amortentia

di Loony Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** James ***
Capitolo 2: *** Neville ***
Capitolo 3: *** Remus ***
Capitolo 3: *** Madama Pince ***
Capitolo 5: *** Arthur ***
Capitolo 6: *** Fleur ***
Capitolo 7: *** Lily ***
Capitolo 8: *** Andromeda ***
Capitolo 9: *** Astoria ***
Capitolo 10: *** Angelina ***
Capitolo 11: *** Merope ***



Capitolo 1
*** James ***


Durante quell’ora di Pozioni avrebbero dovuto preparare l’amortentia, la pozione che crea l’amore. Per una volta James Potter era riuscito a creare una pozione decente che gli valse una O. Prima di farla evanescere, però, la annusò e senti profumo di pergamena, inchiostro e di ciò che si aspettava: giglio. Con un gran sorriso si voltò ad osservare una ragazza con i capelli rosso rubino che lo fissò di rimando, confusa. -Ramoso andiamo?- lo chiamò Sirius. James non lo sentì subito, troppo impegnato ad osservare la ragazza dai capelli rossi. Quando uscì pensò: “Sarai mia Evans, è una promessa.”

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Capitolo 2
*** Neville ***


Neville Paciock odiava tutto ciò che riguardasse le pozioni.
Capirete dunque perché fosse così disperato quando la professoressa McGranitt gli comunicò che per aver schiantato Vincent Tiger la sua punizione era stata quella di pulire per tre giorni i rimasugli di pozioni dei ragazzi del sesto anno.
"E ringrazi che io non sia Alecto Carrow o adesso si ritroverebbe dolorante in uno sgabuzzino!"
“Meglio quello che tornare in quel maledetto sotterraneo” pensò Neville; infatti era da quando aveva fatto i G.U.F.O. che non faceva più pozioni poiché, con sua grande gioia, era stato bocciato in pozioni.
Arrivato davanti alla porta prese un bel respiro ed entrò.
Vi trovò il professor Lumacorno intento a trafficare su un calderone; -Professore?-
-Cosa..? Oh! Buonasera è venuto a scontare la sua punizione?- gli disse Lumacorno.
-Bene, bene. Lei ha una fidanzata giovanotto?-
-C-cosa? Bè no.- rispose Neville
-Allora è per caso innamorato?-
-S-sì, perché?-
-Bene, bene; allora venga ad annusare qui-
Neville si avvicinò alla pozione e inspirò.
Sentì la puzza del suo adorato rospo Oscar, il familiare odore della serra in cui tutte le sere si intratteneva a parlare con la professoressa Sprite e un dolcissimo profumo di pesca.
Sorrise.
-Ha sentito l’odore della ragazza?-
Neville rispose affermativamente.
-Oh, bene, bene allora questa Amortentia mi è riuscita bene. Ora la lascio; lei pulisca bene.
Neville cominciò un po’ rincuorato dal pensiero di una dolcissima Tassorosso con i codini biondi



Angolo autrice
Ehm.. so che Lumacorno non è molto credibile ma non sapevo come far trovare a Neville la pozione.
Hannah e Neville sono una delle mie coppie preferite e spero di aver reso bene il personaggio.
Ah, ovviamente siamo al settimo anno quando i mangiamorte governano la scuola.
Vorrei ringraziare quelli che mi seguono e che hanno messo la mia storia tra le preferite, baci
Judy

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Capitolo 3
*** Remus ***


 Remus Lupin stava passeggiando per le strade di Diagon Alley; doveva andare in Farmacia per prendere delle pozioni per conto dell’Ordine.
“Ma perché non abbiamo un pozionista decente?” si chiese Remus.
Durante il tragitto si dovette riposare qualche istante, la luna piena era stata la notte prima.
Finalmente arrivò in farmacia e, quando entrò, chiese alla proprietaria un po’ di pozione Antilupo e una scorta di Polisucco e mentre la proprietaria andava a prenderle notò una piccola boccetta con una pozione madreperla: “Sicuramente Amortentia”pensò e, per curiosità l’aprì e annusò.
Senti l’odore di erba bagnata, come quando aveva conosciuto i Malandrini, torta di mele, come quella che faceva sempre sua madre e uno strano odore che sembrava l’insieme di ogni profumo e che cambiava continuamente.
Sorrise al pensiero di una ragazza coi capelli rosa cicca.

