We grew up, now. di Brinne (/viewuser.php?uid=58272)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Un centauro, o un fauno, o un rinoceronte. ***
Capitolo 3: *** Cose da grandi. ***
Capitolo 4: *** Sai cosa mi manca di casa, Peter? ***
Capitolo 5: *** Ed, confido in te. ***
Capitolo 6: *** Oreius stava tirando un sospiro di sollievo. ***
Capitolo 7: *** Il pius Eneas ***
Capitolo 8: *** Non prego da anni. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Edmund
non era mai stato tanto felice di aver rotto la finestra a casa del
Professore.
Erano scappati e si
erano nascosti nell'armadio,
proprio nello stesso che aveva portato Lucy a Narnia.
Entrando
nell'armadio, erano stati incoronati Re e Regine di quel regno e
ammettiamolo: tutti vorrebbero diventare sovrani attraversando un
armadio.
Nessuna fatica,
nessun precedente, ma tutto il diritto di essere Re.
Ad ogni modo, Cair
Paravel era magnifica anche quella mattina e un sole caldo avvolgeva le
mura del palazzo, illuminandolo di una luce bianca da farlo sembrare di
zucchero.
- Ed, passami il
mantello.- riscosso dai suoi pensieri, Edmund sorrise a Peter e gli
porse il mantello.
Con il tempo aveva
imparato a meritarsi il titolo di Giusto, era cambiato definitivamente
e nessun dolcetto avrebbe più potuto tentarlo tanto da
compiere un tradimento e per Ed questo era un enorme passo avanti.
Susan e Lucy erano
cresciute, diventando sempre più simili alla mamma e per
quanto fossero noiose e assolutamente
donne, Ed e Peter avevano ammesso, una volta, che si erano fatte
proprio belle. Difficile dirlo in faccia alle ragazze, ma poco
importava.
Quattro bei sovrani.
- Ehi Ed, muoviti
che ci stanno aspettando.-
Peter e Edmund,
quando quest'ultimo si decise a vestirsi, uscirono dalle loro stanze e
scesero nella Sala dei Troni, convocati dal signor Castoro.
Non c'era
consigliere migliore di lui, a Narnia.
- Oh finalmente, vi
eravate addormentati?- Lucy sospirò, incitando i fratelli ad
avvicinarsi. - E' da un sacco che vi aspettiamo.-
Lucy, a parte
fisicamente, era cambiata: non era più la piccola e ingenua
bambina che aveva scoperto Narnia, ora era sicura di sè e
non si poneva nessun problema nel rispondere acidamente.
Secondo Peter era
per l'età.
Secondo Susan era
perchè Lucy era stufa di essere vista come la marmocchia da
difendere.
Secondo Edmund era
per differenziarasi più che poteva da Susan.
Di tutto
ciò Lucy non si accorgeva.
- Forza, venite
tutti qua vicino. Allora, ormai è arrivato il momento di
svelare l'ultima parte della Profezia, ma prima: Lucy, so che
è imbarazzante come domanda e probabilmente non vuoi
rispondere davanti a Peter e Edmund, ma è di fondamentale
importanza, ok?-
La ragazza
alzò un sopracciglio, perplessa, ma poi annuì.
- Ti sei sviluppata?-
Ecco, questo
è il genere di domande che nessuno vorrebbe sentire e le
reazioni furono le più diverse: Lucy spalancò gli
occhi, Susan non sapeva se ridere o imbarazzarsi, Edmund
cominciò a tossire e le orecchie e le gote di Peter si
infuocarono e poi, in quanto protettore
(ruolo che si era assunto fin dall'inizio e che ribadiva in
continuazione), mise una mano sulla spalla di Lucy e guardò
malissimo il signor Castoro.
- Signor Castoro,
non sono domande da fare a una ragazza, tanto meno alla tua Regina.-
Peter non aveva intenzione di usare quel tono autoritario e un po'
superbo, ma se ne rese conto solo a metà frase e quindi non
riuscì a salvarsi in corner, tuttavia il castoro non se ne
curò e non si offese.
- Peter,
è imbarazzante per voi quanto lo è per me, ma
è di fondamentale importanza. Allora?-
Lucy si
portò le mani dietro la schiena, torturando il vestito e
mordendosi il labbro, poi si decise a parlare: - Sì, mi sono
sviluppata.-
- Fantastico!-
esclamò il signor Castoro, battendo le mani e invitando i
quattro Pevensie a sedersi.
- Ora dicci la
Profezia, però.- Susan sorrise dolcemente alla sorella, la
quale aveva assunto una tonalità rossa tendente al berdeaux.
- Allora, come tutti
voi sapete, la Profezia dice che i quattro figli di Adamo e Eva, ovvero
voi, avrebbero salvato Narnia eccetera eccetera, ma c'è
un'ultima parte che Aslan mi ha detto di rivelarvi solo quando sareste
tutti diventati uomini e donne.-
Edmund
cercò lo sguardo dei fratelli e colse nei loro occhi la
stessa tensione che animava il suo cuore.
L'ultima volta che
il Castoro aveva parlato di una Profezia, Edmund era quasi morto, Susan
e Lucy erano state costrette ad assistere a delle uccisioni e Peter
aveva avuto un battesimo di sangue per condurre Narnia alla vittoria.
Non erano
esattamente tranquilli, quindi.
- Vai avanti.-
sussurrò Lucy, in trepidazione.
- Bene, la Profezia
dice che vi attendono dei matrimoni e che da Susan e Lucy nasceranno
coloro che distruggeranno definitivamente il Male: il figlio di Susan
sarà dolce, e magnifico come Peter; il figlio di Lucy
sarà valoroso, e giusto come Edmund.-
Ci misero un po', i
Pevensie, a capire le parole di Castoro, e la prima ad arrivarci fu
Susan, con un urlo.
- Che cosa?! Stai
scherzando?-
- No.-
La ragazza
osservò i fratelli, che intanto stavano via via prendendo
consapevolezza e coscienza dell'accaduto.
- Sarebbe incesto!-
Allora,
mi odiate? Forse fa schifo, ma voglio spaerlo da voi!
Ditemi
se devo continuare oppure dedicarmi alla coltura di rape :D
Brinne
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Capitolo 2 *** Un centauro, o un fauno, o un rinoceronte. ***
narnia
Susan
ne aveva sentite
parecchie, e viste altrettante, ma questa volta era diverso e dire che
fosse sconvolta è davvero troppo poco.
Si
appoggiò al letto,
osservando Lucy misurare la stanza a grandi falcate. Non si era ancora
ripresa, la sua sorellina, dalla domanda imbarazzante del signor
Castoro e tanto meno dalla Profezia.
Come biasimarla?
- Credevo avessimo
sconfitto la
Strega Bianca tre anni fa.- disse poi, arrestando la sua marcia e
regalando a Susan un dolcissimo sguardo stralunato alla
Edmund Sai-Come-Sono-Fatti-I-Bambini.
Susan, da parte sua,
non si era
soffermata a pensare a questo fatto, presa com'era a
rimuginare
su quella sorta di incesto che la Profezia benediva con la sua antichità,
la sua serietà,
la sua presunzione
che in quanto profezia avrebbe dovuto essere ascoltata in ogni caso e se
eventualmnte questo in
ogni caso non fosse piaciuto (come era accaduto ai
Pevensie) la conseguenza sarebbe stata il trionfo del Male su Narnia.
Detta
così sembrava un ricatto, e probabilmente lo era.
- Beh forse non
abbiamo estirpato
completamente il Male da Narnia. Sai, tutte quelle storie di cui parla
sempre Aslan: "il male alberga in ognuno di noi", "il male è
sempre in agguato", "non lasciatevi tentare" eccetera...forse la
Profezia intende questo.-
Lucy
annuì, poi si
buttò vicino a Susan. - Questo non scusa il fatto che Aslan
pretende che ci sposiamo con Peter e Edmund!-
La piccola Pevensie
si aspettava un sonoro: "Eccome!" da sua sorella, ma le rispose solo un
silenzio carico di sottintesi.
- Susan?!-
La sorella maggiore
sorrise, portandosi una ciocca castana dietro l'orecchio.
Intanto Lucy
attendeva spiegazioni.
- Aslan non farebbe
mai nulla che
possa nuocerci, lo sai. E poi, considerando che le altre opzioni sono o
un centauro o un fauno...-
- O un rinoceronte.-
annuì
Lucy, poco prima di intendere l'intera frase di Susan: - e questo cosa
vorrebbe dire? Susan, a casa l'incesto è il peggiore dei reati,
se non proprio il peggiore
comunque è una cosa oscena!
Non pensarci nemmeno.-
Discussero molto, le
due
Pevensie, ma non raggiunsero la soluzione tanto agognata: Lucy era
convinta che non sarebbe più riuscita a guardarsi allo
specchio,
se avesse fatto qualcosa
con
Edmund, mentre Susan non voleva ritenere Aslan un pazzo ma ammetteva
che anche lei avrebbe trovato sgradevole una qualsiasi effusione (per
non dire altro) con Peter.
Ovviamente non era
passato loro
nemmeno per l'anticamera del cervello di coinvolgere in quella
conversazione anche i fratelli, per ovvi motivi.
