Believe in Your Illusion

di CattivoProfeta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentiamoci ***
Capitolo 2: *** Bad Obsession ***
Capitolo 3: *** Un disco, Quattro mesi e Nessuna idea ***
Capitolo 4: *** Ogni Cento Anni ***
Capitolo 5: *** Io Credo. ***
Capitolo 6: *** Una strana telefonata ***
Capitolo 7: *** Amami ***
Capitolo 8: *** Buon Compleanno! ***
Capitolo 9: *** Promise ***
Capitolo 10: *** Ready to Crush ***
Capitolo 11: *** I postumi ***
Capitolo 12: *** Paradise city ***
Capitolo 13: *** Give Me My Angel ***
Capitolo 14: *** I Lost You? ***
Capitolo 15: *** Help To Realize A Dream ***
Capitolo 16: *** I Think About You ***
Capitolo 17: *** Hand on Heart ***
Capitolo 18: *** Geffen, Svenimenti e L.A. ***
Capitolo 19: *** First Meeting ***
Capitolo 20: *** Rolling, Two Month After ***
Capitolo 21: *** With 'The' Slash ***
Capitolo 22: *** Problems ***
Capitolo 23: *** Chiarimenti ***
Capitolo 24: *** Me And You ***
Capitolo 25: *** Ready To Go! ***
Capitolo 26: *** Sweet Emotion ***
Capitolo 27: *** Pensieri e Musicisti ***
Capitolo 28: *** A Stretto Contatto.... ***



Capitolo 1
*** Presentiamoci ***


“Abbassa quel cazzo di volume!”

“Vaffanculooo!”
“Ma neanche sai suonare bene, spegni quella chitarraaaaa”
 
Ma che cazzo, adesso mia sorella si mette anche a rompere i coglioni perché stecco una nota ogni tanto, è vero che non sono bravo ma mica faccio così schifo...
E ovviamente in quel momento manco la nota di partenza di Sweet child . Ok, ho capito.
Spengo l’amplificatore e getto la chitarra sul letto tristemente e con una certa delusione, con tutto l’impegno che ci metto non riesco ad imparare a suonare bene questa cazzo di chitarra. Non è giusto, io amo troppo la musica che produce questo strumento, infatti amo la musica Rock, il Blues e l’Heavy... Il mio idolo è Slash e vaffanculo a tutti se dicono che è un minchione che non sa suonare.
 
“Raffaele, ti prego mettiti a studiare invece di stare sempre sul computer, dai..”
“Mamma, uffà, ho già fatto i compiti, non mi scocciare! Grazie!”
 
Domani mi interrogherà di sicuro quel bastardo di biologia, che palle e io che non ho manco studiato niente... Ma chissenefrega tanto un 2 in più o uno in meno non mi cambia molto...
No, non la voglio la scuola nel mio futuro, rappresenta tutto ciò che è sbagliato all’interno di questa società e ne ho fin sopra i capelli di essere giudicato solo da quello che dovrei imparare a casa.
Penso che andrò a farmi un giro.
 
“Hey testa di cazzo, io vado da Universal, in piazza, mi raggiungi?”
“Ok coglione, a dopo”
 
Ho chiamato il mio amico Nicola,  ma per me è solo Nick il coglione che cerca sempre di togliermi dai guai quando me ne capitano, e io sono sempre nei casini... Ormai è diventato come un fratello per me e credo che gli affiderei la vita piuttosto che darla nelle mani di qualche fantomatico Dio. Mi accendo una sigaretta e cammino velocemente verso il centro della piazza, oggi ho voglia di bere Jack, spero solo che poi non mi scappi la mano a berne troppi, anche se reggo l’alcool molto bene, va a finire che se torno brillo a casa mio padre mi sfonda di mazzate...
 
“Allora Nick, novità?”
“No Raf, niente... Quella ragazza mi piace ancora tantissimo, ma non c’ho il coraggio di chiederle di uscire..”
“ E allora sei un coglione, se ti piace una cosa o una persona, devi andare lì e prendertela, capito? In questo fottuto mondo nessuno ti regala un cazzo, se non cacci gli artigli e te lo prendi!”
“oh, calmo, ok.. Seguirò il tuo consiglio”
 
Ok, mi sa che devo fare qualche passo indietro prima di continuare a narrare la mia storia, che poi storia... C’ho 17 anni, quale cazzo di storia c’ho io?
Comunque. Sono un ragazzo Italiano e vivo a Napoli, mia madre è di Torino e nel ’92 andò al concerto dei Guns, quanto la invidio per questo!!
Ma continuando, ho sempre sognato di diventare un musicista e da sempre ho il supporto di mia mamma, che però dice che è più importante la scuola. Mio padre, non so, lo vedo sempre un po’ freddo nei miei confronti, mi tratta quasi come se fossi un figlio adottivo, ma sono solo le mie paranoie.
Ho una fidanzata, Federica, è più grande di me ha 22 anni ed è lei che porta la macchina quando usciamo insieme... Si è umiliante, ma andate affanculo, scopiamo come ricci e sono davvero fiero di avere lei come compagna.. Mi sbava la bocca solo a guardare le foto... è alta all’incirca quanto me ( Ehi, sono 1.89!) ha i capelli ricci come i miei ma sono biondi e le scendono quasi fino al sedere, e poi il sedere... è da favola! Solo che però ha le tette piccole, una seconda al massimo, beh ma non è un problema difficile da superare. Mi attirano molto le donne con un seno grosso, tipo mia madre, ma posso anche accettare qualche alternativa e quella che ho io non mi dispiace.
Quello che invece sta bevendo lo zio Jack con me è Nicola, ha 17 anni, ma rispetto a me è come se fosse un vecchio saggio. Mi consiglia sempre su tutto e ha sempre la risposta pronta a qualsiasi dubbio mi venga. E la ragazza di cui è innamorato pazzo da quasi quattro mesi si chiama Stefania e ha 16 anni. Anche lei è molto carina, ha delle tette enormi, però è un po’ bassina ma anche Nicola lo è. Spero che Nick se la scopi al più presto...
 
“Comunque ho preso l’indirizzo e il numero di telefono di quel maestro di chitarra di cui ti stavo parlando ieri” dice d’un tratto Nicola
“Ah, ottimo, sapevo che potevo affidarmi a te in questa ricerca!... come si chiama?”  rispondo io, felicissimo
“Lello, chiamalo Lello”
“Va bene Nick, dammi quel cazzo di foglietto così lo chiamo per prendere appuntamento.”
“Tiè”
 
Il telefono squilla invano, poi mi risponde una voce assonnata
“Pronto?”
“Ehm, salve sono Raffaele, l’amico di Nicola avevo chiamato per prendere lezioni..”
“ Ah, si mi ricordo che aveva detto di avere un amico intenzionato a fare la cose sul serio, quando vuoi venire figliolo?”
Figliolo, ma che cazz..
“Ma anche domani se va bene”
“Ok, alle 18.30 da me, non fare tardi e portati la chitarra elettrica”
 
Stacca senza darmi il tempo di salutare, poi Nick mi dice di fare la persona per bene da Lello perché è quasi un parente. Io sono bello euforico per questa nuova iniziativa.. Spero di poter diventare bravo davvero in questo modo, così poi me ne vado a Los Angeles e mi metto a suonare al Troubadour come i Guns.. Cazzo che sogno!
Ma andiamo piano, finisco il secondo bicchiere di Jack velocemente, imitato da Nick poi andiamo al parco e ci sediamo su una panchina mentre l’aria fresca mi passa tra i capelli e mentre penso intensamente alla mia fidanzata e al fatto che io la ami davvero.

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Capitolo 2
*** Bad Obsession ***


Sento squillare il cellulare in tasca, beh credo che tutti abbiano sentito l’intro di Nightrain.
Che bello, è Fede.
“Hey piccola!”
“Ciao amore, non ci sentiamo da ieri, come stai? Sei vivo?”
“Eh scusami se non ti ho chiamato... Cercavo di imparare a fare un brano sulla chitarra... Stò bene, comunque.. te, come stai?”
“Non molto bene”. Sento il suo tono fasi più aspro nei miei confronti
“Perché? cosa è successo?” le rispondo non poco preoccupato
“è successo che mi manchi Raf, non riesco più a non baciarti, non riesco più a non fare l’amore con te, mi manchi, sono quasi due settimane che non ci vediamo, quel cazzo di lavoro mi ruba troppo tempo, non ce la faccio più...” Dice tutto d’un fiato
“Dai non fare così, mi manchi da morire anche tu! Avevo voglia di chiamarti ma stavo con Nick.. Facciamo così, vengo da te e stiamo un po’ insieme, ti va?
“E me lo chiedi anche? Corri subito qui!”
 
E anche lei, mi stacca il telefono in faccia, ma che cazzo ha tutti quanti, oggi, con questi cellulari?
Vabbè, non c’è tempo per farsi troppe domande!
Saluto Nick velocemente con una pacca sulla spalla, forse un po’ troppo forte, che mi guarda chiedendo spiegazioni. Io gli dico solamente che ho degli impegni che non possono essere rimandati.. Così con il fiato spezzato dal freddo e dalla corsa in 10 minuti buoni sono da lei.
Lei il mio pensiero fisso, la mia Fede, la ragione che mi porta a continuare a coltivare i miei sogni... Faccio questo soprattutto per la mia Federica, che ama i vecchi Guns, che ama la musica e che sogna di trasferirsi in America.
“Te lo prometto Fede, ti porterò in America..” dico tra me e me, mentre nelle cuffie esplode la voce di Axl che canta Welcome to the jungle.
Sono davvero contento di poterla rivedere... Salgo i gradini due alla volta, dopo che Federica mi ha aperto il cancelletto di ferro rosso.
La porta di casa sua è socchiusa ed io entro chiudendomela alle spalle, piano, così da non creare disturbo ai vicini d’appartamento; e poi la vedo, la mia piccola, che piccola non è... La mia dolce metà, che con quella camicia da notte, grigia come una giornata di pioggia, è di una sensualità straordinaria.
Oh, cazzo, quanto mi piaccio quando sono smielato!
 
“Finalmente, pensavo ti fossi perso per strada!”
 
Mi salta letteralmente addosso, e io quasi non cado se non fosse che mi tengo alla maniglia della porta che stava di fianco a me. Ci baciamo con desiderio, con passione e cerchiamo le nostre lingue che si trovano quasi all’istante, non resisto più, la prendo in braccio, come di solito uno sposo prende la propria moglie il giorno del matrimonio, prima di entrare in casa la prima volta, e la quasi volo nella camera da letto. è stupendo quando hai una casa tutta per te. Si, Federica vive da sola, già da quattro anni. Questo appartamento dove noi stiamo per amarci, gliel’ha regalato il nonno, quando ha compiuto 18 anni.
Lei ha perso i genitori quando aveva 16 anni; mentre tornavano tutti e tre da una festa di famiglia, un tipo, ubriaco fino al midollo, voleva dei soldi per comprarsi da bere e aveva chiesto qualcosa al papà di Fede, Giovanni, che non aveva soldi con se. Allora il tipo si era incazzato, ruppe una bottiglia di vetro e la puntò alla gola di Giovanni che gli diede l’orologio. Ma non contento chiedeva anche la collana di Ludovica, la mamma di Federica, e forse neanche in modo volontario, cercando di prendersela da se, la uccise con la bottiglia. In quel momento Giovanni cercò di riempirlo di botte, ma morì poi dopo che il barbone lo spinse contro lo spigolo di un cassonetto. La mia fidanzata era corsa via, mentre il padre cercava di picchiare il tipo, e aveva chiamato la polizia che arrivò tardi per poter fare qualunque cosa...
Tornando ai giorni nostri.
Mi trovo mezzo nudo con Fede che senza vestiti, fremendo, mi slaccia la cintura e mi abbassa i pantaloni. Finalmente dopo pochi e veloci preliminari orali, cominciamo il nostro rapporto che rivitalizza il nostro umore e ci fa sentire di nuovo legati ad un livello intensissimo.
Ci amammo per molto tempo, finche io non arrivai alla goduria. Poi lei mi baciò e rimanemmo abbracciati a guardarci per non so quanto tempo, ma forse troppo breve per me.
Andai via da casa sua, controvoglia, perché dovevo tornare alla mia di casa e con un bacio sulle sue labbra morbide e corpose e una palpatina da parte sua ai “danni” del mio sedere uscii di casa e mi avviai, mentre ascoltavo Bad Obsession e pensavo che solo Lei era la mia ossessione...
 
“Ciao, sono tornato!”
“Finalmente!, dove sei stato?” la prima domanda che mio padre mi fa appena entrato in casa
“Beh, non salutare neanche eh! Sono stato in giro con Nicola”
“E basta?”
“E dove cazzo dovevo andare?!”
“Oh, modera il linguaggio e abbassa la voce prima che te lo faccia capire con le mani, CAPITO?”
“Si, si..”
 
Mi defilo in camera mia prendendo la mia chitarra tra le braccia. La suono senza attaccarla all’amplificatore, penso che sia un po’ tardi per suonarla ad alto volume, e immancabilmente suonando faccio un miscuglio di note che questa volta neanche a me è molto chiaro.
 
“MAMMAAAAA DOMANI VADO DAL MAESTRO DI CHITARRA PER PRENDERE LEZIONI, ME LO PAGO DA SOLO!”
 
Mia madre poi viene in camera mia, e mi trova mentre mi spoglio.
 
“Perché non mi hai detto niente di questa cosa prima? Avrei potuto mandarti da qualcuno di fiducia..”
“Non preoccuparti mà, vado da un parente di Nick”
“Va bene, però fatti dare una mano dai, ti pago io la retta mensile”
“No, non c’è problema, riesco a tenere sul verde il mio portafoglio, se ho problemi poi ti chiederò qualcosa”
“Fa come vuoi, però abbracciami e dammi un bacio prima che vai a dormire” E si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia e mi accarezza i capelli mentre mi abbraccia
“Buona Notte”.
 
Adesso sono da solo, nel mio letto. Mi rigiro, non riesco a dormire e inevitabilmente mi viene da pensare a come sta procedendo la mia vita... Sostanzialmente è fatta da poche cose, la scuola, la mia fidanzata, i miei amici e la mia chitarra. Poche cose e cerco di farle bene tutte, anche se però a scuola non è che sia una cima; tranne per alcune materie in cui vado abbastanza bene, come italiano e musica, nelle altre materie mi batto per la mediocrità.
Beh, non so se nella mia vita realizzerò qualcosa, ma di sicuro cercherò di regalare alle persone che amo e a me stesso qualche bella soddisfazione e per fare questo o comincio a studiare per bene, o divento un ottimo chitarrista e mi sa che sarà difficile percorrere sia la prima che la seconda strada.
E inevitabilmente, il mio pensiero comincia a vagare verso chissà quale strano desiderio. E in quel momento realizzo che il mio sogno più grande è condividere il palco con Slash, magari anche per lo spazio di una sola canzone, ma vorrei suonare con lui. Porca troia, sarebbe fantastico.
Lentamente, tra questi sogni ad occhi aperti, comincio a sentire il sonno bussare alla porta, e mi sa che è anche arrivato il momento di addormentarmi, visto che domani dovrò affrontare un professore non troppo benevolo nei miei confronti, non sapendo un cazzo di quello che vuole sapere; spero solo che Nick riesca a darmi qualche suggerimento, altrimenti sarà un fallimento inevitabile.
 
Sospirando e benedicendo Nicola mi addormento esausto, sotto le mie calde lenzuola.

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Capitolo 3
*** Un disco, Quattro mesi e Nessuna idea ***


“Va bene Raffaè vai a posto, che forse è meglio” Il tono del professore è un misto tra
sorpresa, incazzatura e allegria.
 
Io con la mia chitarra elettrica e il mini amplificatore che mi ha regalato mia madre per i miei 16 anni, me ne torno mogio mogio nel mio banco all’ultima fila.
Ho provato a fare come Slash che suonò la canzone preferita del professore in classe per cercare di prendere un bel voto, ma mi sa che forse ho sbagliato qualcosa.. Eppure credevo che il professore amasse in Pink Floyd visto che ha citato più volte alcune frasi prese dalle loro canzoni.
Ho suonato perfettamente, come poche volte accade, Comfortably numb con tanto di assolo, e sinceramente sono soddisfatto della mia performance, fatto sta che il professore era stato impassibile durante tutta l’esibizione, magari forse mi sono sbattuto troppo mentre andavo in giro per tutta la classe a destreggiarmi tra i banchi.
Il prof. alza lo sguardo dal registro in modo abbastanza eloquente e non riesce a nascondere il sorriso che vedo spuntare sulle sue labbra
 
“Senti, rifammi un attimo l’assolo centrale del pezzo” mi dice, con nessun timore nella voce
“ehm.. ok professò” gli rispondo un po’ scettico
 
E adesso tocca a me, non posso sbagliare perché forse mi porto questo 6 a casa senza colpo ferire e sinceramente sarebbe bello poter dire in futuro : Io ho preso 6 in biologia suonando comfortably numb al professore!
 Si, sicuramente starete pensando che sono un coglione che vuole solo copiare un mito, ma vaffanculo! Io voglio copiare il mio mito!
“Raffaè voglio parlarti in privato due minuti, esci fuori con me.” esordisce il professore dopo che io ho concluso l’assolo e con questa frase si avvia verso la porta dell’aula
“Subito professore..  Nicòò non toccare la chitarra!!!!” esclamo mentre esco dalla classe.
 
“Allora, voglio essere sincero con te, ho capito troppo bene che questo non è il posto che fa per te, non è il tuo ambiente. Anche io da giovane volevo diventare un musicista, infatti tutt’ora io suono il basso. Però devi starmi a sentire, ho visto che sai mettere le mani sulla chitarra, ma non hai un tocco morbido e sei teso con la mano sinistra e la postura è tutta sbagliata...”Mi dice queste cose con uno sguardo serio e carico di motivazione
“Professò, ma voi come sapete tutte queste cose?” Gli dico con tantissima sorpresa ma sono comunque molto contento che il professore sia dalla mia parte, almeno un alleato tra i grandi ce l’ho.
“Ti ho detto che sono un ex musicista! Comunque, conosco i tuoi voti nelle altre materie e mi sa che rischi la bocciatura.. Quindi poiché ti creerà solo problemi in famiglia questa situazione, io ti voglio aiutare.”
“Ma in che modo mi potete aiutare?”
“Allora” In questo momento il suo sguardo si riempie di un sentimento che non saprei descrivere, talmente è forte l’emozione che posso leggere nei suoi occhi
“Tu, stai andando da un maestro giusto?”
“Si, ma che ve l’ha detto?” E conosco anche la risposta..
“Non è importante. Stammi a sentire bene! La scuola finisce tra 4 mesi all’incirca, visto che abbiamo cominciato il secondo quadrimestre da poco; in questi quattro mesi devi ASSOLUTAMENTE essere in grado di comporre qualcosa e di poter suonare in modo impeccabile un bel numero di brani degli anni ’70-’80-’90...” Fa per continuare ma io lo fermo
“Professò ma che state dicendo? A cosa mi servirebbe saper suonare i brani dei Led Zeppelin e dei Queen se poi quelli mi mettono 4?”
“E fammi finire di parlare porca puttana!! Devi riuscire a registrare un disco di 8 canzoni e di queste cinque devono esserci la maggior parte di pezzi tuoi, un brano dei Pink Floyd e  Knockin’ on heavens’ door  ma la parte di basso di questa canzone la faccio io.”
“C....COSA?!?!” Secondo me il professore si è fumato qualcosa di pesante, ma di realmente pesante!!
“Abbassa la voce! E pensaci un secondo, se tu porti un disco fatto bene, io dirò che comunque tu devi fare il musicista visto che sei tanto bravo e che se loro ti danno questo fottuto diploma almeno possiamo contribuire alla tua crescita musicale senza darti altre difficoltà che ti distolgano da quello che è il tuo futuro!” Dice queste parole come se io fossi suo figlio o il suo migliore amico, cercando di incoraggiarmi in questo progetto pazzissimo.
Dio, sarebbe davvero una bella cosa se riuscissi a realizzare il CD.. Ma 4 mesi, come minchia faccio in quattro mesi a creare dei brani che reggano con pezzi composti da mostri sacri come David Gilmour e Bob Dylan?
Questa è la porta che mi si doveva aprire. Questa è l’occasione giusta per poter dare almeno il via a quello che è il sogno di una vita...
“ Oh, ci sei?” La voce del professore mi riporta alla realtà
“Si... Professò ma siete sicuro di quello che dite?”
“Ma ovvio!”
“Io dico per il fatto di voler fare la parte di basso in Knockin’ on heavens’ door...
“Vaffanculo! Entriamo dentro adesso...”
 
Dopo che ci siamo entrambi sistemati ai nostri posti e dopo che io mi sono ripreso da questa shockante notizia, il professore annuncia:
 
“Raffaele, ti metto 6- perchè mi sento buono oggi! E ringrazia, prima che ti abbassi il voto!”
“Grazie, grazie professò” mi affretto a rispondere.
 
Merda. Ma cosa cazzo gli è passato per la mente al professore?
Questa è una strana situazione, perché adesso non devo più studiare le cose che riguardano la scuola, ma devo solo pensare a suonare la chitarra. Beh, questo è quello che chiedevo e, cazzo, l’ho ricevuto! Ma è una responsabilità grande, forse più grande di me. E poi da dove comincio? Io non ho mai neanche pensato di comporre un brano, figuriamoci un album intero!
Mi serve un aiuto da qualcuno che sappia come fare...
 
“Mmmm.. Una situazione interessante non c’è che dire..” Questo è quello che il mio maestro di chitarra ha detto appena aver appreso la mia nuova situazione scolastica.
“Allora, tu non sai da dove partire e quindi dovremmo vederci come minimo tre volte a settimana, ma questo comporta un aumento del 100 % del prezzo, cioè mi dovrai pagare il doppio...” Arrossisce un po’ dicendo questo, ma posso capire che lui campa solo su questo lavoro e quindi non posso togliergli il pane perché forse manderà via altri studenti per far venire me più spesso.
“Lello, ok non c’è problema... Però adesso ti posso dare solo i 60 come eravamo d’accordo e alla prossima lezione poi ti porto gli altri soldi...”
“Va bene, allora cominciamo subito.”
 
Mi fa prendere tra le mani la chitarra e mi dice di suonare qualcosa che mi piace, io allora inizio a fare Paradise city e dopo pochi minuti che ho cominciato mi ferma e senza dire una sola parola, prende la chitarra in braccio in un modo a me sconosciuto, e comincia a suonare la stessa canzone che stavo suonando io. Ma la differenza si sente, cazzo se si sente.
Ha un modo straordinario di suonare, tocca le corde in un modo preciso e impeccabile, riesce a viaggiare nelle note senza guardare il manico di legno della chitarra.
Stiamo usando la sua Gibson Les Paul Standard ’59 Sunburst Tobacco made in USA, poiché la mia Epiphone l’ha messa da parte per portarla dal liutaio per farla sistemare.
 
Take Me down to the paradise city, where the grass is green and girls are pretty, take me home...
 
In quest’ora e mezza di lezione ho imparato più di quanto io abbia mai fatto da solo da quando ho la chitarra tra le braccia.
Questo è l’unico pensiero che mi accompagna insieme al pezzo che devo studiare per dopodomani che parte nelle cuffie... Paradise city.
Devo studiarlo, cioè capire ogni parte, studiarne il tempo e comprendere affondo le note e il modo di suonarle.
Mi ha scritto tutto sul quaderno, ed entro la prossima lezione devo imparare l’intro perfettamente. Credo di poterci riuscire...
 
Questi mesi saranno duri.
Chiamo Federica e gli parlo della mia giornata. Decidiamo di vederci, e avviso i miei che resto a dormire fuori anche perché oggi è sabato quindi domani niente scuola.
Entro nel cancelletto rosso, e il mio pensare si alleggerisce alla vista della mia bellissima donna che cerca di cucinarmi una cena adeguata.
Quanto la amo.

