SOUL CALIBUR III - Cronistorie della Spada

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indietro nel Tempo... ***
Capitolo 2: *** Giorno per Giorno ***
Capitolo 3: *** Lasciare il Nido ***



Capitolo 1
*** Indietro nel Tempo... ***


http://www.youtube.com/watch?v=1-q9y3m6SI0

"Questa è un'altra storia di Anime e Spade...

Un tempo esistevano tre paesi che si spartivano un grande continente: L'impero di Grandall, il Regno di Dalkia e la repubblica di Halteese. Il Regno di Dalkia e la repubblica di Halteese si scontrarono in una grande guerra che durò innumerevoli anni. L'impero di Grandall si tenne fuori dal conflitto, preparando in silenzio un grande esercito. In un periodo in cui negli annali di storia non compariva ancora un Re Chester del Regno di Maletta, il grande stratega e istigatore della guerra che passò alla storia come la Guerra della Mantide.
La figura chiave della guerra fu un semplice cadetto dell'esercito di Grandall
(*)...

PROLOGO

- Laster... Svegliati Laster, è ora!

Laster aprì gli occhi lentamente. Il gran giorno era finalmente arrivato, oggi sarebbero venuti a prenderlo per reclutarlo nell'esercito imperiale.

- Andiamo, dormiglione - esclamò suo padre. - Non vorrai farti trovare dai soldati ancora in pigiama, vero ?!? Su, fila a lavarti la faccia... E vestiti, mi raccomando!

Laster obbedì. Si tolse in fretta le brache da notte e indossò velocemente la sua camicia, dopodiché si avvicinò al bacìle dell'acqua accanto al suo letto e vi immerse completamente la faccia, sbuffando intirizzìto. L'acqua fredda lo svegliò del tutto e i capelli bagnati gli gocciolarono sul viso disordinatamente. Guardando allo specchio il suo volto di sedicenne, Laster non riusciva proprio a immaginare come sarebbe cambiato da oggi in poi. Fisicamente era un ragazzo piuttosto robusto, con spalle larghe e i muscoli delle braccia e del torace tonificati dal duro lavoro nei campi; il suo viso fresco e giovanile era segnato da una piccola cicatrice sulla guancia sinistra, dovuta a un piccolo incidente con il forcone quando era ancora bambino; i capelli, ritti e pettinati all'indietro, sembravano quasi fili metallici color castano ramato e i suoi occhi erano di un blu intenso e profondo. Laster era sempre stato molto orgoglioso del suo aspetto, visto anche come lo guardavano certe contadinotte, ma non era un ragazzo vanitoso: era spavaldo e impulsivo, ma anche generoso e di buon cuore, non sopportava i prepotenti e non si faceva certo pregare per una sana zuffa con i suoi coetanei... Adesso però tutto stava per cambiare, sarebbe diventato un soldato dell'esercito imperiale e avrebbe combattuto per difendere il suo paese.

- Per l'amor del cielo, Laster - tuonò la voce di suo padre proveniente dal cortile. - Muoviti, tiratardi!
- Arrivo padre, arrivo - brontolò Laster, infilando in fretta i suoi pesanti calzoni di lana e le scarpe di pelle.

Una volta vestito di tutto punto, lui e suo padre si misero davanti alla porta di casa ad aspettare i soldati del generale Girardot, i quali sarebbero venuti di lì a poco per scortare le giovani reclute al Campo di Addestramento dell'esercito imperiale. Poco dopo infatti, giunsero tre ufficiali a cavallo recanti le insegne di Grandall. Un uomo autoritario, che indossava i gradi di maresciallo, fece fermare il suo cavallo e quelli dei suoi due sottoposti davanti a Laster e a suo padre, entrambi fermi sulla soglia.

- In nome di Sua Grazia, l'imperatore Strife - esclamò l'ufficiale a voce alta. - Tuo figlio Laster deve essere condotto al cospetto del generale Girardot, insieme alle altre reclute, per ricevere l'addestramento necessario ed entrare a far parte del glorioso esercito di Grandall!

Laster chinò leggermente il capo in segno di assenso e, salutando affettuosamente il padre, si accinse a seguire l'ufficiale e i suoi uomini.

- Arrivederci, padre - fece Laster. - Abbiate cura di voi!
- Anche tu, figlio mio - lo salutò l'uomo con gli occhi colmi di orgoglio ma anche di tristezza. - Segui sempre gli ordini del tuo comandante e fatti onore...

I due si abbracciarono calorosamente, dopodiché si salutarono e Laster montò sul carro a seguito del drappello imperiale. Altri nove ragazzi vennero chiamati quello stesso giorno per diventare soldati e servire l'esercito di Grandall, in previsione del duro conflitto che si preparava a est contro le armate di Halteese e Dalkia. I giovani salutarono parenti e familiari, ben consapevoli che avrebbero potuto anche NON fare ritorno alle proprie case, e si avviarono incontro al loro destino.

                                                                                                                                    ***

Laster non credette ai propri occhi quando vide le enormi dimensioni dell'accampamento dove avrebbe alloggiato assieme ai suoi compagni. Dovunque girasse lo sguardo, le tende dei soldati si estendevano a perdita d'occhio; il Campo di Addestramento era un immenso spiazzo erboso, suddiviso in zone a seconda del tipo di armi ed esercitazioni; la roccaforte con l'emblema di Grandall svettàva al centro di tutto questo come un alveare maestoso in mezzo a tante api operaie.

- Sorpresi, eh - scherzò l'ufficiale, vedendo le espressioni sul volto di Laster e degli altri ragazzi. - L'esercito di Grandall è certamente il più grande che esista, ma questa è solo una parte delle armate sparse per tutto l'impero!

Laster sgranò gli occhi incredulo. "Solo una parte"... Quante anime contava l'esercito imperiale allora ?!?
L'ufficiale scortò il carro fino a uno spiazzo nel quartiere riservato alle reclute, qui fece cenno ai giovani di scendere e di mettersi in riga per aspettare l'arrivo del generale Girardot, il loro capo-istruttore.
Mentre scendeva dal carretto, Laster non poté fare a meno di notare i valorosi cavalieri dell’esercito di Grandall, avvolti nelle scintillanti armature rosse e dorate, e sospirò al pensiero di come sarebbe stato indossarne una...
In quel momento però una voce lo risvegliò bruscamente dalle sue fantasticherìe.

- Ehi tu, ragazzino - esclamò qualcuno sopra di lui.

Laster alzò gli occhi e vide un giovane ufficiale, più o meno della sua età a giudicare dalla voce squillante. Costui, in groppa a un magnifico destriero da combattimento, sembrava piuttosto contrariato del fatto che il giovane contadinotto si era messo proprio in posizione tale da bloccargli la strada assieme al resto del drappello al suo seguito.

- Oh, mi... Mi dispiace - esclamò Laster a mò di scusa, spostandosi in tutta fretta.

L'ufficiale schioccò le redini seccamente tuttavìa, non contento delle scuse di Laster, incitò il destriero in modo tale da spingere all'indietro il ragazzo. Tra le risate generali, Laster si ritrovò a mollo nel fango.

- Figlio di...

Di colpo Laster si infuriò. Anche se si trattava di un ufficiale, non avrebbe mai permesso a nessuno di fargli fare la figura dello stupido. Rialzatosi immediatamente infatti, afferrò una manciata di fango e la gettò contro l'elmo del cavaliere che si allontanava in testa al gruppo. I soldati si fermarono di colpo, fissando la scena con incredulità e stupore: il loro ufficiale con l'elmo imbrattàto dall'ultima delle reclute... Questi fermò il cavallo e scese di sella fino a trovarsi faccia a faccia con l'autore di cotanto scherzo.

- Dì la verità, moccioso - esclamò l'ufficiale. - Hai intenzione di trascorrere il tuo primo giorno in cella, per caso ?
- A dire la verità - rispose Laster con voce tagliente. - Ho piuttosto intenzione di schiaffàrti un po' di quel fango in bocca...

Tutti osservarono Laster come se fosse un matto. L'ufficiale non fece una piega di fronte a quelle parole e al suo atteggiamento sfrontàto, ciononostante era chiaro che il comportamento del ragazzo non poteva essere perdonato.

- A quanto pare - sorrise l'ufficiale, sguainando la corta spada che gli pendeva al fianco. - La lingua è più sviluppata del tuo cervello... Forse è il caso di accorciàrtela!

Laster evitò il fendente con molta agilità. L'ufficiale era forte, nonostante l'età e il fisico esile, tuttavìa la pesante armatura dei cavalieri di Grandall che aveva addosso lo rallentava notevolmente e Laster sfruttò questo particolare a suo vantaggio. Anche se disarmato, Laster non era tipo da tirarsi indietro, perciò cominciò a scansare uno dopo l'altro tutti i colpi di quel borioso ufficiale, aspettando il momento buono per contrattaccare. Si trattava di un soldato piuttosto esperto, con una tecnica di combattimento impeccàbile: finte, affondi, rientrate... Malgrado Laster fosse piuttosto svelto, l'avversario riuscì comunque a ferirlo leggermente diverse volte alle braccia e al torace. Tuttavìa il fatto che un soldato con la sua esperienza sostenesse un lungo "combattimento" con un vìllico disarmato era una scena decisamente comica che fece sorridere la maggior parte dei soldati. L'ufficiale se ne avvìde e, sentendo montare la collera, cercò di chiudere velocemente l'incontro. Purtroppo, così facendo, il suo ultimo affondo lo sbilanciò pericolosamente. Laster colse al volo l'occasione e, afferrandogli il braccio e facendo leva col piede, lo scaraventò a terra puntandogli al collo la sua stessa arma.

