The pride of the fallen mask

di CHOU
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** giù le mani dalla serpe ***
Capitolo 3: *** hosmeades ***
Capitolo 4: *** Buona Natale, Harry ***
Capitolo 5: *** infermeria ***
Capitolo 6: *** la torre di astronomia ***
Capitolo 7: *** nuova quotidianità ***
Capitolo 8: *** Al campo da Quidditch ***
Capitolo 9: *** compromessi e inizi ***



Capitolo 1
*** Nuovo inizio ***


Titolo: the pride of the fallen mask

Paring: DracoXHarry

Summery: La seconda guerra magica si è finalmente conclusa. Harry, Ron ed Hermione ritornano ad Hogwarts per finire gli studi. Anche Draco Malfoy si trova a scuola ma la sua posizione non è più la stessa. Il giovane serpeverde viene preso di mira con scherzi e piccole vendette. Riuscirà qualcuno ad aiutarlo a uscire dal baratro nel quale è caduto? Malfoy riuscirà a mettere da parte l'orgoglio e accettare la mano che gli verrà tesa?

Declamers: i personaggi non mi appartengono. Tutti i diritti rimangono all'autrice. Questa storia è scritta per puro divertimento e non a scopo di lucro.






Rimase immobile. Semplicemente fermo in mezzo a quel vorticare di persone e voci.
Alle sue orecchie giungevano solo suoni indistinti e soffusi. Si sentiva stanco, spossato e vuoto.
Aveva sconfitto Voldemort. Nella sua testa continuava a ripetersi quella frase come un mantra. Ma suonava vuota, priva di significato reale.
Sirius era morto, con lui Silente e Piton. I suoi genitori, anche loro erano morti per salvarlo.
Quella guerra...anche nella vittoria del sangue era stato versato.
Sangue di nemici e di amici. Il cuore di Harry saltò un battito.
Gli occhi iniziarono a bruciare.
Le voci prima confuse diventavano mano a mano più chiare. Sentiva che stava per riprendere contatto con la realtà.
Appena i suoi occhi misero a fuoco la sala grande ,capì.
Aveva sconfitto Voldemort. Quella frase non suonava più vuota ma si era impregnata di un nuovo significato.
Tutta quella gente, tutte le persone innocenti e quelle che amava, erano riunite in quella immensa sala che per anni aveva accolto generazioni di maghi. Si abbracciavano e vegliavano sui corpi oramai privi di vita dei loro cari. E invocavano il suo nome.
Sconfiggendo Voldemort aveva ridato la speranza e il sorriso a quelle persone. Era riuscito a lenire un po' il dolore e la paura che aleggiava nei loro cuori. In un modo contorto, crudele, con la morte di una persona ,lui era riuscito a renderle felici.
Ginny gli si fece accanto , sfiorandogli il braccio.
"E' tutto finito ,Harry. Grazie"
Sentì le braccia della ragazza avvolgerlo in un abbraccio. Ma non c'era calore, non più. In tutti quei mesi di guerra la sua piccola Ginny gli era mancata. Però, dopo alcuni mesi, Harry si era ritrovato a chiedersi di che colore fossero gli occhi della ragazza. Aveva passato notti intere a domandarselo, a sforzarsi di ricordare. Avrebbe potuto chiedere a Ron ma voleva essere lui a trovare la risposta.
Alla fine aveva desistito, gli venivano in mente iridi metallizzate , ma era convinto che non appartenessero alla piccola Weasley.
"Vai da tua madre Ginny, ha bisogno di te"
La
rossa annuì e si avvicinò a Molly, ricurva sul corpo senza vita di Fred.
Harry Potter distolse lo sguardo. Gli occhi smeraldini si posarono su tre figure. Biondissime e spaventate. Lucius, Narcissa e Draco Malfoy erano stretti gli
uni agli altri, sul viso un' espressione di smarrimento.
I capelli di Draco erano anneriti dal fumo e la pelle diafana era ricoperta di graffi.
Harry rimase a fissare la figura del biondo. Come piccoli e luminosi flash rivide quello stesso ragazzo tornato bambino che gli tendeva la mano. L'espressione strafottente e il sorriso sbieco.
Rivide tutti i loro scontri. Percorse con la memorie il loro passato fino a quando l'aveva salvato dal fuoco. In quel momento aveva sentito un enorme squarcio al petto quando aveva capito che Draco Malfoy sarebbe rimasto ucciso bruciato vivo. Quello spocchioso serpeverde non poteva morire così, non davanti ai suoi occhi.
Gli occhi grigi di Malfoy andarono a incrociare quelli verdi del grifone.
L'eroe del mondo magico distolse lo sguardo.
Draco seguì con gli occhi la figura malconcia di Harry finché questi non uscì dalla sala.
"Padre, madre, arrivo subito"
"Draco!" la voce preoccupata di Narcissa fece sorridere il più piccolo dei Malfoy. Era la prima volta che vedeva sua madre preoccuparsi per lui.
"Stai scappando?"
La voce strascicata di Malfoy fece voltare di scatto il moretto.
Per qualche secondo osservò il viso del suo interlocutore.
"Non ce la facevo più, volevo solo rimanere da solo" Harry parlò con voce stanca. Non aveva voglia di pensare a qualche risposta mordace. Voleva solo rimanere in raccolta con se stesso.
"Volevo solo ringraziarti per aver salvato me e la mia famiglia"
Il moretto spalancò gli occhi. Malfoy lo stava ringraziando?
"Bhe , allora addio san Potter"
Harry trattene un sorriso. Solo uno come lui poteva ringraziarlo e insultarlo in contemporanea.
Si vergognava ad ammetterlo ma questo breve scambio di battute con il suo antico rivale l'aveva fatto sentire a casa.
Più dell'abbraccio di Ginny, pensò colpevole.
Perso nei suoi pensieri non si accorse che Draco si stava allontanando.
"Malfoy!"
Il biondo si girò sorpreso.
"Arrivederci" Harry tese la mano verso di lui.
Gli occhi di Draco si spalancarono. Sentì un nodo stringergli la gola, soffocandolo. Sentì le lacrime salirgli fastidiosamente all'angolo degli occhi.
Titubante afferrò la mano che gli veniva porta. Lentamente strinse le lunghe dita diafane intorno alla mano ambrata di Harry. Lo sguardo incollato sulle loro mani intrecciate.
L'aveva afferrata, finalmente. Quella mano di cui, da 6 anni, voleva sentire
la consistenza sotto la sua, finalmente l'aveva afferrata.
Se Draco guardava rapito le loro mani unite, Harry osservava lui. Non l'aveva mai visto...emozionato. Le guance solitamente pallide del serpeverde erano tinte di un lieve rossore e gli occhi erano liquidi. Metallo fuso, registrò la sua mente.
Sentiva un tepore piacevole sprigionarsi dal corpo di Malfoy.
La stretta si sciolse.
Draco accennò un gesto col capo per poi voltarsi e rientrare velocemente nella sala grande.

***

Nei mesi successivi l'eroe del mondo magico non ebbe tempo per riposarsi. Ogni giorno si recava al ministero, pronto ad assistere ad un nuovo processo. Tanti vennero condannati ad Azkaban sotto i suoi occhi verde speranza.
Ron ed Hermione lo accompagnavano ogni volta, talvolta partecipando attivamente come testimoni, altre come supporto morale per il loro amico. La famiglia weasley coccolava Potter cercando di trasmettergli quel calore che gli ultimi mesi di guerra gli avevano sottratto. Molly, poi, era costantemente preoccupata che l'avada kedavra che aveva ricevuto da Voldemord avesse avuto effetti collaterali.
Harry guardava con occhi pieni d'affetto tutti gli abitanti della Tana ma il suo sguardo non riusciva a posarsi per più di qualche secondo sul viso distrutto dal dolore di George. La morte di Fred aveva segnato profondamente tutta la numerosa famiglia, ma George sembrava essere diventato l'ombra di se stesso. Harry giurò di non averlo più visto sorridere da quando l'incubo era finito.
Ginny si ritrovava spesso ad osservare il suo ragazzo, assorto nei suoi pensieri, realizzando che c'era qualcosa che decisamente non andava.
"Amore c'è qualcosa che non va?" gli chiese un giorno la rossa.
"Niente, Ginny, stavo solo pensando"
"A cosa?"
Gli occhi verdi si fecero ancora più distanti.
"Domani c'è la sentenza per i Malfoy e io devo presagire"
"Vedrai che avranno quello che si merita, dannati mangiamorte" il ringhio rabbioso con cui pronunciò la frase fece tremare leggermente Harry.
"Mi ha ringraziato."
"Cosa?"
"Niente, niente. Ora vado a dormire. Buonanotte Ginny"
La ragazza annuì lievemente sporgendosi per baciarlo. Harry si spostò leggermente facendo un sorriso incerto per poi sparire su per la scala a chiocciola. La rossa arricciò le labbra contrariata. Decisamente qualcosa non andava.

Quando Harry Potter tornò alla Tana la sera successiva gli si poteva scorgere un barlume di soddisfazione negli occhi. Non si poteva dire lo stesso di Ron i cui occhi azzurri mandavano scintille.
"Eddai Ron, non fare il bambino" lo riprese la riccia.
"Il bambino? Ti rendi conto Herm? Per colpa sua -un braccio andò ad indicare il moretto- quella schifosa serpe è in libertà! Merlino, sono dei mangiamorte!"
Il signor Weasley annuì convinto alle parole del figlio.
"Malfoy non ha mai ucciso nessuno, è stato costretto. Ed è solo merito di Narcissa Malfoy se io ora sono qui, vivo. Glielo dovevo" rispose semplicemente Harry.
"Si tu sei vivo, ma non si può dire lo stesso di Fred. O di Remus e Tonks. A Ted non pensi? A tutti quelli che sono morti per colpa loro ,non pensi? Eh Harry?" George Weasley era furente, le guance rosse infiammate come i suoi capelli. C'era rabbia e dolore nelle suo parole.
Potter sostenne il suo sguardo per poi passare in rassegna tutta la famiglia Weasley. Tutti lo guardavano con aria di rimprovero, anche Molly, benchè continuasse a stare in uno ostinato silenzio.
"So bene cos'è il dolore della perdita. Ma Malfoy e sua madre sono anche loro delle vittime."
"Me ne sbatto! Avrebbero dovuto finire anche loro ad Azkaban come quel bastardo di Lucius"
"George ha ragione, Harry" la voce di Ron era poco più che un sussurro.
Il moro si morse un labbro e si diresse spedito fuori da quella casa divenuta d'un tratto troppo soffocante.
Dannazione! Calciò con rabbia un sassolino. Lo sapeva anche lui che i Malfoy avevano fatto cose orribili ma non era colpa loro. Sopratutto non di Draco.
Il ragazzo ispirò a lungo osservando il cielo terso. Se poteva godere ancora delle splendida vista delle stelle lo doveva solo a quella donna ritenuta da tutti crudele ma che per salvare il proprio figlio avrebbe rischiato anche la sua vita. Sapeva benissimo che non aveva mentito a Voldemord per salvarlo ma solo per poter entrare ad Hogwarts e riabbracciare suo figlio. Però non gli importava, comunque fosse, l'aveva salvato. E Malfoy, quel dannato furetto, aveva sofferto , ne era certo, a compiere quelle azioni. L'aveva visto piangere molti mesi prima in un bagno di Hogwarts, l'aveva visto disperarsi davanti all'idea concreta di uccidere Silente – il cuore del moro si strinse dolorosamente al ricordo della morte del preside - l'aveva visto rischiare la sua vita per salvare Goyle dalle fiamme maledette. Anche lui era una vittima di quella crudele guerra, Harry , di questo ne era convinto.
"Harry...gli passerà. La perdita di Fred per loro è stato un duro colpo."
Il ragazzo si voltò leggermente verso Hermione, sorridendogli mogio.
"Meritano una seconda possibilità" continuò lei facendosi più vicino.
"Anche se Malfoy rimarrà sempre l'odioso furetto di sempre" terminò con tono leggero.
A quelle parole il viso di Harry si aprì in un sincero sorriso. Prese una mano di Hermione e la strinse leggermente.
"Grazie".

***

La stazione di King's Cross era gremita di persone e animali. Harry ,Ron ed Hermione si facevano largo tra la folla per raggiungere l'enorme treno rosso.
"Fa impressione riprendere il treno e sapere che ad Hogwarts non ci saranno i nostri compagni" ammise la ragazza con rammarico.
Ron sospirò forte.
"Mi mancheranno"
A causa della clandestinità a cui erano stati obbligati ,i tre ragazzi, non avevano avuto l'occasione di portare a termine il settimo anno come invece i loro compagni avevano fatto. Per cui si ritrovavano per l'ultima volta su quel treno magico, pronti per affrontare il loro ultimo anno nella scuola di magia. I loro amici avevano già conseguito il diploma e Neville stava studiando per diventare Auror mentre gli altri avevano deciso di prendersi un anno di meritato riposo.
La professoressa McGranitt aveva preso in mano le redini della presidenza di Hogwarts mentre la cattedra di pozioni e difesa contro le arti oscure erano andate al professore Lumacorno.
A quel pensiero Harry non riuscì a trattenere un gemito. Non avrebbe mai pensato di dirlo ma gli mancava
Piton. Seriamente. Da quando aveva scoperto la verità sul suo professore di pozioni aveva sentito nascere dentro si sé un senso di ammirazione per quell'uomo così coraggioso e solo. Forse, si pentiva di averlo odiato per anni.
"Iniziamo bene, guarda chi c'è!" il borbottio di Ron attirò l'attenzione dei suoi amici su una figura alta e pallida che stava salendo due carrozze più in là.
Draco Malfoy tornava ad Hogwarts quindi.
"Sarà dura" sospirò la riccia.
"Puoi dirlo forte! Pensavo di non dover rivedere più la sua brutta faccia da mangiamorte!"
"RON! E comunque io mi riferivo a lui. Non avrà vita facile per i suoi trascorsi"
Harry osservò il biondo salire elegantemente i pochi gradini per raggiungere lo scompartimento.
"Hey! Chi vuole fare una partita a scacchi magici?" disse poi il moro mettendo un braccio intorno alle spalle dei suoi amici.
Hermione alzò gli occhi castani al cielo.
"Io mi porterò un po' avanti con lo studio"
"Ma dai! Non abbiamo ancora incominciato!"
"Ma non voglio finire come voi due, quindi , giocate pure. Io studierò"
I due ragazzi si lanciarono uno sguardo colmo di significati ,poi, sghignazzando, salirono sulla carrozza e presero posto su uno scompartimento vuoto



Questa è la mia prima drarry che pubblico – e che scrivo XD se non ricordo male... u.u'' – è stat revisionata da una mia amica , quindi per gli errori prendetevela con lei! XD no scherzo ù.ù

la ringrazio tanto *^*

questa storia comprenderà 9 capitoli più un epilogo ed è già conclusa. L'aggiornerò una o due volte a settimana, preferibilmente di sabato.

Spero che vi piaccia -s'inchina-

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Capitolo 2
*** giù le mani dalla serpe ***


Erano passate poco più di tre settimane dall'inizio della scuola ed Harry avrebbe tanto voluto che fosse già finita. Non che la scuola lo annoiasse, no quello no, ma non riusciva proprio ad abituarsi ad avere tutti gli occhi perennemente puntati su di lui. Non era come gli altri anni in cui, sì era famoso, ma nessuno bisbigliava al suo passaggio. Da quando aveva sconfitto Voldemord la gente aveva preso la spiacevole abitudine di fissarlo . Le ragazze lo attorniavano, causando la fastidiosa gelosia di Ginny, i ragazzi lo salutavano nei corridoi ogni volta che lo incrociavano. Letteralmente ogni volta. Così Harry si ritrovava salutare per l'undicesima volta la stessa persona nell'arco di poche ore. Era snervante. Fottutamente snervante.
Neppure Ron ed Hermione se la cavavano meglio. Come amici ed compagni dell'eroe del mondo magico , erano costantemente tampinati da fan molesti.
La cosa peggiore era che, se da un lato tutta la popolazione di Hogwarts pendeva dalla sue labbra, dall'altra non passava giornata che non insultassero i serpeverde. In particolare Draco Malfoy.
Harry si era ritrovato nella disarmante situazione di vedere dei ragazzi del terzo anno di tassorosso insultare il principe delle serpi. Aveva visto gli occhi di Malfoy assottigliarsi e gelare con lo sguardo i tassorosso ma questi non avevano desistito.
La cosa che però colpiva Harry era la totale assenza di reazione nel biondo. Con lui era sempre stato mordace e velenoso mentre adesso sembrava come svuotato di tutte le forze. Solo il suo solito ghigno di disprezzo assicurava al moro che quello che aveva davanti era lo stesso Malfoy che per anni aveva odiato.
Una sera ne aveva parlato ad Hermione, mentre Ron era intento a giocare a scacchi magici con dei primini.
"Hai notato anche tu lo strano comportamento di Malfoy?"
La ragazza mordicchiò leggermente la punta della piuma, gli occhi fissi sulle pagine di un enorme tomo.
"Cioè?"
"Se ne sta sempre per i fatti suoi. Non risponde agli insulti e si comporta in modo da risultare invisibile. Non parla nemmeno più con noi" raccontò Harry giocando con la bacchetta.
"Bhe, tutti i suoi compagni si sono già diplomati, sono solo lui e Goyle adesso. Inoltre... oh! Ecco! Essenza di mandragola! Mi pareva che mi stesse sfuggendo qualcosa – disse iniziando a scrivere veloce sulla pergamena. Il moretto sbuffò- comunque , stavo dicendo...è ovvio che non risponde agli insulti! Cosa può dire? Sì è quello che ho fatto e me ne vanto? Quei ragazzi dicono la verità infondo e lui lo sa. Per questo non ribatte. E poi, Harry, quando mai Malfoy ha parlato con noi?”
Il grinfondoro roteò gli occhi.
"Lo sai cosa voglio dire"
"Oh Harry, per l'amor del cielo. Goditi questo momento di pace. Se vuoi proprio preoccuparti, preoccupati per Ron. Quello stupido sta perdendo tutti i suoi galeoni a quella stupida scacchiera."
"Non dovresti essere tu ad aiutarlo visto che sei la sua ragazza?"
Hermione arrossì.
"Io vado a fare due passi. Tu assicurati che gli rimangano almeno le mutante. Buonanotte Herm"
Quasi non sentì lo 'scemo' che la ragazza gli lanciò mentre stava attraversando il ritratto della signora grassa.
Si era portato con sé il mantello dell'invisibilità.
"Certe abitudini sono dure a morire" disse tra sé e sé sorridendo.
Si godette l'aria fresca della sera mentre passeggiava assorto per il castello deserto. Ma gli occhi speranza non vedevano i corridoi bui e deserti ma davanti a lui scorrevano le immagini della battaglia finale. Rivedeva quella sera, ancora così viva nella sua memoria.
Distrattamente si chiese se la stanza delle necessità esistesse ancora. Non aveva avuto ancora il coraggio di cercarla, temeva che una volta aperta, il fuoco maledetto che infuocava quella sera fosse ancora vivo.
Senza volerlo si ritrovò a pensare a Malfoy e al suo comportamento. Forse Hermione aveva ragione, doveva godersi questo momento di pace. Eppure...eppure scontrarsi con quella stupida serpe lo faceva sentire tranquillo, a posto con se stesso.
In tutti quegli anni lui aveva sempre usato Malfoy come valvola di sfogo. Per anni aveva tenuto dentro di sé una grande rabbia, rabbia contro il suo destino, conto Piton, contro il fatto che la gente lo proclamasse un eroe. E rabbia contro se stesso. L'aveva tenuta tutta dentro e sarebbe scoppiato se non fosse stato per Malfoy. Ogni vota che si insultavano riversava la sua rabbia su di lui, sentendosi poi leggero.
Si vergognava ad ammetterlo ma lui odiava così tanto quel biondo solo per riflesso della rabbia che gli vomitava addosso per poi sentirsi meglio.
Altro che eroe del mondo magico. Harry Potter era un egoista. Per sentirsi meglio con se stesso continuava ad assillare Malfoy con frecciatine e faceva di tutto perché il biondo attaccasse briga con lui. Aveva bisogno di sfogarsi su di lui. Un bisogno quasi viscerale. Forse, se fosse stato meno egoista e più attento all'altro avrebbe capito che dietro la tregua che aveva stipulato silenziosamente il sesto anno nascondeva un terribile segreto. Forse se fosse stato più attento avrebbe potuto vedere la disperazione nei suoi occhi e aiutarlo...aiutare Silente. Scosse la testa amareggiato dai suoi stessi pensieri. Non aveva senso fare questo ragionamento ora che era tutto finito. Doveva accettare quello che era stato e andare avanti.
Stava per tornare al dormitorio rosso-oro quando delle voci sconosciute attirarono la sua attenzione. Silenzioso si infilò il mantello e si diresse verso la biblioteca.
La stanza era illuminata da molte candele. Harry scivolò attraversò la porta semiaperta.
"Allora, stronzetto, non fai più il principino adesso?" soffiò fuori un ragazzo del settimo anno che indossava una divisa di corvonero.
"Cos'è, ora che papi non ti para il culo non riesci nemmeno a difenderti?" cantilenò un altro.
Draco Malfoy strinse le labbra. Sul viso pallido iniziava già ad affiorare lo spettro di un livido.
"Fate schifo. Voi tutti! Dovreste morire. Invece feccia come te osa mettere piede in questa scuola"
Harry dovette far violenza su se stesso per non intervenire. Aveva la gola che gli bruciava dalla voglia di urlare che non era vero, che non avevano il diritto di offenderlo così. Sapeva per che se fosse intervenuto , Malfoy non glielo avrebbe mai perdonato.
Draco si sistemò i vestiti sgualciti, nascondendo l'orgoglio ferito con una maschera di indifferenza.
"Per colpa tua pure il tuo caro amico Goyle è finito in infermeria. Spero che gli siano piaciuti i cioccolatini a quell'animale"
Harry vide un lampo di puro odio saettare negli occhi di mercurio fuso.
"Bastardo!" sibilò Draco tirando fuori la bacchetta e schiantando il ragazzo più vicino.
Il corpo schiantato del corvonero andò a colpire uno dei suoi due compagni e entrambi volarono contro la porta della biblioteca in un tonfo sordo.
"Assassino"ringhiò il corvonero lanciando un incantesimo che in una striscia rossa andò a colpire il viso di Malfoy.
Il ragazzo corse verso gli altri suoi due compagni.
"Tod, Richard, andiamocene presto"
I tre corvonero lasciarono la biblioteca, spaventati che potessero arrivare dei professori attirati dla rumore.
Harry era rimasto a guardare immobile la scena. Alzò gli occhi su Draco e quello che vide gli fece male al cuore. Malfoy aveva una mano sul viso a tamponare un enorme taglio da cui usciva copioso del sangue. Aveva gli occhi più tristi che Harry avesse mai visto.
Il moro sentì crescere dentro una rabbia cieca nei confronti di quei ragazzi che avevano osato ridurre così l'orgoglioso serpeverde.
Avanzò di qualche passò verso la figura del biondo , sempre nascosto dal mantello.
Vide Malfoy prendere la bacchetta e puntarsela al viso, iniziando a mormorare degli incantesimi di guarigione.
Per Harry fu troppo. Deciso si tolse il mantello e in pochi passi colmò la distanza che c'era tra loro e blocco il polso di Malfoy.
"Potter...?" il biondo spalancò gli occhi trovandosi improvvisamente la mano del grifondoro a bloccare la sua.
"Ma cosa..."
"Lascia fare a me , Malfoy"
Harry estrasse la sua bacchetta cominciò a ripetere l'incantesimo che Draco stava mormorando poco prima. In pochi secondi il taglio smise di sanguinare e si rimarginò. Anche i lividi erano spariti.
"Ce la facevo anche da me, sfregiato. Sono molto più bravo da te con gli incantesimi di guarigione"
"Lo so" mormorò solo Potter non riuscendo a distogliere lo sguardo dagli occhi feriti di Malfoy.
Sapeva benissimo che Malfoy era un mago -gli costava ammetterlo- in gamba. Ed era ben certo che sapesse auto medicarsi ma....non aveva resistito. Sarebbe stato troppo triste da sopportare vederlo curarsi da solo.
Draco lo spostò malamente da lui e fece per uscire dalla stanza.
"Non voglio il tuo aiuto Potter, non cercare di fare l'eroe" disse velenoso prima di uscire dalla sala.
Harry rimase a guardare a bocca aperta la porta chiudersi.
Sentì le guance imporporarsi dalla rabbia. Maldetto Malfoy! E lui che si era pure preoccupato.
"Sei sempre il solito stronzo" gridò all'aria.

