Ripetizioni d'amore

di emychan
(/viewuser.php?uid=827)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il babbeo ***
Capitolo 3: *** Progetto speciale ***
Capitolo 4: *** Merlin! ***
Capitolo 5: *** Algebra ***
Capitolo 6: *** Lancelot ***
Capitolo 7: *** Pioggia ***
Capitolo 8: *** Emergenza ***
Capitolo 9: *** Un caffè ***
Capitolo 10: *** Lunedì ***
Capitolo 11: *** A cena dai suoi. ***
Capitolo 12: *** Un ultimo bacio ***
Capitolo 13: *** Incantesimi ***
Capitolo 14: *** Nella mente del principe ***
Capitolo 15: *** Oltre la morte, eccetera, eccetera, eccetera. ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note: Cominciamo col dire che questa storia sarà probabilmente un cliché clamoroso, lo so, ma non ho resistito.
Negli ultimi mesi sono stata ossessionata dal telefilm di Merlin, ho visto le puntate fino a saperle a memoria, ho cercato furiosamente spoilers sulla nuova serie e ovviamente ho letto tutte le fics che riuscivo a trovare ( e ancora ne sto leggendo!)
Ammetto che all'inizio trovavo stupida l'idea della storia con Merlin e Arthur reincarnati e l'amore che torna ecc, ecc, ma poi ne ho letto una e... cavoli, mi piacciono troppo!
Ma visto che a mio modesto parere nel fandom italiano non ce ne sono abbastanza, eccola qui! Una AU Reincarnation!Merthur in piena regola!
Spero che le diate un'occasione di piacervi esattamente come ho fatto io con le altre, al massimo avrete perso qualche minuto del vostro tempo e potrete insultarmi nei commenti!!

Vorrei inoltre sottolineare che il linguaggio di Arthur in questa storia non vuole offendere nessuno, ma credo sarà chiaro!:P

Disclaimers: I personaggi appartengono alla BBC e agli aventi diritto, se fossero miei il merthur sarebbe canon!:P

Mille grazie alla meravigliosa crazyapple per essersi offerta come beta della storia!

Ripetizioni d'amore.

Prologo

‭«‬Mi chiamo Merlin,‭ ‬piacere.‭»
L'idea era stata decisamente assurda.
Anzi,‭ ‬stupida.
L'idea‭ ‬più stupida‭ ‬e imbarazzante che potesse venirgli in mente.
A sua difesa poteva dire di aver aspettato troppo a lungo per pensare lucidamente,‭ ‬quasi duecento anni,‭ ‬centonovantotto anni sei mesi e sette giorni per la precisione,‭ ‬era un tempo lunghissimo...‭ ‬infinito e per tutto quel tempo lui aveva atteso e sperato.
La solitudine,‭ ‬la disperazione erano state compagne infelici in quel periodo.
Aveva quasi temuto di non farcela,‭ ‬di impazzire.
A tratti aveva‭ ‬davvero creduto di essere diventato matto.
Tutti i ricordi,‭ ‬le battaglie,‭ ‬le morti,‭ ‬erano cose tanto assurde.
Se solo l'avesse raccontato a‭ ‬qualcuno,‭ ‬sarebbe finito come minimo in manicomio.
Per questo quando lo aveva visto non aveva resistito.
Sapeva che era solo questione di tempo,‭ ‬sapeva che doveva essere vicino e negli ultimi giorni non aveva fatto altro che sperare e sognare.
Aveva sognato i suoi occhi azzurri come il cielo,‭ ‬i suoi capelli dorati e la sua risata.
Amava la sua risata e‭ ‬più‭ ‬di tutto,‭ ‬amava la sua voce.
‭«‬Sparisci checca.‭»
Forse non sempre.
Merlin rimase pietrificato dalla sorpresa...‭ ‬aveva‭ ‬davvero...‭?
Per un attimo pensò‭ ‬a uno scherzo,‭ ‬a un gioco.
In fondo era sempre stato un arrogante babbeo dal pessimo senso dell'umorismo,‭ ‬che cosa gli importava se era Merlin a vederlo morire volta dopo volta‭? ‬Se era Merlin a dover aspettare secoli solo per poterlo avere al suo fianco‭ ‬una cinquantina d'anni per poi dirgli addio e ricominciare da capo.‭ ‬Perché avrebbe dovuto importare a quel reale asino se ogni volta era Merlin che doveva cercarlo,‭ ‬conoscerlo e trovare un modo per fargli ricordare ogni cosa‭?
Purtroppo il suo sfogo rimase‭ ‬prigioniero della sua mente,‭ ‬con un‭'‬ultima occhiata malevola il ragazzo sparì con il treno che era appena ripartito dal binario,‭ ‬treno su cui anche Merlin sarebbe dovuto salire...‭ ‬treno che non sarebbe ripassato per altre due ore pensò subito dopo...
‭«‬Quel...‭ ‬babbeo‭!»
Inutile dire che l'umore del povero ragazzo il mattino dopo non era dei‭ ‬più felici.
Rifiutato in modo poco galante dal suo destino,‭ ‬non sapeva nemmeno se e quando l'avrebbe rivisto.
In momenti di tale sconforto l'unica consolazione possibile era sfogarsi con gli amici,‭ ‬certo nascondendo qualche piccolo dettaglio...‭ ‬come la storia della reincarnazione,‭ ‬del destino o il fatto che Merlin avesse qualche anno in‭ ‬più rispetto ai sedici che dichiarava.
Sfortunatamente per lui,‭ ‬Gwen quella mattina era decisamente meno comprensiva del solito e nel sentire la sua storia strappalacrime invece di abbracciarlo e permettergli di piangere sulla sua spalla come avrebbe dovuto in quanto migliore amica,‭ ‬scoppiò a ridergli in faccia.
‭«‬Non posso crederci‭! ‬Ci hai provato‭ ‬così‭? ‬Alla stazione‭? ‬Da quando sei‭ ‬così audace Merlin‭?»
«Non ci ho provato,‭ ‬volevo solo essere gentile,‭ ‬far passare il tempo mentre aspettavamo il treno...‭ ‬tutto qui.‭»‬ la scusa che balbettò a mezza voce era talmente poco convincente che perfino lui ne‭ ‬dubitò e dovette convincere Gwen ancora meno,‭ ‬la ragazza non lo degnò nemmeno di una risposta limitandosi ad alzare un sopracciglio con aria scettica.
Aveva incontrato Gwen solo un mese prima,‭ ‬all'inizio dell'anno scolastico.
Non sapeva nemmeno lui perché‭ ‬avesse deciso di cambiare città o iscriversi‭ ‬a‭ ‬un liceo,‭ ‬probabilmente era stato l'ultimo disperato tentativo di non impazzire del tutto,‭ ‬di avere una specie di vita oltre la continua attesa a cui si sottoponeva continuamente.
Era stata una scelta fortunata.
Durante uno dei suoi vagabondaggi alla ricerca dell'aula di francese,‭ ‬Gwen era spuntata come da un sogno e col sorriso di sempre si era offerta di accompagnarlo‭ ‬poiché andavano alla stessa lezione.
Erano diventati subito ottimi amici,‭ ‬ma in fondo era sempre impossibile non andare d'accordo con Gwen,‭ ‬dolce‭ ‬e affidabile...‭ ‬quando non lo derideva e calpestava i suoi sentimenti.
L'incontro con la ragazza però aveva svelato ben altre sorprese.
‭«‬Di cosa parlate con quell'aria divertita‭? ‬Voglio partecipare anche io‭!»
Morgana era la sua migliore amica.
All'asilo aveva salvato Gwen da alcuni bambini che la prendevano in giro,‭ ‬quando aveva finito con loro piangevano disperati...‭ ‬o almeno‭ ‬così gli aveva raccontato minacciandolo di comportarsi bene con l'amica.
Per qualche strano motivo in ogni vita Morgana si convinceva che Merlin amasse Gwen.
Era una cosa che il ragazzo proprio non riusciva a spiegarsi,‭ ‬ma il modo in cui lo minacciava ogni volta era molto dolce...‭ ‬e divertente.
Era sempre molto felice di vederle assieme,‭ ‬libere di essere chi erano,‭ ‬di amare chi volevano.‭ ‬Senza sogni premonitori o magia a minacciarle.
A entrambe donavano certamente‭ ‬più quelle vite che Camelot.
‭«‬Di Merlin e il suo ultimo attacco di deficienza mentale.‭»‬ rise Gwen voltandosi verso‭ ‬Morgana.
Questa guardò Merlin in attesa di una spiegazione che il ragazzo si rifiutava di dare‭ «‬Un altro‭? ‬Merlin,‭ ‬Merlin...‭ ‬così inizierò‭ ‬davvero a preoccuparmi per te,‭ ‬cosa hai fatto stavolta‭?»‬ chiese con tono canzonatorio.
In tutta risposta il ragazzo sbuffò indignato.
Se non lo avesse considerato un comportamento estremamente inadatto‭ ‬per una‭ ‬ragazza,‭ ‬le avrebbe alzato il dito medio.
Beh poteva sempre farlo nella propria mente...
Lo scherzo della deficienza mentale poi era‭ ‬così superato ormai,‭ ‬non era certo il caso continuare a tirarlo in ballo ogni volta.
Era tutto dovuto al Professor Philips e la sua stupida lezione di educazione fisica.
Durante il riscaldamento Merlin era scivolato inciampando in uno degli ostacoli sistemati‭ ‬per la corsa che avrebbero dovuto affrontare subito dopo.
Purtroppo questo aveva provocato una reazione a catena su tutti gli ostacoli,‭ ‬l'insegnante aveva dato di matto chiedendogli davanti a tutti se soffriva di qualche deficienza mentale di cui non aveva parlato e cacciandolo nello spogliatoio con un bel zero...‭ ‬il primo di una lunga e triste fila...‭ ‬le attività fisiche non erano mai state il suo forte.
‭«‬Il nostro audace ragazzone ha cercato di abbordare un altro bel ragazzone alla stazione‭»‬ se ne uscì Gwen ridacchiando.
Merlin sbuffò seccato e decise di dileguarsi verso il suo armadietto,‭ ‬sperando che l'imbarazzante conversazione terminasse prima del suo ritorno.
La fortuna quel giorno sembrava però averlo abbandonato del tutto.
Proprio davanti al suo armadietto,‭ ‬infatti,‭ ‬trovò una coppia intenta a pomiciare selvaggiamente.
Guardandoli Merlin‭ ‬sentì‭ ‬il desiderio di tornarsene a casa e seppellirsi sotto una calda coperta per il resto del giorno.
Indeciso sul da farsi,‭ ‬rimase a fissarli per un po‭' ‬sperando che‭ ‬si decidessero ad andarsene.
Il ragazzo era‭ ‬poco‭ ‬più alto di lui e aveva capelli biondi,‭ ‬proprio dello stesso colore dei capelli di...
Merlin si bloccò.
Sparisci checca
A‭ ‬un tratto odiava quella stupida schiena‭ ‬con i suoi stupidi capelli biondi e la sua‭ ‬stupida ragazza che non aveva di meglio da fare che starsene appollaiata sul suo armadietto‭!
Con decisione provò prima a schiarirsi la voce e poi,‭ ‬non avendo sortito alcun effetto,‭ ‬a picchiettare‭ ‬più‭ ‬volte la spalla del ragazzo.
‭«‬Che cavolo vuoi‭?»‬ ringhiò‭ ‬lui all'ennesimo tentativo di attrarne l'attenzione.
No,‭ ‬non è possibile...
Il ragazzo si voltò con l'aria decisamente seccata.
Occhi azzurri come il cielo,‭ ‬le pupille lievemente dilatate dalla passione,‭ ‬labbra dolcemente‭ ‬imbronciate ma rosse e gonfie di‭ ‬baci.
Quante volte lo aveva guardato‭ ‬così dopo averlo ricoperto di baci‭?
Quante volte gli aveva sussurrato all'orecchio di amarlo con voce bassa e roca e quella stessa espressione negli occhi...‭ ‬solo che non era‭ ‬più in quel mondo...
...non era‭ ‬più per lui‭ ‬quella bocca...
‭«‬Sei la checca di ieri‭!»
Per l'ennesima volta Merlin‭ ‬maledì la sua sfortuna e già che c'era‭ ‬maledì‭ ‬anche quel reale asino di Arthur...
 
Tbc...





Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il babbeo ***


Cap.1:‭ ‬Il babbeo.

‭«‬Davvero‭ ‬Merlin non riesco a crederci,‭ ‬tra tutti i ragazzi della scuola dovevi proprio scegliere Arthur‭?‬».
‭«‬Morgana,‭ ‬vuoi smetterla di ripeterlo ogni cinque minuti‭? ‬Non è divertente.‭»‬ mormorò il ragazzo cercando di non farsi sentire dall'insegnante che nel corso della lezione li aveva già guardati con rimprovero‭ ‬più di una volta.
Quando quella mattina Arthur aveva avuto la pessima idea di salutarlo in modo tanto gentile,‭ ‬non gli aveva fatto nemmeno la cortesia di abbassare la voce.
Il suo insulto era piombato in mezzo al corridoio attirando l'attenzione di tutti gli studenti‭ ‬lì‭ ‬intorno comprese le sue due amiche,‭ ‬Merlin si era sentito morire per l'imbarazzo.
Perché,‭ ‬perché ogni dannata volta lui e Arthur dovevano conoscersi in modi assurdi e sempre imbarazzanti per il mago‭?
Per una volta non poteva avere la meglio sul principe‭? ‬Non poteva essere lui‭ ‬l'eroe tutto muscoli che salva il mondo‭?‬ Ovviamente no.
Lui era Merlin.
L'idiota di cui tutti ridevano...‭ ‬a causa di Arthur.
Perfino la ragazza che stava baciando contro il suo‭ ‬armadietto,‭ ‬lo aveva guardato divertita.
‭«‬Arthur,‭ ‬lo conosci‭?»‬ aveva chiesto guardandolo con sdegno.
Come se Merlin non meritasse nemmeno un suo sguardo,‭ ‬figuriamoci la sua attenzione.
Aveva lunghi capelli biondi,‭ ‬più‭ ‬chiari di quelli del ragazzo e grandi occhi verdi in un volto da bambola di porcellana.
Sarebbe stata bellissima se tutto il suo corpo non avesse parlato di una scortesia quasi innata.
A Merlin sembrò stranamente familiare,‭ ‬ma non‭ ‬riuscì a collocarla con esattezza.
Probabilmente una delle tante conquiste passate del principe.
Una di quelle che venivano‭ ‬riciclate‭ ‬più‭ ‬raramente.
In genere c'era sempre una fidanzata.
Scelta da Uther.
Scelta da Arthur,‭ ‬ma desiderosa solo del suo denaro.
Scelta da Arthur,‭ ‬ma pronta a tradirlo con qualche altro grande amore.
La storia era sempre diversa,‭ ‬ma la tragica fine non cambiava mai ed era sempre il mago a dover raccogliere i cocci dopo.
Questa volta non sarebbe stato diverso.
Lo sapeva.
Lo capiva.
Ma vederle addosso la giacca,‭ ‬ovviamente non sua,‭ ‬della squadra di football gli provocò comunque una stretta dolorosa al petto.
Merlin finse di non notarlo,‭ ‬finse di non provare nulla se non imbarazzo e vergogna.
E quando Arthur si era voltato per risponderle,‭ ‬lui aveva colto l'occasione per fuggire e non prolungare oltre lo spiacevole siparietto.
Gwen e Morgana lo avevano subito seguito bombardandolo di domande e una volta ricucita l'intera‭ ‬storia,‭ ‬avevano dimostrato di non essere affatto le amiche confortanti e gentili che immaginava.
Morgana soprattutto non faceva che prenderlo in giro.
E Gwen le dava corda impunemente.
Cosa doveva fare un ragazzo per essere compreso‭?
«Permettimi di essere in disaccordo,‭ ‬mio goffo amico.‭ ‬E‭' ‬divertente.‭ ‬Insomma,‭ ‬Arthur Pendragon‭! ‬Il ragazzo‭ ‬più‭ ‬corteggiato di tutto l'istituto.‭ ‬Alto,‭ ‬biondo,‭ ‬occhi verdi,‭ ‬capitano della squadra di football,‭ ‬ricco...‭ ‬è il sogno ad occhi aperti di ogni ragazza!E tu Merlin...‭»‬.
Morgana non completò la frase,‭ ‬ma lo sguardo che gli scoccò era fin troppo eloquente per i suoi gusti.
‭«‬Gana non buttarlo‭ ‬giù,‭ ‬anche Merlin ha i suoi pregi‭!»
«Grazie...‭»‬ mormorò lui con un sospiro.‭ ‬E perché nessuno gli dava retta quando diceva che non aveva una cotta per Arthur‭? ‬Era irritante‭!
«Lo dicevo per lui‭»‬ Morgana scosse le spalle‭ «‬ e poi Arthur è fidanzatissimo con Vivian Rose,‭ ‬il capitano delle‭ ‬cheerleader,‭ ‬la barbie da sogno della scuola.‭ ‬Il che non mi stupisce affatto se me lo chiedi.‭»
Il nome fece scattare qualcosa nella sua mente,‭ ‬l'immagine di una ragazzina dai capelli biondi che insultava un servitore per averle sellato male il cavallo,‭ ‬Arthur improvvisamente innamorato di lei...‭ ‬Lady Vivian...‭ ‬reincarnarsi non l'aveva resa‭ ‬più gentile sembrava.
Merlin sospirò finendo di copiare l'esercizio che l'insegnante aveva scritto alla lavagna‭ «‬Se sono‭ ‬così famosi come dite perché non li ho mai sentiti nominare‭?»
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata tra il divertito e il seccato.
‭«‬Cosa‭?»‬ bisbigliò irritato dal loro codice di sguardi segreto.
‭«‬Ecco...‭»‬ cominciò Gwen col tono che usava di solito per insultarlo con delicatezza‭ «‬vedi Merlin,‭ ‬Arthur è del secondo anno ed è molto popolare,‭ ‬sempre al centro dell'attenzione mentre tu...‭»‬ s‭’‬interruppe guardando verso Morgana come per chiederle aiuto.
‭«‬Io‭?»
«Sei un secchione sfigato che se ne sta tutto il giorno a marcire in biblioteca,‭ ‬dove i gossip succosi non arrivano mai‭»‬ concluse Morgana senza nemmeno guardarlo‭ «‬Senza offesa ovviamente‭»‬ aggiunse quando Gwen le rifilò una gomitata nel fianco.
Merlin la fissò incapace di rispondere,‭ ‬lo sconvolgeva sempre come Morgana riuscisse‭ ‬a essere crudelmente sincera in ogni occasione senza provare il minimo rimorso.
‭«‬Signorina La‭ ‬Fay,‭ ‬vuole risolvere lei l'esercizio‭?‬ Oggi sembra carica di energie.‭»
Merlin sorrise soddisfatto dei vani tentativi dell'amica di risolvere l'equazione.
Lui poteva essere un‭ ‬secchione sfigato,‭ ‬ma Morgana era completamente negata in algebra.


‭«‬Non posso credere che tu mi abbia abbandonata alle sue grinfie e al pubblico imbarazzo Merlin‭! ‬Vale‭ ‬così poco la nostra amicizia per te‭?»
«Era vendetta Gana,‭ ‬pura e semplice vendetta.‭ ‬Pensavo l'avresti apprezzata.‭»‬ sorrise puntandole contro la forchetta con cui stava mangiando la sua insalata.
‭«‬Avanti,‭ ‬smettete di litigare adesso.‭»‬ s‭’‬intromise Gwen sedendosi al tavolo‭ ‬con i due.
‭«‬ E va bene,‭ ‬tregua‭»‬ decretò la ragazza legando i lunghi capelli neri in una coda che lasciò cadere dietro le spalle.
‭«‬Secondo voi,‭ ‬cos'è questa roba‭?»‬ chiese guardando con diffidenza una poltiglia giallognola sul suo piatto.
‭«‬Credo si tratti di purè‭»‬ concluse Merlin dopo una lunga e attenta analisi.
‭«‬E‭' ‬disgustoso‭»‬ arricciò il naso la ragazza allontanando tutto il‭ ‬vassoio.
‭«‬Merlin,‭ ‬non ti girare‭»‬ se ne uscì Gwen guardando qualcosa o qualcuno alle sue spalle con aria‭ ‬preoccupata‭ «‬ Ci sono Arthur e i suoi amici dietro di te‭»‬.
Morgana spostò lo sguardo nello stesso punto dell'amica e subito corrugò la fronte in un modo che non gli piacque affatto.
‭«‬E allora‭?»‬ chiese sentendosi all'improvviso teso e in ansia.
‭«‬Niente,‭ ‬stanno solo ridendo di te.‭»‬ se ne uscì Morgana sbuffando seccata.
Merlin quasi si mise a ridere,‭ ‬le ragazze sapevano essere‭ ‬così melodrammatiche a volte.
Figuriamoci se degli studenti‭ ‬più grandi che nemmeno‭ ‬conosceva,‭ ‬passavano la loro pausa pranzo a prendere in giro proprio lui.
E poi per cosa‭?
Solo perché aveva dato la mano ad Arthur‭? ‬Che sciocchezze.
Giusto per far capire alle due amiche che sbagliavano,‭ ‬Merlin decise di voltarsi.
Esattamente alle sue spalle,‭ ‬due tavoli indietro,‭ ‬Arthur era seduto con i suoi compagni di squadra e quelle che dovevano essere le‭ ‬cheerleader.
Non appena i suoi occhi trovarono il volto dell'altro ragazzo,‭ ‬una fragorosa risata partì dall'intero tavolo.
‭«‬Arthur il tuo fidanzato ti sta fissando,‭ ‬perché non lo saluti‭?»
«Beh in fondo è carino,‭ ‬io ci farei un pensierino‭»‬ ribatté un ragazzo dai corti capelli rossi seduto alla destra del capitano.
Merlin si‭ ‬sentì avvampare,‭ ‬il suo cervello gridò‭ ‬più volte al suo corpo di andarsene o almeno di voltarsi,‭ ‬ma sembrava incapace di distogliere gli occhi da Arthur.
Quest'ultimo lo fissò a lungo,‭ ‬stranamente serio.
Perché non rideva come gli altri‭?
Per un attimo Merlin sperò che li‭ ‬zittisse,‭ ‬che ricordasse qualcosa,‭ ‬forse una sensazione,‭ ‬un richiamo dell'antico ed eterno legame che dividevano.
Arthur alzò una mano e Merlin trattenne il fiato.
Forse voleva salutarlo.
Forse voleva chiamarlo al suo fianco.
Un attimo dopo il ragazzo alzò il dito medio...‭ ‬verso di lui...‭ ‬Merlin lo fissò a bocca aperta.
Nuove risate‭ ‬echeggiarono nella mensa,‭ ‬ormai gli occhi di tutti i presenti erano puntati sui due gruppi di studenti.
Merlin si‭ ‬sentì sprofondare dall'imbarazzo.
‭«‬E‭ ‬smettila idiota,‭ ‬chi ti credi di essere‭?»‬ sbottò infine Morgana su tutte le furie,‭ ‬invece di placare le risate,‭ ‬questo sembrò solo ingigantirle.
Rossa in viso e chiaramente sul punto di esplodere,‭ ‬Morgana raccolse la borsa da terra‭ ‬«Andiamo Merlin,‭ ‬lascia stare quel‭ ‬deficiente‭! ‬Non merita nemmeno di respirare la tua stessa aria‭!»‬.
Lo afferrò per un braccio cominciando a trascinarlo fuori,‭ ‬Gwen dietro di loro,‭ ‬raccolse la sua borsa da terra dove l'aveva dimenticata,‭ ‬ma Merlin non si accorse di nulla.
Poteva udire solo nuove risate e la voce di Arthur che ripeteva il suo nome con aria divertita.
‭«‬Non posso crederci!Voglio dire,‭ ‬lo sanno tutti che è un'idiota,‭ ‬ma quello che ha fatto è...‭»‬.‭ ‬Gwen lo guardava con aria preoccupata mentre Morgana si sfogava a gran voce,‭ ‬ma lui voleva solo restarsene da solo.
‭«‬Ragazze,‭ ‬non è successo niente,‭ ‬state tranquille okay‭?‬».
‭«‬Cosa‭? ‬Ma...‭»‬.
‭«‬No,‭ ‬io...‭»‬ interruppe la protesta dell'amica‭ «‬Ho fatto una cosa davvero stupida e adesso ne pago le conseguenze tutto qui,‭ ‬non è la fine del mondo.‭»‬.
Ma lo era.
O se lo era.
E la cosa peggiore era che nessuno poteva sapere cosa provava,‭ ‬nessuno‭ ‬conosceva la verità,‭ ‬perché nessuno gli avrebbe creduto.
‭«‬Ci vediamo in classe‭»‬ mormorò in fretta infilandosi nel bagno dei ragazzi fortunatamente vuoto.
La‭ ‬risata di Arthur tornò a tormentarlo assieme alle sue parole,‭ ‬al suo gesto,‭ ‬al suo sguardo sdegnato.
Che cosa aveva fatto per farsi odiare in‭ ‬così poco tempo‭?
Dove aveva sbagliato‭ ‬così clamorosamente‭?
Che il loro destino non fosse‭ ‬più legato come un tempo‭?
Forse stavolta non era scritto che Arthur tornasse da lui.
Strinse il bordo del lavandino fino a far sbiancare le nocche.
Forse doveva‭ ‬semplicemente arrendersi e permettere all'altro di vivere come voleva...‭ ‬lontano da lui.
C'era uno strano nodo nel suo petto‭ ‬che gli impediva di respirare,‭ ‬faceva male...
Forse si stava ammalando...

Tbc...


KyleXY : Grazie di cuore per aver commentato, sono contenta che ti sia piaciuta!Continua a seguirmi please!!

Aleinad : Per prima cosa grazie anche a te per aver lasciato un commento!! Si, Artù è stato una vera carogna e continuerà ad esserlo per un bel po' dato che l'autrice è una sadica!XDD
Tra l'altro il tuo commento mi ha decisamente ispirato in direzione Morgana/Gwen! Non ho niente contro Lancillotto però... non lo so... non mi convince molto con Gwen....XDD

Grazie anche a tutti voi che leggete la storia! Spero che vi piaccia!!



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Progetto speciale ***


Nuovo capitolo! E' forse un po' piú breve degli altri, ma era necessario per mandare avanti la storia! Vi avviso che quello che so dei licei americani è ridotto a tutti i telefilm che ho visto nella mia vita ( che sono tantissimi:P) e qualche informazione che ho cercato in internet, probabilmente molte cose sono campate per aria, se avete correzioni da fare non esitate!:P



Cap.2: Progetto speciale.

« Merlin Emrys? »
Merlin era certo di aver sentito un brivido scorrergli lungo la spina dorsale.
Non era mai un buon segno quando un insegnante ti chiamava durante una lezione.
Se in piú la lezione era educazione fisica e tu ti chiamavi Merlin... beh, non era decisamente un buon segno.
« La aspetto nel mio ufficio dopo la lezione, le devo parlare di una questione importante riguardo il suo rendimento scolastico. »
Okay, forse era meglio parlare di un pessimo segno.
Merlin non era certo un pessimista di natura, ma in quell'occasione neppure lui poteva negare la crudele realtà dei fatti.
I suoi voti erano probabilmente i peggiori mai visti nella storia della ginnastica, ma a sua discolpa poteva dire che lui ci metteva tutto l'impegno possibile, non era certo colpa sua se gli altri gli stavano sempre tra i piedi e finivano per cadergli addosso.
O se i palloni lo schivavano durante le partite di pallavolo...
E l'occhio nero di Mary Sue la settimana prima era stato un incidente, lui aveva mirato al canestro! Ancora non capiva come la palla fosse finita sugli spalti.
Forse era un genio incompreso del basket...
... forse doveva iniziare ad usare un po' di magia e smetterla di rischiare di uccidere gli altri.
Il giovane e sfortunato mago rimase in ansia per tutta la lezione, a nulla valsero le rassicurazioni dei suoi compagni di classe, né le loro prese in giro.
Ma in fondo il peggio che potesse capitargli era di essere bocciato.
Avrebbe semplicemente rifrequentato il corso l'anno successivo... e anche quello dopo... e probabilmente quello dopo ancora... chi voleva prendere in giro?
Sarebbe rimasto chiuso in quella palestra per tutta l'eternità a cercare di passare una stupida palla a qualche tizio che puntualmente si sarebbe misteriosamente rotto il naso... forse era all'inferno e nessuno glielo aveva detto? Ricordava di aver letto una cosa simile in un' opera italiana una volta, la Divina qualcosa?
No... forse si sbagliava, sicuramente nemmeno all'inferno esistevano punizioni tanto orribili.
Scuotendo la testa il ragazzo si fece finalmente coraggio e bussò alla porta.
Da dentro la voce del signor Philips gli chiese di entrare.
« Ah Emrys! La stavo aspettando, si accomodi pure » l'insegnante gli sorrise da dietro gli spessi occhiali rotondi e gli indicò una scomoda sedia di plastica arancione con una mano decisamente paffutella.
Una volta seduto sul bordo della seggiola con la schiena dritta e tesa come una corda di violino, Merlin non potè fare a meno di deglutire rumorosamente.
L'uomo gli sorrise rassicurante e si voltò sulla sedia girevole per cominciare a frugare in un grosso archivio alle sue spalle da cui estrasse due sottili cartelle azzurre che posò sul tavolo.
Su quella sopra Merlin lesse il proprio nome, l'altra era invece nascosta, perciò gli era impossibile capire di chi o cosa fosse.
« Bene, saltiamo i convenevoli e andiamo dritti al punto, Merlin... posso darti del tu vero? »
Il mago annuì accennando ad un sorriso che però non venne ricambiato.
« Vedi Merlin, ho insegnato per parecchi anni in questa scuola e sono riuscito ad ottenere risultati soddisfacenti da ogni mio studente, ma fino ad oggi devo dire non mi si era mai presentata una...sfida come la tua. »
« Sfida? » cercò di sorridere al termine. In fondo sfida suonava bene, giusto? Sempre meglio di disastro o fallimento.
« Ti sarai certo accorto che i tuoi voti... come dire... » si fermò di nuovo, ovviamente alla ricerca di un altro termine non offensivo per definirli.
« So che non sono dei migliori » intervenne il ragazzo.
« Non arrivano neppure a stare tra i peggiori credimi... » e non c'era dubbio che intendesse dirlo in senso negativo, ma non potevano certo essere cosí disastrosi, vero?
« So che sono stato un po' sottotono, però le prometto di impegnarmi di piú »
L'insegnante lo bloccò con un gesto della mano « Merlin siamo sinceri, mi dispiace dirlo, ma non credo che l'impegno qui ti servirà a molto... insomma... come dirtelo... questa non è decisamente la tua materia!»
Merlin si sentì arrossire fino alla radice dei capelli.
Da quando gli insegnanti parlavano in quel modo agli studenti?
Non avrebbero dovuto incoraggiarli? Era un caso tanto disperato che perfino i professori alzavano bandiera bianca?
Ce l'ha ancora con me per la storia degli ostacoli... tutto qui...
« Però credo di aver trovato una soluzione al nostro problema » sorrise l'insegnante iniziando a sfogliare la sua cartella « Vedo qui che sei un ottimo studente. Hai buoni voti e tutti gli insegnanti lodano la tua intelligenza.»
Merlin rimase in silenzio, non capiva dove volesse arrivare.
Gli avrebbe dato la sufficienza sulla fiducia? Forse in cambio voleva che non mettesse piú piede in palestra... in fondo l'avrebbe capito... si rendeva conto di essere una minaccia.
« Ora, come di certo saprai, io sono l'allenatore della squadra di football e tra pochi mesi comincerà il torneo interscolastico. »
Merlin annuì senza capire un bel niente.
In realtà non sapeva nulla della squadra di football a parte che un certo babbeo ne faceva parte, ma francamente non capiva cosa centrassero lui o i suoi voti in ginnastica.
« Purtroppo nella nostra scuola esiste una regola un po' fastidiosa per cui gli studenti devono avere piú della metà delle sufficienze per poter partecipare alle competizioni sportive. Sfortunatamente il nostro capitano ha avuto qualche problema con un paio di materie di troppo... »
A quel punto l'insegnante si interruppe fissando Merlin come se da quei pochi indizi dovesse capire tutto.
Purtroppo il ragazzo era piú confuso che mai « Scusi, ma non la seguo.. cosa c'entro io? »
« Semplice, se aiuterai il mio ragazzo a passare i suoi esami, io ti darò la sufficienza e non dovrai nemmeno venire a lezione per ottenerla. Sarà una specie di progetto speciale. »
Merlin lo fissò sbalordito.
Era la risposta ad ogni suo problema.
Era la manna dal cielo.
Era un miracolo.
Era... un'autentica fregatura.
Niente piú lezioni di ginnastica, niente piú orribili sport con la palla o tute sudate... niente...Tranne un mucchio di ore passate a far entrare qualcosa nella zucca vuota di uno di quei somari della squadra di football.
Con la sua fortuna sarebbe stato uno di quelli piú vicini ad Arthur.
Avrebbe passato il tempo a prenderlo in giro e rendergli la vita un inferno, però ormai non poteva rifiutare.
Era in un vicolo cieco. Essere bocciato per sempre o rischiare di passare il suo tempo con un vero somaro?
Senza nemmeno considerare l'ipotesi che detto somaro fosse quello reale.
Merlin impallidì al solo pensiero.
C'era qualcosa che gli aveva detto Morgana, giusto? Qualcosa sul capitano della squadra che non riusciva proprio a ricordare... ma no, figuriamoci...
« Potrei almeno sapere il nome dello studente prima di decidere? »
Qualcuno bussò alla porta, il signor Philips sorrise tutto soddisfatto come se Merlin avesse già accettato « Oh lo conoscerai subito, gli ho chiesto di passare qui per conoscerti. L'ho informato stamattina di tutta la faccenda ed è stato subito d'accordo. Entra pure Arthur. »
Quando la porta si aprì e una voce fin troppo familiare salutò l'insegnante, Merlin rimase paralizzato sulla sedia con le mani strette a pugno sulle ginocchia e gli occhi fissi dritto davanti a sè.
Non poteva essere.
Era ridicolo.
« Questo è Arthur Pendragon e Arthur questo è... »
« Merlin? Sarai tu a farmi da insegnante? »
Ti prego, svegliati...
« Oh vi conoscete già? Bene, molto bene » l'insegnante sembrava cosí contento della sua idea da non riuscire piú a stare immobile sulla sedia, i grossi occhiali gli erano scivolati sulla punta del naso, ma lui non sembrava nemmeno essersene accorto.
Merlin sentì Arthur avvicinarsi alle sue spalle, ma fece finta di nulla.
Forse se lo ignorava sarebbe sparito nel nulla.
« Ah si... diciamo che ci siamo già presentati, vero Merlin? » la voce gli arrivò fin troppo vicina, Arthur gli aveva posato le mani sulle spalle e si era chinato fino ad avvicinare il proprio volto al suo.
« Benissimo. Temevo che non andaste d'accordo. Col tutto il tempo che dovrete passare assieme sarebbe stato un vero problema »
A quel punto Merlin fece per protestare, per parlare, per salvarsi in qualsiasi modo da quella bizzarra situazione, ma le mani sulle sue spalle si strinsero mettendolo a tacere « Oh non si preoccupi... » il fiato caldo dell'altro gli accarezzò la guancia mandando scintille che si rifiutava di riconoscere giù per la sua schiena « Sono certo che andremo d'amore e
d'accordo. »
Merlin non lo guardava ancora, ma poteva quasi sentire il sorriso dipinto sulla faccia di Arthur, il sorriso di un gatto davanti alla sua preda...
Oh merda...

Tbc...

 
Note!
Per prima cosa ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti e che la seguono, non mi aspettavo che foste cosí tanti, ne sono felicissima! Spero che continuerete a leggere fino alla fine!!

Aleinad: grazie per il nuovo commento! Sai che inizio ad amarli??XD Si Morgana e Gwen assieme sono divertentissime. Ho scoperto che mi piace tantissimo scrivere le loro scene, non so perché, ma finiscono sempre col farmi ridere!:P Merlin deve tirare ancora fuori gli attributi, per il momento è ancora scosso da tutte le novità improvvise, ma prima o poi rimetterà al suo posto quell'asino reale!:P Non vedo l'ora di sapere che ne pensi dei nuovi sviluppi allora!

Mistica: Lo sai che sto sbavando per la descrizione che hai fatto di Merlin?? Tra l'altro mi hai fatto venire un'idea per una nuova scena futura... mmh.. ancora non so come inserirla, ma un posto lo troverò di certo!:P In effetti mi è piú facile scrivere di Arthur, perché... beh è un babbeo anche nella serie originale in fondo!:P
Su Gwen hai perfettamente ragione, all'inizio volevo farla piú timida e silenziosa, poi non so come mi è uscita totalmente diversa. Credo sia perché ha subito l'influenza di Morgana fin da bambina. A parte gli scherzi, Gwen risulterà cosí con Merlin e Morgana, ma con tutti gli altri sarà la Gwen di sempre ( o almeno spero:P)... continua a seguirmi e a commentare please!!
Wazzup: ciao, grazie per aver commentato! Sono contenta ti sia piaciuta! Continua a seguirmi!!

Kiroandstrifyforever: benvenuta nel mio folle mondo allora!:P Sono felice che ti piaccia e spero continuerai a leggere e commentare anche in futuro!!! Per rispondere alla tua domanda nel mio mondo Merlin e Arthur erano innamorati, anime gemelle fino in fondo. Solo che mentre Arthur muore, Merlin è immortale. Cosí ogni volta il povero maghetto deve attendere che il suo principe si reincarni per fargli ricorare il loro passato insieme e per averlo di nuovo accanto a sè!:P

Grimilde: grazie anche a te del commento! vedo che l'idea del dito medio è piaciuta a molti di voi! In effetti ce lo vedo prorpio Arthur a fare una cosa del genere!XD
Con l'html purtroppo non me la cavo granchè... puoi essere piú specifica?:P

Bene, direi che con questo è tutto!!
E come sempre tanti commenti fanno crescere la voglia di scrivere e aggiornare in fretta!XD

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Merlin! ***


Cap.3: Merlin.

« Mi stai per caso evitando checca? »
Merlin lasciò cadere la testa sul banco in completa disperazione.
Non ne poteva piú.
Gli ultimi tre giorni erano stati un vero inferno.
E considerando che ancora non aveva nemmeno iniziato a studiare con Arthur, idea alla quale non si era ancora del tutto arreso, non osava pensare a come sarebbe stato passare davvero del tempo con lui.
L'ufficio del professor Philips era stato teatro della sua piú cruenta sconfitta, Arthur aveva recitato cosí bene la sua parte che l'insegnante aveva riso delle obiezioni di Merlin, in fondo 'due persone che sembravano avere così tanto in comune, non avrebbero avuto alcun problema ad aiutarsi a vicenda, no?'
Merlin aveva contemplato l'idea di scoppiare a piangere e pregare l'insegnante di non fargli questo, ma reputandola troppo lesiva della propria dignità maschile, aveva scelto di raccogliere la sua borsa ed era letteralmente scappato dall'ufficio cercando di non notare l'espressione quasi gongolante di Arthur.
Chiaramente chiunque controllasse il ciclo delle reincarnazioni aveva fatto un gran casino.
Nel corpo del principe di Camelot adesso viveva una specie di mostro che si divertiva a tormentarlo, spuntava da ogni angolo pronto ad insultarlo, inventava nuovi nomignoli imbarazzanti da gridargli dietro nei corridoi solo per il gusto di farlo ed era deciso ad averlo davvero come compagno di studi.
Probabilmente per studiare nuovi modi di torturarlo.
In quei pochi giorni in cui il suo unico scopo era stato evitarlo, Merlin aveva scoperto che non era solo arrogante e maleducato, ormai rasentava la crudeltà... piú che un paio di ripetizioni gli sarebbe servito un esorcista.
Così Merlin, da uomo maturo qual era, aveva affrontato la situazione di petto e aveva iniziato a scappare ogni volta che lo vedeva in un corridoio, evitava perfino la mensa ormai e la sua tattica stava funzionando benissimo... fino ad ora.
Perché ovviamente Arthur aveva scoperto i suoi orari e adesso se ne stava seduto al banco davanti al suo fissandolo con quell'aria arrogante e irritata con cui diceva al mondo che tutti i suoi problemi erano causati da Merlin.
« Checca? Sto parlando con te, mi ascolti? »
Ovviamente il suo tono di voce era alto abbastanza da farsi sentire da tutti i presenti, aveva forse dimenticato di dire che Arthur era diventato anche un'esibizionista in quest'epoca?
C'era sempre una folla di spettatori ad assistere ai loro scambi di insulti.
Merlin odiava la parola popolare ormai.
E poi c'era la questione del nome.
Ogni volta che lo incontrava, ogni volta che lo vedeva, Arthur non si degnava mai di usare il suo nome.
Era sempre quel dannato nomignolo ciò che gli usciva dalla bocca.
Checca di qua, checca di là...
Il peggio era che lo diceva come se fosse una cosa naturale, come se fosse davvero il suo nome, quindi come poteva offendersi per una cosa simile?
Il mago iniziava a non sopportarlo piú, anche la sua pazienza aveva un limite e Arthur ci stava andando troppo vicino...
« Merlin » sputò quindi nel folle tentativo di farlo ragionare con quella cosa che aveva sul collo, ma che ovviamente non era una testa, infilando con forza il suo libro nella borsa.
O provandoci almeno...
Perché non voleva entrarci? Perché quando andava di fretta la sua borsa sembrava sempre rimpicciolirsi?
« Cosa? Non ti ho sentito... hai detto qualcosa checca? »
Merlin sentì distintamente il rumore di qualcosa che si spezzava... doveva essere il suo autocontrollo.
In un attimo il libro con cui lottava da diversi secondi invece di entrare nel suo zaino finì contro la testa di Arthur.
La cosa peggiore era che non sapeva se lo aveva fatto con la magia o nel buon vecchio metodo, ma onestamente non gli importava neppure.
Era troppo infuriato per fermarsi a pensare razionalmente « Merlin è il mio nome idiota! E se ci tieni tanto a parlarmi forse dovresti usarlo non credi? O il tuo cervello è troppo piccolo per ricordatelo? Va al diavolo tu e il destino e le stupide monete, io ho chiuso!» finì col gridare pugnalandolo  nel petto
con  l'indice sotto gli occhi allibiti della classe.
Arthur lo guardava a bocca aperta, come se fosse lui quello fuori di testa... e forse lo era.
La rabbia di Merlin sfortunatamente non durava mai molto, poteva essere esplosiva, come era accaduto, ma una volta sfogata subentrava sempre una certa lucidità.
In quel momento avrebbe preferito di gran lunga restare furioso.
Il suo volto avvampò di colpo e non solo per gli sguardi curiosi e in parte divertiti degli studenti ancora in aula... 'al diavolo tu e il destino e le stupide monete'...Oh Dio...come era potuto uscirsene con una cosa tanto stupida?
Ancora livido in volto Merlin raccolse la sua borsa e scappò dall'aula, purtroppo nella terribile e sanguinosa battaglia aveva dovuto sacrificare il suo libro di inglese antico, ma di certo non avrebbe chiesto a quell'imbecille di restituirglielo.

