La donna di mio fratello

di darkrose12184
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il cuore umano di Inuyasha ***
Capitolo 2: *** Inizia la ricerca... ***
Capitolo 3: *** L'incontro... ***
Capitolo 4: *** Le parole del padre ***
Capitolo 5: *** La risposta di Sesshomaru ***
Capitolo 6: *** L'incontro con Inuyasha ***
Capitolo 7: *** I tempi stringono ***
Capitolo 8: *** Sulla strada che porta verso Kikyo... ***
Capitolo 9: *** L'incontro tra Kikyo e Sesshomaru ***
Capitolo 10: *** La barriera e il sigillo ***
Capitolo 11: *** ...Amore...? ***



Capitolo 1
*** Il cuore umano di Inuyasha ***


Sono tornata dopo un po' di tempo... questa fanfic non è molto lunga, l'ho scritta negli ultimi dieci giorni... mi è venuta l'idea e l'ho buttata giù subito. L'introduzione è già abbastanza completa. Non so dirvi se il protagonista è Sesshomaru, o Inuyasha... io direi che lo sono entrambi... anche se in modi diversi... diciamo che la storia vede Inuyasha al centro dell'attenzione, e che la parte riflessiva di questa fanfic vede Sesshomaru come protagonista... ok vi ho confusi abbastanza... leggete...

Capitolo 1

Il corpo di Naraku giaceva a terra, privo di vita. Inuyasha l'aveva finalmente ucciso. Kagome porse gli ultimi frammenti della sfera al mezzo demone, che li prese, andando ad aggiungerli a quelli che già erano in loro possesso.

"Ne manca uno, uno solo…" pensò Inuyasha.

Già, mancava un solo frammento, e solo in quel momento il mezzo demone capì che la sfera degli Shikon non sarebbe mai stata completa. L'ultimo frammento era lì, a pochi passi da lui, nel corpo di Kohaku, ancora stretto tra le braccia di Sango.

Kohaku era vivo, vivo grazie a quel frammento. Completare la sfera significava uccidere il ragazzino, e Inuyasha non l'avrebbe mai fatto.

Kagome notò subito il turbamento di Inuyasha, e ne capì il motivo.

"La sfera… non potrà mai essere completa, solo ora me ne rendo conto…" disse lei, in un sussurro, evitando di farsi sentire dagli amici.

"Già… quel frammento… io non potrei mai prenderlo… io… dovrei ucciderlo, e non posso farlo, non dopo aver visto quanto ha sofferto Sango fin ora, e quanto è felice adesso che può abbracciarlo, senza preoccupazioni" confermò Inuyasha.

Kagome lo prese per mano, lui la guardò e le sorrise, per poi cingerle la vita con un braccio. In quegli ultimi tempi lui si era dimostrato molto più gentile nei confronti della ragazza.

Da lontano una figura si stava avvicinando al gruppo, Inuyasha aveva già capito di chi si trattava, e per la prima volta in vita sua avrebbe voluto sbagliarsi. Non voleva assolutamente vederla. Sapeva a cosa stava andando incontro. Si fece scuro in volto.

"Che succede? Sei così preoccupato… abbiamo appena sconfitto Naraku, perché sei così turbato?" chiese ingenuamente Kagome.

Inuyasha percepì che l'ospite inatteso si era fermato poco lontano da loro, dove nessuno poteva scorgerlo, tranne il fiuto del mezzo demone.

"La mia battaglia inizia ora… qualsiasi cosa accada, Kagome, sappi che sei stata davvero importante per me. Spesso mi sono comportato molto male con te, ti ho fatta soffrire, io… ti prego di perdonarmi, sappi che… non ho mai amato nessuno come amo te". Le parole di Inuyasha spaventarono non poco Kagome.

"Inuyasha… che c'è? Dimmi che ti succede, cos'è che ti preoccupa?"

"Io… tempo fa feci una promessa, e devo mantenerla, anche se il mio desiderio ora non è più quello, ma vorrei vivere con te" poi la guardò negli occhi con una dolcezza che mai Kagome aveva visto.

"Kagome, io… ti amo, ti ho amata dal primo momento che ti ho vista, quando ero ancora sigillato al Goshinboku… mi dispiace solo di essermene accorto troppo tardi."

La ragazza aveva capito tutto. Inuyasha si riferiva alla promessa che aveva fatto a Kikyo. Lei presto sarebbe venuta a prenderlo, a portarglielo via… copiose lacrime sgorgavano dai suoi occhi. Non poteva trattenerle.

Inuyasha per la prima volta non le chiese di non piangere, ma la strinse forte a sé, baciandole le guance.
Poi, ad un tratto, con due dita sollevò lievemente il viso della ragazza, tornando ad incrociare il suo sguardo, e avvicinò a lei il suo viso, fino a sfiorare quelle rosee labbra con le sue.

A quel contatto, Kagome si sentì esplodere, e si spinse verso di lui, continuando a baciarlo.

Poco lontano da loro vi erano Sango, Miroku, Kohaku, Shippo e Miyoga. Ma a loro non interessava, quello era il loro bacio di addio, e gli amici lo sapevano.

Si baciarono a lungo, per Kagome era il primo bacio, un bacio a lungo desiderato, sognato, bellissimo e colmo di intense sensazioni. Ma quel bacio portava con se anche tanta malinconia, tristezza. Quello era il loro primo ed ultimo bacio.

La figura che si era avvicinata in precedenza, guardava con ira la scena, dovendo ammettere che nel cuore del mezzo demone ora vi era solo quella ragazzina. I suoi occhi vitrei erano persuasi da puro odio nei confronti di Kagome. Doveva ucciderla.

Lentamente Inuyasha si separò da quelle labbra tanto desiderate. Doveva andare.

"Addio Kagome, sappi che ti amo e ti amerò sempre". Inuyasha stava per andarsene, quando Kagome lo trattenne, facendolo voltare verso di lei.

"Anch'io… anch'io ti… ti amo… io… io ti ho sempre… amato…". Disse Kagome, tra sonori singhiozzi. Stava ancora tenendo Inuyasha per il polso, e non accennava a lasciarlo.

Inuyasha, vedendo la ragazza in lacrime, ed essendo cosciente del fatto che non l'avrebbe mai più rivista, si fece sfuggire una lacrima. Silenziosa, un'unica lacrima gli percorreva il viso.
Notandola, Kagome si fermò un attimo. Era la seconda volta che lo vedeva piangere, ed in entrambi i casi erano lacrime versate per lei.

La prima volta che lo vide piangere fu quando lottarono contro i sette mercenari. Inuyasha la credeva morta, e si fece sfuggire una lacrima. Lui cercò di nasconderlo e di negarlo, ma quegli occhioni lucidi le rimasero ben impressi nella mente. Ma questa era la prima volta che mostrava quella debolezza senza vergognarsene.

Si avvicinò a lui, asciugandogli le lacrime che gli inumidivano il viso, ed accarezzandolo. Kagome ancora adesso non capiva perché doveva per forza andarsene, non poteva semplicemente andarsene via con lei, a Tokyo? In quel modo tutti i problemi legati all'epoca Sengoku non lo avrebbero più assillato…

"Inuyasha, no, ti prego… non andare… vieni via con me, nel mio mondo… potrai rifarti una vita!" Kagome scoppiò nuovamente in sonori singhiozzi.

"Vorrei tanto poterlo fare, amore mio… ma purtroppo ho dato la mia parola…". Già, Inuyasha aveva dato la sua parola. E per lui non esisteva assolutamente la possibilità di rimangiarsela. Aveva ragione, ma in quel caso avrebbe potuto fare un'eccezione, dato che neanche lui desiderava quello a cui stava andando incontro.

"Ora… devo andare"

Kagome cadde in ginocchio, piangendo tanto quasi da farsi venire le convulsioni. No, non poteva lasciarlo andare, non dopo quello che si erano detti. Lui aveva detto di amarla, non era giusto che mantenesse una promessa fatta ad una persona che amava e che, evidentemente, non amava più.

Lo seguì di nascosto, decisa ad agire quando più opportuno.


Inuyasha raggiunse Kikyo, che aveva visto tutta la scena. Qualche lacrima stava ancora scendendo da quelle iridi ambrate, ma non se ne curò affatto.

"Allora, Inuyasha… sei pronto per seguirmi?"

"Non prendermi in giro Kikyo. So perfettamente che hai visto tutto quello che è successo, e se vuoi sapere anche quello che ci siamo detti… ecco, io amo Kagome, non te, io mi sono innamorato di lei".

"Quindi non sei felice di poter stare con me ora?"

"Come potrei? Tu mi stai portando via dalla donna che amo, e io non voglio!"

"Ma hai dato la tua parola!"

"Infatti sono qui comunque, anche se il mio unico desiderio sarebbe quello di poter vivere con Kagome, serenamente… perché è lei la donna che amo"

Kikyo fece una smorfia, poi prese in mano una piccola sfera completamente trasparente, guardandola.

"Vedo che allora non sei ancora pronto a seguirmi…"

"No, e non lo sarò mai…"

"In questo caso, si può rimediare…"

Kikyo porse la sfera verso Inuyasha, lui non si mosse, ma dopo che lei ebbe recitato alcune parole in una strana lingua, il corpo del mezzo demone venne avvolto da una luce bianca, che poi lentamente entrò nella sfera, facendola diventare del medesimo colore.

Kagome aveva visto tutto, ma non sapeva che fare, Inuyasha ora era voltato di schiena, pertanto lei non poteva vedere il suo volto.

"Arrivederci Inuyasha, tornerò a prenderti quando sarà il momento"

Kikyo si allontanò, portando con se la piccola sfera divenuta bianca e lucente.
Kagome si avvicinò subito ad Inuyasha, fece per abbracciarlo, ma lui si voltò di scatto ringhiando, mostrando così occhi rossi, canini molto più lunghi, e due strisce viola sulle guance.
Aveva assunto il suo aspetto demoniaco.

"Inuyasha… che ti succede… perché sei così…?"

Il mezzo demone non rispose, ma si avventò contro la ragazza quasi ferendola con i suoi lunghi artigli. Quasi, ma non lo fece. Stava per ferirla quando si fermò. La guardò negli occhi, lei non mostrava paura, aveva uno sguardo dolce… Inuyasha scappò via.

Kagome corse dagli amici per spiegare l'accaduto, e spiegò tutto nei minimi dettagli, anche se dal principio avrebbe voluto tralasciare la parte in cui loro due si erano dichiarati. Miyoga ebbe subito una risposta pronta:

"Kikyo ha cercato di imprigionare il cuore umano di Inuyasha in quella piccola sfera, in modo che non potesse più amare Kagome… ma evidentemente qualcosa è andato storto, perché Inuyasha, se fosse veramente senza sentimenti, avrebbe sicuramente ucciso Kagome, invece non l'ha fatto… probabilmente una piccola parte del suo cuore umano è rimasta all'interno del suo corpo, e credo che sia accaduto perché i sentimenti del signorino sono talmente intensi e grandi che la sfera non è riuscita a contenerli del tutto".

"Si, ma… come facciamo per farlo tornare come prima?" chiese Miroku.

"Ecco, vedete… un modo ci sarebbe, ma non so quanto possa essere fattibile…"

"Avanti Miyoga, dimmi come posso fare, io farei qualsiasi cosa pur di farlo stare bene" disse Kagome, con una notevole preoccupazione nella voce e nell'animo.

"Dunque… il lato umano del signorino, è stato imprigionato in una sfera di Kikyo, che è morta. Quella sfera proviene dall'aldilà, quindi la parte umana di Inuyasha è come se fosse morta, e bisogna riportarla in vita… ma c'è un solo modo per restituire al signorino il suo cuore… ed è…"

"Avanti, dannata pulce, parla!" Kagome aveva preso il modo di fare di Inuyasha, in certi momenti…

"Bisogna colpire Inuyasha con Tenseiga. Così si potrebbe riportare in vita anche la sua parte umana. Ma non solo: bisogna colpire la sfera con Tessaiga per distruggere la barriera che la protegge, poi distruggere la sfera stessa con Tenseiga, riportando così in vita ciò che contiene."

"Ma come facciamo a rubare la spada a Sesshomaru?" chiese Shippo

"No Shippo, non dobbiamo rubargliela, solo lui sarebbe in grado di riportare in vita l'altra metà del signorino Inuyasha"

"Quindi noi… dovremmo cercare di convincere Sesshomaru…?" chiese Sango, molto scettica

"Esatto…" rispose la pulce.

"Lo farò io" disse Kagome.

"Noi veniamo con te" la rassicurò Sango.

"Sango, ragazzi… io vi ringrazio davvero, ma credo che più saremo, più rischieremo. Sesshomaru sembra essere infastidito dagli umani, tranne Rin… e più umani saremo a circondarlo, più si irriterà…" concluse Kagome.

"Ma come farai da sola?" chiese Miroku

"Non preoccupatevi, vi ringrazio di cuore… ma ce la farò. Devo farcela. Inuyasha ha rischiato continuamente la vita per salvarmi, e ora ho la possibilità di rendergli il favore. Devo farcela, e ce la farò"

Detto ciò, si avviò immediatamente alla ricerca di Sesshomaru, accompagnata solamente da Kirara, che l'avrebbe aiutata molto, grazie al suo fiuto.

Com'è? Vi prego commentate, vi supplico! L'ho appena finita di scrivere, sono le 2.47 del mattino ma dovevo assolutamente postarla (se no la mettevo tra 24 ore). Fatemi sapere... Ah, ringrazio tutti coloro che continuano a leggere e commentare "Amori sul Ghiaccio", "Rassegnati, il tuo tempo è finito", e "Long live rock 'n roll", GRAZIE!!! Siete meravigliosi

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Capitolo 2
*** Inizia la ricerca... ***


Ciao!! Sono davvero felice di essere tornata, con una nuova fanfic, tra voi... Un mega grazie a:

rubin89

Yoro-Chan

Elychan

Anastasia9

miele

mewrobby

giodan

iride

CAM 91

Lila-chan

Kagome 13

CHIHIRO

per aver commentato! Cavoli, non mi aspettavo di ricevere così tanti commenti, e tutti positivi! Grazie!!

x Elychan (e tutti gli interessati): io faccio solo riferimento al manga, e posso dirti che non ricordo bene in quale numero (intorno al 25-27 mi sembra) Inuyasha parla con Kikyo e, anche se in modo non esplicito, lascia intendere che la seguirà dandole così la pace eterna, xkè Kikyo va avanti solo spinta dall'odio e dal risentimento che aveva provato 50 anni prima, quando Naraku li ha ingannati.
Io quella parte dell'anime non l'ho vista, purtroppo, e non posso dirti altro, ma se qualcuno ha visto anche l'anime, e lascia intendere qualcosa di più preciso o di diverso ditelo!

Capitolo 2 - Inizia la ricerca...

La ricerca era molto dura, Kagome non aveva assolutamente idea di dove potesse trovarsi Sesshomaru… e Kirara poteva solo seguire l'odore del demone, molto simile a quello di Inuyasha. Ma proprio per questo lei stessa temeva di portare Kagome davanti ad Inuyasha, ed era l'ultima cosa che desiderava. Kagome cercava di farsi forza, ma dentro di sé soffriva tantissimo, una sofferenza che non si sarebbe potuta spegnere nemmeno con il passare del tempo.

Lei era convinta che, se Inuyasha fosse andato via con Kikyo, dicendole che lui era ancora innamorato della miko, avrebbe sofferto moltissimo, ma prima o poi se ne sarebbe fatta una ragione, ed avrebbe guardato avanti. Ma in quella situazione, con Inuyasha che finalmente le aveva detto di amarla, la cosa che l'avrebbe resa più felice, non poteva darsi pace, lei doveva riportarlo lì, doveva stare con lui. Per questo era più determinata che mai, e sapeva che sarebbe riuscita a convincere Sesshomaru. Certo, sarebbe stata dura, ma ce l'avrebbe fatta.

Viaggiavano ormai da un intero giorno, e di Sesshomaru nemmeno l'ombra. Decisero quindi di fermarsi per mangiare qualcosa e per riposarsi un po'.

Kagome si sentiva molto agitata, con lei c'era Kirara, ma non era abituata a dormire all'aperto senza la protezione di Inuyasha. Lui era sempre accanto a lei, pronto a proteggerla da qualsiasi pericolo. Le sembrava quasi di vederlo… così bello, dolce e premuroso, e anche così scorbutico, irascibile… si, anche l'Inuyasha arrogante le piaceva, aveva imparato ad amarlo, e il suo comportamento non faceva che divertirla. La divertiva perché sapeva che il vero Inuyasha era quello dolce, gentile e premuroso, ma queste qualità le voleva nascondere risultando l'opposto di quello che era realmente.

All'inizio detestava quel comportamento ambiguo, un attimo era gentile e l'attimo dopo era arrogante, e lei non capiva davvero come fosse realmente. Ma poco dopo si accorse di come Inuyasha fosse davvero.

Pensare a lui non potè che intristirla, al punto di sfogarsi con silenziose lacrime, che però emanavano un odore ben noto a qualcuno…


Inuyasha vagava senza meta per i boschi, non sapeva dove stesse andando, non aveva idea di cosa fare. Solamente, chiunque potesse, anche involontariamente, intralciare il suo cammino, veniva ucciso.

Dentro di sé provava una gran rabbia. Sapeva che doveva andare da qualcuno, sentiva che aveva una persona da proteggere… ma la confusione che aveva nella mente non gli permetteva di ricordare altro.

Poi, ad un tratto, un profumo molto noto. Era un profumo simile a quello della donna che ormai odiava più di ogni altra cosa, ma quello apparteneva a qualcuno che per lui era molto importante. Non ricordava nient'altro, ma questo non poteva scordarlo. Insieme a quel profumo, giunse fino a lui anche un aspro odore. Anche questo lo conosceva bene, non ricordava a cosa corrispondesse, ma sapeva che quell'odore lo sentiva solo quando quella persona a lui tanto cara stava soffrendo.

Decise quindi di andare a vedere.

"Non riesco a ricordare di più… tutto quel che so è che devo uccidere Kikyo, ricordo anche il suo viso… e poi so che questo profumo appartiene alla persona più cara che ho, ma non ricordo il suo nome, e il suo viso non l'ho ben chiaro in testa, la sua immagine si confonde con quella di Kikyo… un solo particolare ricordo bene: porta uno stranissimo kimono bianco e verde che lascia le gambe ampiamente scoperte…"

Inuyasha cercava di riordinare i suoi pensieri, ma non riusciva a distinguere bene l'immagine di Kagome. Sapeva solo che quella era una persona importante per lui, era una persona che non doveva soffrire, e lui doveva proteggerla.

Ma aveva anche molta paura, perché ora il suo cuore umano gli era stato portato via, ed agiva solo ad istinto. In alcuni momenti era tranquillo e ragionava, ma se i suoi istinti fossero stati un minimo stimolati, avrebbe agito come una belva. Temeva di poter fare del male a quella persona che sapeva che era così importante per lui.

Ma la voglia di vedere in faccia quella ragazza era troppa, così andò silenziosamente nella sua direzione.


Kagome si era ormai addormentata, anche se il suo cuore sanguinava da quanto stava soffrendo. Non era mai stata innamorata prima, e quella era un'esperienza tanto bella ed emozionante, quanto tragica.

Kirara sentì dei passi avvicinarsi, si alzò subito, ma poi capì di chi si trattava e decise di far finta di dormire, e vigilare. Non si poteva prevedere il comportamento di Inuyasha, ma non avrebbe mai voluto doverlo allontanare da Kagome.


Inuyasha era dietro un cespuglio, e vide una ragazza che assomigliava molto a Kikyo, ma era anche estremamente più bella e dall'aspetto più dolce.

"Ka… Kagome…" immediatamente ricordò anche il nome di quella ragazza. Ancora però non gli era ben chiaro perché lei fosse così importante per lui. Sentiva di volerle molto bene, ma non capiva la natura di quei sentimenti.

Accanto a lei c'era un demone che lui sapeva di conoscere, anche se non ricordava bene perché.
Kagome stava tremando, aveva freddo. Il fuoco si era ormai spento.

"Devo coprirla, devo proteggerla" si disse Inuyasha.

Si avvicinò lentamente a lei, togliendosi la parte superiore del suo vestito, e posandola delicatamente sull'esile corpo della ragazza.

"Amore… mio…" istintivamente Inuyasha sussurrò queste due parole, che gli resero tutto più chiaro.

"Ho capito! Ora ricordo! Io ho detto a Kagome di essermi innamorato di lei, dopo di che sono dovuto andare da Kikyo, che infuriata perché io non amo più lei ma amo Kagome, ha cercato di uccidere il mio cuore umano imprigionandolo in una sfera proveniente dall'aldilà… ma evidentemente non è riuscita completamente nel suo intento…" concluse Inuyasha. Istante dopo istante aveva ricordato tutti i fatti.

"Il mio problema però rimane… la mia parte demoniaca può prendere il sopravvento da un momento all'altro, è meglio che me ne vada, per non rischiare di farle del male…"

Così Inuyasha, a malincuore, si allontanò da Kagome. Non poteva rischiare di trasformarsi in demone vicino a lei, avrebbe potuto ucciderla.


Kagome si risvegliò lentamente, avvolta da una stupenda sensazione di calore, un po' come quando Inuyasha la abbracciava forte…

Attorno a lei la fauna della zona era già sveglia: molti uccellini cinguettavano, e alcune farfalle in volo quasi la sfioravano.

Lentamente Kagome si alzò, guardandosi intorno. Nulla, tranne la natura, Kirara e la foresta. Poi la sua attenzione venne catturata dalle sue coperte: tra le altre, la parte superiore della veste di Inuyasha. La strinse a sé, e scoppiò in sonori singhiozzi, richiamando il nome dell'amato mezzo demone tra una lacrima e l'altra.

Non riusciva a spiegarsi quel gesto. Se era passato di lì, e aveva voluto proteggerla dal freddo, allora era cosciente… perché non l'aveva svegliata? Perché non si era fermato lì con lei?


Ma Inuyasha era poco distante che guardava tutta la scena. Avrebbe voluto farsi vedere da lei, abbracciarla forte, baciarla con tutta la passione che provava. Ma non doveva farlo. Se lui l'avesse seguita, come era sua intenzione, senza farsi vedere, quando il suo sangue demoniaco avrebbe preso il sopravvento lui sarebbe scappato, senza dare a Kagome un motivo in più per soffrire. L'avrebbe protetta senza farsi vedere, era quasi sicuro che anche quando si fosse trasformato in demone non le avrebbe torto un capello, ma era meglio non rischiare.


Al villaggio Miroku e Sango spiegarono l'accaduto a Kaede, che a differenza dei due ragazzi capì immediatamente le intenzioni della sorella.

"Mia sorella Kikyo ha agito così perché, imprigionando il cuore di Inuyasha in quella sfera, e portandola sempre con sé, i sentimenti di lui sono più vicini a lei che non a Kagome, così spera di farlo tornare da lei… ma da quello che mi state dicendo, una parte del cuore di Inuyasha è rimasto dentro di lui, e dev'essere proprio quella parte che si è innamorata di Kagome, e che le è rimasta legata…"

"Quindi cosa potremmo fare?" chiese subito Miroku.

"Noi… non possiamo fare niente. Gli unici che possono fare qualcosa, come ha detto Miyoga, sono Kagome, con il suo amore per Inuyasha, e Sesshomaru, che è il solo in grado di riportare in vita, e quindi di riportarlo nel suo corpo, il cuore di Inuyasha"

"Insomma state dicendo che i sentimenti che Inuyasha provava per Kagome li prova ancora, ma che tuttavia ora è un demone senza cuore…?" chiese Sango, che non era sicura di aver capito.