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Capitolo 3
*** Madama Pince ***


-Signor Finnigan, ha forse scambiato la biblioteca per la Sala Grande? Esca di qui e porti con se quel maledetto cioccolato!- disse Madama Pince con fastidio; la cosa che più la
irritava era che qualcuno sporcasse i suoi libri.
Appena Seamus se ne fu andato Madama Pince prese il libro che stava leggendo e lo mise al suo posto ma intravide una cosa che le fece venire un pensiero improvviso.
Si avvicinò alla sua scrivania “Chissà se…” e prese una piccola ampolla, si sedette e annusò.
Prima sentì il profumo delle pagine dei libri antichi, i suoi preferiti << Le cose vecchie sono le migliori!>> ripeteva sempre.
Poi le arrivò un profumo di piume.
Infine l’odore di pelo di gatto, “Il suo gatto” pensò.
Era totalmente immersa nei suoi pensieri quando… “SIGNOR FINNIGAN”

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Capitolo 5
*** Arthur ***


Era il 2 maggio : l’anniversario della vittoria contro Voldemort m anche il decimo compleanno di Victoire.
Infatti quel pomeriggio la Tana sarebbe stata invasa dai nipotini, i figli, e nuore e il genero; i coniugi Weasley non potevano che essere felicissimi: gli mancava quando tutti i figli erano ancora riuniti sotto il loro tetto.
C’è da dire, però, che quando arrivavano i nipoti Molly prendeva possesso della cucina e Arthur veniva sbattuto fuori casa a sistemare il pollaio e “I tuoi maledetti aggeggi babbani!” come diceva sempre Molly, che riteneva fossero troppo pericolosi da quando Lucy e Roxanne giocando con una lampadina si erano fulminate: ma Arthur non si decideva a buttarli.
Quel giorno, però, non era andato subito nel pollaio perché il giorno prima aveva visto un suo vecchio collega del Ministero che gli aveva detto in lacrime che la sua adorata moglie
Emma era morta; la cosa aveva tanto sconvolto il signor Weasley poiché l’uomo aveva aggiunto che non si sarebbe mai perdonato di non essere riuscito a dirle quanto l’amasse.
Così quel giorno Arthur era andato in soffitta dove, oltre al mostro, era conservato un suo piccolo segreto.
Prese l’ampolla, l’annusò e sentì odore di benzina, quel combustibile babbano che tanto lo affascinava; di cacao, come quello che aveva sentito il giorno in cui era nato il suo primogenito,Bill e sentì l’odore della sua cucina, il posto che lei adorava e dove lui era sempre sicuro di trovarla: anche a Hogwarts sgattaiolava in cucina appena poteva, per guardare gli elfi domestici al lavoro e imparare da loro.
Arthur scese e andò in cucina; Molly si girò indispettita ma lui senza dire una parola la abbracciò a lungo.
Fu felice di constatare che, quando la lasciò andare, era arrossita moltissimo.

