Narnia di Muffins (/viewuser.php?uid=79611)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1° -tumnus, i castori e i lupi..si comincia bene.. ***
Capitolo 3: *** capitolo 2° -il viaggio con i castori e l'avvento della battaglia ***
Capitolo 4: *** capitolo 3° battaglia finita si torna a casa ***
Capitolo 5: *** capitolo 4° è difficile ritornare alla normalità ***
Capitolo 6: *** capitolo 5° il viaggio in treno ***
Capitolo 7: *** capitolo 6°sogni e misteri ***
Capitolo 8: *** capitolo 7° il sogno ***
Capitolo 9: *** capitolo 8° il ritorno a Narnia ***
Capitolo 10: *** capitolo 9° L'uomo e il nano ***
Capitolo 11: *** capitolo 10° il secgreto svelato ***
Capitolo 12: *** capitolo 11° non cambierà mai ***
Capitolo 13: *** capitolo 12° che mi succede? ***
Capitolo 14: *** capitolo 13° prigioniera di un passato senza nome ***
Capitolo 15: *** capitolo 14° e chiamalo destino quel percorso naturale ***
Capitolo 16: *** capitolo 15° e vivere altre vite ***
Capitolo 17: *** capitolo 16° rottura ***
Capitolo 18: *** capitolo 17° viaggio nel passato ***
Capitolo 19: *** capitolo 18° rottura II° parte ***
Capitolo 20: *** capitolo 19° il tempo di un minuto per capire chi sei ***
Capitolo 21: *** capitolo 20° la battaglia patre I ***
Capitolo 22: *** capitolo 21° la battaglia parte II ***
Capitolo 23: *** capitolo 22° la battaglia parte III ***
Capitolo 24: *** capitolo 23° e come se le carte volessero farmi combattere ***
Capitolo 25: *** capitolo 24° Pesca la tua carta e va ***
Capitolo 26: *** capitolo 25° impossibile ***
Capitolo 27: *** capitolo 26° addio ***
Capitolo 28: *** capitolo 27° ritorno ***
Capitolo 29: *** capitolo 28° noia ***
Capitolo 30: *** capitolo 29° ma che razza di punizione!? ***
Capitolo 31: *** capitolo 30° ***
Capitolo 32: *** capitolo 31° Quante Briciole Restano Dietro Di Noi ***
Capitolo 33: *** capitolo 32° volevo dirti che .. ***
Capitolo 34: *** capitolo 33° invece no, sei incancellabile stella gemella ***
Capitolo 35: *** capitolo 34° i cristalli del passato ***
Capitolo 36: *** capitolo 35° ***
Capitolo 37: *** capitolo 36° tutto ha un senso ***
Capitolo 38: *** capitolo 37° abbiamo fallito dopo solo pochi minuti ***
Capitolo 39: *** capitolo 38° ***
Capitolo 40: *** capitolo 39° ***
Capitolo 41: *** capitolo 40° ***
Capitolo 42: *** capitolo 41° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte I ***
Capitolo 43: *** capitolo 42° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte II ***
Capitolo 44: *** capitolo 43° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo III ***
Capitolo 45: *** capitolo 44° con finale alternativo ***
Capitolo 1 *** prologo ***
SALVE
A TUTTI, QUESTA è LA MIA PRIMA STORIA CHE PUBBLICO SU NARNIA
E
SPERO CHE SIA APPREZZATA ANCHE SE NE DUBITO VISTO CHE POCHI CIRCOLANO
IN QUESTA SEZIONE..cOMUQNEU CI VOGLIO PROVARE E SPERIAMO CHE PIACCIA.
LUCY,
NON è LA LUCY DEL FILM MA UN ALTRA LUCY CHE SCOPRIRETE MOLTO
PIU
AVANTI (SE LA STORIA AVRà SUCCESSO) CHI SARà IN
REALTà.
LUCY
HA NOVE ANNI VIVE CON IL PROFESSORE E LA SIGNORA FIGG, LA SUA
AIUTANTE BADANTE, NON HA MAI CONOSCIUTO I SUOI GENITORI MA CHE NEL
PROSEGUIRE DELLA STORIA RITROVERà..NON DICO ALTRO..
LA
STORIA NON OSTANTE SEGUE ABBASTANZA IL FILM, è AMBIENTATA
NEI GIORNI
NOSTRI E CI SARANNO UN PO DI MESCOLANZE TRA PRIMO, SECONDO E TERZO
FILM..
BENE
VI LASCIO ALLA STORIA BUONA LETTURA..
PROLOGO
(IO
SONO LUCY )
e
anche la scuola è terminata, tutti i miei compagni escono
dalla
classe mentre io aspetto la mia migliore amica, Grace.
insieme
frequentiamo la quarta elementare, in una squallida scuola di
periferia.
Grace
la conosco da una vita ormai, abbiamo frequentato anche l'asilo
insieme e in piu abita vicino casa mia.
-dai
muoviti- Grace è l'ultima a uscire dalla classe e per questo
ci
tocca tutte le volte correre nei corridoi sentendo Willy, il custode
che ci urla dietro promettendoci che l'indomani ci avrebbe messo in
castigo
-corri
Grace, un altro ritardo a pranzo e mi riportano dai preti- ma anche
questa volta abbiamo perso il pulmino
-adesso
ci toccherà camminare- mi dice Grace un po rossa in viso per
la
corsa, faccio spallucce e insieme ci mettiamo a camminare verso casa.
Grace
è una persona fantastica, i suoi sono ricchissimi ma non
è il tipo
di gente che te lo fa pesare e quasi tutti i giorni sono a pranzo da
lei -senti, per farmi perdonare. perchè non vieni a pranzo
da me?-
mi domanda davanti casa sua.
guardo
per un momento quella che devo considerare casa mia, sospiro e scuoto
il capo dicendo di no -oggi no Grace, la figg si potrebbe arrabbiare-
detto questo la saluto e mi avvio verso la mia galera.
io
comunque mi chiamo Lucy, ho nove anni e vivo con un vecchio e la sua
badante, il vecchietto per quanto lo veda al giorno è un
tipo
simpatico mentre lei, lei non la sopporto.
quando
arrivai in quella casa, avevo quattro anni , il primo ricordo che ho
di lei: è lei sulle scale che mi dice -non si corre, non si
urla e
non si tocca niente- come primo giorno non fu dei migliori, mi
stiparono in una stanza, certo grande in confronto a quella che avevo
in orfanotrofio ma di certo non ci si poteva vivere per sempre, nella
mente continuavo a dirmi guardando fuori, almeno c'è il
giardino,
posso giocare domani, per tutta la settimana piovve a dirotto.
poi
decisero di mettermi in un altra struttura che però non era
un
orfanotrofio ma bensi un asilo, li conobbi Grace e da quel giorno
siamo inseparabili.
bene
penso di avervi detto tutto su di me, non vi ho detto dei miei
genitori perchè non li ho, non li ho mai conosciuti e quindi
non mi
fa niente parlarne.
mentre
sono persa nei miei pensieri arrivo alla grande villa, è una
villa
molto grande, ma in molte stanze, anzi la maggiore parte di esse non
mi è permesso entrare.
apro
la porta, sul battente c'è un leone, è una figura
che ricorre
spesso in questa casa su ogni pomello in realtà
-sei
arrivata, presto la cena si fredda- la signora figg, la badante del
vecchio è una donna insopportabile, ha lunghi capelli grigi,
una
voce gracchiante e gli occhiali sul naso adunco come la befana, e in
piu in cinque anni anni che sono qui non ha mai detto una parola
gentile nei miei confronti.
sai
che me ne importa, non ho mai cercato affetto verso chi non lo offre,
l'unica persona in tutta la mia vita con chi mi sono aperta
è Grace,
lei sa tutto di me, cose che neanche il vecchio e la signora Figg
sanno.
-vuoi
muoverti?- la sua orrenda voce mi desta dai miei pensieri e mentre
percorro il lungo corridoio la sento borbottare in una lingua strana,
sembra latino, qualche volta il vecchio che io chiamo vecchio ma in
realta è solo un professore con la barba lunga e nemmeno poi
così
vecchio, mi tiene con se nel suo studio e spesso mi parla di un mondo
magico chiamato Narnia.
arrivata
in cucina mangio e poi mi reco dal, professore, devo imparare a
chiamarlo così perché anche oggi ha chiesto se lo
aiuto a mettere a
posto dei libri.
davanti
alla porta della sua stanza c'è una statuina con un leone e
una
targhetta incisa, non ci ho mai fatto caso fino ad ora e dopo aver
bussato leggo cosa c'è scritto sopra - Aslan, il grande
salvatore di
Nania - ma quello c'è proprio fissato è con
Narnia penso mentre
entro.
-eccomi
signore, cosa devo fare?- gli domando entrando -oh salve Lucy, mi
daresti una mano a sistemare i libri mentre io ti racconto un po di
Narnia?- ok devo ammetterlo il professore mi piace, è
simpatico ma
con questa storia che Narnia esiste ha stufato.
-tu
ci credi a Narnia?- mi domanda il professore dopo avermi passato dei
libri
-no.
signore non ci credo-
-siediti
voglio raccontarti una storia- era solito raccontarmi storie quando
ero piu piccola
-su
Narnia?-
-come
hai fatto a indovinare?-
-e
chi lo sa- ridiamo insieme poi si cheta di colpo -tu sai chi
è
Aslan?- quel nome non mi suona nuovo, ah gia i leone -è un
leone?-
gli dico aggrottando la fronte -come fai a saperlo?- mi domanda
incredulo -è..la fuori, davanti alla sua porta,
c'è un leone con
scritto Aslan, sopra la targa- gli dico pensando di essere in colpa
-oh finalmente l'hai letta- mi dice sorridendo
-si
ma cosa c'entra con Narnia?- gli domando scettica -cosa centra figlia
mia? lui è il re di Narnia, e delle isole solitarie e degli
oceani
eh..- lo interrompo - e dei cieli no?- si possa una mano tra il naso
e gli occhi -voi giovani non credete piu a niente-
improvvisamente
si alza ed esce dalla stanza triste -professore non- troppo tardi,
è
uscito -volevo-.
la
stanza è grandissima e antica e io stono tantissimo con le
mie Air
max bianche, i jeans e la felpa blu con Pluto stilizzato sopra.
decido
di alzarmi e piano mi avvicino alla prima libreria, mi metto a
scorrere con il dito tutti i libri -romeo è giulietta,
otello-
da
quelli piu antichi a quelli piu moderni -Necropoli, le cronache di
Narnia, il bosco incanta..Narnia?- esiste un libro su narnia?
lo
prendo e comincio a guardarlo -il leone, la strega e l'armadio- che
vuol dire mi domando, poi improvvisamente apro la prima pagina e poi
una sensazione stranissima, come quando sei su un altalena, come un
risucchio.
riapro
gli occhi e vedo alberi ricoperti di neve..
spero che
il prologo vi piaccia e che l'inizio non sia banale..sicuramente i
commenti saranno molto pochi perchè in quesra sezione non
circola molta gente
fa
niente..spero che piaccia almeno a qualcuno..
lasciate un
commentino..e che ve ne pare della foto? l'ho modificata io?? vi piace??
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Capitolo 2 *** capitolo 1° -tumnus, i castori e i lupi..si comincia bene.. ***
Capitolo uno
non ci potevo credere, non
ci volevo credere non ero piu nello studio del professore ma..non lo
so dove ero, anzi speravo di sbagliarmi.
mi alzai scombussolata e
cercai di fare mente locale e mentre cercavo di ricostruire
l'accaduto sentivo dei passi dietro di me, inzialmente cercai di
ignorarli ma poi divennero molto insistenti, mi girai di scatto e
urlai, anche l'essere davanti a me urlò
-aha!
- entrambi cademmo
per lo spavento, lo guarda
per bene, era diverso da me, non aveva dei piedi ma deigli zoccoli
-em..scusa non volevo
spaventarti- gli
dissi cercando di avvicinarlo lui rimase nascosto dietro un lampione
-ei ma tu non
hai..freddo?- gli
dissi avvicinandomi -n..no-
che buffo, sembrava
una capra -scusa
se non sono in discreta...ma tu che cosa sei?-
si avvicinò e raccolse l'ombrellino che aveva -io,
mi cara, sono un fauno..e tu chi sei?-
mi disse avvicinandosi -io
sono Lucy, vengo..da Londra- mi
guarda come
se non sapesse cosa fosse londra
-bene,
lucy, regina di Londra. è un onore fare la tua
conoscenza..ma non
dovresti essere qui-
mi prese la mano e
comincio a trascinarmi via -lo
so che non
dovrei essere qui, ma il libro..- ripensai
al libro, purtroppo non l'avevo mai letto e non sapevo che cosa mi
sarebbe successo, sicuramente il professore lo sapeva.
-devi
andare via subito-
-sapessi
come fauno- dissi
acida -il
mio nome è Tumnus. se la strega bianca ti trova è
la fine- la
strega bianca, e questa chi era? non ci stavo capendo piu niente ma
guardatemi stavo parlando con un fauno.
-ei,
frena frena- dissi
bloccandolo
-chi è questa strega
di qui parli?- gli
domandai bloccandolo al
ciglio di una stradina -da
quando c è lei,
ossia
cento
anni, c'è sempre il gelo, la neve perenne-
disse spaventato, lo si
leggeva come si guardava intorno circospetto e la cosa mi irritava
-guarda che non sbuca mica da un momento all'altro- lo rimbeccai
girando i tacchi e mettendomi a camminare lungo la strada innevata.
-Lucy eccola- mi girai di
scatto verso Tumnus credendo fosse uno scherzo di cattivo gusto, una
volta girata verso il fauno vidi tutto il suo terrore scritto negli
occhi
-scappa
piccola lucy- mi
disse prendendomi per mano
-cosa? e tu non vieni?-
ero preoccupata
-devo
trattenerla. se sopravvivi , cerca Aslan- disse
portandomi nel folto della boscaglia innevata
-Aslan?-
ero incredula, ma
allora esiste davvero? o
erano tutti pazzi?
-lo
conosci?- era come
se d0improvviso la strega
bianca non ci stesse piu cercando, era allegro e fiero che io lo
"conoscessi" ma io non lo conoscevo affatto
-di
vista- gli risposi
-bene,
cercalo e sconfiggi la strega, liberaci dal gelo va-
mi misi a correre piu
veloce che potevo, fortuna i miei vestiti erano rimasti quelli anche
se morivo dal freddo se avessi avuto un vestito a quest'ora
chissà
dove ero.
ogni tanto mi giravo
cercando di scorgere qualcosa, ma niente, magari la strega neanche mi
aveva visto,
mi fermai un attimo a
prendere fiato, mi appoggiai contro un albero e iniziai a respirare.
avevo il cuore a mille,
sopra la mia testa, su un ramo, si posò un passero.
-psh-
questo era troppo, un
passero stava facendo psh a me, lo guardai e mi indicai come a dire
vuoi me?
-sei tu la figlia di eva?-
domandò il passero da
sopra il ramo
-e, puo darsi, non ho mai
conosciuto mia madre-
-cosa ci fai tutta sola?-
domandò il passero
-la strega bianca, ha
preso. penso. il signor Tumnus, il fauno-
-o poverino-
il merlo aveva una voce
gracchiante che ricordava tanto quella della signora Figg, poi un
altra voce mi giunse dal basso, una voce maschile, molto piu rude e
con la lisca. mi guarda attorno cercando chi mi stava parlando, poi
mi senti tirare i pantaloni
-ei, sono qui giu-
abbassai lo sguardo e vidi
con meraviglia che era un castoro che mi stava parlando, mi misi in
ginocchio per ascoltare quello che mi stava dicendo
-non è sicuro parlare qua
fuori-
accenno agli alberi, come
se potessero parlare pensai ma lo segui ugualmente dove mi stava
conducendo.
dopo diversi minuti di
camminata arrivammo ad un lago gelato con una piccola casetta sopra.
era deliziosa, di nuovo il
castoro mi fece strada fino alla casetta.
-prego entra, scaldati un
po-
stavo morendo
letteralmente do freddo e con meraviglia scopri che dentro c'era un
bel calduccio
il castoro mi presentò
sua moglie, una "signora" molto gentile.
-allora, mi ha detto
Tumnus, che io devo salvare Narnia-
-si, Aslan ha gia le
truppe radunate-
-ma se le ha gia radunate,
a cosa gli servo io?-
rise di gusto prima di
strozzarsi con il pesce che stavamo mangiando, la moglie molto
teneramente gli battè dolcemente sulla schiena e poi prese
la parola
-per governare cara-
spalancai gli occhi, governare? io neanche sapevo farmi rispettare
dai cani come potevo governare
-governare, cioè
governare governare?- dissi piu volte non convinta per niente
-certo governare- disse
lei convinta
-ah. no ci deve essere uno
sbaglio- dissi alzandomi e battendo la testa -io non posso
governare- presi la mia roba, ossia l'ipod che avevo scoperto essere
nella tasca dei jeans e usci infischiandomene del freddo.
l castoro mi seguì -no,
non è saggio uscire di notte, Maugrim- non l'ascoltai e lui
torno
dentro, pochi minuti piu tardi sentì ululare e poi delle
macchie
nere correre verso di me, capì di chi si trattava.
corsi indietro tornando
alla casa dei castori, appena arrivai spalancai la porta e mi fiondai
dentro facendo spaventare i due castori -hai cambiato idea?- mi disse
il castoro
-no, loro mel 'hanno fatta
cambiare- la casetta comincio a tremare, i lupi erano arrivati e
stavano sfondando la casa, la signora castoro stava prendendo la
marmellata, i biscotti e altro cibo, mi venne spontaneo domandargli a
cosa ci sarebbero serviti
-quando saremo affamati
serviranno, cara- scendemmo nella galleria che aveva scavato lui
insieme a tasso
sbucammo proprio davanti
casa sua
-ahah- caddi a terra per
lo spavento trascinandomi dietro anche i due castori, caddi
perchè a
pochi metri da me c'era una statua, di un tasso.
appena il castoro la vide
comincio a piangere -ci conoscevamo da una vita- disse affranto, la
moglie corse a consolarlo.
sentimmo i lupi a pochi
metri da noi nella galleria e quindi ci rimettemmo a correre.
Grazie a
Che ha recensito la
storia per prima ^^
ha
chi l'ha messa nei
preferiti, seguita o semplicemente i lettori silenziosi graziee
|
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Capitolo 3 *** capitolo 2° -il viaggio con i castori e l'avvento della battaglia ***
Capitolo
due
camminavamo
sul ghiaccio gia da alcune ore
-l'accampamento
di Aslan è la, oltre il lago gelato- disse il castoro,
camminavamo
quando dietro di noi avvistammo la strega abbordo della sua slitta,
cominciammo a correre ancora piu forte fino a quando non raggiungemmo
la foresta e ci nascondemmo in un buco.
Rimanemmo
li per non so quanto, sentivamo dei passi, e vedevamo delle ombre, io
ero terrorizzata e il signor castoro usci per andare a controllare e
poi torno dicendoci che avevamo visite.
uscimmo
e davanti a noi, c'era babbo natale con la sua slitta -non avevate
detto che non c'era il natale a Narnia- dissi .
Babbo
natale mi consegnò tre oggetti, una boccetta, un arco un
corno e una
spada -usali bene e non ti deluderanno mai-
annui
e lo ringraziai -devo andare, l'inverno sta finendo e gli impegni
accumulati in cento anni sono tanti-
sorrisi
spostandomi di qualche centimetro, carico il sacco sulla slitta e ci
agurò buona fortuna e buon natale prima di ripartire sulla
slitta
-buon natale- gli dissi.
Riprendemmo
il cammino e arrivammo ad una cascata gelata -menomale era gelato-
dissi io sarcastica l'inverno stava finendo davvero, il castoro si
offri di nuovo di aiutarmi andando per primo a tastare il ghiaccio,
io e la signora ci limitammo a seguirlo quando il branco di lupi ci
circondò e uno prese il signor Castoro, sguainai la spada ma
non
sapevo neanche come usarla
-andiamo
cosa vuoi fare ragazzina- mi disse il lupo avvicinandosi, gli puntai
la spada contro ma non riuscivo a fare un passo -tanto lo so che non
ce la fai, questa non è la tua guerra- diceva avvicinandosi
a me,
aveva ragione, questa non era la mia guerra, io non ci entravo niente
in quella storia, ma adesso che ero la e tutti speravano in me non
potevo deluderli.
-allora
cosa hai deciso? io non aspetterò oltre- un rumore come di
ghiaccio
che si rompe ci vece guardare sopra le nostre teste, la cascata stava
per crollare e ucciderci tutti
-e
neanche il fiume aspetterà- improvvisamente il ghiaccio
sopra di
noi cominciò a sciogliersi e a venire giu, cosa avrei
fatto?, come
mi sarei levata dai guai? poi una voce mi risuonò nella
mente, una
voce che non avevo mai sentito ma risultò così
familiare -usa la
spada- continuava a ripetere e come poi il lampo di genio, con tutta
la forza che avevo conficcai la spada nella lastra di ghiaccio mentre
la cascata, ormai scongelata, cadde sopra di noi trascinando tutto
ciò che incontrava nella sua corsa.
Mi
aggrappai meglio che potevo alla spada cercando di non annegare,
l'acqua era gelata e se non sarei uscita di li subito sarei morta.
Quando
arrivammo a valle ero congelata, mi alzai dalla lastra , recuperai la
spada e cercai i due castori -state bene, vostra maestà?- mi
domandò
la signora Castoro -congelata, ma tutto ok- dissi battendo i denti -oh
non preoccuparti, fa gia piu caldo- era vero, non sentivo piu
quel freddo come c'era prima ma avevo quasi caldo tanto che mi tolsi
la felpa e rimasi a maniche corte.
poco
piu tardi arrivammo all'accampamento, delle tende arancioni si
scorgevano da lontano e man mano che ci avvicinavamo essere sempre
piu strani prendevano forma, centauri, arieti e fauni con armature e
poi animali.
si
riunirono tutti guardandoci arrivare, mi sentivo diversa in mezza a
tutti quei cosi, abbassai lo sguardo.
Un
centauro si mise davanti a me, aveva lo sguardo minaccioso, lo
guardai dritto negli occhi e poco dopo si inhinò - mia
maestà - mi
inchinai anche io, non sapevo cosa fare.
-io
sono Orelius-
-io
sono- la voce che avevo sentito prima sul fiume parlò, era
alle
spalle di Orelius
-Lucy-
Orelius si fece da parte e tutti si inchinarono, dietro di Orelius
apparve la figura di un grosso Leone con la criniera folta e
morbida, era maestoso.
Mi
inchinai a lui come tutti.
io
non sono mai stata brava con le parole e andai dritta al sodo
-Aslan?- domandai titubante -si piccola Lucy- rispose avvicinandosi e
sedendosi davanti a me. anche seduto era piu altro di me.
-era
tua la voce. sul fiume?- domandai
-si
era la mia- lo ringrazia con un cenno del capo -io non sono quella
che credete- dissi camminando un po per poi buttarmi a sedere su una
roccia.
Sentì
i passi del leone dietro di me -perchè pensi questo?- mi
domandò di
nuovo il leone.
-io
ho – mi fermai, presi un respiro e ricominciai – ho
solo nove
anni. Aslan se non ci riesce il tuo esercito a sconfiggere la strega
bianca, cosa posso fare io?- ero triste, mancavo da solo due giorni o
forse tre, chissà se mi stavano cercando o non si erano
neanche
accorti della mia scomparsa
-tu
puoi tanto, Regina Lucy- Aslan si voltò e tornò
nella sua tenda.
Regina
Lucy si certo.
Rimasi
quasi tutto il pomeriggio seduta sopra il sasso a guardare la
pianura, il verde del prato che cambiava intensità a seconda
del
vento che soffiava, era uno spettacolo magnifico a Londra era raro
vedere un effetto del genere dovevi per forza andare in campagna o in
un parco abbastanza ampio per vedere quella meraviglie.
stare
a Narnia, dovevo ammetterlo mi piaceva e non mi sentivo estranea, era
come se ci fossi sempre stata tutto mi era familiare, la voce di
Aslan, i paesaggi tutto.
Tutto
mi sembrava di averlo gia visto ma non era possibile, io ho sempre
vissuto a Londra e fino a tre giorni fa neanche sapevo dell'esistenza
di Narnia.
continuai
a guardare il panorama e non mi accorsi che il cielo terso
primaverile aveva lasciato posto al cielo rosso e poi blu scuro della
notte.
Nel
cielo c'erano tante stelle, tantissime, io non le avevo mai viste
così tante o forse si? perché nella mente mi
risuonarono delle
frasi - sono tantissime padre- -prova a contarle Lucy- .
Scossi
la testa per allontanare dalla mente questo ricordo che sicuramente
non mi apparteneva, io non ho mai avuto un padre o una madre -una,
due, tre, sono troppe padre- mi alzai di scatto spaventata da quella
visione così nitida nella mia testa.
Scesi
dalla rupe su cui ero salita e andai a spasso per il campo di Aslan,
tutti erano ancora svegli a preparare le armi , tutti quelli che mi
vedevano si inchinavano e mi sorridevano felici, passai davanti a
Orelius che stava affilando la sua spada, mi fermai a guardarlo
mentre lavorava la sua spada quando si accorse di me sollevò
la
testa e anche lui come tanti si inchinò e poi mi sorrise. Mi
inchinai e gli sorrisi anche io e poi continuai il mio giro.
non
sapevo neanche io cosa stessi facendo, perchè stessi girando
come un
ameba senza una meta, un vento freddo arrivò dalla prateria
davanti
a me, mi infilai il cappuccio e lasciai i capelli neri fuori liberi
di svolazzare.
La
strega era vicina come lo era la sua fine.
Feci
un lungo sospiro e poi chiusi gli occhi. Mi girai dopo pochi minuti,
guardai l'accampamento di Aslan e tutti i guerrieri che arrotavano le
loro spade li passai in rassegna, nei loro occhi non c'era una minima
traccia di paura, tutti si fidavano di me -maestà. siamo
tutti
pronti a seguirti- disse Orelius sbucato dal niente, si mise al mio
fianco e con me guardò l'orizzonte diventare sempre piu
chiaro.
-non
posso combattere Orelius- gli dissi senza smettere di guardare
l'orizzonte che si faceva sempre piu chiaro mentre
le
stelle lasciavo il cielo. Sentivo lo sguardo del centauro su di me
-mia maestà- gli feci cenno di tacere
-prepara
gli altro- gli dissi a brucia pelo, ormai avevo deciso, era questo il
mio destino combattere e morire per Narnia.
con
Narnia.
una
lacrima mi scese dagli occhi, non volevo combattere ma sentito che
era giusto farlo, che era giusto combattere.
-andiamo
Orelius, c'è una strega da combattere- Orelius sorrise e
andò ad
avvertire il resto mentre io guardai per l'ultima volta quel
magnifico paesaggio.
-se
è questo che vuoi Narnia, combatterò- mi girai e
tornai verso la
mia tenda, entrai tutta di fretta e non mi accorsi che Aslan era la
-cosa hai deciso, principessa Lucy?- mi domandò tranquillo
al
contrario di me che ruffolavo nella borsa cercano la boccetta magica.
Improvvisamente
smisi di cercare nella borsa ma non mi voltai - Narnia vuole che
combatta- dissi continuando a dargli le spalle.
-solo
se lo vuoi- rispose Aslan, capì allora cosa volevo
veramente,
difendere questo magnifico mondo a cui sentivo veramente di
appartenere.
mi
girai verso Aslan -certo che lo voglio- dissi convinata.
Un
ora dopo eravamo in formazione io e Orelius eravamo davanti a tutti
su una collinetta, dietro di noi il nostro esercito.
ero
tesa non avevo mai brandito un spada e mai montato a cavallo -paura?-
mi domandò Orelius.
-un
po- gli risposi. un grifone si posò al mio fianco -arrivano
altezza,
in gran numero e con armi molto superiore alle nostre- ci informo il
grifone con il fiatone Orelius non si lasciò intimidire -i
numeri
non fanno vincere le battaglie- io e il grione ci voltammo a
guardarlo malissimo -no, ma scommetto che aiutano-.
I
capitoli sul primo film come vi sarete accorti sono molto veloci
perché la parte piu importante si svolge tra la fine de
“ il
principe caspian” e “il viaggio del
veliero” però mi serviva anche il primo insomma
è complicato da spiegare perciò
continuate
a seguirmi
grazia
ad alicecullen19 e
Queen Miriam X Cullen per aver recensito
ringrazio
anche chi ha letto ho la messa tra i preferiti o seguito
alla
prossima un bacio
Ps.
se vi fa proprio schifp basta dirlo, siamo persone civili e se mi
dite che fa voglia di Cxxx la levo immediatamente...
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Capitolo 4 *** capitolo 3° battaglia finita si torna a casa ***
poco
a poco l'esercitò della regina arrivò e si
dispose davanti a noi,
sguainai la spada e tutti fecero come me poi le truppe
nemiche
avanzavano contro di noi poi con un colpo della della spada feci segno
ai grifoni che
partirono
lanciando sassi e massi contro i guerrieri della strega, non era un
metodo molto narniano ma eravamo molto inferiori di
numero
e mettere qualche tecnica un po piu avanzata aiutava e creava un
ottimo
attacco
a sorpresa, molti furono abbattuti ma il minotauro a capo
dell'esercito ordinò di puntare al cielo e nonostante ne
buttammo
giu molti, molti dei nostri furono buttati giu.
l'esercito
della strega riprese la sua avanzata, era il momento, il momento
dell'attacco frontale , mi girai verso Orelius che era alla
mia
sinistra -tu sei con me?- gli domandai ma non mi aspettavo una
risposta del genere
-fino
alla morte- non credevo che potesse gia essermi fedele in questo
modo, lo conoscevo da un giorno e gia si sarebbe fatto
uccidere
per me, presi coraggio -per narnia, e per Aslan- gridai e poi ci
lanciammo al galoppo nella prateria.
infine
inizio, per ogni nemico che facevamo fuori noi ne
perdevamo
almeno due, mi chiedevo in tutta quella confusione
dove
fosse finito Aslan,noii stavamo morendo per lui e non si faceva
neanche vedere.
la
guerra intanto continuava e la strega avanzava, erano troppo vicini,
gli arcieri per quanto facessero non
erano
di grande aiuto, decisi che era meglio ripiegare a attirarli sulle
rocce -ripiegare, attiriamolo sulle rocce- tutti si tornò
sui
nostri
passi, tornammo indietro veloci mente mentre la strega continuava a
guadagnare
terreno,
mentre correvo su, verso le rocce una freccia colpì il mio
cavallo,
volai letteralmente e quando mi rialzai la strega era pochi
metri
da me, mi rialzai e corsi via quando vidi Orelius con un rinoceronte
correre
verso di me per poi superarmi e correre verso la strega
-no,
fermi- gli gridai ma mi ignorarono il rinoceronte scaravento via
tutti aprendo la strada ad Orelius che anche se ferito da un
minotauro
cerco di uccidere la strega che però lo pietrificò
appena
lo vidi tramutarsi in pietra e poi scomparire mi senti troppo in
colpa e una strana rabbia mi pervase,
anche
i grifoni vennero pietrificati e fu allora che decisi, raccattai
la
mia spada e mi avventai sulla strega, misi fuori combattimento alcuni
del suo esercito e mi ritrovai a scontrarmi con lei, un paio
di
colpi e di nuovo fui a terra, capì che per vincere non solo
serviva
la forza ma anche il cervello.
Osservai
il suo bastone barra spada e capì che la punta del bastone
era
quella che trasformava tutto in pietra, mi rialzai e con
un
colpo netto spezzai il bastone a metà, così
sarebbe stata meno
potente.
Appena
rotto il bastone lei si fermò di colpo e si mise a guardare
ciò che
ne restava, sembrava sconvolta continuava a ripete -il
mio
bastone, il mio bastone stupida mocciosa- ma prima che potesse
scagliarsi su di me Aslan fece il suo ingresso con altre truppe che
poco a poco sconfissero le truppe della regina
anche
la regina fu sconfitta da Aslan che dovo averla uccisa si rivolse a
me -hai fatto un ottimo lavoro, piccola Lucy- non ne ero molto
convinta, avevamo perso un mucchio di persone. Mi guardai indietro e
vidi che nonostante la strega fosse stata sconfitta i pietrificati
non erano tornati normali.
Mi
guardai attorno senza trovare una soluzione -Aslan, cosa facciamo- mi
avvicinai ad Orelius poi mi voltai di nuovo verso Aslan -non possiamo
lasciarli così- dissi riferendomi alla miriade di statue che
ci
circondavano.
-no,
non le lasceremo così- soffiò sul viso di Orelius
e poco a poco
tornò normale.
Poi
mi venne tornò alla mente la boccetta che mi donò
babbo natale,
corsi nella mia tenda, la cercai e una volta presa tornai da Aslan,
una goccia per ognuno e tutti tornarono a stare bene.
La
sera sopraggiunse ma ancora non riuscire a dormire,seduta sul solito
sasso guardavo l'orizzonte, il mio compito era terminato
e
sicuramente a momenti sarei tornata a casa.
-che
cosa hai piccola Lucy?- mi domandò Aslan, il sole stava
cominciando
a sorgere -niente- mi asciugai rapida una lacrima che mi era scesa
inconsapevolmente.
-non
si piange per niente – disse serio il leone decisi di
confessarli ciò che stavo provando -non voglio andare via-
gli dissi abbracciandolo -principessa Lucy- -Aslan, finalmente sento di
appartenere a qualche posto, eccome se questa fosse sempre stata casa
mia- gli dico tra le lacrime -Lucy, lascia che ti dica una cosa- mi
alzai dal leone e dallo scoglio, lo seguì nella tenda
-Narnia avrà sempre bisogno di te- disse sedendosi -allora
non dovrei restare?- gli dissi, scosse il capo mettendosi a camminare
per tenda -vedi il tempo qui scorre molto diversamente, qui sono
passate quasi due settimane – quasi due settimane, non me ne
ero neanche resa conto, Aslan continuò – nel tuo
mondo solo due minuti- sbarrai gli occhi, solo due minuti -che vuol
dire?-
gli
domando sempre piu confusa -che ci rivedremo molto presto-
un
vento mi circondò e tutto mi parve piu sfocato, sentivo le
lacrime
scendere poi non vidi piu nulla.
Quando
riaprì gli occhi ero nello studio del professore, avevo le
guance
bagnate dalle lacrime.
Mi
rialzai dal pavimento freddo e guardai fuori dalla finestra, ero
veramente tornata.
Corsi
in camera mia dove non so per quanto tempo piansi.
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Capitolo 5 *** capitolo 4° è difficile ritornare alla normalità ***
eccomi
qua con il secondo atto di Narnia, adesso comincia il bello e vi
prometto che sarà un po piu lungo rispetto a quello
precedente e per
le fan come me comparirà il principe caspian ^__,^
i'm
prince caspian :dice peter a cavallo del cavallo di Caspian
no
you aren't, get off : risponde a peter caspian
ahahahah
come sono idiota
ok
torniamo seri: praticamente Lucy è rimasta sconvolta di non
essere
piu a Narnia e questo a sconvolto la sua vita normale ed emotiva,
solo il professore sa realmente il perché. che cosa le
consigliera
di fare?
e
riuscirà mai a tornare a Narnia? oppure no? e se ci restasse
per
sempre infrangendo la grande la legge di Aslan? e se il suo passato
fosse legato a qualcuno che neanche immagina? e se Aslan sapesse chi
è in realtà? troppi what if?? avete ragione
vabé dai seguitemi e
lo scopriremo..
ero
tornata gia da diversi mesi, facendo un rapido conto la saranno
passato solo pochi giorni ho letto il libro piu di una volta ma tutte
le volte non ha mai dato cenni di "riattivarsi" e mai ho
trovato niente che possa
spiegare
come tornare a Narnia se non quello di attendere.
leggendo
il libro ho scoperto molte cose interessanti che però non mi
aiuteranno a tornare la, quella che ormai considero casa mia.
-Lucy?-
Grace mi fece ridestare dai miei pensieri, velocemente asciugo una
lacrima con la manica della felpa che indosso. -ei perché
piangi?-
mi domandò porgendomi un fazzoletto -niente Grace,
è tutto a
posto-
gli dissi scostandomi dalla finestra e prendendo l' ipod dal tavolo
di camera sua -dove vai?- mi disse triste -devo andare a casa- le
risposi fredda.
da
quando sono tornata il nostro rapporto non era piu lo stesso, era
cambiata.
No.
lo ero io, ero maturata stando la a guidare un esercito e pure mi
sentivo una bambina quando
piangevo
perchè volevo tornare a Narnia.
Chissà
cosa era successo, se qualcuno ha preso il mio posto, se tutti : il
Signor Tumnus, i Castori e Aslan sono ancora vivi, non avevo ancora
capito come scorreva il tempo la.
a
scuola le lezioni non passavano ma e piu continuavo a guardare fuori
piu speravo di vedere apparire Aslan, i miei quaderni erano pieni di
disegni raffiguranti leoni e fauni.
i
giorni passavano e la mancanza di Narnia non si affievoliva anzi
aumentava, ogni secondo che passava ne sentivo sempre di piu la
mancanza.
quello
che si stava affievolendo invece era l'amicizia che c'era tra me e
Grace a scuola non ci andavamo nemmeno piu insieme e quando la
campanella suonava uscivo subito lasciando la da sola.
un
giorno mentre andavo a fare delle fotocopie la mia professoressa di
italiano, quella con qui avevo un rapporto migliore mi
invitò nel
suo studio -Lucy. vorrei parlarti un momento- disse facendomi strada
nel suo ufficio -avrei lezione- le risposi ma non mi ascoltò
e mi
fece sedere davanti a lei.
dalla
scrivania tirò fuori dei biscotti e me li offri -senti posso
sapere
cosa ti succede?- mi domandò? di solito gli insegnanti della
mia
scuola non davano mai del tu agli studenti, abbassai lo sguardo non
sapendo
cosa
rispondere - Lucy, ti ho fatto una domanda- mi disse imperativa
-niente signorina Dolphin- le risposi
senza
alzare lo sguardo -Lucy voglio farti vedere una cosa- si
alzò e si
avvio al suo armadietto e iniziò ad
arruffolare
in cerca di qualcosa, quando lo trovò me lo mise davanti,
era la
mia cartellina, alzai lo sguardo per capire dove volesse andare a
parare la guardai mentre mi fece cenno di aprirla.
l'apri
con molta lentezza:
nella
prima pagina c'era la mia scheda personale la lessi velocemente
-Lucy
Kirke
stato
familiare: orfano
residenza:
via biduins 102
non
capivo cosa c'entrasse e che senso avesse sbattermi in faccia il mio
passato.
alzai
lo sguardo su di lei che non aveva smesso di guardarmi un secondo
-che cosa c'entra?- le domandai -gira pagina- mi disse
pagella
prima elementare : media b/a
pagella
seconda elementare media: A-
pagella
terza elementare: B+
pagella
quarta elementare: A-
pagella
quinta elementare : C/ B
ero
così calata nei voti, non me ne ero resa conto, da quasi
tutte A
passare a C
-
gira ancora pagina- mi disse la girai -è la pagella del tuo
primo
anno alle medie e come media hai D- di, una misera sufficienza -cosa
ti sta succedendo Lucy?, da due anni a questa parte sei strana, ti ho
osservato
molto e ho notato che, con Grace non c'è piu quell'amicizia
che
c'era prima. Lucy perchè?-
scossi
la testa, non potevo dirglielo, gia mi considera una pazza
perchè
vado male a scuola e poi se le dico che sono stata a Narnia mi
farebbe rinchiudere -cosa no? Lucy, è una crisi d'abbandono
tardiva?-
abbandono,
era tanto che non pensavo ai miei giorni in orfanotrofio, suor Mary
mi disse prima di andare con il professore che mi avevano trovata
abbondata davanti alle scale della chiesa con solo un biglietto
con
scritto Lucy e nient'altro.
solo
questo so di me. del mio passato.
-ascolta
Lucy so che soffri- mi disse la professoressa ma non la volevo piu
ascoltare e sapere che lei pensava di sapere che io stessi soffrendo,
era troppo mi alzi di scatto -lei non sa che sto soffrendo-
si
alzò anche lei -Lucy Kirke. non alzi la voce- disse
imperiosa ma io
era la regina Lucy e non mi facevo comandare da nessuno, o forse sono
sempre stata troppo orgogliosa -e lei non provi a capire come mi
sento
perchè non lo sa- gli urlai contro, si sedette e mi sedetti
anche
io -Lucy sei stai soffrendo dovresti provare a parlarne con Grace, vi
conoscete da una vita- mi disse addolcendo lo sguardo.
distolsi
di nuovo lo sguardo dal suo viso, non volevo farmi vedere mentre
cercavo di cacciare le lacrime.
-è
tutto?- annui con un cenno del capo io mi alzai ed uscì
dalla
stanza.
raggiunsi
la terrazza con il campo di bascket e iniziai a fare due tiri, non ne
centravo uno, al terzo tentativo la palla mi sfuggi -ei Lu- era
Grace, mi ridette la palla e cominciai a palleggiare nervosamente, mi
vergognavo
di farmi vedere così -ei che fai ti vergogni- scossi il capo
-ti ho
visto piangere un sacco di volte Lucy- posai la palla e l'abbracciai
forte.
il
pomeriggio mi invitò da lei per cercare di recuperare il
nostro
rapporto.
una
volte sotto casa sua mi chiesi se stessi facendo la cosa giusta ma
lei non mi lasciò il tempo mi infilò in casa e mi
portò in
camera.
dopo
un po che si parlava mi misi a sedere sul divanetto sotto la finestra
e cominciai a guardare la pioggia cadere.
cominciai
di nuovo a piangere, asciugai le lacrime con la manica della felpa ma
Grace mi vide
-ti
ho fatto qualcosa di male- Mi domandò Grace. Alzai lo
sguardo dall'
ipod ma non la guardai mai dritta negli occhi azzurri
-perchè ti
comporti così- sapevo a cosa si riferiva abbassai lo sguardo
colpevole -ti ho
mai
fatto pressioni?- mi disse avvicinandosi e alzando la voce.
scossi
la testa in segno negativo -ho mai detto qualcosa che possa averti
ferito?- mi domandò alzando
ancora
la voce, di nuovo non le risposi, continuai a guardare il pavimento e
rispondere no con la testa.
-e
allora perchè mi tratti con freddezza- mi urlò
lei in faccia. non
lo sapevo neanche io il motivo, forse ero
talmente
presa da questa storia di Narnia e come tornarci che avevo trascurato
la mia vera vita.
-io
non lo so- riuscì solamente a dire -è tutto
questo quello che hai
da dire?- mi disse acida
-scusami-
presi la mia roba e uscì dalla stanza, poi dal corridoio e
infine da
casa sua.
mi
ritrovai in strada, di notte a luci spente, corsi verso casa e appena
dentro mi chiusi la porta alle spalle creando il fastidio alla
signora Figg che si affacciò dalla cucina per guardarmi
malissimo.
mi
avvicinai a salì gli scalini mi vide e mi domandò
dove stessi
andando -devo parlare con il professore- fu la mia unica risposta,
neanche la guardai in viso, avevo gli occhi lucidi per il pianto ma
non volevo farmi
vedere
piangere, sono sempre stata una che non hai mai fatto vedere
ciò che
prova e non mi sarei mai fatta vedere piangere da lei.
-il
professore è andato in vacanza- il mondo mi crollo a dosso,
il
professore era in vacanza e io con avrei parlato di Narnia? e su come
tornarci?, ricacciai le lacrime indietro e scesi le scale per
arrivare alla cucina dove la signora Figg era rientrata -dove,
dov'è
andato?-gli chiesi piu volte.
-non
sono affari tuoi- mi disse acida -lei mi dice dov'è subito-
mi
guardo con il suo sguardo da gufo arrogante e in tono di sfida mi
disse - abbassa il tono. io non ti dirò niente- arrabbiata
come non
mai, salì le scale e raggiunsi camera mia.
dovevo
trovare il professore ad ogni costo. solo con lui potevo parlare
liberamente.
quella
sera andai a dormire molto presto non ero stanca ma non avevo voglia
di continuare a pensare a Narnia, alla lite con Grace e alla mancanza
del professore.
in
poco tempo mi addormentai e la mattina dopo mi sveglia presto lo
capivo perchè c'era ancora la nebbia.
mi
alzai e mi vesti in fretta solite scarpe, jeans e una felpa pesante.
presi con me l'ipod staccandolo dalla spina, me lo misi in tasca e
usci dalla stanza con le scarpe in mano.
feci
attenzione a non fare il minimo rumore mentre scendevo dalle scale e
una volta alla porta me le misi
e
usci di casa.
faceva
freddo ma camminando poi mi sarei riscaldata,, mi misi le cuffiette
dell'ipod tirai sul il cappuccio della felpa e mi misi a correre,
corsi per un ora quando decisi che era meglio tornare a casa.