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Capitolo 4
*** Ogni Cento Anni ***


Mi sveglio con un sapore amarognolo di Jack Daniel’s sulla lingua, Federica stà dormendo placidamente con il piumone che le lascia scoperto solo il viso.
Ieri notte siamo stati da soli e siamo stati davvero bene.
Io ho sfogato un po’ la tensione che mi era cresciuta dentro e appena lei ha finito di cucinare abbiamo mangiato ascoltando un vecchio album dei Led Zeppelin, dopodiché l’ho aiutata a lavare i piatti e mi sono messo a suonare un po’ la chitarra classica che risiede, in pianta stabile, a casa sua da un bel po’ ormai.
Non nascondo che ho provato a comporre già qualcosa, ma dopo alcuni tentativi non troppo convincenti, ho ripiegato su Paradise city, anche perché avevo voglia di esercitarmi con la nuova tecnica che Lello mi aveva insegnato. Devo dire che il suono esce più pulito e la fluidità è migliore, ma la mano, dopo che ho suonato, mi fa davvero male.
Appena ho finito di vibrare l’ultima nota di una canzone improvvisata, lei ha versato del Jack nei bicchieri e molto probabilmente abbiamo finto la bottiglia, anche perché non ricordo bene cosa è successo dopo che siamo entrati in camera; però c’è da dire che ho trovato due preservativi a terra e altrettanti nel cestino di fianco al comodino...
 
“Hey, sei sveglio?” Mi chiede la mia Fede, mentre si distende i muscoli
“Si, da poco... non più di cinque minuti...”
“Vuoi sapere una cosa?” E si avvicina a me, abbracciandomi da dietro poiché io sono ancora seduto sul letto rivolgendo a lei le spalle. Mi bacia dolcemente il collo, e io mi inebrio di quella dolce sensazione che mi fa venire i brividi lungo la schiena...
“Dimmi...” Le rispondo girandomi e così me la ritrovo sotto di me, e la bacio con passione e dolcezza, senza voler altro che il suo amore.
“Ieri sei stato fantastico, era da tanto che non facevamo l’amore per tutta la notte...”
 
Ed in quel momento, il ricordo si fa più vivido. Quei sospiri, i gemiti di piacere e le grida. Quella violenta scarica di sentimenti tutti che mi investono e la testa un po’ mi gira, forse per l’alcool bevuto ieri. Ecco, questi pensieri. Li adoro, sono la mia linfa, è stupendo pensare a lei sopra di me, mentre con decisione si muove, oppure quando io la sovrasto con il mio corpo e i miei capelli le vanno a sfiorare la pelle nuda e così si lascia condurre da me al piacere.
Si, è una sensazione stupenda ricordare tutti queste emozioni fortissime e che ti possono cambiare una giornata. La mia è già migliore!
 
“Ehm, potresti alzarti? Mi stai schiacciando le tette!”
“Oh, si scusami mi ero distratto a pensare...” Così mi alzo dal letto e mi infilo sotto la doccia l’acqua gelida mi sveglia ma per fortuna diventa calda in pochi istanti.
Sento un rumore che proviene dalla porta del bagno, e in una frazione di secondo mi ritrovo Federica che mi abbraccia le spalle. Io mi giro e la bacio, e mi sa che Ralph Junior si è svegliato.
La sua mano, piano, scende e comincia a masturbarmi piano, senza esagerare con la velocità oppure la violenza e poi comincia a baciarmi il petto e scende ogni secondo sempre di più e poi è lì, mentre “lavora” con la mia parte più vulnerabile. Io provo all’istante un senso di piacere vorticoso e le accarezzo i capelli bagnati; appena si stacca da me la prendo in braccio e cominciamo a fare l’amore, mentre l’acqua mi scivola sulla schiena, dei sussulti un leggero sospiro di dolore, ma le passa subito e così è lei a chiedere di più, sempre di più e dopo poco tempo sento le sue unghie impiantarsi nella carne. Una sensazione poco piacevole, ma il suo bacio e la sua voce mi fanno capire all’istante che lei stà provando un emozione differente dalla mia. E in quel momento mi sento di venire e non so dove ho trovato la forza di uscire dal suo corpo, quel corpo caldo pieno d’amore, quel corpo che non smetterei mai di fare mio.
 
“Sai una cosa?” Le dico mentre mi infilo la mia maglia dei Guns
“No, dimmi..” Mi risponde timidamente continuando ad infilarsi le calze
“Ti amo da morire”
 
E faccio partire nello stereo November Rain.
 
But darlin’ when I hold you, don’t you know I feel the same…
 
Stiamo andando al centro commerciale per fare un po’ di shopping e mi sa che tutto l’amore che provo se ne andrà insieme ai miei soldi... Quando fa shopping sembra un’altra persona, non mi calcola proprio, mi usa solo come “portatore di buste” e quando c’è bisogno di pagare, mi da un bacio sulle labbra e si avvia verso la cassa. Furba la fanciulla.
 
And I know I fell the same... Love
 
Torno a casa distrutto, senza nessuna energia nelle braccia e nelle gambe. Ma sono stato bene con la mia Fede... Adesso però dovrei mettermi a suonare, per esercitarmi con la tecnica nuova. Magari tra poco, mi riposo un minuto e poi mi metto a schitarrare.
Solo un minutino, uno piccolo.
 
Mia madre mi sveglia dicendomi che sono le 13.00, e quindi sono costretto ad alzarmi e ad andare in bagno per sciacquarmi il viso e la bocca.
Mentre mia sorella finisce di apparecchiare, mi siedo sul divano e accendo la televisione guardando Futurama. Che figo stò cartone.
Così, il pranzo è servito e poiché è domenica si mangia particolarmente bene, infatti mio padre ha cucinato insieme alla mamma, come poche volte accade, dei paccheri con i funghi porcini e le noci. Cazzo, quanto suono buoni. Ma sono pieni di olio, cosa che a me fa piacere anche se dovrebbe fare male, e quindi una scarpetta è d’obbligo.
Alla fine del pranzo, mangio due babbà buonissimi e mi sento davvero sazio.
 
“Raffaè, appena hai finito di pulirti il muso, lavati i denti e vai a studiare!” Mi dice mio padre
 
E adesso, come gli dico che devo solo studiare la chitarra? Mio padre mi ucciderebbe e come minimo farebbe licenziare il professore, facendo saltare in aria tutti i miei progetti.
Mi avvicino a mia madre che stà lavando i piatti nel cucinino e gli dico che devo parlarle urgentemente di una questione importante. E mi dice che verrà appena avrà finito di sistemare.
 
“Mamma, allora... Il professore di biologia, mi ha detto che non devo studiare più” Gli dico incagliandomi nelle parole
“ E Perché mai?” risponde serenamente, senza pensare ad una notizia come quella che devo dirle
“Perché ha detto che devo incidere un disco, e così facendo troverà il modo di farmi avere il diploma senza che io debba studiare gli argomenti scolastici, anche perché ha detto che questo qui della scuola non è il mio mondo....” Gli rispondo d’un fiato
“Eh? Ma che significa? è diventato scemo il tuo professore? Tu devi studiare, quale disco vuoi incidere!”
“Mà, ma che cazzo, questà è l’opportunità che cercavo, niente più scuola, solo chitarra e basta. Il diploma me lo farà avere il prof. Io devo solo fare il mio Disco.” Beh, Solo mi sa che è azzardata come parola...
“Oh, ma sai che c’è di nuovo? Io mi sono scocciata di chiederti di istruirti, sono fatti tuoi. Vuoi diventare come Slash, ma come lui ne nascono pochi, uno ogni 100 anni, e tu dentro di te non hai neanche un suo gene, come pensi di fare?!?!?! Se poi fallisci e ti bocciano e il tuo disco fa cagare, cosa farai? Ripeterai un anno di scuola a pro di che? Avrai solo buttato l'opportunità di laurearti prima e di metterti a lavorare! Ma ragiona!”
 
Detto questo si alza e se ne va, soffiandosi il naso e pulendosi gli occhi dalle lacrime che le erano uscite appena aveva finito di parlare.
Forse ha ragione, chi credo di prendere in giro... Non ho mai scritto neanche due note di seguito su di un foglio, a meno che non fosse come compiti per casa. Forse, devo lasciare stare questo mondo e dedicarmi allo studio. Forse, uno come Slash nasce ogni cento anni e da quando lui è nato ne sono passati solo 45 o quasi. Mi sa che è finito il momento di sognare ed è arrivato il momento di affrontare la realtà e di cominciare a credere di meno nelle favole, è arrivato il momento di accendere la luce e di guardare in faccia le cose.
Uno come Slash nasce ogni cento anni.

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Capitolo 5
*** Io Credo. ***


“Continua a suonare”
“Si, ma la canzone è finita...”
“Allora suona Brothers in arms che l’hai imparata per oggi, se non sbaglio.”
“Va bene!”
 
Comincio così a suonare insieme alla canzone che è partita dopo l’input datogli dal mouse.
Un bella canzone, molto sentimentale e a me piace davvero tanto. Non è neanche molto difficile da suonare, quindi la amo ancora di più.
I Dire Straits li conoscevo, ma adesso sono tra i miei gruppi preferiti, cazzo loro suonano davvero in modo straordinario! Gli assoli di Knopfler sono la perfezione, non sbaglia una nota, è sempre nella tonalità giusta e becca la nota perfetta per quello spezzone di canzone in cui usa le sue dita.
Il tempo sembra passare troppo velocemente quando suono, è quello che più amo fare.
Lello mi dice che adesso posso definirmi un chitarrista; mi ha fatto suonare ed ascoltare tutti i più grandi gruppi e i migliori artisti dai Genesis ai Deep Purple, da Spreengsteen a Chopin. Adesso il mio modo di suonare è molto più omogeneo e completo, riesco senza alcun problema a spaziare da un genere all’altro. Adesso riesco a suonare il jazz e passare al blues in pochi cambiamenti di accordo e dal blues passare al rock e all’heavy metal senza alcun problema, e sono davvero orgoglioso di me perché riesco a suonare con diverse tecniche quali il legato, il doppio legato e il tapping, e riesco a dare alla chitarra il suono che voglio io.
Anche Lello si dice molto fiero di me, perché non ha mai avuto un alunno come me, che in soli due mesi è riuscito ad imparare canzoni complicate e tecniche altrettanto ostiche. E ha deciso che è arrivato il momento di cominciare a cercare i componenti della band che mi aiuteranno nel progetto dell’album. Lello conosce molti musicisti e mi ha detto che la sua vecchia band era disponibile per darmi una mano, e la cosa mi entusiasma molto, visto che sono tutti musicisti che sanno bene quello che fanno, anche perchè lo fanno da molto tempo. Anche se.. Sono un po’ emozionato, visto che io non ho mai suonato con nessuno se non con me stesso, e quindi non sono sicuro di riuscire a tenere il tempo come riesco a fare quando mi esercito con le basi.
 
“Quindi domani mattina proviamo in sala dalle 10 fino alle 13 e poi il pomeriggio dalle 16.00 fino alle 19.30. Non dimenticare!” mi dice il mio maestro mentre sistema i fili e la chitarra
“Si, sarò puntuale, non preoccuparti... Però..” gli rispondo
“Però? Dai sai che con me puoi parlare liberamente...”
“Eh, non sono sicuro di essere alla vostra altezza, cioè cazzo, voi suonate da tanti anni in insieme e di sicuro siete bravissimi, io invece faccio cagare!”
“Ma cosa cazzo vai blaterando? Tu in due mesi hai imparato a suonare la chitarra. Ma proprio a suonarla, non come qualche coglione che dice di suonare quando sa solo fare tre accordi uno di fila ad un altro!” Mi dice con un po’ di incazzatura nella voce, profonda e calda.
Poi continua “Io dopo due mesi non sapevo ancora mantenere la chitarra nel modo giusto, tu dopo tre lezioni hai imparato a fare Paradise city, porca puttana quella canzone ha un assolo difficile, dovresti essere fiero di te!”
“Grazie Lello... Spero di non deludere..”
 
Torno a casa, mangio qualcosa di malavoglia e vado direttamente a dormire. Non mi sento granché bene. Domani mi aspetta una lunga giornata in sala e devo riposarmi.. Oggi non ho neanche chiamato Federica, ma dai non mi dirà nulla, sono impegnatissimo porca puttana!
Mio padre per fortuna lavora fuori e quindi non saprà che non vado a scuola almeno per altri quindici giorni...
 
“1  2  3 ... 1234!”
E il batterista comincia a sbattere le bacchette sulle pelli, cominciando a ricreare alla perfezione un ritmo che non mi è nuovo, poi il bassista lo segue a ruota e dopo una decina di secondi il mio maestro attacca con la chitarra e comincia anche a cantare. No, non ho capito che pezzo è, e non credo di conoscerlo.
Appena entro in sala, si fermano e mi salutano. Io mi presento e loro fanno lo stesso...
 
“Ciao Raf, questi sono i componenti del tuo nuovo gruppo! Allora, alla batteria c’è Claudio, ha due anni più di te, è il figlio del mio vecchio batterista, che ora mi ha detto di non aver più voglia di suonare... Lui invece è Antonio, ma chiamalo Tony, suona il basso da una vita e siamo cresciuti praticamente insieme...” Il mio maestro, poi si affretta ad indicarmi il mio amplificatore e mi da una mano a sistemare i cavi degli effetti per la chitarra e il jack della chitarra stessa.
 
“Allora, con cosa vogliamo cominciare?” chiede Tony
“beh io vorrei provare a suonare Sweet child o’ mine” rispondo con un po’ di timidezza
“Va bene per tutti?” dice Lello
“Ok, allora cominciamo.. Raf sei tu la chitarra solista del gruppo, a te l’inizio...”
 
She’s got a smile that is seems to me, reminds me a childhood memories…
 
“CAZZISSIMO, siamo andati alla grande! Bravo Raf! non credevo che fossi così abile, il pezzo è difficile da fare, e anche rispettare il tempo è complicato!” Dice con entusiasmo euforico Claudio
“ehm.. Grazie mille! Siete voi tre che date una base ritmica efficientissima, è impossibile sbagliare quando devo suonare con voi che andate alla perfezione, è tutto più semplice, sembra suonare insieme alla base!” Rispondo io davvero contento
“Visto Raf? Sei andato benissimo, era inutile la tua preoccupazione di sbagliare!” dice con soddisfazione il mio caro maestro
“Ok, quindi adesso ci siamo scaldati e vorrei cominciare a fare sul serio. Partiamo con qualche altra cover e poi mettiamoci a lavorare sui brani da fare.” Dice Tony
“Per me non c’è problema e ho portato anche alcuni testi che ho scritto in questi giorni, magari se riusciamo a fare qualcosa di bello e metterci un testo sopra”
“Ma Raf. I testi si scrivono dopo aver composto la musica...” Il mio maestro mi ammonisce
“Ma lascialo stare Lello, che ne sapeva? e poi se riusciamo a mettere qualcosa sopra va bene lo stesso..” Mi difende Claudio sostenuto da Tony.
“Ok, allora partiamo con un po’ di blues poi suoniamo l’ amato rock del nostro solista!”
 
Così facendo passiamo la mattinata a suonare brani di BB King e di Eric Clapton, e ovviamente non potevano mancare i brani dei Guns e moltissimi pezzi dei Led Zeppelin e dei Pink Floyd. Ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo composto qualche bozza per un paio di pezzi rock. Abbiamo deciso che l’album si chiamerà “The easy way to heaven” l’ho inventato io mentre ascoltavo un pezzo degli Zeppelin noto a tutti.
Adesso dobbiamo decidere come chiamare la band e ancora non abbiamo alcuna idea...
Penso che comunque non è una priorità, visto che dobbiamo comporre 8 brani entro due mesi.
Questa situazione mi ricorda i Guns, e così non posso fare a meno di sorridere; ho letto la biografia di Slash e quindi so che quando si concentravano a comporre avevano un’alchimia pazzesca, beh qui con queste persone per me è lo stesso. Li conosco solo da 3 ore e già li sento miei amici, beh mettendo da parte il profondo rispetto che provo per il mio maestro di chitarra.
Beh credo che porterò per sempre con me questi momenti, sono delle occasioni che difficilmente si dimenticano. Cioè è la mia prima band ed è la prima volta che suono con delle persone... Non li ringrazierò mai abbastanza per le emozioni che mi danno..
 
“Thanks For The Memories!!!! Si cazzo! THANKS FOR THE MEMORIES!!!” Comincio a gridare mentre tutti ci stavamo avviando alla porta per andare a mangiare
“Eh?” dicono quasi in coro i miei compagni
“Il nome della band, Thanks For The memories! Che ne dite? Vi piace?” Dico loro, tutto euforico per questa idea che mi ha colto all’improvviso
“Si, è carino.. forse un po’ troppo lungo ma fa la sua porca figura!” Queste le parole di Claudio
“ Thanks for the memories, questo nome ci porterà lontano!” Con un bel po’ di sarcasmo il mio maestro e Tony si esprimono su questo nome, poi scoppiamo tutti a ridere e andiamo a mangiare nel piccolo localino vicino alla sala prove.
 
“Oh, guarda stanno suonando!” Faccio notare a Tony
“Ascoltiamoli magari possiamo prendere qualche spunto” Risponde serio il bassista
 
Ordiniamo da mangiare e il gruppo si presenta come i “Lemonade Kids” poi cominciano a suonare Echoes dei Floyd. E udite udite la suonano in La Minore.
Ma cazzo il brano è in Si!
 
“Lello, ma il pezzo non è in Si?” Chiedo scettico
“Infatti... HEY HEY VOI! Vi fermate un secondo?” La sua voce con poche difficoltà raggiunge le orecchie dei musicisti che si fermano un po’ incazzati
“Cosa vuoi?” chiede il loro chitarrista
“Il mio amico dice che il brano è in Si, mentre voi lo state suonando in La minore” Risponde Lello con sicurezza
“Chissenefrega di cosa dice il tuo amico, il pezzo è in La”
“Vogliamo fare una prova? Può venire anche sul palco a dimostrarti che sei uno zappatore e non un chitarrista!” Si alza dalla sedia e si incazza anche
“E fallo salire quello stronzo riccio. HEY RICCIO SALI, FAMMI VEDERE COME SUONI QUESTA CAZZO DI CHITARRA!”
 
Salgo sul palco, con una fottuta paura di fare una figura di merda. Affanculo al mio maestro, perché doveva mettere me in mezzo? Non poteva salire lui? Porca puttana!
Il chitarrista dei Lemonade mi lancia letteralmente addosso la chitarra del suo amico che cerca di protestare invano. è un ragazzo normale, con i capelli alla Nikki Sixx , ha una Stratocaster nera.. Cazzo quant’è bella!
 
“Beh, cosa aspetti? comincia a suonare!”
 
Inizio così a fare un’introduzione improvvisata e faccio cenno al loro batterista di dare lo stacco per l’inizio del pezzo.
E così inizio a volare nella musica, chiudo anche gli occhi mentre schitarro gli accordi che danno alla canzone la sua tonalità enigmatica e incredibile.
Tutti quelli nel locale mi guardano, non che siano tante persone, ma cazzo è la prima volta che suono su un palcoscenico. Oggi è la giornata delle prime volte!
Inizio poi con l’assolo che ovviamente inoltro con un po’ di improvvisazione, inserisco un paio di scale maggiori e delle pentatoniche usando la teoria della relativa sesta, anche se è una cosa facile da applicare credo che faccia il suo effetto.
Appena smetto di suonare, il mio maestro si alza in piedi e mi applaude e così fanno gli altri della band che così facendo trasportano con loro gli applausi di tutti i presenti. Che emozione! Mi sbatte il cuore nel petto ad un ritmo frenetico, sembra quasi quando io feci l’amore la prima volta a 15 anni. Ero tutto emozionato e preoccupato.. Speravo di non fare figure di merda e avevo il terrore di non soddisfare quella ragazza dai capelli biondi che poi sarebbe diventata la mia fidanzata.. Beh Federica mi ha quasi cresciuto, con lei ho avuto tutte le mie prime esperienze amorose e sessuali e credo che io abbia sviluppato grazie a lei, una buona tecnica!
Ma tornando al palco, ringrazio il “Pubblico” e rilancio la chitarra al ragazzo che quais non se la fa sfuggire di mano.
 
“Questo è un chitarrista!” Esclama Lello, tutto contento e soddisfatto
“Beh, ho imparato dal migliore!”.
 
La serata finisce in un soffio di vento. Abbiamo composto diverse basi, ma ci siamo concentrati su di una ritmica veloce che ha la parte ritmica con la chitarra pulita con un assolo con il Delay e un bel po’ di reverbero sempre tenendo il tono principale sul pulito, poi entra la batteria e da uno stacco violento dopo una decina di secondi, i toni si calmano e la ritmica è molto più lenta e leggermente distorta, la voce poi comincia a vibrare nel microfono..
Per adesso abbiamo fatto solo questo e mi sembra già tanto, il pezzo si chiama “Believe in your illusion” e l’ho scritto pensando alla mia situazione e ai miei sogni.
Io ci credo. Io voglio credere che un giorno suonerò con Slash, voglio credere che grazie alla musica io possa diventare qualcuno e riuscire a portare la mia Federica lontano da questo posto di merda.
Io ci credo, credo nei miei sogni. Credo nelle mie illusioni.

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Capitolo 6
*** Una strana telefonata ***


  1. My way is other (3.06)

  2. Anybody (5.12)

  3. Knockin’ on heavens’ door (5.23)

  4. Believe in your illusion (8.16)

  5. Target (3.09/Instrumental)

  6. Under the rain (4.51)

  7. Appetite for destruction (3.25)

  8. We’re gonna play football (4.25)

  9. No Promise (3.39)

  10. C’mon (5.11)

 
Questa qui è la tracklist dell’album… Che come da progetto si chiama The easy way to heaven. Sono emozionatissimo, l’anno scolastico è quasi finito e per fortuna domani il fonico ci consegnerà il disco che doveva essere masterizzato. Il mio maestro ha dato una mano nel mixare i brani e così facendo siamo riusciti ad ottenere il suond che volevamo, e nel pomeriggio andrò a trovare a casa sua, il mio professore di biologia perché devo comunicargli la buona notizia.
Non sono sicuro che lui riuscirà a farmi avere il diploma, visto che devo fare anche gli esami e che devo fare quelli orali oltre a quelli scritti, e quindi il problema è risolvere il tutto davanti alla commissione, che avrà di sicuro molte opinioni contrarie a quelle che sono le mie conoscenze scolastiche. Sinceramente, me ne sbatto le palle, se mi danno o meno questo diploma.. Adesso ho un disco, porco giuda, un disco! Ed è una potenza assoluta, ha solo una traccia lenta che è Target, il resto è puro Rock scatenato ma ovviamente bisogna mettere da parte Believe in your illusion perché è un pezzo tipo Estranged dei Guns. Sono Super eccitato, non dormo da 4 giorni, ascolto sempre il mio album, cioè io ascolto il MIO album, cristo che soddisfazione enorme! Io che facevo cagare sulla chitarra e sognavo di suonare con qualcuno di importante, adesso ho un disco da ascoltare e promuovere... Sono davvero felice. Felice, nel senso pieno e stupendo della parola.
I brani sono tutti belli e il gruppo ha lavorato davvero bene.. Sono stati i due mesi più faticosi della mia vita..
Ogni giorno sveglia alle 8.30, poi alle 9.15 già in sala dove suonavamo per 4 o 5 ore di seguito con piccole pause di una decina di minuti, il pomeriggio altrettanto e tornavo a casa con le orecchie e le dita che servivano solo al becchino per prendere le misure; tutto è stato stressante, il dover dire a mio padre che non studiavo più e prendere una scaricata di schiaffi e pugni che mi avevano rotto il naso, il dover stare in ospedale due giorni e dover dire di essere caduto dalle scale, per non creare problemi alla famiglia.. Mia madre ha quasi minacciato il divorzio con mio padre, ma per fortuna la cosa è tramontata.
Ah, cazzo, devo inviare una copia del disco a mio fratello! Eh, forse non ho presentato mio fratello Luigi. Lui è un avvocato ed è sempre in giro per l’Europa e quest’anno è stato a Berlino, mentre l’anno scorso è stato a Londra e l’anno prima ancora a Rio de Janeiro.. Quanto lo invidio, lui ha viaggiato per il mondo intero, ed è diventato un brillante avvocato, e credo che i miei genitori abbiano sempre sperato che io diventassi come lui. Beh, la cosa più importante da dire è che io sono figlio unico, cioè Luigi è stato adottato dai miei quando mia madre era incinta. Questa è una cosa strana, ma poiché sembrava che mia madre non riuscisse a rimanere incinta avevano fatto richiesta di adozione e 7 mesi dopo arrivò lui a casa, un ragazzino di nove anni che aveva paura del mondo e che aveva paura di rimanere da solo.. Adesso, se penso a cosa è diventato, posso capire che l’uomo è una macchina strana, perché cambia sempre durante l’arco della vita.
Ha 26 anni e ha una fidanzata che lo segue dovunque vada, e per adesso non hanno ancora in progetto di avere un figlio.
Beh, adesso credo che sia arrivato il tempo di farmi una doccia e di suonare un po’, la mattinata stà volando!
 
