The Black Sword Rising

di Azrael Nightroad
(/viewuser.php?uid=110381)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** High Speed Chase ***
Capitolo 2: *** New Arrival ***
Capitolo 3: *** Legacy Of The Past ***
Capitolo 4: *** Thunderstorm ***
Capitolo 5: *** Enemy Contact ***
Capitolo 6: *** Angel Of Darkness ***
Capitolo 7: *** Revelations ***
Capitolo 8: *** Duality ***
Capitolo 9: *** Deepest Fear ***



Capitolo 1
*** High Speed Chase ***


Questa è la prima fanfic che scrivo quindi da una parte temo il linciaggio, ma i vostri pareri mi interessano molto perciò vi prego di recensire in tanti.
Ho scelto l'universo di soul Eater in quanto, a mio parere, presenta una bellissima ambientazione, personaggi molto ben caratterizzati ed un ottimo bilanciamento tra serietà e gag.
Non mi resta che augurarvi buona lettura.

The Black Sword Rising


PROLOGO
High Speed Chase




Nevada, ad un centinaio di chilometri da Death City
Cittadina di Ascendence
Ore  01:30 A.M.

Una moto arancione in stile Harley procedeva a velocità sostenuta con a bordo due passeggeri,rispettivamente una buki ed una Shokunin. Le strade della cittadina, quasi deserte a quell’ora, scorrevano sotto le ruote mentre il paesaggio passava da un quartiere di villette e giardini ad uno formato per lo più da palazzine squadrate.
Soul pensava distrattamente alle persone che giacevano ignare nei loro letti e a quanto gli sarebbe piaciuto essere a casa a dormire anche lui.
-Maka mi sono rotto, è da ore che cerchiamo questo maledetto uovo di Kishin e di lui non si è vista nemmeno l’ombra…-
-Fai silenzio Soul, il sommo Shinigami ci ha affidato questa importante missione e noi ci impegneremo al massimo per portarla al termine il prima possibile, e poi non dimenticare che questo “maledetto uovo di Kishin” come lo chiami tu ha già ucciso nove persone in una settimana. Quindi dobbiamo assolutamente trovarlo.-
Il ragazzo sospirò rassegnato -Bah, fino ad ora abbiamo trovato solo dei ragazzi in un vicolo così ubriachi da fare apprezzamenti sulle tue presunte “forme”- disse sottovoce, ma non abbastanza…
-MAKA CHOP!-
La moto sbandò per qualche metro per poi riassestarsi.
-Ma che diavolo combini? Avremmo potuto sbattere da qualche parte!-Disse massaggiandosi la testa.
Alla ragazza quei suoi commenti ultimamente davano più fastidio del solito, anche se non voleva riflettere sul perché, quindi sbottò acida: -Se hai tempo per fare battute idiote usalo per guardarti in giro!-
Soul alzò lo sguardo verso l’alto vedendo la luna ghignare come a voler prenderlo in giro.
Questo non è per niente cool” pensò.
Stavano ormai tornando verso il piccolo albergo in cui avevano affittato una camera per passare la notte quando un ragazzo uscì correndo da dietro un angolo gettandosi verso la moto.
La buki tirò il freno piegandosi in un lato, mancandolo di pochi centimetri e fermandosi qualche metro più avanti.
-Maka tutto bene?-  vedendo la sua artigiana annuire alzò lo sguardo e si rivolse al giovane. -Ma che cazzo fai? Vuoi farti ammazz… che diavolo?- esclamò mentre il malcapitato che li aveva ormai raggiunti gli si gettava addosso.
Maka riconobbe in lui uno degli ubriachi di prima -è uno di quei ragazzi del vicolo…-
-Beh se stasera voleva tornare a casa a pezzi sto per accontentarlo… -Rispose l’albino grato di poter affrontare chi aveva importunato la sua shokunin mentre cercava di scrollarselo di dosso.
-Soul aspetta!!!-  Solo allora notarono la macchia rossa che si andava espandendo sulla felpa del ragazzo, il quale riuscì a mormorare con voce spezzata: -Sono… m…morti… tutti…- prima di crollare al suolo privo di vita.
I due balzarono giù dalla moto e mentre correvano verso il punto da cui era arrivata la vittima Soul si trasformò il falce volando tra le mani di Maka.
una volta svoltato l’angolo lo spettacolo che si presentò loro era a dir poco raccapricciante, il piccolo spiazzo presente tra due palazzi era tappezzato di sangue e in giro giacevano i corpi dilaniati del resto della banda dei ragazzi. L’uovo di Kishin era chino sopra uno di loro intento a mangiarne l’anima, ma quando sentì il rumore del loro arrivo si erse in tutti i suoi due metri di altezza ed esplose in una risata agghiacciante.
Maka lo squadrò alla ricerca di un punto da attaccare. Aveva la pelle marrone scuro, grosse gambe piegate in avanti che terminavano in piedi con quattro dita dotate di artigli, il corpo muscoloso aveva due braccia ognuna con una mano grande quanto la  testa di lei e dotate di artigli anch’esse, dai gomiti e dalla spina dorsale partivano spuntoni acuminati e la testa era ricoperta di capelli sporchi e strappati che ricordavano la sua origine umana ma sotto i quali si vedeva un volto dai tre occhi rossi, due semplici buchi al posto del naso, e una bocca innaturalmente grande irta di tenti affilatissimi.
Infine lo vide, sul petto, dove risaltavano le ossa della gabbia toracica creando uno scudo per suoi organi. Se fosse riuscita ad infilare la lama di Soul tra una costola e l’altra avrebbe potuto ferirlo gravemente.
-è una fortuna che Kid non sia venuto con noi, non sarebbe mai riuscito ad affrontarlo. È maledettamente simmetrico!-  Disse Maka mentre uno ghigno feroce le si disegnava sul volto.
-Meno male che gli hanno affibbiato un’altra missione all’ ultimo momento… ma non capisco cosa c’entri ora Kid.-  Rispose un irritato Soul.
-Era solo una battuta… e poi cos’è quel tono? Sei forse gel…- L’artigiana non ebbe modo di completare la frase dato che la creatura aveva compiuto un balzo e  menato un fendente con gli artigli ad una velocità allucinante.
Maka lo schivò per un soffio saltando all’indietro e scattò in avanti con un taglio orizzontale che il mostro deviò con gli artigli della mano sinistra, mentre con la destra lanciò un affondo diretto al petto di lei che si protesse con l’impugnatura di Soul.
Lo scontro proseguì in questo modo per diversi minuti, l’uovo di Kishin attaccava con velocità e brutalità incredibili senza sosta, mentre le forze degli studenti della Shibusen lentamente scemavano, così dopo l’ennesimo scontro di artigli contro falce i duellanti si trovarono ai lati opposti dello spiazzale, uno ringhiante e con la bava alla bocca e l’altra sudata e senza fiato.
-Soul… così non va… riesco a malapena a parare i suoi attacchi… non ci vorrà molto… prima che ne azzecchi uno…-
Il ragazzo osservò la sua artigiana preoccupato -Credo che la nostra unica possibilità sia di ucciderlo con un attacco usando tutta l’energia che ci resta.-
-Sono d’accordo.-
Detto questo la ragazza saltò in alto gridando a mezz’aria insieme al partner -Risonanza dell’anima! Cacciatore di streghe!-  e abbatterono la lama multicolore sull’avversario.
Si resero conto del proprio errore a pochi centimetri da lui quando videro la sua bocca piegarsi nel ghigno di chi ha la vittoria in pugno; le braccia scattarono velocissime imprigionando la lama di Soul tra gli artigli delle mani, mentre con un piede sferrò un calcio che spedì la povera Maka a schiantarsi contro un muro sul quale si formarono una lunga serie di crepe.
L’essere prese ad avanzare verso di lei, quando Soul, tornato umano con il braccio desto ancora in forma di falce gli si gettò contro urlando: -NON LA TOCCARE!- ma l’unico risultato che ottenne fu di ricevere un manorovescio che lo lanciò a qualche metro di distanza stordito e con del sangue che gli scorreva dalla fronte.
Arrivato di fronte alla ragazza semisvenuta il mostro alzò la mano destra per sferrare il colpo di grazia, ma un improvvisa esplosione nel cielo attirò la sua attenzione.
A qualche isolato da lì era cominciato un piccolo spettacolo pirotecnico e per lui voleva dire solo una cosa: un gran banchetto a portata di mano.
Mormorò un -Faaaameeeeeee…- facendo colare bava dalla bocca e saltò sul tetto del palazzo vicino diretto in quella direzione.
Soul dopo qualche tentativo riuscì ad alzarsi e a raggiungere Maka, la prese tra le braccia maledicendo mentalmente se stesso per essere così debole senza di lei. -Maka! Mi senti? Apri gli occhi dannazione!-  Non vedendo alcuna reazione fu assalito dal panico, abbracciò forte la ragazza poggiandosi la testa di lei sul collo mormorando: -Ti prego svegliati… ti prego… ti prego… non puoi farmi questo… stupida senzatette…-
-Maka Chop!-
Il ragazzo mantenne a stento l’equilibrio. -AAAAH ma  che cazzo! Allora mi sentivi!-
-Ovviamente. Non sarei una degna studente della Shibusen se mi lasciassi abbattere da così poco.- rispose spavaldamente, ma si vedeva che soffriva per il colpo.
Non riuscirono a trattenere un sorriso sollevato mentre si guardavano negli occhi, poi Soul, resosi conto che la teneva ancora in braccio ad una distanza praticamente inesistente arrossì  e la lasciò andare di colpo facendola cadere col sedere a terra.
-Ahia! Ma che diavolo fai?- disse Maka alzando una mano col chiaro intento di colpire di nuovo la buki che la fermò appena in tempo gridando: -L’uovo di Kishin! È scappato verso quei fuochi d’artificio!-
La Shokunin spalancò gli occhi.-Ci sarà un mucchio di gente, dobbiamo fermarlo!-
Il ragazzo odiava dover rincorrere quel mostro nelle condizioni in cui era Maka ma sapeva che lei non avrebbe mai accettato un rifiuto, quindi corsero alla moto e partirono all’inseguimento.
Lo avvistarono dopo circa un minuto mentre saltava da un tetto all’altro. Raggiungerlo non era semplice dato che si muoveva molto rapidamente e il sangue che continuava a scendere sul volto di Soul lo costringeva a rallentare per toglierselo dagli occhi. -Maledizione non lo raggiungeremo mai in tempo!- Sbottò.
Maka intanto non poteva far altro che stringere i pugni rabbiosamente: a causa della loro debolezza sarebbero morte altre persone!
All’improvviso sentirono un rombo farsi sempre più forte e una moto sportiva nera li superò a velocità folle lasciando dietro di se una breve scia dello stesso colore misto a un blu molto scuro.
La videro raggiungere immediatamente la posizione del mostro e rallentare per muoversi parallelamente a lui.
-E quello chi diavolo è?- esclamò Maka.
Soul si pulì per l’ennesima volta gli occhi e rispose -Non lo so… ma non mi piace…-
Intanto il fuggitivo accortosi del nuovo inseguitore cambiò bruscamente direzione seguito a ruota dalla moto e dal il suo misterioso pilota sparendo così entrambi in un intricato dedalo di vicoli.
L’albino, non sapendo che direzione prendere fermò la moto imprecando. -E ora?- domandò.
-Aspetta, provo a localizzarlo con la percezione dell’anima.-
-Ci hai provato anche prima con scarsi risultati…-
-Stupido! Ti faccio presente che a differenza di prima sta usando un sacco di energia per la corsa.- Sbottò la ragazza cominciando a concentrarsi. -Ecco sento qualcosa a nord-ovest della nostra posizione… ma c’è qualcos’altro… che sensazione opprimente… non riesco… a… respirare…-
In quel momento un urlo disumano proveniente dalla direzione indicata da Maka squarciò l’aria, Soul ripartì sgommando e in pochi secondi furono sul posto.
Si guardarono attorno, erano sbucati in una piazzetta circondata da palazzi nel centro della quale si ergeva la statua di un angelo con una spada levata al cielo, dal tetto di uno dei palazzi gocciolava dell’acqua sporca.
-Io non vedo niente…- Stava dicendo la buki, ma poi notò la sua shokunin tremare e sbarrare gli occhi nella direzione da cui giungeva il gocciolio dell’acqua e seguì il suo sguardo.
L’essere apparentemente fluttuava in aria ma in realtà era mantenuto per il collo da qualcosa, anzi qualcuno…
Il motociclista, indossava un cappotto nero lungo fin quasi ai piedi e, anche se con il buio non ne fossero del tutto certi sembrava avere solo un paio d’anni in più di loro. Stava in piedi sul tetto dell’edificio e con il braccio destro teso manteneva senza sforzo il mostro; il quale, sospeso nel vuoto, perdeva da un lungo squarcio nel petto quella che all’inizio avevano scambiato per acqua mentre in realtà era sangue, e si dibatteva debolmente.
Lo sconosciuto si voltò verso di loro mostrando un paio di occhi dalle iridi blu luminose e dalle pupille strette simili a quelle di un gatto alla luce; piegò le labbra in un sorriso e con la stessa mano con cui lo tratteneva spezzò il collo all’uovo di Kishin, che quasi immediatamente scomparve lasciando di se solo la rossa sfera dell’anima. Essa si adagiò sul palmo del ragazzo, si illuminò  della stessa tonalità di blu dei suoi occhi e fu assorbita dal suo braccio.
Lo stesso rombo di prima riscosse gli studenti della Shibusen da quello che avevano appena visto. La moto uscì da un angolo senza che nessuno la guidasse e si fermò sotto il palazzo in attesa del suo padrone, il quale saltò giù dal tetto, atterrò con leggerezza al suolo, salì sul veicolo e partì sgommando sparendo nella notte.
Ai due sconcertati ragazzi non rimase che tornare in albergo a medicarsi le ferite e a cercare di dormire un po’ nonostante la serie di eventi li avesse scossi non poco.
Il mattino dopo partirono di buon ora diretti a Death City, dove arrivarono dopo poco meno di due ore. Soul avrebbe voluto passare prima da casa ma Maka insistette per andare subito a rapporto dal preside.
Il sommo Shinigami si accolse salutandoli cordialmente come al solito, ma fu bruscamente  interrotto da Spirit, il padre della shokunin il quale inveì contro la buki che aveva permesso che la sua adorata figlioletta venisse ferita fino a quando non venne messo KO da un temibile Shinigami Chop.
Così gli studenti raccontarono per filo e per segno quella strana ed inquietante storia, ma al momento della descrizione dello sconosciuto lo Shinigami li precedette: -Era vestito in nero, aveva iridi blu e pupille strette?-
-Si…- confermarono i ragazzi con un certo stupore. -Per caso l’ha già incontrato?-
-No.- Rispose il loro preside. -Mai visto in vita mia. Ma ora andate a riposare, domani avete lezione.-
Appena usciti dalla Death Room i due si guardarono. -C’è sotto qualcosa di grosso.- disse Maka.
-Già…- Confermò Soul.


