Amori Sotto un Soffitto Incantato.

di Simona_Lupin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un arrivo movimentato ***
Capitolo 2: *** Tra scherzi e misteri ***
Capitolo 3: *** Quello strano ragazzo ***
Capitolo 4: *** Brutte sorprese ***
Capitolo 5: *** In sella alle scope ***
Capitolo 6: *** Nuovi dubbi ***
Capitolo 7: *** Studio notturno ***
Capitolo 8: *** Troppo tardi ***
Capitolo 9: *** Corri ***
Capitolo 10: *** L'ombra di Voldemort ***
Capitolo 11: *** Un posto sicuro ***
Capitolo 12: *** Natale in casa Potter-Weasley ***
Capitolo 13: *** Tra uno scatto e l'altro ***
Capitolo 14: *** Via dalla festa ***
Capitolo 15: *** Tutti pazzi per Hogsmeade ***
Capitolo 16: *** Strani primi appuntamenti ***
Capitolo 17: *** Finalmente ***
Capitolo 18: *** Punizione alla Potter ***
Capitolo 19: *** Orientamento Professionale ***
Capitolo 20: *** Soli ***
Capitolo 21: *** Il cuore esplode ***
Capitolo 22: *** Niente si muove ***
Capitolo 23: *** Il risveglio ***
Capitolo 24: *** Riconciliazioni ***
Capitolo 25: *** Il Torneo delle Vecchie Glorie ***
Capitolo 26: *** AVVISO. ***



Capitolo 1
*** Un arrivo movimentato ***


 Capitolo 1
Un arrivo movimentato

Lily Potter stava appoggiata al suo carrello nel bel mezzo della stazione di King's Cross. I lunghi capelli rossi ondeggiavano a ogni suo piccolo movimento e i suoi grandi occhi marroni guardavano con aria assente la stazione affollata. Una fine nebbiolina la avvolgeva mentre vedeva farsi strada allegre famigliole, ragazzini impauriti e schiamazzanti streghette. Ogni due secondi guardava apparire dal muro che divideva il binario 9 dal dieci, giovani maghi e streghe che trasportavano carrelli carichi di valigie, bauli e animali tra i più insoliti per coloro che non conoscevano il mondo magico.In tutta quella confusione, però, Lily non sentiva altro che i suoi pensieri, che vorticavano nella sua mente senza meta. Era la quinta volta che assisteva a quella scena. Ricordava quando anche lei aveva attraversato la barriera, serrando forte gli occhi, terrorizzata all'idea di uno schianto. E quando li aveva riaperti, sorridendo e abbandonando la paura dietro quella solida barriera, in modo tale da non permetterle più di raggiungerla. Ricordava la sua felicità quando era salita sul treno assieme ai suoi fratelli e cugini.
James, il più grande, aveva già lasciato la scuola, sempre sorridente e con la battuta sempre pronta, noncurante del pensiero della gente e Al, il suo adorato fratellone, sempre tranquillo e gentile, educato e molto timido. Anche secchione, a dirla tutta!
Ma Lily aveva altri due fratelli: Hugo e Rose, i cugini con cui era cresciuta, con cui aveva condiviso tutto e che erano straordinariamente diversi, l'uno dall'altra. Hugo era divertente e simpatico ma si vantava in continuazione mentre Rose era una ragazza molto intelligente, riflessiva e acuta, adorava i libri e sapeva dare ottimi consigli.
Tutta la grande famiglia apparteneva alla Casa di Grifondoro, tranne Rose che era finita in Corvonero (Ron si vantava sempre di aver contribuito con i suoi geni all'intelligenza della figlia).
Ma nonostante Lily fosse molto legata a Rose, trascorreva molto più tempo con un'altra ragazza, la sua migiore amica, un po' folle ma sempre allegra e sincera, Hannah Watson, che proprio in quel momento stava attraversando il muretto. Alta, lunghi capelli di un biondo chiarissimo e occhi di una delicata sfumatura di verde, Hannah stava già correndo ad abbracciare l'amica.
"Scusa il ritardo" si giustificò "mia madre mi ha sottoposto a uno dei suoi soliti trattamenti anti-gorgosprizzi e ha impiegato più del solito" e sbuffò. Hannah che voleva un bene infinito alla madre, Luna Lovegood, era comunque convinta che fosse fuori come un balcone.
"Tranquilla, sono appena arrivata" rispose Lily per non dispiacerla, dato che era da quasi mezz'ora che la aspettava.
"Non vedo l'ora di arrivare ad Hogwarts" sospirò Hannah con voce sognante.
"Manca anche a te, non è così?" disse Lily.
"Beh si...ma l'ho detto perchè ho fame, a dire il vero..." ammise Hannah.
"Ma dai, stai sempre a pens..."
Lily non riuscì a completare la frase perchè ricevette un forte spintone. Si voltò di scatto e vide di fronte a se l'odiosa faccia di Susy Zabini, irritante e pettegola Serpeverde, perennemente accompagnata da una sciocca e petulante Tassorosso, Cindy Goldstain.
"Potter, guarda dove metti i piedi!" le urlò Zabini, sprezzante.
"E tu bada a tenere chiusa quella boccaccia o potrei ficcarci dentro un'altra caramella di zio George!" le rispose Lily con un sorrisetto, mentre dietro di lei Hannah teneva ben in vista una piccola caramella avvolta in una carta multicolore.
Susy la vide e corse via, seguita dall'amica.
"Io ADORO mio zio George!" disse Lily ridendo di cuore.
"Non l'ha dimenticato, eh?" rise Hannah, lanciandosi in un racconto di un felice episodio di qualche anno indietro.
Zabini e Goldstain erano entrate senza troppa cortesia nel loro scompartimento e con le loro battutacce avevano provocato una lite.
"Và da quella pazza di tua madre!" aveva strillto Zabini ad Hannah. Lei le aveva puntato addosso la bacchetta ma Lily gliel'aveva fatta riabbassare.
"Sta' calma Hannah, non ne vale la pena, davvero. E tu, Zabini mangia una caramella, magari ti rende un po' più dolce" e gliel'aveva lanciata.
Zabini, stupida com'era l'aveva mangiata e subito dopo al posto delle mani le erano spuntati due grossi piedoni e viceversa.
L'avevano mandata nel corridoio e avevano amplificato la loro voce in modo tale da far uscire tutti i ragazzi dai loro scompartimenti. L'effetto era sparito dopo un po', mentre le risate erano durate fino all'arrivo ad Hogwarts.
"Caramelle Capovolgimondo. Geniali! Tuo zio è un uomo da sposare" sospirò Hannah.
"Ahahahahah, sei un'idiota Hannah"
Un fischio acuto le riportò alla realtà. Lily e Hannah perse nei ricordi avevano completamente dimenticato il motivo per cui erano lì...un altro fischio...si guardarono negli occhi e prese dal panico, urlarono insieme: "Hogwarts! Dobbiamo salire sul treno!"
Un altro fischio e quasi nello stesso istante le due amiche presero le loro valigie e iniziarono a correre dietro al treno che iniziava già ad acquistare velocità. Più correvano e più il treno accelerava e, come se volessero deriderle, i vagoni del treno le sorpassavano: il primo...poi il secondo...fino a quando non si ritrovarono a rincorrere l'ultimo vagone del treno.
Lily che si era avvicinata di più al treno con la mano dell'amica nella sua e la valigia nell'altra tentò di accelerare.
Era ormai a poca distanza dalla ringhiera dell'ultimo vagone, ma come poteva salirci?
O lasciava la mano dell'amica, cosa che non avrebbe fatto per nulla al mondo, o lasciava cadere la valigia. Fulminata da un'idea accelerò e con tutte le sue forze lanciò la valigia sul balconcino dove cadde con un tonfo. Ce l'aveva fatta! Aveva una mano libera!
Così tentò di nuovo, si aggrappò alla ringhiera e la scavalcò. Aiutò l'amica a saltare sul treno, aprì la porta dello scompartimento e...
BOOM!

 
Lily stava distesa su qualcuno e ansimava ancora per la corsa di poco prima.
Appena era saltata sul vagone, era inciampata nella sua stessa valigia, buttandosi addosso a qualcuno che, sfortunatamente si trovava di fronte a lei.
Sentiva Hannah lì accanto, scuotersi i vestiti dalla polvere del pavimento sul quale era appena caduta.
<< Hai intenzione di trattenerti molto?! Per Morgana, soffoco! >> disse improvvisamente una voce alterata proveniente da sotto il corpo di Lily.
"Oh, Merlino, fa' che non sia lui!" pensò tra sè Lily, alzando gli occhi, sconsolata e vedendo un gruppo di ragazzine dallo sguardo preoccupato e omicida allo stesso tempo. Si alzò di scatto, mortificata e osservò la scena che le si parava davanti: Cormac Spinnet, il muscoloso scapolo d'oro di Hogwarts, stava cercando di rialzarsi da terra, invocando disperatamente aria.
<< Spinnet! Scusami, vuoi una mano? >> chiese Lily, orripilata da quel che era successo, invocando a sua volta una qualsiasi divinità che la portasse nelle profondità più remote della terra.
<< Sta' tranquilla Potter, è tutto okay. A presto >> e con uno dei suoi sorrisi flash se ne andò silenziosamente, seguito dalle ragazzine urlanti che non risparmiarono a Lily un'occhiata terrificante, che lei ricambiò.
Non appena furono spariti alla vista, la furia Lily Luna Potter, si rivolse con sguardo truce verso Hannah, che l'aveva spinta (involontariamente, ma non secondo Lily) quando era inciampata.
<< Tuuuu! >> esclamò con voce sadica << razza di scimmia bipede sprovvista di neuroni, sei un'idiota! >>.
Hannah si fece piccola piccola e squittì spaventata all'espressione furente dell'amica.
<< Lils, mi dispiace! >> cercò di scusarsi.
Ma Lily era troppo intenta a imprecare contro di lei, per ascoltarla...
"Quindi" pensò "le maledizioni senza perdono sono uguali ad una perpetua condanna ad Azkaban. Ma esistono così tanti modi per uccidere e torturare! Insomma: potrei friggerla in una padella gigante, accoltellarla mentre dorme, affogarla nel lago nero, immergerla in un calderone di Distillato della Morte Vivente, abbandonarla nella Foresta Proibita in balia di un branco di centauri inferociti, farla divorare dalla piovra gigante, darla in pasto a un drago, spedirla dal platano picchiatore, trasformarla in patatine da consegnare a Hugo, spellarla viva, impiccarla, sottoporla al bacio del Dissennatore, farla sbranare da gufi impazziti, far resuscitare Voldemort (dopo gli sforzi di papà per ucciderlo) e mandala da lui dicendo che è lei la figlia di Harry Potter..."
<< Lily? >> la chiamò cauta, osservando la strana luce che balenava negli occhi dell'amica.
<< Ti odio Hannah! Mi hai fatta cadere addosso al ragazzo dei miei sogni! >> urlò, ma poi sorrise << Dai, scherzo, oggi sei beneficiata dalla mia clemenza. Ma sappi >> proclamò solenne << che ti attende una morte lenta, dolorosa e atroce >>.
Hannah rise. << E finalmente hai ammesso che quello Spinnet ti piace! >> disse, trionfante.
<< Non mi piace per niente! >> protestò lei << Ok, forse è carino...va bene mi piaciucchia...d'accordo ho una cotta per lui dal primo anno! Ma che insistenza! Ho diritto alla mia privacy! >>.
Hannah che non aveva proferito parola, la guardò allibita ma, ripensando a tutte le volte in cui, in passato aveva fatto quello strano ragionamento, si riprese.
<< Su, andiamo a cercare uno scompartimento. Le gambe mi fanno ancora male per la corsa di prima >> disse Hannah e, insieme si incamminarono nello stretto corridoio, trasportando i loro pesanti bauli, in carca di un posto libero.
Come previsto, però, erano tutti occupati. Arrivate al penultimo, sentirono una voce familiare che gridava i loro nomi.
Fecero qualche passo verso l'ultimo scompartimento e, aprendolo, scoprirono volti amici che sorridevano: Al, Rose, Hugo e Franky erano riuniti intorno a una scacchiera.
<< Oh, eccovi! >> sospirò Rose, sollevata.
<< Ma dove diavolo vi eravate cacciate?! >> chiese Hugo.
<< Abbiamo quasi perso il treno...ma siamo riuscite ad arrampicarci sull'ultimo vagone >> rise Lily, ora tranquilla.
Sistemarono i bauli e Lily dovette dare dei biscotti gufici a Nuvola, la sua candida civetta dagli occhi di un nero lucente, che non smetteva di fare chiasso.
Lily sorrise tra sè. Finalmente in viaggio verso Hogwarts, la sua seconda casa. Avrebbe nuovamente passeggiato vicino alla riva del lago, annusando l'odore dell'erba fresca. Sarebbe andata nella calda capanna del vecchio Hagrid a bere il thè, a farsi dare qualche buon consiglio o anche solo per un suo sorriso.
Avrebbe inalato nuovamente l'odore delle pozioni. Avrebbe ripercorso i corridoi che avevano calcato migliaia di ragazzi.
Avrebbe gustato le pietanze che gli elfi preparavno con tanta minuziosità. E avrebbe cavalcato di nuovo la sua nimbus tremila, questa volta con la spilla di Capitano appuntata sul petto. Avrebbe sentito il vento sferzarle il viso e spazzarle i capelli e avrebbe lanciato bolidi con foga, come sempre.
Guardò le facce dei suoi amici.
Rose: caschetto biondo scuro, un po' gonfio e spettinato e grandi occhi marroni.
Hugo: capelli rossi perennemente in aria e occhi vividi verde chiaro.
Al: capelli nerissimi e occhi-Lily-Evans...unici nel loro genere.
Franky Paciock, uno dei migliori amici di Al, nonchè fidanzato di Rose e figlio di Neville: capelli scuri un po' lunghi e occhi di un marrone marcato.
Tutto era bello agli occhi di Lily, in quel momento.
Guardò fuori dal finestrino: era il tramonto. Il cielo si stava striando di colori chiari e sfumati che andavano dal rosa all'arancio e che si alternavano con armonia.
Si voltò solo quando sentì lo scarrozzare di un carrello che indicava la presenza della signora dei dolci.
<< Qualcosa dal carrello, cari? >> chiese gentilmente, come ogni anno. Presero un po' di tutto e, tra le risate, si rimpinzarono di gelatine tuttigusti+1, cioccorane, zuccotti di zucca, topi di zucchero, api frizzole, gomme Bolle Bollenti, polentine e Bacchette Magiche di liquirizia.
Mentre Rose stava battendo Franky a Spara Schiocco, però furono interrotti dal rumore della porta dello scompartimento che si apriva.
<< Scorpius! >> esclamò Al, alla vista del suo migliore amico.
Scorpius era un Grifondoro del settimo anno dai capelli biondi e gli occhi nocciola.
Si soffermò qualche attimo a guardare Lily e le guance gli si tinsero leggermente di rosso. Lei, però, non ci fece caso.
<< Ehi, Al, Franky, vi cerco da un secolo! Ho bisogno di parlarvi...potreste venire fuori cinque minuti? >> chiese gentilmente, sorridendo cordiale a tutti i presenti.
<< Certo Scorpy >> risposero quelli in coro e uscirono.
Scorpius non stava simpatico a nessuno, tranne ad Al e Franky. Era un tipo chiuso ed era difficile capire come fosse il suo carattere. Inoltre, tutti avevano pregiudizi su di lui, a causa del padre: Draco Malfoy.
Mentre Lily continuava a pensare fu distratta ancora da una voce amplificata la quale annunciava che sarebbero arrivai ad Hogwarts nel giro di cinque minuti.
Le ragazze corsero a cambiarsi in bagno, mentre i ragazzi rimasero nello scompartimento.
Avevano appena finito quando l'autista fermò il treno proprio davanti ad una fiila di carrozze.
I ragazzi scesero ordinatamente dal treno e la prima cosa che sentirono fu la tuonante voce di Hagrid che chiamava a sè i ragazzini del primo anno.
Fece loro un cenno con la manona e un gran sorriso.
Lily sospirò alla vista del castello illuminato.
Salirono in carrozza e quella partì al'istante alla volta del castello.
<< Avete visto quelli del primo anno?! Sembrano elfi! Ma come fanno ad essere così piccoli?! >> esclamò Hugo, guardandoli sfilare verso le barche.
<< Ora non fare il gradasso, Hugo. Tu eri più basso di loro. >> lo zittì la sorella.
<< Ma in compenso ero e sono bellissimo >> concluse, assumendo un'aria compiaciuta. Tutti si scambiarono sguardi esasperati ma non se la sentirono di ribattere.
In men che non si dica arrivarono al cancello della scuola e, entrando Lily si sentì felice come mai in vita sua.
Varcarono la soglia del castello che, anche se non era cambiato, stupiva ogni volta. Quella sera il soffitto rispecchiava un cielo blu scuro trapunto di stelle.
Presero posto alla tavola di Grifondoro, mentre Rose corse ad abbracciare l'amica Mary a tavolo di Corvonero.
La Sala, nel frattempo si stava affollando di ragazzi allegri e festanti.
Lily passò lo sguardo sul tavolo degli insegnanti. A sinistra c'erano Hagrid, Neville, l'amico di famiglia e il loro insegnante di Erbologia, la giovane e frizzante professoressa Sanders, docente di Trasfigurazione, e il caro Teddy Lupin, il figlioccio di del padre di Lily, che aveva da poco sposato sua cugina Victoire e che insegnava Difesa Contro le Arti Oscure. Al centro sedeva l'amato preside Wilson, un uomo ingegnoso e divertente che metteva in pratica la giustizia in maniera impeccabile. A destra sedevano invece l'anziana professoressa Cooman, di Divinazione, il professor Chapman, l'imbronciato insegnante di Pozioni e sua moglie che insegnava Astronomia. La professoressa Griffith, di Incatesimi sedeva accanto al professor Ruf, di Storia della Magia e ad altri insegnanti che Lily non conosceva.
Nel frattempo lo Smistamento stava per cominciare. La professoressa Sanders pose a centro della Sala sgabello e Cappello Parlante. Dopo la breve canzone, questo iniziò a smistare i ragazzini impauriti che avanzavano tremanti verso di lui.
Il tutto finì in breve tempo. Wilson si alzò, disse accoglienti parole di benvenuto e riprese posto, con un sorriso che gli andavada un orecchio all'altro.
Subito, dal nulla, apparvero deliziose pietanze: polli arrosto, alla birra e al forno, ciotole di salse, piselli e carote, vassoi di patate arrosto, fritte, al forno e bollite, bistecche, roast beef e molte altre delizie.
Lily cominciò ad abbuffarsi finchè non comparvero i dolci, che non toccò. Appena anche quelli furono scomparsi, Wilson si alzò nuovamente per dare i soliti annunci.
Tutti, assonnati e sazi, non prestavano molta attenzione ma ci fu un avviso che colpì tutti gli alunni.
<< Quest'anno, con mio grande piacere >> annunciò Wilson, sorridente << avrà luogo il Ballo delle Stelle >>.

 





Note delle Malandrinautrici: Salve sono Simona! E io sono Roberta! Oh, ci sei anche tu -.-" Ehiiii! Questa Fan Fiction l'abbiamo scritta insieme! Ahimè, aggiungerei. Vi avverto, Roberta è un'idiota. Simona, è una scimmia bipede o giù di lì. Oh, stà zitta tu! Stà zitta TU! Beh, vi sembrerà impossibile ma sì, siamo amiche! Comunque, parliamo della storia. Siamo due Potter-fanatiche... In pratica, è una malattia. Film e libri letti mille volte e , di conseguenza imparati a memoria. Poco tempo fa, ci siamo chieste: e i figli del Grande Trio? Quale sarà il loro futuro? Da qui nasce "Amori sotto un soffitto incantato"! La protagonista è Lily Luna Potter ma si parla in terza persona e il narratore è esterno.
Lei e i suoi fratelli, cugini e amici saranno coinvolti in appassionanti intrecci amorosi! Amori, litigi, incomprensioni saranno alla base di questa storia, che spero appassioni qualcuno.
Non ci aspettiamo niente... Sappiamo che non è granchè... E probabilmente sarà letta da pochi o da nessuno. Ma tentar non nuoce! Sappiate, che per noi sapere il vostro parere è FONDAMENTALE. Dipende da voi: se non avremo recensioni, andremo a riflettere su quanto fatto e cercheremo di migliorare, ma non qui. Non continueremo. Se avremo recensioni negative, ci impegneremo, sarà uno stimolo, ma se falliremo, lo accetteremo. Se ne riceveremo di positive sarà un sogno divenuto realtà. Davvero, sarebbe grandioso! Beh, se non vi è chiaro qualcosa chiedete pure!
Un bacio da

Roberta_Evans :D
Simona_Lupin ;)

DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i suoi personaggi appartengono a JK Rowling e a chi ne detiene i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 

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Capitolo 2
*** Tra scherzi e misteri ***


Capitolo 2

                                Tra scherzi e misteri




Alle parole di Wilson seguì un mormorio eccitato.
Improvvisamente tutti nella Sala erano sveglissimi.
Un ballo non si teneva ad Hogwarts da circa trent'anni e si sa che questo genere di eventi cerca sempre scompigli ed eccitazione.
<< Un avviso sull'orario e il luogo del primo incontro in occasione di questo Ballo verrà posto nelle Bacheche delle vostre Sale Comuni.
Questo è tutto. Ora, andate ad assaporare la bellezza dei sogni nei vostri caldi letti a baldacchino! Buonanotte! >>
In un attimo tutti gli studenti si accalcarono per raggiungere le rispettive Sale Comuni. Ovunque, si sentivano vocii e chiacchiere sul Ballo di Natale e tutti erano ansiosi di sapere di cosa si trattasse più approfonditamente.
Lily era troppo stanca per pensarci ma, in fondo, anche lei era solleticata dal desiderio di saperne di più.
Sembrava che la strada fino al Dormitorio di Grifondoro non finisse mai e le gambe di Lily erano diventate di piombo per la stanchezza e la sonnolenza che la invadevano.
<< A me di questo ballo non me ne frega un piffero >> saltò su Hannah all'improvviso, riaprendo il discorso che avevano interrotto poco prima.
Hannah non era una tipa molto romantica. Anzi, era piuttosto spiccia, come un maschiaccio. Moltissimi ragazzi però le facevano la corte ma lei li respingeva senza tanti complimenti.
Ma Lily non poteva desiderare un'amica migliore. Aveva tutte le qualità ideali.
<< Su Hannah, lasciati andare all'ebrezza dell'amore... >> sospirò Lily, ironicamente. D'altronde neanche lei era mai stata innamorata. Cormac Spinnet era più che altro un gioco. Non lo conosceva troppo bene, perché lui era un Tassorosso. Non era innamorata di lui, semplicemente. Ma era attraente. Ciocche di capelli ribelli gli ricadevano sul volto, senza però nascondere i magnetici occhi nocciola. Aveva un fisico spettacolare ed era l'unico ragazzo nella scuola ad avere un Fan Club di ragazzine urlanti (We love Cormac Spinnet: because without his eyes we don't live). Lily pensava che fosse ridicolo.
<< Hannah Watson non si innamora! Barcolla ma non molla! >> rispose lei fiera, varcando il buco dietro il ritratto della Signora Grassa che, ascoltandola, le disse: << Non devi andarne fiera, cara... >>. Hannah per tutta risposta le lanciò un'occhiataccia.
<< Io vado dritto di filato a letto >> disse Lily, esausta, salendo le scale verso il Dormitorio femminile.
Indossò il pigiama sul quale erano ricamati dei boccini e si accucciò sotto le coperte, raggomitolandosi a riccio.
" Il letto più bello del mondo " ebbe modo di pensare, prima di cadere in un sonno profondo.
Fece un sogno strano e confuso... Scorpius Malfoy appendeva per tutta la scuola suoi poster... e Cormac Mclaggen la invitava al Ballo, ma poi si trasformava in Malfoy...
Si svegliò di colpo, perdendo in una manciata di secondi tutto il sonno che aveva addosso e pensando a quanto fosse insensato il sogno appena fatto.
Guardò l'orologio che segnava le 04:28.
Si alzò e sedette accanto alla finestra, osservando incantata il cielo stellato.
Ma improvvisamente fu attratta da una figura incappucciata che si dirigeva verso la Foresta Proibita.
Lily saltò su e cercò di osservarla meglio mentre si aggirava furtiva ma sparì subito alla vista, tra gli imponenti alberi della foresta. Ebbe l'impulso di svegliare Hannah ma decise di non farlo. Invece si vesò dell'acqua dalla brocca vicino alla finestra e si buttò sul letto, pensierosa.

*   *   *
 

Quando il sole era sul punto di sorgere, Lily si svegliò.
L'orologio segnava le ore 05:52 ma Lily non si trattenne oltre a letto, impaziente di raccontare ciò che aveva visto al'amica.
Si infilò la vestaglia e indossò le sue pantofole a forma di animale. I due leoncini erano adorabili ma se venivano fissati troppo a lungo iniziavano a ringhiare, minacciosi.
Corse verso il letto di Hannah e scostò le tende senza troppa delicatezza.
<< Hannah! Hannah! >> chiamò, strattonandole il braccio. << Per Merlino, Hannah, svegliati! >>.
Ma l'amica dormiva beatamente, ignara di tutto quello che le accadeva intorno.
<< Stupida testa di gargoyle, svegliati! >> disse Lily, alzando la voce.
<< Lily cara, lusingarmi in questo modo non ti aiuterà >> disse finalmente Hannah, con voce assonnata. << Non mi sveglierei nemmeno se mi mandassi Tu Sai Chi dall'Oltretomba a chiedermelo. E' l'alba. Eclissati o ti crucio. >> disse secca, riprendendo a dormire.
<< Bene >> esclamò Lily, sadica e minacciosa. << Levicorpus >>.
L'ulrlo di Hannah aveva presumibilmente svegliato l'intera torre di Grifondoro, ma non era certo una novità. Da anni c'era sempre una gran confusione in quella camera. Più o meno ogni mattina.
<< Rimettimi subito giù, pazza assassina! >> le urlò Hannah, con sguardo truce.
<< A dire il vero vorrei far vedere le tue adorabili mutandine a qualcun altro, Hannah tesoro >> le rispose dispiaciuta Lily.
<< Non oseresti! >> borbottò Hannah, orripilata all'idea di ciò che stava per accadere. Perchè sì: Lily avrebbe osato.
Difatti annuì. << Sai meglio di me che lo farei >>.
In tutta quella situazione, la cosa che più inorridiva Hannah era la vista delle compagne di stanza: Sarah Johnson applaudiva entusiasta, saltando sul letto e incitando Lily all'azione; Sophie Taylor mangiava tranquillamente cioccorane sdraiata sul suo letto, osservando compiaciuta la scena; Miley Coleman trafficava con una cinepresa babbana, borbottando di tanto in tanto qualche "aspetta", "non funziona questo rottame babbano" e "non fare niente di eclatante finchè non dico azione" mentre Melanie Simpson si era alzata a versarsi dell'acqua, rossa in viso e piegata in due dalle risate.
<< Bene, cara Hannah, non esiste un modo per sfuggire alla tua pena. Iniziamo. >> disse soave, avviandosi verso la porta.
Ma Hannah fu fulminata da un'idea e, come fosse un ancora di salvezza gridò: << Accio foto segreta di Lily! >>.
Quest'ultima si bloccò e il suo viso impallidì.
" Merda " pensò.
<< Questa è più interessante delle mie mutandine, che tralaltro sono bellissime e aderiscono perfettamente al mio didietro >>.
<< Sporca ricattatrice! >> urlò Lily, sconvolta.
<< E' una cosa chiamata giustizia >> le disse Hannah, dolcemente.
<< E' una cosa chiamata morte certa per te >> sbuffò Lily, rimettendola a terra e strappandole di mano la foto di un sorridente Cormac Spinnet ricoperta di cuoricini.
<< Eddaiii Lily! >> protestò Sarah.
<< Smettete proprio adesso?! >> aggiunse Miley.
Hannah rivolse loro uno sguardo sconcertato e disgustato.
<< Io sono sempre qui, care... >> borbottò.
<< Ma noi ti vogliamo bene Hannah! Tifavamo tutte per te quando hai ricattato Lily! >> le disse Melanie, guadagnandosi un'occhiataccia di Lily.
<< Bene. Dopo questa lotta selvaggia, prepariamoci e andiamo a fare colazione >> disse saggiamente Sophie.


 

               *  *  *

 

Un quarto d'ora dopo erano tutte in Sala Grande e Lily stava raccontando ad Hannah dell'uomo incappucciato. 
<< Poi è sparito tra gli alberi >> concluse, con un'alzata di spalle. Avrebbe voluto saperne di più. Era curiosa di sapere chi fosse l'uomo e dove stesse andando. Ma non ne aveva idea.
<< Chissà se era uno studente o un insegnante >> sussurrò Hannah, spalmandosi una dose generosa di marmellata d'arancia sul pane tostato.
<< Voglio saperne di più >> disse Lily decisa. Ma furono interrotti dall'arrivo della professoressa Sanders che consegnò loro gli orari scolastici.
<< Merda >> imprecò Hannah, con la sua solita finezza. << Doppie Pozioni, Trasfigurazione, Divinazione e Erbologia >>. 
<< Bel risveglio la brutta faccia di Chapman... >> mormorò Lily, abbattuta, proprio mentre uno stormo di gufi irrompeva nella Sala Grande.
Con sua grande sorpresa il gufo di suo fratello James planò elegantemente verso di lei con una lettera e un pacco molto lungo appesi alla zampetta.
<< Ehi...ciao >> le sussurrò Lily, accarezzandola dolcemente. Prese la lettera e iniziò a leggere.

 

Cara Lily,
Sei un'idiota! Hai dimenticato qui la tua scopa Beh, per fortuna hai quello schianto di tuo fratello James, che rimedia sempre a tutto!
Una cosuccia Lillina: puoi farmi un favore? Di' a Susan McKinnon se vuole che ci incontriamo a Hogsmeade quando ci sarà la prima uscita. Questo stupido uccellaccio non vuole mandarle le mie lettere! L'ha vista una volta e la detesta! Forse è gelosa...sai, è una femminuccia e anche i gufi impazziscono per me! Comunque: cercate di vincere il Campionato quest'anno anche se senza la mia magnifica persona agli anelli è molto difficile... Cerca di staccare la testa a quanti più Serpeverde puoi, sorellina, tanto le loro teste di Troll possono benissimo sembrare dei bolidi. Hai un'ottima giustificazione. E poi, con Teddy come arbitro, non corri rischi Lils. Quindi, forza Capitano!
PS. Se Susan rifiuta (perché è impegnata, non perché non vuole uscire con me. Quello è impossibile, sono fantastico!) chiedilo a Janet Hemingway.
Bacioni, anche da parte di tutti qui (soprattutto mamma, a cui manca la sua Lilluccia amoruccia!)
                                                                                     
                                                                                                                                  James
                                                                                                                                 Il Grande


Lily richiuse la lettera, ridendo di cuore.
<< Lils, sapevo che eri matta da legare ma vederti ridere da sola mi preoccupa >> le disse Hannah, fissandola accigliata.
<< E' di mio fratello James >> spiegò, indicando la lettera e Hannah si riprese e annuì. << Ora capisco>>.
<< Hai dimenticato a casa la tua scopa, non è vero? >> chiese, guardando il pacco.
<< Oh si! Sono un'idiota! >> disse, picchiandosi un pugno in fronte. << Era sul divano ma Al ci ha buttato sopra il suo Mantello dell'Invisibilità e, non vedendola, l'ho dimenticata! >>
Hannah scosse la testa, sconsolata.
<< Vado a portarla su al Dormitorio >> aggiunse, sbrigativa.
<< E poi...devo svolgere un lavoretto per Jamie... >> e ridendo con un sorriso malizioso, corse via, verso il tavolo di Corvonero.
<< Ma cosa..?! >> chiese Hannah, confusa.
" Tipico comportamento di Lily Potter" pensò.
E Lily Potter non cambia mai.




Note delle Malandrinautrici: Salveeeee! Qui parla Simona! Beh, ho postato questo capitolo il giorno dopo al primo, anche se non ho ancora ricevuto recensioni. Magari vi invoglia a leggere... Vorremmo ripetervi che per noi sono importantissimi i vostri pareri. Ma siamo ancora all'inizio, quindi siamo piene di speranza! Ben detto, sorella!
Hey salve!
Oddio, chi è che parla?!
Nascondiamoci! Potrebbe essere un agguato!
*Le autrici si nascondono, terrorizzate*
Ma cosa diavolo...?! Con la mia bellezza sconvolgente, mi aspettavo almeno che mi saltaste addosso!
*Simona in uno slancio di coraggio sbuca dal suo nascondiglio e sospira, sollevata*
James sei un idiota! Esci Roby, è solo James...!
*Roberta esce immediatamente dal suo nascondiglio, con uno sguardo paurosamente pevertito e malandrino*
Oooooh! E' Jameees...! Allora direi che potrei farci quattro chiacchere!! Vieni, James, andiamo in camera mia...
*James, si dirige con fare malizioso verso Roberta. Fanno paura*
Nooooooooooooooooooo James!!!!!!!!!! E' una maniaca, non farlo!!
Non ascoltarla Jamie, è solo invidiosa...!
Ha i suoi buoni motivi...guarda cos'hai fra le mani!
Oh, piantatela voi due! Venite qui e cercate di essere più casti possibile!
Ehiiii, autrice sembri mio zio Percy!!
Andiamo, cara, tu sei un'autrice migliore di lei..

Ma pechè non ti butti dalla Torre di Astronomia, James?!
No, davvero, perché sei venuto?!

Ma per soccorrervi! Insomma, finore questa FanFiction è stata un fiasco...
Heeeei! Heeeei!
Beh, è vero, nemmeno una recensione... Quindi volevo invogliare il pubblico con la mia bellezza!
Io direi che potrebbe essere utile...
Ma io non voglio che pomiciate di fronte a me... -perchè accadrà, ovviamente-
Non possiamo dissentire...
E' colpa dell'autrice 2! E' così carina!
Oooh, Jamie, mi fai arrossire! *-*
-.-" ci rinuncio... Voi andate! Io parlo del capitolo, di cose serie!
Ti lasciamo a questo spasso...noi ci annoieremo sicuramente invece! Ihihihih...!
Andiamo, tesoro...!
Bene, scusatemi per questa scena pietosa...
Parlando della storia: questo capitolo è alquanto inutile e demenziale ma ora comincia la scuola e, ovviemente gli innamoramenti!!!
C'è un piccolo mistero che verrà svelato tra un bel po' di tempo...
Non avevo molto da dire...

Oh, James, i tuoi capelli sono così...belliiii! *-*
Volete parlare più piano?!?!
Beh, vado a prenderli...

RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!
Grazie a chi ha messo questa storia tra i preferiti! Graaaaaazieeeeeeee *-*
Un bacio,
Simona_Lupin :D

Roberta_Evans *-*
James Sirius Potter! ;)


                                                                   


                                                    

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Capitolo 3
*** Quello strano ragazzo ***


Capitolo 3
Quello strano ragazzo


 

"Promemoria: avvelenare Chapman e farlo sembrare un errore" pensò Lily, osservando annoiata l'insegnante che parlava con voce monotona.
Quella lezione di Pozioni stava diventando un incubo. Chapman non smetteva di parlare e stava spiegando l'uso della Pozione Farfugliante che era del tutto inutile ma molto complicata. Erano così pochi i ragazzi che seguivano Pozioni dopo il G.U.F.O che erano stati inseriti nella classe del quinto anno, per quelle prime lezioni.
<< Le orecchie di pipistrello contribuiranno notevolmente sull'effetto della pozione. Pertanto devono essere dosate in maniera precisa... >> stava dicendo, senza però risultare convinto di ciò.
Lily lo odiava. Tutto era sgradevole in lui: la voce piatta e priva di espressione, i lunghi capelli grigi che ricadevano inerti e senza vita lungo il bordo del viso, come tende, la pelle giallastra e gli occhi freddi di un azzurro glaciale.
Lily era bravissima in Pozioni. Una delle migliori, in effetti ma questo non le impediva di detestare quella materia.
<< Bene. Ora vi dividerò in coppie e preparerete una Pozione Farfugliante. La ricetta è a pagina 21 del manuale >> annunciò il professore, annoiato.
<< Watson, con Zabini >> disse, e i volti delle due ragazze sbiancarono all'istante.
Mettere Hannah in coppia con Zabini era pericoloso, molto pericoloso.
Hannah la guardò in tralice e Lily notò che aveva una faccia da funerale.
<< Io non starò con quella Mezz...con quella lì! >> urlò Zabini, fuori di sè.
<< Ti sei salvata Zabini. Di' un'altra parola contro di me e ti sarà tolto il dono della parola >> minacciò Hannah, a cui non era sfuggito nulla della frase di Zabini.
<< Cinque punti in meno a entrambe. E qui comando io. Coleman, con Goyle. Tu Taylor, con Griffith mentre tu Johnson con Belby e la Potter >> Lily incrociò le dita, sperando nel male minore << con Malfoy >> concluse, per poi passare agli altri rimasti.
Lily sbuffò. Malfoy non era una compagnia gradevole. Era un Grifondoro ma a Lily non piaceva stare con lui.
Lui si avvicinò, mentre Chapman diceva: << Iniziate >>.
Lily aprì il libro a pagina 21, sospirò e iniziò a lavorare.
<< Pss >> sentì qualcuno chiamare. << A destra, Lily >> bisbigliò Hannah.
Lily si voltò. << Che c'è? >> chiese all'amica.
<< Guarda un po' qui >> disse, indicando le sue code di topo.
Lily rise, intuendo già i piani di Hannah.
<< Potter! Se non stai zitta, ti metto in punizione! >> le urlò Chapman.
Lei stava per scusarsi, quando...
<< E' stata colpa mia, signore. Le ho chiesto una cosa >> la interruppe Malfoy, lasciandola spiazzata.
<< Allora vale per te, Malfoy >> lo ammonì.
Lily lo guadò, confusa e stupita. Si era assunto la colpa per una cosa che non lo riguardava minimamente.
Avrebbe voluto chiedergli perché lo aveva fatto o ringraziarlo ma lui capì e, sorridendo, scosse impercettibilmente la testa.
Lily era totalmente incredula ma i suoi pensieri furono interrotti da un urlo.
<< Aiutoooooo! Sono vermi! Toglietemeli di dosso, ora! >> stava urlando Zabini, mentre Hannah assumeva un'impeccabile espressione stupita. Effettivamente, quelle code di ratto mosse dall'incantesimo di Hannah, parevano proprio vermi.
<< Calmati, sono code di topo. Finite incantatem >> disse Chapman con voce strascicata, e le code di ratto smisero di brulicare sul corpo di Zabini e caddero a terra con un lieve tonfo.
<< Watson, punizione. Questa sera e domani, alle nove ti farai trovare nella Sala dei Trofei. >>
<< Che cosa?! >> esclamò Hannah, sconvolta.
<< Watson, risparmiami la messa in scena, o ti aumento la punizione >>. Hannah si zittì all'istante, infuriata, mentre Zabini rideva sotto i baffi.
<< Waddivasi >> sussurrò Lily, puntando la bacchetta contro di lei. Zabini divenne subito blu e stava per soffocare, quando accorse di nuovo il professore.
<< Watson! >> sbraitò.
<< Stavolta io non c'entro! >> rispose a tono. << Ho posato la mia bacchetta dentro la borsa! >>.
Lui controllò, e non avendo nulla da ridire, aggiunse: << Basta con questi scherzi stupidi >> e ritornò sbuffando alla cattedra.
Lily si voltò verso il suo calderone, soddisfatta e notò che Malfoy stava ridacchiando.
Che strano, quel ragazzo.


 

*  *  *

 

<< Hannah, certo che sei proprio grande! In punizione il primo giorno di scuola! >> si congratulò Lily, uscendo dall'aula, mentre rideva a crepapelle. << Hai più punizioni tu che mio padre, mio zio Ron, mio zio George, mio fratello James, mio nonno James e il suo migliore amico Sirius messi insieme! >> esclamò, contandoli sulle dita.
<< Ma piantala! >> rispose, ma sorrideva. << La ucciderò, quella vermiciattola...! Ha quasi osato chiamarmi Mezzosangue! >>
<< Ti aiuterò io nell'omicidio >> borbottò Lily.
<< Grazie >>
<< Lils >> aggiunse, dopo un po'. << Lo sai che Malfoy non ti stacca gli occhi di dosso nemmeno se glieli estraggono dalle orbite? >> .
Lily si boccò. << Che COSA?! >> gridò, facendo voltare parecchi Tassorosso di passaggio.
<< Adoro i tuoi toni celestiali... >> sospirò Hannah.
<< Beh, comunque Lily, non so come fai a non accorgertene... >>
<< Forse perché Malfoy non mi interessa. Non lo conosco ma so chi sono suo padre e suo nonno. Non mi interessa stringere rapporti con lui >> rispose Lily, seria.
<< Ehi, Lily, aspetta un attimo! Cosa sono tutti questi pregiudizi?! Non sono per niente giusti! Io non penso male di Malfoy, anche perché Al, che è una delle migliori persone che conosca, è il suo migliore amico >>.
<< Mio fratello non c'entra... Però hai ragione, scusa. I pregiudizi sono sbagliati. Ma questo non toglie il mio disinteresse nei confronti di Malfoy >> affermò Lily secca.
<< Però sembra carino. Sai, ti guarda sempre dolcemente e spesso arrossisce >> disse Hannah, sicura di ciò che affermava.
Lily era confusa, Tutto quello che Hannah le stava dicendo era vero? Era tutto così strano... Ma Hannah su una cosa aveva certamente ragione: i suoi orribili pregiudizi. Si era accorta del suo terribile errore e si era mortificata per ciò che aveva detto.
Malfoy poteva anche essere la migliore persona del mondo. La sua famiglia non era lui. Poteva essere diverso.
Ma a Lily comunque non era mai interessato...
<< Ehm...Lil-Potter? >> la chiamò qualcuno dalla voce calda e profonda. Lily si voltò e si trovò di fronte proprio un imbarazzato Scorpius Malfoy.
<< Si...dimmi Malfoy >> rispose Lily, ancora scombussolata dai suoi stessi pensieri.
<< Hai dimenticato sul tavolo il tuo libro >> disse, porgendoglielo.
<< Oh. Grazie mille Malfoy >> rispose Lily, sorridendo leggermente.
<< Figurati! >> borbottò lui, guardando in basso.
Fece per andarsene ma Lily lo richiamò.
<< Malfoy, aspetta! >>. Lui si voltò. << Volevo ringraziarti... Prima a lezione ti sei preso il rimprovero di Chapman, anche se... >> cominciò Lily, torcendosi le mani.
Ma lui la interruppe subito, scuotendo la testa. << Non dirlo nemmeno. Ci vediamo >> e sparì con un sorriso sfuggente, inghiottito dalla folla di studenti.
Lily non riprese a camminare subito, leggermente turbata.
<< Ti abbiamo dato del materiale su cui rifettere, eh, Lils? >> chiese Hannah, guardandola apprensiva.
Lily la guardò di sfuggita e annuì, più confusa che mai.


 

*  *  *

 

Per tutta la giornata Lily non fece altro che pensare a Malfoy, e la cosa le dava alquanto fastidio. Perché stava lì a riflettere su di lui se infondo, non gliene importava?!
Fatto sta che non poteva farne a meno. Il suo viso imbarazzato si focalizzava nella sua mente a intervalli regolari e Lily non riusciva ad impedirlo.
Era sera e Hannah era in punizione, quindi Lily cercava distrazioni di altro tipo. Lesse parecchi capitoli del libro Il Quidditch attraverso i secoli, che aveva letto più o meno quindici volte; cominciò il tema sui Bubotuberi per Hagrid e andò a giocare a Quidditch una mezz'oretta.
Ormai si erano fatte le dieci e Hannah ancora non rientrava. Stranamente, tutti erano già andati a letto e la Sala Comune era deserta.
Quando Lily sentì il rumore del ritratto che veniva spostato, si sistemò meglio sulla poltrona, felice di poter parlare con l'amica.
Ma non fu lei ad entrare. Fu invece, Scorpius Malfoy.
" Destino beffardo " pensò Lily, stupita.
Malfoy si fermò alla vista di Lily. Probabilmente, si aspettava di trovare la Sala Comune piena. Dopo qualche secondo, mentre pareva che Malfoy fosse in preda a una lotta interiore, disse piano: << Ciao >>.
<< Ciao...ehm... Tutto bene? >> gli chiese Lily, scrutandolo.
Lui sembrò sforzarsi per non arrossire. << Alla grande... Tu stai bene? >> rispose infine.
<< Benissimo, grazie. >> annuì Lily << Fuori dopo il coprifuoco, eh? >> rise.
<< Beh, confido nella clemenza del nostro nuovo Prefetto >> rise lui, ora più sereno. << Sbaglio? >> aggiunse, titubante.
<< In effetti, potrei metterti in punizione... Ma la torta al cioccolato di questa sera mi ha reso stranamente dolce >> disse Lily, sorridendo ironica. << E poi, ho fatto la stessa cosa parecchie volte >> concluse. Malfoy rise insieme a Lily, di cuore.
Ma furono interrotti dall'entrata di Hannah.
< Hannah! >> esclamò Lily << finalmente! Cosa ti ha fatto fare quel viscido idiota? >> chiese, curiosa.
Hannah guarò da Malfoy a Lily e viceversa, poi si riprese.
<< Quel viscido idiota >> sottolineò << Mi ha fatto pulire le Coppe e i Trofei>> concluse, sconfortata.
 << Finora è stato banale... Lo odio >> rispose Lily.
<< Beh, io vado su a dormire. Buonanotte, ragazze >> disse Malfoy.
<< Buonanotte...Scorpius >> sussurrò Lily e lui sorrise.
Quando se ne fu andato, Hannah si fiondò sull'amica.
<< Che avete fatto? Lo hai chiamato Scorpius! >> esclamò.
<< Calmati, pazza. Abbiamo scambiato due battute... >>
<< Ma lo hai chiamato Scorpius! >>
<< Non farti illusioni, Hannah >> rispose Lily. << Andiamo a letto >>.
Hannah la bombardò di mille altre domande e di tanto in tanto ripeteva " Ma lo hai chiamato Scorpius! ".
Lily però riuscì a zittirla, alla fine.
Nn riuscì, però a prendere sonno.
La sua mente tornò a posarsi su quello strano, strano ragazzo chiamato Scorpius.




Note delle Malandrinautrici: Salve gente! Qui è Simona!
Questo capitolo non mi è riuscito come desideravo... L'ho riletto parecchie volte ma non sono riuscita a migliorarlo, purtroppo!
Qui si vede chiaramente che Scorpius è innamorato di Lily...e lei è rimasta sconvolta da questa notizia, poiché non se n'era mai accorta da sè.
Qui, comunque Lily non è per niente interessata a lui, ma lo vede in una luce migliore, dato il modo gentile con cui la tratta.
Parlando di Hannah. Io la vedo un po' come una James/Sirius femminile! Lei è molto forte, coraggiosa...ma non nutre alcun interesse per i ragazzi... Ma vedrete, cambierà idea! Ed è sempre in punizione perché combina sempre scherzi e guai...come una Malandrina!
Ora, passiamo a ringraziare le due persone che hanno recensito!

 prettyvitto, a cui ho risposto con un messaggio. *ho pensato poi di ringraziare e rispondere nelle note, quindi d'ora in poi farò così*.

 nenezebubba: Ahahah, mi fa piacere che ti piacciano anche le note! Ti tranquillizzo: quando Scorpius e Lily si conosceranno meglio, i battibecchi non mancheranno di sicuro! xD Mi ha fatto sentire realizzata, il fatto che adori Hannah, dato che è un personaggio nato dalle nostre piccole menti! Spero che continuerai a seguirci, grazie, GRAZIE, GRAZIE!!!  *_______*

Uaaaah!!!!!!!!!! :,(
Oddio, ridaje col pianto! Cari lettori, Roberta piange perché ho cacciato James e ora si sta disperando... E non so come fare per farla calmare... Magari qualche recensione la farebbe rallegrare!
Siiiiiimy!!!!!! D:
Non chiamarmi così!
Amica fraterna, tesoro mio...!
Ruffiana...
Fallo tornare, mi manca!!
Oddio, stai diventando insopportabile...! Perchè non scendi nella storia e vai tu da lui?! Così non vi ho tra i piedi!
Posso farlo?!?!
Certo, scendi dentro quella botola, e sarai nella storia!
SIIIIIIIIIIIII! Vado subito! Grazie amica mia, ciao!!!
*Simona apre la botola e Roberta scende, con un sorriso che va da un orecchio all'altro*
Hai dimenticato sul tavolo il tuo lib...Ehi, tu! Che ci fai qui? Noi stiamo recitando!
Scusate, voi! Sto cercando il mio James! Sapete dov'è?
Mio fratello? Oh, si cara! E' dietro le quinte, vai!
Grazie Lily!
*Roberta corre, nella direzione indicatale da Lily*
James??? Dove sei???
Roberta?? Sono qui!!
Oh, Jaaaaaames!!! *-*
*I due si corrono incontro, tipo film, e si abbracciano. Bleah.*
Mi sei mancata Robertuccia! *-*
Anche tu Jamie amoruccio!
Ehi, autrice! Simona_Luuuuupiiin!
*Simona guarda dentro la botola e bede Hannah che la chiama*
Si, Hannah?
Perché qui c'è un'autrice babbana?!
A parte che è un'autrice babba, e basta. E poi è innamorata di James.
-.-" Oddio.
-.-" Lo so...Beh, io vado, gente! Bravi tutti! Continuate a recitare quello che scrivo! Siete perfetti!
Grazie!
Grazie mille!
Grazie autrice!
Grazie, ma non ti perdonerò di avermi cacciato!
Sta' zitto James, ciaoooooo!
*Simona chiuse la botola*
Bene gente, ce li siamo tolti dai piedi!
Un ultimo graaaaaaaaaaaaaandeeeeee ringraziamento a:
   
 LadyAdy 
 
misselisabeth 
 
_fresbee_
per aver messo questa storia tra le preferite. GRAZIEEEEEEEEEEE! <3;
 
DeboraShortper averla messa tra le ricordate. Grazie mille! :D e
  
  Bu_Gi_Ha_90
Lauretta
maltrerio
prettyvitto 
 
Scorpioncina
_anda

per averla messa tra le seguite.
GRAZIEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! _:D
Recensite, recensite, recensite!
Un bacione da:

Simona_Lupin :)

 Roberta_Evans *-*
James Sirius Potter :D
Scorpius Malfoy!
Hannah Watson :P
Lily Luna Potter ;) 

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Capitolo 4
*** Brutte sorprese ***


Capitolo 4
Brutte sorprese


 

La mattina del 3 settembre era piacevolmente fresca.
Fuori, il lago era solleticato da un lieve venticello e le fronde degli alberi ondeggiavano dolcemente.
Il sole era ormai alto quando Lily fu svegliata bruscamente.
<< Lily! Lily alzati! Sono le otto meno un quarto, tra venti minuti c'è lezione! >> le urlò Hannah, strattonandola.
Ma Lily era a malapena cosciente, quindi non ebbe nè la forza di rispondere, nè tantomeno quella di alzarsi.
Si era addormentata a notte inoltrata, presa com'era dai suoi pensieri.
<< Dovrò ricorrere alle maniere forti >> annunciò Hannah alle compagne di stanza. Di solito, era Lily a chiamarle la mattina, quindi quel giorno nessuna si era svegliata all'ora giusta ed erano tutte in ritardo.
<< Lily. Cormac Spinnet sta chiedendo a Zabini di sposarlo >> le sussurrò all'orecchio.
Lily sbarrò gli occhi e si alzò, la bacchetta stretta in pugno.
<< Non se la uccido prima! >> annunciò trionfante, correndo verso la porta. Poi si accorse delle compagne di stanza che ridevano e tutto le fu più chiaro.
<< Idiote! >> esclamò, prima di andare in bagno a lavarsi.


 

*  *  *

 

Quella giornata passò particolarmente in fretta.
La mente di Lily si era rasserenata e per tutto il giorno non aveva più pensato a Scorpius.
Hannah aveva esaurito la scorta di domande e aveva allentato un po' la mano, ma sarebbe ripartita in quarta al minimo avvenimento.
Era arrivata la sera e Lily stava cenando in Sala Grande, intenta ad ammirare il profilo di Cormac Spinnet.
<< Lils, se lo fissi qualche altro secondo, si scioglie >> le sussurrò Hannah all'orecchio ridendo.
Lei, presa alla sprovvista scosse la testa e poi rise insieme all'amica.
<< Potter! Ehi, Potter! >> la chiamò l'inconfondibile voce di Cormac Spinnet dal tavolo di Tassorosso.
Lei si voltò, mostrandosi sicura.
<< Che c'è Spinnet? >> rispose Lily, meravigliandosi della sua audacia. Hannah, infatti le diede una gomitata in segno di approvazione.
<< Quando sarà la prossima partita di Quidditch? >> le urlò, per farsi sentire. Sapeva che solitamente Teddy lo diceva a lei e le dava il compito di avvisare tutti gli altri.
<< Teddy ha detto fra tre settimane. Ma non si sa ancora il giorno. Ci sarà Grifondoro-Tassorosso! >> disse Lily e Cormac alzò il pollice, per dirle che aveva capito.
Lily non vedeva l'ora di tornare a giocare con la sua amata squadra.
Grifondoro era senza dubbio la migliore.
Lily e Sarah Johnson erano le Battitrici, Hugo il Portiere, Jason Sutcliffe, Paul Sullivan e Marcus Hoffman erano i Cacciatori e Albus il Cercatore.
Tutti avevano un grande talento e per questo Lily aveva deciso di non organizzare le selezioni. La squadra era perfetta, infatti non avevano ma perso negli ultimi tre anni.
Lily si ritrovò a pensare che quello sarebbe stato un anno pesantissimo tra i G.U.F.O., i suoi doveri da prefetto e il Quidditch. Ma lo avrebbe affrontato con coraggio e forza, come faceva sempre con tutte le difficoltà, come una vera Grifondoro.
Mentre pensava a questo, Lily fu chiamata un'altra volta, da sua cugina Rose.
<< Rose! Non ci vediamo da due giorni! Non era mai successo! >> esclamò Lily vedendola sedersi al tavolo di Grifondoro.
<< Lo so! Come sono andati i primi due giorni? >> chiese curiosa.
<< Oh, alla grande! Hannah è stata messa in punizione! >> disse, ridendo beffarda.
<< Ah ah >> rispose quella, facendole una smorfia.
<< Dai Hannah, la vita è bella! >> le disse Rose, dandole un colpetto sul braccio.
<< Lo sarà, quando avrò ucciso tua cugina e quell'odiosa di Zabini! >>
<< Ehi! >> esclamò Lily, fingendosi offesa.
<< Che ha fatto quell'oca questa volta? >> chiese Rose, sbuffando.
<< Mi ha quasi chiamata Mezzosangue! >> disse Hannah, infuriata. << Ma è arrivata l'ora di morire per lei! >> continuò, con voce paurosamente sadica.
<< Si! >> esclamarono in coro Lily e Rose.
Continuarono a progettare morti atroci per Zabini, fino alle nove, quando Hannah andò a scontare l'ultimo giorno di punizione.
Mentre si incamminava verso l'uscita della Sala Lily e Rose avevano intonato una marcia funebre e Hannah, per tutta risposta, le aveva pietrificate, con un veloce colpo di bacchetta.
Ma per fortuna Albus era accorso in loro aiuto.
<< Ehi Rose, ma dov'è Mary? >> aveva chiesto all'improvviso Lily.
Mary Thompson era la migliore amica di Rose e andava molto d'accordo anche con Hannah e Lily.
<< Uno Schiopodo Sparacoda particolarmente inferocito l'ha morsa e ora è in Infermeria >> spiegò Rose.
<< Mi dispiace! Perché non andiamo a trovarla? >> propose Lily ai due.
<< Con piacere! E' così simpatica! >> esclamò Al, entusiasta.
<< Le farà piacere. Io ci sono andata alle sette l'ultima volta, vengo anch'io. >> disse Rose e, insieme si incamminarono alla volta dell'Infermeria.
A quell'ora era deserta, a parte la ragazza, che aveva una mano fasciata e molto gonfia.
Mary Thompson aveva lunghi capelli dorati e occhi marroni molto espressivi. La sua pelle era chiarissima e aveva le gote perennemente arrossate.
<< Mary! Ho appena saputo cosa ti è successo! Come stai? >> le chiese subito Lily, sedendosi ai piedi del letto.
<< Molto meglio, grazie Lils! E tu? >> rispose Mary, sorridendo cordiale.
<< Bene, molto bene! >> ribattè Lily, ricambiando il sorriso.
Per un po' di tempo chiacchierarono amabilmente ma Lily decise poi di tornare in Sala Comune ad aspettare Hannah mentre Albus andò in giro col suo fantastico Mantello.
Nel frattempo Rose era rimasta da sola con l'amica, vicino al letto sul quale era sdraiata.
<< Scorpius non è venuto, vero? >> chiese Mary, con aria abbattuta.
D'un tratto si era rabbuiata.
<< No Mary. Ma è un Grifondoro. Come potrebbe venire a sapere del tuo incidente?! Non è strano che non sia venuto >> ribattè Rose, guardando l'amica con dolcezza.
Sapere quanto soffriva per Scorpius la faceva sentire maledettamente frustrata. Non poteva fare nulla per aiutarla ed era la cosa che più odiava al mondo.
A volte, la vedeva chiudersi in sè stessa, a riflettere su chissà cosa e i suoi sorrisi erano rari e spenti, senza vita.
Mary era cambiata.
Quando l'aveva conosciuta, era sì, una ragazza timida e insicura ma anche molto solare. Ora, dopo sette anni nei quali l'amore per Scorpius era cresciuto, aumentato sempre più senza mai essere ricambiato, Mary cominciava a deprimersi più spesso, chiudendosi in silenzi dolorosi.
E per Rose era ogni volta un colpo al cuore.
Sentiva che andava in frantumi, perchè infondo Rose e Mary condividevano lo stesso cuore.
<< Non posso più sperare Rosy. Sono stanca >> mormorò, afflitta.
E Rose sentì il cuore fratturarsi un'altra volta. Sempre più a fondo, ad ogni parola pronunciata con stanchezza dalla persona a cui più voleva bene.
<< Odio sentirlo dire. Mary, dovrai ammettere di aver fallito solo quando, in punto di morte, non avrai ancora ottenuto ciò che desideravi >> rispose Rose seria, con quella sua voce chiara e calda al contempo. << Ma non ti farebbe male guardare altrove. Non affligerti, Mary. Continua a sperare, certo ma non aggrapparti solo a quello. Non vivere di sole illusioni. Cerca di andare avanti, con quello che la vita ti offre >> concluse, e la guardò intensamente, cercando di trasmetterle affetto e comprensione.
<< Sei splendida Rose. Mi conosci meglio di quanto io conosca me stessa. Sai sempre di cosa ho bisogno... Te ne sono così grata! >> disse Mary con gli occhi lucidi e un sorriso sincero rivolto all'amica.
<< Non devi mai ringraziarmi, Mary. Dammi il tuo affetto, la tua serenità e sarò felice >> rispose Rose, col cuore un po' risanato e più leggero.
Da tempo non vedeva sorridere l'amica a quel modo. E non desiderava altro.


 

*  *  *

 

Nel frattempo Lily era diretta alla Sala Comune e stava salendo le rampe di scale fino al settimo piano.
Era quasi arrivata quando sentì delle voci conosciute.
Salì altri due scalini e scoprì che provenivano da un'aula che aveva la porta chiusa.
<< Non chiedo altro >> stava dicendo una voce femminile.
E Lily la riconobbe all'istante: Sandra McMillan, l'odiosa Tassorosso con la quale era da sempre in competizione.
Aveva corti capelli rossi e ricci e occhi grigi freddi e privi di sfumature.
Lily premette più forte l'orecchio contro la porta e sentì forte e chiara la voce di Cormac Spinnet.
Il cuore le si raggelò.
Aveva paura, eppure era terribilmente tentata di guardare. Socchiuse la porta e alla fine, lo fece.
Sentì le viscere contrarsi dolorosamente: Cormac Spinnet e Sandra McMillan si stavano scambiando un bacio appassionato.





Note delle Malandrinautrici: Salve ragazzi! Qui parla Simona (che cambia sempre colore di scrittura...ma ormai ho optato ufficialmente per questo)!
Avete visto?! C'è stata qualche sorpresina!
Mary Thompson è un nuovo personaggio, che sarà abbastanza importante. Da anni è innamorata di Scorpius Malfoy ma lui non si è mai accorto di lei, preso com'è da Lily. Lei è una persona fortemente insicura e timida ed è stanca di aspettare qualcosa che probabilmente non arriverà mai. Bene, ora c'è questo triangolo: Rose è la migliore amica di Mary, ma è anche amica di Lily, sua cugina. E Scorpius è innamorato di Lily ma è fortemente amato da Mary. Quindi Rose si trova in mezzo. E questa parte di storia più avanti, prenderà una strana piega...

*Simona si accorge adesso che, in effetti, non è un triangolo...ma una specie di quadrilatero -.-" *
Questo capitolo è più serio rispetto agli altri. Viene fuori il legame indissolubile che lega Mary e Rose e i sentimenti che entrambe provano. La tristezza e il dolore di una sono anche quelli dell'altra, sempre...così come anche le gioie.
Mary trova molto conforto in Rose.
Bene, ora Lily.
Lily ha subito una bella batosta...! Il suo adorato Cormac ha baciato la sua acerrima nemica.
Il personaggio di Sandra McMillan verrà ampliato in seguito...anche perché ci saranno dei battibecchi con Lily.
E' un personaggio molto negativo...è una persona disposta a tutto pur di tenersi e di ottenere ciò che desidera...e sa ricorrere anche a mezzi orribili... Anche se non penso di farla così terribile.
I capitoli ultimamente sono più corti. Non amo i capitoli chilometrici...potrebbero annoiare... Ma se vi va posso renderli più lunghi!
Per ora sono molto ispirata e scrivo pagine e pagine ogni giorno...ma non penso che sarà così per sempre quindi non posterò sempre così velocemente. Dipende dall'ispirazione. Dopo tutte queste spiegazioni, mi dispiace dover dire che non ho nessuno da ringraziare in più dell'altra volta...
Sarebbe magnifico ricevere qualche recensione. E' quello che più desidero. Vi prego, quindi di farmi sapere che siete passati con un commentino, positivo o negativo che sia. :) Confido in voi :)

Oddio...No! Lasciatemi subito! Togliete quelle sudicie mani da me!

*Simona viene imbavagliata da uomini incappucciati*
Muahahahahah!
Eim!
Come, cara?
Ioa!
Sei imbavagliata, tesoro...è ovvio che non riesci a farti capire... Adesso vado, ciao!
*James esce*
Jaaaameeees, tesoro, dove sei?? Oddio, Simo!!! Che ti hanno fatto???
Eim e uioa!
Cheeeeeeee?! O.o
*Simona sbuffa (anzi, prova a sbuffare) e scuote la testa, decidendosi a rinunciare*
E tu chi sei?!
*Un uomo orripilante sbuca dal nulla, togliendosi il cappuccio*
E' ao ui!
Ciao cara, che ne dici di venire a cena con me?
Neanche morta! Sei orrendo!
Infatti è me che tu meriti.
E' un insulto?
*Roberta capisce le cose a scoppio ritardato*
Si, è un insulto! *Dopo molti secondi*
Su, tesoro accetta!
JAAAAAAAAAAAAAAAMEEEEEEEEEEEEEES! UN TIZIO MI IMPORTUUUUUUNAAAAAAAAAAAA!
Luce dei miei occhi, chi ti innervosisce?!
*James arriva trafelato*
Lui! Quell'orrido, amore.
Allora siete voi lo sventato? Adesso con la mia spada vi trafiggerò senza pietà!
Amore, perchè parli come un Principe dell'Ottocento? Crucialo e Avadakedavralizzalo, no?
Io sono il tuo Principe Azzurro, amore! Però sugli incantesimi hai ragione! Tanto, il Ministro della Magia è un mio grande amico e non mi sbatterà ad Azkaban! Quindiiiiii..AVADA KEDAVRA!
*L'uomo cade morto stecchito a terra, con un tonfo*
Oh, James! *-*
Oh, Roberta! *-*
Ehiiiii!
Amore, cosa dici, la liberiamo?
Ma no! Altrimenti ci starà tra i piedi! Lasciamola così...lei mi ha cacciata!
Giusto!
*Simona sbatte le ciglia improvvisamente chilometriche nella loro direzione*
Non ci provare col mio Jamie! Questo aitante e attraente ragazzuolo è mio!
*Roberta abbassa la benda per liberarle la bocca*
Non miravo a quell'idiota, speravo nella tua bontà!
Dai, Jamie, liberiamola... *-*
Se me lo chiedi così...... *-*
*Roberta e James liberano Simona*
E grazie! Ora via dalla mia vista però, sciò! Non mi pomiciate davanti!
Salutiamo e basta!
Bene, stendiamo un velo pietoso su questo incidente...
 RECENSITE!!!
Un bacio da:
Simona_Lupin :D

Roberta_Evans *-*
James Sirius Potter ;)
L'orrido :(
Il narratore esterno xD

 

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Capitolo 5
*** In sella alle scope ***


Capitolo 5

 In sella alle scope


A quella vista Lily non riuscì più a reggersi sulle gambe.
Voleva correre, distogliere lo sguardo da quella scena ma non ne aveva la forza.
Dopo qualche secondo, presa dalla rabbia, ci riuscì.
Percorse alla cieca il tragitto che la separava dalla Sala Comune e, entrando, quasi non si accorse di aver urtato Scorpius.
<< Scusami >> mormorò prima di precipitarsi su al Dormitorio, sperando intensamente di trovarlo deserto.
<< Aspetta Lily, che succede? >> le gridò Scorpius con tono preoccupato, facendo qualche passo verso di lei. Ma fu respinto.
<< Non ora Scorpius >> borbottò Lily, prima di sparire oltre la porta del Dormitorio femminile.
Lui rimase impalato ai piedi della scaletta, osservando con sguardo vacuo la porta che lo separava dalla persona che amava, la stessa che lo aveva appena respinto.
Si sentì vuoto e inerme. Lei stava soffrendo per un motivo a lui ignoto e non poteva farci nulla. Sentì il cuore mancare qualche battito, mentre si avviava afflitto verso il parco.
Lily era la cosa più importante al mondo per lui. Non aveva molto altro. Detestava la sua famiglia, con quella fissa per il sangue puro e tutte le altre sciocchezze in cui credeva. Ricordava quando da piccolo veniva messo in guardia da Mezzosangue e Babbanofili da suo padre. Aveva sempre pensato che fosse una cosa ridicola e assurda.
Fortunatamente, all'età di undici anni aveva avuto la possibilità di conoscere il mondo con i suoi occhi, di uscire da quella prigione.
Ad Hogwarts aveva trovato cose a lui sconosciute: una casa e un amico.
Conosceva il castello come le sue tasche e adorava passeggiare senza meta tra corridoi e stretti passaggi.
Ma non erano solo quelle solide mura a farlo sentire sicuro. No.
C'era Albus, il fratello che non aveva mai avuto e che aveva sempre desiderato.
Lui, sempre pronto ad aiutarlo.
Lui, sempre felice di ascoltarlo.
Lui, sempre presente in qualsiasi situazione.
Erano inseparabili. Nel loro legame c'era davvero della magia, molto più strabiliante di quella che studiavano quotidianamente.
Ma un'altra meravigliosa magia era avvenuta al suo terzo anno, quando aveva conosciuto Lily.
Il suo viso delicato l'aveva colpito sin dal primo istante. Presto, si era accorto di essersi preso una bella cotta per lei e aveva deciso di conviverci in silenzio.
Ma la cotta era passata da un pezzo, cedendo il posto a un amore bruciante. E aveva dovuto dirlo ad Al, che da vero amico non si era disturbato per il fatto che fosse sua sorella.
Ma lei non lo aveva mai degnato di uno sguardo durante quei quattro anni trascorsi insieme. E solo Al conosceva il suo dolore.
Ora, vederla soffrire in quel modo lo faceva un po' morire.
Perché ormai Lily Potter aveva occupato ogni angolo del suo cuore.
Era penetrata nel punto più profondo, così da non potere più uscire.
Era diventata la padrona del suo cuore. Ormai lui glielo aveva interamente donato.
E l'amore ribolliva dentro di lui, senza intenzione di placarsi, mentre guardava la luna riflettersi sulla piatta superficie del lago. Lo stesso paesaggio che Lily stava osservando dalla finestra della Torre di Grifondoro.
Si sentiva stanca e arrabbiata nello stesso tempo.
Vedere la realtà nuda e cruda di fronte ai suoi occhi l'aveva scombussolata, danneggiata. Ed era consapevole che ci sarebbe voluto del tempo per riprendersi.
La cosa che non riusciva ad accettare era di essere stata sconfitta da quella smorfiosa della McMillan.
Ma non sarebbe rimasta lì a lamentarsi e a piagnucolare. Non era da lei. Avrebbe reagito, con tutti i mezzi che aveva a disposizione.
Mentre si stava rianimando giusto un poco, sentì la porta aprirsi e Hannah entrare. Si buttò sul letto, sfinita, senza dire una parola.
<< Come sta Mary? >> chiese, dopo un po'.
<< Meglio >> borbottò semplicemente Lily in risposta.
<< Che succede Lils? >> le disse Hannah , scrutandola.
<< Non ti si può nascondere niente, eh? >> esclamò Lily, sorridendo appena. << Cormac ha baciato la McMillan >> continuò, con voce inespressiva.
Qualunque cosa Hannah avesse detto, le avrebbe fatto male in quel momento. Difatti quella si alzò e l'abbracciò, senza una parola.
"O quella ragazza studia Legilimanzia" si ritrovò a pensare Lily, rincuorata "o più probabilmente è una delle persone che più mi vuole bene".