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Capitolo 6 *** capitolo 5° il viaggio in treno ***
capitolo
cinque
i
giorni continuavano a passare tutti uguali, dopo quel giorno di due
settimane fa io e Grace non ci siamo piu parlate, mi sentivo troppo
in colpa, ero solo una stronza egoista che pensava solo a se stessa,
i Narniani chissà come sarebbero felici di una regina cosi.
ormai
non avevo nessuno con qui parlare, il professore era sempre alla sua
villa ed io ero rimasta con la signora Figg.
non
parlavo piu con nessuno, a ricreazione mi rifiugiavo nel campo di
bascket sopra la terrazza, facevo due tiri e poi tornavo in classe.
le
ore le passavo a guardare il vuoto e a leggere il libro di Narnia,
l'unica cosa che mi dava un po di conforto.
una
notte arrivai persino a sognare di essere tornata la, ero in una
grande camera vuota e davanti a me c'era solo un armadio guardaroba
coperto da un telo.
nel
sogno mi avvicinavo a questo armadio fino a raggiungerlo, lentamente
presi un pezzo del velo che lo copriva e lo tirai giu.
una
grande quantità di polvere cadde sopra di me e
starnutì
ripetutamente.
spostai
il velo e lo misi da parte poi girai la maniglia sopra la porta, il
pomello aveva la forma di una testa di leone, sorrisi poi entrai
nell'armadio,era pieno di pellicce, le scansai una ad una quando un
leggero venticello primaverile
mi
soffio nel viso, continuai ad andare avanti, tra le pellicce
intravidi dei raggi solari, aumentai il passo e quando arrivai alla
fine caddi e atterrai in un verde prato fiorito e soffice.
mi
rialzai e mi guardai attorno, intorno c'erano alberi in fiore, il
sole e una scogliera con un castello sulla sommità.
tutto
era così familiare, mossi alcuni passi e quando mi girai e
vidi una
figura alta e pelosa, lo riconobbi subito
-Aslan-
gridai.
mi
sveglia di soprassalto nella notte, era solo un sogno -Aslan-
ripetevo, -mi hai promesso che sarei tornata-.
i
giorni passavano e il professore non accennava a tornare, i rapporti
con Grace erano finiti e la scuola pure.
le
vacanze estive cominciarono ma non avevo nulla da festeggiare.
Narnia
finalmente cominciava a diventare solo un bel ricordo e la mancanza
di quel posto piano piano dimunuiva.
adesso
però avevo perso tutto, Narnia non me la ricordavo quasi piu
e la
mia migliore amica, aveva trovato un altra migliore amica.
in
compenso la signora figg mi aveva trovato un compagno di giochi,
vedeste che giochi stavamo tutto il giorno seduti a giocare a giochi
da tavolo.
-regina
in e5. scacco matto- disse tutto fiero di se, stava giocando da solo
io avevo smesso di seguirlo da dopo la sua prima mossa -tu cosa fai
per divertiti- gli domandai -questo- si rimise a mettere a posto i
pezzi.
si
alzo e prese un libro o meglio un dizionario -vediamo quanto sei
colta- mi sedetti a gambe incrociate sul pavimento pronta a patirmi
un altro dei suoi stupidi giochi -gastrointestinale- disse leggendo
la parola prescelta
-allora
Lucy?-
-che
ne so!- gli risposi alzandomi e mettendomi a sedere sul divano -viene
dal latino?- poi una voce che avrei
riconosciuto
tra mille mi disse -principessa Lucy- mi alzai di botto dal divano
spaventando dick il mio attuale compagno di giochi - Aslan- Dick mi
guardò spaventato -ti sei dimenticata di Narnia?- mi
domandò con
voce triste il
leone
nella mia mente , sentì gli occhi bruciarmi -io mi sono
scordata di
Narnia? Narnia si è dimenticata di me- dissi urlando e
uscendo dalla
stanza. il povero dick rimase la imbambolato senza sapere cosa fare o
dire.
mi
chiusi in camera e sbattei la porta, io non mi ero mai dimenticata di
Narnia, Narnia si era dimenticata di me e una volta che stavo
riuscendo a farmi una vita ecco che rispunta Aslan accusandomi
ingiustamente.
mi
addormentai e quando mi risvegliai era sempre notte fonda, mi
avvicinai alla finestra, le stelle erano molto poche e molto meno
luminose rispetto a quando le guardavo la di nuovo una specie di
sogno ad occhi aperti, di un ricordo felice mi venne alla mente
prepotentemente -padre quante sono le stelle?- scossi la testa e
tornai a dormire.
quel
ricordo sicuramente è il ricordo di un sogno.
chi
sono io? chi sono io in realtà? è una domanda che
mi posi piu di
una volta nelle ultime notti.
una
mattina a colazione però la signora figg mi mise davanti
alla tazza
una busta, la guardai interrogativa
-che
cosa è?- le domandai -aprila- feci come mi disse e
l'aprì. dentro
c'era una lettera del professore.
Cara
Lucy
mi
spiace di averti lasciata sola per tutta questo tempo
ma
ho avuto delle faccende da sbrigare.
mi
piacerebbe che tu passassi le vacanze qui da me
nella
busta troverai il biglietto per arrivare da me.
lessi
piu volte la lettera, finalmente parlerò con qualcuno che
non mi
crede pazza, appena fini di mangiare presi il biglietto -è
arrivato
ieri- lessi la data del biglietto, era valido per oggi corsi in
camera preparai la valigia pronta per partire.
-dove
pensi di andare Lucy?- mi domando la signora -dal professore- le
risposi
-be
non ci andrai- mi disse mettendosi a girare quello stava bollendo
nella pentola -perchè?- gli domandai in tono di sfida
-perchè io
non posso accompagnarti- mi rispose senza guardarmi -ho 11 anni penso
di riuscire a prendere un treno- gli urlai contro salendo in camera
mia -be sappi che non lo farai. telefono immediatamente al professore
per dirle che non ci andrai- urlo dal piano terra.
-ma
non è giusto- chiusi la porta di camera mia e sfeci la
valigia, non
aveva senso tutto questo. mi sdraiai sul letto e mi venne in mente un
piano.
il
biglietto lo avevo ancora io insieme alla lettere, posata la valigia
presi due felpe, me le misi a dosso, presi il biglietto che mi ficcai
tra i denti e l'ipod me lo infilai nelle orecchie.
ero
ormai convinta a mettere in atto quel piano, il mio piano di fuga.
da
sotto arrivavano le parole delle Sign.Figg che diceva che io non
sarei venuta.
lentamente
aprì la finestra e mi arrampicai sull'albero però
un colpo di vento
mi fece perdere l'equilibrio e
caddi
a terra davanti alla signora Figg -o mio dio. Lucy dove pensi di
andare?- raccattai il biglietto e mi misi a correre lungo la strada
seguita dalla Figg che urlava o meglio mi intimava di fermarmi,
passai affianco a Grace
-ciao
Lu senti- le passai accanto -un altra volta Grace, non è il
momento-
mi misi a correre piu che potevo fino alla fermata del bus, con due
felpe a dossso in piena estate chiunque suderebbe.
dopo
varie fermate ormai la Figg si era arresa dal seguirmi e potevo stare
tranquilla, dopo mezz'ora arrivai alla stazione mi imbarcai sul treno
e aspettai con ansia il momento di arrivare.
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Capitolo 7 *** capitolo 6°sogni e misteri ***
ero
appena arrivata alla stazione e gia mi stavo pentendo di ciò
che
stavo facendo, sicuramente la signora Figg al mio ritorno mi avrebbe
punito corporalmente o piu semplicemente mi avrebbe spedito in
collegio. ormai però era troppo tardi perché una
voce del megafono
chiamò il mio treno.
Mi
avvicinai agli scalini e montai sul treno e cercai uno scompartimento
vuoto, quando lo trovai mi ci infilai chiudendomi la porta alle
spalle non avevo bagagli da mettere a posto e siccome lo
scompartimento era vuoto mi sedetti vicino al finestrino e con l'ipod
nelle orecchie attesi la mia fermata.
il
viaggio fu lungo, il treno partì alle nove fino alle tre di
pomeriggio non scesi. In quel lungo lasso di tempo, quando nel vagone
non c'era nessuno, mi sdraiai, camminai in su e in giu per il vagone
, contai buchi della rete porta valigie ma
il
viaggio sembrava non finire ma, il paesaggio anche quello non
cambiava mai, alberi cespugli e man mano che si usciva dalla
città
o meglio dalla civiltà le stazioni peggioravano.
finalmente
arrivai alla mia Coombe Halt. era un posto desolato, nessuno scese
alla mia stesse fermata.
scesi
dal piccolo patio che era adibito a stazione e una volta scesi gli
scalini mi trovai davanti ad un bivio
-e
adesso che faccio?- esclamai senza sapere da che parte andare.
mi
guardai attorno, non c'era niente che potesse indicarmi la via,
iniziai a dubitare di avere fatto la scielta giusta.
mi
sedetti sui gradini del piccolo patio e mi misi a pensare in due ore
che ero la non passò nessuna macchina quindi non potevo
chiedere a
nessuno la strada.
dopo
esattamente due ore che ero la passò una vecchietta su di un
carretto, appena la vidi mi alzai e le corsi in contro spaventandola
a morte. questa cominciò ad ansimare -no. mi scusi non
volevo
spaventarla-
le dissi cercando di scusarmi -ci sei riuscita ragazzina- mi rispose
sorridendo -che cosa volevi?- continuò -ecco io mi
domandavo, se lei
sa la strada per raggiungere la casa del professore, il - mi
interruppe
- il professor Kirke?- annuì ma lo conoscevano proprio tutti.
-certo
è da quella parte, tutto dritto, poi la vedi è
una villa enorme non
ti puoi sbagliare- disse sorridendomi
la
ringrazia e presi la via che mi aveva indicato.
la
strada era tutta sconnessa, buche sassi in che razza di posto
viveva? man mano che però mi avvicinavo alla
sommità della collina
il paesaggio cominciò a cambiare, il marrone dei sassi
lasciò
spazio al verde del
praticello
all'inglese che portava fino alla grande villa.
quando
arrivai all'enorme portone ero però indecisa se bussare,
avevo fatto
una cavolata a venire fin qui e quando mi voltai per tornare indietro
sentì la porta aprirsi. Rimasi ferma immobile non sapendo
cosa fare
-gia
vai via?- mi domandò il professore, sorrisi e poi lo andai
ad
abbracciare -hai turbato il delicato stato emotivo della mia
governante- disse tutto allegro invitandomi ad entrare -mi scusi- gli
risposi.
-oh
non preoccuparti, vieni sarai affamata- mentre io mangiavo mi
osservava con attenzione.
finito
di mangiare mi condusse in quelli che sarebbero stati i miei alloggi,
una stanza gigante, ancora piu grande di quella che avevo a Londra.
mentre passavo in rassegna la stanza lui si sedette sul letto e non
si
perse
un mio singolo movimento.
mi
affacciai alla finestra che dava sul giardino anteriore - Lucy, posso
chiederti perchè sei venuta qua?- mi domandò dopo
lunghi attimi di
silenzi.
Ma
come non lo sapeva? mi sedetti sul divanetto sotto la finestra e
cominciai a spiegargli tutto quello che era successo da quando ero
tornata a quel preciso istante.
tutto
il pomeriggio lo passammo, o meglio io lo passai a raccontare e lui
ad ascoltarmi in silenzio, solo quando ebbi finito mi porse una
domanda molto strana, non c'entrava nulla con quello che si stava
dicendo
da
ore orma -Lucy, tu hai qualche ricordo della tua vita prima di venire
a stare da me?- mi disse avvicinandosi e guardandomi negli occhi.
io
non capivo cosa volesse dire, li risposi muovendo il capo in segno
negativo -come sospettavo- si alzò ed uscì dalla
stanza. cosa
sospettava lui?.
la
cosa si faceva sempre piu misteriosa e contorta, guardai fuori dalla
finestra e nel vetri riflesso vidi il volto di Aslan -Aslan- ma
scomparse subito.
perché
non mi aveva piu richiamato? forse era arrabbiato con me o
semplicemente era deluso dal mio comportamento infantile.
sospirai
e andai giu ad aiutare il professore in cucina.
mentre
sbucciavo le patate per la cena e il professore apparecchiava non
feci a meno di pensare a quello che mi aveva domandato il professore,
sul fatto che non ho ricordi di prima che venissi presa a casa con
lui.
in
effetti era strano, tutte le persone hanno dei ricordi della loro
vita anche prima dei quatto anni mentre io non avevo il minimo
ricordo se non quel flash delle stelle -professore- dissi rompendo il
silenzio.
smise
di apparecchiare e mi presto attenzione -dimmi Lucy- sedette - prima,
in camera- cominciai -mi ha chiesto, se mi ricordassi qualcosa del
mio passato - prese gli occhiali e cominciò a pulirli
meticolosamente
-e
allora?- continuai a sbucciare le patate mentre cercavo una frase per
introdurre quello che volevo dirgli
-in
effetti qualcosa mi ricordo - gli confessai, alzò lo sguardo
e mi
guardò perplesso.
la
sue espressione cambiò rapidamente non appena gli dissi che
qualcosa
mi ricordavo si alzò dalla sedie e cominciò a
camminare avanti e
indietro per la stanza misurando accuratamente ogni centimetro del
terreno di pietra della cucina -e che cosa ti ricordi? - mi
domandò,
la sua voce era cambiata improvvisamente, non era piu quella dolce e
spensierata di sempre ma era roca, come se avesse improvvisamente
sete, lo guardai mentre ancora camminava lungo la stanza, una goccia
di sudore gli cadde su una tempia.
con
voce roca e quasi spaventata mi domandò di nuovo cosa mi
ricordassi.
lasciai
allora il coltello e mi appoggia al camino spento, feci un lungo
respiro e pensai a quell' imaggine che mi era balenata nelle mente la
notte prima della battaglia.
dopo
avere rimesso insieme le idee mi decisi a parlare, alzai lo sguardo
sul professore che ancora marciava per la cucina, il volto era
arrossato e la fronte era improvvisamente diventata tutta rugosa,
sembrava tanto che si stesse spremendo le meningi in cerca di una
soluzione, a cosa?
-
veramente, non è proprio un ricordo - inizia a raccontare,
anche io
iniziai a marciare tra il camino ed il tavolo -anzi. non so nemmeno
se sia un ricordo o semplicemente un sogno - cercai di essere il piu
precisa possibile non era facile da spiegare, nemmeno io avevo capito
che cosa fosse, era come quando ti ricordi una frase di un film che
ti torna alla mente, dopo tanto tempo che non lo vedi ma che in te
sai di ricordarti.
-
in questo chiamiamolo ricordo tu che fai?- la sua voce era poco piu
di un sussurro come se avesse paura di pronunciare quelle parole -io-
come avrei spiegato qualcosa che nemmeno io mi ero spiegata, a cui
nemmeno io credevo -non vedo niente - non era come un immagine di un
film c'era solo il sonoro, due voci quella di una bambina e quella di
un uomo, sicuramente suo padre - sento solo due voci - il professore
ogni parola che gli raccontavo era sempre piu scioccato -quella di
una bambina e di un uomo - dissi infine.
il
professore si fermò improvvisamente e si mise a guardare
fuori dalla
finestra si portò una mano alla bocca e molto debolmente
sussurrò
-non è possibile - era sconvolto si voltò verso
di me con un
espressione che non avevo mai visto.
sul
suo volto c'era stupore, ma negli occhi sembrava come se fosse
spaventato -cara, io mi sono ricordato che ho un impegno
improrogabile - usci di corsa dalla cucina lasciandomi sola senza
capire esattamente il perché.
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Capitolo 8 *** capitolo 7° il sogno ***
il
professore o era impazzito tutto in una manciata di minuti o lui
sapeva qualcosa del mio passato che io ignoravo.
non
ho mai visto nessuno spaventarsi per un ricordo.
ma
io allora chi ero? perché dopo avergli raccontato
ciò è quasi
scappato? il mistero si infittiva ma sicuramente lui sapeva
qualcosa e io dovevo fare di tutto per scoprirlo.
la
mattina seguente mi alzai molto tardi e una lettera del professore mi
informava che sarebbe stato via tutto il giorno.
fantastico
pensai così non avrei potuto chiedergli che cosa sapesse lui
di me.
non
che mi importasse granché sapere dei miei genitori ma sapere
cosa
gli ha spinti ad abbandonarmi sulle scale di una chiesa con solo un
biglietto con il mio nome attaccato.
per
tutto il pomeriggio camminai negli immensi prati che circondavano la
casa ripensando a quel breve ricordo che avevo, ripensandoci bene la
prima volta però vidi.
mi
sedetti sul ramo di un albero abbastanza basso e mi misi a ricordare
e a cercare di mettere a fuoco la scena.
c'era
una bambina piccola con una veste bianca, forse un pigiama, aveva una
coroncina in testa.
chiusi
gli occhi cercando di concentrandomi ancora di piu per capire o
meglio per cercare di vedere la faccia almeno dell'uomo.
niente
provai e riprovai, l'unica cosa che riuscivo a distinguere erano le
voci mentre le facce dei due erano sfocate, quella della bambina era
sfocata mentre l'uomo proprio non lo vedevo.
iniziava
a fare buio ed era meglio rientrare.
appena
entrai un profumino che veniva dalla cucina mi fece dimenticare dei
miei inutili tentativi di intravedere le facce.
entrai
in cucina, il professore era in tento a cucinare non so cosa
però
aveva un buono odore professore che cosa cucinando? - gli domandai
entrando in cucina e sedendomi al mio posto -questo altezza - appena
si accorse
di
cosa aveva detto si corresse subito -emm Lucy- io feci finta di non
aver sentito ma in realtà avevo sentito benissimo, mi aveva
chiamato
altezza.
mentre
guardavo la zuppa fumante nel piatto ripensai a quel secondo,
altezza, erano due anni che nessuno mi chiamava in quel , lo guardai
mentre mangiava e per questo non si accorse di me che lo guardavo,
come faceva a sapere che ero la Regina Lucy ma poi pensai che glie lo
avessi detto nei miei racconti.
quella
sera si fece una partita a carte molto divertente e quando mi disse
di andare a letto eseguì subito gli ordini.
decisi
che era meglio no farsi troppo problemi su quello strano sogno, avrei
potuto vivere normalmente senza bisogno di sapere chi fossi.
nel
buio della stanza non riuscì però a non pensare a
Narnia, chissà
cosa stava succedendo e chissà quanto tempo è
passato se pochi
giorni o anni interi anche la, sopirai e ripensai a tutti quelli che
mi avevano aiutato i
Castori,
il Signor Tumnus il fauno, Oreliu e Aslan.
qui
ormai sono passati due anni esatti chissà se si ricordano
ancora di
me io di certo non li scorderò mai ma
ormai
è chiaro, Narnia è ormai sicura e non hanno piu
bisogno di me e
anche se è stato per pochi giorni una parte del mio cuore
non so
neanche quanto grande sia apparterrà sempre a Narnia.
chiusi
gli occhi abbandonandomi ai pensieri che ben presto si tramutarono in
sogni.
sognai
di essere tornata a Narnia, sognai Aslan - devi tornare Principessa
Lucy - mi disse triste venendomi in
contro,
mi avvicinai anche io a lui - come faccio? gli domandai -devi
aspettare la chiamata- disse poi scomparve e io mi svegliai.
era
un sogno o era reale? la cosa certa è che stavo impazzendo
adesso
avevo anche le visioni mi alzai dal letto e mi vestì in
fretta,
qualcosa mi diceva che presto sarei tornata a Narnia e questo non
faceva altro che accrescere la mia euforia.
la
mattina, quando spuntò il sole io ero alla finestra, con il
cappuccio in testa e le scarpe ai piedi pronta per la chiamata che
però non arrivò ne quel giorno ne quello dopo.
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Capitolo 9 *** capitolo 8° il ritorno a Narnia ***
la
chiamata non arrivò nemmeno la settimana seguente e ormai
ero
arrivata a convincermi che era solo un semplice sogno.
e
mentre realizzavo che era solo un sogno passeggiavo per i prati
d'intorno alla casa, avevo trovato un posto fantastico, dietro casa
c'era
un prato con una macchina abbandonata, tutte le sere mi mettevo la
sopra e guardavo il tramonto dai colori stupendi.
seduta
sul tettuccio della macchina a volte pensavo anche a Grace l'unica a
cui avevo aperto veramente il mio cuore, nella mente mi
apparvero
le immagine di noi piccole, provai a ricordare qualcos'altro, prima
di avere quattro anni.
ero
concentrata quando sentii la voce del professore chiamarmi per la
cena -arrivo -dissi scendendo dal cofano.
mi
stavo incamminando verso casa quando uno strano venticello cominciava
a salire, lo ignorai e andai avanti poi di nuovo quella
sensazione
di vuoto e poi il buio.
quando
riaprì gli occhi mi ritrovai su una spiaggia deserta,
bianchissima
un sorriso spontaneo mi si disegnò sulle labbra, mi rialzai
e
guardai il paesaggio non c'era dubbio dove fossi finita, ero tornata.
mi
misi a correre sulla spiaggia arrivando poi alle scale di un vecchio
rudere però era strano, non ricordavo rovine a Narnia,
salì
lentamente
le scale e arrivai ad un grande spiazzo, il pavimento era ricoperto
di erbacce come quasi tutto ciò che restava di quel rudere.
continuai
a camminare nello spiazzo quando qualcosa attirò la mia
attenzione,
era un trono mi avvicinai e mi ci sedetti sopra
improvvisamente
capì dove fossi - cair paravel - quanto tempo era passato
perchè il
castello andasse in rovina in questo modo, le lacrime mi salirono
agli occhi mi rannicchiai sul trono e cominciai a piangere, tutti
quelli che conoscevo erano morti.
-perchè
piangi? - alzai gli occhi e davanti a me vidi un grosso leone fulvo
non appena lo riconobbi mi alzai e corsi ad abbracciarlo -Aslan -
-principessa
Lucy - .
-che
cosa è successo?- gli domandai asciugandomi le lacrime
-i
Telmarini ci hanno invaso- disse triste Aslan
-i
Telmarini?- domandai, chi erano?
-gli
abitanti di Telmar. appena sei andata via, solo due anni dopo loro
ci hanno invaso e-
-e..-
-molti
sono stati uccisi, molti fatti prigionieri-
era
terribile ed era solo colpa mia che non ho saputo difendere il mio
popolo.
quello che disse Aslan però mi lasciò
letteralmente senza parole
-come sei tornata qua?- lo guardai negli occhi verdi -non sei stato
tu a chiamarmi?-
con
la testa disse si no, ma se non era stato lui a richiamarmi chi era
stato? Pensierosa mi risedette sul trono incrociando le gambe pensando
a chi poteva essere stato.
Ero
ancora immersa nei miei pensieri quando vidi Aslan allontanarsi
-Aslan
dove vai?- gli domandai non capendo perché se ne stesse
andando
-devo risvegliare i narniani addormentati.
Mi
alzai dal trono e lo rincorsi -e io che dovrei fare? - mi fermai
mentre lui continuò ad avanzare nella folta vegetazione -vai
alla
tavola di pietra-
alla
tavola di pietra? A fare che ? A badare a delle piante – li
troverai appoggio?- -appoggio per cosa?- troppo tardi se ne era gia
andato, questo era l'aspetto negativo di Aslan non diceva mai le cose
per intero, dovevi interpretarlo tu.
Borbottai
qualcosa prima di girarmi e andare nella sala del tesoro recuperare
la spada e la boccetta poi richiusi il baule dove era contenuto tutto
e uscì.
Uscì
un po ansante visto che era tutto in salito e non ero piu abituata a
correre e a saltare. Prima di addentrarmi nella foresta lancia un
ultmo sguardo d'insieme a quel rudere, il sole era tramontato
–
troverò la tavola di pietra al buio?- mi domandai, non ero
nemmeno
sicura se l'avessi trovata alla luce del giorno figuriamo ci di notte
ma.
Mi
misi in cammino e anche io mi addentrai nella foresta, mi calai il
cappuccio in testa, odiavo stare con la testa scoperta nei luoghi
buio e piu camminavo sembrava di non essere piu a Narnia.
Gli
alberi erano silenziosi e nemmeno un animale emetteva un suono,
foresta era troppo silenziosa, dire quasi spettrale.
Camminai
tutta la notte quando finalmente arrivai al fiume, tirai un sospiro
di sollievo finalmente ero quasi arrivata.
Segui
il sentiero che mi portò sulle rive del fiume camminando
sulla riva
mi accorsi che le ninfe dell'acqua non venivano piu fuori a
salutare.
Mi
rattristai era davvero così diversa Narnia, ma quanto tempo
era
passato da quando ero ripartiti e chi erano questi abitanti di Telmar
che avevano invaso e distrutto moralmente Narnia.
-ei
tu che ci fai qua?- mi girai alle spalle ma non vidi nessuno -sono
qua giù spilungona. Tiè- mi accorsi tardi del
nano dietro di me,
mi pesto un piede e
mi
buttò a terra, non che mi avesse fatto male ma non mi
aspettavo che
un nano mi aggredisse -ei ma sei impazzito?- gli domandai arrabbiato
atterrando
sui sassi del fiume – questo è per Narnia- e si
buttò su di me
cercando di picchiarmi ma lo tirai su come si fa con i bambini mentre
lui
cercava
di tirarmi cazzotti -hai finito? - gli domandai ma non aveva finito,
mi morse una mano e rotolò via -ai, pazzo di un Nano
– tirò fuori
la sua
spada
e mi sfidò a duello, mi venne spontaneo ridergli in faccia
ma
vedendo la sua espressione seria mi feci seria anche io – fai
sul
serio ?- ma non ebbi una risposta, cominciò ad attaccarmi
senza
ritegno -ei ma che fai – dissi cercando di evitare i colpi
– ma
smettila nano bonsai – però non era male
anche
se la spada era piu alta di lui la sapeva maneggiare bene –
parliamone- continuavo a ripetere saltellando a destra e sinistra per
evitare di
essere
colpita -è inutile che cerchi di convincermi, telmarina
–
telmarina
-ah
ci deve essere un errore io non sono di Telmar dissi iniziando ad
essere
stanca
– si certo- decisi che era inutile parlare con lui
– è tutto
fiato sprecato con in Nani – mi misi a correre e lui mi
inseguì,
inutile dire che almeno in
quello
avevo un certo vantaggio -vieni qui che ti concio per le feste
–
correvo in cerchio sulla riva mentre lui continuava a rincorrermi
-ehi
mollami, mettimi giu- poi cominciò a dire -che vuoi adesso?
- non ce
l'ho con te, o mio sire?- disse inchinandosi ad un uomo alto e bruno,
e neanche niente male. Il suo volto però mi era familiare
anche se
non l'avevo mai visto.
-tutto
bene?- mi domandò rimettendo a terra il nano, non riuscivo
ad
aprire bocca, l'apri e la richiusi senza che ne uscisse alcun suono,
la sua voce, era la stessa, la stessa voce del sogno,
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Capitolo 10 *** capitolo 9° L'uomo e il nano ***
Il
nano lasciato libero si
inchinò all'uomo fino a toccare con il naso la terra.
-mio
sire, questa –
disse indicandomi – è un abitante di Telmar
– ei – lo sguardo
dell'uomo
si assottigliò
e si fece piu minaccioso quindi mi affrettai a spiegare da dove
venivo – no aspetta – dissi facendo un passo
indietro – io non
sono di Telmar, non so
neanche
dove sia – dissi
cercando di risultare il piu convincente possibile – ma cosa
dice?
- disse il nano – adesso mi stavo arrabbiando da vero -cosa
dico? -
dissi adirata
-ma
cosa dite voi? Io
ritorno qua e..e un nano pelato cerca di staccarmi la testa. Poi tu-
dissi indicando l'uomo – come senti nominare Telmar ti
avvicini
minaccioso - l'uomo
fece
una smorfia come
dire, si forse hai ragione, levò la mano dalla spada e fece
qualche
passo indietro – in effetti - disse -si puo sapere che vi ho
fatto?- ormai stavo urlando dalla rabbia .
-sire
non fatevi
incantare- disse il nano brandendo la spada -non ti è
bastata la
corsa di prima – mi tirò la spada e per poco non
mi prendeva - ma
sei impazzito?-
esclamammo
in coro io e
l'uomo – ma sire- era incredulo -nickabrik- gli fece cenno di
tacere , poi si avvicinò a me, prese la spada e la
riconsegnò al
nano.
-ti
domando scusa- disse
di nuovo avvicinandosi -non voleva essere scorte- si riferiva al nano
-vero?- incitò il nano a rispondere -si, scusa –
disse il nano.
-non
volevamo aggredirti
in questo modo- disse mentre si avvicinò di nuovo a me
e
mi porse la mano, il
primo che in tutta Narnia lo faceva - Lucy – dissi
stringendola
non
appena la strinsi
percepì una scossa e a vedere la sua faccia sembra anche lui.
Camminavamo
ormai da un po
lungo la scogliera immersa negli alberi, sotto di noi
c'era
il mare e dietro di
noi c'era il bosco, sia l'uomo che e il nano Nicabrick erano
davanti
che mi facevano
strada – dove stiamo andando?- domandai dopo quasi un ora di
cammino – alla tavola di pietra- mi rispose il nano.
Che
scorbutico, gli feci
il verso alle spalle ma lui se ne accorse -maestà posso
addormentarla?- domandò piano all'uomo -guarda che ti ho
sentito-
gli urla
-calmatevi-
disse
spazientito iniziando a scendere dalla scogliera.
Arrivati
ad un altra
spiaggia l'uomo ci invitò a salire su una barca a remi
– ma è
sicura?-
domandai scettica
-non credo, vieni a nuoto ti conviene – disse sarcastico
ilnano
-facciamo che vieni con me?- gli dissi adirandomi.
Quel
nano era
insopportabile, odioso e l'uomo alla terza volta che ci rispondeva
non disse piu niente, ci lasciò fare.
-senti
sarai anche la
regina di un tempo che fu- cominciò -ma sei veramente
antipatica-
disse girandomi le spalle
-ma
senti chi parla- gli
dissi girandomi dalla parte opposta guardando gli alberi
-racchia-
-pelato-
risposi
-principe- disse cercando appoggio, gli feci la linguaccia -ma sire.
Non dite niente? – disse sconvolto -ma cresci nano- gli dissi
ma
vedendo la sua faccia forse capì che avevo esagerato.
Per
tutto il tempo
restante rimanemmo in silenzio e una volta scesi mi decisi a
chiedergli scusa -ei- mi fulmino con lo sguardo e grugnendo
seguì
l'uomo
-dai
scusa, non volevo-
gli porsi la mano in segno di arresa -pace?- domandai
sorrise
e poi l'afferro
-ok, ma non chiamarmi nano- -e come devo chiamarti-
-Nikabrick-
rispose, per
il resto del viaggio non volò una mosca, quell'uomo era piu
misterioso di tutta questa faccenda.
è
un grande oratore è?-
dissi a Nikabrick riferendomi all'uomo che ci precedeva, dall'inizio
del viaggio non aveva mai aperto bocca sennò per dirci di
smetterla
di litigare
-
forse no- disse per la
prima volta lasciandoci di stucco, stava ascoltando tutti i nostri
discorsi - ma grande pensatore- e si rimise a camminare davanti a
noi.
dopo
quella volta non lo
sentì piu parlare. Stavamo attraversando un sentiero immerso
negli
alberi, li osservai attentamente - sono immobili - dissi triste -
sono
alberi
- precisò
Nicabrick guardandomi come si osserva una che delira
anche
l'uomo accennò un
mezzo sorriso -un tempo danzavano - dissi convinta e
entrambi
risero - che
c'è?- domandai scocciata -gli alberi non si muovono Lucy -
disse
sarcastico l'uomo - non sono pazza - dissi superando sia il nano che
l'uomo
-dove
stai andando?- non
gli risposi e continua a marciare per la mia strada, quando mi girai
ero da sola o meglio quei due erano rimasti fermi , sbuffai e
ritornai da loro.
-uomini-
dissi seguendoli.
a sera arrivammo alla tavola di pietra - l'avete spezzata ?- esclamai
-spezzata?- ripeté. Cominciava veramente a darmi sui nervi,
mi
avvicinai alla tavola e la sfiorai, sospira -Aslan – i
presenti si
misero a ridere
-che
avete da ridere?-
domandai guardandoli male, un altro nano si avvicinò a me
ridendo
-ragazzina, vorresti farmi credere che tu conosci Aslan? -
continuò
a ridere
ero
sconvolta. Non
credevano che Aslan esistesse -Aslan è solo una leggenda-
disse un
fauno da un balconcino - non lo è, secondo voi chi ha ucciso
la
strega bianca?- risposi arrogante al fauno -se Aslan esistesse-
cominciò un centauro avvicinandosi
-Telmar
sarebbe sconfitta-
disse guardandomi con sfida mentre i nani ridevano, scossi la testa
schifata dal loro comportamento -o forse è solo schifato dal
vostro
comportamento
– dissi ed
uscì sotto gli sguardi dei presenti e dell'uomo che non si
era perso
una sola battuta del discorso.
Uscì
nel cortile di
pietra con il cappuccio tirato in testa, mi sdraiai sulla tavola e mi
misi ad ascoltare l'ipod -che stupidi che sono- disse guardando le
stelle
-un
ammasso di caproni-
continuai alzandomi e mettendomi a sedere, gli altri erano ancora
dentro che ridevano alle mie spalle -ridete ridete, spero che..mmm-
guardai
dentro
la sala, una
lacrima di rabbia scese e cadde sul vetro dell'ipod -sono tutti degli
stupidi – dissi asciugandomi la guancia.
-maestà-
disse una
vocetta alle mie spalle, mi girai cercando di nasconderle, trovai un
topo inchinato a novanta gradi – ti prego – gli
dissi, odiavo
quando si inchinavano
-se
non sono indiscreto-
cominciò il topino -come mai stavate versando le vostre
preziose
lacrime?- guardai di nuovo la sala e i suoi stupidi occupanti.
-maestà-
cominciò il
topino -ti prego, chiamami Lucy- gli dissi -o maes..volevo dire Lucy
che onore, grazie- si inchinò di nuovo -il mio nome
è ripicì, un
umile soldato-
gli
sorrisi e mi voltai
completamente verso di lui, riposi l'ipod e mi misi a parlare con
lui, era solo un topo ma era molto emozionante sentire raccontare
cosa era successo in mia assenza.
Dopo
il suo lungo racconto
mi morsi il labbro – è passato così
tanto tempo – dissi quasi
sussurrando.
-è
tardi, dovreste un po
riposare- mi suggerì ripicì, annui sorridendogli
e mentre lui tornò
dal suo esercito di topi io mi alzai dalla tavola e mi avviai verso
la mia “stanza”
quando
mi sentì presa per
un braccio – ei – mi girai e l'uomo era la.
CHI SARà MAI
QUEST'UOMO?????? A VOI L'ARDUA SENTENZA...SEGUITEMI E NEL PROSSIMO
CAPITOLO TUTTE LE DELUCIDAZIONI IHIHI
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Capitolo 11 *** capitolo 10° il secgreto svelato ***
Eccomi
qua in diretta da Milano! che palle sei ore per arrivare e domani
sera devo andare di nuovo via, ='( ___ ma passiamo a noi o meglio
passiamo al nuovo capitolo dove finalmente si scoprirà
l'entità
misteriosa!
però
ragazze ! poi non ditemi che non c'eravate arrivate che era
semplicissimo! vabè dai non piangiamo sul latte versato e
speriamo
che la Scighera ( nebbia ma non so se si scrive così xD )
sia
sparità aHaH!
come
vi ho detto in questo
capitolò si inizierà a capire la vera storia di
sottofondo, cioè
quella che davvero è importante!!
vebbè
vi lascio al
capitolo e spero che vi piaccia.. alla prossima vi aspetto in fondo
buona lettura !!
l'uomo
mi prese per un
braccio e mi riportò a sedere sulla tavola di pietra
inchiodandomi
la senza possibilità di fuga
-
Che vuoi adesso?- Gli
dissi acida.
Abbassò
quel suo sguardo bellissimo ma triste, mi pentì di essere
stata così brusca - Scusa.
Hai ragione - disse mollando la presa dalle mie braccia e rientrando
nella sala.
Maledì
piu volte di
essere stata così cattiva nei suoi confronti, magari voleva
solo
parlare ma il mio orgoglio mi faceva pensare che forse voleva solo
continuare a sfottermi per la battuta degli alberi e piu pensavo a
cosa volesse poco fa piu mi venivano solo cattiverie.
decisi
di osservarlo piu
da vicino e messa la felpa blu decisi che era ora di indagare.
Molta
gente sembrava non
dormire come me e questi avrebbe reso la cosa piu difficile del
previsto.
Mi
avvicinai alla sua
tenda, la luce era accesa, anche lui non dormiva, pensai. Mi nascosi
dietro ad una botte per spiarlo quando mi ritrovai faccia a faccia
con Ripicì -Ripicì -esclamai respirando
affannosamente per colpa
dello spavento
-
Cosa fate qua altezza?- lo guardai male, primo perchè non
volevo essere chiamata Altezza,
odiavo tutte quelle formalità per non parlare dell'etichetta
e
secondo perché ero in missione - Niente Ripicì -
cercai di
risultare il piu
convincente
possibile ma
non mi credette - Ok. Lo stavo spiando - ammisi in fine - Volevo
solo sapere che tipo é - ammisi appoggiando la schiena alla
botte.
Il topo salì sulle mie ginocchia per ascoltare meglio che
avevo da
dire
-
E.. perchè? -
-
Prima è venuto da me e
mi ha inchiodata alla tavola di pietra, ma poi senza un motivo
è
andato via -
Ripicì
si fece serio -
Scopriamo cosa ti nasconde - Alzai un sopracciglio pensando di aver
capito male ma quando mi fece segno di seguirlo capì che
faceva sul
serio.
Entrammo
di soppiatto
nella sua tenda e ci nascondemmo sotto al tavolo che aveva una lunga
tovaglia che arrivava fino a terra e la ci mettemmo in ascolto per
cercare di capire il suo comportamento di poco fa.
L'uomo
stava camminando
avanti e indietro per la tenda sotto gli occhi di un altro uomo, un
uomo molto simile ad un nano ma sicuramente umano, la tenda non era
poi tanto illuminata quindi nessuno si accorse di noi sotto al tavolo
che
spiavamo.
L'uomo
piu alto era
inquieto continuava ad andare in su e giu per la tenda - Mio signore.
Cosa vi tormenta ? - Chiese l'uomo seduto, vestiva con una veste blu
notte e sul naso a patata aveva un paio di occhiali - Niente maestro
- rispose vagamente l'uomo in piedi continuando a camminare.
-
Io vi conosco sin da
quando eravate bambino - disse l'uomo seduto
-
Quello è il precettore
del Principe - mi spiegò Ripicì
l'uomo
alto infine si
sedette sul letto stancamente e si passò una mano sul viso
stupendo
- Lo sai Cornelius che cosa ho - disse appoggiando i gomiti sulle
gambe mentre fissava un punto vuoto della stanza.
-Che
aria triste -
sussurrai a Ripicì
-
Prima, ma parlo di molto
tempo fa, era felice - si rattristò pure lui - Poi un giorno
-
-
Maestro, non mi darò
mai pace - disse alzandosi di scatto e avviandosi alla porta, anche
il maestro si alzò
-
Ma principe, sono
passati ormai sette anni. Basta con il dolore - disse il maestro - No
- gridò improvvisamente l'altro uomo
-
Non potrò mai di darmi
pace -
-
Fattene una ragione -
infine gridò il maestro, che cosa gli era successo, di che
dolore
parlava? non vedevo il volto dell'uomo, era girato di spalle - Non
tornerà piu - continuò il maestro - questo lo
dici tu - adesso
gridò anche il principe
ma
di chi parlavano?, chi
non tornerà piu - Ormai è nel modo di
là -, continuò il maestro -
Caspian, il tempo scorre diversamente, non sarà neanche
piu..-
l'uomo, chiamato Caspian uscì dalla tenda - Taci Cornelius -
e si
allontanò dalla tenda sparendo dalla vista nostra e del
maestro
Cornelius.
Cornelius,
il precettore
rimase per un po a guardare Caspian allontanarsi poi ritornò
a
sedere sul divanetto prendendosi la testa tra le mani - Oh povero
ragazzo mio - disse triste poi volse lo sguardo al tavolo - Voi due
avete intensione di restare la per molto?- beccati, io e
ripicì
uscimmo da sotto il tavolo.
entrambi
eravamo
imbarazzati e avremmo pagato in quel momento per essere da per tutto
tranne la - Allora, avete sentito tutto - disse Cornelius invitandoci
a sedere, entrambi annuimmo - vi sarei lieto se non ne faceste parola
con nessuno di questa conversazione - disse serio Cornelius.
stavamo
uscendo quando pensai di rivolgergli qualche domandi - Mi scusi -
Cornelius mi
guardò attraverso gli occhiali tondi - Posso. Posso parlarle
un
secondo? - gli domandai tornando nella tenda.
ci
riaccomodammo nella
tenda - Mi scusi, prima Caspian o meglio lei ha detto che non
tornerà
piu - il mastro ascoltava
-
Ma esattamente, chi non
ritornerà più? - chiesi, lo so non erano affari
miei ma io ero
troppo curiosa di sapere che misteri circondavano il principe
Caspian.
Cornelius
stava per dire
qualcosa quando si bloccò e guardò oltre le mie
spalle - Dovresti
essere a letto - disse una voce dietro di me.
Mi
voltai lentamente e
vidi il volto di Caspian freddo e arrabbiato ma con gli occhi ancora
lucidi, sorrisi abbassando il capo ed uscì dalla tenda - e
comunque
- disse mentre uscivo dalla tenda, mi fermai a guardarlo negli occhi
scuri come i miei - Non sono affari tuoi, Lucy -.
uscì
triste e arrabbiata,
i nostri rapporti erano partiti proprio con il piede giusto, anzi non
erano proprio partiti, come ritorno a Narnia non è stato dei
piu
migliori, arrabbiata e con le lacrime agli occhi mi misi anche io a
camminare avanti e indietro nel prato vicino alla mia tenda.
-
Sono una stupida -
cominciai -Devo imparare a farmi gli affari miei - dissi marciando su
e giu e tirando i calci a l'erba malcapitata.
poi
Aslan apparve come suo
solito, corsi ad abbracciarlo - oh Aslan - lo abbracciai forte
affondando nella sua morbida criniera - Dolce Lucy - disse lui
ricambiando l'abbraccio a suo modo - Oh Aslan ho fatto una cosa
terribile - dissi tra le lacrime - quale cosa terribile? -
-
Io e Ripicì ci siamo
nascosti nella tenda di Capsian - cominciai tutto il racconto per
filo e per segno fino al l'incontro con lui - Vedi Lucy, nonostante
Caspian sorrida in pubblico lui è ancora ferito per la sua
perdita -
disse Aslan
-
Aslan, è stato lui a
richiamarmi. Lo so - dissi tralasciando il discorso Caspian, quelli
erano affari suoi, e se voleva parlarne doveva essere lui a volerlo,
non lo avrei mai piu infastidito se mai mi avesse piu parlato -
però,
il nostro rapporto è tutto tranne che da Alleati - dissi
preoccupata
-
abbiamo una guerra da
sostenere- dissi Aslan si alzò - Dagli tempo Lucy deve solo
capire -
capire che cosa? ecco un altro discorso alla Aslan - Capire che cosa?
- gli domandai mentre stava andando via - Tempo al tempo dolce Lucy.
vedrai che tutto si sistemerà - disse e poi
svanì, come la nebbia.
-
dimmi di piu - esclamai
guardando il vuoto -con chi parlavi?- ancora lui, mi voltai e andai
via, lo sfiorai a posta - Non sono affari tuoi - e me andai via
lasciandolo li.
se
era una guerra di
indifferenza che voleva, l'avrebbe avuta - Lucy - mi chiamò,
nella
sua voce c'era urgenza lo sentivo, ma io ero orgogliosa e come una
leonessa ferita gli prestavo diffidenza - notte Caspian -.
grazie
di aver lettoo! allora che vi avevo detto non era semplice?? dai che
ci eravate arrivate!!
alla
prossima Baci!!
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Capitolo 12 *** capitolo 11° non cambierà mai ***
Il
giorno dopo quando mi svegliai dovetti fare mente locale per capire
dove fossi, una volta capito uscì dalla tenda felice: il
sole
brillava alto nel cielo, gli uccellini cantavano e nessuna rottura di
prima mattina - Era ora tu
ti
svegliassi - disse una voce alle mie spalle, tutto tranne lui pensai
nella mia mente, feci un bel respiro profondo, contai fino a dieci e
mi girai
-
Buongiorno - Gli sorrisi e rientrai nella tenda afferrando la felpa e
mettendomela sulle spalle evidentemente mi seguì visto che
andai a
sbattere contro di lui non appena mi voltai - Non si bussa? - - Ma
come sei
scorbutica
- disse con quel suo sorrisino affascinante ma da schiaffi - Dovevo
farti fare a pezzi da Nikabrick - continuò.
Non
riuscì a trattenere una risata - Si certo, un nano che mi
batte.
Questo è tutto da vedere - dissi superandolo e uscendo dalla
tenda -
Dove vai adesso?- mi domandò seguendomi - Cose da donne -
gli
risposi senza nemmeno voltarmi, se era un modo per farsi perdonare di
ieri sera era veramente patetico.
