Piccole Ceneri

di _Sister_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amiche per la pelle. ***
Capitolo 2: *** Wish you Were Here. ***
Capitolo 3: *** Shit! ***
Capitolo 4: *** Nonna! ***
Capitolo 5: *** Salvador eccetera eccetera... ***
Capitolo 6: *** ADESSO Sì, CHE MI SENTO MOLTO, MA MOLTO MEGLIO! ***
Capitolo 7: *** And I'm feeling good.. ***



Capitolo 1
*** Amiche per la pelle. ***


“Ciao!
Mi chiamo Kristen e frequento la ____________.
Spero davvero che diventeremo buone amiche!”

Mordicchio la penna. Che altro posso scrivere?Dovrei scrivere questa stupida lettera ad un tizio che abita nell’altra parte del mondo parlando di me. E se fosse un maniaco? Un piromane che appena legge il mio indirizzo corre a bruciarmi la casa?! E se.. e se non ne avessi voglia? Sbuffo piano per non farmi sentire dalla prof.

Ho passato metà del tempo a scribacchiare queste due righe. Nell’altra metà ho guardato i capelli di Lucy mentre ondeggiavano a tempo con la penna. Ad ogni cambio di riga i suoi capelli ondeggiavano di qua e di là. Swish!

La mia concentrazione vola per la stanza insieme ad una pigra mosca.

-Bene ragazzi. Il tempo è scaduto!- miss Gallygan si alza battendo sonoramente le mani –per favore ,Helen, passa a ritirare i fogli-

Helen Futt ha sempre adorato essere la preferita delle prof. Le piace essere acclamata e chiamata con il nome di battesimo. È l’orgoglio di tutti i suoi professori. Non è mai stata beccata a copiare nei compiti in classe, né impreparata alle interrogazioni. Mai una volta che non giustifichi un’assenza o che l’abbiano trovata a fumare nei bagni (questo non l’ho mai fatto neanche io).

Nonostante questo non è tanto male come persona, anche se la classe la odia comunque. Lei continua a chiedersi il perché, senza riuscire a darsi una risposta. Una volta l’ha chiesto anche a me. Potevo risponderle “perché lo scorso trimestre hai detto al prof di storia che tre quarti della classe (specificando nome e cognome) stavano copiando!” ma mi sembrava veramente afflitta e ho semplicemente fatto spallucce. Ho abbassato lo sguardo e ho ricominciato a mangiare il mio panino al tonno.

E comunque non c’era bisogno di spifferare tutto al prof. Non è stupido. Solo il suo quoziente intellettivo non supera il numero delle sue scarpe. Adesso che ci penso ha i piedi piuttosto piccoli.

-Kristen! Insomma, mi vuoi ascoltare?- Lucy si è girata verso di me. I lucenti capelli biondi continuano ad ondeggiare –l’hai finita la lettera?-

-No.. neanche cominciata- faccio una smorfia e le mostro il foglio praticamente bianco. Helen La Lecchina Più odiata Dell’Universo si avvicina sempre più al mio banco, come si avvicina l’insufficienza che manderà su tutte le furie mia madre. Helen perde tempo cercando di strappare i compiti a gente che come me non ha fatto nulla tutta l’ora (e poi si chiede perché i suoi compagni la odiano..).

-Meno male! Allora non ho perso tempo!- Lucy mi sorride raggiante, porgendomi un foglio scritto a mano in modo ordinato.

Uscite dalla classe non finisco di ringraziarla. Non ho la minima di idea di cosa ci abbia scritto ma non è importante. Niente insufficienza!

-Sapevo che non avresti fatto niente un bel niente e allora.. sai, le amiche servono anche a questo!-

-Ti devo un favore, Lucy!-

-È proprio quello che volevo sentirti dire!- si mette a ridere –perché ti devo chiedere una cosa..- mi guarda indecisa.

Dopo un po’ di ripensamenti decide di sputare il rospo. I suoi odiano il suo ragazzo e lei vorrebbe che le coprissi le spalle venerdì. Farà finta di venire da me e invece andrà in qualche posto appartato a sbaciucchiarsi con il suo ragazzo. Tutto quello che dovrò fare sarà chiudermi in casa e rispondere al telefono.

-Se mia madre dovesse chiamare dille che sono in bagno- Lucy sembrava molto eccitata all’idea di mettere in pratica il suo piano – o inventati una scusa qualsiasi. Tu sei brava in queste cose!-

Sento nascere dentro di me qualcosa. Lo stomaco di contorce e la testa mi scoppia. Deve essere rancore. O rabbia. Poco dopo, a casa, scoprii che non era né l’uno né l’altro. Solo il panino pieno di maionese scaduta che avevo mangiato a pranzo. Adesso si che mi sento davvero felice.

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Capitolo 2
*** Wish you Were Here. ***


A casa non faccio altro che ascoltare musica (rock indie, naturalmente). Mi sfugge il nome della band che suona. La musica mi rilassa e mi aiuta a distogliere i miei pensieri da Lucy.

Mi guardo allo specchio. È molto grande, entra a malapena nello spazio tra la scrivania e l’armadio. I miei proprio non riescono a capire perché mi ostini a tenerlo lì. Quando venni ad abitare in questa città avevo lo fissato vicino alla finestra, davanti al mio letto. Lucy mi aveva raccontato che secondo il Feng shui (o qualcosa del genere insomma, non sono io l’esperta in queste cose), l’anima durante la notte si sarebbe vista nello specchio, e non sarebbe riuscita a riposare. Così dice il Feng shui. O Lucy. E dato che pendevo (letteralmente) dalle sue labbra, piansi e urlai talmente tanto che alla fine i miei decisero di spostarlo. Pensare che i miei non sono mai stati quel tipo di genitori che fa qualunque cosa chieda il proprio figlio. Anzi. Urlavi? Bene, o la smettevi o.. la smettevi. Non c’erano altre opzioni. Forse era meglio così, in fondo.

Prendo lo specchio e cercando di non romperlo (non sono superstiziosa, ma non si sa mai) lo appoggio sul letto. Vado in garage e prendo chiodo e martello. Corro in camera mia e comincio a calcolare.

È rimasto ancora il buco dove era stato piantato l’altro chiodo. Questo mi facilita tutto. I miei non sono a casa, posso fare tutto il rumore necessario. Spero per i vicini che non vengano a lamentarsi del rumore, stasera, o se la vedranno con me.

Prendo lo specchio e con non pochi problemi lo appicco al chiodo. Adesso la mia stanza è finalmente equilibrata. Lucy e il Feng shui possono anche andare a quel paese.

