Il Nostro Amore Segreto di Scarcy90 (/viewuser.php?uid=31253)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Nostro Amore Segreto ***
Capitolo 2: *** Sogno Di Bambina ***
Capitolo 1 *** Il Nostro Amore Segreto ***
Il Nostro Amore Segreto
Questa
One-shot è in realtà una spin-off della mia
storia "Il Figlio Della Prof", ma comunque non dovete aver letto la
storia principale per capire questa.
Il Nostro
Amore Segreto
Ero
stesa sul mio letto a fissare il soffitto
mentre sentivo mia madre che parlava al telefono con mia zia.
Era
incredibile! Un intero camion di parenti
era appena andato via da casa mia e finalmente potevo respirare per un
attimo.
Era
sempre stato così, fin da quando ero nata.
Le feste di Natale si passavano a casa di una delle tre figlie di mia
nonna, e
quest’anno era il turno di mia madre. Quindi la mia casa era
stata invasa da
una ventina di persone pronte a far fuori il pranzo di Natale preparato
da me e
mamma.
Il
venticinque dicembre era sempre stato così
e dubitavo che quella tradizione sarebbe mai cambiata.
Non
mi ero mai lamentata perché per me il
periodo delle vacanze natalizie era uno dei più belli in
assoluto: non c’era
scuola, non c’erano interrogazioni. Relax, solo relax.
Però
adesso c’era un motivo per cui cominciavo
ad odiare le vacanze natalizie. Quel motivo era Massimiliano Draco, il
mio
ragazzo.
Senza
la scuola lui ed io non potevamo
vederci, e questo mi stava distruggendo.
Ormai
non ero neanche sicura che la nostra si
potesse definire una relazione. Certo ero stata io a creare tutta
quella
situazione di segretezza per evitare che sua madre, la mia
professoressa di Scienze,
scoprisse che stavamo insieme ma… ma… Io non ce
la facevo più a stare senza
vederlo, non dopo che ne avevo passate così tante per farlo
diventare mio.
Proprio
in quel momento squillò il cellulare,
lo presi stancamente o lo portai all’orecchio senza neanche
guardare il
display.
-Pronto?-
-Vale…
Stai bene?-
Era
Amy, una delle mie migliori amiche. Come
al solito aveva capito subito che c’era qualcosa che non
andava nella mia voce
e sinceramente ero troppo stanca e distrutta per trovare una scusa che
potesse
convincerla a non approfondire.
-No,
non sto bene-, sentivo le lacrime che
salivano verso i miei occhi, ma riuscii a ricacciarle indietro. Non
piangevo
mai davanti ad altri, e anche se ero al telefono con la mia migliore
amica, non
avrei lasciato alle lacrime la possibilità di vedere la
luce. –Mi manca, ed è
da una settimana che non lo vedo.-
-Lo
so che ti manca-, iniziò Amy con tono
comprensivo. –Non c’è stata proprio
occasione per potervi vedere? Dopotutto
oggi è Natale.-
Sospirai
sconsolata e mi misi a sedere.
-Sarà
anche Natale ma io avevo il raduno di
parenti da me e anche Massi era impegnato con la sua famiglia. Non
siamo
proprio riusciti a trovare un modo per vederci.-
-Capisco
ma non devi stare giù per questo,
vedrai che un modo per incontrarvi lo troverete. Massi ti ama troppo
per starti
lontano ancora a lungo.-
Amy
si lasciò sfuggire un risolino ma come
sempre io non riuscivo ad essere ottimista. Non sempre
l’amore era abbastanza
forte, e a quel punto non potevo neanche essere così sicura
dell’intensità dei
suoi sentimenti verso di me.
Ad
un tratto mia madre fece capolino nella mia
stanza.
-Vale
c’è una tua amica alla porta.-
Rimasi
un attimo interdetta. Una mia amica?
Chi?
-Arrivo-,
dissi sempre più sorpresa. –Amy,
devo andare. Ci sentiamo in questi giorni.-
-Va
bene, fai gli auguri alla tua famiglia da
parte mia.-
-Certo.-
Riattaccai
il telefono e scesi giù con il
cervello che lavorava febbrilmente.
Una
volta nell’ingresso mi ritrovai davanti al
sorriso sgargiante di Sabrina, una delle mie più care
amiche, ma anche la più
recente.
-Ciao-,
disse lei con calma.
-Ciao-,
risposi io sospettosa. –Come mai sei
qui?-
-Sto
andando al cinema con un paio di amiche e
mi stavo chiedendo se volessi venire con noi.-
Okay,
qui c’era qualcosa di strano. Prima di
tutto da quando in qua Sabrina aveva delle amiche che io non conoscevo?
E
seconda cosa: come mai aveva deciso di chiederlo proprio a me di andare
con
lei?