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Capitolo 6
*** Fleur ***


3 marzo 2000
Erano passati due anni dalla fine della Seconda Guerra Magica; Fleur Delacour aveva ormai 21 anni ed era incinta del primo figlio suo e di suo marito: Bill Weasley.
A volte le mancavano gli anni dell’adolescenza, quando era sempre corteggiata, ma, allo stesso tempo, non avrebbe mai rinunciato alla sua vita attuale: amava Bill e il bambino in arrivo con tutto il suo cuore.
Quel venerdì Fleur era andata a fare un po’ di spese da sola, aveva chiesto al marito di accompagnarla ma lui se ne era andato con una scusa evidente.
Non ce la faceva davvero più, era da un mese che Bill scompariva misteriosamente e lei non era ancora riuscita a sfogarsi con nessuno.
Disperata si smaterializzò ma solo quando vide un portico di legno beige si rese conto di essere arrivata a casa di suo cognato Percy; ma sulla porta non c’era lui, c’era una donna sui 19 anni con lunghi capelli color cannella e occhi blu notte, non bella ma molto graziosa.
-Va tutto bene?- le chiese la donna.
-Certamonte, ma tu chi sei? Io sono la cognata di Percy-
-Io sono Audrey. La fidanzata-
-Fidansata? Bill non me l’ha detto-
-Dovevo immaginare che non l’avesse detto a nessuno- sospirò Audrey – ma, vieni dentro, perché stai piangendo?-
Fleur, disperata e con un gran bisogno di sfogarsi, le raccontò tutto.
Al termine Audrey le chiese:- Tu ne hai parlato con lui?-
-Come? No, scerto che no-
-Hmm… secondo me avresti dovuto-
-Cosa?! E perché mai? -
-Se tieni a lui dovresti cercare di capire.-
-Io non ne sono più sicura…- rispose timidamente Fleur.
-Davvero? Aspetta un momento- e detto questo sparì in casa.
In quel momento arrivò Percy- Fleur? Cosa ci fai qui?-
Stava per rispondergli quando dal nulla sbucò Audrey la quale guardò infuriata Percy.
-Sai che oggi ho fatto la conoscenza della tua stupenda cognata? Chissà forse un giorno anche i tuoi fratelli potranno venire a conoscenza della mia esistenza, no?-
-A-audrey- disse Percy paonazzo
-Lascia stare, ne riparliamo dopo e tu, annusa!-
Fleur obbedì spaventata e sentì profumo di viole come quelle che sentiva a Beauxbatons dalla sua finestra, l’odore del mare vicino a Villa Conchiglia e il profumo di quelle bistecche molto al sangue che cucinava per Bill, il suo Bill.
Ringraziò Audrey e se ne andò, non prima di aver visto la ragazza urlare contro un impaurito e rossissimo Percy.
Arrivata a casa vi trovò Bill il quale le spiegò che stava solo aiutando sua madre ad organizzare una cena per il compleanno piccolo Teddy e non glielo aveva detto perché temeva che volesse andare ad aiutare mamma Weasley e si stancasse troppo.
Quella sera alla Tana c’erano davvero tutti: Fleur fece l’occhiolino ad una sorridente Audrey che stava discutendo con Harry e Charlie sull’ultima partita di Coppa e rise alla vista di Percy che veniva sgridato da Molly e Ginny per non aver presentato prima la sua fidanzata.
Era davvero felice della sua vita

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Capitolo 7
*** Lily ***


Lily Evans quasi in Potter era agitatissima.
Si era svegliata alle 5:00 del mattino e per due ore era rimasta in camera sua a torcersi i capelli e sfogliare vecchi album scolastici; dopodiché era arrivata la sua migliore amica: Alice Paciock, lei e Frank si erano sposati due mesi prima perciò lei era la più indicata ad aiutarla.
Infatti non si stupì per niente trovando Lily in quello stato.
- Ti sposi questo pomeriggio- le disse
- Lo so, lo so!- rispose agitatissima la rossa
- Forza, spara: cosa c’è?-
- E che io non lo so, cioè io amo James ma non è il momento giusto; abbiamo solo 19 anni e stiamo combattendo una guerra. Forse siamo stati troppo precipitosi-
- Sai chi mi ricordi?- le disse Alice
- Chi?-
- Me due mesi fa e sappi che mi stai costringendo a fare la parte di mia madre!-
Alla rossa scappò un risolino.
- Avevo previsto questa situazione e così mi sono premunita, tieni!- le disse fiera Alice
- Amortentia?- chiese perplessa Lily.
- Ma come diavolo fai a riconoscerle alla prima occhiata?! Bah, annusa-
La Evans annusò e sentì profumo di prato in fiore, la fragranza di Mielandia, il primo negozio dove fosse entrata a Hogsmeade, e una zaffata di aria fresca come quando James l’aveva fatta salire a tradimento sulla sua scopa e le aveva chiesto per l’ennesima volta di uscire con lui: lei aveva accettato e da allora il ragazzo aveva affermato che quello era diventato il giorno più bello della sua vita a Hogwarts.
Alice sorrise vedendo l’espressione di Lily e così non perse tempo.
- Allora, come li facciamo i capelli?-






