Rockers' Love

di Sara_Skater89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You're a Star ***
Capitolo 2: *** Il segreto ***
Capitolo 3: *** Il furto. ***
Capitolo 4: *** Villa Hayama ***
Capitolo 5: *** Avviso ^_^ ***
Capitolo 6: *** Una triste scoperta ***
Capitolo 7: *** Cena d'affari ***
Capitolo 8: *** Scusate ***
Capitolo 9: *** Salve!! ***
Capitolo 10: *** scusatemi >__ ***



Capitolo 1
*** You're a Star ***


“Concorso “You are a star”: tenta  la fortuna e diventa  anche tu una star del rock!!”

 Il manifesto si ergeva grande su una parete dell’edificio scolastico non lasciando spazio alcuno alla pubblicità poco più in là. Una rossa adolescente lo  guardava con aria trasognata ed entusiasta : quella era l’occasione della sua vita; Si, lei, Sana Kurata, avrebbe potuto diventare famosa se solo avesse partecipato a quel concorso. Ancora intontita per l’eccitazione  prese un volantino  tra il blocco di quelli che c’erano su di un banco vuoto a pochi passi da lei.

“Sai Cantare? Sai suonare uno strumento? Partecipa anche tu con la tua rock band o come solista al concorso che ti potrà dare l’occasione di un primo premio emozionante: potrai ottenere un contratto con  una discografica. Iscriviti entro il 31 /12 al seguente sito www.diventaunastar.jp . Il giorno del concorso di terrà il 13 febbraio ad Okkaido. È vietata la partecipazione ai minorenni salvo se hanno un permesso firmato dai parte dei loro genitori o dai tutor di riferimento.”

Solo maggiorenni?  Perfetto, questo non ci voleva. Non solo il concorso si sarebbe tenuto in un luogo tanto distante da Tokio, ma non aveva neppure ancora l’età per parteciparvi.No perché lei aveva 17 anni e conoscendo sua madre di certo non le avrebbe dato facilmente il consenso. Dannazione!!

“ Oh Sana Eccoti!!”

Una voce sopraggiunta alle sue spalle la fece sobbalzare. Aya Sugita, la sua amica di infanzia da epoche storiche ormai, era a pochi centimetri da lei e la guardava con aria stupita.

“Oh Aya! Che fortuna che sei qui!! Leggi!”Sana le porse il volantino e la ragazza cominciò a leggerlo.

“CIAOO SANA!CIAO AYA!! !”   E d ecco, poco dopo, sopraggiungere  anche Hisae  Kumagae . Ora il trio era al completo. Sana non riuscì a fare a meno di pensare che l’arrivo delle due amiche fosse stato propiziatorio. Erano arrivate proprio al momento giusto.

“ Che fate?- aggiunse Hisae “ volevo dirvi che stasera non potrò partecipare alle prove !!”

Sana annuì . Lei , Hisae e Aya erano accomunate tutte da una stessa passione, la musica, tant’è che avevano fondato una rock band tutta al femminile chiamata Black Girl. Senza rispondere all’amica, Sana le passò un volantino e si mise in attesa. Attendeva che le sue amiche le dicessero qualcosa, un qualche cenno che le facesse capire che lei non era l’unica  desiderosa di partecipare a quel concorso. Ma poco dopo , purtroppo , dovette ricredersi.

" Sana...- cominciò a dire qualche istante dopo Aya- sono contenta di questo concorso, ma ti rendi conto che non potremmo mai partecipare. Primo perchè abbiamo 17 anni e secondo perchè i nostri genitori non sarebbero mai d'accordo...tu sai come è difficile la nostra situazione.."

Purtroppo lo sapeva. Aya e Hisae provenivano da famiglie molto rigide che vedevano nella musica solo una perdita di tempo. Due anni prima lei le aveva convinte a formare la band ,ma solo come  passatempo  di certo non come qualcosa di serio. A quei tempi, Sana non si sarebbe mai immaginata che si sarebbe creata una simile occasione.


" Lo so ragazze ma dai..non possiamo non andarci..provate a convincere i vostri genitori..anche mia mamma non sarà d'accordo ma io ugualmente proverò a parlarne e poi anche se non mi dovesse dare il permesso potremmo andarci di nascosto!! DAIII vi prego...""
" Sana ha ragione Aya..non possiamo è troppo rischioso per noi...mi spiace ma per questa volta passiamo...."
 Sana rimase delusa da quelle affermazioni. Evidentemente l’amore che provavano le sue amiche per la musica non era abbastanza acceso quanto il suo.


" D'accordo ho capito..vorrà dire che farò tutto da sola......"
" Sana- riprese a dire Aya- lo sai che a noi piace suonare ma sai anche che i nostri genitori  non approverebbero mai quindi per favore non ti arrabbiare....ci vediamo alle prove più tardi ok?”
"A cosa serve provare se non possiamo fare nulla? ora devo andare..scusate..ci vediamo.""
" ASPETTA SANA!!"
Ma la ragazza si era già allontanata . Non voleva ascoltare Aya, non voleva sentire le scuse di Hisae; non voleva neppure sentire la vocina dentro di lei che le diceva che forse le sue amiche non avevano del tutto torto. In quel momento però era troppo infuriata con loro per poter vedere con chiarezza le cose.

Quel giorno i corridoi della scuola superiore Hikkokun erano deserti. Sembrava, infatti, che già molti studenti avessero deciso di abbandonare le lezioni prima dell’arrivo delle vacanze natalizie. Sana si avviò lungo il corridoio, verso l’aula di economia domestica , ma qualcosa d’improvviso la bloccò. Alcune voci proveniente da un aula vuota richiamarono non poco la sua attenzione.

“Ohky quante volte ti avrò detto che i miei ordini vanno rispettati!??”

“Ma..ma ti prego non ti infuriare!! Dico sul serio non l’ho fatta apposta a disobbidire..solo che non era il momento adatto!!

“Sei proprio inutile !!Mi hai scocciato! Adesso cosa dovrei farti secondo te?”

Non finì di ascoltare oltre il dialogo  che si fiondò come una furia nell’aula. Accadde tutto in pochi istanti, durante i quali Sana riuscì a generare un certo scompiglio. Con un sonoro “Fermati “si fiondò davanti il malcapitato della situazione gettandosi tra i due interlocutori. Ma evidentemente non si era mossa in tempo: un pugno la colpì in pieno viso facendola sbalzare per terra. Poco importava del dolore: se non altro questo era servito a difendere qualcuno .

“Ma che diavolo sai facendo?”

Una voce, quella voce, l’avrebbe riconosciuta tra mille. Sana alzò la testa di scatto  e si ritrovò a fissare due occhi nocciola; un colore ambrato, un colore caldo ma tuttavia in grado  di far raggelare chiunque si fosse ritrovato a guardarli. Quello sguardo era pungente come il ghiaccio. Ed eccolo lì ,a pochi passi da lei, il ragazzo più odioso, più insopportabile, più viziato ed egoista sulla faccia della terra, che la fissava con aria scocciata e alquanto arrabbiata. Akito Hayama, erede di una famiglia di imprenditori giapponesi, il teppista che da anni  si divertiva a mandare la Hikkokun in subbuglio a causa delle sue angherie, era la persona peggiore che lei conoscesse. Tutti sapevano in quella scuola della rivalità eterna tra lei e Akito, così palese che perfino un bambino avrebbe potuto percepire l’odio reciproco che essi provavano. Hayama si avvicinò alla ragazza ,pronto a strattonarla via, ma Sana fu più lesta e  riuscì ad alzarsi di scatto giusto in tempo per vedere  in soccorso di chi era appena venuta: un ragazzo occhialuto dallo sguardo spaventato la guardava con aria di gratitudine e di terrore allo stesso tempo. Lo riconobbe subito: era Tsuyoshi Ohky , uno degli scagnozzi di Hayama e,  forse, anche uno degli amici più stretti che quel teppistello aveva, se mai si potesse dire che lui potesse avere degli amici. Evidentemente quel giorno Tsuyoshi non era riuscito a portare a termine qualche losco piano archittettato da sul “ boss”.


"
NON CI POSSO CREDERE KURATA..ANCORA TU....!!QUANTE VOLTE TI HO DETTO CHE NON DEVI INTERFERIRE IN QUELLO CHE FACCIO??!! EH??"
Sana sbuffò. Odiava quando quel tizio si rivolgeva in quel modo alle persone, soprattutto a lei.

“ Ma che paura…lo sai che ormai non ti temo più..piuttosto lascia in pace Tsuyoshi..hai capito??”

 “ Altrimenti cosa mi fai???mi stritoli con uno dei tuoi codini??

Akito continuava a guardarla in cagnesco mentre Tsuyoshi , raggomitolato in un angolo della classe ,tremava come una foglia. A quella vista Sana si pentì di aver difeso quel ragazzo, che non solo si dimostrava  un totale codardo, ma era per giunta uno degli amici di Hayama. Maledizione a lei e al suo essere sempre così paladina! Ma ormai il guaio era fatto, tanto valeva tenere testa a quell’ottuso antipatico ragazzo.

“NO CON LE MIE MANI!!”

 “Sisi come no!!! Ad ogni modo perchè mi stai sempre tra i piedi Kurata?? Non ti sopporto più!!”

Hayama aveva ragione. Non era la prima volta che i  due si scontravano. Sembrava che Sana avesse fatto di Akito la sua battaglia personale contro la giustizia e il bullismo.

Il ragazzo si avvicinò a Tsuyoshi con andatura regale, troppo regale per essere un teppista.

“Bhe Kurata, mi spiace dirtelo, ma anche se sei intervenuta ,OhKy merita una lezione!!” e aggiungendo questo Akito alzò un piede pronto a sferrare un potente calcio al ragazzo occhialuto. Quell’azione così spregiudicata e violenta fece infervorare Sana. Odiava Akito, si lo odiava con tutto il cuore  e non gli avrebbe permesso di continuare  a comportarsi in un modo tanto sconsiderato. Con uno scatto felino , senza pensarci troppo, prese Hayama per il colletto della divisa e cominciò a sbatacchiarlo di qua e di là finchè non lo strattonò verso  il pavimento. Quella senz’altro era stata una mossa troppo azzardata, ma la rabbia era troppa per contenersi e Sana era fatta così: una ragazza impulsiva che agiva sempre per il bene altrui.

“LASCI A IN PACE TSUYOSHY , HAYAMA, !! MA NON TI VERGOGNI A TRATTARE COSì UN TUO AMICO???” EH?? NON Ti FAI SCHIFO??”

Hayama per qualche istante la guardò stupito , incapace di proferire parola.C’era stato qualcosa nelle parole della ragazza che lo avevano improvvisamente zittito, qualcosa che Sana non riuscì al momento ad afferrare.  Ma fu solo un istante. L’attimo dopo si rialzò da terra e con uno strano tono di voce aggiunse:

“Tsuyoshi lasciaci soli!! Devo fare due chiacchiere con Kurata!!”

“Ma Hayama..ti prego non farle del male…”

“Ho detto…LEVATI  DALLE SCATOLE”.

 Tsuyoshi non se lo fece ripetere due volte e se la diede a gambe levate, lasciando Sana e Akito soli nell’aula vuota.  Per un attimo Sana provò un brivido di paura. Gli occhi di Hayama continuavano a scrutarla :  erano freddi, gelidi come una notte d’inverno. Mai in vita sua aveva visto uno sguardo del genere. Mai in vita sua uno sguardo era riuscita a paralizzarla a tal punto da farle perdere ogni forza nelle gambe. Akito le si avvicinò e le prese il viso tra le mani. Uno mossa sensuale, se non fosse stato che in lui non c’era niente di passionale ma solo pura cattiveria.  Il viso del ragazzo le si fece sempre più vicino. Anche alla penombra dell’aula, Sana non potè fare a meno di pensare che i lineamenti del ragazzo erano davvero belli, troppo belli per appartenere ad un simile rozzo individuo.

“Kurata..secondo te io ho degli amici?”

Quella domanda così schietta e diretta la fece sobbalzare. Perché mai Akito le faceva una simile domanda?  Sana lo fissò negli occhi senza avere la minima idea di cosa rispondere.

“Kurata sei sorda…ti ho chiesto posso mai io avere degli amici?”

Sana prese un po’ di coraggio e rispose con fare risoluto come se la risposta fosse così ovvia.

“Certo tutti hanno degli amici Hayama, anche per le persone come te c’è qualcuno !!”

Il viso di Akito si rabbugliò per qualche secondo. Ancora una volta le parole di Sana sembravano aver aperto in lui una ferita profonda, una ferita di cui forse solo lui era a conoscenza.

“Qualcuno COME ME, dici Kurata?-aggiunge dopo pochi istanti.-Mi dispiace ma qui ti sbagli. Sono proprio le persone come me che sono destinate a stare sole!! Io non  ho bisogno di amici! Gli amici sono solo una perdita di tempo!!”

Per la seconda volta in quella giornata, Sana provò una rabbia incontrollabile per le parole appena udite da parte ragazzo. E per la seconda volta lo allontanò dal suo viso e lo prese di nuovo per la cravatta della divisa.

“Ehy ragazzino!!! Stammi a sentire bene!! Tu sei solo un viziato, un riccone, e uno stupido.  Tutti hanno bisogno di un amico! RICORDATELO BENE ALTRIMENTI…”

“ALTRIMENTI COSA KURATA?’ –sbottò Akito-EH? COSA MI FAI?? TU NON SAI NIENTE DI ME! Tu hai degli amici, tu sei sempre spensierata! NO TU NON SAI PROPRIO NIENTE DELLA VITA!! PERCIò SMETTILA DI INTROMETTERTI IN AFFARI CHE NON TI RIGUARDANO!!!”

Hayama strattonò  Sana e questa volta fu lei a ritrovarsi per terra. Prima di balzare sul pavimento , la ragazza riuscì ad intravedere un nuovo riflesso negli occhi del ragazzo, un riflesso di tristezza mai visto prima di allora. Per la prima volta rimase senza parole; Akito era riuscito a zittirla perché effettivamente lei non sapeva niente di lui. Dopo alcuni istanti, però, quel silenzio fu rotto dai passi di Hayama che si avvicinò lentamente alla mano destra di Sana e prese un fogliettino da terra. Era il volantino del concorso. Per tutto il tempo  lei l’aveva tenuto stretto tra le sue mani e senza neanche rendersene conto le era scivolato sul pavimento.

