LA NEVE CHE SI SCIOLSE AL SOLE

di eleonor87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III Capitolo ***
Capitolo 4: *** IV Capitolo ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


I capitolo

 

 

La notte,come un velo coprì il cielo illuminato dal sole. Ormai era sera.
Il suo sguardo vagava per le sue terre, ovvero quelle dei suoi genitori. Infatti, i Leighton erano una delle famiglie più ricche e aristocratiche dell’Inghilterra. Ettari ed ettari di terra erano di loro pertinenza, non mancavano inoltre le numerose proprietà terriere sparse per l’Europa come ville, castelli e molte altre ancora.
In giro, nel paese sottostante al castello, si mormorava che la sua famiglia era avvolta dal mistero. Uno di essi, a molti ignoto, in particolar modo ai babbani, era che oltre ad essere una famiglia appartenente ad un’antica casata, era anche una famiglia discendente da maghi e streghe purosangue. I suoi genitori andavano molto fieri dei loro avi, così famosi e importanti da essere conosciuti in tutto il mondo magico.
Alcuni di essi fecero delle cose molto belle, altri no . Infatti la maggior parte dei Leighton credeva che i babbani o i figli maghi nati da essi fossero da eliminare in quanto infangassero il mondo dei maghi. Lei personalmente era contraria a questa filosofia di vita. Credeva che tutti, in quanto esseri umani, avessero il diritto di vivere, anche se babbani o mezzosangue, come li chiamava suo padre, era comunque un termine che non si usava spesso nel mondo civile. Malgrado i suoi pensieri, lei doveva tenersi “all’etichetta” dei Leighton. Qualora i suoi genitori avessero sospettato qualcosa, lei sarebbe stata diseredata. Una volta sola aveva rischiato di perdere tutto, e cioè al suo primo anno ad Hogwarts:

_
Era il primo settembre e non smetteva di pensare allo smistamento. Infatti da li a poco, il cappello parlante avrebbe assegnato ad ogni nuovo alunno una casa, ovvero Griffondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. Lei sperava ardentemente di essere assegnata ai Serpeverde, poiché tutti i suoi antenati ne avevano fatto parte. Il momento giunse in un batter d’ali. Si sedette e quando la McGranit, la sua imminente professoressa di trasfigurazione, gli mise il cappello in testa, non smise di farlo. Il Cappello ne fu sorpreso infatti le chiese una spiegazione non ricevendo risposta…..e fu così che venne smistata in Serpeverde_

 

D’allora erano passati sei anni.
Infatti mancava meno di una settimana all’inizio del suo sesto anno a Hogwarts.
I giorni e le notti passarono e arrivò il primo settembre.



Il Duca Leighton posò lo sguardo sulla sua secondogenita. Erano circondati da bambini e ragazzi che salivano sull’espresso di Hogwarts.
“Josephine, so che non hai bisogno di prediche ma ti devo ricordare di non mettere in imbarazzo la nostra famiglia. Il professor Piton ti terrà d’occhio come sempre, anche se spero che tu non ne abbia bisogno. Tieni alto l’onore della famiglia come ha fatto tuo fratello maggiore. ”
Come sempre al primo posto c’era il nome di famiglia, poi la tenuta, il patrimonio, un’altra serie di cose, e poi per ultima c’era lei, la seconda nata e per di più femmina.
“Si padre, sarà fatto”.
“Ora sali”.
Detto questo se ne andò senza neanche salutarla. Ogni anno era la stessa storia. Di lei non gliene importava niente.
Di uno scompartimento libero non ce n’era l’ombra. Finalmente ne trovò uno e si sedette. Continuava a pensare alla sua dannata famiglia. Se non avesse rischiato la morte, avrebbe gridato in faccia a suo padre tutto quello che pensava di lui e delle sue stupide idee. Alzando la testa e volgendo il suo sguardo verso il finestrino si accorse di non essere sola. La persona che gli sedeva di fronte era una della stessa pasta di suo padre. Odiava tutti i mezzosangue e i babbanofili. La sua bellezza come la sua malvagità era leggendaria. Quando lo guardò negli occhi, rimase catturata da quei laghi d’acqua così profondi.
Fino a quel momento non era mai rimasta da sola con lui, poiché era di solito circondato da quei due scimmioni di Tiger e Goyle.
“Non sapevo che ci fosse qualcuno”.
_
Come osava quella impertinente a non chiedergli neanche scusa. Come minimo era una schifosa Griffondoro, anche se di schifoso non aveva niente, anzi era una delle ragazze più belle che aveva mai visto. Una cascata di riccioli neri gli circondavano le spalle e gli occhi verdi, simili a smeraldi, illuminavano il suo volto. Il naso all’insù gli dava un’aria aristocratica, era splendida, come aveva fatto a non notarla prima ?_
“L’ ho notato” fece una pausa prima di proseguire,” e tipico dei Griffondoro, disturbare noi Serpeverde”.
Lei inarcò il sopraciglio. Di sicuro non l’aveva riconosciuta visto che a scuola sembrava un’altra persona inoltre la credeva una Griffondoro.
“ Si certo” .
“ Come ti permetti di rispondermi così? Lo sai con chi stai parlando.”
Lei sorrise.
“Certo che so con chi parlo, con sua maestà, Draco Malfoy ” .
_
Voleva prendersi una rivincita per tutte le malefatte che aveva fatto su gli altri._
“E tu sai con chi stai parlando?”.
A Hogwarts non aveva mai usato l’influenza del padre, quindi i suoi compagni non sapevano se lei era veramente o no una Leighton discendente di quella famiglia . I Leighton, anche se erano dei seguaci di Voldemort, nascondevano egregiamente la loro seconda identità, ma tra i mangiamorte, il loro nome era molto temuto, poiché erano a stretto contatto con il signore oscuro e quindi avevano un ruolo importante in quella guerra senza fine. Draco ricambiò il suo sguardo disgustato.
“Certo una schifosa Griffondoro”.
“Beh ti sbagli il mio nome è Leighton Josephine,Duchessa di Glasgow.”
A quel nome le mani di lui incominciarono a tremare.

“E se lo vuoi proprio sapere appartengo ai Serpeverde da ben sei anni”.
Se in quel momento fosse entrato qualcuno sarebbe sembrata una scena alquanto bislacca, poiché erano rare le volte in cui si poteva assistere ad un Malfoy terrorizzato.
“Scusa se ti ho mancato di rispetto, io…...io non lo sapevo”.
Vederlo così la inteneriva, si sentiva quasi in colpa.
“Niente scusami tu.”

