Narnia

di Muffins
(/viewuser.php?uid=79611)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1° -tumnus, i castori e i lupi..si comincia bene.. ***
Capitolo 3: *** capitolo 2° -il viaggio con i castori e l'avvento della battaglia ***
Capitolo 4: *** capitolo 3° battaglia finita si torna a casa ***
Capitolo 5: *** capitolo 4° è difficile ritornare alla normalità ***
Capitolo 6: *** capitolo 5° il viaggio in treno ***
Capitolo 7: *** capitolo 6°sogni e misteri ***
Capitolo 8: *** capitolo 7° il sogno ***
Capitolo 9: *** capitolo 8° il ritorno a Narnia ***
Capitolo 10: *** capitolo 9° L'uomo e il nano ***
Capitolo 11: *** capitolo 10° il secgreto svelato ***
Capitolo 12: *** capitolo 11° non cambierà mai ***
Capitolo 13: *** capitolo 12° che mi succede? ***
Capitolo 14: *** capitolo 13° prigioniera di un passato senza nome ***
Capitolo 15: *** capitolo 14° e chiamalo destino quel percorso naturale ***
Capitolo 16: *** capitolo 15° e vivere altre vite ***
Capitolo 17: *** capitolo 16° rottura ***
Capitolo 18: *** capitolo 17° viaggio nel passato ***
Capitolo 19: *** capitolo 18° rottura II° parte ***
Capitolo 20: *** capitolo 19° il tempo di un minuto per capire chi sei ***
Capitolo 21: *** capitolo 20° la battaglia patre I ***
Capitolo 22: *** capitolo 21° la battaglia parte II ***
Capitolo 23: *** capitolo 22° la battaglia parte III ***
Capitolo 24: *** capitolo 23° e come se le carte volessero farmi combattere ***
Capitolo 25: *** capitolo 24° Pesca la tua carta e va ***
Capitolo 26: *** capitolo 25° impossibile ***
Capitolo 27: *** capitolo 26° addio ***
Capitolo 28: *** capitolo 27° ritorno ***
Capitolo 29: *** capitolo 28° noia ***
Capitolo 30: *** capitolo 29° ma che razza di punizione!? ***
Capitolo 31: *** capitolo 30° ***
Capitolo 32: *** capitolo 31° Quante Briciole Restano Dietro Di Noi ***
Capitolo 33: *** capitolo 32° volevo dirti che .. ***
Capitolo 34: *** capitolo 33° invece no, sei incancellabile stella gemella ***
Capitolo 35: *** capitolo 34° i cristalli del passato ***
Capitolo 36: *** capitolo 35° ***
Capitolo 37: *** capitolo 36° tutto ha un senso ***
Capitolo 38: *** capitolo 37° abbiamo fallito dopo solo pochi minuti ***
Capitolo 39: *** capitolo 38° ***
Capitolo 40: *** capitolo 39° ***
Capitolo 41: *** capitolo 40° ***
Capitolo 42: *** capitolo 41° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte I ***
Capitolo 43: *** capitolo 42° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte II ***
Capitolo 44: *** capitolo 43° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo III ***
Capitolo 45: *** capitolo 44° con finale alternativo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


SALVE A TUTTI, QUESTA è LA MIA PRIMA STORIA CHE PUBBLICO SU NARNIA E SPERO CHE SIA APPREZZATA ANCHE SE NE DUBITO VISTO CHE POCHI CIRCOLANO IN QUESTA SEZIONE..cOMUQNEU CI VOGLIO PROVARE E SPERIAMO CHE PIACCIA.

LUCY, NON è LA LUCY DEL FILM MA UN ALTRA LUCY CHE SCOPRIRETE MOLTO PIU AVANTI (SE LA STORIA AVRà SUCCESSO) CHI SARà IN REALTà.

LUCY HA NOVE ANNI VIVE CON IL PROFESSORE E LA SIGNORA FIGG, LA SUA AIUTANTE BADANTE, NON HA MAI CONOSCIUTO I SUOI GENITORI MA CHE NEL PROSEGUIRE DELLA STORIA RITROVERà..NON DICO ALTRO..


LA STORIA NON OSTANTE SEGUE ABBASTANZA IL FILM, è AMBIENTATA NEI GIORNI NOSTRI E CI SARANNO UN PO DI MESCOLANZE TRA PRIMO, SECONDO E TERZO FILM..



BENE VI LASCIO ALLA STORIA BUONA LETTURA..







PROLOGO

(IO SONO LUCY )










e anche la scuola è terminata, tutti i miei compagni escono dalla classe mentre io aspetto la mia migliore amica, Grace.

insieme frequentiamo la quarta elementare, in una squallida scuola di periferia.

Grace la conosco da una vita ormai, abbiamo frequentato anche l'asilo insieme e in piu abita vicino casa mia.


-dai muoviti- Grace è l'ultima a uscire dalla classe e per questo ci tocca tutte le volte correre nei corridoi sentendo Willy, il custode che ci urla dietro promettendoci che l'indomani ci avrebbe messo in castigo


-corri Grace, un altro ritardo a pranzo e mi riportano dai preti- ma anche questa volta abbiamo perso il pulmino

-adesso ci toccherà camminare- mi dice Grace un po rossa in viso per la corsa, faccio spallucce e insieme ci mettiamo a camminare verso casa.

Grace è una persona fantastica, i suoi sono ricchissimi ma non è il tipo di gente che te lo fa pesare e quasi tutti i giorni sono a pranzo da lei -senti, per farmi perdonare. perchè non vieni a pranzo da me?- mi domanda davanti casa sua.

guardo per un momento quella che devo considerare casa mia, sospiro e scuoto il capo dicendo di no -oggi no Grace, la figg si potrebbe arrabbiare- detto questo la saluto e mi avvio verso la mia galera.


io comunque mi chiamo Lucy, ho nove anni e vivo con un vecchio e la sua badante, il vecchietto per quanto lo veda al giorno è un tipo simpatico mentre lei, lei non la sopporto.

quando arrivai in quella casa, avevo quattro anni , il primo ricordo che ho di lei: è lei sulle scale che mi dice -non si corre, non si urla e non si tocca niente- come primo giorno non fu dei migliori, mi stiparono in una stanza, certo grande in confronto a quella che avevo in orfanotrofio ma di certo non ci si poteva vivere per sempre, nella mente continuavo a dirmi guardando fuori, almeno c'è il giardino, posso giocare domani, per tutta la settimana piovve a dirotto.


poi decisero di mettermi in un altra struttura che però non era un orfanotrofio ma bensi un asilo, li conobbi Grace e da quel giorno siamo inseparabili.


bene penso di avervi detto tutto su di me, non vi ho detto dei miei genitori perchè non li ho, non li ho mai conosciuti e quindi non mi fa niente parlarne.

mentre sono persa nei miei pensieri arrivo alla grande villa, è una villa molto grande, ma in molte stanze, anzi la maggiore parte di esse non mi è permesso entrare.

apro la porta, sul battente c'è un leone, è una figura che ricorre spesso in questa casa su ogni pomello in realtà


-sei arrivata, presto la cena si fredda- la signora figg, la badante del vecchio è una donna insopportabile, ha lunghi capelli grigi, una voce gracchiante e gli occhiali sul naso adunco come la befana, e in piu in cinque anni anni che sono qui non ha mai detto una parola gentile nei miei confronti.

sai che me ne importa, non ho mai cercato affetto verso chi non lo offre, l'unica persona in tutta la mia vita con chi mi sono aperta è Grace, lei sa tutto di me, cose che neanche il vecchio e la signora Figg sanno.


-vuoi muoverti?- la sua orrenda voce mi desta dai miei pensieri e mentre percorro il lungo corridoio la sento borbottare in una lingua strana, sembra latino, qualche volta il vecchio che io chiamo vecchio ma in realta è solo un professore con la barba lunga e nemmeno poi così vecchio, mi tiene con se nel suo studio e spesso mi parla di un mondo magico chiamato Narnia.

arrivata in cucina mangio e poi mi reco dal, professore, devo imparare a chiamarlo così perché anche oggi ha chiesto se lo aiuto a mettere a posto dei libri.

davanti alla porta della sua stanza c'è una statuina con un leone e una targhetta incisa, non ci ho mai fatto caso fino ad ora e dopo aver bussato leggo cosa c'è scritto sopra - Aslan, il grande salvatore di Nania - ma quello c'è proprio fissato è con Narnia penso mentre entro.


-eccomi signore, cosa devo fare?- gli domando entrando -oh salve Lucy, mi daresti una mano a sistemare i libri mentre io ti racconto un po di Narnia?- ok devo ammetterlo il professore mi piace, è simpatico ma con questa storia che Narnia esiste ha stufato.


-tu ci credi a Narnia?- mi domanda il professore dopo avermi passato dei libri

-no. signore non ci credo-

-siediti voglio raccontarti una storia- era solito raccontarmi storie quando ero piu piccola

-su Narnia?-

-come hai fatto a indovinare?-

-e chi lo sa- ridiamo insieme poi si cheta di colpo -tu sai chi è Aslan?- quel nome non mi suona nuovo, ah gia i leone -è un leone?- gli dico aggrottando la fronte -come fai a saperlo?- mi domanda incredulo -è..la fuori, davanti alla sua porta, c'è un leone con scritto Aslan, sopra la targa- gli dico pensando di essere in colpa -oh finalmente l'hai letta- mi dice sorridendo

-si ma cosa c'entra con Narnia?- gli domando scettica -cosa centra figlia mia? lui è il re di Narnia, e delle isole solitarie e degli oceani eh..- lo interrompo - e dei cieli no?- si possa una mano tra il naso e gli occhi -voi giovani non credete piu a niente-


improvvisamente si alza ed esce dalla stanza triste -professore non- troppo tardi, è uscito -volevo-.

la stanza è grandissima e antica e io stono tantissimo con le mie Air max bianche, i jeans e la felpa blu con Pluto stilizzato sopra.

decido di alzarmi e piano mi avvicino alla prima libreria, mi metto a scorrere con il dito tutti i libri -romeo è giulietta, otello-

da quelli piu antichi a quelli piu moderni -Necropoli, le cronache di Narnia, il bosco incanta..Narnia?- esiste un libro su narnia?

lo prendo e comincio a guardarlo -il leone, la strega e l'armadio- che vuol dire mi domando, poi improvvisamente apro la prima pagina e poi una sensazione stranissima, come quando sei su un altalena, come un risucchio.


riapro gli occhi e vedo alberi ricoperti di neve..



spero che il prologo vi piaccia e che l'inizio non sia banale..sicuramente i commenti saranno molto pochi perchè in quesra sezione non circola molta gente
fa niente..spero che piaccia almeno a qualcuno..

lasciate un commentino..e che ve ne pare della foto? l'ho modificata io?? vi piace??

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 1° -tumnus, i castori e i lupi..si comincia bene.. ***


Capitolo uno




non ci potevo credere, non ci volevo credere non ero piu nello studio del professore ma..non lo so dove ero, anzi speravo di sbagliarmi.

mi alzai scombussolata e cercai di fare mente locale e mentre cercavo di ricostruire l'accaduto sentivo dei passi dietro di me, inzialmente cercai di ignorarli ma poi divennero molto insistenti, mi girai di scatto e urlai, anche l'essere davanti a me urlò


-aha! - entrambi cademmo per lo spavento, lo guarda per bene, era diverso da me, non aveva dei piedi ma deigli zoccoli -em..scusa non volevo spaventarti- gli dissi cercando di avvicinarlo lui rimase nascosto dietro un lampione

-ei ma tu non hai..freddo?- gli dissi avvicinandomi -n..no- che buffo, sembrava una capra -scusa se non sono in discreta...ma tu che cosa sei?- si avvicinò e raccolse l'ombrellino che aveva -io, mi cara, sono un fauno..e tu chi sei?-

mi disse avvicinandosi -io sono Lucy, vengo..da Londra- mi guarda come se non sapesse cosa fosse londra

-bene, lucy, regina di Londra. è un onore fare la tua conoscenza..ma non dovresti essere qui- mi prese la mano e comincio a trascinarmi via -lo so che non dovrei essere qui, ma il libro..- ripensai al libro, purtroppo non l'avevo mai letto e non sapevo che cosa mi sarebbe successo, sicuramente il professore lo sapeva.

-devi andare via subito-

-sapessi come fauno- dissi acida -il mio nome è Tumnus. se la strega bianca ti trova è la fine- la strega bianca, e questa chi era? non ci stavo capendo piu niente ma guardatemi stavo parlando con un fauno.


-ei, frena frena- dissi bloccandolo

-chi è questa strega di qui parli?- gli domandai bloccandolo al ciglio di una stradina -da quando c è lei, ossia

cento anni, c'è sempre il gelo, la neve perenne-


disse spaventato, lo si leggeva come si guardava intorno circospetto e la cosa mi irritava -guarda che non sbuca mica da un momento all'altro- lo rimbeccai girando i tacchi e mettendomi a camminare lungo la strada innevata.


-Lucy eccola- mi girai di scatto verso Tumnus credendo fosse uno scherzo di cattivo gusto, una volta girata verso il fauno vidi tutto il suo terrore scritto negli occhi


-scappa piccola lucy- mi disse prendendomi per mano

-cosa? e tu non vieni?- ero preoccupata


-devo trattenerla. se sopravvivi , cerca Aslan- disse portandomi nel folto della boscaglia innevata

-Aslan?- ero incredula, ma allora esiste davvero? o erano tutti pazzi?


-lo conosci?- era come se d0improvviso la strega bianca non ci stesse piu cercando, era allegro e fiero che io lo "conoscessi" ma io non lo conoscevo affatto


-di vista- gli risposi

-bene, cercalo e sconfiggi la strega, liberaci dal gelo va-


mi misi a correre piu veloce che potevo, fortuna i miei vestiti erano rimasti quelli anche se morivo dal freddo se avessi avuto un vestito a quest'ora chissà dove ero.


ogni tanto mi giravo cercando di scorgere qualcosa, ma niente, magari la strega neanche mi aveva visto,

mi fermai un attimo a prendere fiato, mi appoggiai contro un albero e iniziai a respirare.

avevo il cuore a mille, sopra la mia testa, su un ramo, si posò un passero.


-psh-


questo era troppo, un passero stava facendo psh a me, lo guardai e mi indicai come a dire vuoi me?


-sei tu la figlia di eva?-


domandò il passero da sopra il ramo


-e, puo darsi, non ho mai conosciuto mia madre-

-cosa ci fai tutta sola?-


domandò il passero


-la strega bianca, ha preso. penso. il signor Tumnus, il fauno-

-o poverino-


il merlo aveva una voce gracchiante che ricordava tanto quella della signora Figg, poi un altra voce mi giunse dal basso, una voce maschile, molto piu rude e con la lisca. mi guarda attorno cercando chi mi stava parlando, poi mi senti tirare i pantaloni


-ei, sono qui giu-


abbassai lo sguardo e vidi con meraviglia che era un castoro che mi stava parlando, mi misi in ginocchio per ascoltare quello che mi stava dicendo


-non è sicuro parlare qua fuori-


accenno agli alberi, come se potessero parlare pensai ma lo segui ugualmente dove mi stava conducendo.

dopo diversi minuti di camminata arrivammo ad un lago gelato con una piccola casetta sopra.

era deliziosa, di nuovo il castoro mi fece strada fino alla casetta.


-prego entra, scaldati un po-


stavo morendo letteralmente do freddo e con meraviglia scopri che dentro c'era un bel calduccio

il castoro mi presentò sua moglie, una "signora" molto gentile.


-allora, mi ha detto Tumnus, che io devo salvare Narnia-

-si, Aslan ha gia le truppe radunate-

-ma se le ha gia radunate, a cosa gli servo io?-


rise di gusto prima di strozzarsi con il pesce che stavamo mangiando, la moglie molto teneramente gli battè dolcemente sulla schiena e poi prese la parola


-per governare cara- spalancai gli occhi, governare? io neanche sapevo farmi rispettare dai cani come potevo governare


-governare, cioè governare governare?- dissi piu volte non convinta per niente

-certo governare- disse lei convinta

-ah. no ci deve essere uno sbaglio- dissi alzandomi e battendo la testa -io non posso governare- presi la mia roba, ossia l'ipod che avevo scoperto essere nella tasca dei jeans e usci infischiandomene del freddo.

l castoro mi seguì -no, non è saggio uscire di notte, Maugrim- non l'ascoltai e lui torno dentro, pochi minuti piu tardi sentì ululare e poi delle macchie nere correre verso di me, capì di chi si trattava.


corsi indietro tornando alla casa dei castori, appena arrivai spalancai la porta e mi fiondai dentro facendo spaventare i due castori -hai cambiato idea?- mi disse il castoro


-no, loro mel 'hanno fatta cambiare- la casetta comincio a tremare, i lupi erano arrivati e stavano sfondando la casa, la signora castoro stava prendendo la marmellata, i biscotti e altro cibo, mi venne spontaneo domandargli a cosa ci sarebbero serviti


-quando saremo affamati serviranno, cara- scendemmo nella galleria che aveva scavato lui insieme a tasso

sbucammo proprio davanti casa sua


-ahah- caddi a terra per lo spavento trascinandomi dietro anche i due castori, caddi perchè a pochi metri da me c'era una statua, di un tasso.

appena il castoro la vide comincio a piangere -ci conoscevamo da una vita- disse affranto, la moglie corse a consolarlo.

sentimmo i lupi a pochi metri da noi nella galleria e quindi ci rimettemmo a correre.




Grazie a

alicecullen19



Che ha recensito la storia per prima ^^

ha chi l'ha messa nei preferiti, seguita o semplicemente i lettori silenziosi graziee

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 2° -il viaggio con i castori e l'avvento della battaglia ***


Capitolo due






camminavamo sul ghiaccio gia da alcune ore

-l'accampamento di Aslan è la, oltre il lago gelato- disse il castoro, camminavamo quando dietro di noi avvistammo la strega abbordo della sua slitta, cominciammo a correre ancora piu forte fino a quando non raggiungemmo la foresta e ci nascondemmo in un buco.


Rimanemmo li per non so quanto, sentivamo dei passi, e vedevamo delle ombre, io ero terrorizzata e il signor castoro usci per andare a controllare e poi torno dicendoci che avevamo visite.

uscimmo e davanti a noi, c'era babbo natale con la sua slitta -non avevate detto che non c'era il natale a Narnia- dissi .


Babbo natale mi consegnò tre oggetti, una boccetta, un arco un corno e una spada -usali bene e non ti deluderanno mai-

annui e lo ringraziai -devo andare, l'inverno sta finendo e gli impegni accumulati in cento anni sono tanti-

sorrisi spostandomi di qualche centimetro, carico il sacco sulla slitta e ci agurò buona fortuna e buon natale prima di ripartire sulla slitta -buon natale- gli dissi.


Riprendemmo il cammino e arrivammo ad una cascata gelata -menomale era gelato- dissi io sarcastica l'inverno stava finendo davvero, il castoro si offri di nuovo di aiutarmi andando per primo a tastare il ghiaccio, io e la signora ci limitammo a seguirlo quando il branco di lupi ci circondò e uno prese il signor Castoro, sguainai la spada ma non sapevo neanche come usarla

-andiamo cosa vuoi fare ragazzina- mi disse il lupo avvicinandosi, gli puntai la spada contro ma non riuscivo a fare un passo -tanto lo so che non ce la fai, questa non è la tua guerra- diceva avvicinandosi a me, aveva ragione, questa non era la mia guerra, io non ci entravo niente in quella storia, ma adesso che ero la e tutti speravano in me non potevo deluderli.


-allora cosa hai deciso? io non aspetterò oltre- un rumore come di ghiaccio che si rompe ci vece guardare sopra le nostre teste, la cascata stava per crollare e ucciderci tutti

-e neanche il fiume aspetterà- improvvisamente il ghiaccio sopra di noi cominciò a sciogliersi e a venire giu, cosa avrei fatto?, come mi sarei levata dai guai? poi una voce mi risuonò nella mente, una voce che non avevo mai sentito ma risultò così familiare -usa la spada- continuava a ripetere e come poi il lampo di genio, con tutta la forza che avevo conficcai la spada nella lastra di ghiaccio mentre la cascata, ormai scongelata, cadde sopra di noi trascinando tutto ciò che incontrava nella sua corsa.


Mi aggrappai meglio che potevo alla spada cercando di non annegare, l'acqua era gelata e se non sarei uscita di li subito sarei morta.

Quando arrivammo a valle ero congelata, mi alzai dalla lastra , recuperai la spada e cercai i due castori -state bene, vostra maestà?- mi domandò la signora Castoro -congelata, ma tutto ok- dissi battendo i denti -oh non preoccuparti, fa gia piu caldo- era vero, non sentivo piu quel freddo come c'era prima ma avevo quasi caldo tanto che mi tolsi la felpa e rimasi a maniche corte.


poco piu tardi arrivammo all'accampamento, delle tende arancioni si scorgevano da lontano e man mano che ci avvicinavamo essere sempre piu strani prendevano forma, centauri, arieti e fauni con armature e poi animali.

si riunirono tutti guardandoci arrivare, mi sentivo diversa in mezza a tutti quei cosi, abbassai lo sguardo.

Un centauro si mise davanti a me, aveva lo sguardo minaccioso, lo guardai dritto negli occhi e poco dopo si inhinò - mia maestà - mi inchinai anche io, non sapevo cosa fare.


-io sono Orelius-

-io sono- la voce che avevo sentito prima sul fiume parlò, era alle spalle di Orelius

-Lucy- Orelius si fece da parte e tutti si inchinarono, dietro di Orelius apparve la figura di un grosso Leone con la criniera folta e morbida, era maestoso.


Mi inchinai a lui come tutti.

io non sono mai stata brava con le parole e andai dritta al sodo -Aslan?- domandai titubante -si piccola Lucy- rispose avvicinandosi e sedendosi davanti a me. anche seduto era piu altro di me.


-era tua la voce. sul fiume?- domandai

-si era la mia- lo ringrazia con un cenno del capo -io non sono quella che credete- dissi camminando un po per poi buttarmi a sedere su una roccia.

Sentì i passi del leone dietro di me -perchè pensi questo?- mi domandò di nuovo il leone.


-io ho – mi fermai, presi un respiro e ricominciai – ho solo nove anni. Aslan se non ci riesce il tuo esercito a sconfiggere la strega bianca, cosa posso fare io?- ero triste, mancavo da solo due giorni o forse tre, chissà se mi stavano cercando o non si erano neanche accorti della mia scomparsa


-tu puoi tanto, Regina Lucy- Aslan si voltò e tornò nella sua tenda.

Regina Lucy si certo.

Rimasi quasi tutto il pomeriggio seduta sopra il sasso a guardare la pianura, il verde del prato che cambiava intensità a seconda del vento che soffiava, era uno spettacolo magnifico a Londra era raro vedere un effetto del genere dovevi per forza andare in campagna o in un parco abbastanza ampio per vedere quella meraviglie.


stare a Narnia, dovevo ammetterlo mi piaceva e non mi sentivo estranea, era come se ci fossi sempre stata tutto mi era familiare, la voce di Aslan, i paesaggi tutto.

Tutto mi sembrava di averlo gia visto ma non era possibile, io ho sempre vissuto a Londra e fino a tre giorni fa neanche sapevo dell'esistenza di Narnia.

continuai a guardare il panorama e non mi accorsi che il cielo terso primaverile aveva lasciato posto al cielo rosso e poi blu scuro della notte.

Nel cielo c'erano tante stelle, tantissime, io non le avevo mai viste così tante o forse si? perché nella mente mi risuonarono delle frasi - sono tantissime padre- -prova a contarle Lucy- .


Scossi la testa per allontanare dalla mente questo ricordo che sicuramente non mi apparteneva, io non ho mai avuto un padre o una madre -una, due, tre, sono troppe padre- mi alzai di scatto spaventata da quella visione così nitida nella mia testa.

Scesi dalla rupe su cui ero salita e andai a spasso per il campo di Aslan, tutti erano ancora svegli a preparare le armi , tutti quelli che mi vedevano si inchinavano e mi sorridevano felici, passai davanti a Orelius che stava affilando la sua spada, mi fermai a guardarlo mentre lavorava la sua spada quando si accorse di me sollevò la testa e anche lui come tanti si inchinò e poi mi sorrise. Mi inchinai e gli sorrisi anche io e poi continuai il mio giro.


non sapevo neanche io cosa stessi facendo, perchè stessi girando come un ameba senza una meta, un vento freddo arrivò dalla prateria davanti a me, mi infilai il cappuccio e lasciai i capelli neri fuori liberi di svolazzare.

La strega era vicina come lo era la sua fine.

Feci un lungo sospiro e poi chiusi gli occhi. Mi girai dopo pochi minuti, guardai l'accampamento di Aslan e tutti i guerrieri che arrotavano le loro spade li passai in rassegna, nei loro occhi non c'era una minima traccia di paura, tutti si fidavano di me -maestà. siamo tutti pronti a seguirti- disse Orelius sbucato dal niente, si mise al mio fianco e con me guardò l'orizzonte diventare sempre piu chiaro.


-non posso combattere Orelius- gli dissi senza smettere di guardare l'orizzonte che si faceva sempre piu chiaro mentre

le stelle lasciavo il cielo. Sentivo lo sguardo del centauro su di me -mia maestà- gli feci cenno di tacere

-prepara gli altro- gli dissi a brucia pelo, ormai avevo deciso, era questo il mio destino combattere e morire per Narnia.

con Narnia.


una lacrima mi scese dagli occhi, non volevo combattere ma sentito che era giusto farlo, che era giusto combattere.

-andiamo Orelius, c'è una strega da combattere- Orelius sorrise e andò ad avvertire il resto mentre io guardai per l'ultima volta quel magnifico paesaggio.


-se è questo che vuoi Narnia, combatterò- mi girai e tornai verso la mia tenda, entrai tutta di fretta e non mi accorsi che Aslan era la -cosa hai deciso, principessa Lucy?- mi domandò tranquillo al contrario di me che ruffolavo nella borsa cercano la boccetta magica.


Improvvisamente smisi di cercare nella borsa ma non mi voltai - Narnia vuole che combatta- dissi continuando a dargli le spalle.


-solo se lo vuoi- rispose Aslan, capì allora cosa volevo veramente, difendere questo magnifico mondo a cui sentivo veramente di appartenere.

mi girai verso Aslan -certo che lo voglio- dissi convinata.


Un ora dopo eravamo in formazione io e Orelius eravamo davanti a tutti su una collinetta, dietro di noi il nostro esercito.

ero tesa non avevo mai brandito un spada e mai montato a cavallo -paura?- mi domandò Orelius.

-un po- gli risposi. un grifone si posò al mio fianco -arrivano altezza, in gran numero e con armi molto superiore alle nostre- ci informo il grifone con il fiatone Orelius non si lasciò intimidire -i numeri non fanno vincere le battaglie- io e il grione ci voltammo a guardarlo malissimo -no, ma scommetto che aiutano-.





I capitoli sul primo film come vi sarete accorti sono molto veloci perché la parte piu importante si svolge tra la fine de “ il principe caspian” e “il viaggio del veliero” però mi serviva anche il primo insomma è complicato da spiegare  perciò continuate a seguirmi


grazia ad alicecullen19 e Queen Miriam X Cullen per aver recensito

ringrazio anche chi ha letto ho la messa tra i preferiti o seguito

alla prossima un bacio

Ps. se vi fa proprio schifp basta dirlo, siamo persone civili e se mi dite che fa voglia di Cxxx la levo immediatamente...

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 3° battaglia finita si torna a casa ***


poco a poco l'esercitò della regina arrivò e si dispose davanti a noi, sguainai la spada e tutti fecero come me poi le truppe


nemiche avanzavano contro di noi poi con un colpo della della spada feci segno ai grifoni che


partirono lanciando sassi e massi contro i guerrieri della strega, non era un metodo molto narniano ma eravamo molto inferiori di


numero e mettere qualche tecnica un po piu avanzata aiutava e creava un ottimo


attacco a sorpresa, molti furono abbattuti ma il minotauro a capo dell'esercito ordinò di puntare al cielo e nonostante ne buttammo giu molti, molti dei nostri furono buttati giu.


l'esercito della strega riprese la sua avanzata, era il momento, il momento dell'attacco frontale , mi girai verso Orelius che era alla


mia sinistra -tu sei con me?- gli domandai ma non mi aspettavo una risposta del genere


-fino alla morte- non credevo che potesse gia essermi fedele in questo modo, lo conoscevo da un giorno e gia si sarebbe fatto


uccidere per me, presi coraggio -per narnia, e per Aslan- gridai e poi ci lanciammo al galoppo nella prateria.


infine inizio, per ogni nemico che facevamo fuori noi ne

perdevamo almeno due, mi chiedevo in tutta quella confusione


dove fosse finito Aslan,noii stavamo morendo per lui e non si faceva neanche vedere.


la guerra intanto continuava e la strega avanzava, erano troppo vicini, gli arcieri per quanto facessero non


erano di grande aiuto, decisi che era meglio ripiegare a attirarli sulle rocce -ripiegare, attiriamolo sulle rocce- tutti si tornò sui


nostri passi, tornammo indietro veloci mente mentre la strega continuava a guadagnare


terreno, mentre correvo su, verso le rocce una freccia colpì il mio cavallo, volai letteralmente e quando mi rialzai la strega era pochi


metri da me, mi rialzai e corsi via quando vidi Orelius con un rinoceronte


correre verso di me per poi superarmi e correre verso la strega


-no, fermi- gli gridai ma mi ignorarono il rinoceronte scaravento via tutti aprendo la strada ad Orelius che anche se ferito da un


minotauro cerco di uccidere la strega che però lo pietrificò


appena lo vidi tramutarsi in pietra e poi scomparire mi senti troppo in colpa e una strana rabbia mi pervase,


anche i grifoni vennero pietrificati e fu allora che decisi, raccattai


la mia spada e mi avventai sulla strega, misi fuori combattimento alcuni del suo esercito e mi ritrovai a scontrarmi con lei, un paio


di colpi e di nuovo fui a terra, capì che per vincere non solo serviva la forza ma anche il cervello.


Osservai il suo bastone barra spada e capì che la punta del bastone era quella che trasformava tutto in pietra, mi rialzai e con


un colpo netto spezzai il bastone a metà, così sarebbe stata meno potente.


Appena rotto il bastone lei si fermò di colpo e si mise a guardare ciò che ne restava, sembrava sconvolta continuava a ripete -il


mio bastone, il mio bastone stupida mocciosa- ma prima che potesse scagliarsi su di me Aslan fece il suo ingresso con altre truppe che poco a poco sconfissero le truppe della regina


anche la regina fu sconfitta da Aslan che dovo averla uccisa si rivolse a me -hai fatto un ottimo lavoro, piccola Lucy- non ne ero molto convinta, avevamo perso un mucchio di persone. Mi guardai indietro e vidi che nonostante la strega fosse stata sconfitta i pietrificati non erano tornati normali.


Mi guardai attorno senza trovare una soluzione -Aslan, cosa facciamo- mi avvicinai ad Orelius poi mi voltai di nuovo verso Aslan -non possiamo lasciarli così- dissi riferendomi alla miriade di statue che ci circondavano.


-no, non le lasceremo così- soffiò sul viso di Orelius e poco a poco tornò normale.


Poi mi venne tornò alla mente la boccetta che mi donò babbo natale, corsi nella mia tenda, la cercai e una volta presa tornai da Aslan, una goccia per ognuno e tutti tornarono a stare bene.


La sera sopraggiunse ma ancora non riuscire a dormire,seduta sul solito sasso guardavo l'orizzonte, il mio compito era terminato

e sicuramente a momenti sarei tornata a casa.


-che cosa hai piccola Lucy?- mi domandò Aslan, il sole stava cominciando a sorgere -niente- mi asciugai rapida una lacrima che mi era scesa inconsapevolmente.


    -non si piange per niente – disse serio il leone decisi di confessarli ciò che stavo provando -non voglio andare via- gli dissi abbracciandolo -principessa Lucy- -Aslan, finalmente sento di appartenere a qualche posto, eccome se questa fosse sempre stata casa mia- gli dico tra le lacrime -Lucy, lascia che ti dica una cosa- mi alzai dal leone e dallo scoglio, lo seguì nella tenda -Narnia avrà sempre bisogno di te- disse sedendosi -allora non dovrei restare?- gli dissi, scosse il capo mettendosi a camminare per tenda -vedi il tempo qui scorre molto diversamente, qui sono passate quasi due settimane – quasi due settimane, non me ne ero neanche resa conto, Aslan continuò – nel tuo mondo solo due minuti- sbarrai gli occhi, solo due minuti -che vuol dire?-

gli domando sempre piu confusa -che ci rivedremo molto presto-


un vento mi circondò e tutto mi parve piu sfocato, sentivo le lacrime scendere poi non vidi piu nulla.

Quando riaprì gli occhi ero nello studio del professore, avevo le guance bagnate dalle lacrime.


Mi rialzai dal pavimento freddo e guardai fuori dalla finestra, ero veramente tornata.

Corsi in camera mia dove non so per quanto tempo piansi.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 4° è difficile ritornare alla normalità ***


eccomi qua con il secondo atto di Narnia, adesso comincia il bello e vi prometto che sarà un po piu lungo rispetto a quello precedente e per le fan come me comparirà il principe caspian ^__,^


i'm prince caspian :dice peter a cavallo del cavallo di Caspian

no you aren't, get off : risponde a peter caspian


ahahahah come sono idiota


ok torniamo seri: praticamente Lucy è rimasta sconvolta di non essere piu a Narnia e questo a sconvolto la sua vita normale ed emotiva, solo il professore sa realmente il perché. che cosa le consigliera di fare?

e riuscirà mai a tornare a Narnia? oppure no? e se ci restasse per sempre infrangendo la grande la legge di Aslan? e se il suo passato fosse legato a qualcuno che neanche immagina? e se Aslan sapesse chi è in realtà? troppi what if?? avete ragione vabé dai seguitemi e lo scopriremo..


ero tornata gia da diversi mesi, facendo un rapido conto la saranno passato solo pochi giorni ho letto il libro piu di una volta ma tutte le volte non ha mai dato cenni di "riattivarsi" e mai ho trovato niente che possa


spiegare come tornare a Narnia se non quello di attendere.

leggendo il libro ho scoperto molte cose interessanti che però non mi aiuteranno a tornare la, quella che ormai considero casa mia.


-Lucy?- Grace mi fece ridestare dai miei pensieri, velocemente asciugo una lacrima con la manica della felpa che indosso. -ei perché piangi?- mi domandò porgendomi un fazzoletto -niente Grace, è tutto a


posto- gli dissi scostandomi dalla finestra e prendendo l' ipod dal tavolo di camera sua -dove vai?- mi disse triste -devo andare a casa- le risposi fredda.


da quando sono tornata il nostro rapporto non era piu lo stesso, era cambiata.

No. lo ero io, ero maturata stando la a guidare un esercito e pure mi sentivo una bambina quando


piangevo perchè volevo tornare a Narnia.

Chissà cosa era successo, se qualcuno ha preso il mio posto, se tutti : il Signor Tumnus, i Castori e Aslan sono ancora vivi, non avevo ancora capito come scorreva il tempo la.


a scuola le lezioni non passavano ma e piu continuavo a guardare fuori piu speravo di vedere apparire Aslan, i miei quaderni erano pieni di disegni raffiguranti leoni e fauni.


i giorni passavano e la mancanza di Narnia non si affievoliva anzi aumentava, ogni secondo che passava ne sentivo sempre di piu la mancanza.


quello che si stava affievolendo invece era l'amicizia che c'era tra me e Grace a scuola non ci andavamo nemmeno piu insieme e quando la campanella suonava uscivo subito lasciando la da sola.


un giorno mentre andavo a fare delle fotocopie la mia professoressa di italiano, quella con qui avevo un rapporto migliore mi invitò nel suo studio -Lucy. vorrei parlarti un momento- disse facendomi strada nel suo ufficio -avrei lezione- le risposi ma non mi ascoltò e mi fece sedere davanti a lei.


dalla scrivania tirò fuori dei biscotti e me li offri -senti posso sapere cosa ti succede?- mi domandò? di solito gli insegnanti della mia scuola non davano mai del tu agli studenti, abbassai lo sguardo non sapendo


cosa rispondere - Lucy, ti ho fatto una domanda- mi disse imperativa -niente signorina Dolphin- le risposi

senza alzare lo sguardo -Lucy voglio farti vedere una cosa- si alzò e si avvio al suo armadietto e iniziò ad


arruffolare in cerca di qualcosa, quando lo trovò me lo mise davanti, era la mia cartellina, alzai lo sguardo per capire dove volesse andare a parare la guardai mentre mi fece cenno di aprirla.


l'apri con molta lentezza:

nella prima pagina c'era la mia scheda personale la lessi velocemente


-Lucy Kirke

stato familiare: orfano

residenza: via biduins 102


non capivo cosa c'entrasse e che senso avesse sbattermi in faccia il mio passato.

alzai lo sguardo su di lei che non aveva smesso di guardarmi un secondo -che cosa c'entra?- le domandai -gira pagina- mi disse


pagella prima elementare : media b/a


pagella seconda elementare media: A-


pagella terza elementare: B+


pagella quarta elementare: A-


pagella quinta elementare : C/ B


ero così calata nei voti, non me ne ero resa conto, da quasi tutte A passare a C


- gira ancora pagina- mi disse la girai -è la pagella del tuo primo anno alle medie e come media hai D- di, una misera sufficienza -cosa ti sta succedendo Lucy?, da due anni a questa parte sei strana, ti ho


osservato molto e ho notato che, con Grace non c'è piu quell'amicizia che c'era prima. Lucy perchè?-

scossi la testa, non potevo dirglielo, gia mi considera una pazza perchè vado male a scuola e poi se le dico che sono stata a Narnia mi farebbe rinchiudere -cosa no? Lucy, è una crisi d'abbandono tardiva?-


abbandono, era tanto che non pensavo ai miei giorni in orfanotrofio, suor Mary mi disse prima di andare con il professore che mi avevano trovata abbondata davanti alle scale della chiesa con solo un biglietto


con scritto Lucy e nient'altro.

solo questo so di me. del mio passato.


-ascolta Lucy so che soffri- mi disse la professoressa ma non la volevo piu ascoltare e sapere che lei pensava di sapere che io stessi soffrendo, era troppo mi alzi di scatto -lei non sa che sto soffrendo-


si alzò anche lei -Lucy Kirke. non alzi la voce- disse imperiosa ma io era la regina Lucy e non mi facevo comandare da nessuno, o forse sono sempre stata troppo orgogliosa -e lei non provi a capire come mi


sento perchè non lo sa- gli urlai contro, si sedette e mi sedetti anche io -Lucy sei stai soffrendo dovresti provare a parlarne con Grace, vi conoscete da una vita- mi disse addolcendo lo sguardo.


distolsi di nuovo lo sguardo dal suo viso, non volevo farmi vedere mentre cercavo di cacciare le lacrime.

-è tutto?- annui con un cenno del capo io mi alzai ed uscì dalla stanza.


raggiunsi la terrazza con il campo di bascket e iniziai a fare due tiri, non ne centravo uno, al terzo tentativo la palla mi sfuggi -ei Lu- era Grace, mi ridette la palla e cominciai a palleggiare nervosamente, mi


vergognavo di farmi vedere così -ei che fai ti vergogni- scossi il capo -ti ho visto piangere un sacco di volte Lucy- posai la palla e l'abbracciai forte.


il pomeriggio mi invitò da lei per cercare di recuperare il nostro rapporto.


una volte sotto casa sua mi chiesi se stessi facendo la cosa giusta ma lei non mi lasciò il tempo mi infilò in casa e mi portò in camera.


dopo un po che si parlava mi misi a sedere sul divanetto sotto la finestra e cominciai a guardare la pioggia cadere.

cominciai di nuovo a piangere, asciugai le lacrime con la manica della felpa ma Grace mi vide


-ti ho fatto qualcosa di male- Mi domandò Grace. Alzai lo sguardo dall' ipod ma non la guardai mai dritta negli occhi azzurri -perchè ti comporti così- sapevo a cosa si riferiva abbassai lo sguardo colpevole -ti ho


mai fatto pressioni?- mi disse avvicinandosi e alzando la voce.

scossi la testa in segno negativo -ho mai detto qualcosa che possa averti ferito?- mi domandò alzando


ancora la voce, di nuovo non le risposi, continuai a guardare il pavimento e rispondere no con la testa.


-e allora perchè mi tratti con freddezza- mi urlò lei in faccia. non lo sapevo neanche io il motivo, forse ero


talmente presa da questa storia di Narnia e come tornarci che avevo trascurato la mia vera vita.

-io non lo so- riuscì solamente a dire -è tutto questo quello che hai da dire?- mi disse acida

-scusami- presi la mia roba e uscì dalla stanza, poi dal corridoio e infine da casa sua.


mi ritrovai in strada, di notte a luci spente, corsi verso casa e appena dentro mi chiusi la porta alle spalle creando il fastidio alla signora Figg che si affacciò dalla cucina per guardarmi malissimo.


mi avvicinai a salì gli scalini mi vide e mi domandò dove stessi andando -devo parlare con il professore- fu la mia unica risposta, neanche la guardai in viso, avevo gli occhi lucidi per il pianto ma non volevo farmi


vedere piangere, sono sempre stata una che non hai mai fatto vedere ciò che prova e non mi sarei mai fatta vedere piangere da lei.


-il professore è andato in vacanza- il mondo mi crollo a dosso, il professore era in vacanza e io con avrei parlato di Narnia? e su come tornarci?, ricacciai le lacrime indietro e scesi le scale per arrivare alla cucina dove la signora Figg era rientrata -dove, dov'è andato?-gli chiesi piu volte.


-non sono affari tuoi- mi disse acida -lei mi dice dov'è subito- mi guardo con il suo sguardo da gufo arrogante e in tono di sfida mi disse - abbassa il tono. io non ti dirò niente- arrabbiata come non mai, salì le scale e raggiunsi camera mia.


dovevo trovare il professore ad ogni costo. solo con lui potevo parlare liberamente.


quella sera andai a dormire molto presto non ero stanca ma non avevo voglia di continuare a pensare a Narnia, alla lite con Grace e alla mancanza del professore.


in poco tempo mi addormentai e la mattina dopo mi sveglia presto lo capivo perchè c'era ancora la nebbia.


mi alzai e mi vesti in fretta solite scarpe, jeans e una felpa pesante. presi con me l'ipod staccandolo dalla spina, me lo misi in tasca e usci dalla stanza con le scarpe in mano.

feci attenzione a non fare il minimo rumore mentre scendevo dalle scale e una volta alla porta me le misi

e usci di casa.


faceva freddo ma camminando poi mi sarei riscaldata,, mi misi le cuffiette dell'ipod tirai sul il cappuccio della felpa e mi misi a correre, corsi per un ora quando decisi che era meglio tornare a casa.