" Mm interessante...come mai un simile volantino è tra le tue mani Kurata? non mi dire che tra le tante attività della tua vita ti interessi anche di musica....sarebbe alquanto ridicolo...!!"
"che vorresti dire scusa?? certo ...io amo la musica e ho anche  una rock band femminile!!!!!! che hai da obbiettare...?”
" ah nulla...e dimmi vorresti parteciparvi??”
" si..mi piacerebbe molto."
Improvvisamente l’espressione di Hayama cambiò: sul suo viso, sempre accecato dall’ira era apparsa un espressione interessata.
" Ah si comprendo..bhe...e dimmi..tu cosa sai fare?
" canto..ma perchè tutte queste domande scusa?' "
"  KURATA..RICORDATI..QUI SONO IO CHE ME LA COMANDO..QUINDI  SONO IO A FARE LE DOMANDE CHIARO??
 TU non comandi proprio niente!! E NON TI PERMETTO DI RIDERE DI ME!

“Ahahah ma stai zitta…dai Kurata tu sogni ad occhi aperti! Sei ancora minorenne  e figurati se tu sai cantare!!!ahahah”

La risata di Hayama  rieccheggiò  gelida nell’aula silenziosa. In quella risata, pensò Sana, non c’era nulla di umano.

“Basta MI HAI SCOCCIATA!!! IO ALMENO HO QUALCOSA IN CUI CREDERE..MA TU HAYAMA..CHE SOGNO HAI??!

Benissimo, sana 50 punti per stupidità. Ora si che il giovane sarebbe andato su tutte le furie. Ma nuovamente la reazione del ragazzo la stupì. Invece di arrabbiarsi, sul suo volto apparve una strana espressione di consapevolezza, l’espressione  di chi è stato appena affondato da parole veritiere. Senza dire altro, Hayama si voltò e si avviò verso la porta dell’aula.

“EHY!!!Ma dove stai andando?? Lo sai che non si lasciano i discorsi così?? Eh???”

Ma Hayama parve ignorarla completamente. Tuttavia prima di allontanarsi del tutto proferì una frase che a Sana parve alquanto assurda.

“ Tu mi stupisci sempre Kurata!”

Detto questo si allontanò per la sua strada. Sana rimase a fissare la sagoma del teppista allontanarsi nei meandri dell’edificio. Non c’erano dubbi: quel giorno Akito Hayama, l’aveva stupida non una ma ben due volte.

 

Spolier prox capitolo : 

Vedi Sana...Akio è infelice-disse Tsyoshi.

"Infelice?"

“Si ..infelice…ecco è perquestomotivo che anche se mi tratta male io non voglio allontarmi da lui. Perché anche se si comporta male lui non è così!! Quindi Sana Chan sii meno dura . VEDI Akito ha un segreto..”

 

Angolo Autrice:

Hola Gente! Buon anno a tutti!!Bhe eccomi qui a pubblicare questa nuova fanfiction...era già da un pò di giorni che volevo postarla ma poi mi sono lasciata prendere la mano per la raccolta Pieces of Us e così horimandato la pubblicazione di questa...però stasera mi sono resa conto che non potevo aspettare ancora...Ero curiosa soprautto si capire se questa storia potesse piacere oppure no. Fino ad ora ho scritto solo 4 capitoli, quindi con l'aggiornamento andrò un p a rilento anche a causa degli esami universitari e per via di Pieces of us che devo completare....bhe che dirvi: Sana e Akito non sono come noi li conosciamo. Tempo fa stavo ascoltando una canzone dei The calling  e non so perchè mi venne l'ispirazione per questa storia dove vedremo Sana nelle vesti di un adolescente aspirante musicista e dove saremo dinanzi ad un Akito alquanto antipatico all'inizio ma che in realtà nasconde un segreto molto particolare, sopratutto per gli standard del personaggio. Bhe spero di avervi incuriosita e sopratutto spero che mi lascerete le vostre opionini, in modo che io possa capire se la storia la devo continuare o se fa pena. Detto questo vi saluto. A presto. =) Ps: Ho mesos come note OOC ma cercherò di rendere i personaggi come sono nella storia originale come meglio posso.

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Capitolo 2
*** Il segreto ***


 

 

Passarono dei giorni prima che lei e Hayama si incontrassero nuovamente. Dopo il loro ultimo incontro Sana non aveva potuto fare a meno di pensare alle parole del ragazzo: aveva cercato di cogliere il significato di quel “ tu mi sorprendi sempre”, ma non era giunta a nessuna conclusione se non quella di detestare profondamente Akito.

Il suono della campanella la ridestò da questi pensieri. Quello era il suono che sanciva le fine delle lezioni e l’inizio delle vacanze natalizie. Da giorni evitava Hisae e Aya: non aveva risposto alle loro telefonate, né si era presentata alle prove. Da giorni,soprattutto,meditava  un modo semplice per poter andare a quel concorso di musica,ma ancora non aveva trovato il coraggio di parlare con la persona che lei temeva di più al mondo: sua madre. Ma quel giorno finalmente si era decisa: l’avrebbe affrontata costi quel che costi. Si avviò così verso casa  con il cuore in gola e una certa preoccupazione.

“Mami sono a casa!”

Sana oltrepassò l’uscio del suo mini appartamento e   la vide: sua madre era intenta a scrivere qualcosa, probabilmente un nuovo romanzo.  Indossava uno strano copricapo giapponese alla cui sommità faceva capolino il piccolo scoiattolino Maro che da anni dimorava  nella sua folta capigliatura .  Se c’era una cosa che bisognava dire   su sua madre era proprio questa : Misako Kurata era una donna decisamente fuori dagli schemi. Era originaria di una famiglia di albergatori, ma in giovane età aveva deciso di prendere una strada diversa da quella designata in origine: la carriera di scrittrice. Così aveva intrapreso quella strada, con coraggio e perseveranza, andando perfino contro i suoi stessi familiari. Era sempre stata una donna straordinaria, ma per quanto amasse le sfide, la vita l’aveva  cambiata. Il lavoro  di scrittrice non aveva portato i frutti che lei sperava e così  era rimasta delusa dalle sue stesse aspettative.  Così, nel corso di quella vita fatta di sogni e speranze andate  per lo più in frantumi, Misako  si era trasformata nella donna che ora sostava dinanzi Sana:  una donna austera e spenta  che non faceva altro che ripetere costantemente che i sogni, per quanto preziosi, non bastassero a sfamare le persone.  Eppure nonostante tutto, la signora Kurata continuava a scrivere, nascondendo il tedio della vita quotidiana attraverso strane acconciature e comportamenti   che rasentavano il ridicolo di giorno in giorno. Forse era proprio per questo che Sana temeva di parlarle: per quanto Misako, si fosse presa cura amorevolmente di lei, dopo averla trovata abbandonata sul ciglio di una strada, aveva pur sempre i suoi difetti.

“Sana perché mi stai fissando?? – disse lei non appena la ragazza si affacciò sulla cucina dove la madre era immersa nelle proprie attività.
“Ciao Mama.. scusami ero sovrappensiero … -  Sana la fissò per l’ennesima volta e il canticchiare della donna le fece capire che era il momento adatto per parlare.

“Ecco ,senti, vorrei parlarti di una cosa!”- aggiunse dopo pochi istanti , facendo un profondo respiro. Le pose con mani tremanti il volantino del concorso . Sana sperava , in cuor suo, che ,una volta tanto , Misako fosse clemente. Le sue speranze, tuttavia andarono in frantumi dopo pochi istanti di silenzio a cui seguì lo sguardo serio e contrariato della donna . Bastò solo questo gesto a farle capire che c’era ben poco da sperare.

 “SANA!! Sai già qual è la mia risposta!!Non sono d’accordo e ti ho detto già che…”

“Che i sogni non sfamano le persone!- concluse Sana ormai esasperata- si mamma lo so però ti prego, credi un po’ in me!!! Lo sai che sono brava a cantare.Lo sai che è solo un concorso e male che vada sarà solo una nuova esperienza!!Quindi ti prego!!!Lasciami andare a provare!!”

Ma Misako, non voleva saperne proprio nulla della faccenda.

“Ascolta figlia mia, so che per te è importante questa cosa ma sei ancora molto giovane e avrai tante occasioni nella vita quindi per ora preferirei che tu non partecipassi a questo concorso…Ora andiamo a cenare che è meglio.”

Non poteva crederci. Non poteva credere che sua madre si fosse rifiutata di permetterle di realizzare quel sogno. Il suo sogno, solo per motivi personali.

“Mangia pure da sola!! Io  me ne vado!!”

Sbattette la porta di casa con le grida della signora Kurata che tentava di fermarla, ma fu tutto inutile Non aveva la minima intenzione di starla ad ascoltare. Presa dalla tristezza si mise a camminare frettolosamente e senza rendersene conto si ritrovò in un luogo che lei tanto amava: il parco. La sera stava calando e la luce della luna mise in risalto la struttura in legno che tanto caratterizzava quel luogo : un enorme gazebo infatti si stagliava al centro della zona, come una sorta di monumento. Sana vi si avvicinò e si sedette . Adorava la calma e la tranquillità di quel luogo, adorava  il silenzio della natura. Per un attimo si dimenticò dei suoi crucci e senza preavviso le sue labbra cominciarono a muoversi per conto proprio intonando una strana melodia.

“Things will go my way…tutututu”*

Rimase lei stessa interdetta da quel ritornello. Era una melodia nuova, sgorgata dalla sua gola senza preavviso. Aveva appena inventato una nuova canzone.  Mentre continuava a a cantichicchiare quella canzoncina , una voce sopraggiunta alle sue spalle , la fece sobbalzare.

“ SanaChan!!”

Sana si voltò e lo vide nuovamente:  il ragazzo occhialuto, quel tale Tsuyoshi , la guardava incuriosito e forse anche quasi imbarazzato.

“Scu..scusa…-disse lui.- scusa, forse chiamarti per nome  era troppo confidenziale non è vero?” Il ragazzo prese  giocherellare con le punta dei suoi piedi  facendole strusciare sul terreno umidiccio del parco come innervosito da qualcosa. Per un attimo Sana provò una strana compassione per  quel  giovane così mingherlino eppure amico di un tipo spregiudicato come Hayama.

“No no tranquillo! Non ti preoccupare!!Chiamami pure Sana!! Ma Cosa ci fai qui?”

“Sono in giro con Akito-Kun !Eravamo andati a fare dei servizi”.

Al solo nominare Akito, Sana avvampò. Si avvicinò di gran carriera a Tsuyoshi e lo

guardò con fare minaccioso. Quando si parlava di Akito il termine “servizio” poteva essere molto pericoloso.

“SERVIZI? Che tipo di servizi?-fece lei con una vocina quasi stridula avvicinando il suo volto a quello del ragazzo- Qualche altro losco affare per caso???!”

“Calma Sanachan!! Mollami-disse Tsuyoshi alquanto sorpreso di quella reazione improvvisa-ho accompagnato Akito a fare la spesa!”

Bella questa, Akito Hayama, il teppista, che faceva una cosa così comune come quella di fare la spesa. Al solo pensiero le venne quasi da ridere ma si trattenne. Subito dopo, però, Tsuyoshi assunse un aspetto serio e ciò le fece capire che il ragazzo voleva dirle qualcosa di importante.

“Senti Sana-Chan…io volevo ringraziarti per l’altro giorno. Ti ammiro tantissimo. Sei l’unica che riesce a tenere testa ad Akito –kun.Però ecco volevo anche dirti..che…bhe dovresti essere meno dura con lui!!”

“ Che intendi dire scusa? È lui che deve smetterla di essere così indisponente!!””

“Lo so, però, ecco…Hayama non è un ragazzo cattivo..-ora Tsuyoshi si guardava la punta delle sue scarpe come se si sentisse in colpa per la cosa che aveva appena detto.

“Vedi-riprese a dire poco dopo- Akito-Kun ha vissuto e vive tutt’ora una situazione molte difficile..Anche se è ricco in realtà è infelice….”

“Infelice?”

 A pensarci bene, ora che sentiva dire queste parole, Sana si rese conto che anche lei aveva avuto da sempre la convinzione che, in realtà, dietro il volto duro di Hayama si nascondesse un mondo imperscrutabile, una realtà solitaria e desolante. D’improvviso ricordò anche quella espressione triste apparsa sul volto del ragazzo quando giorni addietro  le aveva detto che lui non voleva avere amici.

“Si ..infelice…ecco è per questo motivo che anche se mi tratta male io non voglio allontanarmi da lui. Perché anche se si comporta male lui non è così!! Quindi Sana Chan sii meno dura . Vedi Akito ha un segreto….”

“ Ma come faccio ad essere carina con lui? È sempre così antipatico, insopportabile, una testa di rapa…”

“CHI SAREBBE UNA TESTA DI RAPA SCUSA?”  .

Una voce la fece sobbalzare.  Si voltò verso il punto da cui aveva sentito parlare, giusto in tempo per vedere avanzare una figura familiare verso di lei.Ancora una volta, Hayama aveva fatto un entrata in scena in grande stile.  Anche al buio Sana riuscì ad intravedere lo sguardo del ragazzo che più che inferocito sembrava infastidito nell’aver colto in fragrante il suo presunto migliore amico e la sua peggiore nemica discutere amichevolemente. Tsyoshi si fece più piccolo e ritornò a fissare imperterrito le suole delle sue scarpe cercando, forse , un buon motivo  per giustificare il fatto di essere in compagnia di  Sana.

Akito si fece più vicino ai due. Ora era a pochi passi da loro.

“Non ho capito bene Kurata! Chi sarebbe una testa di rapa?”Disse quella frase minacciosa che però, a dispetto di quanto si potesse pensare, sembrasse non celare ,dietro di sè, intento alcuno di incutere timore. Sembrava quasi che le stesse chiedendo come stesse.

“ Ma è ovvio!!  Tu sei una testa di rapa!! Chi altri sennò!!” Sana lo guardò con aria di sfida aspettandosi uno scatto di ira da parte del ragazzo, ma Hayama inaspettatamente si mise a fissare intensamente Tsuyoshi come se volesse dirgli qualcosa con aria di rimprovero.

“Tsyoshi hai finito i tuoi convenevoli con Kurata? Se si ti pregherei di andare  a fare quella commissione che ti avevo già detto prima.”

Tsuyoshi ovviamente non se lo fece ripetere due volte, e con un “ sissignore” si allontanò dal gazebo lasciando Sana e Akito soli. Di nuovo. Sembrava ormai essere diventata un abitudine per loro due ,in quei giorni, trovarsi ad una distanza così ravvicinata. Per qualche istante nessuno dei due parlò. Akito si limitava a fissarla come se stesse passandola ai raggi X. Sana però riuscì a reggere ben poco a quel silenzio imbarazzante e così fu la prima a parlare.

“ Si può sapere cosa stai guardando Hayama?”