Passarono tre giorni
e
l'imbarazzo invece di scemare, aumentò e la tensione crebbe
fino
a rendere irrespirabili e invivibili le stanze dove c'erano anche i
fratelli, i quali avevano parlato tra di loro ed erano allo stesso
punto di Susan e Lucy.
Con la sola
differenza che non avevano nessun problema a parlarne tra di loro.
Fu una di quelle
sere calde e
arieggiate che Lucy e Susan misero alla prova le loro ferme
convinzioni, dovendo fronteggiare la realtà dei fatti.
Come ho
già detto, faceva
abbastanza caldo e dopo una giornata di lavoro, Peter e Edmund avevano
deciso di lavare via la fatica nel mare limpido su cui dava la
balconata di Cair Paravel.
Il Sole era una
sfera infuocata
sull'orizzonte tinteggiato di rosa e arancio, che rifletteva i suoi
coloro caldi nel mare e finiva là dove la terra di Aslan
cominciava.
Forse fu il panorama
o forse qualche forza sconosciuta ad attirare le due ragazze proprio
sulla balconata sopracitata.
Nel frattempo, gli
uomini Pevensie si erano spogliati, mettendo in bella mostra tutto il ben di dio,
cioè, il loro corpo temprato dalla scherma e dalla caccia,
dalla guerra e dalla pace.
Ora capite bene che
le nostre due
donzelle constatarono sulla propria pelle che i loro due fratellini non
facevano poi così schifo come avevano sostenuto fino a
qualche
ora prima e quando riuscirono a staccare gli occhi da quella celestiale
( e non esagero) visione, si sentirono davvero delle persone orrende.
Cercarono rifugio
nelle loro
stanze, ma nessuna delle due parlò per molto tempo, poi
quella
nuova Lucy, che avrete potuto constatare non essere più
l'ingenua piccolina di famiglia, simulò una tosse e si
decise a
commentare ciò che era successo: - Va bene Susan, non
dobbiamo
preoccuparci: che male c'è ad ammettere che Peter e Edmund
sono
cresciuti, e anche piuttosto bene?-
Nel suo sguardo,
Susan lesse il desiderio di essere assecondata.
- Sì,
giusto...se non
altro, se accetteremo mai di compiere la Profezia, i nostri figli
saranno bellissimi, fortissimi, intelligentissimi, coraggiosissimi...-
- Sì
Susan, saranno fantastici.-
Scese di nuovo quel
silenzio
carico di sottintesi che ormai aleggiava per Cair Paravel da ormai
quattro giorni, ma nessuno si era ancora abituato alla sua presenza.
Susan e Lucy si
scambiarono un'ultima occhiata ed entrambe arrossirono.
- Oh Cristo.-
dissero, all'unisono.
So
benissimo che è corto, ma dovete avere pazienza: devo
introdurre la storia!
Innanzi
tutto, grazie a tutti coloro che hanno recensito o letto la storia :)
cioccolata: Ahaha,
grazie mille
:D In realtà anche io ho sempre detestato l'incesto in ogni
sua
forma, ma non si possono non fare pensieri del genere sui quattro
Pevensie!
Eccoti
il seguito, e spero di non averti deluso :)
Lils_: Io. Ti. Sto.
Amando. e non
perchè hai recensito, non perchè mi hai fatto gli
auguri
di buon anno (anche a te, cara), non perchè non ti piace
l'incesto, non perchè nutri false speranze per i Pevensie,
ma
perchè sei d'accordo con me sul fatto che non sono
così
messa male da dover coltivare rape :D Beh, su
tutte le cose per cui non ti sto amando, comunque ti ringrazio! Ahaha
sweet_cullen: Oh,
forse non mi
sono spiegata bene: tutto il giro di parole che il signor Castoro ha
trovato era un modo un po' più carino per dire che Lucy e
Susan
dovevano trombarsi (perdona il termine) i fratelli :P Grazie per la
recensione!
QueenLucy:
Aaaaaaaaah, grazie
cicci! Sia perchè pensi che sia originale, sia
perchè ti
piacciono le cose originali e sia perchè attendi il seguito!
Graziie millllllleeeeee :D
Grazie anche a chi ha aggiunto questa storia tra le seguite o preferite:
cioccolata
Eve_Cla84
Lils_
Miss_Rose
QueenLucy
spino
sweet_cullen
Tanto love,
Brinne.
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Capitolo 3 *** Cose da grandi. ***
Nonostante
tutte le belle parole di Aslan, al momento dell'inconorazione, le
guerre ai confini di Narnia erano continuate.
La terra di Archen
era in
subbuglio e a nord i Giganti volevano oltrepassare la frontiera senza
permesso di soggiorno...cioè, questo era come Peter rendeva
capibili le situazioni alle sorelle, ma la verità era che i
Giganti erano intenzionati a riprendersi le miniere.
Ado ogni modo, Peter
e Edmund
erano stati costretti a prendere dei seri provvedimenti per impedire
che si scatenasse il panico a Narnia, nonostante la situazone non fosse
così drammatica.
Dopo la Strega
Bianca nessuna situazione era drammatica.
- Forse dovremmo
mandare Oreius
con alcune truppe al fiume Shribble a tenere sott'occhio i loro
spostamenti. Sono più veloci e arriveranno subito, i
centauri.-
Ed aveva aperto la mappa di Narnia e Archen sul tavolo dello studio,
indicando il fiume con un dito e attendendo che Peter dicesse la sua.
- Oreius
è già
impegnato in Archen, non può andare ovunque.-
osservò
giustamente Peter, passandosi una mano tra i capelli e sbuffando,
mentre il signor Castoro annuiva e parlottava con due leopardi.
- Posso precederti
con il resto dell'esercito, non ci impiegheremo molto se siamo pochi.-
Poi, mentre
discutevano di cose da
grandi,
sentirono un rumore di passi affrettati e prima ancora di vedere
apparire sulla porta qualcuno, sentirono la presenza di quel silenzio
imbarazzato (di cui vi ho accennato) tramutato in rabbia.
Sia Peter che Edmund
lasciarono
perdere la cartina e tutte le strategie militari che potevano adottare
contro i Giganti, e ammutolirono in attesa della tempesta che non
tardò ad arrivare, sotto forma delle ragazze Pevensie.
Lucy era furibonda e
Susan aveva le gote arrossate, ma per la rabbia questa volta.
- Come vi siete
permessi di
escluderci?- sussurrò Lucy, e nonostante il suo tono fosse
incredibilmente flebile, sembrava che tutta Narnia avesse potuto udire
quel bisbiglio a fior di labbra, carico di risentimento.
Edmund
scambiò uno sguardo impanicato con Peter, il quale
alzò le spalle.
- Escludervi da
cosa,
esattamente?- chiese allora il maggiore dei Pevensie, spostando gli
occhi ora su Lucy ora su Susan, la quale appoggiò una mano
sulla
spalla della sorella e fece un passò avanti, indicando la
cartina ancora appoggiata sul tavolo.
- Da questo! Da
quando voi due prendete decisioni da soli, si può sapere? Se
Narnia è in pericolo, sono tutti e quattro i sovrani a
dover risolvere la situazione e non solo Edmund il Giusto e Peter il Magnifico.- nel
dire i due appellativi dei fratelli, Susan fece una smorfia e
diventò ancor più rossa in volto.
Peter
aggrottò le
sopracciglia. - Cosa avremmo dovuto fare? Dirvi: "Ehi sorelle, ci sono
un mucchio di problemi, voi pensate ai Giganti e noi andiamo nella
terra di Archen?"-
- Esatto.-
Edmund
scoppiò a ridere,
poi, vedendo che nessun altro trovava la situazione esilarante quanto
lui, tornò serio: - Ascoltatemi bene, Peter ha ragione: non
andrete mai più a combattere, voi due. Vi ricordate cos'ha
detto
Babbo Natale? Lucy, parlo di quando ti ha dato il pugnale e la pozione:
"Le battaglie diventano troppo ignobili, quando combattono anche le
donne."-
Peter
osservò compiaciuto
il fratello, grato che avesse una simile memoria: - Già e a
quanto ho capito, siete tutte donne ormai...insomma, l'hai detto tu,
Lucy, e credo che Susan lo fosse già, quindi...-
- Ok, fermati
Peter!- strillò Susan, allibita.
Probabilmente Peter
credeva di
essere simpatico, ma con le sue parole aveva fatto ricadere su Cair
Paravel quel silenzio imbarazzante che tutti detestavano.
Anche Edmund
sembrò
sorpreso dalla frase di Peter, ma mentre Susan e Lucy erano
scandalizzate e non ci trovavano nulla da ridere, Ed faceva di tutto
per non congratularsi con il fratello per un'uscita del genere.
- Ad ogni modo, voi
due rimarrete
qui a Cair Paravel, e non mi interessa se vi sentirete inutili o cosa,
non verrete.- riacquistando un certo contegno, Peter chiuse la
questione con queste brusche parole, o almeno credette: Lucy si
arrabbiò ancor di più e piccole stille di
tristezza, o
rabbia, cominciarono a sgorgarle dagli occhi, con sommo terrore di
Edmund e Peter.
