Certi amori non finiscono...

di sbrilluccica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solita routine ***
Capitolo 2: *** Occasioni ***
Capitolo 3: *** Una giornata movimentata ***
Capitolo 4: *** Confidenze e ... Tu! ***
Capitolo 5: *** Certe cose non cambiano mai ... ***
Capitolo 6: *** Cade la pioggia ***
Capitolo 7: *** Tra presente e passato. ***
Capitolo 8: *** Il Tempo ***
Capitolo 9: *** Voglia di ricominciare? ***
Capitolo 10: *** Paure e rivelazioni ***
Capitolo 11: *** Te lo chiederò un'ultima volta Potter ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Solita routine ***


                                                                                             

 

Solita Routine...

 

Quel caldo pomeriggio di fine Agosto le strade di Diagon Alley erano stracolme di persone che correvano in tutte le direzioni, gufi che bubolavano sperando di far colpo su qualche ragazzino che li guardava con aria sognante, pile di libri che coprivano il viso dei proprietari, madri esauste che cercavano di staccare i propri figli dall’allettante vetrina delle scope da corsa per trascinarli controvoglia dall’anziana sarta, e calderoni contenenti le piu strambe sostanze che emettevano forti vapori che andavano a diffondersi nell’aria. Ebbene si, anche quell’anno il primo settembre era alle porte.

Lily Potter, come ogni mattina da un po’ di tempo a quella parte, sedeva al tavolino di un bar consumando la sua colazione e sfogliando la gazzetta del profeta prima di dirigersi al lavoro. Nel guardare la scena che le si apriva davanti ai suoi occhi non potè evitare di ritrovarsi avvolta da un velo di malinconia.

Erano passati già tre anni da quando aveva detto addio a Hogwarts, eppure ricordava come fosse ieri quando correva anche lei per queste stesse strade tirandosi dietro suo padre con impazienza che troppo spesso veniva fermato da qualcuno, riusciva ancora a percepire l’eccitazione che provava. Riusciva a sentire ancora il battito accelerato del suo cuore mentre si accomodava sullo sgabello e il successivo boato mentre raggiungeva felice il tavolo dei grifondoro.

Gli anni che seguirono furono tra i più belli della sua giovane vita, tra marachelle, punizioni e partite a quidditch la bambina dai lunghi capelli rossi e gli occhi nocciola si trasformava in una ragazza. Ed eccole le prime feste, i primi baci e il primo amore.

Quando la sua mente formulò quel pensiero Lily sobbalzò lievemente e si ridestò dai suoi pensieri ,che stavano prendendo una piega dolorosa , giusto in tempo per accorgersi della presenza in lontananza di sua cugina Roxanne che la stava raggiungendo. Diede un rapido sguardo all’orologio e si accorse che si era lasciata trasportare troppo dai ricordi.

“In ritardò come al solito Roxy.” Disse mentre l’ombra di un sorriso si affacciava sul viso.

“Ma se non hai ancora finito di fare colazione.” Rispose la brunetta lanciando un’un occhiata alla colazione sul tavolo.

“Tutto questo via via mi ha distratto, comunque sarà meglio andare.” E mentre lo disse lanciò prima un’un occhiata alla folla di persone che se possibile era aumentata per poi pagare il conto.

Camminarono per quei pochi metri che le separava dalla fermata del Nottetempo, facendosi largo tra la gente e ridendo dell’espressioni di quelli che secondo la loro esperienza erano babbani.

“Certo che non deve essere facile, cioè da un giorno all’altro scopri che la magia esiste, tuo figlio ne è la prova e poi, beh ti ritrovi in questo casino.” Disse Roxanne per poi lasciarsi andare a una risata giocosa coinvolgendo anche Lly.

“Immagina quando entreranno nel negozio di bacchette.” Rispose Lily mentre pagava il biglietto.

“Perché le scope?”

Continuarono tra una battuta e l’altra, ridendo per le cose più assurde, la strada fino al San Mungo dove l’anno scorso avevano entrambe conseguito l’esame per diventare medimago. Una passione che condividevano entrambe fin da bambine e che finalmente dopo molti sacrifici avevano realizzato.

Appena varcarono la soglia del San Mungo si diressero negli spogliatoi, dove indossarono la divisa per dare il via ad una nuova giornata lavorativa.

Fu una giornata relativamente tranquilla per Lily che ora stava facendo un ultimo giro tra i suoi pazienti per controllare la situazione prima di tornare a casa.

Con gran sollievo notò che il piccolo Mattew stava molto meglio e tra poco avrebbero potuto rimetterlo, Mattew era stato il primo caso in cui Lily se l’era dovuta vedere totalmente da sola. Era arrivato qualche settimana prima dopo aver ingerito una quantità illegale di pasticche vomitose, come quel bambino di quattro anni ci fosse riuscito questo non l’aveva capito. Diede una leggere carezza al bambino e lasciò la camera.

 

 

 

 

                                                                                         ***

“Buonasera signorina Potter padrona” Lily si voltò di scatto portandosi una mano al cuore e incenerendo il povero elfo con la sola forza dello sguardo.

“Dannazione sono secoli che ti ripeto che non devi comparire all’improvviso in questo modo.” Sbottò Lily mentre il povero elfo abbassava la testa e metteva su una dell’espressioni più mortificate che poteva.

“Scusami Kreacther non volevo sgridarti, solamente mi hai preso alla sprovvista.” Dicendo questo si abbassò a carezzare la testa dell’elfo rivolgendogli un dolce sorriso che gli fece tornare il buon umore,prima di dirigersi in cucina.

“Ciao mamma, e tu piccoletto che ci fai qui?” Disse rivolgendosi a un bambino di nemmeno un anno seduto su un seggiolone che giocava con una piccola scopa in miniatura, con tanti capelli neri in testa.

“Bo- loo” Rispose quest’ultimo candidamente scatenando l’ilarità della nonna e della zia. Quel piccoletto era il figlio di suo fratello James che due anni fa si era sposato come da tradizione con una bellissima strega dai capelli rossi.

Lily prese in braccio il nipotino e cominciò a giocare con lui, facendolo ridere per le strane smorfie che metteva su, certo niente a che vedere con quello di cui era capace lo zio Teddy o il cuginetto Remus ma il bambino sembrava gradire lo stesso.

Quando finalmente tutta la famiglia fu riunita si misero a tavola e consumarono la cena tranquillamente. I suoi fratelli erano diventati entrambi Auror, anche se James per un anno aveva giocato a quidditch a livello professionista prima di capire che per quanto amava quello sport non era quello il lavoro adatto a lui. Albus invece aveva da sempre avuto le idee chiare sia per quanto riguardava il lavoro che in amore, infattoi dopo la bellezza di sei anni era ancora fidanzato con il suo unico e solo amore, nonché sua grande amica, Alice Paciock.

“Non so voi agenti 007, ma io ho bisogno di una doccia e di dormire. Buonanotte” Proruppe Lily dopo aver messo a posto con l’aiuto della magia la cucina e aver dato un bacio sulla testolina del suo adorato piccoletto.

 

 

                                                                                        ***

 

 

E proprio come ogni sera prima di abbandonarsi a Morfeo, la solita scena le si presentò davanti agli occhi.

Inizio flashback

“Sei sicura della tua scelta?” E quel tono le gelò il sangue nelle vene per quanto era freddo. L’aveva ferito, lo sapeva ma ormai era tardi.

“Si.” Disse in un sussurro senza neanche la forza di guardare quegli occhi di ghiaccio per un’ultima volta.

“Addio Lily” Disse con un tono che sconvolta com’era non seppe decifrare prima di voltarle le spalle e sparire lentamente dalla sua visuale.

Fine flashback.

Da allora erano passati due anni e non l’aveva più rivisto, dopo la fine della loro storia non era tornato più a Londra. O forse si? Ad ogni modo una cosa era certa, da lei non sarebbe più tornato.

 

 

BUONASERA A TUTTI, ERA DA UN PO' CHE VOLEVO SCRIVERE UNA LONG SU LILY E SCORPIUS E FINALMENTE ECCOLA QUA. SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO.

A PRESTO.

 

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Capitolo 2
*** Occasioni ***


 

OCCASIONI

 

L’ Autunno accompagnato da un tripudio di colori,profumi e sapori stava arrivando. Il paesaggio era caratterizzato da calde sfumature di rosso,giallo e arancio. Gli alberi cominciavano a spogliarsi delle loro foglie che andavano a posarsi sull’asfalto, umide di rugiada del mattino. Le giornate andavano accorciandosi mentre il caldo afoso lasciava spazio ad un leggero e piacevole venticello.

Lily non era una grande amante dell’autunno, mal sopportava il vento che le scompigliava i capelli facendoglieli ricadere davanti agli occhi ed ancora nutriva una profonda antipatia verso il rumore frusciante che le sue scarpe producevano quando entravano in contatto con quelle foglie assassine che, in più di un’occasione, la stavano spedendo al San Mungo sotto veste di paziente, più che medimaga.

Infine era terribilmente malinconico, nulla a che vedere con i fiocchi di neve e le luci colorate del Natale e fortemente lontano dai paesaggi floreali tipicamente primaverili. Ad ogni modo, si disse Lily, una volta arrivata davanti all’ingresso privato dell’ospedale, l’Autunno avrebbe lasciato il posto al Natale anche quell’anno. Pensiero tanto stupido quanto rassicurante.

La grande sala di accettazione del San Mungo era affollata di maghi e streghe che sedevano su traballanti sedie di legno aspettando, chi più chi meno, pazientemente il loro turno. Una volta indossata la sua veste, verde acido con una bacchetta e un osso incrociato sul petto, e preso la sua lavagnetta raggiunse i pazienti .

“Allora qual è il problema Signora?” chiese rivolgendosi ad una donna di mezz’età che rideva ininterrottamente. Neanche a dirlo, come risposta Lily ricevette una risata in faccia.

“Cominciamo bene”. disse a voce bassissima, invitando la signora a seguirla. Presero l’ascensore e si diressero al terzo piano. La corsia era piccola e piuttosto buia,visto che c’era un’unica finestra piccola molto in alto, di fronte alla porta. La luce proveniva perlopiù da altre sfere di cristallo luminose raggruppate al centro del soffitto. Le pareti erano rivestite di pannelli di quercia dove ogni tanto faceva la sua comparsa qualche quadro di vecchi maghi, che si erano rivelati ottimi guaritori.

Una volta nella stanza, Lily, che era a un passo dall’esaurimento nervoso a causa delle risate ininterrotte della sua paziente, le somministrò in tempo record la pozione e non aspettò neanche che facesse effetto, prima di lasciare la stanza. Incaricò una guaritrice di controllare la situazione e di chiamarla solo in caso di necessità.

Quelli erano i casi che odiava di più.

 

***

“Dottoressa Potter.”

Lily si girò intercettando il punto da cui proveniva la voce.

Si ritrovò davanti una giovane tirocinante che la guardava leggermente intimorita.

“Si sono io, mi dica.”

“Il professor Dartingon la sta aspettando nel suo ufficio.” rispose la ragazza, prima di allontanarsi e scomparire senza dare a Lily nemmeno il tempo di chiedere spiegazioni.

Il professor Dartingon era il primario dell’ospedale nonché medimago di altissimo livello, stimato in tutto il mondo magico per le sue scoperte e i suoi interventi.

Lily si incamminò verso l’ufficio e una volta arrivata bussò alla porta.

“Avanti” sentì dire da una voce autoritaria che proveniva dall’interno.

Aprì la porta ed entrò nella stanza. Quest’ultima era abbastanza grande, ma poco arredata : sulla destra c’era una libreria, mentre al centro era posizionata una scrivania sulla quale comparivano diversi fogli e cartelle che si muovevano da soli nelle più diverse direzioni.

Il Signor Dartingon era comodamente seduto su quella che doveva essere una costosissima poltrona di pelle di drago e la stava fissando da dietro i suoi occhiali rettangolari.

Il Signor Dartingon era un uomo sulla sessantina, non molto alto ma abbastanza robusto. I capelli ormai grigi non erano molti, mentre gli occhi nascosti dietro le lenti erano azzurrini, terribilmente simili a quelli di un vecchio preside di Hogwarts il cui ritratto si trovava nella stanza della preside.

“Si accomodi prego.” Le fece cenno indicandole la poltrona sulla sinistra. Lily eseguì l’ordine e si accomodò.

“Si starà chiedendo perché l’ho fatta venire qui?” in realtà Lily non se l’era proprio chiesto, insomma quello era il suo lavoro, ma ad ogni modo preferì mentire.

“Si, in effetti sono molto curiosa Signore.” rispose accennando un timido sorriso.

“Lo immagino. Ebbene nonostante la sua giovane età nutro una profonda fiducia verso il suo operato, ho curato io il suo tirocinio e ho potuto intravedere grandi potenzialità.”

“La ringrazio Signore, ne sono profondamente lusingata.” intervenne Lily, mentre la curiosità cresceva in lei.

“Vede mi è stato riferito che molto presto al Ministero verrà a lavorare un giovane mago talentuoso che ha studiato all’estero, dove ha potuto apprendere pozioni molto avanzate rispetto al nostro livello attuale.”

“Come lei Signore?” lo interruppe Lily che cominciava ad essere confusa: cosa c’entrava lei con questo mago da Nobel?

“Esattamente. Si stara chiedendo perché le sto raccontando queste cose, non è vero?”

Si, era vero pensò Lily, notando come il mago si divertiva a fare domande fortemente retoriche. Si limitò comunque a muovere il capo in segno d’assenso, sicura che se non lo avesse accontentato sarebbe stato capace di non continuare.

“Vede io credo che sarebbe opportuno creare una sorta di corso, dove anche voi giovani medimago potreste apprendere qualcosa in più.”

Lily continuava a capirci poco, lei non era mica una pozionista e inoltre il suo sogno non era lavorare al ministero nell’ambito delle pozioni, lei le pozioni le somministrava ai pazienti.

“Onestamente non capisco Signore” si decise a dire, anche per interrompere quel silenzio imbarazzante.

“Molto spesso noi medi maghi ci siamo ritrovati a lavorare spalla a spalla con Auror per la risoluzione di alcuni casi e questo binomio ha portato a grandi progressi. Una cooperazione tra maghi anche con professioni diverse aiuta lo sviluppo. Non crede anche lei che conoscendo nuove pozioni, antidoti e cure potrebbe svolgere al massimo delle capacità il suo lavoro?”

Ora Lily cominciava a capirci qualcosa: la cooperazione magica era il nuovo obiettivo del Ministero. Giusto qualche giorno prima, aveva sentito suo padre e James parlare dell’argomento, ma stanca com’era non ci aveva prestato attenzione. Riflettendoci bene, poteva essere una bella opportunità.

“Io credo di si. Ma cosa dovrei fare?” chiese affascinata dai mille pensieri che le vorticavano in testa.

“Il Ministro ha chiesto al giovane mago di tenere dei corsi al Ministero per determinate persone. Si baserà su un programma specifico e nel mentre condividerà con voi gli eventuali progressi. Ovviamente la nostra categoria è quella più interessata ma, anche gli auror non sono da meno e poi ancora gli studiosi di pozioni.” Concluse sorridendo.

“D’accordo Signore, voglio provare.” acconsentì Lily.

“Sapevo di poter contare su di lei. Ora può tornare al suo lavoro, ma prima le dispiacerebbe chiamarmi la dottoressa Weasley?”

“Mi dispiace Signore, ma oggi è il suo giorno libero.” Rispose Lily alzandosi.

“Allora gliene parlerò domani, se lei non mi anticiperà.”

“Anche volendo, non credo di riuscire a spiegarlo. Non fraintenda, ho capito, ma sarà meglio che lo faccia lei.”

“Perfetto, allora le invierò il mio gufo con tutto ciò che le occorre sapere.”

“Va bene, buona giornata Signore e grazie ancora per l’opportunità.” e così dicendo abbandonò la stanza.

 

***

 

 

Una volta a casa Lily parlò molto con suo padre della conversazione che aveva avuto con il Signor Dartingon.

Anche lui si dimostrò entusiasta di quell’ occasione e ripetè più volte, durante il corso della cena, quanto fosse fiero di lei.

Questa volta il treno stava passando per lei, a differenza del passato.“Perché non riesci a capire che non posso non farlo dannazione?” chiese il ragazzo,passandosi una mano sulla faccia con tono stanco.

“In America Scorpius, tu stai parlando di andartene in un altro continente, ti rendi conto tu?” rispose lei mentre le lacrime premevano per uscire.

“E’ la mia occasione Lily non posso rinunciare.”

“Ma così rinunci a me Malfoy.”…

 

QUESTO CAPITOLO E' STATO BETATO DA GILLYWATER CHE RINGRAZIO MOLTISSIMO PER LE DRITTIVE E I CONSIGLI. 

Per Luna 1312 : grazie sono contenta che la storia ti piaccia e spero continui a farlo. A presto.

Per Mayetta: bene allora siamo in due (anche di più) che adorano la coppia. Come hai potuto notare il contesto è diverso, il motivo sta nel fatto che volevo evitare una fic ripetitiva, visto che in quel contesto su di loro ne ho lette e ne leggo tante(alcune davvero bellissime) volevo qualcosa di diverso. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, a presto.

Per GillyWater: Ti ho già ringrazieto in privato ma preferisco farlo anche qui per i tuoi consigli. Io credo infatti, che le critiche siamo molto costruttive e personalmente mi aiutano parecchio quando scrivo. L'obiettivo è scrivere qualcosa di bello ma farlo anche bene, quindi ben vengano anzi sono richiestissimi commenti così dettagliati. Grazie ancora.

