The Cage di michi88 (/viewuser.php?uid=11323)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Avviso. Per favore leggete. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Hi, everyone!
Lo
so. Ho un'altra storia in corso e so che ancora non ho aggiornato. Ma
finalmente stamattina ho capito perchè non l'ho ancora
fatto. E il
motivo sta proprio scritto qui sotto: avevo questo ronzìo
nella testa
da giorni. Mi son detta sarà un mal di testa,
passerà.
Non passava. Allora ho pensato Sto
impazzendo. Poco probabile : è tardi ormai. La
follia in me dilaga da tempo immemore.
Ma
alla fine ecco la spiegazione: avevo queste immagini e queste frasi in
testa - follia a parte, non siate pignoli - e ho capito che ero troppo
presa da questa nuova idea per potermi concentrare su Drag me to hell. Per ora.
Non
so da dove venga fuori, ma comprenderete che quando succede non si
può
semplicemente scrollare il capo aspettando che se ne vada. No, anche
questa volta ho dovuto assecondare la mia testolina aliena...ed eccoci
qui.
Inutile dirvi che non so cosa ne verrà fuori. Purtroppo sono
fatta così : parto in quarta e prego che con il tempo il
tutto non
risulti solo un inutile imbrattamento di fogli...o di... pagina web?
Insomma, avete capito.
Bon. Che dire, basta..
Vi lascio alla lettura, se vi va.
The Cage
Capitolo 1
Edward
Tic. Tic. Tic.
Il muscolo del braccio si
contrae ad ogni tocco. Un tocco fastidioso, continuo. Snervante.
Tic. Tic. Tic.
Un
picchio che imperterrito si accanisce sulla dura corteccia dell'albero,
tentando di infrangere il nodoso e complicato disegno creato dalle
venature e dal tempo.
E' così che mi sento, un albero. Assediato dal suo picchio. Snervante.
Tic. Tic. Tic.
“Alice. Smettila.” Il dito, che stava per
scontrarsi di nuovo con la
pelle marmorea del mio braccio, si blocca a mezz'aria. Per qualche
istante la stanza viene avvolta dal silenzio. Niente si muove, anche il
pettirosso appollaiato sul davanzale della finestra sembra intenzionato
a rispettare l'immobilità dell'ambiente circostante e smette
di
arruffare le piume con il becco. Come in attesa.
Il tempo sembra essersi
congelato.
Tic.
“Alice!!” Mi volto spazientito,
lasciando perdere la mia lettura e
chiudendo con un tonfo sordo il libro che ho in mano, fino ad
incontrare il viso sorridente di mia sorella. Il suo dito ancora
piantato nel mio braccio.
“La smetti?! E' mezzora
che vai avanti a picchiettarmi sul braccio, è... snervante!” Si, è quello
il termine.
“Dai, fratellino! Mi stavi
ignorando, sai quanto odio essere ignorata.” Oh, santo cielo!
“Ascolta, è
normale che io non ti presti attenzione: mi stai
riempiendo la testa di immagini di vestiti e scarpe. Poi tu e Jasper.
Poi vestiti... e ancora tu e Jasper!! In quale universo parallelo la
mia attenzione potrebbe essere stuzzicata da questi due particolari
argomenti, mh?”
Alice sbuffa agitando una
mano in aria come a voler scacciare un
insetto fastidioso. Subito dopo però il suo sorriso torna a
far
capolino sulle labbra sottili.
“Beh, allora facciamo
qualcosa! Mi annoio!” Il broncio che
mette su mi provoca uno sbuffo divertito. Non faccio però in
tempo a risponderle che la vedo irrigidirsi e i suoi occhi diventano
familiarmente vitrei. Una visione.
Mi concentro ed entro nella sua mente.
Persone. No, vampiri. Tanti
vampiri. Ridono, si divertono. Urlano.
Uno spazio enorme, avvolto nel buio e rischiarato solo da una luce
rossa, soffusa.
Noi. Io, Alice, Jasper, Emmet e Rosalie siamo lì, ci
guardiamo in giro, confusi e sconvolti.
Una voce incita gli altri. Urla qualcosa che non riesco ad afferrare.
Ruggiti eccitati sono l'unica risposta.
Mi volto...e quella è l'ultima cosa che vedo.
Un'enorme gabbia.
Ritorno
in me nell'esatto istante in cui la visione finisce. Dopo pochi secondi
anche Alice si riprende, si volta alla ricerca del mio viso e i nostri
occhi si incrociano.
“Che...che cos'era, Alice?!” Lei risponde al mio
sguardo spaesato con uno stravolto.
“Io non lo so. Non lo so,
Edward! E' stato tutto...”
In quell'istante la porta
della mia stanza si spalanca e Jasper entra
come un fulmine. Circonda le spalle di sua moglie con un braccio mentre
con l'altra mano le accarezza una guancia.
“Tesoro, che è
successo? Ti ho sentita agitata e preoccupata. Hai avuto una
visione? ”
Alice si stringe nel suo abbraccio, mentre i suoi occhi restano fissi
nei miei.
“Si. Non so cosa fosse,
erano immagini confuse e veloci, ma... ”
Quella gabbia, Ed...
Il suo pensiero mi arriva forte nella testa. Già. Quello
è stato il particolare che ha attirato anche me.
In un secondo Alice torna ad irrigidirsi, ma non faccio in tempo a
leggerle la mente. Subito si riprende.
“So dove dobbiamo andare.”
“Alice, ora puoi spiegarci
perchè siamo qui?” Rosalie si
volta spazientita, dopo l'ennesima occhiata nervosa all'ambiente.
Emmett le stringe un braccio intorno alla vita, nel tentativo di farla
rilassare.
Il posto è deserto. Sembra uno di quei vicoli bui e poco
rassicuranti dei film dell'orrore. Uno di quelli in cui la protagonista
va puntualmente ad infilarsi nonostante anche tu, spettatore, vorresti
urlarle Ma
allora te le cerchi!
“Non so che dirti, Rose.
So solo che è qui che dovevamo
venire per capire qualcosa di quella visione. Probabilmente dobbiamo
solo avere pazienza. Qualcosa accadrà.”
Ed ecco che, come se il suo fosse stato un invito, un movimento
proveniente dal fondo del vicolo ci fa voltare tutti.
Una figura viene nella nostra direzione con passo lento ed elegante. Il
buio e un ampio cappuccio calato sulla testa ci impediscono di
scorgerne i lineamenti del viso.
Si ferma ad alcuni passi da noi, per poi alzare un braccio e abbassare
il lembo di stoffa.
Non è possibile.
“Buonasera a voi, Cullen” Felix, uno spietato
assassino, ci
osserva uno ad uno con un sorriso strafottente dipinto sul viso.
Felix. Felix. E se c'è lui, allora possibile che anche loro...
“Venite... Aro vi aspetta.”
Appunto. I Volturi.
I nostri sguardi si scontrano, indecisi. Ma in un attimo sappiamo che
in realtà non abbiamo scelta. I Volturi non domandano. Loro
ordinano.
Con un ultimo cenno del capo, seguiamo Felix lungo quello sporco vicolo.
Ad
un certo punto il vampiro biondo si ferma. Istintivamente i miei
occhi corrono alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa. Ma il
nulla è tutto quello che incontrano.
Un muro, anonimo e scrostato, si staglia di fronte a noi. La confusione
nella mia testa è il riflesso di quella dei miei fratelli,
che
lanciano occhiate furtive e attente alla figura immobile di Felix.
Leggo distintamente nella mente di Emmett l'intenzione di chiedere
spiegazioni, ma prima che ne abbia il tempo, la sua attenzione e quella
di tutti noi è attirata da un movimento.
Il vampiro si piega in avanti, flettendo le ginocchia per poi battere
il pugno a terra due volte, con decisione, e quello che ne segue
è un rumore stridulo e graffiante. Un attimo dopo ruota il
busto
nella nostra direzione, permettendoci finalmente una visuale migliore.
Un buco nel suolo. Una botola, più precisamente,
è stata aperta.
“Prego, dopo di voi.” Con un ghigno divertito
e un ampio gesto della mano ci fa segno di entrare.
Lancio un ultimo sguardo incerto verso i miei fratelli, per poi saltare
in quel buio anfratto, precedendoli.
La caduta dura qualche secondo, tuttavia mi rendo conto che deve
trattarsi di almeno una quindicina di metri. Atterro con la grazia
felina che ci contraddistingue e inizio a guardarmi intorno. Un vampiro
alto e nerboruto - presumibilmente quello che ha risposto al segnale di
Felix - se ne sta appoggiato ad una parete: mi fissa per qualche
istante e poi torna a posare lo sguardo davanti a sè.
Pochi istanti dopo avverto alle mie spalle la presenza della mia
famiglia e di Felix a chiudere il gruppo.
“Seguitemi” Il vampiro mi supera e
ci fa strada lungo un
corridoio spoglio e illuminato da alcune fiaccole appese alle pareti.
Superiamo diverse porte di ferro arrugginito e attraversiamo cunicoli
stretti e polverosi, prima di arrivare di fronte ad una massiccia porta
di legno di almeno due metri di altezza e uno di larghezza.
Meravigliosi intarsi corrono su tutta la superficie a formare un
complicato quanto ipnotico disegno. I battenti in ferro si stagliano al
centro, grossi quanto una testa di un uomo adulto.
Felix appoggia entrambi i palmi appena sopra di essi, poi si volta a
scrutarci in viso.
“Benvenuti in Paradiso” Aggrotto le
sopracciglia, incapace di interpretare quella frase.
Con una leggera spinta del vampiro le due ante del portone si
spalancano con un rumore assordante, mostrandoci finalmente
ciò
che nascondono.
Tutti e cinque ci
ritroviamo a trattenere il respiro, un gesto non necessario ma dettato
dalla vista che ci si para davanti.
Sweet
dreams - Eurythmics
In
un attimo di lucidità le immagini della visione di Alice si
sovrappongono a quelle davanti ai miei occhi, combaciando perfettamente.
Ai nostri piedi un'imponente scalinata di marmo scende verso la stanza.
Uno spazio enorme, avvolto nel buio e rischiarato solo da una luce
rossa, soffusa.
Uno spiazzo gremito di gente.
Persone. No, vampiri. Tanti vampiri. Ridono, si divertono. Urlano.
Vampiri, a centinaia. Ridono, urlano, alcuni mollemente abbandonati su
dei divanetti di velluto rosso, sparsi qua e là
nell'ambiente;
altri se ne stanno in piedi, in gruppetti, e parlano tra di loro.
Dal soffitto pendono drappi vermigli e neri, di un tessuto velato,
quasi trasparente, come scie di sangue e pece.
L'unica luce è data da fari che illuminano fiocamente la
stanza con il loro macabro e soffuso riflesso scarlatto.
Una musica tetra e potente avvolge il tutto.
All'improvviso un dettaglio che dapprima ci era sfuggito attira l'
attenzione mia e dei miei fratelli.
Alcuni vampiri, sdraiati su dei divani, sembrano impegnati ad
amoreggiare tra di loro, mentre altri osservano la scena, con
un'espressione famelica e di pura estasi a storpiare i loro volti.
Subito però diversi particolari ci fanno capire che la
situazione è ben diversa da quella che immaginiamo.
Dei cuori che battono ad un ritmo forsennato.
Respiri accelerati e sconnessi.
Un odore inconfondibile ed invitante. Odore di sangue.
Non sono vampiri travolti dalla passione. Sono vampiri nel bel mezzo
del loro pasto.
Umani. Ci sono degli umani. E quelle bestie stanno banchettando con il
loro sangue.
“Non
ci crederete, ma sono consenzienti. Fanatici di quello che
loro definiscono "sovrannaturale" o forse masochisti, non saprei... e
non che mi interessi!”
Guardo Felix che se la ride, una risata
sadica ed eccitata, e non riesco a trattenere una smorfia di disgusto,
che lui finge di non notare.
“Beh...almeno
lo sono quasi
tutti...diciamo che con alcuni hanno aiutato molto le nostre doti di
ammaliatori...”
Questa volta scoppia in una risata fragorosa e
melodica.
Un attimo dopo si volta verso di me e con fare quasi cameratesco mi da
una leggera gomitata sul fianco.
“Ovviamente
non li uccidiamo! Troppe sparizioni darebbero
nell'occhio e noi questo non lo vogliamo. Ce ne nutriamo, senza mai
prosciugarli del tutto. Certo, ogni tanto gli incidenti
capitano...alcuni di noi, meno esperti, non sempre riescono a
trattenersi...”
Un'altra risata riempie l'aria.
Vedo Emmett irrigidirsi e contrarre i muscoli ma con un gesto
impercettibile della mano gli faccio cenno di trattenersi. Non potremmo
fare nulla, sono troppi e noi siamo solo in cinque. Sarebbe un suicidio.
Ad un certo punto tutti i vampiri presenti si bloccano e sembrano
attirati nella stessa direzione. Noi seguiamo i loro sguardi e un
secondo dopo una voce possente ma elegante riempie l'aria.
“Amici
miei! Buonasera.”
Al centro della parete opposta al
punto in cui ci troviamo noi, su un piano - rialzato rispetto al resto
- fanno mostra di sè tre troni.
Eccoli.
Seduti su quelli laterali, con un'espressione quasi annoiata, stanno
Caius e Marcus.
In piedi di fronte al trono centrale lui, Aro, osserva i suoi simili,
le braccia alzate e protese in avanti come ad abbracciare le figure
sotto di lui.
“Spero
vi stiate divertendo! Se così non fosse, non temete,
fra pochi istanti cambierete totalmente idea! E' arrivato il momento,
amici, quello che aspettate con impazienza ogni sera.”
Ruggiti
eccitati squarciano il silenzio.
Una voce incita gli altri.
Ruggiti eccitati sono l'unica risposta.
Esattamente come nella visione di Alice.
Guardo i volti dei miei fratelli e vi trovo incertezza, timore e
confusione.
La voce di Aro mi costringe a spostare di nuovo l'attenzione su di lui.
“Stasera
è una serata speciale: è di nuovo il suo momento. Avrete
l'onore e il sommo piacere di rivedere Lei.”
I ruggiti si intensificano e i pensieri pieni di lussuria e
bramosia dei presenti mi esplodono in testa. Di chi sta parlando?!
Un gesto della mano di Aro ed ecco che dal pavimento, al centro della
sala, iniziano a sentirsi rumori assordanti. Vedo molti dei vampiri
spostarsi, creando un enorme spazio circolare. Improvvisamente dal
basso vediamo spuntare dei reticolati di ferro, posti a formare un
grosso quadrato.
Man mano che si alzano i pezzi della visione di mia sorella tornano a
riunirsi.
Edward...quella è... Il pensiero concitato e
ansioso di Alice mi riempie la testa.
Come nella visione.
La gabbia.
Un istante dopo il silenzio torna a dominare l'aria. La gabbia si
staglia in tutta la sua mostruosità, al centro della sala.
Il
quadrato interno viene improvvisamente illuminato da forti coni di luce
bianca.
La voce di Aro torna ad ipnotizzare i presenti.
“Fate
entrare lo sfidante”
Da una galleria posta a sinistra del reticolato vediamo avanzare un
vampiro enorme, muscoloso: il suo sguardo è pieno di follia
e di
rabbia, le iridi scarlatte e lucenti.
Il suo avanzare è accompagnato da fischi e insulti che non
sembrano però toccarlo minimamente.
Qualcuno apre una porta e questo entra nella gabbia, fermandosi nel
mezzo della piattaforma.
Un ennesimo gesto di Aro e la folla si ammutolisce, in attesa.
“E
ora non indugiamo oltre. Date il bentornato a lei, la nostra dea. Isabella.”
In un secondo un boato di grida e ruggiti entusiasti ed eccitati
esplode, facendoci voltare verso la galleria posta al destra.
Dopo qualche istante una figura esce dal buio, avanzando fiera.
Una vampira. Un corpo sinuoso e tonico, stretto in una tuta di vernice
rossa, provocante e succinta. Il rumore cadenzato dei tacchi degli
stivali è quasi completamente sovrastato dalle grida.
Lunghi boccoli castani ondeggiano ad ogni passo, accarezzando la
schiena scoperta.
Un viso perfetto ed etereo, ma impassibile. La bocca carnosa
è ferma, immobile in una linea dura, senza espressione.
E gli occhi. Allungati, da gatta, truccati di nero. Profondi e
ipnotici.
“Edward...”
“Si,
Jasper. Ho notato”
Dorati.
I suoi occhi sono dorati, come i nostri.
Isabella si ferma in mezzo alla piattaforma, ad un paio di metri dal
colosso che ne sovrasta l'esile figura. Lo sguardo fisso in un punto
imprecisato.
Bellissima.
“Bene.
Non credo ci sia altro da aggiungere. Che il divertimento
abbia inizio!”
Aro torna a sedersi sul suo trono, appoggiando la
testa sulla mano chiusa a pugno e un sorriso appena accennato.
Dopo un'ennesima esplosione di grida il silenzio torna a farla da
padrone, creando una bolla di attesa e trepidazione.
L'attenzione di tutti, compresa la nostra, è calamitata al
centro della piattaforma.
A cosa diavolo stiamo per assistere?
Uprising -
Muse
L'energumeno ruggisce
feroce, per poi cominciare a girare intorno alla vampira, assumendo una
posizione d'attacco.
Lei. Lei è immobile, come un secondo prima. Non lo guarda,
continua a fissare apparentemente il vuoto.
Senza che me ne rendessi conto il mio respiro ha cominciato a farsi
affannato. Assurdo.
Non riesco tuttavia a staccare gli occhi da quella figura accattivante
e inspiegabilmente mi accorgo di sentire una certa ansia stringermi il
petto.
I movimenti nervosi dei miei fratelli cessano all'improvviso, nel
momento esatto in cui il vampiro con uno scatto si scaglia contro
Isabella.
Appena si rende conto che tra le braccia stringe solo aria, schiamazzi
estasiati riempiono l'aria mentre gli sguardi si posano su una delle
reti.
Isabella è aggrappata ad essa ad un paio di metri di altezza
e
fissa inespressiva il gigante sotto di lei. Questo, dopo un attimo di
smarrimento, ricambia il suo sguardo con uno pieno di odio e cieca
follia.
“Idiota. Muscoli a
volontà, ma neanche un minimo di
cervello. E' mosso solo dal'istinto.” Jasper e la sua
mentalità da stratega.
“
Oddio. Allora è un combattimento!” Rose spalanca gli occhi,
portandosi una mano a coprirsi le labbra piene.
A quel punto la voce di Felix si fa largo tra i ruggiti e la musica.
“Si, beh...diciamo che
sono combattimenti un po' particolari.”
Incuriositi dalle sue parole ci voltiamo a fissarlo, attendendo
spiegazioni.
“In che senso?” La voce di Alice risulta
quasi...timorosa?
“Vedete, la ragione per
cui questo posto è introvabile non
è data solo dal fatto che, essendo vampiri, non possiamo
farci
scoprire dagli umani. Anche le nostre attività
richiedono una
certa riservatezza! Questo comprende anche ciò a cui state
assistendo...ed il suo regolamento.”
“Che vuol dire, che regole
ha?”
“
E' questo il punto, caro Emmett. La regola è una sola,
semplice e inequivocabile: vince...chi
resta vivo.”
Alice e Rose si lasciano sfuggire due versi strozzati, mentre Jasper ed
Emmett si irrigidiscono come me. L'orrore sui loro volti.
Io sono sconvolto. Semplicemente.
Che mostruosità è questa?!
“Vedete quei due
lassù” Con un gesto veloce indica
il
colosso e Isabella ancora impegnati nella loro lotta ”Ecco, prendete
lui ad esempio: è il suo primo incontro. Si è
presentato
qui tutto eccitato, dicendo che era venuto a conoscenza dei
combattimenti e che voleva assolutamente prenderne parte. Ha chiesto
espressamente di avere come avversario il migliore dei nostri.”
Il mio sguardo si punta
su Isabella, intenta a schivare un pugno del
vampiro per poi appoggiare le mani sulle sue spalle e con un balzo
sopra la sua testa atterrare dietro di lui.
“E noi lo abbiamo
accontentato.” Il sorrisino di Felix
è di puro e sadico divertimento.
“Stai dicendo che quella
lassù..”
“Esatto. Lei è
la punta di diamante. La campionessa finora imbattuta.”
Increduli e scioccati torniamo a fissare il combattimento che sta
evidentemente per volgere al termine.
Ogni movimento della vampira è stato leggiadro ma preciso,
per tutta la durata della lotta. Ogni mossa calcolata ed efficace.
Senza ombra di dubbio Isabella ha del talento in quel campo.
Ma ora sicuramente agli occhi di tutti
la situazione è piuttosto palese: il vampiro appare ridotto
male, ferite piuttosto serie ricoprono il corpo mastodontico. Il sangue
gli imbratta gli abiti e crea raccapriccianti macchie vermiglie sul
pavimento di pietra.
Lei è ancora perfetta. Non un segno sul corpo scolpito e
sinuoso. Lo fissa con quegli occhi profondi e inespressivi. Non lascia
trapelare nemmeno un'emozione.
“Ecco. Al solito...” La frase di Felix
è
seguita da uno sbuffo sconsolato che non riesco a decifrare.
Aro si alza in piedi, richiamando l'attenzione di tutti. Trattengo il
fiato senza averne bisogno, con l'agitazione che mi squassa il petto
dovuta al non sapere cos'altro succederà.
“Isabella.” La vampira si volta
impercettibilmente verso di lui, in viso un'apparente indifferenza.
“Credo proprio di poter
affermare con certezza che anche questa volta la vittoria sia tua, mia
cara.”
La vampira resta immobile, come se non avesse ascoltato una singola
parola.
“Ci risiamo...” Lo sbuffo di Felix
questa volta risulta infastidito e in qualche modo rassegnato.
“Che intendi?” chiede Jasper.
“Voglio dire che sono
certo che finirà come le altre volte!
Quando vince - cioè sempre - Isabella...beh, vi ho detto che
l'unica regola è che vince chi resta vivo, no?” Annuiamo
impercettibilmente.
”Ecco, Isabella tutte le
volte si rifiuta di finire
l'avversario! E' una follia! Non sappiamo perchè, lei non
è proprio una di molte parole.”
“Si rifiuta?”
“Già. E siccome
ha un certo ascendente
su Aro, diciamo che lui non la contraddice. Così
è sempre
uno di noialtri a finire...il lavoro!” In quello stesso istante
uno
schiocco potente ci fa voltare, giusto in tempo per vedere Demetri, uno
della guardia, staccare la testa del colosso. Un attimo dopo in mezzo
al "ring" una colonna di fumo e fiamme si innalza, creando scie
astratte nell'aria.
I ruggiti estasiati dei vampiri accalcati attorno alla rete, si
intensificano.
Mi costringo a distogliere lo sguardo per soddisfare la mia
curiosità.
“Non capisco, combatte ma
non vuole finire l'avversario?”
“Si, non so
perchè. Tuttavia non mi sorprende più di
tanto. Come avrai visto è leggermente differente da noi. -
mi
lancia uno sguardo critico - Assomiglia più a voi, in
effetti.
Avrai notato i suoi occhi...”
Certo, come avrei potuto non farlo. E' vegetariana.
“Dopotutto non
è certo qui perchè ama combattere!” La sua frase,
accompagnata da una risata di scherno, mi spinge a
chiedere spiegazioni.
“Si, insomma, non ha
chiesto lei di essere messa in quella gabbia tutte le sere! Diciamo che
Aro aveva delle ottime argomentazioni
che l'hanno spinta ad accettare. O meglio, costretta.”
Non è
lì di sua volontà. Non vorrebbe essere
lì. Ora mi spiego quello sguardo e quel comportamento.
Ma cosa potrà avere Aro in mano per poterla obbligare a
tutto questo? Dev'essere qualcosa di grosso.
“Avanti, seguitemi. Aro vi
aspetta.”
Un ultimo sguardo alla
gabbia.
Il fuoco si sta estinguendo.
Lei è sparita.
“Felix!! Finalmente li hai
portati da me!”
“Si, mio signore.” Felix si inchina
leggermente, mentre Aro lo
supera e viene verso di noi a braccia aperte. Caius e Marcus restano
immobili, senza mostrare nessun interesse.
“I figli di Carlisle
Cullen! Che piacere vedervi, ! Oh, lui
non lo vedo però, e nemmeno la sua adorata Esme!” Il suo
sguardo potrebbe apparire relamente dispiaciuto. Non a noi
però,
lo conosciamo piuttosto bene da sapere che la sua maschera di cortesia
nasconde ben altro.
Mi decido a parlare.
“Già. In
effetti questa nostra visita non era...prevista.
Quando Alice ha avuto la visione non immaginavamo certo di incontrarvi,
Aro”
Lo sguardo del vampiro
saetta nel mio e il suo sorriso si allarga.
“Edward, figliolo! Che
bello averti qui. Allora dimmi, lo spettacolo è stato di
vostro gradimento?”
Il disgusto mi chiude la
gola, perciò tutto quello che mi esce è una
smorfia camuffata in un sorriso.
“Signore, ve l'ho portata.” Demetri fa la sua
apparizione da
una porta laterale. Ci scruta per un istante, ma distoglie subito lo
sguardo.
“Oh! Bene. Bene. Falla
entrare!”
Il vampiro fa un cenno d'assenso, poi si scansa liberando il passaggio.
“Forza, entra!”
Isabella, vestita come poco prima, avanza verso di noi, il viso
bellissimo ma teso. Nessuna espressione solca quella pelle priva
d'imperfezioni.
Si ferma a pochi passi da Aro, che la fissa adorante. I suoi occhi
sembrano pieni di...orgoglio?!
“Mia cara! Sei stata
meravigliosa anche questa sera. Vieni, ti
voglio presentare degli ospiti speciali.” Le posa una mano lattea
sulla spalla nuda e a quel gesto la vedo scostarsi impercettibilmente.
Si avvicinano a noi fermandosi ad un metro di distanza.
“Cara, loro sono la
famiglia Cullen.” Lei non alza nemmeno lo
sguardo, si limita a salutarci con voce spenta.
Vedo Alice fare un passo quasi timoroso verso di lei e porgerle infine
una mano.
“Piacere, Isabella. Io
sono Alice.” Il viso della vampira
è percorso da un lampo di sorpresa: probabilmente non si
aspettava un gesto del genere. Sembra riflettere su cosa fare, infine
alza gli occhi e li posa in quelli di mia sorella, stringendole la mano.
“I vostri occhi...” Il suo sussurro stupito
rivela una voce celestiale.
“Si. Anche noi seguiamo la
tua stessa dieta.”
A quel punto Alice, come
incoraggiata, con una mano ci indica.
“Loro sono la mia
famiglia, o almeno una parte. Lui è
Jasper, il mio compagno.” Jasper accenna un
sorriso cortese e lei
risponde con un cenno del capo.
“Loro invece sono Emmett e
Rosalie, marito e moglie nonchè miei fratelli.”
Rose le rivolge un saluto e un sorriso sincero, mentre Emmett sgrana un
sorriso enorme.
“Piacere, Isabella!”
“Ciao.”
“Infine questo
è un altro dei miei fratelli. Edward.”
Finalmente i suoi occhi
si incatenano ai miei. Per la prima volta vedo
qualcosa muoversi in quei pozzi ambrati, ma dura solo qualche istante.
Non saprei definirlo, so solo che è stato qualcosa di
intenso
che mi ha investito come un muro d'acqua, stordendomi.
Aro mi scruta intensamente, per poi spostare gli occhi sulla figura di
Isabella che è tornata a fissare il suolo.
Quello che succede un istante dopo mi gela sul posto.
Aro afferra un braccio della vampira e la fa voltare verso di lui.
In un attimo preme con violenza le sue labbra su quelle di Isabella.
Non so proprio cosa ne
sia venuto fuori. Nè cosa ne uscirà se vorrete
che continui.
Immagino che dovremo stare a vedere. Ne so quanto vuoi per ora! ^^
Sotto
vi metto un'immagine di quello che ho pensato essere la "tenuta" da
combattimento di Bella. Potete
immaginare che non è stata esattamente una sua scelta! L'attrice
nella foto non rispecchia la mia idea di Bella, nel senso che per
Twilight mi piace continuare ad immaginare Bella come Kristen, Edward
come Robert e così via. Però l'immagine mi serve
per farvi avere un'idea. Il vampiro-colosso me lo vedo esattamente come
nella foto, stessa cosa per la gabbia.
Le canzoni non saranno obbligatoriamente legate ai vari capitoli. Sono
canzoni che amo e che mi danno ispirazione. Tutto qui.
Che dire. Spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. Se
così sarà, avrò un buon motivo per
continuare con questa follia!
Un grazie anticipato a chiunque vorrà farmi sapere se vale
la pena di spenderci del tempo, a chiunque vorrà dare dei
consigli......e si, dai, anche a chi vorrà semplicemente
consigliarmi di darmi all'ippica.
Un abbraccio.
Andy, per servirvi.
Gabbia,
Colosso e Abbigliamento Bella
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Non vi trattengo,
partiamo subito con il capitolo.
Ci vediamo in
fondo.
Buona lettura.
The
Cage
...Quello che succede un istante
dopo mi gela sul posto.
Aro afferra un braccio
della vampira e la fa voltare verso di lui.
In un attimo preme con
violenza le sue labbra su quelle di Isabella...
Capitolo 2
Edward
Fader -
The temper trap
La
presa di Aro intorno al braccio di Isabella si intensifica ,
così da trascinarla verso di lui e farla scontrare contro il
suo
petto.
Intorno a loro cala il silenzio: Marcus distoglie lo sguardo quasi
infastidito mentre Caius ghigna divertito.
Inizialmente vedo Isabella irrigidirsi e opporre una certa resistenza.
O più probabilmente è la mia mente che vuole
convincersi
di aver visto qualcosa che in fin dei conti non c'è.
Dopo qualche istante la vedo rimanere immobile, in attesa.
Ma in attesa di cosa?
I suoi occhi, al contrario di quelli di Aro, sono aperti e
costantemente inespressivi, come se dentro di lei non ci fosse davvero
spazio per alcuna emozione.
Le braccia sono tese lungo i fianchi, i pugni serrati.
Le sue labbra...non si muovono.
Non sta rispondendo al bacio. Semplice riservatezza dovuta alla
presenza di estranei?
Può darsi. Segretamente, però, il mio cuore spera
che il suo atteggiamento sia dovuto a ben altro.
Forse lei quel contatto non lo desidera. Non lo sente.
Non lo senti, vero? Non è quello che vuoi. A me puoi dirlo.
Distolgo immediatamente lo sguardo da quella scena, mentre improbabili
conati di vomito mi attorcigliano lo stomaco.
Che diavolo mi prende?
Quando getto un'occhiata verso di loro, gesto dettato probabilmente da
un moto di masochismo acuto, lo faccio giusto in tempo per vedere Aro
staccare finalmente
le sue luride labbra da quelle della vampira.
Isabella si scosta velocemente, cercando tuttavia di non dare
nell'occhio e i suoi occhi si posano immediatamente in un punto
qualsiasi, accanto alla porta dalla quale è entrata qualche
minuto prima.
Vuoi scappare? E' questo che vuoi?
Ti aiuterei. Chiedimelo. Avanti, fallo.
Ovviamente non pronuncio nemmeno uno dei miei pensieri. Devo essere
impazzito.
Aro le rivolge un ultimo sguardo eccitato, per poi voltarsi verso di
noi con un sorriso smagliante.
Edward...Controllati.
Il pensiero di Jasper mi immobilizza. In quel momento mi rendo conto di
avere le unghie quasi conficcate nei palmi e i denti serrati e
impastati dal veleno.
Si. Sono impazzito, non c'è altra spiegazione.
Stavo davvero pensando di attaccare Aro e causare così
un'incidente di dimensioni cosmiche?
Stavo per mettere in pericolo la mia famiglia.
E per cosa poi? Per chi?
Una vampira appena incontrata?
L'avrei fatto davvero?
Si.
La semplicità con cui ho risposto a quelle domande mi
terrorizza, costringendo Jasper ad utilizzare il suo potere su di me.
Devo andarmene di qui. Adesso.
“Vorrei andare nella mia
stanza.” Con uno scatto mi volto
verso l'origine di quelle parole. Isabella fissa Aro con occhi
vuoti, attendendo una risposta.
Il vampiro ricambia il suo sguardo con uno allegro, meditando forse la
risposta. Mi sembra però di scorgere un lampo di rabbia nei
suoi
occhi.
“Certamente,
mia cara. Vai pure.”
Non l'ho immaginato stavolta.
Nell'esatto istante in cui Aro ha riportato la sua attenzione su di
noi, negli occhi di Bella è esplosa la rabbia. Una rabbia
cieca....tutta indirizzata al vampiro.
Con un movimento fulmineo si volta, decisa ad uscire al più
presto, ma prima di sparire ci guarda.
Un saluto e sparisce.