"Esatto, Inuyasha è stato privato del suo cuore, pertanto ora è una bestia senza alcun sentimento. Ma l'amore che prova per Kagome è talmente grande che la sfera di mia sorella non è riuscita a contenerlo, dovendo lasciare tali sentimenti nel suo corpo" rispose Kaede, come se il concetto fosse il più semplice del mondo.

"Ma… adesso Kagome è andata in cerca di Sesshomaru per convincerlo ad aiutare Inuyasha… io credo sia una cosa troppo pericolosa, Sesshomaru è freddo e glaciale, e non accetterà mai di aiutarla… in più si tratta di suo fratello, e sappiamo quanto astio ci sia tra i due…" disse dubbioso Miroku.

"Non preoccuparti, Kagome è una ragazza molto in gamba, vedrai che in qualche modo riuscirà a farsi aiutare. E poi… pensate a tutte le volte che Inuyasha e Sesshomaru avevano la possibilità di uccidersi, nessuno dei due ha mai sferrato un vero e proprio attacco mortale verso l'altro, anche se ne avevano la possibilità. Addirittura, un paio di volte si sono trovati a combattere fianco a fianco contro qualche antico nemico del padre, che voleva uccidere entrambi. Ovviamente non ammetterebbero mai di aver collaborato, ma in realtà è così. L'unico problema è che, mia sorella ha agito così pensando che il cuore di Inuyasha potesse tornare ad appartenerle, ma non essendo così… temo che lentamente il sangue demoniaco lo logorerà fino ad ucciderlo…" concluse Kaede.

Sango e Miroku uscirono dalla capanna, continuando a discutere…

"Secondo te Sesshomaru potrà mai salvare la vita al fratello?" chiese Sango, scettica.

"Non lo so, ma penso tuttavia che la divina Kaede abbia ragione: pensa a tutte le volte che Sesshomaru avrebbe potuto uccidere Inuyasha, e viceversa… nessuno dei due ha mai sferrato un vero attacco mortale, anche se era nelle loro possibilità. Io penso che in fondo siano comunque legati, anche se non si sopportano, in fondo… si vogliono bene" disse Miroku.

Sango scoppiò a ridere, Miroku la guardò con aria interrogativa.

"Scusa Miroku, ma dire che Inuyasha e Sesshomaru si vogliono bene mi sembra così assurdo…!"

"Credi quello che vuoi, ma pensa bene anche a quando hanno dovuto combattere contro Songa, la spada del padre… alla fine, Sesshomaru ha accettato di collaborare con il fratello…"

"Questo è vero…"


Kagome e Kirara passeggiavano per il bosco, Kirara sapeva che Inuyasha le stava seguendo, ma ovviamente Kagome no…

Ad un tratto Kirara si fermò, annusando meglio l'aria che le circondava. Era impregnata di un odore molto simile a quello di Inuyasha, ma più aspro… si diresse di corsa nella direzione dalla quale proveniva.

Kagome capì che Kirara aveva trovato una traccia.

Inuyasha vide tutta la scena, e avvertì un senso di fastidio al sentire quell'odore, che sapeva bene a chi appartenesse. Ma vedendo che Kagome si stava dirigendo proprio nella direzione in cui si presumeva si trovasse Sesshomaru, andò a vedere cosa voleva fare la ragazza.

Kirara e Kagome si fermarono, davanti a loro c'era una bambina piena di piccole ferite su volto, braccia e gambe. Kagome la riconobbe subito, era Rin.

"Ciao Rin… cosa ti è successo?" chiese la ragazza, con infinita dolcezza.

"Sono caduta nei rovi mentre cercavo di prendere una farfalla" piagnucolò la bambina.

"E… Sesshomaru lo sa?" chiese Kagome.

"No, il Signor Sesshomaru si arrabbierebbe moltissimo con Jaken se lo venisse a sapere…"

Kagome sorrise. Prese la scatola del pronto soccorso dal suo zaino giallo e si mise a medicare Rin.

"Ahia! Brucia!" protestò la bambina.

"Lo so, brucia un po', ma ti farà guarire in fretta"

Inuyasha osservò da lontano con quanta cura e dolcezza Kagome stava medicando quella bambina. Ma non era il solo a spiare, di nascosto…

Che ne dite? Fatemi sapere, vorrei vedere tanti commenti, belli o brutti che siano... grazie! Bacioni, a presto.

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Capitolo 3
*** L'incontro... ***


Ringrazio tantissimo Elychan (anch'io quella parte del manga non la amo molto, anche se è molto dolce e triste la conclusione di Kagome, che sceglie di stargli ugualmente accanto... è tanto dolce, ma anche triste...),
Maura85,
Chihiro,
Kagome 13,
bea (si, sono tornata dopo tanto tempo, anche se come trama mi piace molto di più questa ff delle mie precedenti, ma quella che sento più mia è e credo rimarrà sempre "Long live"...),
Lila-chan,
Yoro-chan,
mewrobby,
rubin89 (me l'avevi chiesto e mi sono dimenticata di dirlo, scusami... cmq sono 11 capitoli... non è lunghissima. Subito sono rimasta un po' delusa,speravo di fare qualcosa di più lungo, ma poi rileggendo mi sono detta che non conta quanto è lunga, ma com'è... d'altronde, se mi è venuta così, la mia mente ha partorito questo, e nient'altro...),
CAM 91 (grazie x il "complimenti per la fantasia", è una frase che non mi viene detta spesso - non è che ne abbia molta, in generale - e "sentirmelo dire" mi ha fatto proprio piacere!),
Anastasia9.
Grazie, adoro gli utenti e i lettori di EFP! Come introduzione diciamo solo che chi ha immaginato che a spiare Kagome e Rin, oltre a Inuyasha, fosse Sesshomaru, non aveva indovinato...! Era Jaken, che solo dopo mostrerà la scena a Sesshomaru! Leggete...

Capitolo 3

"Signor Sesshomaru, Signor Sesshomaru!" Jaken correva verso il suo padrone.

"Che vuoi, Jaken?"

"Rin… è con quella, quella donna, che sta con Inuyasha!"

"E quindi?"

"Ma… Signor Sesshomaru, Rin era piena di piccole ferite, e quell'umana le sta mettendo degli strani oggetti sopra ai tagli!"

Sesshomaru si spostò leggermente, per poter vedere cosa stese accadendo. Vide Rin con quella ragazza, che sembrava prendersi cura della piccola con molta dolcezza. Stava usando degli strani oggetti, ma che tuttavia Sesshomaru immaginò servissero per medicare le ferite.

Tornò quindi a sedersi dove si era precedentemente accomodato.


"Ecco fatto, vedrai che guarirai in fretta!" disse Kagome.

"Si, grazie Kagome! Aspetta… vieni con me che ti do un regalo per ringraziarti…" disse felice Rin.

"Ma non è il caso, non preoccuparti!" sorrise Kagome.

"No, dai, vieni!" Rin la prese per mano e la condusse dietro a dei cespugli.

Inuyasha le seguì, temeva potessero incontrare Sesshomaru.

Infatti Rin portò Kagome proprio dove si trovava Sesshomaru. Lui aveva visto che Rin, piena di ferite, era stata medicata da Kagome, tuttavia fece finta di niente…

"Rin, cosa ti è successo? E dov'era Jaken, quando è successo tutto questo?" chiese il glaciale e bellissimo demone.

"Signor Sesshomaru, io mi sono allontanata da Jaken per prendere una farfalla, e sono caduta nei rovi…" disse con tono di scuse "…ma Kagome mi ha aiutata e mi ha curata!" concluse con entusiasmo.

Sesshomaru diede una breve occhiata alla ragazza, senza dire nulla. Poi, però, volle togliersi una curiosità…

"Tu non sei quell'umana che sta con mio fratello?" chiese Sesshomaru, pronunciando la parola "fratello" con un tono di disprezzo.

"S-sì, sono io…" balbettò Kagome. Sesshomaru era davvero inquietante: sempre freddo ed altezzoso, non si riusciva mai a capire cosa pensasse. Solo rare volte lo aveva visto con un velo di preoccupazione negli occhi, quando Rin era in serio pericolo.

"E dimmi… dov'è Inuyasha? Solitamente è sempre con te…"

Kagome a quella domanda trattenne a stento le lacrime, Sesshomaru si accorse però che gli occhi della ragazza divennero molto lucidi.

"Ecco… io sono venuta a cercarti proprio per parlarti di lui" disse Kagome, con tono affranto.

"E… cosa può interessare a me di quell'essere immondo?"

A quella frase Kagome fu presa dalla rabbia, avrebbe voluto rispondergli a tono, ma temeva la reazione del demone, e soprattutto, temeva che avrebbe rifiutato sin dall'inizio di aiutarla.

"Ecco… due giorni fa noi abbiamo ucciso Naraku… anzi, LUI ha ucciso Naraku…" cominciò Kagome. Sesshomaru sembrava ascoltarla.

"Dopo la battaglia, Inuyasha sapeva di dover mantenere la promessa fatta a Kikyo…" la voce di Kagome tremava, particolare che non passò inosservato a Sesshomaru.

"Che promessa era?" chiese lui, a quanto pare era un minimo interessato alla vicenda.

"Ecco… lui… in poche parole le aveva promesso di morire con lei, cosicché potessero stare assieme…" il tono di Kagome era sempre più cupo, si sentiva chiaramente che stava per piangere.

Rin le si avvicinò e le prese la mano, dicendole solo: "Non piangere… io sono tua amica, e non voglio vederti piangere"

Kagome guardò la bambina facendole un sorriso, e accarezzandole il volto.

"Grazie Rin…" Sesshomaru non si fece sfuggire nemmeno un particolare di quello che stava accadendo.

"E quindi Inuyasha è morto con lei…" disse Sesshomaru, ironico.

"NO!" urlò Kagome, per poi proseguire con ritrovata forza: "Lui non voleva morire con lei, perché… perché il suo desiderio ora è vivere, vivere una vita normale… ma Kikyo si è infuriata, e ha imprigionato in una sfera dell'aldilà il suo cuore, praticamente l'ha ucciso… e…"

"E io dovrei aiutarti a riportarlo in vita" la precedette Sesshomaru.

Kagome fece un cenno positivo col capo. Il demone scoppiò a ridere, Kagome lo avrebbe volentieri preso a schiaffi. Sembrava di avere davanti l'Inuyasha testardo dei primi tempi, solamente un po' più glaciale e per nulla rozzo.

"Tu mi hai appena detto che finalmente Inuyasha si è liberato di quel ridicolo cuore umano, e vorresti che io ti aiutassi a farlo tornare come prima? Innanzitutto, io non faccio nulla senza trarne vantaggi personali, e poi… non farò tornare Inuyasha l'essere immondo che era"

Kagome si inginocchiò a terra, il suo viso non lo si poteva vedere perché rivolto verso il basso. Sesshomaru sentì l'odore delle lacrime della ragazza, e tornò serio. Vide Rin avvicinarsi a lei e abbracciarla. Il demone sentì una strana sensazione, come se per la prima volta in vita sua qualcosa dentro di lui gli stesse dicendo che aveva sbagliato. Era insopportabile. Poi Kagome riprese parola.

"Tu… tu ti senti tanto superiore a lui, solo perché nelle tue vene scorre solo sangue demoniaco, mentre nelle sue scorre anche sangue umano… ma sappi che voi due siete uguali… vi nascondete dietro all'arroganza e volete farvi vedere superiori… la differenza tra lui e te è che lui ha imparato a fidarsi delle persone, ha imparato a mostrare la sua vera personalità, ed è un ragazzo meraviglioso. Tu invece, probabilmente ti comporti così solo perché ti senti vuoto, incompleto. Non ti azzardare più a criticarlo, perché sappi che lui è milioni di volte migliore di te!" disse Kagome, con un forte tono di rimprovero.

Sesshomaru non potè negare a sé stesso che quelle parole, dette in quel modo, da quella ragazzina, lo turbarono.


Inuyasha aveva osservato fin ora… Kagome aveva rischiato così tanto per aiutare lui… e quel bastardo la aveva presa in giro mentre lei soffriva. Non poteva sopportarlo. Il suo sangue demoniaco ribolliva, fino a fargli perdere la ragione.

Sesshomaru sapeva che lui era lì, ma aveva capito che Kagome era ignara di tutto e che Inuyasha non voleva farsi scoprire, quindi fece finta di niente, d'altra parte non era affar suo quel che succedeva tra quei due.

Il demone si alzò lentamente, andando davanti a Kagome, a pochi centimetri da lei. La ragazza non si era mai accorta di quanto fosse elegante nei movimenti, ed allo stesso tempo, quanto fosse imponente la sua immagine a pochi centimetri da lei.

Sesshomaru la guardava con odio profondo.

"Non ti azzardare mai più a rivolgerti con quel tono a me, e non osare paragonare ME, il potente Sesshomaru, a quell'idiota di fratello mezzo sangue che per errore di mio padre mi ritrovo…" il tono della voce del demone era molto basso, tagliente come la lama affilatissima di una katana.

Kagome aveva paura, ed Inuyasha, che a stento riusciva ancora a stare calmo, se ne accorse. Poi, in una frazione di secondo, Inuyasha capì che Sesshomaru stava per colpire Kagome con i suoi artigli. Perse totalmente la pochissima ragione che gli era rimasta, facendo prevalere il suo sangue demoniaco.

Kagome vide solo un lampo del colore dell'argento scagliarsi contro Sesshomaru, con una forza inaudita. Sesshomaru era disarmato, le sue spade erano a terra, in un angolo, probabilmente Jaken aveva appena finito di pulirle…

Kagome istintivamente si allontanò prendendo con sé Rin. Non poteva credere ai suoi occhi, Inuyasha si era letteralmente avventato addosso a Sesshomaru, mettendolo anche in difficoltà.

Sesshomaru era in netto svantaggio, lo avrebbe capito chiunque. Inuyasha non ragionava, se no a quel punto si sarebbe allontanato dal fratello. Loro non avevano mai voluto realmente uccidersi.

Gli artigli di Inuyasha affondavano pesantemente nel corpo del fratello, fino a fargli perdere l'equilibrio. Sesshomaru era sfinito, Inuyasha era mille volte più forte di prima.

Kagome stava osservando la scena, piangeva per milioni di motivi, ma soprattutto le faceva male vedere Inuyasha, che a modo suo era buono e gentile, scagliarsi contro qualcuno con quella rabbia e quella violenza, e in particolar modo contro suo fratello.

Inuyasha stava per uccidere Sesshomaru… Kagome sgranò gli occhi e urlò più volte al mezzo demone di fermarsi. Ma lui sembrava non sentirla.
Sollevò un braccio per affondare gli artigli nel corpo ferito del fratello, quel colpo sarebbe stato mortale anche per Sesshomaru.

Kagome non poteva accettarlo. Sapeva che il suo Inuyasha non avrebbe mai ucciso davvero suo fratello. Istintivamente la ragazza si mise a correre verso i due demoni, urlando ad Inuyasha di fermarsi. Inuyasha stava per colpire Sesshomaru, quando Kagome si lanciò tra loro.

Gli artigli di Inuyasha affondarono nel corpo di Kagome, ferendola a morte. Kagome lo guardò, e con le sue ultime forze gli disse solo "Tu non sei così violento, io non mi sono innamorata del ragazzo che ho qui davanti a me, e tu lo sai…" poi gli occhi della ragazza si chiusero, per sempre.

Inuyasha rimase fermo, impietrito. Tornò lentamente normale, prese tra le braccia il corpo della ragazza e lo strinse a sé, piangendo sommessamente. Lui l'aveva uccisa.

Sesshomaru per la prima volta non provò ribrezzo alla vista di quella scena, ma provò pena per il fratello, e per quella ragazza, che gli aveva salvato la vita. Non sembrava falsa ed ipocrita, come tutti gli esseri umani. Se no non si sarebbe gettata in mezzo a loro, salvando così Sesshomaru.

"Inuyasha, và via. Per favore. A lei ci penso io, tu sei pericoloso adesso" disse freddamente Sesshomaru.

Inuyasha non potè che dargli ragione, da un momento all'altro poteva di nuovo trasformarsi nella bestia sanguinaria che ora non riusciva a tenere a freno. Appoggiò delicatamente Kagome a terra, prendendo la sua veste, che Kagome aveva dato momentaneamente a Rin e che già aveva usato per coprirla la notte precedente, e mettendogliela sotto la testa, pensando che così sarebbe stata più comoda, come se stesse dormendo. Le diede un bacio a fior di labbra, e andò via, non nascondendo le lacrime, nemmeno davanti a Sesshomaru.

Rin era corsa vicino al corpo della ragazza, piangeva disperata perché aveva appena perso un'amica, l'unica amica che aveva appena trovato.
Sesshomaru poteva essere impassibile a tutto, ma non alle lacrime di Rin. Non sopportava di vederla piangere.

Sentiva Tenseiga pulsare, al suo fianco. Per alcuni attimi non le badò, ma poi, riflettendo, quella ragazza era morta per salvare lui, anche se molto probabilmente l'aveva fatto per non lasciare ad Inuyasha il peso di aver ammazzato suo fratello.

Estrasse quindi la Tenseiga dal fodero, riportando così in vita Kagome. La ferita che le aveva trapassato il torace si richiuse, in un istante, quasi del tutto. Sanguinava ancora un po', sarebbe stata necessaria una lieve medicazione. Quando Kagome aprì gli occhi trovò Rin ad abbracciarla, e Sesshomaru poco distante da lei, con la Tenseiga ancora in mano. Lo guardò, e con un sorriso gli disse solo:

"Grazie Sesshomaru, mi hai salvata". Il suo tono era calmo, anche se era profondamente ferita nell'animo.

"Tu hai salvato me, siamo pari. Ma non ti credere che io abbia bisogno di un'umana per aver salva la vita" disse freddo lui. In realtà era molto in imbarazzo.

Non voleva ammettere nemmeno a sé stesso che le doveva la vita, ma sapeva, dentro di sé, che era così.

Kagome era irritata dal comportamento di Sesshomaru, ma allo stesso tempo capiva tutto quello che non avrebbe mai ammesso. In fondo non era tanto diverso da Inuyasha.
La ragazza cercò di tirarsi su, mettendosi seduta, ma una forte fitta al petto glielo impedì, facendola ricadere a terra, svenuta.

Rin insistette con Sesshomaru affinché la portasse in un luogo sicuro, per curarla e farla riposare.

"No, Rin. Si sveglierà e tornerà da dove è venuta"

"Ma Signor Sesshomaru, qui, da sola, sarebbe in pericolo!"

"C'è anche quel demone gatto con lei"

"Ma… possibile che non capiate? Lei è mia amica, io non posso abbandonarla, soprattutto dopo che mi ha aiutata a medicare le ferite!" pronunciando questa frase, Rin scoppiò in lacrime.

Sesshomaru non riusciva davvero a vedere quella bambina in lacrime, era più forte di lui.

Senza dire niente, il demone prese in braccio la ragazza e la portò in una caverna lì vicino, seguito da Rin e Jaken. Kagome era talmente leggera che Sesshomaru non faceva alcuna fatica a tenerla con un braccio solo.

Jaken, sotto ordine di Sesshomaru, a sua volta convinto da Rin, preparò un giaciglio per Kagome, utilizzando quello strano futon che portava nello zaino (il sacco a pelo) e coprendola con la giacca della veste di Inuyasha. Non sapeva perché, ma Sesshomaru si sentiva in dovere di curarla, anche se non se ne era ancora totalmente reso conto. Forse a causa di Rin… a lei piaceva tanto quella ragazza, e non poteva negare che Kagome si era dimostrata con Rin molto dolce e gentile, l'aveva persino curata.

Jaken preparò un infuso di erbe medicinali, dopodichè fece un impacco a Kagome, che ancora non si era svegliata.

Rin corse fuori dalla caverna a giocare, e Sesshomaru ordinò a Jaken di seguirla. Non poteva certo stare sola là fuori! Quindi, suo malgrado, avrebbe dovuto continuare lui a curare Kagome.

Quando lentamente aprì gli occhi, Kagome si trovò mezza nuda: Sesshomaru l'aveva infatti privata della maglia della sua divisa e del reggiseno, per poterla medicare. Il demone non aveva avuto alcuna malizia nel farlo, ma Kagome non era dello stesso parere. Ai suoi occhi Sesshomaru l'aveva spogliata e ora le stava massaggiando il petto con un panno imbevuto di qualche sostanza…

"AAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Brutto pervertito!!!!!" -CIAF!- Kagome, dopo aver urlato, aveva dato uno schiaffo a Sesshomaru.

Jaken da fuori vide tutto, e si immaginò già il suo padrone, su tutte le furie, che uccideva quella ragazzina tanto insolente… ma invece, con grande stupore da parte del servitore, reagì con freddezza.

"Ti stavo solo medicando, ma visto che non ti fidi, fallo da sola" e le lanciò in faccia il panno imbevuto di erbe medicinali, allontanandosi.

Kagome in quel momento capì che il demone non aveva nessun secondo fine, quindi si coprì con la veste di Inuyasha e andò da lui.

"Sesshomaru… ti prego di perdonarmi, io… mettiti nei miei panni… io mi sono trovata mezza nuda con un uomo che mi massaggiava il petto… e subito non ho capito che mi stavi semplicemente medicando… scusami". Il tono della ragazza era davvero dispiaciuto.

"In effetti la situazione poteva sembrarle un po' equivoca, non ha tutti i torti…" pensò Sesshomaru, che però ripose solo "Come potevi pensare che io volessi fare quelle cose con una come te? E per di più con un'umana?"

Ecco, era proprio una risposta degna di Inuyasha. Kagome troppe volte si era infuriata per risposte del genere, date dal fratello di colui che ora si trovava davanti a lei. Scoppiò a ridere.
Sesshomaru la guardò stranito, pensava che fosse pazza, l'aveva appena offesa… poi Kagome lo precedette, spiegandogli in poche parole perché stava ridendo.

"Questa è proprio una risposta che mi avrebbe dato Inuyasha, voi vi sentite così diversi, ma in fondo, siete così simili!!!" e continuò a ridere.

Sesshomaru si sentì profondamente offeso, lui non assomigliava per nulla a quella nullità di fratello che si ritrovava. Ma non capiva perché nel giro di pochi minuti, pur avendo preso uno schiaffo e subito un tale insulto, non riusciva a reagire. Non sarebbe mai riuscito a far del male a quella ragazza, anche se se lo sarebbe meritato. E poi… Rin non gliel'avrebbe mai perdonato.

Che mi dite di questo? Spero di ricevere tanti commenti... belli o brutti che siano! Arrivederci al prossimo cap!
Ah... chi va a Lucca, si diverta anche per me!

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Capitolo 4
*** Le parole del padre ***


Ringrazio di cuore Yoro-chan, mewrobby, Elychan, Ayako, Lila-chan, rubin89, CAM 91, Anastasia9, Lorimhar, federica, CHIHIRO, Kagome 13, lili99, kiba91, killer Cucci e Natsu Yuki per i fantastici commenti...

x lili99 e x tutti coloro che pensano che io sia un ragazzo... sono una ragazza, giuro! Mi chiamo SABRINA... lo scrivo perchè in passato già qualcun altro pensava che fossi un maschio, per il nick (xò secondo me darkrose non è molto maschile, al massimo machile nel senso di Solce e Gabbana... :-P!).

