Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Una fanfiction di Sonic X scritta da: Justice Gundam
Justice: Salve a tutti, amici lettori! Io, Justice Gundam,
aspirante autore della più ambiziosa saga di Digimon mai vista su un sito
italiano, ho intenzione di testare le mie capacità anche con altri anime e
manga. Per l’occasione, ho scelto di scrivere una storia dedicata al mio eroe
d’infanzia, il porcospino più veloce del mondo, Sonic! E, chiaramente, prenderò
spunto dall’anime a lui dedicato, Sonic X, approdato quest’estate sulle reti
Mediaset! Prima di tutto, presentiamo il cast dei personaggi! Signore e
signori… Sonic e i suoi amici!
Sonic: Hey, gente! Come butta?
Tails: Salve!
Chris: Piacere di conoscervi!
Knuckles (disinteressato): Piacere.
Amy: Eccoci qui! Contenti di vederci?
Cream (inchinandosi): Onorata di conoscere i signori
lettori!
Cheese: Chao! Chao!
Rouge (sorride e sbatte le sopracciglia): Hello!
Justice: Heh, vedo qui una bella compagnia! Allora,
ragazzi, siete pronti ad imbarcarvi in una nuova avventura?
Sonic (facendo il segno dell’ok): Ma che domande fai, io
sono NATO pronto! E quando si tratta di avventure… non mi tiro certo indietro!
Cream: Signor autore, scusi la domanda… ma, prima di
iniziare, potrebbe gentilmente spiegarci in cosa consisterà quest’avventura…
cosa dovremo fare… sì, insomma… giusto per sapere…
Justice: Richiesta legittima, piccola Cream! Allora,
sappiate che questa storia è ambientata poco dopo l’episodio 38 di Sonic X
(quindi, appena dopo la fine della saga di Shadow), e sarà a tutti gli effetti
un crossover con un altro famoso videogioco Sega, che purtroppo non ha
raggiunto i picchi di popolarità di Sonic, ma era veramente stupendo!
Tails: Un altro videogioco Sega? E quale, per l’esattezza?
Justice: Beh… vorrei lasciare ai lettori il piacere di
scoprirlo, ma vi dico solo che era un videogioco per l’ormai defunto Saturn…
con questo credo di aver già detto molto!
Sonic: Sì, in effetti penso di sapere di quale gioco
parli… Hmmm, suona interessante!
Justice: Ora, prima di passare alla storia vera e propria,
c’è il disclaimer da fare: Sonic e compagni non appartengono a me, ma alla
Sega. Christopher “Chris” Thorndyke appartiene al suo designatore, Yuji Uekawa.
Sto usando questi marchi registrati senza permesso, e questa storia è stata
scritta per puro divertimento, senza scopo di lucro. Accidenti, che barba dire
queste cose ogni volta che inizio una fanfic… comunque, ora che tutto è stato
detto e fatto… passiamo alla storia, o meglio, al prologo!
Sonic: Buon divertimento!
**********
Prologo – Un mondo sconosciuto
Noi esseri umani siamo, per nostra natura, animali curiosi
e desiderosi di conoscenza. Fin dall’alba della sua esistenza sulla Terra,
l’uomo si è sempre posto la domanda del come e del perché delle cose, e ha
sempre cercato di dare una risposta a questa domanda. Nel corso dei secoli,
grazie a questo susseguirsi di interrogazioni, ricerche e scoperte, l’umanità è
stata in grado di progredire, sollevandosi gradatamente dallo stadio ferino,
fino al livello in cui ci troviamo adesso. Né ci accontentiamo di ciò che
siamo: infatti, nuove scoperte portano ad ulteriori domande, ad ulteriori
ricerche e, sperabilmente, ad ulteriore progresso. Ora che l’umanità è, a tutti
gli effetti, la razza dominante sulla Terra, abbiamo volto la nostra attenzione
anche al di fuori di essa, ponendoci una fatidica domanda: siamo soli
nell’Universo? La risposta che in molti si danno, pur non supportati da alcuna
prova scientifica, è NO. Impensabile, dicono in molti, che di tutti i luoghi
che esistono nel cosmo, soltanto la nostra Terra abbia dato origine alla vita
intelligente. Ma c’è chi si spinge ancora oltre, ipotizzando una teoria che
molti fanno fatica a trovare credibile: le realtà parallele.
Secondo questa teoria, la nostra Terra, il mondo che tutti
noi conosciamo, non sarebbe che una goccia in un mare di infinite possibilità.
Non solo esisterebbero altri pianeti nell’Universo capaci di dare origine alla
vita e, perché no, anche a creature senzienti e pensanti come noi umani… ma
esisterebbero addirittura altri Universi, ciascuno con le proprie dinamiche, le
proprie leggi… e i propri abitanti. Universi che disterebbero un passo dal
nostro, ma l’ingresso ai quali ci sarebbe interdetto da non meglio identificate
‘barriere dimensionali’, invalicabili con i mezzi che abbiamo ora.
Eppure, uno di questi mondi paralleli lo visitiamo ogni
giorno… o meglio, ogni notte. E senza neanche usare mezzi fantascientifici o
strane magie. Semplicemente, dormendo.
Pare infatti che, quando una persona dorme, la sua mente
si scinda dal corpo e, tramite vie sconosciute anche ai più eruditi, entri in
una dimensione parallela che potremmo chiamare ‘Dimensione della Notte’. Lì, si
trova un mondo meraviglioso e incontaminato, creato dai ricordi e dalle
speranze di ogni essere pensante… e anche da quelli di alcuni animali più
evoluti, come mammiferi o uccelli. Questo splendido mondo è il luogo in cui si
svolgono tutti i sogni di tutti gli esseri viventi: in qualunque parte del
creato essi si trovino, ogni volta che dormono si ritrovano lì, anche se non
sempre – anzi, quasi mai – i ricordi della loro esperienza sono nitidi e
precisi. Si tratta di un mondo di grandi distese verdi, giardini fioriti,
lussureggianti foreste, montagne innevate… luoghi idilliaci e tranquilli,
popolati da bizzarre ma amichevoli creature… luoghi dove tutto è possibile, e
dove ognuno può passare momenti di pace e felicità. Questo, è il mondo dei
sogni.
Ma, come si suol dire, ogni medaglia ha il suo rovescio.
Nella Dimensione della Notte si trova infatti anche un
altro mondo, creato da tutte le paure e le insicurezze che piagano ogni forma
di vita. Questo mondo è la manifestazione fisica della paura stessa, la
negazione di tutto ciò che il mondo dei sogni rappresenta: il mondo degli
incubi. Gli sfortunati sognatori che finiscono lì vengono aggrediti da strane,
inquietanti e mostruose creature, si ritrovano in situazioni disorientanti e
spaventose, e sperimentano un terrore capace di lasciarli annichiliti e
congelati. Questo è un luogo di caos, follia e orrore. Alcune delle creature
più infami e malvagie mai esistite chiamano ‘casa’ questo orribile posto,
bramose di mettere le mani anche sulle altre dimensioni esistenti, ma
perennemente costretti a rimanere confinati nel loro orrido reame. Tra queste,
purtroppo, qualcuna ricerca incessantemente il modo di uscire dal suo
isolamento ed entrare nella nostra realtà. E, tra tutte queste, una spicca per
potenza, ambizione e crudeltà... una creatura che incarna il principio stesso
su cui si fonda il mondo degli incubi!
Già due volte questo potentissimo essere aveva cercato di
fare breccia tra le barriere che separano le varie dimensioni e scatenare il
caos in mondi più strutturati. Ma entrambe le volte aveva fallito, respinto da
qualcosa che egli stesso non avrebbe mai potuto prevedere, e dalla stessa forza
che, secondo i suoi piani, gli avrebbe permesso di diventare il signore di ogni
realtà…
MA QUESTA VOLTA… QUESTA VOLTA ANDRA’ DIVERSAMENTE…
L’entità strinse i suoi numerosi occhi, fissando la
sterminata distesa di luce violacea che si estendeva attorno a lui. Un cielo
oscuro e appesantito da nubi di strani colori sovrastava il paesaggio
innaturale, attraversato da lampi di luce oscura e inquietanti ombre senza
forma. Attorno, sembrava non esserci che il nulla, fin dove l’occhio umano
poteva vedere e per chilometri e chilometri oltre. Di tanto in tanto, senza un
motivo apparente, uno squarcio si apriva nella volta celeste, mostrando per
qualche istante, in confuso, ciò che stava accadendo da altre parti… nel mondo
dei sogni… sulla Terra… su altri pianeti… sembrava quasi che tutte quelle
immagini volessero prendersi gioco di lui, tormentandolo con visioni di ciò che
sarebbe già dovuto essere suo di diritto… tutta quella luce… quella gioia… quei
colori… dovevano sparire, tutti quanti!
E SAREBBERO GIA’ SPARITI DUE ANNI FA, SE QUEI MALEDETTI
MOCCIOSI E QUEL TRADITORE NON MI AVESSERO OSTACOLATO… DUE ANNI FA… rifletté l’entità, mentre furiose scariche di
energia bluastra percorrevano il suo corpo smisurato.MA NON IMPORTA… HANNO SOLTANTO RITARDATO IL
MOMENTO DEL MIO TRIONFO FINALE… PRESTO, I SEMI CHE DUE ANNI FA SONO STATI
GETTATI DARANNO I LORO FRUTTI… E ALLORA LA TERRA DOVRA’ INCHINARSI DINNANZI
ALLA MIA SUPERIORITA’…
Il mostro emise un suono incomprensibile che poteva
assomigliare ad un comando, e subito, con un assordante rombo di tuono, delle
colonne di luce violacea, disposte in modo da formare una circonferenza,
scaturirono dall’inquietante non-suolo sotto i suoi piedi, innalzandosi verso
quella perversa parodia di un cielo, squarciando le nubi che lo ricoprivano, e
proseguendo la loro corsa verso l’infinito, per poi iniziare a muoversi
lentamente in circolo, sotto gli occhi della potente entità. Delle immagini
confuse iniziarono ad apparire all’interno del cerchio… inizialmente cupe e
sfocate, ma sempre più nitide col passare dei secondi…
Una città… quella che sembrava essere una classica
metropoli statunitense, con tanto di strade principali trafficate, grattacieli,
folla per le strade… e una elegante torre che svettava su tutte le altre
costruzioni: una torre alta almeno settanta piani, strutturata come il famoso
Empire State Building di New York e composta da blocchi che si restringevano
sempre di più man mano che ci si avvicinava alla cima. L’entità grugnì per la
rabbia.
ERA DA QUI… CHE SAREBBE DOVUTO INIZIARE TUTTO…
La visione della città iniziò gradatamente a sfumare e poi
svanì, per fare posto ad un’altra immagine: le sterminate distese verdi del
mondo dei sogni, popolate da piccoli folletti alati che sembravano intenti a
divertirsi il più possibile… folletti vestiti di azzurro, con due piccole ali
da insetto sulla schiena, scarpette bianche, una buffa testa allungata,
orecchie a punta e un cerchio dorato simile ad un’aureola attorno alla fronte.
Sullo sfondo, si stagliavano grandi montagne innevate che conferivano un senso
di maestà al paesaggio, e strani mulini a vento edificati su isole di roccia sospese
in aria. Un panorama di pace e felicità che dava il voltastomaco a quell’essere
diabolico.
MA FINIRA’ PRESTO… OH, SE FINIRA’!
Anche quell’immagine perse di nitidezza, scomparendo
lentamente dalla vista del demone. La successiva immagine era più piccola, ma
era anche quella che meglio di qualunque altra attirava l’interesse della
creatura malefica: una luminosa sfera di luce rossa, all’interno della quale
una strana forma dello stesso colore, ma più intenso, simile ad una stella,
pareva ardere di energia, cambiando forma ad ogni istante e proiettando raggi
scarlatti in ogni direzione. L’entità si concesse una breve risata, squadrando
la sfera di luce rossa con bramosia, come se fosse stata la cosa più preziosa
del creato.
HUHUHUHUU… MOLTO PRESTO… NESSUNO SARA’ PIU’ IN GRADO DI
FERMARMI… NE’ QUEL TRADITORE… NE’ QUEGLI INSULSI RAGAZZINI… LA MIA VENDETTA…
COMINCERA’ DA LORO!
All’interno del circolo di colonne di luce, una strana ed
inquietante forma ovale cominciò ad apparire attorno alla sfera rossa. Ben
presto, la forma si rivelò essere un gigantesco occhio inespressivo, del quale
la sfera di luce formava la pupilla. Era uno spettacolo davvero spiazzante,
vedere qualcosa di così vitale e pieno di energia rinchiuso in qualcosa di così
freddo e squallido.
Poi, accadde qualcosa di ancora più strano e
agghiacciante: cinque enormi dita grigie che sembravano fatte di roccia si
chiusero a pugno attorno all’occhio incandescente, come se esso si fosse
trovato sul palmo di una enorme mano. E in effetti era proprio così: quando
l’immagine si schiarì del tutto, fu possibile vedere che le suddette dita
appartenevano proprio ad una mano gigantesca che fluttuava nel vuoto, non
attaccata a nessun corpo, e ricoperta della stessa pelle grigiastra e pietrosa
delle dita. Come se la sfera di luce avesse cercato disperatamente di
liberarsi, dei deboli raggi scarlatti continuarono per un attimo a filtrare
attraverso le dita della spaventosa mano, ma la loro resistenza cessò presto.
La luce era stata completamente assorbita.
L’ultima, inquietante visione, svanì gradualmente come le
altre, e le colonne di luce viola che la circondavano cominciarono a smorzare
la loro luminosità, diminuendo di spessore fino a spegnersi del tutto,
lasciando soltanto qualche sparuta scintilla purpurea dietro di sé. Dietro la
visiera dell’elaborato elmetto che proteggeva la sua testa, il demone si
concesse un sogghigno malefico. Presto, il momento che aspettava da ere sarebbe
venuto…
NESSUNO POTRA’ FERMARMI… NESSUNO!
Per miglia e miglia, nella desolata e tempestosa terra
dell’incubo, si sentì l’eco della sua perfida risata…
CONTINUA…
Note dell’autore: Allora, com’è stato l’inizio? Breve, lo
so, e Sonic e compagni non c’erano neanche, ma questo capitoletto mi serviva
come introduzione. Nel prossimo capitolo mi concentrerò proprio su di loro… e
su alcuni personaggi che giocheranno un ruolo fondamentale nella vicenda:
quindi, la storia comincerà ad avviarsi!
Quanti di voi hanno già indovinato quale altro gioco Sega
utilizzerò in questo crossover avranno come premio un biscottino! Qualcuno
pensa di aver capito?
In ogni caso, spero che questa storia abbia un certo
successo tra i fan di Sonic X, o di Sonic in generale. Mi raccomando,
recensite… e indicatemi qualsiasi errore io possa aver fatto! Alla prossima!
Ciao!
Una fanfiction di Sonic X scritta da: Justice Gundam
Justice: Beh, era ora che tornassi a lavorare su questa
storia. Recentemente, mi sono concentrato sulla mia saga di Digimon…
Sonic: Alla buon ora, autore! Credevo mi sarebbero venute
le ragnatele agli occhi ad aspettarti!
Justice (mano dietro la nuca): Hehehee…la pazienza
non è il tuo forte, eh, Sonic? Comunque, eccomi di ritorno, e spero che questo
capitolo sarà all’altezza del precedente!
Chris: Non ti preoccupare… sono convinto che questa storia
verrà bene quanto quella che hai scritto su Digimon! Intanto, vedo che delle
recensioni ci sono… e sono tuoi fan, mi sembra!
Justice: Eh, già, Miele… grazie della recensione, e prometto
che cercherò di aggiornare il più frequentemente possibile. E’ solo che, come
ho detto, adesso mi sto concentrando su Digimon. Ma ora che credo di aver visto
abbastanza di Sonic X, potrò dedicare più tempo anche a questa saga. Grazie per
l’affetto che mi dimostri! Ora, vorrei dare un avvertimento a tutti coloro che
leggono questa storia, in particolare ai fan di Sonic X che odiano Chris (e so
che ce ne sono molti…): Chris avrà un ruolo importante in questa storia, e
soprattutto avrà, almeno per stavolta, la possibilità di combattere al fianco
del suo eroe. (Come? Lo vedrete…) Quindi, chiunque non sia un suo fan è
avvisato…
Chris: Ti ringrazio, autore… non tutti gli scrittori di
fanfiction di Sonic mi danno un gran ruolo…
Tails: E qui abbiamo Topomouse, che ha commentato spesso
anche la fanfiction di Digimon del nostro autore. Non ti preoccupare, anche se
non conosci l'altro videogioco implicato nel crossover, l'autore darà tutte le
dovute spiegazioni.
Knuckles: Infine, ringraziamo Vocalista91 per i suoi
complimenti sulla storia. Beh, ora che abbiamo detto quello che dovevamo,
potremmo per favore andare avanti con la storia? Credo che abbiamo atteso anche
troppo.
Justice: Diretto come al solito, eh? Ad ogni modo… ecco a
voi il secondo capitolo di ‘Gate of your Dreams’, dove introdurrò Sonic e
compagni e presenterò dei nuovi personaggi, oltre a svelare quale altro
videogioco Sega fa parte del crossover. Buona lettura!
**********
Capitolo 2- Sogni premonitori
Anche di notte, la città di Station Square, una grande e
popolosa metropoli, era attiva e vitale. Le strade erano trafficate come al
solito, e illuminate dalle mille luci delle insegne, dei lampioni, e di
quant’altro. Gente che andava avanti con la propria vita, come ogni giorno.
In piedi sul tetto della villa appartenente alla famiglia
Thorndyke, qualcuno stava guardando il paesaggio della città trafficata, con
aria leggermente malinconica. Sonic, il porcospino blu che era arrivato sulla
Terra diverso tempo prima a causa di un incidente con il Chaos Control, non
poteva fare a meno di ammirare come tutti stessero cercando di superare i
difficili momenti che la città… anzi, la Terra intera… aveva vissuto di
recente, con i danni provocati dall’ira di Perfect Chaos e la terribile colonia
spaziale ARK, che aveva minacciato di distruggere il mondo.
Sonic sospirò tristemente ripensando agli eventi di una
settimana prima: il suo arcinemico, il Dr. Ivo “Eggman” Robotnik, aveva
scoperto l’esistenza di una stazione orbitante chiamata ARK, creazione di suo
nonno Gerald e sede della potentissima arma conosciuta come Eclypse Cannon, che
il malefico scienziato sperava di usare per costringere la Terra a
sottomettersi a lui. Inoltre, all’interno dell'isola-penintenziario di Prison
Island, Eggman aveva trovato un misterioso porcospino nero: Shadow, la
cosiddetta 'creatura perfetta', e l'unico a conoscenza dei segreti di ARK, era
stato risvegliato da Eggman dal suo stato di animazione sospesa, e convinto in
seguito a lavorare per lui: a causa del suo 'imitatore' nero, Sonic si era
improvvisamente ritrovato nei guai con le autorità, e costretto ad una fuga
rocambolesca. La caotica situazione era culminata nel rapimento di Chris da
parte di Shadow, e in un disperato attacco alla colonia ARK nel tentativo di
fermare lo Eclypse Cannon. Era stato allora che il vero, agghiacciante scopo
della stazione spaziale, e dell'esistenza di Shadow, si era rivelato.
La colonia ARK non era altro che lo strumento dell'atroce
vendetta del professor Gerald Robotnik, il nonno di Eggman, sull'umanità
intera. Cinquant'anni prima, un raid condotto dall'esercito regolare sulla
colonia dove lo scienziato stava conducendo le sue ricerche era risultato nella
morte accidentale di Maria, la nipote dell'anziano Gerald e la cugina di
Eggman. Il governo aveva cercato di insabbiare l'incidente (e solo ora, grazie
al coraggio di Sonic e dei suoi amici, la verità era venuta a galla e le mele
marce consegnate alla giustizia...), ma il professor Gerald, reso folle dal
dolore per la perdita della nipote, aveva giurato a sè stesso di punire
l'umanità per la sua ingratitudine... distruggendola completamente! Shadow era
stato quindi programmato per portare tutti e sette gli Smeraldi del Caos, le
sette potentissime gemme che permettevano di manipolare il potere stesso del
caos, alla colonia, dando così il via alla sua discesa verso la Terra.
L'impatto sarebbe stato tale che ogni forma di vita sul pianeta sarebbe stata
distrutta nel giro di poche ore.
Sfruttando a suo favore la sete di potere di Eggman,
Shadow era riuscito nella sua missione, e il conto alla rovescia che avrebbe
sancito la fine del mondo era iniziato. Ma Sonic si era rifiutato di
arrendersi: lui e i suoi amici si erano fatti strada fino al cuore della
colonia, dove li attendeva l'ultima delle creazioni di Gerald, un potentissimo
drago cibernetico di nome BioLizard. Il combattimento fu terribile, ma ad
aiutarli intervenne inaspettatamente Shadow stesso, convinto dal piccolo Chris
che l'umanità meritasse un'altra possibilità. Poi, proprio quando sembrava
tutto finito, BioLizard si era fuso con la colonia, spingendola lui stesso
verso la Terra! Sfruttando i poteri degli Smeraldi del Caos, Sonic e Shadow
erano riusciti ad affrontare l'orribile creatura e ad ucciderla, riportando la
colonia nella giusta orbita ed evitando il disastro. Sfortunatamente, questa
vittoria era costata la vita di Shadow: esaurite tutte le sue forze
nell'esecuzione del Chaos Control, il porcospino nero era precipitato verso
l'atmosfera, mormorando un'ultimo addio a Maria prima di scomparire per sempre.
Ormai era passata una settimana dalla fine di
quell'incubo, e la vita stava tornando normale per tutti. Ma ognuno degli amici
di Sonic, nel proprio cuore, avrebbe sempre serbato il ricordo del nobile
sacrificio di Shadow. Ora, la vita doveva andare avanti per tutti loro.
Passeggiando serenamente lungo il bordo del tetto di casa Thorndyke, il
porcospino blu sorrise leggermente pensando a cosa avrebbero fatto i suoi amici
il giorno successivo: Chris sarebbe andato a scuola, come il suo solito, Tails
avrebbe lavorato al Tornado X, Amy sarebbe stata impegnata a trovare un modo
per conquistare il cuore del suo eroe blu, la piccola Cream avrebbe dato una
mano alla governante Ella con le faccende domestiche... piccole cose di ogni
giorno, che i recenti tempi difficili avevano però reso preziose.
Sonic sghignazzò leggermente pensando a Knuckles e a
Rouge... chissà cosa stavano facendo quei due in quel momento! Sicuramente,
Knuckles si stava dedicando nuovamente al suo compito di guardiano degli
Smeraldi del Caos e Rouge... beh, chi è che poteva dire con sicurezza cosa
avrebbe fatto l'esuberante ladra-acrobata? Certo, adesso lavorava come agente
del governo... ma era una che sapeva giocare le sue carte e portare avanti i
suoi obiettivi personali, tipo impadronirsi degli Smeraldi del Caos, con grande
astuzia e pazienza.
Sospirando, Sonic rivolse lo sguardo al cielo notturno.
Persino la Luna non era più la stessa, dopo che Eggman aveva provato lo Eclypse
Cannon su di essa, distruggendone una metà... e non c'erano tutte le stelle che
era abituato a vedere su Mobius, il suo pianeta natale... ma il porcospino blu
fu sicuro di averne vista una brillare più di tutte. Con un sorriso, Sonic
mormorò un saluto ad un amico tardivamente trovato.
"Shadow, amico mio... questa è la vita che tu ci hai
ridato, e mi dispiace che tu non possa essere con noi a goderla. Spero che ora
tu sia felice, accanto alla tua amica Maria. Grazie di tutto, Shadow!"
**********
In una camera da letto della lussuosa villa di proprietà
della famiglia Thorndyke, qualcun altro stava facendo i conti con i propri
sogni. Il piccolo Christopher Thorndyke, Chris per gli amici, il ragazzino
dodicenne che aveva ospitato Sonic fin dal suo arrivo sulla Terra, stava
apparentemente dormendo un sonno tranquillo, avvolto nelle coperte del suo
letto. Il suo respiro era lento e ritmato, e la sua testa dagli scompigliati
capelli castano chiaro era appoggiata su un morbido cuscino. Tuttavia, mentre
il suo corpo era lì, la sua mente stava vagando ad un numero inimmaginabile di
miglia di distanza, in un luogo che nessun essere umano aveva mai visto prima
se non nei suoi sogni...
