A Little, Tiny Vulcan Problem! di LaMicheCoria (/viewuser.php?uid=53190)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo, ovvero: James Tiberius Kirk è un uomo molto, ma molto paziente.. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1, ossia: Se il buongiorno si vede dal mattino..un tribolo nel caffè non è mai un buon segno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Ma Joule e T’Pau fanno davvero rima o è solo un’assonanza? Quando il Fluff si insinua peggio della nebbia. ***
Capitolo 1 *** Prologo, ovvero: James Tiberius Kirk è un uomo molto, ma molto paziente.. ***
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Autore: Nemeryal
Fandom: Star Trek: The
Original Series
Titolo: A Little, Tiny
Vulcan Problem
Personaggi: Christine Chapel, Hikaru Sulu, James Tiberius Kirk, Leonard “Bones”
McCoy, Montgomery “Scotty” Scott, Nyota Uhura, Pavel Chekov, Spock
Genere: Demenziale, Comico,
Parodia
Avvertimenti:
What..if?
Note: Questa Long Fiction è
nata da una recensione di Persefone
Fuxia alla mia OneShot “Ten Songs
Challenge: Kirk/Spock”, in particolare alla Numero 9: Maledetto Raggio! Che aveva come sottofondo la canzone “Beautiful Boy” di Jhon Lennon. Vedi? Eccola la Long XD E’ da tempo considerevole che
non mi do più al sano demenziale. Spero di non aver perso la mano XP
Ci tengo a precisare che questo NON E’ UN PLAGIO ALLA FAN FICTION DI GFPENTIUM
“GIOCHI DI BIMBA” [STAR TREK: VOYAGER]. PER QUANTO ANCHE QUESTA PRESENTI UN
MEMBRO DELL’EQUIPAGGIO RIDOTTO AD UN INFANTE, QUESTA E’ L’UNICA COSA CHE LE DUE
FIC AVRANNO IN COMUNE!
Dedica: A Silentsky e a Pimplemi_chan. Le mie due
compagne di avventura a bordo della nostra personale Enterprise, e a Persefone Fuxia che mi ha dato l’idea
XP
A Little, Tiny Vulcan Problem!
Prologo,
ovvero: James Tiberius Kirk è un uomo molto, ma molto paziente.
Definire James Tiberius Kirk un uomo
“paziente” era come dire che gli Andoriani avevano la pelle di una leggera tinta bluastra e che la faccia
del Tellariti ricordava vagamente il
muso di un grosso e grasso porcello grufolante.
Ad essere precisi, definire James
Tiberius Kirk un uomo “paziente” era una grande, mostruosa, galattica, universale,
incalcolabile, ridicola, stupefacente, incredibile, impensabile, indicibile,
astronomica, assurda, massima ca..volata.
James Tiberius Kirk, Capitano della
USS Enterprise, acchiappa-esemplari-alieni-e-non-di-sesso-femminile di
prim’ordine, nel Guinness Galaxy Record per il maggior numero di donne sedotte
e abbandonate, con un discreto petto e girovita, candidato al premio per il
Maggior Numero di Vestiti/Divise Lacerati/e –premio soffiatogli via all’ultimo secondo da un tizio verde di nome
Hulk, proveniente dal quadrante “Marvel”- e vincitore del Growly Awards per la
vocale tenuta più a lungo in un “Urlo di furia, premonitore di vendetta” era
l’apoteosi, l’apice della pazienza! Era la pazienza per antonomasia! Negli
archivi di Starfleet sotto il termine
“paziente” era riportata la sua gigantografia! (Gigantografia che lo presentava
in versione gangster, con un ghigno secsi
e poco raccomandabile sul viso da birbante pluridecorato, e che era stata tolta
a causa del frequente numero di donne ricoverate nelle Infermerie di tutta la
Galassia per una pesante forma di epistassi. I casi più gravi dovevano essere
risolti grazie all’unione di forze –e lauree- di un oftalmologo e di un
cardiologo)
James Tiberius Kirk aveva affrontato
di tutto: viaggi nel tempo, Klingon, Romulani, Klingon, spiriti killer del XIX
secolo, Klingon, parassiti dai nomi impronunciabili, Klingon, Vulcaniani in
amore, Klingon, sbuffi di vapore senzienti, Klingon, alieni che si fingevano
alieni ritardati, ma che in realtà erano alieni avanzati, simili agli sbuffi
alieni di vapore senzienti, Klingon, lucertoloni, Klingon, Matusalemmi..li ho
già detti i Klingon?
Insomma, James Tiberius Kirk era uno
che di cose, nella vita, ne aveva viste, ma in quel momento, in quel
particolare frangente, non sapeva più a che santo votarsi.