Mi ritrovo a fare un invisibile passo verso quella porta che si
richiude con un tonfo sordo.
Era un addio? Non la rivedrò.
Cazzo. Perchè mi dispiace? Non deve.
Devo smetterla.
“Credo
sia arrivato il momento che anche noi togliamo il disturbo.”
Aro mi fissa stupito, quasi dispiaciuto. Io, però, sostengo
il suo sguardo.
“Oh, di
già? Che peccato!”
Con grande sforzo saluto educatamente
tutti e tre i vampiri e con i miei fratelli seguo Felix che ci fa
strada. Attraverso quella
porta.
Procediamo in rigoroso silenzio attraverso un corridoio largo e
fiocamente
illuminato e i pensieri vorticosi della mia famiglia rimbalzano
freneticamente nella mia testa.
Poi un boato, seguito da un ringhio come trattenuto, rimbombano tra le
fredde pareti, immobilizzandoci e facendoci voltare.
Alla nostra destra si apre un altro corridoio, più stretto e
buio, perpendicolare a quello che stavamo percorrendo.
In fondo ad esso, Isabella.
La fronte appoggiata al muro e gli occhi serrati. Con una mano sembra
reggersi alla parete, mentre l'altra è chiusa a pugno ed
affondata
nella dura pietra: un solco di cinque centimetri avvolge quelle dita
esili ma letali.
La sua espressione è tormentata.
No. E' disperazione.
Improvvisamente mi rendo conto che ho voglia di sentire cosa pensa. O
meglio, ne sento un bisogno
quasi morboso.
Per questo mi concentro su di lei.
Maledetto. Maledetto!
Prima o poi me la pagherai... giuro che..
In un attimo la vedo irrigidirsi e voltarsi verso di noi con uno scatto.
I suoi occhi si incatenano subito nei miei, con una sicurezza tale da
farmi pensare che sapesse bene cosa, anzi chi, cercare.
Fastidio, frustrazione, rabbia...paura.
Ecco cosa vi leggo. Paura? Di cosa? Di me?
Sa che le stavo sondando la mente, lo sa. So che l'ha sentito, per quanto
possa sembrare folle. Ne ho la certezza.
Teme che abbia potuto sentire quello che stava pensando?
Se si, perchè?
E soprattutto a chi era indirizzata tutta la rabbia che trasudava dai
suoi pensieri. Era tanta, davvero tanta.
Quando riemergo dalle nebbie dei miei dubbi davanti a me c'è
il nulla.
Se n'è andata.
Felix, dopo un secondo, riprende a camminare seguito dai miei fratelli,
la cui confusione ha raggiunto i livelli dell'esasperazione.
Frastornato, li distanzio di qualche passo, ma sono costretto a
bloccarmi un'altra
volta. Il mio sguardo si posa ancora nel vuoto che pochi istanti prima
era occupato da lei.
L'eco di un singhiozzo pieno di dolore mi colpisce nello stomaco come
un tornado. Devastante.
“Edward,
che diavolo sta succedendo?” Emmett mi
affianca, le sopracciglia aggrottate.
Dopo che Felix ci ha ricondotti all'esterno passando da un'uscita
secondaria, ci siamo incamminati verso l'auto, ognuno perso nei propri
pensieri.
Ora però sembra che il bisogno di capirci qualcosa sia
comune a tutti e cinque.
“Io...io
so che
può sembrare sciocco, ma...forse se lo dico ad alta voce
tutto
questo si rivelerà solo una brutta allucinazione! Si,
forse...forse è così...” dice Rosalie,
mentre sembra non riuscire a tenere ferme le mani, che si muovono
avanti e indietro davanti al suo viso.
“Rose...”
Jasper la guarda comprensivo, facendole notare però quanto
quell'ipotesi delle allucinazioni sia alquanto improbabile per esseri
come noi.
“Ok.
Vediamo di ragionare.”
Emmett si ferma accanto alla Volvo e si volta verso di noi, le mani
protese in avanti come un invito a rimanere in quelle posizioni; fermi
e attenti.
“Allora, siamo venuti qui per capire qualcosa di quella
strana
visione che ha avuto Alice questo pomeriggio. Abbiamo trovato un...
cos'è un "locale" per vampiri gestito dai
Volturi? Bene, fin qui ci sono.” Lo guardo
scuotere la testa, come sconvolto dalle sue stesse parole.
“Poi
abbiamo scoperto che quel posto non solo è una specie di mensa il cui piatto
forte sono persone ” sbarra gli
occhi, passandosi una mano sulla fronte “ma, come se
non bastasse, là sotto si organizzano incontri all'ultimo
sangue tra vampiri. Dentro una gabbia!?” Il suo
sguardo passa su ognuno di noi, come a cercare una qualsiasi reazione
che confermi che il pazzo non è lui.
“Ragazzi,
sappiamo tutti cosa abbiamo visto stasera. Il punto è: cosa
intendiamo fare a proposito?” chiede Alice,
stringendosi al braccio del marito ma puntando i suoi occhi nei miei.
“Che
intendi?”
Jasper la guarda con un sopracciglio alzato.
“Voglio
dire,
dobbiamo parlarne con Carlisle ed Esme? Cosa dovremmo dirgli? Con ogni
probabilità vorranno trasferirsi al più presto!”
Non so spiegarmi il motivo, ma a quell'ipotesi la prima risposta che mi
viene in mente è no,
non ora!
Come se fossero legate insieme da un filo le loro teste si voltano
verso di me. Li osservo, ma evito di lasciarmi sommergere dai loro
pensieri, dalle loro domande. Ho bisogno di allontanarmi.
“Non
lo so. Ora
come ora non lo so. Sentite, voi cominciate ad avviarvi... io ho
bisogno di schiarirmi le idee. Ci vediamo a casa.” Li vedo
annuire e, senza attendere oltre, inizio a correre, scomparendo nel
folto del bosco.
Corro.
Corro e prego che quella sensazione svanisca.
Corro e mi trovo a sperare che l'ipotesi di Rosalie possa essere reale.
No, niente allucinazioni per i vampiri.
Rallento piano fino a fermarmi accanto ad un'enorme abete.
I pensieri cominciano subito a scivolare nella mia mente come una
nebbia densa e fredda. Mi impongo di non farlo, perciò provo
a
distrarmi. Subito la scia dell'odore di un grosso alce maschio stuzzica
la mia sete. Ad un centinaio di metri.
Scatto e mi lancio all'inseguimento.
Temptation
- Moby
Purtroppo la mia distrazione è durata poco. Lascio cadere la
carcassa dell'animale ai miei piedi e l'insoddisfazione mi fa storcere
la bocca.
Così non va. Non riesco a smettere di pensare.
Mi lascio scivolare contro un tronco nodoso e umido e appoggio i gomiti
sulle ginocchia, prendendomi la testa tra le mani.
Mi perdo nel ricordo di due occhi profondi fatti di sole. Mi
tormentano, non riesco a liberarmene.
No, è assurdo.
Un profumo delicato e in qualche modo familiare mette in allerta i miei
sensi: sollevo solo gli occhi, non muovendo altro muscolo.
Potrebbe apparire come una scia indistinta e sfumata, ma ai miei occhi
di vampiro la sua corsa è normale.
Fiuta l'aria, gli occhi fissi davanti a sè, mentre i capelli
si
muovono liberi intorno al suo viso, sfiorandolo. Il corpo è
fasciato da un vestitino leggero e semplice; la sua figura è
aggraziata e naturalmente
sensuale, segue ogni movimento e asseconda il tendersi dei muscoli.
Resto immobile, in attesa che avverta la mia presenza. E' inevitabile.
Ed infatti la vedo spalancare gli occhi e fermare la sua corsa
con un movimento brusco. Ora è esattamente davanti a me, ad
una
quindicina di metri.
Si volta, quasi timorosa, e il suo sguardo incontra il mio. Di nuovo.
Lentamente, senza interrompere quell'unico contatto, alzo la testa.
Ci fissiamo, mi studia.
Decido di alzarmi in piedi, sempre con molta cautela per evitare di
innervosirla. Potrebbe
scappare. Non è quello che voglio.
“Ciao.”
Al mio saluto piega leggermente la testa verso sinistra per poi fare un
passo avanti, impercettibile per un occhio umano. Incoraggiato da quel
gesto provo a continuare.
“Mi sorprende
vederti qui...Isabella
” Le sorrido gentile mentre questa volta il microscopico
passo in
avanti lo faccio io. Mi osserva incuriosita e quando ormai mi sto per
rassegnare ad una conversazione unilaterale la sua voce mi sorprende.
“Sono
negata quando si tratta di nomi.”
Dovrei sentirmi offeso perchè non ricorda il mio nome? Non
ci riesco.
E se anche fosse, ora come ora la mia concentrazione è tutta
rivolta a fare tutto il possibile perchè quello spiraglio
non si
chiuda. Mi ha risposto. Non è fuggita, sta parlando con me.
Coraggio, Edward.
“Edward. Mi chiamo
Edward Cullen.”
“Giusto” Annuisce
lentamente.
Non rifletto e infatti mi lancio a testa bassa, dicendo il primo dei
pensieri che vorticano nella mia testa.
“Sei
fuggita?”
I suoi occhi si riducono in due fessure.
“Cosa
ti fa pensare che ne avrei bisogno?”
Subito mi tornano in mente le parole di Felix e alzo un sopracciglio,
come a farle notare l'ovvietà della
situazione e non riesco ad impedire ad un angolo della bocca di
alzarsi, in un sorrisino spontaneo.
La vedo incrociare le braccia sotto il seno e distogliere velocemente
lo sguardo. Nonostante mi aspetti di non ricevere risposta, il suo
sussurro mi arriva chiaro.
“Mi è concesso di uscire per nutrirmi.” Il sorriso
muore sulle mie labbra, così com'era comparso.
Davvero magnanimo da parte loro. Bastardi.
Il suo sguardo è sfuggente, probabilmente perchè
si sente
a disagio. Colpa mia, non riesco a distogliere gli occhi dal suo viso.
Decido di prendere in mano quella situazione, perchè ho la
sensazione che se non dico qualcosa, presto la vedrò correre
via. Via da me.
“Come
stai?”
Bravo. No, davvero complimenti.
I suoi occhi guizzano a cercare i miei e delle piccole increspature
compaiono sulla sua fronte. Sembra riflettere su qualcosa, poi scioglie
inconsapevolmente e di poco la posizione rigida del corpo.
“Sai, quando qualcuno ti chiede come stai, il
più delle volte non è realmente interessato alla
risposta.”
Un sorriso mi nasce spontaneo.
“Beh,
questa non è una di quelle.”
Scuote la testa, socchiudendo gli occhi e, ne sono certo, l'ombra di un
sorriso si fa strada sul suo volto. Ecco però che scompare
immediatamente.
Si tormenta il labbro inferiore tra i denti, persa in chissà
quali pensieri. Perchè ora non li sento più? Sono
sicuro
che solo poche ore fa...
“Sto
bene, grazie.”
No, non ci siamo Isabella.
“Scommetto
che saresti pessima a poker.”
“Scusa?”
“Non
sai mentire.”
Vedo i suoi occhi spalancarsi e la bocca aprirsi un paio di volte, a
vuoto.
“Sai,
c'è differenza tra avere
un bell'aspetto e stare
bene.”
E' turbata. Non mi serve il potere di Jasper per capire questo. Forse
ho azzeccato in pieno.
“Non so davvero di cosa tu stia parlando, mi spiace. Credo
che tu abbia capito male.”
No, io non credo.
“Forse.”
Ci fissiamo intensamente. Sembra intenzionata a sostenere lo sguardo
per convincermi delle sue parole.
Mi avvicino con cautela e, a riprova della sua determinazione, non
indietreggia.
“Isabella...”
“Bella.”
“Bella.” le sorrido.
Ormai sono a meno di un metro da lei. “Non
riesco a credere che tu stia in mezzo ad individui di quel tipo per tua
volontà. Che combatta...per il puro piacere di farlo. Non me
la
bevo.”
Devo aver esagerato. Ho osato troppo, perchè i suoi occhi si
scuriscono, macchiandosi di nero e tutti i muscoli del corpo tornano a
tendersi sotto la pelle candida e profumata.
Fa un passo indietro. No.
“Tu
che ne sai?
Mh? Non mi conosci, ci siamo appena intravisti, e per pochi minuti, e
già ti metti a psicanalizzarmi, convinto di sapere.”
No. No.
“Bella,
ascolta io non...”
“Invece
non sai un bel niente! Niente!”
La voce quasi le trema e non so se per la rabbia o per il dolore che
leggo nei suoi occhi, nonostante faccia di tutto per apparire
impassibile.
Mi mordo la lingua per fermare il fiume di parole, di scuse, di
preghiere.
Sono un idiota. Quanto c'ho messo per farla innervosire? Due minuti.
Tre?
Dovrei farmi i complimenti.
Un altro passo indietro, ora più marcato.
No, maledizione.
“Bella,
ti prego. Aspetta.”
Stringe forte i pugni abbandonati lungo i fianchi, ma i suoi occhi
restano piantati nei miei.
Mi avvicino di un passo. Lei ne fa un altro indietro.
No.
“Posso
aiutarti, Bella. Se non vuoi...se non vuoi stare là. Io
posso...”
Posso davvero?
“Torna
dalla tua famiglia, Edward. Torna alla tua vita perfetta e felice. Non
sai di cosa stai parlando.”
Dimmelo, allora! Spiegami. Spiegami perchè non riesco a
togliere
il tuo viso segnato dal dolore da davanti agli occhi. Spiegami
perchè, nonostante di te non conosca nulla, sento
il
pressante desiderio di fare qualcosa per te.
Perchè so che non vuoi questa vita. Lo sento.
Sento che là in mezzo sei in pericolo. E mi fa male.
Sento che non sei felice. E
mi fa male.
Spiegami perchè
fa male.
E' sempre più lontana. Preso dall'agitazione di non sapere
come trattenerla, faccio l'unica cosa che sento di poter fare.
“Ci
vediamo qui domani?”
Lo so che è suonata come una supllica. Patetico.
Non mi importa però.
“No.
Te l'ho detto, non capisci. Non...non hai idea...” sussurra,
scuotendo piano la testa.
Mi volta le spalle, pronta a correre via.
Dio, sono patetico.
“Ti
aspetterò qui. Domani”
Un sospiro leggero precede la sua risposta.
“Non
dovresti. Non verrò.”
“Magari
no...magari si.”
Non risponde, non si volta. Resta immobile.
Dopo un attimo, forse di esitazione, la guardo sfrecciare via tra gli
alberi imponenti e maestosi.
“Buonanotte,
Bella.
” Sono
certo mi abbia sentito.
Non cerco neanche di trattenere quel sorriso che mi parte dal cuore.
Sorrido, anche se forse lei domani non verrà.
Sorrido, anche se non sono sicuro di poter tenere fede alla parola e
aiutarla.
Sorrido, anche se forse lei ha ragione: non ho idea in cosa mi stia
andando a cacciare.
Sorrido...perchè al momento non mi importa di tutto questo.
Non commento. Non
giustifico. Spero.
Voglio ringraziare però tutti quelli che hanno sprecato un
po'
del loro tempo su questa follia. Chi ha letto soltanto, dimostrando
coraggio nel continuare anche dopo il primo capitolo.
Chi ha commentato, ancora di più. Altri preziosi minuti di
vita impiegati.
stellalilly
:
decisamente sei stata la più coraggiosa...il primo commento!
^^
Ti ringrazio davvero per l'entusiasmo, sei molto gentile. Mi scuso se
hai dovuto aspettare una settimana, purtroppo però il tempo
è quello che è. Spero che l'attesa sia stata
ripagata.Un bacio e grazie ancora.
rodney : grazie.
Infinite. Fa sempre tanto piacere sapere che gli sforzi non sono vani.
Aro, si, non starà molto simpatico, temo. Mi auguro che
anche questo capitolo ti faccia venire voglia di continuare a seguire
per vedere come si evolvono le cose. Un bacio grande!
enifpegasus
: ti piacciono i Volturi, eh? beh, nella mia storia non saranno molto
simpatici, per usare un eufemismo! Spero che questo non ti dispiaccia
al punto da farti cambiare idea sulla mia storia. Mi servono dei
cattivi! :) Grazie mille per aver speso qualche minuto per recensire!
Lo apprezzo molto! Un bacione.
pinkgirl
: stessi gusti musicali? Lo spero. Ammetto che spazio abbastanza in
questo campo. So solo che adoro la musica, è una parte
fondamentale, anche della storia e della sua realizzazione! Il mistero
verrà svelato...nei tempi giusti, si, ma verrà
svelato! ^^ Spero di non averti fatto attendere troppo per il capitolo
e anche che abbia soddisfatto le tue aspettative. A presto e grazie
ancora! Un bacio
feffira
: si, beh, la reazione di Aro non è casuale.
Chissà cos'ha notato? Colpo di fulmine, dici? Chi lo sa! (
No, davvero...chi lo sa? ° .° io ancora no! ^^) Mi
auguro sinceramente che anche questo capitolo sia stato di tuo
gradimento. Grazie mille per aver lasciato un commento! Alla prossima!
Un bacio
Mr Darcy
: grazie grazie grazie! XD che entusiasmo! chissà se dopo
questo capitolo la penserai allo stesso modo! ^^ Incrociamo le dita! Un
bacio!
ginny89potter
: orrore...hai detto la parola giusta. povera Bella! però
era necessario ai fini della storia! il mistero, come ho detto,
verrà svelato...pian piano! ^^ Spero avrai voglia di
scoprirlo! Anche a me è sempre piaciuta quel tipo di Bella.
E' un po' - un po' tanto - OOC, ma intriga! ^^ Grazie infinite per il
commento, mi rende felice e orgogliosa! E mi ripaga della "fatica". Un
abbraccio forte!
greta1992
: ciao! spero non sia una costrizione d'ora in poi! XD Tante domande,
eh? Lo so...avrai le tue risposte, lo prometto! Già...anche
io preferisco leggere, e scrivere soprattutto, storie in cui non
c'è subito un rapporto di amore travolgente tra i due
protagonisti...tutto a suo tempo. Certo, un tipo di legame e di
interesse non può mancare...e infatti...^^ Grazie ancora per
i complimenti! Alla prossima! Un bacione!
kikka_la cantante di edward : fortuna mia che hai fatto
quell'errore! la speranza è che quando - e se - aprirai
anche i prossimi capitoli sarà per volontà tua!
^^ riguardo a Bella credo che tu abbia ragione! ops...ho detto
già troppo! Grazie mille, sei gentilissima! Spero vorrai
darmi un parere anche su questo...altrimenti spero comunque gradirai il
resto della storia! Un bacione!
nanerottola
: ahaha, tranquilla. in realtà nemmeno io all'inizio avevo
tutto chiaro in testa! ...pian piano i misteri verranno svelati e le
domande troveranno risposta. Sibillina, eh?! XD grazie mille per aver
commentato! Un bacio grande!
Un grazie dal cuore anche a chi ha messo nei preferiti.
aki93
alexiell
bell
Bella_kristen
Chiho_chan
Darlin_Dayi
debby 92
Diavoletta090
elita
elypar
feffira
Gaia88
gegge_cullenina
Gio_Cullen
giulina
greta1992
hale1843
Isabella
v
Kessi
kiakki94
kikka_la cantante
di edward
Kristen92
ladycullen
LittleBloodyMary
milkywa2
Naruchan Love
4ever
PATRIZIA70
pinkgirl
stellalilly
Synie
underworld_max
__cory__
E grazie a chi l'ha messa tra le seguite
momo
acqua1879
angioletto86
arualga91
enifpegasus
fuffycullen
ginny89potter
ka chan
kittylit90
Lau_twilight
Marika92
Millennia Angel
mimi14
Mr Darcy
opossum_
Raky
Cullen
rakyprincipessa
rebecca73
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Rumy
sab
tenerona
_Gothik_Elvina_
Alla
prossima.
Andy, per
servirvi.
Abbigliamento
Edward e Bella
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Salve
a tutte!
E' tardi. Sono le 2.48, ormai è martedì. Sono
appena tornata a casa. Il letto mi fissa sconsolato.
E io me ne sto qui a fissare lo schermo. Perchè so che
c'è ancora qualcosa che non va in questo capitolo. E'
scritto,
sembrerebbe pronto. Tuttavia, sebbene il link Aggiungi un nuovo capitolo
mi stia facendo l'occhiolino da dieci minuti buoni - si,
stasera
gli oggetti inanimati della mia stanza interagiscono con me - non
riesco comunque a convincermi.
Perchè non voglio in nessun modo deludere le meravigliose
anime
pie che stanno spendendo parte del loro tempo, seguendo questa storia.
Devo assolutamente trovare quel qualcosa che mi impedisce di esserne
totalmente soddisfatta.
Giuro che domani - oggi - leggerete questa introduzione, seguita dal
capitolo.
Al più tardi in serata posto. Perchè posto,
promesso! (Anzi mi scuso per il ritardo. Con la R maiuscola.)
Quindi in teoria questa introduzione non ha senso, perchè
quando
la leggerete il capitolo sarà già lì,
perciò....
Mi sono incartata.
Si, l'introduzione non ha senso.
Bon, tanto per restare fedele alla mia precaria e alquanto preoccupante
condizione mentale - che avrete cominciato a delineare - la lascio qui.
Non la cancello.
Siete ancora in tempo per prendere le distanze. Anche io avrei paura,
fossi in voi.
The
Cage
Capitolo
3
Bella
Pitter
pat - Erin McCarley
Non ci andrò.
Non ne ho la minima intenzione.
Non c'è nemmeno motivo di stare qui a pensarci.
Però lo sto facendo. Cazzo.
Sbuffo rumorosamente, facendo sobbalzare il cucciolo che se ne sta
acciambellato sulla mia pancia.
Si, una vampira vegetariana che ha un cane. Fosse l'unica follia della
mia vita, se così la si può chiamare.
L'ho trovato una sera di qualche mese fa nel bosco. Contro ogni logica
mi si è subito avvicinato, leccandomi una caviglia e
strusciando
il musino contro la fredda pelle del polpaccio.
Da quel giorno non mi ha più lasciato.
Mi fissa con gli occhioni spalancati e inclina la testa di lato,
curioso, mentre un'orecchia pelosa si alza in allerta.
Mi scappa un sorriso, uno dei pochi sinceri, e per scusarmi di averlo
spaventato inizio a grattargli il pelo morbido dietro l'orecchio, che
subito si rilassa. Torna ad appoggiare il muso sul mio ventre e chiude
gli occhi, cullato dalle mie carezze.
Rilasso la testa sul cuscino, lo sguardo comincia a vagare per la
stanza sontuosamente arredata. Pagliacci.
Mi fanno combattere in una gabbia di ferro. Per il resto del tempo mi
rinchiudono qui. Una
gabbia dorata.
Il punto non cambia.
Li odio. Li odio con tutta me stessa.
Hanno distrutto tutto. Tutto.
Se solo quel giorno...se...
Maledizione!
Riporto gli occhi sul cucciolo, ora profondamente addormentato. Non gli
ho mai dato un nome. Non perchè non ci abbia mai pensato,
no.
Semplicemente evito.
Sapere il nome di qualcuno porta ad una conoscenza. La conoscenza
può portare ad affezionarsi.
Conoscevo il nome di tutti quelli che mi hanno abbandonato. Di quelli
che ho perso.
Affezionarmi a qualcuno mi ha sempre portato dolore.
Non posso commettere di nuovo lo stesso errore. Non posso permettermi
di coinvolgere nessun altro.
“Sono
negata quando si tratta di nomi.”
Non è vero. E comunque la memoria di un vampiro
difficilmente fa cilecca.
Ricordavo perfettamente il suo nome, ieri. Ma non voglio ricordarlo.
Non posso.
“Edward.
Mi chiamo Edward Cullen.”
Stringo forte le palpebre, mentre le dita si chiudono spasmodicamente
attorno alle lenzuola viola.
No, è certo.
Non ci andrò.
Edward
Ancora un'ora. Un'ora e la rivedrò. Forse.
Potrebbe non presentarsi, dopotutto sembrava piuttosto decisa.
Probabilmente perderò il mio tempo, starò
là ad aspettarla. E lei non verrà.
Eppure l'idea di non presentarmi a mia volta non mi sfiora nemmeno ora.
Uscirò da questa stanza tra pochi minuti e
correrò in
quel bosco. L'aspetterò sotto quell'albero,
finchè il
sorgere del sole non confermerà le mie paure.
Paure. Ho paura? Paura che non la rivedrò. Paura che in
realtà le mie supposizioni siano totalmente errate, frutto
della
mia mente che vuole convincersi che lei sia diversa da loro.
Potrei sbagliarmi. Forse lei non ha bisogno del mio aiuto. Forse lei
non vuole
il mio aiuto perchè...
No. Non è un'assassina. Quando la guardo negli occhi non
è un lago cremisi quello in cui sprofondo.
E' un campo di grano immerso nel sole.
Sorrido e, come un incoraggiamento, il riflesso nella vetrata della mia
stanza risponde con un sorriso ancora più radioso.
Lo so, non è possibile. Eppure...
In un secondo mi fiondo al piano di sotto.
In salotto Esme legge una rivista di arredamento seduta sulla
grande poltrona color avorio - la preferita di Carlisle -, mentre Alice
e Jasper sono seduti sul divano a scambiarsi dolci carezze.
Mia madre si accorge della mia presenza e, distogliendo l'attenzione
dalla sua lettura, mi sorride amorevolmente.
“Tesoro, vai a caccia?” La guardo, ricambiando
il sorriso, e sto per risponderle ma Alice mi precede.
“Oh, no. A caccia
c'è stato ieri!” sorride, divertita.
Impicciona.
Non contenta, rincara la dose.
“Devi sapere, Esme, che il
nostro Edward ha trovato un piacevole
progetto a cui dedicarsi!!” Il sorrisino malizioso
che mi rivolge completa il tutto.
Sbuffo, mentre gli occhi di Esme e Jasper si alternano tra me e mia
sorella.
“Lei non è un progetto, Alice!”
Esme si drizza subito sul posto. Un sorriso estasiato compare
immediatamente sulle sue labbra.
“Lei?”
Ma porca...
Comincio a guardarmi intorno a disagio, mentre la voglia di raggiungere
presto la mia meta cresce ogni secondo che passa.
Alice nota probabilmente la mia fretta perchè,
raddrizzandosi un poco dall'abbraccio di suo marito, si rivolge ad Esme.
“Ora lasciamolo andare,
tanto per ora non avremo risposte da lui. E poi non vogliamo certo
farlo arrivare in ritardo...e farla
attendere, no?”
Farla?
Allora verrà?
Scatto subito sul posto, fissando mia sorella con trepidazione.
“Hai visto qualcosa? Ci
sarà?!”
Lei ricambia con
una risatina, per poi tornare tra le braccia protettive di Jasper.
“Oh, io non so nulla! Vai
e scoprilo!”
Non me lo faccio ripetere una seconda volta e mi ritrovo a correre come
un ossesso tra cespugli e alberi umidi di pioggia.
Nel mentre ripenso alla situazione. A casa ancora non abbiamo detto
nulla, ma non possiamo tenere nascosta questa cosa ancora per molto.
Esme e Carlisle hanno diritto di sapere. Siamo una famiglia e abbiamo
sempre affrontato tutto come famiglia. Senza contare che se lei
accetterà il mio aiuto, avrò bisogno del loro
supporto.
A chi voglio darla a bere? Se anche non dovessero ritenere saggio un
nostro coinvolgimento, se anche non volessero mettere a repentaglio la
loro stabilità, ma soprattutto le loro vite, so
già quale
sarebbe la mia scelta.
Ed ecco che non riesco a trattenere un altro sorriso mentre accelero la
mia corsa.
Black
swan song - Athlete
Arrivo in pochi minuti e riconosco subito la sequoia del nostro
incontro.
Mi avvicino e accarezzo distrattamente la corteccia ruvida e nodosa,
mentre gli occhi corrono subito alla ricerca di un qualcosa che possa
palesare la presenza della vampira.
Nulla.
La calma più assoluta.
Forse avrei dovuto specificare un orario. Magari dovevo essere
più preciso.
No, non sarebbe cambiato nulla. Avrei comunque aspettato tutta la notte.
Il fatto è che forse Alice si è sbagliata. Forse
ha avuto
un lampo di indecisione che ha causato la visione. Tutto qui.
Ma si sa, sono un tipo piuttosto testardo.
Appoggio la schiena al legno umido del tronco. E aspetto.
Lei verrà.
Dopo una decina di minuti un profumo fresco e avvolgente cattura la mia
attenzione e subito scatto in posizione eretta. E' il suo.
E' lontano ma si avvicina velocemente.
E infatti in pochi secondi Bella si ferma davanti a me, a qualche metro
di distanza.
E' bella. Lo è, davvero.
Ci fissiamo. I suoi occhi non tradiscono nessuna emozione, mentre io a
stento riesco a trattenere un sorriso soddisfatto.
Con un leggero colpo di reni mi stacco dal tronco dell'albero,
rimettendomi dritto.
Faccio un passo deciso verso di lei, ma subito la sua voce si fa largo
tra di noi, come a voler mantenere una certa distanza.
“Non sono venuta per il
motivo che credi tu.”
Mi blocco preso
in contropiede, ma dura poco. Abbasso la testa e sorrido, divertito.
“Capisco. Tuttavia sei
qui, è questo che conta.” Sollevo solo gli occhi,
osservandola da sotto le ciglia.
Sposta il peso da un piede all'altro, come a disagio.
“Già, ma come
ti ho detto non sono venuta per quello che credi tu.”
“Io non credo niente. Ora
però sono curioso. Per quale ragione
sei qui?” Il sorriso non accenna a
sparire dalle mie labbra.
Dopo un attimo di smarrimento vedo la linea della mascella indurirsi e
il caldo oro dei suoi occhi scurirsi, come solidificato.
“Sono venuta solo a
ribadire un concetto che sembra non volerti
entrare in testa: non hai la minima idea di quello che c'è
dietro a tutto questo. Non immagini neanche in cosa andresti a
cacciarti se portassi avanti la tua ostinazione.”
Prende un respiro profondo, inutilmente, stringendo con forza i
pugni tesi lungo i fianchi. Poi i suoi occhi sono di nuovo nei
miei.
“Quindi te lo
ripeterò un'ultima volta. Non ho bisogno di te,
non ho bisogno del tuo aiuto. Stai...stai lontano, e basta. Non ti
voglio sulla coscienza.”
All'ultima frase non c'è l'ha fatta. Ha abbassato lo
sguardo.
Ed era uno sguardo triste e sconfitto.
Questa è stata la conferma di cui avevo bisogno.
“Invece lo vuoi il mio
aiuto.” Con uno scatto riporta
gli occhi, sbarrati, su di me.
Faccio un altro passo verso di lei.
“Vuoi il mio aiuto.
Desideri che qualcuno ti porti via da lì.”
Un altro passo.
“Sei uno stupido.”
Guadagno terreno. E forse non si tratta solo della distanza fisica tra
noi.
“Forse. Forse lo sono, si.
Questo però non cambia il fatto che tu hai bisogno di essere
salvata. Vuoi
essere salvata.”
Eccomi. Le sto di fronte, a pochi centimetri.
Mi fissa come se volesse strapparmi gli occhi....ma non si scosta. Non
indietreggia.
Fiera. Coraggiosa. Splendida.
“Non ho alcun bisogno di
essere salvata. Tantomeno da te!” soffia, inviperita.
“Menti a te stessa, e lo
sai. Tuttavia continuo a non capire perchè.”
Un piccolo e
debole ringhio le graffia la gola. Non mi scompongo minimamente.
Mi fissa dritto negli occhi, sempre più combattiva.
Tento un azzardo.
“Dopotutto mi hai detto
quello che eri venuta a dire....eppure sei ancora qui.”
Improvvisamente i pugni stretti ricadono lungo i fianchi fasciati dai
jeans strappati ad arte. Le spalle, prima tese, si abbassano come
schiacciate da un peso troppo grande da sostenere da sole.
Gli occhi velati da un sentimento che non riesco a descrivere.
“Tu davvero non hai idea
di quello a cui andresti incontro.” Un sussurro, lieve e
sconsolato.
“Spiegamelo, allora. Ma
non sperare di farmi cambiare idea.”
In un secondo la rabbia torna ad animarla, tanto che si allontana di
qualche passo, agitando le braccia con nervosismo.
“Ma credi sul serio di
poter entrare là dentro, presentarti davanti ad Aro e dirgli
Ehi, senti. Lei viene
via con me. Addio! e sperare che non ci siano conseguenze?!”
“Certo che no, io...” non riesco a terminare
la frase.
“Ah, ecco! No,
perchè credi che se fosse stato tanto semplice io sarei
ancora col culo incatenato in quell'orrore?!”