-Vale,
ci sei?- mi chiese lei divertita.
No,
non c’era affatto. Non c’ero perché ero
consapevole che Sabrina mi stava nascondendo qualcosa.
-Fossi
in te accetterei il mio invito-, cercò
di convincermi lei.
Ci
pensai un attimo. Dopotutto non mi costava
niente e comunque non avevo altri impegni per la serata. Annuii con
calma e
corsi di sopra a prendere la borsa e il cappotto.
Avvisai
i miei della mia uscita improvvisa e
seguii Sabrina fuori da casa mia.
Mi
diressi decisa verso la sua Opel Corsa nera
quando lei mi fermò per un polso.
-Credo
che tu debba salire su un altro veicolo-,
era sempre più divertita.
-Ma
di che stai parlando?-
Il
suo sorriso era sempre più sospetto.
-Seguimi
e basta.-
Mi
trascinò in fondo alla strada e quando
svoltammo l’angolo lasciò andare il mio polso ma
ormai non pensavo più a lei o al
fatto che mi avesse quasi staccato un braccio. Non avevo più
motivo di perdermi
in discussioni inutili, perché davanti ai miei occhi in quel
momento c’era
l’unica persona al mondo che avrei voluto vedere.
-Scusa
il ritardo, ma mi ci è voluto un po’ per
trovare il modo di incontrarci.-
-Massi…-,
mormorai incredula.
Era
Massi. Il mio Massi. In piedi, appoggiato
a quello che doveva essere il SUV grigio metallizzato di suo padre.
-Pensavi
che avrei lasciato passare questo
giorno senza vederti-, mi dissi con il suo solito sorriso sghembo,
quello con
il quale si prendeva sempre gioco di me. Il sorriso che in passato
avevo odiato
con tutte le mie forze e che adesso amavo così tanto.
Non
risposi. Non avevo frecciatine da
lanciargli o commenti acidi da spendere. Volevo solo… lui.
Mi
lanciai verso Massi e quando lo raggiunsi
lo strinsi con tutte le forze che avevo, finché non sentii
il suo cuore battere
contro il mio orecchio poggiato sul suo petto.
-Mi
sei mancato-, sussurrai con un filo di
voce. Non ero tipo da smancerie e non avrei mai creduto che un giorno
avrei
pronunciato una frase del genere, ma… Mi era mancato, sul
serio! Come l’aria.
Come l’acqua. Come il sole.
Lui
mi strinse a lui e cominciò a cullarmi.
-Non
ce la facevo più. Avevo bisogno di
vederti.- La sua voce era bassa e dolce, era una voce che non gli
apparteneva o
forse ero io che non l’avevo mai notata. Forse non avevo
notato la dolcezza che
metteva quando parlava con me.
Alzai
lo sguardo ed incontrai finalmente i
suoi luminosi occhi verdi. Vederli di nuovo, finalmente, mi aveva
creato una
specie di scompenso cardiaco. Il mio cuore accelerava e decelerava
senza che io
riuscissi a controllarlo.
-Sabrina
mi ha dato una mano e adesso ci ha
lasciato da soli.-
Sbattei
le palpebre confusa e voltandomi vidi
che Sabrina non c’era più. Quanti monumenti avrei
dovuto far erigere in onore
di quella ragazza? Ormai avevo perso il conto.
-Allora-,
cominciò Massi sorridendo. –Cinema?
Che ne dici?-
Lo
guardai e le parole non arrivavano alla mia
gola. Ero talmente felice di vederlo che non riuscivo neanche a
parlare. Annuii
con un sorriso.
Lui
si allontanò da me e mi guardò ancora una
volta sorridendo.
-Andiamo
allora.-
Si
staccò completamente da me e si voltò per
dirigersi verso il SUV. Fu in quel preciso istante che capii quanto
davvero mi
fosse mancato il calore del suo corpo in quei giorni in cui eravamo
stati
costretti a restare lontani.
Agii
d’impulso.
Allungai
una mano e afferrai il suo braccio
per il cappotto. Massi si bloccò.
-Aspetta
un attimo-, lo supplicai con un filo
di voce.
Lui
si voltò con aria preoccupata ma non gli
lasciai neanche il tempo di pronunciare una sillaba. Portai le mani
sulle sue
spalle e alzandomi sulle mezze punte raggiunsi all’istante le
sue labbra con le
mie. Approfondii subito il bacio, l’urgenza che avevo di
sentire quel contatto
con lui era quasi dolorosa, e la sua bocca era l’unica cura
per quel male che
mi stava divorando.
Dopo
un attimo di smarrimento, Massi mi attirò
ancora più a sé per permettere ai nostri corpi di
aderire perfettamente l’uno
all’altro. Mi strinse con forza e rispose al mio bacio con
talmente tanta foga
che capii perfettamente quanto anch’io gli fossi mancata.