*  *  *

 

Erano ormai passate tre settimane da quella brutta serata.
Lily si era abituata a vedere Cormac e la McMillan camminare mano nella mano per i corridoi e, inoltre, Hannah la faceva ridere ogni volta, lanciando su di lei incantesimi di tutti i tipi, senza mai essere vista.
Fuori, si sentiva una frizzante aria autunnale e il Platano Picchiatore aveva perso tutte le sue foglie ingiallite, spazzandole via di tanto in tanto con qualche colpo dei suoi rami possenti.
Quella giornata di fine settembre era poco ventosa e molto luminosa e Lily, alzandosi pensò subito che era perfetta per giocare la prima partita del Campionato di Quidditch.
Aveva chiamato tutte le sue compagne di stanza per condividere con loro l'emozione del grande evento ma il loro entusiasmo era assai scarso.
Si erano alzate tutte solo quando era diventato strettamente necessario.
Mentre si lavavano Lily stava cercando la sua divisa da Quidditch, imprecando.
<< Ragazze! Sapete dov'è la mia divisa? >> urlò, bussando forte alla porta del bagno.
<< No! >> risposero quelle in coro.
Quando uscirono dal bagno, Lily era in preda a una crisi di nervi.
<< L'HO PORTATA; VI DICO...PER IL TANGA DI MERLINO! >> stava sbraitando, ignorando le ragazze che cercavano di calmarla. Guardò sotto il letto, in preda alla disperazione e vide brillare due occhietti malefici, nell'oscurità.
Cacciò un urlo, proprio mentre un candido gattino usciva dal suo nascondiglio, facendo le fusa e - con orrore di Lily - tenendo stretta tra i denti la sua divisa.
<< Che cos'è questa brutta bestiaccia?! >> sbottò, infine.
<< Oh, beh...stanotte ho fatto una passeggiatina e l'ho trovata. Si chiama Jenny, nessuno si accorgerà di lei. Vi prego, teniamola >> rispose Hannah implorante. Tutte le ragazze erano riunite attorno alla gatta che faceva mostra di sè, mentre Lily la guardava orripilata. Detestava i gatti.
<< Quella cosa pelosa non starà nella mia camera! >> urlò, sbigottita. E Hannah subdola, incrociò le mani e cominciò:
<< Daidaidaidaidaidai... >>
<< No, Hannah! >>
<< ...daidaidaidaidai... >>
<< Puoi continuare per un mese, non m'importa... >>
<< ...daidaidaidaidaidaidaidai... >>
<< Non cederò, cara >>
<< ...daidaidaidaidaidaidaidai... >>
<< HO DETTO DI NO! >>
<< ...daidaidaidaidaidaidaidaidaidaidaidai... >>
<< E va bene!!! >> gridò esausta, dopo cinque minuti.
Le ragazze esultarono. << Ma deve stare lontana, capito? Lontana! >>
<< Certo Lils! >> cinguettò Hannah, al settimo cielo.
<< Bene, ora se questa stupida palla di lardo pelosa vuole ridarmi la divisa, gliene sarò grata... >> disse stancamente, allungando la mano per prenderla.
Ma la gatta la scansò e fuggì via dalla porta semichiusa.
Lily non ebbe tempo per pensare e, con Hannah alle calcagna cominciò a correre, imprecando contro la gatta.
<< Orrida bestia idiota, fermati! >> urlò, attraversando il buco del ritratto. Ma la gatta sfrecciava velocissima e non accennava a fermarsi.
Senza rendersene conto Lily era entrata in Sala Grande per seguire la bestia e dagli sguardi shoccati dei presenti si ricordò di essere in pigiama, proprio come Hannah che ansimava accanto a lei. Le si avvicinò e sussurrò: << Si sono accorti che siamo in pigiama, secondo te? >>. In quel momento tutti scoppiarono a ridere e Hannah annuì, grave.
<< Potter! Watson! >> esclamò orripilata la professoressa Sanders, alzandosi dalla tavola degli insegnanti e dirigendosi a passo di marcia verso di loro, con la gatta stretta al petto.
Lily si fece piccola piccola.
<< Professoressa...la gatta...la divisa...la partita...e Hannah faceva daidai... >> mormorò, rendendosi però conto che quel che diceva non aveva senso.
L'insegnante infatti la scrutava furiosa da dietro gli occhiali rettangolari, mentre le metteva Jenny tra le braccia.
<< Trenta in meno a Grifondoro! Correte a cambiarvi! >> ordinò, con un tono che non ammetteva repliche.
Le ragazze infatti non si opposero e si diressero verso l'uscita, mortificate, con gli sguardi di tutti posati addosso.
Mentre camminavano sentirono la Sanders percorrere a grandi falcate il tragitto fino al tavolo degli insegnanti, borbottando: << In Sala Grande...che vergogna... >>
A Lily uscirono solo tre parole di bocca, mentre scaraventava la gatta tra le braccia della compagna: << Ti odio, Hannah >>.


 

*  *  *

 

Dopo quella terribile umiliazione Lily avrebbe voluto chiudersi in camera per non uscirne mai più. Ma non poteva farlo. Doveva concentrarsi. Il Quidditch era una priorità.
Aveva appena finito il discorso d'incoraggiamento alla squadra, quando Hannah era entrata nello spogliatoio.
<< Hai pure il coraggio di farti vedere da me?! >> le gridò contro.
<< Dai Lily, tutti hanno apprezzato il tuo bel pigiamino >> azzardò la ragazza, sorridendo maliziosa. Ma fuggì subito appena Lily iniziò ad inseguirla, con l'intenzione di saltarle addosso.
<< Animale feroce! >> le urlò Hannah quando fu fuori tiro e Lily si trattenne dallo spezzare la sua mazza.
Sentirono il fischio di Teddy Lupin che indicava l'entrata in campo dei giocatori e Lily disse alla squadra, precedendola: << Andiamo a vincere >>.
Uscirono dallo spogliatoio e furono accolti da un boato mentre marciavano verso il centro del campo.
Si librarono in aria.
<< I Capitani si stringano la mano >> sentirono dire a Teddy.
Lily strinse forte la mano di Cormac, mostrandosi disinteressata e subito dopo ci fu il fischio d'inizio.
<< Ed ecco che inizia il primo incontro del Campionato che vede scontrarsi Grifondoro e Tassorosso >> disse il cronista con voce animosa.
Lily si voltò di scatto, riconoscendo quella voce inconfondibile.
Nella cabina del cronista sedevano la professoressa Sanders e... Hannah.
Quest'ultima si accorse che l'amica la fissava incredula e disse: << Eh si, Potter, sono la nuova cronista. Piaciuta la sorpresa? Beh, riprenditi in fretta, Capitano, quei dannatissimi bolidi non aspettano te! >>
Lily scosse la testa e ne lanciò uno in direzione di Stivenson, il cacciatore di Tassorosso.
<< ...e Stivenson perde la pluffa che Sullivan riacchiappa prontamente. Schiva gli avversari, la passa a Hoffman e gooooal! Dieci punti a Grifondoro! Ben vi sta, brutte puzzole! >> stava gridando Hannah.
<< Watson! Imparzialità e contegno, per piacere! >> sbraitò la Sanders sconvolta.
<< Certo professoressa, non ho detto niente di che... Tassi, puzzole, che differenza fa?! >> si difese la ragazza.
La partita continuò senza troppe mosse eccitanti per dieci minuti. Poi...
<< Ehi, guardate! Potter Boy ha avvistato il boccino! >>.
Tutti si voltarono a guardare mentre dagli spalti veniva sollevato un cartellone con scritto "W i Potter".
<< Spinnet si lancia all'inseguimento ma fa fatica a raggiungere Potter... >> diceva Hannah e nel frattempo alcune ragazzine di Tassorosso incitavano Cormac cantando:

Cormaccamente splendido,
Spinnettamente unico,
di tutto il mondo
il più adorato,
il più invidiato,
il più ammirato!


Lily non ci badò. Tutti i giocatori avevano abbandonato il proprio compito, intenti a osservare i due rincorrere la minuscola pallina dorata. Ma mentre Albus chiudeva la mano intorno al boccino, Lily sentì qualcosa schiantarsi contro la sua scopa.
Precipitò nel vuoto, schiaffeggiata dal vento...e non sentì più nulla.






Note delle Malandrinautrici: Saaaalveeee! Siamo ritornate dopo mesi! Mi scuso di cuore ma non ho colpa xquest'assenza. Mi hanno staccato la connessione e sono riuscita a risolvere il problema solo oggi.
Bene, parliamo del capitolo! Qui viene fuori da personalità di Scorpius, un ragazzo dolce e sensibile, che non ha mai smesso di amare Lily, che non se n'è mai accorta.
Dopo c'è una parte demenziale, che ci sta sempre bene e alla fine un po' di suspence che anche quella non guasta...!

Ehiiiiilàààààààà!
-.-'' Oh, no, non lei.
Vi sono mancata, miei migliaia di ammiratori affiatati???
*cri cri cri cri*
Vi amo! Grazie per il vostro affetto!
Bella, la folla in delirio...
Io ci sono abituata cara... Ma tu, tesoro, non hai nemmeno un piccolo fansuccio??? *__*
Roby, come la vuoi la tomba? Bianca non te la consiglio, magari zio Voldie la scambia per quella di nonno Al e la profana...
Non ti sento cara...non senti i fans??
Lasciamo stare...
Ehi ehi ehi, è arrivato il ciclopico James Potter!!!
Vi prego, no... Tutto ma non lui.
Belle signore! Come va?
Jaaaaaaaaaaamieeeeeeeeeeeee *_______*
Amore!
Ahhh, l'amore che ci fa sentire dolcemente così uomini, uomini, uooomiiiiniiii...
Valerio???
Scanu???
VALEEERIOOOOOO!!!! *____________*
Ehi, ciao! Tu devi essere l'autrice! Piacere!
*Simona ha perso il dono della parola*
Che ti succede, cara?
*Simona apre e chiude la bocca senza emettere alcun suono. E' una sua fan sfegatata...*
Ho capito, devo intervenire io...
Ehilà, fratello! Come stai Al??
Tutto bene, grazie! Bene, se le autrici non fossero impegnate a flirtare sicuramente vorrebbero ringraziare chi ha recensito.
  prettyvitto : ciao!!! Vedo che hai capito Spinnet, perché è un po' entrambi... Non ha molto rispetto per le ragazze e le cambia in continuazione ma Lily non sa niente, perché essendo di un'altra Casa non lo conosce bene e vede in lui solo lati positivi.
Poi, Mary è una bravissima ragazza ed è amica di Lily.. In seguito vedrai se l'amore per Scopius la porterà anche a delle liti con un'amica o meno... :D Grazie mille per aver recensito!
E ringraziamo anche chi ha recensito e a cui abbiamo risposto per via privata!
Grazie mille, davvero, ve ne siamo grate di cuore!!!
Grazie anche a chi ci ha messo tra le preferite, le seguite o le ricordate!
Bene, questo è tutto! A presto ciaoooo! Recensite!!! =)
Un bacio da:
Albus Potter! ;)

James Potter! :D
Valerio Scanu :)
Roberta_Evans *_*
Simona_Lupin <3
Il narratore esterno xD

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Capitolo 6
*** Nuovi dubbi ***


Capitolo 6

 Nuovi dubbi
   

Quando Lily aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu il volto preoccupato di Hannah.
Si trovava in Infermeria, sdraiata su uno dei tanti letti bianchi e circondata dai suoi compagni di squadra.
Quando la sua migliore amica la vide sveglia, strillò.
<< Lils! Lils, come stai, tesoro? >> domandò subito, osservandola.
<< Mi sento gli organi vitali spiaccicati >> mormorò Lily e vide il volto dell'amica diventare paonazzo per il terrore.
<< Scherzavo! >> aggiunse immediatamente << sono stata meglio ma va tutto bene! >> esclamò, sorridendo.
<< Sei sempre la solita idiota >> disse Hannah con voce piatta.
Lily rise. Era tornata in sè. << Abbiamo vinto, ragazzi! >> gridò poi, battendo il cinque a ogni membro della squadra. << Fratellone sei stato grande! Vedrai che tra oggi e domani faranno un Fan Club anche a te! >>
<< Passo volentieri, grazie... Megan non sarebbe troppo entusiasta, sai... >> rispose Al ridendo.
Megan Murphin era una Grifondoro dell'ultimo anno dai lunghi capelli biondo platino e dagli occhi di un luminoso azzurro cielo. Era una ragazza deliziosa, sempre gentile e disponibile. Era dolcissima con tutti, la ragazza perfetta per Albus infatti stavano insieme da così tanto tempo che a scuola erano famose le scommesse sul loro matrimonio, che secondo molti sarebbe stato celebrato subito dopo Hogwarts.
<< Probabilmente no... >> convenne Lily. << Oddio, quanti dolci! Da quanto tempo sono qui? E, a proposito, che diamine mi è successo? >> chiese Lily curiosa, prendendo una cioccorana dal mucchio sul comodino.
Aveva quasi dimenticato di chiedere dell'incidente, tanto era felice per la vittoria del Grifondoro.
Anche i dolori, che al suo risveglio erano stati lancinanti, sembravano molto meno lievi.
Guardò avidamente i suoi compagni, in ascolto.
<< Un bolide è andatp dritto dritto contro la tua scopa... >> cominciò Sarah.
<< ...e sei precipitata... >> continuò Hugo.
<< ...ma il professor Lupin, con un incantesimo ha rallentato la caduta... >> raccontò Jason.
<< ...e sei qui da un'ora, ma Madama Chips dice che non hai niente di grave. >> concluse Paul.
<< Grandioso! >> esclamò Lily, ridendo di cuore. << Qualcuno poteva registrare! >>
Tutti sorrisero, più sereni.
<< Hannah, vuoi uscire con me? >> chiese all'improvviso Marcus.
Hannah roteò gli occhi e sbuffò, scocciata.

<< No, Hoffman, no! Te l'ho detto mille volte! >> sbottò << e chiamami Watson, cos'è questa confidenza che ti sei preso?! >>
Quello si mortificò e guardò a terra, sconsolato.
<< Beh Lily, noi andiamo. La Sanders c'è andata giù pesante con i compiti... Riprenditi! >> disse Paul e andò via insieme a Jason e Marcus.

<< Pensi che sia il caso di avvisare mamma e papà? >> le chiese Albus, aggrottando le sopracciglia.
<< Ma no! Non mi sono fatta nulla e si spaventerebbero senza ragione... >> rispose Lily, scuotendo la testa.
<< Agli ordini! Beh, noi allora andiamo sorellina, rimettiti in fretta! >> e scoccandole un bacio sulla guancia andò via seguito da Hugo e Sarah, che la salutarono con la mano.
<< Vai anche tu Hannah, tranquilla! Va' a riposarti! Ho qui un sacco di dolci che mi tengono compagnia >> disse Lily, sorridendo.
<< Sicura? Beh, comunque passerò più tardi, quando avrai acquistato qualche chilo >> ribattè Hannah e salutandola, uscì dall'Infermeria.
Lily si infilò sotto le coperte, gustando gelatine tuttigusti+1 e, dopo appena cinque minuti, la porta dell'Infermeria fu aperta nuovamente, questa volta da Scorpius Malfoy.

<< Scorpius... >> disse piano Lily, sorpresa, sedendosi un po' più diritta.
<< Ciao Lily >> rispose lui, sorridendo appena << ti disturbo? >> chiese, indugiando sulla porta.
<< Certo che no! Siediti >> rispose Lily, ricambiando il sorriso.

<< Come stai? >> chiese Scorpius premuroso, sedendosi sullo sgabello accanto al letto.
Lily sentì lo stomaco contrarsi, ma pensò che fosse a causa della caduta.
<< Meglio ora. Sei stato molto gentile a venire a trovarmi >> disse, spontaneamente, osservandolo.
<< Beh, mi sono preoccupato moltissimo quando ti ho visto svenuta e... >> iniziò, ma si interruppe, arrossendo violentemente.
Lily si addolcì guardandolo e anche le sue guance si tinsero leggermente di rosso.
Sapere che qualcuno si preoccupava per lei le faceva piacere, ma che fosse Scorpius Malfoy era parecchio insolito.
<< E' strano... Ho sempre pensato di non andarti particolarmente a genio >> disse infatti.

Lui alzò lo sguardo e lo posò su di lei.
<< Hai sbagliato di grosso, lo sai? >> rispose lui, serio.
<< Se me lo dici così, non posso che crederti... >> disse lei, guardando a terra.
Si sistemò meglio sul letto e un dolore tremendo le attraversò il braccio. Lo aveva appoggiato malissimo.
<< Ahia... >> borbottò, infastidita.
Scorpius le si avvicinò e le prese il braccio. Le sue mani erano calde e quel contatto fece salire un brivido sulla schiena di Lily. Inspiegabile. Lui le piegò dolcemente il braccio, finchè il dolore non passò completamente.
<< Grazie... >> sussurrò Lily, guardandolo.
Non aveva mai notato i suoi occhi... Erano di un nocciola chiarissimo, grandi, da cerbiatto...
Si accorse che anche lui la stava guardando intensamente... Quella vicinanza non accennava a diminuire...
E come se avessero avuto lo stesso pensiero lui mormorò, come incantato: << Adoro i tuoi occhi, Lily... >>
Lei trasalì per lo stupore ma non ebbe il tempo di dire nulla.
<< Ehm...scusa, io...devo scappare...i compiti, sai...stammi bene...ciao Lily... >> farfugliò lui e uscì quasi di corsa dall'Infermeria, lasciando Lily spaesata.

 

*  *  *

 

Nella Sala Comune il fuoco scoppiettava allegro, proiettando strane ombre sulle pareti attorno.
Lily, che era stata dimessa dall'Infermeria qualche ora prima, era sprofondata nella poltrona accanto al camino e stava raccontando di Scorpius ad Hannah che era seduta a terra, a gambe incrociate, giocando con Jenny.
Quando concluse il racconto, si stupì di non trovare l'amica sorpresa. Aspettò una reazione, che però non venne.
<< Non dici nulla? >> la esortò, dopo qualche secondo di silenzio. << Ma mi hai ascoltata? Non ti sembra assurdo? >> chiese, cercando di indurre l'amica a darle il suo parere.
<< Lily sei un'idiota >> si limitò a dire Hannah alla fine, senza degnarsi di distogliere lo sguardo dalla gattina.
<< Cosa?! Ti chiedo consiglio da un'ora e tu mi rispondi con lo stesso insulto che mi rivolgi ogni giorno da anni?! >> sbottò Lily sconvolta, sgranando gli occhi.
<< Ma io te lo ripeto perché è vero! Scorpius è innamorato di te! E' cotto, fritto, bruciato da quattro anni per te! E tu sei l'unica che non se n'è mai accorta! Tu non sai come ti guarda, Lils... A dirla tutta, mi chiedevo quando avrebbe fatto il primo passo. Era anche ora! Per lui dirti che adora i tuoi occhi dev'essere stato un passo da gigante, perché è timidissimo! Non è granché, è solo un complimento...ma sono sicura che anche questo piccolo apprezzamento gli sia scappato... Se non fosse entrato in una spece di trance, guardandoti, non avrebbe avuto il coraggio di dirtelo... >>.
La sicurezza di Hannah era disarmante, eppure a Lily tutto sembrava irreale, come un sogno ma dai contorni ben definiti.
Se Scorpius aveva una cotta per lei da tempo, come aveva fatto a non accorgersene? Era così cieca? Così disinteressata? Così indifferente al mondo intorno a lei? Non lo aveva notato perché non le era mai interessato...e anzi pensava che neanche lui fosse minimamente interessato a lei, perché la evitava sempre... Ma, come diceva Hannah, poteva essere stata la timidezza...
Pensieri su pensieri, dubbi su dubbi affollavano la mente di Lily.
Ora che ci ripensava, perché aveva avuto i brividi al solo contatto con lui? Perché lo stomaco si era contratto proprio quando era arrivato lui? Il solo pensiero della motivazione per quei sentimenti la sconvolse... Cacciò via i pensieri, confusa e spiazzata.
Forse non conosceva così bene sè stessa come pensava...
Si mise in testa che quelle sensazioni erano dovute solo all'incidente e quando un dubbio cercava di farsi strada nella sua mente, lei lo mandava via, come colpito dalla sua mazza di Battitrice.
Ma non avrebbe potuto rimandare indietro i pensieri per sempre... Sapeva che quella notte, quando tutte le sue compagne si fossero addormentate, questi sarebbero balzati fuori cercando di attirare su di sè tutta l'attenzione.
Fortunatamente fu distratta da Hannah, che le disse: << Cos'è tutta quella folla intorno alla Bacheca? >>
Lily si voltò a guardare, accorgendosi solo ora di tutte le persone accalcate alla Bacheca.
<< Andiamo a guardare... >>.
Si avvicinarono alla piccola folla e, alzandosi in punta di piedi, lessero su un biglietto blu notte:

Giorno 2 Ottobre,
alle ore 19:OO
ci sarà il primo incontro
in occasione del Ballo di Natale.


Lily e Hannah si fissarono per qualche secondo.
<< Cavoli, l'avevo dimenticato questo stupido Ballo...! >> esclamò Hannah, scocciata.
<< Come se non avessi già abbastanza pensieri... >> sospirò Lily, guardando in alto.








Note delle Malandrinautrici: Salve bella gente!
Pepepepepepe pepepepepepe pepepepepepe pepe!
*Musica alta. Folla chiassosa. Festa, in una parola*

Scusatemi tanto, ma c'è una festa a casa mia...e io l'ho saputo solo quando è cominciata. -.-''
Mi chiudo in camera, così posso parlare un po' con voi, amati lettori <3.

*Simona si chiude in camera*
Aaah, la pace... Bene, in questo capitolo (abbastanza inutile) Scorpius, involontariamente fa un piccolo passo avanti. Come vedete Lily, inconsciamente inizia ad accorgersi di lui e inizia ad interessarsi... Ma passerà taaaaaaaaaantooooooo tempo prima del Grande Avvenimento!
Poi, come avete visto Lily è sana e salva e sta benone, volevo creare solo un po' di suspance alla fine del capitolo... xD
Poi ho citato Megan Murphin! E' la fidanzata storica di Al, dolcissima, tenerissima, che però, poverina, dopo..................................................................

....................Non vi dico niente xD Muahahahahah!
Cominciano i preparativi per il Ballo di Natale finalmente, che provocherà un sacco di situazioni particolari...
Ho postato il giorno dopo perché la mia connessione è instabile. Ieri non prendeva, e oggi che funzionava ho approfittato!
Bene, passiamo ai ringraziamenti!
  mrspaciok: ciaaaaao! Ci tenevo a ringraziarti anch'io! Grazie mille! Sono contenta che ti piacciano le parti più divertenti...
Anche tu fai daidaidaidai?! Oddio, sei come Roberta, oltre che come Hannah! XD Visto? Accontentata! Ti abbiamo fatto aspettare solo un giorno! Spero di riuscire a "conquistarti" anche con gli altri capitoli! Grazie infinite...! Di cuore! Un abbraccio virtuale! *______*
 Klaudiii: oddio, la tua recensione mi ha fatto scompisciare!!!!!!!!!!!!! Ahahahahahhaha!!! Sono superfelice che la storia ti piaccia! Di triangoli ce ne saranno parecchi, tranquilla! L'angolo autrici è demenziale allo stato puro! La cosa bella è che spesso riportiamo pezzi di conversazioni nostre, tra me e Roby, quindi capisci che siamo proprio delle idiote! XD Ahahah! Spero di risentirti, presto! Un bacione enorme! GRAZIEEEEEEE! *_* P.S: Anche tu sei una Scanina sfegatata???? Benvenuta!!! Adesso Scanizziamo Roberta, lei non vuole cedere!

Vi voglio bene lettrici!!!!!!! :D


Ehiiilà! Perché non vieni a ballare? :D
Sto ringraziando!
Ehi, autrice, vieni a divertirti!
Si Lily, vengo ;)
Autrice noiosa, ciao!!! Come va?? Piaciuta la festa di fidanzamento di ME e Roberta??
Adorooo il fatto che sia stata fatta in casa mia senza avvisarmi! -.-''
Autrice, quando mi fidanzerò con Lily??
Presto Scorpius, presto!
Ciaoooo!
Ciao Hannah, tesoro...ma che confusione!!!!
Autrice, ciao!
Va...Va...Valerio??
Sono venuto a cantare! Balliamo??
Ma certo!
Poi dovrai ballare anche con me...e con me...
Orrido?? Narratore esterno?? Ci siete anche voi??
Non potevamo mancare!
Assolutamente!
Ciaoooo!
Ciao!
Harry! Albus! Ciao! Ma ci siete proprio tutti!
Roberta ha insistito tanto...
Ginny! Eh, si lei è un tantino insistente...
Tesoro, dov'è la camera da letto?
COSA?!
Io e James...
Non dire altro!!! O.O
Ti scandalizzi troppo facilmente!
Un po' più casta tu, no eh?
Io lo sono! Sono diversamente casta!
-.-''
Idioooota, non mi hai risposto! Dov'è la camera da letto? Io e James abbiamo da fare!
Idioootaaa?! Non rispondo a queste accuse infamanti!
Ma se è un complimento!
Si, ovvio... -.-''
Guarda diluvia! In camera tua starà entrando l'acqua...dimmi dov'è, ci vado
Sembro così stupida?! o.o però è vero diluvia...
Ti saluta James!
Eh?
E' sull'arca di Noè...lui vuole salvare noi dal diluvio universale...pensa che genereremo molti figli
Noè vuole salvare le scimmie-scarafaggio?!
-.-'' come osi?
Oso! Ok, ora smamma, la camera da letto è a destra, CIAO!
Bene...che vita stancante! Vi saluto! Vi amo, grazie mille! Recensite! <3
Un bacio da:
Simona_Lupin <3

Roberta_Evans *-*
James Sirius Potter :)
Valerio Scanu ;)
Hannah Watson!
Lily Potter =)
L'orrido :(
Scorpius Malfoy :*
Harry Potter_
Ginny Weasley-
Albus Severus Potter!!

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Capitolo 7
*** Studio notturno ***


Capitolo 7
Studio notturno




Nel tardo pomeriggio del 2 Ottobre Lily si diresse con aria annoiata verso la Sala Grande, accompagnata da Hannah che borbottava parole incomprensibili.
<< Hannah, per le mutande di Merlino, cos'hai da borbottare? >> sbottò Lily, che per tutto il tragitto aveva cercato di non prestare orecchio all'amica.
<< Passi troppo tempo con tuo zio Ron, Lils. E poi, quella della mutande di Merlino è più vecchia di Merlino stesso >> ribattè Hannah, divertita.
Lily si mise a riflettere, con la fronte aggrottata.
<< Che ne dici di: per il reggiseno della Sanders? chiese infine, entusiasta per la sua pensata.
<< Punizione, Potter >> disse una voce che Lily, voltandosi, scoprì appartenere alla stessa professoressa.
Era passata accanto a Lily senza però degnarla di uno sguardo.
Le si raggelò il sangue. Non osò nemmeno ribattere per cercare di spiegarsi.
Hannah, invece, sembrava dover raccogliere ogni briciolo di determinazione e forza di volontà racchiuse nelle sue cellule per non ridere, ma nemmeno quello bastava.
<< Hannah, ti... >>
<< ...odio, sì, me l'hai già detto, tesoro >> concluse Hannah per lei.
Lily sospirò, rassegnata. Inutile arrabbiarsi.
<< Andiamo >> mormorò.
Ma Hannah non si mosse. Stava guardando un punto oltre la testa di Lily.
<< Lils. C'è Scorpius. E ti sta fissando >> sussurrò, per non farsi sentire.
Lily si voltò di scatto. Scorpius la guardava, la testa un po' inclinata, lo sguardo illuminato. Aveva un'espressione incantata.
Appena Lily si era voltata aveva cercato di distogliere lo sguardo, arrossendo violentemente ma lei gli sorrise e gli fece un cenno con la mano, che lui ricambiò, imbarazzato.
<< Certo che è proprio un amore quel ragazzo... >> sospirò Hannah.
Lily non rispose subito.
<< Già... Proprio un amore... >> mormorò.


Quell'incontro fu davvero noioso.
Ma Lily non poteva nemmeno giudicarlo, perché non aveva ascoltato una parola del discorso della Sanders.
Aveva pensato tutto il tempo a Scorpius e si era ritrovata a riflettere sul fatto che avrebbe davvero voluto conoscerlo meglio.
<< Lily >> la chiamò Hannah.
<< Sì? >>
<< Quindi, ricapitoliamo. La Sanders, con quel discorso logorroico volevo dirci che: 1°, dobbiamo venire in abito da sera con un partner >> e a quella parola fece una smorfia << 2°, verrà fatto a inizio Dicembre per motivi di organizzazione di non so che cosa, ma non me ne frega un piffero...>> continuò << E poi...? >>.
<< E poi basta. Praticamente, è stato completamente inutile. Come se non lo sapessimo già che a un Ballo si viene a coppie e in abito elegante... >> rispose Lily, inarcando le sopracciglia. << Tu con chi ci vai? >>
<< Hoffman me l'ha chiesto appena sono uscita dalla Sala Grande >> disse Hannah con voce inespressiva, roteando gli occhi.
<< E' proprio cotto, eh? >> se la rise Lily. << E tu cos'hai risposto? >>
<< Gli ho detto che me l'aveva già chiesto il mio gufo >>
<< Molto eloquente. Poverino... >>
<< E tu, invece? Con chi vuoi andarci? >>
Erano arrivate al problema. Con chi voleva andarci? Non esisteva ancora una risposta.
<< Non lo so ancora... >> rispose evasiva.
Hannah, infatti, la scrutò sospettosa, ma non indagò oltre.
<< Vieni su a dormire? >> le chiese.
<< Non ho sonno. Credo che andrò fuori a fare una passeggiata; magari prendo il Mantello. >>
<< Tutto bene, Lils? >>
<< Sì. Tutto bene. >>


 

*  *  *

 

Era quasi l'una di notte quando Lily risalì le scale verso la Sala Comune.
Il pensiero di Scorpius non l'aveva fatta dormire. Era un chiodo fisso.
<< Harry Potter >> disse alla Signora Grassa, sorridendo. Era strano avere suo padre come parola d'ordine, ma ormai si era abituata alla sua fama.
Si aprì il solito varco, che oltrepassò con facilità e quando sbucò fuori trovò la Sala Comune vuota, tranne che per un ragazzo chino sui libri, con le dita tra i capelli.
Il cuore di Lily accelerò.
<< Scorpius >>.
Quello sussultò e si voltò, sentendo quella voce.
<< Scusami, non volevo spaventarti... >>
<< Non lo hai fatto >>.
Silenzio.
<< Compiti arretrati? >> chiese Lily, rompendo il ghiaccio.
<< Beh, è solo colpa mia. Mi ero dimenticato di fare un tema di Trasfigurazione. Per ora non ci sono con la testa... >> rispose lui.
<< Ti va se ti aiuto? >>
Le parole erano uscite prima che riuscisse a fermarle. Non seppe dire se se ne fosse pentita.
Lui rimase sorpreso. Glielo si leggeva negli occhi.
<< Ma no Lily, vai a dormire. Ce la faccio da solo. Grazie mille comunque, sei molto gentile >>.
<< Davvero Scorpius, non ho affatto sonno. Mi piacerebbe aiutarti. >>
Era vero.
Lui sorrise.
<< Grazie >> disse in un soffio.
Lily sistemò una sedia accanto a lui e gli sorrise.
<< Allora: cos'è che stai facendo? Qualcosa in cui una del 5° anno possa aiutarti? >> chiese.
<< Un tema sulla Trasfigurazione Umana >> rispose Scorpius.
<< Ne so qualcosa >> commetò Lily.
Iniziarono a lavorare. Lily sfogliava libri su libri e Scorpius scriveva su un lungo rotolo di pergamena.
Il tempo passava ma nessuno dei due vi faceva caso.
<< Ti piace l'idea del Ballo di Natale? >>  domandò Lily, curiosa.
Lui alzò il capo e la guardò, riflettendo.
<< Dipende... >>
<< Da cosa? >>
<< Beh, bisogna andarci a coppie... >>
<< E quindi ? >>
<< Ecco, penso che non sarà...come dire...facile... >>
<< ...invitare qualcuna? >>
<< No. Non è difficile invitare qualcuna. >> disse, e alzò lo sguardo, posandolo su di lei. << E' difficile invitare proprio quella che vuoi >>.
L'intensità dei suoi occhi la face avvampare. Non riuscì ad evitarlo.
<< Basta raccogliere il coraggio >> sussurrò. Sosteneva a fatica il suo sguardo.
<< E se poi dicesse di no? >>
<< Non lo dirò >>.
Si morse il labbro. Le era scappata una stupidaggine bella e buona. Il suo sguardo le aveva fatto capire che era lei la ragazza che avrebbe voluto invitare, e a causa di questa certezza aveva risposto in quel modo.
<< Cioè... non credo che ti dirà di no... lei... quella che vuoi invitare... >> balbettò, cercando di correggersi.
Scorpius la fissava, stordito.
<< Non avrebbe motivo di dirti di no >> continuò << un ragazzo come te è abbastanza raro da trovare in giro >> concluse e non potè che arrossire di nuovo.
A Scorpius brillavano gli occhi. La sua piacevole incredulità era evidente, stampata sul suo volto.
Lily aveva detto parole sincere. La gentilezza, la dolcezza, l'intelligenza e l'umiltà di Scorpius erano fuori dal comune.
<< Lily. Non credevo che la pensassi così... Grazie >> riuscì a dire, imbarazzato.
<< Beh, infatti mi sono ricreduta. Devo ammettere che mi hai sorpresa, Scorpius. >> sorrise.
Continuarono a guardarsi per un po', incapaci di distogliere lo sguardo l'uno dall'altra.
<< Beh, dovremmo finire il tema... >> disse Lily infine, scuotendosi.
<< Certo... >>
Lavorarono fino a notte inoltrata e Lily notò che il tempo volava insieme a Scorpius, che era davvero piacevole stare in sua compagnia perché sapeva anche essere divertente.
Quando stavano per finire il tema, Lily si accorse che avrebbe voluto stare lì un altro po'. Non sapeva spiegarsi il suo cambiamento, fatto sta che adesso adorava passare del tempo con lui, cosa che però non avrebbe mai ammesso.
<< The end >> sospirò Scorpius, mettendo giù la piuma.
<<  Lily, davvero, non so come ringraziarti... >> cominciò a dire.
<< Mi sono divertita molto, Scorpius. E' stato un piacere >> lo interruppe Lily.
Si alzarono e salirono le scale verso i rispettivi Dormitori.
<< Beh, dolce notte Lily. Grazie infinite >> sussurrò.
<< Buonanotte Scorpius >>.
A quel punto entrambi fecero una cosa che non avrebbero mai pensato di fare.
Si salutarono con un bacio sulla guancia e poi, imbarazzati si diressero velocemente verso le porte dei Dormitori, entrami certi che il resto della notte l'avrebbero passata in bianco.








Note delle Malandrinautrici: Ehilààà, lettori, come andiamo?! E' da un sacco che non pubblico, lo so, merito la Maledizione Cruciatus. xD La scuola mi sta uccidendo.
Beh, in questo capitolo Lily subisce davvero un cambiamento radicale nei confronti di Scorpius.
Comincia a vederlo sotto una luce positiva. :)
Non è successo molto in questo Capitolo, ma nel prossimo vedremo cosa succederà prima di questo Ballo. *___*
Ora, passiamo ai ringraziamenti:
  sedsed: Ciao!!! Oddio, grazie, sono contentissima che tu ti sia appassionata alla storia! Sì, Scorpius io lo vedo completamente diverso dalla sua famiglia, è un ragazzo d'oro, con mille qualità.
Pensi che sia originale?? *________________________________________* Graziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiie! <3 Di cuore! Comunque, se vuoi possiamo coalizzarci per far lasciare Roberta e James, ci stai? xD Beh, spero di risentirti, grazie MILLE, ancora. ;D

 mrspaciok: ohh, eccola qui la mia fedele lettrice! Si, Scorpius è abbastanza lento xD Ma qui si fanno passi da gigante! Grazie sempre per le belle recensioni, te ne sono davvero grata. <3 A presto, un bacione!
Ehi, ehi, ehi! E' arrivata Roberta!!!
-.-'' Davvero, ci speravo che non ci fossi. :(
Io sono onnipresente, cara.
Sì, l'ho notato. Beh, comunque oggi non ho tempo per stare a sentire le tue stupidaggini perché devo andare a studiare.
Come osi?! O_O
Oso, oso.
Beh, lettori, io vi saluto e vi mando un gigantesco GRAZIE. <3 Vi adoro. ;D

Baci:
Simona_Lupin ;)
Roberta_Evans *-*

o... hh
C'bb v
bhb 

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Capitolo 8
*** Troppo tardi ***


A Clara, che alimenta la mia passione e mi dà sempre ottimi consigli.
A Giulia, che alimenta il mio entusiasmo e mi dà sempre la forza necessaria.
Ad Elena ed Alessandra che mi danno l'allegria e che, insieme alle altre, mi fanno sentire amata.
Questo Capitolo, anzi l'intera storia, è tutta per voi. Vi voglio davvero molto bene. Grazie per il bene che mi fate.

 


Capitolo 8

Troppo tardi



L'inverno ormai bussava con violenza alle porte di Hogwarts.
Nei corridoi aleggiava un'aria gelida ma fuori il paesaggio era incantevole. La neve, alta quasi un metro, ricopriva ogni angolo del prato e delle montagne, candida e soffice.
Il Lago Nero era gelato, una lastra scura illuminata dai raggi solari, che risplendeva di una luce molto piacevole alla vista.
I mantelli erano diventati d'obbligo e uscire senza era quasi un suicidio.
Novembre stava per volgere al termine e la vita ad Hogwarts procedeva senza particolari avvenimenti.
In quel momento Lily era chiusa in Biblioteca col fratello Albus ed era contenta perché era da tanto che voleva passare del tempo con suo fratello.
<< Che sia maledetto, quello schifoso uccellaccio... >> borbottò Al, gettando sul tavolo la piuma, esausto.
<< Sì, odio anch'io Chapman >> convenne Lily.
<< Come sapevi che stavo parlando di lui? >> chiese Al, meravigliato.
Lily sorrise. << E' il primo schifoso uccellaccio che mi è venuto in mente >>.
Risero entrambi di cuore. Lily adorava stare con suo fratello. Il rapporto di sangue era qualcosa di assolutamente speciale, un legame indissolubile. Non c'era niente di simile.
Sentirono la porta della Biblioteca aprirsi e un ragazzo biondo si avvicinò al loro tavolo: Scorpius.
Lily non aveva ancora dimenticato quella notte passata insieme. Da allora aveva cominciato a parlare più spesso con lui e, cosa che non riusciva a spiegarsi, quando lo vedeva il battito del suo cuore accelerava.
A giudicare dall'espressione del suo viso non si aspettava di trovare Lily.
<< Scorpius! Amico, siediti, come va? >> disse Al, gioviale.
Scorpius sembrava proprio imbarazzato.
<< Ti stavo cercando Al. Ehm...ciao Lily >> aggiunse, abbozzando un sorrisetto.
<< Ciao Scorpius >>.
<< E' successo qualcosa? >> chiese Al, preoccupato.
<< Oh, no, volevo chiederti di fare un giro, ma lo facciamo un'altra volta, tranquillo >> rispose.
<< No, andiamo adesso! Lily, ti va di venire? >> domandò Al, entusiasta.
Lily e Scorpius si scambiarono un'occhiata veloce.
<< No, grazie Al, stavo andando in Sala Comune >> disse, evasiva.
<< Su, dài! Non puoi dirmi di no, sorellina! >> implorò.
A Lily parve di vedere Scorpius scuotere impercettibilmente la testa verso Al, che invece gli fece l'occhiolino.
Lily proprio non capiva.
<< Non accetto un no, Lils >> disse Al, categorico e Lily capì che non poteva obiettare.
<< Ehm... D'accordo >>.
Si avviarono verso il prato innevato e Al, ai cui lati si erano messi Lily e Scorpius, si era spostato e aveva lasciato i due vicini.
Entrambi sembravano ostinati a non volersi nemmeno sfiorare e sembrava che ci fosse uno scudo tra di loro. Infatti evitavano anche di guardarsi.
<< Avete trovato un compagno per il Ballo? >> chiese Al, che sembrava fin troppo allegro per la situazione che aveva creato.
<< No >> risposero in coro Scorpius e Lily.
<< Ma dovete sbrigarvi! >> esclamò Al, prendendoli di sorpresa << il Ballo è la prossima settimana! >>
<< CHE COSA?! >> urlarono i due contemporaneamente.
<< Cavoli, non lo sapevate? Ma lo sa tutta la scuola, è scritto in Bacheca! >>. Al era esterrefatto quanto loro.
Scorpius e Lily si guardarono. Entrambi stavano ripensando a quella notte.
<< Beh, avete ancora una settimana! >> cercò di incoraggiarli Al. << Su, a chi va una partita a palle di neve? >> chiese.
<< Sì, dài! >> esclamò Lily, riprendendosi.
Quel pomeriggio fu uno dei più divertenti fino ad allora, per Lily. Era fradicia, congelata e stanca ma felice.
All'improvviso Al chiese: << Che or... >> palla di neve in faccia << Scorpius, sei un idiota! Stavo dicendo, che or... >> altra palla di neve << Lily! Devo tremare! Vi siete alleati! >> esclamò, ridendo.
E anche Lily e Scorpius si guardarono e scoppiarono a ridere.
<< Stavo dicendo...che ore sono? >> chiese infine.
<< Le 2O: O5 >> rispose Lily, scavando tra gli strati di vestiti per trovare l'orologio.
<< Oddio. Ho un appuntamento con Megan! Devo scappare! >> e fuggì alla volta del castello, lasciando i due ragazzi spaesati.
Lily si voltò verso Scorpius e gli sorrise. Si buttò sulla neve. Era stremata dalla dura battaglia.
<< Ti piacciono gli angeli sulla neve? >>  gli chiese, cominciando a strofinarsi sulla neve per farne uno.
<< Oh, sì, sono fantastici! >> rise lui.
<< Vieni giù, facciamone due! >> lo invitò Lily.
Vennero fuori due angeli favolosi.
<< Sono proprio belli... >> commentò Lily, osservandoli, seduta sulla neve accanto a Scorpius.
<< Proprio belli... >> sussurrò lui che però non stava guardando gli angeli, ma Lily. Lei non se ne accorse.
Dopo un po' cercò di alzarsi ma le finì il mantello sotto i piedi e cadde nuovamente a terra.
<< Lily! >> esclamò Scorpius e le andò subito in aiuto. << Tutto bene? >>.
<< Sìsì, sono solo caduta >> rise lei.
Scorpius le si avvicinò per farla rialzare.
Lily non lo aveva mai guardato così da vicino. Era davvero molto bello.
Per qualche secondo non fece altro che fissarlo, interessata.
Poi si accorse che aveva caldo (forse, ma non lo avrebbe ammesso, per la pericolosa vicinanza con Scorpius) e si tolse i guanti che invece lui non indossava.
Scorpius le porse una mano per aiutarla e lei l'afferrò.
Scoprì con piacere che era morbida e calda, nonostante la temperatura gelida.
Si rialzò ma non ritrasse subito la mano.
Quella di lui si mosse, le accarezzò le dita.
Il cuore di Lily battè come un tamburo. Era una sensazione bellissima, quelle dita che solleticavano delicatamente la sua mano, come una lieve brezza fresca.
Entrambi alzarono lo sguardo e mollarono subito la presa.
Iniziarono a guardare altrove, imbarazzati.
<< Beh, si è fatto tardi, Scorpius. Torno in Sala Comune a posare i libri. Ehm...ci vediamo a cena >> balbettò, rossa in viso.
<< Ciao Lily >> rispose lui e la guardò allontanarsi.
Lily arrivò all'ultima scalinata che portava alla Sala Comune ma si bloccò alla fine dell'ultima rampa.
Cormac e la McMillan erano in cima e stavano parlando.
<< Beh, Sandra, allora andiamo al Ballo insieme? >> le stava chiedendo Cormac.
<< Ma certo, tesoro. Non vedo l'ora >> rispose lei mielosa.
Lily rimase ferma a fissarli. La cotta per Cormac non le era ancora passata ma ultimamente non ci aveva più pensato.
Non sapeva descrivere le sue emozioni in quel momento.
E nemmeno Scorpius sapeva esprimerle, mentre usciva dal parco, completamente fradicio.
Appena entrò nel castello Albus sbucò da non si sa dove e gli chiese: << Allora? L'hai invitata? >>
<< Ma da dove salti fuori?! Non avevi un appuntamento con Megan?! >> esclamò Scorpius, sbalordito.
<< Non importa. Comunque era una scusa, volevo lasciarvi soli. Allora, l'hai invitata sì o no? >> chiese ancora.
<< Ma certo che no. Non posso, Al, non posso proprio >> mormorò.
<< Ma certo che puoi! Dài, devi chiederglielo prima che sia troppo tardi! Magari proprio in questo istante qualcuno la sta invitando al posto tuo! >> lo esortò Albus.
<< Lei? Al Ballo con un altro? No, Al, non lo sopporterei, ne ho già viste troppe! Hai ragione, corro! >>.
L'immagine di Lily che ballava con un altro ragazzo era nitida nella mente di Scorpius.
No, non poteva tollerarlo. La sua Lily non poteva essere toccata da nessuno.
Corse più veloce del vento, con l'ansia che gli schiacciava i polmoni.
Mancavano solo due rampe di scale alla Sala Comune ed era certo che l'avrebbe trovata lì.
Ma si bloccò ai piedi della penultima rampa.
Lily stava parlando con Jason, il Cacciatore del Grifondoro.
Scorpius ebbe un tuffo al cuore.
"No" pensò "no, no...fa' che stiano solo parlando, per favore, per favore..."
<< Lily, ti andrebbe di venire al Ballo con me? Come amici, intendo... >> disse Jason.
Crack.
Il cuore di Scorpius si era spezzato. Doveva per forza essere così, altrimenti perché stava provando tutto quel dolore?
<< Oh, ehm... Va bene, sì >> rispose lei, ma non sembrava tanto felice.
Crack.
Il cuore di Scorpius si era rotto in mille pezzi. Chissà se sarebbe mai guarito...
Rimase lì, immobile.
Ma in fondo cos'era se non l'ennesima sconfitta? L'ennesimo dolore...
Eppure faceva ancora più male di quelli passati.
Forse perché ultimamente era rinata la speranza in lui di potercela fare prima o poi...
Ma era tardi. Troppo tardi.
E faceva lo stesso male. Ancora più male. Troppo, davvero troppo male.
La sua felicità, che lo aveva pervaso appena qualche minuto prima, svanì nell'aria senza lasciare traccia.
Lily, in cima alle scale, non si era accorta di niente.
Aveva accettato l'invito di Jason. Sapeva che ormai Scorpius non glielo avrebbe più chiesto se non lo aveva fatto prima, quando erano da soli.
Perché sì, le sarebbe piaciuto andare al Ballo con lui.
Ma era troppo tardi.
Jason andò via, salutandola. Cormac e la McMillan si erano allontanati già da un pezzo, forse per andare a pomiciare in qualche aula abbandonata.
Completamente dimentica dei libri, della cena e del resto del mondo, cominciò a scendere le scale, per andare dove non lo sapeva neppure lei.
Era triste. Doveva ammetterlo.
Quando alzò lo sguardo da terra vide un ragazzo svoltare l'angolo, nella scalinata sotto di lei.
Un ragazzo dai capelli biondi.
<< Scorpius >> sussurrò.
Ma era troppo tardi.







Note delle Malandrinautrici: Lettori, oggi non proprio tempo per fare nulla! Ho postato il Capitolo oggi perché sapevo di non riuscirci dopo! Voglio solo ringraziare tutti quelli che seguono la Storia! Grazie, grazie mille! Alle recensioni risponderò per via privata.
Ancora un bacione!!! Vi adoro.
Saluti:
Simona_Lupin <3





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Capitolo 9
*** Corri ***


Scusatemi, ho perso una scommessa con Roberta :( IO AMO LE CAPRE. Dovevo scriverlo. -.-''

 

Capitolo 9
Corri



Lily aveva passato l'ultima settimana con l'umore a terra.
Aveva fatto soffrire Scorpius, lo sapeva e non se lo sarebbe perdonato.
Le sarebbe piaciuto moltissimo andare al Ballo con lui. Ma, in fondo, come poteva sapere che, se avesse aspettato ancora un altro po', lui forse l'avrebbe invitata?
Si sentiva svuotata e anche se quella sera ci sarebbe stato il Ballo non si sentiva per nulla sollevata.
Inoltre, era davvero confusa per quello che le stava succedendo. Iniziava a provare qualcosa per Scorpius? Come poteva essere cambiata così radicalmente nei suoi confronti, in così poco tempo?
Provava una strana stretta allo stomaco ogni volta che lo incontrava e, quando stava da sola a pensare, sentiva il desiderio di averlo accanto.
Solo qualche mese prima non provava alcun interesse per lui.
E invece eccola lì, ora, che stava a pensare a lui in ogni momento della giornata.
Probabilmente, se fosse capitato a qualcun altro non avrebbe capito, non ci avrebbe creduto. Ma erano i suoi sentimenti che erano cambiati.
La porta del Dormitorio fu aperta all'improvviso.
<< Lily >>. Era Hannah.
<< Tesoro >> rispose Lily, fingendosi allegra.
<< Non ti prepari? Il Ballo è tra un'ora >> disse, sedendosi sul suo letto. << Lily >> aggiunse, prima che l'amica potesse rispondere. << E' da un po' che ti vedo strana. Che ti succede? >>
Lily sospirò. Come faceva a spiegargli tutto quel groviglio di sentimenti che le attanagliava lo stomaco?
Stava per aprire bocca, quando Hannah le chiese:
<< Sta succedendo qualcosa tra te e Scorpius, vero? >>
Lily la guardò a bocca aperta. << Come fai a saperlo? >>
<< Me ne sono accorta. Ti va di raccontarmi? >>
Lily cercò di mettere in ordine i pensieri che le affollavano la mente.
Prese coraggio e raccontò tutto all'amica, che sicuramente l'avrebbe aiutata in tutti i modi possibili, come aveva sempre fatto.


 

*  *  *

 

In occasione del Ballo, la Sala Grande era stata addobbata in maniera straordinaria.
C'erano grossi alberi di Natale disposti ai lati dell'enorme Sala e dal soffitto incantato cadeva fitta una neve magica che spariva prima di toccare terra. Un'enorme pista da ballo era piazzata al centro della Sala e grandi tavoli rotondi erano stati disposti tutt'intorno.
Lily stava entrando dal portone principale, insieme ad Hannah.
Indossava un lungo abito blu notte, con un'accentuata scollatura sulla schiena, sulla quale scendeva una lunga collana d'argento.
Portava con disinvoltura vertiginosi tacchi dello stesso colore e aveva i capelli raccolti in un elegante nodo.
Tutto sembrava perfetto, ma la mente di Lily era altrove.
Continuava a pensare a Scorpius. Chissà se sarebbe venuto al Ballo...
Cominciò ad alzarsi in punta di piedi per guardare oltre le teste degli altri ragazzi e non lo vide.
<< Lily, sei bellissima >>
Lily si voltò. Era Jason.
<< Grazie, Jason. Anche tu stai molto bene >> disse.
<< Tesoro, io vado con Hoff...con Marcus >> le sussurrò Hannah e andò via proprio con un gongolante Marcus Hoffman.
Alla fine aveva accettato il suo invito.
<< Ti va di ballare? >> le chiese Jason, sorridendo.
<< Cosa? Oh, sì, certo, andiamo >> borbottò.
La festa era appena cominciata. Coppie avanzavano, tenendosi per mano verso il centro della vasta Sala.
Lily continuava a sbirciare ovunque, ma evidentemente Scorpius non c'era.
Chissà dove si era cacciato...
In quel momento avrebbe potuto esserci lui al posto di Jason. Immaginò di essere tra le sue braccia a ballare quella meravigliosa canzone e si sentì felice.
Doveva cercarlo. Assolutamente.
<< Jason, perdonami, davvero. Ho una cosa importante da fare >> disse e lo lasciò da solo, confuso, al centro della pista.
Corse più veloce che poteva. Doveva trovare Scorpius, dirgli ciò che doveva.
Uscì dal castello e continuò a correre anche se i suoi piedi urlavano.
Sapeva dove trovarlo. Si avvicinò al Lago Nero e vide un ragazzo seduto accanto a un albero, che strappava foglie con foga.
Lily sorrise tra sè. Si avvicinò lentamente a lui e il cuore cominciò a battere più forte, ma ormai sapeva che sarebbe successo.
<< Scorpius. Eccoti >> sussurrò. Aveva il fiatone.
Quello sussultò e si alzò di scatto. Appena vide Lily trasalì appena, sbalordito.
<< Lily. Cosa ci fai qui? >> balbettò.
<< Ti stavo cercando >> rispose lei e arrossì << Sentivo che era qui che dovevo venire. E' questo il posto giusto. >>
Scorpius non capì, non riusciva a dire nulla.
<< Ascolta Scorpius, io volevo davvero venire al Ballo con te. Da un po' di tempo mi sono accorta che adoro passare del tempo insieme a te >> continuò, tutto d'un fiato.
Scorpius non smetteva di guardarla. Aveva gli occhi lucidi.
<< Io volevo invitarti, Lily. Ma sono arrivato tardi, è stata colpa mia. Dovevo compierlo quel dannato passo. Ma non sono abbastanza coraggioso >>. Abbassò lo sguardo e Lily sorrise, intenerita.
<< No. Semplicemente non sei un tipo avventato, spavaldo. E' per questo che mi piaci...cioè che mi piace stare con te >> rispose.
Si era quasi tradita. << Non sei venuto al Ballo >> continuò.
<< Sì. E tu lo hai abbandonato. Perché non sei alla festa? >> chiese lui.
<< La vera festa è dove ci sono le persone con cui amiamo stare. E' per questo che sono qui >>.
Si avvicinò a lui. Le tremavano le mani.
<< Stavo pensando a te, Lily. Continui a venirmi in mente >> sussurrò Scorpius. Soffermò lo sguardo su di lei. Aveva gli occhi umidi.
Lei gli sorrise.
<< Signorina >> sussurrò lui, prendendola per mano << Mi concede questo ballo? >> avvicinò la sua mano alle labbra e la sfiorò appena ma questo bastò a farle salire un brivido lungo la schiena.
<< Glielo concedo >> rise lei.
Intrecciò le mani attorno al suo collo e gli si avvicinò ancora, tanto che i loro corpi si toccarono.
Una musica incantevole proveniva dal castello.
Lui appoggiò le mani sui suoi fianchi. I loro cuori battevano così forte che presto sarebbero scoppiati.
<< Sei un incanto >> le sussurrò all'orecchio. Il suo respiro sulla pelle era come una morbida e delicata carezza.
<< Hai visto le stelle? Sono la più bella cosa che io abbia mai visto. Non credi? >> gli chiese, incantata per la bellezza del cielo.
<< Non proprio la più bella >> rispose Scorpius, osservandola.
Le accarezzò i capelli e per un po' rimasero in silenzio a godersi quel momento magico che entrambi non avrebbero mai creduto di poter vivere.
<< Non dimenticherò questa notte, Lily >>.
<< Neanch'io, Scorpius. Neanch'io >>.
Si distaccarono ma rimasero pericolosamente vicini.
Si guardarono dritti negli occhi e si tennero per mano.
Fu un attimo. Un lampo di luce rossa sfiorò Lily, mancandola di qualche millimetro.
Scorpius reagì prontamente. Impugnò la bacchetta e difese Lily, mettendosi davanti a lei.
Un altro incantesimo era stato sparato. Proveniva dalla Foresta Proibita.
<< Lily! Nasconditi, scappa! >> urlò Scorpius e anche lui lanciò un incantesimo.
Un altro lampo di luce stava per colpire Scorpius in pieno ma lui si scansò.
<< Stupeficium! >> gridò Lily, puntando la bacchetta verso i folti alberi. Non si riusciva a scorgere la presenza di un uomo. C'era troppo buio.
<< Lily! Torna al castello e chiama qualcuno! Ma sta' attenta! >> le urlò, cercando di mostrarsi sicuro.
<< Ma... >>
<< Tranquilla, Lily >> disse, con più dolcezza e la guardò dritta negli occhi. Lei annuì in fretta e iniziò a correre verso il castello illuminato.
Un lampo di luce verde stava per colpirla ancora ma riuscì ad evitarlo.
Scorpius capì: puntavano a lei. E colpivano per uccidere.
Il cuore gli si raggelò. Continuò a spedire incantesimi a destra e a manca ma non ne vennero altri contro di lui.
Il parco era di nuovo silenzioso, tranne per la dolce melodia che proveniva da Hogwarts.
Scorpius non abbassò la bacchetta ma si voltò per vedere se Lily era riuscita a scappare incolume abbastanza lontano.
Uno Schiantesimo lo colpì in piena schiena.
Fu lanciato in aria e atterrò con violenza sul prato, svenuto.













Note delle Malandrinautrici: Saaaalveeee Potteriani! Come state? Per ora pubblico un capitolo al giorno ma non vi abituate, adesso dovrete aspettare un pochino in più! Volevo solo farmi perdonare per il mese e mezzo di completa assenza.
Beh, in questo capitolo c'è qualche sorpresina. Sono proprio cattiva, lo so, quando succede qualcosa di bello distruggo tutto. xD

Volevo ringraziare MILLE VOLTE quelli che hanno recensito a cui risponderò per via privata e quelli che leggono la mia storia. <3 Grazie di cuore. Mi date una soddisfazione incredibile.
Uaaaaaaaah! :,,,,,(
Ehm... E' Roberta... James l'ha mollata. -.-''
Ueeeeeeeeeeeh! D:
Oddio. Aiutatemi.
Ehilà!
Chi è?!
Il Grande Orlando!
O...O....Orlando Bloom?!? *________________________*
Volevo aiutare Roberta a risollevarsi dalla batosta sentimentale!
E io?!
Tu?
Beh, potevi almeno clonarti prima di venire! Così ne avevamo uno l'una!
Ehm... Io sono venuto solo per Roberta.
:( o.o
Orlaaaaaandiiiiinooooooooooooo! *____________________________________________________*
Guarisce presto, la ragazza...
Ci sono anch'ioooo!
Johnny!
Proprio così. Johnny Depp in persona, tesoro. Tutto per te. ;)
Noooooooo! Johnny! Mi tradisci?!
Ma chi è?
Una maniaca... Ma fondamentalmente buona.
Fa paura.
Lo so.
Possiamo fare cambio, cara! Ce li scambiamo nel finesettimana.
Ci sto!
Va bene, mettiamo fine a questa cosa ridicola. -.-''
Grazie grazie grazie ancora! <3
Un bacione da:
Simona_Lupin <3

Roberta_Evans *-*

Orlando Bloom!
Johnny Depp! ;)




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Capitolo 10
*** L'ombra di Voldemort ***


A Rossella, la mia adorata Sorella, la mia migliore Amica, l'unica con cui posso parlare liberamente e che mi dice sempre ciò di cui ho bisogno.
A questo mio pezzo di cuore dedico questo Capitolo, perché senza di lei questa storia non sarebbe mai esistita. Ti voglio un mondo di bene.
 

 

Capitolo 10

L'ombra di Voldemort



L'Infermeria a quell'ora della notte non aveva mai ospitato tanta gente.
La signora Parker, l'infermiera aveva il viso pallidissimo, poiché aveva appena ascoltato il racconto di Lily.
Non si vedeva una faccia serena in quella stanza e l'aria era parecchio tesa.
Lily era seduta accanto al letto sul quale era sdraiato Scorpius e gli accarezzava la mano con la sua.
Suo padre Harry non l'aveva lasciata un attimo da quando era arrivato. Le teneva una mano sulla spalla e continuava a lanciarle occhiate cariche di preoccupazione. Aveva un viso stanco ma il bagliore dei suoi occhi verdi era rimasto immutato.
Stringeva forte la mano della moglie, che era accasciata su una sedia, ancora sconvolta per l'accaduto. I suoi capelli rossi erano identici a quelli della figlia. La somiglianza era straordinaria.
<< Signora Parker, perché mio figlio ancora non si sveglia? E' passata già mezz'ora...Insomma, è stato solo schiantato, me lo ha detto lei! >> sbottò Draco, nervoso. Sedeva accanto al figlio e il suo volto scarno e appuntito era ancora più bianco del solito.
<< Abbia pazienza, signor Malfoy. Dev'essere stato una Schiantesimo molto potente. Stia tranquillo >> cercò di rassicurarlo la signora Parker.
La moglie non aveva proferito parola da quando era arrivata. Osservava il figlio con un'espressione indecifrabile e il marito non si preoccupava di rasserenarla.
<< Signorina Potter, è sicura di non volersi riposare? >> domandò la signora Parker a Lily, con quel suo tono gentile.
<< Sì. Grazie comunque, signora Parker >> rispose Lily, cercando di mantenere la voce ferma. Era ancora scossa per ciò che era successo.
Ogni tanto Draco guardava con disprezzo la mano di Lily appoggiata a quella del figlio. Ma a lei non importava, anzi, continuava a stringerla sempre più forte.
Harry e Draco si guardavano di tanto in tanto, con dura freddezza.
All'improvviso la porta dell'Infermeria fu aperta ed entrò il Preside Wilson.
<< Scusate l'intrusione. Alice, come sta il signor Malfoy? >> chiese alla signora Parker.
<< Stiamo aspettando che si svegli >>.
Wilson annuì. << Ho bisogno di parlare con i signori Potter. E' urgente >>.
Harry e Ginny si voltarono.
<< Preside, non si potrebbe... >> iniziò a dire Ginny.
<< Non ve lo chiederei se non fosse così importante. Mi dispiace >>.
Harry e Ginny guardarono dispiaciuti la figlia, che sorrise appena e annuì.
<< Arriviamo subito, tesoro >> sussurrò Ginny e si alzò insieme al marito, per seguire Wilson.
Nei minuti che seguirono regnò un silenzio cimiteriale.
Lily cominciava a diventare ansiosa. Perché Scorpius non si svegliava?
Il ticchettio dell'orologio aumentava il suo nervosisimo.
Il tempo passava ma Scorpius non accennava a muoversi.
Tic tac... "Adesso si sveglia" continuava a ripetersi...
Tic tac... La sua mano era ancora fredda e immobile...
Immobile. Proprio come Harry che, nello studio del Preside, teneva stretta in mano una lettera che era appena arrivata.
La fissava senza capirne il significato, anche se il contenuto era abbastanza semplice.
Ginny stringeva forte la sua mano, tanto che le nocche le divennero bianche.
Harry abbandonò la lettera sulla scrivania, stordito.
Gli occhi gli ricaddero su un ritratto appeso al muro. Quello in cui riposava Albus Silente.
<< Dobbiamo attivare una protezione. Non c'è tempo da perdere >> disse Wilson ed Harry tornò a guardare lui.
<< Un Incanto Fidelius >> sussurrò, immediatamente.
<< Nominate un Custode Segreto. Sceglietelo con cura o le conseguenze potrebbero essere devastanti >> continuò Wilson con tono autoritario.
<< Non ho dimenticato la causa della morte dei miei genitori, Preside. Non c'è bisogno che mi ricordi l'importanza di questa scelta >> rispose Harry. Forse era stato brusco, irrispettoso.
Ma il ricordo di Lily e James era ancora forte dentro di lui.


 

*  *  *

 

Era passata un'ora e ancora Scorpius non si muoveva.
Il labbro di Lily sanguinava perché non faceva che morderlo.
All'improvviso però la mano di Scorpius si mosse nella sua. Cercò di aprire gli occhi.
<< Scorpius >> sussurrò Lily, stringendogli ancora la mano.
Finalmente riuscì ad aprire gli occhi.
Subito il padre e la madre gli si avvicinarono.
<< Scorpius, come stai? >> chiese Draco.
Ma lui non ci badò. << Lily! >> esclamò.
Lei gli gettò le braccia al collo e lui la strinse a sè. << Lils, come stai? >> mormorò.
<< Bene, grazie a te. E tu, come ti senti? >>
<< Benissimo >> rispose lui.
Si staccarono e sorrisero. Lui l'accarezzò con le nocche.
<< Tesoro >> disse la signora Malfoy e Scorpius si voltò. Il suo sorriso si raggelò.
<< Mamma. Papà >> si limitò a dire.
Lily li osservò, poi con molto tatto, disse: << Vi lascio da soli >>.
<< Ecco, vai >> borbottò Draco. Lei lo guardò torva e si alzò per andarsene.
<< Papà! >> esclamò Scorpius, guardandolo schifato. << Lily, ti prego, resta qui >> disse a lei, con tutt'altro tono di voce.
Lei non riusciva a capire la situazione.
Rimase immobile, dov'era e guardò Scorpius con aria interrogativa.
<< Non hanno trovato nessuno nella Foresta Proibita, vero? >> chiese lui, continuando ad ignorare i genitori.
<< Nessuno >> mormorò Lily, mettendosi di nuovo a sedere.
<< Wilson ha detto qualcosa? >> domandò ancora Scorpius.
<< Beh, ha ascoltato quello che è successo. Quando sono tornata al castello ho chiamato proprio lui e ha mandato moltissimi uomini a cercare l'aggressore per tutta la Foresta. Ma dev'essersene andato. >>
<< Si è Smaterializzato, dici? >>
<< Non ci si può Materializzare o Smaterializzare entro i confini del castello. E' scritto in Storia di Hogwarts >> rispose, secca.
<< Aveva il tempo di andarsene volando. Chi lo avrebbe visto? >> continuò, ipotizzando.
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<< Voleva colpire proprio noi, questo è chiaro. Ma perché? >>
<< Non lo so... Di sicuro non può essere uno studente di Hogwarts che magari ce l'ha con noi... Insomma, ha lanciato un' Avada Kedavra! >>.
Lily sospirò. Voleva sapere il parere di suo padre. Non glielo aveva ancora chiesto.
<< Wilson sta parlando con i miei >> disse a Scorpius. << Secondo te cosa vorrà dirgli? >>
<< Non so... Ma sta' tranquilla Lily >> le rispose lui, dolcemente.
I signori Malfoy non avevano più proferito parola. Osservavano la discussione dei due ragazzi con il loro solito sguardo gelido.
Era calato di nuovo il silenzio, quando qualcuno entrò di nuovo nella stanza.
Era Al.
Corse ad abbracciare la sorella, che gli accarezzò i capelli.
<< Lily, mi hanno appena svegliato, ho saputo cosa ti è successo e... >> cominciò a dire. Poi guardò Scorpius.
<< Amico, come stai? >> chiese, correndo ad abbracciare anche lui.
<< Bene, Al >>
<< Lily >> continuò Albus << Mi hanno detto di andare nello studio di Wilson, devi venire anche tu >>.
Lily lo fissò, allarmata.
Poi si voltò verso Scorpius. Si guardarono per qualche attimo. << Torno presto >> sussurrò lily e andò via col fratello.
Corsero fino al gargoyle di pietra e si fermarono lì di fronte.
<< Algabranchia >> disse Al e il gargoyle si spostò per lasciarli passare.
Salirono in fretta le scale e bussarono alla porta dell'ufficio del Preside. Fu proprio lui ad aprire.
<< Entrate >> disse, cordiale.
I genitori corsero ad abbracciarli, dopodichè si sedettero tutti davanti alla scrivania.
<< Signor Potter, signorina Potter >> esordì Wilson, le mani intrecciate << Dovete preparare i vostri bauli e tornare a casa >> disse.
<< Per adesso >> aggiunse, notando le facce sconvolte dei due fratelli.
<< Ma...cosa succede? >> chiese precipitosamente Lily, guardando i genitori.
<< Tesoro, vi spiegheremo tutto dopo. Per adesso andate a preparare i bauli e tornate qui. Andremo via con la polvere volante Al ritorno potreste non trovarci, abbiamo un'ultima cosa da chiarire con il Preside >> rispose Harry, rassicurante.
Lily annuì. Non avrebbe mai disubbidito al padre.
Lei e il fratello si alzarono e, senza perdere tempo, corsero alla Sala Comune.
Lily stava pensando ad Hannah, a Scorpius... Li avrebbe mollati lì, senza avvisarli?
Non era mai stata tanto confusa in tutta la sua vita.
Lei e il fratello non si dissero niente, presi com'erano dai loro pensieri.
Lily riempì il baule in fretta e furia, cercando però di non svegliare le compagne. Scrisse un biglietto all'amica; non l'avrebbe mai lasciata senza spiegarle la situazione...
Dopodichè si ritrovò col fratello e insieme si precipitarono nuovamente all'ufficio del Preside.
Quando entrarono non c'era nessuno.
Lily non aveva voglia di sedersi, era davvero troppo nervosa.
Una lettera indirizzata a suo padre attirò la sua attenzione. La prese dalla scrivania e l'aprì. Era anonima.


Al Ragazzo Che E' Sopravvissuto.
Pensavi che tutto fosse finito venticinque anni fa, non è così?
Quando hai ucciso il Signore Oscuro hai tirato un sospiro di sollievo. Sei diventato un'Eroe.
Credevi di aver sconfitto, non solo lui, ma tutto il Male.
Sappi, Harry, che il Male non muore mai.
E anche se hai ucciso il Signore Oscuro, non è il caso che tu stia sereno. Io resto fedele a lui e riuscirò a vendicarlo.
Riuscirò a distruggere te, la tua famiglia e tutti quelli che cercano di proteggerti.
Il lavoro che il Signore Voldemort aveva iniziato, verrà continuato da me.
Ma il mio primo obiettivo resti tu, Harry.
Se morirai tu, non ci sarà nessuna guerra.
Spero che non ti comporterai come l'ultima volta, Harry. Ricordi quante persone sono morte per causa tua?
Dopo avervi distrutto, imporrò il mio regime e moriranno solo coloro che si opporranno.
Sarà il mondo che il Signore Oscuro aveva tanto desiderato.
Non puoi combattere il Male da solo, Harry. Non puoi nulla contro di me.




A Lily crollò il mondo addosso.
Le si raggelò il cuore.
La lettera le cadde di mano.
Tremava.
Gli occhi le bruciarono.
<< No >> mormorò. << Non di nuovo >>.








Note delle Malandrinautrici: Ehilà! Come state, carissimi? ;D
Cose drammatiche, eh? Ed è un Capitolo bello lunghetto...! Adesso entra in scena la parte "oscura". Inizialmente avevo pensato di creare una storia basata unicamente sul sentimento e sul divertimento.
Ma poi ho pensato: una storia senza cattivi non vale proprio niente.
E allora ho pensato di creare questa cosa qui che più avanti si evolverà...
Spero che vi piaccia... Non mi sento molto sicura su questo... Beh, fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo! :D

Tesoro, posso farmi pubblicità?
Eh?
Gentile Pubblico, oggi in tutti i Cinema: Pirati dei Caraibi, oltre i confini del mare. Non perdetelo!
Ehm... Sì, certo, va bene. -.-''
Oh, faccio contenta anche te. Il 28 Dicembre ci sarà Lerry Frotter e il Calice dei Doni! Un film strepitoso!
Non è che tu sia un grande appassionato di Harry Potter, eh Johnny?
Ehm... No.
Ecco, infatti.
E' arrivato il Capitano dell'Olandese Volante! Inchinatevi al successore del brutto polpo! Visto quanta bellezza avete guadagnato?
Oddio. Non ne usciamo più.
Tesoro, tu non vieni a vederci?
Non posso, devo fare matematica.
Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah! ;D
Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah! ;D
Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah! ;D
Ehiii! Il fatto che non studio matematica da mesi non significa niente!
Ahahahahahah!
Basta. -.-''
Beh, io vado davvero a studiare mat...

AHAHAHAHAH!
Eh va bene, vado a guardare la tv! Ahh, che stress.
Beh, recensite recensite recensite!
Vi ringrazio con tutto il cuore! Bacioni:
Simona_Lupin ;)

Roberta_Evans *-*
Johnny Depp_
Orlando Bloom! <3

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Capitolo 11
*** Un posto sicuro ***


Alla grande Joppolo. Voi mi avete capito, tesori. Vi adoro.
 

