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IV CAPITOLO
Essendo nei
sotterranei del castello, la luce non penetrava facilmente da nessuna parte. Era
così inquietante quella stanza. Così tetra, fredda... così sinistra da indurti a
pensare alle cose più macabre che c’erano nella tua testa. Come poteva piacere a
qualcuno? Beh, tanto in qualsiasi modo la pensasse lei, non aveva possibilità di
scelta, doveva stare zitta. Lei non era nessuno per esprimere la sua opinione.
Tutto quel pensare la
fece tornare con la mente di pomeriggio.
Possibile che fosse
successo? Come poteva rimanere turbata da uno stupido bacio? Lei, una Leighton,
che si agitava per un insulso scambio d’effusioni? Cos’era diventata, un’inetta
forse? Lei non poteva, anzi non doveva cedere a quelle stupide sensazioni. Gia
due volte era successo ed era andata a finire male. Meglio uscire, quella stanza
la faceva entrare in paranoia.
Nella sala comune dei
Serpeverde non vi era nessuno, o almeno così sembrava. Quel posto non era
diverso dalla sua stanza, ma almeno c’era il caminetto acceso.
Seduto in una
poltroncina nascosta agli occhi della ragazza c’era un bellissimo Malfoy
addolcito dal sonno. Joy, quando se n’accorse, richiamata da un movimento del
ragazzo, rimase un po’ sorpresa da ciò che vide. Il suo viso era diverso dal
solito. Era quasi sereno, anzi, più rilassato. Non del tutto naturalmente. Come
poteva? Da lì a poco avrebbe varcato la soglia del male. Eppure erano così
giovani. Come poteva la loro ingenuità essere recisa a soli sedici anni? Se non
avesse messo a rischio l’incolumità della sorella, si sarebbe goduta quei pochi
anni che gli restavano. Gia, se solo avesse potuto...
Draco, avvertendo una
presenza al suo fianco, si destò dal sonno.
“Che diavolo vuoi
Leighton?”. La ragazza presa alla sprovvista, si spaventò.
“E’ già la seconda
volta che mi fai prendere un infarto.”.
“Beh è colpa tua che
non stai mai attenta a ciò che ti sta in torno”.
Stavano parlando da
due secondi e avevano già litigato. La mora stufa da quella situazione sbuffò.
“Uffi è possibile che
non sai fare altro che litigare? Per stasera facciamo una tregua, infondo, siamo
nella stessa barca.”.
Eh già loro erano
molto simili, se per una volta non discutevano, non succedeva nulla.
“Si, tutto sommato hai
ragione.” Lei rise a fior di labbra.
“Non sorridere troppo,
tanto non succederà un’altra volta.”.
Infondo, non sapeva
nemmeno lui, perchè si comportava così. Suo padre gli aveva detto di far sì che
lei covasse solo rabbia dentro di se, senza delucidarlo sul motivo. Chi era lui
per pretendere una spiegazione? Era nato solo per occupare il posto del padre al
fianco del Male. A lui veniva ordinato e basta. Forse con quell’austera ragazza
aveva molto più in comune di quanto pensava. Senza tralasciare il fatto, che
riusciva a tenergli testa perfettamente...E non parliamo del bacio d’oggi, Dio
che bella che era...
“A cosa stai pensando
Malfoy?”Era così assorto nel suo mondo...
“Tu, a volte pensi al
futuro che ci aspetta?”. Perché le rivolgeva una domanda simile, lui così freddo
e sicuro?
“Beh per dirla tutta,
non è che ci pensi più di tanto. Sai non è così rosa e fiori quello che mi
aspetta.”
“Già, siamo tutti
legati a Lui...ubbidire è la nostra unica ragione di vita”
Almeno in quello erano
d’accordo.
“Beh io ora vado a
dormire, domani ci aspetta una giornata pesante”.
“Hai ragione ,alla
prima ora Piton è insopportabile...”.
“Attenzione Malfoy, mi
hai ridato ragione”. Il sorriso che si rivolsero era così caldo e al contempo
triste che subito calò il silenzio.