Rimango qualche istante in silenzio colpito dalla rabbia che,
finalmente, ha tirato fuori. In realtà non avrebbe fatto
differenza quale sentimento fosse riuscita ad esternare. Almeno
è successo.
Qualcosa si è mosso in quegli occhi grandi e, fino a poco
fa, inespressivi.
“Troverò un
modo.” Sono serio, ci credo.
Mi guarda, come se non riuscisse a credere alla situazione creatasi.
Resta immobile qualche istante poi le esce una risata isterica.
“Troverò un modo.
Sei....tu sei....Dio, sei incredibile! Non potresti limitarti a dirmi grazie per l'avvertimento,
seguirò il tuo saggio consiglio! e poi
andartene per la tua strada?!”
Le sorrido, tranquillo.
“No... ma grazie per
l'avvertimento.”
Stringe forte le palpebre, massaggiandosi la fronte con due dita.
“Ascolta...perchè?
Perchè vuoi...”
Non lo so. Non mi
sono ancora dato una risposta a questa domanda. Perchè voglio
così tanto aiutarla?
Devo fermarla prima che me lo chieda.
Ed ecco che un particolare attira la mia attenzione.
“Non mi chiami mai per
nome.” sussurro, realmente
curioso. Me ne sono accorto ora. Non l'ha mai fatto, non una volta.
Si irrigidisce all'istante.
“Non...sono molto brava
con i nomi, mi pare di avertelo detto.”
E' agitata. Sta mentendo.
“Puoi fare di meglio.” sorrido, incrociando le
braccia al petto.
Mi guarda con circospezione, poi sembra concentrarsi sul mio viso.
Dammi retta. Stai
lontano da tutto questo.
Fa per andarsene.
L'ha pensato.
Allora si tratta davvero di uno scudo. E stavolta ha deciso
volontariamente di abbassarlo.
“Aspetta!”
La raggiungo in
due falcate e la afferro per un gomito. Il suo corpo diventa rigido, ma
stavolta non ho intenzione di cedere.
“Lasciami.” sussurra, apparentemente
calma.
“Non puoi tornare
là.” Non deve tornarci.
“Ho... detto lasciami.”
Non ne ho la
minima intenzione. Rafforzo la presa.
“Lasciami...ti prego...” la voce questa volta
è rotta, disperata.
Ora basta.
“Perchè devi
fare così?! Perchè neghi l'ovvio?!
Perchè non puoi accettare un aiuto?!”
Con uno scatto si volta e i nostri visi si ritrovano uno di fronte
all'altro. Vicini. Tanto vicini.
“Perchè non
permetterò a nessun altro di morire per me!” urla, disperata.
Rispondo al suo sguardo, sconvolto.
Cos..?
Un singhiozzo risuona impietoso nell'aria, e Bella si accascia in
ginocchio, come sfinita. Io resto in piedi davanti a lei, lo sguardo
ancora fisso nel nulla.
Un altro singulto, straziante.
Mi riprendo all'istante e mi chino alla sua altezza, poggiandole le
mani sulle spalle tremanti.
“Bella...”
“Non posso. Io...non...non
posso ricordare il tuo nome. Non posso
farlo, perchè sarebbe straziante e doloroso doverlo poi
cancellare dalla mia memoria.”
“Di cosa parli?...Cosa...”
“Nessun altro deve morire
per me. Nessuno.”
“Bella, non capisco.
Spiegami, ti prego!”
Con lentezza il suo viso si avvicina a me, fino a che la fronte si
appoggia delicatamente contro il cotone della mia t-shirt, all'altezza
del cuore.
Senza aver bisogno di rifletterci, le mie braccia vanno a circondarle
la schiena, protettive.
“Non ce la faccio. Se mi
affezionassi ancora a qualcuno...se...non
posso più perdere qualcuno a me caro. Non ne ho la forza...Edward.”
Di riflesso la stretta intorno a quell'esile corpo si intensifica.
E' bello il mio nome pronunciato da lei. E' davvero bello.
Non so cosa nasconde il passato di Bella, non ho idea di quale
sofferenza l'abbia portata a pensare di non potersi più
avvicinare a qualcuno.
Quello che so adesso è che non la lascerò sola.
“Ora ci sono io, Bella.”
Come se avesse ricevuto una scossa, comincia a dimenarsi nel mio
abbraccio.
“No, no! Non hai capito?
Devi andartene. Adesso. Devi smetterla!! Tu non sai...non hai
idea....loro..loro ti...”
“Sssh, basta. Sssh, Bella
calmati. Basta.” le sussurro leggero
poggiando le labbra accanto al suo orecchio. Con un certo sforzo riesco
a fermare i suoi tentativi di liberarsi.
I singhiozzi tornano prepotenti a scuoterle il petto.
La cullo dolcemente, accarezzandole i boccoli soffici e profumati.
“Basta, sssh...va tutto
bene, sshh...” appoggio la testa sulla
sua, sussurrandole parole di conforto.
“Devi andartene. Va via,
Edward...va via...” la voce si affievolisce
e, in contrasto con le sue parole, le mani si chiudono strette intorno
al tessuto della mia t-shirt.
Delicatamente la sollevo e, sedendomi a terra, la porto sulle mie
gambe. La tengo stretta, mentre le sue braccia mi circondano il collo,
in una stretta marmorea.
“Sono qui. Ci sono qui io,
adesso.”
Non me ne vado,
Bella.
Sono qui.
Uhm.
Non lo so. E' uscito così.
Mi scuso ancora per il ritardo nel pubblicare ma ho avuto contrasti con
la mia testa e anche con la connessione. Maledetto adsl.
Ditemi voi, questo è quello che è venuto fuori
dopo due settimane di battaglia.
Ai posteri - neanche tanto, poi - l'ardua sentenza.
Grazie mille, non ho parole. Siete...siete...ah! che meraviglia! Che
meraviglia siete.
greta1992
: avevo
pensato anche io di inserire qualche POV di Bella...ed ecco qua. Questo
è un po' corto, ma la ritroveremo!^^ Si, Bella è
un
tantino pessimista in merito, ma chissà che qualcuno trovi
il
modo di farle cambiare idea. Riguardo il dubbio su Bella e ...uhm...la
sua memoria, credo di aver risposto! XD Sei acuta, eh?! Brava, brava!
Grazie ancora, cara! Un bacione e scusa il ritardo! Cause di forza
maggiore!
sasylove
: beh è un sollievo saperlo! XD Spero che
questo non sia stato una delusione! Grazie mille! Un bacio!
Synie
: oh, cara, che
gentile che sei! Mi sciolgo sempre di fronte a tanta dolcezza. Ti
ringrazio davvero tanto! Mi auguro che dopo questo capitolo la tua
convinzione su di me non sia radicalmente cambiata. Un bacione e grazie
mille!
ginny89potter
:
guarda, lascia stare. Nello scrivere quella scena...io altro che conati
di vomito! Ma mi serviva...mi serve...mi servirà....^^ La
tua
curiosità su Aro, purtroppo, non posso ancora soddisfarla.
Altrimenti ciao, ciao alla suspance! Ma vedrai che i pezzi del puzzle
si ricomporranno mano a mano.
Sono contenta di vedere che sono riuscita a descrivere accuratamente
come volevo che si sentisse Bella. Fiuuu! ^^
Edward....beh....farà di tutto e di più! Non
posso dire
altro! Grazie ancora per la chilometrica - super apprezzata -
recensione! Un bacione, cara!
momo
: tu prepari il
falò. Qualcuno porterà marshmallows e crackers
dolci...e
qualcun altro la chitarra, così siamo a posto. Scegli la
spiaggia. ^^
Grazie mille, davvero. Un bacio grande, grande.
feffira
: ah si,
dici?! Non capisco proprio cosa te lo faccia supporre! XD
Beh,
riguardo alla scelta di Bella....eccola lassù! Contenta?
Delusa?
Grazie ancora, cara! Un abbraccio forte.
stellalilly
: ma grazie! alla prossima!! un bacione grande
free09
: diciamo che
sospettavo una reazione di questo tipo! ^^ la curiosità su
Aro/Bella ancora non può essere soddisfatta...pazienta...le
risposte arriveranno!! Grazie ancora! Un bacio grande
Ed4e
: è sempre
bello vedere arrivare nuove lettrici!! Grazie mille per i complimenti,
davvero! Tranquilla...le risposte arriveranno...a tempo debito! ^^ Un
bacione!!
samy88
: oh, guarda
chi c'è. Il genietto! Ma sentitela, lei fa i complimenti a
me!?....Beh, è un onore. Ti ringrazio! Ehi...anche io
aspetto i
tuoi aggiornamenti!! ^^ Un bacione grosso.
rodney
: ahah! quante
domande. Mannaggia però...per ora non posso rispondere a
nessuna...:( Dai, pensi di poter aspettare con pazienza? Le
risposte arriveranno, prometto! ^^ Grazie tante, sul serio! Un bacione
e un abbraccio.
astrid 93
: grazie!
No, scusa se non mi sono spiegata! Bella e i Cullen non si sono mai
incontrati prima d'ora. Da Twilight ho preso i personaggi..non la
storia.^^Non escludo qualche somiglianza però! Grazie
ancora! Un
bacione
MimiMiaotwilight4e
:
prima di tutto...wow...che nickname impegnativo! XD...secondo, ciao!
ben arrivata! Non preoccuparti, le storie sono tante, non sempre tutte
saltano all'occhio. E comunque tranquilla, siamo solo al terzo
capitolo! Sei puntualissima! Grazie mille per i complimenti...chiedo
ancora scusa per il ritardo...ma come ho detto si trattava di cause di
forza maggiore! -malediamo l'adsl tutti insieme!- XD Grazie, cara! Un
bacio e alla prossima!
RenEsmee_Carlie_Cullen
: uhm...la figliola dei nostri beniamini? ^^ benvenuta! E grazie
infinite! Un bacione...Nessie! (oddio, ma come le è venuto
in
mente alla Meyer? ^^)
doddola93
: amore!
Oddio come sono contenta! Scusami, scusami. Hai ragione...ma
è
saltata fuori così dal mio cervellino bacato. Perdono!^^
Tesoro,
grazie *.* Che dolce sei! Lo sai che hai creato un Eddino
mooolto caruccio? *-* Lo amo io, figurarsi se Bella non se lo fila,
tzè. Appunto, dico io! ^^E la Isa, stranamente, mi sta
simpatica. Sono poche le autrici che ci riescono, sai? xD Davvero?
Beh, ne sono lieta! Grazie, stella! Sei sempre un tesoro! Alla
prossima! Un bacio enorme!
Grazie ai 55 che l'hanno messa tra i preferiti!
(grazie ai nuovi):
alefirst
aquizziana
BluRose89
Cullenuzza
elvira910
Fantasy_Mary88
fralucchiola
giadinacullen
giagiotta
giody81
LadySile
marco69
MartyVampire
MissG
mv3028
pazzamente unica
PikkolaCullen
samy88
sasylove
stezietta w
sweet lolly
Toru85
E grazie a chi l'ha messa tra i seguiti
(i nuovi):
AirChaos
arte
babisilvia
elvira910
ely4890
Fc27
flavia93
Kikka2891
kira988
marco
Meskina
mezzanotte
Nana_Osaki
nutria7777
pazzamente unica
PikkolaCullen
RenEsmee_Carlie_Cullen
sinfony90
smemorina123
usachan
valli
vanessa_91_
velvet79
veronichina
zaphrina
-LadySlytherin_
Spero davvero di non aver
dimenticato nessuno. Nel caso, mi scuso!!
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
Abbigliamento
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Dai, dai.
Andiamo subito al capitolo, che già vi ho fatto aspettare
abbastanza.
Ci si vede più in basso!
The Cage
Capitolo 4
Edward
Wild Place
- Glass Pear
Un'ora. Forse due.
Sono
rimasto in quella posizione per molto tempo, con Bella stretta tra le
mie braccia.
Ha pianto a
lungo, senza poter
sfogare il dolore con le lacrime e ad ogni singhiozzo la mia presa
intorno al suo corpo si faceva più salda.
Non c'era nulla
che potessi dire per farla smettere di piangere. Potevo solo continuare
a farle sentire la mia presenza.
Un movimento delicato ma deciso mi costringe ad aprire gli occhi e
allontanare il viso dai capelli profumati della vampira.
Le sue mani sfiorano il mio petto attraverso il cotone leggero della
t-shirt.
“Io devo,” fa un respiro profondo,
ma non lascia che i nostri sguardi si incontrino.
“Devo andare.”
Come un idiota,
rispondo stringendo maggiormente le braccia intorno alle sue spalle.
I suoi occhi, spalancati e stupiti, scattano a cercare i miei. Finalmente.
Le labbra mi si aprono in un sorriso sincero ed estasiato, mentre le
dita cominciano a muoversi da sole, andando a tracciare linee astratte
sulla pelle scoperta delle sue braccia.
La guardo, scossa da un tremito che non riesce a contenere a quel mio
gesto. O forse decide di non farlo.
“Devi? Di già?” sussurro, rapito.
Sembro un bambino capriccioso, ma oramai non controllo più
la mia mente.
Dico quello che penso, senza riflettere.
E potrebbe rivelarsi un problema.
Potrei cominciare a fare ciò che desidero.
E sarebbe un disastro.
Torno a concentrarmi su Bella. Mi guarda, attenta. Gli occhioni ben
aperti e la bocca socchiusa. Con i denti inizia a mordere leggermente
un angolo del labbro inferiore.
I miei occhi scattano subito a seguirne il movimento.
Ha le labbra piene e rosate. Sexy.
Si, è sexy. E nonostante mi renda conto che il momento non
è dei più adatti, mi trovo ad immaginare cosa
proverei se
fossero i miei
denti a torturare quella carne morbida e freddissima.
Nel momento esatto in cui l'immagine si materializza nella mia testa,
una potente scossa mi attraversa il corpo e sono costretto a rilasciare
l'aria con un sospiro, sconvolto.
Dio, che sensazione!
Ed era solo frutto dell'immaginazione.
Sono finito.
“In effetti...” il sussurro della
vampira mi riporta alla
realtà. Come un assetato mi trovo ad avvicinarmi di poco al
suo
viso e fisso le sue labbra, in attesa.
“In effetti non mi
aspettano prima di un paio d'ore. Per...la
caccia, sai.” Alzo per un attimo gli
occhi e la vedo fissare a sua
volte la mia bocca, che subito si apre in un altro sorriso.
“Bene.”
Mi alzo,
tenendola ancora tra le braccia. Il mio gesto le provoca un
sussulto, che la costringe a distogliere l'attenzione dalle mie labbra.
Nei suoi occhi un misto di curiosità e timore.
Delicatamente le faccio poggiare i piedi a terra ma, desiderando
mantenere un contatto, le afferro una mano con un gesto lento e
gentile.
Un lampo di incertezza le attraversa gli occhi. Lo cancello rafforzando
dolcemente la presa.
“Vorrei presentarti
qualcuno.” le dico, emozionato.
“Mi sembra di capire che
non hai prestato la minima attenzione a quello che ti ho detto.” scuote la testa, come
rassegnata.
“Scusa? Non credo di
afferrare a cosa ti riferisci.” Tento in tutti i
modi di restare serio, ma non credo mi riesca bene perchè la
vedo sbuffare.
“Hai sentito che ti ho
detto di scappare da me?”
Fingo di pensarci su, grattandomi distrattamente il mento.
“Ho deciso di scartare
sempre metà di quello che dici.” ridacchio infine,
incapace di trattenermi.
“Oh, perfetto.” si passa la mano libera
tra i capelli, scompigliandoli in modo adorabile.
Torno serio, ma con le labbra piegate in un sorriso accennato.
“La metà
negativa, almeno.” la guardo scuotere il
capo. Ma
eccolo: un sorrisino divertito e sereno le illumina il volto.
L'ho visto. C'era, nonostante abbia tentato di nasconderlo.
Bella
“Tu vivi qui?”
Forse è per la domanda stupida, accompagnata dall'ovvia
risposta, o forse è dovuto all'espressione da idiota che con
ogni probabilità ho stampata in viso, fatto sta che Edward
si
lascia andare ad una risata spensierata.
“Già.” risponde, accompagnando
le parole con un gesto affrettato della mano.
Davanti a me una deliziosa villetta immersa nel verde. E' disposta su
due piani e
si estende ampiamente in larghezza. Il giardino ben curato contribuisce
a dare un tono di allegria all'ambiente, con le tante
varietà di
fiori dai colori più disparati.
“Dev'essere
molto...uhm...luminosa.” dico per cercare di
stemperare l'imbarazzo del momento, indicando poi con il capo le
grandi vetrate che sostituiscono quasi interamente le pareti.
Dio, ho davvero commentato il sistema di illuminazione di casa sua?!
Mi complimento con me stessa. Sono un asso nella scelta degli argomenti.
Edward mi osserva divertito, poi segue il mio sguardo e annuisce.
“Si, per quanto il tempo
di Forks lo consenta.” sorride, per poi
afferrarmi nuovamente la mano.
Maledizione, dovrei scostarmi. Dovrei.
Sono una debole.
“Coraggio, entriamo. Sono
certo, conoscendo Alice, che ci staranno
già aspettando.” sussurra con
un'espressione divertita.
Non riesco ad impedirmi di essere nervosa.
Sapevo che mi avrebbe portata a incontrare il resto della sua famiglia,
o comunque ne avevo il sospetto. Eppure solo ora che, con la sua frase,
mi ha fatto sbattere il muso contro la realtà, mi rendo
conto dell'enorme stronzata che sto facendo.
Sono combattuta. Lo so, lo
so perfettamente che non dovrei essere qui. Non dovrei entrare e
conoscere gli altri. Non dovrei metterli in pericolo. Loro non hanno
nulla a che fare con tutto questo, non hanno colpa.
Non avrei mai dovuto neanche iniziare.
Edward.
Notando probabilmente la mia incertezza, Edward stringe con dolcezza la
presa intorno alle mie dita, per poi incrociare i miei occhi.
“E' tutto a posto.” dice, con tono
rassicurante.
In risposta cerco di sorridere, ma sono certa che il risultato sia
soltanto una smorfia poco credibile.
Lo vedo avvicinarsi improvvisamente con fare cospiratorio, per poi
sussurrarmi a pochi centimetri dall'orecchio.
“E poi non temere...non
mordono!”
Mi volto verso il suo viso con un sopracciglio alzato, e lui ricambia
lo sguardo con quel maledetto sorrisetto da cardiopalma.
“Ah! Carina, davvero.” mormoro io, ironica.
“Coraggio, vieni.” risponde, facendo in
modo che lo segua con un piccolo strattone.
Mugugno qualcosa, per nulla convinta, scatenando la sua risata, senza
però fermare il suo incedere.
Si, sono una debole.
Arrivati davanti alla porta d'ingresso il panico si impadronisce del
mio corpo e
così lo fermo, tirandolo per il braccio. Edward si volta a
guardarmi, curioso.
Dapprima fisso con gli occhi sgranati il legno chiaro davanti a noi,
poi scendo alla sua mano, appoggiata sulla maniglia nel
chiaro intento di abbassarla.
Per terminare, infine, nei suoi.
So di avere una smorfia spaurita sul viso, lo sento. Senza interrompere
il contatto tra i nostri sguardi, faccio un passo indietro.
Verso la
sicurezza.
Verso ciò che la mia testa mi dice essere la scelta giusta.
L'espressione curiosa sul suo viso lascia presto spazio ad una
divertita e, scuotendo lentamente il capo, afferra più
saldamente la mia mano e abbassa quella dannata maniglia, trascinandomi
all'interno insieme a lui.
E' un errore.
Ma forse c'è ancora qualcosa che posso fare per rimediare.
Edward
The
Littlest Birds - The Be Good Tanyas
Non appena mettiamo piede in casa sento i pensieri della mia famiglia
ammutolirsi all'istante, per poi esplodere di nuovo nella mia testa
pochi secondi dopo.
Ero certo che Alice, a seguito della mia decisione, si sarebbe
prodigata per informare anche Carlisle ed Esme del nostro
arrivo.
E nei loro pensieri trovo la conferma.
Più rilassato grazie alla positività che leggo in
essi, conduco una Bella un po' titubante verso il salotto.
Ci sono tutti.
Schierati come un comitato di benvenuto cittadino.
Per un secondo mi immagino di veder spuntare la banda del paese e il
sindaco che ci consegna le chiavi della città.
Fortunatamente mi dò del deficente da solo e torno subito al
presente.
Incrociamo le dita.
In piedi accanto al mio pianoforte Carlisle ed Esme, abbracciati, ci
sorridono sereni. Tuttavia non mi sfugge l'occhiata che mio padre mi
lancia e nemmeno il veloce pensiero che si premura di farmi arrivare
forte e chiaro.
Dopo dovrai spiegarci un
paio di cose, figliolo.
Annuisco senza farmi notare dalla vampira al mio fianco.
Emmett sorride con la sua solita espressione da bambinone, mentre tiene
stretta per la vita la sua compagna, Rosalie.
Quest'ultima sorride cauta in direzione di Isabella, e dalla sua mente
capisco che non vuole rischiare di metterla troppo a disagio.
Alice...è Alice.
Saltella sul posto come se sotto i piedi avesse dei petardi accesi,
sorridendo radiosa.
Jasper la tiene ferma, per quanto possibile, con un braccio intorno
alle spalle, l'espressione rilassata e cordiale.
Lancio un'occhiata a Bella e la trovo con gli occhi un po'
più
aperti del normale che corrono veloci da un figura all'altra.
Niente di preoccupante. Poteva andare peggio.
Decido di rompere il silenzio, prima che la situazione diventi
imbarazzante.
“Famiglia, questa
è Bella.” dico, sorridente, per
poi voltare
il capo verso la vampira, “Bella, ti presento la mia
famiglia.”
concludo, con un ampio gesto del braccio.
Esme fa un piccolo passo in avanti, un sorriso gentile e dolce ad
illuminarle il viso.
“E' un piacere conoscerti,
Bella. Io mi chiamo Esme.”
Sento Bella
prendere un piccolo respiro e stringere la mia mano prima di rispondere.
“Il piacere è
mio.” sussurra, abbozzando un
sorrisino, spronata probabilmente dalla gentilezza di mia madre.
“Ciao, Bella. Io sono
Carlisle.” Mio padre si sporge
leggermente con
l'intenzione di stringerle la mano. Bella, dapprima un po' sorpresa, si
affretta a imitarne il gesto, ma fanno in tempo giusto a sfiorarsi che
un urletto eccitato fa sobbalzare la vampira al mio fianco.
Alice - e chi se no! - si avvicina con un sorriso che somiglia tanto ad
una paralisi, per poi afferrare saldamente la mano libera di Bella e
stamparle due sonori baci a schiocco su entrambe le guance.
Povera, è stordita.
“Bella, finalmente! Sono
tanto felice di rivederti! Ti ricordi di me?”
“Si...Alice. Sono contenta
anche io!” sussurra lei in
risposta, forse un po' intimorita.
Dov'è finita la pantera che combatte feroce e coraggiosa
dentro quella gabbia?
Il pensiero, dapprima allegro e divertito, mi fa presto incupire, non
appena il ricordo di quella scena mi invade la mente.
Meldetti bastardi.
“Ehilà, Bella!
Io sono Emmett, forse di me non ti ricordi.”
esclama allegro il bestione, salutandola con un gesto della mano.
“Vagamente, ma...si.” risponde, e un sorriso
dolce le sfiora le labbra.
Beh, ovvio. Non sono un
tipo facile da dimenticare!
Ridacchio al pensiero di Emmett, attirando l'attenzione di tutti gli
altri. Liquido il tutto con un gesto veloce, guardando di sottecchi mio
fratello che mi strizza l'occhio.
“Bella, ciao. Io sono
Rosalie.” Bella si volta
incuriosita verso mia sorella.
“Ciao Rosalie.” e le sorride dolcemente.
Vedo mia sorella illuminarsi e la sua reazione è strana. Non
l'ho mai vista interessarsi tanto a qualcuno che non fosse della nostra
famiglia. Eppure con Bella sembra...diverso. Non capisco.
“E io sono Jasper, piacere!”
“Piacere mio.” si sorridono, poi gli
occhi dei miei familiari si puntano su di me.
Eccoci.
Mi schiarisco la voce.
“Bene,
perchè...perchè non ci accomodiamo
così vi
spiego un paio di cose.” propongo, mentre
sospingo Bella verso i
divani bianchi, restandole però sempre vicino.
Ovviamente la proposta era per lo più indirizzata ai miei
genitori, che ancora ne sanno veramente poco di tutta la faccenda.
Si, come se io ne sapessi molto di più!
O cazzo, in effetti ne so più o meno quanto loro!
Ok, una paranoia per volta.
Ci accomodiamo tutti e otto, disponendoci quasi a cerchio.
Bella si tortura le dita , tenendo lo sguardo basso. Per cercare di
tranquillizzarla poggio la mia mano sulle sue.
Mi sorride leggermente, per poi lanciare piccole occhiate agli altri.
“Allora, credo che alcune
spiegazioni siano di dovere.” Ora l'attenzione dei
miei genitori è tutta su di me.
“Qualche giorno fa Alice
ha avuto una visione.”
Una che?!
Il pensiero di Bella mi esplode, allarmato, nella testa.
Che idiota che sono!
“Oh, giusto. Scusami, non
te ne ho parlato. Devi sapere che, oltre a
noi due, anche Alice e Jasper hanno delle capacità extra.
Alice
prevede il futuro mentre Jasper è in grado di controllare le
emozioni.”
Per una manciata di istanti alterna il suo sguardo tra me, Alice e
Jasper. In seguito mi invita a proseguire con un gesto del capo.
Mi volto nuovamente verso i miei.
“Si, insomma, Alice ha
avuto una visione. Erano immagini sfocate e confuse così,
incuriositi, abbiamo deciso di andare in fondo alla faccenda.”
Io e mia sorella
ci scambiamo un'occhiata veloce, ed è lei a proseguire.
“La visione ci ha portati
in un vicolo, qui a Forks, dove abbiamo incontrato...Felix.”
A sentire quel nome mio padre si raddrizza con uno scatto, portando lo
sguardo dorato su Alice. Esme gli rivolge un'occhiata preoccupata e gli
stringe una mano, per poi rivolgersi ad Alice.
“Continua, cara.”
Alice annuisce, concentrandosi, come a cercare le parole migliori per
andare avanti.
“Ci aspettavano.
Evidentemente qualcuno di loro ci voleva
lì...lo conferma la mia visione.”
“Le visioni di Alice sono
quasi sempre causate da decisioni altrui.” sussurro all'orecchio di
Bella, per spiegarle le parole di mia sorella. La vedo annuire, mentre
tiene gli occhi fissi davanti a sè.
“Insomma, Felix ci ha
condotto attraverso dei corridoi sotterranei fino ad una sorta di locale pieno di
vampiri. Erano davvero tanti, papà. Non credo di averne mai
visti così tanti tutti insieme!” Carlisle annuisce
distrattamente, come perso in ragionamenti suoi.
“Il posto è,
come dire, gestito dai Volturi. Ma di certo questo l'avevate
già immaginato.” Alice si ferma, una
smorfia addolorata le oscura il viso pallido e bellissimo. Le immagini
nella sua testa ne sono la ragione.
Stringo forte il pugno appoggiato al ginocchio, cercando di calmarmi, e
riprendo da dove mia sorella si è interrotta.
“Ci sono anche umani
là sotto.” colgo con la coda
dell'occhio il sussulto di Esme, che si porta una mano a coprirle le
labbra aperte in una smorfia.
“Se ne cibano
ripetutamente, evitando di ucciderli. Alcuni sono
lì...spontaneamente.” lancio un'occhiata
eloquente a Carlisle che, ripresosi dal momento di shock, annuisce
mestamente.
“Non è finita,
purtroppo.” sussurro, voltandomi poi
verso Bella e cercando di infonderle un po' di coraggio, le stringo le esili dita.
Lei annuisce, abbozzando un sorriso e voltandosi nuovamente verso i
miei familiari.
Prendo coraggio e faccio lo stesso.
“Là sotto si
svolgono anche dei...combattimenti.” questa volta Esme non
trattiene un singhiozzo di stupore “Combattimenti tra
vampiri, Carlisle.” termino, accompagnando
le parole con uno sguardo eloquente.
I pensieri di mio padre sono pieni di orrore e sconcerto. Lo guardo
alzarsi lentamente, girando intorno alla poltrona su cui era seduto. Si
ferma dietro alla spalliera e vi si appoggia con entrambe le mani,
facendo leva sulle braccia.
“Mi stai dicendo che
organizzano incontri tra vampiri per...?”
“Per divertimento, come
dicono loro.” sibilo gelido,
aggrottando le sopracciglia. “il vincitore è
colui che resta in vita.”
“Oh, mio Dio. Che orrore!” mormora Esme, disgustata.
Dalla gola di Rosalie sento provenire l'eco di un ringhio. I miei
fratelli ed io ci scambiamo un'occhiata, in attesa delle parole di
nostro padre.
Si passa distrattamente una mano dietro la nuca, mentre nella sua mente
vorticano talmente tanti pensieri, tante domande, da stordirmi.
Poi una luce gli accende lo sguardo e subito rivolge la sua attenzione
sulla vampira seduta accanto a me.
Sento Bella irrigidirsi.
“Posso sapere, Edward,
cosa ha a che fare la nostra ospite con tutto questo?”
Sospiro. Eccoci arrivati al punto cruciale.
Coraggio.
Mi sporgo leggermente, pronto a fornire delle spiegazioni, quando Bella
mi trattiene fermamente dal gomito, per poi rivolgersi direttamente a
Carlisle.
“A questo punto credo sia
opportuno che sia io a rispondere.” mormora, sicura.
Mio padre annuisce serio, mantenendo tuttavia un'espressione cordiale.
“Ti ascolto, cara.”
risponde, tornando a sedersi accanto alla moglie.
Eccoci.
Forse ora anche io troverò qualche risposta in
più.
Forse capirò qualcosa in più su di te, Bella.
E poi cercherò il modo di tirarti fuori di lì.
Ok, ci stiamo avvicinando.
Qualche curiosità verrà soddisfatta nel prossimo
capitolo. Riguardano Bella e in parte il suo coinvolgimento con i
Volturi ( da leggere: Aro
).
Questo capitolo non aggiunge molto alla storia, lo so.
Tuttavia mi serviva per l'incontro con il resto della famiglia e
soprattutto per mettere al corrente quei due poveri disgraziati di
Carlisle ed Esme dell'esistenza di Bella.
Porelli!
POI:
Ringrazio infinitamente le anime pie che continuano a lasciare un
commentino ai miei deliri.
Purtroppo ora non ho tempo per rispondere singolarmente alle
recensioni, ma mi rifarò la prossima volta, promesso!
Vi ringrazio comunque con tutto il cuore!!
mamarty
greta1992
samy88
momo
RenEsmee_Carlie_Cullen
MimiMiaotwilight4e
Ed4e
Siete dei tesori!
Grazie mille ancora anche a chi ha aggiunto la storia tra le preferite.
E un grazie sentitissimo a chi ce l'ha tra le seguite.
Siete tutti il motore di questa storia!!
Una precisazione:
non si può ancora parlare di amore. Chiariamo:
Edward senza ombra di dubbio è attratto dalla nostra Bella.
In più sente uno strano impulso, che nemmeno lui si spiega
completamente, e che lo spinge a desiderare di aiutarla. ( Un po' aiuta
anche il disprezzo che nutre per i Volturi, eh! )
Tuttavia - è ovvio, dai - si sono appena conosciuti!
Tralasciando il discorso del colpo di fulmine e l'ambaradan
dell'atmosfera sovrannaturale...non è amore, quello con la A
maiuscola. E la M...e la O....si, insomma, capito?
Non ancora, per lo meno. ^^
Bella. Beh, Bella...chissà! Forse desidera solo che nessun
altro resti coinvolto. O forse c'è dell'altro.
L'attrazione c'è, ovvio. Parliamo pur sempre di Edward
Cullen...però, voi che dite?...boh! vedremo! ^^
Ultima cosa. Per questo capitolo l'abbigliamento è lo stesso
dello scorso capitolo, come potete immaginare.
Se però qualcuno volesse ridargli un'occhiatina e non avesse
voglia di tornare indietro, eccolo qui.
Abbigliamento
Bon, direi che è tutto.
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Eccomi qua.
Perdono.
Vi lascio subito alla lettura.
Spiegazioni - per voi- e punizioni corporali - per me- alla fine.
The Cage
Capitolo 5
Bella
I remember
- Damien Rice feat. Lisa Hannigan
Posso farcela.
Devo.
Non per me, no.
Ora devo farlo per qualcun altro. Ho qualcuno da proteggere. Ancora.
Addio egoismo.
Addio.
Racconterò
di me,
racconterò la mia storia. Non mi risparmierò su
nulla,
devono sapere ogni minimo dettaglio, così potranno capire
davvero perchè devono
restare fuori da tutto questo.