Appena fuori da Death City
-Così quella lì su è la famosa Shibusen.-Disse il ragazzo finendo di  pulire i suoi occhiali da sole dalla polvere del deserto e risalendo sulla moto.
Sarà sicuramente una visita molto interessante” pensò mentre avviava il motore e partiva impennando alla volta dell’accademia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** New Arrival ***



Chiedo umilmente venia per il tempo che ho impiegato per questo capitolo, ma ho douto sistemare il pc nuovo, conto di aggiornare più in fretta da ora in poi.


Capitolo 1
New Arrival

 



La stessa sera del ritorno di Soul e Maka da Ascendence
Shibusen, Death Room


Il maestro Sid camminava lentamente sotto la serie di ghigliottine ornamentali che conducevano dal Sommo Shinigami, dopo aver saputo di quello che era accaduto il giorno prima non poteva fare a meno di essere preoccupato per quello che poteva aspettarli nell’immediato futuro.
Arrivato a destinazione vide il preside star seduto con Spirit ed il professor Stein di fronte a delle tazze fumanti, ma sapeva che quella scena apparentemente pacifica faceva da sfondo ad un argomento molto serio, così si fermò qualche passo più indietro.
-Maestro Sid non c’e bisogno di esse così formale, vieni a prendere del buon the con noi- Disse il dio della morte con la solita nota allegra nella voce.
-Non interrompo una conversazione. Questo è il tipo d’uomo che ero.- disse lo zombi sedendosi e versandosene una tazza.
-Allora come mai sei qui?- Chiese Spirit stiracchiandosi sulla sedia mentre Stein seduto al contrario sulla sua faceva scattare la grossa vite che gli attraversava la testa.
Il maestro bevve una piccola sorsata della  sua bevanda. - è arrivato. – disse semplicemente.
Gli occhi di tutti si spostarono sul sommo Shinigami, il quale rispose: -Molto bene, portalo qui.-


