L'Ultima Lettera

di Leonhard
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Nuovo Mondo ***
Capitolo 2: *** II. Ceneri ***
Capitolo 3: *** III. Ultimo ***
Capitolo 4: *** IV. Intuizione ***
Capitolo 5: *** V. Shinigami ***
Capitolo 6: *** VI. Resa dei conti ***
Capitolo 7: *** VII. Sterminio ***
Capitolo 8: *** VIII. Faccia a faccia ***
Capitolo 9: *** IX. Nuovo e vecchio ***



Capitolo 1
*** 1. Nuovo Mondo ***


 

Dico, la fine di Deathnote non è una tristezza senza senso? Voglio dire, se proprio dovevano farmi morire Light, dovevano farlo almeno per mano di Elle

Quindi, ho deciso di metterci le mani io. Non sono particolarmente bravo a scrivere polizieschi, quindi se c'è qualcosa che non va bene, non esitate a dirmelo.

Buona lettura!

 

L'ULTIMA LETTERA

 

  1. Nuovo Mondo

 

 

"Trentacinque secondi!". La voce di Mikami era incrinata dall'emozione, ma Light non se ne curò. Lui, Kira, il Dio di un nuovo mondo, stava per vincere. Stava per uccidere Near e tutti gli stupidi al suo seguito. E perchè no? Anche gli altri che erano dietro di lui. Poteva quasi sentire i loro sospetti sul suo conto. Sapeva che, se qualcosa fosse andato storto, ci avrebbe rimesso le penne: sarebbe bastata solo una parola in più da parte di Mikami ed il suo mondo sarebbe andato miseramente in frantumi. Non poteva certo negare che gli fosse tornato utile, anzi: era stato un secondo Kira migliore di Misa. Molto migliore. Quasi gli dispiacque di aver escogitato quel piano.

Quattro secondi. Tre. Due. Uno.

Quaranta secondi.

Nessuno in quella sala morì. Light e Mikami non videro nessuna espressione dolorante, nessuno che strabuzzasse gli occhi per la sorpresa di sentire il proprio cuore fermarsi così, senza motivo. Light sorrise e puntò un dito contro il suo seguace.

"Porta qui il quaderno" disse. L'uomo, disorientato per il suo fallimento, obbedì, sotto gli occhi stupiti di tutti e quelli sospettosi di Near. Prese il quaderno, sorrise maligno e si volse verso Mikami.

"Teru Mikami" disse. "Sei in arresto". Questa frase disorientò tutti e spiazzò Near. Qualcosa non andava. Ci aveva visto giusto e, con la sua tattica, nessuno era effettivamente morto. Ma se Light fosse stato Kira, avrebbe dovuto quantomeno stupirsi dell'accaduto. Ed invece eccolo lì, trionfante per aver catturato Kira. Mikami strabuzzò gli occhi.

"Cosa?!?" esclamò, stupito. "Dio, ho fatto come mi avevi detto!"

"Non dategli ascolto" sbottò lui, gettando il quaderno davanti a Near. "Credo di essere io a dare spiegazioni a tutti voi".

"Siamo tutti orecchi" biascicò Near, evidentemente insoddisfatto della piega che aveva preso quella situazione. Light ordinò ad un riluttante Aizawa di ammanettare l'uomo, che lo guardava con occhi feriti, in silenzio.

"Hai modificato il quaderno, vero Near?" cominciò. "Quello vero, che Mikami teneva in banca". Mormorii. Near sollevò ujno sguardo sospettoso verso Light.

"Come sai che Mikami teneva il quaderno in banca?" chiese. Il giovane detective non si fece cogliere impreparato.

"Perchè gliel'avevo detto io di metterlo lì" disse. "Ho scoperto che lui era uno dei due Kira e l'ho contattato spacciandomi per l'altro. Gli ho detto di mettere il quaderno in banca e di aspettare le mie direttive. Se io fossi stato veramente Kira, penso che gli avrei ordinato comunque di nasconderlo là. Da qui a capire che tu, Near, avevi intenzione di truccare il quaderno, era un passo piccolo.

"Dal momento che il secondo quaderno ce l'abbiamo noi, va da sè che questo prova senza dubbio che Mikami è l'ultimo Kira". Near lo scrutò, rendendosi conto che il suo ragionamento non faceva una piega. Il fatto che aveva intuito quali sarebbero state le sue mosse non costituiva una prova per incolparlo, anzi: provava solo che lui era l'unico uomo degno di sostituire appieno Elle. Mascherando la sua frustrazione, ordinò ai suoi uomini di portare via Mikami, evidentemente troppo sconvolto per opporre resistenza. Gettò un'occhiata al quaderno che Light gli aveva lanciato.

Kanzo Mogi. Tota Matsuda. Hideki Ide. Shuichi Aizawa.

Light Yagami.

Era venuto in quella sala, aveva mostrato il suo volto e quello dei suoi uomini convinto che avrebbero arrestato Light Yagami con l'accusa di essere Kira. Ed invece se ne andava con un uomo che non poteva esserlo, ma che tutte le prove gli puntavano contro il dito. E se Light era veramente Kira, quando aveva preso in mano il quaderno, figurarsi se non aveva sbirciato i loro nomi, per poi ucciderli in tutta calma. Lo shinigami nero davanti a lui lo guardava con quegli occhi sbarrati e divertiti, senza proferire parola. Il fatto che stava dietro a Light, voleva semplicemente dire che, avendo toccato il quaderno, era in grado di vederlo e di sentirlo. Ma, probabilmente, non se n'era ancora accorto, altrimenti il fatto che non avesse avuto nessuna reazione sarebbe stato sospetto. Light si volse di scatto ed i suoi occhi incontrarono quelli di Ryuk. Il suo fu un urlo di finto terrore, ma che riuscì a mascherare la vittoria nella sua voce.

Sapeva il nome di Near e che lui aveva l quaderno. Il SUO quaderno. E presto, glielo avrebbe ridato di sua spontanea volonta, grazie al frammento che aveva nell'orologio: bastava scrivere in piccolo e gli ideogrammi ci sarebbero stati tutti. Però, che fatica non scoppiare a ridere.

 

"Finalmente è finita, giusto?" chiese Matsuda, stirandosi le braccia con aria soddisfatta. Fuori dal capannone, si poteva ammirare uno splendido tramonto attraverso i grattacieli del Giappone. Light annuì e sorrise.

"Sì" disse. "Abbiamo vendicato Elle, Watari, mio padre...Kira adesso è dietro le sbarre ed uscirà solo per andare alla forca. Andrò personalmente a vedere: voglio esserci quando quel maledetto esalerà l'ultimo respiro".

"Light..." chiamò Aizawa. Aveva un'aria mortificata. "Scusaci per aver sospettato di te. Non pensavamo che facevi finta di essere Kira per cogliere con le mani nel sacco quello vero".

"Già" annuì Matsuda. "E complimenti per il coraggio: se il vero Kira si fosse accorto che avevi fatto una cosa del genere, o peggio ancora se Mikami avesse capito che tu non eri quello vero, sarebbe stata la fine".

"Lo so" disse Light. "Scusatemi se vi ho fatto correre questo rischio, ma era fondamentale".

"Nessun problema" sorrise. "L'importante è aver assicurato Kira alla giustizia". Light sorrise e si diresse verso la macchina, seguito dai suoi colleghi.

 

-Nate River. Senza essere scoperto o interrotto, creerà una copia identica del quaderno nero in suo possesso il 28 Gennaio 2013 e lascerà quello vero tre giorni dopo nello stesso magazzino in cui si trovava quello stesso giorno. Morirà dopo aver fatto ritorno nella sede della SPK, alle 19:35-

Light lesse e rilesse ciò che aveva scritto sulla pagina del quaderno che aveva lasciato nella sua vecchia casa. Solo, finalmente potè ridere a crepapelle, sotto lo sguardo soddisfatto di Ryuk, tutto intento a masticarsi una mela.

(In questo modo, prima che muoia, avrò tutto il tempo di recuperarlo e scrivere i nomi di tutti quanti i suoi uomini, in modo che la loro morte avvenga simultaneamente. Nessuno saprà mai che il quaderno ce l'ho nuovamente io: i miei uomini recupereranno quello falso e lo distruggeranno senza verificarne l'autenticità) pensò. (HO VINTO!). Si alzò ed uscì, dirigendosi verso il suo nuovo appartamento.

(Ho ucciso Elle, Mello e fra tre giorni morirà anche Near. Non esiste più nessuno che possa contrastarmi. Comunque, se Mikami avesse parlato troppo, non sarei riuscito a discolparmi e sarei finito in galera. Anzi, molto probabilmente Ryuk mi avrebbe ucciso prima, dal momento che ha detto che, al momento della mia morte, avrebbe scritto il mio nome sul suo quaderno) pensò. (Ma oramai questo pericolo è scongiurato: io sono Kira e nessuno potrà catturarmi, dal momento che lui è in prigione. E quando si accorgeranno della verità, sarà troppo tardi). Scese dal treno e si diresse con passo lemme verso il suo appartamento. (Andrà Misa a prenderlo. Non dovrei avere più bisogno di lei, ma è meglio essere premuniti: non si sa mai).

Tre giorni dopo, Misa uscì di casa con la sua solita aria gioviale e fu con la stessa aria che tornò, con il quaderno nero nella borsa.

"Non mi ha fermato nessuno, Light" disse, solare. Lui sorrise scettico.

"Ovvio" replicò. "Perchè ormai tutti credono che Kira sia stato arrestato. A quest'ora anche i membri dell'SPK saranno tutti morti. E ciò vuol dire...".

"Che hai vinto, Light!" esclamò lei, gettandosi tra le sue braccia. "Bravissimo, caro! Sono tanto fiera di te!".

"Strappa un frammento e tienilo sempre a contatto con il tuo corpo" disse. "Dal momento che il secondo quaderno è nelle mani della polizia...".

"Ma non puoi uccidere anche i tuoi colleghi?" chiese la ragazza. Lui scosse la testa, paziente.

"Meglio di no, Misa" disse. "Vedi, mia madre e Sayu sanno che faccio parte di quella squadra. E se dovesse venire fuori che sono morti tutti eccetto me, potrei anche far nascere nuovi sospetti su di me. Se facessi una cosa del genere, un qualunque investigatore lo capirebbe. No, Kira tornerà in scena con la strage di un intero carcere. Aprì il quaderno e, aperto il portatile, aprì lo schedario di un carcere e scrisse i nomi di tutti i carcerati, segnando l'ora della loro morte il giorno dopo per l'una precisa.