Lontano da me, che ne sono l'origine.
Lontano, al sicuro.
Non posso negarlo, però: per un istante, uno solo, ho
davvero
sperato che fosse vero. Che ci fosse un'alternativa e che forse non
dovevo affrontarlo
da sola.
Un istante. Troppo breve per potersi tramutare in dolore?
No, è bastato quell'attimo. Il dolore è arrivato.
Dolore,
perchè mi sono permessa di cullarmi in un'illusione. Dolore,
perchè come uno schiaffo è arrivata la
consapevolezza.
Potevo distruggere delle vite. Ancora.
Ma non sarà così.
Prima o poi tutto questo finirà. Ma finirà a modo
mio.
Mi concedo il tempo di osservare i volti dei sette vampiri davanti a
me, che mi rimandano indietro sguardi apparentemente tranquilli, nel
tentativo forse di farmi sentire al sicuro. In realtà so che
i
loro occhi nascondono ansia, timore, insicurezza.
Non sanno quanto grande potrebbe essere l'onda che sta per abbattersi
sulla loro famiglia. Un'onda fatta di parole e rivelazioni.
Non hanno idea delle conseguenze che potrebbe comportare.
E questo li spaventa.
Lo so, perchè tempo fa ho provato le stesse sensazioni. Io
però non ho avuto una seconda scelta, non mi è
stata data
la 'seconda opzione'.
Perciò non permetterò che a loro accada lo stesso.
Abbasso lo sguardo, contando i fili scarlatti che compongono l'astratto
disegno del tappeto sotto i miei piedi, mentre cerco di rilassarmi e
trovare così le parole migliori per cominciare.
“Sono nata sessantadue
anni fa in un piccolo paese dell'Arizona.”
mormoro, alzando lo sguardo e fissandolo in un punto imprecisato sul
muro chiaro davanti a me.
Non posso non notare però, grazie alla mia vista da
immortale, sette paia di occhi concentrarsi sulle mie labbra.
“Vivevo con la mia
famiglia in una casa piccola, ma ai miei occhi
deliziosa. Mio padre, Charlie, era un agente di polizia. Mia madre,
Reneè, lavorava come sarta nel negozio di famiglia. Quando
sono
nata io erano appena maggiorenni, ma a quei tempi era impensabile avere
dei figli fuori dal matrimonio, perciò si sposarono in
fretta,
quando mia madre era incinta di appena quattro mesi.” Sorrido nel
ricordare la storia dei miei genitori, che Charlie mi aveva raccontato
tante volte quando ero bambina.
“Il 13 settembre del 1947
mia madre diede alla luce una bambina, che decisero di chiamare
Isabella Marie Swan.”
Mi fermo qualche istante, cercando i volti dei Cullen.
Esme mi sorride, incoraggiante, mentre tutti gli altri sembrano troppo
concentrati nel tentativo di cogliere ogni singola sillaba.
“Quando avevo tre anni
nacque il mio fratellino, Seth. Lo adoravo.
Passavamo ogni minuto del giorno insieme.” sussurro, nascondendo
immediatamente l'ombra che mi attraversa il viso.
“Ho vissuto un'infanzia e
un'adolescenza felici. Ero una ragazza
serena e fortunata, non mi mancava nulla. Adoravo leggere e mio padre
faceva di tutto perchè avessi tutti i libri che desiderassi.
Ero
circondata da amore e gioia. Poi, però, tutto questo mi
è
stato strappato via dalle mani, quel maledetto giorno.” stringo le
dita tremanti a pugno, reprimendo la rabbia.
“Di che giorno parli, cara?” la voce dolce e calda di
Esme mi solletica le orecchie, come una tenera carezza.
Allento la stretta della mano, guardandola negli occhi.
“Il 24 ottobre del 1965,
un mese circa dopo il mio diciottesimo compleanno. Il giorno in cui
conobbi Aro.”
Hanno capito, lo leggo sui loro volti. Stupore, sconvolgimento, rabbia,
orrore.
“Si, è stato
Aro a trasformarmi. Quello stesso anno.”
“Perchè?” il sussurro di Rosalie
arriva alle mie orecchie come
una cannonata. Con uno scatto mi volto verso di lei. La vedo, con gli
occhi sbarrati, portarsi le mani sulle labbra piene premendo forte,
quasi a voler cancellare con quel gesto le sue parole.
Le sorrido gentile per alleviare il suo tormento, poi le rispondo con
un filo di voce.
“Per egoismo. Per noia,
forse. Perchè era come un bambino
viziato e capriccioso che non avrebbe mai sopportato di ricevere un no
come risposta. Come un bambino che, nonostante la mamma gli dica 'No,
non puoi averlo', fa di tutto per ottenere il giocattolo
che desidera
ardentemente. In quel caso il giocattolo ero io.”
La vampira bionda abbassa lo sguardo, stringendo convulsamente la mano
del marito e torturandosi il labbro con i denti.
“Diceva di amarmi e che
non aveva mai desiderato una donna prima di
allora quanto desiderava me. Io lo respinsi tante volte, ero
spaventata. Lo vedevo come un incubo, ero una ragazzina appena
diciottenne che non sapeva assolutamente nulla dell'amore e che veniva
'corteggiata' da un uomo più grande di lei di almeno
quindici
anni. Ero semplicemente terrorizzata.”
“Povera cara!” singhiozza Esme,
aggrappandosi maggiormente al braccio di Carlisle.
“Non avevo il coraggio,
nè il pudore di parlarne con i miei
genitori, così andai avanti in questo modo per mesi. Aro
divenne
sempre più insistente e minaccioso col passare del tempo. Mi
aspettava fuori casa, mi faceva seguire, da quelli che poi
scoprii
essere Felix e altri dei suoi. Io però cercavo di essere
forte e
non ho mai ceduto. Poi però qualcosa cambiò. Un
dolore
che mi annebbiò la mente e mi fece commettere lo sbaglio
più grande della mia vita.”
Un singhiozzo mi scuote il petto, senza che possa controllarmi.
Alice si siede accanto a me, sul bracciolo, e mi accarezza lievemente
la schiena. La mano di Edward si posa sulla mia, stringendo
delicatamente le dita.
Prendo un profondo, quanto inutile, respiro.
“Mio fratello Seth si
ammalò. Un giorno si sentì male
durante una partita di baseball così lo portammo
all'ospedale.
Eravamo nella sala d'attesa: il dottore si avvicinò, gli
occhi
fissi sulla cartellina, e disse Sono
spiacente, vostro figlio ha un tumore inoperabile al fegato. E' una
questione di mesi, un anno al massimo. Mi dispiace. e
se ne andò. Non ci guardò neanche negli occhi.
Sparò al cuore con freddezza e non attese nemmeno di
guardarci
morire.”
Li sento trattenere il respiro, l'aria risucchiata con un colpo secco e
lo schiocco delle labbra serrate.
Devo finire di raccontare. Devo fare in fretta, non ce la faccio
più...non ce la faccio.
“Aro lo venne a sapere,
disse che lui poteva aiutarlo e mi
offrì...uno scambio.” tentenno all'ultimo e
sento un ringhio
basso e cupo gorgogliare nella gola di Edward.
“Ai tempi non avevo idea
di chi...di cosa
fosse. Sapevo solo che mio fratello sarebbe morto e che lui era l'unico
che diceva di poterlo salvare. Non avevo bisogno di altro.”
”E così hai
accettato senza remore: tu in cambio della vita di tuo fratello.”
Porto gli occhi ad incontrare quelli addolorati ma decisi di Carlisle,
annuendo.
Il rumore di uno strappo secco. Le dita di Edward sono affondate nel
tessuto del divano: cinque strisce nette e profonde nell'imbottitura.
Non è un bene che reagisca così. Non deve
importargli.
Devo andarmene in fretta.
“Bella...” mi volto verso Jasper,
in attesa ”posso...posso chiederti
cos'è successo a tuo fratello?”
Eccola. La domanda.
Stringo forte gli occhi, preparandomi a rivivere quegli istanti.
Devo proteggerli, giusto? Bene, allora dovrò dire solo una
mezza verità...altrimenti sarà tutto vano.
“Scusa...non avrei dovuto..”
“No. No, vi ho detto che
vi avrei raccontato la storia.” sorrido a
Jasper, cercando di rassicurarlo e far sparire il dispiacere dal suo
viso.
Ricorda, Bella. Solo una mezza verità. Non puoi metterli in
pericolo.
“Aro mi...mi prese in
giro. Non salvò mio fratello. Cinque mesi dopo lo
seppellimmo, accanto ai miei nonni.”
“Bastardo!” ringhia Emmett,
stringendo i denti.
Per un po' il silenzio ci avvolge, spezzato solo dal
ticchettìo cadenzato dell'orologio a muro del salone.
E' meglio così, ora devo solo convincerli a dimenticare
tutto, ad andare avanti. A dimenticarsi che io esisto.
“Aro però non
ha rinunciato a te.” sussurra Carlisle,
pensieroso.
“No, certo. Il suo unico
scopo, sin dall'inizio, era avere me. Non ha
mai avuto intenzione di salvare Seth, solo dopo un po' l'ho capito.”
“E aspettò a
trasformarti in modo che tu stessa non avessi
nessuna possibilità di salvarlo.” conclude lui per me. Mi
limito ad annuire, ingoiando il groppo che mi blocca la gola.
“Lo fece solo in
seguito...strappandomi dalla mia casa.”
Racconto a grandi linee quello che successe dopo, la storia dei
combattimenti, la gabbia, le abitudini sadiche e malate dei Volturi.
“Dopo
aver superato il primo anno, quello più critico per un
vampiro,
Aro ha...ha cominciato a farmi combattere. Ho dovuto accontentarlo.
Dovevo...devo
vincere. E' necessario per...” mi blocco, rendendomi
conto che mi sono lasciata trasportare. Questo non devono saperlo.
Solo mezza verità Bella, ricorda.
Edward per primo, seguito poi dagli altri, mi guarda interrogativo.
Accorgendosi però che non ho intenzione di finire la frase,
lasciano cadere il discorso nel nulla.
Lo sguardo intenso di Edward, tuttavia, resta su di me.
“E i tuoi genitori?” chiede Alice, in un
sussurro.
Un'altra pugnalata nel petto mi fa piegare impercettibilmente in avanti.
“Mio padre
tentò in tutti i modi di ritrovarmi. Venni a sapere
che aveva lasciato il lavoro per concentrarsi esclusivamente sulle
ricerche. Qualche anno dopo ne persi le tracce. Non so più
nulla
di lui.” il dolore di
intensifica, lasciandomi boccheggiante per
qualche secondo.
“Mia madre...fu uccisa da
Aro. Non ne ho mai saputo il motivo.”
taglio corto, non riuscendo più a continuare. Non volendo
soffermarmi su quel
ricordo. Su di lei.
Ancora uno sforzo, Bella. Ancora uno.
Devo dire quello che li convincerà, che li farà
desistere. Quello che farà capire loro che non ne vale la
pena.
Che è troppo pericoloso, troppo imprudente, troppo
complicato.
Che è troppo.
Semplicemente troppo.
Down
- Jason Walker
Prendo un respiro e lancio un'occhiata di traverso ad Edward. E'
immobile, lo sguardo piantato sul tavolino di legno massiccio davanti
alle sue ginocchia. La fronte è corrugata, linee leggere ma
precise corrono ad increspare la pelle della fronte.
Stringo forte gli occhi e poi lo faccio. Faccio scivolare la mano via
da sotto la sua, sciogliendo la presa sulle dita. Lo sento voltarsi di
scatto,
come risvegliato bruscamente dal suo mondo di pensieri.
“C'è un'ultima
cosa che dovete sapere. E' importante affinchè capiate.” Inizialmente le parole
escono in un sussurro, ma poi la voce
si rafforza, si indurisce, a sostenere la mia convinzione.
So quello che devo fare. E' la cosa giusta. Ed è bene fare
la cosa giusta, no? Charlie me lo diceva sempre.
Edward si irrigidisce, agitato quando sollevo lo scudo nuovamente,
impedendogli di capire le mie intenzioni.
“Aro ha un'ossessione per
me. Non mi lascerà andare. Non permetterà a nessuno
di portarmi via.” mi rivolgo a Carlisle,
guardandolo intensamente
negli occhi. Lui l'ha conosciuto, lo conosce. Lui capirà,
farà la cosa giusta.
E' lui che devo cercare di convincere se voglio riuscire nel mio
intento.
“Ve lo sto dicendo
perchè Edward pensa il contrario.” Edward
si muove agitato sul posto, fissandomi intensamente per poi alternare
lo
sguardo tra me e il padre. Carlisle mi fissa, attento.
“Ma non capisce. Non sa.” Un ringhio cupo e
arrabbiato del vampiro
accanto a me. Non mi lascio distrarre. Non mi ha lasciato scelta.
Il resto della famiglia resta in rigoroso silenzio, alternando gli
sguardi su noi tre.
“Carlisle. Tu conosci Aro,
sai di cosa è capace. E sai anche
che non c'è niente che si possa fare. Perciò ti
chiedo...ti sto chiedendo di farlo capire anche a tuo figlio.” dico,
decisa.
“Deve lasciar perdere.”
Parlo
a Carlisle, ma mi volto e fisso i miei occhi in quelli furiosi di
Edward.
“Bella” sibila, al limite.
Torno a guardare Carlisle, imponendomi di ignorarlo.
E' la cosa giusta da fare.
La cosa più giusta.
“Io non posso essere
salvata. Le cose non cambieranno, resterò là.”
“Bella - la voce di Edward
è sempre più turbata, più furiosa.
Un ultimo sforzo, Bella. Coraggio. Solo uno ancora.
“Io...io non voglio essere
salvata. Non solo non è possibile, ma non..non ne
ho bisogno.” I vampiri intorno a noi
si
scambiano sguardi, confusi, ansiosi. Edward, si alza di scatto,
sconvolto, arrabbiato. Incredulo.
Carlisle invece mantiene la calma, nonostante venga percorso per un
istante da un lampo di stupore.
Mi osserva attento, come a leggere le mie intenzioni
direttamente nei miei occhi.
“Carlisle!” sbotta, Edward, come se
non potesse ammettere che il
padre contemplasse anche solo la possibilità di darmi retta.
“Carlisle.” sussurro io, convinta.
Il vampiro fissa il figlio per qualche secondo, poi torna a prestare
attenzione a me.
Ha capito. Lo sento, lo vedo.
Sa anche lui che ho ragione. Non possono fare nulla.
Eppure, c'è qualcosa nel suo sguardo. Cos'è?
Un suo movimento mi ridesta e lo guardo alzarsi e avvicinarsi al
figlio, posandogli poi una mano sulla spalla.
Edward lo fissa, le sopracciglia aggrottate.
“Figliolo...Bella ha
ragione.”
“COSA?! Sei impazzito?!” urla, scostandosi dal
tocco del padre.
“Edward, quello che dice
è vero. E comunque dobbiamo...devi rispettare la scelta di
Bella.” conclude, dispiaciuto.
Io annuisco. Non riesco a crederci. Ce l'ho fatta.
Sono salvi.
“No.” ci voltiamo tutti verso
Edward, che scuote il capo lentamente.
“No, non capisci. Come fai
a non capire? Come fai a non vedere?! Lei
non vuole stare là, non vuole che rinunciamo!” si volta a
guardare me e i suoi occhi...i suoi occhi mi fanno tremare il cuore.
“Non vuoi che io rinunci,
non lo vuoi.”
sussurra,
distrutto.
Lo fisso
sconvolta, incapace di interrompere il contatto dei nostri sguardi.
Come ha fatto? Come fa? Come è riuscito a capirlo. Sono
stata impeccabile, ho recitato bene, lo so. Come?
Poi in un flash le immagini di me tra le sua braccia, piangente,
esplodono nella mia testa. Lui che mi culla, mi accarezza i capelli,
protettivo, rassicurante.
Il suo viso, le sue parole, i suoi gesti. Tutto.
Lo sa, l'ha capito.
Stupida, sono una stupida. Mi sono lasciata andare, non sono stata
abbastanza forte.
E lui ha capito.
Ha capito che dietro alla mia sofferenza, al dolore, alla disperazione
c'è di più. Molto di più.
Stupida, stupida.
Nessuno osa spezzare il silenzio. Nessuno osa muovere un muscolo,
mentre noi due continuiamo a guardarci, rapiti e persi.
Lo sguardo di Edward diventa dolce. Un tepore mai sentito prima mi
abbraccia il corpo, stordendomi.
Come faccio?
Lo condannerei. Morirà. Se non mi sta
lontano...morirà.
Ed ecco che un tremito mi scuote. Lo sapevo, sapevo perfettamente
già da prima. Ma ora...
L'immagine di Edward immobile, dilaniato e arso dalle fiamme sgomitano
con prepotenza e mi inondano la mente.
Dio, no...
Non appena mi accorgo che sta facendo qualche passo verso di me, pronto
a raggiungermi, spalanco gli occhi, consapevole.
Morirà. Lui
morirà.
Con uno scatto felino mi alzo, indietreggiando.
Lui mi fissa con gli occhi spalancati, la bocca si apre un paio di
volte, ma la voce non riesce ad uscire.
Tutti mi osservano turbati.
“Bene, ora che avete
capito...è...è meglio che io vada. In ogni caso
vi consiglio di stare lontani da Aro. Addio.” sussurro, incapace di
incontrare il suo
sguardo, nel pronunciare quell'ultima parola.
Senza aspettare una risposta apro la porta d'ingresso e mi fiondo fuori.
Mentre corro sento un flebile lasciatemi
e poi eccolo. Lo sento correre dietro di me. Accelero, disperata.
“Bella!”
No, no. Vattene.
“Bella!! Fermati!” la sua voce è
sempre più vicina.
Maledizione, è veloce. Troppo.
Uno strattone al braccio blocca la mia corsa.
Cerco di divincolarmi. Con tutte le forze che ho cerco di correre via.
Devo andarmene, devo.
“BELLA!” mi blocco, immobile.
Con un gesto secco mi fa voltare e scontrare con il suo petto.
“Smettila.” sibila,
nervoso. ”Smettila di scappare.”
Uno schiaffo in pieno viso, ecco cos'ho sentito.
Si, è vero. Sto scappando. Lo faccio spesso, eppure...come
fa a
non capire che lo faccio per loro?! Che lo faccio per lui.
Giro il visodi lato, senza mai guardarlo in faccia.
“Guardami, Bella.” dice, serio.
Non mi muovo.
“Guardami, per favore.” sussurra ancora,
ora dolcemente.
Serro gli occhi, mentre una smorfia di dolore deforma il viso.
Non farmi questo, ti prego.
“Ok, non guardarmi se non
vuoi. Però dovrai ascoltare.” prende un respiro.
“Non devi fingere. Non con
me. So che non vuoi stare là. Sento
che odi tutto quello, me l'hai fatto capire tu stessa: con le tue
lacrime
invisibili, con i tuoi occhi sommersi dal dolore e dalla disperazione.
Con il tuo corpo tremante e scosso dai singhiozzi. Tu non vuoi stare
là, non vuoi quella vita. Non la vuoi perchè non
ti
appartiene.”
Incapace di trattenermi lo guardo e i miei occhi incontrano i suoi,
gentili, caldi, amorevoli.
Mi perdo, quando le sue dita mi accarezzano gentilmente la guancia. Su.
Giù.
E di nuovo. Su, giù, fino a posare il palmo aperto sulla mia
pelle morbida e marmorea.
“Voglio aiutarti, Bella.
Ne...ne ho bisogno. Non ti lascerò
sola, ti porterò via da tutto questo. Te lo giuro.” la sua voce
è velluto sulle mie orecchie. Sul mio cuore.
Trattengo un sospiro, scossa.
“Permettimelo, Bella.
Permettimi di starti accanto. Lascia che sia io
a salvarti.” dice, avvicinando il suo
corpo al mio, lentamente.
Cosa...cosa faccio? Che mi sta succedendo?
“Ancora...non capisci..non
puoi, Edward. Non d-devi...”
Lo vedo sorridere, intenerito. Piano piano il suo viso si piega verso
di me. I suoi occhi scattano alle mie labbra, per poi tornare ad
incatenarsi ai miei, spalancati.
“Voglio.”
E' sempre più vicino. Perchè non mi scosto?
Perchè non ci riesco.
Anni. Ho vissuto anni nella mia solitudine. Anni di una vita fatta di
dolore, di schiaffi che mi hanno fatto barcollare perchè
imprevisti e duri da incassare. Di emozioni graffianti e spietate che
ti afferrano e non sembrano voler mai mollare la presa.
Ho vissuto la mia esistenza da vampira giorno per giorno. Non ho mai
pensato al domani. Non mi sono mai permessa di fantasticare sul
futuro... perchè il più delle volte sentivo di
non essere
padrona neanche del secondo successivo.
Ora..ora che succede?
Ho davvero una speranza, posso essere felice?
E' lui, Edward, colui che può darmi la felicità?
Le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie. Mi osserva attento
ancora qualche istante.
Poi mi bacia.
Gli occhi si chiudono, le labbra si muovono da sole, rispondendo e
seguendo le sue, modellandosi alle sue.
In un attimo è come se il mio corpo perdesse le forze, come
se
si sciogliesse a contatto con il tepore che Edward mi sta donando.
Subito le sue braccia mi sostengono, avvolgendosi intorno alla mia
schiena e stringendomi contro il suo corpo.
Una sua mano si alza ad accarezzarmi il viso, poi le dita si insinuano
tra le ciocche dei miei capelli, stringendoli con delicatezza
all'altezza della nuca.
Le mie mani, dopo un secondo di indecisione, si chiudono leggere sui
suoi fianchi.
Si scosta piano per guardarmi negli occhi: i suoi sorridono insieme
alle labbra. Con due dita mi sposta una ciocca di capelli dietro
l'orecchio, poi con il dorso mi accarezza la guancia.
Le mie dita si chiudono piano intorno alla stoffa della sua t-shirt e
il cuore trema, scosso da quelle sensazioni che mi stanno portando in
alto, su verso il cielo.
Con un ultimo sorriso torna a torturarmi
il viso con piccoli e soffici baci.
Sulle guance.
“Bella.” pronuncia il mio nome in
un sussurro roco e leggero.
Sul naso.
“Bella.”
Sugli occhi.
“Bella.”
Sulle tempie.
“Non mandarmi via. Non
allontanarmi.”
Dietro
le orecchie.
“Ti prego, Bella.” Il suo fiato mi
solletica il lobo, facendomi fremere.
Sul
collo.
“Bella.”
Di
nuovo sulle mie labbra.
Sospiro, sconvolta da quello che mi sta facendo provare.
Voglio restare qui. Voglio che non smetta.
Voglio credere che tutto questo sia possibile. Voglio crederci come
sembra fare lui.
Con questa nuova consapevolezza mi lascio andare.
Stringo forte tra le dita i suoi capelli, alzandomi sulle punte, e lo
bacio con impeto.
Subito le sue braccia mi circondano la vita e mi stringe al suo petto.
Sento le sue labbra aprirsi in un sorriso, per poi tornare a seguire il
movimento delle mie.
E' un bacio forte, è sconvolgente.
E' pieno di passione e anche di dolcezza.
E' rassicurante. Caldo.
Sono in paradiso, ma un secondo dopo ripiombo all'inferno.
Avverto due presenze che ho imparato a riconoscere da anni.
Sono vicine. Molto vicine.
Non me ne sono accorta prima, maledizione!
Hanno visto. Glielo riferiranno.
Aro si arrabbierà. Sarà furioso.
Edward. Oh, no.
Mi stacco da lui immediatamente, facendo forza con le braccia.
Mi guarda stupito, confuso e probabilmente un po' stordito. Nei suoi
occhi però posso ancora scorgere quella scintilla.
Le stesse emozioni che quel bacio ha donato anche a me.
Non posso. Non può...
“Bella, cosa...”
Indietreggio
non appena lo vedo fare un passo avanti. A quel gesto il suo viso si
trasforma in una maschera di sofferenza.
“Non posso, non p-puoi,
mi...mi dispiace, non...”
“Bella, no....ti prego,
aspetta. Bella..” mormora, tendendo una
mano verso di me, come a volermi afferrare prima di vedermi svanire.
“Mi dispiace, Edward...”
E
corro via.
Subito sento Felix e Demetri, a qualche centinaio di metri, mi superano
precedendomi.
Non mi volto, perchè molto probabilmente se lo vedessi
tornerei
indietro, tra quelle braccia che pochi minuti prima mi stringevano
forti e protettive.
Sarebbe così semplice lasciarmi avvolgere da quelle braccia.
Credevo di poter volare via. Credevo di potermi lasciare andare.
Ci ho provato, lo desideravo.
Ho tentato di aprire le ali e volare. Invece sono caduta. Sono
incollata al terreno, sono dovuta tornare alla realtà.
Ma non lascerò che succeda anche a lui.
Affronterò Aro e le conseguenze. Lo farò anche al
posto suo. Edward non deve soffrire.
Lo sento chiamarmi, con disperazione, la voce si incrina più
volte e ad ogni urlo stringo forte i denti, le unghie si conficcano nei
palmi, per costringermi ad ignorare quei richiami sofferenti.
Lo faccio per lui.
Per Edward. Perchè non sopporterei di vederlo morire.
Non sopporterei di saperlo morto.
Perchè?
Perchè sono quasi certa di essere sul punto di innamorarmi
di lui.
Eccoci.
Mah,
chissà com'è che mi
è uscito così. In parte hanno influito le canzoni
che
stavo ascoltando mentre scrivevo - che poi sono le stesse che ho messo
nel capitolo - un po' perchè....boh.
Allora, nell'avviso avevo spiegato il motivo del ritardo, ma
ora
l'ho cancellato. Spero l'abbiate letto, così da evitarmi le
punizioni corporali, di cui parlavo sopra.
E poi il capitolo è lunghetto, no? Aiuta nel convincervi a
perdonarmi?
Chiedo ancora umilmente scusa e mi impegnerò
perchè non passi più tanto tempo tra un capitolo
e l'altro.
Che dire d'altro? Spero vi sia piaciuto e, come sempre, spero di non
aver deluso le vostre great
expectations. Dickens, già. Come si dice, 'a
volte ritornano'. ^^
Ok, passiamo a rispondere alle recensioni, che sono un po' calate
purtroppo. Che fate, pigrone?! XD
Ed4e
: Hello!!
Eh, no, Carlisle non li ha aiutati. Ma alla fine...non tutto
è
quello che sembra....ssssibillina, lo so.^^ Ma ogni cosa a suo tempo.
Parte dei segreti sono stati rivelati, non tutti...ricordi?: solo mezza
verità....XD grazie mille per il costante sostegno, sei un
tesoro! alla prossima, bacio!
MimiMiaotwilight4e
:
cara, grazie. E' stata una sofferenza ma alla fine la battaglia con
Tele 2 l'ho vinta io, come puoi immaginare. Eccoti qua l'aggiornamento,
spero ti piaccia! Ti ringrazio tanto per le puntuali recensioni! Un
bacio!
greta1992
: cara, mi
dispiace non aver potuto rispondere alla tua recensione dell'altro
capitolo, ma mi rifaccio ora! Allora, Bella è più
convinta a "collaborare". Prima si, poi no, poi si, poi no.....o che
palle, dirai!^^....eh, ma dobbiamo comprendere lei e le sue paure. E
poi non lo fa per egoismo o altro. Porella! Qui ancora non si
scopre esattamente perchè Bella deve rimanere con
Aro...però qualcosina sta venendo a galla! Scusa ancora per
il
ritardo, ma se hai letto l'avviso hai capito che si trattava di cause
di forza maggiore. Però la mia sfuriata a quelli di Tele 2
ha
dato i suoi frutti! Oggi pomeriggio mi hanno risolto il problema!
Grazie mille per le recensioni puntualissime e costanti, cara! Un
abbraccio!!!
momo
: oddio, no, ti
prego. non soffrire così! mi sento in colpa poi!^^ perdonami
per
l'attesa, i motivi erano validi ^^. Ora hai scoperto la storia di
Bella. O almeno la parte che si è concessa di raccontare ai
Cullen. Vedremo più avanti cosa nasconde e, soprattutto,
perchè lo fa.
Ehm... ti ringrazio immensamente quando dici che mi seguirai
ovunque...ma che ne dici se evitiamo l'inferno?mh? ^^
Il falò però lo organizziamo, certo!
Grazie ancora., cara! Un abbraccio grande!
Luna Viola
: benvenuta
cara! Il ruggito l'ho perso, si. Peccato, mi sarebbe piaciuto sentirlo!
^^ Mmh....le puzzole sono curiose?! Questa mi è nuova!XD
Sei un tesoro, davvero...e la tua recensione mi ha fatto ridere,
davvero! Povero babbo, lo hai fatto spaventare! Mi sono immaginata la
scena, meravigliosa! Mi dispiace davvero...ma finiva per essere un
tantino troppo lungo il capitolo...perchè come vedi la
storia ci
ho messo un po' per raccontarla, e poi le scene che ho descritto in
questo capitolo non mi andava proprio di dividerle. Quindi, capirai che
sarebbe diventato davvero
troppo lungo. Sono perdonata?
Grazie mille ancora per la tua recensione, mi ha fatto sorridere di
gusto! Un bacio grande!
blu_ice
: ti ringrazio
cara! e benvenuta! spero davvero che questo capitolo ti abbia ripagato
dell'attesa (da me) non voluta! Un abbraccio grande!
samy88
: carissimo
genietto! non preoccuparti, sei un tesoro. certo che puoi dirmi che mi
adori e che ti piace da impazzire come scrivo *gongola* ...soprattutto
perchè la cosa è reciproca!^^ non importa quanto
sia
lunga la recensione, cara. è quello che scrivi che conta, e
ti
ringrazio immensamente! il riposo poi è importante! - disse
la
spostata che molto spesso tira le 4 del mattino -
Grazie, grazie, gioia! Un bacio e alla prossima!
Grazie infinite a chi continua ad inserire la storia tra le preferite
. 93?! ma che splendori siete?
E allo stesso modo ringrazio chi l'ha inserita tra le seguite
. 95.....*gongola*
Ok. L'abbigliamento
rimane ancora per questo capitolo lo stesso, ovviamente. Il tempo per
cambiarsi non l'hanno avuto, eh. U.U
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6
Edward
Mother
- Jack Savoretti
Cos'è appena successo?
Era qui. Era tra le mie braccia.
L'ho baciata. L'ho baciata e lei ha baciato me. Era reale, lo so.
Ora non c'è più. Le mie braccia sono vuote e
pesanti. Le labbra sono aride e amare come il fiele.
Cos'è appena successo?
Mi stringeva. L'ha fatto con tutta la forza che aveva in corpo e mi ha
baciato con ardore, con passione, con dolcezza. Poi è
svanita, è corsa via, lontano da me.
Nel mezzo di tutte le mie emozioni, però, me ne sono
accorto. Ero preda di non so quale frenesia, ma alla fine...alla fine
l'ho sentito.
Poco prima di allontanarsi dalle mie labbra ha alzato lo scudo su di
me. Perchè l'ha fatto?
Perchè sei
fuggita da me, Bella?
L'ho sentito. Ho sentito con quanto...con quanto sentimento ha
accarezzato la mia bocca. E io ho sentito...ho...
Ho sentito.
Perchè ora mi
fai questo?
Non si è nemmeno voltata quando ho urlato il suo nome. Non
mi ha guardato mentre la pregavo, la supplicavo di tornare indietro, da
me.
Non le importa. Era un addio, un bacio d'addio.
Forse...forse davvero non ha bisogno di essere salvata. Forse non vuole
che l'aiuti.
Non vuole me.
Perchè la possibilità che questa ipotesi
corrisponda alla verità mi pietrifica? Perchè mi
terrorizza?
Perchè...fa così
male?
Edward...Edward!!
L'urlo di Rosalie risuona come ovattato nella mia testa, è
come un'eco lontana.
Fisso ancora per qualche istante il vuoto che Bella ha lasciato davanti
a me poi, meccanicamente, mi volto e torno verso casa mia.
Appena metto piede in casa Emmett mi corre incontro. Lo guardo e nei
suoi occhi vedo il riflesso di un involucro vuoto e spento. Il mio
riflesso.
Mi osserva stranito per pochi istanti, poi si ridesta e senza troppe
cerimonie mi afferra per un braccio, trascinandomi nel salotto.
Alzo distrattamente lo sguardo e posso vedere la mia famiglia riunita
intorno ad Alice. Ha gli occhi spenti e persi ed è immobile.
Una visione. Non tento nemmeno di entrare nella sua mente. Non ne ho
voglia, non voglio. Non ce la faccio. Non ora.
“Edward, cosa vede?” mi chiede Carlisle,
accorato.
Non lo so, non voglio saperlo. Lasciatemi in pace. Solo un attimo, solo
un altro po'.
