Il mio migliore amico è un Malfoy

di Dolcestellina21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rose e Scorpius: due nomi, due personalità, due opposti e... Due amici! ***
Capitolo 2: *** Ordinaria amministrazione ***
Capitolo 3: *** La scommessa e il cambiamento ***
Capitolo 4: *** Scorrettezza? ***



Capitolo 1
*** Rose e Scorpius: due nomi, due personalità, due opposti e... Due amici! ***






Scorpius è biondo.

Rose è rossa.

Scorpius è un Serpeverde.

Rose è una Grifondoro.

Scorpius è un vero e proprio don Giovanni.

Rose è una vera e propria secchiona rompiscatole.

Scorpius veste elegantemente anche la divisa scolastica

Rose indossa i pantaloni della tuta sotto la gonna della divisa e due maglioni di nonna Molly sopra la camicia.

Scorpius detesta in generale gli sport, a parte il Quidditch che può sempre regalargli quell’aria accuratamente sbarazzina che gli dona tanto.

Rose detesta il Quidditch perché è uno sport di squadra. Lei adora gli sport individuali e diretti.

Scorpius è un Malfoy.

Rose è una Weasley.

Cos’hanno in comune? La loro completa e indissolubile amicizia. Oltre ad una sana e instancabile rivalità su qualunque argomento.




“Scorpiuuuuuuuuuuuuuuus!” il ragazzo biondo fece appena in tempo a voltarsi nella direzione della voce, che si ritrovò avvinghiato da un paio di braccia che stringevano il suo collo elegante in modo deciso.

“Buongiorno anche a te Rose. Hai passato buone vacanze?” le disse scompigliandole i capelli corti e ramati.

“Scorpiuuuuuus! Non usare quel tono di riguardo con me solo perché c’è tuo padre che ci osserva!” esclamò la ragazza senza preoccuparsi di abbassare la voce. L’uomo biondo, la fotocopia del ragazzo che la Grifondoro stringeva tra le braccia, si irrigidì nel sentire la frase, diretta inequivocabilmente a lui.

Scorpius si rivolse alla ragazza leggermente scocciato “E tu non fare l’orsetto sdolcinato solo perché TUO padre è dietro di te” L’uomo dai capelli rossi e leggermente sbarbato, si irrigidì a sua volta, più di quanto non fosse prima, quando la figlia era corsa ad abbracciare il suo amico. Le due signore, vicine ai rispettivi mariti, ridacchiavano sommessamente.

Rose fece un enorme sorriso in direzione del Serpeverde, prima di tornare dai suoi genitori per salutarli. “Rose mi raccomando fai la brava, non comportarti male e non prendere voti al di sotto di ‘O’!”

“Mammaaaaaaaaa! Sono cinque anni che mi fai sempre e solo la stessa predica! Credo che arrivata a sedici anni, sia in grado di cavarmela, no?” La riccia sorrise alla sua piccola, carezzandole la guancia e baciandola sull’altra. Anche l’uomo si avvicinò “Rose divertiti e attenta a… Ehm… Le cattive amicizie” si raccomandò il padre perforando con lo sguardo la schiena del biondino. Rose seguì il suo sguardo, prima di rivolgere un enorme sorriso all’ex Grifondoro “Dai papà, Scorpius è un tipo apposto!”

A pochi metri di distanza anche Scorpius salutava i suoi genitori “…e non passare troppo tempo con la Weasley” concluse il padre con un piccolo brivido. Il figlio lo guardò con aria scocciata “Eddai papà, non ti ha fatto niente!”

“Lei no, ma suo padre… E sua madre…”

“Caro!” lo riprese la moglie, con uno sguardo severo, mentre il ragazzo la ringraziava con lo sguardo.

“Okay, okay…” fece l’uomo biondo, infilandosi le mani in tasca e continuando a borbottare. Scorpius gli rivolse un ultimo sguardo, prima di salutare la madre con un bacio e dire un “Ci vediamo per le vacanze”. Quindi salì a bordo dell’Espresso per Hogwarts, trascinandosi il baule dietro e sbirciando in tutti gli scompartimenti, cercando la sua migliore amica. Dopo pochi passi la trovò. Ma non era sola. Stava parlando animatamente con suo cugino Albus, Al per gli amici.

Scorpius entrò senza bussare e all’istante i due voltarono le loro teste per vedere il nuovo arrivato. Il biondo li salutò, sistemò il proprio baule e si sedette vicino al ragazzo.

“Sono diventati proprio noiosi!” sospirò voltandosi verso la rossa che annuì vigorosamente “Infatti! Non né posso più! A questo punto dovrebbero aver capito che siamo amici, così come i genitori di Al che ormai non gli fanno più la predica come a noi!”

“Sai non capisco proprio perché vogliano ostacolarci così… In fondo siamo solo amici…” constatò il Serpeverde, osservando la sua migliore amica, che le rispose scrollando le spalle. Al che, Al esclamò “Oh, ma non è ovvio?” I due si voltarono verso di lui, con un enorme punto interrogativo sulle loro teste. “Avanti, ancora l’avete capito?” chiese il moro sbalordito. La coppia “Rospius” (come solevano soprannominarli le voci maligne di Hogwarts) scosse simultaneamente la testa. Al sospirò, prima di sedersi compostamente “Vedete” si accinse a spiegare, come un adulto che illustrava che due più due fa quattro ad un bambino “I vostri genitori vi ostacolano perché hanno paura che vi mettiate insieme.

Pausa.