Il cinque Marzo del 2013, dopo pochi giorni di pausa, Kira tornò in azione.

 

 

AVEVO DETTO CHE AVREI SPAZIATO E COSI' HO FATTO. ECCOMI NEL MONDO DI DEATHNOTE, APPENA ARRIVATO DA QUELLO DI FINAL FANTASY. UN SALUTO A TUTTI I LETTORI CHE MI LEGGONO PER LA PRIMA VOLTA: SPERO DI TENERVI UN PO' SULLE SPINE CON QUESTO RACCONTO!

CI LEGGIAMO NEL PROSSIMO AGGIORNAMENTO!

CIAO!

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Capitolo 2
*** II. Ceneri ***


     2. Ceneri

Demegawa era morto. Takada era morta. Mikami era morto assieme ai membri dell'SPK. Quando si trovò senza portavoce, Light quasi rimpianse la sua decisione. Ma erano delle vittime essenziali per la riuscita del suo piano. Delle pedine sacrificabili, se vogliamo. Ma ora non avrebbe più ucciso innocenti: ormai non c'era più nessuno che potesse contrastarlo. Ogni mattina, ordinava a Misa di scrivere ininterrottamente nomi sul quaderno, ma specificando bene di fissare la morte di uno su tre in giorni strategici ogni settimana.

Il quartier generale, quando vide che le morti erano ricominciate, fu ad un passo dallo sciogliersi e di accettare l'esitenza di Kira, ma Light stesso non fu d'accordo ed annunciò che lui avrebbe continuato a dare la caccia all'assassino di Ryuzaki e di Watari, finchè uno di loro due non fosse morto. Ed i suoi compagni, obbedienti, rimasero al suo fianco, anche se non sapevano mai con precisione cosa fare.

Non passò molto tempo che Kira fu accettato in tutto il mondo. Il web si riempì di siti riconosciuti validi dai corpi di polizia di tutto il mondo contenenti volti e nomi di tutti i criminali catturati. Non che gli servissero i nomi, dal momento che era Misa a scrivere...

Lei scriveva solo la mattina presto e la sera tardi, distribuendo le morti della giornata ad orari a caso, in modo che non ci fosse nessuna pista, né filo logico. Elle, Near e Mello gli erano bastati: si era divertito un mondo con loro, ma molte volte si era sentito quasi con le spalle al muro o non aveva avuto altra scelta che sperare nel silenzio delle persone con cui aveva avuto a che fare.

Non gli era mai piaciuto dipendere dagli altri: preferiva tenere sempre sotto controllo la situazione, in modo da sapersi regolare di conseguenza. Anche se inconsapevolmente, con Elle aveva fatto così e aveva funzionato perfettamente: ne era prova la sua bara. Quel mattino, anzichè andare al lavoro, fece una cosa che non aveva mai più fatto: si diresse al cimitero dove era sepolto Ryuzaki. Con lui, l'unica cosa che aveva fallito era stata scoprire il suo nome. Non aveva idea di quale potesse essere e dubitava molto che Rem, quando l'aveva ucciso, avesse scritto il suo nome subito accanto a quello di Watari. Se la ricordava perfettamente, la lapide del suo miglior avversario: vuota, liscia, senza foto né scritte. Arrivò al cimitero e si avviò verso il posto, seguito da Ryuk.

"Dove stai andando, Light?" chiese, con la sua voce ultraterrena. Lui sospirò.

"Mi annoio, Ryuk" rispose. "Vado a trovare Ryuzaki: magazi potrò farmi quattro risate alla faccia sua". Lo odiava. Eccome se lo odiava. Aveva avuto quello che si meritava, ma lo odiava. Lo rispettava come avversario, ma lo odiava. L'unica persona che, se fosse stata in vita, avrebbe ucciso non una, non due, ma cento, mille, diecimila volte, anche se fosse stato una persona innocente. Il telefono squillò quando fu davanti alla lapide. Era Matsuda.

"Pronto?".

"Light! Presto, corri qui!" esclamò la voce affannata del poliziotto. Lui sospirò e riattaccò, avviandosi verso l'uscita del cimitero.

"Che diavolo sarà successo adesso?".

 

"La Wammy's House! La Wammy's House ha chiuso i battenti!". La notizia provocò a Kira una forte sorpresa, dal punto che, per un secondo, non si mise a ridere sguaiatamente.

"Come sarebbe a dire?!?" esclamò. Ide e Aizawa annuirono gravemente.

"Dopo la morte di Near, la Wammy's House ha dichiarato che non avrebbe mai più provato a contrastare Kira ed ha spedito tutti gli orfani che aveva in comuni orfanotrofi. Là dentro non riceveranno mai le nozioni base neccessarie per diventare successori di Elle" disse Mogi. Siamo rimasti solo noi cinque a dare la caccia a Kira. Cinque uomini in tutto il mondo.

(Non sono niente per me cinque uomini) pensò. (Ma non posso ancora ucciderli: non ho la certezza che siamo soli).

"Accidenti, speravo che sbucasse fuori qualcun altro come lui a darci una mano..." si lamentò Matsuda, passandosi una mano tra i capelli corvini. "Mi costa molto dirlo, ma ho paura che Kira abbia vinto: non possiamo catturarlo solo noi cinque, non abbiamo le risorse per farlo".

"Matsuda!" rimproverò Aizawa, irritato. Il giovane si volse verso di lui.

"Dai un'occhiata alla realtà mettendo da parte il tuo orgoglio, per una volta!" rispose. "Ma non lo vedi? La Wammy's House ci ha chiuso la porta in faccia, così come la polizia di tutto il mondo hai i soldi per un'attrezzatura come quella che avevamo quando lavoravamo con Elle? E per mantenerla? Li hai?". Aizawa si ammutolì, riconoscendo che il collega aveva ragione.

"Non ci sto" disse Ide. "Non lascerò che Kira rappresenti la legge: siamo noi la legge e lo fermerò, anche se dovessi rimetterci la pelle!".

"La Wammy's House ha agito correttamente" disse Light. "Rifletteteci: Ryuzaki arrivava da lì e Nera e Mello erano le punte di diamante di quell'orfanotrofio. Una volta morti, è ovvio che si tiri fuori, non avendo più nulla con cui attaccare. Inoltre, se Kira dovesse andare in quell'orfanotrofio farebbe una strage, dal momento che ha gli occhi dello Shinigami".

"Ha gli occhi dello Shinigami?!?" esclamò Aizawa. "Scusa come lo sai?".

"Ho modificato i loro siti" disse. "Ed aggiunto ai nomi dei carcerati qualche ideogramma in più. Ma Kira è comunque riuscito a sterminare un carcere. Ne deduco che deve aver fatto lo scambio degli occhi, oppure deve aver ceduto il suo quaderno a qualcuno ordinandogli di fare lo scambio".

"Ma così ci troviamo davanti un nuovo Kira!" esclamò Matsuda. Light scosse la testa.

"È improbabile" disse, prima di rivolgersi a Ryuk. "Shinigami, cosa succede quando si cede il quaderno a qualcuno?" Ryuk, trattenendo a stento le risate, gli rispose.

"Quando un possessore del Deathnote lo cede a qualcun altro, tutti i ricordi relativi ad esso scompaiono, assieme alla capacità di vedere lo Shinigami al quale esso apparteneva in precedenza" snocciolò. Non gli sembrò molto neutrale ciò che stava facendo, ma doveva per forza schierarsi con qualcuno, in quel momento. Light annuì, recitando alla perfezione la parte di Elle.

"Ed esiste un modo per disfarsi del quaderno senza tuttavia perderne i ricordi?" chiese. Ryuk scosse la testa.

"Per recuperare i ricordi relativi al quaderno, bisogna toccarlo" disse. "Ma non appena l'ex possessore lo lascerà, i ricordi svaniranno" disse.

"Se non ha fatto lo scambio degli occhi, può aver fatto solo una cosa" disse Light, tornando a rivolgersi ai suoi colleghi. "Ha ceduto il suo quaderno a qualcuno solo per fargli fare lo scambio degli occhi e poi gli ha ordinato di prestarglielo, tenendosi per sè solo poche pagine. In questo modo, il Kira con gli occhi dello Shinigami può uccidere anche senza quaderno e senza perdere gli occhi, mentre il vero Kira avrà i ricordi finchè ha il quaderno in mano, per poi disfarsene quando più gli farebbe comodo".

"Questo vuol dire che le indagini si potrebbero complicare!" esclamò Ide. Light annuì.

"Già: per quello che ne sappiamo, Kira può essere chiunque e nessuno nello stesso tempo" disse. Improvvisamente Mogi si alzò di scatto.

"Ehi! Guardate tutti!" esclamò. Il gruppetto si sporse sulla pagina del quotidiano. "C'è scritto che la Wammy's House chiuderà i battenti, ma che scaglierà verso Kira un'ultima persona". Light prese il giornale.

"E chi è?" esclamò. "Se arriva dalla Wammy's House, possiamo cercare di contattarlo e proporgli di lavorare assieme a noi".

(Ancora?) pensò. (Ma non è bastata la fine che hanno fatto Ryuzaki, Mello e Near? Evidentemente no). Si volse e sorrise. (Mi sa che è arrivato il momento di far capire a tutto il mondo una volta per tutte che nessuno è in grado di ostacolarmi).

"Ah, vediamo il notiziario" disse Matsuda, indirizzando il telecomando verso il televisore al plasma. Davanti agli occhi del quartier generale giapponese comparve un ragazzo. Poteva avere sui diciassette anni, alto e magro, con folti e lunghi capelli castani. Accanto al suo volto, in sovraimpressione, c'era scritto il suo nome: Daniel Jam. Anzò lo sguardo verso la telecamera. Due occhi grigi e gelidi guardarono l'intero giappone.

"Sono qui per annunciare solo una cosa" disse. "Io manderò Kira sulla forca, senza nessun errore". Detto ciò, il ragazzo si alzò dalla poltrona e scomparve dal tavolo ripreso. All'interno dell'appartamento di Light ci fu prima un attimo di solenzio, poi mormorii sommessi. Light era rimasto paralizzato, a guardare la TV con occhi sbarrati.

(Cosa?) pensò. Nei suoi occhi si accese una luce folle, mentre un ghigno prefido comparve sul suo volto. Era finalmente arrivato il momento di tornare in campo per l'ultima partita contro la Wammy's House.

Contro Elle.

 

BEH, RAGAZZI. STO PROVANDO A FARLA PROCEDERE, MA NON SO FINO A CHE PUNTO LO STO FACENDO BENE. FATEMI SAPERE SE C'E QUALCOSA CHE NON VA O QUALCHE MIO ERRORE.