Abbasso gli occhi, appoggiando tutto il peso del corpo contro lo
stipite della porta.
“Edward. Edward?!”
Silenzio.
Fate silenzio, per favore, solo qualche istante. Per favore.
Porto una mano sulla fronte, come sfinito. Lo so che è
impossibile, non posso essere stanco. Eppure...
“Alice! Alice, amore, cosa
vedi?” chiede Jasper,
dolcemente.
Non arriva nessuna risposta.
“Alice?” questa volta
è Esme a parlare, sembra agitata.
Alzo svogliatamente lo sguardo e i miei occhi vengono imprigionati da
quelli spalancati di mia sorella. Sembra terrorizzata.
Aggrotto le sopracciglia e con una piccola spinta mi allontano dallo
stipite, facendo un passo verso di lei.
Cosa? Cosa c'è?
Il resto della famiglia resta in silenzio, alternando gli sguardi tra
le nostre due figure.
“Cosa? Che c'è
Alice?” chiedo, cauto. Una
strana sensazione mi avvolge, mentre le dita della mano, senza che me
ne renda realmente conto, si sono già strette a pugno.
Lei mi guarda, sembra assente, spaesata. Fa anche lei un passo verso di
me e scuote piano la testa, come a rallentatore.
“Alice?”
“Io...non l'ho visto.
P-prima...non c'era...lei non...”
Lei.
Bella? Cosa? Lei, cosa?!
“Alice?! Per l'amor del
cielo, lei
cosa?!”
“Mi dispiace, io...” sussurra mia sorella,
abbassando lo sguardo. Quando poi lo riporta su di me, mi affretto ad
entrare nella sua mente, alla ricerca di un segnale, qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Un flash. Io e Bella: la sto stringendo forte tra le mie braccia, una
sua mano è tra i miei capelli, l'altra circonda
saldamente le mie spalle.
Il nostro bacio. Solo qualche istante fa.
Nel rivivere quei pochi minuti, una fitta mi scuote all'altezza del
petto. Incasso e mi impongo di cercare qualcos altro.
Bella corre veloce in
mezzo agli alberi. Una maschera di dolore nasconde quel sorriso che,
pur avendolo visto poche volte, mi ha scaldato dentro.
Sospira e poi sussurra 'Quei pochi istanti, solo per quei pochi
istanti...ne è valsa la pena. Ne vale la pena...'
In un lampo due figure la affiancano.
Non la stanno accompagnando, non corrono insieme a lei. La stanno stringendo in
una morsa invisibile.
Le stanno togliendo ogni via di fuga.
Si voltano a scambiarsi un'occhiata ed ecco che li riconosco. Felix e
Demetri.
E' il primo a parlare, un odioso sorrisino di scherno gli illumina gli
occhi cremisi.
“Lo devo ammettere, Bella. E'
stato quasi toccante. No, davvero, per poco non mi sono commosso. Una
scena davvero romantica!” ridacchia, divertito.
Demetri rincara la dose: “E poi quell'ultimo disperato
gesto! Molto altruista da parte tua alzare lo scudo in tempo
perchè non si accorgesse della nostra presenza. Hai un cuore
grande.” la deride.
Bella continua a correre, lo sguardo duro e inespressivo fisso sulla
strada davanti a sè.
“Che dici, Felix, secondo te
perchè l'ha fatto? Insomma, mi sembra evidente che ha
cercato di non coinvolgere quel Cullen in questa faccenda. Ma per te
cosa l'ha spinta a farlo?....Oddio...non dirmi che...oh!...oh, santo
cielo...”
I due si fissano qualche istante per poi scoppiare a ridere
sguaiatamente, crudeli.
“Vuoi farmi credere che provi
qualcosa per quel moccioso?!” continua Demetri, tra le risa.
“Tu dici, Demetri?!” sibila Felix, guardando poi
Bella, ancora più divertito.
“Chiudete quelle fogne. Siete
venuti per riportarmi da lui, quindi limitatevi ad eseguire
gli ordini.” sputa Bella senza nessuna
inflessione nella voce.
Gli sguardi dei due vampiri si accendono di divertita
crudeltà.
“Oh, non preoccuparti. Aro ti
aspetta. Non vede l'ora, credimi.” dice sibillino il vampiro
biondo.
In un istante mi ritrovo catapultato di nuovo nel salotto di casa mia.
Non mi ha respinto. Non si è pentita.
Mi ha salvato.
Ma ora lei...
“Alice.” sussurro voltandomi
nuovamente verso mia sorella. Lei rialza il viso e accorgendosi della
luce che, con ogni probabilità, è tornata ad
animarmi gli occhi, mi sorride.
La situazione però è estremamente delicata,
infatti la vedo subito tornare seria e pensierosa.
“Devono aver mandato Felix
e Demetri a cercarla, non vedendola tornare dalla caccia.” mormora, pensierosa.
“Felix e Demetri? Di cosa
parlate, che avete visto?!” chiede, esasperato,
Emmett.
“Edward” continua Alice, come se
nostro fratello non avesse aperto bocca “vi hanno visti, questo
è poco ma sicuro. In più la visione è
chiara: la stanno "scortando" da Aro e, da quello che ci ha raccontato
Bella, non sarà felice quando verrà a conoscenza
della novità.”
Annuisco piano, mentre nella mia testa si fanno largo migliaia di idee
diverse. Un unico punto fermo: devo andare da lei.
“Edward.” Carlisle mi si avvicina,
gli occhi sono fissi nei miei. “Ora spiegateci cosa c'era
nella visione di Alice.” termina, con voce ferma
e tranquilla.
Rimango a guardarlo per pochi secondi, poi prendo un respiro, nel
tentativo di calmarmi e riordinare le idee, in modo da dargli un quadro
completo ma veloce della situazione. Non ho tempo da perdere.
Non ne ho davvero.
“Io e Bella ci siamo
baciati.” ignoro il fischio di
approvazione di Emmett e continuo “Lei però ad un
certo punto si è irrigidita, ha alzato lo scudo ed
è corsa via. All'inizio...beh, avete visto in che stato ero.” abbasso lo sguardo, teso.
“Con la visione di Alice
però ho capito. Non era un rifiuto il suo, Carlisle.” punto i miei occhi in
quelli rassicuranti di mio padre “Felix e Demetri devono
aver assistito alla scena, e Bella se n'è accorta. Erano qui
intorno, di certo erano venuti a cercarla per riportarla indietro.
Forse hanno seguito la scia del suo profumo, non lo so...io....”
“Tranquillo, figliolo.
Calmati.” Carlisle si passa una
mano tra i capelli biondi “Hai detto che ha alzato
lo scudo appena in tempo perchè tu non avvertissi la loro
presenza. Se nemmeno noi l'abbiamo sentita, è sicuro che il
potere di Bella è molto potente.”
Annuisco, sempre più impaziente. Devo andare, devo correre
da lei. Ho paura che le accada qualcosa. Faccio per intervenire, ma
Carlisle riprende a parlare.
“La seconda certezza
è che Bella ha cercato di non coinvolgerci.” alza il viso,
squadrandoci tutti. “Ci ha voluto tenere fuori
da questa storia. Mi viene da pensare che abbia cercato di far
credere a te, Edward, di essersi pentita per essersi avvicinata a te.
Forse voleva farti credere di non essere realmente interessata. Le sue
azioni però la smentiscono. In più ha voluto
tenere fuori da tutto anche noi, che siamo la tua famiglia. Ci ha
voluto tenere al sicuro.”
Questa consapevolezza mi fa stringere forte i pugni.
Maledetta la tua
cocciutaggine! Cosa credi, ormai nulla potrebbe impedirmi di venirti a
cercare, Bella. Nulla.
“Non possiamo lasciarla
sola!” mi volto velocemente
verso Rosalie. Ha lo sguardo fiero e determinato.
Tutti la fissano, quasi increduli. In effetti non è un
atteggiamento che le si addice, non se si tratta di qualcuno al di
fuori della famiglia. Sono piacevolmente sorpreso.
“Se davvero Aro
è tanto ossessionato da lei, se davvero ha fatto tutto
quello che Bella ci ha raccontato per averla...allora non
passerà sopra ad uno smacco del genere. Non
lascerà correre. E anche se Bella ha tentato di tenerci
fuori, Aro potrebbe non accontentarsi di punire solo lei.”
Un tremito mi attraversa il corpo. Cosa la aspetta? Cosa
avrà intenzione di farle quel bastardo?
“Potrebbe decidere di
prendersela anche con Edward, in ogni caso siamo coinvolti. E comunque
stiano le cose, non ho la minima intenzione di lasciare che quella
povera ragazza affronti quei bastardi da sola. Io sono con te, Ed,
qualunque cosa tu abbia in mente.” termina, guardandomi
intensamente.
Le sorrido, grato.
“Dove va la mia Rosie,
vado anche io.” sorrido anche ad Emmett,
mentre lo vedo sgranchirsi il collo, pronto all'azione.
“E poi Bellina mi sta
simpatica! Sarebbe una ventata d'aria fresca in questa famiglia.”
Sarebbe il mio miracolo.
“Io so già che
Alice vuole aiutarla, perciò ci sto anche io. In
più non possiamo lasciare Bella in mezzo a quei pezzi di
merda!” esclama Jasper,
abbracciando Alice.
“Bonjour
finèsse, eh Jasper?” ridacchia Emmett, dando
una pacca poderosa sulla spalla del fratello.
“Quando ci vuole, ci vuole!” replica lui, sorridendo.
“Grazie, ragazzi. Davvero.” dico, profondamente
grato.
Eccoci. Ora tocca ai miei.
Alzo lo sguardo e trovo Carlisle ed Esme che si guardano intensamente.
Quest'ultima annuisce, con un sorriso, quindi Carlisle torna a fissare
me.
“Sarà dura,
Edward. Molto dura. Ma siamo con te, tutti quanti.”
Rilascio un sospiro, felice.
“Grazie, vi ringrazio
tanto.” sussurro.
“Ora ci serve un piano.” Annuisco
all'esclamazione di Jasper.
Sto arrivando, Bella. Non temere.
Sto venendo da te.
Bella
Chemical
Courage - Jack Savoretti
Una volta ho letto da qualche parte una frase. Diceva quando siete afflitti, guardate
ancora nel cuore e scoprirete che state piangendo solo per
ciò che vi ha reso felici.
Deve essere così. Mai come ora l'ho creduta tanto vera.
Altrimenti non posso spiegarmi i singhiozzi che mi percuotono il petto
in questo momento. Ora che strofino forte la spugna sulla mia pelle nel
tentativo di far sparire il profumo di Edward, mentre l'unica cosa che
vorrei sarebbe stendermi sul letto e lasciarmi avvolgere dal suo calore.
Non posso farlo, però. Lui
lo sentirebbe.
Lui
è folle. Lo farebbe a pezzi, premurandosi di fargli sentire
ogni minima scintilla di dolore.
Allora strofino, strofino forte. Se solo potessi, a questo punto mi
sarei squarciata la pelle, dissolvendo ogni cellula.
Ecco. Vorrei cancellare il mio corpo. In questo modo nemmeno Aro
potrebbe più trovarlo, nè desiderarlo.
Vorrei sparire.
Lo vorrei tanto.
Riapro gli occhi, grondanti dell'acqua che cade dal getto della doccia,
mentre lascio cadere la spugna ai miei piedi.
La schiuma scivola via dal mio corpo, portandosi con sè il suo profumo. Forse
non basterà, ma non ha importanza. Ora non c'è
altro che possa fare.
Mi avvolgo in un telo bianco ed esco dal bagno. Con passo fermo
raggiungo il letto e infilo i vestiti che avevo preparato. Lego i
capelli ancora umidi in uno chignon morbido e alcune ciocche sfuggono
alla presa dell'elastico.
Arrivo fino alla porta della stanza e mi fermo. Chiudo gli occhi e
raccolgo aria nei polmoni, tutta quella che posso.
La trattengo nel petto, come se potessi estrarre da essa l'energia e la
forza che mi servono in questo momento.
E'
un'assurdità.
L'aria sfugge con un sibilo tra le mie labbra tese.
Un lamento strozzato mi fa abbassare lo sguardo verso la pallina di
pelo ai miei piedi. Il mio cucciolo.
Mi fissa con aria triste, due occhioni lucidi e acquosi. Mi piego sulle
ginocchia, accarezzando quel musetto sconsolato e peloso.
“Andrà bene,
piccolo.” sussurro, grattando il
pelo dietro l'orecchio. “Però voglio
che tu faccia una cosa per me, so che capirai. Se non torno entro
stasera, vai via. Scappa. Ho lasciato la finestra socchiusa. Ricorda,
se non mi vedrai tornare quando il sole sarà calato,
vattene. Corri lontano, piccolino.”
In risposta mi si avvicina leccando piano la mano destra, mentre un
piccolo guaìto gli si strozza nella gola.
“Sei stato un amico
meraviglioso.” dico, dolcemente.
Mi concedo un ultimo gesto di tenerezza, poi mi chiudo la porta alle
spalle.
Cammino sicura, con la testa alta, attraverso il corridoio scuro e
gelido.
Aro, sarà impaziente.
Non facciamolo aspettare.
Con una spinta leggera le porte della sala principale si aprono con un
piccolo cigolìo.
La mia mente registra immediatamente una nota stonata.
La gabbia si staglia, mostruosa e scintillante, al centro della sala.
Non dovrebbe essere lì.
Gli occhi subito tornano fissi sulla strada davanti a me.
Aro mi guarda, impassibile, con quel suo sorriso enigmatico e
apparentemente calmo. Marcus e Caius restano come al solito ai lati. Se
ne stanno tutti e tre lì, seduti sui loro troni fatti di
odio, sadismo e sangue.
I miei passi sono fermi e decisi, quasi spavaldi.
Gli occhi duri e freddi, frutto di anni di esercizio.
Il cuore trema.
Felix e Demetri sono ai piedi degli scalini, sorridenti e soddisfatti
pregustano già la scena.
Un movimento leggero da dietro una delle colonne di marmo cattura la
mia attenzione per un istante. Anche Jane e Alec sono venuti a godersi
lo spettacolo.
Allora diamogli qualcosa da guardare.
Arresto la mia avanzata ad un paio di metri dai tre vampiri, mentre
tengo lo sguardo sempre incollato a quello dell'essere che mi ha
portato via la vita.
Aro continua a guardarmi per qualche secondo, in silenzio. Poi uno sbuffo
divertito gli fa piegare la testa leggermente in avanti.
Scende uno dei
gradini, con lentezza esasperante.
“Isabella, mia cara.” sussurra, carezzevole.
Scende un altro
gradino, io resto immobile al mio posto.
“Sei in ritardo. Ho dovuto
mandare due dei miei a cercarti, e tu conosci bene le regole. Che
è successo?” domanda, noncurante,
come se stesse discorrendo del tempo.
Resto
impassibile, serrando impercettibilmente le labbra.
Come a frenare
una piena confessione.
Come ad impedirmi
di proferire anche solo una sillaba.
Come
se ce ne fosse bisogno.
Il vampiro mi
fissa intensamente, in attesa, mentre uno sbuffo scocciato di Caius
rimbomba tra le pareti, spezzando per un momento il silenzio.
Aro, poi, scuote
piano la testa e sembra...divertito?
“Sai, mia cara... Felix e
Demetri mi hanno raccontato una storiella davvero simpatica. Ho riso di
cuore, credimi!” ridacchia, spensierato.
Mi sforzo di non
trafiggere con lo sguardo i due vampiri che godono di fronte alla mia
disfatta.
“Dico che ho riso con
gusto, e sai perchè?” si interrompe per pochi
secondi, in attesa di una risposta ovvia alla sua domanda retorica.
Risposta che, come già sa, non riceverà. Infatti
riprende.
“Ho riso perchè
era divertente, si, ma assolutamente assurda, perchè...” scende l'ultimo gradino,
fermandosi davanti al mio viso. “....perchè non
esiste una realtà in cui la mia Isabella potrebbe mai posare
le sue candide e peccaminose labbra su quelle di qualcuno che non sia
il sottoscritto.” termina con sguardo duro.
Dà i
brividi. Il rosso dei suoi occhi è raccapricciante e denso
come quello del sangue.
Mi impongo di non
mostrare la mia paura. Devo essere forte.
Devo
farcela.
“Ora.” riprende, cominciando a
camminare intorno a me. “Converrai con me che mi
si presentano due opzioni davanti: da un lato, posso credere ai nostri
cari amici qui presenti...e agire di conseguenza per ricordarti a chi
appartieni. Di
nuovo.” sibila, duramente.
Un brivido mi
attraversa la schiena, senza che possa impedirlo.
“Dall'altro lato, beh,
crederò senza riserve a te...se mi dirai che sono solo
vaneggiamenti di due vampiri annoiati.” sussurra lui, prendendo
tra le dita una ciocca ribelle, sfuggita dal mio chignon.
Con soddisfazione
scorgo un lampo di incertezza e puro terrore attraversare gli sguardi
di Demetri e Felix.
Probabilmente
basterebbe una mia parola ed Aro li farebbe giustiziare, senza pensarci
su.
La tentazione se
ne va immediatamente, però. Non servirebbe a nulla, ormai.
Sono stanca, sono
tanto stanca. Ora basta.
Dalle mie labbra
non esce un verso. Resto immobile, in silenzio. In attesa.
“Mmh...” Sento passi leggeri
avvicinarsi, finchè me lo ritrovo di nuovo davanti.
Mi squadra,
tranquillo.
“Non una smentita. Niente.
Beh, questo è un problema, mia cara. Lo è davvero.” annuisce piano, come se
stesse ragionando attentamente sul da farsi.
Poi con uno
scatto repentino mi afferra le braccia in una presa ferrea e crudele,
che mi fa gemere di dolore.
“DEVO DAVVERO SPIEGARTI DI
NUOVO PERCHE' SEI QUI?! DEVO RIPETERTI ANCORA CHE TU MI APPARTIENI, CHE
SEI MIA E MIA SOLTANTO?!?” Il ruggito di un leone
feroce mi stordisce, mentre le sue dita mi entrano nella carne.
Mi mordo il
labbro per impedire ad un altro lamento di uscire e farli
così godere del mio dolore.
Il viso di Aro,
solitamente calmo e impassibile, è contratto ora in una
maschera spaventosa di rabbia e follia. Il cremisi dei suoi occhi si
è trasformato, illuminato da una scintilla di pazzia.
Resta
immobile, Bella. Passerà. Non fiatare, prima o poi
finirà.
Ed è
esattamente quello che faccio. Resto immobile, i miei occhi freddi e
distaccati nei suoi, ossessionati e folli.
Aro dopo un
minuto interminabile lascia andare la presa, e la sua maschera di
inquietante cordialità torna al suo posto.
Lentamente risale
fino al suo trono, su cui si siede con eleganza. Intreccia le dita,
posandovi sopra il mento.
“Te lo chiederò
ancora una volta, mia Isabella: hai qualcosa da dirmi?” domanda, con tono
gentile.
Chiudo gli occhi,
respirando piano.
Solo
per quei pochi istanti, ne è valsa la pena.
Solo per quei pochi istanti...ne vale la pena.
...
Edward.
...
Li
riapro e lo fisso.
In silenzio.
Un lampo di
irritazione lo scuote, ma è presto spazzato via.
“Felix. Demetri.” sussurra, appoggiandosi
mollemente allo schienale del suo trono.
Due ringhi
eccitati.
Un colpo sordo mi
esplode all'altezza dello stomaco, seguito da un dolore lancinante.
Vengo sbalzata
all'indietro per diversi metri, fino a scontrarmi di schiena contro una
rete, producendo un rumore fastidioso di ferraglia.
Nella mia testa
lui.
Edward.
Una presa
d'acciaio intorno alla gola mi solleva da terra, senza sforzo.
Ora è
tutto un po' più chiaro.
Anche la presenza
della gabbia.
Edward
E' un buon piano.
Andremo tutti
là, anche Carlisle ed Esme, così da poter
giustificare la nostra presenza come una visita di cortesia. Allo
stesso tempo avremo modo di capire come sta Bella, se le hanno fatto
qualcosa....e se c'è un modo per tirarla fuori da
là dentro.
E' un buon piano.
O almeno è quello che spero.
Siamo tutti fermi
davanti alla botola. Ad un cenno di Carlisle mi piego sulle ginocchia e
ripeto il gesto che avevo visto fare da Felix. Busso due volte.
Per qualche
istante sentiamo solo l'eco dei miei colpi, poi l'apertura viene
spalancata e da sotto un mormorìo sommesso ci risponde
permettendoci di entrare.
Saltiamo tutti e
sette e come la prima volta ci ritroviamo all'imboccatura di un
corridoio buio e tetro.
“Andate. Aro vi sta
aspettando.” sibila il vampiro che ci
ha fatti entrare.
Ci scambiamo
occhiate confuse e ansiose.
Se Aro ci sta
aspettando, allora sa qualcosa. E Bella è in mezzo a loro.
Da sola.
Accelero il
passo, guadagnandomi un ammonimento di mio padre.
Edward,
ricorda cosa abbiamo deciso. Niente colpi di testa, Aro non deve
sospettare che sei coinvolto. Ne va del bene tuo, della tua
famiglia...e soprattutto di Bella.
Lo so, lo so.
Posso farcela.
Annuisco piano,
rallentando leggermente.
I miei propositi
vanno però in fumo non appena Alice sussulta e comincia a
singhiozzare.
Mi basta un
millesimo di secondo per voltarmi, guardare gli occhi pieni di dolore
di mia sorella e capire che sarà difficile rimanere
impassibile.
“Bella.”
Il sussurro di
Alice esplode come una mina nelle mie orecchie e un terrore cieco mi
stringe lo stomaco.
Questa volta,
senza che debba chiederlo, aumentano tutti il passo, regolandosi al mio.
Arriviamo di
fronte al portone principale, dove una vampira bionda sembra aspettare
proprio noi.
E' piccola,
avrà si e no quindici anni, ma i suoi occhi sono pieni di
malvagità e scherno.
Piccolo mostro.
“Jane.” saluta, tranquillo
Carlisle.
“Cullen.” risponde lei, con una
punta di sdegno nella voce.
Senza perdersi in
cerimonie inutili, con una piccola pressione della mano spalanca le
pesanti porte di acero, permettendoci di entrare.
Faccio solo un
passo prima che uno schiocco agghiacciante, seguito da un gemito
sommesso, mi blocchi sul posto.
La scena che si
presenta davanti ai miei occhi rispecchia le mie paure più
grandi.
E' un incubo.
Deve esserlo.
I muscoli si
muovono da soli e Carlisle, senza farsi notare, mi ferma saldamente per
un braccio.
Stringo forte i
denti mentre l'ennesimo rumore mi fa raggelare.
E un lamento di
dolore si perde nel silenzio della stanza.
Vi dico solo una cosa:
sia maledetto il mio adsl.
Credo di essermi spiegata. U.U
Allora, questo capitolo è il mio augurio di Buon Natale e
Buone Feste a tutti/e voi!!
Credo che prima della fine delle feste non ne posterò altri,
anche perchè dopo Natale parto per raggiungere il mio
tesoro, la mia Jo a Pisa. Sis', ci aspetta un capodanno coi
contro..fiocchi!!!
Ok, tornando a noi. Dicevo, non credo che ci saranno altri aggioramenti
prima di gennaio. Adsl permettendo.
Se però dovessi avere un qualche momento di follia
inconsulta, forse mi vedrete prima. ^^
Grazie mille alle infaticabili:
lisa76:
grazie mille, cara. Credo di aver risposto alla tua domanda in questo
capitolo. Se dovessi avere altri dubbi, non esitare! Son qui apposta!
XD Grazie ancora e Buone Feste!
greta1992:
ripeto. maledetto adsl. Perdonami, ma la mia è un'odissea
che non avrà mai fine. Devo litigare, è assodato.
E io mi farò sentire, credimi. Lascio solo passare le
feste...perchè, si sa, a Natale siamo tutti più
buoni (e anche perchè non mi risponderebbe nessuno!) XD
grazie infinite per il costante sostegno, carissima! Sei un pilastro di
questa storia!! Un bacione e buone feste!
Ed4e: bella la canzone, eh? ^^...ho
una passione smisurata per la musica ed è parte integrante
di questa storia, perciò cerco sempre di impegnarmi nel
trovare le canzoni giuste per ogni situazione! grazie mille, cara. Sei
molto dolce. Ho soddisfatto qualcuna delle tue curiosità e
dei tuoi dubbi? Lo spero! Un bacione e auguri!!
LunaViola:
ti ringrazio per la tua clemenza! ^^ mmh...forse il tuo adorato Jasper
avrà il suo momento, chi lo sa!? XD Sibillina come al
solito! grazie ancora per le bellissime parole, cara! E' un piacere
sapere che riesco a scatenare certe emozioni! Un abbraccio forte e un
augurio di buone feste!
Serena Van Der
Woodsen: ciao S.! XD una nuova arrivata!! grazie, ti
ringrazio tanto. seguirò il tuo consiglio, anche
perchè difficilmente mi stancherei di scrivere!! Un bacione
e buone feste anche a te!
momo: oh, che bel complimento, cara!
Grazie! Eh. Hai tremato, eh?..immagino cosa ti frulla adesso nella
testa. Cosa credi che stia succedendo a Bella?! O.o
Grazie ancora. Non so come ripagarvi per tutte le belle parole!! Un
abbraccio forte e tanti auguri!!!
Ringrazio di cuore chi continua ad aggiungere la storia tra le preferite
Allo stesso modo chi l'aggiuge tra le seguite
Siete meravigliose/i!!!!
Finalmente l' abbigliamento
cambia!! ^^
Grazie ancora una volta, di cuore!
Buon Natale!!!!!
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Oddio, che ritardo mostruoso.
Il massacro - contro la sottoscritta- lo rimandiamo in fondo, che dite?
(
< ...> = pensato )
The Cage
Capitolo 7
Edward
Numb -
Linkin Park
Non è
reale. Non è reale.
Non è reale.
Continuo a
ripetermi queste parole nella testa sperando che questo sia abbastanza.
Abbastanza...per
fare in modo
che le immagini insopportabili che ho davanti agli occhi si dissolvano,
trasformandosi nel sorriso dolce di Bella.
Abbastanza...per
far sì che quelle urla strazianti si spengano per rinascere
nella sua risata allegra.
Abbastanza...perchè
gli
artigli che ora stringono nella loro morsa letale il mio cuore immobile
smettano di dilaniare la carne.
Abbastanza.
Per non gridare
tutto il dolore che sento.
Demetri trattiene
le sue braccia in una morsa d'acciaio, per impedirle la fuga. Come se potesse fuggire.
Felix colpisce il
suo corpo esausto, deciso a distruggerlo. Come se già non lo
fosse.
Il capo di lei
è chino
in avanti, a nascondermi quegli occhi grandi e pieni di luce. Il corpo
pare privo di ogni sostegno, nelle mani dei suoi aguzzini. Le braccia
candide e sottili segnate da tagli profondi, simili alle unghiate di un
grosso felino; così come lividi e squarci deturpano la
bellezza
delle gambe snelle e aggraziate.
I vestiti, stracciati in più punti, grondanti sangue. Il suo.
Non ce la faccio. Non posso. Non posso stare qui a guardare mentre...mentre la fanno a pezzi.
Come se fossi caduto in una sorta di stato di incoscienza, faccio un
passo verso l'enorme gabbia, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Basta. Basta, smettetela.
Il braccio proteso di Carlisle si frappone tra me e la mia
meta, saldo e deciso.
Mi volto a cercare i suoi occhi, pregando che il dolore che
vedrà sul mio viso gli faccia comprendere che fermandomi mi
sta
uccidendo.
Ricambia il mio sguardo, addolorato e sofferente. E' il riflesso dei
pensieri di tutti i miei familiari.
Scuote lentamente la testa, mentre i suoi occhi si riempiono di dolore
e frustrazione.
< Non
risolveresti nulla, figliolo. Anzi, potresti anche peggiorare le cose.
>
Un gemito pieno di sofferenza sfugge alle mie labbra, e il corpo si
piega impercettibilmente sotto il peso delle parole di mio padre.
< Non la
ucciderà, Edward. Hai sentito anche tu cosa prova per lei.
Questa è...è una punizione. >
Il suo tono disgustato fa da eco ai pensieri che gli affollano la
mente.
Carlisle subito dopo sposta lo sguardo sui tre vampiri, che restano
seduti sui loro troni a godersi la scena.
Aro, continuando a tenere il mento appoggiato sulla mano chiusa a
pugno, fa roteare gli occhi nella nostra direzione. Un sorrisino
eccitato, dovuto alla soddisfazione di vedermi preda del tormento, si
allarga sul suo viso, illuminandolo di follia.
Sta aspettando, paziente.
Ora ne sono più che sicuro. Ecco il motivo di quella messa
in scena.
Come ho fatto a non pensarci subito?
E' grazie a lui. E' lui che a deciso, che ha fatto in modo che Alice
avesse la visione di questa scena. E' stato lui a volerci qui.
A volere qui me.
Aspetta che io faccia qualcosa.
Sta aspettando una mia reazione.
Con un gesto secco della testa e la mascella contratta dalla rabbia
più cieca torno a fissare i miei occhi sulla scena che si
sta
svolgendo poco distante.
Solo pochi metri mi separano da lei. Così pochi.
Non posso. Non ce la faccio. Non riesco a restare qui a guardare.
Vi prego, smettetela.
Per favore.
Demetri solleva Bella a qualche centimetro da terra, trattenendola per
le braccia. Lei sembra una piccola bambola di pezza tra le mani
dispettose di una bambina che si è stufata del suo
giocattolo.
Ad un cenno di Demetri Felix si muove, spostando all'indietro il peso
del corpo mastodontico su un solo piede. Una scintilla di piacere
illumina i suoi occhi piccoli e agghiaccianti.
In una successione che dura solo un paio di secondi lo vedo caricare la
gamba e sferrare un calcio al fianco destro della vampira, che le
strappa un gemito intriso di dolore.
Basta, basta. Non...no,
basta! Per favore...basta.
Un pugno di Felix la raggiunge in pieno stomaco, facendola piegare in
avanti e annaspare in cerca d'aria. Neanche il tempo di riprendersi,
che Demetri le afferra rudemente per i capelli, facendole piegare la
testa all'indietro e scontrare la schiena contro il suo torace.
E la morde. Affonda con cattiveria i denti nella pelle tra il collo e
la spalla, scavando sempre più in profondità ad
ogni suo
grido disperato.
E' davvero troppo. Non ci riesco.
Jasper ed Emmett fanno giusto in tempo a sentire l'ordine di Alice e ad
afferrarmi fulminei per trattenermi.
“MALEDETTO BASTARDO! TE LA
FACCIO PAGARE! GIURO CHE TE LA FACCIO PAGARE, PEZZO DI MERDA!!”
Demetri e Felix si immobilizzano nell'istante in cui l'eco della mia
voce si perde nell'aria.
Tutti, compresa la mia famiglia, si voltano nella mia direzione.
I miei occhi restano fissi sulle tre figure al centro della gabbia, le
mani strette a pugno tremano e la mascella scatta nervosamente, mentre
il veleno mi impasta la bocca.
I miei fratelli faticano a tenermi.
Nei pensieri di Aro esplodono contemporaneamente soddisfazione per la
vittoria e una rabbia incontrollabile provocata dall'evidenza del mio
legame con la vampira che è l'oggetto della sua ossessione.
Ossessione, si. Perchè non può esserci amore nel
cuore di
un essere come lui. Lui, che dice di amarla...e poi le fa questo.
Ho fatto saltare completamente il piano che io e gli altri avevamo
ideato. Non me ne curo affatto.
Ho palesato il mio attaccamento a Bella, confermando così i
sospetti di Aro. Non me ne curo affatto.
Sto mettendo in pericolo la mia vita e quella delle persone che amo.
Il fatto è che, nonostante tutto, non mi importa.
Non avrei sopportato un istante di più nel vederla
massacrata da quei...quei...
< Edward,
smettila. >
Mi pietrifico a quel richiamo. A quella richiesta che somiglia tanto ad
un ordine, nonostante desideri con tutto il cuore di essermi sbagliato.
Perchè la voce nella mia testa non era quella di Carlisle,
nè di Esme. Non era Alice. Non era quella di nessuno dei
miei
fratelli.
La voce che mi ha ordinato
di non intervenire...è la sua.
Bella.
Con gli occhi sbarrati e timorosi cerco i suoi: finalmente Bella ha
sollevato stancamente il capo e ora i suoi occhi mi fissano da sotto le
ciglia scure e folte.
Sono freddi. Duri e perentori.
< Smettila.
>
Come se una forza incontrastabile mi avesse centrato in
pieno
petto arretro di un passo, sconvolto dal gelo che quelle parole e
quello sguardo mi stanno facendo provare.
Emmett e Jasper, straniti, lasciano la presa intorno al mio corpo.
Perchè?
Cosa...cosa vuol dire?