Capitolo 11

Un posto sicuro



Paura.
Gelida e spietata si faceva largo nel cuore di Lily, occupandolo in ogni sua parte, eliminando ogni altro sentimento esistente, raggelando la mente e oscurando i pensieri.
Lily tremava e piangeva, scossa da singhiozzi irrefrenabili, sulla spalla del padre che le accarezzava i capelli.
<< Papà... >> sussurrò. Non piangeva mai, ma quella lettera l'aveva sconvolta.
<< Sta succedendo ancora... >>
Harry non aveva mai visto sua figlia in quello stato.
<< Tesoro, ascoltami >> mormorò, cercando di mantenere ferma la voce. << Abbiamo già attivato un Incanto Fidelius. Non ci succederà niente, sei al sicuro >>.
Lily alzò la testa e lo osservò, con il volto rigato di lacrime che non tentava nemmeno di asciugare.
<< E' come se non fosse mai morto. Voldemort >> sussurrò.
A quel nome Harry si portò istintivamente una mano alla fronte. Ma la cicatrice non bruciava.
<< Tesoro, devi credermi. Non hai nulla di cui preoccuparti. Combatteremo. Quest'uomo è un pazzo e non ha alleati. Tutto finirà presto >>.
<< Non ha alleati?! Papà, per quanto ne sappiamo, potrebbe avere un esercito dalla sua parte! >> urlò, presa dalla frustrazione. << Ma hai ragione tu. Combatteremo >> convenne poi e si asciugò con foga le lacrime che continuavano a venir fuori.
<< Sei una ragazza forte Lils. Sono così orgoglioso di te... >>. Abbracciò la figlia, cercando di trasmetterle tutto l'affetto che provava per lei. La strinse forte a sè e gli parve che al mondo non ci fosse nulla di più bello.
Una lacrima sgorgò dai suoi brillanti occhi verdi e gli attraversò il viso stanco.
<< Porti il nome di tua nonna, Lily. Lei possedeva coraggio e amore, come te. E con queste due virtù puoi affrontare il mondo >>.
<< Sarò la degna figlia di Harry Potter. Combatterò come te, papà >>.
Si guardarono complici per qualche attimo e il loro volto si illuminò con un sorriso.
<< Parlando di cose davvero serie >> disse Harry, sorridendo << Che succede tra te e Scorpius? >> chiese, provocando il riso della figlia.
<< Ehh... Non si parla di questo a un padre! >>
<< Ho capito. Tra qualche anno troverò la targa "Potter-Malfoy" sulla porta di casa. Chi lo avrebbe mai detto?! Io e Draco parenti! >>
Scoppiarono a ridere, come non succedeva da tempo.
<< Ti voglio bene papà >> mormorò Lily, tornando seria.
<< Anch'io Lils. Davvero >>


 

*  *  *

 

Lily detestava viaggiare con la Polvere Volante. In quel turbinio di fiamme verdastre non si respirava.
Ma anche se piena di polvere e fuliggine Lily era serena, felice di essere di nuovo a casa sua.
La situazione si era calmata. Lily e Al si sentivano al sicuro.
Lei osservò la casa con affetto. La cucina era spaziosa e luminosa, calda e accogliente come sempre.
Stava scrutando ogni angolo, come se la vedesse per la prima volta, quando suo fratello James corse incontro a lei e ad Albus e li abbracciò forte.
<< Lily, Al, come state? >> chiese subito, osservandoli con quei suoi grandi occhi nocciola.
"Bene" era un parolone ma non era il caso di peggiorare la situazione.
<< Avete visto? >> domandò James entusiasta.
<< Che cosa? >> dissero Al e Lily in coro. James parve deluso.
<< Insomma, non lo avete notato? E' evidente. Guardatemi: sono diventato ancora più bello! I capelli sono perfetti, la pelle... >> cominciò a dire e i suoi fratelli scoppiarono a ridere, sollevati.
James sapeva tutto ciò che era successo ma riusciva a trasmettere il suo ottimismo e a diffondere la sua allegria in maniera straordinaria.
Dopodichè Lily si precipitò in camera sua. Doveva assolutamente scrivere a Scorpius.
Quando aprì la porta sorrise tra sè.
Le pareti erano di una delicata tonalità di giallo e vi erano appesi poster della sua squadra di Quidditch preferita: i Cannoni di Chudley.
Sul piccolo comodino di legno vi erano delle foto della sua famiglia e dei suoi amici e lei adorava addormentarsi guardandole muoversi.
Era piena zeppa di libri di vario genere, disposti ordinatamente in un'ampia libreria.
Lily corse a prendere un foglio di pergamena. Sedette sulla scrivania, intinse la penna nell'inchiostro e scrisse:

Caro Scorpius

ma non aveva idea di come continuare.
Il volto di lui si focalizzò nitido nella sua mente, perciò prese la penna e iniziò a scrivere di getto.

sono a casa mia e non tornerò ad Hogwarts, per adesso. Non immagini quello che è successo...
Spero di poterti raccontare tutto molto presto. Sappi che sono al sicuro. Spero che anche tu stia bene, non faccio che pensarti.
Quello che è successo mi ha spaventata, devo ammetterlo.
Spero di vederti presto, un forte abbraccio.

                                                                                                                   La tua,
                                                                                                                      Lily  


Posò la piuma e rilesse la lettera molte volte. Dopodichè la arrotolò e la legò alla zampetta tesa della sua Nuvola che decollò dalla finestra spalancata, librandosi in alto verso il cielo che si stava schiarendo col venire dell'alba.
Si buttò sul letto, esausta, come se avesse corso per chilometri.
Sembrava passato un secolo da quel ballo con Scorpius ma erano trascorse solo alcune ore.
Malgrado la stanchezza che si diffondeva a ondate per tutto il suo corpo non aveva voglia di dormire perché aveva la mente sovraffollata di pensieri.
Un sostenitore di Voldemort che voleva distruggere i Potter... Perché si era rivelato dopo venticinque anni dalla fine della Guerra? Dov'era, chi era e cosa aveva fatto durante quel lungo periodo? Aveva reclutato seguaci? Possedeva un esercito? Esistevano ancora dei Mangiamorte pronti a dargli man forte?
Domande su domande si accavallavano nella mente di Lily, affiorando senza tregua.
Domande a cui Lily non sapeva rispondere. E il non sapere le incuteva paura, quel sentimento che odiava, che la sua tenacia riusciva quasi sempre a tenere a bada ma che in quell'occasione era scoppiato.
Non si mosse per parecchio tempo, rimase distesa sul letto, ancora avvolta nel suo abito da sera, a guardare la stanza che si illuminava sempre più, grazie ai raggi del sole appena sorto che penetravano dall'ampia finestra.
Improvvisamente la porta fu aperta. Sua madre indugiò sulla soglia. Guardò la figlia con la testa un po' inclinata e chiese: << Posso? >>.
Lily la osservò con affetto e le sorrise. << Certo >> disse.
Ginny si chiuse la porta alle spalle e sedette ai piedi del letto.
<< Stai bene? >> domandò, lisciando le coperte del letto.
<< Adesso sì >>.
I loro sguardi si incontrarono. Erano identiche.
<< Anche tu hai affrontato una situazione del genere, mamma. Anzi, peggiore >> esordì Lily, interrompendo il silenzio. << Hai sfidato il pericolo anche quando eri più piccola di me. Sarò forte, non ti deluderò >>.
Gli occhi di sua madre divennero lucidi. << Tu non mi deluderesti nemmeno se lo volessi >> rispose.
Lily le si avvicinò e la strinse a sè. Restarono abbracciate per un po', in silenzio.
Poi Ginny disse: << Scendi per la colazione? >>
<< Mi cambio in un attimo e sono da voi >>.
Quando scese in cucina trovò la famiglia riunita.
Il padre le sorrise, non appena la vide. << James stava spiegando ad Al come tenersi la sua Megan >> disse.
<< Secondo me prima o poi lo lascia. Insomma Lils, guarda i suoi capelli, sono tutti flosci >> spiegò James, osservando con aria critica il fratello, che pareva allarmato.
<< Andiamo Al, non vorrai mica credere a quello che dice quell'idiota patentato di James? >> rise Lily.
Sedette a tavola e sentì il suo cuore farsi più leggero.
Prese un piatto e si servì di uova, bacon e pane tostato.
<< Come vanno gli esami, James? >> domandò, ficcandosi in bocca una forchettata di uova strapazzate.
<< Ho fatto un disastro in Occultamento e Travestimento. Non sono bravo a non farmi riconoscere. Tutti notano subito la mia bellezza >>.
Lily roteò gli occhi.
<< Io sono stato bocciato due volte prima di farcela >> intervenne Harry.
<< Beh, papà, tu con tutte le volte che ti sei fatto bocciare, facendo due conti, ad occhio e croce dovresti essere diventato Auror due anni fa >> commentò James, ridendo sotto i baffi. Harry gli lanciò un'occhiataccia.
Quando James, anni prima, aveva svelato la sua volontà di diventare un Auror nessuno lo aveva preso sul serio. Erano tutti convinti che avrebbe seguito le orme dello zio George, dedicandosi quindi ad un attività divertente come un negozio di scherzi.
Ma si era impegnato sin dall'anno dei G.U.F.O. per farcela e stava andando benone.
Lily notò che quando calava il silenzio tornava l'aria tetra che quella lettera aveva portato.
Stavano facendo finta di niente ma Lily era sicura che tutti i presenti in quella stanza non avevano la mente libera e senza pensieri, ma colma di domande e forse, anche di paura.
Guardò il padre, seduto di fronte a lei. Aveva l'aria stanca e preoccupata e fu questo, più di ogni altra cosa, a far capire a Lily la gravità della situazione.
Un peso parve scivolare nuovamente nel cuore di Lily.
Ripensò alla lettera del sostenitore di Voldemort e la mente andò a suo zio Fred e a Remus e Tonks e a tutti quelli che erano morti combattendo, di cui suo padre le parlava spesso.
Per la rabbia e la frustrazione iniziò a tremare e abbandonò sul piatto forchetta e coltello, che tintinnarono, attirando l'attenzione degli altri.
Suo padre posò lo sguardo su di lei, che invece lo tenne basso. << Che succede Lily? >> chiese lui, con tono pacato.
<< Niente >> borbottò Lily, per nulla convincente. Era intenta a fissarsi le scarpe. << Ehm... Se non vi dispiace, vado a riposare >> disse e, sempre senza guardare nessuno, uscì in fretta dalla cucina e si diresse in camera sua.
Non sapeva cosa le fosse preso ma tutt'a un tratto si era sentita innervosita.
Si affacciò dalla finestra. Il sole era stato oscurato da pesanti nuvole grigie.
Quel cielo era l'esatto riflesso della sua anima.
Si era sentita rincuorata, protetta ma la paura ardeva ancora dentro di lei e quella bolla di felicità era scoppiata nella stessa brusca maniera con la quale si era creata.
La porta della sua camera fu aperta di nuovo. Non si voltò a vedere chi era, lo sapeva già.
<< Parliamo >> disse la voce di suo padre.
<< Non ne ho voglia >> ribattè Lily.
<< Parliamo, Lils >> ripetè suo padre.
Lily esitò. << Ascolta, papà >> sbottò infine, voltandosi a guardarlo. << Mi passerà, sono solo nervosa per quello che è successo >>
<< Lo capisco >> convenne Harry. << La paura è una cosa normalissima >>.
<< Non per me >> obiettò lei. << Non ho mai avuto davvero paura nella mia vita. Ho sempre creduto di essere una persona forte...>>
<< Lo sei >>
<< ...Coraggiosa... >>
<< Lo sei >>
<< Non lo so papà. Mi sento vulnerabile come non mai >> mormorò.
<< Non saresti umana se non avessi paura in un momento come questo >> disse Harry, che fissava la figlia da dietro i tondi occhiali.
<< Papà >> sussurrò Lily dopo un po'.
<< Mmh? >>
<< Tu credi che dovremmo dirlo a tutti? Insomma, è un uomo pericoloso e ha detto espressamente che se non ci trova ci sarà un'altra guerra. Proprio come l'ultima volta >>.
Aveva espresso la sua preoccupazione più grande. Fissò il padre, in attesa di una risposta.
Lui parve rifletterci.
<< Dirlo al mondo, Lils? Non adesso, no. Dobbiamo aspettare >> rispose infine.
Lily annuì, convinta. Era la cosa giusta da fare.
<< Un'altra cosa >> disse Lily. << Chi è il nostro Custode Segreto? >>
<< Ron. Mio fratello Ron. E' la persona di cui più mi fido al mondo. Non ci ho riflettuto neanche un attimo >>.
Harry ripensò al suo quarto anno ad Hogwarts, quando Voldemort era tornato. Si era sentito come sua figlia, ma grazie a Ron e Hermione aveva superato ogni cosa. E questo non si poteva cancellare.







Note delle Malandrinautrici: Lettori, non ho nemmeno un nano secondo a disposizione. :( Vi lascio con un capitolo abbastanza inutile, ma dovevo farlo. Vi ringrazio MILLE E MILLE VOLTE tutti quanti che continuate a seguirmi. Non sapete il bene che mi fate.
Un enorme bacio,
Simona_Lupin ;D

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Capitolo 12
*** Natale in casa Potter-Weasley ***


Capitolo 12

    Natale in casa Potter-Weasley


Erano passate due settimane da quella spiacevole giornata.
La mattina del giorno di Natale era particolarmente gelida e ventosa. La neve cadeva fitta ricoprendo ogni cosa di quel suo bianco candido. Le fronde degli alberi ondeggiavano pericolosamente a ogni potente colpo di vento e le finestre sbattacchiavano in continuazione.
Ma nonostante i molti rumori, Lily dormiva beatamente con le coperte fin sopra la testa e i capelli che le ricoprivano il volto.
Fu però svegliata bruscamente dal fratello James, che arrivò trafelato e scalzo dal salotto.
<< Lils! >> chiamò, strattonandole il braccio << dai Lily, svegliati! Ci sono i regali! >> esclamò.
Lily scattò in piedi.
<< I regali! >> strillò e si precipitò di sotto, seguita dal fratello.
Quando arrivarono Albus li stava già scartando, seduto sotto il grande albero di Natale e circondato da innumerevoli pacchetti colorati. Lily gli sedette accanto e iniziò ad aprire il primo.
Era un libro che pareva molto interessante, di un color azzurro cielo e con su scritto, a grandi lettere argentate "I Mille Racconti di Willy Lo Sventato". C'era anche un biglietto, che diceva: "auguri Lily, dagli zii Ron e Hermione. P.S. E' stata la zia a costringermi a regalarti un libro, scusami."
Lily sorrise tra sè e ne scartò un altro, che apparteneva ad Hannah. Un sacchetto di scherzi di ogni tipo con allegato un biglietto che diceva: "buon Natale, idiota".
I suoi genitori le avevano comprato un profumo che cambiava a seconda dell'umore, mentre i suoi cugini Hugo e Rose, una scatola piena di dolci assortiti.
Proprio mentre Lily stava poggiando l'ultimo regalo a terra, un gufo planò attraverso la stanza dalla finestra appena aperta da Ginny, che voleva osservare il paesaggio innevato.
Si poggiò sulla spalla di Lily e tese la zampetta che reggeva una lettera e un pacchetto molto piccolo.
Lily aprì questo per primo.
Era una sottile collana d'argento che terminava con un ciondolo a forma di cuore.
La guardò incantata per qualche secondo, poi notò che il ciondolo poteva aprirsi.
Conteneva una frase: sarò sempre lì a proteggerti.
Fissò la scritta e si emozionò a tal punto che la mano le tremò. Sempre tenendo stretto il ciondolo, aprì la lettera.

Cara Lily,
spero con tutto il cuore che tu sia davvero al sicuro. Mi manchi moltissimo.
Mi hanno detto che con queste burrasche di neve i gufi arrivano con parecchi giorni di ritardo e per questo ho deciso di mandarti il regalo di Natale, anche se manca ancora un po'. Magari lo ricevi al momento giusto.
Io sto passando le vacanze ad Hogwarts. Il castello è bellissimo, ma senza di te e con la preoccupazione di quel che potrebbe succederti, non me lo sto godendo per niente.
Voglio che tu sappia, comunque, che qualsiasi cosa succeda (come ti ho scritto nel regalo) io sarò sempre lì a proteggerti.
Tengo a te come a nessun altro. Puoi fidarti di me.
Spero di rivederti il più presto possibile. Ti abbraccio forte.
                                                                                                                
                                                                                                                                Scorpius


Una lacrima di commozione scivolò sul suo naso e cadde proprio sul nome di lui.
Quelle parole l'avevano toccata.
Ormai non poteva più nascondere i suoi sentimenti. Quella lettera e le emozioni che aveva suscitato in lei avevano messo a nudo il suo cuore. Si stava innamorando di Scorpius. Ora ne era certa.
Perché il cuore non può palpitare per una persona qualunque.
Perché le lacrime non scivolano via dagli occhi per una persona qualunque.
Perché le mani non tremano per una persona qualunque.
Perché non può essere una persona qualunque quella che ti fa passare la paura, che ti fa sentire amata, che ti fa aprire il cuore.
E Scorpius era capace di tutto ciò.
Come aveva fatto a non capire prima che persona meravigliosa fosse?
Non vedeva l'ora di rincontrarlo, per poterlo abbracciare ma non sapeva nemmeno se sarebbe tornata ad Hogwarts.
Era una prospettiva agghiacciante quella di non tornare a scuola dopo le vacanze di Natale.
No, non poteva succedere. C'erano troppe cose importanti lasciate in sospeso. Troppe cose importanti che la legavano a quel castello incantato. Quella scuola che era stata la sua seconda casa e che le aveva donato amici preziosi e, forse, anche l'amore... Che le aveva insegnato, oltre a magie strabilianti, il valore dell'amicizia e l'importanza della fiducia.
Non poteva abbandonarla. Era parte di lei.
Tornò a contemplare la frase scritta all'interno del ciondolo della collana. Sfiorò con le dita la lettera di Scorpius, pensando intensamente a lui e alle sue morbide mani delicate...
<< Lily, cos'hai? >> domandò Albus all'improvviso, fissandola.
Lei si riscosse dai suoi pensieri. << Niente >> disse.
<< Ma stai piangendo >> osservò James.
Lily si asciugò la lacrima che le rigava il viso. << E' solo un capello nell'occhio. >>
<< Sì, e io sono Lilly il Vagabondo... >> commentò Al.


 

*  *  *

 

La Tana non era così affollata da parecchio tempo.
Non veniva festeggiato un Natale lì da almeno quindici anni, ma per quella volta avevano deciso di tornare ai vecchi tempi.
La famiglia Potter era appena entrata in casa e già Lily si stava precipitando ad abbracciare i nonni, che si affannavano in cucina.
<< Nonna! Nonno! >> esclamò, felice di vederli.
Solo allora notò la folla di persone in cucina. La sua grande famiglia era riunita lì.
Si liberò con dolcezza dall'abbraccio della nonna e corse a salutare tutti.
Rose e Hugo giocavano a Spara Schiocco vicino al camino; gli zii Bill e Fleur parlavano con la figlia Victoire, da poco moglie di Teddy, che le teneva un braccio attorno alla vita; gli zii Ron e Hermione stavano salutando allegramente Harry e Ginny, mentre lo zio George non toglieva gli occhi di dosso dal figlio Fred, intento a baciare la sua Julia.
Angelina, sua moglie, lo stava rimproverando.
<< Per tutte le scope, George, sono fidanzati, è normale che si bacino spesso! Perché non li lasci in pace? A volte sei così all'antica... Dov'è lo spirito scherzoso che avevi da ragazzo? >> stava dicendo, ma George restò immusonito e lei andò ad aiutare Charlie, che stava apparecchiando la tavola.
Nel frattempo Julia e Fred avevano smesso di baciarsi. Lei notò Lily e corse ad abbracciarla, i lunghi capelli scuri che ondeggiavano.
<< Lily! Sono contenta di vederti! >> esclamò, con i brillanti occhi scuri che luccicavano per la gioia.
Lily e Julia erano molto amiche ma lei giocava come Cacciatrice nelle Holyhead Harpies e non si vedevano spesso.
<< Anch'io sono contenta di vederti! >> rispose, sorridendo.
La porta della Tana, nel frattempo, fu riaperta e con la sua solita aria svagata entrò Luna Lovegood, seguita da Hannah che, senza aspettare un attimo, corse ad abbracciare l'amica.
<< Lily! Oh, Lily, Lily...! Che bello vederti! Devi raccontarmi tutto! Sono stata così preoccupata...! >> disse, precipitosamente.
<< Ehi, calmati, sto bene! >> la rassicurò Lily. << Ti presento i miei parenti che non conosci e poi ti racconto tutto >>.
Quello era il primo Natale di Hannah in casa Potter-Weasley ma Lily l'aveva assolutamente voluta con lei durante le feste, perciò l'aveva invitata.
Le presentò tutti quelli che non conoceva, poi arrivò James.
<< Sorellina... Chi è la tua affascinante amica? >> chiese, passandosi una mano tra i capelli.
<< Lei è Hannah. Che non ti veda ammiccare nella sua direzione, James. Con lei non funziona, tanto >> ribattè Lily, scrutando il fratello con sguardo ammonitore.
Lui assunse una perfetta aria innocente e si limitò a sorridere nella direzione di Hannah, che lo guardava impassibile.
<< Piacere di conoscerti, io sono James >>.
Hannah strinse la mano che James gli porgeva con un breve sorriso e lei e Lily si stavano barricando di sopra per raccontarsi tutto, quando qualcuno appoggiò una mano sulla spalla di quest'ultima. Si voltò. Era suo padre.
<< Lily, possiamo parlare un secondo? >> domandò a voce bassa, in modo tale da farsi sentire solo dalla figlia.
Lei annuì, con aria interrogativa e fece segno ad Hannah di aspettarla.
Seguì suo padre nello sgabuzzino e si chiuse la porta alle spalle.
La luce era fioca e illuminava debolmente il volto ansioso di Harry.
<< Ehm...Lily...l'altra volta non mi pareva il momento adatto ma ora...volevo parlarti di Malfoy. Di Scorpius Malfoy >>.
Silenzio.
Lily sapeva che sarebbe successo, così fece cenno al padre di andare avanti.
<< Scusa se te lo chiedo, ma vorrei sapere... in che rapporti sei con lui? >> chiese Harry, parlando lentamente.
Lily lo guardò e, un po' contrariata, rispose:
<< Siamo amici. Ma io tengo a lui in maniera...particolare. E viceversa, credo. >>
Suo padre la prese per le spalle e continuò a guardarla.
<< E tu credi di poterti fidare di lui? E' un Malfoy. Devo ricordarti chi sono suo padre e su... >>
<< So benissimo chi sono >> lo interruppe Lily << E lui è diverso, infatti è molto freddo con i suoi genitori. Papà >> si affrettò ad aggiungere, notando che voleva parlare, << Mi ha salvato la vita, quella notte. Mi fido ciecamente di lui. E tu dovresti fidarti di me >>.
Lui rafforzò la presa e continuò a scrutarla da dietro le tonde lenti degli occhiali, con i fiammeggianti occhi verdi che osservavano il viso spavaldo e risoluto della figlia che, in quel momento, era identica a Ginny, identica come non mai.
<< Mi fido di te >> disse infine << Ma tu promettimi che starai attenta >> mormorò, mollando la presa.
<< Te lo assicuro, papà >> rispose Lily, sorridendo.
Gettò le braccia intorno al collo del padre e lo strinse in un veloce abbraccio. Lui le accarezzò i lunghi capelli rossi e Lily, prima di uscire dallo sgabuzzino, lo vide farle l'occhiolino.
Poi si precipitò da Hannah e, insieme, salirono nella camera dei nonni di Lily.
Si sdraiarono sul letto e lei raccontò tutto della lettera per suo padre e delle precauzioni da lui prese.
Sul volto di Hannah era impressa la paura. Poi si riprese.
<< Allora casa tua e Hogwarts sono i posti più sicuri, per te. Possiamo stare tranquilli. >>
<< Più o meno, sì. Oh >> aggiunse << volevo parlarti di un'altra cosa. Scorpius >>.
Hannah ridacchiò.
<< Ehiiii! Io ti sto aprendo il mio cuore! >> protestò Lily, con aria addolorata.
<< Scusa >> si affrettò a dire Hannah, sempre nascondendo a stento un sorriso. << Sto per sentirmi dire che sei cotta di Malfoy, vero? >>
Lily le lanciò un' occhiataccia e Hannah, questa volta, tornò seria.
<< Ti ascolto, tesoro >>.
Lily si guardò le ginocchia, intimidita da quel che stava per dire.
<< Io...io credo... >> cominciò a dire, con voce tremula.
Confessarlo significava renderlo sicuro ed era una cosa davvero importante da dire, soprattutto alla sua età. Ma era così certa dei suoi sentimenti ora, che quando parlò la sua voce era ferma e decisa.
<< Io credo di amarlo, Hannah. Mi sono innamorata di Scorpius >>.
A quelle parole seguì un silenzio assoluto. Lily continuò a guardare in basso, imbarazzata, ma d'un tratto alzò lo sguardo e vide l'amica sorridere.
<< L'avevo già capito >> disse, rispondendo al suo sguardo interrogativo. << Ti si legge negli occhi >>.
Anche Lily sorrise, suo malgrado. Si sentiva il cuore più leggero ora che aveva fatto chiarezza con i suoi sentimenti.
<< Cos'hai intenzione di fare, ora? >> le chiese Hannah, tornando seria.
Lily la fissò. << Niente >> rispose << Cos'è che dovrei fare? >>
Hannah sbuffò d'impazienza. << Insomma, Lils! Quel povero ragazzo è innamorato cotto di te da quando ti ha vista! Tu non lo hai mai degnato di uno sguardò, perciò dubito che si dichiarerà. Magari è sicuro di non piacerti. Devi essere tu a fare il primo passo >> spiegò Hannah con semplicità.
Incrociò le braccia al petto, soddisfatta per aver lasciato Lily Potter senza parole con un saggio discorso, cosa più unica che rara.
Lily la guardò sbalordita, poi si riprese. << Tu sei pazza. Io non farò nessunissimo primo passo! Miseriaccia, è lui che deve compierlo, è un maschio! >> sbottò, scandalizzata.
Hannah la guardò con apprensione - cosa che fece salire i nervi a Lily - e disse, con calma innaturale:
<< Tesoro, se la pensi così, sono sicura che resteremo qui a parlare per secoli e tu e Scorpius sarete ancora solo amici. Ci tieni davvero a lui? >>
Lily sospirò, lo sguardo di Hannah puntato su di lei, e rispose con la massima sincerità.
<< Con tutto il cuore. Te l'ho detto, Hannah. Io lo amo. >>
<< Allora datti una mossa e cerca almeno di farglielo capire >> concluse Hannah spiccia e uscì dalla camera, lasciando Lily ai suoi confusi pensieri.










Note delle Malandrinautrici: Miseriaccia, da quanto tempo che non ci vediamo!
In realtà non vi siete mai visti. -.-''
Dettagli, dettagli!
Comunque, scusate il ritardo ma con questa dannata ispirazione che non vuole venire da me non riesco mai a scrivere con continuità. Ho scritto un sacco di scene che avverranno tra un mucchio di tempo e ho addirittura fatto la fine della Fan Fiction...! Ma per finire questo dannatissimo e inutile capitolo, non sapete quanto ci ho messo! E non è nemmeno granchè, anzi...
Continuo a essere sempre più scontenta di ciò che scrivo... Ma pazienza!
Beh, spero di trovare qualche recensionuccia per questo Capitoletto!

Sembi la Umbridge, con tutti questi nomignoli piccini piccini. -.-''
Che rompipluffe che sei! Se sei di malumore perchè anche Orlando ti ha mollata, vai piangere tutte le tue lacrime da qualche altra parte!
Sei tremenda.
Lo so. ^_^
Comunque! Vi mando un bacio enorme e ringrazio DI CUORE tutti quelli che seguono questa storia.
Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie. *________________________________________*
Un abbraccione:
Simona_Lupin ;D

Roberta_Evans :)

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Capitolo 13
*** Tra uno scatto e l'altro ***



Capitolo 13

Tra uno scatto e l'altro


2 Gennaio. Quasi un mese senza Lily.
Quasi un mese senza quei luminosi occhi marroni che lo scrutavano in silenzio.
Quasi un mese senza quella chioma rossa in cui si impigliavano i raggi di sole, impregnata di quel meraviglioso profumo di fiori.
Quasi un mese senza quel sorriso rincuorante, senza quella voce armoniosa che sussurrava il suo nome.
Quasi un mese senza la ragazza che amava, che sapeva donargli sorrisi nei momenti più impensati ma che, per tanto tempo, era stata fonte della sua disperazione.
Il peso di quell'assenza stava diventando insopportabile per Scorpius che, in quel momento, stava seduto all'ombra del grande albero vicino a cui aveva ballato con Lily, noncurante del freddo e tutto intento a osservare la scura lastra di ghiaccio che ricopriva il Lago Nero. Quello era senza dubbio il suo posto preferito. Poteva stare nascosto da tutti e riflettere in pace. E, come in ogni momento delle sue giornate, stava pensando a Lily, alla lettera che le aveva mandato e a cui lei non aveva risposto.
Aveva osato troppo? Era per questo che non rispondeva? Oppure le era successo qualcosa? Colui che li aveva attaccati aveva agito di nuovo? E chi era quell'uomo? Cosa voleva da Lily?
Erano queste le domande che gli occupavano la mente da giorni, senza lasciargli un attimo di tregua.
Si distese sulla neve, le braccia dietro la testa, quando vide qualcuno che gli sorrideva da lontano.
Si alzò di scatto, certo di essere caduto in un magnifico sogno. Ma era tutto vero: Lily e Albus Potter gli sorridevano raggianti e gli stavano correndo incontro. Scorpius non ebbe il tempo di realizzare che già lei gli aveva gettato le braccia al collo, coprendogli la vista del parco innevato con la sua massa di capelli rossi.
<< Lily... >> mormorò incredulo, stringendola a sè come per paura di perderla di nuovo.
Lei gli passò una mano tra i capelli e a quel tocco lui chiuse gli occhi.
<< Scorpius! Sono così contenta di vederti! >> esclamò senza smettere di sorridere, liberandosi dal suo dolce abbraccio.
Scorpius strinse anche il suo migliore amico e li fissò, intontito per la sorpresa.
<< Non immaginate quanto mi siete mancati! Sono stato così preoccupato...! >> disse lui, felice come non lo era da tempo.
<< Adesso Lily ti racconta tutto >> assicurò Al, << Vi lascio soli >>.
Fece un occhiolino furtivo all'amico e si allontanò.
Lily rivolse un gran sorriso a Scorpius, che si beava di lei.
<< Prima di tutto devo darti questo >> disse, porgendogli un pacco molto colorato. << Papà mi ha assicurato che con questa neve ti sarebbe arrivato dopo un mucchio di tempo, perciò ho pensato che valeva la pena dartelo di persona. E' il mio regalo di Natale anche se...beh, Natale è finito... >> balbettò, imbarazzata.
<< Cosa vuoi che importi? Grazie mille, Lily >> rispose Scorpius, arrossendo. Scartò il regalo. Era una macchina fotografica professionale e molto accessoriata, che poteva essere usata solo da un esperto. Scorpius la fissò, sbalordito.
<< Io...io... >> farfugliò, ma Lily lo zittì con un gesto della mano.
<< Non dirmi che stai per ringraziarmi? Io allora cosa dovrei dire? Mi hai salvato la vita, quella notte e quella lettera, quella frase...mi hai rassicurata e mi hai emozionata come non immagini >> disse, guardandolo con decisione negli occhi. << Albus mi ha detto che ti piace fotografare >> aggiunse poi, sorridendo.
<< E' vero >> rispose lui, evidentemente felice.
Sedettero sulla neve nello stesso istante, come se l'avessero deciso, vicini, a osservare il lago ghiacciato.
<< Non hai freddo? >> chiese Scorpius, osservandola.
<< Un po'. Ma non mi va di rientrare >> rispose lei.
Scorpius le passò un braccio attorno alle spalle e lei si strinse a lui, la testa appoggiata al suo petto.
<< Ti va di raccontarmi cosa è successo? >> domandò dolcemente.

Lily sospirò e alzò lo sguardo su di lui, poi gli raccontò tutto quello che aveva detto ad Hannah.
Alla fine del racconto sul volto di Scorpius era dipinto stupore, misto a qualcosa che pareva paura.
<< Ma allora... Lily, non possiamo star qui fuori, potrebbe attaccarti di nuovo! >>
<< Sai com'è ben protetta Hogwarts. Non cercherà di penetrare di nuovo nel castello >> dichiarò Lily, sicura. << Siamo al sicuro qui >> aggiunse, notando lo sguardo dubbioso di Scorpius.
Quello sospirò. << Incredibile. Ci sono ancora dei pazzi che sostengono Vodemort. >>
<< Già... >> convenne Lily, ma si interruppe, vedendo Scorpius sussultare all'improvviso e impallidire.
<< Che succede? >> chiese Lily, scrutandolo preoccupata.
<< Stavo pensando...mio padre...ma no... >> farfugliò, lo sguardo perso nel vuoto. Lily capì.
<< Tuo padre?! Sostenere ancora Voldemort? Come puoi dubitare della tua famiglia?! >>. Era sconcertata.
Lui rise, una risata senza gioia, fredda e tagliente.
<< La mia famiglia?! >> sbottò, sprezzante. << Quei fissati col sangue puro, la mia famiglia?! Oh no. Albus è la mia famiglia. Non loro. Li odio tutti. >>
Lily rimase sorpresa dalle sue dure parole.
Lo osservò a lungo, come se lo vedesse per la prima volta e si rese conto di quanto poco lo conoscesse davvero e di quanto le dispiacesse non aver scoperto prima le meraviglie che nascondeva nel suo cuore, così che avrebbe potuto stargli vicino, ascoltarlo e consolarlo quando ne aveva bisogno. Non conosceva nulla della sua vita, del suo passato, dei suoi dolori. Si sentì un'intrusa tra le sue braccia calde, non degna di star lì ad ascoltare i battiti del suo cuore; quel cuore che conosceva così poco e che, probabilmente, recava ferite nascoste che lei, così sciocca da non averlo capito prima, forse non poteva più curare.
Eppure lo amava. Amava i suoi lineamenti delicati, la sua pelle candida, i suoi occhi nocciola, splendenti, così diversi da quelli del padre che erano grigi e gelidi. Amava le sue labbra, che parevano disegnate dal più abile dei pittori e dipinte con cura distratta di quel rosso scarlatto. Amava le sue mani calde e delicate, il suo profumo di menta che la avvolgeva e la inebriava, che la sfiorava come un petalo di rosa sollevato dal vento.
E amava tutto ciò che aveva già capito di lui. Il suo coraggio, la sua dolcezza, il suo carattere d'acciaio che aveva lasciato la sua anima intatta malgrado gli insegnamenti sbagliati.
E stavano lì, abbracciati. Forse nessuno dei due conosceva a fondo l'altro ma, se avessero avuto fortuna, ci sarebbe stato tempo, forse degli anni per conoscere le sfumature dell'animo dell'altro.
Fatto sta che si amavano. Non lo dicevano, ma si amavano.
<< Non li hai perdonati? >> domandò Lily, titubante.
<< Non sono mai cambiati davvero >> ribattè lui. << Ma non voglio parlare di loro. Tu sei in pericolo, Lils. >>
Lei scosse la testa. << Neanch'io voglio parlare del seguace di Voldemort. Sono al sicuro e anche la mia famiglia lo è. Almeno lo spero. Voglio solo stare qui con te. >>
Lui sorrise appena e la strinse a sè, poi ebbe un'idea. Prese la macchina fotografica e la puntò su di lei.
<< Potter, un sorriso per la stampa >> rise, fissando l'obiettivo su di lei, che agitò i lunghi capelli rossi come una diva e scoppiò a ridere. Lui colse la sua meravigliosa risata e scattò al momento giusto, catturando il bagliore dei suoi occhi. La foto uscì dalla macchina e lei la prese, osservandosi mentre rideva.
<< Sei una modella fantastica >> osservò Scorpius, sogghignando. << Peccato solo per quelle occhiaie tremende, quei capelli scompigliati... >>
Lily gli tirò un pugno sul braccio.
<< Malfoy! Come osi?! >> minacciò.
<< Beh, le occhiaie non sono nulla se paragonate a quelle rughe premature... >> cominciò Scorpius ma Lily lo buttò a terra con un altro colpo e i due ricominciarono a ridere. Una volta iniziato fu difficile smettere.
<< Tu sei incantevole, Lily >> disse, tornando serio e Lily smise di sorridere e arrossì. << Meravigliosa. Ma non sarei credibile se non ci scherzassi su >> concluse, sorridendo.
Lily si buttò a terra, accanto a lui e respirò l'aria gelida.
<< Sai >> mormorò << Sei l'unica persona che riesce a farmi sentire serena, a farmi stare bene >>.
Lui si voltò a guardarla. << E' l'unica cosa che voglio: che ti senta serena, che tu stia bene >> rispose.
<< Pensi troppo poco a te stesso >> ribattè Lily.
<< Io sto bene >> disse Scorpius con semplicità. << Ho te. >>
Il cuore di Lily quasi esplose fuori dal petto e si stupì del fatto che lui non l'avesse sentito.
Si appoggiò a un gomito e si voltò a guardarlo. Gli prese una mano tra le sue e la studiò, poi tornò a guardare quegli occhi da cerbiatto e si perse dentro di essi, ma si riscosse.
Si guardarono per lunghi istanti, sorridendo. Poi ricominciarono a scattarsi foto, sempre più strane.
Ne stavano osservando una in cui facevano le linguacce, quando si accorsero di quanto fossero vicini. I loro occhi si incontrarono nuovamente, il marrone marcato di lei e il nocciola delicato di lui si mischiarono un po' e i loro nasi quasi si sfiorarono.
Incantati l'uno dall'altra quasi non si accorsero che stavano annullando anche quella minima distanza...
<< Potter >>
Lily sussultò e si allontanò all'istante da Scorpius, arrossendo violentemente. Era la Sanders.
<< Il Preside ti manda questo messaggio >> annunciò, porgendole un rotolo di pergamena. << Dice che avrebbe voluto ricevere te e tuo fratello per dirvi tutto di persona, ma è dovuto partire >> disse sbrigativa e si allontanò a grandi passi.
Lily non osò guardare Scorpius ma alla fine si costrinse a farlo. Anche lui era parecchio imbarazzato.
Tanto per fare qualcosa srotolò il messaggio di Wilson.


Cara signorina Potter,

sono felice del suo ritorno a scuola.
Vorrei rassicurarla e informarla sul fatto che Hogwarts è protetta benissimo quindi per un qualsiasi mago oscuro sarà quasi impossibile penetrarvi nuovamente senza essere scoperto.
La invito comunque alla prudenza.

                                                                                                                         Cordiali saluti,
                                                                                                            
                                                                                                                   Il Preside Adolph Wilson


 

*  *  *

 

Circa mezz'ora dopo Scorpius stava rientrando in Dormitorio con aria stordita e sguardo vacuo.
Andò dritto al suo letto, vagamente conscio del fatto che Albus aveva alzato lo sguardo dai suoi bagagli e adesso lo fissava spaventato.
Sedette sulle morbide coperte scarlatte, in posizione perfettamente eretta, lo sguardo ancora perso in chissà quali pensieri.
<< Scorpius? >> tentò Albus, titubante. << Amico! Ma che ti è successo? >>
In quel momento Franky uscì dal bagno e anche lui si accorse di Scorpius, che pareva in uno stato di trance.
<< Ma che cos'ha? >> domandò, sconcertato.
<< Non lo so. E' successo qualcosa con mia sorella? >> chiese, ad alta voce. Lui rispose con un grugnito.
<< Che cosa? >>
<< Noi... >> mormorò infine. << Noi stavamo...per...insomma, lei...quasi...ma poi...no...un sogno... >> farfugliò.
Albus e Franky iniziarono a preoccuparsi seriamente.
<< E' fatta, amico >> dichiarò Al. << E' evidente: si è bevuto il cervello. >>
<< Ah, sta' zitto! >> rise Franky, tirandogli un pugno sulla spalla.
<< Ma cos'è che l'ha ridotto così? Lily ti ha detto che sei appena appena carino e tu sei schiattato all'istante? O...aspetta! >> esclamò poi, trionfante. << Non avrai mica baciato mia sorella? >>
Era da un mucchio di tempo che cercava di farli mettere insieme ma Lily era più cocciuta di un mulo.
<< Allora? >> esortò, con uno strano brillio negli occhi.
<< Cisiquabaiati >>
<< Prego? >>
<< Ci siamo quasi baciati >> sussurrò, impercettibilmente.
<< Ehh? >>
<< Insomma...! Ci siamo quasi baciati! >>> esclamò, esasperato.
<< Ah! >> gridò Al, trionfante e gli si gettò addosso.
<< E bravo Scorpiusino! >> rise Franky e si unì alla lotta spietata che infuriava sul letto. In quel groviglio di corpi umani che tentavano di uccidersi e allo stesso tempo di sottrarsi alla morte, si sentiva la flebile voce di Scorpius che si lamentava, invocava gli dei e implorava pietà. Poi anche questa si spense e dopo un po' Albus si bloccò, il pugno ancora sollevato in aria e l'espressione improvvisamente spaventata: Scorpius giaceva sul letto, inerme.
<< Mi sa che è andato, amico >> disse Franky, osservandolo.
<< No, respira >> lo rassicurò Albus, con un gesto noncurante della mano.
<< Vi...odio >> rantolò Scorpius.
<< Sì, ti amiamo anche noi ma invece di sprecare gli ultimi istanti di vita che ti restano per dichiararci amore eterno, perché non ci racconti cos'è successo di preciso con Lily? >>
Scorpius si rimise seduto a fatica e cominciò a torcersi le mani, imbarazzato.
<< Ve l'ho detto...cosa c'è da aggiungere? >> mormorò, più alle sue mani che ai suoi amici.
<< Ohh, ma guardalo, si vergogna a raccontarci tutto! >> esclamò Al, con un finto tono amorevole. << Che facciamo, Frank, non gli chiediamo più niente e lo lasciamo in pace o lo costringiamo a dirci tutto a suon di crucio? >> chiese, rivolgendosi all'amico con aria pensosa.
<< La seconda opzione mi pare alquanto saggia. Opto per quella >> rispose Frank prontamente.
<< Voi siete due idioti pazzi assassini >> commentò Scorpius, alzando gli occhi al cielo.
<< Oggi è in vena di complimenti... >> bisbigliò Al a Franky, che annuì.
<< Comunque. Eravamo sdraiati sulla neve a scattarci foto e ne stavamo guardando una, quando ci siamo accorti che eravamo vicinissimi. Allora stavamo per baciarci ma è arrivata la Sanders con un messaggio di Wilson per Lily e ci ha interrotti >> raccontò Scorpius.
<< Porca piovra! Mi sa che la Sanders ti boccia quest'anno... >> rise Al. << Comunque è arrivato anche a me. Cavoli, ma allora tu piaci a Lily! >> esclamò poi, euforico.
<< Non so cosa le sia preso. All'inizio dell'anno non sapeva della mia esistenza, come sempre ma ci sono stati degli avvenimenti che ci hanno avvicinati sempre di più e ora il nostro rapporto è...non so, speciale >> tentò di spiegare Scorpius, gli occhi luminosi per la gioia. << Però non so...mi sembra troppo bello per essere vero...forse lei mi considera solo un amico... >>
<< Non sapevo che mia sorella baciasse i suoi amici... >>
<< Voglio dire...magari si sarebbe pentita di avermi baciato... >>
<< Mia sorella non si avvicina mai troppo emotivamente a persone che crede non lo meritino. E' molto difficile e selettiva per quanto riguarda le persone che la circondano. Non si sbilancia mai con chi non ritiene assolutamente affidabile. Credimi, la conosco bene. Deve esserti molto affezionata >> rispose Al, serio.
Scorpius gli rivolse un gran sorriso, rincuorato.
<< Bene, per l'evento stasera si fa festa in Sala Comune! >> esclamò Al, sfregandosi le mani compiaciuto.
Corse alla porta del Dormitorio ma Scorpius lo bloccò.
<< Sei pazzo?! Vuoi... >>
<< ...dire che organizzo una festa perché hai quasi baciato mia sorella? Certo che no! Non dirò il motivo della festa! Ma un evento del genere merita di essere ricordato! >> rise Al. << Daaiii, io non ho mai trasgredito le regole, immagina quanto devo essere felice per farlo! Lasciamela organizzare! >> implorò e Scorpius, esasperato annuì.
Non passò neanche un attimo da quel gesto che già si sentì la voce di Al urlare: << RAGAZZI! STASERA SI FA FESTA IN SALA COMUNE! >>









Note delle Malandrinautrici: Miei piccoli lettori, scusate ma non ho molto tempo!
Solo una cosa riguardo al Capitolo: Albus. Allora, qui sembra un po' suo fratello James, non il ragazzo timido e "secchione" che si crede che sia!
Beh, lui è timido e tutto, non è come suo fratello ma quando è con i suoi amici si lascia andare e poi è così felice per il suo migliore amico che non pensa più a niente, nemmeno alle regole che ha sempre rispettato! E diventa per un po', una specie di "scavezzacollo" xD. Ma è sempre Albus!
Poi, credo che il resto sia chiaro.
Ormai non ci sono più dubbi sull'amore che provano Lily e Scorpius...quindi staremo a vedere come si evolve la vicenda.
A proposito, che ne dite di loro come Scorpius e Lily?
  
Un enorme ringraziamento a tutti quelli che continuano a leggere questa storia e a quelli che recensiscono. Non avete idea del gran bene che mi fate e della gioia che mi date. Le vostre recensioni sono un qualcosa di importantissimo per me. Quindi GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE MILLE, SEMPRE.

Detto questo, hasta la vista! xDD
Un bacio enorme,
Simona_Lupin ;D

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Capitolo 14
*** Via dalla festa ***


Capitolo 14

Via dalla festa


<< Al, tu sei Caposcuola, non puoi organizzare una festa in Sala Comune! >>
<< Lily, tu sei un Prefetto, e ho perso il conto delle volte in cui sei uscita dopo il coprifuoco per andare a giocare a Quidditch! >>
Erano seduti sulle poltrone più comode della Sala Comune, vicino al camino e stavano discutendo della festa che Al voleva organizzare quella sera. Hannah osservava compiaciuta la scena mentre giocava a Spara Schiocco con Megan e si ingozzava di Cioccorane.
<< E poi non ho ancora capito perché hai avuto quest'idea folle! >> insistette Lily, scrutando sospettosa il fratello, che rimase impassibile.
<< Te l'ho detto. Questo è il mio ultimo anno qui e voglio divertirmi. Megan, tesoro, tu cosa ne pensi? >> chiese, rivolgendosi alla fidanzata.
<< E' una bella idea ma se ci scoprono e ci tolgono dei punti, ti lascio >> rispose Megan secca, senza guardarlo.
<< Non puoi! Cosa ne sarà di Jeremy, Dafne e Colin? >> boccheggiò Al, incredulo.
<< E chi sarebbero? >> s'intromise Hannah.
<< I nostri tre meravigliosi bambini, naturalmente >> disse Al, affabile.
Hannah e Lily alzarono gli occhi al cielo, esasperate.
<< Comunque >> riprese quest'ultima. << Non mi convince la tua motivazione >>.
Albus la fissò, la fronte aggrottata. << Guarda che non c'è nient'altro. Comunque...ci sarà anche Scorpius >> buttò lì, accarezzando il bracciolo della poltrona con aria indifferente.
<< Davvero? >> saltò su Lily. Poi notò il ghigno soddisfatto di Al e Hannah e arrossì. << E perché dovrebbe cambiare qualcosa? >> chiese, cercando di apparire distaccata.
<< Qui non la finiscono più >> sospirò Megan e si allontanò con le carte da gioco per unirsi alla sua amica Miley.
Hannah, delusa, si dedicò con più attenzione alle sue Cioccorane, addentandone due alla volta.
<< Sai com'è >> riprese Al. << Vi siete quasi baciati... >>
Si sentì un gemito ed entrambi si voltarono per vedere Hannah che stava soffocando. Al le battè qualche colpo sulla schiena e lei alzò lo sguardo su Lily.
<< C-c-c-c-c-cosaaaa? >> strillò, facendo voltare alcuni silenziosi ragazzini che giocavano a Scacchi Magici.
<< Ehm...ma no... Eravamo vicini, tutto qui... Non stavamo per baciarci... >> balbettò Lily, impotente.
Hannah la guardava ad occhi sgranati.
<< Tu hai quasi baciato Malfoy? E non mi hai detto niente? Santa Morgana, pensavo di essere la tua migliore amica! >> esclamò, con aria addolorata.
<< Non ho avuto il tempo! E' successo solo due ore fa! >> tentò di difendersi Lily.
<< Lasciamo in sospeso la decisione della tua condanna, ci sono cose più importanti di cui discutere. Allora, com'è successo? Ti sei data da fare per seguire il mio consiglio, eh? E brava Lillina! >>
Lily le lanciò un'occhiataccia e le raccontò brevemente quel che era successo al parco. Hannah pareva alquanto soddisfatta.
<< Bene bene >> commentò, con un sorrisetto malandrino. << Malfoy Coccolino si è dato una mossa, allora. >>
<< Ehi! >> la rimproverò Al.
<< Scusa >> disse Hannah, che non si era curata del fatto che fosse il suo migliore amico. << Comunque, non è che questa sera vi imboscate approfittando della confusione? >> rise poi. << No, davvero >> aggiunse seria, notando che l'amica non aveva fatto commenti su quell'affermazione maliziosa.
Lily si riscosse dai suoi pensieri. Stava ripensando al pomeriggio con Scorpius e alle sue labbra che avevano quasi sfiorato le sue.
<< Quello è mio fratello James, Hannah, ti stai confondendo >> scherzò Lily.
Hannah abbozzò un sorrisetto ma, per qualche strana ragione, parve delusa.
<< Qualcosa che non va, Ann? >> le chiese Lily, curiosa.
<< Nono, sto bene >> si affrettò a rispondere lei.
<< Bene... Salgo su a riposarmi, mi sento stanca... >> disse Lily, alzandosi dalla poltrona.
<< Ti tireresti su con un bel bac... >> azzardò Al, ma lei gli scagliò contro un cuscino e non riuscì a finire la frase.


*  *  *

 

Ovviamente la festa ci fu.
Albus si era preoccupato di far spargere la voce e quella sera la Sala Comune era completamente piena di Grifondoro di tutte le età, affollata come non lo era mai stata.
Tutti parevano allegri e gioiosi anche se nessuno sapeva cosa si stava festeggiando, compresa Lily che, tutto sommato, si era fatta un'idea di quella che poteva essere la vera ragione della felicità del fratello.
Poco prima dell'inizio della festa era arrivato carico di Burrobirre e cose da mangiare, nascoste sotto il Mantello dell'Invisibilità, appena sottratte agli elfi domestici giù nelle cucine, che provavano uno strano piacere e un'inspiegabile felicità nel servire gli studenti che entravano di nascosto nel loro luogo di lavoro.
Lily, suo malgrado, era scesa dal suo Dormitorio per partecipare e in quel momento stava chiacchierando con Hannah sugli incantesimi di protezione che Al aveva gettato sul buco del ritratto.
<< Se non funzionano e ci scoprono, tuo fratello diventerà un purè di Albus. Non posso sopportare che Serpeverde vinca di nuovo la Coppa, quest'anno... >> stava dicendo Hannah.
<< Sì, Zabini non sorvolerebbe sul fatto che hanno vinto per tre volte di fila... >> commentò Lily, con aria corrucciata.
<< Giusto. Però non abbiamo mai perso la coppa del Quidditch grazie a lei che è la più grande Caccatrice di tutta Hogwarts! >>
Lily rise e continuò a bere la sua Burrobirra, ma fu distratta da un rumore che proveniva dal buco dietro il ritratto.
Qualcuno stava entrando.
<< Cavoli, ci hanno scoper...James?! >> strillò, quasi soffocando.
Era proprio suo fratello quello che era appena entrato, inconfondibile.
<< Ohh, ma che carini, mi avete anche organizzato una festa! Nessuno però ha pensato di mettere un festone? Che ne so... "Benvenuto Ciclopico James!", "Bentornato James il Magnifico", "Ad Hogwarts torna il sole con James il Grande"...qualcosa del genere... >> disse, deluso.
Al gli si avvicinò.
<< Primo: questa festa non è per te. Secondo: che caspita ci fai tu di nuovo ad Hogwarts? >> chiese, sconcertato. Tutti li guardarono.
<< Mi sono trovato un lavoro qui al castello! >> esclamò, con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro. << Teddy per ora non c'è e Wilson ha scelto me per sostituirlo, anche perché sto anche diventando Auror! Non dovrei essere qui ma ho sedotto la Signora Grassa e mi ha fatto entrare senza parola d'ordine >> spiegò, senza smettere di sorridere. Al scosse la testa, trattenendo anche lui un sorriso.
Poi James notò Lily e corse a salutarla. << Sorellina! Quanto tempo! Sei bella come il sole. Anzi, meglio: sei bella come James! >> le disse, abbracciandola.
<< Non ci vediamo da stamattina, Jamie >> rispose Lily, sorridendo.
Lui fece un gesto noncurante della mano e solo allora notò Hannah che sorseggiava la sua bibita dietro Lily.
<< Ciao, Hannah >> salutò James, e un lieve rossore gli colorò le guance. Lily non capì.
<< Oh, ehm...ciao James >> rispose Hannah, posando la bottiglietta.
Lily continuò a fissarli, incuriosita, poi si allontanò e li lasciò chiacchierare da soli. Che strano comportamento, quei due...
Si appoggiò al muro, accanto alla scalinata per i Dormitori, sorseggiando con aria annoiata la sua Burrobirra.
D'un tratto sentì che qualcuno le stava raccogliendo i capelli che portava sulle spalle. Sussultò e si voltò: era Scorpius.
Le sorrise e continuò ad accarezzarle i capelli, sfiorandole di tanto in tanto la nuca.
<< Ti annoi? >> le sussurrò all'orecchio.
Era così vicino che sentiva il suo respiro accarezzarla ad ogni parola. Cercò di mantenere il controllo, pregando il suo cuore affinchè non la abbandonasse proprio in quel momento. Batteva terribilmente forte e Lily aveva paura che l'avrebbe tradita.
<< Un po' >> rispose infine. Lui smise di accarezzarle i capelli e si appoggiò anche lui al muro, accanto a lei.
<< Vieni con me >> le disse, prendendola per mano, ma proprio in quel momento un ragazzo che Lily conosceva appena si avvicinò. Si chiamava Joe, a quanto ricordava Lily. O Ben...o forse Anthony...
Le sorrise e lei rispose, incerta. << Ciao Lily! >> salutò, allegro.
<< Ehm...ciao >> rispose lei, sperando che bastasse.
<< Ti andrebbe di venire ad Hogsmeade con me, quando ci sarà un'altra uscita? Non dovrebbe volerci molto... >> disse.
Lily lo guardò torva. Nemmeno la conosceva e le chiedeva di uscire! Detestava essere invitata fuori, non sapeva mai come rifiutare. Stava per rispondere quando fu Scorpius a prendere la parola.
<< No che non le andrebbe. Non ci vuole uscire con te >> ribattè acido, guardandolo con odio. Lily si voltò lentamente verso di lui, le sopracciglia inarcate.
<< Scusa >> si affrettò a dire, arrossendo.
<< Beh, comunque non voglio uscire con te, mi dispiace >> rispose lei, cercando di essere gentile. Quello si rabbuiò.
<< Okay... >> mormorò. << Ci vediamo, Lily >> disse, allontanandosi.
Scorpius era ancora a disagio. << Scusa >> ripetè, senza guardarla. << E' solo che...non sembrava un tipo affidabile, ecco >> mormorò.
Lily quasi rise, ma si trattenne. << Tranquillo >> disse.
Lui fece per parlare ma un ragazzo che stava passando e che pareva mezzo ubriaco gli gettò per sbaglio della Burrobirra addosso, bagnandogli tutta la maglietta. Imprecò.
<< Aspettami Lily, faccio in un attimo >> assicurò e salì verso il Dormitorio maschile.
Lily tornò a osservare i festeggiamenti: Hannah e James stavano ancora parlando.
Finì la sua Burrobirra e si chiese come mai, dopo più di cinque minuti, Scorpius non era ancora sceso. Decise di andare a vedere perché ci metteva così tanto e salì le scale per i Dormitori.
La porta era socchiusa. Entrò e trattenne il respiro.
Scorpius stava gettando suò letto una lettera appena scartata e si stava sfilando la maglia macchiata.
La sua schiena era perfetta. Bianca e naturalmente scolpita. Lily era certa che, se l'avesse toccata sarebbe stata calda come le sue mani, anche se il colorito chiaro suggeriva il contrario.
Restò lì impalata per qualche secondo, certa di non riuscire a muovere le gambe per allontanarsi. Aveva il fiato mozzato e non riusciva a pensare. Scosse la testa e fece per andarsene, quando Scorpius si accorse di lei. La guardò e lei avvampò e non riuscì a sostenere il suo sguardo.
<< Lily, scusa se ci ho messo tanto...mi è arrivata una lettera e... >> cominciò a dire.
Lily pregò il cielo di restituirle il dono della parola che aveva momentaneamente perso.
<< No...s-scusa tu, ti aspetto fuori... >> balbettò, rossa in viso.
Scorpius scosse la testa. << Entra pure >>.
Lily fece qualche passo, titubante e socchiuse di nuovo la porta alle sue spalle. Prese posto su un letto, incrociando le gambe e lo osservò mentre rovistava nel baule in cerca di un'altra maglia. Era bellissimo.
Lily però notò che aveva un'aria strana, pensierosa e...arrabbiata.
<< C'è qualcosa che non va, Scorp? >> domandò, osservandolo con la testa un po' inclinata.
Lui non rispose subito. Trovò una maglia e la infilò, poi si voltò a guardarla.
<< E' dei miei genitori >> disse infine, facendo un cenno verso la lettera abbandonata sul suo letto. Lily annuì appena, comprensiva. Voleva chiedergli cosa avevano detto ma non era sicura di poterlo fare.
Lui la osservò a lungo e, come leggendole nella mente, disse: << Mi scrivono una volta ogni mille anni e vogliono sapere come sto...come se gliene importasse... E mi vengono pure a chiedere come mai non voglio mai passare le vacanza di Natale con loro...certo, vogliono rovinarmi anche le feste... >> mormorò, sedendosi sul letto accanto a lei.
<< Non hai mai passato un Natale a casa da quando sei ad Hogwarts? >> gli chiese. Lui scosse la testa.
<< Perché dovrei? Per farmi ricordare quant'è schifoso il sangue dei figli di babbani? Passo volentieri, grazie >> ribattè acido e si sdraiò sul letto con le braccia dietro la testa.
<< Non è mai troppo tardi per cambiare. Magari...un giorno...non crederanno più in queste cose orribili >> disse Lily.
L'espressione di Scorpius cambiò, divenne meno dura.
<< Sarei pronto a perdonarli se davvero capissero quanto si sbagliano >> mormorò e Lily, ancora una volta, fu colpita dalle sue parole.
Era un cuore grande, quello di Scorpius. Era un animo buono, il suo.
<< Ma loro non mi vogliono bene >> aggiunse poi.
Gli occhi di lei bruciarono di commozione e dovette ricacciare a forza le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro. E sentì l'amore per Scorpius ribollire dentro di lei, come fuoco ardente, che non lasciava spazio per altro.
<< Non dire così >> sussurrò, sfiorandogli le dita con la mano, stupita e feliche che lui non l'allontanasse. << Quando ti hanno schiantato...e non ti svegliavi...erano terribilmente preoccupati, credimi. Non credo che non ti vogliano bene. E non devi crederlo neanche tu >> gli disse, sempre molto piano.
Lui si voltò a guardarla, sorridendo rincuorato e i suoi occhi parevano quelli di un bambino, brillanti e sinceri. Emanavano calore e gratitudine e Lily pensò che avrebbe voluto poterli guardare per sempre.
Lui le prese una mano tra le sue e si avvicinò. Sorprese Lily, avvolgendola in un abbraccio che che sapeva di amore, dolcezza e gratitudine. Non era l'abbraccio di un amico, nè di un fratello ma in qualche modo era tutto questo e molto di più.
Quando si allontanarono sorridevano entrambi e, come se lo avessero deciso, si alzarono nello stesso istante, come era successo quel pomeriggio e scesero fino alla Sala Comune, cercando di non farsi notare mentre uscivano dal buco del ritratto.
Lui la prese per mano e insieme corsero giù per le scale, attenti a non farsi scoprire. Uscirono dal castello e passeggiarono sul parco, sopra l'erba fresca ancora ricoperta di neve candida.
Si avvicinarono al lago: l'acqua doveva essere assolutamente gelida anche se il ghiaccio si stava sciogliendo. Era coraggioso anche pensare di sfiorarla con la mano.
<< Che ne dici di un bagnetto, Potter? >> esclamò Scorpius, fingendo di spingerla verso l'acqua. Lily rise di cuore.
<< Sei un idiota, Malfoy! Non mi prenderesti nemmeno se lo volessi! >> lo canzonò, beffarda.
<< Dici?! >> chiese Scorpius, con un tono di voce pericoloso.
Le si avvicinò e lei cominciò a correre, i lunghi capelli rossi che si muovevano come fiamme. Lui la rincorse e la sentì ridere ancora. Dopo alcuni minuti fu esausta e si fermò, allora lui la circondò con le braccia.
<< Mi hai preso, alla fine >> disse Lily, sorridendo.
<< Ovviamente >> rise lui.
<< Mi prenderai sempre? >> chiese, e Scorpius capì che non si riferiva a un'altra corsa, a un'altra gara ma a qualcosa di molto più importante.
<< Sempre >> disse. << Tu, Lily, non mi perderesti nemmeno se lo volessi. >>










Note delle Malandrinautrici: Saaaaaalve, lettori, sono di nuovo qui! Ahahahah!
Questo capitolo non è molto importante, però c'è qualcosa di romantico, qualcosa di scherzoso e...una bella festa! xDD
Spero che non vi siate annoiati, leggendolo.
Bene. :) James e Hannah. Ma che succede? Io lo so che succede, ma non vi dico niente. xD Eheheh!
Scorpius si apre con Lily anche in questo capitolo. Il loro rapporto sta diventando sempre più stretto, con l'aumentare del loro amore.
Il rapporto che invece Scorpius ha con la sua famiglia è complicato. Ma verrà tutto chiarito (in male o in bene, non ve lo dico xD).
Va beeeeene, credo si tutto chiaro! Ma sentite, voi vi rendete conto che mancano solo 9 giorni alla fine di tutto???
Io ieri ero disperata, ho visto un video dell'ultimo giorno di riprese davvero commovente.
Sono agitatissima...E anche molto triste... Sono proprio in ansia!
Ma ci sono sempre i miei magnifici film!
Oddio, e ora chi è???
Vi presento l'uomo più sexy degli ultimi mille anni...IO!
Non sarà mica il professor Allock? -.-''
Come osi chiamare allocco l'uomo che sognano tutte le donne in questo misero mondo?
Allock è un nome, idiota.
Non sei molto gentile, sai.
Già, me l'hanno detto. Ma chi sei?
Se non ti giri a guardarmi... -.-''
Oh, già, sì, giu.......BEN BARNES?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?
Ben Barnes? Dove? Come? Quando? Perché? Ci sposiamo?
Che ci fai qui?
Beh, sono venuti tutti i più belli e grandi attori...mancava il più magnifico!
Non si può dire il più magnifico.
Lo sai che sei antipatica come un compasso conficcato nel...
Ehi! ò_ò
Pardon.
Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeen! *____________*
Chi è?
Meglio che non te lo dica. Beata ignoranza
Sono l'amore della tua vita! Tu mi stavi cercando, senza saperlo e mi hai trovata!
-.-'''''''''''
Oh. Ehm... Questa sì che è una rivelazione. Comunque, io sono venuto per lei.
Per me? *___________*
Sì!
No! Rubamelo e ti uccido!
Addirittura. E come farai se ti uccido prima io?
Ti perseguito come fantasma, mostrandomi solo a te, così crederanno che sei pazza.
E io non ti do retta.
Oh, sì. Mi alleo con i tuoi futuri figli Ginevra e Valerio, così ti combineranno scherzi.
Non avevi detto che ti mostravi solo a me?
Ah. Oh, ehm... dettagli u.u Sono come lo Stregatto, appaio e scompaio quando voglio.
Allora io sono Alice e sto con Johnny, il più bel Cappellaio Matto del mondo. *_*
Io sono lo Stregatto del cartone animato, dove Johnny non c'è.
E io sono il Bianconiglio e me ne scappo. Mi fate paura.
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Ecco, rovini sempre tutto.
Sei stata tu!
No, tu!
Mi sa che devo di nuovo intervenire io.
No, tu! Ah, ciao Al.
Ciao. -.-''
Beh, penso che le autrici vorrebbero ringraziare, quindi...

Dai, basta, ringrazio io. :)
Grazie!
Però tu sostituismi in battaglia e vai a litigare con Roberta.
Ah, mi pareva troppo bello.
Beh, ci tengo a ringraziare con tutto il mio cuore le persone che leggono e recensiscono questa storia.
Mi date forza, fiducia, gioia e speranza. Siete importantissimi.
Quindi grazie infinite per ogni parola che spendete nei vostri commenti, perché per me ognuna di quelle è preziosa.

G R A Z I E  M I L L E.
Un bacione:
Simona_Lupin ;D

Roberta_Evans <3
Ben Barnes *-*

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Capitolo 15
*** Tutti pazzi per Hogsmeade ***


Capitolo 15

Tutti pazzi per Hogsmeade


"Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni, Pozioni, Trasfigurazione e Incantesimi" elencò Hannah con un tono di voce sempre più disperato, fissando l'orario scolastico come se fosse stato un escremento di gufo appiccicato alla parete di una fogna.
"E' così da quattro mesi, Hannah" osservò Lily, addentando una fetta di pane imburrato.
Erano sedute al loro tavolo in Sala Grande per la colazione e mentre Lily leggeva il Profeta del mattino, appoggiato a una brocca di latte, Hannah si lamentava della giornata stressante che le aspettava.
"Questo non serve a renderlo meno orribile. Questo martedì mattina sembra sempre più terribile e stressante ad ogni settimana che passa" piagnucolò Hannah, ricacciandolo nella borsa strapiena. "Non ne usciremo vive".
Lily rise e le battè qualche pacca comprensiva sulle spalle.
"Comunque, parlando di cose serie" disse Hannah, versandosi del succo di zucca nel suo calice. "Dov'eravate ieri tu e Scorpius?" chiese, sorridendo maliziosa. Lily sussultò e fece cadere la brocca di latte che inzuppò tutto il suo giornale, arrossendo.
"Scusa...ehm...tanto il latte fa schifo a tutti...però, in compenso...beh, contiene calcio e...sì, l'ho sentito dire...già...ma Scorpius chi? Ah, sì...no, niente...eravamo tra la gente...mi spiegava come sono i M.A.G.O...questo...sì...e basta" balbettò, tirandosi indietro ciocche di capelli rossi a ogni parola. Hannah la guardò ad occhi sgranati.
"Siete stati soli soletti, eh?" domandò, ridendo. Lily quasi rovesciò anche il succo di zucca, ma Hannah riuscì a salvarlo.
"Soli soletti? A quella festa? Impossibile! Non ce ne siamo mica andati dalla Sala Comune...no di certo!" disse, con una risatina.
"Ma se vi ho visti uscire, Lils!" esclamò Hannah. "E non rovesciare anche il caffè!" aggiunse brusca, allontanando le sue mani frenetiche dalla tavola.
"Nono...Uscire? Per andare dove? No...che sciocchezze! Fuori...Scorpius...soli...Malfoy...io...lui...insomma, stai farneticando Ann, dici assurdità!"
"Io dico assurdità?" rise Hannah. "Dai, ammettilo!"
"No, non è vero!" ribattè Lily, incrociando le braccia al petto.
Hannah stava per ribattere nuovamente ma si zittì non appena Al e Scorpius si avvicinarono a loro, sorridenti.
"Buongiorno, ragazze" salutò Al, allegro.
Scorpius, al suo fianco, sembrava essere in preda a una rapida ma violenta lotta interiore. Dopo qualche attimo di indecisione si chinò su Lily e le scoccò un bacio sulla guancia, mormorando "Buongiorno" anche lui. A quel tocco Lily si sentì bruciare nel punto in cui le sue labbra l'avevano toccata. Sorrise a entrambi e salutò anche lei.
"Chi avete oggi?"
"Chapman, doppia Sanders, Paciock e..."
"...James" terminò Albus, con un lieve sorriso. "Dov'è piuttosto quell'idiota?"
"Si starà facendo bello" rise Lily.
"Credimi sorellina, ci ho già provato ma niente: non riesco ad essere più bello di così" disse James, che era arrivato silenzioso alla loro panca.
"Posso?" chiese gentile ad Hannah, indicando il posto vuoto accanto a lei.
"Certo".
"Non dovresti sederti al tavolo dei professori?" domandò Al.
"Ti faccio notare che l'unico posto libero è tra quella vecchia pipistrella decrepita della Cooman e quel brutto ossuto nasone di Chapman" disse James, reprimendo un brivido di orrore. "Stare accanto a loro sciupa la mia bellezza".
Al gli buttò addosso una pagnotta, che lui acchiappò prontamente, sorridendo trionfante. "Ricordati che sono un Portiere, fratellino".
Al sbuffò e si servì di uova e pancetta. "Sapete che c'è un'uscita ad Hogsmeade la prossima settimana?" disse, con la bocca piena di colazione. Scorpius e James, per qualche strana e ignota ragione, soffocarono nello stesso istante. Tutti li fissarono con sguardo interrogativo.
"Ho inghiottito male" disse Scorpius scrollando le spalle.
"Mi è andato il caffè di traverso" spiegò James, accodandosi.
Dopo un po' gli altri tre distolsero lo sguardo. Proprio in quel momento la Sala Grande fu invasa dal solito stormo di gufi messaggeri e alcuni ragazzini del primo anno li additarono, strillando per l'emozione.
"Miseriaccia" arrivò la voce di Hugo, che sedette vicino a loro. "Non si sono ancora abituati quei mocciosi, dopo quattro mesi?" chiese incredulo, cominciando ad abbuffarsi nell'istante in cui prese posto.
"Hugo, tu li detesti proprio quelli del primo anno, vero?" chiese Lily, divertita. Il cugino annuì con veemenza.
"Brutta come sempre, Potter" urlò Susy Zabini a mo' di saluto, entrando il Sala Grande seguita dalla sua fedele servitrice Cindy Goldstain, che le trotterellava dietro.
"Mi sei mancata anche tu, Zabini" rispose Lily, senza nemmeno alzare lo sguardo dal suo giornale zuppo ma ancora leggibile.
Ormai, dopo cinque anni di continue liti, si era abituata allo scambio di insulti mattutini con Zabini. Quasi si offendeva se non faceva nemmeno un sgradevole su di lei, entrando in Sala Grande per la colazione.
"Avvistati due ex Mangiamorte..." cominciò a leggere Lily, parlando ad alta voce. "Che significa? Sono tutti ad Azkaban, che sciocchezza è questa?" chiese sconcertata, guardando gli amici in cerca di risposte.
Fu Al a parlare. "C'è stata una fuga proprio ieri. Non si sa chi sia l'artefice".
Dal suo sguardo Lily capì che la pensavano allo stesso modo. Quel misterioso mago oscuro aveva agito. E quei Mangiamorte - anche considerando l'assurda ipotesi di un pentimento - si sarebbero alleati a lui, come ricompensa. Stava diventando più pericoloso.
"Continua a leggere" la esortò James e Lily scacciò via i suoi pensieri.
"Sì, dicevo... Avvistati due ex Mangiamorte (Antonin Dolohov e Walden Mcnair) in... oh, cavoli" esclamò, interrompendosi di nuovo.
"Che c'è?" domandò James, preoccupato.
Lily deglutì. "E' vicino a casa nostra".