Quando ritornò nella camerata si accorse di essersi assentato per un paio d'ore,
"Sei impazzito? Ci siamo preoccupati idiota!" Ron lo stava aspettando in sala comune e sembrava furente.
"Scusate, ho incontrato Malfoy"
"Malfoy? Non vi siete picchiati vero?" chiese Hermione, sbucando dal divano.
"No, almeno, non sono stato io a picchiarlo"
Il rosso alzò un sopracciglio.
"Tre corvonero, l'hanno ferito"
"La situazione peggiora sempre di più" mormorò la ragazza.
Ron represse uno sbadiglio, poco interessato alla salute del furetto.
"Hermione, tu per caso sai cos'è successo a Goyle?"
La ragazza piegò leggermente il capo a destra, frugando nei ricordi, intorpiditi dal sonno che sentiva pesante addosso.
"Ho sentito che da qualche giorno è ricoverato al san mugo perché aveva mangiato dei dolci avvelenati. Un qualche scherzo pesante si pensa"
Potter spalancò gli occhi.
"Quel pacco...era destinato a Malfoy, l'hanno detto i corvonero" disse vacuo ripensando allo sguardo addolorato che aveva Malfoy. Senso di colpa, quindi.
"E' terribile. Dovrebbero smetterla con questa storia di vendicatori del bene"
"Quello che è terribile- l'interruppe Ron- è la straordinaria estraneazione di Harry! Come non hai potuto sapere di Goyle, è di dominio pubblico. Dove vivi amico mio?"
Il moro lo ignorò 

***

La sveglia suonò fastidiosamente. Harry mugugnò qualcosa mentre allungava il braccio per afferrare gli occhiali.
"Ron...RON!"
Il rossino si girò di lato continuando a russare.
Santo merlino, pensò il moro alzandosi.
"Ron...sai che se arriviamo in ritardo Hermione si arrabbierà"
Ron scattò a sedere sul letto con un espressione sconvolta.
"Se arrivo in ritardo anche oggi mi scuoia vivo" biascicò con voce impastata dal sonno.
Potter rise per poi sparire in bagno.

"Oh, siete in orario. Non ci speravo" sorrise Hermione vedendo i suoi due amici uscire dal dormitorio. Ron sembrava più morto che vivo, con gli occhi ancora mezzi chiusi dal sonno.
"Che lezione abbiamo oggi?" chiese il moro
"Due ore di trasfigurazione e due ore di cura delle creature magiche. Le lezioni pomeridiane non le conosco ancora"
"Questo si che è un evento!"
La riccia ignorò il suo ragazzo ,limitandosi a tirargli un'occhiataccia.
Harry rise e iniziò a dirigersi verso la sala grande per fare colazione, seguito dai suoi amici.

Dopo una abbondante colazione il trio si diresse nell'aula della professoressa McGranitt.
"Non ne posso più giuro!"
"Eh Harry, il brutto dell'essere famosi"
Potter lanciò un occhiata in tralice al suo amico.
"Oh, insomma, per loro sei un eroe. Gli hai dato un mondo migliore, ovvio che si emozionano quando ti vedono" fece pratica Hermione entrando nell'aula già piena di gente.
"Si lo so , lo so ma offrirsi di sbucciarmi la mela è un po' troppo no?"
I due ragazzi risero ed Harry si sarebbe unito a loro se la sua attenzione non fu attirata da una chioma bionda seduta in prima fila.
Draco Malfoy stava seduto compostamente su uno dei banchi in prima fila. Attorno a lui, leggermente staccati, c'erano gli altri studenti. Nessuno si era voluto sedere affianco al serpeverde.
Il grifondoro assottigliò gli occhi. Non era giusto. Forse era il suo istinto da grifondoro ma trovava profondamente ingiusto che Malfoy dovesse sopportare quell'isolamento carico di disprezzo.
"Ragazzi io vado a sedermi vicino a Malfoy" bisbigliò.
"Ma sei matto?!" urlò Ron.
"Shh! Guarda! Lo stanno ignorando"
"Ti vorrei ricordare che quella è la serpe che ci ha reso la vita impossibile per sei lunghi anni!" fece Ron abbassando nolente il tono di voce.
Harry rimase in silenzio. Ron aveva ragione ma quello...quello non era il vero Malfoy. O per lo meno non era più lo stesso Malfoy che adesso sedeva isolato in un'aula gremita di persone. L'aveva visto. Aveva visto la sua espressione sofferente in quei mesi. L'aveva – si vergognava ad ammetterlo- studiato a lungo in quei mesi e ora aveva l'assoluta certezza che stesse soffrendo.
"Ron , anche lui è-"
"Si, si lo so! È un'altra vittima di tu-sai-chi. Fa come vuoi. Ma per me ti sei bevuto il cervello, amico"
Hermione rimase in silenzio ad osservare il suo ragazzo e il suo migliore amico. Sinceramente non riusciva a capire Harry. Aveva visto anche lei che Malfoy era stato solo un burattino nelle mani di un pazzo e che non voleva fare tutto quel dolore. Sapeva anche che il serpeverde soffriva per quello che era stato costretto a fare. Ma lo stesso non capiva perché il suo amico prendesse la sua situazione tanto a cuore.
"La lezione incomincia. Ron vieni a sederti" disse solamente.
Harry sorrise all'amica e andò a sedersi al fianco a Malfoy.
Il ragazzo che era sopravvissuto poté notare una curiosa reazione. Sulla stanza era scesa un pesante silenzio e poteva sentire gli occhi di tutti perforargli la schiena. Un po' poteva capirli, lui e Malfoy non erano mai stati a contatto, se non quando facessero a botte. Inoltre tutti vedevano nel biondo serpeverde un mangiamorte, nemico quasi naturale di Harry.
"Cosa ti dice che voglio sedermi vicino a te?" chiese Malfoy altezzoso.
"Nessuna cosa mi dice il contrario, Malfoy" ribbattè Harry tirando fuori il calamaio e la piuma. Non aveva voglia di dare spiegazioni.
Draco rimase a guardare il moro trafficare con la borsa e per un attimo sentì un calore salirgli al petto.
"Fai come vuoi Potter" disse solamente per aver l'ultima parola.
Harry sorrise trionfante.
La lezione scorreva veloce e i due ragazzi si comportavano come se l'altro non esistesse.
Malfoy , però, continuava a lanciare occhiate di traverso al moro quando quetsi non poteva scorgerlo, quasi per assicurarsi che fosse vero. Che Harry Potter fosse seduto vicino a lui. Lui! Draco Malfoy, il ragazzo che per anni l'aveva tormentato e cercato di ucciderlo.
Si morse il labbro inferiore senza riuscire a impedirsi di provare una sensazione di calore.
Era da quando aveva teso per la prima volta la mano a quello stupido grifondoro che desiderava averlo così vicino.
Se le occhiate di Malfoy erano discrete, non si poteva dire altrettanto di quelle perforanti di Ron. Harry ne era quasi certo: se avesse continuato a guardarlo così gli avrebbe perforanti la testa.
La campanella suonò e la McGranitt decretò che la lezione era finita. Senza nemmeno salutare Malfoy raccolse le sue cose velocemente uscì dall'aula. Il moro lo seguì con lo sguardo finchè, dopo aver ricevuto una leggera spallata uscì dall'aula. Sospirò.
"Com'è andata con Malfoy?" chiese Hermione mettendosi al suo fianco.
"Non ci siamo uccisi a vicenda, è già tanto"tentò di scherzare il moro.
"Non penso che Malfoy attaccherà ancora qualcuno. È ancora troppo sconvolto per la guerra"
Ron sbuffò sonoramente, prendendo Hermione per mani e dirigendosi a passo svelto verso la capanna di Hagrid dove si sarebbe svolta la seguente lezione.
"E basta con sto Malfoy di merda!"


"Harry! Ron ,Hermione. Che piacere vedervi. C'ho preparato per oggi una vera chicca. Questi animaletti – Hagrid indicò uno strano animaletto di piccole dimensione all'apparenza innocuo- sono fantastici."
I ragazzi guardarono il mezzo gigante e sorrisero benevoli.
Presero posto in semicerchio.
"Non vai da Malfoy? È lì solo soletto" fece sarcastico il rosso.
"Qui non siamo in coppia. L'ho fatto solamente perché qui tutti lo odiano e nessuno gli si avvicina se non per insultarlo."
"Harry. Ora cercherò di spiegartelo con calma. Anche noi lo odiamo, ti ricordi vero?"
"Ronald!"
Il ragazzo guardò preoccupato Hermione. Odiava quando la ragazza usava il suo nome per intero, presagiva guai.
"Questi sono Fireph. Sono bestiole particolari. C'hanno il pelo infiammabile" iniziò a spiegare Hagrid prendendo in mano uno di quegli esserini col muso a punta.
"Guardate qui.- con la manona andò a sfiorare il manto fulvo dell'animale - vedete che fiammata. Forte eh?" continuò entusiasta mostrando come dal corpo del Fireph uscissero delle vere e proprie fiammate.
I ragazzi guardavano atterriti quelle palle di pelo incendiarie.
"E cosa ci dovremmo fare noi?" chiese un ragazzotto di tassarosso con un brutto principio di acne.
"Ci dovete prendere cura di loro. Lavarli. Bene mettetevi a coppie e iniziate. Voi tre potete stare anche tra voi" concluse Hagrid rivolgendosi ad Harry Ron ed Hermione.
"Non ancora!" gemette Weasley prevedendo che l'amico sarebbe andato da Malfoy.
Harry azzardò un mezzo sorriso.
"Forse non ce n'è bisogno" intervenne la ragazza indicandogli un ragazzo con la divisa di tassorosso che si avvicinava a Malfoy.
Il moro scattò in piedi e in poche falcate raggiunse la serpe.
"Mi spiace, ma con Malfoy ci sto io" disse semplicemente , cercando di ignorare quanto quelle parole giungessero strane alle sue orecchie.
Il tassorosso indurì l'espressione ma acconsentì.
"Come vuoi Harry" grugnì prima di allontanarsi.
"So difendermi anche da me Potter. Non ho bisogno di una balia"
Harry incatenò lo sguardo con quello magnetico del biondo. Allora aveva avvertito anche lui il pericolo. Infondo Harry stesso aveva visto in più di un'occasione quel tassorosso sputare veleno su Malfoy.
"Sai com'è, sarà la sindrome dell'eroe"
Draco, non riuscì a trattenere un mezzo sorriso. Harry non disse nulla ma registrò quell'alzarsi leggero delle labbra.
"In così poco tempo ed è già la seconda volta che devo averti vicino. Mi sa che la mia buona stella mi ha abbandonato"


"Io non ci credo Herm! Perché lo aiuta?"
" Harry mi ha raccontato che la sera della battaglia Malfoy l'ha ringraziato" bisbigliò la ragazza.
"Cosa? Il furetto? Non ci credo!"
Hermione alzò le spalle.
"Ora possiamo smettere di preoccuparci per Harry e tentiamo di lavare sto coso?"

***

"Harry!"
Ginny raggiunse il moretto, che stava pulendo la sua scopa, nella sala grande di grifondoro sorridendo.
"Ciao Ginny"
"Ho sentito che stai facendo il buon samaritano come al solito" lo prese in giro la rossa sedendogli affianco.
Potter alzò un sopracciglio in una muta richiesta di delucidazioni.
"Malfoy. Sei sulla bocca di tutti. Mezza scolaresca si sta chiedendo perché stai aiutando quel traditore e l'altra metà sta invidiando Malfoy perché può stare vicino al salvatore del mondo magico.
"E' proprio impossibile che tu e Ron vi riferiate a Malfoy senza chiamarlo traditore o mangamorte?" chiese Harry stanco da quella situazione.
"Bhè è quello che è" mormorò confusa.
"Non è vero! Non è-... oh basta è inutile. Vado al campo da Quidditch"
Il ragazzo si alzò dirigendosi fuori dal dormitorio con la sua scopa.
Ginny rimase a guardare il ritratto della signora grassa con un espressione di profonda tristezza nello sguardo.

Il vento freddo invernale sferzava il viso congestionato di Harry.
La firebolt sfrecciava veloce in mezzo al campo.
Si sentiva bene, libero. Sospeso in aria era libero di dare sfogo ai suoi pensieri.
Curvò leggermente a sinistra.
Possibile che solo lui si preoccupasse delle sorti di Malfoy? Perché la gente non riusciva ad andare oltre la apparenze?
Virò a destra.
Anche lui aveva passato anni a odiare l'atteggiamento spocchioso dell'altro. Era solo un ragazzino viziato di buona famiglia. Senza rispetto per niente e nessuno. Era questa l'opinione che aveva di lui. Ricco, viziato e prevenuto. Per anni era stato convinto che Draco Malfoy fosse il sunto di tutto quello che un ragazzo potesse avere per farsi detestare.
Poi era iniziata la vera guerra.
Impennò la scopa verso l'alto.
Aveva iniziato a scorgere la fragilità che stava dietro quella maschera da spocchioso bastardo. Aveva visto le sue lacrime disperate e come il padre aveva sacrificato la vita del proprio figlio per i suoi ideali. L'aveva venduto a Voldemort che l'aveva obbligato a uccidere e torturare.
L'aveva visto cercare di salvare la vita a Goyle e ringraziarlo.
Forse, proprio in quel momento, aveva capito quanto c'era dietro alla maschera che il serpeverde indossava.
Per cui non avrebbe permesso a nessuno di umiliarlo e fargli pagare una colpa non sua e che stava già, comunque, pagando a caro prezzo.
Atterrò con grazia in mezzo al campo.
Volente o nolente Malfoy si sarebbe arreso alla sua presenza . Perché lui non aveva intenzione di lasciarlo solo anche a costo di far tornare il 'vecchio Malfoy'.
Gli sarebbe rimasto affianco finché la bionda serpe non sarebbe stato ancora capace di gelare tutti con la sua lingua velenosa.


Chiedo scusa per la atroce impaginazione... çAç ma oggi la tecnologia mi odia!!!

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e/o recensito ^^ grazie di cuore!

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Capitolo 3
*** hosmeades ***


La scena che si presentava agli occhi della scolaresca di Hogwarts era una delle più sconvolgenti e strane: seduti allo stesso tavolo, chini sui libri e con le bacchette riposte, Draco Malfoy ed Harry Potter stavano studiando. Assieme. Non si parlavano, se non quando Harry chiedeva delucidazioni ora su quella pozione ora sull'altra. Malfoy rispondeva brusco ma esauriente e il moro si disse che , non facendo caso agli insulti, farsi aiutare da Malfoy non era così male.
Lanciò un occhiata al compagno. Draco portò una mano a sistemarsi una biondissima ciocca dietro l'orecchio, arricciò leggermente il naso concentrandosi maggiormente su un passaggio che non gli era molto chiaro.
"Ora spiegami perché dobbiamo studiare assieme" chiese all'improvviso la serpe alzando gli occhi dal libro.
"Bhe io non so nulla di pozioni e tu potresti volere una mano in trasfigurazione"
"Potter, per caso ti hanno obliviato? Sai chi sono io?"
"Sei Draco Malfoy,. E io sono Harry Potter. Ora che abbiamo fatto le presentazioni possiamo iniziare?
Senza che Harry lo volesse realmente, la sua mente rettificò il pensiero di poco prima: stare con Malfoy non era poi così male.
Erano oramai due mesi che Potter si sedeva vicino a Draco ogni lezione e due o tre volte alla settimana lo raggiungeva , contro il volere del biondo, per studiare insieme a lui in biblioteca.
Ancora pochi giorni e sarebbe stato Natale.
Lo studio proseguì in silenzio per un'altra ora e proprio quando il grifondoro pensò che se avesse sprecato anche un solo altro minuto sullo studio sarebbe morto, la voce di Malfoy lo distolse dai suoi nefasti pensieri.
"Abbiamo finito Potter"
Il viso di Harry si illuminò.
"Toglimi una curiosità, sfregiato, perché passi buona parte dei tuoi pomeriggi a fare qualcosa che si vede benissimo che ti annoia a morte? Cos'è? Litigato con lenticchia?" ghignò.
Il moro boccheggiò per un momento non sapendo cosa rispondere. 'Per stare con te' suonava un po' stonato. Lui non voleva realmente stare con lui, non voleva lasciarlo solo. Erano due cose completamente diverse.
"Non pensare che mi faccia piacere passare del tempo con te Potter" Malfoy continuava a tenere un tono di voce supponente , cosa che fece sorridere Harry.
"Non mi hai mai cacciato" rispose con semplicità e un'alzata di spalle.
Anche se Malfoy non reagiva con gli altri, Harry aveva notato con piacere che con lui si comportava naturalmente. Quindi se realmente non l'avesse voluto tra i piedi glielo avrebbe detto chiaramente. E nemmeno tanto gentilmente, su questo Harry ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Malfoy puntò i suoi incredibili occhi su Potter poi, come se nulla fosse, si alzò e se ne andò. Si fermò giusto sulla porta della biblioteca e sempre senza voltarsi parlò:
"Mi raccomando. So che la puntualità possa essere un concetto difficile per te , ma ti sarei grato se lunedì arrivassi in orario." parlò con voce un po' troppo veloce e smozzicata per riuscire a impostarla su un tono indifferente.
Potter scosse la testa divertito dal comportamento del biondo. In questi mesi si era domandato come avesse potuto odiarlo così visceralmente e per così tanto tempo. Draco Malfoy , questa sua versione più 'umana', era estremamente piacevole. Poco importava se le sue frasi ,sempre pungenti , indisponevano la maggior parte delle persone. Personalmente ,Harry, le trovava oramai così dannatamente malfoyane- rise leggermente a pensare quella parola- che gli risultavano quasi divertenti. Insulti a parte, ovviamente.