Non avverto nulla intorno. I miei genitori, i miei fratelli, i vampiri
che fino a pochi istanti fa mi circondavano sono solo ombre lontane.
Ora c'è lei davanti a me.
Lei e i suoi occhi impenetrabili.
Provata dai colpi ricevuti, ansante nello sforzo di non urlare a pieni
polmoni tutto il male che deve sentire in questo momento, ferita nel
corpo e nell'anima...mi guarda.
E mi chiede di starne
fuori.
Sono certo...sono assolutamente sicuro di non essere riuscito a
mascherare il dolore che le sue parole mi hanno provocato. Infatti, i
suoi occhi si addolciscono, sciogliendo in un attimo il tormento da lei
stessa creato, e che mi aveva fatto credere di impazzire.
Piega leggermente la testa di lato e sulle labbra piene si apre
un sorriso accennato, ma estremamente caldo.
< Te ne
prego, non fare nulla. Ascoltami. >
Non me l'ero immaginato. Mi sta davvero chiedendo di non fare nulla per
fermare quello scempio.
Sconvolto, scuoto lentamente la testa a destra e a sinistra. La guardo,
non riuscendo ad accettare il pensiero che sia davvero quello
ciò che mi
sta chiedendo.
< Edward.
>
Il mio nome pronunciato da lei ha il potere di bloccare ogni mio
movimento.
Lo sguardo dolce che mi riserva è in grado di calamitare
ogni fibra del mio essere verso di lei.
< Non
puoi fare nulla, Edward. Non mi uccideranno, Aro non vuole questo. Ti
prego, non... >
Un singhiozzo dovuto al dolore le impedisce di terminare la frase e io
mi ritrovo, di nuovo lucido,
a stringere forte i pugni mentre un ringhio cupo gorgoglia nel mio
petto.
Come puoi chiedermi questo, Bella? Come puoi farlo, e costringermi a
guardarti soffrire?!
< Edward...
> serro gli occhi al suo tono di supplica, ancora
intriso di sofferenza.
< Edward.
Se ora ti ribellassi...se
ora gli dessi la conferma che il tuo intervento di poco fa è
frutto di qualcosa che va oltre il semplice disprezzo per i loro
metodi....se lo facessi....vanificheresti tutti i miei sforzi. >
Come scottato riapro velocemente gli occhi, tornando a concentrarmi su
di lei.
Sembra soddisfatta di essere riuscita a riportare la mia attenzione su
di lei.
< A cosa
sarebbe servito sopportare
il dolore? L'umiliazione? La rabbia? Tutti i miei sforzi sarebbero
stati vani. Edward....non lo faccio solo per me. Ti prego, non...
>
Ancora una volta non ha il tempo di finire la frase. Gli occhi guizzano
alla sua destra e si spalancano, terrorizzati.
Io....io sono come intontito. Non mi era mai successo, mai.
Per questo non mi accorgo subito del movimento fulmineo di Demetri. Non
mi rendo conto subito che il suo attacco è rivolto a...me.
Ormai è tardi per spostarmi, posso solo cercare di parare il
colpo, perciò mi metto in posizione di difesa.
Ma il pugno non raggiunge il mio corpo, perchè qualcosa lo
ferma prima, mettendosi in mezzo.
O meglio, qualcuno.
“Bella...” Il mio non è
che un sussurro. Solo questo riesco a fare, sconvolto dalla scena che
mi si para davanti.
Bella aveva capito. Aveva intuito quello che voleva fare il vampiro.
E mi ha fatto da scudo.
La mano stretta a pugno di Demetri è ancora affondata nel
ventre
della vampira, che però non si muove di un millimetro. Lo
guarda
dritto negli occhi, furiosa.
Il suono secco e agghiacciante di ossa spezzate si spegne lentamente.
Nonostante il dolore, nonostante i colpi già ricevuti...mi
ha voluto proteggere ancora.
Un moto insensato di frustrazione e rabbia mi coglie all'improvviso.
Dovrei essere io a proteggerla, a rassicurarla.
Dovrei...dovrei...
“Aro”mormora decisa la vampira
“mi sembra che questa
faccenda riguardi solo me. Perciò penso che dovresti far
capire al tuo segugio
qui che è inutile cercare di coinvolgere altri per una sua
mera smania di violenza.”
Demetri, nel sentire il nomignolo affibbiatogli, si lascia andare ad un
ringhio basso e cupo di avvertimento verso la vampira. Gli occhi
fiammeggianti d'ira e rancore.
Con la coda dell'occhio noto un movimento stentato del corpo di Bella.
Si piega leggermente in avanti. E' sfinita.
Mi basta un passo per raggiungerla: la sorreggo afferrandola per le
spalle e stringendola delicatamente contro il mio petto.
Sta per dirmi qualcosa, probabilmente di lasciarla andare prima che Aro
se ne accorga, ma è proprio quest'ultimo a spezzare il
silenzio
che si era creato.
“Demetri, ora basta.”
Quel sorrisino che tanto mi manda in bestia è ancora
lì sul suo viso.
Trattengo a stento un ringhio, ma mi rifiuto di lasciare la presa sul
corpo martoriato di Bella.
Aro scende dal suo trono e si fa avanti, fermandosi a circa cinque
metri da noi.
Ci osserva per qualche istante e per un attimo i suoi occhi scattano
verso le mie mani che sorreggono la vampira.
“Credo che per questa
volta sia abbastanza. Lasciamo che la piccola Isabella riprenda le
forze.” sussurra, mellifluo.
Fa per andarsene, seguito dagli altri, quando l'accenno di protesta di
Demetri lo costringe a voltarsi verso di lui, gli occhi accesi d'ira.
“Ma, mio Signore...”
“HO DETTO...che
può bastare, Demetri!” dice, riprendendo il
controllo alla fine.
Il vampiro china rispettosamente la testa, non prima di avermi
riservato uno sguardo di puro odio.
Tranquillo, è reciproco.
Quello che però attira la mia attenzione è il
comportamento di Aro. Una reazione che da lui non mi sarei aspettato.
Sembra...lasciar correre. Non si domanda la natura del mio intervento,
cosa mi abbia realmente spinto ad agire in quel modo.
E' strano. Non mi convince affatto.
La sua voce mi riscuote dai miei ragionamenti.
“E' stato un piacere
rivedere te e la tua famiglia, Carlisle. Spero si ripresenti presto
l'occasione.” dice cordiale Aro.
Lo sguardo che però rivolge a me è tutt'altro che
amichevole. Tuttavia, come sempre, maschera subito le sue vere emozioni
con la sua facciata di serenità e gentilezza.
“Isabella, cara. Quando ti
sarai, uhm...ripresa verrò a trovarti nelle tue stanze,
così potremo parlare con calma.”
Il tono affabile non nasconde certo l'avvertimento che le rivolge.
Bella dovrà farsi trovare. Dovrà restare.
Il solo pensiero di lasciarla ancora un secondo di più in
quel covo di serpi, mi spinge a muovermi verso di lui, furioso. Bella,
senza dare nell'occhio, spinge la schiena contro il mio petto,
trattenendomi.
Annuisce verso il vampiro, continuando a guardarlo fisso, indomita.
Senza aggiungere altro Aro lascia la stanza, seguito da
Marcus e Caius e il resto dei vampiri.
Forgive me
- Evanescence
Non appena la porta si chiude alle loro spalle con un tonfo sordo,
Bella perde la posa fiera e battagliera che ha continuato a fingere per
tutto il tempo.
Si accascia stremata ma, prima che possa toccare terra, la afferro tra
le braccia e la stringo a me.
Tutta la mia famiglia si avvicina, sui loro volti ansia e
preoccupazione.
“Bella!”
Carlisle si fa avanti, chinandosi sul suo corpo martoriato. La esamina
velocemente per sincerarsi della gravità delle ferite.
Io alterno lo sguardo tra gli occhi di mio padre e il viso della
vampira, contratto in una smorfia di sofferenza. Mi sento inutile e
impotente e la preoccupazione che mi sta stringendo il petto nella sua
morsa si delinea nella mia voce che gli chiede delle sue condizioni.
“Le ferite sono molto
profonde e marcate. Ha abrasioni su praticamente tutto il corpo e credo
che abbia diverse ossa rotte. Di certo due o tre costole.”
Stringo forte i denti al ricordo del pugno di Demetri diretto a me e
dal quale lei mi ha protetto, e che le ha causato quelle fratture.
“Tuttavia è una
vampira, non le saranno fatali. Le resterà qualche cicatrice
in corrispondenza dei tagli più profondi, ma entro domani
dovrebbe essersi ripresa completamente.” conclude Carlisle con un
piccolo sospiro di sollievo.
Poi posa il suo sguardo su di me e mi stringe una spalla, come a
rassicurarmi.
Non basta. Non può bastarmi.
“Bella?”
La
vocina timida e ansiosa di Alice riporta l'attenzione di tutti sulla
vampira che è tra le mie braccia.
Lentamente la vedo sollevare le palpebre. Si guarda intorno, quasi
fosse disorientata, e infine i suoi occhi incontrano i miei. Mi sorride.
“Bella, senti tanto male?”
Rosalie si avvicina cautamente, scrutandola apprensiva. Bella mette a
fuoco il viso di mia sorella, poi arriccia il naso in una smorfia
tenera, ma anche sofferente, nonostante tenti di nascondere il dolore.
Nella mente di Emmett e Jasper posso scorgere immagini di morte e
rabbia, tutte rivolte ai bastardi che le hanno fatto questo.
Non posso che concordare con loro, sperando di poterle mettere in atto.
Presto, molto presto.
La voce di Bella mi riporta a lei.
“Visto? Che ti avevo
detto? Sai, poteva anche andare peggio!” sussurra con un filo di
voce.
Tenta di scherzare, di alleggerire l'atmosfera...e questo mi manda in
bestia.
La mascella si contrae nello sforzo di non urlare. E' tutto inutile.
“Poteva andare peggio,
dici? Ma ti sei vista?! EH, TI SEI VISTA?! TI HANNO...TI....” la rabbia e la
frustrazione mi impediscono addirittura di continuare.
Come può dire una cosa del genere?! Come?!
La vista degli squarci che deturpano la sua pelle candida, ora
macchiata dal sangue, non fanno altro che accrescere in me la furia e
il desiderio di raggiungere quei bastardi e farli a pezzi uno alla
volta, lentamente.
Il mostro si fa sentire. Scalcia e chiede di essere soddisfatto e, mai
come adesso, desidero accontentarlo.
Bella resta calma davanti al mio sfogo e, anzi, mi sorride di nuovo
dolcemente.
Avverto la mia famiglia farsi leggermente indietro, per lasciarci un
po' soli.
Prendo un respiro profondo e tento di calmarmi. Ora non posso, non voglio, prendermela
con lei.
Ha sofferto, ha subito. Mi ha protetto e si è sacrificata.
Non merita questo comportamento da parte mia.
“Bella...” sussurro, accarezzandole
una guancia.
“E' tutto a posto, Edward,
davvero. Mi...mi dispiace essere andata via in...in quel modo, ma....”
“Ssh...non devi spiegare
nulla. Ho capito.” sussurro, dolce.
Il mio sguardo deve convincerla, perchè abbassa il suo, come
imbarazzata.
Ho capito. Non mi stavi respingendo. Volevi salvarmi.
Avverto una sensazione fortissima alla bocca dello stomaco, che da un
lato mi fa sentire estremamente felice, dall'altro invece provoca in me
una sensazione di ansia e tormento.
E ora? Cosa l'aspetta? Che posso fare per portarla via da questo
inferno di sangue?
Devo
portarla via. Non voglio perderla. Non voglio separarmi da lei.
Come se mi avesse letto lei nella mente la guardo sorridermi, per poi
accarezzarmi delicatamente con il dorso della mano il mento e risalire
lungo la guancia fredda e marmorea.
Con un certo sforzo cerca di rimettersi in piedi, perciò
subito la aiuto, sostenendola.
Noto che alcuni dei tagli più superficiali si sono
già rimarginati e che le forze sembrano tornarle, almeno in
parte.
Una volta in piedi cerca con lo sguardo i miei familiari.
“Vi ringrazio tanto per
esservi preoccupati per me fino ad arrivare qui. Non immaginate nemmeno
cosa....cosa significhi per me.” sussurra l'ultima parte,
assorta.
In breve si riprende e sorride loro dolcemente.
Le sue parole e il suo tono mi mettono in allarme.
Ed eccola che si volta verso di me, guardandomi intensamente.
“Grazie, Edward. Grazie
per tutto....tutto quello che hai fatto e che so avresti fatto per
me.” indugia nell'ultima
parte, come se volesse aggiungere qualcosa. Alla fine però
abbassa lo sguardo.
Il dubbio si insinua sempre più in profondità,
lasciando in me una sensazione terribilmente sgradevole.
“Cosa...cerchi di dirmi,
adesso?” chiedo, tremante.
Il suo sguardo dissolve la necessità di una spiegazione a
parole.
Se ne sta andando.
Sta andando via da me. Di
nuovo.
...
No!
La afferro per un polso, sempre attento a non farle male, nell'istante
in cui lei fa un passo verso quella maledetta porta.
“No...”
“Edward..” mi guarda affranta.
Quasi combattuta.
“No!!”
La trascino verso di me, stringendola, nel tentativo di legarla a
doppio filo al mio corpo.
Immergo il viso nei suoi capelli, respirando il suo profumo. Poi
accosto le labbra al suo orecchio, chiudendo gli occhi.
“Non lasciarmi ancora,
Bella...”
La sento sobbalzare e, dopo pochi istanti, un singhiozzo la scuote.
Automaticamente le mie braccia rafforzano la stretta intorno alla sua
vita.
“Resta. Resta con me,
Bella.” anche la mia voce si
incrina.
Perchè forse, dentro di me, so perfettamente che non ho modo
di trattenerla. E' arrivata a questo punto per un motivo, un motivo
serio.
E ora so che a questo mi sono aggiunto anche io.
Se da un lato la consapevolezza di essere diventato una parte tanto
importante della sua vita non può che riempire il mio cuore
morto di una gioia mai provata e un calore indescrivibile, dall'altro
lo spezza inesorabilmente, nella prospettiva che sarà anche
questo a portarla lontano da me.
Non posso accettarlo. Per favore, no.
Le esili braccia accarezzano i miei fianchi, raggiungono la schiena, e
infine le mani si poggiano sulle spalle, stringendomi a loro volta.
“Non posso.”
Quel
sussurro è in grado di farmi tremare il cuore e, di
riflesso, le braccia la avvolgono maggiormente.
“Ti prego..”
Posso sembrare patetico, qui sull'orlo delle lacrime che mai potranno
abbandonare i miei occhi, supplicandola di non andare. Non mi importa.
La sento stringermi con foga, mentre un altro singhiozzo pieno di
dolore, sfugge alle sue labbra.
Una sua mano va a posarsi sulla mia nuca, avvicinandomi a lei.
Le sue labbra mi sfiorano il lobo, facendomi sospirare.
“Avrei preferito avere un
solo respiro dei tuoi capelli, un solo bacio della bocca, un solo tocco
della mano...che vivere un'eternità senza.” ( * )
Rimango immobile, improvvisamente privo di ogni energia.
Sono le parole perfette. Non avrei potuto sperare niente di meglio.
Ed è stata lei
a dirle. A me.
Eppure soffro come mai nella vita quando si scosta e, dopo un attimo di
esitazione, sfiora le mie labbra con le sue. Come un battito d'ali.
Quando i suoi occhi mi osservano tristi per un'ultima volta.
Quando le sue braccia, a fatica, si costringono ad abbandonare il mio
corpo.
E posso solo lasciarmi andare e cadere sulle ginocchia, mentre la vedo
sparire oltre quella porta.
Via da me.
Eccoci qua.
Sono un po' agitata perchè nella mente ho solo voi.....che
tentate di uccidere me.
Ma cercherò di essere ottimista...." Gianni!! " ^^
Allora.
Alcuni piccoli
accorgimenti e spiegazioni:
- Carlisle non è un mostro senza cuore...porello! E' solo un
po' più saggio e conosce di più Aro & Co.
Insomma, sa cosa si può o non si può fare, cosa
peggiorerebbe la situazione e cosa no....capite?
- Bella sanguina. Eh, già. Non ricordo perfettamente se i
vampiri meyerani possano versare sangue. Comunque, nella mia storia
possono. ^^ ( Dava quel tocco in più!....altrimenti sarebbe
somigliata più ad un divano su cui il gatto s'è
fatto le unghie, no?! )
- Non arrabbiatevi con Bella, per favore. (Che mi pare che per stavolta
ne abbia già passate abbastanza!)....vuole solo proteggere
chi....ama? XD
- Lo so...qui Edward sembra un po' prendere il posto della damsel in distress...si,
insomma la damigella in pericolo. Ma non è così!
Questo capitolo era stile -Bella alla riscossa- perciò era
lei a prenderle, anche al posto degli altri! ^^....e poi Edward,
nonostante i suoi colpi di testa, non è così
scemo: sa anche lui che bisogna stare attenti con quei bastardoni! E
poi Bella sa essere convincente! Comunque il nostro vampiro si
rifarà!......*sibillina, sibillina!*
- Che ha in mente Aro?!...perchè so che non vi siete
lasciate ingannare dal suo modo "affabile"......eeeeh, lo vedremo!!
- ( * ) Quella con l'asterisco è una citazione dal film
City of Angels.
Ci stava troppo bene, non ho saputo trattenermi. Comunque sottolineo
che non
è mia, è una citazione!!......e voi
direte, "il dubbio non ci era nemmeno passato per l'anticamera del
cervello...troppo bella e poetica per essere un'idea tua!"...........lo
so. -_-
- Sempre la citazione: ho pensato anche io che probabilmente sarebbe
stato più romantico se l'avesse detta lui a lei...ma, oh!
era la frase perfetta. ed era Bella a dire addio...ergo...^^
- Lui alla fine se la lascia scappare. Lo so. che tontolone.....ma
credete davvero che sia finita qui?! U.U
Risposta agli angioletti che hanno recensito il sesto:
greta1992
: gioia, grazie! Mi piace, ogni tanto, togliere quell'aria austera e
gelida alla povera Rosalie. E sono contenta che ti piaccia!! ^^.....che
dici, l'idea che ti eri fatta e che temevi tanto...si avvicinava alla
realtà?! ^^ grazie mille ancora! un bacione e Buon Anno
anche se in ritardo!
Serena Van Der
Woodsen : purtroppo prima di gennaio non sono riuscita,
anche perchè son tornata a Milano proprio i primi di
gennaio! ^^ spero che comunque vorrai continuare a seguirmi! un bacione
grande e grazie del sostegno continuo! Buon Anno anche a te, cara!!
LunaViola
: O.O.....lo ammetto. mi sono leggermente spaventata leggendo la tua
recensione. ç.ç mi dispiace!!!.....non
sei diventata una mummia, vero?! :-( Anyway, ti ringrazio per
i complimenti e mi auguro non dovrai rimangiarteli dopo aver letto
questo!^^ un bacio grande anche a te e un augurio di Felice
Anno Nuovo!
Ed4e
: ehilà, carissima!!! ^^ ma che tenera che sei! ed eccoci:
abbiamo scoperto cos'hanno fatto i bastardoni a Bella...di conseguenza
quello che ha visto Edward....capito cos'erano i rumori? A questo punto
credo di si! XD.....auguroni anche a te, cara !! grazie mille!! un
bacio grande
samy88
: Tesoro, ma non devi scusarti, ci mancherebbe!!! Primo, non sei
obbligata a lasciarmi una recensione, perciò sono io che
devo ringraziarti perchè puntualmente lo fai!....non ti
torcerei un capello, genietto!! ^^ due volte?...che dolce!!....gioia, i
tuoi sono complimenti che vanno oltre ogni più rosea
aspettativa!! forse sei un po' di parte, dopotutto abbiamo detto di
esserci affezionate l'una all'altra! XD......ti ringrazio comunque
infinitamente, davvero.
E sai.....forse ho cambiato idea: potrei anche arrivare a farti del
male....se non la smetti di dire che non puoi accettare complimenti da
me!! mi invogli soltanto a fartene altri per farti entrare in quella
testolina il fatto che hai un talento indescrivibile e che lo si vede
in ogni singola sillaba!!!
Ora sono stata chiara?!......non farmi arrabbiare, sai!
perchè quando mi vengono i cinque minuti...mi faccio paura
da sola!!!...(in barba all'orsetto di Koda!^^)
Grazie mille, tesoro!! anche io non vedo l'ora di leggere i tuoi
aggiornamenti, come ti ho scritto nelle recensioni!!
Un bacio grande grande e Buon Anno...anche se in ritardo!!
Grazie infinite a chi ha messo la storia tra le preferite.
e chi tra le seguite.
Vi adoro!
L' abbigliamento
rimane lo stesso per questo capitolo. (Cambiarsi d'abito era l'ultima
delle loro priorità!^^)
Bon.
Ora vado.
Grazie infinite e Buon Anno a tutti/e!!!!
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
|
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Capitolo 8 *** Avviso. Per favore leggete. ***
Buonasera
a tutti/e.
Mi dispiace perchè probabilmente la vostra irritazione
crescerà nel vedere che questo non è un capitolo
nuovo ma un avviso.
Vi capisco e me ne scuso. Tuttavia, se vorrete leggere e starmi a
sentire, vi spiegherò i miei motivi.
I primi di gennaio mia nonna non è stata bene e hanno dovuto
ricoverarla. Era tempo che non stava bene, ma nell'ultimo
mese le cose sono peggiorate.
Domenica notte la mia nonna se n'è andata.
Capirete quindi che le mie priorità erano altre, piuttosto
che concentrarmi sulla storia.
Ora, sono passati solo due giorni. Non ho ancora la testa per mettermi
a scrivere.
Spero vogliate capire la situazione.
Quando mi sentirò un po' meglio cercherò di
aggiornare.
Vi chiedo ancora scusa, ma ora proprio non me la sento.
Vi mando un bacio.
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Mi dispiace. Mi dispiace tanto
per il ritardo, ma è stato un periodo...
Lasciamo stare. Ecco il capitolo.
Scusate ancora per l'attesa, scusate se non sarà all'altezza
delle vostre aspettative...perchè so che è
così, fa pena, ma ho preferito pubblicare uno schifo
piuttosto che farvi attendere ancora. Se vorrete, lo
cancellerò e lo riscriverò da capo.
Grazie di tutto.
The Cage
Capitolo 8
Bella
Volcano
- Damien Rice
Non voltarti.
Non voltarti, Bella.
Continua a camminare. Corri, se serve. Solo...non voltarti.
Farebbe solo più male. Vedere il suo viso, guardare quegli
occhi
che, ancora una volta, mi chiedono di restare. Sentire la sua voce che
mi implora di non abbandonarlo.
Farebbe solo più male, perchè sarebbe bello poter
ricambiare il suo sguardo ed esaudire quella richiesta. Rispondergli e
dire no, non ti lascio.
Resto qui, con te.
Gli ho sfiorato le labbra. Avrei voluto, però, perdermi
ancora
una volta nel suo profumo, approfondire quel contatto che ho capito
essere tanto importante, troppo.
Invece le ho sfiorate. Sarebbe stato impossibile, poi, privarmene.
Rientro nella mia stanza
e il mio cucciolo mi salta subito addosso, leccandomi il
viso freneticamente.
Rido spensierata e intenerita, mentre lo accarezzo per ringraziarlo.
Non ci metto però che pochi secondi per ricordare che fra
poco
Aro sarà qui, ed ecco che il buon umore sparisce,
così
com'era arrivato.
Rimetto a terra il mio piccolino e mi siedo sul bordo del letto, in
attesa.
Nemmeno io so cosa mi accadrà.
Ma lo affronterò da me.
Edward
Quello che ho sentito dopo che l'ho guardata andare via è
solo un miscuglio di suoni e voci.
Con ogni probabilità i miei familiari mi hanno trascinato
via, non lo so. So davvero poco in questo momento.
L'ho guardata andare via. Non sono stato in grado di fare altro. Cosa
diavolo mi è preso?! Dovevo fermarla, volevo farlo!! Ogni
centimetro del mio cuore mi urlava di afferrarla e portarla via, anche
contro la sua volontà.
Allora perchè?
Sono ore che, sdraiato sul divano della mia stanza osservo la crepa,
invisibile ad occhio umano, sul soffitto proprio in corrispondenza
della mia testa.
E la vedo allargarsi. Vedo le sue diramazioni correre veloci e spaccare
l'intonaco bianco che si sgretola, cadendo in pezzi.
Lo vedo, nella mia testa. Nel mio cuore.
E' così che mi sento; non era sufficiente che quel muscolo
che ho nel petto fosse immobile da anni, no. Ora sta svanendo.
Sai benissimo il motivo
delle tue azioni, non serve che io te lo dica.
Il pensiero di Alice, al piano di sotto, arriva forte e chiaro. E fa
male. Fa male perchè è intriso di
verità, una
verità che fatico io stesso ad accettare perchè
me ne
vergogno.
Non posso però ignorarla, farebbe solo più male.
Mi costringerebbe ad arrendermi, a
lasciarla andare.
Mi distruggerebbe.
Non l'ho fermata
perchè mi sono sentito respinto, di nuovo.
E' così. Maledetto orgoglio.
Lei mi ha lasciato di nuovo, mi ha voltato le spalle decisa a cavarsela
da sola. E io mi sono lasciato andare al dolore e all'orgoglio.
E' per questo che l'ho fatto.
Questa consapevolezza, finalmente accettata, mi colpisce dritto nello
stomaco, facendomi sbarrare gli occhi. Con uno scatto fulmineo sono in
piedi al centro della stanza.
Mi tormento i capelli, incredulo. Si può essere
più idioti?!
Dio, l'ho trovata! L'ho finalmente trovata, e che faccio? Mi lascio
controllare da uno stupido e inutile sentimento umano?!
Al diavolo! Non le permetterò di rinunciare alla sua
esistenza.
Non le permetterò di rinunciare a noi.
Perchè so...so che quel noi esiste.
Bella
Due colpi secchi e delicati alla porta mi
fanno
sobbalzare. Ero troppo presa nei miei ragionamenti da non accorgermi
dell'avvicinarsi di colui che, con ogni probabilità,
sarà
il mio carnefice.
Il cucciolo, riconoscendone l'odore, impaurito corre subito a
rifugiarsi sotto il tavolino accanto alla porta del bagno.
Io chiudo gli occhi e, dopo un paio di respiri profondi inutili, mi
alzo.
E' arrivato il momento.
“Avanti.”
Solo pochi
secondi e la porta si spalanca. Aro entra lentamente e con
passo aggraziato, senza guardarmi mai in viso. Lascia scorrere lo
sguardo sull'arredamento, fingendo noncuranza. Come se fosse qui per
una chiacchierata tra amici.
Gironzola distrattamente per la stanza per qualche minuto, tempo nel
quale io resto immobile e seguo la sua figura con gli occhi.
Infine si ferma ad un paio di metri da me, dandomi le spalle.
Lo sento prendere un grosso respiro prima di parlare.
“Isabella...Isabella...”
La sua voce ha una nota di divertimento che non riesco a capire.
Tuttavia è palese quale sia il sentimento che prevale sugli
altri.
Rabbia. E' furioso.
Ho imparato a conoscerlo in questi anni, nonostante sia uno dei vampiri
più difficili da leggere
che io abbia mai conosciuto.
Rimango comunque in silenzio, aspettando che dica qualcos altro.
Stringo forte una mano a pugno per evitare che l'agitazione prenda il
sopravvento, rivelando a questo bastardo il mio reale stato d'animo.
Ed ecco che alla fine si volta e i suoi occhi mi trafiggono tanto
intensamente da farmi trattenere il fiato.
Ho paura.
Ne ho, ma non posso più andare avanti così. Non
ce la faccio.
“Saresti tanto gentile da
spiegarmi questa faccenda, mia cara?” sorride, mellifluo. E'
rivoltante.
Mi prendo qualche istante per riordinare le idee. Non devo fare passi
falsi, devo scegliere accuratamente quello che dirò, ogni
parola avrà un peso.
Un peso che probabilmente non sarò in grado di sostenere.
“Non c'è nulla
da dire, in realtà.”
“Ma davvero? E quel
teatrino inscenato dal giovane Cullen...non era niente?”
Menti, Bella. Sii convincente, per l'amor del cielo.
“Non era nulla. Riguarda
me. Quel ragazzo...l'ho incontrato solo una volta, durante una caccia.
Probabilmente ha un animo piuttosto sensibile e... forse non ama
assistere a scene come quella di poco fa. Tutto qui.”
“Tu credi?”
Non è
per nulla convinto, maledizione!
Perchè non riesco a fare di meglio?!
Devo continuare!
“E' solo che credo...credo
di voler cambiare, Aro.” Mi fermo
perchè, assurdo, mi manca il fiato.
Il vampiro solleva impercettibilmente un sopracciglio, fissandomi
sempre più divertito. Non devo lasciarlo parlare.
“Sento il bisogno di
cambiare aria...per un po'.”
Attenta
Bella, non farlo innervosire troppo, o il tuo piano andrà
alle ortiche in un attimo.
“Dopotutto sono decenni
che non faccio altro che combattere. Credo di meritarmi un po' di
flessibilità.”
Merda!
Nel momento esatto in cui l'ultima sillaba è uscita dalle
mie labbra, mi sono resa conto dell'enorme stronzata che ho fatto.
Merda!
Aro comincia ad avanzare, lento e sinuoso, fino a raggiungermi. Mi
fissa intensamente.
“E così pensi
di meritare
più libertà, dico bene?” la sua voce esce sottile
e calma. Tutta apparenza.
Merda, mi sono fottuta da sola.
“Io..”
“Oh, Isabella cara!” mi interrompe subito,
scuotendo la testa e ridacchiando.
In un secondo la risata svanisce e l'ira esplode in quegli occhi di
sangue.
“Io non credo proprio.”
La porta della stanza si spalanca in un boato e Felix e Demetri fanno
il loro ingresso.
Ho giusto il tempo di muovere un passo che i due vampiri mi afferrano
per le braccia, stringendo forte.
Aro si avvicina, fino a portare il suo viso ad un centimetro dal mio.
La mia maschera ormai è caduta: smetto di fingere
sottomissione e la mia rabbia e il mio disgusto si manifestano
prepotenti.
Tento di afferrare quel demone con i denti, in un gesto che risulta
disperato persino ai miei occhi. Infatti lo schiocco del mio morso si
perde nell'aria, mentre vengo strattonata dai due che mi immobilizzano.
Un guizzo di divertimento misto a furore illumina lo sguardo di Aro.
“Sempre testarda, vero?”
Le risate di Felix e Demetri esplodono, chiassose.
I miei ringhi vengono ignorati.
Aro si volta e raggiunge l'entrata, senza però uscire. Al
contrario lo vedo accomodarsi elegantemente sulla poltrona
lì accanto.
Ora capisco. Tipico di lui.
Vuole godersi lo spettacolo.
“Io credo invece che tu
abbia bisogno di un'ulteriore lezione.”
Al suo cenno i due vampiri si scatenano.
Edward
L'urlo disumano di Alice mi fa precipitare al piano inferiore.
La mia famiglia è raccolta intorno alla piccola veggente,
piegata su se stessa come in preda ad un forte dolore. Subito li
raggiungo.
“Che succede?”
In risposta, come un muro di mattoni in pieno viso, le immagini della
sua visione mi travolgono.
Aro che parla con lei.
Demetri, Felix.
Bella.
Ringhi, risate divertite.
Rabbia e rancore.
Bella.
“Io credo invece che tu abbia
bisogno di un'ulteriore lezione.”
Vuoto.
Mi ritrovo di nuovo nel salotto di casa mia. Gli sguardi
degli altri cinque si alternano tra me e Alice.
Cosa diavolo..?
L'odore che sentiamo ci fa scattare tutti sull'attenti.
Demetri e Felix. Si avvicinano.
Eppure ce n'è un altro che...
Sbarro gli occhi, incredulo. Bella.
Mi fiondo fuori di casa, seguito dagli altri. La prima figura che
vediamo è quella di Felix: se ne sta ad una trentina di
metri da noi e ci fissa, sorridente.
Il suo pensiero mi arriva chiaro e conciso un secondo dopo.
La ragazzina deve
riflettere un po'. Torneremo a prenderla.
Non ho il tempo di analizzare le sue parole che da dietro il suo corpo
imponente, scorgo Demetri.
Un suo braccio è leggermente teso all'indietro. Tiene
qualcosa tra le dita.
Il mio sguardo, senza perdere di vista i due, cerca disperatamente la
vampira. Sento il suo profumo, deve essere qui.
Quando finalmente Felix si fa avanti, sento tutti i miei familiari
trattenere il respiro.
Io posso solo liberare un ringhio intriso di dolore.
Quel qualcosa stretto
tra le dita di Felix è un polso.