Il giorno dopo
Cortile della Shibusen


-Io non capisco… visto che con la moto ci mettiamo cinque minuti ad arrivare perché mi devi svegliare così presto?- Si lamentava sbadigliando un assonnato Soul.
-Altrimenti arriveremmo ancora mezzi addormentati alle lezioni e non capiremmo niente. Così invece abbiamo il tempo di svegliarci completamente, e poi se ti da fastidio farmi compagnia sei libero di andartene a dormire da qualche altra parte!- Rispose Maka guardandolo storto.
-Il problema non sei tu… è che ogni mattina che siamo qui…-
-YAHOOOOOOOOOO! IL GRANDISSIMO ME E’ ARRIVATO!- Urlò Black Star saltando fuori da un cespuglio.
La buki si passò una mano sulla faccia -Appunto… Black Star smettila di fare casino, e poi che Maka fosse una secchiona lo sapevamo già, ma tu che arrivi presto ogni mattina per le lezioni…-
-Ma chi se ne frega delle lezioni! La vita del grande me è troppo preziosa per essere sprecata dormendo, se non mi alzassi presto il sole potrebbe vantarsi di essere l’unica stella a sorgere al mattino!- Disse lo shokunin saltando su una panchina e puntando l’indice al cielo.
Gli altri due studenti, ormai abituati alle sue farneticazioni, lo ignorarono e vedendo Tsubaki arrivare si incamminarono verso di lei.
-Ciao Maka, ciao Soul, per caso avete visto Black Star?- Li salutò la bella spada demoniaca.
Entrambi risposero al saluto poi la ragazza con una faccia da disappunto disse –è su quella panchina che parla da solo…-
-Dovevo immaginarlo…- mormorò Tsubaki guardandolo con aria rassegnata.
Proprio in quel momento il giovane saltò dalla panchina, fece una capriola in aria e atterrò tra la falce e la sua artigiana. –Dite un po’, è vero che uno sconosciuto vi ha soffiato la preda da sotto il naso?- 
Soul non aveva nessuna voglia di parlare  dell’ accaduto. Non era per niente cool farsi battere così. –Lascia perdere amico è una storia piuttosto strana.-
-Allora è vero!- esclamò l’azzurro ignorandolo. -A qualcuno che supererà Dio come me non sarebbe mai successo!-
-Non esserne così sicuro Black Star.- Kid, Liz e Patty erano arrivati senza che gli altri se ne accorgessero. –A quanto sembra il concorrente di Soul e Maka aveva delle doti particolari.-
-E’ vero! Non ho mai percepito un’anima simile. Non era quella di un uovo di Kishin… sembrava più quella di uno shokunin o una buki…- Stava iniziando a raccontare la ragazza.
Il figlio di Shinigami la interruppe gentilmente. -Avremo modo di parlarne più tardi, ora dobbiamo andare o arriveremo in ritardo alle lezioni… Ah Black Star…-
-Cosa c’è Kid?-
-Ti prego sistemati quel ciuffo! è completamente asimmetrico! -Urlò facendo vari gesti di supplica perdendo tutto il contegno che aveva mantenuto fin’ora.
Arrivati in classe si sistemarono ai loro soliti posti e parlarono del più e del meno fin quando il professor Stein non fece la sua comparsa “sgommando” come suo solito su una sedia a rotelle. –Ragazzi per oggi sospenderemo la lezione di vivisezione e ci sposteremo nel campo di addestramento per affrontarne una sul combattimento avanzato.-
Un mormorio curioso si sparse tra gli studenti mentre Soul e Black star si scambiavano un cinque, contenti di fare qualcosa di più interessante della solita lezione.
-Ma prima…- aggiunse il professore. -Vi voglio presentare un vostro nuovo compagno di corso proveniente da una scuola simile alla nostra situata in Europa.-
Appena ebbe finito di parlare la porta della classe si aprì e Maka emise un gridolino di sorpresa seguito da un meno garbato  -Ma che cazz…- di Soul.
Il ragazzo che avevano incontrato due giorni prima era entrato nell’aula.
-E’ lui! È quello che abbiamo visto durante la nostra missione!- Esclamò la shokunin a voce alta, ma resasi conto che l’intera classe, compreso il nuovo arrivato, la stava guardando, si mise le mani sulla bocca e si fece piccola piccola sulla sedia.
L’attenzione fu ricatturata dal giovane che si presentò con fare cordiale: -Salve a tutti, il mio nome è Shadow. Vengo dall’accademia Cerberus. Sarà un piacere studiare al vostro fianco.-
Tra i ragazzi si diffuse un brusio –Cerberus? Mai sentita…-, -Se non sbaglio ho letto questo nome da qualche parte…-, -Chissà come sono le lezioni lì…-, -Ma che nome è Shadow?-, -Però com’è carino!-
A Maka il nome della scuola europea riportava alla mente qualcosa, ma prima che riuscisse a focalizzare il ricordo Soul la distolse dai suoi pensieri -Sembra proprio lui, ma c’è qualcosa di diverso…-
Lei non ci aveva fatto ancora caso persa com’era nei suoi pensieri ma ora che lo guardava meglio doveva ammettere che il suo compagno aveva ragione: Si presentava come un ragazzo di al massimo un paio di anni più grande di loro, alto poco più del metro e ottanta, i capelli erano neri portati corti, le sopracciglia leggermente aggrottate, le labbra piegate in un sorriso da predatore, indossava un cappotto lungo fin quasi ai piedi ornato di bottoni e fibbie d’argento sotto al quale si intravedevano un pantalone con le stesse fibbie e quelli che sembravano un paio di stivali con parti lucide e rigide simili a quelli che si indossavano per le moto sportive ma più eleganti. A parte quei punti argentati tutto era interamente nero. Ma quello che la colpì fu il colore dei suoi occhi, molto diversi da quelli che ricordava, con pupille normali e di un verde quasi uguale ai suoi ma leggermente più scuro, inoltre anche quella sensazione di soffocamento che aveva provato la prima volta era sparita. “Effettivamente è molto carino.” Si trovò a pensare.
Soul che aveva notato gli occhi di lei fissi sul ragazzo chiese infastidito –Allora? Che ne pensi?-
-Non c’è dubbio che sia lui, ma visto così sembra un tipo normale.-
-Normale un cazzo! Quello mi sta rubando tutta la scena!- Si intromise Black Star.
Nel frattempo qualche ragazza più ardita pose la domanda -Sei uno shokunin o una buki?-
L’interpellato si girò verso il professore come per chiedere il permesso di rispondere, ma lui lo anticipò dicendo -Potrete osservare le sue abilità tra poco. La lezione di oggi prevede un combattimento tra Shadow e qualche studente da me scelto.-
L’assassino fece un balzo e atterrando davanti al professore proclamò -Sarò io il suo avversario!-
Stein iniziò a girare la sua grande vite -Non preoccuparti Black Star, avevo già deciso che uno degli studenti che lo avrebbe affrontato saresti stato tu.-
-Uno degli studenti? Un essere superiore ad un Dio non ha bisogno di aiuto!-
-Mi dispiace ma per la buona riuscita dell’allenamento è necessario che abbia più sfidanti.- Concluse il professore con un tono che non ammetteva repliche.
Nel breve tragitto Maka e Soul osservarono Shadow camminare tranquillamente con le mani in tasca dietro al dottor Stein e ne approfittarono per aggiornare gli amici sui cambiamenti che avevano notato.
Arrivati al campo d’addestramento, una semplice distesa di terra, sabbia e rocce, il nuovo arrivato si incamminò verso il centro di quella specie di arena, mentre il professore proclamava: -Kid, Black Star, in posizione e senza armi.-
I due si guardarono e si disposero di fronte all’avversario, il figlio di Shinigami lo squadrava per cercare di intuirne le abilità, mentre l’assassino esclamò -Hai finito di attirare tutta l’attenzione su di te!-
La risposta di Shadow fu un ghigno divertito mentre incrociava le braccia al petto in attesa.
-Ragazzi questo allenamento ha come duplice scopo il presentarvi il vostro nuovo compagno e il mostrarvi tecniche di combattimento di alto livello, quindi osservate con attenzione.- “Inoltre potrò farmi un’idea più precisa su quello che sai fare.” Pensò Stein. –E ora… comiciate!-
Black Star mormorò -La farò finita in un istante.- concentrando la sua frequenza d’anima nel pugno destro e lanciandosi alla carica con un colpo diretto al volto.
Shadow semplicemente alzò il braccio destro e parò il colpo imprigionando la mano dello shokunin nel proprio pugno. La forza dell’impatto causò lo spostamento di alcuni detriti alle sue spalle.
-Non riuscirai a ferirmi con attacchi così.- disse.
Un mormorio stupefatto attraversò la folla.
-Allora proviamo con questo!- disse una voce dall’alto.
Kid era saltato in aria e stava per colpirlo con un calcio discendente ma lui fu velocissimo a scansarsi mandando il piede del ragazzo ad impattare sulle rocce creando un piccolo cratere.
Black Star approfittò della momentanea distrazione per lanciare una serie di pugni e calci che l’avversario prontamente parò o schivò.
Shadow accortosi che Kid era in arrivo alle sue spalle, all’ ennesimo pugno dell’assassino diretto al volto abbassò testa e bacino e colpì a palmo aperto e dita contratte il petto dello studente scagliandolo a vari metri di distanza, senza fermarsi si chinò terra, allungò la gamba sinistra facendo lo sgambetto allo shokunin delle sorelle Thompson, il quale perse l’equilibrio in avanti, poi con una velocità accecante, prima che il nemico toccasse terra, si rimise in piedi, alzò la gamba destra, e con il tallone lo inchiodò al suolo generando una serie di crepe sulla roccia.
Concluso l’attacco balzò a qualche metro di distanza per permettere agli avversari di rialzarsi.
I due tornarono all’attacco, ma nonostante riuscissero ad azzeccare qualche colpo era chiaro chi fosse a dominare il combattimento.
Dopo qualche minuto il professor Stein urlò: -Pausa! Tsubaki, Liz, Patty. Andate.-
Le ragazze scattarono, ma mentre Kid prontamente afferrava le sue armi e si metteva nella posa da combattimento detta “del peccato” Tsubaki dovette discutere per un po’ col proprio Meister che voleva continuare da solo.
Appena Black Star impugnò la sua partner trasformata in spada demoniaca il suo corpo si riempì di linee tribali nere, poi lo sguardo fissando negli occhi il ragazzo in nero dicendo: -Shadow eh? Ti mostrerò che le ombre sono sotto il mio dominio!- e si lanciò velocissimo all’attacco.
-Che pessimo gioco di parole.- Rispose il suddetto scattando a sua volta.
Black Star menò un affondo diretto al petto che lui schivò spostandosi di lato. Da quella posizione provò a colpire l’assassino con un calcio a girare, ma l’altro, molto più velocemente di prima si abbassò e lo colpì col piede dietro al ginocchio facendolo cadere con la schiena al suolo.
Shadow per il dolore chiuse gli occhi un istante e quando li riaprì si trovò affianco Kid che gli puntava le sue pistole contro. -è finita.- disse quest’ultimo.
-Lo dici tu!- rispose spostandosi dalla linea di fuoco e rimettendosi in piedi. Fece per indietreggiare, ma si accorse che i piedi erano come incollati al suolo, guardando meglio vide dei filamenti neri che partivano dall’ombra di Black Star imprigionargli le caviglie.
Kid si accovacciò sulle punte dei piedi e allungando le braccia, ora fasciate da due cannoni, urlò –Risonanza dell’anima! DEATH CANNON!-
Lo studente della Cerberus ebbe appena il tempo di pensare, “Merda!” prima di essere colpito dal devastante colpo.
-Non avrai esagerato?- Chiese il ragazzo dai capelli azzurri guardando il punto d’impatto ora coperto da una nube di polvere.
-Non credo, è uno tosto.- rispose l’altro.
Si girarono trionfanti verso i compagni, ma una voce giunse dalle loro spalle: -Proprio quello che mi aspettavo dagli studenti della Shibusen. Siete all’altezza della vostra fama.-
Usa sensazione opprimente si impadronì di loro lasciandoli senza fiato, perfino Black Star che non se la cavava per niente bene con la percezione dell’anima sentì quel disagio.
Si voltarono di scatto e videro il loro avversario tra volute di polvere ma illeso, inoltre la sua anima ora si presentava come un’enorme sfera di colore nero con sfumature blu e con delle grandi ali ad entrambi i lati.
I suoi occhi erano dello stesso colore delle sfumature e con le pupille verticali.
Si voltò verso la ragazza che gli aveva chiesto cosa fosse -Prima mi hai chiesto se fossi un Maister o un’arma, beh questa è la risposta…- allungò il braccio destro perpendicolarmente al corpo, stringendo la mano come ad impugnare qualcosa, poi chiamò: -Apocalypse!- dal palmo parti un raggio di energia che si solidificò in una grande spada nera che doveva essere lunga almeno quanto lui.
L’ arma cominciava con un pomo a punta che si allargava per poi restringersi a formare l’impugnatura lunga abbastanza da essere afferrata anche a due mani,  la guardia si allargava in due grandi ali simili a quelle dell’anima del suo possessore e terminava con una forma spigolosa che ricordava la testa di un drago, dalla quale spuntava la lunga lama decorata con simboli sconosciuti e due linee perpendicolari che ne seguivano il filo fino a congiungersi sotto la punta. Questi ultimi brillavano leggermente di luce blu.
-Sono entrambe le cose.- concluse.
 Mentre lo stupore si diffondeva tra gli studenti Maka sbarrò gli occhi, udendo quelle parole la sua mente aveva riportato alla luce il ricordo che prima le sfuggiva.
Era ancora piccola, suo padre e sua madre stavano ancora insieme, lei aveva l’abitudine di sorprenderli nel soggiorno e urlare -Buh! Sono una strega!- Per poi ingaggiare un amorevole battaglia con loro.
Quella volta però i suoi erano molto seri quindi si fermò dietro la porta ad ascoltare.
-Io non voglio mandare nostra figlia in quel posto! E poi come fanno a sapere di Maka?- Esclamò sua madre.
-Terranno d’occhio i casi particolari come il nostro, e la Cerberus addestra i migliori guerrieri che ci siano.- rispose suo padre.
-Io non voglio che lei sia solo una guerriera, alla Shibusen sarà addestrata ma avrà anche degli amici, un ragazzo e la possibilità di una vita serena.-
Dopo qualche minuto di discussione Spirit versò da bere per lui e la moglie -Potrebbe anche scegliere di non frequentare neanche quella.- disse porgendole il bicchiere.
-In tal caso non la biasimerò di certo- Sorrise la donna.
La falce della morte sorrise a sua volta -Ok allora chiamerò la loro segreteria per avvertire del nostro rifiuto.-
Vedendo i suoi ridere la bambina si riscosse, spalancò la porta e gridò -Sono una perfida strega!- dimenticandosi del discorso appena ascoltato.
Si ridesto dai suoi pensieri e si accorse che il professore la stava fissando. -A giudicare dal tuo sguardo sai benissimo di cosa sta parlando… L’accademia Cerberus è specializzata nell’addestramento dei sangue-misto come te.-