Improvvisamente Rose scoppiò a ridere, mentre Scorpius balzò in piedi schifato “Che cosa?! Dico ma stai scherzando?” urlò mentre la ragazza continuava a contorcersi dalle risate, ormai praticamente sdraiata sul sedile.

“Cioè, ma dico l’hai vista?” continuò Scorpius “Come potrebbero anche solo pensare che io possa mettermi con un simile esemplare del genere femminile? Non sono neanche tanto sicuro che vi appartenga” concluse sottovoce, osservando Rose che si rotolava dal ridere sul sedile. Dopo qualche secondo, riuscendo a prendere fiatò, proferì ancora scossa dalle risate “Io… Dovrei… Mettermi con… Questo sfigato privo di fascino?” indicò Scorpius riprendendo a ridere. Al si paralizzò: questa volta Rose l’aveva sparata grossa. A Scorpius non faceva piacere che si parlasse di lui in quei termini. Il biondo infatti spalancò gli occhi, prima di socchiuderli in un espressione nient’affatto amichevole.

“Privo di fascino? Io? Tu vieni a parlare a me di fascino?” sibilò il ragazzo indicandola. Rose smise di ridere, e si raddrizzò sul sedile. In effetti Rose non era un tipo che si potesse definire attraente. Portava i capelli di un rosso acceso corti, sfilati sotto la nuca; sopra la camicia indossava sempre un paio di maglioni di nonna Molly e sotto la gonna (obbligatoria perché parte della divisa) erano immancabili i pantaloni della tuta corti fino al ginocchio. Ultima cosa, non meno importante, il suo viso era delicatamente spruzzato di lentiggini e sul suo nasino sostavano costantemente un paio di occhiali rettangolari neri, che nascondevano i suoi occhi.

Rose lo guardò con aria di sfida.

All’improvviso un forte scossone fece perdere l’equilibrio a Scorpius, ancora in piedi, che andò a finire sopra alla ragazza, sbattendo la sua testa sulla fronte di lei “AHIA! Scorpius Malfoy, maledizione! Mi hai fatto male!” esclamo la Grifondoro massaggiandosi la tempia.

“Non è che tu sia molto più morbida, Weasley!” esclamò il biondo passandosi la mano sinistra tra i capelli per sentire dove stava formandosi un piccolo gonfiore “Accidenti Rose, mi hai fatto un bernoccolo!”

Entrambi aprirono gli occhi istantaneamente e si ritrovarono a meno di una spanna di distanza l’uno dall’altra.

Il respiro si cristallizzo in un momento. Gli occhi azzurri di lei si scontrarono con il verde pino di lui. Mare contro prato. Acqua contro terra.

Durò un istante. Improvvisamente, Rose urlò “Scorp! Allontanati! E togli quella mano, Merlino!!” Scorpius abbassò lo sguardo e notò che la sua mano destra era saldamente piantata sul seno sinistro della ragazza.

Il Serpeverde si allontanò all’istante, come se si fosse scottato, ma non diede cenni di imbarazzo, esattamente come l’amica, nonostante si stesse massaggiando la parte appena ‘lesa’.

“Diamine Scorp, mi hai fatto mal! Per le mutande di Merlino, non è che pesi esattamente poco, cavolo!”

“Scusa, mi dispiace… Mica l’ho fatto apposta! Anzi… Fosse stato per me avrei voluto evitare di toccarti! Non è che muoia dalla voglia!” rispose il biondo canzonandola. Rose lo fulminò con lo sguardo.

Al guardò entrambi, tirando un sospiro di sollievo: per un momento gli era sembrato di scorgere qualcosa di strano negli occhi dei suoi due amici.

Il viaggiò continuò con Scorpius e Rose che guardavano ai due lati opposti, le gambe e le braccia così intrecciate, che difficilmente le avrebbero districate prima di qualche anno. Albus tentava di fare conversazione con scarsi risultati, visto che i due rispondevano a spizzichi e bocconi. Ma il moro dagli stupefacenti occhi verdi non se ne preoccupò più di tanto: non appena si fossero seduti nella Sala Grande a gustarsi il loro banchetto, nonostante ci fosse il tavolo di Corvonero a dividerli, avrebbero ricominciato a lanciarsi frecciatine e battutine acide.

Al sospirò, prima di immergersi nella lettura del suo mensile preferito sul Quidditch. Buttò un occhio fuori dal finestrino. Ormai mancava poco al loro arrivo.





Ciao a tutti ^^ Ecco la mia nuova fic!! Ovviamente su Rose e Scorpius... In un contesto un pò diverso :) Bè fatemi sapere che ne pensate!!

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Capitolo 2
*** Ordinaria amministrazione ***





Rose si sdraiò letteralmente sopra a Dominique. La ragazza la scansò immediatamente “Rose! Non ci si comporta così a tavola!”

“…E soprattutto davanti a tutti i tuoi spasimanti, eh?” le rispose la rossa canzonandola, con lo sguardo leggermente assente. La cugina le rivolse un’occhiata di sufficienza, prima di specchiarsi nel cucchiaio che non aveva praticamente toccato durante la cena. Domi era famosa per la sua perenne dieta a base di aria. Rose, al contrario, si abbuffava costantemente e sempre poco finemente, come le ricordava la cugina dalla colazione alla cena. Certo, la fortuna di Rose di non ingrassare di un etto nonostante ingurgitasse quantità industriali di cibo, era sicuramente stata acquisita dal padre, ma anche Dominique aveva la stessa caratteristica, eppure si ostinava a non voler mangiare niente (o almeno il minimo indispensabile per impedirle di stramazzare a terra durante la giornata).