“MAMMAA!! Per favore vai a fare la spesa, in casa non c’è niente!” Urlo, prima di entrare in bagno
“Ci sto andando già!” mi risponde e sento il portone di casa chiudersi
 
“Pronto?”
“Ciao gigi, sono mamma..”
“Hey mamma!! Che bello sentirti! Come stai?”
“Non bene, piccolo mio, non troppo bene...”
“Oh, non piangere! Che se poi stiamo troppo a telefono ti arriva una bolletta stratosferica...”
“Si tratta di Raffaele... Si è messo d’accordo con il suo professore di biologia per farsi dare una mano ad essere promosso a patto che riesca a comporre un disco di 8 pezzi”
“Uh? Ma cos... Cosa cazzo ha fatto!?!?!”
“Eh, hai sentito...”
“Merda.. Ma il la scuola è quasi finita, ci è riuscito?”
“Secondo te?”
“EH, cazzo per forza che ci è riuscito! Quello scapestrato ce l’ha nel sangue!”
“Mannaggia! Sono disperata, non so più cosa fare, se si mette in testa di mandare quel disco a qualche casa discografica per me è la fine! Quello della musica è un mondo bastardo, ma soprattutto ho paura per la droga! E se poi non lo vogliono? Oppure non lo vogliono più, dopo che lo hanno messo sotto contratto? Ho paura!”
“Ok, ok.. Dai, tra tre giorni sono a Napoli e poi vengo a casa...”
“Ma non devi lavorare?”
“No, prendo le ferie anticipate, cazzo sono 2 anni e mezzo che lavoro in giro per il mondo senza mai aver chiesto nulla al mio capo, me lo merito!”
“D’accordo.... Ci vediamo... buon rientro, amore di mamma...”
“Ciao mamma, ti voglio bene”

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Capitolo 7
*** Amami ***


Sono felice, che vi state appassionando, e spero di non deludervi!

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Che bello! Non vedo l’ora che mio fratello arrivi! Non lo vedo da un bel pezzo... Sono molto emozionato.
Appena arriva la prima cosa che farò è quella di fargli ascoltare il disco, spero che gli piaccia.
Comunque l’altro ieri, ho parlato al professore della riuscita composizione di un disco da 10 tracce invece che da 8. Lui si è un po’ incazzato perché non gli ho fatto suonare Knockin’ ma poi si è rabbonito e abbiamo passato il pomeriggio a bere birra a parlare di musica e di come sono andati i consigli.
Praticamente gli altri professori mi schifano un po’ e per questo hanno accettato il compromesso che gli ha offerto il prof. Sono davvero curioso di presentare a tutti l’album, chissà le loro facce!
Dopo un po’ sono tornato a casa e ho dormito per tantissimo tempo e non ho neanche cenato, così mi sono svegliato la mattina alle 7.00 ed avevo una fame pazzesca ed ho divorato un pacco di biscotti con mezza bottiglia di latte, poi sono andato a fare un giro dalle parti di Federica.
Lei è una interprete, lavora come tale per tutta Italia e ieri è tornata da Brescia, e ci siamo messi d’accordo per fare colazione insieme alle 9, e mi sa che mangerò due volte stamattina..
Entro in casa sua, questa volta senza bussare, ho le chiavi.
La sento cantare e questa volta non è un disco de Guns N’ Roses oppure uno degli Zeppelin, La mia Federica sta cantando Easy way, più precisamente Believe! Cazzo! Canta il mio disco... Che soddisfazione
 
“Ti piace?” Le chiedo
“Ehi amoree!! Non ti avevo sentito arrivare!” e spegne l’aspirapolvere ed abbassa il volume dello stereo
“Si, ma ti piace?” Le ripeto e indico con la mano la copertina del mio album, che raffigura una scala mobile ed una normale che scompaiono tra le nuvole di un cielo azzurro
“Se mi piace?! Ma io lo adoro!” Mi risponde e si avvia in cucina e mi fa cenno di seguirla
 
Ha un pantaloncino cortissimo blu, che le copre giusto i glutei, ed un top aderente bianco con lo stemma dei Ramones. Che dire, è un incanto.
Prende dal forno dei cornetti e mi versa un cappuccino che è appena arrivato dal bar, almeno credo.
 
“Sei bellissima...” La guardo, mentre addenta affamata uno dei cornetti e un po’ di cioccolata le scorre sulle labbra
“Si, proprio bellissima, senza trucco con i capelli sporchi e senza essermi fatta una doccia”
“Secondo me, sei bellissima e non ti cambierei per nulla al mondo, neanche se venisse qui Slash e mi offrisse di duettare in un concerto!”
“ahahahahah, ma vai a cagare!”
 
Finisce di mangiare il suo cornetto e quasi d’un fiato beve il suo latte, e così si avvia per farsi la doccia e mi chiede di aspettarla in salotto.
Ehi, ma adesso che ci penso... oggi... è il mio compleanno!! Oh, cazzo sono maggiorenne! MAGGIORENNE! Merda! E me ne sono pure scordato! Cioè io avrei voluto fare una festa enorme e invece, preso da tutte queste cose me ne sono proprio dimenticato... E stasera c’ho anche il primo live con la band; è un bel modo per festeggiare.
Prendo la chitarra classica che ho regalato a Fede e mi metto a suonare un po’... E questa volta non suono Paradise city  ma suono le mie canzoni e la mia preferita tra quelle che ho composto è Believe in your illusion. In quel pezzo, ci ho messo tutto me stesso. Tutto l’impegno che ho dentro di me. E questo brano rispecchia tutti i miei sogni, perché narra di una storia simile alla mia che incita a non mollare mai, a non gettare mai la spugna, anche quando credi di non potercela fare.. Su questo ricordo una frase che ho letto nella biografia di Eric Clapton che diceva “Dopo un po’ di tempo, mi ero scocciato di suonare la chitarra, la trovavo uno strumento difficile ed estremamente complicato....”
Eh, sappiamo tutti poi come è andata a finire.
Io voglio credere in me e nella mia musica, perché io creo la musica anche per trasmettere qualcosa alle persone che l’ascoltano, perché è più facile regalare un’emozione oppure un concetto ad una persona attraverso una canzone invece che con una lezione scolastica.
La musica è il metodo migliore per cercare di comunicare con qualsiasi persona nel mondo, perché secondo me Tre lingue si capiscono universalmente: Il Sesso, il Calcio e la Musica.
 
“We, son pronta!” La sua voce squillante mi fa sobbalzare dal divano
“Ok, ma per fare che?”
“EHI! Ma come, non usciamo?”
“A dire il vero avrei preferito una maratona del sesso”
“Ma quella dopo...” E mi mette le mani in mezzo alle gambe e stringe leggermente, poi mi guarda ammaliandomi e mentre stò per baciarla, si dilegua verso la porta e mi invita ad uscire
“Quando fai così, ti ucciderei!”
 
Saliamo in macchina, la sua macchina blu. E così, lei guidando ed io guardando fuori dal finestrino, con Springsteen che urla nello stereo, arriviamo in un parco in periferia.
è una bella struttura, però si trova in una zona non molto carina... Però è davvero eccezionale per fare lunghe passeggiate, e poi se non sbaglio ci sono dei Gazebo chiusi che si affittano... eheh.
 
“Facciamoci un giro...” e mi prende per mano
“Va bene...”
 
Camminiamo per quasi un ora e sinceramente le gambe cominciano a protestare, chissà se mai un giorno farò dei concerti alla Guns N’ Roses, come farò a correre per tutto il palco per due/tre ore?
Ci fermiamo di fronte ad uno dei Gazebo più grandi del parco e lei mi guarda e caccia le chiavi dalla sua tasca, mi guarda e sorride, poi mi strattona con sé ed entriamo in questo grande “Appartamento”. C’è un letto a forma di culo! cioè, cazzo non è a forma di cuore come al solito, ma a forma di culo!
Lancia con forza la sua borsa su una sedia e allo stesso modo lancia me sul letto, ha uno sguardo serio e determinato... Ho capito, per oggi sono il suo giocattolo... E sinceramente, amo esserlo.
Si spoglia e rimane solo con il jeans chiaro, poi mi tolgo la maglietta nera degli Hanoi Rocks e così ci baciamo ardentemente, con foga e fame di noi, sono quasi due settimane che non facciamo l’amore e adesso è arrivato il momento di recuperare, ed inaspettatamente mi morde un capezzolo, beh è seducente questa cosa.. Poi ci accarezziamo e senza troppa velocità ci slacciamo i pantaloni a vicenda, io le tolgo i jeans e lei i pantaloni di pelle, che a maggio sono impossibili da sopportare, ma son troppo fighi!
Così, ci amiamo. Intensamente, più delle altre volte. Io dentro di lei, con forza, tanta forza. Forse troppa perchè lei mi chiede di andare più piano...
 
“Scusami, amore mio...”
“hey, non mi chiami mai così”
“Beh, come dici tu, c’è una prima volta per tutto...”
 
Amami. Amami sempre. Sempre più spesso. Ogni volta che puoi. E se vuoi, puoi sempre. Amami. Amami adesso. Tienimi, e stringimi forte a te, al tuo petto. Non lasciarmi. Ti amo.

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Capitolo 8
*** Buon Compleanno! ***


Raga, scusatemi se non ho postato nulla, ma sono stato molto impegnato... Stò componendo e registrando le colonne sonore per il Film di un mio amico.. Appena sarà completato vi posto il link per guardarlo in streaming... Spero che non smettiate di seguirmi!
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“Bene, ragazzi. Siete pronti?” chiede Lello a tutti noi
“Io ho una paura fottuta!” Rispondo
“ahahah, ma dai! non preoccuparti! Anche se è il primo live, andrà tutto benissimo!” Mi rassicura Claudio
“Sono d’accordo.. Ma la scaletta dei pezzi?” Chiede Tony, in tono di incoraggiamento
“Eh, ragà, partiamo con Paradise city , passiamo per qualche pezzo degli Zeppelin e poi suoniamo in ordine Easy Way...”
“D’accordo, ma chi da lo stacco per l’inizio dei pezzi?”
 
Mentre Clark stava parlando, entrò nel camerino un tipo che ci annunciò che dovevamo salire subito sul palco. Praticamente volammo, e in due minuti avevamo attaccato gli strumenti agli amplificatori e Lello nel microfono cominciò a parlare: “Salve... Questa sera festeggiamo il nostro chitarrista Ralph, che diventa maggiorenne, Fategli un applauso!”
Così parte una ovazione del pubblico che chiede di cominciare. Tony grida dal suo microfono: “SIETE PRONTI PER IL FOTTUTO ROOOOOOOCK!?!?!?”
 
Lo guardo stupito, di solito è una persona a modo, sempre pacato, questa sua versione rock ‘n’ roll non la conoscevo!
Parto con l’intro e cominciamo a viaggiare nella nostra musica, dando il massimo di noi stessi a queste persone.. Che nemmeno conosco.. Ehi! Aspetta! Ma quelli.... Quelli sono i miei compagni di scuola! Ma cosa cazzo ci fanno qui? Merda!
Allora, comincio a guardare meglio per il locale mentre Lello comincia a cantare Anybody. Noto che ci sono tante persone che conosco, e ho riconosciuto mio fratello che non era venuto a casa, ma era rimasto in albergo.
 
Finimmo il nostro live con un bell’assolo di chitarra e batteria che chiudeva C’Mon e andammo nei camerini.
 
“Wow, siamo stati fantastici!” urlò Clark
“SI! Siamo andati fottutamente alla grande!”
“Cazzo Tony, non credevo avessi questo lato insano e rock dentro di te!”
“Ralph, in questo ambiente aspettati di tutto!”
 
D’improvviso la porta si spalanca e tutta la mia classe accompagnata dal professore di Biologia entra e comincia a gridare auguri.. Ma che palle...
Tutti a turno mi fanno gli auguri baciandomi le guance come d’usanza e poi girano per il camerino mettendo tutto in disordine.. anche se di ordine non c’è n’è mai stato... Sinceramente, oltre a Nick in classe ho legato ben pochi rapporti. Nessuno mi è mai andato a genio, anche se non ho mai rotto il cazzo a qualcuno di loro, tranne quando un mio compagno ci provò con Federica, mentre lei mi aspettava all’uscita di scuola. Allora, senza neanche aspettare delle spiegazioni, l’ho massacrato di botte.. Risultato: Una denuncia, un dito rotto e la sua faccia che sembrava la maschera del maiale dell’enigmista.
Ora che guardo attentamente, non c’è. Ho una voglia fottuta di menare qualcuno, non mi è bastato sfogarmi suonando sul palco, ho bisogno di litigare.
Esco dalla stanza, abbastanza incazzato, affidando la mia chitarra al mio tecnico. Mi ritrovo fuori dal locale, con una sigaretta tra le labbra e Francesca , una mia amica di classe e a dir la verità l’unica con la quale io abbia un po’ di confidenza, si siede di fianco a me sulla panchina. è davvero bella... Diversissima da Fede.. Ha i capelli corti, neri, una pelle chiara e il rossetto rosso sulle sue labbra spicca vistosamente, e le sta bene davvero. Le sue gambe affusolate messe in evidenza dalla gonna cortissima e dalle calze a rete mi affascinano tanto. Mi accorgo di averla fissata troppo, infatti il suo sguardo incuriosito e un po’ malizioso è fisso nei miei occhi. Si avvicina a me, e le sue labbra carnose sono quasi sulle mie..
Mi fermo. Non posso. Amo la mia ragazza, e non posso farle questo, non dopo quello che abbiamo passato insieme.. Francesca mi accarezza i capelli un po’ sudaticci e mi sussurra all’orecchio cose che non avrei mai pensato potessero uscire dalla bocca di una figlia di papà come lei...
Se ne va, ancheggiando e il suono dei tacchi mi riecheggia nelle orecchie..
 
“Ti darò tutto ciò che puoi immaginare, tutto ciò che vuoi prendere è tuo. Sono innamorata di te e non opporrei resistenza a nessuna tua azione, prendimi”
 
Il mio cervello ripete sempre questa frase, non riesco a pensare ad altro.. Quella ragazza mia ha ammaliato per bene...
 
I’m on The Nightrain, ready to crush and burn
 
Sto tornando a casa in macchina con Lello e gli altri. Scendo una decina di metri prima di casa mia, così Lello può sviare prima per la base...
L’aria calda, mi affonda nei polmoni che cercano di far circolare l’ossigeno per tutto il mio corpo, ma credo che siano ostacolati da un bel po’ di radicali liberi. Grazie mille alle mie amate Merit.
Salgo le scale e apro la porta di casa, accendo le luci e saltano fuori i miei parenti... Ma cazzo, tutte sorprese? E sono pure l’una di notte! Saluti tutti con un sorrisone, che nasce quando vedo un regalo sul fondo della sala che ha tutta la forma di una cosa che mi piace...
Appena tutti finiscono di baciarmi per gli auguri, il campanello suona e andando ad aprire scopro il viso dolce e abbronzato di Federica. è sorridente. La saluto baciandola e lei ricambia e mi lecca il muso.. Che dolce...
Arriva il momento del regalo... Che bello!
Scarto velocemente la sottile carta che avvolge un fodero rigido, apparentemente con una chitarra dentro.. Forse c’è una Fender, è troppo leggero!
Apro il fodero, e dentro c’è un plettro. Alzo lo sguardo e tutti si mettono a ridere. Tutti tranne me, e che cazzo! Che c’è di così divertente?
Poi mio fratello entra dalla porta sul retro e compare con una Gibson Les Paul Dark sunburts.. Sembra una Standard...è ...è  semplicemente stupenda!
Luigi me la porge e la prendo tra le mani. Il cartellino mi indica che è una chitarra speciale.
Spè! Cosa c’è scritto?!
Oh, Merda!
 
“Raf, svegliati! Oh!”
“EH? Ma cosa caz..”
 
Mi rialzo di botto e vedo la chitarra adagiata sul divano. Allora la riprendo tra le braccia, più precisamente vado a leggere il cartellino. No. Non mi sono fumato canne improvvisamente. Questa è la Les Paul che Slash ha usato per l’UYI tour, quella gialla, striata con i contorni neri per farvi capire... Merda.. non posso credere di avere questa chitarra tra le mani.. è una reliquia.. Chissà quanto cazzo hanno pagato i miei genitori!
 
“Papà... Ma quanto l’hai...”Chiedo con la voce rotta
“Niente! Non chiedere nulla... Suona solo qualcosa per il tuo vecchio!”
“Va bene...” Piango dalla gioia
 
Vado in camera mia e prendo l’ampli e monto la pedaliera, una volta collegato tutto sono pronto per provare la mia chitarra nuova... Che emozione!
 
“Suonami qualcosa dei Dire Straits... quella canzone che mi piace assai... Come si chiama Sultans of spring, na cosa del genere...”
“Sultans of Swing.. ok!”
Comincio a strimpellare le sei corde e mi eccito ogni nota di più. Non credevo possibile, il fatto che i miei genitori abbiano fatto un gesto del genere... Non siamo ricchi.. Non so da chi abbiano preso i soldi...
 
“Grazie....”
“Ti vogliamo Bene”

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Capitolo 9
*** Promise ***


“Cara Angela,
Ti scrivo questa lettera mentre sono a Donington per promuovere il mio nuovo album. Mi trovo in Hotel e il mio manager mi ha appena ricordato che tuo figlio, anzi “nostro” figlio compie diciotto anni e lì in Italia è diventato maggiorenne. Metto nostro tra virgolette perché questo ragazzo io non l’ho mai visto se non in foto e anche perché non ho avuto il coraggio di prenderlo con me a 27 anni, quando poi durante il tour ,che hai continuato a fare con noi, mi hai comunicato di aspettare un figlio da me. Ero un drogato, e amavo esserlo. La mia band era la più esplosiva del mondo in quel periodo e un figlio avrebbe attorniato di scandali e malevoli voci il nome del gruppo, ma soprattutto il mio... Ti chiedo ancora scusa per questo. Adesso che sono un uomo maturo e consapevole di me stesso, posso dire di essere rammaricato, ma sai bene che non posso riconoscere Raffaele perché sarebbe uno scandalo e la mia famiglia non potrebbe sopportarlo, soprattutto in questo periodo nel quale ho litigato un po’ con Perla. Questa chitarra la dono a nostro figlio, perché l’album che ha creato con le sue sole forze, senza neanche una etichetta discografica alle spalle, mi è piaciuto. Spero che gli possa dare una mano.. Spero possa diventare un uomo stimato e colto, e spero che abbia preso da me solo le mani. Cerca di non fargli prendere la strada della droga, è difficile ed orribile.
Ti prometto che se un giorno diventerà un musicista importante, e lo aiuterò in qualche modo, veglierò su di lui, diventandogli amico e facendogli da padre, anche se non direttamente come avrei dovuto fare.
Tantissimi saluti, anche a tuo marito.
Con affetto,
Saul.”

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Capitolo 10
*** Ready to Crush ***


“Raffy ho la febbre... non venire a casa mia per questa settimana... Ci sentiamo telefonicamente. Ti amo.”
 
Queste, le parole che recitano il messaggio che mi ha inviato Federica... Le rispondo che mi va bene, e che spero guarisca presto.
 
“We, nicò dimmi”
“Raffaè, stasera mi puoi accompagnare in discoteca?”
“Ma vaffanculo... Sai benissimo che a me quel posto fa cagare.. Tanto chiasso e ci rifilano sempre lo stesso giro di basso...”
“Bella rima... Ma per favore.. è importante per me... in macchina con noi viene anche Stefania.. Ti pregoooooo...”
“Oh, SI. Basta che la smetti di gridare per telefono, che mi stoni l’orecchio!”
 
Un’ora dopo sono a casa sua e lo guardo mentre si prepara per andare in discoteca con la ragazza che gli piace da non so quanti mesi... Finalmente si è deciso a farsi avanti.
Ormai credevo che si fosse rassegnato a stare da solo e a abbuffarsi di film porno, mentre invece adesso ha una grande opportunità, per avere una bella fidanzata che gli farà capire un po’ come funziona l’anatomia femminile.
Alla guida c’è Nick, che ha già la patente da due anni... Io sono davanti e ai posti dei paseggeri, ci dovrebbe essere solo Stefania. Ma chi mi ritrovo sul sedile dietro il mio?
Ovviamente Francesca.
Quella ragazza è pericolosa, è viziata e di sicuro non si farà tanti scrupoli per ottenere quello che vuole e che non può comprare con i soldi di papino...
 
“Allora Raf, come va con il tuo gruppo?” Mi domanda Stefania
“Abbastanza bene... In questi giorni devo andare con mio fratello e con il resto della band alla sede della Geffen a Roma..”
“Ma non è la stessa etichetta che ha lanciato i guns?”
“Per questo andiamo lì”
“Ho capito...”
 
Mi sorride innocentemente e poi fa l’occhiolino a Francesca credendo di non essere vista.. Ma a cosa minchia servono gli specchietti?
Insieme scherzano un po’ parlando apertamente di sesso e alcol, e non posso fare a meno di notare che qualcosa nel pantalone di Nick vuole partecipare al gioco... Ma dico io.. Ti ecciti solo sentendone parlare? Caro amico... non sei normale.
 
“EHI! Ma cosa cazzo!!!”
“Nick attento!”
 
E un’auto per poco non ci colpiva...
 
“Oh, ma che cazzo fai? Perché sei andato sull’altra corsia? Hai già bevuto?”
“NO! è che... come dirtelo.....”
“Gli ho messo una mano in mezzo alle gambe” Dice semplicemente Stefania
“MA non puoi aspettare di arrivare in discoteca? Lì potrai fargli tutto quello che ti pare! E che cazzo, così moriamo ed io ho alcuni progettino ancora da compiere...”
 
Siamo dentro e tutto rimbomba da pazzi, una bella merda...
Mi vado a sedere al tavolo, e sono seguito dagli altri. 12 euro a testa per prendere un tavolo e per avere una consumazione alcolica... Ma che merda di posto... Io con 12 euro mi compravo una cordiera nuova e mi bevevo pure un bicchiere di Jack. Questi sono ladri, altro che “venditori di divertimento”
Mi siedo un po’ incazzato e Nicola mi prende un po’ da parte
 
“We, ho dimenticato i preservativi.. non è che ce ne hai qualcuno?”
“Tiè ti do il mio, ce n’ho solo uno.. Ma stasera io mi concederò solo al mio bicchiere di jack”
 
In quell’istante Stefania e Francesca si siedono sul divanetto di fronte a noi e a dividerci dalle loro gambe c’è solo un tavolino attaccato al muro che ha spazio per quattro bicchieri contati.
Mentre si siede Francesca mette in mostra le sue gambe nude lunghissime e perfette, adornate di un tatuaggio simile ad un fiore che le sale dal piede fino alla caviglia..
A quanto pare ama il rosso, le sue scarpe sono di quel colore, ma laccate e il rossetto è lo stesso della volta scorsa... Rosso fuoco, che mette in risalto la sua pelle chiara ed i suoi occhi color caffè.
La guardo incantato.. Non posso farci niente è una ragazza stupenda e, ahimè, ha un corpo fantastico e due tette.... Meglio bere, se mi sentisse Fede mi ucciderebbe!
Arriva la cameriera che ci prende le ordinazioni. Io e Nick ci siam presi lo zio Jack, mentre invece le ragazze un “sex on the bech” per le labbra infuocate di Francesca ed un “4 bianchi” per la sottile e arrapata bocca di Stefania.
Due minuti dopo arrivano dei bicchieri enormi, ma dico davvero ENORMI pieni di alcol pronto a bruciarci il fegato.
“Non sono sicuro che le fanciulle reggano!” Dico scherzando
“Ha parlato il grande bevitore” Rispondono in coro
 
Lascio perdere il discorso... Non sanno nulla di me.. Ricordo bene, cioè, qualcosa della mia prima sbronza. Eravamo andati al “jammin festival” e ad accompagnarci c’era mio fratello che era a Venezia per lavoro, e lì il primo a bere fui io e cominciai ad innescare una catena di birre che volavano dappertutto e l’ultima cosa che ricordo, prima del mio risveglio nell’albergo,  è il mio viso sotto al gallone dell’Heineken...
Non oso immaginare cosa abbia potuto fare.
 