Dopo qualche ora sento tornare mamma. Mi chiama e scendo di sotto.

Dice che è stanca e non ha neanche voglia di cucinare. Dato che qualcosa dobbiamo pur mangiare chiamo il ristorante cinese e ordino un po’ di cibo dal nome strano. Spero che almeno sia commestibile.

Io e mamma ci guardiamo un attimo. È imbarazzante starle così vicino. Soprattutto perché non siamo sole. Ci giriamo quasi simultaneamente. Io guardo dritto il terzo incomodo. Se ne sta fermo, zitto. Senza dire né fare nulla mi dice che dovrei fare qualcosa. Forse fare qualche domanda di cortesia a mamma. Lei guarda dentro la sua enorme borsa. Cerca qualcosa che sa già non troverà. Mi giro e me ne vado in camera mia. Non li accetto i consigli da uno come lui.

 

 

Ciao a tutti! Sono Francesca, la scrittrice di questa fic. Volevo innanzitutto ringraziare chiunque la stia leggendo, chi l'ha messa tra i preferiti e tra le seguite. Ma soprattutto chi l'ha recensita. Fa veramente piacere leggere qualche recensione, anche se c'è una parola o un semplice smile, sapete? Innanzitutto devo dire una cosa, mi hanno chiestodi farlo, quindi... ho cambiato nickname, da LittleCullen a _Sister_ .. mi ero stancata di quel soprannome.. l'avevo scelto a caso e devo dire che faceva proprio schifo..xD

Il capitolo è piuttosto corto, me ne rendo conto, ma sappiate che sarà sempre così, o all'incirca. Cercherò di aggiornare spesso, ma i capitoli non saranno lunghissimi. Non sto scrivendo una marea di cavolate perchè non ho nient'altro da fare, anzi, la storia si disgrega nella mia testa in maniera impressionante. Sarà anche piuttosto triste, vi avverto.. prima o poi si capiranno cose su cose.. come la fine di questo capitolo.. capisco che sia un po' strana..

Drops of Jupiter: Grazie mille per la recensione! sono contenta che ti piaccia! si, in effetti Lucy è proprio come sembra: una pseudo amica piuttosto approfittatrice.. le succederanno di tutti i colori, ti avverto..spero che questo capitolo non ti abbia deluso.. il prossimo sarà molto più lungo (assolutamente) e lo pubblicherò a breve, forse anche venerdì...^^

Alla prossima!!

Francesca.

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Capitolo 3
*** Shit! ***


Venerdì. Eccomi al venerdì santo, il giorno in cui dovrò dire addio alla mia amica Lucy. Certo, è solo un favore che mi ha chiesto, ma non so se posso farlo. Insomma, non voglio che finisca con me che le paro le chiappe pelose tutte le volte e lei se ne va in giro con il suo ragazzo. Che è pure brutto. E antipatico, soprattutto quello. Non lo sopporto. Lo guardo e mi dico “qui finiscono milioni di anni di evoluzione”. Ma a lei piace. Che ci posso fare? Me ne farò una ragione, un giorno. In fondo non se lo deve mica sposare!

Mi alzo e sbadiglio. La testa comincia a girarmi all’impazzata e mi ritrovo di nuovo stesa sul letto.

-Non mi sento bene..- sussurro, strabiliata e.. triste. Ma proprio oggi?! In tutti i giorni in cui potevo sentirmi male proprio oggi!?!

Mi alzo comunque dal letto. Devo andare a scuola, o Lucy mi odierà per tutta la vita. Forse voglio che mi odi, così capirà quello che sto passando per colpa sua e del suo ragazzo. Pensavo fosse più sveglia. Pensavo di averla educata bene, cercando di conficcarle in quella testolina bionda che non conta solo la popolarità. E invece no. È andata a sbavare dietro un giocatore di football che sbavava dietro lei. Alla fine hanno fatto un bellissimo bagno in mezzo alla loro bava, sguazzando felicemente.

L’immagine che mi viene in testa (i due che sguazzano felici) mi da il volta stomaco, e nonostante stia ridendo da sola, mi sento quasi male. Decido comunque di alzarmi e andare a scuola. Mi passerà, mi dico.

E in effetti le prime due ore vanno alla grande. La prima ho dormito quasi tutta la lezione, facendomi prestare tutti gli appunti dalla mia vicina di banco. Melanie Del Russo. Una ragazza carina, simpatica e gentile. Un po’ troia, ma se lo può permettere. Ha origine italiane, e molto la chiamano semplicemente L’Italiana. Strano ma carino come soprannome.

La saluto e vado a pranzo. Lucy non c’è, sta pianificando il pomeriggio con il suo amorevole uomo scimmia. Bah. Mangio poco e niente, un’insalata scondita e una soda. Dopo il primo boccone sono costretta ad alzarmi e corro in bagno. Vomito tutto quello che avevo mangiato stamattina a casa (non c’era molto da vomitare per pranzo). Quando esco dalla cabina del cesso ho il fiatone, mi gira la testa. Credo di stare per svenire.

-Kristen!- Lucy mi rincorre per il corridoio. Non volevo svenire in pubblico e stavo correndo verso la segreteria –stai male?-

-No..- scuoto la testa. Non voglio dovermi sorbire un altro giorno a casa per quella scimmia. Almeno adesso sarò costretta. Due piccioni con una fava.

-Oddio, ma stai male!- mi guarda preoccupata –ah, aspetta! Sei un genio! Così avrai una scusa in più per rimanere a casa e io potrò andare con Leon senza problemi!- mi guarda con gli occhi luccicanti. Spera che lo stia facendo per lei e il suo ragazzo leonino..

-Certo che sì- sono poco convinta.

Scappo con la scusa di dover andare via e zoppico fino in segreteria. Chiamo a casa ma non c’è nessuno. Come al solito. La segretaria vede che sto male per davvero (lo specchio accanto a lei mi riflette una pelle piuttosto verdastra) e mi accompagna in infermeria. Passo lì il resto delle lezioni, chiacchierando con l’insegnante di turno dei pettegolezzi della giornata. Mi sembra si chiami Erika.

Appena suona la campanella corro a casa, ma la strada è tanta e non sono molto in forze.

Mi fermo al parco giochi e mi siedo sull’altalena. Penso un poco alla giornata che avrei dovuto raccontare a mia madre e a quella di Lucy fino a quando non comincia a piovigginare. Rimango ancora un poco sotto la pioggia.