Angolo Autrice
Questa la dedico a pikkola prongs che me l'aveva chiesta da tempo.
Spero che la mia Lily isterica vi piaccia

Judy

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Capitolo 8
*** Andromeda ***


Era ora di cena in casa Tonks.
Nonna Andromeda aveva preparato pasticcio di rognone, welsh rabbit, cornish pasty e yorkshire pudding, la sua cucina era all’altezza di quella di Hogwarts e lei lo sapeva bene, dopotutto aveva ricevuto lezioni dall’impareggiabile Molly Weasley.
L’unica pecca di quella serata era che la donna non riusciva a trovare quella peste di suo nipote: Teddy Lupin.
Dopo averlo cercato per tutta la casa le venne un’illuminazione; andò all’ingresso, si accucciò vicino alle scale e aprì la piccola porticina del sottoscala dove Teddy era intento a mangiare praline di cioccolata e a curiosare in una scatola di mogano, quando vide la nonna rischiò di strozzarsi.
- Stiamo per cenare e tu mangi le praline?! L’anno prossimo andrai a Hogwarts e cosa farai? Sgattaiolerai nelle cucine dopo ogni lezione? Ora fila a tavola!- lo rimproverò Andromeda.
- Ma nonna- disse Teddy – lo sai che le adoro e poi questa scatola è piena di cose interessanti:
non mi avevi mai fatto vedere queste foto di nonno Ted, e poi cos’è questa?- le chiese mostrando una piccola boccetta con dentro un liquido color madreperla.
Ad Andromeda venne un colpo, senza rispondergli lo spedì a tavola e, quando se ne fu andato si sedette a contemplare l’amortentia: le era stata regalata da Ted qualche anno prima che nascesse Dora “ Così potrai sapere se smetterai di amarmi, a me non serve, ti amerò per sempre.” Le aveva detto.
Non l’aveva mai aperta ma quel giorno decise di farlo: sentì il profumo di pasticcio di carne e rognone, il primo piatto che aveva assaggiato ad Hogwarts, l’ odore della camera di Narcissa a casa Black, doveva ammettere che le mancava molto e la fragranza della sala comune di Tassorosso che aveva sentito la prima volta che aveva baciato Ted, lui le aveva detto che era il profumo della sua casa e lei non ne aveva mai dubitato anche perché c’e l’aveva sempre addosso anche Ninfadora quando tornava a casa.
All’improvviso sentì un gran fracasso e arrivata in cucina trovò Teddy con addosso la tovaglia e tutti i piatti rovesciati, era così rosso che anche i suoi capelli erano diventati color rubino.
“ Ed ecco a voi un altro aspirante tassorosso” pensò rassegnata Andromeda.

Angolo Autrice
Alla fine anche Teddy va a Tassorosso che, tra parentesi, è la mia casa preferita