“we Raf, noi andiamo a ballare... ci raggiungete?”
“No.. io no..”
“Si...”
Io e Francesca in contemporanea rispondiamo e la coppietta di amici ridendo se ne và nella pista piena di gente..
Lei timidamente si avvicina a me ed io me ne accorgo solo quando le sue mani sono vicino ai miei capelli, visto che stavo bevendo tranquillamente il mio jack.
 
“Sono bellissimi!”
“Grazie....”
“che shampoo usi?”
“sinceramente lo compra mia madre... non saprei dirti...”
 
Piano si avvicina e tiene il mio sguardo occupato nei suoi occhi e i miei sensi sono tesi per cercare di evitare che lei mi baci all’improvviso...
Ma arriva quasi a sfiorarmi ma si tira indietro e appoggia la schiena sul divano e allunga le gambe e maliziosamente le avvicina a me.
Bevo ancora qualche sorso.. Sembra più dolce.. Forse è il fatto di essere così corteggiato da una bella ragazza che mi rende soddisfatto... Non era mai capitato, anche perché quasi da sempre stò con Federica.
Sì, mi rende felice e un sorriso, forse beota, esce dalle mie labbra.
Finisco avidamente il mio drink e mi rilasso un po’...
D’improvviso sento, tutt un po’ più cupo, come se avessi le orecchie tappate... La testa mi gira. Ma cosa mi stà succedendo? Ho bevuto quantità molto superiori di alcol e ho retto bene... Cosa cazzo, sto passando?
Francesca si avvicina avidamente a me, dopo aver chiuso delle tende che avvolgevano l’angolo dove siamo seduti.. Non ci avevo fatto caso..
Si adagia su di me e mi bacia, prima dolcemente poi sempre più forte e prende la mia mano, poggiandola sul suo seno..
Non ha il reggiseno e la sua carne, adesso scoperta è sotto le mie mani, così.. Morbida, delicata... Non riesco ad opporre resistenza... Non riesco nemmeno a parlare, sento la lingua attaccata ai denti, e il palato secco... Cosa cazzo mi ha messo nel bicchiere? E quando?
Non riesco a pensare...
Sento un liquido che va a bagnare il mio pantalone. Ma non sono io.
La guardo negli occhi... Trema, è molto eccitata, ma trema. La vedo molto tesa, e sopra di me la sento molto preoccupata.
Piccola bambina, non sai neanche quello che fai.. Spero che questa non sia la tua prima volta, sarebbe orribile.
Mi blocca le mani dietro la testa senza incontrare resistenza, e facilmente la mia maglia dei Pearl Jam non copre più il mio petto. Sento le sue mani calde e delicate accarezzarmi l’addome, e piano scende e i miei pantaloni si abbassano vertiginosamente. Le sue labbra, così belle morbide, cominciano a lavorare su di me, salendo e scendendo dal mio corpo. Non lo nego, mi piace.
In quel momento il mio pensiero vola verso Federica, che stà a letto, in preda alla febbre...
Cerco di tirarmi su, e Francesca sussulta mentre le chiedo poco chiaramente cosa stesse accadendo.
 
“Shhhh... Per un po’, staremo soli e non preoccuparti, sarà una brava ragazza” La sua voce è sottile e rassicurante...
 
Adesso è lei a spogliarsi, velocemente... E dopo pochi istanti sono dentro di lei, la sento sussultare e vedo qualche goccia rossa scorrermi sulla gamba.. Spero sia qualche schizzo del suo drink caduto dal tavolo.
Si muove con più forza, più voglia e spinge sempre di più. Sono in preda alla goduria... Mai nella mia vita ho provato tanto piacere... è una sensazione stupenda, il suo corpo emozionato, i suoi movimenti furbi ed inesperti... Tutto è come una nuova operazione.
Sento di venire.. Come faccio a fermarla? Mi pare che lei abbia già raggiunto da un po’ la goduria, ma continua ancora a chiedere di più...
 
“Stò.... stò per...”
 
Non riesco a finire la frase, ma lei in qualche modo, avvertita da qualcosa si è alzata e tutto me stesso sul suo corpo.
La sua faccia soddisfatta e impaurita, quella sconvolta di Nicola, quella compiaciuta di Stefania.
La mia prima volta, la prima volta che ho assunto della droga.. Anche se involontariamente.
 
Perdonami. Non sono riuscito ad oppormi ero come paralizzato. Solo il mio pensiero funzionava, ma il mio corpo non rispondeva. Ti prego, perdonami.

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Capitolo 11
*** I postumi ***


4.25
L’ora che segna  l’orologio dell’auto di Nick. Siamo rimasti lì nel parcheggio ad aspettare che la droga finisse di fare effetto.
Mi sono sentito bene, molto bene. Avevo la testa leggera e non pensavo a nulla se non alla piacevole sensazione di ecstasy e piacere che mi veniva data anche dal movimento di Francesca. Lei. Che grande Stronza.
Si è pulita la tetta con la mia maglia, si è vestita, ha preso sottobraccio Stefania che era contrariata ma che non ha potuto opporsi e se ne andata. Non so dove, ma è andata via. Nicola era super incazzato, gli ha chiesto cosa mi avesse dato e lei semplicemente “Un po’ di coca, che vuoi che sia?” .
Io non riuscivo a parlare, Nick era chino su di me e cercava di vestirmi. Io ero nella goduria più completa tra droga e sesso.
Mi sono ripreso adesso e vedo il mio amico giocherellare con il ciondolo a forma di chitarra appeso allo specchietto della macchina.
Credo di sentirmi bene, ma ho freddo, tanto freddo. Lo chiamo e si alza di botto..
 
“Allora? come stai? Mi son cagato addosso tutto il tempo!”
“Bene, credo...”
“C’hai una brutta faccia... Quella stronza ti ha messo della coca nel bicchiere..”
“Sono stato bene.. Mi sentivo leggero anche se senza tante forze...”
“Ma che cazzo dici? Vaffanculo!”
“Davv...”
“Niente da fare, stanotte dormi a casa mia. Andiamo all’appartamento dei miei a Napoli, quello sul mare...”
“Nick...”
“Dì”
“Ho freddo...”
 
Si toglie il giubbotto di pelle e lo mette sul mio corpo, chiude i finestrini e parte.
Minuti interminabili. Passano lenti. L’aria del mare si fa sentire. Riesce a penetrare da quel piccolo spiraglio del finestrino di Nick. Mi piace... Mi sento un po’ meglio.
 
“Su, alzati...”
“Non... non credo di riuscire a salire...”
“Ma sono 4 scalini! Vabbè ho capito...”

Mi solleva di peso e dopo pochi istanti sono sul divano. Mi rilasso..
 
“Ehy Nick...”
“Che c’è?”
“Ti voglio bene...”
 
Risponde dicendo qualcosa, ma il sonno mi prende e mi trascina nell’incoscienza.

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Capitolo 12
*** Paradise city ***


Premessa: Sono davvero felice che vi stiate appassionando a questa storia! Un megasuperextra Grazie va alla cara Lau_McKagan che puntualmente commenta e mi motiva sempre. Un grazie anche alle nuove lettrici come elliehudson e a quelle che mi seguono da un pò come devilrose1982. Grazie anche a chi legge senza commentare.. Spero di non annoiarvi!


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“Coglione, dove sei? Dobbiamo andare alla Geffen!”
“Luì, stò a casa di Nick, quella sul mare...”
“Passiamo di là per fortuna, fatti trovare pronto, altrimenti ti fotti e puoi anche metterti a suonare sulla spiaggia!”
“D’accordo capo!”
 
Me ne ero dimenticato, porco cazzo. Mi infilo la maglia rapidamente, Nicola me l’ha lavata... Grande. Sistemo un po’ i capelli e vado in cucina.
 
“Oh man, io devo andare alla Geffen per la questione contratto. Luigi, mi passa a prendere con gli altri arriveranno tra poco...”
“Ah già, mi son scordato anche io...”
“E che sei una chitarra?”
“Fottiti!”
“Dopo di te, man...”
 
Lo abbraccio forte, e me ne esco. L’aria di mare è straordinaria, riesce a mettermi di ottimo umore, e mi sento più rilassato. Ora che ci penso, la voglia di coca, non mi ha assalito in questi giorni.
Ma cazzo, stò per andare a visionare la proposta di contratto che la Geffen ci ha fatto. La Geffen! Non posso pensarci, il mio sogno si realizza. Tutto come loro, come i miei fottuti idoli. Guns N’ Roses. Quanto pagherei per conoscerli, o per suonare con loro.... Un giorno, ci riuscirò. Fanculo!
Vedo la macchina di gigi, che arriva a tutta velocità. Al posto di guida mio fratello, ovviamente, al lato del passeggero Lello e dietro gli altri..
 
“Ehy, ma dove cazzo mi siedo? “
“Guarda chi stà arrivando!”
 
Sposto lo sguardo verso la strada che porta alla villa di Nick e vedo comparire una familiare auto blu. La mia dolce Federica scende dall’auto e mi chiama... Io corro da lei, e la bacio con foga, desiderio.. Bramo le sue labbra da non so quanto tempo e finalmente ho riavuto quello che desidero. I suoi occhi. Un’espressione che mi rende felice, la bellezza del suo sorriso che mi invade l’anima.. D’un tratto, ved Francesca dentro di me, sento il suo corpo contro il mio, i suoi gemiti, la sua forza contro la mia debolezza. Cazzo, come faccio a dirglielo? Ma soprattutto, devo farlo? Si, ma che domande. Se lo merita, mi ha dato tutta se stessa e io non voglio che lei venga a scoprire da bocche sconosciute questo fottutissimo avvenimento.
 
“Non sai da quanto ti desidero..”
“Adesso sono qui, ma dobbiamo partire.. Abbiamo appuntamento alle 15.00 e sono già le 10.. Ci vogliono due ore...”
“Andiamo honey”
 
Non so come devo fare.. meglio parlarle stasera, in albergo. Staremo da soli e lì potrà anche uccidermi e farmi rimanere con un coltello nella trachea. Anche se non me lo merito. No Cazzo! non è colpa mia! Tutta colpa di quella fottuta stronza, che si doveva innamorare di me e che doveva scoparsi me per la sua prima volta. Ma vaffanculo. Nessuno mi ha mai fatto il filo. Per conquistare la mia Fede, c’è voluto l’aiuto di Jimi Hendrix che sta lassù.
Metto un vecchio disco degli Stones nello stereo e mi godo chiudendo gli occhi di queste note solenni...
 
I can get no, Satisfaction...
 
Il palazzone della Geffen è enorme, una struttura che  cattura l’attenzione. Un grattacielo di una ventina di piani, con l’insegna stile Gibson che luminosa si fa vedere. Entriamo, è pieno di gente che corre a destra e a manca, e non posso non notare certi tipi che mi ricordano un po’ i Guns. Sballati, senza un cazzo di ritegno e piani di capelli. Insomma, delle pure e fottute rock star. Chissà se faranno carriera.
Vado alla reception e una ragazza dai profondi occhi neri, mi dice che devo salire fino all’ultimo piano, anche se con l’ascensore, perché l’uomo con cui ho appuntamento ha ufficio lì.
Beh, abbiamo preso appuntamento con la persona che gestisce i contratti, e che decide se firmare o meno. Erik Geffen. No, non è né il figlio né il nipote di ‘quel’ Geffen, ma ha preso il nome della ditta. Almeno così mi è stato riferito.
 
“Cazzo che bello! Finalmente...” Clark con il suo sorrisone e la chioma bionda... Quanto mi ricorda un certo Steven Adler...
“Ralph, ci siamo quasi... Speriamo che questi rottinculo facciano le persone serie..” Ormai Tony ha completamente abbandonato la sua immagine di uomo maturo e perbene che si addice ai suoi 32 anni.
“Hey Tony, mi ricordi McKagan dei Guns!”
“Uh? ma quello è alto due metri io sono 1.75!”
“Beh, avete lo stesso modo di fare, e poi suonate il basso... quindi..”
“Mah, come ti pare!”
 
Lello è silenzioso, non dice una parola. Beh, dopotutto è da sempre che sogna di firmare per una major e adesso finalmente può coronare il suo grande e fottuto sogno. Ormai che siamo in tema, secondo me assomiglia a quel gran furbastro di Stradlin... Sempre zitto, poi quando arriva il suo momento ha sangue freddo ed è sicuro di se... Andando ad esclusione e visto che sono la prima donna di questo gruppo, io mi reputo lo ‘Slash’ della situazione. Hey! è pur sempre il mio idolo!
L’ascensore si ferma e si apre, in modo silenzioso. Stringo la mano a Federica, che si gira verso di me, mi bacia e mi sussurra parole di incoraggiamento all’orecchio. Come farei senza di lei?
 
“Avanti, prego!” la squillante e sicura voce di Erik, risponde alla nostra richiesta di entrare
“Salve... Siamo i Thanks for the memories...”
“Accomodatevi..”
“Buona sera signor Geffen, sono l’avvocato dei ragazzi e son venuto per analizzare il contratto che intendete offrire ai miei assistiti.” Beh, che dire... Luigi è un avvocato con le palle.
“Non così di fretta.. Signor?”
“Mi chiami semplicemente per nome... Luigi”
“D’accordo Luigi, ci diamo del tu... ok?”
“Nessun problema!”
“Allora...” Inizia ad prendere delle scartoffie tra le tante pile di carte che ha sulla piccola scrivana di fianco a lui.
“Oh, si... Questa è arrivata stamattina.. Ha fatto una via dalla sede centrale.”
“Sede centrale? Ma non è questa?”
“Certo che no, caro ragazzo.. Questa è la prima subordinata in Italia, la centrale stà nella città degli angeli.” Lo dice con una noncuranza che fa invidia... Non sa quanto per noi sia incredibile ascoltare quel nome.
“Stai parlando di.....” Lello comincia a parlare
“Los Angeles?!” in coro il resto de gruppo compreso Fede, grida questo nome.
“Si, si.. Ma non gridate.. Sembrate dei bambini su di una giostra!”
 
Beh, in effetti è vero... Io bacio come un dannato Federica, Clark saltella dalla gioia da un angolo all’altro dell’ufficio.. Tony Abbraccia un Lello con le lacrime agli occhi...
Porca puttana! Quest’uomo non poteva dire di meglio nella sua vita. Ha fatto contento 7 persone con due parole. No, aspetta forse 6.
 
“Luì, che c’è?”
“leggi, caro il mio chitarrista...”
 
Salve a voi Thanks For The Memories. Avete un bel nome di merda, ma quel demo che ci è stato fatto ascoltare è davvero una bomba. Qui alla sede centrale lavora ancora Tom Zutaut, che mi ha invitato a chiamarvi a Los Angeles per discutere di questioni contrattuali. Anche se di contratto è presto per parlare le intenzioni ci sono. Ma dovete mostrare di avere le palle, e in America non è come in Italia. La concorrenza è di tutt’altro livello. Vi vorremmo incontrare. Avete un volo prenotato per la settimana prossima. Sarete in prima classe e pagheremo tutto noi, compreso l’alloggio ed il viaggio di ritorno, nel caso ce ne fosse bisogno. Se credete di avere le qualità per convincerci a firmare quel pezzo di carta, portatevi fidanzate, strumenti e valigie.
A presto,
Geffen Records.
 
“Oh cazzo”

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Capitolo 13
*** Give Me My Angel ***


Andammo tutti a fare un giro per la città. La nostra capitale è bella, si possono vedere tante cose. Entrammo in molto negozi di strumenti musicali, ma nessuno di noi ha i soldi per comprare uno strumento nuovo... Però tutti abbiamo comprato plettri, corde e bacchette nuove, per festeggiare la notizia della partenza per Los Angeles. Ci abbiamo messo un po’ per decidere, a causa di Gigi che non vede di buon occhio questa cosa. Pensa che sarà una missione troppo difficile, tra le tante distrazioni che possono esserci lì, non è convinto che noi riusciamo a realizzare buona musica e a concentrarci sul nostro obiettivo. Non ha tutti i torti, a Paradise è più facile assumere droghe varie, è più facile trovare tante ragazze, e ciò, almeno per me, non è un bene. Ma sono fiducioso, dobbiamo provarci... Tentare tutto ciò che ci è possibile... Siamo grandi, siamo dei fottuti musicisti. E concedetemelo, i migliori!
Al diavolo l’umiltà, cacciamo la testa fuori dal sacco e cominciamo a gridare la nostra opinione a questo cazzo di mondo!
 
“Hey, vogliamo andare in hotel? Mi fanno male le gambe” Federica si accoccola vicino a me, mentre lo dice
“Si, è una buona idea.... Ragazzi! Andiamo in Hotel!
“D’accordo!” rispondono in coro
 
Siamo in camera da soli... Il pensiero di doverle dire quello che è successo m’ impaurisce. Non so che fare, e non so come potrebbe reagire una volta appreso il fatto.
Si infila il pigiama, io sto in mutande, dormo così. Si sistema di fianco a me, e mi abbraccia. Le bacio i capelli, che profumano di buono.
 
“Piccola....” comincio titubante
“Cosa c’è?”
“Ho qualcosa da dirti”
“e allora parla” Alza la testa e sorride.. Quanto sei bella...
“Quando sono andato in discoteca con Nick, è venuta anche Francesca insieme a Stefania...”
“E quindi?”
“e quindi mi ha drogato... mi ha messo della coca nel bicchiere”
“COSA!? Ma che cazzo ha fatto quella stronza!? Come stai! Cazzo, cazzo, CAZZO!” comincia ad agitarsi, si è alzata in piedi, comincia a girare per la stanza
“Calmati, non è questo il problema, la droga non mi ha creato nessun problema...”
“E allora che cazzo è successo?!”
“ è successo che ho fatto sesso con Francesca”
 
Il suo sguardo diventa un misto fra stupore, rabbia e tristezza
 
“c...cosa... cosa hai fatto?” La sua voce adesso è più fievole e bassa, rotta da qualcosa che sembra un pianto
“La droga mi ha tolto le forze, non riuscivo più a muovermi, riuscivo solo a pensare e non ho potuto fare nulla... Nick era a ballare con Stefania, che si è rivelata complice... Credimi, ero in preda all’ecstasy, non avevo forze... nulla...”

La guardo. Sembra essere da qualche altra parte... Qualcosa mi dice che alla città degli angeli ci andrò da solo.. Senza il mio angelo, il mio angelo preferito, quello che voglio da sempre. L’angelo che mi è stato mandato dal cielo. No, Jimi, non te la riprendere, ho bisogno di lei...
 
“Vattene...” La sue voce ormai è impercettibile e il suo viso è rigato dalle lacrime.
“Ma... io.. non potevo fare niente!”
“Vattene, ti prego.”
 
Si gira e mi da le spalle, sia avvia verso la porta e la apre.
 
“Dormi da Clark...”
 
Mi avvicino a lei e le sussurro una frase all’orecchio, lei mi guarda e il suo sguardo è supplichevole, triste, ferito... Quanto vorrei che non fosse mai accaduto.
Esco dalla stanza e lei sbatte la porta. La sento piangere.
Mi odio a morte, hai già sofferto tanto e adesso anche questo.
L’aria calda mi stanca, non riesco a respirare bene e mi fiondo nel primo bara aperto.. Sono solo le 11, è presto per chiudere.
Entro, è poco affollato.
 
“Cosa ti do?”
“Jack Daniel’s”
“Subito!”
 
E bevo. Il liquido che mi infiamma la gola per poi inebriarmi il cervello. Si, affondo la mia tristezza nel mare del vecchio jack. Ormai è un capitano esperto, ha trasportato tante anime in pena sulla sua barca, se salgo anche io non posso che dare un piacere.
Due, tre, quattro. Il barista riempie il mio bicchiere ogni volta che lo svuoto.
 
“Che ore sono?”
“ La mezza.. e non dovremmo chiudere...”
“Dammene un altro.. poi me ne vado”
“Tu ci muori con questa roba...”
 
Lancio i soldi sul bancone facendone cadere alcuni, lo sento imprecare, ma sono troppo stanco per litigare con qualcuno. Sono stanco fisicamente e la mia mente mi manda affanculo ogni secondo sempre di più.. Giro l’angolo e comincio a vomitare anche il cuore e la coscienza. Vorrei poterlo fare davvero. Comincio così a piangere, appoggiandomi al muro. Mi vergogno di me stesso...
Ho sonno, e credo di non saper tornare all’hotel. Dormirò qui. Senza di te. Forse per sempre.
Mentre mi accascio vicino al cassonetto, sento chiamare il mio nome. Sembra la voce di Lello.
Poi me lo ritrovo addosso, insieme a lui c’è anche Clark.
 
“Ma che cazzo hai fatto!? Puzzi di vomito e di alcool!”
“E secondo te cosa avrebbe fatto?” Lello risponde sarcastico
“Prendiamolo e portiamolo all’hotel”
“Ralph stasera dorme con te”
“Ma.. sta con Fede..”
“No, niente storie dorme da te.. Vuoi che la sua ragazza lo veda in questo stato?”
“Hai ragione... Su, muoviamoci...”
 
 
The wise man said just raise your hand 
And reach out for the spell 
Find the door to the promised land 
Just believe in yourself 
Hear this voice from deep inside 
It's the call of your heart 
Close your eyes and your will find 
The way out of the dark…

 
“Give me my Angel”
“Che cazzo ha detto?”
“Nulla Clark, continua a camminare…”

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Capitolo 14
*** I Lost You? ***


“Fede?”
 
Mi giro nel letto e sento solo il sereno russare di Clark, che mi respira in faccia. Ehi, non sono nella mia stanza! Mi alzo di scatto e sento un capogiro incredibile.. Mi viene da vomitare, prendo il cestino vicino alla scrivania e ci lascio dentro anche l’anima. Comincio a ricordare qualcosa.. Le lacrime sul suo viso, il barista che impreca... Niente più. Corro nella stanza dove dovrei esserci stato io con la mia piccola dea. Entro senza bussare, la porta è aperta.
 
“Desidera?”
“Qui, non dovrebbe esserci una ragazza? La prenotazione è a nome ‘Stone’...”
“Si, la ragazza è andata via presto, non ha lasciato detto niente, solo questo biglietto.. lei è?”
“Ehm, Raffaele..”
“Allora questo è per lei...”
“Grazie...”
 
Esco dalla stanza e ritorno in quella di Claudio. Leggo il biglietto..
 
Hey, torno a Napoli. Non mi cercare, mi faccio viva io.
Un bacio. Fede.
 
“CAZZO!” Urlo sbattendo la porta
“Uh? O, ma che cazzo succede!?” Un Clark sconvolto e svegliato di soprassalto dalla mia voce, si incazza
“Scusami... Tiè leggi qua!” gli lancio il biglietto, che gli va in faccia..
“Riflessi ancora sul cuscino?”
“Fottiti.. Beh, bella merda!” Si alza e se ne va nel bagno grattandosi le chiappe.
“Bell’amico del cazzo!” Gli grido
 
Nessuna risposta. Secondo me si è addormentato sotto la doccia.
E adesso? Adesso cosa faccio? Lei è la mia fonte di ispirazione, l’unica cosa bella insieme alla mia ‘Pauline’.. beh si anche io ho dato un nome alla mia chitarra, anzi a quella che prima era di Slash, mentre adesso è mia.. Che bella!
Ma tutto questo senza di lei non conta nulla. Senza i suoi abbracci, le sue carezze, i baci. I sospiri, i gemiti, il profumo... Non posso stare senza di lei, ed il solo pensiero che lei possa essere toccata da un altro mi fa incazzare sempre di più... E se per vendetta dovesse andare con qualche sconosciuto? Non potrei mai sopportarlo. Lo ucciderei impiccandolo con il ‘Mi basso’ della chitarra!
 
“Vaffanculo...” Sussurro sottovoce, mentre mi infilo nella doccia lasciata libera dal biondo.
 
Siamo tutti nella hall.. Tutti tranne uno...
 