E poi al banchetto di inizio anno, la Weasley che non possedeva la bellezza Veela tipicamente ereditaria, trovava un peccato sprecare tutto quel cibo cucinato con tanta cura dagli elfi domestici nelle cucine. E alla fine la ragazza si ritrovava gonfia e piena come un uovo.

Anche quell’anno era successa la stessa cosa e Rose, dopo il solito discorso della preside McGranitt, controvoglia si alzò per raggiungere la Sala Comune dei Grifondoro. Si avviò stancamente verso le scale passandosi una mano tra i capelli. Ma prima di guadagnare l’uscita, Scorpius le si parò davanti.

La piccola litigata in treno era già stata dimenticata da entrambi, come succedeva ogni volta e come Al aveva previsto. La ragazza sorrise al Serpeverde che le chiese “Allora, ci vediamo più tardi?”

“Certo che si! Pensi che potrei mai mancare?” rispose lei un po’ maliziosa.

“Certo che no, tesoro!” fece Scorpius dandole un leggero bacio sulla guancia.

Albus, che stava arrivando in quel momento, al vedere la scena alzò gli occhi al cielo. Si piazzò tra i due e, prendendo l’amico per un braccio esordì “Si ok, ok, ma vedete di fare cose sconce da soli e non davanti a tutta la Sala Grande” Rose scoppiò a ridere, mentre Scorpius le fece l’occhiolino e seguì il cugino della ragazza nei sotterranei, diretti al loro dormitorio (eh si… Anche Al è un Serpeverde!).

Rose, continuando a sghignazzare, si diresse verso la scalinata di marmo. Giunta alla Sala Comune, sprofondò in una poltrona, per riposarsi un po’ prima di incontrare Scorpius.

Dopo che tutte le sue cugine, suo fratello e Phoebe (la sua migliore amica), oltre a tutta la Casa di Grifondoro si furono sistemati nei loro letti a baldacchino e che il coprifuoco era scattato, la ragazza uscì dal dormitorio e scese le scale fino a giungere nel posto dove doveva incontrarsi con il biondo.

Scorpius l’aspettava ai piedi della scalinata che collegava il secondo al terzo piano. Rose gli corse incontro, felice, buttandogli le braccia al collo e aggrappandosi a lui con le gambe “Ciao Scorp!” esclamò mentre gli stampava un bacio sulla guancia “Pronto per il nostro giro di ronda?” gli chiese guardandolo in faccia, ma senza staccarsi da lui.

E così ecco svelato l’arcano: Rose Weasley e Scorpius Malfoy non hanno nessuna tresca e nessun incontro piccante, il loro ‘appuntamento’ è il semplice giro di ronda che spetta loro in quanto prefetti. E le loro occhiatine e battutine ammiccanti servono solo ad alimentare i pettegolezzi e a permettere ai due ragazzi di farsi qualche risata alle spalle della gente, così affamata di gossip, da inventarsene almeno una al giorno, che sia vera o meno!

Il ragazzo afferrò la rossa per le gambe, cercando di farla scendere “Scimmiettina mia, potresti anche evitare visto che in giro non c’è nessuno, anche perché altrimenti, così, rischi di svegliare metà castello” le disse ghignando. La Grifondoro assunse un cipiglio offeso “Avanti Malfoy, portami per un po’ in braccio, che ti costa?”

“Mi costa il poco fiato che ho…”

“…Oltre alle goccioline microscopiche di sudore che non ti donerebbero affatto” continuò la ragazza con aria imbronciata. “Esatto! Ma soprattutto non puoi pretendere ogni volta che facciamo la ronda che io ti porti in braccio come una bambola: non sei esattamente una piuma!”

“Scorpius Hyperion Malfoy!” Lo interruppe prima che il Serpeverde potesse finire la frase “Stai forse cercando di dirmi in modo molto poco elegante e delicatamente rozzo che sono grassa?!” Lo sguardo che gli riservò era un misto di incredulità e indignazione.

“Ma no, Rose! Che hai capito? Intendevo solo…”

“Ho capito, tranquillo, non c’è bisogno che ti giustifichi!” soffiò la Grifoncina, districandosi dalle braccia del ragazzo per poter scendere. Purtroppo fece l’errore di staccare immediatamente le mani, prima ancora di poggiare i piedi a terra e in quell’istante poco ci mancò che non cadesse per terra. Fortunatamente il Serpeverde ebbe la prontezza di riprenderla appena in tempo.

Rose lo osservò un momento, poi mugugnò un “Grazie…” e si slegò completamente dal ragazzo, tornando con i piedi poggiati sul pavimento. Ma non riuscì a staccarsi da Scorpius: le mani del ragazzo, infatti la tenevano ancora attaccata a lui, e una delle due era stranamente piantata sul suo sedere.

“Mmm… Malfoy non vorrei essere scortese, ma… Potresti evitare di palparmi ogni volta che ti capito a tiro?” Scorpius spalancò gli occhi, accorgendosi solo in quel momento dove si trovava la sua mano destra. Si allontanò velocemente di qualche passo. Ma com’è che ogni volta che aveva Rose vicino non si accorgeva di dove finivano le sue mani? Che poi, chissà come mai, andavano a trovarsi sempre in posti molto poco convenzionali!

Rose si girò e marciò in direzione del corridoio che dovevano iniziare ad esplorare in cerca di studenti fuori orario in giro per una passeggiatina notturna.