Non
riuscivo a trovare la forza di far
terminare quel bacio. Ogni volta che provavo a staccare le mie labbra
dalle
sue, avvertivo ancora quel doloroso senso di vuoto e ricominciavo quel
bacio da
capo, come se avessimo appena iniziato.
Le
sue mani grandi e forti mi tenevano
ancorata a lui, e le mie mani, dietro al suo collo, avvertivano i suoi
capelli
biondi scivolare delicatamente sulla mia pelle.
Il
bacio giunse lentamente a termine e solo in
quel momento mi resi conto di avere il fiatone. Un fiatone davvero
imbarazzante, come se avessi corso per chilometri, mentre il mio cuore
era in
procinto di esplodere.
Mi
staccai da lui e guardai subito a terra
imbarazzata, mentre le sue mani restavano sui miei fianchi per
impedirmi di
allontanarmi anche solo di un millimetro.
-Scusami
se ti sono saltata addosso in questo
modo ma…-, Oddio, perché stavo parlando? Da dove
stavano uscendo quelle parole?
Non bastava la figura che avevo fatto, dovevo anche peggiorare la mia
precaria
situazione?
Alzai
lo sguardo e sentii gli occhi riempirsi
di lacrime appena incontrarono i suoi, verdi e ancora colmi di
desiderio.
Con
Massi riuscivo sempre ad aprirmi, ad
esternare tutto quello che con gli altri tenevo chiuso nel mio cuore.
Non
sapevo come facesse ma riusciva a farmi essere davvero me stessa.
Ricacciai
indietro le lacrime e continuai.
-In
questi giorni non ci siamo mai visti, e
anche per telefono non è che abbiamo parlato più
di tanto. Questo mi ha fatto
sentire quasi abbandonata. Come se
non ci fosse mai stato nulla tra noi, come se il fatto di restare
separati mi
allontanasse sempre più da te.-
Non
sapevo dove avevo trovato il coraggio per
confessare tutti i miei sentimenti, tutte le sensazioni e i
presentimenti che
in quei giorni mi avevano attanagliato il cuore.
Massi
mi guardò ancora per un secondo e poi
sospirò scuotendo la testa.
-Ah,
Vale. Cosa devo fare con te?-
Sbattei
le palpebre confusa mentre lui
infilava una mano nella tasca del suo cappotto e ne tirava fuori un
pacchetto
con un bellissimo fiocco rosso sopra.
-Volevo
dartelo dopo il cinema e una cena
magari, ma visto che hai ancora certi pensieri meglio chiarire subito
la
situazione. Aprilo.-
Aggrottai
la fronte sempre più confusa e presi
il pacchetto. Lo scartai con mani tremanti mentre Massi non si perdeva
un solo
istante.
Era
un cofanetto, il cofanetto di una gioielleria!
Alzai
lo sguardo e gli occhi di Massi mi
invitarono ad andare avanti.
Presi
un respiro e lo aprii. Rimasi un attimo
attonita dal contenuto del cofanetto: un bracciale. Era un bellissimo
bracciale
in oro bianco con un unico e semplice ciondolo. Il ciondolo era una
“V” con un
piccolo brillantino sulla parte superiore.
Non
avevo parole, non sapevo che dire.
Massi
prese il bracciale e poi con delicatezza
prese la mia mano sinistra. Alzò un po’ la manica
del mio cappotto e agganciò
il braccialetto intorno al mio polso mentre io ancora stentavo a
formulare un
pensiero di senso compiuto.
-Quando
siamo lontani-, cominciò Massi
togliendosi la sciarpa che aveva intorno al collo. –Siamo tu
ed io, separati.
Due persone che neanche si dovrebbero conoscere e che nessuno deve
vedere
insieme…-
Sbottonò
il primo bottone del cappotto e anche
un paio di bottoni della camicia che aveva sotto.
In
quel momento la vidi, una catenina in oro
bianco con un ciondolo: una “M” con un brillantino
sulla parte superiore! Era
identica alla mia “V”.
Prese
di nuovo la mia mano sinistra.
-Quando
siamo insieme però…-
Posò
la mia mano sulla pelle calda del suo
petto, e i due ciondoli si ritrovarono vicini, l’uno accanto
all’altro, in una
perfetta armonia.
-Quando
siamo insieme torniamo ad essere Massi e Vale,
sempre. Qualunque cosa
accada riusciremo sempre a tornare insieme.-
Mi
fissò negli occhi e mi sentii sciogliere
mentre le lacrime cominciavano a rigarmi il viso.
-E’
il nostro destino, Vale-, continuò con un
sorriso meraviglioso, dolce… pieno d’amore.
–Non ti libererai mai di me, non ci
sperare.-
Sbattei
le palpebre mentre un sorriso faceva
capolino sul mio volto.