Ora, considerando i
fatti, Lucy e Susan non avevano chiesto nulla ai fratelli riguardo quella cosa,
credendo che entrambi fossero d'accordo con loro sul non fare quall'altra cosa,
quindi immaginatevi lo stupore e...beh non so definire bene come
reagirono e cosa provarono quando si sentirono dire da Peter e Edmund:
- E poi abbiamo bisogno di sapervi al sicuro, se vogliamo adempiere
alla profezia senza problemi. I nostri figli avranno bisogno di
entrambi i genitori.-
Ovviamente le parole
non furono esattamente queste, ci furono un sacco di pause, imbarazzi e
una lunga seire di mmh
e di cioè,
ma il succo era il medesimo e di certo al reazione delle Pevensie non
sarebbe cambiata di molto.
Nel frattempo, il
castoro e i due
leopardi avevano assistito alla scena con rinnovata fiducia: sembrava
che Edmund e Peter, almeno loro, fossero d'accordo.
Si sbagliavano.
Oh come si
sbagliavano: i due ragazzi non sapevano più che carta
giocare e poi, tadan!
Ecco che la Profezia tornava loro in mente e per una volta sembrava
poter servire a qualcosa di utile.
Poi, come manna dal
cielo, il
signor Castoro e i leopardi uscirono dalla stanza, togliendo quella
presenza inappropriata e permettendo ai quattro Pevensie di sfogarsi
come meglio credevano.
Lucy e Susan erano
sconvolte
ancor di più, mentre i due ragazzi credevano di essere
riusciti
ad ottenere ciò che volevano, ma mancava ancora molto tempo
per
risolvere tutto e i Pevensie non erano che all'inizio delle loro
torture.
Però,
sembrò che
quel giorno qualcuno avesse deciso di donare un po' di sale in zucca in
più a Susan, la quale smise di disperarsi e
ordinò a
tutti di tacere.
- Ora basta, credo sia arrivato il momento di affrontare la situazione:
sono stufa di tutte queste allusioni. Io e Lucy abbiamo parlato della
Profezia e siamo dell'idea che non possiamo continuare così,
vero Lu?-
La piccola Pevensie,
ormai non
più così piccola, non stava ascoltando: era
immersa in
qualche sua fantasia e fissava fuori dalla finesta dove il sole stava
calando su Cair Paravel.
Oh beh, se volete
proprio saperlo, Susan, non appena vide il tramonto, capì a
cosa pensava la sua sorellina.
Pensava a quello
stesso cielo sotto il quale lei e Lucy erano state complici nel
guardare i fratelli fare il bagno.
Arrossirono
entrambe, ma Peter e Edmund credettero che fosse di nuovo per la rabbia.
- Anche noi ne
abbiamo parlato e
crediamo che Aslan abbia esagerato, non possiamo farlo.- disse Peter,
curioso di sapere cosa mai stesse osservando Lucy fuori dalla finestra.
Non lo seppe mai.
Quella sera, per i
quattro Pevensie, fu una grande passo avanti e fu come se un enorme
macigno si levasse dallo stomaco.
Sospirarono e
cenarono tutti insieme come un tempo.
Poi Peter sorrise, e
Susan arrossì.
Ma questo non lo
notò nessuno, nemmeno la ragazza stessa.
Occcccccccchhhhhhhheeeeeeeeeeeeeeei,
allora?
Cioè,
come diavolo faccio a non adorarvi tutte quante?? :D
Narniana95:
Oh sì, non sei la prima nè l'ultima a deplorare
l'incesto, come ho già detto anche io lo detesto: ma
c'è
qualcosa nei Pevensie che non me lo fa sembrare così
orrendo!
Giuro comunque che cercherò una scappatoia :D
Grazie
ancora!
_ L a l a:
Resistere? Non si riesce assolutamente! *si unisce a _Lala e
salta addosso a Edmund*. Beh, magari i figli saranno più
abbordabili dei rispettivi genitori (mi faccio schifo da dola -.-)
Ahaha, comunque grazie per aver recensito, carissima!
Lils_:
Oh sì Lils, assolutamente! Ti amavo e ti amo tutt'ora
ahahaha!
Comunque, non riuscivo a esprimere, senza dover descrivere nei
particolari (ma ci saranno, in futuro, i particolari che ci piacciono),
il fisicaccio di Ed e Peter...così ben di dio
è stata la cosa più ovvia e più vicina
alla
realtà che ho trovato! Grazie Lils, eccoti il seguito :D
QueenLucy:
Aaaaaaah grazie :) Come dicevo a Lils, davvero non c'è altro
da
fare se non inchinarsi davanti alla bellezza celestiale dei ragazzi
Pevensie e ringraziare la loro mamma per essersi impegnata
così
tanto! Ad ogni modo, sono felice che la storia ti piaccia!
Miss_Rose:
Sì, quando ho visto di sfuggita il promo del primo film,
sono rimasta delusa (allora non potevo capire che era un bene)
perchè Peter e Edmund, ma anche le ragazze, non si
attenevano
troppo al testo di Lewis (pace all'anima sua *.*). Beh, ora non mi
dispiacciono AFFATTO.
Sisi, incesto no,
spero tu abbia letto altre risposte alle recensioni così non
mi
devo ripetere di nuovo: io detesto l'incesto, ma i Pevensie te lo
tirano proprio dietro :D Comunque, grazie anche a te!
cioccolata:
Sto sorridendo come un ebete davanti al pc nel leggere la tua
recensione! Quasi quasi mi emoziono: la storia nei preferiti, io nei
preferiti :D Per non parlare del fatto che credi che io abbia talento
:') GRAZIE CIOCCOLATA AHAHAHA. No davvero, grazie di tutto!
ATTENZIONE:
prossimo capitolo incentrato su Peter\Susan.
Con
affetto,
Brinne
|
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Capitolo 4 *** Sai cosa mi manca di casa, Peter? ***
-
Non posso andare in battaglia? Voglio proprio vedere.-
Susan la Dolce, che
di dolce non aveva nulla in quel momento, percorse il lunghi e ariosi
corridoi di Cair Paravel diretta all'armeria.
Sapeva usare l'arco,
questo è vero, ma in uno scontro ravvicinato sono ben
inutili le armi a lunga gettata, quindi Susan si era messa in testa di
dover assolutamente imparare a usare una spada, se non voleva darla
vinta ai fratelli.
Se in
più, oltre a non darla vinta, riusciva anche a non farsi
ammazzare, tanto meglio.
La Pevensie sapeva,
in cuor suo, che Peter e Edmund volevano solo il bene suo e di Lucy, ma
se volevano proprio fare loro un favore potevano costruire una macchina
(era la cosa che rimpiangeva di più Susan: quella non aver
mai giudato), oppure potevano mettere in ordine di colore i vestiti e
le scarpe, o portare loro la colazione a letto e tante altre cose di
questo genere.
Ma non impedire che
andassero in guerra.
Tsk, stupidi uomini.
Ora è
necessario fare un salto indietro di qualche ora: eravamo rimasti
all'allegra famigliola seduta a tavola che parlava e mangiava e
scherzava come un tempo, ma entrambe le fanciulle non erano
completamente domate.
Ad un certo punto,
tra le risate generali per una stupida battuta di Ed, Lucy si era
riscossa dal torpore e aveva detto: - Ahahahah, sì Ed molto
divertente, che ne dici di raccontare quella in cui io e Susan veniamo
con voi contro i Giganti?-
Ecco, capirete bene
che calò di nuovo il silenzio, ma non quello imbarazzante
che ormai era acqua passata, era più uno carico di tensione
e di sguardi che correvano tra i quattro fratelli.
Due contro due,
ovviamente.
Da qui, era
ripartita la solita discussione e le due ragazze ne erano uscite ancor
più furiose.
Detto ciò
possiamo tornare alla cara Susan infiammata che andava su e
giù per il castello con i pensieri di cui vi ho
già parlato prima che le frullavano per la testa.
Non sapeva dove si
fosse andata a cacciare Lucy, forse con il signor Tumnus a fare una
passeggiata o forse rintanata nelle sue stanze e fare il sabba contro i
fratelli, fatto sta che aveva abbandonato Susan alle sue ricerche dell'arma invincibile.
- Oh finalmente.-
sussurrò la Pevensie, una volta arrivata all'armeria, che ,
incredibile a dirsi, era piena zeppa di armi.
C'erano una serie di
scaffali da cui sporgevo bipenni, lance, balestre, spade, archi, asce,
martelli e scudi, più una serie infinita di pugnali e
coltelli e bolas.
Susan rimase
stordita per qualche momento, poi si decise a entrare nella stanza.
Varcata la soglia fu come trovarsi immersi in un'epica battaglia: forse
era la quantità smodata di armi, forse erano i bagliori del
metallo o forse era semplicemente la fantasia di Susan che galoppava
alla ricerca di un nemico colossale da sconfiggere per provare a tutti
che dolce non significa
ingenua.
Fece molti
tentativi, prendendo da principio una spadone troppo pesante che le
faceva perdere l'equilibrio, poi una lama della lunghezza giusta ma
troppo sottile di piatto.
Ci mise qualche
mezz'ora a trovarla, ma poi la vide nel ripiano pià alto:
era lucida (come appena pulita) e l'impugnatura era avvolta in cuoio
nero.
Era
imbarazzantemente semplice, e per questo perfetta per Susan.
La ragazza si
arrampicò, stupendosi lei stessa per la sua
agilità, e afferrò la spada, affrontando l'aria
circostante in un duello all'ultimo sangue che Susan, proprio incapace,
riuscì a perdere miseramente.