« Merlin! Che ti è successo?»
La voce di Gwen placò la sua fuga senza meta.
Lei e Morgana stavano chiacchierando accanto agli armadietti.
Nella fretta di mettere piú distanza possibile tra sè e quello che aveva deciso di ribattezzare colui-che-non-deve-essere-nominato, non le aveva nemmeno notate.
« Ultimamente non ti si vede mai, vai sempre di fretta, c'è qualche problema?» chiese preoccupata l'amica poggiandogli una mano sul polso.
Merlin sospirò scuotendo la testa, non c'era molto che potesse dire senza svelarsi...e svelarsi era fuori questione. Sarebbe finito in un manicomio come minimo.
« Lascialo stare Gwen, non lo vedi che è innamorato?» Morgana ammiccò ridendo, ma Merlin sussultò punto nel vivo da quell'affermazione.
Notando l'improvvisa tristezza del ragazzo Gwen pizzicò l'amica sul braccio scoccandole un'occhiata di rimprovero.
« Merlin, lo sai che con noi puoi parlare di tutto. C'entra il signor Philips? Non ci hai ancora detto cosa voleva l'altro giorno.»
Era vero.
Troppo preoccupato a nascondersi da Arthur, Merlin aveva finito con l'evitare anche le due amiche e cosí non era riuscito a raccontare loro nulla dell'accaduto.
Indeciso su quanto e cosa dire, Merlin si morse il labbro giocando con la tracolla della borsa, il fatto era che nelle ultime poche settimane tutto il suo mondo era stato capovolto.
All'improvviso mezza scuola non faceva che parlare alle sue spalle, ovunque andava sentiva i commenti e le risatine delle ragazze.
Sapeva cosa dicevano.
Parte di loro aveva inventato una triste storia di amore non corrisposto tra lui ed Arthur, mentre l'altra parte raccontava che era un molestatore... una specie di stalker che perseguitava il ragazzo piú popolare della scuola.
Entrambe le versioni lo facevano rabbrividire.
La cosa peggiore era sapere che, anche se Gwen e Morgana non lo dicevano apertamente, anche loro credevano a queste storie, alla prima in particolare.
O almeno cosí aveva dedotto dalla quantità esorbitante di dolci e gelato che avevano cominciato ad offrirgli 'per tirarsi un po' su'... e perché le ragazze credevano che bastasse una cucchiaiata di gelato per tornare di buon umore? Non era affatto vero.
E i film romantici? Stupidate. Ti facevano sentire anche peggio.
« Voleva solo avvertirmi che probabilmente finirò per essere bocciato in ginnastica» mormorò infine, con tono abbattuto.
« Beh mi sembra ovvio. Sei cosí schiappa che promuoverti sarebbe un reato» commentò tranquillamente Morgana rovistando nelle tasche alla ricerca di una gomma, ovviamente questo le fece guadagnare un nuovo doloroso pizzicotto sul braccio.
« A meno che...» continuò fingendo di non aver sentito nulla «  io non aiuti uno dei suoi giocatori di football a migliorare i propri voti.»
« Ma è fantastico! Tu sei bravissimo a insegnare!» provò inutilmente a rassicurarlo Gwen.
« Lo studente è Arthur» si limitò a ribattere lui con aria sconsolata, come se il nome bastasse a spiegare ogni cosa.
« Lo stesso Arthur che hai molestato sul treno?» se ne uscì Morgana facendo esplodere la bolla di gomma che si era impegnata a gonfiare e riprendendo a masticare rumorosamente 
« quello che ti odia? Wow... sei proprio sfigato lo sai? »
Al commento seguì l'ennesimo pizzicotto che la fece gemere di dolore e quasi soffocare quando la gomma le andò di traverso « Sei matta? Potevi uccidermi! »
Gwen la guardò senza un briciolo di compassione « Allora smetti di giudicare Merlin» si limitò a dirle.
« Non lo sto giudicando, mi limito a chiarire i fatti dove serve» si imbronciò la ragazza chiudendo l'armadietto da cui, notò distrattamente Merlin, non aveva preso proprio nulla.
« Gana...» continuò imperterrita Gwen con aria minacciosa.
Se c'era una sola persona nel mondo che poteva controllare il sarcasmo di Morgana, quella era proprio Ginevra.
Ed infatti, dopo un breve confronto fatto di sguardi, la ragazza dichiarò sconfitta « Okay, okay... smetterò di prenderlo in giro, per ora... ma tu smetti di picchiarmi, mi riempirai di lividi cosí» si lamentò massaggiandosi il braccio indolenzito.
« Perciò cosa pensi di fare adesso?» e c'era di nuovo quell'espressione dipinta sul volto della ragazza, l'espressione di chi sa che nascondi un torbido e doloroso segreto e aspetta solo che tu riesca a confessarlo.
Ma perché pensano tutti che Arthur mi piaccia?
Non che non fosse essenzialmente vero, ma era fastidioso lo stesso.
« Non lo so. Non voglio certo ripetere ginnastica per l'eternità, ma non voglio nemmeno chiudermi in biblioteca con quello. E' un tale arrogante e prepotente... bastardo, davvero insopportabile»
Merlin si bloccò.
Gwen non lo guardava piú e Morgana sorrideva in modo decisamente spaventoso.
Non dirmelo...
« Cosí mi ferisci, Merlin »
Morgana afferrò il braccio di Gwen trascinandola via e abbandonandolo al suo destino, la ragazza sembrò sul punto di protestare, ma alla fine se ne andò lanciandogli uno sguardo incoraggiante...stupide ragazze col loro romanticismo...e stupida Morgana con la sua cattiveria... traditrici...
« Non mi piace che mi eviti solo per parlare male di me alle tue amichette Merlin »
Era incredibile come riuscisse a far suonare il suo nome come un insulto, quasi rimpiangeva il checca di prima.
Adesso capiva perché Arthur si infuriava d fronte al suo modo di chiamarlo sire... se era questo l'effetto che otteneva, non lo biasimava affatto.
« Allora? Sei diventato muto Merlin? Eppure prima sembravi pieno di cose da dire... Merlin»
A sua difesa però poteva dire di non averci mai messo tanto impegno come lui nell'essere irritante.
« La vuoi smettere?» si voltò digrignando i denti.
Arthur aveva indosso un'espressione talmente strafottente che desiderò schiaffeggiarlo « Di fare cosa...» chiese sorridendo compiaciuto « Merlin?» 
« Di ripetere il mio nome in quel modo » sibilò il mago profondamente irritato dall'atteggiamento dell'altro.
Arthur piegò la testa di lato ghignando « Prima ti lamenti perché non ti chiamo per nome e adesso non ti va bene neanche questo...» sospirò fingendo di pensare duramente al problema « forse potrei chiamarti dolcezza?»  e c'era una nota nella sua voce che colpì Merlin in parti di sè che al momento desiderava ardentemente non ricordare di avere.
Aveva dimenticato l'effetto che la voce di Arthur poteva avere su di lui.
« Non chiamarmi e basta» sbuffò infine cercando di fingersi indifferente quando il suo sguardo per strani motivi non riusciva a staccarsi dalle labbra dell'altro.
« Sarà un po' difficile visto che dovremo studiare a lungo insieme»
Merlin lo fissò a bocca aperta.
Stava per caso flirtando con lui?
Cosa gli girava per la testa? Un attimo sembrava che lo odiasse, l'attimo dopo sembrava quasi provarci... lo stava facendo impazzire... e perché non si trovava qualcun altro per aiutarlo se chiaramente non lo sopportava?
« Senti, non è un incarico adatto a me... cercati qualcun altro da tormentare »
« Verrai bocciato in ginnastica » replicò lui incrociando le braccia sul petto e fissandolo petulante.
«Me la caverò, non preoccuparti troppo»
«Ma per favore... non sai nemmeno camminare senza volare per terra, senza di me sei finito» gli rispose lui con aria vittoriosa, come se a quel punto Merlin non avesse altra scelta che obbedirgli.
«Grazie del pensiero, ma non credo siano affari tuoi» concluse il ragazzo cercando di andarsene, ma Arthur lo afferrò dalla tracolla trascinandolo indietro  « Invece si, ormai ho detto al coach di non preoccuparsi, perciò vedi di non mollarmi o renderò la tua vita un vero inferno, siamo intesi? »
Merlin lo avrebbe mandato volentieri al diavolo.
Davvero.
Se non fosse stato per quella stupida mano che gli premeva sul petto per tenerlo fermo o il vago calore del suo petto che era solo a un fiato di distanza dalla sua schiena e rendeva ogni suo pensiero inutile e privo di senso, tranne per quella voce che continuava a supplicarlo di fare solo un passo indietro, solo uno, per poter sentire di nuovo quel calore su di sè.
« Ti aspetto in biblioteca dopo le lezioni e non farmi aspettare, Merlin » gli soffiò fin troppo vicino.
E perché continuava a parlargli con quel tono?
Aveva già capito che non era in grado di rifiutargli nulla quando lo chiedeva in quel modo?
Traducendo la sua mancanza di reazione per un consenso, Arthur lo lasciò andare facendolo quasi cadere in mezzo al corridoio e si allontanò senza nemmeno un cenno di saluto.
Rimasto solo Merlin aprì il suo armadietto e ci nascose dentro la testa fingendo di cercare duramente qualcosa, forse nel frattempo tutte quelle ragazzine ridacchianti sarebbero svanite...

Tbc

Grimilde: ho provato ad aggiustare un po' l'html, va un po' meglio adesso?Se funziona modificherò anche gli altri capitoli!
Passando alla storia, in effetti sono stata un po' autobiografica qui,perché sono sempre stata una vera schiappa a ginnastica!:P Povero Merlin, quanto lo capisco! Quanto ad Arthur temo che resterà carogna ancora per un po', povero il nostro maghetto!Quante gliene faccio passare!XD

Aleinad: la pallavolo!Il mio triste incubo!Cercavo sempre di saltare il mio turno di entrare in campo fingendo di allacciarmi le scarpe!Ahahah!Meno male che quegli anni sono finiti da un   po'!:PP
Già in questo capitolo Merlin risponde un po' a tono ad Arthur, era anche ora,no? Peccato non sia andata come il previsto, ma quel principe arrogante è duro da rimettere     al suo posto!:P E poi abbiamo la scena con Gwen e Morgana, scrivere di loro mi diverte tantissimo!:P

Kiroandstrifyforever: di niente!Piuttosto grazie a te per continuare a leggere e commentare!Anche se in ritardo buon ferragosto anche a te!:p Speriamo che un po' di lezioni gli facciano bene anche se per ora siamo in alto mare!!Continua a seguirmi!:PP

Akkarin_a: Benvenuta nel mio folle mondo allora!XD Grazie mille del commento!Purtroppo non sarà una Gwen/Lancilotto, anche se il nostro cavaliere preferito farà il suo ingresso nella   storia un po' piú avanti, però ho deciso che per come ho impostato la trama sarebbe stato meglio non farli mettere assieme, continuando a leggere capirai e chissà...magari     mi darai ragione!:P

Yusaki: Buongiorno anche a te!E benvenuta tra i lettori di questa storia!Sono felice che ti piaccia!Come ho scritto nel primo capitolo l'idea della reincarnazione di per sè non è stata mia, ma mi piaceva molto cosí lo adattata alla mia storia e devo ammettere che fino ad ora   ne sono abbastanza soddisfatta, spero di riuscire a tenere vivo l'interesse di tutti fino alla fine!Perciò continua a sostenermi!!

Bene, come sempre ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la storia ai preferiti e che la seguono senza commentare! Vi adoro tutti senza distinzioni!!XD
Detto questo vi ricordo come ogni volta che piú il numero dei commenti sale minore è l'attesa per il nuovo capitolo!(Si, sono un po' sadica lo ammetto...)XDD

Alla prossima! Preparatevi alla prima lezione di Merlin e Arthur!:P



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Algebra ***


Cap.4. Algebra.

« Merlin, dico sul serio. Smettila di agitarti, sembri una ragazzina al suo primo
appuntamento! » sbottò Morgana  completamente stufa delle continue lamentele dell'amico.
Merlin si finse ferito della sua indifferenza, ma ad essere sincero non poteva darle tutti i torti.
Da quella mattina non aveva fatto altro che parlare di Arthur.
Lamentarsi di Arthur.
Piangersi addosso a causa di Arthur.
E non dimentichiamo il destino.
Il triste destino infausto che amava prendersela con lui da sempre.
In effetti era stato davvero insopportabile, ma Gwen e Morgana erano le sue due migliori amiche,no? Non c'era una specie di regola non scritta per cui se uno del gruppo era triste dovevano esserlo tutti?
Lui si stava solo attenendo alle antiche regole dell'amicizia in fondo.
« Gana, cerca di essere comprensiva. E' normale che Merlin non voglia stare con Arthur dopo l'accaduto. E' in una pessima situazione...» Gwen gli sorrise comprensiva, accarezzandogli un braccio per confortarlo.
Merlin la guardò sull'orlo delle lacrime.
Era un'impressione o Gwen brillava di luce propria in quel momento?
Dolce e gentile Ginevra, dal cuore d'oro e l'animo nobile, lo sapeva che nemmeno la terribile influenza di quella strega di Morgana avrebbe mai potuto oscurare quella parte di lei.
« Non è colpa sua se preso da qualche strana forma di follia ha deciso di mirare troppo in alto per le sue possibilità...»
Merlin smise di annuire fissandola senza parole « ...finendo, com'era prevedibile, col cuore spezzato » la mascella del ragazzo toccò terra.
« Io non ho mirato troppo in alto!Non ho mirato affatto! Quello non mi è nemmeno simpatico! Come ve lo devo dire? »
Entrambe lo guardarono con quella che poteva essere descritta solo come compassione.
« Non te ne devi vergognare, Arthur è uno stupido se non sa apprezzarti » se ne uscì Gwen abbracciandolo stretto.
Merlin era talmente scioccato da non riuscire nemmeno piú a difendersi.
« Gwen ha ragione, se vuoi posso presentarti io qualche ragazzo carino e con un briciolo di cervello in piú di quel
caprone. »
« Io.non.ho.una.cotta.per.Arthur. » pronunciò lentamente, esasperato, convinto che presto gli sarebbe venuto come minimo un'aneurisma se non la smettevano tutti di parlare del suo amore non corrisposto per ... quello lì.
Perché nessuno gli credeva? Che aveva fatto di male?
« Certo che non ce l'hai » se ne uscì Morgana senza battere ciglio per poi voltarsi verso l'amica e lanciarle un'occhiata che chiaramente significava 'ma si, lasciagli credere che ci crediamo' alla quale Gwen annuì lievemente sorridendogli come a un pazzo pronto a fare una strage in un supermarket.
Preso dallo sconforto piú completo per la propria esistenza, Merlin posò la fronte sul tavolo di legno della biblioteca.
Dopo le lezioni aveva convinto le due amiche a seguirlo per dargli conforto fino alla fatidica ora della sua prima lezione con... tutti-sappiamo-chi.
Ovviamente era stata una pessima idea perché adesso si sentiva ancora peggio di prima e ad un tratto l'idea di sedersi all'ultimo tavolo della sala, quello nascosto dietro a uno scaffale di libri sulla geografia che nessuno guardava mai, sembrava davvero una pessima pensata.
Forse doveva spostarsi più vicino all'uscita.
O al tavolo della Signorina Malbott, l'addetta alla biblioteca dai corti capelli rossi e l'aria sempre arrabbiata capace di sentirti bisbigliare a dieci metri di distanza e rimproverarti gridando per ore perché a suo dire disturbavi gli altri studenti.
Forse era meglio un tavolo dalla finestra, in caso volesse semplicemente buttarsi di sotto.
Non si sapeva mai in queste occasioni.
« Almeno sei puntuale Merlin. »
Troppo tardi... sospirò sconfitto.
Arthur gettò la borsa sul tavolo, guardando Gwen e Morgana con una certa ostilità, come se non avessero alcun diritto di trovarsi lí e non riuscisse a spiegarsi perché ci fossero comunque.
Non si presentò e dal modo in cui arricciò le labbra con disgusto non sembrava nemmeno che volesse presentarsi o essere presentato.
Perciò Merlin si trattenne dal farlo.
« Bene, allora noi ce ne andiamo » mormorò Gwen imbarazzata, alzandosi in tutta fretta.
Non poteva biasimarla per voler scappare da quella situazione, ma probabilmente aggrapparsi al suo braccio gridandole di portarlo via con lei non sarebbe stato troppo maturo... 
« Trattacelo bene Pendragon, Merlin è un po' nervoso... sai com'è... è la sua prima volta. »
Non l'ha detto davvero, è solo un'allucinazione, tutto qui... ma il sorriso di Morgana era inequivocabile e il mago desiderò disperatamente di scomparire.
O almeno far scomparire Morgana e la sua dannata boccaccia.
Se le studiava la notte?
Aveva un diario da qualche parte dove annotava i mille modi per umiliare Merlin?
« Tranquilla... sarò gentilissimo con lui. » rispose Arthur ammiccando verso l'altro ragazzo e Merlin si sentì avvampare.
Ci doveva essere qualcosa di profondamente sbagliato in lui, decise deglutendo vistosamente.
Perchè sotto la rabbia, la vergogna e l'imbarazzo provava qualcosa di totalmente sbagliato sia per il luogo che per il momento... Chiaramente era malato.
Doveva andare da uno psicologo.
Mi scusi, ma trovo eccitante che il mio ex fidanzato morto e reincarnato mi insulti o si prenda gioco di me, credo dipenda dalla voce... anzi, è senza dubbio la voce... quella dannata voce super sexy... lei crede sia normale?
Si, sarebbe andata alla perfezione.
Arthur si mise seduto al posto di Morgana al lato opposto del tavolo, coi gomiti poggiati sulla borsa e le mani sotto al mento.
« Allora... quale delle due è la tua ragazza? » gli chiese fingendosi del tutto indifferente, ma con una strana espressione dipinta negli occhi.
Sembrava quasi... irritato.
Arthur era sempre stato educato a tenere nascoste le sue emozioni e quella era una cosa che rimaneva in lui nonostante il passare dei secoli, ma Merlin sapeva leggerlo come un libro... la metà parte del tempo almeno... nell'altra metà non aveva la minima idea di cosa pensasse.
O se pensasse ovviamente.
Ma in quel momento, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, era irritato con Gwen e Morgana, o almeno con una delle due.
Un amore non corrisposto magari?
Forse gli piaceva Gwen, ma era convinto che stesse con lui.
Forse era per questo che lo odiava.
« Nessuna delle due in realtà » rispose semplicemente, ma l'altro non sembrò affatto soddisfatto.
Alzò un sopracciglio come pronto a ribattere con uno dei suoi insulti, ma all'ultimo dovette ripensarci perché si limitò ad aprire con rabbia la borsa.
« Ho matematica da fare per domani.»
Nel dirlo estrasse un paio di libri che gettò con poca grazia verso Merlin seguiti dal suo quaderno.
O meglio... dal suo block notes.
Un block notes pieno di palloni da football disegnati sui bordi delle pagine.
E qualche scarabocchio centrale che poteva rappresentare o meno degli esercizi.
Merlin sospirò.
Sarebbe stato un anno molto lungo.
Lo studio non era mai stato il forte del principe in fondo.
Afferrando la matita che Arthur aveva iniziato a far girare tra le dita di una mano, il mago cominciò a spiegarli come trasformare l'algoritmo che aveva davanti in qualcosa di comprensibile.
L'altro non disse una parola per tutta la spiegazione.
Cinque minuti dopo, controllando il risultato ottenuto, Merlin si voltò verso Arthur, immaginando di trovarlo quanto meno addormentato visto il suo strano se non benvenuto silenzio.
Con suo sommo stupore l'altro era piú che attento.
Solo che invece di fissare il quaderno come avrebbe dovuto, fissava lui.
E per la prima volta non c'erano né sdegno, né scherno in quegli occhi.
Solo curiosità e, osava sperarlo, interesse.
Ovviamente durò poco.
Un attimo dopo Arthur aveva di nuovo il suo solito irritante sorriso stampato in faccia.
« Cavolo Merlin, allora hai un cervello tra quelle enormi orecchie! Non ci avrei scommesso un dollaro!»
Ma non riusciva mai a tenere chiusa quella stupida bocca?
« Risolvi quello dopo se hai capito » sibilò cercando di non cominciare un'altra lite proprio in biblioteca.
Arthur sbuffò riprendendosi la sua matita e concentrandosi nella lettura dell'esercizio successivo.
Merlin rimase a fissarlo incapace di smettere di pensare al tremito che l'aveva percorso quando le loro mani si erano toccate.
Era stato un attimo, ma le mani di Arthur erano esattamente come le ricordava.
Calde e forti.
Capaci di proteggere ciò che amava da ogni cosa.
Peccato che non fossero destinate a lui in quella vita.
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dalla matita che rotolò sul tavolo poco dopo « E' impossibile! » ringhiò Arthur fissandolo torvo.
« Ci sei sopra da neanche cinque minuti »
« Ti dico che è impossibile » incrociò le braccia sul petto, guardandolo imbronciato come se fosse lui la causa di tutti i suoi problemi.
Merlin sospirò « Fa vedere » gli disse avvicinandosi il quaderno e leggendo il poco che aveva fatto.
Il mago fissò sbalordito la pagina.
Era privo di senso.
Com'era riuscito a ridurre l'esercizio in quello stato in meno di un minuto?
Nemmeno Morgana c'era mai riuscita e lei era il peggio del peggio!
« Allora Merlin? » chiese l'altro guardandolo con aria vittoriosa, quasi soddisfatto di avergli dimostrato di essere un completo idiota.
Come se non lo sapessi già.
« E va bene. » pronunciò infine il mago riprendendo la matita e cancellando tutto ciò che l'altro aveva scritto « Te lo rispiego, ma cerca di ascoltare stavolta. »
Non arrivò nemmeno a metà della soluzione che Arthur lo interruppe sbadigliando vistosamente « Basta cosí... tanto è inutile ».
Merlin lo guardò a bocca aperta mentre raccoglieva le sue cose e le gettava nella borsa.
« Dove credi di andare? Non abbiamo ancora finito. »
« Io si » pronunciò l'altro passandosi la borsa su una spalla « E' tardi e domani ho gli allenamenti. »
« Ma devi finire questi. »
« Hai ragione, altrimenti sarò nei guai...» Arthur sorrise chinandosi sul tavolo verso Merlin e facendo scivolare il quaderno verso l'altro.
« Credo che avrò bisogno di un aiuto, tu che dici? » gli soffiò in faccia sorridendo.
Al mago quel sorriso non piacque affatto, ma a quel punto il viso di Arthur era tanto vicino che l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano quelle labbra rosa  e sottili, la loro morbidezza, il loro sapore.
Gli sembrò di rivivere ciascuno dei loro baci.
Teneri e dolci.
Violenti e appassionati.
Si umettò le labbra perso nel passato e senza nemmeno accorgersene si chinò lievemente in avanti socchiudendo le palpebre.
Era davvero convinto che Arthur stesse per baciarlo...
Ma non fu un bacio ciò che ricevette.
Un attimo dopo Arthur si ritrasse ridendo e Merlin fece lo stesso sconvolto dalle proprie azioni.
Come aveva potuto perdere il controllo a quel modo?
Doveva saperlo che Arthur si stava solo prendendo gioco di lui!
« Risolvi i miei esercizi per domani Merlin... e forse avvererò una di quelle tue oscene
fantasie. »
Un attimo dopo Merlin si ritrovò solo, coperto di vergogna e stranamente insoddisfatto, mentre la risata gongolante di Arthur si perdeva oltre la porta della biblioteca e la signorina Malbott lo fissava schioccando le labbra in rimprovero da sopra gli occhiali a mezza luna.
Gli sarebbe servita una doccia fredda quella sera...
... Forse anche due...
Strinse con rabbia lo stupido quaderno di Arthur.
Se si aspettava davvero che gli facesse i compiti dopo quello che era successo... era solo un povero babbeo.
Un'idea gli si formò nella mente.
Un'idea molto infantile.
Era sciocco, davvero.
Doveva solo trovare quell'idiota il giorno dopo e ridargli il suo quaderno cosí com'era...
Merlin fissò la matita abbandonata sul tavolo prima di sorridere come uno psicopatico.
In fondo non c'era niente di male....
Stava solo facendo gli esercizi come richiesto... giusto?
Sorridendo Merlin si mise all'opera.
Questo sarebbe stato molto divertente...

Tbc...



Grimilde: Arthur diventerà sempre piú complicato da qui in poi! Pare che si diverta un mondo a mettere Merlin in imbarazzo,vero?:P Povero il nostro maghetto! In questo capitolo mi sa che non gli è andata molto meglio, quel principe è un vero bullo quando ci si mette! Coraggio Merlin!XD

Aleinad: ecco la prima lezione, che ne pensi? Non so perché, ma Arthur sui libri proprio non ce lo vedo!! E in matematica poi!!:P Il prossimo capitolo sarà un po' piú centrato su Gwen e Morgana! Ne vedremo delle belle mi sa!:P

Kiroandstrifyforever: grassie!!Sono contenta che continui a piacerti!Mi sa che però a Merlin non è andata meglio come speravi, almeno ci sono stati un po' meno insulti! Se continua cosí prima della fine il povero Arthur verrà linciato da una folla inferocita!!XDD

Akkarin_a: Mi sa che nella testa vuota di Arthur c'è solo aria...scherzo!:PP Tutto avrà in effetti una spiegazione, ma sarà solo verso la fine temo! Altrimenti si rovina il tutto,no?:P
Per Gwen, non preoccuparti, io detesto la coppia Arthur/Gwen e lo so che nella leggenda è cosí, ma andiamo...la leggenda è triste!:P

Yusaki: Eccoti il nuovo capitolo, non ho fatto aspettare troppo,vero?:P In effetti la scena era ovvia,ma la trovo molto realistica... fa parte delle leggi della vita, 'se parli male di qualcuno sta certo che ti spunterà alle spalle!' Soprattutto se è un insegnante!XDD Che dire? Morgana è di nuovo un po' viperella, ma non riesco a smettere, mi diverte troppo!XDD

Come sempre ringrazio anche chi mi segue in silenzio, spero che vi piaccia anche questo capitolo e che lo commenterete in tanti!!!
Alla prossima allora!!!
Come spoiler succoso vi informo che il nostro vecchio Lancelot farà la sua comparsa!!!!
Ne vedremo delle belle!XD

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Lancelot ***


Eccomi!
Lo so sono in ritardo spaventoso con questo capitolo, ma è periodo di esami purtroppo!! Comunque domani avrò ufficialmente finito ( per ora:P) e potrò scrivere quanto vorrò!
Per farmi perdonare il capitolo è un po' piú lungo del solito!

Cap.5: Lancelot.

Quella mattina Merlin si svegliò di buon umore.
Era ancora molto presto, una rarità per lui che si svegliava sempre tardi, cosí decise di gustarsi una buona colazione a base di marmellata e pane tostato.
Per la prima volta dall'inizio dell'anno scolastico non dovette nemmeno correre per prendere il treno, non dimenticò la sua borsa, nè il portafoglio e fuori il cielo era limpido e l'aria fresca.
Insomma era una mattinata a dir poco perfetta.
In piú... aveva un quaderno da riconsegnare ad Arthur.
Un bellissimo, fantastico, quaderno di matematica che doveva assolutamente ridare al suo compagno di studi.
Il sorriso che lo accompagnò per il resto della strada spaventò molti bambini e qualche adulto, ma niente poteva distogliere Merlin dalla sua vendetta.
Arrivato a scuola, cercò per lo meno di apparire normale, ma era difficile trattenersi, dovette cominciare a mordersi le guance nel vano tentativo di smetterla di ghignare come un matto.
Non che ci stesse riuscendo, se gli sguardi del ragazzo che lottava inutilmente col lucchetto dell'armadietto affianco significavano qualcosa...
«Spero che tu abbia i miei esercizi, Merlin »
Sfortunatamente solo sentire quella voce gli fece perdere del tutto il controllo sui suoi muscoli facciali. Eccolo lì, il sorriso da pazzo che non lo lasciava dal giorno prima... ma in fondo Arthur pensava già che fosse strano, no? Un paio di sorrisi non avrebbero certo leso la sua immagine...
Arthur, nel frattempo, si era avvicinato guardandolo con aria vagamente sorpresa, come se si aspettasse di doverlo quanto meno rincorrere per le scale e strappargli il quaderno di mano... in effetti se non avesse ceduto ai suoi impulsi piú infantili e primordiali, Merlin avrebbe probabilmente scelto di nascondersi per tutta la mattina e sperare di non essere trovato.
«Non erano poi cosí difficili » mormorò fissando l'interessante cerniera della felpa rossa dell'altro.
Stranamente il giubbotto della squadra di football era assente quella mattina.
Mancanza di allenamenti o improvviso gusto nel vestire?
Quasi avrebbe voluto chiederlo ad alta voce, ma immaginava non fosse il caso.
Era essenziale che Arthur non trovasse nulla di strano in lui... a parte la sua espressione da gongolante imbecille.
Ma come prevedeva, quella sembrò passare come del tutto normale per il ragazzo... Che stolto...
Quando gli porse il quaderno con aria innocente, l'altro si limitò ad afferrarlo e infilarlo in borsa senza nemmeno controllarlo.
Stolto, ingenuo e fin troppo prevedibile...
Sempre pronto a pensare che gli altri avrebbero semplicemente ubbidito ai suoi ordini, come se nessuno avesse la spina dorsale per ribellarsi... Non questa volta, Sire...
«Si può sapere che hai sempre da ridere come un'idiota? » sbottò infine Arthur, ovviamente stanco dei suoi continui sorrisi, o forse un po' spaventato, chi poteva dirlo?
«Chi io? Niente... » negò con voce troppo stridula, purtroppo mentire non era una cosa che si imparava col tempo e decisamente era un talento del quale era sprovvisto.
Pensa a qualcos'altro! Si ordinò facendo vagare lo sguardo lungo il corpo dell'altro... Bei jeans... si ritrovò a commentare tra sè poco dopo ... un po' troppo larghi forse...
Arthur stava meglio coi jeans stretti... Merlin si bloccò subito, se continuava su quella strada avrebbe avuto altri problemi oltre il suo sorriso da idiota.
«Hai qualcosa che non mi convince... » continuò l'altro guardandolo con aria diffidente.
Merlin deglutì guardandolo col suo sguardo piú innocente.
« Come mai così ubbidiente oggi? Non pensavo che li avresti fatti davvero... » si avvicinò di qualche passo studiandolo con attenzione, come se cercasse la risposta nel suo viso piuttosto che nelle sue parole... come se ricordasse la sua cronica incapacità di mentire e volesse coglierlo sul fatto.
Merlin si ritrovò a deglutire ancora una volta sentendosi improvvisamente in trappola, non osava pensare a cosa sarebbe accaduto se Arthur avesse scoperto cosa aveva tentato di fare...
« O forse è l'idea della ricompensa che ti ha fatto sgobbare tanto per me? » sorrise infine l'altro con aria maliziosa.
All'inizio il mago si limitò a sbattere le palpebre confuso.
 Davvero non capiva cosa Arthur stesse dicendo.
E poi ricordò la sera prima in biblioteca « Risolvi i miei esercizi per domani Merlin... e forse avvererò una di quelle tue oscene fantasie. » e sgranò gli occhi sentendosi all'improvviso accaldato.
«Allora Merlin dimmi... cosa vorresti in cambio? » sorrise avvicinandosi a lui di un altro passo e guardandolo da capo a piedi con aria fin troppo suggestiva.
Per un attimo Merlin contemplò l'idea di ordinargli di lasciar perdere Vivian e i suoi amici idioti, di rivelargli tutto, di risvegliare i suoi ricordi e fregarsene di tutto il resto.
In fondo perché esitare?
Non meritava forse anche lui di avere ciò che desiderava?
Aveva aspettato tanto questo giorno... non se l'era forse guadagnato?
Ma sapeva che non era giusto.
Lo sguardo di Arthur, il suo modo di fare, di parlargli... era tutto solo uno scherzo per lui.
Un gioco da raccontare agli amici, nulla di piú.
Non gli piaceva davvero.
Non lo voleva davvero.
Non immaginava neanche la profondità del legame che li univa.
E in quelle condizioni non se la sentiva di legarlo di nuovo a sè.
Perché se Arthur avesse ricordato senza dubbio sarebbe tornato da lui, ma probabilmente l'avrebbe fatto solo per un mal posto senso dell'onore.
Solo perché lo aveva promesso, non perché lo volesse davvero.
No.
Prima doveva essere certo di non commettere uno sbaglio.
«Da te non voglio proprio niente. Ho fatto i tuoi stupidi compiti, ora puoi anche lasciarmi in pace » sputò con una collera che in realtà non sentiva, fingendosi quasi disgustato all'idea di essere toccato da lui, quando giorno e notte non riusciva a pensare ad altro...
Prima di poter dire o fare qualcosa di cui sapeva si sarebbe pentito, Merlin scivolò via e si allontanò in fretta.
«Ci vediamo in biblioteca Merlin, non arrivare in ritardo » gli arrivò la voce fin troppo alta dell'altro, ma Merlin non si fermò.
Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che sorrideva ancora in quel modo insopportabile...

Nonostante tutto Merlin votò a se stesso di rimanere di buon umore.
Arthur non sarebbe riuscito a rovinargli la giornata e quando avrebbe ricevuto il suo compito corretto... il solo pensiero gli riportò il sorriso sul volto... avrebbe dato qualsiasi cosa per poter vedere quel momento.
Sfortunatamente c'era qualcun altro quella mattina che sembrava non condividere affatto il suo ottimismo.
Morgana stava seduta in prima fila nell'aula di francese e questo di per sè era già un pessimo presagio.
Teneva le braccia incrociate sul petto e aveva l'aria di voler uccidere qualcuno con lo sguardo.
Il mago sospirò, chiaramente il suo drago preferito si era reincarnato da qualche parte e adesso si prendeva gioco di lui, non c'era davvero altra spiegazione per quella serie di misfatti che sembravano perseguitarlo da settimane.
«Buongiorno Morgana » provò a salutarla fingendo di non notare il pessimo umore che l'avvolgeva.
L'unica risposta fu una specie di basso ringhio, non molto rassicurante... « O forse no » mormorò sedendosi al banco vicino alla ragazza.
Cercando di fingere che nulla fosse fuori posto, Merlin provò a chiederle se avesse letto il libro di Cirano per la lezione.
In fondo francese era una delle lezioni preferite della ragazza e i libri sentimentali la mettevano sempre di buon umore. Amava distruggere chiunque parlasse d'amore e romanticismo, una volta era perfino riuscita a far piangere il primo della classe.
Merlin ancora si sentiva stranamente in colpa ogni volta che ne incrociava gli occhi.
 «Gwen ha lezione di chimica » se ne uscì la ragazza contro ogni aspettativa, ignorando completamente la sua domanda e pronunciando la parola chimica come se fosse un insulto alla società.
Merlin la fissò confuso, incapace di trovare una risposta che avesse un senso «Si... » cominciò incerto «Come ogni mercoledì e venerdì dall'inizio dell'anno »
Morgana lo guardò stranamente trionfante «Esatto! » esclamò come se il ragazzo le avesse dato ragione su qualche punto cruciale di cui non era nemmeno a conoscenza « E sai perché ci va sempre? »
«Perché ha deciso di seguirla? » azzardò lui sentendosi sempre più stranito.
«Sei così ingenuo! L'unico motivo per cui ci va è il suo nuovo migliore amico... Lancelot! » sputò con disgusto,  come se il nome fosse un grave insulto alla razza umana.
Merlin quasi soffocò.
Eccoli di nuovo tutti nella storia alla fine.
Chissà perché Lancelot riusciva sempre a portare guai per qualcuno di loro.
Nove volte su dieci finiva per innamorarsi di Gwen a prima vista, creando uno scompiglio dopo l'altro.
La restante volta in genere si innamorava di qualche altra dama, raramente capitava che si innamorasse perfino del mago stesso... e quelle volte si che erano un vero disastro.
La gelosia di Arthur non era mai una bella cosa da vedere...
Per quanto riguardava Gwen invece... non sempre andava bene.
Dipendeva da molti fattori, uno dei quali era quasi sempre Morgana.
L'altro era la costante, terribile indecisione della ragazza che la portava a sbagliare fin troppo spesso rendendo infelici un po' tutti quanti.
«Lancelot? » chiese fingendo di non avere la minima idea di chi fosse questo nuovo e ovviamente  terribile nemico della ragazza.
«Si, il migliore amico di Pendragon... ci crederesti? »
In realtà Merlin non ne fu affatto stupito.
Quello era un nodo che prima o poi sarebbe dovuto venire al pettine in fondo, era destino dopotutto.
E in ogni vita c'erano dei punti che dovevano seguire, sempre.
Per come la vedeva lui era meglio prima che dopo.
Sospirando tirò fuori dalla borsa la sua copia sgualcita e ricolma di post-it annotati a matita del Cirano e finse di sfogliarla alla ricerca di qualcosa,sperando che Morgana smettesse di puntargli addosso quegli occhi inferociti.
Iniziava a mettergli paura.
«Allora? Non dici niente? » lo esortò poco dopo con tono sdegnato.
Forse voleva che l'aiutasse a raccogliere firme per bandire il ragazzo dalla scuola.
Non sarebbe stata una cosa così strana per Morgana.
«Di che cosa? » chiese continuando a fingersi del tutto innocente.
La ragazza lo fissò come se non avesse un cervello nella testa, ma solo uno spazio d'aria vuoto «Di Gwen, di che altro? Non sei offeso? O arrabbiato? »
Stranamente Merlin capì cosa voleva da lui la ragazza, chiaramente voleva usarlo per far leva sul senso di colpa di Gwen e vietarle di vedere Lancelot...
Ingegnoso...
Strano che lo avesse capito.
Forse iniziava a prenderci la mano.
Le ragazze sapevano essere davvero strane e complesse.
Forse era per questo che amava un ragazzo.
Almeno Arthur diceva le cose chiaramente... O sfidava a duello mortale tutti gli ipotetici rivali d'amore...
«Gwen può socializzare con chi desidera Gana... e anche tu per quello che vale » si limitò a rispondere continuando a leggere il suo libro, o a fingere di farlo.
Morgana sbuffò irritata, tornando a fissare la cattedra con rabbia.
Probabilmente stava formulando un nuovo piano di sabotaggio.
Il mago scivolò lungo la sedia nascondendosi dietro il suo libro.
Forse poteva fingere di essere svanito nel nulla.
Doveva cercare un incantesimo per diventare invisibile.
Di certo non doveva immischiarsi in quella storia.
In passato aveva creato un mucchio di guai cercando di aiutare le cose ad andare nel verso giusto.
Ma non voleva nemmeno che Gwen e Morgana si separassero a causa del suo mancato intervento.
Lancelot era un amico e aveva sofferto molte, troppe volte... ma Morgana... beh era Morgana.
L'insegnante entrò al suono della seconda campanella, ci un forte brusio mentre tutti si sistemavano e aprivano libri e quaderni.
Senza i commenti e le risposte sarcastiche di Morgana sul significato nascosto dell'amore tra Cirano e Rossana quella fu la peggiore lezione di francese dell'anno.