_Quello che gli aveva appena rivelato era straordinario. Suo padre non gli aveva mai detto che una Leighton andava a scuola con lui, addirittura nella sua stessa classe. L’unica cosa strana era che una del suo rango si abbassasse a chiedergli scusa, ma l’anello che portava al dito confermava ciò che lei diceva._
“Quindi…. sei nella mia stessa classe?”
“Si…...insieme a te alla Perkinson alla Bulstrode. ecc ecc .”
Joy,voleva continuare quella farsa, anche se ancora per poco tempo.
“Questa poca considerazione, da parte di un Malfoy, non me la sarei proprio aspettata, potrei anche offendermi e riferirlo a mio padre.”
Quel ragazzo, ammirato da tutti per la sua freddezza, ora aveva il viso livido. _
Era ora di smetterla con quell’innocua burla._

“Scherzavo, figurati se disturbo mio padre per uno come te.”
_Anche se era una Leighton, non poteva prendersi gioco di lui. Voleva dargli una lezione, incastrarla con l’inganno. _
“Gia tuo padre dev’essere molto impegnato, hai proprio ragione tu, figurati se si disturba per te… ops volevo dire per una sciocchezza del genere. Ahahahah.”
_Quell’essere era proprio perfido, sbagliava se credeva che in lui ci fosse qualcosa di buono. Non sapeva cosa rispondere, solo lei conosceva il modo in cui suo padre la trattasse._

“Proprio tu parli, con il padre che ti ritrovi?Sbaglio o l’unico sentimento che prova per te è il disprezzo? Ah già, ti crede anche un incapace.”
_Quella stronza era insopportabile, in futuro l’avrebbe distrutta_
Per tutto il resto del viaggio non si rivolsero la parola. L’espresso di Hogwarts arrivò a destinazione, tutti gli studenti salirono sopra alle carrozze che portavano al castello. I due giovani serpeverdi stettero attenti a non salire sullo stesso mezzo e non s’incontrarono più fino alla cena svolta nella Sala Grande.



Quando entrò nella sala, si vide arrivare addosso un peso non di certo leggero.

“Ciao Joy, dov’eri? Non ti ho visto sul treno.”
Elizabeth Longfellow era la sua migliore amica e non la vedeva da giugno.
”Calmati Betty, sul treno non ti trovavo e così mi sono seduta nel primo posto che ho trovato. Sediamoci che ho una gran fame.”
Le due serpeverdi di sedettero vicino all’ultima persona che Joy voleva incontrare. Infatti, gli unici posti liberi erano quelli vicino Malfoy.

“Wow, i posti migliori”.
Elisabeth la guardò basita.

“Che stai dicendo?”.
“Niente,niente.”
Draco si compiacque. Avendo captato il nome dell’amica della sua preda n’approfitto subito. I suoi occhi decisi contrastavano con quello che stava dicendo.

“Elisabeth, giusto?”.
La ragazza sentitasi chiamare si girò subito verso il suo interlocutore. Appena volse il capo si trovò il viso di Malfoy a soli cinque centimetri di distanza. Restò visibilmente sconvolta, i suoi gesti divennero impacciati, facendogli cadere la forchetta. Un brillantissimo Draco la recuperò al volo.

“Sei tu Elisabeth, vera?”
Joy che fino a quel momento era rimasta in disparte, preoccupata per l’amica rispose.

“Si è lei, che diavolo vuoi?”.
Betty s’indispettì subito. Era la priva volta che un personaggio “illustre” come Draco Malfoy gli rivolgeva la parola e Joy doveva rovinare tutto.

“Fatti gli affari tuoi Josephine, ” si girò verso Draco.

“Scusala è nervosa da stamattina. In ogni modo sono io, ti serve qualcosa?”
_Si, che tu mi faccia arrivare al cuore della dama di ghiaccio. Doveva farsi venire in mente qualche idea._

Beh mi hanno assicurato che sei brava in trasfigurazione, e poiché l’anno scorso ho superato il corso per la rotta della cuffia, volevo chiederti se mi potessi dare una mano. Puoi ? ”
La ragazza in realtà aveva una media discreta, ma non gli impedì di dargli un si come risposta. Dopo la risposta positiva dell’amica, Joy incomincio a preoccuparsi seriamente.

_Come poteva pensare che un tipo come Malfoy potesse interessarsi a lei? Naturalmente era molto bella. Lunghi capelli biondi gli sfioravano la metà schiena. Grandi occhi nocciola le addolcivano il viso. Il suo corpo ben modellato faceva girare molte teste. Ciò nonostante, Draco era pericoloso e subdolo, di sicuro aveva un secondo fine e inoltre lei non era molto brava in quella materia e lui di certo lo sapeva._
Il biondino, finita la cena, si alzò e facendo un cenno di saluto abbandonò la sala grande.

“Sei sicura di quello che stai per fare? Non so se ha buone intenzioni. ”.
Elisabeth la guardò di sottecchi e l’aggredì subito.

“Cos’è, sei gelosa? Perché se per una volta, un tipo come Malfoy s’interessa a me,tu devi intrometterti?Che razza di amica sei?!”
Joy si alzò guardando l’amica dall’ alto al basso, come avrebbe fatto suo padre con una qualsiasi altra persona che non fosse del suo rango.

_Che stupida che era Betty,era rimasta così accecata dalla bellezza di Malfoy e dalla eventuale gloria che sarebbe conseguita, da non accorgersi che cosa si nascondeva dietro a quella facciata di bontà. Del resto, n’era certa, l’avrebbe fatto qualsiasi altra ragazza. Non lei,comunque, non si sarebbe mai abbassata ai suoi piedi._
I suoi occhi divennero duri come la punta di un diamante.