“Senti, a proposito
d’oggi...ecco, è meglio dimenticare tutto. E’ stato solo un errore.”
“Ok Malfoy, non c’è
problema. Senza contare che, a baciare lasci un po' a desiderare”. I due
assunsero le loro solite espressioni austere e andarono a dormire.
****************
Con l’inizio della
giornata, tra i due Serpeverdi tornò tutto come prima.
E’ strano come due
persone possono cambiare atteggiamento da un momento all’altro. Eppure era
successo, i due giovani non si guardavano per nulla.
La lezione di pozioni
iniziò con l’entrata di Piton.
“Bene ragazzi, oggi ho
deciso di formare delle coppie e di assegnare dei compiti assai difficili.”. Il
professore guardò il bambino-sopravvissuto infastidito.
“Per mia fortuna,onde
evitare accuse di preferenze, esiste un calice simile a quello usato nel torneo
tremaghi che è in grado di formare lui le coppie, se ci fossero dei problemi
potrei comunque intervenire io.”Altro sguardo omicida verso un alunno in fondo
alla classe.
“Quindi sarà questo
calice a deciderlo.”.
Tutti i ragazzi delle
due case, Grifondoro e Serpeverde, si alzarono per andare a toccare con la loro
bacchetta la coppa. Subito dopo l’insegnante tirò fuori dal recipiente dei
foglietti con su scritte tutte le coppie.
La prima che tirò
fuori dalla coppa,lo lasciò sbalordito.
“Bene ragazzi, i nomi
di questa strana coppia, che di certo lascerò così com’è, sono Harry Potter e
Josephine Leighton.”.
I due nominati si
osservavano di sottecchi. Piano piano seguirono le altre, ma alla fine rimasero
in tre, e il trio che si era venuto a creare si guardava disgustato.
Ron, Hermione e Malfoy
erano perplessi.
Per il cielo di
Merlino, lo straccione, la mezzosangue ed io? Ma Piton delira?
“Scusi professore, ma
è sicuro di quello che c’è scritto?”. Il rosso gli diede corda.
“Gia,è proprio sicuro?
Visto i nostri precedenti, sarebbe meglio non farci lavorare insieme, ne
uscirebbero solo guai.”.
Piton sempre più
arrabbiato diede loro le spalle.
“Sentite non voglio
sentire polemiche, se non vi va bene, potete anche non lavorare insieme, ma il
risultato sarebbe di far togliere 100 punti sia a Grifondoro che a Serpeverde e
in più, avere un bruttissimo voto in pozioni.”Sembrava che Piton stesse pensando
a cosa dire e Hermione, molto preoccupata, diede una gomitata nelle costole a
Ron.
“Stai zitto, non
voglio avere un’insufficienza per colpa tua e dell’altro mentecatto”.
Piton si girò di
scatto, con un ghigno malizioso sulle labbra.
“Anzi, ho in mente
un’altra cosa, i gruppi saranno da 5, quindi insieme a Malfoy, Weasley e Granger
ci sarà Potter e Leigthon. Ora formerò gli altri, vediamo......... ”
Piton sempre più
coinvolto nel “gioco” compose le più strane e impensabili compagnie. Intanto in
un angolo della classe Draco prese la parola tra i suoi nuovi compagni.
“Wow, grazie a Piton
dovrò passare interminabili ore con voi, phf stupidi Grifondoro”.
Hermione sembrava
sempre più arrabbiata e ad un certo punto esplose.
“Senti, piccola serpe,
non m’interessa cosa pensi, cosa fai o cosa diavolo vuoi fare. So solo che IO,
ho intenzione di svolgere il compito e di completarlo nei migliori dei modi,
quindi se non vuoi sporcarti le mani con noi, sei libero di andare, anche perché
dubito che tu sappia fare qualcosa in pozioni. Piton te le ha sempre fatte
passare tutte”.
Il giovane Serpeverde,
forse prendendo le sue parole come una sfida, accetto di collaborare.