-
Beh donna. sbrigati siamo in partenza - lo sentì ridere e
imbronciata gli tirai la felpa in testa. - Vostra maestà
è pronta?-
mi domandò prendendomi in giro e per aumentare ancora di piu
l'effetto ridicolaggine ci mise anche un bell'inchino
- si
vostra radiosità - io invece non gli ricambiai l'inchino,
presi la
felpa dalla sua spalla e me ne andai, anche ad alcuni passi da me lo
sentivo ridere - ti faccio ridere è?- sbuffando rientrai
nella tenda
prendendo la mia roba poi uscì di nuovo e andai a cercare
Nickabrick
.
un
ora dopo eravamo in cammino, Caspian in prima fila con
Ripicì su una
spalla io e Nicabrick in fondo, ok ero io l'ultima e li seguivo
sbuffando - dove stiamo andando ? - chiesi ma nessuno mi rispose.
camminavamo
tra gli alberi gia da diverse ore ormai e nessuno ancora si era preso
la briga di dirmi dove stavamo andando.
il
paesaggio cambiava continuamente, da verde intenso a verde bottiglia
da allegro a selvaggio, ultimamente i posti visitati erano molto piu
selvaggi di come me li ricordavo io.
- Ci
fermiamo qua per oggi - annunciò il fiero comandante, lo
guardai e
scossi la testa. ci fermammo su una spiaggetta poco distante da un
bosco, accendemmo un fuoco e Nicabrick cominciò a pescare
nel mare o
fiume che fosse.
-
posso dare una mano?- domandai - oh maestà non potrei mai
chiedervi
di fare qualcosa - mi rispose Ripicì.
mi
sentivo una nullità, tutti facevano qualcosa Nickabrick
pescava
Ripicì sistemava il posto per dormire,
Caspian
era logico che non facesse niente, lui è il principino
pensai,
storsi la bocca mi allontanai dal gruppo, mi ero messa a camminare
lungo la spiaggetta e quando ero abbastanza lontana potei sfogare
tutta la mia rabbia.
- ma
chi si crede di essere- inizia a dire - si crede tanto superiore-
dissi camminando sulla sabbia della spiaggetta
-
chi si crede di essere il migliore qua sopra - continuai facendogli
il verso - vostra maestà è pronta..mmmm m vai -
presi
un sasso e lo tirai in acqua - come vorrei tirarglielo in testa dissi
scagliandolo.
cominciai
a tirare i sassi in acqua - questo è per la tua poca
pazienza- e
lanciai il primo sasso - questo è per quello che mi hai
detto ieri
notte - e lancia il secondo - questo è per la tua
testardaggine - e
ne lanciai un terzo - questo è per il tuo
sarcasmo
- dissi prendendo un altro sasso - e questo è
perchè sei odioso - -
hai dimenticato patetico - mi raggelò il sangue nelle vene,
aveva
sentito tutto magnifico - adesso mi pedini anche? - gli dissi sempre
con il sasso in mano.
-vuoi
lasciare il sasso o vuoi lanciarmelo contro?- disse avvicinandosi -
penso che te lo lancerò - gli dissi sarcastica e alzai il
braccio
come per tirarglielo - non lo faresti - alzai il sopracciglio - lo
faresti?- - mettimi alla prova? - si avvicinò
ancora
mi prese il braccio e levò il sasso dalla mia presa, si
avvicinò
alla riva e lo lanciò via, un istinto irrefrenabile di
sguainare la
spada e conficcargliela nella schiena mi prese dovetti ricorrere a
tutto il mio auto controllo per non farlo
- mi
spieghi che vuoi. Caspian ?- gli domandai cercando di risultare piu
educata. nel fra tempo il sole stava tramontando e la foresta alle
nostre spalle si faceva piu minacciosa - se lo vuoi proprio sapere-
cominciò
avvicinandosi
di nuovo - ero venuto a cercarti, non so se hai notato la foresta
alle nostre spalle - disse indicandola quando un rumore come di rami
spezzati ci interruppe.
entrambi
ci voltammo verso la foresta ormai nera - che cosa è stato?-
disse
Caspian con una nota di preoccupazione nella voce -che coraggioso che
sei - gli dissi sfottendolo, feci qualche passo avanti lo superai di
poco ma mi riprese
per
un braccio - ma sei impazzita? - mi disse riportandomi al suo fianco
- adesso ti preoccupi pure per me - gli dissi facendo uno sguardo da
dama innamorata - o mio eroe - continuando facendo la melodrammatica
-vuoi stare zitta un secondo?- mi disse serio, un altro rumore piu
vicino mi convinse a farmi chetare.
poco
a poco ci stavamo avvicinando alla foresta e sguainammo le spade -
vado avanti io - disse - chi ti ferma - gli dissi però
rimanendo al
suo fianco, un altro rumore e poi dalla foresta sbucò un
uomo su un
cavallo,
aveva
l'armatura e un elmo in testa - Corri Lucy - mi disse spingendomi
indietro mentre dalla foresta ne uscirono altri che ci inseguirono
lungo la spiaggetta
-l'unica
è affrontarli -gli dissi
-
sono troppi -
- ma
noi non abbiamo i cavalli - dissi così mi fermai e sguainai
la spada
-vieni
bello- lo incitai il primo arrivo ma mi superò senza nemmeno
degnarmi di uno sguardo- me che fà?- continuò ad
inseguire Caspian
e così fecero tutti - dovrei pure aiutarlo - dissi, nel fra
tempo
anche Caspian
aveva
tirato fuori la spada e aveva cominciato il duello e non era niente
male ma erano troppi, mi decisi che era meglio aiutarlo riposi la
spada e corsi verso la mischia.
dalla
tasca estrassi un pugnalino e mi gettai sulla schiena di uno che
cominciò a girare su se stesso facendomi venire la nausea e
infine
mi scagliò via - tutto bene? - mi domandò Caspian
venendo da me -
vattene da qui - mi disse spingendomi via e buttandosi di nuovo nella
mischia.
anche
Nikabrick e Ripicì arrivarono ma a noi, i soldati non ci
degnarono
di uno sguardo - dobbiamo fare qualcosa- esclamò il nano -
che cosa?
- dissi - non ci considerano, pensano solo a lui - - si ma
così lo
ammazzeranno - esclamo il topo.
-avete
dei coltelli?- dissi dal niente, mi era venuta un idea -coltelli?- il
nano tornò con quelli da cucina meglio che niente
-voi
levatelo di li, al resto ci penso io-
Caspian
lottava come un leone, schivava i colpi e ne uccideva tanti ma erano
sempre troppi per uno solo, il generale, quello che era uscito dalla
foresta per primo lo disarmò - tuo zio ti manda i suoi
saluti-
disse, per la prima volta vidi la paura disegnata sul volto del
principe - addio -
-
non così in fretta - lanciai il coltello e feci centro in
mezzo alla
schiena, l'uomo cadde lasciando la vista libera a Caspian di poter
vedere chi l'aveva appena salvato, corsi da lui - tutto bene?- gli
domandai era leggermente scosso.
i
soldati stavano scappando - che facciamo con quelli - dissi a Caspian
riferendomi quelli che se la stavano dando a gambe - lasciamoli
andare - poi improvvisamente mi abbracciò di slancio in uno
di
quegli abbraccia spacca ossa.
non
ne capi il senso ma mi lasciai abbracciare immaginavo fosse per lo
spavento preso o perchè si era visto la morte in faccia.
ormai
eravamo abbracciati da diversi minutie non sapevo cosa fare per non
parlare dell'imbarazzo
-
Emm. Caspian?- lo chiamai mentre ancora eravamo abbracciate mi
abbracciava - Cosa?. ah. Scusa - si ricompose e raggiunse gli altri
che nel mentre avevano acceso un fuoco dove stavano cuocendo il
pesce.
-
Che fai non vieni? - io ero rimasto ferma con lo sguardo perso nel
vuoto scossi la testa e seguì Caspian fino al campo.
il
resto del tempo lo passammo in silenzio, ogni tanto alzavamo lo
sguardo dai nostri piatti e ci guardavamo ma nessuno diceva mai una
parola.
finito
di mangiare io mi alzai - dove vai?- mi domandò
Ripicì -
tranquilli non sparisco - dissi allontanandomi up po sotto lo sguardo
dei tre.
camminavo
a testa bassa guardando la sabbia sotto i miei piedi poi mi buttai a
sedere su una specie di sasso un purtroppo morbido per esserlo, lo
tastai e scoprì che era peloso,abbassai lo sguardo
lentamente
sperando vivamente di sbagliarmi.
mi
alzai di scatto quando lo sentì muovere sotto di me e quando
cominciò ad alzarsi in piedi rimasi in mobile, ma
perchè capitano
tutte a me dissi spalancando sempre di piu la bocca - ma
perchè sono
così sfigata? -
dissi
guardando l'orso puntarmi con sguardo affascinato -non sono buona da
mangiare - dissi convinta incrociando le braccia al petto
mi
ruggì contro, sbiancai - ok ti lascio in pace - dissi
indietreggiando ma l'orso invece si avvicinava -ok prendimi se riesci
- mi misi a correre e l'orso mi venne dietro.
mentre
correvo cominciai a urlare attirando l'attenzione dei tre intorno al
fuoco - Che cosa succede?- mi domandò il nano -un orso -
dissi
indicando dietro di me - si mangia - il nano afferrò l'arco
che
aveva con se e lo fece secco poi dalla tasca estrasse un coltellino e
iniziò a squiarlo.
-
poveretto - dissi guardandolo - se non lo disturbavi a quest'ora
sarebbe ancora vivo - aggiunse Caspian, ecco era tornato il solito
acido sarcastico, lo guardai male e me ne andai ma mi fermo
prendendomi per un
braccio
- stai bene?- mi domandò di nuovo, levai la mano dalla sua
presa
come se lui stesse bruciando - benissimo - e andai a sedermi vicino a
Ripicì.
-
tutto bene meestà?- mi domando il topo gentilmente, ormai mi
arresi
all'idea di convincerlo a darmi del tu, gli sorrisi in risposta poi
tornai seria a guardare il fuoco - Sai. Si preoccupa per te -
continuò, lo guardai come a dire fai sul serio - ti vuole
bene, ma
prima deve ancora ammetterlo a se stesso - disse.
quella
notte finalmente riuscì a dormire anche se la sabbia non era
delle
piu comode e la mattina fu il sole a svegliarci, quando mi misi a
sedere però c'era qualcosa che non mi tornava, io non avevo
un
mantello per coprirmi.
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Capitolo 13 *** capitolo 12° che mi succede? ***
Quella
mattina mi alzai presto, il sole stava appena uscendo e la spiaggia
non era ancora illuminata appieno ma c'era solo una luce rossastra
che si intravedeva dalle montagne dietro di noi.
Appena
aprì gli occhi mi misi a sedere e notai che ero stata
coperta da un
mantello che sicuramente, vedendo la lunghezza, apparteneva a
Caspian.
Spostai
lo sguardo dal mantello a Caspian e non riuscì a trattenere
un
sorriso, spostai di nuovo lo sguardo da Caspian all'orizzonte che si
stava schiarendo sempre di piu sospirai e mi alzai definitivamente.
Una
volta tirata in piedi piega il il mantello e lo poggiai al suo fianco
e una volta posato mi avvicinai al fuoco ormai quasi spento, dalla
tasca cacciai fuori un piccolo oggettino blu lo avvicinai ad un
ramoscello girai una rotellina
e
attesi che il bastoncino prendesse fuoco, una volta che aveva preso
lo rimisi con gli altri, in poco tempo il fuoco si riprese.
Mi
sedetti li davanti al fuoco incantandomi nel vederlo danzare. Mi
tornarono alla mente le immagini di ieri sera, quell'abbraccio.
Non
ne avevo mai ricevuto uno così, mi aveva lasciato qualcosa
di
indescrivibile.
Mi
strinsi nelle spalle e fu inevitabile guardare Caspian.
Piu
lo guardavo e piu mi convincevo che non era per niente un brutto
ragazzo, chissà quanti anni aveva piu di me? ad occhio una
decina.
Aprì gli occhi e mi trovò li a fissarlo e forse a
sbavare ma non
fece accenno a niente allora , forse, non si era accorto di niente o
piu semplicemente aveva fatto finta di niente.
-
Già in piedi?- mi domandò alzandosi e mi
raggiunse a sedendosi
accanto a me - già - dissi tornando a guardare il fuoco e
coprendomi
le mani con le maniche della felpa - grazie - gli dissi ripensando al
mantello mi guardò -per il mantello - dissi indicando il
mantello
con un cenno del capo.
-
oh figurati - disse
-
Senti, mi spieghi che ci facciamo qua?- domandai per alleggerire la
tensione e quell'imbarazzo che si era creato in quel momento -
dobbiamo tenere d'occhio mio zio - disse fissando il fuoco - tuo zio?
- domandai abbassando la testa per guardare il suo viso rivolto verso
il basso - si - si alzò bruscamente,mi sa che avevo
sbagliato di
nuovo, ma come mai non ci azzeccavo mai.
Si
fermò in riva al fiume|mare, mi alzai anche io e lo
raggiunsi
-Scusa, non volevo farmi gli affari tuoi - gli dissi raggiungendolo.
rimase
zitto, forse era arrabbiato - Lui ha ucciso mio padre e fatto sparire
una persona - disse a denti stretti continuando a fissare
l'orizzonte.
-
Ti vuoi vendicare?- che razza di domanda idiota - No - mi girai
completamente, però era molto piu alto di me forse aveva
anche piu
di dieci anni in piu di me - Voglio sapere dove è -
continuò sempre
a detti stretti, molto probabilmente per evitare di piangere.
Istintivamente
mi venne fatto di prendergli la mano, come gesto di rincuoro. Mi
guardò - posso sapere chi è? - cominciai - chi ha
fatto sparire?-
domandai ma non speravo in una risposta concreta, come disse
Cornelius non ne voleva mai parlare - una persona che amavo - disse.
ancora gli tenevo la mano.
-
E ti manca? - abbassò lo sguardo, era naturale non si smette
di
amare mai realmente una persona - Non passa un giorno che io non
pensi a lei, anche adesso - un po ci rimasi male, pensava a lei e non
a me.
Ma
che razza di pensieri facevo, provai a lasciargli la mano ma lui la
trattene . Lo guardai di nuovo.
-
E tu, perchè a volte sei così fredda?- mi
domandò rompendo quello
splendido momento - fredda?- ripetè alzando un sopracciglio
e lui
mi fece il verso. Controllati Lucy mi ripetevo.
Presi
a camminare e lui mi seguì con la mia mano nella sua - io
sono
fredda a volte- cominciai - come ti sentiresti tu a non avere
ricordi? - mi fermò trattenendomi
-
Ricordi?- toccò a me abbassare lo sguardo e fare di tutto
per non
piangere, quello era un tasto che evitavo di toccare, almeno in
compagnia. no lo avevo detto a nessuno , solo il professore sapeva la
verità
-
Io non so niente del mio passato - mi voltai verso di lui ( le dita
ancora intrecciate ) - Niente ricordi? - domandò scettico,
scossi la
testa, avevo gli occhi lucidi - Non ho ricordi di me fino ai quattro
anni - una lacrima mi cadde dagli occhi.
mi
sentì tirare verso di lui poco prima di scontrarmi contro il
suo
petto - Deve essere impossibile vivere senza ricordi- disse da sopra
la mia testa, mi lasciai andare alle lacrime.
stavo
benissimo nel suo abbraccio, sentivo calore ma non quel calore quando
hai freddo un calore strano, mai provato in vita mia, mi sentivo
benissimo.
a
interromperci ci pensò la voce di Nicabrick - Piccioncini
dobbiamo
andare - piccioncini? cosa? mi staccai immediatamente uscendo
dall'abbraccio e mi diressi dal nano e da Ripicì.
ripartimmo,
io ovviamente ero infondo alla fila. Per tutto il viaggio nessuno
fece accenno quello successo stamani sulla spiaggia anche se era
ovvio, il nostro rapporto stava cambiando in meglio.
Non
era partito bene, appena incontrati mi voleva trucidare e adesso, e
adesso cosa era? non farti illusioni continuavo a ripetermi
avrà
come minimo avrà 15 anni piu di me, non posso pensavo
però non
riuscivo a levarmelo dalla testa.
per
la notte ci accampammo in una grotta non lontano dall'accampamento
dei telmarini, da stamani però non aveva detto piu una
parola e
nemmeno me l'aveva rivolta forse si era pentito o piu plausibile era
ancora innamorato della donna che suo zio, Miraz aveva fatto sparire.
continuavo
a agitarmi sulla pietra non per la scomodità ma non riuscivo
a
levarmi il suo volto e quella scena dell'abbraccio sulla spiaggia
dalla mente.
mi
alzai e mi avvicinai all'ingresso della grotta mi sedetti con le
gambe al petto, io sospiravo e pensavo a lui perchè ormai
era nei
sogni miei ma se poi era qua con me non riuscivo a dirgli che io gli
volevo bene.
sentì
dei passi dietro di me -non dormi mai tu?- la figura di Caspian
emerse dal buio e si sedette al mio fianco.
si
sedette al mio fianco ma non disse nulla, rimanemmo in silenzio per
molto tempo, nessuno dei due osava rompere il silenzio.
-
sei contenta di essere tornata?- mi domandò fissando il
cielo, io
non sapevo cosa rispondere, guardai per terra e balbettai qualcosa -
si, certo - mi guardò - ma non ho ancora capito quale
è il mio
compito - ammisi in fine
-verrà
il tuo momento- disse tornando a guardare il cielo.
di
nuovo calò il silenzio.
-
secondo te lei è ancora viva?- gli domandai rompendo di
nuovo il
silenzio. Il sorrisetto sul suo volto scomparve da semi sdraiato che
era si mise completamente a sedere - non lo so - disse fissando un
punto indefinito del blu davanti a noi - cosa ti dice il tuo cuore ?
gli domandai di nuovo mentre mi alzavo, smise allora di guardare il
cielo e guardò me - Che è viva - disse convinto,
gli sorrisi - se
nel cuore siete innamorati niente vi allontanerà - dissi
tornando al
mio giaciglio.
lui
invece rimase a sedere, ci scommetterei che stava ripensando alle mie
parole. Nemmeno io sapevo dove le avevo trovate. Lo guardai per un
ultimo momento prima di addormentarmi.
tu
saprai che proprio amore..anche se tu adesso ancora non lo sai..
|
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Capitolo 14 *** capitolo 13° prigioniera di un passato senza nome ***
il
giorno per i miei gusti arrivò troppo presto quando
aprì gli occhi era ancora buio borbottai e mi girai dalla
parte opposta mentre
qualcuno continuava a scuotermi - Lucy, sveglia dobbiamo andare - era
la voce di Caspian - altri cinque minuti - dissi in risposta
anche
se era Caspian nessuno sarebbe riuscito a svegliarmi - Lucy alzati
dai - iniziò a strattonarmi per un braccio
-
ok, ok sono sveglia - mi misi a sedere tutta scaruffata, lui era la
che mi guardava con quel suo solito sorriso indecifrabile.
mi
strofinai gli occhi e mi stiracchiai prima di alzarmi definitivamente
- ma che ore sono?- domandai avvicinandomi a lui - è presto
scusa,
ma dobbiamo andare - disse.
-andare
dove? - chiesi mentre lo seguivo fuori dalla grotta - e dove sono gli
altri? - domandai quando mi accorsi della mancanza del nano e di
Ripicì -sono gia la, andiamo - mi prese per mano e senza
troppe
buone maniere mi trascinò per tutto il bosco fino a
raggiungere gli
altri.
quando
mi mollò il polso lo ringraziai di avermi quasi staccato il
polso ma
non mi prestava attenzione allora alzai il tono della voce fino a
quando spazientito si alzò e mi tappò la bocca
con la mano, mi fece
sdraiare e sempre con la mano premuta sulla mia bocca mi
indicò
delle tende. Telmar.
-
ora ci stai zitta?- mi domandò senza, però,
levare la mano dalla
mia bocca, annuì e finalmente tornai a respirare
sdraiati
fianco a fianco la concentrazione andava e veniva ma tutto il piano
riuscì a seguirlo.
-
liberiamo quella gente e torniamo alla tavola di pietra - disse
Caspian.
Il
mio compito era semplice dovevo parare le spalle a Caspian e a
Nicabrick mentre liberavano i Narniani imprigionati e schiavizzati.
i
due scesero dall'altura dove eravamo e io mi misi in posizione.
-
Per Narnia - urlò Caspian, i soldati di Telmar uscirono e si
prepararono allo scontro - Fatelo fuori - ordino un uomo e tutti si
avventarono su di lui, era arrivato il mio turno presi l'arco e le
frecce ne estrassi una la misi un posizione, mirai e lanciai
uccidendo il primo, feci lo stesso per tutti quelli che era
necessario.
lo
scontro andava avanti Nicabrick era andato a liberare i Narniani,
c'era una confusione tremenda a fatica distinguevo la gente adesso
che anche gli abitanti di Narnia avevano preso parte alla lotta.
non
potevo piu mirare o rischiavo di abbattere uno dei nostri, molti
telmarini si misero in salvo mentre altri continuarono a lottare
mentre anche io mi ritrovai circondata - guarda guarda - disse il
generale, assottigliai lo sguardo in tono di sfida, presi la spada e
cercai di difendermi come potevo ma quando mi presero alle spalle mi
dovetti arrendere - saggia mossa. portiamo dal re - Miraz.
mi
presero e mi sollevarono portandomi via di peso, cercavo di liberarmi
- abbiamo quello che ci occorre - annunciò ai suoi uomini il
generale.
tutti
alzarono lo sguardo verso di lui - Pare che tu non riesca a tenerti
care le persone - aggiunse rivolto a Caspian.
-
Lasciatemi, mettimi giu - dissi ancora, finalmente mi siero a terra
ma mi spingevano - ai, so camminare - mi girai e guardai in basso e
vidi Caspian
correre verso
di me.
un
ora piu tardi...
-siamo
arrivati?- domandai per la centesima volta - No! e se lo ripeti di
nuovo non ammirerai nemmeno le bellezze di Telmar - urlò
esasperato
il generale.
gli
feci una linguaccia, eravamo da circa un ora a cavallo e ancora non
si vedevano castelli all'orizzonte.
-ci
accampiamo qua per la notte - annunciò il generale. tutti
gli uomini
si fermarono e scesero d cavallo, scesi anche io ma mi riagguantarono
subito -dove pensi di andare? - mi prese per un braccio e mi
legò ad
un albero con una corda poi rimasi sola.
Caspian
Pov..
mi
stavo maledicendo, appena liberati i narniani viene fatta prigioniera
Lucy pensai. quella bambina non so cosa mi aveva fatto ma stava
riuscendo ad alleviare il mio dolore e adesso perdo anche lei. Forse
è davvero destino che io debba rimanere solo.
-
Vedrai, la troveremo - disse Nicabrick sicuro di se, lo so che la
ritroveremo, avrei fatto di tutto per ritrovarla anche se ero sicuro
non sarebbe stato difficile, Miraz voleva me , non lei, Lucy era
soltanto l'esca per portarmi vicino a Telmar.
strinsi
il pugno e lo battei contro l'albero che avevo davanti - Miraz -
dissi con tutto l'odio che avevo in corpo.
il
sole lasciò il posto alle stelle e anche quella notte non
riuscì a
dormire, pensavo a Lucy.
-
Lucy, ti troverò - dissi - è una promessa -.
Fine
Pov Caspian.
era
ormai notte fonda ed ero legata da qualche ora quando
rispuntò il
generale - la principessa sta comoda? - disse controllando che la
corda fosse ancora ben legata - tieni ti - mi porse una caraffa.
-sai
perchè sei qua?- ; -sei qua per attirare Caspian a Telmar
dove
finalmente verrà ucciso e il figlio di Miraz
prenderà il suo posto
come erede - alzai lo sguardo, adesso era tutto chiaro, eco il motivo
di tanto astio trai i due, Miraz aveva fatto sparire la persona piu
cara a Caspian in modo che non avesse eredi e Caspian si vuole
vendicare.
-
be non credere che lo faccia - dissi - ah si e perchè?-
-be
non scorre buon sangue tra noi-
-ma
davvero. Be staremo a vedere -
guardai
la brocca - niente ghiaccio?-.
riprendemmo
il viaggio il giorno dopo e solo poche ore dopo arrivammo a Telmar.
Il grande palazzo era costruito interamente in pietra e la porta
principale del castello dava proprio sulla piccola piazzetta dove ci
fermammo per
scendere
da cavallo - adesso vedremo quanto sei coraggiosa - il generale mi
prese per un braccio e mi trascinò al cospetto del re -
Signore -
disse entrando - sono messaggero di sventura - disse inchinandosi
velocemente.
-fammi
indovinare, centra Caspian?- disse con cattiveria il re alzandosi dal
trono e avvicinandosi alla finestra che dava sul lato. Il generale
non rispose.
-
Ha liberato i prigionieri - disse - e da quando noi facciamo
prigionieri? - disse ovviamente rivolgendosi a me -Miraz, questa non
è una prigioniera normale- mi spinse davanti a lui fuori
dall'ombra
che mi aveva celata dal suo sguardo.
mi
guardò come guarderebbe uno che aveva appena visto un
fantasma -
chiudetela nelle prigioni. Se conosco mio nipote ..sarà qui
al
calare del sole per riprenderla -disse voltandosi e tornando alla
finestra. il generale fece cenno a due guardie che si avvicinarono a
me per portarmi nelle prigioni.
feci resistenza - non è
così scemo come sembra- dissi
liberandomi dalle due guardie - non verrà mai qua - dissi
anche se
non ero del tutto sicura.
i
due uomini si misero a ridere - proprio non lo conosci. portatela via
- -andiamo - mi spinsero di nuovo conducendomi alla mia cella.
passammo
per tutto il castello e tutte le persone che incontravamo si
portavano le mani alla bocca, altri chinarono il capo.
poi
superata l'armeria cominciammo a scendere dei gradini e finalmente
arrivammo alle prigioni - buona permanenza - dissero mentre entravo.
sbatterono
la porta e se ne andarono.
la
stanzina era fredda e umida, e la piccola finestrella faceva
intravedere il sole che stava tramontando, lentamente mi avvicinai
alla finestra e guardai il sole - Caspian, non venire - dissi in un
sussurro ma avevo imparato a conoscerlo anche io e sarebbe
sicuramente venuto a tirarmi fuori di qua.
anche
il sole se ne andò lasciando spazio ad un cielo senza
stelle, un
cielo coperto di nuvole. con la schiena contro il muro della cella mi
rannicchiai con le gambe strette al petto provavo delle strane
emozioni che nemmeno riuscivo a spiegarmi, sentivo solo il mio
respiro regolare e i rosicchi dei topi.
senza
nemmeno accorgermene cominciai a piangere, ultimamente piangevo per
niente. - Che cosa hai da piangere piccola? - disse una voce alla
mia destra, alzai lo sguardo e guardandomi intorno cercando di
cercare a chi appartenesse la voce - sono qua - disse la voce ma era
una parola vederla era buio.
-io
mi chiamo Casper- disse la voce - io sono Lucy- risposi
-
so chi siete - disse -come sapete chi sono?! -
-certo
non vi ricordate di me? - disse speranzoso l'uomo - mi spiace, no -
dissi
-
io vi ho aiutato a scappare - disse infine l'uomo.
scappare
dove? poveretto stava delirando,c hi non delirerebbe dopo undici anni
chiuso in prigione - mi spiace ma non so chi siete- dissi infine
-ma piuttosto chi siete voi? - gli domandai appoggiando il mento
sulle ginocchia.
-io
- cominciò l'uomo - io ero un uomo felice prima che Miraz
prendesse
il potere, uccidendo Caspian nono -
-
mmm- alzai lo sguardo quel poco che bastava per ascoltare meglio -
Caspian nono? - domandai all'uomo.
-Caspian
nono, era un re saggio e altruista con lui vivevamo giorni di pace e
quando ebbe un erede proclamo cento giorni di festa-
continuò -però
quando Caspian decimo, aveva solo sette anni Miraz suo zio lo
assassino in segreto -
ascoltavo
in silenzio, c'era qualcuno che stava peggio di me allora pensai,
questo mi fece stare ancora peggio, mi strinsi nelle spalle e chiusi
gli occhi - da quel giorno Telmar non fu piu quella di una volta -
concluse l'uomo.
mi
strinsi ancora di piu e una lacrima scese dagli occhi -
perchè
piangi adesso? - mi domandò - non lo so - gli risposa .
-
piccola tu hai mai sentito parlare delle carte di Clo?- mi
domandò
dopo un altro po Casper. alzai la testa curiosa di sapere cosa
fossero, qualcosa che si mangia? ero affamata - no. cosa sono?-
domandai girandomi in direzione della sua cella -sono delle carte
magiche - disse. - Carte- ero incredula- magiche? - ripetei .
-si,
sono delle carte che se usate in modo sbagliato però -
alzò il suo
sguardo su di me - possono creare l'effetto opposto a quello
desiderato- disse serio.
-come
funzionano?- domandai curiosa
-
durante il regno di Caspian IX ero anche noto come, il fabbricante di
magia -
-il
fabbricante di magia?- lo avevo gia sentito nominare il fabbricante
di magia ma nel mio mondo.
-si,
in ogni oggetto ce la magia basta solo saperla usare -
-
come si fa a sapere se c'è magia - domandai di nuovo
-no
mia cara è la magia che sa se ci sei, è lei che
seglie da chi farsi
usare -
-e
cosa centra lei con le carte di Clo -
-
le costruii per donarle all'innominabile -
-chi
è l'innominabile? -
-
non possiamo nominare il suo nome, ordine di Miraz, posso solo dirti
che è la persona che sta cercando il vero Re - disse Casper
-oho-
l'uomo riprese il discorso sulle carte di Clo
-in
quelle carte racchiusi, in ognuna, un potere di verso, il vento,
l'ombra, il fulmine, il fiore, del cerchio del canto e tante altre -
-
e adesso dove sono? - domandai sempre piu curiosa di vederla
indico
un mobiletto davanti a noi ma non capì cosa volesse
intendere -
Miraz le ha chiuse la quando mi chiuse qua dentro. ha provato anche
ad usarle ma le carte gli si sono rivolte contro chiudendosi in un
cofanetto -
nella
vetrinetta c'era un cofanetto di legno con un sole grande e una luna
piu piccola su un lato, tutto iscritto in una specie di stella - ce
ne sono tante la dentro - dissi guardando il cofanetto - quella del
fuoco, tempesta, acqua pioggia volo illusione labirinto tempo, e
quella forse piu potente di tutte - continuò chiudendo gli
occhi -
quella della fantasia-.
-
fantastico - mormorai - peccato che funzionano solo con la persona a
cui erano destinate - disse.
-
vuoi dire che non funzionano se non è questa persona ad
usarle -
-esatto
-
-
e ma che fregatura-.
la
luna era alta nel cielo quando sentì aprire la porta della
prigione,
feci finta di dormire ma tenevo un occhio socchiuso per poter
guardare chi fosse appena entrato, i passi erano sempre piu vicini,
aprì entrambi gli occhi ma rimasi nell'oscurità
della cella un uomo
passò davanti alla mia cella guardò dentro ma poi
passò avanti.
-
Caspian - lo chiamai alzandomi in fretta e correndo alle sbarre, lui
tornò indietro cercando la cella da qui lo avevo chiamato -
Lucy -
disse correndo alla mia cella, mi prese le mani, sembrava felice di
vedermi, allora ci teneva veramente a me - eccoti. stai bene - mi
domandò con sguardo apprensivo - si sto bene- dissi
stringendogli la
mano.
-anche
Casper si alzò -mio principe - Caspian si girò a
guardarlo - Clo? -
disse incredulo mi girai anche io. Clo? era lui? ma allora
perchè
aveva cambiato nome - siete vivo - disse quasi con le lacrime agli
occhi.
-
si ma ancora per poco se non se non va via - gli dissi mollando la
sua mano mi guardò e capì che ci rimase male
-
senza di te non vado da nessuna parte, allontanati- feci come mi
disse, prese la spada e la incastro tra le due porte della grata
-è
inutile Caspiam - gli dissi ma prorpio quando lo dissi la porta
saltò
. lasciò cadere la spada e mi abbracciò stretta
sotto lo sguardo
luccicante di Casper noto anche come Clo poi mi prese per mano e mi
fece uscire di la -si ma non possiamo lasciarlo qua - gli dissi
bloccandolo a metà strada -mie altezze, andate via, non
pensate a me
- disse, Caspian guardò prima l'uomo e poi me - stai
indietro - fece
la stessa cosa che fece con me ma la sua porta sembrava non volersi
aprire.
mentre
Caspian cercava di aprire la porta io venni distratta da un rumorino
che veniva da dentro la vetrinetta, guardai Caspian intento a
liberare Clo, scivolai fino alla vetrinetta e l'apri - le carte -
disse Clo - Lucy no - disse capsian raggiungendomi, presi il
cofanetto, stava vibrando ma appena lo tocco Caspian si blocco di
colpo -mio signore - Caspian sembrava sconvolto - sono demoniache
quelle carte non le toccare - mi avvertì Caspian tornando da
Clo per
liberarlo - miei principi andate via, non c'è tempo -.
il
cofanetto adesso era di nuovo immobile mi abbasai lo presi di nuovo
in mano e subito ricominciò a vibrare - mia signora tanto
è
inutile, non funzionano e sapete perchè - mi
avvertì l'uomo - no
Lucy non aprire il cofanetto -,
o la va o la
spacca, al massimo il cofanetto non si sarebbe aperto, lo
poggiai sulla mensola e lo guardai attentamente, sentivo gli occhi di
Caspian perforarmi la schiena ma non gli badai, chiudendo gli occhi
provai a sollevare il coperchio...
mi
dispiace tesore ma non potevo svelare altro ^^ tranquille sono sicura
che sicuramente saprete come andrà a finire al prossimo
capitolo
grazie ovviamente ai miei due angeli che recensiscono ogni mio aborto
xD
vi
amo!!
|
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Capitolo 15 *** capitolo 14° e chiamalo destino quel percorso naturale ***
- No
Lucy - mi urlò Caspian ma non gli badai sollevai il
coperchio e dal
cofanetto uscì una luce blu elettrica che
illuminò tutta la stanza
e quando la luce sparì sul pavimento era apparso un cerchio
e delle
carte mi svolazzavano attorno. Girai
su me
stessa guardando le carte che mi giravano intorno, sia Caspian sia
Casper erano increduli e mi guardavano senza dire una parola.
poi
improvvisamente le carte smisero di girare e tornarono a formare un
mazzo nella mia mano destra - wow. Sono queste le carte?- domandai a
Casper ma non mi rispose - Caspian nipote mio - disse una voce dietro
di lui, Caspian si girò
e si
mise al mio fianco - Miraz - disse a denti stretti - Non sei felice
di vedermi?- disse aprendo le braccia come volesse abbracciarlo -
stai lontano - lo minacciò Caspian con la spada - non posso
neanche
abbracciare mio nipote? - disse
continuando
ad avvicinarsi - non ti avvicinare - gli ripetè Caspian
continuando
a puntagli la spada ma lui continuò ad avanzare, io spostavo
lo
sguardo da lui a Miraz quando improvvisamente una fitta nebbia
dilagò
nella stanza - cosa succede? - disse Miraz spaventandosi - la carta
della nebbia - disse Casper ancora dentro la sua cella.
- Che
diavoleria è mai questa - urlò Miraz prima di
risalire le scale.
Appena Miraz sparì la nebbia pure sparì. Guardai
il mazzo nella mia
mano, la prima carta era appunto la carta della nebbia.
Ero
stupita anche io ma in mente avevo un idea su come tirare fuori quel
povero uomo - state indietro - dissi spostandomi dal fianco di
Caspian e avvicinandomi alla cella.
Adesso
avrei davvero messo alla prova la mia capicità di controllo
sulle
carte, ricordai quello che aveva detto prima " le carte se non
le sai dominare hanno una volontà propria" Respirai a fondo
-
Lucy -non gli badai, chiusi gli occhi e pensai alla
carta
da potere usare, la carta della chiave, pensai di aprire la porta e
immediatamente si aprì.
-Stupefacente,
riesci a controllare le carte- disse Casper uscendo dalla cella - Si
stupendo ma adesso andiamo - disse
Caspian
che era gia sui gradini per tornare di sopra. Presi un elastico dal
polso e ci legai le carte in modo da non perderle e le infilai in
tasca e a corsa seguì Caspian e Casper.
salimmo
la scalinata fino a raggiungere il corridoio che portava all'ingresso
del castello, ansante chiesi da che parte adesso - Da questa parte -
Rispose e ci rimettemmo a correre - Ecco il portone - disse, lo
aprirono e fummo fuori ma ad aspettarci c'era Miraz, il generale e
l'esercito e noi eravamo tre.
Caspian
tirò fuori la spada ma Casper che era saggio glie
l'abbassò - E'
inutile, sono troppi - disse - Quando ti do il segnale scappa - mi
disse Caspian che era davanti a me. No stavolta però non
mene sarei
rimasta in disparte, strinsi la presa sulle carte e il cerchio di
prima apparve di nuovo, sia Caspian che Casper e i soldati si fecero
indietro, tutti tranne Miraz
- è
una strega generale - urlò un soldato - e noi le bruciamo le
streghe
- dei soldati si avvicinarono con le spade levate mentre Casper
tratteneva Caspian che avrebbe voluto intervenire per proteggermi -
No, ma non hai capito è l'unica che puo salvarci la pelle -.
chiusi
di nuovo gli occhi e passai velocemente immagine per immagine la
carta che mi serviva, strinsi ancora di piu il mazzo e
improvvisamente una linea di fuoco separò me da dai soldati
che si
fermarono immediatamente poi la linea si
avvicinò
a me e creò una spirale intorno a me, mentalmente dissi al
fuoco di
circondare i soldati e subito eseguì i miei ordini,
aprì gli occhi
per lo stupore, non riuscivo a credere di riuscire a dominare il
fuoco
-
Andiamo via presto - Caspian mi prese per un braccio e mi
riportò
alla realtà, mi misi a correre trascinata da lui mentre il
cerchio a
terra svaniva.
Una
volta fuori dal castello e dai territori di Telmar, finalmente ci
fermammo e riprendemmo fiato.
-
Grazie di avermi liberato - disse durante la cena Casper.
-
Scusa- spostò il suo sguardo da Caspian a me che era seduto
al mio
fianco. Da quando eravamo usciti dal castello non si allontanava di
un centimetro da me.
-
Perchè ti fai chiamare Casper quando il tuo vero nome
sarebbe Clo?-
domandai
posando lo stecchino sul quale poco fa c'era un pesce.
-
Clo, Casper che differenza fa - disse buttando nel fuoco lo
stecchino. Lo guardammo interrogativi sia io che Caspian allora si
mise a spiegare -Hai sentito cosa fanno a Telmar a chi sa manipolare
la magia - disse indicando le carte nella tasca dei miei Jeans
- Io
ero un noto alchimista ai tempi di tuo padre Caspian, tuo padre amava
la magia e non passava giorno che non si rammaricasse di non saperla
manipolare - disse rivolgendosi a Caspian
- Io
ero solito dirgli," se sapeste usare il cervello al 100% allora
la sapreste usare, no come tutti gli altri che usano solo il 10 %"
- disse continuando a fissare Caspian che invece fissava il fuoco.
-
Quando vostro padre morì, Miraz uccise tutti i manipolatori
di
magia. Per salvarmi la vita cambiai il nome e decisi di non usarla
piu. Durante un incursione in casa mia trovarono il cofanetto, Miraz
provò ad aprirlo ma non ci riuscì
pensò allora che fosse sigillato
con la magia -
-Non
era vero?- lo interruppe Caspian gli tirai una gomitata nelle
costole, mi guardò malissimo - Già, non capisco
come abbia fatto
fatto ad aprire lo scrigno - disse poi puntando lo sguardo su di me.
Non
lo sapevo nemmeno io come avevo fatto. Me la ero posta come domanda
ma non riuscivo a trovare una risposta, lui aveva detto che erano
state fatte per l'innominabile ma allora come potevo domarle io? che
sia io l'innominabile? ma io non vivevo a Narnia.
- E'
tardi, andiamo a dormire?- domandai cercando di sviare il discorso,
prima di fare ipotesi azzardate dovevo riflettere bene.
Clo|Casper
si sistemò non lontano dal fuoco e i poco tempo era gia la
che
russava, mi domandai come facesse a dormire con questo freddo, gia
quella notte fece davvero freddo.
-
Stai bene?- mi domandò Caspian vedendomi assorta nei miei
pensieri,
scossi la testa e gli sorrisi - si certo. Mi domandavo come faccia a
dormire con questo freddo? - ops mossa sbagliata adesso mi
vorrà
dare il mantello.
-
Vuoi il mantello? - mi chiese infatti cominciando a sfilarselo -nono,
tienilo tu - accompagnai la frase con un gesto meccanico delle mani -
Ma congelerai? - mi disse.
- No.
Non ti preoccupare. Be buona notte - gli dissi e mi allontanai ma mi
trattenne prendendomi per un polso -Insisto. Almeno che tu dorma- era
imbarazzato, gli si leggeva in faccia - Con me- spalancai gli occhi
imitando la faccia di una rana
- non
metterti in testa strane idee, ragazzina. Intendevo vestiti per non
morire di freddo - ma certo che cosa credeva, un grugnito ci
interruppe
-sono
pesante e?- dissi.
Ci
sdraiammo fianco a fianco sull'erba fredda del bosco, un alito di
vento ghiaccio mi fece battere i denti, aimè Caspian se ne
accorse
di nuovo e si avvicinò di piu.
Adesso
stavo veramente per perdere il controllo di me stessa un altro alto
di vento freddo mi fece venire la pelle d'oca e di nuovo se ne
accorse, mi coprì con il mantello lasciò il suo
braccio sopra di
me, mettendosi nella mia stessa posizione, ok era molto piu alto di
me, stavo comodamente sotto il suo braccio.
Dovevo
ammettere che la sua idea fu molto furba, in poco tempo il freddo non
lo sentì piu ancora a pancia in giu continuavo a guardare le
carte
le sfogliavo una ad una - Non dormi? - mi domandò Caspian
tornano
nella mia posizione
- Non
ci riesco- gli risposi continuando a guardare le carte - C'è
qualcosa che ti preoccupa? - mi domandò - Non lo so. Mi
stavo
domandando come ho fatto ad aprire lo scrigno - gli confessai
- Sai
Lucy, a volte non ci sono delle risposte alle domande che abbiamo -
lo guardai negli occhi e poi tornai a guardare le carte -Che vuol
dire?- - Che devi accettare la cosa così come è.
Destino -
di
botto mi addormentai , non avevo nemmeno sonno ma come sotto un
incantesimo mi addormentai. la mattina quando mi svegliai Caspian
dormiva ancora, meglio perchè mi ritrovai tutta
raggomitolata contro
di lui, pensa te che figura ci avrei fatto.
-Buongiorno-
mi disse sollevandosi, rimasi di sasso. mi guardò curioso -
Hai
perso la lingua?- scossi la testa
-Nono,
buongiorno anche a te - si alzò e andò a
svegliare Clo che ancora
dormiva.
-Sveglia,
dobbiamo andare - l'uomo si alzo subito e dopo dieci minuti eravamo
in marcia.
lo
vedevo Caspian era geloso dell'attenzione che mi prestava Clo, non
geloso perchè voleva che fosse considerato anche lui ma era
geloso
di me, si comportava come se fossi stata solo sua.
-Cosa
provi quando le usi?- mi domandò
-
Come cosa provo?-
-Si ,
non senti l'energia fluire dentro di te?-
-No
mi spiace- gli dissi sincera.
Dopo
tutta la mattina che camminavamo fummo di nuovo alla tavola di pietra
e appena ci videro tutti ci vennero in contro - siete tornati, ero
così in ansia - disse Ripicì inchinandosi. - lui
è Clo - disse
Caspian presentandolo agli altri.
- Ci
aiuterà nella battaglia contro Telmar - annunciò
battendogli
amichevolmente su una spalla anche se Clo non sembrava molto
convinto.
la
vita riprese tranquilla tra i battibecchi miei con Nicabrick. Eravamo
per l'appunto in riva al fiume che lo guardavo pescare. Era gia
passato un giorno dalla mia permanenza a Telmar -Quanti giorni sono
passati dal mio arrivo?- domandai al nano ma non mi rispose.
-
Nicabrick?- continuò ad ignorarmi - Mi vuoi rispondere nano
odioso -
- La vuoi piantare mi spaventi i pesci - gli feci la linguaccia
improvvisamente si librò nell'aria - Che fai adesso?- scesi
dal
tronco mentre lui si allontanava portato via dal vento .
-
Dove vai?- lo segui a corsa e a fatica gli stavo dietro, rientrammo
al campo mentre Nicabrick volteggiava nel cielo, tutti ci guardarono
chi scioccato chi incredulo chi non riusciva a trattenere una risata.
-Fammi
scendere Lucy- urlava il nano, ovviamente non volava perchè
lo avevo
legato con una corda un po stile palloncino.
-
Sempre a giocare voi due? - ci domandò Caspian non capendo
il perchè
Nikabrick fosse appeso per un piede e sospeso per aria - Ecco vedi,
io stavo parlando con lui quando non mi ha piu risposto e poi ha
cominciato a volare - gli raccontai
-non
le sai ancora controllare - sentenziò Clo che stava
arrivando dalla
sua tenda -se tu mi insegnassi magari.- Lo accusai.
-Forse
hai ragione - ammise Clo e quando riuscì a calmarmi
Nicabrick
ricadde a terra con uno schianto sordo.
