incontrare persone migliori di voi. Se possiamo fare qualche cosa per voi, non esitate a chiedere- si avvicina ad Anna e le stringe le mani e poi l’abbraccia.
-quello che potete fare per noi...- Anna inizia a parlare e guarda Claudio, che con un cenno della testa le fa segno di continuare- quello che potete fare per noi... è di amare Marie, noi la chiamiamo così, come l’abbiamo amata noi in questi anni. Lei ci ha dato tanto con il suo carattere buono, altruista e in particolar modo, ci ha permesso di fingere per brevi momenti, di essere genitori- ora abbraccia Bella come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo.
-e tu Edward... hai una donna che è fantastica. Vedi di non perderla un’altra volta e in particolar modo vedi di non farla soffrire. Anche se io sono una tua fan da sempre...- mi trucida con lo sguardo –non ci metterei due secondi a farti a pezzettini e cucinarti a dovere. Chiaro?- sembra una tigre che protegge i suoi cuccioli. Non riesco a fare e dire nulla. Muovo solo la testa in segno affermativo, e non oso nemmeno respirare.
-ok... spero che tu abbia capito. Ti verrei a cercare in capo al mondo, e non sto scherzando- Bella le prende le mani e cerca di distrarla.
-Anna... penso che ora l’abbia capito. Non c’è bisogno che spaventi anche i piccoli- cerca di stare seria ma non ci riesce, e con lei tutti gli altri. Solo io non riesco ancora amuovermi.
- Edward... ora puoi anche respirare, per il momento ha sotterrato l’ascia di guerra.- mi rassicura Claudi.
-ok... mi fido- lo guardo e tutti si rilassano ulteriormente.
 
Purtroppo anche il momento da passare con i piccoli è terminato. È ora che tornino a casa e che vadano a letto.
-Thomas, Lizzie Sophie è ora di andare. Ci vediamo domani verso sera- li abbraccia forte forte Bella
-ma... mama pottiamo tae qui?- chiedono i bambini
-cuccioli miei- sospira- dovete andare a casa, non avete nulla qui. Mancano i vostri pupazzi della notte e anche i vostri lettini. Vedete- gli fa vedere che nella camera non ci sono i lettini con le sponde- qui non ci sono i letti con le sponde.- cerca di convincerli
-Bambini...- intervengo io – facciamo così...- mi abbasso e li abbraccio – prometto che tra poche sere dormiremo tutti nel grande lettone. Va bene?- spero che accettino. Questa sera proprio non possiamo, anche se manderei tutto al diavolo, ma ho preso degli impegni e non posso mancare.
Bella mi guarda curiosa e le faccio segno che dopo le spiego.
-va bene. Pometto?- chiedono i bambini
-promesso. Giurin giurello. Croce sul cuore-  e gli facci vedere come si fa. All’istante mi copiano e mi abbracciao forte forte.
-ora fate i bravi e andate con Claudio e Anna- li spingo verso di loro e mi alzo a mia volta.
Abbracciano tutti, fanno per andarsene quando Alice chiama Anna – allora ci sentiamo domani mattina, per andare a fare shopping- salta tutta felice.
Ora ha trovato qualcuno che vada con lei in giro per Roma, forse Anna non sa quello che le aspetta.
-Anna... sei proprio sicura di voler andare con Alice a fare shopping?- le chiede Bella
-si... lo sai che adoro fare shopping- la bacia su una guancia e si rivolge hai bambini.
-su... piccoli andiamo a casa che i vostri orsacchiotti vi aspetta- quando i bambini sentono la parola orsacchiotti si convincono ad andare a casa.
Dopo un’infinità di baci e coccole, finalmente lasciano la camera e si avviano verso casa loro. Mi mancano già. Non vedo l’ora che finiscano tutti questi impegni, così potrò stare liberamente con loro.
 
-allora... ragazzuoli... alle 23,30 ci troviamo nella hall del’hotel per andare in discoteca. Basterà rimanere per circa un’ora, giusto il tempo per farci vedere un po’ poi...- si volta e ci guarda tutti       -poi... siamo liberi di fare quello che vogliamo- prende Jasper per un braccio e esce dalla camera.
A ruota escono anche tutti gli altri.
 
Finalmente riusciamo a rimanere da soli, almeno per un po’ di tempo.
 
Faccio sedere al mio fianco Bella e l’abbraccio.
-sai... hai cresciuto dei bambini fantastici. E io sono fiero di te- mi volto mi avvicino per baciarla.
Sento che risponde con un timido grazie.
Rimaniamo abbracciati fino al momento di andare in quella infernale discoteca.
Vorrei poter non andare ma dobbiamo.
-Bella... ti prometto che staremo il minimo indispensabile... poi taglieremo la corda e faremo quello che vuoi- la rassicuro, ha lo sguardo un po’ contrariato per questo impegno.
-avrei preferito passare la serata con te e i piccoli- sconsolata si avvia verso la sua camera
-vado a sistemare  un po’ il trucco e sono pronta- così dicendo sparisce nella sua camera.
 
Poco dopo ci avviamo verso la hall dell’hotel, speriamo che la serata evolva nel miglior modo possibile. Seriamo che i paparazzi ci lascino stare.
 
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.

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