Draco si diresse nei sotterranei e dopo essere entrato nella sala comune dei serpeverde , si diresse verso la sua stanza, felice che la McGranitt gli avesse permesso di usare la sua vecchia stanza da prefetto.
Appoggiò la borsa a terra e si diresse alla scrivania da cui prese carta e piuma. Iniziò a scrivere velocemente e in modo elegante a Blaise. Da quando aveva ricominciato la scuola si era sempre tenuto in contato con Blaise, Nott e Pansy. Una volta finito di scrivere appoggiò la penna e rilesse il messaggio. Anche questa volta non aveva minimamente accennato a quella strana tregua che si era instaurata tra lui e Potter.
Da un paio di mesi a questa parte ,Potter, gli stava appiccicato come un'ombra. Draco sapeva bene che il grifondoro voleva proteggerlo dai sui stessi compagni.
Storse la bocca.
Potter che lo aiutava. Lanciò uno sguardo alla porta chiusa della stanza. Con i suoi compagni di casata aveva instaurato un rapporto civile ma nessuno voleva stargli troppo vicino. Pensare che fino a due anni fa facevano a gara per sederglisi affianco.
Da quando era stato obbligato a ricevere il marchio la sua vita era stata una lenta e inarrestabile discesa verso gli inferi. Era arrogante e presuntuoso ma non cattivo realmente. Essere un mangiamorte l'aveva distrutto.
La maggior parte degli studenti l'avrebbe volentieri visto morto, alcuni ci avevano anche provato. Il suo pensiero volò a Goyle che giaceva ancora incosciente in un letto del San mungo.
Non aveva mai cercato di difendersi. Si era meritato tutto questo, sia per quello che aveva fatto sia per come si era comportato in tutti quegli anni di scuola. Chissenefrega se suo padre si sarebbe vergognato per come suo figlio – un Malfoy!- si stava facendo trattare. Non aveva più la forza di tornare ad indossare quella maschera perfetta e lucente che suo padre gli aveva costruito addosso. Era stanco e terrorizzato. Aveva una fottuta paura ogni volta che chiudeva gli occhi che una volta riaperti avrebbe scoperto che era stato tutto un sogno e lui era ancora intrappolato in quella morsa di paura e dolore.
Poi era entrato nella sua routine Harry Potter. Da quella sera in biblioteca gli era rimasto accanto.
L'aveva curato...si rigirò più volte quelle parole sulla lingua, abituandosi al loro suono.
Harry Potter l'aveva curato. Chiuse gli occhi lasciandosi andare sul letto. Sempre...aveva sempre desiderato che quello stupido moro si preoccupasse per lui. L'aveva stuzzicato e attaccato per anni solo per aver un suo sguardo. Era patetico. La sua ossessione per Potter era patetica. Tentare di ucciderlo era stata la cosa più atroce che avesse cercato di fare. Uccidere la persona che si am-
Draco scacciò quel pensiero. Non si era mai permesso di pensarlo. Non poteva, prima. Se Voldemort l'avesse scoperto l'avrebbe ucciso. Adesso, invece, non voleva pensarlo. Potter stava con lui solo per il suo dannato spirito da grifondoro.
Richiuse gli occhi cercando di scivolare tra le spire di Morfeo.
Il suo ultimo pensiero volò a Potter.

* * *


"Ahh! Mi è mancata Hogsmeade?"
Ron camminava contento per le strade innevate del paesello. Era il weekend prima dell'ultima settimana di scuola prima delle vacanze natalizie. I negozi di Hogsmead erano presi d'assalto dai ragazzi in cerca degli ultimi regali di natale. Zonko e Mielandia erano i più affollati.
"Guarda che fila!" ululò sconsolato Ron guardando la lunga fila che si protraeva fin fuori al negozio.
"Oramai siamo qui" fece Harry mettendosi in fila.
"Ma Hermione?"
Ron si guardò intorno alla ricerca della sua ragazza.
"E' con Ginny. Compere femminili"
"Chissà cosa ci compreranno!"
Harry non si sentì di condividere l'entusiasmo dell'amico. Ron ed Hermione erano molto affiatati, sembravano essere nati apposta per stare insieme. Erano molto diversi tra loro ma si completavano. Battibeccavano spesso ed Hermione era pungente con lui ma, dopo ogni litigio, erano sempre insieme quasi dimenticandosi di quello che era successo. Era proprio quello che manteneva vivo il loro rapporto. Si amavano, si scontravano per poi capire che il loro era amore vero.
Lui e Ginny invece...voleva bene alla piccola Weasley però non era sicuro che il loro fosse amore. Stare con Ginny era semplice , ma non c'era nessuna emozione totalizzante.
"Ancora due persone e poi siamo dentro" gioì Ron soffiandosi aria calda sulle mani per riscaldarle.
"Bene, si gela" disse Harry risvegliatosi dai suoi pensieri.
Mielandia era straordinaria come il solito. Tutte le pareti erano ricoperte da dolci di ogni forma e colore. Su una piccola mensola erano risposti dei piccoli oggetti. Un bagliore oro attirò l'attenzione del moro.
Il grifondoro si avvicinò alla parete , gli occhi fissi su delle piccole sfere d'oro. Piccoli boccini d'oro erano legati con un fiocco di seta di colori diversi.
"Sono una novità di quest'anno. Sono belli vero?" disse gioviale l'anziano proprietario.
Harry sorrise.
"Sono dei veri boccini?" chiese titubante.
"Ma certo! Solo che hanno una particolarità: una volta slegati dal nastro si librano in aria solo di un metro e volano in un raggio 50 centimetri. Sono un po' degli antistress, servono per giochicchiarci"
Il grifondoro continuò a guardare rapito i boccini.
"Prendo questo" disse prendendo in mano un boccino dopo averli studiati per bene.
L'anziano mago sorrise compiaciuto.
"Harry! Eccoti, non ti avevo più visto. Cos'hai comprato?"
"Oh una stupidata, tu Ron?"
L'amico aprì il sacchetto che teneva in mano ed Harry poté vedere un infinità di dolci avvolti in colorate confezioni.
"Harry , Ron! Siamo qui!" Hermione si stava sbracciando per farsi vedere.
"Avete trovato qualcosa di bello?" chiese Ron.
Ginny e Hermione di scambiarono un'occhiata complice.
"Andiamo ai tre manici di scopa , dai" propose Ginny prendendo per mano Harry e dirigendosi verso il locale.
Come al solito il pub era pieno di gente e i quattro ragazzi fecero fatica a trovare un tavolo libero.
"Vado a ordinare quattro burrobirre" propose Harry, contento di avere un pretesto per allontanarsi dalle attenzioni di Ginny.
"Allora, cosa farai in queste vacanze?"
Lo sguardo di Hermione si scurì e il rosso capì di aver sbagliato.
"Niente, i miei genitori non si ricordano di me."
"Bene, vorrà dire che lo passeremo insieme. Sei ufficialmente invitata a passare il Natale da me"
La riccia si aprì in un sorriso radioso e abbracciò realmente intenerita Ron.
"E tu Harry? Ci sarai anche tu vero?" chiese Ginny vedendo che il moro stava tornando, facendo lievitare le quattro burrobirre.
"Dove?"
"A casa nostra per natale"
"Ah..."
Sinceramente non aveva nemmeno preso in considerazione di passare il natale alla Tana. Troppo cose erano successe negli ultimi mesi. Non era ancora pronto a vedere la famiglia riunita per festeggiare senza Fred. Non era ancora pronto a sentire i singhiozzi soffocati della signora Weasley, a reggere lo sguardo vuoto di George. Vedere Teddy e pensare che i suoi genitori non c'erano più. Fred, Tonks e Lupin...erano tutti morti per combattere la sua battaglia.
Aveva bisogno di stare un po' da solo, cosa che non gli capitava dall'inizio della guerra.
"Mi spiace ma non penso che verrò. Ringraziate vostra madre"
"Stai scherzando Harry?" chiese Ron.
"Perchè?"
Hermione stava in silenzio bevendo lentamente la calda bevanda.
"Vorrei rimanere un po' da solo. Mi spiace" si scusò mesto Harry.
Il rosso sospirò dando una pacca sulla schiena all'amico.
"Vorrà dire che quando tornerò ti farò un resoconto dettagliato di tutto quello che ti sarai perso" sorrise.
Ginny continuava a guardare il suo ragazzo senza capire.
"Ma Harry, potevamo stare assieme così"
"Direi di tornare ad Hogwarts. Si sta facendo tardi" fece Hermione alzandosi. Non aveva voglia di assistere a un litigio.
"Si hai ragione Herm."
Era tardi quando tornarono al castello e la stanchezza si faceva sentire. Senza fermarsi in sala comune i ragazzi si diressero ai propri dormitori.


Era lunedì mattina e stava per incominciare l'ultima settimana di scuola prima delle vacanze.
Come al solito la sveglia suonò e Harry scrollò Ron perché si svegliasse.
Si lavarono lentamente ancora profondamente intorpiditi.
"Harry – biascicò Ron – oggi pomeriggio ti va di allenarti un po' a Quidditch?"
il moro emise uno strano gemito.
"Mi spiace ma oggi mi vedo con Malfoy per studiare"
"Tu mi stai dando buca per Malfoy?" chiese oltraggiato.
"Lo sai che ho questo impegno"
"Ma insomma! Harry! Merlino, già è strano che tu passi del tempo con quello là , ma non ci posso credere che lo preferisci a me"
Harry alzò gli occhi al cielo.
"Non lo preferisco a te. E che ho già un impegno. Adesso muoviti che sennò arriviamo tardi" disse inforcandosi gli occhiali.
Appena furono vestiti uscirono dalla torre di grifondoro.
"Cos'ha Ron?" chiese Hermione notando che Ron camminava davanti a loro sbuffando.
"Nien-"
"Malfoy! Ecco cosa c'è!" sbottò Weasley voltandosi.
"Cos'ha fatto adesso?" il tono della riccia era esasperato ben sapendo che da mesi Malfoy non faceva una sola battuta su di loro.
"Harry lo preferisce a me"
La ragazza si portò una mano alla tempia, facendo un profondo respiro. Certo, amava Ron , ma alle volte gli faceva proprio saltare i nervi.
"Ron! Sai benissimo che non è così"
"Preferisce studiare con lui che allenarsi con me"
Il broncio del rosso era quasi comico da quanto era accentuato.
Hermione aggrottò le sopracciglia.
"Avevo già un impegno con Malfoy" disse Harry a mo' di spiegazione.


"Allora hai capito adesso zuccone?"
Harry fissava disperato una lunga lista di ingredienti di pozioni. Portò lo sguardo sconsolato sull'ampollina che conteneva un liquido di un frustrante color petrolio. Avrebbe dovuto essere di un brillante blu.
"Ok, non hai capito. Io ci rinuncio" esclamò Malfoy lasciando cadere teatralmente la penna.
"Cosa fai per le vacanze di Natale?"
Draco alzò un sopracciglio.
"Cosa c'entra con la pozione?"
"Nulla. Non ho più voglia di fare questa stupida pozione!" fece Harry stizzito per non essere riuscita a farla.
"Non è una stupida pozione solo perché tu non sei in grado di farla. Comunque tornerò a casa domani, prima dell'inizio ufficiale delle vacanze"
Il moro annuì.
"Io starò qua. Ho bisogno di tranquillità."
"Non mi sembra di avertelo chiesto"
"Devi sempre essere così acido Malfoy?" chiese infastidito dal comportamento poco conciliante del serpeverde.
"Devi girare in senso orario per tre volte e aggiungere mandragola essiccata"
Harry represse un sorriso. Stando con Malfoy aveva notato particolari del suo carattere che prima non capiva . Quello era esattamente un tipico modo in perfetto stile Malfoy per scusarsi del suo comportamento.
Notando il sorriso malcelato del moro , Draco, si sentì arrossire capendo che Potter aveva intuito cosa si celava dietro alle sue parole.
"Ah! È tardi. Devo andare da Ron."
Il grifondoro scattò in piedi.
"Allora... - guardò Malfoy ancora compostamente seduto – ci vediamo dopo le vacanze?" chiese incerto. Non sapeva perché ma l'idea che non l'avrebbe rivisto per quasi tre settimane gli faceva venire l'amaro in bocca.
Draco sostenne lo sguardo smeraldino.
"Esatto"
Forse se l'era solo immaginato ma gli era sembrato che la voce del biondo avesse una nota triste.
"Allora...aspettami un attimo qui per favore" Harry si affrettò a uscire dalla biblioteca.
Malfoy piegò la testa di lato confuso.
Dove diavolo era andato?
Lo sguardo della serpe cadde sulla borsa abbandonata di Potter. Passò una mano affusolata sulla stoffa leggermente ruvida.
"Eccomi!"
Harry si avvicinò al tavolo e prese la sua borsa, allontanandosi di nuovo .
"Tieni" disse lanciando qualcosa a Malfoy.
Draco prese al volo il piccolo oggetto incartato che il moro gli aveva lanciato.
"Bhe, Buon Natale Malfoy" biascicò leggermente rosso in viso Harry. Si sentiva un idiota a fare un regalo a Malfoy.
Se si fosse preso la briga di guardare Draco in faccia avrebbe potuto vedere una sincera espressione stupita sul suo volto. Se si fosse fermato ad osservare Malfoy scartare il regalo avrebbe visto le sue guance tingersi di rosso e sorridere. Un vero sorriso.
Il biondo si rigirò tra le mani il piccolo boccino d'oro legato un un leggero nastro verde bottiglia.
Draco strinse tra le dita quel piccolo regalo sentendo un violento calore al petto. Si portò una mano alla bocca , come a voler soffocare l'emozione.
Guardò il boccino.
Quello era decisamente il regalo più bello che avesse mai ricevuto.

ecco il seguito! ringranzio tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui....ora nn ho tempo çAç ma la prossima volta vorrei ringraziare uno per uno! alla prossima!!!

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Capitolo 4
*** Buona Natale, Harry ***


"


"Sei proprio sicuro di non voler venire con noi?" Ron fece un ultimo tentativo per convincere l'amico a passare il Natale con loro.
"Ti ringrazio ma, veramente, starò bene qui"
Hermione lo abbracciò forte.
"Non sentirti troppo solo Harry" gli bisbigliò all'orecchio per poi spostarsi e uscire ,assieme a Ron e Ginny, dalla sala comune.
Finalmente solo Harry ritornò nella sala comune deserta. Con piacere constatò che tutti erano tornati a casa per le vacanze. Il castello stranamente vuoto non gli metteva tristezza ma un senso di profonda pace.
Tirò fuori l'enorme libro sul Quidditch e incominciò a sfogliare con attenzione la pagine, riscaldato dal fuoco che scoppiettava nel camino.
Senza accorgersene scivolò in un sonno senza sogni.
Quando il mattino dopo si svegliò ci mise qualche secondo prima di ricordarsi che le vacanze erano incominciate e che quindi non c'erano lezioni. Di buon umore si diresse in sala grande per fare colazione.
I quattro grandi tavoli erano pressoché deserti. Tutti i grifondoro e i tassorosso erano tutti tornati a casa. Solo a serpeverde e corvonero c'erano ancora pochi studenti.
Quando fece il suo ingresso nella sala e si diresse verso il suo tavolo, i corvonero lo salutarono con un sorriso e lo invitarono a unirsi a loro. Harry scosse la testa e rifiutò gentilmente. Prese posto al suo tavolo e iniziò a servirsi di succo di zucca e budino alla vaniglia.


Non faceva molto freddo per cui i primi giorni Harry si azzardò ad avventurarsi fino alla capanna di Hagrid.
Il mezzo gigante stava trafficando con delle pentole.
"Ciao Hagrid, cosa stai facendo?"
"Oh Harry. Buon giorno. Mi ci sto impegnando per cucinare"
Thor corse a farsi accarezzare dal ragazzo. Il moro iniziò a coccolare l'enorme cane guardando diffidente la strana poltiglia che stava bollendo nella pentola.
"Ehm, come mai?"
"Domani, per Natale, madama Maxime mi ha invitato da lei. E io le c'ho detto che l'avrei preparato io la cena. Ma non mi sta venendo granchè bene" sospirò sconsolato l'uomo mentre continuava a spadellare quello che Harry riconobbe come un triste tentativo di pollo arrosto.
"Se vuoi ti posso dare io una mano"
Hagrid spalancò gli occhi marroni aprendosi in un sorrisone.
"Oh Harry! Grazie. Sai non posso farci brutta figura" disse arrossendo.
Il grifondoro sorrise di rimando avvicinandosi anche lui ai fornelli.
"Allora, Hagrid, cosa vuoi preparare?"
Tre ore dopo Harry strisciò verso il castello, completamente sfinito. Cucinare con Hagrid era stata l'esperienza più stancante che avesse mai fatto. Aveva cucinato quel dannato pollo per ben tre volte. Una l'aveva bruciato, la seconda era finito in bocca a Thor e finalmente al terzo tentativo ce l'aveva fatta. La parte più complicata era stata però il soufflé.
Gemette al solo pensiero.
Si buttò sul letto intenzionato a dormire per dodici ore filate.
L'indomani sarebbe stato Natale.
Distrattamente si chiese se i suoi regali fossero
arrivati alla tana. Aveva comprato una borsa di perline , come quella che era andata distrutta, ad Hermione. A Ron aveva preso una scopa nuova, gli era costata una piccola fortuna ma ne sarebbe valsa la pena per vedere il viso dell'amico illuminarsi di gioia. Aveva mandato dei regali a Neville, Luna , Dean ,George e ai signori Weasley.
Sospirò chiudendo gli occhi.

* * *


Avrebbe voluto dormire più a lungo ma un fastidioso stridio l'obbligò ad aprire gli occhi. Prese di malavoglia gli occhiali indossandoli e cercò la fonte del rumore. Individuò quasi subito un bellissimo gufo che picchiettava con le unghie sulla finestra. Un po' seccato e un po' rassegnato si diresse alla finestra aprendola. Un vento gelido gli fece arrossare le guance e un po' di neve gli finì sui cappelli. Il gufo depositò un rotolo di pergamena e poi volò via.
Il ragazzo prese il messaggio e lo srotolò.

A Harry Potter,
le auguriamo di passare un piacevole Natale.
Cordiali saluti
Il Ministero della Magia.

Il grifondoro si passò due dita sulle tempie cercando di frenare il nervosismo che si stava facendo largo in lui. Il Ministero che gli aveva sempre dato contro ora gli faceva gli auguri di Natale e sceglieva proprio le 8 del mattino per spedirgliele. Lanciò un occhiata astiosa alla sveglia sul comodino che segnava beffarda le 8.03
Si guardò in torno e solo allora individuò tanti pacchettini posti disordinatamente intorno al suo letto.
Allungò la mano e afferrò quello più vicino a lui, sentendo crescere dentro di lui una sensazione di calore che provava ogni volta che qualcuno gli faceva un regalo. Era di Ron. Aprì velocemente la scatola e vi trovò dentro un album di foto. Lo aprì iniziando a sfogliarlo lentamente. C'erano foto fatte anche durante il primo anno di scuola, alla tana, a Hogsmeade. Erano foto di loro assieme, in tutte sorridevano.
Harry sentì una morsa al cuore vedendo una foto di lui, Ron ,Hermione che accarezzavano un enorme cane nero. Sirius.
Accarezzò la foto grato a Ron di quel meraviglioso regalo.
Un rumore riportò la sua attenzione sui regali. Da un 'enorme pacco proveniva come un fruscio.
Rincuorato che era da parte di Hermione e non di Hagrid, aprì meno guardingo il pacco. Un'ondata di aria lo travolse. Sbattè più volte le palpebre.
Una bellissima civetta bianca e nera muoveva stizzita le ali. Harry avvicinò rapito la mano alla gabbia. Svelto l'animale gli becco un dito.
"Ahi!" si postò il dito ferito alle labbra. Anche Edvige lo beccava.
Aprì la gabbia e la civetta iniziò a volare per tutta la stanza per qualche minuto. Poi si fermò sul letto di Harry, fissando il ragazzo. Spalancò ancora le ali e con un breve volo finì appollaiata sulla spalla del moro.
Harry prese ad accarezzarla lentamente. Edvige gli mancava da morire.
Per tutta la mattinata spacchettò regali. La signora Weasley gli aveva fatto il solito maglione , Hagrid gli aveva regalato un set per la manutenzione della bacchetta e Ginny gli aveva preso un libro.
Ripose l'animale nella gabbia e stette a osservarlo.
"Ti chiamerò...- si passò una mano tra i capelli pensieroso – ehm....Evy!"
Soddisfatto di aver trovato il nome uscì dalla torre per andare a pranzo.
Appena mise piede nella sala grande la voce della McGranitt lo richiamò.
"Potter!"
"Professoressa"
Non riusciva a comprendere per quale ragione la preside sembrasse
arrabbiata.
"Venga con me" senza aspettare risposta si diresse veloce verso il suo ufficio.
Harry seguì la direttrice domandandosi cosa mai potesse aver combinato , il giorno di Natale, praticamente solo nel castello e con un inizio di raffreddore.
La direttrice si era fermata ai Gargoyle guardiani.
"Gatto tigrato" la porta si aprì e Harry fu travolto da migliaia di pacchetti di mille colori.

"Ma cosa..."
"E' esattamente quello che vorrei sapere io!"
Il salvatore del mondo magico si fece largo tra i pacchettini notando con sommo orrore che erano tutti indirizzati a lui.
"Come mai sono arrivati qui?"
"I suoi ammiratori, non sapendo il suo indirizzo ,li hanno spediti alla scuola"
Harry non trattenne un gemito alla vista di un piccolo gufetto grigio che lasciava cadere l'ennesimo pacchetto.
"Vedo che è rimasto senza parole. Se la cosa la può far star meglio, sono tutti dolci"
Il moro alzò un sopracciglio in una muta domanda.
"Abbiamo controllato ogni singolo – fece una smorfia – pacco per essere sicuri che non volessero vendicarsi di lei per aver ucciso Voldemort. Alcuni mangiamorte non si sono ancora arresi."
"Ah...oh"
"Interessante signor Potter"
Harry arrossì al tono della professoressa. Era veramente seccata da tutta quella storia.
"Non li voglio...le spiace farli avere ad Hagrid e Grop? Loro gradiranno" disse con un sorriso.
Ma la McGranitt assottigliò li occhi.
"Non fa nulla, ci penso io!" si affrettò a correggersi il moro.
Con un veloce movimento della bacchetta fece sparire tutti i regali. La donna sospirò soddisfatta.
"Grazie. Ora può andare a tornare. Buon Natale Harry" disse modulando la voce su un tono più dolce.
"Buon Natale anche a lei"


Forse non era stata una buona idea uscire dal castello. L'aria era gelida e la neve aveva da poco smesso di cadere. Nemmeno l'orario era dei più consigliati.
Si sedette sulle rive del lago nero sfregandosi le mani per cercare di scaldarle. Si annotò mentalmente di comprarsi dei guanti e qualcosa per tenersi caldo.
La vista del lago ghiacciato e ricoperto di neve gli mozzò il respiro. Anche se erano anni che vedeva
lo stesso paesaggio ogni volta rimaneva colpito dalla sua bellezza.
Gli alberi spogli erano innevati e si sentiva solo il rumore del vento.
Alzò lo sguardo verso il cielo plumbeo facendolo vagare pigro. Finchè non individuò un piccolo puntino nero che man mano che si avvicinava diventava sempre più grande. Perplesso sforzò lo sguardo per capire cosa fosse, in mano teneva già stretta la bacchetta.
Un' enorme gufo con uno splendido piumaggio nero e avorio, planò elegante sulle acque ghiacciate del lago. Si fermò davanti ad Harry e gli tese la zampa.
Confuso il ragazzo sciolse il pacchetto che il gufo gli porgeva. L'animale emise un verso di ringraziamento e si elevò in volo.
Harry si rigirò il pacchetto finchè non trovò un biglietto.