Ma Hayama non proferì parola e di tutta risposta avanzò verso di lei. Come se nulla fosse, le poggiò una mano sul petto, proprio lì all’altezza di un suo seno. Quel contatto per un attimo la fece sobbalzare. Mai un ragazzo , in vita sua, l’aveva sfiorata in quelle zone così proibite. L’attimo dopo però l’ira mista ad imbarazzo le si accese . Non poteva credere che Akito fosse stato così sfacciato.

“Ma che diavolo sai facendo?????!!!!!COME OSI LURIDO MASCALZONE!SEI UN DEPRAVATO!!”

Hayama ritrasse la mano dalla punto in cui l’aveva accarezzata  e prese a guardarla con aria di strafottenza.

“Su avanti Kurata!!! Stavo solo cercando di capire se sei davvero una donna!!”

“COME?? MA COME OSI???!”

“COME SEI SCOCCIANTE..QUANTE STORIE PER UNA MISERA TOCCATINA. E poi credimi Kurata, non ho avuto alcun beneficio nel toccarti. Sei piatta come una tavola!”

 GRR che rabbia. Se solo avesse potuto Sana avrebbe spaccato la faccia a quel teppista da strapazzo. Nessuna persona  in quel momento gli appariva detestabile quanto lui.

“Basta mi hai già scocciata!!ora me ne vado!!! Arrivederci Hayama!!Non so se ci rivedremo”

“Che intendi con “Non so se ci rivedremo?” L’espressione canzonatoria di poco prima  sul volto del giovane era stata sostituita da una  di sorpresa.  .

“Che sto partendo Hayama! Vado al concorso!!”

“ Questo  significa che hai ottenuto il consenso?”

“No, ma ci andrò lo stesso!!”

“E scusa come pensi di fare?”

“Quante domande! Ma a te che te ne importa!!?in qualche modo farò! Ci vediamo!”

Prese ad allontanarsi verso l’uscita del  parco. Non vedeva l’ora di allontanarsi da Akito; quella conversazione l’aveva già estenuata fin troppo. Tuttavia mentre si avviava verso l’uscita , sentì qualcosa tirarla per un braccio: Akito si era precipitato  nuovamente verso di lei e ora le bloccava il braccio destro , impedendole di muoversi. Quel gesto improvviso la lasciò di stucco.

“Cosa vuoi ancora?” disse guardandolo dritto negli occhi, quegli occhi così profondi.

“Ti ricordo Kurata che non puoi lasciare il discorso a metà soprattutto se IO ti sto facendo delle domande.”

“ Ma per favore!! Ti ricordo che l’ultima volta sei stato tu a mollarmi nel bel mezzo di un discorso!!!quindi lasciami in pace adesso!!!Mollami!!”

Riuscì ad allontanarsi dalla presa dal ragazzo che tuttavia aveva solo allentato la forza .

“Va bene ti lascio andare…volevo solo dirti…ecco..METTICELA TUTTA!!”

Sana lo guardò stupita. Questo proprio non se lo sarebbe mai aspettato.Non da Hayama comunque . Lo fissò sconcertata sul da farsi per qualche secondo. Cosa avrebbe dovuto dire? Era un presa in giro, oppure era davvero un incitamento? E cosa sarebbe stato più adeguato rispondere? Un grazie di certo non sarebbe bastato. Non se la persona in questione era un tipo abituato ad essere probabilmente servito e riverito 24 ore su 24.

Alla fine decise soltanto di annuire, non sapendo cos’altro dire . Anche al buio Sana potè notare una strana nota di rossore apparsa sul  volto di lui. Era forse imbarazzato?  Hayama si voltò nella direzione opposta alla ragazza ,pronto ad allontanarsi, ma una frazione di secondo dopo sembrò ricordarsi di qualcos’altro .

“e…Kurata?”

“SI?”

“Prima ti ho sentita cantare. Non sei stonata!”

Sana lo guardò per l’ennesima volta   cercando di capire se il ragazzo la stesse prendendo in giro.  Che diavolo voleva dire “non sei stonata”??Di certo non poteva essere un complimento.Una persona normale avrebbe detto “ canti bene” non “NON SEI STONATA.” “Ma sul volto di lui non c’era alcuna espressione: continuava a fissarla intensamente come se non avesse più parole. E difatti poco dopo, senza dire altro, Sana  lo vide allontanarsi. Rimase sgomenta. Non c’erano dubbi: Akito Hayama aveva davvero un segreto e lei avrebbe fatto di tutto per scoprirlo.

 

Spolier prox capitolo:

Akito sorseggiava un drink in solitaria guardano il chiaro di luna. Ma il bussare alla sua porta lo risvegliò da questi mesti pensieri facendolo sobbalzare.

“Avanti”-

“Signorino Hayama. Volevo dirle che  è tutto pronto per la serata. Se vogliamo andare l’auto la sta aspttando giù”

Il suo maggiordomo di fiducia  era apparso sull’uscio della porta. Akito non rispose ed annuì soltanto sentendosi alquanto sollevato. Finalmente la notte era arrivata. Finalmente avrebbe fatto la cosa più adorava fare da quando era piccolo.




Angolo Autrice

 

Salve a tutti. Eccomi come promesso con un nuovo capitolo di questa storia. Prima di proseguire ringraziando chi mi ha recensito e chi mi sta seguendo vorrei fare alcune puntualizzazzioni su questo capitolo. Il ritornello che canta sana nel parco è la canzone Things will go my way dei the Calling...Scusate la mia mancanta di orniginalità ma mi era venuta in mente sono quella canzone e tra l'altro ho pensato che le parole fosse adatte alla  situazione di Sana. Poi immgino che vi starete chiedendo perchp Sana esce da scuola e deve cenare anzicchè pranzare...bhe ho immaignato che avesse delle lezioni pomeridiane , inoltre l'incontro notturno con Hayama mi sembrava alquanto interessante. Bhe dette queste cose spero che il capitolo sia divostra gradimento...diciamo che è un capitolo un pò di passaggio questo dove ho voluto descrivere un pò anche l'ambiente dove vive Sana e sopratutto la signora Kurata che forse risulta un pò OOC ..Spero cmq che vi sia piaicuta la sua descrizione. Per il resto ringrazio chi h ainserito la storia tra le seguite, chi tra le preferite e chi mi ha recensite e spero che mi lascerete i vostri pareri=) Alla prossima settimana. Un bacio.

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Capitolo 3
*** Il furto. ***


 

C’erano certi giorni in cui la vita gli sembrava una enorme scocciatura: una serie di eventi di passaggio che lo lasciavano del tutto indifferente. C’erano giorni in cui non riusciva a fare a meno di pensare che la sua esistenza fosse soltanto un enorme assurdità:momenti in cui, frasi e parole dettegli in quei 17 anni di esistenza lo rincorrevano senza sosta ,perfino nei suoi sogni .Parole che lo avevano condannato per  qualcosa che non aveva fatto, parole che in tutti quegli anni  gli avevano scavato dentro fino a renderlo l’individuo che era: un teppista ricco , solitario e privo di buoni sentimenti. Chiunque afflitto da questi pensieri si sarebbe sentito depresso e avrebbe sfogato la propria frustrazione su sè stesso. Ma Akito Hayama non rientrava di certo in questa categoria di persone e più che sfogare le proprie paure su di se preferiva sfogarle sugli altri. C’erano certi giorni , infatti, in cui   si svegliava con un unico pensiero in testa: rovinare la giornata a qualcuno; E questo pensiero ovviamente includeva il fare a botte, l’impartire gli ordini più assurdi, e trattare male perfino le persone a lui più vicine. Questi erano i giorni più brutti, i giorni in cui la sua ira si accendeva, la frustrazione lo domava e finiva per odiare ,più di qualsiasi altra persona ,se stesso. Manco a far l’apposta ,poi, in quei momenti c’era sempre lei a mettere i bastoni tra le ruote: quella Kurata  dal sorriso perennemente stampato sulle labbra , che si permetteva di dare giudizi sulla sua vita.  Non poteva sopportare un simile affronto perché nessuno sapeva quello che lui combatteva giorno per giorno. Ma le parole di quella ragazzina cocciuta, quelle dei loro ultimi incontri,  per quanto potessero risultargli fastidiose, lo avevano in qualche modo colpito. Quella era  stata senz’altro la prima volta che qualcuno era riuscito a scavare con le parole il suo animo e non solo in senso negativo.

Nella penombra di un enorme stanza da letto, Akito sorseggiava un drink in solitaria guardando il chiaro di luna , immerso in queste riflessioni. Ma il bussare alla porta lo ridestò da questi mesti pensieri facendolo sobbalzare.

“Avanti”-

“Signorino Hayama. Volevo dirle che  è tutto pronto per la serata. Se vogliamo andare l’auto la sta aspettando giù.”

Il suo maggiordomo di fiducia  era apparso sull’uscio della porta. Akito non rispose ed annuì soltanto, sentendosi alquanto sollevato. Finalmente la notte era arrivata. Finalmente avrebbe fatto la cosa  che più adorava fare da quando era piccolo.

 

 

Sana era rimasta a fissare Akito allontanarsi dal parco per un infinità di tempo , prima di rendersi conto che si era fatto tardi.  Ancora una volta non aveva compreso appieno le parole del ragazzo, ma questa volta decise di non rimuginarci su troppo. Di sicuro non lo avrebbe visto per molto tempo . Si , perché in quella frazione di secondo in cui  Akito aveva pronunciato quel “Metticila tutta”, lei aveva sentito una strana sicurezza impossessarsi di sé e così aveva deciso: Sarebbe tornata a casa, ma solo per prendere i bagagli necessari per il viaggio ad Hokkaido. Era vero che mancava ancora un mese e mezzo al concorso, ma se fosse tornata  indietro sui suoi passi quella sera stessa, sua madre l’avrebbe avuta vinta e lei proprio non voleva darle questa soddisfazione. Così , con una tenacia inaspettata,  si avviò verso il suo appartamento. Erano le otto, l’ora in cui la signora Kurata, ogni sera soleva uscire di casa per andare  a lezioni di yoga.  Difatti quando arrivò  fuori l’androne della palazzina in cui abitava ,  Sana notò ,con un certo sollievo, che le luci provenienti dal suo appartamento erano spente.  Si fiondò di corsa su per le scale e non appena entrò in casa , corse nella  camera da letto. In uno zaino cominciò a mettere tutto l’occorrente per la trasferta. Aveva i soldi necessari per prendersi una stanza in un albergo almeno per quella notte, dopodiché avrebbe cercato un'altra sistemazione o quanto meno un lavoro che le permettesse di allontanarsi dalla tirannia di Misako per un po’- Del resto  le vacanze natalizie erano alle porte e  durante quel periodo , a Tokio di certo avrebbe trovato qualcuno a cui servisse manodopera in più. Mentre finiva di preparare la valigia, il suono del telefono la riportò alla realtà.

“Pronto! Chi parla?”

“SANA!!! Finalmente!! TI ABBIAMO TROVATA! Sono giorni che ti cerchiamo!!perchè ci hai evitate?”

La voce isterica di Aya attraversò l’apparecchio telefonico. Maledizione!! Sana , presa com’era di fuggire a gambe levate , si era dimenticata che c’erano chiamate a cui poteva rispondere e chiamate che era meglio ignorare.

 “AYA!!Ecco io ora non posso parlare devo andare…sono un po’ di fretta…”

“No, Sana aspetta non attaccare…volevo scusarmi con te per il modo in cui ci siamo comportate, ma vedi se potessimo parteciperemmo volentieri al concorso ma i nostri  genitori non vorranno mai darci il permesso!”

“Ah, se è per questo ,Aya , nemmeno mia madre mi ha dato il consenso ma io non mi sono arresa. Anzi, se ti può interessare, ora sto facendo le valige e mi sto preparando  per Hokkaido!!”

“COSA??- Fece l’amica tutta agitata al sentire quelle parole. “Sana manca ancora un sacco di tempo..dove andrai a dormire.??”

“ Un posto lo troverò…ma non posso restare qui…devo dare una lezione alla mamma!!Io voglio fare quello che voglio e nessuno mi fermerà!!”

Con queste parole, mise giù la cornetta, impedendo ad Aya di dire altro. Non le importava cosa avrebbe pensato; non le importava del fatto che, forse , con quella sua fuga, avrebbe fatto preoccupare sua madre; voleva soltanto sentirsi libera di fare quello che voleva.  Prima di allontanarsi definitivamente da casa , decise però di lasciare un messaggio a  Misako.

Mamma, visto che tu non vuoi darmi il permesso per esprimere me stessa al meglio, credo che per un po’ andrò via di casa. Non mi cercare. Tua Sana

Si mise lo zaino in spalla e chiuse la porta.

Le strade di Tokio ,quella notte, erano alquanto affollate. Camminando per il centro della città, Sana si mise alla ricerca di qualche ostello economico . Ne trovò uno ad una decina di chilometri dalla  sua scuola.

 “ Salve..vorrei prenotare una camera per questa notte.” Disse Sana non appena si fu avvicinata al bancone della reception, dove sostava una giovane donna dall’aria rassicurante.

“ Certo…Nome e Età prego.”

“ Si…Sana Kurata…17 anni.”

“ Mi dispiace signorina lei non è maggiorenne e in quanto tale per prenotare una stanza ha bisogno di un permesso dei suoi genitori o di essere accompagnata direttamente da loro.”

“ Ma la prego..in fondo compirò 18 anni tra poco!!! La prego non so dove passare la notte!!”

Ma discutere e piagnucolare non servì a nulla.Si ritrovò in strada con la netta sensazione che quello non sarebbe stato l’unico ostello a dargli una risposta negativa. E difatti la sua sensazione non fu sbagliata. Camminò per più di un ora , andando di albergo in albergo ma  tutti i suoi sforzi furono inutili. Nessuno accettava minorenni.

Erano le dieci e mezza passate quando si rese conto che la sua ricerca non avrebbe portato a nulla e che doveva rassegnarsi. Probabilmente a quell’ora sua madre era già tornata a casa; probabilmente in quel momento stava leggendo il messaggio che lei stessa le aveva lasciato; Forse sarebbe uscita a cercarla o l’avrebbe chiamata o forse l’avrebbe ignorata completamente. Con questi pensieri si mise seduta su di una panchina a ridosso di una delle tante stradine di Tokio. Era  troppo stanca per cercare un altro posto dove andare, era troppo stanca perfino per tornare a casa se avesse voluto farlo. Quella sera aveva percorso chilometri.  Con una sforzo immane cercò di tenere  gli occhi aperti ma alla fine si lasciò sopraffare dalla stanchezza e si mise a fare un pisolino.