Lui
mi strinse di nuovo a sé e io mi lasciai
cullare da quell’abbraccio, piena di emozioni e di
felicità.
Avvicinò
la bocca al mio orecchio e con una
voce quasi sovrannaturale bisbigliò: -Ti amo, e questo non
cambierà mai.-
Potevo
desiderare un Natale migliore di
quello?
Sarebbe
stato sicuramente impossibile avere di
meglio.
***L'Autrice***
Salve a tutte e BUON NATALE!!! (Lo so che è ancora la
vigilia ma a me piace fare gli auguri di Natale!)
Allora, spero proprio che questo piccola storiella vi sia piaciuta,
l'idea mi è venuta ascoltando per caso "Segreto" di
Alessandra Amoroso. Stranamente mi sembrava proprio adatta alla
situazione di Massi e Vale.
Comunque era giusto un modo per fare gli auguri e ringraziare
tutte le persone che in questi mesi mi hanno seguito e hanno seguito
soprattutto le vicende di Massi e Vale ne Il Figlio Della Prof.
Auguro a tutti un felice Natale e un fantastico 2010!
Un bacio a tutti, e un bacione enorme alla mia Chiara! XD
Ciao Kiss!
Francesca
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Capitolo 2 *** Sogno Di Bambina ***
Sogno Di Bambina
Sogno
Di Bambina
Era
Natale! Finalmente Babbo Natale avrebbe
realizzato il mio desiderio: trovare un bambino simpatico con cui avere
una
stupenda amicizia.
Lo
avevo scritto a Babbo Natale e sapevo che
lui mi avrebbe ascoltata, che avrebbe esaudito quel mio piccolo
desiderio.
Volevo
trovare tanto un bambino con cui
giocare, crescere e di cui innamorarmi.
A
cinque anni di certo sarebbe stato più
semplice ottenere una Barbie ma io volevo l’amore. Lo volevo
con tutte le mie
forze.
La
mamma mi aveva promesso di portarmi nel
pomeriggio al centro commerciale. Avevo saputo che ci sarebbe stato un
uomo
vestito da Babbo Natale che avrebbe regalato tante caramelle ai bambini.
-Pronta
per andare a trovare Babbo Natale,
Vale?- mi chiese la mamma aiutandomi ad indossare il mio cappottino
viola.
Ovviamente
sapevo che quello non era il vero
Babbo Natale, lui era troppo impegnato per poter perdere tempo a
regalare caramelle
pochi giorni prima di Natale. Gli elfi sicuramente ne avrebbero
approfittato
per rigirarsi i pollici se lui avesse lasciato il Polo Nord anche solo
per
un’ora. Senza contare che Babbo Natale vuole bene a tutti i
bambini nello
stesso modo e di certo quelli che sarebbero andati al Centro
Commerciale non
potevano essere così privilegiati. Queste erano cose
scontate, ma per far
contenta la mamma feci un gran sorriso fecendole credere che non
vedessi l’ora
di incontrare Babbo Natale.
Il
viaggio verso la nostra meta fu pieno di
commenti riguardo ai regali che volevo per Natale. Non mi andava che la
mamma
conoscesse il mio desiderio per Natale, solo Babbo Natale poteva
conoscerlo.
Quindi inventai che desideravo tanto una Barbie e un cagnolino.
Mia
madre mi sorrise.
-Probabilmente
Babbo Natale cercherà di
accontentarti ma un cagnolino forse è un po’
troppo impegnativo da
impacchettare e da portare su una slitta.-
Scossi
la testa stizzita tanto che alcuni dei
miei lunghi boccoli castani ricaddero in avanti coprendomi una parte
del viso.
-Sono
sicura che Babbo Natale mi accontenterà
riguardo al cagnolino e anche per tutto il resto.-
Desideravo
tanto un cagnolino però il mio
desiderio più grande era l’amore. Volevo
incontrare quel bambino a tutti i
costi. Babbo Natale mi avrebbe accontentata!
La
mamma parcheggiò con cura la macchina e
scendemmo. Subito una folata di vento gelido di sferzò il
viso provocandomi un
brivido incontrollato. Odiavo il freddo! Non lo sopportavo proprio.
Entrammo
con calma all’interno del Centro
Commerciale. Era veramente affollato, incredibile quanti bambini
avessero
risposto al richiamo di quel finto Babbo Natale.
Nel
vedere le decorazione che avevano
allestito all’interno del Centro Commerciale mi lasciai
andare ad un sorriso
pieno di gioia. Era questo che amavo del Natale: fuori faceva freddo ma
dentro,
con tutti quei fiocchi e quegli alberi decorati, si stava al caldo. Non
era
solo un calore fisico ma un tepore che arrivava fin dentro al cuore.