Sono sicuro che starai vagando come un idiota vestito troppo leggero. Chissà che notizia: Harry Potter, l'eroe, dipartito per colpa di una broncopolmonite.
Terrei l'articolo per
rallegrarmi nei momenti di sconforto.
D.M.

Il grifondoro arricciò il naso per quel messaggio che di spirito natalizio conteneva ben poco.
Una folata di vento lo fece rabbrividire.
Detestava doverlo ammettere ma Malfoy ci aveva preso in pieno questa volta. Stava gelando.
Aprì il pacco titubante. Infondo si trattava sempre di un serpeverde.
Stracciò la carta tirando fuori quella che sembrava una sciarpa verde. Appena la prese in mano la sciarpa vibrò e prese vita proprio andando ad arrotolarsi intorno al collo di Harry. Delicatamente.
Potter portò una mano al collo sfiorando con le dita la morbidissima stoffa.
Non poteva crederci che Malfoy gli avesse fatto un regalo, sopratutto uno così bello.
Riprese in mano il biglietto rileggendolo. Stavolta sorrise. Allora non voleva vederlo morto.
Ora sentiva un piacevole tepore farsi strada in lui e il merito non era della sciarpa.
Tornò a guardare il lago mentre gli ritornavano alla mente piccoli frammenti di ricordi.

"Perchè mi aiuti? Aiutare un mangiamorte non ti farà sentire realizzato San Potter"
"Smettila"
"Smettila tu! Apri gli occhi. Anche se mi difendi non cambia nulla. Non è sedendoti affianco a me a lezione che cambierai quello che ho fatto"
"Ma tu non volevi"
"Ho torturato, imprigionato..."
"Ma non hai ucciso nessuno! Sei stato obbligato"
"Non ho più intenzione di sopportarti ,sfregiato, torna dai tuoi amici"
"Ci vediamo domani Malfoy"


"
Ti hanno infastidito di nuovo?"
"Finiscila di fare mamma chioccia ,Potter, mi so difendere da solo"
"Ok, furetto, scusami se mi preoccupo"
"Tu ti preoccupi per me?"
Harry si sentì a disagio per il tono usato da Malfoy.
"Sei un mio compagno"
"Per sette anni non lo sono stato"
"Vuoi proprio renderti insopportabile, eh Malfoy?"
" E tu come al solito dimostri una coerenza impeccabile"


Harry si strinse ancora di più nella sciarpa. In quei due mesi avevano battibeccato quasi ogni giorno.
Non erano li stessi scontri verbali che avevano avuto in tutti quegli anni. Le frasi di Malfoy erano prive del solito astio, pungevano ma non ferivano.
Gli mancava. Gli costava anche solo pensarlo ma Malfoy gli mancava.
Era una sensazione strana. Aveva fatto a meno della sua presenza per anni e adesso, tempo di un paio di mesi gli mancava.
Si morse un labbro.
Non era vero. Era da quando aveva undici anni che il biondo serpeverde era una – fastidiosa – costante nella sua vita.
Si alzò da terra scrollandosi di dosso la neve.
Ancora una settimana e l'avrebbe rivisto.


Seduto sul grande letto a baldacchino , Draco Malfoy, continuava a giocare col boccino. Lo sguardo fisso fuori dalla finestra. Il cielo grigio ben si intonava ai suoi occhi.
Un grande gufo si posò sulla finestra. Draco si affrettò ad aprire.
"Bravo Luya" disse accarezzando il petto dell'animale. L'anello a forma di serpente che portava al dito luccicò.
Chissà se aveva fatto bene a fare quel regalo a Potter.
Rimirò il boccino che svolazzava davanti al suo viso.
Tra una settimana sarebbe tornato a Hogswart.

* * *


"Harry!"
"Ron , Hermione!" il ragazzo si precipitò ai cancelli per accogliere i suoi amici.
"Ci sei mancato"
"Anche voi mi siete mancati , ragazzi" Harry si sentì un bugiardo mentre gli strinse in un abbraccio. Li aveva pensati ma non gli erano mancati, era stato ben contento di rimanere solo.
"Ron ti ringrazio per il regalo, è stata un'idea bellissima – Ron arrossì a quelle parole così calorose – anche tu Herm, grazie. Evy è stupenda"
La ragazza guardò soddisfatta l'amico.
"Grazie a te per quella scopa! Ti sarà costata un casino. E' fantastica!" esclamò con un enorme sorriso Ron.
"Anche la borsetta. Sai bene quanto ci tenevo. Oh, Harry. Ti sei comprato una sciarpa ,che bella!"
Hermione andò a toccare la sciarpa saggiandone la morbidezza.
"Ehm – si portò una mano dietro la nuca , toccandosi a disagio i capelli – me l'ha regalata Malfoy"
La mano della ragazza si immobilizzò.
"Cosa?!" esplose Ron
"Penso che l'abbia fatto per ricambiare il mio regalo" disse Harry cercando di salvare la situazione.
Solo quando vide gli occhi di Ron spalancarsi all'inverosimile capì che l'aveva solo peggiorata.
"Gli hai fatto un regalo?! Ma ti sei bevuto completamente il cervello?"
"Ma è veramente bella, Ron, guarda" fece il moro togliendosi la sciarpa e porgendogliela.
Il rosso rimase immobile. Alzando gli occhi al cielo Hermione prese la sciarpa in mano. Subito vibrò e andò ad avvolgersi al collo della ragazza che emise un 'oh' stupito.
"Non sapevo che Malfoy conoscesse certi incantesimi" si stupì la grifondoro srotolandosi l'indumento magico.
"Cosa vuoi dire?"
"Bhe, non pensavo che sapesse incantare una sciarpa. Non pensavo che si fosse dato pena per imparare certi incantesimi"
"Vuoi dire che l'ha incantata lui?" chiese spalancando gli occhi verdi il moro.
"Bhe ovvio. Non vedi che non c'è nessuna etichetta? E poi non vendono certe cose che io sappia."
"Vedi?! Ora si spiega. Voleva che ti strozzasse!"
Harry non sentì nemmeno le parole dell'amico troppo preso ad assimilare la parole di Hermione.
"Ah, Harry, Ginny arriverà più tardi"
"Ah, ok"
Solo in quel momento il moro si accorse che la piccola Ginny non c'era. Non poteva andare avanti così. Doveva mettere fine a quella loro strana storia.
Riguardò la sciarpa e uno stupido pensiero gli si formulò nella testa. Arrossì scuotendo lievemente la testa.
No! Non c'entrava assolutamente Draco Malfoy!








Ciao a tutti! Ecco il 4 capitolo.

Volevo spendere due parole di numero sulla storia^^ è stata un parto!! muovere ron, hermione ed harry è stata una delle cose più difficili...anche perchè nella mia mente bacata, harry e draco si amano, quindi mi sembra naturale che si pensino con affetto a vicenda *^* ahimè le mie sono solo – mica tanto solo ù.ù – fisse da yaoista incallita quindi mi tocca farli innamorare (anche se lo so già, sotto sotto sotto sotto sotto... xD) spero di essere risscita fin'ora a mantenerli IC!!. un'ultima cosa, visto che se pubblico un capitolo alla settimana ci vorrebbero altre 6 settimane prima di finirla..quindi , anche i base a come preferite e se riesco a trovare il tmepo, pensavo di pubblicare anche un capitolo tipo il mercoledì. Fatemi sapere^^

finalmente sono riuscita a ritagliarmi un po' di tempio e posso rispondere tranquillamente alle recensioni e ringraziare anche chi l'ha solo letta.

-mrsdarcy: prima di tutto permettimi un :' oooohh*^*' per il tuo nick. Mr Darcy <3 quanto mi è piaciuto quel libro! ...ok, contegno. Grazie mille per le tue recensioni. Sai io adoro il carattere di Draco, anche con tutte le sue pecche, i suoi sbagli, adoro il suo smisurato orgoglio ,il suo sentirsi superiore a tutti. E benchè io pensi che il suo vero io sia egocentrico e ,comunque , infondo a modo suo dolce , adoro anche il suo alto più serpeverde. Harry, essendo anche lui un serpeverde in parte, non può non amare il suo atteggiamento ù.ù spero che questo capitolo di possa piacere^^.

-Nossettina: ahaah draco con il morbillo sarebbe assurdo!! secondo me schianterebbe chiunque provasse ad entrare nella sua stanza! O si butterebbe giù dalla finestra piuttosto che farsi vedere pieno di puntini rossi dal suo adorato harry XD ahahhaah che scena spassosa immagina un draco volante dalla torre che esclama: non mi vedrai maiiii maiiiiiii! XD

okok mi riprendo: grazie sinceramente per i tuoi commenti, sono contentissima che ti piaccia e che pensi che la piattola sia inutile. Per l'amor del cielo, ginny ama seriamente harry ma non penso che il sentimento di harry sia mai stato amore ù.ù

-LilyChan: penso che i weasley non riuscirebbero mai ad accettare realmente draco con harry, però per il bene del loro beniamino lo sopporterebbero! Mi auguro che la storia continui a soddisfarti^^

-draco potter : allora, prima di tutto: complimenti per il nik ù.ù è cosa buona giusta! Ecco postato il seguito! Devo dire che sono affezionata a questa storia poiché io gli adoro loro due (da soli sono fantastici ma insieme sono perfetti!) e mi fa piacerissimo – non esiste la aprola ma passamela XD- che piaccia anche a te! Ho letto talmente tante drarry che non potevo non scriverne una!

-MarchesaVanzetta: grazie per la recensione^^ spero che continuerai a leggerla e che ti piaccia!!

spero che le cose nonsi stiano evolvendo un po' lentamente ma abbi pazienza :)

-StrixOfNebula: sono contenta che tu abbia voluto leggere la mia storia e che ti sia piaciuta! La fine reale di harry potter devo dire che mi ha un po' delusa. E non riuscivo proprio a essere soddisfatta di quel buco nero che erano i 19 anni...mi sono detta: io amo le drarry, in 19 anni succede di tutto devilsmile. Ho cercato di creare una situazione verosimile per fare in modo che loro due stiano assieme e , nella fine, ho tenuto conto anche del * si censura*. Vabbè lo scoprirai nell'epilogo ùù

per gli errori di grammatica mi scuso * va a cercare con un'accetta shieru* a parte gli scherzi, una volta postata tutta , mancano 6 capitoli in totale, la rileggerò e correggerò tutto.

-Isilya: *^* grazie per il tuo commento^^ mi ha fatto molto piacere! Sono contenta che ti siano risultati IC! Hai visto? Il nostro serpeverde dal cuore di ghiaccio ha ricambiato e harry ne è rimasto tutt'altro che indifferente :) spero che continuerai a seguirmi^^

-SHIERU: è quasi superfluo che ti ringrazi. Lo sai benissimo che senza di te questa fic non sarebbe nemmeno stata pubblicata. Il maggior merito che le va attribuito è però quello di sopportarmi tutti i giorni e sorbirsi tutte le miei idee strampalate su nuove fic! Ti ringrazio nuovamente epr aver dato una controllata a tutti i capitoli * anche se hai lasciato degli errori tzè* ...noo, lo sia che ti voglio bene *^* ti sono davvero grata che gli hai ricontrollati! Te lo scrivo qua: le tue drarry mi piacciono tanto!! quindi muoviti a scrivere la long -.-

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Capitolo 5
*** infermeria ***


Harry fu svegliato dal familiare russare di Ron. Sbattè le palpebre un paio di volte prima di tirarsi le coperte fin sopra la testa e tornare testardamente a dormire.
Un lungo stridio fece balzare in piedi i due ragazzi.
"Ma cosa...?" chiese Ron confuso.
"Quel maledetto uccellaccio! Hermione non ci sa proprio fare con la scelta di animali!" sbraitò il rosso, memore di Grattastichi.
Harry guardò l'amico prendere a pugni il cuscino prima di abbracciarlo disperato. Con un sospiro si alzò dal letto dirigendosi in bagno.


"Hermione, per piacere, non regalare mai più animali!"
La ragazza posò il muffin che stava mangiando.
"Senti un po',a Harry piace. E poi vi ha fatto solo un favore"
"Un favore?! Ci stava per far venire un infarto, vero Harry?"
Ma il moro era troppo impegnato a sondare il tavolo dei serpeverde. Inoltre aveva imparato a sue spese che non era saggio intervenire nei loro battibecchi.
"Harry! Mi stai ascoltando?"
Potter si risvegliò dai suoi pensieri e arrossendo annuì a Ron.
Non aveva sentito una sola parola di quello che i suoi migliori amici stavano dicendo. Era da quando aveva messo piede nella sala grande che cercava di incrociare lo sguardo di Malfoy. Voleva assolutamente ringraziarlo per il regalo ma il biondo sembrava ben deciso a non incrociare il suo sguardo.
"Non vi sembra che Malfoy mi stia evitando?" non riuscì a far a meno di chiedere.
Hermione alzò graziosamente un sopracciglio.
"A me sembra che stia solamente facendo colazione"
"Non ha guardato dalla mia parte nemmeno un secondo!"
"Non ha motivo di guardare dalla tua parte. E nemmeno tu." lo rimbeccò spiccia.
Harry provò il forte impulso di alzare gli occhi al cielo.
"Volevo solo ringraziarlo"
"Lo potrai fare a pozioni. Abbiamo due ore stamattina."
Il moro rimase in silenzio. Due ore di pozioni. Tutto d'un tratto non fu più così ansioso di ringraziarlo.
"Che palle! Dobbiamo cominciare proprio con pozioni?"
La voce di Ron era disperata e nemmeno Hermione seppe cosa ribattere.


I sotterranei erano freddi ma perfettamente rimessi a nuovo dopo che la scuola era stata mezza distrutta dai mangiamorte.
Entrarono a passo mesto nell'aula e presero posto infondo. Harry notò una testa dai capelli biondissimi, quasi tendenti all'argento in prima fila.
"Oh eccovi! Spero che tu abbia passato delle buone vacanze ,Potter" chiese tutto compiaciuto Lumacorno sfregandosi le mani grassocce.
Harry sentì un brivido di disgusto percorrergli la schiena.
"Si grazie professore"
Odiava il trattamento di favore che il professore teneva con lui. Per un momento gli tornò alla memoria il comportamento di Piton.
Al ricordo però del vecchio professore il cuore di Harry si strinse. Rivide il volto cereo e privo di vita di Severus Piton , i suoi occhi neri privi di espressione. Sentì un moto che, benchè non fosse affetto, andava molto vicino alla stima, per quell'uomo che aveva messo a repentaglio la sua vita per salvarlo. Salvare lui e Draco, si corresse ricordandosi l'uccisione di Silente.
"Bene ragazzi. Oggi faremo una pozione facile, facile. - prese un ampollina con un liquido violaceo dentro e l'alzò per farla vedere meglio agli studenti – si chiama Cereas"
La mano di Hermione scattò verso l'alto.
"A cosa serve professore?"
"E' una pozione illusoria, chi la bene riesce a rivivere perfettamente un momento della sua vita. Il bello è che uno può decidere di rivivere un determinato giorno della sua vita benchè non si ricordi nulla." il sorriso di Lumacorno era luminoso.
Dalla classe si elevò un 'ohh' generale. Tutti sembravano impazienti di farla. Anche Harry dovette ammettere che era una pozione fantastica.
Con un po' più di voglia si mise a mischiare gli ingredienti che il professore aveva scritto alla lavagna.
Stava aggiungendo delle code di rospo tritate quando lo sguardo gli cadde per l'ennesima volta su Malfoy.
Basta. Doveva ringraziarlo subito e togliersi il pensiero dalla mente, altrimenti non sarebbe mai stato in grado di concentrarsi sulla pozione.
Osservò per un po' il nulla pensando a come fare. Come un flash gli venne in mente che, durante il questo anno, Malfoy gli aveva mandato un uccello di carta con un messaggio. Storse la bocca la pensiero. Il messaggio era tutto tranne che gentile.
Prese veloce un pezzo di pergamena e ci scarabocchio su un:

Grazie per la sciarpa Malfoy. H.P.

Osservò il messaggio spiccio e decise che era perfetto. Non aveva motivo di sprecarsi in sproloqui, ringraziare Malfoy era già abbastanza destabilizzante per la sua psiche e non aveva per nulla voglia di scervellarsi per trovare frasi carine.
Alzò la bacchetta e incantò il foglio. La pergamena vibrò e si accartocciò formando un piccolo uccellino.
Soddisfatto Harry prese in mano l'origami.
"Malfoy" lo chiamò a voce bassa.
Il serpeverde si girò.
Il moro postò le mani all'altezza della bocca e ci soffiò sopra. Si sentì un idiota ma non ci diede peso.
L'uccellino di carta prese a volare. Ma dopo i primi istanti iniziò a barcollare e prese a fare un volo instabile. Atterrò sul banco di Malfoy senza grazia alcuna. Il biondo alzò un sopracciglio all'indirizzo di Potter.
Harry si sentì andare a fuoco per la magra figura che aveva fatto. Dannazione! Quando l'aveva fatto Malfoy era apparso come un gesto elegante mentre lui aveva fatto la figura del deficiente.
Draco prese l'uccellino che emise un ultimo sussulto, giusto per finire di umiliare il suo mittente, e poi si aprì permettendo al ragazzo di leggere il messaggio. Richiuse il biglietto e lo mise in tasca continuando a dedicarsi alla sua pozione come se non fosse successo nulla.
Harry guardò risentito il sepreverde mescolare il liquido viola nel suo calderone.
"Vedi? È il solito stronzo Malfoy" gli sussurrò Ron facendolo infuriare ancora di più.
Assottigliò gli occhi verdi rimangiandosi all'istante tutto quello che di positivo aveva pensato di Malfoy in quei mesi. Con un moto di stizza gli tornò alla mente che gli era anche mancato quello -guardò Ron- stronzo di un Malfoy.
Le due ore passarono lentamente e l'umore del ragazzo che era sopravvissuto non era migliorato.
Con gesti bruschi prese a mettere a posto il suo calderone, pulendolo con un colpo di bacchetta.
Draco finì di sistemare prima di tutti e con passo elegante si diresse fuori dall'aula.
Quando passò davanti a Potter, prima di superarlo, sussurrò piano:
"Grazie a te"
Harry rimase chinato sul suo zaino, sorpreso. Aveva sentito bene?
Alzò la testa per accertarsene ma Malfoy era già uscito dall'aula. Un sorriso stupido gli si andò a formare sulle labbra prima che lui riuscisse ad impedirlo.

* * *


La sala grande era tornata priva dei classici addobbi natalizi. Al tavolo dei professori la McGranitt stava discutendo piuttosto animatamente con madama Chips.
"Poppy, non so cosa fare per mantenere l'ordine" disse spazientita la preside guardando con apprensione un corvonero prendere a spintoni un serpeverde.
"Ah Minerva, io oramai mi sono arresa. Mi chiedo solo quando l'odio e il rancore spariranno"
La McGranitt guardò triste la sala. I suoi occhi vigili scrutavano ogni singolo studente.
"Ho paura che non sparirà mai Poppy – i suoi occhi verdi si fermarono su Harry Potter – però io nutro ancora delle speranze"
Ignaro che la preside lo stesse osservando, Harry, mangiava tranquillamente il suo pranzo scherzando con i suoi amici e i suoi nuovi compagni.
Ginny era seduta poco distante, ma sembrava poco interessata al cibo.
"Harry per caso hai già letto il libro che ti ho regalato?" chiese mentre con la forchetta giochicchiava con il pollo fritto.
"No mi spiace, non ho avuto ancora tempo" le sorrise notando, con un certo dispiacere, quanto il fermaglio che le aveva regalato, stesse male con i suoi capelli. Sentì un moto d'affetto per Ginny che indossava con disinvoltura un bel fermaglio di colore rosa e viola.
La ragazza gli sorrise di rimando e continuò a mangiare.
"Harry, spicciati, altrimenti arriveremo in ritardo per la lezione del professore Ruf"
"Oh Hermione, datti una calmata. Manca ancora tanto, fallo mangiare in pace!" intervenne Ron.
Harry si era già girato per ringraziarlo ma vide che stava baciando Hermione. Spostò lo sguardo imbarazzato.