Caspian
si avvicinò al nano - tutto bene vecchio mio?- gli
domandò
aiutandolo ad alzarsi - Si. Tutto bene maestà - disse
alzandosi e
guardandomi male - dai non l'ho fatto a posta- gli dissi ma se ne era
gia andato.
mi
sentì tremendamente il colpa, credeva veramente che lo avevo
fatto a
posta? - Non preoccuparti domani se ne già scordato - disse
Caspian
intuendo i miei pensieri. Storsi la bocca. Non ne ero molto convinta.
-
devo tornare a lavoro - annunciò poi spostandosi dal mio
fianco e
sparendo nella tenda - e noi abbiamo del lavoro da fare - disse Clo.
|
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Capitolo 16 *** capitolo 15° e vivere altre vite ***
Salve scusate il ritardo
ma è successo una casino a scuola che poi vi
spiegherò a chi sarà
interessato.. cmq ecco il capitolo buona lettura..
- si arrivo - gli dissi
guardando in direzione di Nicabrick.
cercammo un posto
abbastanza lontano da sguardo indiscreti, secondo lui meno gente
c'era piu mi sarei concentrata.
Come ho notato subito Clo
non era un Maestro nato, ad ogni errore si metteva subito a sbraitare
e la cosa non faceva che aumentare il mio malumore.
Al millesimo rimprovero mi
arrabbiai seriamente - Adesso basta – gli dai
deconcentrandomi e
facendo sparire anche il cerchio a terra.
Clo mi guardò sbigottito
- Sono stufa dei tuoi rimproveri - dissi con gli occhi colmi di
lacrime - non ci riesco. Vuoi farmene una colpa?- gli dissi ancora.
Una lacrima cadde a terra e il cerchio si riaccese. il cielo si fece
scuro e il vento aumentò.
delle foglie intorno a me,
sollevate dal vento mi girarono a torno come una specie di vortice,
le carte apparvero come la prima volta Clo fece un passo indietro
spaventato e poi si girò e scappò verso il campo.
le carte tornarono di
nuovo nella mia mano e il cerchio si affievolì ma
perché Clo era
scappato via in quel modo?.
mi chinai e raccolsi
l'ultima carta, era girata con la faccia verso la terra, la raccolsi
e la guardai. sussultai nel vederla - La carta della verità
- dissi
piano.
- Bambina - disse una voce
familiare alle mie spalle. Sorrisi e mi voltai - Aslan- dissi felice
di rivederlo, corsi ad abbracciarlo - sei tornato - gli accarezzavo
la criniera come piaceva a lui - si, e stavolta per restare - disse
con tono allegro, sorrisi ancora di piu.
-dobbiamo dirlo a gli
altri - dissi avviandomi verso il campo ma lui non mi seguì.
Mi
voltai verso di lui e lo guardai senza capire perché non
volesse
venire - prima devo farti una domanda - mi avvicinai allora di nuovo
- dimmi Aslan - - Tu ti fidi di tutti? -
ah, ma che razza di
domanda - in che senso? - -Non Fidarti delle persone di qui non sai
la storia - non capisco mai le frasi di Aslan. mah.
Insieme tornammo al campo
ed entrai correndo nella tenda di Caspian - Guarda chi c'è?
- gli
dissi facendomi da parte lasciando libero passaggio al leone. -
Aslan? - disse incredulo - Caspian, sono giunto fin qui per darti il
mio aiuto - disse il leone, Caspian era commosso - tu combatti in
nome di Narnia. Sarò fiero di seguirti in battaglia -.
Caspian non disse nulla ma
si vedeva che era colpito dalla rivelazione di Aslan - potrei
conferire con te?- domandò a Caspian. poi aggiunse rivolto a
me -in
privato - un po delusa mi avvicinai all'uscita ed uscì.
il colloquio durò a
lungo, Aslan uscì dalla tenda di Caspian a tarda sera appena
a uscì
dalla tenda raggiunsi il grosso leone - Che vi siete detti? - gli
domandai curiosa - Lucy- disse sghignazzando - che ho detto? -
domandai indicandomi - se avessi potuto dirtelo, ti avrei fatto
restare- disse ma non era arrabbiato, ridemmo insieme -anche tu hai
ragione - dissi prendendomi in giro.
- con te dovrei parlare di
un altra cosa - disse sedendosi davanti a me. capì di che
cosa
voleva parlare delle carte.
in realtà non era stato
quel Clo a crearle ma solo a ritrovarle. quelle carte era vera
avevano una mente propri visto che erano appartenute alla strega
bianca che una volta distrutta tutti i suoi oggetti col tempo
andarono dispersi. queste carte infine erano pericolose se non si
aveva la forza di controllarle.
- si questo lo sapevo gia
- dissi ad Aslan.
-e sapevi anche che solo
una persona di stirpe reale puo usarle? - disse secco. ma io non sono
di stirpe reale, come riuscivo ad usarle? in effetti non è
che le
usassi molto bene, forse per quelle due volte fu soltanto una
coincidenza.no questo mi mancava - dissi estraendole dalla tasca -
Lucy, devo chiederti di consegnarmele - disse serio Aslan. Alzai lo
sguardo su di lui fino ad incontrare i suoi occhi verdi
perchè le
dovevo consegnare, non hanno fatto di niente di male e anche se non
sono di stirpe reale posso usarle che male c'è.
- Ma Aslan- dissi con il
tono che preannunciava una tremenda litigata, con Aslan non mi sarei
ma permessa di litigarci però
- fai come dice - disse un
altra voce dietro di me. Caspian. Mi girai sta volta verso di lui.
era appoggiato al tronco di un albero e avevo il volto serio, questa
volta non scherzava lo capivo benissimo ma mi urtava il suo tono da
saputello.
- perchè? - dissi
urlando, - Clo ha detto che le carte scelgono il possessore non
viceversa, loro mi hanno scelto- urlai sempre di piu.
Caspian si avvicinò a me
e si inginocchio davanti a me, i nostri occhi scuri si incontrarono -
Lucy - spinse la mano verso di me
- Dammi le carte -
abbassai lo sguardo - no - dissi con cattiveria e a denti stretti,
vidi il volto di Caspian cambiare espressione, da esterrefatto a
deluso, quella era la prima volta che dicevo di no da quando ero
ritornata, la prima volta che facevo vedere il mio lato oscuro, la
prima volta che disobbedivo a Caspian.
- Lucy le carte ti stanno
gia cambiando - disse Aslan alle mie spalle. non era vero che ne
sapevano loro, niente. Loro non sapevano niente di me. Niente.
Caspian era ancora in
ginocchio davanti a me con la mano tesa pronto ad avere le carte che
sperava gli avessi dato.
le afferrai estraendole
dalla tasche, con le braccia stese lungo il corpo stringevo le carte
in mano mentre nell'altra serravo il pugno. Caspian disse di nuovo -
Dammi le carte Lucy- questa volta lo disse con gentilezza. ma non
avrei ceduto - No - ripetei
- Lucy se non me le dai
subito sono guai - disse di nuovo abbandonando il tono gentile di
prima - Non dirmi quello che devo fare -
gli gridai in faccia -
Lucy - mi avvertì Aslan - tu non non puoi darmi ordini -
dissi
ancora, mi allontanai da i due - Lucy fermati immediatamente - disse
imperioso Caspian - sarai pure il re - dissi in tono di sfida
prendendo la carta dell'ombra - ma non sei mio padre - entrambi
rimasero sbalorditi dalla mia risposta. Lucy è meglio no
provocarla.
la carta dell'ombra fece
il resto immediatamente calò il buio piu nero e io ne
approfittai
per andarmene.
Ecco
comincia il bello continuate a segurimi mi raccomando ^_______^
|
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Capitolo 17 *** capitolo 16° rottura ***
questo
capitolo che dedico alla mia Musa ispiratrice xD ( grazie tesora di
recensire ogni mio capitolo ) avrà un alternanza incredibile
di pov
spero vi possa piacere aH dimenticavo :
Lo
so avrete notato che gia dal precedente capitolo, la lunghezza
è
diminuita / chiedo preventivamente scusa/ ma ormai siamo alla fine
anche del secondo film e lo so non di dovrebbe dire ma. =P lo dico lo
stesso /VOGLIO ALLUNGARE IL BRODO/ ERGO! i capitoli saranno n
tantinello \ ok molto | piu corti del normale spero che non mi
odierete..PERDONO COMUNQUE?? O MI LASCERETE?
BUONA
LETTURA
(
Pov Caspian )
- Dammi le carte Lucy - gli dissi in tono gentile
cercando di
convincerla ma mi rispose sempre no. un No che non avevo mai sentito,
un no che esprimeva tutta la sua rabbia e delusione. Delusione nei
miei confornti.
decisi
allora di abbandonare il tono gentile e tirare fuori quello
autoritario anche se era una tortura per me. Non mi guardava piu
negli occhi ma continuava a tenere lo sguardo fisso sul terreno
umido.
-
Dammele Lucy - dissi ancora mentre tendevo la mano pronto a riceverle
- No- disse di nuovo e se ne andò, provai a fermarla ma la
sua
risposta mista al suo sguardo mi lasciò incredulo -Sarai
anche il
re - disse in tono di sfida - Ma
non
sei mio padre - aggiunse poi voltandosi e sparendo
nell'oscurità.
quella
risposta mi lasciò veramente male, non me lo sarei mai
aspettato.
Non da lei. rimassi a fissare il vuoto per una
buona
decina di minuti prima che la voce di Aslan mi facesse riprendere e
mi riportasse alla realtà - Caspian. tutto bene?- mi
domandò il
Leone raggiungendo il mio fianco - si. Benissimo -.
rientrai
nella tenda e mi misi a sedere sul letto e cominciai a darmi dello
stupido quando cornelius entrò nella tenda.
-
Caspian signore. che cosa è successo? - mi
domandò guardandomi e
sedendosi sulla sedia davanti a me - non posso-
gli
dissi semplicemente - nessuno ha mai detto che fosse facile - disse
Cornelius pulendosi le lenti degli occhiali.
-
no. non hai visto come mi ha guardato. odio allo stato puro - dissi
prendendomi il volto tra le mani, sono un re
patetico,
un re che non sa prendere in mano il suo destino.
-
solo il tempo puo far si che le cose vadano come devono andare -
concluse il mio precettore.
-
come faccio Maestro?- gli domandai al limite della disperazione -
questo compito è solo tuo. se non troverai il modo.
Nessuno
potrà - . - mio signore, verrà il momento in qui
tutto avrà la sua
giusta spiegazione. Fidatevi non è lontano-
e
quel giorno io sono sicuro non sarò pronto non
sarò in grado di
dire ciò che devo dire, ho combattuto guerre e
battaglie
ma sono sicuro che da questa non ne uscirò vincitore.
(pov
Lucy)
non
ero mai stata così arrabbiata con nessuno in questa maniera,
con
nessuno, nemmeno come quella volta sul fiume.
ero
fuori di me ed era tutta colpa di Caspian, ma perchè non mi
voleva
credere? perchè continuava a trattarmi in quel modo? io non
sono
una bambina.
camminavo
avanti indietro sull'erba sotto un grosso albero. Continuavo a
chiedermi perchè volevano che li consegnassi le carte?.
mi
fermai di nuovo e le sfilai dalla tasca dei jeans; le posai sull'erba
e mi sdraiai a pancia in giu davanti a loro.
sembravano
così innocue racchiuse da quel gommino ma in azione erano
micidiali.
Continuai a fissarle per un paio di
minuti
buoni poi rotolai a pancia in su a guardare le stelle nel cielo e non
feci a meno di non domandarmi che stesse facendo Caspian.
eravamo
sempre insieme, inseparabili superate le nostre difficoltà
iniziali.
Eravamo diventati indispensabili l'uno per l'altro ma quella sera no.
Eravamo divisi.
mi
girai di nuovo verso le carte - non voglio litigare con Caspian-
dissi alzandomi, infine avevo deciso - vi consegnerò a lui -
dissi
afferrandole e allontanandomi dall'albero.
ormai
avevo deciso e non avrei cambiato idea, per me Caspian era piu
importane di un mazzetto di carte. le avrei consegnate e tutto si
sarebbe risolto.
-non
ci consegnare regina mia - disse una voce nella'aria mi voltai di
scatto guardandomi alle spalle - chi c'è?- domandai al nulla
- non
portarci da lui - disse un altra voce - lui chi? - chiesi di nuovo -
da Aslan - rispose un altra - lui ci
vuole
distruggere ma non sa come siamo fatte - -non sa che abbiamo dei
sentimenti - dissero altre due.
stavo
impazzendo era chiaro. sentivo le voci chiare nitide nella mia testa.
-
non consegnarci a lui- dissero di nuovo - perchè non dovrei
?- dissi
dubbiosa - noi possiamo aiutarti - dissero - a fare cosa? - - a
trovare, il tuo destino - disse una - il tuo futuro - disse un altra
- o il tuo passato - concluse un altra.
il
mio passato, quello che ignoravo e di qui nessuno voleva parlarmi.
tutte
le mie risposte erano la a due centimetri da me - cosa devo fare?-
domandai.
-
invocaci e ti spiegheremo tutto -.
chiusi
gli occhi e feci come mi dissero, mi concentrai e il cerchio magico
apparì e poi a voce alta e nitida dissi - Carta del
passato
- un forte vento si alzò insieme ad una fitta nebbia e
quando riaprì
gli occhi una figura nebulosa era difronte a me.
(pov
Caspian)
Il
mio maestro era appena uscito quando un alito di vento fece spengere
la candela sul comodino vicino a me.
rabbrividì
ma pensai che fosse normale e non pensai a niente di strano o forse
lo pensai ma ero troppo indeciso e
sconvolto
su come mi aveva risposto Lucy qualche ore fa.
si
era gia passata una o due ore da quando non l'avevamo piu vista ne io
ne Aslan che era convinto fosse giu al fiume a
meditare.
Lo speravo anche io. mi ero affezionato veramente tanto a quella
bambina e ho scoperto di esserne quasi dipendente, non averla intorno
mi faceva stare male, in pensiero.
come
diceva il mio maestro era naturale ma come avrei fatto quando sarebbe
dovuta tornare nel suo mondo? c'era solo un modo per poterla fare
restare ma non avevo la piu pallida idea di come dirle quella cosa.
continuavano
a venirmi in mente delle strane idee ed ipotesi che scartai quasi
subito.
ero
all'impasse.
allora
che ve ne pare? | oltre che corto?! vi piace?? spero di si! ^^ non
perdetevi il prossimo episodio a presto ciaao!!
|
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Capitolo 18 *** capitolo 17° viaggio nel passato ***
questo
capitolo è incredibilmente corto ma è molto
importante spiega molte
cose quindi mi raccomando leggetelo con molta attenzione!!
grazie
ancora a alicecullen19 e alla mia musa ispiratrice che mi sostiene e
mi consiglia sempre grazie mille
questo
capitolo è dedicato a te che ti sei scervellata per arrivare
ad una
conclusione ma non ci sei arrivata.
PS
è un fuori programma visto che non ci doveva essere ma mi
sembrava
importante però spiegare alcune cose.
vi
assicuro che una volta letto questo capitolo sicuramente arriverete
alla conclusione e capirete tutto T_T e io allora sarò
inutile
T_____________________T
buona
lettura!
improvvisamente
apri' gli occhi e mi ritrovai al castello di Miraz ma non era cupo e
grigio come lo avevo visto pochi giorni fa
era
luminoso e delle voci venivano dalla piazza.
Presi
coraggio e mossi i primi passi verso il ponte levatoio, una volta al
grande portone presi una boccata d'aria ed
entrai
nel castello, nella piazza c'era una festa, Gli abitanti stavano
ballando e nessuno sembrava avere quell'ombra di paura.
Decisi
di chiedere che cosa stesse accadendo ad un uomo non distante da me -
Mi scusi - ma non si accorse di me e quando si girò mi
passò a traverso come se fossi stata di fumo. Ero nel
passato.
tutti
stavano facendo festa senza che ne capissi il perchè ma poi
la
carta del passato per fortuna apparve e allora gli chiesi spiegazioni
- stanno festeggiando la nascita dell'erede al trono
-
disse, pochi secondi dopo il paesaggio cambiò di nuovo.
riaprì
gli occhi, questa volta ero in una stanza, una camera da letto
sembrava dagli addobbi e dai mobili, la carta mi
indicò
due figure sul balcone della camera. - ma io questo l'ho gia visto -
dico guardando la carta. ma perchè mi stava mostrando
questo? -
avvicinati - mi disse. mi avvicinai alle due figure che non si
accorsero di me, guardai
l'uomo
e rimasi di sasso.
il
suo volto era così familiare e bello. Era il volto di
Caspian, ma
chi era quella bambina?. - quante stelle - disse la
bambina
con un dito alto contro il cielo - perchè non provi a
contarle -
dissi insieme a l'uomo , si era proprio Caspian, era la sua voce,
adesso ne ero certa.
Rimasi
imbambolata ad osservarlo quando qualcuno entrò nella stanza
sbattendo la porta. Era Cornelius.
Ovviamente
non si accorse di me - Caspian signore - disse ansante, sia la
bambina che Caspian si voltarono - sta
arrivando,
sta arrivando per voi - disse terrorizzato il precettore poi dei
rumori di zoccoli nella piazza ci costrinsero a guardare tutti giu,
era Miraz con i suoi uomini.
mi
rivolsi alla carta - Che succede adesso ?- ma non mi rispose, tutti
nella stanza si spostarono dalla finestra e si avvicinarono al
camino. IL precettore smosse dei libri che erano la sopra e si apri
una porticina dietro a dove
starebbe
il fuoco.
li
segui anche io nel piccolo passaggio segreto,Miraz aveva trovato il
passaggio e adesso era nella galleria con noi,
affrettammo
il passo.
arrivammo
ad un altra porta e il maestro prese delle grosse chiavi e
aprì
anche quella porta, entrammo tutti io per
ultima.
-
Maestro cosa facciamo ?- chiese spaventato Caspian, quella era la
prima volta che lo vedevo spaventato, la bambina era tra le sue
braccia ed era spaventata anche lei.
nel
vedere con quanta premura Caspian stringeva a se quella bambina mi
venne un senso di gelosia mai provato in vita mia e inconsapevolmente
una lacrima mi scivolò dagli occhi e cadde a terra mentre la
bambina
guardava nella
mia
direzione come potesse vedermi.
-
Caspian apri la porta - disse la voce di Miraz dall'altra parte,
Caspian lasciò andare la bambina e si diresse alla porta
e
per la prima volta la bambina parlò - no - disse
afferrandolo per la
mano - non preoccuparti, ci rivedremo un giorno- abbraccio la
bambina e poi disse - quando riaprirai gli occhi tu avrai dimenticato
tutto - una luce avvolse la
bambina
che poi si addormentò immediatamente, Caspian si
allontanò dalla
bambina e si avviò alla porta- Maestro- disse , il
precettore aveva
preso in braccio la bambina - sapete cosa dovete fare - disse con la
voce rotta da pianto
- ma
signore - disse -come da noi stabilito - uscì dalla porta
lasciando
il Maestro da solo con la bambina che ancora dormiva.
e di
nuovo il paesaggio intorno a me cambiò, quando
riaprì gli occhi ero
di nuovo a Narnia, non che me ne fossi mai andata. la carta era
davanti a me - Che cosa significa ?-le domandai - tu eri destinata a
trovarci - disse - ma cosa
centra
quello che mi hai fatto vedere? - domandai ancora. avevo il volto
rigato dalle lacrime - servirà per quello che
verrà, io non mostro
il futuro - continuò - Lucy, padrona - - avrai bisogno di
tutto il
tuo coraggio adesso- tutte la
carte
si levarono in torno a me - noi saremo con te prima della fine - e
poi docilmente tornarono nella mia mano.
Spero
vi sia piaciuto
|
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Capitolo 19 *** capitolo 18° rottura II° parte ***
quando
aprì di nuovo gli occhi ero di nuovo sul prato vicino
all'albero a
Narnia, non che sia andata via però quel piccolo viaggio mi
aveva
lasciata ancora piu confusa.
volevo
trovare il mio passato e invece ho trovato quello di Caspian, e chi
era quella bambina? mi domandi piu volte, perchè Caspian
voleva che
le si fosse cancellata la memoria? e che cosa avrebbe dovuto fare il
precettore di così importante da
essere
gia tutto stabilito?.
continuavo
a chiedermi tutto questo da qualche minuto mentre risalivo la
collinetta che mi avrebbe riportato alla mia
tenda,
camminavo con lo sguardo basso come faccio sempre quando penso, ormai
ero vicina, sentivo le voci dei soldati chiacchierare su come sarebbe
andata la guerra, come si sarebbe svolta, si intravedevano anche
delle luci e i
miei
occhi si dovettero abituare a quella tiepida luce.
Continuavo
a camminare ancora a testa bassa e senza rendermene conto andai a
sbattere contro qualcosa o
qualcuno.
Caddi a terra battendo il fondo schiena e inevitabilmente mi venne di
urlare dal dolore - guarda dove vai - dissi scocciata ma quando alzai
lo sguardo vidi il volto tenero di Caspian tendermi la mano come
aiuto per alzarmi.
l'afferrai
ringraziando e scusandomi per la poca gentilezza dimostrata prima.
Caspian
come al suo solito non fece una piega, si limitò a sorridere
prima
di avvicinarsi ad una piccola sporgenza. Li
si
mise ad osservare l'orizzonte dove la notte stava per lasciare spazio
al giorno, il cielo blu scuro stava diventano sempre piu chiaro.
mi
avvicinai a lui, avrei dovuto chiedergli scusa per come mi sono
comportata qualche ora fa, di come a volte, e me ne rendo conto,so di
essere una bambina viziata e da ceffoni sulla faccia.
Mi
misi al suo fianco e non so perchè ma mi venne fatto di
prendergli
la mano che lui dopo qualche secondo strinse, per me era diventato un
gesto naturale prendergli la mano come due persone si danno un bacio
per me quello era la
cosa
piu naturale del mondo.
respirai
rendendomi conto che non e l'avrei fatta a chiedergli scusa, non ora,
ero una vigliacca falsa ed ipocrita, lo
trattavo
male e lui in ogni momento c'era, in ogni gesto lui c'era, nelle cose
di ogni giorno c'era sempre per me,
avrei
dovuto chiedergli scusa ma in quel momento le parole mi mancarono e
abbassai lo sguardo sconfitta.
A
lui come al solito non gli sfuggiva niente, si accorse subito che
qualcosa in me non andava, con un gesto secco mi porto a scontrarmi
contro di lui prima di chiudermi in un abbraccio protettivo da cui
non sarei mai uscita.
sarei
rimasta la dentro, nel suo abbraccio, per sempre ma ovviamente
Caspian deve sempre rovinare tutto
mentre
ancora mi abbracciava mi chiese di nuovo di consegnargli le carte.
mi
staccai dal suo abbraccio amareggiata e delusa, lo spinsi via con
tutta la forza che avevo - non te ne importa niente di me-dissi con
le lacrime agli occhi, si vedeva che anche a Caspian pesava chiedermi
le carte con tutta quella
insistenza
-se non me ne importasse niente di te ti direi di tenere le carte e
farci quello che vuoi - disse avvicinandosi di nuovo - ma io ci tengo
a te Lucy, non sai quanto - disse anche lui con la voce leggermente
incrinata,
ma
lui è testardo come lo sono io e prima o poi due testardi si
scontrano.
provò
di nuovo ad abbracciarmi ma lo respinsi come prima - No- rimase
ancora piu deluso di prima, sul suo volto si
leggeva
tanta tristezza - Lucy, io ti voglio bene ed è per questo
che mi
devi dare le carte- disse alzando la voce sempre piu rotta dalla
tristezza - Bene come a quella bambina a qui hai cancellato la
memoria ?- gli urlai rabbiosa,
non
avrei dovuto dirlo ma qando mi arrabbiavo dicevo cose senza senso.
Caspian da triste diventò furioso - che ne sai tu? - disse
minaccioso. Io diventavo piccola piccola inconfronto a lui quando era
alteraro -io..- abbassai lo sguardo
colpevole
- tu non sai niente - disse avvicinadosi minaccioso - tu non sai
quello che ho dovuto passare - disse inchiodando i suoi occhi scuri
ai miei, così profondi, così uguali.
Se
ne andò lasciandomi la sul ciglio della collina mentre il
sole
faceva capolino, lo chiamai debolmente e lui mi mandò a quel
paese.
Quello per me fu un colpo durissimo ormai con le lacrime che
scorrevano come fiumi in piena corsi via,
giu
per la collina correndo senza sapere dove andavo, mi sentivo una
stupida a comportarmi così io avevo ferito lui noi lui che
aveva
ferito me, ma come sempre io ci rimanevo male per le cose che dico.
arrivai
all'albero dove ero prima e finalmente mi fermai, appoggiai la mano
al tronco respirando affannosamente per la corsa, una volta ripreso
fiato mi girai con laschiea contro il tronco e scivolai lungo fino a
terra raccolsi le gambe e piansi
lacrime
che nessuno avrebbe asciugato.
ero
innamorata? non lo so ma lo avrei aspettato per ore davanti a quel
tronco, sapevo solo pensare a quegli occhi suoi ma era
solo
una lotta piangevo di rabbia.
ero
innamorata? forse di quelle sue scuse anche se sapevo che erano
bugie, per il mio bene, lo faceva per me. mentre io
combinavo
solo guai.
ero
una stronza, che ho distrutto tutti i propositi che mi ero prefissata
e adesso che andavo a fondo non potevo altro
che
dire "me lo merito", il disprezzo che leggevo sul suo volto
qualche ora fa ormai, bella stronza sono stata.
il
sole quel giorno non si decideva ad uscire quasi avesse capito cosa
era successo, noi non ci facciamo compagnia
adesso,
siamo di nuovo divisi e sta volta per sempre, vorrei da te
serenità
la parola amore non basta piu non è piu qui.
mi
sentivo ridicola a piangere così continuavo a ripetermi che
non ho
piu l'età di piangere, mi alzai con gli occhi gonfi per il
pianto e
strofinandomi gli occhi mi convinsi che avrei dovuto smettere.
-
Lucy perchè piangi? - la voce di Aslan mi apparve nitida
nella
mente, sapevo che era dietro di me quindi non mi voltai - Caspian-
dissi solamente ma non era vero, non stavolta - non è vero -
dissi -
sono stata una sciocca Aslan -
dissi
serrando i pugni - Caspian ha sofferto ed io- mi era difficile
parlare dei mie errori orgogliosa come ero - io gli ho riaperto
vecchie ferite che aveva dimenticato - dissi chiudendo gli occhi.
sentì
chiaramente Aslan avvicinandosi - mi ha chiesto di dargli le carte -
continui - ma non l'ho ascoltato, ho fatto di testa mia e adesso, ho
perso la persona a cui tengo di piu - dissi urlando - andiamo - mi
girai allora verso Aslan,
sembrava
non avesse ascoltato niente di ciò che avevo detto - dove?-
domandai
- da Caspian. ho notizie da darvi - e si avviò verso il
campo. lo
seguì anche se questo voleva dire affrontare Caspian.
risalimmo
la collina fino al campo fino ad arrivare alla sua tenda, Aslan
entrò
per primo mentre io ero indecisa su cosa fare, restai ferma per
diversi minuti quando sentì la voce di Aslan chiamarmi.
mi
feci forza ed entrai, nella tenda c'erano anche Nicabrick
Ripicì e
Clo.
quanto
avrei volentieri ucciso quest'ultimo, avrei fatto meglio ad ascoltare
Caspian come al solito e lasciarlo marcire
in
prigione.
quando
entrai tutti sollevarono lo sguardo tranne Caspian che rimase a
fissare il terreno sotto di lui. Era arrabbiato
con
me.
dopo
un lungo silenzio Aslan prese la parola. io mi ero seduta sopra un
tavolinetto e con la testa appoggiata al
ginocchio
e l'altra gamba che dondolava non riuscivo a staccare lo sguardo da
Caspian che continuava a tenere lo sguardo basso.
-
signori, nani e topi. vi ho convocato qua per un motivo ben preciso,
giungo in questa ora con notizie orrende- ci
annunciò
Aslan, tutti a quelle parole si animarono, tutti tranne Caspian che
rimase perso a fissare il vuoto
-
signori silenzio. vi parlo di questioni serie Caspian- chiamo la sua
attenzione - sono stato a Telmar- finalmente alzò
lo
sguardo su Aslan, non incrociò mai il mio sguardo, stette
bene
attento a non farlo - e vi annunciò con non poco timore che
Miraz ha
stretto alleanza con la strega bianca - disse Aslan nella confusione
che si era creata alzai anche
io
lo sguardo - come è possibile Aslan- dissi alzando la voce
Caspian
che nonostante non abbia mai alzato la testa non si era perso una mia
battuta e adesso che avevo preso la parola sentivo il suo sguardo su
di
me -l'hai uccisa negli anni d'oro, ti ho visto farlo - gli dissi
sconvolta - lo so, io la rinchiusi nella camera sotterranea di cair
paravel ma- le parole le morirono in bocca - come facciamo ad
occuparci sia della strega che di Telmar -
domando
Caspian dopo minuti di silenzio -non lo so, devo riflettere- disse
allontanandosi da noi - Caspian, saranno qui non piu tardi massimo di
tre giorni - finì Aslan ed uscì dalla tenda
seguito da tutti gli
altri. Dentro rimanemmo
Caspian,
Nicabrick Ripicì ed io ancora appollaiata sul mobiletto.
-cosa
faremo mio re - domandò il topo, per la prima volta
avvertì nel suo
tono una nota di paura, il mio sguardo
saltellava
da Ripicì a Caspian che scosse la testa mentre si buttava
sul letto.
-
non lo so- disse stancamente - senza una strategia non sopravviveremo
- disse Nicabrick, aveva ragione senza una
adeguata
strategia saremmo morti tutti ma Caspian sembrava pensare ad altro,
come assorto nei suoi pensieri no si accorse della discussione che
cominciò tra il nano e Ripicì - adesso fate
silenzio - sbotto
Caspian alzandosi e
cominciando
a misurare la stanza con grandi passi - lo so che ci serve un piano -
disse - ma non no ho idea di come affrontare la strega -
continuò a
camminare avanti in dietro con lo sguardo basso mentre rifletteva.
La
strega non è facile da fare secca e sicuramente si
sarà organizzata
e Miraz l'avrà avvertita delle carte.
Eureka,
le carte. alzai di nuovo la testa e feci il mio intervento -potremmo
usare le carte - prova ad azzardare ma Caspian mi folgorò
con lo
sguardo - non nominarmi le carte - disse puntando i dito contro Clo
che ancora non aveva aperto bocca.
- è
l'unico modo Caspian - dissi pacata, sapevo di avere ragione - e come
pensi di fare?- disse arrendendosi e cominciando a guardarmi in
attesa di una risposta.
|
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Capitolo 20 *** capitolo 19° il tempo di un minuto per capire chi sei ***
WoW
ci siamo ecco il capitolo che molti di voi (spero) stavate aspettando
^^ spero sia riuscito bene a me personalmente piace, a mio parere
batte anche quello sulla spiaggia.
in
questo capitilo si spiegherà tutto così la mia
Miriam (ti voglio
bene) capirà tutto e non si scervellarà
più
(poverina
chissà che mal di testa xD) grazie tesora senza te non ci
sarebbe
niente adesso da legger e xD
mi
aspetto molti commenti anche con insulti!
ero
ancora seduta sul mio trespolo in modo a dir poco scomposto mentre
cercavo di trovare un modo su come uscire da quella situazione
spinosa.
Nella
tenda, tutto intorno a me, si creò il silenzio segno
evidente che
tutti stavano pensando come fronteggiare Telmar capitanata da Miraz e
la Strega Bianca.
Molti
provarono a dire la loro, ma nessuna delle idee proposte sembrava
poter funzionare.
Passammo
ore ad escogitare un piano che potesse essere andare ma nessuno
sembrava adatto, ognuno di questi
mancava
di qualcosa, ognuno di questi lasciava sfuggire troppe cose
fondamentali per la nostra vittoria.
Io
ancora non avevo detto niente fino ad ora - Potremmo usare le carte -
provai a dire, Caspian finalmente
si
voltò verso di me - E come? - - Be..- cominciai ma venni
interrotta
da Clo che si lanciò contro Caspian e si aggrappò
ai suoi piedi
come per implorarlo - No mio signore - disse, Caspian non sapeva cosa
fare - Non
date
retta a questa pazza, le carte non desiderano altro che tornare da
lei -
era
sempre allacciato alle gambe di caspian come i bimbi piccoli fanno
con la loro madre, non potei fare a
meno
di dire mentalmente che era patetico - Sta delirando Caspian dammi
retta- urlò in faccia a Caspian mentre io arrabbiata scesi
dal mio
trespolo e mi avvicinai minacciosa a Clo che si rifugiò
dietro le
spalle di
Caspian
che alzò le mani in gesto di resa - forse sua
radiosità ha un'idea
migliore - incrociai le braccia al petto e aspettai una risposta di
Clo, la mia rabbia aumentava - voi siete pazzi, la strega non appena
saprà
che
sei tu sciocca ragazzina a possedere le sue carte cercherà
di
ucciderti - allora era questa la verità.
Clo
si allontanò da Caspian che era sorpreso quanto me della
notizia, ok
forse lui era piu colpito di me
-
ucciderà chiunque tenti di fermarlo e io non voglio morire -
si
avvicinò alla porta -quindi me ne vado. è Stato
emozionante
conoscervi - aggiunse rivolto a noi due e poi uscì dalla
tenda
borbottando qualcosa di
incomprensibile.
anche
tutti gli altri uscirono e come al solito rimanemmo io e Caspian da
soli, nella sua tenda.
mi
abbandonai sul letto sconvolta per quella notizia, non mi spaventava
tanto sapere che la strega bianca mi voleva morta, non era la prima
volta che qualcuno voleva la mia morte, ero solo stressata da tutta
questa
situazione, il passato di Caspian, la litigata la riunione un insieme
di cose che prima o poi mi sarebbero crollate tutte a dosso.
sentì
il letto abbassarsi di colpo come quando qualcuno ci si siede sopra -
Che hai?- mi domandò Caspian con il suo tono premuroso - Te
come
staresti se qualcuno ti volesse uccidere? - dissi acida ma
capì
subito la
gaffe
tremenda che feci, suo zio voleva ucciderlo per mettere suo figlio
sul trono - scusa - gli dissi ancora mantenendo lo sguardo basso,
voler essere ucciso da qualcuno che ritenevi della tua stessa
famiglia
doveva
essere tremendo, ma perchè non tieni mai la bocca chiusa mi
maledì
mentalmente - Non preoccuparti - disse sdraiandosi e incrociando le
braccia sotto la chioma nera splendente - Miraz per me
non
è altro che qualcuno da odiare - mi girai completamente
verso di lui
incrociando le gambe sul letto
-Lui
ha ucciso la mia famiglia e portato via ciò che amavo di piu
al
mondo Per me non merita di vivere -
disse
freddo.
-ma
fa sempre parte della tua famiglia - dissi
-
non piu - - Almeno lui -.
lentamente
la sera si stava avvicinando e noi non avevamo ancora trovato un modo
per affrotare la
guerra
imminente. Passammo tutto il pomeriggio nella sua tenda a parlare
delle cose piu svariate, su
come
si
viveva
nel mio mondo, se ci vivevo bene e se mi
mancherebbe
nel caso non potessi piu tornarci.
non
sapevo se mi sarebbe mancato, se mi sarebbe
mancata
la civiltà, forse no perchè quando ero a Narnia
mi
sentivo bene, felice, mi sentivo a casa.
il
tempo in compagnia di Caspian passava veloce e
senza
nemmeno accorgermene era tarda sera e quando vidi che fuori era buio,
mi alzai di scatto dal
letto
- o mamma è tardi - dissi alzandomi dal letto, anche lui si
alzò
un po spiazzato dal mio repentino cambio di atteggiamento -
già-
commentò guardando fuori - io
dovrei
andare - dissi un po dispiaciuta, stavo bene in sua compagnia -
allora io vado - e mi avviai alla porta
ma
Caspian mi trattenne per un braccio. Lo guardai senza capire il
perchè di quel gesto, aveva paura di
dormire
da solo? - non andare - la sua voce era bassa e triste - ti prego -
aggiunse.
Nei
suoi occhi c'era tristezza e sincerità, lo guardai negli
occhi per
qualche minuto prima di accettare.
ci
sedemmo di nuovo sul letto e aspettai una spiegazione che non
tardò
ad arrivare - ti starai
chiedendo
perchè
ho voluto che tu rimanessi qui - esordì dopo un lungo
momento di
silenzio.
io
nel frattempo mi ero sdraiata a pancia in giu sul letto mentre lo
osservavo appoggiato al
mobiletto
dove ero seduta io stamani mi guardava a sua volta, con sguardo
trasognato, come si guarda
qualcosa
di estremamente prezioso e fragile.
mi
fissava con insistenza e la cosa all'inizio mi faceva
piacere
ma adesso diventava insistente -già - dissi, si
staccò dal mobile
e si sedette accanto a me posando
le
braccia sulle gambe ma senza staccarmi gli occhi di
dosso.
Sembrava quasi volesse mangiarmi. - domani ci sarà la
battaglia -
esordì abbassando lo sguardo - ho
paura
- cosa? il grande Caspian che aveva paura?, sollevai la testa dalle
mani su cui l'avevo appoggiata.
se
aveva paura lui era la fine.
se non riuscissi a
condurre i miei uomini alla
vittoria? - disse
coprendosi il volto con le mani, mi alzai dal
letto
e mi accovacciai davanti a lui, lentamente gli tolsi le mani dal
volto e lo presi tra le mie mani, aveva
lo
sguardo basso, sciocco orgoglio proprio come il mio - guardami -
dissi con voce dolce, alzò lo sguardo, i
suoi
occhi neri erano velati da uno strano luccichio e non avevo mai visto
nei suoi occhi, erano lacrime.
-
ei, non fare così - dissi prendendo un fazzoletto dalla
tasca per
asciugargli le lacrime - tutti si fidano di te -
dissi
cercando di rincuorarlo. Ero davvero minuscola al suo confronto, lui
seduto sul letto ero poco piu
basso
di me - sono io che non mi fido di me - disse con la voce roca di uno
che cerca di non urlare per il
pianto
-io mi fido di te - dissi abbracciandolo forte, rimase spiazzato dal
mio abbraccio senza preavviso,
passarono
alcuni secondi prima che ricambiò
l'abbraccio
- io mi fido te - ripetei - mi hai salvato da Miraz
quella
notte. hai deciso di soffrire per salvarmi - piu andavo avanti e piu
sentivo la sua presa stringersi
intorno
a me - non mi importa se mi hai cancellato la memoria o se mi hai
fatto crescere lontano da te -
avevo
cominciato a piangere anche io, non erano lacrime di tristezza ma
lacrime di gioia - e anche se
so
che non centra niente, io ti voglio bene - dissi infine, non mi ero
nemmeno resa conto di essere
seduta
sulle
sue
ginocchia e di aver detto cose che in quel
momento
non c'entravano niente ma che sentivo di dovergli dire.
non
disse nulla, si limitò ad abbracciarmi piu forte - di
qualcosa ti
prego - dissi pensando di aver fatto un
grande
sbaglio a dirli ciò che avevo visto - Lucy, sono stato un
egoista -
disse sciogliendo l'abbraccio
-ma cerca di
capirmi - - lo so perchè l'hai fatto - - come?-
- non è
importante questo, so perchè l'hai
fatto e questo
basta-
avevo
capito tutto dopo la nostra seconda litigata, vedere la sua reazione
mi aveva dato la conferma.
Io
ero quella bambina e lui, lui era mio padre. Ero ancora seduta sulle
sue gambe ma lui non ne sembrava affatto disturbato anzi, mi
avvicinò
ancora di piu a lui passandomi un baccio sul fianco e
appoggiò la
sua
testa
alla mia, un altra cosa che mi ci avrebbe dovuto fare pensare subito
che lui era mio padre era la strabiliante somiglianza, stessi capelli
scuri lisci, stessi occhi neri e profondi, la stessa testardaggine e
lo
stesso
stupido orgoglio che spesso ci aveva fatto litigare di brutto.
-
Caspian - mi risultava però ancora difficile chiamarlo con
il nome
con cui avrei dovuto chiamarlo, e poi
come
lo dovevo chiamare, Padre? o Signore? come si leggeva nei libri di
storia o nei film, decisi di non pormi il problema.
quando
lo chiamai lo sentì alzare la testa per guardarmi -
perchè l'hai
fatto? - domandai ma subito
aggiunsi
- perchè mi fatto andare via da Narnia? - domandai guardando
sempre
il pavimento davanti a me.
lo
sentì sospirare e poi posare il viso sulla mia spalla -
Miraz,
voleva ucciderti - disse stancamente, chissà
quante
volte se lo era ripetuto per non incolparsi - pensava che uccidendo
te mi avrebbe ucciso piu
facilmente
o che mi sarei tolto la vita, forse - continuò sempre contro
la mia
spalla.
-Cornelius
aveva trovato un modo per salvarti e accettai anche se voleva dire
non vederti mai piu - ecco
cosa
puole l'amore di un genitore, arrivare a privarsi di un figlio pur di
salvargli la vita, e io che mi
lamentavo
di aver sofferto - quindi io non ho ricordi per questo - dissi
ripensando a quello che avevo visto,
tutto
tornava, la bambina ero io a quattro anni quando mi cancellarono
tutti i ricordi da quando ero nata a
quando
arrivai a Londra. - mi dispiace - disse triste, la sua mano era
posata sulle mie gambe, ci posai la mia sopra e gli sorrisi.
allora!!!!!!!!!!!!!!!!!!
che vene pare ??? vi piace??? spero di si se no vi attaccate mi ci
è
voluta una vita per scriverlo con la giusta intensità xD
spero
nei vostri commenti per dirmi che ne pensate!!
MIRIAM
ADESSO HAI CAPITOOOO!! AHHAH SCHERZO BELLA TI DEDICO QUESTO CAPITOLO
SPERANDO DI AVERTI ILLUMINATO!!
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Capitolo 21 *** capitolo 20° la battaglia patre I ***
quando aprì gli occhi era giorno
ma il sole non era
ancora alto nel cielo, mi misi a sedere sul letto e cercai di mettere
a fuoco la stanza, era la camera di Caspian che stava dormendo ancora
alla mia destra.
mi sdraiai di nuovo e lo guardai mentre
dormiva, gli
posai una mano sulla guancia ma lui afferrò la mano e la
strinse -
pensavo stessi dormendo - gli dissi un po imbarazzata, dovevo ancora
abituarmi al cambiamento.
- non ho chiuso occhio - mi dice
lasciandola per girarsi
a pancia in su, - sei preoccupato per la battaglia? - gli domanda
sdraiandomi a pancia i giu al suo fianco per guardarlo negli occhi
identici ai miei
-andrà tutto bene, abbiamo le
carte - dissi entusiasta,
lui invece si fece serio - che cosa hai?- gli domando preoccupata,
avevo paura che da un momento all'altro potesse ripensarci e dirmi
è
stato solo un malinteso e
che non ero io sua figlia, che non era lui
mio padre.
- volevo parlarti proprio di questo Lucy -
continuò
mentre io tirai un sospiro di sollievo
- tu devi rimanere qua -
disse fermo e irremovibile, abbassai la
testa ma avrei
fatto come mi diceva - però potevo essere d'aiuto - provai a
replicare anche se sia lui che io avevamo gia deciso. entrambi ci
eravamo alzati, mentre io mi infilavo le
scarpe Caspian metteva a posto l'arco con
le frecce,
quando ero pronta mi fermai in mezzo alla tenda, tra il letto e
Caspian che una volta finito si voltò verso di me quasi in
ginocchio
mi disse - mi sei piu di aiuto qui -
disse tornando a trafficare con la spada -
mamama -
- non posso vincere una guerra pensando che
ci sei tu
la
in mezzo - si avvicinò di nuovo
a me e mi stampò una
bacio sulla fronte prima di uscire dalla tenda e
raggiungere gli altri, sospirai e
uscì anche io .
Caspian stava preparando gli uomini al
peggio ma nessuno
sembrava avere timore di morire per lui. Tutti si
prepararono alla battaglia e ormai erano
pronti per
partire Caspian tornò da me - rimani qui. fallo per me -
disse con
faccia implorante - ma - - hai sentito quello che ha detto Clo, non
ti ho fatto andare via da Narnia per poi
farti ammazzare alla prima occasione -
disse ma capì di
essere stato troppo duro - Lucy, farai come ti ho detto? - mi
domandò
di nuovo , tenevo la testa bassa, non avevo il coraggio di guardarlo
negli occhi perchè forse non
avrei rispettato quella promessa.
Annui continuando a guardare la terra -ti
voglio bene
piccola - disse abbracciandomi prima di alzarsi e salire a cavallo.
che persona orribile che ero, facevo
promesse che non
avrei mantenuto, in pochi minuti tutti avevano lasciato
l'accampamento, soltanto alcuni erano rimasti, mi guardai in torno e
poi guardai il cielo
- anche io ti
voglio bene-.
le ore passavano, ne erano gia passate tre,
chissà se
la battaglia era cominciata, seduta sul letto nella tenda
di Caspian continuavo a tormentarmi.