Capitolo 4 - Le parole del padre

Kagome sapeva di aver ferito profondamente Sesshomaru nell'orgoglio, prima con lo schiaffo, e successivamente con il paragone fatto con il fratello. Era vero, lui era dannatamente simile ad Inuyasha, ma ne era profondamente infastidito. Volle quindi sdebitarsi preparando da mangiare per tutti.

"Ti aiuto io Kagome, tu non stai ancora bene!" disse Rin, raggiante per avere la possibilità si preparare da mangiare con lei.

"Ti ringrazio Rin, ma tu stai tranquilla, sono io l'ospite indesiderato, e devo cercare almeno di sdebitarmi un minimo…"

Rin tornò quindi a giocare, non cogliendo totalmente il significato di quelle parole, che però non passarono inosservate a Sesshomaru. Lui avrebbe quasi voluto chiederle perché si era definita un "ospite indesiderato", del resto era stato lui a portarla lì, non sapeva bene il perché si era lasciato convincere, certo è che avrebbe fatto di tutto per rendere felice Rin, e non se ne spiegava ancora il motivo.

"Jaken, Rin, Sesshomaru, è pronto!" urlò Kagome.

I due demoni e la bambina si avvicinarono e iniziarono a mangiare di gusto. Rin fece mille complimenti a Kagome, i due demoni invece restarono in silenzio, ma lasciarono intendere di aver gradito il pranzo, considerando la velocità con la quale mangiarono tutto.

Sesshomaru aveva finito per primo, e restò per un attimo a guardare gli altri che ancora mangiavano. Kagome notò l'espressione con la quale il demone guardava gli altri, e capì che avrebbe mangiato volentieri ancora qualcosa, ma sapeva anche che non l'avrebbe mai detto, sarebbe stato un po' come ammettere che quel cibo, preparato da un'insulsa umana, era squisito.

Kagome allora divise a metà la sua razione, tanto era molto abbondante, porgendone metà a Sesshomaru.

"Tieni, mangia anche questa" disse lei, sorridendo.

Il suo orgoglio gli impediva di accettare il dono di un'umana, quindi rifiutò. Kagome capì perfettamente il motivo per cui aveva rifiutato, allora lasciò la mezza porzione lì davanti a lui, sapendo che prima o poi l'avrebbe mangiata. Inuyasha, i primi tempi, aveva fatto proprio così.

Sesshomaru sentiva il profumo di quel cibo che si trovava proprio sotto il suo naso, e dopo un po' non resistette più, continuando a mangiare. Kagome dentro di sé sorrise.

"Sesshomaru, sei così simile a tuo fratello… cocciuto uguale, testardo, arrogante, ma in fondo anche tu sei buono, proprio come Inuyasha. Già, Inuyasha… chissà cosa starà facendo… dove sarà… e poi… Sesshomaru, portandomi qui con loro, ha deciso di aiutarmi, o no? Io non l'ho mica capito… ma spero tanto di sì… non posso stare senza Inuyasha, non ce la faccio…"

Kagome, pensando ad Inuyasha, si intristì parecchio, e tutti se ne accorsero. Ma Jaken e Sesshomaru ebbero il tatto, seppur dato dal menefreghismo, di non dirle niente, Rin invece, che era solo una bambina, le si precipitò accanto.

"Che hai Kagome? Perché sei triste?" le chiese la bambina, ingenuamente.

"Vedi Rin… io voglio molto bene a Inuyasha, e lui in questo momento ha un serio problema, e io voglio fare di tutto per aiutarlo…" rispose Kagome, sperando che la bambina non le facesse altre domande.

"Gli vuoi bene come io voglio bene al Signor Sesshomaru?" chiese Rin.

Kagome sorrise, e guardò per un attimo Sesshomaru, che dapprima teneva lo sguardo fisso su Rin, e non appena la bambina pronunciò quelle parole si voltò dalla parte opposta, fingendo di non sentire. Nei suoi occhi, però, brillava una strana luce. Era strano dirlo, ma quel demone doveva voler molto bene a quella bambina, nonostante fosse un'umana…

"Beh, si… più o meno…" rispose Kagome, rossa come un peperone.

Rin notò il rossore sul viso dell'amica, quindi le chiese:

"Ma a te piace Inuyasha vero?"

"…" Kagome era sempre più rossa.

"Si a te piace, e anche tu piaci a lui, perché lui prima ti ha baciata, prima di andare via!"

Rin aveva un tono di voce molto allegro, ma queste parole ferirono molto Kagome, che si alzò, scusandosi, e scappò fuori dalla caverna. Voleva stare sola, e non voleva farsi vedere piangere, di nuovo. Ma non poteva evitarlo: Rin le aveva ricordato quello che era successo poco prima. Inuyasha, così inferocito, sembrava una belva… e, anche se erroneamente, l'aveva uccisa.

Poi, a quanto detto da Rin, lui doveva essersi accorto di quello che aveva fatto, e l'aveva baciata, prima di allontanarsi. Tutto questo non poteva non intristirla, o, meglio, far cadere quella maschera che cercava di usare per non mostrare tutta la sofferenza che stava provando.

Si sedette su una roccia, poco lontano dalla caverna, immersa nelle lacrime e nei pensieri. E si mise a pensare a voce alta.

"Inuyasha, perché, perché hai fatto quella promessa? Sei uno stupido, stupido, e stupido! Puoi amare una persona quanto vuoi, puoi dare tutto te stesso per lei, ma nessuno merita addirittura la vita!"

"Rifletti, Kagome, tu non daresti forse la vita per lui?" una voce le chiese, da dietro. Sapeva perfettamente chi era.

"Sesshomaru… perché mi dici questo?"

"Perché anche se non capisco nulla di voi umani, avendo sempre vicina Rin ho capito qualcosa dei vostri assurdi sentimenti" pronunciò lui, con sarcasmo.

"Se sei venuto qui ad infierire, ti prego di andartene. Perché mi hai seguita?"

"Se disturbo me ne vado"

"No, non volevo dire questo… scusami… è solo che… è strano"

"Cosa è strano?"

"Il tuo comportamento… io non ti conoscevo per niente prima, e in queste poche ore ho avuto modo di vedere che il tuo animo è molto più nobile di quello che pensavo"

"Perché mi dici questo?"

"Non c'è un motivo… semplicemente, io non avrei mai immaginato che il glaciale Sesshomaru avrebbe potuto medicarmi, e poi il tuo comportamento con Rin… si vede che le vuoi bene"

"Che assurdità, io non provo sentimenti!"

"Sai anche tu che non è vero"

"Come puoi pensarlo, non mi conosci nemmeno"

Kagome capì che Sesshomaru voleva a tutti i costi negare l'evidenza, l'avrebbe fatto in eterno, si disse. Quindi approfittò di quel momento, in cui erano soli, per chiedergli quello che da qualche tempo la tormentava…

"Senti… io… volevo chiederti se accetti di aiutarmi…"

"No, io non ne traggo nessun vantaggio"

"E non pensi alla possibilità di poter aiutare tuo fratello?"

"Un motivo in più per non farlo"

"Non prendermi in giro. Tutte le volte che tu avevi la possibilità di uccidere Inuyasha, non l'hai mai fatto, e lui ha fatto la stessa cosa con te. Fondamentalmente c'è un qualcosa che vi lega, ma non volete ammetterlo nemmeno a voi stessi".

Poi il silenzio cadde su di loro, Sesshomaru osservò Kagome versare lacrime silenziose. Perché gli dava tanto fastidio vederla in lacrime? Lei era solo un'inutile umana, per di più la ragazza del suo odiato fratellastro… ma era un po' come con Rin. Lui non sopportava le lacrime di Rin, e la cura e le attenzioni che quella ragazza prestava a Rin, avevano il potere di renderla un po' meno insignificante, ai suoi occhi.

Mentre faceva queste riflessioni, una voce nella sua testa lo richiamò.

-Sesshomaru… aiuta Kagome, aiuta Inuyasha…-

-Chi sei?-

-Dovresti saperlo, figlio mio-

-Padre?-

-Esatto. Sesshomaru, aiuta questi due ragazzi. Immaginavo che tu avresti sempre disprezzato Inuyasha, ma Kagome ha ragione, in fondo tu hai sempre provato un minimo di affetto per lui, ed era ciò che ti impediva di ucciderlo. E per lui vale la stessa cosa-

-Che assurdità, sapete anche voi che io lo detesto e basta. E comunque, perché dovrei aiutarli? Io non ci guadagno niente…-

-Non mentire a te stesso, Sesshomaru… e poi, solo quando le cose si saranno sistemate, capirai di averci guadagnato. Fidati di tuo padre, ed aiutalo. Tu sei il solo che può farlo-

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Capitolo 5
*** La risposta di Sesshomaru ***


Sono tornata! Scusate per il ritardo ma tra il lavoro e il mio hobby di web designer il tempo è davvero poco, e nonostante questa fanfic, come tutte quelle che pubblico e pubblicherò, sia già finita e quindi scritta dal primo all'ultimo capitolo, devo rileggerla attentamente e talvolta correggerla capitolo per capitolo... Comunque eccomi qua, questo è l'importante. E sono tornata con un capitolo leggermente più lungo dei precedenti...

Ringrazio di cuore Elychan, Chihiro, Natsu Yuki, Yoro-chan, mewrobby, Shirin, Lorimhar, nihal, rubin89, federica, Mistral, miele e kagome4sango per i bellissimi e come sempre molto graditi commenti.

@ nihal: il padre di Sesshomaru compare nella mente del figlio, praticamente Sesshomaru sente nella sua mente il padre che gli parla... ok, può sembrare psicopatico, ma come facevo a creare un dialogo tra loro senza che Kagome sentisse nè vedesse nulla, se mi serviva allo stesso tempo che quel "dialogo" tra padre e figlio avvenisse accanto a Kagome? ^__^


Capitolo 5 - La risposta di Sesshomaru

Sesshomaru si accorse che la voce del padre, nella sua mente, era svanita. Ora aveva lo sguardo perso nel vuoto, e rifletteva su quelle parole. Doveva aver fiducia nel padre, che gli diceva di aiutare il fratello e quella ragazza, o dar retta solo a sé stesso e al suo egoismo?

"Non voglio fare qualcosa per gli altri, specialmente se non ne traggo vantaggio. Però lui ha detto… "e poi, solo quando le cose si saranno sistemate, capirai di averci guadagnato.", ma cosa voleva intendere?" pensava il demone.

Kagome aveva notato che Sesshomaru era assorto nei suoi pensieri, tuttavia scelse di fare finta di niente. Ovvero, non guardarlo, e non chiedergli niente. Non considerarlo, insomma… E nel frattempo pensava ad Inuyasha. Pensava a lui, e soffriva, soffriva terribilmente. A tutto quel che già la preoccupava si aggiungeva una nuova preoccupazione: in quei momenti di riflessione, aveva ricordato i momenti in cui Inuyasha aveva ucciso degli umani, quando era in preda al suo sangue demoniaco, in seguito all'abbandono di Tessaiga.

Il mezzo demone, dopo essersi reso conto di essere stato lui a combinare quella strage, era tremendamente mortificato, lui non voleva essere così, aveva chiaramente detto che non voleva essere una bestia senza ragione.

Chissà se ora si rendeva conto di quello che stava combinando? Probabilmente sì, ma allo stesso tempo non riusciva a fermarsi…

I suoi pensieri vennero interrotti da Sesshomaru, che prese parola.

"Senti… io… ho visto come è ridotto Inuyasha, e mi sbagliavo" disse Sesshomaru a Kagome.

"In che senso?" chiese lei con un filo di voce, rotta dalle lacrime, voltandosi per guardarlo in viso.

"Beh, pensavo che si fosse finalmente liberato di quel suo cuore, ma…"

"…ma?"

"Ma non è quello che speravo di vedere. Io speravo che fosse diventato un po' più come tutti i demoni che si rispettino, freddo e razionale, invece è semplicemente una bestia che agisce per istinto, senza sapere quello che fa"

"Lo so… ma dove vuoi arrivare?"

"Io… credo che sia un bene farlo tornare com'era. E poi ho visto, quando è tornato quello di sempre, il dolore nei suoi occhi, al vederti priva di vita, e con quanta dolcezza ti ha baciata prima di andare via"

"Mi stupisci sempre di più. Credevo che tu considerassi sciocchezze tutte queste cose!"

"Infatti, lo sono. Ma sono sciocchezze che Rin considera importanti, e a quanto pare lo sono, per voi umani".

Kagome avrebbe voluto saltargli al collo, abbracciarlo e ringraziarlo per ore, ma naturalmente non lo fece, lui non era Inuyasha, che arrossiva e faceva finta di essere infastidito… lui probabilmente, sarebbe stato davvero infastidito. E poi non aveva tutta quella confidenza… anzi, a dirla tutta, quel demone la metteva davvero in imbarazzo, era in soggezione, quando era accanto a lui.

Kagome gli fece solo un sorriso. Non riusciva ad essere totalmente sé stessa con lui, e non ne capiva il motivo. Forse perché, tralasciando la sua età demoniaca, appariva comunque come un ragazzo che aveva una decina d'anni più di lei, o forse perché il suo modo di fare, così freddo e allo stesso tempo raffinato, era TROPPO raffinato per i suoi gusti, e per le sue abitudini…

O forse, semplicemente, perché aveva l'aspetto, per quanto particolare, di un ragazzo. Ma non di un ragazzo qualsiasi, di un ragazzo infinitamente bello, e molto affascinante. Ed anche se non le interessava affatto Sesshomaru, non poteva negare che fosse di una rara ed enorme bellezza. Ma i suoi pensieri verso di lui erano un po' come quelli che aveva sempre avuto verso Koga, infatti aveva sempre pensato che anche lui fosse un bel ragazzo.

Non le interessavano, ma gli occhi sono stati fatti per guardare, e la natura le imponeva di trovare belli anche Koga e Sesshomaru, oltre ad Inuyasha… Ma anche con Koga, in un certo senso, si sentiva in imbarazzo, in certi momenti. Tralasciando il comportamento del demone, il fatto di avere accanto un bel ragazzo che non fosse Inuyasha la imbarazzava. Le capitava, seppur raramente, anche nel suo mondo.

In effetti, guardandolo, Sesshomaru assomigliava parecchio ad Inuyasha. Aveva solo un'espressione più dura e seria, e gli occhi più taglienti. Ma poi erano molto simili, anche fisicamente.

"Probabilmente mi mette a disagio il fatto che lui sia un ragazzo più grande, molto raffinato e molto freddo, altrettanto affascinante e molto simile ad Inuyasha…" pensò Kagome.


Inuyasha vagava per la foresta, in cerca di qualcosa da mangiare. Ad un tratto gli si parò davanti una figura a lui ben nota.

"Ehi, cagnolino! Dove l'hai lasciata la mia Kagome?" chiese Koga, con la sua consueta aria di sfida.

Ma il demone lupo non sapeva di trovarsi davanti ad un Inuyasha molto diverso, ed estremamente più pericoloso del solito…

"Ripetilo se ne hai il coraggio, brutto lupo spelacchiato!" la voce di Inuyasha era bassa e roca, non come al solito. Ma Koga non ci fece molto caso, pensò che avesse appena litigato con Kagome…

"Cosa dovrei ripetere? Forse… che Kagome è mia? Non è il caso di ripeterlo, tu già lo sai!"

Koga avvertì una forte aura demoniaca provenire da Inuyasha. Non l'aveva mai sentita prima d'ora. Osservò il rivale: i suoi occhi divennero rossi, i suoi canini e i suoi artigli crebbero a dismisura. Il demone lupo fu un attimo spaventato da quel cambiamento di Inuyasha, ma non finì di valutare la situazione che si ritrovò il mezzo demone addosso.

Koga era molto agile e veloce nei movimenti, ma Inuyasha sembrava avere molta più forza e molta più prontezza di riflessi di prima. Chiaramente c'era qualcosa che non andava. Koga non riusciva a colpire il mezzo demone e per di più non riusciva a parare od evitare un colpo. Lo stava massacrando.

Koga tentò la sua ultima carta.

"Inuyasha, basta, basta! Lo sappiamo benissimo che Kagome non prova niente per me, lei più e più volte ha dimostrato di essere innamorata di te! Ma non ricordi che lei non vuole che noi litighiamo?"

Parole che costavano molta fatica al demone, e che gli causavano molta sofferenza. Ma era inutile non ammetterlo, Koga ormai sapeva bene quali erano i sentimenti di Kagome, se ne sarebbe accorto chiunque… e, seppur dolorose, quelle parole pronunciate in quel momento potevano essere forse le uniche a salvarlo…

"Hai iniziato tu lupastro, e la pagherai cara" la voce di Inuyasha era più bassa e roca di prima, quella di una belva.

"Aspetta Inuyasha… in questo modo non teniamo fede alla parola data a Kagome, è come se la tradissimo… noi le avevamo promesso di non litigare più!"

Inuyasha si fermò. Aveva ragione, lui stava tradendo la fiducia di Kagome. Non poteva permetterselo, non poteva tradire Kagome, dopo che lei aveva rischiato la vita andando a chiedere a Sesshomaru di aiutarlo, e dopo che lei si era messa in mezzo a loro mentre combattevano, venendo così ferita a morte, per evitare che Sesshomaru morisse.

Probabilmente l'aveva fatto perché, se Sesshomaru fosse stato ucciso, non ci sarebbero state possibilità di salvarlo. Ma forse l'aveva fatto anche perché lei detestava vederlo così violento.
Si allontanò quindi da Koga, senza dire una parola.

Koga rimase lì, accasciato a terra. Le sue ferite erano molto gravi.


"Padron Sesshomaru, mi stupisco di voi, come potete voler aiutare Inuyasha e quest'umana?" chiese Jaken, scioccato.

Sesshomaru lo guardò male, intimorendolo.

"Ho deciso di farlo, e basta, il resto non deve interessarti"

"A me lo puoi dire, Signor Sesshomaru? Comunque sono proprio contenta che tu vada ad aiutare la mia amica Kagome!" chiese ingenuamente Rin.

"No, non vi dirò il motivo, lo faremo e basta. Ma vi prego, andremo solo io e Kagome, tu Jaken, dovrai prenderti cura di Rin"

"Sesshomaru… portiamo anche Kirara con noi?" chiese Kagome.

"E sia" rispose glaciale lui.

Sesshomaru, proprio come il fratello, se preso da solo era una persona con la quale si riusciva a parlare, e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, era fondamentalmente buono. Ma se si trovava davanti a qualcun altro, come in questo caso a Jaken, era di nuovo l'odioso e glaciale demone di sempre.

Forse, se davanti a lui ci fosse stata solo Rin, sarebbe stato più sé stesso. Quella bambina doveva avere un qualcosa di veramente speciale, per riuscire a cambiare così tanto quel demone…

Erano pronti per partire, Rin fece molte raccomandazioni ad entrambi.

"Signor Sesshomaru, mi raccomando, proteggi Kagome come fai con Rin!" disse la bambina, un po' triste per l'imminente partenza.

"Tranquilla Rin, Kagome sa badare a sé stessa"

Si allontanarono così, in volo su Kirara, alla ricerca di Inuyasha o almeno di qualche traccia da seguire.

"Sesshomaru… grazie"

"Per cosa?"

"Per aver accettato di aiutare me ed Inuyasha!"

"Non devi ringraziarmi, se lo faccio ho i miei buoni motivi"

"Si, si, va beh… è tanto difficile per voi ammettere di aiutare qualcuno, eh?"

"Cosa? Non ti capisco"

"No, niente…"

"Non mi avrai paragonato a quel rifiuto di fratello che ho!"

"No, ti ho solo paragonato alla persona più bella al mondo, dovresti esserne lusingato. Smettila di dire che è un rifiuto, perché quel rifiuto ti avrebbe ammazzato se non fossi intervenuta"

"Tsk! Sciocchezze! Avrei comunque reagito!"

"Peccato che prima non mi sembravi di quel parere…"

"Che stai dicendo?" chiese lui, sperando non si riferisse ad una certa frase…

"Stamattina ti ho ringraziato per avermi salvata, e tu mi hai risposto che io ho salvato te, e che siamo pari"

"…"

"Ti ho fregato" disse Kagome, sorridendo.

"…"

Kagome, in poche ore, aveva capito perfettamente che in fondo Sesshomaru non era poi quel temibile demone, se non lo si faceva arrabbiare, ma solo un Inuyasha un po' più grandicello. Certo, se si arrabbiava era molto pericoloso, non che fosse di molto più forte di Inuyasha, ma era molto più spietato di lui.

Kagome sapeva di rischiare un po' stuzzicandolo così, ma sapeva anche che non se la sarebbe presa più di tanto. Sesshomaru non era uno stupido, e lei sapeva che quelle battutine ironiche che gli faceva, lui non poteva negare almeno a se stesso che fossero veritiere, facendo quindi finta di niente.

Kirara ad un tratto sentì qualcosa, e scese giù in picchiata. Kagome istintivamente si strinse a Sesshomaru, poi si accorse di quello che aveva fatto e se ne pentì profondamente, lui avrebbe potuto ucciderla per questo. Ma sembrò invece non curarsene.

Quando toccarono terra, Kagome vide una figura stesa a terra, in un lago di sangue. Lo riconobbe subito, era Koga. La ragazza gli corse incontro, Sesshomaru si avvicinò con molta calma, come al solito.

"Koga, Koga! Come stai? Che ti è successo?"

"Kagome… che bello vederti… è stato… è stato Inuyasha… ma lui non era normale aveva qualcosa di strano…"

"Aspetta, ti curo ed intanto mi racconti"

Prese le bende e tutto l'occorrente, Kagome si mise a medicare Koga. Intanto il ragazzo raccontò l'accaduto. Solo al termine del racconto, Sesshomaru chiese:

"E dov'è andato poi?"

Koga solo in quel momento realizzò il fatto che Kagome era con Sesshomaru. Era profondamente infastidito alla vista di quell'insolita coppia.

"È andato di là" rispose lui, indicando la direzione nella quale era sparito il mezzo demone. Poi si rivolse a Kagome.

"Ma mi spieghi come mai era così violento, e come mai lo cercate… e come mai ti trovi sola con… CON LUI??" chiese Koga, scioccato, indicando Sesshomaru con il dito.

Sesshomaru rimase molto infastidito da quella domanda, e dal tono arrogante del demone. Sembrava quasi scandalizzato! Kagome sapeva che quella domanda, posta in quel modo, l'avrebbe irritato, infatti si voltò a guardarlo, e gli poggiò la mano sulla sua per un attimo, guardandolo negli occhi.

Kagome aveva ragione, Koga stava male, era ferito, non sarebbe stato leale attaccarlo in un momento simile. Poi la ragazza rispose a Koga.

"Vedi… Kikyo ha ucciso il cuore umano di Inuyasha imprigionandolo in una sfera proveniente dall'aldilà, in questo modo il suo sangue demoniaco può prendere il sopravvento per la minima cosa, e lui non è in grado di controllarlo bene… e noi dobbiamo riportare in vita il cuore di Inuyasha, ma il solo mezzo per farlo è utilizzare Tenseiga, e l'unico demone abbastanza potente per farlo è Sesshomaru…"

"Capisco… ma scusami, se Kikyo avesse davvero privato Inuyasha del suo cuore, lui non proverebbe nulla per te, giusto?"

"Beh… ecco…" Kagome era molto imbarazzata, così prese parola Sesshomaru.