“Fai come vuoi, è la tua stupida vita e a me non riguarda.”
Tutti stavano seguendo quella bella scenetta. Potter, il famoso bambino-sopravvissuto, pensava di aver appena visto la versione femminile di quel bastardo di Malfoy. Lo sguardo freddo di quella ragazza avrebbe fatto raggelare chiunque. Non riusciva a capire il motivo della sua rabbia, ma percepiva quel folle sentimento che pian piano faceva indurire ogni cuore. I serpeverdi che erano ancora seduti e conoscevano quell’anonima ragazzina solo di vista, restarono a bocca aperta, davanti a quella reazione. Loro come molti altri pensavano di avere di fronte la gemella del loro compagno di casa. Fra tutti,comunque, quella più sconvolta era Elisabeth, che guardava la sua ex-migliore amica andare via.
Joy era veramente arrabbiata. Appena chiuse la porta dietro di se, non vedendo il ragazzo che gli stava davanti,gli cadde letteralmente addosso.

“Levati e tieni giù quelle schifo…….”Joy si accorse quasi subito di chi aveva di fronte.
”Malfoy, sei tu?”

Doveva essere uscito prima della discussione tra le due amiche.

Gli occhi della ragazza ritornarono subito di pietra.

“Bravo sei riuscito a farmi litigare con la mia migliore amica, non so cos’hai in mente, ma stai pur certo che non ti porterà a nulla.”
Continuarono a fronteggiarsi con lo sguardo senza che mai nessuno facesse cenno ad arrendersi.

_Com’era carina quando si arrabbiava. I riccioli, di solito cosi curati in quella raffinata acconciatura, sbucavano come impazziti, ricadendo sul soffice viso della ragazza. Si sentiva quasi in colpa……quasi_
Erano entrambi inginocchiati per terra. Lui gli teneva i polsi. Mancava ancora un’ora al coprifuoco e fortunatamente per loro, non si vedeva un’anima viva in giro.
Mosso da una forza a lui sconosciuta, incominciò ad accarezzargli i lunghi riccioli.

_Che diavolo sto facendo?_
Immediatamente tolse la mano dalla sua testa e lei si ridestò da quel sogno, in cui quel gesto era così insolito nella sua vita. I loro visi erano molto vicini.

“Non ho in mente nulla, indubbiamente, tiene più a me che a te, infondo che cosa gli hai dato fino adesso? Niente e scommetto che non gli hai neanche detto chi sei in realtà. Proprio una bell’amicizia, basata sulla sincerità”.
Lei lo guardò negli occhi, e senza dire una parola si allontanò lasciandolo a contemplarsi da solo del suo meschino piano.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo è il primo capitolo di tanti altri,almeno spero,dipende da voi!Commentate in numerosi.....Baci Ele!

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Capitolo 2
*** II Capitolo ***


II Capitolo

II Capitolo

 

 

 

Josephine, sdraiata a pancia in giù sul letto pensava agli ultimi eventi.

_Perché Malfoy faceva tutto questo ?Cosa ci guadagnava ?Sapeva chi era, e faceva di tutto per mettersi contro suo padre. Sapeva ………che cosa sapeva ?_

I suoi primi sintomi d’emicrania s’insinuarono feroci nella sua testa. Appena entrata in camera aveva fatto un incantesimo al suo letto per non essere disturbata, infatti, le sue compagne di stanza, vedendo le tende tirate e dure come cubetti di ghiaccio  oltrepassarono il letto e si coricarono a loro volta. Le tempie premevano come dei martelli pneumatici. Per via del dolore non riuscì a dormire molto. Le prime luci dell’alba entrarono prepotentemente dalle finestre. Era stanca morta e il chiasso in sala grande contribuì a farla sentire ancora peggio. Il suo viso era pallido come un cencio inoltre non aveva mangiato un granché. Stava salendo le scale per andare a lezione di trasfigurazione, quando andò a sbattere contro un ragazzo e una ragazza che si tenevano a braccetto. Lì per lì non li riconobbe e proseguì per la sua strada, ma sentì in ogni modo i commenti cattivi di Malfoy. Arrivò in classe dopo poco, era gremita di studenti.

Josephine prese posto in ultima fila. Non riusciva a seguire e incominciò a sentirsi male sul serio. Quel maledetto mal di testa non accennava ad andarsene, la perseguitava sempre e ovunque. La Mcgranit chiamò il suo nome.

“Signorina Leighton, può farci l’onore di tornare tra noi? Il semplice fatto che lei appartiene ad una famiglia altolocata, non l’autorizza a fare quello che vuole nella mia classe. Ora se vuole, può farci il piacere di uscire dall’aula?” Josephine si guardò intorno spaesata. Capì solo l’ordine e incominciò ad avvicinarsi alla porta. Non riuscì nemmeno ad appoggiare la mano sulla maniglia che svenne per terra.

“Oh mio Dio, presto aiutatela, portatela in infermeria.”

La professoressa era veramente agitata. La malata fu portata via. Il suo ‘salvatore’non era niente popò di meno che Draco Malfoy. Tra la nebbia del suo malessere aveva visto lui che la deponeva sul lettino e aspettava Madam Chip. Quest’ultima si avvicinò a Josephine. Dopo un’attenta visita, l’infermiera, pronunciò la diagnosi.

“La signorina Leighton ha avuto una forte emicrania che le ha fatto salire la febbre. Inoltre, immagino che non abbia mangiato niente per colazione,peggiorando così la situazione. In ogni caso, ha preso già la sua medicina. Il dolore dovrebbe cessare fra qualche ora. Dia quest’autorizzazione al professore nella prossima lezione.”

L’infermiera stette zitta sul reale stato di salute della ragazza. Di fatti quest’ultima soffriva di una rara malattia fin dalla nascita, legata da un certo punto di vista all’emotività.

“Ora vada Malfoy, sbaglio o ha lezione?”

Draco maledì la vecchia signora con gli occhi.

“Si, stia tranquilla, ora me ne vado .” Prese la sua roba e dopo aver rivolto un’ultima occhiata alla malata se ne andò.

Il sole era calato da poco più di un’ora,il paesaggio intorno era molto tetro. Piano piano Joy aprì gli occhi ritrovandosi in infermeria e domandandosi il perché della sua presenza in quella stanza. Prese la testa tra le mani per massaggiarsela. Per fortuna il dolore che l’aveva colta impreparata ieri, era notevolmente diminuito. Tutto merito di un’efficiente Madam Chip. Le sue palpebre stanche si stavano per richiudere, quando la porta si aprì improvvisamente facendola sobbalzare.

“Che diavolo è? Mi hai spaventato.” Solo dopo aver finito di pronunciare quelle parole, si accorse di chi aveva varcato la soglia. Lui gli regalò un sorriso beffardo .