“Ralph, ti stai crogiolando nella disperazione.. che cazzo c’hai?”
“Tony, evitiamo... poi ti spiego” Lello risponde al posto mio... Mi sa che è a conoscenza di qualcosa...
“Guardate quanta roba da mangiare c’è qui!”
“Clark tu pensi sempre a mangiare e a scopare!”
“Tò ti sei scordato della cosa più importante...”
“Ossia?”
“La musica, Antò, la musica...” Rispondo io, mesto, con il coltello tra le mani, mentre mi inburro una fetta di pane.
“Bravo Ralph!” Risponde soddisfatto Clark
 
Sono contento di avere degli amici come loro. Cioè amici veri. Persone che non tradiscono o pugnalano alle spalle. Mi ricordo del viaggio con la scuola... In classe tutti quanti erano amici miei, nessuno mi rompeva le palle, ridevano e scherzavano con me. Poi quando si doveva decidere per la sistemazione nelle camere, tutti che dicevano “No! Io con lui non ci voglio stare!” ... io risposi “Andatevene a fare in culo, stronzi! Se mi odiate parlate in faccia e non fate i doppiogiochisti!”
Ovviamente nessuno parlò... Mi misero in una camera singola, chiesta da me esplicitamente. Anche perché Nick era malato e non poteva venire. Alla fine Federica ci raggiunse con l’auto, visto che lavorava in Umbria per quella settimana e riuscì ad entrare nell’hotel e quella sera la passammo insieme, stretti l’uno all’altra. Quando andai nella sala per la colazione, tutti a schiattare di invidia vedendomi con Federica sottobraccio.. Fanculo.
Federica... Quanto ti vorrei qui con me..
 
“Ralph?! ... Ralph?!... RALPH!!!”
“Oh, che c’è?”
“Cazzo ti sei incantato!”
“Eh, c’ho i cazzi miei.. non li posso avere?”
“Man, calmati, ok!”
 
Ci mettemmo in macchina. Federica aveva lasciato lì la sua berlina blu. Lello venne con me mentre Clark e Tony con Luigi.
 
“Cosa sai?”
“Riguardo a cosa?”
“Non fare il coglione, Maestro...” Mettendo un'enfasi sarcastica sul suo titolo
“Ralph... Fede mi ha detto tutto.. Si è sfogata, ha pianto tanto, e non me la sentivo di lasciarla da sola... poi mi ha detto che tu eri uscito e dopo aver preso Clark son venuto a cercarti e ti abbiamo recuperato vicino ad un cassonetto a vomitare, completamente sbronzo.”
“Bello....”
“Non fare il fottuto geloso!”
“Io geloso? Stradlin’, fanculo!”
“Come scusa?”
“Nada, lascia stà...”
“Stradlin’ eh? Guarda che io sono il tuo maestro, in teoria ed in pratica, sono più bravo di te!”
 
Per tutta risposta alzo il volume dello stereo che riproduce Target, il pezzo del nostro album. In quel pezzo la mia chitarra plana, un bell’assolo davvero.
Arrivammo a casa verso le tredici e andammo a mangiare tutti al ristorante del papà di Clark, Pasquale.

“Ciao papà! Ho delle belle notizie!”
“Ah, si? e sarebbero?”
“Andiamo a Los Angeles, sotto richiesta scritta della Geffen.. la settimana prossima!”
“Ma invece di aiutarmi a lavorare!”
 
E se ne va in cucina borbottando tra se... Forse orgoglioso per quello che il figlio ha fatto, o magari con un pizzico di invidia....
Entrai in casa mia nel tardo pomeriggio, verso le diciotto, ero da solo. Andai al computer e speravo, invano, che Fede mi avesse lasciato qualche messaggio nella posta.
Mi butto sul letto e prendo la mia cara chitarra acustica... Comincio a strimpellare qualcosa...
 
You send me away...
But you don’t understand that is madness
You’ve destroy my heart
you don’t want my love
I’ll take my guitar…
 
“Cazzo, questa roba è buona!”
 
Comincio a scribacchiare sullo spartito la musica e su di un altro foglio il testo... Grande!
Ringrazio molto la mia professoressa di musica delle medie, la signorina Russo. Quanto era bona. Me ne innamorai! Forse per questo andavo bene nella sua materia... Mi prese con le buone maniere ed ogni volta che facevo i compiti bene mi dava un bacio sulla guancia... Mi vien da ridere... Ricordo ancora i pomeriggi passati ad imparare a scrivere le note, a riportarle sullo spartito e poi portarle sulla chitarra... Tutto per un misero e fottuto bacio sulla guancia... Con tutto l’impegno che ci mettevo e tutto il tempo impiegato a studiare come minimo mi meritavo una notte di fuoco!
Guardo l’ora, si son fatte le venti...
 
“Merda! Devo andare da nonna!”

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Il Testo è davvero mio, l'ho scritto in un contesto diverso. Ma questa che ho scritto è solo una strofa =D Spero vi sia piaciuto!

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Capitolo 15
*** Help To Realize A Dream ***


Oggi, ho fatto il bis... Se è il primo capitolo che leggete oggi, fate un passo indietro! Buona Lettura!
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“Ciao Angel!
Sono appena tornato a casa, dopo il tour che ho fatto per il disco... Mi avrebbe fatto piacere se fossi venuta al concerto di Milano, ti avrei dato un pass per il backstage, magari anche a nostro figlio... Come ben saprai, la Geffen vuole metterlo sotto contratto. Ho parlato con Zutaut e gli ho detto di farlo venire qui a LA con la sua band. Ti ho promesso che lo aiuterò e che veglierò su di lui, giusto? Intendo mantenere il mio impegno, questa volta. Sono davvero molto ansioso di vederlo... Spero che lui non rifiuterà la mia compagnia.. Ma da come me l’hai raccontato, sono certo che accetterà volentieri qualche consiglio da parte mia.
Ehi, ti ricordi quando andammo insieme sulla ruota panoramica in Argentina? Il concerto fu una bomba, e quella serata passata con te è stata una di quelle che non si dimenticano. Grazie per quello che hai fatto per me, cercando di rendermi un uomo migliore.. Ultimamente ho fatto un giro lì ed è stato bello ricordare.
Adesso ti saluto, Perla ha bisogno di me per mettere a letto Cash e London.
Ti voglio bene! Slash”

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Capitolo 16
*** I Think About You ***


“E quindi te ne vai in America...”
 
La voce di mio padre mi prende alla sprovvista mentre mi preparo la valigia
 
“Si... Finalmente..”
“Alla fine i tuoi sogni si stanno realizzando...”
“Anche grazie a te... Mi hai aiutato qualche volta con la retta per il maestro, mi hai comprato quella Chitarra appartenuta a Slash... Grazie...”
 
Ci abbracciamo ed è difficile sia per me che per lui, trattenere le lacrime... Ha due figli, e tutti e due adesso se ne vanno di casa. Almeno la mamma rimane con lui.
Mi da una mano a sistemare le ultime cose e dopo averlo salutato esco per incontrarmi con gli altri. Oggi abbiamo le ultime prove in Italia.. Almeno speriamo...
Mi accendo una sigaretta e cammino lentamente con la chitarra sulle spalle, uno sguardo disgustato mi passa di fianco, una ragazza ammiccante invece mi sorride... Oh, quanto mi sento fottutamente solo.. Una settimana senza alcuna notizia. Dove cazzo stai?
Apro la porta del garage di Lello, dove noi proviamo quando la sala non è disponibile.
Credo che debba raccontarvi degli esami di stato che ho sostenuto questa settimana.
Eh, mi hanno ammesso per fortuna e ho fatto tutte le prove, con la massima concentrazione. Negli scritti non ho avuto alcun problema, perché il compito di matematica me l’ha passato Nick, quello di italiano e di inglese l’ho fatto da solo... Il risultato è stato migliore del previsto.. Ventidue/Trentesimi. Buono direi. Agli orali è stata tutt’altra cosa...
 
“Allora Raffaè, da cosa vuoi cominciare?” Per fortuna che il presidente di commissione è il prof di biologia.
“Storia?”
“Vai pure...”
 
Dopo pochi minuti di spiegazione, a tratti arrancata, mi bloccano e passo a biologia. Qualche piccolo accenno al sistema circolatorio e vado avanti con Inglese... Tutto liscio. Alla fine un esame di 15 minuti e vado via. Una tensione da paura, la mia maglia dei Floyd aveva una specie di lago sotto le ascelle...
Dopo tre giorni sono usciti i quadri. Settanta/Centesimi. Beh cazzo, Ottimo direi! Io mi aspettavo il minimo, invece me la sono cavata anche troppo bene!
 
Li trovo tutti lì, a suonare in modo impeccabile. Cioè Lello è un maestro con i contro coglioni, suona di tutto con la sua sei corde. Tony.. beh cosa c’è da dire? Suona da venti anni, potete immaginare e Clark è proprio la fotocopia di Adler. Gli stessi capelli, lo stesso modo di fare e lo stesso modo di suonare. Pulito e fottutamente Rock ‘N’ Roll.
 
“Finalmente!” grida il biondo
“Ehi, siete voi che vi anticipate!”
“Su, muoviti!”
“Ah, ragazzi... Ho composto qualcosa... Volete ascoltare?” Spiego mentre sistemo la chitarra
“E che cazzo lo chiedi a fare?”
 
Dopo aver fatto ascoltare il pezzo, tentando anche di cantare, mi fermo e chiedo il parere...
“Beh, il pezzo fila. Bisogna sistemare le strofe, hanno una metrica troppo diversa.. va a finire che esco fuori tono...” Dice Lello...
Tony poi interviene dicendo “ Sono d’accordo con Lello, può funzionare... La ritmica è solida anche se c’è bisogno di un inciso un po’ più rock, secondo me...”
“Su questo possiamo lavorare!” Clark si esprime, dicendo la sua.
“Ragazzi, a lavoro!”
 
Lavoriamo così, riposandoci tra un una canzone ed un’altra. Lello ed io abbiamo risistemato il pezzo e l’inciso, mettendoci un’introduzione di batteria, nella seconda parte, molto Heavy, che spezza i toni soffusi e pacati della prima parte. Entrano così anche le chitarre distorte e l’acustica scopare per ritornare solo nell’Outro, dove c’è un’assolo di chitarra acustica e basso. Una cosa fatta bene. Quattro ore di lavoro ma alla fine abbiamo un  pezzo nuovo da portare a Paradise City.
 
“Ragà, ci becchiamo domani all’aeroporto. Non fate tardi, l’appuntamento è al check-in alle 8.00!” Lello si raccomanda
“D’accordo!” Mi defilo velocemente, voglio tornare a casa...
 
Guardo il cellulare. Nulla, non squilla e non mi è arrivato nessun messaggio. Vaffanculo.
“VAFFANCULOOO!” Lancio il cellulare a terra che si distrugge, in mille piccoli pezzi.
“Che coglione che sono... Speriamo che la scheda non si è rotta..”
No, per fortuna la scheda è rimasta viva, così come la batteria che sembra intatta...
Entro in un negozio di telefonia e trovo un cellulare a 30 euro... Sono gli ultimi soldi..
 
“Ehm,  Salve.. Vorrei comprare quel telefonino di 30 euro...”
“Certo! Che colore lo desidera?”
“mmm.. Nero..”
“Lo vado a prendere subito..” Si allontana. Una bella donna, sulla trentina, credo. Il suo sedere si nota subito nella gonna stretta e scura, e le sue gambe slanciate dai tacchi neri, mi attirano.. Sono due settimane che non cedo l’ombra di una scopata... MA CHE CAZZO STO DICENDO?
 
“Ecco...” Mi sorride, cortesemente..
 
Le porgo i soldi e lei mette la scatola in una busta rossa. Rossa come le sue labbra carnose e delicate. Rossa come il colore dei suoi capelli, e della sua maglia scollata.
 
“Hey, ti sei incantato?” Si mette una mano sul petto, a coprire la scollatura
“Oh, scusami.. Stavo pensando..”
“Si, a come scoparmi!”
“Eh?”
“Guarda che si vede...”
“Ma cos...”
Lei mi indica i pantaloni, ed è evidente che qualcuno ha voglia di giocare a farmi fare figure di merda.
“Scusami.. è che ho litigato con la mia fidanzata e non vedo una donna da due settimane...”
“Non c’è problema... Almeno non sei uno dei soliti maniaci che passano da queste parti...”
Si rilassa e toglie la mano appoggiandola al fianco.
Vaffanculo, è lei che mi ha mandato a cagare. Non posso vendicarmi? Dopotutto io non potevo farci nulla se Francesca mi aveva drogato, se deve arrabbiarsi, lo faccia almeno per qualcosa di serio!
 
“Senti.... Che ne” ..non mi fa finire di parlare
“Vieni dietro, c’è il deposito che è bello grande”
 
Mi prende per mano e in pochi istanti mi ritrovo con le spalle contro il muro. Un muro freddo, come la mia anima è in questo momento. Ci baciamo ardentemente, con foga. Le alzo la gonna e le abbasso le mutandine che finiscono vicino a qualche scaffale... Le mie mani sono dentro di lei. La sento sussultare e le sue labbra pressano di più sulle mie. Fremendo mi slaccio i pantaloni e lei mi prende tra le mani, masturbandomi e piano le sue labbra scendono fino al punto clou. Comincio a godere, sempre di più... Momenti di goduria che mi mancavano... Lei si alza e la prendo imbraccio, quasi entro in lei, ma all’improvviso una voce la chiama.
 
“Cazzo, mio marito!”
“Scusa?!”
“EH, ho chiuso il negozio a chiave, solo lui ha una copia!”
“Merda!”
“Muoviti a vestirti! Io comincio ad andare di la e cerco di portarlo nella sala per il caffè!”
“ SI, fai presto!”
 
Si sistema i capelli alla bene e meglio e si abbassa la gonna. Corre di là e saluta suo marito. Cominciano a parlare. Io sono pronto.
 
“Cazzo...”
 
Prendo le sue mutandine da terra a me le metto nella tasca posteriore del jeans. Mi sporgo dalla porta, tenendo ben nascosti i miei cespugliosi capelli.
 
“Posso farti un caffè, amore?”
“Si dai, ne ho bisogno.. Sono stanco morto..”
“Vieni..”
 
Mi guarda e mi fa segno con la mano di uscire.. Io colgo al volo l’occasione e esco dal negozio. Ma ha delle fottutissime campanelle all’entrata e faccio un rumore bestiale. Il Marito della tipa, si gira e sorridente esce dalla saletta. Io son costretto a far finta di essere entrato.
 
“Desidera?”
“Volevo un’informazione..”
“Dica pure!”
“Quanto mi verrebbe a costare una nuova scheda?”
“all’incirca 8 euro..”
“Posso tenere però il mio vecchio numero?”
“Sicuramente!”
“Bene! Passo domani in mattinata!”
“La aspetto!”
“arrivederci!”
 
Esco dal negozio e mi calmo, continuando a camminare per la mia strada... Mi metto le mani in tasca e con mia amara scoperta, sento le mutandine della ragazza che fanno capolino fuori dalla tasca.
 
“Amore, quel ragazzo aveva delle mutandine in tasca!”
“Davvero!?” La ragazza porta le mani all’inguine con finta casualità
“Non ti direi balle..”
“Ma guarda i giovani d’oggi.. Sesso Libero, e si portano le mutandine delle fidanzate in tasca!
 
Pericolo Scampato. Beh sono contento che sia venuto quel tipo nel negozio. Almeno non ho tradito Federica, volontariamente. SI, mi ha fatto un pompino. Ma nulla di che. Chi glielo dice?
Torno a casa e mangio qualcosa. Saluto mia madre e mio padre a vado a letto. Ovviamente non prima di aver controllato la posta. Zero.
Mi corico sul letto, coperto solo da un lenzuolo. Comincio a pensare. A pensare a te. Sempre e solo a te.
Piano il mio pensare diventa più leggero e il sonno prende possesso del mio corpo.
 
I think about you
Honey all the time
my heart says yes
I think about you
Deep inside I love you best
I think about you
You know you're the one I want
I think about you
Darlin' you're the only one
I think about you...

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Capitolo 17
*** Hand on Heart ***


Chiedo scusa per non aver postato nulla in questi giorni... Sono partito per un viaggio e sono tornato solo ieri sera... Buona lettura!

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La sveglia suona, forse non per la prima volta. La prendo tra le mani. Le 7.30.
 
“Cazzo!”
 
Comincio a vestirmi in tutta fretta e mi sciacquo giusto la faccia. Faccio tardi!
Per fortuna che le valigie le ho già preparate ieri sera, altrimenti sarebbe stata la fine. In ritardo il giorno del volo per la realizzazione dei miei sogni...
Nicola mi chiama al cellulare
 
“Oh, sto giù da 10 minuti, quando ti muovi?”
“We scusa, mo scendo!”
“Eh, fai presto, altrimenti il volo lo perdi!”
 
Afferro la mia chitarra e la metto in spalla, prendo le valigie e dopo aver salutato i miei doverosamente scendo le scale con il cuore che mi batte a mille. Il pensiero dell’America mi invade tutta l’anima. Chissà cosa accadrà, come finirà questa fottuta storia. Ho solo diciotto anni, posso fare e dare tanto. Ma se dovessi litigare con qualcuno della band? Se dovessi fare qualche minchiata? Fare la fine di Adler?
Non posso permettermi queste cose. Devo essere sempre al massimo per fare ciò che devo.
 
“Finalmente! Forza muoviamoci!”
“Corri!”
“Mica posso entrare nelle altre macchine? Mi pare che tu abbia fatto tardi!”
“Cazzo sono le otto meno dieci! Traffico fottuto!”
 
Comincio ad intravedere l’aeroporto e sono già le otto. A quest’ora dovrei essere lì. Mi frugo nelle tasche in cerca del biglietto e non lo trovo.
 
“Merda!”
“Che c’è?”
“Non trovo quello strafottutissimo biglietto!”
“Minchione ce l’ho io.. Me l’hai dato tu ieri, per paura di dimenticarlo”
“Ah.... Dammelo”
 
Me lo porge e vado a vedere l’orario.
 
“Ehi, ma il volo è alle nove e quindici!”
“Lello ha previsto il tuo ritardo e ha dato l’appuntamento prima. Ha fatto bene!”
“Vaffanculo!”
“Coglione almeno non sei in ritardo per il volo.”
“Ma adesso Lello mi sfotterà per tutto il viaggio e sono nove fottutissime ore di volo!”
 
Arrivammo all’aeroporto alle otto ed un quarto. Ad aspettarmi c’erano già tutti, relativamente assonnati. Ci salutammo e chiarimmo il fatto del’appuntamento con qualche ‘Fottuto coglione’ ed un ‘Meglio di aver fatto tardi’.
Attendemmo l’ora del volo e nell’attesa ci mettemmo a suonare il pezzo nuovo con le chitarre acustiche ed il bongo di Clark. Dopo un po’ attorno alla nostra panchina si erano raccolte diverse persone e poiché avevo rimasto a terra il fodero della chitarra mi lasciavano delle monetine. Io volevo protestare ma Lello mi aveva fermato sorridendomi. Nei quarantacinque minuti che precedevano le nove suonammo solo quel pezzo improvvisando delle ritmiche diverse e lasciando spazio agli assoli talvolta miei talvolta di Lello e ovviamente anche di Clark. Tony invece suonava la sua chitarra accompagnando solo e ogni tanto aiutava Lello a cantare.
Ogni tanto Nick cercava di applaudire credendo che il pezzo finisse, alla fine sembrava solo un fan un po’ stralunato.
Dopo aver sistemato gli strumenti ed esserci beccati un bel po’ di applausi ci dirigemmo verso il check-in.
 
“Raf... Non ci potremmo sentire telefonicamente perché spenderemmo una cifra e quindi è meglio evitare. Prenditi questo...”
Nick mi porge così il suo portatile e me lo affida..
“Man, ma tu come fai poi?”
“Ieri mi è arrivato quello fisso... Non preoccuparti e poi in America c’è la rete Wi-fi aperta a tutti, ti connetti lì e stai apposto...”
“Grazie...”
“Ti verrò a trovare qualche volta...”
 
Un lungo ed affettuoso abbraccio prima di dividerci per non so quanto tempo. Il mio migliore amico rimane in Italia ed io vado a realizzare i miei sogno in America lontano da lui. In bocca al lupo Nick. Spero che vada bene ad entrambi.
Giusto per chiarire, Nick vorrebbe diventare medico. Infatti ha già fatto richiesta di iscrizione al corso di medicina e chirurgia dell’università di Pisa, deve presentarsi lì tra qualche settimana per fare il test d’ingresso.
 
“Biglietto, grazie”
“Tenga...”
“Ok, quel corridoio. In fondo ci sarà una collega che la farà salire sull’aereo.
“Arrivederci!”
 
Mi avvio così lungo il corridoio indicatomi e proseguo poi fino all’aereo accompagnato da una signorina sorridente, in divisa nera. Mi siedo in prima classe insieme agli altri e ci sistemiamo vicini.
 “Io voglio stare vicino al finestrino!” Implora Claudio
“Allora mettiti vicino a Lello che ti accontenta” gli dico io.
 
Io sono seduto vicino a Tony, ovviamente vicino al finestrino. Voglio godermi il panorama dell’oceano sotto di me.
 
Verso le dieci americane (le diciotto italiane) una Hostess ci sveglia. Cazzo, quale panorama e panorama? Ho dormito tutto il tempo!
Si vede distintamente l’aeroporto di Los Angeles con una bella e luminosa scritta “Welcome” ed una scritta, sullo stesso cartellone, ma in vernice nera “to the jungle”. Sorrido. Benvenuti nella giungla. Ci siamo.
 
“oh merda, merda, merda!!”
“Cazzo Clark, calmati! Sembri una checca in preda agli ormoni!”
“Fanculo Stone!”
“E da quando mi chiami con il mio nome d’arte!?, mister Clark Sorin..”
“Da oggi! Visto che siamo in America dimentichiamo in nostri fottuti e noiosi nomi Italiani e cominciamo a dare qualche calcio in culo!”
“Ma noi non abbiamo nomi d’arte!” Protestano Tony e Lello
“Beh, Tony il tuo nome d’arte rimane il tuo originale.. Tony” E lo dice con aria trasognante.
“Al diavolo...” Commenta il nostro bassista
“Lello tu invece ti potresti chiamare Mr. L”
“Fa cacare....” Risponde lui
“Concordo...” Dico io appoggiato da Tony
“E allora trovatelo da solo!” Con sguardo offeso Clark si avvia verso l’entrata dell’aeroporto.
 
Abbiamo preso le valigie e cerchiamo Luigi. Lui si è avviato qualche giorno prima per conto suo, visto che la Geffen non gli aveva comprato il biglietto. Si è licenziato dal suo posto di lavoro. Secondo me ha fatto una grande minchiata, ma lui si dice fiducioso in noi e crede che facendoci da avvocato potrà guadagnare il triplo di quello che ha guadagnato fino ad ora.
Lo vediamo che si sbraccia cercando di chiamarci, accanto a lui una bella ragazza bionda.
 
“Hey, eccolo” grida Tony
 
Chi è quella ragazza? Potrebbe forse essere lei? Non ci posso credere!
Comincio a correre, con un sorriso epico sulle labbra. Finalmente la posso rivedere! Finalmente!
Quasi non investo una povera vecchina che bestemmi in inglese. Non ci avevo pensato. Adesso dovremmo parlare con tutti in inglese. Per fortuna che era una delle poche materie che studiavo!
Mi blocco a pochi metri da mio fratello. Guardo bene la ragazza. Ha i capelli lisci, è una bella donna. Ma non è lei. No! Non è la mia Federica! Porca Puttana! Ho il cuore che mi batte ancora tantissimo nel petto. Sorrido e vado in contro a mio fratello e lo saluto.
 
“Ehi, bella corsa!” mi sorride e mi abbraccia
“Chi è lei?”
“Oh, lei è Roxanne. La mia fidanzata”
“Piacere” Roxanne allunga la mano
“Piacere, Raffaele!”
 
Ha i denti bianchissimi, un bel viso, due occhioni verdi è alta quanto mio fratello (all’incirca 1.70) ed ha un bel corpo, asciutto che si delinea in modo perfetto nel vestito corto che la copre.
 