Il cambio d'ora fu come il suono delle trombe su un campo di battaglia.
O almeno Morgana dovette interpretarlo così visto il modo in cui lo afferrò per il braccio trascinandolo in tutta fretta per ben due piani di scale... verso il laboratorio di chimica.
Ovviamente, invece di un esercito, ad attenderli c'erano solo Gwen e Lancelot.
Non che li stessero davvero aspettando.
Erano semplicemente fuori dall'aula di chimica intenti a parlarsi e a sorridersi.
E a guardarsi negli occhi.
Piú che altro si guardavano in effetti.
Con quell'espressione che Merlin aveva visto tante volte da cominciare ad odiarla.
Quell'espressione portava sempre e solo guai.
Per loro era sempre così, amore a prima vista.
Era come se invece di trovarsi nel corridoio di un liceo fossero in un mondo tutto loro, su un'isola deserta in cui nessuno poteva disturbarli... nessuno a parte Morgana.
«Gwen, non hai aspettato troppo vero? » le chiese con voce mielosa e preoccupata, come se si sentisse profondamente in colpa per averla lasciata sola con quell'orribile ragazzo.
Una volta abbastanza vicina prese a braccetto l'amica e fissò torva Lancelot, come se fosse un nemico pericoloso da abbattere.
«Morgana, Merlin! » ignara di tutto, Gwen sorrise ad entrambi con gli occhi lucidi e le guance tinte lievemente di rosso « Questo è Lancelot, frequenta chimica con me... » disse con malcelato orgoglio.
Gli sembrò di sentire Morgana ringhiare, ma forse si era sbagliato.
Nel frattempo Lancelot, coi consueti riccioli neri ad adornargli il volto e la barba a dargli un'aria un po' trasandata,  sorrideva ad entrambi.
Quando porse la mano a Morgana però, il sorriso iniziò a vacillare pericolosamente.
La ragazza  la fissò in silenzio senza stringerla, storcendo il naso come se fosse viscida e puzzolente prima di girarsi dall'altra parte.
In imbarazzo, Merlin si gettò sulla mano di Lancelot stringendola con un caloroso sorriso e fingendo di non aver notato il comportamento a dir poco maleducato dell'amica.
«Ginevra mi ha parlato molto di voi due, non vedevo l'ora di conoscervi di persona »
«Spero non abbia raccontato nulla di troppo imbarazzante! » rise Merlin.
«Lancelot ed io stavamo andando a prenderci un caffè, volete unirvi a noi? »
Merlin cercò di accettare subito, ma sfortunatamente fu preceduto da Morgana che sbuffando si aggiustò la borsa sulle spalle prima di rivolgersi a Gwen con aria vagamente seccata «Non lo so Ginevra, non vorremmo essere di troppo »
Gwen la fissò a bocca aperta, era chiaro che non capisse il comportamento dell'amica e Merlin non se la sentiva certo di biasimarla per la sua confusione, Morgana si comportava da pazza... di questo passo avrebbero finito solo col litigare.
«Ci farebbe molto piacere » si intromise tra le due stringendo in avvertimento il polso di Morgana che gli scoccò uno sguardo furibondo, ma rimase in silenzio.
Il tragitto verso la caffetteria fu una delle esperienze piú traumatiche della vita di Merlin con Morgana pronta ad esplodere come una bomba atomica  e Lancelot pochi passi davanti a loro,intento nel discutere chissà cosa con Gwen, dedicandole tutta la sua attenzione e i suoi sorrisi.

«Così fai parte della squadra di football? »
Chiese Morgana poco dopo spezzando l'evidente tensione che circondava il tavolo.
Nei cinque minuti che ci erano voluti per prendere le loro bibite, la ragazza aveva insistito per ordinare al posto di Lancelot dato che ovviamente il ragazzo non aveva idea di come Gwen amasse prendere il suo caffè, aveva obbligato tutti a lasciarla pagare perchè per lei di certo i soldi non erano un problema e aveva voluto cambiare tavolo due volte perché sarebbe stato ovvio per chiunque avesse un briciolo di cervello che a Gwen non piaceva stare accanto alla vetrina, nè davanti alla porta...
Merlin avrebbe voluto sprofondare nel pavimento.
Quando ci si metteva Gana era peggiore perfino di Arthur... e questo era dire molto...
«Si » rispose il ragazzo titubante.
Se c'era una caratteristica di Lancelot che Merlin aveva sempre ammirato era la sua infinita pazienza.
Sembrava incapace di arrabbiarsi con chiunque.
«Perciò sei anche amico di quell'imbecille di Pendragon » continuò la ragazza senza battere ciglio.
«Morgana! » la rimproverò il mago soffocando nella sua aranciata, mentre Gwen si nascondeva il volto tra le mani, probabilmente maledicendosi per aver avuto la folle idea di presentare qualcuno all'amica.
«Beh so che Arthur può sembrare un po'... » Lancelot tentennò probabilmente alla ricerca di un aggettivo che non offendesse troppo l'amico, ma Morgana aveva ben altre idee nella mente «Stupido? Arrogante? Completamente privo di sensibilità... o di un cervello? »
Il ragazzo si lasciò andare ad una risata piuttosto nervosa, il bicchiere ormai vuoto era già mezzo accartocciato tra le sue mani «Avrei detto superficiale in realtà »
«Ah. No, non direi »
«Il punto è che non è affatto cosí. In realtà è molto generoso, disposto a farsi in quattro per gli amici. E' un bravo
ragazzo. »
«Così è stata la sua generosità a prendersi gioco di Merlin » ribattè lei e stavolta Gwen le lanciò un'occhiata talmente minacciosa che perfino Merlin si sentì spaventato «Gana, adesso basta ».
«No Ginevra, ha ragione. E mi dispiace per come si è comportato con te Merlin. Non voglio difendere Arthur dicendo che non è da lui o roba simile, perché tutti sappiamo che non è vero. Però... con te è diverso, è come se fossi un chiodo fisso per lui. »
Merlin non sapeva che dire.
C'era una parte di lui che era addirittura felice all'idea che Arthur pensasse tanto a lui, anche se lo faceva solo per tormentarlo...
«Non sei responsabile del comportamento di Arthur » gli disse infine cercando di tranquillizzarlo, in fondo c'era già Morgana intenta a metterlo a disagio, non era il caso di rincarare la dose.
«Però non l'hai nemmeno fermato. Come mai? Troppo vigliacco? Forse sei solo buono a parlare... »
«Gana! » questa volta il rimprovero arrivò da entrambi gli amici che la guardarono sconvolti.
Lancelot boccheggiò un paio di momenti prima di scusarsi e andare a qualche fantomatica lezione che quasi certamente non esisteva.
«Che diavolo ti è preso Gana? »
Non c'erano molte persone in grado di far gridare Gwen.
Gwen non gridava mai.
Al massimo piangeva, si imbronciava, lanciava occhiatacce, ma le sfuriate non erano proprio il suo forte.
Tuttavia con Morgana non aveva alcuna difficoltà ad infuriarsi.
Certo con Morgana chiunque riusciva a gridare...
«A me? Sei tu quella che fa gli occhi dolci a quel babbeo! Hai dimenticato cos'hanno fatto a Merlin? »
Il suddetto ragazzo nel frattempo continuava a fissare il fondo del suo bicchiere vuoto stranamente conscio degli occhi di tutti coloro che assistevano alla scena puntati addosso e desideroso di non finire travolto nel massacro.
«Io non faccio gli occhi dolci a nessuno! Lance è un amico e tu l'hai trattato malissimo »
Morgana sbuffò « Per favore, si vede lontano un miglio che hai una cotta per lui. E quando le cose finiranno male spetterà a me raccogliere i pezzi »
«E perché dovrebbero andare male? L'hai deciso tu? O forse non mi ritieni alla sua altezza? »
«Oh andiamo! Ragiona Gwen! Quelli come lui vanno dietro alle cheerleader, non certo a quelle come te »
Non c'era bisogno di vedere l'espressione furibonda di Gwen per sapere che Morgana aveva scelto l'argomento piú sbagliato.
«A volte non ti capisco proprio » sussurrò con voce tremolante e ora sí che c'erano lacrime nei suoi occhi neri.
«Gwen... » ma era tardi, la ragazza scappò via in tutta fretta lasciando Morgana con ancora la mano tesa verso di lei e il volto contorto nel senso di colpa e Merlin, alla ricerca di un modo per salvare la situazione prima che fosse troppo tardi.
Del suo buon umore ormai non restava piú nulla...

Tbc

akkarin_a: Purtroppo ancora niente tra quei due... anche perché questa parte e credo anche la prossima sarà incentrata su Gwen e Morgana! Arthur è cosí cattivo! Comunque ti anticipo che In base alle mie bozze avremo un bacio nel capitolo 9 e da lì saranno fuochi d'artificio! Attesa lunga lo so, ma cercherò di farne valere la pena!!! Continua a seguirmi!!!

lady_niniane: Benvenuta!!! Grazie del  commento!! Sono felice che ti piaccia la storia!!!!  Ricambierà? Chi lo sa? :P Potrebbe sempre finire con lo sposarsi con Vivian...( il solo pensiero mi terrorizza!) Continua a seguirmi!!!!! A presto!!!

Aleinad: Litigio Morgana/Gwen, purtroppo era necesssario... un po' mi dispiace, ma capita anche alle migliori coppie in fondo!XD Purtroppo è rimasto poco spazio per il Merthur... mi rifarò piú avanti!

_Saruwatari_: benvenuta anche a te!! grazie per aver commentato tutti i capitoli, sono contenta che la storia ti piaccia! E se hai una trama in mente, scrivila! Vedrai che la storia cresce da sè poi...abbiamo bisogno di tutto il Merthur che c'è!!!XDD

Allora, che ne dite? Cosa accadrà adesso?
Come al solito i commenti sono la mia musa!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pioggia ***


Cap.6: Pioggia

« Lo sai Merlin, a dispetto di ciò che puoi pensare i tuoi scherzi infantili non sono affatto divertenti »
Se qualcuno avesse fatto notare al mago quanto Arthur fosse spaventoso in quel momento, con gli occhi ridotti a due fessure furibonde e le labbra contratte in quello che poteva essere definito solo come chiaro sdegno, lui l'avrebbe negato con tutte le forze... a parole.
Ma dentro di sè, Merlin tremò.
A Camelot sguardi del genere erano seguiti sempre da Guardie, arrestatelo! che a sua volta significava passare la notte nelle prigioni... o alla gogna...
Nel ventunesimo secolo ancora non sapeva cosa avrebbe significato, ma immaginava che non fosse nulla di buono.
Perciò, guardando con attenzione le mani che Arthur aveva sbattuto sul tavolo della biblioteca, Merlin decise che la tattica migliore era fingersi ignaro di tutto... nega anche di fronte all'evidenza...
« C'è forse qualche problema Arthur? » gli chiese quindi fingendo una calma che non provava affatto e anzi riuscendo a guardarlo come se fosse lui lo psicopatico... Merlin quasi si congratulò con se stesso per la propria prova di recitazione.
In tutta risposta Arthur schioccò le labbra seccato e lanciò sul tavolo il famoso quaderno di matematica.
Merlin evitò accuratamente di alzare gli occhi verso il suo volto, per qualche strano motivo mentire guardando negli occhi l'altra persona gli era impossibile.
« Si, c'è un problema Merlin... grazie a te ho fatto la figura dell'idiota! »
Involontariamente le sue labbra si piegarono in un sorriso, cercò di coprirsi con un colpo di tosse, sperando che l'altro non l'avesse notato « Visti i tuoi voti non pensavo ti servisse il mio aiuto per riuscirci » rispose senza riuscire a fermarsi.
La temperatura della stanza sembrò calare di diversi gradi.
« Pensi che sia divertente? L'insegnante li ha ritirati per correggerli lei stessa, lo sai? E quando è arrivata al mio, sai cos'ha fatto? Me lo ha fatto leggere... davanti a tutti »
Merlin si lasciò sfuggire una piccola risatina prima di schiarirsi in fretta la gola nel vano tentativo di evitare il proprio sanguinoso omicidio.
Non riusciva a levarsi dalla mente l'immagine di Arthur costretto a leggere ciò che aveva scritto in quegli esercizi.
Purtroppo non riusciva a ricordare ogni cosa, la maggior parte l'aveva scritta per sfogarsi, ma quello che ricordava era piú che sufficiente... Essendo Arthur Pendragon è impossibile che io riesca a fare qualcosa da solo, figuriamoci degli esercizi cosí al di sopra del mio quoziente intellettivo.
Ho ben altro da fare in fondo... come spazzolarmi i capelli o guardarmi allo specchio.
E poichè sono tanto abile nel correre con una palla ovale sotto al braccio dubito seriamente che nella vita mi servirà saper usare una calcolatrice... o contare sulle dita. Potrò sempre ordinare a qualche servitore di farlo per me, no?

« Sono davvero felice che ti diverta, Merlin » gli sibilò la voce dell'altro.
Il mago subito si raddrizzò sulla sedia distendendo il volto in un'espressione seria e colpevole, molto colpevole... non che gli venisse granché bene...
« A causa tua...» continuò l'altro « mi ha dato un mucchio di esercizi in più da risolvere entro lunedì! Lunedì Merlin! Domani ho gli allenamenti per tutto il mattino e domenica devo uscire con Vivian, secondo te come dovrei fare adesso? »
A quelle parole ogni traccia di sorriso scomparve dalla faccia del ragazzo per essere sostituito da un grosso blocco di ghiaccio che sembrò scendergli lentamente nello stomaco.
Non sia mai che lo studio gli facesse perdere un appuntamento col suo grande amore...
« E quindi cosa vorresti da me?» gli chiese quasi digrignando i  denti per la rabbia.
« Che facessi il tuo dovere, ecco cosa! Sempre se ne sei capace! Inizio a pensare che tu non sia cosí intelligente come dicono »
Stavolta Merlin alzò il volto fissandolo dritto negli occhi, Arthur dovette vedere qualcosa di nuovo nel suo sguardo, perché lo fissò come se lo vedesse per la prima volta.
Probabilmente era proprio cosí.
Perché da quando lo aveva rivisto era la prima volta che si sentiva cosí in collera con lui.
Diavolo... Erano secoli che non si sentiva cosí infuriato con nessuno.
Non c'era una ragione in particolare.
Era piú che altro l'accumularsi di ogni cosa andata storta nelle ultime settimane.
Ogni incidente, ogni problema, ogni parola storta di Arthur e ogni delusione che gli aveva provocato.
« Adesso basta... » pronunciò alzandosi dalla sedia e fronteggiandolo apertamente.
Con la coda dell'occhio gli parve di vedere qualcuno alzarsi, forse la Signorina Malbott
Che si fosse finalmente accorta della confusione e
avesse deciso di intervenireanche se si trattava di Arthur Pendragon?
Non gli importava.
Tanto aveva quasi finito.
« Sono stufo di te e delle tue stronzate » Merlin si sentì quasi meglio nel dirlo, adesso capiva perché Morgana usava spesso un linguaggio cosí colorito « Il mio compito è darti ripetizioni, non farti i compiti come se fossi la tua balia e se sei troppo stupido per riuscirci, allora forse dovresti meditare di lasciar perdere tutto e tornare nella caverna in cui ovviamente sei cresciuto. Sei un maleducato, arrogante ed egocentrico. Me ne frego dei grandi impegni del tuo weekend e me ne frego della tua vita sentimentale, io ho la mia vita e per mia fortuna non gira intorno a te! » concluse sentendosi un bugiardo subito dopo... anche se si meritava ogni parola... non che gli importi cosa penso di lui...
Prendendo fiato, Merlin raccolse la sua borsa gettando a terra con disgusto il quaderno che Arthur gli aveva dato poco prima, solo per chiarire il punto. Qualche parte di sè lo avvertì che si stava comportando come una ragazzina in crisi ormonale, una parte che aveva la stessa voce sardonica di Arthur... il che lo fece infuriare il doppio.
« Hey, aspetta un secondo! Dove credi di andare adesso? »
Arthur lo seguì fuori dalle porte della biblioteca, Merlin davvero non capiva cosa gli girasse per il cervello.
Non era stato abbastanza chiaro forse?
« A casa, lontano da te. »
« Sono solo le cinque e mezza! »
Merlin lo guardò come se fosse stupido e c'era qualcosa di davvero soddisfacente nell'avere il controllo della situazione per una volta.
« Esatto e indovina un po'? Ne ho già abbastanza di te per tutta una vita. Ora, se vuoi fare i tuoi esercizi entro lunedì e mostrare un minimo, non dico di piú perché sarebbe troppo, ma un briciolo di impegno allora ti aspetterò in biblioteca... altrimenti caro Arthur... va al diavolo! »
Detto ciò Merlin si voltò percorrendo il corridoio verso l'uscita senza voltarsi indietro nemmeno una volta.
Ignorando completamente lo strano silenzio in cui era caduto l'altro ragazzo.
E senza sentire alcuna colpa per essersi lasciato prendere da quella che in fondo non era altro che pura gelosia.
Fuori, piccole gocce di pioggia avevano iniziato a cadere per le strade...


In genere i sabati di Merlin erano dedicato all'ozio piú completo.
Svegliarsi all'ora di pranzo, mangiare tutto quello che riusciva a trovare e magari fare una passeggiata tra le librerie del centro.
Aveva trovato dei negozietti di libri usati molto ben forniti.
Spesso ci trovava vecchi libri di incantesimi confusi per libri storici o di antiche leggende.
Una volta aveva perfino trovato un libro di magie rarissime sotto una copertina di rimedi cinesi, lo aveva pagato una manciata di dollari, un vero affare.
Nelle giornate scure e piovose come quella invece, preferiva starsene al caldo, a leggere o a guardare la televisione.
Purtroppo però, da quando aveva ritrovato Gwen e Morgana, nulla di questo era piú possibile.
E se in genere dava il benvenuto alla loro allegra compagnia, quel pomeriggio avrebbe preferito restarsene da solo.
Un po' per il tempo che lo rendeva stranamente malinconico.
Un po' perché si era appena reso conto di ciò che aveva detto ad Arthur e adesso viveva nel panico di non trovarlo in biblioteca il lunedì seguente.
E se avesse davvero lasciato perdere?
Se avesse trovato qualcun altro per fargli i suoi stupidi compiti?
Quello era l'unico legame che aveva con l'altro ed anche se era uno schifo era sempre meglio di niente, no?
Con tutta questa confusione in testa non era un Merlin felice quello che accolse una Morgana dall'aspetto ancora piú infelice nel suo salotto.
I suoi jeans, anche se infilati in un paio di alti stivali neri, erano fradici fin sopra al ginocchio e le mani le tremavano a causa dell'aria fattasi quasi gelida per via della pioggia.
Merlin la lasciò sola qualche minuto per andare a preparare ad entrambi della cioccolata calda.
Una volta pronta, la portò in salotto offrendone una tazza alla ragazza che la prese in silenzio. 
« Gwen ha deciso di uscire con Lancelot » pronunciò infine tenendo gli occhi fissi sulla bibita calda.
Merlin sospirò mentalmente.
Ormai era chiaro che doveva intervenire.
Da un lato gli sarebbe stato comunque impossibile rimanere terzo e imparziale, in fondo si trattava delle sue due migliori amiche... dall'altro... beh, se conosceva Gwen e Morgana... allora la scelta era già ovvia, giusto?
Merlin sperava tanto di non sbagliarsi questa volta.
« E ovviamente tu non vuoi » commentò con aria innocente.
« Non si tratta di questo » esclamò subito l'altra, il liquido nella tazza si alzò quasi oltre il bordo, Morgana la posò sul tavolo con piú forza del necessario « E' solo che lui non mi piace, tutto qui. Ha qualcosa di strano. »
Merlin quasi sorrise alla familiarità di quelle parole « Ti rendi conto che è la stessa cosa che hai detto di me quando ci siamo conosciuti, vero? »
« Ma era del tutto diverso! Tu eri...» Morgana si fermò arrossendo e ritornando a giocare col manico della tazza rossa.
« Non interessato a Gwen? » provò ad aiutarla lui, guardandola divertito mentre sorseggiava la cioccolata troppo in fretta, rischiando di bruciarsi solo per non dover rispondere subito « Gay? » la incalzò subito dopo.
Non che Merlin si sentisse davvero tale.
Era un po' strano il modo in cui tutti dovessero rientrare sotto qualche tipo di marchio in quell'epoca.
Amare Arthur lo rendeva forse gay?
In fondo le donne non gli dispiacevano.
Aveva amato Freya una volta e pensare al suo volto perso per sempre nelle acque del lago ancora gli procurava una forte stretta al petto.
C'erano state altre che per brevi periodi di tempo, avevano condiviso la sua vita nel vano tentativo di colmare un vuoto che non poteva essere dimenticato.
D'altronde non era neppure vero che gli piacessero tutti gli uomini.
Certo, era stato attratto da Lancelot qualche volta, ma chiunque avesse un paio d'occhi non poteva certo negare che fosse attraente.
Una volta aveva creduto di amare Will, ma di quello non era mai stato certo.
Eppure il suo cuore apparteneva solo ad Arthur, da sempre.
Serviva davvero un'etichetta per descrivere ciò che provava?
Gli sembrava cosí stupido...
Non che dire di essere gay a Morgana non gli avesse risolto un mucchio di problemi.
Una volta messo in chiaro che non c'era alcuna speranza che si innamorasse di Gwen, la ex strega l'aveva accolto nel loro gruppo come un fratello... era incredibile che fosse lei stessa cosí cieca ai propri sentimenti.
« Lo so dove cerchi di arrivare, ma ti assicuro che non è come pensi » se ne uscì Morgana poco dopo ritornando a posare la povera tazza maltrattata sul tavolo.
Merlin sospirò.
Perché tutto il mondo doveva diventare improvvisamente tonto quando si trattava di amore?
« Morgana...» disse con aria solenne attendendo che lei lo guardasse negli occhi con tutta la sua attenzione « Tu odi chiunque si avvicini troppo a Gwen. Detesti l'idea che qualcun altro ti privi delle sue attenzioni, del suo affetto. Sai come la chiamerei io? Gelosia. Pura e semplice. Ma se continui a comportarti da strega, Gwen ti odierà davvero. »
Morgana sembrò sul punto di negare tutto.
Le sue guance si erano tinte di un lieve rossore e la sua bocca si era spalancata in modo comico, ma  qualche istante dopo sembrò perdere ogni volontà di ribattere.
Abbassò il capo fissandosi i pugni stretti sulle ginocchia.
Per un attimo Merlin temette che sarebbe scoppiata in lacrime, cosa del tutto fuori luogo con Morgana.
Nel guardarla, non potè fare a meno di paragonarla ad Arthur.
Entrambi avevano un temperamento molto simile.
Tendevano a perdere la calma con facilità, a lasciarsi guidare da rabbia e gelosia e finivano sempre col dire qualcosa che feriva le persone che amavano.
La differenza probabilmente stava nel loro orgoglio.
Arthur non chiedeva mai scusa e non tornava mai sui suoi passi, era testardo al punto da rischiare davvero di perdere tutto solo per non ammettere di aver sbagliato.
Morgana non arrivava mai a tanto.
Lei era disposta a qualsiasi sacrificio pur di tenersi stretto ciò che amava.
Arthur insomma era molto piú babbeo di Morgana... anche se la lotta era dura.
« Dovrei chiederle scusa e provare a spiegarle ciò che provo, vero? »
Merlin sospirò finalmente libero di sorridere davvero « Io direi proprio di si »
« E se mi odiasse? » la voce le tremò nella gola e Merlin sentì quasi il desiderio di abbracciarla.
« Gana, stai parlando di Gwen. Non smetterebbe mai volerti bene per questo, lo sai. »
Morgana annuì alzando il capo.
I suoi occhi riflettevano di nuovo la ragazza ferma e decisa che era « E va bene, ma se qualcosa va storto Merlin... verrò qui a prenderti a calci. »
« Augurami buona fortuna allora » sorrise andando a riprendersi il suo ombrello e la giacca che aveva lasciato all'ingresso.
« Cosa? » chiese Merlin stupito « Vuoi andarci subito? »
« Lo sai che non mi piace aspettare. »
Merlin le aprì la porta « Solo... cerca di non dire niente di troppo stupido, Morgana. »
« Per chi mi prendi? » rise lei tirandogli un leggero pugno sulla spalla « Grazie di tutto Merlin » mormorò in fretta prima di aprire l'ombrello e allontanarsi sotto la pioggia.
La vide chiamare qualcuno al cellulare, probabilmente Gwen e sperò ardentemente che andasse tutto a posto fra le due.

In casa il telefono squillò facendolo rientrare in fretta...

 tbc

Cliffhanger!!
Stavolta sono stata cattiva... chi sarà mai al telefono??
Se volete saperlo sapete già cosa dovete fare, vero? XD
Coraggio! Bastano un click e un breve commento!:P


Akkarin_a: Ma grazie!! Allora ci conto!! Altrimenti niente bacio..:P Beh, l'avevo già detto, ma comunque ormai non sarà più una sorpresa... ebbene si. Sarà Gwen/Morgana, anche se ovviamente non saranno la coppia centrale. In questa storia, per come è impostata, mi sembravano troppo naturali per separarle!:P

Aleinad: analisi perfetta della nostra Morgana! Per fortuna c'è Merlin ad aggiustare le cose! Se no chissà dove finirebbero! Alla fine il capitolo mi è venuto ben diviso tra il Arthur/Merlin e Merlin e Morgana, nella bozza la prima parte era molto più breve!Meglio così, no? Mi sono rifatta della volta scorsa!XD

Simo89: Benvenuta anche a te! Hai ragione, in effetti è molto triste... ammetto che tendo ad essere sempre un po' sadica con i miei pesonaggi preferiti!:P Quanto al finale non voglio rivelare niente, senza sorprese non sarebbe divertente!! Ammetto che sarebbe bello se tutto andasse a posto così! 

_Saruwatari_: Eccola qui la faccia di Arthur! Io direi che è una gran faccia da schiaffi e tu? Meno male che Merlin finalmente ha tirato un po' fuori la voce! Speriamo che duri!
Quanto a Lance incasinerà le vite dei nostri amici ancora per un pochetto, ma niente di particolarmente grave, credo..:P

Elfin emrys: Piacerissimo di trovarti tra i commenti! Sono contenta che tu abbia continuato a leggere e che adesso ti piaccia!! Si Lance è un piantagrane in effetti, però mi fa una pena poerello... gli va sempre tutto storto!:P
Su Arthur no comment, ma prometto che tutti i nodi verranno al pettine e tutte le domande avranno risposte... anche se forse non così originali o inaspettate come spererei...:P

Yusaki: Ok, merlin sta venendo da te per trasmormarti... spero non sbagli incantesimo!:PP
Scherzo!!... Bene, il mistero dello scherzo di Merlin è finalmente svelato... povero Arthur!XDD
Purtroppo non ci sono stati molti passi avanti tra Arthur e Merlin, ma personalmente considero questo capitolo un punto di svolta per le loro interazioni... ora non aspettarti che diventino amici o qualcosa di più da subito, ma già dal prossimo capitolo avremo un Arthur un po' più mansueto diciamo!XDD

Come sempre ringrazio tutti coloro che continuano a leggere e seguire la storia in silenzio!!!
E colgo anche l'occasione per ringraziare chi ha già letto e commentato la one-shot  'Cats', domani risponderò ai commenti di tutti!:P
Per chi invece non l'avesse ancora letta... beh che aspettate??:PPP
Con questo direi che è tutto per adesso!!








Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Emergenza ***


Cap.7: Emergenza.

« Merlin, ho assoluto bisogno del tuo aiuto, devi venire subito. »
Queste furono le prime parole che si sentì dire non appena avvicinò la cornetta del telefono all'orecchio.
La voce era  abbastanza familiare da non lasciarlo del tutto all'oscuro sull'identità del suo interlocutore, anche se come avesse avuto il suo numero o perché avesse pensato di chiamare proprio lui per risolvere i suoi problemi, restava un vero e proprio mistero.
« Arthur, sei tu? » chiese indeciso tra chiudergli il telefono in faccia o starlo davvero a sentire.
Poteva essere qualcosa di davvero importante in fondo.
Certo, visto il modo in cui si erano lasciati solo il giorno prima, gli sembrava assurdo ricevere una telefonata del genere, sicuramente Arthur doveva avere un'ottima ragione per chiedergli aiuto.
« Certo idiota, chi altri dovrei essere? » sbottò l'altro, quasi riusciva a immaginarlo mentre rivolgeva gli occhi al cielo esasperato « Non importa, segnati il mio indirizzo. E' troppo lungo perché riesca a ricordartelo tonto come sei...»
Merlin contò mentalmente fino a dieci.
Avrebbe dovuto mandarlo al diavolo.
Chiudergli il telefono in faccia.
Dirgli di risolversi da solo le sue emergenze e lasciarlo in pace...
Ovviamente ciò che fece fu prendere un pezzo di carta e scrivere in fretta e furia ciò che l'altro gli dettava.
Il mago sospirò tra sè, era certo che un giorno avrebbe risolto questa perversa forma di dipendenza dai bisogni di Arthur... magari quando Uther si reincarnerà in un comico...
« E sbrigati Merlin, è urgente! » concluse l'altro chiudendo la conversazione senza nemmeno salutarlo e lasciandolo con un foglietto tutto spiegazzato in mano e lo sguardo sconsolato rivolto al diluvio che imperversava oltre il vetro della finestra.
Proprio in quel momento un grosso lampo attraversò il cielo seguito da un tuono piuttosto rumoroso che quasi fece saltare la luce nell'appartamento.
Merlin sospirò di nuovo... sperava davvero che si trattasse di una vera emergenza.
Se era solo uno degli scherzi di quel babbeo...
Andando a cambiarsi di malavoglia, Merlin cercò di convincersi che non stesse facendo tutto per niente.
Magari Arthur era in pericolo.
Magari c'era stato un incidente o qualcosa di peggio.
Forse era malato...
Forse era solo stupido...
No, era meglio togliere il forse dall'ultima... Arthur era sicuramente stupido in effetti.

Per quanto tempo o vite passassero Uther Pendragon restava sempre il padre di Arthur.
Era come se l'uno non potesse esistere senza l'altro.
Lui non aveva la stessa fortuna.
Non che essere figli di Uther Pendragon fosse una fortuna in sè, ma almeno Arthur aveva dei genitori.
Certo Hunit si reincarnava come tutti gli altri e lo stesso accadeva a suo padre, ma anche quando si incontravano e sposavano, dalla loro unione nasceva qualcun altro.
Lui non poteva nascere di nuovo e perciò non poteva piú  essere suo figlio.
Certo poteva avvicinarsi a lei, conoscerla, diventarne amico, ma non poteva sperare che lei lo amasse in quel modo speciale o che lo guardasse come si guarda un figlio.
Quello era un capitolo chiuso per lui, un tempo ormai perduto che non poteva essere recuperato in alcun modo.
Lui non apparteneva a quel ciclo continuo di vite, era l'estraneo costretto a guardare gli altri divertirsi dalla finestra.
Poteva avvicinarsi a loro, creare legami, recuperare un po' di quel tempo che non gli era stato concesso neppure la prima volta, ma non poteva avere un'altra chance.
Non poteva avere quella famiglia che aveva sempre desiderato.
Arthur, al contrario, era al centro di quella eterna spirale e per questo Merlin lo aveva sempre invidiato...
Un'altra cosa immutabile sembrava essere la ricchezza.
Ovunque nascesse Uther riusciva ad accumulare potere e ricchezza.
Era quasi disumano.
Di questi tempi era una specie di petroliere.
Il re del petrolio. Il nomignolo lo aveva fatto sorridere.
Lo aveva scoperto per caso, quando la sera prima tanto per fare qualcosa e non certo perché gli interessasse, aveva cercato il nome di Arthur su google vedendo apparire oltre ai soliti siti di leggende e Camelot anche le foto piú recenti di Uther e del suo nuovo impero.
Nel leggere dei suoi affari in vari siti web, Merlin aveva deciso che c'era qualcosa di profondamente sbagliato in tutta quella storia della reincarnazione.
Sicuramente una vita di umili origini avrebbe migliorato il carattere ad entrambi i Pendragon, sarebbe stato educativo, no? Magari avrebbe reso Arthur un po' meno asino di com'era.
E Merlin non si sarebbe trovato davanti ad un infinito cancello in ferro battuto, in un paio di jeans neri zuppi fino al ginocchio, una ridicola t-shirt con un grosso sorriso giallo stampato sul davanti e una camicia nera dalle maniche già fradice.
Chiaramente il suo ombrello nuovo doveva essere bucato perché nessuno poteva bagnarsi cosí tanto pur essendo coperto.
Merlin frugò nelle tasche alla ricerca del foglietto ormai bagnato e dalle scritte quasi illeggibili, l'aveva già controllato una decina di volte e il risultato rimaneva lo stesso.
Doveva essere il posto giusto.
Solo che era davanti ad un giardino.
Un enorme giardino... ma sempre un giardino.
Forse si trattava di uno degli scherzi stupidi dell'altro, di una vendetta per la scenata in biblioteca...
Già se lo immaginava  mentre raccontava ai suoi amichetti quell'esilarante giochetto 'Ho fatto uscire quella checca sotto la pioggia sabato, ovviamente è corso subito perché pensava fosse un'emergenza!'
Che divertente... davvero fantastico...
Stavolta lo avrebbe ucciso.
« Mi scusi, posso aiutarla? »
Merlin sobbalzò.
A parlare era stato un uomo sulla cinquantina stretto in un completo da pinguino e coperto da un grande ombrello nero, con un moto di stizza il mago notò che era completamente asciutto.
« Veramente stavo cercando casa Pendragon, forse mi sono perso » rispose arrossendo, conscio che probabilmente sembrava strano a starsene lì impalato sotto la pioggia da chissà quanto tempo.
« E' nel posto giusto allora » rispose l'altro senza battere ciglio.
Merlin fissò di nuovo il giardino senza capire.
Arthur viveva in un prato?
Certo non se ne intendeva di ricconi in quel secolo, ma gli sembrava un po' troppo alternativa come abitazione, no?
« Deve percorrere il viale, oltre i giardini troverà la villa » spiegò l'uomo indicandogli un punto imprecisato oltre gli alberi del cortile.
Merlin sbatté le palpebre con aria confusa « Oh » fu la cosa piú  intelligente che gli venne da dire « E come si fa per...?» concluse con un vago gesto della mano con cui voleva dire per entrare, ma che probabilmente gli riuscì piú simile al gesto privo di significato di un ubriaco.
Per fortuna quello che doveva essere una specie di custode, lo interpretò giustamente e gli sorrise « Aspetti solo un secondo. Può dirmi il suo nome? »
« Merlin... Merlin Emrys » rispose prontamente il mago tremando nella camicia ormai zuppa.
L'uomo annuì e si allontanò di un paio di passi per parlare con qualcuno, probabilmente qualcuno in casa.
Merlin non riuscí a sentire quasi nulla, a parte forse il suo nome e un si, subito, sperava che lo facessero entrare prima di morire assiderato là fuori...  per fortuna la serratura del cancello scattò come per magia e il custode gli fece cenno di passare « Entri pure, la stanno aspettando. »
Merlin lo ringraziò di cuore e lo superò in fretta, desideroso di allontanarsi finalmente da tutta quella pioggia.
A causa di acqua e vento era quasi impossibile ammirare qualcosa del giardino e ad essere del tutto sincero, il mago aveva ben poca voglia di soffermarsi a guardare piante e fiori in quel momento.
Voleva solo andare in un posto asciutto e magari bere qualcosa di bollente.

La famosa villa si rivelò in effetti piú simile ad un castello, Merlin si bloccò sul vialetto fissandola a bocca aperta, iniziava a sentirsi stranamente a disagio nelle sue converse gialle.
Purtroppo la porta era già aperta e sulla soglia c'era un uomo piuttosto anziano con un grosso paio di baffi bianchi sopra le labbra, chiaramente la fuga non era un opzione arrivato a quel punto.
« Il signorino la attende » gli disse sfilandogli l'ombrello dalle mani e fissando con vago sdegno le sue scarpe da ginnastica colpevoli di lasciare grandi impronte bagnate su tutto il pavimento di marmo lucidato a specchio.
Merlin iniziò a scusarsi, ma prima che potesse formulare le parole, l'altro gli disse di seguirlo.
« Merlin, finalmente! Iniziavo a credere che ti fossi perso » Arthur li aspettava in mezzo alla scala che portava al piano di sopra.
Guardandola dal basso il mago non potè fare a meno di chiedersi chi fosse lo sfortunato incaricato di spolverare ogni cosa, doveva essere un inferno « Grazie... »  Arthur si bloccò fissando l'uomo aggrottando la fronte e arricciando le labbra in ovvia confusione « Sam... ci penso io adesso.» concluse facendogli cenno di andarsene, Merlin avrebbe scommesso che non si chiamava affatto Sam, probabilmente aveva detto il primo nome che gli era venuto in mente... quell'asino.
« Seguimi Merlin » gli ordinò subito dopo e senza nemmeno attendere una risposta si voltò per ricominciare a salire, Merlin fu tentato di sedersi in mezzo alle scale solo per ripicca... non aveva ascoltato una sola parola di ciò che gli aveva detto il giorno prima?
Arthur lo condusse in una stanza del secondo piano, a prima vista sembrava un salotto, con i due divani bianchi e il tavolo di legno al centro, ma voltandosi intravide un letto oltre una porta semi-aperta.
Quindi era la stanza di Arthur.
Il pensiero gli fece qualcosa di strano allo stomaco.
Qualcosa a cui assolutamente non voleva pensare.
« Che stai facendo? » gli arrivò la voce sdegnata dell'altro, Merlin si bloccò sulla soglia guardandolo confuso.
Arthur incrociò le braccia sul petto « Le scarpe Merlin, toglitele » pronunciò con n cenno verso i piedi dell'altro.
« Cosa? »
« Non vorrai bagnarmi tutto il pavimento spero? Perché sei così bagnato comunque? Non hai un ombrello? » chiese studiandolo con sdegno.
Merlin si sentì arrossire sotto lo scrutinio, ma si impose di non mostrare imbarazzo « Certo che ce l'ho... » rispose indignato « è solo che c'era vento e... non sono affari tuoi » sibilò infine, sfilandosi le scarpe e lasciandole fuori dalla porta.
Nel frattempo Arthur si era seduto su uno dei divani, Merlin notò distrattamente che era scalzo e cercò di trattenersi dal fissarlo piú del dovuto... in fondo era ancora arrabbiato con lui. « Allora?» cercò di apparire piú  irritato di quanto si sentisse in realtà « Qual è la grande emergenza? »
« Bella maglietta... ti si addice molto. » sorrise Arthur.
Per istinto Merlin chinò il capo per osservare l'enorme cerchio giallo che troneggiava sul suo petto.
Si era completamente dimenticato della t-shirt.
L'aveva comprata un anno prima ad una fiera trovandola fantastica... ad un tratto non gli sembrava piú cosí divertente...
Solo stupida...
Molto molto stupida...
Tornato a casa gli avrebbe dato fuoco.
Con un gesto nervoso cercò di nasconderla con la camicia, ma il sorriso trionfale di Arthur lo bloccò.
Sbuffando irritato lasciò perdere camicia e maglietta e gli scoccò uno sguardo stavolta veramente irritato « L'emergenza? »
In tutta risposta l'altro lo fissò come se non avesse la minima idea di cosa stesse dicendo « Ah, si » esclamò infine cominciando a frugare tra un mucchio di cartacce e libri sparsi per tutto il pavimento « Era proprio qui... » mormorò gettando via un paio di fogli e lasciando cadere a terra una calcolatrice che aveva visto giorni migliori.
Sconsolato dalla stranezza dell'altro, Merlin andò a sedersi sul divano opposto.
Era ovvio ormai che non ci fosse nessuna emergenza.
E lui era troppo stanco e infreddolito perfino per arrabbiarsi.
« Eccoli! »  esultò infine Arthur tendendogli un mucchio di fogli tutti stropicciati con aria stranamente soddisfatta.
Merlin li afferrò sentendosi sempre piú  confuso, passò lo sguardo un paio di volte dai fogli al volto adesso un po' apprensivo, quasi in ansia del ragazzo e da questo ai fogli che gli aveva consegnato come fossero un trofeo.
Se la situazione non fosse stata cosí  assurda avrebbe potuto trovarlo... dolce.
Sospirando Merlin lesse le prime righe « Arthur... »
« Che c'è? » sobbalzò l'altro guardandolo con evidente ansia.
« Sono i tuoi esercizi di matematica questi? »
« Certo, ci ho messo tutto il giorno per finirli, mi è venuto il mal di testa con tutti quei numeri e quelle formule, come fa a piacerti una cosa simile? E' una tortura! Ce ne sono alcuni che non sono riuscito a risolvere, ma ci ho provato...
davvero. »
« Fammi capire bene, sono qui per correggere i tuoi compiti? »
« Certo » rispose Arthur sorridendo di nuovo, come se ogni cosa fosse risolta,  ma davanti all'occhiataccia di Merlin il suo sorriso sembrò vacillare « Sai che li devo consegnare lunedì, non è colpa mia se sei scappato in lacrime dalla biblioteca. Dico sul serio Merlin devi controllare queste crisi ormonali, come farò a migliore i miei voti se ti metti a frignarmi sulla spalla ogni due minuti? »
« Io non piangevo » replicò il mago sentendosi indignato.
« Oh, per favore! Avevi gli occhi lucidi e le labbra tremanti, sei peggio di una ragazzina quando ti ci metti! »
Merlin lo fissò a bocca spalancata « Non hai capito niente di quello che ti ho detto in biblioteca, vero? »
Arthur arricciò le labbra distogliendo gli occhi dal viso del mago « Non puoi correggere quegli stupidi compiti senza farne una questione di stato? »
« No, non posso. Perché ovviamente sei un'idiota che crede sia normale chiamare qualcuno che a malapena conosci e farlo correre a casa tua sotto il diluvio universale, solo perché hai deciso all'improvviso che è divertente usare quella cosa che hai nella testa e che chiami cervello. »
Merlin ammise con se stesso di star esagerando.
Arthur non si scusava mai.
Di certo non ammetteva mai di aver sbagliato.
Il fatto che si fosse messo davvero a studiare, e dal caos che regnava nella stanza era ovvio che almeno ci avesse provato, dimostrava come le sue parole della sera prima non fossero state ignorate come voleva fargli credere. Chiaramente quello era il modo del ragazzo di farsi perdonare e Merlin non se la sentiva proprio di restare ancora arrabbiato con lui.
« Wow Merlin, certo che quando ti ci metti hai una lingua davvero appuntita » ribatté l'altro e nella sua voce Merlin notò per la prima volta una punta d'incertezza.
Cosa significasse non lo sapeva e probabilmente non l'avrebbe mai capito, ma per qualche ragione sembrava che Arthur volesse continuare quelle lezioni... anche a costo di farsi da solo i suoi compiti.
Merlin sentì di nuovo quel qualcosa di strano agitarsi nel suo stomaco.
« Senti... » si schiarì la voce l'altro « ammetto di essermi comportato... non molto bene con te. Però non ti sembra di esagerare? Sei cosí scontroso... »
« Non sono scontroso. »
« Okay, tienimi il muso allora, come vuoi. » e davanti al suo viso imbronciato Merlin infine cedette.
Ma in fondo quando mai era accaduto che resistesse ad una richiesta di Arthur?
« Puoi almeno portarmi qualcosa di caldo per riscaldarmi? » sospirò afferrando una penna dalla pila di roba confusa lì intorno e mettendosi a leggere gli scarabocchi insensati del ragazzo.
L'altro non rispose, ma si alzò dal divano lasciandolo solo nella stanza.
Quando tornò aveva una vassoio d'argento in mano con due tazze di caffè bollente e dei biscotti appena sfornati.
Li posò in un angolo del tavolo rimettendosi a sedere sul divano e fissando Merlin con una strana espressione pensierosa dipinta in volto.
Fuori la pioggia smise lentamente di cadere lasciando il posto ad una notte serena...

tbc...