A dire il vero, aveva anche pensato di
rivolgersi a qualche divinità, ma poi ci aveva seriamente ripensato.
Aveva un rapporto abbastanza..conflittuale con le divinità, diciamo
così. Con quelle greche soprattutto. In effetti, non è che andasse molto
d’accordo con quella particolare stirpe della Terra e relativi discendenti: non
li considerava come dei filosofi mangia pane con le olive a tradimento, ma
quasi. Quando stai per essere distrutto da un tizio esagitato che dice di
chiamarsi Apollo e degli strambi togati che si definiscono “Figli di Platone”
ti usano come cavallino della Chicco, te la leghi al dito.
Forse non arriverai a bombardare i
loro due pianeti con i Siluri Fotonici, ma di certo giocare con il modellino in
scala della Enterprise e fingere di fare a pezzi due pianetucoli –a caso- perché ivi vi sono nascosti dei
perfidi terroristi Klingon e non c’è altra soluzione, quel senso di potere e
soddisfazione te la da eccome!
Comunque.
La situazione per James Tiberius Kirk
era critica.
Molto, ma molto critica, anche per un
uomo paziente come lui.
…vi ricordate i Klingon, vero? Bravi.
Era una delle situazioni peggiori in cui si
fosse mai trovato e il suo fidato medico di campagna, Leonard McCoy,
amabilmente soprannominato “Bones” dai suoi pazienti, non aiutava certo a
migliorarla.
-Dai, Jim, prometto che farò piano!-
-No, Bones-
-Ma solo una! Piccola piccola!-
-No-
-Ma..-
-NO!-
-Per favore, Jim..-
-Bones!- tuonò il Capitano, con una
vena sulla tempia che pulsava più veloce e più furiosa del cuore dei Vulcaniani
–Tu non sculaccerai il mio Primo
Ufficiale!-
Eh, già.
Il caro, posato, flemmatico, signor
Spock era stato trasformato in un moccioso di tre anni che aveva appena deciso
cosa fare “da grande”: lo chef professionista.
Niente di strano fino a qui, no? E se
vi dicessi che gli ingredienti scelti erano degli agenti chimici
pericolosamente pericolosi custoditi in una cassaforte, chiusa in una teca di diamante,
protetta da un codice ternario cui si accedeva attraverso una password di
numeri e lettere per un totale di 824517524851461468 combinazioni possibili,
cui però si poteva arrivare solo dopo riconoscimento unghiale, pellicinale e
cigliale, come la mettereste?
La magia dei punti di vista.
Come ha fatto a superare un tale
sistema di sicurezza, dite? Andiamo, è di un Vulcaniano di tre anni che stiamo
parlando! Potrebbe risolvere i vostri compiti di matematica prima che voi
possiate anche solo dire “Ammaccabanane”
o “Uffamannaggia!”
Il che mi ricorda che ho qualche
problema con le equazioni esponenziali..
Ma torniamo al nostro prologo.
Ora, il piccolo Vulcaniano li stava
guardando con gli occhioni sgranati ed il labbro inferiore sporto in avanti,
strusciando un poco il piedino a terra, con le dita intrecciate dietro la
schiena e un accenno di dondolio del corpo a destra e a sinistra.
Era la pucciosità con le orecchie a
punta, per intenderci.
E James Tiberius Kirk non sapeva
davvero più che fare.
Era da una settimana che il suo Primo
Ufficiale, ridotto ad un soldo di cacio alto un metro e una noce messa di
traverso, se ne andava in giro per i corridoi e i ponti e le Sale della
Enterprise, recuperando la sua giovinezza perduta nei rigidi schemi mentali
Vulcaniani.
Si faceva coccolare dalla Chapel,
ninnare da Uhura, raccontare storie sa Chekov, salvare la vita a rischio di
quella di un povero e sfortunato membro della Sezione Tecnica, giocherellava
con Bauregard, la pianticella
semovente di Sulu, si faceva vezzeggiare dalla Rand, insomma, il moccioso dagli
occhioni lacrimosi aveva capito tutto dalla vita. Inoltre, non ricordava
praticamente nulla della sua maturità e della sua carriera, qualche raro feeling presente fra lui e l’equipaggio.
Gioioso, no?
Gli incidenti, poi, erano all’ordine
del giorno..se andava bene.
Se andava male..
Meglio non pensarci.
Chiunque sarebbe impazzito in una
situazione del genere, ma non James Tiberius Kirk!
Lui, per Diana, per Surak e per
Apoll..no, per lui, no, e per Bacco, avrebbe fatto tornare il suo Ufficiale
alla normalità!
Perché lui era James Tiberius Kirk!