“Di dove sei?” Le dico
“Sono nata qui, a L.A. Ma i miei si sono trasferiti in Italia quando ero piccolina. I miei nonni sono di un paesino vicino Milano..”
“Come vi siete incontrati?”
“Ci siamo visti per la prima volta nella sede dell’azienda dove lavoravamo insieme. Ci siamo piaciuti e ci siamo frequentati per un po’...”
“Alla fine poi le ho chiesto di vivere con me.. e adesso eccoci qui...” interrompe il discorso Gigi.
“Chi è questa bella donzella?” esclama Clark, seguito dagli altri.
“Claudio, metti a posto le mani. è la mia fidanzata.” Risponde Luigi, duro.
“Ok, scusami!”
 
Dopo le presentazioni ci avviamo tutti verso la macchina. Luigi poi ci spiega che la Geffen ha affittato un appartamento tutto per noi in una zona abbastanza isolata così da permetterci di provare in santa pace e anche perché è una zona relativamente vicina a tutti i tipi di negozi e al centro della città.
Più volte mi accorgo che Luigi mi guarda dallo specchietto retrovisore e sorride. Anche lui è felice per quello che mi sta succedendo... Quanto vorrei che qui con me ci fosse lei. L’angelo per la quale io ho fatto tutto questo. Ho mantenuto la mia promessa. Avrei potuto portarla con me in America, come lei desiderava. Perché non sei qui, con me?
L’appartamento era una specie di villetta. Eravamo da soli in quello che sembrava una specie di viale senza uscita. è bello. Lungo la strada tanti alberi uguali e verdi, che continuavano fino alla fine della strada che si concludeva con la nostra casa.
Scendemmo dall’auto, e prendemmo le nostre cose. Gli strumenti erano stati messi su di un Pick-Up guidato da Roxanne. Figa la ragazza!
Le auto avevano un posto giusto per loro sul retro della casa.
Una volta prese le valigie, Luigi bussa al campanello sul retro.
 
“Che cazzo bussi? Chi ci dovrebbe aprire?”

Il tempo di finire la frase e vedo comparire sulla porta una figura familiare. Parto dal basso a guardare. Un paio di tacchi vertiginosi laccati di nero, delle caviglie sottili, delle gambe nude straordinariamente belle, degli shorts di jeans cortissimi, un top nero con lo stemma di appetite for destruction  stampato in petto, i morbidi ricci biondi che scendono sulle spalle ed un sorriso appena accennato, i suoi occhi scuri. Lei. La ritrovo dentro quella che dovrebbe essere la mia nuova casa. Dopo due settimane di preoccupazione, senza avere una strafottutissima notizia, senza avermi detto nulla, la ritrovo qui.
Tutti stanno in silenzio. Anche lei.
Esce, poi, dalla casa e mi prende la mano. Mi fa cenno di seguirla e cominciamo a camminare, mano nella mano per quello che è il viale alberato. Qualche minuto e ci troviamo nel casino assordante di Los Angeles. Ancora senza dire una parola. Passano una decina di minuti e siamo in un parco, molto bello. C’è gente di diverso tipo, anche dei bambini che giocano a pallone e dei barboni che dormono su delle panchine isolate.
Giriamo per il parco e arriviamo vicino a delle altalene vuote. Si sediamo su di quelle e le nostre mani si lasciano.
 
“Giurami che non accadrà mai niente di simile, se lo vuoi o meno. Voglio restare sempre con te. Dovunque vai, dovunque ti capiterà di dormire. Anche se dovessi seguirti nelle più disgustose fogne dove dovrai suonare. Dovunque.”
 
Alcune lacrime le rigano il viso pulito, senza trucco.
Mi alzo in piedi e mi metto di fronte a lei. Una mano sul cuore.
 
“Ti prometto solennemente, davanti a te, di portarti con me anche in culo al mondo. In qualsiasi bettola nella quale dovrei esibirmi. In qualsiasi tour mondiale che magari potessi fare. I qualsiasi tunnel oscuro che dovessi prendere, io desidererei solo la tua presenza e la tua forza per uscirne. Ti prometto con la mano sul cuore che mai nessuno ci potrà dividere.”
 
Ti amo.

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Capitolo 18
*** Geffen, Svenimenti e L.A. ***


Salve ragazzi! Sono contento delle recensioni e quando recensite mi rendete sempre più orgoglioso!
Questo è il link per il mio profilo di myspace, dove potrete ascoltare e vedere il video del mio brano strumentale: Target.

http://www.myspace.com/562571321/?pm_cmp=nav


Vi prometto che entro due settimane e mezzo arriveranno brani nuovi! Buon ascolto e buona lettura!
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Adesso siamo qui, tutti quanti. Los Angeles, la città degli angeli.. In altre parole Paradise city.
Tutto quanto sembra un sogno, stare in questa città, dover andare alla Geffen per capire cosa si deve fare per firmare qual benedetto contratto e cominciare a sponsorizzare il mio album.
Abbiamo trovato una copertina nuova, una scala ripidissima tipiche delle zone come il Tibet.
 
“Ragà, andiamo.. facciamo tardi” Dice Gigi
“Ok...” in coro rispondiamo
 
Usciamo dalla casa, che è davvero bella. Un grande appartamento, ci sono quattro stanze, un salone e ben due bagni. Io e Fede stiamo, ovviamente, insieme. Poi Gigi e Roxy, Tony e Lello insieme e Clark da solo. Le stanze sono solo quattro perché la Geffen sa che eravamo solo noi, senza manager, ma ci sono le matrimoniali perché avevano consigliato di portarsi le fidanzate.
Strano che ci abbiano dato una casa simile, ricordo che ai Guns diedero una bella merda di posto. Parola dell’autobiografia di Slash.
Beh, chissenefrega. Meglio per noi.
Il viaggio in auto non dura tanto, il navigatore ci porta in una ventina di minuti sotto al palazzo della casa discografica. Entriamo. Okay, se nella sede di Roma c’era tanta gente qui c’è il Rock In Rio. Una marmaglia di gente che corre in tutte le direzioni talvolta anche urlando. è incredibile! Andiamo verso una scrivania.
 
“Salve, dovremmo incontrare il signor Zutaut... Abbiamo un appuntamento..”
“Oh, really? Ok, come with me!” (d’ora in poi scriverò direttamente in italiano)
 
Seguimmo la segretaria, ben vestita, verso uno stanzone bello grande in fondo ad un corridoio lunghissimo. Arrivammo di fronte alla porta e c’era scritto: “Stanza delle Riunioni”. La segretaria bussò
 
“Mi scusi signor Zutaut, è permesso?” grida la segretaria
“Avanti!” Una voce allegra e roca, risponde
 
Entrammo tutti con un’ansia pazzesca, si potevano sentire i battiti del cuore accelerati a mille. Il mio poi... Entrammo e il mio cuore collassò alla vista di un cilindro e di una massa informe di riccioli corvini.
 
“Oh, prendi a Ralph!” Di scatto Lello mi afferra da dietro
“Ma che cazzo ha passato?” Sento dire da Clark
“Hai visto chi c’è in stanza?”
“No... Perché ch...” *tonf*
“Ma cazzo, anche lui?” Si lamenta Tony
 
Sento degli schiaffetti sul viso e l’odore di Federica che mi fa sentire a casa. Mi rialzo sedendomi sul divanetto, e chiedo cosa fosse accaduto..
 
“C’era Slash qui...Sei svenuto.. Ma che sei una checca?” Rimprovera Fede
“Allora non era un sogno del cazzo! C’era lui! Oh, Mamma!”
“Ho capito, sono la ragazza di una checca...”
“Hey baby, non pensarlo nemmeno!”
“Ehm...” La voce di Zutaut ci desta. Mi alzo in piedi e mi avvicino alla scrivania. Siamo tutti seduti di fronte a lui, ma Slash non c’è più. Merda!
“Allora ragazzi, come ben sapete sono Tom zutaut e sono io che ho chiesto di farvi venire qui. Il Signor Hudson, voleva incontrarvi ma dopo aver visto lo svenimento ha deciso che forse era meglio prendere un appuntamento così da non fare questo effetto tramortente....”
“Chiedo scusa....” Parlo io per me e per Clark, che annuisce sotto la chioma bionda
“Ma di che ti scusi? è pur sempre Slash!”
 
Cominciamo così a ridere e l’atmosfera si smorza. Parliamo poi del da farsi e ci spiega che dobbiamo farci un nome e cominciare a piacere alla gente. Praticamente dobbiamo farci conoscere e dobbiamo vendere un bel po’ di copie dell’album. Ad un certo punto, ha detto che si potrebbe anche fare un tour nazionale per tutti gli stati Americani. Così da aumentare notevolmente la popolarità della band.
Ci ha poi detto che domani sera dovremmo andare a fare il primo concerto al mitico nonché fetente ‘Troubadour’. Tutto ciò che sognavo si sta avverando. Grazie solo alle mie mani e a loro, i miei amici, il mio cazzutissimo gruppo. Non ho parola alcuna per descrivere la mia felicità. Ho tutto quello che posso desiderare. Una fidanzata che mia ama, almeno credo, un gruppo con cui suonare, dei signori che mi agganciano con i locali e la mia Gibson Les Paul Standard ’59 Sunburst appartenuta al caro Slash. Chissà che faccia farà non appena scoprirà che questa chitarra ce l’ho io. Ma ho capito bene? Mi incontrerò con Slash? Quel Slash? Porca troia. Dovrò parlare con lui, affrontare un discorso... E se mi considerasse un bimbetto che si atteggia a fare Rock? Se mi accusasse di essere solo una sua copia, per di più con la sua chitarra? Non potrei sopportarlo. Il mio idolo che mi dà del fallito e dell’incompetente. Sarebbe la mia fine. La fine prima ancora di cominciare.
Ma perché? Se Slash dovesse dire che faccio cagare, che vada affanculo, cosa me ne frega a me? Io continuerò a fare quello che desidero fare.
 
“Raf, hai capito? Slash domani verrà al concerto! Hai capito!! Cazzo, Slash al nostro concerto!!”
“Ho capito Clark, sta calmo! Anche io sono super eccitato all’idea di conoscere l’idolo di una vita.... Dobbiamo provare e provare tutta la giornata oggi.”
“Ma cosa c’avrà quello più di me? Io suono meglio” Sbotta all’improvviso Lello.
“Si, ma lui è famoso anche in culo al mondo. A te, ti conosce solo mezza campania.”
“Io son d’accordo con Lello” un contrariato Tony entra in auto
 
Il viaggio di ritorno durò quanto il primo, una ventina di minuti. Passati in silenzio mentre ognuno è assorto nei pensieri propri, con le cuffie degli mp3 a darci modo di pensare estraniandoci dal mondo esterno.
Entrammo in casa che era primo pomeriggio. Mangiammo qualcosa cucinatoci da Fede e Roxy e poi ci mettemmo a suonare subito. Ci mettemmo un’oretta quasi a sistemare nel garage gli amplificatori e la batteria, ma il sound era pazzesco, c’era un’ottima acustica in quel posto.
Le ragazze erano sedute sul divanetto che si trova di fronte a noi. Si godono lo spettacolo. Spettacolo poi... Due generazioni unite per dar vita ad un sound che ricordi il vecchio ed incazzato rock ‘n’ roll con le nuove tecniche di esecuzione e di registrazione.
Passano all’incirca quattro ore e mezza senza fare una cazzo di pausa. Sono stanco morto e mi fanno male le dita, ma sono soddisfatto. Abbiamo steccato pochissimo, giusto per la stanchezza, credo. Le due nostre fan, sono andate in visibilio per noi e siamo stati felici di averle accontentate.
 
“Hey, credi sia bene che vi facciate una doccia!” Suggerisce Roxy
“Si, ha ragione lei!” Afferma Fede
“Ok, belle fanciulle!”
 
Ci avviamo verso l’interno dell’appartamento e a turno ci laviamo.
Dopo la doccia abbiamo deciso che sarebbe stato bello fare un giro in città. Siamo andati a piedi ed è stata una buona cosa, visto anche il traffico intenso che si è formato al centro.
Una passeggiata bella lunga e molto costruttiva, abbiamo visitato qualche localino che torneremo a trovare, qualche negozio di strumenti musicali come “Guitar Center” e alla fine siamo andati a mangiare al Troubadour, più per curiosità che per altro.
Si, è come me lo sono sempre immaginato. Un buco, dove il palco mangia una bella fetta del locale, ma fottutamente affascinante. Si esibisce un gruppo, va abbastanza forte, picchiano duro.
 
“Hey Ralph! Questa è concorrenza! non il fantomatico rock italiano di bassa categoria!”
“Guarda che noi siamo Rock Italiano...”
“Si, ma roba di altro livello!!”
 
Sono davvero entusiasta per quello che sto vivendo. Non scambierei la mia vita neanche per la mano sinistra di Steve Vai. Sono qui. Sono io, il mio gruppo e la mia ragazza. L.A. Il posto migliore per spaccare culi. E noi ne abbiamo tanti da distruggere.

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Capitolo 19
*** First Meeting ***


Il signore con il cilindro in testa voleva un pass per il backstage. Ovviamente gli ho detto di no. Col cazzo che lo faccio venire nel backstage. Quello mi blocca il ragionamento, esco fuori, sul palco, e non mi ricordo un nota. Meglio evitare figure di merda.
Guardalo, come sorride mentre parla con la mia fidanzata. Si, ho mandato Fede a dirgli il perché del rifiuto per il pass. Che scaricabarile che sono.
Appena gli ho fatto dire di no, ho visto la sua faccia, è rimasto un tantino interdetto da questo rifiuto, tant’è che pensava che Gigi stesse facendo uno scherzo. Poi si è dovuto rassegnare a questa stramba decisione e se n’è andato a sedere di fronte al palco.
Ma perché Slash si interessa così tanto a noi?
Il mitico, grandissimo Slash che vuole venire nel backstage dei ‘thanks for the memories’. Ambiguo.
Zutaut ci ha detto che è stato lui stesso ad avvisare Slash della nostra musica, perché gli ricordavamo in Guns, e Slash ha insistito per fare amicizia.
Secondo me vuole trombarsi Federica. Rott’inculo. Ehi, ma mi sentite? IO do del rottoinculo al mio idolo? L’erba mi sta bruciando i neuroni.
Fede intanto mi raggiunge nel camerino. Io rigiro il plettro tra le mani, mentre gli altri, tranne Lello, si sistemano i capelli.
 
“Ha detto che sei stranissimo, e che è la prima volta che qualcuno che suona al troubadour non lo fa andare nel backstage”
“Sai quanto me ne fotte?”
“Ma perché fai così? è il tuo idolo, il mito di una vita. Hai l’opportunità di conoscerlo di persona e lo mandi a cagare?”
“Proprio per questo non deve entrare. Mi farebbe andare in un fottuto tilt il cervello...”
“Sei strano amore mio, molto strano...”
 
Ok, adesso è arrivato il grande momento. Prima serata nel locale storico di tutte le grandi band. Per di più c’è Slash a vedere il concerto. Suoniamo per la prima volta baby i play the r’n’r il brano che composi nel periodo in cui Fede se ne andò. Credo che comunque suonerò un suo brano, così magari si diverte...
 
“Buonasera Hollywood. Siamo i Thanks for the memories, e stasera vi faremo eccitare fino allo sfinitmentoooooooooo” Il cantante comincia  a gridare. Grande Lello.
 
Metto le mani sulla tastiera. Ci siamo messi d’accordo di suonare i pezzi nostri senza deviare sulle cover. Partiamo con il brano nuovo. Iniziamo così, i toni soffusi e pacati della prima parte che lasciano spazio a chitarre sporche ed incazzate che gridano attraverso gli amplificatori. Il concerto continua bene, nessun intoppo, nessuna nota steccata e tanta euforia che mi fa saltellare. Comincio a cantare anche io dal mio posto, ed è meglio che nessuno mi senta, sono stonato come una chitarra scordata. Adesso arriva il momento più bello. Abbiamo lasciato believe come ultimo brano, perché ha l’assolo più bello. Comincio a suonare e mi metto quasi sul bordo del palco, sopra la testa della gente. Suono, suono, sempre più veloce, con maggiore intensità. Quasi mi si rompe la corda, la sto torcendo in un modo pazzesco.
Concludo così alzando il dito medio e mandando affanculo tutti.
Slash si alza ed inizia a girdare : “Paradise city! Paradise city, Paradise city” Come solo chi è andato al suo concerto a Milano può sapere. Lello mi guarda, un po’ sconcertato, poi mi arriva una bacchetta di Clark sul culo che mi osserva come a dirmi: “Quanto tempo ci vuole per iniziare sta canzone?”
Mi guardo indietro e Federica mi sorride, incitandomi. D’accordo va, facciamolo felice!
Slash poi comincia a fare movenze simili a quelle che faccio io dal palco, saltando e cantando. Quanto ha già bevuto?
 
I want you please take me home
 
Ci svacchiamo sul divanetto del camerino tutti sudati, in attesa dell’entrata in scena di Slash. Sono stanco e agitato.
 
“Salve ragazzi!”
 
Una voce che sentita da vicino fa un certo effetto. è difficile ricordare la voce di Slash... lo si sente poco.
 
“Ciao....” Timidamente rispondo, mentre gli altri si alzano e gli vanno a dare la mano.
“hey, tu non vieni?”
“Sono stanco...” e fottutamente impaurito aggiungerei...
“Posso capirti... Bel concerto! Hai fatto un grande assolo su quel pezzo...”
Believe...
“Come?”
“Il brano, si chiama believe in your illusion”
“Figo!” Sorride
“Hey, ma Perla ed i tuoi figli?”
“Non credo siano cazzi tuoi....”
“Mh?” Lo guardo con uno sguardo interrogativo che probabilmente assomiglia a quello di Mr.Bean, infatti mi guarda e scoppia a ridere...
“Dai, non fare quella faccia! Stanno a casa, sono stanchi dal viaggio di ritorno del tuor...”
“Tu non lo sei?”
“Io ci vivo di queste cose... Sai sei molto antipatico...”
“Cosa dovrei fare? Un balletto tipo giullare di corte?”
“No, ma almeno farmi vedere un po’ di entusiasmo! i tuoi amici mi hanno detto che sono il tuo idolo!”
“Quando hai parlato con i miei amici?”
“Mi pare che qualcuno abbia fatto una ventina di minuti di ritardo....”
“mmm.....”
 
Mi alzo, lo guardo. Mi avvicino a lui e gli prendo il cilindro e lo infilo sulla mia testa. Lo abbraccio forte e lui ricambia battendomi anche qualche pacca sulla spalla... Sembra un genitore che non vede il figlio da anni.
 
“Su, andiamo a bere qualcosa. Offro io!” Io e gli altri seguiamo Slash che ci fa strada verso il bancone del locale, ordinando Jack Daniel’s e Vodka per tutti quanti.
 
“Metti sul mio conto James! Stasera questi ragazzi si sono meritati una bella sbronza gratuita!”

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Capitolo 20
*** Rolling, Two Month After ***


Un piccolo regalino alle mie due lettrici oramai "Storiche"!
Se vi dovesse dar fastidio, avvisatemi. Provvederò a modificare subito!
Buona lettura!

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Primo passo compiuto. Adesso mi ritrovo nella città perfetta per emergere, con una band affiatata, con la mia fidanzata e con un disco che è ancora un po’ fermo. In Italia abbiamo fatto trecentomila copie vendute, ottimo risultato. In America ne abbiamo venduti millecinquecento e nel resto del mondo ottocentocinquanta. Quindi siamo famosi solo in patria.
Sono contento comunque del successo che stiamo riscuotendo, così mi son tolto tante soddisfazioni mandando a cagare gente come Vasco Rossi e Ligabue.
Oggi dobbiamo fare un’intervista per Rolling Stone Magazine. Ci becchiamo cinquecento dollari a testa, e compariamo in due pagine verso la fine, con tanto di foto.
Vengono a farci l’intervista due giornaliste italo-americane. Laura e Sabrina.
 
Driiin
 
“Amore, sono le giornaliste!”
“Falle venire in garage, sto suonando lì... Vieni anche tu!”
“oooook!”
 
Entrano nel garage due ragazza slanciate, vestite casual, semplicemente jeans e maglietta, rigorosamente marcata ‘rolling stones’.
 
“Piacere, Laura!” La ragazza mi porge la mano sottile e curata con un sorriso grandissimo. Occhi scuri e profondi che non lasciano intravedere nulla, i suoi capelli sono lunghi e lisci.
“Ciao! Piacere mio, sono Raffaele il chitarrista solista della band...” Che montato di testa che sono...
“Tu quindi devi essere Sabrina!” Allungo la mano verso questa ragazza che indossa ancora i Ray-Ban scuri, ha i capelli legati in una coda. Labbra carnose e con un sottile velo di rossetto. Ha delle movenze molto sensuali. La vedo molto adatta al fianco di Clark... Ma cosa dico?
 
“Allora, aspettiamo gli altri o possiamo già farti qualche domanda sul piano personale?” mi chiede Laura
“No, no! Cominciamo! Federica è andata a chiamarli, staranno al negozio di musica...”
“Ok, allora: Quanti anni hai?”
“Diciotto”
“A quanti anni hai cominciato a suonare?”
“Suono la chitarra da sempre, ma seriamente solo da un anno.”
“è davvero pochissimo tempo, come hai fatto ad incidere un disco di dieci tracce?”
“Ehm... Sinceramente, non lo so neanche io....”
“Come hai incontrato il resto dei Thanks For The Memories?”
“Lello è stato il mio maestro di chitarra... Gli altri me li ha presentati lui..”
“Quindi Lello è il perno centrale della band?”
“Penso che sia davvero il centro attorno al quale noi tutti giriamo...”
“Un po’ come izzy stradlin’!”
“L’ho sempre detto!”
“Chi è più bravo tra i due?”
“Che domande..... IO!”
 
Entrano gli altri accompagnati da Federica, che si chiude la porta alle spalle, Clark sgrana gli occhi alla vista delle due, seguito poi dagli altri due. Si presentano  e ci sediamo tutti a terra, in cerchio. Praticamente, Laura è l’addetta alle questioni private dei musicisti mentre Sabrina è ‘addetta alle news sul piano musicale. Ognuna delle due ha le proprie cose, il registratore il taccuino, le penne... e tutte le cose che i giornalisti hanno con sé!
Tra Clark e Sabrina vedo subito una certa affinità, cazzo si scambiano sorrisini e si ammiccano di continuo... Sento odore di cambiamenti!
Lello e Tony gironzolano attorno a Laura come le api intorno al miele. Lei sembra molto divertita dalla cosa, beh Tony ha trentadue anni, Lello solo ventisette, ha decisamene più speranze lui...
 
“Bene, adesso che avete appreso anche quante volte andiamo al cesso possiamo anche riposarci e berci una birra, che ne dite?” Sbotta Clark all’improvviso
“Hey, è il nostro lavoro!” Protesta Laura
“Io accetto volentieri.. Si muore di caldo in questo garage...” Risponde invece, Sabrina.
“Ma porti ancora gli occhiali!” Fa notare Tony
 
La ragazza sorridendo li toglie dal viso e sfoggia degli occhi verdi da gatta, che fanno venire un infarto a Clark e, lo ammetto, anche a me!
 
“Oh, ti sei imbambolato?” Sabrina ventola la mano di fronte al viso inebetito di Claudio che si riprende arrossendo.
Federica e Roxy tornano dalla cucina con otto birre. Gigi è alla Geffen, a lavorare. Non saprei su cosa, però.
Le beviamo ridendo alle barzellette di Tony, che sono davvero divertenti! Alla fine, inaspettatamente Lello le invita al nostro solito concerto del venerdì sera.
 
“Ma ci siamo già venute la settimana scorsa!” Rispondono in coro
“Ma non avevate il pass per il backstage! Volete fare una grande intervista, si o no?!” Controbatte Lello
 
Si guardano, si intendono e con un sorriso accettano l’invito. Tony prende dal cassetto dove riponiamo di solito le corde nuove e le cinture per le chitarre, due pass.
 
“Hey, non sapevo avessimo noi i pass!” Esordisco
“Caro, tu non sai un cazzo!”
“Fanculo...” Faccio l’offeso, mettendo il broncio.
 