*  *  *

 

Per tutta la mattina Lily non fece che pensare alla sua famiglia e a quei Mangiamorte. Ma malgrado la paura le facesse pensare cose orribili e spaventose, ragionando a mente fredda e con razionalità si rassicurò perché l'Incanto Fidelius non poteva essere spezzato a meno che lo zio Ron non rivelasse l'esatta posizione della casa - e questo era probabile quanto il fatto che suo padre diventasse un mago oscuro.
Durante il pranzo James arrivò trafelato al loro tavolo, con una lettera in mano.
"E' di papà" disse ai fratelli, porgendogliela.
Diceva che tutti andavano al lavoro nel modo più sicuro e che non c'era rischio di essere attaccati.
"Quando andrete ad Hogsmeade state attenti, camminate sempre tra la gente e Al, tu devi avere sempre con te il Mantello dell'Invisibilità, mentre tu, James, controlla spesso la Mappa del Malandrino, per stare sicuro che tutti stiano bene. Mi fido di voi. Qui vi salutano tutti con affetto. Vi vogliamo bene. Papà" lesse Lily ad alta voce. "E dice che magari è meglio se rispondiamo con un altro gufo".
Si sentì più serena, come se il macigno che gravava su di lei fosse finalmente scivolato a terra, permettendole di andare avanti col cuore più leggero. La sua famiglia era al sicuro. Ma dovevano stare sempre all'erta. Quell'uomo stava diventando più potente. Era preoccupante pensare a un mago oscuro assetato di potere e voglia di vendetta con degli ex Mangiamorte al suo fianco. E se avesse mantenuto la promessa? Se avesse cominciato a uccidere e torturare anche degli innocenti, per arrivare a loro? Le tornarono in mente le parole di quella spaventosa lettera.
Se morirai tu, non ci sarà nessuna Guerra. Moriranno solo coloro che si opporranno.
Erano in molti quelli che si sarebbero opposti a lui. Ma nessuno sapeva dell'esistenza di questo pericolo, perché fino ad allora non si era rivelato tale. Non poteva esserci un'altra guerra. Tutto si sarebbere risolto tra i Potter e quei Mangiamorte, Lily ne era certa, anche se non sapeva perché.
"Ragazzi, dovete stare attenti" disse all'improvviso James, serio. "Io sono già praticamente un Auror e in caso di pericolo posso cavarmela. Ma voi dovete essere assolutamente prudenti".
Al e Lily lo guardarono sorpresi per un po', poi annuirono.
"Sono sicuro che non succederà niente, comunque" aggiunse Al.
"Già. Hogsmeade sarà pienissima di gente" convenne James. Poi salutò i fratelli e andò al tavolo dei professori.
Hannah e Scorpius non avevano proferito parola per tutto il tempo. Si sentivano degli intrusi nella discussione tra i tre Potter.
Lily guardò la sua amica, che sorrise. "Stanno tutti bene" mormorò e lei sorrise di rimando.
Durante il resto del pranzo l'atmosfera fu più leggera.
"Sai che Spinnet ha mollato la McMillan?" racconto Hannah tra un boccone e l'altro. Lily rise.
"Si starà buttando dalla Torre di Astronomia, quell'idiota" commentò Lily. Ma non ascoltò il resto del discorso di Hannah (che consisteva più che altro in una serie di insulti alla McMillan) perché si era incantata a guardare Scorpius. Stava chiacchierando con Al proprio di fronte a lei. La luce che penetrava dalle ampie finestre della Sala illuminava il suo viso, rendendolo più bello del solito. Dopo un po' lui notò che lei lo stava osservando. Arrossì e le sorrise timidamente.
E Lily in quel momento sentì qualcosa muoversi dentro di lei. Voleva sentire Scorpius davvero suo. Non sopportava più di averlo vicino e di sentirlo al tempo stesso così distante. Voleva potergli dire che lo amava, senza paura. Ma nessuno dei due faceva un passo avanti, malgrado il forte desiderio di compierlo. E tutto stava diventando intollerabile.

Finito il pranzo, mentre i quattro ragazzi stavano uscendo insieme dalla Sala, Lily si sentì chiamare da una voce conosciuta.
Si voltò, mentre i suoi amici si fermavano accanto a lei, e si ritrovò di fronte Cormac Spinnet, scapolo d'oro di Hogwarts nonché ammirato Capitano della squadra di Quidditch di Tassorosso. Lily, poco tempo prima aveva nutrito un forte interesse per lui, ma era solo attrazione fisica. E le era passata anche quella.
"Ehilà, Lily" salutò, sorridendo radioso e allontanandosi una ciocca di capelli ribelli dalla fronte. Lily si chiese come mai la stesse chiamando per nome.
"Spinnet" si limitò a dire. "Tutto bene?"
"Sisì. Volevo chiederti una cosa" rispose quello. Lily inarcò le sopracciglia.
"Dimmi pure".
"Ti andrebbe di venire ad Hogsmeade con me?"
Lei lo guardò allibita, sicura che non fosse stato lui a pronunciare quelle parole. Sentì Scorpius irrigidirsi al suo fianco. Battè più volte le palpebre per riprendersi dallo shock e riacquistò il controllo della situazione.
"Ehm...Spinnet, grazie dell'invito ma no...non voglio uscire con te" gli rispose, cercando di non dispiacerlo.
Lui parve sorpreso. Forse nessuno mai lo aveva rifiutato prima d'ora e anche la stessa Lily, qualche mese prima, sarebbe morta sul colpo se l'avesse invitata a uscire.
"Oh...capisco" mormorò, guardando a terra. "Allora ci vediamo Lily".
"Ciao" salutò lei, voltandosi verso i suoi amici.
Hannah sembrava soddisfatta, Albus confuso, mentre Scorpius...decisamente felice. Senza commentare quanto era appena successo si incamminarono verso la Sala Comune per prendere i nuovi libri.
Scorpius era preoccupato. Se non avesse invitato subito Lily, qualcun altro avrebbe potuto farlo al suo posto. E non poteva assolutamente permetterlo. Appena arrivati al ritratto della Signora Grassa, chiese a Lily: "Ehm...Lils, potremmo parlare un attimo, da soli?". Al e Hannah non se lo fecero ripetere ed entrarono senza di loro.
Scorpius la guardò nervoso ma non fece in tempo a parlare.
"Ah, eccoti qui Potter. Proprio te cercavo" disse una voce femminile. I due si voltarono: Sandra McMillan si stava avvicinando.
"Che vuoi, McMillan? Noi stavamo parlando!" sbottò subito Lily, surriscaldandosi.
"Non m'importa un accidente di quello che stavi facendo!" sbraitò quella, più isterica del solito.
"Modera il tono con me, McMillan. E fuori dai piedi" intimò Lily.
Si squadrarono per qualche istante, capelli rossi contro capelli rossi. Erano nemiche sin dal loro primo anno. Si detestavano completamente.
"E così sei stata proprio tu a rubarmi Cormac" disse gelida. "Lo sapevo che ti piaceva...Ma non ti permetterò di portarmelo via!"
Lily rise di cuore. Quella ragazza era assolutamente pazza, non c'era altra spiegazione.
"Ma cosa stai farneticando? Sei davvero stupida come sembri?" esclamò, fissandola sbalordita. "Tieniti il tuo Spinnet, chi te lo tocca? A me non piace, McMillan. E ora, via di qui".
Ma quella non si mosse, anzi si fece più vicina.
"Non raccontarmi storie, Potter! Lo so che ti piace da un mucchio di tempo!" urlò, ormai fuori di sè dalla rabbia.
"Uno che lascia la sua ragazza e ne invita fuori un'altra due minuti dopo per me non merita la minima considerazione" replicò Lily, sprezzante. "Quelli come lui li lascio alle oche come te, McMi..."
Tutto fu uno scoppio di luci e rumori, voci e lampi confusi.
La McMillan aveva sfoderato la bacchetta e stava urlando "Crucio", quando Scorpius la allontanò con un veloce incantesimo, facendole scappare di mano la bacchetta. Le si avvicinò, furioso come Lily non lo aveva mai visto, la bacchetta ancora sollevata, puntata contro la ragazza raggomitolata a terra.
"Che non ti veda più avvicinarti a Lily. Stalle lontana o dovrai risponderne a me. Dovresti essere mandata ad Azkaban per questo."
Lily fissò entrambi, ancora scossa e sospirò.
"Maledizioni Senza Perdono. Quanto sei caduta in basso, Sandra" disse, quasi con compassione. "Vai subito via e pensa a quello che hai fatto" ordinò, con voce glaciale. Lei si riprese la bacchetta e senza una parola corse via, singhiozzando violentemente.
Lily la guardò allontanarsi, mentre Scorpius la prese per mano e la accompagnò alla Sala Comune. Erano entrambi sconvolti.
"La Maledizione Cruciatus...per uno stupido ragazzo...inconcepibile..." continuava a mormorare Lily. "Qui sono tutti pazzi".


 

*  *  *

 

Alla fine delle lezioni pomeridiane Hannah e Lily, stanche di quella strana e pesante giornata, si avviarono subito alla Sala Comune. Ma ovviamente non fu possibile, senza interruzioni. Ormai Lily si era rassegnata.
A chiamarle quella volta era stato James, appena uscito dall'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. La sua prima lezione, quella mattina, proprio nella loro classe, era stata un successone. Dopottutto era un mago davvero molto dotato e conosceva ogni cosa sulla difesa; inoltre era divertente e allegro, il che non guastava di certo. Semplicemente tutti gli studenti lo amavano già.
"Ragazze! Ciao!" esclamò, sorridendo come sempre. "Lily, credi che potresti farmi scambiare due parole con Hannah?" chiese dolcemente alla sorella. Lei annuì immediatamente e si allontanò.
Hannah lo guardò incuriosita e aspettò che parlasse.
"Hannah" esordì lui, guardando il verde chiaro e delicato dei suoi grandi occhi. "Mi stavo chiedendo se...se magari volevi venire ad Hogsmeade insieme a me" disse, lentamente, senza smettere di osservarla.
Lei sostenne il suo sguardo, ma arrossì lievemente.
"Mi sa che hai trovato la ragazza sbagliata, James" rispose, sorridendo appena. "Io non esco mai con i ragazzi e tu non fai eccezione".
James la guardò imbronciato. "Ma certo che faccio eccezione! Sono James, per Godric!" esclamò, fingendosi indignato. "Andiamo, Ann! Siamo stati così bene a quella festa, adoro parlare con te! Perché non vuoi uscire con me?" domandò, con quei suoi grandi occhi da cerbiatto che splendevano di intensità.
Hannah sospirò e distolse lo sguardo. "Perché io...non sono fatta per questo genere di cose" spiegò, semplicemente. "Accettalo James" aggiunse, allontanandosi. Poi si fermò di nuovo. "Ma, per la cronaca, anch'io sono stata bene con te, quella sera".


 

*  *  *

 

"Esci con me."
"No."
"Dai, Hannah! Esci con me!"
"Ti ho detto di no."
"Non puoi dirmi di no!"
"Mi pare di non fare altro da tre giorni."
"Ma io sono James!"
"E io sono Hannah, e grazie tante."
"Sei crudele."
"Lo so. E lo diventerò ancora di più se non la smetti di invitarmi a uscire."
"Ergo?"
"Ergo devi sapere che non permetto mai a nessun rompipluffe di chiamarmi per nome. Quindi, se non la smetti, io sono Watson e tu sei Potter."
"Ma..."
"Potter..."
"Ma io..."
"Potter!"
"Uffa."
Alla fine di ogni lezione di Difesa Contro le Arti Oscure si presentava sempre la stessa scena: James perseguitava Hannah e lei lo cacciava via senza tante cerimonie.
Ma lui non si diede per vinto fino all'ultimo giorno prima dell'uscita ad Hogsmeade. Quando trovò Hannah da sola le si avvicinò, ma lei continuò a camminare, diretta ai sotterranei per una delle sue solite punizioni.
"Hannah!" la chiamò James.
"Potter, sto andando di fretta" rispose lei asciutta, senza degnarlo di uno sguardo.
Lui le afferrò un braccio e lo strinse appena per trattenerla. Hannah finalmente si voltò.
"Lasciami, James" disse, con tono stranamente pacato. Lui la lasciò all'istante e lei, con sua grande sorpresa, non si mosse e lo lasciò parlare.
"Sono di nuovo James?" chiese, sorridendo appena.
"Mi è scappato, Potter" rispose lei, con un brusco ritorno ai suoi modi rudi.
"Hannah" cominciò James, titubante. Lei non fece obiezioni sul fatto che la chiamasse per nome e lo guardò, in attesa. "Per favore, vuoi venire ad Hogsmeade con me domani?" chiese, quasi disperato.
Lei sbuffò. "Ti ho detto di no un milione di volte!"
James parve più deluso del solito.
"Hannah, ti prego, dammi una possibilità" le disse intensamente, certo che questa fosse la sua ultima occasione.
Lei lo guardò a lungo, riflettendo. Poi abbassò il capo, sconfitta.
"Va bene" disse infine.
James tornò a sorridere, raggiante e incredulo contemporaneamente.
"Davvero esci con me? Davvero? Non la trovi una cosa magnifica? Io sì!" esclamò, ridendo come un bambino particolarmente entusiasta. Hannah lo fissò allibita.
"Domani sii puntuale. E niente smancerie. Noi siamo amici Potter...James, o come ti chiami...e dobbiamo rimanerlo" intimò, e senza aggiungere altro si allontanò verso lo studio di Chapman, sorridendo tra sè.


Nel frattempo Lily, in Dormitorio, si stava abbuffando di tutti i dolci che le capitavano a tiro.
L'indomani ci sarebbe stata l'uscita ad Hogsmeade e Scorpius non l'aveva invitata. Ormai si era rassegnata all'idea che era stata tutta un'illusione. Per lui, Lily doveva essere solo una cara amica e nulla in più di questo. Ma allora perché l'aveva quasi baciata?
Forse sei stata tu che gli sei praticamente saltata addosso, suggerì una vocina malefica dentro di lei.
Ma no! Non era vero. Si erano avvicinati entrami, lo ricordava perfettamente. E allora perché non la invitava a uscire? Aveva conosciuto un'altra ragazza? La sola idea la fece avvampare di rabbia. E tutte le cose che si erano detti? Che significato avevano per lui?
Pensando che se avesse continuato a ingozzarsi senza freni sarebbe diventata la sosia della Signora Grassa, decise di fare quattro passi per rasserenarsi la mente. Uscì dal letto, infilò un jeans e una felpa e uscì dal Dormitorio e dalla Sala Comune.
Si sentiva triste e delusa. Le sarebbe piaciuto andare ad Hogsmeade con Scorpius. Sarebbe stato bellissimo trascorrere del tempo da soli al villaggio magico...
"Lily! LILY!" chiamò qualcuno. Lei si guardò intorno e vide Scorpius che le correva incontro.
"Ti stavo cercando" mormorò, col fiato corto.
"Davvero? Che succede?" chiese Lily preoccupata.
"Oh, niente. Volevo chiederti una cosa" rispose lui. Lei gli fece cenno di andare avanti.
Scorpius respirò a fondo per calmarsi.
"Mi chiedevo...mi chiedevo se magari volevi venire al ballo con me" disse. Poi arrossì. "No...ho sbagliato...volevo dire...se...se magari ti andrebbe di venire ad Hogsmeade con me, domani" mormorò, rosso in viso.
Lily sorrise e gli diede una tenera carezza sulla guancia. "Pensavo che non me lo avresti più chiesto".










Note delle Malandrinautrici: Saaaaalve! Visto che rapidità! Non vi potete lamentare, eh, questo capitolo nel mio quaderno ha preso 10 pagine e mezzo! Ho superato me stessa! Ahahahah!
Anche questa volta non ho molto tempo. Spiego solo un paio di cosette.
Allora, vi ricordate tutti dei vecchi personaggi, no? Li abbiamo lasciati tra 4° e 5° capitolo. E ora sono ricomparsi quasi tutti! Non potevo abbandonarli! Cormac ha lasciato Sandra e ha invitato Lily a uscire... Ma non perché la voglia realmente, ma perché manca alla sua collezione. E' orribile, lo so, ma Cormac è così. E dimostrerà di essere un brutto personaggio...
Poi Sandra. L'avevo detto che era una ragazza capace di agire con mezzi orribili per ottenere ciò che voleva. Ma comunque si è pentita, è rimasta orripilata da ciò che lei stessa ha fatto. E' stato un momento di folle gelosia, perché lei stravede per Cormac e odia Lily con tutto il suo cuore. E' un personaggio molto negativo, anche lei. Ma per fortuna Lily ha il suo principe azzurro. xDD
Poooooooooi. Lato oscuro alla riscossa! Fuga di massa da Azkaban di ex Mangiamorte pronti a servire un nuovo padrone. Che cosa terribile! Ma Harry e Ginny sono al sicuro...e anche i Weasley. Ma vedremooo... xD Ahahahha!
Poi ancora. :D Hannah e James. Oddio, spero davvero che vi piaccia la loro situazione...! Hannah è un personaggio tutto mio ed è un rapporto strano quello con James...perciò VI PREGO, fatemi sapere che ne pensate (commenti brutti o belli che siano, siate pure spietati xD). Hannah detesta uscire con i ragazzi. Non è fatta per queste cose tra ragazzo e ragazza... Non vede mai i maschi in quel senso. Ma James è diverso. Vedremo come andrà avanti la vicenda...
Poi vabè...Scorpius e Lily. Scorpius è lento come un bradipo, che ci volete fare. La timidezza lo frena tremendamente. E poi lui non è ancora consapevole, neanche lontanamente del fatto che Lily lo ami.
Poi vabbè Susy Zabini e Cindy Goldstain...idiote. -.-''
Ho finito mi sa. Tutto chiaro?
Avete visto la premiere di Harry Potter? La cosa più emozionante che io abbia mai visto. Perderemo un amico, tra soli 5 giorni. :( <3
Comunque, vorrei RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE SEGUONO QUESTA STORIA DEMENTE. XD QUELLI CHE RECENSISCONO IN PARTICOLAR MODO. SIETE LA MIA VERA FORZA, IL MIO ZOCCOLO DURO E IO VI SONO COSì GRATA...GRAZIE, GRAZIE DI TUTTO CUORE PER LE PAROLE CHE SPENDETE, PER IL TEMPO CHE SPRECATE LEGGENDO E COMMENTANDO QUESTA STORIA. NON SO COSA DIRVI SE NON UN ENORME E SINCERO: GRAZIE.
un bacio,

Simona_Lupin. ;D

 




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Capitolo 16
*** Strani primi appuntamenti ***


Capitolo 16

Strani primi appuntamenti

 

Nel Dormitorio femminile di Grifondoro quel pomeriggio c'era un caos esagerato anche per gli standard di chi ci viveva. Moltissimi vestiti di vario tipo erano accatastati sul pavimento e assomigliavano ormai a una montagna che, come Hannah continuava a ripetere, presto avrebbe potuto prendere vita. Lily però non le dava retta, presa com'era dalla disperazione. Da più di quaranta minuti non faceva che rovistare nel suo baule magicamente ampliato in cerca di chissà quale vestito e piagnucolava come una bambina, senza intenzione di calmarsi. Hannah inizialmente aveva trovato divertente l'intera faccenda ma stava iniziando a scocciarsi seriamente per i continui piagnistei dell'amica.
"Non ci esco più!" stava strillando. "Non c'è assolutamente nulla in questo stramaledetto baule! Basta...dirò a Scorpius che sto male..."
Hannah sbuffò, trattenendo il terribile impulso di strozzarla con i suoi stessi capelli. "Non ho mai visto una creatura più idiota di te!" sbottò, guardandola torva dopo aver scansato un pantalone volante lanciatole addosso. "A Scorpius non interessano i tuoi vestiti".
Lily si bloccò nell'atto di gettare via una gonna e si voltò verso l'amica. "C'è un messaggio subliminale nella frase che hai detto?" domandò, scrutandola inviperita. Hannah capì all'istante e scoppiò a ridere. Si rotolò sul pavimento per un po', poi tornò a respirare. "Ahahahahah...non me n'ero accorta! Allora sta' attenta alle mutande che met-...ahia!" urlò, offesa, massaggiandosi il braccio su cui Lily aveva mollato un pugno. "Comunque, dato che non sei in vena di scherzi, evito. Ma dicevo sul serio: Scorpius vuole uscire con te, non con il tuo guardaroba!" esclamò, guardando Lily con apprensione. Quella sospirò.
"Ma è il nostro primo appuntamento e voglio essere decente" mormorò afflitta. Hannah sorrise intenerita e le venne incontro.
"Ma tu sei stupenda Lils" disse guardandola intensamente e accarezzandole il braccio chiaro.
Lei, suo malgrado, rispose al sorriso. "Allora metto..." cominciò a dire, rovistando ancora un po' nella montagna di vestiti. "...questa!" disse trionfante, estraendo con gesto teatrale una graziosa camicetta. Hannah la fissò.
"Una camicia?!" chiese, esasperata. "Siamo a Gennaio, Lily! A Gennaio, per Morgana!"
Lily sbuffò e si immerse nuovamente nel mare di vestiti. Hannah alzò gli occhi al cielo e capì che ne avrebbero avuto ancora per molto. Rassegnatasi al suo destino crudele tornò a sedersi sul suo letto e annoiata dalla scena di Lily in stile esploratrice si lasciò cadere tra i morbidi cuscini; i suoi pensieri andarono a James e al pomeriggio che avrebbero dovuto passare insieme.

 

*  *  *

 

L'appuntamento era nella Sala d'Ingresso.
Al e Megan si stavano già tenendo per mano, mentre Scorpius e James sembravano ansiosi e continuavano ad aggiustarsi i capelli, a sistemarsi i vestiti e a guardarsi intorno. Alla fine Hannah e Lily arrivarono e andarono loro incontro.
Lily era molto carina, con i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle come un lucido manto e un maglioncino bianco con la scollatura a V. Hannah non sceglieva mai con cura i suoi vestiti ma era sempre bellissima, anche se non se ne rendeva conto.
"Ciao Lily" salutò Scorpius timidamente. "Sei...una meraviglia"
Lily arrossì. "Anche tu stai molto bene" rispose. Ed era vero. Scorpius era un'incanto e lei non riuscì a sostenere il suo sguardo.
"Hannah" disse James accanto a loro, guardandola estasiato. "Sei bellissima" mormorò e lo splendore nei suoi occhi era talmente sincero che lei sorrise. "Non cominciare con queste sciocchezze, James".
Lui rise. "Che ne dici di andare?" chiese, titubante.
"Va bene. Che il Cielo mi sostenga" sospirò, ma rideva anche lei.
Salutarono gli amici con la mano e si avviarono con gli altri studenti verso il villaggio magico
"Hai portato la Mappa, vero?" domandò Hannah.
Lui annuì. "Certo" rispose. "La controllavo sempre anche al castello. Non sto tranquillo se non la guardo ogni cinque secondi. Magari ne avessi una che mostra anche i miei genitori..." mormorò.
Hannah si voltò a guardarlo, seria in viso. "Sei molto preoccupato per loro, non è vero?". James la fissò per un po'.
Era parecchio preoccupato. Non sapeva come tutti andassero al lavoro, i Mangiamorte si erano avvicinati alla casa e non conoscevano nulla dei piani di quel Mago Oscuro. Lui era il fratello più grande perciò era preoccupato anche per loro. Nessuno era al sicuro in quel momento.
"Sarei un ipocrita se ti dicessi che non ho paura" rispose mestamente.
Hannah gli sfiorò il braccio con la mano e a quel tocco lui rabbrividì.
"Vedrai che non succederà niente..." cercò di rassicurarlo lei. "Sono tutti protetti da una magia potente. Sta' tranquillo"
James accennò un sorriso. Il solo suono della voce di Hannah lo consolava; era come acqua fresca su un viso che aveva visto sempre e solo fuoco.
"Grazie Ann" disse. "Ma ora basta deprimerci. Godiamoci questo appuntamento"
Hannah lo fissò, inorridita e arrabbiata. Si bloccò, le mani sui fianchi, in una posa spaventosamente simile a quella della madre di James. "Come lo hai chiamato?!" sibilò, irata. James arretrò di qualche passo.
"Voglio dire...questa uscita...tra amici...anzi conoscenti che...sì..." farfugliò, spaventato dal cipiglio della ragazza, che annuì soddisfatta.
"Molto meglio"
Erano ormai arrivati al villaggio, che era splendido come entrambi lo ricordavano. La neve ricopriva completamente il terreno, i tetti delle case e le insegne dei negozi e risplendeva alla luce del sole parzialmente nascosto. L'aria gelida sapeva di magia.
"Dove ti piacerebbe andare?" chiese gentilmente James, stringendosi nel mantello caldo. Lei non ci pensò neanche un attimo.
"MielandiaMielandiaMielandiaMilelandiaMielandia" disse, con una luce maniacale negli occhi verde chiaro. James rise.
"Chissà perchè, qualcosa mi dice che non ti dispiacerebbe andare da Mielandia" sentenziò, grattandosi il mento e facendo ridere anche lei. Si avviarono perciò verso il negozio di dolci, ma durante la strada James fece fermare Hannah.
"Chiudi gli occhi, arrivo tra un attimo" disse allegro, lasciandola basita.
"Se è una cosa sdolcinata..." cominciò a dire, irritata.
"Hannah, se non chiudi gli occhi quest'anno ti boccio ai G.U.F.O" intimò James, scherzoso.
"Non sei nella posizione di fare minacce, Potter" lo zittì lei, ma con un sospiro chiuse gli occhi e aspettò pazientemente.
Dopo qualche minuto James ritornò e le permise di aprirli. Guardò orripilata quello che James le stava porgendo, per di più con un sorriso enorme stampato sul volto.
"Fiori?!" disse, sconcertata. "Ti avevo detto niente smancerie!"
James scosse la testa, con un lieve sorriso. "Ti sto mandando un messaggio"
"Cosa?"
"Ogni fiore ha un significato particolare e questo mazzo...racconta un po' noi due" spiegò, scrollando le spalle ma lei continuò a non capire allora indicò i fiori di un colore rosa acceso. "Ciclamino. Timida speranza. La mia", ma Hannah lo interruppe.
"Speranza per cosa?" chiese confusa. James arrossì.
"Beh...spero che tu...capisca chi sono davvero. Vorrei che tu scoprissi il vero James" mormorò, senza osare guardarla.
"E chi è il vero James? JamesSonoIlProfessoreL'AurorEIlPortierePiùFigoDelMondo?" domandò lei, sorridendo divertita.
Lui invece parve serio. "No appunto" disse. "Non è lui".
Hannah lo guardò incuriosita ma non aggiunse altro. Il vero James...cosa significava?
"Rosa rosso scuro" riprese lui. "Bellezza inconsapevole. La tua" sussurrò.
Lei arrossì violentemente e si diede mentalmente della stupida. La stava mettendo in confusione e non le piaceva arrossire quando le veniva fatto un complimento. Ma con James era diverso. Lui la teneva sulle spine mentre con gli altri ragazzi era sempre lei a giostrare la situazione e non era mai agitata. Ma con James era diverso. E non capiva perché.
"Coreosside" proseguì lui, spezzando il filo dei suoi confusi pensieri. "Sempre allegro. Beh, siamo un po' entrambi" disse, sorridendo. Hannah fissò i fiori incantata e respirà il loro profumo intenso a pieni polmoni.
"Sei pieno di sorprese, James" mormorò. "Ma non mi hai detto il significato di questo qui" osservò, indicando un fiore solitario al centro del mazzo. James lo sfilò, lo annusò e glielo porse.
"Questo te lo do sottoforma di richiesta" disse, passandosi impacciato una mano tra i capelli ribelli. "Passiflora. Fiducia"
Lei lo guardò stupita e prese il fiore, rigirandoselo tra le dita.

"Mi stai chiedendo di fidarmi di te?"
"Sì"
"Te lo restituisco sottoforma di risposta" disse, ridandoglielo con un breve sorriso. "Mi fido di te, James".

Mielandia era piena zeppa di gente, come sempre, ma l'odore di zucchero e cioccolato misto al calore lo rendevano il posto migliore del mondo. Dietro le vetrine si vedevano enormi pezzi di cioccolata nei gusti più strani: cioccolata alla ciliegia, cioccolata alla carota e perfino cioccolata al toast. Hannah e James si divertirono a leggere le etichette di ognuno finché non ne trovarono uno al gusto di...
"...Sangue?" esclamò James, schifato.
Hannah rise. "Ora so cosa regalarti al tuo compleanno". Poi si infilò tra la gente per prendere chissà quale dolciume e quando riemerse era piena di barattoli di scarafaggi a grappoli.
"Lily mi aveva detto che eri matta da legare" commentò James, ridendo di cuore. "Ma riesci ancora a sorprendermi"
Hannah si finse offesa. "Ma se sono una delizia!" sbottò, scuotendo la testa.
"Il nettare degli dei" sospirò lui, ghignando.
Hannah aprì un barattolo e gliene porse uno. "Assaggia, idiota prevenuto"
Lui la fissò, implorante. "Non puoi farmi mangiare quella roba! E se mi imbruttisse? Ma che dici, James? E' impossibile"
Lei alzò gli occhi al cielo, borbottando tra i denti: "E sono io quella matta da legare" e lo mangiò lei con evidente piacere.
"Non sai cosa ti perdi"
Appena ebbero comprato tutta la cioccolata che volevano - svaligiando così mezzo negozio - uscirono di nuovo all'aria aperta, che era così gelida che si insinuò nei loro mantelli e penetrò nella loro pelle.
"Tre Manici di Scopa?" suggerì James e lei annuì immediatamente.
"Si congela, porca miseria" gemette, tremando come una foglia.
"I Tre Manici di Scopa è lontano da qui. Che ne dici di una corsetta per riscaldarci?" chiese James, sorridendo.
Prima che lei potesse rispondere iniziò a correre ma fu raggiunto con facilità dalla ragazza, che rideva allegramente. In men che non si dica arrivarono al locale, ma prima di entrare Hannah si appoggiò al muro, esausta.
"Ci credi, Potter?" chiese, sorridendo.
"A cosa?"
"Al fatto che mi sto divertendo e che sto bene...qui, con te"
James arrossì e sorrise. Guardandola, capì che Hannah era diversa dalle altre. Aveva il suo mondo. E lui voleva assolutamente farne parte.


 

*  *  *

 

Nel frattempo Lily e Scorpius si stavano divertendo all'Emporio degli Scherzi di Zonko e lui le stava raccontando della sua vita di scuola.
"Ieri ho combinato un casino a Pozioni" disse, sorridendo.
"Hai fatto bruciare la tua?" azzardò Lily, ghignando divertita anche lei.
"No, peggio. Ho fatto scoppiare il calderone e la pozione è andata su tutto il pavimento" raccontò, osservando un paio di pentaloni che una volta indossati ti facevano diventare grasso come una balena. "E non è stata innocua. A Spinnet ha bruciato le scarpe e a Jefferson ha fatto crescere le unghie dei piedi di un metro e mezzo. Chapman mi ha dato una settimana di punizione. Credo che li regalerò ad Al" aggiunse, indicando i pantaloni la cui targhetta diceva: Pantaloni Ingrassanti: se li indossi, t'ingrossi!
Scoppiarono a ridere entrambi e dopo un po' uscirono dal negozio affollato.
"Tu invece sei la più brava del tuo anno in Pozioni. Lo dicono tutti" riprese Scorpius.
"Sono brava ma non così tanto" si schernì lei.
"Potresti darmi ripetizioni" sorrise lui.
"Quando vuoi".
Si incamminarono verso i Tre Manici di Scopa, desiderosi di stare al caldo e mentre passeggiavano fianco a fianco le loro mani si sfioravano. Quando stavano per aprire la porta del locale, Lily si sentì ricoperta di polvere. Alzò lo sguardo e vide la cameriera affacciata alla finestra che gettava via lo sporco raccolto.
"Ehi!" esclamò Lily, infuriata, ma quella era già rientrata. "Brutta idiota, fare attenzione no, eh?"
Si ripulì i capelli con un veloce gesto della bacchetta e battè qualche colpo sul mantello per rimuovere i granelli di polvere.
"Aspetta" mormorò Scorpius, prima che potesse entrare nel locale.
Le si avvicinò e sfiorò con la mano il tratto di pelle lasciato scoperto dalla scollatura del maglioncino. La accarezzò con un tocco delicato delle dita e lei fu scossa da brividi che non avevano nulla a che fare con il freddo pungente di quella stagione. Per alcuni attimi si osservarono da vicino, entrambi con le guance arrossate ma troppo curiosi di scoprirsi per distogliere lo sguardo l'uno dall'altra. Poi Scorpius allontanò la mano e Lily tornò a respirare.
"Avevi..." mormorò lui, schiarendosi la voce leggermente roca. "Avevi ancora un po' di...di polvere"
"Oh...capisco...grazie" rispose Lily in un sussurro tremolante.
Dopo qualche secondo di imbarazzo entrarono e presero posto a un piccolo e solitario tavolo vuoto. Pochi posti più in là c'erano Hannah e James, che fecero un cenno di saluto con la mano.
"Buon pomeriggio" salutò la cameriera che Lily aveva visto prima. "Cosa desiderate?" chiese, sorridendo cordiale.
Lily la guardò torva per un po', poi rispose. "Per me una tazza di caffè. Amaro, grazie. E..."
"...per me una Burrobirra con un pizzico di zenzero" terminò Scorpius.
La ragazza si allontanò e i due si scambiarono una timida occhiata.
"Bevi il caffè amaro?" domandò Scorpius infine, incuriosito.
"Sì. Mi piace; ha un sapore forte ma è buonissimo" rispose lei, annuendo.
Lui sorrise e le accarezzò i lunghi capelli con un gesto impacciato della mano. Lei appoggiò la sua sopra quella di lui e le loro dita si intrecciarono teneramente.
Lo sguardo di Lily però fu attratto da un ragazzo che era seduto al bancone e che richiamò la cameriera che si stava dirigendo al loro tavolo: capelli di un biondo chiarissimo, pelle bianca e occhi grigio acciaio. Era identico a Scorpius, tranne che per gli occhi.
La ragazza lo ascoltò e abbandonò il loro vassoio sul banco per andare nelle cucine. Lily distolse lo sguardo: Scorpius non lo aveva notato. Dopo qualche minuto furono serviti.
Fuori, il sole stava tramontando. La luce si affievoliva e i colori del mondo sbiadivano sempre più.
"Cavoli" mormorò Scorpius. "Tra poco dovremo già andare"
"Ti va un'ultima passeggiata?" suggerì Lily, posando sul piattino la sua tazza vuota. Lui annuì e dopo aver finito la sua bibita, lasciò i soldi sul tavolo e insieme uscirono dal bar.
"Mi piace proprio Hogsmeade. Ci vengo da cinque anni e non mi ha ancora stancato" disse Scorpius, guardando la lunga via deserta. Tutti gli studenti dovevano essere al caldo nei negozi.
"Già. Ed è stato splendido venirci insieme a te" rispose Lily, sincera.
Lui ne fu palesemente felice. "Anche per me, Lils" borbottò.
Passeggiarono vicini, in silenzio, quando Scorpius sentì Lily gemere al suo fianco. Si voltò a guardarla: aveva il viso più pallido del solito e si stringeva lo stomaco, piegata in due dal dolore.
"Lils, cos'hai?" chiese preoccupato, chinandosi per osservarla meglio.
"Ho avuto..." mormorò lei. "Una fitta di dolore. Mi sento le gambe di piombo". Ogni parola sembrava costarle uno sforzo sovrumano. Lui non fece in tempo a parlare che la vide barcollare pericolosamente all'indietro. Con i riflessi pronti la prese tra le braccia e la sollevò da terra senza sforzo.
"Andiamo subito al castello" disse e cominciò a correre più veloce che potè.
Lily non disse nulla per alcuni minuti ma a volte tremò, presa da altre fitte dolorose. Lui non riusciva a capire cosa avesse ed era tremendamente preoccupato.
"Scorpius..." mormorò infine, debolmente.
"Sì, Lily?" rispose lui, spaventato dal suono flebile della sua voce.
"Potresti...potremmo fermarci un attimo? Ho bisogno...voglio appoggiarmi un attimo...da qualche parte" biascicò.
Si sentiva tutto il corpo in fiamme e stare un po' più diritta avrebbe di sicuro alleviato il dolore. Scopius annuì e svoltò in un vicolo. La fece scendere delicatamente, sorreggendola e lei si appoggiò alla parete rocciosa, ma si sentì mancare di nuovo. Si aggrappò a Scorpius, che la tenne stretta al muro, e lo tirò inavvertitamente a sè.
Ora era vicino. Troppi vicino. Anche alla flebile luce del tramonto che filtrava nella stradina riusciva a vedere ogni ciglia appesa ai suoi brillanti occhi nocciola.
Scivolò ancora un po' sulla parete, debole come non si era mai sentita prima. Sentì la mano di Scorpius strigersi attorno al suo fianco, nel tentativo di non farla cadere a terra.
"Lily...sei troppo debole. Dobbiamo andare subito al castello o...io...non abbiamo ancora imparato a far parlare i Patroni...ma posso provarci..." balbettò, terrorizzato nel sentirla tanto fragile.
Lei scosse appena la testa. "Sta' tranquillo. Solo un attimo e...e poi andiamo a scuola...".
Lui annuì nuovamente e la strinse sempre di più al muro. Lei continuò a osservarlo. "Grazie..." sussurrò.
Scorpius sorrise appena e con la mano libera le diede una tenera carezza sulla guancia fredda. Il suo respiro irregolare si depositava sulla sua pelle bianca ed era come una medicina per i dolori che la trapassavano a intervalli di pochi secondi. Tremò di nuovo quando ne arrivò uno potente come una scossa elettrica.
"Tra poco starai bene, Lily" sussurrò Scorpius, cercando di tranquillizzare sia lei che sè stesso.
Lily non riuscì a rispondere ma lo avvicinò ancora di più a sè e le punte dei loro nasi si toccarono per la seconda volta.
Chiusero gli occhi nello stesso istante e lei avvertì le labbra di Scorpius sfiorare appena le sue. Ma non ebbe il tempo di sentirle che lui si era allontanato, sfoderando la bacchetta.
Si erano uditi dei deboli pop nella stradina: quattro uomini incappucciati si erano appena materializzati, con le bacchette sollevate. Uno di loro prese Lily per i capelli e lei era troppo debole anche solo per provare a reagire.
"Lasciatela stare!" urlò Scorpius. Quelli risero di cuore.
"Ti conviene consegnarci quella bacchetta, ragazzo o la signorina Potter qui, potrebbe subirne le conseguenze" intimò l'uomo che teneva stretta Lily, conficcandole la bacchetta nel braccio.
Scorpius la fissò, poi lasciò cadere a terra la sua e uno degli altri uomini l'acchiappò prontamente.
"Ora mollatela" disse e suscitò un'altro boato di risate di scherno.
"Mi sa che non sei nella posizione giusta per dettare le condizioni" rispose l'uomo più vicino a Scorpius. "Ma tu...aspetta...sei un Malfoy, vero?" domandò poi, incuriosito.
"E allora?"
"Te non ti tocchiamo, ragazzo, nono. Tu invece, signorina" disse, rivolgendosi a Lily ghignando. "Proprio con te volevamo fare una bella chiacchierata"
Lily fissò l'uomo che le stava parlando, con aria superba e altezzosa. Fece scattare la testa per togliersi dei ciuffi di capelli dagli occhi e lo guardò con odio.
"Parliamo faccia a faccia, allora" disse, mostrandosi più sicura di quanto in realtà non fosse. "Togliti quel cappuccio, vigliacco"
"Lily no..."
"Crucio!"
Lily urlò e si divincolò, preda di dolori inimmaginabili. Poi tutto finì, com'era iniziato.
"LASCIATELA STARE!" gridò Scorpius disperato, guardando Lily ansimare a terra, il volto bianco come un lenzuolo.
"Allora, ragazzina, ti senti furba, eh? Vedremo" continuò l'uomo, minaccioso. "Ora. Ci diresti per favore dove abitano i tuoi genitori?" chiese con voce falsamente gentile. Lily rise, sprezzante.
"Mi spiace, viviamo in un camper babbano" disse, con una smorfia.
"Ah, sì? Crucio!"
Si sentì il corpo bruciare tra le fiamme. Delle pugnalate avrebbero fatto meno male di quella lenta e atroce tortura. Cercò di non urlare ma il dolore lottò per uscire dalla sua bocca e squarciò il silenzio del villaggio tranquillo, ignaro della ragazza che stava soffrendo in quella stradina solitaria.
Poi sentì di nuovo i polmoni riempirsi d'aria fredda e vide Scorpius lottare contro un uomo che lo aveva preso per la gola e che ora lo teneva inchiodato al muro.
"BASTA, LASCIATELA! PRENDETE ME..." stava ansimando.
"Zitto, ragazzo!" ordinò quello che torturava Lily. "Allora Potter. Lo sai che ti torturerò fino alla pazzia se non mi dici dove abitano i tuoi, vero? Quindi, apri quella boccaccia!" urlò, stravolto dalla rabbia.
Lily rise di nuovo. Sapeva di farlo innervosire così e questo le dava uno strano piacere. Non sapeva da dove le venisse tutto quel coraggio ma non sentì più la paura sbattacchiare dentro il suo cuore, come prima. No. Adesso doveva solo tenere duro. Ma non era facile. Il suo corpo era debole, torturato da dolori sempre più forti che la facevano tremare come una foglia. I muscoli sembravano ardere tra le fiamme e i polmoni urlavano di dolore a ogni boccata d'aria. La Maledizione Cruciatus. Ora sapeva cosa significava.
"MAI!" urlò, con quanta più forza riuscì a ottenere. "Siete degli imbecilli se pensate davvero che io possa svelarvi la posizione di casa mia! Come potrei? Uccidetemi non una, ma mille volte! Come potrei tradire la mia famiglia?!" Rise di nuovo, per l'assurdità del pensiero. "Ma certo" continuò poi. "Voi non sapete nemmeno cosa sia una famiglia. Siete solo degli sporchi assassini schiavi di uomo solo e triste che non conosce l'amore e che è diventato pazzo! Dite al vostro caro padrone che Lord Voldemort è morto venticinque anni fa! Morto! Non avete imparato dai suoi errori, dalla fine che ha fatto? Peggio per voi".
L'uomo - chissà quale tra i Mangiamorte fuggiti - non disse nulla per un po', troppo sorpreso dalle sue parole per fare qualsiasi altra cosa che non fosse stare fermo a fissarla.
Poi si riprese. "Sudicia stupida ragazzina, come osi parlare così del mio Padrone?" gridò.
"Grand'uomo, davvero...coraggioso. Neanche sappiamo chi è il tuo schifoso "padrone"!" rispose Lily.
"Non sapete chi è?" chiese con voce infantile il Mangiamorte. "Allora facciamo così tesoro, ti ci portiamo subito!"
"NO!" urlò Scorpius. "No, lei NO!"
Il Mangiamorte che teneva stretta Lily la strattonò per i capelli e si avvicinò ai suoi compagni.
"Al Quartier Generale?" chiese.
"Sì...port-" cominciò a dire l'altro, ma fu colpito da un lampo di luce rossa e cadde a terra con un tonfo.
Tutti si voltarono di scatto: Albus, James e Hannah si sfilarono il Mantello dell'Invisibilità e lanciarono altri incantesimi.
James disarmò subito uno dei tre uomini e lanciò la bacchetta a Scorpius che prese a combattere.
Lily non riuscì ad alzarsi ma schiantò un altro uomo che era di spalle.
Ora Albus e Scorpius ne stavano fronteggiando un altro mentre James combatteva contro il più alto e tentava di difendere Hannah, che però continuava ad attaccare.
Un incantesimo sfiorò il braccio di Al e gli incise un taglio da cui sgorgò sangue, ma lui non ci fece caso.
Lampi di luce volavano veloci da tutte le bacchette che saettavano come spade, fendendo l'aria.
Hannah e James ne buttarono giù un altro e si scambiarono uno sguardo complice.
"PETRIFICUS TOTALUS!" urlarono Scorpius e Al all'unisono. L'ultimo Mangiamorte rimasto si irrigidì e cadde a terra.
Subito dopo ci fu silenzio. Tutti rimasero impalati a fissare i corpi inermi dei Mangiamorte. James evocò un Patronus e lo spedì con un messaggio al Preside, mentre Al e Scorpius cancellavano la memoria agli uomini schiantati.
Dopo tutti sospirarono, stanchi. James e Hannah si abbracciarono e Lily scivolò di nuovo a terra. Tutti le andarono incontro.
"Sta male. Qualcuno deve aver messo qualcosa nel suo caffè per favorire l'attacco" spiegò Scorpius.
"Portiamola al castello" disse subito James, prendendola in braccio.
"Stai bene, sorellina?" chiese dolcemente.
Lily si guardò intorno. Hannah la fissava terrorizzata, mordendosi a sangue il labbro inferiore; Al - la cui perdita di sangue era stata attutita da un'incantesimo di James - borbottava parole incomprensibili per tranquillizzarla, mentre Scorpius le teneva la mano e la osservava preoccupato. Il loro affetto arrivò a Lily come un'ondata di salute.
Passò le braccia intorno al collo del fratello.
"Ora sì"










Note delle Malandrinautrici: Saaaalve lettori! Ma quanto siete belli??? 44 Recensioni, 16 Capitoli! Mi sento vecchia xD Abbiamo iniziato a Gennaio questa storia ed ora eccoci qui tra nuovi amori, baci sfiorati e attacchi di Mangiamorte. ;D
Anche questa volta ho poco tempo! Sono in vacanza dai miei zii e ho portato con me il computer solo per voi! Quindi!
Cosa devo spiegare? Hannah è rimasta stupita dal comportamento di James.
E lui vuole farle capire che non è lo sciupafemmine presuntuoso che tutti credono ma un ragazzo dal cuore grande.
Per i fiori devo dire una cosa. Ho saputo del linguaggio dei fiori con un libro di Vanessa Diffenbaugh, "Il linguaggio segreto dei fiori", una meraviglia che consiglio a chiunque. Spero che il loro significato sia chiaro.
Poi...Cavoliiiiiiii! Scorpius e Lily si erano praticamente baciati, ma non ci sono arrivati! Ma quantooooo sono cattiva? Tanto, lo so. Comunque avete sofferto tanto, tenete duro ancora per poco! ;D
Poi...questo attacco! Ovviamente è stato programmato. Dovevano far sentire male Lily per farla tornare al castello in un orario in cui nessuno stava tornando. E ci sono riusciti. Ma James ha la sua Mappa! E quindi son salvi! xD
Poii...altro? Non so. Se avete dubbi o richieste, chiedete pure! xD
Ora vi ringrazio con tutto il mio cuore per le magnifiche recensioni che sono una botta di salute per i miei momenti no. :D
GRAZIE DAL PROFONDO DEL CUORE.
Un bacio grande,

Simona_Lupin


 


nno 

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Capitolo 17
*** Finalmente ***


 Com'è facile
bruciare lentamente
e non sentire niente,
lasciar passare il tempo.
E' difficile
levare via dagli occhi
qualcosa che non guardi,
che non vuoi fare entrare.
E arrivi tu
all'improvviso.
Soltanto tu
come chi ha già deciso.
Esplodono le stelle, finalmente
e splendono su tutta la città.
Se tu stringi le mie mani così forte
poi resta solo luce su di me.
Finalmente io
in questo istante d'aria,
mentre respiro il mondo,
posso ricominciare.
Davanti a te
io non so mentire.
Non voglio più
rischiare di sparire.

 

 Capitolo 17

Finalmente

 

"Scorpius, amico, se la fissi ancora, si scioglie."
"Co...? No! Non la stavo... Stavo solo guardando!"
"Ma quand'è che si sveglia? Uffa, è un'idiota anche quando è convalescente..."
"Abbi pazienza, Ann. Sappiamo che sta bene, almeno. Povera piccola Lily..."
Lily sentiva queste voci come da chilometri di distanza. Suonavano confuse e aggrovigliate, ma familiari alle sue orecchie. Il corpo le faceva male in ogni angolo, sentiva i muscoli in fiamme, lo stomaco attorcigliato e anche pensare o cercare di aprire gli occhi pareva troppo faticoso. Dopo parecchi sforzi ci riuscì: si trovava in un'ampia stanza bianca, piena di lettini vuoti e ordinati e nell'aria aleggiava un forte odore di pozioni orribili e di prodotti per la pulizia. Attorno a lei spiccavano i visi preoccupati dei suoi amici, che parlottavano tra di loro a bassa voce.
"Ha aperto gli occhi!", esclamò Scorpius all'improvviso.
Tutti si voltarono di scatto e Lily riuscì a focalizzare i loro volti: Scorpius, Albus, James, Hannah, Rose e Hugo le sorridevano, rincuorati.
"Salve gente", mormorò, cercando di mettersi più diritta.
"Lily", sussurrò James, mettendole una ciocca di capelli infuocati dietro l'orecchio. "Come stai sorellina?"
Lei fece una smorfia neutra. "Un mezzo schifo" rispose, con una scrollata di spalle.
Subito dopo arrivò trafelata la signora Parker, tenendo stretto in mano un calice pieno di una densa pozione blu cobalto.
"Bevila" disse asciutta, mettendogliela tra le mani. Lei obbedì paziente. La finì in un solo lungo sorso e schioccò la lingua, schifata: sapeva di calzini marci. Poggiò il calice vuoto sul comodino e notò che era già pieno di dolci e bigliettini. Avvertì un forte senso di dejavu: era la seconda volta in quell'anno che si risvegliava sdraiata su un lettino dell'Infermeria.
"Hai dormito per quasi ventiquattr'ore", annunciò Rose, come leggendole nel pensiero. "La signora Parker però ci ha detto che non c'era nulla di cui preoccuparsi."
Lily annuì. "Sapete cos'hanno messo nel mio caffè?", domandò.
"Si chiama proprio Pozione del Dolore", spiegò James. "Praticamente è la Maledizione Cruciatus...liquida."
Lei annuì di nuovo ma era assetata di notizie. "E i Mangiamorte?"
"Hanno ripreso i sensi prima che arrivasse Wilson e sono scappati."
Lily imprecò. "Brutti vigliacchi bastardi...", mormorò tra i denti. "Ma voi state tutti bene, vero?", domandò poi, osservandoli preoccupata. Tutti annuirono.
"Abbiamo detto tutto a mamma e papà ma gli abbiamo raccomandato di non venire", disse Albus.
"Avete fatto bene", convenne Lily, annuendo convinta.
Poi scostò le coperte del suo letto e fece per scendere, ma Hannah la fermò.
"Che vuoi fare, squilibrata?", esclamò, fissandola ad occhi sgranati.
Lily inarcò un sopracciglio. "Semplicemente alzarmi."
"Non puoi!", intervenne James. "Ti hanno torturata, Lils! E gli effetti di quella pozione non sono ancora svaniti! Lily", aggiunse subito, notando l'espressione risoluta sul suo volto pallido. "Hai bisogno di riposo."
Lei sbuffò, contrariata e si rimise seduta a braccia incrociate.
"Sai, Scorpius ci ha raccontato quello che è successo", proseguì James. "Sei stata davvero coraggiosa. Hai riso in faccia ai Mangiamorte e hai sopportato di essere torturata. Non so se molti Auror avrebbero saputo fare lo stesso", disse serio, mentre gli altri annuivano al suo fianco.
"Merlino", commentò lei. "Sono una Grifondoro, cosa avrei dovuto fare, implorare pietà?" Rise noncurante, scostandosi ciocche di capelli dal viso. "Voi siete stati coraggiosi. Ci avete salvato la vita. E tu, Scorp, ti saresti fatto torturare al mio posto. Non lo dimenticherò mai", disse, guardando tutti intensamente.
Sentire il loro affetto la rinvigoriva come nessuna pozione riusciva a fare. La sua famiglia era la sua vera forza.
"Siamo orgogliosi di te", mormorò Hugo, sorridendo.
"Molto", aggiunse Hannah, facendole l'occhiolino.
"Già", terminò James. "Ma anche la giovane guerriera deve riposarsi."

 

*  *  *

 

Quella sera Lily era distesa sul suo letto a leggere un'intervista delle Sorelle Stravagarie che annunciavano il loro ritiro dal mondo della musica. Ma la sua mente era da tutt'altra parte. Gettò via la rivista e si affacciò alla finestra, osservando affascinata la piatta superficie del Lago illuminata dall'argentea luce lunare.
Stava pensando a Scorpius, a quell'amore che pian piano si era insinuato nel suo cuore e che cresciuto ogni giorno di più, ad ogni suo sguardo, ad ogni sua parola, ad ogni minimo contatto con lui. Avrebbe voluto averlo accanto in ogni momento, sentire il suo caldo respiro sulla pelle...
Si voltò di scatto, sentendo aprirsi la porta dell'Infermeria e sorrise vedendo Scorpius indugiare sulla soglia.
"Allora non ti sei dimenticato di me", scherzò, a mo' di saluto.
Lui rise. "Come potrei dimenticarmi della più grande rompipluffe di tutta Hogwarts?"
Lily, sorridente, gli fece cenno di entrare e lui prese posto accanto al suo letto.
"Allora, come stai?", chiese, tornando serio.
"Benissimo. Ma la signora Parker non vuole farmi uscire", rispose mestamente lei.
"Ha ragione, sai", commentò lui, severo. "Devi guarire bene prima."
Lei mise il broncio. "Ti ci metti anche tu? Sono guarita da un pezzo e voglio uscire da questa stanza! E' tutta bianca... Sembra un confetto puzzolente!", sbottò, guardandosi attorno con aria critica.
Scorpius scoppiò a ridere e per la prima volta Lily notò l'eleganza dei Malfoy nei suoi gesti spontanei.
"Allora scappa."
"Cosa?"
"Scappa", ripetè lui, ghignando.
Lily lo fissò. "Tu non stai bene, Malfoy."
"Probabile", commentò. "Ma dico sul serio. Scappiamo questa notte, vengo a prenderti con il Mantello di Al. Devo assolutamente farti vedere una cosa!"
"Potremmo cacciarci in guai seri...ma ci sto!" rispose Lily entusiasta.
Scorpius le sorrise raggiante. Le scoccò un bacio sulla guancia e alzandosi, sussurrò: "Non vedo l'ora."

 

Poco dopo mezzanotte si sentì scattare la porta dell'Infermeria. A quel rumore Lily sorrise e cercò di vedere nel buio impenetrabile finchè non intravide la figura di Scorpius che borbottava "Muffliato" in direzione dell'ufficio della signora Parker e si sfilava in Mantello dell'Invisibilità. Si avvicinò al suo letto con la bacchetta illuminata e quando fu vicino sorrise alla ragazza e le diede una carezza tra i capelli. "Buon compleanno, Lily", bisbigliò.Lei lo guardò confusa. "Buon co...? Oh! E' il 16 Gennaio, oggi? Cavoli, me n'ero dimenticata!", borbottò, tirandosi un pugno sulla fronte. Con tutti quegli avvenimenti e i pensieri che le frullavano giorno e notte per la testa, aveva completamente scordato il suo compleanno. In un momento come quello anche compiere sedici anni era un evento di quasi nessuna importanza.
"Beh, grazie allora. Andiamo?" chiese.
Lui annuì e aspettò che uscisse dal letto per gettarle addosso il fluido mantello argentato. Uscirono di soppiatto dalla buia stanza bianca e Lily si lasciò guidare da Scorpius giù per le scale e poi fuori, nel parco, verso una zona nascosta e piena di enormi massi accatastati sul terreno. Due di questi erano alti quanto loro e li separava una fessura abbastanza grande da permettere a un ragazzo magro di attraversarla senza difficoltà. Scorpius entrò per primo, ripiegando il mantello e mettendolo in una tasca interna di quello che indossava. Prese Lily per mano e la aiutò ad attraversare il varco. Quando lo passò fu invasa dalla luce. Serrò forte gli occhi, accecata: era terribile passare dal buio profondo e impenetrabile alla luce abbagliante del giorno.
Quando li riaprì vide tutto bianco, almeno finchè i suoi occhi non si abituarono all'ambiente. Battè più volte le palpebre e riuscì a focalizzare il paesaggio: un prato enorme si stendeva ai suoi piedi, un'immensa distesa verde intenso. L'erba era alta e morbida, illuminata dai potenti raggi del sole che parevano dipingere ogni ciuffo con particolare accuratezza. Alberi maestosi gettavano ombre sul terreno, figure oscure che prendevano vita col vento lieve che soffiava leggero su di loro, come a volerli accarezzare. C'era anche un laghetto d'acqua limpida che risplendeva alla luce del Re del Cielo. I fiori parevano danzare, macchie di colore spruzzate distrattamente su sfondo verde.
Lily rimase incantata a osservare tutto ciò che la circondava, ma dopo un po' si ricordò di Scorpius e del fatto che quel posto non poteva essere reale. Si voltò a guardarlo, ancora intontita dalla sorpresa.
"Scorpius...", disse e non si stupì della meraviglia nascosta nel suo sussurro. "E'...è..." Pensò alla parola giusta per poter esprimere quella meraviglia. "...Magico", mormorò infine. Lui sorrise radioso e annuì.
"Lo è in tutti i sensi", rispose. "Non credo che ci sia nulla di realmente...naturale in questo posto. Dev'essere il più pieno di magia di tutta Hogwarts! Qui è sempre giorno, sempre estate anche quando fuori da quella roccia si gela e c'è buio! L'ho scoperto per caso", spiegò, senza smettere di sorridere.
Lily si sdraiò sull'erba tenera e sospirò. I pensieri negativi, la paura di nuovi attacchi, la preoccupazione per la sua famiglia sembravano essere rimasti fuori, al buio, alla gelida realtà, dietro quella solida roccia. Si sentiva felice.
"Se mi avessero chiesto quale fosse il regalo perfetto per me avrei detto un posto tranquillo. Ed eccomi qui, in Paradiso", mormorò, accarezzando il prato. "E per la millesima volta devo ringraziare te, Scorp."
Lui arrossì lievemente e si passò imbarazzato una mano tra i capelli.
"Io voglio che tu stia bene e...ci provo in tutti i modi. Non devi ringraziarmi."
Come faceva a spiegarle che l'unica cosa che gli importava era renderla felice? Come faceva a spiegarle che non gli costava nulla anche compiere la più folle delle azioni, se solo aveva la consapevolezza che l'avrebbe fatta sorridere anche solo per un istante? Come faceva, più semplicemente, a spiegarle che l'amava? Che amava assolutamente tutto di lei, ogni dannatissimo particolare. Amava quando i capelli le ricadevano sul volto e lei li tirava indietro inutilmente. Quando la luce illuminava il suo viso, rendendolo perfetto ma anche la luce dei suoi occhi nell'oscurità. Amava la sua determinazione che però, a volte cedeva il passo a uno sguardo spaurito. E quel suo sorriso obliquo, che andava sempre decifrato... Amava il suo sguardo assorto, profondo, appassionato, mentre era concetrata su una pozione, avvolta da fumi colorati. Perfino la particolare inclinazione del suo viso, quando ascoltava qualcuno parlare o la sua rassicurante voce armoniosa.
Ma come faceva a dirle tutto questo? A spiegarle che il motivo per cui stava diventando maledettamente mieloso era lei? Lei, che era sempre stata la ragione di molte cose, che teneva in mano il suo cuore e poteva custodirlo o gettarlo via con una spaventosa e incredibile facilità. Rise, pensando alla faccia che Al e Franky avrebbero fatto se avessero potuto leggere nella sua mente. Ammazza, se stava diventando mieloso! La cosa più spaventosa, però era che quelle cose erano tremendamente vere.
"Siediti con me, Scorp", disse Lily porgendogli una mano. Lui la prese e si sdraiò sull'erba accanto a lei. Si tolsero entrambi i mantelli e i maglioni e rimasero in maglietta lui e in camicia lei. Il sole era cocente. Restarono in silenzio per un po', a godersi l'aria pulita e il cielo limpido.
"Sei stata straodinaria l'altro giorno", disse Scorpius alla fine.
Lei non rispose subito. Chiuse gli occhi, ricordando il dolore e la paura mentre veniva torturata. Poi voltò la testa per guardarlo.
"In realtà avevo paura", mormorò infine, con sincerità.
"Appunto", replicò Scorpius. "Voglio dire... chi non ha paura è coraggioso, certo, ma chi ce l'ha e la affronta lo è ancora di più, no?"
"Sembri il vecchio Silente", commentò Lily, sorridendo appena con nostalgia. "Mio padre mi racconta sempre di lui... Comunque non sono stata l'unica coraggiosa. Voi mi avete salvato la vita. E' stato stupendo vedere la mia famiglia lì, che cercava di proteggermi", disse intensamente, cercando di far capire l'immensa importanza che aveva avuto per lei quell'azione.
"Dev'essere stato meraviglioso...", mormorò Scorpius. "Sei fortunata ad avere una famiglia come questa. Io l'ho sempre sognata."
Lily sorrise appena. "Sei un idiota, Scorp. Non hai ancora capito che ormai ne fai parte anche tu?" esclamò e vide e il viso di Scorpius illuminarsi di gioia e sorpresa. "Insomma, per mio fratello sei...un fratello! E per me sei...sei..."
Cosa poteva dire? Il ragazzo che amava, la sua salvezza, la sua più grande rassicurazione e un motivo in più per sorridere. Questo era Scorpius per lei; questo e molto di più. Ma non poteva dirglielo. Avrebbe voluto, con tutta l'anima, ma non poteva. Anche se il suo cuore avrebbe voluto urlarlo, non poteva.
"Sono?", la esortò lui, sorridendo curioso.
Lei prese fiato e si costrinse a guardare i suoi occhi gioiosi e inconsapevoli. "Sei una parte indispensabile della mia vita."
Lui parve scosso, emozionato da quelle parole. Poi sorrise, incredulo. "Lily..." sussurrò, passandosi la lingua sul labbro inferiore.
Lei scosse la testa: non doveva rispondere. "Tu fai parte della mia famiglia Scorp, certo. Ma ricordati che hai ancora la tua. Non dimenticarla."
Scorpius si fece serio e scosse la testa. "Quella non è una famiglia", rispose duramente.
"Lo diventerà."
"No", ripetè lui, deciso. Non riuscì più a stare seduto; si alzò, preso dalla rabbia e cominciò a marciare su e giù per il prato. "Noi non saremo mai una famiglia. Mio padre, che padre è? che ci insegna quelle schifezze... Mia madre che non fa nulla per imperdirlo e mio fratello che insegue le Arti Oscure e scappa di casa...", disse tutto d'un fiato, come se in qualche modo elencare le colpe dei suoi familiari lo facesse sentire meglio.
"Fratello?" chiese Lily confusa.
"Parolone... Il figlio dei miei procreatori è più appropriato", mormorò amaramente. "Mi fa schifo. Mio padre, per quanto orribili siano i suoi pregiudizi, non ci ha mai, mai insegnato le Arti Oscure!" affermò risentito.
"Per questo tuo fratello è scappato?", domandò Lily cauta.
"Sì", rispose lui. "Io e lui ci siamo sempre odiati. Poi anche con mio padre ha avuto una brutta lite. Ormai non sappiamo più nulla di lui."
Lei lo osservò a lungo. Scorpius aveva vissuto diciassette anni senza una vera famigli alle spalle, senza l'amore incondizionato e senza riserve che invece Lily aveva sempre ricevuto. Non c'era nulla di più triste e, cosa che la fece stare ancora peggio, lei non aveva fatto nulla in quei sette anni per alleviare il suo dolore, per colmare quel vuoto immenso che si allargava sul suo cuore.
"Dev'essere stata un inferno la tua vita", mormorò. "Sei l'ultima persona al mondo che la meriterebbe." La sua voce si incrinò appena per il nodo che le si era formato in gola, ma cercò di non darlo a vedere.
Scorpius non parlò per molti interminabili secondi, poi tornò a guardare la ragazza, seduta sul prato a gambe incrociate. I suoi capelli rossi come fuoco vivo creavano un contrasto incredibile e meraviglioso con il verde intenso dell'erba e incorniciavano il suo viso sottile e pensieroso, danzandole attorno con armonia.
Cercò le parole giuste per esprimersi. "Tu e Al...", cominciò a dire, titubante e Lily alzò lo sguardo su di lui. "Tu e Al...siete...insomma, non lo farebbero tutti...avvicinarsi a me, intendo, con...con la famiglia che ho...", balbettò. Poi sbuffò, stancamente. "Io sono sbagliato. Completamente sbagliato, Lily", disse infine con intensità e amarezza nel tono della voce.
Lily battè un pugno a terra. Ma cosa diavolo stava dicendo?!
"Scorp, tu non sei la tua famiglia! Tu sei tu e credimi se ti dico che non avrei mai potuto trovare una famiglia migliore! Devi smetterla di credere in queste stupidaggini...", disse con veemenza. Perché doveva sempre credere che lui e la sua famiglia fossero qualcosa di indissolubile? La loro diversità era abissale e il legame di sangue non aveva più alcuna importanza. Nessuna persona che avesse conosciuto Scorpius avrebbe potuto dare valore al suo cognome. Almeno, non avendo visto la persona meravigliosa che era.
"Non sono stupidaggini!", ribattè lui. "Un Malfoy non dovrebbe mai stare con un Potter! E sono sicuro che anche i tuoi lo pensano!"
A quel punto Lily quasi urlò. "E tu pensi che mi importi? Credi davvero che mi importi?!", chiese con forza. "Potter e Malfoy, sì! Che problema c'è? Non m'importa del tuo nome, della tua famiglia, di quello che pensa la gente! Mi importa di te, dannazione! Tutto il resto è...un'altra cosa! Una cosa che non ha nessun valore!"
Si alzò anche lei, presa dalla frustrazione. Perché non riusciva a capire che lui e i Malfoy erano due mondi diversi? Perché non riusciva a capire che lei sarebbe rimasta al suo fianco a prescindere a tutto il resto? Che importanza aveva il suo nome quando veniva oscurato da un animo buono e da un cuore grande come i suoi?
L'amore incondizionato che nutriva per lui era come il sole che batteva su di loro, come quell'incantevole paesaggio che li circondava: esisteva e continuava ad esistere, a prescindere da tutto il resto.
Sei stupide lettere non potevano cambiare o addirittura sradicare un amore potente come il loro, ma Scorpius continuava a non capirlo.
"Hai sempre dato valore al giudizio della tua famiglia!", replicò lui.
"Ma sì! Perché è la famiglia migliore del mondo e loro sanno cosa è giusto per me! E proprio per questo capiranno che, stranamente, proprio tu che porti il nome dei Malfoy farai sempre parte della mia vita e avranno la certezza che, se ti ho scelto, significa che sei diverso da loro!". Pregò affinchè non facesse caso alle parole ti ho scelto.
"No, invece! Non lo accetteranno mai e hanno ragione!", disse lui testardo.
"Ti sbagli!", rimarcò lei. "E comunque non ha importanza. E' della mia vita che stiamo parlando! E ormai ci sei dentro anche tu. Nessuno può impedirlo! E se fosse necessario, allora cambieremo nome entrambi e non saremo più il Malfoy e la Potter, ma semplicemente Scorpius e Lily!", disse con convinzione.
Lui si portò le mani alla testa e guardò in alto, poi le lasciò ricadere di nuovo e Lily ne prese una e la strinse tra le sue con forza. "Scorpius e Lily", ripetè, piano. "Non credo che ci sia nulla di meglio al mondo..." sussurrò, sorridendo appena.
Lui non riuscì a sostenere il suo sguardo perforante e quando parlò la sua voce era incrinata.
"Non ti importa di nulla, allora?"
"Assolutamente di nulla. Ci siamo io e te, Scorp. Il resto non conta."
Improvvisamente agli occhi di Scorpius tutto apparve ancora più bello, perfino il suo amore per lei.
Si scambiarono un tenero sorriso, poi lei lasciò andare la sua mano e si avvicinò al laghetto a passi lenti, facendosi accarezzare le gambe dall'erba morbida. Osservò i riflessi del sole proiettati sull'acqua, poi non capì più nulla: Scorpius, dietro di lei, stava facendo scorrere le mani sui suoi fianchi in un abbraccio che la fece rabbrividire da capo a piedi. Il suo profumo la invase...
"Andiamo via? Non credo che tu voglia passare tutto il giorno del tuo compleanno qui, da sola con me", sussurrò.
Lily non riuscì a rispondere subito. Lui era vicinissimo, il respiro irregolare e caldo che la solleticava con dolcezza. Brividi la attraversarono, violenti e delicati insieme.
"In realtà", mormorò in risposta. "E' proprio questo che voglio."
Lo sentì trattenere appena il respiro per la sorpresa, poi la strinse ancora a sè, con fare protettivo e i loro corpi si toccarono. Lily sentì i battiti veloci del suo cuore, la schiena che aderiva al suo petto.
"Davvero?", chiese lui. "E perché?"
Ecco. Si diede mentalmente della stupida. Cosa poteva rispondere ora se l'unica cosa vera che poteva dirgli era che lo amava e che avrebbe voluto passare con lui anche tutto il tempo del mondo?
Diglielo, suggerì una vocina dentro di lei, falla finita, maledizione, diglielo e basta.
Ma non poteva... Non poteva essere lei a compiere quel passo... Non era giusto, non era normale...E non aveva nessuna certezza.
"Per lo stesso motivo per cui ho deciso di mandare a quel paese tutto il mondo e pensare solo a te", rispose alla fine, un po' criptica.
"E quale sarebbe?", chiese infatti lui.
Lei sospirò. Era arrivato il momento di decidere. Nel momento in cui lui finì di parlare capì che questa volta non ci sarebbe stata nessuna Sanders, nessun Mangiamorte a interromperli. Restava solo la cosa in sè: decidere. Decidere se rischiare per un amore che stava crescendo a dismisura o aspettare ancora con il pericolo di un cuore che poteva scoppiarle in petto da un momento all'altro. Poi si ricordò che aveva riso in faccia a dei Mangiamorte e sopportato la Maledizione Cruciatus, quindi quanto poteva essere difficile? Prese fiato e si disse che, maledizione, per quell'amore bruciante valeva la pena riuschiare di fare la più brutta figura del secolo. In fondo, cos'era la vita senza draghi?
"Sei un testone, Scorp", mormorò infine, sorridendo. "Non hai ancora capito che ti amo?"
Mentre parlò immagini e ricordi si accavallarono nella sua mente: la lezione di Pozioni con lui, il momento in cui lo chiamò per nome, l'infermeria, la notte di studio insieme, il ballo nel parco, un bacio sfiorato, un appuntamento sfociato in un attacco dei Mangiamorte...tutto aveva portato a quello. Chi lo avrebbe mai detto?, si ritrovò a pensare mentre sentiva Scorpius sussultare dietro di lei.
"Che cosa?", chiese, stupidamente.
Lei sorrise di nuovo: per qualche strano motivo in quel momento, non era in grado di fare altro. Prese una delle mani che le stringevano la vita e, allargando appena la scollatura della camicia, la poggiò sul suo petto, premendola appena con la sua.
"Ascolta", sussurrò. Il suo cuore, come sempre quando era vicina a Scorpius, batteva come un tamburo, a un ritmo frenetico.
"Scorp, sento il cuore scoppiare ogni volta che ti sento vicino", spiegò, con voce tremante. "Ho capito che non mi abituerò mai a te. Sarai sempre un'emozione nuova. Mi dispiace di essermi accorta di te così tardi... Ora non sono più riuscita a trattenere...i..." Non riuscì a terminare la frase. Scorpius appoggiò delicatamente le labbra sul suo collo e sfiorandola appena risalì, in cerca delle sue labbra. "Finalmente...", lo sentì sussurrare.
Lily, che era ancora avvolta dal suo abbraccio meraviglioso, voltò appena la testa, completamente inebetita, con il corpo tremante, gli occhi colmi di lacrime e il cuore pieno di sentimenti troppo forti per poter essere controllati. Com'era stranamente facile e indolore bruciare, sciogliersi come cera tra le sue braccia...
Chiuse gli occhi, lentamente e le loro labbra si incontrarono, come attratte da una forza magnetica così potente da spezzare i pensieri. Era la sensaizone più bella del mondo sentire le labbra morbide di lui giocare con le sue. Le assaporò, in bacio al tempo stesso delicato e travolgente.
Non ricordava nemmeno come fosse stata la sua vita, prima di Scorpius. Tutto ciò che le apparteneva, sembrava essere di qualcun altro ora, qualcuno di lontano, perché le uniche cose che desiderava avere in quel momento erano Scorpius e il suo amore.
Anche il sole sarebbe potuto scoppiare su di loro, senza fare alcuna impressione. Non c'era nulla di più stupefacente di quel bacio. Assolutamente nulla. L'amore era al centro esatto di tutto; senza quello nemmeno il sole avrebbe avuto motivo di vivere e di continuare a brillare.
Quando non ci fu più aria nei loro polmoni, si allontanarono e scoppiarono a ridere, di cuore. Come sembrava facile e stupido tutto, ora...! Come avevano fatto ad aspettare così tanto? Perché non si erano detti prima di amarsi? Quanto tempo avevano sprecato, anche se però era stato bello il loro cammino e forse non c'era nulla da rimpiangere. In fondo, se era successo tutto quello, significava che non avrebbe potuto andare diversamente.
Fu difficile smettere di ridere, ma pensandoci bene, perché mai dovevano smettere? Il mondo ormai gli apparteneva. Non c'era nulla che non potessero affrontare, insieme. Essendo padroni del loro amore, erano padroni di tutto il mondo.
"Siamo due idioti!", disse Scorpius, ridendo ancora come un matto.
"Lo so!", esclamò lei in risposta, liberandosi dal suo abbraccio e buttandogli le braccia al collo.
A Scorpius pareva ancora tutto surreale. Aveva baciato Lilian Luna Potter. Lilian Luna Potter lo amava. Porca miseria, era vero! Ce l'aveva fatta! Dopo quasi cinque anni, ci era riuscito!
Ho baciato Lily, si ripetè. Cavolo, sono un grande, l'ho baciata!
Veramente sei un idiota perché hai aspettato che fosse lei a confessare il suo amore,
rispose una voce spaventosamente simile ad Albus, malefica.
Andiamo Al! Non rovinarmi il giorno più bello della mia vita!, si lagnò lui.
Poi prese Lily per mano e la condusse fuori dal varco, nel parco del castello. Indossarono di nuovo i mantelli e si misero a correre come due bambini. Senza pensare, si buttarono nel Lago Nero. L'acqua era gelida e perforava i loro corpi come migliaia di pugnali infuocati. I due ragazzi però si guardarono e sorridendo, non si curarono di nulla.
Lacrime bollenti di gioia e commozione bruciarono per qualche attimo negli occhi di Lily, per poi precipitare sul suo volto già bagnato, improvvisamente gelide.
"Ti prego Lily, baciami ancora", momorò Scorpius, battendo i denti.
Lei gli si avvicinò nuovamente e lo baciò con dolcezza, mentre lui le accarezzava la guancia con le nocche fredde e bagnate.
"Siamo impazziti", bisbigliò, quando si separarono.
"Forse", ribattè lui. "Ma ne è valsa la pena."
Uscirono dall'acqua congelati e fradici, ma i loro sorrisi erano calorosi come il sole abbagliante di Luglio.
"Miseriaccia", commentò Scorpius. "E' successo davvero?"
Lei rise e lo baciò di nuovo. "Tu che dici?", chiese, canzonandolo. "Sei sempre il solito idiota, Malfoy."
"Malfoy?". Scorpius la guardò confuso e scosse la testa. "Non conosco nessun Malfoy. Io sono Scorpius. Solo Scorpius. E sto con..."
"Lily", terminò lei, con un gran sorriso. "Solo Lily."