 

Fuori era freddo e non vedevo l’ora di tornare a casa. Ero rimasta molto sorpresa da quel pomeriggio. Piacevolmente sorpresa. Non sapevo se fosse un bene.

Appena entrata in casa mi godetti quel piccolo momento di solitudine. Ero seriamente sola. Mia mamma non c’era, rimaneva al lavoro fino a tardi. Così come mio padre era via per lavoro, in tutt’altra città. Neanche quello stupido vaso sopra il camino che ogni giorno sono costretta a sorbirmi. Finalmente.

Prendo un gran respiro e mi siedo sul divano. Accendo la tv e comincio a pensare a cosa preparare per cena. Non ne ho voglia, ma almeno sta sera mi tocca. Vado in camera mia e accendo il PC. La cucina può aspettare. Vuoi mettere una pizza appena sfornata (e comprata) con un’altra schifezza a caso che riuscirei a cucinare?

Guardo la posta. C’è un messaggio. Non è di nessun contatto che conosca. La apro e capisco. È la mia amica di penna, la tizia a cui avrei dovuto scrivere la lettera. Chissà che gli aveva scritto Lucy..

Comincio a leggere e rido immediatamente. Mi ha rimesso subito il buon umore. Comincio a leggerla commentando pezzo per pezzo. Se solo ci fosse qua Lucy..

 

“Cara Kristen,
sono molto felice di conoscerti. Finalmente ho una nuova amica di penna.”

 

Ma che bello. Bè, almeno una delle due è contenta.

 

“Io sono Sally!Lo sai che anche a me piacciono molto i pony?Io li trovo carini da morire!!!”

 

Ma che..?! che diavolo vuol dire “anche a me”?! Oddio. Che diavolo avrà scritto Lucy sulla mia lettera?

 

“Non mi piacciono solo i pony, ma tutti gli animali in generale!E anche a me piace un sacco andare sui pattini a rotelle. Ci vado da quando ero bambina. Il mio sogno è di diventare una professionista, ma non posso imparare perché nella mia città non ci sono le scuole. Lo faccio per divertirmi un sacco insieme alle mie amiche.”

 

Pattini a rotelle? La prima -e ultima- volta che ho provato a salire su uno di quei cosi mi sono quasi rotta una gamba. Da allora li ho sempre odiati.


Mi piace la cioccolata e amo i pigiama party. Devi vedere che risate che ci facciamo con le mie amiche quando ci ritroviamo a casa dell’una o dell’altra.”

 

A chi è che non piace la cioccolata? Se non ti piacesse sarebbe una notizia divertente, ma qui cadi davvero sul banale!


Sono una persona molto avventurosa e amo il pericolo. Mi piace andare incontro a cose sconosciute e misteriose e volte mi metto anche nei guai.”

 

È proprio come pensavo. Piromane…

 

“Nessun guaio con la legge, certo, ma con la mia famiglia abbastanza. Tipo scappo la sera e poi mi ritrovo chissà dove e torno la mattina e sulla porta di casa ci sono i miei che mi aspettano infuriati. Però è più forte di me, non riesco a stare lontana dal pericolo.”

 

Quando scappi di casa dopo che fai? Vai a bruciare le case dei tuoi amici di penna, dì la verità! Oh mio dio.. sto impazzendo.. ripeto. PIROMANE!!


Non scherzo, però a volte ho paura. È una cosa comune, no?Chi non ce l’ha?
Tu hai mai paura?Ti senti mai come se, anche se  sei sola, non fossi mai sola?”

“Rispondimi presto.
Baci.
Sally.”

 

Smetto di ridere. Sembra che mi conosca. Magari anche lei..? no. È impossibile.

Mi siedo e comincio subito a risponderle. Voglio sapere.

 

“Ciao, Sally.

Sono Kristen. Innanzitutto volevo chiederti una cosa. Che intendevi con –vado a rileggere la sua lettera e copia parola per parola- Ti senti mai come se,anche se sei sola, non fossi mai sola? Vorrei capire meglio.

Kristen.”

 

Sento la porta aprirsi. Mia madre è tornata ed io avrei dovuto preparare la cena. Mi affretto a spegnere il computer e a togliermi la giacca. Mi guardo un attimo allo specchio. Ho la faccia stanca, i capelli arruffati. Mi stropiccio gli occhi per sembrare più credibile.

-Kristen?-

-Mamma, scusami- dico scendendo le scale, trascinando le gambe –mi ero addormentata.

Lei si gira piuttosto scocciata e mi guarda. Sbuffa e si mette al lavoro. Cucinare un piatto decente in cinque minuti non è mai stato il suo forte. Neanche quando aveva ore intere a disposizione. Mi immagino che cosa mangeremo stasera. Ma lei è più veloce e mi porge il telefono.

-Chiama la pizzeria più vicina. Io voglio una pizza margherita-  le sorrido e compongo il numero. Tale madre, tale figlia.

 

 

Che capitoline, eh??? Ci ho messo pochissimo a scriverlo, mi sono divertita un sacco!! Sono davvero contenta che vi piaccia questa storia!

Queen Miriam X Cullen: ehi miri!! Mi dispiace non averti risposto alla recensione, ma il chap era già pronto da prima.. spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

Drops of Jupiter: Ciao!! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Sono d’accordo con te, quella canzone è fantastica! xD l’”estraneo” non è un amico della madre, né un uomo.. si capirà molto tardi di chi parlo, o almeno spero… se continuerai a seguirmi forse capirai, anche perché su ogni capitolo ci sarà qualche indizio…

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Capitolo 4
*** Nonna! ***


Oggi è il grande giorno! Solo per me, naturalmente. Ogni due mesi Nonna viene a trovarci-controllare che siamo ancora vivi. A volte letteralmente. Prima veniva ogni sei mesi, ancora prima una volta l’anno, a Natale. Adesso ha deciso che la sua presenza deve essere più costante.

Allo stesso tempo è proprio una giornataccia. Dovrei essere andata a scuola a sorbirmi il racconto di Lucy e del suo amore Leonino, ma sto peggio di ieri e non sono potuta andare. Mamma non era affatto contenta. Questo farò insospettire Nonna, non sarà affatto felice di vedere la nipote malata. Ma a parte questo sono felice, a parte la Preparazione per il suo arrivo, che inizia esattamente una settimana prima che ci venga a trovare. Sembra di essere in uno di quei film post apocalittico, con la polvere che bianca e leggera vaga per la casa, Mamma con la maschera anti gas passa l’aspirapolvere dappertutto: sopra le mensole, dentro gli armadi e sulla vasca da bagno. Ancora non capisco che diavolo ci facciamo con una vasca da bagno se non la usiamo mai. Basta, appena posso mi farò un bagno con tanto di Sali profumati. Magari dopo la visita di Nonna.