A distrarmi fu Nicabrick che
entrò nella tenda - mia
signora - disse inchinandosi, oddio ci si metteva anche
lui adesso - No Nicabrick non mi chiamare
così, sono
sempre Lucy - dissi guardando il nano che tutto contento si
avvicinò,
lo invitai a sedere con me - tu sei rimasto qua?- gli domandai
contenta di parlare con
qualcuno per distrarmi - Mi ha chiesto
vostro padre di
rimanere a sorvegliarvi e a proteggervi nel caso -
- non puo proteggermi per sempre- dissi -
già questo è
vero Lucy, ma vi ha appena ritrovato - disse
guardandomi e alzandomi il viso - si
farebbe uccidere
per voi - disse - non mi fai stare meglio - dissi alzandomi di scatto
dal letto e avviandomi alla porta - dove andate, maestà -
non gli
risposi tanto meno
perchè continuava a chiamarmi
maestà - Lucy, dove vai
? - continuava a seguirmi mentre io mi dirigevo alla mia tenda che
non vedevo da non so quanto tempo , entrai e mi misi a ruffolare nel
baule dove avevo
deposto le carte - ma dove sono -
borbottavo senza
ascoltare quello che diceva Nicabrick - ma dove pensi di andare? -mi
domandò di nuovo mettendosi davanti a la porta - hanno
bisogno del
mio aiuto- ero ferma nella
mia decisione - non sarete voi a cambiare
le sorti della
guerra. ma a dare solo pensiero a vostro padre - continuava a non
volersi spostare dalla porta - senti la strega non la possono
affrontare con le spade e Miraz
sarà piu facile da battere,
pensaci - il nano sembrò
fare un rapido calcolo - come ci arriviamo? - mi domandò,
vittoria
l'avevo convinto.
uscimmo dalla mia tenda e andammo verso
l'armeria -
prenderemo dei cavalli - dissi ma una volta all'armeria i cavalli non
c'erano, mi girai verso il mio compagno - mi sa che ci tocca andare a
piedi - ma
qualcosa di spettacolare accadde, dal nulla
si
materializzo un grifone - posso servirvi, principessa Lucy - sorrisi
e due minuti dopo eravamo in groppa al grosso animale verso la
battaglia.
dopo qualche minuto di volo ci
lasciò su un altura da
dove si vedeva tutto, la battaglia era in corso ma della strega
bianca nessuna traccia - stiamo perdendo - esclamai guardando le
persone a terra - o cavolo -
commentò Nicabrick - dobbiamo
fare qualcosa - esclamai
estraendo le carte dalla tasca.
- che cosa pensi di fare ?- - stai a vedere
-
la battaglia era veramente cruenta e i
soldati di Miraz
non risparmiavano nessuno, se non sarei intervenuta subito sarebbe
stata una disfatta, cercai con lo sguardo Caspian ma non lo vidi e
cominciai ad agitarmi
- carta del fuoco - davanti a me una sfera
di fuoco
prese vita - dividi i Telmarini dai Narniani - la sfera parti e la
seguì con lo sguardo, una linea di fuoco divise il campo di
battaglia in due, sia i Narniani che i Telmarini si
fermarono all'istante spaventati, tutti si
guardarono a
torno cercando chi potesse avere appiccato il fuoco
- questo dovrebbe tenerli occupati per un
po - come non
detto, i soldati a cavallo riuscirono a superare la
linea e la battaglia riprese - accidenti- -
e adesso?-
giusto e adesso che avrei fatto? un altra idea mi venne in mente -
puoi portami laggiù?- domandai al grifone - cosa? ma sei
impazzita,
hai sentito cosa ti ha detto tuo
padre? - - quando avrò bisogno
di un grillo parlante ti
informo - dissi salendo sul dorso dell'animale che in pochi secondi
mi portò la in mezzo alla battaglia, intorno a me la gente
si
ammazzava senza esclusione di
colpi,
iniziai a pentirmi di essere andata la, un
soldato di Miraz si accorse di me e iniziò a caricarmi con
il
cavallo e..
|
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Capitolo 22 *** capitolo 21° la battaglia parte II ***
la spada sguainata, ero terrorizzata che
cosa avrei
fatto? mi guardai intorno velocemente cercando
Caspian ma continuavo a non vederlo "
rimani qui ti
prego" perchè non ho fatto come ha detto – Caspian
- urlai
ma nessuno poteva sentirmi, dovevo cavarmela da sola, il cavaliere
era a pochi metri da me, mi girai
verso destra e finalmente lo vidi, era vivo
e questo mi
tranquillizzò non poco, ma non appena mi vide il panico si
dipinse
sui suoi occhi, lo vidi muovere le labbra ma non capì cosa
avesse
detto, pensai qualcosa come “scappa “
o “vattene”, mi girai
verso il cavaliere era
pochissimi metri da me, che cosa avrei fatto ? con la coda
dell'occhio vidi Caspian correre verso di me, passavo con lo sguardo
da Caspian al cavaliere sempre piu vicino quando
una voce nella mia testa mi disse di usare
la carta del
muretto, certo mi avrebbe salvato, forse.
terrorizzata gridai - carta del muretto -
un muro di
mattoni si alzò davanti a me pochi secondi prima che il
Telmarino mi prendesse in pieno.
il muro si dissolse e il cavallo era a
terra sopra il
cavaliere, mi alzai da terra e mi avvicinai a lui, era morto.
- Lucy - mi sentì travolgere -
ti avevo detto di
restare la - mi disse Caspian osservandomi accuratamente -stai
bene? - annuì, ero leggermente
scossa.
- Caspian - una voce gridò
dietro di me. era Miraz - ma
guarda, sei riuscita a tornare – aggiunse rivolto a me con
disprezzo
Miraz, mi avvicinai a lui ma Caspian mi
ritirò indietro
e mi portò dietro di lui - ancora per poco - levò
la sua spada
pronto a colpire Caspian, sarebbe morto per colpa mia perchè
non
accennava a muovere un muscolo
stava per ucciderlo e dovevo pensare in
fretta, lo
spinsi di lato e presi la prima carta che mi capitò in mano
- carta dell'illusione - non
capì che cosa era
successo, vidi il volto di Caspian farsi disperato mentre quello di
Miraz farsi vittorioso, chissà
per cosa poi capì, la
carta dell'illusione crea l'illusione di quello che ti stava per
succedere mentre te ne uscivi indenne - ahah, muori - urlò
trionfante sfilando la spada da quello che
secondo loro era il mio fianco, poi si
avvicinò a
Caspian - adesso muori anche tu - levò di nuovo la spada su
di lui
che non faceva niente per difendersi - uccidimi- disse - non
aspettavo altro-...
to be continue..
|
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Capitolo 23 *** capitolo 22° la battaglia parte III ***
- uccidimi - disse
Caspian senza ribellarsi, in ginocchio sull'erba del capo di
battaglia, si era rassegnato - non aspettavo altro - disse Miraz
levando la spada su di lui.
tornai normale nel
momento giusto una volta terminato l'effetto della carta
dell'illusione.
Vidi Miraz pronto ad
uccidere Caspian, mio padre,mi guardai a torno in cerca di un arma,
trovai un
coltello e io i coltelli
li sapevo usare lo raccolsi e presi la mira - Non così in
fretta,
zietto - Miraz si girò sempre con la spada levata come se
avesse
visto un fantasma , lanciai il coltello e lo presi pieno nel
cuore.
lasciò cadere la spada e
si accasciò a terra, corsi da Caspian che anche lui aveva la
faccia
sconvolta.
Fu il mio turno di
abbracciarlo - stai bene? - gli domandai buttandogli le braccia al
collo - ti ho visto morire- diceva balbettando incredulo, estrassi
la carta dalla tasca e glie la mostrai - basta un
illusione a volte - gli
dissi sorridendo.
guardammo il corpo senza
vita di Miraz, tutti i soldati si fermarono e gettarono le armi in
segno di resa.
-ottimo lavoro, Lucy -
Aslan apparve alle nostre spalle, ci voltammo - non ce l'avrei mai
fatta senza il tuo aiuto- mi separai da Caspian per abbracciare il
leone - scusami se ti ho trattato male l'ultima volta -
mi scusai, l'ultima volta
quando mi chiese di consegnargli le carte lo mandai quasi al diavolo
- sai a volte è un bene disobbedire agli ordini - aggiunse
rivolto a
Caspian che si era avvicinato a noi, anche io lo
guardai e gli sorrisi -
torniamo all'accampamento -.
Tornammo all'accampamento
e scoprimmo che i guai non erano finiti, non ancora. di nuovo nella
tenda di Caspian Aslan ci dette altre brutte notizie.
la strega bianca doveva
essere distrutta e quella sarebbe stata la cosa piu difficile - Lucy,
posso parlarti un secondo in privato?- mi domandò prima di
andare
Aslan, guardai caspian che mi annuì debolmente
e staccatami dal suo
fianco seguì Aslan fuori dalla tenda.
- ti starai chiedendo
cosa non posso dire davanti a tuo padre -
- in effetti -
- ho bisogno del tuo
aiuto, di nuovo -
-cosa devo fare ?-
- devi tornare alla
tavola di pietra -
- tutto qui?-
- per distruggere la
strega bianca, per sempre -
- ma come faccio?-
- devi usare le carte-
- come?-
- quando verrà il
momento lo saprai-
- c'è altro?-
si girò verso di me e
proseguì
- si Lucy, ce dell'altro. sei cresciuta
parecchio da quando sei venuta qua la prima volta-
- avevo nove anni -
-e adesso quanti anni
hai?-
-undici da poco- dissi
iniziando a capire dove voleva arrivare
- questo è forse il tuo
ultimo viaggio qui a Narnia -
- cosa?-
- sei grande bambina -
- ma io appartebgo a
questo mondo, Caspian..-
- non dipende da me Lucy,
è il destino che deciderà se farti tornare o
chissà magari
restare-
detto questo sparì e mi
lasciò la davanti a la tenda da sola con i miei tristi
pensieri, mi
girai su me stessa e tornai dentro.
quella sera a cena non
dissi neanche una parola, ne della missione ne che forse non sarei
piu tornata a Narnia - che cosa hai?- , giocherellavo con la
forchetta senza mangiare niente - Lucy stai bene?- mi
domandò di nuovo Caspian
- cosa? - dissi scuotendo la testa come per svegliarmi - mi spieghi
che cosa hai? mi fa male vederti così - disse premuroso come
al
solito - niente, sono solo un po stanca - mi
affrettai a dire - anzi
vado a dormire, buonanotte- gli detti il bacio della buona notte ed
uscì dalla sua tenda ma non andai a dormire mi misi a
camminare e a
pensare alle parole di Aslan.
come lo avrei detto a
Caspian, mio padre che dopo sette anni ho ritrovato?, non l'ho ancora
chiamato padre, o papà e gia dovevo partire per non tornare
mai piu,
forse.
non avrei sopportato
l'idea di conoscere il mio vero padre ma non poterlo piu vedere,
specialmente se questo padre era Caspian, gli ho sempre voluto bene
ma da quando avevo scoperto che era mio padre,
per lui provavo un
affetto morboso.
sicuramente ci era
rimasto male che non fossi rimasta a dormire da lui ma mi sarei
dovuta alzare presto
domani, avevo una
missione da compiere prima della fine.
annientare la strega
bianca.
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Capitolo 24 *** capitolo 23° e come se le carte volessero farmi combattere ***
Decisi
di andare a dormire, almeno qualche ora mi sarebbe servita per
arrivare lucida per lo scontro contro Jadis ma una volta sdraiata sul
letto non riuscì a
prendere
sonno, continuavo a guardare il soffitto senza trovare pace, non ero
agitata per lo scontro con la strega, era qualcosa altro che mi
tormentava, erano
le
parole che mi aveva detto Aslan il pomeriggio “forse questo
è il
tuo ultimo viaggio a Narnia” al ricordarmi quelle parole
chiusi gli
occhi, non poteva essere
vero,
io appartenevo a Narnia e Mio padre?.
Mi
girai su un fianco e fissa le carte sul comodino, con le mani sotto
la guancia
rimasi
a guardarle senza un motivo, sospirai e mi misi a sedere su letto e
le presi con decisione dal comodino, cominciai a svogliare alcune non
le avevo
mai
viste la carta del fulmine- sopra la carta c'era disegnata una tigre
gialla con il pelo tutto appuntito come se fosse elettrica ne presi
un altra- la carta dello
scambio-
una specie di topolino era disegnato sopra la carta, la rigirai tra
le mani senza sapere bene perché.
Ne
presi ancora un altra -la carta del volo- su questa era disegnato una
specie di uccello, poteva risultarmi utile. Tutte mi risultavano
utili in quel frangiente. Le
rimisi
sul comodino e mi sdraiai di nuovo sul letto e tornai a guardare il
soffito.
Mi
fu inevitabile pensare a Caspian, era solo a dieci metri da me ma non
potevo
andare
da lui, non adesso, mi conosceva troppo bene e sicuramente mi avrebbe
fatto cedere chiedendomi qualcosa che sicuramente io poi avrei
raccontato.
Chiusi
gli occhi e riuscì ad addormentarmi. Fu un raggio di sole e
qualcosa
di peso sulla mia schiena a svegliarmi, quando mi misi a sedere
sentì
come uno
squittio
sotto di me.
Pensavo
di avere le traveggole – alzati, alzati, alzati –
mi alzai e
mettendomi in ginocchio sul letto finalmente vidi chi faceva tanto
chiasso, era una specie di
topo
deforme, aveva le orecchie grandi a punta due creste sul dorso e una
lunga coda sembrava piu una rana, stupita lo presi sotto le zampette
e lo sollevai per guardarlo meglio – ciao!- disse
sorridendomi, lo
lasciai cadere e caddi dal letto
per
lo spavento
mi
rialzai e piano piano mi avvicinai di nuovo al letto – tu
sei..- ma
mi
interruppe
-io sono la carta dello scambio – disse in tono allegro
– perché
sei uscito dalla carta?-domandai mettendomi a sedere davanti a lui
–
non ne potevo
piu
di stare la rinchiuso-
disse
sempre sorridendo, era tenerissimo però con quegli occhio
verdi
-spero
non
ti dispiaccia Lucy - - nono, io però dovrei andare- gli
dissi
alzandomi e preparandomi – lo so – disse volandomi
sulla spalla –
noi sappiamo tutto –
disse
un altra voce, mi girai di nuovo e su letto c'era un altra carta
–
ei ma cosa è questa mania di saltare fuori. Dovete fare
piano- disse
mettendomi le scarpe
sempre
con la carta dello scambio sulle spalle -scusa Lucy – disse
scusandosi e mortificandosi la nuova carta apparsa , quella carta
aveva piu la forma di un
umano,
ok forse di un folletto, era poco piu bassa di me, aveva i capelli
corti le orecchie appunta pure lei una stella in fronte un piccolo
body e delle scarpette
alla
trilly, ah dimenticavo la bacchetta.
tu
sei..- - la carta del sonno- mi interruppe anche lei, mi fece un
altro inchinoper servirti – nel momento mi venne in mente un
idea –
ho un idea – dissi uscendo dalla tenda con la carta dello
scambio
sulle spalle, seguita dalla carta del sonno entrai nella tenda di
Caspian, presi un pezzo di foglio e una piuma,
caspita
ma era difficile scrivere con questa cosa, nel biglietto non scrissi
nulla di particolare
ciao!
Ti
starai chiedendo perché ti scrivo
invece
di dirtelo a voce,
be
perché hai una figlia codarda,
troppo
per dire le cose in facci e poco per
buttarsi
a capofitto nello scontro contro
la
strega bianca
non
preoccuparti se quando leggerai
il
biglietto sarà molto tardi,
io
l'ho scritto di mattina ma la carta
del
sonno mi darà una mano.
Bene
dopo tutta questa miriade di cavolate
passo
alla cosa piu importante
non
venire a cercarmi o a prendermi e
portarmi
via per un orecchio
non
puoi fare niente tu o chiunque altro
contro
Jadis quindi
ti
prego di sostenermi e di aspettarmi.
Si
aspettami, che io torno contaci.
Sai
non ti ho ancora chiamato padre o
papà!
Non l'ho mai fatto perché nel mio
mondo
si dice papà ma chi se ne importa,
io
ti voglio bene e non è importante come debba chiamarti..
adesso
vado.. ti voglio bene..ma si lo scrivo..
ti
voglio bene Papà!
Lucy
dopo
aver scritto tutto questo mucchio di cavolate, di cui la mia prof di
italiano ne sarebbe orripilata, depositai la lettera sul cuscino
accanto a lui, spostandomi
dalla
sua parte gli posai un bacio veloce sulla guancia e poi dissi alla
carta del sonno – fallo dormire fino a stasera ok?- la carta
si
inchinò leggermente e poi
eseguì
l'ordine.
Mosse
la sua bacchetta sopra di lui e una leggera polvere gli caddi sugli
occhi con questo dormirà come un bambino- disse tutta
contenta, gli
sorrisi ed
uscimmo
dalla tenda ma prima lo guardai sperando che non fosse per l'ultima
volta.
Una
volta fuori prendemmo a camminare a passo svelto, la carta dello
scambio sonnecchiava tranquillo sulle mie spalle – come ci
arriviamo la Lucy?- mi
domandò
la carta del sonno – a piedi temo – dissi mettendo
un laccio
delle scarpe al suo posto – potremmo chiedere aiuto alla
carta del
volo – disse la
carta
dello scambio, dalla tasca afferrai il mazzetto e cercai la carta,
quando la trovai la afferrai – carta del volo – una
nube si
sprigiono dalla carta e poi una specie di uccello gigante prese forma
– io sono la carta del volo – disse inchinandosi
pure lei –
puoi portarci alla tavola di pietra? - - certamente-
il
grande uccello si distese e io e la carta del sonno salimmo sulla sua
schiena
-tenetevi
forte – ci avvisò poi improvvisamente si mise a
correre fortissimo
fino alla collina da dove spicco il volo,
era
fantastico vedere tutto da lassu.
Durante
il viaggio la carta del sonno e dello scambio mi spiegarono alcune
cose
noi
abbiamo un potere ulteriore – disse il topino – gia
ma devi
riuscire a scoprirlo da sola – aggiunse la fatina –
non mi siete
di grande aiuto così – gli risposi –
devi riuscire a
padroneggiare il cerchio – disse la carta del volo
se
riesci a padroneggiare il cerchio, potrai avere un potere
incredibile-
Di
che potere stavano parlando, ancora piu forte di loro e sarei stata
in grado di controllare il cerchio, le uniche volte che ci ero
riuscita non avevo avuto un
grande
successo.
Speriamo
bene continuavo a pensare.
|
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Capitolo 25 *** capitolo 24° Pesca la tua carta e va ***
Salve!
so che che oggi non avrei dovuto aggiornare, in effetti non
è che
abbia molto tempo per scrivere xD quindi perdonatemi se è
veramente
orrido e pieno di errori ma non ho avuto tempo di correggerlo..=3
voglio
ringraziare chi ancora mi segue come Miriam ecc (perdono ma il tuo
Nick è troppo lungo e non lo ricordo a mente xD) e
alicecullen19.
però
ho notato che i commenti sono diminuiti T_T che c'è non vi
piace
piu?? nooo non dite si con la testa!
ok
la pianto e passo al capitolo.
E
già è quasi finito, quanto mancherà
-__-? non penso piu di cinque
capitoli sfogliandoli su carta.. ok vi lascio leggere in pace! a
dopo! e buona lettura!+
-
Un potere ulteriore dici? - Domandai alla carta del volo - Si esatto,
conquistato quello sarai imbattibile - mi rispose sbattendo
leggermente le ali.
stando
alla loro descrizione però non sarebbe stato semplice, per
attivare
il cerchio dovevo rimanere concentrata e la cosa non sarebbe stata
molto facile.
Eravamo
in volo da un ora più o meno quando scorsi delle rovine in
mezzo
agli alberi -Ci siamo - annunciai 3 il grande uccello
cominciò a
planare.
Si
atterrò in una radura non poco lontana e li la carta , o
meglio ,
l'uccello tornò nella sua carta.
-Ce
facciamo mi domandarono i miei compagni di avventura - Non lo so,
immagino dovremmo
aspettare
che faccia buio - dissi sedendomi e in silenzio aspettammo il calar
delle tenebre.
in
tutte quelle ore il mio pensiero errò fuori dai confini del
tempo,
ripensai al professor Kirke, a
Grace
con cui non avevo fatto ancora pace, e a mio padre a cui invece non
avevo mai espresso i miei sentimenti, quanto mi rendeva felice stare
con lui e la gioia che provai quella sera quando mi
disse
la verità, quando rispose Sì a tutte le mie
domande, non scorderò
mail quel suo abbraccio, così caldo e protettivo, come una
mano che
mi protegge da tutte le cose brutte
E
io ho tradito quella mano, più di una volta e lui mi aveva
sempre
perdonato, Sempre.
è
questo quello che fa un padre, perdonare gli errori del figlio.
non
volevo perderlo adesso che lo avevo ritrovato, adesso che sapevo di
avere un passato e un futuro con lui.
Chissà
se mi avrebbe perdonato anche quella, forse adesso avrà
letto anche
la lettera che gli avevo gli avevo scritto anche se non gli avevo
scritto dove andavo, non volevo che mi seguisse.
probabilmente
non lo vedrò piu in tutte e due i casi, che muoia o che non
ritorni piu a Narnia, allora meglio morire che sapere la
verità e non
potersi arrendere all'idea di non poterlo piu vedere.
-
Lucy, andiamo? - il topino mi risvegliò dai miei pensieri
tristi e
macabri - cosa?- issi come appena svegliata ma poi feci mente locale
e capì che cosa intendeva, mi alzai e me lo misi in spalla.
-
tu hai un nome?- domandai mentre spengevo il fuoco - oltre a quello
della carta intendo - mi rispose di no, decisi di darli un nome, non
potevo sempre chiamarlo con quel nome lunghissimi,
optai
per Pan - Posso chiamarti Pan?- gli chiesi mentre imboccavo il
sentiero che portava alla tavola di pietra - Certo, mi piace - mi
rispose tutto contento -.
-secondo
te abbiamo qualche possibilità di vincere? - dissi
arrancando tra
l'erba alta
-
penso di si Lucy- disse Pan.
in
lontananza si scorgeva una luce d un fuoco acceso e delle urla, come
dei cori propiziatori.
Spostai
dei ciuffi d'erba e sbirciai , Jedis, la strega era in piedi sulla
tavola e stava incitando i suoi
soldati
a prendere le armi e marcire sull'accampamento di Caspian.
decisi
che era arrivato il momento e uscì dall'erba alta e mi feci
avanti,
mi feci catturare di
proposito
dalle guardie che senza perdere tempo mi portarono al cospetto di
Jadis.
-cosa
è questa cosettina?- domandò rivolta a me, mi
avvicinai lentamente
e mi levai il cappuccio
dalla
testa -possiamo batterla Pan - sussurrai al topo sulla mia spalla.
Appena
fui abbastanza vicina affinché
é le luci delle fiaccole accese
potessero illuminare il mio volto il
suo
ghigno si fece terrificante -Ma guardai chi c'è.
L'ambasciatrice di
Aslan -disse sarcasticamente e i suoi uomini risono sguaiatamente -
dove hai lasciato simba - Disse di nuovo e i suoi soldati
ripresero
a ridere ancora piu sguaiatamente - e papà è
troppo pauroso per
venire? - sta vlta nessuno rideva, una luce azzurra come una specie
di aura si era creata intorno a me e tutti i soldati
si
erano allontanati di qualche metro - Stai zitta - gridai in faccia
alla strega - Come osi - alzò il bastone con fare minaccioso
su di
me ma non dovevo avere paura, feci un passo verso di lei -Lucy
che
fai? - mi domandò Pan - Coraggio fallo - dissi guardandola
negli
occhi in tono di sfida - coraggio - continuai a dire lei senza fare
una piega alzò il bastone e mi sollevò nell'aria,
in breve tempo
mi
trovai sbattuta contro unica colonna che crollò per il
grande
impatto.
-
Alzati Lucy - mi ripeteva Pan ma non era così semplice
sentivo le
ossa dolermi - ci provo - Dissi
rialzandomi
a fatica - se le piace il gioco duro lo avrà - Carta della
forza - come una specie di getto si sprigionò a pochi
centimetri da me e
spinse via la Strega che finì anche lei contro una colonna.
anche
questa colonna crollò e quando si rialzò era
furibonda - come osi
tu- disse guardandomi con odio, - non puoi battermi con le mie carte
- mi sentì scaraventare di nuovo lontano e atterrai
contro
un altra colonna, questa volta urlai di dolore. Provai a a rialzarmi
ma non ci riuscì.
con
soli due colpi mi aveva messa K.o.
la
strega cominciò ad avvicinarsi ma io non trovavo la forza di
alzarmi, sentivo le ossa come frantumate, ormai la strega era a pochi
passi da me - aiutami papà -
ciao!
spero che vi sia piaciuto anche se è u po corto T_ T bene
adesso
scappo all'allenamento, vi annuncio che anche il prossimo capitolo
è
pronto quindi non appena torno lo posto !!
contente!!
mi raccomando i commenti che mi sembra stiano diminuendo eh!
ihi
scherzo a presto!!
|
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Capitolo 26 *** capitolo 25° impossibile ***
[
Caspian ]
quando
trovai la lettera
sul cuscino accanto al mio mio sentì morire, mi ributtai sul
letto,
perché non ero riuscito a proteggere la persona che amavo di
piu al
mondo?
Continuavo
a ripetermi in
silenzio e preso da un attimo di rabbia buttai la lettera a terra
accartocciandola e puntellando i gomiti sulle ginocchia iniziai a
pensare a dove
potesse
essere.
Ero
assorto nei i miei
pensieri e non sentì nemmeno entrare il mio precettore che
raccolta
la lettera la
lesse e si sedette poi accanto a me -se lo ha fatto
–
esordì passandomi la lettera – ha avuto
le sue ragioni –
continuò, ma non mi importava
sentire
che aveva una
ragione per scappare e andare da sola ad uccidersi- l'ho
appena
ritrovata – dissi con la voce rotta dal pianto,
presi la
lettera che il precettore mi stava
porgendo
– leggila
attentamente – disse sfilandosi gli occhiali e
pulendoseli,
feci come mi disse lessi di nuovo la lettere con piu attenzione
ciao!
Ti starai
chiedendo perché ti scrivo
invece di
dirtelo a voce,
be
perché hai una figlia codarda,
troppo per
dire le cose in facci e poco per
buttarsi a
capofitto nello scontro contro
la strega
bianca
non
preoccuparti se quando leggerai
il
biglietto sarà molto tardi,
io l'ho
scritto di mattina ma la carta
del sonno
mi darà una mano.
Bene dopo
tutta questa miriade di cavolate
passo alla
cosa piu importante
non venire
a cercarmi o a prendermi e
portarmi
via per un orecchio
non puoi
fare niente tu o chiunque altro
contro
Jadis quindi
ti prego
di sostenermi e di aspettarmi.
Si
aspettami, che io torno contaci.
Sai non ti
ho ancora chiamato padre o
papà!
Non l'ho mai fatto perché nel mio
mondo si
dice papà ma chi se ne importa,
io ti
voglio bene e non è importante come debba chiamarti..
adesso
vado.. ti voglio bene..ma si lo scrivo..
ti voglio
bene Papà!
Lucy
|
|
|
La
rilessi piu volte ma
non capivo cosa intesse il precettore –
è una lettera di addio
– dissi – cosa c'è da capire
– detti la lettera al
precettore che si alzò furibondo-
siete
cieco
o cosa? -
urlò, alzai lo sguardo sull'omino che in trenta anni non lo
avevo
mai visto perdere la pazienza – vi ha scritto dove
è andata.
Leggete! - indicò con il dito il
punto
chiave di tutta la
lettera “non
puoi fare niente tu o chiunque altro contro Jadis “ finalmente
capì e guardai il precettore –
in realtà vuole farsi trovare
– disse il precettore.
Mi
alzai dal letto di scatto e raggiunsi il tavolo, afferrai la spada ed
uscì dalla tenda –
dove andate? - mi
urlò dietro il precettore –
devo andare da lei
– dissi
avviandomi
alle scuderie.
-ma
non sapete nemmeno dove è la strega
– disse –
si invece – gli
risposi
entrando
–
è alla tavola di pietra –
entrai nel box del mio cavallo e guardai il precettore –
siate prudente Caspian
– gli passai la spada per salire a cavallo -lo
sono sempre
– dissi montando e prendendo la spada, il precettore mi
aprì la
porta del box e mi lancia al galoppo verso la tavola di pietra,
sarebbe voluta
mezza
giornata per arrivare, e io forse non l'avevo.
[
Lucy ]
mi
rialzai a fatica dall'ennesima volta che mi scaraventò a
terra e a
riuscì a schivare in tempo un colpo rifugiandomi dietro ad
una
specie di altare in pietra.
-ci
faremo ammazzare tutti
– dissi a Pan –
non mi guardare così, io sono la carta piu inutile di tutte
- - ma
che coraggioso –
dissi guardandolo male, un
altro
colpo raggiunse l'altare che si sgretolo davanti –
ahah-
urlai mettendomi ancora piu sotto per ripararmi –
ci serve un piano –
disse Pan, aveva ragione
non
potevamo continuare a lottare senza un piano ben preciso, continuando
di questo passo sarei durata ancora per poco.
Pensa
Lucy, pensa che cosa potevo fare? Ci sono dovevo temporeggiare
dalla
tasca tirai fuori il mazzo delle carte –
che vuoi fare ? -
mi domandò Pan
non
posso con i soli poteri, ho bisogno di voi –
dissi – Carta
della lotta –
una
donnina alta come la carta del sonno apparve davanti a me la tirai
giù in tempo
prima
che la strega la colpisse –
stai giù o quella ti ammazza
– dissi.
Aveva
dei grandi stivali un vestito con due specie di code dietro con il
colletto
a
maglia giapponese e i capelli raccolti in due grandi chignone –
cosa posso fare per servirti –
disse la carta inginocchiandosi –
distraile mentre io penso ad un piano – dissi
e subito si lanciò contro la strega, mi alzai leggermente
per vedere
se la strega fosse in difficoltà e miracolo lo era,
continuava a
maledire la carta ma non potevo esultare gran che, dovevo pensare ad
un piano.
ok,
ghiaccio e fuoco non vanno d'accordo –
dissi ad alta voce mentre Pan mi guardava senza capire –
se usassi il fuoco, e l'elettricità potrei farla esplodere-
dissi
battendo un pugno sul palmo della mano come se avesi la vittoria
ormai in pugno ma la voce di Jadis dietro di me mi fece subito
cambiare idea
non
fai proprio esplodere proprio nessuno –
disse mosse il suo bastone e mi ritrovai a mezz'aria.
Mi
faceva salire e poi scendere ad una velocità che mi faceva
venire la
nausea
-e
adesso muori microbo
– mi scaraventò di nuovo contro una colonna ma
questa
volta fui piu previdente
– carta del galleggiamento
– subito iniziai fluttuare nell'aria ma la strega con una
specie di
lampo blu mi colpì e caddi a terra. Di nuovo.
Lo
so è un vero schifooo ma non sono brava a scrivere
combattimenti non
so se l'ho gia detto (bo) comunque spero non sia così orrido
come
sembra..speriamo
di
no T_T grazie ancora a chi mi segue ^^
|
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Capitolo 27 *** capitolo 26° addio ***
ehi
bella gente ci siamo l'ultimo capitolo il piu complicato di tutti
spero che vi piaccia, un grazie particolare a Miriam che mi a
sopportato, supportato e consigliato grazie tesoro ( musa ispiratrice
xD) senza di lei tutto questo non esisterebbe grazie!!
bene
vi lascio al capitolo
buona
lettura
esclamare
Pan, indietreggiai fino a toccare la colonna, ero senza via d'uscita
– adesso mi hai stancato – disse alzando il braccio
destro, dal
nulla apparve una spada fatta di ghiaccio, nel vederla
rabbrividì
addio
– disse semplicemente e poi la lanciò contro di
me, un paio di
volteggi e si sarebbe conficcata nel mio cuore.
Ero
attaccata alla colonna senza riuscire a muovermi quando mi
sentì
trascinare a terra e il peso di qualcuno o qualcosa cadermi a dosso.
-che
ci fai qua?- gli domandai una volta messi al riparo – non
avevi
bisogno di aiuto?- disse un po deluso – tutto sotto controllo
–
dissi incrociando le braccia al petto, ma non resistetti al lungo, di
slancio
lo abbracciai allacciandogli le braccia al collo,
non dovevo
essere felice che lui fosse li ma adesso che c'era sentivo in me una
nuova forza.
Fummo
interrotti dalla strega che lanciò una specie di saetta
contro la
pietra dove eravamo nascosti costringendoci ad uscire per scappare e
cercare un altro riparo. Caspian si alzò per primo
trascinandosi
dietro me – forza Lucy – disse
mentre mi trascinava verso una
colonna, una delle poche, ancora in piedi.
Corremmo
piu veloce che potevamo, arrivammo alla colonna – resta qua
–
disse – e tu che fai? - gli domandai preoccupata –
quello che
devo fare – si staccò da me e andò
verso la strega – questa è
l'ultima volta che tocchi mia figlia –
disse estraendo la spada –
uhuh che paura, che fai mi lanci un nano a dosso? - disse sarcastica
scuotendo leggermente il bastone facendo illuminare la punta -spero
tu
abbia detto addio a tua figlia – fece
roteare il bastone prima
di puntarlo su di lui.
Non
riuscì a trattenermi, corsi da lui e infransi un altra volta
il
divieto che mi aveva detto, corsi da lui e
mi misi davanti a lui
giusto in tempo per proteggerlo dal raggio -No!- urlai, il raggio mi
prese in pieno, un dolore mai provato in vita mia, caldo e freddo
insieme,caddi in ginocchio reggendomi dove mi aveva
colpito.
A
stento sentivo la voce di mio padre che adesso era al mio fianco
tremante – Lucy – la sua voce era rauca e tremante,
mi posò una
mano, anch'essa tremante su una spalla – perché
non fai mai come
ti
dico – disse con la
voce rotta dal pianto – stupida ragazzina
– sentì dire dalla strega ma non le prestai
attenzione, la ferita
bruciava come il fuoco brucia la pelle, mi sembrava di impazzire, il
dolore era
insopportabile.
Una
lacrima cadde a terra, ma non era mia, Caspian stava piangendo? Mi
voltai leggermente verso di
lui per quanto la ferita me lo
permettesse
aveva
gli occhi rossi e lucidi – Lucy, non puoi lasciarmi
– disse un
altra lacrima cadde a terra, questa invece era mia e poi qualcosa di
magico accadde, una luce blu intensa emerse dal pavimento per
poi
diventare oro e improvvisamente il dolore
lancinante che provavo fino
a pochi secondi fa svanì, al suo posto era rimasta solo una
piccola
cicatrice e una sensazione di calore interno, lentamente mi
rialzai
sotto lo sguardo incredulo di Caspian e della
Strega – la partita
non è finita – dissi a denti stretti –
come è possibile, il
cerchio?- balbettò per la prima volta spaventata .
Mi
alzai completamente in piedi – preparati a morire –
dissi
prendendo le carte – Carta del vento, del
volo, dell'ombra, del
legno, dell'acqua, del salto, della pioggia, del silenzio, del
labirinto,della spada, dei
fiori, dello scudo, del canto, del tempo,
della forza, del galleggiamento, del fulmine, della nebbia,
della
lotta, della tempesta, dell'illusione, dello
splendore, della
cancellazione, Del cerchio, della fantasia, dello
spostamento, del
bersaglio, dello scambio, della terra, del fuoco, della luce,
dell'oscurità.
Dello
specchio, del passato,dello zucchero, della sparizione, della
voce,della nuvola, della sabbia, dei
sogni,della freccia,della
bolla,dell'onda, del lucchetto, dei gemelli – chiamai a
raccolta
tutte le carte che
si misero a fluttuare ordinate tutte intorno a me
una luce sopra di me si accese, era una specie di
piccola stella, di
colore blu, istintivamente alzai le braccia per prenderla quando una
specie di raggio mi
aderì al corpo trasformando i miei
vestiti in
uno splendido abito bianco.
Con
le mani circondai la piccola luce e chiusi gli occhi, presi coraggio
gli aprì e la lanciai contro la strega
– no – urlò poi la
sfera
la trapassò uccidendola e facendola sparire.
Le
carte smisero di fluttuare e caddero a terra sparse, il cerchio si
dissolse e i miei vestiti tornarono
normali – ce l'ho fatta – poi
tutto in torno buio.
[caspian]
guardavo
la scena con occhi atterriti, tutto era così stranamente
familiare,
come se stessi rivivendo
tutto, tutto di quell'incubo,
guardai
Lucy compiere gli stessi gesti e poi finire nello stesso modo
-ce
l'ho fatta- disse debolmente, cadde all'indietro ma la presi al volo
-Lucy
– la chiamai con le lacrime agli occhi, non lei, non anche
lei, ti
prego no continuavo ripetere nella
mia mente.
Il
tempo passava lentamente, era gia passato un giorno dallo scontro con
la strega e Lucy, la mia
piccola non si era ancora svegliata.
Una
volta che eravamo tornati e l'avevo adagiata sul mio letto feci una
volata a recuperare le carte che
erano rimaste la.
Le
raccolsi una ad una e una volta tornato le posai sul comodino vicino
a lei.
Mi
sedetti sulla sedia vicino al letto e aspettai che si svegliasse.
Passò
un altro giorno ma Lucy continuava a non svegliarsi, ero sempre piu
disperato.
[Lucy]
non
sapevo quanto tempo fosse passato ma sentivo veramente un dolore
tremendo alle ossa come
quando uno dorme per troppo tempo, forse
avevo dormito troppo ok adesso mi sveglio mi dissi, a fatica
aprì
gli occhi, sbattei le palpebre piu volte e anche se la luce era
debole facevo fatica ad abituarmi alla
luce, strizzai gli occhi e mi
guardai attorno, ero nella tenda di mio padre. Era seduto su una
sedia con il
viso tra le mani
papà
– dissi richiamando la sua attenzione, mi stupì di
come lo avevo
chiamato non lo avevo mai
chiamato così, forse era questa
l'occasione che stavo aspettando.
Alzò
lo sguardo su di me, ancora seduta sul letto, mi misi in ginocchio e
gli saltai in braccio – Lucy, stai
bene?- mi domandò sedendosi
sulla
sedia e facendomi sedere sulle sue gambe, mi strinse ancora piu forte
come se avesse paura
sparissi – si – dissi beandomi
di
quell'abbraccio – mi hai fatto passare due giorni d'inferno
–
disse
guardandomi e spostando una ciocca di capelli
dietro
l'orecchio
-scusami-
gli dissi abbassando lo sguardo – per cosa?-
domandò lui tornado
triste – ti ho disubbidito,
piu di una volta e ti ho fatto
preoccupare – dissi triste -ho avuto paura di perderti, lo
capisci
– disse
abbracciandomi di nuovo – non di nuovo -.
passarono
gia due giorni e mi rimisi in sesto e tornai come prima, le carte non
le guardai piu, rimasero
sul mio comodino nella tenda di Caspian, mio
padre.
Quel
tempo lo passammo come una vera famiglia sempre insieme a passeggiare
chiacchierare
scherzare e giocare.
Una
sera stavamo guardando le stelle, io ero appoggiata con la schiena
alla sua schiena – sono proprio
tante- dissi – già
– aggiunse.
Era
così bello finalmente stare insieme in pace senza bisogno di
preoccuparsi di niente.
Uno
sguardo cade rapide sulle mie mani ma che cosa? Stavano svanendo,
stavo svanendo – che mi
succede?- domandai spaventata attirando
l'attenzione di mio padre.
Mi
guardò preoccupato ma dal suo sguardo intuì che
lui sapeva di cosa
si trattasse, mi abbracciò forte
– papà – dissi
continuando a
guardare le mani – non voglio andare – dissi
iniziando a piangere
–
nemmeno io voglio che tu vada piccola mia - piu i
minuti
scorrevano e piu diventavo trasparente, una
carta mi cadde dalla
tasca dei pantaloni, entrambi guardammo la figura sopra di essa, era
quasi
oscurata – mi strinse ancora di piu come
se questo bastasse a
trattenermi – non andare – mi disse
mentre ormai ero quasi
completamente trasparente – mi mancherai – dissi
poco prima di
sparire
lasciando dei luccichii nell'aria.
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Capitolo 28 *** capitolo 27° ritorno ***
salve,
scusate se ieri non ho aggiornato ma non ho avuto tempo ma ecco il
nuovo capitolo.
saranno
alcuni capitoli di passaggio come quelli di prima, prima di tornare a
Narnia per la seconda volta, saranno molto inutili ma servono hihi,
vi lascio al capitolo buona lettura!
ero
tornata gia da un po a Londra, un settimana esattamente e ancora mi
aspettavano tre mesi di
lunghe
e noiosissime vacanze estive, niente mare, niente divertimento solo
la pazza isterica della
signora
Figg che urlava mattina sera e pomeriggio.
Narnia
mi mancava ma nulla che potessi reggere, ormai mi ero messa il cuore
in pace, non potevo
piu
tornarci certo ma sapevo che nel mondo anche io avevo un padre, anche
se non era con
me,che
mi voleva bene.
stavo
facendo una delle mie solite passeggiate in campagna con la carrozza
del professore, una
palla,
la signora Figg che frustava quel povero cavallo il professore che
dormiva russando davanti a
me
e io che neanche piu avevo l'ipod visto che la strega bianca l'aveva
distrutto, non sapevo che
diamine
fare nella mia vita, adesso che non avrei neanche piu fatto ritorno a
Narnia.
L'unica
carta che mi era rimasta, come unico ricordo era la carta dello
scambio, il mio Pan ma la
carta
era vuota, solo lo sfondo nero era visibile, immaginavo funzionassero
solo la.
i
giorni continuavano a passare sempre di piu, e sempre piu in fretta
e in breve mancava solo un
mese
al rientro a scuola senza che me ne fossi accorta.
un
giorno ero sdraiata sul mio letto in camera mia quando sentì
bussare
alla porta -avanti- dissi
senza
alzarmi, dalla porta sbucò la signora Figg - siamo in
partenza -
disse acida uscendo di nuovo
dal
mio campo visivo - per dove? - le domandai mettendomi a sedere sul
letto - torniamo a casa - e
uscì
dalla porta sbattendola e producendo un sonoro crack.
mi
decisi ad alzarmi dal letto e a raccattare le mie poche cose che
buttai alla rinfusa nella valigia
poichè
non avevo la minima voglia ne di fare la valigia ne di tornare a
casa dove mi sarei
sicuramente
depressa vista la situazione.
finita
la valigia e gia di nuovo con l'umore a terra uscì dalla
camera
trascinandomi il trolley dietro
sotto
le imprecazione della Figg che urlava di alzare la valigia
perchè
graffiava il marmo - ok, ok -
dissi
senza alzarla però.
mi
domandavo come facesse il professore a sopportare quella razza di
strega.
raggiunsi
i due fuori dalla villa, erano gia sul calesse - muoviti - mi
urlò
di nuovo la Figg affrettai il
passo
e mi decisi a salire sul calesse e mentre la cassa si allontanava la
guardavo mentre
cominciavo
a sprofondare nella depressione.
ok
odiavo Londra, o meglio odiavo quella zona di Londra, pioveva sempre,
anche d'estate, faceva
sempre
freddo , anche d'estate, sempre a maniche lunghe, e io che amavo il
mare e l'acqua ma
sopratutto
il mare non ci potevo mai andare perchè diluviava
continuamente.
ogni
inverno il professore partiva per un viaggio in un paese esotico e
qualche volta mi aveva
chiesto
di accompagnarlo,unico momento in qui potevo andare al mare e al
caldo.
con
questi pensieri e l'umore che piano piano diventava sempre piu nero
arrivammo al treno, scesi
dal
calesse e presi la valigia, la signora Figg mi porse il mio biglietto
e salì sulla carrozza, sistemai la
valigia
sulla rete e mi accomodai vicino al finestrino.
il
treno cominciò a muoversi lentamente lasciandosi alle spalle
la
stazione.
nello
scompartimento non entrò nessuno , la signora Figg e il
professore
dormivano russando
rumorosamente,
posai i piedi sul sedile davanti e aspettai che il viaggio finisse.
come
il viaggio di partenza mi sembrava veramente non finire mai, i
paesaggi cambiavano uno dopo
l'altro
uno dopo l'altro ma senza accennare alla civiltà.
non
avevo salutato nessuno a Narnia, nemmeno mio padre. Chissà
cosa
starà facendo ora?
sicuramente
saranno al castello adesso, quanto tempo sarà passato.
chiusi
li occhi un secondo quando li aprì di nuovo mi trovai nella
piazza
centrale del castello di
Caspian
ma non era come me la ricordavo, sembrava distrutta come se fosse
passato un mucchio
di
tempo, camminai in cerca di qualcuno ma il castello sembrava deserto
e la porta principale era
aperta,
entrai e mi ritrovai nella sala del trono.
percorsi
il lungo corridoio buio, mossi alcuni passi e le lanterne sopra di
mesi accesero una sopra
l'altra.
mi avvicinai ancora di piu fino ad arrivare ad una tavola, era
polverosa ci passai un dito
sopra
mentre continuavo ad avvicinarmi al trono.
quindo
fui abbastanza vicina vidi che sopra c'era una corona, un brutto
presentimento si fece spazio
in
me, voltai lo sguardo a destra e vidi una sala, corsi a vedere cosa
ci fosse all'interno.
una
specie di altare era posto in mezzo alla sala circolare, ci girai piu
volte in torno fino a
individuare
delle scrrtte poste sopra.
mi
avvicinai lentamente e le sfiorai con le dita, erano incrostate dalla
polvere, ci soffiai sopra per
levarne
un po e quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene, mi
portai le
mani alla bocca e corsi
fuori.
quando
mi sentì sgrullare aprì gli occhi , il professore
mi stava
guardando - siamo arrivati - disse
con
la sua solita voce gentile, annuì presi una boccata d'aria,
era
solo un sogno, tremendo ma solo
un
sogno.
mi
alzai ed afferrai la valigia e seguì il professore e la
signora Figg
giu dal treno fino al nostro taxi
che
ci stava aspettando subito fuori dalla stazione.
appena
scesi sentì subito la differenza, ero tornata a Londra, in
quello
squallore.