- E ora, prima di cambiarti i connotati, vediamo un po' la tua brutta facc...

Dopo avergli strappato via l'elmo, Laster rimase ammutolito di fronte ai delicati lineamenti dell'ufficiale e ai suoi lunghi capelli biondi.

- U... Una donna ?!? - esclamò.

La giovane fanciulla lo guardò con rabbia mista a odio, oltre che sconfitta era stata anche umiliata oltre misura. Laster esitò incerto, si fosse trattato di un ragazzo gli avrebbe rotto il naso senza problemi ma...
Purtroppo la sorpresa gli aveva fatto dimenticare che la ragazza era un soldato, e anche piuttosto incazzàto. Difatti, come ebbe abbassato la guardia, costei spinse via Laster infuriata e afferrò prontamente al volo la propria arma, pronta a tagliargli la gola con un colpo secco.

- Dannato bifòlco - esclamò lei tra i denti. - Ma stavolta ti ucc...
- ABELIA !!!

Il suono di quella voce fu sufficiente a fermare la ragazza appena in tempo, Laster vide la lama della spada a un centimetro dalla sua gola. I cavalieri si scansarono di lato per permettere all'uomo che aveva gridato di farsi avanti. Era un individuo alto e autoritario, circa sulla quarantìna, col corpo inguainàto in una robusta armatura; le spalle possenti, avvolte da un pesante mantello rosso, e la schiena dritta; il volto severo e imperioso, dal naso aquilìno e contornato da una folta barba color ferro... Laster rimase immobile, incapace di parlare, non appena si rese conto di trovarsi al cospetto dell'ufficiale a capo dell'esercito di Grandall, il generale Girardot.
Il generale avanzò di buon passo, facendo scattare tutti sull'attenti, e si diresse con sguardo fulminante proprio verso Laster e la ragazza, quest'ultima sembrava impallidita di colpo.

- Abelia - esclamò il generale.

La ragazza lasciò andare subito Laster e chinò il capo in segno di rispetto. Il generale sembrava volerla uccidere con gli occhi, tanto era percepibile la sua rabbia.

- Un ufficiale di Grandall che alza la propria spada su un avversario disarmato...
- Ge... generale Girardot, io...
- Non voglio sentire scuse - tuonò il generale furibondo. - Torna subito ai tuoi alloggi e ritieniti esonerata da qualsiasi incarico per le prossime due settimane... Assegnerò il comando del tuo reparto a Xiaoxin nel frattempo!
- Signorsì, generale - rispose Abelia con un filo di voce.

Laster osservò l'espressione sconsolata di Abelia, prima che un lampo infuriato passasse rapidamente negli occhi di quest'ultima mentre si allontanava verso i quartieri degli ufficiali. Tuttavìa rimase ancor più sconcertato, sotto lo sguardo del generale che lo squadràva da capo a piedi.

- Come ti chiami, ragazzo ?
- Laster, signore...
- Beh, Laster, apri bene le orecchie - la voce del generale era come un tuono possente. - Fino a che ti troverai nell'esercito, dovrai imparare anzitutto a non attaccare briga con i soldati e SOPRATTUTTO con gli ufficiali, se non vuoi passare dei guai... Per questa volta ti è andata bene ma, se dovesse ripetersi una cosa del genere, ti farò sbattere in cella finché non ti passeranno i bollenti spiriti! E' chiaro ?!?

Laster annuì timidamente con la testa. Il generale si voltò di scatto, facendo svolazzare l'ampio mantello, e continuò il giro passando in rassegna il resto delle reclute. Non appena si fu allontanato, Laster vide un altro giovane cavaliere col volto scoperto che gli tendeva la mano per aiutarlo a rialzarsi.

- O sei completamente pazzo - sorrise il cavaliere con una smorfia. - Oppure sei solo MOLTO fortunato!

Laster accettò l'aiuto del cavaliere con un sorriso forzato.

- Ti è andata bene che oggi Girardot è di ottimo umore, altrimenti a quest'ora ti avrebbe "levato la pelle" a suon di frustate...
- Se quella strega con l'armatura non mi avesse buttato a terra, non sarebbe successo niente!

Il cavaliere scoppiò a ridere.

- A proposito, congratulazioni - esclamò. - Ti sei appena inimicato Lady Abelia, nessuno sano di mente avrebbe osato tanto, non vorrei essere nei tuoi panni quando le ricapiterai di nuovo a tiro...
- Ma come ha fatto quella vipera bionda a diventare ufficiale ?
- Semplice: ha "eliminato" l'ultimo ufficiale che le ha rivolto il saluto... No, scherzo! Anche se ti sembrerà strano, Abelia si è distinta a pieni voti al comando dell'Accademia Militare di Parousia e il Generale Girardot le ha accordato i gradi di capitano pochi giorni fa!
- Un "capitano" ?!?
- Eh sì - fece il cavaliere. - Ti sei scelto proprio un avversario coi fiocchi per la tua bravàta...

Laster sentì mancare il respiro a quella rivelazione, appena arrivato si era subito messo in cattiva luce, suscitàndo le antipatìe di un capitano dell'esercito e del generale stesso.

- Suvvìa, è inutile piangere sul latte versato adesso!
- Parli così perché TU non hai interrotto la tua carriera prima ancora di cominciarla...
- Per una sciocchezza del genere ?!? Aaah, ne hai di cose da imparare ragazzo...
- Che vuoi dire ?
- Ci stiamo preparando a una guerra, cosa credi ?!? Nell'esercito fanno carriera solamente coloro capaci di distinguersi sul campo, indipendentemente dalle simpatìe o dalle antipatìe! Perciò, se sei in grado di tener testa ad Abelia a mani nude, hai tutte le carte in regola per diventare anche tu capitano nel giro di un anno!

Laster fissò il cavaliere, cercando di capire se lo stesse prendendo in giro oppure no, ma i suoi occhi erano limpidi e sinceri senza traccia di falsità alcuna.

- A proposito, il mio nome è Aeneas, al tuo servizio!
- Laster!
- Bene Laster, credo che faremo meglio ad andare d'accordo noi due... Anche perché non ci tengo proprio a ricevere una palla di fango addosso proprio il giorno dell'ispezione!

Entrambi si misero a ridere. Malgrado l'inizio non fosse stato proprio dei migliori, Laster ritrovò subito il suo buonumore. La cordialità di Aeneas era contagiosa, senza dubbio lui era il miglior compagno che si potesse desiderare, e Laster sorrise pensando al futuro che lo attendeva.

( continua )

(*) = NOTA dell'Autore:
Le parti scritte in corsivo all'inizio di ogni capitolo, così come i nomi della maggior parte dei personaggi di questa fiction sono TUTTI riferiti alla modalità Cronistorie della Spada del videogioco "Soul Calibur III" per Playstation2, quanto avete letto finora e che leggerete in seguito, non è altro che un libero adattamento della trama originale... Grazie per l'eventuale interessamento!

DADO

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Capitolo 2
*** Giorno per Giorno ***


A quale scopo, per il bene di chi gli uomini alzano le spade gli uni contro gli altri ?
- Accademia Militare di Parousia, Impero di Grandall.
Laster stava sull'attenti insieme agli altri ufficiali cadetti messi in riga dalla voce tonante del loro istruttore, il generale Girardot.
- "Ora inizieremo ad allenarci nelle battaglie!"
Il primo scontro avrebbe messo di fronte Abelia, la soldatessa più ferrata dell'Accademia, e Laster, che per la prima volta avrebbe assunto il comando di una unità.
- "Non vi preoccupate. Questo è solo un allenamento, per cui sopravviverà anche chi perde".
Solo un allenamento ? No, se Laster fosse stato battuto, per lui non ci sarebbe stato futuro...
La sconfitta non era una possibilità
.