"I sentimenti che Inuyasha prova per lei sono talmente grandi e forti da non poter essere contenuti in quella sfera, così mio fratello ha ancora una piccola parte di cuore, che lo tiene saldamente legato a lei" spiegò con la consueta freddezza Sesshomaru, aggiungendo poi:

"Almeno, così dicono… bah, che sciocchezze!"

Ma Koga rispose a tono all'ultima affermazione del demone.

"Sesshomaru… non continuare a sostenere che noi demoni non proviamo sentimenti, perché sai bene anche tu che non è vero. Io so cosa vuol dire, io sono innamorato, eppure sono un demone. E tu puoi provare ogni tipo di sentimento, solo che ti chiudi in te stesso per paura di sembrare debole".

Sesshomaru avrebbe volentieri dato una bella lezione a Koga, ma come avrebbe potuto? In fin dei conti aveva ragione, lui si era sempre isolato per paura di provare sentimenti, soprattutto l'amore lo spaventava a morte. Si era creato una barriera di glaciale freddezza proprio per non andare incontro ai sentimenti, unico suo vero timore. Ma Rin quella barriera la stava già lentamente sciogliendo… influendo così anche sulla sua personalità.

Koga assicurò all'insolita coppia di stare bene, e di poter fare ritorno da solo alla sua tribù. Ringraziò Kagome, questa volta senza troppe smancerie, sapeva che l'avrebbe solo ferita.

Si separarono quindi, e Kirara guidò Kagome e Sesshomaru nella direzione che precedentemente gli aveva indicato Koga.

Sesshomaru cercò le tracce del fratello, ma erano molto confuse ed era difficile distinguerle. Kagome mostrava evidenti segni di stanchezza.

"Vuoi fermarti?" chiese lui, notando i continui sbadigli di Kagome.

"No, voglio solo trovarlo" rispose decisa lei. Ma le sue condizioni fisiche dicevano il contrario.

"Ormai è buio, e tu sei molto stanca. Ci fermiamo da qualche parte e domattina riprenderemo la ricerca" ordinò lui.

Kagome fece un cenno affermativo con la testa, in effetti era davvero stanca. Ma era già passato un giorno da quando lei ed Inuyasha si erano dovuti separare, e le mancava davvero da morire. Pensava a tutte le scenate di gelosia che le aveva fatto quando Koga interferiva tra loro due, pensava a tutte le scenate di gelosia che lei aveva fatto a lui quando Kikyo si intrometteva tra loro.

E le venne in mente quella volta, all'inizio del loro viaggio, quando Naraku aveva teso una trappola a tutti loro, creando delle illusioni a tutti… Inuyasha aveva visto, nell'illusione, Kikyo, stava per abbandonarsi alla morte con lei, quando pensò a dove poteva essere finita Kagome, vincendo così l'illusione.

Quando gliel'aveva raccontato stentò a crederci. E poi… ricordò la prima volta che lo vide umano, quando, dopo averle ripetuto più volte che odiava il suo profumo, le chiese se poteva appoggiare la testa alle sue gambe, dicendole che gli piaceva il suo profumo… il suo cuore si era fermato per un attimo. Erano in una situazione drammatica, lui era stato avvelenato, ma non poteva negare di essere stata benissimo con lui…

Una lacrima le accarezzò silenziosamente il viso. Sesshomaru se ne accorse, e non si spiegò il perché si sentì così infastidito dalla tristezza della ragazza. Standole vicino, in un solo giorno aveva cominciato a capire che non tutti gli esseri umani sono uguali. Lei era una ragazza davvero speciale, era estremamente coraggiosa, forte e… non poteva negare che fosse molto bella. In lei Sesshomaru vedeva un po' Rin, qualche anno dopo.

Sesshomaru si stupì molto di quei pensieri. Lui non aveva mai reputato nessuna donna, demone o umana che fosse, bella. E non ne aveva mai stimato le qualità. Lei non era come la maggior parte della gente che, quando lo incontrava, lo temeva. Lui voleva essere temuto, e chi lo temeva, dimostrava di essere debole e di sottomettersi.

Kagome non era così. Lei lo trattava come uno alla sua pari, gli rispondeva alle provocazioni, dimostrando di non avere paura di lui. Gli piaceva quella ragazza. Non al modo che poteva piacere a Koga o ancor di più ad Inuyasha, diciamo che era solamente una persona con la quale non stava male in compagnia.

"Tieni, mangia questo" disse lei, porgendo al demone una scatoletta. Kagome era abituata ad Inuyasha e agli altri, che ormai conoscevano i cibi in scatola della sua epoca.

Ma Sesshomaru non sapeva assolutamente nulla di quel tipo di cibarie, rimanendo a fissare perplesso la scatola. Poi osservò Kagome che apriva la sua scatoletta con estrema facilità, mangiandone il contenuto. Se ci era riuscita lei, con così tanta semplicità, ce l'avrebbe fatta di sicuro anche lui.

Ma dopo decine di tentativi, Kagome lo guardò e capì che lui, non avendo mai visto quella roba, non poteva sapere come aprirla.

"Vieni… ecco, guarda, si fa così e poi… così. Visto? Non è difficile!" Kagome lentamente gli fece vedere come aprire la scatoletta. Sesshomaru era molto imbarazzato, non era possibile che lui non riuscisse ad aprire una scatoletta che una ragazzina umana apriva con tanta semplicità.

Kagome gli sorrise, capendo il motivo del suo imbarazzo misto a rabbia.

"Non ti preoccupare, dai… è normale che tu non sappia aprirla, non l'hai mai viste queste scatolette, le ho portate dalla mia epoca!"

Lui emise solo un lieve ringhio, voltandosi in modo che lei non potesse guardarlo in faccia.

Kagome pensò che tutto sommato Sesshomaru non era poi così male, non era affatto il terribile demone che voleva far credere, e in quel momento, mentre mangiava a testa bassa ferito nell'orgoglio, le faceva quasi tenerezza.

Già, quei due si detestavano tanto… forse proprio perché erano così simili. E anche fisicamente, non erano molto diversi, gli stessi capelli, gli stessi occhi… si, perché anche se gli occhi di Sesshomaru avevano un taglio un po' più lungo e sottile, rispetto agli occhioni grandi di Inuyasha, non erano poi così diversi come potevano sembrare a prima vista.

Entrambi erano di corporatura snella e atletica, muscolosa. La cosa che più li differenziava era però l'espressione: Sesshomaru aveva comunque un'espressione molto fredda, mentre Inuyasha aveva un viso così dolce… come un cucciolo.

"Già, il mio Inuyasha… così dolce, anche quando non vuole esserlo, a suo modo lo è sempre stato… è così bello, ed è così premuroso, protettivo… Non si può negare che anche Sesshomaru sia molto bello, ma ha un fascino un po' più adulto… mentre Inuyasha ha proprio l'aspetto del ragazzo… e quelle orecchie morbide sono così carine, lo fanno sembrare ancora più dolce… Un po' di tempo fa avrei preferito il comportamento di Sesshomaru, più calmo e meno rozzo, ma col tempo ho imparato ad amare anche l'impulsività e il comportamento rozzo, e talvolta da bambino, di Inuyasha…"

Kagome aveva finito di mangiare, immersa in questi pensieri. Non si toglieva dalla testa Inuyasha, e stare vicina a Sesshomaru non la aiutava molto, considerando che i due fratelli si assomigliavano molto.

Si infilò nel suo sacco a pelo, voltandosi sul fianco in modo da dare le spalle a Sesshomaru. Stava piangendo, piangeva perché voleva stare con Inuyasha, voleva farlo tornare come prima, voleva passare un po' di tempo con lui. Pensava e ripensava a quel bacio, il primo bacio che si erano dati, sapeva che non era l'ultimo, che ce ne sarebbero stati ancora altri… ne era certa, perché avrebbe lottato con tutta sé stessa per farlo tornare l'Inuyasha di sempre, né umano né demone, il suo amato mezzo demone…

Tratteneva a stento i singhiozzi, sfogandosi in un pianto silenzioso. Sesshomaru sapeva che Kagome stava piangendo, l'odore delle lacrime si spandeva nell'aria.

"Kagome, non nasconderti, so cosa stai facendo" le disse, con la sua solita calma e la sua freddezza.

Kagome fece finta di niente, ma Sesshomaru continuò:

"Voltati, dai, se vuoi parlare ti ascolto". Doveva essere impazzito, non aveva mai trattato nessuno con tanta gentilezza, soprattutto un'umana. Ma Rin gli aveva detto, una volta, la stessa cosa. Aveva insistito tanto affinché il demone le parlasse di quel che lo turbava, che alla fine la accontentò, solo per farla tacere. Ma si rese conto di quanto stava meglio, dopo aver parlato delle sue preoccupazioni. E poi, le lacrime di quella ragazza gli davano davvero fastidio.

Kagome lentamente si voltò, e lui le si avvicinò. Sembrava quasi… dolce. In quel momento le sembrava di essere in compagnia di un fratello maggiore. Quando i loro sguardi si incrociarono, lei non trattenne un singhiozzo. Erano un po' diversi, ma non poteva vedere quegli occhi ambrati senza stare male. Voleva Inuyasha, avrebbe ucciso Kikyo con le sue stesse mani per riaverlo.

Sesshomaru rimase scosso dal comportamento della ragazza. Lui non lo poteva capire fino in fondo, ma sapeva che se si fosse innamorato avrebbe potuto soffrire anche lui in quel modo. Per questo non aveva mai voluto aprire il suo cuore.

L'istinto fu però quello di asciugarle le lacrime con due dita, come con Rin. Kagome rimase piacevolmente colpita da quel gesto. Non avrebbe mai immaginato che lui, Sesshomaru, sarebbe stato capace di tanta dolcezza.

D'altro canto nemmeno lui avrebbe mai immaginato di essere capace di tutto questo, solo una volta si era comportato in un modo simile, quando Rin lo aveva visto in serio pericolo, dopo la battaglia la vide piangere per l'immenso spavento, e lui cercò di consolarla. Rin… non poteva negare che gli mancava un po' quella bambina, che fin da subito era stata così dolce e premurosa con lui.

Era proprio lei ad averlo cambiato così tanto… ora si trovava di fronte ad un'umana in lacrime, a cercare di consolarla, un'umana con la quale aveva accettato di intraprendere un viaggio per cercare Inuyasha, il suo odiato fratello, ed aiutarlo. Quella bambina doveva aver fatto un miracolo.

"Sesshomaru… tu… non hai mai sentito la mancanza di qualcuno, vero?" chiese titubante Kagome.

"No" mentì il demone. Proprio un attimo prima si era trovato a pensare con un po' di malinconia a Rin.

"Ecco… vedi… io non sopporto di stare lontana da Inuyasha, e non sopporto il pensiero di quello che gli sta accadendo… per ogni minima cosa si trasforma in una bestia sanguinaria… proprio come un tempo, quando abbandonava Tessaiga. Devo poterlo aiutare, devo riuscirci!" l'ultima frase la pronunciò tra i singhiozzi.

Sesshomaru le si avvicinò, cingendole le spalle con il braccio, rassicurandola.

"Andrà tutto bene, vedrai, dovremo solo trovarlo, e trovare anche Kikyo…"

"Non è semplice!"

"Ti fidi di me?" queste parole le pronunciò quasi sottovoce, con fare protettivo. Ma che gli era preso? Tutta colpa di quella bambina, Rin, che l'aveva fatto cambiare notevolmente…

"Si… in una sola giornata mi hai dimostrato di essere molto diverso da quello che credevo"

"Allora vedrai che ce la faremo, non preoccuparti" concluse Sesshomaru, che poi si trovò a pensare "Fino a stamattina, prima di incontrarti, ero diverso… ma tu riesci a tirare fuori quella parte di me stesso che ho sempre nascosto, e che solo Rin prima di te era riuscita un po' a tirare fuori…"

Kagome si addormentò, appoggiata alla spalla di Sesshomaru. Lui non era assolutamente stanco, e la osservò mentre dormiva… mentre vegliava su di lei.


Finito!!! Questo cap è un po' più lungo, ed è stato un po' più laborioso… state tranquilli… l'ultima parte del capitolo vede Kagome e Sesshomaru in atteggiamenti forse un po' ambigui, ma non vi preoccupate, Kagome ama Inuyasha e per lei Sesshomaru è solo una persona con la quale sta bene, che la fa sentire protetta, un po' come un fratello maggiore, niente di più!! Com'era? Commentate! A proposito... in uno dei prossimi capitoli Sesshomaru sarà vittima-protagonista di una scena tragi-comica... è una scena che ho cercato di rendere comica il più possibile, e allo stesso tempo offensiva per l'altro personaggio coinvolto... da quel poco che potete capire dalle mie parole, come credete che potreste reagire voi? Si tratta di un momento in cui lui per riuscire a fare una cosa cerca di sopportare il "comportamento" dell'altro personaggio... ok vi ho creato una confusione assurda, ma giuro che è divertente... lo chiedo solo x evitare di ricevere minacce di morte...

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Capitolo 6
*** L'incontro con Inuyasha ***


Capitolo 6 – L’incontro con Inuyasha

Ciao a tutti/e! Scusate il ritardo ma sto delirando costantemente tra database, grafica, codice html e linguaggi di programmazione (principalmente ASP), per il mio sito... Ringrazio: mewrobby, federica, Lila, Lorimhar (ho sciolto il ghiacciolo... sai, la crosta terrestre si surriscalda, e i ghiacciai si sciolgono... ATTENZIONE: rischio inondazioni! ^__^), Elychan, Natsu Yuki, kiba91, Ayako, rubin89, Shirin e nihal per aver commentato...
Posso dirvi cosa penso di questa fanfic? Il finale è davvero bello... proprio l'ultimo capitolo... modestia a parte, sono contenta di aver avuto quell'idea... non vi dico assolutamente nulla, ma a me piace un casino...

Capitolo 6 – L’incontro con Inuyasha

 

Kagome aprì gli occhi, e si rese subito conto di essersi addormentata sulla spalla di Sesshomaru, lui la stringeva a sé con il suo braccio… solo in quel momento, vedendo Sesshomaru che le cingeva le spalle con il suo unico braccio, immaginò quanto poteva essere brutto provare ad abbracciare una persona con un solo braccio… il suo pensiero non era riferito alla loro situazione, ma era una considerazione generale…

 

Lei si mosse leggermente, era un movimento involontario, ma Sesshomaru si voltò a guardarla, incrociando il suo sguardo.

 

“Ti sei svegliata, finalmente!”

 

“Si… ma tu… non hai dormito?”

 

“No, non ero assolutamente stanco”

 

“Ed è stato qui con me…” pensò Kagome. Poi si rese conto in che situazione si trovavano, lei raggomitolata addosso a lui, con la testa sulla sua spalla, e lui che l’abbracciava… arrossì in modo considerevole, nascose il viso per non farlo notare a Sesshomaru, che però non si lasciava sfuggire niente.

 

“Dai, andiamo a cercare mio fratello” esordì lui, per sdrammatizzare.

 

Kagome si alzò subito, e raccolse la sua roba. Si sentiva quasi in colpa verso Inuyasha per aver dormito così con Sesshomaru, ma lei stessa sapeva bene che lui non era altro che una persona che aveva scoperto essere buona e gentile, e che considerava un po’ come un fratello maggiore, o comunque come un amico più grande.

 

Amico, già, perché il glaciale principe dei demoni con lei non era riuscito a mantenere la sua fredda barriera. Era sempre il gelido Sesshomaru, ma a suo modo era anche dolce. Non avrebbe mai immaginato di scoprire un lato così… umano… di quel demone.

 

Si rimisero in viaggio, Sesshomaru fiutò quasi subito le tracce di Inuyasha e le seguirono. Kagome era impaziente di vedere il mezzo demone. Non faceva che pensargli, e soffriva silenziosamente.

 

Non pronunciò una parola per tutto il viaggio, finchè Sesshomaru le disse che Inuyasha doveva essere lì vicino. Allora Kagome cominciò a fare una specie d’interrogatorio al demone per sapere dov’era, quanto era distante da loro e cose del genere.

 

Lungo il cammino, però, trovarono una serie di cadaveri, corpi umani e demoniaci, proprio nella direzione che stavano seguendo. Kagome era disperata, dentro di sé. Sapeva che quelle erano le vittime di Inuyasha, vittime che lui stesso non avrebbe mai ucciso intenzionalmente, se non per estrema necessità di difesa.

 

Ad un tratto Sesshomaru lo vide, correva, e loro non sarebbero mai riusciti a raggiungerlo, correva troppo forte per dare la possibilità a Kagome, che era solo un’umana, di seguirlo. Allora senza pensarci due volte la prese in braccio e rincorse il fratello, seguito da Kirara, che seppur fosse un demone, correva più lentamente di Sesshomaru. Erano abbastanza vicini, e potevano vederlo distintamente.

 

“Inuyashaaaa!!” urlò Kagome.

 

Il mezzo demone, sentendo quella voce conosciuta, chiamarlo, si fermò, senza voltarsi. Sapeva cosa stava per accadere, ma non aveva quasi il coraggio di guardarla in viso. Da lì a poco si sarebbe trovato faccia a faccia con Kagome, e sapeva che per arrivare lì lei aveva passato la distesa di cadaveri che si era lasciato alle spalle. Vittime che non voleva mietere, ma che il suo istinto, che non riusciva a controllare con la poca ragione rimastagli, gli aveva fatto eliminare.

 

Sesshomaru fece scendere Kagome, che ora si trovava a meno di due metri da Inuyasha. D’istinto Kagome volle correre verso il mezzo demone, e Sesshomaru la fermò, trattenendola per un braccio. Lei lo guardò con aria interrogativa, ma subito dopo ne capì il motivo. Inuyasha si voltò verso di loro: aveva ancora il suo aspetto demoniaco.

 

“Che vuoi da me?” ringhiò il mezzo demone, rivolto al fratello. Kagome notò subito anche un velo di sofferenza nella voce di Inuyasha, oltre all’estrema aggressività dimostrata.

 

“Aiutarti” rispose, glaciale ed indifferente come sempre, il bellissimo demone.

 

“Tsk! Sesshomaru che mi vuole aiutare… non farmi ridere, non la bevo”

 

“Inuyasha ascoltalo, ti prego! Forse per la prima volta nella sua vita, tuo fratello è qui solo per aiutarti!” intervenne Kagome.

 

Inuyasha la guardò stranito, non capiva assolutamente perché Kagome, che all’inizio della loro avventura lo aveva incitato a dare una bella lezione al fratello, ora ne prendeva per la seconda volta in pochissimo tempo, le difese.

 

Spostò quindi, ripetutamente, lo sguardo dalla ragazza a Sesshomaru, sembrando infastidito. Poi assunse una posizione d’attacco.

 

“Che le hai fatto brutto bastardo?” Inuyasha non finì di pronunciare la frase che già era addosso al fratello, ferendolo profondamente con i suoi artigli.

 

Kagome era allibita, per quanto Inuyasha fosse impulsivo, e talvolta violento, non avrebbe mai reagito così, soprattutto se lei stessa gli avesse confermato le pacifiche intenzioni del fratello.

 

Lei stessa ancora non capiva come mai Sesshomaru avesse accettato di aiutare lei ed Inuyasha con tanta semplicità, ma quando ne parlarono, per un momento, lui sembrò assorto nei suoi pensieri, e subito dopo riprese parola, sembrando un’altra persona, ed accettò di aiutarli.

 

La battaglia, come di consueto, non accennava a terminare. Sesshomaru era meno violento del solito, tuttavia inferse profonde ferite ad Inuyasha. In qualche modo doveva pur difendersi. Era proprio questo il punto. Sesshomaru non attaccava il fratello, si difese solamente dai suoi attacchi, e basta. Ma perché?

 

Kagome non ci capiva più niente, la battaglia sembrava non voler terminare, Inuyasha era gravemente ferito, e Sesshomaru ancora di più. Il mezzo demone sembrava essere meno ragionevole rispetto alla volta precedente.

 

Si alzò una folata di vento, che fece rabbrividire Kagome. Per ripararsi dal freddo, prese dallo zaino la veste di Inuyasha e la indossò.

 

In quel momento il mezzo demone smise di combattere, e si voltò a guardarla. La ragazza era un po’ turbata dagli occhi rossi di Inuyasha, che la intimorivano un minimo. Tuttavia non le faceva paura, lui era sempre Inuyasha, il suo, Inuyasha.

 

Lentamente vide schiarirsi quel colore vermiglio e tornare color dell’ambra, e gradualmente l’aspetto di Inuyasha tornò quello di sempre.

 

Kagome, vedendo quelle dolci pozze d’ambra fisse nei suoi occhi, avvertì un forte nodo alla gola. Ma non voleva piangere, e si trattenne anche se con grandi sforzi.

 

Inuyasha stava andando verso di lei, e Kagome non si mosse. Sesshomaru non conosceva i sentimenti umani ma credette di aver capito qualcosa riguardo all’attacco di Inuyasha.

Il mezzo demone nel frattempo era davanti a Kagome, e protese le braccia verso di lei, stringendola a sé.

 

Kagome lo strinse forte, in quel momento le sembrò di aver raggiunto il paradiso. Poi Inuyasha prese parola.

 

“Kagome, perché… perché te ne vai in giro con lui?” la voce del mezzo demone pareva essere affranta, era evidentemente molto infastidito dalla presenza di Kagome al fianco del suo odiato fratello maggiore.

 

“Inuyasha… lui è il solo che può aiutarti, e dopo che ieri lo hai aggredito, ferendomi involontariamente, lui mi ha salvato e curata, e dopo aver discusso a lungo, ha deciso di aiutarci. Non chiedermi perché lo faccia, non lo capisco neanche io. Ma sembra così diverso da come lo credevo…”

 

“Io… non posso sopportare che qualcun altro ti stia accanto, non ce la faccio, è più forte di me…”

 

“Lo so tesoro mio, ma ti prego, resisti ancora un po’, vedrai che con il suo aiuto sistemeremo tutto, te lo prometto”

 

“Si, ma io non posso sopportare l’idea che un altro ti sta vicino e ti protegge, soprattutto se si tratta di lui!”

 

“Non preoccuparti. Lo sai che ti amo, e anch’io preferirei essere con te, piuttosto che con lui, ma purtroppo per ora dobbiamo sopportare la nostra lontananza ed affrontare la realtà”

 

“Ci proverò… io devo andare, non so per quanto tempo riuscirei a resistere senza trasformarmi”

 

“No, non te n’andare!” Kagome aveva nuovamente le lacrime agli occhi.

 

“Kagome, sento già il mio sangue demoniaco ribollire, sono pericoloso, per questo non posso permettermi di stare vicino a te! L’unica cosa che posso dirti, è che dobbiamo trovare Kikyo, e distruggere la sfera in mia presenza… ci rivedremo là. Tanto Sesshomaru ha un fiuto tale da permettergli di rintracciarmi ovunque”

 

Kagome annuì solamente, Inuyasha si sciolse dall’abbraccio e si voltò per andare via. Ma come già era successo, Kagome lo trattenne per il polso, dandogli un bacio dolce e carico dell’amore che provava per lui.

 

Gli occhi di Inuyasha lentamente tornavano a colorarsi di rosso, lui quindi scappò, sussurrandole appena un “Ti amo”, e lasciando una Kagome che non riusciva neanche più a reggersi in piedi, tanta era la sofferenza che albergava in lei.

 

 

Sesshomaru si era chiarito i suoi dubbi, aveva capito alcune delle cose che potevano risvegliare il sangue demoniaco di Inuyasha più facilmente. Ma per comprendere appieno quello che cedeva di aver capito, doveva parlarne con Kagome.