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Capitolo 9
*** Astoria ***


 Fin dal suo arrivo ad Hogwarts due anni dopo la sorella, Astoria Greengrass era stata affascinata da quel ragazzo con i capelli biondo platino e l’aria snob.
Al suo primo anno aveva cominciato a seguirlo quando le lezioni lo permettevano; fortunatamente Astoria non era molto appariscente, anzi era piuttosto comune: capelli castani e occhi color cacao.
Si era spaventata moltissimo quando lo stesso anno il ragazzo un ippogrifo lo aveva ferito ed era stata gelosissima al quarto anno quando lui aveva accettato l’invito di Pansy Parkinson al ballo; per sua fortuna era stata invitata anche lei da Blaise Zabini, costretto da  Daphne che non voleva che sua sorella vagasse sola per la Sala Comune anche se, essendo del secondo anno aveva già un gruppetto di amiche che non erano state invitate, quella sera notò con piacere che lui aveva respinto tutte le avances della Parkinson.
Al suo quarto anno dopo aver saputo  ciò che Potter gli aveva fatto era corsa subito in infermeria ma si era bloccata davanti alla porta perché era troppo timida per entare.
Durante la Battaglia di Hogwarts l’avevano fatta tornare a casa perché minorenne, infatti non era andata a combattere dalla parte del Signore Oscuro come quasi tutta la sua casa, non condivideva i suoi ideali pur non adorando Babbani e affini.
Dalla fine della guerra non aveva più avuto notizie di lui e ciò l’aveva fatta soffrire per mesi, ma dopo un anno quell’amore durato cinque anni sembrava solo un lontano ricordo.
Erano passati sei anni dalla morte di Voldemort, Daphne si era sposata proprio con Zabini e non ne sembrava troppo entusiasta; Astoria era agitata: sua madre le aveva detto che quella sera sarebbe venuto a cena il suo promesso sposo che lei neanche sapeva esistesse; comunque non volendo fare brutta figura aveva chiesto alla sua elfa domestica Trixie di farla bella come non mai e ci era riuscita: i capelli di solito dritti, erano racchiusi in uno chiognon elegante, aveva messo un ombretto lillà che le faceva risaltare la carnagione, un top blu notte e una lunga gonna celeste, perfino sua madre, Sheila Greengrass, di solito fredda e austera, le aveva fatto i complimenti.
La ragazza era sicura di sé ma quando arrivarono gli ospiti rischiò di svenire: il suo futuro sposo era lui!
Dopo aver sentito i complimenti fatti ai suoi genitori per aver avuto una così bella figlia, Astoria chiese il permesso di salire in camera sua; appena entrò corse ad aprire i cassetti della sua scrivania e trovò ciò che cercava, aprì la boccetta di amortentia che aveva preso dalla scrivania di Piton al suo secondo anno insieme all’amica Mary Nott e inspirò.
La assalì il profumo di viole che mettevano sempre Daphne e sua madre e che lei aveva sempre desiderato ma che non le era mai stato concesso di usare, l’odore della libreria di Hogwarts dove era solita parlare con le sue amiche in barba a Madama Pince e infine il dolce profumo di cioccorane che lui le aveva offerto quando l’aveva visto per la prima volta in uno scompartimento del treno.
Lo amava ancora; lo aveva sempre saputo.
“Sto arrivando Draco Malfoy!”
 
 
ANGOLO AUTRICE
Non so come ho fatto a postare due capitoli nello stesso giorno ma mi è venuta l’ispirazione.
Astoria è un personaggio di cui nei libri non viene neanche detto il nome ma sappiamo che è la moglie di Malfoy.
Vi prego: recensite, recensite, recensite!

 

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Capitolo 10
*** Angelina ***


Dopo la Prima Guerra Magica tutta la popolazione magica era uscita nelle strade ad osannare Harry Potter; aveva tre anni quando era successo ma si ricordava vagamente che anche lei era corsa fuori, sedici anni dopo ebbe il coraggio di combattere durante la Seconda Guerra, la Battaglia di Hogwarts. Ma quella volta non uscì a festeggiare, non urlò di felicità perché non aveva più tre anni e non si chiedeva più dove fosse la sua adorabile nonna babbana dopo la guerra: questa volta lei sapeva benissimo dove fosse finito Fred, lo capiva dal suo sorriso senza felicità, lo capiva dai suoi occhi privi della loro luce malandrina, lo capiva dal volto di George pieno di lacrime e immobile.
Quella notte Angelina Johnson pianse come non aveva mai fatto per la perdita del suo futuro marito.
Erano passati cinque anni e Angelina finalmente si sentiva pronta ad affrontare il mondo senza Fred.
Ma per esserne sicura doveva fare un’ultima prova; prese il Nottetempo e si diresse verso il Paiolo Magico, entrata a Diagon Alley si diresse verso un negozio che conosceva troppo bene.
Fu felice di trovarvi Ron, tuttavia avrebbe preferito incontrare subito lui perché temeva che il coraggio potesse abbandonarla da un momento all’altro.
-Ciao Ron! C’è George?-
-Oh,ciao Angelina. Sì, è di sopra te lo chiamo?- rispose Ron.
-No grazie preferisco salire io-
Prima di aprire la porta prese un grande respiro, poi entrò e quasi urlò:-Ciao George!-
Il ragazzo sobbalzò e si voltò verso di lei
-Ma che diavolo ti è preso?!- le chiese
Ma la ragazza era ammutolita, si era sbagliata: non era pronta, scappò via.
Si fermò all’angolo tra Olivander e L’emporio del Gufo dove venne raggiunta proprio da George che aveva un sorriso rassegnato sul volto.
-Anche a me succedeva di vederlo quando mi guardavo allo specchio-, le disse il ragazzo,- anche la mia famiglia per i primi mesi a evitato di guardarmi, così come gli amici: mi mancavi solo tu.-
-M-mi dispiace moltissimo è-è solo che…-
-Tranquilla, ti capisco. Vuoi un gelato?-
Così per mesi Angelina incontrò George ogni giorno e riuscì a trovare delle piccole cose che lo distinguevano dal fratello anche grazie al suo aiuto, e un giorno scoprì che il dolore per Fred anche se non era scomparso si era attenuato sostituito da un sentimento più forte e infinitamente più piacevole: si era innamorata di George.
L’aveva scoperto da una settimana ed era finalmente pronta a dirglielo ma la reazione non fu quella sperata.
-No! Tu non sei innamorata di me, tu ami Fred! Dici così solo perché ti sembro lui!- le urlò il ragazzo.
Ma Angelina non si scoraggiò:-Non è vero George! Anch’io all’inizio la pensavo così ma poi sono andata in Farmacia dove mi hanno dato un’ampolla omaggio di amortentia e sai cos’ho sentito?! Profumo di rose, quelle che c’erano davanti alla mia vecchia casa, zuppa di piselli come quella che stava preparando mia madre il 31 ottobre 1981 e muffa! Sì muffa,non fare quella faccia: lo so benissimo che lui la odiava mentre tu la adori! Così ho capito che volevo te e non più lui! Sequsto non ti basta addio!-
Un anno dopo erano al San Mungo e Angelina con in braccio i suoi gemelli disse a George :- Per la bambina mi va bene Roxanne, ma per il maschio che ne dici di Fred?-