"Ma... dove mi trovo? Che posto è questo?"
Chris non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a finire
nel luogo dove si trovava in quel momento: era in piedi in mezzo ad una
sterminata pianura coperta di verde e di fiori colorati e alberi che sembravano
crescere a vista d'occhio. Un tiepido vento primaverile soffiava sul paesaggio,
portando tutti i profumi della campagna alle narici di Chris, e all'orizzonte
si vedevano alte montagne dalle rocce aguzze come coltelli, le cui vette erano
imbiancate dalla neve. Ma la cosa più strana erano le isole galleggianti che
punteggiavano il terso cielo azzurro, sulle quali qualcuno aveva, chissà in che
modo, costruito dei mulini a vento. Era un paesaggio stupendo, e la sensazione
di vita e di colore che pervadeva l'atmosfera non faceva che renderlo ancora
più bello.
Stupito, Chris mosse qualche passo in avanti, divorando
con gli occhi la spettacolare vallata primaverile. Fu allora che si accorse di
non essere vestito del suo pigiama azzurro come si era aspettato, ma di avere
addosso i suoi vestiti di tutti i giorni: la sua maglietta rossa bianca, i suoi
jeans, le sue scarpe... Strano. Quand'è che si era cambiato? Cosa stava
succedendo in quello strano posto? Chris, con tutta la buona volontà, non
riusciva a ricordare come c'era arrivato.
"Benvenuto, piccolo Chris. Vedo che questo mondo è di
tuo gradimento."
Una voce calma e gentile, proveniente dai cieli sopra di
lui, fece improvvisamente sobbalzare il ragazzino. Alzando lo sguardo, Chris
vide qualcuno fluttuare in aria e scendere lentamente verso di lui. Era una
creatura dall'aspetto bizzarro... anche per i parametri di giudizio di Chris,
che pure era abituato a vedere porcospini blu e rosa, volpi a due code con il
pallino della meccanica, e robot di ogni genere e dimensione. Alta un pò più di
lui, la creatura aveva un aspetto umanoide, e indossava un vestito intero
abbastanza simile a quello di un clown, colorato di viola sull'addome, le gambe
e le punte dei piedi, di rosso fucsia, contornato da una striscia gialla, sulle
caviglie, e di bianco sul resto del corpo e sulle braccia. Aveva una gemma
rossa di forma romboidale incastonata nel petto, i cui lati erano decorati da
dei motivetti rosso fucsia e gialli, e le maniche del vestito terminavano in un
grecale giallo e violetto. Il collo era nascosto da una sorta di collare, anch'esso
di colore viola, ma era la testa della creatura la caratteristica più
peculiare: i suoi grandi occhi erano azzurri e limpidi come il cielo nel quale
si librava, e indossava un copricapo viola a due punte, che salivano per un
breve tratto e poi scendevano giù dietro la creatura, arrivando quasi alle sue
spalle.
Con un sorriso benevolo, il misterioso essere scese fino
al livello dello sbalordito Chris, che continuava a guardarlo meravigliato.
"C... Ciao! Io... m-mi chiamo Chris... P-piacere di
conoscerti... Chi... chi sei tu?" mormorò il ragazzino, inchinandosi
timidamente. La creatura non sembrò curarsi del saluto e della domanda, e tese
una mano verso Chris, appoggiandogli le punte dell'indice e del medio sulla
fronte. Chris sbattè gli occhi, chiedendosi cosa stesse facendo il misterioso
folletto, che continuava a sorridere.
"Chi sono io?" rispose la strana creatura con la
sua voce melodiosa. "E' quello che devi decidere tu... uno spirito... un
ricordo... un eco di un tempo passato... io sono tutto questo e niente di tutto
questo allo stesso tempo..."
Chris sgranò ulteriormente gli occhi, confuso. Cosa voleva
dire quella strana creatura? Prima che potesse nuovamente aprire bocca, il
ragazzino sentì uno strano calore pervadere il suo corpo, e una sfera di luce
innaturale, eppure in qualche modo rassicurante, materializzarsi sul suo petto,
per poi scindersi in altre cinque sfere colorate, ognuna di esse grande come il
suo pugno chiuso: una bianca, una gialla, una verde, una blu... e infine una
rossa, che sembrava brillare con ancora più radiosità delle altre. Sotto i suoi
occhi stupiti, le cinque sfere cominciarono ad orbitare attorno al suo corpo,
irradiando i loro colori sgargianti tutt'attorno.
La misteriosa creatura guardò il ragazzino e le cinque
sfere di luce con aria soddisfatta, prima di staccare la mano dalla fronte di
Chris e cominciare a librarsi di nuovo in aria. "Ah... proprio come
immaginavo... la tua Ideya ha assunto tutti e cinque i colori... sei una delle
poche persone al mondo ad avere questo dono..."
Ormai, Chris stava rinunciando a capirci qualcosa. Che
razza di parole stava usando quello strano folletto? Ideya? I cinque colori?
Che volevano dire? Mille domande si erano improvvisamente affollate nella mente
del ragazzino... e nessuna aveva ricevuto risposta. Provò a fare una domanda,
ma scoprì di non sapere neanche che COSA avrebbe fatto meglio a chiedere... era
una situazione che lo aveva lasciato completamente spiazzato. Esterrefatto,
Chris non riuscì neanche a spiccicare parola quando la creatura si innalzò
ulteriormente in aria e iniziò ad allontanarsi in volo.
"Per ora ti devo lasciare, piccolo Chris..."
disse il folletto. "Il tuo sogno non durerà ancora a lungo... ma ti posso
dire che ci rivedremo ancora! Sii saldo, e non perdere mai quelle buone qualità
che ho visto in te!"
Un sogno! Ma certo, che altra spiegazione poteva esserci?
Lui stava sognando, e tutto questo era frutto della sua fantasia! Chris
ridacchiò nervosamente, passandosi una mano dietro la nuca e pensando a quanto
fervida sapesse essere la sua immaginazione, mentre la creatura misteriosa
spiccava il volo e cominciava ad allontanarsi con una velocità che non sarebbe
sfigurata in confronto a quella del suo amico Sonic... il folletto stava
volando con eleganza e sicurezza, tracciando in aria delle ampie parabole ed
esibendosi in spericolate acrobazie che il ragazzino trovava terribilmente
affascinanti, per quanto un pò spaventose. Non poteva negare che anche lui, a
volte, aveva sognato di poter volare e fare gli stessi numeri...
"Aspetta!" esclamò Chris, alzando una mano verso
il folletto volante. "Ti prego, aspetta un momento! Non mi hai neanche
detto il tuo nome!"
La strana creatura vestita da pagliaccio si fermò a mezz'aria,
con l'aria di chi si è appena reso conto di aver tralasciato qualcosa di
importante. Rapidamente come era venuto e se ne era andato, ritornò a razzo
davanti a Chris, lasciandolo ancora una volta stupefatto con la sua agilità, e
si mise a sua volta una mano dietro la nuca con fare apologetico.
"Il nome... Ah, già, che sbadato! Mi dimentico sempre
di questi strani concetti in voga tra voi abitanti della Terra! Ha, ha, ha, ha,
haaa!" rispose il folletto, ridendo allegramente. Chris, trovando buffa la
situazione, non potè fare a meno di mettersi una mano davanti alla bocca e
ridacchiare a sua volta.
Smettendo bruscamente di ridere, ma mantenendo il suo
sorriso caldo e confortante, la buffa creatura fece un elegante inchino,
piegandosi quasi ad angolo retto. "Beh, non posso dire di avere un nome
vero e proprio... ma sei vuoi chiamarmi, chiamami Nights! Piacere di averti
incontrato, piccolo Chris... e arrivederci!"
Detto ciò, la strana creatura di nome Nights si alzò di
quota e volò via, lo sguardo affascinato di Chris ancora fisso su di lui, e
scomparve rapidamente nel cielo limpido con un'altra serie di vertiginose
acrobazie. Prima che Chris avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, il paesaggio
attorno a lui perse consistenza, e un'abbagliante luce bianca inghiottì ogni
cosa...
"Huh? Ma... cosa..."
Chris si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi per
la sorpresa. Per un breve attimo, alla sua vista non si presentò altro che
nero, con qualche guizzo di colori cupi che ondeggiavano nel vuoto mentre i
suoi occhi si riabituavano alla visibilità normale. Poi, alla flebile luce
delle stelle, Chris distinse gli spigoli del suo comodino, le coperte del suo
letto, il suo pigiama azzurro... tutto ciò che era abituato a vedere nella sua
camera. Rendersi conto di non essersi mai mosso di lì gli fece tirare un
involontario sospiro di sollievo. Certo, non poteva dire di essere spaventato,
però quanto aveva appena visto e sentito lo aveva confuso non poco. Scosse la
testa, ridacchiando tra sè, e si appoggiò di nuovo al cuscino.
"Che sogno assurdo..."
**********
A giudicare dalla
mattinata, quella giornata non si preannunciava molto diversa dalle altre: dopo
aver fatto colazione e aver sbrigato tutte le faccende necessarie, Chris aveva
preso la sua cartella e si era avviato alla fermata dello scuolabus che lo
avrebbe portato alla Station Square Middle School, la scuola che lui
frequentava. Il maggiordomo Tanaka si era offerto di accompagnarlo usando la
macchina di famiglia, ma Chris aveva gentilente declinato, non volendo apparire
come un privilegiato agli occhi dei suoi compagni. Non aveva parlato a nessuno
del sogno che aveva fatto quella notte, ma Sonic si era reso conto che il suo
amico umano sembrava un pò distratto. Aveva parlato meno del solito, e di tanto
in tanto assumeva un'aria pensosa. Comunque, il velocissimo porcospino blu
aveva pensato che la cosa fosse da attribuire ai ricordi della grande battaglia
contro Eggman conclusasi una settimana prima, e decise di non darci troppo
peso... e soprattutto di non parlarne troppo, per non riportare alla mente
tristi ricordi. Si limitò a parlargli di sfuggita mentre il ragazzino usciva di
casa.
"Hey, Chris... c'è qualcosa che ti turba?" aveva
chiesto Sonic, prima che il suo amico umano aprisse la porta di casa. Un pò
sorpreso dalla domanda, Chris si volse verso il porcospino azzurro con
un'espressione leggermente allarmata.
"Ehm... no, Sonic... perchè, ti sembra così?"
rispose, con tutta calma. Sonic alzò le spalle. "Niente... è che
stamattina mi sei sembrato un pò... come dire, svagato. Se c'è qualche
problema, sai che puoi parlarne a me o ai miei amici."
Chris sorrise confortato. "Ti ringrazio, Sonic, ma
non c'è niente che non va. Ho solo fatto un sogno un pò strano stanotte... ma
ti racconterò più tardi, ora devo proprio andare, sennò perdo lo scuolabus. Ci
vediamo oggi pomeriggio!"
"Okay! Buona giornata, Chris!" salutò Sonic,
alzando una mano e agitandola. Chris ricambiò il saluto, prima di oltrepassare
la soglia e dirigersi verso i cancelli di casa Thorndyke, attraversando il
giardino, sotto gli occhi dei suoi amici.
"Il signorino Chris..." commentò Tanaka,
guardando con soddisfazione il ragazzino che raggiungeva la fermata e faceva
cenno ad uno scuolabus di fermarsi. "...è davvero un ragazzino in gamba.
Sono convinto che, qualunque problema possa avere, saprà come risolverlo."
"Già, hai ragione..." rispose Sonic. "Spero
solo che non dimentichi che quando vuole una mano, noi siamo qui per lui!"
Ella, la governante grassoccia e dalla pelle scura, annuì
in accordo con il riccio azzurro, guardando Chris che saliva sullo scuolabus e
scompariva dietro le porte scorrevoli. Rimasero tutti a guardare il mezzo che
si allontanava, diretto verso il centro di Station Square, prima che Ella
parlasse di nuovo.
"Bene! Oggi mi sento proprio in vena di cucinare
qualche squisitezza!" esordì l'allegra governante, sfregandosi le mani e
andando a prendere un grembiule. "Allora, c'è qualcuno che se la sente di
darmi una mano?"
"Io, signora Ella!" esclamò Cream, la dolce e
formale coniglietta che ormai da un pò si era unita al team di Sonic. Cheese,
il piccolo Chao che la accompagnava si fece avanti a sua volta, alzando le
zampette in aria e cinguettando allegramente. "Chao! Chao!"
"Disturbo se mi unisco anch'io?"
Sorprendentemente, si fece avanti Amy, la porcospina rosa follemente innamorata
di Sonic. "Anche a me piacerebbe imparare qualche segreto della tua
cucina, Ella!"
La governante rise bonariamente, immaginando già il motivo
che avrebbe potuto spingere Amy a voler imparare a cucinare...E questa impressione fu confermata, un
secondo dopo, da Sonic che alzava leggermente gli occhi al cielo! Tails, il
volpino a due code con il pallino della tecnologia, si mise una mano davanti
alla bocca, soffocando una risatina.
"Molto bene, ragazze! Allora, al lavoro!"
esclamò Ella, tirandosi su le maniche e alzando un pugno in aria come un
generale che guida le truppe! Cream e Amy risposero alzando un braccio a loro
volta e seguendo la governante in cucina. Sonic, Tails e Tanaka le stavano
guardando, divertiti dalla loro comica messinscena.
"Mettono sempre molto entusiasmo, in tutto ciò che
fanno..." commentò il maggiordomo, aggiustandosi gli occhiali.
Sonic ridacchiò, passandosi una mano dietro la nuca.
"Già... spero solo che Amy non abbia voglia di fare qualche strano
esperimento in cucina... Hey, Tails, a proposito, quali sono i tuoi programmi
per la giornata?"
La volpe a due code indicò con un cenno della testa
l'hangar nel quale si trovava il Tornado X, l'aereo trasformabile da lui
creato. "Beh, oggi avrò un pò da fare in officina... il signor Chuck mi ha
chiesto se potevo fare dei controlli su dei contatti elettronici con lui,
stamattina...". Chuck Thorndyke era il nonno di Chris, un allegro signore
sulla sessantina, esperto di meccanica e inventore a tempo perso. Aveva fornito
degli aiuti fondamentali per realizzare vari miglioramenti del Tornado X, e
Tails lo considerava un pò un maestro.
"D'accordo, gente..." rispose Sonic,
incamminandosi a sua volta lungo il sentiero che portava al cancello.
"Allora, io andrò a vedere in giro cosa c'è di nuovo. E poi, stamattina ho
una gara con Sam Speed... l'altro giorno mi ha sfidato dicendo che non sarei
mai riuscito a superare il suo 'bolide' ora che ci ha apportato delle
modifiche... Mah, ho i miei dubbi!"
Tails rise leggermente. Sam 'Speed' Thorndyke, lo zio di
Chris, era il leader di uno squadrone d'elite di mantenimento dell'ordine, e si
vantava spesso delle prestazioni della sua ipertecnologica macchina di ultima
generazione. Ora, sembrava che il suo scopo fosse battere in velocità Sonic e
dimostrare la sua superiorità...
"Va bene, signorino Sonic. Si ricordi che la cena è
alle sette." rispose Tanaka con il suo solito tono formale. Sonic rispose
facendo il segno dell'ok, poi prese velocità e infilò il cancello sollevando
una nuvoletta di polvere dietro di sè. In breve tempo, stava già correndo come
un missile verso Station Square, pronto a cercare nuove avventure...
Certo nessuno di loro immaginava che grande avventura li
aspettava di lì a poco... un'avventura direttamente collegata ai sogni di
Chris!
**********
"Hey, Chris, appena in tempo!" esclamò uno dei
compagni di classe di Chris, un vivace ragazzino di colore di nome Danny, non
appena Chris ebbe frettolosamente varcato la soglia della sua aula. Stavano per
scoccare le otto e mezza, che avrebbero significato l'inizio delle lezioni, e
Chris era riuscito ad arrivare a scuola appena in tempo. Dopo aver raggiunto il
suo banco, salutando i suoi amici mentre si avvicinava, ed essersi tolto la
cartella dalle spalle, il ragazzino si sedette al suo posto, tirando un
profondo sospiro di sollievo.
"Phew... scusate per il ritardo, ragazzi... oggi lo
scuolabus ha trovato un pò di traffico..." mormorò, riprendendo fiato per
parlare. "Ho fatto una corsa per arrivare in tempo... Allora, ragazzi,
come va stamattina?"
"A meraviglia, Chris!" rispose il terzo membro
del gruppo di amici di Chris, una ragazzina dagli scompigliati capelli rossi e
dal viso spruzzato di lentiggini, di nome Francine. "Ho sentito dire che
per la fine della prossima settimana è stata organizzata una gita, anche se non
sappiamo dove..."
Chris sorrise, entusiasta della notizia che aveva appena
ricevuto. "Davvero? Una gita? Sarebbe stupendo, è da parecchio tempo che
non ne facevamo, con la scuola..."
"E' vero..." proseguì l'ultimo membro del
gruppetto di Chris: si trattava di Helen, una graziosa ragazzina dai lunghi
capelli biondi, costretta su una sedia a rotelle da una paralisi agli arti
inferiori, ma nonostante ciò sempre allegra e ottimista. Dopo aver dato un paio
di spinte alla sua carrozzella per raggiungere i suoi compagni, Helen continuò
a parlare. "Sono molto curiosa di sapere dove ci porteranno... se ci
porteranno da qualche parte. Ho sempre amato vedere nuovi posti."
"Ancora non so per certo se sia così..." rispose
Francine, passandosi un indice tra il naso e il labbro superiore. "Ma vi
confesso che anche a me piacerebbe molto... spero che non fossero soltanto
voci!"
Lo squillo della campanella, che avvertiva dell'inizio
delle lezioni, riscosse i quattro amici dalla loro discussione.
"Beh, dovremo aspettare l'intervallo per riprendere
la discussione..." sospirò Danny, ritornando al suo banco. "Per ora,
abbiamo le nostre quotidiane lezioni... Buon lavoro, ragazzi, e a dopo!"
"A dopo, Danny!" risposero in coro Chris e le
due bambine, mentre anche gli altri studenti riprendevano posizione nei loro
banchi. Anche Francine ed Helen, dopo aver salutato Chris, ritornarono ai loro
posti, appena in tempo prima che la porta dell'aula si spalancasse per far
entrare il loro professore.
"Buongiorno, ragazzi!" esordì con tono cordiale
il professor Stewart, un uomo sulla trentina d'anni, piuttosto alto, con corti
capelli biondi, piccoli occhiali da vista, e un'espressione sveglia ma benevola
che gli rischiarava il viso. Gli alunni ricambiarono il saluto con un cenno
collettivo della testa, e un coro di "Buongiorno" che strapparono un
sorriso al gioviale insegnante. Era bello, dopo i catastrofici eventi degli
ultimi tempi, ritornare alla vita normale e riprendere a fare le cose di tutti
i giorni. Il professor Stewart, infatti, come agente governativo inviato per
tenere d'occhio Sonic e Chris dal giorno dell'arrivo sulla Terra del riccio blu,
aveva partecipato attivamente alle investigazioni compiute in occasione
dell'incidente di Shadow, e aveva messo in pericolo la propria vita per
scoprire la verità su quanto era accaduto tanto tempo prima. Ora, era
semplicemente contento di poter riprendere il suo lavoro di copertura... e dal
momento che Sonic era stato riconosciuto come un eroe nazionale, probabilmente
non avrebbe più dovuto abbandonarlo, emergenze inaspettate permettendo...
"Allora, ragazzi..." iniziò a parlare Stewart,
appoggiando sulla cattedra i libri e il registro. "Prima di iniziare la
lezione, ho il piacere di comunicarvi che per la fine della prossima settimana
è prevista una gita di classe. Sarete contenti, immagino!"
Il coro di grida festanti che si levò dagli alunni fu la
risposta che il giovane insegnante si aspettava di sentire. Molti dei ragazzi
alzarono le braccia stringendo i pugni, entusiasti della notizia.
"Hey, Francine! Davvero efficiente come servizio
informazioni!" esclamò entusiasta Chris, guardando la sua amica che alzava
un pollice e gli strizzava l'occhio.
"Mi scusi, professor Stewart... esattamente, dove si
svolgerà questa gita?" chiese un altro ragazzino della calsse, alzando una
mano per farsi notare fra il trambusto generale.
Il professore si schiarì la gola. "Beh, ho sentito
dire che la destinazione sarà una città di nome Twin Seeds, a circa un
centinaio di chilometri da qui... pare che la torre, edificata più di un secolo
fa, sia un'attrazione molto interessante... il programma prevede di andarla a visitare."
"Professore..." chiese Chris alzando la mano a
sua volta. "Crede che ci sarebbero problemi se portassi qualcuno con me in
questa gita?"
Il giovane professore rise tra sè, capendo a cosa si
riferiva il ragazzino. "Vuoi dire... Sonic e i suoi amici? Non credo ci
saranno problemi! Anzi, immagino che saranno felici di vedere un posto
nuovo!"
"Grazie, signor Stewart!" rispose Chris, con un
largo sorriso sulle labbra. Il professore pescò alcuni fogli dal suo registro e
passò di banco in banco a distribuirli. "Ecco, questi sono i permessi da
far firmare alle vostre famiglie. Mi raccomando, non dimenticate di riportarli,
se volete partecipare!"
"Ci conti, professore!" esclamò Danny,
sventolando con orgoglio il permesso che gli era stato appena consegnato.
"Non mi lascerei sfuggire questa gita per niente al mondo!"
**********
I ragazzi non potevano certo sospettare che appena fuori
dalla finestra della scuola, qualcosa di sinistro stesse assistendo con occhi
spalancati e orecchie attente a tutta la scena. La creatura, al sicuro sopra il
ramo di un grosso albero, sogghignò con aria soddisfatta, non mancando di
notare come tutte le persone che passeggiavano per la strada tirassero avanti
senza neanche guardarlo. Del resto, anche se si fossero voltate verso di lui, non
avrebbero visto nulla...
"Heh... Non riescono a vedere noi creature della
Dimensione della Notte quando ci manifestiamo nel Mondo Reale! Quanto sono
miopi questi esseri umani, non si rendono conto delle cose che gli stanno ad un
palmo dal naso! Beh, non importa... il piano sta procedendo come da programma,
e ben presto entrambi i mondi diventeranno una cosa sola! E allora questi
sciocchi umani vedranno chi è che comanda!"
La creatura invisibile fece una breve, stridula risatina,
consapevole di non poter essere neanche sentita, e fluttuò in aria, librandosi
agilmente sopra i rami su cui si era posata. Un sorriso maligno quasi gli
tagliava il volto in due, e i palmi delle sue mani guantate si sfregavano l'uno
sull'altro, anticipando la vittoria che riteneva ormai certa.
"Fra poco... fra molto poco... la vendetta del mio
signore sarà completa! Hihihihiiii!"
CONTINUA...
Note dell'autore: So che è passato molto tempo da quando
ho iniziato a pubblicare questa fanfic, ma sono stato molto impegnato con la
mia storia di Digimon! Cercherò di fare sì che il prossimo aggiornamento sia
più rapido. Nel prossimo capitolo, entreranno in scena due personaggi chiave
della vicenda, e gli scagnozzi del cattivo di turno faranno un'apparizione più
significativa. Inizierò a scriverlo quanto prima, non vi preoccupate!
Oh, e per chi non lo avesse indovinato... l'altro
videogioco coinvolto nel crossover è "Nights Into Dreams", uno dei
migliori giochi che il Sonic Team abbia mai sviluppato per l'ormai defunto Sega
Saturn. Non preoccupatevi, non sarà necessario averci giocato per capire cosa
sta succedendo! Fornirò tutte le dovute spiegazioni man mano che la storia andrà
avanti! Bene, con questo è tutto per il Capitolo 2, ci vediamo quanto prima!
Ciao!
Una fanfiction di Sonic X scritta da: Justice Gundam
Okay, ragazzi, so che è molto tempo che non lavoro più a questa
storia, e me ne scuso infinitamente. Ora ho ripreso a dedicarmi anche alle altre
storie lasciate in sospeso, e spero di riuscire ad aggiornarle presto. Quindi,
chiunque aspetti da mesi il continuo di 'Network Transmission' e 'Super Robot
Wars' sarà accontentato il prima possibile! Per adesso, vi lascio al mio nuovo
capitolo di Sonic X, dove conosceremo nuovi personaggi... e farà il suo
ingresso in scena un altro personaggio molto popolare tra i fan del porcospino
blu! Buona lettura!
----------
Capitolo 3 - Twin Seeds
Mentre a Station Square la vita proseguiva con i suoi ritmi quasi frenetici,
da un'altra parte, a diverse decine di chilometri di distanza, un'altra città
stava riprendendo la sua corsa...