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 5° il viaggio in treno ***


capitolo cinque






i giorni continuavano a passare tutti uguali, dopo quel giorno di due settimane fa io e Grace non ci siamo piu parlate, mi sentivo troppo in colpa, ero solo una stronza egoista che pensava solo a se stessa, i Narniani chissà come sarebbero felici di una regina cosi.


ormai non avevo nessuno con qui parlare, il professore era sempre alla sua villa ed io ero rimasta con la signora Figg.


non parlavo piu con nessuno, a ricreazione mi rifiugiavo nel campo di bascket sopra la terrazza, facevo due tiri e poi tornavo in classe.


le ore le passavo a guardare il vuoto e a leggere il libro di Narnia, l'unica cosa che mi dava un po di conforto.

una notte arrivai persino a sognare di essere tornata la, ero in una grande camera vuota e davanti a me c'era solo un armadio guardaroba coperto da un telo.


nel sogno mi avvicinavo a questo armadio fino a raggiungerlo, lentamente presi un pezzo del velo che lo copriva e lo tirai giu.

una grande quantità di polvere cadde sopra di me e starnutì ripetutamente.


spostai il velo e lo misi da parte poi girai la maniglia sopra la porta, il pomello aveva la forma di una testa di leone, sorrisi poi entrai nell'armadio,era pieno di pellicce, le scansai una ad una quando un leggero venticello primaverile


mi soffio nel viso, continuai ad andare avanti, tra le pellicce intravidi dei raggi solari, aumentai il passo e quando arrivai alla fine caddi e atterrai in un verde prato fiorito e soffice.


mi rialzai e mi guardai attorno, intorno c'erano alberi in fiore, il sole e una scogliera con un castello sulla sommità.

tutto era così familiare, mossi alcuni passi e quando mi girai e vidi una figura alta e pelosa, lo riconobbi subito

-Aslan- gridai.


mi sveglia di soprassalto nella notte, era solo un sogno -Aslan- ripetevo, -mi hai promesso che sarei tornata-.


i giorni passavano e il professore non accennava a tornare, i rapporti con Grace erano finiti e la scuola pure.

le vacanze estive cominciarono ma non avevo nulla da festeggiare.


Narnia finalmente cominciava a diventare solo un bel ricordo e la mancanza di quel posto piano piano dimunuiva.

adesso però avevo perso tutto, Narnia non me la ricordavo quasi piu e la mia migliore amica, aveva trovato un altra migliore amica.


in compenso la signora figg mi aveva trovato un compagno di giochi, vedeste che giochi stavamo tutto il giorno seduti a giocare a giochi da tavolo.


-regina in e5. scacco matto- disse tutto fiero di se, stava giocando da solo io avevo smesso di seguirlo da dopo la sua prima mossa -tu cosa fai per divertiti- gli domandai -questo- si rimise a mettere a posto i pezzi.


si alzo e prese un libro o meglio un dizionario -vediamo quanto sei colta- mi sedetti a gambe incrociate sul pavimento pronta a patirmi un altro dei suoi stupidi giochi -gastrointestinale- disse leggendo la parola prescelta

-allora Lucy?-

-che ne so!- gli risposi alzandomi e mettendomi a sedere sul divano -viene dal latino?- poi una voce che avrei


riconosciuto tra mille mi disse -principessa Lucy- mi alzai di botto dal divano spaventando dick il mio attuale compagno di giochi - Aslan- Dick mi guardò spaventato -ti sei dimenticata di Narnia?- mi domandò con voce triste il


leone nella mia mente , sentì gli occhi bruciarmi -io mi sono scordata di Narnia? Narnia si è dimenticata di me- dissi urlando e uscendo dalla stanza. il povero dick rimase la imbambolato senza sapere cosa fare o dire.


mi chiusi in camera e sbattei la porta, io non mi ero mai dimenticata di Narnia, Narnia si era dimenticata di me e una volta che stavo riuscendo a farmi una vita ecco che rispunta Aslan accusandomi ingiustamente.


mi addormentai e quando mi risvegliai era sempre notte fonda, mi avvicinai alla finestra, le stelle erano molto poche e molto meno luminose rispetto a quando le guardavo la di nuovo una specie di sogno ad occhi aperti, di un ricordo felice mi venne alla mente prepotentemente -padre quante sono le stelle?- scossi la testa e tornai a dormire.

quel ricordo sicuramente è il ricordo di un sogno.


chi sono io? chi sono io in realtà? è una domanda che mi posi piu di una volta nelle ultime notti.

una mattina a colazione però la signora figg mi mise davanti alla tazza una busta, la guardai interrogativa

-che cosa è?- le domandai -aprila- feci come mi disse e l'aprì. dentro c'era una lettera del professore.


Cara Lucy


mi spiace di averti lasciata sola per tutta questo tempo

ma ho avuto delle faccende da sbrigare.

mi piacerebbe che tu passassi le vacanze qui da me

nella busta troverai il biglietto per arrivare da me.



lessi piu volte la lettera, finalmente parlerò con qualcuno che non mi crede pazza, appena fini di mangiare presi il biglietto -è arrivato ieri- lessi la data del biglietto, era valido per oggi corsi in camera preparai la valigia pronta per partire.


-dove pensi di andare Lucy?- mi domando la signora -dal professore- le risposi

-be non ci andrai- mi disse mettendosi a girare quello stava bollendo nella pentola -perchè?- gli domandai in tono di sfida -perchè io non posso accompagnarti- mi rispose senza guardarmi -ho 11 anni penso di riuscire a prendere un treno- gli urlai contro salendo in camera mia -be sappi che non lo farai. telefono immediatamente al professore per dirle che non ci andrai- urlo dal piano terra.


-ma non è giusto- chiusi la porta di camera mia e sfeci la valigia, non aveva senso tutto questo. mi sdraiai sul letto e mi venne in mente un piano.

il biglietto lo avevo ancora io insieme alla lettere, posata la valigia presi due felpe, me le misi a dosso, presi il biglietto che mi ficcai tra i denti e l'ipod me lo infilai nelle orecchie.


ero ormai convinta a mettere in atto quel piano, il mio piano di fuga.

da sotto arrivavano le parole delle Sign.Figg che diceva che io non sarei venuta.


lentamente aprì la finestra e mi arrampicai sull'albero però un colpo di vento mi fece perdere l'equilibrio e


caddi a terra davanti alla signora Figg -o mio dio. Lucy dove pensi di andare?- raccattai il biglietto e mi misi a correre lungo la strada seguita dalla Figg che urlava o meglio mi intimava di fermarmi, passai affianco a Grace


-ciao Lu senti- le passai accanto -un altra volta Grace, non è il momento- mi misi a correre piu che potevo fino alla fermata del bus, con due felpe a dossso in piena estate chiunque suderebbe.


dopo varie fermate ormai la Figg si era arresa dal seguirmi e potevo stare tranquilla, dopo mezz'ora arrivai alla stazione mi imbarcai sul treno e aspettai con ansia il momento di arrivare.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 6°sogni e misteri ***


ero appena arrivata alla stazione e gia mi stavo pentendo di ciò che stavo facendo, sicuramente la signora Figg al mio ritorno mi avrebbe punito corporalmente o piu semplicemente mi avrebbe spedito in collegio. ormai però era troppo tardi perché una voce del megafono chiamò il mio treno.


Mi avvicinai agli scalini e montai sul treno e cercai uno scompartimento vuoto, quando lo trovai mi ci infilai chiudendomi la porta alle spalle non avevo bagagli da mettere a posto e siccome lo scompartimento era vuoto mi sedetti vicino al finestrino e con l'ipod nelle orecchie attesi la mia fermata.


il viaggio fu lungo, il treno partì alle nove fino alle tre di pomeriggio non scesi. In quel lungo lasso di tempo, quando nel vagone non c'era nessuno, mi sdraiai, camminai in su e in giu per il vagone , contai buchi della rete porta valigie ma


il viaggio sembrava non finire ma, il paesaggio anche quello non cambiava mai, alberi cespugli e man mano che si usciva dalla città o meglio dalla civiltà le stazioni peggioravano.


finalmente arrivai alla mia Coombe Halt. era un posto desolato, nessuno scese alla mia stesse fermata.

scesi dal piccolo patio che era adibito a stazione e una volta scesi gli scalini mi trovai davanti ad un bivio

-e adesso che faccio?- esclamai senza sapere da che parte andare.


mi guardai attorno, non c'era niente che potesse indicarmi la via, iniziai a dubitare di avere fatto la scielta giusta.

mi sedetti sui gradini del piccolo patio e mi misi a pensare in due ore che ero la non passò nessuna macchina quindi non potevo chiedere a nessuno la strada.


dopo esattamente due ore che ero la passò una vecchietta su di un carretto, appena la vidi mi alzai e le corsi in contro spaventandola a morte. questa cominciò ad ansimare -no. mi scusi non volevo


spaventarla- le dissi cercando di scusarmi -ci sei riuscita ragazzina- mi rispose sorridendo -che cosa volevi?- continuò -ecco io mi domandavo, se lei sa la strada per raggiungere la casa del professore, il - mi


interruppe - il professor Kirke?- annuì ma lo conoscevano proprio tutti.

-certo è da quella parte, tutto dritto, poi la vedi è una villa enorme non ti puoi sbagliare- disse sorridendomi

la ringrazia e presi la via che mi aveva indicato.


la strada era tutta sconnessa, buche sassi in che razza di posto viveva? man mano che però mi avvicinavo alla sommità della collina il paesaggio cominciò a cambiare, il marrone dei sassi lasciò spazio al verde del

praticello all'inglese che portava fino alla grande villa.


quando arrivai all'enorme portone ero però indecisa se bussare, avevo fatto una cavolata a venire fin qui e quando mi voltai per tornare indietro sentì la porta aprirsi. Rimasi ferma immobile non sapendo cosa fare

-gia vai via?- mi domandò il professore, sorrisi e poi lo andai ad abbracciare -hai turbato il delicato stato emotivo della mia governante- disse tutto allegro invitandomi ad entrare -mi scusi- gli risposi.


-oh non preoccuparti, vieni sarai affamata- mentre io mangiavo mi osservava con attenzione.


finito di mangiare mi condusse in quelli che sarebbero stati i miei alloggi, una stanza gigante, ancora piu grande di quella che avevo a Londra. mentre passavo in rassegna la stanza lui si sedette sul letto e non si


perse un mio singolo movimento.

mi affacciai alla finestra che dava sul giardino anteriore - Lucy, posso chiederti perchè sei venuta qua?- mi domandò dopo lunghi attimi di silenzi.


Ma come non lo sapeva? mi sedetti sul divanetto sotto la finestra e cominciai a spiegargli tutto quello che era successo da quando ero tornata a quel preciso istante.


tutto il pomeriggio lo passammo, o meglio io lo passai a raccontare e lui ad ascoltarmi in silenzio, solo quando ebbi finito mi porse una domanda molto strana, non c'entrava nulla con quello che si stava dicendo


da ore orma -Lucy, tu hai qualche ricordo della tua vita prima di venire a stare da me?- mi disse avvicinandosi e guardandomi negli occhi.


io non capivo cosa volesse dire, li risposi muovendo il capo in segno negativo -come sospettavo- si alzò ed uscì dalla stanza. cosa sospettava lui?.


la cosa si faceva sempre piu misteriosa e contorta, guardai fuori dalla finestra e nel vetri riflesso vidi il volto di Aslan -Aslan- ma scomparse subito.


perché non mi aveva piu richiamato? forse era arrabbiato con me o semplicemente era deluso dal mio comportamento infantile.


sospirai e andai giu ad aiutare il professore in cucina.


mentre sbucciavo le patate per la cena e il professore apparecchiava non feci a meno di pensare a quello che mi aveva domandato il professore, sul fatto che non ho ricordi di prima che venissi presa a casa con lui.

in effetti era strano, tutte le persone hanno dei ricordi della loro vita anche prima dei quatto anni mentre io non avevo il minimo ricordo se non quel flash delle stelle -professore- dissi rompendo il silenzio.


smise di apparecchiare e mi presto attenzione -dimmi Lucy- sedette - prima, in camera- cominciai -mi ha chiesto, se mi ricordassi qualcosa del mio passato - prese gli occhiali e cominciò a pulirli meticolosamente


-e allora?- continuai a sbucciare le patate mentre cercavo una frase per introdurre quello che volevo dirgli

-in effetti qualcosa mi ricordo - gli confessai, alzò lo sguardo e mi guardò perplesso.


la sue espressione cambiò rapidamente non appena gli dissi che qualcosa mi ricordavo si alzò dalla sedie e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza misurando accuratamente ogni centimetro del terreno di pietra della cucina -e che cosa ti ricordi? - mi domandò, la sua voce era cambiata improvvisamente, non era piu quella dolce e spensierata di sempre ma era roca, come se avesse improvvisamente sete, lo guardai mentre ancora camminava lungo la stanza, una goccia di sudore gli cadde su una tempia.


con voce roca e quasi spaventata mi domandò di nuovo cosa mi ricordassi.

lasciai allora il coltello e mi appoggia al camino spento, feci un lungo respiro e pensai a quell' imaggine che mi era balenata nelle mente la notte prima della battaglia.


dopo avere rimesso insieme le idee mi decisi a parlare, alzai lo sguardo sul professore che ancora marciava per la cucina, il volto era arrossato e la fronte era improvvisamente diventata tutta rugosa, sembrava tanto che si stesse spremendo le meningi in cerca di una soluzione, a cosa?


- veramente, non è proprio un ricordo - inizia a raccontare, anche io iniziai a marciare tra il camino ed il tavolo -anzi. non so nemmeno se sia un ricordo o semplicemente un sogno - cercai di essere il piu precisa possibile non era facile da spiegare, nemmeno io avevo capito che cosa fosse, era come quando ti ricordi una frase di un film che ti torna alla mente, dopo tanto tempo che non lo vedi ma che in te sai di ricordarti.


- in questo chiamiamolo ricordo tu che fai?- la sua voce era poco piu di un sussurro come se avesse paura di pronunciare quelle parole -io- come avrei spiegato qualcosa che nemmeno io mi ero spiegata, a cui nemmeno io credevo -non vedo niente - non era come un immagine di un film c'era solo il sonoro, due voci quella di una bambina e quella di un uomo, sicuramente suo padre - sento solo due voci - il professore ogni parola che gli raccontavo era sempre piu scioccato -quella di una bambina e di un uomo - dissi infine.


il professore si fermò improvvisamente e si mise a guardare fuori dalla finestra si portò una mano alla bocca e molto debolmente sussurrò -non è possibile - era sconvolto si voltò verso di me con un espressione che non avevo mai visto.

sul suo volto c'era stupore, ma negli occhi sembrava come se fosse spaventato -cara, io mi sono ricordato che ho un impegno improrogabile - usci di corsa dalla cucina lasciandomi sola senza capire esattamente il perché.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 7° il sogno ***


il professore o era impazzito tutto in una manciata di minuti o lui sapeva qualcosa del mio passato che io ignoravo.


non ho mai visto nessuno spaventarsi per un ricordo.


ma io allora chi ero? perché dopo avergli raccontato ciò è quasi scappato? il mistero si infittiva ma sicuramente lui sapeva qualcosa e io dovevo fare di tutto per scoprirlo.


la mattina seguente mi alzai molto tardi e una lettera del professore mi informava che sarebbe stato via tutto il giorno.


fantastico pensai così non avrei potuto chiedergli che cosa sapesse lui di me.

non che mi importasse granché sapere dei miei genitori ma sapere cosa gli ha spinti ad abbandonarmi sulle scale di una chiesa con solo un biglietto con il mio nome attaccato.


per tutto il pomeriggio camminai negli immensi prati che circondavano la casa ripensando a quel breve ricordo che avevo, ripensandoci bene la prima volta però vidi.


mi sedetti sul ramo di un albero abbastanza basso e mi misi a ricordare e a cercare di mettere a fuoco la scena.


c'era una bambina piccola con una veste bianca, forse un pigiama, aveva una coroncina in testa.


chiusi gli occhi cercando di concentrandomi ancora di piu per capire o meglio per cercare di vedere la faccia almeno dell'uomo.


niente provai e riprovai, l'unica cosa che riuscivo a distinguere erano le voci mentre le facce dei due erano sfocate, quella della bambina era sfocata mentre l'uomo proprio non lo vedevo.


iniziava a fare buio ed era meglio rientrare.

appena entrai un profumino che veniva dalla cucina mi fece dimenticare dei miei inutili tentativi di intravedere le facce.


entrai in cucina, il professore era in tento a cucinare non so cosa però aveva un buono odore professore che cosa cucinando? - gli domandai entrando in cucina e sedendomi al mio posto -questo altezza - appena si accorse


di cosa aveva detto si corresse subito -emm Lucy- io feci finta di non aver sentito ma in realtà avevo sentito benissimo, mi aveva chiamato altezza.


mentre guardavo la zuppa fumante nel piatto ripensai a quel secondo, altezza, erano due anni che nessuno mi chiamava in quel , lo guardai mentre mangiava e per questo non si accorse di me che lo guardavo, come faceva a sapere che ero la Regina Lucy ma poi pensai che glie lo avessi detto nei miei racconti.


quella sera si fece una partita a carte molto divertente e quando mi disse di andare a letto eseguì subito gli ordini.


decisi che era meglio no farsi troppo problemi su quello strano sogno, avrei potuto vivere normalmente senza bisogno di sapere chi fossi.


nel buio della stanza non riuscì però a non pensare a Narnia, chissà cosa stava succedendo e chissà quanto tempo è passato se pochi giorni o anni interi anche la, sopirai e ripensai a tutti quelli che mi avevano aiutato i


Castori, il Signor Tumnus il fauno, Oreliu e Aslan.

qui ormai sono passati due anni esatti chissà se si ricordano ancora di me io di certo non li scorderò mai ma


ormai è chiaro, Narnia è ormai sicura e non hanno piu bisogno di me e anche se è stato per pochi giorni una parte del mio cuore non so neanche quanto grande sia apparterrà sempre a Narnia.


chiusi gli occhi abbandonandomi ai pensieri che ben presto si tramutarono in sogni.

sognai di essere tornata a Narnia, sognai Aslan - devi tornare Principessa Lucy - mi disse triste venendomi in


contro, mi avvicinai anche io a lui - come faccio? gli domandai -devi aspettare la chiamata- disse poi scomparve e io mi svegliai.


era un sogno o era reale? la cosa certa è che stavo impazzendo adesso avevo anche le visioni mi alzai dal letto e mi vestì in fretta, qualcosa mi diceva che presto sarei tornata a Narnia e questo non faceva altro che accrescere la mia euforia.


la mattina, quando spuntò il sole io ero alla finestra, con il cappuccio in testa e le scarpe ai piedi pronta per la chiamata che però non arrivò ne quel giorno ne quello dopo.



Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 8° il ritorno a Narnia ***


la chiamata non arrivò nemmeno la settimana seguente e ormai ero arrivata a convincermi che era solo un semplice sogno.


e mentre realizzavo che era solo un sogno passeggiavo per i prati d'intorno alla casa, avevo trovato un posto fantastico, dietro casa


c'era un prato con una macchina abbandonata, tutte le sere mi mettevo la sopra e guardavo il tramonto dai colori stupendi.


seduta sul tettuccio della macchina a volte pensavo anche a Grace l'unica a cui avevo aperto veramente il mio cuore, nella mente mi


apparvero le immagine di noi piccole, provai a ricordare qualcos'altro, prima di avere quattro anni.


ero concentrata quando sentii la voce del professore chiamarmi per la cena -arrivo -dissi scendendo dal cofano.


mi stavo incamminando verso casa quando uno strano venticello cominciava a salire, lo ignorai e andai avanti poi di nuovo quella


sensazione di vuoto e poi il buio.

quando riaprì gli occhi mi ritrovai su una spiaggia deserta,


bianchissima un sorriso spontaneo mi si disegnò sulle labbra, mi rialzai e guardai il paesaggio non c'era dubbio dove fossi finita, ero tornata.


mi misi a correre sulla spiaggia arrivando poi alle scale di un vecchio rudere però era strano, non ricordavo rovine a Narnia, salì


lentamente le scale e arrivai ad un grande spiazzo, il pavimento era ricoperto di erbacce come quasi tutto ciò che restava di quel rudere.


continuai a camminare nello spiazzo quando qualcosa attirò la mia attenzione, era un trono mi avvicinai e mi ci sedetti sopra


improvvisamente capì dove fossi - cair paravel - quanto tempo era passato perchè il castello andasse in rovina in questo modo, le lacrime mi salirono agli occhi mi rannicchiai sul trono e cominciai a piangere, tutti quelli che conoscevo erano morti.


-perchè piangi? - alzai gli occhi e davanti a me vidi un grosso leone fulvo non appena lo riconobbi mi alzai e corsi ad abbracciarlo -Aslan -


-principessa Lucy - .


-che cosa è successo?- gli domandai asciugandomi le lacrime


-i Telmarini ci hanno invaso- disse triste Aslan

-i Telmarini?- domandai, chi erano?

-gli abitanti di Telmar. appena sei andata via, solo due anni dopo loro ci hanno invaso e-


-e..-

-molti sono stati uccisi, molti fatti prigionieri-


era terribile ed era solo colpa mia che non ho saputo difendere il mio


popolo. quello che disse Aslan però mi lasciò letteralmente senza parole -come sei tornata qua?- lo guardai negli occhi verdi -non sei stato tu a chiamarmi?-


con la testa disse si no, ma se non era stato lui a richiamarmi chi era stato? Pensierosa mi risedette sul trono incrociando le gambe pensando a chi poteva essere stato.


Ero ancora immersa nei miei pensieri quando vidi Aslan allontanarsi

-Aslan dove vai?- gli domandai non capendo perché se ne stesse andando -devo risvegliare i narniani addormentati.


Mi alzai dal trono e lo rincorsi -e io che dovrei fare? - mi fermai mentre lui continuò ad avanzare nella folta vegetazione -vai alla tavola di pietra-


alla tavola di pietra? A fare che ? A badare a delle piante – li troverai appoggio?- -appoggio per cosa?- troppo tardi se ne era gia andato, questo era l'aspetto negativo di Aslan non diceva mai le cose per intero, dovevi interpretarlo tu.


Borbottai qualcosa prima di girarmi e andare nella sala del tesoro recuperare la spada e la boccetta poi richiusi il baule dove era contenuto tutto e uscì.


Uscì un po ansante visto che era tutto in salito e non ero piu abituata a correre e a saltare. Prima di addentrarmi nella foresta lancia un ultmo sguardo d'insieme a quel rudere, il sole era tramontato – troverò la tavola di pietra al buio?- mi domandai, non ero nemmeno sicura se l'avessi trovata alla luce del giorno figuriamo ci di notte ma.


Mi misi in cammino e anche io mi addentrai nella foresta, mi calai il cappuccio in testa, odiavo stare con la testa scoperta nei luoghi buio e piu camminavo sembrava di non essere piu a Narnia.


Gli alberi erano silenziosi e nemmeno un animale emetteva un suono, foresta era troppo silenziosa, dire quasi spettrale.


Camminai tutta la notte quando finalmente arrivai al fiume, tirai un sospiro di sollievo finalmente ero quasi arrivata.


Segui il sentiero che mi portò sulle rive del fiume camminando sulla riva mi accorsi che le ninfe dell'acqua non venivano piu fuori a salutare.


Mi rattristai era davvero così diversa Narnia, ma quanto tempo era passato da quando ero ripartiti e chi erano questi abitanti di Telmar che avevano invaso e distrutto moralmente Narnia.


-ei tu che ci fai qua?- mi girai alle spalle ma non vidi nessuno -sono qua giù spilungona. Tiè- mi accorsi tardi del nano dietro di me, mi pesto un piede e


mi buttò a terra, non che mi avesse fatto male ma non mi aspettavo che un nano mi aggredisse -ei ma sei impazzito?- gli domandai arrabbiato


atterrando sui sassi del fiume – questo è per Narnia- e si buttò su di me cercando di picchiarmi ma lo tirai su come si fa con i bambini mentre lui


cercava di tirarmi cazzotti -hai finito? - gli domandai ma non aveva finito, mi morse una mano e rotolò via -ai, pazzo di un Nano – tirò fuori la sua


spada e mi sfidò a duello, mi venne spontaneo ridergli in faccia ma vedendo la sua espressione seria mi feci seria anche io – fai sul serio ?- ma non ebbi una risposta, cominciò ad attaccarmi senza ritegno -ei ma che fai – dissi cercando di evitare i colpi – ma smettila nano bonsai – però non era male

anche se la spada era piu alta di lui la sapeva maneggiare bene – parliamone- continuavo a ripetere saltellando a destra e sinistra per evitare di


essere colpita -è inutile che cerchi di convincermi, telmarina – telmarina

-ah ci deve essere un errore io non sono di Telmar dissi iniziando ad essere


stanca – si certo- decisi che era inutile parlare con lui – è tutto fiato sprecato con in Nani – mi misi a correre e lui mi inseguì, inutile dire che almeno in


quello avevo un certo vantaggio -vieni qui che ti concio per le feste – correvo in cerchio sulla riva mentre lui continuava a rincorrermi


-ehi mollami, mettimi giu- poi cominciò a dire -che vuoi adesso? - non ce l'ho con te, o mio sire?- disse inchinandosi ad un uomo alto e bruno, e neanche niente male. Il suo volto però mi era familiare anche se non l'avevo mai visto.


-tutto bene?- mi domandò rimettendo a terra il nano, non riuscivo ad aprire bocca, l'apri e la richiusi senza che ne uscisse alcun suono, la sua voce, era la stessa, la stessa voce del sogno,

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 9° L'uomo e il nano ***


Il nano lasciato libero si inchinò all'uomo fino a toccare con il naso la terra.

-mio sire, questa – disse indicandomi – è un abitante di Telmar – ei – lo sguardo


dell'uomo si assottigliò e si fece piu minaccioso quindi mi affrettai a spiegare da dove venivo – no aspetta – dissi facendo un passo indietro – io non sono di Telmar, non so


neanche dove sia – dissi cercando di risultare il piu convincente possibile – ma cosa dice? - disse il nano – adesso mi stavo arrabbiando da vero -cosa dico? - dissi adirata


-ma cosa dite voi? Io ritorno qua e..e un nano pelato cerca di staccarmi la testa. Poi tu- dissi indicando l'uomo – come senti nominare Telmar ti avvicini minaccioso - l'uomo


fece una smorfia come dire, si forse hai ragione, levò la mano dalla spada e fece qualche passo indietro – in effetti - disse -si puo sapere che vi ho fatto?- ormai stavo urlando dalla rabbia .


-sire non fatevi incantare- disse il nano brandendo la spada -non ti è bastata la corsa di prima – mi tirò la spada e per poco non mi prendeva - ma sei impazzito?-


esclamammo in coro io e l'uomo – ma sire- era incredulo -nickabrik- gli fece cenno di tacere , poi si avvicinò a me, prese la spada e la riconsegnò al nano.


-ti domando scusa- disse di nuovo avvicinandosi -non voleva essere scorte- si riferiva al nano -vero?- incitò il nano a rispondere -si, scusa – disse il nano.


-non volevamo aggredirti in questo modo- disse mentre si avvicinò di nuovo a me

e mi porse la mano, il primo che in tutta Narnia lo faceva - Lucy – dissi stringendola


non appena la strinsi percepì una scossa e a vedere la sua faccia sembra anche lui.



Camminavamo ormai da un po lungo la scogliera immersa negli alberi, sotto di noi

c'era il mare e dietro di noi c'era il bosco, sia l'uomo che e il nano Nicabrick erano


davanti che mi facevano strada – dove stiamo andando?- domandai dopo quasi un ora di cammino – alla tavola di pietra- mi rispose il nano.


Che scorbutico, gli feci il verso alle spalle ma lui se ne accorse -maestà posso addormentarla?- domandò piano all'uomo -guarda che ti ho sentito- gli urla


-calmatevi- disse spazientito iniziando a scendere dalla scogliera.

Arrivati ad un altra spiaggia l'uomo ci invitò a salire su una barca a remi – ma è


sicura?- domandai scettica -non credo, vieni a nuoto ti conviene – disse sarcastico ilnano -facciamo che vieni con me?- gli dissi adirandomi.


Quel nano era insopportabile, odioso e l'uomo alla terza volta che ci rispondeva non disse piu niente, ci lasciò fare.


-senti sarai anche la regina di un tempo che fu- cominciò -ma sei veramente antipatica- disse girandomi le spalle


-ma senti chi parla- gli dissi girandomi dalla parte opposta guardando gli alberi

-racchia-



-pelato- risposi -principe- disse cercando appoggio, gli feci la linguaccia -ma sire. Non dite niente? – disse sconvolto -ma cresci nano- gli dissi ma vedendo la sua faccia forse capì che avevo esagerato.


Per tutto il tempo restante rimanemmo in silenzio e una volta scesi mi decisi a chiedergli scusa -ei- mi fulmino con lo sguardo e grugnendo seguì l'uomo


-dai scusa, non volevo- gli porsi la mano in segno di arresa -pace?- domandai

sorrise e poi l'afferro -ok, ma non chiamarmi nano- -e come devo chiamarti-


-Nikabrick- rispose, per il resto del viaggio non volò una mosca, quell'uomo era piu misterioso di tutta questa faccenda.


è un grande oratore è?- dissi a Nikabrick riferendomi all'uomo che ci precedeva, dall'inizio del viaggio non aveva mai aperto bocca sennò per dirci di smetterla di litigare


- forse no- disse per la prima volta lasciandoci di stucco, stava ascoltando tutti i nostri discorsi - ma grande pensatore- e si rimise a camminare davanti a noi.


dopo quella volta non lo sentì piu parlare. Stavamo attraversando un sentiero immerso negli alberi, li osservai attentamente - sono immobili - dissi triste - sono


alberi - precisò Nicabrick guardandomi come si osserva una che delira

anche l'uomo accennò un mezzo sorriso -un tempo danzavano - dissi convinta e


entrambi risero - che c'è?- domandai scocciata -gli alberi non si muovono Lucy - disse sarcastico l'uomo - non sono pazza - dissi superando sia il nano che l'uomo


-dove stai andando?- non gli risposi e continua a marciare per la mia strada, quando mi girai ero da sola o meglio quei due erano rimasti fermi , sbuffai e ritornai da loro.


-uomini- dissi seguendoli. a sera arrivammo alla tavola di pietra - l'avete spezzata ?- esclamai -spezzata?- ripeté. Cominciava veramente a darmi sui nervi, mi avvicinai alla tavola e la sfiorai, sospira -Aslan – i presenti si misero a ridere

-che avete da ridere?- domandai guardandoli male, un altro nano si avvicinò a me ridendo -ragazzina, vorresti farmi credere che tu conosci Aslan? - continuò a ridere


ero sconvolta. Non credevano che Aslan esistesse -Aslan è solo una leggenda- disse un fauno da un balconcino - non lo è, secondo voi chi ha ucciso la strega bianca?- risposi arrogante al fauno -se Aslan esistesse- cominciò un centauro avvicinandosi


-Telmar sarebbe sconfitta- disse guardandomi con sfida mentre i nani ridevano, scossi la testa schifata dal loro comportamento -o forse è solo schifato dal vostro


comportamento – dissi ed uscì sotto gli sguardi dei presenti e dell'uomo che non si era perso una sola battuta del discorso.


Uscì nel cortile di pietra con il cappuccio tirato in testa, mi sdraiai sulla tavola e mi misi ad ascoltare l'ipod -che stupidi che sono- disse guardando le stelle


-un ammasso di caproni- continuai alzandomi e mettendomi a sedere, gli altri erano ancora dentro che ridevano alle mie spalle -ridete ridete, spero che..mmm- guardai


dentro la sala, una lacrima di rabbia scese e cadde sul vetro dell'ipod -sono tutti degli stupidi – dissi asciugandomi la guancia.


-maestà- disse una vocetta alle mie spalle, mi girai cercando di nasconderle, trovai un topo inchinato a novanta gradi – ti prego – gli dissi, odiavo quando si inchinavano


-se non sono indiscreto- cominciò il topino -come mai stavate versando le vostre preziose lacrime?- guardai di nuovo la sala e i suoi stupidi occupanti.


-maestà- cominciò il topino -ti prego, chiamami Lucy- gli dissi -o maes..volevo dire Lucy che onore, grazie- si inchinò di nuovo -il mio nome è ripicì, un umile soldato-

gli sorrisi e mi voltai completamente verso di lui, riposi l'ipod e mi misi a parlare con lui, era solo un topo ma era molto emozionante sentire raccontare cosa era successo in mia assenza.


Dopo il suo lungo racconto mi morsi il labbro – è passato così tanto tempo – dissi quasi sussurrando.



-è tardi, dovreste un po riposare- mi suggerì ripicì, annui sorridendogli e mentre lui tornò dal suo esercito di topi io mi alzai dalla tavola e mi avviai verso la mia “stanza”



quando mi sentì presa per un braccio – ei – mi girai e l'uomo era la.


CHI SARà MAI QUEST'UOMO?????? A VOI L'ARDUA SENTENZA...SEGUITEMI E NEL PROSSIMO CAPITOLO TUTTE LE DELUCIDAZIONI IHIHI

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 10° il secgreto svelato ***


Eccomi qua in diretta da Milano! che palle sei ore per arrivare e domani sera devo andare di nuovo via, ='( ___ ma passiamo a noi o meglio passiamo al nuovo capitolo dove finalmente si scoprirà l'entità misteriosa!

però ragazze ! poi non ditemi che non c'eravate arrivate che era semplicissimo! vabè dai non piangiamo sul latte versato e speriamo che la Scighera ( nebbia ma non so se si scrive così xD ) sia sparità aHaH!


come vi ho detto in questo capitolò si inizierà a capire la vera storia di sottofondo, cioè quella che davvero è importante!!


vebbè vi lascio al capitolo e spero che vi piaccia.. alla prossima vi aspetto in fondo buona lettura !!



l'uomo mi prese per un braccio e mi riportò a sedere sulla tavola di pietra inchiodandomi la senza possibilità di fuga

- Che vuoi adesso?- Gli dissi acida.


Abbassò quel suo sguardo bellissimo ma triste, mi pentì di essere stata così brusca - Scusa. Hai ragione - disse mollando la presa dalle mie braccia e rientrando nella sala.


Maledì piu volte di essere stata così cattiva nei suoi confronti, magari voleva solo parlare ma il mio orgoglio mi faceva pensare che forse voleva solo continuare a sfottermi per la battuta degli alberi e piu pensavo a cosa volesse poco fa piu mi venivano solo cattiverie.


decisi di osservarlo piu da vicino e messa la felpa blu decisi che era ora di indagare.

Molta gente sembrava non dormire come me e questi avrebbe reso la cosa piu difficile del previsto.


Mi avvicinai alla sua tenda, la luce era accesa, anche lui non dormiva, pensai. Mi nascosi dietro ad una botte per spiarlo quando mi ritrovai faccia a faccia con Ripicì -Ripicì -esclamai respirando affannosamente per colpa dello spavento


- Cosa fate qua altezza?- lo guardai male, primo perchè non volevo essere chiamata Altezza, odiavo tutte quelle formalità per non parlare dell'etichetta e secondo perché ero in missione - Niente Ripicì - cercai di risultare il piu


convincente possibile ma non mi credette - Ok. Lo stavo spiando - ammisi in fine - Volevo solo sapere che tipo é - ammisi appoggiando la schiena alla botte. Il topo salì sulle mie ginocchia per ascoltare meglio che avevo da dire


- E.. perchè? -

- Prima è venuto da me e mi ha inchiodata alla tavola di pietra, ma poi senza un motivo è andato via -


Ripicì si fece serio - Scopriamo cosa ti nasconde - Alzai un sopracciglio pensando di aver capito male ma quando mi fece segno di seguirlo capì che faceva sul serio.


Entrammo di soppiatto nella sua tenda e ci nascondemmo sotto al tavolo che aveva una lunga tovaglia che arrivava fino a terra e la ci mettemmo in ascolto per cercare di capire il suo comportamento di poco fa.


L'uomo stava camminando avanti e indietro per la tenda sotto gli occhi di un altro uomo, un uomo molto simile ad un nano ma sicuramente umano, la tenda non era poi tanto illuminata quindi nessuno si accorse di noi sotto al tavolo che

spiavamo.


L'uomo piu alto era inquieto continuava ad andare in su e giu per la tenda - Mio signore. Cosa vi tormenta ? - Chiese l'uomo seduto, vestiva con una veste blu notte e sul naso a patata aveva un paio di occhiali - Niente maestro - rispose vagamente l'uomo in piedi continuando a camminare.


- Io vi conosco sin da quando eravate bambino - disse l'uomo seduto

- Quello è il precettore del Principe - mi spiegò Ripicì


l'uomo alto infine si sedette sul letto stancamente e si passò una mano sul viso stupendo - Lo sai Cornelius che cosa ho - disse appoggiando i gomiti sulle gambe mentre fissava un punto vuoto della stanza.


-Che aria triste - sussurrai a Ripicì

- Prima, ma parlo di molto tempo fa, era felice - si rattristò pure lui - Poi un giorno -


- Maestro, non mi darò mai pace - disse alzandosi di scatto e avviandosi alla porta, anche il maestro si alzò

- Ma principe, sono passati ormai sette anni. Basta con il dolore - disse il maestro - No - gridò improvvisamente l'altro uomo


- Non potrò mai di darmi pace -

- Fattene una ragione - infine gridò il maestro, che cosa gli era successo, di che dolore parlava? non vedevo il volto dell'uomo, era girato di spalle - Non tornerà piu - continuò il maestro - questo lo dici tu - adesso gridò anche il principe


ma di chi parlavano?, chi non tornerà piu - Ormai è nel modo di là -, continuò il maestro - Caspian, il tempo scorre diversamente, non sarà neanche piu..- l'uomo, chiamato Caspian uscì dalla tenda - Taci Cornelius - e si allontanò dalla tenda sparendo dalla vista nostra e del maestro Cornelius.


Cornelius, il precettore rimase per un po a guardare Caspian allontanarsi poi ritornò a sedere sul divanetto prendendosi la testa tra le mani - Oh povero ragazzo mio - disse triste poi volse lo sguardo al tavolo - Voi due avete intensione di restare la per molto?- beccati, io e ripicì uscimmo da sotto il tavolo.


entrambi eravamo imbarazzati e avremmo pagato in quel momento per essere da per tutto tranne la - Allora, avete sentito tutto - disse Cornelius invitandoci a sedere, entrambi annuimmo - vi sarei lieto se non ne faceste parola con nessuno di questa conversazione - disse serio Cornelius.


stavamo uscendo quando pensai di rivolgergli qualche domandi - Mi scusi - Cornelius mi guardò attraverso gli occhiali tondi - Posso. Posso parlarle un secondo? - gli domandai tornando nella tenda.


ci riaccomodammo nella tenda - Mi scusi, prima Caspian o meglio lei ha detto che non tornerà piu - il mastro ascoltava

- Ma esattamente, chi non ritornerà più? - chiesi, lo so non erano affari miei ma io ero troppo curiosa di sapere che misteri circondavano il principe Caspian.


Cornelius stava per dire qualcosa quando si bloccò e guardò oltre le mie spalle - Dovresti essere a letto - disse una voce dietro di me.


Mi voltai lentamente e vidi il volto di Caspian freddo e arrabbiato ma con gli occhi ancora lucidi, sorrisi abbassando il capo ed uscì dalla tenda - e comunque - disse mentre uscivo dalla tenda, mi fermai a guardarlo negli occhi scuri come i miei - Non sono affari tuoi, Lucy -.


uscì triste e arrabbiata, i nostri rapporti erano partiti proprio con il piede giusto, anzi non erano proprio partiti, come ritorno a Narnia non è stato dei piu migliori, arrabbiata e con le lacrime agli occhi mi misi anche io a camminare avanti e indietro nel prato vicino alla mia tenda.


- Sono una stupida - cominciai -Devo imparare a farmi gli affari miei - dissi marciando su e giu e tirando i calci a l'erba malcapitata.


poi Aslan apparve come suo solito, corsi ad abbracciarlo - oh Aslan - lo abbracciai forte affondando nella sua morbida criniera - Dolce Lucy - disse lui ricambiando l'abbraccio a suo modo - Oh Aslan ho fatto una cosa terribile - dissi tra le lacrime - quale cosa terribile? -


- Io e Ripicì ci siamo nascosti nella tenda di Capsian - cominciai tutto il racconto per filo e per segno fino al l'incontro con lui - Vedi Lucy, nonostante Caspian sorrida in pubblico lui è ancora ferito per la sua perdita - disse Aslan


- Aslan, è stato lui a richiamarmi. Lo so - dissi tralasciando il discorso Caspian, quelli erano affari suoi, e se voleva parlarne doveva essere lui a volerlo, non lo avrei mai piu infastidito se mai mi avesse piu parlato - però, il nostro rapporto è tutto tranne che da Alleati - dissi preoccupata


- abbiamo una guerra da sostenere- dissi Aslan si alzò - Dagli tempo Lucy deve solo capire - capire che cosa? ecco un altro discorso alla Aslan - Capire che cosa? - gli domandai mentre stava andando via - Tempo al tempo dolce Lucy. vedrai che tutto si sistemerà - disse e poi svanì, come la nebbia.


- dimmi di piu - esclamai guardando il vuoto -con chi parlavi?- ancora lui, mi voltai e andai via, lo sfiorai a posta - Non sono affari tuoi - e me andai via lasciandolo li.


se era una guerra di indifferenza che voleva, l'avrebbe avuta - Lucy - mi chiamò, nella sua voce c'era urgenza lo sentivo, ma io ero orgogliosa e come una leonessa ferita gli prestavo diffidenza - notte Caspian -.



grazie di aver lettoo! allora che vi avevo detto non era semplice?? dai che ci eravate arrivate!!

alla prossima Baci!!


Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo 11° non cambierà mai ***


Il giorno dopo quando mi svegliai dovetti fare mente locale per capire dove fossi, una volta capito uscì dalla tenda felice: il sole brillava alto nel cielo, gli uccellini cantavano e nessuna rottura di prima mattina - Era ora tu


ti svegliassi - disse una voce alle mie spalle, tutto tranne lui pensai nella mia mente, feci un bel respiro profondo, contai fino a dieci e mi girai


- Buongiorno - Gli sorrisi e rientrai nella tenda afferrando la felpa e mettendomela sulle spalle evidentemente mi seguì visto che andai a sbattere contro di lui non appena mi voltai - Non si bussa? - - Ma come sei


scorbutica - disse con quel suo sorrisino affascinante ma da schiaffi - Dovevo farti fare a pezzi da Nikabrick - continuò.


Non riuscì a trattenere una risata - Si certo, un nano che mi batte. Questo è tutto da vedere - dissi superandolo e uscendo dalla tenda - Dove vai adesso?- mi domandò seguendomi - Cose da donne - gli risposi senza nemmeno voltarmi, se era un modo per farsi perdonare di ieri sera era veramente patetico.