Nonostante
ciò, riafferrò saldamente l'elsa e fece roteare
la spada prima avanti a sè, e poi si girò di
scatto.
Ora, potete
immaginare la sorpresa quando l'aria bloccò la sua lama!
Quest'aria
così audace poi cominciò a ridere, costringendo
Susan a concentrarsi su di lei.
O su di lui.
- Che diavolo stai
facendo, Sue?-
In quel momento,
quando il limpido cielo del nord la fissò dagli occhi di
Peter, Susan non seppe bene come reagire: doveva arrossire? Se fosse
arrossita, Peter si sarebbe messo a ridere e le avrebbe detto di
mettere giù la spada; doveva limitarsi ad annuire? Se avesse
annuito, Peter avrebbe fatto un rapido moviemtno del polso e la spada
le sarebbe caduta di mano; doveva scoppiare a ridere? Se l'avesse
fatto, Peter le avrebbe comunque detto di mettere via la spada; doveva
sorridere e abbassare gli occhi? Se l'avesse fatto, Peter l'avrebbe
considerata debole.
Qualsiasi cosa
facesse, c'era in ballo la reazione di Peter.
Avanti Sue, che ti
importa di come reagirà?
La ragazza sorrise,
ma non fece uno di quei sorrisi tipici per cui aveva merita
l'epiteto di Dolce, no. Susan Pevensie ghignò.
Ghignò e
cercò di intraprendere un duello con Peter, il quale aveva
la spada sguainata.
Dico
"cercò" perchè passò ben poco tempo
prima che Susan si trovasse una spada puntata alla gola.
- Avanti Sue,
smettila di giocare.-
- Non sto giocando,
Peter. Lasciami in pace, chiederò a Oreius di aiutarmi con
la scherma.-
Peter
inarcò le sopracciglia.
- Oreius non
c'è.-
- Mi
arrangerò.-
- No.-
Susan
sospirò, cercando di mantenere la calma e domandandosi
perchè mai sua madre avesse deciso di avere prima Peter e
poi lei: aveva avuto poca fantasia nel partorire un primogentio maschio.
- Sai cosa mi manca
di più di casa, Peter?-
Il ragazzo, che
aveva creduto di dover intraprende una lotta per convincere Susan a
mettere via la spada, rimase stupito dal cambiamento di umore e di
argomento della sorella.
- Cosa?-
Susan si
portò le mani sui fianchi, alzando gli occhi al cielo. -
L'emancipazione femminile, brutto idiota!-
Non attese una
reazione e corse fuori dall'armeria con ancora la spada in pugno.
Nonostante Susan non
abbia potuto vedere l'espressione sul volto del fratello, ve la
racconto io perchè Peter era davvero, davvero da filmare.
Dunque, il povero
ragazzo si stava preparando psicologicamente, pensando a qualche asso
che poteva sfoderare tipo quello della Profezia, ma Susan poi se n'era
uscita con quella frase del tutto fuori luogo, almeno così
sembrava al giovane, e con un bell'insulto fresco fresco.
Preparato com'era a
delle parole di tutt'altro genere, Peter non cambiò
espressione per qualche secondo, rimanendo sul: "Sono Peter il
Magnifico e ti devo proteggere", poi rendendosi conto del reale
significato delle parole di Susan, mise la bocca a cuoricino e si
corrucciò in volto, con ancora la spada a mezz'aria.
Ma lasciamo Peter e
le sue paralisi facciali e torniamo a Susan, la quale aveva nascosto la
spada sotto il suo letto per paura che potessero trovarla e rimetterla
nell'armeria su ordine di Peter, e se ne andava per la spiaggia di Cair
Paravel con una gigantesca nuvola nera che le aleggiava sulla testa,
pronta a scatenare la sua tempesta su chiunque si fosse avvicinato
troppo.
Quella frase che per
Peter non aveva molto senso ( L'emancipazione femminile,
brutto idiota!) si ricollegava ai
pensieri che Susan stava elaborando in quel momento sulla poca fantasia
si sua madre nel mettere al mondo come primogenito un maschio: infatti,
nella concezione di Peter e di Narnia, il maggiore era il protettore e il Re Supremo.
Fandonie, a casa
sarebbe stato un normalissimo studente con crisi di identità.
Badate bene,
comunque: Susan non voleva ssolutamente tornare a Londra.
Il sole del mattino
si rifletteva sulle vetrate di Cair Paravel, donando al castello
qualcosa di divino e soprannaturale, mentre il cielo terso abbracciava
tutta Narnia, fino alla terra di Archen e Calormen.
Se avesse potuto,
Susan avrebbe ringhiato.
Ad ogni modo, la
ragazza si sedette sulla riva sabbiosa, borbottando di tanto in tanto
qualche cosa che nemmeno io riuscii a capire e che quindi non posso
riportarvi qui di seguito, ma sono pronta a scommettere che erano
insulti in direzione di Peter e di tutta la razza maschile narniana e
del nostro mondo, perchè si sa: gli uomini sono uguali
ovunque.
Per arrivare al
succo di questa questione, sono costretta ad accelerare un po' i tempi
di svolgimento, quando ormai il sole era quasi pronto per andare a
riposare oltreoceano e la nostra Susan si era ormai abbrustolita per
essere stata così tanto sotto quella sfera infuocata che
tutto illuminava e tutto riscaldava. E tutto bruciava, per l'appunto.
A Cair Paravel,
probabilmente, Lucy si stava lavando, e Emdund si stava svestendo dei
suoi abiti da lavoro.
Peter magari stava
dando mostra di sè a qualche centauro, dicendogli che era
meglio se stava a casa al sicuro.
- Ce lo vedo
proprio, che pretende di insegnare a un centauro come si usa una spada!
Stupido Peter.- disse Susan, lanciando un sassolino nell'immenso oceano.
- In
realtà, sono qui.- una voce calda e un po' amareggiata,
accarezzò le orecchie di Susan, facendola sobbalzare.
Peter si era
cambiato e indossava una morbida camicia scarlatta che si confondeva
con i colori del cielo.
- Che vuoi?-
Il maggiore dei
Pavensie osservò per qualche tempo la sua sorellina. - Io
non voglio che tu e Lucy vi facciate male.-
- Allora dovevi
impedire ad Aslan di incoronarci.- sibilò Susan, e
dico "sibilò" perchè in quel momento sembrava
proprio un serpente a sonagli pronto ad azzannare il collo di Peter.
- Non potevo, ma
posso impedire che vi uccidiate con le vostre stesse mani. Cosa credi
che farei, se voi due moriste?-
Susan
abbandonò, senza nemmeno accorgersene, la postura da
serpente e osservò intenerità il fratello che in
quel momento sembrava così indifeso.
Susan, con indifeso,
non intendeva una persona non ingrado di difenfersi dai nemici, ma una
persona che stava aprendo per la prima volta il proprio cuore di
fratello e che mostrava le proprie paure, pur di non vederle realizzate.
- Ma che tenero,
Peter. Se però ad andare a combattere siete tu e Edmund,
come credi ci sentiremmo io e Lucy,qui a Cair Paravel senza vostre
notizie?-
Peter
circondò le spalle della sorella con un braccio, mentre
Susan si appoggiava al suo petto largo e scolpito, ma, troppo presa da
quel momento di intimità familiare, non sembrò
notarlo.
E qui, se mi
concedete un commento mio, oso dire: "Cretina! Sei spaparanzata su
Peter e non ne approfitti O.O?"
Ora riprendiamo: il
ragazzo baciò Susan sulla testa, sorridendo.
- Facciamo
così: ti alleni con me e se mi sembra che tu sia abbastanza
brava, potrai venire. Lo stesso vale per Lucy.-
Susan
annuì, raggiante: - E va bene...scusami per come ti ho
trattato.-
Dalla sua posizione,
la ragazza sentì il petto di Peter vibrare e capì
che il fratello stava ridendo.
- Mi chiedi scusa
perchè ti manca l'emancipazione femminile e o per avermi
dato dell'idiota?-
- Brutto.-
mugugnò lei.
- Brutto cosa?-
Susan si
tirò su a sedere, facendo il secondo ghigno della sua vita.
- Ti ho datto del brutto
idiota, non solo dell'idiota.-
Prima che Peter
potesse ribattere, la ragazza si riaccoccolò e il suo
fratellone non riescì ad arrabbiarsi, limitandosi a
sorridere.
- Comunque, davvero
ti manca l'emancipazione?- disse, dopo un lasso di tempo
indeterminato.
- Sì, e
anche le macchine. Avrei tanto voluto prendere la patente e imparare a
guidare.-
Dalla balconata di
Cair Paravel, intanto, il signor Castoro e i due leopardi sorridevano e
si stringevano le mani.
Forse ce l'avevano
fatta, era solo questione di tempo.
Non so dirvi quanto
rimasero in quella posizione, so solo che Ed e Lucy mangiarono da soli
a cena, ma questo è un altro capitolo.
Alloooooora,
spero di non aver deluso le vostre aspettative :D
Mi
scuso per non rispondere a ognuno, ma oggi sono davvero tirata! Mi
farò perdonare ;)
Grazie
ancora tessori ^^
Brinne
|
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Capitolo 5 *** Ed, confido in te. ***
Lucy si era
rintanata nelle sue stanze, proprio come supponeva Susan, ma non per
fare i sabba
contro i fratelli.