Era metà pomeriggio, circa le quattro, e la città di Twin Seeds, una grande
città che rivaleggiava per dimensioni e popolazione con Station Square, si stava
preparando ad un evento molto importante: la celebrazione dell'anniversario
della sua fondazione, avvenuta più di cento anni prima in circostanze che, anche
per gli abitanti, permanevano misteriose. Numerose bancarelle e stand di vario
tipo erano in allestimento ai bordi delle strade, e le strade normalmente
trafficate erano decorate da fantasiosi festoni di vari colori, organizzati in
modo da trasmettere il meglio possibile l'atmosfera di gioia e celebrazione.
Certo, non sarebbe stata una cosa grandiosa come la celebrazione del centenario,
avvenuta due anni prima, ma si trattava comunque di una festa che tutti gli
abitanti di Twin Seeds attendevano con ansia. Anche se le attività cittadine
proseguivano normalmente, si riusciva comunque a percepire l'eccitazione della
maggior parte di loro.
Mentre tutt'attorno fervevano i preparativi per la festa, in un piccolo campo
da basket in centro città due piccole 'squadre' di tre ragazzi ciascuna si
stavano sfidando all'ultimo canestro, e una piccola folla di tifosi si era
riunita ai bordi della struttura per assistere alla loro competizione. I giovani
di Twin Seeds conoscevano bene quel gruppetto di ragazzi, e sapevano che non era
la prima partita che si giocava tra loro, nè sarebbe stata l'ultima... anzi,
quel piccolo campo da pallacanestro era diventato praticamente il luogo fisso di
un appuntamento mensile con lo sport, sia pure a livello dilettantistico! Le
squadre, capitanate rispettivamente dal sedicenne Elliot Edwards, astro nascente
della pallacanestro, e da Roger Dwayne, il suo amico e rivale considerato a sua
volta una promessa dello sport, erano in quel momento impegnate in un frenetico
su e giù per il campo, con la palla che volava tra le loro mani e il pubblico
che non cessava di lanciare urla di incoraggiamento ai suoi beniamini.
Finalmente, un abile lancio da parte di un membro della squadra di Roger,
contraddistinta dalle magliette rosse in contrapposizione a quelle blu della
squadra di Elliot, fece finire la palla nel canestro, assicurando altri due
punti e bloccando il punteggio in una perfetta condizione di parità. Gli
spettatori esultarono, mentre l'autore della rimonta tornava dai suoi compagni
di squadra e scambiava dei cinque con loro.
"Sei stato grande, amico! Ottimo lavoro!" esclamò il capitano della squadra,
Roger Dwayne, un ragazzo sui sedici anni, alto e dal fisico asciutto con i
capelli biondo un pò lunghi e il ciuffo ribelle, che indossava una maglietta
rosso-arancione con sopra disegnato un orso stilizzato, pantaloncini corti di
colore più scuro e scarpe da ginnastica bianche. Diede una stretta di mano al
suo compagno, poi si rivolse al capitano della squadra avversaria con un
sogghigno di amichevole superiorità. "E allora, Elliot? Che te ne pare della
nostra rimonta? Ora siamo perfettamente alla pari... e abbiamo tutto il tempo di
segnare ancora!"
"Aspetta a cantare vittoria, Roger! La partita non è ancora finita!" ribattè
amichevolmente il capitano della squadra avversaria, il ragazzo di nome Elliot:
era un sedicenne atletico, dai corti capelli blu elettrico pettinati in un
piccolo ciuffo, che anzichè ridiscendere sulla fronte si sollevava verso l'alto
per un breve tratto, e aveva grandi occhi azzurri pieni di decisione e coraggio.
Indossava dei vestiti che sembravano, per così dire, 'uguali e contrari'
rispetto a quelli del capitano della squadra avversaria: una leggera maglietta
blu a maniche corte, con una libellula disegnata sul davanti, pantaloni corti un
pò abbondanti e scarpe da ginnastica blu, con un orologio dalla cinghia azzurra
legato attorno al polso destro, e il suo viso, come quello di tutti gli altri
ragazzi, era bagnato di sudore per l'intensità della partita, anche se la fatica
non sembrava aver in alcun modo smorzato la sua combattività. Dopo aver ripreso
fiato e sver ricevuto da Roger il pallone, Elliot palleggiò un paio di volte e
lo lanciò ai suoi due compagni di squadra: due ragazzi, uno con i capelli
castani e uno di colore, vestiti in maniera molto simile a lui. Il ragazzo di
colore, che si trovava più indietro, lo afferrò al volo.
"Okay, ragazzi, questi sono gli ultimi secondi di gioco..." spiegò il ragazzo
dai capelli blu. "Sapete cosa dobbiamo fare, no?"
Il ragazzo castano gli fece il segno dell'okay. "Certamente, Elliot! Conta
pure su di noi!"
Sull'altro lato del campo di gioco, Roger e i suoi compagni di squadra si
erano disposti attorno all'area di tiro, cercando di formare un muro difensivo.
Non sapevano di cosa stessero parlando i loro avversari, ma sicuramente si
trattava di qualche strategia con la quale speravano di ritornare in
vantaggio... e se avessero segnato, non ci sarebbe stato abbastanza tempo per
rimontare. "Ragazzi, state molto attenti!" si raccomandò il biondo. "Non fateli
avvicinare all'area di tiro, e cercate di sottrargli la palla e segnare voi! In
bocca al lupo, e fate del vostro meglio!"
"Ricevuto!" replicarono in coro gli altri due giocatori.
L'arbitro, un ragazzo della stessa età di Elliot e Roger, diede una rapida
occhiata all'orologio, poi si mise in bocca il fischietto e diede l'ultimo
segnale di inizio gioco! Immediatamente, il ragazzo di colore della squadra di
Elliot scagliò la palla verso il suo compagno castano, mentre Elliot cercò
subito di portarsi a lato dell'area di tiro con uno scatto felino, ma si trovò
subito davanti Roger, che si spostò da una parte e dall'altra in modo da
ostacolargli il passaggio. I due capitani si scrutarono come a volersi sfidare
ad un duello western, e iniziarono una sorta di frenetica danza sul centrocampo,
nel tentativo uno di scartare e l'altro di impedire il passaggio. Nel frattempo,
il ragazzo castano corse rapidamente verso l'area avversaria, palleggiando
furiosamente con la mano destra mentre il suo compagno avanzava sull'ala
opposta, e i due compagni di Roger si lanciavano verso di loro. Il ragazzo
castano si trovò subito di fronte uno di loro, che cercò con tutte le sue forze
di sottrargli la palla, e gettò dei rapidi sguardi attorno a sè per vedere come
se la stavano cavando i suoi compagni: Elliot era ancora alle prese con Roger,
ma l'altro membro della squadra era riuscito a schivare il terzo, e continuava
la sua corsa verso l'area di tiro. Era il momento ideale per passargli la
palla!
"Joseph! E' tua!" esclamò, e riuscì a cogliere di sorpresa il suo avversario
passandosi la palla dietro la schiena e facendola volare verso il ragazzo di
colore, che riuscì ad afferrarla al volo... ma solo per ritrovarsi di fronte lo
stesso giocatore che era riuscito a schivare un attimo prima. Con le mani alzate
sopra la testa, quest'ultimo cercava di precludergli non solo il passaggio, ma
anche la vista del canestro, e Joseph si rese conto che, se avesse cercato di
tirare, sarebbe stato intercettato. Il suo compagno castano si trovava ora
marcato strettamente, ed Elliot era ancora alle prese con Roger...
No, un momento! Proprio mentre quel pensiero attraversava la mente di Joseph,
il giovane atleta dai capelli blu riuscì ad eseguire un abile finta, muovendo un
passo alla propria destra per poi gettarsi rapidamente nella direzione opposta.
Roger si spostò per ostacolarlo, ma il cambio improvviso di direzione lo colse
del tutto impreparato, e non potè fare altro che guardare sbalordito il suo
amico-rivale che gli passava agilmente a lato e, completamente smarcato, correva
verso l'area di tiro... Joseph non si fece scappare l'occasione e con un abile
gioco di mani, passò la palla ad Elliot, che la afferrò al volo, si fermò pochi
centimetri fuori dall'area e, prima che Roger e i suoi compagni potessero
ostacolarlo, prese accuratamente la mira e lanciò! La palla descrisse
un'elegante parabola e con precisione quasi chirurgica andò a colpire il
quadrato sotto il quale era fissato il canestro... prima di finire dentro sotto
gli occhi ammirati di spettatori e giocatori, proprio un attimo prima che
l'arbitro desse il fischio finale!
"EVVAI! Tre punti!" esclamò Elliot facendo un salto di gioia e sollevando un
pugno in aria, mentre il pubblico esplodeva in applausi e ovazioni, e i suoi due
compagni correvano verso di lui per festeggiare la vittoria. Giunti da lui, si
scambiarono dei cinque prima di rivolgersi alla squadra di Roger per fare loro
le congratulazioni.
"Partita finita!" dichiarò l'arbitro, alzandosi dalla sua posizione con le
braccia incrociate. "Il punteggio finale è: Dragonflies 81, Bears 78. La
vittoria va ai Dragonflies! Congratulazioni!". Un altro fragoroso applauso
accolse la dichiarazione dell'arbitro, assieme a qualche fischio da parte dei
tifosi più rumorosi.
"Hey, Elliot! Bella partita!" esclamò Roger, andando a stringere la mano al
suo amico e rivale. "Questa volta ce le avete suonate per bene! Vedo che vi
siete allentati dall'ultima volta che ci siamo sfidati!"
"Grazie, Roger... ma anche tu e i tuoi ragazzi siete stati in gamba!" rispose
il ragazzo dai capelli blu, accettando le congratulazioni del biondo, mentre la
piccola folla di spettatori si disperdeva lentamente, continuando a gettare
qualche sguardo al campo da basket. In breve tempo, mentre i giocatori erano
ancora impegnati a scambiarsi le congratulazioni, quasi tutti gli spettatori se
ne erano andati, ma alcuni erano rimasti per congratularsi personalmente con
Elliot, Roger e i rispettivi compagni di squadra... e tra questi pochi, i
ragazzi videro, solo in quel momento, una loro vecchia conoscenza, che li
guardava con aria entusiasta e un grande sorriso sulle labbra, continuando ad
applaudire lentamente: una bella ragazzina, più o meno dell'età di Elliot, con i
capelli rosso-arancioni legati in una folta coda dietro la nuca e grandi occhi
arancioni, che indossava una maglietta arancione a maniche corte, corti jeans
rossi e scarpe arancioni con la suola un pò alta. Dava l'impressione di una
tipetta acqua e sapone, e chi la conosceva diceva che era una ragazza con dei
grandi sogni e una grande passione per il canto e la musica, dall'animo dolce e
sensibile anche se a volte un pò goffa... e le persone che la conoscevano non
erano poche, dal momento che quella ragazza, a partire dal centenario di Twin
Seeds due anni prima, era un pò una celebrità locale... Claris Sinclair,
all'epoca tredicenne, aveva reso un autentico successo il concerto di
celebrazione di quell'evento, grazie ad una canzone da lei scritta!
E tuttavia, non era soltanto quello il motivo per cui sia lei che Elliot
avrebbero ricordato per sempre quel giorno...
"Hey, guardate un pò chi c'è!" esclamò Joseph, il ragazzo di colore della
squadra di Elliot, facendo un occhiolino di intesa all'amico dai capelli blu.
"Qualcuno che al nostro Elliot fa molto piacere vedere, mi sembra di aver
capito!" Queste parole furono accolte dagli sghignazzi degli altri quattro
giocatori, e da una gomitata amichevole da parte di Elliot all'indirizzo
dell'autore della battuta.
"Ehilà, Claris!" la salutò Elliot con entusiasmo, alzando una mano. "Allora,
ti è piaciuta la partita?"
La risposta di Claris fu un pollice in alto, in segno di okay, poi si chinò
verso una borsetta di plastica bianca che aveva appoggiato per terra, a metà tra
i propri piedi e la ringhiera di delimitazione del campo. "Avete giocato
magnificamente, come sempre! A proposito, visto che sarete accaldati dopo tutto
quel moto, ho pensato che vi avrebbe fatto piacere bere un pò di acqua
fresca..." Con queste parole, la ragazza dai capelli arancioni tirò fuori alcune
bottigliette da mezzo litro di acqua minerale e le distribuì ai membri delle due
squadre, che le accettarono con gratitudine.
Elliot, ultimo a ricevere la bottiglia da Claris, svitò rapidamente il tappo
e prese una bella sorsata di fresco liquido trasparente, lasciandosene colare un
pò anche sul viso bagnato di sudore e traendone un pò di sollievo, mentre la
ragazza si portava una mano davanti alla bocca e soffocava una risata divertita.
"Ufff... avevi ragione tu, Claris, una bella sorsata d'acqua è quello che ci
vuole dopo una partita come questa!" esclamò la giovane promessa del basket, e
prese un profondo respiro dopo la grande quantità d'acqua che aveva tracannato.
"Allora, Claris, che ci fai di bello da queste parti? Pensavo che oggi tu avessi
le prove di canto..."
La ragazza diede una rapida occhiata ad un orologio che teneva legato attorno
al polso. "Beh, sì, ma sono tra mezz'ora... ho tutto il tempo di andare là con
calma! In realtà, non stavo facendo molto da queste parti... passavo così, per
caso, e ho visto che al campetto si stava facendo una partita... e così, per
curiosità, mi sono fermata a vedere! Niente di più!" rispose, con una punta di
imbarazzo nella voce. "Ho pensato che forse poteva essere una sfida tra te e la
squadra di Roger... e a quanto pare avevo ragione!"
"Capisco..." rispose Elliot, rivolgendo lo sguardo verso il campo di gioco,
dove i suoi amici si erano seduti per terra a bere le loro bottiglie d'acqua.
Per chissà quale motivo, anche il ragazzo con i capelli blu si sentiva un pò
imbarazzato in quel momento, e ringraziò di essere ancora accaldato in modo che
non si vedesse quel pò di colore rosso che era apparso sulle sue guance. Chissà
perchè, si stava chiedendo, da qualche mese a quella parte si sentiva un pò
scombussolato quando si trovava con la sua amica... nei quasi due anni in cui si
erano conosciuti, non ricordava di essersi mai sentito così in sua presenza.
Elliot e Claris, fino a poco tempo prima, sembravano quasi un'affiatata coppia
di fratelli, che riusciva a parlare senza problemi di ogni argomento e a
trovarsi bene in compagnia l'uno dell'altro. Non che le cose fossero cambiate,
tra loro, ma in quegli ultimi mesi Elliot aveva come l'impressione che si stesse
aggiungendo qualcosa d'altro al loro rapporto... se solo avesse capito cosa
voleva dire quell'accelerazione del battito del suo cuore, e quella difficoltà
nel trovare le parole che di tanto in tanto lo prendeva...
"Allora... avete intenzione di riportare in scena il tuo pezzo forte, quello
di due anni fa, per l'anniversario?" chiese improvvisamente Elliot, cercando di
spostare l'argomento di discussione su qualcosa che lo imbarazzasse di meno.
La ragazzina dai capelli arancioni si voltò verso di lui, senza riuscire a
nascondere un pò di goffaggine. "Ehm... vuoi dire 'Dreams Dreams'? Beh,
sì, pensavo di rimettere in scena quello, però... quest'anno... ecco, come posso
dire... ho pensato di introdurre una variante, per così dire..." gli rispose. Il
suo amico si accorse subito dell'esitazione con cui aveva pronunciato l'ultima
parte della frase, e capì subito che si trattava di qualcosa che la rendeva un
pò nervosa.
"Davvero? Una variante?" chiese il ragazzo dai capelli blu, incuriosito.
"E... di cosa si tratterebbe, se posso chiederti?"
Claris prese un pò fiato, sentendo una strana vampata di calore salirle alle
guance. Chissà come l'avrebbe preso, il favore che stava per chiedergli...
"Ecco..." iniziò Claris, dopo aver preso un pò di coraggio. "Volevo
chiederti... tu come te la cavi, a cantare?"
La domanda fece quasi cascare a terra Elliot, che perse l'equilibrio e si
afferrò rapidamente alla ringhiera del campo da basket per evitarsi di piantare
la faccia per terra. Cosa significava quella domanda di Claris? Per lui, il
significato era fin troppo chiaro... Da parte sua, la ragazzina alzò gli occhi
al cielo e si diede della stupida per aver fatto una domanda così a
bruciapelo.
"Ugh... come... come me la cavo a... cantare?" chiese Elliot, rialzandosi con
un'espressione decisamente sbalordita sul volto e un grosso gocciolone di sudore
sulla nuca. "C-Claris... tu... tu mi stai... chiedendo di salire sul palco... e
cantare 'Dreams Dreams' con te?"
"Era... era soltanto un'idea, così, giusto per offrire al pubblico qualcosa
di diverso..." si giustificò imbarazzata Claris. "Se... se non te la senti, io
non te ne faccio mica una colpa, anzi... mi dispiace di averti avvertito così,
quando ormai manca così poco alle celebrazioni!"
Ripresosi dallo shock iniziale per quella proposta inaspettata, Elliot si
schiarì la gola e diede la sua risposta. "Beh... tu non hai niente di cui
scusarti, Claris, e penso invece che tu abbia avuto una bella idea... ti dirò,
io non sono un granchè a cantare... però... sì, confesso che non mi
dispiacerebbe cantare con te. Se solo mi potessi passare il testo della canzone,
che così la provo un pò... va bene, Claris, la tua idea è approvata!" replicò.
Nel momento in cui completò la sua risposta, sentì a sua volta un lieve calore
salirgli al volto...
Gli occhi di Claris si allargarono, brillanti di entusiasmo, e un sorriso
smagliante illuminò il suo grazioso visetto. "Davvero, Elliot? Va... va bene,
allora, ti farò avere il testo di 'Dreams Dreams' per e-mail! Ma non ti
preoccupare, ci sarà soltanto una parte che dovrai cantare tu da solo! Per il
ritornello, ho pensato che potremmo fare un duetto!"
"Per me non ci sono problemi... se magari ci potessimo incontrare in questi
giorni, per fare delle prove, mi sentirei anche più sicuro!" concluse Elliot,
per poi farsi venire in mente anche un altro particolare. "A proposito, Claris,
per quanto riguarda gli organizzatori dello spettacolo... Gli hai già parlato di
questa tua idea?"
La ragazzina annuì. "Sì, e mi hanno già dato l'okay. Hanno detto anche loro
che potrebbe essere un'idea originale..." Interrompendosi per un istante, Claris
diede un'occhiata al suo orologio, poi alzò lo sguardo verso il suo amico. "Ora,
però, devo proprio andare, sennò arriverò in ritardo alle mie prove. Allora,
stasera ti manderò una mail con il testo di 'Dreams Dreams' e proporrò
una data per incontrarci e fare le prove!"
"Va bene, Claris! Ci vediamo!" rispose il ragazzo, restando ad osservare
l'amica che scavalcava nuovamente la recinzione e si allontanava di corsa,
agitando una mano verso di lui per salutarlo. Elliot restituì il saluto e la
accompagnò con lo sguardo finchè la ragazza non fu più visibile, poi sospirò e
si stiracchiò, rivolgendo lo sguardo alla spettacolare torre che dominava Twin
Seeds...
"Incredibile che tutto sia cominciato da lì..." mormorò Elliot, staccandosi
dalla ringhiera e tornando dai suoi amici che lo chiamavano. "Due anni fa, dalla
Twin Seeds Tower..."
----------
Qualche ora dopo...
Di notte, la citta' di Twin Seeds non sembrava molto diversa da una qualsiasi
altra grande citta' americana, illuminata com'era da tutte quelle luci al neon e
da quelle dei lampioni. Il traffico, che era stato intenso per quanto scorrevole
per gran parte della giornata, era diminuito un po', anche se non di molto, e la
notte era riempita dai frenetici rumori di una citta' nel pieno delle sue
funzionalita', ben esprimendo la frenesia dell'umanita' che ci viveva. Del
resto, l'anniversario della fondazione era prossimo, e tutti coloro che
organizzavano l'evento festivo cercavano di terminare i lavori il prima
possibile...
Nel suggestivo panorama cittadino, la grande torre dalla guglia dorata che
dominava la citta' appariva quasi come una maestosa, colossale statua che
sorvegliava benevolmente gli abitanti, e per molti cittadini di Twin Seeds
quella vista ormai solita era qualcosa di rassicurante, quasi come quella della
propria casa o della propria famiglia.
Ma in quel momento, sulla cima dorata della Twin Seeds Tower, si trovava
qualcosa che non avrebbe certo suscitato sentimenti cosi' positivi... qualcosa
di oscuro e potente, che osservava il viavai della grande citta' con
l'espressione di un lupo che guarda sdegnosamente le pecore mentre decide quale
sara' quella che soddisfera' il suo appetito.
La creatura, che fluttuava magicamente nell'aria a pochi centimetri dalla
cima della torre, strinse i suoi gelidi occhi e permise ad un sorrisetto
arrogante di formarsi sul suo viso, sicura della protezione che le offrivano le
tenebre della notte e la sua natura di creatura della Dimensione della Notte...
"Heh. Esseri umani... guardateli, come si affrettano come formiche operaie
per le loro sciocchezze. Che razza stupida e incapace... persi nella loro
frenesia, non si rendono conto di quello che hanno, e inseguono quello che non
hanno, senza conoscere quello che sta ad un palmo dal loro naso. E pensare che
quel traditore si e' schierato dalla loro parte. Che disgusto..." sibilo',
la voce simile al sibilo del vento in una fredda alba d'inverno. Era una voce da
brivido, piena di malizia e veleno, e appartenente ad un essere il cui aspetto
avrebbe intimorito allo stesso modo anche il cuore del piu' coraggioso...
Ad una prima occhiata distratta, l'essere misterioso avrebbe potuto sembrare
simpatico, e quasi buffo, con quel suo cappello a doppia punta, le braccia e le
gambe piuttosto lunghe ed esili, e quel corpo agile e slanciato, che dava
un'impressione di velocita' e prontezza, ed esprimeva forza e grazia allo stesso
tempo... si', in effetti, la creatura assomigliava in maniera impressionante a
Nights, lo strano folletto che proprio la notte prima era apparso nel sogno di
Chris, a chilometri di distanza da li'...
Ma una volta superata la prima occhiata, neanche l'osservatore piu' distratto
avrebbe potuto confondere l'essere sulla torre per la sua enigmatica
controparte: laddove Nights sembrava infatti privilegiare il bianco, il viola e
altri colori vivaci in misura piu' contenuta, i colori prevalenti del folletto
(o forse era meglio dire 'demone'?) sulla torre erano il nero e il rosso, che si
intersecavano tra loro formando degli inquietanti motivi di sangue e tenebre sul
suo costume. Il suo cappello a due punte era decorato con strisce rosse e nere
che lo percorrevano in tutta la sua lunghezza, e il suo volto innaturalmente
pallido era dominato da un paio di grandi occhi delle iridi quasi bianche,
ciascuno dei quali attraversato verticalmente da un segno nero che ricordava una
cicatrice, e da un freddo sorriso di soddisfazione. Il colletto era viola, un
viola molto piu' scuro rispetto a quello del suo vestito intero, che era
talmente pallido da sembrare quasi bianco, tranne che per delle fasce rosse
bordate di nero attorno alle spalle, che davano l'impressione che la creatura
indossasse una giacca sopra il costume, e per tre rombi disegnati sul torace,
uno blu, uno viola e uno rosso dall'alto verso il basso, distesi
orizzontalmente. Gli avambracci erano protetti da dei manicotti neri sui quali
era disegnato un cerchio diviso in quattro quarti uguali, due rossi e due viola,
e le mani affusolate sembravano piuttosto dei lunghi, minacciosi artigli
bianchi. Per finire, la creatura indossava un paio di stivali a righe rosse e
nere come il suo strano cappello. Sembrava fluttuare a mezz'aria con la stessa
naturalezza con cui un uomo cammina, e si stava godendo il panorama della citta'
illuminata dalla sua posizione di vantaggio.
"Se solo queste sciocche creature, prese dalla loro quotidianita', si
fermassero per un istante e si rendessero conto di quanto e' vasto l'universo
che le circonda, non credo sarebbero cosi' spensierate..." sibilo' il
misterioso essere, continuando a far spaziare il suo sguardo da un lato
all'altro di Twin Seeds...