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Legacy Of The Past ***


 Capitolo 2
Legacy Of The Past



 
Campo d’addestramento della Shibusen
Durante lo scontro tra Blak star, Kid e Shadow


La meister spalancò gli occhi iniziando a comprendere quello che questa rivelazione implicava.
Aveva rischiato di avere una vita completamente diversa,  non avrebbe conosciuto nessuno dei suoi attuali amici, soprattutto non avrebbe conosciuto Soul…
Il ragazzo dal canto suo continuava a spostare lo sguardo confuso dal professore alla partner. -Di che cosa state parlando?-
-Per farla breve, come sai Maka è la figlia di una shokunin e di una buki, quindi da piccola fu selezionata per seguire i corsi della Cerberus. Spirit e sua madre hanno rifiutato l’offerta sperando che si sarebbe iscritta alla Shibusen.- gli rispose Stein.
La buki si girò verso il campo di battaglia cercando di immaginare la sua artigiana con un’anima simile a quella dello studente straniero e si promise di pensarci due volte prima di inveire contro la Death scythe nel prossimo dei loro frequenti litigi.
Lo scontro nel frattempo si era trasformato in una sequenza di potenti esplosioni.
I contendenti si intravedevano a stento data la loro velocità e si riuscivano a distinguere solo per i loro diversi stili di combattimento.
Kid si teneva a distanza sparando all’impazzata con le sorelle Thompson, salvo poi avvicinarsi per sferrare qualche assalto con le arti marziali.
Black Star faceva cambiare continuamente la forma di Tsubaki cercando di sfruttare l’effetto sorpresa e impegnandosi a sopraffare l’avversario con velocità e forza bruta.
Shadow usava la spada sia per attaccare che per difendersi con maestria assoluta, l’abilità dell’assassino lo entusiasmava, ma l’altro gli stava causando più problemi dato che si teneva quasi sempre fuori portata.
All’improvviso si lanciò contro il nemico più vicino, il quale provò un affondo che riuscì a ferire leggermente il moro al petto prima di essere deviato.
Ignorando il dolore lo colpì di taglio al collo con la mano sinistra togliendogli il respiro e, approfittando della sua distrazione colpi con un onda dell’anima il terreno alzando un gran polverone.
Il figlio di Shinigami si fermò appena fuori dalla nube cercando di vedere qualcosa al suo interno.
Appena vide un’ombra si spostò appena in tempo prima che Apocalypse gli passasse a qualche centimetro di distanza roteando.
-Mi hai mancato!- disse calmo.
-Tu dici?- fu la risposta proveniente dalla nube.
Si girò e vide che la spada aveva compiuto un arco come un boomerang e stava tornando verso di lui. La scansò di nuovo, ma con la coda dell’occhio vide l’avversario avvicinarsi velocissimo, troppo vicino per permettergli di evitare l’attacco.
Shadow prese al volo l’arma e, arrivato a pochi metri da Kid esclamò: -“Black Moon Slash!”- menando un fendente verso il basso.
Dalla lama partì un colpo di energia nera a forma di mezzaluna, che colpì il bersaglio e lo trascinò fino ad una parete di roccia per poi esplodere spaccando i massi circostanti.
Meno uno” pensò.
Nel frattempo Black Star, ormai ripresosi, sferrò un taglio orizzontale potentissimo che, nonostante fu prontamente parato da Shadow, lo scaraventò ugualmente lontano.
Il ragazzo compì una capriola in aria e atterrò slittando per la forza del colpo, poi appena ripreso l’equilibrio si rilanciò all’attacco.
Le due spade si scontrarono causando una forte onda d’urto, si disimpegnarono e iniziarono un duello mortale a distanza ravvicinata. Ogni colpo era accompagnato dallo sprizzare di scintille causate dall’incrociarsi delle lame che si muovevano velocissime.
Dopo l’ennesimo scontro, i contendenti si disarmarono a vicenda facendo finire le armi a qualche metro, e continuarono il combattimento a mani nude.
Entrambi erano combattenti molto esperti ma la voglia di mettersi in mostra di Black star lo rese incauto.
Dopo pochi minuti provò a colpire l’avversario al petto con l’onda dell’anima, ma l’altro si spostò di lato e con una spallata lo fece cadere all’indietro.
Prima che l’assassino potesse rialzarsi Shadow allungò la mano sinistra, nella quale comparve una seconda spada identica alla prima, e gliela puntò alla gola.
Fece appena in tempo a sorridere quando dalle sue spalle si udì il classico “clack” di un proiettile che viene incamerato nella canna.
-Direi che hai perso.- disse Kid puntando l’arma alla sua nuca.
Il sorriso non scomparve dalle labbra dello studente della Cerberus –Io lo chiamerei un pareggio invece.-
L’altro voltandosi si trovò la spada che poco prima giaceva a terra fluttuare con la punta a pochi centimetri dal suo volto.
-Si chiama “Soul Control”. Essendo l’arma una manifestazione fisica di un frammento della mia anima posso comandarla a piacimento.- Poi rigiratosi verso Black Star –Questo spiega anche perché posso averne più di una, di fatto l’unico limite è la quantità di frammenti che si riescono a generare e controllare contemporaneamente.-
-Ok, Basta così.- Si intromise il professor Stein –Per oggi avete fatto abbastaza.-
Le armi degli studenti della Shibusen tornarono in forma umana e quelle di Shadow si ritramutarono in energia che fu assorbita dalle braccia. Poi il nuovo allievo stese la mano verso il meister di Tsubaki per aiutarlo a rialzarsi, il quale però rifiutò l’offerta e si allontanò mormorando –La prossima volta finirà diversamente.-
Kid invece gliela strinse con cortesia complimentandosi per lo scontro.
La piccola folla che era rimasta in uno stupefatto silenzio esplose in acclamazioni per i duellanti, fin quando non fu domata dal professore: -Ora torniamo in classe, devo darvi qualche spiegazione in più sull’accademia del vostro nuovo compagno… Shadow dato che questa non sarà una vera e propria lezione per oggi puoi scegliere se venire con noi o tornare domani.-
-Allora se non le dispiace andrò a casa, ho ancora qualche cosa da sistemare e poi questa storia la conosco già.- Fece un cenno con la testa verso i ragazzi –A domani!-
Molti occhi (soprattutto femminili) lo seguirono fino a che non scomparve lungo la strada che conduceva in città.