Vedendo la mia faccia Laura comincia a ridere e si avvicina a me, accarezzandomi i ricci e consolandomi. Poi alla fine finiamo a farci il solletico.
Alzo lo sguardo una volta ricompostomi e quello che vedo non mi piace.
Uno sguardo truce ed assassino che di coccoloso non ha nulla. Gli occhi marroncini di Federica, mi ammoniscono e lei incazzata si volta e si mette a sedere, accavallando le gambe.
 
“Dai piccola non fare la gelosa...” Le sussurro sottovoce.. Le accarezzo il collo, poi baciandola sulle guance raggiungo le labbra e lei si lascia trasportare da me e ci stendiamo sul divano, ridacchiando e continuando a baciarci. Mi rigiro e vedo tutti quanti un po’ imbarazzati a causa della scena. Io però non ho voglia di ricompormi... Ho voglia di stare con lei, almeno per un paio d’ore. Faccio un cenno con la testa a Lello che mi capisce al volo e con una scusa forse troppo poco velata, fa andare tutti in casa.
 
“Non voglio nient’altro che te...” lei mi sussurra
“Non chiedo niente di più...”
 
Ci lasciammo andare all’amore, godendo della nostra compagnia su quel divano forse un po’ troppo piccolo per due persone della nostra statura. Ci adagiammo a terra, sul tappeto. Per non farle venire il mal di schiena mi sono messo io sotto. Guarda che mi tocca fa!
Le mie mani, volano sul suo corpo nudo e perfetto, mentre le sue spingono e accarezzano il mio torace, talvolta lasciando il segno del passaggio delle unghie.
 
“HEEEEEEEEEEEELLLLLLOOOO Los Angeles! Ormai sono due mesi che stiamo qui e finalmente una rivista ci ha intervistato!”
 
Si alza un urlo di incoraggiamento da parte del pubblico che inneggia il nome della band.
 
“Spargete la voce! Noi siamo qui! Dobbiamo vendere dischi, altrimenti il tour mondiale ce lo fanno fare nei vostri cessi!”
 
Iniziammo così a suonare i nostri soliti pezzi, aggiungendoci qualche cover famosa e soprattutto le mie preferite: Welcome to the jungle e Sweet child o’ mine. Quanto amo suonare queste canzoni!
Il concerto durò una ventina di minuti in più del previsto. Ottimo direi. I nostri fans, se così li posso chiamare, hanno chiesto il bis di un paio di canzoni dell’album e anche di Sweet child.
Un gran bel concerto, anche se ho steccato un paio di accordi verso la fine, spero che li abbia sentiti solo io, ma ne dubito.
 
“Ragazziiii! Fighissimo, questo live! Siete andati alla grande!” Ci accoglie così nel backstage Laura insieme a Roxy, Fede e Sabrina.
 
“Raf, hai steccato qualche nota verso la fine del bis di C’Mon..” Mi fa notare Roxy
“E non è l’unica che se n’è accorta...” Mi fanno notare Laura, Sabrina, Lello e tutti gli altri...
“Ragà ma vaffanculo! Non sono mica Slash che non sbaglio niente! E poi anche lui al concerto al ‘Ritz’ ha steccato sull’intro di Sweet child!”
“Non ti incazzare dai, lo sappiamo che sei stanco.. Sei Un grandissimo chitarrista, ti adoriamo!” In tono molto ironico Clark cerca di smorzare l’atmosfera suscitando le risa incontrollate di Sabrina.
“Bella coppia! Andate a farvi fottere!”
 
Tutti poi usciamo dal locale e ci avviamo verso una festa alla quale vogliamo partecipare. Siamo tutti brilli, ma ci reggiamo ancora bene in piedi.
Ad un certo punto, vedo comparire un uomo affiancato da una figura, a prima vista femminile. In pochi passi si delinea il volto di Slash affiancato quello di Perla. Madonna. Ha due tette che non finiscono mai! Sono ENORMI!
 
“Ciao Raf! Salve ragazzi! Lei è Perla!” Annuncia Slash
“Ciao!”
Senza timidezza la donna saluta tutti noi, baciandoci sulle guance.
 
“Raf, smettila di guardarle le tette!”
“ma non le sto guardando le tette!”
“Si, e io sono lesbica!”
“Oh, dai! Basta litigare! Raf, smetti di guardare le tette di mia moglie e venite tutti quanti a casa mia. Ho organizzato una grande festa post-concerto tutta per voi!”
 
Esultammo a quella notizia e ci dirigemmo verso le auto, guidate da autisti, che ci avrebbero condotto a casa Hudson.
Non me ne frega molto, non ho neanche voglia di pensarci. Ma perché Slash ci gira intorno? Sembra quasi il nostro protettore. Ma che mi frega... Io adoro Slash!

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Capitolo 21
*** With 'The' Slash ***


Dove sono? Mi guardo intorno e vedo tante chitarre. Chitarre ovunque, una miriade di Gibson Les Paul che stanno lì ferme. Ho il braccio indolenzito, lo guardo e ci vedo adagiata sopra una ragazza che non conosco. Mi alzo di botto e la fanciulla non si sveglia, per fortuna. Cazzo, di nuovo? Ma come è successo? Io credevo di stare con Fede, e mi sveglio con questa accanto, mi guardo ancora intorno. Beh, questa è la stanza delle chitarre di Slash.
Ok, ma vaffanculo! Adesso Federica mi uccide, è sicuro! Mi uccide! Camminando passo sopra ad una siringa e manco l’ago per due millimetri. UNA SIRINGA?! Cosa diavolo ci fa una siringa nella stanza delle chitarre di Slash, che dovrebbe essere disintossicato, quando ci sono io con una sconosciuta nuda, che è stesa su di un tappeto?
Mi guardo il braccio e noto un vistoso buco arrossato sul braccio. Porco ***.
Mi sono fatto. Come è potuto accadere?
 
“Hey capellone...” La suadente voce della ragazza mi chiama, e girandomi la vedo in tutta la sua bellezza, il corpo nudo e scuro, la faccia ancora truccata e l’espressione ancora sconvolta dalla sera precedente.
“No.... No..... NO!NO!NO!NO!”
 
“Raf, cazzo svegliati!”
“NOOOOO!”
“Sei tutto sudato”
“Cosa...cosa è successo?”
“Stavi gridando nel sonno..”
 
Mi guardo velocemente il braccio e non vedo più il buco pulsarmi. La stanza è quella di casa mia. La mia stanza di Los Angeles. Adornata dei poster dei miei gruppi preferiti e da un paio di giorni anche da quello della mia band che mi è stato dato da Lau e Sabrina. L’ho fatto autografare e l’ho autografato anche io. Che figata.
Federica è visibilmente preoccupata e mi guarda un po’ impaurita ed un po’ incapace di fare qualcosa.
 
“Vado a farmi una doccia...”
 
La bacio velocemente e volo sotto la doccia. Il getto fresco mi rigenera e mi sento davvero molto meglio.
 
“Amore, è passata un’ora!”
“Stavo pensando...”
“A cosa?”
“All’incubo che ho fatto...”
“Vuoi raccontarmelo?”
“Si.... Ma gli altri?”
“Sono andati alla Geffen con Gigi, non ti hanno voluto svegliare.. eri stanco morto...”
“COSA?!”
“Dai, non ti agitare... Hanno detto che avrebbero fatto presto e che non era nulla di importante...”
“ma cazzo, è la mia band.. ci volevo essere...” Incrocio le braccia e mi scazzo sul divano. Federica mi raggiunge e appoggia le sue tempie sulla mia spalla.
Sposto le braccia e lei si adagia nella concavità tra la spalla ed il collo, e le accarezzo i capelli, morbidi e voluminosi.
 
“Ero da Slash” esordisco, lei rimane ferma a guardare il vuoto
“Ero nella stanza delle chitarre ed ero a terra, di fianco a me c’era una ragazza che non ho mai visto” a questa notizia lei mi guarda un po’ sconsolata un po’ rassegnata, io la bacio e le sorrido.
“Poi mi ritrovo sotto ai piedi una siringa e manco l’ago per un niente... Mi guardo il braccio e vedo un buco tutto arrossato...Poi mi hai svegliato...”
“Che merda...”
 
Rimanemmo così fino all’arrivo degli altri. Che entrarono in casa tutti sorridenti e contenti.
 
“Ralph! ottime notizie” comincia a parlare Clark
“Eh, dimmele!”
“Abbiamo una serata al Ritz!”
“UH?”
“hai capito bene! al Ritz!”
“SIII e vaffanculo! Finalemente andiamo a suonare in qualche locale migliore di quel vecchio baraccone del Troubadour!”
“Pensa che quel vecchio baraccone ti ha fatto fare conoscere!” rimprovera Lello
“Concordo con Lello, ha perfettamente ragione!”
“Niente in contrario, Tony..”
“io proporrei di andare a festeggiare ed andare a mangiare da qualche parte!” Propone Luigi
“Ottima idea! Adesso capisco perché siamo spostati!”
 
Tutti cominciamo a ridere e dopo una chiamata a Zutaut ci dirigiamo verso un ristorante al centro di Los Angeles. Bello.
Ci sediamo ad un tavolo bello grande che Tom ha prenotato per noi e passiamo così la nostra giornata e nel tardo pomeriggio torniamo a casa.
 
“Hey quand’è che ci dobbiamo andare?”
“Domani partiamo per New York e tra tre giorni suoniamo...”
“Ma cazzo! dobbiamo provare! Potevate dirmelo che dovevamo andarci così presto!”
“Calmati Ralph, sembri una checca!”
“Andatevene a fare in culo con sta storia della checca! Prendete gli strumenti e i vostri fottuti culi e andiamo in garage a suonare!”
“Agli ordini, boss dei miei stivali!”
 
Dopo tre ore ci sedemmo sui divanetti con le nostre rispettive ragazze, tranne Lello e Tony.
Clark ha chiamato Sabrina, mentre Lello è uscito con Laura.. Povero Tony.. è rimasto da solo e si è andato a fare un giro.
Stiamo così abbracciati e accoccolati tra di noi, con Bob Marley nello stereo.
Il telefono nella mia tasca squilla e rompe l’atmosfera che si era creata.
 
“Pronto?”
“Ciao Raf sono Slash!”
“Hey man! Ciao!”
“Senti vuoi andare a prendere un drink al Roxy?”
“Grande! certo che mi va!”
“Volevo stare solo con te.. non chiamare gli altri...”
“ehmmm.. ok!”
“Tra cinque minuti sono lì!”
 
“Raga.. Vado a fare un giro con Slash.”
“Veniamo anche noi?”
“no, no, vado solo io, vuole parlare di un suo fatto privato..”
“Oh, che amiconi!” Clark è sempre il solito e Sabrina lo stringe a se. Sembra davvero cotta.
 
Bacio appassionatamente Federica che decide di andare a farsi una dormita viste che è anche tardi. Esco e Slash arriva due secondi dopo.
 
“Yeah riccio!” Slash mi saluta così. Riccio io? e tu?
“Cos’è quest’entusiasmo?”
“è troppo figa la maglia dei Guns!”
“Eheh lo so!”

Mentre parliamo di musica, Axl, il mio futuro ed il suo, siamo al Roxy Bar ed entriamo.
Subito una calca di gente lo riconosce anche senza cilindro e ci troviamo circondati. Che amarezza, nessuno mi caga.
Dopo qualche urlo il proprietario ci libera e ci fa andare in una saletta privata dove c’è qualche altro vip. Qualche attore, credo.
 
“Allora Slash... posso dirti una cosa?”
“che domande fai? Certo che puoi!”
“ok, ma come mai ci giri così tanto intorno?”
“Ti da fastidio?” Fa una faccia offesa mentre prende un bel sorso di jack daniel’s dal suo bicchiere
“NO, no.. Sei il mio eroe in un certo senso.. ed è proprio per questo che mi chiedo come mai ti fa così piacere stare con me e con gli altri...”
“Beh.. non lo so.. Mi ricordate in Guns, non solo nel modo di suonare ma anche quando scendete dal palco...”
“Noi però non c droghiamo.”
“E non farlo. Capito?”
“Sembri mio padre!”
“Ma io lo sono!”
 
Lo guardo.
 
“puahahahahahahahahah” Scoppia a ridere
“ahahahhahahahahah Slash sei mitico.. ahahahahahahah”
 
Tra una risata e l’atra si fanno le tre del mattino e siamo abbastanza fuori, quanto cazzo abbiamo bevuto? Non lo so. Chiamo Federica, che  con voce assonnata e con qualche protesta, alla fine ci viene a prendere.
 
“Ragazzi! Ma siete fuori! Slash! hai quarantacinque anni, sei vecchio per queste cose!
“uh?”
“Raf tu hai diciotto anni sei una bambino che dovrebbe stare a casa con la mamma!”
“eh?”
“Si vabè... salite in macchina, và!”
 
Slash si addormenta sul sediolino di fianco al mio e anche a me vien sonno. Sai che faccio? M’addormento anche io!

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Capitolo 22
*** Problems ***


Hey! Non pubblico da un bel pò, ma sono stato davvero tanto impegnato con le canzoni per il film...
Qeusto è il link per vedere il trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=FdQ329rUw-Y
Questo è per il mio profilo myspace dove potrete ascoltare le canzoni che ho registrato: 
http://www.myspace.com/562571321

Il capitolo è breve, scusatemi... Mi farò perdonare..

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“Raf ho una bella notizia per te!” mi annuncia Slash al telefono
“Coraggio, spara!”
“Tu ed i tuoi amici cazzoni venite in tour insieme a me come spalla!”
“Dici davvero?”
“Eh, perché dovrei dirti minchiate?”
“Cazzo Slash grazie! Questa è la cosa più bella che potevi dirmi!”
“Oh, si parte tra quattro giorni! Preparatevi bene perché avrete lo spazio per suonare tutto il vostro album, avete due ore per fare quello che cazzo volete sul palco..
“Slash, sai che ti adoro?”
“Si, lo so..”
“hahaha a dopo”
 
Torno in salotto dove gli altri stanno svaccati sul divani pigramente mentre le ragazze parlano e ridacchiano tra di loro con delle birre in mano, ci sono anche Lau e Sabry, che ormai fanno coppia fissa con Lello e Clark e stanno quasi sempre qui da noi, anche se non possono restare a dormire... Non abbiamo i letti!
 
“Musicisti Falliti, rallegratevi perché il regno dei cieli è vostro!”
“Cazzo Raf, quale acido ti sei fatto?”
“Ma fottiti Clark, Slash mi ha chiamato ed ha detto che andremo in tour con lui!”
“Ma non sparare minchiate....”
“Tony ma guarda la sua faccia! è troppo serio per dire minchiate!” protesta Fede
“Raf, quando si parte?” Domanda Lello incuriosito
“Fra quattro giorni...”
“Quanto spazio ci daranno? Un’ora?”
“Due..”
“Cazzo! Ma è davvero tanto!” Si stupisce Laura
“Eh, neanche io ci credevo quando me l’ha detto!”
“Ragà allora datevi da fare e lavorate!” Consiglia Gigi
 
Bene, adesso dopo tutto questo tempo possiamo andare in giro per il mondo affiancando Slash. Stiamo parlando di Slash! I sogni di sempre che si realizzano. Non potevo chiedere dalla mia vita niente di più bello. Tutti gli sforzi fatti. Tutto l’impegno ed il tempo impiegato per studiare la chitarra e la musica. Il suonare per i più merdosi locali di Los Angeles per entrare nel giro. Tutto questo mi ha portato in tour con Slash.
Ho i miei dubbi, ci conosciamo da tre mesi all’incirca, eppure la sua ostinazione nei nostri confronti, soprattutto nei miei, non la capisco. Non la comprendo. Si, abbiamo un buonissimo album d’esordio, ma questo Slash che c’è qui non è lo Slash del suo libro, è diverso. Più umano, più vulnerabile. Sembra quasi di avere a che fare con un adulto rimasto ancora ai quindici anni, con la voglia di sbronzarsi sempre lì pronta a bussare alla tua porta e la voglia di stare con gli amici.. A proposito di amici.. Ma i Velvet? Sono fermi da troppo tempo...
Magari quel vecchio lupo di Slash si vuole solo arruffianare Lello e farlo entrare nel V.R. così lui si toglie i problemi con la band e io con gli altri, semi-sconosciuti e anonimi musicisti rock senza contratto...
Hey! A proposito di contratto. Quanto avremo per il tour?
Troppe domande e pochissime risposte... Come fare? E soprattutto, cosa fare?
 
“Slash?”
“Dimmi raf”
“Sto venendo da te, dobbiamo fare un discorso serio...”
“ok... ti aspetto”

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Capitolo 23
*** Chiarimenti ***


Scusate le lunghe attese, ma è un brutto periodo.. Tra scuola e musica trovo poco tempo... Cercherò di aggiornare presto!
Grazie a tutti voi che mi seguite!
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Il campanello di Slash è simile al tintinnio di una chitarra. Mi viene ad aprire Perla che, con un sorrisone e due tette enormi che fuoriescono dalla stretta maglia scollatissima, mi fa imbambolare sulla soglia della porta.
 
“Vuoi restare lì ancora per molto?”
 
Mi scuoto leggermente e sorridendo, leggermente imbarazzato, entro in casa. Casa poi. Una reggia, cazzo!
Mi guardo intorno e vedo dei particolari che mi erano sfuggiti quando venni alla festa post-concerto...
 
“Vuoi bere qualcosa o vuoi che ti chiami Slash?”
“Mi sembra di capire che stia suonando, posso raggiungerlo?”
“Ti accompagno!”
“Bene..”
 
Camminiamo in silenzio mentre il suono della chitarra distorta si fa sempre più vivo nelle mie orecchie. Apro la porta mentre Perla e le gemelline, ahimè, vanno via.
Entro,piano e cerco di non farlo smettere, sembra molto assorto in quest’assolo che sta suonando.
Dopo dieci minuti si gira e per poco non gli cade di mano la Les Paul..
 
“Cazzo Ralph! Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Scusa!”
“Da quanto sei qui? Potevi avvisarmi, avrei smesso...”
“Da dieci minuti.. Mi sembrava un peccato, eri così assorto nella tua musica che mi sarei sentito un assassino se ti avessi fermato...”
“Ok.. Quindi.. di cosa volevi parlarmi?”
“Ti va di suonare?”
“Cosa c’entra?”
“Slash, hai voglia di suonare?”
“OK... Ralph sei strano! Mi ricordi Axl!”

Uno mio sguardo truce lo fulmina e lui prende la sua Gold Top e me la passa. Dopo che ci siamo sistemati su due amplificatori Marshall, ci sediamo sulle sedie e cominciamo a suonare del Blues.
 
“Bella ‘sta frase!”
“L’accompagnamento è favoloso, ste cose mi escono quasi naturali con questa base!”
“Cosa dovevi dirmi?”
 
Il mio sguardo rimane ancora incollato al manico della chitarra e lui non insiste.
 
“Slash, non è che vuoi scoparti Federica o magari far entrare Lello nei Velvet?”
 
Glielo dico tutto d’un fiato, anche lui smette di suonare e mi guarda.  Uno sguardo che è un misto tra lacrime per le risate e incredulità.
 
“Raf ma che cazzo dici! ahahahahah!”
“Ma io parlo seriamente! Non c’è nulla di cui ridere!”
“ahahahahahaahahah!
 
Risate, risate ed ancora risate! Cazzo Slash ma che ti prende? Hai fumato tutte le scorte di erba che avevi?
Mi accendo una sigaretta e comincio a fumare mentre riprendo con il mio assolo blues.. Lo ripeto più volte.. Mi piace! magari lo suonerò insieme a lui nel tour!
 
“Slash, allora perché ci sei sempre così addosso? Perché fai venire con te in tour una band semi-sconosciuta nel mondo?”
“Scusami Ralph, ma perché si fanno i tour?”
“Per promuovere gli album...”
“Bene, e tu ne hai fatto qualcuno in questo periodo?”
“No....”
“E non riesci ad arrivarci da solo?”
“La Geffen?”
“Bravooooooooo!” ed applaude
“Vaffanculo Slash! ed io che pensavo che ti fossi innamorato di Federica!”
“Ma se sono sposato con Perla!”
“D’accordo, ma sei pur sempre Slash!”
“Questa te la concedo...”
“Come imposteremo il tour?”
“beh, faremo le prime dieci tappe negli USA, poi andremo in Sud America per quattro concerti, due in Argentina, uno in Brasile ed un altro in Colombia.. Poi andremo in Europa e faremo diverse tappe lì.. Poi due in Giappone, due in Australia quattro in Russia ed una a Dubai...”
“In Italia non ci andiamo?”
“Ci facciamo due concerti nel Bel Paese!”
“Cazzi che bello! A Roma e Milano?”
“Esattamente...”
“Non vedo l’ora!”
“Vuoi sapere qualcos’altro?”
“Magari mentre tu ti fai gli assoli e gli altri si riposano, posso salire sul palco e fare qualche jam?”
“E c’è da chiedere? Sali e basta!”

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Capitolo 24
*** Me And You ***


Chiedo scusa per aver aggiornato così tardi. MA vi prometto sulla mia mano sinistra che aggiornerò più spesso! Grazie a tutti voi che mi seguite senza staancarvi, anche se aggiorno dopo due settimane!
Un Grazie particolare A Lau, Sabry ed anche ad owen_hudson!
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Finalmente è arrivato il momento di partire. Anzi no. Sono le cinque e venti di mattina e sono sveglio nella semi oscurità della mia stanza. Federica dorme sorridendo e le sue mani sono adagiate sul cuscino, morbidamente. è bellissima.
Decido di alzarmi perché non riesco a restare fermo nel letto fino alle sette.
Vado nella cucina e prendo un po’ d’acqua dal frigo, il liquido fresco che scorre nella mia gola, mi da un senso di ristoro, mi fa sentire meno teso.
Vado nella saletta che chiamiamo “garage” che un garage non è.
è semplicemente una stanza che forse, tempo prima, è stata un parcheggio per l’auto, mentre adesso è una stanza con i nostri strumenti, qualche poster, un divano per quattro ed un mini frigo.. Ringrazio Fede, Lau e Sabry per aver arredato la nostra sala prove come desideravamo.
Adesso siamo tutti fidanzati, tranne Tony che si sente un po’ escluso anche per il fatto che è il più vecchio tra di noi.. Ma l’età è solo un numero che scagiona lo stato dalle responsabilità che ha su di te.
Prendo la chitarra acustica tra le mani e chiudo la porta. Nessuno può sentirmi.
Mi adagio sul divano e comincio a suonare qualche accordo, finendo inevitabilmente a suonare qualche pezzo dei Guns. Questa volta le mie mani si sono soffermate a suonare Civil War.. Quell’arpeggio iniziale mi inebria la meningi.
Mi maledico per il fatto di essere stonato ma fregandomene altamente comincio a sussurrare le parole che compongono il testo della canzone.
 
Look at your young men fighting 
Look at your women crying 
Look at your young men dying

The way they've always done before…”

Questa canzone ha sempre avuto toni solenni e mi è sempre sembrata la canzone adatta alle situazioni più tristi. La canzone adatta a piangere se dentro di te ti senti oppresso e stretto in una morsa.
Non ricordo bene le parole e smetto di cantare, ma continuo a suonare.
 
“Look at the hate we're breeding 
Look at the fear we're feeding 
Look at the lives we're leading 
The way we've always done before”

 
Mi giro verso la porta e vedo la mia piccola dolce metà che canta intonando perfettamente le note della canzone. Chiude la porta e lentamente si avvicina a me.
 
“Ciao...”
“Hy, Honey”
 
Si accoccola sulla mia spalla destra, e si lascia cullare dai lenti movimenti del braccio.
 