Ecco il nuovo capitolo!!
Che ve ne pare? Stavolta è tutto sui nostri due piccioncini!!
Sembrano in pace per ora, ma quanto durerà?(Pochissimo in effetti..:PP)
Alla prossima con gli sviluppi del triangolo Gwen/Morgana/Lance e ovviamente piú Merlin e Arthur!!E per non farci mancare nulla anche Ygraine farà la sua comparsa!
Ne accadranno delle belle!!
See you soon!XDDD

elfin emrys: Ecco svelato il breve mistero della chiamata!:P Arthur è davvero un rompicapo!XD
La sfuriata in effetti non era molto IC secondo me, ma quando ci vuole ci vuole... e da                     brava anima pia Merlin lo ha già perdonato!XD

akkarin_a: In effetti dispiace anche a me... Lancelot mi piace pure come personaggio, ma mi sa che qui non avrà un lieto fine... saà per la prossima reincarnazione!:PP A parte tutto sono contenta che ti piacciano qui, significa che sono riuscita a renderle 'possibili'!XD

Aleinad: La sfuriata ci voleva proprio, povero Merlin. Non può mica subire sempre in silenzio!:PP
Per Morgana hai capito benissimo!:P Ho cercato di renderlo un amore 'naturale' come ho già detto, anche  perché nella storia loro due sono cresciute assieme, mi piaceva l'idea che Morgana amasse in segreto Gwen fin da ragazzina...:PP

Crystal Phoenix: Ciao!Grazie di aver commentato allora! Continua a seguirmi!!!XD

_Saruwatari_: Esatto! Era proprio Arthur!!! Il nostro principino non riesce proprio a fare a meno di Merlin!:PP
E Merlin è decisamente troppo buono con lui, non credi? Quanto al discorso sull'esser gay o meno,     immagino che Merlin abbia avuto mooolto tempo per pensarci e abbia sentito talmente tante etichette e nomignoli nei secoli da non capircipiú  nulla poverino!:P
                       
Yusaki: Sono contenta di riuscire a dipingere bene Morgana, era uno dei punti piú  difficili della storia perché temevo che tutti tifassero per Lance essendo in originale il grande amore di Ginevra... invece vedo che in molte condividete le sue pene d'amor!XD
Eh si, povero Arthur! Ha dovuto perfino farsi da solo matematica per farsi perdonare... povero principe!XDD

Come sempre grazie anche a chi mi segue senza commentare, vi adoro tutti!
A presto e se volete in fretta il prossimo capitolo...cliccate e lasciatemi due righe. è gratis!:PP







Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Un caffè ***


Cap.8: Un caffè.

Merlin si svegliò con un fastidioso dolore al centro della schiena.
La sera prima si era addormentato sul divano e adesso muoversi era una vera tortura.
Durante la notte, i fogli che aveva corretto erano scivolati sul pavimento. Prima di consegnarli Arthur avrebbe dovuto ricopiarli, ma per lo meno erano giusti.
Ci erano volute quasi due ore per finire di correggerli , molti erano sbagliati  e alcuni addirittura privi di senso, ma per lo meno si vedeva che Arthur si era impegnato nel farli.
Il ragazzo in questione doveva essersi addormentato guardandolo e adesso se ne stava seduto a terra, col viso abbandonato sul tavolo, in una posizione tutt'altro che confortevole.
Merlin sbadigliò raccogliendo tutti i fogli e risistemandoli sul tavolo, diede un'occhiata all'orologio sul display del suo cellulare , erano appena passate le nove, né Gwen, né Morgana si erano fatte sentire. Merlin sperava che fosse andato tutto a posto.
Arthur si mosse nel sonno e il mago si trovò come incantato a guardarlo.
In fondo era la prima volta che aveva l'occasione di ammirarlo cosí da vicino senza timore di essere scoperto e mortificato per questo.
Ogni tratto era esattamente come lo ricordava, dalle ciglia dorate, alle labbra rosa, ai capelli biondi che gli ricadevano scomposti sulla fronte.
Come sempre accadeva quando si trovava solo con lui, Merlin si sentì combattuto tra amore e amarezza.
Da un lato continuava ad amare Arthur... forse piú di prima.
Ma in fondo come poteva non amarlo?
Sarebbe stato come non respirare, come non esistere, sarebbe stato semplicemente... impensabile...
Non riusciva a non desiderarlo, ma d'altro canto, stargli accanto senza poterlo avere davvero, gli procurava una ferita troppo dolorosa da sopportare.
Era un'ossessione, un desiderio irrealizzabile che rischiava di farlo impazzire se non trovava il modo di dominarlo.
« Spero che tu non stia progettando di baciarmi adesso » la voce dell'altro gli arrivò cosí inaspettata da farlo cadere all'indietro finendo disteso sul pavimento.
Arthur lo guardava col volto posato sulle braccia incrociate sul tavolo e l'aria assonnata
« Certo che come seduttore lasci proprio a desiderare »
« Non stavo cercando di sedurti » balbettò il mago cercando di rialzarsi.
« Buon per te allora » sorrise l'altro guardandolo divertito.
« Sei sempre cosí irritante appena sveglio? »
« Dipende, tu sei sempre cosí ridicolo? »
Merlin si trattenne dal rispondere.
Spettava a lui la parte di quello maturo, visto che l'altro ovviamente non era capace nemmeno di fingere di esserlo.
Arthur nel frattempo si lasciò sfuggire una smorfia di dolore e prese a massaggiarsi una spalla, Merlin si sentì soddisfatto di non essere l'unico a soffrire lì dentro.
« Quelli sono i miei esercizi? » chiese poi l'altro, notando i fogli corretti sul tavolo « Finalmente! Ci hai messo una vita per correggerli e pensare che dovresti essere una specie di secchione »
« Ci avrei messo di meno se non avessi una calligrafia cosí assurda, è illeggibile »
Qualsiasi risposta fosse pronto a rilanciare l'altro, venne interrotta da un insistente bussare alla porta seguito dall'entrata di una donna.
Merlin rimase senza fiato.
Nella sua lunga esistenza aveva visto Ygraine solo rare volte e mai cosí in salute e piena di vita come sembrava in quel momento.
Immaginava che se Camelot avesse avuto la sua regina tanti secoli prima, il suo aspetto sarebbe stato proprio questo.
Un angelo dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri come quelli di Arthur.
« Mamma, che ci fai qui? » la accolse subito il ragazzo con voce stranamente strozzata dall'imbarazzo.
« Sono venuta a portarvi la colazione, Daniel mi ha detto che avevi un amico nella tua stanza... per studiare » ammiccò lei posando un enorme vassoio ricolmo di pane tostato e croissant sul tavolo.
« Grazie mille mamma, ora puoi anche andare » ribatté piuttosto seccato Arthur.
Merlin si sentiva come se stesse perdendo grandi pezzi di quella conversazione.
Certo le madri potevano essere imbarazzanti, ma Ygraine non aveva fatto nulla per meritarsi un trattamento simile... per ora.
Sembrava quasi che Arthur fosse terrorizzato dal farla parlare con Merlin.
Il che rendeva il mago ancor 
piú desideroso di parlarle...
« Non essere maleducato Arthur e presentami il tuo amico » Ygraine si voltò sorridendo verso Merlin che per qualche assurdo motivo si sentì arrossire sotto al suo sguardo indagatore « Io sono Ygraine » gli tese la mano e nonostante l'occhiataccia che Arthur gli scoccò, Merlin ricambiò la stretta sorridendo « Merlin »
Nel sentire il suo nome, Ygraine sorrise come un gatto davanti a un topo e lo studiò da capo a piedi con decisamente troppo interesse « Merlin... » ripeté scandendo il nome con una certa reverenza
« Proprio Merlin, non è un soprannome vero? »
« No, è proprio... il mio nome » rispose sentendosi come se fosse una specie di crimine chiamarsi così, c'era davvero qualcosa che non capiva in tutta quella storia...
Il sorriso di Ygraine se possibile si fece ancora piú luminoso « Bene! Se riesci a far studiare perfino mio figlio allora sei davvero un genio! Quando si è lamentato di dover prendere ripetizioni ho pensato che fosse una scusa per portarsi a casa uno di quei suoi amici o un'altra di quelle cheerleaders, ma se sei tu Merlin, allora va bene... te lo affido volentieri » e c'era qualcosa nel suo tono che gli fece pensare che la donna non parlasse affatto di compiti e scuola, ma probabilmente era tutta immaginazione.
« Mamma! Dobbiamo studiare adesso »  Arthur si era fatto stranamente paonazzo nel sentire le parole della madre, solo quella vista valeva mille conversazioni imbarazzanti...
« Va bene, adesso vado, ma la prossima volta mostra al tuo amico un vero letto e scendete a fare colazione con noi. Sono certa che anche tuo padre vorrebbe conoscere il tuo Merlin »
Con ciò detto Ygraine raccolse le tazze vuote della sera prima e andò verso la porta, Merlin fu certo di sentirla mormorare qualcosa verso Arthur che sembrava E' carino e a giudicare dal modo in cui l'altro soffocò nel suo caffè, non pensava di essersi sbagliato di molto...
« Tua madre è... » balbettò una volta rimasti soli « ...Simpatica. »
« E' un'insopportabile ficcanaso » brontolò Arthur rifiutandosi di guardarlo negli occhi e facendoli piombare in uno strano e teso silenzio.
Già, c'era davvero qualcosa di molto strano in quei due...

Un paio d'ore piú tardi il cellulare di Morgana era ancora irraggiungibile e quello di Gwen spento.
Merlin si augurò che fosse un buon segno.
Poco dopo aver fatto colazione, il telefono di Arthur aveva iniziato a squillare piuttosto insistentemente, quando aveva visto il numero, il ragazzo aveva sbuffato seccato, ma si era alzato per andare a rispondere nella camera da letto.
Dalla porta mezza aperta Merlin aveva sentito giusto qualche frase, ma da quello che aveva capito Arthur si lamentava di non voler uscire perché aveva 'qualcosa di importante da risolvere'.
Merlin immaginò per un attimo di essere lui quella cosa importante, non che fosse possibile, ma sarebbe stato bello.
Purtroppo era ovvio per chiunque li vedesse che Arthur non lo sopportava, era costretto a passare del tempo con lui solo per il suo stupido torneo, altrimenti non gli avrebbe neppure rivolto la parola... inoltre, se non ricordava male, Arthur doveva avere un appuntamento con Vivian quel giorno o cosí gli aveva detto in biblioteca.
Quindi la cosa tanto importante doveva essere lei.
Merlin la detestava.
Detestava come stavano le cose, detestava il football e le cheerleaders con i loro stupidi capelli biondi.
Piú di tutto odiava il fatto che Arthur preferisse passare il suo tempo con una di loro piuttosto che con lui... ed infatti non appena era ritornato, Arthur lo aveva congedato senza farsi troppi problemi
« Adesso devo uscire, continueremo lunedì... non ti dispiace, vero Merlin? »
Si che mi dispiace... avrebbe voluto rispondergli, ma invece si era limitato ad annuire stampandosi un sorriso finto sulla faccia e inventandosi qualche suo misterioso appuntamento che in realtà non esisteva affatto.
Infuriato Merlin posò i suoi acquisti sulla cassa del supermarket, il cassiere lo guardò un po' torvo, ma non gli importava.
Era troppo arrabbiato col mondo per badare a simili cose.
Quando finalmente arrivò a casa, gettò le buste sul pavimento, si sdraiò sul divano e raccolse uno dei suoi ultimi libri acquistati da ebay.
Lo aveva pagato ben dieci dollari, ma sfortunatamente conteneva solo vecchi incantesimi molto semplici... certo non si sapeva mai, accadeva spesso di trovare
incanti molto utili anche nei libri piú semplici.
Mentre se ne stava lì, intento a non pensare a niente e a nessuno, il suo cellulare squillò.
Sul display luminoso lampeggiava il nome di Gwen e Merlin rispose subito.
« Ciao Gwen »
« Merlin, mi hai cercata? Scusa, ma sono stati due giorni assurdi...» c'era un tono un po' ansioso nella sua voce, ma non sconvolto come si sarebbe aspettato.
Forse le cose erano andate meglio del previsto...
« Sei libero oggi? Avrei bisogno di parlarti, è importante...»
... o forse no.
« Sicuro, vediamoci dalla stazione da te... posso essere lì in un'ora » propose dando
un'occhiata all'orologio appeso alla parete.
« Perfetto, grazie Merlin » rispose subito la ragazza con tono sollevato, chiaramente aveva urgente bisogno di un buon consiglio.
Merlin sospirò tra sè chiedendosi quali danni fosse riuscita a creare Morgana.
Una volta chiusa la conversazione mise a posto il suo libro ripromettendosi di concluderlo quella sera e andò a cambiarsi.
Di chi gli avrebbe parlato Gwen? Morgana o Lancelot?
Era sempre difficile capirci qualcosa quando si trattava di quei tre.
Sperava solo di poter aiutare l'amica a fare la cosa giusta.
Poco meno di un'ora dopo, con indosso un fresco paio di jeans chiari e una felpa nera con su scritto magic rules... e si, gli piaceva indossarla proprio per la scritta, Merlin trovò Gwen già seduta su una panchina davanti alla stazione, intenta a mordicchiarsi le unghie con un certo nervosismo.
Chiaramente le cose andavano meno bene di quel che credeva o sperava.
« Merlin » saltò su appena lo vide « Meno male che sei qui »
« Hey, lo sai che se hai bisogno di parlare ci sono sempre » le sorrise lui abbracciandola, sembrava averne davvero bisogno in quel momento.
Gwen gli propose di sedersi a bere un caffè in un locale vicino, a quell'ora era piuttosto affollato, ma per fortuna riuscirono a trovare dei posti liberi verso il centro della sala e scivolarono sui divanetti rossi che circondavano il tavolino.
« Allora » cominciò lei con voce esitante « Come vanno le lezioni con Arthur? »
Merlin sorrise al goffo tentativo dell'amica di evitare il discorso e allo stesso tempo tremò nel sentire quel nome che sembrava perseguitarlo.
Eppure si era ripromesso di non pensarci per almeno un giorno, possibile che fosse cosí difficile?
« Non dovevi parlarmi di una cosa importante? » chiese invece tentando di riportare la conversazione sulla strada giusta.
« Hai ragione » sospirò Gwen « E' solo che...» cominciò esitante per poi interrompersi mordendosi un labbro con aria angosciata.
Entrambi rimasero in silenzio, in attesa che la ragazza trovasse le parole giuste per confidarsi... o almeno il coraggio per provarci.
Nel frattempo la cameriera arrivò al loro tavolo per prendere le loro ordinazioni, era una biondina dall'aria annoiata che masticava una gomma in modo decisamente irritante.
O forse erano i suoi capelli ad essere irritanti.
Ultimamente le bionde non gli andavano affatto a genio.
« Merlin... come... » esordì Gwen chiaramente in imbarazzo « Si, insomma... come hai fatto a capire che...» si interruppe di nuovo iniziando a giocare nervosamente col porta-tovaglioli.
Merlin la osservò vagamente confuso chiedendosi dove volesse arrivare con tutti quei balbettamenti...
« Come ti sei accorto che non ti piacciono le ragazze? » buttò infine tutto d'un fiato per poi arrossire vistosamente e distogliere lo sguardo.
Merlin la guardò un istante prima di scoppiare a ridere  « Non lo so, visto che non me ne sono mai accorto » pronunciò cercando di tornare serio.
Non era facile e la faccia di Gwen era davvero impareggiabile in quel momento.
« Come? » mormorò ovviamente confusa la ragazza « Ma pensavo che tu fossi... lo sai... » arrossì ancora, guardandosi attorno come se temesse di essere sentita da tutti gli altri.
Sospirando Merlin ripensò alla sua conversazione con Morgana e ai suoi pensieri sull'essere o meno gay... ovviamente doveva cercare di mettere in parole ciò che provava sull'argomento... cosa che non sempre gli riusciva naturale...
« Diciamo che nel mio caso, non si è mai trattato di ragazze e ragazzi. Mi sono semplicemente innamorato. E credimi Gwen, amerei questa persona in qualsiasi corpo si trovasse. E' un legame speciale, sai?  Non conosco parole che te lo spiegherebbero come vorrei, in realtà non credo di capirlo a fondo neppure io, ma so con certezza che non c'è stato nè ci potrà mai essere nessun altro oltre a lui... e se si tratta di un ragazzo pazienza, perché onestamente, non ci ho nemmeno fatto caso »
Forse aveva calcato un po' troppo la mano.
Non che non pensasse o credesse ciò che aveva detto, ma sul fatto di non essersene accorto non era stato molto sincero.
Amare il principe di Camelot non era certo stato facile come voleva farle credere, ma una piccola bugia a fin di bene in fondo non le avrebbe certo fatto male, no?
Ovviamente le sue parole avevano avuto piú effetto dello sperato, gli occhi di Gwen si erano fatti particolarmente lucidi e la ragazza aveva assunto quello sguardo che aveva quando guardava i cuccioli in una vetrina.
Sorridendogli, cercò la sua mano sul tavolo e la coprì con la propria, stringendola affettuosamente
« Lo ami davvero »
Non era una domanda e perciò Merlin non rispose.
Non si era ripromesso solo poco prima di non pensarci per tutto il giorno?
E invece eccolo già pronto a ricadere in trappola.
« Tutte queste domande riguardano in qualche modo Morgana? »
Gwen annuì mentre la cameriera posava i loro caffè sul tavolo, guardandola attese in silenzio che si allontanasse prima di proseguire con voce esitante « Ieri pomeriggio ero fuori con Lancelot quando mi ha chiamata, sembrava strana, agitata. Voleva che ci incontrassimo perché doveva parlarmi, non ha voluto dirmi di cosa. Ho chiesto a Lance di rimandare il nostro appuntamento per andare ad incontrarla. Sai com'è fatta Morgana, ero preoccupata per lei. L'ho trovata sotto casa mia, era fradicia e tremava di freddo. Ti giuro Merlin, non l'avevo mai vista in quello stato » si fermò per sorseggiare il suo caffè caldo, Merlin l'ascoltava con attenzione, incuriosito da tutta la storia.
Come aveva immaginato, Morgana l'aveva chiamata non appena era uscita da casa sua, tipico di lei essere cosí avventata.
Una volta che prendeva una decisione non si fermava un attimo a pensarci... agiva e basta, incurante delle conseguenze.
A volte Merlin desiderava di poter essere come lei.
« Ovviamente le ho detto di salire da me per riscaldarsi, ma non ha voluto. Ha detto che doveva dirmi qualcosa prima di perdere il coraggio per farlo, ovviamente le ho detto di parlare, ma lei è rimasta in silenzio finchè non mi ha detto 'non ci riesco' e poi...»
Gwen si interruppe di nuovo, fissando il resto del suo caffè con interesse prima di berlo in un solo sorso e continuare a fissare la tazza vuota come se ne potesse leggere il fondo...
« E poi? » la incalzò allora il mago.
Non poteva certo lasciarlo cosí nel momento migliore.
« Mi ha baciata » sussurrò senza guardarlo.
Merlin spalancò la bocca senza parole e maledisse Morgana mentalmente.
Va bene essere chiari e diretti, ma c'era un limite a tutto...
Probabilmente aveva traumatizzato Gwen per tutta la vita.
« E tu come hai reagito? » chiese temendo la risposta.
« Sono scappata » mormorò lei mortalmente imbarazzata, attorcigliando nervosamente una ciocca di capelli attorno all'indice.
Merlin sorrise alzando le sopracciglia divertito.
« Ero sconvolta! » si difese la ragazza di fronte al suo sguardo « Mi ha colta di sorpresa... non credevo certo che lei avrebbe...» si interruppe di nuovo arrossendo e guardandosi attorno come per controllare di non aver attirato l'attenzione di nessuno.
« E com'è stato? » chiese Merlin incuriosito, in fondo la risposta ai loro problemi stava proprio in quella domanda, giusto?
Da un bacio si capivano molte cose.
A lui era bastato un bacio per capire di amare il suo principe.
« Merlin! »
« Scusa, scusa...» alzò le mani per placarla « Era solo per sapere se ti ha dato fastidio oppure no...»
« No! Cioè si... io... non ne sono sicura, okay? »
Se la prima risposta era quella che contava... e Merlin sperava davvero di non sbagliarsi... allora aveva già tutto ciò che gli serviva...
« Gwen...» sospirò quindi cercando le parole per spingerla nella giusta direzione senza prendere la decisione al suo posto « Lo so che scegliere tra Lancelot e Morgana è un po' come scegliere tra il principe azzurro... e beh... la strega Morgana. So che è difficile e so anche che  il giudizio della gente può fare paura, ma la vita è tua e se sbagli questa scelta sarai solo tu a vivere con le conseguenze. Perciò, l'unico consiglio che mi sento di darti è... scegli ciò che vuoi tu e non ciò che vogliono gli
altri »
Gwen lo fissò dritto negli occhi per diversi secondi, soppesando le sue parole e probabilmente cercando una risposta oltre le sue paure e incertezze « Hai ragione » sussurrò infine « Ma io non sono sicura di sapere cosa voglio... e se sbagliassi potrei perdere qualcosa di importante che non avrò mai piú »
Merlin non sapeva se si riferisse al possibile amore con Lance o alla sua amicizia con Morgana, ma il suo istinto gli suggeriva che fosse la seconda « Oppure potresti guadagnare qualcosa di altrettanto prezioso non credi? Rifletti su questo Gwen, perché hai lasciato Lancelot per correre da Morgana? Perché non le hai detto che eri impegnata? Io credo che forse tu sappia già qual'è la tua scelta. »
Finalmente Gwen sorrise di nuovo e stavolta il suo sorriso era genuino, privo della tensione di poco prima « Lo sai, non sei affatto male in questa storia dei consigli »
« Lo so, sono troppo saggio per questo piccolo mondo e visto che ti senti meno confusa, ti va di andare da qualche parte per festeggiare? » propose sentendosi sollevato per l'amica.
« Potremo andare al cinema, non è il massimo del festeggiamento, ma sento di essere troppo stanca per fare qualcosa di piú impegnativo. »
« Vada per il cinema allora, vado a pagare, mi aspetti fuori? »
Gwen annuì e si alzò, prima di uscire lo strinse in un abbraccio e gli stampò un grosso bacio sulla guancia « Grazie Merlin, sei un vero tesoro »  
Merlin la guardò uscire dal locale con un sorriso stampato sulla faccia.
Era davvero contento per lei...
« Ah Merlin, allora mi tradisci? »
Oh no...
Merlin digrignò i denti imprecando per l'ennesima volta contro l'infame destino che sembrava perseguitarlo  « Mi stai seguendo per caso? » chiese voltandosi incredulo.
« So che sarebbe l'avverarsi delle tue piú perverse fantasie, ma ahimè ho di meglio da fare » Arthur era proprio dietro di lui con le braccia incrociate sul petto e il viso piuttosto imbronciato.
Chiaramente rivedere Merlin cosí presto gli aveva rovinato la giornata.
Il mago si sentì profondamente offeso.
Potrebbe almeno cercare di nasconderlo... l'idiota.
« E allora che cavolo ci fai qui? » sibilò a denti stretti.
Arthur si portò l'indice alle labbra fingendosi pensieroso « Lasciami pensare...» se ne uscì
« Forse bevo un caffè? » sorrise in quel suo modo irritante.
Merlin aprì la bocca per rispondere, ma la voce di una ragazza lo interruppe « Arthur hai fatto? »
Da dietro all' ex principe comparve una ragazza piuttosto alta, dai lunghi capelli biondi raccolti in una grossa treccia e il viso truccato di tutto punto.
Non c'era un centimetro di lei che fosse fuori posto... o che non fosse perfetto.
Lanciandogli un'occhiata superficiale, come se Merlin non fosse piú importante del bancone o della cassa, Vivian passò un braccio intorno alla vita di Arthur, appiccicandosi al fianco del ragazzo che la strinse a sè guardando verso Merlin come sfidandolo a dire qualcosa.
« Certo, se quest'idiota si sbriga a pagare » rispose Arthur prima di chinarsi per baciarla sulle labbra.
Merlin si voltò disgustato, passando in fretta una paio di banconote alla cassiera e pregando in cuor suo che facesse in fretta.
Doveva uscire da lì subito.
Purtroppo quella non doveva essere la sua giornata fortunata...
Non solo la cassiera sembrava la persona piú lenta del mondo, ma i due dietro di lui sembravano provare un gusto particolare nel dare spettacolo in un luogo pubblico.
Non c'era una legge che lo vietava?
Sembrava quasi che lo facessero apposta...
E quella Vivian... chi pensava di essere per toccare il suo Arthur?
Conosceva incantesimi che l'avrebbero ricoperta di piaghe e pustole in un attimo... e poi chissà se a quel babbeo sarebbe piaciuto ancora tanto baciarla.
« Ti amo Arthur » mormorò la vocetta fastidiosa della ragazza e Merlin sbuffò irritato
Forse un piccolissimo incantesimo poteva usarlo... nessuno se ne sarebbe mai accorto in fondo.
Poteva farle cadere tutti i capelli...
Finalmente la cassiera si decise a restituirgli il suo resto, Merlin lo prese in fretta infilandolo in tasca senza neppure contarlo.
« Anche io ti amo da impazzire Vivian »
Merlin si bloccò.
Le dita gli si raggelarono attorno alle banconote accartocciate nella felpa.
Non riusciva piú a muovere un muscolo, era come se i piedi gli si fossero incollati al pavimento.
Non era possibile.
Una cosa del genere non era mai accaduta prima di allora.
Tutto il suo mondo era andato in pezzi e l'unica cosa che gli rimaneva era un buco in fondo allo stomaco che gli impediva di pensare, di muoversi... di respirare... forse perfino di esistere...
« Ti vuoi muovere o no, Merlin? Ti sei addormentato? »
In risposta il ragazzo corse fuori dal locale.
Non guardò verso Arthur né verso Vivian, anche volendo non credeva che sarebbe riuscito a farlo.
Sentì Gwen seguirlo chiamandolo per nome, chiedendogli se stesse bene.
Non ricordava cosa le avesse risposto.
Non sapeva nemmeno se aveva risposto.
E quando, seduto al centro della sala del cinema, le luci si spensero lasciando il posto ai suoni di un  film di cui non conosceva nemmeno il titolo, Merlin finalmente lasciò scorrere le lacrime.
Se Gwen le notò non disse nulla...


tbc

Finito! Mi ci è voluta una vita per scriverlo e rileggerlo tutto, è un capitolo lunghissimo quasi il doppio del solito, ma non potevo dividerlo... andava scritto tutto insieme!
Spero che non vi annoi!:PP
Bene, il triangolo Morgana/Gwen/Lance si avvia verso la sua felice (spero) conclusione, anche se ci porterà ancora qualche problemino.
I nostri due eroi invece sembrano finire sempre nei guai... vi avevo avvisati che lo scorso capitolo era solo la calma prima della tempesta! Lo so, sono malvagia!:P

Come sempre ringrazio sia chi ha commentato che chi legge senza farlo e vi invito tutti a dirmi cosa ne pensate del nuovo capitolo!!!
Ormai lo sapete che i commenti sono la mia musa!:PP

Grinpow: Grazie per aver commentato!! Spero che rimanga tra le tue storia preferite fino alla fine allora!!!!xD Sono contentissima che ti piaccia e spero di vederti ancora tra i commenti!!!

Dasey91: Contenta che tu l'abbia trovata e che ti piaccia!! Il nostro Arthur in effetti è un po' un mistero in questa fic, una vera sfinge... è solo un'idiota che prende in giro Merlin o qualcosa di piú? Mah! ( Io lo so, ma non posso dirlo!):PP
Anche tu dalla parte di Morgana allora?? Povero Lancelot, nemmeno uno che stia dalla sua... si vede che sono riuscita a rendere la storia proprio come volevo! Bene, ne sono super soddisfatta!xD
Per vederla finita ci sarà ancora un po' di cammino... piú o meno saranno quattordici capitoli! Spero la seguirai fino alla fine, grazie mille per aver commentato!!!

elfin emrys: Visto che roba??? Arthur che si scusa, fa i compiti... forse sta finalmente maturando!!! ( Seeee come no...:P )
Ritiro subito la battuta allora!!! Comunque Uther comico lo voglio davvero leggere!!!!!xDD
Tranquilla per la maglietta, è salva!! Non gli avrei mai permesso di bruciarla, anche perché in realtà l'ho rubata al dottor House ( la indossava alla fine del primo episodio della sesta serie! ) e adesso la rivuole!!xDD
Bacio!!!!

Yusaki: Ops... Arthur si sta offendendo perché tutti lo prendono in giro per la storia dei compiti... stiamo attente o non li farà mai piú!:PP
Lo sai, secondo me farlo correre per correggere i suoi compiti, per Arthur è da considerarsi un onore... che dici? E' proprio pieno di sè questo ragazzo..:PP
Grazie! Sto cercando di tenere i personaggi il piú IC possibile pur essendo un AU e vorrei anche far trasparire un pochino la malinconia di Merlin. Per quanto possa essere forte e coraggioso, vivere tutto quel tempo da solo un po' deve aver lasciato il segno, no?
Un bacione!!!!

_Saruwatari_: Eh si! Ci avevi azzeccato, era proprio il nostro principino con una 'vera emergenza'! Povero Merlin, diventerà matto a furia di star dietro ad Arthur!!
Ed ecco l'aggiornamento con Ygraine! Che te ne pare? Non ha proprio detto 'finalmente porti un amichetto', ma ci siamo andati mooolto vicini!!xD
E poco piú avanti avremo una sua meravigliosa ricomparsata con Uther!:P
Un bacione anche a te!!!

Crystal Phoenix: Per prima cosa grazie infinite per il commento!!
Passando alle tue domande... direi di si, Merlin rimane sempre giovane, per lui ho immaginato una cosa del tipo 'punto di massimo sviluppo magico'= 'fine invecchiamento' o una cosa simile. Quanto all'età specifica ammetto di non averci pensato molto, ma visto che i personaggi che ho immaginato sono ovviamente quelli del telefilm direi che ha circa vent'anni per sempre. Arthur invece invecchia normalmente e muore come tutti. (E' molto triste lo so.)
A questo aggiungo però che Merlin rimane comunque un mago molto potente e perciò in grado di apparire dell'età che desidera...
Quanto alla seconda, quando ho pensato alla storia, ho immaginato che nella loro prima vita insieme (a Camelot per intenderci) Merlin abbia predetto la morte di Arthur  in battaglia, incapace di salvarlo, ma anche di perderlo per sempre, su consenso (e ordine) del nostro principe, Merlin ha usato un incantesimo per 'conservare' i ricordi di Arthur nel suo subconscio. Perciò quando lo incontra, non si limita a spiegargli il tutto (anche perché lo prenderebbe per pazzo immaginoxD ), ma gli fa proprio tornare la memoria con detto incantesimo, per Hunit invece è diverso perché lei non ha conservato quei ricordi, sono scomparsi per sempre quando è morta e quindi non gli può dire nulla perché... beh... lo prenderebbe per pazzo come ho già detto!:PP
Che dici, è abbastanza convincente???xDD
Un bacio!!!

akkarin_a: ecco Ygraine! In effetti non ha migliorato per niente il carattere di Arthur, mi sa che l'ha viziato troppo!!!xDD
Dici che ci sono sguardi d'amore in giro??... Mmmh, chi lo sa?:PP
Kiss

Aleinad: Sam è un vero cafone... ahahah! Non mi ricordo se l'ho inserito anche dopo, ma mi pare di sí... Merlin non gli sembra andare molto a genio però!!!xDD
Quel principe ogni tanto ha bisogno di essere rimesso a posto! Visto come si è addolcito adesso? (Neanche troppo in effetti, ma per i miracoli ci vuole piú tempo...)
Attendo di sapere che ne pensi di Ygraine allora!:PPP

mistica:
 bentornata allora!! Sono contenta che continui a piacerti!! Arthur lo vedo come un personaggio molto infantile, almeno dal punto di vista sentimentale!:PP
Quei due ci stanno facendo impazzire tutti! Arriveranno mai a stare insieme??
Spero di non deludere le aspettative!!A presto!!Kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Lunedì ***


Cap.9: Lunedì.

Quello fu decisamente uno dei lunedì peggiori della sua carriera scolastica.
Si sentiva stanco, depresso e terribilmente solo.
A Merlin generalmente non piaceva compatirsi o piangersi addosso, ma in quel momento sentiva di non poterne fare a meno.
Gwen e Morgana l'avevano abbandonato senza avvertirlo.
Nessuna delle due era stata a lezione e alla terza ora, il ragazzo aveva abbandonato ogni speranza che si facessero vedere... o almeno sentire.
Non chiedeva certo di andarsene in giro con loro a fare da terzo incomodo, certo che no, ma se c'era in programma una fuga di massa dal liceo potevano almeno farglielo sapere con un po' di anticipo, almeno sarebbe potuto restare a casa ad abbrutirsi a dovere...
E no... non era una cosa da ragazzine.
Starsene tutto il giorno in pigiama a mangiare gelato e a dare fuoco alle foto dei tuoi ex era una cosa da guerrieri, da uomini adulti, da maghi potenti... peccato che non avesse foto di Arthur... forse da qualche parte aveva una sua maglietta... avrebbe potuto dare fuoco a quella... con la sua fortuna si sarebbe ritrovato la casa invasa da ambulanze e pompieri...
L'unica consolazione era che il lunedì c'era educazione fisica e grazie al suo 'progetto speciale' poteva saltarla liberamente e andare a nascondersi in biblioteca.
Non che progettasse di studiare.
Però aveva un bel libro aperto davanti agli occhi e poteva fingersi molto concentrato su di esso.
Aveva passato una notte d'inferno.
Ogni volta che chiudeva gli occhi immaginava il bacio tra Vivian ed Arthur, ogni volta che si addormentava li sognava insieme e risentiva la voce di Arthur che diceva di amarla.
E ogni volta che sentiva quelle parole Merlin si sentiva morire.
Questo andava oltre ogni incubo.
Oltre ogni delusione o dolore passato.
Perché questo semplicemente, non poteva accadere... non doveva accadere.
Arthur poteva fidanzarsi, uscire con tutte le ragazze e i ragazzi che voleva, poteva invaghirsi di loro, convincersi di amarle, ma questo... questo era diverso.
Non era stato suo padre ad imporgli qualcosa, non era una cotta di passaggio, non era una ragazza con cui usciva per ingannare il tempo... Arthur aveva scelto di stare con Vivian e in quella caffetteria aveva solo voluto sbatterglielo in faccia a dovere.
Arthur amava Vivian.
E Merlin dove restava allora?
Il solo pensiero lo nauseava.
Si sentiva vuoto, stanco... vecchio.
Come un orsacchiotto di peluche tutto rotto lasciato a marcire in un angolo, sostituito da un cane robot o qualcosa di ugualmente bello e tecnologico...
E lui, il vecchio orsacchiotto, che doveva fare adesso?
Far riaffiorare i ricordi di Arthur sarebbe stato crudele a questo punto, non poteva certo decidere di piombare nella vita dell'altro e sconvolgere ogni cosa.
Non era per questo che si era lasciato convincere a lanciare l'incantesimo.
Lui voleva solo che il suo re fosse felice.
E in fondo lo era... lo era davvero.
E per quanto triste e orribile fosse da pensare, lo era senza di lui, perciò la scelta di Merlin non era poi cosí difficile, giusto?
Doveva lasciare le cose come stavano.
Doveva lasciare ad Arhur la possibilità di vivere come piú desiderava.
E se questo gli spezzava il cuore poco importava.
In fondo il suo dovere era sempre stato quello di sacrificarsi per il principe...

« Posso sedermi qui? »
Merlin alzò gli occhi dalla copia sgualcita di Harry Potter e il calice di fuoco che teneva sul tavolo della mensa e che quel giorno sembrava del tutto incapace di allontanare i brutti pensieri, per fissarli sul volto teso e pallido di Lancelot.
A giudicare dalle profonde occhiaie che sfoggiava sotto agli occhi, qualcun altro aveva avuto una pessima nottata.
Fu solo perché condivideva in qualche modo i suoi sentimenti di depressione, che Merlin spostò la propria borsa per farlo sedere.
« Oggi sei solo » se ne uscì il ragazzo una volta seduto davanti a lui « Le tue amiche non ci sono? »
Probabilmente nel mondo di Lancelot quello era un modo davvero sottile di chiedergli di Gwen, se non fosse stato di pessimo umore forse l'avrebbe trovato addirittura carino... viste come stavano le cose avrebbe voluto gridargli di risolversi da solo i suoi problemi e lasciarlo in pace con i propri...
« Gwen non c'è e non do dov'è, nè con chi è... se è questo che vuoi sapere » si limitò invece a dirgli e tutto sommato non riteneva di essere stato particolarmente scortese.
Non era mica il babysitter di Gwen.
Lancelot arrossì fissando il suo panino con molto interesse « E' solo che non la vedo da un paio di giorni e il suo telefono è sempre spento. Doveva chiamarmi, inizio a preoccuparmi »
Finalmente si decise a mordere il suo panino masticandolo con fin troppa lentezza e fingendo un'indifferenza che ovviamente non sentiva affatto, altrimenti non si sarebbe trovato lí, seduto al tavolo del mago.
Per qualche motivo vederlo cosí abbattuto metteva decisamente a disagio Merlin, si sentiva quasi in colpa... in fondo quando c'era stato da consigliare Gwen lui non aveva esattamente spinto a favore del ragazzo...
« Vedrai che non è niente, è solo molto impegnata tutto qui » rispose tornando a fissare la pagina del suo libro, per evitare di mentirgli fissandolo negli occhi... riuscì addirittura a non balbettare.
« Già... forse » rispose però l'altro, molto poco convinto.
Merlin attese nel silenzio che seguì, per qualche motivo lo metteva in agitazione, si sentiva come se stesse facendo un qualche torto a Lancelot.
Forse doveva dire la verità...
O qualcosa di simile...
Un indizio magari...
Morgana lo avrebbe ucciso...
E Gwen... Gwen lo avrebbe torturato con i suoi sguardi, il suo 'oh Merlin'... lui odiava quando Gwen gli diceva cosí...
« Lance, cosa ci fai seduto qui? »
Merlin ghiacciò dimenticandosi completamente di Gwen o Morgana o Lancelot.
Dimenticando ogni cosa a parte quella voce e il fatto che non avrebbe assolutamente voluto incontrarne il proprietario.
Disperato continuò a fissare la pagina del suo libro pregando che ignorare l'altro bastasse a farlo andare via.
« Arthur, eccoti! Vuoi sederti? »
No, no, no... assolutamente no... pensò il mago con forza, ma ovviamente nessuno lo ascoltò.
Qualcuno decise di rubargli il libro da sotto il naso e accadde cosí in fretta che Merlin per istinto alzò lo sguardo sul colpevole per farselo restituire incrociando cosí gli occhi di Arthur.
« Harry Potter? Davvero Merlin, non ti sembra che sia un po' troppo anche per te? Il tuo nome non ti bastava? Oppure lo senti vicino come una specie di parente? » gli chiese sorridendo, come se fosse la battuta piú divertente del mondo.
Merlin non rideva affatto.
« Dai Arthur, ridagli il suo libro » lo rimproverò Lancelot dandogli un colpetto sul braccio.
Arthur lo ignorò completamente, ma lanciò il libro verso Merlin prima di sedersi al loro tavolo « Allora? Di cosa parlavate? »
« Non credo siano affari tuoi » lo rimbeccò il mago ancora irritato per il suo povero libro... e per il suo povero ego.
« Sei sempre cosí scortese o lo tieni in serbo solo per me? » si imbronciò Arthur in un modo che Merlin non riteneva affatto dolce « Solo per te ovviamente »
« Potete smetterla per cinque minuti? » si intromise Lancelot e questa volta il suo sguardo di rimprovero fu rivolto ad entrambi.
Arthur e Merlin distolsero gli occhi l'uno dall'altro concentrandosi sui loro vassoi, il silenzio divenne presto molto teso e Lancelot ne rimase coinvolto a sua volta, passando insistentemente gli occhi tra uno e l'altro con aria confusa.
Sentendosi fuori posto e decisamente poco pronto a stare cosí vicino ad Arthur, Merlin ingurgitò il resto della sua gelatina in tutta fretta sotto l'aria disgustata del ragazzo, prima di raccogliere la sua roba per andarsene « Ci vediamo in giro allora »
« Merlin »
Cosa c'è ancora?
« Ti aspetto in biblioteca, non te lo dimenticare »
Senza rispondere il mago corse via, era la sua immaginazione o gli occhi di Arthur l'avevano fissato per tutto il tragitto?