Tornati in classe i ragazzi si sedettero ai loro posti mentre il professor Stein si mise in piedi davanti alla cattedra e cominciò la spiegazione.
-Dunque, per capire le origini della Cerberus dobbiamo fare un passo indietro fino alla seconda guerra mondiale. Come sapete durante questo periodo ci fu un vero sterminio di persone innocenti: ebrei, rom, omosessuali, disabili, o altre minoranze, ma quello che ci interessa ora è la guerra vista dal punto di vista di shokunin e buki.-
Ox alzò la mano. –Professore ho letto che Adolf Hitler era un maister, è vero?-
Anche Maka lo sapeva e si accigliò leggermente per essere stata preceduta in quella domanda.
-è vero.- continuò Stein. –Era un maister anche di un certo talento, ma quello che non tutti sanno è che in qualche momento della sua vita egli venne in contatto con un frammento della pazzia del Kishin Ashura.-
-Com’è possibile?- chiese l’artigiana.
-Questo nessuno lo sa, probabilmente fu solo un caso, si sarà trovato al posto sbagliato al momento sbagliato, ma fatto sta che sviluppò la stessa paura incontrollabile che provava e prova tuttora Ashura, per questo si scatenò verso tutto quello che per lui era “diverso” e divenne estremamente paranoico. Raccolse una piccola schiera di shokunin capaci di vedere l’anima delle persone e iniziò a perseguire anche le buki.
I prigionieri più dotati venivano costretti col ricatto a lavorare a fianco degli aguzzini come armi, mentre gli altri venivano imprigionati o addirittura uccisi per evitare che si rivoltassero contro di loro.-
Soul provò ad immaginarsi in quella situazione, costretto a combattere insieme a qualche invasato, mentre tenevano in ostaggio qualcuno a lui caro, magari proprio Maka… Strinse i pugni dalla rabbia.
La ragazza se ne accorse e intuì i pensieri del suo partner anche se non la motivazione  –è mostruoso…-
Il professore prese a girare la sua grande vite –Già… mostruoso ma anche molto efficace. Per lungo tempo l’avanzata delle sue armate fu inarrestabile.
Era diventato una delle minacce più grandi che il mondo avesse mai visto, così mentre i soldati combattevano con le armi convenzionali, in segreto il nostro paese, insieme al sommo Shinigami e ad alcune cellule di resistenza europee avviò quello che prese il nome di “progetto Slayers”. Serviva qualcuno che si infiltrasse tra i fedelissimi di Hitler senza destare sospetti e che lo assassinasse al momento giusto.
Uno shokunin da solo non avrebbe potuto farcela, oltretutto l’arma con cui sarebbe entrato in risonanza durante il periodo di copertura avrebbe potuto percepire i suoi pensieri e fare la spia in cambio di favori, quindi si pensò di ricorrere a quelle persone che anche essendo maister, avessero una parte di arma dentro di se. Dopo molti studi e tentativi a vuoto gli scienziati riuscirono a raffinare una sostanza che chiamarono S.E. (Soul Element) che se cristallizzata da vita ai cosiddetti Soul Cristal, speciali cristalli capaci di entrare in risonanza con la particolare anima dei sangue-misto permettendo loro di manifestarla fisicamente sotto forma di arma.
I risultati furono stupefacenti, uno Slayer dovendo entrare in risonanza con la sua stessa anima ottiene un grado di sincronizzazione elevato molto più facilmente della media degli shokunin e buki. Questo spiega perché Shadow sia in grado di tenere testa a due dei nostri migliori allievi.-
Black Star lo fulminò con un occhiata assassina.
-Comunque, furono addestrati vari Slayers e dopo qualche tentativo uno di loro riuscì ad entrare nella squadra di Adolf. Da allora i documenti di questa persona sono scomparsi, ma se ufficialmente Hitler si rinchiuse in un bunker con i suoi fedelissimi e si suicidò, fonti alternative raccontano che all’apertura del bunker trovarono un sopravvissuto. Quindi si può dire che il progetto Slayers fu un successo.-
Dopo la fine del conflitto il governo si ritrovò con gli elementi rimanenti del progetto addestrati o semi addestrati senza più uno scopo e decise che essi erano una risorsa importante. Poco dopo riunì i componenti della ricerca e fondò l’ accademia Cerberus. Lo stemma della scuola è il mitologico cane a tre teste che simboleggia l’anima, il corpo e l’arma uniti in un unico essere.
Da quel giorno a tutte quelle persone che hanno dei geni misti viene proposto di andare a studiare li.-
In quel momento suonò la campanella –Potete andare.-
Gli studenti si alzarono e ,riuniti in gruppetti, uscirono dall’aula parlando di quello che avevano appena appreso.
-Soul, Maka, voi e i vostri compagni di squadra aspettate un attimo.-
Appena tutti eccetto loro furono usciti il professore si avvicinò –Quello che vi dirò ora è strettamente confidenziale.- Aspettò che i ragazzi annuissero prima di continuare. –Ufficialente Shadow è qui per apprendere i nostri metodi di caccia al Kishin e per mostrarci alcuni dei loro, ma c’è qualcos’altro…
Sono entrato nei loro archivi informatici e vi ho trovato i dati di tutti i loro studenti, tranne Shadow, altri tre ragazzi e tre ragazze. Nei loro file c’era solo la dicitura HD , qualunque cosa questo significhi lui non è un semplice studente e non sarebbe mai stato mandato qui per un comune scambio di informazioni. Inoltre, anche se li ho visti solo in foto, durante il combattimento non gli ho visto usare nessun cristallo e non ho mai trovato dati sul cambio di colore e forma degli occhi.-
-Lo sapevo che quel tipo ha qualcosa di strano!- Esclamò Black Star
-Cosa vuole che facciamo? Chiese Kid
-Per ora niente, si unirà alle lezioni e compirà qualche missione in solitario o in squadra. Sono sicuro che il sommo Shinigami ne sappia di più di quel che ci ha detto e lui non metterebbe mai in pericolo i suoi allievi. Oltretutto la Cerberus è nostra alleata e non c’è ragione per dubitare di un suo studente, solo tenetelo d’occhio… Andate a casa ora.-
I ragazzi uscirono dalla scuola, si salutarono e si diressero verso le rispettive dimore.