Camminarono in silenzio per un po’,dirigendosi verso i sotterranei, da dove dovevano iniziare il loro turno. Scorpius procedeva leggermente più indietro della ragazza, ognuno di loro perso nei propri pensieri. Rose avanzava con il suo incedere tranquillo, aprendo e controllando ogni aula. La battuta del suddetto Serpeverde sulla sua forma fisica non le era piaciuta per niente. E ancor meno le erano piaciute le due situazioni in cui lui le era praticamente saltato addosso (bè non proprio, però quasi…)

Il biondo stava riflettendo più o meno sugli stessi pensieri. Quando il silenzio che si era creato, iniziò a prendere la consistenza della crema pasticciera, Scorpius parlò per primo “Mmm… Rose?”

“Mh?” rispose la rossa senza voltarsi. Ahia era ancora arrabbiata!

“Bè volevo dirti che mi dispiace per quello che ti ho detto prima… E anche per quello che è successo…” La Grifondoro si voltò sbalordita a fissarlo. Il ragazzo aveva una mano dietro la nuca, le guance rosate e un’aria che esprimeva il suo disagio, ed era ben deciso ad evitare lo sguardo della ragazza che le stava avanti. Scorpius Malfoy che chiedeva scusa e si mostrava imbarazzato? Accidenti! Questa era da scrivere sugli annali della storia della loro amicizia! Una chicca che doveva essere resa pubblica!

Rose ghignò in perfetto stile Potter-Malfoy-Serpeverde e poi, improvvisamente, scoppiò a ridere sonoramente. Scorp la guardò dapprima sbalordito, poi arrabbiato “Cosa c’è da ridere?” gli ringhiò.

“Oh, niente… È solo che… Sei troppo buffo così in imbarazzo!” continuò la rossa, tenendosi la pancia. Il Serpeverde la osservò furioso: non gli piaceva che si ridesse di lui, era una delle poche cose che veramente non sopportava. Soprattutto dopo che aveva provato a riconciliarsi con quella lì.

“Io non sono in imbarazzo! E per cosa? Per averti provato a chiedere scusa?” ma la Grifondoro non lo stava ascoltando e continuava a tenersi la pancia in preda ad un attacco di ridarella veramente incontrollato. L’ira del ragazzo stava raggiungendo proporzioni cosmiche e se Rose non avesse smesso alla svelta di ridere, la situazione sarebbe inevitabilmente degenerata.
La ragazza però non sembrava accorgersene e continuava a ridere indecentemente. Il Serpeverde la fulminò con lo sguardo prima di perdere possesso delle sue facoltà mentali “Smettila, ti ho detto di smetterla!” le gridò.

“Oh, allora anche il nostro Malfoy è capace di perdere la calma” rispose Rose continuando a ridacchiare.

“Si Rose, ne sono capace! Al contrario di te, io sono capace di cambiare la mia personalità a seconda delle situazioni che lo richiedano. Tu invece sei sempre così… rozza! E poi ti comporti e ti vesti proprio come un maschio! Per te giocare una partita di Quidditch o assistere a un matrimonio non fa differenza, la tua divisa che ti distingue è sempre la stessa, il tuo gergo non si adatta alle varie situazioni, i tuoi modi non riescono ad essere femminili e se continui così, non lo sarai mai, nemmeno auto-fatturandoti!” Il respiro ansimante del Serpeverde evidenziava il fatto che avesse tirato avanti con il suo discorso quasi senza prendere fiato.

L’ansimo spezzato della Grifondoro, invece, evidenziava lo sbalordimento del discorso del ragazzo. Ma come diavolo si era solo permesso…

Rose si avvicinò a Scorpius con un’espressione neutra e gli disse con voce chiara e atona “Direi che possiamo separarci per fare il turno così finiremo più in fretta. Io andrò ai piani superiori, tu controlla i sotterranei.” E senza salutarlo, gli voltò le spalle e prese a camminare verso la prima rampa di scale.

Il biondo si chiese, per un solo momento, se avesse fatto bene a dire quelle cose alla ragazza, ma poi si riscosse: certo che aveva fatto bene! Lei si era permessa troppe volte di prenderlo in giro e lui non aveva mai risposto o reagito in modo troppo plateale alle provocazioni. Certo i battibecchi c’erano sempre ed erano quelli a divertirli e a mandare avanti il loro rapporto di amicizia nonostante l’appartenenza a due Case diverse. Così diverse.

Così Scorpius, si girò verso la direzione opposta e iniziò a scendere verso i sotterranei.





Si ok uccidetemi... Avete ragione, dopo un solo, piccolo e insulso capitolo, ho abbandonato la storia per due mesi!! Avete perfettamente ragione, ma purtroppo la scuola ormai mi impegna ogni giorno di più... (A giugno tocca anche a me la terribile condanna chiamata "Esame di Stato" o anche "Esame di maturità"... -.-'')
Bè spero che il capitolo vi piaccia! Mi raccomando recensite ;) Un bacio!

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Capitolo 3
*** La scommessa e il cambiamento ***






Il giorno seguente Scorpius salì i gradini dei sotterranei sbadigliando, diretto in Sala Grande. Inutile dire che il litigio con la sua migliore amica della scorsa sera era stato già dimenticato dal suo cervello, così come immaginava avesse fatto la stessa Rose.