 

La cercò con lo sguardo, mentre lei ed Inuyasha stavano parlando, lui si era allontanato un poco, mantenendo sempre i sensi all’erta per evitare di far correre dei rischi alla ragazza. Inuyasha era troppo instabile per poter essere tranquilli vicini a lui.

 

“Questa poi non la capisco. Perché diamine non riesco a fregarmene della sorte di quella ragazzina? Padre, avevate ragione, prima o poi qualcuno mi avrebbe fatto comprendere almeno in parte il vostro comportamento, che io ho sempre definito indegno. Dapprima Rin, e poi Kagome, mi stanno aprendo gli occhi…” questi i pensieri di Sesshomaru, riferiti ad una volta, quando, molto tempo addietro, il demone rinfacciò al padre la sua decisione di amare un’umana e darle un figlio mezzosangue. Il padre allora gli aveva detto “Sesshomaru, forse un giorno capirai il mio comportamento…”

 

Finalmente vide dove si era cacciata Kagome: era seminascosta dietro un albero, in ginocchio. Non piangeva, non fiatava. Probabilmente non riusciva neanche a respirare. Sesshomaru non aveva visto nulla di quello che era successo tra la ragazza e Inuyasha, ma aveva perfettamente capito: aveva sentito tutto quello che si erano detti, anche se involontariamente. Infatti lui aveva un udito finissimo, che gli aveva permesso, anche se non era sua intenzione, di sentire tutto il discorso che c’era stato tra i due amanti.

 

E poi, l’odore… quando i due si baciarono, lui lo percepì sentendo i loro odori fusi assieme. Da tutte queste cose poteva chiaramente immaginare come potesse stare ora Kagome, anche se non poteva comprenderne il dolore. Aveva già visto molti umani soffrire, a lui non gliene era mai importato nulla, ma sapeva che i loro sentimenti li portavano a una grande sofferenza.

 

Si avvicinò lentamente alla ragazza, non sapendo neanche lui cosa fare, come comportarsi. Doveva chiederle alcune cose… ma non era quello il momento adatto, persino lui se ne era accorto.

Kagome era inginocchiata, le mani a terra e il viso rivolto verso il basso. Sesshomaru cercò di immaginare come poteva comportarsi, ma non avendone proprio idea, agì d’istinto: si inginocchiò accanto a lei, poggiandole la mano sulla spalla.

 

Non sapeva cosa dirle, non sapeva cosa fare. Quella fu l’unica cosa che gli venne in mente, ricordando che una volta Rin, credendo che lui fosse triste, si era comportata in modo simile. Allora il primo pensiero fu quello di cacciarla via, ma dopo averla vista in faccia, con quel suo visino allegro e sorridente, mentre gli pronunciava sciocche parole che gli umani definiscono “di conforto” anche il suo cuore glaciale cedette, facendo finta di niente, ma non rifiutando quel gesto.

 

Kagome all’azione di Sesshomaru si voltò, adagio, a guardarlo. Quel gesto doveva costargli davvero un’immensa fatica. Ma anche Sesshomaru riuscì a sentirsi scaldare dentro dallo sguardo di Kagome, che anche se esprimeva tanta tristezza, esprimeva tanta gratitudine verso di lui per quello che stava cercando di fare.

 

Volevano ripartire, ma Kagome si rifiutò, doveva prima curare le ferite di Sesshomaru, anche se lui stesso non era per niente d’accordo. Solitamente in mezz’ora le sue ferite guarivano, ma questa volta non fu così, e Kagome, anche se non voleva darlo a vedere, era un po’ preoccupata. Inuyasha c’era andato davvero pesante con suo fratello.

 

Sesshomaru si sentiva uno stupido, a farsi curare da una ragazzina… ma non la sopportava quando insisteva tanto. Fosse stata un’altra l’avrebbe sicuramente uccisa, ma Kagome era diversa, valeva molto di più, valeva la pena di sopportarla, anche se lui per primo non capiva il né motivo né la natura di questi suoi pensieri.

Si tolse la veste scoprendo così il petto e la spalla, dove vi erano le due ferite che non si erano ancora rimarginate, e che continuavano a sanguinare.

 

Kagome capì che, seppur lievemente, le sue gote si stavano imporporando. Era semplicemente imbarazzata perché doveva medicare un ragazzo, nulla di più. Se fosse stato uno qualsiasi non ci sarebbero stati problemi, ma Sesshomaru la metteva sempre un po’ a disagio.

 

Lui la imbarazzava perché, anche se la sua vera età immaginava fosse circa intorno ai quattrocentocinquanta - cinquecento anni, aveva l’aspetto di un ragazzo di venticinque anni. E per lei Sesshomaru era un ragazzo adulto, che aveva dieci anni più di lei. Questo la metteva in soggezione…

 

Poi il suo modo di fare. Il modo di fare di quel demone era molto ambiguo. In certi casi, a suo modo, era dolce e gentile, in altri, era freddo, glaciale ed arrogante. Ma in entrambi i casi era fine ed elegante, questo la imbarazzava. Ogni suo gesto era estremamente elegante e raffinato, facendolo apparire come un uomo adulto.

 

Kagome non era abituata ad essere in compagnia di persone così diverse da lei, con lui accanto lei si sentiva davvero una bambina, cosa che con Inuyasha e Miroku non accadeva affatto… anzi, molte volte erano lei e Sango a chiedersi se fossero troppo mature rispetto ai due ragazzi, che talvolta erano davvero più infantili di Shippo.

 

“Ma sono anche in soggezione a causa della sua bellezza: è un demone, ha l’aspetto del demone, ma di un demone bellissimo… e per me è un po’ come trovarmi di fronte ad un bellissimo ragazzo, con il torace scoperto, per medicargli delle ferite…” pensò Kagome.

 

In effetti la causa principale del suo imbarazzo era proprio questa. Anche se Sesshomaru non le interessava nel modo più assoluto, doveva riconoscere fosse davvero bellissimo, “quasi quanto Inuyasha”, pensava lei, e il pensiero di curare un ragazzo di tale bellezza la metteva inevitabilmente in imbarazzo.

 

Le accadeva anche con Koga, del resto molte volte si era trovata a dover curare il demone lupo, e non si poteva certo dire che Koga non fosse bello, anzi… ma con Sesshomaru l’imbarazzo era maggiore. La ragazza pensò a quante volte, nell’arco di un giorno, si mise a riflettere sull’imbarazzo che Sesshomaru le faceva, seppur involontariamente, provare. E ogni volta cercava di darsi delle spiegazioni… ma alla fine dei suoi ragionamenti cercò di non pensarci più, se doveva essere così, lo era e basta.

 

Mentre veniva medicato, Sesshomaru cercò di chiarirsi un po’ di dubbi…

 

“Kagome… mi puoi spiegare esattamente cos’è la gelosia?”

 

“Eh?? Non sai cos’è la gelosia?”

 

“Veramente no…”

 

“Non mi prendere in giro… non ti arrabbiare, ma tu non sei geloso che tuo padre abbia lasciato Tessaiga ad Inuyasha, lasciando a te Tenseiga?”

 

“Che c’entra! Io intendevo un’altra gelosia. Quella che provano gli umani… ad esempio, quella che prova mio fratello quando ti vede con Koga…”

 

“Perché lo vuoi sapere?”

 

“Non sono mai stato geloso delle persone, ma mi serve capire meglio questo sentimento umano per sapere come agire con mio fratello”

 

“Che ti devo dire… quando vuoi molto bene ad una persona, e ancor di più quando ne sei innamorato… vederla con qualcun altro ci fa infuriare… o soffrire… dipende dai casi…”

 

“E tu… eri gelosa di Kikyo?”

 

Kagome, sentendo pronunciare quel nome, gli lanciò un’occhiata che sarebbe stata in grado di gelare anche il cuore di Sesshomaru. Il demone, dal canto suo, immaginava di aver centrato il bersaglio, capendo così la gelosia umana verso le altre persone…

 

“Che domande! È ovvio che ne sono gelosa! Io amo Inuyasha, e lei fa di tutto per portarlo via con sé, lo bacia davanti ai miei occhi, lo abbraccia e fa la vittima facendosi consolare da lui… e tutto sempre davanti a me! Per di più cercando pure di uccidermi…”

 

“Bene… ho capito”

 

“Eh?”

 

“Ho capito perché mio fratello si è avventato su di me con così tanta violenza, prima”

 

“E cioè?”

 

“Mi ha visto con te, ed era geloso”

 

“Dici?”

 

“Dovrei essere l’ultimo a parlare con te di sentimenti, ma sappi che mi sono accorto persino io di quanto Inuyasha tiene a te. Lui è innamorato, anche se io non so cosa voglia dire”

 

“Secondo me invece tu lo sai. Io ho solo quindici anni di vita e sono riuscita, in così breve tempo, ad innamorarmi. Tu che hai… hai… quanti anni hai?”

 

“Quattrocentosessantacinque”

 

Kagome sbiancò al pensiero di avere davanti una persona che aveva quasi cinque secoli… ossia mezzo millennio…

 

“Ehm… ehm… dicevo… in quattrocentosessantacinque anni non hai mai trovato una persona da amare?”

 

“No”

 

“Non ti credo…”

 

“…”

 

Kagome riusciva sempre a lasciarlo senza parole. Ma dopo quella domanda Sesshomaru si fece scuro in volto. La ragazza, a quella reazione da parte del demone, immaginò che in passato, il demone avesse avuto qualche delusione, o che comunque avesse sofferto per amore. Questo avrebbe spiegato la sua reazione alle parole di Kagome, ma anche il suo voler essere freddo a tutti i costi, e far finta di non provare il minimo sentimento anche quando, lo si notava chiaramente, gli si illuminavano gli occhi ad un semplice sorriso di Rin.

 

 

Allora? Spero vi sia piaciuto, onestamente io ho cercato di vedere il personaggio di Sesshomaru dal mio punto di vista, che è quello che traspare dalla fanfic... secondo me il vero Sesshomaru è più o meno come si sta rivelando qui, solo che è stato "impacchettato" in un Iceberg... Ciao! A presto...

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Capitolo 7
*** I tempi stringono ***


Sono tornata... e passo subito ai ringraziamenti: rubin89, Lila, mewrobby, kiky85, Lorimhar, Shirin, Yoro-chan, darkangelodette92, Elychan, kagome4sango, kiba91, Anastasia9 e fede_chan 90 per i commenti. Cavoli, leggendo i vostri commenti sono commossa, sul serio! Sono veramente felice che vi piaccia questa fanfic, è una di quelle che mi è venuta in mente da un momento all'altro, come, per chi l'ha letta, "Long live rock 'n roll", e che ho scritto in una decina di giorni... Grazie davvero! E grazie anche a tutti i lettori, spero che anche i loro pareri siano positivi!

Capitolo 7 - I tempi stringono

Kagome non volle proseguire oltre la conversazione, instaurata con Sesshomaru, sull'amore. Anche se non lo conosceva molto, poteva immaginare quanto gli desse fastidio parlare di "quelle cose da miseri umani", come più volte aveva detto.

Allora volle tornare all'argomento che più la assillava: cercare di restituire il cuore umano di Inuyasha al legittimo proprietario.

"Dunque… noi dobbiamo trovare Kikyo, e fare in modo che lei ed Inuyasha si trovino nello stesso posto allo stesso momento, insieme a noi. Hai idea di come possiamo fare?" chiese Kagome al demone.

"No, ma so per certo che è meglio cercare di portare Kikyo da lui che non il contrario"

"Io pensavo esattamente l'opposto"

"Ragiona: Kikyo è una donna umana, per di più con uno straccio d'anima, che se non si nutre delle anime dei morti si indebolisce e rischia la vita, se così si può chiamare quello che sta vivendo. Inuyasha, anche se è solo un misero mezzo demone, è chiaramente più forte fisicamente di lei, ed è molto… instabile, considerando com'è ridotto ora" disse Sesshomaru, con voce atona.

"…instabile?"

"Si… lui stesso lo dice, anche prima, quando l'abbiamo visto, ha ripreso la ragione ed è venuto da te, ma poi si è allontanato, dicendo che da un momento all'altro il suo sangue demoniaco avrebbe potuto trasformarlo di nuovo in una bestia assassina, ricordi?"

"Allora hai ascoltato la nostra conversazione!" Kagome assunse l'atteggiamento della finta infastidita, in realtà sapeva benissimo che se Sesshomaru aveva ascoltato quello che si erano detti lei ed Inuyasha, non l'aveva fatto volontariamente.

Quel demone poteva avere tanti difetti, ma sicuramente aveva il pregio di farsi sempre gli affari suoi. Lui non aveva mai interferito tra lei ed Inuyasha, anche prima di questa brutta faccenda. Poteva forse aver criticato il fratello per la scelta di essere sempre affiancato da un'umana, ma pensandoci bene non aveva tutti i torti.

Inuyasha infatti era rimasto molto scottato con Kikyo: anche se si era rivelato tutto un inganno, quello che era successo tra loro stava a significare che la miko era sempre pronta a scagliare una freccia contro di lui, non appena avesse fatto un passo falso. In poche parole l'apparenza lasciava intendere che Kikyo non si fosse mai fidata totalmente di Inuyasha.

Kagome l'aveva liberato dal sigillo, e dopo la prima esperienza, sicuramente tragica, con una donna umana, Inuyasha aveva deciso di intraprendere il suo viaggio affiancato da un'altra donna, non una qualsiasi, ma la reincarnazione di Kikyo. Effettivamente non sarebbe stato da tutti, dopo una prima e tragica esperienza con un'umana, scegliere di averne nuovamente accanto un'altra.

Ma Sesshomaru non aveva ancora risposto alla domanda posta da Kagome… la ragazza quindi gli disse, per la seconda volta:

"Allora hai ascoltato la nostra conversazione!"

Sesshomaru capì di aver detto troppo… lui aveva visto Kagome, subito dopo aver pronunciato quella frase la prima volta, immergersi nei suoi pensieri, e il demone ne approfittò per non rispondere. Ma dopo le sue riflessioni, Kagome gli aveva ripetuto la frase, che anche se non era stata posta in tono interrogativo, aveva tutta l'aria di essere una domanda. Dannazione, non poteva farle un altro esempio, doveva per forza dirle che prima Inuyasha aveva detto di dover andare via perché il suo sangue di demone avrebbe potuto prendere il sopravvento in qualsiasi momento!

Ora però doveva risponderle, la ragazza continuava a fissarlo dritto negli occhi… e quegli occhi avevano un potere strano su Sesshomaru.

"No, non ho ascoltato. Ma ho un udito finissimo, e non potevo non sentire quello che dicevate, eravate vicini a me!"

"Ma se eravamo a più di cinquecento metri!" Kagome manteneva quella sua aria arrabbiata, ma sempre in modo ironico.

"Ma io sono un demone, e il mio udito è molto più fino di quello di Inuyasha, come tutti gli altri sensi. Ma torniamo al discorso che stavamo facendo: capisci perché dico che è più facile portare Kikyo nel posto in cui si trova Inuyasha?" cercò così di sviare nuovamente Sesshomaru. Anche se aveva capito che l'atteggiamento di Kagome era quello della "finta arrabbiata", il modo di fare della ragazza lo metteva quasi in soggezione. Aveva il potere di farlo sentire come un bambino colto in flagrante a rubare la marmellata.

"Si, ho capito, ma… è difficile comunque. Con arco e frecce non sbaglia un colpo, e se dovesse colpirci, persino tu non avresti scampo…" disse Kagome, con una nota di preoccupazione nella voce.

"Allora vai a prenderla tu!" le rispose Sesshomaru, con apparente calma. In realtà quella situazione riusciva ad agitarlo, seppur lievemente e impercettibilmente. Tutto quel che aveva a che fare con un possibile scontro con Kikyo, in fondo, lo preoccupava.

"Andrò io, ma neanche io avrei scampo se mi colpisse" disse Kagome, decisa. Sesshomaru a quelle parole perse un battito. Quella ragazzina pensava veramente di affrontare un avversario come Kikyo?

La miko, negli ultimi tempi, aveva ulteriormente rafforzato il suo potere, e con il suo arco non sbagliava un colpo anche a distanze molto elevate. Kagome sarebbe stata colpita immediatamente, senza nemmeno darle la possibilità di scorgere l'avversario in lontananza!

D'altro canto, se non fosse andata lei, sarebbe andato lui. Ma rischiava ugualmente, seppur fosse di gran lunga più veloce e agile della ragazza, per non parlare poi del suo fiuto e della sua capacità di percepire ogni tipo di pericolo anche a parecchia distanza.

"Kagome, tu hai ancora la veste di Inuyasha… quella veste è più dura di un'armatura… potresti prestarmela, e comunque andrò io"

"Posso anche prestartela, ma sappi che le frecce di Kikyo la trapassano, se no come avrebbe fatto a sigillare Inuyasha? La freccia l'aveva trafitto nonostante indossasse la sua veste…"

"Mh…" Sesshomaru detestava dare ragione a qualcuno, soprattutto se si trattava di un umano, ma in questo caso, anche se non rispose (non sia mai che il grande Sesshomaru ammette a parole la ragione degli altri) ammise a sé stesso che la deduzione di Kagome era più che fondata. Aveva ragione, insomma.

I due erano scoraggiati da quei ragionamenti. Come sarebbero riusciti ad avere Kikyo ed Inuyasha contemporaneamente nello stesso posto, se era praticamente impossibile riuscire a prendere la miko? Per non parlare poi di Inuyasha, che perdeva il controllo in qualsiasi momento e soprattutto quasi senza preavviso?

"Sesshomaru… a noi in fin dei conti non serve Kikyo, ma la sua sfera… dovremmo solo rubargliela…" disse Kagome, con una nota di scetticismo nel tono della voce.

"Si, ma se ci avviciniamo ci uccide comunque" rispose secco il demone, mal celando però una piccolissima nota di preoccupazione, che non passò inosservata a Kagome.

"Mh… Sesshomaru che ha paura di un'umana?" Kagome, naturalmente, pronunciò la frase con molta ironia, voleva solo scherzare.

Il demone le lanciò un'occhiata che le gelò il sangue. Kagome per un attimo ebbe davvero paura di aver esagerato. Sesshomaru notò la preoccupazione nello sguardo della ragazza, e capì che le sue parole erano puramente ironiche, così cercò di sorvolare su quella frase "poco felice".

"Non ho… paura. Solo non ho voglia di rischiare inutilmente" le rispose poi, sempre secco, ma un po' meno freddo di prima.

Kagome sapeva che Kikyo incuteva un minimo timore anche a lui, ma per raddolcirlo leggermente disse solo:

"Beh, è comprensibile…" e gli sorrise con dolcezza, come si fa con un bambino che cerca di negare l'evidenza, illudendolo di non aver lasciato trasparire i reali motivi del suo comportamento.

"Ahia!" Kagome si sentì improvvisamente pizzicare il collo, massaggiò leggermente la parte punta e notò di avere tra le mani l'artefice di quella puntura.

"Vecchio Miyoga! Che ci fai qui?" chiese lei, sorpresa, guardando il demone pulce sul palmo della sua mano.

"Che ci fai tu piuttosto! Ma ancora di più… come hai fatto a convincere Sesshomaru?" chiese lui. Kagome gli sorrise e non rispose, distratta da chi stava per raggiungerli.

Arrivarono infatti anche Sango, Miroku e Shippo.

"Semplice caro Miyoga, neppure il freddo Sesshomaru può resistere al fascino della divina Kagome!" rispose Miroku, avendo sentito la domanda posta dalla pulce.

Sesshomaru fu molto infastidito da quell'affermazione, e in meno di un secondo Miroku si ritrovò il collo pericolosamente stretto dagli artigli del demone, che lo guardava con sguardo assassino.

"Lascialo andare, lui è fatto così, ma in fondo è buono" disse pacatamente Kagome al demone, andandogli vicino.

Kagome sapeva di riuscire, non sapeva nemmeno lei come, a tranquillizzare il demone in certe situazioni. Forse il merito era dell'esperienza che aveva fatto con Inuyasha, che lo aveva letteralmente "addomesticato"… anche perché il mezzo demone ed il fratello non erano poi così dissimili, e se li si trattava allo stesso modo mostravano lati del carattere comuni ad entrambi.

Sesshomaru guardò un attimo la ragazza, e lasciò andare Miroku, facendolo cadere a terra.

"Monaco, ricorda che io non sono come quel deficiente di mio fratello, io non ammetto che si scherzi così con me". Un glaciale Sesshomaru gelò il sangue al monaco, non tanto per la fase detta, ma per il tono che usò nel pronunciarla.

"Che strano… ora che ci sono loro Sesshomaru sembra il solito demone terribile e glaciale di sempre…" pensò immediatamente Kagome. Ma poi si disse:

"Dev'essere una caratteristica tipica di famiglia…"

"Basta scherzare! Non c'è tempo, non c'è tempo!" urlò Miyoga. Tutti si voltarono a guardarlo, con aria interrogativa.

"Che c'è Miyoga?" chiese Kagome, preoccupata.

"Vedete… Oltre a quello che già sai, Kagome… devi sapere anche che il sangue demoniaco di Inuyasha lentamente lo logorerà, trasformandolo definitivamente in una bestia sanguinaria senza ragione. Ma il suo sangue è troppo forte per il suo fisico, e finirà per logoralo dall'interno, andando così incontro alla morte precocemente" proseguì la pulce.

Kagome sbiancò. Inuyasha rischiava di morire, avevano poco tempo.

"Miyoga… io non capisco una cosa… perché il sangue demoniaco di Inuyasha non viene più placato da Tessaiga?" chiese la ragazza, con il filo di voce che le rimaneva dopo aver appreso i reali rischi che correva il mezzo demone, mentre si sforzava di trattenere le lacrime, anche se la sua voce era rotta dal magone.

"Vedi… Tessaiga ha sempre placato il suo istinto demoniaco agendo sulla parte umana di Inuyasha, aiutandola a prevalere, ma ora che essa è quasi totalmente lontana dal suo corpo, Tessaiga non riesce a placarlo se non per poco tempo, quando i suoi sentimenti sono stimolati…"

"Ora capisco perché Inuyasha mi ha attaccato non appena mi ha visto con Kagome, e perché è ritornato se stesso solo quando si è avvicinato a lei" intervenne Sesshomaru.

Miyoga, Shippo, Miroku e Sango rimasero esterrefatti dal discorso del demone. Non avrebbero mai pensato che avesse risposto in quel modo ad un'affermazione che c'entrava con i tipici sentimenti umani… Persino Shippo capì che era molto strana una risposta del genere, data da Sesshomaru.

"È ora di muoversi. Con Kagome abbiamo concluso che l'unico modo per salvare Inuyasha è avere lui e Kikyo presenti, nello stesso momento, nel luogo dove ci troviamo… ma Kikyo, dopo quello che ha fatto, scaglierebbe immediatamente le sue frecce su Kagome, ed anche su di me… e noi dovremmo rubarle quella sfera…" iniziò Sesshomaru.

"La stessa cosa vale per noi, del resto Kikyo sa perfettamente che noi siamo amici di Inuyasha e di Kagome…" intervenne Sango.

"Io… io credo che Sesshomaru sia l'unico non sospettato dalla divina Kikyo. In più lui è anche estremamente forte, ed anche in caso di una reazione violenta della sacerdotessa lui saprebbe cavarsela senza un graffio…" disse Miroku. Un discorso mirato ad elogiare Sesshomaru per risvegliare il suo orgoglio e fare in modo che accettasse di affrontare la miko. Ma aveva comunque ragione, si disse Sesshomaru.