“Ok Granger, ti
dimostrerò, anche se tu non sei nessuno, che in questa materia c’è qualcuno che
può benissimo essere più bravo di te”.
“Bene, ora che il
nostro caro collega si è deciso a collaborare iniziamo pure”.
Come poteva quella
stupida mezzosangue parlargli così? Le avrebbe dimostrato di che pasta era
fatto.
Josephine prese dalle
mani del professore il nome della pozione che dovevano preparare.
“Veritaserum ?Ma è
difficile da preparare. L’uso improprio di questa pozione è persino controllato
dal ministero della magia”
Gli occhi della
serpeverde erano rivolti verso Hermione.
“Beh dobbiamo vedere
quali sono gli ingredienti”. Le due ragazze iniziarono a leggere i componenti.
“Squame di Ungano
Spinato, si va beh, come se si trovassero ovunque, poi un capello di Veela,
ancora più facile direi, lacrime di fenice, estratto di Mandragora e per finire
una piuma d’Ippogrifo e sangue di Centauro”.
Il bimbo-sopravvissuto
incomincio a ridere.
“Harry che hai da
ridere?”
“Oltre al danno anche
la beffa. Ron, cazzo, ci ha unito in quest’assurda combriccola e in più pretende
che prepariamo una delle pozioni più difficili?E’ un folle.”.
“San Potter si
lamenta, poverino, visto che lo dice lui forse è meglio cambiare il grup...ahi,
Leigthon, ma sei scema? Mi hai fatto male”.
“Malfoy finiscila,
vuoi fare il serio?”. I loro sguardi erano fissi l’uno nell’altro. Era una sfida
per loro, nessuno dei due si decideva a smetterla, cosi intervenne il moretto.
“Appunto finiamola di
litigare e lavoriamo.”
Iniziarono dividendo
le sostanze più faticose da trovare da quelle più semplici.
“Allora, per le squame
di drago non dovrebbero esserci problemi, vero Ron? Tuo fratello potrebbe
procurarcele, poi vediamo.....per la piuma di ippogrifo idem, Harry può
prenderla a casa sua. Invece per la fenice, bisogna chiedere a Silente mentre
per la mandragora alla professoressa Sprite”.
A quel punto parlò la
bella serpeverde. Aveva un’espressione molto seria.
“Sì ma come ci
procuriamo gli altri due elementi? Per il capello di Veela, con mille peripezie
potremmo anche trovarlo, ma per il sangue di Centauro è quasi impossibile. Devo
vedere se tra i miei libri di pozioni c’è qualcosa......... ”In quel momento
suonò la campanella dell’ultima ora.
“Miei cari alunni buon
lavoro e mi raccomando il lavoro va consegnato entro due mesi con relazione
scritta.”
“Wow sono sempre più
contento, dovrò dire alla mia sorellina di non spaventarsi se muoio.”
“Oddio Ron, è solo un
compito”.
“Beh, noi andiamo nei
sotterranei. Granger se poi stasera mi dici, quando possiamo vederci mi fai un
favore. Arrivederci.”
“Ciao SanPotter & Co”.
I tre Grifondoro gli
fecero una smorfia.
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Qualche metro più in
la,Josephine, dimenticando la sua antipatia per Malfoy, lo guardò di sottecchi
catturando il suo sguardo.
“Che vuoi, perché mi
guardi così? Non so proprio come tu riesca a parlare con quei tre sfigati. Due
persone come noi non dovrebbero abbassarsi a tanto.”
“Perché come siamo noi
scusa? Solo perché hai più soldi di loro o credi in altre cose ti senti
migliore? Mi stupisco che tu abbia 16 anni, anche un bambino di 5 sarebbe più
maturo.”
“Che diavolo dici?
Sono molto più saggio di te e ho anche più esperienze, sei solo una zitella
frigida. Sei tu quella che snobba tutti. Sei più fredda di un iceberg. Neanche
quando la tua migliore amica ti ha abbandonato hai fatto qualcosa. Almeno io ho
delle emozioni, anche se di rabbia o stupide, io ce l’ho.” Malfoy disse tutto
con estrema tranquillità, solo attraverso una piccola vena sul collo si vedeva
che era nervoso.