Un quarto d'ora dopo i tre ragazzi stavano correndo per i corridoi di Hogwarts. Hermione aveva un 'espressione omicida sul bel volto.
"Ve l'avevo detto!"
"Scusaci Herm"
Quando entrarono in aula la lezione era già incominciata da dieci minuti e il professore tolse 10 punti a testa. Con un espressione rabbiosa Hermione prese posto a sedere mentre Ron, titubante , gli si sedette affianco. Harry si sedette vicino all'amica, lanciandole delle occhiate.
Troppo concentrato a sondare le reazioni di Hermione, il moro non sia accorse subito della mancanza di Malfoy.
Stupito ridiede uno sguardo all'aula, quando non individuò nessuna chioma bionda si preoccupò.
"Ehi! - richiamò piano l'attenzione di un serpeverde del settimo anno – hai idea di dove sia Malfoy?"
il ragazzo lo guardò un attimo smarrito – Harry Potter gli stava parlando! - per poi rispondere in tono sicuro:
"E' in infermeria"
Il grifondoro si morse internamente una guancia. Meno male che doveva proteggerlo...
"Cos'è successo?"
Stavolta il serpeverde rispose bruscamente.
"Sarà stato lo scherzo di qualcuno" disse per poi girarsi esternando palesemente la sua intenzione di porre fine alla breve chiacchierata.
"Non ci pensare nemmeno" soffiò fuori Ron.
Harry lo guardò perplesso.
"Provare a far cosa?"
"Ad andarlo a trovare, oggi hai TUTTA la giornata impegnata"
Si passò distrattamente una mano nei capelli.
"Non avevo intenzione di andare da lui. Figurati"
Ron sembrò sondargli la mente. Per un attimo Potter pensò che stesse usando occlumanzia.
"Meglio così" disse in fine il rosso, migliorando notevolmente l'umore.
Hermione, invece, non accennava ad abbandonare il broncio.


La giornata era tutt'altro che volata. Ron l'aveva tenuto realmente impegnato tutto il santo giorno. Si era messo pure in testa di voler fare tutti i compiti dell'intera settimana.
"Hermione, non sarai ancora arrabbiata con noi spero"
La riccia fulminò Ron con lo sguardo. Harry era troppo esausto per intervenire in aiuto dell'amico. Giaceva in stato semicomatoso sul divano della sala comune dei grifondoro.
"Perché mai dovrei essere arrabbiata con voi? Avete solo fatto perdere 30 punti a grifondoro, perdere dieci minuti di una lezione importantissima e fatto fare una pessima figura con il professore!" sembrava che sibilasse da quanto veleno aveva intriso le parole.
Ron lanciò uno sguardo d'aiuto al moro, sguardo prontamente ignorato. Sconsolato si alzò e andò a sedere affianco alla sua ragazza, iniziando a parlarle piano.
Dieci minuti la voce sollevata di Ron raggiunse le orecchie stanche di Harry.
"Noi usciamo a fare due passi"
Potter li guardò. Hermione era lievemente arrossita e l'espressione incollerita era solo un ricordo.
"Ok, io vado a letto." sorrise facendogli un cenno con la mano e dirigendosi verso il dormitorio.
Raggiunse il letto a baldacchino ma non vi si sdraiò. Al posto di spogliarsi prese dal baule il mantello dell'invisibilità.
Tirò le tende del baldacchino, chiudendole con la magia.
Si guardò intorno e notò con sollievo che tutti stavano dormendo.
Uscì dalla torre e indossò il mantello.
Con passo svelto e rabbrividendo per il freddo raggiunse l'infermeria.
La porta era chiusa a chiave. Prese la bacchetta e la puntò sulla serratura.
"Alohomora"
La porta si aprì con un lieve cigolio. Cercando di spalancarla il meno possibile, Harry si infilò nella stanza.
Una fila di letti candidi e ordinati erano posizionati contro le pareti. Fece scorrere gli occhi smeraldini fino a un letto con le tende tirate. Piano si avvicinò al letto , si guardò attorno e notando che madama Chips non era lì, tirò fuori una mano da mantello e aprì la tenda.
Draco giaceva semimmobile sul letto. Il viso era pallido e tirato e la pelle lievemente imperlati di sudore.
Harry stette immobile ad osservarlo. Apparentemente sembrava stare bene, un po' pallido ma illeso.
Continuò a guardarlo finchè non vide Malfoy artigliare le coperte e tendersi in uno spasimo. La bocca era contratta in un grido muto. Ora sudava copiosamente e sembrava sofferente.
Harry si chinò prendendo una pezza dal comodino per asciugargli il viso.
Appena la stoffa poggiò sulla sua fronte, Draco spalancò gli occhi.
Il moro ritrasse la mano , quasi si vergognasse di essere sorpreso a compiere quel gesto dal retrogusto così intimo.
"Potter"
Non uscì nessun suono, però, dalle labbra secche del biondo.
"Come stai?"
Malfoy non rispose alla domanda.
"Cosa sei venuto a fare , Potter?"
"Volevo vedere se stavi bene" rispose con un'alzata di spalle.
"Sto benissimo, grazie"
Harry lo guardò negli occhi. Gli occhi di Draco gli erano sempre piaciuti. Erano profondi e di un colore metallico, erano tanto belli quanto freddi. Per anni aveva odiato quando quegli occhi incontravano i suoi, gli sembrava che l'odio e il disprezzo di cui erano pieni diventasse tangibile.
Adesso vi vedeva solo una profonda stanchezza e dolore.
"Perfetto. Rimarrò qui stanotte per assicurarmene"
Malfoy spalancò gli occhi.
"Non voglio la tua pietà sfregiato, torna dalla zannuta e dal suo pezzente di ragazzo."
Il moro cercò di sorvolare sugli insulti anche se sentiva le mani prudere e una gran voglia di tirargli un pugno.
"Tu non stai bene, ti agitavi nel sonno. Smettila di fare il bambino viziato. Fammi spazio e stattene zitto!" replicò duro, mettendo un ginocchio sul letto.
"Vorresti dormire qui?...con me?" il tono di Draco era quasi scandalizzato. Tanto che fece arrossire lievemente Harry.
"Voglio semplicemente che tu dorma. Hai delle occhiaia paurose ,Malfoy."
Il serpeverde sussultò alla parola occhiaia. Erano oramai parecchie notti che non dormiva a causa degli incubi. Alcune volte aveva anche pensato che se Potter fosse stato lì con lui le cose sarebbero andate meglio. Ma i suoi erano solo pensieri astratti e assolutamente irreali, non aveva mai minimamente immaginato che Harry Potter volesse...
"Vorresti vegliarmi nel sonno?" chiese sarcastico il biondo.
Harry strinse i pugni. E perchè quella dannata serpe doveva rendere tutto così complicato? Credeva che lui non pensasse al fatto che stava offrendo il suo aiuto a un Malfoy? A un ragazzo che per anni l'aveva trattato nei peggiori dei modi e aveva odiato con tutto se stesso?
Era difficile anche per lui, per Merlino. Però voleva ardentemente aiutarlo. Vederlo in quello stato...a soffrire a causa di incubi per quello che aveva fatto.
Aveva passato anni a fare incubi su Voldemort e sapeva bene la sensazione di angoscia che si provava. In quei momenti aveva sempre desiderato che qualcuno si stendesse semplicemente al suo fianco.
Guardò di nuovo Malfoy. Ma forse...forse Malfoy non voleva lui al suo fianco.
Già, infondo si erano fatti la guerra per anni. Però...
"Ascolta Malfoy. Capisco che tu non mi voglia ma, spiacente, questa volta dovrai accontentarti di me"
Detto questo spostò le coperte del letto. A quel gesto Malfoy si spostò facendogli spazio.
"Che non ti salti in mente di abbracciarmi. Non sono uno smidollato come i tuoi amichetti" replicò brusco, dandogli le spalle.
Harry si infilò nel letto, cercando di occupare meno spazio possibile, e ricoprì entrambi.
Draco Malfoy, nel frattempo, cercava di calmare i battiti del suo cuore.
Non era mai stato un tipo romantico o sentimentale ma sentire Potter così vicino a sé gli dava l'irrazionale idea che tutto sarebbe andato bene.
Proprio non capiva come mai il grifondoro si era preso la sua situazione così tanto a cuore.
Forse...forse quando gli aveva porto la mano, alla fine della guerra, gli aveva perdonato tutto quello che aveva fatto negli anni addietro. Forse avrebbe potuto avere una seconda possibilità.
Non sperava nella sua amicizia – figuriamoci nel suo amore! – quello che voleva ardentemente era la sua stima.
Sospirò. Sentì il respiro del grifondoro pesante e rilassato. Doveva essersi addormentato. Delicatamente si appoggiò a Potter, cercando di percepire il suo calore.
Harry, sentendo il biondo appoggiarsi a lui ,sorrise mentalmente. Con fare casuale, come se fosse un movimento dettato dal sonno, passò un braccio intorno alla vita di Malfoy, rinchiudendolo in una specie di abbraccio protettivo.
Draco arrossì ma non si scostò dalle braccia del compagno. Solo per quella sera avrebbe potuto anche abbandonare definitamente ogni maschera e godere di quel calore che per anni aveva ricercato. Chiuse gli occhi e scivolò in un sonno senza sogni.
Appena sentì Draco sprofondare nel sonno, Harry cercò di alzarsi facendo meno rumore possibile.

Stette per qualche momento in piedi immobile prima di prendersi la testa tra le mani e soffocare un gemito. Se ringraziare Malfoy era stato destabilizzante questo aveva quasi dell'assurdo! Cosa diavolo gli era saltato in mente? Lui...dormire con Malfoy?! Arrossì a quel pensiero. Decisamente la guerra l'aveva provato. Ohhh se l'aveva provato!

Guardò l'ora ; era estremamente tardi. Osservò il biondo per poi spostare lo sguardo sul letto vuoto accanto a lui. Pazienza, era troppo tardi per tornare nel dormitorio e stava morendo dal sonno. Facendo piano si accomodò nel letto vuoto. Soffocò uno sbadiglio.


Quando il mattino presto Harry si svegliò pensò che era assurdo che fosse rimasto tutta la notte con Malfoy. Si avvicinò al Serpeverde. Sembrava stare meglio. Gli poggiò una mano sulla fronte per sentirgli la temperatura.
"Chissà cosa direbbe Ron" mormorò a se stesso.
"Quello che direbbero gli altri. Che sei impazzito"
La voce di Malfoy era fioca e ancora impastata dal sonno ma colpì Harry come uno schioppo di frusta. Scostò la mano come se si fosse scottato.
"Malfoy! Mi ha fatto prendere un colpo."
"Faresti meglio ad andare . Non ho voglia di dare spiegazione a Madama Chips"
"Ah...si giusto" biascicò Harry raccattando in fretta il mantello.
"Bhe, allora vado"
Solo allora Malfoy alzò lo sguardo sul moro.
Harry non sapeva più cosa dire o fare. Non sapeva nemmeno spiegare a se stesso il motivo del suo comportamento, figurarsi spiegarlo a Malfoy.
"Sei ancora qui?"
"Acido anche di prima mattina?"
"Bhe, dovresti ringraziarmi. Sarebbe stato peggio se ti avessi chiesto spiegazioni, no?" replicò il biondo con tono supponente.
Senza salutare o aggiungere altro, Harry uscì dalla infermeria.

* * *


"Harry! Dove ti eri cacciato?"
"Ci hai fatto preoccupare!"
Il ragazzo guardò i suoi amici senza sapere cosa dire.
"Dove sei stato?" richiese Ron.
"Ehm sono uscito presto"
"Ah si? E perchè quando sono tornato il tuo pigiama era nel baule?"
"Quello è il mantello dell'invisibilità! Harry!" il tono di Hermione non ammetteva repliche.
"Sono andato da Malfoy e mi sono addormentato lì" buttò fuori tutto d'un fiato Harry.
Ron fece cascare le posate che aveva in mano.
"Tu cosa? Ma lo sai che poteva affatturarti nel sonno?!"
"Ora basta! Possibile che nessuno capisca come si sente Malfoy? Non è una persona crudele e tutti lo trattano come il peggiore dei criminali. Anche a me stava antipatico ma adesso è diverso" urlò harry attirando l'attenzione di buona parte degli studenti riuniti per fare colazione.
"Ma-"
"Mi è passata la fame – lo interruppe alzandosi da tavola – ci vediamo a lezione"
Era appena uscito dalla sala grande quando si sentì afferrare per un polso.
"Merlino Ron! Lasciam-"
Le parole li morirono sulle labbra.
"Hermione..."
"Harry. Ti va se parliamo un po'?" chiese al ragazza lasciando andare l'amico.
Avrebbe tanto voluto dirle che no, non potevano parlare. Che non voleva parlare in quel momento ma si ritrovò semplicemente ad annuire.
Iniziarono a camminare per la scuola senza meta apparente.
"Va tutto bene?" iniziò la riccia parlando con voce bassa e tranquilla.
"Si certo."
"Allora perché hai sempre quell'aria triste e sembra quasi che tu ci stia evitando, me e Ron intendo"
"Io..." il ragazzo boccheggiò, non trovando le parole.
"Da quando hai deciso di aiutare Malfoy sei irrequieto."
"Oh Hermione! Non ti ci mettere pure tu con questa storia!"
La ragazza si fermò. Puntò gli occhi color nocciola dritti in quelli speranza di Harry.
"Io non sono Ron. Ti ho osservato in questi mesi e so per certo che c'è qualcosa che ti preoccupa. Non ti riesci a fidare neanche dei tuoi amici?" il tono di Hermione era incrinato, come se si stesse per mettere a piangere.
Harry sentì lo stomaco attorcigliarsi.
"Io...mi spiace Herm. Non volevo escludervi è solo che...non so nemmeno io cosa mi prende. Malfoy è sempre stato un perfetto stronzo con noi però vederlo ridotto in questo stato...non è più lui. O meglio, è il vero lui. Lo so che tu odi Malf-"
"Io non lo odio" lo interruppe con voce leggera.
Potter la guardò confusa.
"Trovo che sia un ragazzo arrogante e meschino – si concesse un sorriso sistemandosi una lunga ciocca di capelli castani dietro l'orecchio – fino a qualche mese fa ti avrei risposto così. Da quando Voldemort è morto è cambiato. Non rientrerà mai nel giro delle miei simpatie ma adesso è un ragazzo come tanti altri. Forse con una lingua più velenosa"
" Non è come tanti altri è solo e senza un vero posto dove stare. Tutti lo vedono come un traditore."
"Harry, ma lui è un traditore. Per quanto sia stato costretto a tradire alla gente non interessa. La guerra ha portato tanto odio e rancore e lui è solo uno dei tanti capi espiatori"
"Ma non è giusto..."
"Questo non me lo sarei mai aspettata. Harry Potter che vuole aiutare Draco Malfoy. Se per te è così importante , Harry, fai in modo di riuscirci"
Il grifondoro sorrise. Un vero sorriso che salì fino agli occhi illuminandoli. Di riflesso sorrise anche Hermione.
"Torniamo da Ron. Spero che questa amicizia tra te e Malfoy non lo sconvolga più di tanto" disse la ragazza benchè sapesse che il suo ragazzo avrebbe fatto fuoco e fiamme appena l'avrebbe scoperto.
"Io e Malfoy non siamo amici!" ribattè Harry.
"E allora cosa siete?"
Cos'erano? In quei mesi non si era mai posto la domanda. Non erano più nemici ma nemmeno amici, questo era sicuro.
"Niente" rispose con un alzata di spalle.






Ecco il 5 capitolo! Siamo praticamente a metà fanfiction! Come al solito desidero ringraziare tutti quelli che hanno commentato *^* grazie infinite!! dato che non ho molto tempo risponderò alle vostre recensioni quando avrò un momentino di calma.

Piccola notizia: pubblicherò il mercoledì e il sabato. Così in due settimane circa sarà completa!

Aspettare ancora 4 settimane mi sembrava una esagerazione .-.

alla prox!! spero che il capitolo vi piaccia....Draco e Harry iniziano a farsi più...ehm...intimi ma siamo ancora lontani da un punto di arrivo ù.ù (penso XD)

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Capitolo 6
*** la torre di astronomia ***


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La giornata passò abbastanza in fretta ed Harry l'aveva passata divertendosi con i suoi amici. Avevano riso fino alle lacrime e ricordato i momenti più belli della loro amicizia. Anche Ginny, ad un certo punto, si era unita a loro.
Era passata da poco l'ora di cena ed Harry si era separato da Ron ed Hermione per andare a trovare Malfoy.
Entrò in infermeria e salutò Madama Chips. Stranamente la donna non aveva fatto obbiezioni alla sua visita fuori orario ma gli aveva sorriso bonariamente. Si diresse a passo sicuro fino al letto del biondino e tirò le tende.
Malfoy stava dormendo tranquillamente. I capelli biondissimi quasi si confondevano sul cuscino latteo e il viso rilassato gli conferiva un espressione morbida che non gli apparteneva da sveglio. Dalle labbra piene dischiuse usciva flebile il respiro.
Bello.
Draco Malfoy era bello. Di una bellezza sfrontata ed invadente, di quelle che ti entrano dentro.

Il ragazzo sobbalzò quando sentì sotto le dita la consistenza morbida della pelle del biondo. Non si era accorto di aver allungato una mano verso il viso del Serpeverde.

È così carino che mi viene voglia di baciarlo.
Harry indietreggiò lentamente. Non poteva...non era possibile che lui avesse appena pensato che ...
Guardò il Serpeverde con un misto di orrore e confusione. Uscì correndo dalla stanza, sordo ai richiami della professoressa che gli intimava di far piano per non rischiare di svegliare il paziente.
Senza sapere bene come si ritrovò nella stanza di astronomia. Strano posto, pieno di ricordi dolorosi. Poco meno di un anno prima, in quella stessa torre, Malfoy aveva cercato di uccidere Silente.
Si avvicinò alla grande finestra e scrutò il cielo nero. Non si vedevano le stelle.
Harry si accasciò per terra, la schiena appoggiata pesantemente al muro di fredda roccia.
Si passò le mani sul viso cercando di respirare piano per calmarsi.
Una volta preso di nuovo controllo sul suo respiro, il moro rimase immobile ripensando a poco prima. Senza volerlo il viso addormentato di Malfoy prese forma nella sua mente subito però offuscato da un'altra immagine : lui e il Serpeverde addormentati vicini.
Arrossì furiosamente chiedendosi cosa diamine gli era preso quella volta.
Lui e il suo spirito da grifondoro.
Merda! Sbattè un pugno contro il muro cercando di sfogare la rabbia e la frustrazione.
Perchè non riusciva a fregarsene e basta? Per quale dannato motivo doveva sentir così tanto il bisogno di averlo affianco?
Perché ,si, la sua
era una necessità. Oramai passare del tempo insieme a – quell'arrogante – Malfoy era divenuta un'abitudine.
Merlino! Avrebbe dovuto dare retta a Ron tempo fa.
Prima di decidere di aiutarlo, prima di comprargli quello stupido regalo di Natale. Prima di sentire la sua mancanza.
Quando era con i suoi amici si sentiva bene e a casa, come se per lui rappresentassero un punto fisso, un luogo dove fare ritorno.
Quando stava con Malfoy, invece, si sentiva assurdamente certo di essere nel posto giusto al momento giusto. La conversazione gli veniva stranamente facile e rideva. Il biondo, con le sue manie e il suo sarcasmo tagliente lo faceva ridere. Risate che non riusciva a contenere, che gli scivolavano fuori dalle labbra semiaperte sorprendendo perfino se stesso da quanto suonavano sincere.
E adesso...e adesso lui aveva anche pensato che fosse bello.
Se prima aveva cercato di ignorare che fosse strano parlare con Malfoy e stargli accanto senza affatturarlo, adesso non poteva più evitare di ammettere che c'era qualcosa che proprio non andava.
Perché non era assolutamente possibile che Malfoy gli fosse
iniziato a piacere.
"Io e lui non siamo amici" mormorò al nulla. La sua voce riecheggiò nella torre deserta tornando amplificata alle sue orecchie.
Già...non si pensa di voler baciare un amico.
Si portò una mano ai capelli tirandoseli indietro. Sentiva le lacrime minacciare di uscire dai suoi occhi serrati.
Perchè aveva dovuto provare questo groviglio di sensazione proprio per Malfoy?
"Mi spiace Ginny" sussurrò tra i singhiozzi.
Non era giusto...lacrime calde gli scesero dagli occhi arrossati...perché doveva sempre soffrire? Un singhiozzo più forte degli altri fece tremare Harry.
Come aveva fatto a non accorgersi prima di quello che gli stava capitando? Come aveva potuto non capire che si stava innamorando di lui?
...se solo l'avesse saputo avrebbe fatto di tutto per tornare ad odiarlo come prima.
Si lasciò scivolare completamente a terra, le lacrime oramai fermate, sentendo solo un forte dolore.
Prima di scivolare nel sonno un unico molesto pensiero prese vita nella sua mente.
Non potrei più odiarlo, ora che ho visto il suo vero volto.



Quando Harry tornò nel suo dormitorio erano quasi le tre del mattino. Ron chiuse gli occhi, fingendo di dormire. Osservò attraverso le ciglia l'amico mettersi a letto. Aveva il viso stravolto. Chiuse definitamente gli occhi dicendosi che, per quella volta, poteva anche far passare il fatto che fosse rimasto fuori praticamente tutta la notte.



Quando si svegliarono la mattina dopo Ron Weasly era di buon umore. Era domenica e non c'erano le lezioni, inoltre aveva passato tutta la sera a pensare a un modo per distrarre il suo amico.
Quando anche il moro aprì finalmente gli occhi si ritrovò schiacciato dal peso di Ron.
"Hey amico! Ti senti in forma oggi?"
No.
"Come mai così di buon umore di prima mattina?" sorrise Harry mettendosi gli occhiali. Dopo ieri sera si vergognava a guardare negli occhi l'amico.
"Harry, Harry, oggi è domenica. Ho già convinto Hermione quindi...preparati. Oggi si va a giocare a Quidditch"
Gli occhi verdi assonnati di Potter si spalancarono e si posarono per la prima volta sul rosso.
"Due minuti e sono pronto!" urlò infilandosi nel bagno per lavarsi.
Dieci minuti dopo i tre ragazzi erano al campo di Quidditch muniti di scope ed adrenalina. Tranne Hermione che non sembrava così tanto contenta i dover montare su una scopa.
Il vento piacevolmente freddo che gli scompigliava i capelli fece sorridere Harry.
"Pronti?" chiese montando sulla sua Firebolt.
"Ovvio!"
"Ehm...non voleremo troppo in alto vero?" chiese titubante la ragazza.
"Oh Herm! Da quant'é
che non sali sulla scopa? Hai paura?" la sfottè bonariamente Ron.
"Taci Ronald"
Harry guardava l'amica salire diffidente sulla scopa. Erano quasi due anni che non la vedeva su una scopa. Anche...anche Malfoy non l'aveva più visto giocare a Quidditch.