Infatti la miko non avrebbe mai immaginato che proprio Sesshomaru si sarebbe adoperato per aiutare il suo tanto odiato fratello. Il demone, dentro di sé, temeva solo di essere attaccato da Kikyo per due motivi: uno, lui era un demone, e le sacerdotesse avevano sempre lottato contro di loro, e poi… Kikyo amava Inuyasha. Lui non sapeva se l'ossessione che tutt'ora provava la miko nei confronti del fratello fosse ancora dovuta all'amore, o a qualche altra cosa, e nemmeno gli interessava saperlo, ma un fatto era chiaro. Kikyo cercava sempre di salvare la vita ad Inuyasha, impedendo ai suoi nemici di sopraffarlo e di ucciderlo, talvolta uccidendo loro stessi. E Sesshomaru si era dimostrato tra i più pericolosi nemici che il mezzo demone aveva.

Ma Sesshomaru, toccato il suo orgoglio, non poteva tirarsi indietro, non se la sentiva proprio. Sarebbe stato come tradire sé stesso.

"Ho capito monaco, andrò io" disse Sesshomaru, con lo sguardo puntato in un punto indefinito.

"Vengo con te" disse subito Kagome. Sesshomaru era stato coinvolto in quella storia da lei, non poteva abbandonarlo ad affrontare un avversario tanto vulnerabile quanto pericoloso.

"No, tu resti qui con loro" rispose freddamente lui.

"Ma…" cercò di ribattere lei.

"Niente ma. Se Kikyo ti vedesse capirebbe subito che io sono con voi, invece se andassi da solo, almeno per un attimo, non lo capirebbe. Il pensiero che io possa essere d'accordo con te è l'ultimo che potrebbe sfiorarla. E quell'attimo è proprio il momento che devo sfruttare per ingannarla…" la interruppe il demone.

"Sesshomaru… prima di andare via, però… vieni un attimo con me?" chiese Kagome.

I due si allontanarono, sotto gli sguardi curiosi degli altri.

"Che vuoi?" chiese lui con arroganza,quando si furono allontanati.

"Non voglio" rispose semplicemente lei.

"Non vuoi… che cosa?" il tono di Sesshomaru sembrava quasi irritato, ma perché?

"Non voglio che tu ci vada da solo!"

"E per quale motivo?"

"Come per quale motivo… perché sono io ad averti coinvolto in questa storia, e sappiamo tutti quanto possa essere pericolosa Kikyo… anche per un demone potente come te…"

"E allora? Se può farti piacere la rispedirò da dove è venuta" disse lui, mentre un lievissimo sorrisino si delineava sulle labbra sottili.

"No! Possibile che non capisci?"

"Cosa dovrei capire?"

"Se ti succedesse qualcosa, io mi sentirei responsabile! Io ti ho coinvolto in questa storia, e tu corri i rischi maggiori!" Kagome si sentiva davvero in colpa, Sesshomaru era davvero potentissimo, ma Kikyo non era da meno… se fosse successo qualcosa al demone non se lo sarebbe lai perdonato.

Sesshomaru rimase piacevolmente colpito dall'apprensione della ragazza nei suoi confronti. Aveva sempre creduto di essere indifferente a tutti, lui non si era mai preoccupato di nessuno, e nessuno si era mai preoccupato di lui. Però doveva ammettere che non era spiacevole avere qualcuno che si preoccupasse per lui.

"Non mi succederà niente, vedrai. Se venissi anche tu, Kikyo se ne accorgerebbe, e io sarei esposto ad ogni sorta di suo attacco. Se invece andassi da solo, lei non sospetterebbe di nulla, almeno all'inizio"

"Si ma…"

"Niente ma, Kagome. Anche il tuo compito non sarà semplice"

"Eh?" Kagome non capiva dove volesse arrivare il demone.

"Intendo dire che, una volta recuperata la sfera, dovremo cercare Inuyasha. Sicuramente lo troveremo con il suo aspetto demoniaco, e solo tu puoi cercare di placarlo, come già hai fatto un paio di volte. E poi, quando dovremo completare l'opera, la sua parte demoniaca si ribellerà non poco, e solo tu hai abbastanza presa su di lui per calmarlo e farlo rimanere in sé"

Kagome non rispose. Non poteva dargli torto. Ma dal suo viso si capiva chiaramente la sua preoccupazione.

Prima di tornare dagli altri, e di andare alla ricerca di Kikyo, Sesshomaru si avvicinò a Kagome, fissandola negli occhi. Lei si sentiva un po' in soggezione, quello sguardo era davvero penetrante. Lui le si avvicinava sempre di più, fino ad arrivarle a pochi centimetri di distanza.

Sesshomaru le accarezzò una guancia con il dorso della mano, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. Il viso del demone si avvicinò pericolosamente a quello di Kagome.

"Oddio, oddio, ma che sta facendo!!!! Cosa vuoi fare Sesshomaru???" pensò Kagome, che non sapeva assolutamente cosa fare e come reagire. Non capiva proprio cosa avesse in testa quel demone.

"Stai tranquilla, tornerò il prima possibile e soprattutto sano e salvo" le sussurrò, con fare fraterno, senza mail distogliere lo sguardo dagli occhi di lei. Poi avvicinò ancora di più il viso a quello di Kagome.

La ragazza chiuse istintivamente gli occhi, e sentì un freddo brivido percorrerle il corpo. Quel contatto lieve, appena accennato, l'aveva lasciata veramente perplessa.

Sesshomaru le aveva dato un lieve bacio sulla fronte.

"Grazie" le sussurrò.

Lei aprì gli occhi e lo guardò con aria un po' interrogativa.

"Grazie per esserti preoccupata per me" rispose lui, pacato.

Lei sorrise. Sesshomaru le voltò le spalle e si diresse verso gli amici della ragazza, per spiegare le sue intenzioni agli altri. Kagome lo seguì in fretta.

Il demone aveva milioni di pensieri nella testa. Ma cosa gli era saltato in mente? Non aveva mai dato un bacio a nessuna ragazza… e doveva farlo proprio con Kagome, un'umana?

"In effetti… non è vero che non ho mai baciato nessuna donna…" ma a questi pensieri, che cercò immediatamente di scacciare, il suo volto si incupì. Cercando di distrarsi, pensò solamente che aveva baciato Kagome perché gli andava di farlo, era un semplice gesto di ringraziamento. In fondo, un bacio sulla fronte, non era nulla di tanto strano… Con questi pensieri il demone arrivò dagli amici di Kagome.

Amici che sembravano strani rispetto a prima, guardavano Sesshomaru come se fosse un rarissimo esemplare di qualche razza strana di animale.

"Io andrò a prendere la sfera a Kikyo, voi attendetemi qui, non dovete muovervi. Al mio ritorno dovremo cercare Inuyasha, e Kagome sarà l'unica che potrà calmarlo. Dovete sapere che lui ha sempre il suo aspetto demoniaco, mentre quando è vicino a Kagome ritorna ad essere il mezzo demone che tutti conosciamo. Quindi, se lo incontraste, siete avvertiti" pronunciò Sesshomaru, con la sua solita calma e la sua freddezza.

Gli altri annuirono appena. Sesshomaru, dopo aver scambiato un ultimo sguardo con Kagome, sparì rapidamente nella foresta.

Che ne dite? Ok, lo so che il comportamento di Kagome potrebbe essere ambiguo, ma come abbiamo visto, è nel suo animo preoccuparsi per le persone... e poi lei ci tiene a Sesshomaru, anche perchè sa che Inuyasha stesso, in fondo, tiene al fratello, e non vuole che gli succeda niente. Nel prossimo capitolo l'incontro tra Sesshomaru e Kikyo, ci sarà da ridere...! Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 8
*** Sulla strada che porta verso Kikyo... ***


Ciao! Scusate per il ritardo, ma questa settimana per me è un inferno: il lavoro mi stressa, e oggi è il primo anniversario del mio sito, che ho totalmente rinnovato... e sto ancora facendo qualche modifica... impazzirò! Inoltre ho anche cercato di leggere qualche fanfic che mi interessa... Cmq, passiamo a voi: ringrazio tutti i lettori, dal prmo all'ultimo, e ringrazio darkangelodette92 (ma che bel nick hai? Io un tempo, prima di essere "darkrose", ero "darkangel", ma poi ce n'erano troppi e ho cambiato...), Lila, Lorimhar, Elychan, rubin89, Natsu Yuki (anch'io ce li vedrei bene, non ti credere, ma bisogna contare che se Kagome è davvero innamorata di Inuyasha, non le bastano certo pochi giorni per dimenticarlo e innamorarsi di un altro! Cmq è normale: dal principio, se i personaggi non fanno coppia come vogliamo noi, ci prende male, ma poi, se lo scrittore sa farci piacere quella coppia "insolita", cominciano a piacere anche a noi! Long live rock 'n roll inizia proprio con Koga e Kagome insieme... qualcuno mi ha insultata subito, molti altri sono andati avanti a leggere e li hanno trovati carini insieme...), kiba91, Anastasia9, mewrobby, Shirin, federicachan, Yoro-chan, Ayako, fede_chan 90 e Serry_Black (non parlarmi di trapassati e roba simile... io ho sempre parlato e scritto un italiano corretto, ma sicuramente qualche svista c'è in tutto quel che scrivo... probabilmente hai ragione... io, leggendola bene, quella frase l'avrei riscritta così:

Era la seconda volta che lo vedeva piangere, ed in entrambi i casi si trattava di lacrime versate per lei. La prima volta fu quando lottarono contro i sette mercenari. Inuyasha credeva che fosse morta, e si fece sfuggire una lacrima.

Non so se intendevi questo... cmq se anche questa è sbagliata querelo i miei ex prof di italiano! :-P Ora passiamo al capitolo...

Vi avverto che ho cambiato un po' le cose, l'incontro tra il bel ghiacciolo e Kikyo avverrà nel prossimo capitolo! Ho voluto fare un capitolo un po' più tranquillo, con molti discorsi e riflessioni tra Kagome e i suoi amici... ma ci sarà anche un piccolo colpo di scena... leggete!

Capitolo 8 - Sulla strada che porta verso Kikyo...

Miroku fissò Sesshomaru allontanarsi, esterrefatto da quello che aveva appreso nei pochi minuti in cui si era trovato davanti al demone. Si era comportato in maniera molto diversa da come poteva immaginare. Innanzitutto, aveva accettato di aiutare Inuyasha, fratellastro che, a quanto sembrava, avrebbe volentieri eliminato. Inoltre, si era fatto stupire non poco dal suo comportamento con Kagome, sembrava essere anche più dolce di Inuyasha, che nonostante le apparenze, era risaputo essere un "cucciolone". Ma anche i ragionamenti e i discorsi che aveva fatto con loro… non avrebbe mai immaginato di poter sentire Sesshomaru parlare in quel modo, sembrava aver molti più scrupoli di quanto si pensasse.

Il monaco rifletté su questi argomenti; poi, di scatto, si voltò verso Kagome.

"Divina Kagome… spiegatemi una cosa, come avete fatto a convincere Sesshomaru ad aiutare Inuyasha?"

"Beh, non lo so nemmeno io, posso solo dirti cosa è successo…" un cenno del monaco incitò la ragazza a proseguire "dunque, io lo stavo cercando quando, poco prima di vederlo, sulla mia strada è comparsa Rin, piena di tagli. Io l'ho subito medicata, e lei mi ha presa in simpatia. Poi sono andata da Sesshomaru, e gli ho spiegato cos'è successo ad Inuyasha, chiedendogli aiuto. Lui mi ha trattata con la solita glaciale arroganza, ma a quel punto è comparso Inuyasha, con il suo aspetto demoniaco, che si è avventato contro il fratello. Era arrabbiato perché mi aveva trattata male. Inuyasha però lo stava davvero massacrando, lo stava quasi per uccidere, quando mi sono lanciata in mezzo ai due, per evitare ad Inuyasha di provare un gran rimorso per aver ucciso il suo fratellastro, e poi… perché una risposta sgarbata rivolta a me non vale tanto quanto una vita, umana o demoniaca che sia. Ma il mortale colpo di Inuyasha, che era diretto a Sesshomaru, ha colpito involontariamente me"

"Ma allora… ti è andata bene, se non sei morta…?" chiese titubante Sango.

"Non proprio. In realtà ero morta, ma quando mi sono svegliata ho appreso che Sesshomaru mi aveva salvata con Tenseiga, e mi stava curando la ferita… poi abbiamo parlato ancora un po', lui non sembrava aver intenzione di accettare, ma dopo aver riflettuto a lungo in silenzio, mi ha detto di voler aiutarmi" concluse Kagome, con una nota di perplessità nella voce.

"Non lo capisco proprio… non avrei mai immaginato che Sesshomaru fosse capace di tanta gentilezza verso un essere umano!" commentò Miroku, chiaramente scioccato.

"C'è da dire una cosa… Rin ha insistito molto affinché lui accettasse di aiutarmi, e tutti sappiamo che quella bambina è molto importante per lui… anche se non ne capisco il motivo…"

"Ma… Kagome… come mai con te lui è così dolce…? Sembra quasi umano…" chiese Sango, troppo curiosa di capire cosa stava accadendo tra l'amica, e lo pseudo cognato.

"Non lo so, non chiedermelo, ma credo che trattandolo nel modo giusto, Sesshomaru riesca a tirare fuori il suo animo nobile, un po' come Inuyasha…" rispose Kagome.

"Come… Inuyasha? Ma a me sembrano l'opposto uno dell'altro…"

"No, ti sbagli Sango. Anche a me sembravano l'opposto uno dell'altro, ma poi vedendo Sesshomaru con Rin, e analizzando il comportamento che tiene con me, ho rivisto davvero Inuyasha in lui, forse perché è consapevole che io sono considerata da Rin una 'sua amica'. Sesshomaru e Inuyasha sono un po' diversi, ma allo stesso tempo molto simili"

"Quindi dici che lui, come Inuyasha, fa finta di essere così freddo e scontroso per difendersi?"

"Credo di si. Abbiamo fatto un discorso, io e lui…

***Flash back***

Se: "Dovrei essere l'ultimo a parlare con te di sentimenti, ma sappi che mi sono accorto persino io di quanto Inuyasha tenga a te. Lui è innamorato, anche se io non so cosa voglia dire"

Ka: "Secondo me invece tu lo sai. Io ho solo quindici anni di vita e sono riuscita, in così breve tempo, ad innamorarmi. Tu che hai… hai… quanti anni hai?"

Se: "Quattrocentosessantacinque"

Kagome sbiancò al pensiero di avere davanti una persona che aveva quasi mezzo millennio…

Ka: "Ehm… ehm… dicevo… in quattrocentosessantacinque anni non hai mai trovato una persona da amare?"

Se: "No"

Ka: "Non ti credo…"

Se: "…"

***Fine flash back***

"Quindi l'hai lasciato senza parole?" chiese una curiosissima quanto stupita Sango.

"Beh… si… non ha risposto… secondo me, in passato ha avuto una delusione affettiva, e da allora si comporta così, come l'abbiamo sempre visto, come il 'glaciale Sesshomaru'. Ma in fondo è un demone molto gentile, e dolce…"

Sango e Miroku ripensarono a pochi istanti prima, quando Kagome e Sesshomaru si erano allontanati per parlare, e poi pensarono soprattutto a quella scena scioccante in cui Sesshomaru aveva baciato Kagome sulla fronte… non era nulla, solo un bacio sulla fronte, che indica un affetto quasi fraterno, ma mai avrebbero immaginato che il demone fosse capace di tanto.

Kagome si rese conto che gli amici erano perplessi, e voleva scoprirne il motivo…

"Ragazzi, che vi succede? Sembrate pensierosi, che vi prende?" la ragazza, conoscendoli, immaginava che avessero spiato tutto quello che era successo quando lei e Sesshomaru si erano allontanati, ma fece finta di nulla.

"Eh? No, no, niente…" rispose distrattamente il monaco, voltandosi poi a guardare in modo altrettanto distratto un nido di rondini su un albero lì vicino.

"Non mi convinci Miroku, tu hai qualcosa che ti dà da pensare… e anche tu, Sango… non è che avete sentito tutto quel che ci siamo detti io e Sesshomaru?" la ragazza continuò imperterrita a far finta di niente…

"Eh? No, no, no… non saremmo mai capaci di fare una cosa simile…!" Miroku era molto agitato…

"Dai, tanto vi ho visti, eravate lì a spiare!"

I due sbiancarono, allora Kagome li aveva visti…

"Kagome, vieni a fare un bagno?" intervenne Sango.

"Ragazze, perché non andare tutti insieme?" chiese candidamente Miroku.

"Scordatelo!" risposero contemporaneamente le due ragazze. Poi Sango tirò un bello schiaffo al monaco.

Così il monaco restò solo con Kirara e Miyoga, che fino a quel momento aveva dormito su Kirara. Shippo aveva seguito le due ragazze, per fare il bagno con loro, e ora erano immersi in una sorgente termale…

"Kagome, ti ho chiesto di venire qui anche perché volevo chiederti un po' di cose riguardo a prima… ad esempio, perché ti preoccupi tanto per Sesshomaru? In fin dei conti ha cercato più volte di uccidere Inuyasha…"

"Vedi, Sango… se pensi bene a tutte le volte che Inuyasha e Sesshomaru si sono scontrati, ti rendi conto che nessuno dei due ha mai voluto realmente uccidere l'altro. Infatti più volte ad Inuyasha si è presentata l'occasione di uccidere Sesshomaru, e viceversa, e sempre entrambi hanno sferrato contro l'altro colpi micidiali, ma mai mortali…"

"Beh, questo, a pensarci bene, è vero…"

"Anche il maestro Totosai se n'era accorto, quando Inuyasha aveva sferrato contro il fratello il taglio nel vento, la prima volta…"

"Già, mi ricordo… e Sesshomaru… anche lui in effetti non ha mai voluto realmente uccidere suo fratello, perché possibilità ne ha avute…"

"E' per questo che io mi sono buttata tra loro due prima che Inuyasha, che aveva perso il controllo di sé, potesse uccidere Sesshomaru… ed è per questo che sono preoccupata, non voglio che gli succeda niente, perché in fondo al suo cuore Inuyasha ne soffrirebbe… anche se non lo ammetterebbe mai con nessuno"

"Comunque mi ha davvero stupita vederlo mentre ti dava un bacio sulla fronte… sembrava quasi commosso… probabilmente lo era, perché fin ora credo che solo tu e Rin gli abbiate dimostrato di preoccuparvi per lui…"

"Probabile… comunque, nonostante le apparenze, Sesshomaru sa anche essere dolce… con me si comporta come se fosse una specie di… fratello maggiore!"

"Beh, non puoi dire che non lo sia! È il fratello maggiore di Inuyasha! Sarebbe un po' come un cognato per te!"

Kagome abbassò lo sguardo.

"Ehi, Kagome… come va?" chiese Sango, sottovoce.

"Va male, malissimo, ma cerco di farmi forza… spero solo che Sesshomaru torni al più presto con la sfera, in modo da proseguire. Ero preoccupata anche prima, ma ora, dopo il discorso di Miyoga, lo sono ancora di più!"

"Stai tranquilla. Andrà tutto bene… anche se…"

"Anche se…?" Kagome era preoccupatissima, temeva che la sterminatrice le rivelasse qualche altro particolare che metteva in serio pericolo la vita di Inuyasha.

"Anche se mi sono chiesta più volte… ci sarà da fidarsi di Sesshomaru?"

Kagome la guardò con ara stranita. Non capiva come potesse dubitare di uno come Sesshomaru.

"Sango… Sesshomaru avrà anche milioni di difetti, ma su una cosa non si può discutere: la fedeltà. Per quanto poco lo conosca, è estremamente orgoglioso e la sua parola, non la tradirebbe mai. Sarà anche un demone terribile, se vuole, ma se dà la sua parola, è quella. È sempre stato molto insensibile, ma anche molto leale"

"Si… in fondo, credo che tu abbia ragione"

Le ragazze uscirono dall'acqua, era ormai mezz'ora che vi erano immerse. Si rivestirono e tornarono da Miroku.


Inuyasha vagava per i villaggi sterminando tutti coloro che in quel momento non gli andavano a genio, senza fare alcuna distinzione tra adulti, anziani, bambini, uomini, donne, animali, umani, demoni. Di qualsiasi natura fosse l'essere vivente che egli trovava dinnanzi a sé, se non gli piaceva lo uccideva in un solo istante.

Si stava trasformando sempre di più in un mostro, un mostro senza cuore. Alle narici gli giunse un odore, un odore conosciuto, un odore che aveva amato, e che ora sapeva di odiare.

Senza pensarci due volte lo seguì, fino a ritrovarsi davanti alla creatura che lo emanava: Kikyo.

La miko vedendo Inuyasha sussultò leggermente, non credeva che quel visino a volte così dolce ed innocente potesse assumere anche un'aria così terribilmente crudele. Fu lei la prima a parlare, con voce ferma nonostante l'insicurezza che l'immagine di Inuyasha in quello stato le incuteva.

"Ciao Inuyasha… ti sei deciso a venire via con me, finalmente?" la voce della sacerdotessa voleva essere dolce, ma da un involucro senz'anima, pieno solo di rabbia e risentimento come era lei, non poteva uscire parola espressa con dolcezza, ma solo con freddezza e sarcasmo.

"Stai zitta Kikyo! Vedi come mi hai ridotto? Sono un mostro, uccido persone senza rendermene conto, come se il mio corpo fosse guidato da qualcuno, e agisco contro la mia volontà…" Inuyasha era affaticato, non riusciva a parlare con disinvoltura. Quello che gli permetteva di parlare era quel poco di cuore che gli era rimasto, ma che rischiava sempre più di venire sopraffatto dal suo sangue demoniaco, troppo potente per riuscire a controllarlo.

Kikyo estrasse dalla sua veste la sfera contenente il cuore di Inuyasha. Il mezzo demone alla vista di quella sfera avanzò verso di lei. Lui non desiderava altro che tornare il mezzo demone di sempre, per poter stare con Kagome e vivere una vita serena. Dapprima sapeva che dopo la morte di Naraku avrebbe dovuto seguire Kikyo nella morte, ma dopo quello che aveva fatto la miko lui non aveva nessuna intenzione di stare con lei. Voleva solo ucciderla.

Ma a differenza di tutte le sue precedenti vittime, che aveva ucciso perché spinto dal suo incontrollabile sangue di demone, Kikyo la voleva uccidere lui, era il suo cuore che la voleva vedere definitivamente morta.

Kikyo si protesse con una barriera, Inuyasha la inquietava. Il mezzo demone alla vista della barriera si fermò. La sacerdotessa, sempre tenendo la sfera in mano, cominciò a parlargli con frasi che avevano l'unico scopo di farle capire a che punto era il suo piano.

"Inuyasha, ricordi come stavamo bene, noi due, un tempo?"

"Si, lo ricordo. E hai detto bene: UN TEMPO" disse lui, sottolineando freddamente le ultime due parole.

"E… non vorresti tornare a stare bene come in quel periodo?"

"Si, certo che lo voglio" sul viso di Kikyo si dipinse un sorriso malefico. Poi Inuyasha continuò:

"Ma non con te, con Kagome" il sorriso di scherno si dipinse ora sulle labbra di Inuyasha. Lui l'aveva fatto apposta, le aveva detto la frase precedente proprio per illuderla, per poi stroncarla con la seconda parte della sua risposta.

Non finì di parlare che Inuyasha estrasse Tessaiga, con la lama rossa, distruggendo così la barriera della miko, che ora si trovava davanti ad un demone a tutti gli effetti, e per di più quel demone la voleva morta.