Stringimi.
Io resto qui.

Il mondo è un'altra cosa se tu stai con me.
Sarà per noi possibile,
è un sogno sai, possibile
difendere ogni idea,
amarci alla follia,
per noi,
per noi
essere qui,
unire i brividi.








Note delle Malandrinautrici: Ehm... Salve. Lo so che mi odiate (se ci siete ancora), che sono la peggiore autrice (sorvolate sul parolone cicloplico) peggiore del mondo. Che fine ho fatto in più di due settimane? Non lo so. O meglio, vi assicuro che ho scritto ogni giorno ma questo capitolo doveva essere perfetto, è importantissimo! Ovviamente non lo è, nessun capitolo lo è. Però almeno so di essermi impegnata al massimo per renderlo buono.
Quindi beh...SORPRESA! Finalmente il bacio! Non vale come attenuante, vero?
Beh, comunque. In attesa di un vostro perdono (sperando che arrivi), chiarisco alcune cose.
Primo punto: che cavolo è questo posto? Non esiste nella Saga, ma visto che Silente stesso ha detto di non conoscere tutti i posti di Hogwarts ho pensato di potermi prendere la libertà di inventarne uno. E' una metafora, l'ho scritto anche lì. "
L'amore incondizionato che nutriva per lui era come il sole che batteva su di loro, come quell'incantevole paesaggio che li circondava: esisteva e continuava ad esistere, a prescindere da tutto il resto".
Secondo punto: Scorpius ha un fratello? Ehm...ovviamente no. E' figlio unico, lo dice la Rowling. Però, siccome mi serve, ho pensato che visto che è una FanFiction potevo comunque inventarmelo, senza fare male a nessuno. Spero davvero che non vi dia fastidio.
Poi...altre cose da chiarire? Mi sa di no. Ma ora c'è la parte lacrimevole.
I ringraziamenti. Ah, li maledite, ma sono necessari.
Prima di ogni altro, RINGRAZIO MIA SORELLA ROSSELLA, perché mi ha sempre dato e mi continua a dare splendide idee senza le quali questa storia non varrebbe un fico secco. E poi perché legge e critica sempre giustamente tutto ciò che scrivo e non si stanca mai di sedersi con me per le nostre "riunioni creative". Quindi, grazie con tutto il cuore.
Poi, voi. Voi, che siete questa storia. Non sarei mai arrivata a scrivere questo capitolo che desideravo pubblicare da mesi...
Beh, ci sono arrivata. E solo grazie a voi che mi avete dato sostegno, forza, gioia, soddisfazione. Abbiamo raggiunto 5O recensioni. E' un sogno incredibile e io non conosco altre parole per dirvi grazie.
Un bacio enorme, miei cuori.
La vostra affezionatissima, commossa, grata, pentita del ritardo madornale

Simona_Lupin



ronte  sul  

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Capitolo 18
*** Punizione alla Potter ***


Capitolo 18

Punizione alla Potter



 

"...Si sono fidanzati, si sono fidanzati, si sono fidanzati, si sono fidanzati..."
Era mattina. Albus e Hannah in Sala Grande si tenevano per mano e ballavano in tondo una sorta di danza tribale in onore di Lily e Scorpius, che li fissavano ad occhi spalancati.
"Noi saremmo ancora qui..." azzardò Lily, ovviamente senza essere minimamente calcolata dai due, che anzi alzarono il tono della voce.
"Smetteranno presto" bisbigliò Scorpius alla ragazza, senza farsi sentire. "Ricordi i Pantaloni Ingrassanti di Zonko?" domandò, sogghignando malandrino.
Lei annuì e lo scrutò tra l'incuriosito e il divertito. "Certo" rispose, molto piano. "Pantaloni Ingrassanti: se li indossi ti ingrossi!"
"Ecco" convenne lui. "Li ho regalati ad Al senza dirgli cos'erano. Li ha messi circa un'ora fa e dovrebbero avere effetto proprio ora!"
Lily rise e battè il cinque a Scorpius. Dopo qualche minuto infatti, la pelle di Al cominciò a dilatarsi e, non appena la trasformazione terminò, quello che un tempo era stato un Albus magro e sottile ora era grasso come un maiale.
Si fissò inorridito. "Ma che diavolo succede?" esclamò. "Ammetto che forse una confezione mega di Cioccorane non è una colazione prettamente salutare, ma questo!"
Hannah scoppiò a ridere, all'improvviso. "Pantaloni Ingrassanti?" chiese a Scorpius, con il fiato corto per l'eccesso di risate.
Lui annuì soddisfatto. "Proprio quelli"
"Brutto perfido lurido bastardo traditore!" inveì Albus.
Il ragazzo lo guardò con aria innocente. "Stà tranquillo. Ho comprato anche i Calzini Dimagranti" lo rassicurò, ridendo.
"Se ai tuoi piedi li inserisci, stai sicuro: dimagrisci!" canticchiò Hannah, riprendendo posto nella panca. Nel frattempo Al stava cercando di uccidere Scorpius alla babbana, quando arrivò James dal tavolo dei professori.
"Buongiorno, ragazzi" salutò allegro. "Buongiorno, Hannah" aggiunse, ammiccando.
Lei alzò gli occhi al cielo. "Perché non posso far parte del ragazzi?" chiese scocciata. Lui non rispose.
"Ehi, la Sanders dice che fate troppo casino".
"E cosa intende fare, professore, togliere punti a Grifondoro?" lo canzonò Al, abbandonando momentaneamente il progetto di uccidere il suo migliore amico.
"Ah ah" commentò il fratello. "Io faccio solo da ambasciatore".
Prese posto accanto a Lily - che quella mattina era ritornata in Infermeria per non cacciarsi nei guai ed era stata dimessa - e continuò la colazione lì.
"Ma perché facevate tutta quella confusione?" s'informò, mandando giù una tartina intera.
Hannah fece una risatina. "Perché" annunciò in modo teatrale. "Lily e Scorpius si sono fidanzati!"
James soffocò. "C-c-che cosa?!" strillò, rosso in volto.
"Già. Si sono fidanzati. Fidanzatissimi" convenne Al, ridendo.
"Ma che diamine significa fidanzatissimi?" domandò Scorpius, allibito.
Nessuno però gli diede retta dato che Al e Hannah avevano ricominciato il loro assurdo balletto, ora accompagnati anche da James. A quel punto la Sander lasciò perdere la colazione e si diresse verso di loro, furiosa come un toro imbestialito. Arrivò a passo di marcia e squadrò il trio da capo a piedi, con sguardo carico di sdegno.
"Potter" sibilò, gli occhi ridotti a fessure. "Se fosse ancora mio allievo, la metterei in punizione. Ma, cosa alquanto bizzarra, lei è un professore. Quindi, per piacere, mantenga il controllo e la smetta di improvvisare balletti con i suoi alunni!"
Ritornò dagli altri insegnanti quasi tremando di rabbia mentre James si faceva piccolo piccolo per la vergogna.
"Vecchia megera, in tutta la mia vita non l'ho mai vista sorridere" mormorò. "Miseriaccia, era solo un balletto..."
"Eh no, attento a come parli, cugino" arrivò la voce di Hugo. Era sempre stato l'ultimo tra tutti i Grifondoro ad alzarsi dal letto ogni mattina. Si trascinò fino alla loro panca e si buttò con legno duro, con viso stanco, come se avesse faticato tutta la notte. "Miseriaccia è un termine proprio del vocabolario Weasley".
James si finse offeso e si scompigliò i capelli con fare indignato. "Ma sono tuo cugino!" protestò, visibilmente seccato.
"Sì, ma non sei un Rosso" ribattè lui, radunando pietanze varie sul suo piatto.
"Quindi significherebbe che mia sorella può usarlo?" domandò James, che cercava ancora di capire il meccanismo.
Hugo deglutì e fece un gran sorriso. "Ovvio!" esclamò, abbracciando Lily affettuosamente. "La mia Lily può fare tutto ciò che vuole. E' la Rossa migliore del mondo".
Lily rise e fece l'occhiolino a Hugo.
Dio, quanto adorava suo cugino. Era una travolgente ondata di buonumore e quel sapore di Weasley indescrivibilmente bello che si portava sempre dietro era ciò che più amava di lui. Odorava di legno e fiori di campo e scompigliare i suoi capelli rossicci la faceva sentire a casa. Era una sensazione meravigliosa. Quando la guardava con quei suoi vividi occhi azzurri o le rivolgeva uno dei suoi timidi sorrisi le veniva una gran voglia di abbracciarlo, di stringerlo forte a sè. Unico nel suo genere, come ogni Weasley che si rispetti.
"Non puoi dire la tua Lily davanti a Scorpius!" ridacchiò Al. "Si ingelosisce!"
Hugo non capì e fissò tutti con sguardo interrogativo.
"Si sono fidanzati" spiegò Hannah che pareva impaziente di raccontarlo a tutti.
Hugo ebbe la stessa reazione di James e cominciò a tossire convulsamente.
"Per le mutande di Merlino, dici sul serio?" biascicò, incredulo.
"Sul serissimo" rispose Al, annuendo con forza.
"Ma che gli è preso stamattina?" sbuffò Scorpius, sorridendo.
In quel momento una bambina dalle lunghe trecce bionde si avvicinò a James.
"Professor Potter" disse con voce tremula e paurosa. "Mi scusi tanto se la disturbo ma ho bisogno di aiuto".
James le rivolse un gran sorriso rassicurante. "Non dirlo nemmeno, tesoro. Che succede?"
"La mia amica... i suoi occhiali si sono rotti e non può andare da nessuna parte senza. Conosce un incantesimo per ripararli? Può insegnarmelo?" domandò, guardandolo implorante con gli enormi occhi marroni.
"Ma certo" rispose James. Afferrò delicatamente il polso della bambina e le fece compiere un gesto molto ampio con la bacchetta che lei aveva in mano. "Questo è quello che devi fare dicendo: Oculus Reparo" spiegò. "Pensi di riuscirci? Posso venire io" suggerì gentile.
Lei però scosse la testa. "L'ho imparato. Grazie mille, professor Potter" cinguettò, sorridendo.
James le accarezzò i capelli amorevolmente. "Sono qui per questo, tesoro".
La bambina corse via con un guizzo dei lunghi capelli biondi, mentre Lily guardava ammirata il fratello che pareva soddisfatto.
"Ci sai fare con i bambini" commentò, sorridendo stupita.
"Forse perché a volte mi sento ancora uno di loro" rispose James.
Continuò tranquillamente la sua colazione quando un'altra bionda si avvicinò a lui. Questa volta si trattava di una ragazza alta e slanciata dai morbidi capelli di oro fuso che le ricadevano sulla schiena. Si annunciò con un flebile colpetto di tosse e quando l'attenzione fu rivolta a lei, sorrise con fare ammaliatore. Lily e Hannah la guardarono schifate, ma nessuno vi fece caso dato che tutti erano concentrati su di lei.
"Professor Potter" disse, rivelando una voce calda e suadente.
James si voltò a guardarla. "Sì, Griffith?"
Lei sbattè le ciglia dei suoi luminosi occhi azzurri. "Mi scusi se la disturbo. Volevo dirle in anticipo che non ho potuto fare il tema sui Vampiri. Ieri stavo davvero malissimo..." spiegò in maniera palesemente teatrale.
Hannah sbuffò sommessamente e Lily si costrinse a non ridere.
"Non preoccuparti, Griffith, non fa niente" rispose invece James, affabile.
La ragazza gli rivolse un sorriso accecante e molto sensuale. "Grazie infinite, professore. E' davvero troppo gentile. Ci vediamo dopo...a lezione".
Andò via facendo ondeggiare i lunghi capelli flessuosi e ritornò dalle sue amiche ridacchianti.
Hannah finse di vomitare nel suo piatto. "Le tue alunne ti sono molto affezionate, James" commentò acida, le sopracciglia così inarcate che si confondevano con il ciuffo di capelli biondi che le ricadeva sulla fronte.
"Sei gelosa, Hannah?" replicò James, parecchio compiaciuto.
Lei rise. "Illuso di un Potter".
"Sei troppo indulgente, James. Ricordati che sei un professore!" saltò su Lily, assecondando l'amica.
"Anche perché ti stava imbrogliando bellamente. Ieri l'ho vista che pomiciava e si strusciava con Albert King, tutta civettuola..." proseguì Hannah, sprezzante.
Lily si battè un pugno sulla fronte. "Ecco come si chiamava! Lui? Mi ha invitata a uscire alla festa di Al. Si è consolato in fretta..." borbottò, leggermente perplessa. Scorpius si irrigidì e si agitò appena sulla panca.
"Già...lui! Sembra tutto timido e invece...! Nessuno resiste al richiamo della civetta!" proclamò Hannah saggiamente, scuotendo la testa desolata.
"E' proprio vero. Ah, questi maschi sono tutti uguali!" mormorò la rossa. "Tranne Scorpius, ovviamente!" precisò poi, sorridendo radiosa.
Il ragazzo tornò allegro e rise rincuorato, mormorando: "Mi pareva..."
"Anche Al è diverso! Lui non risponde al richiamo della civetta!" puntualizzò Hannah, sorridendogli gioviale.
"E noi?" domandarono Hugo e James in coro, facendo gli occhioni dolci.
Le due ragazze li guardarono dall'alto al basso, crudeli. "Voi no" disse infine Lily.
"Siete due maschiacci in piena regola" aggiunse Hannah.
Loro si guardarono dispiaciuti e si scambiarono pacche comprensive sulla schiena.
Nello stesso momento arrivarono Rose e Franky, mano nella mano e con due sorrisi identici.
"Fate una riunione di famiglia senza di me?" chiese lei.
"Rosie! Vieni, siediti!" esclamò Lily, facendole posto accanto a lei.
"Lo sapete che vi si sente fino al tavolo dei Corvonero?" disse Rose, sorridendo. "E' successo qualcosa di particolare?"
Tutti ridacchiarono senza ritegno e nemmeno le occhiatacce di Lily e Scorpius riuscirono a farli smettere.
"Eccome se è successo qualcosa!" rispose Hannah. "Diglielo, Lily!"
La rossa trattenne un sorrisetto esasperato e si rivolse alla cugina che la guardava curiosa e un po' spaesata. "Io e Scorpius ci siamo messi insieme".
Quando terminò la frase notò che il viso di Rose era impallidito. La scrutò sorpresa e capì che non era stata solo un'impressione: sembrava che avesse ricevuto una botta in testa e Lily si chiese il perché di quell'insolita reazione.
"Qualcosa non va, Rosie?" chiese, continuando a fissarla senza capire.
Lei cercò di riprendersi stampandosi un sorriso gioioso sul volto ma non riuscì a convincere minimamente Lily che riusciva ancora a intravedere la sorpresa e la preoccupazione celati dietro i suoi occhi ambrati.
"Certo che no!" si affrettò a ribattere. "Congratulazioni, tesoro! Sono...davvero molto contenta".
Quanto poco c'era di vero in quella frase... Come poteva esserne felice? Questo avrebbe scombussolato tutto. Come avrebbe fatto a dirlo a Mary? La sua migliore amica, il suo secondo cuore... ne sarebbe rimasta distrutta, lo sapeva. Ma come poteva nasconderglielo? La notizia si sarebbe sparsa per tutto il castello in baleno e comunque era suo dovere raccontarle la verità, malgrado la consapevolezza che l'avrebbe fatta soffrire. Se l'avesse saputo da qualche pettegola sarebbe stato di gran lunga peggiore.
Quella notizia l'avrebbe annientata, ne era certa. Mary era profondamente innamorata di Scorpius da anni, ma lui non l'aveva mai notata visto che era Lily il suo chiodo fisso. Avevano un rapporto amichevole e cordiale ma lui non sapeva che lei soffriva da tempo a causa sua.
Rose non si sarebbe mai aspettata che Lily un giorno avrebbe potuto interessarsi a Scorpius, ma ora era successo e lei si trovava tra due fuochi: la sua adorata cugina, quella che aveva sempre considerato una sorella che stava insieme al ragazzo di cui la sua migliore amica era perdutamente innamorata.
Che razza di casino...
"Rose..." tentò di nuovo Lily. "C'è qualcosa che vorresti dirmi?"
Lei guardò i grandi occhi scuri della cugina e si costrinse a sorridere. "Niente, tesoro. Davvero" mormorò.
Lily fece per parlare di nuovo ma fu distratta da Hannah, Al, James e Hugo che avevano ripreso a danzare.
"Rose! Non balli con noi?" domandò Albus, tendendole la mano.
Lei la fissò per qualche attimo, dubbiosa, poi l'afferrò e si unì al gruppo.
"SI SONO FIDANZATI, SI SONO FIDANZATI, SI SONO FIDANZATI, SI SONO FIDANZATI...!"
Dal tavolo degli insegnanti si levò un urlo esasperato.
"POTTER!"


 

*  *  *

 

"Che hai, Rose? Sei strana..."
"Sto bene, Mary. Davvero."
"Non ti credo"
"Okay. Forse qualcosa c'è"
Le due ragazze si stavano avviando verso la lezione di Cura delle Creature Magiche, discutendo. Mary continuava a scrutare l'amica, i lunghi capelli dorati che svolazzavano col vento leggero, mentre lei si ostinava a fissare il sentiero.
"Allora fermati e dimmi tutto!" esclamò la ragazza, bloccandosi di colpo.
Rose la guardò contrariata e la condusse verso una zona del parco deserta. Si appoggiò a una colonna ma non riuscì a parlare.
"Allora?" la esortò Mary. "Che è successo?"
Lei sospirò e si guardò intorno, sperando intensamente che la Piovra Gigante affiorasse dal Lago Nero e la conducesse sul fondo. Ma ovviamente non sarebbe mai successo niente del genere perciò tanto valeva dirglielo e farla finita una buona volta.
"Oggi..." cominciò, titubante. "Sai, quando sono andata al tavolo dei Grifondoro per accomoagnare Frank?"
Fece una pausa. Più continuava a ripetersi che non ce l'avrebbe fatta più il suo cuore le faceva capire che doveva. Aveva deciso che glielo avrebbe detto ma continuava a guardarsi indietro, pregando affinchè qualcuno la tirasse fuori da quella posizione dannatamente difficile.
"Sì?" disse Mary, al limite dell'esasperazione.
"Ascolta, Mary. Lily si è fidanzata con Scorpius".
L'aveva detto nel modo peggiore. Senza preamboli e senza dolcezza nel tono della voce, come a volerla ferire. Ma quella era la cosa che meno desiderava. Si morse la lingua con violenza, ma ormai il danno era fatto: nulla poteva cancellare le parole che erano appena state pronunciate. Continuavano ad aleggiare intorno a loro, gelide e crudeli come spade affilate che trafiggevano il cuore. Era come una presenza fastidiosa e sinistra nell'aria.
Mary non parlò. L'assordante rumore del suo cuore spaccato a metà avrebbe coperto ogni parola anche se l'avesse urlata a squarciagola.
Gli occhi le si annebbiarono di lacrime velate, tanto che per un po' il parco divenne una chiazza verde su un cielo tempestoso. Lei però le ricacciò indietro. Non sarebbe più stata debole. Non avrebbe più pianto.
Nello stesso momento in cui ci pensò capì che non ci credeva davvero. Essere forte... non c'era nulla di più lontano e difficile, in quel momento. Era sempre stato così: amori e delusioni, all'infinito. Non era certa che questa volta sarebbe riuscita a rialzarsi, però. Giorni e notti passati a pensare a lui, a quel suo incantevole sorriso... E ora l'aveva perso, per sempre. Era tutto così definitivo che si sentì schiacciata dall'opprimente senso di irreversibile, orribile certezza. Avrebbe voluto strappare via ogni ricordo di lui ma tutti riaffioravano a raffica nella sua mente come per ferirla, per farle ancora più male, procurarle altro dolore. Ma lei non ne sopportava più. Il suo cuore, quel fragile recipiente di emozioni, era pieno fino all'orlo e presto sarebbe scoppiato per la stanchezza.
Improvvisamente però, si unì al dolore una rabbia inaudita e stravolgente. Non avrebbe ceduto così facilmente. La guerra era ancora aperta e lei non aveva quasi nulla da perdere.
"Mary..." sussurrò Rose, stringendole il braccio con la mano tremante.
Lei non la guardò. "Ho perso, Rose. E' fatta." La sua voce era dura, molto diversa da quella dolce e calda di sempre. "Ma devo reagire."
L'amica fece un gran sorriso, rincuorata. "Così ti voglio" disse, orgogliosa.
Mary riprese a camminare verso la capanna di Hagrid.
"Cercherò di riprendermelo" annunciò con decisione.
"Aspetta...che cosa?" domandò Rose, correndole dietro.
Lei si fermò di nuovo. "Sì, Rose. Cercherò di riprendermi Scorpius" disse.
Rose la guardò sconcertata. "Non puoi!" esclamò. "E'...scorretto! E' ingiusto!"
"Ingiusto?" ripetè Mary, infuriata. "Quello che è successo è ingiusto! Io sono innamorata di Scorpius da secoli, non può arrivare lei e prenderselo dopo averlo ignorato per quattro anni! Non lo merita, lo ha fatto soffrire!" urlò.
Rose si fece seria e quando rispose fu con voce gelida e leggermente incrinata. "Sai che ti voglio un bene dell'anima, che sei come una sorella... Ma anche lei lo è. Tu sei la mia migliore amica ma io non potrei fare questo a Lily. Le sono così affezionata... Sai che non posso appoggiarti, vero?"
Mary parve colpita e addolorata, ma finse di riprendersi. "Allora farò tutto da sola" rispose e, sistematasi la borsa in spalla, marciò fino al luogo in cui si sarebbe tenuta la lezione, senza guardarsi indietro.
Rose la guardò allontanarsi, il peso di quell'assenza che, lo sapeva, sarebbe durata fino a una decisione, che già gravava su di lei.
Stava andandò già tutto in pezzi. Era peggio di come aveva immaginato. Ma avrebbe cercato di salvare il possibile. A qualsiasi costo.


 

*  *  *

 

Nel tardo pomeriggio, Lily e Hannah stavano passeggiando nel parco. Erano appena finite le lezioni e prima di andare in Sala Comune per buttarsi a capofitto sulla montagna di compiti da fare, si erano concesse una piccola pausa.
"Da quand'è che non facciamo uno scherzo a Zabini e Goldstain?" stava chiedendo Hannah, giocando con aria annoiata con un ciuffo di capelli stopposi.
"Da oggi, quando abbiamo finito il pranzo, Ann" rispose Lily, sorridendo per l'instancabile voglia dell'amica di cacciarsi nei guai.
Lei sbuffò. "Non era granchè. Uno scherzo da pivelli... Non hanno nemmeno rischiato di morire..." borbottò contrariata.
"Tu sei pazza, Hannah"
"Grazie a Dio, tesoro" ribattè lei, ghignando.
Camminarono lungo la riva del lago con il vento che fischiava loro nelle orecchie. Creavano un contrasto magnifico: Lily era piccola, con i capelli fiammeggianti e gli occhi scuri color castagna; Hannah era alta, i capelli lunghi di un biondo sporco ed espressivi occhi verde chiaro.
Non esternavano mai l'affetto che nutrivano l'una per l'altra. Non ce n'era alcun bisogno. La loro complicità parlava da sè e nessuna delle due amava le smancerie tra amiche, in particolare Hannah. Eppure condividevano tutto e la loro solida amicizia non aveva mai traballato in quei quattro anni.
"Lily!"
La rossa si voltò di scatto sentendosi chiamare e sorrise raggiante alla vista di Scorpius che avanzava verso di lei con il mantello abbottonato fino al mento e la sciarpa stretta attorno al collo.
"Scorpius!" esclamò, stampandogli un bacio a fior di labbra. "Come sono andate le lezioni?"
"Bene, se si esclude che a Incantesimi ho quasi bruciato vivo tuo fratello Al" rispose, dopo aver salutato anche Hannah. "E tu?"
"Benissimo, se si esclude che invece di fare i settemila compiti che ho sono qui a parlare con te e Hannah" disse lei.
Lui sorrise. "Ti aiuto io a farli, tranquilla!"
"Cerca di farli bene, Scorp perché Hannah Watson dovrà copiarli ed è abituata bene" s'inserì Hannah, fingendosi minacciosa. Scorpius scoppiò a ridere e annuì. Da qualche tempo, anche prima che lui e Lily si mettessero insieme, i due avevano legato e preso confidenza. E Lily ne era davvero felicissima.
"Comunque voi andate, piccioncini, io andrò a caccia di Serpeverde. Ci vediamo dopo, ragazzi" salutò allegra.
Lily la fissò, un po' severa un po' divertita. "Hannah, abbiamo tre temi da fare, un disegno per Hagrid e da esercitarci con il Sortilegio Scudo. Conoscendoti come ti conosco, se vai a caccia di Serpeverde torni tra due ore e non fai un bel niente".
Hannah parve indignata. "Ho mai consegnato un compito in ritardo, Lily?"
"No, ma..."
"Io me la cavo sempre, sappilo tesoro" disse sbrigativa e si allontanò con fare altezzoso ma ridendo sotto i baffi.
Non dovette aspettare molto per trovare qualche Serpeverde con cui ridere un po'. Arrivata al Cortile d'Ingresso notò che una di loro, Margaret Willer, stava importunando un Corvonero del primo anno.
"Se non me lo dici, stupido ragazzino..." stava dicendo, minacciosa.
"Giù le mani da lui, Willer" ordinò Hannah, avvicinandosi.
Le due ragazze avevano già avuto qualche lite in passato.
"Fuori dai piedi, Watson" ribattè lei, acida.
"Te la prendi con quelli del primo anno, eh? Voi viscide Serpi continuate a toccare il fondo" commentò, sprezzante.
La ragazza la fulminò con lo sguardo ed estrasse la bacchetta ma Hannah fu più veloce.
"Caput Geminio!" urlò.
L'incantesimo la colpì in pieno e dopo qualche attimo Margaret si ritrovò due testa attaccate al collo.
"Che cosa mi hai fatto, sudicia Mezzosangue?" urlò, stravolta dalla rabbia. La voce risultava amplificata poiché erano state entrambe le teste a parlare.
Hannah rise soddisfatta mentre il ragazzino fuggiva via e proprio in quel momento passò James.
Osservò stupito la scena e capì all'istante cos'era successo. Cosa avrebbe dovuto fare? Avrebbe voluto mettersi a ridere ma poi si ricordò di essere un professore. E un professore avrebbe dato una punizione. Ma non poteva! Era di Hannah che si stava parlando!
Poi ebbe un'illuminazione. Punizione significava tempo extra con Hannah. E tempo extra con Hannah significava James felice. E chi mai non avrebbe voluto un James felice? Sorrise malandrino.
"In punizione, Watson" disse, trattenendosi dal ridere. "Questa sera alle 9:3O".
Lei si voltò a guardarlo, sbigottita. Cosa aveva osato fare James Sirius Potter?! Le sue orecchie le mentivano o davvero l'aveva messa in punizione? Quasi non riuscì a parlare, sconcertata com'era ma quando lui fece per andarsene sbottò.
"James! Voglio dire... Professor Po-...POTTER!" farfugliò, indecisa se rivolgersi a James in quanto professore o in quanto fastidioso rompipluffe di sua conoscenza. Lui scoppiò a ridere e si allontanò ma la ragazza gli corse dietro, infuriata come lui non l'aveva mai vista.
"Fermati subito, Potter!" urlò. "Come osi mettermi in punizione?"
Lui continuò a sorridere, cosa che la fece alterare ancor di più. "Io sono un professore, tesoro e tu stessa credevi che avrei dovuto essere meno indulgente con gli alunni" rispose, con il tono più dolce che riuscì a trovare.
"Non. Chiamarmi. Tesoro, Potter!" sbraitò lei, incutendogli un po' di paura. "E comunque tu non puoi mettermi in punizione per una fattura fatta a una Serpeverde! Tu, quando andavi a scuola, devi averlo fatto mille volte!"
"Quel particolare incantesimo solo 36 volte, nella mia brillante carriera scolastica, Hannah" puntualizzò lui. "Ma è una tradizione di famiglia! Lo faceva anche mio nonno con il suo amico Sirius, me l'ha detto papà. Dovevo pur portare onore ai loro nomi!" spiegò, con visibile orgoglio.
Hannah sbuffò. "Io ho degli impegni stasera, Potter. Non puoi mettermi in punizione!"
"Mi pare di averlo appena fatto" ribattè lui.
"Ma io sono Hannah"
"E io sono James e grazie tante".
Lei avvertì un forte senso di dejavu e gli fece una smorfia.


"Esci con me."
"No."
"Dai, Hannah! Esci con me!"
"Ti ho detto di no."
"Non puoi dirmi di no!"
"Mi pare di non fare altro da tre giorni."
"Ma io sono James!"
"E io sono Hannah, e grazie tante."


"Ah ah" commentò acida. "Ti odio, Potter" disse, cercando di racimolare ogni briciola di disprezzo racchiusa dentro di sè per metterlo in quelle tre parole.
James sorrise amorevolmente e si fermò, insieme alla ragazza che prima gli trotterellava dietro. Si avvicinò tanto quanto bastava affinché il suo sussurro arrivasse alle sue orecchie, ma solo alle sue. Lei non parev agitata o turbata e lo fronteggiò con dura fierezza.
"Non ci credi neanche tu, Watson".


 

*  *  *

 

Quella sera, alle dieci meno venti, Hannah entrò come una furia nella Sala dei Trofei, sbattendo la porta.
James sorrise compiaciuto. "Sei in ritardo, Hannah".
Lei gli lanciò un'occhiata fulminante, di cui chiunque avrebbe avuto paura. "Non osare dire una sola parola, Potter, se non vuoi finire al San Mungo nel giro di dieci minuti" minacciò, gettando mantello e borsa di lato e sedendosi sul pavimento per cominciare a lucidare.
Lui non osò ribattere e per un po' nella vasta sala regnò il silenzio. Gli unici rumori erano lo sfregare del panno sulle varie coppe e il suono metallico di quando queste venivano poggiate a terra.
James non tolse gli occhi da lei neanche per un istante tanto che assimilò ogni dettaglio del suo bel profilo, dei suoi lunghi capelli crespi e della sua pelle bianca. Non si sarebbe stancato mai di osservarla mentre era tutta concentrata sull'argenteria, il suo viso appuntito serio e delicato. Chissà quali pensieri nascondeva... Avrebbe voluto avre l'occasione di scoprirla meglio ma il suo mondo era maledettamente impenetrabile per lui o forse era lei a renderlo tale.
Era così bella nel suo maglioncino azzurro, così perfetta sotto ogni angolatura... Ma era così lontana da lui.
Non aveva mai incontrato una ragazza del suo genere ma più la guardava più capiva che era quella che aveva sempre cercato. Le ragazze non gli erano mai mancate e aveva una certa fama anche per questo, ma non gli era mai capitato di provare il desiderio di stare a guardarne una per tutto il tempo del mondo, di sentire un formicolio allo stomaco quando era davanti a lei, anche senza essere degnato d'uno sguardo. E lei riusciva a fargli provare sensazioni e sentimenti straordinari. Qualcosa che era, possibile? simile all'amore.
In quel momento, per la prima volta, Hannah alzò lo sguardo, distogliendolo dal suo lavoro e notò che lui la stava osservando, assorto.
"Perché mi guardi in quel modo?" chiese. "Non pretenderai mica che pulisca ancora più..."
"No, ehi, calma!" la interruppe James, vedendola surriscaldarsi. Poi si alzò e si sedette sul pavimento accanto a lei, a gambe incrociate.
Lei lo fissò senza capire. "Che stai facendo?"
"Ti aiuto" rispose lui, con semplicità. Con un colpo di bacchetta fece apparire dal nulla un altro panno e inziò a lucidare, lo sguardo di lei ancora puntato addosso. Aprì più volte la bocca per parlare ma senza riuscirci.
"Mi dai una punizione e poi mi aiuti a scontarla" mormorò infine, ancora perplessa, passando meccanicamente il panno su una piccola coppa già lucidissima. Lui annuì senza aggiungere altro. Se avesse saputo il vero motivo della punizione lo avrebbe di sicuro picchiato.
"Sei strano tu" commentò, sorridendo appena. Avrebbe voluto ringraziarlo ma non ci riuscì e tra loro ripiombò il silenzio.
James faceva ben attenzione a non sfiorare il braccio di Hannah anche se era difficile data la loro vicinanza. Il risultato era che non riusciva a pulire bene un bel niente e sembrava che le coppe le stesse accarezzando, non sfregando con lo straccio.
Hannah lo notò e rise. "Non sai nemmeno pulire, Potter".
Appoggiò la mano sopra quella di lui e, stringendola appena, la mosse con forza sulla medaglia che lui stava lucidando.
"Si fa così" disse, con un'alzata di spalle.
James non riuscì a dire nulla ma, senza pensare, sbucò dalla sua stretta e accolse dolcemente la mano di lei nella sua. Si guardarono per una frazione di secondo e poi intrecciarono le loro dita, lentamente. Le mani di James erano affusolate e nodose, grandi e leggermente più scure di quelle di Hannah che erano bianche e magre come tutto il suo corpo. Nessuno dei due riuscì a spiegare quel gesto, eppure per alcuni secondi nè l'uno nè l'altra ritrasse la mano. Quando lo fecero si scambiarono un sorriso e ricominciarono a lavorare come se nulla fosse successo.
"James" mormorò Hannah dopo un po' e le labbra di lui si incurvarono in un lieve sorriso. "Dimmi la verità. Perché mi hai messa in punizione?"
L'intensità del suo sguardo lo colpiva come un raggio di sole bruciante, perciò abbassò il suo e si fissò le ginocchia. Non poteva rispondere con sincerità a quella domanda. Che lei avesse capito tutto? Questo lo preoccupava.
"Volevo farti capire quanto è sbagliato duplicare le teste dei Serpeverde" rispose sogghignando.
"James".
"Okay" mormorò rassegnato. Arrossì prima ancora di parlare. "Volevo passare un po' di tempo...insieme a te".
Anche se lo aveva detto con voce flebile, quelle parole parvero risuonare nella sala come se le avesse urlate ma in realtà stava succedendo solo nella sua testa. Lei lo osservò a lungo, poi il suo volto si illuminò con un sorriso.
"Che idea geniale" commentò, fingendosi ammirata. Poi il suo sorriso sarcastico si trasformò in uno dolce, che raramente si vedeva sul volto di Hannah (soprattutto quando parlava con James Potter).
"Beh" disse. "Allora non sprechiamola questa serata".
James la fissò intontito, incapace di proferir parola. Non riusciva a crederci.
"Pensavi che ti avrei picchiato, vero?" chiese Hannah, ridendo.
"Ma sei una Legilimens?" s'informò lui, spaventato da quanto sapesse.
Lei scosse la testa e continuò a ridere, riprendendo a lavorare tranquillamente. Dopo qualche minuto James ruppe il silenzio.
"Sai che domani voi del quinto anno avrete l'Orientamento Professionale?" disse.
"Orientamento Professionale?" ripetè lei. "Cos'è?"
"Avrete un colloquio con il Direttore della vostra Casa e discuterete del vostro futuro e delle materie da continuare a studiare o da lasciare. Credo che domattina vi daranno dei volantini e dei libriccini che vi aiuteranno. Nel pomeriggio andrete lì a chiarirvi le idee" spiegò. "Tu sai già cosa vuoi fare una volta uscita da Hogwarts?"
Hannah annuì con convinzione. "Quello che stai per diventare anche tu" rispose.

James ne fu palesemente sorpreso. "Un Auror? Vuoi diventare davvero un Cacciatore di Maghi Oscuri?" domandò sconvolto. "E' perché ci sono io, vero?"
La ragazza gli diede un pugno sul braccio. "Ah, sta' zitto!" esclamò, sorridendo. "Quello mi può solo far cambiare idea. Comunque perché ne sei tanto sopreso?"
Lui sgranò gli occhi come se fosse una cosa ovvia. "E' uno dei mestieri più difficili in assoluto! Nel Dipartimento Auror, al Ministero, ci sono pochissime donne!"
Hannah gli lanciò un'occhiata disgustata. "Potter, sei uno schifoso maschilista del c..."
"Ehi!" protestò lui. "Non scadiamo nella volgarità".
"Come sei suscettibile, Potter" mormorò seccata. "Comunque ficcati in quella sottospecie di cervello che le donne sono in grado tanto quanto gli uomini di diventare Auror".
Lui non fece caso all'insulto ma divenne parecchio serio. Guardò intensamente la ragazza e le poggiò una mano sul braccio.
"Hannah, devi pensarci bene. Anche se in effetti sei la più brava del tuo anno in Difesa, questo mestiere è molto, molto pericoloso" disse preoccupato.
Hannah aveva un'aria ribelle. "Lo so" disse. "Ma non sono affari tuoi, Potter. E poi, diciamocelo, se ce l'hai fatta tu, per me sarà una passeggiata".
James sorrise. "Vuoi un'altra punizione, Watson?"
"Altro tempo con te, Potter? Nemmeno un incubo è così terribile!" rispose lei, ridendo.
"Comunque parlavo sul serio!" riprese James, testardo.
Hannah sbuffò spazientita. "James" disse. "Con tutto quello che è successo ad Hogsmeade e tutto il casino in generale ho capito quanto è importante sapersi difendere bene. Lily è stata torturata, stavano per catturarla e la vostra famiglia è ricercata da un pazzo furioso che tenta di farla fuori. Voglio essere utile, contribuire attivamente per mettere fine a tutto questo. Ho bisogno di combattere, di agire per sentirmi utile in questo mondo che troppo spesso finisce inghiottito in dei disastri tremendi. Capisci quant'è importante per me? Sono ben consapevole dei rischi e delle difficoltà ma questo non mi ostacola e non mi spaventa. Mi spaventa invece l'idea di non fare nulla di fronte a tutto questo".
James non l'aveva mai vista tanto seria e convinta da quando la conosceva. Nei suoi occhi era evidente la forza combattiva con cui andava avanti, la fermezza con cui credeva a ogni sua parola. Aveva quasi sedici anni, ma sembrava già una donna, una guerriera, una persona consapevole di quanto ci fosse di marcio nel mondo ma pronta a lottare per ridurre il danno. Una ragazza pronta alla guerra.
Anche lui credeva fermamente nelle parole di lei e anche lui si era sentito invaso da un irrefrenabile desiderio di agire, anni prima. Non aveva più avuto ripensamenti sul fatto che quella sarebbe stata la sua strada. Da quel punto di vista erano straordinariamente simili.
La guardò fiero, sorridendo e lei lo ricambiò.
Era così orgoglioso che avrebbe voluto baciarla, ma si trattenne.
"Diventerai un'ottimo Auror" disse infine, serio ma sorridendo appena.
Lei parve esitare poi sussurrò: "Grazie..."
Scosse appena la testa e si affrettò a continuare a parlare. "Che ci fanno qui due futuri Auror a lucidare vecchi trofei, Potter?" chiese.
Lui parve rifletterci. "Già, facciamo qualcos'altro!" suggerì.
Si alzò da terra e vagò per la sala, in cerca di ispirazione. Poi si bloccò.
"Guarda! E' un grammofono!" esclamò, sorridendo.
"E sentiamo, Potter, che vorresti farci?" domandò Hannah.
"Beh, non è che abbia tanti utilizzi" obiettò lui. "Mettiamo un disco!"
Trafficò per qualche minuto con l'imponente aggeggio, poi si allontanò con un sorriso trionfante stampato in volto, proprio mentre una lenta e melodiosa musica si espandeva per la vasta sala, risuonando potentemente tra le pareti di roccia dura.
James si avvicinò alla ragazza, ancora seduta a terra e dopo essersi scompigliato i capelli con gesto distratto, le porse una mano.
Lei lo guardò interrogativa.
"Ci balli con me, Watson?" chiese James, sorridendo sghembo.
Ad Hannah scappò un sorriso. "Perché no, Potter".
Afferrò la sua mano e si sollevò con grazia da terra con uno svolazzo dell'ampia gonna nera.
Intrecciò le mani dietro la sua nuca e le sentì solleticate dai ciuffi ribelli e neri come l'inchiostro di lui, che stava facendo scorrere le mani sui suoi fianchi. Avvertì un brivido lungo la schiena, ma tendò di ignorarlo, mentre poggiava la testa sulla spalla di James e cominciava a muoversi lentamente sul posto.
Non poteva negare a sè stessa di sentirsi stranamente bene, così vicina a lui. Non poteva.
Allontanò il viso per guardare quello di lui che non riuscì a trattenersi e le accarezzò la guancia con le nocche, sfiorandola appena.
Aveva le labbra leggermente dischiuse e un'espressione di meraviglia dipinta sul volto.
"Potter" mormorò, e non si stupì della sua voce roca. "La mia bacchetta è nella tasca posteriore. Ci vorrebbe un attimo per prenderla e schiantarti".
"Già" rispose lui in un soffio. "Ma io so che non lo farai. E comunque sono pronto a correre il rischio".
Lei non rispose ma si limitò a fissarlo.
"A cosa stai pensando?" domandò James.
"Mi stavo chiedendo perché sono qui a ballare con te, a un palmo di distanza da ogni centimetro del tuo corpo, invece di essere sette piani più su a fare i compiti" rispose lei.
"Forse perché è quello che vuoi".












Note delle Malandrinautrici: Allora, lo so che sono imperdonabile. Ma, per la miseriaccia, non è colpa mia. Il computer, di nuovo rotto. Ma ora, grazie al mio splendido zio ne ho addirittura uno nuovo quindi zero problemi!
Siete fantastici, 58 recensioni. Chi aspettava anche una cosa lontanamente simile? Grazie con tutto il mio cuore.
Beh, qualcosa da chiarire? Mary, ve la ricordate? L'avevamo lasciata al quarto capitolo ed eccola qui, triste ma combattiva.
Divertimento, come sempre a colazione. E poi James e Hannah, e la situazione si fa più intrigante. James, che già aveva una cotta, sta inziando a provare qualcosa di più profondo. E Hannah comincia a grattare la superficie e a scoprire l'anima di James.
Beh, non aspettatevi un gran capitolo dato che gli ultimi sono stati molto ricchi.
Questo era di 18 pagine, mi sono proprio superata!
Beh, non so dirvi quando aggiornerò ma ho già iniziato a scrivere! Abbiate pazienza e capitemi.
Intanto vi mando un bacio enorme e pieno di profondo affetto e mi scuso per l'ora.
Grazie mille e ancora scusate, miei tesori.
Buonanotte,

Simona_Lupin

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Capitolo 19
*** Orientamento Professionale ***


Capitolo 19

Orientamento Professionale



Come succedeva da cinque anni per una sorta di tradizione, quella mattina, quando Lily e Hannah entrarono in Sala Grande per la colazione, trovarono tutta la famiglia riunita in un gruppetto ormai ben noto, con l'unica differenza di Scorpius che era entrato da poco a farne parte.
"Buongiorno a tutti" salutarono in coro, prendendo posto nella panca e gettando le borse strapiene sotto, strette tra le loro gambe. Hannah si lanciò sul cibo senza esitazioni mentre Lily si avvicinò al fidanzato, sorridendo.
"Dormito bene, Lils?" domandò lui, dopo averla baciata dolcemente sulle labbra.
Lei annuì, poi scrutò il giornale che teneva aperto sulle ginocchia.
"E' successo qualcosa?" chiese.
"Nell'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche è stato assunto un ex Mangiamorte. Nel suo ultimo processo ha fatto delle confessioni o roba del genere e l'hanno rilasciato. Adesso lì al Ministero è anche un pezzo grosso. Tira una brutta aria, a quanto pare le cose non vanno molto bene con il nuovo Ministro, sembra che non sia particolarmente competente. Molti si sono ribellati, infatti. Quello lì non è adatto a quella carica così importante, non so cosa sia venuto in mente alla gente quando l'hanno eletto..." disse Scorpius con aria abbattuta.
"Quanto mi manca Kingsley... Non era poi così vecchio, poteva continuare per qualche altro anno..." borbottò Lily mestamente. "E comunque è sconvolgente. Se non possiamo fidarci di chi ci guida, non possiamo fidarci di nessuno".
Scorpius fece per parlare ma si interruppe alla vista dei gufi postini che irrompevano nella Sala cercando i destinatari delle lettere o dei pacchetti che trasportavano. Un gufetto planò verso Lily, atterrando maldestramente sul cestino dei biscotti.
"Questo è il gufo di papà" osservò Hugo. "Leo".
Lily slegò la lettera dalla sua zampetta tesa: era dei suoi genitori. "Papà deve aver usato il gufo di zio Ron" disse, aprendola mentre i suoi fratelli si avvicinavano per leggere.

Cari James, Albus e Lily,

come state? La scuola procede bene? O James è una schiappa come insegnante? Mi piacerebbe proprio vederlo il Re degli Scherzi alla cattedra!
Qui stiamo tutti bene, ci sono anche gli zii Ron e Hermione che vi salutano.
Ron ha rotto di nuovo il vaso che ci ha regalato lo zio Percy, quello che fa sempre cadere a terra e la mamma è andata su tutte le furie, per poco non lo picchiava con la padella. Dovevate vedere la scena! Io e zia Hermione ci siamo sbellicati e la mamma voleva uccidere anche noi.
Come forse avrete letto, però al Ministero non sta andando molto bene, lo vediamo chiaramente anche noi. C'è gente poco raccomandabile e noi cerchiamo di stare all'erta perché la situazione non ci piace per niente.
Niente di cui preoccuparsi, eh? Voi state tranquilli.
Lils, siamo così contenti del fatto che ti sei subito ripresa! Eravamo spaventati a morte. Siete stati magnifici, siamo orgogliosi di voi. Ovviamente niente più Hogsmeade finché questo casino non sarà finito, sono sicuro che lo avrete già capito e accettato bene. Sembrate già adulti e noi siamo davvero fieri. Tre gioielli, ecco cosa siete.
Beh, vi mando i saluti di tutti e voi fateli a Hagrid e Neville. E date un grosso bacio a Hugo e Rose.
Vi vogliamo un bene dell'anima. Scriviamoci spesso. Un abbraccio,

 

                                             Mamma e Papà 
 

I tre completarono la lettura nello stesso momento e si scambiarono dei sorrisi rincuorati. Ricevere buone notizie da casa aveva un valore inestimabile poiché tutti e tre non desideravano altro che la serenità della famiglia.
La faccenda del Ministero però non andava affatto giù a nessuno dei fratelli.
"Ma a che gioco stanno giocando assumendo ex Mangiamorte?" saltò su Lily, osservando con intensità un punto lontano del soffitto incantato che non riusciva neanche a vedere. Da che parte stava il Ministero della Magia? Dopo la fuga di due Mangiamorte da Azkaban, in un periodo difficile come quello, come poteva commettere un passo del genere sapendo ciò che avrebbe comportato? C'era qualcosa che stava nascondendo? Possibile che c'entrasse di nuovo quel mago oscuro? Subito dopo averlo pensato si disse che era assurdo, ma in tutti i modi fu distratta dall'arrivo di Neville, carico di libriccini colorati che davano male alla testa soltanto a guardarli e che non riusciva nemmeno a trattenere sulle braccia.
"Ehi, Neville, aspetta, ti aiuto" si offrì James, prendendo alcuni opuscoli dalle braccia stracariche dell'insegnante di Erbologia, che ne scaraventò il resto sul tavolo.
"Oh, grazie, James" mormorò lui, sorridendo grato. "Tutto bene, ragazzi?"
Tutti annuirono e Lily disse: "Ti salutano i miei genitori".
"E anche mia madre" aggiunse Hannah.
"E anche i miei genitori" concluse Hugo.
Neville rise. "Salutatemi tutti" disse. "Bene. Sono qui per informarvi che oggi i ragazzi del quinto anno avranno i colloqui di Orientamento Professionale".
Seguì il silenzio. Hugo e Lily fissarono Neville disorientati mentre Hannah non pareva per niente confusa e annuì in modo che continuasse a spiegare.
"A un orario stabilito vi presenterete all'ufficio del Direttore della vostra Casa - quindi voi verrete da me - e insieme parleremo della carriera che intendete intraprendere una volta fuori da Hogwarts e delle materie che dovete continuare a studiare dopo i G.U.F.O. per poterci provare, quindi anche di quelle che potete lasciare. Adesso vi darò degli opuscoli che vi saranno utili se avete le idee un po' confuse riguardo al mestiere che volete fare dopo gli studi e nel frattempo vi darò l'orario del vostro colloquio. Dubbi?" chiese infine, sfregandosi le mani.
Loro scossero la testa e aspettarono che venisse dato a tutti l'orario del proprio appuntamento prima di cominciare a discutere di ciò che li attendeva.
"Voi lo sapete cosa volete fare dopo Hogwarts?" domandò subito Hugo, mentre Neville andava a parlare con gli altri Grifondoro.
Lily e Hannah annuirono convinte all'unisono e si scambiarono un sorriso. Era da un mucchio di tempo che ne parlavano, avevano passato pomeriggi interi a programmare il loro luminoso futuro, con descrizioni dettagliate che non riguardavano solo il lavoro ma che andavano dal colore delle varie stanze presenti in casa loro al marito perfetto che entrambe sognavano: il cantante delle Sorelle Stravagarie, la cui età non avrebbe impedito a nessuna delle due di sposarlo e condividerlo senza problemi.
"Pozionista" annunciò Lily.
"Auror" disse Hannah.
"Felicemente sposate con Bertie Jacker!" terminarono in coro, sorridendo.
James, accanto a Hugo, parve infastidito e lo sentirono borbottare: "sono più bello io..." mentre Scorpius esclamava indignato: "Sposata con chi?"
"Oh, ma lui è il marito alternativo, Scorp! Io sono a tutti gli effetti la signora Malfoy" cinguettò allegramente la rossa, baciando il fidanzato un po' più rincuorato.
"Comunque" riprese Hugo serio. "Io non voglio fare proprio niente da grande, non so se mi spiego. Quindi cosa racconto a Neville?"
"Digli che vuoi sposare una donna ricca" suggerì Lily ridacchiando. "Voi cosa volete fare, invece? Cosa avete detto al vostro colloquio?" domandò, rivolgendosi ad Albus e Scorpius, curiosa.
"Cercatore professionista, magari nel Puddlemore United" rispose Al con sguardo sognante.
"Ecco!" esclamò Hugo, sorridendo trionfante come se fosse stato colpito da un'illuminazione geniale. "Portiere! Nei Tornados!"
"Lo zio Ron ti escluderebbe dal testamento" osservò saggiamente James. Ron e Hugo litigavano sempre a questo proposito, perché il padre era un tifoso sfegatato dei Cannoni di Chudley praticamente dalla nascita.
"Me ne farò una ragione" disse Hugo con noncuranza, riprendendo a mangiare.
"E io sarò ricca" s'inserì Rose, arrivando dal tavolo dei Corvonero come sempre accompagnata da Franky.
Lily notò che, malgrado sorridesse, aveva un'aria stanca e abbattuta e si chiese mentalmente cosa diavolo le stesse succedendo. Dov'era finita la Rose amichevole e scherzosa di sempre? Scrutando ogni centimetro del suo viso triste, ogni espressione dei suoi occhi ambrati, non potè che pensare al giorno prima: dal momento in cui le aveva raccontato della sua storia con Scorpius, era cambiata. Ma cos'è che l'aveva scombussolata tanto? La sua mente lavorò frenetica in cerca di una possibile verità, una plausibile spiegazione di quel brusco cambiamento d'umore, finché non potè più ignorare l'inquietante risposta che le attraversava la mente ormai da un pezzo ma che lei continuava invano a cercare di scacciare: possibile che Rose fosse innamorata di Scorpius?
"Io voglio fare il Guaritore" stava dicendo lui, ma i pensieri di Lily erano altrove, fissi su quella possibilità, terrificante già solo al pensiero.
"Tesoro, cos'hai?" sussurrò Scorpius, avvicinandosi in modo che solo lei potesse sentirlo. Lily sussultò al suono della sua voce, così vicina all'orecchio che le arrivava in un caldo soffio. Non osò guardarlo negli occhi ma percepì il suo sguardo puntato addosso, così attento a ogni dettaglio del suo viso che lo sentì bruciare. Se solo avesse incontrato i suoi occhi chiari lui l'avrebbe spogliata di ogni maschera usata per nascondere quei pensieri che la turbavano.
Se si fosse sentita bene come qualche minuto prima avrebbe fatto caso a come lui l'aveva chiamata. Tesoro... Era la prima volta che la chiamava così.
Come le accadeva spesso, sentì una vampata d'amore scorrergli nel corpo, potente come un'onda magnetica.
"Sto bene" mormorò infine, cercando di sorridere, ma Scorpius continuò a osservarla preoccupato, così aggiunse: "davvero".
Decisa a non dare al fidanzato motivo di preoccuparsi si impegnò a comportarsi normalmente: avrebbe parlato con Rose prima delle lezioni.
Solo in quel momento le venne in mente la discussione lasciata a metà con Hannah, quella mattina in Dormitorio.
"Hannah" la chiamò. "Lo sai che non mi hai ancora risposto, vero? E che io pretendo che tu mi risponda, vero?"
La ragazza sbuffò. "Per i boxer di Godric, Lils, non di nuovo!"
"Oh sì. Di nuovo".
"Ma ti ho detto che non ho fatto niente di che, ero in giro!"
"Ann, se non me lo vuoi dire significa che è successo qualcosa. Avanti, voglio sapere dove sei stata ieri sera!"
James sputò un intero sorso d'acqua in faccia ad Albus.
"Grazie mille, fratello... A cosa devo questo atto di gentilezza?" commentò quello sarcastico, asciugandosi il viso con un tovagliolo.
James non gli diede retta.
"Hannah, non farti distrarre dall'idiozia di James, rispondimi!" la richiamò Lily, notando che stava guardando suo fratello con una punta di disprezzo.
"Già, Hannah, non farti distrarre dall'idiozia di James, rispondi" ripetè lui.
"Ti ho detto che non è successo niente!" sbottò lei, mentre James per qualche motivo ridacchiava sotto i baffi.
"Jamie, tu l'hai vista?" domandò Lily. "Per questo ridi?"
"Io?" esclamò lui, come se lui e Hannah non avessero parlato, ballato e litigato per quasi tutta la notte. "Assolutamente no, sorellina! Rido perché magari Hannah è stata bene con qualcuno e non vuole raccontartelo" disse ghignando.
"Zitto un po', Potter" intimò Hannah aggressiva.
"Ma almeno dimmi se sei stata bene come dice James o se è successo qualcosa di brutto!" tentò Lily, guardandola implorante.
Hannah parve rifletterci e infine, con uno sguardo di sfida a James, disse: "Sì... Sono stata bene".
Il ghigno del ragazzo si trasformò in un sorriso stupefatto e Lily ebbe la certezza che intorno a lei almeno tre persone le stessero nascondendo qualcosa.
Determinata a risolvere il più importante dei casi, si rivolse a Rose e in un sussurro disse: "dobbiamo parlare".
Lei la guardò spaventata ma annuì e seguì la cugina, la cui folta chioma rossa ondeggiava visto come camminava di fretta. Si voltò solo per tranquillizzare Scorpius e Hannah, poi riprese a marciare finché non uscì dalla Sala Grande, seguita da Rose che le trotterellava dietro. Arrivata lì e appoggiatasi a una colonna però, non riuscì a dire nulla che assomigliasse a una frase. Come faceva a rivelarle quel dubbio? Non aveva minimamente pensato a come affrontare l'argomento.
"Che succede quindi?" chiese titubante Rose, scrutandola impaurita.
"Oh...ehm... Devo...dovrei chiederti una...una cosa, Rose" tentò, con voce malferma. "Volevo sapere se... Voglio dire, ho notato... Insomma, per l'amor del cielo, vorrei sapere che ti prende!" esclamò infine, sperando che rispondesse di sua volontà alla domanda che non le aveva fatto.
Rose trasalì. In fondo, sapeva benissimo che prima o poi Lily l'avrebbe messa alle strette. Si accorgeva sempre di quando stava male per qualcosa. Non poteva nasconderle niente, la conosceva fin troppo bene e lei non riusciva a sottrarsi al suo sguardo attento, al suo essere così perspicace...
Lily era sua sorella. I segreti che non le rivelava, ben nascosti nelle sue vene, parevano scorrere anche in quelle di lei, in quel sangue così simile al suo da renderle vicine, più di quanto non fossero in realtà.
"Non ho niente" mormorò, senza convinzione.
"Rose, tu sei innamorata di Scorpius?"
La domanda la colpì come un ceffone. Ma cosa diamine stava dicendo? Era così assurdo che scoppiò a ridere di cuore.
"Innamorata di Scorpius? Io? Ma se sto con Franky, Lils!"
"Sì, ma... Da quando ti ho detto..." Non completò nemmeno la frase. Solo ora, dopo averli rivelati, i suoi dubbi le parvero infantili e stupidi. Le sue parole le sembrarono semplicemente ridicole a arrossì. "Lascia perdere, scusa. Sono una sciocca. Ma allora perché stai così, Rose? Non dirmi che non è vero! Lo vedo e lo sento che c'è qualcosa che ti turba. Raccontami tutto, voglio aiutarti".
La sua voce era così dolce e comprensiva che davvero avrebbe voluto confidarle ogni cosa. Il suo cuore scalpitava per stare a contatto con quello che ormai era diventato il suo gemello, il cuore di Lily, in cui aveva riversato paure e sogni, speranze e anima stessa e che non aveva mai smesso di di accogliere qualsiasi cosa avesse bisogno di riporvi.
Avrebbe voluto con anima e corpo gettarsi tra le braccia di Lily, farsi stringere con quell'affetto straordinario che solo lei riusciva a darle e piangere sulla sua spalla, la spalla che aveva sempre libera nel caso lei avesse bisogno di poggiarci la testa che fin troppo spesso aveva strapiena di pensieri.
Avrebbe voluto raccontarle ogni problema, quanto stesse soffrendo per la mancanza dell'amica e sentirsi dire che lei c'era, che tutto sarebbe andato bene.
Avrebbe voluto fare tutto questo come ai vecchi tempi, quando la bambina dai lunghi capelli rossi e quella dal caschetto cespuglioso si confidavano liberamente i loro piccoli problemi e poi si abbracciavano, fiduciose, perché insieme li avrebbero risolti.
Dio, quanto avrebbe voluto trovarsi fuori da quella situazione. Era tremendo sapere che tutto ciò che desiderava e che temeva non dipendeva da lei, ma dalle due persone che più amava, che tiravano i fili della sua stupida marionetta senza capire quanto le facesse male ogni singolo movimento.
Eppure avrebbe potuto mettere fine a tutto, ma una di quelle due persone sarebbe andata via per sempre. E lei non aveva la forza di scegliere. La forza gliel'avevano sempre data loro, ma ora non poteva più chiedergliene. Era sola. E distrutta. E non sapeva rimettere insieme i pezzi del suo stesso cuore, perché erano sempre state loro a farlo per lei.
"Rose..."
Non sopportava più il suo nome pronunciato da lei, con quell'affetto che non meritava.
Stava per scoppiare.
Era sempre stata debole, malferma sulle sue stesse gambe. Una volta c'erano due persone a reggerle, a renderle più leggere. Ma adesso pesavano come macigni e non le avrebbe sopportate a lungo.
Fuggì via, con la dolorosa consapevolezza che non stava correndo da nessuno e che nessuno avrebbe asciugato quelle maledette lacrime.
Nessuno l'aspettava alla fine della strada ma lei era troppo fragile anche per poter finire di percorrerla.
Si nascose da tutti e pianse, la voce di Lily che chiamava il suo nome forte come un tuono nella sua mente.
Avrebbe voluto urlare basta. Ma, ancora una volta, non ne aveva la forza.

 

*  *  *
 

"Ma diavolo si sono cacciate Lily e Rose?" esclamò Scorpius preoccupato. "Sentite, io vado a cercarle". Si alzò dalla panca, prese la borsa e si diresse velocemente fuori dalla Sala con Albus e Frank alle calcagna.
"Vado anch'io. Devo copiare la fine del tema di Pozioni" disse Hugo e uscì di fretta anche lui masticando gli ultimi bocconi di pane tostato.
Hannah e James si scambiarono un'occhiata sfuggente.
"Tu vieni con me, Ann" disse lui, prendendola per il braccio e guidandola fuori dalla Sala. Lei ebbe appena il tempo di acchiappare la borsa e sentì molti studenti mormorare al loro passaggio.
"So camminare da sola da quasi quindici anni, Potter, grazie" disse acida, scrollando il braccio per farsi lasciare. Lui non le diede retta e la mollò solo dopo averla portata in una zona appartata del Cortile d'Ingresso. La fece appoggiare al muro e vi posò una mano anche lui, molto vicina al suo orecchio.
"Si può sapere che diavolo vuoi?" chiese Hannah innervosita.
Lui sorrise angelico. "Voglio sapere come mai non hai raccontato alla tua migliore amica dove sei stata ieri sera".
Hannah quasi sussultò. "Tu vuoi sapere?! Tu vuoi sapere? Ma fatti un calderone di affari tuoi, Potter! E allontanati" aggiunse, cercando di andarsene con aria altezzosa.
Lui però la inchiodò di nuovo al muro e si fece più vicino. Il cuore della ragazza fece un balzo per quell'inaspettata vicinanza e si maledisse mentalmente perché sì, si stava proprio rammollendo.
"Non merito questo trattamento, Watson" sussurrò James, sempre più vicino. "E comunque ti sto solo chiedendo di ripetere ciò che hai detto prima".
Muoveva appena le labbra per parlare, ma la sua voce la faceva rabbrividire inevitabilmente. Oh, Dio. Da quando Hannah rabbrividiva di fronte a Potter per la sua voce invece che per il ribrezzo? Si maledisse nuovamente.
"P-Potter... Non so di cosa tu stia parlando. Ora lasciami andare" mormorò con voce tremula.
James però si fece serio e continuò a guardarla intensamente, non più con spavalderia o aria di sfida ma con una nuova decisione negli occhi.
"Hannah, ho bisogno... Voglio dire, voglio sapere se pensavi davvero quello che hai detto".
"Rettifico: fatti un Lago Nero di affari tuoi!" disse lei, tornando acida.
"Avanti, Ann, devo saperlo!"
"Perché mai?" esclamò senza capire.
"Perché è importante per me".
A quelle parole sussultò davvero e arrossì fino alla punta dei capelli, cosa che con gli altri ragazzi non le era mai successo.
E' importante per me... E' importante per me... 
Quelle parole risuonarono nella sua mente all'infinito assumendo ogni volta un significato sempre più speciale.
"James..."
Lui sorrise, di quel sorriso sincero che Hannah amava vedere sul suo volto e che fece sorridere anche lei.
"Era da tanto che non mi chiamavi così" mormorò lui. "Allora?" domandò poi.
Lei lo fissò e si disse che, dannazione, per una volta doveva, voleva essere sincera con lui, lasciando l'orgoglio da parte.
"James, sai meglio di me che, al contrario di quanto dico...sto sempre benissimo quando sono con te e...insomma...dicevo... Dicevo sul serio".
Ecco. L'aveva detto. Non avrebbe saputo spiegare il perché ma non aveva importanza. Forse era stata quella luce d'entusiasmo negli occhi di lui, o quel suo dolce sorriso. O forse quella voce che l'aveva mandata in tilt per qualche secondo. Non ne aveva idea, anzi, in quel momento, così vicina a lui, non aveva idea proprio di nulla che non fosse lui.
Lo vide completamente spiazzato e non potè biasimarlo dato che solo un minuto prima lo stava odiando.
"Hannah, io..." cominciò a dire, passandosi la lingua sulle labbra secche.
Lei però, imbarazzata, si allontanò da lui e con il viso rosso come un pomodoro, balbettò: "Devo... Storia della Magia...io... Ci vediamo".
Quando la vide svoltare l'angolo, James si appoggiò alla parete e si accorse di essere tutto sudato. Si passò una mano tra i capelli, sconvolto e felice, quando vide spuntare Lily che urlava maledizioni al vento.
"Rose! Hannah! Dove siete, porca miseria, DOVE SIETE? Io impazzisco così, MISERIACCIA
!"
Hugo spuntò da un altro corridoio e prima di correre a lezione, disse alla cugina: "Non abusare del mio permesso!"

 

*  *  *
 

Alle nove in punto di quella stessa mattina, Scorpius si stava dirigendo verso le serre per Erbologia, solo come ogni volta perché i due amici non la frequentavano: Albus, infatti, aveva eliminato tutte le materie superflue, preso com'era dai suoi sogni di giocatore nel Puddlemore United e su Franky l'ereditarietà genetica non aveva funzionato e nonostante i tentativi di Neville di convincere il figlio a seguire le sue lezioni, era stato tutto inutile perché a Franky Erbologia faceva proprio schifo.
Molti studenti erano già posizionati accanto a brutti ceppi contorti dall'aria innocente, ma il gran numero di paragengive e occhiali protettivi sparsi sul lungo tavolo eliminavano in maniera assoluta la possibilità che fossero semplici piccoli alberi innocui. Gli alunni di quella classe, in tutti i modi, li conoscevano molto bene dato che li studiavano sin dall'anno precedente e li stavano ripassando per i M.A.G.O.
Scorpius prese posto nel punto più lontano del tavolo, come faceva sempre, ma questa volta gli si avvicinò una ragazza dai lunghi capelli dorati che conosceva bene.
"Ciao, Scorpius" salutò Mary allegra. "Posso sedermi accanto a te?"
Lui le sorrise di rimando. "Certo, vieni pure".
Mentre lei gettava la borsa sul tavolo entrò Rose nella serra. Lanciò un'occhiata triste nella loro direzione e sedette il più lontano possibile. Aveva gli occhi gonfi e arrossati. Scorpius rimase basito e fissò l'una e l'altra senza capire: per quanto ne sapeva non avevano mai litigato prima di allora.
"Avete...avete litigato?" chiese a Mary, un po' spaesato.
Lei per qualche motivo arrossì. "Oh... Ehm... Sì, abbiamo litigato".
Lui fece per parlare ma il professor Paciock li invitò a iniziare a lavorare con i Pugnaci, perciò indossarono le protezioni e si tuffarono sul ceppo contorto. Quello prese subito vita e parecchi rami frastagliati spuntarono dalla cima, agitandosi come braccia alla cieca e cercando di colpirli. Dopo qualche attimo di lotta si aprì un buco nel centro del tronco e Scorpius tuffò una mano dentro, facendone uscire, dopo una breve ma furiosa battaglia, un baccello verde che pulsava sinistro. Mary gli porse subito una ciotola e lui lo buttò dentro senza tante cerimonie. Cercò di spremerlo con tutte le sue forze e non si accorse che Mary aveva ricominciato a cercare gli altri oggetti verdognoli nell'albero che lottava furioso. All'improvviso, però, la sentì urlare e si voltò di scatto: aveva un taglio profondo che si estendeva per quasi tutto l'avambraccio e il sangue aveva inziato a gocciolare a terra.
"In Infermeria, presto! La signora Parker lo aggiusterà in un attimo!" disse il professore.
"L'accompagno io" si offrì Scorpius e l'accompagnò fuori dalle serre, reggendole il braccio ferito e tutto insanguinato. Era terribile da vedere e doveva farle un male atroce, infatti piangeva silenziosamente.
"Presto passerà, Mary... Sta' tranquilla" balbettò lui, cercando di calmarla.
Arrivarono di corsa in Infermeria e la fece sdraiare su un letto per andare a chiamare la signora Parker. Quando tornò piangeva ancora.
"Sta' arrivando, Mary..." mormorò. Fece apparire un fazzoletto dal nulla e glielo porse, accarezzandole goffamente i capelli. Lei sorrise tra le lacrime e lo prese.
"G-grazie, Scorpius... Sei stato c-così carino..." disse tra i singhiozzi.
Lui sorrise intenerito. "Scherzi? Dovevo lasciarti morire dissanguata?"
Mary diede in una risatina tremula. In quel momento arrivò la signora Parker che corse incontro alla ragazza con volto pallido.
"Signorina Thompson, cos'è successo?" chiese, estraendo la bacchetta dalla tunica.
"Un Pugnacio, signora Parker, le ha tagliato il braccio" spiegò Scorpius.
Lei prese tra le mani il braccio della ragazza e borbottò per un paio di minuti parole incomprensibili. Quando ebbe finito c'era solo una sottile linea chiara al posto della ferita e, a quanto disse l'Infermiera, sarebbe sparita presto anche quella.
"Bene, grazie signor Malfoy, può andare" disse a Scorpius con un breve sorriso prima di allontanarsi.
Lui si voltò a guardare Mary e le sorrise incoraggiante. "Stai bene ora, vero?"
"Sì. Grazie mille, sei stato gentilissimo" rispose lei.
"Non dirlo nemmeno. Ci vediamo presto" salutò, con una strizzatina d'occhio. Lei arrossì e lo salutò con la mano.
Scorpius era stato carino con lei. Era così felice che non sentì più nemmeno molto dolore al braccio.