Era trascorso circa un anno, dal giorno in cui Laster era stato arruolato nell'esercito imperiale per ricevere l'addestramento che avrebbe fatto di lui un soldato esperto e un combattente valoroso. Ora Laster aveva diciassette anni e si era guadagnato il rispetto e la stima di tutti i suoi commilitoni, primo fra tutti il suo amico Aeneas, e del suo Maestro d'Armi, un cavaliere incredibilmente forte di nome Siegfried Schtauffen.
La prima cosa che un cadetto doveva imparare, prima di sostenere l'esame all'Accademia Militare di Parousia, era l'utilizzo specifico di almeno un tipo di arma fino a raggiungerne la padronanza completa.
Siegfried Schtauffen era maestro nell'uso di una micidiale spada a due mani, lui stesso aveva battezzato quell'arma Requiem, e ciononostante sapeva maneggiarla come se fosse leggerissima. Solamente in pochi nell'esercito di Grandall erano esperti nel brandìre un'arma così pesante, perlopiù la fanterìa si specializzava nell'uso di armi leggere come: mazze, lance, bastoni... La Spada Lunga era un'abilità che richiedeva non solo una notevole forza fisica ma un controllo e una capacità di resistenza straordinari; l'arma che Siegfried impugnava per esempio era stata forgiata espressamente su misura e nessuno, a parte Laster, era così temerario da voler apprendere l'uso di un simile strumento. Sotto la guida severa del maestro Siegfried, Laster impiegò mesi e mesi di duro allenamento, anzitutto per imparare a "sollevare" il Requiem senza sforzo e poi per sostenerne il peso e rimanere perfettamente bilanciàto durante gli attacchi. All'inizio rimase impressionato dalla terrificante potenza di quell'arma, capace di distruggere ogni cosa e perfino "dividere" un uomo a metà. Nelle mani del maestro quella spada pesantissima sembrava dotata di vita propria, tanto erano precisi i suoi movimenti che sembrava quasi una parte di lui. Laster si allenò duramente e con impegno per cercare di ripetere le mosse del maestro, fino a raggiungere almeno un sufficiente grado di abilità; durante questo tempo, i suoi muscoli si svilupparono ulteriormente e la speciale armatura che indossava presto non costituì più né un ingombro né un impiccio; i suoi colpi si fecero sempre più controllati e, quando affondava, era lui a sostenere il Requiem non viceversa...

- Bene, Laster - esclamò Siegfried con un'espressione soddisfatta. - Finalmente hai imparato!
- Grazie maestro - rispose Laster con un leggero imbarazzo. - Ma non credo di essere ancora pronto...

Siegfried allungò il braccio, facendo segno a Laster di deporre le armi, e conficcò il proprio Requiem a terra. Laster lo osservò negli occhi, quei suoi occhi azzurri e penetranti carichi di tristezza. A volte sembrava quasi che il maestro portasse sulle sue spalle il peso di tutti i peccati del mondo, tanto la sua espressione era dolorosa, e Laster non poteva fare a meno di chiedersi a cosa stesse pensando.

- Hai una forza notevole, Laster - osservò Siegfried. - Sul serio, hai un potenziale notevole ma devi imparare a sfruttarlo al meglio...
- Che intende dire, maestro ?

Siegfried chiuse gli occhi prima di rispondere.

- Per quanto un'arma possa essere forte, per quanto una lama possa essere tagliente, non è abbastanza... Solo chi è in grado di liberare il potere nascosto dell'arma stessa può cambiare le sorti di una battaglia!
- Mi perdoni, maestro, ma proprio non riesco a capire...

Senza alzare la testa, Siegfried impugnò saldamente il Requiem con una sola mano e lo tenne alto davanti a sé, affinché Laster potesse osservarlo in tutta la sua lunghezza.

- Non sei uno stupido, Laster - esclamò. - Suppongo tu abbia ormai capito che la spada che impugno non è un semplice pezzo di metallo: io e lei siamo una cosa sola, il legame che accomuna un guerriero alla propria arma è talmente forte che quest'ultima finisce per diventare "parte" di lui...
- Come una parte del suo corpo ? - chiese Laster incerto.
- Come la sua stessa anima - rispose Siegfried. - L'anima, Laster... L'anima della tua arma è il suo potere, il TUO potere, una cosa sola con te stesso! Non tutti sono in grado di liberare il potenziale segreto della propria arma, pochi ci riescono, ma coloro in grado di utilizzare il Soul Charge da soli possono spazzare via interi eserciti...

Laster ascoltò le parole del maestro con un'espressione di completo stupore. Che cosa intendeva dire, che cos'era il Soul Charge ?!? Stava quasi per rivolgergli un'altra domanda, quando Aeneas gli batté una pacca sulle spalle.

- Ecco qua il prode Laster - esclamò. - Sempre pronto a roteare la sua spada "spazzatutto"... Hai saputo la notizia ?
- Quale ?!?
- E' finita la pacchia: le truppe di Dalkia si sono spinte lungo il confine meridionale, il nostro reparto dovrà sostenere la prova finale prima del previsto per verificare CHI possiede già i requisiti per essere mandato al fronte!
- Ma questo significa che...
- Esatto, amico mio, Parousia!

Laster trattenne il fiato. L'Accademia Militare di Parousia, la prova finale... Se fosse riuscito a distinguersi durante l'esame, sarebbe partito insieme agli altri effettivi per la prossima campagna contro le truppe della Regina Aurelia, in caso contrario sarebbe rimasto a "zappàre" il terreno con la spada per scaricare la sua rabbia.

- Ti conviene prepararti - suggerì il maestro Siegfried. - Abbi fiducia in te stesso e nelle tue possibilità, solo questo può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta!

Laster chinò la testa, in segno di saluto e di rispetto.

- La ringrazio, maestro, per tutto quello che ha fatto per me... Terrò a mente i suoi insegnamenti, non la deluderò!

Siegfried annuì con un cenno.

- Ne sono sicuro... Va adesso, raggiungi i tuoi compagni e buona fortuna!

Una volta salutato il maestro, Laster afferrò saldamente la spada e, insieme a Aeneas, raggiunse gli altri cadetti pronti per la partenza.

***


L'Accademia Militare di Parousia era una delle roccaforti più imponenti di tutto l'Impero. Laster e i suoi compagni osservarono intimiditi le solide mura svettàre verso l'alto e le torri recanti le rosse bandiere con lo stemma di Grandall che ondeggiavano al vento del mattino.
Il generale Girardot in persona venne a dare il benvenuto ai cadetti e a fornir loro le ultime istruzioni in vista della prova che, di lì a poco, si sarebbe svolta.

- Come sapete - tuonò il generale, facendo scattare tutti sull'attenti. - La situazione nel sud dell'impero non ci consente di rimandare oltre l'invio delle truppe di rinforzo: siete stati selezionati come il gruppo di reclute più promettente, malgrado il vostro addestramento non sia ancora concluso, tuttavìa oggi dimostrerete il vostro vero valore!

I soldati ascoltarono in silenzio le parole del generale senza battere ciglio. Girardot si accinse a spiegare in cosa consisteva la prova da sostenere.

- La guerra non è un gioco - esclamò Girardot in tono secco e deciso. - Chiunque vi troverete di fronte sul campo di battaglia cercherà sempre e solo di uccidervi e voi dovrete dimostrare fin da subito di essere in grado di NON dargli questa possibilità, ricordate che non affronterete dei principianti ma soldati pronti a tutto... E dovrete impegnarvi al massimo per vincere, indipendentemente da chi sono i vostri avversari!

Laster e gli altri annuìrono in silenzio.

- La vostra prova - proseguì Girardot. - Uno scontro in condizioni di battaglia reali, vedrà opposte due squadre: la prima attaccherà la roccaforte agli ordini di Laster...

Tra i soldati si udì distintamente un mormorìo di approvazione. Tutti conoscevano il valore del giovane Laster ed erano convinti che, sotto la sua guida, non potevano fallire.

- ... La seconda - concluse Girardot. - difenderà la posizione agli ordini del comandante Abelia!

Il mormorìo si tramutò di colpo in silenzio. Abelia era l'ufficiale più forte agli ordini di Girardot: non si trattava dunque di una passeggiata, avrebbero affrontato nientemeno che il fior fiore dei reparti speciali di Grandall, uno scontro impari...

- Chi di voi riuscirà a raggiungere la roccaforte potrà ritenere di aver superato la prova con successo... E' tutto!

Laster impallidì. Avrebbe nuovamente dovuto vedersela con quell'arrogante di Abelia, solo che stavolta sarebbe stato uno scontro in piena regola. Aeneas intuì il suo disagio e cercò di rincuorarlo.

- Ehi, Laster - fece in tono allegro. - Dì un po', non ti farai mica buttare giù prima ancora di cominciare ?!?
- No, certo - rispose in fretta Laster. - Solo che...

In quella una voce proveniente dal suo gruppo lo fece trasalìre.

- Abbiamo sputato lacrime e sangue per essere arruolati nell'esercito... Non mi importa se il nostro avversario è Abelia, mi rifiuto di perdere! Va bene ?

Laster si girò di scatto assieme ad Aeneas. A parlare era stata una ragazza coi capelli corti ribelli che impugnava un paio di micidiali daghe da combattimento. La ragazza si chiamava Riese ed era nota per essere una "testa calda", determinata e pronta a tutto, incapace di tirarsi indietro anche se si trattava della sua stessa vita.
Riese si avvicinò a Laster, quasi volesse fulminarlo.

- Allora - esclamò. - Siamo qui che aspettiamo i tuoi ordini, sei TU che devi guidare l'operazione perciò... Guai a te se ti azzardi a mandarci tutti allo sbaraglio!
- Ehi ehi ehi - fece Aeneas divertito. - Ti sembra questo il modo di rivolgerti al tuo comandante ?
- Se è per questo, ne conosco alcuni peggiori!

Prima che Aeneas avesse il tempo di aggiungere mezza parola, Riese gli sventolò sotto il naso la propria arma con la lama a un centimetro dalla gola.