- Beh donna. sbrigati siamo in partenza - lo sentì ridere e imbronciata gli tirai la felpa in testa. - Vostra maestà è pronta?- mi domandò prendendomi in giro e per aumentare ancora di piu l'effetto ridicolaggine ci mise anche un bell'inchino


- si vostra radiosità - io invece non gli ricambiai l'inchino, presi la felpa dalla sua spalla e me ne andai, anche ad alcuni passi da me lo sentivo ridere - ti faccio ridere è?- sbuffando rientrai nella tenda prendendo la mia roba poi uscì di nuovo e andai a cercare Nickabrick .


un ora dopo eravamo in cammino, Caspian in prima fila con Ripicì su una spalla io e Nicabrick in fondo, ok ero io l'ultima e li seguivo sbuffando - dove stiamo andando ? - chiesi ma nessuno mi rispose.



camminavamo tra gli alberi gia da diverse ore ormai e nessuno ancora si era preso la briga di dirmi dove stavamo andando.


il paesaggio cambiava continuamente, da verde intenso a verde bottiglia da allegro a selvaggio, ultimamente i posti visitati erano molto piu selvaggi di come me li ricordavo io.


- Ci fermiamo qua per oggi - annunciò il fiero comandante, lo guardai e scossi la testa. ci fermammo su una spiaggetta poco distante da un bosco, accendemmo un fuoco e Nicabrick cominciò a pescare nel mare o fiume che fosse.


- posso dare una mano?- domandai - oh maestà non potrei mai chiedervi di fare qualcosa - mi rispose Ripicì.

mi sentivo una nullità, tutti facevano qualcosa Nickabrick pescava Ripicì sistemava il posto per dormire,


Caspian era logico che non facesse niente, lui è il principino pensai, storsi la bocca mi allontanai dal gruppo, mi ero messa a camminare lungo la spiaggetta e quando ero abbastanza lontana potei sfogare tutta la mia rabbia.


- ma chi si crede di essere- inizia a dire - si crede tanto superiore- dissi camminando sulla sabbia della spiaggetta


- chi si crede di essere il migliore qua sopra - continuai facendogli il verso - vostra maestà è pronta..mmmm m vai -

presi un sasso e lo tirai in acqua - come vorrei tirarglielo in testa dissi scagliandolo.


cominciai a tirare i sassi in acqua - questo è per la tua poca pazienza- e lanciai il primo sasso - questo è per quello che mi hai detto ieri notte - e lancia il secondo - questo è per la tua testardaggine - e ne lanciai un terzo - questo è per il tuo


sarcasmo - dissi prendendo un altro sasso - e questo è perchè sei odioso - - hai dimenticato patetico - mi raggelò il sangue nelle vene, aveva sentito tutto magnifico - adesso mi pedini anche? - gli dissi sempre con il sasso in mano.


-vuoi lasciare il sasso o vuoi lanciarmelo contro?- disse avvicinandosi - penso che te lo lancerò - gli dissi sarcastica e alzai il braccio come per tirarglielo - non lo faresti - alzai il sopracciglio - lo faresti?- - mettimi alla prova? - si avvicinò


ancora mi prese il braccio e levò il sasso dalla mia presa, si avvicinò alla riva e lo lanciò via, un istinto irrefrenabile di sguainare la spada e conficcargliela nella schiena mi prese dovetti ricorrere a tutto il mio auto controllo per non farlo


- mi spieghi che vuoi. Caspian ?- gli domandai cercando di risultare piu educata. nel fra tempo il sole stava tramontando e la foresta alle nostre spalle si faceva piu minacciosa - se lo vuoi proprio sapere- cominciò


avvicinandosi di nuovo - ero venuto a cercarti, non so se hai notato la foresta alle nostre spalle - disse indicandola quando un rumore come di rami spezzati ci interruppe.


entrambi ci voltammo verso la foresta ormai nera - che cosa è stato?- disse Caspian con una nota di preoccupazione nella voce -che coraggioso che sei - gli dissi sfottendolo, feci qualche passo avanti lo superai di poco ma mi riprese


per un braccio - ma sei impazzita? - mi disse riportandomi al suo fianco - adesso ti preoccupi pure per me - gli dissi facendo uno sguardo da dama innamorata - o mio eroe - continuando facendo la melodrammatica -vuoi stare zitta un secondo?- mi disse serio, un altro rumore piu vicino mi convinse a farmi chetare.


poco a poco ci stavamo avvicinando alla foresta e sguainammo le spade - vado avanti io - disse - chi ti ferma - gli dissi però rimanendo al suo fianco, un altro rumore e poi dalla foresta sbucò un uomo su un cavallo,


aveva l'armatura e un elmo in testa - Corri Lucy - mi disse spingendomi indietro mentre dalla foresta ne uscirono altri che ci inseguirono lungo la spiaggetta


-l'unica è affrontarli -gli dissi

- sono troppi -

- ma noi non abbiamo i cavalli - dissi così mi fermai e sguainai la spada


-vieni bello- lo incitai il primo arrivo ma mi superò senza nemmeno degnarmi di uno sguardo- me che fà?- continuò ad inseguire Caspian e così fecero tutti - dovrei pure aiutarlo - dissi, nel fra tempo anche Caspian


aveva tirato fuori la spada e aveva cominciato il duello e non era niente male ma erano troppi, mi decisi che era meglio aiutarlo riposi la spada e corsi verso la mischia.


dalla tasca estrassi un pugnalino e mi gettai sulla schiena di uno che cominciò a girare su se stesso facendomi venire la nausea e infine mi scagliò via - tutto bene? - mi domandò Caspian venendo da me - vattene da qui - mi disse spingendomi via e buttandosi di nuovo nella mischia.


anche Nikabrick e Ripicì arrivarono ma a noi, i soldati non ci degnarono di uno sguardo - dobbiamo fare qualcosa- esclamò il nano - che cosa? - dissi - non ci considerano, pensano solo a lui - - si ma così lo ammazzeranno - esclamo il topo.


-avete dei coltelli?- dissi dal niente, mi era venuta un idea -coltelli?- il nano tornò con quelli da cucina meglio che niente

-voi levatelo di li, al resto ci penso io-


Caspian lottava come un leone, schivava i colpi e ne uccideva tanti ma erano sempre troppi per uno solo, il generale, quello che era uscito dalla foresta per primo lo disarmò - tuo zio ti manda i suoi saluti- disse, per la prima volta vidi la paura disegnata sul volto del principe - addio -


- non così in fretta - lanciai il coltello e feci centro in mezzo alla schiena, l'uomo cadde lasciando la vista libera a Caspian di poter vedere chi l'aveva appena salvato, corsi da lui - tutto bene?- gli domandai era leggermente scosso.


i soldati stavano scappando - che facciamo con quelli - dissi a Caspian riferendomi quelli che se la stavano dando a gambe - lasciamoli andare - poi improvvisamente mi abbracciò di slancio in uno di quegli abbraccia spacca ossa.


non ne capi il senso ma mi lasciai abbracciare immaginavo fosse per lo spavento preso o perchè si era visto la morte in faccia.


ormai eravamo abbracciati da diversi minutie non sapevo cosa fare per non parlare dell'imbarazzo

- Emm. Caspian?- lo chiamai mentre ancora eravamo abbracciate mi abbracciava - Cosa?. ah. Scusa - si ricompose e raggiunse gli altri che nel mentre avevano acceso un fuoco dove stavano cuocendo il pesce.


- Che fai non vieni? - io ero rimasto ferma con lo sguardo perso nel vuoto scossi la testa e seguì Caspian fino al campo.


il resto del tempo lo passammo in silenzio, ogni tanto alzavamo lo sguardo dai nostri piatti e ci guardavamo ma nessuno diceva mai una parola.


finito di mangiare io mi alzai - dove vai?- mi domandò Ripicì - tranquilli non sparisco - dissi allontanandomi up po sotto lo sguardo dei tre.


camminavo a testa bassa guardando la sabbia sotto i miei piedi poi mi buttai a sedere su una specie di sasso un purtroppo morbido per esserlo, lo tastai e scoprì che era peloso,abbassai lo sguardo lentamente sperando vivamente di sbagliarmi.


mi alzai di scatto quando lo sentì muovere sotto di me e quando cominciò ad alzarsi in piedi rimasi in mobile, ma perchè capitano tutte a me dissi spalancando sempre di piu la bocca - ma perchè sono così sfigata? -


dissi guardando l'orso puntarmi con sguardo affascinato -non sono buona da mangiare - dissi convinta incrociando le braccia al petto


mi ruggì contro, sbiancai - ok ti lascio in pace - dissi indietreggiando ma l'orso invece si avvicinava -ok prendimi se riesci - mi misi a correre e l'orso mi venne dietro.



mentre correvo cominciai a urlare attirando l'attenzione dei tre intorno al fuoco - Che cosa succede?- mi domandò il nano -un orso - dissi indicando dietro di me - si mangia - il nano afferrò l'arco che aveva con se e lo fece secco poi dalla tasca estrasse un coltellino e iniziò a squiarlo.


- poveretto - dissi guardandolo - se non lo disturbavi a quest'ora sarebbe ancora vivo - aggiunse Caspian, ecco era tornato il solito acido sarcastico, lo guardai male e me ne andai ma mi fermo prendendomi per un


braccio - stai bene?- mi domandò di nuovo, levai la mano dalla sua presa come se lui stesse bruciando - benissimo - e andai a sedermi vicino a Ripicì.


- tutto bene meestà?- mi domando il topo gentilmente, ormai mi arresi all'idea di convincerlo a darmi del tu, gli sorrisi in risposta poi tornai seria a guardare il fuoco - Sai. Si preoccupa per te - continuò, lo guardai come a dire fai sul serio - ti vuole bene, ma prima deve ancora ammetterlo a se stesso - disse.


quella notte finalmente riuscì a dormire anche se la sabbia non era delle piu comode e la mattina fu il sole a svegliarci, quando mi misi a sedere però c'era qualcosa che non mi tornava, io non avevo un mantello per coprirmi.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 12° che mi succede? ***


Quella mattina mi alzai presto, il sole stava appena uscendo e la spiaggia non era ancora illuminata appieno ma c'era solo una luce rossastra che si intravedeva dalle montagne dietro di noi.


Appena aprì gli occhi mi misi a sedere e notai che ero stata coperta da un mantello che sicuramente, vedendo la lunghezza, apparteneva a Caspian.


Spostai lo sguardo dal mantello a Caspian e non riuscì a trattenere un sorriso, spostai di nuovo lo sguardo da Caspian all'orizzonte che si stava schiarendo sempre di piu sospirai e mi alzai definitivamente.


Una volta tirata in piedi piega il il mantello e lo poggiai al suo fianco e una volta posato mi avvicinai al fuoco ormai quasi spento, dalla tasca cacciai fuori un piccolo oggettino blu lo avvicinai ad un ramoscello girai una rotellina


e attesi che il bastoncino prendesse fuoco, una volta che aveva preso lo rimisi con gli altri, in poco tempo il fuoco si riprese.


Mi sedetti li davanti al fuoco incantandomi nel vederlo danzare. Mi tornarono alla mente le immagini di ieri sera, quell'abbraccio.


Non ne avevo mai ricevuto uno così, mi aveva lasciato qualcosa di indescrivibile.

Mi strinsi nelle spalle e fu inevitabile guardare Caspian.


Piu lo guardavo e piu mi convincevo che non era per niente un brutto ragazzo, chissà quanti anni aveva piu di me? ad occhio una decina. Aprì gli occhi e mi trovò li a fissarlo e forse a sbavare ma non fece accenno a niente allora , forse, non si era accorto di niente o piu semplicemente aveva fatto finta di niente.


- Già in piedi?- mi domandò alzandosi e mi raggiunse a sedendosi accanto a me - già - dissi tornando a guardare il fuoco e coprendomi le mani con le maniche della felpa - grazie - gli dissi ripensando al mantello mi guardò -per il mantello - dissi indicando il mantello con un cenno del capo.


- oh figurati - disse

- Senti, mi spieghi che ci facciamo qua?- domandai per alleggerire la tensione e quell'imbarazzo che si era creato in quel momento - dobbiamo tenere d'occhio mio zio - disse fissando il fuoco - tuo zio? - domandai abbassando la testa per guardare il suo viso rivolto verso il basso - si - si alzò bruscamente,mi sa che avevo sbagliato di nuovo, ma come mai non ci azzeccavo mai.


Si fermò in riva al fiume|mare, mi alzai anche io e lo raggiunsi -Scusa, non volevo farmi gli affari tuoi - gli dissi raggiungendolo.

rimase zitto, forse era arrabbiato - Lui ha ucciso mio padre e fatto sparire una persona - disse a denti stretti continuando a fissare l'orizzonte.


- Ti vuoi vendicare?- che razza di domanda idiota - No - mi girai completamente, però era molto piu alto di me forse aveva anche piu di dieci anni in piu di me - Voglio sapere dove è - continuò sempre a detti stretti, molto probabilmente per evitare di piangere.


Istintivamente mi venne fatto di prendergli la mano, come gesto di rincuoro. Mi guardò - posso sapere chi è? - cominciai - chi ha fatto sparire?- domandai ma non speravo in una risposta concreta, come disse Cornelius non ne voleva mai parlare - una persona che amavo - disse. ancora gli tenevo la mano.


- E ti manca? - abbassò lo sguardo, era naturale non si smette di amare mai realmente una persona - Non passa un giorno che io non pensi a lei, anche adesso - un po ci rimasi male, pensava a lei e non a me.

Ma che razza di pensieri facevo, provai a lasciargli la mano ma lui la trattene . Lo guardai di nuovo.


- E tu, perchè a volte sei così fredda?- mi domandò rompendo quello splendido momento - fredda?- ripetè alzando un sopracciglio e lui mi fece il verso. Controllati Lucy mi ripetevo.


Presi a camminare e lui mi seguì con la mia mano nella sua - io sono fredda a volte- cominciai - come ti sentiresti tu a non avere ricordi? - mi fermò trattenendomi


- Ricordi?- toccò a me abbassare lo sguardo e fare di tutto per non piangere, quello era un tasto che evitavo di toccare, almeno in compagnia. no lo avevo detto a nessuno , solo il professore sapeva la verità


- Io non so niente del mio passato - mi voltai verso di lui ( le dita ancora intrecciate ) - Niente ricordi? - domandò scettico, scossi la testa, avevo gli occhi lucidi - Non ho ricordi di me fino ai quattro anni - una lacrima mi cadde dagli occhi.


mi sentì tirare verso di lui poco prima di scontrarmi contro il suo petto - Deve essere impossibile vivere senza ricordi- disse da sopra la mia testa, mi lasciai andare alle lacrime.


stavo benissimo nel suo abbraccio, sentivo calore ma non quel calore quando hai freddo un calore strano, mai provato in vita mia, mi sentivo benissimo.

a interromperci ci pensò la voce di Nicabrick - Piccioncini dobbiamo andare - piccioncini? cosa? mi staccai immediatamente uscendo dall'abbraccio e mi diressi dal nano e da Ripicì.


ripartimmo, io ovviamente ero infondo alla fila. Per tutto il viaggio nessuno fece accenno quello successo stamani sulla spiaggia anche se era ovvio, il nostro rapporto stava cambiando in meglio.

Non era partito bene, appena incontrati mi voleva trucidare e adesso, e adesso cosa era? non farti illusioni continuavo a ripetermi avrà come minimo avrà 15 anni piu di me, non posso pensavo però non riuscivo a levarmelo dalla testa.


per la notte ci accampammo in una grotta non lontano dall'accampamento dei telmarini, da stamani però non aveva detto piu una parola e nemmeno me l'aveva rivolta forse si era pentito o piu plausibile era ancora innamorato della donna che suo zio, Miraz aveva fatto sparire.


continuavo a agitarmi sulla pietra non per la scomodità ma non riuscivo a levarmi il suo volto e quella scena dell'abbraccio sulla spiaggia dalla mente.


mi alzai e mi avvicinai all'ingresso della grotta mi sedetti con le gambe al petto, io sospiravo e pensavo a lui perchè ormai era nei sogni miei ma se poi era qua con me non riuscivo a dirgli che io gli volevo bene.

sentì dei passi dietro di me -non dormi mai tu?- la figura di Caspian emerse dal buio e si sedette al mio fianco.


si sedette al mio fianco ma non disse nulla, rimanemmo in silenzio per molto tempo, nessuno dei due osava rompere il silenzio.

- sei contenta di essere tornata?- mi domandò fissando il cielo, io non sapevo cosa rispondere, guardai per terra e balbettai qualcosa - si, certo - mi guardò - ma non ho ancora capito quale è il mio compito - ammisi in fine


-verrà il tuo momento- disse tornando a guardare il cielo.

di nuovo calò il silenzio.


- secondo te lei è ancora viva?- gli domandai rompendo di nuovo il silenzio. Il sorrisetto sul suo volto scomparve da semi sdraiato che era si mise completamente a sedere - non lo so - disse fissando un punto indefinito del blu davanti a noi - cosa ti dice il tuo cuore ? gli domandai di nuovo mentre mi alzavo, smise allora di guardare il cielo e guardò me - Che è viva - disse convinto, gli sorrisi - se nel cuore siete innamorati niente vi allontanerà - dissi tornando al mio giaciglio.


lui invece rimase a sedere, ci scommetterei che stava ripensando alle mie parole. Nemmeno io sapevo dove le avevo trovate. Lo guardai per un ultimo momento prima di addormentarmi.



tu saprai che proprio amore..anche se tu adesso ancora non lo sai..

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** capitolo 13° prigioniera di un passato senza nome ***


il giorno per i miei gusti arrivò troppo presto quando aprì gli occhi era ancora buio borbottai e mi girai dalla parte opposta mentre qualcuno continuava a scuotermi - Lucy, sveglia dobbiamo andare - era la voce di Caspian - altri cinque minuti - dissi in risposta


anche se era Caspian nessuno sarebbe riuscito a svegliarmi - Lucy alzati dai - iniziò a strattonarmi per un braccio

- ok, ok sono sveglia - mi misi a sedere tutta scaruffata, lui era la che mi guardava con quel suo solito sorriso indecifrabile.


mi strofinai gli occhi e mi stiracchiai prima di alzarmi definitivamente - ma che ore sono?- domandai avvicinandomi a lui - è presto scusa, ma dobbiamo andare - disse.


-andare dove? - chiesi mentre lo seguivo fuori dalla grotta - e dove sono gli altri? - domandai quando mi accorsi della mancanza del nano e di Ripicì -sono gia la, andiamo - mi prese per mano e senza troppe buone maniere mi trascinò per tutto il bosco fino a raggiungere gli altri.


quando mi mollò il polso lo ringraziai di avermi quasi staccato il polso ma non mi prestava attenzione allora alzai il tono della voce fino a quando spazientito si alzò e mi tappò la bocca con la mano, mi fece sdraiare e sempre con la mano premuta sulla mia bocca mi indicò delle tende. Telmar.


- ora ci stai zitta?- mi domandò senza, però, levare la mano dalla mia bocca, annuì e finalmente tornai a respirare

sdraiati fianco a fianco la concentrazione andava e veniva ma tutto il piano riuscì a seguirlo.

- liberiamo quella gente e torniamo alla tavola di pietra - disse Caspian.


Il mio compito era semplice dovevo parare le spalle a Caspian e a Nicabrick mentre liberavano i Narniani imprigionati e schiavizzati.

i due scesero dall'altura dove eravamo e io mi misi in posizione.


- Per Narnia - urlò Caspian, i soldati di Telmar uscirono e si prepararono allo scontro - Fatelo fuori - ordino un uomo e tutti si avventarono su di lui, era arrivato il mio turno presi l'arco e le frecce ne estrassi una la misi un posizione, mirai e lanciai uccidendo il primo, feci lo stesso per tutti quelli che era necessario.


lo scontro andava avanti Nicabrick era andato a liberare i Narniani, c'era una confusione tremenda a fatica distinguevo la gente adesso che anche gli abitanti di Narnia avevano preso parte alla lotta.


non potevo piu mirare o rischiavo di abbattere uno dei nostri, molti telmarini si misero in salvo mentre altri continuarono a lottare mentre anche io mi ritrovai circondata - guarda guarda - disse il generale, assottigliai lo sguardo in tono di sfida, presi la spada e cercai di difendermi come potevo ma quando mi presero alle spalle mi dovetti arrendere - saggia mossa. portiamo dal re - Miraz.


mi presero e mi sollevarono portandomi via di peso, cercavo di liberarmi - abbiamo quello che ci occorre - annunciò ai suoi uomini il generale.

tutti alzarono lo sguardo verso di lui - Pare che tu non riesca a tenerti care le persone - aggiunse rivolto a Caspian.


- Lasciatemi, mettimi giu - dissi ancora, finalmente mi siero a terra ma mi spingevano - ai, so camminare - mi girai e guardai in basso e vidi Caspian correre verso di me.


un ora piu tardi...



-siamo arrivati?- domandai per la centesima volta - No! e se lo ripeti di nuovo non ammirerai nemmeno le bellezze di Telmar - urlò esasperato il generale.

gli feci una linguaccia, eravamo da circa un ora a cavallo e ancora non si vedevano castelli all'orizzonte.


-ci accampiamo qua per la notte - annunciò il generale. tutti gli uomini si fermarono e scesero d cavallo, scesi anche io ma mi riagguantarono subito -dove pensi di andare? - mi prese per un braccio e mi legò ad un albero con una corda poi rimasi sola.




Caspian Pov..


mi stavo maledicendo, appena liberati i narniani viene fatta prigioniera Lucy pensai. quella bambina non so cosa mi aveva fatto ma stava riuscendo ad alleviare il mio dolore e adesso perdo anche lei. Forse è davvero destino che io debba rimanere solo.


- Vedrai, la troveremo - disse Nicabrick sicuro di se, lo so che la ritroveremo, avrei fatto di tutto per ritrovarla anche se ero sicuro non sarebbe stato difficile, Miraz voleva me , non lei, Lucy era soltanto l'esca per portarmi vicino a Telmar.


strinsi il pugno e lo battei contro l'albero che avevo davanti - Miraz - dissi con tutto l'odio che avevo in corpo.

il sole lasciò il posto alle stelle e anche quella notte non riuscì a dormire, pensavo a Lucy.


- Lucy, ti troverò - dissi - è una promessa -.



Fine Pov Caspian.





era ormai notte fonda ed ero legata da qualche ora quando rispuntò il generale - la principessa sta comoda? - disse controllando che la corda fosse ancora ben legata - tieni ti - mi porse una caraffa.


-sai perchè sei qua?- ; -sei qua per attirare Caspian a Telmar dove finalmente verrà ucciso e il figlio di Miraz prenderà il suo posto come erede - alzai lo sguardo, adesso era tutto chiaro, eco il motivo di tanto astio trai i due, Miraz aveva fatto sparire la persona piu cara a Caspian in modo che non avesse eredi e Caspian si vuole vendicare.


- be non credere che lo faccia - dissi - ah si e perchè?-

-be non scorre buon sangue tra noi-

-ma davvero. Be staremo a vedere -


guardai la brocca - niente ghiaccio?-.


riprendemmo il viaggio il giorno dopo e solo poche ore dopo arrivammo a Telmar. Il grande palazzo era costruito interamente in pietra e la porta principale del castello dava proprio sulla piccola piazzetta dove ci fermammo per


scendere da cavallo - adesso vedremo quanto sei coraggiosa - il generale mi prese per un braccio e mi trascinò al cospetto del re - Signore - disse entrando - sono messaggero di sventura - disse inchinandosi velocemente.


-fammi indovinare, centra Caspian?- disse con cattiveria il re alzandosi dal trono e avvicinandosi alla finestra che dava sul lato. Il generale non rispose.


- Ha liberato i prigionieri - disse - e da quando noi facciamo prigionieri? - disse ovviamente rivolgendosi a me -Miraz, questa non è una prigioniera normale- mi spinse davanti a lui fuori dall'ombra che mi aveva celata dal suo sguardo.


mi guardò come guarderebbe uno che aveva appena visto un fantasma - chiudetela nelle prigioni. Se conosco mio nipote ..sarà qui al calare del sole per riprenderla -disse voltandosi e tornando alla finestra. il generale fece cenno a due guardie che si avvicinarono a me per portarmi nelle prigioni.


feci resistenza - non è così scemo come sembra- dissi liberandomi dalle due guardie - non verrà mai qua - dissi anche se non ero del tutto sicura.

i due uomini si misero a ridere - proprio non lo conosci. portatela via - -andiamo - mi spinsero di nuovo conducendomi alla mia cella.


passammo per tutto il castello e tutte le persone che incontravamo si portavano le mani alla bocca, altri chinarono il capo.

poi superata l'armeria cominciammo a scendere dei gradini e finalmente arrivammo alle prigioni - buona permanenza - dissero mentre entravo.

sbatterono la porta e se ne andarono.


la stanzina era fredda e umida, e la piccola finestrella faceva intravedere il sole che stava tramontando, lentamente mi avvicinai alla finestra e guardai il sole - Caspian, non venire - dissi in un sussurro ma avevo imparato a conoscerlo anche io e sarebbe sicuramente venuto a tirarmi fuori di qua.


anche il sole se ne andò lasciando spazio ad un cielo senza stelle, un cielo coperto di nuvole. con la schiena contro il muro della cella mi rannicchiai con le gambe strette al petto provavo delle strane emozioni che nemmeno riuscivo a spiegarmi, sentivo solo il mio respiro regolare e i rosicchi dei topi.


senza nemmeno accorgermene cominciai a piangere, ultimamente piangevo per niente. - Che cosa hai da piangere piccola? - disse una voce alla mia destra, alzai lo sguardo e guardandomi intorno cercando di cercare a chi appartenesse la voce - sono qua - disse la voce ma era una parola vederla era buio.


-io mi chiamo Casper- disse la voce - io sono Lucy- risposi

- so chi siete - disse -come sapete chi sono?! -

-certo non vi ricordate di me? - disse speranzoso l'uomo - mi spiace, no - dissi

- io vi ho aiutato a scappare - disse infine l'uomo.



scappare dove? poveretto stava delirando,c hi non delirerebbe dopo undici anni chiuso in prigione - mi spiace ma non so chi siete- dissi infine -ma piuttosto chi siete voi? - gli domandai appoggiando il mento sulle ginocchia.

-io - cominciò l'uomo - io ero un uomo felice prima che Miraz prendesse il potere, uccidendo Caspian nono -


- mmm- alzai lo sguardo quel poco che bastava per ascoltare meglio - Caspian nono? - domandai all'uomo.

-Caspian nono, era un re saggio e altruista con lui vivevamo giorni di pace e quando ebbe un erede proclamo cento giorni di festa- continuò -però quando Caspian decimo, aveva solo sette anni Miraz suo zio lo assassino in segreto -


ascoltavo in silenzio, c'era qualcuno che stava peggio di me allora pensai, questo mi fece stare ancora peggio, mi strinsi nelle spalle e chiusi gli occhi - da quel giorno Telmar non fu piu quella di una volta - concluse l'uomo.

mi strinsi ancora di piu e una lacrima scese dagli occhi - perchè piangi adesso? - mi domandò - non lo so - gli risposa .


- piccola tu hai mai sentito parlare delle carte di Clo?- mi domandò dopo un altro po Casper. alzai la testa curiosa di sapere cosa fossero, qualcosa che si mangia? ero affamata - no. cosa sono?- domandai girandomi in direzione della sua cella -sono delle carte magiche - disse. - Carte- ero incredula- magiche? - ripetei .


-si, sono delle carte che se usate in modo sbagliato però - alzò il suo sguardo su di me - possono creare l'effetto opposto a quello desiderato- disse serio.


-come funzionano?- domandai curiosa

- durante il regno di Caspian IX ero anche noto come, il fabbricante di magia -

-il fabbricante di magia?- lo avevo gia sentito nominare il fabbricante di magia ma nel mio mondo.

-si, in ogni oggetto ce la magia basta solo saperla usare -

- come si fa a sapere se c'è magia - domandai di nuovo

-no mia cara è la magia che sa se ci sei, è lei che seglie da chi farsi usare -

-e cosa centra lei con le carte di Clo -

- le costruii per donarle all'innominabile -

-chi è l'innominabile? -

- non possiamo nominare il suo nome, ordine di Miraz, posso solo dirti che è la persona che sta cercando il vero Re - disse Casper


-oho- l'uomo riprese il discorso sulle carte di Clo

-in quelle carte racchiusi, in ognuna, un potere di verso, il vento, l'ombra, il fulmine, il fiore, del cerchio del canto e tante altre -


- e adesso dove sono? - domandai sempre piu curiosa di vederla


indico un mobiletto davanti a noi ma non capì cosa volesse intendere - Miraz le ha chiuse la quando mi chiuse qua dentro. ha provato anche ad usarle ma le carte gli si sono rivolte contro chiudendosi in un cofanetto -


nella vetrinetta c'era un cofanetto di legno con un sole grande e una luna piu piccola su un lato, tutto iscritto in una specie di stella - ce ne sono tante la dentro - dissi guardando il cofanetto - quella del fuoco, tempesta, acqua pioggia volo illusione labirinto tempo, e quella forse piu potente di tutte - continuò chiudendo gli occhi - quella della fantasia-.


- fantastico - mormorai - peccato che funzionano solo con la persona a cui erano destinate - disse.



- vuoi dire che non funzionano se non è questa persona ad usarle -

-esatto -

- e ma che fregatura-.




la luna era alta nel cielo quando sentì aprire la porta della prigione, feci finta di dormire ma tenevo un occhio socchiuso per poter guardare chi fosse appena entrato, i passi erano sempre piu vicini, aprì entrambi gli occhi ma rimasi nell'oscurità della cella un uomo passò davanti alla mia cella guardò dentro ma poi passò avanti.


- Caspian - lo chiamai alzandomi in fretta e correndo alle sbarre, lui tornò indietro cercando la cella da qui lo avevo chiamato - Lucy - disse correndo alla mia cella, mi prese le mani, sembrava felice di vedermi, allora ci teneva veramente a me - eccoti. stai bene - mi domandò con sguardo apprensivo - si sto bene- dissi stringendogli la mano.


-anche Casper si alzò -mio principe - Caspian si girò a guardarlo - Clo? - disse incredulo mi girai anche io. Clo? era lui? ma allora perchè aveva cambiato nome - siete vivo - disse quasi con le lacrime agli occhi.

- si ma ancora per poco se non se non va via - gli dissi mollando la sua mano mi guardò e capì che ci rimase male


- senza di te non vado da nessuna parte, allontanati- feci come mi disse, prese la spada e la incastro tra le due porte della grata -è inutile Caspiam - gli dissi ma prorpio quando lo dissi la porta saltò . lasciò cadere la spada e mi abbracciò stretta sotto lo sguardo luccicante di Casper noto anche come Clo poi mi prese per mano e mi fece uscire di la -si ma non possiamo lasciarlo qua - gli dissi bloccandolo a metà strada -mie altezze, andate via, non pensate a me - disse, Caspian guardò prima l'uomo e poi me - stai indietro - fece la stessa cosa che fece con me ma la sua porta sembrava non volersi aprire.


mentre Caspian cercava di aprire la porta io venni distratta da un rumorino che veniva da dentro la vetrinetta, guardai Caspian intento a liberare Clo, scivolai fino alla vetrinetta e l'apri - le carte - disse Clo - Lucy no - disse capsian raggiungendomi, presi il cofanetto, stava vibrando ma appena lo tocco Caspian si blocco di colpo -mio signore - Caspian sembrava sconvolto - sono demoniache quelle carte non le toccare - mi avvertì Caspian tornando da Clo per liberarlo - miei principi andate via, non c'è tempo -.


il cofanetto adesso era di nuovo immobile mi abbasai lo presi di nuovo in mano e subito ricominciò a vibrare - mia signora tanto è inutile, non funzionano e sapete perchè - mi avvertì l'uomo - no Lucy non aprire il cofanetto -,


o la va o la spacca, al massimo il cofanetto non si sarebbe aperto, lo poggiai sulla mensola e lo guardai attentamente, sentivo gli occhi di Caspian perforarmi la schiena ma non gli badai, chiudendo gli occhi provai a sollevare il coperchio...



mi dispiace tesore ma non potevo svelare altro ^^ tranquille sono sicura che sicuramente saprete come andrà a finire al prossimo capitolo grazie ovviamente ai miei due angeli che recensiscono ogni mio aborto xD

vi amo!!


Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** capitolo 14° e chiamalo destino quel percorso naturale ***


- No Lucy - mi urlò Caspian ma non gli badai sollevai il coperchio e dal cofanetto uscì una luce blu elettrica che illuminò tutta la stanza e quando la luce sparì sul pavimento era apparso un cerchio e delle carte mi svolazzavano attorno. Girai


su me stessa guardando le carte che mi giravano intorno, sia Caspian sia Casper erano increduli e mi guardavano senza dire una parola.


poi improvvisamente le carte smisero di girare e tornarono a formare un mazzo nella mia mano destra - wow. Sono queste le carte?- domandai a Casper ma non mi rispose - Caspian nipote mio - disse una voce dietro di lui, Caspian si girò


e si mise al mio fianco - Miraz - disse a denti stretti - Non sei felice di vedermi?- disse aprendo le braccia come volesse abbracciarlo - stai lontano - lo minacciò Caspian con la spada - non posso neanche abbracciare mio nipote? - disse


continuando ad avvicinarsi - non ti avvicinare - gli ripetè Caspian continuando a puntagli la spada ma lui continuò ad avanzare, io spostavo lo sguardo da lui a Miraz quando improvvisamente una fitta nebbia dilagò nella stanza - cosa succede? - disse Miraz spaventandosi - la carta della nebbia - disse Casper ancora dentro la sua cella.


- Che diavoleria è mai questa - urlò Miraz prima di risalire le scale. Appena Miraz sparì la nebbia pure sparì. Guardai il mazzo nella mia mano, la prima carta era appunto la carta della nebbia.


Ero stupita anche io ma in mente avevo un idea su come tirare fuori quel povero uomo - state indietro - dissi spostandomi dal fianco di Caspian e avvicinandomi alla cella.


Adesso avrei davvero messo alla prova la mia capicità di controllo sulle carte, ricordai quello che aveva detto prima " le carte se non le sai dominare hanno una volontà propria" Respirai a fondo - Lucy -non gli badai, chiusi gli occhi e pensai alla


carta da potere usare, la carta della chiave, pensai di aprire la porta e immediatamente si aprì.

-Stupefacente, riesci a controllare le carte- disse Casper uscendo dalla cella - Si stupendo ma adesso andiamo - disse


Caspian che era gia sui gradini per tornare di sopra. Presi un elastico dal polso e ci legai le carte in modo da non perderle e le infilai in tasca e a corsa seguì Caspian e Casper.


salimmo la scalinata fino a raggiungere il corridoio che portava all'ingresso del castello, ansante chiesi da che parte adesso - Da questa parte - Rispose e ci rimettemmo a correre - Ecco il portone - disse, lo aprirono e fummo fuori ma ad aspettarci c'era Miraz, il generale e l'esercito e noi eravamo tre.


Caspian tirò fuori la spada ma Casper che era saggio glie l'abbassò - E' inutile, sono troppi - disse - Quando ti do il segnale scappa - mi disse Caspian che era davanti a me. No stavolta però non mene sarei rimasta in disparte, strinsi la presa sulle carte e il cerchio di prima apparve di nuovo, sia Caspian che Casper e i soldati si fecero indietro, tutti tranne Miraz


- è una strega generale - urlò un soldato - e noi le bruciamo le streghe - dei soldati si avvicinarono con le spade levate mentre Casper tratteneva Caspian che avrebbe voluto intervenire per proteggermi - No, ma non hai capito è l'unica che puo salvarci la pelle -.


chiusi di nuovo gli occhi e passai velocemente immagine per immagine la carta che mi serviva, strinsi ancora di piu il mazzo e improvvisamente una linea di fuoco separò me da dai soldati che si fermarono immediatamente poi la linea si


avvicinò a me e creò una spirale intorno a me, mentalmente dissi al fuoco di circondare i soldati e subito eseguì i miei ordini, aprì gli occhi per lo stupore, non riuscivo a credere di riuscire a dominare il fuoco


- Andiamo via presto - Caspian mi prese per un braccio e mi riportò alla realtà, mi misi a correre trascinata da lui mentre il cerchio a terra svaniva.


Una volta fuori dal castello e dai territori di Telmar, finalmente ci fermammo e riprendemmo fiato.

- Grazie di avermi liberato - disse durante la cena Casper.


- Scusa- spostò il suo sguardo da Caspian a me che era seduto al mio fianco. Da quando eravamo usciti dal castello non si allontanava di un centimetro da me.


- Perchè ti fai chiamare Casper quando il tuo vero nome sarebbe Clo?-

domandai posando lo stecchino sul quale poco fa c'era un pesce.


- Clo, Casper che differenza fa - disse buttando nel fuoco lo stecchino. Lo guardammo interrogativi sia io che Caspian allora si mise a spiegare -Hai sentito cosa fanno a Telmar a chi sa manipolare la magia - disse indicando le carte nella tasca dei miei Jeans


- Io ero un noto alchimista ai tempi di tuo padre Caspian, tuo padre amava la magia e non passava giorno che non si rammaricasse di non saperla manipolare - disse rivolgendosi a Caspian


- Io ero solito dirgli," se sapeste usare il cervello al 100% allora la sapreste usare, no come tutti gli altri che usano solo il 10 %" - disse continuando a fissare Caspian che invece fissava il fuoco.


- Quando vostro padre morì, Miraz uccise tutti i manipolatori di magia. Per salvarmi la vita cambiai il nome e decisi di non usarla piu. Durante un incursione in casa mia trovarono il cofanetto, Miraz provò ad aprirlo ma non ci riuscì pensò allora che fosse sigillato con la magia -


-Non era vero?- lo interruppe Caspian gli tirai una gomitata nelle costole, mi guardò malissimo - Già, non capisco come abbia fatto fatto ad aprire lo scrigno - disse poi puntando lo sguardo su di me.


Non lo sapevo nemmeno io come avevo fatto. Me la ero posta come domanda ma non riuscivo a trovare una risposta, lui aveva detto che erano state fatte per l'innominabile ma allora come potevo domarle io? che sia io l'innominabile? ma io non vivevo a Narnia.


- E' tardi, andiamo a dormire?- domandai cercando di sviare il discorso, prima di fare ipotesi azzardate dovevo riflettere bene.


Clo|Casper si sistemò non lontano dal fuoco e i poco tempo era gia la che russava, mi domandai come facesse a dormire con questo freddo, gia quella notte fece davvero freddo.


- Stai bene?- mi domandò Caspian vedendomi assorta nei miei pensieri, scossi la testa e gli sorrisi - si certo. Mi domandavo come faccia a dormire con questo freddo? - ops mossa sbagliata adesso mi vorrà dare il mantello.


- Vuoi il mantello? - mi chiese infatti cominciando a sfilarselo -nono, tienilo tu - accompagnai la frase con un gesto meccanico delle mani - Ma congelerai? - mi disse.


- No. Non ti preoccupare. Be buona notte - gli dissi e mi allontanai ma mi trattenne prendendomi per un polso -Insisto. Almeno che tu dorma- era imbarazzato, gli si leggeva in faccia - Con me- spalancai gli occhi imitando la faccia di una rana


- non metterti in testa strane idee, ragazzina. Intendevo vestiti per non morire di freddo - ma certo che cosa credeva, un grugnito ci interruppe


-sono pesante e?- dissi.


Ci sdraiammo fianco a fianco sull'erba fredda del bosco, un alito di vento ghiaccio mi fece battere i denti, aimè Caspian se ne accorse di nuovo e si avvicinò di piu.


Adesso stavo veramente per perdere il controllo di me stessa un altro alto di vento freddo mi fece venire la pelle d'oca e di nuovo se ne accorse, mi coprì con il mantello lasciò il suo braccio sopra di me, mettendosi nella mia stessa posizione, ok era molto piu alto di me, stavo comodamente sotto il suo braccio.


Dovevo ammettere che la sua idea fu molto furba, in poco tempo il freddo non lo sentì piu ancora a pancia in giu continuavo a guardare le carte le sfogliavo una ad una - Non dormi? - mi domandò Caspian tornano nella mia posizione


- Non ci riesco- gli risposi continuando a guardare le carte - C'è qualcosa che ti preoccupa? - mi domandò - Non lo so. Mi stavo domandando come ho fatto ad aprire lo scrigno - gli confessai


- Sai Lucy, a volte non ci sono delle risposte alle domande che abbiamo - lo guardai negli occhi e poi tornai a guardare le carte -Che vuol dire?- - Che devi accettare la cosa così come è. Destino -

di botto mi addormentai , non avevo nemmeno sonno ma come sotto un incantesimo mi addormentai. la mattina quando mi svegliai Caspian dormiva ancora, meglio perchè mi ritrovai tutta raggomitolata contro di lui, pensa te che figura ci avrei fatto.


-Buongiorno- mi disse sollevandosi, rimasi di sasso. mi guardò curioso - Hai perso la lingua?- scossi la testa

-Nono, buongiorno anche a te - si alzò e andò a svegliare Clo che ancora dormiva.

-Sveglia, dobbiamo andare - l'uomo si alzo subito e dopo dieci minuti eravamo in marcia.


lo vedevo Caspian era geloso dell'attenzione che mi prestava Clo, non geloso perchè voleva che fosse considerato anche lui ma era geloso di me, si comportava come se fossi stata solo sua.


-Cosa provi quando le usi?- mi domandò

- Come cosa provo?-

-Si , non senti l'energia fluire dentro di te?-

-No mi spiace- gli dissi sincera.


Dopo tutta la mattina che camminavamo fummo di nuovo alla tavola di pietra e appena ci videro tutti ci vennero in contro - siete tornati, ero così in ansia - disse Ripicì inchinandosi. - lui è Clo - disse Caspian presentandolo agli altri.


- Ci aiuterà nella battaglia contro Telmar - annunciò battendogli amichevolmente su una spalla anche se Clo non sembrava molto convinto.


la vita riprese tranquilla tra i battibecchi miei con Nicabrick. Eravamo per l'appunto in riva al fiume che lo guardavo pescare. Era gia passato un giorno dalla mia permanenza a Telmar -Quanti giorni sono passati dal mio arrivo?- domandai al nano ma non mi rispose.


- Nicabrick?- continuò ad ignorarmi - Mi vuoi rispondere nano odioso - - La vuoi piantare mi spaventi i pesci - gli feci la linguaccia improvvisamente si librò nell'aria - Che fai adesso?- scesi dal tronco mentre lui si allontanava portato via dal vento .


- Dove vai?- lo segui a corsa e a fatica gli stavo dietro, rientrammo al campo mentre Nicabrick volteggiava nel cielo, tutti ci guardarono chi scioccato chi incredulo chi non riusciva a trattenere una risata.


-Fammi scendere Lucy- urlava il nano, ovviamente non volava perchè lo avevo legato con una corda un po stile palloncino.


- Sempre a giocare voi due? - ci domandò Caspian non capendo il perchè Nikabrick fosse appeso per un piede e sospeso per aria - Ecco vedi, io stavo parlando con lui quando non mi ha piu risposto e poi ha cominciato a volare - gli raccontai


-non le sai ancora controllare - sentenziò Clo che stava arrivando dalla sua tenda -se tu mi insegnassi magari.- Lo accusai.

-Forse hai ragione - ammise Clo e quando riuscì a calmarmi Nicabrick ricadde a terra con uno schianto sordo.