Maka rimase silenziosa per tutto il tragitto in moto, poi arrivati a casa, si sedette sul divano con un libro in mano ma senza leggerlo veramente.
Soul che osservava di sottecchi si accorse che non girava pagina da un po’, così le si sedette accanto. –Va tutto bene?-
La ragazza chiuse il libro –Stavo pensando a come sarebbe potuta cambiare la mia vita per una decisione che non ho preso neanche io.-
 Poi con estrema sorpresa dell’arma si appoggiò con la testa sulla sua spalla.
Lui arrossì leggermente –Beh… Però credo che abbiano scelto bene…- Disse mentre allungava una mano tremante ad accarezzarle i capelli.
I loro sguardi si incontrarono e l’atmosfera si fece piuttosto pesante, improvvisamente lei si alzò di scatto -Ehmm… vado a fare una doccia.-
Soul sbatte un paio di volte le palpebre -Ah… si… va bene…-
Arrivata davanti alla porta del bagno esitò per un momento e sussurrò –Sai Soul? Credo che debba essere molto triste combattere sempre da soli...-


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Thunderstorm ***


Perdonate il tempo spropositamente lungo che ho impiegato per buttare giù questo capitolo. Le idee sono tante e scegliere quella giusta è difficile...
Questo capitolo non mi convinceva e non mi convince tutt'ora, ma se non mi muovevo a finirlo non avrei pubblicato più niente, spero di far meglio la prossima volta.
Infine grazie a tutti quelli che seguono questa storia e in special modo a chi ha recensito.


 

Capitolo 3
Thunderstorm

 

 

 
 
Due settimane dopo lo scontro d’allenamento.
Laboratorio del Dottor Stein.


Il professore sedeva al contrario sulla sua solita sedia. –Allora? Come si comporta il nostro nuovo acquisto?-
chiese ai sette ragazzi di fronte a lui.
A prendere la parola fu Kid –Fin’ora ha partecipato a cinque missioni: una con me Liz e Patty, una con Black Star e Tsubaki, una col gruppo di Ox e due in solitario. Tutte compiute al 100%.
In battaglia è un alleato formidabile ma ha un carattere a volte troppo arrogante e sicuro di se,  tratta le uova di Kishin con estrema leggerezza, come se non gli interessassero davvero. Inoltre nonostante si comporti sempre gentilmente con i compagni di missione, mantiene sempre un certo distacco. Si nota che è abituato ad agire da solo.-
Aspettò qualche secondo ma l’unica reazione di Stein fu quella di girare un paio di volte la sua grande vite e vedendo che gli altri non aprivano bocca continuò il rapporto. –Si è stabilito in una villa a poco meno di un chilometro da casa di Maka e Soul e chiedendo un po’ in giro abbiamo scoperto che è affittata dall’accademia Cerberus. Non ha legato particolarmente con nessuno studente nonostante sia molto apprezzato come guerriero e parecchio popolare tra le ragazze. Si sposta prevalentemente in moto. Niente che possa far concretamente sospettare di lui.-
-Gli piace leggere!- Maka capì di averlo detto e non solo pensato troppo tardi.
-Beh… spesso l’ho visto starsene in disparte con qualche libro in mano…-
Arrossì leggermente per aver espresso quel dettaglio inutile, beccandosi un occhiataccia da parte di Soul.
Il professore sorrise leggermente vedendo quella scenetta, poi tornò serio –Una cosa interessante è che il sommo Shinigami gli ha concesso carta bianca per qualsiasi missione, quindi quelle a cui ha partecipato fin’ora sono state scelte per qualche motivo da Shadow stesso… Avete notato qualcosa di particolare durante lo svolgimento?-
-Si, io qualcosa l’ho notato!- esclamò Black Star.
Tutti si girarono verso di lui, che quello stupido avesse notato qualcosa che a loro era sfuggito era inconcepibile…
-Per un grande come me è stata fin troppo facile, dovrebbero riservarmi le missioni più pericolose!-
Nella camera calò un silenzio di tomba mentre Tsubaki arrossiva per l’imbarazzo.
-Che avete da guardare? Non siete d’acc…-
Stein lo zittì con un pugno in testa.
Kid represse una risata, poi disse –in effetti qualcosa c’è, anche se non so se possa essere definita sospetta.-
L’attenzione si concentrò su di lui.
-In tutte queste missioni il nemico  era definito come“Sconosciuto”, cioè si era determinato che ci fosse qualcosa che creava problemi ma non si sapeva di cosa effettivamente si trattasse. Potrebbe essere solo una coincidenza dato che missioni di questo genere sono molto frequenti, ma da quello che ho visto e che mi hanno raccontato il suo comportamento cambiava radicalmente quando il nemico veniva scoperto. Durante la ricerca era molto interessato, cercava con la percezione dell’anima con molta meticolosità, poi arrivati a contatto con l’uovo di Kishin, appariva come deluso e scocciato, come se non avesse trovato quello che cercava.-
-In effetti è vero- disse Tsubaki –Durante la nostra missione, quando abbiamo dovuto affrontare l’avversario, ha chiesto a noi due se potevamo cavarcela da soli mentre lui controllava una cosa. Black Star come al solito lo ha sfidato chiedendogli se avesse paura, e lui per risposta ha decapitato quell’essere malvagio con un solo colpo. Poi è sparito per una decina di minuti e, al suo ritorno, non ha voluto spiegare dove fosse stato, ha solo detto “Non preoccupatevi è tutto a posto”.-
-Bene!- Esclamò il professore. –Possiamo ipotizzare con una certa sicurezza che Shadow è qui per cercare qualcosa che riguarda le uova di Kishin o il Kishin stesso, per conto della Cerberus.-
-Quindi come ci muoviamo?- Chiese Soul.
-Per ora non cambieremo nulla, semplicemente continuate a tenerlo d’occhio. Dovrebbe essere semplice visto che  accompagnerà te e Maka nella vostra missione dopodomani.-
La ragazza abbassò gli occhi. Aveva già visto l’annuncio sulla bacheca.
Dopo qualche altro minuto il dottor Stein li congedò.
 
Passarono il resto del pomeriggio giocando  a basket, mentre la shokunin leggeva un libro su una panchina.
A sera, mentre percorrevano la strada di casa chiese a Soul –Di un po’… non ti sembrba che Shadow assomigli un po’ a Chrona?-
La buki pensò che la sua maister si fosse bevuta il cervello –A me pare l’esatto opposto.-
 –Stupido non parlo del suo carattere! Parlo della sua anima… sotto quello strato di oppressiva potenza mi è parso di percepire un grande dolore misto a rabbia verso qualcuno o qualcosa…- disse accigliandosi.
L’altro sbuffò scocciato –Che cazzo ne so. A me non sembra, ma sei tu quella con la percezione dell’anima ipersviluppata. E poi anche se fosse, con Chrona non è finita bene, a quest’ora sarà di nuovo con Medusa.-
Si pentì di quelle parole nel momento stesso in cui le pronunciava.
-Questo non c’entra niente. E tu sei un maledetto bastardo!- Accelerò il passo e non rivolse la parola alla sua arma per il resto del tragitto.
Arrivati a casa stava per chiudersi in camera sua quando Soul la fermò dicendo –Senti… mi dispiace per prima, sono stato un vero stupido, ma non so perchè questa storia mi infastidisce terribilmente…-
-Lo trovi così antipatico?-
Il ragazzo cominciò a grattarsi la testa –Non è questo… sarebbe tutto più semplice se fosse così… ma io credo che in fondo sia un tipo a posto…-
Lei si voltò verso la camera –Già… comunque non preoccuparti. In fondo avevi ragione, non sono riuscita a fare niente per Chrona.-
-Aspetta non era questo che intendevo dire…-
Ma lei si era già chiusa dentro.
Rimase qualche secondo a fissare la porta poi sbottò –Cazzo!- andando a dormire.
Maka rimase sveglia nel letto per un bel po’, forse avrebbe dovuto dire al professore di quelle sue sensazioni.
Aveva taciuto anche un altro dettaglio…

Tre giorni prima mentre tornava dal supermercato lo aveva visto su una panchina con un libro in mano, ma i suoi occhi  guardavano altrove come se stesse pensando a qualcosa di molto triste.
Contro tutto quello che la ragione le urlava in testa si era avvicinata. –Ciao…-
Lui si riscosse dai suoi pensieri –Ciao.-
-Sono nella tua stessa classe…-
-Certo. Maka Albarn, maister della falce Soul Eater Evans.-
-Ah, mi hai riconosciuta… posso sedermi?- Si chiedeva che diavolo stesse facendo.
-Se ti va fa pure.- disse l’altro riaprendo il libro.
-Cosa leggi?-
-Cerulean Sins di Laurell K. Hamilton.-
-Ah… “La Sterminatrice”*. L’ho letto anch’io, è una bella serie!-
-Si, è una delle mie preferite-
Chiacchierarono così per un po’, finchè lui non si alzò dicendo –Beh, perdonami ma ora devo andare, è stato un piacere Maka Albarn.-
Saltò in piedi anche lei – Ah… Si anche per me… ciao allora….- Poi quasi involontariamente aggiunse –E chiamami Maka.-
-Ok, allora ci vediamo in classe… Maka.-


No, sarebbe stato inutile e imbarazzante raccontare questo aneddoto durante il rapporto,  e poi non sarebbe stato semplice spiegare il perché gli si fosse avvicinata.  Lo aveva visto spesso leggere in disparte e non poteva fare a meno di immaginarlo combattere nella stessa condizione… “solo”.
Lei aveva sempre Soul ed suoi amici al suo fianco. Non poter contare su nessuno doveva essere tristissimo.
Inoltre c’erano i suoi occhi, tanto verdi quanto quelli di Soul rossi e ugualmente profondi. Entrambi conducevano ad un abisso di oscurità sconfinata…
-Ma perché diavolo li sto paragonando?- Si chiese.
Comunque ormai aveva preso una decisione, e l’avrebbe messa in atto con o senza l’aiuto dei suoi amici.