“Arrivederci, Cullen.”
In un battito di ciglia i due vampiri spariscono tra la boscaglia.
Lasciando a terra il corpo martoriato della mia Bella.
Voglio ringraziare tutti
ancora per
la pazienza dimostrata, anche se non sono sicura che ora
avrò ancora molti sostenitori.
E' comprensibile se vorrete smettere di seguire la storia.
Posso solo dire che mi dispiace.
Un grazie davvero speciale va ai tesori che mi hanno riservato parole
dolcissime riguardo quello che è successo un paio di mesi
fa.
Siete davvero sei tesori. Vi abbraccio forte.
Grazie infinite, quindi, a
:
Vale105
elvira910
LadySile
rosa62
Ed4e
marymary92
Spider Monkey
Rebussiii
Serena Van Der Woodsen
pinkgirl
Kiki91 ( Ciao tesoro.
Grazie mille... )
Costance_Fry
Marika92
ichigo1995D
E un grazie alle persone che hanno recensito il capitolo 7. Grazie,
davvero.
Il prossimo mi impegnerò per rispondere ad ognuna di voi.
Ed4e
Elly4ever
Serena Van Der Woodsen
Mr Darcy
Costance_Fry
elvira910
Un abbraccio e un ringraziamento speciale vanno alla mia stellina che
mi è stata vicina con un affetto inimmaginabile.
Ti voglio bene Jo.
Ma tanto!
Grazie.
Scusatemi ancora tutte/i quante/i.
Davvero.
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
Ok. Spiegazioni in fondo.
Ora vi lascio alla lettura e incrocio le dita.
The Cage
Capitolo 9
Edward
Letters
from the sky - Civil Twilight
“Alice, vai in casa e
prepara la stanza!” Uno spostamento d'aria e
mia sorella è già scomparsa.
“Esme, Rosalie...prendete
asciugamani e vestiti puliti, veloci.”
“Andiamo, Rose.” Esme afferra gentilmente
per un gomito la vampira
che, sconvolta non riesce a distogliere lo sguardo, sospingendola
verso casa.
“Jasper, tu ed Emmett
andate nel mio studio e prendete disinfettante e cotone.”
Emmett guarda
stranito Carlisle.
“Lo so, lo so, non serve a
nulla...le ferite si rimargineranno presto ma...non voglio lasciarla
così...voglio...”
“Emm, facciamo come ha
detto.” Jasper lancia uno
sguardo d'intesa ad Emmett, che annuisce e lo segue dentro
casa.
Tutto questo è durato una manciata di secondi, ed io me ne
sto
ancora qui in piedi, rigido, con gli occhi fissi su un punto preciso di
quel corpo.
Un grosso squarcio, incrostato di sangue e terra, attraversa la linea
morbida della sua
schiena, partendo dalla spalla sinistra fino ad arrivare all'osso
sacro.
E' grande. Enorme.
E' la firma di quel bastardo.
Non sposto lo sguardo per due motivi. Primo, devo memorizzare bene
l'immagine di quella ferita, per poter fare ancora di peggio ad Aro.
Prima di ucciderlo.
Secondo, non posso..non posso vedere altre prove di
quello che lei
ha dovuto sopportare.
“Edward.”
Non posso, non potrei trattenermi dal correre immediatamente da quella
feccia che con la sua sola presenza insudicia la terra su cui tutti noi
camminiamo.
“Edward!”
La
voce ferma e autoritaria di Carlisle mi costringe ad
alzare lo sguardo per incontrare il suo. E' tormentato ma deciso.
Non ho idea di cosa veda nei miei occhi, ma per un attimo i suoi sono
attraversati da un lampo di compassione.
“Ascoltami, figliolo. Lo
capisco, capisco cosa provi, ma ora dobbiamo pensare a Bella.”
Credo sia stato l'udire il suo nome a risvegliarmi da quel limbo. In un
battito di ciglia mi sono avvicinato al suo corpo, l'ho sollevata tra
le mie braccia con tutta la delicatezza di cui sono capace e,
stringendola al mio petto, l'ho portata in casa.
Gemiti sommessi di dolore sono ciò che ottengo in risposta.
Sei così minuta, piccola mia.
Come hai fatto a non dissolverti sotto quelle mani rudi e feroci?
Come hanno potuto farti questo?
Perchè
proprio tu?
Subito raggiungo la stanza dove trovo mia madre e i miei
fratelli
con tutto il necessario richiesto da Carlisle. Poggio delicatamente
quel corpicino martoriato sulla coperta turchese stesa sul divano di
pelle e, spostandomi dietro lo schienale, resto accanto a Bella e le
stringo saldamente una mano.
Carlisle si avvicina ed inizia ad esaminare le ferite che ad una prima
occhiata sembrano più serie e profonde.
“La schiena, Carlisle. La
schiena.” mormoro agitato,
impedendo a me
stesso di spostare lo sguardo dal viso rilassato della vampira.
Carlisle la volta su un fianco con movimenti curati e attenti. Io
velocemente le sorreggo la testa posando la mano libera sulla sua
guancia: il pollice si muove avanti e indietro su quella pelle
vellutata macchiata di rosso.
Come a carezzarla. Come a pulire quegli schizzi che la imbrattano.
Quando Carlisle inizia a ripulire la ferita, Bella ricomincia a
lamentarsi debolmente.
“Ssh...è tutto
ok, Bella. Sshh.” sussurro, chinandomi
verso il suo viso.
Al suono della mia voce, apre di scatto gli occhi, puntandoli nei miei
senza esitazione.
Tutti, compreso Carlisle, si fermano e concentrano la loro attenzione
sulla vampira. Lei, però, non distoglie lo sguardo dal mio,
scrutandomi attenta.
Le sorrido rassicurante, mentre le lascio il tempo di fare mente
locale. Non devo aspettare a lungo perchè dopo pochi secondi
la
vedo sbarrare gli occhi e tentare di mettersi seduta. Sia io che mio
padre, con gesti gentili, la facciamo rimanere sdraiata.
“Bella, stai tranquilla.
Sei a casa nostra. Tranquilla.” Carlisle la rassicura,
posandole una mano sul braccio disteso.
“Ti sto medicando le
ferite più profonde, ma guariranno tutte
entro oggi, massimo domani.” detto questo, fa per
riprendere il suo
lavoro.
“Posso... - Bella fa una
piccola pausa - posso stare seduta, davvero...”
“Certo, come preferisci.” Carlisle l'aiuta a
tirarsi su, per poi sedersi dietro di lei e tornare ad occuparsi delle
ferite.
Io mi accomodo lentamente davanti a lei, mentre gli altri si
posizionano di fianco a noi.
“Bella, tesoro, ti va di
dirci cosa è successo di preciso?” sussurra cautamente Esme.
Di tutta risposta la vampira comincia a scuotere piano la testa, gli
occhi chiusi.
“Maledizione...avevo fatto
tanto per tenervi fuori da tutto questo...maledizione!”
A quelle parole sussurrate il ricordo della rabbia e della frustrazione
provate torna prepotente come un'onda nel mio cuore, facendomi
stringere forte i denti.
Perchè ti
ostini a non capire,
Bella? La vuoi smettere?! Ormai è inutile, non lo capisci?
Ci
sono dentro...completamente. Qualunque sforzo tu faccia io
resterò qui. Accanto a te.
Smettila di sfuggirmi.
Smettila.
Bella fa un respiro profondo, passandosi una mano tra i capelli
già scompigliati.
“Immagino che a grandi
linee abbiate intuito cosa sia successo. In
parole povere...Aro l'ha chiamata "lezione". Ha detto che mi serviva
per...rinfrescarmi le idee.” sibila, mentre una
smorfia curva le labbra piene.
“E' colpa del fatto che ci
siamo presentati là, vero? Si
è insospettito. E' successo a causa nostra.” Non so se quella di Rose
sia più una domanda o una riflessione.
“Mia, vorrai dire.”
Tutti, Bella
compresa, si voltano verso di me.
“E' stata colpa mia. Della
mia reazione.....E' colpa mia.” sospiro, torturandomi i
capelli.
Sono stato un idiota, lo so. In quel momento però non ho
proprio
potuto trattenermi. Vederla in quello stato, con quei due bastardi
che...
“Per favore...” Una mano piccola e
candida sfiora la mia stretta a pugno
sul ginocchio e, dopo un attimo di esitazione, la presa sulle mie
dita si fa più decisa.
Alzo gli occhi e incontro quelli dispiaciuti della stupenda vampira che
popola i miei pensieri da giorni.
“Per favore, smettetela....smettila di
addossarti colpe che non hai
ragione di portare.” continua rivolgendosi a
me. “Nonostante il mio
desiderio di tenervi fuori dalla mia situazione...non posso che esservi
grata per tutto quello che avete fatto. Perciò, per favore,
basta.”
Senza pensarci, la mia mano si posa sulla sua, alla ricerca di un
contatto più forte. La sento fremere, ma non la scansa.
“Una cosa non mi
è chiara. Perchè Aro ti ha fatta
portare qui?” La domanda di Emmett
palesa un pensiero che aveva
sfiorato tutti.
“Insomma, da quello che ci
hai raccontato e....beh, da quello che
abbiamo visto, è possessivo e geloso al limite della follia
quando si tratta di te. E di certo il comportamento di Edward non
è passato inosservato. Quindi...proprio non capisco:
perchè permetterti di allontanarti, e per di più
portandoti da noi?”
“Non ne ho idea, Emmett.
Proprio non lo so. - mormora Bella,
pensierosa. -
Di
una cosa però sono assolutamente certa, e
cioè che Aro non fa mai nulla per caso e non lascia mai
nulla di
intentato.”
“Si, sicuramente ha in
mente qualcosa.” conclude Carlisle,
mentre con
uno schiocco netto si toglie i guanti di lattice. “Ho finito di
disinfettare; presto le forze torneranno, Bella.”
“Ti ringrazio molto.” sorride lei,
timidamente, non riuscendo però a nascondere una smorfia di
dolore quando tenta di muoversi.
Mio padre ricambia con uno sguardo amorevole.
“Bene, per ora pensiamo a
cambiarti quei vestiti strappati e sporchi!” La voce di Alice
tintinna nell'aria, stemperando la tensione.
"Marry
me, Bella" - Alexandre Desplat
“Come ti senti?”
Mi ha sentito arrivare. Tuttavia non si volta. Resta immobile accanto
ai cespugli di rose piantati da mia madre.
Ruota leggermente la testa verso la spalla destra, mentre i suoi occhi
guardano il terreno ricoperto di foglie secche smosse dal vento
leggero. Gialle, rosse, marroni.
“Molto meglio, ti
ringrazio.”
Ho la sensazione che voglia continuare, perciò resto in
silenzio. Faccio un passo verso di lei.
“Sono certa che non
aspetterà molto prima di venirmi a riprendere...forse allora
capirò il significato di tutto questo. E voi tornerete alle
vostre vite e...”
“Basta.” ringhio, incapace di
trattenermi.
Bella si volta completamente, l'espressione sorpresa e confusa.
“Cosa..?”
“Ho detto basta!
Smettila di allontanarmi! E' inutile...e so che non
è quello che vuoi. Non può esserlo.”
Stringo forte i pugni, cercando di calmarmi.
Non può
esserlo.
Per qualche istante il silenzio è l'unico testimone del mio
dolore.
Lo scrocchiare delle foglie secche sotto i piedi è l'unico
indizio che mi indica che si sta avvicinando. Non ho la forza di
guardarla.
“Ho davvero immaginato
tutto, Bella?”
La sento sussultare. Sa a cosa mi riferisco.
L'ho immaginato, Bella?
Quello che c'è tra di noi. Non è reale? E' solo
nella mia mente, nel mio cuore? Ho forse desiderato troppo che fosse
vero, al punto di vedere nei tuoi occhi qualcosa che in
realtà non c'è?
Dio, ti prego..
No.
“Edward... - la voce le si
strozza in gola - ...non puoi...mi conosci appena. Non può
essere....non sai niente di me!”
Alzo il viso di scatto, fissando il mio sguardo nel suo.
“E' vero! Il mio cuore
probabilmente è impazzito!! Io sono pazzo, forse!!! Hai
ragione, non so
praticamente nulla di te! E questo perchè tu
non parli con me!! Vuoi solo allontanarmi!! Quindi, immagino di sapere
già la risposta alla mia domanda.”
Mi volto, dandole
le spalle. Sono arrabbiato. Con lei, con me stesso.
Sono frustrato. Sconvolto dal sentimento che, nonostante tutto,
continua a gonfiarmi il cuore.
La amo. Nonostante mi stia respingendo. Di nuovo.
Fa male. Dio, se fa male.
“Adoro...” arresto immediatamente
il passo, tornando a guardarla. Un briciolo di speranza nel cuore.
Abbassa il viso, chiudendo gli occhi.
“Adoro leggere.
Quando..quando ero umana ricordo che mi piacevano le ciliegie. E la
neve. Adoravo guardare la neve cadere...in realtà mi piace
tuttora.” sorride, quasi
imbarazzata.
Io, non appena mi rendo conto di quello che sta succedendo, non posso
trattenermi dal sorridere apertamente.
Bella.
“Avevo un cane, Jake.
Eravamo inseparabili. Ed ero una fan sfegatata dei Beatles.” Ridacchia ed io con lei.
Cauto, faccio un passo verso di lei.
“Mi piaceva andare con le
amiche al cinema, lo zucchero filato e gli abiti degli anni Sessanta.” Ormai sono a cinque
passi da lei.
Improvvisamente il suo sguardo si fa triste e spento e quando incontra
il mio sono certo di sentire un brivido percorrermi la schiena.
“L'ultima... - rilascia il
fiato in un lungo sospiro - l'ultima volta che ho
pianto... è stato al funerale del mio fratellino, Seth.”
Uno strano lampo le attraversa il viso, ma non ho il tempo di
interrogarmi che ricomincia a parlare.
“Mia madre mi
ordinò di smetterla. Disse che la imbarazzavo.” Un singhiozzo
la scuote prepotente. “Non fece che appesantire
il mio senso di colpa.”
La guardo sconvolto sia per il comportamento di sua madre, sia per la
sua ultima affermazione.
“Colpa?! Perchè
avresti dovuto sentirti così? Bella, non è stata
colpa tua!”
“Già...” Eppure non sembra
convinta di quello che dice.
“Tuttavia... - i suoi
occhi si piantano nei miei e la tristezza che vi leggo mi colpisce come
uno schiaffo. - ...lei mi
guardò come se avesse perso il figlio sbagliato.”
Non ho bisogno
del potere di Jasper. Una fitta insopportabile mi perfora il petto.
Piccola. Fragile.
Meravigliosa anche nella sofferenza.
Annullo l'insignificante distanza che mi separa da lei e la stringo
forte, avvolgendola tra le mie braccia. Subito i singhiozzi di Bella
riempiono l'assordante silenzio che aveva seguito le sue parole.
Artiglia la mia camicia con le sue dita, aggrappandosi a me disperata.
Ed io l'avvicino ancora di più a me, come a voler fondere i
nostri corpi in uno solo.
Quanto dolore, Bella.
Quanto hai dovuto sopportare, piccolina?
Voglio spazzarlo via tutto. Tutto.
E poi voglio renderti felice. Voglio cancellare il male dalla tua
esistenza.
Permettimelo, amore.
Lasciati amare da me, Bella.
I singhiozzi si fanno via via più deboli e la sento
scostarsi leggermente da me. Abbasso lo sguardo per trovare il suo: lo
alza dalla mia camicia e un timido sorriso le increspa le labbra.
“Scusa...te l'ho
stropicciata tutta.”
Sorrido, intenerito, per poi posarle un delicato bacio sulla fronte.
Le mie labbra rimangono incollate alla sua pelle profumata mentre la
riporto più vicina a me. Ho bisogno di sentirla; le braccia
si avvolgono intorno alle sue spalle minute.
Una sensazione di benessere estremo mi investe quando sento le sue mani
posarsi a metà della mia schiena e fare una leggera
pressione, per stringermi a sua volta.
“Non me ne
andrò. Non potrai allontanarmi nè liberarti di
me, Bella. Non te lo permetterò.” sussurro contro la sua
fronte.
La sua stretta si accentua impercettibilmente.
“Questa mi suona come una
vaga minaccia.”
“Mi dispiace. Non
intendevo essere vago.”
Sul mio collo sento le sue labbra tendersi in un sorriso.
Restiamo in silenzio finchè un suo sussurro mi arriva dritto
al cuore, ridandomi la vita che lei stessa qualche minuto prima era sul
punto di strapparmi per la seconda volta.
“Non l'hai immaginato. Non hai immaginato
niente.”
Oddio. E'arrivata
l'estate. Almeno la mia. Finalmente.
Pausa interminabile quella che mi sono presa tra questo e l'ottavo
capitolo. Perdonatemi, ma lo studio e il lavoro devono
venire prima del resto.
Ora sono più libera e, presumibilmente, avrò
più tempo per dedicarmi alla mia creazione.
Non so davvero quanti staranno leggendo queste parole, probabile che il
numero di lettori/sostenitori sia calato vertiginosamente data
l'assenza di questa autrice scapestrata...ahimè, non sapevo
davvero come e dove trovare il tempo prima!
Perdono.
Mi inginocchio sui ceci.
...Ahi...
Ora, piccola precisazione e chiarimento ad un dubbio espresso da LadySile e Elfa Sognatrice
nelle scorse recensioni e che forse è venuto ad altre/i.
1. Alla fine dello scorso capitolo: i bastardoni non hanno strappato il
polso a Bella. Forse mi sono espressa male e me ne scuso: quando ho
scritto " Quel qualcosa stretto tra le
dita di Felix è un polso." intendevo dire che
Demetri la teneva per un polso, trascinandola. Spero di aver chiarito!
^^
Non posso che ringraziare tutti quelli che nonostante tutto -
soprattutto nonostante l'autrice - continuano a sostenermi e ad
appassionarsi con me a questa storia.
Grazie, grazie, thanks.
Ora rispondiamo...
Serena Van Der
Woodsen : Ti ringrazio davvero di cuore! Sei stata
carinissima e comprensiva. Non è da tutti ^^ Spero il tuo
giudizio non sia cambiato dopo questo capitolo! Un bacione
LadySile :
Allora, al tuo dubbio ho risposto sopra. ^^ Mi dispiace se non ero
stata chiara. Mi cimento, ma non sempre la ciambella viene con il buco!
^^ Riguardo i bastardoni non posso che darti ragione...lo sono!
Tanto...e si che è colpa mia, eh!! Mah....grazie mille per
la tua recensione! Un bacio
Marika92 : Grazie, cara! I complimenti
fanno sempre gongolare un pochetto...^^ un bacio
fabiolina :
Grazie per tutto quello che hai scritto nella recensione. Davvero, di
cuore! Speriamo ti piaccia anche questo! Un bacio
rebecca73 :
eh, mi dispiace. Lo scorso capitolo era pensato per finire
così...ma davvero non immagino di dovervi lasciare senza il
continuo per così tanto tempo....mi dispiace davvero!! Spero
non avrai perso la voglia di sapere come continua! Grazie per la tua
recensione e un bacio!
ginny89potter : Wow. Ammetto di esserci rimasta
un attimo quando ho letto il tuo commento. Che dirti? Grazie infinite,
davvero. Sono parole bellissime. Non immagini quanto mi abbiano fatto
piacere! Sei davvero dolce. Spero penserai lo stesso di quest'ultimo!
^^ Un bacione e grazie ancora!
elvira910
: che entusiasmo! ^^
grazie, grazie mille!! sei gentilissima!! mi fa davvero piacere sapere
che ti appassiona così tanto la storia!! mi sprona a dare
ancora di più!! grazie! Un bacio!
Ed4e : cara! mi fa piacere
che tu abbia notato il particolare: perchè Aro l'ha fatta
portare dai Cullen?.....da Edward!?...non è certo
scemo...bastardo si, ma non scemo....quindi che avrà in
mente?.....aaahh, vedremo!!! Bravissima! ^^ Grazie mille ancora!! Sei
sempre dolcissima e non manchi mai di lasciare un commentino!! Una
lettrice modello!! ^^ Un bacio
ELLAPIC : ti ringrazio!
A volte purtroppo chi scrive non è soddisfatto
quanto possono essere i lettori. ^^ ma ti ringrazio tanto!! un bacio!
yle94 : tutti di filata!?
brava!! ^^ grazie mille per aver speso del tempo per la mia storia!! un
bacio
Elfa Sognatrice : anche tu avevi
avuto lo stesso dubbio di un'altra lettrice, ora spero sia chiarito! ^^
A parte questo ti ringrazio davvero di cuore! Sei stata carinissima!!!
E' bello sapere che a qualcuno piace tanto quello che il mio cervellino
da rottamare produce.^^ incrocio le dita per questo appena postato!^^
un bacione
samy88 : Tesoro. Sei stata
dolcissima. Grazie. E ancora troppo buona con me!! Io che mi inchino di
fronte a te e a tutto quello che scrivi.^^ Ti ringrazio davvero con
tutto il cuore. Scusa il ritardo...ma la vita corre e bisogna tenere il
passo...o almeno provarci!! XD....un bacione grande, Sam!
artline : ti chiedo davvero
scusa ma non so come rivolgermi a te. Mi spiego: nella recensione hai
scritto ansioso
quindi suppongo tu sia un ragazzo. Se mi sbaglio fammi sapere, eh!! E'
che di solito non ricevo molte recensioni da maschi, per cui non sono
abituata e non vorrei sbagliare!!! Comunque ti ringrazio molto per il
commento!! Mi scuso ancora per il ritardo!! un bacio
Un ringraziamento e un grande abbraccio a chi ha inserito la storia tra
i preferiti,
chi tra le storie da ricordare
e chi tra le seguite.
Grazie di cuore!!!
Niente abbigliamento per questa volta. (Non sono nudi, eh!!) ^^
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
Questo capitolo è
dedicato a ginny89potter che è stata tanto carina da
riservare alla mia storia un posticino nel suo (relativamente) nuovo
forum http://fanwriter.forumfree.it/?t=50105256 .
Grazie mille, cara.
The Cage
Capitolo 10
Edward
Lascio che le dita scorrano lentamente, accarezzando la pelle sensibile
del suo braccio. Mi sposto di poco per permettermi di stringerla ancora
meglio, mentre ce ne stiamo qui, sdraiati su questo divano, circondati
da un silenzio privo di qualsiasi disagio e interrotto solo dai nostri
sospiri.
Qui nella mia stanza. E' bellissima, qui nel mio mondo. E' fatta
apposta per farne parte.
Ecco cosa mancava. Lei.
Sorrido, estasiato, quando con il naso prende a strofinarsi contro il
mio collo, respirando forte la mia essenza. La sua mano, che prima
riposava sul mio petto, sale lentamente a raggiungere la nuca e le dita
si immergono nella massa di capelli, tirandoli delicatamente.
Un gorgoglìo - tanto simile a delle fusa - si libera dalla
mia gola, facendola ridere spensierata.
“Che meraviglia...” sussurro ad occhi
chiusi, godendomi le sue carezze.
Fuori una pioggia sottile picchietta pigramente sul vetro della
finestra, come a chiedere di entrare.
Un falco plana sulla sua piccola preda, ghermendola tra i suoi artigli
affilati, per poi riprendere quota e allontanarsi nel fitto del bosco.
La risata cristallina di Alice e il borbottìo contrariato di
Emmett. Le ammonizioni di Esme.
Il mio udito recepisce ogni dettaglio, mentre la mia mente li confina
tutti in un angolo per concentrarsi solo su Bella.
“Non sarà
facile, lo sai, vero?” il suo bisbiglio mi
solletica
il lobo. La voce non è ansiosa, nè concitata.
“Lo so.” rispondo, pacato.
“Sarà
pericoloso...anche per la tua famiglia.”
“Ne siamo consapevoli. Ce
la faremo.” sorrido sulla sua
fronte. “Ora
sei qui con me, siamo insieme. Non intendo permettere a nessuno di
togliermi questo.”
Resta in silenzio e
immobile per dieci secondi, poi la sua mano torna a muoversi tra i miei
capelli.
“Mi
odio...perchè speravo davvero che lo dicessi.”
La stringo forte a me.
Finalmente completo.
Pack
up - Eliza Doolittle
Dopo un'oretta usciamo dalla nostra isola felice e scendiamo al piano
di sotto. Afferro una sua mano, sorridendole, quando tocchiamo l'ultimo
gradino.
Esme si avvicina e osserva gioiosa l'intreccio delle nostre dita. Poi
lascia una leggera carezza sul viso di Bella prima di tornare in cucina.
Mi volto a guardare la vampira che segue con lo sguardo la figura di
mia madre e subito un sorriso spontaneo e pieno di gioia le illumina il
viso.
Sono distratto però quasi subito da un pensiero curioso che
capisco provenire dal salotto, perciò mi dirigo nella
stanza,
accompagnato da Bella.
Varcata la soglia,
troviamo una scena abbastanza bizzarra.
Alice e Jasper se ne stanno abbracciati sul divano ad osservare
divertiti un Emmett indaffarato e seduto a terra sul grande tappeto
persiano. Il tavolino di vetro è stato spostato verso il
camino
per fare spazio ad un grosso scatolone ancora imballato.
“Ehi, ragazzi! Siete
arrivati giusto in tempo!” il tono sarcastico di
Jasper non mi sfugge affatto, così gli lancio uno sguardo
tra il
curioso e il divertito.
Emmett alza lo sguardo e sorride.
“Bellina, eccoti! Avevo
pensato di mostrartelo una volta montato, ma
pazienza! Non sto più nella pelle!” ridacchia, eccitato come
un
bambino la mattina di Natale.
“Di che parli, Emm?” chiede Bella sorridente,
mentre ci sediamo accanto ad Alice.
“Ma del tuo regalo di
benvenuta, sciocchina! Di che altro?!”
Bella si muove agitata sul posto, lanciandomi un'occhiata.
“Emmett, non era davvero
il caso, io...”
“Ah! Tututu...” la interrompe mio
fratello.
“Occupato.”
Emmett lancia
un'occhiataccia a Jasper per la battuta che a quanto pare
non l'ha fatto ridere, per poi tornare a concentrarsi su Bella.
“Per favore, Bella. Niente
discussioni!” Le sorride
incoraggiante e
lei dopo poco non può far altro che ricambiare e
ringraziarlo
animatamente.
“Bene!!” - fa scrocchiare le dita
- “Ora. Apriamo questo pacco
e vediamo di installarlo!”
Con un movimento della mano fa saltare l'imballaggio, permettendoci di
vederne il contenuto.
Un bellissimo impianto stereo si mostra in tutta la sua grandezza.
“Wow, Emm, è
bellissimo!!” sussurra la vampira,
rapita.
“Vero?!” - esclama mio fratello,
eccitato - “Da quel che ho capito ti
piace molto la musica, piccola ammiratrice dei quattro di Liverpool!”
Bella abbassa lo sguardo imbarazzata, senza nascondere però
il sorrisino che le increspa le labbra.
“Emmett...hai origliato.” osservo, con una punta
di risentimento nella voce.
“Affatto! Sono
semplicemente inciampato
in parte della vostra conversazione.” mi risponde, quasi
indignato dall'accusa rivoltagli.
Che tipo!
Sto per rispondergli a tono quando il tocco di Bella mi fa voltare
verso di lei. Accarezza la mia mano con il pollice, sorridendomi serena.
Alzo gli occhi al cielo e lascio perdere, stringendola e portando il
suo corpo più vicino al mio.
“Allora, dove eravamo? Ah,
giusto! Vediamo di far funzionare questo aggeggio!”
E subito ci ritroviamo tutti e quattro ad osservare Emmett armeggiare
con i vari componenti dello stereo.
La risatina di Alice ci incuriosisce.
“Che hai visto, amore?” Jasper le sorride,
carezzandole una guancia mentre ancora la stringe a sè.
“Oh, lo capirete presto.” risponde lei, sibillina.
Non cerco nemmeno di leggerle la mente. Per una volta voglio
godermi anche io la sorpresa.
Da circa quaranta minuti mio fratello è immerso nella
lettura del libretto delle istruzioni e si è interrotto solo
man
mano per eseguire quello che leggeva. Penso di poter affermare con
certezza di averlo visto solo poche altre volte così assorto
e
concentrato.
Bella è completamente rilassata tra le mie braccia; ogni
tanto
si allunga per darmi un bacio, per poi tornare nella posizione di prima.
Mi piace tutto questo. Mi piace. Potrei anche abituarmici. Ma che dico,
ormai è tardi per questo. Mi sembra tutto così...giusto.
“Ok, Ci siamo! Il momento
della verità!”
L'esclamazione di Emmett ci riporta tutti alla realtà. Mi
raddrizzo, staccando le spalle dallo schienale del divano e passo un
braccio intorno alla vita di Bella che osserva il risultato del lavoro
di mio fratello con occhi luminosi e impazienti.
Emmett si alza in piedi, sventolando il libretto di carta fina e
provocando un fruscìo leggero.
“Ora non resta che
accenderlo e seguire i passaggi per il
funzionamento.” detto questo, mentre con
una mano tiene le istruzioni,
con l'altra si appoggia ad una delle due casse.
Si schiarisce la voce teatralmente e comincia la sua lettura.
“Allora, pagina uno: Gentile cliente, grazie per aver
scelto i nostri prodotti! Il nostro marchio si impegna sempre per
garantire ai consumatori...bla bla bla. Passiamo avanti!” sorrido all'impazienza
di quell'orso di mio fratello.
“Ah, ecco! : Per cominciare
accertatevi del corretto funzionamento dell'apparecchio, premendo il
tasto di accensione come mostrato nell'illustrazione esplicativa a
fondo pagina.”
Emmett preme il tasto e...nulla accade.
Il mio sguardo scorge poco lonatno un dettaglio non trascurabile che
immediatamente ricollego alla risata di Alice. Con un gesto delicato
richiamo l'attenzione di Bella, facendole notare il problema. Subito
tenta di trattenere la risata che stava per liberarsi nell'aria e mi
fissa, complice.
Le imprecazioni di Emmett, difficili da ignorare, catturano nuovamente
la nostra attenzione.
“Che razza di scherzo
è questo?! Oh, ma ora mi sentono! Glielo
riporto subito indietro e me lo faccio cambiare! Ma dai! Nemmeno si
accende questo trabiccolo infernale!” urla, gesticolando come
un
ossesso.
Con calma e un po' di rassegnazione mi alzo e mi avvicino a mio
fratello, posandogli una mano sulla spalla muscolosa.
“Svegliati,
Einstein....che ne dici di infilare prima la spina?”
A quel punto Emmett si ammutolisce, spostando ritmicamente lo sguardo
da me alla presa di corrente vuota e inutilizzata.
Nessuno riesce a trattenere oltre le risate, che esplodono potenti
riempiendo la stanza, mentre Emmett borbotta parole incomprensibili
anche per noi vampiri.
La risata cristallina e melodica di Bella mi entra nel cuore, facendomi
sospirare di sollievo.
Si, mi piace tutto
questo.
Sono ormai un paio di giorni che Bella è qui con noi.
Nessuno di loro è
venuto a cercarla. Nessuno di loro
è venuto a riprenderla.
O almeno a provarci.
Non ho idea di quello che abbia in mente Aro, l'unica certezza
è
che non sarà così semplice, è inutile
sperarlo. Ha qualcosa in mente, solo che non sappiamo cosa.
Quando verrà il momento, però, sarò
pronto e
lotterò. Lotterò per impedirgli di portarsi via
la mia
fonte di luce. Bella.
“Edward?” la voce della mia donna,
della mia stupenda compagna, mi arriva decisa e impaziente.
Con due salti sono davanti alla nostra camera e busso leggermente.
“Avanti!”
Spingo piano il legno chiaro e la porta cigola brevemente per poi
mostrarmi quella meraviglia che ancora fatico a credere essere mia.
Bella è in piedi davanti ad un lungo specchio, messo
lì
appositamente da Alice. Si osserva con una tenerissima smorfia che le
arriccia le labbra rosse e morbide.
Indossa un paio di jeans neri che le fasciano le gambe come una seconda
pelle e seguono perfettamente le sue stupende curve. La maglia lascia
intravedere parte di pelle appena sopra la curva del seno, cosa che
rischia di
farmi correre da lei, afferrarla e rovinare così tutto il
lavoro. Gli stivaletti dal tacco alto ne
slanciano maggiormante la figura.
“Sei perfetta,
è inutile che cerchi un difetto.” sussurro, incantato.
I suoi occhi incrociano i miei attraverso il riflesso e finalmente
rivedo il sorriso che tanto adoro.
“Alice ha voluto consigliarmi
nella scelta.” il tono che usa
è divertito ma nasconde la
verità: è stata fin troppo generosa nella scelta
del
verbo.
La mia espressione scettica la fa cedere.
“Ok, diciamo che era
disposta a farmi andare in giro nuda se non avessi accettato il
consiglio.” ammette, ridacchiando.