Caspian si avvicinò al nano - tutto bene vecchio mio?- gli domandò aiutandolo ad alzarsi - Si. Tutto bene maestà - disse alzandosi e guardandomi male - dai non l'ho fatto a posta- gli dissi ma se ne era gia andato.


mi sentì tremendamente il colpa, credeva veramente che lo avevo fatto a posta? - Non preoccuparti domani se ne già scordato - disse Caspian intuendo i miei pensieri. Storsi la bocca. Non ne ero molto convinta.


- devo tornare a lavoro - annunciò poi spostandosi dal mio fianco e sparendo nella tenda - e noi abbiamo del lavoro da fare - disse Clo.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** capitolo 15° e vivere altre vite ***



Salve scusate il ritardo ma è successo una casino a scuola che poi vi spiegherò a chi sarà interessato.. cmq ecco il capitolo buona lettura..





- si arrivo - gli dissi guardando in direzione di Nicabrick.

cercammo un posto abbastanza lontano da sguardo indiscreti, secondo lui meno gente c'era piu mi sarei concentrata.

Come ho notato subito Clo non era un Maestro nato, ad ogni errore si metteva subito a sbraitare e la cosa non faceva che aumentare il mio malumore.

Al millesimo rimprovero mi arrabbiai seriamente - Adesso basta – gli dai deconcentrandomi e facendo sparire anche il cerchio a terra.

Clo mi guardò sbigottito - Sono stufa dei tuoi rimproveri - dissi con gli occhi colmi di lacrime - non ci riesco. Vuoi farmene una colpa?- gli dissi ancora. Una lacrima cadde a terra e il cerchio si riaccese. il cielo si fece scuro e il vento aumentò.

delle foglie intorno a me, sollevate dal vento mi girarono a torno come una specie di vortice, le carte apparvero come la prima volta Clo fece un passo indietro spaventato e poi si girò e scappò verso il campo.

le carte tornarono di nuovo nella mia mano e il cerchio si affievolì ma perché Clo era scappato via in quel modo?.

mi chinai e raccolsi l'ultima carta, era girata con la faccia verso la terra, la raccolsi e la guardai. sussultai nel vederla - La carta della verità - dissi piano.


- Bambina - disse una voce familiare alle mie spalle. Sorrisi e mi voltai - Aslan- dissi felice di rivederlo, corsi ad abbracciarlo - sei tornato - gli accarezzavo la criniera come piaceva a lui - si, e stavolta per restare - disse con tono allegro, sorrisi ancora di piu.

-dobbiamo dirlo a gli altri - dissi avviandomi verso il campo ma lui non mi seguì. Mi voltai verso di lui e lo guardai senza capire perché non volesse venire - prima devo farti una domanda - mi avvicinai allora di nuovo - dimmi Aslan - - Tu ti fidi di tutti? -

ah, ma che razza di domanda - in che senso? - -Non Fidarti delle persone di qui non sai la storia - non capisco mai le frasi di Aslan. mah.

Insieme tornammo al campo ed entrai correndo nella tenda di Caspian - Guarda chi c'è? - gli dissi facendomi da parte lasciando libero passaggio al leone. - Aslan? - disse incredulo - Caspian, sono giunto fin qui per darti il mio aiuto - disse il leone, Caspian era commosso - tu combatti in nome di Narnia. Sarò fiero di seguirti in battaglia -.


Caspian non disse nulla ma si vedeva che era colpito dalla rivelazione di Aslan - potrei conferire con te?- domandò a Caspian. poi aggiunse rivolto a me -in privato - un po delusa mi avvicinai all'uscita ed uscì.

il colloquio durò a lungo, Aslan uscì dalla tenda di Caspian a tarda sera appena a uscì dalla tenda raggiunsi il grosso leone - Che vi siete detti? - gli domandai curiosa - Lucy- disse sghignazzando - che ho detto? - domandai indicandomi - se avessi potuto dirtelo, ti avrei fatto restare- disse ma non era arrabbiato, ridemmo insieme -anche tu hai ragione - dissi prendendomi in giro.

- con te dovrei parlare di un altra cosa - disse sedendosi davanti a me. capì di che cosa voleva parlare delle carte.


in realtà non era stato quel Clo a crearle ma solo a ritrovarle. quelle carte era vera avevano una mente propri visto che erano appartenute alla strega bianca che una volta distrutta tutti i suoi oggetti col tempo andarono dispersi. queste carte infine erano pericolose se non si aveva la forza di controllarle.


- si questo lo sapevo gia - dissi ad Aslan.

-e sapevi anche che solo una persona di stirpe reale puo usarle? - disse secco. ma io non sono di stirpe reale, come riuscivo ad usarle? in effetti non è che le usassi molto bene, forse per quelle due volte fu soltanto una coincidenza.no questo mi mancava - dissi estraendole dalla tasca - Lucy, devo chiederti di consegnarmele - disse serio Aslan. Alzai lo sguardo su di lui fino ad incontrare i suoi occhi verdi perchè le dovevo consegnare, non hanno fatto di niente di male e anche se non sono di stirpe reale posso usarle che male c'è.

- Ma Aslan- dissi con il tono che preannunciava una tremenda litigata, con Aslan non mi sarei ma permessa di litigarci però

- fai come dice - disse un altra voce dietro di me. Caspian. Mi girai sta volta verso di lui. era appoggiato al tronco di un albero e avevo il volto serio, questa volta non scherzava lo capivo benissimo ma mi urtava il suo tono da saputello.


- perchè? - dissi urlando, - Clo ha detto che le carte scelgono il possessore non viceversa, loro mi hanno scelto- urlai sempre di piu.

Caspian si avvicinò a me e si inginocchio davanti a me, i nostri occhi scuri si incontrarono - Lucy - spinse la mano verso di me

- Dammi le carte - abbassai lo sguardo - no - dissi con cattiveria e a denti stretti, vidi il volto di Caspian cambiare espressione, da esterrefatto a deluso, quella era la prima volta che dicevo di no da quando ero ritornata, la prima volta che facevo vedere il mio lato oscuro, la prima volta che disobbedivo a Caspian.


- Lucy le carte ti stanno gia cambiando - disse Aslan alle mie spalle. non era vero che ne sapevano loro, niente. Loro non sapevano niente di me. Niente.

Caspian era ancora in ginocchio davanti a me con la mano tesa pronto ad avere le carte che sperava gli avessi dato.

le afferrai estraendole dalla tasche, con le braccia stese lungo il corpo stringevo le carte in mano mentre nell'altra serravo il pugno. Caspian disse di nuovo - Dammi le carte Lucy- questa volta lo disse con gentilezza. ma non avrei ceduto - No - ripetei


- Lucy se non me le dai subito sono guai - disse di nuovo abbandonando il tono gentile di prima - Non dirmi quello che devo fare -

gli gridai in faccia - Lucy - mi avvertì Aslan - tu non non puoi darmi ordini - dissi ancora, mi allontanai da i due - Lucy fermati immediatamente - disse imperioso Caspian - sarai pure il re - dissi in tono di sfida prendendo la carta dell'ombra - ma non sei mio padre - entrambi rimasero sbalorditi dalla mia risposta. Lucy è meglio no provocarla.

la carta dell'ombra fece il resto immediatamente calò il buio piu nero e io ne approfittai per andarmene.







Ecco comincia il bello continuate a segurimi mi raccomando ^_______^

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** capitolo 16° rottura ***


questo capitolo che dedico alla mia Musa ispiratrice xD ( grazie tesora di recensire ogni mio capitolo ) avrà un alternanza incredibile di pov spero vi possa piacere aH dimenticavo :

Lo so avrete notato che gia dal precedente capitolo, la lunghezza è diminuita / chiedo preventivamente scusa/ ma ormai siamo alla fine anche del secondo film e lo so non di dovrebbe dire ma. =P lo dico lo stesso /VOGLIO ALLUNGARE IL BRODO/ ERGO! i capitoli saranno n tantinello \ ok molto | piu corti del normale spero che non mi odierete..PERDONO COMUNQUE?? O MI LASCERETE?


BUONA LETTURA




( Pov Caspian )


- Dammi le carte Lucy - gli dissi in tono gentile cercando di convincerla ma mi rispose sempre no. un No che non avevo mai sentito, un no che esprimeva tutta la sua rabbia e delusione. Delusione nei miei confornti.


decisi allora di abbandonare il tono gentile e tirare fuori quello autoritario anche se era una tortura per me. Non mi guardava piu negli occhi ma continuava a tenere lo sguardo fisso sul terreno umido.


- Dammele Lucy - dissi ancora mentre tendevo la mano pronto a riceverle - No- disse di nuovo e se ne andò, provai a fermarla ma la sua risposta mista al suo sguardo mi lasciò incredulo -Sarai anche il re - disse in tono di sfida - Ma


non sei mio padre - aggiunse poi voltandosi e sparendo nell'oscurità.

quella risposta mi lasciò veramente male, non me lo sarei mai aspettato. Non da lei. rimassi a fissare il vuoto per una


buona decina di minuti prima che la voce di Aslan mi facesse riprendere e mi riportasse alla realtà - Caspian. tutto bene?- mi domandò il Leone raggiungendo il mio fianco - si. Benissimo -.


rientrai nella tenda e mi misi a sedere sul letto e cominciai a darmi dello stupido quando cornelius entrò nella tenda.

- Caspian signore. che cosa è successo? - mi domandò guardandomi e sedendosi sulla sedia davanti a me - non posso-


gli dissi semplicemente - nessuno ha mai detto che fosse facile - disse Cornelius pulendosi le lenti degli occhiali.

- no. non hai visto come mi ha guardato. odio allo stato puro - dissi prendendomi il volto tra le mani, sono un re


patetico, un re che non sa prendere in mano il suo destino.

- solo il tempo puo far si che le cose vadano come devono andare - concluse il mio precettore.


- come faccio Maestro?- gli domandai al limite della disperazione - questo compito è solo tuo. se non troverai il modo.

Nessuno potrà - . - mio signore, verrà il momento in qui tutto avrà la sua giusta spiegazione. Fidatevi non è lontano-


e quel giorno io sono sicuro non sarò pronto non sarò in grado di dire ciò che devo dire, ho combattuto guerre e

battaglie ma sono sicuro che da questa non ne uscirò vincitore.



(pov Lucy)


non ero mai stata così arrabbiata con nessuno in questa maniera, con nessuno, nemmeno come quella volta sul fiume.


ero fuori di me ed era tutta colpa di Caspian, ma perchè non mi voleva credere? perchè continuava a trattarmi in quel modo? io non sono una bambina.


camminavo avanti indietro sull'erba sotto un grosso albero. Continuavo a chiedermi perchè volevano che li consegnassi le carte?.


mi fermai di nuovo e le sfilai dalla tasca dei jeans; le posai sull'erba e mi sdraiai a pancia in giu davanti a loro.

sembravano così innocue racchiuse da quel gommino ma in azione erano micidiali. Continuai a fissarle per un paio di


minuti buoni poi rotolai a pancia in su a guardare le stelle nel cielo e non feci a meno di non domandarmi che stesse facendo Caspian.


eravamo sempre insieme, inseparabili superate le nostre difficoltà iniziali. Eravamo diventati indispensabili l'uno per l'altro ma quella sera no. Eravamo divisi.


mi girai di nuovo verso le carte - non voglio litigare con Caspian- dissi alzandomi, infine avevo deciso - vi consegnerò a lui - dissi afferrandole e allontanandomi dall'albero.


ormai avevo deciso e non avrei cambiato idea, per me Caspian era piu importane di un mazzetto di carte. le avrei consegnate e tutto si sarebbe risolto.


-non ci consegnare regina mia - disse una voce nella'aria mi voltai di scatto guardandomi alle spalle - chi c'è?- domandai al nulla - non portarci da lui - disse un altra voce - lui chi? - chiesi di nuovo - da Aslan - rispose un altra - lui ci


vuole distruggere ma non sa come siamo fatte - -non sa che abbiamo dei sentimenti - dissero altre due.

stavo impazzendo era chiaro. sentivo le voci chiare nitide nella mia testa.


- non consegnarci a lui- dissero di nuovo - perchè non dovrei ?- dissi dubbiosa - noi possiamo aiutarti - dissero - a fare cosa? - - a trovare, il tuo destino - disse una - il tuo futuro - disse un altra - o il tuo passato - concluse un altra.


il mio passato, quello che ignoravo e di qui nessuno voleva parlarmi.

tutte le mie risposte erano la a due centimetri da me - cosa devo fare?- domandai.


- invocaci e ti spiegheremo tutto -.

chiusi gli occhi e feci come mi dissero, mi concentrai e il cerchio magico apparì e poi a voce alta e nitida dissi - Carta del


passato - un forte vento si alzò insieme ad una fitta nebbia e quando riaprì gli occhi una figura nebulosa era difronte a me.



(pov Caspian)


Il mio maestro era appena uscito quando un alito di vento fece spengere la candela sul comodino vicino a me.

rabbrividì ma pensai che fosse normale e non pensai a niente di strano o forse lo pensai ma ero troppo indeciso e


sconvolto su come mi aveva risposto Lucy qualche ore fa.

si era gia passata una o due ore da quando non l'avevamo piu vista ne io ne Aslan che era convinto fosse giu al fiume a


meditare. Lo speravo anche io. mi ero affezionato veramente tanto a quella bambina e ho scoperto di esserne quasi dipendente, non averla intorno mi faceva stare male, in pensiero.


come diceva il mio maestro era naturale ma come avrei fatto quando sarebbe dovuta tornare nel suo mondo? c'era solo un modo per poterla fare restare ma non avevo la piu pallida idea di come dirle quella cosa.


continuavano a venirmi in mente delle strane idee ed ipotesi che scartai quasi subito.

ero all'impasse.



allora che ve ne pare? | oltre che corto?! vi piace?? spero di si! ^^ non perdetevi il prossimo episodio a presto ciaao!!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** capitolo 17° viaggio nel passato ***



questo capitolo è incredibilmente corto ma è molto importante spiega molte cose quindi mi raccomando leggetelo con molta attenzione!!

grazie ancora a alicecullen19 e alla mia musa ispiratrice che mi sostiene e mi consiglia sempre grazie mille

questo capitolo è dedicato a te che ti sei scervellata per arrivare ad una conclusione ma non ci sei arrivata.

PS è un fuori programma visto che non ci doveva essere ma mi sembrava importante però spiegare alcune cose.

vi assicuro che una volta letto questo capitolo sicuramente arriverete alla conclusione e capirete tutto T_T e io allora sarò inutile T_____________________T


buona lettura!


improvvisamente apri' gli occhi e mi ritrovai al castello di Miraz ma non era cupo e grigio come lo avevo visto pochi giorni fa

era luminoso e delle voci venivano dalla piazza.

Presi coraggio e mossi i primi passi verso il ponte levatoio, una volta al grande portone presi una boccata d'aria ed


entrai nel castello, nella piazza c'era una festa, Gli abitanti stavano ballando e nessuno sembrava avere quell'ombra di paura.


Decisi di chiedere che cosa stesse accadendo ad un uomo non distante da me - Mi scusi - ma non si accorse di me e quando si girò mi passò a traverso come se fossi stata di fumo. Ero nel passato.


tutti stavano facendo festa senza che ne capissi il perchè ma poi la carta del passato per fortuna apparve e allora gli chiesi spiegazioni - stanno festeggiando la nascita dell'erede al trono


- disse, pochi secondi dopo il paesaggio cambiò di nuovo.

riaprì gli occhi, questa volta ero in una stanza, una camera da letto sembrava dagli addobbi e dai mobili, la carta mi


indicò due figure sul balcone della camera. - ma io questo l'ho gia visto - dico guardando la carta. ma perchè mi stava mostrando questo? - avvicinati - mi disse. mi avvicinai alle due figure che non si accorsero di me, guardai


l'uomo e rimasi di sasso.

il suo volto era così familiare e bello. Era il volto di Caspian, ma chi era quella bambina?. - quante stelle - disse la


bambina con un dito alto contro il cielo - perchè non provi a contarle - dissi insieme a l'uomo , si era proprio Caspian, era la sua voce, adesso ne ero certa.


Rimasi imbambolata ad osservarlo quando qualcuno entrò nella stanza sbattendo la porta. Era Cornelius.

Ovviamente non si accorse di me - Caspian signore - disse ansante, sia la bambina che Caspian si voltarono - sta


arrivando, sta arrivando per voi - disse terrorizzato il precettore poi dei rumori di zoccoli nella piazza ci costrinsero a guardare tutti giu, era Miraz con i suoi uomini.


mi rivolsi alla carta - Che succede adesso ?- ma non mi rispose, tutti nella stanza si spostarono dalla finestra e si avvicinarono al camino. IL precettore smosse dei libri che erano la sopra e si apri una porticina dietro a dove


starebbe il fuoco.

li segui anche io nel piccolo passaggio segreto,Miraz aveva trovato il passaggio e adesso era nella galleria con noi,


affrettammo il passo.

arrivammo ad un altra porta e il maestro prese delle grosse chiavi e aprì anche quella porta, entrammo tutti io per


ultima.


- Maestro cosa facciamo ?- chiese spaventato Caspian, quella era la prima volta che lo vedevo spaventato, la bambina era tra le sue braccia ed era spaventata anche lei.


nel vedere con quanta premura Caspian stringeva a se quella bambina mi venne un senso di gelosia mai provato in vita mia e inconsapevolmente una lacrima mi scivolò dagli occhi e cadde a terra mentre la bambina guardava nella


mia direzione come potesse vedermi.

- Caspian apri la porta - disse la voce di Miraz dall'altra parte, Caspian lasciò andare la bambina e si diresse alla porta


e per la prima volta la bambina parlò - no - disse afferrandolo per la mano - non preoccuparti, ci rivedremo un giorno- abbraccio la bambina e poi disse - quando riaprirai gli occhi tu avrai dimenticato tutto - una luce avvolse la


bambina che poi si addormentò immediatamente, Caspian si allontanò dalla bambina e si avviò alla porta- Maestro- disse , il precettore aveva preso in braccio la bambina - sapete cosa dovete fare - disse con la voce rotta da pianto


- ma signore - disse -come da noi stabilito - uscì dalla porta lasciando il Maestro da solo con la bambina che ancora dormiva.


e di nuovo il paesaggio intorno a me cambiò, quando riaprì gli occhi ero di nuovo a Narnia, non che me ne fossi mai andata. la carta era davanti a me - Che cosa significa ?-le domandai - tu eri destinata a trovarci - disse - ma cosa


centra quello che mi hai fatto vedere? - domandai ancora. avevo il volto rigato dalle lacrime - servirà per quello che verrà, io non mostro il futuro - continuò - Lucy, padrona - - avrai bisogno di tutto il tuo coraggio adesso- tutte la


carte si levarono in torno a me - noi saremo con te prima della fine - e poi docilmente tornarono nella mia mano.


Spero vi sia piaciuto

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** capitolo 18° rottura II° parte ***


quando aprì di nuovo gli occhi ero di nuovo sul prato vicino all'albero a Narnia, non che sia andata via però quel piccolo viaggio mi aveva lasciata ancora piu confusa.


volevo trovare il mio passato e invece ho trovato quello di Caspian, e chi era quella bambina? mi domandi piu volte, perchè Caspian voleva che le si fosse cancellata la memoria? e che cosa avrebbe dovuto fare il precettore di così importante da


essere gia tutto stabilito?.

continuavo a chiedermi tutto questo da qualche minuto mentre risalivo la collinetta che mi avrebbe riportato alla mia


tenda, camminavo con lo sguardo basso come faccio sempre quando penso, ormai ero vicina, sentivo le voci dei soldati chiacchierare su come sarebbe andata la guerra, come si sarebbe svolta, si intravedevano anche delle luci e i


miei occhi si dovettero abituare a quella tiepida luce.

Continuavo a camminare ancora a testa bassa e senza rendermene conto andai a sbattere contro qualcosa o


qualcuno. Caddi a terra battendo il fondo schiena e inevitabilmente mi venne di urlare dal dolore - guarda dove vai - dissi scocciata ma quando alzai lo sguardo vidi il volto tenero di Caspian tendermi la mano come aiuto per alzarmi.


l'afferrai ringraziando e scusandomi per la poca gentilezza dimostrata prima.

Caspian come al suo solito non fece una piega, si limitò a sorridere prima di avvicinarsi ad una piccola sporgenza. Li


si mise ad osservare l'orizzonte dove la notte stava per lasciare spazio al giorno, il cielo blu scuro stava diventano sempre piu chiaro.


mi avvicinai a lui, avrei dovuto chiedergli scusa per come mi sono comportata qualche ora fa, di come a volte, e me ne rendo conto,so di essere una bambina viziata e da ceffoni sulla faccia.


Mi misi al suo fianco e non so perchè ma mi venne fatto di prendergli la mano che lui dopo qualche secondo strinse, per me era diventato un gesto naturale prendergli la mano come due persone si danno un bacio per me quello era la


cosa piu naturale del mondo.

respirai rendendomi conto che non e l'avrei fatta a chiedergli scusa, non ora, ero una vigliacca falsa ed ipocrita, lo


trattavo male e lui in ogni momento c'era, in ogni gesto lui c'era, nelle cose di ogni giorno c'era sempre per me,

avrei dovuto chiedergli scusa ma in quel momento le parole mi mancarono e abbassai lo sguardo sconfitta.


A lui come al solito non gli sfuggiva niente, si accorse subito che qualcosa in me non andava, con un gesto secco mi porto a scontrarmi contro di lui prima di chiudermi in un abbraccio protettivo da cui non sarei mai uscita.


sarei rimasta la dentro, nel suo abbraccio, per sempre ma ovviamente Caspian deve sempre rovinare tutto

mentre ancora mi abbracciava mi chiese di nuovo di consegnargli le carte.


mi staccai dal suo abbraccio amareggiata e delusa, lo spinsi via con tutta la forza che avevo - non te ne importa niente di me-dissi con le lacrime agli occhi, si vedeva che anche a Caspian pesava chiedermi le carte con tutta quella


insistenza -se non me ne importasse niente di te ti direi di tenere le carte e farci quello che vuoi - disse avvicinandosi di nuovo - ma io ci tengo a te Lucy, non sai quanto - disse anche lui con la voce leggermente incrinata,


ma lui è testardo come lo sono io e prima o poi due testardi si scontrano.

provò di nuovo ad abbracciarmi ma lo respinsi come prima - No- rimase ancora piu deluso di prima, sul suo volto si


leggeva tanta tristezza - Lucy, io ti voglio bene ed è per questo che mi devi dare le carte- disse alzando la voce sempre piu rotta dalla tristezza - Bene come a quella bambina a qui hai cancellato la memoria ?- gli urlai rabbiosa,


non avrei dovuto dirlo ma qando mi arrabbiavo dicevo cose senza senso. Caspian da triste diventò furioso - che ne sai tu? - disse minaccioso. Io diventavo piccola piccola inconfronto a lui quando era alteraro -io..- abbassai lo sguardo


colpevole - tu non sai niente - disse avvicinadosi minaccioso - tu non sai quello che ho dovuto passare - disse inchiodando i suoi occhi scuri ai miei, così profondi, così uguali.


Se ne andò lasciandomi la sul ciglio della collina mentre il sole faceva capolino, lo chiamai debolmente e lui mi mandò a quel paese. Quello per me fu un colpo durissimo ormai con le lacrime che scorrevano come fiumi in piena corsi via,


giu per la collina correndo senza sapere dove andavo, mi sentivo una stupida a comportarmi così io avevo ferito lui noi lui che aveva ferito me, ma come sempre io ci rimanevo male per le cose che dico.


arrivai all'albero dove ero prima e finalmente mi fermai, appoggiai la mano al tronco respirando affannosamente per la corsa, una volta ripreso fiato mi girai con laschiea contro il tronco e scivolai lungo fino a terra raccolsi le gambe e piansi


lacrime che nessuno avrebbe asciugato.

ero innamorata? non lo so ma lo avrei aspettato per ore davanti a quel tronco, sapevo solo pensare a quegli occhi suoi ma era


solo una lotta piangevo di rabbia.

ero innamorata? forse di quelle sue scuse anche se sapevo che erano bugie, per il mio bene, lo faceva per me. mentre io


combinavo solo guai.

ero una stronza, che ho distrutto tutti i propositi che mi ero prefissata e adesso che andavo a fondo non potevo altro


che dire "me lo merito", il disprezzo che leggevo sul suo volto qualche ora fa ormai, bella stronza sono stata.

il sole quel giorno non si decideva ad uscire quasi avesse capito cosa era successo, noi non ci facciamo compagnia


adesso, siamo di nuovo divisi e sta volta per sempre, vorrei da te serenità la parola amore non basta piu non è piu qui.


mi sentivo ridicola a piangere così continuavo a ripetermi che non ho piu l'età di piangere, mi alzai con gli occhi gonfi per il pianto e strofinandomi gli occhi mi convinsi che avrei dovuto smettere.


- Lucy perchè piangi? - la voce di Aslan mi apparve nitida nella mente, sapevo che era dietro di me quindi non mi voltai - Caspian- dissi solamente ma non era vero, non stavolta - non è vero - dissi - sono stata una sciocca Aslan -


dissi serrando i pugni - Caspian ha sofferto ed io- mi era difficile parlare dei mie errori orgogliosa come ero - io gli ho riaperto vecchie ferite che aveva dimenticato - dissi chiudendo gli occhi.


sentì chiaramente Aslan avvicinandosi - mi ha chiesto di dargli le carte - continui - ma non l'ho ascoltato, ho fatto di testa mia e adesso, ho perso la persona a cui tengo di piu - dissi urlando - andiamo - mi girai allora verso Aslan,


sembrava non avesse ascoltato niente di ciò che avevo detto - dove?- domandai - da Caspian. ho notizie da darvi - e si avviò verso il campo. lo seguì anche se questo voleva dire affrontare Caspian.


risalimmo la collina fino al campo fino ad arrivare alla sua tenda, Aslan entrò per primo mentre io ero indecisa su cosa fare, restai ferma per diversi minuti quando sentì la voce di Aslan chiamarmi.


mi feci forza ed entrai, nella tenda c'erano anche Nicabrick Ripicì e Clo.

quanto avrei volentieri ucciso quest'ultimo, avrei fatto meglio ad ascoltare Caspian come al solito e lasciarlo marcire


in prigione.

quando entrai tutti sollevarono lo sguardo tranne Caspian che rimase a fissare il terreno sotto di lui. Era arrabbiato


con me.

dopo un lungo silenzio Aslan prese la parola. io mi ero seduta sopra un tavolinetto e con la testa appoggiata al


ginocchio e l'altra gamba che dondolava non riuscivo a staccare lo sguardo da Caspian che continuava a tenere lo sguardo basso.


- signori, nani e topi. vi ho convocato qua per un motivo ben preciso, giungo in questa ora con notizie orrende- ci


annunciò Aslan, tutti a quelle parole si animarono, tutti tranne Caspian che rimase perso a fissare il vuoto

- signori silenzio. vi parlo di questioni serie Caspian- chiamo la sua attenzione - sono stato a Telmar- finalmente alzò


lo sguardo su Aslan, non incrociò mai il mio sguardo, stette bene attento a non farlo - e vi annunciò con non poco timore che Miraz ha stretto alleanza con la strega bianca - disse Aslan nella confusione che si era creata alzai anche


io lo sguardo - come è possibile Aslan- dissi alzando la voce Caspian che nonostante non abbia mai alzato la testa non si era perso una mia battuta e adesso che avevo preso la parola sentivo il suo sguardo su


di me -l'hai uccisa negli anni d'oro, ti ho visto farlo - gli dissi sconvolta - lo so, io la rinchiusi nella camera sotterranea di cair paravel ma- le parole le morirono in bocca - come facciamo ad occuparci sia della strega che di Telmar -


domando Caspian dopo minuti di silenzio -non lo so, devo riflettere- disse allontanandosi da noi - Caspian, saranno qui non piu tardi massimo di tre giorni - finì Aslan ed uscì dalla tenda seguito da tutti gli altri. Dentro rimanemmo


Caspian, Nicabrick Ripicì ed io ancora appollaiata sul mobiletto.

-cosa faremo mio re - domandò il topo, per la prima volta avvertì nel suo tono una nota di paura, il mio sguardo


saltellava da Ripicì a Caspian che scosse la testa mentre si buttava sul letto.

- non lo so- disse stancamente - senza una strategia non sopravviveremo - disse Nicabrick, aveva ragione senza una


adeguata strategia saremmo morti tutti ma Caspian sembrava pensare ad altro, come assorto nei suoi pensieri no si accorse della discussione che cominciò tra il nano e Ripicì - adesso fate silenzio - sbotto Caspian alzandosi e


cominciando a misurare la stanza con grandi passi - lo so che ci serve un piano - disse - ma non no ho idea di come affrontare la strega - continuò a camminare avanti in dietro con lo sguardo basso mentre rifletteva.


La strega non è facile da fare secca e sicuramente si sarà organizzata e Miraz l'avrà avvertita delle carte.

Eureka, le carte. alzai di nuovo la testa e feci il mio intervento -potremmo usare le carte - prova ad azzardare ma Caspian mi folgorò con lo sguardo - non nominarmi le carte - disse puntando i dito contro Clo che ancora non aveva aperto bocca.

- è l'unico modo Caspian - dissi pacata, sapevo di avere ragione - e come pensi di fare?- disse arrendendosi e cominciando a guardarmi in attesa di una risposta.


Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** capitolo 19° il tempo di un minuto per capire chi sei ***




WoW ci siamo ecco il capitolo che molti di voi (spero) stavate aspettando ^^ spero sia riuscito bene a me personalmente piace, a mio parere batte anche quello sulla spiaggia.

in questo capitilo si spiegherà tutto così la mia Miriam (ti voglio bene) capirà tutto e non si scervellarà più

(poverina chissà che mal di testa xD) grazie tesora senza te non ci sarebbe niente adesso da legger e xD

mi aspetto molti commenti anche con insulti!




ero ancora seduta sul mio trespolo in modo a dir poco scomposto mentre cercavo di trovare un modo su come uscire da quella situazione spinosa.


Nella tenda, tutto intorno a me, si creò il silenzio segno evidente che tutti stavano pensando come fronteggiare Telmar capitanata da Miraz e la Strega Bianca.


Molti provarono a dire la loro, ma nessuna delle idee proposte sembrava poter funzionare.

Passammo ore ad escogitare un piano che potesse essere andare ma nessuno sembrava adatto, ognuno di questi


mancava di qualcosa, ognuno di questi lasciava sfuggire troppe cose fondamentali per la nostra vittoria.

Io ancora non avevo detto niente fino ad ora - Potremmo usare le carte - provai a dire, Caspian finalmente


si voltò verso di me - E come? - - Be..- cominciai ma venni interrotta da Clo che si lanciò contro Caspian e si aggrappò ai suoi piedi come per implorarlo - No mio signore - disse, Caspian non sapeva cosa fare - Non


date retta a questa pazza, le carte non desiderano altro che tornare da lei -

era sempre allacciato alle gambe di caspian come i bimbi piccoli fanno con la loro madre, non potei fare a


meno di dire mentalmente che era patetico - Sta delirando Caspian dammi retta- urlò in faccia a Caspian mentre io arrabbiata scesi dal mio trespolo e mi avvicinai minacciosa a Clo che si rifugiò dietro le spalle di


Caspian che alzò le mani in gesto di resa - forse sua radiosità ha un'idea migliore - incrociai le braccia al petto e aspettai una risposta di Clo, la mia rabbia aumentava - voi siete pazzi, la strega non appena saprà


che sei tu sciocca ragazzina a possedere le sue carte cercherà di ucciderti - allora era questa la verità.

Clo si allontanò da Caspian che era sorpreso quanto me della notizia, ok forse lui era piu colpito di me




- ucciderà chiunque tenti di fermarlo e io non voglio morire - si avvicinò alla porta -quindi me ne vado. è Stato emozionante conoscervi - aggiunse rivolto a noi due e poi uscì dalla tenda borbottando qualcosa di


incomprensibile.

anche tutti gli altri uscirono e come al solito rimanemmo io e Caspian da soli, nella sua tenda.


mi abbandonai sul letto sconvolta per quella notizia, non mi spaventava tanto sapere che la strega bianca mi voleva morta, non era la prima volta che qualcuno voleva la mia morte, ero solo stressata da tutta


questa situazione, il passato di Caspian, la litigata la riunione un insieme di cose che prima o poi mi sarebbero crollate tutte a dosso.


sentì il letto abbassarsi di colpo come quando qualcuno ci si siede sopra - Che hai?- mi domandò Caspian con il suo tono premuroso - Te come staresti se qualcuno ti volesse uccidere? - dissi acida ma capì subito la


gaffe tremenda che feci, suo zio voleva ucciderlo per mettere suo figlio sul trono - scusa - gli dissi ancora mantenendo lo sguardo basso, voler essere ucciso da qualcuno che ritenevi della tua stessa famiglia


doveva essere tremendo, ma perchè non tieni mai la bocca chiusa mi maledì mentalmente - Non preoccuparti - disse sdraiandosi e incrociando le braccia sotto la chioma nera splendente - Miraz per me


non è altro che qualcuno da odiare - mi girai completamente verso di lui incrociando le gambe sul letto

-Lui ha ucciso la mia famiglia e portato via ciò che amavo di piu al mondo Per me non merita di vivere -


disse freddo.

-ma fa sempre parte della tua famiglia - dissi

- non piu - - Almeno lui -.


lentamente la sera si stava avvicinando e noi non avevamo ancora trovato un modo per affrotare la


guerra imminente. Passammo tutto il pomeriggio nella sua tenda a parlare delle cose piu svariate, su


come si

viveva nel mio mondo, se ci vivevo bene e se mi


mancherebbe nel caso non potessi piu tornarci.

non sapevo se mi sarebbe mancato, se mi sarebbe


mancata la civiltà, forse no perchè quando ero a Narnia


mi sentivo bene, felice, mi sentivo a casa.

il tempo in compagnia di Caspian passava veloce e


senza nemmeno accorgermene era tarda sera e quando vidi che fuori era buio, mi alzai di scatto dal


letto - o mamma è tardi - dissi alzandomi dal letto, anche lui si


alzò un po spiazzato dal mio repentino cambio di atteggiamento - già- commentò guardando fuori - io


dovrei andare - dissi un po dispiaciuta, stavo bene in sua compagnia - allora io vado - e mi avviai alla porta


ma Caspian mi trattenne per un braccio. Lo guardai senza capire il perchè di quel gesto, aveva paura di


dormire da solo? - non andare - la sua voce era bassa e triste - ti prego - aggiunse.


Nei suoi occhi c'era tristezza e sincerità, lo guardai negli occhi per qualche minuto prima di accettare.


ci sedemmo di nuovo sul letto e aspettai una spiegazione che non tardò ad arrivare - ti starai


chiedendo

perchè ho voluto che tu rimanessi qui - esordì dopo un lungo momento di silenzio.


io nel frattempo mi ero sdraiata a pancia in giu sul letto mentre lo osservavo appoggiato al


mobiletto dove ero seduta io stamani mi guardava a sua volta, con sguardo trasognato, come si guarda


qualcosa di estremamente prezioso e fragile.

mi fissava con insistenza e la cosa all'inizio mi faceva


piacere ma adesso diventava insistente -già - dissi, si staccò dal mobile e si sedette accanto a me posando


le braccia sulle gambe ma senza staccarmi gli occhi di


dosso. Sembrava quasi volesse mangiarmi. - domani ci sarà la battaglia - esordì abbassando lo sguardo - ho


paura - cosa? il grande Caspian che aveva paura?, sollevai la testa dalle mani su cui l'avevo appoggiata.


se aveva paura lui era la fine.

    se non riuscissi a condurre i miei uomini alla

    vittoria? - disse coprendosi il volto con le mani, mi alzai dal


letto e mi accovacciai davanti a lui, lentamente gli tolsi le mani dal volto e lo presi tra le mie mani, aveva

lo sguardo basso, sciocco orgoglio proprio come il mio - guardami - dissi con voce dolce, alzò lo sguardo, i


suoi occhi neri erano velati da uno strano luccichio e non avevo mai visto nei suoi occhi, erano lacrime.

- ei, non fare così - dissi prendendo un fazzoletto dalla tasca per asciugargli le lacrime - tutti si fidano di te -



dissi cercando di rincuorarlo. Ero davvero minuscola al suo confronto, lui seduto sul letto ero poco piu


basso di me - sono io che non mi fido di me - disse con la voce roca di uno che cerca di non urlare per il


pianto -io mi fido di te - dissi abbracciandolo forte, rimase spiazzato dal mio abbraccio senza preavviso,


passarono alcuni secondi prima che ricambiò


l'abbraccio - io mi fido te - ripetei - mi hai salvato da Miraz


quella notte. hai deciso di soffrire per salvarmi - piu andavo avanti e piu sentivo la sua presa stringersi


intorno a me - non mi importa se mi hai cancellato la memoria o se mi hai fatto crescere lontano da te -


avevo cominciato a piangere anche io, non erano lacrime di tristezza ma lacrime di gioia - e anche se


so che non centra niente, io ti voglio bene - dissi infine, non mi ero nemmeno resa conto di essere


seduta sulle

sue ginocchia e di aver detto cose che in quel


momento non c'entravano niente ma che sentivo di dovergli dire.


non disse nulla, si limitò ad abbracciarmi piu forte - di qualcosa ti prego - dissi pensando di aver fatto un


grande sbaglio a dirli ciò che avevo visto - Lucy, sono stato un egoista - disse sciogliendo l'abbraccio


    -ma cerca di capirmi - - lo so perchè l'hai fatto - - come?-

    - non è importante questo, so perchè l'hai

    fatto e questo basta-

avevo capito tutto dopo la nostra seconda litigata, vedere la sua reazione mi aveva dato la conferma.


Io ero quella bambina e lui, lui era mio padre. Ero ancora seduta sulle sue gambe ma lui non ne sembrava affatto disturbato anzi, mi avvicinò ancora di piu a lui passandomi un baccio sul fianco e appoggiò la sua


testa alla mia, un altra cosa che mi ci avrebbe dovuto fare pensare subito che lui era mio padre era la strabiliante somiglianza, stessi capelli scuri lisci, stessi occhi neri e profondi, la stessa testardaggine e lo


stesso stupido orgoglio che spesso ci aveva fatto litigare di brutto.

- Caspian - mi risultava però ancora difficile chiamarlo con il nome con cui avrei dovuto chiamarlo, e poi


come lo dovevo chiamare, Padre? o Signore? come si leggeva nei libri di storia o nei film, decisi di non pormi il problema.



quando lo chiamai lo sentì alzare la testa per guardarmi - perchè l'hai fatto? - domandai ma subito


aggiunsi - perchè mi fatto andare via da Narnia? - domandai guardando sempre il pavimento davanti a me.



lo sentì sospirare e poi posare il viso sulla mia spalla - Miraz, voleva ucciderti - disse stancamente, chissà


quante volte se lo era ripetuto per non incolparsi - pensava che uccidendo te mi avrebbe ucciso piu


facilmente o che mi sarei tolto la vita, forse - continuò sempre contro la mia spalla.


-Cornelius aveva trovato un modo per salvarti e accettai anche se voleva dire non vederti mai piu - ecco



cosa puole l'amore di un genitore, arrivare a privarsi di un figlio pur di salvargli la vita, e io che mi


lamentavo di aver sofferto - quindi io non ho ricordi per questo - dissi ripensando a quello che avevo visto,


tutto tornava, la bambina ero io a quattro anni quando mi cancellarono tutti i ricordi da quando ero nata a


quando arrivai a Londra. - mi dispiace - disse triste, la sua mano era posata sulle mie gambe, ci posai la mia sopra e gli sorrisi.



allora!!!!!!!!!!!!!!!!!! che vene pare ??? vi piace??? spero di si se no vi attaccate mi ci è voluta una vita per scriverlo con la giusta intensità xD

spero nei vostri commenti per dirmi che ne pensate!!

MIRIAM ADESSO HAI CAPITOOOO!! AHHAH SCHERZO BELLA TI DEDICO QUESTO CAPITOLO SPERANDO DI AVERTI ILLUMINATO!!



Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** capitolo 20° la battaglia patre I ***



quando aprì gli occhi era giorno ma il sole non era ancora alto nel cielo, mi misi a sedere sul letto e cercai di mettere a fuoco la stanza, era la camera di Caspian che stava dormendo ancora alla mia destra.


mi sdraiai di nuovo e lo guardai mentre dormiva, gli posai una mano sulla guancia ma lui afferrò la mano e la strinse - pensavo stessi dormendo - gli dissi un po imbarazzata, dovevo ancora abituarmi al cambiamento.


- non ho chiuso occhio - mi dice lasciandola per girarsi a pancia in su, - sei preoccupato per la battaglia? - gli domanda sdraiandomi a pancia i giu al suo fianco per guardarlo negli occhi identici ai miei


-andrà tutto bene, abbiamo le carte - dissi entusiasta, lui invece si fece serio - che cosa hai?- gli domando preoccupata, avevo paura che da un momento all'altro potesse ripensarci e dirmi è stato solo un malinteso e


che non ero io sua figlia, che non era lui mio padre.

- volevo parlarti proprio di questo Lucy - continuò mentre io tirai un sospiro di sollievo


- tu devi rimanere qua -


disse fermo e irremovibile, abbassai la testa ma avrei fatto come mi diceva - però potevo essere d'aiuto - provai a replicare anche se sia lui che io avevamo gia deciso. entrambi ci eravamo alzati, mentre io mi infilavo le


scarpe Caspian metteva a posto l'arco con le frecce, quando ero pronta mi fermai in mezzo alla tenda, tra il letto e Caspian che una volta finito si voltò verso di me quasi in ginocchio mi disse - mi sei piu di aiuto qui -


disse tornando a trafficare con la spada - mamama -

- non posso vincere una guerra pensando che ci sei tu la

in mezzo - si avvicinò di nuovo a me e mi stampò una bacio sulla fronte prima di uscire dalla tenda e


raggiungere gli altri, sospirai e uscì anche io .

Caspian stava preparando gli uomini al peggio ma nessuno sembrava avere timore di morire per lui. Tutti si


prepararono alla battaglia e ormai erano pronti per partire Caspian tornò da me - rimani qui. fallo per me - disse con faccia implorante - ma - - hai sentito quello che ha detto Clo, non ti ho fatto andare via da Narnia per poi


farti ammazzare alla prima occasione - disse ma capì di essere stato troppo duro - Lucy, farai come ti ho detto? - mi domandò di nuovo , tenevo la testa bassa, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi perchè forse non


avrei rispettato quella promessa.


Annui continuando a guardare la terra -ti voglio bene piccola - disse abbracciandomi prima di alzarsi e salire a cavallo.


che persona orribile che ero, facevo promesse che non avrei mantenuto, in pochi minuti tutti avevano lasciato l'accampamento, soltanto alcuni erano rimasti, mi guardai in torno e poi guardai il cielo


- anche io ti


voglio bene-.

le ore passavano, ne erano gia passate tre, chissà se la battaglia era cominciata, seduta sul letto nella tenda


di Caspian continuavo a tormentarmi.