Il giorno seguente, dopo le lezioni il gruppetto di amici si stava salutando.
-Voi cosa farete nel pomeriggio?- Chiese Liz
-Noi siamo liberi...- le fece eco Kid –Perciò se vi va di andare da qualce parte…-
Patty intanto urlava –Le giraffe! Voglio andare a vedere le giraffe! Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego!-
-Non lo so…- rispose Black Star. –Io avevo intenzione di allenarmi un po’.-
Soul gli diede un amichevole pugno sulla spalla –Ti alleni troppo tu!-
-Perché? Esiste qualcosa di meglio? E poi dove vorreste andare sentiamo?-
A quel punto Maka si fece avanti –Io avrei un’idea…-
L’attenzione di tutti si focalizzò su di lei.
-Andiamo a trovare Shadow a casa sua.-
Calò un silenzio pesante, durante il quale tutti passavano lo sguardo dalla maister alla sua buki.
Fu Black Star ad interrompere quel circolo –Sei, impazzita?- disse con cautela.
-Perché? Visto che verrà con noi in missione è così strano che voglia sapere qualcosa di più su di lui?-
-No,ma… non mi sembra il caso…- Mormorò Liz.
Tsubaki guardò il volto serio della sua amica. –Secondo me dovremmo andarci, invece!-
Maka si voltò a guardarla con speranza.
-E poi…- continuò la spada demoniaca –Non sarebbe utile per le nostre indagini vedere il posto in cui vive?-
Kid prese ad accarezzarsi il mento –Anche questo è vero… Ok io ci sto!-
Liz annuì piano mentre Patty saltava – Chissà se ci saranno delle giraffe?!?-
-Io non verrò di certo!- Sbottò Black star.
La sua arma, sapendo come prenderlo, lo guardò con espressione saputa –Non avrai mica paura di entrare in casa di un tuo rivale?-
Gli occhi dello shokunin si fecero di fuoco –Il magnifico me non ha paura di niente! Certo che verrò!-
Infine si voltarono tutti verso Soul, il quale scuro in volto guardò Maka e disse –Ok… allora andiamo.-


Nel pomeriggio si incontrarono sotto casa della maister e della falce e si incamminarono verso la direzione dove sapevano si trovasse la casa di Shadow.
La villa in stile gotico si trovava in disparte dalle altre abitazioni nelle vicinanze ed era circondata da un giardino a sua volta recintato da una lunga serie di sbarre di ferro intarsiate con un grande cancello davanti.
Guardandola mentre si avvicinavano Liz mormorò –è proprio grande… io avrei una cazzo di paura a viverci da sola!-
Il resto del tragitto lo percorsero in silenzio, mentre il suono di musica rock si faceva sempre più forte nell’aria.
Arrivati davanti al cancello esitarono, ora si riuscivano a capire le parole della musica che proveniva dal retro della grande villa.


…Cause now I see that I
took what I hated and made it a part of me
(never goes away)
(never goes away)
and now
you’ve become a part of me
you’ll always be right here
you’ve become a part of me
you’ll always be my fear
I can’t separate
myself from what I’ve done
giving up a part of me
I’ve let myself become you…



Fu Maka a prendere coraggio e bussare al citofono.
La musica cessò di botto e il led posto sotto la telecamera dell’apparecchio si accese.
Dopo qualche secondo il cancello iniziò ad aprirsi.
Stavano percorrendo il breve viale che conduceva alla porta principale quando Shadow uscì e andò loro incontro.
Indossava una maglietta a mezze maniche, dei polsini, un pantalone di tuta e scarpe da ginnastica, tutto naturalmente in nero ed era abbastanza sudato.
-Beh… per quanto gradita, devo dire che questa è una versa sorpresa, posso esservi utile in qualche modo?- disse osservando il gruppetto.
La shokunin bionda fece un passo avanti –C…ciao… in realtà siamo semplicemente venuti a trovarti… cioè ti abbiamo visto quasi sempre da solo quindi pensavamo che ti avrebbe fatto piacere un po’ di compagnia…-
Il ragazzo passò in rassegna i volti di fronte a lui: passavano dall’imbarazzo (Tsubaki), al disagio (Liz), allo scocciato (Black Star) e così via. -Si… certo…- disse lentamente. Poi riprendendosi –Ok! Allora prego, entrate in casa. Se mi aveste avvertito della visita mi sarei fatto trovare in condizioni migliori. Ero nel giardino sul retro per allenarmi un po’.
L’interno era in stile gotico come l’esterno ma il nuovo inquilino aveva sostituito i vecchi mobili di legno intarsiato che sicuramente c’erano prima, con altri dallo stile moderno in un trionfo di acciaio plastica e vetro.
Li fece accomodare nel salone appena dopo la porta principale, su un grande divano situato di fronte ad un tavolino di cristallo, poi uscì e dopo un paio di minuti tornò rinfrescato, con un asciugamano intorno al collo, e un carrellino pieno di bibite e cose da mangiare. –Se volete qualcosa servitevi pure.-
Mentre gli altri prendevano a turno qualcosa Black Star cominciò a strafogarsi –Sai? Adesso mi sei già più simpatico!- Disse con la bocca piena di cibo.
L’altro rise sedendosi su un divano identico all’altro posto all’altro capo del tavolo –Mi fa piacere.-
Quando tutti presero posto Kid si guardò intorno –Complimenti una gran bella casa. Molto simmetrica!-
-Mi lusinga detto dal figlio del sommo Shinigami, ma non ti nascondo che è un po’ esagerata per me. Infatti ho sistemato solo le stanze che mi servivano, il resto sono ancora sottosopra.-
-è quella roba che ascoltavi prima? Era forte! Ottima per dare la carica!-  Chiese il maister con i capelli azzurri.
-Si sentiva eh? Di solito mi alleno nella palestra al piano di sotto ma oggi era una bella giornata e mi sono trasferito sul retro…-
L’altro spalancò gli occhi –c’è una palestra al piano di sotto?-
-Si…-
-Attrezzata?-
-Si c’è tutto l’occorrente…-
-Potrei darle un’occhiata?-
-Certamente, li in fondo ci sono le scale, la prima porta sulla destra, se vuoi ascoltare qualcosa lo stereo è affianco ai bilancier…-
-SENTO CHE POTRESTI DIVENTARE IL MIO MIGLIORE AMICO!- disse abbracciandolo e poi correndo di sotto.
Shadow si voltò con aria interdetta verso gli altri –Fa sempre così?-
Lo risposero in coro e con aria rassegnata –Sempre.-
Eliminata la fonte di disturbo chiacchierarono tranquillamente del più e del meno fin quando Soul non commentò –Tutto questo deve costare molto, devi essere ricco.-
-No, in realtà questa casa è stata affittata dalla mia accademia, dato che alla Cerberus i fondi non mancano e ha molti meno studenti della Shibusen ci viziano un po’… Anche se come sapete la squadra alla quale appartengo è un po’… “particolare”-
Kid si accigliò –Cosa intendi con “come sapete”?-
-Qualche giorno fa mi hanno riferito che qualcuno si è infiltrato nei nostri database e ha rovistato tra i file degli studenti. Non sono in molti capaci di riuscirci e il mio arrivo qui avrà sicuramente acceso molte domande. Voi siete l’elite della Shibusen quindi ne sapete certamente qualcosa.-
Gli altri sgranarono gli occhi, ma Kid restò calmo. –Diciamo che il nostro professore si è divertito a scoprire il vero motivo della tua visita.-
Shadow sorrise –Ma non ha scoperto niente.-
-Come fai a dirlo?-
-Perché i documenti relativi alla mia squadra non finiscono nei normali database. Vengono salvati su delle macchine che poi vengono scollegate dalla rete, quindi dalla distanza è impossibile leggerli.-
-Perché non ce ne parli tu?-
-Non posso. E prima che tu me lo chieda, il motivo è che non sono sicuro che quello che cerco sia qui. Tuttavia vi posso assicurare che non sono vostro nemico, e che la missione che mi è stata affidata non recherà alcun danno alla vostra accademia. Quindi vi prego di fidarvi di me.-
Il figlio di Shinigami ci pensò un po’ su, poi tendendo la mano disse –per adesso ci basta.-
Shadow gliela strinse –Ne sono contento.-
Dopo di quello la tensione si smorzò considerevolmente.
Parlarono amichevolmente per un altro po’, poi scesero tutti nella palestra dove trovarono Black Star intento a massacrarsi con gli attrezzi –Soul questo lo devi provare per forza!-
Pochi minuti più tardi furono tutti così indaffarati da non accorgersi dell’uscita del padrone di casa dalla stanza.
Solo Maka lo vide sparire dietro una porta e lasciarla socchiusa e un paio di minuti dopo, vedendo che non tornava, lo seguì.