"Oh, oooh... ma che bel discorsone! Ci sentiamo dei filosofi, stasera,
eh?"
Queste parole, pronunciate con divertito sarcasmo dalla voce di una giovane
donna, distrassero la misteriosa creatura dalle sue riflessioni ad alta voce, ed
essa si volto' lentamente nella direzione da cui essa proveniva. Per quanto la
sua espressione rimanesse stoica e imperturbabile, la creatura stava mascherando
abilmente la sua sorpresa. Non si aspettava certo che qualcuno degli abitanti di
quel misero pianeta fosse in grado di vederlo... dopotutto, le creature della
Dimensione della Notte erano invisibili agli esseri umani svegli. E poi, come
poteva esserci un umano in cima a quella torre?
Quando si volto', vide la risposta alle sue domande: una femmina di
pipistrello dalle fattezze umanoidi, alta poco piu' di un metro, dalla corta
pelliccetta bianca, orecchie triangolari e con addosso dei vestiti piuttosto
rivelanti (una tuta intera nera e attillata, un pettorale rosa a forma di cuore,
stivaletti bianchi con dei cuori rosa sulle punte, e guanti bianchi) stava
elegantemente planando verso la cima della torre, con estrema grazia e agilita',
e i suoi occhi verdi come smeraldi erano fissi su di lui e lo osservavano
incuriositi. A sua volta, l'essere della Dimensione della Notte ricambiava
freddamente lo sguardo della nuova arrivata, che atterro' senza un suono sulla
guglia, ripiego' dietro la schiena le sue piccole ali nere, e dopo essersi
spolverata gli abiti con una certa vanita', gli si paro' davanti. Camminava
sulla ripida superficie della guglia con naturalezza, e la misteriosa creatura
della notte capi' subito che non si trattava di una qualsiasi...
"Ti sei accorta della mia presenza, a quanto vedo..." inizio' il
folletto oscuro. "Posso sapere come hai fatto?"
"Oooh, per favore..." gli rispose Rouge (perche' di altri non si trattava),
alzando le spalle e inarcando le sue labbra tinte con il rossetto in un lieve
sorriso. "Eri la' in bella posa che davi sfoggio del tuo talento di poeta, e io
avrei dovuto essere proprio stupida per non accorgermi di te!"
L'essere misterioso strinse gli occhi, senza per altro cambiare di una
virgola la sua espressione. "Ma guarda... e cosi' sei riuscita a vedermi e a
sentirmi, eh? Non devi essere una creatura di questo mondo..." puntualizzo',
senza riuscire ad impressionare la giovane ladra-acrobata.
"Ah, davvero?" gli chiese, senza abbandonare quel tono canzonatorio. "E che
cosa te lo farebbe pensare, grande genio? Forse il fatto che ho un aspetto
leggermente diverso?"
"No, semplicemente il fatto che tu sia riuscita a vedermi." ribatte'
il folletto, anche lui imperturbabile. "Nessuna creatura nativa di questo
mondo e' in grado di farlo, quindi sono giunto ad una semplice conclusione
logica."
"Heh. Buono a sapersi." concluse Rouge. "Ma ora, prima che io tolga il
disturbo, desidererei che tu rispondessi a qualche domandina... e se le risposte
saranno giuste, ti lascero' andare senza problemi. Per esempio... hmm..." fece
finta di mettersi a pensare intensamente, ma era chiaro che stava soltanto
tenendo lo strano folletto sulle spine. "Ah, ecco! Per esempio, tu chi o che
cosa sei, e da dove sei saltato fuori? Non credo di aver mai visto una creatura
come te in giro da queste parti."
Ancora una volta, Rouge non vide alcun cambio di espressione nel viso del suo
interlocutore. "Se proprio lo vuoi sapere, il mio nome e' Reala. Per quanto
riguarda il luogo da cui provengo... hehehehee... ti posso soltanto dire che e'
un posto in cui sei indubbiamente gia' stata!" le rispose, mantenendosi
volutamente sul vago. "E, prima che tu mi chieda il motivo per cui sono
qui... diciamo che sono un semplice turista di passaggio!"
Questa risposta fece sorridere Rouge ancora piu' di quanto non stesse gia'
facendo. "Un turista di passaggio? Certo, e io sono Giovanna d'Arco! Mi
dispiace, ma e' passato il tempo in cui credevo alle fiabe, per cui ora scendi
un po' piu' nei particolari, o saro' costretta a ricorrere a dei mezzi piu'
spiacevoli."
Questa volta, la creatura di nome Reala non ebbe mezzi termini: getto'
indietro la testa e rise, minimizzando la non troppo implicita minaccia della
ragazza-pipistrello. "Hehehehee... Haaaahahahaha! Ma senti un po', tu
vorresti farmi paura? Ad una creatura come me? Beh, mi dispiace deluderti,
mocciosa, ma la paura per me e' qualcosa di molto piu' familiare di quanto tu
creda... e' praticamente la mia carne e il mio sangue!"
Senza rendersene conto, Reala aveva toccato un tasto falso, ed era riuscito
ad aprire una piccola breccia nella nonchalance di Rouge, che storse leggermente
il naso dopo essersi sentita affibbiare quel 'mocciosa'. Ma come si permetteva
quella specie di pagliaccio galleggiante? Dare della mocciosa ad una come lei?
Tuttavia, Rouge non sarebbe stata Rouge se avesse ceduto al suo primo istinto di
tappare la bocca con un calcione a quello smargiasso...
"Senti, amico, le frasi ad effetto lasciano il tempo che trovano..." lo
apostrofò, sempre con quel suo tono di velata presa in giro. Ma, ascoltando con
un minimo di attenzione, sarebbe stato possibile sentire l'acciaio dietro la
seta. "E cosa tu, una creatura che fino ad adesso non sapevo neanche esistesse,
stia facendo qui, è una cosa che tenderebbe a riguardarmi come agente del
governo. Se stesse a me, ti lascerei andare senza tante complicazioni, ma vedi,
avrei un lavoro da fare, quindi, se non ti va di parlare... temo che dovrò
costringerti io."
"Davvero? Hai un lavoro da fare?" chiese retoricamente Reala, muovendo
le mani affusolate. Era chiaro che, qualunque cosa Rouge potesse dirgli, non
sarebbe riuscita ad impressionarlo più di tanto... "Che peccato, ma vedi,
anch'io ho delle cosette da fare, e non posso stare qui a perdere tempo con una
come te. Quello che dovevo fare qui l'ho fatto, quindi adesso tolgo il disturbo
e ti dico... che spero per te di non rivederci mai più! Hehehehee..." Con
queste parole, il folletto oscuro iniziò a librarsi in aria, sollevandosi dalla
guglia e volando verso il cielo notturno senza aspettare risposta...
Rouge cominciava a perdere la pazienza, e decise di passare dalle parole ai
fatti. "Hey, sottospecie di pagliaccio! Guarda che la mia non era una
richiesta!" esclamò, aprendo di nuovo le sue piccole ali membranose e prendendo
il volo, nel tentativo di seguire Reala. La creatura della Dimensione della
Notte sogghignò, divertita dal tentativo della ragazza-pipistrello, e interruppe
il suo volo, restando fermo in sospensione ad attendere un attacco che non tardò
ad arrivare! Decisa a fermare Reala, Rouge eseguì una spettacolare virata e si
lanciò su di lui con i piedi in avanti, girando su sè stessa come una trivella.
Si sentì un suono di risucchio allorchè Rouge, trasformata in una sorta di
tornado vivente, si fiondava in picchiata contro Reala...
Ma, proprio quando sembrava che il colpo di Rouge fosse destinato ad andare a
segno, Reala sogghignò, un glaciale sorriso pieno di malizia, e una luce crudele
brillò nei suoi terribili occhi. Il demone alzò entrambe le braccia davanti a sè
e creò un invisibile scudo di energia sul quale le gambe di Rouge andarono a
sbattere. La ladra di gioielli si fermò a mezz'aria, stringendo i denti per il
disappunto, ma proseguì il suo attacco e premette con tutte le sue forze contro
lo scudo di Reala nel tentativo di infrangerlo, mentre scintille e lampi di
energia scaturivano dal punto dell'impatto. Rouge riuscì in parte nel suo
intento, e il sogghigno sul funereo volto del folletto sbiadì leggermente quando
si vide costretto ad indietreggiare... Reala doveva ammetterlo, non credeva che
quell'abitante del Mondo Reale potesse avere una simile forza... ma non si
lasciò stupire più di tanto e, con un grugnito di derisione, riversò ancora più
potenza nella sua barriera. Questa volta, Rouge venne investita da una forza
simile ad un violento colpo di vento, che spezzò il suo contatto con lo scudo
energetico di Reala e la scagliò in aria come una foglia morta! Con un breve
urlo di disappunto, Rouge iniziò a sbattere le ali per opporsi alla forza del
colpo, e riuscì a rimettersi in piedi a mezz'aria, ma quell'attacco l'aveva
lasciata disorientata, e fu costretta ad atterrare rapidamente sulla superficie
della guglia. Ci riuscì con notevole facilità, nonostante l'attacco subito, e si
piegò su un ginocchio per riprendere stabilità, alzando nel contempo lo sguardo
verso il suo avversario. I suoi occhi smeraldini sembravano ardere di rabbia per
l'umiliazione subita, soprattutto vedendo l'espressione canzonatoria di Reala
che la osservava spocchioso dalla sua posizione di vantaggio.
"Devo riconoscerlo, il tuo attacco non era niente male..." commentò la
creatura misteriosa, il palmo di una mano ancora puntato verso Rouge nel caso la
giovane agente avesse voluto tentare qualcos'altro. "Se non fossi riuscito ad
alzare uno scudo in tempo, non credo che ne sarei uscito illeso... e non sono
molti quelli capaci di sferrarmi un attacco! I miei complimenti!"
"Se hai finito di congratularti..." esclamò Rouge, rialzandosi e rimettendosi
in guardia. "perchè non torniamo al discorso al discorso che abbiamo interrotto
e la smettiamo di prenderci in giro?" Nonostante la rabbia, Rouge manteneva un
invidiabile controllo di sè, ma allo stesso tempo si rendeva conto che non aveva
a che fare con un avversario qualsiasi... quello strano tipo era davvero molto
forte se riusciva a bloccare uno dei suoi attacchi migliori con tale
facilità...
Per tutta risposta, Reala si innalzò un altro pò, e una strana polverina
scintillante iniziò a volteggiare attorno al suo agile corpo, che perse
lentamente definizione e iniziò a sparire gradualmente. "Tanto spiacente,
ragazzina, ma come ho detto ho già perso abbastanza tempo da queste parti! E'
ora che io me ne vada! Oh, ma non ti preoccupare, perchè mi rivedrai presto...
molto prima di quanto tu desidereresti mai! Heheheheheheee..."
Rouge non potè fare altro che osservare impotente il suo spocchioso
avversario che svaniva davanti ai suoi occhi, accompagnato unicamente da uno
strano tintinnare di campanelli, e dal suono inquietante della sua sommessa
risata. In breve tempo, Reala era sparito, tornato da dove era venuto, e nel
luogo in cui lui si trovava rimase ad aleggiare per qualche istante soltanto una
fine polverina scintillante che si disperse al vento, confondendosi in un attimo
con le stelle e le luci al neon di Twin Seeds.
La giovane ladra di gioielli rimase ferma al suo posto, e osservò sospettosa
le minuscole stelline luccicanti che segnarono per qualche istante il punto in
cui Reala era svanito. Quello strano individuo non la convinceva, ed era più che
sicura che stesse complottando qualcosa di pericoloso... sfortunatamente, però,
Rouge non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere, nè sapeva cosa
collegava quello strano essere a Twin Seeds e alla sua torre... nè se era lui la
mente del complotto, o se lavorasse per qualcuno di più altolocato. L'unica cosa
che poteva dire, a giudicare da come era andato quel primo incontro, era che con
quel Reala c'era poco da scherzare. Forse sarebbe riuscito a dare del filo da
torcere anche a Sonic. In ogni caso, Rouge non era tipa da restarsene con le
mani in mano, e poi sembrava esserci di mezzo un'avventura interessante... un
lieve sorriso si formò sulle labbra della femmina di pipistrello, sostituendo la
smorfia di disappunto di un attimo prima.
"Forse è meglio che ne parli a Topaz, domani mattina..." disse tra sè,
ripensando alla sua amica umana che, come lei, lavorava per l'intelligence
governativa. "Mi viene da pensare che quel Reala sia in qualche modo collegato a
questa città, e sarà il caso che la squadra svolga qualche ricerca in
proposito... Sì, credo proprio di avere qualcosa di molto interessante per le
mani..."
Con queste parole, Rouge spiegò nuovamente le ali e riprese il volo, planando
nella notte con il silenzio di una sfuggente ombra...
----------
Il luogo in cui Reala riapparve non era esattamente quello che qualcuno
avrebbe definito un bel posto: si trattava di una sorta di immenso antro
sotterraneo, il cui pavimento era composto da nuvole nere, violacee e verdi
scure che proiettavano strane, inquietanti ombre multicolori sul paesaggio
circostante. Nonostante ciò, l'oscurità era tale da impedire di vedere le pareti
della grotta, e fin dove l'occhio poteva vedere il cielo era tutto nero,
intervallato qua e là soltanto da qualche lampo di energia rossa. Reala, dopo
aver finito di rimaterializzarsi, sogghignò di nuovo e prese un bel respiro, poi
iniziò a muovere qualche passo in avanti, verso le tenebre senza fine che
coprivano la sua visuale.
"Hihihihihiii... ma guardate, è tornato Reala!" sghignazzò una vocina
acuta e fastidiosa proveniente da lato. Quando Reala si voltò in quella
direzione, il suo sguardo incontrò quello di una stranissima creatura che era
emersa dall'oscurità come per magia: si trattava di una specie di folletto, un
pò meno alto di Reala stesso, che sembrava consistere di niente più che un paio
di stivaletti rossi, guanti bianchi, due grandi occhi azzurrini che
scintillavano maliziosi, una bocca perennemente contorta in un ghigno sardonico,
e un cappello a due punte simile a quello del suo interlocutore, ma di colore
rosso con una riga bianca a metà, e con le punte piegate verso avanti e
arrotolate su sè stesse a mò di corna. Tutto lì. La strana creatura, buffa e
inquietante al tempo stesso, sembrava non avere corpo, o se ce l'aveva era
invisibile: l'unico altro dettaglio che consentiva di individuare la sua
posizione era un mantello giallo scuro con il bordo frastagliato e alcune
decorazioni rosse di forma romboidale in prossimità degli orli, che si sollevava
leggermente come sospinto da un vento invisibile. Questo insolito essere stava
avanzando verso Reala con dei grandi, lenti balzi che ricordavano molto
l'andatura di un astronauta sulla luna, senza smettere un istante di emettere
quella sua penetrante risatina che dava l'impressione di un ago che entrava nel
cervello.
Quando fu sicuro di aver attirato l'attenzione della controparte di Nights,
il folletto semi-invisibile proseguì con la sua frase. "Allora, com'è andata
la gita nel Mondo Reale? Trovato qualcosa di interessante? Gli esseri umani
sospettano qualcosa del nostro piano?" chiese, anche se non pareva troppo
interessato alla risposta del suo collega. Come se si aspettasse già la
risposta...
"E' la stessa domanda che volevo farti io, Jackle..." rispose Reala
con tutta calma. "Tu... sei andato a Station Square a sincerarti che il
nostro piano stia proseguendo come deve, no? E' da quella città che, in tempi
recenti, è provenuta una grande quantità di energia onirica, soprattutto dai
sogni dei bambini..."
La strana creatura di nome Jackle sfregò tra loro le sue mani senza corpo,
come se stesse pregustando qualcosa di interessante. "Hihihihihiiii! Sì, ho
fatto una visitina a quella ridicola città, e ti posso dire che il piano sta
proseguendo a meraviglia! Come il nostro signore aveva predetto, è bastato
manipolare sottilmente i sogni di un pò di adulti, e il risultato è stato al di
là di ogni nostra più rosea previsione! Un'intera scolaresca di mocciosi
visiterà Twin Seeds proprio in occasione dell'anniversario! Ovviamente,
visiteranno anche la nostra beneamata torre, e sarà lì che noi daremo loro un
caldo, piacevole benvenuto nel nostro nuovo mondo! Hihihihihiiiii!"
"Quello di mandare qualche Nightmaren di basso livello a prendere il
controllo di un pò di abitanti di Station Square è stata un'idea vincente,
miao!" si aggiunse alla conversazione un'altra voce, questa volta nasale e
penetrante. Se un gatto gigantesco avesse potuto parlare, la sua voce non
sarebbe stata molto dissimile...
"E quaaaando la settimana prooooossima quei mocciooooosi arriveranno a
Twiiiin Seeeeeds, senza sospettare nuuuullaaaa... noooooi saremo lìiiiii ad
approoooofittarne!" fu la volta di una sgradevole, stridente voce femminile che,
mentre parlava, cantava in maniera stonata. Entrambe queste voci appartenevano a
due grosse figure seminascoste dalle tenebre, una delle quali (quella che aveva
parlato per ultima) era quasi sferica, con corte braccia ai lati del corpo e
delle orecchie da coniglio sopra la testa. L'altra creatura aveva invece
fattezze feline, ma era più grande di un elefante, e due corte ali triangolari
fuoriuscivano dalle sue scapole...
In pieno accordo con quello che avevano detto i suoi 'colleghi', Reala
rivolse loro uno dei suoi freddi sorrisi maliziosi. "In effetti, questa
strategia sta funzionando meglio di quanto avessi osato sperare io stesso...
tramite i nostri Nightmaren, che si sono abilmente infiltrati nel subconscio di
alcuni degli adulti di Station Square, siamo riusciti a prendere il controllo di
alcuni insegnanti... e a suggerire loro di organizzare una gita scolastica alla
Twin Seeds Tower, il nostro ricettacolo di potere! I sogni dei bambini di
Station Square, con tutte le crisi che ci sono state ultimamente nella loro
città, sono particolarmente vividi e carichi di immaginazione, angoscia,
speranza e paura... proprio ciò che servirà a noi e al nostro signore per
estendere il nostro dominio sul Mondo Reale!" esclamò soddisfatto,
guadagnandosi qualche risatina compiaciuta da parte dei suoi tre compagni e di
altre due figure, ancora più grandi delle due che avevano parlato
prima...
"AAAAAH... FINALMENTE SEI TORNATO, REALA!"
Il momento di celebrazione venne interrotto quando una voce tonante, che
pareva venisse da tutte le direzioni nello stesso momento, riecheggiò
nell'oscurità senza fine che impregnava quello strano ed inquietante mondo, e
molte delle creature lì riunite si zittirono all'istante e scattarono
sull'attenti come soldati. Anche Jackle smise la sua incessante risata stridula
e assunse un'aria più posata, rilassando le mani guantate lungo quelli che
avrebbero dovuto essere i suoi fianchi (ma, essendo il suo corpo quasi del tutto
invisibile, era difficile dirlo...). Solo Reala non sembrò spaventato, e dopo
essersi schiarito la gola con un secco colpo di tosse, si voltò lentamente e
alzò lo sguardo, incrociando quello di un gigantesco occhio scarlatto dalla
pupilla ellittica, del diametro di almeno sei metri, che si era improvvisamente
aperto, ostile e minaccioso, nel cielo nero, e osservava quello che accadeva
sotto di lui dalla sua posizione di vantaggio, rabbia e desiderio di conquista
chiaramente leggibili in quell'iride iniettata di sangue. Sotto quello sguardo
che dardeggiava implacabile, qualunque essere umano sarebbe rimasto annichilito
dal terrore, ma Reala restava calmo e tranquillo, e lo sosteneva senza problemi,
anche se questo non sminuiva il chiaro rispetto che provava per la misteriosa
entità.
Lentamente, con compostezza, Reala si mise su un ginocchio e si inchinò.
"Wizeman, mio grande signore... sì, sono di ritorno dalla perlustrazione nel
Mondo Reale, e sono qui per farle rapporto." esordì.
L'occhio gigantesco si strinse visibilmente. "MOLTO BENE. ALLORA, QUAL'E'
LA SITUAZIONE?"
"Tutto come da programma, mio signore..." rispose il folletto oscuro.
"I Nightmaren che abbiamo mandato a manipolare gli adulti di Station Square
hanno svolto il loro lavoro, e anche gli abitanti di Twin Seeds... compresi quei
due infernali sognatori che ci hanno ostacolato la volta scorsa... non
sospettano nulla di quanto sta per accadere. Tuttavia, vorrei comunicarle un
imprevisto che mi è capitato appena pochi minuti fa. Nulla di grave o di
preoccupante, ma si tratta comunque di un imprevisto che non va
ignorato."
"SI', PIU' CHE RAGIONEVOLE..." rispose la possente voce senza corpo.
"AI FINI DELLA REALIZZAZIONE DEL NOSTRO PIANO, E' INDISPENSABILE NON
TRASCURARE ALCUN DETTAGLIO. DUNQUE DI', REALA, DI COSA SI TRATTA?"
"Mio signore, ho scoperto che, per quanto la cosa possa sembrare
incredibile, sulla Terra vivono alcune creature, di provenienza indubbiamente
aliena, che sono in grado di vedere noi esseri della Dimensione della
Notte..." spiegò Reala. "Mentre stavo facendo la mia perlustrazione su
Twin Seeds, e mi apprestavo a ritornare, sono stato individuato da un essere di
origine e specie sconosciuta, che ha cercato di scoprire chi ero e da dove
venivo. Tra l'altro, non ho motivo di ritenere che non ci siano
altre creature come quella."
Questa rivelazione di Reala colse di sorpresa tutti gli altri esseri che si
trovavano con lui, e anche in quell'enorme occhio sanguigno senza corpo brillo'
per un istante una luce di sbalordimento. "COSA? VUOI FORSE DIRE CHE SULLA
TERRA ESISTONO CREATURE IN GRADO DI VEDERCI? QUESTO NON L'AVEVO PREVISTO, E
POTREBBE ESSERE PERICOLOSO PER I NOSTRI PIANI... REALA, QUESTA CREATURA DI CUI
TU STAI PARLANDO... RITIENI CHE SAPPIA QUALCOSA DI NOI?"
"Questo mi sentirei di escluderlo, supremo Wizeman..." rispose Reala.
"Quando l'ho lasciata, di me sapeva soltanto il nome, e non ho rivelato nulla
ne' di lei ne' tantomeno dei miei compagni. Comunque, devo ammettere che era una
combattente capace. Prima che io me ne andassi, lei mi ha attaccato per cercare
di trattenermi nel Mondo Reale, e sono stato costretto ad usare una consistente
porzione della mia forza totale per respingerla. Se esistono altre creature come
lei sulla Terra, potrebbero essere altrettanto forti, o anche di piu'."
Reala fu sicuro di aver percepito qualche lieve movimento dell'occhio
gigantesco. "SI', CAPISCO..." tuono' la voce dell'entita' di nome
Wizeman. "QUINDI, SONO ANCORA TUTTI ALL'OSCURO DELL'ESISTENZA DI NIGHTOPIA E
NIGHTMARE... CIO' NONOSTANTE, LE NOTIZIE CHE MI HAI DATO SONO UN BUON MOTIVO PER
STARE IN GUARDIA. NON DIMENTICATE CHE NON SIAMO ANCORA RIUSCITI A TROVARE QUEL
TRADITORE, E CHE PER QUANTO NE SAPPIAMO, POTREBBE ESSERE AL CORRENTE ANCHE LUI
DELL'ESISTENZA DI QUESTE CREATURE. IL MIO SOSPETTO E' CHE POSSA ALLEARSI CON
LORO PER GETTARE SCOMPIGLIO NEI MIEI PIANI."
"Era quello che volevo suggerire io, supremo Wizeman!" esclamo' Jackle
con la sua voce da topo. "Da quando ha intralciato i nostri piani due anni
fa, non abbiamo avuto piu' notizie di quel rinnegato di Nights! Sono sicuro che
per tutto questo tempo si e' mosso dietro le quinte per metterci i bastoni tra
le ruote come fa sempre!"
Indignato dal fatto che il suo collega si fosse permesso di parlare senza
l'esplicito permesso di Wizeman, soltanto per mettersi un pò in mostra con lui,
Reala gli rivolse uno sguardo assassino. "Taci, Jackle! Parla quando sei
interpellato!" lo sgrido' severamente, e il folletto invisibile, un po'
spaventato dall'imperiosita' dell'ordine si zitti' immediatamente. Reala non era
il secondo in comando del supremo Wizeman per niente, e sia lui che gli altri
mostri lo sapevano bene...