“Niente volevo solo vedere la tua faccia martoriata dal dolore”

La stanza che poche ore prima era illuminata dal sole, ora era rischiarata da una tenue abat-jour che metteva in risalto le piccole occhiaie della ragazza.

“Che spiritoso, sei proprio inglese.” Draco scoppio a ridere dopo aver visto la faccia di Josephine. Sembrava una bambina, alla quale gli avevano appena tolto le caramelle.

“Sei veramente ridicola….” Il ragazzo non accennava a smettere di ridacchiare.

_Perché la tratto bene? Dovrei fare il contrario. Ma che diavolo sto facendo ? _

Joy percepì subito lo sbalzo d’umore del ragazzo.

_Ecco che ora mi sputa addosso il suo veleno, ma che ha in quella testa?_

Di fatti il giovane Malfoy aveva assunto quella sua solita aria da strafottente che rivolgeva a tutti i mezzosangue.

“Vedendoti così, mi viene molto difficile non insultarti, sembri uscita da un cassonetto della spazzatura babbano.”

_Di certo non avrebbe fatto il suo gioco. Voleva farla infuriare e stare male. Bene,non ci sarebbe riuscito_

“Strano, che un purosangue come te,così accanito contro i babbani conosca termini appartenenti al loro mondo? Non frequenterai mica Ron Weasley?”e dicendo questo scoppiò a ridere.

_Quella brutta vipera_

“Anche se fosse vero, questo significherebbe che io almeno frequento qualcuno. Sbaglio o tu non hai più nessuno. Dalla tua faccia credo di aver centrato il punto. Beh ora ti saluto, bey bey baby”.

Un cuscino sorvolò l’area della stanza, colpendo una porta ormai chiusa.

_Che bastardo, dalla sua bocca usciva solo veleno…quello che diceva non era assolutamente vero, e anche se lo fosse stato, a lei non sarebbe dispiaciuto,ma perché diavolo si sentiva così? _

In quel triste silenzio di solitudine, non riusciva a spiegare la causa di quel suo stato d’animo. Non troppo lontano dall’infermeria, nella sala comune dei Grifondoro un Harry Potter sempre più curioso pensava a quella singolare ragazza, l’unica, a parte lui e i suoi due amici, capaci di rispondere a Malfoy. Attraversò il quadro della signora grassa con l’intenzione di schiarirsi le idee.

_Era straordinario, come quella fanciulla, all’apparenza cosi fragile, abbia una tale forza d’animo. Voleva conoscerla_

Mentre pensava a tutte queste cose si ritrovò davanti ad una scena molto interessante. Draco Malfoy, infuriato più che mai, era appena uscito dall’infermeria, chiudendosi dietro la porta con vigore. Per fortuna il biondino non l’aveva visto, permettendogli così, di andare a consolare lo sventurato ragazzo, che era capitato sotto le sue grinfie. Rimase stupito dalla scena che si trovò davanti. Una ragazza piegata su se stessa,che  sussurrava frasi incomprensibile.

“Perché? ……..perchè succede tutto questo?.....,lei non ha fatto niente”.

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI:

 

 

Volevo ringraziare Francys per la sua recensione. Spero che anche questo capitolo vi piaccia alla prossima.Ce si sono degli errori vi vorrei chiedere di comunicarmeli in modo da correggere la FF.Ciao.

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Capitolo 3
*** III Capitolo ***


Nuova pagina 1

III Capitolo

 

 

 

Era Josephine Leighton. Strano come a volte, anche le pietre si piegassero dal dolore.

“Perché piangi?” Per la seconda volta nella stessa sera, quasi gli venne un infarto.

“Chi sei? Non sto piangendo,io non piango. Vedi forse delle lacrime?”. Cercò invano di dare un nome al nuovo arrivato.

“Stai tranquilla non voglio mica ucciderti.” Joy capì finalmente chi era.

“Ah sei tu, il famoso Harry Potter.” Lui la guardò un po’ intenerito.

 “Veramente sono venuto a prestare soccorso al malcapitato finito sotto le grinfie di Draco Malfoy ma visto che sei tu posso anche andarmene.”

Il grifondoro si sentì trattenere per la maglia.

_Perché l’aveva fermato lei non aveva bisogno di nessuno, proprio come aveva detto lui, o invece si? Ma ci si poteva fidare di lui ? Beh l’avrebbe scoperto in fretta. _ “Aspetta………..io…. non andare via”. Senza pensare e farsi delle domande lo fermò.  Il trucco di Harry aveva funzionato. Si sedette accanto a lei regalandogli un sorriso incoraggiante per farla sfogare, senza risultati. Continuò ad aspettare che lei parlasse, ma non successe niente. Nessuna lacrima scese da quel viso così etereo. Non sapendo cosa fare, incominciò ad accarezzargli i capelli, cullandola in un dolce sonno. Ben presto anche le sue palpebre si chiusero. Appoggiato con la testa sul ventre della ragazza si addormentò.

 Fu così che Madame Chip li trovò.

“Per il sacro Grall, che ci fai qui alle sei del mattino? Fila subito in camera tua.”

Ormai sveglio, si alzò facendo l’occhiolino alla ragazza per rassicurarla, visto che lo guardava come se avesse paura che gli facessero qualcosa. Quando arrivò nella sua stanza si buttò subito sul letto e senza accorgersene  si assopì.

“Harry svegliati siamo in ritardo, se non ti muovi Piton ci uccide. Dobbiamo fare ancora colazione….HAAAAARRY”.

Il moretto, visto che Ron non si girava e non lo faceva nemmeno parlare,gli tirò un cuscino.

“E che diamine, dammi almeno il tempo di rispondere, stai diventando peggio di Parcy.” Il rosso scoppiò a ridere.

“Ok, ok ti do ragione, ora andi……….ma perché sei vestito?” Harry si guardò gli indumenti.

“Niente ero talmente stanco che mi sono addormentato così, vai pure, ti raggiungo subito”.

Quando arrivarono in sala grande c’ erano ancora tutti. Il rosso si passò una mano sulla fronte.

“Uh, per un pelo”. I due amici si sedettero.

Dall’alto,centinaia di gufi scesero in picchiata sui tavoli delle quattro case per consegnare le lettere agli studenti.

“Harry c’è posta anche per te, ma di chi è quel gufo?”