Finito con l’aspirapolvere prende in mano uno straccio e ricomincia a passare la varichina su una macchia del divano. Nessuno sa bene come si sia formata (tranne me e Lucy, naturalmente), ma ormai fa praticamente parte dell’arredamento, come i piccoli gufi sopra il camino e il peluche polveroso sopra la mensola. Tanto non si smacchia, sta solo sprecando il suo tempo. Gli e lo faccio notare e mi dice di andare in camera mia, sono di troppo lì.

Salgo le scale e apro la porta di camera mia e la guardo, rimanendo sulla soglia. È veramente, ma veramente incasinata. Soprattutto se la si mette in confronto al resto della casa.

-Ogni camera di una ragazza che si rispetti deve essere disordinata- mi ha spiegato Mamma –ed è normale che io ti sgridi ogni volta perché tu la metta a posto-. Questa era diventata la mia Bibbia quando le visite della Nonna avevano cominciato ad insospettire tutti. E comunque appena se ne va posso rimettere tutto a posto.

Non sono mai stata un tipo ordinato, a dirla tutta, ma neanche di questo livello, di quelli che si svegliano non per il solito raggio di luce che li abbaglia, ma per la puzza dei loro stessi rifiuti! Sono costretta a vivere in una camera (anche piuttosto piccola) dove la finestra è coperta dai panni sporche accatastanti durante la settimana su una sedia durante la settimana, e quindi anche la luce è meno di quella che vorrei. O di quella che servirebbe ad un normale essere umano per non diventare cieco.

Sotto il letto c’è un parco giochi di rifiuti, dove la polvere gioca su qualche ottovolante (carta di qualche snack ipercalorico) o sulle nuovissime tazze ruotanti appena installate (tappi di bottiglia). Spero solo che non ci siano insetti. Rabbrividisco all’idea di qualche ragno o millepiedi che durante la notte mi sale in faccia o (doppio brivido) mi entra in bocca. Devo smetterla di guardare film horror e pubblicità dei dentifrici!

-Kristen! È arrivata Nonna!-

Quella donna (mia mamma) urla troppo. Ostenta tranquillità ma so che dentro è agitatissima. Chiudo la porta di camera mia e scendo piano le scale, gradino dopo gradino. Mamma è proprio davanti alle scale.

-Amore, chiama papà. Credo si sia addormentato-

Devo proprio? Non posso correre tra le braccia della mia nonna preferita? Sbuffo e vado velocemente verso la camera dei miei. Tolto il dente, tolto il dolore, penso. Busso e pro la porta.

-Papà. È arrivata la nonna..-

-Arrivo-

Lascio la porta semi aperta, così che entri un po’ di luce e corro al piano di sotto. Quando arrivo dalla Nonna ho il fiatone. Non dimostra più di cinquant’anni, anche se ne deve avere più di settanta, o almeno credo. Quando avevo cinque anni, le ho chiesto (molto spudoratamente) quanti anni avesse mi ha risposto candidamente –Ventotto-. Dato che non ho più cinque anni non le credo più. Mamma mi ha poi che Nonna usa lo stesso trucco di una famosa pittrice dei primi del novecento. Non ha mai detto a nessuno quando è nata né quanti anni avesse.

-E tu, mamma, lo sai quanti anni ha?- le chiesi un po’ di tempo fa.

-Mmh.. forse- mi sorrise, prima che entrasse la diretta interessata con la sua torta di compleanno, fresca di pasticceria. Sopra vi era scritto “Buon compleanno, Amanda! 28 anni”, come ogni anno, da più di dieci anni.

Nonna sta già perlustrando la casa, parla piano, cammina in modo elegante, ma sappiamo tutti troppo bene come sia in realtà. In senso positivo, se ce n’è uno.

Quando arriva in camera mia aspetta un attimo prima di aprire la porta.

-Cara, mi porteresti un bicchiere di latte? Con qualche cubetto di ghiaccio, per favore. Qua dentro fa così caldo- chiede a Mamma.

-Certo..-

Mamma scende in cucina. Nonna mi fa l’occhiolino ed entra. Tiene gli occhi spalancati, stupita.

-Tua madre ti fa tenere la camera come un porcile?-

-Già..-

-E tu la lasci fare?-

-Sai com’è.. non ho voglia di litigare- sono piuttosto imbarazzata.

-Se entrasse chiunque facente parte della polizia ti farebbero subito chiudere baracca, sai? E naturalmente manderebbe tua madre in galera, date le condizioni igieniche in cui ti fa vivere-

Ridacchio. A volte parla in modo davvero strano.

-Ecco il tuo.. latte- Mamma è sulla soglia della camera con il fiatone –ma.. tu non odiavi il latte?-

-Infatti. E trovo disgustoso che tu ci abbia messo sul serio dei cubetti di ghiaccio-

-E allora perché..?-

-Cara, svegliati una buona volta-

Nonna esce da camera mia seguita da me. Poi mi fa un cenno e mi sussurra –Fammi una favore, sistema quella camera decentemente il più presto possibile-

E così abbiamo continuato con il giro panoramico della casa fino all’ora di cena. Papà si è degnato di venire solo quando Mamma gli ha urlato cose poco carine, per poi tornare a tavola con un sorriso del tipo “va tutto bene, solo qualche intoppo”.

Saltando la tragedia della cena (il piatto principale era il tacchino, mezzo congelato da una parte e mezzo bruciato dall’altra), andiamo a dormire presto. Prima che possa andare in camera mia mi chiama Lucy. È arrabbiata perché non sono venuta a scuola. Le spiego che non sono stata bene.

-E perché non me lo hai detto prima?!-

-Non ne ho avuto tempo.. mi è venuta a trovare mia nonna-

-Capisco. Mi viene sott’occhio, eh?-

-Già.. allora ci vediamo domani, così mi- sospiro –racconti come è andata con il leone-

-Smettila di chiamarlo leone! Va bene, a domani!-

Chiudo la chiamata e salgo su. Per quanto fosse riluttante, Nonna mi aveva lasciato dormire nella stanza degli ospiti. –Non voglio che la mia nipotina venga uccisa dai suoi stessi rifiuti. Spero solo che non ci siano insetti- aveva detto prima di addentrarsi nella mia giungla personale. Magari potrebbe farsi un giro su un ottovolante con un batuffolo di polvere. Vado in camera e sogno mia Nonna divertirsi nel parco giochi.