Perché lui era..
-Jim..- pigolò la vocetta da infante
del piccolo Spock –Ho versato dell’acido sul tuo modellino della Enterprise..-
..un tipo molto, molto paziente.
Ed
eccolo, a grande richiesta (sic.), il giochino delle citazioni!!!
-A cosa si riferisce il premio per il Growly Award?
-Da
quale serie provengono le due parole “Ammaccabanane”
e “Uffamannaggia”?
-In
quale episodio della TOS compare Bauregard?
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Capitolo 2 *** Capitolo 1, ossia: Se il buongiorno si vede dal mattino..un tribolo nel caffè non è mai un buon segno. ***
c1
Capitolo
1
Se il
buongiorno si vede dal mattino..un tribolo nel caffè non è mai un buon segno.
(Una
settimana prima)
Avete presente quei giorni in cui vi
alzate e già che capite che marca male?
Avete presente magari il primo giorno
dell’ultimo anno di liceo, c’è un tempo da lupi mannari, l’amica con cui fate
la strada non riesce a venire ma voi vedete il messaggio in ritardo, la
Vice-preside sembra prendervi già male per un motivo a voi ignoto, finite per
il quinto anno di fila nel posto bello spiaccicato davanti alla cattedra che
non è una normale cattedra, ma è un vecchio cimelio di un altrettanto vecchio
botanico semi-sconosciuto, con autoctone scritte in bianchetto che recano
slogan intelligenti quali “Padania Libera”, poi dopo tutto questo scoprite di
avere come ultima ora religione, e si aggiunge anche l’amara sorpresa per cui
in sei giorni di scuola avrete sei ore di matematica e fisica spalmate con
molta logica anche per due ore consecutive, per due giorni di seguito, e quando
poi volete andare al mare con i vostri amici dell’altro plesso della città per
“festeggiare” e prendere con filosofia tutto quanto, viene giù un’acqua che
neanche Noè, proprio a causa di una battuta infelice della prof di religione
che, dopo aver guardato la finestra, dice “Mah, non mi sembra proprio il tempo
adatto per il mare!”? No? Già, in effetti sembra proprio fantascienza.
Comunque.
Kirk aveva imparato a riconoscere
queste giornate “no” e anche con qualche settimana di anticipo.
Preveggenza?
Naa.
Oracoli?
Ma per favore!
Mazzette al produttore?
..Questa non è una ipotesi da
scartare, ma qui siamo in una fan fiction e al massimo il nostro caro
capitanucolo dalle divise lacero contuse potrebbe offrire qualche mazzetta
all’Autrice.
Peccato che i crediti della
Federazione nel 2010 non valgano e il Capitano sopra citato non sia disposto a
lasciare nelle grinfie della suddetta Autrice il suo Primo Ufficiale, anche
solo per qualche giorno.
A nulla valgono le proteste
dell’Autrice di iniziare a scrivere Fan Fiction Yaoi-Rating Bordeaux con
sfumature scarlatte, pois vermigli e striature rosso cardinale, non per stomaci
delicati, vietati ai minori di 85 anni anche se accompagnati da Matusalemme
(altro nome infausto per il povero Capitano!).
A nulla vale nemmeno l’insinuazione da
parte dell’Autrice per cui il nostro
amato Kirk non troverebbe quell’ipotesi aberrante, anzi, metterebbe su la sua
miglior faccia da
scapolo-incallito-ma-sempre-seducente-nonostante-le-serie-i-film-e-gli-anni per
saltare addosso al suo Primo Ufficiale in pieno stile Pon Farr.
Ma senza la Lirpa. O T’Pring. O Stonn. O T’Pau. O McCoy. O i Vulcaniani senza
nome. O le campanelle. O il martello. O..okay basta, prendete il Pon Farr e poi
cancellate con la gomma ogni altro particolare tranne i due.
With Star Trek, you can!
D’accordo, basta con le divagazioni, e
torniamo alla storia.
Kirk aveva imparato a riconoscere le
giornate “no” in modo molto semplice e logico: guardando il calendario.
Il Capitano della USS Enterprise aveva
infatti compreso che le sfighe non capitavano così, a caso, ma avevano una
sequenza ben precisa.
I giorni pari aveva un incontro sexy
con un’aliena e una Divisa Rossa ci lasciava le penne.
I giorni dispari una Divisa Rossa
veniva uccisa, lui veniva prelevato a forza dalla sua nave insieme a Spock e
McCoy e poi aveva un incontro sexy con un’aliena o, se era Marzo, con una
terrestre altamente psicolabile.