Mi
guardai attorno rapita da tutti quei colori
natalizi e caldi mentre la mamma mi teneva per mano e ne approfittava
per dare
uno sguardo alle vetrine dei negozi.
Il
dolce odore delle Crepes raggiunse il mio
naso facendomi brontolare rumorosamente lo stomaco.
-Hai
fame, tesoro?- mi chiese la mamma
chinandosi a guardarmi con un sorriso.
Annuii
un po’ rossa in volta.
-Vuoi
una Crepes con la Nutella?- il suo
sorriso era raggiante. Mia madre amava la Nutella molto più
di me quindi sapevo
benissimo che anche lei ne avrebbe approfittato per fare una bella
scorpacciata.
-Sì,
con i pezzetti di cocco-, risposi
sorridendo.
-Va
bene allora.-
Mi
accompagnò ad un tavolino che stava vicino
alla Creperia.
-Tu
siediti qui e aspettami. C’è un po’ di
fila
ma non dovrei metterci molto. Tanto lo so che non ti muoverai da qui.-
-Tranquilla,
mamma-, risposi con sguardo
serio. Sapevo che la mamma non voleva che mi allontanassi da lei e me
ne
andassi in giro da sola, quindi non mi sarei mossa di lì per
nulla al mondo.
-Brava
bambina-, disse lei accarezzandomi la
testa.
Mi
sorrise e si diresse verso il signore delle
Crepes che era letteralmente sommerso dagli ordini.
Il
mio sguardo cominciò a vagare
distrattamente per le vetrine dei negozi che si trovavano in quella
zona. Era
incredibile quanti bambini ci fossero, avevano più o meno
tutti la mia età e
molti di loro stringevano già tra le mani delle caramelle.
Sicuramente erano
già stati dal finto Babbo Natale.
-Mamma,
mamma-, stava urlando un bambino con sorriso
enorme stampato in faccia. –Babbo Natale mi ha detto che
riceverò sicuramente
la nuova pista per macchinine che volevo! Non vedo l’ora che
arrivi Natale.-
La
madre lo guardava sorridendo e poi alzò gli
occhi al cielo esasperata. Sicuramente non era la prima volta che il
bambino
faceva un’osservazione del genere.
Speravo
vivamente per lui che avesse scritto
la lettera a Babbo Natale perché dubitavo che il finto Babbo
Natale sarebbe
andato fino a casa sua per portargli la pista per macchinine che
desiderava.
-Ciao.-
Sussultai
spaventata a quella parola. Mi
voltai di scatto alla mia destra e notai che uno strano bambino con un
sorriso
a trentadue denti e due occhi azzurri luminosi mi stava fissando
felice.
-Ci
conosciamo?- chiesi distratta. Mi aveva
fatto prendere uno spavento enorme. Accidenti a lui!
-No-,
rispose lui senza abbandonare il suo
sorriso tanto dolce quanto vomitevole. –Però ti ho
vista qui da sola e ho
pensato di venire a farti compagnia.-
Mi
fece l’occhiolino e io per poco non mi
lasciai andare ad un’espressione schifata. E adesso che
voleva questa
sottospecie di alieno rivestito di buon umore?!
-Sto
aspettando la mia mamma, è andata a
prendere le Crepes-, risposi scocciata.
-Macco
Macco.-
Una
bambina molto piccola, poteva avere al
massimo due anni, con lunghi capelli biondi e gli stessi occhi
dell’altro
bambino lo stava strattonando per il lembo del maglioncino che
indossava.
-Che
vuoi Camilla?- chiese lui con uno sbuffo.
-Mi
potti da Babbo Natale?- continuò lei con
gli occhi che si stavano riempiendo di lucciconi.
-Appena
mamma e papà finiscono di comprare i
regali andiamo da Babbo Natale-, rispose lui con dolcezza.
-E
Massi? Iene anche ui?- La bambina sembrava
sul punto di piangere.
-Massi?
Ma non era con te?- chiese lui
sorpreso.
-Ha
seguito Mamma e Papà nel egozio.-
-Cosa
devo fare con quello lì? Non sa ancora
leggere e se ne va in libreria…-, la sua espressione era
divertita e scocciata
allo stesso tempo.
-La
smetti di parlare di me quando non ci
sono?-
Quella
voce, sentendola uno strano brivido mi
era passato lungo il collo.
Mi
voltai di scatto e i miei occhi
incontrarono i suoi: verdi, erano quello che di più verde
avessi mai visto.
Incastonati in un volto dai lineamenti dolci, incorniciato da una massa
di
capelli biondi un po’ lunghi e ribelli.
Chi
era quel bambino? Perché mi sentivo così
strana nell’incontrare il suo sguardo.