_Già di chi era quel gufo?_

“Non lo so.”

Piano piano aprì la lettera, avendo già intuito di chi fosse. “Molto gentile ’.

Due sole paroline, ma ricche di significato. Sulle labbra del ragazzo affiorò un dolce sorriso.

I giorni passarono e Joy ormai guarita incominciò a frequentare le lezioni. “Buongiorno signorina Leighton e ben tornata.”

 La ragazza sorrise alla professoressa.

Vicino a lei era seduto Potter, tra loro c’era un tacito accordo. Si salutavano con fredda cortesia, per non far scoprire quello che era successo.

“Giusto signorina, bentornata tra noi, ma che dico, tu non sei mai stata dei nostri.”

Harry stava già per intervenire, quando Joy rispose al biondino.

“Meglio restare soli, che essere accerchiati da inetti come i tuoi scagnozzi, ma come dice un detto chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Giusto Malfoy?” Quei due erano uguali più che mai, anche se non lo sapevano. Harry sorrise e si girò verso la McGranit, che non aveva sentito niente. Presto arrivò l’autunno e con lui anche le gite ad Hogsmaede. Joy adorava quel periodo dell’anno, il fresco zefiro di ottobre, oltre ad accarezzargli il viso, le faceva tornare alla mente quei dolci momenti passati con la sua sorellina. L’amava più che mai. Avrebbe sacrificato la vita per salvarla, ma naturalmente il padre gli impediva persino di comunicare con lei. Quel verme di suo padre diceva che era troppo pericoloso vederla. Scaccio via quei brutti pensieri. Quella stagione era particolarmente romantica, le foglie che cadevano dolcemente sulla loro terra madre, quei colori così caldi che ti avvolgevano. In quei momenti era veramente felice.

Era distesa ai piedi di un albero, vicino alla foresta proibita, quando qualcuno si sdraiò accanto.

“Che fai Leighton, aspetti un bacio dal principe azzurro?”

Riconobbe subito quella voce.

“Attenzione Malfoy, stai dicendo di conoscere le favole babbane?”

La ragazza sorrise per quella piccola vittoria ed aggiunse:

“Ora è meglio che te ne vai.”

Draco non le diede retta e continuò a parlare.

“Allora è vero che aspetti qualcuno. Chi è lo sfortunato? Chi dovrà baciare, una principiante come te?”

Incominciava ad irritarla.

“Perché mi metti in bocca parole che non ho detto? E poi è sempre meglio non essere stata baciata, che aver fatto qualcosa con quella giovenca della Parkinson”.

“Allora è vero che non hai mai baciato nessuno?”

“Ma che discorsi sono questi? Fatti gli affaracci tuoi…..Come se tu fossi un grande esperto. Certo tu sei Draco Malfoy, un grande casanova, il più grande e coraggioso mago. Chi ti credi di essere? Te lo dico io chi sei. Sei uno sbruff……….” All’improvviso senti un peso, sopradi lei. Aprì subito gli occhi “Ma che diavolo…..”, il volto di lui era a due centimetri dal suo.

_Ma da quando Malfoy è così bello?_

I capelli del ragazzo, di solito così ordinati, gli ricadevano sul viso, gli occhi azzurri come il ghiaccio, potevano quasi tagliarle l’anima. Presa dal panico, incominciò ad allontanarlo, ma fu un errore. Il suo torace era scolpito come la pietra, probabilmente grazie agli allenamenti di Quiddich. La mano del serpeverde incominciò a giocare con i suoi lunghi riccioli di seta.

“Draco…. no”,

si oppose debolmente Josephine, ma la sua protesta venne interrotta dalle labbra del giovane che premevano contro quelle di lei. Se fosse stato un bacio violento, Joy l’avrebbe respinto, ma la tenerezza di quelle labbra sulle sue, le fece cadere ogni difesa. La sua mente era annebbiata dai sensi. Le sue labbra non potevano fare altro che restituire quei teneri baci. E il suo corpo sembrava sciogliersi fra quelle braccia e sul possente petto di lui. Le braccia di Joy, circondarono le spalle di Draco perché lui si stringesse a lei ancora di più. Quest’ultimo non riusciva a capacitarsi di quello che stava succedendo...Incominciò a baciargli la guancia, il collo, le spalle. Joy era in una specie di trance, incapace di parlare e pensare. Quella dolce atmosfera si spezzo in un batter d’ali. Il rumore di un bastone rotto li fece rinsavire.  

I due incominciarono a guardarsi intensamente negli occhi per vedere chi cedeva per primo.

“Dopotutto, vedo che le labbra che anno toccato quelle di Pancy non ti fanno poi così schifo. E mi permetto anche di farti i complimenti, sei già ad un alto livello”.

 _Gia, aveva quasi dimenticato la sottile ironia che quel dannato ragazzo metteva in tutto ciò che faceva…per lui non significava niente….ma perché a lei fregava ?Di certo no _

“Grazie per il complimento Malfoy, adesso mi puoi fare il favore di andartene? Come hai detto tu prima, sto aspettando un ragazzo”.

Lui la guardò negli occhi, quasi a volerle leggere dentro. Ma non ci riuscì

“A presto Duchessa Leighton”.

 Finalmente se n’era andato. Era riuscito a rovinargli la giornata. La sua mano toccò le labbra ancora calde dal loro bacio. Continuava a sentire il suo tocco sulla pelle.

_Naturalmente sento questo solo perché…certo, perché è il mio primo bacio, niente di più, e solo un idiota._

 Confusa più che mai, raggiunse la sua camera per andare a mangiare da li a un ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI

 

Francys: Grazie per il complimento ma forse mi sopravaluti. Questo chap è un po’ corto ma cmq aggiornerò presto............

 

Nelly: Grazie anche a te mi fa piacere che ti piaccia. Alla prossima.

 

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Capitolo 4
*** IV Capitolo ***


Nuova pagina 1

                                     IV CAPITOLO

 

 

 

Essendo nei sotterranei del castello, la luce non penetrava facilmente da nessuna parte. Era così inquietante quella stanza. Così tetra, fredda... così sinistra da indurti a pensare alle cose più macabre che c’erano nella tua testa. Come poteva piacere a qualcuno? Beh, tanto in qualsiasi modo la pensasse lei, non aveva possibilità di scelta, doveva stare zitta. Lei non era nessuno per esprimere la sua opinione.