Se fosse stata a
conoscienza dell'esistenza dei riti wuduu
però, nessuno ci dice che non ne avrebbe volentieri usato
uno.
Ad ogni modo, la
più piccola dei Pevensie era anche lei furibonda, ma aveva
pensato bene di sfogare la sua ira tra le mura sicure di camera sua, e
non in giro per il castello, timorosa di dover se no incontrare Edmund
o Peter e i loro paroloni che di saggio avevano ben poco.
Il succo del
discorso, avvenuto la sera prima, era che per i fratelli Lucy, oltre a
essere una femmina
(e questo lo dissero quasi con disgusto), era anche troppo piccola.
Ovviamente
sembravano non ricordare che anche lei aveva avuto la su brava parte
nella battaglia contro la Strega Bianca.
Ma la mente umana
tende a dimenticare le cose sfavorevoli e tenere impresse a fuoco
quelle che fanno comodo e i Pevensie erano, per l'appunto, degli uomini.
- Avanti Susan, dove
tieni tutte le tue porcherie?- rovistando da cima a fondo nelle
credenze e nei cassetti alla ricerca di trucchi o robe simili, Lucy non
si accorse di quanto sarebbe stato imbarazzante se qualcuno l'avesse
vista in quel momento, così piegata e indaffarata.
C'è da
dire che la ragazza non aveva mai usato le porcherie di Susan
e quel suo impellente desiderio di trovarle significava solo una cosa:
o Lucy era impazzita, oppure si era davvero offesa per quello che
avevano detto i fratelli e io opto per la seconda.
Certo, Susan le
avrebbe fatto comodo averla con sè per eventuali
consigli...la verità era che Lucy non aveva la
più pallida idea di come usare le porcherie della sorella
e rischiava davvero di fare un gran pasticcio.
Immaginate la prima
volta che vi siete truccate, è venuto bene? Ecco, se la
risposta è no, allora capirete come stesse Lucy; se la
risposta è sì, o mentite oppure siete dei geni.
Comunque, quando
trovò le suddette cose, Lucy si rese conto che non sarebbe
bastato truccarsi: non poteva presentarsi a cena con la solita camicia
e i pantaloni da maschiaccio, come faceva di solito.
- Ciao Lucy!- Susan
Pevensie entrò di corsa nella stanza, e Lucy credette che
avesse sentito le sue preghiere, ma quando si girò vide la
sorella con una spada in mano. Al che, Lucy spalancò gli
occhi, ritenendo che Susan aveva ben piùà
problemi di lei in quel momento.
- Cosa stai facendo,
di grazia?- chiese, alzandosi e avvicinandosi alla sorella, la quale
stava nascondendo la spada sotto il materasso.
- La nascondo.-
- Sotto il mio materasso?-
- Sì, se
arriva Peter e ti chiede qualcosa, dì che non mi hai ancora
visto.-
Prima ancora che
Lucy potesse chiederle perchè mai avesse portato una spada
nelle loro stanze e l'avesse nascosta sotto il suo materasso,
Susan scappò via e dalla sua espressione, la Pevensie
capì che sua sorella era furente di rabbia.
- Oh, allora non
sono l'unica.- disse, ironicamente.
Tornando al problema
dei suoi vestiti, Lucy decise di prendere un abito di Susan. Sapete,
uno di quello lunghi e dai colori più stravaganti, con il
corpetto e le maniche larghe.
Vestita e truccata,
dopo molti tentativi, uscì per andare a cena con un sorriso
sfavillante sulle labbra.
Oh, Peter e Edmund
si sarebbero accorti che la piccola Lucy era cresciuta.
Come se l'avesse
invocato, Peter sgusciò fuori da un corridoio e
andò incontro alla sorellina. - Lucy, hai visto Susan?-
Qui la ragazza si
arrabbiò molto e non potete nemmeno immaginare quali e
quante maledizioni scagliò contro Peter: avrebbe potuto
dirle che stava bene, fare una faccia meravigliata e invece aveva
detto: - Lucy, hai
visto Susan?-
Un comportamento
ignobile, ma Lucy non era fatta per arrendersi alla
stupidità umana.
- No. Peter? Non
noti nulla di diverso in me?- domandò, con lo stesso tono
che scommetto avrete usato tutti almeno una volta nella vostra vita,
dopo esservi tagliati i capelli.
Il ragazzo la
osservò, poi si illuminò in viso: - Lu, hai di
nuovo preso il sole, vero? Ti sei almeno protetta con la crema? Sei
tutta rossa.-
Senza davvero
più parole, Lucy lasciò il fratello in mezzo al
corridoio.
Dal profondo del
cuore, la ragazza sperava che il fratello non fosse davvero
così cretino.
- Ed, confido in
te.- bisbigliò, quando scorse Edmund già seduto a
tavola.
Lucy
entrò nella sala facendo molto rumore, tossendo, battendo i
piedi ma il fratello non si voltò, preoccupato com'era a
contare quante fette c'erano di arrosto.
Sì, non
sto scherzando.
- Ciao Ed,
com'è andata la giornata?- disse la ragazza, aprendosi in un
sorrisone, mentre il fratello alzava distrattamente gli occhi su di lei.
- Bene. Dove diavolo
sono gli altri?-
Il signor Castoro
fece allora la sua entrata, dicendo che Peter e Susan non li avrebbero
raggiunti a cena, e quindi di cominciare.
Non finì
nemmeno di parlare, che Ed proruppe in un urlo di giubilio e Lucy
credette fosse perchè era contento di stare un po' da solo
con lei.
- Possiamo mangiare
il doppio, Lu!-
No, definitivamente
Ed non era meno stupido di Peter.
Mentre Lucy cercava
qualcosa per punirlo che poteva assomigliare a un rito wuduu, Edmund smise
di colpo di mangiare e si voltò verso la sorella, fissandola
insistentemente.
Quando Lucy
notò lo sguardo, nutrì la speranza che Edmund
avesse notato il cambiamento.
- Hai qualcosa che
ti impastriccia gli occhi, Lucy. Quando giochi con il signor Tumnus a
travestirti, poi lavati la faccia.-
Questo era davvero
troppo, per la nostra giovane amica e spero caldamente che nessuno di
voi lettori abbia mai vissuto un'esperienza simile.
- Già...-
si limitò a dire Lucy, per non fare una scenata.
Ma il ragazzo
continuava a osservarla attentamente, senza più curarsi del
cibo.
- Che
c'è?-
- Vuoi un po' di
budino?-
Edmund prese un po'
del dolce sul suo cucchiaino e si avvicinò a Lucy e la
ragazza fece nel giro di mezzo secondo i più diversi
pensieri.
Lucy Pevensie
conosceva molto bene suo fratello, e sapeva benissimo cosa significava
la sua espressione.
- Edmund Pevensie,
ci stai provando con tua sorella?- mormorò, socchiudendo gli
occhi.
Presa com'era dalle
sue fantasie, la ragazza non notò che l'espressione sul
volto di Edmund cambiava irrimediabilmente, passando dal: sono il Sex Symbol di Narnia
a Che diavolo
stai dicendo?.
Ma era troppo tardi,
per la nostra Lucy, per salvarsi in corner: posò una mano
sulla gamba muscolosa di Edmund e allungò il collo per
stampagli un bel bacio sulle labbra.
Ora l'espressione di
Edmund si tramutò da che
diavolo stai facendo a che schifo.
- Sei completamente
impazzita? Che diavolo
ti passa per la testa? Hai preso di nuovo troppo sole, è per
quello che sei così rossa. Avanti, vai a dormire.-
Non oso raccontarvi
l'imbarazzo e la vergonga che animavano Lucy. La schiacciavano, la
agitavano, la ribaltavano come una crepe.
La ragazza tolse la
mano dalla gamba di Edmund, si alzò in piedi e si
allontanò il più in fretta possibile, lasciando
il fratello, ancora sconvolto, in balia della sua rabbia.
Lucy
Pevensie conosceva molto bene suo fratello, e sapeva benissimo cosa
significava la sua espressione.
O così
credeva.
Allooooooora,
voi mi fate commuovere: 10 recensioni ç___ç
Se
devo essere sincera, questo capitolo mi fa abbastanza schifo, ma lascio
a voi la sentenza!
Ahaha,
aringrazio mille millanta volte tutti quelli che hanno recensito:
Narniana95
yuuki_love
Lils_
cioccolata
QueenLucy
_
L a l a
Idiopatica
Miss_Rose
Marty_youchy
Elyssa
Flaherty
e
anche tutti colore che l'hanno messa tra i preferiti:
_ L a l a
cioccolata
QueenLucy
starinlove
sweet_cullen
Spero
davvero di non aver deluso nessuno!
Brinne.
|
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Capitolo 6 *** Oreius stava tirando un sospiro di sollievo. ***
Successe tutto in
fretta, poi, e non ci fu più il tempo per rimuginare su
quello che era accaduto e per stare dietro alla loro storia,
non potrò divagare troppo in questo capitolo, ma spero
capirete ugualmente.
Lucy non
realizzò.
Susan non seppe.
Peter non intervenne.
Edmund non
capì.
Di colpo, quelle
stessa notte, era arrivata una richiesta di aiuto da parte di Oreius,
che si trovava circondato da tutti i lati, arroccato su una collina
mentre tutto intorno i nemici si radunavano con catapulte e torri e
scale.