“Come mai non eri con me, tra le lenzuola?”
“Non riesco a dormire.. Sono pieno d’ansia per il tour..”
“Hey, non devi preoccuparti... Slash vi ha scelti perché siete il meglio. La miglior musica emergente che lui possa trovare!”
“Non so cosa sento... Ho bisogno d’amore”
“Te ne posso dare quanto ne vuoi!”
Così, mi prende la chitarra dalle mani e l’appoggia delicatamente sul pavimento. Si avvicina a me, guardandomi con occhi sicuri e dolci. Mi costringe a stendermi sul divano occupando così tutta la sua lunghezza. Me la trovo a cavalcioni con i soli pantaloncini del pigiama indosso.
La bacio con ardore e forte desiderio, mentre il mio membro si inturgidisce sempre di più.
Arrivo al momento che non sopporto più i pantaloni e ribalto se posizioni sfilandomeli velocemente, rimanendo nudo sopra di lei ancora coperta dalle mutandine. Le sue mutandine che inevitabilmente si bagnano e sento che lei reclama la mia eccitazione.
Dolcemente, baciandola, la denudo ed entro in lei lentamente. Stasera voglio amarla, amarla davvero.
Lei mi circonda le spalle in un abbraccio, che mi infonde tanto calore. Le salite e le discese che faccio sono sempre lente e dolci, ma profonde e lunghe. Mi scappa dopo un po’ una salita troppo forte per il ritmo alla quale lei si stava abituando e la sento sussultare di un piacere improvviso, e lei mi morde l’orecchio chiedendomi di andare più forte.
L’assecondo e comincio ad imprimere più forza alle mie spinte, che creano in lei ed in me, una forte sensazione di piacere.
Le bacio profondamente i seni, risalendo piano verso il collo e giocherellando con i suoi capezzoli intirizziti, le sussurro all’orecchio che tutto me stesso sta per entrare in lei e che dovrei uscire.
In quel momento le sue mani scendono fino alla base della schiena appena sopra i glutei e mi trattiene dentro di lei. Credo che anche lei stia venendo.
Con uno sforzo enorme esco dal suo corpo e arrivo sul suo ventre caldo, facendola sussultare ed aprire gli occhi. Mi guarda sollevata, ancora in preda agli spasmi della goduria.
 
“Perché?”
“Perché un figlio a diciotto anni non lo posso crescere..”
“Si, hai ragione.. Ero un po’ confusa da tutto questo..” Indica la sua intimità e la mia
“Lo sospettavo...”
 
Mi allontano da lei e mi dirigo nel bagno. Torno nel garage due secondi dopo con diverse asciugamani ed un po’ d’acqua.
Lei è ancora distesa sul divano con una mano tra i morbidi ricci biondi. Immergo l’asciugamano nell’acqua calda e comincio pulirla da quello che prima era dentro di me. L’acqua scorre sul suo corpo perfetto e sinuoso.
Questo momento è servito a farci stare ancora un po’ da soli.
La sveglia suona e comincio a sentire i lamenti dei miei compagni. Corriamo verso il bagno e ci facciamo una doccia che ci riporta alla realtà, più cruda e difficile da affrontare.

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Capitolo 25
*** Ready To Go! ***


“Cazzo Slash! Sei in ritardo!”
“Hey, ma quanta fretta! Siamo i protagonisti di tutto ciò! Ci gira tutto intorno e possiamo fare quel cazzo che vogliamo!”
“Ti ho capito, ma io voglio salire su di un fottuto palco e suonare per tutto il tempo che ho a disposizione!”
“Questo è quello che mi piace di te!”

Arrivano gli altri membri della band che Slash si porta dietro per il tour per il nuovo album.
Speravo di andare con lui con i Velvet, avrei voluto incontrare Duff e Matt..
Sabrina e Laura si avvicinano a loro, Slash compreso, e cominciano a fare le loro interviste e le domande per gli articoli che dovranno consegnare. Per fortuna siamo riusciti a  farle venire con noi. Beh, devo dire che l’aiuto di Slasher è stato fondamentale, ha fatto richiesta scritta alla rivista dicendo che non avrebbe accettato altro giornalista se non loro due ed una fotografa “Che facesse drizzare il cazzo ad un morto” , come la lettera mandata alla redazione recitava.
Come potevamo aspettarci RollingStone magazine, ci ha inviato una fotografa che sembrava essere una pornoattrice, ma di quelle potenti.
Ogni membro delle due band è stato richiamato dalla propria fidanzata, moglie o compagna.
Tranne quel povero, solo e arra patissimo Tony, che ovviamente ha fatto cadere nelle sue avances la bionda fanciulla dagli insulsi occhi da cerbiatta.
 
“Bene, adesso ci spieghi perché c’è solo un jet, che può ospitare solo dieci persone?”
“Perché noi andremo in aereo, mentre voi, pivellini, dovrete sudare, stare insieme, suonare in un pullman che vi porterà in tutte le arene dove suonerete.”
“In puro spirito Rock N’ Roll!” un’entusiasta Clark arriva da dietro e mi appoggia una mano sulla spalla, sorridendo, in puro stile Adler.
“Esatto Clark! Sai mi ricordi tanto quel vecchio cazzone di Steven!”
“Oh, grazie Slash! è un grande personaggio per me!”
 
Attendiamo quindi che il pullman arrivi così che Slash ed i suoi partano in aereo e noi in pullman. Beh, almeno non è scassato come quelli che usavano i Guns nei loro primi tour!
Cominciamo subito a fare qualche jam con le chitarre acustiche ed i tamburelli. C’è anche un bel basso acustico per il nostro amico che però è intento a consumare le labbra carnose e rosse della fotografa, in fondo al pullman.
Suoniamo così, tra una risata ed un’altra, mentre le ragazze cantano i pezzi del nostro album e quelli dei Guns, che suoniamo per divertirci un po’.
Dopo un po’ ci raggiunge anche Tony e così tutto acquista una sonorità molto più corposa e tosta.
La prima tappa è il Ritz che sta a 4000km da Los Angeles, a New York City. Dobbiamo suonarci tra quattro giorni, quindi due per arrivarci, uno per fare un giro e poi suonare ed andare via per la prossima tappa. Mentre Slash a quest’ora sarà già a metà strada.
Sono contento che faremo almeno questa parte del tour su quattro ruote. Forgeremo il nostro carattere e la nostra affinità.
 
“Hey, piccola!”
“Ciao ricciolone!”
 
Prendo tra le braccia una assonnata Federica che si adagia sul mio corpo disteso sui sedili. CI baciamo e ci coccoliamo per un tempo indefinito, finché non arriva il momento di fermarci a mangiare. Scendiamo tutti e mangiamo in un baretto abbastanza angusto.
Tutto velocemente, per paura di un possibile furto sull’autobus.
Riprendiamo la nostra strada, ma con un’autista nuovo, quello che dormiva per guidare di notte.
Il sonno così si impossessa di me e dei miei compagni. Ci addormentiamo cullati dalle note dei Pink Floyd che riecheggiano nello stereo.
Una soddisfazione nella mente, un desiderio che si sta realizzando nel cuore ed un sorriso che si inarca sulle labbra.

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Capitolo 26
*** Sweet Emotion ***


è un capitolo piccolino, come gli ultimi più o meno. Stiate sicuri che ritorneranno i capitolo lungi tre pagine di word =) Continuate a seguirmi!
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Sono dietro le quinte. La folle grida impazzita l’inizio del concerto, un suono incomprensibile che si mischia al caldo micidiale di New York. Che cazzo. Questo posto è una cappa. L’unica pecca del “Ritz” è un locale chiuso.
Le mani mi fremono e non riesco a stare calmo. Mi accendo nervosamente una sigaretta e noto con un po’ di sorpresa che la mia mano trema come non mai. Brutto affare.
Cerco di rilassarmi appoggiando le spalle contro il muro e scivolando per terra, sedendomi. Lello e Tony sembrano spensieratissimi, suonano una jam acustica molto divertente.. Clark si riscalda tamburellando con le bacchette su di tamburello. L’unico coglione che non si sta preparando sono io.
 
“Diegooooooo!”
“Ralph! Cazzo gridi?!”
“Eh, portami la chitarra la devo accordare e regolare i volumi...”
“L’ho già fatto io! Altrimenti che cazzo mi avrebbero ingaggiato a fa?”
“Non mi abituerò mai all’idea di avere un tecnico della chitarra...”
“No problem, amigo!”
 
Vorrei precisare: Idea di Slash! Io manco lo volevo il tecnico! Non mi garba tanto l’idea che uno sconosciuto, seppur qualificato, tocchi la mia cucciola. Che puoi è una vecchietta sostanzialmente, ma va bene così. Una nuova da modificare non me la posso permettere.
 
“THANKS FOR THE MEMORIES, DUE MINUTI E CULO SUL PALCO!!” Un omone grida superando i camerini.
Tutti ci riuniamo nel backstage dove ci sono alcuni tavoli imbanditi di ogni leccornia e diverse ragazze davvero niente male. Ovviamente tra di loro ci sono anche le nostre care fanciulle e il nostro manager.
 
“Bene, siete pronti? Emozionati?”
“Gigi, io son calmissimo..” Con nonchalance Clark si pavoneggia
“Beh io e Tony lo facciamo da tanto... solo eccitati nulla più.”
 
Tutti mi fissano.
 
“Io mi sto cagando sotto, va bene?!”
 
Lo speaker poi ci annuncia e tra una spinta ed una risata prendiamo posto sul palcoscenico, abbastanza largo per tutti. Mi posiziono appena dietro, sulla sinistra, di Lello.
 
“Hey motherfuckers!! Siete pronti a muovere i culi ed a cantare a squarciagola queste cazzo di canzoniiiiiiiiiii?!”
 
Ovazione del pubblico e parto con l’intro di Anybody, ormai cominciamo sempre con questa.
Piano piano ci lasciammo tutti trasportare dalla musica e cominciammo ad estraniarci da tutto. Iniziammo a fare improvvisazioni nei brani che arrivavano a durare anche 20 minuti. Il tempo ormai stava finendo e dovevamo ancora suonare quattro canzoni. Decisi quindi di suonarne solo due ma di farle bene e con qualche assolo in più. Mi avvicinai a Lello e lui mi sorrise accontentandomi.
Il concerto lo concludemmo lanciando plettri e bacchette ovunque. Il pubblico la prese bene e ci chiese il bis di Believe, che ovviamente concedemmo.
 
“Ragazzi, devo essere sincero sono davvero fiero di voi!”

Un’entusiasta Slash seguito dagli altri esordisce così. Scambiamo quattro chiacchiere bevendo jack e mangiando dei panini, attendendo l’ingresso in campo di Slash e della sua band. Gli altri potevano anche andare, io avevo esplicitamente chiesto di restare per entrare e suonare una jam blues con il mio riccio preferito.
Appena Slash ed i suoi salirono sul palco e si fecero vedere, un boato immenso si alzo dalla folla che lo acclamava lanciando magliette e reggiseni sul palco, Slash ne raccolse uno ed una non proprio felice Perla gli lanciò un’occhiataccia che lui trovò e buttò via il suo sorrisone da quindicenne arrapato.
Il concerto andò bene, qualche fan ogni tanto si faceva un salto sul palco, ma veniva prontamente lanciato giù dalle guardie. Ho deciso. Dal prossimo concerto farò salire sul palco qualcuno e lo farò suonare, io l’ho sempre desiderato e adesso che ho l’opportunità di regalare quest’emozione a qualcuno voglio realizzarla!
 
“Ralph, tocca  a te! In culo alla balena!”
 
Un affaticato e sorridente Myles Kennedy mi da l’imput per andare sullo stage e suonare con l’uomo che ha reso possibile tutto ciò.
 
“Hey Slash! Cominciamo?”
“GO, GO, GO, GO!”
 
Così le note delle nostre chitarre si intrecciavano e si completavano in modo quasi naturale, come se tra me e lui ci fosse un legame soprannaturale, un legame “divino. Qualcosa che sembrava farci avere le stesse intuizioni e le stesse idee. Mentre suonavo me ne accorgevo e rimanevo sempre più sorpreso da ciò.
Iniziai a divertirmi sempre di più e dialogai con l’uomo che indossava il cilindro nel modo migliore che conoscevo.
Le mie dita che fanno gridare la mia Pauline.

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Capitolo 27
*** Pensieri e Musicisti ***


Il mio sogno. L’ho realizzato.
Appena ho messo piede sullo stesso palco sul quale lui suonava, il mio sogno è stato realizzato.
Quella jam blues suonata in totale armonia, con stili e note diverse ma che sembravano completarsi a vicenda, creando una sola cosa.. Una sorta di dialogo fra due chitarristi in qualche modo legati tra di loro, uniti nell’amore per la musica e per la chitarra e perché no, per il blues.
Il modo di plasmare il pensiero attraverso quella che è la musica che riproduci con le corde della chitarra, il modo per esprimerti.
Il modo attraverso il quale riesci a dire la tua esprimendoti nel migliore dei modi, gridando o sussurrando a tutti ciò che pensi. Magari consegnando una risposta a chi ne cerca una oppure insinuare il seme del dubbio in chi è sicuro di aver capito tutto della vita.
Una voce, che non è quella del cantante ma quella della mente, quella voce che non esce dalla bocca, quella voce che non riesci a far ascoltare a chi ti è seduto affianco ma quella voce che riesce a prendere forma e tono quando parte l’intro della tua canzone, quella canzone in cui la chitarra è la voce di chi la suona.
Ma, ahimè,  spesso il suono che esce dalle casse non è sempre ciò che si pensa o ciò che si vuole esprimere, ma solo ciò per il quale sei pagato.
Se mai dovessi arrivare a quel punto, uccidetemi.
 
“Ralph! Sei ancora qui?” Slash, sudato e abbastanza stanco entra nel backstage
“Volevo continuare ad ascoltare il concerto, la musica che fate mi piace davvero tanto!”
“è un complimento?”
“Forse”.. Sorrido
“Beh, vuoi un passaggio per l’hotel?”
“Se puoi...”
“Ma certo! Earl!!!” chiama qualcuno..
 
Dopo pochi minuti arriva un omone di colore vestito in giacca e cravatta, incute terrore!
 
“Dimmi Slasher!” risponde simpatico e sorridente
“Puoi accompagnare il mio amico Ralph all’hotel?”
“Sicuro!” poi fa cenno a me di seguirlo
“ Ciao Slash!” dico prima di uscire dalla stanza
“Cya Ralph”
 
Quindi, sono in macchina con Earl, e la radio trasmette un pezzo dei Guns: Welcome to the jungle. Vorrei suonarlo qualche volta, ma Slash mi ha vietato categoricamente di suonare pezzi dei Guns, visto che li suona lui! Che cazzone, ahah.
 
“Bene Ralph, siamo arrivati! Alla prossima”
 
Ci salutiamo e mi dirigo verso l’Hotel. Ovviamente sono una specie di Rock Star semi-sconosciuta e quindi nessun groviglio di fan scatenati mi accerchia e raggiungo la mia stanza in pochi minuti.
Sono le due e non si sente una mosca volare, spengo l’mp3 ed entro in camera.
Federica è sdraiata sul lettone, dorme sopra le lenzuola... Indossa una sottile e poco scura camicia da notte, credo sia quella grigia che indossava quando andai a casa sua nei primi tempi che prendevo lezioni. è la mia preferita, le sta troppo bene.
Mi avvicino senza fare troppo rumore e le poso un bacio a fior di labbra, appena percettibile. Il mio bacio è il mio augurio per la buonanotte.
Mi infilo sotto la doccia ed in pochi minuti i miei muscoli si rilassano facendo sentire la stanchezza che l’acqua un po’ lava via.
Mi entra un motivetto nella testa.. Comincio a sussurrare parole a caso, così, senza pensare..
“Sta roba mi garba.. Mi garba eccome!”

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Capitolo 28
*** A Stretto Contatto.... ***


Ho postato tardissimo e non ho attenuanti. Vi chiedo solo perdono in ginocchio. Vi volevo avvertire che questo capitolo contiene una scena sessuale molto, molto esplicita. Se vi è difficile leggere, appena capite che la scena sta per svolgersi saltate verso la fine.

P.S.
Ellie: Che telepatia! spero che la storia ti piaccia! =)
Owen_Hudson: Sei davvero gentile! ti ringrazio, davvero!
Lau: La tua recensione è il mio pane quotidiano, non toglierla mai!

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“Bella Raf, questa parte del tour sta andando a gonfie vele!”
“Sono d’accordo con te Lello... Stiamo facendo faville... I dischi si vendono bene....”
“Secondo me le Jam sul palco insieme a Slash aiutano ad incrementare la notorietà”
“Anch’io la penso come Gigi... Se anche qualcuno va su youtube e cerca qualche improvvisazione di Slash negli ultimi periodi, incappa di sicuro anche nella tua brutta faccia!”
“Ma fottiti Clark!”
“Dopo di te, man!”
“Cessi, smettete di starnazzare come delle checche in preda agli ormoni...Sto cercando la linea di basso per quel pezzo...”
 
Poi uno “Scusa Tony” esce contemporaneamente dalle nostre bocche.
D’improvviso un pezzo di Saturnino squilla dal cellulare del nostro bassista.
 
“Ciao Piccola! Ma certo che non mi disturbi!”
Noi in coro: “Vai a cagare bassista fallito!”
 
Beh, in questi giorni si è sentita la mancanza delle giornaliste ma soprattutto quella di Lau e Sabry.. Sono diventate due amiche davvero speciali per noi... Così esperte di musica e così disponibili al dialogo, che mettono davvero voglia di parlare... Beh, sono anche piacevoli all’occhio.. Altrimenti Clark le avrebbe mandate allegramente a cagare.
Alla fine Lello ha avuto giusto il tempo per una notte di fuoco, con Laura,  che lei si è fatta subito dare il numero dell’ormai ex “re della birra”... Lello non c’è rimasto tanto male.. Ha detto che anche lui se fosse stato nei panni della Giornalista avrebbe fatto lo stesso.
Federica spesso mi rimprovera esternando la sua gelosia quando comincio a parlare così tanto di quelle due.. Lo faccio apposta. Adoro quando mi tira quagli schiaffetti innocui dietro la testa oppure mi prende per i capelli legandoli in una coda immaginaria con le sue dita e fa specchiare i suoi occhi nei miei.
Lei.. è davvero speciale per me.
 
“Belli, tra una ventina di minuti saremo giunti a destinazione! Rinfoderate gli strumenti, rimettete gli uccelli nei jeans e datevi un contegno.”
Una sonora risata si alza dala parte posteriore del pullman.
 
Eccoci qui, St. Louis. In teoria Slash non potrebbe esibirsi qui a causa delle questioni ai tempi dei Guns. Ma alla fine i giudici hanno deciso che lui era stato coinvolto e che poteva esibirsi con la sua nuova band a patto che non ci fosse Axl Rose con lui.
Siamo carichi al massimo per questo evento. Un palco famoso, anche per i disastri, ma comunque importante.
Durante il viaggio abbiamo provato un pezzo nuovo in acustico... Lo proveremo durante il soundcheck con le chitarre distorte. Una figata quel motivetto che mi uscì quando ero sotto la doccia nell’Hard Rock Hotel di New York.
 
“Honey... Ho voglia di fare una doccia...” Così dicendo Fede lascia cadere la sola gonna, che la vestiva, dinanzi a me e si avvia sensuale verso la doccia, lasciando ,forse casualmente, la porta del bagno aperta. Lo scrosciare dell’acqua sul vetro della doccia si sente nitidamente dalla stanza da letto.
Da quando siamo in tour faccio sesso con lei tutti i giorni tranne le sere dei concerti. Una terapia che mi è stata prescritta da un dottore di ambigua professionalità, un certo Dottor Hudson, S.
Che uomo. Mi sento davvero simile a lui. Mi sento attratto verso quell’uomo, e non pensate che voglia scoparlo, pervertiti!
Mi sento legato in un modo speciale. Nei primi tempi che suonavo credevo che grazia alla mia dedizione io sarei stato un privilegiato, che solo io sarei riuscito a fare tanto come lui... Solo adesso mi accorgo che sono solo uno dei tanti.. Con l’aggiunta di un pizzico di fortuna.. beh, direi badilate di fortuna!
Raggiungo, privo dei vestiti e di ogni freno inibitore, la stanza ove la mia donzella è situata e la vedo che sensualmente si spalma dell’olio su tutto il suo corpo... La scatolina bianca e rosa mi fa capire che è di quella marca strana... Johnson o roba simile.
Mio Dio. Io vengo anche solo a guardarla!
Mi fa cenno con il dito di raggiungerla e lentamente con l’erezione ben visibile, essendo nudo, la circondo con le braccia e scendo con le mani sui suoi glutei sodi e incredibilmente attraenti e con forza la sollevo appoggiandola contro il marmo freddo, che le fa venire la pelle d’oca.
Cominciamo a baciarci senza pudore mentre entro in lei facilmente grazie all’olio e comincio a scivolare quasi senza spingere dentro la sua intimità più e più volte finchè lei stringe le sue mani nei miei capelli e tirandoli indietro mi allontana da lei e così scende e mi ritrovo io con le spalle al muro e lei gradualmente scende baciando ogni parte del mio corpo, fino a ritrovarsi sul mio pene e comincia così a farmi godere spingendo anche con le mani, talvolta con entrambe, molto violentemente e dopo pochi minuti milioni di piccoli Ralph, con tanto di chitarra, almeno a me piace immaginarli così,  vengono scaraventati via dal mio corpo per entrare nelle sue labbra e sporcare il suo viso struccato e splendido. Lei lo sa che questo è sempre stata la mia più grande fantasia... Poche volte mi ha concesso di realizzarla.
D’improvviso la porta si spalanca e un Clark con tanto di Sabrina entra nel bagno. All’improvviso vedo la ragazza arrossire violentemente e lasciare la soglia della porta, mentre Clark rimane con gli occhi spalancati, come quelli di chi ha visto la fine del mondo, ma con un sorriso come quelli che si dipinge sulla faccia di chi ha vinto cento milioni al superenalotto, un dito che mi indica e la folta chioma che come la mia sembra avere un’entità propria.
Federica è costretta quindi a coprirsi il corpo anche se rivolge le spalle a quello stupido caprone, e a lasciare il mio membro, che nascondo tra le mie mani incallite, da anni di chitarra.
“Potresti uscire? STUPIDO ROTTO IN CULO SENZA EDUCAZIONE! NON SI BUSSA?”
“Che Hendrix mi fulmini, ma cos’era quella roba bianca sulla faccia di Fede!?”
“MA che cazzo di domande fai, porco!”  Urla Fede
“Federica! Da te non me l’apettavo!.. Che fortuna che hai raf, Sabry nemmeno le immagina ste cose!”...
Fa per continuare...
“NON ME NE FOTTE UN CAZZO, NON TI PARE IL CASO DI USCIRE?!”
“Come sei irascibile... Ero solo venuto a dirti che.. Venuto... ahahahahahahaha”
 
Una scatolina di shampoo lanciatagli da Fede, che si era nascosta nella doccia, lo colpisce in testa.
“A dirmi?”
“Che stasera alle 22 ci incontriamo nella stanza di Slash, ci saremo tutti, anche le giornaliste e le... Fidanzate..”
 
Scoppia ancora a ridere mentre fugge dal bagno chiudendo la porta evitando così che il bagnoschiuma lo colpisse di nuovo.
Guardo la mia ragazza e lei arrossisce e si mette le mani in faccia. Come a dire... Che vergogna cazzo...
Io ho un sospetto...
 
“Amore.. Ma per rispondere a Calrk.. hai ehm...” Lei mi guarda con gli occhi rossi di vergogna...
“Si... mio dio non l’avevo mai fatto prima...”
“Beh... prima o poi doveva accadere...”
“Stronzo”
“Si, anche io Ti amo.”
 
La sera arrivò presto, ed anche le scuse di Clark, come ovvio che sia.
Un bel cazzottone in bocca non gliel’ha tolto nessuno... Almeno così sa che deve bussare! Non siamo solo noi quattro nel garage di Lello che potevamo entrare, uscire, scopare anche con i nostri compagni in stanza, anche se Fede si è sempre rifiutata di farlo sotto gli occhi “allupati” di tutti.
 
“Heilà Ralph!” Slash mi sorride
“Cya Slash..”
Poi si rivolge a Fede, con un sorriso a trentamila denti
“Ciao bella!”
“Ciao..” Risponde lei timidamente
“Accomodatevi!”
 
Mentre Fede entra, Slash mi prende da parte fuori la stanza
“Perla ha ingoiato solo dopo che ci siamo sposati... E nei primi tempi non mi cagato nemmeno di striscio ogni volta che lo prponevo...”
“Slash, Fanculo.”
 
Entriamo poi nella camera e tutti sono seduti sul divano e sulle sedie messe li apposta.
Dopo pochi minuti, ci raggiunge anche Myles che si siede alla sinistra di Lau, che aveva già, alla sua destra, Lello.
 
“Bene! Ho un annuncio da fare e spero davvero che sarà una notizia gradita a tutti!”

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