È
un orrore questo capitolo ma non so mai come mai come farli sti'
capitoli intermedi =( perdono
|
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Capitolo 29 *** capitolo 28° noia ***
Ecco
un altro capitolo troiaio di passaggio spero che vi piaccia!
Camminavo
per le viette del centro della cittadina, tutti stavano
finendo
di sistemare per la festa, i muratori mettevano le
coccarde
alle vetrine rimaste, mentre altri due mettevano un
grande
nastro su due pali all'ingresso del parco dove ci
sarebbero
state le giostre per i bambini.
Continuavo
a camminare per la via del centro, tutti facevano
festa,
ma perché io devo sempre essere depressa quando gli altri
fanno
festa? Mi domandai mentre imboccavo la via per tornare
a
casa.
Quella
sera sicuramente saremmo andati a quella sciocca fiera
tanto
per deprimermi ancora di piu.
Quella
sera infatti il professore era tutto contento di andare a
quella
fiera, era la festa che emozionava tutta la cittadina, tutti,
grandi
e piccini si riunivano e facevano festa, cosa c'era da
festeggiare
mi domandavo.
Di
nuovo in quella folla allegra mi persi, lasciai il professore e
la
signora Figg girovagare tra le bancarelle mentre io mi sarei
fatta
un giretto da sola.
Camminavo
nella via principale, tutti i negozi aperti e la
bancarelle
di dolce all'angolo delle strade erano gremiti di gente
che
non aveva niente per la testa, pensare che l'hanno scorso
anche
io ero in coda per prendere il mio amato zucchero filato
e
poi correre per vedere le vetrine dei negozi.
Il
cielo si fece piu scuro e un botto ci fece guardare tutti in su, i
fuochi
d'artificio, mentre tutti guardano il cielo, mentre io ho la
testa
bassa, tiro calci ad un sassolino che rotola giù per la
piccola
discesa, la gente si ferma in un vicolino la via
“dell'orchestrina
dei pinguini blu” non erano pinguini veri ma
peluche
che manipolati suonavano uno strumento e io e Grace
eravamo
innamorati di quei “cosi”.
Passai
oltre mentre lo spettacolo avanzava per un pubblico
assente
ad ogni fotogramma c'era una stella cadente che si
infrangeva
a pochi metri dalle nostre teste diventando poco piu
che
polvere brillante.
Forse
ero cresciuta davvero troppo in fretta combattendo a
Narnia
ma adesso che non potevo piu tornarci sicuramente mi
mancherà,
confondere il ricordo, con la felicità.
La
festa va avanti sulle note dell'orchestra nella piazza
principale
mentre io aspettavo in silenzio il grande finale, nella
speranza
di tornare a deprimermi da sola in camera mia,
mi
avvicinai al laghetto artificiale poco distante dalla piazza del
comune,
mi avvicinai alla ringhiera e mi appoggiai
Guardai
l'acqua di rubinetto in qui nuotavano i pesci e dopo
aver
alzato di nuovo lo sguardo vidi il vecchio pazzo dietro un bancone
che vendeva vita al succo di limone.
Presi
una moneta dalla tasca e la lanciai nello stagno,dicevano
portasse
fortuna.
I
giorni continuavano a susseguirsi sempre uguali, uno ad uno scemavano
e le vacanze andavano finendo.
I
passeri assiepati sugli alberi rigonfi di foglie sembravano
come
me stufi di quella estate così lunga, almeno loro si
facevano
compagnia mentre io mi sentivo un po a metà.
Un
giorno arrivò una lettera da scuola, avrei potuto
scegliere
che attività extra scolastiche scegliere, se
diventare
una Cheerleader, se frequentare la squadra di
pallavolo
o quella di nuoto.
Che
scelta difficile che era, sicuramente le Cheerleader no
però
sia la pallavolo che il nuoto mi attiravano
notevolmente.
Questa
scelta mi tenne la mente occupata fino all'inizio
della
scuola in cui avrei dovuto dare la risposta.
Il
giorno del primo giorno di scuola mi svegliai presto, mi
infilai
i jeans una felpa pulita e presi lo zaino con i pochi
libri
dentro visto che a scuola avevamo gli armadietti.
Scesi
le scale e in cucina presi una ciotola, i cereali e del
latte.
Mi misi appena a sedere quando sentì suonare, ma chi
poteva
essere?, scocciata mi alzai ed andai ad aprire –
Grace!-
esclamai quando aprì la porta.
Lamia
ex migliore amica era davanti a lei pronta per andare
a
scuola – allora andiamo?- mi domandò sorridendo,
le
sorrisi
di rimando – non ho ancora fatto, colazione ma
perché
non entri – Grace entrò e posò lo zaino
accanto al
mio,
poi mi seguì in silenzio fino in cucina.
-vuoi
qualcosa? - le domandai, mi rispose di no e allora per
fare
prima mi ingozzai ed uscimmo di casa.
vieni-
mi prese per mano e mi portò a casa sua, dal garage
uscì
una limousine nera, spalancai gli occhi – ci
accompagna
Joe oggi , dai sali – disse tutta contenta.
Salimmo
sulla limousine, era spettacolare, gigantesca e
potevamo
fare quello che volevamo, stavamo addirittura in
piedi
senza battere la testa – che lussi Grace, questa quando
l'hai
presa?- le domandai – per il compleanno di mio padre
però
non la usa mai, quindi la uso io – disse ridendo, avere
una
macchina a soli undici anni era una vera fortuna.
Eravamo
quasi arrivati a scuola – joe potresti ammainare la
bandiere
per favore, mi vergogno un pochino – disse
imbarazzata
dalla richiesta – no, non posso signorina –
disse
severo, Grace ritornò seduta sul sedile accanto a me
-vede
signoria mi servono per parcheggiare dove voglio- ci
spiegò
joe.
Scendemmo
dalla limousine e ci avviammo verso
l'ingresso,
ci eravamo fatte lasciare prima della curva.
-speriamo
di essere ancora in classe insieme – dissi
guardando
la calca di ragazzi davanti la porta.
In
quella scuola usava così, le classi venivano cambiate
ogni
anno e la classe veniva decise dalla sorte.
Titubanti
ci avviamo al tabellone, cercai il mio nome nella
lista
– Kirke, kirke- dicevo scorrendo il dito sulla lista di
nome
– eccolo – dissi e poi mi cadde il mondo a dosso.
Urlai
– non siamo in classe insieme- ..
si
prospettava proprio un bell'inizio..
|
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Capitolo 30 *** capitolo 29° ma che razza di punizione!? ***
la scuola era ricominciata
gia da una settimana e i compiti occupavano il maggiore tempo del
pomeriggio. alla fine poi avevo deciso
di iscrivermi al corso di
Cheerleader, non che mi piacesse anzi lo odiavo,avevo sempre
detestato quelle che facevano le Cheerleader
ma Grace aveva scelto quel
gruppo sportivo e pur di passare un po di tempo con lei mi sarei
abbassata anche quello.
la verità era che non
averla piu in classe mi faceva strana, non parlare con nessuno
durante la lezione e dover correre giu di due
piani per vederla a
ricreazione, dover vivere con la paura che si trovi un altra migliore
amica.
quando non ero a scuola o
al corso sportivo pensavo a mio padre. mi mancava e non poco, quell
sogno che avevo fatto in treno
però non mi convinceva,
avevo gia fatto un sogno simile prima di tornare a Narnia per la
seconda volta, quando ebbi la "visione "
mia e di mio padre sul
balcone.
- No, Lucy concentrati -
mi dissi scantandomi e
tornando sul libro di Chimica, dovevo studiare era solo la seconda
settimana ma ero gia riuscita a
prendere un insufficienza
a chimica, una F rossa sul foglio.
domani avrei avuto
l'interrogazione e dovevo essere preparata, quella pazza ci aveva
dichiarato guerra "domande a tappeto"
aveva detto "dormite
preoccupati" aveva aggiunto uscendo.
sospirai e guardai il
libro riprendendo a leggere
- Carbonio e Zolfo, la
loro formula è? -
dissi alzando la testa e
guardando la lampadina al soffito per ricordare - ah, non so niente
ma come diavolo faccio -sbattei il lapis
arancione sul libro
- vinco battaglie ed evoco
carte e non riesco a tenere a mente una formula mi ripetevo -
basta - chiusi il libro
con un gesto secco e mi alzai dalla scrivania non mi entrava in
testa? pace avrei preso un altra insufficienza
pensavo mentre mi lavavo i
denti.
mi infilai il pigiama ed
andai a letto, chiusi gli occhi e feci di nuovo quel sogno, soffiavo
via la polvere, mi appariva il nome di
Caspian e corro via,
tutte le volte a quel punto mi svegliavo sempre.
anche quella volta mi
svegliai, era gia mattinami misi a sedere su letto contai fino a
dieci e mi alzai e sempre con gli occhi chiusi
mi avviai all'armadio,
presi un paio di jeans a caso e mi vestì.
passai dal bagno per
lavarmi la faccia e poi scesi in cucina a fare colazione. una volta
finito aspettavo che veniva a prendermi tutti
i giorni anche se non
eravamo in classe insieme.
-buongiorno - le dissi
mentre salivo in macchina - buongiorno Lucy - mi rispose sorridente
come sempre -che ne dici di venire da
me per un té oggi
pomeriggio? -
mi domanda sistemandosi
il fiocchetto sulla camicia, Grace era fatta:così
perfettamente
inglese.
-dipende Gray -
le dico stravaccandomi, io
invece inglese per nulla se pensiamo anche che sarei una futura
regina, io l'etichetta non sapevo neanche dove stesse di casa
- e da cosa Lou? -
mi domandò con gli
occhioni verdi spalancati - dalla massa informe di compiti che grava
su di me - gli risposi stancamente, come
al solito tutte le
sfortune capitavano a me, Grace era rimasta nella solita classe, la
piu semplice mentre io ero capitata nell'altra
dove si sgobbava - non sei
cambiata affatto,odi sempre studiare - disse ridendo cortesemente
come fa lei, mentre lo faceva si
copriva la bocca con una
mano.
scendemmo dal carro
funebre e ci avviammo verso l'ingresso ignare che quella giornata
avrebbe preso una piega molto insolita.
specialmente
per Grace.- ci
vediamo al corso - mi salutò Grace girando a destra mentre
io andavo
a sinistra, sollevai una mano in segno
di
saluto e mi infilai nella lunga fila di studenti diretti alle loro
classi. mi buttai sulla sedia abbandonando lo zaino ai
miei
piedi e buttando la testa sul banco, che noia che era senza Grace -
Lucy pucy - una voce che conoscevo fin
troppo
bene e che avevo imparato ad odiare mi chiamava gia da dieci minuti
ma cercavo di ignorarla . -Lucy
pucy?
- era Barbie Shelley, la biondona della mia classe nonché
l'oca da
combattimento e l'asina giuliva e poco
portata
per il movimento, la scoordinata delle scoordinate, capo Cheerleader
solo perchè sua madre era
l'insegnante
e reginetta del ballo ai suoi tempi - che vuoi? - dissi alzando
leggermente la testa, scoprì con orrore
che
oggi era vestita completamente di giallo. gonna gialla, camicia
gialla cardigan giallo, ballerine giallo, tutto
giallo
anche i capelli, sembrava di guardare un limone inzuppato nel miele
da quanto sapeva essere appiccicosa
-
oggi ci sono gli allenamenti- disse tutta contenta saltellando sul
posto - già- le risposi senza troppo entusiasmo
-
non sei contenta lucy Pucy?- mi domandò con una nota di
tristezza,
non avrebbe fatto pietà neanche ad un
agnellino
che gira sul ceppo acceso - si- le risposi con finto entusiasmo, a
salvarmi ci pensò la campanella.
prima
ora, Chimica la professoressa entrò e poggiò con
molta grazia i
libri sulla scrivania si sedette e iniziò
l'appello,
tutti presenti adesso la parte piu difficile, lo scorri-dito
sull'elenco per interrogare - oggi interrogo -
disse
prima di battere il dito su un nome a fine elenco, presi aria, io ero
a metà - Kirke - come? ma era e metà,
come
non detto, raccattai dal banco il libro e mi avviai alla cattedra.
di
solito ne interroga due, speravo tory e invece mi toccò
l'asina
giuliva che tutta saltellante arrivò alla cattedra.
l'interrogazione,
non solo andò male ma durò tutta l'ora e per
punizione per non aver
studiato ci mise in punizione
dopo
le lezioni.
le
ore dopo non furono migliori, venni interrogata anche a inglese e
storia, sempre con Barbie, ma che avevo
fatto
di male.
all'intervallo
vidi Grace e le raccontai tutto - Lou, mi dispiace - fu il suo
commento, parlava bene lei non la
conosce
che tipo è.
finimmo
le ore di lezione e Barbie ed io ci avviammo in presidenza per sapere
cosa avremmo dovuto fare per
scontare
la nostra pena.
arrivate
davanti alla porta bussammo e ci fece entrare.
-buon
pomeriggio ragazze - ci disse - buon pomeriggio .- le rispondemmo poi
ci sedemmo e aspettammo la
predica.
-ragazze
siete state mandate qua perchè non avete studiato, male
molto male -
disse severa - la vostra
punizione
sarà - fece una breve pausa come per enfatizzare il tutto -
pulire
la piscina-.
sia
io che Barbie spalancammo la bocca, pulire la piscina ma non ci erano
i bidelli? - cosa?, pulire la piscina?-
domandò
incredula Barbie - potete sennò pulire i bagni - disse la
preside -
la piscina va piu che bene - dissi
sorridendo
e portando via Barbie uscimmo dalla stanza.
-
mi rifiuto di pulire - disse incrociando le braccia al petto - anche
io ma molto meglio la piscina. andiamo - dissi
mettendomi
a camminare prima avremmo cominciato prima avremmo finito.
ci
avviammo così verso la piscina e circa un ora dopo eravamo
la che
pulivamo il fondo - ah non ho mai pulito in
casa
mia dovevo proprio cominciare da questo - disse tappandosi il naso,
scossi la testa e continuai strofinare
le
piastrelle, era decisamente odiosa, non faceva nulla, dopo due minuti
mi trovai da sola, quella mi aveva
abbandonato
- Barbie?- la chiamai, ma se ne era gia andata.
arrabbiata
buttai la spugna nella bacinella e mi avviai agli scalini - Barbie
torna qua non posso finire da sola - ma
parlavo
da sola.
rinunciai
a chiamarla e torna a pulire. stavo pulendo il fondo quando
sentì
bagnato sotto di me, mi guardai alle
spalle
e vidi che il bocchettone dell'acqua era aperto, adesso aveva
superato ogni limite - Barbie adesso l'hai
fatta
grossa urla, l'acqua continuava a salire e presto mi ritrovai
completamente bagnata fino alla testa, mi
avvicinai
alla bocchetta cercando un modo per chiuderlo ma feci peggio, il
getto d'acqua aumento buttandomi
sott'acqua,
toccai il fondo e con una bella spinta cercai di tornare in
superficie ma avevo come l'impressione di
non
arrivare mai e quando finalmente arrivai mi ritrovai in mezzo al mare
- ma cosa..?- mi guardai velocemente in giro, acqua, acqua e ancora
acqua e un veliero che mi stava per schiacciare, cominciai a nuotare
veloce - oh
merd..-dissi
nuotando o meglio arrancando, certo sapevo nuotare ma ero come dire
leggermente fuori
allenamento,
mente nuotavo mi sentì afferrare intorno alla vita, o mamma
pensai
una piovra gigante, - tieniti
forte
- mi sentì sollevare in aria e urlai -tutto bene?- mi
domandò
qualcuno, una voce familiare, che avrei
riconosciuto
fra mille, alzai lo sguardo e vidi gli occhi neri di Caspian
aspettare una risposta, gli sorrisi felice di
essere
tornata - mai stata meglio- gli dissi alzandomi e abbracciandolo -
bentornata Lucy - mi disse
stringendomi
a lui - dove sono?- gli domandai guardandomi intorno - sul veliero
dell'alba - mi rispose - dai vieni - mi prese per un braccio e mi
costrinse a seguirlo.
era
incredibile, ero di nuovo a Narnia, con mio padre, neanche ci speravo
piu anche il grande Aslan aveva
sbagliato
previsioni.
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Capitolo 31 *** capitolo 30° ***
mi guardavo a torno
senza capire dove fossi, un veliero? in mezzo all'oceano? era chiaro
che ero di nuovo a Narnia,
mio padre era la,
poi c'era anche Ripicì che mi salutò con un
inchino - vostra maestà - gli sorridi .
mi guardai di nuovo
intorno e tutti si inchinarono - vieni - disse mio padre
prendendomi per un braccio e
portandomi giu
nella sua cabina.
La cabina era
grande e illuminata dalla luce del sole. sul tavolo c'era una cartina,
mi domandai che cosa ci faveva per
mare e come mai io
ero tornata.
mi avvicinai al
tavolo con la cartina e la osservai ma non ci capì niente,
ma una cosa o meglio delle isole attirarono la
mia attenzione
- le isole
solitarie?- domandai senza smettere di guardarle, lo
sentì avvicinarsi a me e cominciare a guardare la carta
pure lui
- e la che
siamo diretti - disse, alzai lo sguardo su di lui -
perchè?- forse ero stata
troppo brusca, ma quelle isole sapevo
non portavano
niente di buono.
erano portatrici di
sventura e chiunque si imbarcava per andare per mare le evitava a
priori.
secondo le leggende
vi abitavano sette mostri, uno per isola, e chiunque scendesse su una
di esse non faceva piu
ritorno.
- cerco
delle pietre- disse - ma
rischiamo di rimanerci anche noi - dissi sconvolta - è
un rischio che devo correre-
fantastico pensai,
ma cosa glie era successo?, non è mai stato uno avventato,
in mia assenza doveva essere accaduto
qualcosa.
- non
preoccuparti, non ti farò mettere piede su nessuna di quelle
sette isole - disse con il suo solito tono premuroso ma
nello sguardo aveva
qualcosa di diverso, come un' obra che gli solcava il viso.
decisi che era
meglio non fare altre domande, girai intorno al tavolo cercando
qualcosa per cambiare argomento - mi
dispiace
di essere andata via così l'altra volta pensavo di non
rivederti piu - dissi, mi girai e gli sorrisi - ma
adesso
sono qua -.
si mosse per
venirmi ad abbracciare - sono contento che tu sia tornata - disse e quando
sciolse l'abbraccio andò verso
un armadietto lo
aprì e prese un cofanetto - tieni - mi disse
porgendomelo, lo aprì e con meraviglia vidi che c'erano le
carte di Clo
- ne manca
una, quella non sono riuscito a trovarla- disse appoggiandosi
al tavolino, dalla tasca dei jeans tirai fuori la
carta mancante la
Carta dello scambio -Grazie - dissi correndo ad
abbracciarlo, mi strinse forte.
questo era il
Caspian che avevo conosciuto, non quello musone di poco fa.
-dai
andiamo su - disse e di nuovo tornammo sul ponte - fai
pure un giro - mi disse e poi sparì.
decisi di fare un
giretto sul ponte, il veliero era grande e davanti aveva una specie di
drago.
camminavo lungo il
bordo della nave quando qualche cosa attirò la mia
attenzione nell'acqua, erano sirene che
guizzavano fuori
dall'acqua mi salutarono e le salutai anche io prima di tornare a
guardare l'orizzonte.
non si vedeva
niente di diverso, solo oceano e niente terra, continuai camminare e
finalmente incontrai qualcuno
-dove
siamo diretti? domandai ad un uomo pelato - verso
l'isola della terra - disse semplicemente
- l'isola
della terra? a
che fare?-
domandai
di nuovo il
principe cerca delle pietre- disse solamente - e per
farci cosa? - cercai di scoprire
qualcosa ma quello
aveva la bocca cucita.
- uffa - sbottai una volta
sola -
che cosa vi devasta? vostra altezza? - mi
domandò Ripicì appollaiato sul cordolo della
nave - mio padre
mi sta nascondendo qualcosa - dissi lanciando
uno sguardo a Caspian che parlava con l'uomo pelato
con qui avevo
parlato poco fa, sicuramente gli stava riferendo la nostra
conversazione, sospirai e guardai di nuovo le
onde del mare
infrante dal veliero - forse lo fa per protegervi -
azzardò Ripicì -non
sarebbe una novità- dissi
continuando a
guardare le onde.
- terra- gridò
l'uomo di vedetta, alzai lo sguardo e sporgendomi per vedere meglio
vidi un'isola, sembrava abitata
delle case sulla
costa almeno mi facevano pensare così.- pronti a
scendere - sentì dire, mi allontanai dal cordolo
e
cercai mio padre ma
mi trovò prima lui- dove pensi
di andare? - mi girai - non vengo
anche io?- domandai alzando un
sopra ciglio, si
mise a ridere - ti ho promesso che non ci avresti messo
piede sulle isole o sbaglio?- spalancai la bocca,
ma
era impazzito? - ma io - si fece di nuovo
serio - rimani
qua, e fai come ti dico .
Brinien
tienila d'occhio. se non torniano
per il
tramonto, conoscete la procedura - disse e poi si
rivolse di nuovo a me - farai come ti ho detto- sospirai alzando
gli occhi al cielo
- ok-
dissi
-
brava bambina- disse scompigliandomi i capelli .
erano gia scesi da
un ora e ancora non era rientrato nessuno. ero seduta su una scatola
sotto l'albero maestro
sorvegliata a vista
da Brinien -che procedura devi seguire nel caso non
rientrasse nessuno?- domandai senza
distogliere lo
sguardo -
meglio non parlarne - disse sbucciando un
arancio. adesso aveva stufato ma chi si credeva di
essere? - adesso la
smetti di fare il melo drammatico?- dissi alzandomi e
puntandoli un dito contro -
è mio padre,se
permette
vorrei saperlo - dissi incrociando
poi le braccia al petto - ma io..- disse - niente ma,
che cosa
tramate
voi due - dissi puntando di nuovo il dito contro di lui.
- niente,
maestà ,vuole solo tenervi al sicuro - dice abbandonando
l'arancio
- da cosa?- gli domandai - di questo
dovete
discuterne
voi- disse alzandosi - come
tutto qui?- gli domandai mentre si stava allontanando -dove vai
adesso?- li corsi
dietro -
è il tramonto- disse puntando il
sole -
ma grazie lo vedo - dissi acida - tutti ai
vostri posti- urlò Brinien
- ce ne
andiamo- disse -e
lasciate gli altri a terra- dissi basita - ordini - disse prendendo il
timone, salì i tre gradini e lo
raggiunsi di nuovo - e chi li
avrebbe dati? - domandai - sua
maestà il principe Caspian X, vi basta altezza. andiamo via
prima che
faccia buio - urlò di nuovo - adesso
lei si ferma - dissi arrabbiata - per pura
informazione che cosa intende
fare?, ho
promesso a vostro padre, il Principe, di non farvi mettere piede
sull'isola - disse e girò il timone spostando la
vela per uscire
dalla baia.
ma non mi arrendevo
facilmente, non li avrei abbandonati su quell'isola o no loro
eseguivano gli ordini di mio padre?
allora avrebbero
dovuto eseguire anche i miei ordini, mi affacciai al piccolo balcone
davanti al timone - remi in mare-
urlò
Brinien - ignorate l'ordine - urlai anche io.
tutti i presenti mi guardarono, spostavano lo sguardo da me a Brinien,
aspettavano un
ordine - em,
fate qualcos'altro - dissi, che ne
sapevo io di come si governava una
-esattamente
altezza cosa pensate di fare - disse minaccioso
Brinien ma non mi sarei fatta spaventare facilmente
-adesso tu
e i tuoi uomini metterete giu delle scialuppe e li raggiungiamo e
chiaro?- dissi imperiosa sperando di non
risultare invece
banale - ma
c'è il codice da rispettare - disse un
minotauro - il codice?- tutti annuirono - bene, voi
restate
pure qui a onorare il vostro codice, io vado - dissi e scesi gli
scalini maledicendoli in tutte le lingue che
conoscevo. prima di
scendere in acqua guardai le carte erano ancora scure come avrei
salvato mio padre e gli altri?
ma era un problema
che mi sarei posta in un altro problema, presi un bel respiro e mi
preparai a tuffarmi - aspettate-
mi fermò
Brinien - che c'è adesso?- domandai - veniamo anche noi -.
calarono le
scialuppe e in breve raggiungemmo la spiaggia era gia buio.
- conviene fare un
giro- disse il minotauro, annuimmo e ci dividemmo in gruppi, ovviamente
finì con Brinien -statemi
vicino altezza-
disse precedendomi, come era noioso incrociai le braccia dietro la
testa mentre lo seguivo, era ancora
piu protettivo di
mio padre, nonostante le carte non funzionassero potevo sempre
difendermi.
alle prime luci
dell'alba ci ritrovammo con gli altri al campo sulla spiaggia, dove
avevamo lasciato le barche.
-alla luce del
giorno riprenderemo le ricerche- disse Brinien, tutti presero a fare
qualcosa tutti tranne me.
fissavo il mare e
speravo che il sole arrivasse presto e speravo che mio padre stesse
bene.
una lucina luminosa
apparì davanti a me - e tu chi sei?- ma che speravo che mi
rispondesse?, mi svolazzo a torno e poi
prese a svolazzare
poco piu avanti la guardai senza capire che volesse, tornò
da me mi girò di nuovo intorno e tornò
dove era prima,
forse voleva che la seguissi, ma era saggio farlo? se fosse la stessa
cosa che magari aveva catturato
mio padre e gli
altri? trillo leggermente come per attirare la mia attenzione, decisi
di seguirla ma continuavo
domandarmi se stavo
facendo la cosa giusta.
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Capitolo 32 *** capitolo 31° Quante Briciole Restano Dietro Di Noi ***
la
luce mi condusse ad una gradinata, la guardai ed era veramente
lunga. mi guardai indietro ma la luce trillo di nuovo
-
ho capito arrivo- dissi.
ogni
gradino sembrava sempre piu ripido e la luce aveva anche furia, a
mala pena riuscivo a starle dietro.
finalmente
i gradini finirono e arrivammo a delle casette di pietra, sembravano
deserte o meglio disabitate, mi avvicinai ad una che aveva la porta
mezza aperta la aprì e dentro trovai una famiglia tutta
rannicchiata e spaventata - non dovete avere paura di me - dissi ma
non si mossero, la luce trillo per la terza volta, il sole stava
sorgendo, richiusi la porta e seguì la luce che cominciava
ad
affievolirsi .
sentì
dei cavalli avvicinarsi velocemente la luce prima di scomparire mi
mostro una specie di passaggio dove mi sarei potuta nascondere.
gli
uomini arrivarono, avevano delle lunghe tuniche e non avevano facce
amichevoli. voglio proprio vedere cosa ci propongono oggi - disse un
uomo con la tunica viola - già a me ne servono un paio, per
sostituire quelli che mi sono morti in viaggio - disse un altro.
ma
di che diavolo parlavano - sperando che i migliori non siano stati
gia dati alla besti - disse uno con la tunica arancione .
la
bestia? sarà il mostro di questa isola pensai, i tre si
mossero e
decisi di seguirli, rimasi nascosta dietro alle rocce che
costeggiavano tutta la strada.
quando
finirono salì su un tetto di una casa che dava sulla
piazzetta del
paese, c'era un patio e gia delle persone intorno, alcune avevano dei
vestiti molto consumati alcuni delle
tuniche colorate.
aspettai
che cominciasse quello che le persone stavano aspettando, un carro
arrivò a gran velocità e cominciò a
far salire delle persone a
casa - tu. tu e tu salite - disse spingendo tre persone sul carro -
anche tu - disse ad una donna separandola dalla sua bambina - mamma -
urlava la bambina piangendo -vieni qui Gaele - un uomo, suo padre,
molto probabilmente la dette ad un altra donna e tirò un
pugno a
l'uomo che aveva caricato la moglie sul carro ma fu allontanato e
buttato in terra - anche voi altri, salite - fecero salire altre
persone sul carro e lo portarono alla spiaggetta che si intravedeva
dalla piazza.
sul
patio arrivarono delle altre persone salirono sul patio portandosi
dietro altre persone incatenate tra le quali intravidi mio padre .
prestai
ancora piu attenzione - vieni avanti- disse un uomo con la barba e
una veste blu, prese un uomo un po malconcio e lo mise davanti a
tutti signori, -è in ottima forma - disse l'uomo in veste
blu -
quanto offrite?- disse camminando avanti e indietro - è
marcio - -
non serve a niente - dissero molte persone .
-
o mio dio- sussurrai .
-
che ne dite di questo?- portò avanti un altro uomo piu
giovane
rispetto all'altro - questo è un affarone - disse ma anche
questo fu
rifiutato e buttato su un carretto insieme al vecchio.
prese
allora mio padre e lo portò davanti, come aveva fatto con
gli altri
due - questo non potete dirmi di no -
disse
l'uomo con la veste blu, dovevo fare qualcosa prima che finisse o sul
carretto o comprato da qualcuno.
scesi
dal tetto stando attenta a non farmi vedere cercai di avvicinarmi il
piu possibile.
l'asta
era cominciata - ma che sa fare?- domandò uno - è
perfetto per il
lavoro pesante - rispose l'uomo con la veste blu - a me non sembra -
disse l'uomo con la veste arancione però lo voglio, quanto
vuoi-
domandò
-
mille cinque- disse strofinandosi le mani , tutti gli altri risero.
dovevo
fare qualcosa - pensa Lucy, pensa- che potevo fare, avrei potuto
attirare l'attenzione ma come lo avrei liberato? mi venne in mente
un lampo di genio, poco ortodosso forse ma avrei almeno perso del
tempo e magari Brinien ci avrebbe trovato.
-
fermi tutti - dissi entrando in scena, tutti si voltarono a guardarmi
e ridere, decisi che avrei dovuto farlo, mi sarei presa doppia
sgridata ma adesso non era importante - fuoco - dissi allungando una
mano ma non accadde niente, ci rimasi malissimo - cosa?- guardai
la mano vuota - fuoco - gridai piu forte ma di nuovo non accadde
nulla.
tutti
si misero a ridere mentre io rimasi perplessa a guardarmi la mano
vuota "come mai non funziona" mi ripetevo nella mente -
veramente divertente - disse l'uomo con la tunica arancione - ma
abbiamo degli affari da portare a termine - disse , lo guardai dritto
negli occhi prima che una freccia lo trafiggesse, mi allontanai di
qualche centimetro. Brinien era arrivato giusto in tempo scatenando
una vera rivolta anche degli abitanti del paese.
afferrai
la spada dell'uomo morto davanti a me e corsi a liberare i
prigionieri, salì i cinque gradini del patio e cominciai a
tagliare
le corde - non sembri felice di vedermi - dissi ironica a mio padre
ma mi fulminò con lo sguardo - torna alle barche svelta -
ma..- -
fai come ti dico - mi disse prima di buttarsi nella mischia
mi
guardai a torno cercando cosa fare e vidi una bambina circondata da
tre tipi loschi, decisi di darle una mano, saltai giu e corsi verso
di lei - lasciatela stare - dissi puntando la spada contro la schiena
di uno ma si misero a ridere di nuovo e per fargli capire che non
scherzavo lo trafissi e mi misi davanti alla bambina - tranquilla
adesso ci sono io - dissi.
combattevo
contro i due ma non riuscivo a sconfiggerli e mio padre dovette
aiutarmi ancora una volta - andate alle barche, non voglio piu
ripetertelo - questa volta decisi che era meglio ascoltarlo, presi la
bambina per mano e corremmo in direzione delle barche.
quando
arrivammo alla spiaggetta ci buttammo dietro le barche e riprendemmo
fiato, entrambe speravamo che tornassero presto ma non fu
così.
aspettammo
finchè non iniziò a scendere il sole - vado a
vedere cosa è
successo tu rimani qua- dissi alla bambina alzandomi e girandomi - ci
hanno detto di restare qua - disse la bambina alzandosi pure lei - e
tu fai sempre quello che ti dicono- le domandai forse con un po
troppa acidità - tu non di sicuro - mi sentì dire.
-
papà, siete tornati cosa è successo?- dissi
andandogli incontro lui
invece non mi degnò nemmeno di uno sguardo, passò
oltre e iniziò a
mettere in acqua una barca.
ci
rimasi malissimo, lo che era una cavolata ma ci rimasi malissimo
uguale, tornammo
al veliero e mio padre non mi degnò nemmeno di uno sguardo,
mi disse
solo di salire e poi non mi parlò piu. lo avevo deluso al
tal punto
di non essere piu degna di parola? tutti mi guardavano storto, che
cosa avevo fatto di così sbagliato? perchè tutti
si comportavano in
quel modo?.
quella
fu la vera prima volta che desiderai non essere a Narnia, anche
adesso che ero seduta a guardare il mare sulla testa del drago,
pensavo a cosa avevo fatto di sbagliato e a quello sguardo ce mi
aveva lanciato una volta liberato. in quello sguardo c'era delusione,
era lo sguardo di un padre deluso da sua figlia.
qualcosa
di umido e freddo tocco la mia guancia, ma cosa succedeva, guardai in
su, stava nevicando?, possibile che non facessi mai le cose per
tempo? quando mi servivano i poteri delle carte non avveniva niente.
continuai
a essere triste per quasi tutta la notte e per quasi tutta la notte i
fiocchi di neve caddero, qualche volta piangevo anche e qualche volta
mi maledicevo per non aver dato retta.
perchè
era cambiato così tanto mio padre da quando ero partita?
perchè non
mi voleva piu bene? cominciai a domandarmi.
il
sole cominciò a sorgere e la nave si animò di
nuovo, quando mi
sentì chiamare immediatamente smise di nevicare -
Ripicì - dissi
asciugandomi le lacrime - che cosa fate qua tutta sola? - mi
domandò
sedendosi al mio fianco - Niente - dissi tirando su col naso - non
sembrava, siete voi che avete fatto nevicare sta notte? -
domandò
osservando a terra la neve rimasta intorno, abbassai lo sguardo -
è
bellissima la neve - disse, li feci un sorriso veloce e tornai a
fissare il vuoto - dovreste parlargli - colse nel segno,
perchè era
così semplice leggere nei miei sentimenti.
-
dovrei - dissi alzandomi, e tornando sul ponte - ma adesso non ho
nulla da dirgli - dissi girando l'angolo, andai a sbattere contro
qualcosa, alzai lo sguardo, era Caspian.
lo
guardai ,abbassai subito lo sguardo - scusa - gli disse e sgusciai
via prima che potesse acchiapparmi o bloccarmi - mio signore?
sentì
dire da Ripicì prima che entrassi nella cabina e sbattei la
porta.
il
veliero viaggiava con il vento in poppa, stare un po di sole mi aveva
fatto bene, mi aveva fatto scaricare la rabbia e la tensione.
aprì
la porta della cabina ed uscì di nuovo sul ponte il vento
tirava che
era una meraviglia, tutte le vele erano spiegate, sopra di me, sul
ponte superiore dove c'era il timone mi arrivavano le voci di
Brinien, il centauro e di mio padre, decisi che avrei dovuto
parlargli ma qualcosa mi fece desistere - tra poco arriveremo
all'isola verde- annunciò Brinien battendo sulla carta -
terra- urlò
la vedetta, tutti ci girammo a guardare l'isola, era tutta ricoperta
di piante.
-
e vostra figlia?- domandò il minotauro - rimarrà
qua - disse
severo, scesero le scale e mi trovarono la dove mi ero messa a
origliare - Lucy?!- esclamò mio padre, lo guardai a passai
oltre.
se
gli ero di intralcio per ciò che stava cercando bastava che
lo
dicesse mi sarei fatta da parte.
scesero
sulle scialuppe e si avviarono alla spiaggia dell'isola fino a quando
non li vidi piu.
mi
sedetti sulla cuccetta che fungeva da letto - che cosa ho fatto?- mi
domandai.
qualche
ora dopo tornarono, per quella notte decidemmo di restare la alla
fonda. Caspian continuava ad evitarmi, no ero io ad evitare lui,
cercavo ogni scusa per non restare da sola con lui nella stessa
stanza.
ma
quella sera riuscimmo a dare spettacolo, camminavo da sola sul
veliero, lui era appoggiato all'albero maestro come se mi stesse
aspettando, alzai le spalle e feci dietro front cercando una via di
fuga ma mi seguì e una volta con le spalle al muro fui
costretta ad
ascoltarlo - perchè mi eviti?- mi domandò
appoggiandosi al cordolo
del veliero - perchè mi tieni relegata qua sopra?- risposi
con un
altra domanda
sbuffò
e si girò dandomi le spalle - lo sai perchè lo
faccio Lucy- disse
stanco, come se me lo ripetesse tutti i giorni, in realtà
era una
settimana che non ci parlavamo - no, non lo so papà- dissi
alzando
leggermente la voce - Lucy, possibile con capisci- disse sempre piu
esasperato -evidentemente ho preso da te - dissi acida, mi scostai
dalla parete di legno dove ero appoggiata e me ne andai - Lucy..- non
lo stetti ad ascoltare, dopo una settimana era tutto qui quello che
aveva da dirmi?, che non capivo? ero stufa di questa situazione, che
cosa mi tenevano nascosto tutti quanti, perchè mio padre
sembrava
non essere piu quello di prima?.
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Capitolo 33 *** capitolo 32° volevo dirti che .. ***
Spero
che vi sia piaciuta subito che ho preso spunto
da
volevo dirti che ti amo di Laura Pausini visto che stavo scrivendo
con questa Song♫ho
pensato di fare un Chappy..spero che piaccia
Quella
situazione andava avanti ormai da troppo tempo e io non volevo
passare tutto il tempo da sola
e non volevo sprecare quel periodo a
Narnia ignorando mio padre, così quella mattina appena
sveglia
decisi di affrontarlo e di chiedergli umilmente
perdono.
Uscì
dalla cabina e salì sul ponte principale convinta che la
sopra avrei
trovato chi cercavo ma invece
non trovai nessuno solo Brinien che
ormai era diventato il mio baby-sitter.
Mi
avvicinai a lui e gli domandai dove fosse Caspia, mi indicò
un'isola
alle nostre spalle – da quanto
sono via?- gli domandai mi rispose
che non erano scesi da molto e che dovevo stare tranquilla
perché
quell'isola era disabitata.
Decisi
di fidarmi di mio padre, sapeva come cavarsela e infatti verso
mezzogiorno rientrarono
contenti, ero convinta che avessero trovato
quello che cercavano.
Presi
coraggio e scesi dalla botte su cui ero seduta e titubante mi
avvicinai a lui e lo tirai attirando la
sua attenzione – posso
parlarti? - gli domandai guardandolo con gli occhi lucidi mentre
speravo che
dicesse di si.
ho da fare – disse costringendomi ad
abbassare la testa – ma ti giuro che sta sera sono tutto tuo
– disse
sorridendomi, gli sorrisi anche io e lo lasciai
andare dove doveva andare, con altre persone entrò
nella
cabina riunioni e prima che chiuse la porta mi
lanciò un altro sorriso gli sorrisi di rimando e
aspettai
che chiuse la porta.
Girai
su me stessa, a farmi compagnia c'era il rumore del mondo e
l'oscillare del veliero, il vento che
soffiava e schiaffeggiava la
mia pelle fino al fondo, i ricordi dei miei mille errori che mi
facevano stare
male dentro.
Mi
faceva compagnia il mio orgoglio inutile, mi faceva compagnia la
voglia di stare insieme a mio
padre, volevo dirgli che gli volevo
bene che lui è solo mio, che nonostante i nostri continui
litigi io
non lo avrei mai cambiato con nessuno
perché a giurarlo ero io,
volevo dirgli che questi giorni senza
lui sono stati tremendi e che
era solo colpa mia, volevo dirgli che gli volevo bene perché
eravamo
troppo uguali e quando poi litigavamo ci chiudevamo
in noi stessi
perché ci urlavamo contro per ogni
mio fallimento, del mio bisogno
di credere che per lui non ero un peso, e quando litigavamo
perché
pensavamo di avere ragione noi.
Non
credevo di avere un così grande bisogno di lui dopo undici
anni
vissuti da sola, ma questi anni
prima di conoscerlo erano solo dei
giorni da dover fare passare, la mia vita è iniziata da
quando l'ho
incontrato da quando mi ha insegnato a ridere.
Dovevo
dirgli che gli volevo bene, era questa la verità dovevo
dirgli che
di notte non averlo accanto a
me a me mi faceva stare male, che non
doveva piu lasciarmi mai la mano anche se un un giorno non
potrò piu
stringerla, ma mi ricorderò di lui per sempre in ogni angolo
dell'anima, i ogni lacrima, nella
mia fragilità.
Volevo
dirgli che gli volevo bene che per me sarà sempre con me,
che non lo
avrei mai dimenticato, lo
giuravo su me stessa e anche se so che un
giorno mi dovrò allontanare so che anche lui mi
vorrà
sempre bene
perché lui è mio padre.
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Capitolo 34 *** capitolo 33° invece no, sei incancellabile stella gemella ***
Mi
scuso per il ritardo con cui ho postato ma per farmi perdonare
posterò due capitoli contenti?!
Ringrazio
chi ancora mi segue come alicecullen19 o Miriam anche se ammetto a
malincuore che ho visto che i commenti sono calati drasticamente..vi
è venuto a noia?? spero di no..
vi
lascio al capitolo..
questi
giorni lei, senza averla accanto, senza poterla stringere e sentirla
dormire al mio fianco
sembravano
interminabili, odiavo litigare con lei ma e sprecare quel poco tempo
che abbiamo per
stare
insieme prima che torni di nuovo a Londra, e adesso mi ritrovavo a
camminare da solo sui
ponti
deserti del veliero di notte e a volte , appoggiato alla balaustra,
mi domandavo se vivrei lo
stesso
senza di lei adesso che non sta con me, e se, quando verrà
il
momento la saprò dimenticare?
mi
ponevo questa domanda in ogni singolo momento, ogni attimo, lei era
tutto quello che volevo. era
incancellabile.
piu
mi mancava e piu stava al centro dei pensieri miei," tu non
lasciarmi mai perché adesso sarai
incancellabile"
la
sua voce e quell'allegria che si porta sempre dietro mi hanno tatuato
il cuore, la vedo nei suoi
occhi
e nel suo sorriso.
spesso
la cerco e non la trovo e sento la voglia di stringerla tra le mie
braccia, così profondamente
mia
perché non ho mai avuto niente di piu prezioso se non lei,
non la
lascerò mai, "tu non lasciarmi" .
spesso
la guardo da lontano mentre parla o scherza con Ripicì e piu
la
guardo e piu lo so io di lei non
posso
fare a meno" tu non lasciarmi mai."
non
ho mai avuto tanto tempo per stare con lei e sapere che in
qualsiasi momento potrebbe sparire
mi
fa sentire ancora peggio.
mi
fa confondere questo non averla qui perché lei esisti dentro
me come
qualcosa da difendere:per
l'amore
che non ha e che non ho potuto darle mai ma che ormai esiste dentro
noi, darei tutto me
stesso
per tenerla al sicuro, ma non è stato un caso se adesso
è di nuovo
qui ha ancora un compito
da
svolgere prima di sparire di nuovo, e sta volta per sempre, lei
esiste dentro me per l'amore che
non
potuto mai darle ma che avrei voluto, come vorrei che lei restasse
qui per sempre e forse. sto
perdendo
del tempo prezioso, bastava trarre un respiro e contare fino a dieci
per mettere fine al
silenzio
tra noi, e poi riprendere il battito e non andare via,
perchè non
puo essere abitudine i giorni
senza
te, resta qua, ma è impossibile ma non c'è piu
tempo per spiegare e
per chiedere se mai ti
avevo
detto quanto ti voglio bene, perché si spezzano tra i denti
le cose
piu importanti quelle parole
che
non dico mai, devo fare un tuffo nel passato per riportarle qui,
pesano e si posano per sempre su
di
noi ma se manchi tu io non so ripeterle io non riesco a dirle piu,
invece qui piovono i ricordi e io
non
voglio ammettere che è tardi, vorrei tornare come era prima
invece
non ho piu tempo per spiegare
qualcosa
da sperare, davanti a me qualcosa da finire insieme a te, forse
è
tardi forse invece no.
camminavo
ancora sul ponte senza sapere che fare, era a soli pochi metri ma era
di nuovo solitudine
anche
stanotte sentirò questo dolore elevare, tutto il mio dentro
che non
conosce vive il momento piu
difficile
che mai, speravo che chiudere i ponti ma non servito pagare i conti,
dove sarai anima mia,
senza
di te mi butto via, dove sarai anima bella dove sarai, questo dolore
elevare, tempo di tristezza
ed
io ti sto cercando così forte che mi fanno male gli occhi
ormai,
dove sarai anima bella stella
gemella
dove sarai? magari dietro alla luna sarai, come il sogno piu nascosto
che c'è non lo vedi che
io
vivo di te, dove sarai.