- Ti... Ti credo sulla parola - balbettò Aeneas con un filo di voce.
- Allora - ripeté Riese, rivolgendosi a Laster. - Che cosa ne dici, "comandante" ?!?

Laster si limitò a sorridere, osservando la faccia di Aeneas, era la prima volta che l'amico non aveva più così tanta voglia di scherzare.

- E sia - esclamò alla fine. - Andiamo da quei pagliacci e facciamogli vedere di che pasta è fatto un vero combattente!

Riese lasciò andare Aeneas, il quale tirò un sospiro di sollievo.

- D'accordo - fece quest'ultimo, impugnando la sua Lancia da Giostra. - Questi sono i patti... Affare fatto ?
- Affare fatto - tagliò corto Riese.

Laster impugno la Requiem e i suoi uomini risposero con un grido, attendendo il segnale dell'attacco.

***


In cima alla roccaforte, Abelia e i suoi due sottufficiali, Notus e Ishtar, osservavano i movimenti del gruppo di Laster.

- Finalmente ci reincontriamo - mormorò Abelia sottovoce.
- Comandante ?
- Niente, Ishtar, pensavo a voce alta...

Abelia era una donna forte, dal carattere duro e orgoglioso, eppure il ricordo di come quello sciocco ragazzino l'avesse umiliata davanti al generale le bruciava ancora. Stavolta era decisa a riscattare il suo onore, perciò avrebbe inflìtto a Laster una lezione memoràbile.
Sotto di lei intanto, Laster e i suoi uomini marciavano serrati verso la roccaforte. Abelia aveva fatto schierare il primo muro difensivo in modo tale da rallentare la loro avanzata e ridurre il numero degli avversari. Tuttavìa l'impeto di Laster, Riese ed Aeneas nello sferrare colpi a destra e a manca fu tale da rincuorare il resto dei soldati alle loro spalle, cosicché questi ultimi non si persero d'animo e riuscirono a sfondare la prima linea di difesa senza perdere quasi nessuna unità.

- Notus - esclamò Abelia, rivolgendosi al suo tenente. - Prendi i tuoi uomini e scendi a dare manforte alla difesa!
- Agli ordini - rispose questi, schioccàndo veloce sull'attenti e scendendo in fretta dalla roccaforte.

Notus era un soldato alto e robusto sui venticinque anni, con i capelli rossi e un forte addestramento alle spalle. Esperto nel combattimento corpo a corpo, aveva sviluppato uno stile basato essenzialmente nell'uso delle gambe equipaggiate con speciali rinforzi protettivi capaci di tagliare in due un'asta come se niente fosse. La sua specialità consisteva nello sferrare attacchi rapidi e diretti, senza concedere all'avversario il tempo di chiudersi in difesa e reagire.
Nel momento in cui Notus e i suoi uomini serrarono i ranghi dietro alla prima linea, Laster aveva già oltrepassato la breccia e si dirigeva inesorabile verso di loro. Non appena si trovarono faccia a faccia, Notus si mise in guardia.

- Complimenti - esclamò il tenente con una smorfia. - Ma ti illudi se speri di superare la prova così facilmente!

Riese si fece avanti impugnando le daghe.

- Lascialo a me, "comandante" - fece rivolta a Laster. - Me ne occupo io, tu procedi verso la roccaforte!

Laster annuì in silenzio col capo. Tre uomini rimasero con Riese ad affrontare Notus e i suoi cinque sottoposti. Questi rimase alquanto sorpreso dall'atteggiamento sfacciato della giovane tuttavìa, mentre Laster si allontanava verso la torre, decise di accettare la sfida.

- Come ti chiami, ragazza ?
- Il mio nome non ha importanza, ti basti sapere che ti sbatterò le chiappe per terra!
- Accomodati allora - sorrise Notus. - Sempre ammesso che tu riesca a toccarmi...

Riese e gli altri si lanciarono all'attacco con un grido. Il cozzàre di armi e armature riempì l'aria come un fragoroso concerto, in mezzo a questo frastuono, sia lei che il suo avversario diedero vita a una "danza" di colpi micidiali. Notus era abituato al combattimento sulla corta distanza ma Riese era altrettanto abile nel maneggiare le sue daghe, perciò dovette stare attento a non esporsi troppo. Dal canto suo invece, la ragazza ne approfittò immediatamente per chiudere l'avversario sulla difensìva. Tuttavìa Notus non era uno sprovveduto: non appena ebbe calcolato sia la velocità che la portata dei colpi di Riese, cominciò a sferrare una serie di velocissimi calci che Riese parò a stento incrociando le lame; Riese assorbì l'urto con una certa difficoltà ma si riprese prontamente e rispose con una falciàta trasversale dal basso verso l'alto. Notus evitò l'attacco con un rapido balzo all'indietro e, tornando subito in posizione, caricò il peso sulla gamba destra e si lanciò in avanti ferendola alla spalla.

- Ti basta o devo continuare.

Riese strinse i denti, non era certamente disposta a mollare per così poco. Rinnovando la presa sulle lame, eseguì una veloce rotazione su sé stessa. Sorpreso dalla sua reazione, Notus perse l'equilibrio e cadde all'indietro con due profondi tagli sanguinanti sulla coscia e sul fianco. In un attimo Riese fu sopra di lui.

- Arrenditi - sibilò.

Masticando amaro, Notus accettò la sconfitta.

- Questa è fatta - osservò Riese con sollievo, vedendo i suoi compagni mettere gli avversari in condizioni di non nuocere. - Laster, Aeneas... Adesso tocca a voi!

Non appena vide Notus cadere, Abelia sferrò un pugno violento contro la merlatùra della torre.

- Ishtar - gridò. - Vedi di non fallire come quell'idiota!

La donna al suo fianco chinò il capo con obbedienza e, impugnando una pesante spada a doppia lama, scese dalla roccaforte per arrestare l'avanzata del nemico.
Laster proseguiva la sua corsa verso la torre, incurante del furore della battaglia, menando fendenti dovunque e seminando il panico tra i suoi avversari. Ishtar rimase ad attenderlo con la spada in pugno e la lunga chioma bionda raccolta dietro le spalle.

- Frena la tua irruenza - lo intimò Ishtar. - Oppure dovrò abbatterti!
- Fatti da parte - gridò Laster.
- Aspetta, Laster - esclamò Aeneas, bloccandolo. - Io e questa "signora" abbiamo una faccenda da regolare... Vero, Ishtar ?
- Aeneas, ma guarda che sorpresa - lo canzonò la donna. - A quanto pare la lezione non ti è bastata...

Aeneas ricambiò lo scherno della donna con un freddo sguardo di odio. Senza esitare, si fece avanti roteando la sua pesante lancia.

- Aeneas - fece Laster, osservando l'amico. - Che cosa vuoi fare ?!?
- Non ti intromettere Laster, te ne prego - rispose Aeneas con un insolito tono di voce per uno come lui. - Tu e gli altri dirigetevi alla torre, occupa la roccaforte e non preoccuparti per me!
- Sei sicuro ?
- Sì...

Laster vide il lampo negli occhi di Aeneas, tra lui e quella donna evidentemente doveva esserci qualche vecchia ruggine, perciò decise di fare come gli aveva chiesto senza perdere altro tempo.

- D'accordo, come vuoi!

Laster dette il segnale di procedere e lasciò Aeneas di fronte a Ishtar, la quale rimase immobile a fissarlo con un misto di divertimento e compassione.

- Buffo - esclamò Ishtar. - Ero convinta che, dopo la batosta che ti ho dato, saresti tornato a "strisciare" nelle latrìne da dove sei uscito... A quanto pare mi sbagliavo!
- L'errore che ho commesso, Ishtar - mormorò Aeneas in un soffio. - E' di non averti presa sul serio la prima volta... Non ripeterò lo sbaglio una seconda!

Aeneas tenne la lancia alta davanti a sé, invitando Ishtar ad attaccare. La donna accettò la sfida con un fendente poderoso e, accusando il colpo, Aeneas rispose con una sferzàta laterale dal basso. Ishtar era una combattente di prim'ordine, membro ufficiale della fanterìa pesante, la sua spada aveva aperto numerosi varchi nelle file nemiche e Abelia stessa era convinta che niente potesse resistere al suo spadone. circa due anni prima lei ed Aeneas erano entrambi allievi all'Accademia Militare, con la differenza che Aeneas era già un membro effettivo dell'esercito regolare mentre Ishtar invece era ancora alle prime armi; i due si fronteggiarono sul campo della prova finale coi ruoli esattamente capovolti... Allora fu Aeneas a sottovalutare lo scontro e pagò duramente il suo errore con una sconfitta dolorosa e la retrocessione a soldato semplice. Adesso invece era più che mai determinato a prendersi la sua sospirata rivincita.

- Vedi di fare del tuo meglio, Ishtar - sorrise. - Perché stavolta ho intenzione di fare sul serio...
- Sbruffone!