Nelle prime due settimane di un mese
invernale-autunnale la Nave avrebbe incontrato un sbuffo alieno di vapore
senziente che li avrebbe trascinati a forza su di un pianeta sconosciuto, dove
una Divisa Rossa sarebbe stata disintegrata, a meno che quelle due settimane
non fossero cadute proprio durante un periodo di licenza, in quel caso lo
sbuffo di vapore alieno avrebbe invaso direttamente la Nave. Purtroppo per lui,
in quei casi nessuna sexy aliena.
L’ultima settimana di un mese
estivo-primaverile era quello preferito da tutti, amato così tanto da dare i
natali ad un nuovo tipo di gioco d’azzardo: il toto incontri storici-fantastici. Nessuna Divisa Rossa moriva in
quelle settimane e lui era costretto a sanzionare la Sezione Tecnica per il
largo e improprio uso di alcolici e stupefacenti vari.
Inoltre, c’erano alte probabilità di
incontrare una sexy aliena, una terrestre oppure una androide. In ogni caso,
buon per lui!
E poi c’era il giorno dopo la fine di
una licenza priva di qualsivoglia incidente. In quel caso, il suo Primo
Ufficiale avrebbe spiccato un salto degno di una lepre e gli avrebbe fatto
scudo col proprio corpo, cacciandosi nelle situazioni più assurde, dal rischio
di finire come una Divisa Rossa al perdere uno dei cinque sensi per poi
recuperarlo magicamente grazie alla sua biologia Vulcaniana.
Ovviamente, prima che ciò accadesse,
una Divisa Rossa doveva mostrare al Primo Ufficiale quale sarebbe potuto essere
la sua sorte, dimenticandosi un piccolo, sottile, minuscolo particolare: la divisa
di Spock era azzurra, non scarlatta.
Oh triste destino..
Fortunatamente per Kirk, quello era un
giorno di assoluta calma, per quanto preannunciasse l’imminente pseudo
sacrificio di Spock: era l’ultimo giorno di una licenza di due mesi passata
senza alcun incidente.
Il che fece supporre al Capitano che
l’entità del danno subita dal suo Primo Ufficiale, e dal quale poi si sarebbe
miracolosamente salvato, sarebbe stata enorme, gigantesca, indicibile e..i signori lettori sono pregati di prendere
il dizionario dei sinonimi posto alla loro destra, grazie!
Decise di prendere la cosa con molta
filosofia e, senza nemmeno lanciare una rapida occhiata al calendario Play Starship appeso alla parete, si
diresse balzellando verso la Sala Ricreativa.
Di norma, James Tiberius Kirk non dava
retta ai presagi, ma quel giorno il suo intuito da Capitano cominciò a trillare
e squittire peggio di un topo a cui hanno fatto ingoiare a forza un
campanellino: tutti rimanevano fermi e composti dietro i tavolini, pronti a
scattare.
Al tavolino della Sezione Tecnica un
sornione Scotty giocava bello bello a carte coi suoi amichetti, bianchi e con
la faccia tirata, due o tre con un rosario fra le dita tremanti e uno che stava
leggendo il suo testamento a quello davanti, per vedere se c’erano errori e/o
dimenticanze.
Chekov, che lo si sarebbe solitamente
trovato a sostenere a gran voce che il Petrarca era un russo trapiantato a
forza in Italia perché facente parte di un programma di protezione testimoni
del KGB, parlottava con Sulu, sfogliando un piccolo libretto nero con su
scritti nomi e percentuali e puntate.
Il giapponese annuiva con fare
meditabondo, correggendo di quando in quando alcuni calcoli sbagliati e
mormorando
“E
io continuo a dire che si beccherà un altro phaser nella schiena”
Al che Chekov ribatteva, scuotendo la
testa
“Pensa
fuori dagli schemi, amico mio! Non vedi che danno l’essere tentacolato
neuro-armato per favorito?”
-Bah- sospirò Kirk, alzando le spalle
e dirigendosi verso il sintetizzatore –Che cosa assai bizzarra-
Si piegò verso la macchina e sfoderò
il suo ghignò più sexy
-Caffelatte..shakerato, non mescolato-
-Ecco a lei, signor Bond- cinguettò il
sintetizzatore.
-Ancora?!- tuonò il Capitano –Scotty!-
urlò –Quando metterai in testa a questa macchina che non mi chiamo Bond?!-
Il Capo Ingegnere alzò la testa dal
suo solitario e si grattò l’accenno di baffi
-Non tratti così la poveretta,
Capitano! È solo una bambina!-
Kirk decise di rinunciarci e, senza
neanche degnarlo di uno sguardo, prese il caffelatte e fece per berlo.
La voce di prima gli stava più
simpatica, però. Quando chiedeva un Espresso “lei” lo chiamava George, e gli sussurrava che era so charming e so sexy..poi gli fregava il caffè.