 “Accidentaccio”

Una voce roca e un rumore di passi affrettati in vicinanza la ridestò dal suo riposo dopo una infinità di tempo imprecisato passato a sonnecchiare.  Ancora nel dormiveglia sentì  la sua gamba venire urtata da qualcosa di pesante . Questo bastò a metterla in allerta e si ritrovò a spalancare gli occhi di impeto. Provava una strana sensazione di leggerezza, ma intontita com’era , ancora non riusciva a capire da cosa derivasse.Poi lo capì: si era addormentata con lo zaino stretto tra le mani , ma ora che si guardava meglio intorno, si accorse che tutta la sua roba era sparita.  

“Oh cavolo..ma dov’è finita il mio zaino??”

“Maledizione si è svegliata!!”

Alzò il capo di scatto in direzione della voce che aveva appena sentito : era la stessa voce roca che aveva udito quando stava ancora dormendo. E finalmente capì cosa stava accadendo: un uomo incappucciato si stava allontanando di gran carriera  con il suo zaino tra le mani. Tutto quello che gli serviva, compreso i soldi necessari per la sopravvivenza, si stavano allontanando assieme a quel ladro.

“FERMATI!!!! BRUTTO LADRO DA STRAPAZZO , HO DETTO RIDAMMI LA MIA ROBA!!!”

Sana si mise subito ad inseguire l’uomo, correndo più veloce che poteva, ma il ladro era un ottimo corridore.  In quella corsa sfrenata i due , senza accorgersene si ritrovarono in un vicolo cieco. Il ladro ora era a ridosso di un muro e guardava Sana indeciso sul da farsi. Anche al buio la ragazza riuscì ad intravedere , da sotto il cappuccio della felpa che egli indossava, degli occhi azzurri bellissimi e un viso dai lineamenti delicati. Ad occhio e croce il ladro doveva avere più o meno la sua età.

“ Dammi il mio zaino!!!” disse lei avanzando verso di lui decisa.  Il ragazzo. però ,tirò fuori dalla tasca un piccolo coltello e lo puntò verso Sana.

“Vattene ragazzina o ti farò male!!”

“Senti…ti prego quello zaino mi serve…ci sono tutti i mie averi…lasciamelo..”

“Vedo che non mi stai a sentire…bene allora mi toccherà usare le maniere forti…” Il giovane si avvicinò a Sana minacciosamente e la prese per un braccio puntandole il coltello sul volto. Il respiro della ragazza accelerò bruscamente. Nonostante fosse un tipo intrepido per la prima volta in via sua non poté pare a meno di provare paura.

 “Ehy tu…lasciala in pace!!”.

 

 

Le ci volle una frazione di secondo per capire chi era stato a parlare. Qualcuno era venuto in suo soccorso.  Il ladro lasciò il suo braccio e   guardò  quasi tremante attentamente dietro le spalle di Sana. Le parve perfino di sentirlo trasalire . Anche lei si voltò  per vedere chi fosse il suo salvatore ma non fece in tempo che accadde il finimondo. Avvenne tutto  in  una frazione di secondo. Il momento prima si era voltata in direzione della voce, e l’attimo dopo sentì solo un “ Non mi fermerai mai!” seguito da un dolore lancinante al fianco. Poi , prima di poter comprendere appieno il perché avesse sentito d’improvviso le  gambe cederle sotto il suo stesso peso,  tutto si fece buio.  Prima di piombare nell’oscurità, però riuscì a notare  due cose: il fiotto di sangue che usciva copioso dal suo fianco destro e il volto di Hayama, apparso come per magia dal nulla, che la scrutava con un cipiglio di preoccupazione a pochi centimetri dal suo viso. Poi  perse conoscenza.

 

Angolo autrice:

Salve. Scusate il leggero ritardo nella pubblicazione di questo capitolo ma purtroppo il capitolo nonlo avevo ancora finito quindi ci ho messo un per ultimarlo...tra l'altro non sono nemmeno sicura di come sia venuto !!! COme vedete è un capitolo di passaggio , dove ci sono pochi dialoghi ma io lo reputo anche come il capitolo da cui avrà inizio tutte le vicende di Sana e Akito!! Spero che sia di vostro gradimento. Per quanto riguarda lo spolier del prossimo capitolo credo che lo posterò nei giorni a seguire perchè devo ancora scriverlo  quindi non so bene ancora cosa succederà=) Ringrazio ancora tutte coloro che hannomesso la storia tra le seguite , tra le preferiti e chi mi sta recensendo. Attendo commenti. A prestissimo!

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Capitolo 4
*** Villa Hayama ***


 

  Passarono parecchie ore prima che Sana riprendesse conoscenza. Quando si ridestò  era ormai già mattina inoltrata . Si risvegliò a causa di una forte luce che le inondava il viso: Era,  molto probabilmente, la luce solare che filtrava attraverso le tapparelle semichiuse di una persiana poco distante dalla sua posizione. Non appena aprì gli occhi si ritrovò a fissare, senza volerlo, un enorme quadro sulla parete antistante il letto in cui aveva dormito. Si stupì subito di quella visione perché non ricordava che in casa sua ci fosse un dipinto che raffigurasse dei dinosauri né tanto meno si ricordava di avere  un armadio a specchi color avorio . Fu, forse, proprio quest’ultimo particolare che la ridestò completamente dal proprio dormiveglia e si drizzò su a sedere . Le ci volle qualche secondo per realizzare che quello in cui si trovava non era affatto il suo letto : il luogo  era decisamente troppo regale per essere casa sua; le pareti erano di  colore ocra agghindate con dipinti  e strani drappeggi; Al centro della stanza, poco più in là dal letto, faceva bella mostra di sé un enorme armadio  che Sana valutò dover essere molto antico. Fu quella stanza estranea che le riportò alla mente quanto era successo la notte precedente: era chiaro che doveva aver perso conoscenza, come era palese anche il fatto che il suo salvatore dovesse essere un ricco nababbo.  Scostò le coperte da sé e improvvisamente provò una fitta lancinante al fianco destro che la costrinse a fissare il proprio corpo: qualcuno l’aveva svestita e le aveva fatto indossare un enorme pigiama a righe , un po’ troppo grande per la sua taglia esile ,e non potè fare a meno di notare che sul suo fianco , proprio nel punto dove aveva provato dolore poco prima, c’era una fasciatura che le stringeva la vita e che le tirava i lembi della pelle sottostante. 

“ Ma dove diavolo sono finita?” balbettò  tra Sé e sé cercando di scendere dal letto .

“….Bhe sei a casa mia …Kurata”.

 Una voce , proveniente dall’ entrata della stanza, la fece sussultare. Intenta com’era a guardarsi intorno non aveva  notato che per tutto il tempo a fissarla c’era stata una figura alta e slanciata, una figura che di primo impatto le parve familiare.  Difatti, poco dopo ,  si accorse che quella sagoma ancora avvolta tra le ombra apparteneva a Hayama. Il ragazzo la stava fissando con aria divertita ma anche impenetrabile.

“Hayama-  Sana si lasciò sfuggire  un singhiozzo sommesso.  Ora che ci pensava, l’ultima persona che aveva visto prima di svenire la sera precedente era stato proprio Akito. Che fosse stato lui il suo salvatore?

“Hayama- riprese a dire dopo qualche secondo di incertezza- cosa mi  è successo?”

Il ragazzo si avvicinò al letto  e si sedette in un angolo, poco lontano dai lei, fissandola intensamente come era suo modo fare.

“Questa domanda la volevo fare io a te Kurata…ieri sera avevi per caso intenzione di farti uccidere?”

“ Io…io sono confusa..ricordo solo che stavo ricorrendo quella ragazzo  dagli occhi azzurri e poi ho sentito un dolore…”

“Il dolore era perché quell’idiota ti ha colpito ad un fianco con il coltello che aveva in mando….ma tranquilla  è una ferita superficiale, guarirai nel giro di pochi giorni..anche se ti hanno dovuto mettere 4 punti. Mi  rammarico solo del fatto che non ho potuto recuperare il motivo per il quale hai cercato di farti ammazzare…Non sono riuscito a riprenderti lo zaino, mi dispiace.”

 A quelle parole Sana provò una fitta al petto. Si sentiva una stupida; Se in precedenza l’idea di fuggire non si era rivelata un granchè, adesso, con la consapevolezza che non aveva nemmeno più un centesimo con sé,  le appariva come la più stupida che potesse mai  avere avuto. Come le era saltato in mente di addormentarsi nel pieno della notte su di una panchina incurante di tutti i suoi averi?? Sconsolata, ignorando ormai del tutto la presenza di Hayama nella stanza , si prese il capo tra  le mani sentendosi più idiota che mai.   Stranamente Akito, come se avesse letto il suo stato d’animo , poco dopo interruppe i suoi mesti pensieri.

“Kurata…non ti demoralizzare…puoi… puoi rimanere qui quanto vuoi”

Quelle parole dette con estrema gentilezza la colpirono a tal punto che portò su il capo di scatto guardando dritto negli occhi di Hayama. Non avrebbe mai pensato che un simile individuo potesse dimostrarsi così gentile con lei.

“ Grazie Hayama..sei  davvero gentile con me”.

Ma Akito a sentir pronunciare quella frase  fu improvvisamente scossò da un impeto di rabbia che Sana non riuscì a spiegarsi.

Gentile Kurata??- le disse guardandola negli occhi e riacquistando il suo solito sguardo minaccioso  e cattivo-  Non farti strane idee!! Se ti ho salvata  è stato solo per far si che tu avessi un debito con me e ti levassi finalmente dalle scatole!! !”

“COSA?? Lo sapevo sei un …”

Hayama non le lasciò terminare quella frase e alzandosi di scatto dal letto le mostrò le spalle ,come non volesse farsi vedere in volto.

“ Kyrata…NON USARE MAI PIù QUELLA PAROLA CON ME!!”

“Tranquillo,ma questo punto avrei preferito farmi ammazzare piuttosto che essere in debito con te !!! -

“ TTS- disse lui riprendendo la lucidità esattamente come l’aveva persa- adesso io vado ; se hai bisogno di qualcosa chiedi al mio maggiordomo. AH  Kurata.. ormai sei già in debito con me… per inciso , indossi il mio pigiama.”  Scandendo bene le parole di quest’ ultima frase, le lanciò un occhiata divertita e si allontanò dalla stanza, lasciando Sana a fissarsi l’enorme pigiama che indossava.  A pensarci bene avrebbe dovuto immaginarlo che fosse di Akito  e questo forse voleva dire che…

“ Oddio…non voleva mica dire che mi ha spogliata lui!!!!!!!!!!!!” L’imbarazzava la sola idea che Akito le avesse toccato un seno pochi giorni prima  e il solo pensiero che lui avesse posato le sue luride manacce da pervertito su di lei mentre  era priva di conoscenza la mise in agitazione.  Tuttavia fu costretta a  darsi una calmata quando si accorse che il dolore al fianco era aumentato e che aveva un urgente bisogno del bagno. 

Scese, quindi, lentamente dal letto e si addentrò nel grande corridoio esterno alla camera in cui aveva dormito. A quanto pareva non si era sbagliata: Hayama abitava in una vera e propria villa. Il corridoio era molto lungo e percorrendolo si accorse che c’erano almeno ben altre 4 stanze oltre la sua. Probabilmente anche quelle erano stanze degli ospiti. Mentre  vagabondava per il piano alla ricerca del bagno si imbatté in una stanza semichiusa ; credendo che fosse finalmente quel che cercava, Sana aprì la porta ma quel che vi trovò al suo interno la lasciò di stucco.  La camera era illuminata da una file di candele poste l’una dietro l’altro  su di un tappeto color rosso al cui centro faceva mostra di se un tavolino rettangolare ; apparentemente sembrava un semplice salotto, ma quel che lascò sgomenta Sana era un enorme fotografia appesa alla parete raffigurante una donna  dal volto sorridente e dal colorito molto simile a quello di Hayama. Forse, doveva essere la madre del ragazzo, pensò;quel che non capiva, però, era il motivo per il quale quella stanza assomigliasse ad un santuario privato .

“ Ehy tu..cosa stai facendo?”  La voce di una donna la fece sussultare.  Sana chiuse repentinamente la porta della stanza, imbarazzata dal fatto di essere stata colta in fragrante mentre curiosava  negli affari altrui  e volse la testa  nella direzione della voce. Dinanzi a lei stava una ragazza  bruna dai capelli ricci che la fissava in malo modo; Aveva l’aria seccata, la stessa espressione che soleva avere Hayama quando la sorprendeva a fare qualcosa che a lui non garbava. Probabilmente , pensò sana, quella giovane donna, che doveva avere solo qualche anno in più a lei, doveva essere imparentata con Akito.

“ Scu..Scusami..io stavo cercando il bagno.”

“Ah si? Bhe hai sbagliato stanza..il bagno si trovo al piano di sotto- fece la ragazza sempre più stizzita-  ma tu chi sei piuttosto? No aspetta non voglio saperlo! Probabilmente sei l’ennesima ragazza con cui quell’idiota di Akito ha passato la notte!!”

Passare la notte? Ennesima ragazza? Sana rimase interdetta da queste ultime parole. Tutto si sarebbe aspettato fuorchè  Hayama fosse un donnaiolo . Ma del resto, lui era ricco e tutto sommato era anche affascinante, avrebbe dovuto immaginare che aveva molte ammiratrici.  Tuttavia,  non le andava proprio di essere inserita  nella lista di quelle tante ragazze di Akito e cercò di ovviare il malinteso.

“ No..no guarda che ti sbagli..io..”

“ come ti pare…adesso scusami ma devo andare.”

La ragazza si congedò lasciando Sana alquanto irritata da qual comportamento da maleducati. A quanto pareva era una prerogativa della famiglia Hayama quella di essere  così  saccenti.   Ancora confusa da quello strano incontro decise di proseguire la propria ricerca verso il bagno, questa volta scendendo al piano inferiore. Una volta scese le scale non si stupì più dell’ enormità della villa di Hayama. Anche quel piano aveva numerose camere ma, questa volta, per evitare altri strani incontri decise di andare dritta verso la porta su cui, a carattere cubitali ,vi era scritto WC.   Si stava avviando lungo il corridoio quando  la sua attenzione fu attirata da voci che provenivano da una delle tante stanze di quel piano.

“ Allora Natsumi come procedono gli studi?”

“Tutto bene Papà,  come ben sai sto studiando molto assiduamente.”

“Brava figliola sono orgoglioso di te..”