Tornando a parlare con il suo padrone, Reala si inchinò di nuovo e portò a
termine il suo discorso. "Supremo Wizeman, le posso assicurare che
moltiplicheremo i nostri sforzi per trovare Nights, e impedire che entri in
contatto con i due sognatori o con le creature di cui le ho parlato... questa
volta, non permetteremo a nulla e a nessuno di impedire la venuta del regno di
Nightmare!"
La pupilla dell'occhio di Wizeman si contrasse, poi si dilato' di nuovo.
"MOLTO BENE. CONTO SULLA TUA EFFICIENZA, REALA, E SO CHE FARAI UN BUON LAVORO
COME SEMPRE. A TUTTI GLI ALTRI NIGHTMAREN, ORDINO DI APPOGGIARE REALA AL MEGLIO
DELLE LORO POSSIBILITA', E DI NON TRALASCIARE ALCUNO SFORZO. SIAMO ARRIVATI
TROPPO LONTANO PER PERMETTERCI DI FALLIRE ORA, MI SONO SPIEGATO?" tuonò la
sua voce senza corpo, col tono di chi non ammetteva errori... un tono capace di
terrorizzare anche le creature del Mondo degli Incubi!
Immediatamente, le altre cinque creature si inchinarono all'unisono (o
comunque, abbassarono la testa in segno di sottomissione), e risposero senza un
briciolo di esitazione, sapendo quanto poco paziente il loro signore e padrone
fosse nei confronti di chi non gli dava il rispetto che pretendeva. "Può
contare su tutti noi, sommo Wizeman! Questa volta, il suo grande progetto
riuscirà, e per il misero pianeta Terra comincerà l'era degli Incubi!"
esclamò la voce di una delle entità oscurate, quella simile ad un miagolio
amplificato.
Questa risposta parve soddisfare Wizeman, il cui occhio sanguigno iniziò a
chiudersi lentamente. "MOLTO BENE, MIEI NIGHTMAREN... APPROFITTATE DI QUESTI
GIORNI PER DEFINIRE GLI ULTIMI DETTAGLI DEL NOSTRO PIANO... E QUANDO VERRA' IL
MOMENTO, E I MOCCIOSI DI STATION SQUARE VISITERANNO LA TWIN SEEDS TOWER...
ASSICURATEVI DI RIUSCIRE AD IMBRIGLIARE LA LORO ENERGIA! PER ADESSO, SIETE
CONGEDATI. VEDETE DI TENERVI PRONTI PER IL NOSTRO GRANDE TRIONFO!"
A quelle parole, il gigantesco occhio finì di chiudersi, poi scomparve dalla
volta celeste ingombra di tenebre, lasciando le sei creature sole in mezzo alla
desolazione e all'oscurità. Ciascuna di esse, una volta che fu sicura di non
essere più sorvegliata, tirò un sospiro di sollievo e si rilassò, tranne Reala
che manteneva la sua compostezza mentre si rialzava dall'inchino. Per qualche
secondo, il folletto oscuro rimase in piedi davanti agli sguardi interrogativi
dei suoi colleghi, e le sue mani affusolate si strinsero a pugno con evidente
voluttà... come se la creatura degli incubi stesse pregustando un momento che
aveva atteso da un'eternità!
E, in effetti, le cose stavano proprio così...
"Vedrà che non la deluderemo, sommo Wizeman..." riflettè Reala ad alta
voce. "E poi, anch'io non vedo l'ora di poter regolare i conti con quello
sporco traditore di Nights, e con quei due ragazzini che ci hanno ostacolato due
anni fa... questa volta, non potranno fare nulla! Saranno costretti a guardare
impotenti mentre conquistiamo il loro mondo!"
Poi, voltandosi verso i suoi colleghi Nightmaren, il folletto oscuro diede
gli ultimi ordini. "Allora, avete capito? Assicuratevi che ogni parte del
piano sia al suo posto, e preparatevi ad accogliere Nights e i due sognatori
come meritano quando si presenteranno... e, se li conosco bene come credo, non
tarderanno tanto ad arrivare! Eseguite subito!"
Annuendo, le cinque mostruose creature scivolarono nuovamente nell'oscurità,
accompagnate dalle penetranti risate di Jackle e della figura sferica dalla voce
di soprano, e scomparirono nel nulla senza lasciare traccia di sè. Soddisfatto,
Reala si concesse uno dei suoi gelidi sorrisi prima di spiccare il volo a sua
volta, la sua mente impegnata a fantasticare l'ascesa al potere del suo signore
da secoli bramata...
"Questa volta... Nights, Elliot, Claris... voi cadrete per mano
mia..." sibilò crudelmente, gli artigli della mano destra contratti in un
gesto di perfidia. "Ho atteso a lungo il momento della mia rivincita... e la
avrò, a qualsiasi costo!"
Poi, accompagnato da un sibilo di vento e da una pioggerella della sua
polvere scintillante, che aumentava il suo aspetto pericolosamente attraente,
Reala si dissolse nell'aria, diretto chissà dove per eseguire l'oscuro volere
del suo signore...
CONTINUA...
Note dell'autore: E finalmente, la mia storia di Sonic X riapre i battenti!
Tra la mia storia di Digimon, e tutte le altre che sto cercando di aggiornare,
ho avuto il mio bel da fare e sono incappato in un blocco dello scrittore per
questa, ma questa volta, ve lo prometto, sono tornato per rimanere!
Spero che ai fan di Sonic X sia piaciuto il ritorno in
scena di Rouge, uno dei miei personaggi preferiti! Per non parlare poi dei cattivoni di turno, Wizeman e i suoi scagnozzi (dei quali abbiamo già visto Reala
e Jackle), e dei giovani Elliot Edwards e Claris Sinclair, protagonisti di
'Nights Into Dreams'! Immagino che vi sarete già posti chissà quante domande su di loro...
e non vi posso dare torto! Ma fidatevi, il loro ruolo
nella storia vi apparirà più chiaro col tempo! Nel prossimo capitolo, rivedremo la gang di
Sonic, e conto di far fare la prima apparizione al mitico Knuckles, altro personaggio
che adoro! Per adesso, spero che questo capitolo sia stato soddisfacente, e vi
do appuntamento alla prossima volta, che spero sarà prima della fine di Marzo!
Ciao a tutti!
Una fanfiction di Sonic X scritta da: Justice Gundam
Ehilà, gente! Finalmente sono tornato a scrivere questa storia! Il mio
capitolo precedente, incentrato sull'introduzione di certi personaggi di 'Nights
Into Dreams', ha avuto un certo successo, da quello che mi è dato di vedere...
Bene, questo mi spinge a fare ancora di più per il resto della mia storia!
In questo capitolo, torneremo a Station Square, a vedere come se la sta
cavando Sonic (io stesso noto con stupore che, per essere una fanfiction di
Sonic X, fino a questo momento il nostro porcospino blu preferito si è fatto
vedere ben poco...), rivedremo qualche altro personaggio dell'allegra compagnia,
e getterò le basi per l'azione vera e propria, che prevedo inizierà nel prossimo
capitolo. Questo che sto scrivendo sarà un capitolo di transizione, quindi non
ci sarà un granchè di azione, e non sarà rivelato molto della storia...
Beh, spero che vi piaccia lo stesso! Buona lettura!
----------
Capitolo 04 - Strani presagi
Roccia. Un'immensa distesa di roccia e terra arida, intervallata qua e là
solo da alcuni arbusti, e da cumuli di erbacce rinsecchite che rotolavano qua e
là spinti dal vento, l'unica cosa ad offrire un pò di sollievo in quel clima
soffocante.
Così poteva essere descritta la secca prateria della regione circostante
Station Square. Un'ampio ed impressionante, quanto suggestivo, panorama quasi
desertico, tipico degli ampi spazi del Nord America, che si estendeva fin dove
lo sguardo di un uomo poteva vedere e per chilometri oltre. Tuttavia, per quanto
vuoto il panorama potesse sembrare, era proprio in questi ampi spiazzi che si
trovavano importanti laboratori, centri di ricerca, e sedi di altri importanti
organi del governo... che in quei tempi, dopo l'arrivo di Sonic sulla Terra,
erano stati particolarmente indaffarati. Tra questi, si trovava una grande pista
di automobilismo utilizzata dal 'Team Speed', la squadra speciale di
mantenimento dell'ordine guidata dal famoso Sam Thorndyke, come percorso di
prova per le loro nuove vetture... o, per usare la definizione coniata dal
capogruppo stesso, i loro nuovi gioiellini!
E quel giorno, diversi tecnici erano presenti ai margini della pista,
affiancati da complessi macchinari per la misura della velocità,
dell'accelerazione e di altri importanti parametri di valutazione. Era il
momento di collaudare un nuovo motore, le cui prestazioni sarebbero state, a
detta del team di sviluppo, molto superiori a quelle dei modelli impiegati fino
a quel momento.
Ovviamente, nulla di tutto questo importava particolarmente a Sonic... per
lui, quel collaudo - e, per conseguenza quasi immediata, la sfida che Sam gli
aveva lanciato - era semplicemente una scusa per dare nuovamente mostra della
sua velocità al leader del Team Speed! In quel momento, i due bolidi erano
impegnati in un acceso testa a testa su un tratto di rettilineo, che stavano
percorrendo a delle velocità finora mai raggiunte su quella pista di prova.
Dense nubi di polvere sollevata dall'asfalto incandescente si levavano ai
fianchi dei due corridori, che continuavano a tentare di superarsi erodendo al
rivale centimetro su centimetro...
Sonic guardò al proprio fianco e incrociò lo sguardo di Sam, che aveva
staccato per una frazione di secondo gli occhi dal cruscotto della macchina, un
dinamico bolide giallo e rosso che sembrava quasi avvolto dalle fiamme. Un gesto
di silenziosa sfida e al tempo stesso di intesa... uno sguardo che sembrava
affermare la decisione di ognuno di loro di dare del proprio meglio, senza
lasciare all'altro vita facile!
"Heh. Devo ammetterlo, Sam, questo tuo nuovo motore mi sta costringendo ad
impegnarmi!" disse tra sè il porcospino blu, dal cui punto di vista il paesaggio
circostante si era ridotto ad indistinti lampi multicolore. "Siamo vicini alla
linea del traguardo, e ancora non sono riuscito a staccarti... beh, credo che
sia venuto il momento di fare sul serio!"
Quasi in risposta, anche il leader del Team Speed fece un sorrisetto, mentre
riportava la sua attenzione sulla strada e sul cruscotto che ormai segnava una
velocità ben superiore ai trecento chilometri orari. "Ti ho stupito, Sonic? E
non hai ancora visto tutto quello di cui il mio nuovo motore è capace! Aspetta
che ti mostri la sua tenuta di strada anche alle massime velocità! Bene, adesso
è il momento di superarti... e di reclamare il titolo di più veloce di Station
Square!"
Come se avessero risposto ad uno stesso ordine, i due contendenti eseguirono
un'improvvisa accelerazione e scattarono verso l'ultima curva prima dell'arrivo,
talmente veloci da essere quasi impossibili da seguire ad occhio nudo! Tutto ciò
che i tecnici al lato della pista videro furono due scie, una rossa e gialla e
una blu, che sfrecciarono rumorosamente accanto a loro, eseguirono una svolta
perfetta... e si fiondarono verso il traguardo! Ma, ancora una volta, fu Sonic
che, con un'improvvisa esplosione di potenza, sorpassò il rivale e arrivò per
primo, alzando entrambe le braccia in aria e facendo il segno di vittoria con le
dita!
"Sì! E ancora una volta, il più veloce sono io!" esclamò il porcospino blu
mentre decelerava. Pochi metri dietro di lui, anche la macchina di Sam iniziò a
rallentare con un rombo cupo, quasi delusa dal fatto di essersi lasciata
sfuggire la vittoria a così poco dal traguardo... Dopo qualche secondo, entrambi
si fermarono, accolti dagli applausi dei tecnici che avevano concluso le
misurazioni.
La cabina della velocissima macchina di Sam, ora parcheggiata al lato della
pista, si aprì con un leggero sibilo, e il suo conducente, vestito della tuta da
gara in dotazione ai membri del Team Speed, ne scese giù sgranchendosi le gambe.
Pur essendo un pò deluso per la sconfitta, la sua espressione non era nè
arrabbiata nè abbattuta, e si avvicinò a Sonic per fargli le
congratulazioni.
"Beh, Sonic, tanto di cappello... mi hai battuto di nuovo!" commentò, mentre
lui e il porcospino blu si scambiavano una stretta di mano. "Cavolo, e pensare
che questa volta ero convinto di vincere io, con tutte le migliorie che abbiamo
fatto al motore..."
Sonic strizzò un occhio con aria sbarazzina. "Hehehee... Comunque mi hai dato
del filo da torcere, Sam! La tua macchina è davvero migliorata molto dall'ultima
volta, e per un attimo ho davvero pensato che avresti vinto tu! Dovrò allenarmi
di più in questo giorni, se vorrò vincere la prossima sfida!" rispose.
"Eh, ma per quello ci vorrà un pò di tempo..." rispose Sam. "Avremmo bisogno
di diverse settimane per modificare ancora la nostra vettura, quindi... per un
pò, immagino che ti sarò costretto a lasciarti in pace!" Rise tra sè della
battuta, poi, ricordandosi del motivo per cui quella gara era stata fatta, si
rivolse ad alcuni dei tecnici a bordo pista, che avevano appena finito di
stampare i risultati delle loro osservazioni. "Allora, ragazzi, com'è andato il
test?"
"A meraviglia, Thorndyke!" gli rispose uno degli operatori, mentre leggeva i
risultati su un foglio. "Le prestazioni del nuovo motore modificato sono state
superiori alle aspettative! Non soltanto in termini di velocità, ma anche di
accelerazione e tenuta di strada! Non soltanto, ma anche i consumi si sono
dimostrati più contenuti di quanto osassimo sperare... abbiamo davvero creato un
motore portentoso, a quanto sembra!"
"Già... peccato non abbastanza portentoso da battere Sonic..." mormorò tra sè
il giovane pilota. "Okay, ragazzi, tra un attimo vengo anch'io a visionare i
risultati. Allora, Sonic... per questa volta, riconosco che sei ancora tu il più
veloce! Ma ricordati che non ho rinunciato... e che la prossima volta sarò io a
tagliare il traguardo per primo!"
Sonic sghignazzò con aria convinta. "Hehehee... questo è tutto da vedere,
caro il mio Sam Speed! La prossima volta avrò anch'io i miei bravi assi nella
manica da sfoderare!" rispose. "Comunque, per oggi mi sono divertito, è stata
una bella gara! Ci si vede, gente, alla prossima!". Con queste parole, Sonic
rivolse un segno di vittoria ai tecnici del Team Speed e a quello che era stato
il suo avversario nella gara, e si diresse verso l'uscita del percorso di prova,
seguito dai saluti del personale.
Poi, una volta uscito, Sonic ricominciò a correre, come se la gara di poco
prima non fosse stata altro che un piccolo esercizio di riscaldamento, e infilò
ad alta velocità la rovente strada asfaltata che attraversava la prateria,
scomparendo in un lampo di luce blu dagli occhi dei presenti! Sentì di nuovo
l'inebriante sensazione del vento che gli fischiava attorno mentre correva, e
vide i contorni del paesaggio attorno a lui farsi sempre più indistinti man mano
che la sua velocità aumentava... ah, che cosa avrebbe fatto senza il brivido di
correre sempre più? Quella sì che era vita! Sempre in movimento... sempre nel
bel mezzo dell'azione... mai un momento di noia, perchè non ce n'era il tempo...
quella indescrivibile e bellissima sensazione di libertà... di vita!
Assieme ai suoi amici, questa era la cosa più preziosa per lui, e la cosa che
non avrebbe scambiato con niente al mondo... Finchè Sonic the Hedgehog avesse
avuto un luogo libero dove scatenare la sua incontenibile voglia di correre, non
ci sarebbe stato porcospino più felice di lui!
Appena un minuto dopo, il riccio era già quasi arrivato alla periferia di
Station Square, ancora fresco come una rosa. La città, con i suoi grattacieli e
le sue mille attività, occupava buona parte del suo orizzonte, e dietro di lui
si estendeva la prateria da cui stava uscendo in quel momento. Sonic rallentò
appena un pò, quel tanto che bastava a permettergli di osservare il paesaggio, e
voltò la testa alla propria sinistra, puntando lo sguardo verso un elemento del
paesaggio che fino a diersi giorni prima non c'era, e che sarebbe parso davvero
fuori posto in quel contesto... un'isola che galleggiava a diversi metri dal
terreno, dominata da una grande montagna frastagliata e ricoperta da
lussureggianti foreste. Un sorrisetto si dipinse sulle sue labbra mentre
ripensava a quell'amico-rivale che, lui ne era sicuro, si trovava ancora lì, a
fare la guardia al suo prezioso Master Emerald...
"Heh. Quel testone di Knuckles... ma perchè non si prende una vacanza una
volta tanto, mi chiedo io..." si disse tra sè, continuando ad osservare Angel
Island che si librava nel cielo...
----------
In cima alla grande collina che dominava l'isola galleggiante di Angel Island
sorgeva, maestoso e incrollabile, un grande tempio in stile azteco, ultimo
ricordo di un'antica razza di echidna che aveva plasmato la storia del pianeta
Mobius - il pianeta natale di Sonic e dei suoi compagni. Un grande tempio che
custodiva al suo interno il più incredibile tesoro di quella gloriosa
popolazione... il Master Emerald, il più grande e potente degli Smeraldi del
Caos, leggendarie gemme dotate di misteriosi poteri che, a seconda dei casi,
avevano minacciato l'umanità di distruzione o l'avevano salvata più di una
volta, in tempi recenti. Ora, con le minacce di Chaos e di BioLizard finalmente
terminate, la pace era tornata anche sull'isola fluttuante, e gli Smeraldi erano
di nuovo al loro posto... il che significava che anche il loro legittimo
guardiano era tornato al suo posto, per svolgere la missione che gli era stata
affidata fin da prima che fosse nato...
L'echidna Knuckles, ultimo rappresentante dell'antica razza creatrice degli
Smeraldi, era in piedi vicino alla grande scalinata sopra la quale il Master
Emerald, una colossale gemma di colore verde intenso, giaceva su un'ampio altare
di marmo bianco, circondato da quattro grandi colonne... come ogni giorno, ligio
al suo dovere, era lì per svolgere il suo compito, impedire a chiunque di
avvicinarsi alla gemma più potente che l'universo avesse mai visto. I suoi occhi
neri gettavano sguardi tutt'attorno, alla ricerca di potenziali minacce, mentre
il vento soffiava nei suoi lunghi aculei rossi. Anche soltanto guardandolo
distrattamente, si poteva capire che era completamente concentrato sulla sua
missione di guardiano... e come dargli torto? Le recenti crisi, che avevano
quasi messo in ginocchio il pianeta, lo avevano reso ancora più guardingo di
quanto non fosse normalmente...
Certo, doveva ammettere Knuckles, ora che BioLizard era stato distrutto, e il
Dr. Eggman non dava più notizie di sè - cosa che poteva voler dire che stava
tramando qualcosa, ma che per il momento dava a tutti il tempo di tirare un pò
il fiato... - la situazione pareva molto più calma. Niente più robot ad
attaccarlo, niente più pazzoidi in cerca di potere o di vendetta... e niente più
ragazze-pipistrello di sua conoscenza a cercare di rubare le preziose gemme,
concluse con un breve sogghigno che per un attimo spezzò la sua espressione
seria ed imperturbabile. Ora il suo compito come guardiano era diventato
decisamente tranquillo... quasi noioso, dopo tutto quello che aveva passato.
L'echidna, in quelle situazioni, non poteva fare a meno di sentire uno strano
formicolio in fondo al suo petto... quanto tempo passava, di solito, tra le
varie occasioni in cui era costretto ad abbandonare il suo posto di guardiano?
Sicuramente molto... abbastanza da far girare la testa ad una persona normale,
ora che Knuckles ci pensava. Quanti avrebbero avuto la forza d'animo e la
volontà di restare là, su un'isola sperduta nel cielo, per mesi... anni... per
fare la guardia all'ultimo reperto di una razza estinta? Ma era un compito che
non poteva essere affidato a nessun altro che a lui, Knuckles... un compito
della massima importanza, per fare sì che nessun megalomane assetato di potere
cercasse di impadronirsi del puro, inadulterato potere del caos... un potere
abbastanza grande da modificare completamente la geografia di un pianeta...
piegare lo spazio e il tempo... provocare catastrofi di dimensioni
inimmaginabili!
Quello che era successo di recente era già una prova più che sufficiente
della pericolosità di questo potere, e non era il caso di darne altre. Per
questo Knuckles doveva proseguire con il suo compito con ancora maggiore
dedizione... e poi, perchè quello era il suo destino, che a lui piacesse o no la
sua vita era vincolata a quella di Angel Island e del Master Emerald... una
consapevolezza che a volte faceva male, era vero... ma il suo senso del dovere
era sempre stato più forte di ogni impulso di ribellione...
Un momento!
Knuckles spalancò improvvisamente gli occhi, con aria sorpresa. Cos'era
quella strana sensazione che aveva provato? Come mai, all'improvviso... quel
sentore come di una scarica elettrica nei meandri della sua mente? Come avesse
voluto avvertirlo di un pericolo... ma, guardandosi attorno, Knuckles si accorse
che non c'era nulla! Rapidamente, l'echidna rosso alzò lo sguardo verso il
cielo, ben sapendo che i pericoli potevano venire da lì... e anzi, di solito
venivano proprio da lì... ma ancora una volta, ad accogliere il suo sguardo non
fu altro che l'immensità dell'azzurro, intervallata soltanto da nubi bianche che
si spostavano lentamente. No, non c'era assolutamente nulla... nulla che
minacciasse di avventarsi sulla gigantesca e preziosa gemma... ma allora
cosa...
Knuckles si voltò di scatto, di nuovo verso il Master Emerald che ormai
costituiva la vista a lui più familiare... e, con sua grande sorpresa, lo vide
emettere una lieve luminescenza del colore dell'acqua marina, a malapena
visibile contro i raggi di sole che inondavano l'altare nel quale era
incastonato! Il guardiano corrugò la fronte con preoccupazione e cominciò a
salire lentamente le scale che portavano alla grande gemma. Una volta superato
l'ultimo gradino, rimase lì in piedi per qualche istante, guardando lo strano
fenomeno per cercare di capire di cosa si trattasse... e si avvicinò al Master
Emerald, appoggiando una mano guantata e armata di spuntoni su una delle facce
lucenti...
L'echidna si concentrò al massimo, escludendo temporaneamente il mondo
esterno per entrare in comunicazione con gli spiriti contenuti nel Master
Emerald. Una tenue luce verde occupò la sua visuale, intervallata qua e là solo
da alcuni scintillii argentati, e una strana ma confortevole sensazione di
calore avvolse il suo corpo, che per qualche secondo venne circondato da un'aura
luminosa dello stesso colore del grande smeraldo. Alle orecchie di Knuckles
giunsero delle voci lontane, inclusa una voce femminile che l'echidna riconobbe
quasi subito come quella di Tikal, la ragazza-echidna dagli aculei arancioni che
gli era apparsa in diverse visioni diverso tempo prima, quando Chaos stava per
risvegliarsi. Knuckles si rilassò, facendosi prendere per un istante da un vago
sentimento di rimpianto per il suo popolo perduto... poi, però, drizzò di nuovo
le orecchie. Di qualunque cosa gli volevano parlare gli spiriti del Master
Emerald, era sicuramente molto importante, e non poteva permettersi di
distrarsi...
Le parole gli arrivarono, almeno inizialmente, come un confuso mormorio, nel
quale Knuckles non riusciva a distinguere alcuna parola... poi però, lentamente
ma progressivamente, cominciò a sentire più chiaro... sempre più chiaro... e a
sentire l'avvertimento che gli spiriti gli stavano dando... per diversi istanti,
l'echidna rimase fermo al suo posto, i suoi sensi soprannaturali tesi al massimo
in modo da non perdersi neanche una parola...
L'ultima cosa che sentì, prima che il contatto si interrompesse, fu un
ultimo, sibillino avvertimento da parte di Tikal...