 

 

Eccomi con il nuovo capitolo! Che ne pensate?? Ringrazio infinitamente Queen Miriam X e Drops of Jupiter per il loro supporto! Vi piace questo capitolo??

Nonostante abbia già quasi finito il prossimo, non potrò pubblicare entro domenica sera, lunedì, dato che vado in vacanza per un po’!

Ci si vede alla prossima!

Francesca.

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Capitolo 5
*** Salvador eccetera eccetera... ***


Quando mi sveglio Mamma mi chiede come sto. E non riesco a trattenermi. E le sputo in faccia tutti i miei problemi.

  1. Ho dovuto dormire in un letto scomodissimo.
  2. Devo andare a scuola.
  3. La scuola non mi piace neanche un po’.
  4. Appena arrivo dovrò sorbirmi il racconto di Lucy, passo per passo.
  5. Odio il suo ragazzo e non posso farci nulla.
  6. Mi richiederà di pararle le chiappe ancora e ancora.
  7. Non posso dirle di no.
  8. La mia camera è un porcile e non posso mettere a posto.

-Ma a parte questo, mi sento molto meglio, oggi, grazie- le sorrido e vado a fare colazione.

Mi metto una maglietta bianca con l’immagine di Santa Claus ubriaco (la mia preferita in assoluto), un paio di jeans e le immancabili scarpe da ginnastica. I capelli fanno schifo, ma date le circostanze di questi giorni non sono riuscita a sistemarli al meglio.

Arrivo a scuola che sembro uno zombie. Neanche il correttore è riuscito a nascondere le occhiaie. Nonna mi aveva visto e aveva cercato di sistemarle con la sua innata bravura, ma anche lei aveva dovuto arrendersi.

Alcuni ragazzi stanno appendendo dei cartelloni all’entrata. Credo che riguardino la gita in Inghilterra che è stata annullata. Protestano quelli del quarto e del quinto anno. Bah. In fondo una gita vale l’altra. Basta che non si va a scuola, no?

Apro l’armadietto e prendo i libri per la prima ora. E immediatamente vengo investita dalle troppe informazioni che Lucy mi urla contro.

-Come stai?! Stai meglio? Alla fine sei svenuta? Ma.. ti sei annoiata venerdì? Se lo rifacessi ti dispiacerebbe? Nel senso.. non che ti voglia usare come scusa, ma.. mi farebbe piacere se mi aiutassi..-

La guardo male e mi soffio il naso malamente. Ci mancava solo il raffreddore,Lo specchietto che ho messo dentro l’armadio mi mostra in tutto il mio splendore mattiniero.

-Calma- dico solo. E ricomincio a prendere i libri.

-Allora? Ti dispiacerebbe sì o no?-

-E me lo chiedi pure!-

Lucy mi guarda sollevata.

-Lo sapevo che avresti capito!- mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia. Ma che diavolo..? –ci vediamo a lezione, ok? Così posso raccontarti della mia avventura con Leon- mi sorride e tutta contenta se ne va dal suo mostro della Savana. In tutto questo tempo sono rimasta con la faccia più stupita/stupida che ho nel mio armamentario di espressioni facciali. Sembra non averci fatto caso. Scappa in collo al suo amore e scompare tra la folla.

-I suoi hanno avuto molto coraggio a chiamarlo Leon- sento ridacchiare accanto a me –io lo chiamerei più gattino-

Un ragazzo molto, ma molto bello (naturalmente non americano, noi ce li sogniamo ragazzi così), mi sta guardando. Si aspetta qualcosa da me. Ha un forte accento spagnolo e dei pettorali che sbucano fuori della canottiera bianca.

-Come, scusa?- mi esce fuori una specie di vocina minuscola, ma non so dire di meglio.

-Quel ragazzo- parla piano, forse crede di aver sbagliato pronuncia –si chiama Leon, giusto?- faccio segno di si con la testa e la bocca aperta a pesce lesso –ecco, ho avuto l’occasione di conoscerlo nei pochi giorni in cui mi sono trasferito qui, e posso dirti che i suoi hanno completamente sbagliato nome-

-Per me avrebbero dovuto chiamarlo orango tango-

-Più che altro scimmietta!-

-Lo conosci così bene?-

-No, ma- prende lo zaino da terra –dai cinque minuti in cui mi ha rivolto la parola ho capito che è uno smidollato senza cervello. Si dice così?-

-Si, si dice così..-

Rimaniamo un attimo in silenzio.

-Comunque… io sono Salvador Ignacio Garcia de la Muerte Grande-

-Come, scusa?!-

Mi porge la mano e la stringo. È calda e la sua stretta precisa.

-Io sono Kristen.. niente nomi stra lunghi, mi dispiace-

-Non c’è problema- ridacchia.

Mi sembra una favola. Un ragazzo bello come lui che rivolge la parola a ME. E poi.. poi capisco.

Appena vede che mi abbasso a prendere i libri rivolge lo sguardo ad un’altra ragazza, la saluta o le fa l’occhiolino. E ti pareva.

-E così.. sei nuovo, eh?-

-Già, già..- dice intento a guardare ogni ragazza che gli passa accanto. Loro non sembrano infastidite, anzi, hanno la mia stessa reazione. Apprezzano l’essere guardate, ma soprattutto chi le sta guardando.

Mi schiarisco la gola. Salvador si gira a guardarmi di malavoglia, staccando gli occhi da Melanie Del Russo, una troia italiana con cui condivido un corso.

-Non mi sembra molto male questa scuola, no?-

Sospiro e lo supero. Sono tutti uguali. Neanche uno stupido ragazzo che mi guardi per quello che sono. O che almeno guardi solo me, e non metà della scuola femminile.

-Aspetta che finisca almeno il tuo primo giorno per commentare- gli dico. La mia voce appare stanca e piuttosto arrabbiata.

-Forse hai ragione te. Speriamo almeno che la gente sia più simpatica di quello che sembra-

Mi giro e lo guardo.

-Non hai detto che conoscevi quelli della squadra di football? Te lo garantisco, sei molto avanti nella scala sociale della scuola-.