 

*  *  *
 

Erano le tre del pomeriggio, orario del colloquio di Lily, ma lei era tre piani più giù rispetto all'ufficio di Neville, a discutere con Scorpius che la tratteneva.
"Scorpius, devo proprio andare..." stava dicendo, implorante.
"Ahh, prima voglio un bacio, Lily" rispose lui, sorridendo soddisfatto e trattenendola per un braccio. Lei gli si avvicinò.
"E se ti dicessi che devi aspettare?"
Lui intrecciò le mani con le sue e la spinse finché le sue spalle non toccarono la dura e fredda parete rocciosa. Accostò il viso a pochi millimetri da quello di lei, il cui respiro leggermente accelerato lo accarezzava a intervalli regolari.
La guardò con decisione negli occhi e disse: "Mi hai fatto aspettare più di quattro anni. Non ho intenzione di aspettare ancora".
Lily ebbe il tempo di sorridere prima che lui incollasse le labbra alle sue, baciandola con trasporto e desiderio. Lily rispose con entusiasmo mentre lui affondava una mano nella sua folta chioma rossa e profumata.  
Si baciarono per lunghi istanti, poi, quando non ebbe più fiato nei polmoni, lui la lasciò ma rimase pericolosamente vicino.
Fece scorrere un dito sulla sua guancia, poi scese fino al collo, accarezzandola con un tocco quasi impercettibile. La manica della sua camicetta scivolò un po' sul braccio, lasciando la spalla scoperta.
Lily non disse nulla. Era certa sapesse qual era il limite.
Lui infatti la guardò per un po', poi disegnò con le dita delicate il contorno della sua scollatura. Non era un vero e proprio tocco ma una lenta carezza. Le scoccò un veloce bacio a stampo e risistemò la manica.
"A dopo, tesoro" sussurrò, con voce leggermente roca e si allontanò.
Lily rimase qualche attimo appoggiata al muro, col respiro mozzato, poi corse verso l'ufficio di Neville.
"Avanti" disse, quando ebbe bussato.
Lei si precipitò dentro col viso arrossato. "Scusa, Neville... Sono in ritardo..." ansimò sfinita.
"Non è niente. E' solo qualche minuto. Siediti, riprendi fiato".
Lily si accasciò sulla sedia davanti alla scrivania e aspettò che Neville parlasse. Finì di appuntare alcune cose, poi si rivolse alla ragazza con un sorrise gioviale. "Allora, Lily, dimmi: hai già un'idea di cosa vorresti fare dopo Hogwarts?" chiese.
Lei annuì prontamente. "Mi piacerebbe diventare una Pozionista".
Il sorriso del professore si allargò. "Bene... Allora, per diventare una Pozionista dovrai continuare a studiare Erbologia, perché può essere utile l'utilizzo delle piante nelle Pozioni e tu hai sempre raggiunto ottimi risultati nella mia materia, a differenza dei tuoi fratelli" disse, ridendo. "Poi. Anche gli Incantesimi saranno fondamentali e vedo che hai un Eccezionale. E... Beh, oltre a Pozioni stessa, consiglierei anche Trasfigurazione. Puoi proseguire per il M.A.G.O. senza problemi, se farai bene come sempre nei G.U.F.O.".
La ragazza si rilassò. Adesso era sicura di poter riuscire nel suo intento, di poter realizzare il suo grande sogno. Poteva farcela.
"Grazie infinite, Neville" cinguettò, sorridendo radiosa.
"Di nulla. Puoi andare, Lils" rispose lui pacato.
Uscì dall'ufficio canticchiando allegramente tra sè. All'improvviso le parve che i colori che erano spariti dal mondo quella mattina fossero ricomparsi più sgargianti che mai. Ma, nel profondo, era consapevole di dover affrontare presto il buio più nero.

 

*  *  *
 

Passavano i giorni tra piogge feroci e scorci di raro sole e Scorpius passava sempre più tempo insieme a Mary. Studiavano per ore nella vasta Biblioteca e stavano vicini anche durante le lezioni. Non era raro vederli uscire ridacchiando dalle aule e tutti ormai avevano notato l'intensificarsi della loro amicizia.
Lily studiava moltissimo a causa degli esami, per di più in Sala Comune insieme ad Hannah e Hugo e di conseguenza vedeva il fidanzato solo nelle ore di pasto. Non le piaceva per niente il rapporto che si stava creando tra i due. Aveva paura.
Una sera lo aspettò in Sala Comune fino a tardi, tanto che rimase sola.
"Ciao, Scorp" lo salutò, appena lo vide entrare dal buco del ritratto.
Lui sussultò: evidentemente aveva creduto che la Sala Comune fosse deserta.
"Lils, tesoro, sei ancora sveglia?" chiese, sedendosi nel divano accanto a lei, che annuì. "Ti stavo aspettando" disse.
"C'è qualcosa che non va?" domandò lui.
La ragazza sospirò. "Devo parlarti di una cosa che...mi preoccupa un po'".
Scorpius la scrutò preoccupato e mormorò: "dimmi".
"Ecco..." cominciò Lily titubante. "Ho notato che trascorri moltissimo tempo insieme a Mary. Molto di più di quello che passi con me".
Lui continuò a guardarla, leggermente perplesso e poi disse: "tu studi per tutto il pomeriggio e anch'io, quindi è difficile passare del tempo insieme" mormorò. "Io e Mary siamo amici e...beh, studiamo insieme".
Lily rimase imbronciata e seria.
"Avanti, Lils, non dirmi che sei gelosa?" esclamò Scorpius, incredulo.
"GELOSA?!" sbottò infuriata ma non aggiunse altro e incrociò le braccia al petto. Dopo qualche attimo di silenzio, borbottò, a mo' di scusa: "non fa che guardarti tutto il tempo..."
Scorpius scoppiò a ridere e lei lo raggelò con lo sguardo. "E' vero, non ti stacca gli occhi di dosso! Capisco che sei bello e tutto, ma deve darsi una calmata, tu sei il mio ragazzo!" protestò, puntandogli addosso un dito accusatore.
Il ragazzo sorrise nuovamente. "Sono bello sì..." mormorò, guadagnandosi un pugno sul braccio. "Cercavo solo di sdrammatizzare..."
"Se continua a ronzarti intorno e a guardarti con quegli occhi da pesce lesso, dovrà vedersela con me e allora sì che ci sarà da sdrammatizzare, Scorpius Hyperion Malfoy! Capito? Mi hai capito? Deve capirmi lei, per il suo bene! Deve guardare altrove, ci sono altri fighi al castello, e, peccato per lei, io mi sono presa il più figo di tutti! Deve starti lontana! LONTANA! Tu sei il mio ragazzo, miseriaccia! Il. Mio. FIDANZATO!" urlò, un tantino fuori di sè.
"Hai finito?" domandò cauto Scorpius.
"Potrei continuare".
"Non lo metto in dubbio".
"Non fare tanto lo spavaldo, tu stai al suo gioco!"
"Ma quale gioco?" esclamò, sconvolto. "Ascoltami bene, Lily, portiamo un po' di ragionevolezza a questa conversazione" disse, prendendola per le spalle e guardandola fissa negli occhi. "Io ti vado dietro da quasi cinque anni. Anche quando non sapevi della mia esistenza e quindi io non stavo con nessuno non ti ho mai tradito neanche col pensiero. Ti sogno ogni notte da non so quanto tempo e non faccio altro che pensare a te e a quegli occhi maledettamente belli che ti ritrovi. Non puoi neanche lontamente pensare a quello che hai pensato perché Mary è solo un'amica e, in tre parole, io ti amo".
Solo in quel momento si rese conto che, malgrado provasse quel sentimento da molto tempo, non lo aveva mai rivelato apertamente.
Gli occhi di Lily parvero dilatarsi dall'emozione e gli parve di sentire il suo cuore battere a un ritmo frenetico, molto vicino al suo.
"Mi dispiace" mormorò, imbarazzata.
"Di cosa? Di essere follemente gelosa di me? Nessun problema, tesoro" rispose Scorpius, ghignando.
Lei lo buttò sul divano e lo fronteggiò dall'alto. "Idiota" gli disse, ridendo.
"Ma chi, io? Non avevi detto che sono un figo?"
"Sì. Un figo fighissimo. Un figo da paura, in effetti" convenne Lily.
Si ribaltarono sul divano e risero come matti fino a quando non fece male loro lo stomaco.
"Lily?"
"Mmm?"
"Ti ho già detto che ti amo?"









Note delle Malandrinautrici: Saaaalve, gente! Come state, miei fedeli?
Beh, sono sempre in ritardo, lo so. Ma che volete farci? E' difficile buttar giù bene un capitolo.
Comunque eccomi qui. Avevo detto che sarebbe stato un po' più inutile, ma alla fine ci sono cose abbastanza importanti anche qui.
Diciamo che c'è un po' di tutto: la colazione con tutti, il lato oscuro, un momento di James e Hannah, due di Lily e Scorpius, l'Orientamento Professionale, Rose, Mary e Scorpius... Wow, non me n'ero resa conto! xD
Comunque, beh, ci sono parti di cui sono soddisfatta, altre meno, ma comunque non potevo farvi aspettare ancora, no?
Come avete visto, Hannah subisce un gran cambiamento nel giro di un minuto. xD Nel prossimo vedrete, non vedo l'ora di scriverlo!
Poi, Rose poverina è in piena crisi e non si può biasimarla. E' impossibile uscirne. Sono un po' crudele con lei, lo so. Non maleditemi.
Poi, beh, ora tutti odiamo Mary (compresa io) e anzi vi invito a odiarla! xD
Poooi ancora, Lily e Scorpius. xD Pff, la sfuriata di Lily non so da dove mi sia uscita, quella è pazza! E' stata simile alla madre in quel momento. O alla zia. xD 
Poi. No, basta credo. Hugo e James... Oddio. XD Sono due idioti, ma personalmente li amo.
Ora, i famosi ringraziamenti.
Intanto devo assolutamente ringraziare mia sorella che mi dà una marea di idee geniali e che continua a supportarmi. Inoltre, mi detta anche la storia quando devo riscriverla al computer. xD Quindi: GRAZIE MILLE, perché altrimenti non so che ne sarebbe stata di questa storia.
Poi, voi che siete i miei amorucci cari. xD Insomma, siete mitici! 63 recensioni, vi rendete conto? Io no. xD
E poi ringrazio i 21 che ce l'hanno tra le Preferite, gli 8 che ce l'hanno tra le Ricordate e i 47 che ce l'hanno tra le Seguite!
Grazie, grazie di cuore a tutti voi.
Un bacio, aspetto i vostri pareri, ci tengo.
Ciaooooooooooo!

Simona_Lupin

 

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Capitolo 20
*** Soli ***


Potrei ma non voglio
fidarmi di te.
Io non ti conosco,
ma in fondo non c'è
in quello che dici
qualcosa che pensi.
Sei solo la copia di mille riassunti.


Abbiamo fatto a pugni,
io e te,
fino a volersi bene.




Capitolo 20

Soli




Ormai era entrato Febbraio da un pezzo e le piogge violente e frequenti continuavano ad infastidire gli abitanti di Hogwarts. Raramente il sole faceva capolino dalla gran moltitudine di nuvole nel cielo e quella era una di quelle poche volte. Nella Sala Comune il fuoco scoppiettava allegro, illuminando i volti di chi vi era seduto intorno. Lily era sdraiata sul divano con la testa in grembo a Scorpius e sfogliava con aria annoiata il suo libro di Trasfigurazione mentre lui le accarezzava distrattamente i capelli. Hannah mangiava Cioccorane in un angolo insieme a Hugo, mentre Albus era tutto concentrato su un rotolo di pergamena così lungo che sfiorava il pavimento.
"Guarda, Hannah, riesco a inghiottirne due in un boccone" stava dicendo Hugo entusiasta, mandando giù due Cioccorane in un attimo.
"Ma scommetto che non riesci a farlo con tre!" ribattè lei, ficcandosele in bocca e ingoiandole con qualche sforzo.
Il ragazzo la guardò sbalordito. "Woooow" sussurrò, estasiato.
Al si premurò di lanciare loro un'occhiataccia prima di continuare a scrivere. Lily, invece, gettò a terra il libro un po' malconcio e si accoccolò tra le braccia del fidanzato.
"Al, Hugo, oggi ci alleniamo di nuovo" annunciò, accarezzando il braccio di Scorpius con tocco delicato.
"CHE COSA?" esclamarono i due in coro, sconvolti. Albus aveva fatto cadere la boccetta dell'inchiostro, inzuppando mezzo rotolo di pergamena mentre Hugo aveva rischiato di soffocare.
"Ahh, per l'amor del cielo, siete dei rammolliti! Ma non volete vincere contro quelle Serpi schifose?" domandò Lily, esterrefatta quanto loro.
"Sì, ma è da una settimana che ci alleniamo ogni giorno" obiettò Hugo. 
"E come sperate di vincere senza allenamento?" ribattè la ragazza, piccata. "Tra un'ora, alle 18 in punto vi voglio al campo e niente discussioni" concluse decisa e sentì borbottare Al e Hugo tra i denti parole del tipo fissata, stanchi morti e Quidditchomane.
"Non eravate voi quelli che volevano giocare come professionisti?" domandò la rossa, stizzita.
"Ci ho ripensato" borbottarono in coro, immusoniti.
"Amore, supportami" ordinò, rivolta a uno Scorpius improvvisamente allarmato.
"Ha ragione Lily. Perfettamente ragione" si affrettò a dire, guadagnandosi un bacio.
"Ti vendi per un bacio. Vergognati, vile codardo" inveì Albus, affranto.
"Aaaaaaaaalbus!" arrivò irata la voce di Megan dal piano dei Dormitori. Lui sussultò e scattò in piedi.
"Arrivo, tesoro!" gridò in risposta, correndo da lei.
Lily e Scorpius si scambiarono un'occhiata eloquente.
"Stendiamo un velo pietoso".

 

*  *  *
 

Intorno alle sei del pomeriggio, James passeggiava tranquillo nel parco, quando una voce terribilmente acuta e familiare lo raggiunse, facendolo sobbalzare per la paura.
"JAMES SIRIUS POTTER, VIENI QUI IMMEDIATAMENTE!"
Quando si voltò vide sua sorella Lily arrivare come una furia dal campo di Quidditch, i capelli che parevano vere fiamme e che le incutevano un aspetto terrificante. Arrivò a passo di marcia e parve far tremare anche il terreno sotto i suoi piedi. Non appena fu davanti a James lo prese per la collottola e lo fissò con sguardo truce.
"Che cosa ho fatto?" squittì lui terrorizzato, gettando un'occhiata alla mazza da Battitore che teneva stretta in mano.
"Vai subito a chiamare quel ritardatario menefreghista di tuo fratello e portalo qui!" sibilò. "Gli avevo detto di essere puntuale! Appena arrivo lo uccido con queste mani, oh sì. Se perdiamo contro Serpeverde gli taglio la testa e la appendo in camera mia! CHE COSA CI FAI ANCORA QUI? TI HO DETTO DI CHIAMARLO!" urlò.
"Ma mi tieni per la camicia, Lils" sussurrò James.
Lei lo mollò. "Ah..." mormorò. "ORA VALLO A CHIAMARE E PER TUTTA LA STRADA DI RITORNO RICORDAGLI CHE E' UN IDIOTA!"
Lui corse via spaventato e non si fermò finché non ebbe raggiunto il Dormitorio maschile. Sua sorella lo terrorizzava a volte, proprio come sua madre. Aprì la porta e vide Albus sdraiato sul letto che ascoltava una canzone alla radio.
"Al, Lily dice che devi..." Ma non riuscì a terminare la frase perché la canzone si era fatta largo nelle sue orecchie, paralizzandolo completamente.

Vieni, mescola il mio calderone
e se con passione ti riuscirà
il mio forte amor bollente
questa notte ti scalderà...


Al si rizzò a sedere sul letto, colto in flagrante. 
"Me l'ha regalato la nonna" disse a mo' di scusa con una vocina.
James lo fissò ad occhi spalancati. Arretrò lentamente, tramortito, mentre Al gridava implorante: "No, James! Hai frainteso!"
Chiusa la porta e scese le scale lentamente. Sarebbe rimasto traumatizzato a vita, ne era certo. Si buttò sulla poltrona accanto al camino e tanto era scosso che non si accorse nemmeno di Hannah.
"James, che ti è successo? Hai una faccia tremenda" disse la ragazza, inginocchiandosi sul pavimento accanto a lui per osservarlo meglio. James, però, sembrava aver perso il dono della parola e scosse la testa.
"Dai, raccontami tutto" lo esortò Hannah, preoccupata. 
"L'ho picchiato" mormorò infine, con voce roca. "L'ho educato per anni, gli ho insegnato a essere un vero maschio. Era diventata
una ragione di vita. E ora ha mandato in fumo tutto il mio duro lavoro".
Hannah lo fissò disorientata. "Ma di chi stai parlando?"
"Albus. Vado su e lo trovo ad ascoltare..." Trattenne il fiato prima di dirlo. "...Celestina Warbeck".
"Ahh" disse Hannah. "Sì, la ascolta sempre".
James pareva sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all'altro, quando Al scese dai Dormitori con la divisa da Quidditch e lo sguardo pentito.
"James..."
"Stammi lontano!" urlò il fratello, addolorato. "Come hai potuto farmi una cosa del genere?"
"Mi dispiace, io..."
"Non so se riuscirò a perdonarti" disse con voce teatrale, anche se Hannah era sicura che non stesse fingendo.
Albus se ne andò fissando il pavimento e sparì dietro il buco del ritratto. Nella Sala Comune piombò il silenzio, rotto solo dai miagolii del gattino di Hannah. James gettò un'occhiata alla ragazza e quando abbassò lo sguardo fu lei a osservarlo. Entrambi stavano pensando alla loro strana conversazione di molti giorni prima: da allora non avevano più parlato da soli, nè fatto accenno a quanto era accaduto. Si fissarono le ginocchia per un po', imbarazzati.
"Hannah" disse infine James, cauto.
"Mmm?"
"Sono tutti agli allenamenti"
"Già"
"E ne avranno per molto, credo"
"Quindi?"
"Quindi siamo...soli"
"Potter, dove vuoi andare a parare?"
James arrossì. "Ehm...mi chiedevo se...insomma...magari...non so..."
"Parla!"
"Ti andrebbe di passare la serata con me?"
Hannah trattenne il fiato.
Oh, Dio. Lei e lui. Insieme. Tutta la sera. Soli. Oh, Dio.
"Con te?" chiese.
"Sì, io... Scusa, capisco che tu non voglia... Mi dispiace, non avrei dovuto chiedertelo..." balbettò, sempre più rosso.
"No no" lo interruppe Hannah, sorridendo. "Io... Certo che voglio passare la serata con te".
James si illuminò.
"Sul serio?"
"Sul serio!"
La prese per mano e la guidò fuori dal buco del ritratto, giù per le scale e nel parco.
"Allora, che si fa?" domandò Hannah, entusiasta.
"Io so per certo che ti piace dipingere. Non è così?" disse James.
Lei lo guardò incredula. "Come fai a saperlo?"
"Non lo saprai mai".
La ragazza gli fece la linguaccia, poi le venne in mente una cosa: "Ma come facciamo a dipingere? Non ci sono mica tele a scuola!"
"Ma che dici? Siamo maghi o cosa? Appelliamole, no?"
Hannah si battè un pugno in fronte. Mormorò: "certo..." e si affrettò ad eseguire l'incantesimo. Dopo alcuni attimi sfrecciarono verso di loro due grandi tele e tutto l'occorrente necessario per dipingere.
"Amo essere una strega" commentò Hannah compiaciuta. Si sistemò di fronte alla sua tela bianca e la osservò con sguardo amorevole.
"Guarda che io non sono bravo" disse James.
Lei scrollò le spalle con noncuranza. "Non importa. Dai, cominciamo. E non sbirciare!" lo ammonì.
"Non ci penso nemmeno" rispose lui, mentre iniziava a mettersi al lavoro. Le avrebbe disegnato un fiore di cui non avrebbe mai dovuto sapere il significato segreto. La osservò mentre era tutta concentrata sui pennelli, con quel suo sguardo assorto che avrebbe voluto fosse rivolto a lui. Quanto era bella... Anche lei lo scrutava, di tanto in tanto, lanciandogli un mezzo sorriso che gli riempiva il cuore di un calore straordinario.
"Come sei concentrata" mormorò, facendola sorridere ancora. "Sei bellissima".
Vide la mano che teneva il pennello tremare appena e un lieve rossore tingerle le guance.
"Non farmi distrarre" borbottò, piacevolmente imbarazzata.
"Scusami" rispose James, ridendo sommessamente.
Hannah in tanto rimuginava. Ma cosa diavolo le stava prendendo? Era lì con James Potter, sorrideva insieme a lui, arrossiva ai suoi complimenti e si sentiva dannatamente bene. Eppure non voleva darsi una spiegazione logica, non voleva pensarci troppo. Nel suo cuore si era smosso qualcosa di sconosciuto e non voleva fermarlo per nessuna ragione, non quando la faceva stare così bene. Guardando il ragazzo di fronte a lei, ripensò alle sue parole di molto tempo prima: Spero che tu capisca chi sono davvero. Vorrei che tu scoprissi il vero James. Lì per lì non aveva capito, ma adesso che aveva cominciato a grattare la superficie aveva notato quello che prima non era riuscita a vedere dietro quel bel volto spavaldo. James non era un bamboccio montato. C'era tanto di buono in lui, solo adesso lo capiva.
"Perché ami dipingere?" domandò lui all'improvviso.
"Perché posso trasformare la realtà" replicò Hannah.
"Però vuoi diventare un Auror e lì la realtà ti viene sbattuta in faccia".
"Magari un giorno la realtà che dipingo sarà quella vera".
"Come fai a sognare così in grande e, contemporaneamente a essere così realista?"
"E' importante saper conciliare le due cose".
James la osservò per un po', ammirato. "Sei straordinaria tu" commentò infine.
Lei scosse la testa, sorridendo. Il cielo aveva iniziato a striarsi di rosa.
"Allora, hai finito?" chiese, dopo un po'.
"Sì, ma fa schifo" rispose lui, con una smorfia disgustata al dipinto.
"Peggio per te, significa che ho vinto".
"Non avevi detto che era una gara!"
"Ah, no? Ooops, l'ho scordato. Ho comunque vinto".
James rise e le mostrò il suo operato. Hannah pensò subito che era notevole per un principiante. Erano dei fiori molto particolari, non li conosceva.
"E' molto bello, invece" disse, osservandolo da vicino. "Di nuovo con i tuoi fiori, eh? Questo cosa significa?" chiese curiosa.
Lui arrossì leggermente. "Non...non ricordo... Li ho disegnati solo perché mi piacciono. E' l'Acacia".
Hannah non dubitò che fosse la verità e mostrò il suo dipinto. Ritraeva James, con particolare enfasi sui suoi occhi da cerbiatto. Lui sussultò appena lo vide perché per un momento gli era parso di trovarsi di fronte a uno specchio. Era così realistico da sembrare vivo. C'era della vera magia in ogni pennellata.
"M-mi hai dipinto" boccheggiò. "Grazie... E' semplicemente straordinario".
Lei sorrise soddisfatta e fece sparire tutto con un colpo di bacchetta.
"Li ho portati nel tuo studio" spiegò, poi si sdraiò sull'erba e James la imitò.
"Grazie" disse lei. "E' stato divertente".
Lui sorrise. "Divertente? Non hai ancora visto niente".
Le si avvicinò e insieme rotolarono sull'erba, ridendo a crepapelle. Quando si bloccarono Hannah era distesa a terra, con il ventaglio di capelli biondi sparsi sul prato. James la sovrastava ancora. Alcuni bottoni della camicia bianca erano usciti dalle asole ma lui non vi fece caso. Si appoggiò con un gomito al terreno e strappò dal prato una minuscola margherita sopravvissuta alle piogge, usandola per sfiorare la punta del naso della ragazza, per solleticarle il petto.
Lei sorrise e gliela sfilò dalle dita. La fece scorrere sul suo braccio, tirando su la manica della camicia, poi se la rigirò tra le dita sottili.
"La margherita è l'innocenza" mormorò James, osservandola.
Lei annuì. "Sono importanti per te i fiori?"
"Sì, lo sono" disse lui.
"E cos'altro è importante per te?" Lo scrutò, aspettando una risposta.
"La mia famiglia. E' l'unica cosa che conta, oltre a..." Non terminò la frase.
"A cosa?"
"Lascia perdere" mormorò. "E per te?"
"La mia famiglia" ripetè. "I miei amici e...i miei sogni".
Restarono in silenzio per un po', vicini nel prato immenso, senza voler pensare a nulla. Erano così piccoli sotto quel cielo infinito, così insignificanti sotto quel grande castello, schiacciati da un nuovo sentimento che non riuscivano a riconoscere e che era troppo più potente di loro, del loro volere. Eppure si sentivano leggeri come l'aria che li circondava, felici in qualche strano modo per l'inaspettata vicinanza dei loro cuori. Tutto era cambiato in un attimo, ma forse c'era sempre stato qualcosa che li legava, un qualcosa che lui aveva colto prima di lei e che stavano coltivando insieme.
"James" mormorò Hannah, voltandosi verso di lui. "Perché all'improvviso sto così bene con te? Sei cambiato tu o...sono cambiata io?"
Lui sorrise dolcemente. "Credi che abbia importanza?"
"E' solo che..." Si morse il labbro. "E' strano. Però...bello, in qualche modo".
"Sì" sorrise James.
"Mi avevi detto di scoprire il vero James. Credo di esserci riuscita solo ora. Anche se..." Guardò il ragazzo. "...credo che ci sia ancora molto da capire".
Gli si avvicinò ancora e lo osservò con i brillanti occhi verdi, come se lo vedesse per la prima volta e avesse solo quell'occasione per imparare il suo viso e ricordarlo. Allungò una mano e si insinuò appena sotto la sua camicia, solleticandogli il petto con la punta delle dita affusolate. Il palmo era a contatto con il calore della sua pelle, il dorso con il morbido tessuto candido. 
"Che cosa c'è..." sussurrò, adagiando la mano laddove batteva forte il suo cuore. "...qui dentro?"
Lui trattenne il fiato e pregò il suo cuore affinché rallentasse il battito feroce, ma quello aumentò. Com'era vicina...
Le parole vennero fuori prima che potesse frenarle.
"Principalmente tu" disse, in poco più di un sussurro. Prese delicatamente la mano che gli toccava il petto e la avvicinò alle labbra umide, sfiorandola per tutta la sua lunghezza. Hannah rabbrividì a quel lento tocco ma non abbassò lo sguardo e i due si scrutarono a lungo mentre il silenzio si dilatava tra loro come un'ondata di acqua gelida. Ritrasse lentamente la mano dalla sua e le parve di avvertire ancora le sue labbra che la sfioravano, come se fosse impregnata del ricordo di quella sensazione che, non poteva negarlo a sè stessa, l'aveva fatta quasi tremare.
"James". Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa di fronte alle sue importanti parole, ma non riuscì a pensare a nulla da poter trasformare in frase. Lui parve capirlo, perché sorrise e scosse impercettibilmente la testa, per poi distendersi nuovamente sull'erba. Questa volta fu lei a imitarlo.
"A cosa stai pensando?" domandò, vedendolo serio in viso. 
"A quanto sono figo in quel quadro. Figo quasi quanto l'originale" disse lui.
"Ah, sta' zitto, Potter. Anche Merlino è più figo di te".
"Le sue mutande sono spesso molto originali" convenne James. "E' assolutamente figo. Ma permettimi di dire, con la modestia che grazie al sopracitato Merlino possiedo in gran quantità, che James il Ciclopico non ha rivali. I boxer del vecchio barbuto sono davvero indimenticabili, ma James Sirius Potter in boxer è tutta un'altra storia, mia cara".
Hannah ostentò una smorfia di disgusto per nascondere una risata. 
"Potter, da oggi in poi tu e i tuoi boxer popolerete i miei incubi, lo capisci, vero?"
"I tuoi più bei sogni, vorrai dire" fece lui, parecchio affabile.
"Sei disgustoso, Potter. Già solo la tua vista dovrebbe essere vietata ai minori".
"Il bollino rosso mi renderebbe ancora più attraente".
"Non se te lo appiccicassi sulla fronte".
"Io sono attraente anche travestito da giraffa".
"Solo per le tue amichette pervertite".
"Si da il caso che il mio Fan Club sia stato il più numeroso nella storia di Hogwarts, dopo quello di Sirius, il padrino di papà. Ho battuto anche il nonno!"
"Che impresa, Potter. Ti ho sottovalutato".
"Puoi dirlo forte! Sei ancora in tempo per iscriverti. Ora che sono tornato lo hanno riformato".
"Ma che ci faccio ancora qui? Corro!" disse sarcastica.
Lui scoppiò a ridere ma smise subito. "Sei così diversa dalle altre..."
"E' positivo?" chiese lei.
"Certo. Diversa nel senso di speciale, fuori dagli schemi..." disse.
"Grazie, James" mormorò lei, sorridendo. "Facciamo una passeggiata. Che ne dici?"
"Certo, andiamo" 
Camminarono vicini in riva al lago, i dorsi delle mani che si sfioravano a ogni passo come per confermare all'altro di essere ancora lì, vicino anche col cuore. Era una strana sensazione quella che provavano ora guardandosi, straordinariamente simile all'affetto o forse a qualcosa di più, così diversa da quella che provavano prima che quasi stentavano a riconoscersi a vicenda, a riconoscere i loro sentimenti ma così felici di poterli provare che non esitavano a cullarli nei loro cuori e non pensavano nemmeno ad allontanarli o dissimularli come avevano sempre fatto. Si sentivano completi, insieme. Perché dividersi? Perché allontanarsi? Non avevano senso e non volevano farlo.
Hannah si appoggiò a un albero, le mani dietro la schiena e inspirò l'aria pulita.
"Chi l'avrebbe mai detto?" mormorò sorridendo, più a sè stessa che a James. "Io e te...qui...a passeggiare per il parco...senza litigare".
"E' strano, vero?" convenne lui.
"Già. Ci avresti scommesso?" domandò lei, scrutandolo curiosa.
"Scommesso?" ripetè lui avvicinandosi. "No...ma ci ho sperato immensamente".
Lei trattenne il fiato per la sorpresa. 
Quanto era vicino... Non si era mai accorta di quanto fosse bello, anche se lui lo ripeteva infinite volte.
Fu un attimo e sentì la sua bocca posarsi sulla sua fronte, accarezzarle il naso... Infine le sue morbide labbra si poggiarono su quelle di lei, per sfiorarle in un delicato accenno di bacio che fece balzare il cuore in gola a entrambi. Poi si allontanò e la guardò dubbioso. Di sicuro credeva che lei lo avrebbe picchiato, anche se non aveva voluto esagerare. Ma, al contrario, lei si aggrappò alla sua camicia e lo baciò con passione, cercando di fargli capire quanto era stata importante la sua delicatezza nel gesto di prima, invece della solita arroganza che mostrava ma che non gli apparteneva. Lui rimase talmente spiazzato che sbarrò gli occhi e restò paralizzato per un paio di secondi, con un formicolio che si era impadronito del suo corpo e che minacciava di sopraffarlo. La sua mente si annebbiò completamente e si lasciò andare, infine, a quel bacio meraviglioso che credeva non sarebbe mai arrivato, se non nei suoi sogni. Sentì la sua mano accarezzargli la nuca e provò il desiderio di non allontanarsi mai più da lei, da quelle sue labbra straordinariamente belle, dalle sue dita che lo sfioravano facendolo rabbrividire. La strinse a sè, circondandole il torace e inalando il profumo della sua pelle, mentre lei si allontanava da lui per poi accovacciarsi sul suo petto caldo che andava su e giù a ritmo frenetico. 
"James..." sussurrò, la voce soffocata dalla stoffa della camicia.
"Uhm?" mormorò lui, accarezzandole i capelli.
Hannah si sciolse dal suo abbraccio e lo guardò in viso. "Ce l'hai fatta, alla fine" disse, sorridendo.
"Ne dubitavi? Nessuno resiste al mio fascino, nemmeno Hannah-non-voglio-nessun-ragazzo-Watson" ribattè lui, sorridendo a sua volta.
Lei non poteva sapere che le sue parole di sfida erano la solita copertura. Non poteva sapere che il suo cuore palpitava ancora per quel bacio, che quella notte non avrebbe chiuso occhio per pensare a lei e a quei magici momenti passati insieme. Non poteva sapere che non era mai stato sicuro che lei alla fine avrebbe ceduto, anzi, che non ci aveva mai creduto davvero. Non poteva sapere che si era innamorato davvero, per la prima volta. Ma, d'altra parte, lui non poteva sapere che lei lo aveva capito molto più di quanto credesse. E nemmeno che anche lei si era innamorata.
"Vieni con me" disse a James.
"Dove?"
"Divertiamoci un po'".
Lo condusse verso la foresta, tra gli alberi folti sempre più numerosi e intricati, finché si bloccò e sorrise, apparentemente al nulla.
"Eccone uno" disse allegra, avvicinandosi a chissà che cosa.
"Ma cosa?" chiese James, disorientato, guardandosi intorno con la sicurezza di essersi perso qualche passaggio.
"Thestral" spiegò Hannah con semplicità. Lasciò la sua mano e si avvicinò alla strana creatura scheletrica simile a un cavallo che solo lei riusciva a vedere.
"Chi hai visto morire?" domandò lui, vedendo la ragazza accarezzare l'aria.
"Mio nonno. Era molto anziano. Stavamo parlando e poi...non mi ha più risposto".
"Mi dispiace" mormorò James, continuando ad osservarla.
"Facciamo un giro?" propose lei, facendo un cenno con la testa all'animale con le grandi ali ripiegate e immobili.
"Cavoli, dev'essere strano!" esclamò lui, guardandola dubbioso. "Mi aiuti a salire?"
Lei sorrise e gli porse una mano. Lo guidò verso il Thestral e glielo fece toccare, poi lo aiutò a issarsi sulla sua vasta groppa che ospitava comodamente anche lei. La creatura dispiegò all'istante le ali immense, ricoperte da una sottile membrana e James fissò il vuoto che stava cavalcando.
"Tieniti forte se non vuoi fare un volo di venti metri e spiaccicarti al suolo" consigliò Hannah.
Lui, dietro di lei, le circondò la vita, spaventato. "Non sarei molto bello tutto spappolato..."
"E' quello che penso anch'io" convenne Hannah.
Il Thestral si librò in volo, le imponenti ali che ondeggiavano appena ma che smuovevano l'aria tutt'intorno. James si sentì insieme un idiota e il re del mondo, ma quando l'animale deviò verso destra e lui andò a sbattere contro Hannah, capì di essere principalmente un idiota. Era come volare con le proprie ali, librarsi nel vuoto senza rischio di cadere, con Hannah come unica cosa concreta al mondo. Lei, d'altro canto, sembrava a suo agio, come se cavalcasse cavalli alati tutti i giorni. 
"Ho sempre desiderato cavalcarne uno!" urlò, per superare il rumore del vento nelle orecchie. "Come ti senti?"
"Mi sento un imbecille!" gridò lui in risposta. "Ma non ho mai fatto nulla di più bello in vita mia!"
Lei rise di cuore. Si sentiva libera e felice. Guardò in giù: era tutto minuscolo da lì.
"Ci tengo a ricordarti che tu sei un imbecille!"
"Allora perché mi hai baciato?" chiese lui ad alta voce.
"Perché gli imbecilli fanno andare fuori di testa!"
"Cioè?"
"Tu mi hai fatta andare fuori di testa!"

 

*  *  *
 

Febbraio stava volgendo al termine ed era giunto il giorno della partita più attesa del campionato, soprattutto dai fanatici come Lily, mentre meno da chi doveva sopportarli tra crisi di nervi o di euforia davvero intollerabili: Grifondoro e Serpeverde, rivali da secoli, si scontravano sul campo di Quidditch quel pomeriggio.
"Abbiamo la squadra più forte da anni. Non abbiamo mai perso una partita. Siamo decisi. Siamo convinti di ciò che vogliamo. Siamo motivati. Siamo imbattibili. Siamo..."
"...stufi di sentire la solita solfa a ogni partita" completò Hugo.
Nello spogliatoio di Grifondoro l'aria era tesa: Lily stava facendo il solito discorso d'incoraggiamento alla squadra di cui tutti erano ormai stanchi.
"Ci basta solo volerlo. E vinceremo" recitò Jason, il Cacciatore.
"Concentriamoci. Questa partita è l'unica cosa che conta" citò Albus.
Tutti ormai lo conoscevano a memoria ma nulla riusciva a scalfire la determinazione di Lily nel ripeterlo fino alla fine con la massima convinzione.
"E..." cominciò a dire.
"...non c'è nulla che possa fermarci" la interruppe Sarah, l'altra Battitrice. "Finito?"
"Un'ultima cosa" ribattè lei, infuriata. "Se perdiamo questa partita, sappiate sin da ora che i vostri connotati ne risentiranno e non saranno mai più gli stessi. Ricordate: io ho una mazza e dei bolidi".
E con quest'ultima agghiacciante affermazione andò a indossare la divisa.
Dopo un po', quando si stava sistemando le ginocchiere, qualcuno bussò. Si voltò, pronta a scagliare maledizioni su chiunque fosse venuto a disturbarla, ma si accorse che era Scorpius.
"Posso entrare?" chiese dolcemente, con un sorriso gentile.
"A tuo rischio e pericolo" replicò Lily.
Lui smise di sorridere ma si decise a entrare comunque, cauto.
"Posso augurarti buona fortuna, tesoro?" domandò.
"Non ne ho bisogno! La mia squadra è pronta! E' preparata! Siamo della macchine da guerra! Vinceremo senza problemi, capito? Quelle Serpi rivoltanti si pentiranno non solo del giorno in cui si sono presentate ai provini per la loro schifosa squadra, ma anche di quello in cui sono nate! Le schiacceremo! Dovranno inchinarsi alla perfezione della mia squadra e soprattutto alla grandezza di Godric! Oh, sì, lo faranno! Sarà uno scontro epico! Quell'orrido serpentello di Salazar dovrà vergognarsi dei suoi discendenti! Non hanno possibilità, neanche una! Ne dubiti, per caso? NE DUBITI? Vedrai quando Al prenderà il Boccino a un minuto dal fischio d'inizio, quando Marcus segnerà cinquanta punti, quando farò volare via le teste di quelle sette schiappe in verde e argento! VEDRAI COME VINCEREMO!" urlò.
Scorpius era indietreggiato fino alla parete, terrorizzato dalla follia della sua ragazza. Non osò proferire parola per evitare altri scatti d'ira, ma lei lo spiazzò.
"Mi abbracci, Scorp?" borbottò, come una bambina preoccupata.
Lui si chiese cosa diavolo avesse bevuto, poi la strinse a sè, passandole le dita tra i capelli.
"E se perdiamo?" mormorò sulla sua spalla.
"Ma hai appena detto..."
"Non ascoltarmi" disse lei. "Cioè, ora ascoltami, non prima..."
"Sì, ho capito" tagliò corto lui. "Vedrai che andrà alla grande".
Lei parve calmarsi e lo baciò sulla bocca. Scorpius le prese i polsi e cominciò a baciarla ripetutamente sulle labbra e sul collo, allontanandola verso il muro.
"Non farmi distrarre" mormorò lei, per nulla contrariata. "Ho una partita da giocare".
"E' solo il mio incoraggiamento" rispose lui, sorridendo. Le prese il volto tra le mani e la baciò nuovamente, facendola andare in tilt.
"Tu vuoi farmi impazzire" biascicò.
"Esattamente" sussurrò lui. "Andrà tutto bene, vedrai. A dopo". Le fece l'occhiolino e uscì dalla piccola stanza.
Nel frattempo, nel parco, James e la professoressa Sanders stavano discutendo ancora su chi doveva essere il nuovo arbitro. Lui si era offerto volontario ma lei non voleva dargli il permesso.
"Hai giocato fino a un anno fa!" stava dicendo.
"Ma anche Teddy aveva smesso da poco di giocare" obiettò lui. "Andiamo, professoressa! Chi meglio di me può ricoprire quel ruolo? Sono un intenditore io!"
"Sei ancora troppo preso! E giocano anche i tuoi fratelli!"
"Sarò imparziale, professoressa! Davvero, lei mi conosce!"
"Appunto!"
Il ragazzo assunse un'aria da cucciolo bastonato. "Professoressa! Io sono perfetto per fare l'arbitro! Sono un Grifondoro, sono leale! Avanti!"
Lei sbuffò d'impazienza. "Va bene, Potter. Ma niente favoritismi" concluse, affrettandosi verso il campo con un saltellante James alle calcagna.
Nello spogliatoio, Lily trovò i suoi compagni pallidi e ansiosi.
"Bene. E' ora" disse alla squadra. "Andiamo".
Si misero le scope in spalla e marciarono verso il centro del campo, accolti da fischi acuti provenienti dalla curva di Serpeverde e da fragorosi applausi dei Grifoni festanti.
Lily strinse la mano al Capitano di Serpeverde, un grosso ragazzo dall'aria minacciosa che cercò di stritolargliela, e al fischio di James si alzò in aria.
"E così comincia lo scontro del secolo! La squadra di Potter è compatta e potente, quella di Mallett non proprio..."
"Watson, non cominciare!" sbraitò la Sanders.
"D'accordo, professoressa. Hoffman in possesso di pluffa, allontana Smithers senza difficoltà, va sicuro verso la porta, ma...No! Winston para, maledetto!"
"Watson!"
Lily vide Albus perlustrare il campo parecchi metri più su, mentre si sentì un boato e Hannah annunciò il primo punto per Serpeverde. Si prospettava una partita dura. Anche se le Serpi avevano un solo Cacciatore buono, il Cercatore era un asso e il Portiere aveva parecchio talento, non lo si poteva negare.
Due minuti dopo Marcus e Jason avevano segnato un punto ciascuno e i Grifondoro si erano rianimati appena. Lily spedì un bolide verso il Cacciatore con in mano la pluffa e riuscì a fargliela cadere, avvantaggiando Jason che la acchiappò al volo. Quando si voltò un bolide era a un metro dalla sua faccia e riuscì a tirarlo lontano per un soffio.
James fischiò e si precipitò furioso verso il Battitore di Serpeverde.
"NON SI TIRANO I BOLIDI AI BATTITORI, IDIOTA, SOLO AI CACCIATORI IN POSSESSO DI PLUFFA!" urlò. "POTEVI STACCARLE LA TESTA, DEFICIENTE! RIGORE PER GRIFONDORO!" sbraitò, ignorando le proteste del ragazzo che farfugliava di aver sbagliato bersaglio.
Ma chi gli aveva insegnato il Quidditch? pensò Lily. Anche sua zia Hermione conosceva quella regola.
Paul riuscì a segnare e la folla urlò.
"Trenta a dieci per Grifondoro! Vi sta bene, brutti imbroglioni!" gridò Hannah, senza prestare orecchio alla Sanders. "Bravo, James!"
Lui, dal centro del campo, le mandò un bacio e sorrise.
"Ed ecco Zabini, la Caccatrice di Serpeverde che..."
"Watson!"
"Oh, professoressa, me lo sono sempre chiesta, nel particolare caso di Zabini ci va anche la i? Va bene, mi scusi. E Zabini, ovviamente, non segna! Grande parata di Weasley!"
La folla intonò all'istante il secolare coro Perché Weasley è il nostro Re.
Dopo qualche minuto, in cui Marcus aveva segnato di nuovo, Lily si sentì strattonare la scopa mentre stava per lanciare un bolide verso il Serpeverde con la pluffa. Si aggrappò forte per non perdere l'equilibrio e quando si voltò vide Susy Zabini che ghignava soddifatta. Le tirò una mazzata e lei perse i sensi, precipitando nel vuoto. James fischiò e arrestò la caduta.
"MA INSOMMA! RIGORE PER GRIFONDORO PER ATTACCO IMMOTIVATO AL SUO BATTITORE E RIGORE PER SERPEVERDE PER ATTACCO PESANTE AL SUO CACCIATORE! Che razza di partita... Ma chi me l'ha fatto fare di fare l'arbitro?!"
Con un incantesimo fece rinvenire Zabini e la aiutò a rimontare sulla scopa, poi fischiò. Segnarono entrambe le squadre.
"Cinquanta a venti per Grifondoro! Ancora nessun avvistamento del Boccino. E' uno scontro difficile. I due Cercatori sono straordinariamente bravi ma non hanno ancora dato prova del loro talento" disse Hannah.
Nei minuti che seguirono Grifondoro segnò altri due punti e Hugo parò con ammirevole abilità: era davvero in ottima forma.
Ma ci fu un altro fischio. Pitters, il Cercatore di Serpeverde, aveva dato una spallata ad Al così forte che lo aveva quasi disarcionato dalla scopa.
"...NON L'HAI FATTO DI PROPOSITO? L'HAI URTATO SENZA MOTIVO, PER POCO NON CADEVA DA VENTI METRI D'ALTEZZA, BRUTTO IMBECILLE! RIGORE PER GRIFONDORO!" stava gridando James.
Grifondoro segnò ancora e ancora. Sembravano inarrestabili e Lily spedì un bolide così potente e preciso che si sentì Scorpius urlare dagli spalti: "QUESTA E' LA MIA RAGAZZA!"
Dopo un quarto d'ora il punteggio era di centodieci a quaranta. 
"Evidentemente le minacce di Lily Potter ai compagni di squadra hanno sortito l'effetto desiderato. Grifondoro non ha paura di nulla! Ma guardate! Albus Potter sfreccia tra i Cacciatori, deve aver visto la famigerata pallina dorata!"
E in effetti Al volava come un fulmine con Pitters alle costole, mentre dalla curva rosso e oro si alzava un grande striscione con su scritto: Potter is the way.
Si udì un boato incredibile e Albus sfrecciò verso i compagni con il Boccino che si dibatteva invano tra le sue dita.
James fischiò. "GRIFONDORO VINCE!" urlò, per poi unirsi all'abbraccio collettivo.
La squadra atterrò in campo e si esibì in segno di vittoria verso i tifosi festanti che non si preoccupavano di darsi un contegno, mentre Hannah saltellava come una matta nel podio del cronista, urlando a squarciagola: "ABBIAMO LA COPPA IN TASCA!"
Lily vide il volto di Scorpius spiccare tra gli altri e gli corse incontro, travogendolo con un bacio mozzafiato. Un po' più in là anche Hannah, scesa in campo per festeggiare, stava abbracciando James.
I Serpeverde si affrettarono a uscire dal campo e si sentì Franky urlare: "SI FA FESTA IN SALA COMUNE!"
Lily, guardandosi intorno, con la mano di Scorpius stretta nella sua, pensò che non poteva essere più felice di quanto lo era in quel momento.










Note della Malandrinautrice: Ma salve! Come state, tutti quanti? Tutto bene con l'inizio della scuola?
Spero che questo Capitolo vi piaccia! Quei due si sono baciati, non è bellissimo?
Beh, non credo ci sia nulla da spiegare...
Quindi passo subito a ringraziare! Come sempre la prima è la mia sorellina Rossella, la mia aiutante numero uno!
E voi! 69 recensione, capite? GRAZIE di cuore, siete dei tesori!
Aspetto i vostri commenti!
Un bacio immenso e un grazie infinito per l'affetto e il supporto!
Grazie sempre!
Vostra affezionata,

Simona_Lupin

 

 

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Capitolo 21
*** Il cuore esplode ***


Questo capitolo, come l'intera storia, è dedicato a qualcuno.
A Virginia, la cara LilyGinny, per millemila motivi: perché mi segue davvero ovunque, per le sue recensioni chilometriche che amo alla follia e che sono sempre nuove, sincere e mai noiose, perché mi fa commuovere come non riesco a spiegare, perché non si stanca di me e perché non potrò mai, mai ringraziarla abbastanza per tutto ciò che fa. Non immagini quanto siano importanti per me le tue parole.
Grazie con tutto il mio cuore.
A Hikarucchan, per altri millemila motivi: perché è straordinariamente pazza, perché ride come me davanti al computer, perché parla addirittura di me alle sue amiche che ora la odiano, per i suoi DAAAAH, per i suoi FHGHGDJSFBVJX, per le sue affermazioni sconclusionate, perché mi fa morire dal ridere e perché mi fa piangere di commozione, perché ama il San Scorpius, perché la amo anche e se non conosco nemmeno il suo nome, perché è sempre lì con me, perché ha fiducia in me, perché non mi mette fretta e perché non riesco mai a esprimere quanto grande sia la mia gratitudine nei suoi confronti. Non potrò mai riuscire a dirti quanto tengo alle tue recensioni.
Grazie con tutto il mio cuore.
E poi a chi, da folle, mi segue sin dall'inizio o si è aggiunto dopo con entusiasmo: mrspaciock, mommipotter, silvia94, martachiu_95, ladyselena15, Peyton Sawyer e tutti gli altri che leggono o che hanno recensito anche solo una volta.
E ovviamente a Clara e Giulia, che non sono accanto a me solo qui, ma anche e soprattutto nella mia vita.
A Noth, la cara Elisa, che mi dà ottimi consigli, mi supporta e che cerca di leggermi anche se ha tremila impegni.
E alla più importante, mia sorella Rossella, che E' questa storia e per altri innumerevoli motivi che lei conosce.
GRAZIE
Scusate, ma dovevo e volevo farlo.



 

Perché tu sei cosa bella
e non meriti del male.



 

Capitolo 21

Il cuore esplode





Marzo era arrivato a Hogwarts con un bel regalo per gli studenti di quinto e settimo anno: una nuova, insormontabile montagna di compiti da fare. Ora che il sole cominciava a riscaldare di più le torri e i prati del castello, veniva voglia di star sempre fuori, all'ombra dei grandi alberi o in riva al lago, ma chi doveva affrontare esami difficili a fine anno era costretto a stare rinchiuso in Biblioteca o in Sala Comune, su pile di libri, mappe e pergamene che emanavano noia da ogni poro.
In tutta quella normalissima situazione, però, qualcosa stonava tremendamente: per qualche ragione non nota a Lily, i suoi fratelli la evitavano e non le rivolgevano la parola da quasi tre giorni. James era strano alle lezioni, non faceva più le solite battute spiritose nè aveva quel suo bel sorriso stampato in volto, e ogni volta che lei cercava di parlargli, scappava via con qualche scusa.
Al, invece, diceva che aveva troppo da studiare e stava chiuso da solo in Biblioteca per ore. Persino Scorpius non era quello affettuoso di sempre e Lily stava cominciando a preoccuparsi seriamente.
Quando ne parlava con Hannah capiva che anche lei era turbata, ma non avevano idea di come risolvere o almeno capire quella situazione. Si rassicuravano a vicenda dicendosi che non era nulla di grave, ma ogni notte passavano ore a riflettere e a scervellarsi prima di cadere in sonni inquieti. Entrambe erano arrivate a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non era così: il cambiamento era stato brusco e potente.
Una mattina, Hannah riuscì a bloccare James.
"Si può sapere che diavolo vi prende a te e agli altri?" gli chiese con veemenza.
Lui rimase a lungo in silenzio e la guardò quasi con disperazione.
"Allora?" lo esortò lei, scuotendogli il braccio.
James deglutì. "Io...non posso... Non è niente, davvero. Devo andare..." balbettò, prima di correre via senza che Hannah riuscisse a trattenerlo.
"Aspetta, James! JAMES!" gridò, ma invano.
A pranzo sia lei che Lily erano furiose e abbattute e quasi non rivolsero la parola. Dopo un po' però arrivò Albus, pallido e stanco come sempre negli ultimi giorni.
"Quando vorrai dirmi che miseriaccia ti prende sarà un giorno felice!" lo aggredì la sorella, ormai stufa marcia di quella situazione.
Lui si abbandonò sulla panca e non ribattè.
"Guarda che parlo con te!" s'infuriò lei, ma la sua voce fu sommersa dallo sbattacchiare d'ali dei gufi che svolazzavano confusamente per la Sala. Quello di sua madre atterrò con leggiadria vicino alla brocca del latte, proprio di fronte ad Al e lui lo osservò spaventato per un po', senza osare allungare la mano per prendere la lettera che reggeva sulla zampa. Il gufo aspettò paziente, ma dopo un po' iniziò a stridere infastidito.
"Al, che diamine ci aspetti a prenderla?" domandò Lily senza capire.
Il fratello la slegò e se la cullò tra le mani tremanti, senza aprirla, ma fissandola con sguardo implorante, come se sperasse che svanisse dalla sua presa.
"Vuoi aprirla?" chiese lei, esasperata.
"Ehm...dopo...è tardi...io..." farfugliò lui, nel panico.
Lily gliela strappò dalle mani e la lesse da sola, mentre Al, mandando a farsi benedire ogni buonsenso, implorava disperatamente di non farlo.

Ancora nessuna novità. Spero che presto possiate venire, stanno facendo il possibile, anche se vi ripeto che preferirei di no. Tuttavia non posso impedirvelo. State uniti, siate forti. Vi voglio bene.

                                                                                                                             Mamma.


Lily lesse più volte il breve messaggio, senza riuscire a ricavarne un senso. Guardò disorientata il fratello che la fissava spaventato, mentre James arrivava dal tavolo degli insegnanti, il volto pallido quanto il suo.
"Lily..." biascicò, scambiandosi un'occhiata con Albus.
"Mi spiegate cosa diamine succede?" sbottò lei, al limite della sopportazione.
James sospirò e si passò stancamente una mano tra i capelli.
"Andiamo fuori di qui" disse infine. "Hannah, tu...?"
"No" si affrettò a ribattere lei, decisa. "Immagino che sia una cosa...vostra"
Il ragazzo annuì e condusse i fratelli fuori dalla rumorosa Sala, nel Cortile d'Ingresso, dove si appoggiò al muro con lo sguardo fisso sulle sue scarpe da ginnastica.
"Lily" esordì dopo un po'. "C'è una cosa che non ti abbiamo detto".
"Bene" replicò lei. "Ci sarà tempo dopo per dirvi quanto siete idioti. Ora raccontatemi cosa sta succedendo"
James si sfiorò il labbro inferiore con un dito tremante e capì di dover fare quello che forse avrebbe dovuto affrontare all'inizio di tutto. Eppure, malgrado il coraggio non gli fosse mai mancato, ora si sentiva un codardo, mordendosi la lingua a ogni parola che era intenzionato a dire ma che alla fine non riusciva a pronunciare.  Malgrado avesse affrontato battaglie dure per diventare Auror, mai nulla era stato così difficile. Quando aveva baciato Hannah si era detto che non avrebbe mai più rischiato tanto, ma era arrivato il momento di affrontare la prova più difficile: fare del male a sua sorella, senza la più remota via di fuga.
"Lils" disse. "Quasi quattro giorni fa è successa una...una cosa" Si interruppe, ma lei fece un brusco cenno col capo e lui, dopo un po', proseguì. "Papà è stato attaccato, al Ministero. E' stato colpito da una fattura...una maledizione oscura che i Guaritori non riescono neanche a riconoscere. E' al San Mungo da allora ma è in una sorta di coma e..." Cercò di ritrovare la voce, ma il fratello venne in suo aiuto. "Insomma, Lils, non sappiamo nulla. Se..." Si corresse. "Come si risveglierà, quando... Non dà segni e... E' dura" mormorò.
Okay.
Sì.
Va bene. 
Sì.
Okay, pensò Lily.
Suo padre...in coma... Okay, sì.
Dopo alcuni secondi la rivelazione si fece largo nella sua mente, anche se un tuffo al cuore aveva dato segno di aver recepito il messaggio molto prima. Le ginocchia le tremarono incontrollabilmente e dovette appoggiarsi al muro per non crollare a terra.
Suo padre al San Mungo e non dava segni di vita. Era l'unica cosa esistente al mondo, l'unica cosa importante.
"E' uno scherzo... Uno dei tuoi, James. Sì, stai scherzando..." borbottò.
Il fratello la guardò con una tenerezza disarmante e tentò di sfiorarle il braccio, ma lei lo scansò.
"DITEMI CHE E' UN FOTTUTO SCHERZO!" urlò, scivolando sulla parete per rannicchiarsi sul pavimento di marmo gelido.
Si sentiva svuotata, persa in quel nulla che la opprimeva. Si sentiva schiacciata da un dolore che non conosceva, che era arrivato ancor prima della consapevolezza. Si sentiva una stupidissima idiota lì seduta a respirare appena, mentre suo padre poteva svegliarsi o morire in quel preciso momento, senza trovarla al suo fianco aprendo gli occhi o senza poterla salutare prima di chiuderli per sempre.
Non molti giorni prima, dannazione, solo pochi giorni prima si era sentita la persona più felice del pianeta e ora era lì, senza sapere se piangere di disperazione, ridere per l'assurdità di quella follia, che altro non era che questo o ancora urlare, solo perché non c'era nient'altro che potesse fare.
"James..." sussurrò. "Al... vi prego, vi prego, ditemi che non è vero".
Al strinse i pugni e cercò di abbracciarla ma lei scansò anche lui.
"Voi non mi avete detto nulla" disse. "Lo sapevate da tre giorni e nessuno mi ha detto niente".
"Lils, noi..." cominciò James.
"NON MI AVETE DETTO NIENTE!" urlò. "SU MIO PADRE!"
No, maledizione, no! Non poteva accettare quest'altra delusione, l'avrebbe annientata... Non poteva essere tutto reale. La realtà non era mai stata sgradevole ai suoi occhi.
"Lils, ci dispiace, noi volevamo..." farfugliò Al.
"Volevate cosa?" sibilò lei. "Volevate cosa, di preciso?"
Proteggerti.
Proteggerti da quello che non meriti.
Proteggerti anche se forse sei più forte di noi.
Proteggerti perché sei la nostra sorellina, in fondo.
Ecco cosa avrebbero voluto rispondere, ma riuscirono solo a guardarla in silenzio, il dolore negli occhi. Non c'era mai nulla di facile nella vita. Ed era inutile anche domandarsi perchè. Il perché esisteva solo per non avere risposta.
"Ci dispiace, Lils" sussurrò James.
"NON M'IMPORTA!" sbraitò lei. "Come avete potuto farmi una cosa del genere?"
"Lils, perdonaci, noi..."
"NO!" urlò. "No che non vi perdono! Io non..."
La sua voce prima potente come un tuono si spezzò e grosse lacrime sgorgarono dai suoi occhi scuri e spenti, lacrime che non avevano quasi mai visto sul suo volto. Si raggomitolò su sè stessa e singhiozzò sulla stoffa scura dei pantaloni con tutte le sue forze, come se fosse l'unica cosa che riuscisse a fare. James si inginocchiò accanto a lei e le sfiorò i capelli, ma lei lo scansò ancora.
"VA' VIA!" gridò, la voce soffocata.
Lui ritirò la mano all'istante. Non esisteva strazio peggiore al mondo. La sua mano era a pochi centimetri dal suo corpicino fragile, avrebbe potuto stringerla a sè, ma mai aveva avvertito una distanza talmente invalicabile. Non poteva sfiorarla. Non poteva fare nulla se non maledirsi per il male che le aveva procurato.
Dopo alcuni secondi sollevò il viso straziato di pianto e parlò.
"Voglio vederlo" mormorò. "Che diavolo ci facciamo ancora qui? Andiamo da lui!"
"Non possiamo, Lils" rispose pacato Al. "Ci sono degli infiltrati al Ministero e potrebbero controllare i mezzi di teletrasporto magico. Il Dipartimento Auror sta facendo tutti gli accertamenti possibili e dovremmo saperne di più tra non molto, a quanto dice la mamma".
Lily tirò su col naso. "Ma io ho bisogno di vederlo".
Albus e James si scambiarono un'occhiata. "Anche noi, Lils. Anche noi".


*  *  *
 

C'era ancora tanto sole nel mondo. C'era ancora il vento, c'erano i fiori. C'erano tante creature felici, ovunque. E sembrava impossibile che proprio in quel paradiso ci fosse una persona talmente logorata dentro, che piangeva in silenzio da sola. Sembrava impossibile che quella persona fosse ritornata distrutta nel posto in cui aveva vissuto la più bella emozione della sua vita. 
Lily aveva oltrepassato il varco tra i due massi di nuovo, ma da sola. Nessuno Scorpius al suo fianco, nessuna briciola di felicità dentro di lei.
Nulla era cambiato dall'ultima volta: stesso prato di luminosi fasci d'erba fresca, stessi alberi maestosi, stessi fiori colorari, stesso sole brillante. Nulla era cambiato a parte lei. Perché la ragazza che sedeva sul prato, tra gli alberi e i fiori e sotto il sole, era completamente diversa. Dilaniata dal dolore e dalla delusione, osservava il paesaggio che la circondava attraverso gli occhi velati di lacrime, occhi spenti e vacui, del tutto privi del solito calore. Il vuoto, dentro di lei. Un vuoto dentro il quale stava precipitando.
Si udì il frusciare dell'erba ma lei non si voltò, se non quando udì la voce di Scorpius accanto al suo orecchio.
"Amore" mormorò. Sedette sull'erba accanto a lei e la osservò con attenzione prima di asciugarle le guance bagnate con un tocco delicato delle dita.
"Amore" ripetè, un po' più forte.
"Scorpius..." sussurrò lei. "Come hai fatto a trovarmi?"
"Me lo sentivo" mormorò lui, stringendola a sè con fare protettivo.
Restarono abbracciati in silenzio per un po', lei che piangeva sulla sua spalla senza far rumore, lui che le accarezzava i capelli senza sapere cosa fare.
"Ho paura, Scorp" mormorò lei alla fine.
La fragilità della sua voce lo colpì duro in pieno petto. "Lils, tesoro, tu non puoi crollare proprio ora. Devi...devi essere forte adesso e vedrai che andrà tutto bene. Fallo per tuo padre, che ha bisogno di te... Fallo per me, che ti amo con tutto me stesso".
"Non ce la faccio"
"Devi farcela. Io sono con te"
"Al e James... Loro lo sapevano, lo sapevano...e mi hanno tenuta fuori, come se...come se non fossi anch'io sua figlia"
Scorpius tacque a lungo, troppo a lungo, certo che ora lei avrebbe capito. Difatti si allontanò di scatto da lui e lo fissò con aria meravigliata.
"Tu..." disse. "Tu...tu lo sapevi"
Non glielo aveva chiesto, ma nella sua affermazione c'era comunque una supplica, la richiesta che lui dicesse che no, non l'aveva tradita. Ma in cuor suo sapeva benissimo che non era così e la sua unica, minuscola speranza morì insieme al silenzio di lui.
"Sì" mormorò infine. "Me lo ha detto Al, chiedendomi di non raccontartelo. Noi non volevamo farti star male e..." Ma si zittì, perché il viso di Lily era così carico di delusione che si sentì distrutto.
"Non anche tu" sussurrò. "Per favore, Dio, non anche tu! Tu non puoi... Scorpius... Scorpius, avevi detto di amarmi!"
"E ti amo! Per questo l'ho fatto, ma me ne pento..."
"Scorpius..."
Continuava a sussurrare il suo nome come una preghiera, mentre il dolore la soffocava.
"Scorpius...perché non me lo hai detto?"
"Perché ti avrebbe distrutta e io non volevo che..."
"E COME CREDI CHE MI SENTA ORA? Non solo mio padre potrebbe morire da un momento all'altro e non posso neanche andare da lui, ma anche i miei fratelli e il ragazzo che amo più della mia vita mi hanno tradita! Cosa credi che provi adesso?"
"Lily, ti prego, ti prego, perdonami! Ho fatto una stronzata tremenda, non volevo farti del male, non lo vorrei mai! Ti supplico, Lily..."
Avrebbe potuto urlarle perdono, ma non sarebbe servito a nulla.
"NON AVEVI IL DIRITTO DI NASCONDERMI LA VERITA'! E' DI MIO PADRE CHE STIAMO PARLANDO E TU NON C'ENTRI, NON AVEVI ALCUN DIRITTO!" urlò, reprimendo a forza le lacrime.
"Lo so! Lo so, dannazione... Ora lo so"
"ORA! Ora non ha più importanza!"
"Che importanza vuoi che abbia? Ti sto solo implorando di perdonarmi, che vuoi che sia?"
Non capiva che aveva agito così per lei, di sicuro ingenuamente, ma solo per il suo bene.
Non poteva capire, sommersa com'era dalla delusione e dall'angoscia.
Non poteva che essere arrabbiata con il mondo per ciò che era successo.
Non poteva perdonarlo. Non ora, non così facilmente.
"E' facile ora chiedere scusa!" gridò lei.
"NO che non lo è!"
"E credi che sia facile per me perdonarti? E' così, credi che basti solo volerlo?"
"Non sto dicendo questo!"
Le voci incrinate, continuavano a gridare. Continuavano ad allontanarsi mentre la voglia e il bisogno di star vicini aumentava.
"Se solo bastasse volerlo, adesso sarei abbracciata a te!"
"E allora torna! Torna e mai più, giuro, mai più ti deluderò!"
"Ho bisogno di te..."
"...io sono qui, per te..."
"...ma non posso".
Le lacrime sfociarono nuovamente dai suoi occhi, irrequiete. Spiccò una folle corsa e si gettò tra le braccia di Scorpius, che la strinse a sè così forte da farle male, le mani affondate nella sua carne come ad ancore di salvezza.
Singhiozzò furiosamente sul suo petto, poi si allontanò di scatto e lui la guardò ansioso.
"Ho bisogno..." mormorò. "Devo stare da sola, ora".
Andò via da lui e uscì dal varco. Senza pensare, quasi senza nemmeno accorgersene, cominciò a correre più forte che potè. Le scarpette di cuoio calpestavano con violenza l'erbaccia umida del prato. Il vento era con lei e le trapassava i capelli, scompigliandoli selvaggiamente. Le lacrime cadevano copiose sul suo volto, e a cosa serviva asciugarle o reprimerle? Le scacciò solo perché parevano troppo bollenti, quasi corrosive a causa del dolore che le faceva nascere.
Dopo alcuni minuti iniziò ad avere crampi allo stomaco, per non parlare delle gambe che facevano tremendamente male. Lei però non si fermò. Il dolore fisico era meno atroce della sofferenza che le attanagliava il cuore. Nulla poteva fare più male di quello. Continuò a correre furiosamente.
Voleva fuggire. Fuggire da tutto.
Dalla sua vita, che si stava sgretolando di fronte ai suoi occhi, lentamente per farle provare ancora più dolore, velocemente per non darle il tempo di dirle addio.
Voleva fuggire dal suo corpo maledetto che implorava riposo.
Voleva fuggire dagli amici che le avevano mentito, dagli uomini che aveva tentato di annientare suo padre.
Fuggire era l'unico modo.
Voleva scappare via anche dal cielo, che la opprimeva e la avvolgeva, scuro e impenetrabile, senza lasciarle il respiro. Correva per lasciarselo alle spalle ma quello era ovunque sopra di lei e minacciava di crollargli addosso come quella vita che le aveva donato tanto, un tempo. Era così odiosamente infinito che avrebbe voluto lacerarlo, strapparlo in mille pezzi...
Inspirò l'aria e decise di fermarsi. Desideri dannatamente irrealizzabili la assalirono.
Voleva veder brillare gli occhi verdi di suo padre dietro le lenti rotonde.
Voleva sentire il calore delle mani di Scorpius che stringevano le sue.
Voleva sorridere ai suoi amici e sentirsi dire che andava tutto bene.
Ma in quel momento il bagliore degli occhi di Harry era spento, sotto le palpebre chiuse.
In quel momento, le mani di Scorpius erano fredde e lontane come tramonti ormai passati.
E i sorrisi dei suoi amici erano gelide, pallide imitazioni di una gioia ormai messa da parte e dimenticata.

 

*  *  *
 

Quella sera, James non era andato a cena e se ne stava seduto in riva al lago, da solo.
Si sentiva un oggetto, inutile e dannoso, nelle mani di un qualcosa di più grande di lui che non poteva contrastare.
Suo padre in coma. Ogni volta che ci pensava aveva i brividi ovunque. Come poteva essere successo?
Suo padre. L'uomo che veniva sempre tardi dal lavoro ma sempre con un gran sorriso perché sì, ce l'aveva fatta anche quella volta. L'uomo più tenace e coraggioso del mondo per James, il suo modello migliore.
L'uomo che era sopravvissuto più e più volte al più grande mago oscuro di tutti i tempi.
Lui, Harry, suo padre. E adesso se ne stava sdraiato su un letto, inconsapevole, incosciente di quanto stessero soffrendo così tante persone a causa sua. Ma non voleva credere che tutto si sarebbe concluso male. Non poteva credere che suo padre... No.
Doveva credere nella sua forza ed essere forte anche lui.
Si voltò e vide Hannah attraversare il prato.
"Ann, tesoro!" disse, correndole incontro. "Come sta Lily?"
Lei si fermò e lo fisso con odio dall'alto al basso, incredula.
"Come sta? Vieni a chiedermi COME STA?" urlò. "Come hai potuto farle una cosa del genere?"
"Io..." balbettò lui, disarmato. "Sai bene quanto mi dispiace per..."
"TI DISPIACE?" ripetè lei, già fuori controllo. "E' uno straccio, non l'ho mai vista così e non le passerà facilmente! L'avete distrutta! DISTRUTTA!" 
"L'abbiamo fatto per lei, per cercare di..." tentò di difendersi il ragazzo.
"Sapevo che avresti detto così" lo interruppe lei, stranamente pacata. "Sapevo che ti saresti giustificato così. Non è più una bambina, aveva il diritto di sapere cos'era successo a suo padre!"
James non rispose. Era consapevole di quanto avesse ragione, ma allo stesso tempo lei non poteva sapere, non poteva capire i motivi per i quali aveva agito in quel modo. Una piccola parte di lui aveva avuto l'infantile speranza che sarebbe riuscita a comprenderlo, ma in realtà aveva sempre avuto la certezza che non sarebbe andata così, che non avrebbe condiviso la sua scelta, una scelta che ancora non riusciva a giudicare nè come giusta, o almeno parzialmente, nè come totalmente sbagliata.
"Alla fine sarebbe stato lo stesso..." mormorò.
"NO, INVECE!" ribattè lei infuriata. "In questo momento avrebbe sofferto insieme ai suoi fratelli, dei fratelli di cui poteva fidarsi!"
Quelle parole gli graffiarono il cuore. Non voleva ammettere di essersi sentito ferito dalla verità perciò si disse che era stata la rabbia per la loro falsità.
"Sei uno stupido!" gridò lei.
"Ah, sono uno stupido?" replicò lui, infervorandosi. "Solo perché ho cercato di proteggere mia sorella sono uno stupido? Buono a sapersi, davvero!"
"Hai anche il coraggio di ribattere? Non vedi come si sente adesso? Le hai fatto solo del male, idiota!"
"Tu non capisci niente! Non capisci che ho fatto tutto questo per lei, perché ci tengo più che a me stesso! Non vuoi capire mai nulla!"
"Sei tu che non capisci quanto male può stare la gente per le tue stronzate!"
"Ho solo pensato che sarebbe stata meglio, senza sapere che..."
"No, tu hai pensato solo a te stesso! Non hai avuto il coraggio di dirle la verità e te ne sei lavato le mani, è così!"
"Ma come puoi dire una cosa del genere?"
Si stavano ferendo. Si stavano pugnalando ferocemente senza rendersene conto. Si stavano facendo del male, quando il loro unico desiderio era gettarsi tra le braccia dell'altro e rassicurarsi a vicenda. I loro cuori erano così pieni di sentimenti che non ne sopportavano più. C'era il dolore per ciò che era successo, la frustrazione dovuta agli errori commessi e mai corretti, l'amore che indubbiamente provavano e la delusione per gli ostacoli nella sua crescita.
Stavano scoppiando come fragili sfere di vetro stracolme e le schegge taglienti li trafiggevano facendoli sputare sangue ed emozioni, dure parole che non facevano altro che male.
Eppure se uno di loro avesse mollato la spugna, si fosse deciso ad arrendersi per il bene del loro amore, tutto si sarebbe risolto in un attimo. Ma ci voleva forse troppa forza, una forza che non possedevano quando erano distanti e tutte quelle parole che avrebbero potuto e voluto dire, facili per chi non vi era dentro, erano un qualcosa di lontano e irraggiungibile. Le ricacciarono dentro sè stessi, non dette, mai confessate e preferirono assorbire il dolore che procuravano piuttosto che pronunciarle.
E continuarono a urlarsi cattiverie, senza tregua, senza pensare a dopo, a quanto ne avrebbero sofferto, a quanto se ne sarebbero pentiti. 
"Mi avevi detto di scoprire il vero James. Ma quale vero James? Sei sempre il solito egoista presuntuoso, è questo quello che sei veramente!" continuò lei, stravolta dalla rabbia.
"Tu vedi solo ciò che vuoi vedere. Non sai andare oltre, non sai capire nessuno!"
"Invece tu Lily l'hai capita benissimo! Non hai nemmeno pensato che tutto questo le avrebbe procurato il doppio del dolore!"
A quelle parole, James scoppiò davvero.
"Tu non sai cosa significa avere dei fratelli, delle responsabilità in quanto maggiore! Tu non sai quanto mi detesto per aver fatto del male a lei, a lei che non lo merita! Tu non sai niente! Di me, di quello che provo, di quello che significa tutto questo... Tu non sai niente e non fai nulla per aiutare! Parli e critichi gli altri senza renderti conto di quel che dici!"
Hannah rimase a fissarlo per un po', stordita.
Ma lui stava solo farneticando, si stava difendendo invano per un atto imperdonabile. E le gridava contro stupidaggini e falsità che non avevano alcun senso... Ma mai, mai delle falsità l'avevano ferita così tanto. Perché doveva fare così male? Forse sperava che lui non pensasse davvero quelle cose... No. A lei non importava di ciò che pensava lui. Aveva sbagliato. E non lo avrebbe perdonato. Anche se ne avrebbe sofferto tremendamente. Doveva essere forte, com'era sempre stata.
"Non osare..." cominciò a dire, per poi interrompersi. "Io...credevo di potermi fidare di te... Credevo fossi diverso, in fondo!"
"Lo sono, sei tu che non riesci a vederlo! Ho fatto di tutto per dimostrarti chi sono davvero, quando invece l'opinione della gente non mi è mai interessata! L'ho fatto solo per te, ma tu non meriti niente! Niente!"
Una goccia scese sulla guancia del ragazzo e lui si chiese se le lacrime che stava cercando di trattenere fossero uscite fuori, alla fine. Un attimo dopo, però, si rese conto che era pioggia.
"Non è vero! Mi sono sbagliata su di te... Ho sbagliato a ricredermi..." disse lei.
La stava perdendo. La stava perdendo per sempre, dopo tutto ciò che aveva fatto per averla. Non poteva lasciarla andare così. Doveva abbandonare l'orgoglio. Per lei. Ancora una volta, come sempre, per lei.
Le si avvicinò, rendendosi conto di quanto breve fosse la distanza che li separava quando invece solo un attimo prima gli era parsa enorme. Le afferrò il braccio e le sollevò il viso, costringendola a guardarla negli occhi.
"Ma non mi vedi?" chiese. "Non vedi chi sono? Sono James! Tu mi conosci... Avevi imparato a conoscermi! Hannah..."
"Lasciami" mormorò lei, dura. La sua voce però era fortemente incrinata.
"No. Non voglio" ribattè lui.
"Lasciami, Potter"
Potter. Di nuovo Potter. Ancora Potter. 
Forse non c'era più nulla da recuperare. Forse doveva lasciarla davvero.
"Potter..." sussurrò lui, allontanandosi lentamente da lei.
La pioggia batteva forte su di loro. Il vento rafforzava. Presto si sarebbe portata via anche lei. Lontana da lui. Irraggiungibile.
"Non lo so più chi sei. Non so più nemmeno cosa penso di te, cosa voglio da te..." disse lei, la voce piena di un pianto che non c'era.
"Sono James..." ripetè lui, ingenuamente. "Io...sono... L'unica cosa che devi sapere è che sono una persona che ti ama"
"Devo sapere chi mi ama. Devo sapere chi sei!"
"Ma tu lo sai! So che lo sai, Ann!"
Lei lo guardò a lungo.
Non sapeva cosa fare, cosa credere, cosa scegliere. Cosa lasciare andare e cosa prendere.
Forse doveva scegliere sè stessa e non lui. Ma come sarebbe stata lei senza di lui? 
Non ci sarebbe stata un'altra occasione. Ma lei non era pronta a decidere.
"Forse..." mormorò infine. "Sicuramente tua sorella ti perdonerà. E sicuramente è giusto così". Si interruppe e ascoltò la pioggia. "Ma non io".
Era stata la pioggia a raggerarlo? La pioggia era fuori, però, non dentro di lui. Poteva bagnargli il viso ma non annegargli il cuore. Le prese la mano e lei lo guardò ancora, gli occhi colmi di lacrime e la testa un po' inclinata.
"Ann..." sussurrò lui. Ma lei scosse la testa e lo lasciò. Forse per una volta avrebbe ceduto alle lacrime.
Fuggì via di corsa nel buio della sera, i lunghi capelli fradici di pioggia sporca che le coprivano il viso. Lui si rannicchiò sotto un albero grondante d'acqua, le mani tra i capelli. Non capì nemmeno se il suo viso fosse bagnato di pioggia o di lacrime incontrollabili ma la sofferenza era incisa in ogni lineamento del suo volto e il suo corpo era scosso da singhiozzi violenti. Pianse con tutto sè stesso e continuò a piangere, tremando di freddo e dolore e odiandosi per ciò che aveva fatto e per non aver nemmeno tentato di rimediare. Restò avvolto dalla notte e dalle gocce d'acqua impetuose, che scorrevano sul suo viso intrecciandosi alle lacrime, le parole di lei nella testa che continuavano ad ucciderlo.