Angolo Autrice
Sigh, odio scrivere della morte di Fred



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Capitolo 11
*** Merope ***


Merope quasi non ci credeva, le sembrava un sogno!
Padre e fratello entrambi ad Azkaban e lei sola e finalmente libera, libera di amare il suo Tom.
Non voleva più stare in quella capanna in rovina da quando aveva sentito Tom dire a quella sciacquetta che trovava la sua casa orribile, ma se fosse scappata, con lei doveva esserci il ragazzo.
Così prese una decisione che sessant’anni dopo avrebbe portato tantissime famiglie del mondo magico alla rovina e alla disperazione, ma lei non poteva saperlo: era solo una ragazza quasi maganò e la cui unica gioia era sentire la voce di Tom Riddle.
Così rispolverò quel poco di magia che le era rimasto, prese gli ingredienti per fare l’amortentia e si mise al lavoro.
Era luglio e faceva molto caldo, Tom Riddle, durante una delle sue cavalcate, era di nuovo capitato davanti a quella strana casa; quel giorno, però, c’era una ragazza davanti alla porta, era bruttina ma aveva in mano un bicchiere colmo di qualcosa che sembrava acqua e appena lei glielo porse, Tom bevve tutto d’un fiato.
Mezz’ora prima…
Merope guardò il calderone soddisfatta, la sostanza madreperlacea era proprio ben fatta!
La annusò e sentì profumo di limone: sua madre adorava i limoni, e lei adorava sua madre, l’unica che la rispettasse; odore di vino, cioè quello che aveva sentito quando erano stati portati via quei due uomini che le avevano rovinato la vita, e infine, profumo di Tom, o almeno quello che lei immaginava fosse l’odore di Tom.
Si preparò e uscì ad aspettarlo.
Il 31 dicembre 1926 Merope Gaunt entrò ansante in preda alle doglie in un piccolo orfanotrofio babbano e lì partorì suo figlio.
“Chiamatelo Tom, come suo padre, e Orvoloson, come il mio; spero che somigli a Tom” disse.
Poi, alla soglia della morte, le tornò in mente quel giorno di luglio e sussurrò al suo bambino: “Un giorno troverai anche tu qualcuno da sentire nell’amortentia."

Speranza vana Merope…


Angolo Autrice
Chiudo in bellezza con Merope Gaunt.
Vi adoro
Judy

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