Scuote la testa –No, ho detto che ho avuto l’occasione di vedere il gattino decelebrato all’azione. Ma sai com’è, quando ti viene insegnata l’educazione, è difficile cambiare-

-Se magari ti spieghi meglio capisco anch’io, sai?-

-Ero appena arrivato e stavo facendo un giro. Poi vedo il Gattino- con Gattino credo intenda Leon, e in effetti non c’è soprannome migliore! –stava pestando un ragazzino, e gli altri della squadra se la ridevano, e non facevano altro che sputare-

-Benvenuto in America, amico!-

-Oh, che bel benvenuto…-

Sono arrivata davanti all’aula. Sto per entrare, ma Salvador mi ferma.

-Ehi, senti… mi daresti il tuo numero?-

-Lo chiedi a tutte le ragazze a cui parli?-

-No… sei la prima con cui ho il coraggio di chiacchierare- mi guarda da sotto la frangetta di capelli neri come la pece. Sembra così timido in questo momento..

-Ok…- gli do il mio numero e anche l’e-mail. Tanto non entro praticamente mai.

-Allora.. a dopo!- mi sorride. È così raggiante, sembra un bambino. Il suo sorriso è fantastico. Peccato non dia propriamente il mio tipo… ma i gusti cambiano…

-A dopo- lo saluto e appena mi giro Lucy mi investe. La guardo strabiliata e lei mi sorride tutta contenta.

-E quello chi era?????????-

Mi sembra di essere tornata in prima media, quando appena parlavi con un ragazzo subito tutti fraintendevano. Non è cambiato molto da allora.

-Adesso ti spiego, basta che entri in classe. Siamo in ritardo!-

La spingo dentro l’aula. Adesso non dovrò semplicemente sorbirmi il suo racconto, ma anche cercare di spiegarle qualcosa su Salvador. Uffa. Che fatica.

 

Oh mio dio ragazze, sono in super ritardo!!! Internet ha deciso di andare in coma e in questo momento sto finendo di scrivere il capitolo a casa di una mia amica.. l’inizio l’ho scritto tra sabato e domenica. Sono andata in montagna a fare trekking (-.-‘’ non è esattamente una cosa consigliabile per una sportiva come me…xD), ma ci ho provato… e quando sono tornata a casa internet non ne ha volute sentire! Oggi dovrebbero sistemarlo, ma non ne sono sicura… tanto il prossimo capitolo è praticamente finito, devo solo riscriverlo al pc… forse avrei dovuto metterli insieme, ma veniva tropo lungo per i miei gusti…

Tornando a noi… siamo aumentate!!! Voglio ringraziare tutti, e ripeti TUTTI quelli che hanno letto questa storia, chi l’ha messa tra le preferite e chi alle seguite, Miriam (Queen Miriam X Cullen), senza la quale non l'avrei neanche cominciata, Drops of Jupiter, a cui sembra piacere molto (grazie per le tue fantastiche recensioni ad ogni capitolo!) , e *rullo di tamburi*… Kefiah! Sei una nuova lettrice! Grazie mille per i complimenti! Spero che la storia continui a piacerti!

Se aveste in ogni caso qualche consiglio, critica (naturalmente costruttiva) o anche domanda sarei felice di rispondervi! E poi avrei io da farvi una domanda… vi piacciono i film? Guardarli mi aiuta molto con la storia, mi da ispirazione… avreste qualche film da consigliarmi? Qualche film drammatico o, al contrario, mezzo demenziale (ho visto l’altro ieri “L’uomo che fissava le capre” e “I love radio rock”.. meravigliosi!). grazie mille a chiunque mi risponderà!!

Basta dilungarsi…Nel prossimo capitolo riappariranno alcuni segreti di Kristen e vedremo un po’ il carattere di Salvador… ;) spero di avervi incuriosito…

Alla prossima!

Francesca.

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Capitolo 6
*** ADESSO Sì, CHE MI SENTO MOLTO, MA MOLTO MEGLIO! ***


In pratica.. mi ero fatta un nuovo amico? Bo. Ci credevo poco anch’io. Ma a parte per il suo corpo da favola, non avrebbe potuto mai essere altro.

-Non è il mio tipo, capisci?-

-Chi se ne frega se non è il tuo tipo, Kristen! Non lo vedi com’è? Sei cieca?- Lucy naturalmente pensava solo al lato estetico.

-Guarda che non ha parlato solo con me…-

-Più che altro, dovresti dire “non ci prova solo con me”-

-Pensala come ti pare! Ma mentre eravamo in corridoio non ha fatto altro che guardarsi intorno. Fissava tutte le ragazze che passavano!-

-E l’unica a cui ha rivolto la parola sei tu-

-Forse perché non sono una fotomodella come la metà delle ragazze in questa scuola! Magari gli riesce meglio a parlare e diventare amico con le ragazze quanto meno normali, o leggermente bruttine…-

-Smettila di dire stronzate, Kristen!- Lucy rotea gli occhi.

-Me l’ha detto anche lui che eravamo solo amici!-

-Se mi posso intromettere- il signor Percy si schiarisce la gola –penso che questo non sia il vostro problema maggiore, adesso. Che ne dite di risolverne uno di matematica? Magari alla lavagna, sulle cose che ho spiegato adesso. Signorina Strewberry-

Lucy si alza controvoglia. Non ha ascoltato una sola parola della lezione, io nemmeno. Mi guarda con gli occhi di un cerbiatto indifeso e va alla lavagna. Naturalmente rimane muta per più di cinque minuti, finché il signor Percy non si distrae e David, un secchione molto gentile, non le da qualche suggerimento sotto voce (il problema intero).

Tutte contente ci avviamo alla prossima lezione, Lucy borbotta maledizioni insensate contro il prof. Non posso fare a meno di ridere.

-Ehi, per quanto riguarda il prossimo appuntamento con Leon…- le sto per dire qualcosa che quasi di sicuro le spezzerà il cuore.

-Già, sarà sabato! Mi dispiace se dovrai annoiarti a causa mia, e proprio di sabato, ma non potevamo aspettare. Grazie, Kristen, sei davvero un’amica!- mi abbraccia.

-Lo so che ti costa molto, che forse mi odi, ma spero che capirai che tutto quello che stai facendo adesso verrà ricompensato, quando anche tu avrai il ragazzo! E allora capirai come mi sento-

-Peccato che tu non capisca come mi sento io!- mi lascio sfuggire.

-Perché, come ti senti?- mi chiede candidamente. Ha la faccia di una piccola crocerossina, pensa che io stia male. Ma vaffa..

