Last Noise

di Kuro Kun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rumore ***
Capitolo 2: *** Zero ***
Capitolo 3: *** Luce ***
Capitolo 4: *** Frammenti ***
Capitolo 5: *** Inferno ***



Capitolo 1
*** Rumore ***


Last Noise "Un battito, due battiti.
Cos' è questa luce?
E' tiepida... vedo tutto nero...
No.
Non è tutto nero.
Una luce viola proviene da lontano.
Cos' è? Dove sono?
E' un sogno?
I miei occhi...Brucia..."

*Bip. Bip. Bip.*

"Mmh...B-bru...cia...."
Una figura femminile si alzò da un letto, per recarsi vicino al comodino e abbassare violentemente una mano su una povera sveglia, facendola inevitabilmente cadere a terra.
"Così impari a suonare di Domenica, bastarda."

*Bip.Bip.Bip*
La ragazza diede un ultimo sguardo alla sveglia, prima di rendersi conto che quest' ultima non aveva alcuna colpa.
Il rumore continuò a lungo.
Rassegnata, la ragazza decise di vestirsi.
Il suo nome era Sen. Aveva 15 anni, e viveva da sola, visto che i suoi genitori erano dati per dispersi da circa sette mesi.
Ma lei non ci badava. No, proprio no.
Tanto, alla fin fine loro non erano mai in casa, e se c' erano la ignoravano quasi del tutto. Dicevano che era colpa del lavoro. Le avevano sempre detto ( Nella maniera più generica e meno specifica possibile, ovviamente) che il loro era un lavoro impegnativo. Niente di più. Niente di meno.
Sen si tolse il pigiama, e si vestì. Era il 20 Dicembre, e quindi la scuola era chiusa  in questo periodo. E tra l'altro, era Domenica, quindi in qualunque caso, la scuola non sarebbe stata un problema, quel giorno.

Bene, una cosa era certa. Quel rumore non veniva dall' interno. E nel frattempo, era diventato anche più forte.
Sen decise di guardare fuori dalla finestra. (Scelta di cui poi si pentì amaramente).
Tra tutte le cose che si aspettava di vedere, questa non era certamente tra quelle.
Fiamme. Fumo. Esplosioni. E un piccolo, insignificante rumore che sovrastava tutti gli altri.
*Bip.Bip.Bip.*
E infine, esattamente al centro di questo cerchio di distruzione levitava un ragazzo.
Aveva ad occhio 17 anni, portava un cappello nero-grigio calato poco più sopra degli occhi. Occhi talmente gialli da non sembrare reali.
E infine, un enorme paio di ali.
Non ali da volatile.
Ali di cristallo nero, appuntito, lucido , che si ramificavano per terminare con una punta conica.
"Zero Bomb."
Queste parole echeggiarono nell' aria, poco prima di un' altra gigantesca esplosione.
*Bip.Bip.Bip.*

Continua.