Tutto quel pensare la fece tornare con la mente di pomeriggio.

Possibile che fosse successo? Come poteva rimanere turbata da uno stupido bacio? Lei, una Leighton, che si agitava per un insulso scambio d’effusioni? Cos’era diventata, un’inetta forse? Lei non poteva, anzi non doveva cedere a quelle stupide sensazioni. Gia due volte era successo ed era andata a finire male. Meglio uscire, quella stanza la faceva entrare in paranoia.

Nella sala comune dei Serpeverde non vi era nessuno, o almeno così sembrava. Quel posto non era diverso dalla sua stanza, ma almeno c’era il caminetto acceso.

Seduto in una poltroncina nascosta agli occhi della ragazza c’era un bellissimo Malfoy addolcito dal sonno. Joy, quando se n’accorse, richiamata da un movimento del ragazzo, rimase un po’ sorpresa da ciò che vide. Il suo viso era diverso dal solito. Era quasi sereno, anzi, più rilassato. Non del tutto naturalmente. Come poteva? Da lì a poco avrebbe varcato la soglia del male. Eppure erano così giovani. Come poteva la loro ingenuità essere recisa a soli sedici anni? Se non avesse messo a rischio l’incolumità della sorella, si sarebbe goduta quei pochi anni che gli restavano. Gia, se solo avesse potuto...

Draco, avvertendo una presenza al suo fianco, si destò dal sonno.

“Che diavolo vuoi Leighton?”. La ragazza presa alla sprovvista, si spaventò.

“E’ già la seconda volta che mi fai prendere un infarto.”.

“Beh è colpa tua che non stai mai attenta a ciò che ti sta in torno”.

Stavano parlando da due secondi e avevano già litigato. La mora stufa da quella situazione sbuffò.

“Uffi è possibile che non sai fare altro che litigare? Per stasera facciamo una tregua, infondo, siamo nella stessa barca.”.

Eh già loro erano molto simili, se per una volta non discutevano, non succedeva nulla.

“Si, tutto sommato hai ragione.” Lei rise a fior di labbra.

“Non sorridere troppo, tanto non succederà un’altra volta.”.

Infondo, non sapeva nemmeno lui, perchè si comportava così. Suo padre gli aveva detto di far sì che lei covasse solo rabbia dentro di se, senza delucidarlo sul motivo. Chi era lui per pretendere una spiegazione? Era nato solo per occupare il posto del padre al fianco del Male. A lui veniva ordinato e basta. Forse con quell’austera ragazza aveva molto più in comune di quanto pensava. Senza tralasciare il fatto, che riusciva a tenergli testa perfettamente...E non parliamo del bacio d’oggi, Dio che bella che era...

“A cosa stai pensando Malfoy?”Era così assorto nel suo mondo...

“Tu, a volte pensi al futuro che ci aspetta?”. Perché le rivolgeva una domanda simile, lui così freddo e sicuro?

“Beh per dirla tutta, non è che ci pensi più di tanto. Sai non è così rosa e fiori quello che mi aspetta.”

“Già, siamo tutti legati a Lui...ubbidire è la nostra unica ragione di vita”

Almeno in quello erano d’accordo.

“Beh io ora vado a dormire, domani ci aspetta una giornata pesante”.

“Hai ragione ,alla prima ora Piton è insopportabile...”.

“Attenzione Malfoy, mi hai ridato ragione”. Il sorriso che si rivolsero era così caldo e al contempo triste che subito calò il silenzio.

“Senti, a proposito d’oggi...ecco, è meglio dimenticare tutto. E’ stato solo un errore.”

“Ok Malfoy, non c’è problema. Senza contare che, a baciare lasci un po' a desiderare”. I due assunsero le loro solite espressioni austere e andarono a dormire.

 

                                             ****************

 

Con l’inizio della giornata, tra i due Serpeverdi tornò tutto come prima.

E’ strano come due persone possono cambiare atteggiamento da un momento all’altro. Eppure era successo, i due giovani non si guardavano per nulla.

La lezione di pozioni iniziò con l’entrata di Piton.

“Bene ragazzi, oggi ho deciso di formare delle coppie e di assegnare dei compiti assai difficili.”. Il professore guardò il bambino-sopravvissuto infastidito.

“Per mia fortuna,onde evitare accuse di preferenze, esiste un calice simile a quello usato nel torneo tremaghi che è in grado di formare lui le coppie, se ci fossero dei problemi potrei comunque intervenire io.”Altro sguardo omicida verso un alunno in fondo alla classe.

“Quindi sarà questo calice a deciderlo.”.

Tutti i ragazzi delle due case, Grifondoro e Serpeverde, si alzarono per andare a toccare con la loro bacchetta la coppa. Subito dopo l’insegnante tirò fuori dal recipiente dei foglietti con su scritte tutte le coppie.

La prima che tirò fuori dalla coppa,lo lasciò sbalordito.

“Bene ragazzi, i nomi di questa strana coppia, che di certo lascerò così com’è, sono Harry Potter e Josephine Leighton.”.

I due nominati si osservavano di sottecchi. Piano piano seguirono le altre, ma alla fine rimasero in tre, e il trio che si era venuto a creare si guardava disgustato.

Ron, Hermione e Malfoy erano perplessi.

Per il cielo di Merlino, lo straccione, la mezzosangue ed io? Ma Piton delira?

“Scusi professore, ma è sicuro di quello che c’è scritto?”. Il rosso gli diede corda.

“Gia,è proprio sicuro? Visto i nostri precedenti, sarebbe meglio non farci lavorare insieme, ne uscirebbero solo guai.”.

Piton sempre più arrabbiato diede loro le spalle.

“Sentite non voglio sentire polemiche, se non vi va bene, potete anche non lavorare insieme, ma il risultato sarebbe di far togliere 100 punti sia a Grifondoro che a Serpeverde e in più, avere un bruttissimo voto in pozioni.”Sembrava che Piton stesse pensando a cosa dire e Hermione, molto preoccupata, diede una gomitata nelle costole a Ron.

“Stai zitto, non voglio avere un’insufficienza per colpa tua e dell’altro mentecatto”.

Piton si girò di scatto, con un ghigno malizioso sulle labbra.