-Una merda!- le urlo praticamente in faccia. -E che cavolo! Non ce la facevo più a tenermelo dentro! Prima mi tratti come fossi la tua migliore amica, poi come una bambina di cinque anni che ancora deve fare le sue prima esperienze, e poi ancora come se l’unica cosa che posso provare  è dolore fisico! Non pensi che anch’io possa soffrire e non solo quell’idiota del tuo ragazzo? È talmente handicappato da non riuscire a starsene da solo neanche un giorno? Ma non è solo colpa sua, è colpa tua che lo lasci fare!-

Riprendo fiato mentre Lucy mi guarda sbigottita. Non se l’aspettava. Neanche io, ad essere sincera. Tutta la rabbia si sta trasformando in vergogna e senso di colpa. Oddio, come diavolo l’ho trattata?

Mi giro e corro via per il corridoio. Vedo Salvador tutto solo e lo strattono per un braccio.

-Ehi, che ti prende Wonder Woman?- Salvador mi guarda mentre lo porta verso la mensa. Ride per la sua grande battuta, prima di zittirsi. Devo avere proprio una faccia di merda.

-Cose che non puoi capire-

-Ciclo?-

-Perché voi uomini dovete sempre pensare che quando una donna è arrabbiata ha il ciclo?!- praticamente gli sto urlando contro.

-Calma!- tiene le mani alzate –volevo solo essere gentile!-

Ah. Sì, già. Non riesco a fare pensieri più coerenti dopo una figuraccia come questa.

-E comunque sì, ho il ciclo..- sussurro tutta rossa. Ma stavo sorridendo.

-Ma c’è qualcos’altro.. ancora la ragazza di prima? Che hanno fatto adesso, lei e il suo gattino da compagnia?-

Mi siedo. Siamo lontani dalla mischia della mensa. Dal rumore. Mi sento molto meglio. Apro lo zaino e ne tiro fuori un’insalata mista e una pesca. Se penso che ho ancora due ore di scuola svengo.

-Non dirmi che mangi solo quello!-

-Ehm.. sì-

-Tieni-

Mi passa il suo super pranzo iper calorico. Deglutisco e lo sposto.

-Da quanto ne so, soprattutto quando avete il ciclo, avete bisogno di mangiare roba sostanziosa- lo guardo leggermente incredula –mia sorella è svenuta un paio di volte, per la sua testardaggine-

-Oh, capito-

-Per cui vedi di finire tutto!-

Anche se a malavoglia, mangio tutto senza fiatare, mentre Salvador si accontenta del mio pranzo vegetariano.

-Raccontami un po’ di te-

Deglutisco e bevo un po’ di Coca.

-Che vuoi sapere?-

Non stacco gli occhi dal cibo.

-Beh, potresti dirmi qualcosa..  che ne so, riguardo alla tua famiglia!-

-Ho una madre, un padre e una nonna molto invadente-

-Niente fratelli o sorelle?-

Sospiro.

-Magari.. ne potremmo parlare la prossima volta, ok?-

-Ci sarà una prossima volta?-

-Potremmo..- comincio a dire. Certo che ci sarà una prossima volta! E ho già unìidea.. –andare sabato a pattinare! In realtà ci sarei dovuta andare con Lucy, ma mi ha dato buca per il suo gattino… credo si sia completamente scordata del nostro appuntamento..-

-Mi piacerebbe molto, ma..-

-Ma cosa? Non puoi?-

Tutto il mio entusiasmo si era sgonfiato. Dovrei chiederle le cose, prima di iniziare a fantasticare…

-No! È solo che.. non so pattinare..-

-Davvero? Beh, non è un problema.. al massimo ti insegno io!- ridacchio. Non mi sembra convinto, e lascio stare. Non lo posso obbligare.

-Sembri così.. piccola, Kiki- dice.

Alzo la testa e lo guardo. Kiki? Piccola? Sembra così intenerito dalla visione di me che mangio. Wow. Devo sembrargli una specie di…

-Sembri ungattino affamato trovato per strada a cui ho offerto del latte!-

-Miao-

Ridacchia e io ricomincio a mangiare. Finiamo di mangiare e andiamo a lezione. Vedo Lucy in mezzo alla folla. Mi guarda male. È arrabbiata con me. E chi non lo sarebbe? Le ho dette delle cose orribili..

-Che dici Kiki? Hai fatto benissimo! Non sai che le avrei fatto io!-

-Perché.. scusa se te lo chiedo, ma.. perché Kiki?-

-Come?-

-Perché mi chiami Kiki?-

-È carino e.. piccolo, come te. Ti sta a pennello- mi sorride e scompare.

Va bene che non è il mio tipo, ma un pensierino…

 

 

Eccomi ragazze! Mi dispiace un sacco non aver postato prima, ma la fine dell’estate stava arrivando e ho cercato di godermela più che potevo.. insomma, ecco il nuovo capitolo! Che ne pensate? Finalmente Kiki (d’ora in poi la chiamerò sempre così, è troppo carino come nomignolo! XD) è riuscita a dirgliene quattro a Lucy!! È da un po’ che l’avevo notato ma.. vi sta proprio sulle p***e, Lucy, eh??? xD pensare che è un po’ tutta colpa mia…xD ma vedrete, presto si vedrà anche il suo lato più dolce e simpatico, se Kiki e Salvador la lasceranno parlare..xD

Grazie mille per le vostre fantastiche recensioni!!! So che questo capitolo è più un discorso che un capitolo normale, in cui di solito ci sono più i pensieri e le impressioni di Kiki.. spero vi sia piaciuto comunque!!

Non vi posso ringraziare come si deve, ma sappiate che vi porto nel cuore, a TUTTE!! grazie mille del vostro appoggio!!

Preparatevi le tazze di cioccolato caldo e le coperte per il prossimo capitolo, che l'inverno e il ghiaccio si faranno sentire nella storia!! xD

Alla prossima!

Francesca!