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Capitolo 2
*** Zero ***


LOLLOL "Che..Che cosa sei, tu?! Chi sei?!" urlò Sen.
"Mh?"
Il ragazzo si guardò intorno. Alzò lo sguardo, sull' unico palazzo rimasto integro.
"Ma non mi dire.. Tu, riesci a vedermi, ragazzina?" esclamò con un sorriso inquietante.
"Che domanda è!? Certo che riesco a vederti! Cosa...cosa diamine succede!? Come diamine fai ad avere quelle ali enormi!?"
La discussione fu interrotta da un urlo.
La porta della casa di Sen si spalancò, ed entrò una ragazzina bassa, con i capelli raccolti in una coda di cavallo.
"Sen! Cosa stà succedendo?! Perchè va tutto a fuoco!?" Esclamò la ragazzina.
"Futa... Stai bene!?"
"Si... sono scesa appena ho sentito le esplosioni! Ho tanta paura, Sen!"
"Tranquilla, siamo al sicuro... Sdraiati sul letto, io vado a parlare con quel ragazzo." Disse Sen indicando la finestra.
"Sen...Quale ragazzo?"
"Cosa...Come quale!? Quello fuori dalla finestra, in mezzo alla piazza! Quello con quelle spaventose ali nere! Non lo vedi!?"
Sen andò in paranoia. Possibile che quello che aveva detto il ragazzo potesse essere vero?
"Bene, abbiamo una prescelta, qui. Peccato, non avevo voglia di creare ulteriori danni.. Ma viste le circostanze..." Il ragazzo non finì nemmeno la frase, scoppiò semplicemente a ridere. Una lunga, inquietante risata.
"Io mi chiamo Hiro Makenru! Professione: Reaper! Ricordati questo nome, perchè questo è il nome di colui che ti eliminerà!"
"Cosa stai..."
Sen non riuscì nemmeno a terminare la frase che fu interrotta da Hiro.
"ZERO WARP!"
All' improvviso tutto tornò buio. Come all' inizio.
Solo che questa volta non c' era nessuna luce.
A un certo punto, Sen e Futa caddero su qualcosa. Una superficie sabbiosa.
All' improvviso tutto si rischiarò. E nel cielo si potevano vedere chiaramente due soli, che illuminavano l' ambiente circostante.
Un deserto, un immenso deserto.
"D-Dove siamo...? Che posto è questo!? Come ci siamo arrivati?!" urlò Futa.
"Sicuramente è colpa di quello strano ragazzo!"
"Sen, smettila! Non c' è nessun ragazz..."
Futa venne interrotta.
"S..Sen... Che...Che cos' è quest...o?"
Il braccio di Futa era  trapassato da punte di cristallo nero.
"Hiro...Bastardo...Cosa le hai fatto!?"
"Oh, ma dai? Non sai prorio niente, dei Reaper? Allora vediamo di farla breve..."
"Di che stai parlando!? Cos' è un Reaper!? Cosa hai fatto a Futa!?"
"Ehi, ehi... Una cosa per volta, piccola. Allora, cominciamo da zero. Tu pensi che esistano gli Angeli?"
"Penso di si, perchè questa domanda?"
"Bene, è quello che volevo sentire. Dimenticali, gli Angeli non esistono. Ci siamo solo noi Reaper."
"Cioè...tu.. saresti un Angelo?"
"No, ovviamente no. Le tue stupide conclusioni si basano su un Dio misericordioso,giusto? Ecco perchè pensi che gli Angeli siano creature perfette e celestiali. Bene, ti sbagli di grosso."
"Cosa..."
"Visto che Dio vi ha creato a sua immagine e somiglianza, lo dovresti sapere, no?"
"Cosa? Che cosa dovrei sapere!? Ho solo un gran mal di testa! Non riesco a capire!"
"Dovresti sapere, che in parte tutti gli umani sono malvagi. Quindi, facendo un paio di calcoli, anche Dio lo è, in parte. Ma non è questo il punto. Se tu avessi dato un' occhiata in giro, lo avresti capito."
"Cosa...? Cosa avrei dovuto capire!? Non mi interessa degli Angeli! Ne di voi Reaper! Voglio solamente tornare alla vita di prima!"
"Avresti dovuto capirlo, che la malvagità che c' era nel cuore di tutti gli umani si è espansa più del dovuto. Guardare anche solo per un attimo il mondo brucia agli occhi, per quanto odio c' è laggiù."
"Quindi Dio ci vuole punire?"
"Strike, piccola. E noi siamo la punizione.Anche se ovviamente, Dio vuole darvi una possibilità."
"Quale? Quale possibilità abbiamo contro voi MOSTRI!?"
Hiro scoppiò a ridere.
"Mostri, eh..?"
"Come altro posso chiamarti, bastardo!?"
"Bah, non mi interessa quello che pensi di me. Comunque, la possibilità che vi ha dato sei tu.
"Io? IO? Io dovrei sconfiggere voi? E in che modo, sentiamo!?"
"Non sei sola, piccola. Ci sono altri sei prescelti. Comunque, questo non è un argomento che ti riguarda, visto che tu morirai QUI e ORA."
"C-Come?! Che stai..."
Un urlo risuonò in un deserto inesistente. Non si sentì nessun eco. Un urlo, e poi basta.
Ma l' urlo proveniva dalla bocca di Futa.
Le punte di cristallo che aveva nel braccio avevano cominciato a bruciare.
"SEN! SCAPPA! TI PREGO!"
"FUTA! Che cosa...Che cosa... Smettila, bastardo! Lascia stare Futa!"
Hiro sogghignò.
"ZERO CROSS!"
Le sue ali si separarono dal resto del corpo, e cominciarono ad assumere la forma di una croce.
"Preparati, stai per essere azzerata, insignificante umana."
La croce si divise nuovamente in due rettangoli, che si appoggiarono con grazia sul corpo di Futa.
"Tre."
"Cosa...Cosa stai facendo a Futa!?"
"Due."
"SMETTILA! TOGLI QUELLA ROBA DAL SUO CORPO!"
"Uno."
Sen tentò di staccare quei rettangoli dal corpo della sua amica, ma esattamente un secondo dopo la voce di Hiro scandì un numero. L' ultimo.
"Zero."
Sen fu sbalzata all' indietro da una forza impressionante.
Migliaia di punte cristalline esplosero sul corpo della ragazza.
"Azzerata"
Di Futa non restava neanche una traccia.