-I
vostri genitori mi hanno detto di venire a
chiamarvi-, continuò il bambino. –Dobbiamo andare
da quel tizio che finge di
essere Babbo Natale.-
Spalancai
gli occhi incredula. Anche lui
sapeva che quello non era il vero Babbo Natale.
-Ehi
tu.-
Si
stava rivolgendo a me per caso?
Alzai
un sopracciglio sorpresa. Non mi piaceva
il tono che aveva usato ma soprattutto non mi piaceva come mi stava
guardando,
neanche fossi stata un chewingum attaccato alla suola della sue scarpe.
-Ti
serve qualcosa?- chiesi scocciata.
-No-
mi disse con sguardo deciso, poi
continuò: -Sei venuta qui per chiedere i regali a Babbo
Natale?-
-Non
sono affari tuoi-, risposi incrociando le
braccia.
-Quello
non è Babbo Natale, alla tua età lo
dovresti sapere che Babbo Natale non esiste-, il suo tono saccente mi
aveva
sconvolto quasi più delle sue parole.
-Ne
hai le prove?- continuai con sguardo di
sfida.
-Come?-
mi chiese sorpreso.
-Hai
le prove del fatto che Babbo Natale non
esiste?- insistetti con sguardo sicuro.
Ma
chi si credeva di essere quello lì per
venire a rompere le
scatole a me?
-Non
ho le prove, ma non ho nessuna prova
della sua esistenza.-
-Invece
le prove della sua esistenza ci sono
eccome. Tutti gli anni sotto l’albero trovo i regali e sono
sempre tutto quello
che ho chiesto nella lettera, quindi lui esiste.-
-Sono
i nostri genitori a comprare i regali a
mettere i regali sotto l’albero-, ribatté il
bambino con sicurezza.
-I
miei genitori non hanno il tempo per andare
in giro a comprare regali, quindi è per forza Babbo Natale a
portarli. Comunque
non capisco perché stai ancora qui a parlare se sei sicuro
della tua teoria-,
risposi acida.
Volevo
che quel bambino sparisse! Avevo già
sentito quella storia riguardo al fatto che fossero i genitori a
mettere i
regali sotto l’albero ma io non ci volevo credere, volevo
credere che fosse
Babbo Natale a scendere dal camino e a depositarli con cura sotto il
mio
albero.
-Sono
solo venuto a cercare quei due, tu non
eri compresa nel prezzo-, rispose
lui fulminandomi con lo sguardo.
-E
allora, vattene e lasciami in pace!- esclamai
con le lacrime che stavano cominciando a premere dietro gli occhi. Quel
bambino
era proprio cattivo, non sapeva neanche cosa fosse la delicatezza.
-Massi,
potresti essere un po’ più gentile-,
mormorò Marco afferrando il suo amico per il braccio e
trascinandolo via.
-Non
mi va di essere gentile con un’acida come
quella-, lo sentii dire poco prima che sparisse divorato dalla folla.
Pochi
secondi dopo mia madre ricomparve con in
mano due Crepes fumanti, alla sua aveva già dato un morso.
-Ecco
qui, Vale- mi porse la Crepes con un
sorriso.
Aveva
un aspetto magnifico ma il mio stomaco
era ancora sottosopra per quello che era successo. Quel bambino mi
aveva
davvero irritata, neanche la Crepes era riuscita a farmi ritrovare il
buonumore. Accidenti a lui!
Quando
finimmo la Crepes- io ci misi una vita
a causa dello stomaco chiuso- ci alzammo e seguimmo la massa che si
dirigeva
verso Babbo Natale.
Quando
lo vidi lì, seduto su quel trono di
legno, con il suo pancione, la barba bianca e il viso gioviale avrei
dovuto
sentirmi contentissima e invece non riuscivo a sorridere. Quel bambino
mi aveva
davvero scioccata.
Ci
mettemmo in fila così da poter parlare con
il finto Babbo Natale quando mi accorsi che poco più avanti
di noi c’erano
anche quei tre bambini che avevo incontrato prima accompagnati da un
uomo e una
donna che sembravano assolutamente l’apoteosi della
felicità. Forse era da
molto tempo che non si prendevano una pausa dal lavoro e che non
stavano un po’
con i loro figli.
Guardai
nella direzione di quel bambino biondo
e subito avvertii le lacrime che tornavano a pungermi gli occhi. Non mi
piaceva
piangere, era una cosa che detestavo. Piangere in pubblico poi per me
era
praticamente un tabù. Stavo cercando di resistere quando
avvertii una voce
sottile che diceva: -Mi dispiace.-
Alzai
gli occhi di scatto e solo in quel
momento mi resi conto che le lacrime mi stavano solcando il viso.
Era
il bambino con gli occhi verdi. Aveva lo
sguardo puntato sulle sue scarpe ed era completamente rosso in viso.