Sesshomaru aveva fiutato da tempo l'odore di Kikyo, ed era mischiato a quello di Inuyasha. Camminava con cautela perché era imprevedibile la reazione di Inuyasha, se l'avesse visto. Temeva potesse anche far scoprire il piano di Sesshomaru alla miko.

Oltre a delle file di alberi, Sesshomaru vide Inuyasha. Stava parlando con Kikyo, quando ad un tratto estrasse Tessaiga, con la lama rossa, e distrusse in un sol colpo la barriera che proteggeva la sacerdotessa.

Sesshomaru restò ben nascosto, non poteva farsi vedere o il suo piano sarebbe andato quasi sicuramente a monte, e gli altri confidavano in lui. Non poteva fallire, era una questione d'orgoglio.

Vide perfettamente Inuyasha sferrare un attacco su Kikyo con i suoi affilati e lunghi artigli. Colpì la miko di striscio, su un braccio. Non usciva sangue, ma sabbia. Era come se avesse sgretolato un pezzo di roccia friabile.

Kikyo tuttavia era molto spaventata, Sesshomaru poteva avvertire l'odore della paura della miko sin dalla sua postazione. In una piccola frazione di secondo, Kikyo prese l'arco e scoccò una freccia diretta alla spalla sinistra di Inuyasha.

Sesshomaru era senza parole. Di nuovo, era accaduto di nuovo. Kikyo, resasi conto di quel che aveva fatto, tentò subito di rimediare, ma non vi riuscì. Poi qualcosa le fece pensare che quella situazione era tutta a suo vantaggio.

Sesshomaru rimase ancora un po' nascosto, a guardare il fratello, inerme, nuovamente sigillato ad un grosso albero.

Poi la voce della sacerdotessa che aveva appena compiuto quel gesto lo risvegliò:

"Sesshomaru, vieni, so che sei lì"

Il demone allora lentamente avanzò fino ad arrivare dinnanzi a lei.

Come vi pare? Inuyasha di nuovo sigillato... Kikyo potrebbero assumerla in una ditta che fa prodotti sottovuoto, tanto sigilla qualsiasi cosa alla perfezione! Ok, questa me la potevo risparmiare... cmq fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 9
*** L'incontro tra Kikyo e Sesshomaru ***


Ciao! Scusate se ultimamente ci metto un po' ad aggiornare ma sono incasinata… ho troppe cose da fare!
Ringrazio tutti i lettori, e in particolare Shirin, rubin89, Yoro-chan, darkangelodette92, Elychan, kagome0090, Makino, Natsu Yuki, Anastasia9, AngelMoon, Ayako e Mewrobby per i commenti… Sono davvero felice che vi piaccia… Ora vediamo cosa combina Sessomaru…

Capitolo 9 - L'incontro tra Kikyo e Sesshomaru

"Che ci fai da queste parti, o potente Sesshomaru?" la voce di Kikyo aveva una vena d'ironia che non piacque affatto al demone, che però cercò di sorvolare, almeno per il momento.

"Nulla che possa interessarti" rispose, mantenendo un'apparente calma.

"Siamo glaciali come al solito, vedo…"

"Parli tu? Almeno il mio corpo è caldo, scaldato dal sangue che scorre nelle vene… tu non hai nemmeno quello" Sesshomaru accompagnò le parole con una tonalità di voce che lasciava trasparire tutto il suo disgusto nei confronti della miko.

Kikyo non ripose, il demone era davvero pungente.

"Non mi dici niente? Avrai visto che ho sigillato tuo fratello a quell'albero" nella voce di Kikyo vi era una punta d'orgoglio.

"Non è affar mio quel che combina quello stolto mezzo demone"

"Ah, no? Io credevo di sì, dal momento che te ne sei stato a guardare un bel po' cosa stavamo facendo…"

"L'ho fatto semplicemente perché non volevo interferire"

"Va bene, allora io me ne vado…" Kikyo fece per voltarsi ed andarsene. Sesshomaru non sapeva assolutamente come fare a rubarle la sfera senza ricorrere alla violenza.

"Aspetta" disse lui, senza riflettere molto.

"Perché? Hai qualcosa da dirmi?"

"Si, io… vorrei sapere cos'hai fatto ad Inuyasha. L'ho visto un paio di volte dopo la morte di Naraku, ed entrambe le volte aveva l'aspetto di un demone"

"Cosa ti fa pensare che c'entri io?"

"Tu prima parlavi di andare via con lui e roba simile, e hai mostrato una sfera… allora ho pensato che c'entrassi tu, o perlomeno che tu ne sapessi qualcosa…" Sesshomaru sapeva che la scusa non sarebbe stata molto credibile…

Kikyo assunse un'espressione che lasciò trasparire tutto il suo scetticismo, ma poi rispose come se nulla fosse.

"In effetti io ne so qualcosa… ma perché ti interessa tanto?"

"Vorrei solo capire come mai è cambiato così tanto, in modo da sapere chi mi trovo davanti la prossima volta, se dovesse aggredirmi"

"Non credo possa aggredirti, è sigillato ad un albero…"

"Sai anche tu che questo non è un ostacolo. Come è stato liberato dal sigillo la prima volta, potrebbe essere liberato una seconda volta"

Già. Kikyo non aveva pensato alla possibilità che Kagome lo liberasse, ma era molto probabile che accadesse, lei sicuramente era già alla ricerca di Inuyasha.

"Beh, in questo caso… innalzerò una barriera che lo protegga da quella ragazzina!" E così fece.

"Comunque, Sesshomaru… se proprio vuoi saperlo… Inuyasha è stato privato del suo cuore umano, quindi ora è una bestia senza alcun tipo di sentimenti che vaga uccidendo chiunque gli capiti a tiro, guidato dalla sua parte demoniaca…"

"Senza sentimenti dici? Se fosse davvero come hai detto tu, un essere senza quello stupido cuore umano, non sarebbe nemmeno stato in grado di parlarti, o sbaglio?"

"In effetti… hai ragione. Lui non è stato privato del tutto del suo cuore, una parte, legata a quella… Kagome… è rimasta dentro di lui, ed il resto… è qua dentro" disse Kikyo mostrando la sfera contenente il cuore umano di Inuyasha.

Sesshomaru avrebbe dovuto agire in quel momento. Ma non sapeva assolutamente come fare. L'unica idea che gli venne in mente fu quella di cercare di addolcire la miko, magari farla infatuare, in modo da poter stare a stretto contatto con lei e poterle rubare la sfera senza che se ne rendesse conto.

Ma la sola idea gli dava il voltastomaco, non ce l'avrebbe mai fatta, era più forte di lui. Era stata una pessima idea lasciarsi convincere di andare da quella sacerdotessa.

Inuyasha aveva ancora gli occhi socchiusi, vedeva quello che stava accadendo, anche se non poteva né muoversi, né parlare.

Kikyo aveva notato che Inuyasha era ancora sveglio e cosciente, e come vendetta per quello che il mezzo demone le aveva fatto nel corso degli anni decise di fargli vedere qualcosa, in quegli ultimi istanti di coscienza che gli rimanevano, che l'avrebbe sconvolto.

Kikyo si avvicinò a Sesshomaru, non distogliendo lo sguardo dagli occhi ambrati del demone. Lui era quasi impaurito da quel che avrebbe potuto fare quella donna, aveva una strana luce negli occhi.

La sacerdotessa avvolse il collo del demone tra le sue braccia. Sesshomaru l'avrebbe volentieri uccisa per tanta sfrontatezza nei suoi confronti, ma non poteva. Miyoga aveva detto infatti che il sigillo del cuore di Inuyasha poteva essere distrutto solo se chi l'aveva creato era nei paraggi, vivo.

Sesshomaru era parecchio irritato, quella donna, oltre ad un altro miliardo di cose che non andavano bene al demone, era morta… per cui aveva un odore di terra tombale da far spavento. Il gesto della miko, inoltre, aveva fatto irrigidire il demone.

"Sai, non avevo mai notato quanto fossi affascinante…" la voce di Kikyo voleva essere sensuale, ma alle orecchie di Sesshomaru risuonò come una voce priva di qualsiasi sentimento, proveniente dall'oltretomba.

Inuyasha era là, sigillato ad un albero, i sensi lentamente si spegnevano, ma ancora poteva vedere e sentire bene. E quella scena lo fece infuriare. Non tanto perché Kikyo stava facendo le moine ad un altro, neanche perché questo era Sesshomaru, ma perché Kikyo lo assillava così tanto e gli impediva di amare Kagome quando lei era così disinibita e pronta a concedersi ad un altro.

Sesshomaru a quell'affermazione non disse niente, si sforzò solo di non distogliere lo sguardo in modo da provare a reggere il gioco. Quella era la sua unica possibilità. Ma era difficile, quella donna gli faceva proprio ribrezzo. Quella volta provò davvero paura, per la prima e forse unica volta nella sua vita. Era inerme, non poteva farle nulla, un solo colpo dei suoi artigli l'avrebbe sicuramente rispedita nel regno dei morti.

Le labbra di Kikyo andarono a toccare quelle di Sesshomaru, che disgustato, non riusciva a rispondere al bacio. Ma non poteva fare altro, sperando che in quel modo la sacerdotessa si distraesse un attimo dandogli l'occasione per rubarle la sfera.

Sesshomaru cercò di pensare ad altro, era schifato, ma contraccambiò quel bacio. Kikyo allora si strinse di più a lui, approfondendo il contatto.

Sia Sesshomaru che Inuyasha, anche se per motivi diversi, stavano morendo dal disgusto che Kikyo provocava loro.

Il demone insidiò due dita delicatamente nella tasca della veste della miko. Aveva trovato la sfera, cercò di rendere più appassionato quel bacio per riuscire a prendere quel dannato oggetto. Kikyo, notando il coinvolgimento del demone si strinse ancor di più a lui. Non avrebbe mai immaginato che quel demone avrebbe potuto suscitare in lei quelle emozioni, soprattutto visto che lei non provava quasi nessuna emozione.

Sesshomaru prese la sfera, e la mise immediatamente all'interno della manica della sua veste. Dopodichè, lentamente, si staccò dalla sacerdotessa.

"Ora devo andare" le disse freddo. In realtà era davvero disgustato. "quando finirà questa storia la prima cosa che farò sarà ucciderla, per tanta sfrontatezza!" pensò il demone.

Kikyo non disse nulla, sciolse l'abbraccio e proseguì per la sua strada.

Sesshomaru si diresse verso il luogo dove Kagome lo aspettava.


Inuyasha aveva visto tutto. Verso Kikyo provava una rabbia immensa. Perché non se ne stava con un altro uomo e lo lasciava in pace? Ma poi vide come Sesshomaru, nonostante il fastidio di quel bacio, recitò alla perfezione in modo da rubarle la sfera. Non si era lasciato sfuggire nulla, e aveva capito che l'insolito gesto di Sesshomaru era dovuto all'intenzione di rubare la sfera a Kikyo.

"Allora Kagome aveva ragione, era con Sesshomaru perché lui li vuole aiutare… che strano… Kagome, la mia Kagome, chissà come sta? Kagome… amore mio… con il tuo aiuto presto tornerò da te…" e con questi pensieri i suoi occhi si chiusero, accompagnandolo in un sonno dal quale quasi nessuno avrebbe potuto risvegliarlo.


Sesshomaru era tornato da Kagome e gli altri, trionfante, con la sfera in mano. Ma tutti erano curiosi di sapere com'era riuscito a rubare l'oggetto alla miko…

Raccontò la prima cosa che gli venne in mente, dopodichè si allontanò con Kagome. Era meglio evitare di spiegarle davanti agli altri che Inuyasha era stato sigillato.

Ma la prima cosa che lei domandò al demone, non appena si allontanarono, fu:

"Dimmi la verità, come hai fatto a prenderle la sfera?"

Allora Kagome non gli aveva creduto! Ma a questo ci avrebbe pensato più tardi.

"Senti Kagome… prima di parlare di questo, devi sapere che… Inuyasha è stato di nuovo sigillato da Kikyo"

La ragazza sbiancò, senza proferire parola per alcuni istanti.

"Co… cosa?" la voce di Kagome era incredula.

"Hai capito bene… Kikyo, per difendersi da un attacco di Inuyasha, l'ha colpito sigillandolo ad un albero"

"Dov'è? Devo liberarlo!" apparentemente Kagome non era agitata, ma in realtà stava sempre peggio. Istante dopo istante le brutte notizie su Inuyasha giungevano alle sue orecchie.

Sesshomaru le spiegò dove si trovava, ma prima che lei se ne andasse, lui le si parò davanti tenendola ferma per le spalle.

"Ragiona! Sta diventando buio, è pieno di pericoli, non puoi andare là da sola, soprattutto di notte"

"Allora mi accompagnerai tu, così potrai difendermi"

"Non ho nessuna intenzione di difenderti se non da un attacco che io stesso subisco, e poi devi sapere anche che Kikyo ha protetto Inuyasha con una barriera. Prima di andare ti conviene parlarne con il monaco"

"Almeno… in questo modo per lui il tempo si ferma, non può migliorare ma… nemmeno peggiorare. Ora dimmi…come hai fatto ad ingannare Kikyo?"

Sesshomaru abbassò lo sguardo. Non riusciva a sostenere lo sguardo di Kagome mentre le raccontava una bugia.

"Ecco io… la ho ingannata, mentre era distratta le ho rubato la sfera che teneva in tasca"

"Intendevo dire come hai fatto VERAMENTE per rubarle la sfera"

"Te l'ho detto"

"Fai come vuoi…" rispose Kagome, lievemente scocciata, incamminandosi in direzione degli amici.

Tornarono dagli altri, e si accamparono per la notte. Come sempre, Sesshomaru dormiva accanto a Kagome, anche se in realtà molto spesso il demone si limitava a riposare, non avendo una reale necessità di dormire.

Kagome si infilò nel suo sacco a pelo. Immaginava che durante l'incontro tra Kikyo e Sesshomaru fosse successo qualcosa di spiacevole al demone. Anche se all'apparenza sembrava stare benissimo, un occhio attento avrebbe sicuramente notato il suo malessere, che sembrava essere un malessere morale, piuttosto che fisico.

Kagome, mentre pensava tutto ciò, aveva tenuto lo sguardo fisso sul demone, che a sua volta se ne era accorto.

"Che hai da guardarmi tanto?" per quanto la frase fosse scortese a prescindere, Sesshomaru la pronunciò con un tono totalmente privo di arroganza.

"Eh? …no, scusa, niente… stavo pensando…"

"A cosa?"

"A niente che ti riguardi!" Kagome rispose con un sorriso, per far capire al demone che stava scherzando.

Sesshomaru le strinse la mano e lei si addormentò. Era bello avere qualcuno vicino, in un momento così tragico per Kagome. Sesshomaru le ridava sempre quella forza che cercava di venirle a mancare in alcuni momenti… Senza il suo appoggio sarebbe sicuramente caduta in depressione.


Allora? Forse un bacio, seppur finto, tra Kikyo e Sesshomaru può farvi rabbrividire, ma mi sono divertita troppo a scriverlo, soprattutto a descrivere il disgusto del demone! Commentate, a presto - spero - un bacio.

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Capitolo 10
*** La barriera e il sigillo ***


Ciao! Dico immediatamente che il bacio che Kikyo ha dato a Sesshomaru x me è stato inevitabile perchè non sapevo proprio come impostare una battaglia tra i due, allora ho cercato un modo alternativo x fargli prendere la sfera... Anch'io ho pensato "che schifo", però è stato divertente decrivere il disgusto di Sesshomaru...

Ringraziamenti: shirin, Makino, rubin89, kagome0090, Elychan, mewrobby, Natsu Yuki, kiba91, Lila, Ayako e Neera. Grazie per i commenti, sono sempre graditissimi ma posso dire che i commenti che avete postato fin ora per questa fanfic mi sono serviti molto... capirete il perchè in fondo, dopo il capitolo! Ora leggete, che il prossimo è l'ultimo!

Capitolo 10 - La barriera e il sigillo

L'alba era giunta, i tiepidi raggi del sole illuminarono il viso di Kagome, avvolgendola in un caldo tepore e svegliandola dolcemente. Due luminosi occhi ambrati la stavano guardando con apparente indifferenza, ma lei in quello sguardo sapeva leggervi un velo di dolcezza. Sesshomaru le teneva ancora la mano, istintivamente la ragazza guardò le loro mani intrecciate, per poi tornare a guardare il demone. Lui si scansò velocemente, con estrema freddezza ed indifferenza, lasciando la mano di Kagome ed intimandole di alzarsi, con un tono che sembrava non ammettere repliche. Gli occhi del demone erano tornati ad essere freddi ed impassibili.

Poco dopo si svegliarono anche gli altri, che in men che non si dica erano pronti per partire.

Tutti erano pronti, tranne uno…

"Sesshomaru, muoviti, dobbiamo andare" disse Kagome che, senza accorgersene, aveva usato il tono che usava solitamente con Inuyasha quando faceva il bambino capriccioso.

"Andate voi" rispose più freddo che mai il demone.

I raggi del sole gli sfioravano appena lo splendido viso, illuminandogli gli occhi che ora assumevano le più svariate tinte dell'ambra e dell'oro. Ma neanche quelle sfumature calde gli davano un'aria meno gelida.

Kagome lo guardò con un'espressione lievemente arrabbiata.

"Muoviti! Sai benissimo che tu sei importantissimo per la riuscita di tutta questa storia!"

"Non ci penso neanche. Perché dovrei aiutare degli stupidi umani ed un lurido mezzo demone?"

Sango e Miroku si intesero con uno sguardo, allontanandosi in groppa a Kirara, che ospitava il vecchio Miyoga e Shippo.

Kagome osservò un momento i due amici, e per un attimo si chiese per quale motivo si erano allontanati. Principalmente dava due spiegazioni a quel comportamento: o avevano frainteso tutta la situazione tra lei e Sesshomaru, o avevano capito che Sesshomaru si sbloccava un po' solo con lei e Rin, e nessun altro intorno. Sperava tanto che avessero voluto allontanarsi coscienti della seconda ipotesi.

"Dai, muoviti!"

"No"

"Vieni!"

"…" Sesshomaru non rispose. Non l'aveva guardata ancora una volta in faccia, dopo averle lasciato la mano al suo risveglio.

Kagome cercò di utilizzare un'altra strategia, gli si avvicinò e si mise a sedere accanto a lui. Poi, con voce dolce, cominciò a parlare.

"Sesshomaru, dimmi… cos'è che ti turba?"

"…" ancora nessuna risposta da parte del demone.

Kagome provò a pensare a quale motivo potesse renderlo così scontroso e assente, ma non le venne in mente nulla. Doveva cercare di farselo spiegare da lui stesso.

"Ti prego… dimmi cos'hai… parlando potresti sfogarti… e io ti ascolto… e chissà che non possa aiutarti…"

"…" ancora niente. Kagome allora provò a chiedergli l'unica cosa che le venne in mente e che, poco tempo prima, aveva fatto rabbuiare Sesshomaru.

"Non è che… tutta questa storia ti ha fatto capire che anche tu puoi provare dei sentimenti?" Kagome immaginava che il solo fatto di cercare di aiutare il fratello gli avesse fatto capire che verso Inuyasha non provava l'odio che voleva far credere, ma piuttosto pensava che volesse bene, in fondo al suo cuore, al fratello.

Gli occhi di Sesshomaru per un istante si colorarono di un rosso intenso, e con la mano spinse Kagome indietro. Non le fece male, fisicamente, ma la fece spaventare davvero molto. Accompagnò il gesto con fredde parole:

"VAI VIA! TI ODIO, COME ODIO TUTTI GLI ALTRI, E SOPRATTUTTO INUYASHA! VAI VIA E NON FARTI PIÙ VEDERE DA ME!" non le aveva urlate, le aveva dette a voce leggermente più alta, ma estremamente tagliente.

Kagome, che era stata allontanata dal gesto del demone, era terrorizzata. Sesshomaru arrabbiato, con occhi rossi e artigli sfoderati, non poteva far altro che incuterle timore. Dallo spavento poche piccole lacrime le inumidirono gli occhi, non scesero nemmeno, ma bastarono per far sentirne a Sesshomaru l'acre odore.

Gli occhi del demone tornarono color dell'ambra, e si voltarono immediatamente verso Kagome, che aveva gli occhi appena lucidi. Il suo olfatto gli aveva chiaramente fatto capire che la ragazza stava piangendo, anche se in modo molto lieve e non evidente.

Sesshomaru si voltò a guardare Kagome, senza dire nulla, ma nel suo sguardo la ragazza potè notare una luce lievemente diversa da quella che aveva poco prima.

Il demone si alzò, voltando le spalle a Kagome fece qualche passo, poi si fermò. Con la coda dell'occhio guardò appena la ragazza.

"Andiamo" le disse. Dopodichè lui si incamminò, senza controllare che Kagome lo seguisse.

Ma la ragazza lo stava seguendo.


Durante il breve viaggio Kagome e Sesshomaru non solo rimasero in silenzio, ma non si guardarono nemmeno una volta. La ragazza continuava a pensare a tutto quello che era successo.

"Si sarà svegliato con la luna storta…" pensava.

Ma durante la notte, lei si era svegliata un paio di volte. Ed entrambe le volte aveva visto il demone, sveglio, con lo sguardo fisso verso la luna e le dita intrecciate con le sue. Sembrava stesse pensando… chissà, forse rifletteva. Ma su cosa?

A Kagome venne il serio dubbio che il cuore di Sesshomaru si stesse leggermente scaldando, perché lei sapeva che in fondo provava anche lui dei sentimenti umani verso Inuyasha. Era pur sempre suo fratello.

Avrebbe potuto ucciderlo infinite volte e non l'aveva mai fatto. Un motivo c'era, e probabilmente era quello… solo che prima lui non se ne rendeva conto, o forse non voleva ammetterlo a sé stesso, ma ora… probabilmente era troppo evidente, non poteva più negarlo, almeno al suo cuore. E anche il comportamento apprensivo ed attento che aveva quotidianamente con Rin, agli occhi di Kagome, era una manifestazione di affetto.

Sesshomaru ad un tratto si fermò. Kagome, distratta com'era da queste riflessioni, non se ne accorse ed andò a sbattergli contro. Lui non reagì, ma si voltò verso di lei. Ora la stava guardando.

"Kagome… Se proprio vuoi sapere com'è andata ieri… Kikyo mi ha baciato. È stato orrendo, terrificante, davvero. Ma ho dovuto far finta di corrispondere per potermi avvicinare a lei e prenderle la sfera. Stai meglio ora che lo sai?" la sua voce era freddissima, quasi più del solito, ma allo stesso tempo sembrava… triste. E Kagome lo capiva sempre meno.

La ragazza subito non disse nulla, poi, dopo qualche interminabile attimo di silenzio, con lo sguardo a terra, sussurrò appena "grazie".

Sesshomaru le posò un dito sotto il mento e le sollevò il viso, fino ad arrivare a guardarla negli occhi.

"Oltre quelle siepi, c'è Inuyasha. Il monaco e la sterminatrice sono già là, sento i loro odori, sei pronta?" ora la voce di Sesshomaru aveva quasi una parvenza di dolcezza fraterna. Lievissima, ma Kagome la colse.

La ragazza annuì col capo, seguendo poi il demone che le faceva strada in mezzo alle piante.