"Vostre
Altezze,
La
situazione sta sfuggendo dal mio controllo: i soldati di Archen ci
hanno attaccato di notte infrangendo la tregua, e molti dei miei uomini
sono morti. Siamo riusciti a riparare su una collina abbastanza
proteggibile, ma sono più numerosi e hanno con sè
torri, catabulte e scale.
Il
tempo stringe, chiedo umilmente perdono per la mia
incapacità nel gestire la situazione, ma per amore dei miei
uomini devo chiedervi aiuto: sono perfettamente a conoscenza che i
Giganti stanno causando problemi, ma vi imploro di portarci aiuto con
le truppe che sono rimaste a nord e nei dintorni di Cair Paravel.
Stanno
arrivando, non so quanto potremo resistere.
Oreius,
il centauro"
Dopo un messaggio
del genere, i Pevensie, senza che nè Lucy nè
Susan avessero il tempo di allenarsi con Peter, come avevano promesso,
sellarono i cavalli, mandarono ambasciatori per richiamare le truppe e
partirono con la guarnizione che stava di stanza a Cair Paravel.
Ora è
necessario accelerare i tempi: vi sareste annoiati a leggere i tre
giorni che Pevensie & co. impiegarono per arrivare in vista
della collina su cui Oreius cercava disperatamente di temporeggiare.
C'è solo da dire che Lucy e Emdund non ebbero il tempo
materiale per parlare di quell'inaspettato e inappropriato bacio,
mentre Susan e Peter poterono solo lanciarsi fugaci occhiate colme di
significato, ma che noi non possiamo ancora spiegare perchè
non nè abbiamo il tempo nè il diritto.
Ad ogni modo,
giunsero alla piana citata da Oreius e poterono constatare con i propri
occhi che la situazione era davvero disastrosa: dall'altra parte, oltre
la collina in cui si erano arroccati i soldati di Narnia, catapulte e
torri svettavano nell'azzurro del cielo; a ovest si vedevano i resti
dell'accampamento bruciato e la terra nera intorno; al centro, Oreius e
i suoi uomini.
- Hanno bisogno di
noi.- sussurrò Peter, prima di partire al galoppo verso la
collina.
Tutto era
insolitamente calmo e se qualcuno avesse visto senza sapere,
forse avrebbe pensato che il tempo si fosse fermato o forse che Narnia
stesse giocando a fare la guerra, non avendo nulla da fare.
Sentirono il corno
suonare, dall'altura, e seppero che Oreius stava tirando un sospiro di
sollievo e i suoi uomini avevano rinnovata speranza.
Dopo venti minuti i
Pevensie erano nella tenda con i generali e ascoltavano ammutoliti i
dati e i numeri delle vittime.
- Quanti sono loro?-
chiese Edmund, guardando l'accampamento avversario, avvolto nella
nebbia.
Oreius lo raggiunse
all'entrata della tenda e il suo sguardo spaziò su tutta la
piana: - Quattrocento, forse cinquecento.-
Lucy
spalancò gli occhi e Peter le mise un braccio intorno alle
spalle.
- E voi?-
- Duecento, Vostra
Altezza.-
Anche un bambino
avrebbe capito che i narniani erano in inferiorità numerica,
come succede sempre ai buoni delle favole, ma non era una differenza
tremenda: si trattava di un'ottantina di uomini in meno.
- Cosa facciamo,
Peter?- Susan cercò lo sguardo del fratello, sperando di
leggervi qualche idea per poter far fronte al nemico e, in effetti, la
trovò.
- Faremo
un'incursione notturna per distruggere le torri e le catapulte,
dopodiché ingaggeremo battaglia in campo aperto.-
Edmund
tornò indietro, con la mano appoggiata sull'elsa della
spada: - C'è una tregua da rispettare, Peter.-
- Beh, non mi sembra
che loro l'abbiano rispettata.-
Nel momento stesso
in cui parlò, usando quel suo tono un po' canzonatorio, Lucy
si trovò a fronteggiare Ed per la prima volta e, mentre gli
altri credevano di assistere a una discussione circa alle tattiche da
utilizzare, lei e il fratello sembrarono rivivere tutta quella maledetta serata.
Nessuno dei due
sembrava voler cedere, come se, abbassando lo sguardo, avrebbero
accettato la cosa.
Ma era successo, e
non importava se l'avrebbero mai ammesso, il ricordo era marchiato a
fuoco su di loro.
- Lucy ha ragione,
in guerra tutto è concesso.- disse Peter, facendo cenno a
Oreius di ripiegare le mappe della piana e della struttura
dell'accampamento nemico.
- In guerra e in amore tutto
è concesso.-
Solo allora i
Pevensie si ricordarono che il signor Castoro era ancora con loro, come
un Cupido peloso e di cui Peter avrebbe volentieri fatto un cappello.
Lucy
abbassò lo sguardo, lasciando vincere Edmund.
Susan si
grattò la nuca, allontanandosi da Peter.
Peter
alzò gli occhi al cielo, distogliendoli dalla schiena di
Susan.
Edmund
serrò la mascella, sbuffando all'espressione di Lucy.
Oreius
ossevò le reazioni, non capendo.
Il signor Castoro
sorrise, per quanto sia possibile che un castoro lo faccia.
Lo
so: vi ho fatto
aspettare, è corto, è brutto.
Mi
dispiace così tttanto!
Comunque,
grazie a tutti guuuuys :D
cioccolata
_
L a l a
Narniana95
Elyssa
Flaherty
Miss_Rose
Marty_youchy
marte96
Lu
Pevensie
starinlove
Ditemi
se volete mettetemi alla gogna
, perchè dopo un capitolo del genere me lo
merito!
Brinne.
|
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Capitolo 7 *** Il pius Eneas ***
Gli odori della notte erano pungenti e fastidiosi e per la prima volta
in vita sua, Peter Pevensie credette che a Narnia ci fosse qualcosa di sbagliato, che i
profumi fossero troppo
intensi.
Si mise l'elmo e
sellò il cavallo, a osservarlo solo una Luna velata.
Non sapeva
perchè, ma aveva il cuore pesante di brutti presagi e non
riusciva proprio ad agire correttamente: impiegò molto tempo
per allacciare le cinghie sul ventre del suo destriero e solo
l'intervento provvidenziale di Oreius lo salvò da una crisi
isterica.
- La nostra
è un'avventatezza, Oreius.-
- Lo è
stato anche affidarci a dei ragazzini contro la Strega Bianca, se mi
permettete, mio signore.-
Peter si
zittì e montò a cavallo, raggiungendo gli altri,
già pronti e tesi.
Di fronte a loro si
profilava la macchia scura dell'accampamento nemico e sottili fili di
fumo si alzavano a intervalli regolari, dalle postazioni di guardia e,
a dir la verità, Peter si trovò a pensare che
quella fosse una mossa stupida da parte dei generali avversari: in poco
tempo avrebbero potuto individuare tutte le sentinelle senza alcun
problema.
Si
abbassò la visiera, avvolgendo la spada in un panno di
stoffa per fare in modo che non si sentisse il clangore del metallo, e
presto venne imitato da tutti. Sapeva che Edmund, Lucy e Susan erano
vicini a lui, forse non fisicamente, ma poteva percepire la loro
presenza all'altezza del cuore.
Come siamo
sdolcinati, Peter.
Forse è
perchè stai per riprendere in mano le armi, ma le battaglie
ti sono sempre piaciute, in fondo.
Sì, Peter
Pevensie sapeva che le guerre erano una brutta faccenda, ma amava
sentire le urla ed era inebriato da quella danza mortale che era
costretto a ingaggiare per ore e ore senza momenti di tregua. Amava
superare il proprio limite e barcollare e accasciarsi al suolo,
stravolto.
Probabilmente era un
piacere malato, ma a lui non importava troppo.
Si
sistemò meglio sulla sella, poi cominciò la
discesa dalla collinetta e ringraziò di avere con se delle
creature della foresta in grado di non farsi sentire nè
vedere e al confronto si sentiva un sacco di patate che rotalava
giù dalla discesa, ma non ebbe molto tempo per compiangersi
perchè presto tagliò la prima gola.
Ecco, questo era
qualcosa a cui non si faceva mai l'abitudine e lo stesso valeva anche
per il Re Supremo,
che distolse lo sguardo dal corpo morente e caldo.
Vide i suoi compagni
insinuarsi tra le tende e Peter li seguì, scendendo da
cavallo e facendosi strada tra l'accampamento.
Presto, molto
presto, sentì le prime urla e seppe che l'inferno era
cominciato.
Non vide
più i suoi fratelli e non volle pensare a loro, sapendo
benissimo che il suo era un pensiero egoista: se fosse stato in pena
per loro non sarebbe riuscito a ragionare lucidamente, e si sarebbe
fatto ammazzare.
Si chiese quanto
avrebbero impiegato, quelli di Archen, a reagire.
Sentì uno
stridio e alzò gli occhi al cielo nero e vide tanti puntini
che volavano verso le torri e le catapulte e davano fuoco a ogni cosa
potesse nuocere a Narnia.
In quel momento,
Peter seppe che Susan stava bene.
- Mio signore?- un
fauno lo stava osservando e Peter si riscosse, facendogli cenno di
seguirlo all'interno di una tenda.
Entrò e
vide un uomo come lui sdraiato
sul suo giaciglio, ignaro di cosa gli stesse per succedere e il
Pevensie esitò di nuovo.