Sana non potè ignorare la propria curiosità e così  accucciò vicino l’ingresso di quella che doveva essere la cucina. Facendo capolino ,senza dare troppo nell’occhio , scrutò l’interno della stanza. Ad un tavolo erano seduti un uomo di mezza età dai capelli castani  e allampanato che parlava intensamente con la ragazza che Sana aveva incontrato nel corridoio poco prima. Ma la cosa che più la stupì era che allo stesso tavolo sedeva proprio Hayama  che, intento nel sgranocchiare una mela, teneva gli occhi fissi  per terra, ed era completamente tenuto fuori dai discorsi di quelli che dovevano essere suo padre e sua sorella.  Era come se per loro fosse completamente invisibile, presi com’erano nel conversare amorevolmente tra di loro. Quella visione le riportò alla mente la frase che Tsyoshi le aveva detto  la sera nel parco: Che fosse quella la condizione infelice in cui Akito era costretto a vivere?  Finalmente, dopo un periodo di tempo che ,a Sana parve interminabile e durante il quale aveva perfino dimenticato il suo desiderio di andare in bagno, l’uomo in giacca e cravatta rivolse la parola ad Hayama.

“ Hayama…  domani sera ho bisogno che tu prenda parte ad una cena di lavoro per l’azienda…dobbiamo fonderci con il gruppo SAT JAPAN  e questo  è il momento per te di fare il tuo dovere!”

Hayama a quelle parole alzò il capo e fissò suo padre   con un aria che a Sana parve alquanto annoiata.

“ D’accordo” disse  e dopo queste parole tornò alla sua attività preferita del momento che era quella di fissare i propri piedi, come per smorzare la tensione che c’era in quella stanza.   Il signor Hayama non aggiunse altro , ma anzi guardò il figlio con estrema freddezza ; Dopo di che, senza degnare di un saluto Hayama, salutò Natsumi e si alzò da tavola . Sana capì che doveva allontanarsi subito da quella porta e così corse in bagno.

Non poteva credere a quanto aveva appena visto. Non poteva credere che il signor Hayama e Natsumi trattassero Akito con una tale freddezza come se non fosse nemmeno loro parente. Sua madre,al confronto, appariva come una santa. Mai si era rivolta a lei nello stesso modo  in aveva visto rivolgersi il signor Hayama a suo figlio. In quella stanza aveva percepito profondo astio  ma non ne riusciva a comprenderne il motivo. Ancora turbata Sana uscì dal bagno giusto in tempo per vedere Hayama uscire di casa.  

Stava per richiamare l’attenzione del giovane quando un tipo alto, dai capelli castani ,sbucò alla sua sinistra,da una delle tante camere di quella villa.

“OOOH signorina Kurata!! Che sollievo , l’ho trovata!! Non deve andare in giro così  per i corridoio. Venga con me.”  Disse l’uomo rivolgendosi a lei come se sapesse perfettamente chi fosse. Senza aggiungere altro, lo strano tipo le afferrò il polso e la trascinò in una altra stanza molto lontana dalla cucina.

“Si sieda qui signorina. Che le devo medicare la ferita che ha!”.  L’uomo continuava a darle le spalle , ma anche da quella prospettiva Sana intuì che non doveva essere molto più vecchio di lei. Ma chi diavolo era?

“Scusi ma lei chi è?” disse  ormai esasperata dalla situazione assurda in cui si era venuta a trovare.  Il tipo strano si voltò verso di lei, lasciando finalmente intravedere il volto smagrito di un giovane di circa 26 , 27 anni .

“Mi presento, sono il tutto fare, maggiordomo nonché autista del signorino Hayama. Mi chiamo Rei Sagami. “ E dicendo questo si tolse gli enormi occhiali da sole scuri che aveva in volto, aprendo le labbra in un enorme sorriso.

 

Angolo Autrice

Salve a tutti!! Ecco il nuovo capitolo d Rocker's Love, stranamente puntuale. Questa settimana credevo che non ce l'avrei fatta a pubblicarlo , ma invece poi sono riuscita a scriverlo e bhe, ecco quello che ne è uscito fuori. Spero che sia di vostro gradimento; Come potete notare questo capitolo introduce un pò quello che gà sapevamo della storia originale di Akito tranne per qualche stravolgimento dei personaggi e per personaggi intendo il mitico Rei. Ero molto incerta su che ruolo fargli assumere inq uesta storia ma alla fine mi sono decisa che il compito di tutto fare di Akito gli si addicesse !!XD Ero un pò incerta anche sul risvelgio di Sana e sinceramente non sono molto convinta di come sia venuto il dialogo con Akito , però dovendo descrivere molte cose ho deciso di lasciare un pò tutto alla vostra immaginazione e di non dilungarmi troppo indialoghi trai i due ragazzi. ;Il mio interesse principale era quello di descrivere l'ambiente inc ui vive Akito e sopratutto introdurre Rei nella storia . Spero di esserci riuscita. Grazie ancora a tutti coloro che mi stanno recensendo e che mi stanno seguendo. Attendo i vostri commenti.

Ah dimenticavom, non sono sicura che la prossima settimana risucò a pubblicare il capitolo e quindi forse lo pubblicherò tra due settimane, però non è nulla di certo. Devo vedere cosa riesco a scrivere =) A prestissimo



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Capitolo 5
*** Avviso ^_^ ***


Salve a tutti!! Scusatemi se nonho più aggiornata la storia ma ho avuto molto da fare...vi lascio questo avviso solo per dirvi che sono ancora viva Xd e che sto scrivendo il nuovo capitolo in modo tale che entro la fine di questa settimana aggiornò!"! scusate l'attesa! soero che non abbiate perso la voglia di leggere la mia storia nelfrattempo ^_^

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Capitolo 6
*** Una triste scoperta ***




Poggiato sull’estremità del proprio letto ,fissava, probabilmente per la milionesima volta , il pelouche a forma di dinosauro che gli aveva fatto compagnia in tutti quegli anni dell’infanzia. Quel giocattolo gli riportava alla mente, ogni volta che lo guardava, sentimenti che lui non aveva mai provato fino al giorno in cui non ne era entrato in possesso. Si sarebbe detto,  a prima vista ,che Akito Hayama  conoscesse  un solo sentimento: l’odio. Chiunque avrebbe messo la mano sul fuoco  sul fatto che altri sentimenti non facessero per nulla parte del suo animo. Ma la verità era sempre stata un'altra, e questo lui lo sapeva benissimo.  A dispetto dell’opinione comune , Akito conosceva benissimo la vasta gamma di sentimenti che qualsiasi persona normale avrebbe dovuto provare. La sua conoscenza era tale  da ritenere quei sentimenti troppo devastanti per lui. Così aveva scelto l’unico che più gli si addiceva. Era stato  all’età di 10 anni che Akito si era reso conto quanto di marcio e di sbagliato ci fosse in lui. Era stato in un giorno d’inverno di quando era soltanto ancora un bambino che era entrato  in possesso di quel dinosauro che ora faceva bella mostra di se sul davanzale  della finestra della camera da letto. Ricordava con estrema chiarezza  quel momento:l’attimo in cui, uscito da scuola si era ritrovato di fronte ad una scena che gli  aveva cambiato , forse, la vita in peggio. Un bambino di circa 6 o sette anni  gridava a gran voce  circondato da altri 3 ragazzi più grandi che avevano tutta l’aria di essere dei teppisti. “Lasciatemi in pace!ridatemi il mio pelouche di dinosauro , vi prego!!!!” Il ragazzetto era tenuto per il lembo della divisa scolastica da un ragazzo dai capelli neri che lo minacciava ridacchiando assieme ai suoi scagnozzi.

“Ciccio finiscila di piagnucolare!!!!Dacci dei soldi e noi ti ridaremo il pelouche!!”

“Ma non ho soldi!”   Era stato  a quella scena che Akito  aveva provato  per la prima volta uno strano sentimento di compassione. Aveva desiderato con tutto se stesso  dare una bella lezione a quei ragazzi che avevano la sua stessa età; Lui stesso sapeva cosa significasse essere maltrattato e il vedere tanta violenza lo aveva fatto infervorare. Era accaduto tutto in un attimo. Akito era corso come una furia verso il gruppetto di teppisti.

“Lasciatelo in pace”- aveva gridato sferrando un sonoro pungo al ragazzo dai capelli corvini  che era caduto rovinosamente per terra .  Il bambino si era liberato dalla presa del teppista e il pelouche di dinosauro   era sfuggito dalle mani del ragazzo. Akito si  era ritrovato così ad essere fissato dai teppisti e si era preparato al peggio. Ma la reazione che e avevano avuto costoro era stata ben diversa da quella che  si era  aspettato.

“Oh mio dio!! È la prima volta che qualcuno riesce a mettere K.O Gomi!!O mio dio , finalmente abbiamo trovato chi stavamo cercando!!!!!-  un ragazzo  dai capelli più chiari  gli si era avvicinato   in maniera euforica e  lo  aveva preso per le spalle.

“Oh mio dio…sei stato un grande!! nessuno aveva mai osato sfidare Gomi!! ti prego entra nel nostro gruppo!!!! Avrai fama e sarai rispettato da tutti…come ti chiami?”

“ A…Akito Hayama…ma non intenzione di  far parte di voi teppisti!! Già ho i miei grattacapi!!Tieni – aveva detto  poi prendendo da terra il dinosauro di pelouche e porgendolo  al bambino.”

 “No fermo!!!non darglielo Akito Hayama ! noi faremo di te una persona così temuta che neppure i tuoi familiari potranno metterti i piedi in testa. !!”

Era stata forse quella frase che  aveva insinuato dei dubbi nella  mente di Akito. Aiutare o non aiutare quel bambino??   Aveva continuato a fissarlo stringendo ancora tra le sue mani il pelouche. Era  stata una scelta tra il bene il male.

“Ti prego..ridammi il dinosauro…è un regalo della mia mamma!!! Ti prego!” Quella frase e quella parola “mamma”  pronunciate da quelle labbra infantili erano arrivate come  delle saette al  cuore, il suo cuore, che non aveva mai conosciuto il calore di una famiglia. E d’improvviso , senza neanche capirne il motivo,  aveva saputo  cosa fare.   Era stato quel giorno che aveva sfoderato  per la prima volta il suo sguardo cattivo.Era stato quel giorno che aveva scelto di essere un teppista. “La tua mamma….???  Dacci i soldi o me lo tengo, questo pupazzo.”

“Non li hooooo…”

“Bene allora questo lo terrò io” Dicendo queste parole si era messo  in tasca il pupazzetto e si era voltato verso i ragazzi.

“Accetto la vostra proposta” aveva proseguito con  voce arrogante. Si era allontanato così da quel bambino con in tasca il premio della vittoria. Il premio che significava che da quel momento in poi sarebbe stato temuto  e rispettato da suo padre e sua sorella.

Adesso nella sua stanza fissava per l’ennesima volta quel  dinosauro . Gentile…lo aveva definito lei. No,  una cosa  certa era che Akito Hayama proprio non sapeva cosa significasse essere gentile.

 

“Mi chiamo Rei  Sagami.”- L’uomo protese una mano verso di Sana mentre con l’altra si tolse gli occhiali da sole che gli ricoprivano il volto. Sana si ritrovò così a fissare due grandi occhi color nocciola. Taglio particolare di certo,  ma non bello quanto quello di Hayama. Senza le lenti , Rei appariva molto più giovane di quanto in realtà non lo fosse. Aveva uno sguardo tranquillo e le labbra dischiuse in un sorrisetto quasi sornione che di primo impatto avrebbe messo tranquillità a chiunque. Di certo, pensò Sana, era la prima persona che vedeva veicolare in casa Hayama che  non avesse un’ aria altezzosa e di sufficienza.

“Piacere di conoscerla signor Sagami.”disse ricambiano il saluto e stringendo la mano dell’uomo.

“La prego, mi chiami Rei. Odio essere chiamato per cognome , mi da un’ aria proprio da anziano. Ad ogni modo Signorina Kurata  ora stia ferma perché le devo mettere il  medicinale sulla ferita.”

Di tutta risposta Sana annuì e si mise comoda mentre il maggiordomo  cominciò a trafficare con  antibiotici  e cerotti.La ragazza si sentiva alquanto imbarazzata dalla situazione e non sapendo cosa dire preferì  non proferire alcuna parola o domanda, cercando invece di riflettere sulla situazione della famiglia di Akito. A quanto pareva Hayama sembrava non essere ben accettato dai suoi familiari; Certo era un arrogante, antipatico ,egocentrico ragazzo viziato, ma tutti questi motivi non bastavano a spiegare a Sana come mai in quella casa si respirasse tanto astio tra i componenti della famiglia.

“Sa…il signorino Hayama deve tenerci molto a lei signorina.” Rei interruppe quel silenzio assordante rotto soltanto dal rumore delle auto che proveniva dall’esterno della villa.

“ Come scusi?”

“Bhe.. non ho mai visto il signorino Hayama nello stato in cui era ieri sera. Era preoccupatissimo e quando vi ha avuta tra le braccia con la ferita al fianco  ha chiamato subito il medico .Questo è certamente il segno che Akito ci tiene molto a lei!!!!”

“MA NON DICA CIOCCHEZZE REI!!!!!!!IO A AKITO CI ODIAMO. Siamo come il giorno e la notte, come l’alba e il tramonto, come Romeo e Giulietta….”

Sana non fece in tempo a terminare la frase che si rese conto del paragone errato che aveva appena fatto. Ma oramai era troppo tardi:  Rei la guardò con occhi maliziosi ed uno sguardo che traboccava felicità. L’attimo dopo lasciò andare le medicazioni e cominciò a trotterellare per la stanza urlando frasi senza senso.

“LALALA!!! LO SAPEVO !! Io LO SAPEVO CHE IN FONDO ANCHE PER IL CUORE SOLITARIO DEL SIGNORINO HAYAMA C’ERA SPAZIO PER L’AMORE!!!!!!ROMEO E GIULIETTA!! CHE COSA ROMATICA! LALALALALAAA!! COME SONO FELICE! QUEL RAGAZZO SI MERITA DI ESSERE CONTENTo E SOPRATTUTTO DI STARE CON UN RAGAZZA COME LEI ,SIGNORINA KURATA.!! “

Rei parlava e si muoveva al passo di danza e guardava Sana come se avesse appena fatto la scoperta più felice del mondo.Era talmente euforico che tutti i tentavi della ragazza di spiegargli come le cose stessero in realtà furono inutili.Se fossero stati in un cartone animato, Sana era convinta che al posto degli occhi  l’uomo avrebbe  avuto due cuoricini.

“Rei….calmati….per favore… noi non ci amiamo. Hayama non è affatto innamorato di me…se lui potesse mi ucciderebbe all’istante!!”

“su non sia timida Signorina Kurata!!! A tutti capita di essere innamorati! Poi il signorino Hayama è davvero un bel ragazzo e lei mi sta proprio simpatica..non come tutte le donne che si porta a casa di solito!!