-Non
volevo farti piangere, mi dispiace se ho
detto quelle cose. A volte sono un po’ antipatico ma non lo
faccio apposta.-
Aveva
quasi bisbigliato quelle parole ma io lo
avevo sentito forte e chiaro.
Asciugai
in fretta le lacrime e mi stampai un
sorriso in faccia. Per una volta non avevo alcuna voglia di fare
l’acida.
-Tranquillo-,
risposi con calma.
Lui
alzò lo sguardo e mi ritrovai di nuovo a
guardare quegli occhi verdi e profondi.
-E’
Natale, non mi va di continuare a piangere.-
Avrei
voluto dirgli che quei suoi occhi non
dovevano vedermi piangere, che quel suo viso mi impediva di essere
triste un
secondo di più ma non fui in grado. Quel bambino non
riusciva a farmi pensare
come al solito. Mi bloccava.
-Allora…-,
cominciò lui con un sorriso. –Buon Natale.-
Mi
mise una mano sulla testa e mi scompigliò
un po’ i capelli.
In
genere mi sarei arrabbiata per un gesto del
genere ma non accadde, riuscii solo ad aprirmi in un sorriso ancora
più felice.
-Buon
Natale-, mormorai arrossendo.
Lui
mi guardò ancora per un secondo e poi si
voltò per tornare dai suoi amici.
Era
stato un incontro così strano che per poco
non potevo credere che fosse avvenuto sul serio. Quel bambino forse era
stato
il primo che mi aveva fatto provare delle sensazioni del genere, e da
una parte
speravo che un giorno il mio amore fosse stato proprio come lui. Non
speravo di
incontrarlo ancora perché sapevo che sarebbe stato
impossibile, ma almeno avrei
voluto che un giorno un ragazzo come lui riuscisse a farmi provare
ancora
quelle sensazioni così belle.
Lo
guardai allontanarsi e nel frattempo il mio
piccolo cuoricino si riempiva di attesa e speranza.
-Possibile
che ci sia tutto questo traffico?
Arriveremo tardi al cinema!-
Massi
era parecchio incavolato. Era la sera di
Natale, il nostro primo Natale insieme. Era riuscito a trovare un modo
per
incontrarci e mi aveva regalato quel braccialetto così
meraviglioso.
Sinceramente
non me ne fregava un fico secco
del cinema o della cena, per me il solo fatto di stare con lui bastava
e mi
riempiva di gioia. Massi però voleva che quella serata fosse
perfetta e il
traffico della sera di Natale non contribuiva a calmarlo.
-E’
Natale! La gente dovrebbe stare chiusa in
casa!- esclamò inserendo il freno a mano quando si rese
conto che la coda
formatasi sulla strada non si sarebbe mossa di un centimetro.
Sorrisi
divertita.
Lui
si voltò a guardarmi confuso.
-Come
mai ridi?- mi chiese alzando un
sopracciglio.
-Rido
perché sono con te- rimase un attimo
spiazzato dalle mie parole. –E’ il Natale
più bello di tutta la mia vita e
anche se lo passerò chiusa tutta la sera in questa macchina
non m’importa.
Voglio solo stare con te, il posto non conta.-
Gli
occhi di Massi cominciarono a brillare al
suono di quelle parole.
Si
sporse verso di me e delicatamente mi
accarezzò il viso. La sua pelle era fredda ma dolce a
contatto con la mia.
Nessun brivido di freddo mi percorse, lui era caldo nonostante fosse
freddo,
accendeva il calore più profondo nascosto in me.
-Come
fai a dire sempre la cosa giusta?- mi
chiese ammirato.
Le
sue labbra sfiorarono le mie in un bacio
quasi impercettibile, ma per me era impossibile non sentirlo.
-Non
è tanto difficile-, mormorai cercando di
restare concentrata. –Sono più intelligente di te
quindi tutto quello che dico
è giusto.-
Lui
alzò un sopracciglio divertito.
-La
tua umiltà mi sconvolge-, disse ridendo.
-E tu
sconvolgi me e tutto il mio mondo-, sospirai avvicinando
ancora le nostre
labbra.
Il
caldo mi avvolse completamente, quasi non
riuscivo a credere che fuori ci fosse il gelo quando dentro di me
sentivo letteralmente
divampare un fuoco inarrestabile.
Guardai
un attimo oltre Massi e quello che
vidi mi rese all’improvviso pensierosa. Un ricordo mi
avvolse, un ricordo che
credevo del tutto cancellato.
-Cos’hai?-
mi chiese Massi stranito.
-Quel
Centro Commerciale-, cominciai
indicandolo con lo sguardo, lui si voltò a guardarlo.