Una persona che
fosse passata di lì per caso avrebbe potuto confonderlo per
il pius Eneas.
- Mio signore?-
ripetè il fauno, spazientito. Che il suo re si fosse
ammattito?
Peter
uscì dalla tenda e lasciò fare il lavoro sporco
ai suoi uomini e chissà se loro avrebbero provato un po' di
rimorso.
Era sempre stato
così per Peter, prima di combattere: esitava per molto tempo
e solo quando la situazione degenerava, si dava una mossa a reagire.
- Peter!-
sentì il suo nome e vide Lucy che gli correva incontro, il
viso sporco e i capelli incollati alla fronte.
Una bambina che
giocava a fare la guerra.
- Cosa
c'è?-
- Sono riusciti a
riorganizzarsi nel lato ovest dell'accampamento.- disse quella, in un
soffio.
Peter
gioì, sapendo di essere così costretto a smettrla
di uccidere nel sonno quegli uomini, ma di poterli affrontare da pari a
pari.
In pochi minuti
attraversarono l'accampamento ormai immerso nelle urla disperate di
uomini che si erano visti privati dal sollievo del sonno.
Uomini che si erano
visti privati del sollievo della vita.
Lucy correva vicino
a lui e con orrore il Pevensie la vide piantare il suo pugnale nel
petto di un uomo, senza esitazione.
Forse è
più uomo lei di te, Peter.
Giunsero sul posto
tra gli ultimi e videro Edmund disporre le truppe e impartire ordini
agli arcieri, dietro le prime file. Peter decise di non intervenire nel
lavoro del fratello e osservò il nemico: avevano reagito
più in fretta di quanto pensasse e con terrore
capì che affrontarli in campo aperto sarebbe stata
un'inutile carneficina, ma ormai gli uomini scalpitavano per avere la
loro parte nella storia.
Il loro muro di
scudi era pù spesso, e la loro unica speranza era di
riuscire a spezzarlo prima che potessero giungere i rinforzi di Archen.
- Ed, l'ala destra
è debole.- stava gridando Susan, arrivata anche lei in quel
momento.
Peter la
guardò incoccare una freccia e portarsi vicino agli altri
arcieri, prendendone subito la guida. Sembrava un'amazzone e il ragazzo
non si meravigliò di vederla immensamente bella, anche se
sudata e stanca.
Poi avvenne tutto
molto in fretta e Peter fu costretto a dimenticare la sua pietas: i muri di
scudi si scontrarono con un tonfo terribile e subito quello di Archen
si spezzò e gli uomini di dispersero più presto
di quanto il Pevensie avesse potuto sperare.
Si trovò
coinvolto in un guazzabuglio lontano dall'esercito di Narnia con una
manciata di soldati, ma non se ne preoccupò e si
lasciò inebriare dai volti sofferenti dei nemici, dal dolore
dei muscoli e dal sudore che gli bruciava gli occhi, mentre l'elmo lo
soffocava in una morsa d'acciaio e l'armatura gli premeva sul petto
come fosse una fornace.
Menò
fendenti e mozzò teste, mentre la sua spada si impregnava di
sangue e i suoi occhi si riempivano della strage che stavano
commettendo le sue mani.
Presto perse la
cognizione del tempo e si costrinse ad alzare gli occhi al cielo,
scoprendolo schiarito, mentre l'orizzonte si tinteggiava nella luce del
giorno nascente.
In quell'attimo di
distrazione un abitante di Archen riuscì a colpirlo
con lo scudo, facendo un ampio movimento del braccio dal
basso verso l'alto e andando così a colpire Peter sotto il
mento.
Il ragazzo
indietreggiò, sentendo la bocca riempirsi del sapore amaro e
metallico del sangue e in un attimo fu circondato dai suoi fedeli
soldati, che lo allontarano dalla mischia. Tossì e
sputò, poi si ripulì il mento insaguinato.
Cercò con
gli occhi i fratelli, ma vide solo centinaia di puntini che correvano,
urlavano, morivano.
- State bene?-
chiese un orso e Peter annuì, cercando di sorridere al suo
indirizzo.
Non fu proprio un bello spettacolo.
Si unì
nuovamente ai compagni, con i sensi un po' più annebbiati e
per quanto desiderasse poter dare la colpa alla ferita, sapeva che era
colpa della stanchezza e come lui, tutti i narniani stavano cominciando
a sentire gli arti appesantirsi e presto anche sollevare la spada
divenne difficile e immensamente stancante.
Si trovò
a sperare nella venuta di Aslan. Dov'era in quel momento?
Si era dimenticato
di Narnia?
Si concesse di
appoggiarsi alla spada per riprendere fiato, poi individuò
le insegne regali e capì che se voleva davvero avere riposo,
doveva raggiungerle.
Si fece strada tra i
nemici e gli alleati, senza più riuscire a distinguerli, e
presto arrivò a portata di mano dal re della terra di Archen
e si trovò a fissare gli occhi scuri del suo vecchio
alleato, il re Durius.
Che cosa era
successo?
Come era giunti a
questo?
Durius lo vide e
abbassò la spada. - Re Peter.- sussurrò solo, e
il ragazzo gli si avvicinò, sapendo benissimo che non gli
avrebbe fatto del male, non ora.
- Che stiamo
facendo, amico mio?- chiese Durius, sorridendo.
Peter si fece
abbindolare da quella smorfia di gentilezza e rimise la spada nel
fodero, mentre il mondo intorno a lui, ignaro, continuava a farsi la
guerra. - Speravo me lo dicessi tu, Durius.- allora anche il Pevensie
sorrise, tendendo un braccio verso il giovane re che aveva di fronte.
Quello strinse la
mano di Peter e lo attirò in un abbraccio. Dietro di lui la
vista del Pevensie era bloccata da cinque soldati di Archen,
escludendolo dal resto della battaglia.
E forse, Peter
provò sollievo per questo.
- Mi spiace
così tanto, Peter. Avanti, richiama i tuoi uomini e tornate
in pace a Cair Paravel. Deponi qui la tua spada e il tuo scudo, non ti
serviranno.-
Serpe velenosa,
ammalii Peter.
Il ragazzo
continuò a sorridere, e si slacciò lo scudo
dall'avambraccio, facendolo scivolare a terra, ma poi un urlo lo
raggiunse: - Mio signore!-
Peter si
voltò e vide Oreius che gli indicava l'est.
Il Pevensie ci mise
un po' a focalizzare la sua attenzione e più di una volta
dovette sbattere le palpebre per riuscire a vedere non sfuocato, ma
quando ce la fece, quando le goccioline di sudore decisero di lascargli
un po' di tregua, il suo cuore si riempì di gioia: erano
arrivati i rinforzi.
Non che servissero
più, oramai.
Si voltò
raggiante verso Durius, il quale era una maschera indecifrabile. Poi
vide i cinque soldati che gli avevano impedito la vista correre a dare
man forte agli alleati e in un attimo tutto crollò.
Per prima cosa,
seguì i soldati con lo sguardo, senza capire
perchè mai andassero a comabattere.
Per secondo, vide il
volto di Durius contrarsi nel terrore.
Poi si decise a
voltarsi e a osservare oltre le spalle del re.
Si sentì
morire.
Non ebbe il cuore di
continuare a guardare.
Non ebbe il cuore
vedere quell'immensa spada conficcata in un esile corpo come quello di
Lucy.
Lei era ancora viva
e lo guardava implorante, inchiodata a terra e con gli occhi colmi di
dolore.
Dolore per la ferita
o per ciò che le accadeva intorno?
Fu un movimento
rapido e fluido, e Peter riafferrò lo scudo e
sguainò la spada.
Niente
pietà verso i traditori e dallo sguardo del giovane, Durius
capì che Archen avrebbe presto eletto un nuovo re.
Beeeehhhhhh,
grazie per le recensioni e con questo (sperando di non essere stata
troppo cruda) vi imploro di perdonarmi per quello di prima!!!
Grazie
di nuovo a tuutti, spero vi piaccia e di riuscire a rispondervi :D
Tanto
love,
Brinne.
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Capitolo 8 *** Non prego da anni. ***
Sentì Peter urlare come un pazzo e all'inizio
Edmund sorrise, pensando che il fratello avesse ritrovato quella sua
goia malata e selvaggia nel combattere da cui si dissociava, poi
udì la carica dei suoi alleati e poi si perse nuovamente
nella mischia.
Qualche volta, di sfuggita, intravide Susan e gli sembrò
sempre incolume e nel pieno delle sue forze, così come
Oreius e il signor Castoro.
Ma dopo, oh sì, dopo Edmund credette di morire.
Non capì subito cosa stesse accadendo e si
domandò cosa aspettasse Lucy a rialzarsi da terra,
circondata com'era dai nemici, ma nemmeno per un secondo lo
sfiorò l'idea che forse la sua sorellina non fosse in grado
di farlo.
- Lucy! Alzati, porca miseria.- urlò, con gli occhi fuori
dalle orbite e la gola bruciante di sete e graffiata dalle polveri, ma
evidentemente Lucy non potè sentirlo e la sua voce venne
sovrastata dai rumori della battaglia.