Seguendo Albus, si sedette al suo solito posto e si versò immediatamente un po’ di caffè: senza non sarebbe riuscito a stare sveglio per tutta la giornata.
Mentre sorseggiava dalla sua tazza e Al iniziava a (s)parlare di prima mattina, successe una cosa alquanto inaspettata: un uccello si librò sopra le teste degli studenti, cercando il proprio destinatario. Tutti lo guardarono stupiti, quello non era giorno di posta…
Scorpius lo riconobbe solo quando questo planò dolcemente davanti a lui: era Snowy, la civetta di Rose e gli stava porgendo una zampa a cui era legato un bigliettino. Incuriosito, il Serpeverde lo slegò e prese il biglietto, quindi lo srotolò e iniziò a leggere:

“Scorpius Hyperion Malfoy, io, Rose Weasley, ti lancio una sfida”

E quando mai
pensò il ragazzo, sogghignando.

Ti sfido a una gara che consiste nel conquistare prima dell’altro una persona del castello”

Il ghigno di Scorpius si allargò: Rose si era veramente bevuta il cervello. Come poteva pensare che lei, semplice e casta Grifondoro, avrebbe potuto conquistare un ragazzo prima di quanto lui, astuto, dongiovanni e strafigo Serpeverde, avesse fatto cadere una ragazza ai suoi piedi? Praticamente aveva già la vittoria in pugno! Povera Rose, avrebbe dovuto accettare l’ennesima sconfitta.

“Ma… Calma, calma, frena quel ghigno che ti è salito così velocemente alle labbra! Le due vittime saranno scelte a tavolino, non saranno due persone qualsiasi! Quindi, presupponendo questo, ho già designato due persone: tu dovrai riuscire a portarti a letto Sarah Finnigan”

Scorpius ebbe un piccolo momento di incertezza. Sarah Finnigan, Corvonero del settimo anno, non era mai stata una frequentatrice del suo letto, né di quello di nessun altro. La sua verginità era sempre stata una regola d’oro di Hogwarts.
Il perché non era da ricercarsi nella suo improbabile fascino, anzi. Di aspetto era una bella ragazza: bionda, guance rosee spruzzate di lentiggini, alta e magra, a parte il suo sedere, leggermente più morbido del normale.

Il Serpeverde alzò lo sguardo e vide la suddetta ragazza fare colazione al tavolo dei Corvonero, ignara di tutto, i capelli raccolti in una coda di cavallo. Poi tornò al biglietto.

“Per quanto riguarda il mio oggetto di sfida, sarà riuscire ad avere un appuntamento con Henry Davies!
Allora che mi dici? Accetti la sfida? O pensi di essere troppo codardo?
Mandami la risposta immediatamente con il mio gufo!”


Tzè. Mai che Rose nei suoi biglietti si degnasse di scrivere un ciao, un saluto o una qualsiasi altra cosa! Ma lei era così e non c’era modo di cambiarla.

Scorpius si sfregò il mento con le mani. La Grifondoro aveva deciso che lui dovesse portarsi a letto una ragazza e che lei dovesse semplicemente avere un appuntamento. Il ragazzo sapeva benissimo il motivo: Rose era vergine e la sua personalità, seppur combattiva, non le avrebbe mai permesso di vedersi rubata la sua purezza solo per una futile scommessa. Per quanto riguardava lui, invece, il caso era completamente diverso: Scorpius era pressoché abituato ad avere il letto occupato non solo dal suo corpo durante la notte.

Il Serpeverde alzò un attimo la testa e incrociò per un momento gli occhi verdi di Henry Davies, Serpeverde del settimo anno. Il ragazzo era conosciuto per il suo fascino, secondo solo a quello di Scorpius e Albus che, nonostante avessero un anno meno di lui, facevano molta più strage nel cuore delle giovani ammiratrici.

Il biondo ghignò, sapendo che l’amica non avrebbe potuto in alcun modo vincere la scommessa. Prese una piuma e dell’inchiostro dalla borsa e nella sua elegante grafia tracciò poche lettere sul biglietto che Snowy avrebbe riconsegnato alla padrona.

Mentre la civetta si rialzava in volo e lui riprendeva a sorseggiare il suo caffè, si accorse che Rose non era ancora scesa per la colazione. Bè era normale, d’altronde stava ancora aspettando di ricevere la sua risposta. Per un attimo una piccola preoccupazione lo prese al livello dello stomaco.

Rose, quando lanciava delle sfide, era solita presentarsi trionfalmente in Sala Grande.
Ricordava ancora quando, al secondo anno, si erano sfidati a chi a fine giornata avesse riportato più lividi. Lui, per quella scommessa, si era fatto picchiare da uno del sesto anno e alla sera aveva esibito una guancia gonfia e un taglio sopra il sopracciglio, ma Rose l’aveva ampiamente superato: era entrata in Sala Grande per la cena talmente gonfia e ripiena di tagli che Madama Chips aveva dovuto immediatamente ricoverarla. L’intelligentona infatti si era spinta a farsi picchiare dal Platano Picchiatore…

O quando, l’anno seguente, si erano sfidati a chi si sarebbe abbuffato di più. In quell’occasione Rose avrebbe potuto vincere semplicemente, data la capienza illimitata del suo stomaco, ma lei per esserne del tutto certa, si era fatta un incantesimo di Espansione sul suo ventre col risultato che si era presentata all’ora di cena con una pancia talmente gonfia che sembrava fosse incinta di dieci gemelli. Anche quella notte l’aveva passata in infermeria.

E poi, solo l’anno scorso, quando Lumacorno aveva assegnato un tema pressoché impossibile, si erano sfidati a chi avrebbe preso il voto maggiore. La mattina a colazione la grifoncina si era presentata con un foglio di pergamena talmente lungo che toccava terra e strisciava per una quarantina di centimetri. Ma questo non l’aveva aiutata a vincere. Il suo voto, il giorno seguente, era stato ‘O’, mentre quello di Scorpius era stato ‘E’.