Ishtar rispose alla provocazione attaccando con impeto e calando ripetutamente la spada contro Aeneas, sollevando una pioggia di scintille. Aeneas tuttavìa conosceva ormai quello stile di combattimento e sapeva bene quali punti deboli lasciasse un attacco basato esclusivamente sulla potenza: Ishtar concentrava tutto il peso in avanti, per Aeneas era sufficiente cogliere il momento in cui era scoperta per investirla con un violento attacco rotante. Tuttavìa Ishtar si era allenata molto dall'ultima volta e i risultati si vedevano soprattutto nella rapidità dei suoi tempi di recupero. Aeneas doveva pazientare ancora prima di poter contrattaccare, altrimenti avrebbe rischiato di finire atterrato come l'ultima volta. Senza dargli un attimo di tregua, Ishtar colpì ripetutamente decisa a chiudere l'incontro prima possibile; così facendo però, continuava ad esporsi e a osare troppo negli affondi. Aeneas colse l'attimo alla perfezione, nel momento in cui Ishtar sollevò la spada, puntò velocemente il piede a terra e, facendo ruotare vorticosamente la lancia nelle mani, generò un turbine violento tale da farle perdere l'equilibrio. La donna barcollò pericolosamente all'indietro, Aeneas ne approfittò per caricarla frontalmente con l'asta in pugno e la scaraventò al suolo sotto il peso della sua corazza. Riversa sulla schiena, Ishtar cercò a tentoni l'elsa della propria arma ma la punta di Aeneas contro la gola le fece capire che il combattimento era finito.

- E con questo - esclamò Aeneas, tirando il fiato. - La questione è chiusa!
- Per ora - puntualizzò Ishtar con rabbia. - In futuro farai meglio a guardarti le spalle...
- Non temere, lo farò!

Dall'alto della sua posizione, Abelia osservò Laster eludere tutte le sue difese. All'inizio, vedendolo farsi avanti in modo così elementare e diretto, era convinta di poterlo fermare ponendo ostacoli lungo il tragitto; purtroppo non aveva considerato la forza e l'irruenza del suo drappello, così il giovane proseguì la sua corsa indisturbato fino alla roccaforte... Tanto peggio, lo avrebbe affrontato di persona.
Laster e i suoi uomini arrivarono alle porte della torre, queste cedettero sotto la spinta possente dei loro colpi e il giovane comandante entrò nel cortile gridando di trionfo. Adesso, tra lui e la vittoria, restava solamente Abelia.

- Bene, bene - rispose Abelia, scendendo le scale e impugnando la spada. - Sarò lieta di essere il tuo avversario!

Laster si ritrovò in un'ampia Arena da Combattimento, circondata da spessissime sbarre, quasi fosse una sorta di gabbia. Abelia entrò dalla parte opposta, facendosi avanti a passo sicuro, con la spada in pugno e i suoi magnifici boccoli dorati.

- Buona fortuna - esclamò lei, accennando un rapido inchino e mettendosi in guardia. - Combatti con tutte le tue forze, io farò lo stesso!

Laster la osservò in silenzio. La prima volta che si erano scontrati, non aveva nemmeno un decimo dell'abilità che aveva lei, non sapeva nemmeno impugnare una spada... Eppure era riuscito ugualmente ad atterrarla. Abelia non aveva certamente dimenticato l'insulto e, come previsto da Aeneas, era più che mai decisa a regolare la faccenda in modo definitivo.
Laster misurò il terreno di scontro come gli aveva insegnato Mastro Siegfried.

- La lunghezza della tua arma non basta a darti un vantaggio, devi considerare vari fattori, quali la forza dell'avversario e la sua velocità nel portare i colpi...

Laster strinse gli occhi. Abelia cominciò a girargli intorno senza staccare lo sguardo, aspettando il momento buono per attaccare. Anche lei era consapevole del fatto di non avere più a che fare con un ragazzino, e non aveva alcuna intenzione di prenderlo alla leggera. Osservando il suo modo di muoversi aggraziàto, Laster capì che il suo attacco avrebbe puntato esattamente contro il suo unico punto debole: la velocità...
Abelia sferrò una serie di stoccàte, alternando simultaneamente spada e scudo in rapida successione, tuttavìa Laster accusò i colpi tenendo alto davanti a sé il Requiem. La lama larga e spessa costituìva una notevole protezione, se usata efficacemente, e Laster lo aveva imparato molto bene durante il suo addestramento. Sia lui che Abelia indossavano la pesante armatura dei cavalieri di Grandall, tuttavìa quella di Abelia era progettata per il suo stile di combattimento e dunque era in un certo senso più leggera.
Abelia non esitò neanche un momento e incalzò Laster verso le sbarre per chiuderlo in una combinazione letale, il giovane dovette far ricorso a un tentativo estremo per uscire da quella difficile situazione. Spostando d'istinto il Requiem di traverso, riuscì a bloccare per un attimo l'affondo di Abelia la quale, una volta perduta l'iniziativa, sollevò immediatamente lo scudo e si chiuse a sua volta in difesa. Laster si lanciò in avanti con rabbia, roteando la spada sopra la testa, il gigantesco fendente colse Abelia del tutto impreparata; costei non poteva sperare di contenere la forza di Laster usando la sua stessa difesa, perciò adesso era quest'ultimo ad avere un vantaggio.

- Maledetto - mormorò Abelia. - Avrai anche imparato a combattere, ma non puoi sperare di sconfiggermi in uno scontro vero e proprio!
- Dì pure quello che ti pare - rispose Laster. - In battaglia non bastano la tecnica e la forza se viene a mancare la "volontà"...

Laster mancò il bersaglio per un soffio. Abelia recuperò velocemente l'iniziativa e, con un violento rumore metallico, i due incrociarono le armi una contro l'altra.

- Stai insinuando che io non abbia volontà ?!?
- Che tu l'abbia o meno non mi interessa... Io voglio vincere e, se ciò significa che devo sconfiggerti, lo farò!

Abelia reagì furiosamente alle parole di Laster. Girando su sé stessa, colpì due volte in rapida successione; Laster parò il colpo e rispose con un fendente di rovescio che costrinse Abelia a piegarsi per non essere falciàta via. Rialzandosi di scatto, la ragazza sferrò un paio di colpi leggeri contro l'armatura di Laster che accusò il danno in modo evidente.

- Hai oltrepassato il segno questa volta - gridò Abelia. - Non ti basterà la "volontà" per vincere questo duello!

Nonostante il dolore, Laster non era ancora battuto e la sua presa era ancora salda. Nello stesso momento in cui Abelia sollevò la spada, questi fece ricorso alle sue energie residue e vibrò un micidiale colpo dal basso verso l'alto. Abelia inciampò malamente all'indietro cercando di evitarlo, a quel punto Laster chiuse il conto con un colpo di piatto sulla sua mano guantata, facendole volar via la spada. Abelia si ritrovò così disarmata e, incapace di crederlo, crollò in ginocchio con gli occhi sbarrati.

- No... Non è possibile - esclamò incrèdula. - Che la mia strategìa non fosse all'altezza ?!?

Laster fece roteare il Requiem tra le mani, prima di conficcarlo a terra con un tonfo. Abelia si gettò in avanti in preda allo sconforto... Aveva perso, questa era la verità, e non poteva negarlo in alcun modo perché sapeva di aver dato il massimo nello scontro. Laster, quel moccioso arrogante, era riuscito a sconfiggerla sul campo secondo le regole e, per quanto doloroso, doveva accettarlo.

- Evita di pavoneggiarti - esclamò lei con uno scatto d'ira.

Laster non disse nulla. Dal giorno del loro incontro era cambiato non solo nel fisico ma anche nella mente: davanti a lui c'era un soldato ufficiale e un nemico sconfitto che meritava comunque il suo rispetto. Abelia si stupì quando lo vide tenderle la mano per aiutarla a rialzarsi.

- E questo... cosa significa ?
- Onore ai Vinti e ai Vincitori - rispose lui. - Siamo entrambi soldati e dobbiamo dimostrarlo, sia nella vittoria che nella sconfitta...

Abelia rimase di sasso. Negli occhi di Laster non vi era traccia alcuna di arroganza o presunzione, il suo volto era quello del guerriero che l'aveva battuta ed era il volto di un uomo leale. Soffocando la delusione e l'orgoglio dietro all'onore, accettò di buon grado l'offerta e si rimise in piedi.

- Congratulazioni - esclamò lei debolmente. - Hai superato la prova!

Laster sorrise. Aveva vinto la sua prima battaglia, ora era un soldato dell'esercito imperiale e presto avrebbe combattuto per difendere il suo paese.

( continua )

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Capitolo 3
*** Lasciare il Nido ***


La prova finale, una prova di abilità di comando in condizioni di battaglia reali, era in procinto di iniziare.
- "Questa è l'ultima volta che giocheremo insieme, passerotti... Esatto, questa è la vostra prova finale! Non pensate che abbia intenzione di andarci piano!"
Il suo avversario sarebbe stato il generale ?!
A seconda della condotta che avrebbe dimostrato, a Laster avrebbero addirittura potuto assegnare il comando di un'armata. Se invece avesse fallito, in battaglia non ci sarebbe mai andato. Certo, così avrebbe certamente salvato la pelle, ma non era questa la ragione per cui era qui.
In battaglia la sua vita sarebbe dipesa soltanto da lui. Per il passerotto era giunta l'ora di lasciare la gabbietta e spiccare il volo.