CIAO A TUTTI!

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Capitolo 3
*** III. Ultimo ***


  3. Ultimo

 Quella sera, chiudendosi in camera con Misa, accese immediatamente il computer, mentre un'ondata di eccitazione gli invadeva la mente. Riguardò attentamente il notiziario su Internet, rendendosi contro che, probabilmente, aveva davanti uno allo stesso livello di Ryuzaki, se non addirittura superiore. Non poteva sapere se quelli era veramente lui nè se in sovraimpressione era comparso il suo vero nome, ma sapeva perfettamente che non poteva assolutamente ucciderlo: la sfida lanciatagli da Elle, anni prima, gli aveva insegnato a non agire d'impulso e non lasciarsi prendere dalle emozioni.

In entrambi i casi, si sarebbe scoperto: se lo avesse ucciso e la trasmissione fosse andata in onda solo nel Kanto, come aveva fatto Ryuzaki, il cerchio si sarebbe stretto attorno a lui ad una velocità impressionante, dal momento che il quaderno che aveva lui era ancora ufficialmente sepolto da qualche parte nel quartier generale abbandonato della SPK. E visto che l'altro era lì, sotto chiave nel suo appartamento, anche uno stupido ci sarebbe arrivato. No, non poteva fargli nulla. Avrebbe dovuto avvicinarlo: prima di tutto avrebbe dovuto scoprire se il suo vero nome era Daniel Jam e poi creare la condizione ideale per ucciderlo senza destare sospetti su di lui.

"Light, che stai facendo?" chiese Misa, portandogli un bicchiere di the freddo.

"Nulla, Misa" rispose lui. "Pronta cena?". La ragazza sorrise.

"Certo. Vieni".

 

"Furbo, non vi pare?" chiese il giorno dopo ai suoi colleghi. "Ha riutilizzato il trucco di Ryuzaki per sfidare Kira ad uscire allo scoperto".

"Credi che abbia funzionato, Light?" chiese Ide. "Kira avrà raccolto la sfida?".

"Beh, lo spero" rispose. "Durante le sfide è molto attivo, quindi esistono più probabiltà di prenderlo...".

"Non credi che sarebbe saggio tentare di contattarlo?" chiese Matsuda. Light scosse la testa.

"Non ci riusciremmo" rispose. "Se arriva veramente dalla Wammy's House difficilmente vorrà mostrarsi a noi subito. Se lo vorrà, probabilmente ci contatterà tramite il computer".

In quel momento, il computer di Light suonò. Quel suono non se lo sarebbe mai levato dalla testa: lo stesso suono che faceva quando Near lo contattava. In mezzo allo schermo compariva quella grossa enne con carattere Old London. In fretta si sedette davanti al computer ed accettò la chiamata. Sullo schermo comparve uno sfondo completamente bianco, con una grossa J nera in carattere Old London al centro.

"Parlo con il quartier generale giapponese?" chiese una voce contraffatta proveniente dagli altoparlanti del portatile. Light prese il microfono distorsore.

"Sì" rispose. "Sono Elle. Chi sei? Come hai fatto a contattarci?".

"Se mi hai fatto questa domanda, non sei lo stesso Elle con cui ho avuto a che fare alla Wammy's House" rispose la voce. "Quindi avevo visto giusto: il piccolo Elle è morto". Light rimase leggermente basito. "Oh, beh. Era prevedibile che prima o poi sarebbe finito così: i suoi modi erano troppo diretti. Presumo che sia stata opera di questo Kira, dico bene?".

"Ma che stai dicendo?" chiese Light. "E poi, non mi hai ancora risposto". La voce tacque per qualche secondo.

"Come, non lo sai, secondo Elle? Sono apparso in televisone ieri" rispose. Light aggrottò la fronte.

(Dunque è lui) pensò.

"Potete chiamarmi Jey" continuò. "Dovete scusarmi, ma sono stato un po' isolato in questi ultimi anni. Capirete che alla Wammy's House non andava di mostrare in giro uno come me".

"Quindi sei tu la persona che la Wammy's House avrebbe scagliato contro Kira?" chiese Kira. "Perchè ha aspettato così tanto? Se hanno tenuto il mondo intero completamente all'oscuro anche della tua esistenza, perchè hanno lasciato morire Elle, Near e Mello prima di farti scendere in campo?".

"Evidentemente hanno pensato che sarebbero bastati" rispose lui. "Io rappresento il colpo di coda della Wammy's House. Dal momento che mi ha tenuto all'oscuro di tutto ciò che è successo negli ultimi sei anni, mi sono perso i fatti salienti di questo caso. Ma li scoprirò da solo; a proposito, non prendetevi il disturbo di chiedermi di presentarmi lì per collaborare con voi: accetterò di vedervi solo quando sarò sicuro dell'identità di Kira".

"Ok, ma fatti almeno inviare i rapporti delle indagini di Elle fino a questo punto".

"Inviatemeli pure, ma solo quelli fino alla sua morte: non ne voglio altri". Con quest'ultima frase chiuse la comunicazione. Light, inviandogli il file, si sentì disorientato.

(Sono passati sei anni da quando ho cominciato ad uccidere e questo mi viene a dire che è a malapena al corrente della mia esistenza?) pensò. (Non ci credo: è impossibile. È troppo facile! Elle non aveva prove per incastrarmi e non sapeva che la regola dei 13 giorni era falsa: ucciderò anche lui!). Senza riflettere più, inviò il file. (Come colpo di coda, direi che è alquanto semplice da neutralizzare...non mi convince).

(Uno che sa solo che Kira esiste non lo sfiderebbe mai in un modo così diretto. E poi, ha parlato di Ryuzaki e della sua morte con leggerezza, come se la cosa non lo toccasse. Ma chi diavolo è? Perchè la Wammy's House ha aspettato così tanto per metterlo in campo? E soprattutto, perchè vuole solo i rapporti di Elle e non quelli di Near? Non riesco a prevedere cosa farà...).

Mise al corrente i suoi colleghi dello scambio di parole che era avvenuto tra lui e Jey. I poliziotti accolsero la notizia con prevedibile entusiasmo.

"Allora c'è veramente quancuno che ancora si oppone a Kira!" esclamò Aizawa.

"Sì, ma deve stare molto attento" disse Matsuda. "La bravata di ieri in tv potrebbe costargli la vita".

"Avrà sicuramente avuto un piano" disse Light. "Oppure quello che abbiamo visto non era lui, o era lui ma quello non era il suo nome. Comunque sia, collaborerà con noi solo tramite computer e accetterà di vederci solo quando sarà il momento di catturare Kira".

"Esattamente come ha fatto Near" osservò Mogi.

"Esatto" assentì Light. Congedò tutti e si ritirò nei suoi appartamenti privati. Misa era andata a fare la spesa, così quella sera toccò a lui giustiziare i criminali. Essere lui a scrivere lo rassicurava: poteva controllare in modo diretto gli effetti dei suoi omicidi. Scrisse quattro pagine con un vago senso di inquietudine, come se avesse paura che Jey trovasse qualche indizio. Ma lui non li contattò, nè il giorno dopo, nè quello dopo ancora.

Per una settimana, non si fece vivo. E questo, light lo prese come un pessimo segno.

 

 

ED ECCOCI QUA, ANCORA A SCRIVERE AD ORARI ASSURDI (SONO LE CINQUE MENO UN QUARTO DEL MATTINO) CON L'UNICO SCOPO DI FARSI VENIRE UN INFARTO ALLA VENERANDA ETA' DI VENTUN'ANNI A FURIA DI CAFFE' E SIGARETTE. CHE DIRE, SPERO CHE IL MIO NOME NON COMPAIA IN QUALCHE QUADERNO...

EHEH.

ALLA PROSSIMA! CIAO!

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Capitolo 4
*** IV. Intuizione ***


 

  1. Intuizione

 

 

Gli appunti ed i rapporti di Elle terminavano quando esprimeva il suo disappunto riguardo l'esistenza della regola dei tredici giorni: a Jey bastava: quello che aveva era sufficiente per scovare il colpevole, ma per le prove molto probabilmente avrebbe dovuto scendere in campo una seconda volta.

(Il trucco della televisione non ha funzionato) pensò. (Ovvio: se l'ha già usato il piccolo Elle, Kira si sarà fatto molto più prudente davanti ad una sfida in mondovisione). Sbuffò contrariato, anche se non si aspettava che Kira ci cascasse: così sarebbe stato troppo semplice ed Elle sarebbe morto da cretino. No, Ryuzaki non era tipo da farsi fregare così facilmente.

(Partiamo dall'inizio) pensò. (Il piccolo Elle ha sfidato apertamente Kira: per farlo, ha sacrificato un condannato a morte. Ha scoperto che Kira era tra le persone che avevano in qualche modo accesso alle informazioni della polizia ed ha cominciato ad indagare su di loro servendosi dell'FBI, che sarà sterminata il 27 Dicembre. Mette in risalto la morte di uno degli agenti, Raye Penbar, ed installa cimici e telecamere nelle case delle due famiglie pedinate da quell'agente, ovvero...la famiglia Kitamura e la famiglia Yagami. Sembra che si sia intestardito particolarmente su quest'ultima.

(I suoi sospetti erano su Light Yagami, il figlio del deceduto sovrintendente...Misa Amane, la sua fidanzata...bla bla bla...Light Yagami, eh? A quanto sembra, era talmente infastidito dal fatto che il piccolo Elle sospettasse di lui che si è fatto rinchiudere dal 1 Giugno al 21 Luglio. Quindi, Yagami non può essere Kira, dal momento che esiste la regola dei tredici giorni. Però...

(Gli Shinigami esistono ed il potere di Kira non è altro che un quaderno che uccide la persona il cui nome è scritto sopra. Ragioniamo per assurdo: se Yagami fosse Kira e la regola dei tredici giorni falsa, dare il quaderno a qualcun altro e farsi imprigionare gli avrebbe procurato un alibi inattaccabile, visto che nessuno tranne Kira sa esattamente come funziona quel quaderno e di sicuro nessuno ha il coraggio di provarlo per vedere se dopo tredici giorni dal primo nome si muore. Quindi, in questo modo, avrebbe allontanato i sospetti del piccolo Elle nei suoi confronti e quelli di Amane...però, niente male come piano...

(Si è concluso che Light Yagami non è Kira, ma ha tutte le caratteristiche per esserlo. E ragionando per assurdo, ecco che l'intera faccenda prende un senso logico. Dalla morte di Penber in poi, è stata una gara di intelligenza tra Kira ed il piccolo Elle. Se devo essere onesto con me stesso, non mi convince più di tanto, quella regola...bah, la penso così perchè è l'unica cosa che fa sfumare il mio ragionamento...