Il Serpeverde sorrise al pensiero di tutto quello che avevano passato a causa delle loro scommesse. La metà delle quali aveva implicato un ricovero in infermeria sotto il cipiglio preoccupato e severo di Madama Chips. Ed era al ricordo di tutte quelle prodezze che Scorpius fremeva al pensiero di come la ragazza avesse potuto presentarsi in Sala Grande. Per un attimo ebbe la visione di una Rose con in testa una folta parrucca rossa, il viso oscenamente truccato, un paio di scarpe tacco 15 e un vestitino aderente rosa shocking che metteva in evidenza la pancia e il sedere formosi. Scorpius non aveva mai visto la ragazza senza la sua immancabile tuta e i maglioncini di nonna Molly, a parte i primi anni che aveva frequentato Hogwarts e in quel periodo ricordava le rotondità per nulla attraenti della giovane. Per quello aveva pensato che, quando Rose si era presentata con quell’assurda divisa (che le sarebbe rimasta per gli anni successivi) a dicembre del terzo anno, fosse stato per nascondere quelle curve che si erano fatte più pronunciate a causa dello sviluppo. Non avrebbe saputo immaginare un altro motivo.

Mentre era ancora perso in queste elucubrazioni, non si accorse che una studentessa stava facendo il suo ingresso in Sala Grande per la colazione finché Al non gli tirò una gomitata “Ouch! Al che ti prende?” domandò al suo migliore amico massaggiandosi il fianco. Ma il moro stava guardando a bocca aperta qualcosa oltre la sua spalla, in direzione del portone. Scorpius si voltò… E poco ci mancò che non si strozzasse con il suo stesso caffè.

Sulla soglia della Sala Grande c’era Rose. Ma non era veramente lei. Era diversa, era cambiata.
I suoi corti capelli ramati non era scomposti come al solito, ma in perfetto ordine. I suoi enormi occhiali neri erano spariti e ora i suoi occhi azzurri spiccavano in tutta la loro bellezza, le lunghe ciglia che li incorniciavano non avevano mai fatto conoscenza con il mascara ma erano del tutto naturali. La maxi sciarpa e i vari maglioni di nonna Molly erano spariti, lasciando posto alla camicia, lasciata strategicamente sbottonata nella parte superiore e al maglioncino leggero della divisa. Il suo seno… Aveva un seno?! Da quel che si poteva non solo intravedere ce l’aveva eccome! In tutti quegli anni se l’era forse rivenduto non avendolo mai mostrato?
E la gonna della divisa… Impossibile… Invece di celare i soliti pantaloni della tuta, mostrava un paio di gambe. E che gambe! Snelle, toniche e lunghe, si infilavano nelle calze bianche della divisa e terminavano nelle nere ballerine primaverili.

Scorpius la guardò stralunato, non riuscendo a capacitarsi che quella era la stessa ragazza che conosceva da cinque anni a quella parte. La Grifondoro si avviò lentamente verso il suo tavolo per la colazione, conscia che tutti gli sguardi della sala in quel momento erano puntati su di lei. Il rossore delle sue guance tradiva un certo imbarazzo. In fondo presentare le sue gambe e, in generale, il suo fisico in quel modo non era mai stato un suo comportamento tipico.

Nella Sala Grande tutti quanti parlottavano sul nuovo aspetto della Weasley e di come fosse cambiata o di come, in realtà, fosse sempre stata così ma nessuno se ne fosse accorto.
Prima di sedersi, Rose si voltò verso il tavolo dei Serpeverde e fece l’occhiolino al suo biondo amico, accompagnato da un piccolo ghigno.

Che la sfida abbia inizio!






Angolo autrice:
Bè che ne pensate? Spero di ricevere una recensioncina perchè dallo scorso capitolo sono stata abbastanza delusa... :(
Ecco per voi una piccola fan art del cambiamento di Rose della mia fiction :)

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Capitolo 4
*** Scorrettezza? ***






Quel giorno ad Hogwarts molti professori notarono la disattenzione più evidente del solito tra gli studenti. Parecchi punti furono tolte a tutte le quattro Case, ma questo non fece desistere i ragazzi dal chiacchiericcio che si spargeva tra le aule a causa del recente pettegolezzo. I molti alunni espulsi fuori dalle classi, perché ritenuti veramente troppo rumorosi, non facevano che bearsi della nuova condizione di libertà, inaugurandola continuando le chiacchiere appena interrotte.

Il nuovo abbigliamento di Rose Weasley aveva dato il via a tutta quella confusione e anche i professori erano rimasti abbastanza sbigottiti nel vedere la più casta alunna del sesto anno aver subito un cambiamento così radicale, soprattutto visto che la Grifondoro si era sempre dichiarata anti consumista e accesa nemica del fenomeno della massificazione.
Ma la ragazza in questione era anche molto sicura di se stessa, al punto che gliene importava relativamente poco di ciò che la gente diceva di lei. In fondo era stata lei ad inventare il “gioco delle coppie” con il suo migliore amico per aumentare i pettegolezzi che, senza di loro, si sarebbero ridotti al minimo storico.