 

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Capitolo 3
*** Una giornata movimentata ***


Una giornata movimentata

 

 

Quel luogo era ancora peggio di come lo ricordava,pieno zeppo di babbani. Si chiese per l’ennesima volta cosa diavolo ci facesse lì, possibile che né la materializzazione né una scopa gli avrebbero potuto evitare una cosa del genere.

Volendo evitare le pessime figure fatte la volta precedente imitò gli altri viaggiatori, in modo da non ritrovarsi accerchiato ancora una volta da quegli idioti poliziotti babbani.

“Signore deve togliersi la cintura” gli disse una giovane ragazze seduta dietro un computer dall’aspetto appetibile,con fare cinguettante. Se non fosse stata una lurida babbana l’avrebbe anche assecondata.

“So cosa deve fare” rispose scontroso prima di fare quello che gli era stato chiesto.

 

Il volo su quel dannato uccello fu uno strazio vero e proprio. Fu solo quando una voce non definita, lo avvertì dell’imminente atterraggio, che tirò un sospiro di sollievo.

Guardò fuori dal finestrino e vide Londra in tutto il suo splendore. Da quanto tempo mancava da casa? Quante scuse aveva inventato con la sua famiglia, sua madre in particolar modo, durante le feste di Natale e di Pasqua?

Quanti compleanni era stato sul punto di tornare per poi cambiare idea?

 

***

 

“Lily, perché non provi anche questo? Sono sicura che ti starà un incanto.” disse Alice mentre le passava l’ennesimo capo di abbigliamento.

Alice Paciock, era una delle migliori amiche di Lily insieme a Roxanne. Si conoscevano da quando erano nate e potevano tranquillamente considerarsi sorelle, oltre al fatto di essere cognate.

“Tu dici? In realtà ho sempre pensato che il blu facesse a cazzotti con i miei capelli.” rispose Lily, guardando il maglione con aria circospetta.

Le due ragazze si trovavano da più di un’ora in quel negozio di abbigliamento, Lily era ormai stanca di quel continuo spogliarsi e vestirsi, nonostante amasse fare shopping. Una volta provato anche quel capo decise di rivestirsi e uscire dal camerino.

“Alice, io vado alla cassa.”

“Ti raggiungo subito.” le rispose l’amica da dietro un separè.

Una volta pagato, Lily aspettò che lo facesse anche Alice, poi uscirono dal negozio.

“Che ne dici di andarci a sedere un po’, mi fanno male i piedi.” si lamentò come di consueto Alice.

Lily, dal suo canto, aveva perso il conto delle volte in cui le aveva suggerito che le scarpe con il tacco non erano il massimo per andare a fare shopping.

“Chissà come mai” si limitò a dire, mentre alzava un sopracciglio per non dirle te l’avevo detto.

“Piantala, so a cosa stai pensando Lily e non è divertente. Lo sai che non riesco a provarmi niente con le scarpette.” sbuffò Alice mentre entravano nel bar.

“Wow, la mia migliore amica legge nella mente e io non ne sapevo niente. Povero fratellino, non ti si può nascondere niente.” la riprese Lily sedendosi al tavolino.

Ordinarono due cioccolate calde tra le risate di Lily e gli sbuffi di Alice.

“Lily, ma quello non è Christian?” chiese all’improvviso Alice mentre fissava l’ingresso del bar.

Lily non rispose, ma si limitò a voltare il capo nella direzione indicatagli da Alice. Cavoli era proprio lui.

Il ragazzo,forse sentendosi osservato, si voltò nella loro direzione. Appena i suoi occhi incrociarono quelli di Lily un sorriso magnificamente bello si formò sul suo viso.

Si stava giusto avvicinando a loro, quando la sua stradoa venne sbarrata da un gruppetto di tre ragazzine in piena crisi ormonali che lo assalirono.

Christian Cortin era un giocatore professionista di Quidditch oltre ad essere un ragazzo bellissimo. Era abbastanza alto e i capelli così come gli occhi erano neri, i primi leggermente lunghi i secondi terribilmente profondi. La cosa che a Lily piaceva di più in quel ragazzo era il suo sorriso. Un sorriso contagioso, si era ritrovata più volte a pensare.

“Ciao Lily, posso?” cavoli ma quando si era avvicinato? Fortunatamente Alice la salvò.

“Certo siediti pure. Io sono Alice, la cognata di Lily.” si presentò la mora.

“Piacere Christian.” le rispose cortese mentre si girava verso Lily.

“Allora come mai da queste parti?” chiese Lily, cercando di riprendersi dall’imbarazzo dovuto al modo in cui la guardava.

“In realtà cercavo te. Ti ho intravista fuori a quel negozio prima e ti ho seguita. So che non è una cosa nobile da fare, ma a mali estremi, estremi rimedi. Pensa che ero anche disposto a bere una pozione che mi spedisse dritto da te al San Mungo, quindi posso ritenermi fortunato, non credi?” domandò senza smettere di sorriderle.

“Stai scherzando vero?” chiese Lily tra il lusingato e il terrorizzato.

“Affatto” rispose come se fosse ovvio. “Ricordi la cena che mi avevi promesso?Ad ogni modo ti passo a prendere alle otto, ora devo andare.” concluse per poi alzarsi e sparire dal bar.

“Penso di essermi persa qualcosa.” intervenne Alice mentre Lily era ancora sotto shock.

***

“Maledizione” sbottò Lily mentre cercava invano di alzare la cerniera del vestito nero che aveva indossato. Poi si ricordò di essere una strega e lo fece con un incantesimo.

Era nervosa,eccessivamente nervosa anche se non ne conosceva il motivo. Insomma, non era la prima volta che usciva con Christian e le altre volte era stata anche bene. Li aveva presentati James quando giocavano nella stessa squadra anni prima. A quei tempi Lily frequentava ancora Hogwarts ed era fidanzata, nonostante ciò Christian non aveva mai nascosto il suo interesse per la ragazza quando si incontravano, scatenando così la rabbia del suo fidanzato e provocando numerosi litigi.

 

Comunque sia, a quei tempi Lily non aveva occhi che per il suo fidanzato per cui le allusioni e le frasi di Christian cadevano sempre nel vuoto. Poi quando James lasciò la squadra non si rividero più,questo fino all’estate scorsa.

Fu durante l’ultima festa di compleanno di suo fratello, che cominciò questa strana frequentazione tra i due.

***

“Potresti sempre venire a vedere una partita, così da verificare tu stessa.” le disse Christian, mentre con finta disinvoltura posava la sua mano su quella di Lily.

“Vedremo, ma sappi che difficilmente ammetto che qualcuno oltre a me sia capace di simili giocate.”lo prese in giro prima di dedicarsi al dolce, che le era appena comparso sul tavolo.

Stavano andando avanti così da un po’, passavano da un argomento all’altro prendendosi in giro e ridendo degli aneddoti che raccontava Christian.

Poi tutto accadde in un attimo. Come se fosse stata attratta da una calamità si voltò verso la vetrata del locale. Fu lì che li vide, un paio di occhi così familiari quanto estranei la stavano fissando dall’altro lato della vetrata.

Il sorriso le si gelò sulle labbra, il cuore cominciò a battere furioso mentre la testa cominciava a girare.

Solo una persona poteva avere quegli occhi ed era l’unica che non poteva essere lì.

 

 

 Per Mayetta : Chissà... Comunque da questo capitolo potrai avere qualche prova in più!!! Scherzi a parte spero continui a piacerti. A presto.

 

 

 

Un ringraziamento poi a chi ha inserito la storia tra le seguite e le preferite.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Confidenze e ... Tu! ***


Confidenze e … Tu.

 

Lily quella mattina continuava a rigirarsi nel letto. L’orologio, posto sul piccolo comodino vicino al letto, segnava le sette e lei non aveva nessuna intenzione di alzarsi.

La notte appena trascorsa, era stata una delle peggiori, non era riuscita a chiudere occhio, che si ritrovava l’immagine di Scorpius davanti.

Nonostante fosse difficile per lei credere che fosse davvero lui, non poteva accantonare la cosa addicendola a una mera fantasia. Insomma per quanto fosse assurdo, lui era lì.

Il suono della sveglia la fece sobbalzare, tanto era assorta dai suoi pensieri. Con non poca riluttanza spostò le lenzuola e si alzò dal letto, poi come ogni mattina fece una doccia veloce e si recò al lavoro.

Unica nota positiva :avrebbe lavorato soltanto mezza giornata.

Nota negativa : quella stessa sera, avrebbe dovuto prendere parte alla cena di lavoro per il nuovo progetto.

Il gufo, le era arrivato la sera prima e la invitava a presentarsi alle diciannove al Ministero.

***

“Lily, ma cosa diavolo stai combinando” le chiese una Roxanne piuttosto perplessa, mentre le andava vicino e le toglieva di mano quel che rimaneva del bicchiere di succo di zucca, che Lily si era inconsapevolmente rovesciata addosso.

“Come scusa?” chiese Lily, risvegliatasi improvvisamente dal suo stato di trans.

Una volta resasi conto della situazione arrossì violentemente. Cosa diavolo aveva combinato?

“Scusami Rox, vedi ero…”

“Immersa nei tuoi pensieri, figurati” concluse la cugina per lei.

Lily sorrise all’indirizzo della cugina, Rox riusciva a capirla meglio di chiunque, era una persona straordinaria.

“Che ne dici se pranziamo insieme? Così potrai raccontarmi tutto, e non dire che non c’è niente da raccontare,sei in uno stato pietoso.” disse tutto d’un fiato per evitare un inutile interruzione da parte della cugina.

“Va bene, ma ti avviso non ti piacerà.” rispose prima di lasciare la cugina e tornare al suo lavoro. Maledetta pausa, ma infondo sapeva che con Rox era tutto inutile.

***

La pausa pranzo, in quel caso la fine della giornata lavorativa, arrivò in un baleno.

Lily e Roxanne, come programmato si stavano dirigendo a pranzo. Avevano optato per una trattoria nei dintorni dell’ospedale, dove erano solite andare quando volevano prendersi del tempo per loro durante le pause lavorative.

Era un luogo abbastanza intimo e tranquillo. La maggior parte della clientela era formata da medi maghi, guaritori e uomini d’affari.

I tavoli e le panche erano interamente in legno, come quasi tutto l’arredamento.

Il proprietario all’apparenza poteva sembrare un vecchio burbero, ma Lily credeva che quell’atteggiamento da duro fosse solo una maschera.

Si accomodarono al loro solito tavolo e ordinarono.

“Avanti sputa il rospo.” esordì Roxanne, andando dritto al punto. I giochi di parole non erano mai stati il suo forte.

“Ieri sono andata a cena con Christian.” rispose Lily, scegliendo di partire da lontano.

Sua cugina non si scompose più di tanto, conosceva ogni singolo dettaglio della vita di Lily, inclusa la strana “amicizia” con Christian.

“Non ricordavo ti facesse quest’effetto. Ti stai innamorando di lui?” Roxanne conosceva fin troppo bene Lily per credere che fosse innamorata di Christian, infatti voleva solo provocarla.

“No. Ma cosa vai blaterando? Mi piace, è un bel ragazzo ma nulla di più.”

“Allora mi dici la verità” sbuffò, mentre il loro pranzo veniva servito a tavola.

Seguirono molti secondi di silenzio prima che Lily si decise a parlare.

“Ieri sera l’ho visto, voglio dire mi è sembrato di vederlo.” si corresse alla fine.

Il tono che aveva usato nel parlare, insieme al suo sguardo perso nel vuoto e ai suoi occhi improvvisamente vuoti, fecero capire a Roxanne di chi stesse parlando.

“Sei sicura che fosse lui?” chiese la cugina improvvisamente senza parole. Aveva pensato che in qualche modo lo stato catatonico di Lily derivasse da lui, ma non si aspettava di certo che l’avesse visto.

“Non lo so. So soltanto che sembrava così reale, ed era a pochi passi da me. Sto perdendo la testa secondo te?”

Per tutta risposta sua cugina scoppiò a ridere.

“Mia dolce Lily, tu la testa l’hai persa tanti anni fa.” rispose enigmaticamente.

Durante il resto del pranzo, Roxanne cercò di risollevare l’umore di Lily senza grossi risultati.

***

La sala ricevimenti del Ministero, quella sera era pieni di maghi e streghe in abito da sera.

Lily era arrivata da qualche minuto insieme a sua cugina Roxanne. Indossava un tubino rosso che le aderiva addosso come una seconda pelle. I capelli li aveva lasciati sciolti, arricciando le punte.

Roxanne, invece, indossava un vestito nero che le arrivava sotto le ginocchia e le lasciava la schiena scoperta. I suoi capelli infine, erano legati in un elegantissimo chignon.

La sala, era stata arredata molto elegantemente, nulla a che vedere con i festini del Lumaclub, si disse Lily mentre osservava rapita l’ambiente circostante.

“Il Ministero no ha badato a spese, vero Lily?” proruppe sue cugina, anche lei intenta a guardarsi intorno.

“Già.” rispose Lily, mentre un cameriere le si avvicinava con in mano un vassoio d’argento contenente calici di champagne.

“Signorina Potter, Signorina Weasley.” Le dirette interessate si voltarono nello stesso istante verso la voce.

Di fronte a loro c’era il professor Dartingon.

“Buonasera professore” dissero all’unisono.

“Vi prego seguitemi, vi presento un po’ di gente.” così dicendo le condusse verso un gruppo di persone che si trovavano vicino alla finestra principale.

“Signori, lasciate che vi presenti le mie pupille.” disse interrompendo il vociare di quelle persone, e facendo imbarazzare le due fino all’inverosimile.

Fu così che le due si trovarono a stringere le mani di parecchie persone, molte delle quali sgranavano gli occhi quando associavano il cognome della ragazza a suo padre.

“Per un attimo ho seriamente pensato che non ne saremo uscite vive.” sbuffò Roxanne, mentre finalmente si allontanarono dalla folla.

“A chi lo dici, a proposito penso che tu abbia fatto colpo su quel vecchio giornalista.”rispose Lily, aspettandosi una frecciatina da parte della cugina, che invece rimaneva in silenzio.

Lily fece per continuare ma l’espressione della cugina la fece desistere. Aveva gli occhi sbarrati e fissava un punto aldilà della sua schiena.

Si voltò per cercare di capire cosa avesse visto e quasi svenne.

A qualche metro di distanza da lei, molto più bello di quanto ricordasse , Scorpius chiacchierava con il Primo Ministro.

Era così vicino che se si concentrava, riusciva a sentire anche il suo profumo.

Il diretto interessato, forse sentendosi osservato, si voltò verso di lei.

Il suo sguardo così come la sua espressione vacillò per pochi istante, prima di indossare una maschera fatta di freddezza e indifferenza, per poi voltarsi di nuovo verso il suo interlocutore.

“Lily vieni, andiamo a prendere un po’ d’aria.” la salvò Roxanne.

Una volta raggiunta la balconata, Lily si sedette su una panca di marmo e si portò le mani al viso.

“Hai visto come mi ha guardata?” sussurrò rivolta più a se stessa che alla cugina, la quale capendo rimase in silenzio.

Rientrarono in sala solo un paio di minuti dopo, visto che il Ministro aveva iniziato il suo discorso. Inutile dire che Lily non ascoltò nemmeno una parola, questo fino a quando kingsley non cedette la parola a Scorpius.

La sua voce, per quanto tempo aveva sperato di risentirla?quante notti l’aveva sognata?

Ed ora eccolo lì, così vicino e allo stesso tempo troppo lontano.

 

 

ALLORA ECCOCI QUA, SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO. FINALMENTE DAL PROSSIMO AVREMO UN CONTATTO DIRETTO TRA I DUE PROTAGONISTI, VISTO CHE FINO A QUESTO MOMENTO HO CERCATO DI INTRODURRE LA STORIA.

FATEMI SAPERE!!!

PER MALTERIO: Grazie mille, sono davvero contenta che la storia ti piaccia , spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Avendoti tra gli autori preferiti seguo le tue storie e il tuo parere mi lusinga molto. A presto.

PER MAYETTA: Ok adesso non dovresti avere più dubbi, è proprio lui. Spero che il capitolo ti piaccia, fammi sapere e grazie mille per aver recensito. E’ bello leggere le vostre recensioni. A presto.

 

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Capitolo 5
*** Certe cose non cambiano mai ... ***


Certe cose non cambiano mai…
 

La stanza, dove si trovava Lily,era abbastanza ampia. Era stata adibita ad aula scolastica: c’erano delle file di banchi singoli con rispettive sedie rigorosamente in legno e una cattedra dal lato opposto.

A Lily sembrava di essere tornata a scuola. Prese posto insieme alla cugina in una delle file centrali, seguendo il motto non troppo avanti,non troppo indietro. Oltretutto, conoscendo l’insegnante non ci teneva proprio ad averlo ad un palmo dal viso.

L’aula si stava riempiendo sempre di più, segno che ormai mancava poco al suo arrivo. Inspiegabilmente, dopo aver formulato questo pensiero cominciò ad agitarsi.

“Lily tutto ok?” Chiese Roxanne avvicinandosi alla cugina.

“Certo, perché me lo chiedi?” rispose Lily fingendo indifferenza.

“Forse perché la tua gamba sembra attaccata dagli snaso, o forse perché stai distruggendo quel povero libretto indifeso? Tu che dici?”

Lily, solo in quel momento si rese conto che stava stritolando con fin troppo energia l’opuscolo che aveva trovato sul banco, e che la sua gamba sembrava muoversi come mossa da chissà quali forze, in un continuo susseguirsi di destra/sinistra.