Dopo la sua lunga e ammettiamolo, stressante giornata, l'ultimo posto che voleva vedere era la biblioteca.
Non perché non gli piacesse, anzi... Merlin amava la biblioteca.
Il silenzio, la tranquillità, era un paradiso per lui.
Fino a quel momento per lo meno.
Aveva temuto quella lezione per tutto il giorno.
Ci aveva pensato tanto da farsi venire mal di testa e la cosa peggiore era che non aveva via di scampo.
Arthur gli aveva già dimostrato di non voler assolutamente lasciar perdere quelle lezioni, probabilmente solo per il gusto di irritarlo, ma senza dubbio se avesse provato ad ignorarlo o a nascondersi avrebbe risvegliato il lato capriccioso e insopportabile dei Pendragon.
Di certo non gli andava di passeggiare di nuovo sotto la pioggia solo per correggergli i compiti.
Nè di ritrovarsi in mezzo al corridoio sotto gli occhi di tutti mentre l'altro gli gridava qualsiasi stupidaggine gli passasse in quella zucca vuota...
Sospirando Merlin ricontrollò il cellulare, non c'erano messaggi ovviamente e il cellulare di Gwen era ancora spento.
Che stavano combinando quelle due?
Sperava almeno che avessero risolto i loro problemi in tutto quel tempo.
Arthur sarebbe uscito da lezione l'ora successiva e siccome non aveva alcuna intenzione di passare quel tempo a studiare, Merlin infilò gli auricolari nelle orecchie, fece partire una canzone dei Muse e aprì il suo libro di Harry Potter, deciso a concentrarsi solo nella lettura e a sfuggire al mondo per un bel pezzo.
Il suo piano chiaramente funzionò fin troppo bene, perché proprio mentre il povero Cedric tirava le cuoia e l'orribile Voldermort decideva di risorgere, Merlin alzò un istante gli occhi dal libro ritrovandosi davanti il viso di Arthur che lo fissava dal lato opposto del tavolo con espressione stranamente concentrata.
Quasi subito però, venne sostituita dal solito sorrisetto arrogante « Era ora che mi degnassi della tua attenzione Merlin » gli disse con aria offesa.
Merlin sospirò mentalmente fermando la musica e chiudendo il suo libro non senza rimpianti
« Potevi anche farti notare »
« E come di grazia? L'ultima volta che ti ho strappato il libro di mano non sembravi contento»
« Non potresti semplicemente salutare come una persona normale? » borbottò Merlin, ma prima che l'altro potesse rispondergli gli fece cenno di lasciar perdere con la mano « Fingi che non abbia detto nulla, okay? Cosa devi studiare piuttosto? » gli chiese vagamente irritato.
Non poteva farne a meno, ogni volta che lo guardava sentiva una fitta al petto e la cosa peggiore era che Arthur era completamente ignaro di tutto, non sapeva e non capiva quanto lo ferisse il suo rapporto con Vivian... e come avrebbe potuto capirlo?
Stranamente l'altro decise di lasciar perdere il battibecco, forse avvertiva il malumore di Merlin o forse gli era spuntato un po' di buon senso... meglio tardi che mai in fondo e gli passò un libro di storia.
Il mago lo fissò vagamente sorpreso « Storia? »
« Giovanna d'Arco, ho un test di recupero questo venerdì. »
Merlin lo fissò incredulo
« Hai fallito un test su Giovanna d'Arco? »
« Non guardarmi così, avevo visto il film per ben due volte... ero preparatissimo. »
Merlin contò mentalmente fino a venti, non avrebbe litigato con lui.
Non quel pomeriggio.
Si sarebbe limitato a dargli ripetizioni e poi lo avrebbe salutato e sarebbe tornato a casa a dormire.
Tutto tranquillamente.
Arthur aveva smesso di incasinargli la vita...
« Leggi il capitolo intanto » gli ordinò mettendogli il libro aperto alla pagina giusta davanti al viso.
L'altro si imbronciò, ma stranamente fece come gli aveva detto.
Merlin tornò ad Harry Potter, dimenticandosi felicemente di dove si trovasse e soprattutto con chi.

« Allora quella Ginevra è la tua ragazza? » chiese di punto in bianco l'altro, senza nemmeno alzare gli occhi dal testo.
« Come prego?» chiese Merlin preso in contropiede.
Che cosa c'entrava adesso Gwen?
Forse Lancelot gli aveva chiesto di indagare su di loro, in effetti ad un occhio esterno poteva sembrare che lui e Gwen fossero una specie di coppia... forse... probabilmente...
« Vi ho visti alla caffetteria ieri, sembravate piuttosto... intimi » continuò Arthur con quel tono che usava in genere quando voleva fingere che una cosa non gli interessasse affatto.
Il punto era che il mago non capiva perché ad Arthur importasse una cosa simile, a meno che la sua teoria di Lancelot non fosse esatta. E in quel caso forse lasciarglielo credere sarebbe stata la cosa piú giusta, no?
Avrebbe tolto a Gwen molto imbarazzo...
E allo stesso tempo avrebbe convinto Arthur che non era gay e decisamente non aveva alcuna cotta per lui...
« Non credo siano affari tuoi con chi sono intimo » si limitò a rispondere, senza confermare nè negare nulla.
Non c'entrava affatto il suo desiderio di vedere la reazione dell'altro.
Non aveva certo bisogno di conferme.
Non aveva alcuna illusione su di lui, sapeva che il suo cuore non gli apparteneva piú... non era mica stupido...
« Perciò ho ragione, è la tua ragazza » se ne uscì l'altro
guardandolo finalmente in viso. Il modo in cui disse ragazza fu molto strano, sembrava quasi che avesse ingoiato un limone per errore.
Probabilmente stava pensando a come avrebbe detto all'amico che la ragazza dei suoi sogni stava con quell'idiota di Merlin.
« Francamente non capisco perché ti importi tanto, io non ti ho chiesto nulla di Vivian, no?» e decisamente non sputò fuori quel nome come qualcosa di marcio e offensivo.
Arthur arricciò le labbra con rabbia e gettò la penna sul tavolo.
« Ti tradisce » sputò con soddisfazione « Esce anche con Lance e lo so perché lui non fa altro che parlarmi di quanto è dolce e bella la sua Ginevra » rincarò subito, studiandolo come se si aspettasse di vederlo scoppiare a piangere o roba simile.
Iniziava a pensare che Arthur avesse sbattuto la testa.
Che problema aveva con Gwen?
E di certo uscire una volta con qualcuno non significava starci insieme! Cosa andava in giro a raccontare quel Lancelot?
« Ti assicuro che Gwen non è tipo da tradire nessuno » se ne uscì senza pensare a come sarebbero suonate le sue parole.
Di fatto gli aveva confermato che Gwen fosse la sua ragazza, di fatto lo aveva confermato a Lancelot visto che di certo quella conversazione non sarebbe rimasta tra di loro, ma non sopportava che Arthur se ne andasse in giro a parlare cosí della sua amica e soprattutto non quando era lui la causa di tutti i suoi malumori e problemi.
La sua risposta però, fu ovviamente la cosa sbagliata da dire perché il volto di Arthur si fece decisamente paonazzo, la stessa espressione che significava orribili guai e sfuriate imbarazzanti.
« Si invece e se bastano un sorriso e due moine a convincerti che non è cosí, allora sei un'idiota » sibilò con voce gelida.
La quiete prima della tempesta.
In quei casi in genere c'erano solo due strade col principe: scusarsi e fuggire il piú lontano possibile o intestardirsi e lasciar esplodere la bomba.
In tanti secoli Merlin non era mai riuscito a prendere la prima strada.
Era piú forte di lui.
di certo il tempo non lo aveva reso piú saggio, perché fissando dritto negli occhi, nonostante tutto in lui gli gridasse di lasciar perdere , Merlin si sentì dire la cosa piú sbagliata.
« Di certo mi convincono di piú le sue moine che i tuoi capricci isterici. Gwen è la mia migliore amica ed è una persona stupenda, pensi davvero che crederei a uno come te e non a lei? » sibilò con molto piú sdegno del necessario e sapeva che non era solo per Gwen che sentiva il bisogno di offenderlo e ferirlo.
Arthur si alzò dalla sedia sporgendosi sul tavolo per afferrarlo dal collo della felpa e obbligarlo ad alzarsi, per istinto Merlin chiuse gli occhi aspettandosi che lo colpisse, ma non fu l'improvviso dolore di un pugno ciò che sentì.
Furono invece due morbide e calde labbra ciò che sfiorò il suo volto e rilassandosi Merlin aprì le proprie lasciando che Arthur facesse di lui ciò che voleva, non aveva bisogno di pensare, di ragionare, di chiedersi perché o come, era solo puro istinto, pura irrazionalità e per la prima volta negli ultimi duecento anni Merlin si sentì a casa.
Non durò a lungo, fu con un lieve sussulto, l'irrigidirsi dei muscoli del corpo premuto contro il suo, il cambio improvviso del respiro che Merlin capí che l'altro era tornato alla realtà.
Con una mezza imprecazione Arthur si staccò da lui lasciandolo ricadere seduto al suo posto e o fissò come fosse un serpente pronto a morderlo.
Aveva le labbra stranamente rosse e il volto pallido come un lenzuolo, boccheggiò qualche istante fissandolo inorridito, prima di afferrare il suo zaino e scappare correndo dalla biblioteca.
Cinicamente Merlin pensò che era quasi divertente come la maggior parte delle loro lezioni finissero con la fuga di uno dei due...
Avvicinò a sè il libro di storia che l'altro si era dimenticato di portare via e sospirando ci abbandonò sopra la testa.
Forse non era stato proprio il lunedì peggiore...
O forse sì...

tbc...


E come promesso ecco il famoso primo bacio!! Cosa accadrà adesso??
Attendo di sapere cosa ne pensate del comportamento del nostro asino! Ama Merlin? E' geloso? E' solo stupido come credo??XDD
A presto col prossimo capitolo dal titolo 'A cena dai suoi'... e si, ci sarà Uther!!!XDDD
Come sempre grazie a tutti coloro che commentano e anche a chi mi segue senza farlo!!!
Un bacio a tutti!!!

_Saruwatari_: Tutte teorie molto convincenti, ce ne sarà una giusta?? In effetti non ne sono sicura nemmeno io!:PP Lo scopriremo un po' piú avanti!!!XD
Ah l'amore! E' la cosa che fa soffrire di piú purtroppo, anche io ne so qualcosa e il nostro Merlin lo sta imparando a sua volta! Speriamo solo che gli vada meglio col tempo!!
Attendo di sapere cosa pensi del nostro Arthur dopo questo capitolo allora!!
Kisskiss

elfin emrys: Visto che carogna? Dovrà essere punito a dovere per quello che ha fatto al povero Merlin!! Ygraine non so perché me la immagino cosí, in fondo per stare con Uther dovrà essergli complementare no??XD
Tutto il comportamento di Arthur in effetti ha una motivazione ben precisa(anche se piuttosto contorta e forse un po' ridicola) e prometto che verrà svelata anche se quasi alla fine... in fondo tutta la storia si basa su questo piccolo mistero, no?:PP
P.S: lo immagino! Dovrai scavare alla ricerca del suo senso dell'umorismo, non sarà per niente facile!!
P.P.S: ho scritto tutto il capitolo partendo da quella scena in realtà, poveretto!:P
P.P.P.S: Merlin ha apprezzato tanto la tua idea che credo stia andando a metterla in pratica... Arthur un po' meno, non credo che gli piaccia la sua nuova fidanzata!XDD
Bacio!!!

hay_chan: credo che Arthur si sia nascosto a causa di tutte le lettere minatorie che ha ricevuto durante la settimana e gli sguardi minacciosi di Merlin non aiutano affatto... quanto a Vivian con tutti gli accidenti che le sono arrivati è un miracolo se si reggerà ancora in piedi!!:PP
Niente trasferimenti di città, il nostro maghetto è troppo buono e in fondo ama troppo Arthur per lasciarlo davvero... è un po' idiota mi sa..:PP
Mi unisco al tuo grido anche io W Lo yaoi!!!!!XDDD
A presto!!!!!

akkarin_a: lo so, il sadismo fa parte di me... non so nemmeno io come mi vengono in mente questi intrecci... il povero Merlin minaccia di uccidermi ormai!XDD
E anche un paio di lettrici in effetti....:PP
kiss

Dasey92: Sa qualcosa dici?? Oppure le piace solo mettere in imbarazzo il figlio? Mah! Le mie labbra sono sigillate!XDD
Sono contenta che ti piaccia Gwen, devo ammettere che a me non dispiace neppure nel telefilm (tranne per le parti Arwen che detesto:P) la trovo molto dolce e sincera.
E Arthur è un babbeo reale, non capisce nulla, scegliere quella Vivian quando può avere Merlin! Roba da matti!!!!
Ecco il nuovo cap allora!!! Attendo recensione!!XDD
Bacioni!!!!

Grinpow: Mi sa che qualcun altro le ha già fatto cadere tutti i capelli... cavolo.. inizia a farmi pena questa povera ragazza!... No, non è assolutamente vero...:PP
Ottime teorie!!!! L'idea dei sogni mi piace tantissimo!XD
E l'immagine di Ygraine che becca Arthur mentre... ahahahah!!! Poverino! Sarà per quello che è cresciuto cosí???:PP in realtà manca ancora poco alla verità!! Resistete!!XDD
Bacio!!

Aleinad: Eccoci al nuovo capitolo!! Arthur è sempre piú babbeo mi sa, sarà mica nel DNA?
Il personaggio di Ygraine ha riscosso molto successo alla fine! Meno male, ero un po' dubbiosa quando l'ho inserito!!:P
Piú che Arthur che si confida con lei, devo ammettere di vedermi piú Ygraine che gli piomba in camera facendo battutine e strappandogli la verità a suon di risate! E' una donna piuttosto sadica in realtà!:PP
A presto!!Kiss!

lince92: Eccolo!! Cerco di aggiornare almeno una volta a settimana, a meno di non avere problemi col pc o capitoli piú lunghi del solito! Cosí non vi faccio aspettare troppo!:P
Grazie del commento! Continua seguirmi!!
Kiss

Crystal Phoenix: Mi sa che ne dovrà passare ancora parecchie poerello... sarà felice solo quando il mio spirito sadico si riterrà soddisfato! Lo so, sono un mostro!XDD
Di niente, figurati!!!:P
Quanto a Vivian, meglio di no.. con la fortuna di Merlin, finirebbe col diventare un ragazzo bellissimo!!!XDD
Alla prox!
Kiss


Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** A cena dai suoi. ***


Cap.10: A cena dai suoi.

Merlin scavò a vuoto nella scatola di involtini primavera.
Qualsiasi cosa facesse ne rimanevano solo tre... decisamente pochi per sfamarlo adeguatamente...
Una volta arrivato a casa aveva aperto il frigorifero alla ricerca di qualcosa da mangiare e aveva trovato solo del cibo cinese avanzato da non ricordava piú quando...
Non avendo alcuna voglia di uscire per comprare qualcosa o di prendere il telefono per ordinare della pizza, aveva optato per gli avanzi infilandoli nel microonde e lasciandosi cadere sul suo divano a mangiarli.
Purtroppo una volta lí, complice il silenzio e il non avere altro a cui pensare, la sua mente si era rivolta proprio nella direzione dalla quale cercava di fuggire da ore.
Insomma...
Arthur lo aveva baciato.
Era innegabile, giusto?
Non c'era nulla da capire o su cui ragionare... era stato un bacio. Un bel bacio senza dubbio, ma pur sempre un chiaro e semplice bacio.
Ciò che non gli era ancora molto chiaro era il perché del bacio... sempre che esistesse.
Non era stato un incidente, Arthur non gli era caduto addosso come in una telenovela e di certo non era stato uno scherzo a giudicare dalla faccia dell'altro... allora cos'era stato?
Era proprio questa la domanda che Merlin cercava in tutti i modi di non porsi.
Perché se iniziava a pensare che Arthur volesse baciarlo, avrebbe dovuto chiedersi perché volesse farlo e allora sarebbe arrivato alla conclusione che Arthur provava qualcosa per lui.
Conclusione decisamente assurda.
In fondo solo il giorno prima era arrivato alla conclusione del tutto opposta.
Quindi doveva esserci per forza un'altra spiegazione.
Una che al momento gli sfuggiva.
Di certo non doveva coltivare alcuna speranza, non doveva farsi castelli per aria, doveva restare coi piedi ben piantati per terra.
Doveva guardare il tutto con freddezza, con distacco... doveva... Oh, ma chi voleva prendere in giro? Non era mai stato capace di essere freddo e distaccato, figuriamoci ora, figuriamoci con Arthur.
Era fregato.
Completamente fregato.
Perché adesso non poteva non pensare all'altro senza ricordare le sue labbra.
Senza provare quel vago senso di felicità e speranza che aveva iniziato a sbocciare in lui.
Probabilmente Arthur aveva già dimenticato il tutto, archiviandolo come il risultato di una brutta giornata... magari era già a consolarsi con Vivian.
Mentre i suoi pensieri e le sue teorie prendevano una piega sempre piú cupa, il telefono prese a squillare insistentemente.
Merlin lo fissò con odio.
Non aveva alcuna voglia di parlare con nessuno.
Voleva solo dormire e ricominciare la giornata da capo.
Chiunque fosse all'altro capo, però, ovviamente non era dello stesso avviso.
Alla terza telefonata di seguito, perfino il mago si vide costretto a capitolare e, seppur a malincuore, a rispondere.
«  Merlin? » chiamò una voce femminile dall'altro capo del telefono,  una voce decisamente familiare, anche se, per quanto ci provasse, il mago non riusciva a ricordare a chi appartenesse.
La sua esitazione venne ben interpretata dalla sua misteriosa interlocutrice « Sono Ygraine, la madre di Arhur... ti ricordi? »
« Oh » se ne uscì Merlin completamente sbigottito.
Perché lo aveva chiamato? Che fosse successo qualcosa ad Arthur?
« Ho preso il tuo numero dalla rubrica di Arthur, spero non ti dispiaccia » continuò la donna con tono allegro.
« No, si figuri...» rispose lui, sentendosi stranamente a disagio « E' successo qualcosa? »
« Oh no, non preoccuparti. Volevo solo chiederti se ti andava di venire a cena da noi »
« Stasera? » Merlin guardò verso l'orologio, erano già le sei e mezza... e francamente, l'idea di rivedere Arthur cosí presto non gli piaceva affatto.
« Mio marito ci terrebbe molto a conoscerti »
A quelle parole Merlin si lasciò sfuggire un verso strozzato, a metà tra una risata incredula e un singhiozzo... gli venne in mente l'immagine di Uther seduto sul suo trono che lo fissava con vago disgusto ... ad un tratto l'invito sembrava ancora meno piacevole di prima « Veramente sono molto stanco e domani c'è scuola...»
« Sciocchezze, puoi dormire da noi... e poi...»
« Davvero signora, non credo sia una buona idea » provò a interromperla lui iniziando a sentirsi vagamente disperato.
«...ho già mandato una limousine a prenderti » concluse la donna e Merlin avrebbe giurato che stesse sorridendo.
« Come? » iniziando a sentirsi in trappola, Merlin guardò fuori dalla finestra, come aspettandosi di trovare il vialetto circondato da cecchini pronti a sparargli a vista.
« Ci vediamo tra poco allora. »
« Cosa? Aspett-» ma Ygraine aveva già concluso la conversazione lasciando Merlin a boccheggiare con ancora la cornetta premuta contro l'orecchio.
Com'era finito in quel pasticcio?
La madre di Arthur era ancora piú terrificante di Uther.
Lo aveva messo alle strette senza dargli modo di obiettare o rifiutare.
E adesso?
Merlin colpì piú volte il vetro della finestra con la fronte.
Doveva essere finito in una specie di incubo in 3D.
Era l'unica spiegazione plausibile di tutta quella storia.
Mentre guardava inutilmente il vialetto, alla ricerca di una soluzione inesistente, una limousine nera dai vetri oscurati arrivò come promesso.
Merlin sentì il desiderio di mettersi a piangere.
E va bene... si fece coraggio tanto cos'altro può succedermi a questo punto?

« Benvenuto, i signori la attendono in sala da pranzo. »
Sam, o come si chiamava, lo attendeva di nuovo sulla soglia. Questa volta Merlin non era zuppo di pioggia e aveva cercato di vestirsi un po' meglio, anche se il suo guardaroba era piuttosto sfornito di capi eleganti. Era riuscito a trovare una maglia blu a maniche lunghe abbastanza sobria e un paio di jeans scuri meno sgualciti degli altri, anche se Sam alzò un sopracciglio di fronte al taglio che sfoggiavano sul ginocchio.
Merlin finse di non notarlo, in fondo non aveva visto com'erano ridotti gli altri che possedeva.
Quelli erano decisamente i pantaloni piú eleganti in suo possesso... doveva smetterla di seguire tutte quelle mode eccentriche.
« Merlin! »
La madre di Arthur gli andò incontro non appena lo vide entrare baciandolo su ogni guancia come se lo conoscesse da una vita.
Ygraine parve non notare affatto il suo imbarazzo, continuando a sorridergli tranquillamente. Aveva raccolto i capelli biondi sulla nuca in un elaborato chignon e portava un vestito chanel azzurro molto elegante, riusciva a sembrare una regina perfino in sala da pranzo.
« Vieni, voglio presentarti mio marito... Uther Pendragon » nel dirlo lo trascinò verso il camino spento, dove ad attenderlo in un completo scuro c'era l'antico re di Camelot.
Merlin provò una vaga stretta di panico nel petto trovandosi faccia a faccia con l'uomo.
Dovette ripetersi mentalmente che lì non c'erano piú né re né esecuzioni per tranquillizzarsi e il modo in cui Uther lo fissava, come se fosse una strana specie di animale in estinzione, non lo aiutava affatto...
Merlin annuì in silenzio in sua direzione e l'uomo ricambiò continuando a studiarlo da capo a piedi come alla ricerca di qualcosa di preciso... il mago decisamente non voleva sapere cosa.
In conseguenza del loro scambio, la stanza cadde in un breve silenzio imbarazzante che Ygraine infranse subito, spingendo Merlin verso il lungo tavolo da pranzo posto al centro della sala. Era apparecchiato per quattro, notò subito il ragazzo, questo significava che Arthur si sarebbe unito a loro.
Qualcosa gli diceva che probabilmente il principino era del tutto all'oscuro del suo ospite, di certo non avrebbe acconsentito ad invitarlo a cena dopo l'accaduto, no? Doveva essere un'idea di Ygraine... iniziava a capire chi regolasse davvero la vita in quella casa... era strano che non fosse Uther per una volta. « Avanti, sedetevi a tavola. »
Mentre l'uomo andava sedersi a capotavola, per suo sommo sconforto, Ygraine lo diresse a uno dei due posti apparecchiati sul lato destro, in quello piú vicino a Uther « Ti assicuro che non morde, non preoccuparti »  gli sussurrò la donna all'orecchio spingendolo seduto per poi sedersi al suo fianco.
Merlin si sentì in trappola.
Rimaneva solo un posto libero, direttamente davanti a lui, i Pendragon l'avevano accerchiato... sperava solo che non fosse una di quelle cene con delitto di cui Morgana andava cosí fiera.
« Arhur arriverà subito » borbottò Uther forse notando la direzione del suo sguardo « Quel ragazzo non sa cosa siano rispetto e puntualità. »
« Non esagerare adesso, è un adolescente, non puoi stargli sempre col fiato sul collo » lo rimbeccò la moglie versando del vino nel bicchiere di Merlin nonostante le proteste di quest'ultimo.
« Io non gli sto col fiato sul collo » ribatté l'uomo chiaramente oltraggiato dall'idea « Cerco solo di renderlo piú responsabile, sei tu che non fai che viziarlo, se continui cosí non diventerà mai un uomo. »
« Per favore, se non ci fossi io a viziarti, non riusciresti nemmeno a farti il nodo alla cravatta...»
A quelle parole Uther soffocò nel bicchiere da cui sorseggiava e Merlin dovette mordersi la guancia per cercare di non scoppiare a ridere.
Si era sempre domandato come sarebbe stato il rapporto tra i due se Ygraine fosse stata viva... adesso aveva la sua risposta... ed era davvero un peccato che Camelot non avesse avuto entrambi come sovrani.
« Allora dimmi Merlin... » continuò subito dopo la donna « Come ti trovi con mio figlio, andate d'accordo? »
Il tono con cui lo chiese fece capire a Merlin che non parlava affatto di compiti e scuola, ma francamente non capiva di cosa parlasse.
Uther chiaramente lo capì bene, visto il modo in cui si schiarì la gola attirando l'attenzione della moglie.
Ci fu un breve scambio di sguardi tra i due coniugi, una di quelle conversazioni silenziose da cui lui venne completamente escluso.
Durò solo una manciata di secondi finchè Ygraine sorrise dolcemente al marito e perfino il mago potè leggere il Stai in silenzio che era nascosto in quelle labbra.
Per la prima volta da quando era uscito dalla biblioteca poche ore prima, Merlin desiderò ardentemente che Arthur si decidesse a farsi vedere.
« Merlin... che diavolo ci fai tu qui?»
Per un attimo Merlin provò il desiderio di correre ad abbracciarlo, certo lo sguardo del ragazzo avrebbe placato certi impulsi affettuosi in chiunque.
Arthur si era bloccato sulla soglia, guardandoli come fossero pronti ad avvelenarlo o peggio.
La sua espressione sommata al suo abbigliamento composto da una vecchia felpa rossa e un paio di jeans scoloriti, convinse Merlin di non essere il solo ad esser stato messo in trappola... come immaginava era stata tutta un'idea della madre.
La domanda era in che razza di trappola fossero caduti.
« Arthur, ti sembra il modo di rivolgerti ad un ospite? » lo rimproverò subito il padre guardandolo storto « E dove sono finite le tue scarpe? Ti sembra il modo di girare per casa questo? Con ospiti a cena per di piú. »
« Scusatemi tanto, forse se mi aveste informato che c'era un ospite...» e nel dirlo fissò Merlin come se fosse la causa di tutti i suoi mali « mi sarei organizzato diversamente » e chiaramente diversamente significava sarei uscito prima, grazie tante.
Merlin si sentì stranamente ferito dal suo tono, non era certo il caso di far sapere anche ai suoi genitori quanto poco lo sopportasse, no?
E poi era stato lui a baciarlo non il contrario... era Arthur a doversi sentire in imbarazzo, non certo lui... che razza di babbeo.
« Ciò nonostante...» continuò Uther in tono di rimprovero « Colpa mia! » lo interruppe la moglie mettendoli a tacere entrambi « Deve essermi passato di mente » sorrise fingendosi dispiaciuta, lo sguardo del figlio mostrò a tutti quanto poco ci credesse.
« Adesso mangiamo o si raffredderà tutto, Arthur siediti. » nel dirlo suonò una campanella d'argento che prese dal centro del tavolo.
« Grazie mille per la sorpresa, mamma » borbottò il ragazzo scivolando a sedere al posto davanti a Merlin e continuando a fissarlo come se volesse incenerirlo.
Il mago sprofondò nella sedia nel vano tentativo di rendersi un bersaglio piú piccolo.
Pochi secondi dopo, Sam entrò con in mano una grossa pentola fumante, servì Ygraine per prima e Merlin per secondo.
Il ragazzo osservò l'invitante stufato che gli venne messo davanti e non potè fare a meno di commentare « Grazie mille Sam, sono certo che sarà ottimo, io adoro lo stufato » se ne uscì forse con un po' troppo entusiasmo.
« Ne sono compiaciuto, signorino » si limitò a rispondere il maggiordomo guardandolo come se fosse un po' ritardato.
Merlin si sentì avvampare per l'imbarazzo e la mezza risata che Arthur finse di nascondere in un bicchiere d'acqua non lo aiutò affatto.
Gli parve anche di sentirlo bofonchiare un'idiota tra una sorsata e l'altra. Nel frattempo Uther aveva ripreso a guardarlo come fosse un pericoloso esperimento chimico sul punto di esplodere.
L'unica che sembrava ignara di tutto era Ygraine che continuava a sorridergli tranquillamente « Buon appetito allora » se ne uscì salvandolo dall'imbarazzo e richiamando all'ordine gli altri due membri della famiglia.
Merlin non avrebbe potuto esserle piú grato che in quel momento.
« Dimmi Merlin...» gli si rivolse poco dopo Uther « so che mio figlio ha bisogno del tuo aiuto perché i suoi voti non sono dei migliori al momento...» nel dirlo scoccò un'occhiata di rimprovero verso il figlio che venne prontamente ignorata « ma tu? Ottieni dei crediti in piú in cambio di questo aiuto? »
Il tono in cui lo disse indicò che chiaramente doveva averne qualche vantaggio ed in effetti era cosí, ma per qualche ragione Merlin sentiva che la verità sarebbe stata piuttosto imbarazzante da rivelare...
D'un tratto si sentì accaldato.
Avevano accesso i riscaldamenti?
« Non esattamente...» balbettò incerto, cercando un modo per cambiare discorso senza offenderlo.
« Merlin rischia di farsi bocciare in educazione fisica » si intromise Arthur con aria gongolante « Pare abbia una qualche deficienza mentale che gli impedisce perfino di reggersi in piedi da solo » sorrise al suo indirizzo con aria innocente, ovviamente lo stava punendo per essere finito a cena da lui, o per essere nato...
« Arthur!» lo rimproverò la madre, ma il ragazzo si limitò a stringersi nelle spalle, come per dire che non era colpa sua se Merlin era cosí idiota.
« Si può essere bocciati anche in educazione fisica? » ripetè l'uomo con tono meravigliato, guardando Merlin come fosse un raro fenomeno simile all'aurora boreale.
« Deve essere una terribile condizione mentale la tua. »
« Uther! »
« Stavo solo chiedendo.»  alzò le mani lui per placare la moglie.
« Immagino che ognuno di noi abbia le proprie... carenze » e forse era dovuto alle abitudini, ma a Merlin parve di sentire un mentali in fondo alla frase.
O forse era stato Arthur a mormorarlo sottovoce...
« Lasciali stare Merlin, anche io sono terribilmente goffa, ti capisco benissimo. » lo consolò Ygraine posandogli una mano sul braccio « Pensa che al liceo fingevo di star male pur di evitare educazione fisica. »
« Davvero? »
« Oh si... ed è stata la mia fortuna, visto che è cosí che ho conosciuto mio marito » ammiccò sorridendogli.
« Ti prego, non di nuovo...» si lamentò Arthur dall'altro lato del tavolo, ma la donna lo ignorò continuando il suo racconto « Ero nascosta in biblioteca quando l'ho conosciuto, voleva che gli cedessi il libro che stavo leggendo. Era cosí antipatico! »
« Non lo ero affatto..» brontolò l'uomo in questione guardandola storto.
« Quando seppe il suo nome mio padre disse che era ovviamente destino che ci incontrassimo! »
Alla parola destino, il mago non potè fare a meno di rabbrividire.
« Come mai? » chiese curiosamente.
« Perché Uther e Ygraine nelle leggende del ciclo bretone sono i genitori di Arthur... mio padre ne era terribilmente affascinato, il mio nome viene da lì e sono cresciuta a pane e leggende di Re Arthur. Ovviamente anche il nome di mio figlio non è un caso, può sembrare stupido, ma l'ho sempre trovato divertente.»
Nel raccontare del padre gli occhi della donna si fecero stranamente lucidi, era ovvio che le era stata molto affezionata e Merlin si chiese come fosse stato questo fantomatico uomo.
« Oh si, da morire dal ridere, come gli scherzi sulla tavola rotonda e la spada nella roccia. » brontolò sdegnato Arthur, chiaramente il suo nome era già stato oggetto di dibattito in quella casa.
« Quando ho scoperto che il suo insegnante di ripetizioni si chiamava Merlin sono rimasta di stucco! Ci pensi? Merlin! Mio padre raccontava sempre di Arthur e Merlin, inventava certe storie... diceva sempre che erano due esatte metà come..»
Merlin la fissò inorridito, sapeva già come sarebbe finita la frase...Oh no... non dirlo... per favore non dirlo...
« I due lati della stessa moneta! » rise Ygraine mentre Uther si versava dell'altro vino estraniandosi completamente dalla discussione.
« Mamma! » gridò Arthur inorridito.
Dalla sua espressione Merlin immaginò che non fosse la prima volta che sentiva una cosa del genere... adesso iniziava a capire perché desiderava tanto tenerlo lontano da sua madre...
Certo che i discorsi di questo fantomatico padre erano un po' troppo familiari... possibile che...
No, assurdo... rise tra sè Merlin ... figuriamoci...

tbc...

Decimo capitolo!!! La storia si è fatta proprio lunga!!
Che ne pensate del rapporto Uther/Ygraine? Io li trovo divertenti insieme!
E del misterioso nonno che mi dite??
Bene, direi che da questo capitolo in poi le cose inizieranno a farsi piú chiare con Arthur, a poco a poco capirete cosa gli gira per la testa... e in parte forse riuscite già ad intuirlo!! :PP
Alla prossima settimana col capitolo 11 dal titolo Un ultimo bacio... preparate i fazzoletti!:P

elfin emrys: Oh si, il bacio non gli è affatto piaciuto. Per niente.:PP Ormai Merlin può mentire solo a se stesso... e neppure quello gli riesce bene!!!!xD
Kiss

hay_chan: conciso ed efficiente... direi che siamo tutti d'accordo,no??:P bacio

akkarin_a: che la mente di Arthur sia ritardata è ovvio!!!xDD Come fa Merlin a sopportarlo è un mistero!:PP
bacio!!

Aleinad: visto che finali a sorpresa mi invento?:PP
Mi piace la tua teoria e dirò che non è del tutto sbagliata... diciamo che è giusta solo in parte!!:PP kiss

dyamonts: grassie e grazie di aver commentato!!!!xDD

_Saruwatari_: Il povero Merlin sta impazzendo, ormai non sa piú se sperare in meglio o convincersi del peggio. Con uno come Arthur è normale che non se lo aspettasse, a momenti non me l'aspettavo neppure io!:PP Kiss

Dasey91: xDD Ma in fondo con uno carino come Merlin l'unica è baciarlo,no??xD
Beh, ho immaginato che ormai Merlin sia stufo di queste uscite di testa di Arthur, chiunque svilupperebbe un po' di sano cinismo,no?? A questo aggiungiamo un po' di sano choc ed ecco lí... lasciategli il tempo di metabolizzare al povero ragazzo!xDD Kiss

crazyapple: Ciao e benvenuta tra i commenti!!!! Sono contenta che la storia ti piaccia e non preoccuparti, apprezzo il consiglio!! In effetti ci avevo già pensato, ma non volevo ritardare ancora di piú gli aggiornamenti... se riuscirò a trovare qualcuno che voglia accollarsi l'impegno, penso che lo farò!:PP
Un terzo incomodo non sarebbe un'idea malvagia...Ahahah! Poverini, con tutti i problemi che hanno già!:PP
P.s: Dei Muse solo da poco, pensa che prima non mi piacevano affatto, ultimamente invece si!Di Harry Potter invece sono fan da sempre! Uno dei miei libri (e fandom) preferiti e l'idea di Merlin che lo legge... non so perché,ma ce lo vedo troppo!!xDDD

Crystal Phoenix: So che sembra assurdo, ma immagina di amare qualcuno per tempo infinito, tu lo ami mentre lui non fa che prenderti in giro e tormentarti, non ti prende neppure sul serio facendoti credere di sopportarti a malapena. Infine, come ciliegina sulla torta, te lo trovi davanti mentre bacia la sua fidanzata dichiarandole il suo amore. Se il giorno dopo questo tizio baciasse te non cercheresti in tutti i modi di non coltivare speranze infondate? E' quello che fa Merlin, usa il sarcasmo come difesa per non dare troppo peso alle azioni di Arthur.:P
Quanto agli aggiornamenti in genere scrivo dappertutto, perciò al momento, ho a portata di mano delle bozze dei capitoli successivi( a parte uno che mi da dei problemi:PP) da queste poi scrivo al computer il capitolo finale e lo pubblico. In genere posso pubblicare una volta alla settimana senza problemi, a meno che non abbia impegni o problemi vari... diciamo che il prossimo dovrebbe arrivare al massimo lunedì/martedì prossimo, ok?:PP


Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Un ultimo bacio ***


Cap.11:‭ ‬Un ultimo bacio.