Quello strano lunedì, oltre alle varie stranezze che accadevano nei corridoi, Rose si ritrovò (non piacevolmente) stupita di ricevere molti inviti ad uscire/studiare insieme/pranzare allo stesso tavolo. La sua parlantina e la sua risposta, sempre e perennemente pronta, l’avevano quasi tradita alla prima di quelle proposte. Un Corvonero del quarto anno, Martin Belby, magro come un chiodo, con la faccia tempestata di brufoli e la divisa messa alla meglio, le aveva chiesto, con quella che lui pensava essere un’espressione seducente, se la rossa fosse impegnata quello stesso pomeriggio. Al che Rose, dopo essere rimasta per qualche secondo a bocca aperta, aveva immediatamente ribattuto con una certa acidità che il suo muro fosse troppo duro per poterci piantare un chiodo del genere, lasciando un pensieroso Corvonero a grattarsi la testa per capire cosa la ragazza avesse voluto dire.
Ma il ragazzino di quattordici anni non fu l’unico: in rapida successione, tra gli spostamenti da una lezione all’altra e le ore buche si presentarono altri sette ragazzi. sette! Per Rose era semplicemente assurdo che la normale gonna della divisa e un po’ di trucco avessero fatto capitolare ai suoi piedi ragazzi di varie età (a partire dal terzo anno per arrivare al settimo!) e varie Case (in tutto erano stati due Corvonero, un Tassorosso, tre Grifondoro e persino un Serpeverde!).

Per ogni proposta rispondeva nel suo solito modo un po’ acido e poi scuoteva la testa ridendo e continuando il suo cammino con le cugine Lily e Domi, l’ultima soprattutto molto felice per il cambiamento della ragazza.
Addirittura suo fratello si era avvicinato a lei con la sua Nimbus 3000 in mano e le aveva detto in tutta sincerità “Complimenti Rose, finalmente ti sei messa qualcosa di decente! Sai, potrei anche iniziare a prendere in considerazione l’idea di dire che effettivamente siamo imparentati” e la lasciò facendole l’occhiolino. Rose, sorpresa e sarcastica, gli urlò dietro “Oh grazie Hug! Sai è toccante sapere di avere un fratello così dolce!”

E durante la doppia ora di Pozioni (che, chissà come mai, forse per il solito, banalissimo clichè, era sempre tenuta in contemporanea tra Serpeverde e Grifondoro) Al le si era avvicinato schioccandole un bacio sulla guancia e spettinandole leggermente i capelli. Rose gli aveva sorriso, sapendo che lui non stava cercando di arruffianarsela come molti volevano, ma era un modo come un altro per dirle ‘ti voglio bene’. Ma fu non appena scorse dietro di lui un certo biondo di sua conoscenza, che la grifoncina sogghignò in modo vistoso.

L’espressione di Scorpius, mentre l’aveva osservata quel mattino a colazione, era impareggiabile. Aveva avuto una voglia matta di mettersi a ridere sguaiatamente, ma la nuova condizione autoimpostasi l’aveva indotta a fermarsi.

Mentre mescolava il contenuto del pentolone, aveva lo sguardo fisso sulla nuca bionda del Serpeverde. In fondo era stato lui a cercarsela e quindi ben gli stava.
L’unica cosa che la preoccupava un poco era che lei non si era mai data granché da fare con i ragazzi e non sapeva se sarebbe riuscita a mettere a tacere la sua lingua biforcuta e il suo acido sarcasmo.
Ma doveva farcela! Era stata lei a lanciare la sfida e sarebbe stata lei a vincerla!


Nel frattempo Scorpius era stranamente inebetito, tanto che durante la lezione fu Albus a salvarlo dal prendere il primo Troll della sua carriera scolastica. Il biondo, infatti, avevo proprio la testa da un’altra parte: come aveva fatto, in tutti quegli anni, a non rendersi conto di come la sua migliore amica fosse cresciuta e si fosse sviluppata? Era impossibile che quel cambiamento fosse avvenuto in una sola notte, a meno che Rose non si fosse Trasfigurata da sola o avesse bevuto una Pozione strana, ma allora come…?

Ed eccolo li, il colpo di fulmine! Scorpius ne rimase talmente folgorato, che lasciò andare il mestolo nel calderone. Rose aveva usato la magia per vincere la scommessa! Ecco perché ora era diventata così! Non c’era altra spiegazione possibile! Ma quello si chiamava barare e lui l’avrebbe smascherata a tutti i costi!

Quando terminarono la doppia ora di Pozioni, Scorpius salutò velocemente il proprio migliore amico e iniziò a correre in direzione della Biblioteca; ma quando salì le prime due rampe di scale, notò un movimento famigliare con la coda dell’occhio. Si nascose dietro un arazzo e, da lì, sbirciò Rose che, mentre copriva con la mano la risata che le stava uscendo dalle labbra, in modo molto femminile, lanciava occhiate felici a Henry Davies, che stava proprio lì, davanti a lei. Parlavano e scherzavano proprio come se fossero vecchi amici.

Scorpius rimase quasi paralizzato al vedere la scena: per Salazar, Rose aveva già iniziato ad agire! Quella ragazza era pericolosa.

Cercando di fare meno rumore possibile, il ragazzo abbandonò il nascondiglio improvvisato e si diresse in Biblioteca.
Entrò senza far rumore e puntò direttamente agli scaffali che contenevano tutto il materiale per la Trasfigurazione umana e le Pozioni da poter assumere per i propri fini. Scrutò in lungo e in largo i ripiani, finché individuò quattro libri che promettevano bene. Li prese e si sedette ad un tavolo lì vicino. Nella grande stanza c’erano poche persone che approfittavano dell’ora buca per studiare, soprattutto alunni del quinto e del settimo anno, alle prese con i GUFO e i MAGO.