Sentì nuovamente un dolore sordo al petto e percepì i ricordi degli ultimi mesi farsi vivi sopraffacendolo.
Scacciò quel pensiero dalla mente e si librò in volo seguito a ruota da Ron.
Erano quasi due ore che giocavano ed Harry non aveva mai smesso di sorridere, deciso che avrebbe dimenticato tutto. Almeno per quel giorno. Si sarebbe tenuto così impegnato da rilegare il pensiero di Draco Malfoy in un angolo recondito della sua mente.
"Sentite, che ne dite se andiamo a mangiare da Hagrid?"
Sui visi di Ron ed Hermione prese forma un espressione che poteva essere ben scambiata per
puro terrore.
"Cucineremo noi, ovvio"
Al sospiro di sollievo dei suoi amici il moro scoppiò a ridere.
Dalla capanna di Hagrid usciva del fumo, segno che il camino era acceso.
Bussarono due volte prima che il mezzogigante andasse ad aprire.
"Ragazzi! Che ci fate qua? Entrate, entrate" disse facendosi da parte per permettere loro
di entrare.
"Ciao Hagrid"
"Siamo venuti a mangiare da te!"
"Ma io non c'ho pronto ancora niente. Se mi ci date qualche minuto posso prepara-"
"NO! Cucineremo noi per te" intervenne prontamente Potter.
Ron annuì convinto. Hagrid piegò il faccione di lato e poi alzò le spalle.
"Come volete"
Un quarto d'ora più tardi un più che dignitoso pranzo fu presentato sotto gli occhi golosi del guardiacaccia.
Quando decisero di tornare al castello era parecchio tardi.
Chiacchierando e ridendo del più del meno passarono davanti all'infermeria.
Ron camminava più avanti di loro e stava decantando le stupefacenti qualità di un articolo nuovo di Zonko, Hermione scuoteva il capo ridendo.
Solo Harry si fermò davanti alla porta dell'infermeria.
"Non vai a trovarlo?" chiese Hermione che era tonata indietro.
"Perché? Mica devo vedere quel furetto ogni giorno" disse con strafottenza, rovinata dal tono di voce troppo acuto.
La ragazza lo osservò attentamente per poi fare spallucce.
"Hai ragione. Però si sentirà solo"
"Ha anche lui degli amici" rispose con leggerezza ricominciando a camminare velocemente verso Ron che continuava imperterrito a parlare completamente ignaro di stare parlando al vento.
Sapeva bene di aver detto una bugia. Nessuno sarebbe andato a far visita a Malfoy. Per tutto il giorno si era domandato se non si sentisse solo. Ma infondo lui era un Malfoy, non provava solitudine...
Si morse il labbro colpevole.
Tutti i miei pensieri sono focalizzati su di lui. Tutti i miei sensi sono concentrati sulla sua persona.
Se non sono con lui mi sento come...se perdessi una parte si me.
Perché non posso accettarlo senza condizioni o riserve?

* * *


Erano passati due giorni da quando era stato ricoverato. Finalmente poteva abbandonare quella dannata infermeria e quell'odiato letto. Draco Malfoy si diresse a passo lento verso l'aula di trasfigurazione, non aveva fatto colazione. Si sentiva lo stomaco chiuso.
Fu
il primo ad arrivare in classe e si sedette al primo posto. Un brusio di voci annunciava l'arrivo dei suoi compagni. Fece una smorfia rabbiosa. Per colpa di uno di loro era finito in infermeria. Certo, aveva potuto addormentarsi vicino a Potter ma quel dannato Grifondoro non si era più degnato di fargli visita. L'aveva schifato così tanto dividere il letto con lui? Infondo aveva preferito dormire nel letto affianco al suo...
Si sistemò una ciocca di capelli che, libera dal gel, gli era ricaduta sugli occhi.
Stupido Draco, cosa ti aspettavi.
Sentì la sedia affianco a sé stridere sul pavimento. Potter si stava goffamente sedendo accanto a lui.
Lo guardò per qualche secondo astioso aspettandosi un saluto ma il moro non parlò. Non solo non parlava ma teneva lo sguardo ostinatamente fisso davanti a sé.
Sembrava che stare lì gli stesse costando un enorme sforzo.
Draco si sentì ferito da quell'atteggiamento ma si impose di non darlo a vedere. Non avrebbe permesso mai a quello sfregiato di vederlo nuovamente debole e ferito com'era successo appena due giorni fa.
Harry dal canto suo
stava facendo appello a tutto il proverbiale coraggio dei Grifondoro per non alzarsi dalla sedia e scappare a qualche chilometro da Malfoy.
Guardò di sottecchi il biondo prendere appunti con aria corrucciata.
Sentì il proprio cuore aumentare i battiti. Anche con quell'aria arrabbiata e la smorfia sulle labbra era bello e lui non riusciva in alcun modo a rimanerne indifferente.
Aveva cercato , il giorno prima, di non pensare a lui ma anche se non l'aveva visto il suo pensiero era costantemente rivolto a lui.
"Malfoy" sussurrò piano per non farsi sentire dalla preside.
"Cosa c'è Potter? Hai ripreso l'uso della lingua?" lo freddò.
"Volevo chiederti se dopo potevamo studiare insieme...sai è lunedì"
Malfoy guardò il moro. No! No che non potevano studiare assieme. Sentiva la risposta salirgli velocemente alla labbra.
"Ok" appena parlò si pentì di quello che aveva detto. Perché non riusciva a dirgli di no?
Harry sorrise in risposta.


La biblioteca era deserta come al solito. Malfoy era chino sui libri, concentrato.
Harry , invece, si stava annoiando a morte. Avrebbe potuto mettere fine al suo suplizio velocemente ma questo voleva dire andarsene di lì. Andarsene da Malfoy.
Come aveva fatto ad innamorarsi di lui?
Più lo guardava e più gli sembrava assurdo. D'altronde la sua vita era tutt'altro che comune.
Chissà com'era stare con Malfoy...con un ragazzo.
Aveva avuto solo due ragazze. Sorrise amaro. Una ragazza, si corresse. Con Cho non era mai stato veramente assieme.
Non lo sconvolgeva più di tanto l'idea che fosse un ragazzo , era piuttosto l'idea che fosse Draco Malfoy a paralizzarlo.
Il suo pensiero volò per un attimo a Silente e Grindelwald.
Forse lui sarebbe riuscito a capire.
Un movimento improvviso da parte del Serpeverde lo riportò bruscamente alla realtà.
Malfoy si era artigliato il braccio sinistro, come se gli facesse male.
"Ti fa male?" chiese improvvisamente il moro distraendo la serpe dallo studio.
"Eh?"
"Il...il marchio, ti fa male?"
Draco gli lanciò un'occhiata fredda e riportò la sua attenzione sui libri.
"Malfoy?"
Il biondo girò la pagina.
"Malfoy..."
"No! Non mi fa male. Deluso?" sibilò astioso.
Per un attimo gli parve di vedere odio in quelle iridi di mercurio. Odio e qualcos'altro che gli fece male al cuore.
Allungò una mano, afferrando il braccio di Malfoy. Senza cura gli alzò la manica della camicia bianca che indossava. Draco tirò indietro il braccio, spaventato. Ma la presa di Harry era troppo decisa e riuscì a denudargli il braccio.
Un senso di nausea colpì il Grifondoro. Il marchio nero che ancora sfigurava la pelle candida di Malfoy era segnata da profondi graffi. Come se qualcuno si fosse grattato fino a lacerarsi la pelle.
Il biondo distolse lo sguardo mordendosi il labbro inferiore.
"Draco..." il nome della serpe scivolò leggere dalle labbra di Harry.
Benchè fosse stato pronunciato con delicatezza, quel suono colpì Malfoy come uno schioppo di frusta.
"Pensi che sia facile? Ogni dannato giorno vedere quel maledetto marchio?!"
"Ti capisco ...anche io ho una cicatrice che-"
"Che ti fa guardare da tutti come un eroe. Ti ricorda che tua madre ha dato la vita per te da quanto ti amava , ti ricorda che hai salvato questo fottuto mondo. Questo – alzò il braccio martoriato – questo non fa altro che ricordare le vite che ho distrutto" la voce di Draco era spezzata da silenziosi singhiozzi.
Malfoy era lì, davanti a lui, gli occhi pieni di lacrime che non era riuscito – e forse nemmeno tentato – fermare. Stringeva convulsamente il braccio tra le lunghe dita. Il viso chino e l'orgoglio schiacciato dal dolore.
Harry potè vedere quanto realmente il Serpeverde soffrisse. Si girò verso la porta con la bacchetta alzata.
"Colloportus" mormorò sigillando la porta della biblioteca in modo che nessuno potesse entrare.
Si inginocchiò accanto a Malfoy prendendogli il braccio. Draco non oppose resistenza, come una bambola rotta.
"Revitalis" appoggiò la bacchetta sulla pelle del biondo che si rimarginò.
Il marchio nero tornò integro. Malfoy girò il viso chiudendo gli occhi.
" Empiox Deletrius" un filo argentato scaturì dalla bacchetta del grifondoro.
Era un incantesimo che Sirius gli aveva insegnato per cancellare scritte e marchi anche di natura magica oscura.
Piano il fumo argenteo cancellò i segni dell'inchiostro nero.
Draco guardava con occhi sbarrati ed increduli il suo braccio tornare puro. Sentì un fortissimo tonfo al petto e le lacrime risalirgli.
"Ferula"con un ultimo incantesimo il grifondoro fasciò il braccio del serpeverde.
Alzò gli occhi verdi sul viso di Draco. Le lacrime continuavano a rincorrersi su quella pelle diafana mentre il ragazzo cercava di asciugarle con violenza.
"Draco..." disse di nuovo ,non curandosi di quanto fosse strano chiamarlo per nome.
"Perchè?"
Harry non seppe mai dire cosa esattamente lo fece agire così. Se la voce smarrita di Malfoy, o i suoi occhi senza più ombre a scurirglieli. Forse le lacrime cristalline.
Senza sapere come si ritrovò a baciare le labbra di Draco. Erano salate e umide.
Si stava per staccare, confuso da se stesso. Si sarebbe allontanato, scusandosi velocemente e sarebbe scappato in sala comune. L'avrebbe evitato finchè la scuola sarebbe finita e avrebbe soffocato quel sentimento che lo faceva soffrire ma che oramai non riusciva più a controllare.
L'avrebbe fatto se Malfoy non si fosse attaccato a lui come se fosse la sua ancora di salvezza.
Dischiuse le labbra andando a saggiare la consistenza e il calore della bocca di Draco.
Solo in quel momento, baciando l'ultima persona che avrebbe mai pensato Harry capì che il suo cuore era stato spento a lungo dal dolore della battaglia, troppo provato e stanco per amare veramente.
La lingua di Draco gli lambì il labbro inferiore per poi mordicchiarlo piano.
Era una sensazione strana per lui, nessuno l'aveva mai fatto sentire così.
Spaventato dal suo stesso pensiero, il moro interruppe delicatamente il bacio. Aveva baciato Malfoy senza preoccuparsi minimamente di quello che il serpeverde avrebbe potuto pensare.
Come lui , Draco aveva il respiro affannato e le guance arrossate.
"Io...mi dispiace"
"Dovresti contare fino a ieci prima di baciare una persona, se poi te ne devi pentire"
Gli era costato un enorme sforzo pronunciare quelle parole. Si sentiva un perfetto idiota per aver pianto davanti a Potter e ancora di più per aver creduto in quel bacio. Si passò inconsciamente la lingua sulle labbra. Allora era questo che si provava a baciare una persona. Malfoy non aveva mai permesso a nessuno di baciarlo.
"Non sono pentito" si lasciò scappar fuori il moro allibito dal tono freddo del compagno.
"E perché ti scusi allora?"
"Bhe...perché ti ho baciato" rispose perplesso Harry. Quella conversazione aveva dell'assurdo.
"Ci si bacia in due sfregiato".
Harry avrebbe anche potuto offendersi se non fosse per il notevole rossore che era andato ad imporporare le guance del serpeverde.
Si guardarono per qualche minuto senza dire nulla finchè, inaspettatamente fu Malfoy a rompere il silenzio.
"Grazie" disse semplicemente. Grazie per aver tolto quello sfregio , grazie per averlo baciato. Grazie per averlo chiamato Draco.
"Draco io-"
"E' strano essere chiamati così da te"
"Non posso?"
Malfoy scosse il capo.
"Ti chiedo un ultimo favore, me lo puoi fare?" continuò il biondo senza guardarlo in viso.
"Si"
"Puoi baciarmi ancora , Harry?"
Il grifondoro arrossì alzando le sopracciglia. Ma avrebbe pensato che Draco gli potesse chiedere una cosa del genere.
Malfoy non lo stava ancora guardando, piegato sotto il peso delle sue parole.
Come un'automa Harry sfiorò il viso di Draco con dita incerte. Non era mai stato bravo a baciare.
Appoggiò nuovamente le labbra su quelle del serpverde sentendo un brivido lungo la schiena.
Merlino! Lo amava.
Quando si staccarono sul viso del biondino c'era un piccolo ghigno.
"Quindi sei innamorato di me" non era una domanda.
Harry sentì uno spiacevole buco all'altezza dello stomaco.
"Tu...hai usato la legilimanzia?" la voce del moro era sconvolta. Ora capiva perché gli aveva chiesto di ...di ribaciarlo. Che illuso! Nh ,chissà quante risate si sarebbe fatto.
"Sei un fottuto bastardo Malfoy." ringhiò a denti stretti alzandosi velocemente. Sentiva la testa girare e gli occhi bruciare. Come aveva potuto? Dopo tutto quello che aveva fatto per lui come aveva potuto umiliarlo così?
"Harry aspetta!"
"Non chiamarmi Harry" sputò fuori cercando di divincolarsi dalla stretta.
Sentì come un risucchio all'altezza dell'ombelico , come quando si smaterializzava.
Quando riaprì gli occhi vide scivolare davanti a sé una serie infinita di immagini.
C'era Draco seduto ad una poltrona in quella che sembrava la sua stanza. Teneva tra le mani la gazzetta del profeta e con il dito percorreva l'immagine di Harry che teneva in mano la Coppa Tre Maghi. Un senso di tristezza e nostalgia l'avvolse.
Un'altra immagine si sovrappose. Questa volta Malfoy era sdraiato sul suo letto e teneva stretto tra le mani il boccino che gli aveva regalato.
Altro cambiamento di visione.
Lui e Draco dormivano insieme.
Vedeva nella sua testa tanti piccoli momenti della vita di Malfoy. Momenti dove lui era presente o dove il biondo lo stava pensando. Rivisse per qualche minuti quei ricordi finchè si andò a delineare l'ultimo.
In quest'immagine si stavano baciando. Sentì distintamente un calore avvolgerlo e dei pensieri confusi venirgli alla mente.
Si sentiva felice e appagato.
Harry.
Capì. Questi non erano i suoi pensieri ma i sentimenti che Draco aveva provato.
Si sentì nuovamente risucchiare e si ritrovò davanti a Malfoy.
"Cosa significa?" chiese il Grifondoro guardando attentamente il biondo.
"Va bene che l'intelligenza non è prerogativa dei Grifondoro però qui stiamo scendendo a un livello molto basso" Malfoy sembrava stizzito
Harry si limitò ad alzare un sopracciglio.
"Per Merlino! io... ti chiedo scusa per aver usato la legilimanzia ma...cosa pretendi? Non sono un Grifondoro, il coraggio non fa per me. Quindi volevo essere sicuro prima di...- abbassò la testa sconfitto - ...mi piaci anche tu. Ma non tanto!" concluse il suo monologo arrossendo furiosamente.
"Bugiardo" sorrise Harry mentre percepiva sciogliersi il gelo che prima aveva preso posto nel suo cuore.
Di riflesso sorrise anche Draco.
"Questo vuol dire che noi sia-"
"Mettiamo in chiaro le cose. Non sarò mai la tua ragazza Potter" strascicò le parole in un momento di orgoglio.
"Nemmeno io la tua" asserì convinto Harry.
Si guardarono per qualche secondo.
"Ti posso concedere di essere il mio ragazzo però" Malfoy cercò di usare un tono di sufficienza, cercando di mascherare il cocente imbarazzo e l'aspettativa.
"E io posso concederti di essere il tuo ragazzo"
"Concedere Potter?" chiese con supponenza.
"Concedere, Malfoy" ribatté Harry ghignando.


Quando Harry tornò nella sala comune aveva uno stupido sorrisino sulle labbra. Per quando facesse non riusciva a toglierselo.
"Harry! Finito la sessione di studi con Malfoy?" chiese Ron vedendo entrare l'amico.
Il moro arrossì.
"Tutto bene ,amico?" continuò il rosso,preoccupato della sua reazione.
"Si certo! Partita a scacchi?" propose con un sorriso.
Stava perdendo in maniera quasi imbarazzante ma ad Harry sembrava non importarne. Aveva la testa completamente assorbita nei suoi pensieri.
"Siamo sfortunati oggi , eh?" gongolò Ron vincendo l'ennesima partita.
Il sorriso del moro si allargò.
Oh, no per nulla. Quella era forse una delle giornate più fortunate.
"Harry!"
Una mano prese a sventolare davanti al viso del Grifondoro che , finalmente, prestò attenzione al suo amico.
"Cosa c'è?"
"Mi sembri sulle nuvole."
"Tutto a posto. Piuttosto, dov'è Hermione?"
"E' andata a parlare con la McGranitt per non so più quale cosa."
"Posso farti una domanda?"
"Spara?"
"Come ti sei reso conto di esserti innamorato di Hermione?"
Le orecchie di Ron divennero rosse come i suoi capelli.
"Bhè....ci ho messo un bel po'. È solo che lei mi sembrava l'ultima ragazza della quale innamorarmi. Era una mia amica, la conoscevo da anni. E poi, bho, è stato come se la vedessi per la prima volta, come se scoprissi piano piano com'era davvero e ..me ne sono innamorato" concluse balbettando, visibilmente in imbarazzo.
Harry annuì.
"Non ti sei mai chiesto se non fosse lei quella giusta?"
"No. Quando non c'è mi manca. E anche se alle volte è esasperante e non ha un carattere facile, la mia vita sarebbe piatta senza di lei. Come mai mi stai chiedendo tutte queste cose?"
"Così tanto per fare due chiacchiere"
Ron lo guardò perplesso ma Harry non ci fece caso. Ora aveva la conferma che quello che lo legava al biondo era amore. Sperava solo che anche Malfoy sentiva quello che provava lui.

* * *


Nei sotterranei del castello Draco si accingeva ad andare a letto. Ma non aveva minimamente sonno, ancora scosso da quello che era successo qualche ora prima.
Si tolse le bende dal braccio e ammirò la pelle inviolata. Fece scorrere le dita sull'avambraccio sentendo la pelle liscia per poi portarlo alle labbra.
Si sentiva talmente felice che gli sembrava di scoppiare.
Harry Potter era innamorato di lui. Si chiese distrattamente come fosse potuto succedere.
In realtà non gli importava più di tanto, l'unica cosa che gli premeva era che finalmente aveva ottenuto quello che segretamente desiderava da anni.
Chissà cosa avrebbe pensato di lui suo padre. Se avesse saputo che aveva versato lacrime davanti a Potter – no, davanti ad Harry - , che l'aveva baciato e gli aveva detto che gli piaceva, l'aveva fatto in modo contorto e strano, ma l'aveva fatto. Probabilmente sarebbe rimasto disgustato.
Per quanto avesse odiato suo padre gli faceva male sapere che lui non avrebbe mai approvato la sua scelta. Era un vero fallimento come Malfoy. Stranamente, quel pensiero, quella volta non fu accompagnato dal solito morso allo stomaco.







Ecco il nuovo capitolo. Come potete vedere siamo arrivati a un punto di svolta nel rapporto dei nostri Harry e Draco *^* devo dire che non mi convince del tutto questo capitolo...non so come mai ma c'è qualcosa che non mi sconquiffera XD però ci sono sono affezionata, come a tutta la fanfic, quindi per il momento la lascerò così^^ ringrazio di cuore chi ha sacrificato un po' del suo tempo per farmi sapere cosa cosa ne pensa. Sono molto felice che vi stia piacendo, seriamente!!! anche questa volta per mancanza di tempo non riesco a ringraziarvi uno per uno ma sabato prometto di ringraziarvi come si deve !!!! grazie ancora di cuore!

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Capitolo 7
*** nuova quotidianità ***


"Lo so che sono bello. Ma ,Potter, se continui a fissarmi con la bava alla bocca prima o poi qualcuno se ne accorgerà"
Harry arrossì distogliendo immediatamente lo sguardo. Draco rise piano.
Era passata una settimana da quel loro strano primo bacio e ancora per il moro era un mistero come due come loro fossero finiti assieme.
Riportò la propria attenzione sul professore Vitious, cercando di cogliere il significato delle sue parole.
Pochi minuti dopo il piccolo uomo decretò la fine delle lezioni e con un piccolo colpo di bacchetta fece sparire il disordine causato dagli incantesimi scagliati durante la lezione.
"Oggi vieni?" chiese Malfoy riordinando le sue cose.
Harry annuì. Con un gesto del saluto del capo Draco uscì dall'aula. Il Grifondoro rimase a fissare la porta, ancora stordito dal comportamento cordiale del biondo.