"Non da questo mondo... nè da fuori..." riuscì a dire la dolce voce
della vestale, prima che Knuckles si risvegliasse con uno scatto quasi
impaurito. La luce smeraldina che avvolgeva il suo corpo e i suoi sensi fisici
scomparve di colpo, lasciando l'echidna rosso in piedi vicino all'altare del
Master Emerald. Il mondo esterno riprese forma attorno a lui, e Knuckles riuscì
di nuovo a sentire il vento soffiare sulla sua pelle, e i raggi del sole sul suo
corpo. Scosso per un istante dall'improvvisa interruzione del contatto psichico,
sbattè gli occhi mentre riprendeva lucidità... poi, scosse la testa e sospirò,
ripetendosi mentalmente le parole che aveva sentito.
"Ugh... 'Qualcosa sta arrivando, qualcosa di molto pericoloso'... accidenti,
c'era proprio bisogno di una nuova minaccia in arrivo proprio adesso..."
ringhiò. "E il peggio è... che nemmeno il Master Emerald riesce a dirmi un
granchè a riguardo... Proprio non capisco cosa voleva dire... 'non viene da
questo mondo, nè da fuori di esso...'. E... e allora da dove?"
Già, da dove... Sapeva troppo poco di questa nuova minaccia per poterci fare
qualcosa, al momento... ma si impose di stare all'erta. Fino a quel momento, le
predizioni del Master Emerald non avevano mai sbagliato... e non c'era motivo di
ritenere che questo fosse il caso...
----------
La sera cominciava a scendere sulla metropoli di Station Square, tingendone i
grattacieli con la sua tenue luce aranciata... e, dopo un pomeriggio passato a
seguire le ultime lezioni e a fare i compiti assieme al suo terzetto di amici,
Chris era sceso alla fermata dell'autobus vicino a casa sua e, dopo aver
salutato l'autista e quei pochi suoi compagni rimasti a bordo, si incamminò
verso i cancelli della villa, lo zaino ben sistemato sulle spalle. Era stata una
bella giornata, tutto sommato... non solo aveva passato un buon pomeriggio con i
suoi amichetti, anche se era per svolgere il loro lavoro scolastico, ma era
anche venuto a sapere che la sua classe avrebbe fatto una gita! Una cosa che
ormai non accadeva più da molto tempo, alla sua scuola! Mentre si avvicinava
all'ingresso di casa, tirando fuori dalla tasca un telecomando e azionandolo per
far aprire i cancelli automatici, Chris non resistette alla tentazione di
sfilarsi dallo zaino il foglio con la dichiarazione di permesso. Con entusiasmo
trattenuto, lesse quanto era scritto e sorrise, poi varcò l'ingresso e venne
accolto immediatamente da Tails, Amy, Cream, Cheese e da nonno Chuck, che in
quel momento si trovavano nel garage-hangar. Il volpino e l'anziano inventore
interruppero i lavori che stavano facendo sul Tornado X, il super-tecnologico
aeroplano di Tails, e andarono a passo spedito verso il ragazzino per
salutarlo.
"Hey, guardate! Chris è tornato, e mi sembra molto contento!" notò Cream,
prima di dirigersi verso il suo amico umano assieme ai suoi amici.
"Ehilà, Chris!" lo salutò Chuck, mentre il raggiante Chris lo abbracciava
affettuosamente. "Ti vedo molto entusiasta oggi, nipotino mio! Cos'è, ci sono
state delle belle novità oggi a scuola?". Dopo questa domanda, Chuck ricambiò
l'abbraccio del nipote, che sollevò la testa e annuì, per poi mostrargli il
foglio che gli avevano dato a scuola.
"Sì, nonno! Guarda qui!" rispose Chris con entusiasmo. "La scuola ha
organizzato una gita scolastica per la settimana prossima! Andremo a visitare
una città abbastanza lontana da qui, che però dicono sia molto bella, che
proprio in quei giorni festeggerà l'anniversario della fondazione! Si chiama
Twin Seeds!"
"Una gita scolastica? Ma è una notizia grandiosa!" rispose Chuck mentre
riceveva il foglio del permesso dalla mano tesa del nipotino e iniziava a
leggerlo. Amy, Cream e Tails si alzarono sulle punte dei piedi per leggere a
loro volta, mentre il piccolo Cheese svolazzò attorno a Chuck e diede
un'occhiata al foglio.
"La città di Twin Seeds? Non ne ho mai sentito parlare..." commentò Amy, dopo
aver dato una scorsa all'avviso.
Cream storse il nasino. "Nemmeno io... signor Chuck, lei per caso sa qualcosa
di più di questa città?" chiese, con il suo usuale tono educato.
L'anziano inventore staccò gli occhi dal foglietto per rispondere alla
domanda. "Sì, ragazzi, ho sentito dire qualcosa, un pò di tempo fa... non è una
città grande ed indaffarata come Station Square, ma fa la sua figura, e dicono
che sia un bel posto in cui vivere. E' stata fondata ancora nel secolo scorso, e
anzi, se non ricordo male, dovrebbe aver festeggiato il suo centenario due anni
fa. E' stato un evento di cui si è parlato molto."
Chris annuì. "Hmm... sì, mi ricordo, anche se un pò vagamente. Hanno fatto
una celebrazione in gran stile, con carri, musica... e tutto il resto!"
"Però, interessante..." commentò Tails. "E per l'anniversario, faranno
un'altra festa di questo tipo?"
"Sì, grosso modo... in scala ridotta rispetto a due anni fa, ma comunque sarà
bello assisterci, no?" rispose Chris. "Tra l'altro, abbiamo sentito dire che la
sera del secondo giorno delle celebrazioni, ci sarà un piccolo concerto all'aria
aperta, dove si esibirà una sorta di celebrità locale, adesso non so i
dettagli... comunque, nonno, che ne dici? Posso andare, vero?"
"Naturalmente!" rispose Chuck, implicando che la risposta fosse ovvia. "Ho la
sensazione che tu e i tuoi amichetti avrete di che divertirvi!"
La piccola Cream alzò lo sguardo speranzosa. "E... possiamo venire anche noi?
Mi piacerebbe tanto tanto vedere una nuova città... anche a te, Cheese, non è
vero?" chiese.
"Chao! Chao!" le rispose la buffa creaturina azzurra.
Chris strizzò un occhio. "E qui arrivano le notizie migliori, ragazzi! Ho
chiesto al professor Stuart se potevate venire anche voi e Sonic... e lui mi ha
detto di sì! Non è fantastico?"
La notizia fece saltare di gioia i simpatici animaletti: Cream e Cheese si
abbracciarono ballando dalla gioia, Tails alzò il braccio in aria ed esultò,
mentre Amy strinse i pugni davanti a sè ed arrossì, già immaginandosi un
romantico appuntamento con Sonic sotto un cielo stellato e le mille luci della
città...
"Yuhuuu! Evviva, Cheese! Andiamo a Twin Seeds!" esclamò Cream, al settimo
cielo.
Chris ridacchiò delle scenette di festeggiamento... poi fece una domanda,
riportando l'attenzione di tutti al presente. "Hmm... e a proposito di Sonic,
nessuno di voi sa dove sia? Non è ancora tornato?" chiese, guardandosi attorno
per vedere se per caso il suo amico blu non stesse arrivando proprio in quel
momento.
"No, sinceramente... è da stamattina che non lo vediamo!" rispose Tails,
storcendo leggermente il naso. "So che aveva una corsa con lo zio Sam, proprio
stamattina... ma poi è rimasto fuori, e probabilmente è andato a correre da
qualche parte... comunque, spero che ritorni presto, è già tardino..."
La risposta non stupì Chris. Dopo tanti mesi in cui lui e Sonic erano stati
amici, ormai il ragazzino sapeva quanto Sonic tenesse alla sua libertà, e alla
gioia di correre per gli spazi più aperti e sconfinati...
"Capisco..." commentò. "Vabbè, in fondo lui è fatto così, fa le cose un pò a
modo suo..."
Un lieve rombo, che arrivò improvvisamente dalla lontananza e crebbe
rapidamente di intensità, raggiunse le sue orecchie e quelle dei presenti,
facendoli voltare verso i cancelli ancora semiaperti del giardino. Non ci voleva
molto a capire di chi si trattasse... come se parlare di lui lo avesse in
qualche modo evocato, Sonic stava facendo 'ritorno alla base', lasciandosi
dietro l'ormai classico polverone che si sollevava ogni volta che lui sfrecciava
alla velocità del suono... Quando il rombo dei suoi rapidi passi cominciava a
farsi sempre più forte, il porcospino blu frenò sollevando un suono acuto e
stridente, simile a quello dei pneumatici sull'asfalto... e infine, una volta
rallentato fino a raggiungere la giusta velocità, balzò agilmente sopra il
cancello e atterrò con eleganza dall'altra parte, mettendosi su un ginocchio
come un supereroe per fare un pò di scena ed attutire l'atterraggio.
"Ehilà, Sonic! Stavamo giusto pensando a te!" esclamò Tails, vedendo il suo
amico che si rialzava e si scrollava gli aculei con fare vanitoso mentre
rivolgeva un segno di vittoria ai suoi amici...
Poi, tutte le sue arie vennero rovinate da Amy che, come era suo solito,
raggiunse di corsa il suo eroe e gli saltò al collo abbracciandolo stretto!
"SONIC! Bentornato! Cominciavamo a pensare che non saresti arrivato per
cena!" esclamò la simpatica riccia rosa, mentre il porcospino blu cercava di
mantenere l'equilibrio. "Allora, com'è andata? Hai vinto la gara, vero?"
"Ugh... A-Amy... apprezzo molto l'entusiasmo... ma così mi stritoli!" esclamò
Sonic, mezzo soffocato dall'abbraccio della sua fan numero uno! Quando Amy mollò
la presa, scusandosi per l'eccessivo impeto che ci aveva messo, Sonic recuperò
la sua classica aria da dritto e fece il segno dell'okay. "Ebbene sì, ho vinto
io, come al solito... però Sam è venuto preparato, devo ammetterlo! La sua nuova
macchina mi ha costretto a fare sul serio..." Poi, Sonic si incamminò verso gli
altri suoi amici, e li salutò alzando una mano. "Ehilà, ragazzi! Eccomi di
ritorno! Allora, com'è stata la giornata?"
"Ho delle grandi notizie, Sonic!" rispose Chris. "Per la prossima settimana,
la scuola ha in programma una gita di due-tre giorni ad una città di nome Twin
Seeds, che si trova a qualche decina di chilometri da Station Square... e se
vuoi venire anche tu, il professor Stuart ha detto che sei il benvenuto! Allora,
che ne dici?"
Il porcospino blu sbattè gli occhi, un pò sorpreso dalla notizia. "Una...
gita in un'altra città, hai detto? Hmmm... l'hanno data con scarso anticipo, la
notizia! Comunque... beh, perchè no? In fondo, si tratta pur sempre di un posto
nuovo da vedere... okay, ragazzi, contate pure su di me!"
"Grandioso! Allora, la prossima settimana andiamo tutti a Twin Seeds!"
esclamò Tails, alzando un pugno in aria. "Chissà quante cose interessanti ci
saranno da vedere..."
Amy assunse un'aria trasognata. "E magari ci sarà anche qualche posticino
romantico in cui appartarci noi due, eh, Sonic?" disse, avvicinandosi
all'imbarazzato porcospino blu con dei cuoricini rosa che le svolazzavano
attorno. Sonic alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come mai non si era
aspettato una reazione simile da parte della sua aspirante fidanzata...
Tails, Chuck e Chris risero tra sè della scenetta tra i due 'piccioncini'...
prima che l'anziano inventore si schiarisse la gola. "Ehm... comunque, se volete
qualcosa di interessante da vedere, so che lì a Twin Seeds c'è un edificio che
vale la pena di visitare... la Twin Seeds Tower, conosciuto per la forma
particolare della sua cupola superiore. Dicono che quella torre sia stata il
primo nucleo attorno al quale si è poi formata l'intera città. Adesso non
ricordo i particolari, ma... si dice che attorno a quella zona si sono
verificati strani fenomeni, proprio prima della fondazione, e in occasione del
centenario... ovviamente, è una specie di leggenda metropolitana a cui non è il
caso di dare troppo peso!"
"Strani fenomeni, eh?" ripetè Sonic. "E non hanno investigato, quelli del
governo? Quando sono arrivato io sulla Terra, sembravano tutti pronti ad
accogliermi..."
Chuck ci pensò un pò su... "Beh, in effetti qualche indagine è stata
svolta... i notiziari avevano dato qualche notizia, anche se frammentaria... ma
non è mai stato trovato nulla, e a distanza di due anni dall'ultima volta, non
si è più verificato nulla di sospetto... quindi, immagino che le autorità
abbiano deciso di lasciar cadere il tutto. Ad ogni modo, non è mai stata data
conferma di alcun evento particolare, perciò..."
"E' una storia molto interessante, signor Chuck..." commentò la piccola
Cream, che ancora più dei suoi compagni sembrava interessata a quello che il
signor Thorndyke stava dicendo. "Non vedo l'ora di andarla a vedere, questa
torre..."
"Hehehee... già, ti capisco... ma adesso, credo che sia ora di rientrare!
Oggi abbiamo lavorato un bel pò, tra modifiche e tutto il resto..." rispose
Chuck, facendo cenno al nipote e ai simpatici animaletti di seguirlo in casa.
"Su, Chris... metti giù la cartella e prepariamoci per la cena! Oggi Ella, Amy e
Cream si sono date parecchio da fare in cucina... quindi credo ci aspetti
qualcosa di delizioso!"
Un collettivo cenno di assenso rispose al signor Thorndyke, e il gruppetto di
amici iniziò lentamente a dirigersi verso l'ingresso della grande villa, con
Sonic e Chris una volta tanto in coda. Fu proprio in quel momento che, mentre il
ragazzino osservava il suo amico blu incamminarsi dietro al nonno e agli altri,
gli venne in mente di fargli una domanda... una domanda che gli era ronzata in
testa fin da quella mattina, e che per qualche motivo non voleva lasciarlo in
pace...
"Scusa, Sonic..." iniziò Chris, attirando l'attenzione del riccio blu. "Non
vorrei essere troppo curioso, ma... c'era una cosa che volevo chiederti..."
"Prego, Chris... chiedimi pure quello che vuoi!" rispose Sonic, chiedendosi
dove volesse andare a parare il suo amico umano.
Chris annuì, e fece un breve sorriso. "Grazie... ehm, niente... volevo solo
sapere se di recente... nell'ultima settimana, tanto per dire... avevi fatto
qualche sogno strano... che ti ha fatto porre delle domande... non... non ti è
mai successo? Oddio, mi rendo conto che è una domanda un pò strana, ma..."
Sonic corrugò leggermente la fronte. Sì, in effetti Chris non aveva torto...
era una domanda alquanto inusuale da parte sua. E, riflettè Sonic, non era
propriamente il tipo di domanda che si faceva per pura e semplice
curiosità...
"Beh... no, nessun sogno particolare!" replicò, un pò spaesato. "Come mai me
lo chiedi? Stai ancora pensando a quel sogno di cui mi hai parlato stamattina, vero?"
Chris storse un pò il naso. Doveva immaginarlo, che Sonic avrebbe capito
l'antifona... e la sua mente tornò allo strano sogno che aveva fatto quella
notte, e alla creatura simile ad un folletto, Nights, che gli aveva rivolto
quelle parole sibilline... aveva parlato di qualcosa chiamato Ideya, dei suoi
colori... e aveva fatto una raccomandazione a Chris prima di dire il suo nome e
volarsene via... chissà perchè quel sogno era sembrato così realistico al
piccolo erede dei Thorndyke, e perchè continuava a tornargli in mente... come se
si trattasse di una cosa molto importante...
"La tua Ideya ha assunto tutti e cinque i colori... sei una delle poche
persone al mondo ad avere questo dono..."
Sì, era così che aveva detto, quel Nights... parole per le quali Chris non
aveva spiegazione e che, date le circostanze, molto probabilmente non l'avrebbe
mai avuta... Ma poi, in effetti, perchè ci stava tanto a pensare? Era un sogno,
no? Che importanza avrebbe mai potuto avere?
Dopo aver riflettuto per qualche istante, Chris sospirò e rivolse un sorriso
a Sonic. "Beh, sì, in effetti stavo pensando proprio a quello che ho fatto di recente... era un sogno davvero
strano, ma alla fine... beh, era solo un sogno, no? Nulla di cui preoccuparsi!
Anzi, scusa se ti ho fatto questa domanda... obiettivamente, era un pò
stupida..."
"Va bene, se lo dici tu..." rispose Sonic con un'alzata di spalle. "Ora
forza, torniamo a casa!"
----------
Nello stesso momento, in un luogo infinitamente vicino e al tempo stesso
lontano dalla Terra...
Il luogo chiamato Spring Valley era considerato un paradiso persino rispetto
ai parametri di Nightopia, il favoloso Mondo dei Sogni che esisteva in parallelo
con la Terra: pianure verdi che non finivano mai, disseminate di fiori dagli
infiniti colori... ruscelli mormoranti che si destreggiavano tra le rocce, puri
come cristallo liquido... montagne innevate che si levavano verso un cielo
azzurrissimo, le cui cime si perdevano tra le nuvole... strane isole di terra
fluttuanti nell'aria, su alcune delle quali erano stati costruiti dei suggestivi
mulini a vento... un vento fresco di primavera, che spargeva per ogni dove
bellissimi petali multicolori... e tutt'attorno, le buffe creature del Mondo dei
Sogni che passavano il loro tempo cantando e giocando assieme senza il minimo
pensiero, scivolando sopra gli arcobaleni e lasciandosi dietro una pioggia di
polvere scintillante. I colori vivaci che riempivano l'atmosfera, le espressioni
di allegria, le dolci melodie che trasmettevano un senso di pace incredibile...
tutto pareva coordinato e organizzato in modo da rendere il luogo il più
idilliaco possibile!
In mezzo a tutti questi spettacoli, la vista di una strana creatura simile ad
un folletto, vestita di una tuta intera dai colori vivaci e di un cappello viola
a due punte, che planava con grazia tra le nuvole non stupiva nessuno degli
abitanti del Mondo dei Sogni. Ordinaria amministrazione, per loro... ma per
Nights, quello non era esattamente un momento di rilassatezza. Per quanto
trovasse sempre meraviglioso sentire il vento che gli sibilava attorno...
guardare il paesaggio dall'alto, ammirandone tutte le meraviglie... in quel
momento aveva una missione da compiere, e non poteva permettersi di sprecare
altro tempo. Se quanto aveva percepito era vero, lo spaventoso reame di
Nightmare stava per fare la sua mossa...
Lo spirito dei sogni guardò con i suoi grandi occhi azzurri una meravigliosa
cascata che si gettava da un picco innevato, e si incantò per un istante a
guardare le luci iridate che gli spruzzi intessevano a mezz'aria. Era più di un
secolo che assisteva a spettacoli simili, e ancora non si era abituato del tutto
alla loro meraviglia...
"Certo, non c'è davvero paragone con il luogo in cui vivevo prima... e ancora
mi chiedo come mai gli altri si ostinino a voler vivere là..." disse tra sè,
eseguendo poi una spettacolare virata, seguita da un avvitamento e una cabrata.
"Però adesso... il dovere mi chiama, con mio rammarico! Devo trovare Elliot e
Claris... mettermi in contatto con loro e avvertirli di quanto sta accadendo.
Accidenti, e io che speravo di non dover coinvolgere anche loro in questa
storia. Beh, a questo punto, è inevitabile, avrò bisogno anche del loro aiuto
per rimettere a posto le cose..."
Mentre Nights seguiva il filo dei suoi pensieri... improvvisamente, senza che
nulla facesse presagire che ciò sarebbe accaduto, il vento fresco che spirava
attorno a lui cessò di colpo, e i petali colorati che stava portando con sè
fluttuarono verso terra senza più forza. Sotto i suoi occhi stupiti, le pale dei
mulini a vento galleggianti girarono sempre più lentamente... e infine si
fermarono, mentre le voci degli abitanti di Nightopia si zittirono, facendo
luogo ad un cupo, innaturale silenzio che male si addiceva a quel posto
paradisiaco. Persino il cielo sembrò scurirsi, e i piccoli corsi d'acqua
rallentarono il loro corso, come se la natura stessa avesse paura di qualcosa di
indefinito e terribile che stava per accadere...
A Nights non poteva certo sfuggire un simile cambiamento di atmosfera, e
l'espressione spensierata sul suo volto cambiò all'istante in una smorfia di
disappunto. Quella sensazione sgradevole... quell'improvvisa oppressione che
percepiva, aleggiante su quella pianura fino ad un attimo prima così
spensierata... era qualcosa che lui conosceva bene, e per quale provava la
stessa repulsione che un fumatore pentito potrebbe avere per una sigaretta
accesa vicino a lui. Sapeva che una cosa del genere, prima o poi, poteva
accadere... ma non immaginava che l'avrebbero intercettato così presto...
Improvvisamente, qualcosa si diresse a tutta velocità verso di lui! Con la
coda dell'occhio, Nights riuscì a vedere un lampo di luce viola provenire da
sopra e dietro di lui... e soltanto i suoi riflessi, rapidi al punto da sembrare
inumani, lo salvarono quando una sfera energetica nera, dai minacciosi riflessi
viola, volò verso di lui! Con un rapido scarto a mezz'aria, Nights evitò il
colpo, che proseguì la sua corsa ed esplose, in un lampo di tenebre, contro la
fiancata di un'isola galleggiante a diverse centinaia di metri di distanza...
poi, si alzò di quota e si voltò con allarme verso il punto da dove l'attacco
era venuto...
Ad accoglierlo, con suo estremo disappunto, ci pensò una figura
incredibilmente simile a lui, e allo stesso tempo completamente diversa. Una
figura che Nights sperava di rivedere il più tardi possibile... un folletto
vestito come lui, ma i cui abiti sfoggiavano dei colori tetri, un mosaico
stupendo e terrificante di nero e rosso... e quegli occhi gelidi come il
ghiaccio, che mostravano tutta la malizia che bruciava nel suo cuore...
"Reala..." sibilò Nights.
Il folletto oscuro, la mano ancora estesa verso di lui nella posa in cui
aveva scagliato l'attacco di poco prima, gli rispose con un sorriso che non
aveva nulla di amichevole.
"Era da un pò che non ci si vedeva, Nights... sporco traditore!"
CONTINUA...
Nota dell'autore: Finalmente, la mia fanfic di Sonic X è tornata! Anche per
questa, direi che siamo avviati, e abbiamo superato il momento critico! Ora si
tratta soltanto di tempo prima che il prossimo capitolo salti fuori!
Non è stato un capitolo molto interessante, me ne rendo conto... ma intanto,
spero sia riuscito a darvi un'idea della minaccia che Sonic e compagni si
troveranno ad affrontare! E abbiamo anche avuto una sorpresina finale, eh? Nel
prossimo capitolo, inizierà l'azione vera e propria... e in quello dopo ancora,
ci ritroveremo tutti, finalmente, a Twin Seeds, per dare inizio all'avventura!
Abbiate pazienza, perchè il bello della storia comincia adesso!
Per adesso, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima volta! Ciao, fan di
Sonic... e lasciatemi un commento!
Una fanfiction di Sonic X scritta da: Justice Gundam
Innanzitutto, credo di avere il dovere di scusarmi con i fan italiani di
Sonic X. Questa fanfiction è rimasta priva di aggiornamenti per molto, troppo
tempo. E ora che finalmente ho trovato l'ispirazione per proseguirla, spero di
aver fatto un lavoro decente! Vi chiedo scusa, ma non sapevo proprio come andare
avanti, e tra l'altro le mie fanfiction di MegaMan NT Warrior e Digimon si sono
mangiate quasi tutto il mio tempo libero.
Beh, quelle... e anche i miei videogiochi di Super Robot Taisen...
Mai-Hime... Pretty Cure... definire i personaggi della storia originale che sto
progettando... iniziare a pensare ad una fanfiction crossover...
Accidenti, davvero troppe cose in una volta! Dovrei darmi una calmata!
^_^
Comunque sia, eccoci finalmente all'agognato capitolo 5 di Gate Of Your
Dreams, dove vedremo come andrà lo scontro tra Nights e Reala, e dove scopriremo
un pò di cose interessanti su Twin Seeds. Stiamo per entrare nel vivo della
storia, e tra pochi capitoli... sempre che riesca a farveli pervenire in tempo
utile... inizierà la vera avventura nel Mondo dei Sogni! E finalmente, i piani
del malvagio Wizeman si riveleranno e si metteranno in moto definitivamente!
Riusciranno Sonic, Chris e i loro amici a fermarli?
Prima di passare alla storia, credo sia il caso di rispondere alle
recensioni.