A distrarmi fu Nicabrick che entrò nella tenda - mia signora - disse inchinandosi, oddio ci si metteva anche


lui adesso - No Nicabrick non mi chiamare così, sono sempre Lucy - dissi guardando il nano che tutto contento si avvicinò, lo invitai a sedere con me - tu sei rimasto qua?- gli domandai contenta di parlare con


qualcuno per distrarmi - Mi ha chiesto vostro padre di rimanere a sorvegliarvi e a proteggervi nel caso -

- non puo proteggermi per sempre- dissi - già questo è vero Lucy, ma vi ha appena ritrovato - disse


guardandomi e alzandomi il viso - si farebbe uccidere per voi - disse - non mi fai stare meglio - dissi alzandomi di scatto dal letto e avviandomi alla porta - dove andate, maestà - non gli risposi tanto meno


perchè continuava a chiamarmi maestà - Lucy, dove vai ? - continuava a seguirmi mentre io mi dirigevo alla mia tenda che non vedevo da non so quanto tempo , entrai e mi misi a ruffolare nel baule dove avevo


deposto le carte - ma dove sono - borbottavo senza ascoltare quello che diceva Nicabrick - ma dove pensi di andare? -mi domandò di nuovo mettendosi davanti a la porta - hanno bisogno del mio aiuto- ero ferma nella


mia decisione - non sarete voi a cambiare le sorti della guerra. ma a dare solo pensiero a vostro padre - continuava a non volersi spostare dalla porta - senti la strega non la possono affrontare con le spade e Miraz


sarà piu facile da battere, pensaci - il nano sembrò fare un rapido calcolo - come ci arriviamo? - mi domandò, vittoria l'avevo convinto.



uscimmo dalla mia tenda e andammo verso l'armeria - prenderemo dei cavalli - dissi ma una volta all'armeria i cavalli non c'erano, mi girai verso il mio compagno - mi sa che ci tocca andare a piedi - ma


qualcosa di spettacolare accadde, dal nulla si materializzo un grifone - posso servirvi, principessa Lucy - sorrisi e due minuti dopo eravamo in groppa al grosso animale verso la battaglia.



dopo qualche minuto di volo ci lasciò su un altura da dove si vedeva tutto, la battaglia era in corso ma della strega bianca nessuna traccia - stiamo perdendo - esclamai guardando le persone a terra - o cavolo -


commentò Nicabrick - dobbiamo fare qualcosa - esclamai estraendo le carte dalla tasca.

- che cosa pensi di fare ?- - stai a vedere -


la battaglia era veramente cruenta e i soldati di Miraz non risparmiavano nessuno, se non sarei intervenuta subito sarebbe stata una disfatta, cercai con lo sguardo Caspian ma non lo vidi e cominciai ad agitarmi


- carta del fuoco - davanti a me una sfera di fuoco prese vita - dividi i Telmarini dai Narniani - la sfera parti e la seguì con lo sguardo, una linea di fuoco divise il campo di battaglia in due, sia i Narniani che i Telmarini si


fermarono all'istante spaventati, tutti si guardarono a torno cercando chi potesse avere appiccato il fuoco

- questo dovrebbe tenerli occupati per un po - come non detto, i soldati a cavallo riuscirono a superare la


linea e la battaglia riprese - accidenti- - e adesso?- giusto e adesso che avrei fatto? un altra idea mi venne in mente - puoi portami laggiù?- domandai al grifone - cosa? ma sei impazzita, hai sentito cosa ti ha detto tuo


padre? - - quando avrò bisogno di un grillo parlante ti informo - dissi salendo sul dorso dell'animale che in pochi secondi mi portò la in mezzo alla battaglia, intorno a me la gente si ammazzava senza esclusione di


colpi, iniziai a pentirmi di essere andata la, un soldato di Miraz si accorse di me e iniziò a caricarmi con il cavallo e..

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** capitolo 21° la battaglia parte II ***


la spada sguainata, ero terrorizzata che cosa avrei fatto? mi guardai intorno velocemente cercando


Caspian ma continuavo a non vederlo " rimani qui ti prego" perchè non ho fatto come ha detto – Caspian - urlai ma nessuno poteva sentirmi, dovevo cavarmela da sola, il cavaliere era a pochi metri da me, mi girai


verso destra e finalmente lo vidi, era vivo e questo mi tranquillizzò non poco, ma non appena mi vide il panico si dipinse sui suoi occhi, lo vidi muovere le labbra ma non capì cosa avesse detto, pensai qualcosa come “scappa “


o “vattene”, mi girai verso il cavaliere era pochissimi metri da me, che cosa avrei fatto ? con la coda dell'occhio vidi Caspian correre verso di me, passavo con lo sguardo da Caspian al cavaliere sempre piu vicino quando


una voce nella mia testa mi disse di usare la carta del muretto, certo mi avrebbe salvato, forse.

terrorizzata gridai - carta del muretto - un muro di mattoni si alzò davanti a me pochi secondi prima che il


Telmarino mi prendesse in pieno.


il muro si dissolse e il cavallo era a terra sopra il cavaliere, mi alzai da terra e mi avvicinai a lui, era morto.

- Lucy - mi sentì travolgere - ti avevo detto di restare la - mi disse Caspian osservandomi accuratamente -stai


bene? - annuì, ero leggermente scossa.

- Caspian - una voce gridò dietro di me. era Miraz - ma guarda, sei riuscita a tornare – aggiunse rivolto a me con disprezzo


Miraz, mi avvicinai a lui ma Caspian mi ritirò indietro e mi portò dietro di lui - ancora per poco - levò la sua spada pronto a colpire Caspian, sarebbe morto per colpa mia perchè non accennava a muovere un muscolo


stava per ucciderlo e dovevo pensare in fretta, lo spinsi di lato e presi la prima carta che mi capitò in mano

- carta dell'illusione - non capì che cosa era successo, vidi il volto di Caspian farsi disperato mentre quello di


Miraz farsi vittorioso, chissà per cosa poi capì, la carta dell'illusione crea l'illusione di quello che ti stava per succedere mentre te ne uscivi indenne - ahah, muori - urlò trionfante sfilando la spada da quello che


secondo loro era il mio fianco, poi si avvicinò a Caspian - adesso muori anche tu - levò di nuovo la spada su di lui che non faceva niente per difendersi - uccidimi- disse - non aspettavo altro-...


to be continue..

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** capitolo 22° la battaglia parte III ***








- uccidimi - disse Caspian senza ribellarsi, in ginocchio sull'erba del capo di battaglia, si era rassegnato - non aspettavo altro - disse Miraz levando la spada su di lui.


tornai normale nel momento giusto una volta terminato l'effetto della carta dell'illusione.

Vidi Miraz pronto ad uccidere Caspian, mio padre,mi guardai a torno in cerca di un arma, trovai un


coltello e io i coltelli li sapevo usare lo raccolsi e presi la mira - Non così in fretta, zietto - Miraz si girò sempre con la spada levata come se avesse visto un fantasma , lanciai il coltello e lo presi pieno nel


cuore.

lasciò cadere la spada e si accasciò a terra, corsi da Caspian che anche lui aveva la faccia sconvolta.


Fu il mio turno di abbracciarlo - stai bene? - gli domandai buttandogli le braccia al collo - ti ho visto morire- diceva balbettando incredulo, estrassi la carta dalla tasca e glie la mostrai - basta un


illusione a volte - gli dissi sorridendo.

guardammo il corpo senza vita di Miraz, tutti i soldati si fermarono e gettarono le armi in segno di resa.


-ottimo lavoro, Lucy - Aslan apparve alle nostre spalle, ci voltammo - non ce l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto- mi separai da Caspian per abbracciare il leone - scusami se ti ho trattato male l'ultima volta -


mi scusai, l'ultima volta quando mi chiese di consegnargli le carte lo mandai quasi al diavolo - sai a volte è un bene disobbedire agli ordini - aggiunse rivolto a Caspian che si era avvicinato a noi, anche io lo


guardai e gli sorrisi - torniamo all'accampamento -.


Tornammo all'accampamento e scoprimmo che i guai non erano finiti, non ancora. di nuovo nella tenda di Caspian Aslan ci dette altre brutte notizie.


la strega bianca doveva essere distrutta e quella sarebbe stata la cosa piu difficile - Lucy, posso parlarti un secondo in privato?- mi domandò prima di andare Aslan, guardai caspian che mi annuì debolmente


e staccatami dal suo fianco seguì Aslan fuori dalla tenda.


- ti starai chiedendo cosa non posso dire davanti a tuo padre -


- in effetti -


- ho bisogno del tuo aiuto, di nuovo -


-cosa devo fare ?-


- devi tornare alla tavola di pietra -


- tutto qui?-


- per distruggere la strega bianca, per sempre -


- ma come faccio?-


- devi usare le carte-


- come?-


- quando verrà il momento lo saprai-


- c'è altro?-


si girò verso di me e proseguì



- si Lucy, ce dell'altro. sei cresciuta parecchio da quando sei venuta qua la prima volta-


- avevo nove anni -


-e adesso quanti anni hai?-


-undici da poco- dissi iniziando a capire dove voleva arrivare


- questo è forse il tuo ultimo viaggio qui a Narnia -


- cosa?-


- sei grande bambina -


- ma io appartebgo a questo mondo, Caspian..-


- non dipende da me Lucy, è il destino che deciderà se farti tornare o chissà magari restare-



detto questo sparì e mi lasciò la davanti a la tenda da sola con i miei tristi pensieri, mi girai su me stessa e tornai dentro.


quella sera a cena non dissi neanche una parola, ne della missione ne che forse non sarei piu tornata a Narnia - che cosa hai?- , giocherellavo con la forchetta senza mangiare niente - Lucy stai bene?- mi


domandò di nuovo Caspian - cosa? - dissi scuotendo la testa come per svegliarmi - mi spieghi che cosa hai? mi fa male vederti così - disse premuroso come al solito - niente, sono solo un po stanca - mi


affrettai a dire - anzi vado a dormire, buonanotte- gli detti il bacio della buona notte ed uscì dalla sua tenda ma non andai a dormire mi misi a camminare e a pensare alle parole di Aslan.



come lo avrei detto a Caspian, mio padre che dopo sette anni ho ritrovato?, non l'ho ancora chiamato padre, o papà e gia dovevo partire per non tornare mai piu, forse.



non avrei sopportato l'idea di conoscere il mio vero padre ma non poterlo piu vedere, specialmente se questo padre era Caspian, gli ho sempre voluto bene ma da quando avevo scoperto che era mio padre,


per lui provavo un affetto morboso.

sicuramente ci era rimasto male che non fossi rimasta a dormire da lui ma mi sarei dovuta alzare presto


domani, avevo una missione da compiere prima della fine.

annientare la strega bianca.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** capitolo 23° e come se le carte volessero farmi combattere ***





Decisi di andare a dormire, almeno qualche ora mi sarebbe servita per arrivare lucida per lo scontro contro Jadis ma una volta sdraiata sul letto non riuscì a


prendere sonno, continuavo a guardare il soffitto senza trovare pace, non ero agitata per lo scontro con la strega, era qualcosa altro che mi tormentava, erano


le parole che mi aveva detto Aslan il pomeriggio “forse questo è il tuo ultimo viaggio a Narnia” al ricordarmi quelle parole chiusi gli occhi, non poteva essere



vero, io appartenevo a Narnia e Mio padre?.

Mi girai su un fianco e fissa le carte sul comodino, con le mani sotto la guancia


rimasi a guardarle senza un motivo, sospirai e mi misi a sedere su letto e le presi con decisione dal comodino, cominciai a svogliare alcune non le avevo



mai viste la carta del fulmine- sopra la carta c'era disegnata una tigre gialla con il pelo tutto appuntito come se fosse elettrica ne presi un altra- la carta dello


scambio- una specie di topolino era disegnato sopra la carta, la rigirai tra le mani senza sapere bene perché.



Ne presi ancora un altra -la carta del volo- su questa era disegnato una specie di uccello, poteva risultarmi utile. Tutte mi risultavano utili in quel frangiente. Le


rimisi sul comodino e mi sdraiai di nuovo sul letto e tornai a guardare il soffito.

Mi fu inevitabile pensare a Caspian, era solo a dieci metri da me ma non potevo



andare da lui, non adesso, mi conosceva troppo bene e sicuramente mi avrebbe fatto cedere chiedendomi qualcosa che sicuramente io poi avrei raccontato.


Chiusi gli occhi e riuscì ad addormentarmi. Fu un raggio di sole e qualcosa di peso sulla mia schiena a svegliarmi, quando mi misi a sedere sentì come uno


squittio sotto di me.

Pensavo di avere le traveggole – alzati, alzati, alzati – mi alzai e mettendomi in ginocchio sul letto finalmente vidi chi faceva tanto chiasso, era una specie di


topo deforme, aveva le orecchie grandi a punta due creste sul dorso e una lunga coda sembrava piu una rana, stupita lo presi sotto le zampette e lo sollevai per guardarlo meglio – ciao!- disse sorridendomi, lo lasciai cadere e caddi dal letto


per lo spavento

mi rialzai e piano piano mi avvicinai di nuovo al letto – tu sei..- ma mi


interruppe -io sono la carta dello scambio – disse in tono allegro – perché sei uscito dalla carta?-domandai mettendomi a sedere davanti a lui – non ne potevo


piu di stare la rinchiuso-

disse sempre sorridendo, era tenerissimo però con quegli occhio verdi -spero


non ti dispiaccia Lucy - - nono, io però dovrei andare- gli dissi alzandomi e preparandomi – lo so – disse volandomi sulla spalla – noi sappiamo tutto –


disse un altra voce, mi girai di nuovo e su letto c'era un altra carta – ei ma cosa è questa mania di saltare fuori. Dovete fare piano- disse mettendomi le scarpe


sempre con la carta dello scambio sulle spalle -scusa Lucy – disse scusandosi e mortificandosi la nuova carta apparsa , quella carta aveva piu la forma di un


umano, ok forse di un folletto, era poco piu bassa di me, aveva i capelli corti le orecchie appunta pure lei una stella in fronte un piccolo body e delle scarpette


alla trilly, ah dimenticavo la bacchetta.

tu sei..- - la carta del sonno- mi interruppe anche lei, mi fece un altro inchinoper servirti – nel momento mi venne in mente un idea – ho un idea – dissi uscendo dalla tenda con la carta dello scambio sulle spalle, seguita dalla carta del sonno entrai nella tenda di Caspian, presi un pezzo di foglio e una piuma,

caspita ma era difficile scrivere con questa cosa, nel biglietto non scrissi nulla di particolare


ciao!

Ti starai chiedendo perché ti scrivo

invece di dirtelo a voce,

be perché hai una figlia codarda,

troppo per dire le cose in facci e poco per

buttarsi a capofitto nello scontro contro

la strega bianca

non preoccuparti se quando leggerai

il biglietto sarà molto tardi,

io l'ho scritto di mattina ma la carta

del sonno mi darà una mano.


Bene dopo tutta questa miriade di cavolate

passo alla cosa piu importante

non venire a cercarmi o a prendermi e

portarmi via per un orecchio

non puoi fare niente tu o chiunque altro

contro Jadis quindi

ti prego di sostenermi e di aspettarmi.

Si aspettami, che io torno contaci.

Sai non ti ho ancora chiamato padre o

papà! Non l'ho mai fatto perché nel mio

mondo si dice papà ma chi se ne importa,

io ti voglio bene e non è importante come debba chiamarti..


adesso vado.. ti voglio bene..ma si lo scrivo..


ti voglio bene Papà!

Lucy


dopo aver scritto tutto questo mucchio di cavolate, di cui la mia prof di italiano ne sarebbe orripilata, depositai la lettera sul cuscino accanto a lui, spostandomi


dalla sua parte gli posai un bacio veloce sulla guancia e poi dissi alla carta del sonno – fallo dormire fino a stasera ok?- la carta si inchinò leggermente e poi


eseguì l'ordine.


Mosse la sua bacchetta sopra di lui e una leggera polvere gli caddi sugli occhi con questo dormirà come un bambino- disse tutta contenta, gli sorrisi ed


uscimmo dalla tenda ma prima lo guardai sperando che non fosse per l'ultima volta.


Una volta fuori prendemmo a camminare a passo svelto, la carta dello scambio sonnecchiava tranquillo sulle mie spalle – come ci arriviamo la Lucy?- mi


domandò la carta del sonno – a piedi temo – dissi mettendo un laccio delle scarpe al suo posto – potremmo chiedere aiuto alla carta del volo – disse la


carta dello scambio, dalla tasca afferrai il mazzetto e cercai la carta, quando la trovai la afferrai – carta del volo – una nube si sprigiono dalla carta e poi una specie di uccello gigante prese forma – io sono la carta del volo – disse inchinandosi pure lei – puoi portarci alla tavola di pietra? - - certamente-


il grande uccello si distese e io e la carta del sonno salimmo sulla sua schiena

-tenetevi forte – ci avvisò poi improvvisamente si mise a correre fortissimo fino alla collina da dove spicco il volo,


era fantastico vedere tutto da lassu.

Durante il viaggio la carta del sonno e dello scambio mi spiegarono alcune cose


noi abbiamo un potere ulteriore – disse il topino – gia ma devi riuscire a scoprirlo da sola – aggiunse la fatina – non mi siete di grande aiuto così – gli risposi – devi riuscire a padroneggiare il cerchio – disse la carta del volo

se riesci a padroneggiare il cerchio, potrai avere un potere incredibile-


  • ancora piu forte di voi?- dissi sbalordita – noi non siamo niente in confronto a quello – dissero.

Di che potere stavano parlando, ancora piu forte di loro e sarei stata in grado di controllare il cerchio, le uniche volte che ci ero riuscita non avevo avuto un


grande successo.

Speriamo bene continuavo a pensare.


Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** capitolo 24° Pesca la tua carta e va ***


Salve! so che che oggi non avrei dovuto aggiornare, in effetti non è che abbia molto tempo per scrivere xD quindi perdonatemi se è veramente orrido e pieno di errori ma non ho avuto tempo di correggerlo..=3

voglio ringraziare chi ancora mi segue come Miriam ecc (perdono ma il tuo Nick è troppo lungo e non lo ricordo a mente xD) e alicecullen19.

però ho notato che i commenti sono diminuiti T_T che c'è non vi piace piu?? nooo non dite si con la testa!

ok la pianto e passo al capitolo.

E già è quasi finito, quanto mancherà -__-? non penso piu di cinque capitoli sfogliandoli su carta.. ok vi lascio leggere in pace! a dopo! e buona lettura!+



- Un potere ulteriore dici? - Domandai alla carta del volo - Si esatto, conquistato quello sarai imbattibile - mi rispose sbattendo leggermente le ali.


stando alla loro descrizione però non sarebbe stato semplice, per attivare il cerchio dovevo rimanere concentrata e la cosa non sarebbe stata molto facile.


Eravamo in volo da un ora più o meno quando scorsi delle rovine in mezzo agli alberi -Ci siamo - annunciai 3 il grande uccello cominciò a planare.


Si atterrò in una radura non poco lontana e li la carta , o meglio , l'uccello tornò nella sua carta.

-Ce facciamo mi domandarono i miei compagni di avventura - Non lo so, immagino dovremmo


aspettare che faccia buio - dissi sedendomi e in silenzio aspettammo il calar delle tenebre.

in tutte quelle ore il mio pensiero errò fuori dai confini del tempo, ripensai al professor Kirke, a


Grace con cui non avevo fatto ancora pace, e a mio padre a cui invece non avevo mai espresso i miei sentimenti, quanto mi rendeva felice stare con lui e la gioia che provai quella sera quando mi


disse la verità, quando rispose Sì a tutte le mie domande, non scorderò mail quel suo abbraccio, così caldo e protettivo, come una mano che mi protegge da tutte le cose brutte


E io ho tradito quella mano, più di una volta e lui mi aveva sempre perdonato, Sempre.

è questo quello che fa un padre, perdonare gli errori del figlio.


non volevo perderlo adesso che lo avevo ritrovato, adesso che sapevo di avere un passato e un futuro con lui.


Chissà se mi avrebbe perdonato anche quella, forse adesso avrà letto anche la lettera che gli avevo gli avevo scritto anche se non gli avevo scritto dove andavo, non volevo che mi seguisse.


probabilmente non lo vedrò piu in tutte e due i casi, che muoia o che non ritorni piu a Narnia, allora meglio morire che sapere la verità e non potersi arrendere all'idea di non poterlo piu vedere.


- Lucy, andiamo? - il topino mi risvegliò dai miei pensieri tristi e macabri - cosa?- issi come appena svegliata ma poi feci mente locale e capì che cosa intendeva, mi alzai e me lo misi in spalla.


- tu hai un nome?- domandai mentre spengevo il fuoco - oltre a quello della carta intendo - mi rispose di no, decisi di darli un nome, non potevo sempre chiamarlo con quel nome lunghissimi,


optai per Pan - Posso chiamarti Pan?- gli chiesi mentre imboccavo il sentiero che portava alla tavola di pietra - Certo, mi piace - mi rispose tutto contento -.


-secondo te abbiamo qualche possibilità di vincere? - dissi arrancando tra l'erba alta

- penso di si Lucy- disse Pan.


in lontananza si scorgeva una luce d un fuoco acceso e delle urla, come dei cori propiziatori.

Spostai dei ciuffi d'erba e sbirciai , Jedis, la strega era in piedi sulla tavola e stava incitando i suoi


soldati a prendere le armi e marcire sull'accampamento di Caspian.

decisi che era arrivato il momento e uscì dall'erba alta e mi feci avanti, mi feci catturare di


proposito dalle guardie che senza perdere tempo mi portarono al cospetto di Jadis.

-cosa è questa cosettina?- domandò rivolta a me, mi avvicinai lentamente e mi levai il cappuccio


dalla testa -possiamo batterla Pan - sussurrai al topo sulla mia spalla.

Appena fui abbastanza vicina affinché
é le luci delle fiaccole accese potessero illuminare il mio volto il


suo ghigno si fece terrificante -Ma guardai chi c'è. L'ambasciatrice di Aslan -disse sarcasticamente e i suoi uomini risono sguaiatamente - dove hai lasciato simba - Disse di nuovo e i suoi soldati


ripresero a ridere ancora piu sguaiatamente - e papà è troppo pauroso per venire? - sta vlta nessuno rideva, una luce azzurra come una specie di aura si era creata intorno a me e tutti i soldati


si erano allontanati di qualche metro - Stai zitta - gridai in faccia alla strega - Come osi - alzò il bastone con fare minaccioso su di me ma non dovevo avere paura, feci un passo verso di lei -Lucy


che fai? - mi domandò Pan - Coraggio fallo - dissi guardandola negli occhi in tono di sfida - coraggio - continuai a dire lei senza fare una piega alzò il bastone e mi sollevò nell'aria, in breve tempo


mi trovai sbattuta contro unica colonna che crollò per il grande impatto.

- Alzati Lucy - mi ripeteva Pan ma non era così semplice sentivo le ossa dolermi - ci provo - Dissi


rialzandomi a fatica - se le piace il gioco duro lo avrà - Carta della forza - come una specie di getto si sprigionò a pochi centimetri da me e spinse via la Strega che finì anche lei contro una colonna.



anche questa colonna crollò e quando si rialzò era furibonda - come osi tu- disse guardandomi con odio, - non puoi battermi con le mie carte - mi sentì scaraventare di nuovo lontano e atterrai


contro un altra colonna, questa volta urlai di dolore. Provai a a rialzarmi ma non ci riuscì.

con soli due colpi mi aveva messa K.o.



la strega cominciò ad avvicinarsi ma io non trovavo la forza di alzarmi, sentivo le ossa come frantumate, ormai la strega era a pochi passi da me - aiutami papà -



ciao! spero che vi sia piaciuto anche se è u po corto T_ T bene adesso scappo all'allenamento, vi annuncio che anche il prossimo capitolo è pronto quindi non appena torno lo posto !!

contente!! mi raccomando i commenti che mi sembra stiano diminuendo eh!

ihi scherzo a presto!!

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** capitolo 25° impossibile ***


[ Caspian ]


quando trovai la lettera sul cuscino accanto al mio mio sentì morire, mi ributtai sul letto, perché non ero riuscito a proteggere la persona che amavo di piu al mondo?


Continuavo a ripetermi in silenzio e preso da un attimo di rabbia buttai la lettera a terra accartocciandola e puntellando i gomiti sulle ginocchia iniziai a pensare a dove


potesse essere.

Ero assorto nei i miei pensieri e non sentì nemmeno entrare il mio precettore che


raccolta la lettera la lesse e si sedette poi accanto a me -se lo ha fatto – esordì passandomi la lettera – ha avuto le sue ragioni – continuò, ma non mi importava


sentire che aveva una ragione per scappare e andare da sola ad uccidersi- l'ho appena ritrovata – dissi con la voce rotta dal pianto, presi la lettera che il precettore mi stava


porgendo – leggila attentamente – disse sfilandosi gli occhiali e pulendoseli, feci come mi disse lessi di nuovo la lettere con piu attenzione




ciao!

Ti starai chiedendo perché ti scrivo

invece di dirtelo a voce,



be perché hai una figlia codarda,

troppo per dire le cose in facci e poco per

buttarsi a capofitto nello scontro contro


la strega bianca

non preoccuparti se quando leggerai

il biglietto sarà molto tardi,



io l'ho scritto di mattina ma la carta

del sonno mi darà una mano.


Bene dopo tutta questa miriade di cavolate

passo alla cosa piu importante

non venire a cercarmi o a prendermi e

portarmi via per un orecchio

non puoi fare niente tu o chiunque altro

contro Jadis quindi



ti prego di sostenermi e di aspettarmi.

Si aspettami, che io torno contaci.

Sai non ti ho ancora chiamato padre o


papà! Non l'ho mai fatto perché nel mio

mondo si dice papà ma chi se ne importa,

io ti voglio bene e non è importante come debba chiamarti..


adesso vado.. ti voglio bene..ma si lo scrivo..


ti voglio bene Papà!

Lucy









La rilessi piu volte ma non capivo cosa intesse il precettore – è una lettera di addio – dissi – cosa c'è da capire – detti la lettera al precettore che si alzò furibondo- siete


cieco o cosa? - urlò, alzai lo sguardo sull'omino che in trenta anni non lo avevo mai visto perdere la pazienza – vi ha scritto dove è andata. Leggete! - indicò con il dito il


punto chiave di tutta la lettera “non puoi fare niente tu o chiunque altro contro Jadis “ finalmente capì e guardai il precettore – in realtà vuole farsi trovare – disse il precettore.



Mi alzai dal letto di scatto e raggiunsi il tavolo, afferrai la spada ed uscì dalla tenda – dove andate? - mi urlò dietro il precettore – devo andare da lei – dissi


avviandomi alle scuderie.

-ma non sapete nemmeno dove è la strega – disse – si invece – gli risposi


entrando – è alla tavola di pietra – entrai nel box del mio cavallo e guardai il precettore – siate prudente Caspian – gli passai la spada per salire a cavallo -lo sono sempre – dissi montando e prendendo la spada, il precettore mi aprì la porta del box e mi lancia al galoppo verso la tavola di pietra, sarebbe voluta


mezza giornata per arrivare, e io forse non l'avevo.



[ Lucy ]


mi rialzai a fatica dall'ennesima volta che mi scaraventò a terra e a riuscì a schivare in tempo un colpo rifugiandomi dietro ad una specie di altare in pietra.


-ci faremo ammazzare tutti – dissi a Pan – non mi guardare così, io sono la carta piu inutile di tutte - - ma che coraggioso – dissi guardandolo male, un


altro colpo raggiunse l'altare che si sgretolo davanti – ahah- urlai mettendomi ancora piu sotto per ripararmi – ci serve un piano – disse Pan, aveva ragione


non potevamo continuare a lottare senza un piano ben preciso, continuando di questo passo sarei durata ancora per poco.


Pensa Lucy, pensa che cosa potevo fare? Ci sono dovevo temporeggiare

dalla tasca tirai fuori il mazzo delle carte – che vuoi fare ? - mi domandò Pan


non posso con i soli poteri, ho bisogno di voi – dissi – Carta della lotta una donnina alta come la carta del sonno apparve davanti a me la tirai giù in tempo


prima che la strega la colpisse – stai giù o quella ti ammazza – dissi.

Aveva dei grandi stivali un vestito con due specie di code dietro con il colletto


a maglia giapponese e i capelli raccolti in due grandi chignone – cosa posso fare per servirti – disse la carta inginocchiandosi – distraile mentre io penso ad un piano – dissi e subito si lanciò contro la strega, mi alzai leggermente per vedere se la strega fosse in difficoltà e miracolo lo era, continuava a maledire la carta ma non potevo esultare gran che, dovevo pensare ad un piano.


ok, ghiaccio e fuoco non vanno d'accordo – dissi ad alta voce mentre Pan mi guardava senza capire – se usassi il fuoco, e l'elettricità potrei farla esplodere-


dissi battendo un pugno sul palmo della mano come se avesi la vittoria ormai in pugno ma la voce di Jadis dietro di me mi fece subito cambiare idea


non fai proprio esplodere proprio nessuno – disse mosse il suo bastone e mi ritrovai a mezz'aria.


Mi faceva salire e poi scendere ad una velocità che mi faceva venire la nausea

-e adesso muori microbo – mi scaraventò di nuovo contro una colonna ma


questa volta fui piu previdente – carta del galleggiamento – subito iniziai fluttuare nell'aria ma la strega con una specie di lampo blu mi colpì e caddi a terra. Di nuovo.



Lo so è un vero schifooo ma non sono brava a scrivere combattimenti non so se l'ho gia detto (bo) comunque spero non sia così orrido come sembra..speriamo

di no T_T grazie ancora a chi mi segue ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** capitolo 26° addio ***


ehi bella gente ci siamo l'ultimo capitolo il piu complicato di tutti spero che vi piaccia, un grazie particolare a Miriam che mi a sopportato, supportato e consigliato grazie tesoro ( musa ispiratrice xD) senza di lei tutto questo non esisterebbe grazie!!

bene vi lascio al capitolo

buona lettura





esclamare Pan, indietreggiai fino a toccare la colonna, ero senza via d'uscita – adesso mi hai stancato – disse alzando il braccio destro, dal nulla apparve una spada fatta di ghiaccio, nel vederla rabbrividì

addio – disse semplicemente e poi la lanciò contro di me, un paio di volteggi e si sarebbe conficcata nel mio cuore.

Ero attaccata alla colonna senza riuscire a muovermi quando mi sentì trascinare a terra e il peso di qualcuno o qualcosa cadermi a dosso.


-che ci fai qua?- gli domandai una volta messi al riparo – non avevi bisogno di aiuto?- disse un po deluso – tutto sotto controllo – dissi incrociando le braccia al petto, ma non resistetti al lungo, di slancio 

lo abbracciai allacciandogli le braccia al collo, non dovevo essere felice che lui fosse li ma adesso che c'era sentivo in me una nuova forza.

Fummo interrotti dalla strega che lanciò una specie di saetta contro la pietra dove eravamo nascosti costringendoci ad uscire per scappare e cercare un altro riparo. Caspian si alzò per primo trascinandosi

dietro me – forza Lucy – disse mentre mi trascinava verso una colonna, una delle poche, ancora in piedi.

Corremmo piu veloce che potevamo, arrivammo alla colonna – resta qua – disse – e tu che fai? - gli domandai preoccupata – quello che devo fare – si staccò da me e andò verso la strega – questa è 

l'ultima volta che tocchi mia figlia – disse estraendo la spada – uhuh che paura, che fai mi lanci un nano a dosso? - disse sarcastica scuotendo leggermente il bastone facendo illuminare la punta -spero tu 

abbia detto addio a tua figlia – fece roteare il bastone prima di puntarlo su di lui.

Non riuscì a trattenermi, corsi da lui e infransi un altra volta il divieto che mi aveva detto, corsi da lui e 

mi misi davanti a lui giusto in tempo per proteggerlo dal raggio -No!- urlai, il raggio mi prese in pieno, un dolore mai provato in vita mia, caldo e freddo insieme,caddi in ginocchio reggendomi dove mi aveva 

colpito.

A stento sentivo la voce di mio padre che adesso era al mio fianco tremante – Lucy – la sua voce era rauca e tremante, mi posò una mano, anch'essa tremante su una spalla – perché non fai mai come ti 

dico – disse con la voce rotta dal pianto – stupida ragazzina – sentì dire dalla strega ma non le prestai attenzione, la ferita bruciava come il fuoco brucia la pelle, mi sembrava di impazzire, il dolore era 

insopportabile.

Una lacrima cadde a terra, ma non era mia, Caspian stava piangendo? Mi voltai leggermente verso di 

lui per quanto la ferita me lo permettesse

aveva gli occhi rossi e lucidi – Lucy, non puoi lasciarmi – disse un altra lacrima cadde a terra, questa invece era mia e poi qualcosa di magico accadde, una luce blu intensa emerse dal pavimento per poi 

diventare oro e improvvisamente il dolore lancinante che provavo fino a pochi secondi fa svanì, al suo posto era rimasta solo una piccola cicatrice e una sensazione di calore interno, lentamente mi rialzai 

sotto lo sguardo incredulo di Caspian e della Strega – la partita non è finita – dissi a denti stretti – come è possibile, il cerchio?- balbettò per la prima volta spaventata .

Mi alzai completamente in piedi – preparati a morire – dissi prendendo le carte – Carta del vento, del 

volo, dell'ombra, del legno, dell'acqua, del salto, della pioggia, del silenzio, del labirinto,della spada, dei 

fiori, dello scudo, del canto, del tempo, della forza, del galleggiamento, del fulmine, della nebbia, della 

lotta, della tempesta, dell'illusione, dello splendore, della cancellazione, Del cerchio, della fantasia, dello 

spostamento, del bersaglio, dello scambio, della terra, del fuoco, della luce, dell'oscurità.

Dello specchio, del passato,dello zucchero, della sparizione, della voce,della nuvola, della sabbia, dei 

sogni,della freccia,della bolla,dell'onda, del lucchetto, dei gemelli – chiamai a raccolta tutte le carte che 

si misero a fluttuare ordinate tutte intorno a me una luce sopra di me si accese, era una specie di 

piccola stella, di colore blu, istintivamente alzai le braccia per prenderla quando una specie di raggio mi 

aderì al corpo trasformando i miei vestiti in uno splendido abito bianco.

Con le mani circondai la piccola luce e chiusi gli occhi, presi coraggio gli aprì e la lanciai contro la strega 

– no – urlò poi la sfera la trapassò uccidendola e facendola sparire.

Le carte smisero di fluttuare e caddero a terra sparse, il cerchio si dissolse e i miei vestiti tornarono 

normali – ce l'ho fatta – poi tutto in torno buio.



[caspian]


guardavo la scena con occhi atterriti, tutto era così stranamente familiare, come se stessi rivivendo 

tutto, tutto di quell'incubo,

guardai Lucy compiere gli stessi gesti e poi finire nello stesso modo

-ce l'ho fatta- disse debolmente, cadde all'indietro ma la presi al volo

-Lucy – la chiamai con le lacrime agli occhi, non lei, non anche lei, ti prego no continuavo ripetere nella 

mia mente.

Il tempo passava lentamente, era gia passato un giorno dallo scontro con la strega e Lucy, la mia 

piccola non si era ancora svegliata.

Una volta che eravamo tornati e l'avevo adagiata sul mio letto feci una volata a recuperare le carte che 

erano rimaste la.

Le raccolsi una ad una e una volta tornato le posai sul comodino vicino a lei.

Mi sedetti sulla sedia vicino al letto e aspettai che si svegliasse.

Passò un altro giorno ma Lucy continuava a non svegliarsi, ero sempre piu disperato.


[Lucy]


non sapevo quanto tempo fosse passato ma sentivo veramente un dolore tremendo alle ossa come 

quando uno dorme per troppo tempo, forse avevo dormito troppo ok adesso mi sveglio mi dissi, a fatica

aprì gli occhi, sbattei le palpebre piu volte e anche se la luce era debole facevo fatica ad abituarmi alla 

luce, strizzai gli occhi e mi guardai attorno, ero nella tenda di mio padre. Era seduto su una sedia con il 

viso tra le mani

papà – dissi richiamando la sua attenzione, mi stupì di come lo avevo chiamato non lo avevo mai 

chiamato così, forse era questa l'occasione che stavo aspettando.

Alzò lo sguardo su di me, ancora seduta sul letto, mi misi in ginocchio e gli saltai in braccio – Lucy, stai 

bene?- mi domandò sedendosi

sulla sedia e facendomi sedere sulle sue gambe, mi strinse ancora piu forte come se avesse paura 

sparissi – si – dissi beandomi di quell'abbraccio – mi hai fatto passare due giorni d'inferno – disse 

guardandomi e spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio

-scusami- gli dissi abbassando lo sguardo – per cosa?- domandò lui tornado triste – ti ho disubbidito, 

piu di una volta e ti ho fatto preoccupare – dissi triste -ho avuto paura di perderti, lo capisci – disse 

abbracciandomi di nuovo – non di nuovo -.


passarono gia due giorni e mi rimisi in sesto e tornai come prima, le carte non le guardai piu, rimasero 

sul mio comodino nella tenda di Caspian, mio padre.

Quel tempo lo passammo come una vera famiglia sempre insieme a passeggiare chiacchierare 

scherzare e giocare.

Una sera stavamo guardando le stelle, io ero appoggiata con la schiena alla sua schiena – sono proprio

tante- dissi – già – aggiunse.

Era così bello finalmente stare insieme in pace senza bisogno di preoccuparsi di niente.

Uno sguardo cade rapide sulle mie mani ma che cosa? Stavano svanendo, stavo svanendo – che mi 

succede?- domandai spaventata attirando l'attenzione di mio padre.

Mi guardò preoccupato ma dal suo sguardo intuì che lui sapeva di cosa si trattasse, mi abbracciò forte 

– papà – dissi continuando a guardare le mani – non voglio andare – dissi iniziando a piangere – 

nemmeno io voglio che tu vada piccola mia - piu i minuti scorrevano e piu diventavo trasparente, una 

carta mi cadde dalla tasca dei pantaloni, entrambi guardammo la figura sopra di essa, era quasi 

oscurata – mi strinse ancora di piu come se questo bastasse a trattenermi – non andare – mi disse 

mentre ormai ero quasi completamente trasparente – mi mancherai – dissi poco prima di sparire 

lasciando dei luccichii nell'aria.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** capitolo 27° ritorno ***



salve, scusate se ieri non ho aggiornato ma non ho avuto tempo ma ecco il nuovo capitolo.

saranno alcuni capitoli di passaggio come quelli di prima, prima di tornare a Narnia per la seconda volta, saranno molto inutili ma servono hihi, vi lascio al capitolo buona lettura!




ero tornata gia da un po a Londra, un settimana esattamente e ancora mi aspettavano tre mesi di


lunghe e noiosissime vacanze estive, niente mare, niente divertimento solo la pazza isterica della


signora Figg che urlava mattina sera e pomeriggio.


Narnia mi mancava ma nulla che potessi reggere, ormai mi ero messa il cuore in pace, non potevo


piu tornarci certo ma sapevo che nel mondo anche io avevo un padre, anche se non era con


me,che mi voleva bene.


stavo facendo una delle mie solite passeggiate in campagna con la carrozza del professore, una


palla, la signora Figg che frustava quel povero cavallo il professore che dormiva russando davanti a


me e io che neanche piu avevo l'ipod visto che la strega bianca l'aveva distrutto, non sapevo che


diamine fare nella mia vita, adesso che non avrei neanche piu fatto ritorno a Narnia.


L'unica carta che mi era rimasta, come unico ricordo era la carta dello scambio, il mio Pan ma la


carta era vuota, solo lo sfondo nero era visibile, immaginavo funzionassero solo la.


i giorni continuavano a passare sempre di piu, e sempre piu in fretta e in breve mancava solo un


mese al rientro a scuola senza che me ne fossi accorta.


un giorno ero sdraiata sul mio letto in camera mia quando sentì bussare alla porta -avanti- dissi


senza alzarmi, dalla porta sbucò la signora Figg - siamo in partenza - disse acida uscendo di nuovo


dal mio campo visivo - per dove? - le domandai mettendomi a sedere sul letto - torniamo a casa - e


uscì dalla porta sbattendola e producendo un sonoro crack.


mi decisi ad alzarmi dal letto e a raccattare le mie poche cose che buttai alla rinfusa nella valigia


poichè non avevo la minima voglia ne di fare la valigia ne di tornare a casa dove mi sarei


sicuramente depressa vista la situazione.


finita la valigia e gia di nuovo con l'umore a terra uscì dalla camera trascinandomi il trolley dietro


sotto le imprecazione della Figg che urlava di alzare la valigia perchè graffiava il marmo - ok, ok -


dissi senza alzarla però.



mi domandavo come facesse il professore a sopportare quella razza di strega.



raggiunsi i due fuori dalla villa, erano gia sul calesse - muoviti - mi urlò di nuovo la Figg affrettai il


passo e mi decisi a salire sul calesse e mentre la cassa si allontanava la guardavo mentre


cominciavo a sprofondare nella depressione.


ok odiavo Londra, o meglio odiavo quella zona di Londra, pioveva sempre, anche d'estate, faceva


sempre freddo , anche d'estate, sempre a maniche lunghe, e io che amavo il mare e l'acqua ma


sopratutto il mare non ci potevo mai andare perchè diluviava continuamente.


ogni inverno il professore partiva per un viaggio in un paese esotico e qualche volta mi aveva


chiesto di accompagnarlo,unico momento in qui potevo andare al mare e al caldo.


con questi pensieri e l'umore che piano piano diventava sempre piu nero arrivammo al treno, scesi


dal calesse e presi la valigia, la signora Figg mi porse il mio biglietto e salì sulla carrozza, sistemai la


valigia sulla rete e mi accomodai vicino al finestrino.


il treno cominciò a muoversi lentamente lasciandosi alle spalle la stazione.


nello scompartimento non entrò nessuno , la signora Figg e il professore dormivano russando


rumorosamente, posai i piedi sul sedile davanti e aspettai che il viaggio finisse.


come il viaggio di partenza mi sembrava veramente non finire mai, i paesaggi cambiavano uno dopo


l'altro uno dopo l'altro ma senza accennare alla civiltà.


non avevo salutato nessuno a Narnia, nemmeno mio padre. Chissà cosa starà facendo ora?


sicuramente saranno al castello adesso, quanto tempo sarà passato.



chiusi li occhi un secondo quando li aprì di nuovo mi trovai nella piazza centrale del castello di


Caspian ma non era come me la ricordavo, sembrava distrutta come se fosse passato un mucchio


di tempo, camminai in cerca di qualcuno ma il castello sembrava deserto e la porta principale era


aperta, entrai e mi ritrovai nella sala del trono.


percorsi il lungo corridoio buio, mossi alcuni passi e le lanterne sopra di mesi accesero una sopra


l'altra. mi avvicinai ancora di piu fino ad arrivare ad una tavola, era polverosa ci passai un dito


sopra mentre continuavo ad avvicinarmi al trono.



quindo fui abbastanza vicina vidi che sopra c'era una corona, un brutto presentimento si fece spazio


in me, voltai lo sguardo a destra e vidi una sala, corsi a vedere cosa ci fosse all'interno.


una specie di altare era posto in mezzo alla sala circolare, ci girai piu volte in torno fino a


individuare delle scrrtte poste sopra.


mi avvicinai lentamente e le sfiorai con le dita, erano incrostate dalla polvere, ci soffiai sopra per


levarne un po e quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene, mi portai le mani alla bocca e corsi


fuori.



quando mi sentì sgrullare aprì gli occhi , il professore mi stava guardando - siamo arrivati - disse


con la sua solita voce gentile, annuì presi una boccata d'aria, era solo un sogno, tremendo ma solo


un sogno.


mi alzai ed afferrai la valigia e seguì il professore e la signora Figg giu dal treno fino al nostro taxi


che ci stava aspettando subito fuori dalla stazione.


appena scesi sentì subito la differenza, ero tornata a Londra, in quello squallore.