* * *


La lezione della Sprite non era per nulla interessante. Ron ,Hermione ed Harry stavano parlottando tra loro.
"Come mai non segui la lezioni, miss prima della classe?" la prese in giro Ron.
"Questo incantesimo lo so già fare" rispose saccente la riccia riferendosi all'incantesimo fioresco.
"Harry...non so te lo ricordi ma dopo questa lezione io
ed Hermione andiamo ah...ehm, festeggiare" biascicò Ron facendo imbarazzare la sua ragazza.
"Non c'è problema. Anche io oggi ho a fare. Divertitevi" disse con un tono di voce un po' troppo malizioso per non far arrossire i suoi due amici.
Quel giorno era il loro anniversario. Li guardò bisticciare per chi avesse fatto fiorire meglio la propria pianta. Sorrise, sinceramente felice per loro.
Quando anche quella lezione terminò Harry gli augurò ancora buon divertimento prima di salire in camera , prendere il mantello dell'invisibilità e dirigersi verso i sotterranei.
Nascosto dal mantello si mise davanti a una nuda parete.
"Purosangue" mormorò.
La grande parete di pietra si aprì, senza rumore. Harry imboccò il sentiero. Sentì distintamente la temperatura abbassarsi, d'altronde era pur sempre al di sotto del lago nero.
Percorse la strada fino a sbucare nella sala comune dei Serpeverde. Cercando di non fare movimenti improvvisi si mosse con cautela fino alla stanza da prefetto di Malfoy. Bussò piano due volte.
Dopo qualche secondo la porta si spalanco e si richiuse alle sue spalle.
Fece cadere il mantello a terra, beandosi del calore che c'era nella camera.
Malfoy era in piedi davanti a lui.
"Hai fatto presto"
"Ron ed Hermione sono usciti prima" disse a mo' di risposta.
Draco annuì andando a sedersi sul grande letto ,appoggiando la schiena alla testiera di pelle nera imbottita.
Il Grifondoro avanzò fino ad arrivare anche lui al letto.
Si sentiva terribilmente a disagio.
"Non ti mangio" soffiò fuori Malfoy procurandosi un occhiataccia dal moro.
"Non ho paura di te ,Draco"
"Dovresti,Harry" disse malizioso solo per il gusto di vederlo arrossire.
Quando erano da soli Potter e Malfoy si trasformavano in Harry e Draco.
"Sono stanco" disse Harry sdraiandosi sul letto. Aveva detto la
prima cosa che gli era venuta in mente, qualunque cosa andava bene per rompere quel silenzio.
"Che lezione avevi?"
"Sprite"
"E tu saresti stanco dopo una lezione con la Sprite? Merlino, Paciock aveva più energie di te!"
Il grifone sorrise.
"Ne ho da vendere di energie. Ti ricordo i nostri incontri di Quidditch"
"Non ti montare la testa. Hai sempre vinto per fortuna"
"Per fortuna? Ero il migliore" non ci credeva veramente in quello che stava dicendo , ma aveva scoperto che era divertente prenderlo in giro.
"Ne passerà di tempo prima che tu diventi il migliore in qualcosa, che non sia il renderti insopportabile, sia ben chiaro"
"Eri bravo" disse Harry cambiando il tono della conversazione.
"Sono un Malfoy, ovvio che fossi bravo"
"Perché non giochi più?"
"Non ho più una squadra" gli occhi grigi di Draco sembravano tristi.
"Puoi sempre giocare con me"
"Ti affascina proprio la prospettiva di perdere eh?"
"No, è che mi piace vincere facile, Draco"
Malfoy mise le mani sul materasso a fianco al viso di Harry. Si issò sulle braccia per poterlo vedere dall'alto.
"Non contarci, Potter" ringhiò.
Il moro continuava a guardarlo con lo spettro di un sorriso negli occhi speranza.
Senza preavviso Draco si fletté sulle braccia, andando a baciare il grifondoro.
Harry alzò una mano immergendola nel capelli del biondo.

* * *


"Com'è andata ieri? Sei riuscito a non farla arrabbiare?"
Ron gli fece la linguaccia.
"E' andato tutto a meraviglia. E tu? Cos'è che avevi da fare?"
"Niente"
"Niente?"
Harry gli lanciò un cuscino che colpì l'amico dritto in faccia.
"Cosa c'è che non capisci nella parola 'niente' ?" disse ridendo.
Ron prese il cuscino e si gettò sul moro coinvolgendolo in un infantile lotta di cuscini.
"Cosa state combinando?" la voce allegra di Ginny riportò l'ordine.
Harry sentì le forze venirgli meno. Ginny. Si era completamente dimenticato di lei.
"Sto dando una lezione al tuo ragazzo"
Alle parole di Ron lo stomaco del moro si attorcigliò.
La rossa di avvicinò all'eroe del mondo magico, accucciandosi davanti a lui. Alzò una mano e gli tolse una piuma dai capelli.
"Che bambini" sbuffò con fare bonario.
"Vi lascio soli. Vado a recuperare Hermione" sorrise Weasley, sparendo dalla sala comune.
"Ehm...Ginny, possiamo parlare?"
"Ma certo Harry" disse con un sorriso.
Ti prego, non sorridermi così.
Era in momenti come questi che si chiedeva se il suo posto fosse realmente Grifondoro o se fosse stato meglio essere stato smistato a Serpeverde. Per quanto si sforzasse non riusciva ad racimolare abbastanza coraggio per parlarle.
"Cosa succede Harry?" chiese la ragazza notando il mutismo in cui si era rinchiuso il moro.
Lo vide stringere i pugni e mordersi l'interno guancia.
"Dimmi la verità, non mi vuoi più?" Ginny fece fatica a mantenere un tono di voce normale. Soffocare le lacrime era più difficile di quanto pensasse. Erano mesi che il suo ragazzo si comportava in modo sfuggente. Aveva capito chiaramente che evitava di stare da solo con lei ma aveva stoicamente ignorato il comportamento del moro, sperando ardentemente che fosse solo un momento di passaggio. L'ennesima nube che la guerra aveva lasciato su di lui.
Si morse un labbro. La mancanza di riposta di Harry l'irritava.
"Cosa ti prende? Maledizione! Io sono qui! Davanti a te. Ti amo e ti sono stata vicina. Ti ricordi, vero? Ti ricordi che dicevi anche tu di amarmi? Harry! Me la
merito almeno una risposta, no?"
La piccola Weasley tremava visibilmente per lo sforzo di trattenere le lacrime.
"Mi spiace Ginny."
"Mi stai lasciando?"
"Mi spiace" ripetè Harry, incapace di dire altro .Sentiva un groppo alla gola.
"Anche a me"
Ginny uscì dalla sala comune. Era orgogliosa di se stessa. Era riuscita a non piangere.
"Stronzo" bisbigliò prima di lasciar libero sfogo alle lacrime.

* * *


"Cosa c'è?" sbottò Malfoy.
Erano nuovamente in biblioteca per prepararsi agli esami. O meglio, Malfoy si stava preparando, Harry continuava a fissare un punto imprecisato davanti a sé.
"Ho lasciato Ginny"
"Era ora"
"L'ho fatta soffrire, Draco"
"Ti dispiace?"
"Da morire".
"Allora torna da lei" disse freddo Draco.
"Cosa?" Harry spalancò gli occhi.
"Se stai male torna da lei. Implora pietà, la piattola ti riprenderà"
"Cosa diavolo stai dicendo?" fece il moro alzando la voce.
"Quello che ho detto, Potter"
"Io voglio stare con te" mormorò guardando Draco negli occhi. Aveva la voce che gli vacillava.
Voglio stare con te...lo stava dicendo a Malfoy, e sentiva di pensarlo con tutto se stesso.
"Allora perchè continui a pensare a lei?" chiese duro Malfoy.
Harry si aprì in un sorriso.
"Geloso?"
Il viso del biondo si imporporò.
"Fanculo, Harry" sibilò avvicinando il volto contratto a pochi centimetri da quello del Grifondoro. Gli occhi ridotti a fessure
"Dopo di te ,Draco" ghignò il moro , sporgendosi lievemente in avanti fino a toccare con le labbra la punta del naso di Malfoy.
Il Serpeverde si tirò di scatto indietro , imbarazzato da quel gesto insolitamente dolce.
Harry scoppiò a ridere.
"Come mai ridi tanto Harry?" chiese Hermione con un sorriso.
Il ragazzo sobbalzò, guardandola stralunato.
"Da...da quanto sei qui?"
"Sono appena arrivata. Disturbo?" chiese con un sopracciglio alzato e un tono che non prometteva nulla di buono.
"Figurati Herm!"
La ragazza rilassò i tratti del viso e si sedette al tavolo dei due ragazzi. Prese un grosso volume e iniziò a studiare. Con la coda dell'occhio , Potter, vide Malfoy chino sul libro.
Perfetto.
Fece una smorfia e con un sospiro poggiò la testa sul libro che aveva aperto davanti.


"Seriamente, Harry, mi spiace se ho disturbato" disse inviperita Hermione.
"Ma non hai disturbato proprio nulla!"
"E allora cos'era quel continuo sbuffare e- Oh cielo!" la ragazza si portò una mano alla bocca aperta in una 'o' piena di stupore.
Harry seguì lo sguardo dell'amica fino a vedere Ginny Weasley baciare un ragazzo di corvonero.
"Va tutto bene – disse il moro mettendo una mano sulla spalla di Hermione – ci siamo lasciati"
"Cosa? Non lo sapevo"
"E' successo ieri. Ha fatto presto a trovare qualcun altro" disse senza astio.
"E a te sta bene?" Hermione continuava a guardare i due ragazzi , ignari della loro presenza.
"L'ho lasciata io. Sono contento che mi abbia dimenticato"
"Non ti ha dimenticato...sta provando, in maniera infantile, a non soffrire" disse la ragazza facendosi portare via per un braccio dal moro.
Non parlarono, preda dei loro pensieri, fino a che non furono in sala comune. Non fecero tempo a sedersi che furono travolti da un uragano rosso appena entrato nella torre.
"Harry! Come mi spieghi che mia sorella stava baciando un altro! È vero quello che mi ha detto? Che vi siete lasciati?" Ron sembrava sconvolto.
"Si, mi dispiace"
"Ma come?! Pensavo che andasse tutto bene"
Harry si limitò a scuotere la testa con aria mesta. In realtà era infastidito dall'invadenza dell'amico, si sentiva già abbastanza in colpa senza che Ron rigirasse il coltello nella piaga.
"Le storie finiscono Ron."
Il rosso guardò Hermione con occhi sgomenti.
"Non tutte ovvio" precisò arrossendo.
"Non ero innamorato di lei" intervenne il moro alzandosi e andando nel dormitorio.

* * *


"Sei sempre convinto di voler diventare Auror?" chiese Draco asciugandosi i capelli.
"E tu come fai a saperlo?" Harry piegò la testa di lato, curioso, mentre i suoi occhi vagavano sulla figura del compagno.
Malfoy era appena uscito dal bagno, indosso solo dei pantaloni neri della divisa e i capelli raccolti in uno asciugamano.
"Tutti lo sanno"rispose con sufficienza. Non era propriamente vero, ma non gli avrebbe mai detto che in quegli anni si era informato su di lui.
"No. Non credo. Sono stanco di guerre e morti"
"Anche io"
Harry si alzò dal letto, sul quale era seduto, per andare di fronte a Malfoy.
Prese l'asciugamano e iniziò a frizionarlo sulla nuca del biondo.
Draco fu preso dall'impulso di sottrarsi a quella premura. Non era abituato ad essere trattato con dolcezza. Riverenza e rispetto si, ma c'era sempre un' algida freddezza che accompagnava ogni gesto che gli era rivolto e che lui stesso rivolgeva.
Ma con Harry era tutto diverso. Lui era diverso. Era uno stupido Grifondoro con le sue
stupide manie di riservare calore ed affetto.
"E' gennaio. Fa freddo, asciugateli in fretta" disse Harry ritornando sul letto.
Draco sentì la mancanza di quel contatto.
Con un gesto della bacchetta fece evaporare l'acqua, asciugandoli.
Raggiunse il grifondoro sul letto appoggiando la testa sulle gambe incrociate del moro.
"Quando farà più caldo giocheremo a Quidditch"
"Insisti ancora?"
"Si"
"Per il momento impegnati per insegnarmi l'incanto patrono. Sarà nell'esame di quest'anno e non mi è mai riuscito molto bene" fece con voce amara Malfoy.
"Da qui i tuoi capelli sembrano ancora più spettinati di quello che sono. È come un pugno nell'occhio" continuò il biondo osservando con aria critica l'ammasso aggrovigliato che erano i capelli di Potter.
"Vermilius"
Dalla punta della bacchetta di Harry si sprigionò un fumo rosso che andò ad avvolgere la testa di Malfoy.
"Coff...coff..che cazzo stai facendo Potter?" rantolò Draco tirandosi a sedere.
"Finitem incantatem"tossì poi ,spegnendo il fumo.
"Pensavo che non volessi vedere i miei capelli"
Harry continuava a mantenere il ghigno sulle labbra. Quando stava con Draco il suo lato Serpeverde usciva fuori e questo fatto, lo divertiva immensamente.
"Questa me la paghi" il biondo alzò la bacchetta ,pronto a colpire.
Potter, con uno scatto, superò la bacchetta del Serpeverde per stringersi a lui. Il volto nascosto nell'incavo della spalla. Draco poteva sentirlo ridere, sentiva il corpo nel moro sconquassato dalle risate.
Gli prese il volto tra le mani e gli baciò le labbra ancora atteggiate in un sorriso.
Sentiva un moto di orgoglio ogni volta che Harry rideva. Non l'aveva mai visto ridere spesso negli anni precedenti e sapere che lui riusciva a farlo ridere lo riempiva di infantile soddisfazione.
Senza smettere di baciarlo, Draco, lo fece stendere sotto di sé. Con una mano gli andò a togliere i capelli dalla fronte, scoprendo la cicatrice. Come un cieco percorse quel segno a forma di saetta.
Si staccò dalle labbra del moro, puntellandosi sui gomiti, per poterlo vedere in viso.
"Furetto" mormorò Harry.
Gli occhi verdi erano fissi sul viso di Draco e lo scrutavano intensi. Non era riuscito a dirgli 'ti amo'. Gli era uscita quella buffa parola che sapeva innervosire il compagno.
Ma questa volta Malfoy non alzò gli occhi al cielo.
"Sfregiato" disse a sua volta guardandolo con intensità magnetica.
Non si sarebbero detti ti amo. Non faceva per loro.
Quelle due parole, sussurrate in tono dolce, racchiudevano lo stesso intenso significato di un 'ti amo' sussurrato tra le labbra.
Distrattamente Draco si chiese da quando era diventato così...così poco Serpeverde. Da quando aveva iniziato ad apprezzare lo stupido calore dei Grifondoro?
Ritornò a baciarlo, facendo vagare le mani sul corpo del moro in una lenta carezza.
Da quando sentiva così intensamente la voglia di dare calore?
Quando anche le mani di Harry presero a seguire sentieri sconosciuti sulla schiena di Malfoy, il Serpeverde smise di farsi domande, dedicandosi completamente al compagno.
Quando la debole luce filtrò dalle tende verdi, i due ragazzi erano ancora abbracciati tra di loro.
Fu Draco a svegliarsi per primo. Aprì assonnato gli occhi grigi , sbattendo le palpebre più volte.
Sentì Harry muoversi tra le sue braccia.
Senza accorgersene sorrise.
Si alzò dal letto, coprendosi con i pantaloni del pigiama, e andò alla scrivania.
Prese una pergamena
"Aparecium" recitò a bassa voce, facendo apparire dell'inchiostro magico.
Restando in piedi , scrissi velocemente alcune righe. Chiuse la lettera e ci scrisse sopra : Blaise Zabini.
Una volta scritto tornò nel letto. Circondò nuovamente Harry in un abbraccio. Finchè l'altro era addormentato poteva permettersi delle carinerie così poco Malfoy.
Ma così tanto Draco.
Represse uno sbadiglio sulla spalla del Grifondoro e si rimise a dormire. Per quel giorno, le lezioni potevano anche aspettare.





Ecco il settimo capitolo...siamo agli sgoccioli della storia. Harry e Draco sono oramai una coppia agli inizi della loro storia. Ma essendo Potter e Malfoy non può andare tutto liscio come l'olio. Dopo aver passato sei anni a litigare ,però, penso che abbiamo già mostrato il peggio di loro e che quindi hanno imparato ad amarsi sul serio.

Volevo ringraziare le 8 persone che hanno recensito l'5 capitolo, mi ha fatto un sacco piacere leggere che vi è piaciuto!!!

approfitto anche dell'occasione per ringraziare chi ha recensito il capitolo precedente scrivendovi i ringraziamenti in posta ^^ un bacio!

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Capitolo 8
*** Al campo da Quidditch ***


Potter stava camminando con aria assente per i corridoi. Era da quasi due mesi che la sua relazione con Malfoy continuava, si incontravano di nascosto cercando di non dare nell'occhio. Sapeva benissimo che si stava comportando come se si fosse macchiato di un grave peccato e adesso stava facendo di tutto per non farsi scoprire. Si sentiva anche un bugiardo a non dire nulla ai suoi amici ma proprio non ce la faceva.
Con passo strascicato si diresse nell'aula di pozioni dove Draco lo stava aspettando. Non aveva avuto il coraggio di riaprire la stanza delle necessità quindi aveva chiesto al professore Lumacorno se poteva usare la sua aula per esercitarsi. Il professore era stato ben lieto di poter soddisfare una richiesta di Harry Potter.
"La puntualità non è proprio il tuo forte Harry"
"Sono in ritardo solo di qualche minuto"
"Il mio tempo è prezioso" strascicò altezzoso le parole Draco.
"Il tuo tempo è anche il mio"
"Nh, vogliamo iniziare?" chiese Malfoy scivolando giù dalla cattedra sulla quale era seduto.
"Certo"
Tirarono fuori le bacchette disponendosi uno di fronte all'altro.

Era stato Malfoy a chiedere ad un esterrefatto Harry di insegnargli l'Incanto patrono.

Il grifondoro ricordava perfettamente lo sguardo orgoglioso quando il biondo gli aveva fatto la richiesta, o meglio, gli aveva ordinato di aiutarlo. Infondo un Malfoy rimaneva pur sempre un Malfoy e non sia mai che debba avere bisogno dell'aiuto di Harry Potter. Poco importava se stavano assieme ,sarebbe stato lo stesso imbarazzante.
"Devi pensare a qualcosa di felice, Draco, altrimenti non ce la farai" Harry agitò la bacchetta.
"Exepcto patronum”
Un filo argentato si andò ad aggrovigliare in mezzo alla stanza, formando un cervo con enormi corna. Il patrono galoppò
intorno ai due ragazzi e poi si dissolse.
Lo sguardo di Draco si adombrò. Qualcosa di felice. Non era facile per lui. Però...ora le giornate erano
più leggere. Forse...
Chiuse gli occhi cercando di riportare alla mente il suo pensiero più felice.

"Furetto" mormorò Harry.

"Expecto patronus" dalla bacchetta di Draco fuoriuscì un filamento argenteo.
Un piccolo furetto argento iniziò a correre per l'aula per poi dissolversi.
Harry scoppiò a ridere forte.
"Non – è – divertente" sibilò il biondo a denti stretti.
"Oh si che lo è!"
Malfoy si maledì per aver pensato proprio a quel ricordo. Ma per lui, quel momento , dove si era sentito per la prima volta un tutt'uno con Harry, era stato veramente il più felice della sua vita.
Alzò gli occhi grigi su Harry. Da quando era entrato nella sua vita le sue giornate era diventate più leggere.
"Ce l'hai fatta Draco" disse Harry.
"Harry. Io ...io non voglio chiederti tardivamente scusa. Voglio solo dirti che mi dispiace"
Non sapeva perché gli erano uscite quelle parole ma aveva sentito il bisogno di fargli sapere che gli dispiaceva per tutto quello che aveva fatto. Non era riuscito a chiedergli mai veramente scusa, il suo ancora sconfinato orgoglio, glielo impediva. Ma ad Harry sembrò bastare.
Si avvicinò al biondo.
"Anch'io ho delle cose da farmi perdonare"
Nemmeno le sue erano vere scuse.
Ma Harry e Draco non erano persone comuni. Avevano un loro modo di amare e un loro modo per chiedersi scusa. L'importante era che loro riuscivano a capirsi. Forse proprio per quello , dopo tanti anni, si erano avvicinati. Forse solo Harry Potter poteva capire veramente Draco Malfoy e Draco Malfoy comprendere totalmente Harry Potter.

* * *


"Questa è una tragedia! Non ci posso credere!"Hermione sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.
"Cos'è successo?" chiese Harry entrando in sala comune.
Ron alzò le spalle.
"Oh Harry....quella...quella megera... mi ha dato una 'a' solo perché secondo lei io non ci credo." la voce della ragazza era stridula e furente.
"Ma chi?" sussurrò divertito e allo stesso tempo preoccupato a Ron.
"La professoressa Sinistra"
Aurora Sinistra era la loro insegnante di astronomia ed Hermione aveva avuto sempre una certa diffidenza per stelle, predizioni e affini.
"Herm, non è la fine del mondo."
"Non è la fine del mondo, Harry? Lo sai che quest'anno abbiamo i M.A.G.O. Vero?"
Il moro annuì.
"Ecco! Mi rovinerà la media"
Harry si sedette sulla poltrona rosso-oro esasperato. C'era già Draco che faceva scenate per trasfigurazione, non aveva la forza di sentire anche quelle di Hermione.
"Ti darò una mano io. Vedrai che prenderai la tua solita 'e'"
Gli occhi della riccia si illuminarono.
"Dici davvero?"
Al segno d'assenso di Harry l'umore della Grifondoro migliorerò visibilmente.
"Ti ringrazio, sembrava un ungaro spinato" gli soffiò all'orecchio Ron, scatenando una risata nel moro.