“Forse sono solo un po’ agitata, ecco.” rispose sapendo di essere stata poco convincente. Certo anche Roxanne, che domande stupide.

Era normale essere un tantino agitate vista la situazione.

“Buongiorno.” proruppe una voce dall’ingresso dell’aula.

Una figura alta, fece il suo ingresso nell’aula e si avviò alla cattedra. Poggiò la valigetta su di essa, poi si tolse il cappotto e infine si voltò verso la classe.

“Penso sappiate già chi sia io, chi voi siate non mi interessa. Questo corso è solo per menti elevate, chi non si sente all’altezza può uscire tranquillamente.

Non perderò tempo dietro a degli incapaci, sia chiaro. Guardo alcuni volti per così dire conosciuti, e mi chiedo che diavolo ci facciate quì.

Questo corso non fungerà da diversivo dal vostro stupido lavoro, perciò chi è quì per perdere tempo segua il consiglio che ho dato agli incapaci.

Per il momento mi sembra di aver detto tutto,se mi verrà in mente altro vi renderò partecipi.” concluse tranquillamente prima di aprire la valigetta e tirarne fuori alcune pergamene.

“Certo Mr simpatia era e Mr simpatia è rimasto. Non trovi Lils?” sussurrò Roxanne a una Lily ancora visibilmente scioccata. Era certa che alcune frecciatine erano per lei. Ma come diavolo si permetteva? Voleva forse la guerra?

“Su questo non ci piove.”rispose Lily prima di venire interrotta.

“Dimenticavo, questa aula non è fatta per avere stupide conversazione tra di voi, se avete voglia di farvi quattro chiacchiere andate fuori.” sbottò Scorpius lanciando un’ occhiata a Lily che a sua volta, cercò di cruciarlo con la forza dello sguardo.

“Mi scusi professore, ops va bene se la chiamo così? Sa, nel suo monologo iniziale non ci ha detto come possiamo chiamarvi.”lo provocò Lily, rinata improvvisamente.

Non si era fatta mettere i piedi in testa da quel presuntuoso quando era poco più di una ragazzina, non l’avrebbe fatto neppure ora che era una donna.

Anche Scorpius parve sorpreso, ma ci mise poco a riscuotersi.

“Professore va bene, ma andrebbe ancora meglio se evitassi di chiamarmi.”sbuffò Scorpius accennando un quarto di gnigno perfido.

“Farò il possibile per compiacerla.” insistette Lily che cominciava a prenderci gusto.

“Cominci con lo stare zitta allora.”

Lily si morse la lingue per non rispondergli a tono, ma doveva ricordarsi che quelli non erano i corridoi di Hogwarts e che le persone intorno a loro, non erano interessati ai loro battibecchi.

Ma di sicuro l’avrebbe messo al suo posto il prima possibile.

***

La lezione stava trascorrendo tranquillamente, Lily dovette ammettere che Scorpius ci sapeva davvero fare, era chiaro e diretto. Inoltre con il suo modo di parlare riusciva a catturare l’attenzione meglio di qualsiasi altro professore avesse mai avuto.

Infine l’argomento seppur complesso era altrettanto interessante.

Inutile negare poi che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, ma cercava comunque di non lasciarlo vedere.

“Bene per oggi può bastare. Ora vi consegnerò queste pergamene che vi dovrebbero preparare alla prossima lezione, sia chiaro non fanno miracoli, ci deve essere qualcosa alla base.”concluse Scorpius facendo lievitare le pergamene sui banchi.

“Signor Malfoy, ma se troviamo delle difficoltà possiamo rivolgerci a lei?” cinguettò una voce femminile proveniente dalla seconda fila.

La ragazza che aveva parlato era una strega che Lily conosceva piuttosto bene. Le ricordava molto le oche starnazzanti del fan club di suo fratello, anche perché in passato ne faceva parte. Tuttavia Lily si chiese come quella sciocca fosse arrivata fino a lì.

“No, quando non capite vi arrangiate. Tuttavia date le circostanze posso fare un’eccezione”rispose mentre faceva scendere lo sguardo sulla scollatura della ragazza, che sorrise soddisfatta.

Lily,dal suo canto rimase immobile. Non riusciva a credere che lui stesse flirtando con un’altra davanti a lei.

Era abituata a vederlo fare il deficiente con l’altro sesso, ma questo prima.

“Lily dai andiamo.” la riscosse sua cugina capendo la situazione.

Lily si voltò verso di lei e le fece un leggero cenno d’assenso con il capo.

“Andiamo a prenderci una cioccolata?”chiese Roxanne mentre si avviarono verso l’uscita.

“No Roxanne, ho alcune commissioni da fare. Ci sentiamo stasera dai.”rispose Lily ricordandosi che doveva comprare il regalo di compleanno per il suo nipotino.

“Weasley, Potter vi state dimenticando qualcosa?” chiese una voce alle loro spalle.

Lily si voltò e stava per dargli una risposta che l’avrebbe “esonerata”dalle prossime lezioni, se non fosse che Scorpius l’anticipò.

“Dovete firmare il foglio, certo se non volete continuare, e qui mi riferisco in particolar modo a te Potter visto le tue incolmabili lacune e la tua ignoranza in materia, sarò ben lieto di sostenerti nella decisione di abbandonare.” la sbeffeggiò lui.

Lily lo superò senza rispondergli e andò a firmare.

“E’ gentile da parte sua preoccuparsi per me, ma risparmi le sue energie per attività più proficue, come ad esempio sgonfiare il suo ego, o ancora svuotare la sua testa dalla quantità enorme di segatura che la abita. Lei cosa ne pensi?”

“Credo che tu abbia perso di vista i ruoli. Ti consiglio sinceramente di non rivolgerti mai più a me con questi termini. Ricorda che posso sbatterti fuori da questo corso in qualsiasi momento Potter.”sbraitò Scorpius visibilmente arrabbiato.

“Mandami un gufo quando lo farai, così eviterò di venire fin qui solo per vedere la tua faccia da schiaffi Malfoy.” concluse Lily prima di voltarsi e andare via, seguita da una Roxanne palesemente sconvolta.

Quei due non cambieranno mai.

***

 

 

Camminava per le strade della Londra Babbana, avvolta nel suo cappotto bianco e guardando distrattamente le vetrine.

Faceva abbastanza freddo nonostante fossero solo gli inizi di Ottobre.

Quella parte di Londra l’aveva sempre affascinata molto, le macchine, gli autobus ed ancora i negozi. Erano totalmente diversi da quelli magici ma non per questo meno affascinanti.

Entrò in un negozio di giocattoli e prese a guardarsi intorno.

Avevo deciso di regalare a Mattew un gioco babbano, era sicura che sarebbe impazzito.

Ad un tratto, durante la sua ricerca venne attratta da un peluche posto sulla mensola di fronte a lei. Era un delfino.

Lily amava i delfini, ne era sempre stata attratta da quando suo padre la portò in un delfinario a Londra. Aveva nove anni ed era triste perché entrambi i suoi fratelli erano partiti per Hogwarts lasciandola sola.

Fu così che suo padre decise di farle quella sorpresa. Non aveva mai visto niente del genere,i delfini erano delle creature incantevoli.

Di scatto si portò una mano al collo, alla ricerca di quel ciondolo che teneva custodito sotto la maglietta.

“Che razza di Patronus è il tuo, Potter?le chiese Scorpius disgustato.

“E’ un delfino Scorpius. E levati quell’espressione dal viso perché è bellissimo”

“Un che?”

“Un delfino,è un mammifero. Vivono nelle acque e…”

“Tipo Priova Gigante?”

“No! Ma che dici? I delfini sono buoni, oltre ad essere dotati di un’intelligenza fuori dal comune. Sono creature estroverse ed hanno un linguaggio tutto loro. Dovresti vederli, sono meravigliosi.”rispose Lily con aria sognante. Raramente l’aveva vista parlare di qualcosa con tanta euforia.

“Come hai detto che si chiamano?”

“Delfini, un giorno te li farò vedere.”

Qualche mese dopo

“Buon Natale Lily.” Le disse Scorpius porgendole un pacchettino.

Lily gli sorrise dolcemente, poi si affrettò ad aprire il regalo. Era sempre stata una curiosona.

Quando finalmente aprì la scatoletta rimase senza parole. Era una catenina d’oro bianco a cui era appeso un ciondolo a forma di delfino, che però non aveva un colore definito. In quel momento era di un azzurro pastello ma sembrava pronto a cambiare. Possibile che fosse magico?

“Non è magico,o almeno non lo era quando l‘ho comprato. Gli ho apportato qualche modifica:cambia colore in base all‘umore di chi lo indossa. In questo modo sarà più facile per me capire i tuoi continui sbalzi d‘umore.” disse Scorpius come se l’avesse letto nella mente.

“Sai se sapevo che bastava un delfino per farti chiudere la bocca, ci avrei pensato prima.”

“Stupido, è solo che mi hai sorpreso. E’ bellissimo.”disse prima di baciarlo e lasciarsi stringere da lui.

Guardò il delfino e vide che era diventato rosso. Sorrise felice come non mai.

Ha bisogno d’aiuto signorina?” chiese una giovane ragazza avvicinandosi a Lily, che solo in quel momento si ridestò.

Chissà di colore era ora?

 

ECCOCI ALLA FINE DI UN ALTRO CAPITOLO. SPERO VI SIA PIACIUTO.

A PRESTO.

GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE E LE SEGUITE,E A CHI LEGGE SOLTATO.

PER MALTERIO: Grazie mille davvero, sono felice che la storia ti piaccia così tanto. E’ vero i primi capitolo erano un po’ malinconici ma mi servivano per introdurre la storia, questo invece è leggermente diverso tranne per la parte finale dove Lily si perde nei ricordi.

A presto.

 

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Capitolo 6
*** Cade la pioggia ***


Cade la pioggia…
 

Il ticchettio della pioggia, quella notte era incessante, ogni tanto veniva sovrastato da quello dei tuoni che squarciavano il cielo.

A intervalli fissi, Lily voltava la testa verso la finestra della camera e si fermava ad osservarla.

Era inquietante, malinconica e sembrava entrarle dentro. Il silenzio opprimente intorno a lei,non faceva che accentuarla ancora di più.

Era l’una passata e i suoi genitori, così come Albus, dormivano, o almeno lei così credeva.

Il fracasso di un altro tuono, la fece sobbalzare così forte che, la piuma che prima teneva in mano le cadde per terra.

Era possibile che alla sua età avesse ancora paura dei tuoni? La risposta per quanto in solita, era sì. Purtroppo però non poteva più correre nel letto dei genitori o del fratello, sarebbe stato tremendamente imbarazzante.

Il motivo che la teneva ancora in piedi a quell’ora, era da ravvisare in quelle pergamene e in quei libri sparsi sulla scrivania. Si trattava di una relazione che avrebbe dovuto consegnare al suo “professore” il giorno seguente.

La relazione in sé, non era difficile, la vera difficoltà stava nel fatto che il gufo con la richiesta, era arrivato solo un paio d’ore fa ed inoltre detto come va detto, ci teneva particolarmente a fare un buon lavoro.

Era convinta, che lui avesse mandato i gufi con così poco preavviso solo per far fare a tutti loro un lavoro orribile, che avrebbe potuto contestare.

Fu proprio quest’ultimo pensiero che le diede la carica per continuare quel lavoro.

 

Aveva quasi terminato, quando un lieve bussare alla porta,che si aprì subito dopo, la interruppe.

“Immaginavo fossi ancora sveglia sai, con questo tempo non riuscivi mai ad addormentarti.” esordì Albus una volta entrato. Diede un rapido sguardo alla scrivania e proseguì. “Anche se immagino che stasera la causa sia diversa.”

Lily sorrise, suo fratello era sempre così protettivo e allo stesso tempo dolce nei suoi confronti. Era diverso da James, non era oppressivo, concedeva a Lily la sua libertà proteggendola a distanza.

Era l’unico che non le fece storie quando uscì allo scoperto con Scorpius, anzi quando vide la sincerità dei suoi sentimenti la incoraggiò anche, e fu anche l’unico che quando tutto finì era realmente dispiaciuto per lei.

Non che gli altri non le volessero bene, anzi, ma Albus era più riflessivo e diplomatico rispetto a loro.

“ In realtà mi vergognavo di correre nel tuo letto” scherzò Lily mentre faceva segno al fratello di sedersi.

“Sai per un istante lo avevo sospettato.”

“E’ per questo che sei venuto Al?”

“No non è per questo.” rispose e inspiegabilmente arrossì. “Vedi è da diverso tempo che volevo parlarti di una cosa, ma ultimamente le cose sono diventate due.” concluse fissando negli occhi la sorella.

“Ti ascolto, è successo qualcosa con Alice?”domendò Lily, cominciando a sondare il terreno. Le stava venendo un piccolo dubbio, che subito cacciò fuori. “O riguarda il ritorno di Scorpius?”

“L’uno e l’altro. Sai ho aspettavo che tu venissi da me, ma così non è stato. Non voglio essere invadente mi conosci, però sono preoccupato per te.”

“Non è necessario, io sto bene Albus davvero. All’inizio è stato un colpo, però poi mi sono abituata, e ti dirò da quando c’è lui le mie giornate sono più divertenti di prima.”

Ed era vero, con Scorpius in giro si sentiva terribilmente viva. Era come se si fosse risvegliata da un lungo sogno, come in quella favola babbana che le raccontava zia Hermione.

Suo fratello aveva assunto un’espressione divertita, ma che non poteva nascondere una lieve preoccupazione.

“Hai detto molto più di quanto mi aspettassi.” concluse enigmatico.

Lily decise che non voleva sapere altro, quello sguardo la preoccupava, così decise di cambiare discorso.

“Allora che altro mi volevi dire? Hai litigato con Alice?”

“No niente litigi per fortuna, la situazione è più delicata in realtà. Io vorrei chiederle di sposarmi” disse tutto d’un fiato senza alzare gli occhi da terra.

Lily, davanti a quella confessione sussultò. Non se lo aspettava, o forse si? Chiuse la sua mente per evitare di inceppare nel ricordo più doloroso che custodiva.

“Sono spiazzata, ma felice. Albus è una bellissima notizia. Sarete felici insieme.”

“Grazie, sei molto dolce Lily e solo che non so come chiederlo, sai con il libro che mi regalò James sui dieci passi infallibili per sedurre una strega, non si accenna a questo argomento.” concluse interrotto dalle risate di Lily.

“Davvero esiste questo un libro del genere? Ma è vergognoso che tu l’abbia letto.”

Albus però sembrò non sentirla.

“E se mi dice di no?” chiese in un sussurro.

Il sorriso di Lily si congelò sulle sue labbra e si voltò verso la finestra per non incrociare gli occhi da Albus.

“Non lo farà, ti dirà di si, anzi ti dirà mille volte si.” disse infine mentre una lacrima le cadeva sul viso.

 

***

Era in ritardo, stramaledettamente in ritardo.

Aveva perso mezza mattinata e parte del pomeriggio per aiutare sua cognata ad addobbare la Tana in vista del compleanno di suo nipote, che si sarebbe tenuto quella sera.

Avevano scelto di festeggiarlo alla Tana visto che nonno Arthur ultimamente stava poco bene e non poteva spostarsi.

Raggiunse finalmente l’ingresso del Ministero e si rese conto che mancavano ancora cinque minuti, poteva farcela.

“ Lily ma che fine hai fatto?” disse sua cugina Roxanne appena la vide entrare in aula.

“Perché? Non sono mica in ritardo.” si giustificò la rossa, mentre si liberava del cappotto e dei guanti.

“No, ma di solito sei sempre in anticipo, largo anticipo.” rispose. Lily non potè evitare si notare un leggere sarcasmo nelle parole della cugina.

“A proposito hai fatto la relazione? Dannazione ho impiegato due giorni per terminarla” ringhiò Roxanne.

“Non dirlo a me, per fortuna che ho ricevuto il gufo cinque giorni fa, altrimenti con gli impegni che ho avuto in questi ultimi tre giorni non avrei mai potuto completarla.” intervenne un’altra ragazza seduta davanti a loro.

Lily in quel momento si sentiva tanto una pentola a pressione,pronta a scoppiare da un momento all‘altro. Quel grandissimo bastardo. Ma l’avrebbe pagata, questo era certo.

Proprio in quel momento Scorpius entrò nella stanza accompagnato dalla sua solita strafottenza.

“Fuori le relazioni. Vi avviso se sono indecenti non le leggerò nemmeno. Infondo vi ho dato fin troppo tempo per lavorarci su, vero Potter?” concluse rivolgendole un sorriso di scherno.

“Sicuramente, anche se per persone particolarmente dotate come me, due ore sarebbero state più che sufficienti.” rispose noncurante mentre un espressione di puro fastidio prese forma sul volto del suo insegnante.

“Ho i miei dubbi.”disse prima di cominciare la lezione.

Lily non potè fare a meno di notare che gli sguardi che lui le lanciava erano sempre più frequenti, e questo anche se non voleva ammetterlo la lusingava non poco.

Nonostante ciò evitava di farsi strane idee, la loro storia era finita molto tempo prima e lei se ne era fatta una ragione anche se…

“La signorina Potter ci farà la cortesia di ripetere l’ultimo concetto.” proruppe una voce,

un po’ troppo vicino a lei.

Merda, era forse la prima volta che si distraeva, perché doveva essere così stronzo.

Di sicura non era l’unica, ma ovviamente la sola con cui se la prendeva.

“Non ho molto tempo Potter, e anche se l’avessi non lo perderei con te”

Questo non avrebbe dovuto dirlo, Lily lo guardò dritti negli occhi cercando di trasmettergli tutto il disgusto e la rabbia che quest’ultima frase le aveva procurato. E dovette riuscirci visto che lui decise di lasciarla stare, e le voltò le spalle come scottato.