Laster e la sua squadra avevano superato con successo la prova, ora il giovane soldato non doveva fare altro che dimostrare di essere un abile stratèga oltre che un abile combattente. L'Accademia Militare di Parousia era il luogo ove si diplomavano coloro che volevano far carriera nell'esercito, perciò Laster aveva un ultimo traguardo da raggiungere prima di andare al fronte: avrebbe combattuto certo, ma lo avrebbe fatto portando i tanto sospirati gradi di capitano
Il giorno seguente, Aeneas venne a riferirgli che Girardot in persona voleva vederlo. Laster entrò nell'ufficio del generale cercando di mantenersi il più calmo possibile. Come bussò alla porta, una voce rispose seccamente.

- Avanti!

Spingendo piano la porta, Laster accennò il dovuto inchino e rimase lì fermo sull'attenti. Il generale lo squadrò da capo a piedi con il suo solito cipiglio.

- Vieni pure avanti, ragazzo - esclamò Girardot brusco, accingendosi a posare per un attimo le lettere e i documenti che stava esaminando.
- Ha chiesto di vedermi, generale ?
- Sì - rispose Girardot impassibile. - Ho appena letto la tua richiesta di poter sostenere l'esame da ufficiale...

Gli occhi di Laster brillarono in attesa della risposta.

- Purtroppo - rispose Girardot. - Al momento sono costretto a respingere la tua richiesta: l'esercito di Dalkia avanza e urgono truppe fresche, non possiamo permetterci alcun giorno di ritardo solo per dare a uno sbarbatello l'occasione di mettersi in mostra!
- Come ?!?

La sorpresa di Laster non sfuggì all'occhio severo del generale.

- Dalla tua espressione, soldato, mi sembra che tu abbia capito perfettamente... Puoi andare, ora!

Dimenticando completamente CHI si trovava di fronte, Laster strinse il coraggio a due mani e protestò energicamente battendo entrambi i pugni sul tavolo

- Generale Girardot - esclamò furibondo. - Non ha alcun diritto di liquidare così la mia richiesta!

Il generale lo fissò senza battere ciglio ma, dalla sua espressione, sembrava decisamente piuttosto contrariato.

- Non è giusto - proseguì Laster. - E' da quando sono entrato a far parte dell'esercito di Grandall che sogno di diventare un comandante e, ora che finalmente sono a un passo dal diventarlo, lei si rifiuta di darmene la possibilità...

Girardot strinse gli occhi.

- Pensi veramente di essere "così in gamba" ?

Improvvisamente Laster si rese conto di ciò che aveva appena fatto con il suo scatto d'ira.

- Io... Io... - balbettò. - Al diavolo, ho prestato giuramento: mi sono allenato duramente per essere degno di servire la causa del nostro Imperatore; ho dato sempre il massimo per dimostrare il mio valore e ho sconfitto sul campo Lady Abelia con onore, secondo le regole... Per quale motivo non dovrei avere la possibilità di diventare un comandante ?!?

Il generale si alzò in silenzio e si diresse verso la finestra, con gli occhi socchiusi e riflettendo profondamente. D'un tratto, a Laster sembrò di vedere un sorriso comparire sulle sue labbra.

- Complimenti, ragazzo - esclamò. - Ho voluto farti un piccolo scherzo, lo ammetto...
- Come ?

Laster non riusciva a capire.

- Essere un ufficiale comporta regole, disciplina e obbedienza agli ordini, certo ma... Occorre soprattutto mostrare la propria determinazione, senza di quella NON si vincono le battaglie!
- Ma allora...
- Precisamente - spiegò il generale. - Ho voluto vedere con i miei occhi di che pasta sei fatto... Anche se, devo ammetterlo, mi ero già fatto un'idea abbastanza precisa di te: fiero, orgoglioso e con una spiccata tendenza all'insubordinazione; il tipo d'uomo che non diventerà MAI un soldato della guardia personale dell'Imperatore... Proprio il tipo che piace a me!
- Questo significa che…
- Basta chiacchiere - tagliò corto il generale bruscamente. - Raduna la tua squadra piuttosto e fatti trovare sul campo di addestramento numero quindici… Il tuo esame per diventare capitano si svolgerà lì, tra un’ora, muoviti!
- A… Agli ordini, generale!

Laster non riuscì a credere alle proprie orecchie. Il suo esame, il momento di dimostrare di cosa era veramente capace… Lo avrebbe superato certamente, non aveva dubbi, sarebbe diventato capitano dell’esercito a ogni costo!

***


La squadra di Laster era perfettamente in riga, Aeneas e Riese non vedevano l'ora di cominciare. Laster era talmente nervoso che, pensava Aeneas, sarebbe bastato "sfiorarlo" per metterlo in agitazione.

- Oggi il nostro caposquadra mi sembra piuttosto "agitato"...
- Abbassa la voce, non vorrai farti sentire ?

In quel momento però, la voce tonante del generale richiamò l'attenzione dei presenti.

- Bene, vedo che siete tutti pronti... Laster!

Riprendendosi immediatamente, Laster fece un passo avanti.

- Sì, generale ?
- Vedi di fare del tuo meglio, mi raccomando, l'esame per diventare ufficiale NON è uno scherzo... Anche se tu e la tua squadra vi siete dimostrati all'altezza di Abelia, non pensare che con il sottoscritto sarà lo stesso!

Laster impallidì.

- D... Dovremo batterci con... voi ?!?
- Esattamente... Rufus! Edith!

Al comando del generale, due robusti soldati si fecero avanti. Uno di loro era un uomo robusto, con spalle ampie e un collo taurino sormontato da un pesante elmo cornuto; l'altra era una donna sulla trentina col volto indurito dagli anni e dall'esperienza. Entrambi chinarono il capo con rispetto, attendendo gli ordini.

- Andate a prendere posizione, vi occuperete della difesa dell'avamposto!
- Agli ordini, generale - risposero in coro, sciogliendo i ranghi e dirigendosi alla loro postazione.
- Xiaoxin! Jinkai!

Di nuovo due uomini inguainati nelle loro pesanti armature si fecero avanti. entrambi avevano tratti tipicamente orientali: uno di loro portava i lunghi capelli castani raccolti in una lunga treccia e, appesa al fianco, portava una pesante spada cinese dalla lama piuttosto larga e affilata; l'altro aveva piuttosto l'aspetto di un mercenario, con i capelli neri e corti, un paio di baffi sottili e una piccola benda che gli copriva l'occhio. Entrambi salutarono il generale e rimasero fermi sull'attenti.

- Voi due - spiegò loro Girardot. - Condurrete l'offensiva contro Laster e cercherete in ogni modo di ostacolare la sua avanzata... Intesi ?
- Signorsì, generale Girardot!

Non appena anche questi si affrettarono a raggiungere le rispettive posizioni, in attesa del segnale d'inizio, Girardot impartì a Laster e alla sua squadra le ultime istruzioni.

- Bene, Laster - esclamò. - Come vedi, la tua prova sarà tutt'altro che facile: io presiederò la difesa della roccaforte principale; Rufus ed Edith difenderanno ciascuno i due avamposti sui lati e Xiaoxin e Jinkai condurranno i loro uomini sulla prima linea... Impartire ordini a una squadra NON consiste solo nel gettarsi allo sbaraglio, occorre soprattutto dimostrare di avere una buona strategia e capacità di valutazione, tuttavia - concluse, battendogli una mano sulla spalla. - Non dubito che io e te ci sfideremo presto sul campo, vedi di non deludermi!

Laster fece un cenno nervoso di assenso. Il generale abbozzò perfino un mezzo sorriso e, voltandosi, scomparve oltre le retrovie. Circa mezz'ora più tardi, il suono delle trombe e delle buccìne dette inizio al combattimento.

***

Laster osservò lo schieramento che aveva davanti, il vecchio generale aveva pensato a tutto: ben due linee difensive lungo tutto il perimetro che cingeva la roccaforte principale; due avamposti ben piazzati, cinti da robuste barriere; e i contingenti di Xiaoxin e Jinkai pronti a muovere al minimo segnale da parte dei loro ufficiali.

- E’ una difesa coi fiocchi - osservò Aeneas. - Non sarà facile “sfondare” come l’ultima volta…
- La miglior difesa è l’attacco, giusto ?!? Tu che ne dici, Riese ?

La ragazza scostò appena il ciuffo ribelle dagli occhi, sollevando le proprie lame.

- Cosa stiamo aspettando ?
- Hm - sorrise Laster. - Lo immaginavo…

Laster sollevò la pesante spada sopra la testa e diede segno ai suoi di attaccare.
I soldati gridarono eccitati, confidando nel loro giovane capitano, ma ovviamente conoscevano il valore dei luogotenenti di Girardot: Xiaoxin era un veterano noto per aver condotto alla vittoria le sue truppe in più di mille battaglie; Jinkai invece era specializzato in uno stile di combattimento, basato sugli attacchi-ombra delle tecniche di spada tipiche del ninjutsu. Sconfiggere entrambi di per sé costituiva un’impresa non indifferente, figuriamoci poi superare le difese di Rufus e Edith appostati nelle retrovìe.
Ciononostante, pensò Laster, se non era in grado di sconfiggere avversari di tale livello, come poteva sperare di condurre l’esercito dell’Imperatore nella dura guerra contro le truppe di Dalkia ?