* * *


La primavera iniziava a farsi sentire. Il platano picchiatore aveva ricominciato a fiorire e il lago nero aveva un aspetto meno tetro. Anche la temperatura si era alzata, permettendo agli studenti di uscire nel parco senza prendersi un raffreddore.
Munito di scopa e del boccino che gli era stato dato da Madama Bumb, Harry si diresse al campo di Quidditch. Non si fidava ad usare il boccino che gli aveva dato Silente, era un regalo troppo prezioso per rischiare di perderlo.
Sul campo e sugli spalti, vista l'ora, non c'era nessuno.
Si sedette sugli spalti aspettando l'arrivo di Malfoy.
Il Serpeverde non si fece attendere, dopo pochi minuti entrò nell'arena.
Harry lo raggiunse.
"Pronto?"
"Lo sono sempre"
"Ti ricordi ancora come si sale su una scopa, Malfoy?" lo beffeggiò alzando con superiorità il sopracciglio.
"Io , invece, spero che tu ti ricorda ancora com'era vincere visto che oggi ti umilierò"
Non c'era cattiveria nella voce di Draco, solo un giocoso sarcasmo.
Harry montò sulla scopa, seguito a ruota dal biondo.
"Chi prende per primo il boccino vince" disse solamente prima di aprire la mano e lasciare che la piccola sfera d'oro volasse libera.
Malfoy si diede una spinta e la scopa iniziò a volare veloce.
I due ragazzi volarono vicini per alcuni metri, poi il cercatore di Grifondoro virò a destra. Malfoy gli tagliò la strada con un'impennata.
Harry scese di quota, volando tra gli spalti. Individuò il bagliore luminoso del boccino e si buttò all'inseguimento. Notando la manovra del moro Draco fece un giro su se stesso e volando al contrario cercò di raggiungere il boccino.
Harry rimase sorpreso dalla manovra del biondo. Rimase a guardarlo. Sembrava che non avesse mai smesso di giocare a Quidditch. Aveva un modo elegante di volare e il viso concentrato.
Malfoy, dal canto suo, non aveva percepito lo sguardo smeraldino su
di sé, troppo concentrato. Sentiva una piacevole sensazione di libertà. Era bello giocare in quel modo con Harry. Si stava divertendo e lo doveva a Potter.
Continuò a volare , gli occhi incollati al boccino. Con la cosa dell'occhio vide che Harry stava per raggiungerlo. Un'idea gli balenò in testa.
Con attenzione si issò in piedi sulla
scopa, cercando di mantenersi in equilibrio con le braccia.
Quando pensò di aver raggiunto una stabilità allungò il braccio verso la sfera d'oro. Con un piccolo salto si sbilanciò verso il vuoto.
"Draco!"
Le mani si strinsero attorno al boccino. Serrò immediatamente le gambe sull'asta della scopa.
Si ritrovò a cavalcioni a testa in giù. Si riassestò e girò giusta la scopa.
La partita era finita.
Harry volò verso di lui.
"Cosa ti è saltato in mente?!" urlò preoccupato.
"Ho fatto quello che hai fatto tu alla prima partita , eroe. Ho vinto io" sorrise mostrando il boccino.
Il moro trattenne il respiro. Draco, con le guance imporporate dalla fatica, gli occhi brillanti e i capelli scombinati dal quel volo pazzo era bellissimo.
"Sei uno stupido" riuscì solamente a dire.
"Non meno ti te. Inoltre non sono caduto dalla scopa e non l'ho neppure ingoiato" fece con arroganza buttandosi indietro le ciocche di capelli bionde che gli ricadevano disordinate sugli occhi.
"Fortuna Malfoy, fortuna"
"Come no, sfregiato"
Harry avvicinò ancora di più la scopa al compagno.
Malfoy liberò il boccino.
"Ma cosa?"
"Mi era di impedimento" rispose semplicemente Draco prima di sporgersi a baciare Harry.

Troppo presi da loro, avvolti in quel rassicurante abbraccio di braccia e labbra, non fecero caso all'ombra che si intravedeva dietro la finestra della torre dei Griffondoro alla quale, incautamente, si erano fatti troppo vicini.


"Hermione! Vieni"
"Perché?"
"Muoviti!" urlò Ron.
La ragazza si avvicinò alla grande finestra ovale della torre di grifondoro.
Fece vagare lo sguardo sul cielo terso fino ad arrivare a posarlo sul campo di Quidditch, poco distante dalla loro torre.
Vide due ragazzi sulla scopa baciarsi.
"E allora?" chiese infastidita per il comportamento del suo ragazzo.
"Guarda chi sono!"
La riccia si concentrò sulle due figure.
"Non è possibile..." bisbigliò portandosi entrambe le mani alla bocca.
Ron diede un calcio al muro e si precipitò fuori dal dormitorio.
Hermione rimase a guardare per qualche istante ancora Harry e Malfoy, poi decise che era meglio
seguire il rosso.
Ron stava quasi correndo per i corridoi della scuola.
"Aspetta Ron!" gli urlò dietro la Grifndoro.
"Non c'è nulla da aspettare. Spaccherò la faccia a quel mangiamorte" sputò fuori
Harry e Draco scesero a terra.
"La prossima volta vincerò io furetto"
"Non ci contare"
"HARRY! Allontanati da lui"
Il moro si girò di scatto alla voce furiosa del suo migliore amico.
Aggrottò la fronte .
"Cosa sta succedend-"
Come una furia Ron si gettò su Malfoy tirandogli un pugno in viso.
"RON!" Hermione era corsa a trattenere il ragazzo.
"Cosa cazzo stai facendo?!"
urlò Harry inginocchiandosi accanto a Draco , che perdeva sangue dal naso.
"Sei impazzito?" chiese nuovamente.
"E' lui quello che è impazzito. Ti ha baciato Harry! Vi ho visti! Come fai a stare qui a chiacchierare con quel fottuto mangiamorte!"
Il viso di Ron era paonazzo dalla rabbia.
"L'ho baciato anche io, Ron" disse Harry tenendo gli occhi bassi
"Cosa?!"
Le urla del rosso Grifondoro aveva attirato l'attenzione di alcuni studenti.
"Stiamo assieme. Io volevo dirvelo , mi dispiac-"
"Tu stai con questo? Con chi ha ucciso Fred?! Ho sorpassato sul fatto che avessi deciso di aiutare un mangiamorte ma questo---"
"Ron , per favore" singhiozzò Hermione.
"Ron ascolta" Harry fece un passo verso l'amico.
"Non toccarmi! Stammi lontano"
Con un ultima occhiata ferita si girò e rientrò nel castello.
"Harry..." Hermione gli si avvicinò.
"Mi dispiace Harry" aveva le lacrime agli occhi.
"E' colpa mia Herm"
Harry non riusciva a guardarla in faccia. Se avesse visto le sue lacrime non sarebbe riuscito a trattenere le sue.
"Gli passerà" mormorò la ragazza avvolgendolo in un abbraccio.
Malfoy osservava la scena in silenzio. Si sentiva in colpa. Irrazionalmente sentiva che era colpa sua, lui non era destinato ad essere felice. Quella era stata solo una piccola parentesi. Non doveva permettere che le cose prendessero quella piega. E adesso era Harry a pagare per i suoi errori.
Gli studenti guardavano stupiti la scena. Chi mormorava , chi rideva e chi rimaneva in assoluto silenzio. I più astiosi lanciavano insulti a mezza voce a Malfoy.

* * *

La camera del Serpeverde era calda ed accogliente come al solito ma vi si poteva scorgere un atmosfera tesa.
"Grazie per farmi rimanere"
Malfoy annuì.
Harry si sdraiò sul letto in posizione fetale .
"Mi dispiace Harry"
"Non è colpa tua"
Draco si avvicinò al moro accarezzandogli piano i capelli.
Non aveva mai consolato nessuno, non sapeva cosa fare.
Abbracciò il Grifone.
Harry si strinse a lui. Sapeva che prima o poi i suoi amici l'avrebbero scoperto, ma non voleva che succedesse
in quel modo.
"Ho già litigato con Ron molte volte. Ma questa volta è diverso"
"Gli passerà. Lenticchia ti vuole bene. Penso"
Harry rise per poi scuotere la testa e stringersi maggiormente al biondo.
"Se Ron l'ha presa così figuriamoci i tuoi amici" mormorò.
"Loro lo sanno già."
Il moro alzò di scattò la testa andando a cozzare contro il naso di Draco.
"Come sempre ti differenzi per la tua eleganza nei movimenti"
"Scusa" disse con un mezzo sorriso.
"Ho scritto a Blaise quella notte"
Ad Harry non servirono chiarimenti, aveva capito perfettamente di quale notte Draco stava parlando.
" E cos'ha detto?"
"Che finalmente la mia ossessione per te aveva portato a qualcosa"
"Eri ossessionato da me?"
"Taci Potter"
Il moro rise.
"Grazie" disse quando l'eccesso di risa terminò.
Grazie per averlo fatto ridire.
Grazie per essere qui.

Ma questo, Harry, lo tenne per sé.







E così siamo arrivati anche la fine dell'ottavo capitolo! Sabato pubblicherò al fine poiché penso di unire il capitolo nove con l'epilogo (essendo di due paginette^^).

Come al solito non mi resta che sperare che vi piaccia e di non aver deluso nessuno!

Graziegraziegrazie a chi ha recinsito e anche a chi ha solo letto e gradito!

Un ultima cosa...ricordate! Potere alle Drarry *^*!!

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Capitolo 9
*** compromessi e inizi ***


Il giorno dopo la scuola era in subbugliHarry sembrò che tutti lo stessero osseo. Ad rvando e non perché era l'eroe del mondo magico. Sentiva che ogni sua piccola mossa veniva spiata da centinaia di occhi attenti.
Malfoy camminava tranquillo al suo fianco e questo aumentò in maniera esponenziale le risatine e le battute.
Harry invidiò la freddezza austera del biondo e di come sembrava che tutto gli scivolasse addosso. Sembrava che solo il moro risentisse della pesante situazione.
La situazione precipitò quando entrarono nella classe di trasfigurazione.
Ron gli lanciò uno sguardo d'odio e si girò dall'altra parte. Hermione si alzò in piedi facendo per raggiungerlo. Harry gli fece un gesto di saluto e si sedette velocemente al proprio posto.
Nessuno, constatò Potter, sembrava prenderlo in giro e rinfacciargli la sua relazione con Malfoy. Forse, aver salvato il mondo magico gli aveva almeno evitato che la gente esprimesse giudizi su di lui. Ad alta voce, almeno. La cosa che più lo rasserenava era che sembrava che quella strana 'indennità' della quale godeva si estendeva anche a Draco.
"Potter, puoi fermarti un attimo?" chiese la McGranitt una volta finita la lezione.
A malincuore il Grifone annuì.
"Io vado" disse Malfoy.
"Se non le dispiace, signor Malfoy, vorrei parlare anche con lei"
Senza cambiare espressione Draco si rimise a sedere.
La preside sembrava tentennare e al moro quello non parve decisamente un buon segno.
"Allora. Vorrei sapere se quello che si dice in giro é
vero. Vuoi due state assieme?" la donna pronunciò quelle parole con insicurezza, quasi non sapesse bene cosa dire.
"Si" rispose Harry con voce precipitosa e di un'ottava più acuta del normale. Nemmeno nei suoi peggiori incubi si sarebbe aspettato una domanda del genere dalla professoressa.
"E lei cos'ha da dire, signor Malfoy"
"Quello che ha detto Potter è vero. Per una volta mi vedo costretto a trovarmi d'accordo con lui"
La McGranitt strinse le labbra.
"Bhe, dovrete ammettere che è abbastanza insolita come cosa. Vedere due persone che si sono combattute per anni stare assieme. Pazienza. Scommetto che Albus non ne sarebbe sorpreso" sospirò la preside.
"Tornate nei vostri dormitori e vedete di non combinare confusione"
Con un gesto del capo Malfoy si congedò. Anche Harry stava per fare lo stesso quando la voce della preside lo trattenne.
"Potter, congratulazioni"
Il moro arrossì prepotentemente ,biascicò un ringraziamento e si affrettò ad uscire dall'aula dove Draco lo stava aspettando con un sorrisetto sulle belle labbra.



La sala grande era come al solito gremita di gente ed Harry si andò a sedere al tavolo dei Grifoni.
"Ciao"
"Oh ciao Harry! Com'è andata? Perché ti ha trattenuto la preside?" chiese Hermione facendogli spazio.
"Ehm...mi ha chiesto se era vero di me e Malfoy e ...si è congratulata" finì incerto,ancora incredulo delle parole della McGranitt.
"Davvero?"
"La smettete di fissarlo come se avesse le antenne?"
La voce di Ginny fece sobbalzare Harry che le fu mentalmente grato per aver
"Quindi è per lui che mi hai lasciata?" chiese con voce chiara.
"Mi dispiace"
"Saperti tra le braccia di un uomo, non so perché, è più facile da accettare che immaginarti tra quelle di una donna"
"Anche se è Malfoy?" non riuscì a impedirsi di chiedere Harry.
"Sto andando per gradi" gli sorrise a fatica prima di sedersi e iniziare a parlare con le sue compagne di corso.
Amava Harry con tutta se stessa e benchè lui l'avesse preferita a Malfoy – un mangiamorte – non riusciva ad odiarlo. Non le restava che cercare di accettarlo.
"Dov'è Ron?" chiese il moro a Hermione.
"Non è voluto scendere. Scommetto che se gli darai tempo, si calmerà. Sai com'è fatto" ma sorrise con troppa titubanza per rasserenare l'amico.


***

Erano passate due settimane e Ron continuava a non rivolgergli la parola. Harry aveva tentato più volte un contatto ma il rosso l'aveva allontanato.
Seduto in guferia , il Grifone stava accarezzando Evy. Voleva stare con Draco e rivoleva il suo amico.
"Pensi che sia impossibile?" chiese alla civetta.
L'animale mandò un verso acuto e picchiettò leggermente sulla spalla del padrone.
"Ah ci sei tu"
Harry si girò di scatto.
"Ron aspetta!"
"Non ho voglia di parlare con te"
"Ma io si!"
Weasley lanciò un occhiataccia al moro.
" Ti do un minuto"
" Mi spiace per non avertelo detto prima . Ma è stato difficile anche per me. Prima stavo con una ragazza e po-"
"Ma è Malfoy! Se fosse stato un altro ragazzo avrei capito, ma , Harry, lui!"
"Lo so! Ma non è più lo stesso"
"Fred-"
"Non è stato lui ad uccidere Fred. Non ha ucciso nessuno. Ti sei dimenticato che io ho ucciso , invece?"
"Ma Voldemort è diverso.
"No Ron, non lo è. Uccidere non è diverso."
"Se è tutto quello che dovevi dirmi, io me ne vado"
"Sono innamorato di lui,Ron"
Ron si immobilizzò.
"Stai scherzando?"
"No."
"Non capisci che ti sta solo prendendo in giro?" disse Ron sconvolto.
"Non è vero. Per anni , a causa di questa guerra, ho perso tutte le persone che amavo. Tranne te ed Hermione. Finalmente qualcosa mi è stato restituito. Non togliermi la possibilità di essere felice. Amo Draco ma tu sei il mio migliore amico, senza di te non posso essere felice veramente. Non chiedermi di scegliere. Non voglio più perdere le persone che amo."
Ron si morsicò un labbro. Gli occhi erano lucidi.
"Sono sempre io"
"Non pretendere che diventi suo amico" sospirò il rosso , rilassando i muscoli.
"E non mi scuserò nemmeno per il pugno"
Harry sorrise avanzando verso l'amico.
"Tutto come prima?" chiese.
"Più o meno...Malfoy non mi andrà mai a genio – fece una pausa – però tu mi sei mancato"
I due ragazzi si abbracciarono.
"Ahia!" gridò Harry portandosi una mano alla nuca.
"Così impari a farmelo scoprire in quel modo, mi stava per venire un infarto!"

rispose , la mano ancora alzata in una sberla.

Ron osservò l'amico sfregarsi la parte lesa arruffandosi ancora di più i capelli. Odiava litigare con lui ma odiava anche quello spocchioso di Malfoy...non gli avrebbe dai una possibilità, quello mai, ma voleva che lui, Hermione e Harry tornassero ad essere il trio che erano una volta.


***

"E' proprio necessario Harry?" piagnucolò Ron
Il moro annuì.
"Non pensare che a me faccia piacere lenticchia"
"Draco!"
Il biondo sbuffò.
Harry, Malfoy , Ron ed Hermione erano davanti al campo di Quidditch.
"Per favore" disse il moro guardando il suo migliore amico.
"Ron" l'incitò Hermione.
Il rosso sembrò essere sul punto di vomitare quando allungò la mano.
Con un espressione disgustata Draco strinse la mano di Weasley.
"Perfetto!"
Preso dall'entusiasmo Harry baciò a stampo Draco.
"Ora vomito" borbottò Ron mettendosi una mano sulla bocca.
Per qualche istante Malfoy e Ron si guardarono in cagnesco ma non dissero nulla.
I quattro ragazzi rientrarono nel castello attirando l'attenzione degli studenti che guardava lo strano quartetto.
Draco prese con noncuranza la mano ad Harry. Il Grifone continuò a guardare avanti ma Malfoy potè percepire il suo sorriso.


DICIANNOVE ANNI DOPO

La stazione di King's cross era affollata come sempre.
La banchina era piena di bauli e animali. I gufi e le civette sbattevano nervosamente le ali dentro a gabbie troppo piccole.
"Hugo, non correre"
"Ron , Hermione!"
"Oh Harry, ciao. Pensavo di non riuscirti a vedere in mezzo a tutta questa confusione!"
La ragazza abbracciò l'amico.
"Come va, amico?" chiese Ron con un sorriso.
"Tutto bene. Allora, Rose, questo è il tuo primo anno a Hogwarts"
La bambina si nascose dietro la madre.
"Ma dai! Conosci Harry da quando sei nata. Cosa ti prende?" chiese Hemione sorridendo alla figlia.
"Ma lui è il preside ed é
pure un mio insegnante" mormorò la piccola.
Ron scoppiò a ridere.
"Non ti preoccupare, sarò un bravo preside" disse il moro, sistemandosi gli occhiali.
"Dov'è Draco?" domandò Hermione notando che il biondo non era con lui.
"Arriverà a momenti."
"Mi raccomando rose, non finire in Serpeverde!" fece il padre sussurrandogli nell'orecchio.
"Ron!" lo rimproverò la moglie.
"Oh Draco, eccoti"
Malfoy si avvicinò ad Harry, salutando con un cenno del capo i coniugi Weasley e con un bacio il suo ragazzo.
"Almeno non davanti ai bambini" soffiò Ron a denti stretti.
"Spiacente che ti dia fastidio, lenticchia, ma si dovranno abituare" lo beffeggiò Malfoy.
"Bastard-"
"Non vorrai insultare il professore di pozioni dei tuoi figli, mi auguro?" ribattè Hermione divertita.
"Tua moglie ha ragione" ricaricò l'ex Serpeverde.
"Harry! Per l'amor del cielo, tu sei
il preside, fai qualcosa!" lo scongiurò l'amico.
Harry alzò le spalle.
"Difesa contro le arti oscure e pozioni sono due materie complementari, quindi lavoreremo spesso insieme"lo prese in giro.
Ron emise un gemito.
"E' il momento, il treno partirà a momenti. Ci vediamo durante le vacanze" li salutò Harry , abbracciandoli di nuovo.
"Noi andiamo avanti. Buona giornata" disse gentilmente Draco.
Lui ed Harry si incamminarono verso il treno parlottando tra loro.
"Hermione...non mi piace per nulla l'idea di lasciare i miei figli nella mani di Malfoy. Sarà un Piton due!" mormorò sconsolato Ron
"Per Merlino, Ron. Comunque devo ammettere che da quando Draco ed Harry sono diventati professori le cose ad Hogwarts sono cambiare parecchio"

* * *

"Non vedo l'ora di vedere i figli di Ron ed Hermione all'opera" esclamò harry stravaccato nello scompartimento riservato.
"Spero che abbiano preso dalla Granger"
Harry sorrise.
"Non riesco quasi a crederci."
"A cosa?"
"Che siamo qui. Che siano passati diciannove anni Che sono il preside di Hogwarts e tu il mio professore di pozioni. E che stiamo ancora insieme."
"Ti sei stancato di me?
" chiese Draco senza far vacillare il sorriso.
"Mai , furetto"
"Lo spero bene sfregiato"
I due uomini si baciarono a lungo mentre il treno a vapore incominciò la sua corsa verso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Harry si affacciò al finestrino. Era felice. Da diciannove anni a quella parte era felice.
Vide riflessa nel vetro la cicatrice a forma di saetta.
La cicatrice non gli faceva più male
da diciannove anni. Andava tutto bene *.







  • la frase è tratta dall'ultima pagina del settimo libro di Harry Potter. Volevo che sembrasse un po' come se fosse la fine vera della saga. La fine che io vorrei per loro due!!

    purtroppo visto che devo uscire a cena e non riesco a postare oggi se vi ringrazio qui non riesco çAç quindi domani con calma vi ringrazio tutti!

Per adesso posso solo dirvi che il vostro sostegno è stato fondamentale, vi sono stra grata per le vostre opinioni e commenti!

Inoltre vorrei ringraziare chi l'ha inserita nei preferiti ,ricordata e seguita!

Grazie di cuore!!

ps: grazie speciale a shieru ù.ù

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