***

Era appena uscita dall’aula e aveva tutta l’intenzione di materializzarsi stesso da lì, stava male e non riusciva a restare in quel posto un secondo di più.

“Lily, Lily aspetta.”

Si voltò di scatto, aveva riconosciuto la voce, ma lui che diavolo ci faceva lì.

“ Christian che ci fai qui?” domandò sconcertata.

“Io beh ero passato a salutare un amico, sapevo che eri qui e ho pensato di raggiungerti.” disse sicuro di sé. “Pensavo che potremo andare insieme alla festa, sempre se a te non dispiace.” le chiese mentre le spostava una ciocca di capelli rossi dal viso.

Un po’ per sfortuna, un po’ per il destino avverso ma fu proprio in quel momento che Scorpius uscì dalla stanza.

Continua…

Scusate non amo interrompere i capitoli ma questo stava venendo decisamente troppo lungo, mi sono lasciata andare un po’ troppo, e allo stesso tempo non volevo togliere niente perché mi era venuto tutto naturale. Ogni pezzo aveva un perché.

A presto.

GRAZIE A TUTTE VOI CHE AVETE MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE E LE RICORDATE.

UN GRAZIE PARTICOLARE POI A CHI RECENSISCE, FA SEMPRE PIACERE AVERE UN RISCONTRO, ALTRIMENTI DIVENTA UN TANTINO DEPRIMENTE.

Per Malterio : grazie mille dafne. Comunque si Scorpius non ha digerito per niente ciò che ha visto, anche perché Christian già non lo sopportava. L’essere stronzo fa parte del suo carattere, con Lily tende ad esserlo ancora di più anche per altri motivi…

Spero che anche questo capitolo ti piacerà.

A presto.
 

Per Mayetta : Inanzitutto scusa ancora per il macello dell’altra volta. Sono contenta che hai recensito e che la storia ti piaccia. Anche io adoro quando litigano. Anche se come hai detto tu sono cresciuti, molto spesso con determinate persone torniamo ad essere infantili quando ci fanno perdere il senno.

Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

A presto.

 

 

 

 

  

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Capitolo 7
*** Tra presente e passato. ***


Tra presente e passato
 


 

Faticava a prendere sonno quella sera, il motivo non voleva saperlo.

Già se la immaginava, rossa dalla rabbia, ad inveire contro di lui per quella stupida recensione.

Questa situazione gli piaceva, altrochè se gli piaceva. Nonostante i trascorsi, irritarla continuava ad essere una delle cose che preferiva fare.

Quando l’aveva rivista, per la prima volta dopo tanto tempo, aveva provato delle sensazioni forti : sorpresa, rabbia e delusione.

Se ne stava lì, mano nella mano con quel bastardo, seduta in uno stupido ristorante a ridere e scherzare.

Stavano insieme? Preferiva non pensarci. Non era sicuro di come avrebbe reagito.

Dovette aspettare solo la sera seguente per incontrarla ancora. Era andato a quella stupida festa indetta dal Ministero, e tutto si aspettava fuorchè ritrovarsela lì.

Se ne stava lì in compagnia della cugina, fasciata da un tubino rosso che lasciava poco spazio alla fantasia e che le scivolava addosso come una seconda pelle. I capelli erano sciolti, come li preferiva lui, ovviamente questo molto tempo fa.

Quando quella sera i suoi occhi incontrarono quelli di Lily, un solo pensiero gli attraversò la mente, averla. Poi, le immagini della sera prima, ed altre ancora, tornarono prepotenti nella sua mente e la rabbia tornò a impossessarsi di lui.

La guardò quella sera, non potevo farne a meno, era ancora maledettamente troppo bella, e lui non riuscivo a frenare il suo desiderio.

Quella sera, lasciò la festa subito dopo il discorso.

Nei giorni seguenti, si era ritrovato a pensare incessantemente a lei, ad anelare i loro incontri, e a ripetersi quanto fossi stupido per questo.

C’erano file di donne in attesa solo di un suo gesto, ma nella sua fottutissima testa c’era spazio solo per lei. Era sempre stato così.

Lei che lo sfidava, lei che lo ignorava, lei che in un tempo non molto lontano gli faceva battere il cuore. Lo stesso cuore, che prima di incontrare lei, era convinto di non possedere.
 

***

Quanto tempo era passato dall’ultima volta che lei lo aveva guardato in quel modo? A Scorpius sembrava essere passata una vita.

Ogni qualvolta lei lo guardava con disgusto, qualcosa in lui scattava. La rabbia aumentava e la voglia di farle ancora più male anche. Ma questo era il passato, non il presente.

La lezione finì e i corsisti lasciarono l’aula, lui invece rimase a sistemare alcune cose.

Quando uscì, lo spettacolo che gli si parò davanti agli occhi, lo uccise una seconda volta.

Lei era lì a poche passi da lui, lui che ancora una volta l’aveva ferita, troppo vicina a un uomo che non era lui. Un uomo che in quel momento la stava toccando, un uomo che in quel momento avrebbe ucciso a mani nude più che volentieri.

Da quanto tempo andava avanti quella storia? Era questo il motivo della loro separazione?

“Allora cosa ne pensa Miss Potter?” chiese l’idiota.

Assurdo,“Miss Potter”, più patetico di così.

Decise di intervenire, contro ogni buonsenso si avvicinò alla coppia.

“Suvvia, Miss Potter, non faccia attendere il cavaliere.” la scimmiottò con cattiveria.

“Si forse hai ragione, certe occasioni non ritornano.” gli rispose lei, spiazzandolo totalmente.

“Guarda guarda chi si rivede, Scorpius vero?” si intromise Christian.

“Mi fa piacere che tu questo ce l’abbia ben chiaro.” gli rispose, non considerando minimamente l’idiota che aveva di fianco.

“E con questo cosa vorresti dire sentiamo? Anzi lascia stare non mi interessa. Arrivederci Malfoy.” sbottò Lily, voltandogli le spalle e dirigendosi verso l’uscita.

Lui le prese istintivamente il polso per fermarla, sobbalzando leggermente per il contatto con la pelle di Lily. Aveva dimenticato quanto fosse morbida. Come scottato la lasciò subito dopo.

“Continua a scappare, tanto è l’unica cosa che sai fare.” concluse prima di lasciarla lì in mezzo al corridoio con troppe domande per la testa.

Quando uscì dal Ministero, una folata di vento gelido gli colpì il viso, ma non rabbrividì. Quel gelo bene si sposava con quello che portava dentro da tempo. Lo stesso di quella maledetta sera.

“Sposami” le chiese all’improvviso, quella parola era uscita dalle sue labbra senza che se ne rendesse conto, o forse c’era sempre stata in lui.

Da quando aveva saputo di dover lasciare Londra, di dover lasciare lei quella parola si era insediata in lui.

“Cosa?” fu la sola risposta di Lily.

“Ho detto sposami, e vieni via con me.”

“Tu pensi che questa sia una soluzione? Ma ti rendi conto di quanti anni abbiamo? Io sono appena uscita da Hogwarts, devo crearmi un futuro. E poi il matrimonio non è la soluzione.

Ma come ti viene in mente?”

“Le tue sono soltanto scuse.”gli rispose lui, sentendosi ferito come non mai.

La sua non era una soluzione a un problema, ma una reale volontà, legata ai sentimenti che nutriva per lei. Non avrebbe mai voluto nessuna oltre a lei, quindi adesso o tra un paio d’anni cosa sarebbe cambiato. Lui la amava, non glielo aveva mai detto apertamente perché non ne era in grado. Ma l’ amava e non sopportava l’idea di doversi separare da lei.

Quelle parole ovviamente restarono chiuse dentro di lui, ma infondo cosa sarebbe cambiato.

“Se un idiota Scorpius.” concluse lei, prima di allontanarsi da lui.

“Domani voglio una risposta.”

E la risposta arrivò, crudele come solo un rifiuto dalla persona che ami, a voler condividere la sua vita con te, può esserlo.

Erano l’uno di fronte all’altro, in una stanza troppo piccola per contenere tutte quelle emozioni e tutta quella tensione.

Lei lo guardava, gli occhi lucidi e colpevoli. Fu allora che capì, l’aveva persa.

Quel giorno sarebbe uscita dalla sua vita, e questa volta non ci sarebbero state scuse, biglietti, sguardi o altro, questa volta non ci sarebbe più rientrata.

“Sei sicura della tua scelta?” gli chiese, cercando di nascondere il dolore dietro un tono freddo e distaccato.

“Si.” rispose lei, senza neanche guardarlo negli occhi. E forse era meglio così, non sapeva nemmeno lui cosa avrebbe potuto leggervi.

“Addio Lily”

Non tornai indietro e lei non mi fermò.

Avrei voluto farlo? Forse si. Ma purtroppo io non sono quell’uomo, non sono un cavaliere, un principe o altro. Sono un bastardo, ma un bastardo che l’ha amata molto più di quanto avrebbe potuto fare chiunque altro.

Un bastardo che sanguina ancora, ma bravo a fingere.

Un bastardo troppo orgoglioso per perdonarla.
 

 

Scusate il ritardo ma sono state due settimane molto impegnative.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ho voluto provare il punto di vista di Scorpius, che ve ne pare?Fatemi sapere.

GRAZIE A TUTTI VOI CHE SEGUITE LA STORIA, L’AVETE MESSA TRA I PREFERITE O LEGGETE SOLTANTO.

Per Mayetta : Eccoti accontentata con il pov di Scorpius, spero ti piaccia e scusa l’attesa. Non so se rispecchia l’idea che ti eri fatta del suo pensiero.

A presto e grazie per i tuoi complimenti.

Per La Nika : Sono contenta che la storia ti piaccia, seguirò i tuoi consigli, spero la lunghezza di questo capitolo vada bene e che il capitolo non deluda. A presto.

Per malterio : Grazie mille e scusa il ritardo, ma queste settimane sono stata pochissimo a computer. Albus l’ho sempre immaginato molto simile al padre ed è per questo che l’ho descritto così, sono contenta che mi piaccia. In questo capitolo ho provato con il pov di Scorpius, speriamo di non aver fatto un kasino. A presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

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Capitolo 8
*** Il Tempo ***



Il tempo
 

Si dice che il tempo guarisce ogni ferita, che il suo trascorrere ti aiuta a dimenticare, a ricominciare.

Si dice che per ogni tramonto c’è sempre una nuova aurora, che per ogni cuore spezzato, c’è sempre qualcuno che sia in grado di rimettere insieme i cocci.

Si dicono tante cose, ma quante di queste sono vere?

Il trascorrere del tempo è davvero una cura?

Ricordo il tempo trascorso con te, i nostri litigi, i nostri abbracci, le nostre serate, la nostra immaturità e quel nostro modo di amarci.

Naturale per noi, impossibile da capire per gli altri.

Quello stesso tempo che è volato via dalle mie mani troppo in fretta, quel tempo che invece sembrava non passare mai quando piangevo per te.

Quante lacrime ho versato per te?

Durante la tua assenza sono andata avanti con la mia vita, sono cresciuta, ma il mio cuore mi ha seguita? O è rimasto in quella stanza fredda e anonima, vittima di un finale troppo scontato per noi?
 

Stupide parole, ecco cosa c’era scritto su quella pergamena, unica valvola di sfogo di una serata pietosa.

Il compleanno di suo nipote sembrava non finire mai.

Christian, così come Roxanne, non avevano fatto altro che lanciarle occhiate penetranti come a voler scoprire chissà quali segreti.

Albus aveva annunciato il suo fidanzamento con Alice, lei invece era stata tutta la serata vicino al suo amato nonno, che inconsciamente l’aveva protetta da più di un attacco.

Durante tutta la serata si era imposta di non pensare a lui, ai suoi occhi freddi, alle sue frasi taglienti e ai suoi doppi sensi.

Ora chiusa nella sua stanza, senza distrazione, la cosa risultava sempre più difficile.

Aveva una voglia matta di andare da lui, incurante dell’ora tarda, voleva affrontarlo, litigarci anche, tutto pur di non rimanere chiusa in quella stanza senza risposte.

Perché quella scenata? Era geloso di lei? Perché continuava a tormentarla?

Pensava di essere forte, di aver chiuso a chiave in un cassetto dimenticato tutto ciò che riguardava lui. Invece era bastato il suo ritorno per far ritornare tutto a galla.

Possibile che fosse ancora innamorata di lui?

Si era impegnata così tanto a fingere che non fosse così, che se ne era convinta?

Aveva bisogno di uscire, quella stanza era diventata troppo piccola per ospitare tutti i suoi pensieri.
 

***

 

Forse quella di uscire non era stata una grande idea, le strade erano deserte e il freddo insopportabile.

Sorrise amaramente, il destino sembrava ancora una volta giocare contro di lei.

Tutto era dannatamente uguale a quella sera.

Anche in quel caso era uscita per non pensare a lui, con l’unica differenza che, se i genitori l’avessero beccata, sarebbero stati guai.

Camminava, anche in quel caso senza una metà, per scacciare pensieri molesti.

Era tornata a casa per le vacanze di Natale con un grosso peso sullo stomaco.

Lui l’aveva baciata, il suo peggior nemico, il ragazzaccio più viziato e idiota che aveva avuto la sfortuna di incontrare, l’aveva baciata.

Il problema: le era piaciuto!!!

Sorrise, questa volta teneramente, a quel ricordo così tenero.

Si guardò intorno e si rese conto che aveva camminato non poco, dove si trovava?

Fece mente locale e rabbrividì istantaneamente, questa volta però il freddo non c’entrava niente.

Il suo subconscio l’aveva portata davanti casa di quell’imbecille.

La cosa più normale da fare era girare i tacchi e tornare a casa, bere cioccolata calda per riscaldarsi, lavarsi i denti e filare a letto come una brava bambina.

Ma lei non era una bambina…

E anche quando lo era stata, mai nessuno si era riferita a lei chiamandola “brava bambina”, forse qualche volta il suo papà, ma lui si sa, era di parte.

In men che non si dica si ritrovò davanti all’enorme portone, senza farsi troppi problemi, visto che coraggio e sfacciataggine non le erano mai mancate, bussò.

Come di consueto, si ritrovò davanti un elfo domestico e si maledì quando si accorse che era mezzo addormentato, doveva essere molto tardi…

Che diavolo stava facendo? Vabbè ormai il danno è fatto, l’unico rimedio era non rendere vano lo sforzo di quella dolce creatura.

“Desidera?” gracchiò l’elfo con una voce che di dolce non aveva proprio nulla.

“Entrare… Non ti preoccupare conosco la strada, torna pure a dormire” lo liquidò Lily sarcasticamente.

Adorava gli elfi, ma quelli che appartenevano ai Malfoy, avevano un non so che di insopportabile.

Si diresse verso la scalinata principale, sotto lo sguardo allibito dell’elfo, con una dose di coraggio ad ogni passo minore.

Stava quasi per tornare indietro quando avvertì un rumore provenire dalla stanza di Scorpius.

Evidentemente era ancora sveglio.

Si avvicinò maggiormente alla porta…
 

***
 

Non aveva voglia di tornare a casa, nonostante avesse promesso alla madre che avrebbe cenato con lei preferì non farlo.

Si maledì non poco per la sofferenza che aveva procurato negli ultimi anni a quella donna, che aveva come unico difetto, il fatto di amarlo immensamente.

Le strade di Londra erano troppo affollate per i suoi gusti, il Natale era alle porte, le strade addobbate e l’allegria della gente, lo infastidiva non poco.

Conosceva benissimo quella zona e sapeva anche dove andare. C’era un bar nelle vicinanze, stile Testa di Porco, che faceva proprio al caso suo.

Entrò nel bar, sotto lo sguardo curioso di molti clienti, che l’avevano riconosciuto.

Come suo solito se ne fregò altamente e senza farsi problemi si accomodò.

Subito una cameriere gli fu vicino e prese la sua ordinazione.

Era lì dentro già da un po’, quando la sedia davanti a lui si spostò.

Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti una ragazza che doveva avere più o meno la sua età.

Era una bella ragazza, ma il suo viso non gli era nuovo.

“Che diavolo vuoi?” chiese scortese come solo lui poteva essere.

La ragazza sorrise e ciò lo fece incavolare ancora di più.

“Non mi hai riconosciuto Scorps?” chiese, per nulla intimorita dalle occhiatacce del suo interlocutore.

“No, quindi capirai da te l’importanza che hai avuto nella mia vita”

La ragazza per tutta risposta rise ancora più forte mentre Scorpius mandava giù l’ennesimo bicchierino.

Pensava a lei, a lei che ora stava trascorrendo la sua serata con un altro.

Subito vuotò un altro bicchiere.

“Abbiamo frequentato Hogwarts insieme, proprio non ricordi?”
 

Lei che si faceva accarezzare da un altro.

Lei che arrossiva per un altro.

Lei che sorrideva ad un altro
 

Il bruciore alla gola non placava la sua rabbia.

“In realtà abbiamo condiviso anche altro” continuò con fare cinguettante senza accorgersi della totale assenza di Scorpius.
 

Lei che accarezzava un altro.

Le loro labbra incollate.

I loro corpi uniti.

Le sue promesse, solo bugie.

Il suo amore, solo una meteora.
 

Alzò il capo di scatto come in cerca d’aria, aveva bevuto troppo e non era più abituato.

C’era una ragazza davanti a lui, vuota come le bottiglie sparse sul tavolo, vuota come la sua vita, vuota come voleva fosse la sua mente anche se per poco.