(Dovrei vedere il quaderno...molto probabilmente, anche il piccolo Near ci era arrivato, dato che era il primo della Wammy's House dopo che il piccolo Elle se n'è andato con Watari...ma dal momento che Kira è tornato in azione a ritmo serrato, è probabile che anche lui abbia fatto una brutta fine, anzi...se non è stato il primo, è stato uno fra i primi. Ma come diavolo ha fatto a scoprire il suo nome? Ed il nome del piccolo Elle: come ha fatto? Io ormai sono il solo a conoscerlo...quindi è stato il secondo Kira?

(In tal caso...il secondo Kira deve essere qualcuno che l'ha visto in volto e che sapeva chi fosse veramente. C'è poco da fare, il cerchio continua a stringersi attorno a Light Yagami, da qualunque punto io parta a ragionare. Dunque, è veramente lui? Se lui è veramente uno dei due Kira...allora Amane dev'essere l'altro e ciò vuol dire che il piccolo Elle ci aveva azzeccato. E poi, il fatto che sia morto pochi secondi dopo aver annunciato al quartier generale di voler verificare quella regola mi porta a pensare che quella regola è veramente falsa e che Kira è o era uno dei membri all'interno di quella stanza, dal momento che, se quella regola non valesse, allora per incastrare Light e Misa sarebbero servite solo più le prove e quelle si potevano trovare all'interno del quaderno.

(Quindi, Light Yagami è davvero Kira: si è fatto rinchiudere per crearsi un alibi ed ha consegnato il quaderno a Kyosuke Higuchi, dicendogli di usarlo come meglio credesse, a patto che prima uccidesse tutti i prigionieri che sarebbero apparsi dal 1 Giugno a quel giorno. Quel periodo ha visto l'inattività più lunga di Kira , alla fine della quale Kira ha ucciso tutti i criminali apparsi in tv. È successo il 15 Giugno. Se Kira non fosse stato Light, perchè ucciderli tutti due settimane dopo la sua reclusione?

(Evidentemente, quel giorno, Higuchi ha cominciato a scrivere. O ha ricevuto il quaderno solo quel giorno. Poco importa...uscito di prigione, Yagami ha collaborato con il piccolo Elle a dare la caccia a Kira e, il 28 Ottobre, hanno catturato Higuchi, che è morto mentre si avvicinava alla macchina. Comunque sia, dubito che il suo nome sia stato scritto sul quaderno: se Yagami avesse scritto il nome di Higuchi sul quaderno, sarebbe stato lampante anche ad un bambino che lui era Kira. Questo gli ha consentito di rientrare il possesso del quaderno una volta che i sospetti sul suo conto si sarebbero dissolti.

(Quindi, i casi sono due: o il mio ragionamento è corretto, e quindi Light Yagami è veramente Kira, oppure il mio ragionamento è completamente sbagliato e Light Yagami è la persona più sfigata che esiste, dal momento che tutte le coincidenze di questo caso capitano con lui nei paraggi. Beh, se è veramente così sfigato, dovrebbe sapersi discolpare, quindi non ho motivo di cercare un'alternativa. Per adesso, questo ragionamento non fa una piega.

(Il piccolo Elle è morto: per forza, ha le cose sotto il naso e non riesce a vederle...comunque, mi serve un quaderno: farà luce su tutta questa storia e sarò in grado di dare un nome ed un cognome a Kira, che sia o meno Light Yagami. Non ultimo, potrò verificare la regola dei tredici giorni...ma no, se lo chiedo ad Elle, sicuramente mi dirà che non è possibile, oppure me ne invierà solo le foto...basteranno per catturare Kira solo quando avrò scoperto se la regola dei tredici giorni è falsa come sospetto oppure no. Se è falsa, è tutto da rifare ed il novanta percento buono del materiale raccolto dal piccolo Elle va cestinato...e Yagami non può essere Kira. Ci ritroveremmo al punto di partenza, sapendo solo che il potere di Kira è un quaderno...).

Jey spense la sigaretta, si alzò e pensò al da farsi: non aveva la minima intenzione di presentarsi al quartier generale. Dal momento che era molto prababile che anche il principale sospettato era lì, non poteva certo rischiare di incontrare il secondo Kira...

(Se Near è veramente morto, il quaderno sarà tornato a Kira, visto che può manipolare le azioni precedenti la morte. Probabilmente, avrà scritto qualcosa come 'Nate River porterà il quaderno per le ore X al posto Y, dal momento che se scrive il nome di un'altra persona moriranno entrambe, e ciò mi fa venire ancora meno voglia di presentarmi davanti a loro...). Alla fine, prese la sua decisione: avrebbe chiesto ad Elle le fotocopie di tutto il quaderno.

 

 

BEH, RAGAZZI...IO STO ANDANDO SPEDITO, FORSE UN PO' TROPPO...SE C'E QUALCOSA CHE NON AVETE CAPITO, NON PREOCCUPATEVI: J SPIEGHERA' TUTTO (COMPRESO IL PERCHE' DEL 'PICCOLO ELLE', SACHI MITSUKI).

AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO!

CIAO!

 

PS. VEDETE, IO DI SOLITO MI ALZO ALLE QUATTRO E MEZZA PER LAVORO E ANCHE ADESSO CHE SONO A CASA, A QUELL'ORA MI PASSA COMPLETAMENTE IL SONNO. EHEH...

GRAZIE PER IL CONSIGLIO, SACHI MITSUKI. HAI RAGIONE, PICCOLA SVISTA.

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Capitolo 5
*** V. Shinigami ***


 

  1. Shinigami

 

 

J, guardando le foto del quaderno e quelle delle pagine, non riuscì a credere che era stato così facile. Dato che il secondo Elle gli aveva spedito le foto senza discussioni, era logico pensare che non avesse nulla da nascondere e che quindi non fosse Kira. Doveva quindi pensare che la regola dei tredici giorni fosse vera? Non aveva prove per confermare il suo sospetto, ma neanche per provare la veridicità e difficilmente se le sarebbe procurate, a meno che...

Senza perdere un minuto, si mise in contatto con Elle.

"Jey" rispose la voce dagli altoparlanti. "Come posso esserti utile?".

"Vorrei che mi spediate il quaderno" disse.

 

Light, a quella richiesta s'insospettì.

(Se gli spedissi il quaderno potrebbe scoprire che la regola dei tredici giorni è falsa) pensò. (Inoltre...). "Ti abbiamo spedito le foto di ogni singola pagina scritta".

"Sono le pagine vuote che mi interessano" rispose. Il ragazzo non capì.

(Le pagine vuote? Ma che sta dicendo? È impossibile capire qualcosa dalle pagine vuote: cosa spera di ottenere? Anche se contasse la pagine, non arriverebbe a nulla...

"Per me, l'ideale per catturare Kira sarebbe averli entrambi" continuò la voce contraffatta del detective. "Ma credo che riuscirò a fare qualcosa anche solo con il vostro. Al momento qualcuno detiene la proprietà?".

"No, nessuno...".

"In tal caso, non dovrebbero esserci problemi, no?".

"Non mi è chiaro cosa vuoi farne".

"Wow! Il grande Elle che non sa che pesci pigliare!" commentò J. "Non preoccuparti, non intendo usarlo nè distruggerlo. Voglio solo supervisionarlo".

(Quasi sicuramente Ryuzaki ha segnati tra i suoi dati qualche nome) pensò Light. (Perciò non posso spedirgli quello di Misa altrimenti i sospetti sul mio conto arriverebbero ad un record. Per contro, non mi fido molto a lasciarlo solo con Ryuk: lui è neutrale, per cui se Jey gli farà qualche domanda, lui risponderà...). Si rilassò, lasciandosi cadere sullo schienale della sedia. (Beh, al massimo potrà scoprire che la regola dei tredici giorni è falsa. Quella regola, ormai, non mi serve più. Inoltre, non vedo cosa potrebbe scoprire, con un quaderno solo...). "E va bene, Jey: ti spediremo il quaderno".

Dall'altro lato della cornetta, il ragazzo sorrise: non ci era arrivato. Perfetto. Del quaderno non sapeva cosa farsene: era di chi sarebbe arrivato assieme a quello, che aveva bisogno.

 

"Piacere, mi chiamo Daniel Jam" si presentò il ragazzo. Ryuk, con una sghignazzata, gli disse il suo nome.

"I miei complimenti" disse. "Sei comparso in rete mondiale con il tuo vero volto ed il tuo vero nome: devo pensare di avere a che fare con un eroe...o con un pazzo? Senti, hai mica una mela?". La frase dello Shinigami lasciò Jey spiazzato: il suo vero nome? Come lo sapeva? Lanciandogli una mela, glielo chiese.

"I miei occhi" disse la creatura, sbranando il frutto. "Gli occhi dello Shinigami possono vedere il nome e la durata vitale di una persona solamente guardandola in faccia".

(Hai capito il secondo Kira...) pensò il ragazzo, accendendosi una sigaretta. Prese il quaderno e lo sventolò davanti al Dio della morte. "Il fatto che è possibile avere gli occhi dello Shinigami anche se non c'è scritto nulla sulle istruzioni per usare il quaderno mi porta a pensare che ci sono molte più cose che si possono fare...sbaglio?".

"Assolutamente no" rispose lui. "È possibile uccidere in molti modi e maniere diverse".

"Allora rispondi: è possibile uccidere scrivendo solo su una pagina di questo quaderno o anche solo su un pezzo di carta?".

"Ma certo: anche un frammento strappato, se proveniente dal Deathnote, conserva tutte le capacità dello stesso".

"Capisco...". Nella mente di J, stavano sorgendo sospetti, domande e risposte in rapidissima successione. "È possibile disfarsi del quaderno?".

"Certamente. Ma quando ciò avviene, i ricordi relativi ad esso svaniscono". Gli occhi del detective mandarono un lampo.

"E si riprendono solo quando la stessa persona ne rientra nuovamente in possesso?" chiese.

"Basta che il precedente proprietario lo tocchi ed i ricordi torneranno, ma solo finchè manterrà il contatto con il quaderno" rispose Ryuk, studiandolo con i suoi grandi, inquetanti occhi.

(Ma bene...) pensò. (Direi che l'ipotesi che Light Yagami sia Kira è giusta al settantasei per cento...). "Un'ultima cosa...è possibile diventare immuni al Deathnote?". Ryuk non rispose. Continuava a scrutarlo con occhi vagamente divertiti, chiedendosi dove volesse andare a parare.