No, meglio quella attuale.
Sicuramente, tutte e due meglio di
quella che si dichiarava voce di San
Pietro.
Si bloccò e corrugò le sopracciglia quando si
accorse che c’era qualcosa che non andava nella sua colazione..
-Che strano- meditò, schioccando le
labbra –Questo caffelatte ha una strana consistenza. Quasi..battufolosa-
Il risucchio di risate trattenute a
stento convinsero il Capitano che forse
e ribadisco il forse qualcosa non quagliava.
Gettò un’occhiata alla tazza e orrore!
Raccapriccio! Un tribolo! Un maledetto, peloso, battufoloso e puccioso tribolo
nel suo caffelatte! Qualche testa sarebbe caduta per quell’infamia!..come si
chiamava quella Divisa Rossa che aveva dimenticato di allacciarsi una scarpa..?
***
La fortunata è bendata.
L’amore è cieco.
..la sfiga ci vede benissimo. Oh, se
ci vede bene!
-Ti dico che non è possibile, Bones!-
-Jim, ascoltami..-
-Lo sapevo che qualcosa non andava
quando mi è spuntato quel tribolo nel caffè!-
Il Medico inarcò un sopracciglio
-Oh, certo- replicò –Ti accorgi che
qualcosa non va nella Licenza quando trovi un tribolo nel caffelatte, non
perché hai ricevuto una misteriosa chiamata dal pianeta L’Oreal-Garnier, figurati!-
-Colgo del sarcasmo, Bones?-
-Colto e pronto per la prossima
semina-
-..bababa!- facendo sfoggio di
notevole maturità, il nostro Capitano preferito si strinse la radice del naso,
stropicciando la faccia altrimenti composta in un’espressione seria e
terribilmente secsi.
-Riflettiamo..-
Allora. Dopo aver inveito contro il
tribolo ed aver ordinato ad una addetta delle Sezione Costumi di usare
l’animaletto per farne un nuovo scendi-cuccetta, si era diretto in plancia,
borbottando peggio di una delle ricette coi fagioli di Bones e si era
spaparanzato bellamente sulla sedia, crucciato in volto e col labbro sporto in
fuori. Dopo qualche ora immerso nel silenzio, con Sulu e Chekov davanti a sé
che chiacchieravano su scommesse e compagnia bella –chissà poi perché- era
arrivato un messaggio dal pianeta di ricerca L’Oreal-Garnier.
Aveva aperto la comunicazione e si era
ritrovato davanti con la sorella liftingata di Barbie, che si era presentata
come Dior Cinque. Lo stano essere
plastificato lo aveva gentilmente invitato a scendere sul planetoide. Kirk ci
aveva pensato qualche istante: bhè, non era quell’esemplare di sexy aliena cui
era abituato, ma chissà..
E poi, era successo.
Il solito maniaco con l’ossessione per
la conquista dell’Universo, il solito piano astruso che sembrava uscito fuori
da una sbronza triste di Birra Romulana corretta con Brandy Sauriano e la
solita risata malvagia prima di attivare il solito congegno dai colori talmente
sgargianti che gli occhi erano andati a protestare al sindacato (Ma perché nessuno
faceva notare ai cattivi che troppo marrone fa cafone e che il rosa salmone non
andava propriamente a braccetto col verde acido a pois giallo ambra?).
Oh, e non dimentichiamo il piano
altamente e malvagiamente malvagio, degno del più cattivo dei cattivi, del più
temibile Klingon con la carie che ha appena visto la propria squadra del cuore
perdere a Star Soccer contro i Real Tribbles per 1 a 0 su rigore
inesistente..
Il capo della brigata delle Barbie e
dei Ken con la plastica facciale andata (a) male, tale Collistair, aveva ideato una macchina per soggiogare tutto l’Universo
(Clichè..).
Come? Ma trasformando ogni essere
vivente in un bambino, ovvio!
…Sì lo so che così facendo si sarebbe
ritrovato a dover cambiare pannolini in ogni Galassia esistente, ma si vede che
la crema antirughe gli ha stirato anche quelle del cervello, non solo quelle
facciali.
Ovviamente, Kirk aveva scoperto tutto
e Shiseido, il leccapiedi di Collistair, aveva attivato la macchina per
impedire che spifferasse tutto. Ah, ovviamente, la Divisa Rossa che aveva
portato con sé era stata disintegrata dalla guardie Dolce e Gabbana poste a
difesa del macchinario.
Un raggio bianco e poi..