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Capitolo 35 *** capitolo 34° i cristalli del passato ***
ovviamente
quella riunione sembrava non volere finire mai ed ormai era sera
tardi e avevo sonno, decisi
di
andare a dormire e che avrei parlato con mio padre l'indomani e
scostatami dal cordolo mi avviai
verso
la mia cabina, il ponte era deserto come tutte le sere.
entrai
nelle cabina e mi chiusi la porta alle spalle e appoggiandomici sopra
tirai un sospiro, forse stavo
sprecando
del tempo prezioso continuando a rimandare il giorno in qui avrei
chiarito con mio padre
pensai
scostandomi dalla porta e camminando per la stanza a testa bassa,
avevo le mani dietro la
schiena
e i capelli sciolti, sembravo quasi la signora Figg ma in quel
momento non c'era niente di comico
forse
sarà il tempo a dire quando tutto si sistemerà,
mi dissi fermandomi
un secondo ma ripresi a
camminare
avanti e indietro poco dopo,certi sbagli fanno crescere non fanno
male mai, pochi giorni e
tutto
tornerà normale ma non svaniranno mai, resteranno sempre nei
miei
ricordi di una vita insieme ai
momenti
che mi lasciano un sorriso, insieme a lui.
le
risate trai di noi, mille discussione che ci hanno portato anche a
questo e i mille istanti di follia, non
no
svaniranno mai, resteranno sempre i miei e nei suoi ricordi momenti
che mi lasciano un sorriso
ancora
sulle labbra, ricordi bellissimi e alcuni dolorosi, pensieri,
sensazioni che ti danno i ricordi.
mi
siedo sul letto quando sento bussare alla porta - si? - risposi
alzando la testa, la figura di mio
padre
sbucò dalla porticina, rimasi piacevolmente sorpresa nel
vederlo la,
pensavo si fosse scordato
ciò
che mi aveva promesso - posso entrare?- mi domandò, in
risposta
annuì con la testa e lui entrò
definitivamente
chiudendosi la porta alle spalle, in pochi passi mi raggiunse sul
letto e mi si sedette
accanto,
lo guardai per qualche secondo prima di tornare a fissare il
pavimento, non sapevo se avessi
dovuto
cominciare io con le scuse o lui ma decisi di prendere l'iniziativa
visto che avevo cominciato io
-
sentì..- cominciai a dire ma mi interruppe subito - no Lucy
ho
sbagliato io - disse alzandosi dal letto e
cominciando
a camminare su e giu, eravamo proprio uguali, non riuscivamo a stare
fermi un attimo
quando
dovevamo parlare.
seguì
ogni suo singolo movimento - ho sbagliato e sono stato egoista, non
ho la possibilità di stare
sempre
con te e questo mi rende ancora piu apprensivo nei tuo confronti. ho
sbagliato ad arrabbiarmi
con
te subito i primi giorni che sei arrivata qua - disse fermandosi a
guardarmi con aria triste, non
riuscì
ad avercela ancora con lui, mi alzai dal letto e andai ad
abbracciarlo - scusami piccola - disse
accarezzandomi
i capelli - ho sbagliato anche io, non ho mai seguito gli ordini che
mi hai dato, se magari
avessi
fatto ciò che mi avevi detto magari adesso avevi anche
ciò che stai
cercando - gli dissi a
proposito?-
aggiunsi scostandomi di qualche centimetro - che cosa cerchi?- gli
domandai infine.
-è
giusto che tu lo sappia - disse sedendosi di nuovo sul letto io
invece rimasi in piedi a guardarlo
-
delle pietre, o meglio dei cristalli. Tre cristalli - disse
passandosi una mano sul viso - questo l'avevo
capito
- dissi raggiungendolo sul letto e sedendomici sopra a gambe
incrociate e chiesi ulteriori
spiegazioni.
-sono
tre cristalli, i cristalli del tempo e sono tre, questi cristalli
permettono di portare indietro una
persona
scomparsa - disse - fantastico - esclamai
-
no, non lo è perché solo una persona riesce a
gestire un cristallo,
oltre ai cristalli bisogna trovare anche le persone a cui è
destinato il cristallo -
-e
come farai a trovarle?-
-il
cristallo in presenza della persona prescelta si illumina-
-
quanti ne hai adesso? -
dalla
tasca tirò fuori un cristallo, era piccolo e rotondo come
una specie
di diamante e questo cominciò
a
brillare - ne mancano ancora due, e le due persone in grado di
gestire il suo potere -
-
io ci riuscirei?- domandai fissando il diamante che brillava davanti
a noi. Questo improvvisamente si
sollevò
dalle mani di mio padre si depositò fra le mie mani,
entrambi
rimanemmo a bocca aperta.
rimasi
a fissare il diamante brillare sospeso a mezz'aria prima di tornare a
concentrarmi
sull'argomento
- chi vuoi riportare indietro?- gli domandai - lo decidono loro chi
riportare indietro -
mi
rispose fissando il terreno, che aria triste che aveva
-
come pensi di trovare le altre due persone e le due pietre? -
-non
lo so -
-
posso aiutarti?- gli domandai, si girò verso di me colpito
da
quella domanda
-non
puo lasciare la nave Lucy - disse poi abbassando di nuovo lo sguardo
triste, mi misi in ginocchio sul letto sempre con il diamante sospeso
a mezz'aria
-
perché no?-
-
ti sarai accorta che le carte non funzionano sulle isole -
-
bé si, ma perché? -
-
lì c'é il male che non dorme mai, su quell'isola
ci fu fatto un
incantesimo e da allora qualsiasi forma di magia non funziona la
sopra -
-
ma, se la magia su le isole non funziona come facciamo ad attivare i
cristalli?-
-quello
è un altro dei tanti problemi -.
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Capitolo 36 *** capitolo 35° ***
Corsi
nella sua cabina sperando di trovarla la ma non c'era, nemmeno la.
Non
sapevo dove cercarla, era sparita di nuovo, nel nulla, come quella
nebbia.
In
un impeto di rabbia tirai un calcio al letto mentre mi maledicevo di
non essere mai in grado di proteggerla.
Mi
sedetti sul letto sprofondando nella disperazione che mi accompagna
continuamente quando non è con me.
[
Lucy]
finalmente
lasciarono la mia caviglia e potei rimettermi in piedi.
Mi
levai di dosso le foglie e la terra che mi si erano appiccicate a
dosso durante il burrascoso trasporto – che dovrei fare di
grazia?-
domandai cercando di capire che cosa avessero in mente.
-noi
siamo invisibili-
-
dai – dissi ironico ed entrai nella casa.
il
corridoio era deserto non c'era anima viva, niente e nessuno che
facesse pensare che la casa fosse abitata. Dal fondo del corridoio
però si intravedeva una luce provenire da dietro una porta.
Quando
arrivai alla misteriosa porta scoprì che era socchiusa, la
cosa era
sempre piu sospetta ma la aprì lo stesso e mi ritrovai
dentro ad una
grande libreria.
Entrai
nella stanza e l'osservai accuratamente, su tutte le pareti correva
una libreria circolare piena di volumi antichi ma ben tenuti,
nonostante in quel posto non ci fossi mai stata mi sembrava tutto
tremendamente familiare e la cosa mi metteva agitazione.
Camminavo
guardando in aria e alle mie spalle, al centro della stanza c'era un
libro chiuso.
Quel
libro attirò la mia attenzione, mi avvicinai ma non abbassai
la
guardia, quando fui vicina provai a leggere il titolo ma non c'era,
le lettere erano sparse per la copertina ricoperta di polvere,
soffiai via la polvere ma non si mosse al contrario delle lettere che
presero posto scrivendo il titolo del libro.
Lo
aprì e cominciai a sfogliarlo. Era un libro di magia, per
ogni
pagina c'era un incantesimo diverso uno in particolare
attirò la mia
attenzione – come chiedere aiuto – lessi ad alta
voce, poteva
forse essermi utile?
Decisi
di concentrarmi su ciò che dovevo fare, prima trovavo
l'incantesimo
prima sarei uscita da la dentro.
Continuai
a sfogliare il libro fino a trovare l'incantesimo che cercavo
–
rendi visibile ciò che hai reso invisibile – dissi
leggendo e
poche righe sulla pagina.
Un
alito di vento partì dal libro e si espanse per tutta la
sala fino
ad uscire dalla casa.
Ma
oltre ad aver reso visibile la casa, avevo reso visibile anche chi
l'abitava e adesso il mago era la davanti a me con sguardo non molto
amichevole.
[Caspian]
il
mare era tornato di nuovo calmo e una volta ultimate le ultime
riparazioni al veliero partimmo in cerca di Lucy anche se non avevo
la minima idea di dove andarla a cercare.
Non
era semplice trovare una persona in mezzo all'oceano.
-La
troveremo sire – mi assicurò Brinien vedendomi
assorto
a
guardare il mare, spostai lo sguardo su di lui annuendo
spero
che sia così Brinien -dissi tornando a fissare il mare.
In
poco tempo arrivammo su un altra isola.
[Lucy]
il
mago mi guardava senza proferire parola, anche lui aveva un'aria
familiare. Mosse un passo verso di me che mi fece istintivamente
indietreggiare ma nel farlo inciampai nell leggio facendo cadere
anche il libro.
Il
mago mi si avvicinò ancora e mi porse una mano per aiutarmi
ad
alzarmi – non ti faccio male – mi disse sorridendo,
rimasi a
bocca aperta mi limitai ad afferrare la mano che mi veniva offerta
–
grazie – risposi una volta in piedi.
mancavi
solo te – disse tutto contento andando a prendere una specie
di
scatoletta , lo seguì con lo sguardo chiedendomi che cosa
avesse in
mente.
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Capitolo 37 *** capitolo 36° tutto ha un senso ***
il
mago mi disse di seguirlo e così feci e mi ritrovai in un
altra
grande sala dove per terra c'era una piscina.
rimasi
sbalordita da quella visione era grande quanto la stanza, c'era
soltanto un bordo che permetteva il
passaggio
e nulla piu.
cominciai
a camminare per il bordo osservando ciò che era immerso
nell'acqua
ma una barchetta attirò la
mia
attenzione, era il veliero dell'alba in miniatura, guardai il mago in
cerca di una risposta - questo mia
cara
bambina è un plastico magico - disse avvicinandosi al
veliero -
posso decidere della sorte di tutti -
continuò
prendendo una polverina bianca dalla tasca - posso far nevicare su di
loro - disse soffiando
dolcemente
la polverina sul veliero - posso spingerli con il vento - e
soffiò
sulle vele - posso prenderli e
depositarli
direttamente sull'isola - disse infine guardandomi - lo farebbe?-
domandai sperando che dicesse
di
si.
-
non ho ora Lucy - disse uscendo dalla sala - perché?- gli
domandai
correndogli dietro - prima devo
spiegarti
alcune cose - disse entrando in un altra sala.
la
sala era anche questa piena di libri, uno attirò la mia
attenzione
mi avvicinai e lo presi ma il mago me lo
sfilò
dalle mani, lo guardai storto - non penso vorresti sapere l'esito
della tua vita in anticipo - disse
riponendolo
- cosa? - gli domandai di nuovo, ero scema io o la cosa era piu
grossa di come me ne aveva
parlato
mio padre? -tu fai parte di Narnia - lo guardai mentre con la testa
in un baule stava tirando fuori
cose
alla rinfusa - controlla dove è tuo padre - disse indicando
un
altro plastico piu piccolo sul tavolo
scossi
la testa andai a controllare l'isola su cui ero io era contrassegnata
da una casa mentre il veliero
stava
andando esattamente dalla parte opposta - sta andando dalla parte
opposta - dissi un po
preoccupata
- sposta il veliero- disse come se fosse una cosa naturale lo guardai
sgomenta - e come
faccio?-
gridai in preda al panico - benedetta bambina - disse emergendo dallo
scaffale -prendi il veliero in
mano
e lo ridirigi sulla via giusta, mettilo però non troppo
vicino, devo
spiegarti alcune cose -.
-scusa
papà - dissi prendendo il veliero in mano cambiandogli rotta
lo misi
poi di nuovo in mare molto piu
vicino
alla costa, nel giro di qualche ora sarebbero arrivati.
compiuta
la mia ennesima missione tornai dal mago e gli domandai che cosa
doveva spiegarmi.
-perché
se qua, Lucy figlia di Caspian x ? -
-io,
non lo so -
-
lo so io-
-
allora?-
-
tu sei qua per un motivo preciso. come tutte le volte precedenti che
sei stata a Narnia mi segui?- mi domandò, in risposta gli
annuì con
un cenno del capo
-
la prima volta liberare sconfiggere la strega, la seconda volta
liberare Narnia dai telmarini, la terza salvare il principe, ovvero
tuo padre -
-
da cosa? non ci sono guerre- dissi senza ancora capire
-
dal suo passato - disse
-dal
suo passato? che vuol dire?-
-tuo
padre ti ha detto perché si è spinto fin qui?-
-in
parte-
-come
immaginavo. fin dove sai-
-so
che cerca tre pietre, due per l'esattezza e le due persone che le
posso controllare. so solo questo-
-immagino
che una di queste sia tu - commentò alzando il sopracciglio
- Lucy
ti sei mai chiesta perché
proprio
tu hai ereditato le carte? - risposi di no - e ti sei mai chiesta
perché tu controlli il cristallo piu forte?-
risposi
di nuovo di no - perché sei la persona piu vicina a Caspian
- - ma
che senso ha tutto questo?-
-tuo
padre è convinto di riuscire a portare indietro
tua
madre - disse cominciando a camminare e
lasciando
quella stanza, gli andai dietro anche io - mia madre?- - pensavi di
essere nata da un fiore?-
-
no, ma..- - qualcuno e non faccio nomi gli ha raccontato di queste
pietre e di un isola - disse prendendo
una
mappa che stese a terra, poi indicò un' isolotto al centro
delle
sette isole solitarie - non sapevo che
ce
ne fosse un ottava - ammisi guardandola - non è segnata
sulle carte
solo i saggi e i magici la conosco
-
Cornelius..?- dissi incredula, Cornelius aveva spinto mio padre fino
a qui - ma perché?- - quello che
vuole
fare Caspian è portare i tre cristalli sull'isola - - un
momento
per attivarli ha bisogno di me e delle
altre
due persone - forse iniziavo a capire, pensavo velocemente e quando
pensai di avere capito alzai lo
sguardo
sul volto del mago - non è possibile - dissi sconvolta - hai
capito
adesso?. tuo padre ha la mente
confusa,
annebbiata - disse guardando l'isola - ma chi..? - - la strega -.
-
la strega, vuole vendicarsi, ha ottenebrato la mente di tuo padre
dandogli false speranze, lo ha convinto
che
con queste pietre lui riuscirà a riportare indietro tua
madre ma non
è così -
-
ma ha detto che le pietre reagiscono con la persona predestinata -
-
quelle pietre sono qualcosa di piu oscuro che abbia mai visto, e
ancora una volta Lucy riesci a
sorprendermi
- disse chinandosi e posandomi una mano sulla spalla - i tuoi
genitori devono essere fieri di
te
- disse sorridente.
-Lucy-
mi sentì chiamare, era una voce familiare che
però non sentivo da
tanto tempo, mi girai e vidi chi
era
- che ci fai qua?- domandai sorpresa e felice di vederla qui - ho
pensato che ti servisse aiuto -
intervenne
il mago - non ti dimentichi di qualcuno?- un altra voce sempre alle
mie spalle attirò per la
seconda
a volta la mia attenzione - anche tu?-.
le
due persone si avvicinarono, Grace e Barbie si misero al mio fianco e
i cristalli nelle nostre tasche
cominciarono
a brillare, ci guardammo la tasca - tirateli
fuori
- disse il mago, tutte insieme tirammo fuori il
nostro
cristallo dalla tasca e una luce potentissima si diffuse nella sala,
una bianca una rosa e una gialla.
-
Grace, il cristallo dell'amicizia - disse e Grace guardò il
cristallo che fluttuava sulla sua mano
-Barbie,
il cristallo della sincerità - anche Barbie a bocca aperta
fissò il
suo cristallo nello stesso modo come
Grace
- Lucy, il cristallo del cuore - fissai anche io il mio cristallo
prima di guardare il mago - da soli non
funzionano
- il mago prese a camminare davanti a noi che lo seguivamo con lo
sguardo - ma insieme sono
un
arma potentissima, solo delle persone con queste doti: l' amicizia,
la sincerità - disse guardando Grace
e
Barbie che fissavano ancora il loro cristallo sospeso - e chi ha un
cuore puro - aggiunse rivolto a me
-
puo entrane in possesso e liberarli dalla magia oscura che li
imprigiona - disse fiero.
-
solo voi potete salvare Caspian adesso, ed evitare che la strega
risorga di nuovo - disse incitandoci
tutte
e tre annuimmo contemporaneamente - liberate i cristalli dalla magia
nera - ordinò il mago
-cristallo
dell'amicizia - cominciò Grace stendendo il braccio e
scandendo bene
le parole, il cristallo restò
a
mezz'aria ma emise una luce rosa abbagliante - cristallo della
sincerità - disse anche Barbie stendendo
anche
lei il braccio, il suo cristallo invece emise una luce gialla
accecante, loro sembravano così sicure di
quello
che stavano per fare mentre io no, stavo rischiando di perdere mio
padre.
dovevo
salvarlo come lui ha fatto con me ragionai in fondo ho un conto
aperto che intendo chiudere chiusi
gli
occhi e pronunciai anche io le parole - cristallo del cuore - una
luce molto piu forte delle altre si sprigionò
dal
mio cristallo e illuminò tutta la stanza.
i
cristalli si alzarono sopra le nostre teste girarono in tondo un paio
di volte prima di arrivare di nuovo di
fronte
a noi la luce era diminuita ma brillavano ancora, questa volta non mi
sarei fatta indietro allungai la
mano
per prima e afferrai il mio cristallo, bruciava era una sensazione
bruttissima lo lasciai
immediatamente
guardai le mie amiche e anche loro sembravano aver provato la stessa
sensazione
guardammo
il mago impaurite ma non disse nulla, i cristalli si allontanarono di
nuovo ma sempre brillando
-non
preoccupatevi bambine, non farà male disse i cristalli si
mossero
di nuovo verso di noi e a pochi
centimetri
dai nostri cuori entrarono dentro di noi.
le
parole del mago erano vere non fece alcun mala quando il cristallo
entòrò dentro di noi la luce sparì e
tutto
tornò come prima - siete state bravissime, adesso i
cristalli
saranno sotto il vostro controllo -.
-
ma come facciamo a liberare mio padre? - domandai - tuo padre? -
domandò Barbie - farlo tornare in lui,
fargli
capire che è una follia - - e se non mi ascolta? - -
c'è una
persona sola nel suo cuore - disse il mago
avvicinandosi
alla cartina - e quella persona sei tu Lucy, prima della fine se ne
accorgerà e tornerà in se -
-
vuol dire che Lucy deve farsi ammazzare?- contesto Barbie - vedo che
i cristalli si sono inseriti bene in voi
-
ammise tutto contento - no comunque, è per questo che vi ho
fatto
venire qua- si avviò verso la porta
della
stanza, ci guardammo per un momento e poi lo seguimmo - Lucy ha
bisogno delle persone a cui vuole
piu
bene per salvare la persona che ama, ha bisogno di piu conforto
possibile e di una spada in piu - disse
fissando
il vuoto.
-Lucy
tuo padre è dietro la porta, temo che non abbiamo piu tempo
- disse
guardandomi - ricordati, portalo
all'isola
e poi distruggi lo specchio in qui è rinchiusa la strega,
nel caso
tu non riuscissi a portarlo
indietro..-
-Lucy..-
una voce da fuori ci interruppe - andate e buona fortuna -.
il
castello sparì e noi tre ci ritrovammo fuori davanti a mio
padre e
Brinien a spade e archi levati.
ma
che cosa mi stava per dire il mago " se non riuscissi a portarlo
indietro " che cosa mi stava per dire?
|
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Capitolo 38 *** capitolo 37° abbiamo fallito dopo solo pochi minuti ***
Appena
uscimmo dalla casa del mago ci ritrovammo in mezzo al bosco con una
decina di persone tra cui Caspian e Brinien che ci guardarono
allibiti.
state
bene spero?- domandò Brinien avvicinandosi a noi,
annuì con il capo
ma senza spostare lo sguardo dal volto di mio padre che era rimasto
fermo senza dire niente.
Ci
guardammo a lungo o per quello che sembrò un
eternità invece furono
solo pochi secondi.
Lo
guardavo senza dire nulla ma aspettandomi che dicesse qualcosa e
invece rimase in silenzio a guardarmi.
Spesso
ci trovavamo a guardarci in silenzio, senza che nessuno dei due
rovinasse quel momento, ed ogni volta era sempre come la prima volta,
uno sguardo e poi un brivido lungo la schiena ma questa volta no, era
diverso entrambi eravamo persi negli occhi neri
dell'altro,
ma io a differenza di lui, li trovai vuoi, senza espressione.
e
loro due chi sono?- disse Brinien spezzando il silenzio imbarazzante
che si era creato e finalmente staccai gli occhi dai suoi per
guardare Brinien per poi passare alle presentazioni.
lei
è Grace – dissi indicandola mentre fece un mezzo
sorriso
imbarazzato – mentre lei è Barbie –
dissi spostando il dito
sulla mia amica completamente vestita di giallo.
presentazioni
finite, adesso possiamo tornare?- sbuffò mio padre, nel fra
tempo si
era girato e mi stava dando le spalle, strinsi i pugni lungo il busto
e bruscamente gli urlai contro – per tua informazione ho
trovato
gli altri due cristalli e le due persone che li possono controllare-,
come schiaffeggiato da una mano invisibile si girò per
guardami di
nuovo e in poche passi lo ritrovai davanti a me con la mano tesa
–
dammele – disse lasciando la mano aperta pronta a ricevere le
pietre – dammi le pietre Lucy - lo guardai aggrottando la
fronte –
no – dissi, sentì tutti i presenti mormorare per
non contare lo
sguardo perforante di Grace e Barbie sulla schiena – Lucy
– disse
in coro – Lucy, fai come ti dico – disse
assottigliando la mano
ma senza ritirare la mano -ma non capisci – dissi quasi
urlando e
cominciando a gesticolare come di solito faccio quando devo spiegare
qualcosa di contorto – non sei tu questo -dissi.
Caspian
ritirò la mano come scottato ma non cambiò
espressione, il suo
sguardo era sempre durò, - mi hai deluso – disse
girandosi, -
torniamo al veliero – ordinò agli uomini
– perché non affronti
mai un problema – gli urlai dietro – non provocarmi
Lucy –
disse continuando a camminare – ti sta cambiando - - stai
zitta –
disse fermandosi, avevo colto nel segno, sapevo dove colpirlo adesso
– questo non sei tu – continuai avanzando verso di
lui a passi
lenti.
Questa
era la prima e vera scenata che facevamo in pubblico, pubblico che si
era diviso intorno a noi e ci guardava senza intervenire –
non la
devi ascoltare - - non capisco di chi parli-
non
fare il finto torno. Lo sai benissimo di chi parlo – ma non
mi
stava gia piu ascoltando, continuava a darmi le spalle e a scuotere
la testa – tu sai sempre tutto vero?- disse sarcastico,
quella
domanda fu piu dura di una testata nel muro, mi fermai di botto come
se mi fossi scontrata con una parete invisibile e adesso che mi
guardava faceva ancora piu male la testata, nei suoi occhi non c'era
un minimo di risentimento per ciò che stava dicendo.
-io..-
dissi abbassando lo sguardo, facevo davvero questa impressione alla
gente? - tu cosa Lucy. Da quando sei arrivata qua non ha fatto altro
che metterti in mostra e farci passare per deficienti, tutti.- si
girò di scatto e si avvicinò a me di qualche
passo, non credevo
alle mie orecchie – dammi i cristalli – disse di
nuovo – e
facciamola finita -allungò di nuovo il braccio verso di me
ma di
nuovo rifiutai e feci un passo indietro – perché
ti comporti così?
- dissi continuando ad allontanarmi da lui – non ti devi far
condizionare da lei. Ti vuole solo ingannare - - non sono affari
tuoi- - si che lo sono- urlai – dammi quei maledetti
cristalli –
urlò anche lui questa volta.
ma
non ti senti quando parli?, non sei tu – dissi, - Brinien
–
ordinò girando leggermente il collo verso di lui –
prendi i
cristalli – disse poi guardando verso di me e le mie amiche,
non
pensavo sarebbe arrivato a questo.
Brinien
si avvicinò a me e tese timido la mano – Brinien
– sussurai con
le lacrime agli occhi, era una supplica che almeno lui lo facesse
ragionare – mi dispiace altezza – disse.
Mi
arresi, davanti a me apparve il cristallo, lo presi e lo detti a
Brinien e così fecero anche le altre due.
Era
la fine, avevamo fallito, avevo fallito e quello che era peggio come
ultimo ricordo che avrei avuto di Narnia era mio padre così
cambiato.
Brinien
una volta raccolti i tre cristalli li dette a Caspian che senza
alcune espressione continuava a guardarmi – possiamo andare
–
disse, tutti si mossero tranne lui – addio Lucy –
disse e andò
via anche lui, lasciandoci sole nel bosco.
|
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Capitolo 39 *** capitolo 38° ***
Guardavo
il punto esatto da dove se ne era andato mio padre, incredula alle
sue parole che ancora mi suonavano nella testa come una musica che
non vorresti ascoltare mai ma che continua a saltarti in mente.
crollai
in ginocchio sulla terra umida e con le mani contro il terreno non
riuscì a trattenere le lacrime.
-
Lucy, non è tutto perduto - la voce di Grace mi giunse come
un
sussurrò lontano ma sentivo la sua presenza dietro di me
-si, fatti
forza - aggiunse Barbie, le loro presenze alle mie spalle non mi
erano di aiuto.
-
ho fallito - sottolineai, loro che avevano da perdere in fondo?,
niente. per loro non cambiava niente fallire o meno ma io non avevo
questa opzione.
-
ragazze è stato bello vedervi di nuovo - dissi alzandomi e
girandomi
verso di loro, sul loro volto c'era un espressione di
incredulità -
ma devo proseguire da sola - dissi - è una cosa che riguarda
solo me
- aggiunsi - quindi noi dobbiamo tornare a casa?- - si - dissi
abbassando la testa come per scusarmi.
mi
arrivò nel momento in qui alzai lo sguardo uno schiaffo in
piena
faccia, mi portai la mano sulla guancia schiaffeggiata
-
Grace?- dissi guardando la mia migliore amica - per chi ci hai preso?
- disse urlando dalla rabbia - noi siamo tue amiche- aggiunse Barbie
- come pensate di aiutarmi?- domandai acida - scagliando sassi?- .
-
non è posto per voi questo- dissi mentre mi voltai e
cominciai a
correre lasciandole la, non so perché dovevo sempre rovinare
tutto
ma sentivo che in quel momento dovevo stare sola e pensare, a
riflettere.
corsi
senza guardarmi indietro e quando pensai di essere lontana mi fermai
e presi di nuovo fiato.
ero
sulla spiaggia dell'isola, il sole stava tramontando mentre
all'orizzonte non si vedeva niente se non il mare sconfinato.
mi
misi di nuovo a camminare e ripercorsi tutto quello che era avvenuto
poche ore prima.
ero
davvero come aveva detto mio padre?, un insopportabile so tutto io?
perché nonostante sapessi che quelle parole non erano state
pronunciate da lui ma bensì dalla strega non riuscivo a
darmi pace?,
continuavo a rimuginare e nella mente ogni volta che chiudevo gli
occhi rivedevo la sua espressione dura, senza un briciolo di
sentimento. perchè?
mi
accovacciai sulla sabbia c le gambe strette al petto e qualcosa di
magico e inspiegabile accadde, un fiocco di neve cadde sulla mia
guancia bagnata dalle lacrime che stavano cadendo, alzai la testa e
sulla sabbia vidi i piccoli fiocchi infrangersi e diventare acqua.
come
era possibile?, i miei poteri e quelli delle carte non funzionavano
sulle isole, cosa stava succedendo?, mi alzai osservando il cielo blu
scuro a pois.
le
carte erano ancora sul veliero come era possibile che il loro potere
arrivasse fino a qui? era una domanda a cui nessuno, se non Aslan,
avrebbe potuto rispondere.
mesta
mi misi di nuovo a camminare lungo la spiaggia - se solo Aslan fosse
qui - dissi guardando per un secondo il mare dopo essermi fermata -
ma io ci sono -, una voce alle mie spalle mi fece trasalire, mi
voltai e il grosso leone era la, era ancora piu grosso di come me lo
ricordavo - Aslan - lo guardai ma rimasi ferma, avevo paura che
anche lui fosse deluso da me - è bello rivederti –
disse
avvicinandosi mentre le zampe affondavano nella sabbia tenera - ma
dove sono le tue compagne? - domandò arrivato vicino a me,
il suo
uso era al pari del mio volto.
a
quella domanda abbassai lo sguardo colpevole - ti va di raccontarmi
quello che è successo? - domandò e io inizia a
raccontare.
[
Caspian]
presi
i cristalli e ordinai a tutti di tornare al veliero, lanciai un
ultima occhiata a Lucy e alle due sue amiche e poi mi voltai anche
io, lasciandomele alle spalle, lasciandomi alle spalle Lucy.
mentre
camminavo sentivo qualcosa dentro che non riuscivo a spiegare, un
senso di colpa misto a vuoto e paura ma qualcosa nella mia testa mi
diceva di andare avanti.
risalimmo
sul veliero lasciai ordini a Brinien e mi rinchiusi nella mia cabina,
posai i tre cristalli la cui luce si stava affievolendo.
mi
sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, ripercorsi quel' istanti che
avevo vissuto pochi istanti fa, l'ultimo ricordo che avevo di mia
figlia erano gli occhi gonfi di lacrime ma asciutti come solo una
vera principessa sa fare.
mi
alzai di nuovo dal letto e mi avvicinai al tavolo dove avevo posato i
tre cristalli e li fermo li osservai tutti e tre si stavano
spegnendo, presi quello di Lucy, il diamante lo strinsi nella mano.
-
che fai vaneggi?- una voce nella mia testa, la solita voce
tornò
vivida nella mente - lasciami in pace - provai a resisterle ma non ci
riuscì come al solito - e no Caspian, tu sei in mio potere -
disse
la strega nella mia testa
-
adesso portameli - disse, provai a resisterle ma fu tutto inutile,
riuscì a prendere di nuovo il controllo su di me
-
si mia regina - dissi facendo cadere il cristallo a terra.
[Lucy]
quando
finì di raccontare la storia ad Aslan si alzò e
si mise a
passeggiare davanti a me - e tu gli hai creduto?- mi
domandò, - è
mio padre, nonostante tutto - dissi - è posseduto dalla
regina, non
ragiona ne con il suo cervello ne con il suo cuore - disse fermandosi
ad osservare il mare - il mago contava su di me - dissi - ed io l'ho
deluso
- - non l'ho hai deluso - disse guadandomi - non sei altro che una
bambina, dovresti essere fiera di ciò che hai fatto - disse
- non lo
sono - dissi alzandomi – io sono fiero di te, è
grazie a te se
Narnia esiste ancora ed è grazie a te che Telmar ha di nuovo
un re,
magnanimo e giusto - - ma non sono riuscita nella missione piu
importante - dissi affiancandolo.
-Lucy,
non ho fatto venire qua Grace e Barbie per niente - disse
avvicinandosi alla foresta - seguimi -.
lo
seguì in silenzio guardandomi in torno ma senza domandargli
dove
eravamo diretti, ci addentrammo sempre di piu nel cuore della foresta
e ai primi raggi del mattino stavamo ancora camminando.
non
resistetti e gli domandai dove eravamo diretti - in un posto speciale
- disse continuando a camminare.
non
sopportavo quando faceva il misterioso ma di lui mi fidavo e se mi
diceva di seguirlo io lo avrei seguito ovunque.
piano
piano di cominciarono a intravedere i primi raggi del sole ormai alto
nel cielo.
siamo
arrivati - annunciò, ci ritrovammo su una spiaggia bianca
assolata e
deserta, mi guardai attorno e vidi Grace e Barbie, le raggiunsi
ma senza guardarle in faccia, mi sentivo in colpa per come le avevo
trattate, loro cercavano solo di aiutarmi.
Ero
davanti a loro con sguardo basso e triste, come un cane bastonato che
sa di aver sbagliato ma è troppo orgoglioso per ammettere i
suoi
sbagli.
-scusate
– provai a dire, sperando che mi perdonassero anche se non
pensavo
l'avrebbero fatto -ti capiamo Lucy – dissero insieme, allora
alzai
la testa e le guadai : mi stavano sorridendo ma Aslan ci
riportò
alla realta, si mi se a camminare davanti a noi in un chiaro segno di
agitazione – siete arrivate fin qua – disse
camminando avanti e
indietro davanti a noi – ma il vero viaggio inizia adesso -,
non
capivamo cosa intendesse con quelle parole ci limitammo a guardarci
in silenzio aspettando che andasse avanti con la spiegazione.
la
strega ha messo tutti voi alla prova – disse passandoci i
rassegna
con lo sguardo, - ma qualcuno non l'ha superata – aggiunse
fermandosi su di me, capì a che si riferiva e non riusci a
sostenere
il suo sguardo, non ci riuscì nonostante non fossi io la
colpevole –
ma non tutto è perduto – disse riprendendo a
camminare – la
strega non ha i veri cristalli – tutte e tre alzammo il viso
sorprese – i veri cristalli sono ancora dentro di voi - - ma
il
pelato ha preso i cristalli – disse sconvolta Barbie - quelle
non
sono le vere pietre, fidatevi – continuò.
e
come facciamo a..?- domandai infilandomi le mani in tasca e
cominciando a camminare tirando dei calci ai cocci che trovavo sulla
sabbia bianca finissima – avrete bisogno di un ulteriore
aiuto –
il Leone sparì in una porzione di foresta molto meno fitta
di prima,
ci voltammo per capire dove fosse finito, ci guardammo prima di
corrergli dietro.
Ci
ritrovammo in una radura con al centro una tavola di pietra, sembrava
piu una bara, appena la vidi però sussultai, era la stessa
del
sogno.
Ok
siamo ormai alle ultime battute
e
la cosa un po mi dispiace, spero un po anche a voi!
Oggi
mi sento magnanima e ho deciso di mettere un piccolo spoiler
che
spero vi induca a leggere...
ringrazio
yuuki_love
che recensito il capitolo come da promesso eccolo spero che
ti
piaccia..
Spoiler
:
davanti
a noi c'erano due figure, una di donna e una di uomo.
Non
le avevo mai viste ma quella donna non so perché ma aveva
qualcosa
di familiare.
Vidi
la donna avvicinarsi, era bianca come un fantasma e avvolta da una
luce celestina non so perché mi ritrassi indietreggiando di
alcuni
passi, ma lei sembrò capire il mio stato d'animo e si
fermò.
|
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Capitolo 40 *** capitolo 39° ***
Eravamo
in una radura dove nel mezzo c'era una tavola di pietra, il sole
ricadeva proprio sul centro esatto della pietra –
avvicinatevi –
disse Aslan affiancando la pietra. Ci guardammo e insieme ci si mosse
verso la pietra, potevo toccarla con le dita, era come nel mio sogno,
la tomba.
Staccai
subito la mano come bruciata da quel contatto – Lucy tutto
bene?-
mi domandarono le mie due amiche, - si, tutto bene – dissi
senza
staccare gli occhi dalla pietra.
Non
sapevo come dovevo risultare ai loro occhi, sicuramente come una
pazza, avevo preso a girare intorno alla pietra passando la mano
sotto il bordo sporgente cercando, come nel mio sogno, le incisioni
che riportavano il nome di mio padre.
Dopo
un giro completo le trovai, la mano mi tremava e con il cuore che
batteva forte mi chinai per leggere il nome, Caspian accanto c'era un
numero che riconobbi subito, era un numero romano, e per quanto non
fossi ferrata in matematica, capì che non era un dieci, alla
destra
de non Caspian c'era due numeri, una I e una X, Caspian IX, Caspian
nono.
Ma
allora, quella era la tomba di mio nonno? Mi rimisi in piedi e
guardai Aslan per avere spiegazioni.
-pensavo
fosse morto? - dissi appoggiando entrambi le mani alla pietra,
sentivo gli occhi di Grace e Barbie guardarmi, come
se
si fossero perse un passaggio fondamentale.
non
è morto lucy – mi rispose Aslan avvicinandosi alla
pietra,
è
vittima di un maleficio – guardò la pietra
– solo un membro
della famiglia può liberarlo, un erede – disse poi
alzando lo
sguardo su di me – come?- .
i
cristalli dentro di voi, romperanno il sigillo – Grace e
Barbie si
avvicinarono a me – facciamolo - dissero guardandomi, le
sorrisi
in segno di ringraziamento ma continuavo a non capire a che cosa
sarebbe servito.
Tre
luci si sollevarono da terra, una rosa, una gialla e una celestina
che circondarono la pietra, il coperchio si sollevò in aria
e
scomparve come polvere.
Un
uomo grassoccio si tirò a sedere e si stirò come
fa un uomo che ha
dormito per troppo tempo.
Non
assomigliava per niente a mio padre, forse un po gli occhi neri ma
nient'altro.
Continuava
a stirarsi e guardarsi intorno senza però prestare
attenzione a noi.
Chi
mi conosce bene, sa che di pazienza ne ho molto poca e dopo dieci
minuti di stiramenti e sbadigli sbottai – quando sei in
comodo –
dissi acida incrociando le bracci al petto.
L'uomo
sembrò accorgersi di noi, si decise a mettersi in piedi ad
uscire da
quel sarcofago.
Ci
guardò sorridente – che dormita – disse
riprendendosi a
stiracchiare – no, questo no!- dissi battendomi la mano sulla
fronte e allontanandomi sconvolta – Aslan, come ci
può aiutare
quel grassone? – indicai quando fui abbastanza lontana sicura
che
non mi avrebbe sentito – sarò di aiuto, credimi
– mi rispose il
felino scuotendo la coda – io – mi misi le mani nei
capelli –
come voglio sperare di salvare mio padre in questo modo –
dissi
mentre tornavo da loro.
Barbie
e Grace stavano parlando con quello che a rigor di logica era mio
nonno – dove è mio figlio? - domandò
guardandosi intorno – solo
lui poteva liberarmi dal maleficio – domandò alle
mie amiche –
ecco, lui non c'è – rispose Barbie – ma
presto arriverà – lo
rassicurò Grace – e chi mi ha liberato allora mie
dolci pulzelle?
- domandò facendo il cascamorto con loro – non lo
incoraggiate- dissi avvicinandomi – sono stata io, ti basto?-
dissi con un
acidità che non credevo di avere – qualcuno ha
mangiato troppo
limoni – disse ridendo il nonnimo poi si fece serio
improvvisamente
– dici sul serio? - mi domandò, mi appoggiai ad
una colonna e
incrociai le caviglia – ho la faccia di una che scherza?-
risposi –
allora tu devi essere mia figlia – disse incredulo, cosa ma
che
razza di idee gli venivano in mente
prova
con tua nipote – dissi alzandomi e tornando da Aslan che nel
fra
tempo si era avvicinato -non si puo, Aslan fai qualcosa- dissi
esasperata. Esclamai mettendomi le mani nei capelli e camminando
nella direzione opposta.
|
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Capitolo 41 *** capitolo 40° ***
Quella
situazione stava andando troppo avanti, e io non riuscivo a trovare
un modo per salvare mio padre.
Dovevo
sempre arrivare a scervellarmi da sola mentre gli altri se la
prendevano comoda, forse era vero che amavo fare l'eroina.
Pensavo
seduta sulla sabbia ad osservare il sole che sorrideva.
-non
ti devi far peso del mondo – mi sentì dire, era di
nuovo lui.
Alzai
gli occhi al cielo esasperata, che altro voleva adesso?
io
non mi faccio peso proprio di niente – dissi acida
– ah no?.
Allora perché te ne se stai qua seduta tutta sola, mentre le
tue
amiche fanno festa? - mi domandò sedendosi accanto a me.
Lo
guardavo mentre con non poca fatica cercava di sedersi sulla sabbia,
la sua pancia era enorme, non mi sorprendeva gli risultasse difficile
deambulare.
Quando
finalmente riuscì a sedersi tornò al suo discorso.
-allora?
- tornai a fissare il mare e il tramonto che stava scendendo sempre
piu giù – non lo so – risposi
semplicemente
-penso
che sia anche per gelosia – ammisi, - loro non hanno da
perderci
nulla – continuai lanciando un occhiata a
Grace e Barbie che si
rincorrevano sulla spiaggia poco distanti da noi, sembravano
così
felici senza pensieri per la testa.
quanti
anni hai?- mi domandò, - quasi dodici – dissi
senza staccare gli
occhi dal mare,quando mi girai lo vidi fare una smorfia, mi alzai
indignata -eheh!?, io ti parlo di cose serie e tu ridi?- dissi
arrabbiata scuotendo in aria un pungo
mi
ricordi tanto mio figlio – disse rotolando sulla sabbia come
un
panda, -.-” .
-Lucy,
vorrei presentarti una persona - mi disse Aslan avvicinandosi a noi,
mio nonno stava ancora rotolando tutto steso sulla sabbia - si,
arrivo- dissi ben felice di lasciarlo perdere.
Mentre
lo seguivo mi domandavo chi volesse presentarmi.
Sulla
spiaggia si era fatto buio da un paio di orette e noi tre eravamo
sedute sulla tavola ad aspettare chi aveva detto Aslan.
manca
ancora molto?- domandò Barbie spazientita.
-
abbiate pazienza – disse Aslan. Lanciai uno sguardo a mio
nonno, si
stava ancora rotolando come un panda sulla spiaggia
-che
scena sfigurante- dissi passandomi una mano sul viso e arrossendo
–
spero che questa persona sia un po piu intelligente di lui –
affermò Barbie puntando un dito su mio nonno.
lei
è piu intelligente – ammise Aslan, ma quel lei
attirò
maggiormente la mia attenzione, chi poteva essere?
Grazie
del complimento Aslan – una voce femmine, melodiosa e
cristallina
ci giunse da dietro le spalle , ci voltammo tutte e tre a guardare la
figura alta di donna, bionda e chiara come la luna.
Aveva
lunghi capelli biondi, quasi bianchi, occhi celesti e una veste
anch'essa candida.
La
guardai estasiata, rapita da quella sua bellezza troppo innaturale ed
irreale.
come
è bella – esclamò Gracie unendo le
mani, era bellissima davvero
ma a pelle mi stava antipatica, sembrava una che sapeva di essere al
mondo solo lei.
Si
avvicinò a me guardandomi in modo strano – Lucy
– disse
incredula – si?!- dissi girandomi di nuovo, si era avvicinata
a me
e mi stava tendendo la mano, non so perché ma mi ritrassi,
come
impaurita dalla sua presenza.
Lei
sembrò intuire il mio stato d'animo e tornò sui
suoi passi.
-vi
presento,liliandil – disse Aslan – vi
aiuterà a riportare
Caspian, in se - .
capì
perfettamente chi era dopo che Aslan la presentò, era mia
madre. Un
senso di gelosia si aprì come una voragine nello stomaco,
avevo
paura che una volta salvato mio padre, lui potesse prestare piu
attenzione a lei che a me.
adesso
andate a riposare, domani è un giorni importante –
disse.
Ci
alzammo dalla pietra sulla quale eravamo sedute ma mia madre mi
chiamo dolcemente. Mi fermai insieme alle mie amiche
-vi
raggiungo dopo – dissi e mi fermai per ascoltarla.
Era
nervosa pure lei, come se dovesse dirmi qualcosa di importante ma che
non riuscisse a trovare le parole.
sei
diventata bellissima – mi disse guardandomi con occhi dolci,
gli
occhi di guarda qualcosa di piu prezioso della sua stessa vita.
-mamma,
perché sei sparita – le domandai a bruciapelo
appoggiandomi alla
colonna - bambina mia certe volte, non vogliamo fare certe scelte
–
disse rattristandosi, alzai un sopracciglio poco convinta –
credimi
– disse ancora – perché dovrei crederti,
hai lasciato mio padre
da solo – dissi pungente
-non
avrei voluto farlo ma vedi -
-vedi
cosa?, ha sofferto per colpa tua – non capivo
perché stavo urlando
-Lucy? - - io, non ho avuto la possibilità di stargli
accanto, ma
tu..- mi morirono le parole in bocca, avevo le braccia strette lungo
il corpo e le mani serrate nei pugni.
-
Lucy, adesso stammi a sentire – disse inginocchiandosi
davanti a me
e prendendomi per le braccia, sembrava disperata – se
c'è una cosa
che non rimpiangerò mai nella vita è quella di
essermi sacrificata
per salvarvi, per salvarti – mi sciolsi e decisi di starla ad
ascoltare.
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Capitolo 42 *** capitolo 41° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte I ***
Il
sole non si intravedeva piu, la nebbia circondava tutto, anche il
veliero che lentamente avanzava verso l'isola.
Nella
mia cabina fissavo la carta stringendo nella mano i tre cristalli,
quanto mi sono costati, ma adesso tutto finirà.
Jadis
potrà ridarmi quello che ho perduto e tutto sarà
come prima.