“Andiamo” un ordine, non un invito.

Lasciò i soldi sul tavolo e uscì dal locale senza dire altro con la ragazza alle sue spalle.

“Allora hai capito chi sono?” chiese ancora una volta la ragazza, che stupida com’era non si era resa conto di niente.

Ancora una volta non ci fu risposta, e questa volta fu una fortuna per la ragazza, perché una risposta lui ce l’aveva, ma preferì tacere.

In meno di un secondo raggiunsero la casa di Scorpius, che ci mise poco a trascinare la ragazza nella sua camera.

Senza delicatezza, senza dolcezza la buttò sul letto e cominciò a baciarla con violenza.
 

Lei che diceva di amarlo.

Lei che lo abbracciava da dietro in mezzo ai corridoi, solo per il gusto di vederlo in imbarazzo.

Lei inconsapevolmente sensuale nei suoi modi da bambina.

Lei così abile nel fargli fare sempre ciò che voleva.

Lei così piena di vita.

Lei una frana in pozioni ma un asso del quiddittch

Lei così testarda e orgogliosa.

Lei così gelosa di ogni cosa riguardasse lui.

Lei, l’unica che lo faceva sentire importante.

Lei l’unica che non era disposto a perdere.

Lei così crudele nell’abbandonarlo.

Lei così decisa nel non seguirlo.

 

In un attimo metà dei loro indumenti erano per terra, mentre le loro mani si accarezzavano, chi per un motivo chi per un altro.

Non si era mai sentito così solo in vita sua, lì tra le braccia di una donna che non aveva nulla di bello, le sue mani non erano gentili, le sue labbra non sorridevano, i suoi capelli non danzavano sul cuscino, le sue guance non arrossivano ad ogni tocco.

All’improvviso avvertì dei passi nel corridoio, senti la porta aprirsi e si voltò di scatto risvegliandosi da quell’incubo.

Ed eccolo lì, l’oggetto dei suoi desideri, gli occhi spalancati, mentre la consapevolezza di ciò che stava accadendo si faceva spazio in loro.

Scorpius allontanò di scatto la ragazza da lui, mentre il rumore di un pop riempì il silenzio della stanza.
 

Lo scorrere del tempo non cancellerà mai il tuo ricordo.
 

 

Eccoci alla fine di un altro capitolo.

Che dire, troppo pesante?

Quando ho iniziato ascrivere la storia avevo una trama in testa, che capitolo dopo capitolo si è cancellata, i personaggi sembrano muoversi da soli.

Ad ogni modo volevo chiedere a chi recensisce se devo mettere il raiting arancione per questo capitolo anche se non credo alla fine non c’è scritto nulla di che, giusto?

Un’altra cosa, non esitate a dare pareri e consigli su qualsiasi aspetto della storia, sarò più che lieta di venirvi incontro laddove mi è possibile.

Come sempre ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite, le ricordate e chi legge semplicemente.

Per netta_ netta : grazie mille, ti dico di non preoccuparti perché anche io sono fan della coppia e amante del lieto fine, anche in questo capitolo c’è il pov di Scorpius, spero ti piaccia.A presto.
 

Per Fede_ e : grazie mille, sono davvero felice, addirittura riletto due volte??? Anche io quando un capitolo mi piace sono capace di rileggerlo anche più di due volte. Beh spero che anche questo sia all’altezza delle tue aspettative. A presto.
 

Per La Nika : grazie mille, mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto spero che anche questo ti piaccia. Per quanto riguarda i consigli sono sempre ben voluti, fidati mi servono molto. La lunghezza dei capitoli molte volte dipende anche nel voler dividere gli episodi per farmi una sorta di scaletta mentale, lasciando stare poi il fatto che non la rispetto proprio però…A presto.
 

Per Kiketta_ 8 : Inanzitutto grazie mille per i tuoi complimenti, ho preferito uno Scorpius/ Lily da adulti perché a Hogwarts ce ne sono troppo e temevo di essere ripetitiva. Scorpius in questa storia è il bastardo di sempre perché mi piace immaginarlo così, ma cerco di giocare con la sua maschera mostrando i suoi sentimenti palesi per chi legge ma di difficile interpretazione per Lily.A presto.
 

Per mayetta : hai fatto perfettamente centro, la situazione è proprio come l’hai immaginata tu, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Vediamo di far riaccendere la fiammella, ma come ben sai questi due raramente fanno la cosa giusta.A presto.
 

Per Aries_ Malfoy :Ciao grazie per i complimenti, per quanto riguarda il finale puoi buttare i fazzoletti perché io sono fissati con i lieto fine, almeno nelle storie, no? Odio quando leggo i libri e mi ritrovo davanti un finale strappalacrime, certo sono belli, emozionanti però…Spero di aggiornare presto.

Per Ami_ Chan : grazie mille, mi fa piacere che la storia risulta scritta bene e piacevole da leggere. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
A presto.

 

Per Malterio : grazie mille, che dirti hai perfettamente ragione, forse è per questo che le situazioni sono sempre così spinose.A volte non è facile aprirsi e mostrarsi, specialmente per determinate persone, e lo Scorpius che mi immagino io rientra in questa categoria sempre più affollata.Spero che il capitolo ti piaccia. A presto.

 

 

 

 

 

 

  

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Capitolo 9
*** Voglia di ricominciare? ***


Voglia di ricominciare?

 

Lily stava guardando la sua tazza di cioccolata apparentemente senza interesse.

Lo sguardo vuoto e delle profonde occhiaie, lasciavano chiaramente intendere che la notte appena trascorsa non era stata tra le migliori.

Furono le luci verdi, del camino alla sua destra, che la fecero tornare alla realtà.

Merda, fu il primo pensiero di Lily quando riconobbe l’ospite.

“Noi dobbiamo parlare” esordì Roxanne, mentre si toglieva il cappotto.

“Ieri sera eri irriconoscibile, e stamattina, lasciatelo dire, sei un mostro” continuò imperterrita di fronte al silenzio della cugina.

“Lo devo dimenticare, devo andare avanti con la mia vita, ma questa volta davvero” disse Lily sorprendendo la cugina, che tutto si era aspettata fuorchè trovarla così remissiva.

“Mi sono persa qualcosa?” chiese Roxanne dolcemente, andandosi a sistemare vicino a Lily.

“Ieri l’ho beccato con un’altra” svelò senza tanti giri di parole, ormai era stanca di nascondersi.

“Mi dispiace tanto, avevo sempre pensato che c’eri ancora dentro, ma…”

“No, invece mi è servito molto. E’ tutta la notte che non penso ad altro” la interruppe Lily.

“In che senso? Temo di non capirti.”

“Nonostante le nostre strade si erano divise molto tempo fa, solo stanotte ho realizzato che lui non è più mio. In tutto questo tempo è come se la sua presenza fosse sempre stata intorno a me. Lui non c’era, ma io lo sentivo.

Ho finto che lui non esistesse più, ma ho mentito, il mio amore per lui è rimasto immutato, ed è per questo che non sono mai riuscita ad andare oltre con nessun ragazzo.

Mi sono rifugiata nello studio, nel lavoro e in qualsiasi cosa mi tenesse la mente occupata.

Poi un bel giorno lui torna, ed è come se io mi fossi risvegliata da un lungo sonno.”

“Continuo a non capire, mi stai dicendo che lo ami ma allo stesso tempo vuoi dimenticarlo?” la interruppe perplessa Roxanne.

“Devo lasciarlo andare via, solo così posso tornare a vivere, ma vivere realmente Roxy non la pseudo vita che ho condotto fino ad ora.

Lui è il mio passato, il mio meraviglioso passato, ma è giunto il momento che io guardi al futuro.”

“Oh Lily non dire così” provò a consolarla la cugina.

“Roxanne io non ce la faccio più” disse scoppiando a piangere.

“Io non voglio più chiedermi come sarebbe stato se avessi accettato la sua proposta. Non riesco più a portare questo peso, fa troppo male” disse tra i singhiozzi.

“Di che proposta parli Lily?”

“Lui mi aveva chiesto di sposarlo”

Era la prima persona a cui lo diceva, non aveva mai parlato a nessuno della proposta di Scorpius, pensando che in questo modo sarebbe riuscita anche a dimenticarla.

“Da allora non è passato un giorno, uno solo Roxy, che io non mi chieda come sarebbe stato.

Riesci a capire, lui era lì, mi stava offrendo tutto se stesso ed io, io cosa ho fatto? L’ho lasciato andare via.”

“Eri così giovane, avrai avuto paura, non devi incolparti di questo. Ora hai la possibilità di rimettere tutto a posto, non arrenderti Lily, non è da te.”

“Non si tratta di combattere, io per lui questo già l’ho fatto e non avrei certo paura di farlo ancora, ma è la forza che mi manca.

Non voglio più perdere tempo dietro una storia finita, non voglio più buttare via neanche un secondo dietro ai ricordi, e ai mille se.”

“Lily esistono poche persone capaci di farti battere il cuore fino a farlo scoppiare, e quando trovi quella persona non devi lasciartela scappare, perché te ne pentirai”

Lily non rispose, guardò l’orologio e si rese conto che si era fatto tardi.

“Dobbiamo andare al corso” disse, poi si alzò e posò la tazza nel lavello.

“Possiamo anche farne a meno” tento Roxanne, pienamente convinta che quella non fosse una buona idea.

“Tranquilla, starò bene.”

 

***

La porta era chiusa, segno che la lezione era cominciata già, maledizione le avrebbe cruciate.

“Bussa dai, mica ci uccide” provò Roxanne.

“Tu dici, io non ne sarei così sicura” rispose Lily prima di bussare e aprire la porta.

“Ci scusi per il ritardo, abbiamo avuto un contrattempo, possiamo entrare?” chiese Lily garbatamente.

Scorpius la fissava impalato senza rispondere, il volto attraversato da molte emozioni.

“Prego, accomodatevi” rispose alla fine.

Le ragazze entrarono e si sedettero cercando di non creare ulteriori fastidi, Scorpius invece sembrava aver perso l’uso della parola.

“Allora ci stava dicendo delle nostre relazioni, Signor Malfoy” chiese un ragazzo, stringendo la mano della ragazza al suo fianco.

“Si esatto, alcune sono buone altre un po’ meno. Chi è Orlandy?”

“Io, perché?” rispose lo stesso ragazzo che aveva posto la domanda.

“Si dia il caso che la sua recensione e quella della signorina Merly sembrano scritte dalla stessa persona.” rispose fissando il ragazzo.

“Colpa mia” rispose la ragazza in questione.

“Si spieghi meglio signorina”

“Noi stiamo insieme” cominciò la ragazza.

“Questo l’avevamo capito tutti” la derise, riferendosi alle loro mani intrecciate.

“Già, quindi lui mi ha aiutata perché io avevo trovato qualche difficoltà”

“Le sembra una cosa matura da fare?” domandò, questa volta divertito.

“No.”

“Ad ogni modo non si preoccupi Signor Orlandy, capisco perfettamente la sua situazione” concluse prima di guardare Lily, che sembrava immersa nei suoi pensieri.

Sapeva a cosa stava pesando.

“Io e te siamo una specie di coppia, vero Scorpius” domandò Lily una volta che l’aveva raggiunto nel suo dormitorio.

“Potter la risposta a questa domanda mi pregiudicherà in qualche modo?”

“Assolutamente no” rispose troppo in fretta.

“Dimmi cosa vuoi, facciamo prima”

“Mifarestiimieicompitidipozioni?”

“Hai detto qualcosa?”

“Mi faresti i compiti di pozioni?”

“Scordatelo, non sono mica il tuo elfo”

“Ti prego, ti prego tu sei così bravo invece io non ci capisco niente”

“Potter non ci penso proprio”

“E dai Scorps, così possiamo stare un po’ insieme, se invece me li devo fare da sola ci metterò una vita” concluse maliziosamente.

“Sei una strega”

“Però ti piaccio!”

“Questo io non l’ho mai detto!”

“Affare fatto?” chiese Lily porgendogli la mano.

“Non abbiamo ancora discusso del mio corrispettivo. Allora cosa ci guadagno?”

“Questo lo vedrai amore” gli rispose prima di baciarlo.

“Vedo che cominci a ragionare da serpe, ma brava”

“Non hai visto ancora niente”

“Per ora mi sento un sottomesso”

“Tanto lo so che ti piace farti abbindolare da me” lo prese in giro lei.

Per tutta risposte lui la prese per le braccia, la voltò e la spinse sul letto.

Si mise a cavalcioni su di lei e cominciò a baciarla.

“Ci sono tante cose che mi piacciono” sussurrò al suo orecchio.

“Lo farai?”

“D’accordo ma non farci l’abitudine, lo faccio solo per non sentirti nelle orecchie, quando ti ci metti sei insopportabile” finse lui.

“Stare con te sta incominciando ad avere i suoi lati positivi, sai?” lo prese in giro prima di baciarlo ancora.

“Te ne posso mostrare altri mille se solo tu me ne dessi l’opportunità” stette al gioco Scorpius, anche se in quella frase c’era un fondo di verità.

“Non verrò a letto con te, perlomeno non ancora.” rispose provocandolo con lo sguardo.

“Vedremo”

 

“Lily ci sei?” chiese Roxanne, che stava cercando di attirare da un po’, e senza successo, l’attenzione della cugina.

“Si, certo” rispose Lily, non molto convinta.

Doveva smetterla, tutti i discorsi che si era fatta la notte precedente non erano serviti a nulla se continuava a pensare a lui in quel modo.

Alzò lo sguardo e si scontrò con Scorpius che era più vicino di quanto si aspettasse.

“Ha fatto un ottimo lavoro” le disse una volta posizionatosi davanti a lei.

“Grazie” rispose Lily sorpresa dalla gentilezza di Scorpius.

La lezione finì e Lily provò un gran sollievo, aveva bisogno di allontanarsi da lui e dal suo guardarla insistentemente, cosa voleva leggere nel suo sguardo?

“Lily aspetta” la chiamò lui un attimo prima che lasciasse l’aula.

Da quanto tempo non la chiamava per nome?

“Si?” chiese lei voltandosi e cercando di nascondere i suoi sentimenti dietro a una maschera.

“Possiamo parlare”

“Senti Scorps se è per ieri, vedi io ti chiedo scusa, non sarei dovuta piombare a casa tua in quel modo e a quell’ora. Davvero non c’è niente da dire, mi sono comportata da cafona, perdonami”

“Perché eri lì?” la interruppe lui.

“Io non lo so, ma non ha più importanza, volevo parlare con te, ma poi di cosa? Non abbiamo niente da dirci”

“Lo ami?” domandò a tradimento Scorpius, non tenendo conto delle parole di Lily.

“Ma di chi parli?”

“Lo sai di chi parlo, ti ho vista con lui. Ieri credevo avessi passato la serata con lui, non ti aspettavo per niente.”

“Si è vero ho passato la serata con lui, e con tutta la mia famiglia. Era il compleanno del figlio di James.”

“Lo ami?” chiese ancora una volta.

“No, ma forse conoscendolo meglio potrei anche innamorarmi di lui, non credo di avergli mai dato un’opportunità, almeno non davvero.”

“E’ uno sfigato”

“Sarà, comunque ora devo andare”

“Dove?”

“Ho il turno in ospedale tra un ora” e devo assolutamente allontanarmi da te.

“Ieri notte ero ubriaco, non è successo niente” se ne uscì all’improvviso lui.

Quelle parole erano state difficili da pronunciare, ma non poteva tenersele dentro.

A Lily sembrò di sentire l’eco dei mille pezzi del suo cuore rimbombarle nella testa.

Le immagini della notte prima… le avrebbe mai dimenticate?

“Non mi devi alcuna spiegazione” rispose semplicemente.

“Lo so” rispose e inaspettatamente si avvicinò a lei.

Lily si accorse che stava fissando il suo collo, poi capì.

“Lo porti ancora?” domandò sorpreso.

“Perché? Non dovrei? E’ un ricordo” rispose lei in leggero imbarazzo.

“I ricordi sono il nemico numero uno degli uomini” rispose Scorpius con fare saggio, allontanandosi da lei.

“Non è vero, quando una cosa finisce i ricordi sono l’unica cosa che ti resta, possono far male ma ti ricordano anche cosa sei in grado di essere.

Col tempo è questo che siamo gli uni per gli altri, un mare di ricordi.”

“Non ti ricordavo così filosofa Potter” scherzò Scorpius per alleggerire la tensione che si era create.

“Le persone cambiano Malfoy”

“Io non lo ricordo sai?” fece finta di non ascoltarla lui.

“Cosa non ricordi?” chiese lei sporgendosi a guardare l’orologio alle spalle di Scorpius.

“Come mai io e te non stiamo più insieme” la sorprese lui, tanto da farle perdere l’equilibrio.

“Tutto bene Signorina Potter?” chiese un funzionario che stava passando in quel momento.

“Si, non si preoccupi” rispose alzandosi.

“Signor Malfoy stavo cercando proprio lei, mi dovrebbe seguire dal Primo Ministro”

“Adesso?” chiese Scorpius con un tono di voce alquanto alterato, tanto che il suo interlocutore arretrò di scatto.

“Si Signore” rispose infine.

“Potter noi due abbiamo una conversazione in sospeso” disse prima di seguire il funzionario.


 

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO INSERITO LA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE, TRA LE RICORDATE E CHI LEGGE.

Per La Nika : grazie mille, mi fa piacere che la lettura del capitolo risulta scorrevole, e soprattutto che la storia continui a piacerti. Lily e Scorpius si stanno avvicinando all’atto finale e quello che è successo nello scorso capitolo mi serviva a smuovere un po’ la situazione.