-Aggiungi
un altro phaser, che c’è un nemico in più! Se sposti un po’ la mira, la nave
farà BUM! I Klingon a questo servono, se vanno in avaria: un'altra navicella,
non farli andare via! Dividi in due la Nave, raddoppia l’allegria!!-
Uno Spock di tre anni batté felice le
manine e scoppiò a ridere, agitandosi sulle gambe di Kirk, che in quel momento
aveva tutta l’aria di voler avere un tetè
a tetè con una parete dell’Enterprise.
-Jim!- gridò Bones, scandalizzato –Non
insegnare certe canzoni al bambino!-
-Ehi, non sono stato io!-
-E chi, allora?!-
-Lo zio Scotty!- pigolò il marmocchio
con le orecchie a punta, con espressione assai pucciosa.
Silenzio.
-E comunque- ribadì Kirk, mentre Spock
canticchiava “Alla fiera di Starfleet,
per due crediti, un nuovo phaser il mio Capitano comprò” –Non doveva
succedere! Era impossibile!-
-E perché mai, scusa?-
-Perché è il 29! Oggi è l’ultimo giorno di licenza! Spock mi zompa davanti per
salvarmi la vita il giorno dopo la
fine della licenza!-
La faccia di Bones fece intuire al
Capitano che aveva detto la cacchiata numero uno della giornata...
“E
venne il Klingon che uccise la Divisa Rossa che perse il nuovo phaser che alla
fiera di Starfleet il mio Capitano comprò..”
-Jim- cominciò il medico, conciliante –C’è
una cosa che devi sapere..-
“E
venne la Nave che distrusse il Klingon che uccise la Divisa Rossa che perse il
nuovo phaser che alla fiera di Starfleet il mio Capitano comprò..”
Kirk deglutì.
-Questo non è un anno
bisestile..Febbraio non ha 29 giorni-
ARGH!
Ed ecco
il nuovo capitolo!
Spero
mi perdoniate l’enorme ritardo e, soprattutto, spero proprio vi faccia ridere!
Così,
abbiamo scoperto perché Spocky-pooh è diventato un marmocchio e, dal prossimo
capitolo, cominciano i guai sull’Enterprise!
Muahahahahahahahahahaha!!!
Risposta alle Recensioni!
Fatanera: Ma
grazie, arrossisco! Spero che anche questo capitolo ti faccia ridere! Po’rello
Kirk! Talmente sfigato! Uhuhuh!
Lady Amber: I’m so happy you like it! Ahaha, grazie
davvero!
E…hai
indovinato! Ecco a te il peluche! *lanca pupazetto a forma di Spock* XD
Thiliol: Un’altra
fan di Scrubs?! Ma io ti LoVVo! XD XD “o meglio
niente sculacciate a meno che non sia fra Spock e Bones da gradi eheh” Ma che
pensieri sconci che facciamo! XP
Pimplemi_chan: Mari!! XD Sono contenta che anche a te sia
piaciuta, ma i miei neuroni, chissà perché, hanno deciso di disertare in massa!
Credo si vergognino di essere nella mia testa!
Nonna Papera: Ma grazie! Spero solo non si secchi! Spero
che anche questo capitolo ti faccia ridere come il primo o anche di più! E
Spock si ricorderà? Non si ricorderà? Mah! Muahahahahaha!!!
Vorrei ringraziare:
- -
Birbabirba
e Kiyara per aver
inserito la storia fra le preferite!
- -
ArinMiriamKane
per aver inserito la storia fra le ricordate!
- -
Aneglika_06,
Birbabirba, Fatanera, Lady Amber, Mad Bad Witch, Nonna Papera e Thiliol per aver inserito la storia fra
le seguite!
Grazie a tutti, non sapete quanto
mi fate felice!!
E ora le risposte al gioco delle citazioni!
Il Premio Growly Awards fa
riferimento all’urlo di Kirk “KHAAAAAAAANNNNNN” in “Star Trek II: The Wrath of
Khan”
“Ammaccabanane” e “Uffamannaggia”
arrivano dalla serie telesiva “Scrubs”
Bauregard è la piantina di Sulu
in “The Man Trap”
E ora, la domanda di oggi!
-Quali canzoni ha “modificato” il nostro piccolo Vulcan?
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 2: Ma Joule e T’Pau fanno davvero rima o è solo un’assonanza? Quando il Fluff si insinua peggio della nebbia. ***
cp2
Capitolo 2
Ma Joule e T’Pau fanno davvero rima o è solo un’assonanza? Quando
il Fluff si insinua peggio della nebbia.
(Una settimana dopo il “una settimana prima”)
Era bella, procace, tutta
curve, ma che non dava il mal d’auto, occhi da gatta, movenze feline, voce di
pantera, suadente come la tigre..fortunatamente, il corpo era quello di una
donna e non di una sfinge.