“Bene, ora hai finito?
Devo raggiungere la mia camera.”
“Dio quanto mi fai
incazzare, la finisci di rimanere impassibile?”......La giovane ragazza non ebbe
il tempo di rispondere che si ritrovò contro il muro con le labbra di lui
premute sulle sue. All’inizio cercò di resistergli, ma poi dovette cedere alla
sua bocca sempre più insistente. Era come trovarsi in un vortice di sensazioni a
lei ignoto. Draco, senza sapere bene che stesse facendo, mise la sua mano sotto
il mantello della fredda Serpeverde. La sua pelle al contrario era calda e
vellutata e il suo seno così rotondo gli fece andare a mille il cuore.
Se solo quel fuoco
fosse divampato per rimanere sempre acceso. Pensava Malfoy. Come riusciva, a
passare da momenti d’assoluta indifferenza, ad attimi di bruciante passione?
Voleva scuoterla. Fargli provare qualcosa.
Perché si comportava
così? Cos’era quel vuota allo stomaco? Non si poteva permettere di provare
qualcosa, per qualcuno. Cera già la sua sorellina.
All’improvviso Draco
si stacco e i due Serpeverdi si guardarono in faccia.
“Hai finito Malfoy? Ho
altro a cui pensare.” Detto questo se n’andò lasciandolo di sasso.
“Io l’ammazzo quella”.
_Come poteva
reagire così?_
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Chiusa nella sua
stanza pensava a tutto tranne che a Malfoy, almeno ci provava. Si chiedeva dove
potesse trovare il sangue di Centauro. Si ricordava, grazie ad un’oscura
pozione, fatta da suo padre ani addietro, che quell’ingrediente si poteva
trovare in luoghi molto arcaici e oscuri dove la magia vestiva ogni singolo
strato di terra. Dove si poteva trovare un posto così nelle vicinanze? La
risposta era nella foresta proibita. Altri posti non li conosceva. Ci sarebbe
andata durante la gita ad Hogsmaede. La Domenica mattina arrivò in fretta. Joy
scese di corsa nella Sala Comune e, con poche difficoltà raggiunse la foresta
proibita. Quel luogo era colmo di misteri, da ogni parte, traspirava antichità.
Continuava a camminare sicura di se, senza sapere dove andare...... Non molto
distante da lei sentì il rumore di un ramoscello spezzato.
“C’è qualcuno?”Nessuna
risposta. Un tronco ostruiva il passaggio e lo scavalcò. Guardando l’orologio si
accorse di aver trascorso gia tre ore li dentro.
“E’ possibile che non
ci sia neanche l’ombra di un centauro?”
“Non fare più un
passo”. Joy si girò immediatamente. Di fronte a lei un enorme centauro la
sovrastava di molti centimetri.
“Io......ecco avrei
bisogno di.....ecco si un po’ del tuo sangue!”Il Centauro scoppiò a ridere.
“E perché di grazia?
Anzi non dirmelo, non mi interessa. Per questo dovrai superare una prova. Poche
persone hanno avuto il coraggio di parlarmi, e per questo che ti do una
possibilità. Deludimi e perirai.”
“In che cosa
consiste?”I due continuavano a guardarsi.
“Se riuscirai a
trovare entro un ora il raro fiore di crismey ti darò quello che vorrai”. La
ragazza incominciò a camminare. Dove diavolo era quel fiore? Continuava a
controllare l’ora, mancavano solo trenta minuti. Un essere sconosciuto
incominciò a seguirla. Era preoccupata,quella bestia la inseguiva e in più era
quasi finito il tempo. Ad un certo punto l’essere la raggiunse e la ferì. Un
grossa ferita le copriva tutta la spalla. Con l’altra mano prese la bacchetta.