Continua.



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Capitolo 3
*** Luce ***


Ira "Che..che cosa le hai fatto..."
No, non era una domanda. Sen sapeva benissimo cosa aveva fatto Hiro.
Aveva strappato via la vita a Futa.
La sua migliore amica. L' unica persona con cui riusciva a parlare liberamente.
"Hiro..tu...cosa sei?"
"Mh? Te l' ho già detto, cosa sono. Non essere noiosa, stupida umana."
"Tu.. non..."
"Io non, cosa?"
"Non hai il diritto.. di uccidere persone innocenti!"
All' improvviso una luce abbagliante venne sprigionata dal nulla.
Hiro chiuse gli occhi per un attimo.
E quando li riaprì, Sen era sparita.

Un battito. Due battiti.
Questa volta la luce era bianca. Un bianco tiepido, che ti avvolge e ti riscalda, senza bruciarti.
"Sen... Guarda in fondo alla tua anima... Trova.. la tua vera forma."

Hiro si riprese, e si guardò intorno.
"Dove diamine è andata..."
Hiro fu interrotto da un' altra luce.
Molto meno forte della prima.
E in mezzo a questa nuova luce appariva una nuova Sen.
Completamente vestita di bianco, con un paio di ali che brillavano in maniera tanto intensa da far chiudere gli occhi a un Reaper.

"Hiro... non ti perdono."
Il tono di voce di Sen non era per nulla alterato, anzi
Parlava in un modo talmente calmo che sembrava innaturale.
"Redemption Grave."
Questa volta fù la bocca di Sen a pronunciare queste parole.
L' area circostante fù illuminata da un cherchio di luce.
Hiro urlò.
La luce si dirigeva verso di lui, e dopo pochi secondi Hiro fù completamente inghiottito da quest' ultima.
Hiro urlava. La luce bruciava. E anche un Reaper prova dolore.
"Z....Zero Shadow!"
La luce fu sbalzata via da un' esplosione.
Una nube di fumo si alzò nel deserto.
"B-bastarda...Cosa sono quelle ali?! Cos' era quella luce!?"
Sen non rispose, e cominciò a guardarsi intorno con aria assonnata.
Hiro ne era uscito senza nemmeno un graffio, ma dolorante.
Si portò una mano al collo e cominciò a massaggiarselo.
"E' da 1500 anni che non provavo dolore, lo sai, bastarda?"
Sen continuò a ignorarlo. Hiro cominciò a tremare dalla rabbia, ed esplose urlando :" Perchè mi ignori!? Solo perchè sei riuscita a colpirmi pensi di essere tanto forte? Bene, ti sbagli! Non sei nient' altro che uno zero!"
"Uno zero, dici?" Rispose Sen.
Un fascio di luce colpì Hiro alla schiena, senza dargli nemmeno il tempo di rispondere.
"Nnngh... Mi hai proprio stancato, bastarda... ZERO GRAVE!"
Le ali di Hiro si staccarono del tutto, e cominciarono a crollare in pezzi.
Minuscoli cristalli neri.
Hiro si era rialzato.
Il suo respiro era diventato sempre più flebile, e i cristalli avevano cominciato a levitare attorno a lui.
"ZERO SPEAR!"
In un attimo i cristalli si raggrupparono, per formare una lama.
Gli occhi di Sen si spalancarono per un momento. Un secondo dopo, Sen era caduta a terra, grondante di sangue.
Il suo petto era trapassato da una lama nera.
Non disse una parola. Cadde e basta.

"Ti dono un' ultima possibilità. Fanne buon uso, Sen"
Una voce sconosciuta echeggiò nella sua testa.
E invece di sentirsi morire,si sentì rinascere.