Sbattè le palpebre, infastidito dalla luce del Sole, che
ormai brillava vincitore contro le tenebre della notte trascorsa nel
sangue. Si voltò, sentendo una lama vibrare alle sue spalle
e di nuovo fu costretto a dimenticarsi di chi era, perchè
era e come era.
Fu di nuovo un animale in balia dei suoi istinti da rabbia, vendetta e
sopravvivenza ed Edmund il Giusto era solo un pallido ricordo.
- INTORNO AL RE, INTORNO AL RE!-
L'avversarsio con cui Edmund stava combattendo abbassò la
lama nel sentire quel richiamo e anche il ragazzo cercò la
fonte di quel rumore, con il terrorre che il re fosse suo fratello a
divorargli le ossa.
Non impiegò molto a raggiungere le insegne reali di Archen e
quando vide Peter con lo sguardo colmo di un odio che mai era
appartenuto al maggiore dei Pevensie, e la sua spada grondante e il
corpo ancora caldo e scosso dalle convulsioni di re Durius, comprese
che il sovrano attorno cui stringersi era un altro.
Sospirò di sollievo, ma perchè Peter non faceva
lo stesso?
Perchè continuava ad ansimare e a
stringere convulsamente l'elsa?
La guerra era finita.
Oh no Edmund, la tua guerra è appena iniziata.
Raggiunse il fratello, posandogli una mano sull'avambraccio e
strappandogli la spada. - Peter, calmati.-
Cercò di mettere tutta la dolcezza e la sicurezza che era in
grado di dare, in quella parole, ma il fratello aveva lo sguardo perso
e fisso oltre le insegne e sembrava soffrisse e nel tempo stesso avesse
bisogno di quella misteriosa visione che tanto lo dannava.
Edmund si voltò e in un attimo assunse la stessa espressione
di Peter, ma l'odio che crebbe in lui era di portata talmente superiore
da farlo boccheggiare a terra, mentre cercava di respirare.
Alzò di nuovo gli occhi e si riempì la mente di
quell'immagine funesta, troppo debole per andare da Lucy e
accompagnarla in quel suo ultimo viaggio.
Edmund Pevensie sapeva di essere un codardo.
Non il ricordo della Strega Bianca, non quello dei lupi, non quello di
Aslan, ma gli occhi lucidi di Lucy gli diedero la forza di alzarsi e
trovare il coraggio di avvicinarsi a lei.
Non seppe mai se anche Peter e Susan si fossero avvicinati in quel
momento, ma non gli importava.
Aveva occhi solo per la spada che costringeva Lucy a terra e le
provocava tutto quel dolore e quella sofferenza.
- Lucy...- mormorò, inginocchiandosi vicino a lei e portando
le mani tremanti vicino alla spada con l'intento di toglierla e
liberarla da quel demone, ma poi ci ripensò e le prese una
mano, ghiacciata.
Gli occhi vitrei della ragazza lo guardarono senza vederlo, cercarono
la fonte di quel suono senza trovarla. - E-ed?- biascicò,
agitandosi e provando ad alzarsi, ma le braccia forti di Edmund e la
spada glielo impedirono.
- Sono qui, Lu.-
No, Edmund stava nuovamente mentendo: lui non era lì con
lei, lui non riusciva ad abbassare gli occhi sulla ferita, lui era da
un'altra parte, in un altro tempo, quando l'idea di una guerra era
lontana anni luce e la morte era una cosa talmente estranea da
scherzarci sopra.
- Avrei voglia di quel budino al cioccolato che mi ha offerto l'altra
sera...alla fine non l'ho mangiato.- disse Lucy, aprendosi in un
sorriso che si trasformò presto in una smorfia di dolore.
Non si era ancora lamentata e anzi, si stava preoccupando del budino.
Edmund si passò una mano sugli occhi, poi si alzò
da terra e si inchinò per prenderla in braccio, incurante
della stanchezza e dei muscoli che protestavano.
Non aveva idea di come poterla salvare e non sapeva se esistesse
davvero un modo, ma l'idea di lasciarla lì a morire gli dava
il voltastomaco.
Lucy non era fatta per le guerre e per il dolore.
Ma Lucy ne era dentro fino al collo, ora.
Sentì dietro di sè dei passi e dei respiri
pesanti, e seppe che Peter e Susan lo stavano seguendo a religiosa
distanza, mentre tutta Narnia sembrava poter udire il suo muto urlo di
dolore e frustrazione.
E probabilmente era così.
- Mettetela qui, mio signore.- appena entrato nella tenda adibita
ad infermeria, la signora Castoro si era avvicianata e aveva
fatto cenno a Edmund di appoggiare Lucy a un lettino.
Di malavoglia, il ragazzo fece ciò che gli era stato
chiesto, ma non accennò ad allontanarsi. Una mano gli si
posò sulla spalla.
Peter e Susan erano arrivati.
La signora Castoro si avvicinò ad un armadietto e ne etrasse
bende e acqua pulita, poi tornò da Lucy e guardò
con una smorfia la ferita slabbrata che era ora in bella mostra dopo
aver estratto la spada.
- Puoi fare qualcosa?-
- Un miracolo?- ribattè lei, senza il coraggio di toccare
ulteriormente il corpo di Lucy. - L'ultima possibilità che
ci rimane sta nella pozione della Regina Lucy, ma se quella non
funziona...beh allora potete solo pregare.-
- Non prego da anni.- rispose Edmund brusco, mentre la mano di Peter si
serrava con più forza sulla sua spalla. Sentì
distintamente un singhiozzo di Susan, ma non si voltò, come
se, girandosi, avrebbe mancato di rispetto a Lucy.
La signora Castoro sbuffò, poi tornò con la
bottiglietta che Babbo Natale aveva regalato a Lucy, ma si
bloccò con gli occhi spalancati.
- Non servirebbe a nulla, piccola amica.-
Ed non ebbe la forza di girarsi, sapendo che se lo avesse fatto sarebbe
saltato al collo di Aslan per ammazzarlo.
Arrivava ora?
Ora che tutto era finito, concluso, perduto?
Il ragazzo strappò la fialetta dalle zampe della signora
Castoro e si avventò su Lucy, aprendole delicatamente le
labbra e facendovi cadere una goccia di pozione. - Edmund, è
troppo tardi.-
- Lei non è ancora morta.- provò a dire Susan,
con voce spezzata.
Aslan si mosse, portandosi al fianco di Edmund e osservando Lucy con i
suoi grandi occhi indagatori. - No, ma la ferita è troppo
profonda.-
- Babbo Natale ha detto che avrebbe guarito qualsiai ferita.-
sbottò Peter, lasciando finalmente la spalla di Edmund, il
quale fece cadere un'altra goccia tra le labbra di Lucy.
- Nemmeno Babbo Natale può andare contro il destino.-
A quel punto, Edmund non riuscì più a trattenersi
ed esplose come un vulcano che a lungo ha riposato: - Destino? Proprio
tu vieni a parlarci di destino? Tu che ci imponi profezie assurde e che
arrivi sempre quando è ormai troppo tardi? Hai detto di
amare Narnia e ancora una volta Narnia ha dovuto combattere da sola.
Lucy sta morendo, riesci a capirlo o per te era solo un'altra pedina?-
Aslan soffiò e se Edmund fosse stato più attento
avrebbe visto gli occhi del grande leone rabbuiarsi, ma il ragazzo non
era in sè.
- Lucy vivrà di nuovo nella mia terra.-
- Beh, io invece non vivrò senza mia sorella, su questa terra.-
sentì le lacrime pungergli gli occhi e, per la prima volta
in vita sua, non si preoccupò di ricacciarle indietro.
Il leone rimase in silenzio, continuando a fissare Edmund negli occhi,
poi scostò lo sguardo, portandolo su Lucy.
- Non per le tue parole, ma per l'amore che provi verso Lucy, tua
sorella vivrà.- Aslan soffiò sulla ragazza e
subito i Pevensie videro la smorfia di dolore sciogliersi e la ferita
rimarginarsi, mentre ancora Edmund stringeva la mani affondando le
unghie nei palmi.
- Vieni Ed, lasciamola riposare.- sussurrò Susan, prendendo
il fratello per un braccio e tirandolo fuori dalla tenda.
Uscito, Edmund guardò la piana dove si era svolta la
battaglia e la vide disseminata di corpi.
Quanto altro dolore doveva patire Narnia, prima di giungere finalmente
alla pace?
Quante altre volte Aslan sarebbe dovuto intervenire per porre rimedio
ai disastri degli uomini?
Osservò la disperazione aleggiare tra l'esercito e rinchiuse
il sollievo per la salvezza di Lucy in un angolino del suo cuore.
Non avrebbe permesso al dolore di scalfire quella gioia.
Allora?
Che ne dite?
Stiamo
ormai volgendo al termine della storia e spero vivamente che vi sia
piaciuta, fino ad ora.
Noto
che le recensioni sono calate e mi dispiace che gli ultimi capitoli non
siano più all'altezza delle vostre aspettative!
Beh,
ringrazio ovviamente i se che hanno recensito e tutti coloro che
l'hanno aggiunta tra i preferiti, seguite e ricordate :)
Giuro
che cercherò il tempo di rispondere alle recensioni, ma
ultimamente sono un po' tirata con i tempi.
Fatemi
sapere, carissimi\e
UN'ULTIMA
COSA: mi sto cimentando in una originale, se avete tempo datele
un'occhiata qui
Con affetto,
Brinne.
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