“ Rei…Rei..REIIII HO DETTO SI CALMI!!!!! –Sana perse d’un tratto la pazienza che aveva avuto fino a quel momento e   in un lampo afferrò l’uomo per la camicia e lo guardò dritto negli occhi. “IO E AKITO CI ODIAMO PUNTO!!!Ho sbagliato PARAGONE!!SONO UNA FRANA IN QUESTE COSE!!!!CHIARO??NON DICA Più ERESIE!!”

Finalmente dopo quei dieci minuti di pura follia   la situazione si calmò.  L’espressione felice impressa sul volto del maggiordomo di Hayama si tramutò in breve in un sorrisetto che aveva tutta l’aria di essere un ghigno di disapprovazione uscito male. In un lampo, proprio come era passato in modalità euforica, ritornò alla propria attività, evidentemente deluso dalle parole appena udite. Sana rimase molto stupita dalla reazione dell’uomo e non potè fare a meno di chiedersi quale  triste verità di celasse dietro le parole di Rei.

“Uffi…e io che ci speravo tanto che lei fosse l’anima gemella del signorino Hayama! Ne ero proprio convinto sa?? L’ha svestita in un modo così delicato che pensavo che tra voi due davvero ci fosse qualcosa!!!”

“Ch…svestita? Vuoi dire che akito mi ha messo questo..?

Ma l’uomo non attese neppure che Sana finisse la frase che riattaccò a parlare come una specie di grillo parlante, del tutto incurante della domanda.

 “Noi stavamo tornando a casa da un impegno e d’improvviso il signorino Hayama mi ha chiesto di frenare l’auto e si è gettato di corsa per strada. Non so cosa sia successo ma dopo circa una decina di minuti è tornato da me con lei in braccio e mi ha detto che Mister Blue- cavolo quanto odio quel ragazzino!!- l’aveva ferita.”

“Mister Blue?”chiese Sana nella speranza di ottenere una risposta che però non arrivò. Probabilmente con quel nome Rei si stava riferendo al ragazzo dagli occhi azzurri che l’aveva derubata.

“Pensate che  non ha voluto che chiamassi l’ambulanza e mi ha chiesto di far venire il nostro medico di fiducia a casa.Che poi non ho capito perché non vi abbia voluta portare in ospedale”

 Ma lei invece lo capì subito. Capì  il motivo per il quale il ragazzo non avesse voluto chiamare l’ambulanza. Se lei fosse stata ricoverata in ospedale, i medici avrebbero finito per chiamare sua madre e Hayama sapeva benissimo che Sana era in fuga e che non avrebbe di certo  voluto farsi ritrovare dalla signora Kurata con un coltello conficcato nel fianco. Rimase senza parole alle rivelazioni di Rei. Ancora una volta vi era stato il segno da parte di Akito di una gentilezza che mai si sarebbe aspettata. Ancora una volta non riuscì a capire il motivo della  sua premura. In fondo loro si odiavano. Doveva per forza essere così no? Dopo le parole di Rei nessuno dei due parlò più  per un po’ , entrambi forse troppo persi nelle  proprie riflessioni.

“ Bene signorina Sana.  Con la medicazione abbiamo finito. Però se ora permette, le vorrei mostrare  meglio la villa . Il signorino Hayama mi ha detto che lei può rimanere qui quanto vuole e mi ha dato ordine di metterla a suo agio.”

“D’accordo”

Sana si alzò dalla poltrona sulla quale era stata seduta fino a quel momento e si addentrò con il maggiordomo per l’ennesima volta in quella enorme casa. Camminarono e parlarono per  un po’ mentre Rei le indicava tutte le stanze della villa, fino a che non si ritrovarono nuovamente al piano superiore; il piano dove Sana aveva ripreso conoscenza quella mattina e dove aveva  visto quella strana stanza  in cui lei era entrata per errore. Fu proprio in prossimità di quell’ antro che la ragazza si rese conto che non poteva  più mettere a tacere le mille domande che le affollavano la testa. Così prese tutto il coraggio e la faccia tosta che aveva per  avere risposte da Rei.

“OHH REI…cos’è questa stanza???Sembra molto carina!!!.”-disse cercando di mostrare l’espressione più ingenua che sapesse fare.

“No ..non la apra…” Ma orami era troppo tardi. Sana aveva già spalancato la porta della camera e si  fermò sulla soglia ostentando un finto stupore. Se tutto sarebbe andato come aveva previsto, presto avrebbe avuto le risposte che voleva. Difatti subito dopo sentì l’uomo afferrarla per un polso e trascinarla all’interno della stanza con passo felino. Non  appena la porta si chiuse dietro le loro spalle, si ritrovarono soli all’interno di quella camera  dall’aspetto mistico. 

“pff c’è mancato poco!!- sospirò Rei- se ci vedeva  qualcuno della famiglia sarei finito licenziato !!! Signorina Kurata mi spiega cosa le è saltato in mente’????!!Questa stanza è off-limits.!Nessuno ci può entrare se non la famiglia Hayama.

“ Questo l’avevo capito ma allora lasciatela chiusa a chiave..non socchiusa!!Chiunque potrebbe vederla!!!!ma ora che siamo qui Rei voglio sapere tutta la verità !!!Cosa cavolo è questo posto??”

Senza rendersene conto Sana puntò il dito proprio sulla fotografia della donna  appesa alla parete. Per qualche secondo Rei la fissò senza dire nulla e assunse un’ aria solenne e accigliata. Ma fu solo qualche momento  dopodichè  si sedette in ginocchio dinanzi la parete e fece cenno a Sana di fare lo stesso. La ragazza obbedì e si ritrovarono a fissare il sorriso della donna fotografata.

“Lei..lei è la mamma del signorino Akito. È morta tanto tempo fa . il signor  Hayama amava tanto sua moglie , e la perdita di lei lo addolorò profondamente. In breve cambiò radicalmente atteggiamento verso i suoi figli e decise di commemorare sua moglie dedicandole questa stanza. Ogni anno,  il giorno del compleanno della signora Hayama , Natsumi e il signor hayama  vengono in questa stanza per celebrare questo giorno e trascorrono del tempo pregando per la sua anima.”

“Capisco…..ehy, ma aspetta un attimo ..hai parlato soltanto della sorella di Hayama e del padre ma ..Akito? non ci viene a commemorare sua madre??”

“No, lui no. Non ha mai voluto entrare qui dentro. Credo che soffrisse troppo alla sola idea.”

Sana notò l’espressione triste che era apparsa sul volto del maggiordomo al pronunciare queste parole e non potè fare a meno di rattristarsi anche lei. Vista la situazione confidenziale in cui si trovavano,  pensò che era giunto il momento di porre la domanda che le premeva fare dal momento in cui aveva visto la scena della cucina.

“Senti Rei… prima ho visto una scena strana in cucina. Hayama era del tutto ignorato da sua sorella e suo padre...cioè parlavano come se lui non  esistesse…”

“Bhe..- rispose Rei continuando a scrutare il volto della madre di Akito come se volesse trovarvi qualche risposta- Hayama e la sua famiglia non sono in buoni rapporti. Sa non ha avuto in infanzia facile . Per questo motivo lui adesso è così antipatico ma non è colpa sua .Io so..io lo conosco e so che non è così dentro di se.”

“ora capisco…per lui deve essere stato anche molto doloroso  perdere la madre. Io non ho mai conosciuto mio padre però posso immaginare come debba essere triste perdere un genitore.”

Rei improvvisamente  abbassò lo sguardo dalla foto e  si fissò le ginocchia , come se non sapesse più cosa dire.  Sana vide l’uomo sbiancare senza un motivo preciso. Poi riprese la sua compostezza e dopo qualche secondo, durante il quale forse aveva riflettuto su qualcosa di importante, alzò di nuovo lo sguardo e si schiarì la voce.

“In realtà il signorino Hayama non ha mai conosciuto sua madre. La signora Hayama è morta dandolo alla luce. E…il motivo per il quale il padre del signorino e sua sorella lo ignorano è perché lo incolpano della morte di sua madre.”

Quelle parole  sgorgarono dalla gola di Rei con una tale  consapevolezza che Sana rimase impietrita. Improvvisamente si pentì di aver voluto conoscere la verità , quella verità così tremenda che ad udirla ad alta voce appariva come un sentenza di morte. Per anni aveva visto Hayama perpetuare atti violenti verso chiunque credendo che fosse soltanto un arrogante mentre invece il motivo alla base di quel comportamento era ben più profondo. Non riusciva a capire come potesse un genitore incolpare il figlio per qualcosa che non era dipeso da lui. Poi le venne in mente un altro particolare che doveva assolutamente chiedere al maggiordomo.

“Tsyoshi Oiky mi ha detto che Hayama ha un segreto? È questo di cui si tratta per caso??”

“ No ..in verità..” cominciò a dire Rei ma  si dovette interrompere subito . Un rumore di passi proveniva  dall’esterno della camera, lungo il corridoio di quel piano. Qualcuno si stava avvicinando.

“Shht.. presto signorina dobbiamo uscire da qui..altrimenti se scopriranno cosa le ho raccontato mi licenzieranno.”  Rei afferrò nuovamente Sana per un braccio e di fretta e furia uscirono dalla stanza cercando di fare meno rumore possibile. Riuscirono nell’impresa giusto in tempo per vedere  la porta di una camera aprirsi .  Akito apparve dal suo interno con indosso solo un paio di jeans e i capelli arruffati che gli ricadevano scomposti sulla fronte. Non appena udì Sana e Rei avvicinarsi si voltò di scatto e assunse un espressione quasi imbarazzata , come se fosse appena stato colto in fragrante nel fare qualcosa  di illecito. Tuttavia non appena incontrò lo sguardo di Sana riassunse la sua solita compostezza e la sua aria di strafottenza.

“Kurata…Rei…- disse facendo un cenno con il capo in segno di saluto.

“Signorino Hayama da quanto tempo è tornato?? Credevo fosse a scuola..”

“ Mi scocciavo di andarci…ho preferito fare altre cose..e sono tornato qui- non fece neppure in tempo a terminare la frase che dalla camera fece capolino una ragazza dai capelli lunghi castani . Anche lei aveva i capelli arruffati e dal modo in cui guardò  Akito, Sana capì che quei due erano stati a letto insieme.

“Salve..bhe Hayama io vado a casa-disse la ragazza accarezzando il  torso nudo di Akito  del tutto incurante degli sguardi indiscreti di Sana e Rei. “Chiamami più tardi se vuoi.”

“D’accordo” disse Akito e posò un rapido  bacio sulle labbra della ragazza. Per un attimo Sana provò un senso di imbarazzo di fronte quella scena, ma subito dopo si ricompose e sfoderò la sua faccia tosta.

“  è la tua ragazza Hayama?”. Gli chiese quando la mora  si fu allontanata giù per le scale.

“No solo una delle tante.”  La risposta fu secca e concisa. Akito fissò Sana con uno espressione impenetrabile.

“Che sta succedendo qui?”Una voce proruppe alle loro spalle.Era il signor Hayama, appena rientrato a casa. L’uomo si avvicinò  evidentemente incuriosito dalla presenza di Sana.

 “Buon pomeriggio signor  Hayama, le chiedo scusa per la confusione. Le presento la signorina Kurata.”

“Oh buon pomeriggio a te Rei.Signorina Kurata piacere di conoscerla .” Il padre di Akito le rivolse  un occhiata di sufficienza e  si rivolse al figlio  con aria perentoria senza neppure salutarlo.

“Hayama ti ricordo che stasera hai la cena con il capo dell’azienda SAT JAPAN. ” Hayama non lo fissò neppure e si lasciò andare ad un secco “d’accordo. “Dati i suoi ordini, il signor Hayama  fece per andarsene ma si fermò subito dopo sul primo scalino del piano.

“ è il tuo momento di riscattarti Akito. Rei prepari l’auto!  Ho bisogno che tu accompagni la signorina qui presente  a comprarsi un abito per la serata.”

“MA papà Kurata non è qui per venire con me….”

“Non si discute. Per una volta una delle tante tue ragazzine potrà sfruttare la propria presenza in modo proficuo.”

Senza dire altro l’uomo di allontanò lasciando Sana, Rei e Akito impietriti.

“BHe…Kurata- disse Hayama qualche istante dopo quando si riprese. “immagino che tu non avevi altri impegni…per cui preparati che stasera a quanto pare dovrai fingerti di essere la mia ragazza.” Dicendo queste parole si lasciò sfuggire un sospiro di rassegnazione mentre Sana  rimaneva senza parole.

Angolo Autrice

Salve a tutti!! Finalmente dopo  un mese sono riuscita a scrivere questo capitolo !Mi scuso per l'attesa ma inq uesti giorni non ho neppure la connessione ad Internet per cui adesso sto usando a scrocco la connessione di un amico. Cosa dirvi su questo capitolo: è venuto piuttosto lungo e spero che non vi annoi. Purtroppo ho dovuto riscrivere cose che già sapevamo anche sull'Akito originale  quindi è probabile che vi annoierete rileggendo  determiante cose. Non  fate caso agli errori che ci potrebbero essere ma purtroppoo, ripeto , sto inserendo questo capitolo furtivamente per cui è probabile che  abbia prestato poca attenzione. Dopo queste  chiacchiere vi saluto e vi dico che aggiornerò o almeno spero tra due settimane , dipende dalla tempistica. Spero che mi lascerete i vostri pareri! ringrazio ancora chi mi sta seguendo e recensendo ^_^ a presto !

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Capitolo 7
*** Cena d'affari ***


Doveva  esserci una congiura da parte dei demoni celesti. Doveva   per forza esser così visto che nel giro di 48 ore si era ritrovata sbattuta fuori di casa, derubata, ferita, e come se tutto ciò non rendesse la situazione  già disastrosa, quella sera avrebbe dovuto fingersi la ragazza di Hayama. Ciliegina sulla torta di cui lei avrebbe fatto volentieri a meno. Ad ogni modo , quel che più stupiva Sana era che , dopo che il signor Hayama aveva impartito l’ordine sulla cena, Akito non aveva battuto ciglio e aveva ordinato  al suo maggiordomo occhialuto  di portarla a fare acquisti per l’occasione. Sana aveva sperato in un semplice paio di jeans e in qualche maglione visto che ormai tutti i suoi averi, compresi gli abiti, erano stati rubati, ma purtroppo tutte le sue speranze erano andate in fumo in men che non si dica. No perché il meticoloso maggiordomo l’aveva portata a vagare nei negozi più lussuosi di Tokio e quel che l’aveva costretta a comprare  non era di certo ciò a cui lei avrebbe mai pensato. E dopo quel pomeriggio, che  avrebbe definito semplicemente tremendo, ora Sana fissava , seduta nella camera degli ospiti, sconsolata, quel che  era uscito fuori dagli acquisti:un vestito nero aderente non troppo lungo e un paio di scarpe con i tacchi a spillo rosse. Abiti orrendi soprattutto per lei che da sempre era abituata a borchie, jeans di seconda mano e scarpe comode.Ma Rei aveva insistito e d’altronde come avrebbe potuto rifiutare di adempire a quell’incarico dopo la gentilezza mostrata dallo stesso Hayama?