Quel giorno Kagome non capiva davvero niente. Sesshomaru era stranissimo. In alcuni momenti era più terribile di come lo aveva sempre visto, ed in altri era il Sesshomaru che aveva imparato a conoscere, quello che lui stesso voleva a tutti i costi celare dietro uno spessissimo strato di ghiaccio.

Oltrepassata l'ultima fila di piante, Kagome si trovò in un piccolo prato, circondato quasi interamente da alberi. Su uno di questi, protetto da una barriera, giaceva Inuyasha, sigillato da una freccia della sacerdotessa che un tempo amava.

"È tutto come quella volta…" pensò Kagome. Le due sostanziali differenze erano che innanzitutto quella volta Inuyasha non era protetto da alcuna barriera, seconda cosa, quella volta lei era sola. Invece ora con lei c'erano Sango, Miroku, Kirara, Miyoga, Shippo e Sesshomaru.

La ragazza si avvicinò ad Inuyasha, lo guardò. Quant'era bello! Esattamente come la volta precedente, sembrava avvolto da un piacevole sonno, aveva un viso dolcissimo. Ricordò la prima volta che lo vide, quando gli accarezzò le orecchie… era commossa al punto che sentiva gli occhi pungere, ma rimandò indietro le lacrime. Sesshomaru se ne sarebbe accorto.

"Divina Kagome, ce la fate a infrangere la barriera?" chiese Miroku.

"Non da sola, ho bisogno del tuo sostegno" rispose lei.

Lui allora le si avvicinò, ed insieme andarono molto vicino alla barriera. Dopodichè si concentrarono profondamente, per poi posare entrambi la mano su di essa.

Vennero respinti lontano, con la mano bruciata. Sesshomaru guardò Kagome, mentre Sango era accorsa da Miroku.

"Niente da fare" disse Kagome, come in risposta, al demone.

Poi la ragazza fissò per un momento il fianco sinistro del demone. Lui se ne accorse, ma non disse nulla. Lei si avvicinò moltissimo, lui continuava a guardarla. Pose infine una mano su una delle due spade che Sesshomaru aveva al fianco.

"Questa… questa è Tenseiga, non è vero?" chiese timidamente lei.

"Si, perché?"

"Vorrei… vorrei provare ad infrangere la barriera con questa. Del resto ha un potere pari a quello di Tessaiga, seppur opposto"

"Prendila pure, tanto è una spada inutile"

Kagome prese la spada, e mentre la sfilava dal fodero sussurrò a Sesshomaru:

"Sai anche tu che non è così, se fosse una spada inutile sia io che Rin saremmo morte… e forse anche altre persone…"

Sesshomaru non disse nulla, ed osservò la ragazza dirigersi verso Inuyasha con Tenseiga in mano. Non la sapeva nemmeno impugnare correttamente!

Quel che conta è che la brandì con tutta la sua forza contro la barriera, sprigionando, nel punto di contatto, un'abbagliante luce azzurra.

Quando svanì la luce, apparentemente non era cambiato nulla. La barriera era sempre lì, tale e quale.

Tutti erano un po' perplessi, tutti tranne il monaco.

"Divina Kagome, ora la barriera è cambiata, la posso tranquillamente infrangere"

"Bene Miroku"

Così il monaco eliminò la barriera mediante l'uso dei suoi sigilli. Kagome porse Tenseiga al legittimo proprietario, quindi si avvicinò ad Inuyasha.

Proprio come aveva fatto la volta precedente, Kagome impugnò la freccia che sigillava il mezzo demone. Da essa brillò una luce rosea, e poi la freccia stessa svanì nel nulla.

Inuyasha era libero dal sigillo. Scivolò lungo il tronco dell'albero, Kagome lo stringeva tra le braccia. Il mezzo demone, lentamente, aprì gli occhi, andando ad incrociare quelli della sua amata Kagome.

"Kagome…" la sua voce era flebile.

"Inuyasha…"

"Kagome, che è successo?"

"Kikyo… ti ha sigillato di nuovo all'albero"

Il viso di Inuyasha improvvisamente si fece scuro, e i suoi occhi cominciarono a tingersi di rosso.

"Kagome, scappa!" urlavano Miroku e Sango

"È pericoloso, allontanati da lui, si sta trasformando!"

"State tranquilli, lui è sempre Inuyasha, e io lo amo, qualsiasi sia il suo aspetto"

Sesshomaru fiutò il pericolo, ed in un balzo si precipitò davanti alla ragazza per poi allontanarla appena in tempo per evitare che gli artigli del mezzo demone la ferissero.

"Inuyasha, no! ti prego, torna in te!" Kagome urlava. Erano passati appena tre giorni, ma era sfinita. Quella faccenda la stava distruggendo.

"Kikyo… io voglio Kikyo! Dov'è? Voglio vedere scorrere il suo sangue!" Disse Inuyasha, con voce demoniaca.

"Mi spiace deluderti, ma Kikyo è solo un corpo fatto di terra e cenere, dal suo corpo non esce sangue" disse Sesshomaru con tono di scherno, avvicinandosi al fratello.

Il mezzo demone senza pensarci sopra ingaggiò una terribile lotta con Sesshomaru. Sesshomaru dovette ricorrere all'uso di Tokijin, mentre ad Inuyasha bastavano gli artigli per combattere… e sembrava quasi essere in vantaggio.

Sango e Miroku rimasero esterrefatti dalla forza di Inuyasha. Non era mai stato così. Gli occhi di Sesshomaru si dipinsero di rosso, ed ecco che il demone riusciva ad eguagliare e forse a sovrastare, seppur lievemente, la forza del fratello.

Inuyasha ora era fermo, aveva sempre il suo aspetto demoniaco, ma sembrava più tranquillo.

Kagome corse verso Sesshomaru, che le intimò subito di allontanarsi. Era pericoloso stare nel bel mezzo di un campo di battaglia, dove uno dei combattenti era una bestia assetata di sangue che non guardava in faccia nessuno. Ma lei non seguì i suoi consigli e rimase lì, davanti a lui.

"Sesshomaru, dammi la sfera"

"Non ora, deve essere cosciente, altrimenti non acconsentirebbe mai"

"Vale la pena di provare, dammi la sfera"

"No"

Kagome mise una mano in tasca al demone e prese la sfera. Sesshomaru in quel momento l'avrebbe aggredita, ma la ragione lo fermò: se l'avesse aggredita, non solo l'avrebbe esposta maggiormente al rischio di un attacco di Inuyasha, ma se Inuyasha si fosse reso conto che il fratello aveva aggredito Kagome, probabilmente avrebbe lottato con lui fino allo stremo delle forze.

La ragazza andò lentamente verso Inuyasha, con la sfera in mano. Il mezzo demone la fissava, sembrava estasiato dalla sua visione, ma riuscì solo a dire poche parole.

"Kagome, no, vai via, allontanati da me!"

Lei non lo ascoltò, fece ancora qualche passo verso di lui. Inuyasha con un balzo le si parò davanti. Ora sembrava di nuovo una belva assetata di sangue. La strinse forte per le spalle, Kagome, anche se dentro di sé temeva il peggio, davanti a lei vedeva sempre e solo Inuyasha, non aveva paura.

"Inuyasha… tu… devi colpire questa sfera… con Tessaiga… per rompere la barriera che la protegge" la voce di Kagome tremava leggermente.

"Sangue… voglio… del sangue!" Furono le uniche parole che pronunciò il mezzo demone. Inuyasha strinse di più la presa su Kagome, che non trattenne un lamento. Sesshomaru accorse, riuscì a liberare la ragazza e continuò la battaglia iniziata in precedenza.

Sango si avvicinò a Kagome, mettendole una mano sulla spalla.

"Kagome, è troppo pericoloso… solo Sesshomaru al momento è in grado di pareggiarlo… Inuyasha… ha quasi perso del tutto la ragione…"

"O forse…" disse Kagome, con voce rotta "L'ha già persa del tutto…"

L'abbraccio di Sango si fece più stretto, anche se non poteva farla stare meglio, la rincuorò il fatto di avere accanto persone così belle e care.

Inuyasha continuava a dire solo e soltanto che voleva del sangue, finchè Sesshomaru fece un passo falso e si ritrovò con le spalle attaccate ad un albero, Inuyasha lo teneva per il collo con una mano, e con l'altra stava per trafiggerlo con i lunghi artigli.

Kagome si sciolse dall'abbraccio di Sango e corse in mezzo ai due, sempre con la sfera in mano.

"Sangue!" urlava Inuyasha.

"Se vuoi del sangue, prendi il mio! Ma devi promettermi che dopo avermi uccisa, infrangerai la barriera che protegge questa sfera" Kagome urlava ormai disperata.

Inuyasha la guardava con quegli occhi rossi, vuoti, come quelli di una belva impazzita, mentre Sesshomaru continuava ad urlare a Kagome di allontanarsi.

Allora, che ne dite? Il prossimo sarà l'ultimo, sigh... però sto già scrivendo il seguito... non assicuro ancora niente, ma sono partita bene... non lo pubblicherò finchè non lo avrò terminato, non voglio rischiare di pubblicare qualcosa di incompleto... comunque il seguito accontenterà un po' tutti, non dico altro... l'ho voluto fare in base ai commenti ricevuti su Manganet e su Efp... quindi i vostri commenti mi hanno aiutata e mi stanno aiutando a creare qualcosa di nuovo, GRAZIE!!!!! Bacioni.

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Capitolo 11
*** ...Amore...? ***


Ciao! Scusate per l'ennesima volta il ritardo, ma i casini mi si accumulano... ora la mia collega si è licenziata e io mi ritrovo a dover fare il doppio del lavoro di prima! Beh, ma passiamo ad altro...
Siamo all'ultimo capitolo! Sigh... mi dispiace un po'... ma ho già scritto i primi quattro capitoli del sequel e sto scrivendo il quinto... è anche per questo che posto in ritardo... ora passiamo ai ringraziamenti: Shirin, Lila, kagome0090, Makino, Lorimhar, Elychan, raska81, rubin89, kiky85, AngelMoon, fede_chan 90, Natsu Yuki, ambri, kagome-chan, Neera e nihal per aver commentato e per le varie minacce di morte... fosse per me avrei postato prima, ma troppi casini uno dietro l'altro... un grazie enorme va anche a tutti i lettori... ora leggetevi sto finale...

Capitolo 11 - ...Amore...?

"Se vuoi del sangue, prendi il mio! Ma devi promettere che dopo avermi uccisa, infrangerai la barriera che protegge questa sfera" Kagome urlava ormai disperata.

Inuyasha la guardava con quegli occhi rossi, vuoti, come quelli di una belva impazzita, mentre Sesshomaru continuava ad urlarle di allontanarsi.

Inuyasha fissava la ragazza, e lentamente la presa su Sesshomaru si faceva meno salda. Il mezzo demone lasciò definitivamente Sesshomaru, facendolo cadere a terra, e sguainò Tessaiga.

Kagome temeva che Inuyasha potesse colpire lei, ma sperò che le sue parole fossero servite a qualcosa. Quindi, tese la sfera, che teneva tra le mani, ad Inuyasha.

La lama di Tessaiga era ormai divenuta rossa, ed in un colpo Inuyasha infranse la barriera. Kagome gli sorrise, e gli sussurrò "Ti amo, Inuyasha".

Poi si allontanò, fino a raggiungere Sesshomaru che nel frattempo si era trascinato lontano da lì.

"Ora tocca a te" disse Kagome, guardando fiduciosa Sesshomaru.

Il demone prese Tenseiga e, dopo aver fatto appoggiare a terra la sfera, la colpì. Essa si frantumò in mille pezzi, facendone fuoriuscire quella luce bianca che conteneva, che andò ad avvolgere Inuyasha.

Il mezzo demone era totalmente coperto dalla luce abbagliante. Quando questa piano piano svanì Inuyasha aveva nuovamente il suo normale aspetto di mezzo demone.

Kagome gli corse incontro, abbracciandolo.

"Inuyasha!" urlò, versando lacrime di gioia.

"Sono tornato, piccola mia. Grazie per avermi aiutato"

I due si baciarono a lungo. Sesshomaru li osservava. Sembravano felici, gli occhi di Kagome avevano finalmente ritrovato la luce che avevano perso nei tre giorni precedenti. Ma il demone, al contrario, ora aveva gli occhi più spenti di prima, se ne accorse subito Sango, che però non disse nulla.

Tutti sembravano essere felici, quando una voce richiamò la loro attenzione.

"Sesshomaru, tu mi hai rubato la sfera che contiene il cuore di Inuyasha!"

Tutti si voltarono, e videro Kikyo.

"Vorrai dire che CONTENEVA, dannata!" Inuyasha, pronunciando queste parole, si era avventato contro di lei, con Tessaiga sguainata, ma la sacerdotessa non venne nemmeno scalfita dal taglio nel vento.

"Inuyasha… vedo che vi siete dati da fare subito, eh? Ma tu, Sesshomaru, non detestavi Inuyasha? E non detestavi gli umani?" chiese Kikyo con voce pungente.

Sesshomaru la guardò con lo sguardo più gelido che avesse mai potuto avere.

"Se c'è qualcuno che detesto, quella sei tu!" e le si avventò addosso con Tokijin. Ma anche questa volta, la sacerdotessa non venne scalfita.

Sango allora provò a colpirla con il suo Hiraikotsu, ma non le fece nulla, e nemmeno Kagome riuscì a colpirla. La sua freccia si polverizzò non appena venne in contatto con la sacerdotessa.

Miroku allora si avvicinò a Sesshomaru.

"Nobile Sesshomaru, forse solo voi potete farla tornare da dove è venuta, ossia nel regno dei morti. Forse Tenseiga, che ridona la vita a chi è appena morto ingiustamente, può anche toglierla a chi la ha riavuta ingiustamente…"

"Dici monaco?"

"Può darsi. Non lo so, ma in un caso, la facciamo fuori. Se invece dovessimo riportarla in vita, a quel punto la potremmo uccidere come potremmo uccidere qualsiasi altro essere umano"

Sesshomaru non rispose, e in meno di un secondo colpì Kikyo con Tenseiga. Il corpo della miko venne illuminato di una luce bianca, luce che in parte andò a trasferirsi nel corpo di Kagome, e in parte si disperse nel cielo.

La parte dell'anima di Kagome che risiedeva in Kikyo tornò al corpo originale.

L'immagine di Kikyo divenne lentamente trasparente, fino a svanire nel nulla, lasciando a terra solo le sue ceneri e la terra che formavano il loro corpo, avvolte dalle vesti che indossava.
In quell'istante, si udì una lontana voce:

"Inuyasha, ricorda, non smetterò mai di amarti, un giorno sarai di nuovo mio!"

Kikyo, finalmente, aveva avuto quel che le spettava. Non la morte, quella l'aveva già avuto cinquanta anni prima, ma dopo tanto tempo, aveva avuto la pace eterna. Almeno questo fu il pensiero comune di tutti.

Kagome guardò Inuyasha, non sapeva come avrebbe reagito alla scomparsa di Kikyo. Lui era serio, molto serio, e teneva lo sguardo fisso sulle ceneri della defunta sacerdotessa.

Kagome, accanto a lui, accortasi di questo abbassò la testa, in fondo pensava che Inuyasha stesse soffrendo moltissimo. Ma il mezzo demone, notato il comportamento di Kagome, le cinse la vita con un braccio, senza distogliere lo sguardo dalle ceneri.

"Lo so, Kikyo, neanche ora ti sei data pace. Ma tu sei morta, io sono vivo. E io non smetterò mai di amare Kagome, colei che mi ha restituito la vita che tu stessa hai cercato di togliermi più volte. Addio" disse poi, lui, quasi più a sé stesso che alla miko.

Inuyasha abbracciò Kagome e la baciò con infinita dolcezza.

Sesshomaru li osservava. Sango aveva notato il modo nel quale il demone osservava la coppia, e credeva di aver capito il motivo di quegli strani sguardi.

Miroku si avvicinò alla sterminatrice, e le cinse le spalle.

"Finalmente è tutto davvero finito, eh, mia dolce Sango?"

"Già…" Sango si aspettava una mano "fuori posto" del monaco, invece no, nulla. Quel momento per lei fu uno dei più belli della vita.

I due giovani andarono a sedersi all'ombra di un albero, un po' lontani dal resto del gruppo. Ed osservavano la scena tra Inuyasha, Kagome e Sesshomaru, aspettando il momento più scioccante della loro vita.

Inuyasha si sciolse dall'abbraccio di Kagome. Con passo lento, ma sicuro, si avvicinò a Sesshomaru.

I due fratelli rimasero interminabili attimi a guardarsi negli occhi, senza proferire parola. Dentro di loro avrebbero voluto dire milioni di cose, ma l'orgoglio impediva ad entrambi di parlare, riuscirono solo a dire poche cose, semplici, ma dette con il cuore.

"Sesshomaru… grazie. Senza di te sarei morto" disse Inuyasha, porgendo la mano al fratello.

Kagome si era allontanata, permettendo così ai due di parlare senza essere ascoltati da altri.

Sesshomaru strinse la mano del fratello.

"La prossima volta che combini qualche casino, te lo risolvi da solo" disse poi il demone, freddo come sempre, ma allo stesso tempo quasi in modo… fraterno.

Poi Sesshomaru diede un'occhiata a Kagome, un'occhiata terribilmente malinconica. Tornò a posare lo sguardo su Inuyasha, per poi riprendere parola.

"Capisco perché ti sei innamorato di lei… la farai stare benissimo, ne sono certo… buona fortuna. Forse, un giorno, ci rincontreremo"

Il demone lasciò la stretta del fratello, si voltò e si incamminò verso il bosco, per raggiungere la caverna dove aveva lasciato Rin con Jaken.

Inuyasha si avvicinò a Kagome e le sussurrò qualcosa, la ragazza annuì e lanciò al mezzo demone uno sguardo pieno di ammirazione.

Sesshomaru si era già allontanato parecchio, ma una voce lo richiamò, facendolo fermare, ma non si voltò.

"Aspetta, Sesshomaru!"

Sapeva bene di chi era quella voce. Subito non voleva arrestare il suo cammino, ma il solo pensiero di non considerare il suo richiamo gli faceva male.

Dei passi dietro di lui, che gli si fermarono vicini. Si voltò verso Kagome, che aveva la sfera degli Shikon in mano. Era quasi completa, mancava solo un piccolo frammento.

"Sesshomaru… innanzitutto grazie… io… so che la sfera degli Shikon non ti è mai interessata, ma anche se incompleta, voglio vedere se può servire ad aiutare te…"

Kagome chiuse gli occhi, Sesshomaru non capiva a cosa si riferisse la ragazza. Teneva la sfera tra le mani, quasi come se fosse in preghiera, e sembrava molto concentrata. Dal suo corpo scaturì una luce rosa che avvolse entrambi.

Sesshomaru si sentiva la parte sinistra del suo corpo paralizzata. Quando la luce si affievolì, Kagome aprì gli occhi, ed urlò:

"Ha funzionato!" con un tale entusiasmo da richiamare ulteriormente l'attenzione dei presenti. Sesshomaru si guardò il suo braccio sinistro: era come era sempre stato, prima che Inuyasha glielo amputasse. Kagome aveva espresso il desiderio di far tornare come prima il braccio del demone.

Sesshomaru le sussurrò un "grazie" che udì a stento, poi si voltò e se ne andò veloce. Ma mentre si voltava, Kagome vide che il demone aveva gli occhi lievemente lucidi, che fosse addirittura commosso dal "regalo" che gli avevano fatto Kagome ed Inuyasha? Sembrava quasi impossibile…


Il demone tornò nella caverna, Rin gli corse incontro, e notò subito il braccio sinistro di Sesshomaru. Lui, come spiegazione, disse soltanto:

"Il regalo di un'amica"

Poi andò appena fuori, osservando l'acqua del ruscello che scorreva, sedendosi su un masso, sotto il sole, e si mise a riflettere…

"Kagome… una ragazza magnifica, bella, coraggiosa, dolce, gentile, altruista, sensibile, ma anche determinata… una donna davvero unica. Sei tu, Kagome, che mi hai fatto capire cosa era giusto fare e cosa era sbagliato, e devo solo ringraziare mio padre, per avermi spinto, seppur controvoglia, ad aiutare Inuyasha e quindi a passare del tempo con te.

[…]

Ma voi… lo sapevate, padre? Sapevate già tutto quello che sarebbe successo? Con lei io ho capito cosa significa realmente provare dei sentimenti. Ho capito grazie a lei che in fondo volevo bene ad Inuyasha. È vero, io non l'ho mai voluto uccidere, anche se più volte ne ho avuta l'occasione. Come del resto lui ha fatto con me, quando ha appreso la tecnica del taglio nel vento. Avrebbe potuto uccidermi in un solo colpo, invece mi ha solo ferito, anche se in modo piuttosto profondo, mi ha solamente ferito. Ed in fondo lo ringrazio anche di questo, altrimenti non avrei mai conosciuto Rin, ed ora lei sarebbe morta.

Padre… io ancora però non capisco con esattezza cosa volevate comunicarmi, inducendomi ad affrontare questa situazione. In soli tre giorni io sono radicalmente cambiato, lo sento, dentro di me. I sentimenti non li esternerò mai, è roba da deboli, da umani, ma dentro di me li provo, ne sono cosciente e felice, in un certo senso. E questo è solo merito di Kagome.

Lei… lei… è… particolare. È dolce e gentile con tutti, ed a volte, in questi giorni, quando il mio comportamento non le andava bene, non si faceva problemi a trattarmi con durezza. Però aveva ragione, io stamattina sono stato davvero insopportabile. Ma mi sono comportato così solo perché ero profondamente umiliato e schifato da quel bacio che ho dovuto dare a Kikyo, perché sapevo che Kagome aveva capito che avevo agito diversamente per ottenere la sfera, rispetto a quello che avevo detto, e quindi temevo di doverle dire la verità… e poi… solo stamattina ho guardato in faccia la realtà: durante quel bacio io ho immaginato di baciare Kagome, solo in quel modo ho sopportato quel che stava succedendo.

Avete capito bene, padre. Ma ora ditemi: voi sapevate già tutto quel che mi sarebbe successo? Perché… se lo sapevate… perché mi avete indotto ad affrontare una simile situazione? Perché mi avete indotto a passare tre giorni con la donna di mio fratello, una donna per la quale ora sto soffrendo terribilmente, una donna che non avrei mai potuto avere, e per la quale ora sto soffrendo pene d'amore?"

Una solitaria lacrima scese da uno dei bellissimi occhi di Sesshomaru. Avete capito bene: Sesshomaru, grazie a Kagome, aveva imparato ad amare, a voler bene, ed anche a soffrire. In realtà tutto ciò lui già lo sapeva fare, ma lo nascondeva persino a sé stesso.

"Kagome, tu… mi hai fatto il regalo più bello al mondo. Mi hai fatto capire cosa vuol dire provare dei sentimenti, amare, voler bene, soffrire… e grazie alla tua bontà d'animo, che hai trasmesso anche a Inuyasha, mi hai ridato quel braccio che per tanto tempo mi è mancato… mai come in questo momento ho desiderato averti qui, e poterti stringere, finalmente, tra le braccia. Ma questo non è possibile, perché tu non mi ami, tu… tu sei e sarai sempre la donna di mio fratello".

Fine

E' finita... quasi quasi non postavo per non farla finire (scherzo). Bene, spero di tornare presto con il sequel, nel frattempo vi abbraccio tutti forte forte... grazie a tutti quelli che hanno commentato e a quelli che hanno semplicemente letto... spero di tornare al più presto, io mi impegno... ciao! Grazie davvero...

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