–Qualche anno fa lì c’era
un finto Babbo Natale che dava caramelle ai bambini. Chissà
se lo faranno
ancora.-
-Uhm…
Sì, me lo ricordo. Un anno ci siamo
andati anche io e Marco, con i genitori di Marco e anche con Camilla.-
Sussultai
a quelle parole. Mi sembrava quasi
che mi ricordassero qualcosa.
-Mi
ricordo che quell’anno Marco si era preso
una cotta per una bambina che aveva incontrato in quel Centro
Commerciale-, Massi
rise nel ricordare quel fatto. –Era incredibile anche a
cinque anni! Non faceva
altro che parlare di quella bambina, lo ha fatto per mesi. Devo
ammettere che
era carina, ma credo di averla fatta piangere. Non ricordo
perché…-
-Le
avevi detto che Babbo Natale non esisteva,
per questo si era messa a piangere-, le parole mi erano uscite di bocca
prima
che me ne rendessi conto. All’improvviso tutto mi era chiaro.
-E
tu come fai a saperlo?- mi chiese lui
confuso.
Chiusi
gli occhi stordita. Com’era possibile
che io avessi incontrato l’amore della mia vita a soli cinque
anni, e che dopo
tanti anni mi avesse fatto lo stesso identico effetto di allora?
-Ero
io quella bambina-, mormorai arrossendo.
Gli
occhi di Massi si spalancarono.
-Non
ci credo…-, borbottò incredulo.
-Ricordi?
Tu sei venuto da me mentre eravamo
in fila e mi hai chiesto scusa perché mi avevi fatto
piangere, non avrei mai
pensato che quel bambino antipatico sarebbe diventato così
importante per me.-
-Già
da allora io e te…- cominciò Massi.
-Già
da allora io e te…-
rincarai io. –Siamo sempre stati io e te.-
Allungai
una mano e scostando il cappotto di Massi
trovai il suo ciondolo con la M. Lo presi nella mano e quello si
ritrovò di
nuovo vicino al mio ciondolo con la V.
-Sai
cosa chiesi quel giorno a quel finto
Babbo Natale?-
Lui
mi guardava intensamente come se stessi
per rivelare il segreto più importante di tutto
l’Universo.
-Cosa?-
mi chiese accarezzandomi ancora una
volta la guancia.
Sorrisi
e mi avvicinai ancora un po’ a lui, al
punto che i nostri volti erano vicini, molto vicini.
-Gli
chiesi te.-
Posai
la mia mano sul suo petto tenendo ancora
stretto il ciondolo e mi unii le nostre labbra. Sfiorai delicatamente
le sue
labbra e poi con calma gli chiesi il permesso di entrare. Il bacio si
fece
sempre più profondo mentre Massi mi stringeva ancora di
più a sé.
Il
traffico cominciava a defluire e in
lontananza avvertivo i clacson delle altre auto incitare Massi a
riprendere il
volante e a togliersi di mezzo ma eravamo troppo impegnati per farci
caso.
Lui
era stato fin da bambina il mio sogno e
adesso che si era realizzato non avevo alcuna intenzione di lasciarlo
andare.
Mai più.
*******
-Buon Natale, piccolina-, mi
accolse il finto
Babbo Natale con un vocione caldo e gioioso. –Cosa vuoi per
questo Natale?-
Io lo guardai pensierosa e
alla fine, non so
dove e non so come, trovai il coraggio di chiedergli davvero quello che
volevo.
-Voglio innamorarmi di un
bambino biondo e con
gli occhi verdi.-
Babbo Natale mi
guardò confusa mentre i miei
occhi innocenti da bambina seguivano una piccola testolina bionda che
imboccava
l’uscita del Centro Commerciale.
Ormai ne ero certa.
Avrei sempre voluto solo lui.
***L'Autrice***
Ed eccomi qui, pochi giorni prima di Natale con
questa piccola One-Shot all'insegna della dolcezza che ha come
protagonisti, ancora una volta, Vale e Massi. Non lo so da dove mi sia
venuta fuori un'idea del genere ma spero che la storia non sia orribile
(anche perchè l'ho scritta con una febbre da cavallo, quindi
è probabile che faccia schifo).
Comunque sappiate che è dedicata a tutte voi! L'unico modo
che ho per ringraziarvi di tutto quello che dite e fate per me e per
sostenermi e quello di scrivere, quindi questa storia è il
mio regalo per Natale. Spero davvero che vi sia piaciuta e come al
solito vi ringrazio dal più profondo del mio cuore... *-*
Comunque
vi ricordo che potete trovare molto altro riguardo "Il Figlio Della
Prof" in questi siti:
Forum
Gruppo su
Facebook
Pagina su
Facebook (in cui pubblico spoiler sui capitoli successivi
e anche mie sciocche "pillole di saggezza")
Profilo au
Facebook (Scarcy Novanta)
Grazie a tutti!!! E BUONE FESTE!
Un bacio!
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