Il suo avversario gliela fece volare lontana. Si guardò in giro per vedere
dov’era finita. La vide a tre metri di distanza. Tirò un calcio alla bestia e
con un colpo di reni si alzò. Correndo verso la bacchetta la raggiunse e
girandosi gli urlò una fattura.
“Petrificus Totalus”.
L’essere si pietrificò.
“Uh, l’ho scampata
bella.....devo trovare il crismey.” La giovane Duchessa si guardò in torno
disperata, non riusciva a trovare niente di niente,talmente presa dalla ricerca
non sentiva il dolore alla spalla,quando il suo tetro sguardo si fermo su un
fiore. Il Crismey era proprio davanti a lei.....Raccogliendolo in tutta
fretta,correndo raggiunse il Centauro allo scattar della fine dell’ora.
“Complimenti ragazza,
pensavo che non ce l’avresti fatta. Ecco delle gocce del mio sangue. Cammina
dritta seguendo il sentiero, per questa volta nessuno ti disturberà.”
Detto questo se ne
andò lasciandola sola. Strisciando i piedi e mettendoci molto più tempo del
necessario giunse a scuola. Per fortuna non era arrivato ancora nessuno. I
corridoi erano deserti e lei riuscì a raggiungere la sua camera indisturbata.
_Miseria
non mi ero accorta della spalla_ Il
sangue sgocciolava lungo tutto il braccio. Piano piano incominciò disinfettare
la ferita.
“Ferula”. Delle bende
da bendaggio comparvero dalla bacchetta. Joy incomincio a coprire le ferite.
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Draco era furioso, per
tutto il giorno non l’aveva vista, non che gliene importasse qualcosa. Lei non
era assolutamente niente. Quel ghiacciolo era insopportabile. Solo che, essere
ignorato per tutto il giorno, lo innervosiva. Erano le diciotto, ormai il sole
era calato. Dov’era quella strega? Trovo la sala comune priva dei soliti
schiamazzi. Magari era in camera sua. Si diresse verso i dormitori femminili e
con un incantesimo, a molti sconosciuto,entrò. Quando trovò la sua stanza entrò
senza bussare. Una ragazza stupita da quella intrusione si chiuse subito la
camicetta della divisa.
“Per me non c’è
problema, puoi anche rimanere cosi!” Leighton era furiosa, ma come sempre rimase
calma.
“Malfoy, sei il solito
pervertito...vai a torturare quelle del primo anno”.
“Forse hai ragione,
sono sicuro che loro si muoverebbero sotto il mio tocco. Non sono come te che
rimani impalata come una statua”. Il ragazzo fece il suo solito ghigno malefico.
“Bene, allora puoi
pure congedarti dalle mie stanze e raggiungere chi ti pare”. Di nuovo la sua
solita aria impassibile. Uno gli dice di tutto, e lei non reagisce. Reso
incontrollabile dalla furia si avvicino alla ragazza. Incominciò a baciarla,
mentre le sue mani sbottonavano la camicetta del tutto, la sbatté sul letto e un
gemito uscì dalla bocca della ragazza.
“Finalmente senti
qualco......”. La faccia dolorante di lei non gli fece terminare la frase. La
spalla gli faceva un male atroce.
“Cos’ hai?”. Chiese il
biondino
Non poteva dirgli
niente, l’avrebbe presa in giro e sinceramente non ne aveva voglia.
“Non sono affari tuoi.
Per l’ultima volta, te ne vuoi andare?”. Il bel serpeverde non sapeva cosa fare.
Sembrava molto stanca. In fondo c’era tutto l’anno per torturarla.
“D’accordo, c’è tempo
per queste cose”. Girò su i tacchi e se ne andò.
_Quello stronzo è
odioso perché non mi lascia in pace? E che male, domani devo assolutamente fare
qualcosa per la spalla_
Anche a tavola non era
venuta, Draco si chiedeva il motivo. Tutte queste domande rimbalzavano senza
sosta nelle due teste dei giovani Serpeverde.
Ringraziamenti
Volevo ringraziare tutti quelli che
leggono la ff, in modo particolare Manny, Francys e Nelly. Continuate a
recensire!
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