"Non te lo so dire con certezza" rispose infine. "Nel mio mondo gira voce che se una persona scrive in modo errato il nome di una persona conoscendone il volto per quattro volte, il quaderno perderà efficacia su di esso...ma sono pettegolezzi, non so dirti se è vero...".

"Capisco..." replicò J. Prese un grosso cesto di mele e lo mise sul tavolo. "Se ne vuoi, serviti pure...".

Guardando lo Shinigami ingozzarsi di mele, pensò che il tempo dedicato a quello Shinigami avrebbe fatto in modo che Kira stesso gli provasse la sua identità: tutto stava solo nel modo in cui si sarebbe procurato le prove.

Quando sarebbero stati faccia a faccia, lui e Light Yagami, sarebbe stata null'altro che una scommessa. Si sorprese a pensare e scosse la testa: non aveva più bisogno di pensare. Chiamò Elle e gli annunciò che gli avrebbe spedito nuovamente il quaderno, dal momento che non gli serviva più a nulla.

 

Quella sera, Light, chiuso nella sua camera, studiò un modo per scoprire il nome di J. La sua presa su di lui, se c'era, era talmente debole che poteva a malapena percepirla. Era una cosa che lo metteva in agitazione: non riusciva a prevedere le sue mosse perchè non riusciva a capire se si era già mosso verso di lui o se stesse ancora brancolando nel buio. Sicuramente, aveva fatto domande mirate a Ryuk e lui gli aveva risposto la verità, dato che era neutrale. Quindi, sapeva che la regola dei tredici giorni era falsa, che si poteva uccidere anche con un pezzo di quaderno e che si perdevano i ricordi quando si cedeva il Deathnote, per poi recuperarli toccandolo. Sorrise perfidamente.

(Sei stato stupido, J) pensò. (Tutti i dati che hai raccolto ti hanno fatto capire che Kira sono io. Ma se avessi avuto anche gli appunti di Near, saresti venuto a conoscenza dell'unico, fatale errore che ho commesso: l'esistenza di Teru Mikami e la morte di Takada. Quello sarebbe stata la tua prova ed io avrei perso. Per colpa della tua decisione, morirai. Devo solo pazientare finchè non lo avrò davanti...

(E va bene, J. Se tu sei sceso in campo, non tradirò le tue aspettative, nè ti mancherò di rispetto: comincerò a fare sul serio anche io).

 

ED ECCO CHE LA SFIDA SI FA SERIA. ORA CHE LIGHT E' ENTRATO IN GIOCO, COME ATTACCHERA' J?

SCUSATE IL RITARDO, MA QUEST'ANNO HO L'ESAME A SCUOLA E DEVO METTERMI A STUDIARE. PORTATE PAZIENZA, SCRIVERE UNA FIC SU DEATHNOTE NON E' SEMPLICE COME SCRIVERNE UNA SU FINAL FANTASY...

A PRESTO IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO (promesso!)

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Capitolo 6
*** VI. Resa dei conti ***


 
  1. Resa dei conti

 

(Diamo per scontato il fatto che il Deathnote sia infallibile). La mente di J si mise in marcia anche se il proprietario considerava superfluo continuare a pensare. (Non esiste modo di evitare la morte se il nome di una persona compare sul quaderno. È logico pensare che chiunque vorrebbe starsene nascosto, se sapesse di essere un potenziale primo sulla lista nera. E allora perchè il piccolo Elle ed il piccolo Near hanno affrontato Kira faccia a faccia? Se Light Yagami è veramente Kira, dal momento che sono morti entrambi, lo avranno sicuramente incontrato. Ma poi, questo dato non proverebbe assolutamente nulla.

(Il piccolo Near doveva avere un piano. Un piano che è andato miseramente in fumo. Solo con gli appunti del piccolo Elle non posso sapere come si è evoluta l'indagine dopo la sua morte. Per incastrarlo potrei sfruttare la regola dei quattro nomi, ma non so se è vera; senza contare il fatto che non so se lo Shinigami riferirà cosa mi ha detto. Se lo facesse, se lo aspetterebbe.

"Devo trovare un modo...".

 

Guardando Misa scrivere, Light considerò l'eventualità di fare lui la prima mossa. Spulciando gli appunti di Elle, Jey aveva sicuramente cominciato a sospettare di lui. Ma agire in prima persona con un simile individuo non lo faceva sentire sicuro. Con Near si era sempre tenuto in contatto con il computer e tempo prima tenere d'occhio Elle era di una semplicità elementare, dato che ci era ammanettato.

Lui non era come gli altri.

Jey prendeva le distanze, non si faceva sentire mai e contattava solo per richieste, senza mai spiegare i suoi ragionamenti. Era arrivato persino a pensare che in realtà se ne fregasse bellamente e che stesse solamente facendo congetture sul semplice scorrere degli eventi. Se così fosse stato, allora doveva essere lui a giustiziare criminali e non Misa. Il problema era che anche lui non sapeva che pesci pigliare per depistarlo.

Era in un vicolo cieco e l'unica cosa che poteva fare per non cadere in trappola era continuare ad uccidere. Che fosse quello il piano di Jey? Distribuì le date dei criminali in modo casuale, ma facendo in modo di riempire l'intero mese. Doveva scovare quel detective il prima possibile. Gli faceva paura. Gli faceva paura perchè non riusciva a prevederlo.

 

Guardando il numero di morti, a Jey scappò un sorriso.

(È trascorsa una settimana da quando ho spedito il quaderno a Elle. Le morti non si sono fermate, esattamente come avevo previsto) pensò. (Dato che è possibile fissare il giorno e l'ora delle morti, questi nomi sono stati scritti qualche giorno fa. Se fosse vero, Kira sta impiegando tutte le sue forze per scovarmi. Ma potrebbe anche essere che le morti le stia scrivendo qualcun altro. Una cosa non esclude l'altra: Kira sta comunque impiegando tutte le sue risorse per scoprire il mio nome.

(I miei sospetti che Light Yagami è Kira aumentano ogni volta che leggo gli appunti del piccolo Elle. Devo solo trovare un modo di procurarmi le prove...). Contattò Light.

"Elle, ci sei?". Light guardò il computer e avviò la comunicazione.

"Eccomi. Che succede?".

"Tra gli appunti del tuo predecessore compare un nome in particolare: ti risulta un certo Light Yagami?". Il ragazzo sorrise malignamente.

(Se mi fa questa domanda, vuol dire che non ha ancora scoperto che io ed Elle siamo la stessa persona) pensò. (Vincere così non è divertente, però...).

"Sì, compare un certo Light Yagami" rispose. "Lo consideriamo come il principale sospettato...".

"...ma non potete arrestarlo perchè non avete nessuna prova contro di lui, giusto?" concluse la voce falsata di Jey. "Mi risulta anche che il compianto sovrintendente Yagami lo abbia messo alla prova, ma il fatto che sono tutti sopravvissuti ha dato conferma del fatto che Light Yagami non è Kira...almeno finchè non è venuto fuori il fatto che il potere di Kira non era altro che un quaderno omicida. Ho detto qualcosa di sbagliato?".

"Ciò che hai letto corrisponde a verità" replicò Light, stizzito. "Sono gli appunti di Ryuzaki, d'altronde".

"Vero...". Seguì un silenzio che mise il ragazzo in agitazione. Quando Jey parlò nuovamente, dall'altra parte della cornetta, aveva un tono divertito. "Posso chiederti una cosa, Elle?".

"Dimmi tutto" replicò lui.

"Posso provare ad indovinare la tua vera identità?" chiese l'altro. Dal tono, Light capì che se non stava ridendo si stava sforzando di non farlo. "Vediamo...sono abbastanza sicuro che tu in realtà sei...".

CLACK.

Light staccò la comunicazione con occhi sbarrati. Come diavolo aveva fatto? Non poteva essere arrivato alla sua identità: non ci era riuscito neanche Near! Si premette una mano sulla fronte e continuò a guardare lo schermo del computer, vuoto.

(Ma con chi diavolo sto avendo a che fare?) pensò. Se prima aveva paura del suo avversario, adesso ne era veramente terrorizzato. Per la prima volta da quando era diventato Kira, temette sul serio di perdere la partita. (Fa delle richieste totalmente prive di logica, delle uscite senza senso e sembra prendere l'intera indagine come una scocciatura.

(Questo è pericoloso. Questo è un avversario veramente pericoloso. Devo riuscire a scoprire il suo nome prima che lui scopra che Light Yagami, Elle e Kira sono la stessa persona). Pensò. (Adesso calmati, Light. Calmati e pensa un modo per farlo uscire allo scoperto senza dare troppo nell'occhio...).

 

Jey sorrideva allo schermo vuoto. La gigantesca L era sparita, ma al suo posto, il detective vedeva un nome. Anzi, ne vedeva tre:

Elle.

Light Yagami.

Kira?

I sospetti che Light fosse Kira erano ormai oltre il novantadue percento. Quell'otto percento rimanente poteva essere colmato solo con le prove. E dal momento che aveva fatto luce su questo ultimo punto, ormai sapeva perfettamente cosa fare. Mantenendo il sorriso, guardò il frammento di carta tra le sue mani. Lo aveva strappato abbastanza grosso da scriverci sopra solo un nome.

(Ora ho tutto quello che mi serve) pensò. (Non devo fare altro che aspettare che Kira faccia la sua mossa. Anzi...perchè no, mettiamogli un po' di pepe). Ricontattò Elle.

"Elle, sono Jey" disse. "Scusami per prima. Ti prometto che non farò mai più congetture sulla tua identità".

"Ok, non fa nulla" rispose Light.

"So chi è Kira". La frase provocò il Light un colpo al cuore. Per un secondo, pensò che qualcuno avesse scritto il suo nome su un Deathnote. "E forse posso provarlo: tutto dipende da te, Elle...".

"Vorresti incontrarmi, vero?" chiese lui, cercando di tenere la voce più ferma possibile.

"Già..." rispose lui. "Dove vi siete incontrati con il piccolo Near?".

"Ad un vecchio magazzino" rispose Light. "Il Yellow Box".

"So dov'è" rispose Jey. "Allora ci vediamo là. Facciamo tra una dieci giorni esatti, alle cinque del pomeriggio".

"D'accordo". La comunicazione si interruppe. Light battè i pugni sul tavolo, talmente forte che fece sussultare Ryuk dallo spavento.

"Light...?" chiamò Misa. Lui scosse la testa.

"Potrebbe aver capito che sono Kira, Misa!" dichiarò. Gli occhi sbarrati e l'aria spaventata rendeva la notizia ancora più sconvolgente. "Devo correre ai ripari. Subito"!.