Note delle Malandrinautrici: Saalve. Ehm, vabbè, non ci sarà nessuno dato che non pubblico da...uhm...quasi un mese?
Wooow, sono proprio una HUECBEUCBFVBJ. *epiteti poco carini*.
Non so come scusarmi, ma la scuola mi impegna a tempo pieno.
Comunque, ho pochissimo tempo. Questo capitolo stravolge tutto, ogni cosa va a rotoli, tutti i rapporti...
Ho dato poco spazio ad Al e non è spiegato l'avvenimento di Harry, ma ogni cosa a suo tempo... Ci sarà tutto!
Beh, cosa dirvi? Come vedete Lily è più debole di Hannah e non riesce a resistere molto al bisogno di Scorpius. Ma Scorpius è èiù debole di James perché le implora subito perdono, anche se dopo lo fa anche lui.
Beh, scusate se in alcune parti i passaggi sono troppo veloci o scritti male... Non sono molto convinta, ma non sono riuscita a migliorarlo. :(
Scappo và. Scusate tantissimo ancora, non vi merito.
Vi amo.

Simona_Lupin

 

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Capitolo 22
*** Niente si muove ***


Know I try to tell you that I need you. 

Here I am without you. 

I feel so lost, but what can I do? 

[...]

And I break down as you walk away. 

Stay, stay. 

 

Capitolo 22

Niente si muove

 

 

 


Il castello era silenzioso a quell'ora della notte.
La luna era un sottile spicchio luminoso nel cielo scuro e il suo mistico sorriso ipnotizzante era una smorfia insopportabile agli occhi di alcuni, ancora svegli malgrado l'ora tarda.
C'erano persone che stavano soffrendo dentro quelle mura, persone che non riuscivano a ricambiare il sorriso del cielo. Persone che non credevano possibile il fatto che che ci fossero altri felici anche poco lontano da loro, che ripensavano alle risate con gli amici, ai baci appassionati o preoccupati per uno stupido compito andato male, angosciati da sciocchezze quando ad alcuni chilometri da loro c'era un uomo, un padre, una persona sospesa tra la vita e la morte, amata, tanto amata da quei ragazzi ancora svegli.
Lily se ne stava rannicchiata su sè stessa accanto al davanzale della finestra, gli occhi spenti che fissavano il vuoto, colmi di una tristezza disarmante. Hannah, poco lontano da lei, era sdraiata sul letto, nascosta dalle morbide tende di velluto rosso, le urla di qualche ora prima che ancora rimbombavano dentro di lei. E c'era un ragazzo, non molto distante da lì che lottava con sè stesso per non piangere, intrappolato nel suo pigiama azzurro, la mente rivolta al padre che stava per perdere. Mentre Scorpius, d'altrocanto, lui lasciava cadere le lacrime, impotente e fragile come detestava sentirsi. E nel parco vagava ancora James, le guance umide, le mani tremanti, distrutto.
Ma Harry non sapeva nulla di tutto ciò.
Harry non poteva vedere niente in quel momento.
Harry se ne stava disteso su un letto, la mano della moglie che gli toccava il petto e le lacrime di lei che gli bagnavano il viso, scivolandogli addosso senza far rumore, di nuovo.
 
 
*  *  *


La mattina dopo James arrivò trafelato al dormitorio di Albus, una lettera stretta in mano.
"Al!" chiamò, irrompendo nella stanza. "Possiamo andare al San Mungo, è tutto sotto controllo. Zia Hermione verrà a prenderci tra un'ora nell'ufficio di Wilson con una Passaporta speciale".
Il fratello annuì e cominciò frettolosamente a prepararsi.
"Come facciamo a dirlo a Lily? Non si può entrare nel dormitorio delle ragazze" disse da dentro il bagno.
"Vado a vedere se scende, ci incontriamo giù in Sala Comune" rispose James correndo fuori.
Aspettò qualche minuto buono ai piedi della scaletta del dormitorio femminile, le ragazze che scendevano che lo fissavano curiose, quando fu Hannah a pararglisi davanti, la borsa in spalla e il viso pallido di chi non ha dormito.
Si guardarono per alcuni secondi, in silenzio, poi lei parlò.
"Ti serve Lily?" domandò con voce gelida.
Lui avvertì un dolore al petto osservando la freddezza nei suoi occhi verde chiaro.
"Io...sì" mormorò.
"Non va a lezione quindi...vado a chiamartela. Ci sono novità?"
"No...No, ma andiamo al San Mungo tra un'ora" borbottò lui.
La ragazza annuì appena e si voltò verso i gradini, quando lui la richiamò.
"Hannah" sussurrò. "Hannah, ti..."
"Lasciami stare" mormorò piano lei, stancamente, senza neanche voltarsi.
Lui rimase ad osservare i suoi capelli un po' disordinati, le labbra dischiuse, incapaci di pronunciare altre parole, altre inutili scuse, altre preghiere insensate. La guardò allontanarsi, il peso della consapevolezza di averla persa, persa senza mai averla avuta davvero, che gravava su di lui sempre di più.
"Andiamo al San Mungo?" arrivò una voce, dopo un po'.
Lui alzò lo sguardo su sua sorella, il viso stanco ma ora acceso da un po' di nuovo rossore.
"Sì, tra meno di un'ora"
Lily annuì e corse al dormitorio, senza una parola.
Circa un'ora dopo i tre fratelli erano seduti di fronte alla scrivania nello studio del preside, che li osservava con le mani congiunte come in preghiera.
"Che ore sono?" domandò per l'ennesima volta James, brusco.
"Le nove e dodici, signor Potter" rispose pazientemente l'anziano preside.
"Ma erano le nove e dodici anche...! Mi scusi, signor Preside" si affrettò a borbottare.
Nei tre minuti che seguirono gli unici rumori furono i sospiri di James e i ticchettii metallici degli oggetti del vasto studio, quando un'abbagliante e improvvisa luce bianca lo invase e Hermione Granger apparve barcollando sul posto con un vecchio guantone stretto in mano. Si guardò attorno e abbracciò rapidamente i nipoti, i quali notarono che aveva gli occhi arrossati come chi ha pianto a lungo e senza mai fermarsi.
"Buongiorno, signor Preside" disse, un po' stordita. "La...?"
"E' quella spazzola, signora Weasley" rispose Wilson, mentre lei gettava un'occhiata al ritratto di Silente appeso al muro. "Parte tra un minuto".
"Hugo e Rose, loro non...?"
"Non ora" rispose Hermione in direzione di Albus. "Ora mettete un dito su questa Passaporta e... Grazie mille, Preside. Buona giornata".
"Arrivederla".
Un attimo dopo i quattro si sentirono strattonati per l'ombelico e vorticarono tra spazi e colori indefiniti finché non sentirono la terra sotto i piedi. Si trovavano nei pressi di un grande magazzino chiamato Purge & Dowse, Ltd. Spessi strati di polvere ricoprivano il pavimento appena visibile aldilà delle vetrine e i manichini avevano un aspetto assai malconcio. Hermione si avvicinò a uno tra i più brutti e gli parlò a voce bassissima. 
"Dovremmo vedere Harry Potter" sussurrò.
Il manichino, con enorme stupore dei tre ragazzi, annuì appena e fece segno di entrare malgrado i grandi cartelli con scritto Chiuso per ristrutturazione.
Penetrarono dentro quello che pareva un negozio attraverso il vetro, parete che loro avvertirono solo come un velo d'acqua gelida, per ritrovarsi in una vasta sala piena e rumorosa, dove file di maghi e streghe stavano seduti con aria ansiosa.
Alcuni attiravano decisamente l'attenzione: chi aveva parti del corpo che cambiavano colore, chi sputava di continuo bolle di sapone e chi ancora aveva arti di animali.
Maghi e streghe in vesti verde acido rivolgevano loro domande per poi appuntarle su tavolette e portavano un simbolo sul petto: una bacchetta e un osso incrociati.
Il quartetto si avvicinò alla signorina mora addetta alle informazioni e dopo un paio di persone vi fu davanti.
"Salve... Dobbiamo vedere Harry Potter e..."
"Sempre quarto piano, corsia ottantaquattro. Il prossimo!" disse la strega.
Si allontanarono in direzione delle scale ed Hermione parve più volte sul punto di dire qualcosa, vuote parole di consolazione, forse, ma alla fine si morse il labbro e di limitò a osservarli con tenerezza, incapace di fare altro.
Quando svoltarono alla giusta corsia si sentirono delle voci: alla fine del corridoio Ron litigava aspramente con una decina di persone, tutte armate di tavolette o macchine fotografiche professionali.
Si avvicinarono di corsa e le urla presero forma.
"...SE NON ANDATE VIA IMMEDIATAMENTE, VI AFFATTURO TUTTI!" stava sbraitando Ron ai giornalisti, sempre più insistenti.
Quando arrivarono si fiondarono su di loro.
"Come avete reagito alla notizia?"
"Cosa rappresenta vostro padre per voi?"
"Signora Weasley, cos'è successo davvero la notte di cinque giorni fa?"
Lily li fissò, disgustata. Sui volti agguerriti non c'era nessuna traccia di umanità, parevano non capire che dietro quella porta ci fosse una persona, prima che il salvatore del Mondo Magico, che rischiava di perdere la vita, di andarsene per sempre. Non un briciolo di sensibilità dentro di loro, un pizzico di ovvia e naturale comprensione.
Hermione strinse piano il braccio del marito, scossa.
"Calmati..." gli sussurrò. Lui smise di urlare e fu lei a parlare al gruppo di giornalisti.
"Andate via" mormorò. "Harry Potter è in pericolo di vita, non c'è altro da sapere. Andatevene subito".
Gli uomini si allontanarono in silenzio ed Hermione si gettò tra le braccia del marito che le diede qualche pacca sulla spalla finché non lo lasciò.
"Io torno tra un po'. Devo fargliela vedere a quelli che hanno fatto entrare questi qui" disse sbrigativo. "Ragazzi" aggiunse poi, abbracciandoli con affetto. "Sentite. Papà...è forte. Lo conosco da una vita e sono sicuro che ce la farà, quindi...andrà tutto bene".
Non era un tipo da fare discorsi d'incoraggiamento o capace di modellare parole di consolazione, ma la luce nei suoi occhi azzurro chiaro, il tono impacciato, il gesto che aveva fatto per loro riuscirono a rincuorarli un po' e annuirono, fingendosi più convinti di quanto in realtà non fossero.
Hermione li guardò interrogativa prima di aprire la porta. Alla fine sospirò e entrò per prima. 
Era una stanza ampia e completamente bianca, con una sola piccola finestra alla parete sul fondo. Non ebbero il tempo di vedere nulla perché Ginny corse a stringerli tra le sue braccia, il volto bianco come le mura che li circondavano.
"Mamma..." mormorò Lily.
Lei dopo un po' li lasciò e solo allora riuscirono a vederlo: Harry se ne stava disteso sull'unico letto occupato, gli occhi chiusi come se dormisse, liberi dei soliti occhiali rotondi che erano poggiati sul comodino. Il suo volto era mortalmente pallido ma le sue labbra ancora scarlatte... Pareva che sorridesse appena.
A Lily sfuggì un singhiozzo. Si avvicinò a suo padre, rendendosi conto solo in quel momento della presenza di Teddy che stringeva la mano di Victoire, un gran pancione in mostra.
Le lacrime cominciarono a scendere e non riuscì più a guardarlo, perciò si buttò tra le braccia di Teddy e si fece stringere da quello che per lei era un fratello.
"Vuoi parlare con papà, Lils?" chiese sua madre, la voce incrinata. "A lui farà bene".
Lei annuì, così tutti si allontanarono e uscirono dalla stanza, lasciandoli soli.
Era dura guardarlo. Troppo difficile pensare di sfiorarlo. Doloroso parlargli quando sapeva che non poteva sentirla.
Ma doveva farcela, per lui.
"Papà" mormorò, e subito cadde un'altra grossa lacrima. "E' ora di alzarti".
Gli strinse una mano tra le sue e si decise a continuare.
"Lo so che ce la farai. Sei l'uomo più coraggioso del mondo..."
Ed era vero.
"Abbiamo bisogno di te".
Ne avevano bisogno davvero.
"Non puoi andartene così".
E se l'avesse fatto?
"Devi essere tu a vincere, di nuovo".
Anche quella volta.
"Ti prego".
Lui non poteva sentirla. 
Per qualche secondo lei non parlò, e pianse.
"Ti ricordi..." mormorò. "Quando io, Al e James ci sedevamo intorno a te per farci raccontare le tue storie? James ti prendeva sempre in giro quando ti sacrificavi per gli altri, ma noi sappiamo che anche lui l'avrebbe fatto..."
Sorrise. Un piccolo sorriso acquoso, fatto di ricordi e nient'altro. Sparì in fretta, però.
"E Al... Al ancora non ci crede che siete davvero scappati su quel drago..."
La stretta divenne più forte.
"Ci racconterai anche questa, papà. Lo so".
Era semplice dire bugie. Dire che era certa che ce l'avrebbe fatta, ancora. Le bugie facevano meno male, alleviavano il dolore che si impossessava del corpo e della mente. Bugie come questa. Perché il dolore e la paura non riuscivano a placarsi, a lasciarle l'attimo di un bel respiro e nessuna bugia e nessuna verità avrebbero potuto rasserenarla.
Le mani fredde di suo padre non rispondevano alla stretta.
Ma tra poco avrebbe aperto gli occhi.
Stava immobile sulle coperte intatte.
Ma presto si sarebbe mosso, l'avrebbe abbracciata.
E così bugie e verità si alternavano e si mescolavano, confondendosi in una macchia di angosciosa tristezza, ed era un ciclo che non aveva fine perché nulla si muoveva e non c'era modo di cambiarlo. Bisognava aspettare. E stava qui la frustrazione.
L'unica cosa certa era che non riusciva più a stare lì. Lasciò la sua mano, lo guardò per un attimo prima che gli occhi le si inondassero di lacrime e uscì dalla stanza.
Sua madre aveva la testa appoggiata alla spalla di James e stringeva la mano di Al. Ron, che era tornato, le gettava occhiate cariche di preoccupazione mentre accarezzava il capo di Hermione. Mentre Teddy... lui era assente, lo sguardo perso in chissà quali pensieri.
"Mamma, ti lascio per un po'" sussurrò Albus. "Torno tra poco".
Si alzò ed entrò nella stanza. Istantaneamente chiuse gli occhi e parve molto più piccolo di quanto fosse in realtà. Ma doveva essere coraggioso. Li riaprì e sedette sullo sgabello accanto al letto, il pianto in gola che lottava per liberarsi.
"Ehi" sussurrò. "Papà".
I capelli scuri erano ancor più spettinati del solito.
"Perché non apri gli occhi? Sei stanco dal lavoro e ti stai facendo una bella dormita, eh? Sì, sono sicuro che è così..."
Sorrise e annuì piano. Poi scoppiò a piangere.
"Papà, svegliati..." singhiozzò. "Per favore, papà..."
Perché non apriva gli occhi? Ne aveva passate così tante, come poteva una maledizione annientarlo così? Non poteva succedere... Suo padre era sempre stato così tenace, così forte... Mai una volta l'avevano visto abbattersi. E ora vederlo abbandonato su quelle lenzuola, il respiro lento e stentato, lo uccideva. Completamente.
"Io ti voglio bene, papà... Noi tutti te ne vogliamo davvero tanto..."
Lui doveva saperlo. Doveva esserne sicuro, era importante. Ma non poteva sentirlo. Anche se gliel'avesse urlato a squarciagola, lui sarebbe rimasto lì, silenzioso e immobile. E a nulla serviva il fatto che suo figlio fosse lì a stringergli la mano tre le proprie, a piangere senza freni, a tremare di frustrazione, perché il dolore che stava provando non sarebbe mai bastato a svegliarlo dal suo odioso sonno, non avrebbe potuto ridargli la vita, spingerlo ad aprire gli occhi per poterlo abbracciare ancora.
No, non bastava l'amore e neanche il dolore. Purtroppo no.
"Papà..." mormorò ancora. "Ti ricordi...ti ricordi quando mi hai detto quella frase, quando ero bambino? Piangi e sfogati quanto vuoi ma sii coraggioso, perché solo allora il tuo cuore ti aiuterà... Beh, la dico a te, papà. Sii forte come sei sempre stato e qualcuno...qualcuno lassù ti aiuterà. Ne sono certo".
Si alzò e lo sguardo gli ricadde sugli occhiali posati sul comodino. Li prese e glieli infilò delicatamente. Poi sorrise.
"Ecco il mio papà".

 
*  *  *
 
Lily piangeva. Piangeva con la testa appoggiata alla spalla di sua madre e non riusciva a smettere. Piangeva lacrime e dolore, gocce d'acqua stracolme di tristezza. Piangeva come quando era bambina, con le guance infiammate e le maniche della felpa umide del suo sfogo. Piangeva con tutte le sue forze. Forze che non possedeva più.
"...E' come se mi avessero esclusa... Mi sono...mi s-sono sentita t-tradita, mamma..." stava dicendo, dopo averle raccontato dei fratelli in un posto più appartato.
E Ginny la capiva. Anche lei da ragazza avrebbe reagito in quel modo, detestava essere esclusa, considerata la più debole, forse, solo perché era la più piccola. Lei, che invece di forza ne aveva sempre avuta tanta. E ora si rivedeva tantissimo in sua figlia, arrabbiata con i fratelli che l'avevano tenuta all'oscuro di un qualcosa che la riguardava tanto quanto loro. Però allo stesso tempo, ora che era adulta e madre da tanti anni, riusciva a vedere molto di più di quello che invece vedevano gli occhi giovani di Lily. Da grandi si riesce sempre a vedere le sfumature in ogni cosa, non solo il bianco e il nero, non solo gli sbagli e le verità, ma anche le motivazioni e i sentimenti che spingono ad agire.
La strinse più forte a sè, amorevole.
"Lils, tesoro, io ti capisco benissimo" disse piano. "Anch'io mi sarei sentita tradita, è normale... Ma prova a riflettere sul perché James e Al lo hanno fatto".
Lei si asciugò il naso con la manica.
"Non volevano farti soffrire perché tengono a te in maniera incredibile. Sai come sono sempre stati protettivi con te...non riescono ad evitarlo. Ma è bello che sia così, non credi? Loro...loro impazziscono per te, davvero. Ti adorano e cercano di risparmiarti ogni dolore...anche...anche a costo di dirti una bugia. Hanno sbagliato, come sbagliano sempre le persone che amano tanto"
Lily alzò lo sguardo e fece un piccolo sorriso lacrimoso a sua madre prima di abbracciarla.
"E' s-stato tremendo non p-poterli abbracciare..." balbettò.
Ginny sorrise.
"Che ne dici di andare da loro?" chiese.
Lei annuì.
Nel frattempo James era entrato nella stanza bianca per parlare con suo padre.
"Ciao, papà" mormorò, sedendosi accanto a lui. "Potresti anche svegliarti, eh, prima che zia Hermione si prosciughi..."
Tentò di sorridere. Era forse la prima volta in vita sua in cui non ci riusciva.
"Sai papà, ho combinato un casino... Lily è arrabbiata con me perché le ho mentito e non so come farmi perdonare... Io e Al lo abbiamo fatto per lei ma abbiamo sbagliato..."
Sospirò.
Stava andando tutto a rotoli e lui sarebbe stato travolto, sommerso completamente.
"Papà, io mi sento perso senza di te... Combino casini su casini e non riesco a uscirne... Lo sai, agisco spesso d'istinto ed eri sempre tu a farmi ragionare, ma adesso... Ho bisogno di te, papà... Ho bisogno che tu mi guidi... Non voglio più ferire nessuno con le mie stupidaggini".
Ed era davvero l'ultimo suo desiderio.
Stava perdendo tutto durante il percorso e non capiva se a sbagliare era sempre e solo lui o se fosse il sentiero a essere troppo complicato e tortuoso per poter essere attraversato senza cadere o farsi male, senza far male agli altri anche quando non avrebbe mai voluto.
"A volte mi sento ancora un bambino che ha bisogno della mano di suo padre per andare avanti. Ma sono io il maggiore. Devo essere io a porgere la mano agli altri e...e non so come fare! Come consolare la mamma e Lily e anche Al... Non sono capace di aiutarli come dovrei..."
Tutto era troppo grande attorno a lui...
"Sto facendo del male alle persone che amo... Lily... Hannah..." Sorrise a quel nome. "Eh sì, papà, mi sono innamorato. Chi l'avrebbe mai detto? Eppure questa non è una cotta che passa dopo un po'... Io la amo, papà. Peccato che sia solo servito a distruggerla".
Un lacrima scese dal suo lungo naso, indugiò sulla punta, tremando, poi cadde.
"Svegliati, papà. Per noi sei la cosa più importante al mondo".
Ma gli occhi rimasero chiusi. Harry non si svegliò.
James si fece forza e uscì dalla stanza, i pugni chiusi. Dopo un po' arrivò Lily da chissà dove e corse ad abbracciare lui e Albus.
"L-Lily..." balbettò lui, spiazzato.
Lo stava abbracciando... Le mani piccole e calde di Lily lo stavano stringendo di nuovo e non riusciva a crederci.
"Al, James, mi dispiace, avrei dovuto capirvi..." disse, incastonata tra di loro.
"Dispiace a noi, Lils, davvero!" rispose Al.
"D'ora in poi ti diremo sempre la verità" aggiunse James.
Alla fine lei si allontanò.
"Papà si sveglierà. Me lo sento, ne sono certa. Non ci lascerà"
Lo disse guardando tutti intensamente e sorridendo, sincera.
E così riuscì a far sorridere anche gli altri.
C'era aria di famiglia, d'amore, in quel corridoio dell'ospedale.
E quella... Quella era l'unica cura esistente per Harry Potter.

 
*  *  *
 
"Teddy torna a scuola. Vado via oggi stesso".
James lo aveva detto ai fratelli il giorno dopo, durante la colazione in Sala Grande, quando Hannah era già andata via, da sola.
Si erano così abituati a riaverlo a scuola che quasi credevano non sarebbe più andato via, ma Victoire aveva partorito proprio quella notte e poteva restare a casa dei genitori mentre Teddy tornava a occupare la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. Non c'era stato nessun festeggiamento, assolutamente nulla per il piccolo Remus Harry Lupin che era nato nel peggior momento possibile.
Così Lily stava per scendere a salutare James, ma era ferma in Sala Comune con Hannah.
"Hannah, vieni con me" stava dicendo per l'ennesima volta.
"Ti ho detto di no" ribattè l'altra, piccata.
"Ma se l'ho perdonato io, puoi farlo anche tu! Lo ha fatto per proteggermi!"
"MA IO NON RIESCO PIU' A CREDERGLI ORMAI!" urlò all'improvviso, gli occhi lucidi e la voce spezzata. "Ogni volta che mi convinco che è diverso, lui fa una stupidaggine e fa crollare tutto! Come posso essere sicura di lui?"
Lily rimase paralizzata. Non ricordava di aver mai visto Hannah piangere, eppure eccola lì, di fronte a lei, le lacrime che scendevano lente sul suo viso, esausta e dolorosamente confusa.
"Ann, James è quello di cui sei innamorata! Lui agisce spesso d'impulso e magari sbaglia ma pensa sempre al bene degli altri! Voi siete perfetti insieme. Dovete solo imparare ad amarvi senza farvi male".
Cadde il silenzio tra loro, così reale da potersi toccare.
"Non voglio vederlo, Lily. Non verrò da lui" disse alla fine.
E lei seppe che non lo avrebbe fatto davvero.
Così, senza neanche un'altra parola, scese per sette lunghi piani fino al Cortile d'Ingresso e vi trovò Albus, Hugo e Rose che chiacchieravano con James.
Appena la vide alzò lo sguardo, speranzoso, e subito qualcosa parve spegnersi in esso, ma sorrise.
"Sorellina" disse. "James il Ciclopico va via"
Tutti risero, lui compreso.
"Fatti abbracciare, stupido idiota" 
Lui la strinse, facendola sentire bene. Erano indescrivibilmente belli, gli abbracci di James.
Quando si separarono lui si fece vicino, così che solo lei lo sentisse.
"Lils, mi raccomando, sii forte. La guerriera che sei deve venire fuori anche ora. Fallo per papà e per noi" sussurrò. "Ora, devi posare quei pensieri sotto il cuscino e cercare di continuare, perché tutto si aggiusterà"*
La guardò intensamente e le diede una carezza.
"Ti amo, Lillina mia"
Sorrisero tutti e due, complici come poteva renderli solo il legame che li univa.
Poi lui guardò verso l'entrata e il sorriso si spense. Lei gli sfiorò il braccio.
"Beh...io..." Si schiarì la voce. "Non credo che verrà".
Si voltò e abbracciò gli altri. Poi andò via, salutandoli con la mano.
Avrebbero continuato a combattere anche da lontani.
Avrebbero continuato a combattere per colui che aveva passato la sua vita a farlo, anche per loro.
Avrebbero continuato a combattere, in qualche strano modo, ma insieme.








* Waaaa, questa me l'ha suggerita la mia amata Virginia! Un po' meno rimata e poetica della versione del nostro amato Virginio Simonelli in Dolcenotte: Ora posa quei pensieri sotto il tuo guanciale, cerca di dimenticare. Grandi i due Virgi! <3


Note della Malandrinautrice: Io non so come scusarmi. Non esistono scuse, davvero. E va bene, sono stata molto impegnata, perché la scuola è davvero difficile in questo periodo e, mi vergogno ad ammetterlo, ho avuto per la mente solo la fanfiction che sto progettando. Mi dispiace così tanto! Un ritardo di più di un mese!
E proprio ora, ho avuto 10 recensioni! 10, non so se vi rendete conto!
Sono davvero mortificata! E questo capitolo è statico, triste da morire e... Insomma, non mi merito una cippa di niente!
Beh, non mi resta che dirvi, se ci sarete, che comunque il periodo di afflizione sta per finire e ci sarà una spiegazione per tutto!
Spero che ci sarete ancora, anche se davvero non vi merito.
Le mie più sincere scuse e il grazie più grande del mondo, perché le 89 recensioni io davvero non me le sarei mai aspettate.
Siete la mia gioia.

Simona_Lupin

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Capitolo 23
*** Il risveglio ***


Capitolo 23

Il risveglio
 

 



Sul divano rosso scuro della Sala Comune spiccavano lunghi capelli vermigli che si intrecciavano in maniera confusa sul viso di Lily, addormentata con un braccio dietro la testa e una mano appoggiata alle pagine di un vecchio libro di Pozioni.
Era sola nel buio della sera, brevemente interrotto da candele quasi completamente consumate e respirava profondamente, finchè non si svegliò di soprassalto.
Quando aprì gli occhi aveva già le guance umide di lacrime, venute dalle palpebre chiuse nel momento in cui non avrebbe potuto fermarle.
Dai Dormitori stava scendendo Scorpius. Non riusciva a dormire. Lily era tornata ad Hogwarts e non lo aveva nè cercato nè voluto vedere. E sapeva che se solo non avesse fatto quel terribile errore, adesso avrebbe potuto starle accanto e consolarla, come meglio poteva.
Ma le aveva procurato solo altro dolore.
Appena la vide piangere gli si raggelò il cuore e senza pensare che probabilmente lo avrebbe cacciato via, le si avvicinò.
Lei sussultò e in un attimo gli gettò le braccia al collo, cogliendolo di sorpresa.
«O-oh, Scorpius...» balbettò, stringendolo sempre di più.
Lui le circondò il torace con le braccia, riassaporando il suo profumo come se fosse la sua unica possibilità di respirarlo.
«Calmati, tesoro...» sussurrò, accarezzandola.
Si accovacciò sul divano, tra le sue braccia, e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.
«Mi sei mancato, Scorp» mormorò. «Mi dispiace per quello che ti ho detto»
«Ma Lily, è stata tutta colpa mia! Sei tu che devi perdonarmi» rispose lui. «Hai fatto un brutto sogno?»
Lei annuì debolmente. «Sono una sciocca... Ho sognato che c'era di nuovo Voldemort...e papà era morto...e anche il resto della mia f-famiglia veniva ucciso...e...è stato orribile!»
Continuò a singhiozzare e lui la strinse a sè ancor più forte, baciandola sul capo, tra i capelli.
«Sta' tranquilla, Lils...» sussurrò. «Era solo un sogno...Ci sono io qui...Ci sono io, tesoro...»
Pianse silenziosa sul suo petto. Pareva un fiore calpestato. Un bellissimo e delicato fiore spezzato. Meraviglioso e fragile, nelle mani di lui che la contemplava e cercava di guarirlo, di farlo rifiorire anche se il sole non batteva su di lui da tempo.
«Ho paura che papà non ce la faccia, Scorp» mormorò, la voce soffocata.
«E' normale che tu abbia paura» fu la risposta. «Ma tuo padre è forte e in qualche modo se la caverà. Però, ehi» le sollevò il viso per guardarla. «Devi crederci davvero»
Un accenno di sorriso arricciò le sue labbra tremanti e Scorpius non riuscì a non pensare a quanto fosse bella, anche con gli occhi gonfi di lacrime.
Stava guardando le sue mani. Le accarezzava e le osservava, rigirandosele tra le sue, più piccole e calde. E notò quanto somigliassero a quelle di suo padre, mentre lasciava che il pensiero di lui che la stringeva la invadesse. 
«Ho freddo» borbottò, raggomitolandosi accanto a lui. 
«Vieni su» disse.
Si alzarono e salirono le scale per i dormitori, poi si guardarono.
Scorpius si morse la lingua e si chiese se lei potesse fraintendere quello che voleva chiederle.
«Lils...» mormorò. «Se hai bisogno...se ti va...Insomma...potresti restare a dormire qui, con me»
Lei alzò i suoi grandi occhi scuri su di lui, scrutandolo attentamente, poi annuì con un  piccolo sorriso e, presa dal freddo di quella notte, rabbrividì appena e si strinse nel suo pigiama rosa, facendosi riscaldare da Scorpius che la guidò al suo dormitorio.
Tutte le tende erano tirate  attorno ai letti a baldacchino, tranne quelle del letto più vicino alla finestra. Si sdraiarono, le coperte fin sopra il mento.
«Va meglio?» domandò lui, abbracciandola.
«Sì» sussurrò lei. «Grazie davvero, Scorp...»
Lui sorrise, ma non trovò le giuste parole per rispondere.
Lily si rannicchiò accanto al suo petto e dopo un po' si addormentò, mentre lui...Lui rimase a contemplarla forse per ore, sfiorandole le braccia bianche sotto le maniche del pigiama, accarezzandole i capelli e il viso, incantato da lei.
E guardandola mentre sognava chissà cosa, capì che non avrebbe mai desiderato nient'altro che lei. Lei, che non stava facendo altro che finta di dormire e  che si faceva rassicurare dalle sue mani calde e delicate, magiche nel loro tocco.
E anche se si sentiva in bilico sull'orlo di un baratro infinito, che si allargava minaccioso sotto i suoi piedi, pronto a risucchiarla, era certa che non sarebbe mai precipitata. E anche se ci fosse caduta dentro, si sarebbe sempre aggrappata a qualcosa, che fosse il più fragile dei rametti o la radice più possente.
Avrebbe lottato per risalire. Si sarebbe sporcata, certo, e si sarebbe ferita, ma in qualche modo sarebbe riuscita a riemergere.
E la sua forza si sarebbe unita a quella di Scorpius, pronto a porgerle una di quelle sue meravigliose mani per tirarla fuori dal buio e dal dolore, per riportarla alla luce, alla felicità... Per riportarla da lui, la più grande e sicura ancora di salvezza che avrebbe mai potuto trovare.
 
*  *  *
 
La mattina dopo furono svegliati bruscamente da Albus.
«Scorpius, Scorpius!» urlò la sua voce, facendoli sussultare. «Non ci credo, pa-... Ma che diavolo ci fai tu qui con lui?»
Aveva aperto di scatto le tende e il suo viso gioioso si era fatto d'un tratto sconvolto.
«Oh, io...ho dormito qui» rispose Lily, la voce ancora impastata per il sonno. «E' successo qualcosa?»
Il fratello continuò a fissarli, come sotto shock, poi si riscosse. «Lily, papà si è svegliato!»
L'urlo di lei fu così forte che svegliò tutti e fece cadere Frank dal suo letto.
«Si è svegliato, Lily, si è svegliato!» continuò a dire Albus, saltellando insieme alla sorella che rideva senza capire nulla.
Non riuscivano a crederci. In un secondo, nel tempo di appena quattro parole, tutto era cambiato. Quasi non si erano accorti del passaggio dal dolore a quella gioia sfrenata. Un attimo prima si erano sentiti persi tra le loro stesse lacrime, eppure ora stavano ridendo insieme, probabilmente svegliando l'intera torre di Grifondoro.
Possibile che fosse tutto vero? Forse stava ancora dormendo tra le braccia di Scorpius e quello era solo un dolce sogno, un terribile inganno...
Ma le braccia di suo fratello erano così reali mentre la stringevano, la sua voce festante così vivida nella stanza...
Suo padre era vivo. Sì, lo era. I suoi occhi avevano ricominciato a brillare, ad alcuni chilometri da lì. 
Harry Potter aveva passato anche quella.
Fu con questo pensiero e con un sorriso enorme che strinse forte Scorpius e uscì dalla stanza, cercando Hugo.
Solo allora Albus tornò a guardare Scorpius, interrogativo.
«Allora?» chiese.
«Allora cosa?» fece quello, senza capire.
«Si può sapere che diavolo ti salta in mente? Ti porti a letto mia sorella, tra l'altro in un momento come questo?»
Scorpius fu così sorpreso dal pensiero dell'amico che rise.
«Ma che vai pensando, Al? Non le ho fatto niente!» esclamò.
«Ah, sì? E per quale strana legge della fisica vi trovavate sullo stesso letto?»
«Sei impazzito?» chiese l'altro sbigottito. «Ieri sera l'ho trovata giù che piangeva da sola, cosa avrei dovuto fare? L'ho fatta dormire qui con me! Ma, per amor di Merlino, non abbiamo fatto niente!»
Albus pareva decisamente poco convinto e fece una smorfia scettica.
«E secondo te io dovrei crederci?» domandò, palesemente ironico.
«Dannazione, Al, ha appena sedici anni! Era uno straccio ieri, non sono mica stupido! Andiamo, ti pare che lo farei?»
Si guardarono per una frazione di secondo, poi sorrisero in sincronia e si abbracciarono.
«Sono davvero contento, fratello. Sapevo che tuo padre ce le avrebbe fatta» disse Scorpius da sopra la spalla di Al.
«Scusa, amico» disse quello, quando si separarono. «Ho pensato... E comunque...insomma, state insieme... Ma, sai, lei è mia sorella ed è piccola e...»
«Ehi» lo interruppe l'altro. «Tranquillo. E comunque, sappi che tua sorella non la tocco. Io sono innamorato di lei»
Lui annuì e, con quel solo e unico gesto, gli disse che stava riponendo in lui la massima fiducia.
 
*  *  *
 
«EHI, QUESTO E' UN'OSPEDALE, PICCOLI TEPPISTI!»
«Signora, li perdoni... Sa, loro padre... Beh, ci scusi, davvero... Non succederà più...»
«LO SPERO BENE! TUTTO QUESTO E' INAMMISSIBILE!»
«Sì, signora, lo so... Li perdoni...ehm... Arriverderci...»
Hermione non sapeva più come scusarsi con la Guaritrice dell'ospedale, ma quasi le veniva da ridere, il che non aiutava molto. James, Albus e Lily avevano salito le scale fino al quarto piano, seguiti da Hugo e Rose, facendo un gran chiasso e correndo come delle furie, ma con quello che era successo non la attraversò minimamente il pensiero di rimproverarli.
Trattenendo un sorriso e balbettando scuse, cominciò a salire i gradini anche lei, felice e leggera come non si sentiva da giorni. Quando finì l'ultima rampa di scale, iniziò a sentire le urla di «PAPA'! PAPA'!» e i passi affrettati verso la stanza dove lui riposava.
Quando i tre entrarono non guardarono nulla attorno a loro, solo loro padre, il viso pallido e malaticcio ma vivo e raggiante come erano abituati a vederlo. Si gettarono tra le sue braccia e lo sentirono ridere mentre li stringeva, quella risata pacata e gioiosa che amavano ascoltare.
Quando si separarono continuarono a guardarlo, gli occhi lucidi e dei sorrisi identici.
«Vi sono mancato, eh?» disse Harry, continuando a sorridere. «Prima mi date del vecchio puzzone, però poi vi manco!»
«Non ti abbiamo mai dato del vecchio puzzone!» esclamarono Al e Lily in coro, ridendo. Poi si voltarono a guardare James, che si grattava il mento, fingendo noncuranza.
«Okay, okay! Io, una volta gli ho dato del vecchio puzzone!» ammise, cercando di simulare un'espressione dispiaciuta, ma senza risultati. «Ma non sono stato l'unico!»
Tutti si voltarono a guardare Ron.
«Non sono stato io!» esclamò quello, offeso. «E' stata vostra madre!»
Un coro di COOOOSA?! si sollevò nella stanza e Ginny rise così forte che fu costretta ad alzarsi per prendere aria alla finestra.
«Ehi, tutti, calmatevi. La Guaritrice ha detto che queste urla a Harry fanno male» intervenne Hermione, osservando tutti con aria severa.
«Ma proprio no!» ribattè Harry, ridendo. «Hermione, calmati, io sto benone!»
«Sì, Hermione, sei tu che non lo lasci respirare» aggiunse Ron, alzando gli occhi al cielo.
Lei si limitò a ritirarsi in un silenzio ostinato e incrociò le braccia al petto, contrariata.
«Allora papà, come stai?» chiese Lily, dopo qualche attimo di divertito silenzio.
«E' stato tutto buio in questi giorni o sei finito in un mondo parallelo?»
Al fu assalito da sguardi disorientati, esasperati e divertiti insieme.
«Ginny, devi smetterla di comprargli quei romanzi fantascientifici» disse Harry.
«Sì, mamma, sta diventando completamente scemo»
«...Già lo era...»
«Sì, ma adesso sta peggiorando, è evidente!»
«James, Lils, basta. Vostro fratello è ancora qui»
Loro si voltarono a guardarlo dispiaciuti. 
«Era per dire, fratello...» mormorò James, mentre Lily annuiva al suo fianco.
«James, vaffan-...»
«Albus Severus Potter!»
«Calmati, mamma, volevo dire vaffanpluffa...»
Harry nel frattempo rideva. Sembrava che quei lunghi giorni di coma fossero un dettaglio ormai dimenticato, un banale episodio su cui non riflettere più di tanto. Sarebbe arrivato presto il momento delle preoccupazioni, lo sapeva, perché quello che era successo poteva ricapitare e magari era stato solo un assaggio per ciò che lo aspettava, ma non riusciva a non sorridere di fronte a quella scena, con i suoi figli che battibeccavano senza motivo, solo per riderne insieme, con Ginny che di tanto in tanto lo guardava dolcemente, come non faceva quasi mai, con Ron e Hermione che erano gli stessi di sempre e con Teddy al suo fianco, i capelli del suo verde preferito come a festeggiare il suo risveglio.
Era bello, quel momento. Uno di quelli che si creano un po' dal nulla e che poi non si dimenticano, ma che anzi rimangono nel cuore per l'eternità. Di quelli su cui la mente vaga prima di dormire, di quelli che ti fanno sorridere a ripensarci, anche quando sei tra la gente e vieni inevitabilmente guardato da tutti, anche se davvero, non te ne importa niente.
«Papà?» si sentì chiamare. «Ci racconti cos'è successo quella notte?»
«Oh» fece lui. «Ehm... Sì»
Doveva raccontarglielo. Per forza.
«Stavo tornando a casa, era già tardi e avevo finito tutto» disse. «Poi quel Gordon, il capo dell'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche, mi ha detto di restare perché aveva del lavoro urgente da passarmi. Sapete, siamo sempre in collaborazione con questo tipo di uffici... Così sono rimasto al Ministero e ho mandato un Patronus a casa per dire che sarei venuto molto tardi» Si guardò intorno e continuò. «Ron era a casa nostra e si è insospettito, perché di solito roba come questa, scartoffie e documenti vari, non vanno al Capufficio, ma a dei dipendenti appositi, e io nel messaggio avevo detto che era qualcosa di questo tipo. Così e venuto, no, Ron? E io nel frattempo ero nel mio ufficio a lavorare... Poi, in un secondo, mi è saltata in aria la scrivania. Ho alzato lo sguardo e c'erano quattro uomini incappucciati con le bacchette puntate verso di me, e anche se mi avevano mancato hanno ricominciato subito a sparare incantesimi. Ne ho fatti fuori due, ma mi avevano già ferito, qui, vedete?» E mostrò un taglio già cicatrizzato sull'avambraccio. «Poi è arrivato Ron e ne ha fatto fuori un altro, ma l'ultimo mi ha lanciato una maledizione che mi ha preso in pieno e... Beh... Eccomi qui»
«Era una maledizione potentissima» spiegò Ron. «Ci hanno detto che avrebbe potuto diffondersi senza un intervento tempestivo, ma l'hanno bloccata e eliminata appena in tempo, perché solo stanotte hanno capito cos'era»
Seguì un lungo silenzio, interrotto infine dalla voce profonda di James.
«Cercano di farci fuori, eh? Ce la stanno mettendo tutta»
«Nel Profeta c'era scritto di ex Mangiamorte che entravano al Ministero... Devono aver convinto altra gente... Ora sarà pieno di infiltrati...» commentò Teddy pensieroso. «Pentiti... Mpf... Come diavolo hanno fatto a rilasciarli?»
A Harry vennero in mente le parole di Sirius, il suo padrino: nessuno, nessuno smette di essere un Mangiamorte...
E in quel momento, improvviso e violento, esplose in lui un desiderio incredibile di rivederlo.
Che bello sarebbe stato, essere circondato non solo dalla sua meravigliosa famiglia, ma anche da quella che aveva perso tanto tempo prima...
Immaginò sua madre sedere accanto a Lily, vedere la loro somiglianza non solo nella mente, ma con i suoi stessi occhi, come l'aveva sempre sognata. Pensò a suo padre, i capelli arruffati come quelli di James, scherzare con lui come mai aveva potuto fare. La mente andò anche a Sirius, appoggiato alla parete con quel raro luccichio di gioia negli occhi grigi, sorridergli incoraggiante, mentre Remus, magari, seduto accanto al figlio, il volto che pur segnato somigliava tanto al suo.
Quel desiderio era così infantile che si sentì di nuovo un bambino, infreddolito nel suo pigiama leggero, che guardandosi in uno specchio su cui si riflette il più grande sogno di ognuno, vedeva la sua famiglia, schierata attorno a lui come il migliore degli eserciti, sorridente e unita come un tempo doveva essere stata. 
Una famiglia che non era mai morta davvero. Un amore così profondo che aveva lasciato tracce indelebili nel suo percorso e oltre, ormai divenuta un'ombra, una luce fioca di un passato ormai lontano, ma ancora vivida sotto le pagine dei ricordi. Perché anche se Lily, James, Sirius e Remus erano intrappolati in qualche foto, sorridevano senza gioia dentro quell'album che gli era tanto caro, vivevano con e attraverso di lui.
La morte, per alcuni, è solo una scusa per voltare pagina. Un pretesto stupido per smettere di prendersi cura di chi non si è mai amato davvero. Ma la morte non è nulla di sensato, nulla di potente in confronto all'amore. Come può qualcosa, in un attimo, cancellare tutto ciò che c'è stato in una vita? Semplicemente non si poteva.
E così Harry rivedeva ancora i sorrisi accesi dei suoi cari. Li vedeva in ogni cosa. 
Forse per questo era sopravvissuto di nuovo. Perché era nato da troppo amore, e questo bastava a tenerlo in vita.
 
*  *  *
 
«James, vieni ad aiutarmi in cucina!»
«Non posso, mamma, sono impegnato»
«Che diavolo stai facendo di così importante?»
«Sto picchiando Al, non vuole darmi il magiscotch, mi serve!»
«Hai trent'anni e ancora pensi a picchiare tuo fratello?»
«Ne ho diciannove, mamma, e ti assicuro che se lo merita»
«Vieni subito qui o giuro che ti affatturo, James!»
«Arrivo, mamma».
Erano ormai passati dieci giorni dal risveglio di Harry ed era finalmente tornato a casa, così che tutti erano stati concordi nel dire che una bella festa era proprio ciò che ci voleva.
Harry, che ormai si sentiva in forma, sedeva sulla poltrona dell'ampio salotto e leggeva il giornale con una ruga sottile tra gli occhi.
Era una stanza dai toni rossastri, presenti sul lungo divano e sulle due poltrone, sul grande tappeto accanto al camino di pietra e sulle pareti. James sosteneva che i genitori l'avessero arredata in stile Sala Comune di Grifondoro perché erano due fissati e, dopotutto, non avevano mai smentito nessuna delle sue insinuazioni.
Lily entrò nella stanza e si accoccolò sul bracciolo della poltrona, accarezzando i capelli di suo padre.
«Ciao, tesoro» mormorò lui.
«Cosa leggi, papà? E' successo qualcosa?» chiese lei, sporgendosi per guardare il giornale. «Quidditch?! Pensavo stessi leggendo qualcosa di importante!»
Harry rise. «Il Puddlemore United ha perso per la prima volta in questa stagione, amore. Questo è importante»
"Beh, come dargli torto?" pensò Lily.
Nel frattempo, in cucina, James cercava di essere utile a sua madre, ma senza grande successo.
«James, tesoro, hai rovesciato mezza zuppa, mi hai quasi ucciso con quel coltello volante, hai messo lo zucchero nello stufato, il tutto in meno di cinque minuti. Forse è meglio che tu vada... Di' ad Al che è autorizzato a picchiarti e chiamami tuo padre» stava dicendo Ginny sbrigativa.
«D'accordo, mamma» borbottò James, uscendo.
Dopo qualche minuto entrò Harry, che si chiuse la porta alle spalle senza far rumore e si avvicinò alla moglie, mettendole le mani sui fianchi.
«Torta di mele?» chiese, osservando le sue mani frenetiche sulla tavola stracolma. 
«Lo so che detesti le mie torte, non c'è bisogno che tu dica niente» rispose lei, senza alzare lo sguardo.
Lui la sentì sorridere. La strinse un po' di più a sè e il familiare profumo di fiori di campo dei suoi capelli lo invase, facendolo sentire più vivo che mai.
«Io non detesto le tue torte» obiettò lui con un mezzo sorriso. «Sono loro che detestano me»
«Ma sono comunque migliori di quelle di Hermione, vero?»
«Assolutamente»
La lasciò e, arrotolandosi le maniche della camicia, cominciò ad impastare di fronte a lei.
«Che fai?» chiese, guardandolo per la prima volta.
Lui scrollò le spalle. «Ti aiuto» rispose.
La pasta era morbida e compatta. Sarebbe stata un'ottima torta. Per la verità, lui le adorava, ma adorava di più lei quando si arrabbiava o fingeva di non offendersi anche se la sua faccia diceva tutto il contrario, quando arricciava il naso, contrariata o si mordeva il labbro per impedire a sè stessa di parlare. Così si alzava di notte e le mangiava di nascosto e, anche se un po' gli dispiaceva che James fosse incolpato senza motivo, quando lui si divertiva a nascondergli gli occhiali, il senso di colpa passava del tutto.
«Ginny?»
«Mmm?»
Deglutì e si concentrò sulle sue piccole mani che si muovevano lente e amorevoli sul piano da cucina, cercando di mettere insieme i pensieri che gli si affollavano in mente, ma essendo consapevole che avrebbe balbettato ogni parola anche se avesse preparato un discorso per un mese.
«Devo... Volevo dirti una cosa»
«Dimmi» fece lei.
«Ci tenevo a dirti che... Beh... Grazie»
Lei alzò lo sguardo.
«Sei stata molto coraggiosa...e forte...in questi giorni...» continuò lui senza guardarla. «Con i ragazzi e... Beh... Poi io lo so che...lo sentivo...che mi eri sempre accanto. E anche se parlo di questi giorni, intendo...beh... Parlo di tutto... di tutto questo tempo»
La vide sorridere, raggiante, poi, dimentica delle mani sporche e impastate, lo abbracciò.
Amava il suo essere così reale mentre la teneva tra le braccia, la sua presenza così vivida, sempre...
Quando si lasciarono, lei gli si fece vicina e con un dito impiastricciato disegnò una saetta accanto a quella che aveva sulla fronte.
«Ti ho inferto anch'io una cicatrice» rise lei. «Una dolcissima e innocua saetta»
Lui sorrise e osservò il suo riflesso su una pentola.
«Molto carina. Voldemort non aveva di certo il tuo buongusto»
E la baciò con lo stesso amore che ci metteva da anni, o forse con un pizzico di dolcezza in più. Non esisteva una ricetta per quello. Ma gli ingredienti, quelli c'erano tutti.
«Al, Lils, venite! Mamma e papà si stanno baciando!»
James aveva socchiuso la porta della cucina.
«James!» esclamò Harry, reprimendo il desiderio di ridere.
«Scusa, papà...» mormorò lui. Poi aggiunse: «mamma, vacci piano, è ancora malaticcio, eh»
«Sì, ma lei può tirarlo su!» arrivò la voce di Lily, sghignazzante.
«Certo, guardate! Papà sta già meglio, non trovate?» disse Al.
I due li guardarono severi.
«Okay, ce ne andiamo» dissero in coro, correndo via.
Harry e Ginny risero e lui la attirò di nuovo a sè, così che lei disse in un sussurro: «Allora, la mangi questa sera la torta?»
«Certo che no» fece lui.
Lei finse un'aria di rimprovero.
«Bene, ma smettila di prenderle di nascosto, perché voglio mangiarle a colazione»
Ecco.
Ecco perché l'aveva sposata.
 
*  *  * 
 
«Mamma, bussano!»
«Sto cucinando, Lils!»
«Papà, bussano»
«Sto sistemando il tavolo, tesoro»
«James, bussano!»
«Sto ancora picchiando Al!»
«Al, bussano!»
«Io sto per morire, Lils!»
«E che diamine! ZIO? ZIO RON, SEI TU?»
«Sì, Lils, apri»
«E per la miseria, usa Alohomora, no?»
La porta si aprì con uno scatto e una dozzina di persone dai capelli rossi entrarono: Ron e Hermione stavano già battibeccando, per quello che riuscì a capire Lily, a causa della giacca di Ron che secondo lei era la più orrenda che avesse; i suoi nonni sorridevano e la guardavano, ansiosi di abbracciarla; i suoi zii George e Angelina ridevano con Fred, mano nella mano con la sua fidanzata. E poi ancora Percy e sua moglie, Charlie, Bill e Fleur e tutti i ragazzi. Teddy ancora i capelli verde acceso e Victoire teneva in braccio un bambino paffuto, con qualche ciuffetto di capelli azzurri in testa.
«Il piccolo Remus!» strillò Lily, balzando giù dalla poltrona, seguita a trotto dai suoi fratelli. «Ma è bellissimo! E' un Metamorfomagus anche lui!»
«Per fortuna non assomiglia a Teddy» scherzò James, ridendo.
«Lurido essere immondo» inveì lui. «Vuoi essere il suo padrino?»
James fu palesemente colpito e lo fissò, poi sulle sue labbra fiorì uno dei suoi meravigliosi sorrisi spontanei e lo abbracciò.
«Ma certo, Ted!» esclamò.
Dopo che tutti si furono sistemati in salotto a chiacchierare, il campanello suonò nuovamente. Quando Lily aprì la porta si ritrovò di fronte Neville con sua moglie, un sorridente Frank, Luna e il marito e Hannah, che subito la stritolò in un abbraccio che le piegò parecchie costole.
«Tesoro, che bello vederti!» la sentì dire.
«Hannah!» fece lei. «Quanto mi mancavi! Entrate, tutti, come state?»
Mentre tutti si salutavano e Luna e Neville correvano ad abbracciare Harry, Hannah intercettò lo sguardo di James, impietrito all'altro lato della stanza, uno strano luccichio negli occhi a mandorla. Distolse in fretta gli occhi da lui, il cuore che batteva all'impazzata già solo vedendolo.
«Gli hai detto che sarei venuta, vero?» chiese concitata a Lily.
Lei annuì. «Perché non vai a...?»
«No, Lils»
«Ma se...»
«Lily, ti prego. Non parliamone ora»
Avrebbe voluto ribattere ancora che sì, avrebbe proprio dovuto parlargli, perché il desiderio di chiarire, di tornare insieme dopo quanto era successo, apparteneva di sicuro ad entrambi, anche a lei, che faceva come se non le importasse. Ma Lily aveva avvertito il dolore nei loro occhi. Una domanda alla quale non sapevano rispondere. Perché non facevano sì che tornasse tutto come prima? 
Era difficile? Forse sì. Avvicinarsi, guardarsi negli occhi, confessare di aver sbagliato, tremendamente sbagliato e sussurrare, magari, chiedere piano se fosse possibile cancellare tutto e ripartire, per non fermarsi più.
Era complicato esaudire i desideri, anche quando, pur essendo i propri, appartenevano a chi voleva realizzarli alla stessa maniera.
Anche, quindi, quando sarebbe bastato abbassare un po' la testa e affrontare la verità, per ottenere tutto ciò che si voleva.
Erano proprio loro a ostacolarsi, forse. Ma non riuscivano a evitarlo. A evitare di farsi male in qualche modo.
«ROOON!»
L'urlo di sua madre la fece riscuotere dai suoi pensieri.
«Vuoi alzarti un nanosecondo e venire ad aiutarmi, porca...»
«Ginny, tesoro, calmati...» disse Harry, pacato.
«Miseriaccia, ci sono ottomila persone che possono aiutarti, perché proprio io che sono un impedito?»
«Ron, per l'amor del cielo, tua sorella non può pensare a tutto quanto! Stiamo dando tutti una mano!» intervenne Hermione.
«Okay, okay... Hugo, giù le mani da quella scacchiera, non barare, ti tengo d'occhio»
«Non ho bisogno di barare, papà. Sono il migliore!»
«Questo dobbiamo ancora deciderlo»
Hugo rise malandrino e si diresse con andamento rilassato verso i suoi cugini.
«Stavi di nuovo sbaragliando zio Ron a scacchi? Andiamo, abbi un minimo di pietà!» disse Lily, ridendo.
«E' lui che dovrebbe lasciar perdere, continua a sfidarmi... Non capisce che proprio non c'è partita!»
«TI SENTO! Non è assolutamente vero, io sono il Re degli Scacchi!» arrivò la voce di Ron, contrariata.
«Sì, Ron, sarai sempre il nostro Re, ora porta questi vassoi al tavolo di fuori» disse Harry, ridendo come un matto.
I ragazzi, prontamente, intonarono il celeberrimo coro Perchè Weasley è il nostro Re e Ron fece cenni di ringraziamento verso il pubblico prima di uscire.
In tutta quell'atmosfera di giubilo, James era l'unico a non festeggiare. Se ne stava seduto nell'angolo più remoto della stanza, lui, che era sempre stato l'anima delle feste, quello che con una sola parola riusciva a far ridere tutti, in ogni occasione.
E Harry lo vide.
Per un po' lo osservò, il sorriso d'un tratto spento che poi scomparve, scivolando sul suo volto senza lasciare traccia. Poi sospirò e gli si fece vicino.
«Ehi» mormorò, sedendosi su una sedia accanto a lui. «James»
«Papà» disse lui, fingendosi allegro. «Non dire alla mamma che sto bevendo il Whisky, mi inseguirà con la bacchetta per tutta la...» Ma si zittì e abbassò lo sguardo, perchè capì che suo padre... Lui aveva capito tutto.
«Cos'è successo?» fece lui, osservandolo.
James poggiò lentamente il bicchiere sul ripiano del camino e per un po' non lo guardò, cercando di capire se davvero voleva parlarne, se ce l'avrebbe fatta o sarebbe scoppiato.
«Un casino, papà» rispose infine. «Io...mi sono innamorato»
Harry sorrise appena e lo lasciò parlare.
«Era bellissima, quella volta, a Natale, ma quando mi sono avvicinato a lei quasi non ci ho badato» disse. «Era molto più che una bella ragazza. Non sai com'è bello parlare con lei, papà, è davvero...stupenda. E sento che mi ha cambiato stare con lei. Ma...» Sospirò. «Ho rovinato tutto»
Si passò con gesto stanco una mano tra i capelli.
«Quando la mamma ci ha detto quello che era successo, io e Al... Papà, noi abbiamo deciso di non dirlo a Lily» disse precipitosamente.
Suo padre non si mosse nè si mostrò sorpreso.
«Immaginavo che, se l'aveste saputo prima di lei, avreste cercato di proteggerla. No, non credo che abbiate sbagliato» aggiunse, rispondendo alla domanda che ardeva negli occhi di James. «Aveva il diritto di saperlo e non è stato giusto tenerla all'oscuro di tutto, certo, ma credo che anch'io avrei fatto una cosa del genere»
James quasi sorrise.
«Hannah l'ha presa male?» proseguì Harry.
«Abbiamo litigato» raccontò lui. «E non è stata una normale lite... E' stato tremendo. Papà... Lei non si fida più di me» 
Suo padre annuì e abbassò lo sguardo.
«E tu cosa vorresti fare?» chiese. Poi, senza aspettare risposta, continuò. «Vorresti aspettare che lei si decida a fidarsi di nuovo di te? Vorresti stare qui a guardarla senza fare nulla, sperando che un giorno si accorga che può ancora avere fiducia in te?»
Lui non rispose.
«Non è così che funziona, James. Sei tu che devi farle cambiare idea. E non tra un'ora, domani, tra un mese. Adesso, perché è adesso che tu la vuoi. E' adesso che lei aspetta che tu faccia qualcosa. Adesso, mentre ti sta amando e tu non te ne rendi conto... E non devi provarci. Provare a parlarle per poi arrenderti subito. Non devi più provarci, James, devi riuscirci. Perché siete qui ad aspettarvi, in qualche angolo, e tutto questo non ha senso. Non ha senso, davvero... Rischia tutto, James, tutto e ora, perché adesso puoi ancora averla, mentre poi rischiare potrà farti solo del male»
«Papà, ho cercato di spiegarmi, ma...»
«E allora riprovaci! Cosa puoi perdere? Giocati tutto! Alzati e vai a implorarla di amarti, se necessario! Fa' tutto quello che devi, anche se è la cosa più difficile del mondo!»
E, maledizione, quanto aveva ragione.
Ma com'era difficile alzarsi da quella sedia, uscire dal buio e camminare, andarle incontro, guardarla negli occhi, aspettando solo un altro rifiuto. Sentirsi dire di nuovo di andare via, che non c'era più nulla da fare. Vedersi scrutato senza la minima traccia di quello che c'era stato una volta nello sguardo di lei e risentire un no, un altro dannatissimo no. Perché non ne avrebbe sopportato più nessuno.
Ma malgrado tutto, l'avrebbe fatto.
«James» sussurrò Harry.
«Mmm?»
«Non l'hai persa»
Il suo cuore riacquistò un battito.
«E' ancora lì, a qualche passo da te»
E riuscì di nuovo a respirare. Sì, respirare davvero, come non faceva da tempo.
Abbracciò suo padre e non riuscì a dirgli nulla per ringraziarlo come avrebbe voluto, ma lui capì, ancora.
Così si alzò e andò incontro a lei. Lei, che gli sembrava la cosa più bella e più difficile della sua vita.
«Hannah»
Non si era nemmeno accorto di essergli già vicino.
Lei si voltò e sospirò, quasi con dolore.
«Vieni fuori» disse, prima che potesse cacciarlo. «Ti prego»
«Io non ho niente da dirti!» ribattè lei, con forza.
«Io sì e ti chiedo solo di ascoltarmi. Solo questo, Hannah»
Lei abbassò lo sguardo e lo seguì in giardino.
Era ora di buttarsi.
«Hannah, ho bisogno che tu mi perdoni» disse senza preamboli.
«E perché non ci pensavi prima? Perché io devo sempre perdonarti tutto?»
Si mostrava forte, quando invece dentro stava crollando come un castello di sabbia sommerso da un'onda. Rimaneva solo un'orma informe, l'ombra di quello che era stata una volta. Era stata calpestata dai sentimenti, inondata dalle emozioni, sconvolta e mutata dalle parole e dalle situazioni che aveva sentito e visto scorrere attorno a lei come una macchia confusa di eventi che parevano sogni astratti e insensati, dolori di qualcun'altro che però era costretta a provare lei, sulla sua pelle già bruciata, senza neanche la consolazione di un motivo. Perché davvero non capiva perché stesse soffrendo così tanto.
«Avanti!» disse. «Dammi solo un motivo! Perché dovrei farlo ora?»
«Perché ti amo!» urlò lui. «Ti sembra un motivo valido questo?»
Hannah parve spiazzata. Davvero...aveva detto che l'amava?
«Io...»
«Ho sbagliato, ma sono solo... Insomma, sono umano, e ho dato retta al cuore, quando invece avrei dovuto...avrei dovuto riflettere e...» Prese fiato, ma aveva i polmoni in fiamme e anche l'aria pareva fargli male. «Ho bisogno di te, Ann... Ho...davvero bisogno di te»
Lei non rispose. Credeva che non sarebbe più riuscita a parlare, ormai.
Lui gli si avvicinò e le sollevò il mento, costringendola a guardarlo negli occhi.
«Dimmi che mi ami» sussurrò. «Tu mi ami, Hannah?»
Ancora non parlò.
«Dimmi che non mi ami e ti lascerò stare»
Lei distolse lo sguardo e lui lo sentì chiaramente, prima che fuggisse via.
«No. Non ti amo»
Ed era la cosa più falsa, più tremenda e più crudele che potesse dire.
Era la bugia più grande e dolorosa.
E lui... Così lo aveva ucciso.
E pensò alle parole di suo padre che forse erano solo la forma di una speranza, un vano e infantile desiderio di chi lo amava troppo e non voleva fargli male.
Ma adesso, dopo averci creduto davvero, gli parvero insostenibili per quanto poco vere.
E capì che Hannah era, e sarebbe rimasta, la cosa più bella e più difficile della sua vita.
La cosa più meravigliosa e impossibile, per sempre.
 
*  *  *
 
«RON!»
«Non l'ho fatto apposta!»
«Dici così da dieci anni!»
«Ma questo vaso delle balle è sempre in mezzo!»
«Sei TU che non sai neanche muoverti!»
«Usa Reparo, no?»
«Questa è la ventiquattresima volta che lo rompi, anche la magia ha un limite, Ronald!»
«E allora buttalo via, è orrendo!»
«Ehi!»
«Scusa, Percy, ma è davvero... Beh, fa schifo!»
«L'arte non è mai stata il tuo forte, Ron»
«E menomale!»
Sì. Ron aveva di nuovo rotto il vaso di Percy, e persino il mondo delle bacchette magiche ormai si era arreso, rifiutandosi categoricamente di aggiustarlo un'altra volta.
Avevano finito di cenare e sul lungo tavolo c'era un gran chiacchiericcio.
Rose sedeva accanto a sua madre e le gettava occhiate nervose di tanto in tanto. 
«Mamma?» mormorò infine, tenendo gli occhi bassi.
«Sì, tesoro?»
«Posso parlarti...di una cosa?»
Hermione sorrise. «Aspettavo che me lo chiedessi. Ti ho visto molto giù ultimamente. Vieni di là»
Si appartarono in un angolo buio del giardino e Rose guardò a lungo sua madre, in silenzio.
«Mamma, ho bisogno di un tuo consiglio. Sono...sono davvero confusa»
«Dimmi tutto» fece lei incoraggiante, mettendole un ciuffo di capelli rossicci dietro l'orecchio.
«Non so se lo sai, ma... Lily si è fidanzata con Scorpius... Scorpius Malfoy»
Hermione parve sorpresa, ma sapeva che non era il momento di discutere di ciò, così le fece cenno di continuare.
«Ma Mary, la conosci, la mia amica... Lei è innamorata di lui da non so quanto tempo. E ha deciso di provare a conquistarlo, anche se sa che lui ama Lily. E io ovviamente le ho detto che non l'avrei aiutatat, che era sbagliato, che non poteva sconvolgere tutto quanto, ma lei non mi ha ascoltato, anzi si è arrabbiata con me. E Lily non sa niente di tutto questo, ma ha capito che sto male e io non so cosa fare! Perché voglio un bene infinito a entrambe, e non posso scegliere e mi sento in colpa...ed è così complicato...»
Una lacrima le scivolò sul viso e Hermione la asciugò in fretta con una carezza, gli occhi che bruciavano anche a lei.
«Calmati, tesoro...» sussurrò con voce tremante. «Tu non c'entri niente con questo ed è ingiusto che tu stia così male. Vedrai che Mary capirà di aver sbagliato e tornerà da te. Ne sono sicura...»
«E Lily? Se Lily lo sapesse... Io l'ho tradita...»
«Tu non hai tradito nessuno» intervenne subito lei. «Tu sei solo una persona troppo buona, che non vuole far male a nessuno e preferisce farne a se stessa. E non devi più soffrire per gli sbagli degli altri»
Rose poggiò la testa sul suo petto e si lasciò accarezzare.
«Molto presto tutto si aggiusterà. Fidati di me»
E le era sempre parso impossibile non fidarsi delle sue parole. Sua madre sapeva sempre cos'era giusto fare, sapeva sempre come rassicurarala anche quando non vedeva vie d'uscita.
«Come farei senza di te?» mormorò, sorridendo.
«Dovrei dirlo io» fece lei, amorevole. 
Entrambe alzarono lo sguardo. Ron era stato appena battuto a scacchi da Hugo e minacciava di metterlo in punizione.
«Lui come farebbe senza di noi» rise Hermione.
E proprio in quel momento, mentre Rose era tutta concentrata sulle sue mani, lui si voltò e si scambiarono uno sguardo d'intesa.
«Dove sono mamma e Rose?» si sentì dire da Hugo. «Dobbiamo brindare, su! Sia a zio Harry che all'ennesima vittoria di Hugo il Magnifico!»
«Ma sta' zitto» borbottò Ron. «Tutti quei trucchi li hai imparati da me, pivello»
Quando furono tutti riuniti intorno al tavolo fu George ad alzare il calice per primo.
«All'Uomo Che E' Sopravvissuto...» annunciò.
Gettò un'occhiata a Fred e insieme completarono: «...di nuovo!»
Ci fu uno scoppio di risate e il tintinnio dei bicchieri.
Ron battè una pacca sulla spalla di Harry.
«Bene, amico, ma non ti cullare nell'illusione che sopravvivrai per sempre... Arriverà anche il tuo momento»
«Grazie, Ron» rispose lui, sorridendo. 
«C'è una cosa che potrebbe far arrivare molto presto quel momento, zio» disse Hugo con un ghigno. «No, Lillina?»
Lei imprecò. «Ehm...»
«Che hai combinato?» domandò Harry con un sorriso, sorseggiando tranquillo dal suo calice.
«Io...ehm... Insomma...niente... Solo... Mi sono fidanzata con Scorpius Malfoy, ecco»
Quello soffocò e i colpi di Ron peggiorarono solo la situazione.
Alla fine, rosso in viso, riuscì a dire: «C-cosa? Hai detto Malfoy?»
«Sì, papà»
«Miseriaccia» fu il commento di Ron. «Così schiatta davvero»
«P-Proprio lui, eh?»
«Sì, proprio lui, papà»
«Fantastico... Davvero fantastico...»
«Papà, tu sei...?»
«Tesoro» disse subito lui. «Guarda che scherzavo. Va tutto bene. Sono sicuro che sia un ottimo ragazzo»
«Lo è» rispose lei con un sorriso rincuorato.
Harry annuì e quando lei si mise a chiacchierare con il cugino, sentì Ron borbottare qualcosa.
«Amico, chi l'avrebbe mai detto? Tu e Malfoy consuoceri! Non è che mi diventi pappa e ciccia col biondino?»
Lui non riuscì a ridere, ancora parecchio sconvolto. «Ma anche no...Non mollo i Rossi per i Biondi, puoi starne certo»
 








Note della Malandrinautrice: Ciao a tutti! Ovviamente sono di nuovo in un ritardo inaccettabile! Pensavo davvero che questa volta non sarebbe successo, ma alla fine è passato un altro mese.
E io davvero non so come scusarmi, credo che adesso sia anche inutile, perché di sicuro sarò in ritardo anche la prossima volta, e l'altra ancora...! E intanto non posso farci niente. La scuola diventa sempre più pesante e inoltre, quando non sono ispirata, le parole non vengono e devo lasciar perdere anche se vorrei tanto scrivere.
Ma la cosa che mi dispiace di più è di non essere riuscita a rispondere alle risposte delle recensioni, la persona a cui mi riferisco sa che parlo di lei, perché ho avuto anche problemi di connessione.
E questa è la cosa che davvero non so perdonarmi, ma ho già chiesto scusa una volta e poi ricapita di nuovo.
Perché anche se vi dico che parlo sempre di voi, perché senza sarei perduta, vi risulterà difficile crederci.
Non sapete quanto tengo alle vostre parole.
Mi dispiace davvero, spero che ci sia ancora qualcuno e di non aver deluso con questo capitolo.
Un bacio a tutti, alla prossima!