"Ah...Ahahaha....AHAHAHAHAHAH!"
Hiro scoppiò in una risata sadica.
"Tu... TU RIUSCIRAI A BATTERMI SOLO QUANDO RIUSCIRAI A DIVIDERE UN NUMERO PER ZERO!"
E stavolta fu Sen a ridere.
"Sai.. c' è un numero... che si può dividere per zero, lo sai?"
Hiro smise di ridere.
"C-Cosa stai dicendo...?"
"Si... Sai qual' è questo numero?"
"I..Impossibile.."
"E' lo zero. E sai qual' è il risultato?"
"Cosa...?"
"INDEFINITO!"
Il corpo di Sen cominciò a frammentarsi.
"Holy Beam!"
Sen era riapparsa dietro Hiro.
Un unico colpo di luce concentrata in un raggio.
Hiro tentò di pararsi.
Ma qualcosa bloccò il raggio prima di lui.
Una catena.



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Capitolo 4
*** Frammenti ***


SOL Una catena.
Una semplicissima catena.
Da dov' era arrivata?
"Oh-oh-oh, abbiamo una ragazzina impetuosa, qui davanti!"
A parlare era stato un ragazzo che fluttuava nell' aria. Aveva un paio di ali ripiegate dietro la schiena, e in testa un berretto di lana calato sul viso, gli occhi coperti dai capelli e con un enorme sorriso stampato in faccia.
Hiro tacque. La sua espressione era alquanto indignata.
"Ohllallà, guarda chi abbiamo qui! Ciao ciao ciao, Hiro-Kuuun~"
"...Sol. Che diamine ci fai qui, bastardo incappucciato?"
"Mi ha mandato Lui~ Comunque, sei davvero un cattivo bambino, sai? Non dovresti nè dire parolacce, nè farti sconfiggere da una bambina~"
"Non farmi la predica, Sol."
Sen osservava il dibattito sconcertata.
"Oh, me ne stavo proprio scordando! Ragazzina, non dovresti picchiare un Reaper, sai? Perchè se ti metti contro di noi... dovremo ucciderti~"
"Io?! Siete voi che avete ucciso Futa, o sbaglio?!"
"Ah, l' altra ragazzina... Senti, mi dispiace tanto, ma è il nostro lavoro. Quindi, facci un grande favore, muori anche tu."
Sen sbarrò gli occhi.
In un momento si ritrovò a terra, con una catena che le imprigionava una gamba.
Una catena? No. Due, tre, quattro.
Aumentavano di minuto in minuto.
"Questo è il mio potere, ragazzina. Quelle catene sono indistruttibili, nonchè infinite. E l' infinito piace molto a Hiro, non è vero? Avanti, la tengo ferma, puoi farle ciò che vuoi."
"Davvero? Non me lo farò ripetere un' altra volta, allora!"
Con una risata degna di un demone, Hiro incrociò le braccia, e urlò.
Un urlò terribile, come se cento diavoli urlassero con tutta la loro forza.
Le sue ali si frammentarono di nuovo.
"Zero Core."
Stavolta le sue ali non si riunirono. Rimasero a pezzi, e cominciarono a ruotare.
Sempre più veloce.
Fino a che non si riuscì a vedere un enorme cerchio nero.
L' unico rumore che turbava la quiete di quel deserto era il rumore di cristalli che si scontravano.
E le urla di una povera incapace di difendersi nel momento in cui ne aveva più bisogno.
"Okay, può bastare."
Hiro battè le mani.
Il cerchio nero cominciò a rallentare sempre di più, fino a fermarsi.
Sen era stesa per terra, grondante di sangue.
"Il cuore batte ancora. La lasciamo qui, Hiro?"
"Si, non ci darà più fastidio. Dopotutto, era veramente solo uno zero."
Sen non era morta, no.
E non era nemmeno svenuta. Ma si sentiva svuotata di tutte le forze che aveva in corpo.
"Non sono uno zero.. Non è vero..."
Sen pensava a questo. Oppure sognava?
Fatto sta che cadde in un sonno profondo.
E in quel deserto, in miglia e miglia di sabbia, l' unica figura a stonare era quella di una ragazzina circondata da una pozza scura.
La maggior parte del sangue era stato drenato dalla sabbia, ma i suoi vestiti, o quel che ne rimaneva, si erano inspiegabilmente infossati nel suolo, creando dei piccoli stagni di sangue.
Sen, nel frattempo, era riuscita a recuperare una minima parte delle sue energie.
I Reaper se n' erano andati senza proferire parola.
Dov' erano andati? Dove si trovava lei?
Sen scoppiò a ridere. La risata più disperata mai udita sulla faccia della terra.
Quest' ultima fu seguita da copiose lacrime, il tutto mentre Sen si era raggomitolata su sé stessa, con la faccia per terra.
Cosa poteva fare?
Non sapeva dove si trovava, nè come ci era arrivata.
Una strada a senso unico, dove l' unica possibilità è andare avanti.
"Hiro... quando ci rivedremo, te lo dimostrerò. Io non sono uno zero!"