‭«‬ Si può sapere come diavolo ti è venuto in mente di venire qui‭? »
Dopo avergli offerto ben due porzioni di dolce‭ ‬e avergli raccontato decine di‭ ‬aneddoti su Re Arthur inventati dal padre e terribilmente vicini alla realtà,‭ ‬Ygraine aveva deciso che l'ora si era fatta decisamente tarda.
Nessun ragazzo della loro età doveva andarsene in giro da solo di notte e sfortunatamente la limousine era fuori...‭ ‬perciò Merlin doveva‭ ‬assolutamente dormire da loro.
Ovviamente il ragazzo non aveva avuto alcuna possibilità di rifiutare,‭ ‬prima ancora di poter aprire bocca la donna aveva mandato lui‭ ‬e Arthur al piano di sopra‭ ‬Non vogliamo certo obbligarvi a stare ancora con noi vecchietti,‭ ‬andate di sopra...
Una volta in corridoio e lontano dalla protezione,‭ ‬seppur minima della donna,‭ ‬Arthur lo aveva afferrato dal braccio trascinandolo su per le scale come fosse un sacco di patate e portandolo direttamente in camera sua,‭ ‬dove aveva chiuso la porta con molta‭ ‬più forza del necessario con un boato che avrebbe potuto risvegliare i morti.
‭«‬ Non è che avessi molta scelta,‭ ‬tua madre è piuttosto decisa quando chiede qualcosa.‭ »‬ si difese Merlin con tono sdegnato.
Non era certo stata una sua idea quella di ritrovarsi‭ ‬lì...‭ ‬di nuovo.
Per un secondo Arthur annuì come a volergli dare ragione,‭ ‬ma subito sembrò ricordare con chi stesse parlando e tornò sui suoi passi scuotendo‭ ‬la testa come se fosse esasperato e tutti i problemi del mondo fossero causati dal mago.
‭«‬ Bene‭ »‬ pronunciò infine con aria decisa‭ «‬ Visto che ormai siamo bloccati qui,‭ ‬recuperiamo il tempo perso oggi e studiamo.‭ »‬.
Merlin spalancò la bocca inorridito‭ «‬ Adesso‭? »‬ chiese convinto di aver sentito male.
Non era da Arthur chiedere di studiare,‭ ‬in nessuna ora del giorno‭…‬ era forse impazzito‭?
Dopo la giornata che aveva‭ ‬passato,‭ ‬voleva solo andarsene a dormire e dimenticare tutto.
In nessun modo Arthur lo avrebbe convinto ad aprire un libro.
Era stanco e stressato.
Voleva solo un bel letto soffice e comodo...‭ ‬meritava‭ ‬un bel letto soffice e comodo...
‭«‬ Ho ancora un test da sostenere questo‭ ‬venerdì e ho letto solo i primi due capitoli di quello stupido libro‭ »‬ brontolò Arthur incrociando le braccia sul petto.
Non poteva credere che l'altro fosse serio...‭ ‬eppure sembrava proprio di‭ ‬sì.
Probabilmente lo faceva solo per irritarlo.
Tipico di lui mettersi‭ ‬d‭’‬impegno quando era Merlin a non averne la‭ ‬minima voglia...
‭«‬ E va bene...‭ »‬ concesse infine sbuffando seccato‭ «‬ ma non è colpa mia se oggi non abbiamo concluso nulla‭ »‬ se ne uscì senza volerlo.
Dopo averlo detto avrebbe voluto prendersi a calci,‭ ‬non aveva certo progettato di sbattergli l'accaduto‭ ‬direttamente in‭ ‬faccia ma Arthur si comportava come se non ci fosse nulla di strano,‭ ‬come se non ci fosse nulla da dire o da spiegare e andava benissimo sia ben chiaro.‭ ‬Merlin poteva anche capirlo...‭ ‬se lo era aspettato in fondo...‭ ‬solo che lo faceva impazzire‭!
Come poteva starsene‭ ‬lì a parlargli normalmente con quella sua stupida aria arrogante quando solo poche ore prima lo aveva baciato‭?
Non meritava una spiegazione‭?
Arthur lasciò cadere le braccia lungo i fianchi guardandolo come se fosse impazzito,‭ ‬chiaramente non si aspettava che fosse proprio Merlin a tirare fuori quel discorso.
Almeno era riuscito a spiazzare il principino,‭ ‬un punto per lui finalmente.
Nel frattempo Arthur guardava dappertutto‭ ‬fuorché dalla sua direzione,‭ ‬sembrava quasi che si aspettasse di veder spuntare fuori qualche mostro spaventoso dalle pareti,‭ ‬si‭ ‬schiarì la voce un paio di volte cominciando frasi che non‭ ‬riuscì a finire sotto gli occhi vagamente divertiti dell'altro.
‭ «‬ A proposito di quello...‭ »‬ cominciò con voce incerta‭ «‬ non è stato ciò che pensi‭ »‬ se ne uscì lasciando Merlin senza parole.
Non era stato‭ ‬cosa‭? ‬Un bacio‭? ‬E allora‭ ‬cosa era stato‭? ‬Respirazione bocca a bocca‭?
« Parli di come sei scivolato sulla mia faccia‭? ‬Tranquillo,‭ ‬non ho‭ ‬assolutamente pensato che fosse un bacio.‭ »
« Bene,‭ ‬perché non lo era.‭»‬ concluse con aria soddisfatta,‭ ‬come se tutto fosse andato a posto con quelle semplici parole.
Merlin lo fissò come se fosse pazzo.‭ ‬E probabilmente lo era.
Perfino Arthur non poteva essere‭ ‬così cretino da pensare che tutto fosse a posto con quell'assurda giustificazione.
«‬ Certo che no‭ »‬ pronunciò con una massiccia dose di sarcasmo che l'altro finse di non sentire...‭ ‬o,‭ ‬conoscendo il principe,‭ ‬che non‭ ‬sentì davvero.
‭«‬ E‭' ‬stato solo un incidente nulla di‭ ‬più‭ »‬ sottolineò con decisione,‭ ‬sembrava quasi che cercasse di convincere‭ ‬più se stesso che Merlin.
‭«‬ Okay‭ »‬ mormorò il mago decidendo di lasciarlo fare.
In fondo non era meno di ciò che si aspettasse.
Anzi lo stupiva che Arthur‭ ‬fosse‭ ‬così calmo.
Si sarebbe aspettato una sfuriata,‭ ‬forse un pugno per dimostrargli la sua‭ ‬virilità...‭  ‬era tutto troppo strano...‭  ‬troppo calmo...‭ ‬quasi come se volesse scatenare una sua reazione.
Probabilmente‭ ‬per incolparlo di tutto,‭ ‬di nuovo.‭
Beh,‭ ‬questa volta non ci‭ ‬sarebbe riuscito.
‭«‬ Non si ripeterà.‭ »‬ continuò l'altro ignaro dei pensieri del mago.
‭«‬Va bene‭ »‬ rispose Merlin con aria quasi annoiata.
‭«‬ Ti è chiaro il concetto‭? ‬Mai‭ ‬più.‭ »‬ gli puntò un dito contro per sottolineare il concetto,‭ ‬Merlin quasi sorrise‭ «‬ Cristallino‭ »‬ si limitò a scandire guardando mentre Arthur si sedeva sul divano con aria stranamente insoddisfatta.
Sorridendo apertamente,‭ ‬Merlin rovistò nel proprio zaino un paio di momenti prima di tendergli il suo libro di storia‭ «‬ Hai dimenticato questo‭ ‬in biblioteca.‭ »
Arthur fissò la copertina come se potesse morderlo e non fece alcun gesto per prenderlo.
‭«‬ Okay‭ »‬ vacillò Merlin sedendosi sul divano opposto‭ «‬ Che ne dici se ti faccio qualche domanda su quello che hai letto e vediamo cosa ricordi‭? »‬
Arthur non rispose preferendo fissare il tavolino con astio.
Il mago iniziava a sentirsi stranamente nervoso.
Cosa gli prendeva adesso‭?
C'era rimasto male perché non aveva reagito‭?
Gli aveva rovinato il divertimento‭?
O c'era di‭ ‬più‭?
Non riusciva davvero a capire cosa gli passasse per la testa.
Era come se si fosse offeso...‭ ‬ma non ne aveva‭ ‬motivo,‭ ‬giusto‭?
Casomai doveva essere Merlin‭ ‬a offendersi‭!
Gli aveva parlato come se baciarlo fosse stata un'esperienza orribile‭!
Contando fino a dieci nel vano tentativo di rimanere calmo,‭ ‬Merlin aprì il libro e cominciò a fare qualche domanda ad Arthur,‭ ‬ma l'altro sembrava del tutto disinteressato.
Non faceva che restarsene immobile a rimuginare su chissà cosa e pensare che era stato lui a decidere di tenerlo‭ ‬lì per il suo stupido test.
Va bene essere capricciosi e arroganti,‭ ‬ma quella sera Arthur stava superando ogni record,‭ ‬anche la pazienza del mago aveva i suoi limiti.‭
« Senti,‭ ‬non mi sembra che tu abbia voglia di studiare,‭ ‬perché non lasciamo‭ ‬stare e mi dici dove devo dormire‭? »‬ nel chiederlo chiuse il libro posandolo sul tavolo e si alzò.
Arthur finalmente sembrò riscuotersi dalla sua catalessi e alzò lo sguardo verso di‭ ‬lui,‭ ‬anche se aveva un'aria‭ ‬decisamente‭ ‬più minacciosa del necessario‭ «‬La stanza degli ospiti è qui affianco‭ »‬ brontolò a mezza voce e Merlin ringraziò mentalmente di poter finalmente lasciare quella stanza,‭ ‬se non la casa,‭ ‬e avere un attimo di pace con se stesso.
Arthur lo stava facendo impazzire con quei continui cambi di umore...‭
Purtroppo‭ ‬però,‭ ‬per il mago,‭ ‬le sorprese non erano ancora finite.
Non fece nemmeno in tempo ad aprire la porta che una mano‭ ‬familiare e calda si avvolse attorno alla sua spalla obbligandolo‭ ‬a voltarsi.
Il corpo di Arthur coprì il suo‭ ‬spingendolo contro il legno della porta,‭ ‬coprendo le sue‭ ‬labbra con le proprie.
Non era il bacio furioso di quel pomeriggio.
Non c'erano‭ ‬né rabbia,‭ ‬né confusione in quel gesto.
Solo desiderio e agonia...‭ ‬le compagne di qualcosa che si è voluto per lungo tempo senza poterlo avere.
Era lento e dolce come nel passato.
Quello era il‭ ‬suo Arthur.
Il suo principe.
E lo stava baciando come se non esistesse un domani.
Come poteva resistere in quelle condizioni‭?
Come poteva ritrarsi e rifiutarsi‭?
Impossibile.
Sotto quelle labbra Merlin si sciolse come neve al sole e lo ricambiò con ogni fibra del suo corpo.
Le sue braccia trovarono le spalle dell'altro stringendole in benvenuto e tutto il suo corpo sembrò adattarsi al suo come per dirgli‭ ‬Bentornato,‭ ‬perfino la sua magia sembrò ribollirgli nelle vene in una danza gioiosa...‭ ‬viva come non era da secoli.
‭«‬Arthur‭»‬ mormorò con voce roca mentre l'altro spostava la sua lenta tortura al suo lobo destro‭ ‬«Merlin‭ »‬ lo‭ ‬sentì sussurrare facendolo rabbrividire‭ «‬ Lo sapevo che ti piacevo‭ »‬ gli disse con voce‭ ‬più chiara.
Troppo chiara per essere perso nella passione...
‭«‬ Cosa‭? »‬ chiese Merlin ancora confuso e tremante dal suo assalto improvviso.
Arthur lo lasciò andare sorridendo gongolante e il mago si‭ ‬sentì rabbrividire,‭ ‬ma stavolta non era il desiderio a scatenare in lui quella reazione.
‭ ‬« Hai risposto al bacio Merlin...‭ ‬hai risposto‭ ‬a me...‭  ‬perciò non puoi negarlo,‭ ‬io ti piaccio‭ ‬da morire.‭ »
« Cosa stai-‭? ‬» non gli piacque‭ ‬il sorriso di‭ ‬Arthur e‭ ‬non gradì la direzione di quella conversazione‭ «‬ Mi hai baciato per dimostrare‭ ‬un punto‭?‬ » chiese inorridito,‭ ‬sentendosi raggelare il sangue nelle vene.
‭«‬ Certo,‭ ‬cosa credevi‭?Di‭ ‬piacermi forse‭? »‬ incrociò le braccia sul petto,‭ ‬guardandolo come fosse un'idiota...‭ ‬e forse aveva ragione....‭ ‬solo un'idiota poteva cascare in un inganno simile.
Merlin lo fissò incredulo,‭ ‬cercando un indizio...‭ ‬una qualsiasi cosa che gli dimostrasse di aver frainteso,‭ ‬di aver capito male,‭ ‬perché Arthur...‭ ‬il suo Arthur...‭ ‬non era mai stato‭ ‬così crudele.‭ ‬Babbeo,‭ ‬asino reale,‭ ‬arrogante,‭ ‬questo‭ ‬sì,‭ ‬ma mai...‭ ‬mai‭ ‬così meschino...
Questo non era il suo Arthur.
Solo in quel momento‭ ‬riuscì finalmente a vederlo,‭ ‬a capirlo.
Il suo Arthur non esisteva‭ ‬più.‭
Era perso‭ ‬così come i suoi ricordi.
Perso come il loro amore.‭
Come il loro destino.‭
Come ogni cosa.
‭«‬ Non starai per piangere‭ ‬Merlin‭ ‬» e c'era una nota‭ ‬d‭’‬incertezza nella sua voce,‭ ‬come se non sapesse come reagire di fronte alla ferita dell'altro,‭ ‬come se neppure si aspettasse di averlo davvero ferito,‭ ‬ma Merlin non la vide e comunque non gli sarebbe importato.
Non‭ ‬più ormai.
‭«‬ Ti odio‭ »‬ sussurrò facendo sobbalzare Arthur come se lo avesse colpito.
‭«‬ Cosa‭? ‬Quanti anni hai‭ ‬Merlin,‭ ‬cinque‭? ‬Era solo uno scherzo.‭ »
« Non mi è piaciuto e di certo non mi piaci tu.‭ ‬Ti sei‭ ‬divertito complimenti Arthur.‭ ‬Scommetto che i tuoi amici saranno fieri di te quando gli dirai di come ti sei preso gioco della‭ ‬checca ancora una volta.‭ ‬Ora,‭ ‬se hai finito con me,‭ ‬me ne vado a dormire.‭ ‬Buona notte‭ ‬Arthur.‭ »‬ gli sfuggì un singhiozzo e Merlin si maledisse per questo,‭ ‬non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo crollare del tutto.‭
Senza attendere oltre aprì la porta‭ ‬e uscì,‭ ‬andandosi a rifugiare nella stanza degli ospiti.
Non si fermò per guardarsi intorno,‭ ‬non gli importava di come fosse la stanza,‭ ‬andò dritto verso il letto dove cadde stringendo le coperte fino a farsi male e lasciandosi andare‭ ‬a un pianto disperato e silenzioso.
Questa volta Arthur c'era riuscito.
Questa volta Merlin aveva‭ ‬finalmente capito che all'altro non importava nulla di lui.
Era solo un gioco.
Uno stupido scherzo.
Qualcuno da tormentare per motivi che nemmeno capiva.
E lui,‭ ‬idiota che non era altro,‭ ‬aveva sperato fino alla fine...
‭«‬ Ascoltami tu adesso‭! ‬Non osare dirmi che mi odi o fare l'arrabbiato o piangere come una ragazzina‭! ‬Non ne hai alcun diritto‭! »
Merlin sobbalzò saltando a sedere,‭ ‬Arthur era piombato nella sua stanza senza che nemmeno se ne accorgesse.
Ovviamente lo aveva seguito e sembrava furioso,‭ ‬con le guance arrossate per la rabbia e gli occhi stranamente luminosi.
Si era avvicinato al letto‭ ‬e gridava gesticolando a vuoto‭ ‬« E‭' ‬tutta colpa tua‭! ‬Tutta questa storia,‭ ‬tutto questo‭ ‬caos‭! ‬E‭' ‬solo colpa tua‭! »‬ gli sputò in faccia con rabbia.
Per lo‭ ‬shock Merlin smise di piangere,‭ ‬fissandolo con un vago senso di nausea e le guance ancora umide.
‭«‬ Non guardarmi‭ ‬così,‭ ‬lo sai benissimo‭! ‬Da quando sei‭ ‬comparso,‭ ‬niente ha‭ ‬più avuto senso.‭ ‬Non riesco a starti lontano eppure ti detesto e come se non‭ ‬bastasse,‭ ‬non faccio che sognarti,‭ ‬immagino cose che non sono successe,‭ ‬sento voci che non conosco,‭ ‬so che è colpa tua,‭ ‬deve esserlo‭! »‬ lo aveva afferrato dalle braccia stringendo fino a fargli male,‭ ‬Merlin lasciò andare un gemito,‭ ‬ma non tentò di divincolarsi,‭ ‬troppo scioccato da ciò che aveva appena sentito‭ «‬ Sto impazzendo...‭ ‬e non riesco a fermarmi...‭»‬ sussurrò l'altro e la sua voce tremò come incrinata dalle lacrime che non avrebbe mai accettato di versare davanti ad altri,‭ ‬tantomeno a lui.
Merlin provò a sussurrare il suo nome per placarlo,‭ ‬ma il suo sforzo cadde nel vuoto.
Un attimo dopo si ritrovò di nuovo premuto sotto il corpo di Arthur.
Le sue labbra lo cercarono quasi con disperazione,‭ ‬un morso al labbro inferiore gli strappò un gemito di dolore soffocato quasi subito dalla bocca dell'altro.‭
Merlin si divincolò,‭ ‬cercò di sfuggirgli,‭ ‬ma una volta che le mani di Arthur scesero su di lui,‭ ‬sulla sua pelle,‭ ‬facendolo‭ ‬rabbrividire con violenza,‭ ‬ogni difesa del mago si sciolse ancora una volta.
La sua mente si svuotò completamente di ogni cosa che non fossero le labbra di Arthur,‭ ‬i gemiti di Arthur,‭ ‬il corpo di Arthur e perfino il suo profumo.
Le sue dita sembravano ovunque allo stesso tempo,‭ ‬le sue‭ ‬labbra trovarono il suo collo mordendo e adorando ogni centimetro di pelle nuda.‭
Le sue mani scesero senza esitazione sul suo corpo che si piegava e dimenava sotto il loro controllo,‭ ‬senza alcuna vergogna,‭ ‬senza alcuna inibizione e Merlin gemeva il nome del suo principe chiedendogli di‭ ‬più mentre il suo principe gridava il suo nome col volto seppellito tra i suoi capelli,‭ ‬spingendo in lui con una foga e un ardore che il mago non sentiva da secoli,‭ ‬ma‭ ‬che ricordava come fosse impresso a fuoco nella sua stessa anima.
E quando entrambi giacquero spenti al centro del letto,‭ ‬Arthur sussurrò il suo nome prima di addormentarsi stringendolo a‭ ‬sé come mille volte aveva fatto in passato e Merlin dormì cullato dal suo odore,‭ ‬sentendosi protetto e amato come non gli accadeva da tanto,‭ ‬tanto tempo...‭
Finalmente intero.

Il risveglio fu lento e piacevole.
C'era‭ ‬uno strano e lieve dolore diffuso in tutto il suo corpo.
Una sensazione che conosceva bene e che nel tempo‭ ‬aveva imparato ad adorare.
Solo che non era normale che la provasse ora...
Con un sussulto Merlin spalancò gli occhi ricordando ogni cosa.
Il braccio di Arthur lo teneva ancora ancorato al letto.
Nella notte si era spostato finendo sdraiato al suo fianco,‭ ‬col volto nell'incavo del suo collo e un braccio sul suo petto.
Vedendolo ancora addormentato Merlin bevve del suo volto passandogli una mano tra i soffici capelli biondi.
Ciò che gli aveva rivelato la notte prima era del tutto inaspettato.
Adesso riusciva a spiegarsi molte cose.
Lo strano atteggiamento di Arthur,‭ ‬la sua incoerenza...
Stava cominciando a ricordare.
Solo che non era Merlin il colpevole.
Una cosa del genere non era mai accaduta prima di allora,‭ ‬era sempre il mago a usare un incantesimo per ritrovare i ricordi sopiti nel principe.
Era impensabile che ricordasse da solo,‭ ‬nessuno ricordava le proprie vite precedenti...‭ ‬ma era anche vero che nessuno manteneva i propri ricordi come faceva l'altro.
Forse il loro incontro aveva scosso qualcosa nel subconscio di Arthur,‭ ‬o forse l'incantesimo alla fine aveva avuto delle ripercussioni negative sul principe...
Qualsiasi fosse il motivo,‭ ‬era chiaro che questo stesse distruggendo Arthur.
Aveva percepito la sua confusione,‭ ‬il suo dolore...‭ ‬il ragazzo non capiva cosa gli stesse accadendo e‭ ‬con ragione...‭ ‬chi mai avrebbe accettato di essere condizionato a tal punto da una vita precedente‭?
Il motivo per cui a volte Arthur sembrava‭ ‬più dolce con lui,‭ ‬sembrava accettarlo nella sua vita...‭ ‬il motivo per cui l'aveva baciato...‭ ‬per cui avevano fatto l'amore la notte prima...‭ ‬era che i ricordi lo tormentavano fino a farlo impazzire.
Poteva davvero continuare a lasciarlo in quello stato‭?
Poteva accettare che la vita di‭ ‬quest‭’‬Arthur‭ ‬fosse distrutta dal suo egoismo‭?
Merlin non aveva nemmeno bisogno di pensarci,‭ ‬la risposta era già chiara in partenza....‭ ‬così come la sua scelta.
Quest‭’‬Arthur amava un'altra persona.
Aveva una sua vita ed era felice‭ ‬così.
Non aveva bisogno di un guardiano‭ ‬né di un amico...‭ ‬né tantomeno di un amante.
Non c'era posto per qualcuno come Merlin in quella vita.
Tutto ciò che lo legava a Merlin era frutto di un incubo del passato,‭ ‬era frutto di sogni e visioni legati‭ ‬a un tempo che ormai non sarebbe‭ ‬più tornato...mai‭ ‬più.
E Merlin doveva solo accettarlo e farsi da parte.
Questa volta per davvero...
Con un triste sorriso passò‭ ‬la punta delle dita sul volto di Arthur imprimendosi i suoi lineamenti nella testa.
Andava bene anche‭ ‬così...‭ ‬si‭ ‬ripeté per l'ennesima volta...‭ ‬in fondo aveva avuto molte‭ ‬più occasioni di stare col suo amore più di chiunque altro.
Non doveva essere ingordo.
Doveva bastargli quello che già aveva avuto e nulla di‭ ‬più.
Peccato che facesse male lo stesso...
Con un ultimo lieve bacio sulle labbra,‭ ‬Merlin diede il suo addio ad Arthur Pendragon e dopo aver raccolto e indossato i suoi vestiti scivolò fuori dalla porta...‭
...‭ ‬e dal loro destino.

Tbc...


Allora, in primo luogo ne approfitto per ringraziare crazyapple che si è offerta come beta per la storia e sta correggendo anche tutti i vecchi capitoli!!Grazie ancora mille dell'aiuto!!!
In secondo luogo non vedo l'ora di  conoscere le vostre reazioni a questo capitolo!!
Pensate che Merlin abbia sbagliato? Oppure che era l'unica scelta possibile? Volete uccidermi o siete contente della piega che hanno preso le cose??
Mi aspetto tantissime recensioni! Coraggio, coraggio!!!
Al prossimo capitolo dal titolo: Incantesimo... e Gwen e Morgana!xDD

Aleinad: Mi dispiace,niente Gwen e Morgana, ultimamente le sto trascurando, ma in fondo la loro parte e quasi finita perciò è normale. Sono invece soddisfatta che Ygraine e Uther siano piaciuti un po' a tutti!! I poverini hanno diritto ad una bella vita matrimoniale per una volta, no??xD Quanto al rapporto tra Arthur e Merlin per ora non mi pronuncio, ma attendo la tua reazione... :PP Un bacio!

elfin emrys: Visto che nonnino? Ce lo avessi io..ahahah!xD Il nonno è un personaggio a cui ho pensato per puro caso in effetti e tornerà piú avanti nella storia!:PP Sam invece non ci sarà più, poerello...xDD
Attendo di sapere come è andata con le lacrime allora!:P Un bacio!

_Saruwatari_: beh, visto che non mi rovina la storia e che tanto ci siete arrivate quasi tutte, si il nonnino è il drago.. o la sua reincarnazione che per motivi di storia ricorda tutto e continua a tormentare tutti con la storia del destino!xDD
Niente scena romantica purtroppo... beh però accade un po' di tutto in questo capitolo,no?xD Un bacio!

BitterSweetSymphony: grazie della recensione! Non preoccuparti, non sono mai stupidaggini, qualsiasi cosa tu voglia dire, anche due parole, un'autrice le apprezza sempre!!xDDD
Spero di sentirti ancora!Bacio!!!

ranyare: grassie!!!! Prima recensione perciò... benvenuta!!!Sono contenta che ti piaccia e anche che ti diverta! Ultimamente infarcisco tutto ciò che scrivo di sarcasmo, non so neppure io il perché!:P
Arthur è geneticamente idiota che ci possiamo fare? per me sono i geni di Uther! Ygraine è bionda,ma mi sa di tipa tosta... magari sono solo i ragazzi biondi quelli idioti che dici??:PP
Gwen e Morgana dovrebbero tornare al prossimo capitolo se ricordo bene e forse anche Lance....PP
Spero di rileggerti presto tra le recensioni allora!Bacio!

Dasey91: Ygraine è una cupido in missione secondo me!!In fondo le mamme sono sempre un po' così!! E posso dirti che c'è ancora qualcosa da svelare su ciò che sa Ygraine,ma lo svelerò solo più avanti...xDDD
Quanto ad Arthur..beh..le grandi cose ci sono state, ma mi sa che non te le aspettavi proprio così!:P
E infine si!Il nonnino è in realtà il nostro drago!xDD Purtroppo è morto, ma sarà comunque presente in uno dei prossimi capitoli!.PP
Un bacio e a presto!!!!

akkarin_a: Niente impressioni, in fondo il nostro draghetto è slasher fin nelle ossa! E' il fondamento del merthur,no?? Come non metterlo?xDDD Bacio!!

Crystal Phoenix: Aggiornamento in anticipo questa volta!:PP Ringrazia la pioggia che mi ha tenuta a casa tutto il giorno!xDD
Ti dirò..per me un po' yaoista lo è..in fondo con un nonno così? Impossibile non diventarlo!!xDD
Quanto al nonnino, è il drago reincarnato! E tutte le storielle che inventava per la figliola erano le vere leggende di Arthur e Merlin come principe e servo...(mica quella robaccia in cui Merlin è un vecchietto, il drago le odiava!xDD)
A presto!Kiss











Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Incantesimi ***




Cap.12: Incantesimi.


«Merlin, c'è qualcosa che non va? Hai un'aria... strana.» Gwen esitò sull'ultima parola, guardandolo preoccupata. Probabilmente non aveva usato il termine mostruoso solo per non dargli il colpo di grazia.
L'aveva raggiunto sulla porta dell'edificio scolastico con un grosso sorriso e gli occhi stranamente brillanti, segno che i giorni passati le erano stati favorevoli. Peccato che il mago non potesse dire lo stesso.
Il ragazzo aveva provato a sorriderle, non voleva certo rovinarle il momento, ma un'altra delle cose che non gli erano mai riuscite era quella di nascondere i propri problemi.
La sua faccia era sempre stata un libro aperto.
«Non ho dormito bene» le rispose evitandone lo sguardo e fingendo un grosso sbadiglio.
Tecnicamente non era una bugia, non aveva dormito quasi per niente... solo che i suoi problemi erano piú dovuti al risveglio che non alla notte di per sè... quella era stata piuttosto piacevole in realtà.
Tuttavia Gwen  non sembrò affatto convinta della sua risposta, anzi, corruciò il viso in quell'espressione che significava tormento instancabile finchè non avesse ottenuto una risposta di suo gusto.
Merlin doveva assolutamente evitare il discorso prima che cominciasse l'interrogatorio.
Non poteva mentire a Gwen, era biologicamente impossibile per chiunque...
« E Morgana?» le chiese fingendosi mortalmente curioso, non che non lo fosse.
Quelle due erano completamente sparite per quasi due giorni! Cosa avevano combinato in tutto quel tempo?
Come previsto la ragazza arrossì vistosamente lasciando perdere ogni pensiero di Arthur o della nottataccia di Merlin.
«Oggi non l'ho ancora vista» mormorò distogliendo lo sguardo.
 «Non mi riferivo a questo... e lo sai» replicò il mago estremamente divertito dalla sua reazione.
Gwen sorrise fermandosi davanti al suo armadietto «Bene» dichiarò con tono sognante «Molto bene»
«Dettagli Gwen... avanti, raccontami qualcosa»
«Vuoi smetterla di importunare la mia ragazza?» la voce di Morgana gli arrivò vicinissima all'orecchio facendolo sobbalzare e le unghie smaltate della ragazza gli pizzicarono dolorosamente le guance.
Merlin cominciò a divincolarsi furiosamente, nel vano tentativo di fuggire dalla sua presa. Alla fine si ritrovò con tutto il viso indolenzito e probabilmente rosso come un pomodoro «Sei matta?» si lamentò massaggiandosi le guance «Aspetta... hai detto... la tua ragazza?» sorrise guardando da una all'altra in cerca di conferme.
«Esatto» ammiccò lei scoccando un bacio sulla guancia di Gwen «Diciamo che dobbiamo entrambe ringraziarti per averci aiutato a superare orgoglio e timidezza... non sei poi tanto male Merlin»
«Oh grazie tante Gana, adesso si che mi sento un uomo migliore»
«Non esagerare adesso, chi ha mai parlato di uomini?» nel dirlo passò un braccio sotto quello di Gwen e la trascinò con sè lungo il corridoio, verso la loro prossima aula.
... Nel vederle di nuovo cosí felici insieme il mago non potè fare a meno di sentire un briciolo di invidia...

«Hai già parlato con Lancelot? Ieri mi ha chiesto di te.»
Si erano seduti a un vecchio tavolo di legno in mezzo al parco che sorgeva poco lontano dalla scuola, a quell'ora non c'era quasi nessuno.
Solo un vecchio venditore di hot dog e patatine e qualche vecchietta coi nipoti o col cane.
Dopo ben tre ore di lezione Morgana aveva decretato di averne piú che a sufficienza pregandoli di andare a mangiare in un posto rilassante e lontano dai libri dato che gli ultimi traumi sentimentali l'avevano stressata...
Generalmente Merlin si sarebbe opposto a quell'idea trasgressiva scegliendo di rimanere dove doveva...  a scuola, ma generalmente il suo scopo principale non era evitare qualcuno con la capacità di comparire nei posti e nei momenti piú imprevedibili.
Dopo solo tre ore era già ad un passo dal crollo nervoso, non credeva che evitare Arthur avrebbe prodotto piú ansia che affrontarlo faccia a faccia.
E visto che quest'ultima scelta non era nemmeno da prendere in considerazione, l'unica alternativa era allontanarsi fisicamente dal pericolo.
«L'ho visto ieri sera» mormorò Gwen,  giocando con la cannuccia della sua bibita.
Nel sentire il nome del ragazzo Morgana si era irrigidita, ma non aveva detto nulla, limitandosi a intingere le sue patatine nel ketchup con foga... visto il modo in cui le stava completamente annegando, Merlin non osava pensare cosa stesse immaginando la ragazza.
«Gli ho detto che mi piace, ma che non posso stare con lui perché c'è già  un'altra persona»
«Un'altra persona?» chiese Morgana aggrottando la fronte contrariata.
Gwen sospirò «Si...  io... ho pensato che non fosse il caso di specificare chi» mormorò guardandola colpevole.
«Perché no?» dal suo tono Merlin capí che stava per arrabbiarsi... e molto.
A Gana non faceva piacere essere messa in ombra, soprattutto se riteneva che qualcuno si vergognasse di lei... soprattutto se quel qualcuno era una persona a cui teneva particolarmente.
Il mago non la biasimava, anche lui si sarebbe sentito ferito da una cosa simile.
«Gana...» sospirò Gwen come se stesse per spiegare qualcosa di molto complesso a una bambina « Non è che mi vergogni di te o di noi, ma non sono nemmeno  pronta a gridarlo al mondo, riesci a capirlo? Non mi va che tutti parlino di me. E poi, Lance sembrava già saperlo...»
A quel punto fu Merlin ad aggrottare la fronte sospettoso.
Lancelot aveva capito che Gwen amava Morgana? Per qualche strano motivo non gli sembrava plausibile...  e non c'entrava il fatto che connessioni simili fossero impossibili per un giocatore di football di quella scuola... o per un amico di Arthur...
« Cosa te lo fa pensare?» le chiese incuriosito.
«Beh, mi ha detto che lo immaginava e che si vedeva lontano un miglio che ci amavamo... io e quest'altra persona. Forse ha solo voluto essere gentile davanti al mio imbarazzo, non lo so.»
«Può darsi...» le rispose lui mordendo pensieroso il suo hot dog, era certo che ci fosse qualcosa di strano in tutta quella conversazione, ma non riusciva ad afferrare cosa.  In fondo non aveva piú molta importanza, Lancelot cosí come Arthur era un capitolo chiuso di quella vita... giusto?.
«E va bene, ti perdonerò solo perché l'hai scaricato per bene» pronunciò infine Morgana buttandosi finalmente in bocca l'ormai completamente defunta patatina fritta.
«Veniamo a te Merlin» gli puntò contro il suo hot dog «Non penserai che ci siamo scordate di te e del tuo amichetto... come sta Arthur
«Bene... immagino» mormorò lui masticando molto lentamente il suo boccone. Non potevano lasciargli credere per almeno un minuto intero che Arthur non esistesse? Era troppo da chiedere?
«Okay... che succede? Hai una faccia tremenda» lo rimbeccò Morgana perdendo il suo sorriso e fissandolo con la fronte corrugata.
«Niente»
«Per favore, siamo ragazze, queste cose le capiamo al volo! Dicci tutto Merlin»
Il mago lasciò andare il suo panino e chinò il capo in silenzio.
Non era che non si fidasse di loro, ma proprio non aveva voglia di ripensare a tutto ciò che era accaduto... e in fondo non c'era soluzione ai suoi problemi, parlarne non avrebbe cambiato proprio nulla.
«Gana, lascialo stare...» intervenne Gwen percependo il suo sconforto «Se non vuole parlarne non è giusto forzarlo»
Morgana sbuffò contrariata, ma rimase in silenzio mentre Gwen gli sorrise per confortarlo «Lo sai che ci siamo se vuoi parlare con noi»
Merlin si sentì stringere la gola in una morsa.
Avrebbe solo voluto piangere tra le loro braccia e risvegliarsi in un tempo diverso, a Camelot magari... dove Gaius l'avrebbe rimproverato per essere in ritardo e Arthur gli avrebbe lanciato contro un calice ordinandogli di portare la colazione... dove tutta quella storia non sarebbe stata altro che un brutto ricordo... o un incubo lontano.
«Io... non credo che gli darò ancora ripetizioni» mormorò infine fissando il tavolo con occhi lucidi per poi cadere in un lungo silenzio.
Nessuna delle due cercò di saperne di piú, si limitarono a restare sedute al suo fianco in silenzio, pronte a condividere la sua pena pur non sapendone la causa.
E per una volta Merlin non se la sentì di fingersi allegro, di trovare la forza per creare un sorriso... nemmeno per le sue due migliori amiche.
Però non voleva distruggere completamente il loro buon umore, in fondo dovevano festeggiare, non compiangersi con lui.
Meritavano un po' di serenità e con lui seduto lì a piangersi addosso non l'avrebbero certo ottenuta,  era ora che si tirasse su di morale da solo.
Perciò, dopo aver inventato una scusa per andarsene, decise di impiegare il resto del suo pomeriggio nell'unica cosa che da sempre riusciva a tirarlo su di morale, la magia.
Ultimamente aveva lasciato i suoi libri di incantesimi un po' da parte.
Non che ci fosse ancora molto da imparare, ma c'era sempre qualcosa di nuovo e interessante da scoprire, anche sugli incantesimi che aveva già perfezionato.
Inoltre, col tempo, era diventato piuttosto bravo a sperimentare con le formule, a creare incanti nuovi da sè.
In sostanza c'era ben poco che non potesse fare... compreso cancellare per sempre i ricordi di Arthur.
L'idea gli era già balenata diverse volte nella mente in quell'ultima disastrosa vita.
In fondo non era una cosa cosí strana.
Era il giusto corso delle cose.
Si moriva e si ricominciava tutto d'accapo.
Non c'erano amanti del passato o ricordi eterni.
C'era solo la rinascita.
Era questo il normale ciclo della vita.
E lui l'aveva interrotto.
Ovviamente.
Perchè Merlin non poteva lasciare le cose come stavano.
Non fosse mai.
Lui doveva sempre intervenire, doveva sempre piegare le regole a suo favore... perfino quelle di vita e di morte.
Quante volte ancora avrebbe dovuto sbagliare per capirlo?
Quante volte avrebbe dovuto incasinare tutto e finire col cuore in pezzi prima di lasciar perdere?
Perché era vero... Arthur poteva avergli detto di fare l'incantesimo, poteva averlo ordinato a gran voce, poteva avergli fatto giurare che avrebbe funzionato, ma era stato il mago a manipolarlo... a rivelargli l'esistenza di quella magia... a lanciarla.
Era stato Merlin l'egoista.
Quello che temeva la separazione.
Che temeva la morte.
Che temeva la solitudine.
La verità era che Merlin aveva bisogno di quell'incantesimo, non Arthur.
Era Merlin quello condannato ad un'esistenza eterna, a una solitudine senza fine e per continuare a vivere, per avere una ragione di proseguire il suo cammino, aveva tirato fuori quell'idea, per tenere Arthur legato a sè, perché solo Arthur poteva essere la sua ragione.
Nessun altro.
Poteva biasimare solo se stesso per ciò che stava accadendo.
E forse... forse era tempo di rettificare il suo sbaglio.
Forse era tempo di rimettere le cose a posto.
Nel modo in cui avrebbero dovuto essere fin dal principio.
L'incantesimo era semplice.
Era in quello stupido libro di ebay che conteneva solo formule da principianti.
Poche parole per distruggere un legame durato un'eternità.
Poche parole che Merlin continuava a fissare da ore indeciso sul da farsi.
E mentre le osservava fino ad avere la vista appannata, il mago si ricordò di un altro incantesimo.
Uno che aveva letto settimane prima nel suo libro di rimedi cinesi... un incanto molto particolare che avrebbe potuto risolvere ogni cosa... per entrambi...
In fretta andò a cercarlo nella sua stanza trovandolo in fondo ad un cassetto e lo sfogliò tornando al piano di sotto.
Col cuore in gola, Merlin sedette osservando quella nuova pagina.
Un incantesimo del sonno.
Serviva a far addormentare le persone, in genere era usato per risolvere problemi di insonnia e incubi, ma se modificato nel modo giusto poteva anche...
Merlin si lasciò andare contro lo schienale del divano stringendo il nuovo libro, ma spostando lo sguardo sulle pagine ancora aperte dell'altro.
Il problema era che se Arthur dimenticava tutto, il loro legame si sarebbe spezzato per sempre e il mago sarebbe rimasto solo, incapace di vivere come gli altri, di invecchiare o morire.
Certo poteva fingere... costruirsi ogni volta una nuova vita, trovare altre persone da conoscere, con cui vivere, ma sarebbe stata tutta una bugia.
Aveva passato cosí tanto tempo a mentire e a nascondere se stesso che non poteva pensarlo di rifarlo ancora... e in piú senza Arthur.
Era stanco... troppo per ricominciare.
Se il suo principe non richiedeva piú la sua presenza, allora forse era semplicemente arrivato anche per lui il momento di salutare...

Tra una cosa e l'altra, passò una settimana prima che Merlin rivedesse davvero Arthur.
In quei giorni aveva categoricamente evitato tutti i luoghi pubblici come mensa e biblioteca ed era riuscito ad avere una lista degli orari dell'altro, grazie alla scusa delle loro ripetizioni, con la quale poteva prevedere tutti i suoi spostamenti e trovarsi magicamente dall'altra parte dell'istituto.
A tutto questo si aggiungeva il fatto che, con l'avvicinarsi della prima partita del famoso torneo di football, Arthur e la squadra erano piú impegnati del solito con gli allenamenti e questo sottraeva alla nuova stella del football la possibilità di tormentarlo come al solito.
O forse anche l'altro non aveva alcuna voglia di parlargli e vederlo. Merlin non l'avrebbe certo biasimato per questo.
Non dopo l'accaduto.
Quanto alle loro ripetizioni o ai voti dell'altro, il mago rimaneva all'oscuro di tutto.
Non sapeva se si fosse lamentato col suo coach e nemmeno se la sua media fosse già aumentata a sufficienza da consentirgli di giocare, anche se ne dubitava, ma il signor Philips non l'aveva ancora cercato e questo sembrava un buon segno... perciò sarebbe rimasto in silenzio e nascosto finchè il problema non gli si fosse presentato davanti.
Quel venerdì, però, le cose non andarono altrettanto bene.
A causa della pioggia torrenziale, gli allenamenti erano saltati e a quanto sembrava Arthur non aveva alcuna intenzione di evitarlo... anzi...
Non era nemmeno riuscito a prendere i suoi libri dall'armadietto che se lo ritrovò alle spalle.
«Merlin dobbiamo parlare»
Il mago rimase immobile, ripetendosi di non guardarlo, di non voltarsi... e soprattutto di non parlargli, assolutamente... o tutte le sue sicurezze avrebbero cominciato a vacillare, come sempre.
«Non ho niente da dirti» si limitò a rispondere e pregò che all'altro bastasse, ma se c'era qualcosa che Arthur Pendragon non faceva mai, era proprio lasciar perdere...
«Ti prego Merlin» la mano del ragazzo si posò sulla sua spalla e per sorpresa del mago, non c'era rabbia nel suo gesto, nè arroganza nel suo tono, no...
Adesso che ci rifletteva, c'era qualcosa di diverso in Arthur, qualcosa di nuovo  «Ci vorrà solo un minuto, me lo devi» mormorò con voce bassa e c'era una nota talmente triste in quella voce che il mago sentì già crollare ogni sua difesa.
Possibile che non fosse in grado di rifiutargli niente?
Possibile che dovesse farsi ferire ancora e ancora senza mai capire?
«Io...» si voltò sconfitto «che c'è?» 
Ciò che vide fu del tutto inaspettato.
Arthur aveva il volto pallido e tirato e grossi cerchi intorno agli occhi.
Sembrava che non dormisse da settimane.
Merlin sentì un nodo attorno allo stomaco.
Era forse successo qualcosa? Era ammalato e lui non se ne era nemmeno accorto?
«Arhur?» l'inconfondibile testa dorata di Vivian comparve dietro al ragazzo, le sue lunghe braccia si avvolsero intorno alla sua vita «Ti aspettavo all'entrata, perché te ne sei andato?» chiese arricciando le labbra offesa.
Arthur la guardò chiaramente irritato «Ora no, devo parlare con Merlin» gli disse con tono duro e quando lei provò a baciarlo, il ragazzo la allontanò da sè in malo modo.
Il mago guardò la scena sbigottito.
Stava sognando?
O era un altro stupido scherzo di quei due?
Sembrava quasi che Arthur non la volesse intorno... ma perché?
Osava sperare che... no... non  farlo di nuovo... si ordinò con asprezza.
Non doveva sperare in niente.
Aveva finito di sperare.
«Oh, devi parlare con Merlin adesso» mormorò lei con voce melliflua, ma si vedeva che era infuriata e a un passo dal fargli una scenata davanti a tutti «E ieri dovevi cercare Merlin perché dovevi parlargli... si può sapere cosa ti prende? Sei impazzito per caso?» gli sibilò furente.
«Vivian...» sospirò Arthur nel vano tentativo di placarla
«No, Arthur... adesso sono io che devo parlarti e ti conviene venire ad ascoltarmi se non vuoi che mi metta a gridare qui davanti a tutti»
Avendone già abbastanza di tutto quel dramma adolescenziale, come se i suoi problemi non fossero già sufficienti, Merlin chiuse con un botto l'armadietto e si allontanò senza una parola fingendo di non sentire Arthur che lo chiamava o Vivian che lo fermava.
Però...
Però in fondo moriva di curiosità.
Voleva sapere cosa succedeva tra quei due.
Voleva sapere perché Arthur cercava cosí disperatamente di parlargli, perché sembrasse sul punto di lasciare la ragazza...
E c'era un modo per sapere la verità.
C'era un modo per mettere a tacere ogni dubbio... per l'ultima volta.
Con decisione scivolò in bagno e si chiuse la porta alle spalle, assicurandosi che nessuno potesse entrare  con un paio di parole.
Abbandonò lo zaino sul pavimento e si fermò davanti allo specchio.
Una volta ottenuta la sua risposta avrebbe potuto scegliere serenamente la sua strada.
Senza recriminazioni...
Senza rimpianti...
Questa sarebbe stata la risposta a tutto.
Passò la mano sulla superficie riflettente e mormorò poche parole, i suo occhi brillarono d'oro e il suo riflesso si increspò mostrando l'immagine di Arthur e Vivian intenti a parlare in un'aula vuota poco distante da lì.
Non poteva sentire cosa si stessero dicendo, ma dal modo in cui gesticolavano era chiaro che stessero litigando.
Il cuore di Merlin batté piú veloce, mentre i forse gli riempivano la mente uno dopo l'altro.
Arthur sembrò mormorare qualcosa a testa bassa e Vivian lo fissò sconvolta.
Il cuore di Merlin perse un battito.
Vivian  cominciò a piangere, le guance arrossate e gli occhi lucidi, aveva le mani strette a pugni e gridava qualcosa contro Arthur.
Il suo cuore mancò un altro colpo.
La cheerleader si avvicinò ad Arthur afferrandogli il viso tra le mani e lo baciò con trasporto.
Merlin trattenne il fiato.
E poi le mani di Arthur salirono a stringerle le spalle e tutti gli specchi del bagno esplosero in una marea di frantumi.
Merlin si chinò sul lavandino stringendosi il petto dolorante, era colpa sua...
Aveva voluto la conferma di essere un'idiota no?
L'ennesima conferma.
Nemmeno fare l'amore con lui era bastato a farlo tornare sui suoi passi.
Non c'erano sentimenti nascosti in Arthur, di nessun tipo...
Probabilmente l'aveva cercato solo per intimargli di non dire nulla alla sua ragazza... sicuramente aveva solo paura che lei scoprisse ciò che avevano fatto...
Era ovvio, avrebbe dovuto capirlo subito.
Quando riuscì a riprendere il controllo della sua magia e ad uscire dal bagno, tutti gli studenti erano già nelle rispettive aule.
Tutti tranne lui.
Ma non importava.
Lui non apparteneva a quel luogo.
Nè a nessun luogo in effetti.
Incapace di restare lí un secondo di piú, Merlin corse fuori sotto la pioggia, fino alla stazione, incurante degli sguardi dei passanti, incurante del freddo che gli penetrava nei vestiti.
Si fermò solo quando si fu chiuso la porta di casa alle spalle.
Andò dritto in salotto per prendere i suoi libri, ma a causa del buio o delle scarpe bagnate o forse di entrambi, scivolò sul tappeto e finì a terra.
Il ginocchio gli faceva male, ma non aveva voglia di controllare i danni... nè di alzarsi.
Non importava molto...
Ormai aveva una sola scelta ...
Erano solo due piccole formule...
Niente di piú facile...
Lasciando cadere la testa sul freddo pavimento Merlin si lasciò sfuggire un singhiozzo e chiuse gli occhi...