KillKenny: Benvwnuto nel mondo di Sonic! Hehehee... già, devo ammettere
che c'è qualcosa di inerentemente fico nel modo in cui Sonic si lascia dietro
ogni ostacolo e schizza qua e là senza troppi pensieri! E sono d'accordo... i
nuovi nemici faranno bene a stare molto attenti, se vogliono portare a casa le
ossa intere!
Per il resto, come ti ho già detto a suo tempo... non ti preoccupare per i
Mettrex, perchè in questa saga non ci saranno! Non piacevano neanche a me, e poi
ci sono dei cattivi molto migliori a prenderne il posto... Black Doom, Erazor
Djinn, Mephiles...
TopoMouse: Di niente! Anzi, spero che ti sia arrivato il mio PM con la
notizia di questo aggiornamento... scusa se l'ho lasciata incompiuta, ma come ho
detto sopra... Sì, Knuckles ha un compito non proprio invidiabile, ma come
leggerai in questo capitolo... avrà modo di distrarsi un pò!
Konoha: Grazie della tua recensione! Mi dispiace di averti fatta
attendere a lungo, e spero di farmi perdonare con questo e gli altri capitoli
che scriverò. Per il resto... beh, sai, Sonic è uno dei miei personaggi
preferiti in assoluto, quindi... sì, diciamo che ho sviluppato una certa empatia
con i personaggi!
Fulmine28: Spero che il PM sia arrivato anche a te. Complimenti per aver
riconosciuto Nights Into Dreams! Era il mio videogioco preferito, ai tempi del
Sega Saturn! Peccato che poi, per dieci anni, sia scivolato nel dimenticatoio...
come questa storia ha rischiato di fare! Rallegrati perchè è stato anche grazie
a te se è resuscitata!
A proposito, io sono un ragazzo... ^_^
Okay... ora bando agli indugi, e proseguiamo con la nostra storia di Sonic X.
Dopotutto, avete già aspettato abbastanza per conoscerne il seguito...
Buona lettura!
----------
Capitolo 5 - Scontro a Nightopia
"Era da un pò che non ci si vedeva, Nights... sporco traditore!"
sibilò Reala, fissando la sua controparte con un sogghigno di disprezzo, che
esprimeva tutto il livore che provava nei suoi confronti. Lentamente, il
folletto oscuro si sollevò in aria, portandosi ad un'altitudine più elevata di
quella di Nights giusto per fargli capire che ormai ce l'aveva in pugno. Da
parte sua, Nights si mise in guardia e si preparò ad accogliere Reala quando
quest'ultimo avesse attaccato...
Ma l'attacco tardò a venire, e Reala rimase semplicemente fermo in aria con
quegli occhi diabolici fissi in quelli limpidi e cristallini di Nights. Sembrava
che la creatura degli incubi stesse cercando di intimorire il rivale, di
gustarsi la sua paura il più a lungo possibile prima di distruggerlo.
"Lo sai bene che non puoi farmi paura, Reala..." rispose Nights, capendo
quali erano le intenzioni del suo avversario. "Io sono un Nightmaren di primo
livello come te, e come tale non sono in grado di provare sensazioni di
paura."
Senza perdere il suo sogghigno, Reala alzò le spalle. "Davvero? Heh,
allora chiedo scusa per il mio piccolo errore di valutazione... sai, ho
ipotizzato che accompagnarti agli esseri umani ti avesse in qualche modo
rammollito! Del resto, da quando hai deciso di schierarti contro di noi, più di
un secolo fa, non ti consideriamo più un Nightmaren degno di questo nome!"
rispose, con un tono falsamente dispiaciuto che ritornò molto presto ad essere
intriso di veleno. Finalmente, decidendo di rompere gli indugi, Reala alzò la
guardia a sua volta e iniziò ad avvicinarsi, lento e minaccioso, a Nights,
flettendo le sue lunghe dita artigliate. "Ad ogni modo, questo non ha più
importanza, visto che adesso ti impedirò una volta per tutte di interferire con
il progetto del grande Wizeman! Questa volta, non riuscirai a contattare quei
due ragazzini che ti hanno aiutato l'ultima volta!"
Nights prese quota a sua volta, e rivolse a Reala un sorrisetto canzonatorio
che avrebbe ricordato molto quelli di Sonic. "Io non sarei così sicuro di
vincere se fossi in te, Reala... ti ricordo che due anni fa, quando il tuo capo
ha tentato per la seconda volta di impadronirsi del mondo reale, ti ho
sconfitto. O hai la memoria corta?" lo prese in giro.
Gli occhi del folletto oscuro si ridussero a due fessure che brillavano di
fredda rabbia, e il sogghigno stampato sul suo volto sbiadì leggermente.
"Hmph... vorresti ancora tirare fuori quella storia? Mi sa tanto che sei tu,
mio caro, ad avere la memoria corta! In quell'occasione mi hai battuto soltanto
perchè avevi quello stupido ragazzino umano a darti man forte! La prima volta
che ci siamo affrontati non avevi nessun umano su cui contare, e infatti ho
vinto io!"
"Una vittoria e una sconfitta per entrambi... e poi, anche tu la seconda
volta avevi un umano dalla tua, un umano che hai costretto con l'inganno a
collaborare, se non ricordo male!" concluse Nights. "Credo che sia d'obbligo uno
spareggio, tu che ne dici?"
Reala ghignò nuovamente. "Per una volta... siamo perfettamente d'accordo!
Fatti sotto, traditore!"
I due Nightmaren si scagliarono quasi contemporaneamente l'uno contro
l'altro, come due aerei da guerra, e iniziarono a scontrarsi furiosamente,
avvicinandosi per scambiarsi delle rapide scariche di colpi che risuonavano
tutt'attorno come grandinate, poi allontanandosi e descrivendo delle
spettacolari acrobazie nel cielo oscurato, che si lasciavano dietro una breve
scia di stelline luccicanti. Per diversi secondi, questa sequela mozzafiato di
attacchi mordi e fuggi proseguì, come se le due creature dei sogni stessero
cercando di prendere le misure dell'avversario.. poi, dopo essersi messo a
distanza di sicurezza, Reala prese la mira e creò un'altra sfera di energia
oscura nella sua mano, e la scagliò contro il rivale, che riuscì ad evitarla per
un pelo e ne sentì il calore sulla parte destra del corpo prima che questa si
andasse a schiantare contro il fianco di uno dei mulini sospesi in aria! La zona
colpita esplose fragorosamente, scagliando mattoni e materiali di costruzione
per ogni dove e lasciando uno squarcio nella fiancata ma Nights non si fece
impressionare e ritornò alla carica a testa bassa! Questa volta, mentre si
dirigeva verso Reala, iniziò a girare su sè stesso a mò di trivella, e cercò di
olpire la sua controparte mentre questa non era in guardia. La sua velocità era
tale che sembrava ormai sicuro che l'attacco sarebbe andato a segno...
Ma improvvisamente, i contorni di Reala sbiadirono, e il folletto oscuro
scomparve dalla sua posizione in un etereo vortice di scintille argentate. Il
colpo di Nights infranse la nube di polvere luccicante e la disperse, ma subito
dopo il Nightmaren rinnegato si fermò, rendendosi conto di aver mancato il
bersaglio, e iniziò a guardarsi attorno alla ricerca del suo avversario.
"Dove sei, Reala? Fatti vedere!" esclamò... prima di essere colpito alla
schiena da qualcosa di grande e leggero che non gli fece male, ma riuscì
comunque a fargli espellere l'aria dai polmoni. Un istante dopo, Nights si
ritrovò bloccato per i polsi e le caviglie a quella che sembrava essere una
carta di gioco gigante, che lo sollevò in aria mentre cercava in qualche modo di
liberarsi! "Argh! Ma cosa... che significa questo?"
"Hihihihihihiiiii! Sei un povero stupido, Nights! Davvero credevi che
Reala ti avrebbe affrontato da solo?" gli giunse alle orecchie una risatina
demente e una fin troppo nota vocetta stridula, appartenente a quello strano
essere, composto soltanto da viso sghignazzante, cappello a due punte, mani
guantate, scarpe troppo lunghe e mantello dai bordi frastagliati, che gli era
apparso improvvisamente davanti, quasi comparendo dal nulla...
"Jackle..." lo riconobbe immediatamente Nights. "Dovevo aspettarmelo, il
gioco leale non è mai stata la specialità di Reala..."
In quel momento, anche Reala ricomparve al fianco di Jackle nello stesso
vortice splendente nel quale era scomparso un attimo prima, e accolse l'accusa
di Nights con una secca risata. "Hehehee... io non sono uno che bada tanto
alla forma, questo dovresti saperlo... l'unica cosa che mi interessa è eseguire
il compito che il supremo Wizeman mi ha affidato! E il risultato è che anche
questa volta ti ho battuto." commentò, mentre Jackle, al suo fianco,
continuava a sghignazzare e teneva una carta da gioco in equilibrio sulla punta
di un indice.
Ma la reazione di Nights sorprese entrambi i servitori di Wizeman: anzichè
sembrare abbattuto o infuriato, il folletto sfoderò uno dei suoi sorrisetti da
monello. "Hmph! Davvero credi di avermi battuto così, Reala? Mi dispiace, ma
evidentemente non mi conosci bene come credi!" disse con tono leggermente
spocchioso... e prima che i due Nightmaren avessero il tempo di chiedersi cosa
avesse in mente, Nights iniziò a volteggiare su sè stesso, come aveva fatto
prima, facendo roteare anche la gigantesca carta a cui era stato inchiodato... e
i legacci di luce magica che lo tenevano fermo in balia dei suoi avversari si
smorzarono, e poi si dissolsero definitivamente! Nights schizzò in aria e si
librò in volo sopra i suoi sbalorditi avversari, mentre la carta da gioco creata
da Jackle si dissolveva in una pioggia di finissima polvere violetta che si
disperse nell'aria pochi istanti dopo.
"COSA?" strillò Jackle, incredulo. "Sei riuscito a liberarti dalla
mia carta? Come accidenti hai fatto?"
Nights abbassò lo sguardo e rivolse ai suoi due avversari lo stesso
sorrisetto di prima, continuando al tempo stesso a tracciare un cerchio
nell'aria. Una scia di luce dorata segnava la traiettoria del folletto, e ormai
aveva quasi formato una circonferenza attorno a Jackle e a Reala. "Hehehee...
come ho detto, un pò di trucchetti li ho imparati, dall'ultima volta che ci
siamo affrontati... ed ora, spero che a voi due piacciano le giostre, perchè
state per fare un giretto che non dimenticherete tanto facilmente!"
"Ah, davvero?" ringhiò Reala, scagliandosi contro il suo rivale nel
tentativo di fermarlo prima che completasse il cerchio. "Non se avrò qualcosa
da dire a riguardo!"
"Mi dispiace per te, Reala, ma è troppo tardi!" esclamò Nights, l'espressione
del suo viso ora divenuta terribilmente seria mentre completava il cerchio
attorno agli scagnozzi di Wizeman. "Salutami tanto gli altri tuoi compari!"
In quell'istante, il folletto benefico completò la sua evoluzione, e scattò
verso l'alto non appena il cerchio di luce dorata si chiuse. Immediatamente
dopo, una scarica di luminosa energia che risplendeva di vivaci tinte di rosso,
viola, verde e giallo, tutti febbrilmente mescolati assieme in un caleidoscopio
quasi allucinante, scaturì dal cerchio che Nights aveva tracciato con il suo
volo e scese turbinando verso il pavimento, proprio quando Reala era ormai a
pochi metri dal suo bersaglio! Sia lui che Jackle non riuscirono a spostarsi in
tempo per evitare di essere travolti dal turbine di luce fatata, che li afferrò
con una potenza di risucchio incredibile, e li sballottò come nella centrifuga
di una lavatrice... per poi scagliarli via come proiettili e dissolversi
rapidamente come era venuta, lasciandosi dietro soltanto una scia di polvere
multicolore che scomparve nel nulla dopo aver danzato per qualche istante a
mezz'aria! I due Nightmaren, con un urlo simultaneo di rabbia e dolore,
percorsero diversi metri prima che lo sballottamento che avevano subito
permettesse loro di reagire... e Reala, con un secco movimento del braccio,
arrestò la sua corsa a pochi metri da una parete di roccia, mentre Jackle
volteggiò su sè stesso e, con uno svolazzo del suo strano mantello, scomparve
dal luogo in cui si trovava e riapparve al fianco del suo 'collega'. I due
Nightmaren, ripresisi quasi subito dal colpo subito, ripresero il volo ed
attaccarono di nuovo Nights, che scese giù in picchiata pronto ad
accoglierli...
Improvvisamente, Jackle tirò indietro una delle sue mani guantate... e tra le
sue dita apparvero delle carte da gioco taglienti come rasoi, che il folletto
dal corpo invisibile scagliò contro il suo avversario con un secco gesto! Per
fotuna, Nights si rese conto in tempo dell'attacco ed eseguì una spettacolare
virata, che gli permise di sfuggire alle terribili lame... ma che al tempo
stesso gli fece abbassare la guardia per una frazione di secondo che Reala fu
fin troppo pronto a sfruttare! Il folletto oscuro aumentò repentinamente la
propria velocità ed eseguì lo stesso attacco che Nights aveva cercato di usare
su di lui poco prima, girando su sè stesso come una trivella e gettandosi sul
suo rivale a testa bassa! Sfortunatamente, Nights non fu altrettanto rapido di
riflessi, e il colpo di Reala lo raggiunse in pieno al torace! Il Nightmaren
rinnegato emise un breve verso di dolore e barcollò all'indietro stordito, e
Reala infierì scagliandogli contro un'altra sfera di energia che la sua
conroparte riuscì a malapena a parare. Con il fiato corto, Nights cercò di
allontanarsi per pensare ad una nuova strategia... ma con una immensa sorpresa
si accorse che Reala e Jackle si erano fermati a mezz'aria, con dei sogghigni
poco rassicuranti sulle labbra sottili, e non stavano facendo il minimo
tentativo di stargli dietro! Per un attimo, Nights si chiese cosa stessero
facendo... poi, con suo estremo orrore, si rese conto che non c'erano soltanto
loro due a dargli la caccia, quando una gigantesca ombra gli apparve sopra,
imponente e minacciosa. Nel disperato tentativo di evitare quel nuovo attacco,
Nights si voltò di scatto, appena in tempo per vedere l'enorme creatura alata
dalle fattezze feline che gli stava balzando addosso, gli artigli e i denti
luccicanti nella semioscurità...
..ma, purtroppo per lui, non abbastanza velocemente per evitarla!
L'enorme massa dell'assalitore piombò addosso a Nights e lo trascinò
bruscamente giù con il suo enorme peso, trattenendolo con una zampa ovattata e
munita di luccicanti artigli retrattili! Nights si sentì mancare il fiato in
gola, sentì le risate di scherno di Reala e Jackle... e vide il terreno, ridotto
a poco più che un'indistinta sfocatura verde punteggiata di fiori, avvicinarsi
con allarmante velocità prima di andarci a sbattere dolorosamente. Per un
secondo, non capì più nulla se non il tremendo dolore che assalì il suo corpo al
momento dell'impatto... poi, quando cercò di rialzarsi, la stessa enorme zampa
felina che lo aveva trascinato giù si abbattè sulla sua schiena, impedendogli di
muoversi!
"Hehehehehee... nyon ti consiglio di fare scherzi, miao! Ora sei nelle
nyostre mani, e questa volta nyon ti libererai tanto facilmente, miao!" lo
dileggiò la voce nasale della creatura che lo aveva intrappolato, simile a
quella di un gigantesco gatto mostruoso. L'attaccante misterioso stava
trattenendo Nights sul terreno come un gatto vero fa con un topo con cui vuole
giocare prima di ucciderlo, e tre artigli affilati lunghi come dita umane erano
sfoderati vicino al suo volto dai grandi occhi celesti, quel tanto che bastava
per dare un'idea al folletto della loro potenza letale. Nights strinse i
denti... poi, tanto quanto la presa del suo avversario glielo permetteva, si
voltò nella sua direzione, trovandosi davanti proprio colui che si
aspettava...
"Klaws... dovevo immaginare che saresti venuto anche tu a dare man forte ai
tuoi compari..." mormorò, la voce strozzata per la mancanza d'aria. Il suo corpo
era dolorosamente trattenuto contro l'erba verde, fresca e bagnata di rugiada,
ma anche così riuscì ad avere una buona visuale di colui che lo aveva attaccato:
un gigantesco mostro felino lungo non meno di sette metri, che ricordava molto
una sorta di gatto tigrato dalla pelliccia nera a striature rosse, con due corte
ali triangolari che fuoriuscivano dalla spina dorsale e una lunga coda nera
dalla punta rossa che si contorceva senza un preciso criterio, quasi fosse
dotata di volontà propria. Anche il muso ricordava molto quello di un gatto...
ma nessun felino avrebbe mai potuto avere quell'espressione di fredda malizia,
nè sarebbe stato in grado di riprodurre il sogghigno malefico, corredato da due
file di denti triangolari e perfettamente bianchi che l'essere di nome Klaws
stava mostrando in quel momento. Due orecchie triangolari, anch'esse dalla punta
color sangue, ornavano la sua testa a forma di cuneo, e un paio di occhi gialli
luminosi come lanterne, dalla pupilla ellittica, squadravano il suo prigioniero.
In essi Nights vide risplendere una luce di trionfo crudele, la gioia di aver
catturato la tanto ambita preda e di averla finalmente alla propria mercè...
"E nyon te l'aspettavi, mya? Dopo l'ultimo scherzo che ci hai giocato... il
nyostro grande signore Wizeman nyon voleva certo correre il rischio che tu
contattassi quei due infernali sognatori, quegli inyutili mocciosi di nyome
Elliot e Claris che ci hannyo fermato l'altra volta, miao!" rispose Klaws,
mentre Reala e Jackle fluttuavano lentamente verso il terreno gustandosi ogni
secondo della vittoria del loro compagno felino. "Ora che nyon puoi più contare
sul loro aiyuto, nyon c'è più nyulla che tu possa fare contro di nyoi e contro
il supremo Wizeman! Miahahahaha!" Concluse la frase con uno strano verso che
suonava come una serie rapidissima di miagolii, l'equivalente felino di una
risata di scherno.
Reala appoggiò i piedi sul terreno ricoperto di erba smeraldina, stando bene
attento a calpestare un pò di quei 'disgustosi', a suo dire, fiori colorati... e
si avvicinò al suo rivale atterrato con un ghigno di trionfo, la mano destra
crudelmente contratta a mò di artiglio. Finalmente, dopo tanto tempo, assisteva
allo spettacolo per lui più divertente: il suo rivale di sempre a terra ed
incapace di reagire! "Allora, mio caro Nights... dimmi, che cosa si prova a
ritrovarsi senza vie d'uscita? A sapere che tutto quello che hai fatto per
contrastare il supremo Wizeman è stato inutile? L'ultima volta, hai avuto la
fortuna di contattare quei maledetti sognatori, e loro hanno mandato tutto il
piano in fumo... ma, spiacente dirtelo, sei solo riuscito a ritardare
l'inevitabile!"
"Hihihihiiii!" sghignazzò Jackle, la sua risata stridula che penetrava nel
cervello e forava i timpani. "Tutto inutile, Nights! Tutto inutile! Fine, basta,
Game Over! Stavolta nessuno risponderà alla tua richiesta... e quando il momento
sarà quello giusto, muoveremo sul Mondo Reale, e lo trasformeremo in una
estensione di Nightmare! Ma prima... credo che tu abbia un appuntamento con il
nostro capo, il supremo Wizeman! Sono convinto che sarà felice di poterti dire
quello che pensa di te... sono ormai più di un centinaio d'anni che non vi
parlate come si deve! Heheheheee..."
Nights deglutì nervosamente. "Heh... heheee... già, sono sicuro che il vostro
capo mi offrirà un piacevole tè con i biscottini, e si fermerà a chiacchierare
con me di che tempo faccia nel deserto del Sahara! Sapete com'è, lo conosco
praticamente da un'eternità..." rispose, senza mai perdere il suo senso dello
humour.
Il tentativo di presa in giro non divertì minimamente il gelido Reala, che
anzi grugnì per il fastidio e si avvicinò alla sua controparte positiva,
piazzandogli un dito sul volto, e minacciando di fargli un graffio sulla guancia
con i suoi artigli. "Tsk... credo che dopo aver sentito quello che il sommo
Wizeman ha da dire, farai molto meno lo spiritoso! E non credere che mi
dispiacerà assistere allo spettacolo! Per adesso, però, abbiamo cose più
importanti a cui pensare... portate via questo traditore, e fate rapporto al
supremo Wizeman! Penseremo dopo a cosa fare per punirlo!"
"Certamente, Reala!" esclamò Jackle, con quella vocina che sempre più
ricordava le unghie sulla lavagna.
Klaws emise a sua volta uno sghignazzo felino e penetrante mentre afferrava
Nights nella sua mano artigliata... stando bene attento a non fargli davvero del
male, ma cercando comunque di rendergli il 'soggiorno' il più scomodo possibile.
"Nyahahahahaaaa! Nyon sei connnntento, Nyghts? Oltre a rivedere il nyostro capo,
potrai annnche inconnntrare di nyuovo i sognnnnyatori di tre annnnyi fa! Mi
auguro... che vi godrete l'innncubo che il sommo Wizeman ha preparato per voi,
miao! Hehehehee..."
Con queste parole, l'incubo dalle forme feline prese il volo con le sue
piccole ali triangolari, subito seguito dallo sghignazzante Jackle, mentre Reala
assisteva da terra. Nights, mezzo soffocato dalla morsa d'acciaio di Klaws,
riuscì comunque a concentrarsi su Reala quel tanto che bastava per inviargli un
pensiero telepatico, che il suo rivale fece volutamente finta di ignorare.
"Heh... voi credete di aver già vinto, vero? Ma state attenti, perchè
potrebbe capitarvi una sorpresa quando meno ve l'aspettate! Non c'è ancora nulla
di deciso... e se lo credete davvero, potreste avere delle pessime
sorprese!"
Abbandonandosi alla presa di Klaws, e arresosi all'evidenza che sarebbe
tornato alla prigionia che lui tanto detestava dopo tre anni di assoluta
libertà, l'ex-scagnozzo di Wizeman sospirò, riponendo tutte le sue speranze in
quel ragazzino molto normale, e al tempo stesso molto speciale, che aveva
incontrato in sogno qualche notte prima...
"Ora tocca a te, piccolo Chris... a te e ai tuoi amici. Voi siete l'ultima
speranza di Nightopia, e del vostro mondo..."
Klaws e Jackle si allontanarono nel cielo, scomparendo in un vortice nero che
si era aperto nel cielo ad un loro semplice comando mentale... e un istante
dopo, i due Nightmaren avevano riportato il loro compagno voltagabbana nel
terribile mondo da cui erano venuti...
----------
Mentre questi eventi si verificavano nel mondo dei sogni... in quello reale,
un familiare aereo futuristico si stava avvicinando all'ormai celeberrima isola
fluttuante dove l'echidna Knuckles continuava indefesso il suo compito di
guardiano degli Smeraldi del Caos e del Master Emerald, nel bello e nel cativo
tempo. Un familiare velivolo che ricordava parecchio un X-Wing della saga di
Star Wars, e nella cui cabina di pilotaggio il geniale volpino Miles Prower -
Tails per gli amici - guardava in basso alla ricerca di un punto sicuro in cui
atterrare. Cosa più facile a dirsi che a farsi, considerata la grande estensione
di foreste pluviali e altri ostacoli naturali che costellavano l'inusuale
isola...
"Accidenti, non ricordavo che fosse tanto difficile trovare un punto in cui
far atterrare il Tornado X..." commentò Tails, alternando la sua attenzione tra
la terraferma e il cruscotto dei comandi. "Sarà una mia impressione, ma non
ricordavo che ci fosse così poco spazio per atterrare..."
Sonic, seduto comodamente su un sedile posteriore con le gambe accavallate e
le mani incrociate dietro la nuca - hey, solo perchè sei il porcospino più
veloce dell'universo, non significa che tu non possa prendertela comoda! - si
permise un piccolo sghignazzo divertito. "Heheheee... dai la colpa alla scarsa
manutenzione, Tails! Il nostro amico Knuckles sarà anche il top quando si tratta
di fare la guardia a qualche pezzo di cristallo colorato, ma come giardiniere è
proprio negato!"
Il volpino a due code ridacchiò tra sè della battuta del suo migliore amico.