“Kurata!!”Sana udì improvvisamente la voce di Akito provenire aldilà della porta entro la quale era rinchiusa interrompendo così il suo attimo di panico e di riflessioni.

“H…Hayama…che c’è?”

“Niente volevo solo sapere se eri pronta. Sono le sei e un quarto e la cena è alle sette e mezzo. Quindi gradirei che ti spicciassi.”

“No..cioè..Akito non credo di farcela! Non posso venire ad una cena così lussuosa.Sono fuori luogo e questi abiti sono orripilanti..non ne hai idea!!”

“ Sciocchezze, non sarà di certo un abito elegante a deturpare la tua bruttezza”

“Se lo dici tu…-Sana rimase  in pensiero ancora qualche attimo prima di capire il reale senso dell’affermazione fatta dal ragazzo.-“  EHY MA COME TI PERMETTI!! BRUTTA SARà LA TIPA CON CUI SEI ANDATO A LETTO PRIMA!!!!HAI CAPITO??!

“ Probabile ma se non ti sbrighi  ci faremo vecchi e ti verranno le rughe e allora si che sarai una racchia!!Ti aspetto al piano di sotto!”

“no..ma perché non hai fatto nulla per opporti a tuo padre?? Eh?? Come se non mi fossi accorta del modo in cui ti tratta!!

Ma aldilà della porta non provenì alcun suono né risposta segno evidente che ormai akito si era già allontanato ,non curante, come al solito. Ma ormai c’era poco da arrabbiarsi per cui a malincuore Sana indossò l’abito . Si accorse subito che il vestito le metteva decisamente le gambe lunghe e snelle in risalto facendola sembrare  una donna a tutti gli effetti; si sciolse i codini e fece in modo che i capelli le scendessero fluenti lungo le spalle. Infine indossò le scarpe con i tacchi. Quando si guardò allo specchio stentò quasi a riconoscersi in quegli abiti da principessa, ma prima che le venisse il voltastomaco a quella vista, decise che non c’era altro tempo da perdere ed uscì dalla camere. Tuttavia  mentre si avviava a bussare verso la porta di Hayama, per verificare se fosse ancora lì ,udì un suono che ridestò tutta la sua attenzione.Era il suono di una chitarra, il suono che rompeva il silenzio assordante di quell’enorme villa.

“Ma da dove proviene?” si chiese Sana ad alta voce alquanto curiosa. Di certo in quella casa di ricchi egocentrici era poco probabile che qualcuno suonasse o quanto meno avesse una passione per la musica. Tuttavia cercò di non darvi troppo peso e bussò alla porta di Hayama  ma dall’interno della camera non provenì altro che un silenzio tombale. Probabilmente Akito era già  sceso  ad aspettarla al piano di sotto. Si avviò così al pianterreno dove però scoprì che non vi era Hayama,  ma Rei.

“Signorina Kurata!!Finalmente è pronta! Dov’era finita?”

“ bhe io..ho bussato alla camera di Hayama ma nessuno mi ha aperto ..”

“Ah si il signorino mi ha chiesto di farle compagnia mentre lui è impegnato altrove. Arriverà il prima possibile.”

“Oh ok..mmm Senta Rei..ma è possibile che in questa casa ci sia qualcuno che suoni??”

D’improvviso Rei alla domanda della ragazza sembrò sbiancare e cominciò a muoversi e a parlare in modo frenetico quasi fosse innervosito da qualcosa.

“No ma cosa dice signorina Kurata!! Qua dentro nessuno suona!!!!!non dica sciocchezze!!Certo che lei è proprio fissata con la musica!!Sicuramente avrà sentito suonare solo perché le manca cantaree!!”

“Si probabile.- effettivamente Sana aveva una gran voglia di mettersi a cantare e anche se  gli eventi di quel giorno erano stati troppi, il pensiero del concorso incombeva ancora minacciosamente nella sua testa.Erano successe talmente tante cose non aveva ancora avuto il tempo di realizzare sul da farsi. Ma poi si rese conto di una cosa che aveva appena detto Rei e non potè fare a meno di porre una domanda- “ Eh scusami Rei ma tu come fai a sapere che io canto??”

Ma la risposta a quella domanda non arrivò mai perché i discorsi tra la ragazza e il tipo occhiali da sole vennero interrotti bruscamente dal rumore di passi . Sana si voltò giusto in tempo per vedere sopraggiungere Hayama. Il ragazzo era girato di spalle intento a parlare al cellulare , forse inconsapevole della presenza di Sana e del  maggiordomo.

“ Si ..si ho capito. Allora venerdì al Rose Club,  D’accordo ciao!

Per qualche secondo Sana rimase colpita dall’aspetto curato del giovane . Hayama indossava una camicia nera aderente e un paio di pantaloni scuri e la grazia con cui si muoveva,gesticolando al telefono, lo rendeva agli occhi di Sana stranamente attraente.

“Ma che sto dicendo!!IO NON POSSO TROVARLO ATTRAENTE!!” Queste parole sgorgarono dalle sue labbra ancora prima che lei potesse rendersi conto dell’immane imbarazzante figura che aveva appena fatto. Il commento fu udito anche da Hayama che si voltò di scatto verso il punto in cui Sana si trovava, preso alla sprovvista , forse, su quanto avesse appena sentito.

“Kurata..Rei..non vi avevo visti. Scusate ero a telefono.” Anche Akito stranamente parve ammutolirsi alla vista della ragazza e il suo viso assunse un espressione indecifrabile. Poi si ricompose  da quel momento di assoluta immobilità e ritornò ad assumere il solito atteggiamento cinico e indifferente.

“ Ch..che ti pare Hayama? Vado bene vestita così?” Gli chiese Sana prendendo coraggio.

Di tutta risposta Hayama le si avvicinò e le lanciò uno sguardo ammiccante e serio.Per qualche secondo  non proferì parola e si limitò a fissarla come se stessa passandola ai raggi X, poi esordì con un semplice:

“ Non sei un mostriciattolo!”

“Grazie…ehy….scusami ma come ti permetti!! Ma tu sei capace di fare un complimento?? Eh??mostriciattolo ci sarai tu!!”

“Ah si? Bhe prima mi è sembrato  che stessi pensando che mi trovi attraente  o sbaglio??”

“MA NON CE L’AVEVO MICA CON TE!! FIGURATI SE IO PENSO CHE TU SIA ATTRAENTE!!!”

“Come ti pare!”A quest’ ultima frase Hayama non aggiunse altro e prese Sana per un braccio trascinandola con sè verso l’esterno della villa.

.

Tra bisticci e spinte i due arrivarono finalmente in prossimità dell’auto dove alla guida ovviamente c’era Rei. Hayama non si preoccupò neppure di aprire la portiera alla ragazza ma si limitò a trascinarla all’interno dell’auto . Tutto si poteva dire comunque, tranne che l’auto della famiglia hayama fosse semplicemente un auto. Era più che altro una limousine di color nero scintillante. Difatti per quanto non fossero soli, la distanza tra i sedili posteriori e quelli anteriori era tale che era come se i due ragazzi fossero isolati. Sana si guardò intorno curiosa: era la prima volta che metteva piede su un auto così lussuosa mentre Hayama a pochi centimetri  da lei, teneva le braccia conserte e guardava fisso innanzi a sé masticando una gomma. Per una quindicina di minuti nessuno dei due parlò e Sana notò che il ragazzo evitava, per qualche strana ragione, di incrociare il suo sguardo. Ma, dopo una quantità di tempo che a lei sembrò essere infinita,  non riuscì più a sopportare quel silenzio imbarazzante e così fu la prima rompere il ghiaccio.

“ehm…” esordì schiarendosi la gola

“ cosa c’è Kurata?”fece Hayama con un tono seccato.

“ ecco…mi chiedevo…come mai questo incontro con la Sat Japan?”

“perché si. Di certo non è una perdita di tempo.”

“Si ma perché tuo padre ci tiene tanto a questo incontro? Perché proprio oggi??

“BHe perché mio padre gode nel interrompere ogni mio divertimento. Tutto qua”

“Hayama sul serio smettila di darmi  queste mezze risposte! Ho bisogno di capire a cosa sto andando incontro. Perché non mi guardi negli occhi???”

“Perché la tua faccia non mi piace Kurata!!-sbottò lui spazientito- E comunque cosa c’è che vuoi sapere? Te l’ho detto mio padre voleva farmela pagare e pensando che anche tu fossi una delle tante venuta a letto con me voleva incastrarci. Era da tempo che cercavo di sfuggire a questa cena ma oggi ci è riuscito. “

“capito..bene…quindi sono stata solo sfigata…ma perchè tuo padre ci tiene tanto a questa cena di affari? Io cosa dovrei fare?”

“ Stare zitta ovviamente e non assillarmi con chiacchiere inutili proprio come stai facendo in questo momento.”

 “MA…”

“ Uffà…!!!Dovrò convincere i signori appartenenti a questa azienda che mio padre è un buon partito a cui vendere le proprie quote azionarie . I signori in questione vogliono vendere la loro compagnia e mio padre sta facendo di tutto per convincerli che sia lui il miglior acquirente. “

“Capisco..ma  ecco…se tu non riuscissi a far accettare loro la proposta di tuo padre cosa accadrebbe??”

Questa domanda sgorgo rapida dalle labbra di Sana ancora prima che lei si potesse rendere conto dell’errore che aveva appena fatto. Errore madornale perché era  palese che  tra Hayama e suo padre non scorresse buon sangue e se lui avesse fallito anche questa piccola opportunità di potersi riscattare, era destinato inevitabilmente a non essere  ben accettato dalla sua famiglia. Sana trattenne il respiro e si aspettò uno sguardo gelido da parte del ragazzo, uno dei tanti a cui era abituata ormai ,ma non fu così. Hayama cominciò  a giocherellare con i lembi della propria camicia tenendo lo sguardo basso verso la moquette della limousine.

“Allora immagino che la situazione non potrà che essere peggiore di questa.” Akito borbottò queste parole in sussurro sommesso credendo ,forse, che Sana non l’avrebbe udito ma la ragazza, invece,aveva sentito benissimo quelle parole . Finalmente l’atteggiamento indifferente di Akito le apparve molto più chiaro. Era l’indifferenza di chi voleva nascondere dietro il proprio aspetto rude il dolore che lo attanagliava da lungo tempo ormai. Era l’indifferenza , la finta indifferenza ,di chi in realtà desiderava essere amato e viveva nella costante paura di non essere accettato. Sana stava per dirgli che conosceva la situazione, ma non fece in tempo poiché  l’attimo dopo Rei accostò l’auto e fece scendere i ragazzi. Erano arrivati a destinazione.

“Bene..signorino Hayama mi chiami a cena conclusa.Signorina Kurata mi raccomando!!!”

 Dicendo questo ultime parole lo strambo maggiordomo di Akito le lanciò un occhiata maliziosa , che lei non riuscì a decifrare , per poi sparire a gran velocità lungo la strada e lasciando finalmente i due ragazzi da soli.

“Bene ci siamo..Kurata…fai quello che ti dico.!!”

“Eh che Intendi?”

Ma Akito non le rispose, le afferrò la mano e la strinse tra le sue. Quando le dita fredde di lui sfiorarono le sue, Sana non potè fare a meno di non sussultare. Era la prima volta che gli stringeva la mano . Ma non ebbe il tempo di pensare troppo a quell’evento  poiché  lei e Hayama si ritrovano in men che non si dica all’interno del locale presso il quale doveva svolgersi la cena di lavoro. Era un ristorante di lusso, dall’arredamento tipicamente occidentale con pareti in legno e grandi finestre dalle tendine rosse.. I camerieri erano tutti in ghingheri vistiti con uniformi  bianche d’alta classe; Dal modo in cui riconobbero Akito nell’istante in cui mise piede nel locale e gli si pararono dinanzi per servirlo e riverirlo, Sana capì che quella non doveva di certo essere la prima volta in cui Hayama  metteva piede in quel luogo. Una cameriera  li accompagnò verso un enorme tavolino  in legno troppo grande per una cena per sole poche persone.

“Ha-Hayama io credo ci sia un errore…questo tavolo non può essere nostro..è troppo grande..”

Ma Hayama le lanciò un sorrisetto malizioso e le spostò la sedia per farla sedere.

“ah Kurata..come ci sembra che sei di basso borgo…non lo sapevi che è dovere per i capi aziendali cenare a dei tavoli molto enormi? Più grandi sono le tavole più si da il segno di un enorme affare che sta per cominciare!”

“Ah…” Prima che potesse aggiungere altro  però delle voci richiamarono l’attenzione dei due ragazzi.

“Signorino Hayama???”

Sana e Akito si voltarono  all’unisono  e si ritrovarono faccia a faccia con due signori, un uomo e una donna, dall’aria distinta.  Nello stesso istante in cui lo sguardo di Akito incontrò quello dei nuovi arrivati, a Sana parve che la stretta di mano(si perché anche se si erano seduti il giovane la teneva ancora per mano) da parte del ragazzo si facesse per qualche istante più forte. Ma forse fu solo un impressione.

”Signori Matsui !! che piacere incontrarvi. !!Vi presento la mia ragazza, Sana…Sana loro sono il signore e la signora Matsui attualmente al capo della compagnia Sat Japan.”

“Oh! Questa si che è una piacevole sorpresa!! Proprio non ci aspettavamo di incontrare il giovane rampollo della famiglia Hayama  assieme a questa …-La signora Matsui, che aveva decisamente un accento strano, dicendo queste parole scrutò Sana con attenzione come se stesse  cercando le parole adatta per definirla-..questa giovane ragazza.-  concluse e le  tese la mano . Sana così potè finalmente osservarla più attentamente. Era una donnina sui 40 anni , piccolina e dai capelli e occhi castano scuro. Aveva un viso simpatico, ma dal tono con cui le si rivolse Sana capì che doveva essere un tantino snob. Cosa che non si poteva di certo dire invece del marito, il signor Matsui, che invece si lasciò andare ad un timido sorriso e strinse la mano dei due ragazzi cordialmente.

“Qualche problema  signora Matsui?”

“Nono…. Nessun problema!!”