 

(Adesso Elle...o meglio, Light Yagami sarà sconvolto...) pensò Near, con un sorriso. (Dovrò andare al Yellow Box a preparare tutto...anche se non credo che avrò molti ospiti...). Si alzò e, per la prima volta da quando era comparso in TV, uscì dal suo appartamento. L'aria che respirò era pulita e la calma regnava per le strade di Tokyo. Eppure, lui si sentì a disagio e rimase nervoso finchè, quattro ore dopo, non si chiuse nuovamente nella sua stanza. Alla penombra del suo computer.

 

SALVE RAGAZZI. FINALMENTE CE L'HO FATTA AD AGGIORNARE. SIAMO ARRIVATI ALLE BATTUTE FINALI. VI SFIDO A CAPIRE COME FARA' JEY AD INCASTRARE LIGHT. (Non ci arriverete mai...).

VI LASCIO SULLE SPINE (spero) FINO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO.

RECENSITE IN TANTI.


 

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Capitolo 7
*** VII. Sterminio ***


  
  1. Sterminio
 
Light non si era mai sentito così in tutta la sua vita. Eppure, si era abituato a combattere contro nemici invisibili: bastava guardare la sua battaglia contro Elle e Near. Alla fine dei conti, Jey non faceva differenza. Salvo per il fatto che, a differenza dei primi due, lui agiva senza una logica apparente. Le sue domande, il suo tempismo ed i suoi ragionamenti erano completamente privi di senso.
Eppure doveva arrivarci: aveva dieci giorni di tempo per intuire i ragionamenti di Jey e preparare una controffensiva. Se soltanto avesse avuto uno straccio di indizio sul filo logico che seguiva il suo avversario.
(La prima cosa che ha fatto è stata apparire in tv) pensò. (Ma non posso uccidere il tizio che è apparso: non ho prove che fosse veramente lui. Inoltre, se lo facessi, praticamente ammetterei di essere Kira. Ha voluto solo gli appunti di Ryuzaki e, poco tempo dopo, ha chiesto in prestito il quaderno. Non ho dubbi sul fatto che me lo abbia chiesto solo per parlare con Ryuk, ma non posso sapere cosa si sono detti.
(L'unica cosa certa è che è riuscito in qualche modo a capire che io sono Elle. Inoltre afferma di avere un'idea sulla vera identità di Kira. Se ha contattato me, possono esserci solo due motivi: o ha capito che Elle e Kira sono al stessa persona, oppure non ha mai sospettato di me e crede che io stia veramente dando la caccia a Kira. Se questa ipotesi fosse vera, allora il trucco che ho usato con Ryuzaki per allontanare i sospetti su di me ha funzionato anche su di lui.
(Meglio preparasi su entrambi i fronti...).
 
- Shuichi Aizawa, colpo di pistola. Recandosi al lavoro, incapperà in un conflitto a fuoco tra un criminale ed un poliziotto. Sarà colpito al cuore e morirà sul colpo-
 
-Shusui Takayama, colpo di pistola. Rapinerà la banca accanto alla sede della Sakura TV; uscendo con la refurtiva, aprirà il fuoco contro i poliziotti intervenuti, colpendo uno di essi. Dopodiché morirà colpito da un proiettile-
 
Light guardò ciò che aveva scritto e continuò, sicuro di sé. Se le morti dei suoi colleghi fossero state apparentemente accidentali, Jey ci avrebbe messo un po’ a capire che era opera di Kira, dandogli modo di agire con tutta tranquillità: il suo piano non poteva avere punti deboli.
- Hideki Ide, incidente-
- Kanzo Mogi, malattia. Si ammalerà gravemente in seguito ad una puntura di vespa. Morirà tre giorni dopo-
- Tota Matsuda-
 
(In questo modo, l’unica morte riconducibile a Kira sarà quella di Matsuda, ma visto il suo operato nei rapporti di Ryuzaki, Jey non si stupirà più di tanto. Ormai, siamo alle battute finali, Jey. Abbiamo superato il punto di non ritorno: tra qualche giorno, vedremo chi ha avuto la pensata migliore).
Tre giorni dopo, Jey contattò Elle.
“Ho saputo che i tuoi colleghi sono tutti morti” disse. “Mi dispiace: immagino che per te le cose si faranno difficili”.
“Già…” rispose lui. “Ancora non capisco come sia potuto succedere”. La voce di Light era affranta, ma se Jey avesse potuto vederlo in faccia, i sospetti sul suo conto sarebbero saliti al duecento percento: gli sarebbe bastato guardare il folle ghigno che aveva in volto.
“Non hai il sospetto che sia opera di Kira?” chiese Jey.
“Non può essere stato lui” replicò Light. “Solo io ed i loro familiari sapevano i veri nomi”.
“Il che mi convince ancora di più che Kira ed Elle siano la stessa persona”.
“Non dire fesserie!” esclamò il detective, sbattendo con forza i pugni sul tavolo. “Come potrei anche solo pensare di uccidere i miei uomini? Sono un poliziotto, rispondo io delle loro vite!”.
“Sì, hai ragione” rispose Jey, mentre un ghigno di vittoria gli si disegnava sul volto. “Perdona l’insinuazione. In ogni caso, il nostro incontro non subirà cambiamenti: stesso posto, stessa ora”.
La comunicazione si interruppe. Light aveva la certezza che Jey non ci era cascato, ma tutto faceva parte del suo piano. Che lo sospettasse pure, anzi: doveva sospettarlo. Si volse. Il suo appartamento, sede del quartier generale contro Kira era desolatamente vuoto; Light sapeva che lo sarebbe stato sempre, che non sarebbe entrato più nessuno, salvo Ryuk e Misa e per un secondo, si sentì solo.
 
(E così, Light Yagami si è deciso a fare il passo decisivo) pensò Jey, sbuffando una boccata di fumo contro lo schermo del computer. (Effettivamente, secondo gli appunti di Elle, soltanto la morte di Tota Matsuda è senza dubbio imputabile a Kira. Le altre sono un po’ più macchinose, ma posso dire con certezza che è sempre opera sua. Non ho bisogno di chiedermi perché li ha uccisi…
(La domanda che mi preoccupa è perché ha aspettato fino ad ora per toglierli di mezzo. Evidentemente l’ha fatto perché deve avere un piano e se si è messo in moto, allora i casi sono due: o ha capito come agirò oppure mi ha sottovalutato.
(Beh, io ormai non posso più fare nulla. Se annullassi l’appuntamento offrirei il fianco a Kira; inoltre, il lavoro che ho fatto non servirebbe a nulla…sarà lui stesso a darmi le prove della sua colpevolezza).
Il ragazzo si alzò e si affacciò alla finestra. Le luci di Tokyo lo salutarono sfarzose, lanciando un invito ad uscire e godersi l’aria piacevolmente frizzante. Jey rimase a fissare il mondo là fuori per qualche secondo, poi tirò nuovamente le tende. Preferiva il suo, di mondo. Si sedette a terra, guardando il pezzo di foglio che aveva tra le mani, rigirandoselo. Sorrise.
(Povero piccolo Elle) pensò. (Scommetto che non avevi pensato a questa tattica. Oppure l’avevi presa in considerazione, ma l’hai bocciata a priori. Eppure lo sapevi che l’ultima cosa che noi dobbiamo fare e farci coinvolgere…).
E mentre il mondo di Kira, fuori da quella finestra, risplendeva della sua luce, Jey, nella penombra del suo mondo, accese il computer per dare gli ultimi ritocchi al suo piano.
 
Quella sera, Light decise di uscire con Misa. Quando glielo disse, la giovane idol credette di sognare: si precipitò in camera, esclamando che doveva cercare un vestito adatto.
“Vedi di non strafare” le urlò dietro il ragazzo. Ormai non aveva più nulla da fare; solo Jey gli sbarrava la strada verso la realizzazione di un mondo perfetto e tra qualche giorno, lo avrebbe eliminato; il suo piano non poteva fallire, era troppo perfetto. Qualunque fosse il modo di ragionare del suo nuovo avversario, non sarebbe mai stato in grado di prevedere la sua mossa. Pensò che, per una volta, poteva concedersi un po’ di svago. Prese sottobraccio Misa, splendida nel suo abito da sera rosso fuoco e, con Ryuk che gli volteggiava sopra la testa, uscì nella colorata e luminosa Tokyo.
 
BENTROVATI A TUTTI. MI RENDO CONTO DI ESSERE MOLTO, MA MOOOOLTO LENTO AD AGGIORNARE, MA TRA LAVORO E SCUOLA IL TEMPO LIBERO E’ MOLTO POCO. ARMATEVI DI SANTA PAZIENZA E CONTINUATE A SEGUIRE; ORMAI SIAMO ALLE BATTUTE FINALI.
RECENSITE IN TANTI
A PRESTO!!!

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Capitolo 8
*** VIII. Faccia a faccia ***


 
  1. Faccia a faccia
 
Arrivò il giorno dell’incontro finale senza che Light e Jey si contattassero nuovamente. Light era assolutamente certo che il suo piano avrebbe funzionato. Avviò il computer e si raccomandò con Misa.
“Mi raccomando: seguici e tutto andrà per il verso giusto” disse. La ragazza sorrise ed annuì.
“Lascia fare a me, Light: non mi farò sfuggire neanche un fotogramma” disse. Lui le sorrise di rimando ed uscì. Le telecamere funzionavano alla perfezione ed erano messe in modo che non ci fosse nessun angolo cieco nel magazzino. Si avviò verso il luogo dell’incontro, con il quaderno infilato nella cintura. Ryuk, dietro di lui, non stava nella pelle.
“Ehi, Light” chiamò. “Mi spieghi qual è il tuo piano? Se ti porti dietro il quaderno, riuscirà a vedermi”.
“Va bene così, Ryuk” rispose lui. “Ti ricordo che è stato Elle a spedirgli questo quaderno: non ci troverà nulla di strano. Al limite, scoprirà che io sono Elle…e scoprirà che Elle è Kira durante i suoi ultimi quaranta secondi di vita”.
“Non vorrai mica scrivere il suo nome davanti ai suoi occhi?” sbottò lui. Il passaggio di una scolaresca non permise a Light di rispondere.
“Stai tranquillo” sussurrò, una volta soli. “Ho tutto sotto controllo: non ho piazzato le telecamere nel magazzino solo per far vedere a Misa la mia vittoria. Anche lei ha un preciso compito.
 