- “La guerra NON è un gioco” - ripeté mentalmente, ricordando le parole del generale poco prima del suo scontro contro Abelia. Infatti Laster non aveva alcuna intenzione di “giocare”, avrebbe vinto le sue battaglie ad ogni costo.

Intanto le truppe congiunte di Xiaoxin e Jinkai cominciarono ad avanzare. Laster decise saggiamente di non dividere le sue unità, bensì fece disporre i suoi uomini in modo da supportare l’urto da entrambi i lati e rispondere con la violenza del primo impatto per ricacciare indietro il nemico. Tuttavia i due comandanti avversari non erano degli sprovveduti: avevano avuto modo di osservare l’efficacia della carica di Laster nel precedente scontro con Lady Abelia, pertanto sapevano esattamente come comportarsi. Al momento dell’urto frontale, i due reparti nemici si scansarono e Laster e i suoi attraversarono le fila nemiche per ritrovarsi di colpo attaccati dietro le spalle. L’astuta mossa di Xiaoxin e Jinkai si rivelò efficace: cercando di tenere la posizione, le unità di Laster vennero dimezzate in un unico scontro.

- Dannazione - imprecò Aeneas. - Ci hanno fregati, Laster!
- Silenzio - urlò Laster. - Non mollate la posizione, mantenete le righe!
- Si, ma…
- Obbedite!

La prontezza e determinazione di Laster si rivelò determinante, grazie al suo coraggio, i soldati rimasti in piedi raccolsero le lance e gli scudi; dapprima formando una barriera e dopo rispondendo all’attacco. Sia Xiaoxin che Jinkai non avevano previsto un recupero così rapido, una volta eliminato l’effetto sorpresa, Laster incitò i suoi al contrattacco. Recuperato lo svantaggio iniziale lo scontro si dimostrò perfettamente bilanciato da ambo le parti: Laster menava fendenti violentissimi, rischiando seriamente di “decapitare” qualcuno, per questo i nemici facevano ben attenzione a non rischiare la pelle per una stupida esercitazione.

- Aeneas! Riese! - gridò Laster. - Radunate gli uomini e cercate di “sfondare” l’avamposto… Qui me ne occupo io!

I due giovani annuirono e, lasciando indietro Laster a tenere la posizione brandendo Requiem, guidarono velocemente la carica verso l’avamposto nemico.

- Se qualcuno osa alzare un braccio, se lo ritroverà per terra vicino alla testa - urlò Laster. - Badate che NON si tratta di un semplice avvertimento!

Sia Xiaoxin che Jinkai sorrisero.

- Sembri molto sicuro di te, ragazzo - esclamò Xiaoxin. - Non ti sembra di essere un po’ troppo presuntuoso ?

Laster non raccolse la provocazione.

- C’è un solo modo per saperlo - rispose, sollevando Requiem davanti a sé.
- Hmpf - fece Xiaoxin con una smorfia. - Non mi aspettavo niente di diverso… Bene! Jinkai, sei pronto ?

Jinkai rispose con un’occhiata d’intesa, sguainando la propria arma.

- Te la senti di affrontarci insieme, ragazzo… O preferisci uno alla volta ?

Laster strinse l’elsa e si mise in guardia come gli aveva insegnato Mastro Siegfried, piede destro avanti e lama all’indietro pronta a vibrare il colpo.

- In guerra NON ci è consentito scegliere - esclamò. - Possiamo solo combattere per difendere la nostra vita!
- Ben detto - osservò Xiaoxin. - Allora, cominciamo!

Sia Xiaoxin che Jinkai si misero di fronte a Laster, facendo segno ai loro uomini di non intervenire, qualunque fosse l’esito del duello: Laster possedeva già l’onore di un vero soldato e, come tale, meritava rispetto. Finora i due uomini avevano sempre combattuto fianco a fianco in numerose battaglie e non erano mai stati sconfitti; Laster era consapevole del loro valore ma, confidando nelle parole del suo maestro e nella forza della sua arma, era convinto di avere almeno una possibilità.
Il duello ebbe inizio, non appena Xiaoxin si lanciò all’attacco con un fendente micidiale che Laster riuscì a parare prontamente con la sua ampia lama. Tuttavìa non aveva considerato Jinkai, questi si lanciò in aria con un balzo e generò una scìa fiammeggiante che per poco non lo investì in pieno. Laster tossì, il trucco era servito più che altro a distogliere la sua attenzione con una nuvola di fumo acre. Di nuovo Xiaoxin partì all’attacco e, questa volta, la difesa di Laster fu meno efficace. L’uomo basava tutti i suoi attacchi sulla potenza, grazie all’appoggio di Jinkai che gli faceva da “scudo” con le sue tecniche ninjutsu, in questo modo poteva spingere a fondo senza preoccuparsi di eventuali risposte. La lama di Xiaoxin era una specie di serpente che guizzava rapidamente da una parte all’altra, cercando di morderlo, Laster dovette fare del suo meglio per evitare di rimanere colpito ma non era facile con tutto quel fumo… Improvvisamente però si ricordò delle parole di Siegfried sulle regole fondamentali di ogni tipo di scontro.

***


- In un duello uno contro uno, la regola è “guarda negli occhi il tuo avversario”… Se gli avversari però sono più di uno, pensi che la regola sia diversa ?
- Non è forse così, maestro ?
- Sciocco, se togli gli occhi dall’avversario sei già morto!

Così dicendo, Siegfried fece roteare la spada, fintando lateralmente, e atterrò Laster con un unico movimento. Prima che se ne rendesse conto, il ragazzo si ritrovò l’arma del maestro puntata alla gola.

- Quando combatti per la tua vita - mormorò Siegfried. - Non puoi affidarti solamente ai tuoi muscoli: devi combattere con gli occhi, con le orecchie… Tutto il tuo corpo deve percepire l’essenza del combattimento, è l’unico modo per fare la differenza tra la Vita e la Morte!

Laster annuì.

- Ho capito, maestro…
- Ricordatelo sempre, Laster: NON è il numero degli avversari che conta, quanto saper reagire a COLUI che attacca… Per quanto numerosi gli avversari non attaccano MAI tutti insieme, altrimenti si colpirebbero a vicenda, concentrati solo sull’UNICO ATTACCO che ti viene incontro e reagisci di conseguenza!


***


Laster strinse i denti.

- Ho capito, maestro - mormorò. - Adesso ho capito cosa devo fare…

Appoggiando tutto il peso sulla gamba all’indietro, e facendo così leva per sollevare Requiem dal basso verso l’alto, Laster costrinse Xiaoxin a indietreggiare stupefatto… Costui non si aspettava certo una reazione del genere, anche Jinkai rimase perplesso. Laster recuperò prontamente la guardia e si buttò addosso a Xiaoxin, il quale dovette chiudersi in difesa per evitare di essere falciato.

- Accidenti - esclamò. - Jinkai, vieni a darmi una mano, presto!

Subito Jinkai ritentò lo scherzetto delle fiamme, ma questa volta Laster non si lasciò distrarre per due motivi: l’attacco di Jinkai aveva solo lo scopo di confonderlo e, in secondo luogo, se avesse attaccato sul serio avrebbe rischiato di colpire anche Xiaoxin; conscio di questo fatto, Laster schivò istintivamente le finte di Jinkai e si concentrò solo su Xiaoxin. L’uomo si accorse con rammarico che il giovane era meno sprovveduto di tanti altri avversari e capì di averlo sottovalutato, ma ormai era troppo tardi, Laster lo atterrò con un unico imparabile colpo della sua enorme spada e lo costrinse a rimanere sdraiato a meditare sulla propria sconfitta… Adesso rimaneva solo Jinkai.

- Niente male - commentò Jinkai, mettendosi in guardia. - Vediamo se sei abbastanza veloce!

Laster rimase fermo ad aspettare la prima mossa dell’avversario. Ormai era pratico di combattimenti, non agiva più d’istinto, sapeva che la grande potenza di Requiem non rendeva altrettanto in velocità, perciò doveva cogliere il momento esatto in cui l’avversario era scoperto per investirlo in pieno con un unico colpo preciso. Ancora una volta si dimostrò saggio: il veterano era infatti sorprendentemente agile, i suoi attacchi erano rapidi e precisi, e i suoi movimenti ricordavano quelli di un gatto selvatico. La spada di Laster e la katana di Jinkai si scontrarono in una pioggia di scintille, entrambe le armi sopportarono la violenza dell’impatto, ovviamente i colpi di Jinkai erano più leggeri ma Laster non poteva reggere lo stesso ritmo ancora per molto.

- Ti vedo piuttosto affaticato - sorrise Jinkai. - Quella tua spada forse è un po’ troppo pesante, non credi ?