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Capitolo 7
*** And I'm feeling good.. ***


Torno a casa e mi sdraio sul letto. È comodo e accogliente. Proprio quello che mi ci voleva. Mamma tornerà tardi stasera. Papà non torna proprio. Starà via una settimana e non lo vedrò fino ad allora. Non ci siamo neanche salutati.
Cosa posso fare? Non riesco ad addormentarmi. Non riuscirei a dormire neanche se inghiottissi qualcuno dei sonniferi di mamma.
Mi alzo e comincio a mettere a posto. Da quando se n’è andata nonna non ci sono ancora riuscita.
Sotto uno strato imbarazzante di biancheria sporca vedo un libro di cucina cinese. L’avevo comprato al mercatino dell’usato con Lucy. Merda. Credo proprio che dovrò chiederle scusa. Sono solo una cazzo di serva. Una serva molto propensa a parlare maleducatamente, tra l’altro. Rido di me stessa. “Propensa”? “Parlare maleducatamente”? finisco di mettere a posto parlando da sola, come se fossi un’aristocratica dell’ottocento. Leggere Cime Tempestose mi ha fatto veramente male.
Cosa posso fare stasera? La solita pizza è fuori discussione. E quindi? Potrei cucinare uno di quei complicati piatti cinesi!
Corro in camera mia e comincio a sfogliare il libro. Farò il pollo alle mandorle. Quando andiamo al ristorante cinese mamma lo prende sempre. Scendo in cucina e controllo che ci siano tutti gli ingredienti. Il frigo è completamente vuoto, lo stesso vale per la dispensa. Dovrò svaligiare il supermarket. Finalmente una scusa per uscire!
Il supermarket in questione è dall’altra parte della città, quindi me la prendo comoda. Tanto ci vorrà come minimo una mezz’ora per arrivarci. Ho tutto il pomeriggio da sprecare, anche se i compiti mi stanno chiamando a gran voce. Alzo il volume della radio per annullare le grida.
Il negozio è imponente. Entro e mi fiondo subito nel reparto dei dolci. Prendo tre confezioni con una mano sola e le metto nel carrello. Magnifici, industriali, ipercalorici dolci.
Mentre sto prendendo qualche spezia cade un vasetto di zenzero. Si frantuma a terra. Una polvere rossastra si sparge nell’aria circostante, facendomi starnutire.
-Ehi va tutto bene?- qualcuno sta ridendo alle mie spalle.
È Salvador.  Ha una stupida tuta e una t-shirt attillata. Starei a guardarlo per ore.
Una commessa appare da dietro uno scaffale. Ha sentito il rumore ed è venuta a vedere che succedeva.
-Mi dispiace- il sorriso di Sal si tramuta subito in uno sguardo angosciato –stavo prendendo delle spezie e mi è caduta di mano-
La commessa lo squadra un attimo, fermandosi un secondo di troppo sui suoi pettorali.
-Non importa. Sistemo io qui, ma non fate altri danni per favore-
Poi si gira verso di me e mi fulmina con lo sguardo. Come se me ne importasse qualcosa.
-Mai pensato di fare l’attore?-
-Ma dai..- sorride Sal.
-Che fai qua?-
-Spesa, non vedi?-
 Mi mostra il suo carrello pieno di frutta e verdura. Salutista.
Gli spiego la mia idea per stasera.
-Non sapevo cucinassi!
-Neanche io..-
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
-E tu che intenzioni hai per stasera?-
Fa spallucce –Niente di che-
Coraggio, Kristen. Sii carina.
-Ti andrebbe di aiutarmi?-
-Come?- sembra molto stupito. Cerco di capire se lo è davvero o sta ancora fingendo. E se anche fosse?
-Sì, potresti aiutarmi a cucinare e fare da cavia!- ridacchio.
-Sul serio? Bè, non sarebbe male-
-Bene, tanto saremmo solo io e mia mamma-
Ha detto sì. Ha detto sì. Ha detto sì.
-Bene.. mm, credo non manchi niente- guardo la lista della spesa.
-Allora possiamo andare-
Andiamo verso le casse. Sorridiamo parlando dei compiti per domani.
Naturalmente lui li ha già fatti.
-Sì, certo! Io ho una vita molto impegnata, sai?-
-Oh, immagino..-
Sal si ferma. Guarda qualcosa dietro di me con una faccia dispiaciuta e mi fa segno di girarmi.
Lucy è vicino all’uscita.
-Vai, qui ci penso io- mi rassicura Sal.
Mi avvicino lentamente a Lucy. Sembra angosciata, ma appena mi vede sorride. Povera illusa.
-Ciao!- dice.
-Ciao-
-Ehm.. volevo.. ecco, forse.. credo che tu avessi ragione, ecco.-
-Riguardo cosa, di preciso?-
-Credo.. tutto.-
E comincia a parlare e parlare. Fiumi di parole escono dalla sua bocca. Che devo fare? Darle filo da torcere? L’idea era quella, ma adesso..
-Ti andrebbe di venire al cinema con me? Sabato ci sarebbe un bel film, ecco.. –
-Sabato non posso- la interrompo –ho un appuntamento-
Mi giro e guardo Salvador che mette la mia spesa dentro una busta.
-Allora.. venerdì?-
Mi guarda con i suoi occhi imploranti. Come faccio a dirle di no?
-E venerdì sia-
Ci salutiamo, lei è euforica. Nonostante io non abbia sentito esplicitamente delle scuse, mi sembra già abbastanza, da una come lei.
Mi avvicino a Sal. Mi guarda di sottecchi. Mentre si allontana dalla cassa con la spesa. Prendo il borsello.
-Mi scusi, quanto è?-
Il commesso mi guarda un attimo.
-Ha già pagato il ragazzo- dice.
Come? No, questo no! Corro da Sal e quasi gli salto addosso.
Mi sento.. bene. Finalmente.
 
 
 
Cosa posso dire?
Mi dispiace tantissimo per il ritardo, questo è chiaro. Ho avuto davvero tanti casini nella mia vita, e ne sto avendo ancora, e in effetti il capitolo doveva essere completamente diverso. L’avevo lì, bello pronto nel pc, mancava qualche rifinitura ma va bè, e poi.. il pc muore. Stecchito. XD
Detto così fa quasi ridere, ma io stavo per piangere XD
Spero davvero che vi sia piaciuto questo capitolo nuovo, perché c’ho messo tutta me stessa! Era venuto davvero lunghissimo, e ho dovuto tagliare qualche pezzo, anche se avrei preferito non farlo. (questo, vorrei far notare, è un capitolo di transizione).
Ho già preparato i prossimi tre capitoli (o quasi), quindi vorrei sapere se dovrei continuare. Non so, se vi piace la mia storia e se vale la pena di scervellarmi a creare capitoli e pubblicarli.
Devo ringraziare chi legge e chi la recensisce! Quindi, veniamo al dunque..
Kefiah: Ehi!! Già, eccomi qua!! Chi l’avrebbe mai detto, eh?? XD
Spero che anche questo capitolo ti piaccia!! Mi raccomando, fammi sapere eh!
Queen Miriam X Cullen: Miri! Visto, ho aggiornato!!! E tutto grazie a te!
Dimmi che ne pensi di questo capitolo, eh! Che ci tengo! XD
Bene ragazze, alla prossima, si spera!
Fra.

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