Per Kiketta_8 : grazie mille!!! Quello che è successo nello scorso capitolo è servito a smuovere la situazione, ci stiamo avviando verso un confronto vero e proprio. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.

A presto.

Per Aries_Malfoy : wow sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto e spero che questo ti faccia lo stesso effetto!!! Lily ad ogni modo non ha fatto nessuna scenata a Scorpius in quanto l’ha presa diversamente, nonostante la sofferenza lei capisce che non ha alcun diritto su di lui, anzi la sofferenza che prova la spaventa perché si è resa conto che non è andata avanti, che Scorpius nonostante il tempo passato è rimasto sempre l’unico di cui è innamorata.

A presto.

Per Fede_e : Ciao sono felice che il capitolo ti sia piaciuto, spero ti piaccia anche questo, Scorpius ha sganciato la bomba che in qualche modo porterà i due a un confronto. Lily invece è spaventata dai sentimenti che ancora prova per lui, dal fatto che niente è cambiato in questi anni.

A presto.

Per mayetta : Ciao, come vedi ti ho messo l’accenno che mi avevi chiesto e nel prossimo capitolo vedrò di farci entrare qualcos’altro, il pezzo di Hogwart si può dire che l’hai ispirato tu con la tua richiesta perché non l’avevo programmato, spero ti piaccia. Per quanto riguarda il confronto qui abbiamo un accenno, il resto arriverà nel prossimo capitolo.

Grazie per i tuoi complimenti.

A presto.

Per Gikks : Grazie mille, sono davvero contenta che la storia ti piaccia, spero continuerai a seguirla.

A presto.

Per maltrerio : Ahahah ma guarda che infatti l’avevi già recensita, soltanto che me la sono trovata al primo capitolo invece che a questo.

Ad ogni modo come sempre grazie per le tua parole. Come hai potuto leggere i due stanno incominciando a deporre le armi. Lily è sconvolta non solo per quello che ha visto ma più che altro per il dolore così forte, non si aspettava che i suoi sentimenti per Scorpius fossero immutati nonostante la lontananza, sapeva che lui non poteva mai essere uno qualunque ma non fino a questo punto. Scorpius dal canto suo è stanco di questa situazione, vuole arrivare a un punto, vuole capire come stanno le cose, tra i due è quello più concreto!

A presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Paure e rivelazioni ***


 

Paure e rivelazioni...

 

Aveva passato la notte in bianco,indeciso se correrle indietro o meno. Ma correrle indietro per cosa poi?

Non riusciva a smettere di tormentarsi, c’era poco da fare, lui con la Potter non aveva ancora chiuso i conti. Avrebbe dato qualsiasi cosa per scoprire cosa aveva condotto la ragazza, lì da lui, a quell’ora tarda.

Possibile che? No, quello era davvero improbabile, eppure non riusciva a non vagliare quella possibilità.

Ad ogni modo le avrebbe parlato, non voleva si facesse strane idee. Non che si dovesse giustificare di qualcosa, sia chiaro.

Per un attimo aveva addirittura pensato che non si sarebbe presentata alla lezione, ma fortunatamente non fu così.

L’aveva fermata, mettendo da parte il suo orgoglio, e aveva cercato di chiarire alcuni punti che per lui erano fondamentali.

Si era reso conto che non l’aveva mai vista così arrendevole, e questo l’aveva spaventato.

Forse era stato proprio questo a dargli il coraggio di pronunciare quelle parole, a farle quella domanda, che non credeva nemmeno esistesse in lui, non più.

Ovviamente poi, come da manuale degli sfigati,quel deficiente, a cui avrebbe spaccato la faccia,li aveva interrotti.

L’aveva seguito controvoglia e si era incontrato con il Ministro. Incontro che gli aveva dato il colpo di grazia.

Le parole del Ministro rimbombavano ancora nella sua mente, come una grandissima presa per il culo, mentre si apprestava ad uscire da quel posto pieno di matti.

Non aveva nemmeno messo piede a Londra che già volevano sbatterlo fuori, assurdo.

“Il tuo corso sta avendo grande successo, pensa sia il Ministro Francese che quello Tedesco mi hanno personalmente chiesto di te.

Vogliono che tu vada lì, per un periodo di tempo da definire, per avere la possibilità di apprendere anche loro questi nuovi meccanismi.

Non è straordinario?”

Certo era dannatamente meraviglioso!

Con che faccia andava dalla Potter?

Questi erano i pensieri che lo tormentavano mentre rimaneva bloccato all’uscita del Ministero.

Sarebbe voluto andare al San Mungo, aspettarla di sotto e continuare la loro conversazione, ma alla luce degli ultimi avvenimenti si sentiva gelare il sangue nelle vene.

Dopo diverse riflessioni e pensieri poco consoni a un gentiluomo, si decise ad andare da lei.

Si, sarebbe andato al San Mungo e avrebbe trovato il modo di parlarle.

***

Come mai io e te non stiamo più insieme.

Può una frase distruggere la sanità mentale di una persona?

La risposta di Lily, mentre firmava alcuni documenti, era si.

Era arrivata al San Mungo con l’intento di farsi ricoverare, poi visto il via vai di gente ci aveva ripensato.

Con la mente molto lontana dal corpo, aveva cominciato ad occuparsi dei pazienti.

Ed ora eccola lì, seduta a uno dei tavolini del bar dell’ospedale, con in mano un succo di zucca e lo sguardo perso nel vuoto.

“Lily, Lily eccoti, devi seguirmi subito” la raggiunse una Roxanne, affannata e con gli occhi lucidi.

“Che diavolo succede Roxanne?”

“Si tratta del nonno Lily, ti prego vieni con me.”

Senza perdere altro tempo, Lily con il cuore in gola, seguì Roxy.

Suo nonno era da un po’ che non stava bene, ma l’altra sera le era sembrato tranquillo, insomma cosa diavolo stava succedendo.

“Di cosa si tratta?” chiese quando entrarono in ascensore.

“Non sono riuscita a capire, sono subito corsa a chiamarti.”

Quando uscirono dall’abitacolo la scena che le si parò davanti, Lily era certa, non l’avrebbe mai dimenticata.

Sua madre piangeva abbracciata al padre, Lily non l’aveva mai vista piangere.

Suo zio Ron teneva la testa tra le mani, mentre zia Hermione lo accarezzava, così come zia Angelina e zio George. Sua nonna invece, sua nonna le sorrideva incoraggiante, ma i suoi occhi erano vuoti.

“Papà?” domandò con voce tremula.

Suo padre gli fece cenno con la testa in direzione della madre, e Lily capì che non era il momento.

Nel frattempo dall’ascensore uscirono altri membri della famiglia, Lily fece loro un cenno del capo poi si diresse alla ricerca di un collega, prima di impazzire.

Nell’attraversare il corridoio si fermò vicino a sua nonna e senza dire niente le baciò la guancia, cercando di farle capire con un piccolo gesto che lei era lì.

Ci mise poco a trovare il medimago che aveva appena finito di visitare suo nonno.

Il suo sguardo non prometteva niente di buono e Lily si sentì mancare.

Senza fargli domande, lo superò e entro nella stanza dove si trovava suo nonno.

Le lacrime scesero prima che potesse fermarle, lui era lì, dormiva tranquillo e a Lily non era mai sembrato più indifeso di così.

Gli si avvicinò e senza fare rumore si sedette sul letto, vicino a lui.

“Nonno” disse semplicemente mentre si abbassava verso di lui.

“Signorina Potter venga di là, nel frattempo potrò finalmente far entrare vostra nonna” le ordinò il medimago di poco fa.

Lily seppur riluttante obbedì.

“Che cos’è successo?” chiese appena abbandonarono la stanza e raggiunsero il resto della famiglia.

L’uomo non rispose subito ma invitò Molly a raggiungere il marito, poi finalmente parlò.

“Il Signor Weasley ha avuto un altro attacco cardiaco, che nelle sue condizioni il corpo non è riuscito a contrastare in modo adeguato.

Purtroppo il suo cuore è molto debole in questo momento . . .”

Lily preferì non sentire altro, e si allontanò da tutto quel dolore, fino a correre verso una metà ignota.

Quel medimago si stava sbagliando, suo nonno si sarebbe ripreso anche questa volta, lei lo sapeva.

Le lacrime ormai le appannavano la vista quando andò a scontrarsi contro diverse persone con le quali non si scusò nemmeno.

Avrebbe continuato la sua corsa fino all’infinito se qualcuno non le avesse afferrato il polso, bloccandola.

Si voltò per mandare al diavolo chiunque si fosse permesso di ostacolarla, quando riconobbe Scorpius però le parole le morirono in gola, riuscì solo a piangere di più.

***

Non era mai stato al San Mungo, fortunatamente per lui, e dovette ammettere che era una gran bella struttura.

Le divise del personale però andavano abolite. Quel verde era osceno.

Si chiese come avrebbe fatto a cazzotti con i capelli di Lily, e sorrise al pensiero di lei che lo malediva, se solo avesse accennato a una cosa simile.

“Il Signore desidera?” gli chiese garbatamente una Guaritrice.

“Niente, per il momento sto bene così” la prese palesemente in giro lui.

“Ad ogni modo sto aspettando un’amica, mi siedo qui e non darò fastidio a nessuno” continuò poi, per non essere sbattuto fuori.

Questa gente non conosceva il senso dell’umorismo, si disse.

Era passata appena mezz’ora, quando decise che era stanco di aspettarla e quindi pensò di andarla a cercare. Certo, avrebbe prima aspettato che, la Guaritrice senza senso dell’umorismo, portasse il suo sguardo lontano da lui.

“Per Merlino, c’è Harry Potter di sopra” urlò una bambinetta sovraeccittata all’indirizzo della madre.

“Shh, non urlare”la riprese la madre.

Una Guaritrice si avvinò alla collega senza umorismo e le chiese se fosse vero.

“Si, hanno portato il Signor Arthur Weasley, purtroppo so che non se la passa bene” rispose con fare tragico.

Scorpius non ascoltò altro e comincio a girare il San Mungo alla ricerca di Lily.

Non fu difficile per lui trovarla, in quanto fu stesso lei a travolgerlo mentre correva disperata per i corridoi.

Scorpius riconoscendola le afferrò automaticamente il polso.

Era sconvolta e lui non seppe fare altro che stringerla a se. Passarono diversi minuti in quella posizione, lei che singhiozzava sul suo petto e lui che la cullava dolcemente, accarezzandole la schiena.

Una volta calmatasi, Lily si staccò malvolentieri da lui. Si asciugò gli occhi con un gesto frettoloso della mano e poi finalmente lo guardò.

“Vuoi un becchiere d’acqua?” le chiese Scorpius, seriamente preoccupato per lo stato in cui l’aveva trovata.

Non sapeva cosa fosse giusto dire o fare in quel momento, sapeva solo che non riusciva a sopportare la vista di quegli occhi lucidi e di quelle guancia bagnate.

“No grazie, sto bene così. Anzi scusami per prima, ero fuori di me. Piuttosto che ci fai tu qui?”

“Ero passato per incontrare un amico” mentì spudoratamente, e immaginò che Lily se ne fosse accorta, ma che altro poteva fare in quel momento?

Ciao Lily sono venuto qui per continuare il discorso di prima, ma visto lo stato pietoso in cui ti trovi sarà meglio rimandare.

No, era sicuro che quello era meglio non dirlo.

“Capisco. Scusami sarà meglio che torno di sopra, sono corsa via come una cretina prima” rivelò lei massaggiandosi le tempie.

Voleva andarsene?

Si rese subito conto di non essere molto d’accordo su quest’ultimo punto.

“Non penso che tornare sopra in questo momento ti faccia bene, se posso permettermi.

Che ne dici se insomma.., si ecco noi potremo, non so, andare a bere qualcosa insieme?” chiese dandosi del deficiente.

La Potter lo guardava incredula, forse neanche lei non credeva fosse così deficiente.

“Forse hai ragione tu” lo sorprese infine.

 

***

“ Potremo sederci in quel bar all’angolo, che ne pensi?” esordì Scorpius rompendo il silenzio.

Camminavano l’uno al fianco dell’altro stando ben attenti a non sfiorarsi, entrambi immersi nei loro pensieri per poter intavolare una conversazione.

“In realtà preferirei stare all’aperto. Che ne dici se prendiamo un caffè e lo andiamo a bere al parco?”

“Si, in effetti è proprio la stagione delle passeggiate all’aperto” ironizzò lui stringendosi maggiormente nel suo cappotto.

“Non ti facevo così freddoloso,sai? Ad ogni modo per me un cappuccino”

“Ok aspettami qui”

Fu così che si allontanò da lei per entrare nel bar e ordinare due cappuccini.

Nel frattempo continuava però ad osservarla dal vetro del locale. Era decisamente a pezzi e lui tanto per cambiare non sapeva cosa fare, non era mai stato bravo in situazioni del genere.

Avrebbe dovuto consolarla? Dirle che tutto sarebbe andato per il meglio?

Dopo aver pagato i due cappuccini uscì dal bar e andò verso di lei. Le porse il suo mentre vide che trafficava con uno strano arnese.

“Che diavolo hai in mano Potter?” chiese con evidente curiosità.

“Malfoy questo è un telefonino, un maledetto aggeggio babbano di un’utilità infinita, una sorta di gufo ma solo molto più veloce”

La faccia sconvolta di Scorpius riuscì finalmente a strappare un sorriso a Lily.

“Era mia cugina, mi ha scritto che il nonno sta meglio e domani tornerà a casa” continuò poi, prima di sedersi su una panchina del parco.

“E’ una buona notizia no?” chiese lui imitandola e andandosi a sedere al suo fianco.

“Il problema è che non sappiamo quanto ancora potrà reggere il suo cuore” rispose Lily sforzandosi di non piangere.

Nonostante il freddo, quel giorno c’era il sole e quindi il parco era pieno di bambini con i loro genitori, ragazzi e giovani coppie.

Lily si fermò ad osservarli e si trovò anche ad invidiarli. Erano tutti così felici, ognuno di loro si stava godendo la giornata. Quanto le mancava quella spensieratezza.

Anche Scorpius fissava i passanti, ma senza soffermarsi sulle loro attività, infatti aveva l’aria totalmente assorta, questo almeno fino al momento in cui venne colpita da una magicpalla. Lily non riuscì a trattenersi dal ridere, ma cercò di calmarsi appena incrociò lo sguardo inferocito di lui.

“Non crucerai mica quel bambino?” gli domandò mordendosi il labbro inferiore per non ridere.

“Non ho intenzione di andare in prigione per un motivo così futile”

“Da bambina ne avevo una uguale” disse lei indicando la palla.

Scorpiu la guardò stranito da quell’ultima rivelazione, ma non rispose.

“Ci giocavo con i miei fratelli, questo fino a quando James non decise che quella palla aveva vissuto troppo”

Questa volta Scorpius non potè fare a meno di sorridere.

“Piansi tutto il giorno, nonostante mio padre non la smetteva di ripetere che me ne avrebbe comprata un’altra. Lui non capiva, io non volevo un’altra palla, era quella la mia, quella a cui ero affezionata, su cui c’erano le mie iniziali e tutto il resto. Un’altra palla non sarebbe mai stata la stessa cosa. Quando ci affezioniamo a qualcosa, e questa cosa ci lascia non serva a nulla sostituirla.”

“Era solo una palla Lily” la interruppe lui scosso dall’ultima frase.

“Io non avrei mai voluto rinunciare a te.

Stavo lasciando Hogwarts per sempre, ed ero triste. Nonostante ciò la gioia di poter finalmente tornare da te era molto più grande.

Finalmente potevamo viverci la nostra storia, senza dover aspettare le vacanze.

Non ci sarebbero più stati treni che mi avrebbero separata da te.

Sul treno che mi stava portando a Londra pensavo a tutte le cose che mi sarebbe piaciuto fare, avevo le idee molto confuse, soltanto una certezza : tu. Qualsiasi cosa avrei deciso di fare della mia vita, tu ne facevi parte.

Puoi ben capire come la notizia della tua partenza mi abbia sconvolto. Ancora una volta le nostre strade si separavano, ciò mi fece provare una rabbia profonda.

Non era giusto che mentre io non vedevo l’ora di ritornare da te, tu pianificavi un viaggio oltreoceano”

“Ti avrei portata con me, se solo avessi accettato” la interruppe lui, sconvolto da quelle rivelazioni.

“Io non volevo che tu mi portassi con te, volevo che tu rimanessi per me! Lo so che è un pensiero molto egoistico, ma avevo appena diciassette anni.”

“Non è un pensiero egoistico” sussurrò lui guardandola dritto negli occhi.

Restarono molti minuti in silenzio a rimuginare sulle cose dette, ognuno perso in ricordi lontani, alcuni dolorosi altri no.

Entrambi poco convinti delle ragioni che credevano di possedere, ma forse una ragione non c’era in tutta quella storia.

A volte le cose succedono senza motivo, senza che tu possa fare niente per evitarle, ma nonostante ciò le conseguenze ricadono su di te.

Una parola non detta, una parola detta al momento sbagliato, una parola detta per il gusto di ferire, dopo peserà sul tuo petto come un macigno.

Il vero problema è l’orgoglio che ci contraddistingue che rende molto più facile dire quella parola che chiedere scusa poi.

“Ci sono mille motivi per cui tra noi non avrebbe funzionato, sai?” disse Lily, portando nuovamente l’attenzione di Scorpius su di se.

“Già. Però c’è ne almeno uno per cui avrebbe funzionato” rispose avvicinandosi a lei.

“Quale?” chiese Lily di riflesso.

“Questo” ghignò Scorpius prima di abbassarsi per raggiungere le labbra di Lily.