È un orrore questo capitolo ma non so mai come mai come farli sti' capitoli intermedi =( perdono

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** capitolo 28° noia ***


Ecco un altro capitolo troiaio di passaggio spero che vi piaccia!



Camminavo per le viette del centro della cittadina, tutti stavano

finendo di sistemare per la festa, i muratori mettevano le

coccarde alle vetrine rimaste, mentre altri due mettevano un

grande nastro su due pali all'ingresso del parco dove ci

sarebbero state le giostre per i bambini.

Continuavo a camminare per la via del centro, tutti facevano

festa, ma perché io devo sempre essere depressa quando gli altri

fanno festa? Mi domandai mentre imboccavo la via per tornare

a casa.



Quella sera sicuramente saremmo andati a quella sciocca fiera

tanto per deprimermi ancora di piu.



Quella sera infatti il professore era tutto contento di andare a

quella fiera, era la festa che emozionava tutta la cittadina, tutti,

grandi e piccini si riunivano e facevano festa, cosa c'era da

festeggiare mi domandavo.



Di nuovo in quella folla allegra mi persi, lasciai il professore e

la signora Figg girovagare tra le bancarelle mentre io mi sarei

fatta un giretto da sola.



Camminavo nella via principale, tutti i negozi aperti e la

bancarelle di dolce all'angolo delle strade erano gremiti di gente

che non aveva niente per la testa, pensare che l'hanno scorso

anche io ero in coda per prendere il mio amato zucchero filato





e poi correre per vedere le vetrine dei negozi.



Il cielo si fece piu scuro e un botto ci fece guardare tutti in su, i

fuochi d'artificio, mentre tutti guardano il cielo, mentre io ho la

testa bassa, tiro calci ad un sassolino che rotola giù per la

piccola discesa, la gente si ferma in un vicolino la via

dell'orchestrina dei pinguini blu” non erano pinguini veri ma

peluche che manipolati suonavano uno strumento e io e Grace

eravamo innamorati di quei “cosi”.



Passai oltre mentre lo spettacolo avanzava per un pubblico

assente ad ogni fotogramma c'era una stella cadente che si

infrangeva a pochi metri dalle nostre teste diventando poco piu

che polvere brillante.



Forse ero cresciuta davvero troppo in fretta combattendo a

Narnia ma adesso che non potevo piu tornarci sicuramente mi

mancherà, confondere il ricordo, con la felicità.



La festa va avanti sulle note dell'orchestra nella piazza

principale mentre io aspettavo in silenzio il grande finale, nella

speranza di tornare a deprimermi da sola in camera mia,



mi avvicinai al laghetto artificiale poco distante dalla piazza del

comune, mi avvicinai alla ringhiera e mi appoggiai



Guardai l'acqua di rubinetto in qui nuotavano i pesci e dopo

aver alzato di nuovo lo sguardo vidi il vecchio pazzo dietro un bancone che vendeva vita al succo di limone.



Presi una moneta dalla tasca e la lanciai nello stagno,dicevano

portasse fortuna.



I giorni continuavano a susseguirsi sempre uguali, uno ad uno scemavano e le vacanze andavano finendo.

I passeri assiepati sugli alberi rigonfi di foglie sembravano

come me stufi di quella estate così lunga, almeno loro si



facevano compagnia mentre io mi sentivo un po a metà.



Un giorno arrivò una lettera da scuola, avrei potuto

scegliere che attività extra scolastiche scegliere, se

diventare una Cheerleader, se frequentare la squadra di

pallavolo o quella di nuoto.



Che scelta difficile che era, sicuramente le Cheerleader no

però sia la pallavolo che il nuoto mi attiravano

notevolmente.



Questa scelta mi tenne la mente occupata fino all'inizio

della scuola in cui avrei dovuto dare la risposta.



Il giorno del primo giorno di scuola mi svegliai presto, mi

infilai i jeans una felpa pulita e presi lo zaino con i pochi

libri dentro visto che a scuola avevamo gli armadietti.



Scesi le scale e in cucina presi una ciotola, i cereali e del

latte. Mi misi appena a sedere quando sentì suonare, ma chi

poteva essere?, scocciata mi alzai ed andai ad aprire –

Grace!- esclamai quando aprì la porta.



Lamia ex migliore amica era davanti a lei pronta per andare

a scuola – allora andiamo?- mi domandò sorridendo, le

sorrisi di rimando – non ho ancora fatto, colazione ma

perché non entri – Grace entrò e posò lo zaino accanto al

mio, poi mi seguì in silenzio fino in cucina.



-vuoi qualcosa? - le domandai, mi rispose di no e allora per

fare prima mi ingozzai ed uscimmo di casa.



vieni- mi prese per mano e mi portò a casa sua, dal garage

uscì una limousine nera, spalancai gli occhi – ci

accompagna Joe oggi , dai sali – disse tutta contenta.







Salimmo sulla limousine, era spettacolare, gigantesca e



potevamo fare quello che volevamo, stavamo addirittura in

piedi senza battere la testa – che lussi Grace, questa quando

l'hai presa?- le domandai – per il compleanno di mio padre

però non la usa mai, quindi la uso io – disse ridendo, avere

una macchina a soli undici anni era una vera fortuna.



Eravamo quasi arrivati a scuola – joe potresti ammainare la

bandiere per favore, mi vergogno un pochino – disse

imbarazzata dalla richiesta – no, non posso signorina –

disse severo, Grace ritornò seduta sul sedile accanto a me



-vede signoria mi servono per parcheggiare dove voglio- ci

spiegò joe.



Scendemmo dalla limousine e ci avviammo verso

l'ingresso, ci eravamo fatte lasciare prima della curva.



-speriamo di essere ancora in classe insieme – dissi

guardando la calca di ragazzi davanti la porta.



In quella scuola usava così, le classi venivano cambiate

ogni anno e la classe veniva decise dalla sorte.



Titubanti ci avviamo al tabellone, cercai il mio nome nella

lista – Kirke, kirke- dicevo scorrendo il dito sulla lista di

nome – eccolo – dissi e poi mi cadde il mondo a dosso.



Urlai – non siamo in classe insieme- ..





si prospettava proprio un bell'inizio..

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** capitolo 29° ma che razza di punizione!? ***


la scuola era ricominciata gia da una settimana e i compiti occupavano il maggiore tempo del pomeriggio. alla fine poi avevo deciso


di iscrivermi al corso di Cheerleader, non che mi piacesse anzi lo odiavo,avevo sempre detestato quelle che facevano le Cheerleader


ma Grace aveva scelto quel gruppo sportivo e pur di passare un po di tempo con lei mi sarei abbassata anche quello.


la verità era che non averla piu in classe mi faceva strana, non parlare con nessuno durante la lezione e dover correre giu di due


piani per vederla a ricreazione, dover vivere con la paura che si trovi un altra migliore amica.


quando non ero a scuola o al corso sportivo pensavo a mio padre. mi mancava e non poco, quell sogno che avevo fatto in treno


però non mi convinceva, avevo gia fatto un sogno simile prima di tornare a Narnia per la seconda volta, quando ebbi la "visione "


mia e di mio padre sul balcone.


- No, Lucy concentrati -


mi dissi scantandomi e tornando sul libro di Chimica, dovevo studiare era solo la seconda settimana ma ero gia riuscita a


prendere un insufficienza a chimica, una F rossa sul foglio.


domani avrei avuto l'interrogazione e dovevo essere preparata, quella pazza ci aveva dichiarato guerra "domande a tappeto"


aveva detto "dormite preoccupati" aveva aggiunto uscendo.


sospirai e guardai il libro riprendendo a leggere


- Carbonio e Zolfo, la loro formula è? -


dissi alzando la testa e guardando la lampadina al soffito per ricordare - ah, non so niente ma come diavolo faccio -sbattei il lapis


arancione sul libro


- vinco battaglie ed evoco carte e non riesco a tenere a mente una formula mi ripetevo -


basta - chiusi il libro con un gesto secco e mi alzai dalla scrivania non mi entrava in testa? pace avrei preso un altra insufficienza


pensavo mentre mi lavavo i denti.


mi infilai il pigiama ed andai a letto, chiusi gli occhi e feci di nuovo quel sogno, soffiavo via la polvere, mi appariva il nome di


Caspian e corro via, tutte le volte a quel punto mi svegliavo sempre.


anche quella volta mi svegliai, era gia mattinami misi a sedere su letto contai fino a dieci e mi alzai e sempre con gli occhi chiusi


mi avviai all'armadio, presi un paio di jeans a caso e mi vestì.


passai dal bagno per lavarmi la faccia e poi scesi in cucina a fare colazione. una volta finito aspettavo che veniva a prendermi tutti


i giorni anche se non eravamo in classe insieme.


-buongiorno - le dissi mentre salivo in macchina - buongiorno Lucy - mi rispose sorridente come sempre -che ne dici di venire da


me per un té oggi pomeriggio? -


mi domanda sistemandosi il fiocchetto sulla camicia, Grace era fatta:così perfettamente inglese.


-dipende Gray -


le dico stravaccandomi, io invece inglese per nulla se pensiamo anche che sarei una futura regina, io l'etichetta non sapevo neanche dove stesse di casa


- e da cosa Lou? -


mi domandò con gli occhioni verdi spalancati - dalla massa informe di compiti che grava su di me - gli risposi stancamente, come


al solito tutte le sfortune capitavano a me, Grace era rimasta nella solita classe, la piu semplice mentre io ero capitata nell'altra


dove si sgobbava - non sei cambiata affatto,odi sempre studiare - disse ridendo cortesemente come fa lei, mentre lo faceva si

copriva la bocca con una mano.


scendemmo dal carro funebre e ci avviammo verso l'ingresso ignare che quella giornata avrebbe preso una piega molto insolita.

specialmente per Grace.- ci vediamo al corso - mi salutò Grace girando a destra mentre io andavo a sinistra, sollevai una mano in segno


di saluto e mi infilai nella lunga fila di studenti diretti alle loro classi. mi buttai sulla sedia abbandonando lo zaino ai


miei piedi e buttando la testa sul banco, che noia che era senza Grace - Lucy pucy - una voce che conoscevo fin


troppo bene e che avevo imparato ad odiare mi chiamava gia da dieci minuti ma cercavo di ignorarla . -Lucy


pucy? - era Barbie Shelley, la biondona della mia classe nonché l'oca da combattimento e l'asina giuliva e poco


portata per il movimento, la scoordinata delle scoordinate, capo Cheerleader solo perchè sua madre era


l'insegnante e reginetta del ballo ai suoi tempi - che vuoi? - dissi alzando leggermente la testa, scoprì con orrore


che oggi era vestita completamente di giallo. gonna gialla, camicia gialla cardigan giallo, ballerine giallo, tutto


giallo anche i capelli, sembrava di guardare un limone inzuppato nel miele da quanto sapeva essere appiccicosa


- oggi ci sono gli allenamenti- disse tutta contenta saltellando sul posto - già- le risposi senza troppo entusiasmo


- non sei contenta lucy Pucy?- mi domandò con una nota di tristezza, non avrebbe fatto pietà neanche ad un


agnellino che gira sul ceppo acceso - si- le risposi con finto entusiasmo, a salvarmi ci pensò la campanella.



prima ora, Chimica la professoressa entrò e poggiò con molta grazia i libri sulla scrivania si sedette e iniziò


l'appello, tutti presenti adesso la parte piu difficile, lo scorri-dito sull'elenco per interrogare - oggi interrogo -



disse prima di battere il dito su un nome a fine elenco, presi aria, io ero a metà - Kirke - come? ma era e metà,


come non detto, raccattai dal banco il libro e mi avviai alla cattedra.


di solito ne interroga due, speravo tory e invece mi toccò l'asina giuliva che tutta saltellante arrivò alla cattedra.



l'interrogazione, non solo andò male ma durò tutta l'ora e per punizione per non aver studiato ci mise in punizione


dopo le lezioni.


le ore dopo non furono migliori, venni interrogata anche a inglese e storia, sempre con Barbie, ma che avevo


fatto di male.


all'intervallo vidi Grace e le raccontai tutto - Lou, mi dispiace - fu il suo commento, parlava bene lei non la


conosce che tipo è.


finimmo le ore di lezione e Barbie ed io ci avviammo in presidenza per sapere cosa avremmo dovuto fare per


scontare la nostra pena.


arrivate davanti alla porta bussammo e ci fece entrare.


-buon pomeriggio ragazze - ci disse - buon pomeriggio .- le rispondemmo poi ci sedemmo e aspettammo la


predica.


-ragazze siete state mandate qua perchè non avete studiato, male molto male - disse severa - la vostra


punizione sarà - fece una breve pausa come per enfatizzare il tutto - pulire la piscina-.


sia io che Barbie spalancammo la bocca, pulire la piscina ma non ci erano i bidelli? - cosa?, pulire la piscina?-


domandò incredula Barbie - potete sennò pulire i bagni - disse la preside - la piscina va piu che bene - dissi


sorridendo e portando via Barbie uscimmo dalla stanza.


- mi rifiuto di pulire - disse incrociando le braccia al petto - anche io ma molto meglio la piscina. andiamo - dissi


mettendomi a camminare prima avremmo cominciato prima avremmo finito.


ci avviammo così verso la piscina e circa un ora dopo eravamo la che pulivamo il fondo - ah non ho mai pulito in


casa mia dovevo proprio cominciare da questo - disse tappandosi il naso, scossi la testa e continuai strofinare


le piastrelle, era decisamente odiosa, non faceva nulla, dopo due minuti mi trovai da sola, quella mi aveva


abbandonato - Barbie?- la chiamai, ma se ne era gia andata.


arrabbiata buttai la spugna nella bacinella e mi avviai agli scalini - Barbie torna qua non posso finire da sola - ma


parlavo da sola.


rinunciai a chiamarla e torna a pulire. stavo pulendo il fondo quando sentì bagnato sotto di me, mi guardai alle


spalle e vidi che il bocchettone dell'acqua era aperto, adesso aveva superato ogni limite - Barbie adesso l'hai


fatta grossa urla, l'acqua continuava a salire e presto mi ritrovai completamente bagnata fino alla testa, mi


avvicinai alla bocchetta cercando un modo per chiuderlo ma feci peggio, il getto d'acqua aumento buttandomi


sott'acqua, toccai il fondo e con una bella spinta cercai di tornare in superficie ma avevo come l'impressione di


non arrivare mai e quando finalmente arrivai mi ritrovai in mezzo al mare - ma cosa..?- mi guardai velocemente in giro, acqua, acqua e ancora acqua e un veliero che mi stava per schiacciare, cominciai a nuotare veloce - oh


merd..-dissi nuotando o meglio arrancando, certo sapevo nuotare ma ero come dire leggermente fuori


allenamento, mente nuotavo mi sentì afferrare intorno alla vita, o mamma pensai una piovra gigante, - tieniti


forte - mi sentì sollevare in aria e urlai -tutto bene?- mi domandò qualcuno, una voce familiare, che avrei


riconosciuto fra mille, alzai lo sguardo e vidi gli occhi neri di Caspian aspettare una risposta, gli sorrisi felice di


essere tornata - mai stata meglio- gli dissi alzandomi e abbracciandolo - bentornata Lucy - mi disse


stringendomi a lui - dove sono?- gli domandai guardandomi intorno - sul veliero dell'alba - mi rispose - dai vieni - mi prese per un braccio e mi costrinse a seguirlo.



era incredibile, ero di nuovo a Narnia, con mio padre, neanche ci speravo piu anche il grande Aslan aveva


sbagliato previsioni.



Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** capitolo 30° ***


mi guardavo a torno senza capire dove fossi, un veliero? in mezzo all'oceano? era chiaro che ero di nuovo a Narnia,


mio padre era la, poi c'era anche Ripicì che mi salutò con un inchino - vostra maestà - gli sorridi .


mi guardai di nuovo intorno e tutti si inchinarono - vieni - disse mio padre prendendomi per un braccio e


portandomi giu nella sua cabina.


La cabina era grande e illuminata dalla luce del sole. sul tavolo c'era una cartina, mi domandai che cosa ci faveva per


mare e come mai io ero tornata.


mi avvicinai al tavolo con la cartina e la osservai ma non ci capì niente, ma una cosa o meglio delle isole attirarono la


mia attenzione


- le isole solitarie?- domandai senza smettere di guardarle, lo sentì avvicinarsi a me e cominciare a guardare la carta


pure lui


- e la che siamo diretti - disse, alzai lo sguardo su di lui - perchè?- forse ero stata troppo brusca, ma quelle isole sapevo


non portavano niente di buono.


erano portatrici di sventura e chiunque si imbarcava per andare per mare le evitava a priori.


secondo le leggende vi abitavano sette mostri, uno per isola, e chiunque scendesse su una di esse non faceva piu


ritorno.


- cerco delle pietre- disse - ma rischiamo di rimanerci anche noi - dissi sconvolta - è un rischio che devo correre-


fantastico pensai, ma cosa glie era successo?, non è mai stato uno avventato, in mia assenza doveva essere accaduto


qualcosa.


- non preoccuparti, non ti farò mettere piede su nessuna di quelle sette isole - disse con il suo solito tono premuroso ma


nello sguardo aveva qualcosa di diverso, come un' obra che gli solcava il viso.


decisi che era meglio non fare altre domande, girai intorno al tavolo cercando qualcosa per cambiare argomento - mi


dispiace di essere andata via così l'altra volta pensavo di non rivederti piu - dissi, mi girai e gli sorrisi - ma adesso


sono qua -.


si mosse per venirmi ad abbracciare - sono contento che tu sia tornata - disse e quando sciolse l'abbraccio andò verso


un armadietto lo aprì e prese un cofanetto - tieni - mi disse porgendomelo, lo aprì e con meraviglia vidi che c'erano le


carte di Clo


- ne manca una, quella non sono riuscito a trovarla- disse appoggiandosi al tavolino, dalla tasca dei jeans tirai fuori la


carta mancante la Carta dello scambio -Grazie - dissi correndo ad abbracciarlo, mi strinse forte.


questo era il Caspian che avevo conosciuto, non quello musone di poco fa.


-dai andiamo su - disse e di nuovo tornammo sul ponte - fai pure un giro - mi disse e poi sparì.


decisi di fare un giretto sul ponte, il veliero era grande e davanti aveva una specie di drago.


camminavo lungo il bordo della nave quando qualche cosa attirò la mia attenzione nell'acqua, erano sirene che


guizzavano fuori dall'acqua mi salutarono e le salutai anche io prima di tornare a guardare l'orizzonte.


non si vedeva niente di diverso, solo oceano e niente terra, continuai camminare e finalmente incontrai qualcuno


-dove siamo diretti? domandai ad un uomo pelato - verso l'isola della terra - disse semplicemente - l'isola della terra? a


che fare?- domandai di nuovo il principe cerca delle pietre- disse solamente - e per farci cosa? - cercai di scoprire


qualcosa ma quello aveva la bocca cucita.


- uffa - sbottai una volta sola - che cosa vi devasta? vostra altezza? - mi domandò Ripicì appollaiato sul cordolo della


nave - mio padre mi sta nascondendo qualcosa - dissi lanciando uno sguardo a Caspian che parlava con l'uomo pelato


con qui avevo parlato poco fa, sicuramente gli stava riferendo la nostra conversazione, sospirai e guardai di nuovo le


onde del mare infrante dal veliero - forse lo fa per protegervi - azzardò Ripicì -non sarebbe una novità- dissi


continuando a guardare le onde.


- terra- gridò l'uomo di vedetta, alzai lo sguardo e sporgendomi per vedere meglio vidi un'isola, sembrava abitata


delle case sulla costa almeno mi facevano pensare così.- pronti a scendere - sentì dire, mi allontanai dal cordolo e


cercai mio padre ma mi trovò prima lui- dove pensi di andare? - mi girai - non vengo anche io?- domandai alzando un


sopra ciglio, si mise a ridere - ti ho promesso che non ci avresti messo piede sulle isole o sbaglio?- spalancai la bocca, ma


era impazzito? - ma io - si fece di nuovo serio - rimani qua, e fai come ti dico .

Brinien tienila d'occhio. se non torniano


per il tramonto, conoscete la procedura - disse e poi si rivolse di nuovo a me - farai come ti ho detto- sospirai alzando


gli occhi al cielo - ok- dissi - brava bambina- disse scompigliandomi i capelli .




erano gia scesi da un ora e ancora non era rientrato nessuno. ero seduta su una scatola sotto l'albero maestro


sorvegliata a vista da Brinien -che procedura devi seguire nel caso non rientrasse nessuno?- domandai senza


distogliere lo sguardo - meglio non parlarne - disse sbucciando un arancio. adesso aveva stufato ma chi si credeva di


essere? - adesso la smetti di fare il melo drammatico?- dissi alzandomi e puntandoli un dito contro - è mio padre,se


permette vorrei saperlo - dissi incrociando poi le braccia al petto - ma io..- disse - niente ma, che cosa


tramate voi due - dissi puntando di nuovo il dito contro di lui.


- niente, maestà ,vuole solo tenervi al sicuro - dice abbandonando l'arancio - da cosa?- gli domandai - di questo dovete


discuterne voi- disse alzandosi - come tutto qui?- gli domandai mentre si stava allontanando -dove vai adesso?- li corsi


dietro - è il tramonto- disse puntando il sole - ma grazie lo vedo - dissi acida - tutti ai vostri posti- urlò Brinien


- ce ne andiamo- disse -e lasciate gli altri a terra- dissi basita - ordini - disse prendendo il timone, salì i tre gradini e lo


raggiunsi di nuovo - e chi li avrebbe dati? - domandai - sua maestà il principe Caspian X, vi basta altezza. andiamo via


prima che faccia buio - urlò di nuovo - adesso lei si ferma - dissi arrabbiata - per pura informazione che cosa intende


fare?, ho promesso a vostro padre, il Principe, di non farvi mettere piede sull'isola - disse e girò il timone spostando la


vela per uscire dalla baia.


ma non mi arrendevo facilmente, non li avrei abbandonati su quell'isola o no loro eseguivano gli ordini di mio padre?


allora avrebbero dovuto eseguire anche i miei ordini, mi affacciai al piccolo balcone davanti al timone - remi in mare-


urlò Brinien - ignorate l'ordine - urlai anche io. tutti i presenti mi guardarono, spostavano lo sguardo da me a Brinien,


aspettavano un ordine - em, fate qualcos'altro - dissi, che ne sapevo io di come si governava una


-esattamente altezza cosa pensate di fare - disse minaccioso Brinien ma non mi sarei fatta spaventare facilmente


-adesso tu e i tuoi uomini metterete giu delle scialuppe e li raggiungiamo e chiaro?- dissi imperiosa sperando di non


risultare invece banale - ma c'è il codice da rispettare - disse un minotauro - il codice?- tutti annuirono - bene, voi


restate pure qui a onorare il vostro codice, io vado - dissi e scesi gli scalini maledicendoli in tutte le lingue che


conoscevo. prima di scendere in acqua guardai le carte erano ancora scure come avrei salvato mio padre e gli altri?


ma era un problema che mi sarei posta in un altro problema, presi un bel respiro e mi preparai a tuffarmi - aspettate-


mi fermò Brinien - che c'è adesso?- domandai - veniamo anche noi -.


calarono le scialuppe e in breve raggiungemmo la spiaggia era gia buio.


- conviene fare un giro- disse il minotauro, annuimmo e ci dividemmo in gruppi, ovviamente finì con Brinien -statemi


vicino altezza- disse precedendomi, come era noioso incrociai le braccia dietro la testa mentre lo seguivo, era ancora


piu protettivo di mio padre, nonostante le carte non funzionassero potevo sempre difendermi.



alle prime luci dell'alba ci ritrovammo con gli altri al campo sulla spiaggia, dove avevamo lasciato le barche.


-alla luce del giorno riprenderemo le ricerche- disse Brinien, tutti presero a fare qualcosa tutti tranne me.


fissavo il mare e speravo che il sole arrivasse presto e speravo che mio padre stesse bene.


una lucina luminosa apparì davanti a me - e tu chi sei?- ma che speravo che mi rispondesse?, mi svolazzo a torno e poi


prese a svolazzare poco piu avanti la guardai senza capire che volesse, tornò da me mi girò di nuovo intorno e tornò


dove era prima, forse voleva che la seguissi, ma era saggio farlo? se fosse la stessa cosa che magari aveva catturato


mio padre e gli altri? trillo leggermente come per attirare la mia attenzione, decisi di seguirla ma continuavo


domandarmi se stavo facendo la cosa giusta.



Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** capitolo 31° Quante Briciole Restano Dietro Di Noi ***


la luce mi condusse ad una gradinata, la guardai ed era veramente lunga. mi guardai indietro ma la luce trillo di nuovo


- ho capito arrivo- dissi.


ogni gradino sembrava sempre piu ripido e la luce aveva anche furia, a mala pena riuscivo a starle dietro.

finalmente i gradini finirono e arrivammo a delle casette di pietra, sembravano deserte o meglio disabitate, mi avvicinai ad una che aveva la porta mezza aperta la aprì e dentro trovai una famiglia tutta rannicchiata e spaventata - non dovete avere paura di me - dissi ma non si mossero, la luce trillo per la terza volta, il sole stava sorgendo, richiusi la porta e seguì la luce che cominciava ad affievolirsi .

sentì dei cavalli avvicinarsi velocemente la luce prima di scomparire mi mostro una specie di passaggio dove mi sarei potuta nascondere.

gli uomini arrivarono, avevano delle lunghe tuniche e non avevano facce amichevoli. voglio proprio vedere cosa ci propongono oggi - disse un uomo con la tunica viola - già a me ne servono un paio, per sostituire quelli che mi sono morti in viaggio - disse un altro.

ma di che diavolo parlavano - sperando che i migliori non siano stati gia dati alla besti - disse uno con la tunica arancione .

la bestia? sarà il mostro di questa isola pensai, i tre si mossero e decisi di seguirli, rimasi nascosta dietro alle rocce che costeggiavano tutta la strada.

quando finirono salì su un tetto di una casa che dava sulla piazzetta del paese, c'era un patio e gia delle persone intorno, alcune avevano dei vestiti molto consumati alcuni delle tuniche colorate.

aspettai che cominciasse quello che le persone stavano aspettando, un carro arrivò a gran velocità e cominciò a far salire delle persone a casa - tu. tu e tu salite - disse spingendo tre persone sul carro - anche tu - disse ad una donna separandola dalla sua bambina - mamma - urlava la bambina piangendo -vieni qui Gaele - un uomo, suo padre, molto probabilmente la dette ad un altra donna e tirò un pugno a l'uomo che aveva caricato la moglie sul carro ma fu allontanato e buttato in terra - anche voi altri, salite - fecero salire altre persone sul carro e lo portarono alla spiaggetta che si intravedeva dalla piazza.


sul patio arrivarono delle altre persone salirono sul patio portandosi dietro altre persone incatenate tra le quali intravidi mio padre .

prestai ancora piu attenzione - vieni avanti- disse un uomo con la barba e una veste blu, prese un uomo un po malconcio e lo mise davanti a tutti signori, -è in ottima forma - disse l'uomo in veste blu - quanto offrite?- disse camminando avanti e indietro - è marcio - - non serve a niente - dissero molte persone .

- o mio dio- sussurrai .

- che ne dite di questo?- portò avanti un altro uomo piu giovane rispetto all'altro - questo è un affarone - disse ma anche questo fu rifiutato e buttato su un carretto insieme al vecchio.

prese allora mio padre e lo portò davanti, come aveva fatto con gli altri due - questo non potete dirmi di no -

disse l'uomo con la veste blu, dovevo fare qualcosa prima che finisse o sul carretto o comprato da qualcuno.

scesi dal tetto stando attenta a non farmi vedere cercai di avvicinarmi il piu possibile.

l'asta era cominciata - ma che sa fare?- domandò uno - è perfetto per il lavoro pesante - rispose l'uomo con la veste blu - a me non sembra - disse l'uomo con la veste arancione però lo voglio, quanto vuoi- domandò

- mille cinque- disse strofinandosi le mani , tutti gli altri risero.

dovevo fare qualcosa - pensa Lucy, pensa- che potevo fare, avrei potuto attirare l'attenzione ma come lo avrei liberato? mi venne in mente un lampo di genio, poco ortodosso forse ma avrei almeno perso del tempo e magari Brinien ci avrebbe trovato.


- fermi tutti - dissi entrando in scena, tutti si voltarono a guardarmi e ridere, decisi che avrei dovuto farlo, mi sarei presa doppia sgridata ma adesso non era importante - fuoco - dissi allungando una mano ma non accadde niente, ci rimasi malissimo - cosa?- guardai la mano vuota - fuoco - gridai piu forte ma di nuovo non accadde nulla.

tutti si misero a ridere mentre io rimasi perplessa a guardarmi la mano vuota "come mai non funziona" mi ripetevo nella mente - veramente divertente - disse l'uomo con la tunica arancione - ma abbiamo degli affari da portare a termine - disse , lo guardai dritto negli occhi prima che una freccia lo trafiggesse, mi allontanai di qualche centimetro. Brinien era arrivato giusto in tempo scatenando una vera rivolta anche degli abitanti del paese.

afferrai la spada dell'uomo morto davanti a me e corsi a liberare i prigionieri, salì i cinque gradini del patio e cominciai a tagliare le corde - non sembri felice di vedermi - dissi ironica a mio padre ma mi fulminò con lo sguardo - torna alle barche svelta - ma..- - fai come ti dico - mi disse prima di buttarsi nella mischia

mi guardai a torno cercando cosa fare e vidi una bambina circondata da tre tipi loschi, decisi di darle una mano, saltai giu e corsi verso di lei - lasciatela stare - dissi puntando la spada contro la schiena di uno ma si misero a ridere di nuovo e per fargli capire che non scherzavo lo trafissi e mi misi davanti alla bambina - tranquilla adesso ci sono io - dissi.

combattevo contro i due ma non riuscivo a sconfiggerli e mio padre dovette aiutarmi ancora una volta - andate alle barche, non voglio piu ripetertelo - questa volta decisi che era meglio ascoltarlo, presi la bambina per mano e corremmo in direzione delle barche.

quando arrivammo alla spiaggetta ci buttammo dietro le barche e riprendemmo fiato, entrambe speravamo che tornassero presto ma non fu così.

aspettammo finchè non iniziò a scendere il sole - vado a vedere cosa è successo tu rimani qua- dissi alla bambina alzandomi e girandomi - ci hanno detto di restare qua - disse la bambina alzandosi pure lei - e tu fai sempre quello che ti dicono- le domandai forse con un po troppa acidità - tu non di sicuro - mi sentì dire.


- papà, siete tornati cosa è successo?- dissi andandogli incontro lui invece non mi degnò nemmeno di uno sguardo, passò oltre e iniziò a mettere in acqua una barca.

ci rimasi malissimo, lo che era una cavolata ma ci rimasi malissimo uguale, tornammo al veliero e mio padre non mi degnò nemmeno di uno sguardo, mi disse solo di salire e poi non mi parlò piu. lo avevo deluso al tal punto di non essere piu degna di parola? tutti mi guardavano storto, che cosa avevo fatto di così sbagliato? perchè tutti si comportavano in quel modo?.

quella fu la vera prima volta che desiderai non essere a Narnia, anche adesso che ero seduta a guardare il mare sulla testa del drago, pensavo a cosa avevo fatto di sbagliato e a quello sguardo ce mi aveva lanciato una volta liberato. in quello sguardo c'era delusione, era lo sguardo di un padre deluso da sua figlia.

qualcosa di umido e freddo tocco la mia guancia, ma cosa succedeva, guardai in su, stava nevicando?, possibile che non facessi mai le cose per tempo? quando mi servivano i poteri delle carte non avveniva niente.

continuai a essere triste per quasi tutta la notte e per quasi tutta la notte i fiocchi di neve caddero, qualche volta piangevo anche e qualche volta mi maledicevo per non aver dato retta.

perchè era cambiato così tanto mio padre da quando ero partita? perchè non mi voleva piu bene? cominciai a domandarmi.

il sole cominciò a sorgere e la nave si animò di nuovo, quando mi sentì chiamare immediatamente smise di nevicare - Ripicì - dissi asciugandomi le lacrime - che cosa fate qua tutta sola? - mi domandò sedendosi al mio fianco - Niente - dissi tirando su col naso - non sembrava, siete voi che avete fatto nevicare sta notte? - domandò osservando a terra la neve rimasta intorno, abbassai lo sguardo - è bellissima la neve - disse, li feci un sorriso veloce e tornai a fissare il vuoto - dovreste parlargli - colse nel segno, perchè era così semplice leggere nei miei sentimenti.

- dovrei - dissi alzandomi, e tornando sul ponte - ma adesso non ho nulla da dirgli - dissi girando l'angolo, andai a sbattere contro qualcosa, alzai lo sguardo, era Caspian.

lo guardai ,abbassai subito lo sguardo - scusa - gli disse e sgusciai via prima che potesse acchiapparmi o bloccarmi - mio signore? sentì dire da Ripicì prima che entrassi nella cabina e sbattei la porta.

il veliero viaggiava con il vento in poppa, stare un po di sole mi aveva fatto bene, mi aveva fatto scaricare la rabbia e la tensione.

aprì la porta della cabina ed uscì di nuovo sul ponte il vento tirava che era una meraviglia, tutte le vele erano spiegate, sopra di me, sul ponte superiore dove c'era il timone mi arrivavano le voci di Brinien, il centauro e di mio padre, decisi che avrei dovuto parlargli ma qualcosa mi fece desistere - tra poco arriveremo all'isola verde- annunciò Brinien battendo sulla carta - terra- urlò la vedetta, tutti ci girammo a guardare l'isola, era tutta ricoperta di piante.

- e vostra figlia?- domandò il minotauro - rimarrà qua - disse severo, scesero le scale e mi trovarono la dove mi ero messa a origliare - Lucy?!- esclamò mio padre, lo guardai a passai oltre.

se gli ero di intralcio per ciò che stava cercando bastava che lo dicesse mi sarei fatta da parte.

scesero sulle scialuppe e si avviarono alla spiaggia dell'isola fino a quando non li vidi piu.

mi sedetti sulla cuccetta che fungeva da letto - che cosa ho fatto?- mi domandai.

qualche ora dopo tornarono, per quella notte decidemmo di restare la alla fonda. Caspian continuava ad evitarmi, no ero io ad evitare lui, cercavo ogni scusa per non restare da sola con lui nella stessa stanza.

ma quella sera riuscimmo a dare spettacolo, camminavo da sola sul veliero, lui era appoggiato all'albero maestro come se mi stesse aspettando, alzai le spalle e feci dietro front cercando una via di fuga ma mi seguì e una volta con le spalle al muro fui costretta ad ascoltarlo - perchè mi eviti?- mi domandò appoggiandosi al cordolo del veliero - perchè mi tieni relegata qua sopra?- risposi con un altra domanda

sbuffò e si girò dandomi le spalle - lo sai perchè lo faccio Lucy- disse stanco, come se me lo ripetesse tutti i giorni, in realtà era una settimana che non ci parlavamo - no, non lo so papà- dissi alzando leggermente la voce - Lucy, possibile con capisci- disse sempre piu esasperato -evidentemente ho preso da te - dissi acida, mi scostai dalla parete di legno dove ero appoggiata e me ne andai - Lucy..- non lo stetti ad ascoltare, dopo una settimana era tutto qui quello che aveva da dirmi?, che non capivo? ero stufa di questa situazione, che cosa mi tenevano nascosto tutti quanti, perchè mio padre sembrava non essere piu quello di prima?.



Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** capitolo 32° volevo dirti che .. ***


Spero che vi sia piaciuta subito che ho preso spunto

da volevo dirti che ti amo di Laura Pausini visto che stavo scrivendo con questa Songho pensato di fare un Chappy..spero che piaccia



Quella situazione andava avanti ormai da troppo tempo e io non volevo passare tutto il tempo da sola 

e non volevo sprecare quel periodo a Narnia ignorando mio padre, così quella mattina appena sveglia 

decisi di affrontarlo e di chiedergli umilmente perdono.

Uscì dalla cabina e salì sul ponte principale convinta che la sopra avrei trovato chi cercavo ma invece 

non trovai nessuno solo Brinien che ormai era diventato il mio baby-sitter.

Mi avvicinai a lui e gli domandai dove fosse Caspia, mi indicò un'isola alle nostre spalle – da quanto 

sono via?- gli domandai mi rispose che non erano scesi da molto e che dovevo stare tranquilla perché 

quell'isola era disabitata.

Decisi di fidarmi di mio padre, sapeva come cavarsela e infatti verso mezzogiorno rientrarono 

contenti, ero convinta che avessero trovato quello che cercavano.

Presi coraggio e scesi dalla botte su cui ero seduta e titubante mi avvicinai a lui e lo tirai attirando la 

sua attenzione – posso parlarti? - gli domandai guardandolo con gli occhi lucidi mentre speravo che 

dicesse di si.

ho da fare – disse costringendomi ad abbassare la testa – ma ti giuro che sta sera sono tutto tuo – disse 

sorridendomi, gli sorrisi anche io e lo lasciai andare dove doveva andare, con altre persone entrò nella 

cabina riunioni e prima che chiuse la porta mi lanciò un altro sorriso gli sorrisi di rimando e aspettai 

che chiuse la porta.

Girai su me stessa, a farmi compagnia c'era il rumore del mondo e l'oscillare del veliero, il vento che 

soffiava e schiaffeggiava la mia pelle fino al fondo, i ricordi dei miei mille errori che mi facevano stare

male dentro.

Mi faceva compagnia il mio orgoglio inutile, mi faceva compagnia la voglia di stare insieme a mio 

padre, volevo dirgli che gli volevo bene che lui è solo mio, che nonostante i nostri continui litigi io 

non lo avrei mai cambiato con nessuno perché a giurarlo ero io, volevo dirgli che questi giorni senza 

lui sono stati tremendi e che era solo colpa mia, volevo dirgli che gli volevo bene perché eravamo 

troppo uguali e quando poi litigavamo ci chiudevamo in noi stessi perché ci urlavamo contro per ogni 

mio fallimento, del mio bisogno di credere che per lui non ero un peso, e quando litigavamo perché 

pensavamo di avere ragione noi.

Non credevo di avere un così grande bisogno di lui dopo undici anni vissuti da sola, ma questi anni 

prima di conoscerlo erano solo dei giorni da dover fare passare, la mia vita è iniziata da quando l'ho 

incontrato da quando mi ha insegnato a ridere.

Dovevo dirgli che gli volevo bene, era questa la verità dovevo dirgli che di notte non averlo accanto a 

me a me mi faceva stare male, che non doveva piu lasciarmi mai la mano anche se un un giorno non 

potrò piu stringerla, ma mi ricorderò di lui per sempre in ogni angolo dell'anima, i ogni lacrima, nella 

mia fragilità.

Volevo dirgli che gli volevo bene che per me sarà sempre con me, che non lo avrei mai dimenticato, lo 

giuravo su me stessa e anche se so che un giorno mi dovrò allontanare so che anche lui mi vorrà 

sempre bene perché lui è mio padre.






Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** capitolo 33° invece no, sei incancellabile stella gemella ***


Mi scuso per il ritardo con cui ho postato ma per farmi perdonare posterò due capitoli contenti?!

Ringrazio chi ancora mi segue come alicecullen19 o Miriam anche se ammetto a malincuore che ho visto che i commenti sono calati drasticamente..vi è venuto a noia?? spero di no..


vi lascio al capitolo..


questi giorni lei, senza averla accanto, senza poterla stringere e sentirla dormire al mio fianco


sembravano interminabili, odiavo litigare con lei ma e sprecare quel poco tempo che abbiamo per


stare insieme prima che torni di nuovo a Londra, e adesso mi ritrovavo a camminare da solo sui


ponti deserti del veliero di notte e a volte , appoggiato alla balaustra, mi domandavo se vivrei lo


stesso senza di lei adesso che non sta con me, e se, quando verrà il momento la saprò dimenticare?


mi ponevo questa domanda in ogni singolo momento, ogni attimo, lei era tutto quello che volevo. era


incancellabile.


piu mi mancava e piu stava al centro dei pensieri miei," tu non lasciarmi mai perché adesso sarai


incancellabile"


la sua voce e quell'allegria che si porta sempre dietro mi hanno tatuato il cuore, la vedo nei suoi


occhi e nel suo sorriso.


spesso la cerco e non la trovo e sento la voglia di stringerla tra le mie braccia, così profondamente


mia perché non ho mai avuto niente di piu prezioso se non lei, non la lascerò mai, "tu non lasciarmi" .


spesso la guardo da lontano mentre parla o scherza con Ripicì e piu la guardo e piu lo so io di lei non


posso fare a meno" tu non lasciarmi mai."


non ho mai avuto tanto tempo per stare con lei e sapere che in qualsiasi momento potrebbe sparire


mi fa sentire ancora peggio.


mi fa confondere questo non averla qui perché lei esisti dentro me come qualcosa da difendere:per


l'amore che non ha e che non ho potuto darle mai ma che ormai esiste dentro noi, darei tutto me


stesso per tenerla al sicuro, ma non è stato un caso se adesso è di nuovo qui ha ancora un compito


da svolgere prima di sparire di nuovo, e sta volta per sempre, lei esiste dentro me per l'amore che


non potuto mai darle ma che avrei voluto, come vorrei che lei restasse qui per sempre e forse. sto


perdendo del tempo prezioso, bastava trarre un respiro e contare fino a dieci per mettere fine al


silenzio tra noi, e poi riprendere il battito e non andare via, perchè non puo essere abitudine i giorni


senza te, resta qua, ma è impossibile ma non c'è piu tempo per spiegare e per chiedere se mai ti


avevo detto quanto ti voglio bene, perché si spezzano tra i denti le cose piu importanti quelle parole


che non dico mai, devo fare un tuffo nel passato per riportarle qui, pesano e si posano per sempre su


di noi ma se manchi tu io non so ripeterle io non riesco a dirle piu, invece qui piovono i ricordi e io


non voglio ammettere che è tardi, vorrei tornare come era prima invece non ho piu tempo per spiegare


qualcosa da sperare, davanti a me qualcosa da finire insieme a te, forse è tardi forse invece no.



camminavo ancora sul ponte senza sapere che fare, era a soli pochi metri ma era di nuovo solitudine


anche stanotte sentirò questo dolore elevare, tutto il mio dentro che non conosce vive il momento piu


difficile che mai, speravo che chiudere i ponti ma non servito pagare i conti, dove sarai anima mia,


senza di te mi butto via, dove sarai anima bella dove sarai, questo dolore elevare, tempo di tristezza


ed io ti sto cercando così forte che mi fanno male gli occhi ormai, dove sarai anima bella stella


gemella dove sarai? magari dietro alla luna sarai, come il sogno piu nascosto che c'è non lo vedi che


io vivo di te, dove sarai.




Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** capitolo 34° i cristalli del passato ***


ovviamente quella riunione sembrava non volere finire mai ed ormai era sera tardi e avevo sonno, decisi


di andare a dormire e che avrei parlato con mio padre l'indomani e scostatami dal cordolo mi avviai


verso la mia cabina, il ponte era deserto come tutte le sere.


entrai nelle cabina e mi chiusi la porta alle spalle e appoggiandomici sopra tirai un sospiro, forse stavo


sprecando del tempo prezioso continuando a rimandare il giorno in qui avrei chiarito con mio padre


pensai scostandomi dalla porta e camminando per la stanza a testa bassa, avevo le mani dietro la


schiena e i capelli sciolti, sembravo quasi la signora Figg ma in quel momento non c'era niente di comico


forse sarà il tempo a dire quando tutto si sistemerà, mi dissi fermandomi un secondo ma ripresi a


camminare avanti e indietro poco dopo,certi sbagli fanno crescere non fanno male mai, pochi giorni e


tutto tornerà normale ma non svaniranno mai, resteranno sempre nei miei ricordi di una vita insieme ai


momenti che mi lasciano un sorriso, insieme a lui.


le risate trai di noi, mille discussione che ci hanno portato anche a questo e i mille istanti di follia, non


no svaniranno mai, resteranno sempre i miei e nei suoi ricordi momenti che mi lasciano un sorriso


ancora sulle labbra, ricordi bellissimi e alcuni dolorosi, pensieri, sensazioni che ti danno i ricordi.


mi siedo sul letto quando sento bussare alla porta - si? - risposi alzando la testa, la figura di mio


padre sbucò dalla porticina, rimasi piacevolmente sorpresa nel vederlo la, pensavo si fosse scordato


ciò che mi aveva promesso - posso entrare?- mi domandò, in risposta annuì con la testa e lui entrò


definitivamente chiudendosi la porta alle spalle, in pochi passi mi raggiunse sul letto e mi si sedette


accanto, lo guardai per qualche secondo prima di tornare a fissare il pavimento, non sapevo se avessi


dovuto cominciare io con le scuse o lui ma decisi di prendere l'iniziativa visto che avevo cominciato io


- sentì..- cominciai a dire ma mi interruppe subito - no Lucy ho sbagliato io - disse alzandosi dal letto e


cominciando a camminare su e giu, eravamo proprio uguali, non riuscivamo a stare fermi un attimo


quando dovevamo parlare.


seguì ogni suo singolo movimento - ho sbagliato e sono stato egoista, non ho la possibilità di stare


sempre con te e questo mi rende ancora piu apprensivo nei tuo confronti. ho sbagliato ad arrabbiarmi


con te subito i primi giorni che sei arrivata qua - disse fermandosi a guardarmi con aria triste, non


riuscì ad avercela ancora con lui, mi alzai dal letto e andai ad abbracciarlo - scusami piccola - disse


accarezzandomi i capelli - ho sbagliato anche io, non ho mai seguito gli ordini che mi hai dato, se magari


avessi fatto ciò che mi avevi detto magari adesso avevi anche ciò che stai cercando - gli dissi a


proposito?- aggiunsi scostandomi di qualche centimetro - che cosa cerchi?- gli domandai infine.


-è giusto che tu lo sappia - disse sedendosi di nuovo sul letto io invece rimasi in piedi a guardarlo


- delle pietre, o meglio dei cristalli. Tre cristalli - disse passandosi una mano sul viso - questo l'avevo


capito - dissi raggiungendolo sul letto e sedendomici sopra a gambe incrociate e chiesi ulteriori


spiegazioni.




-sono tre cristalli, i cristalli del tempo e sono tre, questi cristalli permettono di portare indietro una


persona scomparsa - disse - fantastico - esclamai

- no, non lo è perché solo una persona riesce a gestire un cristallo, oltre ai cristalli bisogna trovare anche le persone a cui è destinato il cristallo -

-e come farai a trovarle?-

-il cristallo in presenza della persona prescelta si illumina-

- quanti ne hai adesso? -



dalla tasca tirò fuori un cristallo, era piccolo e rotondo come una specie di diamante e questo cominciò


a brillare - ne mancano ancora due, e le due persone in grado di gestire il suo potere -



- io ci riuscirei?- domandai fissando il diamante che brillava davanti a noi. Questo improvvisamente si


sollevò dalle mani di mio padre si depositò fra le mie mani, entrambi rimanemmo a bocca aperta.


rimasi a fissare il diamante brillare sospeso a mezz'aria prima di tornare a concentrarmi


sull'argomento - chi vuoi riportare indietro?- gli domandai - lo decidono loro chi riportare indietro -


mi rispose fissando il terreno, che aria triste che aveva


- come pensi di trovare le altre due persone e le due pietre? -

-non lo so -

- posso aiutarti?- gli domandai, si girò verso di me colpito da quella domanda

-non puo lasciare la nave Lucy - disse poi abbassando di nuovo lo sguardo triste, mi misi in ginocchio sul letto sempre con il diamante sospeso a mezz'aria

- perché no?-

- ti sarai accorta che le carte non funzionano sulle isole -

- bé si, ma perché? -

- lì c'é il male che non dorme mai, su quell'isola ci fu fatto un incantesimo e da allora qualsiasi forma di magia non funziona la sopra -

- ma, se la magia su le isole non funziona come facciamo ad attivare i cristalli?-

-quello è un altro dei tanti problemi -.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** capitolo 35° ***


Corsi nella sua cabina sperando di trovarla la ma non c'era, nemmeno la.

Non sapevo dove cercarla, era sparita di nuovo, nel nulla, come quella nebbia.

In un impeto di rabbia tirai un calcio al letto mentre mi maledicevo di non essere mai in grado di proteggerla.

Mi sedetti sul letto sprofondando nella disperazione che mi accompagna continuamente quando non è con me.


[ Lucy]

finalmente lasciarono la mia caviglia e potei rimettermi in piedi.

Mi levai di dosso le foglie e la terra che mi si erano appiccicate a dosso durante il burrascoso trasporto – che dovrei fare di grazia?- domandai cercando di capire che cosa avessero in mente.

-noi siamo invisibili-

- dai – dissi ironico ed entrai nella casa.





il corridoio era deserto non c'era anima viva, niente e nessuno che facesse pensare che la casa fosse abitata. Dal fondo del corridoio però si intravedeva una luce provenire da dietro una porta.

Quando arrivai alla misteriosa porta scoprì che era socchiusa, la cosa era sempre piu sospetta ma la aprì lo stesso e mi ritrovai dentro ad una grande libreria.

Entrai nella stanza e l'osservai accuratamente, su tutte le pareti correva una libreria circolare piena di volumi antichi ma ben tenuti, nonostante in quel posto non ci fossi mai stata mi sembrava tutto tremendamente familiare e la cosa mi metteva agitazione.

Camminavo guardando in aria e alle mie spalle, al centro della stanza c'era un libro chiuso.

Quel libro attirò la mia attenzione, mi avvicinai ma non abbassai la guardia, quando fui vicina provai a leggere il titolo ma non c'era, le lettere erano sparse per la copertina ricoperta di polvere, soffiai via la polvere ma non si mosse al contrario delle lettere che presero posto scrivendo il titolo del libro.

Lo aprì e cominciai a sfogliarlo. Era un libro di magia, per ogni pagina c'era un incantesimo diverso uno in particolare attirò la mia attenzione – come chiedere aiuto – lessi ad alta voce, poteva forse essermi utile?

Decisi di concentrarmi su ciò che dovevo fare, prima trovavo l'incantesimo prima sarei uscita da la dentro.

Continuai a sfogliare il libro fino a trovare l'incantesimo che cercavo – rendi visibile ciò che hai reso invisibile – dissi leggendo e poche righe sulla pagina.

Un alito di vento partì dal libro e si espanse per tutta la sala fino ad uscire dalla casa.

Ma oltre ad aver reso visibile la casa, avevo reso visibile anche chi l'abitava e adesso il mago era la davanti a me con sguardo non molto amichevole.


[Caspian]

il mare era tornato di nuovo calmo e una volta ultimate le ultime riparazioni al veliero partimmo in cerca di Lucy anche se non avevo la minima idea di dove andarla a cercare.

Non era semplice trovare una persona in mezzo all'oceano.

-La troveremo sire – mi assicurò Brinien vedendomi assorto

a guardare il mare, spostai lo sguardo su di lui annuendo

spero che sia così Brinien -dissi tornando a fissare il mare.

In poco tempo arrivammo su un altra isola.


[Lucy]


il mago mi guardava senza proferire parola, anche lui aveva un'aria familiare. Mosse un passo verso di me che mi fece istintivamente indietreggiare ma nel farlo inciampai nell leggio facendo cadere anche il libro.

Il mago mi si avvicinò ancora e mi porse una mano per aiutarmi ad alzarmi – non ti faccio male – mi disse sorridendo, rimasi a bocca aperta mi limitai ad afferrare la mano che mi veniva offerta – grazie – risposi una volta in piedi.

mancavi solo te – disse tutto contento andando a prendere una specie di scatoletta , lo seguì con lo sguardo chiedendomi che cosa avesse in mente.


Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** capitolo 36° tutto ha un senso ***


il mago mi disse di seguirlo e così feci e mi ritrovai in un altra grande sala dove per terra c'era una piscina.


rimasi sbalordita da quella visione era grande quanto la stanza, c'era soltanto un bordo che permetteva il


passaggio e nulla piu.


cominciai a camminare per il bordo osservando ciò che era immerso nell'acqua ma una barchetta attirò la


mia attenzione, era il veliero dell'alba in miniatura, guardai il mago in cerca di una risposta - questo mia


cara bambina è un plastico magico - disse avvicinandosi al veliero - posso decidere della sorte di tutti -


continuò prendendo una polverina bianca dalla tasca - posso far nevicare su di loro - disse soffiando


dolcemente la polverina sul veliero - posso spingerli con il vento - e soffiò sulle vele - posso prenderli e


depositarli direttamente sull'isola - disse infine guardandomi - lo farebbe?- domandai sperando che dicesse


di si.


- non ho ora Lucy - disse uscendo dalla sala - perché?- gli domandai correndogli dietro - prima devo


spiegarti alcune cose - disse entrando in un altra sala.


la sala era anche questa piena di libri, uno attirò la mia attenzione mi avvicinai e lo presi ma il mago me lo


sfilò dalle mani, lo guardai storto - non penso vorresti sapere l'esito della tua vita in anticipo - disse


riponendolo - cosa? - gli domandai di nuovo, ero scema io o la cosa era piu grossa di come me ne aveva


parlato mio padre? -tu fai parte di Narnia - lo guardai mentre con la testa in un baule stava tirando fuori


cose alla rinfusa - controlla dove è tuo padre - disse indicando un altro plastico piu piccolo sul tavolo


scossi la testa andai a controllare l'isola su cui ero io era contrassegnata da una casa mentre il veliero


stava andando esattamente dalla parte opposta - sta andando dalla parte opposta - dissi un po


preoccupata - sposta il veliero- disse come se fosse una cosa naturale lo guardai sgomenta - e come


faccio?- gridai in preda al panico - benedetta bambina - disse emergendo dallo scaffale -prendi il veliero in


mano e lo ridirigi sulla via giusta, mettilo però non troppo vicino, devo spiegarti alcune cose -.


-scusa papà - dissi prendendo il veliero in mano cambiandogli rotta lo misi poi di nuovo in mare molto piu


vicino alla costa, nel giro di qualche ora sarebbero arrivati.


compiuta la mia ennesima missione tornai dal mago e gli domandai che cosa doveva spiegarmi.



-perché se qua, Lucy figlia di Caspian x ? -

-io, non lo so -

- lo so io-

- allora?-

- tu sei qua per un motivo preciso. come tutte le volte precedenti che sei stata a Narnia mi segui?- mi domandò, in risposta gli annuì con un cenno del capo

- la prima volta liberare sconfiggere la strega, la seconda volta liberare Narnia dai telmarini, la terza salvare il principe, ovvero tuo padre -

- da cosa? non ci sono guerre- dissi senza ancora capire

- dal suo passato - disse

-dal suo passato? che vuol dire?-

-tuo padre ti ha detto perché si è spinto fin qui?-

-in parte-

-come immaginavo. fin dove sai-

-so che cerca tre pietre, due per l'esattezza e le due persone che le posso controllare. so solo questo-

-immagino che una di queste sia tu - commentò alzando il sopracciglio - Lucy ti sei mai chiesta perché


proprio tu hai ereditato le carte? - risposi di no - e ti sei mai chiesta perché tu controlli il cristallo piu forte?-


risposi di nuovo di no - perché sei la persona piu vicina a Caspian - - ma che senso ha tutto questo?-


-tuo padre è convinto di riuscire a portare indietro

tua madre - disse cominciando a camminare e


lasciando quella stanza, gli andai dietro anche io - mia madre?- - pensavi di essere nata da un fiore?-


- no, ma..- - qualcuno e non faccio nomi gli ha raccontato di queste pietre e di un isola - disse prendendo


una mappa che stese a terra, poi indicò un' isolotto al centro delle sette isole solitarie - non sapevo che


ce ne fosse un ottava - ammisi guardandola - non è segnata sulle carte solo i saggi e i magici la conosco


- Cornelius..?- dissi incredula, Cornelius aveva spinto mio padre fino a qui - ma perché?- - quello che


vuole fare Caspian è portare i tre cristalli sull'isola - - un momento per attivarli ha bisogno di me e delle


altre due persone - forse iniziavo a capire, pensavo velocemente e quando pensai di avere capito alzai lo


sguardo sul volto del mago - non è possibile - dissi sconvolta - hai capito adesso?. tuo padre ha la mente


confusa, annebbiata - disse guardando l'isola - ma chi..? - - la strega -.



- la strega, vuole vendicarsi, ha ottenebrato la mente di tuo padre dandogli false speranze, lo ha convinto


che con queste pietre lui riuscirà a riportare indietro tua madre ma non è così -


- ma ha detto che le pietre reagiscono con la persona predestinata -


- quelle pietre sono qualcosa di piu oscuro che abbia mai visto, e ancora una volta Lucy riesci a


sorprendermi - disse chinandosi e posandomi una mano sulla spalla - i tuoi genitori devono essere fieri di


te - disse sorridente.


-Lucy- mi sentì chiamare, era una voce familiare che però non sentivo da tanto tempo, mi girai e vidi chi


era - che ci fai qua?- domandai sorpresa e felice di vederla qui - ho pensato che ti servisse aiuto -


intervenne il mago - non ti dimentichi di qualcuno?- un altra voce sempre alle mie spalle attirò per la


seconda a volta la mia attenzione - anche tu?-.


le due persone si avvicinarono, Grace e Barbie si misero al mio fianco e i cristalli nelle nostre tasche


cominciarono a brillare, ci guardammo la tasca - tirateli

fuori - disse il mago, tutte insieme tirammo fuori il


nostro cristallo dalla tasca e una luce potentissima si diffuse nella sala, una bianca una rosa e una gialla.


- Grace, il cristallo dell'amicizia - disse e Grace guardò il cristallo che fluttuava sulla sua mano


-Barbie, il cristallo della sincerità - anche Barbie a bocca aperta fissò il suo cristallo nello stesso modo come


Grace - Lucy, il cristallo del cuore - fissai anche io il mio cristallo prima di guardare il mago - da soli non


funzionano - il mago prese a camminare davanti a noi che lo seguivamo con lo sguardo - ma insieme sono


un arma potentissima, solo delle persone con queste doti: l' amicizia, la sincerità - disse guardando Grace


e Barbie che fissavano ancora il loro cristallo sospeso - e chi ha un cuore puro - aggiunse rivolto a me


- puo entrane in possesso e liberarli dalla magia oscura che li imprigiona - disse fiero.


- solo voi potete salvare Caspian adesso, ed evitare che la strega risorga di nuovo - disse incitandoci


tutte e tre annuimmo contemporaneamente - liberate i cristalli dalla magia nera - ordinò il mago


-cristallo dell'amicizia - cominciò Grace stendendo il braccio e scandendo bene le parole, il cristallo restò


a mezz'aria ma emise una luce rosa abbagliante - cristallo della sincerità - disse anche Barbie stendendo


anche lei il braccio, il suo cristallo invece emise una luce gialla accecante, loro sembravano così sicure di


quello che stavano per fare mentre io no, stavo rischiando di perdere mio padre.


dovevo salvarlo come lui ha fatto con me ragionai in fondo ho un conto aperto che intendo chiudere chiusi


gli occhi e pronunciai anche io le parole - cristallo del cuore - una luce molto piu forte delle altre si sprigionò


dal mio cristallo e illuminò tutta la stanza.


i cristalli si alzarono sopra le nostre teste girarono in tondo un paio di volte prima di arrivare di nuovo di


fronte a noi la luce era diminuita ma brillavano ancora, questa volta non mi sarei fatta indietro allungai la


mano per prima e afferrai il mio cristallo, bruciava era una sensazione bruttissima lo lasciai


immediatamente guardai le mie amiche e anche loro sembravano aver provato la stessa sensazione


guardammo il mago impaurite ma non disse nulla, i cristalli si allontanarono di nuovo ma sempre brillando


-non preoccupatevi bambine, non farà male disse i cristalli si mossero di nuovo verso di noi e a pochi


centimetri dai nostri cuori entrarono dentro di noi.


le parole del mago erano vere non fece alcun mala quando il cristallo entòrò dentro di noi la luce sparì e


tutto tornò come prima - siete state bravissime, adesso i cristalli saranno sotto il vostro controllo -.


- ma come facciamo a liberare mio padre? - domandai - tuo padre? - domandò Barbie - farlo tornare in lui,


fargli capire che è una follia - - e se non mi ascolta? - - c'è una persona sola nel suo cuore - disse il mago


avvicinandosi alla cartina - e quella persona sei tu Lucy, prima della fine se ne accorgerà e tornerà in se -


- vuol dire che Lucy deve farsi ammazzare?- contesto Barbie - vedo che i cristalli si sono inseriti bene in voi


- ammise tutto contento - no comunque, è per questo che vi ho fatto venire qua- si avviò verso la porta


della stanza, ci guardammo per un momento e poi lo seguimmo - Lucy ha bisogno delle persone a cui vuole


piu bene per salvare la persona che ama, ha bisogno di piu conforto possibile e di una spada in piu - disse


fissando il vuoto.


-Lucy tuo padre è dietro la porta, temo che non abbiamo piu tempo - disse guardandomi - ricordati, portalo


all'isola e poi distruggi lo specchio in qui è rinchiusa la strega, nel caso tu non riuscissi a portarlo



indietro..-


-Lucy..- una voce da fuori ci interruppe - andate e buona fortuna -.


il castello sparì e noi tre ci ritrovammo fuori davanti a mio padre e Brinien a spade e archi levati.


ma che cosa mi stava per dire il mago " se non riuscissi a portarlo indietro " che cosa mi stava per dire?

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** capitolo 37° abbiamo fallito dopo solo pochi minuti ***


Appena uscimmo dalla casa del mago ci ritrovammo in mezzo al bosco con una decina di persone tra cui Caspian e Brinien che ci guardarono allibiti.

state bene spero?- domandò Brinien avvicinandosi a noi, annuì con il capo ma senza spostare lo sguardo dal volto di mio padre che era rimasto fermo senza dire niente.

Ci guardammo a lungo o per quello che sembrò un eternità invece furono solo pochi secondi.

Lo guardavo senza dire nulla ma aspettandomi che dicesse qualcosa e invece rimase in silenzio a guardarmi.

Spesso ci trovavamo a guardarci in silenzio, senza che nessuno dei due rovinasse quel momento, ed ogni volta era sempre come la prima volta, uno sguardo e poi un brivido lungo la schiena ma questa volta no, era diverso entrambi eravamo persi negli occhi neri

dell'altro, ma io a differenza di lui, li trovai vuoi, senza espressione.

e loro due chi sono?- disse Brinien spezzando il silenzio imbarazzante che si era creato e finalmente staccai gli occhi dai suoi per guardare Brinien per poi passare alle presentazioni.

lei è Grace – dissi indicandola mentre fece un mezzo sorriso imbarazzato – mentre lei è Barbie – dissi spostando il dito sulla mia amica completamente vestita di giallo.

presentazioni finite, adesso possiamo tornare?- sbuffò mio padre, nel fra tempo si era girato e mi stava dando le spalle, strinsi i pugni lungo il busto e bruscamente gli urlai contro – per tua informazione ho trovato gli altri due cristalli e le due persone che li possono controllare-, come schiaffeggiato da una mano invisibile si girò per guardami di nuovo e in poche passi lo ritrovai davanti a me con la mano tesa – dammele – disse lasciando la mano aperta pronta a ricevere le pietre – dammi le pietre Lucy - lo guardai aggrottando la fronte – no – dissi, sentì tutti i presenti mormorare per non contare lo sguardo perforante di Grace e Barbie sulla schiena – Lucy – disse in coro – Lucy, fai come ti dico – disse assottigliando la mano ma senza ritirare la mano -ma non capisci – dissi quasi urlando e cominciando a gesticolare come di solito faccio quando devo spiegare qualcosa di contorto – non sei tu questo -dissi.

Caspian ritirò la mano come scottato ma non cambiò espressione, il suo sguardo era sempre durò, - mi hai deluso – disse girandosi, - torniamo al veliero – ordinò agli uomini – perché non affronti mai un problema – gli urlai dietro – non provocarmi Lucy – disse continuando a camminare – ti sta cambiando - - stai zitta – disse fermandosi, avevo colto nel segno, sapevo dove colpirlo adesso – questo non sei tu – continuai avanzando verso di lui a passi lenti.

Questa era la prima e vera scenata che facevamo in pubblico, pubblico che si era diviso intorno a noi e ci guardava senza intervenire – non la devi ascoltare - - non capisco di chi parli-

non fare il finto torno. Lo sai benissimo di chi parlo – ma non mi stava gia piu ascoltando, continuava a darmi le spalle e a scuotere la testa – tu sai sempre tutto vero?- disse sarcastico, quella domanda fu piu dura di una testata nel muro, mi fermai di botto come se mi fossi scontrata con una parete invisibile e adesso che mi guardava faceva ancora piu male la testata, nei suoi occhi non c'era un minimo di risentimento per ciò che stava dicendo.

-io..- dissi abbassando lo sguardo, facevo davvero questa impressione alla gente? - tu cosa Lucy. Da quando sei arrivata qua non ha fatto altro che metterti in mostra e farci passare per deficienti, tutti.- si girò di scatto e si avvicinò a me di qualche passo, non credevo alle mie orecchie – dammi i cristalli – disse di nuovo – e facciamola finita -allungò di nuovo il braccio verso di me ma di nuovo rifiutai e feci un passo indietro – perché ti comporti così? - dissi continuando ad allontanarmi da lui – non ti devi far condizionare da lei. Ti vuole solo ingannare - - non sono affari tuoi- - si che lo sono- urlai – dammi quei maledetti cristalli – urlò anche lui questa volta.

ma non ti senti quando parli?, non sei tu – dissi, - Brinien – ordinò girando leggermente il collo verso di lui – prendi i cristalli – disse poi guardando verso di me e le mie amiche, non pensavo sarebbe arrivato a questo.

Brinien si avvicinò a me e tese timido la mano – Brinien – sussurai con le lacrime agli occhi, era una supplica che almeno lui lo facesse ragionare – mi dispiace altezza – disse.

Mi arresi, davanti a me apparve il cristallo, lo presi e lo detti a Brinien e così fecero anche le altre due.

Era la fine, avevamo fallito, avevo fallito e quello che era peggio come ultimo ricordo che avrei avuto di Narnia era mio padre così cambiato.

Brinien una volta raccolti i tre cristalli li dette a Caspian che senza alcune espressione continuava a guardarmi – possiamo andare – disse, tutti si mossero tranne lui – addio Lucy – disse e andò via anche lui, lasciandoci sole nel bosco.


Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** capitolo 38° ***


Guardavo il punto esatto da dove se ne era andato mio padre, incredula alle sue parole che ancora mi suonavano nella testa come una musica che non vorresti ascoltare mai ma che continua a saltarti in mente.

crollai in ginocchio sulla terra umida e con le mani contro il terreno non riuscì a trattenere le lacrime.

- Lucy, non è tutto perduto - la voce di Grace mi giunse come un sussurrò lontano ma sentivo la sua presenza dietro di me -si, fatti forza - aggiunse Barbie, le loro presenze alle mie spalle non mi erano di aiuto.

- ho fallito - sottolineai, loro che avevano da perdere in fondo?, niente. per loro non cambiava niente fallire o meno ma io non avevo questa opzione.

- ragazze è stato bello vedervi di nuovo - dissi alzandomi e girandomi verso di loro, sul loro volto c'era un espressione di incredulità - ma devo proseguire da sola - dissi - è una cosa che riguarda solo me - aggiunsi - quindi noi dobbiamo tornare a casa?- - si - dissi abbassando la testa come per scusarmi.

mi arrivò nel momento in qui alzai lo sguardo uno schiaffo in piena faccia, mi portai la mano sulla guancia schiaffeggiata

- Grace?- dissi guardando la mia migliore amica - per chi ci hai preso? - disse urlando dalla rabbia - noi siamo tue amiche- aggiunse Barbie - come pensate di aiutarmi?- domandai acida - scagliando sassi?- .

- non è posto per voi questo- dissi mentre mi voltai e cominciai a correre lasciandole la, non so perché dovevo sempre rovinare tutto ma sentivo che in quel momento dovevo stare sola e pensare, a riflettere.

corsi senza guardarmi indietro e quando pensai di essere lontana mi fermai e presi di nuovo fiato.

ero sulla spiaggia dell'isola, il sole stava tramontando mentre all'orizzonte non si vedeva niente se non il mare sconfinato.

mi misi di nuovo a camminare e ripercorsi tutto quello che era avvenuto poche ore prima.

ero davvero come aveva detto mio padre?, un insopportabile so tutto io? perché nonostante sapessi che quelle parole non erano state pronunciate da lui ma bensì dalla strega non riuscivo a darmi pace?, continuavo a rimuginare e nella mente ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo la sua espressione dura, senza un briciolo di sentimento. perchè?

mi accovacciai sulla sabbia c le gambe strette al petto e qualcosa di magico e inspiegabile accadde, un fiocco di neve cadde sulla mia guancia bagnata dalle lacrime che stavano cadendo, alzai la testa e sulla sabbia vidi i piccoli fiocchi infrangersi e diventare acqua.

come era possibile?, i miei poteri e quelli delle carte non funzionavano sulle isole, cosa stava succedendo?, mi alzai osservando il cielo blu scuro a pois.

le carte erano ancora sul veliero come era possibile che il loro potere arrivasse fino a qui? era una domanda a cui nessuno, se non Aslan, avrebbe potuto rispondere.

mesta mi misi di nuovo a camminare lungo la spiaggia - se solo Aslan fosse qui - dissi guardando per un secondo il mare dopo essermi fermata - ma io ci sono -, una voce alle mie spalle mi fece trasalire, mi voltai e il grosso leone era la, era ancora piu grosso di come me lo ricordavo - Aslan - lo guardai ma rimasi ferma, avevo paura che anche lui fosse deluso da me - è bello rivederti – disse avvicinandosi mentre le zampe affondavano nella sabbia tenera - ma dove sono le tue compagne? - domandò arrivato vicino a me, il suo uso era al pari del mio volto.

a quella domanda abbassai lo sguardo colpevole - ti va di raccontarmi quello che è successo? - domandò e io inizia a raccontare.


[ Caspian]


presi i cristalli e ordinai a tutti di tornare al veliero, lanciai un ultima occhiata a Lucy e alle due sue amiche e poi mi voltai anche io, lasciandomele alle spalle, lasciandomi alle spalle Lucy.

mentre camminavo sentivo qualcosa dentro che non riuscivo a spiegare, un senso di colpa misto a vuoto e paura ma qualcosa nella mia testa mi diceva di andare avanti.

risalimmo sul veliero lasciai ordini a Brinien e mi rinchiusi nella mia cabina, posai i tre cristalli la cui luce si stava affievolendo.

mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, ripercorsi quel' istanti che avevo vissuto pochi istanti fa, l'ultimo ricordo che avevo di mia figlia erano gli occhi gonfi di lacrime ma asciutti come solo una vera principessa sa fare.

mi alzai di nuovo dal letto e mi avvicinai al tavolo dove avevo posato i tre cristalli e li fermo li osservai tutti e tre si stavano spegnendo, presi quello di Lucy, il diamante lo strinsi nella mano.

- che fai vaneggi?- una voce nella mia testa, la solita voce tornò vivida nella mente - lasciami in pace - provai a resisterle ma non ci riuscì come al solito - e no Caspian, tu sei in mio potere - disse la strega nella mia testa

- adesso portameli - disse, provai a resisterle ma fu tutto inutile, riuscì a prendere di nuovo il controllo su di me

- si mia regina - dissi facendo cadere il cristallo a terra.


[Lucy]


quando finì di raccontare la storia ad Aslan si alzò e si mise a passeggiare davanti a me - e tu gli hai creduto?- mi domandò, - è mio padre, nonostante tutto - dissi - è posseduto dalla regina, non ragiona ne con il suo cervello ne con il suo cuore - disse fermandosi ad osservare il mare - il mago contava su di me - dissi - ed io l'ho

deluso - - non l'ho hai deluso - disse guadandomi - non sei altro che una bambina, dovresti essere fiera di ciò che hai fatto - disse - non lo sono - dissi alzandomi – io sono fiero di te, è grazie a te se Narnia esiste ancora ed è grazie a te che Telmar ha di nuovo un re, magnanimo e giusto - - ma non sono riuscita nella missione piu importante - dissi affiancandolo.

-Lucy, non ho fatto venire qua Grace e Barbie per niente - disse avvicinandosi alla foresta - seguimi -.

lo seguì in silenzio guardandomi in torno ma senza domandargli dove eravamo diretti, ci addentrammo sempre di piu nel cuore della foresta e ai primi raggi del mattino stavamo ancora camminando.

non resistetti e gli domandai dove eravamo diretti - in un posto speciale - disse continuando a camminare.

non sopportavo quando faceva il misterioso ma di lui mi fidavo e se mi diceva di seguirlo io lo avrei seguito ovunque.

piano piano di cominciarono a intravedere i primi raggi del sole ormai alto nel cielo.

siamo arrivati - annunciò, ci ritrovammo su una spiaggia bianca assolata e deserta, mi guardai attorno e vidi Grace e Barbie, le raggiunsi ma senza guardarle in faccia, mi sentivo in colpa per come le avevo trattate, loro cercavano solo di aiutarmi.

Ero davanti a loro con sguardo basso e triste, come un cane bastonato che sa di aver sbagliato ma è troppo orgoglioso per ammettere i suoi sbagli.

-scusate – provai a dire, sperando che mi perdonassero anche se non pensavo l'avrebbero fatto -ti capiamo Lucy – dissero insieme, allora alzai la testa e le guadai : mi stavano sorridendo ma Aslan ci riportò alla realta, si mi se a camminare davanti a noi in un chiaro segno di agitazione – siete arrivate fin qua – disse camminando avanti e indietro davanti a noi – ma il vero viaggio inizia adesso -, non capivamo cosa intendesse con quelle parole ci limitammo a guardarci in silenzio aspettando che andasse avanti con la spiegazione.

la strega ha messo tutti voi alla prova – disse passandoci i rassegna con lo sguardo, - ma qualcuno non l'ha superata – aggiunse fermandosi su di me, capì a che si riferiva e non riusci a sostenere il suo sguardo, non ci riuscì nonostante non fossi io la colpevole – ma non tutto è perduto – disse riprendendo a camminare – la strega non ha i veri cristalli – tutte e tre alzammo il viso sorprese – i veri cristalli sono ancora dentro di voi - - ma il pelato ha preso i cristalli – disse sconvolta Barbie - quelle non sono le vere pietre, fidatevi – continuò.

e come facciamo a..?- domandai infilandomi le mani in tasca e cominciando a camminare tirando dei calci ai cocci che trovavo sulla sabbia bianca finissima – avrete bisogno di un ulteriore aiuto – il Leone sparì in una porzione di foresta molto meno fitta di prima, ci voltammo per capire dove fosse finito, ci guardammo prima di corrergli dietro.


Ci ritrovammo in una radura con al centro una tavola di pietra, sembrava piu una bara, appena la vidi però sussultai, era la stessa del sogno.



Ok siamo ormai alle ultime battute

e la cosa un po mi dispiace, spero un po anche a voi!

Oggi mi sento magnanima e ho deciso di mettere un piccolo spoiler

che spero vi induca a leggere...

ringrazio

yuuki_love che recensito il capitolo come da promesso eccolo spero che

ti piaccia..


Spoiler :

davanti a noi c'erano due figure, una di donna e una di uomo.

Non le avevo mai viste ma quella donna non so perché ma aveva qualcosa di familiare.

Vidi la donna avvicinarsi, era bianca come un fantasma e avvolta da una luce celestina non so perché mi ritrassi indietreggiando di alcuni passi, ma lei sembrò capire il mio stato d'animo e si fermò.

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** capitolo 39° ***


Eravamo in una radura dove nel mezzo c'era una tavola di pietra, il sole ricadeva proprio sul centro esatto della pietra – avvicinatevi – disse Aslan affiancando la pietra. Ci guardammo e insieme ci si mosse verso la pietra, potevo toccarla con le dita, era come nel mio sogno, la tomba.

Staccai subito la mano come bruciata da quel contatto – Lucy tutto bene?- mi domandarono le mie due amiche, - si, tutto bene – dissi senza staccare gli occhi dalla pietra.

Non sapevo come dovevo risultare ai loro occhi, sicuramente come una pazza, avevo preso a girare intorno alla pietra passando la mano sotto il bordo sporgente cercando, come nel mio sogno, le incisioni che riportavano il nome di mio padre.

Dopo un giro completo le trovai, la mano mi tremava e con il cuore che batteva forte mi chinai per leggere il nome, Caspian accanto c'era un numero che riconobbi subito, era un numero romano, e per quanto non fossi ferrata in matematica, capì che non era un dieci, alla destra de non Caspian c'era due numeri, una I e una X, Caspian IX, Caspian nono.

Ma allora, quella era la tomba di mio nonno? Mi rimisi in piedi e guardai Aslan per avere spiegazioni.

-pensavo fosse morto? - dissi appoggiando entrambi le mani alla pietra, sentivo gli occhi di Grace e Barbie guardarmi, come

se si fossero perse un passaggio fondamentale.



non è morto lucy – mi rispose Aslan avvicinandosi alla pietra,

è vittima di un maleficio – guardò la pietra – solo un membro della famiglia può liberarlo, un erede – disse poi alzando lo sguardo su di me – come?- .

i cristalli dentro di voi, romperanno il sigillo – Grace e Barbie si avvicinarono a me – facciamolo - dissero guardandomi, le sorrisi in segno di ringraziamento ma continuavo a non capire a che cosa sarebbe servito.

Tre luci si sollevarono da terra, una rosa, una gialla e una celestina che circondarono la pietra, il coperchio si sollevò in aria e scomparve come polvere.

Un uomo grassoccio si tirò a sedere e si stirò come fa un uomo che ha dormito per troppo tempo.

Non assomigliava per niente a mio padre, forse un po gli occhi neri ma nient'altro.

Continuava a stirarsi e guardarsi intorno senza però prestare attenzione a noi.

Chi mi conosce bene, sa che di pazienza ne ho molto poca e dopo dieci minuti di stiramenti e sbadigli sbottai – quando sei in comodo – dissi acida incrociando le bracci al petto.

L'uomo sembrò accorgersi di noi, si decise a mettersi in piedi ad uscire da quel sarcofago.

Ci guardò sorridente – che dormita – disse riprendendosi a stiracchiare – no, questo no!- dissi battendomi la mano sulla fronte e allontanandomi sconvolta – Aslan, come ci può aiutare quel grassone? – indicai quando fui abbastanza lontana sicura che non mi avrebbe sentito – sarò di aiuto, credimi – mi rispose il felino scuotendo la coda – io – mi misi le mani nei capelli – come voglio sperare di salvare mio padre in questo modo – dissi mentre tornavo da loro.

Barbie e Grace stavano parlando con quello che a rigor di logica era mio nonno – dove è mio figlio? - domandò guardandosi intorno – solo lui poteva liberarmi dal maleficio – domandò alle mie amiche – ecco, lui non c'è – rispose Barbie – ma presto arriverà – lo rassicurò Grace – e chi mi ha liberato allora mie dolci pulzelle? - domandò facendo il cascamorto con loro – non lo incoraggiate- dissi avvicinandomi – sono stata io, ti basto?- dissi con un acidità che non credevo di avere – qualcuno ha mangiato troppo limoni – disse ridendo il nonnimo poi si fece serio improvvisamente – dici sul serio? - mi domandò, mi appoggiai ad una colonna e incrociai le caviglia – ho la faccia di una che scherza?- risposi – allora tu devi essere mia figlia – disse incredulo, cosa ma che razza di idee gli venivano in mente

prova con tua nipote – dissi alzandomi e tornando da Aslan che nel fra tempo si era avvicinato -non si puo, Aslan fai qualcosa- dissi esasperata. Esclamai mettendomi le mani nei capelli e camminando nella direzione opposta.

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** capitolo 40° ***


Quella situazione stava andando troppo avanti, e io non riuscivo a trovare un modo per salvare mio padre.

Dovevo sempre arrivare a scervellarmi da sola mentre gli altri se la prendevano comoda, forse era vero che amavo fare l'eroina.

Pensavo seduta sulla sabbia ad osservare il sole che sorrideva.

-non ti devi far peso del mondo – mi sentì dire, era di nuovo lui.

Alzai gli occhi al cielo esasperata, che altro voleva adesso?

io non mi faccio peso proprio di niente – dissi acida – ah no?. Allora perché te ne se stai qua seduta tutta sola, mentre le tue amiche fanno festa? - mi domandò sedendosi accanto a me.

Lo guardavo mentre con non poca fatica cercava di sedersi sulla sabbia, la sua pancia era enorme, non mi sorprendeva gli risultasse difficile deambulare.

Quando finalmente riuscì a sedersi tornò al suo discorso.

-allora? - tornai a fissare il mare e il tramonto che stava scendendo sempre piu giù – non lo so – risposi semplicemente

-penso che sia anche per gelosia – ammisi, - loro non hanno da perderci nulla – continuai lanciando un occhiata a
Grace e Barbie che si rincorrevano sulla spiaggia poco distanti da noi, sembravano così felici senza pensieri per la testa.

quanti anni hai?- mi domandò, - quasi dodici – dissi senza staccare gli occhi dal mare,quando mi girai lo vidi fare una smorfia, mi alzai indignata -eheh!?, io ti parlo di cose serie e tu ridi?- dissi arrabbiata scuotendo in aria un pungo


mi ricordi tanto mio figlio – disse rotolando sulla sabbia come un panda, -.-” .

-Lucy, vorrei presentarti una persona - mi disse Aslan avvicinandosi a noi, mio nonno stava ancora rotolando tutto steso sulla sabbia - si, arrivo- dissi ben felice di lasciarlo perdere.

Mentre lo seguivo mi domandavo chi volesse presentarmi.

Sulla spiaggia si era fatto buio da un paio di orette e noi tre eravamo sedute sulla tavola ad aspettare chi aveva detto Aslan.

manca ancora molto?- domandò Barbie spazientita.

- abbiate pazienza – disse Aslan. Lanciai uno sguardo a mio nonno, si stava ancora rotolando come un panda sulla spiaggia

-che scena sfigurante- dissi passandomi una mano sul viso e arrossendo – spero che questa persona sia un po piu intelligente di lui – affermò Barbie puntando un dito su mio nonno.


lei è piu intelligente – ammise Aslan, ma quel lei attirò maggiormente la mia attenzione, chi poteva essere?

Grazie del complimento Aslan – una voce femmine, melodiosa e cristallina ci giunse da dietro le spalle , ci voltammo tutte e tre a guardare la figura alta di donna, bionda e chiara come la luna.

Aveva lunghi capelli biondi, quasi bianchi, occhi celesti e una veste anch'essa candida.

La guardai estasiata, rapita da quella sua bellezza troppo innaturale ed irreale.

come è bella – esclamò Gracie unendo le mani, era bellissima davvero ma a pelle mi stava antipatica, sembrava una che sapeva di essere al mondo solo lei.

Si avvicinò a me guardandomi in modo strano – Lucy – disse incredula – si?!- dissi girandomi di nuovo, si era avvicinata a me e mi stava tendendo la mano, non so perché ma mi ritrassi, come impaurita dalla sua presenza.

Lei sembrò intuire il mio stato d'animo e tornò sui suoi passi.

-vi presento,liliandil – disse Aslan – vi aiuterà a riportare Caspian, in se - .

capì perfettamente chi era dopo che Aslan la presentò, era mia madre. Un senso di gelosia si aprì come una voragine nello stomaco, avevo paura che una volta salvato mio padre, lui potesse prestare piu attenzione a lei che a me.

adesso andate a riposare, domani è un giorni importante – disse.

Ci alzammo dalla pietra sulla quale eravamo sedute ma mia madre mi chiamo dolcemente. Mi fermai insieme alle mie amiche

-vi raggiungo dopo – dissi e mi fermai per ascoltarla.

Era nervosa pure lei, come se dovesse dirmi qualcosa di importante ma che non riuscisse a trovare le parole.

sei diventata bellissima – mi disse guardandomi con occhi dolci, gli occhi di guarda qualcosa di piu prezioso della sua stessa vita.






-mamma, perché sei sparita – le domandai a bruciapelo appoggiandomi alla colonna - bambina mia certe volte, non vogliamo fare certe scelte – disse rattristandosi, alzai un sopracciglio poco convinta – credimi – disse ancora – perché dovrei crederti, hai lasciato mio padre da solo – dissi pungente

-non avrei voluto farlo ma vedi -

-vedi cosa?, ha sofferto per colpa tua – non capivo perché stavo urlando -Lucy? - - io, non ho avuto la possibilità di stargli accanto, ma tu..- mi morirono le parole in bocca, avevo le braccia strette lungo il corpo e le mani serrate nei pugni.

- Lucy, adesso stammi a sentire – disse inginocchiandosi davanti a me e prendendomi per le braccia, sembrava disperata – se c'è una cosa che non rimpiangerò mai nella vita è quella di essermi sacrificata per salvarvi, per salvarti – mi sciolsi e decisi di starla ad ascoltare.


Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** capitolo 41° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte I ***


Il sole non si intravedeva piu, la nebbia circondava tutto, anche il veliero che lentamente avanzava verso l'isola.

Nella mia cabina fissavo la carta stringendo nella mano i tre cristalli, quanto mi sono costati, ma adesso tutto finirà.