Jey si affacciò dalla finestra: chi avrebbe mai detto che Kira sarebbe stato sconfitto in una giornata così bella? Il sole splendeva alto e perfino Tokyo sembrava più vitale del solito; e dire che, dalla finestra di quell’hotel, ne aveva vista passare di gente. Guardò l’orologio al muro e si avviò verso la porta: era ora di andare.
Il ragazzo era perfettamente tranquillo: il suo piano sarebbe riuscito, non aveva alcun dubbio. Non poteva fallire, non davanti alla pressione a cui avrebbe sottoposto Light Yagami. Camminando per strada, compatì Ryuzaki per l’ennesima volta.
(Il piccolo Elle ha sempre avuto questa fissa della giustizia e del rispetto della legge) pensò. (Non ha mai capito che certe volte, per farla trionfare, la legge va infranta).
 
Lo Yellow box non era cambiato di una virgola in quell’ultimo periodo; era esattamente come se lo ricordava. Se si concentrava poteva quasi vedere Near, con gli occhi spenti e persi nel vuoto, che posava il quaderno dietro una trave di ferro. Sorrise e, visto che era in anticipo, si mise a fantasticare su quale fosse il piano di Jey per incastrarlo.
Dopo qualche minuto, quando l’orologio al polso di Light segnava le diciassette precise. Fece la sua comparsa un ragazzo. Light notò, con disappunto, che era lo stesso ragazzo comparso in tv quel giorno. Senza degnarlo di uno sguardo, entrò e si avviò verso il centro del magazzino, estraendo con fare pigro un pacchetto di sigarette. Si volse verso di lui solo quando la sigaretta fu accesa.
“Immagino che se non fumassi il tuo quoziente intellettivo si ridurrebbe, vero?” chiese Light, con un sorriso accomodante. “Io sono Elle”.
“So chi sei” replicò il ragazzo, sbuffando una boccata di fumo. “E per quanto riguarda questa…beh, no: non influenza il mio cervello in alcun modo, è solo il mio vizio”. Di nuovo quella sensazione di pericolo. Sia Ryuzaki che Near avevano bisogno di fare qualcosa per poter ragionare al meglio: il fatto che lui non ne avesse bisogno dava a Light la sensazione che i suoi timori fossero fondati.
“Hai detto di sapere l’identità di Kira” disse. “Ebbene?”.
“No, ho mentito” replicò lui. Tra i due calò il silenzio. Tuttavia Light non sarebbe riuscito ancora per molto a trattenere le risate. “Almeno, ho mentito fino a ieri: adesso che sono qui, davanti a te, sono sicuro dei miei sospetti al novantotto per cento”.
(Light Yagami ha il quaderno: non avrebbe potuto averlo senza i suoi compagni. I miei sospetti continuano a salire…ma ancora nessuno di questi può costituire una prova. Beh, tanto non ho fretta: con la calma si ottiene tutto) pensò.
Dal canto suo, Ryuk stava letteralmente impazzendo dalla curiosità; come sempre, non aveva indagato troppo sul piano di Light e così aveva fatto all’incontro con Jey. Assistere a quella situazione sapendo che si trattava della resa dei conti definitiva era troppo spassoso; l’unica cosa che rimpianse fu di non essersi portato delle mele per godersi la scena appieno.
(Ha detto di aver mentito) pensò Light, facendo marciare il cervello. (Quindi sospetta di me; con quelle parole ha voluto dirmi sicuramente che i suoi sospetti sono ulteriormente aumentati. Direi che è a dir poco perfetto…).
“Mi rendo conto…” cominciò. “Di non essere mai stato all’altezza di Ryuzaki. Del resto, io non sono lui: anche se è stato lui stesso a propormi di farlo quando era in vita, sono il primo a pensare di essere un Elle inferiore a lui”.
“Su questo non ho alcun dubbio” replicò Jey, continuando a fumare tranquillamente. “All’identità di Kira ed al modo per incastrarlo ci si poteva arrivare anche solo con gli appunti del piccolo Elle: per questo ti ho chiesto solo quelli suoi. Invece tu hai dovuto sacrificare non solo il piccolo Elle, ma anche i piccoli Near e Mello: almeno te ne sei reso conto di essere un Elle alquanto mediocre”. Light raccoglieva le provocazioni senza battere ciglio.
(Tanto sta per morire) pensò, sentendosi dentro una voglia matta di ridere. (Lasciamo che si sfoghi per bene).
“Sì, lo so” rispose lui.
“Ed è per questo…” continuò l’altro, continuando a fumare. “Che una volta che questo caso sarà chiuso, prenderò io il posto del piccolo Elle…ovviamente se a te va bene”.
“Sì” rispose Light. “Voglio che sia qualcuno migliore di me…a ereditare il nome di Elle. Preferisco lasciare questo nome impegnativo a qualcuno che sa come gestirlo e come usarlo meglio di me”.
“Ti ringrazio” rispose Jey, chinando leggermente la testa in avanti.
“Come sei arrivato all’identità di Kira in così poco tempo usando solo gli appunti di Elle?” chiese Light, onestamente curioso. Il detective guardò la sigaretta prima di rispondere.
“Se ci fai attenzione, già il caso della morte di Penber e Misora dà una vaga idea di chi può essere” rispose. “Ma ciò che da la certezza è il casino accaduto con la Yotsuba Production. Insomma, è stata un’escalation di sospetti senza senso. L’unica cosa era l’assoluta mancanza di prove: per quello, il piccolo Elle non ha potuto catturarlo…”. Prove? Non esistevano prove: Light era sempre stato molto attento a non lasciarne.
(Sta bluffando)  pensò. (Non ha uno straccio di prova; invitandomi qui, ha firmato la sua condanna a morte. Direi che è il momento di ammazzarlo; stai vedendo, vero Misa?).
“Come sei arrivato a me?” chiese. “Ci sono ancora sospetti sul mio conto, vero?”.
“Te l’ho detto” replicò lui. “Mancano solo le prove. Ma arriveranno a breve…”.
(Eccome se arriveranno) pensò lui. (Peccato che tu sarai già morto). “Come fai ad essere così sicuro? Se veramente credi che io sia Kira mi devi dare una spiegazione e delle prove!”.
“Tutto a suo tempo, Light Yagami” replicò. Guardò l’orologio “Io sono convinto che tu sia Kira e questo per me basta. Ma se vuoi le prove…beh in questo momento non sono in grado di procurartele. Ma stai pur tranquillo: sia che tu sia Kira sia che tu non lo sia, allo scadere dei prossimi trenta secondi, ci sarà un vincitore”.
“Che stai dicendo?” chiese lui. Jey fece una spalluccia, continuando a fumare tranquillamente.
“All’interno di questo magazzino ho piazzato cimici e telecamere” disse. “Collegate con i maxischermi delle più grandi piazze del Giappone. Ed ho appena fatto il tuo nome: sta a significare che se Kira sta guardando, avrà già scritto i nostri nomi sul suo quaderno. In tal caso, moriremo entrambi e sarà la prova che tu non sei Kira”.
Light non ce la fece più.
Un ghigno folle gli invase il volto e fece risuonare nell’aria una risata crudele.
“E se Kira fosse davanti a te?” chiese. “Avevo capito tutto, Jey: sapevo che tu avresti piazzato delle telecamere qui dentro. Adesso ti ucciderò davanti a tutto il Giappone! Io sono Kira! Io sono il Dio di questo nuovo mondo!”. Ma quando fece per prendere il quaderno, si paralizzò. Mancava una pagina. Si volse verso Jey.
Il detective lo stava scrutando, trionfante, mentre gli mostrava una pagina a righe strappata.
Sopra quella pagina, c’era scritto che Light Yagami sarebbe morto di lì a pochi secondi di arresto cardiaco.
 
 
 
RAGAZZI, CONTAVO DI FINIRE STO CAPITOLO ANCHE PER AUGURARVI BUON ANNO, MA A QUANTO PARE SONO ARRIVATO IN RITARDO. BEH, VE LO AUGURO LO STESSO, ANCHE SE E’ GIA’ COMINCIATO DA QUATTRO GIORNI.
SE PROPRIO DEVO ESSERE ONESTO, NON SO SE HO FATTO UN BUON LAVORO O COSA. AD OGNI MODO, IL PROSSIMO SARA’ L’ULTIMO CAPITOLO. RECENSITE IN TANTI.
CIAO.

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Capitolo 9
*** IX. Nuovo e vecchio ***


 
  1.  Nuovo e vecchio
 
Qualcosa non quadrava. Com’era possibile? Non poteva non essersi accorto che mancava una pagina al quaderno. O forse sì, dal momento che non aveva controllato. Eppure mancava proprio la pagina che avrebbe aperto quel giorno e per scrivere il suo nome.
“Non ci credo!” sbraitò. “Non puoi aver previsto anche a che pagina sarei arrivato! È semplicemente assurdo!”. Volse gli occhi verso il detective; lo guardava con espressione seria e fredda, senza mostrare nulla.
“Ti restano ancora venti secondi” disse. “Come la mettiamo?”. Il respiro di Light si fece affannato: stava andando nel panico e non potè fare nulla. Lasciò cadere il quaderno e arretrò.
“NON E’ POSSIBILE!” sbraitò. “NON PUO’ STAR SUCCEDENDO! IO SONO IL DIO DEL NUOVO MONDO, NON POSSO MORIRE!”.
“Curioso come io in questo momento creda più ad uno scarabocchio su un pezzo di carta che a te” replicò Jey. “Beh, che fai? Non scrivi il mio nome? Il mio volto ce l’hai davanti. Cos’è, non ci sei arrivato? Allora te lo dico: il mio nome è Daniel Jam”.
Light non ci potè credere: ci era cascato in pieno. In televisione si era presentato con il suo volto ed il suo vero nome. Sarebbe stato sufficiente ucciderlo allora assieme a tutti i membri del quartier generale.
“Cinque secondi…”.
No, era un trucco: doveva essere un trucco. Non poteva essere vero: lui non poteva morire così. Non dopo quello che aveva fatto. Non dopo tutti le persone, criminali e non, che aveva ucciso per mezzo di quel quaderno.
Quello stesso quaderno che stava per uccidere lui.
Ryuk rideva.
“Tre…
“Due…
“Uno…
“…zero”.
Il cuore di Light diede un battito più forte, lui venne invaso da un calore insopportabile ed un fastidioso formicolio, le gambe gli cedettero e cadde seduto. Il respiro gli mancò e sbarrò gli occhi, preparandosi all’arresto cardiaco.
 
Che non arrivò mai.
 