 

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE E A CHI LEGGE.

Per fede_e : davvero? Mi fa piacere, eccoti un nuovo confronto, spero che anche questo ti piaccia. La confusione sta sparendo piano piano… A presto.

Per mayetta : grazie mille. Si l’entrata in scena di Lily mi è servita per smuovere un po’ la situazione, visto che sono due testoni. Piano piano si stanno avvicinando di nuovo e stanno cominciando a mettere da parte l’orgoglio che li caratterizza. A presto.

Per Aries_Malfoy : Piaciuto il capitolo??? Come vedi i due testoni si stanno avvicinando sempre di più, non preoccuparti penso che si riappacificheranno, poi chi lo può sapere… ahahah scherzo! A presto

Per Ami_Chan : mi dispiace molto per la tua situazione, ma mai dire mai. Lily è forte ma a volte c’è bisogno anche di una spinta esterna per far si che le cose si rimettano a posto. Sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto spero che anche questo sia di tuo gradimento. A presto

Per La Nika : eccoti il capitolo, mica ti ho fatto aspettare molto??? Mi fa davvero molto piacere che il capitolo ti abbia emozionata spero che anche questo ci riesca. Per quanto riguarda la fine, mi dispiace ma si sta avvicinando, ma non preoccuparti ho altri progetti… ahahah !!! A presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

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Capitolo 11
*** Te lo chiederò un'ultima volta Potter ***


Te lo chiederò un’ultima volta Potter

 

Quei raggi di sole beffardi di metà Dicembre, non riscaldavano l’aria gelida che sembrava inghiottire ogni cosa.

Lily, bevve un altro sorso della sua cioccolata calda cercando di riscaldarsi, ma la missione sembrava impossibile.

Era in compagnia di Roxanne, seduta ad una tavola calda, non molto distante dall’ospedale.

Erano state fino a quel momento in compagnia del nonno, che sarebbe stato dimesso quella stessa sera. Lily era ancora preoccupata, nonostante lo avessero dimesso, le sue condizioni erano alquanto preoccupanti.

“Oggi è l’ultima giornata del corso, ti dirò ne sono contenta. Non che fosse brutto ma mi rubava troppo tempo” la ridestò Roxanne, che aveva terminato la sua cioccolata.

“Già” fu la risposta laconica di Lily.

“Stai pensando ancora a lui, non è vero?”

“Tu che dici?” le rispose Lily ironica, mentre giocava distrattamente con un fazzoletto tutto spiegazzato.

“Frequentarlo ti fa male, diventi acida quanto lui.”

“Roxanne che devo fare?” le chiese in un sussurro.

La sua sembrava davvero una preghiera.

“Tra poco lo rivedrai, e farai ciò che ti senti. Si te stessa Lily, il resto verrà da se” fu il sincero consiglio della cugina.

“Il fatto è che non lo vedo e non lo sento dal giorno in cui ci siamo baciati” si lamentò Lily, quasi fosse una bambina.

“Ed il fatto che tutto ciò è successo solo ieri è preoccupante, non trovi?” la prese in giro bonariamente Roxanne.

“Ti odio quando fai così. Comunque sarà meglio andare, non voglio arrivare tardi” rispose lanciando un veloce sguardo all’orologio che teneva al polso.

“Dillo che non vedi l’ora di rivederlo” continuò imperterrita, visto che all’inizio della lezione mancava ancora un po’.

“Roxanne adesso basta” sbuffò Lily, mentre indossava il suo giubbotto pesante, con tanto di guanti, sciarpa e cappello. Quello era di certo l’inverno più freddo degli ultimi anni.

Uscirono dal locale e subito una folata di vento gelido le investì, facendole seriamente pentire di non essersi smateriallizzate stesso dall’interno della tavola calda.

Si strinsero maggiormente nei loro abiti e dopo essersi lanciate un occhiata complice, vorticarono velocemente su loro stesse.

Varcarono le soglie del Ministero, lasciandosi andare a un sospiro di sollievo.

“Siamo in anticipo, non c’è ancora nessuno”constatò Roxanne, guardando l’aula.

“Già, senti faccio un attimo un salto da papà. Ti spiace?” domando Lily, liberandosi di guanti e cappello.

“No figurati, a dopo”

Le porte dell’ascensore, se così si potevano chiamare, si aprirono di scattò. Alcune persone uscirono, altre rimasero al loro posto.

Si accomodò all’interno, e fece un cenno del capo a mo di saluto.

L’ascensore partì subito, da piccola adorava entrarci e la divertiva molto che oltre a salire o a scendere, andava avanti e indietro.

Ora però le faceva venire il mal di stomaco, e la cioccolata bevuta poco fa, chiedeva la sua scarcerazione quando l’ascensore si fermò di botto.

Ne entrarono due uomini, troppo intenti a conversare per salutare.

“Se il Ministro l’ha fatto, avrà avuto i suoi motivi Democy” disse il più basso, e apparentemente il più anziano tra i due.

“Sicuramente, ma il ragazzo è da poco rientrato a Londra, mandarlo ancora in giro per il mondo non mi sembra ottimale. E’ un grosso potenziale che dovremmo tenere per noi” fu la risposta di quello che Lily capì essere Democy.

“Sarà, inoltro so per certo che nemmeno Draco Malfoy abbia preso bene la cosa”

A quel nome Lily sussultò, chissà a cosa si riferivano. Lily si sarebbe fatta ancora un giro solo per la curiosità di capire a cosa si riferissero. Sfortunatamente però, la voce annunciò l’arrivo al secondo livello e fu costretta ad abbandonare l’abitacolo.

Destino volle che l’uomo rispose giusto in quel momento.

“Neanche io sarei felice se il Ministero ogni volte che lo voglia, mandi mio figlio in giro per il mondo.”

“Io ne sarei onorato”

La parete alla quale si era appoggiata per non cadere era gelata, ma lei non se ne accorse.

Non sentiva più nulla, se non l’eco dei battiti irregolari del suo cuore. Non era giusto, si disse.

Non poteva essere vero, non dopo quello che era successo ieri, quel bacio, la sensazione di essere tornata a casa dopo un viaggio lungo e malinconico.

Non poteva perdere di nuovo tutto, nonostante ora come ora, non avesse niente.

Lo odiava, si lo odiavo per quello che stava facendo. Odiava la sua dannata bravura. Odiava tutto ciò che la circondava in quel momento, compresa la gente che indifferente le passava vicino.

 

***

Avrebbe dovuto cercarla? Forse.

Avrebbe voluto cercarla? Decisamente si.

L’aveva cercata? Orgogliosamente no.

Con una strana quanto agognata serenità percorreva i corridoi del Ministero, diretto all’ufficio del Primo Ministro.

Ad ogni passo si sentiva sempre più leggero, quella volta non aveva dubbi.

Niente e nessuno lo avrebbe allontanato da Londra, da lei.

Bussò alla porta del Ministro, ma non ricevette risposta.

“E’ nello studio di Harry Potter” lo informò una voce alle sue spalle.

Era una giovane strega, evidentemente la segretaria del Ministro.

“Perfetto lo raggiungerò” rispose serenamente.

Anche se incontrare Potter Senior non lo elettrizzava particolarmente.

“Aspetti Signor Malfoy le devo parlare” lo fermò la donna.

“Di cosa si tratta?” domandò seccato.

“Dovrebbe firmare alcun i documenti inerenti al corso che oggi si concluderà” lo avvisò intimorita.

Aveva sempre odiato quel genere di donne, nessuna lo rispondeva a tono, nessuna tranne lei. Le altre sembravano sempre impaurite e imbecilli.

“Lo farò dopo” rispose strafottente allontanandosi.

“Ma è urgente, Signore” lo rimbeccò lei, non sicura di poter osare tanto.

“Ci si vede” continuò imperterrito allontanandosi.

Scese rapidamente al secondo livello, e in poche falcate raggiunse lo studio del Signor Potter.

Ancora una volta bussò, ma fortunatamente stavolta ottenne una risposta.

Si accomodò all’interno dello studio salutando formalmente i due.

“Signor Malfoy, non dovrebbe essere al corso” chiese il Ministro sorpreso di trovarselo davanti, nell’ufficio di Harry Potter.

“Non si preoccupi è ancora presto, sono venuto in anticipo perché le devo parlare.”

“In realtà ora sarei impegnato con il Signor Potter, passi dopo nel mio ufficio”

“Non si preoccupi non le ruberò molto tempo, le dispiace Signor Potter?”

Harry fece cenno di no con la testa.

“Bene allora cosa voleva dirmi?” chiese il Ministro.

“Semplicemente che rifiuto la sua offerta” rispose Scorpius serenamente.

Il Ministro sembrava aspettarselo, nonostante ciò non rispose subito.

“Come mai? Se posso permettermelo non è un’ occasione da poco” provò il Ministro.

Scorpius sorrise divertito.

“Si lo so, come lo era lo stage di qualche anno fa. Ad ogni modo all’epoca ho fatto la scelta sbagliata e ho perso tutto ora non ci penso nemmeno a rifarlo, sarei un idiota. E modestia a parte, non lo sono. In realtà anni fa non avrei nemmeno mai detto una frase come quella di prima, ma la vecchiaia ci cambia” concluse ghignando.

Harry Potter invece lo scrutava impensierito, poi dopo si lasciò sfuggire un sorriso anche lui.

Forse aveva sbagliato a giudicare il ragazzo in passato.

“Sembri convinto, che dire, sicuramente troveremo qualcosa da farti fare”

“Si infatti, inoltre le sue conoscenze e capacità sono ben accette qui. Abbiamo più bisogno noi di lui” diede man forte Harry, stupendo il giovane Scorpius.

“Qualsiasi cosa state pensando, non andrò a insegnare pozioni a Hogwarts” concluse facendo ridere i due, prima di congedarsi.

Era seduto alla sua sedia già da un quarto d’ora,quando la classe, se così si poteva definire, si stava riempiendo. Lei però non c’era, la cosa lo stranì non poco, sua cugina era lì e di solito venivano sempre insieme.

Possibile che non si sarebbe presentata?

I ragazzi si accomodarono ma lui era restio a cominciare.

Al diavolo tutti, si disse.

“Signorina Weasley” chiamò in tono stupidamente formale.

“Si” rispose Roxanne, da un lato sorpresa di essere stata interpellata, dall’altro preoccupata per Lily che non aveva fatto più ritorno.

“La Signorina Potter oggi non verrà?” chiese fingendosi indifferente, con la convinzione di non esserci riuscito.

“In realtà siamo arrivate insieme. Eravamo in anticipo, così lei ha approfittato della situazione per andare a salutare suo padre, però non è più risalita. Se desidera vado a cercarla.”

“Non si disturbo, ci penso io. Non fate gli studenti idioti che si lanciano le palline durante la mi assenza, non ne avete più l’età” li avvertì prima di lasciare la stanza.

Dove diavolo si era cacciata adesso, possibile che non facesse mai niente di prevedibile.

Solo lei si poteva prendere la libertà di gironzolare indisturbata per il Ministero, senza dare conto a nessuno. Solo lei aveva quella faccia tosta.

Pensare a lei, era sicuramente meglio che pensare a lui, più precisamente a cosa era diventato. Sicuramente in passato non si sarebbe mai abbassato a tanto, andarla a cercare senza un reale motivo. Avrebbe dovuto pensare ad una scusa prima di raggiungerla, inoltre l’avrebbe rimproverata a dovere, lui non ammetteva i ritardatari.

La trovò appoggiata a una colonna, con l’espressione persa e i pugni stretti. Che diavolo le era successo?

“Lily” la chiamò avvicinandosi a lei, che al suono della voce di lui sembrò riscuotersi.

“Vai al diavolo” lo guardò furente prima di allontanarsi da lui.

“Sapevo che sarebbe successo, mi sono sempre detto che un giorno saresti impazzita totalmente, certo non pensavo così presto”

“Ed io invece sapevo che mi avresti fatta soffrire, certo non pensavo così tante volte” gli rispose velenosa sfidandolo con lo sguardo.

“Signor Malfoy” proruppe una terza voce, che Lily seppe già di odiare, prima di voltarsi a guardarla.

Come si immaginava era una giovane strega.

Chi altro poteva cercarlo? Ora che la guardava bene la identificò come la segretaria del Ministro.

“Sono impegnato” la liquidò lui.

“Come sempre” sbottò la terza incomoda, facendo partire la mente di Lily verso sceneggiature già viste troppe volte.

“Verrò dopo da lei, ora vada” sbottò Scorpius spazientito.

“La aspetto” precisò lei prima di andarsene.

“Che cosa stavi dicendo” chiese poi rivolto a Lily.

“Che sei uno stronzo, e che non voglio vederti mai più” quasi urlò prima di allontanarsi, richiamando l’attenzione di più di un passante.

“No ragazzina, tu non vai proprio da nessuna parte” la bloccò Scorpius trascinandola in un ripostiglio adiacente, chiudendo con un incantesimo non verbale la porta.

“Questo è sequestro di persona” sbottò lei.

“Ora mi dici cosa diavolo ti prtende, sei l’unica in grado di farmi saltare i nervi in questo modo” domandò,ignorando il commento di lei.

“Bene allora puoi anche andartene, c’è qualcuno che ti aspetta a quanto pare”

“Preferisco stare qui a litigare con te, piuttosto di incontrare qualsiasi altra donna” rivelò sapendo di colpirla.

Fu così, Lily non riuscì a ribattere nuovamente, troppo persa ad analizzare le parole di lui.

“Wow la logorroica Potter, senza parole” la prese in giro con affetto.

“Quando partirai?” gli domandò con la stessa convinzione di chi durante una partita a poker, abbassa le carte convinta della vittoria.

Scorpius non rispose subito, ma sorrideva emblematico.

“Non andrò da nessuna parte” rispose abbassando la sua scala reale, lasciando Lily senza parole, ma questa volta davvero.

“Come mai?” sussurrò infine, abbassando lo sguardo.

“Perché non sono pronto a rinunciare a te, nonostante tu sia una scassa palle di prima categoria” si riprese sul finale.

“Io l’avevo detto che sei uno stronzo” scherzò lei.

“Allora meglio esserlo fino alla fine” disse prima di avvicinare il suo viso a quello di lei per baciarla.

Il bacio che ne uscì fuori, fu molto più che intenso ed infinitamente passionale.

I due presero la saggia decisione di non staccarsi se non per prendere aria e stuzzicarsi.

“Scorpius ma non dovresti essere al corso?” sussurrò Lily cercando di restare lucida, mentre le mani di lui si facevano sempre più intraprenderti.

“Sinceramente, me ne infischio” fu la risposta di lui, che le giunse ovattata.

Fu così che si lasciò andare all’unica persona che aveva mai amato, l’unica che poteva toccarla in quel modo, l’unica che era in grado di farla sentire unica.

“Potter, te lo chiederò un ultima volta” gli sussurrò con voce bassa e roca mentre non smetteva un attimo di guardarla.

“Cosa?” rispose lei intontita, quello di sicuro non era il momento di parlare.

“Sposami” le ordinò stranamente dolce.

Il cuore di Lily sembrava essere impazzito, lui riusciva a sentirlo, e la cosa non seppe spiegarsi il motivo gli piaceva.

“Scorpius io, ..” provò a dire lei, ma venne subito interrotta da lui.

“Scusami, ma non era una domanda” la informò lui, prima di riappropriarsi delle labbra di lei, con un desiderio imbarazzante.

“Beh, allora mi vedo costretta ad accettare” rispose lei appena la sua bocca venne liberata.

“Certo potevi essere più romantico” lo rimbeccò poi.

“Vuol dire che domani ti comprerò un anello”

“Idiota” fu l’ennesima protesta di Lily.

The End

 

Salve a tutti, allora per prima cosa scusate il ritardo ma sono stata impegnata con lo studio, seconda cosa la storia è finita ma probabilmente ci sarà un epilogo.

Per quanto riguarda il capitolo, il freddo iniziale è fortemente autobiografico!!!

Il resto ovviamente no!

Avrei voluto far fare a Scorpius una proposta un po’ più romantica ma non cis ono proprio riuscita. Non ce lo vedevo stile Richard Gere in “Se scappi ti sposo”, ma non temete le comprerà almeno un anello ve lo assicuro.

Vi ringrazio ancora per aver seguito la storia, chi l’ha letta, messa nei preferiti, nelle seguite e soprattutto chi ha commentato.

P.S. Per chi segue “Vacanze a Cortina” anche in questo caso l’esame mi ha impedito di aggiornare, ad ogni modo penso che lo posterò domani.

 

Per Misfatta 91 : Le tue parole mi hanno fatto davvero molto piacere, altro che prolissa, più leggevo e più gongolavo, spero che il capitolo ti sia piaciuto e non posso far altro che dirti un grande grazie, davvero sono rimasta molto colpita dalle tue parole. A presto.

Per DarlingAry : grazie mille, è proprio quello il mio intento. A presto.

Per mayetta : che dire, tutte le risposte le trovi in questo capitolo che spero ti sia piaciuto, inoltre grazie mille per aver sempre commentato questa storia, e di averla apprezzata. Spero di non averti deluso con questo. A presto.

Per malterio : grazie mille non solo per le tue ultime parole ma per tutti i complimenti che mi hai fatto dall’inizio, mi hanno fatto davvero piacere, ora che mi sono liberata dell’esame andrò a leggermi l’ultimo aggiornamento della Scommessa, non vedo l’ora!!!A presto.

Per La Nika : A chi lo dici abbiamo lo stesso difetto, anche io quando una storia mi piace spero che sia infinita!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Grazie di tutto e a presto.