Sana non potè fare a meno di notare il tono infastidito con il quale Akito si era rivolto alla donna ma lo attribuì ad un semplice nervosismo da parte del giovane.Finiti i convenevoli si accomodarono a tavola. Solo allora si rese conto che, nei minuti in cui era stata occupata nelle presentazioni,  la tavola era stata imbandita abbondantemente, e su di essa vi erano state già depositate le prime portate pronte per essere assaporate. Alla vista di quel bendidio lo stomaco di Sana si lasciò sfuggire un brontolio che fu udito , per sua somma sfortuna, anche dagli altri presenti che la fissarono in modo stranamente scioccato. Lo stesso Hayama  le lanciò un occhiataccia come per farle notare che quel gesto non voluto fosse comunque considerato un segno di maleducazione.

 “ Vedo che è affamata signorina –La signora Matsui non potè fare a meno di commentare . A quanto pareva la serata era cominciata già con il piede sbagliato.

“Ehm..si oggi ho avuto una giornata molto impegnativa, vi prego di scusarmi se il mio stomaco non è riuscito a tacere di fronte a questo banchetto!”

“Bene allora accomodiamoci!”

Prontamente 4 camerieri si mossero verso di loro e in men che non si dica  porsero ad  ognuno  delle enormi tovagliette. Cominciarono così a mangiare  e per la prima parte della serata la conversazione  fu per lo più su cose di poca importanza.

“Allora.. caro Hayama come procedono  gli studi?-   chiese la signora Matsui mentre  con una mano inzuppava un crostino in una salsina dalla consistenza indecifrabile.

“Me la cavo. Ho una media alta.-

“Bene bene…sono molto contenta.  E invece tu Sana? Anche tu frequenti la Hikkokun?Cosa fa la tua famiglia?”

“Si anche io frequento lo stesso istituto..ecco mia madre fa la scrittrice…”

“Oh la scrittrice..che cosa curiosa..immagino che con guadagni molto allora..”

“bhe ecco…”

“Per frequentare Hayama devi per forza avere qualche pregio…-riprese a dire la donna senza neppure aspettare una risposta da parte della ragazza-Anche se da come porti i tacchi non si direbbe che tu sia molto abituata…a queste cose.. Forse il signorino Hayama farebbe bene a scegliere con maggior cure le sue compagnie.”

 Dicendo questa frase, La signora Matsui socchiuse le labbra in un’ espressione quasi compiaciuta dalla sua stessa affermazione e Sana non potè fare a meno di provare umiliazione ,ma soprattutto rabbia per il modo in cui “quella vecchiaccia” avesse appena accennato all’incapacità di Hayama  di scegliere con cura le proprie compagnie.Proprio non riusciva a capire perché quella donna fosse tanto interessata al suo rapporto con Akito. Stava così per aprir bocca per replicare ma Hayama non le permise di proferir parola e le pestò  un piede.

“Certo che no…io so scegliere le mie compagnie signora Matsui.”

Hayama si avvicinò a Sana   in modo tale da stampargli un bacio sensuale sulla guancia  come se per lui fosse la cosa più normale del mondo. Il tocco delle labbra di Akito sulla pelle del suo viso  le sembrò quasi bruciarle e Sana avvampò, imbarazzata per quel gesto che avrebbe dovuto essere normale per due fidanzati, ma non per loro due che si conoscevano appena. Ma dietro l’intento di quel bacio così apparentemente casto in realtà si nascondeva un altro interesse. Difatti Akito avvicinò la propria bocca verso l’orecchio di Sana e le sussurrò velocemente con tono sensuale ma minaccioso:

“Non rispondere..se rispondi e peggio e se lo fai dovrò chiuderti le labbra con un bacio”.

Uno strano brivido le corse lungo la schiena e prima che  la situazione le sfuggisse di mano Sana decise che non poteva assolutamente permettere che la cena di lavoro andasse male solo per colpa sua. Così decise di stare al gioco e si rivolse al signor Matsui.

“Sa signor Matsui Hayama è un tipo davvero brillante!!!Mi ha mostrato molte cose interessanti..anzi sarei curiosa …di cosa si occupa la vostra azienda?”

“La Sat Japan   è situata ad Osaka- al sentire nominare la città Sana comprese lo strano accento della signora- si occupa della costruzione di impianti di petrolio  in tutto il mondo. Vorremmo costruire anche impianti di energia solare ma per fare ciò abbiamo bisogno di qualcuno che si occupi per un po’ della nostra azienda e sia in grado di gestirla con profitto. Per questo cerchiamo partners anche ricchi e capaci nel campo”.

“ Capisco..bhe  immagino che questo andrebbe a vantaggio anche dell’azienda di Hayama vero?”

Il signor Matsui annuì sommessamente per dar conferma alla domanda di Sana. Ma akito invece non parve per nulla convinto della cosa e stranamente Sana notò che il ragazzo aveva perso l’espressione  tranquilla di poco prima per sostituirla con uno sguardo attento e scrutatore.

“Ma come andrebbero divise le quote azionarie?”

Akito pose questa domanda ai due coniugi e in breve la conversazione si spostò completamente sugli affari  e su cose che a Sana erano del tutto incomprensibili. Era strano vedere Akito nelle vesti di uomo d’affari,  ruolo che non avrebbe mai pensato che gli si addicesse. Eppure Hayama , a dispetto di quanto lei si fosse aspettata, pareva sapere bene il fatto suo e non poté fare a meno di osservarlo rapita  mentre portava avanti la conversazione. La signor Matsui, dal canto suo, appariva invece del tutto disinteressata all’affare aziendale e Sana notò che la stava fissando molto attentamente. E d’improvviso la serata si movimentò quando la donna in questione interruppe i discorsi di Hayama e del signor Matsui con l’evidente intento di rovinare l’atmosfera.

“Sai Sana…tu somigli incredibilmente a mia figlia..peccato solo che tu sia solo una brutta copia…- disse la donna ad alta voce   portando così l’attenzione di tutti i presenti alla tavola su di sé-  difatti mi chiedo come un giovanotto come Hayama possa stare in tua compagnia…”

Sana deglutì a fatica, si lasciò sfuggire la forchetta che aveva in mano e  alzò il capo di scatto verso Akito giusto in tempo per vedere  il giovane lanciarle uno sguardo fugace. Ma fu solo un istante poiché l’attimo dopo il volto di Hayama si accese in un espressione contrita e di sfida e guardò , con i suoi occhi di ghiaccio, la signora Matsui. Era chiaro che lo aveva infastidito il modo in cui la donna si era rivolta alla sua “ finta fidanzata”.

 “Chiedo scusa…non vedo come il mio rapporto con Sana possa influenzare il rapporto tra la mia azienda a quella vostra. Chi frequento io sono solo affar miei!”

“ Come sei ingenuo– replicò la donna con una risatina glaciale quasi quanto lo sguardo infervorato di Hayama -In questo mondo si è soprattutto giudicati per chi si scegli e un giorno tu sei destinato a diventare  l’erede della ricchezza di tuo padre…e se continuerai a frequentare figlie di scrittrici dubito che godrai del rispetto della gente.”

“COME prego???

“No Hayama…” Sana cercò disperatamente di calmare la situazione e afferrò una mano del ragazzo come per ricordargli quanto lui stesso gli aveva detto poco prima: cioè di non  perdere le staffe. Ma fu del tutto inutile. Akito non le diede ascolto.

“ Ma come si permette??? Tra l’altro questo vostro accordo mi sembra una bufala!!! Volete un partner ricco solo per accentrare maggiormente le vostre quote azionarie! Sarò pure un bambinetto ma non sono stupido come credete!! Lei…- e dicendo questo Sana vide Akito ispirare profondamente  e lancirare uno sguardo di indignazione alla signora Matsui-  è proprio una racchia!!!!”

“Hayama..no lascia perdere…non ne vale la pena è colpa mia…” Troppo tardi, quella parola scatenò l’ira dei due coniugi .

“ Sapevo che tuo padre era alquanto sprovveduto ma….”

“MIO padre non è uno sprovveduto!!”

“Ma lasciar presenziare un simile maleducato con una simile compagnia non me lo sarei aspettata….Ma non mi stupisco..del resto tutti sanno che tu sei la vergogna di tuo padre!”

Sana si lasciò sfuggire un gemito di disapprovazione. A quelle parole sentì le dita di Hayama avvinghiarsi ancora più saldamente di prima alle sue per poi rallentare la stretta con il passare degli istanti.Nell’angolo di quel lussurioso ristorante cadde un silenzio tombale . Sana sapeva benissimo che quelle ultime parole erano state come un coltellata al petto per Akito. Rabbia mista ad indignazione cominciarono a pulsarle in ogni minuscola vena del corpo. Per quella giornata aveva visto troppo cose ingiuste rivolte contro un'unica persona . Tutta la calma che aveva cercato di mantenere  fino a quel momento, scemò di fronte a quelle parole tanto cattive dette da un subdola donna che in fondo di Hayama non sapeva proprio nulla. Ma le parole, l’urlo che voleva gettare, le si fermarono in gola quando vide il ragazzo rabbuiarsi come se si fosse improvvisamente spento. E Akito le lasciò la mano, che aveva tenuto stretta fino a quel momento.

“Hayama…non l’ascoltare…non ascoltare cosa sta dicendo questa donna!”

E Akito  le rivolse lo sguardo più doloroso che lei gli avesse mai visto impresso sul volto fino a quel momento.

“Lascia perdere…ha ragione lei…Andiamocene!”

E Akito depose il conto sul tavolo mentre lei continuava a fissare , indecisa sul da farsi, i signori Matsui e in particolare la signora Matsui che aveva una aria alquanto soddisfatta.

“Si vergogni di lei stessa!!”le disse  con tutta la rabbia che aveva in corpo

“Tranquilla mia cara. Presto arriverà la resa dei conti anche per te!”

“Non ho paura di lei!”

Dicendo queste parole Sana girò sui tacchi richiamando ancora una volta l’attenzione di Hayama. Ma Akito sparì verso l’uscita , facendosi strada tra le tenebre della notte, e non alzò  mai lo sguardo da terra , neppure per un secondo. E se ne andò via , con l’orgoglio ormai distrutto e la consapevolezza di aver fallito ancora una volta.  Proprio come un cane bastonato.

 

Angolo Autrice

Salveee genteee!! Come va? bene bene, come al solito sono in ritardo mostruoso con la pubblicazione di questo capitolo ma finalmente sono riuscita ad aggiornare la storia!! Scusatemi se sto diventando lenta nell'aggiornamento ma ultimamente ho un pò di problemi e anche trovare la giusta ispirazione per quanto scrivo sta diventando difficile!! Tra l'altro questo capitolo è stato un vero è proprio parto! sono settimane che ci lavoro ma la parte della cena  è quella che mi è risultata più difficile da scrivere: ero indecisa su come farla finire male e alla fine ho optato per la scelta dei signori Matsui..Immagino che non vi aspettavate unacosa simile!! A dire il vero nemmeno io..volevo inserire Fuka fin dall'inizio ma ancora non sapevo come introdurla nell'ambiente fino a che non mi è venuta questa idea!!!Non so coem sia venuto, a mio parere penso che forse avrei potuto fare di meglio ma confesso che ho trovato un pò di difficoltà nel rendere Akito attraente,interessante e "bastardo" allo stesso tempo e sopratutto spero che non vi abbia annoiato tutto il dialogo della cena!! CHe dire: grazie ancora a chi mi ha recesito e ha inserito la storia tre le seguite , le preferite e le ricordate . Purtroppo non so se riusicrò ad aggiornare nel tempo prestabilito cioè massimo due settimane ma spero di farcela seriamente!!! Commetate mi raccomando che sono curiosa si sapere cosa ne pensate!!

Ps Scusate se nella lettura troverete qualche imperfezione ma sono le undici e mezzo di sera e ho la testa tra le nuvole!!XD

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Capitolo 8
*** Scusate ***


Salve ragazzi, scusatemi se sono spartia dalla circolazione e non ho più aggiornato la storia me è un periodo un pò burrascoso e si avvicinano gli esami universtari quindi non riesco mai a trovare il tempo e sopratutto l'ispiraizone giusta. vi sto scrivendo questo messaggio solo per dirvi che non so quando riusicrò ad aggionrare..cmq sicuramente la continuerà la storia solo che tanto può essere la settimana prossima quanto di più..scusatemi spero di non avervi deluso  e che continuerete cmq a seguirmi quando pubblicherò il nuovo capito ç___ç  Spero di riuscire ad aggiornarloal pià presto cmq!

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Capitolo 9
*** Salve!! ***


Salve gente! come va? scusatemi se non ho piàè aggiornato la mia storia ma del resto vi avevo anche lasciato l'avviso...perdonatemi...:( Tuttavia sono qui per scrivervi che la storia la interrompo  per un mesetto circa o frose di meno poichè sono sotto periodi di esame all'università e non ho proprio tempo per mettermi a scrivere. Ad ogni modo non temete, non abbandonerò la fan fiction ma appena ho finito gli esamiscriverò altri capitoli ..quindi spero che possiate essere pazienti  e che mi attenderete ancora per un altro pò!!^_^ Grazie a tutti ancora per i vostri commenti e per la vostra pazienza!!

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Capitolo 10
*** scusatemi >__ ***


Salve a tutti....  lo so lo so... sono totalmente sparita nel nulla e sono davvero mortificata .-.  molti  di coloro che stavano questa fan fiction saranno rimasti delusi  da me dato ke vi avevo promesso il seguito di questa storia almeno 4 mesi fa e non ho alcuna scusa per questa mia assenza. Purtroppo prima ho avuto problemi di tempo a causa dell'università, poi familiare. e infine come se non bastasse credo di aver perso un pò di ispirazione !  =( sono tipo due mesi infatti che non riesco a scrivere nulla nonostante le idee le abbia ma ahimè purtroppo ho vissuto un periodo stressante. BHe ovvaiemente arrivati fin qui vi sarete già scocciata di leggere questo mio blaterare ...tutto ciò per dirmi che purtroppo non so quando tornerò a lavorare su questa fan fiction.. ho sempr eintenzione di proseguirla ma al momento sono proprio priva di spirito creativo,  op megli onon riesco  più a rientrare nel pieno di questa storia su cui stavo lavorando . Per cui penso che avrò bisongo di ancora un pò di tempo  per cercare di raccogliere le idee e rimettermi all'opera. Mi scuso immensamente ancora una volta con coloro che mi stanno seguendo che mi hanno lasciato commenti e soprautto per coloro che hanno inserito la mia storia tra le preferite  >__< Cercherò di tornerà quanto prima possibile perciò non vi dimenticate di questa fiction!! a prestissimo !!

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