Laster s’incupì. Era vero, la spada Requiem non era un’arma come le altre: era grande, pesante e difficile da maneggiare… Ma era la SUA arma, una parte della sua anima, come diceva Mastro Siegfried! Non era un semplice pezzo di ferro, Laster ne era convinto ormai, nello stesso momento in cui impugnava Requiem era come se la sua intera essenza si concentrasse nella lama per abbattersi sull’avversario in modo devastante.

- Pensa per te - gridò Laster. - Io e la mia arma siamo tutt’uno, e adesso te ne accorgerai…

Nello stesso momento in cui Jinkai evitò il colpo frontale di Laster, questi afferrò la spada per il verso contrario e menò un poderoso fendente laterale che l’avversario non si sarebbe mai aspettato. Il veterano provò a parare il colpo con la sua katana, ma era troppo tardi: Laster era già entrato nella sua guardia e, pur risparmiando le sue carni protette dall’armatura, il Requiem lo investì in pieno petto scaraventandolo a terra.

- Accidenti - mormorò appena Jinkai, riverso sulla schiena. - Ti… Ti avevo sottovalutato, ragazzo…
- Anch’io - fece eco Xiaoxin. - Vai pure dunque, il generale ti aspetta, buona fortuna!

Laster strinse saldamente Requiem nella mano destra, prima di voltarsi e fare cenno ai suoi di proseguire e raggiungere Aeneas e Riese. Questi ultimi avevano già affrontato e sconfitto i fortissimi Rufus e Edith in un durissimo scontro, ma erano entrambi soddisfatti e vittoriosi di fronte alla resa dei rispettivi avversari.

- Finalmente - esclamò Riese.
- Hai avuto contrattempi, strada facendo ? - domandò Aeneas ironico.
- Senti chi parla - sorrise Laster in risposta. - Se non sbaglio, anche voi avete avuto il vostro bel daffare qui…
- Bah - sbuffò Aeneas. - All’inizio hanno fatto un po’ di storie, è vero, adesso però sono tranquilli come agnellini…
- Sfrontato - esclamò Edith stizzita.
- Calmati Edith - intervenne Rufus. - Vedrai, ci penserà il generale a fargli abbassare la cresta a questi galletti…

Laster voltò lo sguardo verso la roccaforte.

- Ci siamo - disse. - Il momento della verità è arrivato!

***


Laster entrò nella roccaforte a passo sicuro, fino a raggiungere il cortile interno circondato da robuste sbarre di ferro. Il generale Girardot si fece avanti dalla direzione opposta, il volto apparentemente privo di emozione, stringendo una grossa lancia da giostra dietro la schiena.

- Complimenti - esclamò. - Sei forte, veramente in gamba, sono sicuro che un giorno avrai successo nella vita…

Così dicendo si portò di fronte a Laster, fino a che non si fermò a meno di un metro da lui, brandendo l’arma nella mano destra e portando avanti il palmo della sinistra in segno di sfida.

- Naturalmente, sempre ammesso che tu riesca a sconfiggermi!

Laster non si lasciò intimorire.

- Cominciamo pure generale, sono pronto!

Senza perdere tempo, Girardot fece roteare la lancia davanti a sé. Laster lo osservò sorpreso: i suoi movimenti e il suo stile erano simili a quelli di Aeneas ma, nonostante l’età, sembrava addirittura più forte del suo stesso compagno. Laster sollevò Requiem davanti a sé, bloccando quanto possibile l’attacco, con una pioggia di scintille e il violento cozzare del metallo contro metallo. Girardot tuttavia non perse tempo e, dopo aver afferrato saldamente la lancia con entrambe le mani, fintò un attacco frontale e scaraventò Laster a terra con una spazzata.
Laster rotolò su sé stesso, prima di rimettersi in piedi, mentre l’altro misurò velocemente le distanze e i tempi prima di lanciarsi in una carica con l’asta in pugno. Laster fece appena in tempo a mettersi in ginocchio che l’altro gli fu addosso con il peso dell’impeto unito a quello dell’armatura.

- Dannazione - mormorò Laster. - E’ davvero forte…
- Non dirmi che non te lo aspettavi, moccioso - sorrise il generale, senza però alleggerire i suoi colpi. - Non ci si fa strada nell’esercito senza un valido motivo, ricordalo!

Di nuovo Laster si ritrovò a subire l’iniziativa dell’avversario, senza poter reagire in alcun modo. Girardot sembrava non avere punti deboli di alcun tipo, era un soldato esperto e non lasciava scoperto il fianco neppure per un istante. Non era giovane e avventato come lui o come Abelia, era un vero combattente forte e sicuro di sé. Laster tentò una qualche reazione ma era palese la sua inferiorità di fronte all’esperienza e all’abilità del generale che, consapevole della forza dell’avversario, non voleva commettere lo stesso errore dei suoi sottoposti. Questi infatti avevano cercato di chiudere gli scontri velocemente, senza tenere conto delle eccezionali capacità del ragazzo, e per questo motivo erano stati battuti dal coraggio e dalla determinazione di Laster. Contro un avversario come Girardot tuttavia, il coraggio e la determinazione non erano sufficienti.
Ben presto Laster si ritrovò a corto di fiato, per quanta forza e resistenza avesse, non era possibile maneggiare Requiem tanto a lungo senza risentire né del peso né della fatica…

- Da… Dannazione - mormorò Laster con un filo di voce, non appena si rese conto che i suoi muscoli non erano più in grado di sollevare il pesante spadone sopra la testa.
- Peccato, ragazzo - commentò semplicemente il generale. - Hai molte buone qualità, ma non la forza sufficiente per sconfiggermi, mi dispiace…

Girardot fece roteare la lancia con mossa fulminea, pronto a calarla su Laster e porre fine al combattimento. Tuttavia il ragazzo rifiutava assolutamente di arrendersi senza reagire: non poteva lasciarsi sconfiggere in un modo così umiliante, non dopo tutti i suoi sforzi e gli esercizi massacranti a cui si era sottoposto; anche se il corpo non era più in grado di sorreggerlo, la sua anima bruciava intensa dal desiderio di combattere… Era questo dunque il “potere nascosto” di cui parlava Mastro Siegfried ?

- Soul Charge !!!

Laster sentì una forza spaventosa scorrere dal suo corpo lungo la lama della spada, accendendo quest’ultima di una luce fiammeggiante. Senza capire cosa stesse succedendo, si lasciò guidare solo dall’istinto e sollevò di scatto Requiem come se fosse più leggera di una piuma. Girardot rimase spiazzato, non appena il fendente di Laster spezzò la sua guardia, ma si ritrovò completamente impreparato non appena questi calò bruscamente la lama. La lancia del generale si spezzò in due e questi si ritrovò scaraventato contro le sbarre d’acciaio del cortile, rimanendo immobile e semisvenuto a causa della violenza del colpo. Laster rimase immobile, con la punta della spada conficcata nel terreno, avvolto da una cortina sottile di fumo che andava disperdendosi… Che cosa aveva fatto ?!? Non riusciva a credere che quel colpo micidiale fosse veramente opera sua.

- Generale - gridò all’improvviso, rendendosi conto che Girardot era ancora per terra. - Generale, sta bene ?

Girardot socchiuse leggermente le palpebre, segno che si stava riprendendo, e aprì gli occhi.

- Complimenti, ragazzo - esclamò il generale a fatica. - Mi hai sconfitto, sei stato in gamba… Ora sei veramente degno di essere un capitano di questo esercito!
- Generale…

Girardot strinse forte la mano guantata di metallo di Laster, il quale lo aiutò a rialzarsi, e osservò il ragazzo negli occhi con un’espressione molto seria.

- Bando alle ciance, ragazzo - tagliò corto l’uomo, riprendendo in fretta il suo tono severo. - Torna a Parousia e aspetta, ti verranno consegnati i gradi e le disposizioni per il tuo primo incarico… Volevi combattere, giusto ? Beh, ti assicuro che, da oggi in poi, di combattimenti VERI ne affronterai un bel po’!
- Io… non so cosa dire…
- Non dire nulla - rispose il generale, battendogli un colpetto sulla spalla. - Siegfried ha fatto proprio un gran bel lavoro con te: non tutti sono in grado di usare il Soul Charge come hai fatto tu oggi, e quei pochi che ci riescono sono individui capaci di segnare il futuro del mondo con le armi… Abbi fiducia in te stesso Laster, da oggi il futuro dipenderà anche da te!

Laster annuì confuso, ancora non era in grado di comprendere appieno le parole del generale. Una cosa però era certa: era un capitano dell’esercito adesso; avrebbe combattuto, avrebbe difeso l’impero; d’ora in poi la sua spada sarebbe stata al servizio della pace e della giustizia… E questo non lo avrebbe mai dimenticato!

( continua )

Nota dell'Autore:

@ Nefari:

Ti ringrazio!

 

XD Effettivamente C'E' UN MOTIVO per cui ho scelto Siegfried come "Personal Tutor" di Laster... Non voglio spammàre nulla ma, visto che conosci già sia gioco che cronistorie, suppongo sia inutile sottolineare l'importanza cruciale della Soul Edge e della Soul Calibur... CHI MEGLIO DI SIEGFRIED può indirizzare Laster verso il raggiungimento del suo destino ?!? ^__^ Ciao

DADO

 

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