Per Aries_Malfoy: Che dire hai fatto centro, spero che il capitolo ti piaccia, grazie mille per i tuoi complimenti. A presto.

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Epilogo

  

  Un rumore fastidioso giunse ovattato alle sue orecchie. Si mosse irrequieta sotto le coperte, stando bene attenta a non scoprire nessuna parte del suo corpo.

Strofinò la testa sul cuscino venendo investita dal profumo di lui, allungò una mano alla ricerca del suo fidanzato, ma si scontrò con il vuoto. Nel frattempo il ticchettio proveniente dalla finestra continuava a innervosirla.

Aprì prima un occhio, poi l’altro. Si sgranchì lentamente e volse uno sguardo alla sveglia.

Maledizione, erano le dieci passate, notò prima di venire interrotta ancora una volta da quel rumore malefico.

Avrebbe voluto decisamente ignorarlo, ma poteva essere importante. Perciò con pochissima voglia, si alzò dal letto per dirigersi verso la finestra. Ciò che vide la spiazzò momentaneamente, era il gufo di Scorpius, non c’erano dubbi.

Con una curiosità crescente, spalancò la finestra e afferrò la busta, poi ignorando lo sguardo indispettito dell’animale l’aprì.

“Se una sorpresa vuoi trovare Attentamente devi cercare.

Se troverai tutti gli indizi e risolverai gli indovinelli,

se alle domande risponderai non cadrai in tutti i tranelli,

tu alla fine sarai premiata.”

Dovette rileggere più volte quelle parole per capirne il significato.

Si trattava di una caccia al tesoro, l’idea la eccitava parecchio, tanto da non chiedersi, come Scorpius fosse a conoscenza di un gioco babbano.

All’interno della busta era presente un altro foglietto :

Ogni giovane mago ne desidera una. Si cavalca ma non è un cavallo. Se una anche tu la vorrai a Diagon Alley devi andar.

 

Facilissimo, pensò Lily. Si trattava sicuramente di una scopa.

Corse a cambiarsi. Mai nella sua vita aveva impiegato così poco tempo per lavarsi e vestirsi.

Senza salutare o avvisare si smaterializzò all’esterno del negozio di scope.

Entrò nel negozio e si guardò intorno, cercando un nuovo indizio.

“Lei è la signorina Potter?” domandò una giovane commessa avvicinandosi a lei.

“Si sono io” rispose curiosa.

“Bene, allora ho qualcosa per lei. Tenga” disse porgendole una busta.

Ringraziò la ragazza e poi aprì la busta.

Anche in questo caso c’era un foglio più grande ed uno più piccolo. Cominciò con quello più grande.

“La prima volta che ti ho visto, eri propri fuori la vetrina di questo negozio,ed io era la prima volta che venivo a Diagon Alley. Catturasti subito il mio interesse. I tuoi fratelli erano intenti a parlare tra loro e tu cercavi in tutti i modi di attirare la loro attenzione. Irritata ad un certo punto, stringesti gli occhi in due fessure, che avrebbero dovuto risultare minacciose, gonfiasti le tue guancia, che sembravano pronte  ad esplodere e le colorasti di rosso.

Quello fu il mio primo sorriso per te.”

 

Sorrise commossa, poche volte Scorpius le parlava in questo modo, ma in compenso quando lo faceva, lei era certa che fosse sincero.

Cercò di riportare alla mano l’episodio, ma proprio non ci riuscì. Pazienza, si sarebbe fatta spiegare da lui.

La sua attenzione fu poi rivolta al secondo biglietto, lo aprì e cominciò a leggere.

“Non tutti possono arrivarci, ma se hai le giuste qualità e l’età è quella esatta, nessuno te lo vieterà.

Attenta a non sbagliare, li in un attimo non puoi arrivare.”

Questa volta dovette ragionarci un po’ di più, doveva trattarsi per forza di un luogo, un luogo dove non tutti possono andare.

E poi cosa voleva dire che non ci si può arrivare in un attimo?

Appena formulò quest’ultimo pensiero, trovò la soluzione. C’era un solo posto in cui non ci si poteva smaterializzare : Hogwarts. Non ci si poteva andare se non si avevano almeno undici anni, e infine solo i maghi avevano accesso a quel luogo invisibile ai babbani.

Decise che si sarebbe smaterializzata ad Hogsmead e da lì avrebbe raggiunto il castello.

Ad attenderla fuori l’ingresso di quella che era stata la sua seconda casa trovò Hagrid, che sembrava stesse aspettando proprio lei.

“Cavoli se sei cresciuta Lily” le disse dopo essersi avvicinato.

“Hagrid come stai?” chiese lei, contenta   di poter scambiare di nuovo due chiacchiere con lui.

Hagrid la adorava letteralmente, era la sua prediletta.

“Tutto bene piccola, anche Grop sta bene”

"Ne sono felice”

   “Ecco vedi, io ho una cosetta per te” gli rivelò in imbarazzo, cercando la busta che gli aveva affidato Scorpius nelle sue grosse tasche.

 

  

Lily aspettò pazientemente che lui la trovasse, nascondendo la fretta che invece aveva.  

Dopo un po’ finalmente Hagrid le porse la busta, e poi si dileguò.

  Ogni posto di questo luogo parla di noi, dei nostri litigi, delle nostre punizioni, incomprensioni e dei nostri problemi Ma se guardi bene, ci troverai anche i nostri baci, i nostri abbracci, i nostri sguardi e le nostre paure.

Seguimi in tutti i posti che hanno contribuito a farci diventare noi  

Con il cuore in gola, e gli occhi che le pizzicavano aprì l’altro bigliettino.

Lo lesse con le mani che le tremavano.

   La busta che cerchi la custodiscono tre sorelle

Che corrono sempre come tre gazzelle

Una è grassoccia, una snella, l’altra stretta stretta

Vanno sempre in tondo, non hanno mai fretta. 

Si inseguono, si superano, tutta la notte e il dì

E alla fine del giorno, sono sempre lì….” 

 

Ringraziò mentalmente lo zio George, mentre si avviava verso l’interno del castello. Questo indovinello lo conosceva già, grazie alla passione di suo zio di farli impazzire tutti durante le cene di Natale.

L’oggetto da cercare era un orologio, ma Hogwarts non ne possedeva solo uno. L’orologio in questione, doveva in qualche modo collegarsi a loro due.

Lily cominciò a ripercorrere a ritroso gli anni trascorsi lì, e dovette arrivare al suo primo anno per capire che doveva recarsi davanti alla sala grande.

L’orologio era posizionato troppo in alto perché lei ci potesse arrivare, quindi decise di appellarlo.

Fu così che la nuova busta giunse tra le sue mani.

Quest’orologio è stato spettatore silenzioso del nostro primo battibecco . Presi in giro i tuoi capelli, convinto di vederti fuggire via in lacrime. Ma non fu così, ti voltasti verso di me con quell’espressione che già ti avevo vista a Diagon Alley, e che avrei imparato a conoscere fin troppo bene.

* Fossi in te farei qualcosa per i miei capelli, invece di deridere quelli degli altri * fu la tua risposta velenosa. La prima di una lunga serie.

Lì ho capito che eri orgogliosa e testarda.

Lily si ritrovò a ridere da sola nel bel mezzo del corridoio. Cavoli, se lo ricordava ancora? Quella era stata la prima volta che aveva offeso i suoi capelli.

Seguendo la solita procedura aprì l’altro biglietto.

“Sedici guerrieri bianchi contro sedici guerrieri neri

Si fanno la guerra oggi proprio come ieri.

Non si sparano, non si feriscono con spade d’oro,

Non sono cannibali ma si mangian tra di loro

Combattono molte volte, ormai da una vita

Non appena inizia la prossima partita.”

 

Non le ci volle molto per capire anche questo indizio, anche perché sapeva dove lui volesse portarla. C’ era una scacchiera nella Sala dei Trofei, la stessa scacchiera a cui si riferiva il biglietto.

Quasi correndo, anzi senza il quasi, raggiunse la stanza. Si guardò intorno e la trovò.

Sicuramente non era quella di dieci anni fa, anche perché quella andò totalmente distrutta.

La busta faceva bella mostra di sé vicino alla torre.

Lily l’afferrò senza indugi.

Scommetto non ti sia stato difficile trovare il luogo della nostra prima punizione insieme.

In quei momenti ti ho seriamente detestata. Avevo trascorso tre anni da incensurato, poi arrivi tu, alta forse un metro, con più capelli rossi che parenti e mi ritrovo a scontare la mia prima punizione. Quel pomeriggio ti provocai continuamente, avevo imparato a conoscerti e sapevo che saresti esplosa. Così fu, mi scaraventasti contro ogni singolo pezzo della scacchiera. * Volevo constatare se si sarebbero rotti prima gli alfieri o la tua testa * fu la tua insulsa giustificazione. 

Lì capì che eri pazza quanto pericolosa.

Lily si contorse dalle risate nel rievocare quella scena, aveva cercato di ignorarlo a lungo ma poi aveva miseramente fallito. La violenza con cui lanciò i pezzi della scacchiera non pensava nemmeno di possederla. La sua faccia allibita poi era stata la ciliegina sulla torta.

Lesse velocemente l’altro indizio.

“Sempre in coppia loro vanno

Sono uguali, e non lo sanno

Però viaggiano separati

Ogni tanto si sono incontrati  

solo quando fanno il bagno

E riposti assieme stanno”

Dannazione, questa non riusciva a capirla. Doveva pensare ai momenti più significativi trascorsi con Scorpius per cercare di venirne a capo.

Mise in moto il suo cervello ma non le veniva in mente niente.

Rilesse più volte l’indizio, e proprio quando stava per perdere la pazienza uno strano ricordo affiorò nella sua mente,

Possibile che? C’era solo un modo per scoprirlo, fu così che si incamminò verso gli spogliatoi di Quidditch.

No, non era possibile, ci sveva visto giusto.

Questa volta era davvero curiosa di leggere cosa avrebbe scritto, infondo si era sempre chiesta cosa gli fosse passato per la mente in quel momento.

Lì su una panca di legno, sotto un paio di calzini c’era la busta.

“Non so cosa ti spinse quel pomeriggio a cercare rifugio negli spogliatoi, so solo che ti imbattesti in me. Avevo appena finito di farmi la doccia e indossavo solo un paio di boxer e un paio di calzini.

Quella fu la prima volta che ti vidi in imbarazzo e fu uno spettacolo abbastanza divertente. Se non fosse stato che mi ritrovai ad esserlo anche io.

* Hai le tue iniziali cucite sui calzini * sbottasti incredula.

Con tutto ciò che avresti potuto notare e commentare, tu ti concentrasti sui calzini.

Lì capì che eri diversi da tutte le altre.”

Per fortuna che c’erano i calzini si ritrovò a pensare Lily, la visione di Scorpius in quello stato le aveva condizionato il sonno per le sere a venire.

Era perfetto, e lei non poteva sopportarlo.

Lui era un suo nemico e lei non doveva pensare determinate cose.

Certo il fatto che aveva i calzini personalizzati la sconvolse seriamente.

Scuotendo la testa, si dedicò al nuovo indizio.

“Riflette ma non è uno specchio.

E’ ghiacciato ma io ti ci ho già buttato.

Questa volta non cascare ma limitati a cercare.”

 

Lily tirò un sospiro di sollievo, questo era abbastanza facile. Quel brutto troglodita, doveva proprio far tornare a galla quell’ episodio? Al solo pensarci rabbrividiva.

Dagli spogliatoi raggiunse il Lago Nero, cercando di ricollegare qualche episodio al luogo, e anche in questo caso non fu difficile purtroppo.

Dopo aver cercato per svariati minuti la busta, la trovò posata su un piccolo masso di pietra. L’afferrò e l’aprì con il cuore in gola.

“Se l’orologio è stato spettatore del nostro primo battibecco, questo luogo ha visto invece il nostro peggior litigio. Le cose tra noi stavano cambiando, ma non eravamo pronti ad accettarlo. Ci urlammo contro di tutto, con il solo intento di ferirci, e ci riuscimmo.

Quel momento segnò una rottura tra noi due, a seguito della quale non ci parlammo più, se ci incontravamo giravamo il capo nella direzione opposta, eravamo due estranei, e non riuscivo a sopportarlo.

Lì capì che eri in grado di farmi male.”

Ricordava ancora tutte le parole che si erano detti, lui aveva esagerato come suo solito e lei non era stata da meno. Si vergognò profondamente delle cose che gli aveva sputato contro, ma non ebbe mai il coraggio di chiedergli scusa. Ma per quanto triste quell’episodio le aveva fatto fare il primo passo verso quelli che poi scoprì essere i suoi sentimenti per lui.

Cercando di non pensarci lesse l’indizio.

“Dopo ogni tempesta c’è sempre un arcobaleno, tu non hai bisogno di indizi per trovare il nostro.”

Con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro raggiunse la biblioteca convinta di trovare lui, ma rimase profondamente delusa quando la trovò vuota. In compenso su un banco, in bella mostra un nuovo biglietto.

In quei giorni temevo davvero di star impazzendo, non volevo vederti eppure eri dappertutto. Decisi così di nascondermi in biblioteca, conscio che non era un’assidua frequentatrice di quel posto, ma il destino è beffardo, specialmente con noi.

Eri lì anche tu, dannatamente bella e irraggiungibile, si in quel periodo ero riuscito ad ammetterlo a me stesso, ed io ti desideravo.

Così senza averlo programmato, mi avvicinai a te, e senza darti il tempo di parlare, prima che mi rendessi conto di ciò che stavo facendo ti baciai.

Lì capì cos’era un’emozione.

Il cuore di Lily in quel momento raggiunse dei picchi impensabili. Quel ricordo era vivido nella sua mente, come se fosse stato ieri. Ricordava ancora la morbidezza delle sue labbra, l’esperienza dei suoi movimenti, il suo profumo ipnotico sembrava essere rimasto impresso in quel luogo.

Anche in quel caso il suo cuore aveva fatto gli straordinari. Si staccò da lui confusa e corse via. Le vacanze di Natale che seguirono, la aiutarono ad analizzare la situazione e a rendersi conto quanto fosse sciocca la sua paura di innamorarsi di lui, perché ormai era troppo tardi.

Con la consapevolezza che la fine era vicina, prese l’ennesimo indizio.

“La scacchiera ne ha due ma a te ne serve una.

Se poi le stelle vuoi mirare solo lì tu devi andare.”

 

Sapeva dove doveva andare ancora prima di aver letto il biglietto.

Mentre raggiungeva la torre di astronomia, sapeva che lui era lì. Sapeva che quello era l’atto finale di una delle giornate più belle della sua vita.

Le gambe le tremavano, ma questo non la spaventò, anzi la invogliò ad accelerare il passo.

Stava andando incontro al suo destino, al suo meraviglioso destino.

Ed eccola lì la torre, ma anche in questo caso di Scorpius nemmeno l’ombra, ciò la rattristò leggermente.

Poi una cosa catturò la sua attenzione, stasa per terra c’era una coperta. Anzi non era una coperta qualsiasi, era quella coperta. Su di essa era adagiato un biglietto rosso, questa volta nessuna busta.

Lo afferrò e cominciò a leggerlo.

Sono passati cinque anni, ma ricordo ancora il calore del tuo corpo stretto al mio, i tuoi respiri, le tue guance arrossate, posso ancora specchiarmi nei tuoi occhi lucidi e timorosi.

Tutto di quella notte è marchiato a fuoco dentro me. Non lo credevo possibile, e invece tu eri là, più bella di ogni altra cosa e volevi me.

Lì ho capito che eri mia.

Eri mia perché possedevi tutto ciò che desideravo.

 

Le lacrime contro cui aveva lottato svariate volte scesero copiose sul suo viso, fino al momento in cui due braccia forti la strinsero da dietro. Senza dire niente si appoggiò al torace di lui e si beò di quel contatto.

“Non hai voglia di ricevere il tuo tesoro?” le sussurrò Scorpius in un orecchio.

“L’ho trovato già” rispose lei stringendosi maggiormente a lui.

Lui che per tutta risposta sorrise colpito.

“Allora lascia che ti faccia ancora un omaggio” le disse facendola voltare verso di lui, per poi asciugarle le ultime lacrime.

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, una scatolina di velluto blu.

Lily fu attraversata da un brivido. Si chiese se lo stesse facendo davvero, prima di trovarsi davanti all’anello più bello che avesse mai visto. Il cerchio era in oro bianco e formavaun abbraccio, che si chiudeva lì, dove faceva bella mostra di se un diamante, che creava un'infinità di colori al suo interno.

"E' bellissimo" balbettò alzando lo sguardo verso di lui.

“Dimmi di si, Lily” le propose guardandola dritta negli occhi e cercando di assorbire ogni singola emozione li attraversasse.

“Ma non mi hai fatto ancora la domanda” scherzò lei per contenere l’emozione.

“Conosci già la mia domanda” la canzonò lui.

“E tu conosci già la mia risposta Scorpius” sospirò prima di avvicinarsi a lui e baciarlo.

Lo baciò come non aveva mai fatto, con la consapevolezza che lui era lì con lei e che l’amava, e che questa volta sarebbe stato per sempre.

The end

 

 

Eccoci arrivati alla fine, troppo diabetica? Forse, ma secondo me va bene così!

E’ la prima volta che cerco di scrivere una caccia al tesoro, quindi perdonate eventuali scorrettezze.

Grazie a tutte voi che avete letto questa storia, sperando che l’epilogo vi sia piaciuto.

P.S. Le risposte alle recensioni le trovate nella vostra pagina, vi ho risposto direttamente da lì.

 

 

 

 


         

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