L’aria era così silenziosa che si poteva sentire il ticchettio dell’orologio, il vento che soffiava fuori dal magazzino, la grossa e pesante ventola che girava, con un cupo cigolio.
Il battito del cuore di Light.
Ancora non capiva come era stato possibile. Fece appena in tempo a realizzare che quella era una preziosa occasione per ammazzarlo; poi Jey fece comparire da dietro la schiena un Uzi, con cui crivellò il quaderno rimasto incustodito a terra. Light si allontanò, spaventato dalla scarica. La pozzanghera di benzina in cui era caduto il Deathnote prese fuoco sotto i colpi dell’arma, distruggendolo.
“Grazie, Ligjt Yagami” disse. “Grazie a te, ora sono sicuro di conoscere l’identità di Kira al cento per cento. Mi scuso per i modi adottati, ma dovevo disarmarti: sai…non mi va molto di morire perché qualcuno prende nota del mio nome”. Il cervello di Light sembrava essersi spento. Non riusciva a formulare nessun pensiero logico.
“Cosa…come…” farfugliò.
“Quando ti ho detto che era possibile risalire all’identità di Kira solo dagli appunti del piccolo Elle, mi riferivo naturalmente a quella famosa regola dei tredici giorni” spiegò il detective. “Vedi, se tu fossi stato Kira, mettere quella regola falsa e poi farti rinchiudere per più di tredici giorni ti avrebbe procurato un alibi inattaccabile. Come sai, ho fatto qualche domanda allo Shinigami…e sono venuto a sapere una cosa molto interessante…”.
“…che la regola era falsa?” chiese Light guardandolo con occhi stralunati. Jey scosse la testa.
“No, quello lo sapevo già” rispose. “Fin dal prima volta che ho letto gli appunti del piccolo Elle sapevo che quella regola era falsa: l’unica cosa che dovevo fare era provarlo. Sapevi che si può scrivere la morte di una persona fissandola al massimo a ventitré giorni dopo? O che anche un pezzo di quaderno strappato da una pagina ha gli stessi effetti del quaderno stesso? Sicuramente sì, visto che sono anni ormai che lo usi.
“Dato che aveva risposto docilmente a tutte le mie domande, ho capito che il tuo Shinigami non appoggiava nessuno, è solo un semplice spettatore e, come tale, non ti avrebbe ripetuto ciò che aveva detto a me. Probabilmente tu, talmente abituato al suo atteggiamento, non glielo hai neanche chiesto…
“Per cui ho pensato di verificare di persona la veridicità di questa regola: ho strappato una pagina dal quaderno ed ho scritto il nome, esattamente quattordici giorni fa. A questo punto, sono autorizzato a pensare che quella regola è falsa. Ma questa scoperta non sarebbe stata sufficiente per incriminarti: anche se a grandi linee ho capito come hai fatto ad uccidere il piccolo Elle, in mancanza di prove non ho mai potuto agire.
“Tuttavia, ora sono in possesso di prove schiaccianti. La presenza di telecamere, il fatto che tu avevi il quaderno ed hai tentato di usarlo, l’esclamazione che hai fatto prima e sono pronto a scommettere che se facessimo analizzare questa pagina troveremmo le impronte digitali di tutti quelli che lo hanno toccato, ovvero tu, io, il secondo Kira, tutti i membri dell’ex quartier generale e, ovviamente, Kira stesso”.
“NON È VERO!” sbraitò Light. “NON HAI NESSUNA PROVA, ANZI! MISA! MISA STAVA GUARDANDO DALLE TELECAMERE CHE IO HO PIAZZATO! ORA LEI SA IL TUO NOME ED IL TUO VOLTO! IN PIU’ HA ANCHE IL SECONDO QUADERNO! E POI COME SI SPIEGA IL FATTO CHE IO NON SONO MORTO, EH?”. Jey sorrise.
“Allora ho fatto veramente centro” commentò. “Yagami…io ho detto di aver strappato una pagina dal quaderno e di averci scritto il nome…ma non ho mai detto che la pagina è questa”. Detto ciò, si frugò nella tasca e fece comparire un secondo foglio a righe. Sopra vi era scritto un nome.
Misa Amane.
“Dato che Amane è il secondo Kira e, come dici tu, ci sta guardando grazie alle telecamere che hai piazzato, la prova di quello che ho appena detto sta proprio nel fatto che io sono ancora vivo. Questo non prova solo che Misa è il secondo Kira: prova a me che la regola dei tredici giorni e falsa ed a te che questa è la vera pagina del quaderno e quindi il secondo Kira è morto.
“Dunque, ora che ho avuto l’ennesima prova, posso riformulare il ragionamento: hai fatto scrivere la regola dei tredici giorni al tuo shinigami, in modo da ingannare il piccolo Elle, ti sei fatto rinchiudere e poi, ad un certo punto della tua degenza, hai rinunciato al quaderno ed hai perso tutti i ricordi di esso.
“Dopo un po’, le uccisioni sono ricominciate, presumo per mano di questo Higuchi. Ed ecco la prima parte sospetta: se Kira fosse stato lo stesso, perché fermarsi per due settimane e poi ammazzare tutti i criminali comparsi nel periodo in cui era rimasto inattivo? Comunque, tu ed il piccolo Elle lo avete catturato, tu in qualche modo sei riuscito a toccare il quaderno, hai riacquistato la memoria ed hai ucciso Higuchi con un frammento di quaderno che portavi addosso, dato che se l’avessi scritto sul quaderno sarebbe stata una prova lampante.
“Per arrivare a capire come hai fatto ad uccidere il piccolo Elle ci ho messo un po’ di più, ma tutto è andato al suo posto quando ho visto che, secondo lui, di quaderni ce n’erano due. Il resto, beh…non credo proprio di doverlo spiegare proprio a te, non ti pare?
“Già soltanto il fatto che la regola dei tredici giorni è falsa rappresenta una mezza prova che tu sia Kira. Se poi andiamo a vedere la registrazione che hanno fatto le mie telecamere…beh…direi che non ci sono più dubbi, non ti pare?”.
“MA TU CHI DIAVOLO SEI?!?” latrò Light. “CHI DOVRESTI SOSTITUIRE? NEAR? MELLO? RYUZAKI? CHI?”.
“Tutti e tre” rispose. “Vedi, il motivo per cui la Wammy’s House ha deciso di mandarmi in campo quando non c’era più nulla da fare è molto semplice: sono stato io a creare Elle, Near e Mello. Io ho insegnato loro ad usare il loro cervello per risolvere casi di criminalità. Si può tranquillamente dire che io sono il maestro dei piccoli Elle, Near e Mello. E adesso cammina: credo proprio che se fermeremo anche solo un vigile urbano, le manette te le metterà”. Light era disperato: non sapeva più a cosa aggrapparsi. Lo aveva incastrato. Lo aveva incastrato magistralmente. Anzi, aveva fatto tutto da solo: se non avesse lasciato andare il quaderno…
“HAI AMMAZZATO MISA!” sbraitò. “TI RENDI CONTO DI COSA HAI FATTO?”. Jey sbuffò.
“Sei veramente noioso” disse. “Io non sono il piccolo Elle: io agisco a modo mio. Se veramente Amane ci guardava con le telecamere, avrebbe scritto il mio nome su un foglio di quaderno e mi avrebbe sicuramente ammazzato. Certo, c’è ancora quello, ma sta pur tranquillo che tu non tornerai nel tuo appartamento oggi”.
No. Non c’era rimasta solo la pagina di Misa. Light sogghignò: aveva ancora l’orologio e la sua arma era scarica. Abbassò la testa e mise le mani dietro la schiena, in segno di resa. Jey si avvicinò.
“Beh, sei ostinato ma alla fine sai quando è ora di arrenderti, eh?” commentò.
(Uno…due…tre…quattro). Il vano dell’orologio scattò in fuori, rivelando un ago ed un frammento di quaderno. Velocissimo, tirò fuori dalla tasca una penna e la puntò sul foglio.
Ma prima che potesse scrivere anche solo il nome, Jey fece fuoco con una pistola, distruggendogli l’orologio e trapassandogli polso e stomaco. Light si sentì il respiro mancare; cadde a terra sollevando spruzzi di quello che, all’odore, sembrava alcol.
“Come sospettavo” borbottò Jey. “Avevi un frammento di quaderno addosso; altrimenti la morte di Higuchi non si sarebbe spiegata. Hai sempre tenuto un pezzo di quaderno nell’orologio, eh furbacchione?”. Light si volse verso Ryuk, che guardava la scena divertito. Qualcuno doveva ammazzarlo e lui aveva ancora il suo quaderno.
“Ryuk…” chiamò, in un rantolo isterico. “Uccidilo! Uccidilo e ti farò vedere cose straordinarie! Ti divertirai a non finire, te lo prometto! Tutto quello che hai visto finora, a confronto, sarà noioso! Ma devi ucciderlo!”. Lo shinigami lo guardò, soppesando l’offerta, poi estrasse il suo quaderno, lo aprì e vi puntò sopra la penna.
“Ok. Vediamo…” borbottò, scrivendo. Light sorrise trionfante, mentre Jey abbassò la pistola: usarla contro Ryuk sarebbe stato inutile. Kira rise.
“HO VINTO, JEY! HO VINTO! ADESSO MORIRAI!” urlò. La creatura rise.
“Light…” chiamò. Il ragazzo si volse ed il sorriso svanì.
Sul quaderno c’era scritto il suo nome.
A quel punto, Daniel Jam decise che non aveva più nulla da fare lì dentro. Si volse e, ascoltando le urla e le suppliche di Light Yagami, che si spensero all’improvviso, poté finalmente chiedersi perché, anche se aveva vinto, si sentiva così maledettamente solo. Sorrise.
(Basterà aspettare che compaia un altro Kira) pensò. (E mi divertirò ancora…).
 
 
BEH, RAGAZZI. SIAMO ARRIVATI ALLA FINE. NATURALMENTE, PER LE BATTUTE FINALI, HO PRESO LA SCENA DEL FUMETTO E L’HO TRADOTTA, LASCIANDO L’ULTIMA PARTE A JEY.
SPERO DI AVERVI DIVERTITO E DI AVER FATTO UN LAVORO ACCETTABILE, ANCHE SE QUESTO NON E’ ASSOLUTAMENTE IL MIO CAMPO.
UN RINGRAZIAMENTO A TUTTI COLORO CHE HANNO SEGUITO LA MIA STORIA, CHE L’HANNO COMMENTATA E ANCHE A CHI L’HA SOLO LETTA. SPERO CHE MI SEGUIRETE ANCHE FUORI DAL MONDO DI DEATHNOTE.
CI LEGGIAMO PRESTO!
CIAO A TUTTI.

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