Tbc...

Troppo stupida come svolta? Ero piuttosto insicura su questo cap, ma alla fine credo che l'unico modo in cui Merlin potrebbe davvero tagliare il suo legame con Arthur sia proprio questo... tabula rasa... ed eccoci qui, un po' in ritardo forse, ma volevo darvi tempo per digerire l'altro capitolo, visto che questo temo sarà un altro colpo per voi!!
Dunque, in base al mio progetto la storia è quasi finita. Dovrebbero essere 14 capitoli piú l'epilogo in tutto.
Vi avviso che anche per il prossimo probabilmente mi servirà piú tempo del normale, è quello che considero il capitolo fondamentale di tutta la storia(e dal titolo capirete il perché) ed è anche quello che mi dà piú problemi, tanto è vero che devo scriverlo quasi completamente(anche se ho già le idee chiare su cosa scrivere!:P)... perciò siate pazienti ancora per un po' okay??xDD
A parte questo ringrazio tutti coloro che hanno commentato!!Wow! 14 recensioni in un solo capitolo!Non mi era mai successo!!Grazie mille a tutti!!!!
Continuate a seguirmi, tanto ormai siamo alla fine!!!xDD
Allora alla prossima con 'Nella mente del principe'!

desme: grazie mille del commento!!Direi che questo era l'ultimo colpo per il povero mago...speriamo solo che le cose non rimangano cosí! Continua  a leggere!Spero di ritrovarti ancora in questo spazio!Kiss xD

simo29: non vorrei farlo, ma temo che anche questo capitolo non ti renderà molto allegra,vero? Non uccidermi... altrimenti non potrò sistemare le cose!:PP Quanto ai ricordi di Arthur risolverò la questione nell'epilogo credo!xDDD

hay_chan: eccolo qui!!ç___ç pingo anche io con merlin ormai..lo sto torturando troppo...

Grinpow: grassie!!! Bella metafora...ho avuto un flash  per un'altra storia...non dovete farmi queste cose, poi non dormo!!Kiss xDD

Dark Soul: Buonasera!!xD Un voto a favore della scelta di Merlin, sei la seconda fino ad ora!! In effetti Arthur si meriterebbe una ciabattata sulla fronte come minimo, non solo di essere abbandonato, ma lui si sa.. è un babbeo!:PP
Quanto al drago,si...era il nonnino di Arthur e avrà una parte importante nel prossimo capitolo!xDD Spero di risentirti!Kiss

elfin emrys: brava!!!No, non piangere neanche dopo!!Vedrai che tutto si aggiusta!!(spero...)
In fondo anche quell'idiota di Arthur merita di essere lasciato indietro a volte, no? Niente  piú ripetizioni temo... a questo punto non credo che il nostro maghetto sarebbe in grado di starsene lì a far finta di nulla!...Ho creato una situazione davvero molto triste...ç__ç kiss!!!

Grimilde: Grassie!!Mi piace tenervi un po' sulle spine!:PP...e ho la mente abbastanza malata da creare intrecci assurdi... si vede che mi piacciono le storie di amore combattuto??xDD
Purtroppo Merlin ha raggiunto il limite mi sa... possiamo dargli torto?? A presto! Kiss

_Saruwatari_: Thank you!!!!! Sei sempre decisamente troppo buona!!
Onestamente io non sono una che molla facilmente, soprattutto nelle cose a cui tengo.. diciamo che in questa storia Merlin mi assomiglia molto... tutte le volte a dirsi basta, è finita, ma poi ritorna sempre a sperare, ad avere fiducia... solo che a volte non basta neppure questo... la decisione di lasciare chi ami da tanto per sempre e magari per un'altra,è quasi impossibile da prendere... però la trovo una cosa molto coraggiosa... e giusta anche..:PP
Ma diventiamo troppo serie qui!Su col morale!!xDD

BitterSweetSymphony: bentornata!!Grassie, sono contenta che abbia riscosso successo anche se ho fatto piangere tutti!!:PP Povero Merlin, non so se ha ancora la forza di combattere a questo punto... l'ho davvero distrutto... alla prox!Kiss

Aleinad: xDD ed ecco il tanto atteso benservito a Lance!Non ti dispiace neppure un po'??xDD La storia di Gwen e Morgana è finita qui direi, anche perché doveva essere secondaria..:PP Adesso dobbiamo risolvere le cose tra quei due babbei... in meglio o in peggio è ancora da vedere!:PP kiss!

akkarin_a: grassie!! In fondo Merlin è così anche nella serie no? Sempre pronto a fare di tutto per il suo principe!!*__*

Giunco:grassie del commento!!!! Finalmente un commento positivo ad Arthur!.PP Per me il nostro principe ha solo una gran confusione in testa.. dovrebbero lasciarlo riflettere per un po' in santa pace!xDD

Crystal Phoenix: grassie ancora!!! Ehm... mi sa che dopo questo capitolo Vivian avrà una taglia sulla testa... non ci avevo pensato... poerella...
Avanti, finchè c'è vita c'è speranza! E qui abbiamo ancora due capitoli ed un epilogo davanti a noi!! Tutto può succedere!!! Incrocia le dita!! xDD kiss!!

lince92: mi dispiace! Non posso dire che questo capitolo sia meglio.... mi sa che mi nasconderò fino al prox...o a quello dopo magari!xDD kiss





Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Nella mente del principe ***


*I dialoghi in corsivo sono citazioni dagli scorsi capitoli!*

Cap.13: Nella mente del principe.

«Mi chiamo Merlin, piacere.»
Con quelle poche, semplici parole il mondo di Arthur Pendragon era stato completamente devastato.
Confusione, insoddisfazione... rimpianto... non aveva mai provato nessuna di quelle cose prima che Merlin Emrys piombasse nella sua vita con un sorriso idiota stampato sulla faccia e la mano tesa con l'aria speranzosa di un cucciolo da strada.
... E visto che lui odiava i cuccioli, era stato soddisfacente vedere la sua espressione passare dalla gioia alla delusione passando per confusione e forse un pizzico di rabbia, quando lo aveva mollato in stazione con un insulto e l'aria di chi avrebbe preferito buttarsi sotto a un treno piuttosto che fare amicizia con lui.
Le sue risate, però, avevano avuto vita breve...
Sembrava che una volta comparso nella sua vita Emrys, o la checca, come si divertiva a chiamarlo con gli amici, fosse impossibile da debellare.
Compariva dappertutto, a mensa, nei corridoi, vicino agli armadietti... era un'ossessione.
Un incubo su due gambe con l'aria da cucciolo bastonato, sempre intento a fissarlo come se Arthur gli avesse fatto chissà quale torto.
Lo irritava perfino stando zitto.
La cosa peggiore era che i suoi sguardi lo facevano sentire strano... quasi in colpa.
C'era una piccolissima parte di lui che voleva scusarsi per il modo in cui lo aveva trattato... e questo ovviamente lo obbligava a trattarlo anche peggio... in fondo lui era Arthur Pendragon e di certo non si avvicinava agli sfigati come quello.
Era anche vero che di solito non se la prendeva con gli altri in quel modo... poteva essere un bulletto un po' arrogante qualche volta, ma dopo un paio di giorni lasciava perdere la povera vittima in favore di qualche nuovo passatempo, non andava in giro a torturare la gente... sua madre lo avrebbe ucciso se le fosse arrivata voce di una cosa simile... però quel Merlin era una storia differente... proprio non riusciva a toglierselo dalla mente.
Perfino il suo migliore amico non faceva che prenderne le difese... 'Dovresti essere piú gentile con lui, in fondo non ti ha fatto niente' ... ed era vero, ma  Lancelot non era obbiettivo, difendeva la ragazzina solo perché aveva una cotta per Ginevra, la sua dolce compagna di corso che, casualmente, era amica di Merlin...
Merlin, Merlin, Merlin....
Un giorno non sapeva neppure chi fosse e il giorno dopo se lo ritrovava immischiato in ogni aspetto della sua vita,
pronto a cacciare ogni suo pensiero, ogni sua conversazione... ogni suo incubo.
Perché ovviamente, come in ogni buona storia senza senso, c'erano anche gli incubi a tormentarlo... Arthur non li avrebbe mai chiamati sogni... anche se alcuni erano distintamente piacevoli...
Fin troppo piacevoli...
Talmente piacevoli da essere quasi spaventosi.
Perché lui ovviamente non era gay e immaginarsi a fare certe cose con un tizio dalle buffe orecchie che neppure conosceva poteva classificarsi solo come incubo.
Punto.
Ma ovviamente il mondo non ne aveva a sufficienza e sperava di farlo impazzire.
Perciò i suoi voti facevano schifo, la sua media era un buco a perdere e se l'avessero buttato fuori dalla squadra di football probabilmente suo padre l'avrebbe costretto a dormire in giardino... al freddo.
Per fortuna il suo coach gli aveva dato un'altra possibilità, un paio di ripetizioni, qualche compito di recupero per far vedere la sua buona volontà... e tutto si sarebbe risolto.
Chi era per rifiutare un accordo simile?
Certo non aveva considerato il fattore murphy, ma andiamo... chi ci avrebbe mai pensato?
Merlin un genio?
Con quella faccia?
Poteva credere alla parte della goffaggine, della deficienza mentale, ma... i voti?
Assurdo.
Quando aveva aperto la porta dell'ufficio del suo insegnante e si era ritrovato davanti il volto pallido e schoccato di Merlin, la sua prima reazione era stata ridere.
La seconda era stata strapparsi i capelli gridando per la frustrazione, ma i suoi capelli erano cosí belli che sarebbe stato sinceramente un grande spreco...
E in fondo... perché affaticarsi tanto per evitare un tizio che neppure conosceva? Per qualche sogno  privo di senso? Era fatica sprecata, sicuramente era una fase, nulla di piú. Nulla di cui preoccuparsi.
E poi... Emrys arrossiva in modo stranamente delizioso...
E quando si arrabbiava i suoi occhi diventavano stranamente luminosi, quasi dorati.
Vederli  gli creava ogni volta una sensazione davvero piacevole nello stomaco, come una lieve scossa elettrica...
Che male poteva esserci in una cosa tanto stupida?
Chiaramente molto male...
Nel giro di pochi giorni, i suoi incubi invece di migliorare erano peggiorati a gran velocità, adesso non erano piú quei tipi di sogni, erano piú simili... a film fantastici.
Era come vivere nella storia infinita.
Solo che lui era il principe di un bel regno e Merlin era il suo servo... e un mago... e anche il suo amante...
Erano visioni cosí chiare e nitide che al risveglio si sentiva frastornato, sbagliato, come se realtà e sogno si fossero scambiate di posto.
La cosa peggiore era il non potersi confidare con nessuno.
I suoi amici l'avrebbero creduto pazzo e sua madre... sapeva già cosa gli avrebbe detto... e lui non aveva alcuna cotta per Merlin
Anzi... probabilmente tutta quella storia era colpa di sua madre.
Certo... ovviamente!
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Tutte quelle favole, tutto quel parlare di Re Arthur e Merlin... di destini e monete.
O meglio ancora... la colpa era sicuramente di suo nonno: Damien de Bois.
In realtà Arthur non ricordava molto di lui.
Era morto quando aveva ancora otto anni lasciandogli un diario scritto di suo pugno sulle leggende di Re Arthur e il mago Merlin e un mucchio di stupidaggini nella testa.
Le storie che sue nonno raccontava non erano le stesse che si trovavano nei libri o su wikipedia o da nessuna parte in effetti.
L'Arthur di cui suo nonno parlava non era ancora un re, ma un ragazzino piuttosto arrogante ed egoista che imparava ad essere un grande re grazie all'aiuto e alla guida del suo servo... il mago Merlin.
Le sue, erano storie di amore e avventura, magia e combattimenti. Arthur le adorava.
Non gli era mai sembrato cosí strano che i protagonisti di quelle storie finissero con l'amarsi e vivere felici e contenti.
Dal modo in cui Damien le raccontava sembrava ovvio... naturale... come se non potesse essere altrimenti.
Una volta, quando Arthur aveva solo sei anni, aveva chiesto perché non ci fosse mai una principessa da salvare in quelle favole. Suo nonno aveva sorriso rispondendogli che non ce n'era bisogno, la storia era già completa cosí... non si deve aggiungere qualcosa a una storia già completa, si rischia di rovinarla irreparabilmente.
Arthur aveva già il suo Merlin, non aveva bisogno di una principessa e Merlin sarebbe stato lí per il suo re... sempre... anche dopo la morte, perché la vita è un ciclo continuo in cui si muore e rinasce, ma non per il mago piú potente di tutti... per lui la vita è una lunga linea in cui attendere e attendere che il suo re ritorni al suo fianco.
Da bambino Arthur lo aveva trovato un racconto fantastico, cosa che non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, crescendo aveva semplicemente gettato lo stupido diario sotto il suo letto e dimenticato ogni cosa.
Probabilmente suo nonno pensava che il suo nome fosse un immenso scherzo... come tutti del resto... e aveva trovato un modo nuovo per prenderlo in giro.
Essere figlio di Uther e Ygraine ovviamente non era sufficiente.
Suo nonno aveva inventato un mucchio di stupidaggini con cui riempirgli la testa... e a giudicare da quello che raccontava sua madre, probabilmente non era nemmeno molto sano di mente... chi giudica il proprio genero dal nome?
Assurdo.
Viveva in una famiglia di pazzi.
In cui sua madre non aveva problemi a chiamare il suo migliore amico per interrogarlo sul misterioso ragazzo che aiutava suo figlio con i compiti dopo le lezioni.
La scoperta di quel nome aveva reso la sua vita un inferno.
Era bastato uno sguardo per capire che lei sapeva.
I sorrisi, l'ammiccare continuo, le battute... era ovvio che sapesse... ed irritante.
'Perché non lo porti a casa e ce lo presenti?'  assieme all'ovvio ' Studiereste piú comodamente in camera tua Arthur' avevano cominciato a tormentarlo ogni giorno, ma Arthur non demordeva.
Darle accesso a Merlin avrebbe significato trovarselo in casa in ogni istante.
Perciò invitarlo a casa propria, seppur in condizioni di estrema necessità, era stato un grosso azzardo.
A sua difesa Arthur poteva dire di non aver pensato alle conseguenze, ancora una volta era successo tutto all'improvviso.
Un attimo era in biblioteca, a irritarlo come al solito, a punzecchiarlo e per una buona volta aveva perfino ragione a farlo, in fondo gli aveva fatto fare la figura dell'imbecille in classe.
Come minimo meritava un po' di sofferenza, giusto?
Un istante dopo si era ritrovato vittima di una specie di crisi isterica in piena regola...
Certo, fin dal primo istante Merlin aveva dimostrato una certa presenza di carattere, cosa che lo divertiva immensamente, anche se non l'avrebbe mai ammesso, ma questo era diverso...
Per la prima volta l'aveva guardato... con odio.
Con una rabbia tale e un tono cosí tagliente da impedire ad Arthur qualsiasi risposta.
Da renderlo quasi spaventato... non dalla rabbia in sè, non dalle grida... ma dall'idea di non vederlo piú.
Di aver tirato troppo la corda.
Di aver perduto qualcosa di importante prima ancora di sapere cosa essa fosse...
L'angoscia l'aveva divorato attimo dopo attimo fino a diventare un'ossessione.
Quella notte i suoi sogni avevano acquistato una nuova dimensione, diventando talmente intensi da influenzare il suo umore e i suoi pensieri.
Talmente nitidi da rimanergli impressi in ogni dettaglio perfino da sveglio.
Ormai non riusciva piú a distinguere cosa fosse un sogno e cosa un ricordo.
Stava impazzendo... e la cosa peggiore era che non sapeva se gli dispiaceva.
Ricordava di un'amore infinito, di una passione capace di travolgere ogni cosa, di una dolcezza capace di sacrificare tutto per un'altra persona.
E sentiva come suo il dolore di una battaglia dove tutto era andato perduto, la speranza di una promessa che avrebbe superato anche la morte.
E sentiva la voce di Merlin nella mente e la sua promessa che qualsiasi cosa fosse accaduta lui sarebbe stato lí, ad attenderlo... per sempre.
Al risveglio, Arthur non riusciva a pensare ad altro se non a lui, sentiva il bisogno di vederlo, di sentirne la voce, di toccarlo.
Per una volta il bisogno era stato cosí forte da accantonare orgoglio e razionalità, ma sapeva di non poterlo chiamare senza una scusa, senza un motivo e scusarsi non era pensabile.
Era pur sempre un Pendragon e comunque non aveva fatto nulla di male... perciò aveva bisogno di un'altra strategia, qualcosa che fosse sufficiente a tenere lí Merlin, a parlargli e aggiustare le cose senza fargli capire di volerlo fare...
Molte ore dopo, con litri di caffè nel sangue e un mal di testa esplosivo, Arthur osservava compiaciuto i suoi esercizi di algebra.
Forse non erano perfetti... forse i risultati non coincidevano esattamente con quelli dei libri, ma ci aveva passato tutta la mattina... si era impegnato per una volta... e ad essere del tutto sincero, si sentiva quasi... soddisfatto con se stesso.
Era la prima volta che metteva tanta concentrazione su dei compiti, di certo Merlin non avrebbe potuto lamentarsi, giusto?
L'aveva chiamato incurante del tono quasi supplichevole della propria voce, incurante della pioggia torrenziale o dell'ora o di qualsiasi cosa non fosse il semplice bisogno di vederlo e solo quando lo aveva visto sulle scale, completamente fradicio e tremante in quell'assurdo abbigliamento, il suo cuore era tornato a battere normalmente e il nodo che gli impediva di respirare si era sciolto completamente...
Era stato l'inizio della fine.
Qualcosa in lui era come scattato.
Se prima le labbra di Merlin potevano sembrargli baciabili, adesso le trovava irresistibili.
Non poteva parlargli senza fissarle.
Non poteva guardarlo senza immaginare di accarezzargli il volto o di passargli le mani fra i capelli, Merlin era diventato come un'ossessione da cui non riusciva  a liberarsi.
Non era neppure tanto sicuro che i suoi sogni piú piacevoli avessero ancora per protagonista il mago della leggenda.
Perché adesso il Merlin di cui gridava il nome portava jeans stretti e converse colorate... e la biblioteca era decisamente troppo moderna per appartenere a Camelot...
In mezzo al caos di sentimenti e confusione che era diventata la sua vita, mentre Arthur cercava disperatamente di venire a capo di ciò che provava e scegliere di fare qualcosa... era arrivata la bella Ginevra a complicare le cose.
All'inizio la conosceva perché stava sempre in giro con Merlin, i due erano praticamente inseparabili, se non fosse stato convinto che il ragazzo fosse totalmente gay  e infatuato di lui per giunta, avrebbe detto che fossero fidanzati.
E poi c'era Lancelot.
Il suo amico non si innamorava facilmente, ma quando lo faceva diventava una noia mortale.
Non faceva che tesserne le lodi tutto il giorno, fissare nel vuoto con aria sognante, sorridere come un vero deficiente... un amore da manuale insomma...
Per questa Gwen poi, era stato un vero colpo di fulmine.
Dolce, gentile, bella come nessun altra... sembrava non esserci fine ai suoi pregi.
Finchè non l'aveva trovata tra le braccia di Merlin in una caffetteria.
E forse aveva esagerato, forse un abbraccio e un bacio sulla guancia non gridavano esattamente matrimonio in arrivo, forse era solo stanco e irritato perché mentre lui aveva passato la notte a trattenersi dal saltargli addosso mentre dormiva sul suo divano e la mattina a compilare una lista, tra l'altro ancora vuota, dei motivi per cui baciarlo sarebbe stato infinitamente stupido, Merlin se ne stava in una dannata caffetteria a farsi molestare dalla sua amichetta... fatto sta che qualcosa di viscido e violento aveva cominciato a scorrergli nelle vene, qualcosa che non riusciva a controllare e che voleva solo... vendicarsi.
Ferirlo.
Era una rabbia sottile e distruttiva, la vaga sgradevole sensazione di essere stato tradito, anche se Merlin di fatto, non gli doveva niente.
Però...
Però...
Non sopportava l'idea che quella Gwen avesse ciò che lui sognava ogni notte di avere.
Era come se ogni cellula del suo corpo si fosse messa a gridare in coro una sola parola... mio.
Voleva  punirlo, ferirlo, tradirlo com'era stato tradito lui.
« Anche io ti amo da impazzire Vivian »
Aveva provato soddisfazione nel vedere il colpo andare a segno, nel vedere l'altro barcollare e impallidire in un muto dialogo incomprensibile a chiunque tratte che loro due.
Non importava che quel ti amo fosse fasullo,  non importava che fosse diretto alla persona sbagliata.
In fondo... era stato Merlin a cominciare... era solo colpa sua.
Non si sarebbe sentito in colpa... non questa volta.
Nemmeno se i suoi sogni gli mostravano mille volte in cui aveva ferito i sentimenti dell'altro in una vita che neppure aveva vissuto, nemmeno se la sua follia lo torturava con le lacrime e i singhiozzi di un mago in un regno leggendario e lontano migliaia di anni...
Aveva creduto che fosse sufficiente, aveva pensato che Merlin avrebbe capito a chi apparteneva e finalmente gli avrebbe lasciato il tempo di decidere in santa pace se lo voleva oppure no, ma ovviamente aveva sbagliato...
E quella Gwen non era altro che una bugiarda traditrice.
Un giorno stava tra le braccia di Merlin e il giorno prima, a quanto pareva, stava comodamente appiccicata alle labbra di Lancelot.
Disgustoso.
Ma gli aveva creduto? No... quell'idiota aveva osato difenderla a spada tratta, sbattendogli in faccia il suo amore per quella ragazza, aveva preferito credere a lei piuttosto che a lui.
Quella discussione lo aveva ferito ad una profondità che non riusciva neppure a spiegare.
Lo aveva fatto sentire perso e disperato, lo aveva letteralmente spinto al limite.
Un limite dove aveva involontariamente incontrato le labbra di Merlin.
E che incontro era stato.
L'altro non aveva risposto, ma a chi importava? Quando un semplice contatto era in grado di scatenare una simile scossa... quando ogni cosa sembrava placarsi e portare la pace e la tranquillità piú assoluta... nessuno poteva negare la perfezione di quell'istante, neppure Merlin Emrys.
La magia però, era durata il tempo di un istante... la realtà lo aveva colpito in modo violento e spaventoso.
Aveva ceduto.
Aveva ceduto e non sapeva neppure perché volesse cedere.
Amava Emrys?
O era solo quella storia dei sogni a renderlo pazzo?
E se l'avessero visto... cosa avrebbero pensato i suoi compagni di squadra... e Vivian? Cosa avrebbe detto a Vivian?
Nel calore del momento, Arhtur aveva fatto una cosa che mai, mai aveva fatto prima di allora... era scappato...
La fuga piú breve della storia a pensarci bene...
Sua madre aveva provveduto a mettervi fine con una semplice chiamata, come gli avesse rubato il numero e l'indirizzo di Merlin ancora non lo aveva capito, ma comunque avesse fatto, solo poche ore dopo il bacio piú maldestro della storia, il suo peggior incubo era comparso nella sua sala da pranzo.
Col solito sorriso da imbecille e l'aria piú innocente che mai.
Sembrava quasi essersi dimenticato l'accaduto, averlo messo da parte come una cosa di poco conto.
Come un errore da niente da lasciarsi alle spalle.
Arthur era furioso.
L'aveva affrontato nella sua stanza, l'aveva pungolato e schernito sperando di farlo reagire, sperando di vederlo capitolare e ammettere che quel bacio l'aveva scosso e lui cosa aveva fatto?
Aveva. Scosso. Le. Spalle.
Cosí, come se niente fosse.

E dannazione, non era cosí semplice. Non bastava un va bene. Non bastava un sorriso.
Perché quel bacio era stato devastante e Merlin l'aveva sentito... doveva averlo sentito...
Perciò chi poteva biasimarlo per quello che aveva fatto dopo?
La colpa in fondo, era tutta di Merlin. Solo sua.
Non avrebbe dovuto sfidarlo a quel modo.
Voleva solo dimostrargli cosa poteva avere, tutto qua... voleva solo mostrargli quanto anche lui lo desiderasse... e dal modo in cui aveva risposto al suo bacio, era chiaro ad entrambi.
Forse era stato arrogante a dirglielo cosí sfacciatamente, forse non aveva considerato i suoi sentimenti, forse aveva scelto il momento meno appropriato, ma andiamo... non era mica una ragazza.
Chiaramente Merlin non se n'era accorto.
Era uscito dalla stanza gridando di odiarlo tra tutte le cose, quasi piangendo, lasciando Arthur confuso e terribilmente insoddisfatto.
Non sapeva esattamente cosa avesse pensato in quell'istante, probabilmente non era neppure la sua testa a pensare... non del tutto almeno.
Sapeva solo di essere confuso, arrabbiato e stufo di tutta quella storia.
Perché Merlin lo trattava come se gli dovesse qualcosa, quando in realtà quasi non si conoscevano.
Perché lui si sentiva come se dovesse qualcosa a Merlin quando in realtà sapeva di non dovergli proprio nulla.
Perché ogni volta che lo vedeva, che gli stava vicino, che lo toccava, c'era quella voce che gli gridava di prendersi ciò che era suo e scordare tutto il resto.
Solo che non poteva... non poteva e questo lo rendeva matto...
E in mezzo a tutta quella follia si era ritrovato a marciare nella stanza dell'altro, a gettargli addosso tutto ciò che provava e sentiva.
Probabilmente la metà delle sue parole non avevano neppure senso, ma non gli importava.
Non gli importava di nulla se non di Merlin e della sua bocca e del suo corpo e di ogni cosa che fosse lui...
Lo voleva come non aveva mai voluto altro ed era cosí forte e irrazionale che nella rabbia perse ogni controllo di sè.
Una rabbia che si placò solo quando finalmente si trovò davvero unito all'altro.
Tra la prima dolorosa spinta e la seconda qualcosa in lui sembrò mutare lentamente.
La voglia di punire Merlin si trasformò in qualcosa di piú dolce, in un bisogno piú profondo e sereno, i suoi gesti risposero di conseguenza, facendosi meno violenti, meno veloci e i suoi baci divennero quelli di un amante e le sue spinte lunghe e profonde.
Il volto di Merlin e quello dei suoi incubi si fusero in un solo viso, le loro voci divennero una sola e tutto in Arthur Pendragon... rabbia, confusione, tradimento, tutto trovò un senso e andò al suo posto.
Tutto si placò portandogli una pace e una serenità che mai prima di allora aveva provato.
Era tornato a casa  infine...

La mattina non era stata altrettanto gentile con lui.
L'Arthur che si era svegliato era un Arthur del tutto diverso.
Un Arthur con tutti i suoi ricordi che soffriva di un orribile mal di testa e una lunga astinenza di piú di duecento anni.
Un Arthur che avrebbe voluto rimediare ad entrambe le situazioni, ma che a quanto pareva non poteva farlo perché gli mancava qualcosa di fondamentale.
Il suo mago di corte.
Nonché  amante e completo idiota.
Il lato del letto occupato dall'altro era già freddo, i suoi vestiti spariti e nessuno lo aveva visto.
Arthur cercò di ingoiare il nodo di ansia e tensione che gli si era formato nello stomaco.
Non c'era nulla di strano.
Forse era in imbarazzo per via di sua madre... forse doveva fare qualcosa di importante, prendere qualcosa da casa.
Forse era con Gwen...
A qell'ultimo francamente disgustoso pensiero , Arthur si buttò sotto l'acqua gelata della doccia maledicendo il mago in tutte le lingue del mondo.
In sostanza il principe che arrivò a scuola quella mattina, non era un principe felice... anzi.
Aveva atteso Merlin all'entrata per piú di mezz'ora in mezzo al freddo.
Aveva la faccia congelata e il naso arrossato, non sentiva piú le dita delle mani e le sue orecchie facevano cosí male da temere di perderle.
Per un attimo rimpianse di non aver messo il cappello, ma i suoi capelli ne avrebbero pagato il prezzo e lui voleva essere al meglio quella mattina.
Non che fosse vanitoso sia ben chiaro, ma non c'era niente di male a preoccuparsi del proprio aspetto ogni tanto.
Certo poteva capire il sarcasmo di chi girava con delle enormi orecchie e la faccia da idiota... e che per altro non si degnava neppure di farsi trovare in una scuola di soli tre piani!
Arthur non era un tipo paziente, ma questo andava oltre ogni limite.
Iniziava a considerare l'idea di farlo chiamare dagli altoparlanti come il moccioso che ovviamente era.
Che diavolo aveva per la testa? Lo faceva apposta? Lo stava ... evitando?
Il pensiero era un po' sconcertante. Che motivo aveva Merlin per evitarlo?
Si, era stato un vero cretino, un asino per citarlo, ma la sera prima credeva di aver sistemato tutto, no?
Gli aveva spiegato come si sentiva, perché si comportava in quel modo assurdo. Certo Merlin non era la mente piú sveglia del mondo, forse non aveva capito niente...
«Arthur, buongiorno»
Lancelot aprì l'armadietto accanto al suo sospirando come se fosse ferito mortalmente.
In risposta, Arthur brontolò qualcosa di simile ad un saluto armeggiando inutilmente col proprio lucchetto, quella mattina non voleva saperne di aprirsi. Sicuramente era colpa di Merlin, non sapeva come o perché, ma sicuramente era vittima di qualche suo magico disastro che gli stava rovinando la giornata. Tipico.
Tutto sommato non aveva alcuna voglia di parlare con Lance in quel momento nè di sentire un'altra lista dei pregi di Ginevra, tra tutte... il pensiero della ragazza però, gli fece venire un'idea.
Fingendosi del tutto interessato si volse verso l'amico «Hai già visto la tua Ginevra oggi?» di certo se la ragazza era in giro, Merlin sarebbe stato con lei, poteva essere la sua occasione di rintracciarlo.
Il fatto che stesse con Gwen invece che con lui come doveva, l'avrebbe affrontato in seguito, quando la voglia di ucciderli entrambi fosse passata... forse.
Inaspettatamente, Lancelot non sorrise alla menzione del suo grande amore, anzi... chinò il capo come se il solo pensare a lei lo ferisse troppo.
«L'ho vista ieri sera...» mormorò guardando dappertutto tranne che verso Arthur «Lei... mi ha rifiutato»
A quelle parole Arthur si dimenticò completamente del suo lucchetto... e di tutto il resto.
Gwen aveva rifiutato Lancelot?
Era assurdo.
Quei due erano come Romeo e Giulietta.
Destinati a stare insieme fin dai tempi di Camelot.
Perfino quando Gwen era sua moglie.
Il che ancora lo feriva un po'... non che lui fosse stato del tutto onesto e fedele con la storia di Merlin, però...
«Ne sei sicuro?» chiese quindi stupidamente cercando di capire cosa stesse succedendo tutto intorno. Non poteva restarsene morto per un paio di secoli che tutto andava in malora!
Lancelot annuì con aria ferita «Me lo ha detto chiaramente... c'è già un altro nel suo cuore»
Se l'idea che Gwen non amasse Lancelot era preoccupante, l'idea che amasse qualcun altro gli piaceva anche meno... era cosí... impensabile «Un altro?» chiese sospettosamente Arthur.
Da un angolo della sua mente l'immagine di Merlin e Gwen abbracciati in una caffetteria tornò a tormentarlo, ma venne subito catalogata come assurda e stupida.
Il mago lo aveva sempre accusato di essere troppo geloso... 
«Si... e chiaramente intende dire Merlin, era ovvio in fondo»
Arthur non rispose.
Avrebbe voluto dirgli che era un'idiota... che era impossibile si trattasse di Merlin... però...
Non era cosí impossibile, no?
Avrebbe spiegato tutto.
Merlin non aveva risvegliato i suoi ricordi.
Non gli aveva spiegato cosa stava succedendo, non aveva detto la verità.
Per la prima volta il suo mago l'aveva solo... lasciato andare.
Era stato Arthur a baciarlo, era stato Arthur a spingerlo in una direzione nella quale chiaramente l'altro non era interessato ad andare.
E adesso lo evitava.
Perché non voleva affrontarlo.
Perché non se la sentiva di dirgli in faccia che ormai non lo amava piú... che adesso amava lei.
Arthur deglutì nervosamente «Mi dispiace Lance» gracchiò a fatica cercando di restare razionale, cercando di tenere sotto controllo le sue emozioni senza crollare lí, davanti a tutti.
«Non fa niente, è una brutta delusione, ma mi riprenderò... non è che fosse amore eterno, no?»
rise l'altro dandogli una pacca sulla spalla, era ovvio che soffrisse ancora, ma aveva ragione... si sarebbe ripreso... almeno lui...
«Devo andare a parlare al coach» se ne uscì parlando troppo in fretta e quasi scappando dall'amico.
Voleva solo trovare il suo mago.
Per parlargli e risolvere ogni cosa.
Non doveva farsi prendere dal panico, era già accaduto in passato che rabbia e gelosia prendessero il sopravvento facendolo giungere a conclusioni sbagliate.
Anche se tutto sembrava coincidere non era detto che avesse ragione.
Sicuramente Merlin meritava la possibilità di spiegarsi... di dirgli la verità... sicuramente c'era una spiegazione per ogni cosa.

Una settimana dopo tutte le convinzioni di Arthur e i suoi tentativi di restare calmo iniziavano a crollare lasciandolo in uno stato quasi pietoso.
Non riusciva a dormire, non riusciva a concentrarsi.
I suoi voti se possibile erano peggiorati ancora di piú... e Merlin lo stava ancora evitando.
Era inutile farsi illusioni, era quella la verità.
Lo aveva cercato in mensa, lo aveva cercato in biblioteca, lo aveva aspettato fuori dalle lezioni e non era riuscito neppure a vederlo.
O lo evitava o era scomparso dalla faccia della terra.
E la seconda teoria era stata smentita da Lancelot che, a quanto pareva, lo aveva visto insieme a Ginevra nei corridoi... sorridenti e allegri.
Beh... se era tanto felice con Gwen a lui stava bene, davvero... ma almeno doveva avere la decenza di dirglielo in faccia.
Quel venerdí, a causa di una fortunata pioggia, gli allenamenti vennero sospesi.
Era l'occasione che cercava.
Si svegliò all'alba, anche se svegliarsi era un parolone considerando che non dormiva quasi piú e arrivò a scuola con piú di due ore di anticipo.
Conosceva Merlin e svegliarsi presto non era mai stato il suo punto forte.
Non sapeva come avesse fatto ad evitarlo tutta la settimana, ma quel giorno... avrebbe perso.
Sua madre sarebbe stata fiera di lui se lo avesse visto.
All'apertura dei cancelli era stato il primo ad entrare sotto gli occhi sgranati del portiere e senza esitazione si era letteralmente appostato poco distante dall'armadietto di Merlin, pronto ad aspettare tutto il tempo necessario.
Mezz'ora dopo i suoi sforzi erano stati ripagati.
Il mago era da solo e a giudicare dalla sua espressione tranquilla, l'ultima cosa che si aspettava era un'imboscata da parte di Arthur.
Senza fermarsi a riflettere su cosa avrebbe detto per non farsi venire dubbi dell'ultimo minuto, il ragazzo uscì dal suo nascondiglio con aria decisa avvicinandosi a lui in pochi passi.
«Merlin dobbiamo parlare» pronunciò dopo essersi schiarito la voce due volte, l'altro gli dava le spalle, indaffarato a cercare chissà cosa nel suo armadietto, ma non appena sentí la sua voce, Arthur lo vide sobbalzare come spaventato e irrigidirsi subito dopo, nemmeno lo avesse colpito.
«Non ho niente da dirti» gli rispose infine, senza nemmeno voltarsi.
Arthur contò mentalmente fino a dieci per trattenersi dall'afferrarlo e scuoterlo fino a fargli tornare il buon senso.
«Ti prego Merlin» mormorò invece, posandogli una mano sulla spalla e placando così il desiderio di stringerlo a sè, di obbligarlo a guardarlo, a sorridergli... ad amarlo. «Ci vorrà solo un minuto, me lo devi» continuò, sapendo di suonare disperato, sentendosi disperato. Perché per una volta non sapeva cosa fare.
Lui non era bravo coi sentimenti, non lo era mai stato.
Non sapeva esprimerli, non sapeva metterli in parole e soprattutto... non sapeva controllarli. Era sempre stato Merlin quello sentimentale, quello in grado di capire senza parole.
Ma ora sembrava che niente riuscisse piú a raggiungerlo.
Era colpa sua?
Aveva sbagliato una volta di troppo?
Aveva perduto per sempre il suo mago senza neppure rendersene conto?
Poteva essere stato cosí cieco da non accorgersi che gli affetti del suo amore erano ormai diretti ad un'altra persona?
«Io...» pronunciò infine l'altro chinando la testa e finalmente... voltandosi a guardarlo «che c'è?» chiese fissandolo dritto negli occhi, lasciando Arthur senza fiato.
C'era cosí tanto dolore in quello sguardo, tanta rassegnazione e la colpa, lo sapeva, poteva essere solo sua.
Con la sua arroganza era finalmente riuscito a distruggerli per sempre?
Aprì la bocca per chiedere spiegazioni, per avere finalmente una risposta.
Pronto ad affrontare tutto, compreso il rifiuto pur di mettere fine a quell'agonizzante attesa.
«Arthur?» la voce di Vivian gli fece morire ogni domanda tra le labbra.
La ragazza comparve come dal nulla,  abbracciandolo fin troppo stretto «Ti aspettavo all'entrata, perché te ne sei andato?»
Arthur sospirò mentalmente, doveva aspettarselo.
Da quando aveva recuperato i suoi ricordi, non si era comportato bene nei confronti della ragazza.
Sapeva fin da subito di doverla lasciare, di dover essere sincero, ma il pensiero di perdere Merlin, la paura di non riuscire a ricucire le cose tra di loro, era stato cosí consumante da impedirgli di pensare a qualsiasi altra cosa.
Vivian era rimasta relegata in un angolo della sua mente, un problema secondario da risolvere solo in seguito.
Sapeva che era arrogante, che l'avrebbe ferita col suo egoismo, ma era Merlin...
Però, quando la ragazza cercò di baciarlo come accadeva tutti i giorni, Arthur si rese conto di aver aspettato già troppo.
Doveva dirle la verità... o almeno la parte di verità che poteva capire... e l'avrebbe fatto, subito dopo aver parlato col mago.
«Ora no Vivian, devo parlare con Merlin» le disse forse con tono piú irritato di quanto volesse, di quanto lei non meritasse, facendo un passo indietro in modo da evitare sia il suo abbraccio che le sue labbra.
Dallo sguardo della ragazza, capì subito di aver sbagliato tecnica.
Vivian aveva un pessimo carattere e se c'era una cosa che detestava era essere messa da parte e ignorata.
«Oh, devi parlare con Merlin adesso» mormorò con voce melliflua, ma si vedeva che era infuriata e a un passo dal fargli una scenata davanti a tutti «E ieri dovevi cercare Merlin perché dovevi parlargli... si può sapere cosa ti prende? Sei impazzito per caso?» gli sibilò furente.
«Vivian...» sospirò Arthur nel vano tentativo di placarla, ma sapeva bene quanto fosse impossibile. Vivian non era in grado di trattenere la rabbia.
«No, Arthur... adesso sono io che devo parlarti e ti conviene ascoltarmi se non vuoi che mi metta a gridare qui davanti a tutti» pronunciò col viso già arrossato dalla rabbia.
Incapace di decidere a chi dare priorità tra i due, Arthur spostò la sguardo dalla ragazza pronta a schiaffeggiarlo in mezzo al corridoio, al ragazzo che aveva cercato disperatamente per tutta la settimana, se lo avesse lasciato andare, sarebbe riuscito poi a ritrovarlo? O avrebbe ricominciato ad evitarlo come la peste?
Sfortunatamente per lui, fu lo stesso Merlin a scegliere lanciandogli un'occhiata esasperata e sbattendo lo sportello dell'armadietto.
Arthur dovette rassegnarsi a guardarlo allontanarsi chiaramente furioso, incapace di seguirlo dato che Vivian lo teneva per un braccio quasi gridando «Dove pensi di andare?»
Il ragazzo sospirò passandosi una mano sulla fronte «E va bene, dovevo parlarti anche io in fondo» mormorò infine e Vivian sorrise vittoriosa conducendolo lungo il corridoio, in un'aula vuota.
Per lo meno, non avrebbero dovuto discutere davanti a tutti.
«Vuoi dirmi che sta succedendo? E' quasi una settimana che non ti degni di chiamarmi o rispondere ai miei messaggi. In compenso te ne vai sempre dietro a quel Merlin come un cucciolo bastonato» andò subito al sodo la ragazza chiudendosi la porta alle spalle.
Sentendosi vagamente insultato, Arthur infilò le mani nelle tasche dei jeans cercando un modo per dirle la verità senza ferirla, cosa probabilmente impossibile data la natura di quella conversazione. «E' solo che...» si interruppe incapace di proseguire.
Non poteva davvero dirle che amava Merlin, no?
«Solo che... cosa Arthur? Davvero non capisco... ci conosciamo da tutta una vita e stiamo insieme da... da sempre... e adesso tu... sembri quasi un estraneo»
«Forse lo sono» mormorò il ragazzo sentendosi all'improvviso esausto.
Era stufo di sentimenti e dichiarazioni. Avrebbe dato tutto per riavere un'armatura, una spada e un mostro da abbattere.
Vivian lo guardò confusa avvicinandosi di un passo, alzò le mani come per toccarlo, ma subito le riabbassò, come se non fosse piú sicura di poterlo fare.
«Io credo che... dovremmo finirla qui» sospirò, non c'era modo di non ferirla, non c'era modo di alleggerire il colpo. Poteva solo darle questo, onestà. «Non posso piú stare con te Vivian»
«Come?» non c'era piú rabbia nel suo tono, nè arroganza.
Solo un'infinita confusione... e il dolore del tradimento.
Arthur chiuse gli occhi chinando il capo, rifiutandosi di guardarla crollare davanti ai suoi occhi, sentendosi un verme per ciò che le stava facendo «C'è un'altra persona. Non posso dirti chi è perciò non chiedermelo... e comunque... è colpa mia. Sono io che non avrei mai dovuto impegnarmi con te, perciò odia me se devi, ma non...» abbassò la voce fino a un sussurro, lasciando la frase sospesa a metà. Non sapeva come continuare e immaginava di essere già stato chiaro in fondo.
Vivian lo fissò in silenzio, incredula, prima che tutto il suo volto... il suo bellissimo volto... si contorcesse in una smorfia di sorpresa e dolore.
Le sfuggì un singhiozzo e poi le lacrime scesero copiose. Arthur avrebbe dato tutto ciò che aveva per poterle cancellare, per poter chiudere la ferita che le aveva procurato.
Vivian era superficiale, arrogante, a volte un po' infantile... ma in fondo credeva di averla amata davvero.
Forse se Merlin non fosse esistito, se lui non fosse stato Arthur... le cose sarebbero finite in modo diverso tra di loro.
Ma la realtà era ben diversa... e nessuno poteva sostituire Merlin.
«Tu... come puoi farmi questo Arthur? Non puoi uscirtene all'improvviso con... tu... Com'è possibile? Fino a ieri dicevi di amarmi e io... pensavo che...» gli si avvicinò tra le lacrime, guardandolo con una disperazione che gli faceva stringere il cuore nel petto «Io ti amo» mormorò ad un soffio dalle sue labbra e Arthur sapeva cosa sarebbe accaduto, ma non la fermò.
Perché le doveva anche questo.
L'ultimo contatto.
L'ultima carezza.
L'ultimo bacio...
E si sentì un verme quando, al contatto con le sue soffici labbra, l'unica cosa che pensò fu quanto quel momento fosse sbagliato... perché quelle erano le labbra sbagliate, non erano le sue labbra.
E immaginò Merlin in quel momento, seduto da qualche parte a piangere per lui, convinto che lo tradisse con Vivian.
E si sentì un'idiota perché probabilmente non era affatto cosí, probabilmente era con Gwen e non pensava affatto ad Arthur o a loro.
Un attimo dopo la afferrò per le spalle allontanandola da sè con dolcezza «Mi dispiace Vivian» le disse fissandola negli occhi lucidi, passandole il dorso della mano sulle guance per raccogliere parte delle sue lacrime e magari del suo dolore.
«Anche a me» rispose lei e una fiamma di rabbia, del suo solito carattere si riaccese in lei.
Arthur quasi gioì quando con un sonoro schiaffo Vivian lo lasciò solo nell'aula.            
Se non altro si sarebbe ripresa in fretta.