Il primo incontro tra Sonic e Knuckles non era andato molto bene, considerando
che il Dr. Eggman aveva fatto credere al non troppo acuto echidna che Sonic
stava cercando di rubare gli Smeraldi del Caos... e anche se erano diventati
amici, c'era sempre un pò di rivalità tra i due. O, per meglio dire, Sonic si
divertiva a far perdere la pazienza al malcapitato guardiano degli Smeraldi, che
a sua volta lo accusava di non prendere mai le cose abbastanza sul serio...
Chris, seduto a fianco del suo eroe, stava a sua volta scrutando il terreno
in cerca di un punto dove il velivolo di Tails avrebbe potuto atterrare... senza
eccessivo successo. "Certo che più osservo le cose che vengono dal vostro mondo,
più resto stupito..." commentò entusiasta. "Non solo un'isola galleggiante, ma
un'isola con una foresta tropicale, laghi e montagne! Una cosa del genere
pensavo di vederla soltanto nei miei sogni..."
"Heheheee... e invece..." rispose Sonic, facendo il suo usuale gesto di
passarsi un indice sotto il naso prima di rivolgere la sua attenzione ad una
costruzione, simile ad una ziggurat, che svettava tra le cime degli alberi dalle
foglie smeraldine... e davanti alla quale c'era uno spazio aperto più che
sufficiente a consentire all'aereo futuristico di atterrare! "Hey, Tails, perchè
non proviamo ad atterrare direttamente lì? Facciamo una sorpresina al nostro
amico..."
"Più che altro, temo che Knuckles si arrabbierà di brutto se atterriamo
davanti al tempio del Master Emerald così, senza preavviso..." lo avvertì Tails,
con espressione a metà tra il preoccupato e il rassegnato. "Tuttavia... beh,
visto che non riesco proprio a tovare dove atterrare... okay, che i passeggeri
si reggano forte! Sarà una discesa un pò turbolenta!"
"Esattamente come piace a me, no?" commentò Sonic, pregustando il brivido di
sentire l'aereo abbassarsi di colpo e planare verso il terreno. Il meno
spericolato Chris fece una faccetta nervosa e si afferrò ai braccioli del suo
sedile, controllando due o tre volte di aver allacciato bene la cintura di
sicurezza...
E nello stesso momento, l'echidna rosso che stava di guardia al Master
Emerald e agli Smeraldi del Caos alzò lo sguardo, con aria non troppo
impressionata, al Tornado X, che aveva già visto arrivare da un pezzo. "Heh...
chissà perchè mi aspettavo una visita di questo tipo. Che cosa abbiano poi da
propormi, non ne ho idea, comunque..." commentò, cercando di mantenere un tono
neutrale, ma non riuscendo comunque a nascondere un sorrisetto. Con tutta calma,
Knuckles si mise a braccia conserte vicino alla scalinata che dava accesso al
santuario del Master Emerald, e seguì con lo sguardo il Tornado X mentre
eseguiva una serie di manovre aeree, rallentava... e finalmente, dopo essersi
fermato in sospensione, atterrava di fronte al tempio, sollevando una tempesta
di vento e polvere che costrinse il guardiano a coprirsi gli occhi con un
braccio. I rumori del motore si smorzarono rapidamente, e il Tornado X spense i
suoi reattori e si quietò, lasciando uscire Tails, Sonic e Chris dalla cabina di
pilotaggio.
Con un agile balzo, il porcospino blu atterrò sull'erba verde a pochi passi
dalla scalinata d'ingresso, e salutò il suo amico-rivale con un gesto della
mano. "Ehilà, Knuckles! Allora, come va la vita? Immagino che sia molto
divertente starsene qui a fare la guardia! Non ti prendi mai una pausa
caffè?"
Knuckles alzò gli occhi al cielo, mentre anche Tails e Chris smontavano dal
velivolo. "Tsk... vedo che come sempre, la voglia di scherzare non ti manca!
Sigh... forza, venite! Se vi siete presi la briga di venire fin qui per
parlarmi, significa che è qualcosa di molto importante..."
"Grazie, Knuckles..." ringraziò Chris, e ad un cenno dell'echidna rosso, lui
e i suoi due amici iniziarono a salire i gradini che portavano alla zona
principale del santuario. Il guardiano del Master Emerald era sempre stato
piuttosto paranoico quando c'era di mezzo il suo dovere, e il fatto che
permettesse a qualche estraneo di avvicinarsi, anche parlando con questo tono un
pò brusco, era un rimarchevole segno di fiducia nei loro confronti.
Knuckles aspettò che fossero saliti tutti prima di proseguire il discorso. "E
va bene, Sonic... vediamo di evitare i giri di parole. Qual è il problema,
questa volta?" chiese, riprendendo il suo tono un pò scostante che riuscì
soltanto a far ridacchiare il porcospino blu. Knuckles non era bravo a far finta
che non gliene importasse nulla...
"Siamo sempre un pò nervosetti, eh?" chiese retoricamente il riccio più
veloce dell'universo. "In realtà, non c'è proprio nessun problema, questa
volta... Ma credo che Chris ti potrà spiegare meglio!"
Knuckles aggrottò leggermente le sopracciglia. Se non erano venuti per
discutere di un problema, allora per quale motivo...?
Il ragazzino dai capelli scompigliati si schiarì la gola. "Beh... vedi,
Knuckles, la verità è che siamo venuti qui per invitarti ad un'uscita che la mia
scuola ha organizzato per la prossima settimana!" spiegò, facendo sì che il
cipiglio falsamente minaccioso dell'echidna guardiano si sciogliesse in
un'espressione confusa. "Sai, il professor Stewart mi ha dato il permesso di
invitare anche voi, e non mi sembrava giusto escluderti dalla lista! Ovviamente,
sempre che tu voglia venire... posso capire che tu debba..."
"Una domanda, Chris." lo interruppe Knuckles, sentendo già dove sarebbe
andata a parare la conversazione. "Come si chiama... il luogo che andrete a
visitare?"
Chris sbattè gli occhi, chiedendosi come mai Knuckles fosse così interessato
asapere dove sarebbe andata la sua scolaresca. "Ehm... una città chiamata Twin
Seeds, ma... come mai questa domanda?" chiese. Anche Sonic e Tails rimasero per
un attimo sorpresi dalla reazione del loro amico. Erano convinti che Knuckles
non sarebbe stato interessato, e in effetti erano venuti a chiedergli se voleva
partecipare più perchè lo ritenevano giusto nei confronti di Knuckles, che non
perchè fossero davvero convinti che avrebbe accettato...
L'echidna rosso alzò le spalle. "Semplice curiosità da parte mia." rispose,
senza dare l'impressione di essere troppo entusiasta. "Comunque... per questa
volta, credo che verrò anch'io. Di solito, resterei qui a fare la guardia al
Master Emerald, ma ora che Eggman e i suoi scagnozzi sono dietro le sbarre,
credo che la situazione sia un pò più tranquilla. Quindi... immagino di poter
lasciare la mia postazione per un pò."
Nonostante fosse contento che Knuckles avesse accettato la proposta, Chris
continuò ad essere poco convinto. Neanche lui si era aspettato che il guardiano,
così serio e ligio al suo dovere al punto da sembrare, a volte, eccessivamente
rigido, accettasse così la loro offerta... "Ehm... va bene, Knuckles, se lo dici
tu... siamo contenti che tu venga! E' solo che... ecco, non ci aspettavamo che
avresti detto di sì sena farti pregare almeno per qualche minuto..."
"Non è che per caso c'è qualcosa dietro?" chiese Sonic, tenendo le braccia
conserte davanti a sè, e guardando Knuckles come per dirgli che non poteva
sperare di nascondere qualcosa a lui. "Lasciarti dietro i tuoi smeraldi per
andare ad una gita scolastica non è da te, se permetti..."
L'echidna alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Proprio non si poteva
sperare di nascondere qualcosa al porcospino blu? In ogni caso, non era sua
intenzione tenere nascosto quello che aveva saputo dalla visione di poco tempo
prima, quindi si schiarì la gola, e cominciò a spiegare.
"Sigh... Immagino che mi conosciate troppo bene per farvi bastare una scusa
così, vero?" chiese retoricamente. "Beh, non mi aspettavo che vi accontentaste
di questa risposta... perciò, vi spiego come stanno le cose. In effetti,
quest'uscita, e il mio compito di proteggere il Master Emerald e gli Smeraldi
del Caos sono abbastanza strettamente collegate."
Tails inclinò la testa da un lato, e una delle sue due code si trasformò
comicamente in un punto di domanda. "Collegate? In che senso, scusa?"
"Appena ieri, ho ricevuto un messaggio dagli antenati i cui spiriti ancora
dimorano in questo luogo..." spiegò Knuckles, riportando alla mente di Sonic
l'immagine di Tikal, la vestale dell'antico popolo di echidna che aveva creato
gli Smeraldi del Caos. "Sembra che una nuova minaccia stia per emergere... una
minaccia ben più pericolosa di quanto Eggman avrebbe mai potuto essere... e che
sicuramente sarà interessata al possesso del Master Emerald e degli altri
Smeraldi, non appena si sarà manifestata nel nostro mondo..."
Sonic, nonostante l'avvertimento di Knuckles, non sembrò eccessivamente
preoccupato. "Hehehee... una minaccia peggiore del buon vecchio Testa d'Uovo,
dici? Beh, non è che ci voglia molto, in realtà... quindi, se lo scopo era
quello di impressionarmi, credo che tu abbia appena fallito miseramente!"
ironizzò, guadagnandosi un grugnito derisorio da parte di Knuckles. In effetti,
non si poteva dire che di recente Eggman si fosse rivelato il pianificatore
efficace che probabilmente credeva di essere... già due volte, con Perfect Chaos
e con lo Eclipse Cannon, i suoi piani erano sfuggiti al suo controllo... "Ma
torniamo al discorso di prima... Okay, c'è qualche altro pazzo mitomane che
vuole gli Smeraldi del Caos, nulla di nuovo sotto il sole... e quindi, cosa
c'entra la città di Twin Seeds in tutto questo?"
"Il semplice fatto che gli antichi mi hano parlato, anche se di sfuggita, di
questa città... mi hanno detto che è da lì che partirà questo nuovo pericolo, ma
non ho idea di come o quando..." rispose Knuckles seccamente. "In ogni caso, so
per certo che questo nuovo nemico colpirà lì, e questa gita che state facendo
sarà una buona scusa per cominciare ad investigare."
Sonic alzò le spalle. "E va bene, come desideri..." commentò, per poi
riprendere il solito tono canzonatorio con cui era solito rivolgersi al suo più
serio amico. "Però, nel caso volessi ammettere che stai uscendo dal tuo guscio
di asociale, non hai che da farmi un cenno!" aggiunse, tirando una gomitata
giocosa all'echidna rosso, che grugnì un pò per l'imbarazzo e un pò per
l'irritazione.
"Ma finiscila, buffone..." brontolò non troppo convinto.
E mentre Sonic continuava a punzecchiare il suo amico-rivale, Chris prese un
respiro profondo e si scostò una ciocca di capelli castani chiari dalla fronte,
volgendo il capo verso il sole ora pallido che cominciava a scendere
all'orizzonte. Chissà perchè, quello che l'echidna guardiano aveva detto gli
aveva ricordato ancora una volta quello strano, vivido sogno di qualche notte
fa... ma alla fine, l'erede della famiglia Thorndyke decise che si trattava
soltanto della sua immaginazione. Certo, dopo aver visto con i propri occhi un
mostro di pura energia caotica che faceva a pezzi Station Square, un cannone
laser che aveva spazzato via una metà della luna, e un gigantesco drago
cibernetico il cui unico scopo era la distruzione dell'umanità, quel sogno non
pareva così inverosimile, però...
"Che strano..." mormorò tra sè, abbozzando un sorriso divertito. "E sì che
non ho mai creduto nei sogni premonitori... eppure, quello strano essere di nome
Nights, non riesco proprio a togliermelo dalla testa..."
"Tutto okay, Chris?" chiese Tails, alzando la testa verso il suo amico umano,
che nonostante gli appena dodici anni di età lo sovrastava parecchio in altezza.
"C'è... qualcosa che ti turba, in quello che ha detto Knuckles?"
Un pò stupito, il ragazzino si voltò di nuovo verso la volpe a due code, e
agitò la mano davanti a sè come per dire che non c'era bisogno di preoccuparsi.
"Oh... ehm... niente, niente, Tails! Era soltanto... sì, ecco... che mi è venuto
da pensare, speriamo che non accada nulla di strano, questa volta. E' un pò che
i disastri, qua attorno, si susseguono..." Si incupì verso la fine, ricordando
il sacrificio di Shadow per salvare la Terra, e tutti le prove che i suoi amici
avevano sostenuto per contrastare i piani di vendetta del professor Gerald
Robotnik...
Il volpino sorrise, anche se condivideva l'aria malinconica del suo piccolo
amico. "Sì, ti capisco, Chris... spero anch'io che non ci saranno problemi.
Accidenti, dopo aver salvato il mondo due volte di fila, vorrei sperare che ci
sia concesso un pò di riposo..."
----------
Un telefono che squillava proprio quando il turno stava per finire non era
esattamente la cosa che l'agente Topaz, del distretto di polizia di Station
Square, moriva dalla voglia di sentire, soprattutto quando la giornata era stata
così lunga e stressante. Le crisi provocate da Perfect Chaos e dalla stazione
spaziale ARK si erano lasciate dietro un bel pò di danni e confusione... e,
sfortunatamente, anche qualche vittima... e come di solito accade in questi
casi, una volta superata la crisi tocca alle forze dell'ordine cercare di
gestire i problemi successivi e aiutare la gente a ritrovare una parvenza di
normalità. Il che significava, per un bel pò di tempo, turni più lunghi,
levatacce, e tutto questo genere di inconvenienti!
La poliziotta dai corti capelli beige sospirò rassegnata mentre allungava la
mano verso il telefono, sperando in cuor suo che si trattasse di qualcosa di
davvero importante. Di bella presenza, Topaz era una giovane donna che si stava
avvicinando alla trentina d'anni, e che nonostante la giovane età aveva già una
notevole esperienza sul campo. Tra le altre cose, aveva partecipato ad un
importante raid sull'isola dove il Dr. Eggman aveva stabilito la sua base
operativa (completa di robot da combattimento, con tanto di copia spudorata di
Mazinger Z!), ed era stato anche grazie al suo aiuto se il perfido scienziato
era stato costretto ad una poco onorevole ritirata. Conosceva già abbastanza
bene i membri del Sonic Team, in particolare una certa ladra di gioielli, e
aveva il massimo rispetto per loro, anche se storceva non poco il naso di fronte
alle ladresche imprese di Rouge...
E proprio la voce della femmina di pipistrello giunse al suo orecchio non
appena Topaz sollevò il ricevitore.
"Pronto, qui dipartimento di polizia di Station Square." disse, mantenendo un
tono professionale nonostante la stanchezza che iniziava a farsi sentire.
"Possiamo esserle utili?"
"Hello, Topaz!" esclamò giovialmente la giovane ladra dall'altro capo del
telefono. "Sempre al lavoro, eh? Come vanno le cose, dalle tue parti? Non si
muore di noia?"
Topaz corrugò la fronte appena un pò, riconoscendo quel tono da flirt. "Ah...
sei tu, Rouge! Tipico tuo saltartene fuori così all'improvviso, mentre tutti qui
sono indaffarati! Ma dov'eri finita?"
"Hehee... non è mica colpa mia se ci sono così tanta cose da vedere qua
attorno! Una ragazza deve anche soddisfare la sua curiosità!" replicò Rouge con
un'alzata di spalle. "Ma, parlando di cose più serie..."
Questa volta, fu Topaz a non farsi scappare l'occasione di una battuta
sarcastica. "Oh, wow... la famosa ladra di gioielli Rouge the Bat è capace di
fare un discorso serio? Peccato non avere qui il mio taccuino, altrimenti mi
sarei fatta un'annotazione! Hehehee..." rispose, permettendosi un'innocente
risata.
Rouge si guardò le unghie di una mano. "Ha, ha. Molto spiritosa, Topaz...
comunque, seriamente, ho visto delle cose un pò strane, di recente, e vorrei
vederci chiaro... Non sai, per caso, di una città di nome Twin Seeds? Sai, una
città un pò come Station Square, un pò più piccola, con una famosa torre..."
L'agente delle forze dell'ordine riprese il suo tono professionale. Quando
Rouge parlava di qualcosa di strano, voleva dire che c'era da preoccuparsi... e
dato che il paese si era a malapena ripreso dal periodo di disordini appena
concluso, non era il caso di sottovalutare l'allarme. "Cose strane, hai detto,
Rouge? La città di... Twin Seeds?" chiese retoricamente. Quando percepì il tono
affermativo della ragazza-pipistrello, Topaz digitò un paio di frasi sulla
tastiera del suo terminale e fece una ricerca in rete. "Questo nome non mi
giunge nuovo. Non mi sembra che sia una città coinvolta in problemi di cronaca,
o che altro, però... ah, ecco! Ci siamo! Twin Seeds, la maggiore cittadina della
contea qui vicino. Numero di abitanti... densità di popolazione... no, questo
non credo interessi a Rouge... vediamo un pò sugli avvenimenti recenti... ah,
ecco qui! Hmm... senti, senti... Rouge, credo che troverai tutto questo molto
interessante! In effetti, ci sono degli elementi poco chiari, riguardo questa
città. Tutti collegati ad eventi che si sarebbero verificati due anni fa, in
onore del centenario della sua fondazione."
"Hm. Una città relativamente giovane." rispose Rouge. "Cosa sarebbe
successo?"
Topaz alzò le spalle. "Non è ben chiaro... ma pare che la notte prima del
giorno dei festeggiamenti, si siano verificate scosse telluriche brevi ma
intense, che hanno provocato nella popolazione una notevole paura. La zona in
cui Twin Seeds si trova non è sismica, quindi il fenomeno è parso subito molto
strano, ma i rilevamenti fatti in seguito non hanno rilevato nessuna anomalia
nei movimenti delle faglie. Inoltre, pare che quella stessa notte, il cielo
sopra la città abbia assunto colori strani, mai visti prima. Come se si
trattasse di un'aurora boreale, ma più colorata... o almeno, questi sono i
racconti che si sono sentiti... ma tutte le testimonianze raccolte erano vaghe e
confuse, quindi alla fine non se ne è fatto niente. Si è anche cercato di tenere
d'occhio la città per controllare il verificarsi di altri eventi di quel genere,
ma non ci sono state ripetizioni... e alla fine, il caso è stato archiviato
come... bah... allucinazione di massa!". Pronunciò l'ultima parola con un certo
disdegno, mostrando quanto poco credesse a quella scusa.
"Sì, immagino... allucinazione di massa, eh? Come no, e Babbo Natale cavalca
nel cielo su una slitta trainata da renne!" mormorò Rouge, in perfetto accordo
con la sua amica umana. "Comunque, quello che mi racconti è molto
interessante... Quindi, si sono già verificati eventi difficilmente spiegabili,
lì attorno..."
"Già... e giusto per darti maggiori dettagli, pare che la zona più colpita
sia stata proprio la famosa Twin Seeds Tower... che, guarda caso, non ha subito
il minimo danno dal terremoto! Non è strano, tutto questo?" proseguì la giovane
agente.
L'aggettivo che Topaz aveva usato, 'strano', trovò Rouge perfettamente
d'accordo. Di solito, sono proprio gli edifici più alti a risentire di più degli
spostamenti tellurici... "Molto strano, in effetti. Dietro a tutto questo c'è
qualcosa di poco chiaro, e ho tutta l'intenzione di scoprire cosa. Sai, Topaz,
l'altra notte ho visto uno strano essere che svolazzava allegramente nei pressi
della torre di Twin Seeds, e sono pronta a scommettere tutti i gioielli di
questo mondo che lui e i suoi amichetti c'entrano qualcosa con quanto mi hai
detto." replicò la ladra-acrobata.
"Hai detto... uno strano essere?" chiese Topaz, improvvisamente ancora più
interessata alla vicenda. "Rouge, per caso aveva un cappello a due punte, ed era
vestito quasi del tutto di viola? Una testimonianza molto confusa ha affermato,
a suo tempo, di aver intravisto per un istante, sulla cima della Twin Seeds
Tower, una creatura che corrisponde a questa descrizione, la notte dopo il
festeggiamento del centenario... ma non è stata reputata attendibile. Ora però
che me lo dici tu..."
Rouge ci pensò un pò su. "Beh, il cappello a due punte ce l'aveva, ma per
quanto riguarda il colore... no, quello che ho visto io sembrava una specie di
fan del gotico vestito male!" rispose. "Era anche parecchio forte... ho cercato
di bloccarlo, ma mi ha evitato senza problemi... e a quanto sembra, io sono
l'unica di sua conoscenza che riesca a vederlo tra gli abitanti della Terra.
Tutto questo è DAVVERO molto strano, no?"
Topaz strinse un pò i denti. Un altro nemico misterioso, del quale non si
sapeva nulla... proprio quello che voleva in quella situazione! "Se... se quello
che mi stai raccontando è vero, allora potremmo di nuovo essere in pericolo,
tutti quanti. Stai attenta a come ti muovi, Rouge, non sappiamo con cosa abbiamo
a che fare... non esitare a chiedere aiuto, se vedi che la situazione è al di
sopra delle tue possibilità!" si raccomandò.
Rouge si permise una breve, sommessa risatina. "Hehehee... ma cosa devo
sentire? L'agente Topaz, la poliziotta tutta d'un pezzo, si preoccupa per la mia
sicurezza? Andiamo, Topaz, lo sai bene che io, modestia a parte, sono la
migliore professionista nel mio campo che si possa trovare! Vedrai, me la
caverò..."
Un'espressione poco convinta attraversò il volto di Topaz. "Nel tuo campo,
Rouge? Intendi dire nell'infiltrarti di soppiatto e rubare qualche gioiello?
Bah, lasciamo perdere..." rispose. "Comunque, cerca di non farti prendere. Non
credo che qui, al dipartimento, potremo mandarti dei rinforzi, nel caso le cose
vadano male..."
"In ogni caso, non ce ne sarà bisogno..." concluse Rouge. "Okay, Topaz,
grazie delle informazioni... e ci vediamo quando avrò risolto il caso! Bye
bye!"
Si sentì il suono della cornetta che veniva riagganciata dalla parte di
Rouge, senza neanche dare il tempo a Topaz di fare qualche ultima
raccomandazione, e la poliziotta strinse un occhio, non troppo convinta. Quello
che la ragazza-pipistrello le aveva detto era preoccupante, e il tono non
esattamente preoccupato con cui Rouge stava trattando la cosa, la convinceva
ancora meno...
"Accidenti a quella Rouge... fa sempre di testa sua!" borbottò Topaz.
"Sigh... speriamo solo che non le venga qualche idea balzana..."
----------
Dopo aver riagganciato, Rouge uscì dalla cabina telefonica nella quale si
trovava e spiegò nuovamente le sue piccole ali membranose, che le davano un'aria
da perfetta dark lady. Il suo sguardo interessato cadde di nuovo sulla Twin
Seeds Tower, e rimase ancora un pò ad osservarne la guglia, ripensando
all'incontro-scontro con Reala della notte prima. Quanto aveva scoperto era
molto interessante... tutto faceva credere che l'incidente del centenario fosse
in effetti collegato a quello strano essere che era apparso nel cielo e l'aveva
messa così in difficoltà!
"Ho come l'impressione che mi attenda un'avventura interessante..." riflettè
ad alta voce. "Non si ha proprio il tempo di annoiarsi, da queste parti..."
CONTINUA...
Note dell'autore: Beh, ce l'ho fatta. Dopo quasi un anno di blocco, sono
riuscito a mandare avanti la mia fanfiction di Sonic X... e vi prometto che
cercherò di essere più costante! Intanto, abbiamo visto cosa sta accadendo nel
mondo di Nightopia, e abbiamo avuto un piccolo assaggio di quello che sanno fare
gli scagnozzi di Wizeman. Twin Seeds si troverà presto nell'occhio del
ciclone... il nemico non sta aspettando che i bambini di Station Square per
portare a termine i suoi piani...
Nel prossimo capitolo, ritroveremo i due ragazzi che ho (re)introdotto in un
capitolo precedente della storia... ovvero, Elliot e Claris! Anche loro avranno
un ruolo importante in questa vicenda, anche se all'inizio... beh, lo vedrete da
voi! Ci saranno un pò di sorprese da scoprire!
Al prossimo capitolo, allora... e spero di riuscire a scriverlo entro un
mese! ^_^