Scorpius iniziò a sfogliare il primo libro, per poi passare velocemente al secondo. Entrambi, però, non contenevano le informazioni che cercava. Fu solo al terzo che si imbatte in un capitolo intitolato “Pozione della Bellezza”. Il Serpeverde si soffermò sulle parole ed iniziò a leggere.

”La Pozione della Bellezza (Pulchritudinis Potio), anche conosciuta come “Filtro Attraente” è un decotto capace di poter cambiare a piacimento il proprio aspetto fisico. È complicata da preparare, ma non necessita di un eccessivo tempo di cottura. La difficoltà consiste nel dosare alla perfezione gli ingredienti poiché, a seconda della loro quantità, si otterrà l’effetto desiderato (esempio: gambe più o meno lunghe, occhi più o meno grandi, muscoli più o meno accentuati).
L’effetto della pozione ha una durata variabile tra le ventiquattro e le quarantotto ore, a seconda della “base” dalla quale si parte (se si vuole uno stravolgimento totale del corpo, l’effetto potrebbe durare anche solo diciotto ore). L’interruzione irreversibile della pozione, però, può aversi anche semplicemente bagnando il capo della persona che l’ha assunta.
Possibili controindicazioni sono: eccesso di sicurezza in sé stessi, narcisismo, sproporzionata cura del proprio aspetto, frequenti mal di testa. Può provocare dipendenza.”


A seguire c’era la lista degli ingredienti, con i consigli per le quantità e i tempi e i modi di cottura.

Scorpius continuò a fissare la pagina come inebetito: ora ne era proprio sicuro! Rose aveva preparato e assunto quella pozione. Non l’avrebbe mai creduta capace di barare in modo così evidente, però a quanto pare l’aveva fatto. In fondo era sempre stata una bravissima pozionista.
Ora doveva smascherarla al più presto altrimenti, anche se aveva imbrogliato, avrebbe vinto lo stesso la sfida!
Il Serpeverde si alzò velocemente e iniziò a girare per il castello, sperando di beccare Rose. Dette un’occhiata distratta all’orologio e si accorse che mancavano pochi minuti alla fine della loro ora buca. Doveva muoversi a trovarla, oppure avrebbe dovuto rimandare a dopo il pranzo.

Improvvisamente, arrivato al quarto piano, sentì delle voci femminili provenire dal bagno delle ragazze e, tra le altre, gli sembrò di riconoscere quella di Rose. “Accidenti che fortuna” pensò Scorpius sbirciando dalla porta semi aperta e notando che all’interno c’erano Rose e altre due sue amiche di dormitorio che erano appena uscite dalla toilette. Tutte e tre si apprestavano ad uscire dal bagno e il ragazzo si scostò appena in tempo per poter far finta di essere appena arrivato e di non aver già sbirciato dentro.

“Ehi Rose!” esordì allegramente, ricordandosi troppo tardi che lui e la ragazza avevano più o meno litigato e che si trovavano in uno stato di aperta competizione. Infatti la Grifondoro lo guardò leggermente sospettosa “Dimmi Scorpius…”
“Potrei parlare un attimo con te? In privato?” chiese lui, accennando alla porta dalla quale le tre erano appena uscite. Ridacchiando, le due amiche, salutarono Rose con un occhiolino e si allontanarono.
La rossa precedette il ragazzo nel bagno, dandogli le spalle e chiedendogli “Allora Scorpius, cosa vuoi?”

Il Serpeverde lanciò un solo sguardo alle gambe della ragazza, rimpiangendole prima che sparissero alla sua vista, prima di estrarre la bacchetta e gridare “Aguamenti”. Dal sottile bastoncino di legno si sprigionò una fontana d’acqua che andò a colpire in pieno la rossa, ancora voltata, e che la innaffiò completamente.
Scorpius abbassò la bacchetta gongolando e aspettandosi la trasformazione improvvisa della persona davanti a lui. Ma, quando Rose si voltò per fissarlo con sguardo omicida, il suo fisico non era cambiato di una virgola.
I capelli grondanti d’acqua gocciolavano sulle spalle e sulla camicia di Rose, ormai trasparente, che le aderiva al busto come una seconda pelle. La cravatta, allentata e bagnata, poggiava sul petto che si alzava e abbassava velocemente, preludio di un esplosione, coperto dal reggiseno celeste che si intravedeva da sotto il tessuto. La gonna fradicia, lasciava cadere un fiume d’acqua che stava a mano a mano creando un piccolo lago sotto le scarpe della ragazza.
Scorpius rimase a fissarla sbalordito, solo vagamente conscio che non c’era nessun incantesimo da spezzare.

“Scorpius. Hyperion. Malfoy” ringhiò la ragazza stringendo i pugni e digrignando i denti “Cosa. Cavolo. Ti. È. Saltato. In. Mente?!”
Il ragazzo la guardò impotente, prima di avvicinarsi a lei, afferrarla per le spalle e scrollarla “Perché non svanisce?” biascicò tra sé.
Rose lo guardò stralunata con i suoi occhi azzurri, temendo per la sua salute mentale, prima che il ragazzo la lasciasse andare e uscisse fuori dal bagno, lasciandola allibita e gocciolante.



Angolo autrice:
Salve a tutti :):) So che ormai sembra che ho abbandonato questa storia e mi dispiace per i miei ritardi per i miei aggiornamenti (in generale)! Mi scuso tantissimo e cercherò di migliorare :(:( Per passare al capitolo... Cosa ve ne sembra?? :) Attendo commenti, un bacio!

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