Con passo lento mi avvicino fino a stringere le braccia intorno alla
sua vita e appoggiare il mento sulla sua spalla. Osservo la nostra
immagine riflessa e ciò che vedo mi riempie il cuore di
orgoglio.
Strofino il naso sul suo collo, gustandomi quel profumo sublime.
“Beh, in questo caso
allora forse l'avrei spalleggiata...” soffio nel
suo orecchio, godendomi con orgoglio il brivido che la attraversa e le
fa chiudere gli occhi.
“Tuttavia, e ovviamente
oserei dire, non ti avrei fatta uscire da questa stanza.”
Bella reprime uno scoppio di ilarità e si muove tra le mie
braccia fino a girarsi per guardarmi dritto negli occhi.
Avvolge il mio collo con le braccia candide e setose, sorridendomi.
Nella sua espressione un misto di malizia e imbarazzo.
Con tutto quello che è successo e ancor di più
data
l'insolita modalità di incontro, non mi ero mai fermato a
riflettere su quanto realmente la desiderassi. Ovvio, la
forte
attrazione nei suoi confronti è sempre stata innegabile e
quasi
impossibile da ignorare, così come il sentimento che piano
piano
mi ha avvolto.
Il desiderio di cui parlo però è un altro. Quello
che
sento ora, mentre la stringo tra le mie braccia, mentre sfioro la curva
morbida del suo fianco. Ora che il suo seno pieno è premuto
contro il mio torace e il profumo dei suoi capelli mi fa immaginare di
essere sdraiati in mezzo alla neve. Si, perchè è
quel
profumo fresco, puro e inconfondibile. Indefinibile.
E' un desiderio nuovo per me.
E' primitivo.
E' potente.
E' dolce.
E' passionale.
E' animalesco.
E' immenso.
Bella, in un movimento lento ma improvviso, si fa più
vicina. Si
stringe a me, tanto da non lasciare un solo spiraglio tra i nostri
corpi.
Io sono costretto a stringere forte gli occhi e a rilasciare un sospiro
affannato a causa di una sua gamba tra le mie.
“Bella..” il singulto è
tenue, sofferente quasi, e la voce roca.
“Lo so.” sussurra lei sulle mie
labbra.
Apro gli occhi di scatto e trovo i suoi. Neri, accesi e lucidi. Come i
miei.
La osservo, leggo ogni sua espressione. Cerco un qualsiasi accenno di
indecisione e non lo trovo.
Allora la bacio e lo faccio cercando di spiegarle così tutto
il groviglio di emozioni che mi stanno facendo impazzire.
Le mordo il labbro inferiore per poi leccarlo dolcemente e il suo
gemito si perde nella mia bocca che, avida, cerca le sue carezze, la
sua morbidezza.
Ero convinto che nulla, in nessun caso, avrebbe mai potuto distrarmi da
me e Bella. Dai nostri baci.
Ero convinto che niente avrebbe potuto penetrare la bolla ed entrare
nel nostro mondo.
Mi sbagliavo.
Si, perchè la visione che Alice mi mostra, mentre le mie
labbra
sono ancora premute su quelle del mio amore,ha il potere di sovrastare
il desiderio, l'eccitazione, la frenesia.
Allora mi scosto dal volto della vampira, carezzandole piano i capelli.
Soffro nel vedere sul suo bel viso confusione, ma nonostante tutto un
sorriso estasiato. Soffro perchè non voglio vederlo sparire
quel
sorriso, anche se so che non avrò scelta. Sparirà
non
appena quella visione diverrà reale.
Sacrifice
- Anouk
Il paesaggio scorre veloce fuori dal finestrino, tanto da apparire
anche a me più un miscuglio indefinito di marrone, verde e
azzurro tra le venature create dalla pioggia.
Riporto lo sguardo sulla vampira stretta tra le mie braccia. Il corpo
è rilassato, come privo di forze, contro il mio. Le mani
sono
abbandonate in grembo,immobili come guanti vuoti e abbandonati.
La stringo maggiormente a me, impotente, mentre i suoi occhi restano
puntati su quel vetro che fino a pochi istanti fa fissavo anche io.
Senza realmente vedere nulla.
“Bella, vieni, scendiamo dagli
altri.”
E' intelligente la mia Bella, è sensibile e intuitiva.
Per questo le sue labbra si piegano a formare una linea sottile e quel
sorriso tanto bello diventa un ricordo. Per questo non si lascia
ingannare dal mio tono forzatamente sereno e dall'improvvisa
interruzione. Per questo non le sfuggono
le mie mani che sembrano volerla sostenere piuttosto che accarezzare.
“Che succede, Edward?” chiede, decisa.
E io, come un perfetto idiota, resto a guardarla.
La guardo e mi domando perchè non riesco a trovare un modo
per
evitarle anche questo. Per metterla al sicuro ed evitare che l'ennesima
tempesta impazzita la travolga, rischiando questa volta di portarla via.
E' intuitiva la mia Bella. Ed è per questo che il mio
silenzio
la spaventa. E' per questo che mi ritrovo a seguirla al piano di sotto.
La mia famiglia è riunita intorno ad Alice che, non appena
vede
Bella, si appoggia a suo marito alla ricerca di una forza che non
è sicura di avere. Il suo viso si contrae in una smorfia di
dolore e nella sua mente urla che non è giusto, che non
vuole
aggiungere anche questo peso al carico che già schiaccia le
piccole spalle del mio amore.
“Alice? ” Bella si rivolge cauta a mia
sorella, ma i suoi occhi passano su tutta la famiglia, sui loro volti.
E' intuitiva la mia Bella. Per questo, prima che chiunque possa dire
una parola, fa un passo indietro verso le scale da cui siamo scesi.
Come a fuggire da qualcosa che sa le strapperà un altro
pezzo di quel cuore martoriato.
La voce di mio padre, non udibile agli altri, mi invade la
mente, mentre con un dito accarezzo lentamente una guancia di Bella.
“Da quel che ho capito
durante la breve telefonata al mio collega di Seattle...beh,
è una cosa seria, Edward. Mi..mi dispiace..” Il tono sinceramente
affranto.
Stringo forte la mano della vampira che è tra le mie braccia.
“Accelera, Carlisle. Ti
prego.”
Venti minuti dopo Carlisle parcheggia davanti all'entrata del Northwest
Hospital di Seattle.
Scendo, tenendo aperta la portiera e porgendo una mano a Bella,
invitandola a seguirmi. La osservo rimanere immobile per qualche
istante, con lo sguardo fisso sul poggiatesta del sedile anteriore. Poi
afferra la mia mano.
Intreccio le mie dita alle sue, procedendo al suo fianco verso la porta
automatica, mentre il resto della mia famiglia ci segue in silenzio.
Quando arriviamo al banco accettazioni troviamo una donna di mezza
età, impegnata in una conversazione al telefono, che ci fa
segno di aspettare alzando un dito.
Con la coda dell'occhio seguo il profilo del viso di Bella: la sua
espressione vuota mi stringe il cuore.
“Cosa posso fare per voi?” chiede l'infermiera
gentilmente dopo aver posato il ricevitore.
Ci osserva cordiale, in attesa di una risposta e il suo sguardo si
sofferma su Bella, imitandomi, dato che inconsapevolmente mi ero girato
verso di lei.
Tuttavia Bella non risponde. Apre una volta la bocca, come nel
tentativo di dirle qualcosa, ma subito si ritrova a doverla chiudere,
dal momento che nessun suono sembra voler oltrepassare le morbide
labbra.
“Buongiorno, sono il
dottor Cullen. Sono un collega del primario di Oncologia.” interviene Carlisle,
gentile. E l'attenzione della donna è calamitata altrove.
“Oh, dottor Cullen! Il
dottor McKinnen mi aveva detto che sarebbe venuto! Vuole che lo informi
del suo arrivo?” domanda lei, mentre
già solleva la cornetta.
“La ringrazio, si.”
“Bene. Attenda un attimo.” conclude, componendo un
numero.
In sottofondo sento il chiacchiericcio dell'infermiera con una collega,
ma non ci bado. Faccio voltare Bella verso di me, posandole entrambe le
mani sulle braccia tese e rigide. Il suo sguardo però resta
fisso sulle labbra della donna anche mentre le parlo.
“Bella, amore...” cerco inutilmente di
attirare la sua attenzione, ma sembra che le parole che scorrono dentro
quel ricevitore le siano di vitale importanza, come se da ogni sillaba
dipendesse tutto.
Impotente torno a stringerla al mio petto. E faccio come lei, come
tutti. Aspetto.
“Il dottore la attende in
reparto, Dottor Cullen. Può prendere l'ascensore
lì, a sinistra. Quarto piano.”
Ringraziamo la donna e
seguiamo le indicazioni.
Quando il segnale dell'ascensore suona e le porte si aprono al quarto
piano, troviamo ad attenderci un uomo sulla cinquantina, alto ed
elegante nel suo camice bianco.
Gli andiamo incontro e lui, dopo essersi sistemato gli occhiali sul
naso, porge la mano a mio padre.
“Carlisle, è un
piacere rivederti.” asserisce con un lieve
sorriso. Dai suoi pensieri capisco che tuttavia avrebbe preferito
rincontrarlo in un'occasione meno spiacevole.
“Ciao Thomas. Questa
è la mia famiglia.” e ci indica con un gesto
della mano.
“Buongiorno a tutti.”
Ricambiamo il saluto, mentre il dottore ci fa strada lungo il corridoio.
“Thomas, lei” - Carlisle indica Bella
- “è la ragazza
di cui ti ho parlato.”
L'uomo si ferma davanti
alla stanza 316 per poi rivolgersi a Bella.
“Signorina Swan..”
A quel richiamo la vampira sembra riprendersi, così punta i
suoi occhi dorati in quelli azzurri del medico.
“Abbiamo saputo solo
recentemente della sua esistenza e del legame di parentela con il
paziente, ma abbiamo subito cercato di contattarla. Tuttavia
inutilmente. Fortuna ha voluto che Carlisle mi chiamasse.”
“Si, vedi, credevamo che
non fosse più in vita, ma poi sono venuto a sapere che ci
sbagliavamo e abbiamo cominciato le ricerche. Ho chiamato diverse
strutture e alla fine ho scoperto che era ricoverato qui.” spiega Carlisle,
omettendo alcune cose e modificando in parte la verità.
Credevamo davvero, Bella per prima, che ormai lui fosse morto.
Lo pensavamo. O forse,
conoscendo Aro, lo davamo per scontato.
“D'accordo. Signorina
Swan, venga con me.” dice il dottore aprendo
la porta della stanza 316 e invitando Bella a raggiungerlo con un gesto
del braccio.
“Ti aspettiamo qui, amore.” le sussurro,
carezzandole un braccio.
Lei stringe forte la mia mano.
“No, venite con me. Per
favore.” La voce le
trema nella gola, incerta e impaurita.
E allora la seguiamo in quella stanza del reparto di Oncologia
del Northwest Hospital di Seattle.
Credevamo davvero, Bella per prima, che ormai Charlie Swan fosse morto.
Ci sbagliavamo.
Sono tornata.
Anzi, io sono sempre stata qui. Il problema è che il mio pc
è tornato ora a casa. Finalmente guarito. Povero, lui.
Comunque finalmente ho potuto aggiornare questa travagliata storiella!
Per tutti quelli che hanno avuto la grandissima pazienza di attendermi
- e che quindi presto verranno proclamati santi e martiri allo stesso
tempo - un grazie immenso!!!!
Allora.....
Che dire di questo capitolo? E' un po' di passaggio, potremmo dire.
Sbroglia qualche dubbio e ne crea di nuovi.
Che casinista che sono!
E un po' bastarda - direte - visto dove l'ho interrotto.
Ma tranquille/i ...il prossimo non si farà attendere
così a lungo!!!
Bon, direi che non ho altro da aggiungere ma, se dovessero esserci
domande, vedrò di rispondere a tutte!
Ringraziamenti e risposte:
vanderbit
: Ti ringrazio moltissimo, cara. Sei molto gentile! Per quanto riguarda
le tue domande...beh, che faccio ti dico tutto?! No se puede!
^^....Dovrai attendere un po' e guardare i nodi scogliersi. Posso dirti
però...belle domande! Davvero! Grazie ancora! Un bacio
Human_
: Meglio tardi che mai, giusto?! ^^ Grazie mille per lo sforzo di
leggerla tutta d'un fiato! Mi lusinga! Spero davvero che anche questo
capitolo sia all'altezza!! Un bacione grande!
elvira910
: Eh....purtroppo non ho potuto accontentarti per quanto riguarda il
tempo di aggiornamento...cause di forza maggiore!! Spero
però che tu non abbia perso la voglia di seguirmi!!! Ma ti
capirei... Grazie mille per i complimenti,cara!!! Un bacione!!
LadySile
: Per il dubbio, figurati!!! Aro è......Aro. Non so, il
bastardone della situazione deve esserci da qualche parte,
no?...è toccato a lui!!! ^^ Grazie mille per la
recensione!!! Un bacione grande
MrDarcy
: Grazie della comprensione, cara!!! Tranquilla, ho intenzione di
portarla a termine!!! In un modo o nell'altro!!! ^^ Di Seth ne
parlerò fra un po'....e sapremo!!!
Grazie ancora cara!!! Un bacione
Serena Van Der
Woodsen : Mi pensavi?! Oh, che carina!!...Beh, ne
è passato di tempo.....perdono!! ^^ Io tutto bene, ti
ringrazio....un po' presa e sballottata di qua e di
là.....ma pazienza!!! Tu tutto bene!? Contentissima che il
capitolo scorso ti sia piaciuto e....speranzosa che valga lo stesso per
questo!!! Grazie mille, un bacione!!!
Ed4e
: Divorata dalla curiosità?...oh, povera! Mi spiace....solo
che la storia ha un certo ritmo....e non posso affrettare le cose!! ^^
Se la frase della madre ti è sembrata
cattiva.....beh...aspetta e ne vedrai di peggiori!! ^^....ops,
spoiler.....Comunque, non uccidermi ancora Aro....quando non mi
servirà più ai fini del completamento della
storia....allora sarà tutto tuo!!! Grazie mille cara!!! Un
bacione!
Elfa sognatrice
: Ciao cara! Bell'analisi dei due personaggi, complimenti!! ^^ Bella
nasconde qualcosa ancora, dici?...Forse lo fa per....proteggere
qualcuno? Più di uno?......uff, altro spoiler.....pazienza!
^^ Per il ritardo.....perdonamiiiiii. Imperdonabile scrittrice, lo so.
(pfh. scrittrice. Che paroloni che uso ultimamente!) Vedrò
di fare meglio ora!! Grazie, cara! Un bacione!!!
Set
e Abbigliamento
Grazie a chi si è aggiunto ai preferiti
e a chi l'ha messa tra le seguite.
Uh, e tra quelle da ricordare.
Grazie, grazie.
Thanks, muchas graçias!
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
Santo cielo, che ritardo.
E' anche vero che - purtroppo - oramai sarete abituate/i .
Non che sia una scusante.
T_T Perdonatemi.
Buona lettura (se ancora ci sarà qualcuno disposto a leggere).
P.S.: Come una scema ho
pianto tutte le lacrime che avevo in corpo scrivendo alcune parti di
questo capitolo. Mi scuso già da ora se dovesse capitare lo
stesso a qualcuna di voi.
The
Cage
“No, venite con me. Per
favore.”
La voce le trema nella gola,
incerta e impaurita.
E allora la seguiamo in
quella stanza del reparto di Oncologia del Northwest Hospital di
Seattle.
Credevamo davvero, Bella
per prima, che ormai Charlie Swan fosse morto.
Ci sbagliavamo.
Capitolo
11
Bella
Bones/My
ghost - Glass Pear
Appena metto
piede in quella stanza l'odore di fiori freschi in parte mi rassicura,
nonostante non riesca in nessun modo a coprire quello più
forte e pungente di disinfettante tipico degli ospedali.
La luce proveniente dalla piccola finestra crea un effetto particolare
riflettendosi sulle pareti di un tenue giallo, come un' alone soffice e
fiabesco che avvolge tutto.
La mia ansia però non accenna a diminuire e devo
costringermi, fare forza su me stessa per distogliere lo sguardo dalle
poltroncine blu accostate alla parete alla mia destra e rivolgerlo
all'unico letto presente nella stanza.
Devo costringermi a farlo, perchè in realtà non
sono certa di essere pronta ad affrontare la visione che so, per certo,
mi aspetta.
Eppure lo faccio. Mi volto e...lo rivedo.
Il mio papà.
Involontariamente trattengo il fiato in un singhiozzo emozionato, ma
sofferente.
Come guidata da una forza che non credevo di poter tirare fuori, lascio
lentamente la mano di Edward che, insieme alla sua famiglia, resta in
disparte, facendomi comunque avvertire la loro presenza. Ne ho bisogno.
Mi avvicino piano al bordo del letto, gli occhi fissi su quel volto
sconosciuto e segnato dal tempo, eppure così familiare.
Quanto tempo. Quanti
anni avrai ora, papà?
Ho perso il conto,
perdonami.
Lentamente, quasi con timore, allungo una mano e accarezzo
delicatamente la pelle morbida e rugosa della guancia, dalla tempia
fino al mento, sfiorando i pochi capelli bianchi.
Senza interrompere il contatto, mi siedo accanto a lui sulle morbide
lenzuola bianche che profumano di pulito. E di Charlie.
Oh, questo profumo non avrei mai potuto dimenticarlo! Il mio
papà.
Dolcemente afferro la sua mano destra e la stringo tra le mie,
carezzandone il dorso con movimenti lenti e lievi.
“Signorina Swan...”
La voce incerta e
sommessa del dottor McKinnen mi riporta alla realtà. Mi ero
dimenticata anche della sua presenza.
Faccio un cenno con la testa, per farlo continuare, ma non distolgo
l'attenzione dal viso di Charlie.
“Suo padre è
stato ricoverato qui un mese fa, sotto richiesta della casa di riposo
in cui alloggiava. Là non avevano i mezzi nè le
conoscenze necessarie per prendersi cura di lui...non a questo stadio
della malattia.” mi spiega, con voce
pacata e comprensiva.
Le mie dita si stringono di più intorno alla mano del mio
papà, mentre un dolore sordo afferra il mio cuore fermo, in
una morsa impietosa.
“Qua- quale malattia?”
Il dottore sospira, aggiustandosi gli occhiali sul naso con un gesto
lento e misurato, prima di riprendere a parlare.
“Suo padre ha un tumore al
cervello in fase avanzata, signorina Swan.”
Non posso impedire ad un ansito di sfuggire pesantemente dalle mie
labbra socchiuse, mentre le parole del dottore si spengono nell'aria,
inghiottite da un silenzio carico di tensione e dolore.
Alzo lo sguardo fino ad incontrare quello addolorato di Edward e del
resto dei Cullen.
Fisso gli occhi chiari e tormentati del mio amore, che sembrano
chiedermi scusa di non essere in grado di risparmirmi questo dolore.
No. Questa volta non
puoi fare nulla, Edward.
Torno a guardare Charlie, riprendendo a muovere piano le dita sulla
pelle bianca e sottile della sua mano.
“Non c'è...” prendo fiato,
come a cercare il coraggio “non c'è nulla
che si possa fare?”
Il silenzio che segue la
mia domanda mi sembra così carico di presagi che quasi non
ho bisogno di attendere la risposta del dottore per sapere che le sue
parole mi strapperanno un altro brandello di anima, già
tremendamente malandata.
“Mi dispiace davvero
tanto, signorina Swan. Abbiamo fatto tutto quello che era materialmente
possibile. A questo punto la scienza deve arrendersi. Suo padre
è in uno stato di coma irreversibile e se anche, per un
qualche miracolo, dovesse svegliarsi...l'aspettativa di vita si
ridurrebbe a qualche mese. Ora come ora possiamo solo alleviare le sue
pene, per quanto sia in nostro potere.”
Non riesco a contenere
tutto. Non riesco a...
“Lui sta...lui...” Un singhiozzo blocca le
mie parole, seguito da un gemito che so provenire da Edward.
Mi faccio coraggio e dopo un profondo respiro mi rivolgo di nuovo al
dottor McKinnen.
“Soffre molto?” chiedo, puntando i miei
occhi nei suoi.
La smorfia di disagio misto a compassione che gli distorce il viso mi
fa tremare di dolore, quando poi lo vedo abbassare lo sguardo in segno
di assenso. Le mani nascoste nelle tasche del camice.
Mi sporgo con il busto verso il corpo immobile di mio padre, ritornando
ad accarezzargli il viso, attenta a non sfiorare il tubo trasparente
che sparisce tra le sue labbra socchiuse.
Le macchine lo tengono in vita. L'alito di vita lo ha abbandonato,
sostituito da uno fittizio, artificiale.
Non ci sono speranze. Morirà. E sta
soffrendo.
Il
mio papà, il mio dolce e affettuoso papà sta
soffrendo tanto.
Come hai potuto fare in tutti questi anni,
quanto dolore hai dovuto sopportare, Charlie?
Ti hanno strappato via la tua famiglia, la tua vita.
Tutto questo dolore, questa sofferenza ti hanno fatto ammalare? Il tuo
cuore si è ammalato, papà, così come
il resto del tuo corpo?
Perdonami,
papà. Perdonami.
Sfioro la pelle fredda della sua mano con le labbra, accarezzandola.
“Quali sono le alternative?” la mia voce esce in un
sussurro intriso di angoscia.
Il dottore si schiarisce la gola, avvicinandosi di un passo.
“Sarò molto
sincero con lei, signorina. Purtroppo solo due. Possiamo continuare a
tenerlo in vita tramite i macchinari e, come dicevo, cercare di
alleviare in parte il suo dolore. Suo padre, tuttavia, è
molto anziano e il suo corpo non reagisce bene a tutti i medicinali che
siamo costretti a somministrargli insieme agli antidolorifici.”
Cerco di assimilare tutte
le informazioni, ma un unico pensiero sembra impadronirsi della mia
mente.
Soffre. Soffre tanto il
mio papà.
Non è giusto. Ha già dovuto patire
così tanto. Non è giusto.
Un mio ennesimo singhiozzo spezza la cappa di tensione che aleggia
nella stanza e sento Edward muoversi agitato e in preda al tormento.
“Qual
è la seconda?” chiedo, in un lamento.
Non sentendo la risposta dell'uomo, mi costringo ad alzare lo sguardo.
Non serve che mi risponda. I suoi occhi parlano da soli.
Parlano e mi rivelano una verità che mi fa barcollare,
mentre la presa intorno alla mano di Charlie si intensifica e crollo
senza forze sul petto dell'uomo che quando ero piccola mi sembrava
l'uomo più forte del mondo. Un gigante indistruttibile,
buono e amorevole. Un cavaliere impavido che mi avrebbe sempre amata e
protetta, al limite delle sue forze.
Ma quello che ci ha
separati era troppo anche per te, Charlie.
“Può...può
lasciarmi qualche minuto per riflettere?” domando con voce
tremante.
Il dottor McKinnen annuisce, grave.
“Certamente, signorina.
Tutto il tempo che desidera. Tornerò fra un po'.”
Detto questo, con la coda dell'occhio lo vedo guadagnare l'uscita,
facendo un cenno a Carlisle. La sua uscita riporta il silenzio nella
stanza, interrotto solo dal cadenzato e lieve bip dei macchinari
a cui è collegato Charlie.
Osservo avidamente ogni dettaglio del viso di mio padre, accompagnando
lo sguardo con gesti delicati della mano che non è impegnata
a tenere stretta la sua, abbandonata mollemente, come priva di vita.
Voglio imprimere bene nella memoria ogni particolare, ogni sfumatura.
Fino a che ancora ne ho la possibilità.
Fino a che la realtà non riuscirà a sopraffare
l'egoismo di una figlia che ha finalmente ritrovato il suo
papà.
Quando dovrò convincermi che quello che ho pensato poco fa
è la scelta migliore.
La cosa più giusta per Charlie.
Perchè il mio
papà non deve più soffrire.
Edward
Falling
awake - Gary Jules
Tutto quello che
posso fare è restare qui, in piedi, a guardare la mia Bella
venire straziata dal dolore.
Non posso fare altro.
E questo mi distrugge.
Come fa? Come fa il suo esile corpo a sostenere tutto questo peso? Come
ci riesce il suo cuore, dopo tutto quello che già lo ha
colpito, trafitto e stretto fino a farlo sanguinare?
La osservo accarezzare il volto del padre, vezzeggiandolo, adorandolo.
Mi volto verso la mia famiglia. Gli occhi di tutti sono concentrati sul
viso della vampira, testimoni e partecipi della sua sofferenza.
Desiderosi di poterla aiutare, di poter fare qualcosa, qualsiasi cosa,
pur di risparmiarle anche questa ulteriore pena.
Consapevoli di essere inutili adesso, come me.
“Tesoro?”
La voce gentile e premurosa di Carlisle attira l'attenzione di tutti,
Bella compresa.
Le si avvicina lentamente, rimanendo comunque ad una certa distanza,
come a voler rispettare un confine che in questo momento deve essere
rispettato.
Quello che ci separa da un padre ed una figlia che si stanno dicendo
addio.
“Forse...forse un'altra
alternativa c'è. Io...”
Poche altre volte ho visto il vampiro, che considero un padre,
così tormentato e indeciso, ma i suoi pensieri me ne fanno
comprendere immediatamente la ragione.
Vuole aiutarla, vuole darle modo di prendere in considerazione ogni
possibilità. Per vederla serena e felice.
“Carlisle.”
Bella lo
interrompe, sorridendogli grata, senza però che la gioia
possa contagiare i suoi occhi.
“Ci ho pensato anche io,
sai. E ti ringrazio, so che lo fai per me, ma...non posso fare questo a
Charlie. Se lo trasformassi...se lo facessi, so che lui non sarebbe
felice. Lo conosco, nonostante abbia passato con lui solo diciotto anni
della mia vita. Lo conosco, so chi è mio papà. E
so che non sarebbe felice di vivere...in questo modo.” - Si volta di
nuovo per posare i suoi occhi colmi di affetto sul viso pallido e
stanco del padre.
“E' anziano. Ha vissuto
una vita lunga e, prego con tutto il cuore, felice, nonostante tutto.
Egoisticamente?...egoisticamente non ci penserei due volte. Farei
qualsiasi cosa per riprendermi gli anni della sua compagnia, del suo
amore, che mi sono stati portati via.”
“Però..” - sussurra, avvicinando
il viso a quello di Charlie - “tu mi hai insegnato che
l'egoismo è un sentimento sbagliato, non è vero,
papà? Mi hai sempre detto che...che è sempre bene
fare la scelta giusta, per quanto difficile e dolorosa possa essere.
Eri il mio cavaliere dall'armatura scintillante, Charlie. Mi hai
sorretta quando credevo di non poter sopportare il dolore, mi hai
incoraggiata a rialzarmi tutte le volte che la vita mi faceva cadere in
ginocchio. Mi hai rimproverata quando ero sul punto di arrendermi, per
poi sorridermi amorevole quando mi vedevi tornare in piedi, determinata
e combattiva.
Sei stato un papà meraviglioso, Charlie. Il migliore che
potessi desiderare.” mormora la mia Bella,
baciando dolcemente la fronte di suo padre.
Rosalie ed Alice si lasciano andare, non riuscendo più a
trattenere i gemiti di dolore.
Bella si solleva piano, guardandoci con gli occhi lucidi di lacrime che
non può versare.
“Devo affrontare la
realtà. Devo...” - un singhiozzo la
scuote, mentre il lieve e coraggioso sorriso che ha cercato di
mantenere fino ad ora pian piano svanisce e si trasforma in una smorfia
di terrore e angoscia. Un dolore impossibile da sopportare.
Quello che vorrei poter
prendere nel mio cuore, liberando il suo.
La voce trema mentre abbandona le sue labbra.
“Devo accettare il fatto
che il mio papà, il mio meraviglioso papà...non
si sveglierà più.”
Senza riuscire più a trattenersi, scoppia in un pianto
disperato e asciutto e si accascia sul bordo del lettino, il viso
nascosto nelle mani che stringono tremanti quella di Charlie.
Vorrei correre da lei e abbracciarla forte. Cullarla e baciare il suo
viso, asciugando con le mie labbra quelle lacrime invisibili.
Eppure riesco a controllarmi e resto fermo al mio posto,
perchè so che in questo momento il mio amore ha bisogno di
sfogare il suo dolore. Ha bisogno di strappare al tempo quegli attimi
con l'uomo che l'ha cresciuta e che l'ha amata, sono certo, fino
all'ultimo.
Nonostante questo, non posso impedire al mio cuore di strapparsi alla
vista della donna che amo che si dispera sul corpo inerme di suo padre,
mentre i miei occhi vorrebbero solo poter esprimere tutto lo strazio
che mi devasta l'anima.
Dopo circa un'ora un lieve bussare precede l'entrata del dottor
McKinnen.
Bella è ancora accanto al letto, la testa appoggiata al
cuscino accanto a quella del padre.
Quando l'uomo la vede, gli occhi tristi e compassionevoli di chi ha
dovuto assistere a momenti come questo molte altre volte, fa per
ritornare sui suoi passi, rivolgendo un sussurro a Carlisle.
“Posso tornare
più tardi se-”
“No...va bene
così.” lo interrompe il
mormorìo stanco di Bella.
L'uomo allora le si avvicina e, un po' a disagio, le domanda se ha
già preso una decisione.
Il mio amore sospira, prendendosi ancora qualche secondo per osservare
il viso dell'uomo steso su quel letto.
Mi avvicino cauto e sfioro la sua mano fino ad intrecciare le mie dita
con le sue, per farle sentire che sono lì con lei, che non
la abbandonerò.
Lei mi sorride lievemente ma con amore, stringendo la presa.
Torna poi con lo sguardo in quello del dottore.
“Non voglio che mio padre
continui a soffrire. Lo faccia...lo faccia smettere di soffrire.”
Il suo tono rivela quanto quelle parole fatichino ad uscire dalla sua
gola.
Il medico annuisce grave, uscendo dalla stanza, per poi rientrare poco
dopo con una cartella e una penna e passandoli a Bella.
“Lo so. E' assurdo anche
per me che in un momento come questo..” - sospira - “è la
procedura. Devo chiederle di firmare questi fogli, prima di... E' il
consenso per staccare i macchinari che tengono in vita suo padre.” termina, addolorato.
Bella annuisce solamente, prendendo in mano la penna e firmando su tre
fogli.
Quando porge la cartellina al dottore,questo la appoggia su un
tavolino lì accanto per poi avvicinarsi al suo paziente.
Tentenna un attimo, guardando intensamente la vampira accanto a me.
“Preferisce...preferisce
uscire?”
Bella scuote la
testa piano in segno di diniego, senza staccare gli occhi
dal viso del padre.
Gli altri si avvicinano silenziosi alle nostre spalle, come a voler far
sentire a Bella la loro presenza, il loro affetto.
La mano della vampira che non è nella mia va a stringere
forte quella di Charlie.
Il dottor McKinnen lentamente estrae il respiratore dalla gola
dell'uomo, per poi appoggiarlo su un vassoio d'acciaio accanto al letto
e allontanarsi fino al fondo della stanza.
Dopo qualche istante il suono che indica il battito cardiaco di Charlie
inizia a rallentare.
“Sono qui,
papà. Sono qui.” mormora Bella
avvicinando il viso a quello del padre.
“Puoi
andare ora. Andrà tutto bene, Charlie. Puoi andare, ci sono
io con te.”
Un secondo e il
tracciato diventa piatto, mentre il suono prolungato e straziante
dell'elettrocardiogramma si porta via l'ultimo battito di Charlie Swan.
L'unica cosa che posso fare dopo è stringere forte l'amore
della mia vita che, distrutta e singhiozzante, si lascia andare,
disperata, tra le mie braccia.
Buon Natale in
ritardo a tutte/i.
Uhm.
Non odiatemi.
Lo so, sarete stufe/i di sentire scuse su scuse...ma se l'ispirazione
non c'è...non c'è.
Non sopporto di scrivere tanto per....quindi sarebbe inutile mettermi
lì e spremermi le meningi per poi scrivere qualcosa che non
mi convince, che non sento mio.
In particolare questo capitolo dovevo
scriverlo a modo. E' troppo importante per me.
Potete accettarlo? T_T
Spero comunque che questo capitolo - tanto sofferto - vi sia piaciuto.
Grazie infinite per la vostra pazienza.
Novità. Ora posso rispondere ad ogni recensione man mano che
le ricevo - cosa che per altro ho fatto - per cui direi che ho finito
con gli sproloqui!
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite
, chi tra le seguite
e chi tra quelle da ricordare.
Grazie, grazie!
Inoltre voglio ringraziare chi mi considera uno dei suoi autori
preferiti.
Grazie mille!
Bon. Finito.
Alla prossima.
Andy, per servirvi.
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