“Anzi, ho in mente un’altra cosa, i gruppi saranno da 5, quindi insieme a Malfoy, Weasley e Granger ci sarà Potter e Leigthon. Ora formerò gli altri, vediamo.........  ”

Piton sempre più coinvolto nel “gioco” compose le più strane e impensabili compagnie. Intanto in un angolo della classe Draco prese la parola tra i suoi nuovi compagni.

“Wow, grazie a Piton dovrò passare interminabili ore con voi, phf stupidi Grifondoro”.

Hermione sembrava sempre più arrabbiata e ad un certo punto esplose.

“Senti, piccola serpe, non m’interessa cosa pensi, cosa fai o cosa diavolo vuoi fare. So solo che IO, ho intenzione di svolgere il compito e di completarlo nei migliori dei modi, quindi se non vuoi sporcarti le mani con noi, sei libero di andare, anche perché dubito che tu sappia fare qualcosa in pozioni. Piton te le ha sempre fatte passare tutte”.

Il giovane Serpeverde, forse prendendo le sue parole come una sfida, accetto di collaborare.

“Ok Granger, ti dimostrerò, anche se tu non sei nessuno, che in questa materia c’è qualcuno che può benissimo essere più bravo di te”.

“Bene, ora che il nostro caro collega si è deciso a collaborare iniziamo pure”.

Come poteva quella stupida mezzosangue parlargli così? Le avrebbe dimostrato di che pasta era fatto.

Josephine prese dalle mani del professore il nome della pozione che dovevano preparare.

“Veritaserum ?Ma è difficile da preparare. L’uso improprio di questa pozione è persino controllato dal ministero della magia”

Gli occhi della serpeverde erano rivolti verso Hermione.

“Beh dobbiamo vedere quali sono gli ingredienti”. Le due ragazze iniziarono a leggere i componenti.

“Squame di Ungano Spinato, si va beh, come se si trovassero ovunque, poi un capello di Veela, ancora più facile direi, lacrime di fenice, estratto di Mandragora e per finire una piuma d’Ippogrifo e sangue di Centauro”.

Il bimbo-sopravvissuto incomincio a ridere.

“Harry che hai da ridere?”

“Oltre al danno anche la beffa. Ron, cazzo, ci ha unito in quest’assurda combriccola e in più pretende che prepariamo una delle pozioni più difficili?E’ un folle.”.

“San Potter si lamenta, poverino, visto che lo dice lui forse è meglio cambiare il grup...ahi, Leigthon, ma sei scema? Mi hai fatto male”.

“Malfoy finiscila, vuoi fare il serio?”. I loro sguardi erano fissi l’uno nell’altro. Era una sfida per loro, nessuno dei due si decideva a smetterla, cosi intervenne il moretto.

“Appunto finiamola di litigare e lavoriamo.”

Iniziarono dividendo le sostanze più faticose da trovare da quelle più semplici.

“Allora, per le squame di drago non dovrebbero esserci problemi, vero Ron? Tuo fratello potrebbe procurarcele, poi vediamo.....per la piuma di ippogrifo idem, Harry può prenderla a casa sua. Invece per la fenice, bisogna chiedere a Silente mentre per la mandragora alla professoressa Sprite”.

A quel punto parlò la bella serpeverde. Aveva un’espressione molto seria.

“Sì ma come ci procuriamo gli altri due elementi? Per il capello di Veela, con mille peripezie potremmo anche trovarlo, ma per il sangue di Centauro è quasi impossibile. Devo vedere se tra i miei libri di pozioni c’è qualcosa......... ”In quel momento suonò la campanella dell’ultima ora.

“Miei cari alunni buon lavoro e mi raccomando il lavoro va consegnato entro due mesi con relazione scritta.”

“Wow sono sempre più contento, dovrò dire alla mia sorellina di non spaventarsi se muoio.”

“Oddio Ron, è solo un compito”.

“Beh, noi andiamo nei sotterranei. Granger se poi stasera mi dici, quando possiamo vederci mi fai un favore. Arrivederci.”

“Ciao SanPotter & Co”.

I tre Grifondoro gli fecero una smorfia.

 

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Qualche metro più in la,Josephine, dimenticando la sua antipatia per Malfoy, lo guardò di sottecchi catturando il suo sguardo.

“Che vuoi, perché mi guardi così? Non so proprio come tu riesca a parlare con quei tre sfigati. Due persone come noi non dovrebbero abbassarsi a tanto.”

“Perché come siamo noi scusa? Solo perché hai più soldi di loro o credi in altre cose ti senti migliore? Mi stupisco che tu abbia 16 anni, anche un bambino di 5 sarebbe più maturo.”

“Che diavolo dici? Sono molto più saggio di te e ho anche più esperienze, sei solo una zitella frigida. Sei tu quella che snobba tutti. Sei più fredda di un iceberg. Neanche quando la tua migliore amica ti ha abbandonato hai fatto qualcosa. Almeno io ho delle emozioni, anche se di rabbia o stupide, io ce l’ho.” Malfoy disse tutto con estrema tranquillità, solo attraverso una piccola vena sul collo si vedeva che era nervoso.

“Bene, ora hai finito? Devo raggiungere la mia camera.”

“Dio quanto mi fai incazzare, la finisci di rimanere impassibile?”......La giovane ragazza non ebbe il tempo di rispondere che si ritrovò contro il muro con le labbra di lui premute sulle sue. All’inizio cercò di resistergli, ma poi dovette cedere alla sua bocca sempre più insistente. Era come trovarsi in un vortice di sensazioni a lei ignoto. Draco, senza sapere bene che stesse facendo, mise la sua mano sotto il mantello della fredda Serpeverde. La sua pelle al contrario era calda e vellutata e il suo seno così rotondo gli fece andare a mille il cuore.

Se solo quel fuoco fosse divampato per rimanere sempre acceso. Pensava Malfoy. Come riusciva, a passare da momenti d’assoluta indifferenza, ad attimi di bruciante passione? Voleva scuoterla. Fargli provare qualcosa.

Perché si comportava così? Cos’era quel vuota allo stomaco? Non si poteva permettere di provare qualcosa, per qualcuno. Cera già la sua sorellina.

All’improvviso Draco si stacco e i due Serpeverdi si guardarono in faccia.

“Hai finito Malfoy? Ho altro a cui pensare.” Detto questo se n’andò lasciandolo di sasso.

“Io l’ammazzo quella”.