Jadis potrà ridarmi quello che ho perduto e tutto sarà come prima.

Sentì Drinien chiamarmi dal ponte, mi informava che eravamo quasi arrivati all'isola.

Misi i cristalli in tasca e lo raggiunsi sul ponte – quanto manca?- domandai guardandomi intorno – pochi metri signore – disse, nel momento che lo disse la nebbia sparì e ci trovammo all'ingresso di una grotta che portava dentro l'isola – ottimo lavoro – dissi a Drinien dandoli una pacca amichevole sulla spalla.

-scendiamo a terra – ordinai e ci preparammo a scendere.

Quando fummo a terra ci incamminammo nell'oscurità degli scogli che ci impediva bene di vedere.

Caspian – la voce di Jadis istintivamente mi fece stringere la mano sulla spada ma mi ricordai del nostro accordo e lasciai la presa – hai i cristalli vero?- mi domandò ma non aspettava una risposta, lo sapeva che gli avevo e sapevo anche quanto mi erano costati.

La voce di Jadis nella mia testa tornò a tormentarmi “ vieni solo”

si mia signora – dissi come rimbecillito e girandomi verso i miei uomini gli ordinai di chiudersi nella prigione la davanti a noi, mi guardarono straniti senza capire il motivo di tale scelta, fu Drinien a rassicurare gli altri dicendogli che era un ordine e che era meglio fare come dicevo.

Drinien era l'unico che conosceva la verità, lo ringraziai con lo sguardo e una volta girato mi addentrai da solo nella caverna.

Arrivai ad un corridoietto buio, appena feci un passo delle fiaccolette verdi si accesero e mi illuminarono con la loro luce fatiscente fino ad un altarino di scoglio.

Mi avvicinai e lo guardai, c'erano delle incisioni sopra, una scritta

sangue per ricevere, sangue per dare.

Che significava? Non capivo, sotto alla scritta c'erano tre buchi dove infilare i tre cristalli, sotto ai tre buchi un altra scritta

<< quarzo, la sincerità. Kunzite, l'amicizia.

Diamante, cuore puro >> lessi velocemente.

Presi le tre pietre dalla tasca e le osservai, non brillavano.

Lo presi come un brutto segno.


[Lucy]


rimasi in silenzio per ascoltare ciò che aveva da dirmi – quando eri appena nata demmo una festa, invitammo tutti,anche i sette Lord delle sette isole. Ognuno di loro ti fece un dono che ti porti dietro anche oggi.

Non so come arrivò anche Jadis non stante fosse arrabbiata perché non era stata invitata ti volle comunque fare un dono-


si interruppe e nel momento di silenzio le carte di Clo cominciarono a volteggiarci intorno, capì che era quello il dono che mi fece Jadis – le carte di Clo -.

non sapevamo che erano fonte di male puro, lo scoprimmo quando era troppo tardi. Quando avevi due anni, con la carta della fantasia rendesti la strega immortale, cominciò a predare e a razziare, si spinse fino a Telmar, l'unico modo per fermarla era- la interruppi abbracciandola, non volevo sapere il resto della storia.

-ti prego mamma scusami – le dissi da dietro la sua spalla

no, è colpa nostra, avremmo dovuto capire subito che non erano nulla di buono – disse prendendomi il volto tra le mani e spostando una ciocca di capelli ribelli .

- adesso va, le tue amiche ti aspettano – disse – ma – dissi

-non ti leverai mai questo vizio – disse sorridendomi dolcemente

-cosa? Come fai a saperlo?- le domandai, girandomi verso di lei nuovamente – anche se non posso stare con te, ti osservo sempre – mi disse.

Le sorrisi prima di tornare dalle mie amiche.



Il giorno dopo ci svegliamo con il sole, alle primi luci del mattino mio nonno ci venne a svegliare – sveglia, mie dolci pulzelle – ma come faceva? Era gia carico di mattina? E che aveva in mano? Un ramoscello in mano?, muoveva i fianchi ondeggiando il bacino e improvvisava una danza stile egizio.

-no vattene – gli disse Barbie – cinque minuti – aggiunse Grace – vattene vecchio balordo – dissi infine io – la mattina ha l'oro in bocca – disse balzando di qua e di la intorno a noi – e tu stamattina avrai tre denti in meno – dissi mettendomi a sedere sulla sabbia e stiracchiandomi.

-buongiorno dormigliona, forza in piedi – urlò.

Ci alzammo di malavoglia, la giornata prometteva bene, il sole splendeva alto nel cielo, c'era un aria estiva che portava via.

Ancora assonnate tornammo alla tomba dove, Aslan mia madre e il nonno che ancora danzava ci aspettavano.

Ci sedemmo davanti a loro aspettando indicazioni sulla missione.






Sedute sulla tavola aspettavamo istruzioni – vedete quell'isola la giù – ci indico Aslan – il vostro compito, figlie di Eva è arrivare la sopra - tutto qui arrivare la?, no non era finito qua – Liliandil, riporta Caspian in se – disse rivolto a mia madre – voi tre- aggiunse rivolgendosi a noi – dovete sconfiggere la strega -.

se pensava che fosse una cosa semplice, io stessa ho quasi rischiato la vita la volta precedente.

come ci arriviamo sull'isola – domandò mio nonno, era chiaro che pensava di venire anche lui, Aslan muovendo la la sua criniera fece apparire una barchetta dal nulla.

Ci salimmo ma non c'era bisogno di remare, come se una corda invisibile ci stesse trainando fino all'isola.

Il viaggio sembrava non finire mai e per tutto il tempo del viaggio non feci che struggermi pensando a come avremmo potuto distruggere definitivamente la strega.

E se poi mio padre..



ahah lo so sono bastarda, parecchio ma è il terzultimo capitolo questo e voglio lasciarvi con il fiato sospeso!!

fino al prossimo capitolo!

Al presto, ma ovviamente ringrazio

la mia musa ispiratrice Miriam X e la mia piu accanita lettrice

Yuuki_Love grazie di seguirmi e alla prossima!


Ps: per tutti quelli che mi stanno odiando per il semplice motivo

della rimozione di intreccio, bene sapete che ci ho rimesso le mani

e che a breve dovrebbe tornare contenti?? spero si

Baci Gaia!

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** capitolo 42° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte II ***


Perdonatemi il tremendo ritardo con qui ho aggiornato questa volta ma non avevo idee e non sapevo come far comparire la magica padella di Drinien.

Ma finalmente ho aggiornato e devo tutto al manga Rozen Maiden che mi ha dato l'ispirazione dei sette doni! Due ne vedrete subito in questo capitolo gli altri negli ultimi due.

Voglio ringraziare Yuuky ( di cui non svelo il vero nome sennò mi folgora ) e ovviamente Miriam X grazie del sostegno che mi date

significa molto per me Grazie.


Rozen Maiden → http://it.wikipedia.org/wiki/Rozen_Maiden

se ne volete sapere di piu e provare magari a capire quali sono gli altri cinque doni xD

spero a presto





Quando entrammo nella caverna dentro l'isola decidemmo di dividerci così mi ritrovai con il 

nonno che non riusciva ad arrampicarsi sul veliero per liberare gli altri – vuoi muoverti? - 

continuavo a ripetergli ogni secondo quando si fermava per riprendere fiato – sono anziano io-

rispondeva a sua difesa – e allora perché sei voluto venire – ripetevo io ormai al limite della 

mia pazienza gia messa a dura prova troppe volte.

Finalmente raggiungemmo il ponte – vedi di fare piano – dissi saltando dentro con piu grazia 

che potessi ma non feci in tempo a dirlo che si lasciò cadere a peso morto sul ponte attirando 

l'attenzione delle guardie – chi c'è? - disse uno – sul ponte – ci indicò l'altra guardia.

Corsero verso di noi a spade sguainate – corri – dissi al nonno che a fatica si alzò da terra e si 

mise a “correre” dietro di me – rotola fai prima – dissi raggiungendolo per aiutarlo a correre.

Corremmo lungo il ponte cercando le prigioni – dove sono ?- domandai al nonno sperando lo 

sapesse – e che ne so ?- - ma era tua questa nave – dissi guardandomi alle spalle, le guardie 

stavano arrivando

pensa – dissi battendoli una mano sulla fronte sudata – ah, che schifo – dissi asciugandola 

rapidamente sulla felpa – libera gli altri, io fermo le guardie. Vai – lo chiusi dentro la stanzina 

dove ci eravamo rifugiati nella speranza che trovasse Drinien e gli altri.

a noi tre – dissi guardandoli ma come li avrei sconfitti, non ci sono armi sul veliero dell'alba? 

Mi domandai mentalmente e a pochi metri da me successe qualcosa di straordinario un 

uccello, molto simile ad una falco circondato da fiamme apparve e circondò le due guardie, 

rimasi a guardare la scena stupita, l'uccello emetteva dei versi acuti da perforare i timpani e 

quando volava lasciava nel cielo lasciava una piccola scia arancione d'orata.

Si avvicinò a me e con un altro verso mi girò intorno poi puntò le due guardie, ne trafisse una 

passandogli in mezzo, questa si dissolse nell'aria in polvere d'orata, lo stesso destino toccò 

anche all'altra.

Il misterioso volatile si avvicinò a me e poggiatosi a terra si inchinò, inchinai anche io la testa 

in segno di ringraziamento – eccoci Lucy! - la tranquillità venne interrotta dal nonno che con 

Drinien e il resto degli uomini aveva fatto irruzione sul ponte ma quando videro che non c'era 

piu nessuno rimasero a bocca aperta e con gli occhi sgranati – ma. Come hai fatto? - 

domandò il nonno mettendo piede sul ponte e guardandosi intorno, vidi Drinien, seguito dai 

suoi uomini segurlo sul ponte e sorridermi – questa ragazzina è piena di segreti – gli sorrisi di 

rimando – dobbiamo aiutare mio padre – dissi poi abbandonando il sorriso e tornando seria in 

volto – e come mia principessa, ci hanno portato via le armi – azzardò un uomo dietro di lui – 

non avete altre armi? - domandò asciugandosi il sudore il nonno – no sire – rispose Drinien.

-non sappiamo nemmeno dove cercarlo – aggiunse.

Questo non era un problema, mia madre e le mie amiche lo stavano gia cercando – lo stanno 

gia cercando – dissi sedendomi sul cordolo della nave – ma come facciamo per la strega? - 

domandò ancora Drinien. Questo sarebbe stato l'unico problema.

siamo noi il vostro problema adesso – disse una guardia che era salita sulla nave a nostra 

insaputa, scesi dal cordolo e raggiunsi gli altri – non ci sono davvero armi su questa nave? - 

domandai a bassa voce a Drinien – no – mi rispose – allora andate nelle cucine e prendete 

quello che piu vi piace e usatelo come arma, andate – detti l'ordine e senza farselo ripetere 

eseguirono i miei ordini senza dire nulla, lo strano uccello apparve di nuovo con un suono 

acuto, provò a trafiggere la guardia ma non ci riuscì, con un colpo di spada lo distrusse – 

adesso tocca a te ragazzina – disse minaccioso – non ci contare troppo – non ero arrivata fin 

la per farmi ammazzare alla prima occasione,girai i tacchi e mi misi a correre verso le scale 

che portavano al timone.

Sull'ultimo gradino c'era una rosa – e adesso che ci faccio con questa – mi domandai 

vedendola davanti a me, una luce rossa la fece sollevare prima di entrare dentro di me come 

era successo con il cristallo.

Mi tornarono alla mente le parole che mi aveva detto mia madre il giorno prima, “anche lei 

volle darti il suo dono, come i sette re delle sette isole” quindi questi erano i doni dei sette re? 

- addio- mi girai di scatto, il tempo di vedere la guardia saltare con la spada in aria e poi piu 

nulla.

Quando ri aprì gli occhi davanti a me c'era un groviglio di rovi e di spine posizionato davanti a 

me e il soldato strinto in quella morsa dolorosa -eccomi mia regina – di nuovo mio nonno e 

Drinien fecero il loro ingresso trionfale – che state facendo – dissi voltandomi verso di loro, 

Drinien aveva in mano una padella impugnata come se fosse una spada.

Il muro di rovi e spine si dissolse come l'uccello poco fa.

che cosa era ?- mi domandarono guardandomi senza capire

- non lo so – ammisi – penso i doni dei sette re -.

 questa è piu o meno l'immagine
anche se ne avevo trovata una molto meglio e sarebbe il primo dono!

questo è il secondo dono  


Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** capitolo 43° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo III ***


Camminavamo nel lungo tunnel sotto l'isola in religioso silenzio, dovevamo raggiungere gli altri prima 

che mio padre risvegliasse la strega o meglio la liberasse dal sigillo che le impediva di abbandonare 

l'isola.

Mentre camminavamo non potevo non smettere di pensare a quali fossero i restanti cinque doni.

-tutto bene altezza? - alzai la testa verso chi mi aveva chiamata, Drinien.

Tornai a guardare per terra, chiusi gli occhi per un secondo, soppesando le parole, andava tutto bene o 

c'era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi nemmeno io – secondo te. Riusciremo a lasciare l'isola? - 

domandai scura in volto continuando a guardare per terra – una volta salvato mio padre – continuai 

alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi – sono convinto di si- disse abbozzando un sorriso prima di 

tornare a guardare per terra anche lui.

signore – un uomo chiamò Drinien che con la padella in mano lo raggiunse.

che cosa hai trovato? - gli domandò accucciandosi vicino a lui, gli porse qualcosa, sembrava una pietra –

la pietra gialla – dissi correndo nella loro direzione e prendendola dalle loro mani, questa cominciò a 

brillare e alluminare tutta la caverna.

sei arrivata finalmente – disse una voce nell'ombra, ci guardammo in torno cercando la persona che 

aveva parlato.

Jadis – dissi a denti stretti voltandomi ma la suo posto trovai mio padre.

-papà – dissi guardandolo, dalla mano si alzò il cristallo e tornò tra le sue mani – papà non lo fare – dissi 

avvicinandomi a lui, gli occhi erano scuri piantanti su un punto fisso alle mie spalle – non darle retta, vuoi 

rivedere tua moglie – al suo fianco apparve Jadis, si avvicinò al suo orecchio e gli bisbigliò qualcosa – 

vuoi rivedere la tua preziosa Liliandil – disse guardandomi malignamente i cristalli si illuminarono e si 

sollevarono in aria pronti a liberare la strega e a distruggere il sigillo – no – urlò guardando i cristalli 

mentre compivano il loro “dovere” - si, presto sarò libera – urlò felice ma non mi arresi facilmente, corsi 

verso mio padre tentando il tutto e per tutto – cosa pensi di fare, via – agitò una mano verso di me e con 

una folata di vento ci fece volare via tutti.

Quando mi alzai il sigillo era quasi sciolto – no, Caspian – una luce apparve alle nostre spalle e spinse a 

terra mio padre impedendo così ai cristalli di aprire il sigillo.

I tre cristalli caddero a terra come privi di vita, stesa su mio padre c'era mia madre arrivata al momento 

giusto.

Mio padre la guardò come incredulo – Caspian, svegliati- gli disse prima di baciarlo mentre Jadis 

diventava vermiglia dalla rabbia – hai perso Jadis, ancora una volta – dissi avvicinandomi per prendere i 

cristalli – è la fine per te – dissi raccogliendo i cristalli.

Ma lo dissi troppo presto – morirai tu al suo posto - mi voltai in tempo per vedere un lampo bianco venire 

verso di me, ma anche questa volta ne uscì in denne, un turbine di piume nere volavano in torno a me 

facendomi da scudo.

Mi ritrovai in ginocchio senza nemmeno rendermene conto, paura?.

-cosa? - Jadis sembrava spiazzata quanto me, il terzo dono – non può essere- disse facendo un salto 

all'indietro allontanandosi.

Un secondo dopo mi trovai tra mio padre e mia madre – papà – dissi abbracciandolo – perdonami Lucy, 

riuscivo a vere tutto ma non a fermarmi – disse stringendomi di piu a lui – che patetici, vi ucciderò tutti 

insieme – disse puntando il suo bastone contro di noi, sia mia madre che mio padre mi strinsero come 

per proteggermi.

Chiusi gli occhi e mi preparai a non aprirli piu ma qualcosa di nuovo venne a salvarmi, a salvarci.

- non così in fretta – aprì di nuovo gli occhi – non si tocca la mia famiglia – era il nonno, ma che faceva la 

senza armi – patetico grassone – disse la strega avvicinandosi a lui.

che cosa era quello di prima – mi domandò mio padre alzandosi – a me lo chiedi – dissi alzandomi ma 

rimanendo tra loro due – era il terzo dono – rispose mia madre – ne mancano ancora quattro – aggiunse,

mio padre la guardava con aria sconcertata e con la bocca aperta – vedi di trovarli in fretta allora- .

La strega in tanto si avvicinava al nonno – vuoi morire grassone – il nonno si mise in posizione come i 

pugili – vieni, ti riduco a fettine – disse dondolando suo talloni.

-rimanete qua voi due – ci disse Caspian rivolto a me e a mia madre – forza brutta bertuccia, coraggio – il

nonno voleva proprio morire, continuava a provocare la strega.

Quando arrivò sotto una sporgenza con le spalle al muro non smise di prendersi gioco di lei -racchia con 

le zampe di gallina – continuò.

Era con le spalle al muro, la strega levò il pastone pronto per ucciderlo

no – urlai cercando di andare verso di lui ma mia madre mi trattene.

addio omuncolo belligerante – disse la strega – per il re – urlò invece Drinien alle sue spalle con la 

padella in mano e la schiodo in testa – ai – disse la strega tastandosi la testa.

Rimanemmo tutti fermi aspettando una quale reazione della strega, dovetti ricorrere a tutte le mie forze 

per non ridere. Ma cosa pensava di fare Drinien con una padella (anti-aderente) magari.

Improvvisamente esplose tutta la sua rabbia come un onda d'urto, cademmo tutti a terra, tutti escluso 

mio nonno non solo perché era contro un muro ma perché era ben zavorrato.

-che pensavate di fare?- disse sparando con il suo bastone all'impazzata.

Dovevo fare qualcosa per fermarla, ma cosa?.

Mi alzai da terra e lottando contro il vento che spingeva contro di me mi avvicinai a lei – non puoi 

battermi di nuovo – disse – scommetti – .

dalla punta del suo bastone uscì un enorme serpente strisciante che mi fissava con occhi famelici.

Urlai ed indietreggiai non sapendo come sconfiggerlo.

lucy, vieni via di la – urlò Caspian ma ero immobilizzata dalla paura – e adesso che faccio? - dissi nel 

panico piu assoluto, mi accovacciai e cacciai un urlo tremendo (urlo di pterodattilo).

Mi sentì travolgere e buttare a terra, aprì gli occhi era mio padre – stai bene?- mi domandò – si – risposi 

alzandomi leggermente dalla sua stretta protettiva.

Il serpente ci puntò strisciando a bocca aperta verso di noi, mi alzai da terra

vai dalla mamma – ma mi trattenne per un braccio – non puoi farcela da sola – mi disse – si che posso – 

gli risposi cercando di divincolarmi dalla sua presa – Lu.- - puo farcela Caspian- - attenti – co girammo il 

serpente era a pochi metri da noi – lasciami – sfuggì dalla presa di mio padre.

-trovate un modo per uscire di qui – urlai mentre correvo verso il serpente.

Mentre correvo inciampai in qualcosa, mi guardai il piede, era avvolto in un nastro rosa ma che diavolo 

succedeva – dove pensi di andare senza di noi?-- mi domandò Grace mentre richiamava il nastro – io, 

non posso chiedervi anche questo- dissi rialzandomi - non ce lo chiedere allora – disse Barbie 

porgendomi due pietre, erano una verde e una blu – ma che cosa..?- domandai – ti mancano questi due 

doni o sbaglio? - guardai bene le due pietre, cosa mi mancava? Il falco, la rosa, le piume nere, la voce, - 

con questa puoi convincere una persona a fare quello che vuole – disse Grace porgendomi quella verde 

-e con questa la puoi entri nei suoi sogni di una persona – disse porgendomi quella blu.

-grazie – dissi abbracciandole.

L'incantesimo svanì e tornammo di nuovo visibili, eravamo ancora abbracciate, quando girammo la testa 

a pochi centimetri da noi c'era il serpente – argg- urlammo in coro e ci allontanammo via stile cartone 

animato

che facciamo? - domandò Grace – lo ammazziamo- le rispose Barbie rotolando via – nessuna esclusione

di colpi – dissi .

muori serpente – il falco arancione apparve emettendo una specie di fischio

ho un idea ragazze- dissi rotolando via dopo una violenta botta di coda da parte del serpente – io e 

Grace lo blocchiamo e te lo metti KO con le tue forbicione? - dissi rialzandomi, mi guardai a torno, 

fortuna mio padre non c'era gli sarebbe preso un colpo vedendoci adesso.

Guardai meglio e Jadis non c'era, ma certo – Jadis è il serpente, se uccidiamo il serpente uccidiamo 

anche lei – dissi prima che un altro colpo di coda mi sbalzasse via, questa volta finì nell'acqua nera. 

-Lucy -.

riemersi dall'acqua sputacchiando l'acqua che avevo bevuto.

non puoi batterla finche non hai tutti e sette i doni – mia madre apparve davanti a e mi aiutò a risalire 

sulle rocce – cosa. E come facciamo? - domandai guardandola – dipende da te piccola – disse 

guardandomi con sguardo dolce – qual'è il settimo dono? - - devi scoprirlo da te – disse e poi si dissolse 

in mille particelle argentee.

Era sparita, come mi aveva detto Caspian. Tornai dalle mie amiche – stai bene?- mi domandarono – 

senza il settimo dono non possiamo batterla – dissi cadendo in ginocchio – cosa? - -attente – il serpente 

ci lancio di nuovo lontano ma mentre le mie amiche reagivano io non ci riuscivo. Rimanevo a guardarmi 

le mano tremare senza fare niente, sentivo le voce e gli insulti che mandavano le ragazze al serpente.

Proprio in quel momento apparì il settimo dono, una spilla che mi ricadde tra le mani.

Improvvisamente tutti i sette oggetti si disposero davanti a me e da ognuno di essi ne uscì la figura del re

che me lo aveva donato.

oh come sei cresciuta – disse quello uscito dalla spilla – ma stai zitto – lo rimbecco quello uscito dal una 

sfera – uomini – aggiunse quella uscita dalla rosa, ma non avevo tempo da perdere e lo richiamai a 

l'ordine – come facciamo a battere il serpente – domandai senza troppe cerimonie – e che ne sappiamo 

noi? - dissero -.-” - cosa? E a che servite allora? - domandai incavolata – a niente – dissero.

volevamo farti solo i complimenti e augurarti buona fortuna – aggiunsero.

il mio viaggio a Narnia si basa sul vostro ritrovamento- esclamai – ma non è vero mia cara – disse la 

regina – adesso vai e batti quel mostro dissero e sparirono.

Magnifico, non servivano a nulla questi doni o almeno non tutti, - che facciamo ?- mi domandarono – 

seguite il piano ragazze -.

non mi sarei mai arresa, sarei morta piu tosto – Grace bloccalo con il tuo nastro – urlai, dalla mano 

destra di Grace un nastro di raso fucsia si andò ad avvoltolare intorno al collo del serpente che urlava – 

sbrigati lucy – l'impresa però era tenerlo fermo – quando ti do il segnale con le forbici lo distruggi – dalle 

mie dita della mano destra invece dei fusti di rosa con le spine si avvoltolarono intorno al collo insieme al 

nastro di Grace.

Il serpente non ne voleva sapere di stare fermo e piu si muoveva piu noi ci spostavamo – adesso Barbie 

- -arrivo – delle forbici, arma di Barbie apparirono, Barbie le lanciò e si conficcarono nel cuore del 

serpente che cominciò a dimenarsi e a far crollare la grotta.

Un dolore lancinante colpi anche me – che ti succede? - mi domandarono.

Grazie alla settimo dono sentivo i sentimenti di quelli che mi stava vicino e quello che sentivo era dolore, 

il dolore del serpente.

Dobbiamo andare Lucy – mi alzai a fatica mentre la caverna crollava sopra di noi.


Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** capitolo 44° con finale alternativo ***


Correvamo mentre la caverna ci cadeva in testa, il veliero era gia fuori, ma dove era il fuori? Correvamo ma non vedevamo l'uscita .


[ Caspian]

eravamo fuori dalla caverna da un ora ma non c era traccia delle ragazze, di Lucy.

Camminavo avanti e indietro sotto lo sguardo di Drinien che mi fissava senza proferire parole.

E se fosse successo qualcosa? Non poteva essere, mi appoggiai al cordolo del veliero dando le spalle a Drinien – sire, sono in gamba – disse per consolarmi, ma è difficile consolare un padre che teme per la sorte della figlia.

Mi staccai di scatto dal cordolo come bruciato da quello, a grandi passi mi avviai verso le scalette che portavano al ponte – mio signore, che fate? - mi domandò Drinien vedendomi armeggiare con una corda – vado a prenderle- dissi – ma signore..- mi fermo levandomi la corda dalle mani – io ho fiducia in loro, lei deve avere fiducia in sua figlia, Caspian – disse.

Decisi di aspettare e fidarmi di mia figlia ma quando vidi l'isola cominciare a spofondare


[Lucy]


dobbiamo uscire da qua, devono tornare a casa, devo tornare da mio padre.

Mi misi in piedi di nuovo anche se a fatica – ragazze forza – dissi incoraggiandole – dobbiamo uscire da qui – si misero in piedi anche loro.

Ci rimettemmo a camminare, l'isola sprofondava a vista d'occhio.

muoviamoci – ogni metro che facevamo l'acqua era sempre piu alta ma finalmente riuscimmo ad intravedere la fine della caverna. Correvamo piu veloce ma l'acqua era gia alta

cademmo e dovemmo nuotare per raggiungere l'uscita – non ci passeremo mai – disse Grace. Avevamo ormai pochi centimetri di spazio tra la testa ed il soffitto della grotta – ce la puoi fare Grace, solo un sforzo e siamo fuori di qua – dissi cercando di rassicurarla – andate prima voi presto – presero un respiro e scesero fino a che non le persi di vista.

Mi guardai alle spalle come se ci potesse erssere una via di uscita ulteriore avevo pochi minuti a disposizione, presi un profondo respiro e mi immersi anche io.

Dicevo di Grace ma anche io avevo paura di non farcela e morire soffocata, dopo la paura degli agli, era la paura piu grande che avevo.

Strinsi i denti, non avevo piu fiato e quando pensavo di non farcela piu arrivai in superficie.

Appena ci arrivai respirai a pieni polmoni, anche Grace e Barbie era la.

Ma il pericolo non era finito, l'isola stava affondando e dovevamo allontanarci se volevamo non essere risucchiate.

via – dissi cominciando a nuotare seguita a ruota da loro due, in lontananza scorgevo il veliero che ci stava venendo in contro eravamo salve.

In poco tempo eravamo sul veliero all'asciutto.

papà- dissi, appena mi vide mi sollevo per abbracciarmi meglio – ti voglio bene- gli dissi dopo tanto tempo che non glie lo dicevo.

Per quella notte rimanemmo fermi ancorati la e per la prima volta nel mio terzo viaggio dormì splendidamente.

Era gia notte fonda ed ero gia infilata sotto le coperte quando senti qualcuno entrare nella cabina mi tirai a sedere sul letto e vidi mio padre – scusa non volevo svegliarti – disse a bassa voce avviandosi alla porta – dove vai? - gli domandai scendendo dal letto – ti lascio dormire – disse aprendo la porta, in una frazione di secondo dal letto raggiunsi la porta, la chiusi e mi buttai contro di lui – non andare via – dissi nascondendo il volto contro il suo stomaco (sono una nana).

ma..- balbettò qualcosa di incomprensibile – forse è l'ultima notte che passo qua, e non voglia passarla lontano da te- dissi piangendo.

Lo sentì passarmi le braccia sulle schiena e poi mi sentì sollevare dolcemente - e va bene rimango qua piccola – strinsi di piu le braccia intorno al suo collo assaporando ed imprimendomi per bene nella mente il suo odore.

Mi posò dolcemente sul letto e si sedette accanto a me.

mi dispiace di non esserci stato mia – disse guardandosi le mani lo abbracciai di nuovo prima di addormentarmi nel suo abbraccio.

ei sveglia Lucy – aprì gli occhi, sul letto c'erano Grace e Barbie – sveglia – dissero in coro – mai che si possa stare tranquille – dissi mettendomi a sedere strusciandomi gli occhi – dai alzati – mi presero per un braccio e mi tirarono giù dal letto costringendomi ad uscire e seguirle sul ponte.

Una volta sul ponte trovammo mio nonno e mio padre che discutevano su dove andare.

Il sole splendeva alto nel cielo e un leggero venticello rendeva l'aria piu frizzante.

-ti sei svegliata – l'attenzione si spostò dalle carte a me, mi passai una mano dietro la testa sorridendo – l'ha sempre avuto di vizio – commentò Grace – non è vero – dissi cominciando a rincorrerla per la nave – se ti prendo – gli urlavo contro scherzando.

Arrivammo sulla prua della nave e ci arrampicammo sulla balaustra.

Chiusi gli occhi respirando la brezza marina.

Che bello sembrava essere tornata come ai vecchi tempi, senza scontri e senza preoccupazione, anche se questo voleva dire un rietro molto veloce e sicuramente non sarei piu tornata.

Questo pensiero mi butto giù di morale – che hai Lu – mi domandò Barbie – pensavo che presto torneremo a casa- anche loro tornarono serie.

non ci voglio pensare, godiamoci gli ultimi giorni – da Grace non mi sarei mai aspettata una reazione del genere.

Il pomeriggio eravamo comodamente spaparanzate al sole quando Barbie si mise a ballare, sia io che Grace si sollevammo dal cordolo e ci fermammo a guardarla, anche Grace coinvolta si mise a ballare.

Era la coreografia che stavamo preparando con le Cheerleader.

Entrambe ballavano senza musica metre io le guardavo inquietata – di Lou tocca a te – disse Barbie prendendo un bastone abbandonato la vicino – nonononono, scordatevelo non mi metto in ridicolo anche qua – dissi scuotendo le mani, non avrei fatto il mio numero con il bastone come una scimmia ammaestrata – ma sei l'unica che lo sa fare – mi guardavano con aria implorante e non solo loro, mio padre ci stava osservando dal timone

-no, non lo faccio – ripresero a ballare ma non le persi di vista e infatti pochi secondi dopo Barbie mi lanciò il bastone a tradimento.

Lo afferrai al volo e cominciai il mio pezzo in piedi sul cordolo.

Camminavo mentre roteavo il bastone facevo delle mosse a cretina e quando fini il mio pezzo lo lanciai in aria e lo ripresi al volo.

Quando finì risero come delle matte – che avete da ridere ?- domandai non capendo perché - perché non pensavo l'avresti fatto in pubblico – disse, saltai giù dal cordolo sempre con il bastone in mano e mentre lo facevo roteare dissi ciò che non pensavo che avrei mai detto in vita mia – potrei anche abituarmi – dissi ridendo.

-siamo arrivate ragazze – ci avvertì mio padre.

lo raggiungemmo sul ponte – dove?- domandai, nell'acqua c'erano dei fiori bianchi che galleggiavano, da lontano sembrava neve soffice.

-tra poco lo saprai- mi rispose spingendomi verso la scialuppa.


Mio padre stava remando mentre io e le mie amiche eravamo rapite dallo spettacolo che ci si apriva intorno a noi e quando arrivammo all'isolotto la sabbia era soffice e bianca.

Camminammo per qualche metro , da lontano scorsi Aslan venirci in contro.

Appena lo vidi il mio cuore fece una capriola sia nel bene che nel male, mi staccai dal resto del gruppo e corsi per abbracciarlo.

-Aslan – dissi stringendo le braccia intorno al suo collo e nascondendo il viso nella sua criniera morbida e folta.

-che bello rivederti – dissi accarezzando la sua testa color oro – lucy, ti ringrazio di cuore per tutto quello che hai fatto – disse e superandomi con lo sguardo si rivolse alle mie amiche – e ringrazio anche voi, Barbie e Grace, per l'aiuto offerto a Narnia – mi allontani da lui, avevo capito che era il momento di tornare a casa e sta volta per sempre. mi avvicinai a mio padre, mi passò un braccio intorno al fianco e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

vi conviene tapparvi le orecchie – disse un ruggito smosse l'acqua e una specie di tsunami apparve davanti a noi. Si mise davanti a noi tre e ci passò in rassegna con lo sguardo – Barbie, Grace – disse guardandole. Per un momento sperai che mandasse solo loro a casa ma quando guardò anche me ci rimasi male – Lucy – disse avvinandosi a me e guardandomi con gli occhi verdi penetranti – è ora di tornare a casa – tutte e tre non avevamo il coraggio di guardarlo in faccia – dove Narnia rimarrà nei vostri cuori- disse poi guardandomi – per sempre -.

un passaggio si aprì nell'onda – è ora – disse voltandosi.

Verso l'onda, mi voltai e andai da mio padre – allora, questa è l'ultima volta che ci vediamo – disse mio padre – non voglio andare via – dissi abbracciandolo e nascondendo il volto contro il suo ventre.

-sarò sempre accanto a te – disse accarezzandomi la testa. Quando mi staccai di mala voglia da lui salutai anche il nonno – bè è stato breve ma inteso – disse, abbracciai anche lui – occupati tu di mio padre – dissi cercandolo ma non lo trovai dove lo avevo lasciato – è dura anche per lui- disse.


-andiamo – Aslan ci accompagnò all' ingresso – non sei contenta di tornare a casa? - mi domandò Grace, scossi la testa - lucy posso parlarti un momento- disse Aslan, lo seguì senza fare domande tanto sapevo che era irremovibile la sua decisione.

-che cosa hai bambina?- mi domandò agitando la coda – non voglio lasciare il mio mondo – dissi a sguardo basso – il tuo mondo? - ripetè – io sono nata qua, non capisco perché devo tornare di la – dissi agitandomi.

Si alzo e mi camminò intorno esaminandomi bene – devi sapere che il continuare, non ha ritorno – disse – sei sicura di volere lasciare tutto per vivere qua? - era una domanda che mi ero posta un miliardo di volte e conoscevo bene la risposta, alzai lo sguardo e lo inchiodai allo sguardo di Aslan e con ferma decisione risposi.

Benissimo- disse, tornammo da Grace e Barbie – andiamo?- mi domandarono in coro, le abbracciai insieme - che fai? -, . tu non vieni?- mi domandarono – io devo restare qua – dissi guardandole con le lacrime agli occhi – mi mancherete – dissi allontanandomi da loro due dopo averle abbracciate un utlima volta – addio – dissi.

Sparirono risucchiate dall'onda.

-sei ancora in tempo a tornare indietro – disse Aslan avvicinandosi a me. Scossi la testa. - Lucy, il tuo cuore e il tuo enorme coraggio esige un premio- disse – cosa desidera di piu il tuo cuore – mi domandò Aslan guardandomi ma cosa potevo desiderare? Niente che potessi avere.

Mio padre era seduto sulla barchetta con il viso nascosto tra le mani mentre mio nonno camminava poco distante da lui.

Aslan attirò la sua attenzione – Caspian, perché ti disperi? - gli domandò

non vedrò piu l'unica cosa che mi lega ancora alla vita – rispose sollevando a mala pena il volto - papà – lo chiamai non da tanto lontano, avevo una voce molto piu acuta del normale e i miei capelli erano piu corti o forse erano solo proporzionati alla mia altezza.

Camminavo a fatica sulla sabbia,forse perché le mie gambe erano piu corte del solito.

La felpa che avevo mi fungeva da vestito e le mani erano coperte perché le maniche troppo lunghe.

Appena mi vide rimase spiazzato dalla visione di me avvolta in quella felpa decisamente troppo grande per me ma si alzò con slancio venendomi in contro e prendendomi in braccio, mi accoccolai contro il suo petto come avevo desiderato fare da tanto tempo.

Aslan sopraggiunse per dare spiegazioni – ha voluto restare qua pur sapendo che non sarebbe piu tornata indietro – disse, piu andava avanti e piu mi accoccolavo su mio padre che mi stringeva piu forte – mi ha chiesto lei di tornare all'età di quattro anni per riprendere da dove avete interrotto – disse.


Sapevo che cosa avevo fatto, sapevo che cosa rischiavo, sapevo che cosa avrei perso e che cosa avrei ritrovato, non mi sono pentita della mia scelta, rimarrò per sempre qua con mio padre, l'unica cosa che desiderassi davvero era riprendere da dove eravamo stati interrotti e riprendere la nostra vita come se nulla fosse stato, tutto quello prima sembrerà solo un magnifico sogno, come adesso che mi sto svegliando al suo fianco, nel mio letto nel nostro palazzo a telmar.

papà ho fatto un sogno bellissimo – dissi saltando sul letto svegliando mio padre – raccontami piccola – disse facendomi sedere sul suo torace – ho sognato che vivevo in un altro mondo e che poi venivo qua e combattevo contro la strega, e poi c'eri anche tu e due bambine che venivano dal mio stesso mondo – raccontai tutto per filo per segno, raccontai anche della mamma, a proposito di lei non si seppe piu nulla se non che ogni notte una stella brillava di piu delle altre e un altra cosa che chiesi ad Aslan oltre a farmi tornare a quattro anni era che in me ci fosse qualcosa che ricordasse a mio padre di mia madre.

-fammi indovinare – disse mio padre guardandomi negli occhi – hai combattuto contro un enorme serpente – disse ridendo e cominciando a farmi il solletico – come lo sai?- gli domandai imbronciata.

-diciamo che ho fatto un sogno simile anche io – disse guardandomi negli occhi adesso azzurri – grazie – disse abbracciandomi.





È finita, adesso mi metto a piangere T_T spero che vi sia piaciuta questa lungagnata.

Voglio ringraziare chi mi ha seguito e sostenuto come Miriam x e Yuuki!

Grazie mille..

spero che continuerete a seguirmi anche in altre FF.




















Mio padre stava remando mentre io e le mie amiche eravamo rapite dallo spettacolo che ci si apriva intorno a noi e quando arrivammo all'isolotto la sabbia era soffice e bianca.

Camminammo per qualche metro , da lontano scorsi Aslan venirci in contro.

Appena lo vidi il mio cuore fece una capriola sia nel bene che nel male, mi staccai dal resto del gruppo e corsi per abbracciarlo.

-Aslan – dissi stringendo le braccia intorno al suo collo e nascondendo il viso nella sua criniera morbida e folta.

-che bello rivederti – dissi accarezzando la sua testa color oro – lucy, ti ringrazio di cuore per tutto quello che hai fatto – disse e superandomi con lo sguardo si rivolse alle mie amiche – e ringrazio anche voi, Barbie e Grace, per l'aiuto offerto a Narnia – mi allontani da lui, avevo capito che era il momento di tornare a casa e sta volta per sempre. mi avvicinai a mio padre, mi passò un braccio intorno al fianco e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

vi conviene tapparvi le orecchie – disse un ruggito smosse l'acqua e una specie di tsunami apparve davanti a noi. Si mise davanti a noi tre e ci passò in rassegna con lo sguardo – Barbie, Grace – disse guardandole. Per un momento sperai che mandasse solo loro a casa ma quando guardò anche me ci rimasi male – Lucy – disse avvinandosi a me e guardandomi con gli occhi verdi penetranti – è ora di tornare a casa – tutte e tre non avevamo il coraggio di guardarlo in faccia – dove Narnia rimarrà nei vostri cuori- disse poi guardandomi – per sempre -.

un passaggio si aprì nell'onda – è ora – disse voltandosi.

Verso l'onda, mi voltai e andai da mio padre – allora, questa è l'ultima volta che ci vediamo – disse mio padre – non voglio andare via – dissi abbracciandolo e nascondendo il volto contro il suo ventre.

-sarò sempre accanto a te – disse accarezzandomi la testa. Quando mi staccai di mala voglia da lui salutai anche il nonno – bè è stato breve ma inteso – disse, abbracciai anche lui – occupati tu di mio padre – dissi cercandolo ma non lo trovai dove lo avevo lasciato – è dura anche per lui- disse.


-andiamo – Aslan ci accompagnò all' ingresso – non sei contenta di tornare a casa? - mi domandò Grace, scossi la testa - lucy posso parlarti un momento- disse Aslan, lo seguì senza fare domande tanto sapevo che era irremovibile la sua decisione.

-che cosa hai bambina?- mi domandò agitando la coda – non voglio lasciare il mio mondo – dissi a sguardo basso – il tuo mondo? - ripetè – io sono nata qua, non capisco perché devo tornare di la – dissi agitandomi.

Si alzo e mi camminò intorno esaminandomi bene – devi sapere che il continuare, non ha ritorno – disse – sei sicura di volere lasciare tutto per vivere qua? - era una domanda che mi ero posta un miliardo di volte e conoscevo bene la risposta, alzai lo sguardo e lo inchiodai allo sguardo di Aslan e con ferma decisione risposi.

Benissimo- disse, tornammo da Grace e Barbie – andiamo?- mi domandarono in coro, le abbracciai insieme - che fai? -, . tu non vieni?- mi domandarono – io devo restare qua – dissi guardandole con le lacrime agli occhi – mi mancherete – dissi allontanandomi da loro due dopo averle abbracciate un utlima volta – addio – dissi.

Sparirono risucchiate dall'onda.

-sei ancora in tempo a tornare indietro – disse Aslan avvicinandosi a me. Scossi la testa. - Lucy, il tuo cuore e il tuo enorme coraggio esige un premio- disse – cosa desidera di piu il tuo cuore – mi domandò Aslan guardandomi ma cosa potevo desiderare?

-voglio restare qua Aslan, con mio padre – dissi voltandomi verso di lui.

- voglio restare qua – ripetei serrando i pugni, - così sia – disse Asalan.

Allontanandosi.


Camminavo sulla sabbia soffice fino a raggiungere mio padre, seduto sulla barchetta con il volto nascosto dalle mani. Piangeva. Lo avevo gia visto piangere, prima della battaglia, quando ci siamo “rivelati”.

Mi fermai davanti a lui accovacciandomi – perché piangi?- gli domandai come una bambina antipatica che vuole rigirare il dito nella piaga – perché te ne andrai – disse senza alzare il volto – dai non fare così – dissi levandogli le mani dal volto e costringendolo a guardarmi – non vado da nessuna parte – dissi guardandolo – rimango qua con te – dissi sorridendogli.

-cosa, davvero? - disse incredulo, gli sorrisi di nuovo, in poco tempo mi trovai a testa in giù.

-allora andiamo? - ci chiamò mio nonno. Mio padre mi rimise a terra, tutti e tre insieme tornammo al veliero.

Ero pronta a sopportare ogni distacco dalla civiltà se con me c'era mio padre.

-dove andiamo? - domandai a mio padre mentre si andava al timone – dove vuoi andare? - mi domandò guardandomi, ci pensai – è uguale – dissi.

-dai l'ordine di levare l'ancora – annuì detti l'ordine un urlo si levò dal ponte prima che eseguissero l'ordine.

Era splendido il sole brillava e il vento era perfetto, davanti a me si apriva un nuovo mondo fatto di avventura.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=630816