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Capitolo 5
*** Inferno ***


Compagni? Restare fermi in un deserto con la faccia per terra inveendo contro dei Reaper che al momento non erano nemmeno presenti non era una grande mossa, a parere di Sen.
Quindi, dopo essersi ricomposta, quest' ultima decise che se non era possibile tornare a casa -che tra l' altro era vuota, visto che lei era l' unica ad abitarla- avrebbe dovuto come minimo cercare qualcuno o qualcosa nei paraggi.
Ma cosa?
Intorno a lei c'era solamente sabbia. Un' enorme distesa di sabbia.
In cielo non era presente nemmeno una nuvola. In circostanza normali, quella sarebbe stata una bella giornata. Una di quelle giornate dove si ha sempre la voglia di uscire di casa. Ma Sen era già fuori casa, anche se desiderava ardentemente tornarci.
E come?
Si trovava in uno sconfinato deserto per colpa di un Reaper che all' improvviso era sbucato fuori dal nulla e le aveva distrutto la vita in cinque minuti netti.
E aveva ucciso la sua migliore amica.
Futa.
Sen si sentì avvampare. Si rese conto di non essere riuscita nemmeno a vendicarla.
Era stata sconfitta da Hiro.
Le lacrime cominciarono a scorrere sul viso di Sen.
Ripiegò ancora di più la sua testa contro la sabbia e strinse i pugni.
E urlò. Un urlo straziante, liberatorio, e pieno di rabbia.
Ma doveva andare avanti.
E soprattutto, doveva vendicare Futa.
Sen tirò su col naso, e si asciugò le lacrime.
Quando rialzò la testa, un paio di scarpe le stavano a pochi centimetri dalla faccia.
"Avanti, alzati."
Chi parlava era in controluce, quindi l' interlocutore di Sen si presentava come un' ombra che si stagliava sul deserto.
Sen riuscì a tirarsi su, e vide più chiaramente il ragazzo che le stava parlando.
Era alto più o meno quanto lei, con dei capelli di un colore rosso sangue così intenso che sembrava quasi irreale.
Per non parlare degli occhi.
Occhi di fiamma, dove non c' era traccia di ombra.
Così forti e decisi che la pupilla sembrava bruciare.
Ma c' era qualcosa di strano, in lui.
Un' espressione gelida.
Come se non provasse nessun' emozione o sentimento.
Un' espressione decisamente opposta ai suoi occhi.
Il ragazzo portava un mantello e al suo fianco era legata una spada.
"Hai intenzione di restare a fissarmi ancora per molto, ragazzina?"
Sen avvampò di nuovo, ma poi raccolse il coraggio e trovò la forza di rispondergli per le rime.
"Tu non sembri molto più grande di me, con che diritto mi chiami ragazzina?!"
"Hmph. Almeno hai del fegato, ragazzina."
"Dacci un taglio!"
"Non c' è tempo di stare qui a discutere, quindi, direi che una presentazione è dovuta. Qual' è il tuo nome, ragazzina?"
In quel momento Sen perse del tutto le speranze e ignorò le provocazioni del ragazzo.
"Mi chiamo Sen. E tu saresti?"
"Puoi chiamarmi Core. Bene, fine delle presentazioni. Seguimi, ragazzina."
Secondo me si sta' divertendo, pensò Sen indispettita.
"Aspetta, Core.. Dove siamo? Dove mi vuoi portare? Sei un Reaper?"
"Hmph. Io, un Reaper? Vedi ali, qui in giro, ragazzina?"
Sen avvampò per la terza volta, e si ricordò del fatto che tutti i Reaper che aveva incontrato prima avevano le ali, quindi, a rigor di logica, era un loro punto in comune.
"Hai ragione. Ma non hai risposto: dove siamo e dove mi vuoi portare?"
Core la guardò con uno sguardo gelido.
"Vuoi sapere dove siamo? Allora, benvenuta all' Inferno."



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