_Come poteva reagire così?_

 

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Chiusa nella sua stanza pensava a tutto tranne che a Malfoy, almeno ci provava. Si chiedeva dove potesse trovare il sangue di Centauro. Si ricordava, grazie ad un’oscura pozione, fatta da suo padre ani addietro, che quell’ingrediente si poteva trovare in luoghi molto arcaici e oscuri dove la magia vestiva ogni singolo strato di terra. Dove si poteva trovare un posto così nelle vicinanze? La risposta era nella foresta proibita. Altri posti non li conosceva. Ci sarebbe andata durante la gita ad Hogsmaede. La Domenica mattina arrivò in fretta. Joy scese di corsa nella Sala Comune e, con poche difficoltà raggiunse la foresta proibita. Quel luogo era colmo di misteri, da ogni parte, traspirava antichità. Continuava a camminare sicura di se, senza sapere dove andare...... Non molto distante da lei sentì il rumore di un ramoscello spezzato.

“C’è qualcuno?”Nessuna risposta. Un tronco ostruiva il passaggio e lo scavalcò. Guardando l’orologio si accorse di aver trascorso gia tre ore li dentro.

“E’ possibile che non ci sia neanche l’ombra di un centauro?”

“Non fare più un passo”. Joy si girò immediatamente. Di fronte a lei un enorme centauro la sovrastava di molti centimetri.

“Io......ecco avrei bisogno di.....ecco  si un po’ del tuo sangue!”Il Centauro scoppiò a ridere.

“E perché di grazia? Anzi non dirmelo, non mi interessa. Per questo dovrai superare una prova. Poche persone hanno avuto il coraggio di parlarmi, e per questo che ti do una possibilità. Deludimi e perirai.”

“In che cosa consiste?”I due continuavano a guardarsi.

“Se riuscirai a trovare entro un ora il raro fiore di crismey ti darò quello che vorrai”. La ragazza incominciò a camminare. Dove diavolo era quel fiore? Continuava a controllare l’ora, mancavano solo trenta minuti. Un essere sconosciuto incominciò a seguirla. Era preoccupata,quella bestia la inseguiva e in più era quasi finito il tempo. Ad un certo punto l’essere la raggiunse e la ferì. Un grossa ferita le copriva tutta la spalla. Con l’altra mano prese la bacchetta. Il suo avversario gliela fece volare lontana. Si guardò in giro per vedere dov’era finita. La vide a tre metri di distanza. Tirò un calcio alla bestia e con un colpo di reni si alzò. Correndo verso la bacchetta la raggiunse e girandosi gli urlò una fattura.

“Petrificus Totalus”. L’essere si pietrificò.

“Uh, l’ho scampata bella.....devo trovare il crismey.” La giovane Duchessa si guardò in torno disperata, non riusciva a trovare niente di niente,talmente presa dalla ricerca non sentiva il dolore alla spalla,quando il suo tetro sguardo si fermo su un fiore. Il Crismey era proprio davanti a lei.....Raccogliendolo in tutta fretta,correndo raggiunse il Centauro allo scattar della fine dell’ora.

“Complimenti ragazza, pensavo che non ce l’avresti fatta. Ecco delle gocce del mio sangue. Cammina dritta seguendo il sentiero, per questa volta nessuno ti disturberà.”

Detto questo se ne andò lasciandola sola. Strisciando i piedi e mettendoci molto più tempo del necessario giunse a scuola. Per fortuna non era arrivato ancora nessuno. I corridoi erano deserti e lei riuscì a raggiungere la sua camera indisturbata.

_Miseria non mi ero accorta della spalla_ Il sangue sgocciolava lungo tutto il braccio. Piano piano incominciò disinfettare la ferita.

“Ferula”. Delle bende da bendaggio comparvero dalla bacchetta. Joy incomincio a coprire le ferite.

 

 

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Draco era furioso, per tutto il giorno non l’aveva vista, non che gliene importasse qualcosa. Lei non era assolutamente niente. Quel ghiacciolo era insopportabile. Solo che, essere ignorato per tutto il giorno, lo innervosiva. Erano le diciotto, ormai il sole era calato. Dov’era quella strega? Trovo la sala comune priva dei soliti schiamazzi. Magari era in camera sua. Si diresse verso i dormitori femminili e con un incantesimo, a molti sconosciuto,entrò. Quando trovò la sua stanza entrò senza bussare. Una ragazza stupita da quella intrusione si chiuse subito la camicetta della divisa.

“Per me non c’è problema, puoi anche rimanere cosi!” Leighton era furiosa, ma come sempre rimase calma.

“Malfoy, sei il solito pervertito...vai a torturare quelle del primo anno”.

“Forse hai ragione, sono sicuro che loro si muoverebbero sotto il mio tocco. Non sono come te che rimani impalata come una statua”. Il ragazzo fece il suo solito ghigno malefico.

“Bene, allora puoi pure congedarti dalle mie stanze e raggiungere chi ti pare”. Di nuovo la sua solita aria impassibile. Uno gli dice di tutto, e lei non reagisce. Reso incontrollabile dalla furia si avvicino alla ragazza. Incominciò a baciarla, mentre le sue mani sbottonavano la camicetta del tutto, la sbatté sul letto e un gemito uscì dalla bocca della ragazza.

“Finalmente senti qualco......”. La faccia dolorante di lei non gli fece terminare la frase. La spalla gli faceva un male atroce.

“Cos’ hai?”. Chiese il biondino

Non poteva dirgli niente, l’avrebbe presa in giro e sinceramente non ne aveva voglia.

“Non sono affari tuoi. Per l’ultima volta, te ne vuoi andare?”. Il bel serpeverde non sapeva cosa fare. Sembrava molto stanca. In fondo c’era tutto l’anno per torturarla.

“D’accordo, c’è tempo per queste cose”. Girò su i tacchi e se ne andò.

_Quello stronzo è odioso perché non mi lascia in pace? E che male, domani devo assolutamente fare qualcosa per la spalla_

Anche a tavola non era venuta, Draco si chiedeva il motivo. Tutte queste domande rimbalzavano senza sosta nelle due teste dei giovani Serpeverde.

 

                  

 

 

 

 

Ringraziamenti

Volevo ringraziare tutti quelli che leggono la ff, in modo particolare Manny, Francys e Nelly. Continuate a recensire!

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