-Oh, Capitano- mormorò lei,
leccandosi le labbra rosse –Oh, Capitano..-
Sospiro bollente.
Lo dicevo io che
l’impepata di cozze a cena non era adatta per un proseguo “romantico”, ma
tant’è..
-Mia cara- le rispose Jim,
prendendole la mano affusolata e sfiorandola con le labbra –Ci siamo appena
conosciuti..chiamatemi Jim-
Potrei commuovermi.
-Oh Jim- sussurrò lei con
fare languido –Siete così bello, così coraggioso, così temerario, così
seducente, così sensuale, così romantico, così capitanoso..-
Errata corrige. Potrei vomitare.
-Oh, Belladonna- Kirk
l’orsetto sensualmente romanticoso, le sistemò una ciocca bionda dietro
l’orecchio –Tu sei più bella della mia Enterprise..-
Sacrilegio!
-I tuoi capelli d’oro come
le caramelle mou, i tuoi occhi viola di radicchio, le tue labbra rosse di
ravanello..-
Errata corrige II, la vendetta. Ora vomito. E non vorrei
dire un’assurdità, ma secondo me il Capitano ha fame..
-Oh, Jim!- ansimò lei,
portandosi teatralmente la mano al petto –Oh, Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!
Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!
Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!-
No, non pensate male..
- Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!
Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!
Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!-
Non è come sembra!
- Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!
Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim! Jim!-
Ve lo giuro..
-BelladonnAAAAAH!-
Ecco! Vedete! Pensate
sempre male, e poi..
Ma ora descriviamo meglio
la scena, altrimenti non ci si capisce nulla:
Inquadratura A: Letto di
Jim à Lenzuolo decorato con
mini stampe della Enterprise disfatto.
Inquadratura B: Jim à Capitano sconvolto, faccia
pallida, occhi in fuori tipo orata sul banco nel mercato del pesce, capelli
dritti, ma in nonostante tutto in piega perché lui è James Tiberius Kirk e NON
PUO’, ripeto, non può farsi trovare
spettinato, bocca spalancata e mosche spaziali che entrano giubilando per
l’apertura del nuovo tunnel degli orrori.
Insomma, la versione
Trekker dell’Urlo di Munch.
Come la si riconosce da
quella originale? Dubito che il soggetto di Munch fosse terrorizzato da un
Klingon in topless che gli mandava baci e gli faceva l’occhiolino.
Inquadratura C: Spock à Soldo di cacio Vulcaniano a
cavalcioni sulla pancia del sopracitato Jim.
Kirk sbatté più volte le palpebre,
mentre i circuiti del suo cervello stavano ancora cercando di capire la
connessione esistente tra l’impepata di cozze ed una pantera. Quando si dicono
le priorità..
-Spock..- cominciò il
Capitano con voce impastata dal sonno –Che cosa ci fai qui?-
-Non riuscivo a dormire-
pigolò il Vulcaniano, stringendo a sé il peluche a forma di radice matematica,
chiamata dal piccolo Radichetta Cubica.
Il Capitano sbadigliò e si
passò una mano sulla faccia, mentre Spock incrociava le gambe e si sistemava
meglio sulla sua pancia, strofinando ben bene il sederino fasciato nel pigiama
blu elettrico con le stampe di logaritmi sul lenzuolo della cuccetta.
-Come hai fatto ad
entrare?!- esclamò d’un tratto l’uomo, accorgendosi solo in quell’istante che
la sera prima aveva lasciato il piccolo a dormire in Infermeria.
-Mi ha lasciato qui Bones-
spiegò Spock con fare candido, mordicchiando l’indice del radicale –Borbottava
borbottii borbottando!- concluse con un risolino.
-Ma che…?-
(Infermeria, poche ore prima)
-Buonanotte, Spocky-pooh-
cinguettò Christine, chinandosi sul lettino e dando un bacio sulla fronte del
Vulcaniano –Sogni d’oro-
-‘Notte Christine-
biascicò quello, sfregandosi coi pugni gli occhioni assonnati.
L’Infermiera lo salutò ed
uscì, mentre Bones scuoteva la testa da dietro il tavolo
-Nonno Bones?- lo chiamò
Spock.
Il medico, all’appellativo
“Nonno”, decise che sarebbe stato meglio per tutti se si fosse rotto i denti a
suon di stringerli piuttosto che afferrare il neo marmocchio, stenderselo sulle
ginocchia e intonare “Row row your boat” a suon di scudisciate sulle sue
Vulcanianiche terga.