Simona_Lupin

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Capitolo 24
*** Riconciliazioni ***





Capitolo 24

Riconciliazioni

 


Agli occhi di Lily e Albus, Hogwarts non era mai stata così bella.
L'aria si era fatta più calda e passeggiare nel parco diventava sempre più piacevole, attorno agli alberi che stavano fiorendo, sull'erba morbida e alta, a guardare le nuvole dalle forme un po' particolari che galleggiavano in mezzo al cielo.
Lily e Scorpius si stavano concedendo qualche momento da soli e camminavano mano nella mano, chiacchierando.
« A volte penso... chissà come sarà fuori di qui... » stava mormorando Scorpius, lo sguardo a terra. « Insomma, sembrava che questi anni dovessero non avere fine, invece tra poco me ne andrò, senza poter ritornare mai più »
Lily lo osservò.
Solo ora riusciva a realizzare. Ad Hogwarts non avrebbe avuto lui accanto per sempre. Presto se ne sarebbe andato e lei avrebbe dovuto procedere da sola.
« Hogwarts non sarà la stessa, senza di te. Per me, soprattutto » disse.
Lui sorrise e la circondò con un braccio.
« Però quando ci vedremo, per pochi giorni, magari, durante le vacanze, quelli saranno i momenti più belli, non credi? » 
Lily annuì. « Sì » rispose, ridendo piano. « Potremo fare tutto quello che non abbiamo potuto prima, potremo stare abbracciati tutto il tempo a parlare, come facciamo sempre noi... Potremo fare ogni cosa che vogliamo! »
Rise. Sembrava una bambina, e Scorpius non l'aveva mai vista così pura, così vera.
E quando gli gettò le braccia al collo, lasciandosi abbracciare, non riuscì a non ridere anche lui, per quanto erano state meravigliose le sue parole.
« E ci ameremo, Lily? » chiese, piano. « Tu mi amerai ancora? »
La ragazza lo baciò.
« Hai sentito l'amore, qui? » domandò. 
Lui la scrutò e rispose di sì.
« Sappi che io lo sentirò sempre, Scorp » 
E così seppe che non ci sarebbe stato più bisogno di parlare.
Non doveva chiederle amore, non doveva aspettarsi nulla da lei, semplicemente, perché gli avrebbe dato tutto. Così la strinse, in silenzio, come se qualsiasi parola avrebbe rovinato tutto, anche se fosse stata la più bella. Perché si sa, le cose importanti, le cose più intense, a provare a spiegarle perdono un po' la magia che possiedono quando si nascondono in uno sguardo o in una carezza e rimangono lì, a cercare di farsi vedere da chi ha negli occhi le stesse emozioni. Quei sentimenti che si corrono incontro, come se si incontrassero provenendo da corpi diversi, ma consapevoli di essersi sempre cercati. Perché loro sono sempre più bravi a capire tutto. Anche quando si è ciechi e non si capisce che ciò che si prova è l'amore, loro lo trovano chissà dove dentro di te. Comprendono che ce n'è sempre un po' nel tuo cuore, pronto a esplodere in qualsiasi momento, quando alzi lo sguardo e c'è una persona che non avevi mai notato, che magari neanche conosci, ma che un giorno ti farà innamorare.
« Ho la fidanzata più dolce del mondo, non è fantastico? » disse, ridendo.
Anche lei rise. « E io ho il fidanzato più... Mmm... » finse di rifletterci su. « più biondo del mondo » concluse infine.
« Non elencare tutte le mie qualità, Lily, fermati, non me lo merito! » 
Risero insieme e si avviarono verso il castello.
« Parlando seriamente - com'è impossibile fare con te - io devo andare a studiare, Malfoy » disse Lily dopo un po'.
« Anch'io, Potter, e non sai quanto mi stai distraendo dai M.A.G.O. Quindi, se non mi diplomo, la colpa è tutta tua »
« Se sono fantastica e non riesci a staccarti da me, è un problema tuo, tesoro »
« Devo ammettere che i libri non hanno il tuo sex appeal... Ma mi chiamano »
Si fermarono contemporaneamente.
« Ci vediamo dopo? » chiese lei.
« Certo » fece lui con un sorriso. 
Le scoccò un bacio sulle labbra e si diresse verso la biblioteca, mentre lei saliva le scale per la Sala Comune.
Appena entrò notò subito una chioma bionda che sbucava da un'enorme montagna di libri.
Sorrise.
« Ciao, Mary » salutò, avvicinandosi. « Vacci piano con lo studio, eh, se tutti quei libri franassero potrebbero ucciderti, proprio come se li leggessi tutti »
Lei rise e gli fece posto, togliendo altri libri dalla sedia che aveva accanto.
« Non sapevo nemmeno che li dovessimo avere tutti questi libri » continuò lui, allibito.
« Ti stai ammazzando con questi esami, a quanto capisco, vero? » rispose lei, allegra. « Lily ti distrae parecchio, forse »
Lui sorrise. « Devo dire che la cosa non mi dispiace »
Mary tossicchiò e non rispose, ma si rifugiò in uno dei suoi libri.
« Tutto bene? Stai...bene, Mary? » chiese, un po' confuso.
« Certo » fece lei, brusca. 
Lui la osservò a lungo. C'era qualcosa che non andava in lei, ma davvero non capiva cosa.
« Mary, se c'è qualcosa che non va, io... » 
« No » fece lei. « Solo una cosa. Posso farti una domanda? »
« Certo » rispose lui, confuso.
« Sei felice? »
Lo chiese senza pensarci. Non rifletteva su nulla in quel momento, solo perché, se l'avesse fatto, non avrebbe avuto più il coraggio di dire nulla.
Non sapeva bene neanche lei dove volesse arrivare, era solo consapevole che da quella risposta dipendeva tutto, malgrado forse la conoscesse già. Eppure riusciva ancora ad aggrapparsi a qualcosa, forse a nulla di reale, a una speranza che non c'era. L'ultima. L'ultima davvero.
« Sì » disse lui, semplicemente. « Molto »
E non avvertì più nemmeno la solita fitta al cuore. Neanche un po' di quel dolore che aveva imparato a conoscere. Domandò a se stessa cosa avrebbe fatto, adesso e non seppe darsi una risposta. 
Forse doveva lasciar perdere, provare a non pensarci più, neanche per un secondo.
Forse doveva farsi ancora del male, prima di poter dimenticare.
O forse... Forse doveva ancora provarci. Solo un'altra volta.
Ma non sarebbe stato un tentativo. Solo un modo per ricordare a se stessa che da quella volta, non valeva nemmeno la pena di sperare. 
E mentre lui la guardava, un po' spaesato, non riusciva a credere che non l'avrebbe mai davvero avuto. Che non era riuscita a nulla con lui, che avrebbe dovuto lasciarlo andare per sempre. Perché c'aveva sempre creduto nei sogni, si era sempre detta possibile che non si accorga mai di me? Un giorno lo farà, perché i sogni si avverano. Eppure quello più importante era crollato. Precipitato dal cielo sul quale viaggiava, sgretolato sul terreno orribilmente ruvido e reale per quello che alla realtà non si era mai avvicinato, ma di cui era opposto. E lei aveva visto tutta la sua caduta, il suo rompersi piano piano ma irrimediabilmente, ondeggiando quasi disinteressato tra delusioni e speranze, per poi scendere ancor più giù, verso terra, dove si sarebbe fermato e infine morto.
E cosa poteva fare, ora? Scegliere un altro sogno, magari. Cercare un qualcosa che le facesse battere il cuore, come un tempo, e tuttora, glielo faceva battere lui. Un desiderio da inseguire, per cui sacrificarsi. Ancora, come lui. 
Non capì cosa l'avesse spinta a farlo.
Fatto sta che qualche attimo dopo lo stava baciando.
Le sue labbra erano morbide e belle come nient'altro. Ma fredde e assolutamente immobili. Non rispose al bacio, naturalmente, e la allontanò, prendendola con delicatezza per le spalle. La guardò con la testa un po' inclinata, sorpresa e comprensione mescolati nei suoi occhi.
« Scusa, Scorpius... Scusa » mormorò lei, gli occhi colmi di lacrime. « Ma ti amo »
E Lily osservava la scena da un po'. 
Era venuta, annoiata dall'idea di studiare e consapevole che in realtà non lo avrebbe fatto. Così era scesa, perché sapeva che avrebbe comunque pensato tutto il tempo a Scorpius e che Scorpius avrebbe pensato a lei. Ma magari, insieme, qualcosa di buono sarebbe potuto uscirne.
Poi li aveva visti. Si guardavano a lungo, in una maniera un po' particolare. E questo l'aveva spaventata. Ma quando la vide baciarlo, in seguito a una vampata d'odio, nacque in lei un moto di comprensione nei suoi confronti.
Nessuna paura, no. Aveva assoluta fiducia in Scorpius.
Lei corse via, piangendo, e Scorpius voltandosi la vide e le andò incontro.
« Lily, io non-... » cominciò a dire precipitosamente.
Lei scosse in fretta la testa. « Lo so » mormorò, abbracciandolo. « Vado da lei »
Corse via dalla biblioteca, un peso sul petto che non sapeva spiegarsi. Perché le stava correndo incontro? Perché provava una tale compassione per lei? Aveva baciato il suo fidanzato, aveva cercato di portarglielo via, eppure non c'era la minima rabbia in lei, ma solo una grandissima tristezza per quella che si aspettava essere una storia difficile. 
« Mary! » gridò. « Mary, fermati! »
Alla fine la vide appoggiarsi al muro e piangere.
« Mary... » mormorò quando l'ebbe raggiunta.
Lei singhiozzò tra le sue stesse mani. « Mi d-dispiace! » 
« Ti va di spiegarmi tutto? » chiese Lily, cauta. « Te la senti? »
La ragazza non rispose, ma quando lei evocò un piccolo fazzoletto di stoffa e glielo porse, annuì appena.
« Lily, io ho sbagliato tutto... » mormorò, torturando il fazzoletto tra le dita tremanti. « Non mi ero mai, mai comportata in maniera così orribile... E' come se non fossi stata me stessa in quel momento, e in questo periodo in generale... Ma allo stesso, non mi ero mai innamorata così di qualcuno »
Lily deglutì. 
Le provocava una strana sensazione sentirla parlare in quel modo. Sentirsi dire che era innamorata di Scorpius, quando credeva - stupidamente, certo - di dover essere l'unica ad amarlo. Eppure si fece forza e la invitò a proseguire, anche se forse non c'era più nulla di importante da sapere. L'amore a volte cambiava le persone. E forse le azioni che ne seguivano non andavano del tutto condannate, almeno secondo Lily, che davvero aveva un cuore buono.
« Quando ho saputo che vi eravate messi insieme, sono... sono andata fuori di testa... E ho pensato che volevo provare a prendermelo... A farlo innamorare di me... » Pianse più forte e affondò il viso nel fazzoletto, nascondendolo tra le mani. « S-sono stata d-davvero... Una... u-una... »
Non trovò una parola abbastanza orribile per descriverla.
« Basta piangere » mormorò Lily, pacata.
« Lily, tu devi scusarmi » disse lei. « Devi perdonarmi... Io ti giuro che mai più proverò a sfiorarlo, perché lui... lui ti ama così tanto... » 
La guardò. « E Rose... » sussurrò. « E' tutta colpa mia... »
« Si aggiusterà tutto. Adesso non preoccuparti »
E adesso Lily capiva. 
Chissà quanto doveva aver sofferto Rose, quanto doveva essersi sentita dolorosamente spezzata in due, senza la capacità di rimettersi insieme da sola, rimasta a guardare quelle due persone che amava mentre si allontanavano da lei, lasciandola nelle mani di nessuno, a odiarsi per quello di cui non aveva nessuna colpa, di qualche amore che si intrecciava in maniera odiosamente sbagliata sotto i suoi occhi e di cui era rimasta vittima senza poter lottare. Solo adesso capiva quei suoi sguardi spauriti, carichi di una muta e disperata richiesta d'aiuto che lei, all'oscuro di tutto, non era riuscita a comprendere, a recepire. Quel suo essere così sfuggente da ogni tentativo di avvicinamento da parte sua... Adesso era tutto chiaro. E mentre continuava a pensare, nacque in lei un forte desiderio di correrle incontro per stringerla, di dirle quanto era dispiaciuta per non aver capito nulla. Ed era ciò che avrebbe fatto.
« Mary » mormorò, stringendole una mano tra le sue. « Adesso va' da Rose e chiarisci con lei. Vedrai che tutto ti sembrerà più facile con lei accanto »
La ragazza annuì debolmente.
« E... » aggiunse, titubante. « Mary... Anche tu troverai qualcuno che ti ama, e che amerai come mai avresti sperato di poter fare. Tienilo a mente »
Lei sorrise.
Il sorriso di una ragazza che aveva sbagliato, che si era pentita, che era stata perdonata, e che stava già ricominciando a vivere.
 
*  *  *
 
Mary trovò Rose nel loro Dormitorio, mentre era sdraiata sul letto, intenta a fissare il soffitto su cui erano dipinte stelle.
Tossicchiò e la guardò dubbiosa, il fazzoletto ancora accartocciato tra le sue dita umide e tremanti.
Rose alzò lo sguardo e fu stupita nel vederla, tanto che non riuscì a parlare ma si mise più diritta a sedere, mentre lei faceva qualche passo per entrare e sedersi lì di fronte, lo sguardo a terra.
« Posso parlarti? » chiese piano.
Lei annuì ancor prima che finisse di parlare.
« Ecco, io... » cominciò a dire, la frangetta bionda che le copriva gli occhi e il capo chino. « Sono venuta a chiederti perdono, Rose »
La ragazza la fissò, colpita. Sembrava aver perso il dono della parola, perciò annuì, con un accenno di sorriso sulle labbra che lei non riuscì a vedere.
« Poco fa ho baciato Scorpius » raccontò. « Lui ovviamente mi ha respinto, così sono corsa via ma Lily, che era lì, mi ha rincorso e io le ho chiesto scusa con tutto il mio cuore. E solo così ho capito... »
Lasciò un attimo la frase in sospeso, mentre una lacrima prendeva forma nei suoi occhi, raccogliendo in sè tutto il suo dolore e precipitando giù, invisibile.
« Ho sbagliato tutto quanto, Rose... Sono stata l'idiota più grande del mondo! Ho sbagliato a non ascoltarti, ad avvicinarmi in quel modo a Scorpius, e baciarlo è stata la cosa più terribile che potessi fare... E chissà quanto hai sofferto, tu, tu che non c'entravi niente... E io ho permesso tutto questo... Io sono stata la causa di tutto, quando avrei solo dovuto farmi da parte... E mi dispiace così tanto! Così... Così t-tanto... »
Non riuscì più a reggere il groviglio di pianto e angoscia che le premeva in gola, così comincio a singhiozzare come una bambina, senza neanche provare ad asciugare le guance bagnate. 
E Rose non riuscì più a sopportarlo. Si alzò di scatto e la abbracciò, accarezzandole impacciata la schiena in un tentativo di calmarla.
E malgrado le lacrime dell'amica la facessero star male, si sentiva felice come le pareva impossibile da un po'. 
Mary aveva capito. Aveva capito di aver sbagliato, di dover accettare che l'amore non era sempre ricambiato. E adesso tutto sarebbe andato bene. Doveva solo parlare a Lily, sperare che capisse perché non le aveva rivelato nulla, cercare di nuovo il suo abbraccio caloroso, il suo affetto che - lei non lo sapeva - non aveva mai vacillato. Ora era tutto diverso. Quella dannata solitudine era finita, l'avrebbe dimenticata, e finalmente avrebbe potuto proseguire.
« Mary, sono qui ora » sussurrò all'amica. « Non pensarci più »
Lei la strinse forte a sè, tremante.
« Sono così contenta che tu sia tornata... » disse ancora Rose. « Credevo che tutto non si sarebbe risolto mai più »
« Dovevo capirlo tempo fa... Dovevo capirlo subito che era sbagliato... »
« Non ha più importanza »
« No, io... »
« Non importa, Mary »
Gli occhi d'ambra lucidi di lacrime e quelli scuri e intensi si incontrarono e la scintilla d'intesa si riaccese dopo tutto quel tempo, immutata. 
Fu lì che si resero conto che c'erano davvero cose al mondo che non potevano cambiare mai.
« Devi andare da Lily » mormorò Mary con un sorriso. « Era ansiosa di vederti »
Lei annuì.
« Allora...ci vediamo dopo? Ho proprio voglia di fare quattro chiacchiere »
« Con una cioccolata calda, come sempre, magari? »
« Guarda che non è più inverno »
« La nostra cioccolata non conosce stagioni...o sbaglio? »
La ragazza sorrise raggiante.
« Sapevo che l'avresti detto »
La salutò con la mano prima di uscire a balzi dal dormitorio e dalla Sala Comune. Lily la stava aspettando fuori.
« Rose! » saltò su quando la vide.
« Lils... »
« Ah, tesoro! » esclamò, gettandole le braccia al collo. « Quanto mi mancava abbracciarti! Mi dispiace di non aver capito tutto, davvero, io... »
« Ma cosa dici? Come potevi capire una situazione del genere? » ribattè lei, ridendo. « E' stato tutto un casino incredibile... Ma tu... credevo che ti saresti arrabbiata con me! »
« Arrabbiata con te? » ripetè la rossa, senza capire. « Ma per cosa? »
« Per non averti parlato di quello che stava succedendo »
« Ma sei scema? » rispose Lily, ridacchiando. 
Rose ricambiò il sorriso, se possibile ancora più grande del suo.
Possibile che fosse così semplice sostituire il dolore alla felicità? Possibile che tutto si fosse aggiustato in un secondo?
C'era ancora qualcosa da ricostruire, certo. Il cuore di Mary, che aveva passato una dura prova, ma non senza qualche ferita da rimarginare.
Eppure tutto sembrava così stranamente semplice ora... Anche guarire un cuore lacerato, rimettere in sesto una vita, smetteva di apparire impossibile.
« Va tutto bene ora. Riesci a crederci? » mormorò Lily, pensierosa.
Il pensiero andò a James. No. Lui non stava bene, esattamente come la sua migliore amica. Ma lei aveva tanta speranza nel cuore. 
« Tutto bene? » fece Rose con una strana risatina. « Eh no, cugina. Ti sei forse dimenticata che non manca poi molto allo scontro finale? »
« Scontro finale? Ma di che stai parlan-... Oh, miseriaccia »
« Ecco, appunto »
« La finale. La finale di Quidditch. Manca un mese »
« No, tesoro. Un mese sarebbe molto, anche se tu fai allenare la tua squadra otto mesi prima. Quest'anno si svolgerà in anticipo, ma il Preside non ha ancora detto perché. Credo che daranno un annuncio importante molto presto »
« Cioè... Tu mi stai dicendo che fra poco... Tipo un paio di settimane...ci sarà la finale? »
« Esatto. Non sei eccitata anche tu? »
Inutile dire che Lily svenne.
 
*  *  *
 
« Ci siamo »
« No, non ci siamo per niente »
« Intendo dire che il gran giorno è arrivato »
« Non è un gran giorno, perché perderemo! »
« Ma no, tesoro, il Grifondoro non è così forte da tempo, e poi considerando i punti delle altre Case, al momento, l'unica possibilità che avete di perdere senza speranza la coppa sia di non totalizzare un punteggio pari a una cifra del tipo-... »
« STA' ZITTO! »
« Sì, forse è meglio »
Scorpius Malfoy non era ancora riuscito a elaborare un metodo efficiente per far calmare la sua fidanzata prima di una partita di Quidditch. I suoi tentativi andavano puntualmente in fumo, spesso rischiava la sua sanità mentale e fisica, ma ancora non si era rassegnato. Quando si parlava di una finale così importante, però, anche la persona più ottimista della terra gli avrebbe consigliato di lasciarla perdere, pur sapendo che si sarebbe crogiolata nella sua disperazione fino a esplodere peggio di una di quelle bombe babbane che spazzavano tutto nel raggio di chilometri e chilometri. Ma lui, testardo come non si sa cosa, se ne stava lì, accanto a lei, ogni volta, a farsi sgridare e insultare senza batter ciglio.
« Ti ho mai detto che questa divisa fa risaltare i tuoi occhi? » disse, sorridendo angelico.
Lo sguardo di Lily fu così terribile che un Basilisco, di fronte a lei, si sarebbe parecchio intimidito.
« Davvero, amore, sei più bella del solito » insistette il ragazzo, dolcemente.
« Scorpius, luce dei miei occhi, perché ci tieni così tanto a morire a soli diciassette anni? »
« Ma tesoro... »
« STA' ZITTO! »
« Okay, okay... »
Mancava davvero poco allo scontro tra Grifondoro e Corvonero. 
Minuti.
Si trattava di pochi dannatissimi minuti.
« Lily, mi sa che è il momento » borbottò Scorpius, controllando l'orologio.
Lei si legò in fretta i capelli in un'elegante coda alta e sospirò.
« Buona fortuna, amore » sussurrò lui, scoccandole un bacio sulla guancia. « Andrà tutto bene, vedrai »
Lei non rispose ma riuscì a sorridere prima di alzarsi.
« Squadra » annunciò, la voce stranamente ferma. « Andiamo a prenderci questa benedetta coppa »
I sette giocatori marciarono verso il campo con le scope in spalla, acclamati con applausi e grida dalla curva in rosso e oro. Striscioni enormi tappezzavano la chiazza rossastra di tifosi, tutti armati di sciarpe e stendardi con su disegnato il leone di Grifondoro, mentre dall'altra parte il blu scuro dei Corvonero avvolgeva una cinquantina di ragazzi festanti.
La tensione era palpabile e alzarsi in volo contro il vento fresco della giornata fu una vera liberazione. A Lily sembrò di aver lasciato la paura a terra, mentre una nuova sicurezza si era impadronita di lei. Strinse decisa la mano del Capitano avversario e avvertì il fischio di Teddy che segnava l'inizio dello scontro.
« E così comincia la finale di questo campionato che vede scontrarsi Grifondoro e Corvonero » annunciò Hannah. « L'ultima occasione di vincere la coppa per qualcuno di questi giocatori. Albus Potter, ad esempio, piange da una settimana per l'emozione di... »
« Watson, la cronaca! »
« Certo, professoressa. Aggiornavo la scuola sui retroscena più succulenti. Comunque, vediamo Sullivan in possesso di pluffa che viene quasi buttato a terra da Marshall, ma l'arbitro lascia passare. Si avvicina al portiere, schivando Harris, e... no! Harris gli ruba la pluffa, tuffandosi verso l'altro lato del campo... »
Lily ascoltava mentre osservava la partita, tenendosi vicina ai suoi giocatori per evitare loro dei bolidi.
Quella dei Corvonero era un'ottima squadra, molto compatta e potente, soprattutto nell'attacco agli anelli, ma anche il Cercatore era famoso per la sua vista eccezionale, cosa che lo rendeva parecchio temibile agli occhi dei suoi avversari.
Vide Albus strizzare gli occhi contro il sole, vagare in alto per tutto il perimetro del campo mentre Nottom era molto più giù.
« Ehi! Brutto salame viscido, non si attacca il portiere se la pluffa non è nell'area di rigore! Ma chi te l'ha insegnato il Quidditch, Celestina Warbeck? Buttalo fuori, Ted, avanti! »
« Watson, questa è la sua ultima telecronaca se continua così e le ricordo che i giocatori non possono essere espulsi! »
« Beh, questa sì che è una stupidata pazzesca! Mai vista una partita di calcio, professoressa? I Babbani sì che sanno come si gioca! »
« E' qui per ribaltare le regole del più antico sport del mondo magico, per caso? Continui! »
« Mi scusi, professoressa. Rigore per Grifondoro... e come minimo, direi! »
Lily non potè non sorridere, mentre Marcus si preparava a tirare il rigore per la scorrettezza del battitore dei Corvonero che aveva lanciato un bolide a Frank senza motivo. Marcus segnò.
« Dieci a zero per Grifondoro! La partita si movimenta un po', gente! Forza, Leoni, fatevi sentire! »
« Watson, ma cosa fa? »
« Aizzo la folla, professoressa... Sì, scusi, non succederà più... »
Nei minuti che seguirono Grifondoro e Corvonero segnarono e segnarono ancora, finché il pareggio non fu di sessanta punti a testa.
Frank aveva parato di tutto, Lily aveva fatto cadere la pluffa a parecchi Cacciatori e tutti quelli della sua squadra avevano segnato almeno un punto. Ma Corvonero continuava ad avvicinarsi a ogni passo avanti che compivano.
All'improvviso vi fu un boato e Lily si voltò insieme agli altri, in cerca della causa di tutto quel clamore.
Il cuore le balzò in gola quando vide Albus sfrecciare tra i giocatori, rincorrendo la minuscola pallina dorata, ancora molto distante da lui. Nottom si gettò subito su di lui, incoraggiando la scopa ad andare più veloce.
« Albus Potter corre verso il Boccino con Nottom alle calcagna! Vai, Al, corri! » si sentì urlare Hannah.
Vai, Al. Puoi farcela.
Correva più veloce di un fulmine, il manto rosso e oro che svolazzava all'impazzata, ma l'avversario l'aveva già raggiunto e ora lottavano in una sorta di corpo a corpo, mentre il Boccino pareva sempre più lontano.
« Corri, maledizione, corri! » sbottò, spronando il manico di scopa. 
Nottom gli diede una spallata, ma lui quasi non si mosse, concentrandosi con tutta la forza possibile sulla piccola palla lucente che sfrecciava davanti ai suoi occhi. Doveva riuscire a prenderla, a chiudere le mani sulla sua superficie liscia e gelida, perché quella era la sua ultima occasione. L'ultima possibilità di dimostrare quanto valesse sul campo da gioco. Quanto somigliasse a suo padre anche a cavallo di un manico di scopa.
Si piegò al massimo delle sue possibilità, schizzando verso il basso in picchiata insieme al Boccino d'Oro e seppe in anticipo che ce l'aveva fatta.
Nottom non reagì bene al brusco cambio di direzione e rimase indietro, mentre lui allungava il braccio e stringeva le dita tra le ali della pallina che si agitavano frenetiche invano.
L'urlo dello stadio fece tremare il terreno e si sentì avvolto dai suoi compagni di squadra in una macchia di scarlatto indefinita, mentre con l'abbraccio di gruppo più bello della sua vita scendevano per festeggiare insieme agli altri.
I tifosi Grifondoro si riversavano sul campo con le braccia in alto, sventolando sciarpe e bandierine, urlando e cercando di stringere la mano ad almeno uno dei loro campioni, i volti accesi da sorrisi raggianti.
« Abbiamo vinto la coppa, abbiamo vinto la coppa! »
Lily era quella che strillava più di tutti.
Si sentì di tutto tra i ringraziamenti e i complimenti, tra cui qualche "Albus, sposami" che lo fece ridere a crepapelle.
I sette vincitori si strinsero l'un l'altro mentre Wilson passava la coppa a Lily, il Capitano, che invece di alzarla in aria la porse ad Al con gli occhi lucidi, lasciando che fosse lui a portarla in trionfo.
Lo stadio esplose.
I due Potter riuscirono nuovamente ad assaporare la felicità, così come non la sentivano ruggire da tempo nei loro corpi.
E quando tutti si stavano dirigendo fuori, verso la Sala Comune, dove si preannunciava esserci una festa grandiosa senza precedenti, Lily si sentì presa per un braccio e, voltandosi, ebbe appena il tempo di sorridere a Scorpius, prima di essere travolta dal suo bacio.
Le labbra perse le une nelle altre, le mani intrecciate saldamente, si chiesero entrambi se fosse arrivato il momento del lieto fine o se ci fosse ancora qualcosa da affrontare, insieme.
E se qualcosa fosse accaduto veramente, allora potevano urlare senza paura che erano pronti. Pronti davvero a tutto.








Note della Malandrinautrice: Salve, bella gente! Finalmente sono riuscita ad aggiornare!
Ero partita con l'idea che dovesse essere un capitolo breve e invece... beh, ne è uscito questo qua!
Come vedete è rientrata in scena l'odiosa Mary (daai, poveretta, ora perdonatela!), tutto si è chiarito e siamo tutti contenti! Mmm... Non proprio. Altrimenti sarebbe l'ultimo capitolo, no?
Mi dovete sopportare ancora un po', se volete, ma manca davvero poco alla fine di questa storia...
Comunque, vedrete ovviamente quell'annuncio di cui parlava Rose nel prossimo capitolo e vediamo di cosa si tratterà... :D
Beh, ne approfitto anche per augurarvi buon Natale...
*Albus Potter sbuca dal nulla*

Sorella, non so se ti hanno avvertito, ma è appena finito...
Senti, moccioso, non è che siccome sei l'Eroe di questo capitolo, il figlio del Salvatore e tutto quanto puoi venire qui quando ti pare a dirmi che Natale è finito! Parlavo delle feste in generale!
Okay! Mamma, sei peggio di mia sorella... Buon Natale, eh.
Comunque. Vi mando un sacco di baci, con tutto il mio cuoricino, vi ringrazio perché sono tantissimi quelli che hanno questa storia tra le preferite, le ricordate o le seguite e quindi... GRAZIE! GRAZIE, grazie sempre, davvero!
Con tutto il mio ammmore, alla prossima!

Simona_Lupin

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Capitolo 25
*** Il Torneo delle Vecchie Glorie ***


Capitolo 25
Il Torneo delle Vecchie Glorie

 




« Chissà di che si tratta... »
« Magari vengono delle studentesse francesi a studiare qui per un po'... »
« Hugo! »
« Che c'è? »
« Forse rifonderanno il Club dei Duellanti! »
« Noo! Io sono una schiappa in Difesa! »
« Fattene una ragione, Frank »
« Però quella delle studentesse francesi non era mica una cattiva idea... »
« Scorpius! »
« Scherzavo, tesoro »
In Sala Grande gli studenti erano in fribillazione per l'annuncio misterioso che doveva essere dato quel giorno. Il chiacchiericcio che solitamente percorreva i quattro lunghi tavoli gremiti di studenti e invadeva quel luogo nelle ore di pasto era più sonoro del normale e tutti si chiedevano quale novità stesse per arrivare e cosa riguardasse di preciso.
Al tavolo di Grifondoro, l'ultimo sulla destra, il solito gruppetto discuteva concitato sull'argomento, e alla lunga vennero fuori le idee e le proposte più bizzarre che si fossero udite quel giorno, le quali, bisogna dirlo, per la maggior parte provenivano dalla guasta e delirante mente di Hugo Weasley.
« Wilson voleva creare un effetto suspense? » chiese, scocciato. « Bene, ma adesso ha rotto. Che accidenti sta aspettando? Sono quasi le dieci di sera! »
« Non sono neanche le nove, Hugo... »
« Sempre tu e i tuoi inutili dettagli, Al »
Il ragazzo lo guardò sconsolato e scosse la testa, quando finalmente il Preside si alzò e il silenzio fu istantaneo e totale.
« Bene, ragazzi » cominciò con un gran sorriso. « Credo sappiate che oggi vi verrà dato un piccolo annuncio... »
« Credo sappiate?! Sta scherzando, vero? » borbottò ancora Hugo, sconvolto.
Gli amici gli fecero un brusco segno di star zitto.
« ...quindi, passiamo alle spiegazioni che stavate aspettando » proseguì l'anziano preside. « Fra due settimane avrà luogo un evento molto particolare, un evento che non viene celebrato ad Hogwarts da parecchio tempo: il Torneo delle Vecchie Glorie »
Un mormorio si diffuse per l'ampia sala, ma cessò in fretta, facendola ripiombare in un silenzio religioso.
« Ora, il Torneo delle Vecchie Glorie vede sfidarsi sul campo da Quidditch i migliori giocatori che hanno ormai abbandonato la scuola. Il Torneo si svolgerà in  due giorni. Nel primo giorno ci saranno due semifinali ed estrerremo a sorte i nomi delle Case per decidere chi dovrà sfidarsi. A queste due partite parteciperanno gli studenti che hanno da poco detto addio ad Hogwarts, ma che hanno lasciato il segno per il loro talento sul campo da gioco. I due vincitori si sfideranno in finale il giorno seguente, ma a giocare questa partita saranno i vecchi studenti, i più talentuosi che Hogwarts non vede ormai da tempo. Il Torneo, infine, è aperto a tutti. Genitori, amici, possono venire qui da voi e divertirsi con un po' di buon Quidditch »
Sì udì qualche strilletto eccitato, e Lily e Albus si scambiarono un'occhiata.
« Mica faranno giocare mamma e papà? » chiese lui.
Lei annuì gravemente.
« Ma papà è vecchio! Sinceramente, ce lo vedi tu di nuovo a cavallo di un manico di scopa a cercare di acchiappare il Boccino? »
Lily trattenne a stento una risata. « Magari possiede ancora i vecchi riflessi del Cercatore... »
« Sì, certo, e io sono la strega Morgana! »
« Ehi » intervenne Hugo, guardandoli con un cipiglio severo. « Zio Harry è un mito, non me lo toccate! Vedrete che volo che farà »
Ma Albus non pareva per nulla convinto.
« Spero solo che non chiamino papà » continuò Hugo, rabbuiandosi. « Vi immaginate se viene a sapere che giocherà di fronte a una cosa tipo...mille persone? Avrà i nervi così alti che morirà appena entra in campo! »
I due cugini scoppiarono a ridere. 
Sarebbe stato divertente, quel Torneo, e Lily, guardando Hannah, chiusa nel suo ormai solito silenzio, pensò che ce n'era davvero bisogno.
Il suo sguardo fu attratto però da Teddy che stava passando accanto al loro tavolo per uscire dalla Sala. 
« Ehi, Ted! » lo richiamò, accompagnata con entusiasmo dai due.
Il giovane ragazzo si voltò e con un sorriso si fece vicino.
« So già cosa volete, maledette piccole pesti » annunciò, prima che tutti e tre potessero dire qualcosa. « Non mi avete chiamato per ricordarmi quanto mi volete bene o che sono il miglior insegnante che abbiate mai avuto, no? »
« Il tuo essere così malvagiamente prevenuto ci offende nel profondo, Lupin » rispose Hugo con il suo tono più falsamente tagliente.
« Ah, per la barba di Merlino, non posso dirvi nulla sul Torneo. Infatti non lo farò, questo è sicuro »
Dopo qualche attimo di silenzio, scoppiarono a ridere sonoramente. Ted proprio non era capace di fingersi severo e non avrebbe mai imparato come si deve.
« Non stavo scherzando! » protestò, frustrato.
I tre continuarono a ridacchiare senza ritegno.
« Avanti, Ted, se è per questo, non dovevi neanche raccontarci di quando la Sanders si è messa a piangere di fronte a te perché il suo fidanzato di vent'anni più giovane l'aveva brutalmente mollata... »
« ...o di quando Chapman ha provato a fare quell'incantesimo da primo anno e gli hanno preso fuoco i capelli, così che ha dovuto gettarsi nel Lago Nero... »
« ...e nemmeno di quando la Griffith ha dato del troll a Wilson perché era ubriaca e gli altri insegnanti l'hanno trascinata via di peso... »
« ...o ancora... »
« Ho capito! » esclamò lui, esausto. « Ho capito. Ma questa volta mi hanno raccomandato di non rivelare nemmeno il dettaglio più insignificante sui giocatori che vogliono richiamare » concluse, risoluto.
« Oh, allora... » disse Al, alzando le mani in segno di resa. « Comunque, beh... solo affinché tu lo sappia... oggi è il mio compleanno... »
« Al, il tuo compleanno è ad Agosto! »
« E chi te l'ha detto? »
« Ma...?! Stai scherzando? Vivo praticamente con te da quando sei nato! »
« Non si finisce mai di conoscere una persona, Ted. Dovresti saperlo »
Lui cominciò a sbattere la testa sul bordo del tavolo, cercando di farsi più male possibile.
« Okay, okay. Ritirata, ragazzi » disse Lily. « Non preoccuparti, Ted. Ti capiamo se non puoi dirci niente... Non saremmo mai capaci di arrabbiarci con te. Sai quanto ti siamo affezionati »
Il suo sguardo si intenerì e Hugo contò con le dita della mano i secondi che mancavano al suo cedimento, nascosto dietro il cugino.
« Va bene! » scoppiò infine. « Vi anticiperò qualcosina, ma nulla di più. Intesi? »
Un coro di dolcissimi "grazie, Teddy" accolse le sue parole.
« Allora. Alle semifinali, ovviamente, giocherò io, perché, detto fra noi, è ormai ben chiaro a tutti che sono un grande. E poi James, un mito anche lui, ha tutta la mia stima, se solo la piantasse di fare l'idiota di fronte a mia moglie... Poi... No, basta. Non posso dirveli tutti! Vabè, dai... C'è anche Fred, quel figo di Fred, sì, lo amiamo tutti... Ma ora basta! »
Li guardò con aria severa quando iniziarono a protestare, ma questa volta dovettero lasciar perdere.
« E tra i big? » chiese Hugo.
« Tra i... big » Teddy rise. « Harry è una certezza »
« NOOOOO! Papà no! » piagnucolò Albus, improvvisando un suicidio.
« Avanti, Al! »
« Ditemi che è solo un incubo »
« Albus »
« Oddio, è tutto vero! »
« Albus! »
« Okay, la smetto »
« Bravo »
Il ragazzo si morse il labbro.
« Comunque finirà male »
 
*  *  *
 
« Guardate, è Harry Potter! »
« Harry Potter! »
« Ma lì c'è Harry! »
« Quello lì è... Harry Potter! E' proprio vero? »
Erano passati alcuni giorni dall'annuncio del Torneo, e i giocatori richiamati erano arrivati a scuola con l'Espresso per Hogwarts, alcuni giorni prima delle partite per definire i dettagli di ogni squadra e, com'era necessario, per qualche breve allenamento precedente allo scontro tanto atteso.
Tutti gli studenti si erano radunati nel parco per accoglierli, e com'era prevedibile, Harry fu salutato con un certo clamore. Lui non vi fece caso e individuò subito i suoi figli, correndo loro incontro insieme alla moglie e a tutti quelli della famiglia che dovevano giocare come lui.
Era così bello tornare a casa... 
Hogwarts era esattamente uguale a come la ricordava, con le torri imponenti e le ampie finestre che mandavano bagliori alla luce potente del sole, il grande parco che la ornava ampio e luminoso, con l'immensa distesa d'acqua scura del Lago Nero dove si era dovuto tuffare in pieno inverno molti anni prima. Si sentì leggero e pieno allo stesso tempo, privo di tutte quelle angoscie da cui non riusciva a liberarsi e colmo dell'affetto che solo quell'antico castello sapeva donargli. Era come stringere nuovamente la mano di un amico che si era dovuto abbandonare troppo tempo prima.
Vedeva la sua prima e più bella casa spalancargli di nuovo le porte, allargare le braccia per riprenderlo a sè, come se tutti quegli anni fossero state una delle solite estati di insopportabile separazione, ma che avrebbero portato solo a un nuovo e meraviglioso saluto. 
Perché nulla era cambiato davvero. Perché quello non poteva cambiare. Stava solo ritornando un po' diverso, ma con gli stessi occhi dietro le lenti rotonde.
E con quel verde intenso che riluceva, si guardò avido intorno. Ricordò i pomeriggi di sole trascorsi a studiare o a ridere all'ombra di qualche albero in compagnia di Ron e Hermione, le infinite passeggiate con Ginny in riva al lago in cui si chiacchierava di Quidditch e famiglia, di promesse e di Gobbiglie, discorsi ampi e senza limiti inframmezzati da baci sfiorati. E le visite alla capanna di Hagrid, le serre afose con le piante più strane, la Sala Comune con le poltrone di velluto scarlatto e le scalinate verso il comodo letto a baldacchino, e ancora la vasta biblioteca con quegli scaffali alti fino al soffitto, dove si stava chini e in silenzio per non vedersi il naso affilato di Madama Pince a un centimetro dal proprio... 
Gli occhi gli bruciarono, ma non capì se fosse perché non voleva sbattere le palpebre, o perché era di nuovo lì, davvero.
Hogwarts si mostrava a lui più accogliente e incantevole che mai, come se quella terribile guerra che l'aveva scossa e rivoltata per ore incessanti non ci fosse mai stata. 
I pavimenti che aveva calpestato per anni erano gli stessi di sempre, ricchi di storie e amori di chi li aveva attraversati...
E fu lì che avvertì nel petto un'insolita e inspiegabile sensazione di calore.
« Allora » disse, sorridendo radioso, dopo aver abbracciato i figli e i nipoti. « Bentornati a casa »
Gli altri sorrisero di rimando.
« Venite, entriamo dentro » propose Albus, allegramente.
Quando il gruppetto si avvicinò al castello, Lily intravide Scorpius guardare la scena di sottecchi, appoggiato a una parete del cortile principale. Si allontanò borbottando parole incomprensibili e si diresse verso di lui.
« Ehi » disse. « Che ci fai qui, tutto solo? »
Lui sembrava in lotta con se stesso. 
« Hai... » mormorò lei, titubante. « Hanno richiamato anche tuo padre? »
Gli occhi guizzarono verso di lei. La guardò a lungo, la comprensione e l'affetto impressi nel suo viso che lo colpirono di nuovo, come sempre, e annuì bruscamente, come se quel piccolo cenno richiedesse uno sforzo fastidioso. 
« Cosa... » sbottò dopo qualche secondo di silenzio. « Cosa diavolo si aspetta che faccia, che io... che io vada lì a salutarlo... a... ad abbracciarlo o cos'altro? Io... Che cosa pensa che dovrei fare, adesso? Perché accidenti è venuto fin qui? Davvero, io... proprio non lo capisco »
« Lo hai già visto? »
« No, io... Cavolo » imprecò poi. « E' proprio lì »
Lily non si voltò. Era totalmente concentrata su di lui, sulle ombre di quel viso che cercava di ingannarla, così da farle credere che tutto andava bene, quando era chiaro che fosse tutto il contrario.
« Devi andare da lui » disse con ferma dolcezza.
« Non credo proprio »
« Scorpius. Devi andare da lui »
« Io... »
« Ci sarò io. Resterò con te »
E la sua piccola mano che stringeva leggera il dorso della sua, gli fece capire che doveva davvero. Così la accolse nella sua e si diresse verso il padre, ancora distante nel vasto cortile d'ingresso.
Draco Malfoy aveva un'aria di sciupata bellezza, il viso appuntito e bianco come sempre, i biondi capelli lisci più radi di un tempo, sul capo. Avanzava stranamente titubante, una mano poggiata sulla schiena della moglie che si guardava attorno, nervosa. Parevano essere capitati lì per caso.
Lo sguardo della donna si accese quando vide Scorpius avvicinarsi, quasi senza accorgersi della ragazza che camminava con lui, sogguardata invece dall'uomo che pareva d'un tratto più confuso che mai.
« Papà » mormorò il ragazzo, appena vi fu di fronte. « Mamma »
« Tesoro ». La voce di Astoria Malfoy era carica di commozione quando fece per abbracciarlo. Lui rimase immobile mentre lo stringeva, tanto freddo da costringerla silenzionsamente ad allontanarsi subito.
« Non credevo che sareste venuti » disse, il tono più glaciale che mai.
Lei mosse lo sguardo dal suo a quello del marito, spaesata, e il sorriso che stava per sbocciare dalle labbra le morì in gola.
« Il Preside ha convocato tuo padre nella squadra e credevo... Credevamo che ti avrebbe fatto piacere » mormorò.
Lo fissò speranzosa, come se aspettasse una conferma delle sue parole, ma lo sguardo freddamente scettico del figlio le fece crollare ogni vana speranza.
« Credo dobbiate andare in Sala Grande » borbottò Scorpius dopo qualche attimo di imbarazzante silenzio.
Scrutò il padre, gli occhi grigi cupi sotto le sopracciglia d'un tratto vicine, ma non vide nulla che potesse indurlo a restare lì, così voltò le spalle a entrambi, e si diresse verso il castello a capo chino, la mano stretta in quella di Lily, l'unica persona in quel vasto cortile che potesse considerare la sua famiglia.
 
*  *  *
 
« James, facci fare una brutta figura e ti diseredo. Facci perdere e ti diseredo. Fai passare anche una sola pluffa e... »
« ...mi diseredi, forse? Papà, fammi il piacere, su, sono il migliore del mondo. Piuttosto, pensa a te. Il Boccino è quello con le ali. Quello piccolo. Quello che non vedrai mai, e che non prenderai nemmeno se ti si ficca su per il naso. E io sono James, tuo figlio, non so se mi riconosci ancora. Il peso dell'età ti consuma fino all'osso, vecchio mio. In pochissimo tempo mi hai già chiamato due volte Albus, tre volte Ron, una volta Teddy, e - questo mi segnerà a vita - una volta anche Lily »
« Andiamo, James, tua madre è a caccia di motivi per divorziare, non offrirglieli su un piatto d'argento! »
« Io vado con mamma, intendiamoci »
« Nemmeno il pesce verrà con me, lo so già, Jay »
« Il pesce? Michael Jordan è ancora vivo? »
« Piantala di chiamarlo in quel modo. Si chiama Flanders, come tutti i pesci del mondo, e ha delle continue crisi d'identità »
« C'è chi in quella casa ha problemi ben più gravi »
« Due poveri disperati con un figlio... Non so, come definirti? »
« Vedi, non ricordi neanche gli aggettivi base della lingua corrente »
« Mettiti quella maledetta divisa, entra in quel maledetto campo e para quelle maledette pluffe »
« Qualcos'altro da maledire prima che io possa andare a sfoggiare le mie divine doti, graziando la comune gente con la vista delle mie sconvolgenti abilità sul campo? »
« Tu »
« Vai ad acclamarmi come il resto del mondo, padre, su! »
Un prepartita incoraggiante, secondo Lily e Albus, che osservavano James e il padre immersi in quell'insensata conversazione nello spogliatoio di Grifondoro, quando mancavano solo pochi minuti al fischio d'inizio. Si giocava contro Tassorosso per aprire il Torneo, e James, insieme a tutta la squadra, sembrava parecchio sicuro di sè.
« Su, andiamo a insegnare a quei cosi gialli come si gioca »
« Tutta la mia famiglia è stata in Tassorosso » obiettò una delle Cacciatrici dalla lunga treccia bionda.
James non diede segno di imbarazzo. « Ti sembra una cosa da dire, qui, davanti a tutta questa gente per bene? » domandò, stizzito.
La ragazza arrossì e si tirò indietro di un passo, il capo chino.
« Sarai perdonata da James, più Ciclopico che mai, se segnerai un minimo di venti goal »
« Lo farò! » rispose con un nuovo fervore. « Per il nostro Capitano! »
James annuì compiaciuto. « Così va meglio. Dai, facciamo la nostra entrata trionfale. Vi voglio fieri! Cosa siamo noi? »
« Sette Leoni » mormorarono poco convinti gli altri giocatori.
« Non vi ho sentito! »
Ma prima che chiunque altro potesse ripetere quella stupida e umiliante cosa, Teddy lo assestò con un colpo di scopa sulla spalla.
« ATTACCO AL CAPITANO! POLIZIA, ACCORRETE, PRESTO! »
« Non esiste la polizia, nel mondo magico, James... e basta con quei telefilm babbani, per Morgana! »
« Va bene. Ma sai, sono fantastici, corrono di qua e di là, hanno quelle mazze potentissime e sparano alla gente con le pustole, poi catturano i criminali e li rinchiudono in gabbia e... »
« Ti pare il momento? »
« Ehm... No, credo di no. IN CAMPO, SQUADRA! »
I sette giocatori si armarono di scope ed entrarono in campo, acclamati dalla folla.
Lo stadio di Quidditch di Hogwarts non era mai stato tanto pieno di gente. Stendardi e bandierine apparivano dappertutto, e non c'era nemmeno un angolo vuoto sugli spalti che circondavano il campo vasto. Il rumore degli applausi e delle urla era incredibile, così potente da stordire la mente e infastidire i timpani, ma per chi metteva il cuore in quei minuti sul cielo, per chi metteva tutta l'anima in quelle partite combattute sopra il terreno morbido, non esisteva suono più bello e più piacevole di quello.
James aizzò i tifosi in rosso e oro, mentre la tonante e inconfondibile voce di Lee Jordan riempiva l'intero stadio, acclamata da grida entusiaste. Pareva che persino l'erba lucente o gli imponenti anelli avessero sentito la sua mancanza.
« Per i sandali modaioli di Godric, gente, mi mancava questa bella postazione! » esclamò, guardandosi intorno dalla tribuna del cronista. « Ringraziamo quindi il Preside Wilson per la grandissima figata che ha organizzato! Il Torneo delle Vecchie Glorie, o dei Campioni Arrugginiti, o delle Schiappe Indimenticate, insomma, come volete, oggi si apre con un grande scontro! Le Case più amiche, Tassorosso e Grifondoro, si ritroveranno come ai vecchi tempi a sfidarsi qui ad Hogwarts! Ed ecco la formazione dei Leoni: Potter, Middleton, Jackson, Thomas, Weasley, Coote e Lupin! »
Urla tra i Grifondoro.
« E i gialloneri: Macmillan, Smith, Barnes, Jones, Wright, Logan e Roberts! »
Altre urla tra i Tassorosso.
James strinse la mano al capitano avversario, la pluffa venne lanciata in aria, e l'arbitro fischiò sonoramente.
Il primo match era iniziato.
Ted vagava in alto, già in cerca della piccola pallina alata, mentre James si muoveva tra gli imponenti anelli dorati, lo sguardo fisso sui corpi che si confondevano in cerca della grande pluffa rossa.
« Middleton, Middleton con la pluffa, che ragazza spettacolare, guardatela... Non te la rubo, Fred, sono un vecchio decrepito ormai, che vuoi che faccia? Scusi, professoressa Sanders... Dicevo, Julia Middleton in possesso, avanza, avanza convinta verso il portiere e SEGNA! Dieci a zero per Grifondoro! Che goal fantastico! »
La ragazza sorrise radiosa, i lunghi capelli che svolazzavano intorno al suo viso e si tuffò nuovamente al centro del campo, dopo aver fatto un cenno con la testa in direzione del fidanzato che le aveva strizzato l'occhio.
« Come diavolo fa Julia a giocare con quei capelli sciolti senza che le si appiccichino in faccia? » stava borbottando Lily sugli spalti, a nessuno in particolare. « Se io giocassi con i capelli slegati sembrerei un'evasa da Azkaban, o una sorta di pluffa impazzita... E' una Veela o cosa? »
« E' la ragazza di mio figlio, tesoro. Questo dovrebbe bastare a tutti » rispose George.
Lily rise.
« AHIA! » stava urlando nel frattempo Lee. « Weasley ci va giù pesante di brutto con quel bolide. Grande, Fred! Spaccagli il naso! Scusi, professoressa, sarò imparz-... NO! Jones segna, porco Salazar! Come hai potuto farla passare, James? Mi dispiace, professoressa, è lo spirito del Grifone... Dieci a dieci, e Thomas in possesso »
« Questo è l'inizio della fine, amico » stava borbottando Ron a Harry. « Tuo figlio non ne para manco mezza, ascoltami »
« Ron, è tuo figlioccio! » lo rimproverò Hermione.
« Le critiche aiutano a crescere, Hermione, me lo hai insegnato tu »
« Ma tu distruggi sempre ogni cosa, Ronald »
« E' Harry, qui, che distrugge James se non si da una mossa »
« Esattamente » annuì quello con convinzione.
« Papà ha una reputazione da mantenere. Il Cercatore più giovane da secoli, e tutte quelle altre robe che gli ripetevano... Giusto, papà? »
Harry diede una pacca affettuosa alla figlia in segno di riconoscimento. « Giusto, tesoro. Solo tu mi capisci »
Le sue parole furono sommerse da un boato.
« GRANDIOSA PARATA DI JAMES POTTER! James Potter, il Salvatore degli anelli! » strillò Lee Jordan al microfono.
Harry guardò Ron di sottecchi. « Ricordami un po' qual era il tuo voto in Divinazione, Ron... »
« Sempre e comunque più alto del tuo » ribattè lui.
Gli altri risero.
Nei minuti che seguirono Grifondoro e Tassorosso segnarono senza freni. James aveva fatto parate spettacolari, Teddy aveva avvistato e perso per due volte il Boccino, mentre i Cacciatori avevano sperimentato di tutto, schiacciando il portiere avversario, quando alla fine il punteggio fu di 130 a 100 per i giocatori in rosso e oro. Si giocava a livelli molto alti, e la tensione che si avvertiva in campo avvolgeva anche i tifosi festanti che si accalcavano sugli spalti, irrequieti. Ogni volta che qualcuno compiva manovre o tattiche particolari, lo stadio pareva trattenere il fiato come una sola persona, del tutto assorbito dal gioco. 
« Incredibile scorrettezza di Logan, gente! » tuonò Lee. « Nessun rigore?! Lei è pazzo, signor Coso, pazzo! Ah, Godric, pensaci tu... »
Logan, infatti, aveva lanciato un bolide a James che per fortuna lo aveva scansato.
« E Potter tranquillizza le sue numerose fan sulla condizione dei suoi connotati » proseguì il cronista. « Tranquille ragazze, ci sarebbe stato comunque il bello anche se un po' attempato Lee... Scusi, professoressa... »
La pluffa, nel frattempo, passava e scattava veloce di mano in mano, una fluente macchia rossa che dipingeva la sua scia tra i ragazzi in volo.
La partita divenne sempre più statica. Pochi punti, nessun avvistamento, neanche falli o manovre impressionanti. Si giocava da più di quaranta minuti.
« Vorrei ricordare che se questa partita non si conclude al più presto, le vere Vecchie Glorie potrebbero non essere più nella condizione di elevarsi a un metro da terra su un manico di scopa... Quindi datti una sbrigata, Lupin! » puntualizzò Lee, con un pizzico di disperazione nella voce.
« Se Teddy non prende quel Boccino non metterà mai più piede in casa mia » intervenne Ginny, osservando il gioco con sguardo truce.
« Mamma! » esclamò Albus, tra il divertito e lo sconvolto.
« Ha ragione » risposero in coro Lily e Harry.
E Teddy, molti metri più su, era davvero in preda al panico.
« Boccino... » bisbigliava disperato, scendendo lentamente verso il centro del campo. « Boccino, vieni da papà... »
« Ma con chi parla? » chiese Harry sconcertato. « Ha perso il cervello! »
« E l'uomo in cui dovremmo riporre tutte le nostre speranze è completamente andato... » annunciò ancora Lee, parecchio amareggiato. « James, molla gli anelli e acchiappa quel Boccino! Tuo padre deve pur averti trasmesso qualcosa, ragazzo, o no? »
Ma i Tassorosso continuarono a segnare. Erano passati in vantaggio di quaranta punti.
« Professoressa, vado via. Sono sicuro che sarà in grado di prendere il mio posto. Va bene, mi scusi... ODDIO! »
Tutti trattennero il respiro. Teddy si era tuffato in picchiata, esortando il manico di scopa con tanta intensità da sembrare impazzito. E lo era davvero.
« Dài, dài, dài! » urlò, avvertendo l'avversario sempre più vicino.
« Roberts si precipita verso il Cercatore di Grifondoro! Vai, Ted, corri! » gridava a piena voce Lee, in piedi nella sua tribuna.
Il terreno morbido era sempre più vicino, ne vedeva i dettagli a ogni passo più evidenti e se non avesse frenato subito, si sarebbe schiantato al suolo. 
Ma doveva rischiare tutto. Doveva lasciare il segno su quel campo. E poteva farlo solo in quel momento.
La pallina dorata svolazzava a pochi centimentri da lui, frenetica, mentre vedeva la scia del mantello giallo tenue del nemico proprio accanto a lui. Si sentì spintonato, e reagì a sua volta, riuscendo a dirottarlo, proprio mentre quello cacciava un urlo e frenava bruscamente, a un passo dall'erba umida. Le dita erano talmente serrate attorno all'esile manico di legno ramato che erano diventate bianche e tremanti. E fu con tutto lo sforzo che riuscì a impiegare che lo piegò in una manovra rischiosissima. Respirando affannosamente, si tuffò alla cieca, la mano tesa, scivolando sulla terra e abbandonando la scopa, la piccola pallina alata che si agitava invano tra le sue dita.
« E TEDDY LUPIN ACCHIAPPA IL BOCCINO D'ORO! UNA PRESA MAI VISTA PRIMA! GRIFONDORO VINCE! » urlò Lee a tutto il campo.
« Ha rischiato di ammazzarsi, ha rischiato di ammazzarsi! » strillava Albus, mentre gli altri ridevano.
« Sapeva che sarebbe morto comunque, quindi voleva farlo in maniera eroica! Come papà! » rispose Lily, saltellando sul suo sedile e abbracciando la madre.
Lo stadio era in delirio.
Teddy abbracciava chiunque gli capitasse a tiro, tanto che attirò a sè anche parecchi allarmati Tassorosso. James firmava autografi alle sue ammiratrici festanti, almeno finché sua madre non scese in campo a tirarlo per il colletto della divisa lontano dalle ragazzine impazzite. Fred e Julia si baciarono, ridendo.
« Adesso si ride » disse invece Ron a Harry.
Lui non capì e lo fissò, interrogativo.
« Tocca a te, amico mio »
 
*  *  *
 
« Andrai benissimo, papà »
« Non è vero, non illuderlo »
« Andrà tutto alla grande »
« Ma neanche per idea »
« Giocherai benissimo »
« Come un troll su una scopa »
« Prenderai quel Boccino in due secondi »
« Io dico che prenderà un bolide, in due secondi »
« Vedrai, sul serio »
« No, non vedrà, sarà in Infermeria in uno stato catatonico »
« Basta, James! Guarda come sta! »
Negli spogliatoi di Grifondoro, Harry era circondato dalla sua famiglia, lo sguardo fisso nel vuoto e una bottiglia di Burrobirra pericolosamente inclinata in mano. James gli gettò un'occhiata indifferente.
« Ha fatto la stessa cosa prima che giocassi io! » disse risentito, senza un briciolo di pietà.
« Sì, ma al mondo non esiste nulla che possa anche solo leggermente scalfire le certezze che hai sulla tua grandezza, invece lui » Lily fece un cenno compassionevole verso il padre, « entra in crisi alla minima battutina idiota »
« E questo dovrebbe in qualche modo interessarmi? » chiese lui.
« Vattene, James! »
Il ragazzo sbuffò e scosse la testa. « Qui nessuno mi comprende... » borbottò, fingendosi afflitto. « Addio, padre, ti lascio al tuo destino... » 
E si allontanò con un sorriso beffardo sul volto.
« Harry, è ora, credo » mormorò Ginny, imbracciando il suo manico di scopa. « Alzati, su »
Quello scosse la testa.
« Harry. Alzati o faccio venire Hermione »
« Dài, amico, non fare il mollaccione, alzati! » intervenne Ron. « Sei un Capitano delle balle, sai? Ginny, entra come Cercatrice e trovati un altro Cacciatore, qui non si mette bene »
« Zio, così non lo aiuti! » esclamò Albus, preoccupato.
« Papà, vattene. Solo perché non ti hanno richiamato a giocare, non significa che puoi maltrattare gli altri » disse Hugo, battendo qualche pacca di conforto sulle spalle incurvate dello zio.
« Questa era pesante, eh. Bravo, Hugo » fece Ginny, fiera. « E ora, Harry, alzati da quella sedia o giuro che questa scopa ti finisce su per il... »
« Ehi ehi ehi, sorellina » la rimproverò George, battendosi sul palmo aperto il vecchio manico di scopa. « Chi ti ha insegnato a essere così volgare? »
« George, invece di dire schiocchezze, aiutami a far alzare da quella sedia il nostro Capitano. Di Grifondoro. Culla dei coraggiosi di cuore. Niente, non funziona » aggiunse infine, con un gesto stanco della mano.
« Harry » tentò allora George. « Se non vuoi giocare, c'è sempre Dean. Ti ricordi, il buon vecchio Dean Thomas? Quello che era fidanzato con tua moglie, sì. Ha appena divorziato, poverino... Cerca conforto... »
Harry alzò lentamente lo sguardo, l'ombra del Grifondoro più evidente sul viso. « Nessuno gioca al posto mio. Scendiamo in campo, subito »
Ginny strizzò l'occhio a George, mentre Oliver Baston usciva dalle docce.
« Harry » disse, sorridendo. « Non saranno mica tutti figli tuoi? »
Quello rise e scosse la testa. « Non tutti, no, altrimenti non sarei ancora qui. Lei è Lily, la piccolina » spiegò indicandola.
« Ho sedici anni, signor Baston » ribattè lei, indispettita.
Il padre non le diede retta. « Mentre lui è Albus, sta per finire la scuola » proseguì, facendo un cenno in direzione del figlio. « E poi c'è James, l'avrai visto alle semifinali, era il Portiere. Giocano tutti a Quidditch! »
« Sono meravigliosi » rispose lui, osservandoli. « E ho guardato attentamente James, ieri. E' fenomenale, sul serio. Potrebbe fare strada »
Harry sorrise radioso. « Grazie, Oliver » disse.
« Mamma, papà, noi dobbiamo andare. Tifiamo per voi, non deludeteci! » salutò Al, accompagnato da Lily. E insieme agli altri, uscirono dagli spogliatoi con gli ultimi incoraggiamenti.
La squadra fu accolta in campo con particolare entusiasmo. Lo stadio tremava.
La partita finale avrebbe visto scontrarsi Grifondoro e Serpeverde, che aveva vinto senza difficoltà la semifinale del giorno prima contro Corvonero.
« La sfida eterna, bella gente » stava dicendo Lee Jordan. « Godric contro Salazar, i Leoni contro le Serpi, i belli contro i brutti, il bene contro il male, il... Scusi, professoressa, era per far capire che proprio non c'è storia... »
« Signor Jordan, deve smetterla di aizzare i tifosi! » si sentì esclamare la professoressa Sanders.
« Ma lei è una Grifondoro, professoressa, sa benissimo che non potranno mai reggere il confronto... »
« Jordan, la avverto, abbiamo il cronista di riserva »
« No, professoressa, io sono insostituibile »
Nel frattempo, le squadre si stavano alzando in volo.
« Arbitro, aspetti! Devo ancora dire le formazioni! Allora, per Grifondoro abbiamo: Baston, Weasley, Bell, Johnson, Weasley, Peakes e Potter! »
Grida assordanti tra gli spalti in rosso e oro.
« E i Serpeverde: Bletchley, Flitt, Warrington, Montague, Derrick, Bole e Malfoy! »
Harry e Draco volarono al centro del campo, scrutandosi con uno strano sguardo.
« I capitani si stringano la mano! » urlò l'arbitro, qualche metro più giù.
Draco porse la sua, gli angoli della bocca sollevati in un piccolo sorriso. « Paura, Potter? »
Harry la strinse. « Ti piacerebbe »
Era la prima volta, in vita loro, in cui si sorridevano.
Sentirono l'arbitro fischiare e si allontanarono. La partita era iniziata.
« Ora ci divertiamo » disse James sugli spalti, incrociando le braccia al petto e osservando il padre con aria di sfida.
« Eccome » aggiunse Ron, sogghignando.
Hermione li guardò severa, ma rimase zitta.
« Johnson con la pluffa... Ah, quanto mi mancava dirlo... Dicevo, Johnson in possesso, la passa a Bell, Bell, Bell... KATIE SEGNA! » stava urlando Lee.
I tifosi esultarono sonoramente.
« Bletchley non può niente contro le nostre splendide Cacciatrici! E io devo stare attento a come parlo perché ci sono i mariti in campo... E anche mia moglie, sì... Ciao, amore. Dicevo, Potter setaccia la zona col suo occhio vigile. E qualche metro più giù c'è... ODDIO, OLIVER, PRENDILA! »
Baston si stava tuffando verso l'anello opposto per parare il tiro, reggendosi stretto con le gambe al manico di scopa e lanciandola lontano con la punta delle dita.
« E BASTON PARA L'IMPOSSIBILE! OLIVER BASTON! UN UOMO, UN PORTIERE, UNA LEGGENDA! Con la punta delle dita, signori miei! Che parata incredibile... Il miglior portiere che Grifondoro abbia mai visto! Un vero portento, imbattibile come una fortezza, nessuna palla passa quando c'è lui agli anelli, neanche una pluffa infuocata, gente! Salazar, puoi stare fresco! Con lui, non vincerai mai! E... »
« Jordan, vuole chiedere a Baston di sposarlo, o ha finito con questi elogi? »
« Scusi, professoressa, ma Oliver mi ricorda i vecchi tempi gloriosi, sa... E poi è un vero professionista, è stato la punta di diamante nel vecchio Puddlemore United, la squadra più antica della storia, la più importante! Dopo una particolare parata contro i Ballycastle Bats hanno parlato di lui in tutto il mondo, ha avuto un mucchio di riconoscimenti e premi, lei non capisce che... »
« Jordan, insomma, è qui per elencare i successi di Baston o per fare la cronaca della partita? »
« Ha ragione, professoressa. Guardi, c'è Ginny Weasley con la pluffa... E VAI CON LA SIGNORA POTTER! Gran punto di Weasley! Grifondoro non si stanca! Venti a zero per noi! »
« Imparzialità, Jordan, o le tolgo il microfono! »
« Certo, professoressa, sicuramente... »
Nei minuti che seguirono Serpeverde rimontò e Grifondoro segnò ancor di più. Si rincorrevano instancabilmente. Da entrambe le parti si stava portando gloria alla propria squadra, e l'eterna sfida si concretizzava in un gioco spietato e spettacolare. Era Quidditch come ad Hogwarts non si era mai visto.
« Flitt dà una spallata a Johnson! » urlò Lee, indignato. « E guardate! George Weasley non lascia passare! Grande George, stava per spaccargli la faccia con quel Bolide! Mossa stupida, Marcus, attaccare la moglie del Battitore... »
George stava facendo segni eloquenti di una morte prematura a Flitt, mentre Angelina segnava tranquillamente un altro punto.
« Aspettate. L'arbitro dice... COSA?! Rigore per Serpeverde? Ma la stava per buttare giù dalla scopa! E' incredibile! » gridò Lee, e definì l'arbitro con epiteti così offensivi che indussero l'insegnante a strappargli scandalizzata il microfono di mano.
Il tiro di Serpeverde, però, fu parato.
« Oliver, che tu sia sempre lodato sopra ogni altra cosa. Visto, arbitro? I tuoi rigori schifosi sono inutili! Noi abbiamo Oliver Baston, non so se comprende! Ma, ehi! »
Sì. Lo avevano visto tutti. Harry era schizzato come una scheggia tra la massa di Cacciatori, schiacciato sulla scopa per darle il massimo della velocità, mentre Malfoy lo rincorreva con altrettanta foga.
« Più veloce, andiamo! » disse, esortando la vecchia scopa.
Il Boccino svolazzava furiosamente a pochi passi da lui, come se avesse avvertito il pericolo che incombeva su di sè. E Harry non vedeva altro che quella scia dorata di fronte agli occhi, troppo lontana per poter essere arrestata nella sua corsa, troppo vicina per poter essere lasciata andare.
Allungò il braccio più che potè, si appiattì sul manico liscio e scuro su cui volava, quando sentì il freddo metallo tra le dita.
Il Boccino si dibatteva violento sul suo palmo serrato, finché le ali, stanche, non si accasciarono ai suoi lati. 
Aveva vinto.
La familiare sensazione di euforia che lo pervadeva a ogni presa lo avvolse nuovamente e si sentì di nuovo bambino, quando avvertiva la superficie levigata della pallina tra le mani e alzava lo sguardo timoroso, in attesa dell'esplosione attorno a lui.
« HARRY POTTER CONQUISTA IL BOCCINO D'ORO! Grifondoro si affida ancora una volta a lui, che di nuovo non ci delude! I LEONI VINCONO IL TORNEO DELLE VECCHIE GLORIE! EVVAI! »
L'abbraccio collettivo fu tra i più belli che Harry avesse mai dato. A distanza di più di venticinque anni dalla sua ultima partita, ancora nulla lo riempiva di gioia come una vittoria della sua squadra. Ma non sapeva che quella felicità sarebbe svanita presto, e proprio in quel luogo che aveva sempre chiamato casa.








Note della Malandrinautrice: Un bell'applauso all'autrice peggiore di tutto il sito. Okay, ho proprio battuto ogni record. Adesso viene Marco Frigatti ad assegnarmi il record per essere l'autrice più in ritardo di EFP. Inutile dirvi un mucchio di quelle scuse, non posso davvero essere scusata, questa volta. Semplicemente, questo capitolo è stato il più difficile tra tutti, e non so perché. Non riuscivo a scrivere, andavo a pezzettini minuscoli al giorno, visto che ormai la mia mente è tutta occupata dalla nuova fic. Ma ormai mancano solo due capitoli. Chissà se ci sarà qualcuno che leggerà la fine di tutto questo.
Beh, mi sa che è meglio che io levi le tende.
Sappiate che mi dispiace davvero per questo ritardo impressionante.
Bacioni!

Simona_Lupin

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Capitolo 26
*** AVVISO. ***


AVVISO


Ehm... Ciao.
Sì, sono davvero io.
Immagino DAVVERO che non ci sia più nessuno ormai, ed è normalissimo, ma ritenevo giusto pubblicare quest'avviso, per un senso di correttezza che dovevo rispettare.
Sono morta, sì. Non aggiorno da non so quanto tempo.
E dovevo mettere questo avviso per spiegarmi.
Allora, mancano due capitoli alla fine di questa storia, giusto? Sì.
Il problema è uno, ed è grave: ho l'ultimo, ma non ho la minima idea di come sbloccare una situazione fondamentale nel penultimo.
Avevo sempre avuto un'idea, ma quando è arrivato il momento di scriverla mi sono resa conto di quanto fosse insensata e infattibile.
Quindi in un certo senso non dipende da me.
Non riesco a trovare niente che riesca a farmi andare avanti.
Perché, secondo me, se le cose si devono fare, si devono fare bene.
Non so quando mi verrà quell'idea, non so SE mi verrà.
Questa storia forse sarebbe da cancellare, per come è scritta male per più di metà capitoli, per la trama che non mi convince, perché quando ho iniziato non avevo nulla, mentre adesso sono un pochino più brava a cavarmela.
Beh, non la chiuderò.
Prima o poi deve venirmi qualcosa, così potrò finirla, cliccare su quel SI' alla domanda "Completa?" e chiuderla qui.
Credo sia giusto.
Come potrei mai eliminare quelle recensioni straordinarie che mi sono state lasciate?
Quelle parole che mi hanno fatta crescere, che mi hanno lasciato un solco indelebile dentro?
Non potrei mai.
Sarebbe da egoisti.
Beh, se qualcuno, non so chi, non so come... insomma, abbia voglia di continuare a leggermi, sto pubblicando una nuova long sui Malandrini: The Final Chance.
Quindi, concludo qui.
Non sapete quanto mi dispiace essere stata costretta a scrivere quest'avviso.
Spero davvero che arrivi una manna dal cielo!
Davvero, mi scuso.
Un abbraccio.

 

Simona_Lupin.

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