Sentì
Drinien chiamarmi dal ponte, mi informava che eravamo quasi arrivati
all'isola.
Misi
i cristalli in tasca e lo raggiunsi sul ponte – quanto
manca?-
domandai guardandomi intorno – pochi metri signore
– disse, nel
momento che lo disse la nebbia sparì e ci trovammo
all'ingresso di
una grotta che portava dentro l'isola – ottimo lavoro
– dissi a
Drinien dandoli una pacca amichevole sulla spalla.
-scendiamo
a terra – ordinai e ci preparammo a scendere.
Quando
fummo a terra ci incamminammo nell'oscurità degli scogli che
ci
impediva bene di vedere.
Caspian
– la voce di Jadis istintivamente mi fece stringere la mano
sulla
spada ma mi ricordai del nostro accordo e lasciai la presa –
hai i
cristalli vero?- mi domandò ma non aspettava una risposta,
lo sapeva
che gli avevo e sapevo anche quanto mi erano costati.
La
voce di Jadis nella mia testa tornò a tormentarmi
“ vieni solo”
si
mia signora – dissi come rimbecillito e girandomi verso i
miei
uomini gli ordinai di chiudersi nella prigione la davanti a noi, mi
guardarono straniti senza capire il motivo di tale scelta, fu Drinien
a rassicurare gli altri dicendogli che era un ordine e che era meglio
fare come dicevo.
Drinien
era l'unico che conosceva la verità, lo ringraziai con lo
sguardo e
una volta girato mi addentrai da solo nella caverna.
Arrivai
ad un corridoietto buio, appena feci un passo delle fiaccolette verdi
si accesero e mi illuminarono con la loro luce fatiscente fino ad un
altarino di scoglio.
Mi
avvicinai e lo guardai, c'erano delle incisioni sopra, una scritta
sangue
per ricevere, sangue per dare.
Che
significava? Non capivo, sotto alla scritta c'erano tre buchi dove
infilare i tre cristalli, sotto ai tre buchi un altra scritta
<<
quarzo, la sincerità. Kunzite, l'amicizia.
Diamante,
cuore puro >> lessi velocemente.
Presi
le tre pietre dalla tasca e le osservai, non brillavano.
Lo
presi come un brutto segno.
[Lucy]
rimasi
in silenzio per ascoltare ciò che aveva da dirmi –
quando eri
appena nata demmo una festa, invitammo tutti,anche i sette Lord delle
sette isole. Ognuno di loro ti fece un dono che ti porti dietro anche
oggi.
Non
so come arrivò anche Jadis non stante fosse arrabbiata
perché non
era stata invitata ti volle comunque fare un dono-
si
interruppe e nel momento di silenzio le carte di Clo cominciarono a
volteggiarci intorno, capì che era quello il dono che mi
fece Jadis
– le carte di Clo -.
non
sapevamo che erano fonte di male puro, lo scoprimmo quando era troppo
tardi. Quando avevi due anni, con la carta della fantasia rendesti la
strega immortale, cominciò a predare e a razziare, si spinse
fino a
Telmar, l'unico modo per fermarla era- la interruppi abbracciandola,
non volevo sapere il resto della storia.
-ti
prego mamma scusami – le dissi da dietro la sua spalla
no,
è colpa nostra, avremmo dovuto capire subito che non erano
nulla di
buono – disse prendendomi il volto tra le mani e spostando
una
ciocca di capelli ribelli .
-
adesso va, le tue amiche ti aspettano – disse – ma
– dissi
-non
ti leverai mai questo vizio – disse sorridendomi dolcemente
-cosa?
Come fai a saperlo?- le domandai, girandomi verso di lei nuovamente
–
anche se non posso stare con te, ti osservo sempre – mi disse.
Le
sorrisi prima di tornare dalle mie amiche.
Il
giorno dopo ci svegliamo con il sole, alle primi luci del mattino mio
nonno ci venne a svegliare – sveglia, mie dolci pulzelle
– ma
come faceva? Era gia carico di mattina? E che aveva in mano? Un
ramoscello in mano?, muoveva i fianchi ondeggiando il bacino e
improvvisava una danza stile egizio.
-no
vattene – gli disse Barbie – cinque minuti
– aggiunse Grace –
vattene vecchio balordo – dissi infine io – la
mattina ha l'oro
in bocca – disse balzando di qua e di la intorno a noi
– e tu
stamattina avrai tre denti in meno – dissi mettendomi a
sedere
sulla sabbia e stiracchiandomi.
-buongiorno
dormigliona, forza in piedi – urlò.
Ci
alzammo di malavoglia, la giornata prometteva bene, il sole splendeva
alto nel cielo, c'era un aria estiva che portava via.
Ancora
assonnate tornammo alla tomba dove, Aslan mia madre e il nonno che
ancora danzava ci aspettavano.
Ci
sedemmo davanti a loro aspettando indicazioni sulla missione.
Sedute
sulla tavola aspettavamo istruzioni – vedete quell'isola la
giù –
ci indico Aslan – il vostro compito, figlie di Eva
è arrivare la
sopra - tutto qui arrivare la?, no non era finito qua –
Liliandil,
riporta Caspian in se – disse rivolto a mia madre –
voi tre-
aggiunse rivolgendosi a noi – dovete sconfiggere la strega -.
se
pensava che fosse una cosa semplice, io stessa ho quasi rischiato la
vita la volta precedente.
come
ci arriviamo sull'isola – domandò mio nonno, era
chiaro che
pensava di venire anche lui, Aslan muovendo la la sua criniera fece
apparire una barchetta dal nulla.
Ci
salimmo ma non c'era bisogno di remare, come se una corda invisibile
ci stesse trainando fino all'isola.
Il
viaggio sembrava non finire mai e per tutto il tempo del viaggio non
feci che struggermi pensando a come avremmo potuto distruggere
definitivamente la strega.
E
se poi mio padre..
ahah
lo so sono bastarda, parecchio ma è il terzultimo capitolo
questo e
voglio lasciarvi con il fiato sospeso!!
fino
al prossimo capitolo!
Al
presto, ma ovviamente ringrazio
la
mia musa ispiratrice Miriam X e la mia piu accanita lettrice
Yuuki_Love grazie
di seguirmi e alla prossima!
Ps:
per tutti quelli che mi stanno odiando per il semplice motivo
della
rimozione di intreccio, bene sapete che ci ho rimesso le mani
e
che a breve dovrebbe tornare contenti?? spero si
Baci
Gaia!
|
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Capitolo 43 *** capitolo 42° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo parte II ***
Perdonatemi
il tremendo ritardo con qui ho aggiornato questa volta ma non avevo
idee e non sapevo come far comparire la magica padella di Drinien.
Ma
finalmente ho aggiornato e devo tutto al manga Rozen Maiden che mi ha
dato l'ispirazione dei sette doni! Due ne vedrete subito in questo
capitolo gli altri negli ultimi due.
Voglio
ringraziare Yuuky ( di cui non svelo il vero nome sennò mi
folgora )
e ovviamente Miriam X grazie del sostegno che mi date
significa
molto per me Grazie.
Rozen
Maiden → http://it.wikipedia.org/wiki/Rozen_Maiden
se
ne volete sapere di piu e provare magari a capire quali sono gli
altri cinque doni xD
spero
a presto
Quando
entrammo nella caverna dentro l'isola decidemmo di dividerci
così mi
ritrovai con il
nonno che non
riusciva ad arrampicarsi sul veliero
per liberare gli altri – vuoi muoverti? -
continuavo a
ripetergli
ogni secondo quando si fermava per riprendere fiato – sono
anziano
io-
rispondeva a sua
difesa – e allora perché sei voluto venire
–
ripetevo io ormai al limite della
mia pazienza gia
messa a dura prova
troppe volte.
Finalmente
raggiungemmo il ponte – vedi di fare piano – dissi
saltando
dentro con piu grazia
che potessi ma non
feci in tempo a dirlo che si
lasciò cadere a peso morto sul ponte attirando
l'attenzione delle
guardie – chi c'è? - disse uno – sul
ponte – ci indicò
l'altra guardia.
Corsero
verso di noi a spade sguainate – corri – dissi al
nonno che a
fatica si alzò da terra e si
mise a
“correre” dietro di me –
rotola fai prima – dissi raggiungendolo per aiutarlo a
correre.
Corremmo
lungo il ponte cercando le prigioni – dove sono ?- domandai
al
nonno sperando lo
sapesse –
e che ne so ?- - ma era tua questa nave
– dissi guardandomi alle spalle, le guardie
stavano arrivando
pensa
– dissi battendoli una mano sulla fronte sudata –
ah, che schifo
– dissi asciugandola
rapidamente sulla
felpa – libera gli altri,
io fermo le guardie. Vai – lo chiusi dentro la
stanzina
dove ci
eravamo rifugiati nella speranza che trovasse Drinien e gli altri.
a
noi tre – dissi guardandoli ma come li avrei sconfitti, non
ci sono
armi sul veliero dell'alba?
Mi domandai
mentalmente e a pochi metri
da me successe qualcosa di straordinario un
uccello, molto
simile ad
una falco circondato da fiamme apparve e circondò le due
guardie,
rimasi a guardare
la scena stupita, l'uccello emetteva dei versi
acuti da perforare i timpani e
quando volava
lasciava nel cielo
lasciava una piccola scia arancione d'orata.
Si
avvicinò a me e con un altro verso mi girò
intorno poi puntò le
due guardie, ne trafisse una
passandogli in
mezzo, questa si dissolse
nell'aria in polvere d'orata, lo stesso destino
toccò
anche
all'altra.
Il
misterioso volatile si avvicinò a me e poggiatosi a terra si
inchinò, inchinai anche io la testa
in segno di
ringraziamento –
eccoci Lucy! - la tranquillità venne interrotta dal nonno
che con
Drinien e il resto
degli uomini aveva fatto irruzione sul ponte ma
quando videro che non c'era
piu nessuno
rimasero a bocca aperta e
con gli occhi sgranati – ma. Come hai fatto? -
domandò
il nonno
mettendo piede sul ponte e guardandosi intorno, vidi Drinien, seguito
dai
suoi uomini segurlo
sul ponte e sorridermi – questa ragazzina è
piena di segreti – gli sorrisi di
rimando –
dobbiamo aiutare mio
padre – dissi poi abbandonando il sorriso e tornando seria
in
volto
– e come mia principessa, ci hanno portato via le armi
– azzardò
un uomo dietro di lui –
non avete altre
armi? - domandò
asciugandosi il sudore il nonno – no sire – rispose
Drinien.
-non
sappiamo nemmeno dove cercarlo – aggiunse.
Questo non era un
problema, mia madre e le mie amiche lo stavano gia cercando –
lo stanno
gia cercando
– dissi sedendomi sul cordolo della nave – ma come
facciamo per la strega? -
domandò
ancora Drinien. Questo sarebbe stato l'unico problema.
siamo noi il vostro
problema adesso – disse una guardia che era salita sulla nave
a nostra
insaputa, scesi dal
cordolo e raggiunsi gli altri – non ci sono davvero armi su
questa nave? -
domandai a bassa
voce a Drinien – no – mi rispose – allora
andate nelle cucine e prendete
quello che piu vi
piace e usatelo come arma, andate – detti l'ordine e senza
farselo ripetere
eseguirono i miei
ordini senza dire nulla, lo strano uccello apparve di nuovo con un
suono
acuto,
provò a trafiggere la guardia ma non ci riuscì,
con un colpo di spada lo distrusse –
adesso tocca a te
ragazzina – disse minaccioso – non ci contare
troppo – non ero arrivata fin
la per farmi
ammazzare alla prima occasione,girai i tacchi e mi misi a correre verso
le scale
che portavano al
timone.
Sull'ultimo
gradino c'era una rosa – e adesso che ci faccio con questa
– mi
domandai
vedendola davanti a
me, una luce rossa la fece sollevare
prima di entrare dentro di me come
era successo con il
cristallo.
Mi
tornarono alla mente le parole che mi aveva detto mia madre il giorno
prima, “anche lei
volle darti il suo
dono, come i sette re delle
sette isole” quindi questi erano i doni dei sette
re?
- addio- mi
girai di scatto, il tempo di vedere la guardia saltare con la spada
in aria e poi piu
nulla.
Quando
ri aprì gli occhi davanti a me c'era un groviglio di rovi e
di spine
posizionato davanti a
me e il soldato
strinto in quella morsa
dolorosa -eccomi mia regina – di nuovo mio nonno e
Drinien fecero
il loro ingresso trionfale – che state facendo –
dissi voltandomi
verso di loro,
Drinien aveva in
mano una padella impugnata come se
fosse una spada.
Il
muro di rovi e spine si dissolse come l'uccello poco fa.
che
cosa era ?- mi domandarono guardandomi senza capire
-
non lo so – ammisi – penso i doni dei sette re -.
questa è piu o
meno l'immagine
anche se ne avevo trovata una molto meglio e sarebbe il primo dono!
questo è il secondo dono
|
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Capitolo 44 *** capitolo 43° un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo III ***
Camminavamo
nel lungo tunnel sotto l'isola in religioso silenzio, dovevamo
raggiungere gli altri prima
che
mio padre risvegliasse la strega o
meglio la liberasse dal sigillo che le impediva di abbandonare
l'isola.
Mentre
camminavamo non potevo non smettere di pensare a quali fossero i
restanti cinque doni.
-tutto
bene altezza? - alzai la testa verso chi mi aveva chiamata, Drinien.
Tornai
a guardare per terra, chiusi gli occhi per un secondo, soppesando le
parole, andava tutto bene o
c'era
qualcosa che non riuscivo a
spiegarmi nemmeno io – secondo te. Riusciremo a lasciare
l'isola? -
domandai
scura in volto continuando a guardare per terra – una
volta salvato mio padre – continuai
alzando
lo sguardo per
guardarlo negli occhi – sono convinto di si- disse abbozzando
un
sorriso prima di
tornare
a guardare per terra anche lui.
signore
– un uomo chiamò Drinien che con la padella in
mano lo raggiunse.
che
cosa hai trovato? - gli domandò accucciandosi vicino a lui,
gli
porse qualcosa, sembrava una pietra –
la pietra gialla – dissi
correndo nella loro direzione e prendendola dalle loro mani, questa
cominciò a
brillare
e alluminare tutta la caverna.
sei
arrivata finalmente – disse una voce nell'ombra, ci guardammo
in
torno cercando la persona che
aveva
parlato.
Jadis
– dissi a denti stretti voltandomi ma la suo posto trovai mio
padre.
-papà
– dissi guardandolo, dalla mano si alzò il
cristallo e tornò tra
le sue mani – papà non lo fare –
dissi
avvicinandomi
a lui, gli
occhi erano scuri piantanti su un punto fisso alle mie spalle
– non
darle retta, vuoi
rivedere
tua moglie – al suo fianco apparve
Jadis, si avvicinò al suo orecchio e gli
bisbigliò qualcosa –
vuoi
rivedere la tua preziosa Liliandil – disse guardandomi
malignamente i cristalli si illuminarono e si
sollevarono
in aria
pronti a liberare la strega e a distruggere il sigillo – no
–
urlò guardando i cristalli
mentre
compivano il loro “dovere” -
si, presto sarò libera – urlò felice ma
non mi arresi
facilmente, corsi
verso
mio padre tentando il tutto e per tutto –
cosa pensi di fare, via – agitò una mano verso di
me e con
una
folata di vento ci fece volare via tutti.
Quando
mi alzai il sigillo era quasi sciolto – no, Caspian
– una luce
apparve alle nostre spalle e spinse a
terra
mio padre impedendo così
ai cristalli di aprire il sigillo.
I
tre cristalli caddero a terra come privi di vita, stesa su mio padre
c'era mia madre arrivata al momento
giusto.
Mio
padre la guardò come incredulo – Caspian,
svegliati- gli disse
prima di baciarlo mentre Jadis
diventava
vermiglia dalla rabbia –
hai perso Jadis, ancora una volta – dissi avvicinandomi per
prendere i
cristalli
– è la fine per te – dissi raccogliendo
i
cristalli.
Ma
lo dissi troppo presto – morirai tu al suo posto - mi voltai
in
tempo per vedere un lampo bianco venire
verso
di me, ma anche questa
volta ne uscì in denne, un turbine di piume nere volavano in
torno a
me
facendomi
da scudo.
Mi
ritrovai in ginocchio senza nemmeno rendermene conto, paura?.
-cosa?
- Jadis sembrava spiazzata quanto me, il terzo dono – non
può
essere- disse facendo un salto
all'indietro
allontanandosi.
Un
secondo dopo mi trovai tra mio padre e mia madre –
papà – dissi
abbracciandolo – perdonami Lucy,
riuscivo
a vere tutto ma non a
fermarmi – disse stringendomi di piu a lui – che
patetici, vi
ucciderò tutti
insieme
– disse puntando il suo bastone contro di
noi, sia mia madre che mio padre mi strinsero come
per
proteggermi.
Chiusi
gli occhi e mi preparai a non aprirli piu ma qualcosa di nuovo venne
a salvarmi, a salvarci.
-
non così in fretta – aprì di nuovo gli
occhi – non si tocca la
mia famiglia – era il nonno, ma che faceva la
senza
armi –
patetico grassone – disse la strega avvicinandosi a lui.
che
cosa era quello di prima – mi domandò mio padre
alzandosi – a me
lo chiedi – dissi alzandomi ma
rimanendo
tra loro due – era il
terzo dono – rispose mia madre – ne mancano ancora
quattro –
aggiunse,
mio padre la guardava con aria sconcertata e con la bocca
aperta – vedi di trovarli in fretta allora- .
La
strega in tanto si avvicinava al nonno – vuoi morire grassone
–
il nonno si mise in posizione come i
pugili
– vieni, ti riduco a
fettine – disse dondolando suo talloni.
-rimanete
qua voi due – ci disse Caspian rivolto a me e a mia madre
– forza
brutta bertuccia, coraggio – il
nonno voleva proprio morire,
continuava a provocare la strega.
Quando
arrivò sotto una sporgenza con le spalle al muro non smise
di
prendersi gioco di lei -racchia con
le
zampe di gallina – continuò.
Era
con le spalle al muro, la strega levò il pastone pronto per
ucciderlo
no
– urlai cercando di andare verso di lui ma mia madre mi
trattene.
addio
omuncolo belligerante – disse la strega – per il re
– urlò
invece Drinien alle sue spalle con la
padella
in mano e la schiodo in
testa – ai – disse la strega tastandosi la testa.
Rimanemmo
tutti fermi aspettando una quale reazione della strega, dovetti
ricorrere a tutte le mie forze
per
non ridere. Ma cosa pensava di
fare Drinien con una padella (anti-aderente) magari.
Improvvisamente
esplose tutta la sua rabbia come un onda d'urto, cademmo tutti a
terra, tutti escluso
mio
nonno non solo perché era contro un muro ma
perché era ben zavorrato.
-che
pensavate di fare?- disse sparando con il suo bastone all'impazzata.
Dovevo
fare qualcosa per fermarla, ma cosa?.
Mi
alzai da terra e lottando contro il vento che spingeva contro di me
mi avvicinai a lei – non puoi
battermi
di nuovo – disse –
scommetti – .
dalla
punta del suo bastone uscì un enorme serpente strisciante
che mi
fissava con occhi famelici.
Urlai
ed indietreggiai non sapendo come sconfiggerlo.
lucy,
vieni via di la – urlò Caspian ma ero
immobilizzata dalla paura –
e adesso che faccio? - dissi nel
panico
piu assoluto, mi accovacciai
e cacciai un urlo tremendo (urlo di pterodattilo).
Mi
sentì travolgere e buttare a terra, aprì gli
occhi era mio padre –
stai bene?- mi domandò – si –
risposi
alzandomi
leggermente
dalla sua stretta protettiva.
Il
serpente ci puntò strisciando a bocca aperta verso di noi,
mi alzai
da terra
vai
dalla mamma – ma mi trattenne per un braccio – non
puoi farcela
da sola – mi disse – si che posso
–
gli
risposi cercando di
divincolarmi dalla sua presa – Lu.- - puo farcela Caspian- -
attenti – co girammo il
serpente
era a pochi metri da noi –
lasciami – sfuggì dalla presa di mio padre.
-trovate
un modo per uscire di qui – urlai mentre correvo verso il
serpente.
Mentre
correvo inciampai in qualcosa, mi guardai il piede, era avvolto in un
nastro rosa ma che diavolo
succedeva
– dove pensi di andare senza
di noi?-- mi domandò Grace mentre richiamava il nastro
– io,
non
posso chiedervi anche questo- dissi rialzandomi - non ce lo chiedere
allora – disse Barbie
porgendomi
due pietre, erano una verde e una
blu – ma che cosa..?- domandai – ti mancano questi
due
doni
o
sbaglio? - guardai bene le due pietre, cosa mi mancava? Il falco, la
rosa, le piume nere, la voce, -
con
questa puoi convincere una
persona a fare quello che vuole – disse Grace porgendomi
quella
verde
-e
con questa la puoi entri nei suoi sogni di una persona –
disse porgendomi quella blu.
-grazie
– dissi abbracciandole.
L'incantesimo
svanì e tornammo di nuovo visibili, eravamo ancora
abbracciate,
quando girammo la testa
a
pochi centimetri da noi c'era il serpente –
argg- urlammo in coro e ci allontanammo via stile cartone
animato
che
facciamo? - domandò Grace – lo ammazziamo- le
rispose Barbie
rotolando via – nessuna esclusione
di colpi – dissi .
muori
serpente – il falco arancione apparve emettendo una specie di
fischio
ho
un idea ragazze- dissi rotolando via dopo una violenta botta di coda
da parte del serpente – io e
Grace
lo blocchiamo e te lo metti KO
con le tue forbicione? - dissi rialzandomi, mi guardai a
torno,
fortuna
mio padre non c'era gli sarebbe preso un colpo vedendoci
adesso.
Guardai
meglio e Jadis non c'era, ma certo – Jadis è il
serpente, se
uccidiamo il serpente uccidiamo
anche
lei – dissi prima che un
altro colpo di coda mi sbalzasse via, questa volta finì
nell'acqua
nera.
-Lucy
-.
riemersi
dall'acqua sputacchiando l'acqua che avevo bevuto.
non
puoi batterla finche non hai tutti e sette i doni – mia madre
apparve davanti a e mi aiutò a risalire
sulle
rocce – cosa. E come
facciamo? - domandai guardandola – dipende da te piccola
– disse
guardandomi
con sguardo dolce – qual'è il settimo dono? - -
devi
scoprirlo da te – disse e poi si dissolse
in
mille particelle
argentee.
Era
sparita, come mi aveva detto Caspian. Tornai dalle mie amiche
–
stai bene?- mi domandarono –
senza
il settimo dono non possiamo
batterla – dissi cadendo in ginocchio – cosa? -
-attente – il
serpente
ci
lancio di nuovo lontano ma mentre le mie amiche reagivano
io non ci riuscivo. Rimanevo a guardarmi
le
mano tremare senza fare
niente, sentivo le voce e gli insulti che mandavano le ragazze al
serpente.
Proprio
in quel momento apparì il settimo dono, una spilla che mi
ricadde
tra le mani.
Improvvisamente
tutti i sette oggetti si disposero davanti a me e da ognuno di essi
ne uscì la figura del re
che me lo aveva donato.
oh
come sei cresciuta – disse quello uscito dalla spilla
– ma stai
zitto – lo rimbecco quello uscito dal una
sfera
– uomini –
aggiunse quella uscita dalla rosa, ma non avevo tempo da perdere e lo
richiamai a
l'ordine
– come facciamo a battere il serpente –
domandai senza troppe cerimonie – e che ne sappiamo
noi?
- dissero
-.-” - cosa? E a che servite allora? - domandai incavolata
– a
niente – dissero.
volevamo
farti solo i complimenti e augurarti buona fortuna –
aggiunsero.
il
mio viaggio a Narnia si basa sul vostro ritrovamento- esclamai
– ma
non è vero mia cara – disse la
regina
– adesso vai e batti quel
mostro dissero e sparirono.
Magnifico,
non servivano a nulla questi doni o almeno non tutti, - che facciamo
?- mi domandarono –
seguite
il piano ragazze -.
non
mi sarei mai arresa, sarei morta piu tosto – Grace bloccalo
con il
tuo nastro – urlai, dalla mano
destra
di Grace un nastro di raso
fucsia si andò ad avvoltolare intorno al collo del serpente
che
urlava –
sbrigati
lucy – l'impresa però era tenerlo fermo
–
quando ti do il segnale con le forbici lo distruggi –
dalle
mie
dita della mano destra invece dei fusti di rosa con le spine si
avvoltolarono intorno al collo insieme al
nastro
di Grace.
Il
serpente non ne voleva sapere di stare fermo e piu si muoveva piu noi
ci spostavamo – adesso Barbie
-
-arrivo – delle forbici, arma di
Barbie apparirono, Barbie le lanciò e si conficcarono nel
cuore del
serpente
che cominciò a dimenarsi e a far crollare la grotta.
Un
dolore lancinante colpi anche me – che ti succede? - mi
domandarono.
Grazie
alla settimo dono sentivo i sentimenti di quelli che mi stava vicino
e quello che sentivo era dolore,
il
dolore del serpente.
Dobbiamo
andare Lucy – mi alzai a fatica mentre la caverna crollava
sopra di
noi.
|
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Capitolo 45 *** capitolo 44° con finale alternativo ***
Correvamo
mentre la caverna ci cadeva in testa, il veliero era gia fuori, ma
dove era il fuori? Correvamo ma non vedevamo l'uscita .
[
Caspian]
eravamo
fuori dalla caverna da un ora ma non c era traccia delle ragazze, di
Lucy.
Camminavo
avanti e indietro sotto lo sguardo di Drinien che mi fissava senza
proferire parole.
E
se fosse successo qualcosa? Non poteva essere, mi appoggiai al
cordolo del veliero dando le spalle a Drinien – sire, sono in
gamba
– disse per consolarmi, ma è difficile consolare
un padre che teme
per la sorte della figlia.
Mi
staccai di scatto dal cordolo come bruciato da quello, a grandi passi
mi avviai verso le scalette che portavano al ponte – mio
signore,
che fate? - mi domandò Drinien vedendomi armeggiare con una
corda –
vado a prenderle- dissi – ma signore..- mi fermo levandomi la
corda
dalle mani – io ho fiducia in loro, lei deve avere fiducia in
sua
figlia, Caspian – disse.
Decisi
di aspettare e fidarmi di mia figlia ma quando vidi l'isola
cominciare a spofondare
[Lucy]
dobbiamo
uscire da qua, devono tornare a casa, devo tornare da mio padre.
Mi
misi in piedi di nuovo anche se a fatica – ragazze forza
– dissi
incoraggiandole – dobbiamo uscire da qui – si
misero in piedi
anche loro.
Ci
rimettemmo a camminare, l'isola sprofondava a vista d'occhio.
muoviamoci
– ogni metro che facevamo l'acqua era sempre piu alta ma
finalmente
riuscimmo ad intravedere la fine della caverna. Correvamo piu veloce
ma l'acqua era gia alta
cademmo
e dovemmo nuotare per raggiungere l'uscita – non ci passeremo
mai –
disse Grace. Avevamo ormai pochi centimetri di spazio tra la testa ed
il soffitto della grotta – ce la puoi fare Grace, solo un
sforzo e
siamo fuori di qua – dissi cercando di rassicurarla
– andate
prima voi presto – presero un respiro e scesero fino a che
non le
persi di vista.
Mi
guardai alle spalle come se ci potesse erssere una via di uscita
ulteriore avevo pochi minuti a disposizione, presi un profondo
respiro e mi immersi anche io.
Dicevo
di Grace ma anche io avevo paura di non farcela e morire soffocata,
dopo la paura degli agli, era la paura piu grande che avevo.
Strinsi
i denti, non avevo piu fiato e quando pensavo di non farcela piu
arrivai in superficie.
Appena
ci arrivai respirai a pieni polmoni, anche Grace e Barbie era la.
Ma
il pericolo non era finito, l'isola stava affondando e dovevamo
allontanarci se volevamo non essere risucchiate.
via
– dissi cominciando a nuotare seguita a ruota da loro due, in
lontananza scorgevo il veliero che ci stava venendo in contro eravamo
salve.
In
poco tempo eravamo sul veliero all'asciutto.
papà-
dissi, appena mi vide mi sollevo per abbracciarmi meglio – ti
voglio bene- gli dissi dopo tanto tempo che non glie lo dicevo.
Per
quella notte rimanemmo fermi ancorati la e per la prima volta nel mio
terzo viaggio dormì splendidamente.
Era
gia notte fonda ed ero gia infilata sotto le coperte quando senti
qualcuno entrare nella cabina mi tirai a sedere sul letto e vidi mio
padre – scusa non volevo svegliarti – disse a bassa
voce
avviandosi alla porta – dove vai? - gli domandai scendendo
dal
letto – ti lascio dormire – disse aprendo la porta,
in una
frazione di secondo dal letto raggiunsi la porta, la chiusi e mi
buttai contro di lui – non andare via – dissi
nascondendo il
volto contro il suo stomaco (sono una nana).
ma..-
balbettò qualcosa di incomprensibile – forse
è l'ultima notte che
passo qua, e non voglia passarla lontano da te- dissi piangendo.
Lo
sentì passarmi le braccia sulle schiena e poi mi
sentì sollevare
dolcemente - e va bene rimango qua piccola – strinsi di piu
le
braccia intorno al suo collo assaporando ed imprimendomi per bene
nella mente il suo odore.
Mi
posò dolcemente sul letto e si sedette accanto a me.
mi
dispiace di non esserci stato mia – disse guardandosi le mani
lo
abbracciai di nuovo prima di addormentarmi nel suo abbraccio.
ei
sveglia Lucy – aprì gli occhi, sul letto c'erano
Grace e Barbie –
sveglia – dissero in coro – mai che si possa stare
tranquille –
dissi mettendomi a sedere strusciandomi gli occhi – dai
alzati –
mi presero per un braccio e mi tirarono giù dal letto
costringendomi
ad uscire e seguirle sul ponte.
Una
volta sul ponte trovammo mio nonno e mio padre che discutevano su
dove andare.
Il
sole splendeva alto nel cielo e un leggero venticello rendeva l'aria
piu frizzante.
-ti
sei svegliata – l'attenzione si spostò dalle carte
a me, mi passai
una mano dietro la testa sorridendo – l'ha sempre avuto di
vizio –
commentò Grace – non è vero –
dissi cominciando a rincorrerla
per la nave – se ti prendo – gli urlavo contro
scherzando.
Arrivammo
sulla prua della nave e ci arrampicammo sulla balaustra.
Chiusi
gli occhi respirando la brezza marina.
Che
bello sembrava essere tornata come ai vecchi tempi, senza scontri e
senza preoccupazione, anche se questo voleva dire un rietro molto
veloce e sicuramente non sarei piu tornata.
Questo
pensiero mi butto giù di morale – che hai Lu
– mi domandò
Barbie – pensavo che presto torneremo a casa- anche loro
tornarono
serie.
non
ci voglio pensare, godiamoci gli ultimi giorni – da Grace non
mi
sarei mai aspettata una reazione del genere.
Il
pomeriggio eravamo comodamente spaparanzate al sole quando Barbie si
mise a ballare, sia io che Grace si sollevammo dal cordolo e ci
fermammo a guardarla, anche Grace coinvolta si mise a ballare.
Era
la coreografia che stavamo preparando con le Cheerleader.
Entrambe
ballavano senza musica metre io le guardavo inquietata – di
Lou
tocca a te – disse Barbie prendendo un bastone abbandonato la
vicino – nonononono, scordatevelo non mi metto in ridicolo
anche
qua – dissi scuotendo le mani, non avrei fatto il mio numero
con
il bastone come una scimmia ammaestrata – ma sei l'unica che
lo sa
fare – mi guardavano con aria implorante e non solo loro, mio
padre
ci stava osservando dal timone
-no,
non lo faccio – ripresero a ballare ma non le persi di vista
e
infatti pochi secondi dopo Barbie mi lanciò il bastone a
tradimento.
Lo
afferrai al volo e cominciai il mio pezzo in piedi sul cordolo.
Camminavo
mentre roteavo il bastone facevo delle mosse a cretina e quando fini
il mio pezzo lo lanciai in aria e lo ripresi al volo.
Quando
finì risero come delle matte – che avete da ridere
?- domandai non
capendo perché - perché non pensavo l'avresti
fatto in pubblico –
disse, saltai giù dal cordolo sempre con il bastone in mano
e mentre
lo facevo roteare dissi ciò che non pensavo che avrei mai
detto in
vita mia – potrei anche abituarmi – dissi ridendo.
-siamo
arrivate ragazze – ci avvertì mio padre.
lo
raggiungemmo sul ponte – dove?- domandai, nell'acqua c'erano
dei
fiori bianchi che galleggiavano, da lontano sembrava neve soffice.
-tra
poco lo saprai- mi rispose spingendomi verso la scialuppa.
Mio
padre stava remando mentre io e le mie amiche eravamo rapite dallo
spettacolo che ci si apriva intorno a noi e quando arrivammo
all'isolotto la sabbia era soffice e bianca.
Camminammo
per qualche metro , da lontano scorsi Aslan venirci in contro.
Appena
lo vidi il mio cuore fece una capriola sia nel bene che nel male, mi
staccai dal resto del gruppo e corsi per abbracciarlo.
-Aslan
– dissi stringendo le braccia intorno al suo collo e
nascondendo il
viso nella sua criniera morbida e folta.
-che
bello rivederti – dissi accarezzando la sua testa color oro
–
lucy, ti ringrazio di cuore per tutto quello che hai fatto –
disse
e superandomi con lo sguardo si rivolse alle mie amiche – e
ringrazio anche voi, Barbie e Grace, per l'aiuto offerto a Narnia
– mi allontani da lui, avevo capito che era il momento di
tornare a
casa e sta volta per sempre. mi avvicinai a mio padre, mi
passò un
braccio intorno al fianco e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
vi
conviene tapparvi le orecchie – disse un ruggito smosse
l'acqua e
una specie di tsunami apparve davanti a noi. Si mise davanti a noi
tre e ci passò in rassegna con lo sguardo –
Barbie, Grace –
disse guardandole. Per un momento sperai che mandasse solo loro a
casa ma quando guardò anche me ci rimasi male –
Lucy – disse
avvinandosi a me e guardandomi con gli occhi verdi penetranti
– è
ora di tornare a casa – tutte e tre non avevamo il coraggio
di
guardarlo in faccia – dove Narnia rimarrà nei
vostri cuori- disse
poi guardandomi – per sempre -.
un
passaggio si aprì nell'onda – è ora
– disse voltandosi.
Verso
l'onda, mi voltai e andai da mio padre – allora, questa
è l'ultima
volta che ci vediamo – disse mio padre – non voglio
andare via –
dissi abbracciandolo e nascondendo il volto contro il suo ventre.
-sarò
sempre accanto a te – disse accarezzandomi la testa. Quando
mi
staccai di mala voglia da lui salutai anche il nonno –
bè è stato
breve ma inteso – disse, abbracciai anche lui –
occupati tu di
mio padre – dissi cercandolo ma non lo trovai dove lo avevo
lasciato – è dura anche per lui- disse.
-andiamo
– Aslan ci accompagnò all' ingresso –
non sei contenta di
tornare a casa? - mi domandò Grace, scossi la testa - lucy
posso
parlarti un momento- disse Aslan, lo seguì senza fare
domande tanto
sapevo che era irremovibile la sua decisione.
-che
cosa hai bambina?- mi domandò agitando la coda –
non voglio
lasciare il mio mondo – dissi a sguardo basso – il
tuo mondo? -
ripetè – io sono nata qua, non capisco
perché devo tornare di la
– dissi agitandomi.
Si
alzo e mi camminò intorno esaminandomi bene – devi
sapere che il
continuare, non ha ritorno – disse – sei sicura di
volere
lasciare tutto per vivere qua? - era una domanda che mi ero posta un
miliardo di volte e conoscevo bene la risposta, alzai lo sguardo e lo
inchiodai allo sguardo di Aslan e con ferma decisione risposi.
Benissimo-
disse, tornammo da Grace e Barbie – andiamo?- mi domandarono
in
coro, le abbracciai insieme - che fai? -, . tu non vieni?- mi
domandarono – io devo restare qua – dissi
guardandole con le
lacrime agli occhi – mi mancherete – dissi
allontanandomi da loro
due dopo averle abbracciate un utlima volta – addio
– dissi.
Sparirono
risucchiate dall'onda.
-sei
ancora in tempo a tornare indietro – disse Aslan
avvicinandosi a
me. Scossi la testa. - Lucy, il tuo cuore e il tuo enorme coraggio
esige un premio- disse – cosa desidera di piu il tuo cuore
– mi
domandò Aslan guardandomi ma cosa potevo desiderare? Niente
che
potessi avere.
Mio
padre era seduto sulla barchetta con il viso nascosto tra le mani
mentre mio nonno camminava poco distante da lui.
Aslan
attirò la sua attenzione – Caspian,
perché ti disperi? - gli
domandò
non
vedrò piu l'unica cosa che mi lega ancora alla vita
– rispose
sollevando a mala pena il volto - papà – lo
chiamai non da tanto
lontano, avevo una voce molto piu acuta del normale e i miei capelli
erano piu corti o forse erano solo proporzionati alla mia altezza.
Camminavo
a fatica sulla sabbia,forse perché le mie gambe erano piu
corte del
solito.
La
felpa che avevo mi fungeva da vestito e le mani erano coperte
perché
le maniche troppo lunghe.
Appena
mi vide rimase spiazzato dalla visione di me avvolta in quella felpa
decisamente troppo grande per me ma si alzò con slancio
venendomi in
contro e prendendomi in braccio, mi accoccolai contro il suo petto
come avevo desiderato fare da tanto tempo.
Aslan
sopraggiunse per dare spiegazioni – ha voluto restare qua pur
sapendo che non sarebbe piu tornata indietro – disse, piu
andava
avanti e piu mi accoccolavo su mio padre che mi stringeva piu forte
–
mi ha chiesto lei di tornare all'età di quattro anni per
riprendere
da dove avete interrotto – disse.
Sapevo
che cosa avevo fatto, sapevo che cosa rischiavo, sapevo che cosa
avrei perso e che cosa avrei ritrovato, non mi sono pentita della mia
scelta, rimarrò per sempre qua con mio padre, l'unica cosa
che
desiderassi davvero era riprendere da dove eravamo stati interrotti e
riprendere la nostra vita come se nulla fosse stato, tutto quello
prima sembrerà solo un magnifico sogno, come adesso che mi
sto
svegliando al suo fianco, nel mio letto nel nostro palazzo a telmar.
papà
ho fatto un sogno bellissimo – dissi saltando sul letto
svegliando
mio padre – raccontami piccola – disse facendomi
sedere sul suo
torace – ho sognato che vivevo in un altro mondo e che poi
venivo
qua e combattevo contro la strega, e poi c'eri anche tu e due bambine
che venivano dal mio stesso mondo – raccontai tutto per filo
per
segno, raccontai anche della mamma, a proposito di lei non si seppe
piu nulla se non che ogni notte una stella brillava di piu delle
altre e un altra cosa che chiesi ad Aslan oltre a farmi tornare a
quattro anni era che in me ci fosse qualcosa che ricordasse a mio
padre di mia madre.
-fammi
indovinare – disse mio padre guardandomi negli occhi
– hai
combattuto contro un enorme serpente – disse ridendo e
cominciando
a farmi il solletico – come lo sai?- gli domandai imbronciata.
-diciamo
che ho fatto un sogno simile anche io – disse guardandomi
negli
occhi adesso azzurri – grazie – disse
abbracciandomi.
È
finita, adesso mi metto a piangere T_T spero che vi sia piaciuta
questa lungagnata.
Voglio
ringraziare chi mi ha seguito e sostenuto come Miriam x e Yuuki!
Grazie
mille..
spero
che continuerete a seguirmi anche in altre FF.
Mio
padre stava remando mentre io e le mie amiche eravamo rapite dallo
spettacolo che ci si apriva intorno a noi e quando arrivammo
all'isolotto la sabbia era soffice e bianca.
Camminammo
per qualche metro , da lontano scorsi Aslan venirci in contro.
Appena
lo vidi il mio cuore fece una capriola sia nel bene che nel male, mi
staccai dal resto del gruppo e corsi per abbracciarlo.
-Aslan
– dissi stringendo le braccia intorno al suo collo e
nascondendo il
viso nella sua criniera morbida e folta.
-che
bello rivederti – dissi accarezzando la sua testa color oro
–
lucy, ti ringrazio di cuore per tutto quello che hai fatto –
disse
e superandomi con lo sguardo si rivolse alle mie amiche – e
ringrazio anche voi, Barbie e Grace, per l'aiuto offerto a Narnia
– mi allontani da lui, avevo capito che era il momento di
tornare a
casa e sta volta per sempre. mi avvicinai a mio padre, mi
passò un
braccio intorno al fianco e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
vi
conviene tapparvi le orecchie – disse un ruggito smosse
l'acqua e
una specie di tsunami apparve davanti a noi. Si mise davanti a noi
tre e ci passò in rassegna con lo sguardo –
Barbie, Grace –
disse guardandole. Per un momento sperai che mandasse solo loro a
casa ma quando guardò anche me ci rimasi male –
Lucy – disse
avvinandosi a me e guardandomi con gli occhi verdi penetranti
– è
ora di tornare a casa – tutte e tre non avevamo il coraggio
di
guardarlo in faccia – dove Narnia rimarrà nei
vostri cuori- disse
poi guardandomi – per sempre -.
un
passaggio si aprì nell'onda – è ora
– disse voltandosi.
Verso
l'onda, mi voltai e andai da mio padre – allora, questa
è l'ultima
volta che ci vediamo – disse mio padre – non voglio
andare via –
dissi abbracciandolo e nascondendo il volto contro il suo ventre.
-sarò
sempre accanto a te – disse accarezzandomi la testa. Quando
mi
staccai di mala voglia da lui salutai anche il nonno –
bè è stato
breve ma inteso – disse, abbracciai anche lui –
occupati tu di
mio padre – dissi cercandolo ma non lo trovai dove lo avevo
lasciato – è dura anche per lui- disse.
-andiamo
– Aslan ci accompagnò all' ingresso –
non sei contenta di
tornare a casa? - mi domandò Grace, scossi la testa - lucy
posso
parlarti un momento- disse Aslan, lo seguì senza fare
domande tanto
sapevo che era irremovibile la sua decisione.
-che
cosa hai bambina?- mi domandò agitando la coda –
non voglio
lasciare il mio mondo – dissi a sguardo basso – il
tuo mondo? -
ripetè – io sono nata qua, non capisco
perché devo tornare di la
– dissi agitandomi.
Si
alzo e mi camminò intorno esaminandomi bene – devi
sapere che il
continuare, non ha ritorno – disse – sei sicura di
volere
lasciare tutto per vivere qua? - era una domanda che mi ero posta un
miliardo di volte e conoscevo bene la risposta, alzai lo sguardo e lo
inchiodai allo sguardo di Aslan e con ferma decisione risposi.
Benissimo-
disse, tornammo da Grace e Barbie – andiamo?- mi domandarono
in
coro, le abbracciai insieme - che fai? -, . tu non vieni?- mi
domandarono – io devo restare qua – dissi
guardandole con le
lacrime agli occhi – mi mancherete – dissi
allontanandomi da loro
due dopo averle abbracciate un utlima volta – addio
– dissi.
Sparirono
risucchiate dall'onda.
-sei
ancora in tempo a tornare indietro – disse Aslan
avvicinandosi a
me. Scossi la testa. - Lucy, il tuo cuore e il tuo enorme coraggio
esige un premio- disse – cosa desidera di piu il tuo cuore
– mi
domandò Aslan guardandomi ma cosa potevo desiderare?
-voglio
restare qua Aslan, con mio padre – dissi voltandomi verso di
lui.
-
voglio restare qua – ripetei serrando i pugni, -
così sia –
disse Asalan.
Allontanandosi.
Camminavo
sulla sabbia soffice fino a raggiungere mio padre, seduto sulla
barchetta con il volto nascosto dalle mani. Piangeva. Lo avevo gia
visto piangere, prima della battaglia, quando ci siamo
“rivelati”.
Mi
fermai davanti a lui accovacciandomi – perché
piangi?- gli
domandai come una bambina antipatica che vuole rigirare il dito nella
piaga – perché te ne andrai – disse
senza alzare il volto –
dai non fare così – dissi levandogli le mani dal
volto e
costringendolo a guardarmi – non vado da nessuna parte
– dissi
guardandolo – rimango qua con te – dissi
sorridendogli.
-cosa,
davvero? - disse incredulo, gli sorrisi di nuovo, in poco tempo mi
trovai a testa in giù.
-allora
andiamo? - ci chiamò mio nonno. Mio padre mi rimise a terra,
tutti e
tre insieme tornammo al veliero.
Ero
pronta a sopportare ogni distacco dalla civiltà se con me
c'era mio
padre.
-dove
andiamo? - domandai a mio padre mentre si andava al timone –
dove
vuoi andare? - mi domandò guardandomi, ci pensai –
è uguale –
dissi.
-dai
l'ordine di levare l'ancora – annuì detti l'ordine
un urlo si levò
dal ponte prima che eseguissero l'ordine.
Era
splendido il sole brillava e il vento era perfetto, davanti a me si
apriva un nuovo mondo fatto di avventura.
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