-Nonno Bones?-
Row row row your boat
-Nonno Bones?-
Gently down the stream
-Nonno Bones?-
Merrily, merrily, merrily, merrily
-Nonno Bones?-
Life is but a dream
-Nonno Bones?-
-Che c’è?!- sbraitò il
povero dottore, mentre si arrovellava per cercare un’altra canzone ed
allontanare gli istinti Spockycidi.
-Raccontami una
storia..per favore!-
E davanti a quegli occhi
grandi e lucidi, anche il cuore del buon Bones si ammorbidì e fece una capriola
commossa. O forse fu solo la conseguenza della peperonata appioppatagli dal
replicatore.
..Ho appena rovinato un
momento simil-sentimental-introspettivo. Ops.
McCoy prese una sedia e si
accomodò accanto al lettino di Spock.
-Allora, c’era una volta,
tanto tempo fa..-
-Quanto tempo fa?-
-Ehm..mille anni fa.
Dicevo, mille anni fa, in un regno lontano lontano..-
-Dove?-
-In..massì, in Norvegia. C’era
una volta, mille anni fa, in Norvegia, un principe che si chiamava Amleto-
-Come quello di
Shakespeare?-
-Sì, come quello di
Shakespeare-
-Era lo stesso di
Shakespeare?-
-No, non era lo stesso di
Shakespeare-
-Ma si chiamava come lui-
-Sì, ma non era lui-
-E allora perché si
chiamava come lui?-
-Si tratta di omonimia-
-Quanta può essere alta la
percentuale di casualità per cui in Norvegia un principe si troverebbe col nome
di Amleto?-
A quel punto, il pensiero
di Bones fu uno solo.
Al diavolo la peperonata!
(Dopo le stesse ore di “poche ore prima”)
Kirk trascorse un lungo
minuto in cui stava pensando ad un modo per far addormentare il piccolo Spock,
che in quel momento stava esplorando con risa e gridolini l’interno delle sue
lenzuola, strapazzandole per farne la sua nuova fortezza contro i Klingon.
Il Capitano posò la testa
sul pugno e fissò divertito il piccoletto con le orecchie a punta fare capolino
da un dosso stropicciato.
-Non sarebbe ora di andare
a nanna?-
-Ma non ho sonno!-
-Su, su, adesso non fare i
capricci!- Jim si alzò dal letto e prese il frugoletto per la vita, cominciando
a ninnarlo.
-Non ho sonno, Jim!-
protestò il Vulcaniano, tentando di scalciare.
-Scommettiamo?-
-Scommettere è contro le
regole di Starfleet!-
-Shh, shh, adesso fammi
pensare..- continuò a camminare avanti e indietro per la stanza, con Spock che
si agitava e sbuffava fra le sue braccia.
-Io e Radichetta Cubica ci
stiamo annoiando!- annunciò dopo poco.
-Ah! Ho trovato!-
Kirk si schiarì la voce e
cominciò:
Ninna nanna, ninna oh
Questo Vulcan a chi lo do
Lo darò al caro Joule
Che lo prenda da T’Pau.
Lo darò ad Archimede
Ed all’amico suo Talete.
Lo darò ad un coseno,
che due più non fan mai meno..
Gli occhi del piccino
cominciarono a chiudersi ed il respiro farsi più pesante e regolare.
La La Lu
La La Lu
Fa’ la nanna, piccino
Splende una tangente, di lassù
La La Lu
La La Lu
Sai, per me, marmocchino
Il Primo Ufficiale sei tu
La La Lu
La La Lu
Dormi, o soldo di cacio
Che vegli Surak su di te
La La Lu
La La Lu
E sulle tue equazioni d’oro
La La Lu
La La Lu
-Dormi, terremoto in
miniatura..-
E fu così che il piccolo
si addormentò, placido, fra le braccia di Jim, che si stese nuovamente nella
cuccetta; strinse Spock a sé, esattamente come facevano sua madre e suo padre
quand’era bambino e si rifugiava nel loro letto per paura dei mostri che si
annidavano nel buio.
Oh, mew dew! Questo
capitolo è Fluffoloso!!!
ARG!
Ed ecco un nuovo capitolo!
Vorrei tanto poter rispondere
alle vostre meravigliose recensioni
E ringraziarvi uno per uno al
sostegno che mi state dando,
ma il tempo mi manca.
Sappiate che non avete idea della
gioia
Che mi da vedere questa fan
fiction così apprezzata.
E scusate se questo capitolo
risulterà un po’ melenso nella parte finale,
ma si sa, che ride e si sente
sciogliere il cuore per la dolcezza (dopo) il primo dell’anno
ride e si scioglie per la
dolcezza tutto l’anno!
Alla prossima!!
Ps: da dove è presa e opportunamente
modificata
La seconda ninna nanna?
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