Come temeva sarebbe accaduto, Merlin scomparve di nuovo.
Nel vano tentativo di rintracciarlo, Arthur lo aveva atteso fuori dall'aula dove aveva lezione, ma non c'era traccia del mago, sebbene sia Gwen che Morgana fossero presenti.
«Bene bene, se non è Arthur Pendragon... che succede, ti sei perso?»
Morgana sorrise avvicinandosi a lui con aria divertita.
Era strano, cosí strano... sapere ciò che sapeva, ricordare ciò che ricordava... e non poterlo condividere.
Dover fingere di essere per loro l'estraneo che era.
«Stavo cercando Merlin» brontolò fingendosi seccato, come se il ragazzo avesse saltato qualche importante appuntamento con lui.
«Oggi non è venuto a scuola, ritenta un'altra volta, vuoi?»
A quelle parole Arthur rimase stupito, l'aveva visto solo poco prima... perciò non le aveva neppure incontrate?
Era semplicemente andato a casa?
«Gana» Gwen fissò storto l'amica ottenendo in cambio uno sbuffo e una scossa di spalle, Arthur non era interessato ai loro dialoghi silenziosi, di quelli ne aveva già troppi a casa sua...  voleva solo parlare col suo mago... possibile che fosse un'impresa cosí difficile?
«Grazie lo stesso» mormorò a denti stretti con la mente da tutt'altra parte.
Questa volta non sarebbe finita cosí, Merlin non poteva sparire a quel modo, non quando aveva già accettato di parlargli.
Se non voleva starlo a sentire allora lo avrebbe obbligato a farlo.
Se voleva lasciarlo, se voleva liberarsi di lui, allora glielo avrebbe detto in faccia.
Adesso.
O Arthur non avrebbe piú risposto delle sue azioni.
Fu un principe deciso e sul piede di guerra quello che piombò nell'appartamento di Merlin Emrys poco meno di un'ora dopo, trovandosi davanti un ragazzo riverso per terra e un libro aperto su una pagina che non gli piaceva affatto... una pagina che gli fece congelare il sangue nelle vene...

Tbc...

* Il nome del nonno di Arthur è inventato. Il cognome è quello di Ygraine o almeno wikipedia e il sito della BBC dicono cosí, il nome l'ho scelto a caso... volevo chiamarlo Draco, ma poi faceva troppo HP... e Kilgharrah non era proprio adatto...*

Eccolo finalmente qui. Temevo non finisse mai, è decisamente il capitolo piú lungo  e impegnativo della storia. L'ho riscritto tre volte prima che mi convincesse e anche cosí è venuto talmente lungo che all'inizio volevo dividerlo in due parti, ma visto che vi ho fatto aspettare tanto per leggerlo, ho pensato di premiare la vostra pazienza!xD
Spero di aver reso i pensieri di Arthur nel modo piú chiaro e logico possibile, anche se il poveretto non è esattamente razionale visto quello che sta passando!:PP
Quanto a Vivian, alla fine mi è dispiaciuto molto per lei, in fondo non è altro che una vittima del destino! Spero che con questo l'abbiate perdonata un po' per i capitoli passati e che abbiate perdonato anche il nostro principino... chissà magari adesso riuscirà a rimettere le cose a posto!xDD
Bene... Dopo tutta questa faticaccia spero commenterete in tanti!!xDD

Come sempre, un bacio a tutte le lettrici, a chi commenta e anche a chi segue la storia in silenzio!!

Come avrete visto, ho già risposto a tutte le recensioni tramite la sezione apposita, perciò... niente spazio risposte stavolta!Alla prossima!!!xD





Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Oltre la morte, eccetera, eccetera, eccetera. ***


Cap.14: Oltre la morte, eccetera, eccetera, eccetera.

«Merlin?»
Qualcuno lo stava chiamando.
Era una voce familiare, ma nello stato in cui era, il mago non riusciva proprio a capire a chi appartenesse.
«Svegliati brutto idiota, giuro che stavolta ti uccido davvero» tornò ad esortarlo poco dopo. Nonostante le parole furiose, il tono era talmente disperato che Merlin si sentì quasi in colpa.
Non ricordava bene cosa fosse successo, ma era ovvio che ne avesse combinata una delle sue.
Lentamente il suo cervello iniziò a registrare ciò che aveva intorno, doveva essere sdraiato sul pavimento e i suoi vestiti erano fradici. Perché i suoi vestiti erano fradici?
«Merlin!»
A fatica riuscì finalmente a riaprire gli occhi solo per trovarsi davanti il volto cinereo di Arthur.
Cinereo e chiaramente furioso.
«Arthur?» chiese mettendosi a sedere, la sua gamba faceva male e la sua testa sembrava pesare il doppio del normale.
Come se non bastasse era tutto un po' confuso.
Che ci faceva Arthur a casa sua? Non l'aveva lasciato a scuola con Vivian?
«Visto che ti sei degnato di ritornare tra i vivi, vorresti spiegarmi cosa significa questo
Merlin deglutì a vuoto fissando il libro che il ragazzo teneva in mano. Il suo libro di incantesimi.
Lo aveva dimenticato sul tavolo, indeciso se usarlo o meno... incapace di cancellare davvero i ricordi del principe pur sapendo di doverlo fare per il bene di entrambi, ma Arthur come lo sapeva?
Ai suoi occhi non doveva essere altro che un libro pieno di stupidaggini sui rimedi cinesi.
«E' solo un libro...» mormorò cercando di riprenderselo, ma subito l'altro allontanò la mano impedendogli di toccarlo, dal suo sguardo era ovvio che non gli credesse affatto, ma Merlin cercò di non andare nel panico.
Era impossibile, si ripeté, che Arthur avesse capito qualcosa da un semplice libro «Che ci fai qui?» chiese fingendo di trovare il tutto molto infantile.
Con un gemito si rialzò dal pavimento. Doveva davvero farsi una doccia calda e cambiarsi i vestiti.
Distrattamente si massaggiò il ginocchio indolenzito, gli sarebbe spuntato un bel livido.
«Merlin... credi che sia un completo imbecille? Tu vuoi cancellarmi la memoria!» gridò Arthur gettando il libro contro la parete alle sue spalle.
Merlin sobbalzò indietreggiando di un passo di fronte allo sguardo furioso dell'altro. Si voltò verso il libro, fissandolo come se non capisse come fosse arrivato sul pavimento, la copertina verde aveva un angolo piegato lì dove aveva sbattuto contro la parete.
«La tua... memoria?» sussurrò incapace di capire, incapace di accettare...  perché solo poco prima Arthur era con Vivian, giusto?
Il principe si passò una mano fra i capelli sospirando esasperato « Si, i miei ricordi Merlin e tu non hai il diritto di toccarli in nessun modo... non posso credere che tu sia cosí idiota. Lo sei sempre stato, ma questo supera tutto»
Sentendosi piú confuso che mai, Merlin  studiò Arthur con attenzione.
Le spalle curve, i vestiti fradici, lo sguardo furioso e colmo di... malinconia?
«Arthur... tu... ricordi tutto?» chiese lentamente, a bassa voce, per paura di dare forza alla sua domanda, per paura della risposta.
Per paura dei dubbi che già cominciavano ad assillarlo.
Come, perché, da quanto?
Era tutto troppo... troppo all'improvviso.
Ed era l'essenza di ogni suo sogno Un miracolo solo per lui ed era felice, ma...
C'erano troppi ma.
Troppe ferite.
E Merlin non riusciva a capire se doveva essere felice oppure no.
«Certo che ricordo tutto! E lo sapresti se non mi evitassi di continuo!»
Ma l'altro non fece caso al suo tono tagliente o alla sua voce che ricominciava a salire nel volume e nella rabbia, no... Merlin udiva solo le parole e se il suo cuore batteva piú forte e la sua anima sembrava rinascere, il suo sangue invece diventava ghiaccio nelle vene e il dubbio gridava piú forte... da quanto?
«Ma io... non ho fatto niente, come puoi...» cercò di formulare una frase che avesse senso, ma in quelle condizioni sembrava incapace di riuscirci.
Per fortuna Arthur sembrò capirlo a sufficienza «No, non l'hai fatto» sussurrò mestamente e il suo sguardo pesò cosí tanto da obbligarlo a distogliere gli occhi.
Mortificato, Merlin cominciò a giocare distrattamente con la cerniera della sua felpa, cosa poteva dirgli per spiegarsi? Per scusarsi?
Cosa avrebbe voluto sentirsi dire in fondo?
«Perché non l'hai fatto?» chiese infine Arthur in un sussurro e la sua voce sembrava cosí ferita da fargli desiderare di sparire.
«Io...» cominciò solo per sentirsi mancare il fiato «Io non volevo farti soffrire Arthur» pronunciò con attenzione, continuando a non guardarlo, perché la vista di quegli occhi gli avrebbe fatto perdere ogni forza, ogni razionalità «Le cose erano cambiate, erano cosí diverse... ho pensato che...» si interruppe cercando le parole... fosse meglio lasciarti andare... era questo che avrebbe dovuto dire, ma come poteva farlo? Quando la verità era che non voleva affatto lasciarlo libero.
Sentendosi di nuovo sull'orlo delle lacrime, Merlin si morse il labbro quasi a sangue nel tentativo di trattenerle.
Alla fine non era poi cosí generoso come credeva. Alla fine era solo un'egoista.
Non voleva perdere Arthur. Non voleva lasciarlo né a Vivian né a nessun altro.
Era il suo principe, il suo re. Suo.
Come poteva  rinunciare a tutto? Quando l'unica cosa che desiderava in quel momento era stringersi a lui, seppellirsi nella sua pelle e non separarsene mai piú.
«Hai pensato che non ne valesse piú la pena!» e questa volta il grido di Arthur echeggiò nella stanza facendolo sobbalzare e costringendolo a guardarlo negli occhi.
E ciò che vide cambiò ogni cosa.
Perché Arthur sembrava sul punto di piangere.
Perché Arthur aveva l'aria smarrita e tradita. Come se le parole di Merlin lo avessero ferito a morte e ovviamente il mago si era perso qualcosa, perché se il principe voleva lasciarlo, se non lo amava piú... allora non avrebbe fatto quella faccia, giusto? Avrebbe dovuto essere piú sereno... sollevato.
Quella non era l'espressione di qualcuno disposto a stare con te solo per dovere.
Non era l'espressione di qualcuno che non ti amava piú.
«Arthur...»
«No, lascia perdere, ho capito.»
«Arthur io non volevo» provò a spiegarsi, a tornare indietro, ma l'altro non gli permise di continuare.
«Va bene cosí, è colpa mia. Credevo che se ti avessi parlato... ma era ovvio che avevi già scelto, perciò... non sarei dovuto venire qui.»
«Arthur cosa stai...» Aveva già scelto? Aveva già scelto cosa?
Ma il principe non sembrava proprio volerlo ascoltare, scuotendo la testa gli fece cenno di non proseguire «Solo non toccare i miei ricordi Merlin, non ne hai il diritto. Ti giuro che non ti disturberò piú. Né te, né Gwen.»
Gli lanciò un ultimo sguardo di rammarico prima di voltarsi ed uscire dal suo soggiorno, lasciandolo inebetito a fissare nel vuoto.
Gwen? Cosa c'entrava Gwen adesso?
Lui credeva che Arthur amasse Vivian.
Era certo che il principe lo avesse dimenticato, che anche con tutti i suoi ricordi il principe sarebbe tornato da lui solo per rispettare la loro promessa.
Però Arthur... Arthur lo aveva cercato, lo aveva inseguito per spiegarsi.
Si era arrabbiato perché il mago non aveva risvegliato i suoi ricordi.
Si era infuriato perché aveva cercato di portarglieli via.
In tutta la loro conversazione, Arthur non aveva mai detto di non amarlo piú.
Anzi si era comportato come se fosse lui, Merlin, a volerlo lasciare... per Gwen?
Il principe credeva che stesse con Gwen? Non sarebbe stata la prima volta.
Perciò Arthur... voleva ancora stare con lui?
Con un'imprecazione, Merlin corse fuori dall'appartamento, sperando che l'altro non fosse già troppo lontano, ma per fortuna non dovette fare molta strada.
Arthur se ne stava fermo sotto il portico, con le mani nelle tasche dei jeans e il volto rigato dalle gocce di pioggia rivolto verso il cielo.
Teneva gli occhi chiusi, perciò non si accorse dell'arrivo del mago.
E Merlin si avvicinò in silenzio finchè solo allungando le dita avrebbe potuto sfiorarlo.
C'era qualcosa nell'immagine di Arthur in quel momento.
Qualcosa che gli faceva venire voglia di piangere e gridare. Di abbracciarlo e baciarlo finchè tutte le ferite e le sofferenze che provava non fossero scomparse.
«Arthur?» mormorò a bassa voce, quasi intimorito dall'idea di distruggere quel momento.
Arthur si irrigidì nel sentire la sua voce, ma non si mosse di un millimetro «Sto aspettando che mi vengano a prendere. Non ho l'ombrello e sono già abbastanza fradicio» spiegò, quasi scusandosi per la sua presenza. A Merlin non piaceva affatto che lo facesse, Arthur non doveva chiedere il permesso di stare accanto a lui, mai.
«Cosa c'entra Gwen?» Mi ami ancora? Avrebbe invece voluto chiedere, ma il pensiero di pronunciare una frase simile lo faceva sentire troppo stupido. Eppure ogni cosa, ogni pensiero, ogni gesto della sua vita. Il suo intero futuro si reggevano su quella semplice risposta.
Arthur rispose con un lungo silenzio, i suoi occhi si riaprirono, ma rimasero fissi sulla pioggia, come se guardare il mago fosse troppo dura.
«Non importa se ami lei e non me, va bene lo stesso. Non dovevo arrabbiarmi. E' colpa mia, perché non ci sono mai. Perché sono cosí... va bene, davvero.»
E Merlin avrebbe voluto colpirlo e abbracciarlo allo stesso tempo.
Perché erano due completi imbecilli. Due gelosi, dannati babbei.
«Io non amo Gwen, Arthur. E' solo un'amica... e credo che abbiamo avuto questa conversazione migliaia di anni fa» sorrise, sentendosi finalmente a posto.
Perché le parole del principe avevano risolto tutto. Era solo un malinteso. Un grande malinteso. E adesso tutto sarebbe andato a posto.
Per un attimo credette che Arthur non lo avesse sentito o che non gli credesse, ma poi lo vide rilassarsi e sospirare «Lo sapevo» pronunciò «Lance è sempre stato anche piú idiota di te, dovevo immaginarlo» ma non c'era sorriso sulle sue labbra e i suoi occhi si rifiutavano ancora di incontrarlo.
«Esiste qualcuno piú idiota di me?» provò a sollevare l'umore, perché era tutto a posto adesso e Arthur non aveva motivo di continuare a fare quella faccia.
Ma quando l'altro si voltò finalmente a guardarlo, non fu per sorridergli «Dovresti rientrare» mormorò con tono sconfitto, studiandolo da capo a piedi come se si preparasse a non vederlo mai piú «Ti ammalerai se resti qui».
Trasalendo Merlin si rese conto che era esattamente ciò che stava facendo.Gli stava dicendo addio.
«Arthur, io non sto con Gwen» ripeté quasi stupidamente, incredulo perché Arthur si comportava come se nulla fosse cambiato. Disperato perché non capiva, perché non sapeva, perché non poteva aggiustare le cose se non gli diceva cos'era successo per arrivare a quel punto.
«Lo so» replicò l'altro «Ma non stai neppure con me». E c'era una nota di finalità nella sua voce, che il mago si sentì mancare il terreno sotto ai piedi.
Aveva sbagliato. Ancora una volta aveva sbagliato tutto. Era davvero un imbecille.
«E' per Vivian?» chiese con voce tremula, incapace di mostrarsi forte o non curante, quando Arthur lo stava uccidendo senza pensarci due volte.
«Vivian?» ribatté l'altro come se prima di allora non avesse neppure sentito quel nome.
«Hai detto che l'amavi» se ne uscì Merlin incapace di fermarsi. E suonava cosí patetico. Cosí stupido.
E la sua voce cosí lamentosa «Sei andato a baciarla invece di parlare con me» continuò maledicendosi per la propria stupidità. Non aveva un briciolo di orgoglio? Cercava forse di fargli pena?
Bel modo di dire addio ad Arthur.
Balbettando frasi sconnesse come una ragazzina gelosa.
E la cosa peggiore era il silenzio dell'altro.
Probabilmente non lo riteneva degno di una risposta o forse non aveva neppure capito di cosa stesse parlando.
Non importava.
Era finita, non gli servivano altre spiegazioni.
Inghiottendo Merlin gli posò una mano sul braccio «Mi daresti un ultimo bacio prima che ti lasci libero per sempre?» mormorò senza guardarlo in viso.
Era il suo ultimo desiderio. Un bacio. Un ultimo attimo prima di addormentarsi per sempre, prima di perdere ogni cosa.
«No.»
La voce secca e decisa dell'altro lo lasciò incapace di rispondere.
Deluso Merlin sentì una lacrima scendergli lungo la guancia e si diede dell'idiota perché adesso Arthur avrebbe provato disgusto per lui.
E allora le dita gelide e tremanti dell'altro salirono a toccargli  le guance, la sua bocca passò con dolcezza sulla pelle cancellando ogni segno di pianto e lasciandolo incapace di muoversi o pensare.   Finchè un paio di braccia forti e familiari non strinsero al petto gelido e bagnato di Arthur, stringendolo talmente forte da fargli male.
Sospirando Merlin ascoltò il battito troppo veloce dell'altro, rimanendo in silenzio per non perdere quell'istante «E se non ti baciassi mai piú, allora mi terresti prigioniero per sempre invece?»
«Come?» confuso il mago provò ad allontanarsi per guardarlo, ma Arthur lo strinse ancora piú forte impedendogli di muoversi «Ho lasciato Vivian. Quel bacio... e non voglio neppure sapere come l'hai visto, era solo per dirle addio e per quanto riguarda il ti amo... non era per Vivian, era per te. Ero geloso, volevo solo ferirti e a quanto pare ci sono riuscito.»
Merlin ascoltò tutto come in trance, incapace di credere davvero alle sue parole. Incapace di credere nel lieto fine. «Ma tu...»
«Pensavo che cercassi un modo per liberarti di me. Che fossi stufo di crearti una vita solo per mollare tutto e correre da me come un cagnolino. Sei un'idiota. Non posso credere di aver passato tutto questo solo perché eri geloso di Vivian.»
Merlin avrebbe voluto fargli notare che anche lui era stato geloso, di Gwen tra l'altro, ma l'arrivo di una familiare limousine nel suo vialetto li distrasse entrambi.
«Andiamo» gli ordinò Arthur all'orecchio e senza attendere risposta, lo afferrò per il polso trascinandoselo dietro fino alla macchina.
Per tutto il viaggio, Merlin si ritrovò premuto contro il fianco di Arthur, con la sua mano sul ginocchio e il suo respiro contro la guancia.
Fu il viaggio piú confortevole della sua vita.

Come al solito Sam si fece trovare in attesa sulla soglia, nel vederli entrambi fradici e tremanti alzò entrambe le sopracciglia e scosse la testa.
Non disse nulla, ma dallo sguardo che indirizzò a Merlin sembrava quasi che lo incolpasse per lo stato del signorino.
Qualcosa gli diceva di non piacergli poi molto...
Subito tolse la giacca di Arthur e lo costrinse a salire nella sua stanza per farsi un bagno caldo, brontolando di come in quelle condizioni si sarebbe sicuramente ammalato.
Quanto al povero Merlin, invece, si limitò a fargli sapere che poteva usare il bagno della stanza degli ospiti, quella per cui conosceva già la strada... sempre che la ricordasse.
Il mago sospirò, seguendo in silenzio le istruzioni.
Se non altro finalmente si sarebbe riscaldato.
Per tutto il suo brontolare, però, Sam evidentemente pensò anche a lui, perché quando, una buona mezz'ora dopo, uscì dal bagno avvolto in un accappatoio bianco, trovò ad attenderlo dei vestiti asciutti e puliti.
Non erano suoi ovviamente, probabilmente appartenevano ad Arthur, ma erano sempre meglio di niente.
Una volta indossati i jeans neri un po' troppo larghi e la felpa bianca dalle maniche un po' troppo corte, il mago andò a cercare Arthur.
Lo trovò nella sua stanza, seduto sul divano, coi piedi posati sul tavolino e l'aria imbronciata.
Era di nuovo scalzo e indossava una vecchia tuta nera... in tinta col suo umore probabilmente.
Merlin si ritrovò di nuovo confuso, non avevano appena fatto pace, seppur nel loro strano modo?
«Sei il mago peggiore che abbia mai avuto» brontolò non appena lo vide «Prima pensavo fossi idiota, ma adesso capisco che sei molto di piú... sei completamente inutile»
«Non è stata del tutto colpa mia» provò a difendersi il mago sentendosi offeso.
In fondo era anche colpa del principe. Se non si fosse comportato da completo babbeo, le cose sarebbero andate diversamente.
«Una cosa Merlin» proseguí l'altro senza dargli mente «Ti ho chiesto di fare solo una semplice cosa 'trovami e aiutami a ricordare' e tu che fai? Combini un casino».
«In realtà sono due cose» brontolò il ragazzo a bassa voce, ma davanti allo sguardo affrontato dell'altro, mascherò le sue parole con un colpo di tosse.
«Non è divertente, Merlin. Dovrei punirti per quello che hai fatto» gli puntò contro l'indice e il mago sbuffò irritato «Guarda che è anche colpa tua. Se fossi stato un tantino piú chiaro, forse avrei capito!Ma tu eri incomprensibile. Un momento sembravo piacerti e il momento dopo eri insopportabile. Per non parlare di Vivian, sembravi cosí preso da lei. Era logico che pensassi il peggio!»
Arthur non sembrò minimamente colpito dalla sua lunga spiegazione. Anzi, se possibile si fece ancora piú sdegnato di prima «Ti ho mai chiesto di pensare Merlin
«No».
«Appunto. Sai perché?»
«Credo che tu me lo stia per svelare.»
«Perché quando pensi succedono queste cose, ecco perché. Pensare non è il tuo forte, perciò fammi un favore. Smetti di farlo.»
«Mi dispiace» mormorò il mago guardandolo col suo miglior sguardo da cucciolo indifeso.
Arthur sospirò come se il peso del mondo fosse sulle sue sole spalle e gli fece cenno di avvicinarsi.
Sorridendo Merlin andò a sedersi al suo fianco solo per ritrovarsi stretto contro il petto dell'altro, la testa sotto al suo mento e il suo braccio attorno alle spalle. Il mago sospirò soddisfatto.
«Arthur... siamo a posto adesso? Intendo dire... ti va bene restare con me?»
La risposta del principe fu un lungo sospiro esasperato «Avevo dimenticato quanto potessi essere noioso» ma nonostante il tono seccato, le sue dita continuarono a passargli tra i capelli con dolcezza
«Si Merlin, sei il mio ragazzo come dicono al giorno d'oggi e questo significa che se Gwen non tiene le sue piccole deliziose mani al loro posto si ritroverà senza. E visto che ovviamente sei in realtà una ragazzina melodrammatica e non un mago potentissimo come dicono le leggende, si ti amo alla follia, ogni giorno piú di ieri e meno di domani. In ricchezza e povertà. In salute e malattia. Oltre la morte eccetera, eccetera, eccetera. E se osi di nuovo anche solo pensare di lasciarmi con Vivian tra tutti, giuro che ti ucciderò.»
«Grazie Arthur» rise il mago.
«Di niente».
«E comunque Gwen sta con Morgana adesso».
Arthur gemette rabbrividendo «Questa è una di quelle cose che avrei preferito non sapere, quelle due insieme sono davvero terribili».
Merlin rise apertamente tracciando con le dita i contorni del fianco del suo ragazzo... non gli dispiaceva affatto il suono di quella parola.
«Ah Merlin, un'altra cosa.»
«Mmh?» mormorò con tono assente, mentre la sua mano saliva a cercare la pelle nuda dell'altro.
«Domani ovviamente bruceremo quel tuo libro. Visto la tua tendenza alle crisi isteriche e alle scelte profondamente stupide, non posso certo fidarmi e lasciartelo».
In tutta risposta Merlin lo pizzicò dolorosamente, guadagnandosi uno schiaffo dietro la nuca.
Sorridendo scese a baciarlo sull'addome per poi risalire lentamente scoprendo la pelle abbronzata «Arhur?» gli soffiò contro l'ombelico facendolo rabbrividire.
«Mmmh?»
Il mago sorrise mordendolo senza forza «Sei sempre un asino».
«Grazie mille Merlin, rovina cosí l'umore del tuo re» brontolò l'altro trattenendo a stento un gemito e inarcandosi sotto al suo tocco.
«Tecnicamente non sei piú il mio re» si tirò su, costringendolo ad alzare le braccia per svelargli la maglia prima di incontrare le sue labbra in un lungo bacio «Ma ti amo lo stesso.Ogni giorno piú di ieri e meno di domani. In ricchezza e povertà. In salute e malattia. Oltre la morte eccetera, eccetera, eccetera.»

Tbc...

Finita!!! O quasi, ormai manca solo l'epilogo, ma la storia è fatta!!!xDDD
Spero che vi sia piaciuta fino all'ultimo e che non abbiate atteso troppo!!!
Ho cercato di tenerli entrambi il piú IC possibile, non so se ci sono riuscita, mi è uscito cosí melenso... una roba da carie... ma in fondo se lo meritavano, no?
Spero commentiate in tanti!!!
Nel frattempo vi ringrazio perché la storia ha superato le 100 recensioni!!Wow!! Non mi era mai successo!!!Grazie mille a tutti!!!Vi adoro!!! E' anche grazie ai vostri incoraggiamenti che sono riuscita a scriverla tutta!!!!
Bene, allora per i saluti finali vi rimando all'epilogo!!!(Ammetto che mi rende un po' triste...ç__ç)

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Epilogo ***


E' molto triste, vi avviso!:P

Epilogo.


L'infermiera sorrise dolcemente aggiustando la sacca di liquido trasparente e controllando la flebo un'ultima volta.
Prima di uscire gli ricordò nuovamente che l'orario di visita stava per scadere.
La stanza era deserta a parte loro due, i soldi di Arthur in fondo gli permettevano di ricevere solo le migliori cure e sistemazioni.
Ciò nonostante la stanza era pur sempre spoglia e troppo calda, come tutte le stanze d'ospedale.
Le macchine accanto al letto di metallo poi, rendevano il tutto ancora piú triste.
I loro suoni, per lo meno, erano ritmici e regolari, segno che ogni cosa era ancora a posto.
Per poco.
Merlin lo sapeva.
Aveva vissuto abbastanza a lungo, visto abbastanza morte, da saper riconoscere il momento in cui la fiamma stava per spegnersi.
Di nuovo.
Sdraiato nel basso e scomodo letto, con la ruvida coperta bianca tirata su fino al mento, Arthur trasse un altro lungo respiro prima di aprire gli occhi.
Nel vederlo seduto al suo fianco, le sue labbra si tesero in un tremulo sorriso «Merlin» mormorò con voce roca.
Nel vederlo ridotto in quello stato il mago sentì il fiato mozzarglisi in gola.
Non sapeva se aveva la forza di rivivere quella scena per l'ennesima volta, ma non poteva lasciare Arthur proprio adesso.
Doveva essere abbastanza coraggioso per entrambi.
«Come ti senti?» gli chiese inghiottendo la sua sofferenza.
Gli passò le dita sulla guancia ormai troppo pallida e segnata dal passaggio degli anni, per lui era come se non fosse passato neppure un giorno.
«Come se stessi per morire» mormorò l'altro sorridendo, quasi non gli importasse.
Piccole rughe si formarono attorno agli occhi che pur nella vecchiaia erano sempre gli stessi.
Lo stesso azzurro cielo, lo stesso sguardo arrogante e forte.
Merlin si lasciò andare un mezzo singhiozzo, mordendosi il labbro per non scoppiare in lacrime.
Subito Arthur gli afferrò la mano stringendola tra le le proprie «Idiota» sussurrò posandogli un bacio sulle dita «Non ti metterai a piangere adesso?» e anche se debole e legato da giorni in un letto di ospedale, riusciva ancora ad essere il re che era sempre stato.
Purtroppo, però,le sue parole sembrarono avere l'effetto opposto sul mago che, incapace di trattenersi ancora, si lasciò andare in lunghi disperati singulti «Non lasciarmi di nuovo» mormorò posando la testa sul petto dell'altro «Ti prego»
Il principe sospirò tristemente affondando una mano tra i suoi corti capelli bianchi «Lo sai che se potessi resterei con te per sempre» gli poggiò le mani sulle spalle obbligandolo a rimettersi seduto e guardarlo in viso «Non vorrai salutarmi piangendo? Sei davvero il peggior marito del mondo» e c'era il solito broncio dipinto sulle sue labbra che quasi lo fece tornare a sorridere.
«Non sono tuo marito» brontolò asciugandosi gli occhi e tentando di fermare le lacrime.
«Sottigliezze, non lo sei solo sulla carta e in fondo, anche potendo sposarti, avresti comunque sbagliato la firma.»
Quelle parole gli strapparono finalmente un vero sorriso.
Nonostante la situazione, nonostante tutto stesse per ricominciare... o quasi.
«Arthur, devo dirti una cosa...» cominciò con voce incerta.
Avrebbe dovuto fargli quella rivelazione molti anni prima,  quando l'idea aveva cominciato a prendere corpo nella sua mente, ma non aveva mai trovato il coraggio di tirare fuori l'argomento.
Era legato a troppa sofferenza per farlo.
«Perché immagino che non mi piacerà?» sospirò Arthur continuando ad accarezzargli distrattamente il dorso della mano.
«Non è una cosa grave, solo una piccola... novità. Ricordi al liceo? Quando siamo tornati insieme? Avevi trovato dei libri a casa mia...»
«Quelli che ti ho fatto bruciare»
Merlin arrossì distogliendo gli occhi «Potrei averne fatto delle copie»
Ci fu un lungo attimo di silenzio, interrotto solo dal fastidioso rumore delle macchine nella stanza.
«Merlin, ringrazia che non abbia la forza di farlo o ti prenderei a calci. Qualsiasi cosa tu abbia in mente... Non.Osare» e c'era una tale nota di  panico nella sua voce che gli si strinse il cuore nel petto.
Perché nonostante il tempo passato, le liti, la sofferenza, Arthur voleva ancora stare con lui.
«Non è come credi» si giustificò subito per non farlo agitare.
Anche se sapeva benissimo che ciò che stava per rivelargli l'avrebbe agitato inevitabilmente.
All'inizio aveva pensato di non dirgli niente.
Quando si trattava di magia Arthur non si fidava molto.
Era sempre convinto che qualcosa sarebbe andato storto, cosa che in genere accadeva.
Ma stavolta Merlin era piuttosto convinto di non aver creato problemi.
O almeno lo sperava.
«E come sarebbe allora?» sbottò Arhur, spazientito dal suo silenzio
«Ho modificato un po' le cose. Tra di noi. Io... morirò con te Arthur» e subito si morse la lingua.
Tra tutti i modi in cui poteva spiegarsi aveva scelto il piú ridicolo.
Sotto la sua mano, il cuore di Arthur prese a battere all'impazzata mentre il volto dell'altro perdeva tutto il colore.
Il mago si voltò a guardare verso le macchine attaccate al suo amante, temendo di averlo ucciso prima del tempo e senza spiegargli nulla «Calmati Arthur» gli ordinò cercando di non farsi prendere a sua volta dal panico.
«Calmarmi? Merlin, sei un'idiota, come faccio a calmarmi quando dici candidamente che stai per morire?»
«Sarà solo fino alla tua rinascita Arthur!» si sbrigò a spiegarsi, prima che l'altro si facesse venire un infarto prima del tempo «Solo per non aspettarti così a lungo, per non essere così solo» mormorò con voce incrinata.
Le dita di Arthur si strinsero intorno alle sue e nel silenzio che seguì, Merlin guardò oltre la finestra.
Lo irritava che fuori tutto fosse così sereno.
Il cielo limpido, l'aria calda dell'estate.
Come poteva essere tutto così bello mentre il suo cuore si spezzava per l'ennesima volta?
«Immagino di averti sempre chiesto troppo, sono stato un'egoista. Non mi sono mai fermato a riflettere su cosa provavi tu ad aspettarmi volta dopo volta. Mi dispiace Merlin».
«No, Arthur...»
«Si, invece.» gli posò un dito sulle labbra per farlo tacere «Fai tutti gli incantesimi che vuoi, va bene. Solo... fallo funzionare per favore. O ti troverò solo per prenderti a calci».
Merlin sorrise con le lacrime agli occhi «Non preoccuparti, funzionerà» gli rispose con decisione.
«Perciò... morirai?» gli chiese con voce quasi strozzata.
Come se il solo pensiero fosse inconcepibile per lui.
Merlin lo capiva perfettamente.
«Sarà una morte apparente in realtà. Dormirò fino alla tua rinascita Arthur. Quando mi sveglierò non ricorderò subito di te, sarà graduale e anche tu ricorderai di me allo stesso modo. Non so quanto ci vorrà per recuperare ogni cosa, forse anni. Probabilmente saremo confusi, lo sai. Come è accaduto a te questa volta,  ma quando sarà tempo di tornare assieme, ogni cosa sarà al suo posto e io ti ritroverò. Come sempre» gli spiegò, cercando di rassicurarlo, di rassicurare se stesso.
ogni cosa sarebbe andata bene.
Ed entrambi si sarebbero risparmiati un sacco di solitudine e sofferenza.
«Cosí divideremo il peso?» bisbligliò Arthur e Merlin annuì cercando di apparire certo sotto lo sguardo diffidente dell'altro.
«E va bene» sospirò il principe «Immagino di dovermi fidare di te» pronunciò con una nota d'incertezza.
In altre occasioni Merlin se la sarebbe presa per il suo tono tanto incredulo.
I due si baciarono e qualcosa nel respiro del principe sembrò cambiare, il suo cuore affaticarsi.
Merlin si morse il labbro guardandolo respirare a fatica.
Era quasi ora.
«Puoi farmi un favore adesso?» mormorò Arthur tenendogli il volto tra i palmi delle mani.
«Qualsiasi cosa Arthur»
«Salutami col tuo vero volto»
Merlin sorrise, ingoiando una nuova ondata di singhiozzi.
Non l'avrebbe salutato piangendo.
In fondo il loro non era neppure un vero addio.
Si sarebbero rivisti molto presto.
L'incantesimo che lo faceva apparire anziano quanto Arthur, l'illusione che usava per potergli stare affianco e vivere con lui come due persone normali, cadde lasciandosi dietro il suo aspetto di sempre.
I corti capelli bianchi tornarono neri e lucenti, le righe attorno agli occhi e alla bocca lasciarono il posto alla pelle morbida e liscia di un tempo e la barba che aveva cominciato a farsi crescere attorno alle guance divenne nera come i suoi capelli.
Arthur lo studiò a lungo con gli occhi colmi di lacrime prima che il mago si chinasse per baciarlo ancora una volta «Arrivederci Arthur» gli sussurrò sulle labbra.
«Non fare troppo l'idiota in mia assenza» mormorò il principe sorridendo di rimando «Mi mancherai».
«Come sempre» mormorò in un sussurro e il cuore sotto la sua mano rallentò fino a fermarsi mentre gli occhi perdevano la loro luce.
Merlin chinò il capo lasciando finalmente andare le sue ultime lacrime.
Arthur non c'era piú.
Le macchine attorno a lui squillarono in allarme.
Una flotta di infermiere e medici corsero nella stanza, qualcuno lo obbligò a tirarsi su e ad uscire senza neppure chiedersi come al posto del vecchietto di pochi minuti prima ci fosse adesso un ragazzino.
Merlin rimase fuori dalla porta ad osservarli in silenzio mentre si agitavano invano su un corpo ormai vuoto.
Quando fu dichiarata l'ora del decesso, di lui non c'era già piú traccia.

Nessuno seppe mai che fine avesse fatto.
Neppure Gwen e Morgana con cui aveva mantenuto i contatti per tutta la vita.
A nessuno fu concesso di rivederlo ed ogni cosa appartenuta a Merlin Emrys scomparve misteriosamente, come il suo proprietario.
Era come se non fosse mai esistito.
Come se fosse morto nell'istante in cui Arthur Pendragon aveva smesso di respirare...

End

Lo so, mi sento in colpa.
Non si dovrebbe finire una storia in modo tanto triste, ma credo che fosse inevitabile, no?
Non è che non sia un happy ending in fondo.
Quei due rinasceranno e staranno ancora insieme e stavolta Merlin non dovrà starsene da solo per secoli ad attendere.
Ho cercato altre strade davvero, ma non mi convincevano. Far diventare immortale Arthur, non lo so... mi sembrava troppo facile.=)
Spero non vi abbia deluso!

Bene, direi che questa è finalmente la vera conclusione, perciò è il momento dei saluti. Che tristezza...T___T
Grazie davvero a tutti quanti.
Siete stati fantastici!
Grazie a chi ha commentato, a chi ha letto, a chi ha seguito e a chiunque abbia apprezzato la mia storia in qualsiasi modo!
Vi adoro!!!
Spero di tornare presto con un'altra serie se mi verrà l'ispirazione!
E nel frattempo vi lascio facendomi un po' di pubblicità. :P
Se non le avete ancora lette vi rimando alla mia ultima one-shot:  Yule
E, se ancora non le conoscete, alle altre due storie che ho scritto in questo fandom: Cats e You belong with me!

A presto spero!
Un bacio a tutti quanti!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=546709