Lo trovò seduto a terra al centro di una stanza costruita in modo da creare una mezza sfera, interamente lastricata di marmo bianco e nero e con venature simmetriche che si diramavano per tutte le superfici e che brillavano di una leggera tonalità di blu.
Stava li col palmo destro rivolto in alto sul quale fluttuavano tre cristalli fatti dello stesso materiale della sua spada, e li osservava con aria malinconica.
Parlò senza voltarsi a guardarla –Scusa se mi sono allontanato. Non sono abituato ad avere ospiti che non siano i miei compagni d’accademia.-
-Non preoccuparti, si stanno divertendo tutti. Sono contenta di averli convinti a venire.-
Il ragazzo si accigliò –Quindi sei stata tu…-
-Ah… eehmm… si. Spero non ti dispiaccia…- Rispose incasinando le parole.
-No, mi fa piacere avere per casa qualcuno che non sia stato assunto dalla Cerberus per i servizi domestici.-
Dopo qualche secondo di silenzio Maka fece qualche passo avanti. –Che strana stanza…-
-Serve per concentrarsi e allenarsi col Soul Control, le venature che vedi sono fatte di Soul Crystal e al loro interno scorre il Soul Element. Credo tu sappia di cosa sto parlando.- Metre parlava faceva cambiare forma varie volte ai frammenti che aveva in mano, poi li univa e li separava di nuovo.
-Si, il professor Stein ci ha spiegato come funzionano i vostri poteri, anche se nel tuo caso le spiegazioni non coincidono con quanto ho visto.-
Shadow si voltò di scatto a guardarla. –Non mi farai dire cose che non ho detto ai tuoi amici.-
-No, non volevo dire questo… scusa…-
Dopo averla osservata in silenzio per qualche secondo, fece sparire i cristalli e si sedette nella posizione del loto. –Vieni, siediti, voglio farti vedere una cosa.-
La maister esitò, guardò verso la porta, ma poi gli andò a sedersi di fronte nella stessa posizione.
Lui chiuse gli occhi ed espirò lentamente.
Il leggero bagliore delle venature si spense.
Imbarazzata da quell’intima oscurità Maka stava per alzarsi, ma una luce molto più intensa di prima si sprigionò da quei solchi e come tanti treni seguì i suoi binari e ricoprì tutta la camera.
Attorno a loro iniziarono a comparire tanti punti di energia blu, che si condensavano a formare i cristalli neri che ormai lei conosceva e dai canali energetici iniziarono a partire scariche simili a fulmini che si diramavano di frammento in frammento, passando vicino a loro, ma senza mai colpirli.
Quando questi iniziarono a ruotare sempre più velocemente fu come trovarsi nell’occhio di una tempesta elettrica.
Le scariche si rincorrevano, si allontanavano, si univano e si dividevano creando un disegno ipnotico in continuo movimento.
-Sono bellissime…- Mormorò la shokunin smettendo di guardarsi intorno e posando lo sguardo sul ragazzo.-
I suoi occhi ora avevano lo stesso colore dell’energia che turbinava nella stanza.
-Si, crearne così tanti e così piccoli è molto più difficile di farli comparire come una spada.-
-Quindi questi tutti sono parte della tua anima?- Chiese lei allungando la mano a toccarne uno di quelli che giravano più lentamente.
 -FERMA, NON FARLO!-
Troppo tardi.
Appena lo sfiorò fu pervasa da una sensazione di enorme potere, che fu subito sostituita da un abisso nero di rabbia dolore e disprezzo molto simile alla pazzia.
Il tutto durò una manciata di secondi, quando tornò cosciente Maka si ritrovò stesa nella strana camera che aveva ripreso la normale luminescenza azzurra. Shadow le teneva la testa fra le braccia.
-Sapevo che non avrei dovuto farlo…- Disse questi tristemente.
-Tu… quel buio… odio… rabbia…-
La aiutò ad alzarsi. –Sarà meglio che torni dai tuoi amici…-
-Aspetta… perché?-
-Vai… Vi raggiungerò tra poco.-
 La shokunin andò verso la porta osservandolo andare verso una parete e tirarle un pugno.
Uscì dalla stanza chiedendosi cosa potesse spingere qualcuno ad odiarsi così tanto.


Essendo passati pochi minuti nessuno aveva fatto caso alla sua assenza, Soul stava facendo una gara di flessioni con Black Star mentre gli altri tifavano per uno o per l’altro.
Shadow tornò poco dopo, ma per il resto della visita non la degnò di uno sguardo.

Quella sera lei e la sua buki si stavano preparando per la missione di domani, entrambi erano stranamente taciturni.
Fu quest’ultimo a rompere il silenzio. –Oggi sei sparita per un po’…-
La maister distolse lo sguardo. –Ah, si… sono andata un attimo al bagno… Tu piuttosto, che ne pensi?-
Al ragazzo quella risposta non convinceva per niente, ma ricordandosi della discussione del giorno prima non disse niente.
-Credo ci si possa fidare come compagno, ma mantiene sempre quell’aria di fredda cortesia… Durante questa missione vedremo.-
Lei annuì pensierosa -Già… hai ragione…
Poco dopo andò a dormire domandandosi perché non parlasse al suo compagno di sempre di quello che era accaduto. 



*Nella serie la protagonista Anita Blake vine anche chiamata "La Sterminatrice".
 La canzone che ascolta Shadow è Figure 09 dei Linkin Park

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Enemy Contact ***


Chiedo nuovamente venia per il tempo che ho impiegato a comporre questo capitolo, ma la resa dei combattimenti non mi soddisfaceva mai. Inoltre ho dovuto curare un po' la mia pagina di Facebook. In questo capitolo ci saranno molti combattimenti e qualche chiarimento. Vorrei qualche altro vostro parere per migliorare sia la storia in se, sia la qualità narrativa, quindi vi prego di scrivermi le vostre opinioni.
Il mezzo di Shadow è un piccolo omaggio che mi sono concesso visto che la moto descritta è in realtà la mia. :-)
Grazie ancora a tutti quelli che seguono questa storia.


Capitolo 4
Enemy Contact

 
La mattina dopo.
Periferia di Death City.

 
Maka e Soul si stavano dirigendo all’appuntamento con Shadow in moto. Con loro avevano solo l’essenziale per passare un paio di notti fuori.
-Insomma, non importa cosa, io la mattina devo essere costretto ad alzarmi presto…-
-Stai zitto, per colpa tua siamo anche in ritardo!-
-Bah! Per me saremmo potuti partire anche nel pomeriggio.-
-Assolutamente no! In questo modo saremo a BlackGate city per ora di pranzo e potremo riposare prima delle ricerche di stasera.-
-Avevo proprio voglia di mangiare qualche uovo di Kishin. Qual’è il problema esattamente?-
-Makaaaaaaaaa-Chop!-
-Ma porc… e questo per che cazzo era?!?-
La ragazza sorrise tra se e se.
-Così la prossima volta starai attento durante la spiegazione del professor Stein. Comunque, nella città di BlackGate alcune persone sono state aggredite da quello che un sopravvissuto  ha descritto come una specie di tigre alta quasi quanto lui. La cosa strana è che gli attacchi si sono svolti simultaneamente in varie parti della città.-
-E quindi? Saranno più di uno…-
-Si ma alcuni testimoni hanno descritto lo stesso tipo di “animale”. È quasi impossibile che varie uova di Kishin prendano lo stesso aspetto e se ci aggiungi che di solito mantengono una forma relativamente umana la cosa diventa ancora più strana.-
La buki si accigliò.
-Ecco spiegato l’interessamento del nostro “nuovo compagno” alla missione.- Poi con un mezzo sorriso aggiunse –E tu smettila di fare la saccente altrimenti ti lascio a piedi!-
Alla maister scappò una risatina.
- Fai pure, sono sicura che Shadow mi darebbe un passaggio.-  Ma i suoi pensieri erano diversi: “Mica tanto… ieri non mi ha più rivolto la parola...”
“Già, è questo il problema…” Pensava invece Soul.

Arrivati al luogo dell’appuntamento trovarono Shadow appoggiato alla sua moto in stile orientale dalle linee appuntite e aereodinamiche. Era vestito come la prima volta che lo avevano incontrato ad Ascendence in più aveva degli occhiali da sole sportivi.
Li salutò con un cenno –Ehilà, pronti ad andare?-
Soul gli si affiancò, mentre lui saliva in sella.
-Scusa se ti abbiamo fatto aspettare…- disse Maka.
Il ragazzo non rispose per alcuni secondi poi disse senza guardarla  –Nessun problema…- e avviò il motore.
La giovane falce guardò per qualche attimo il mezzo di trasporto. La carena e le ruote erano completamente nere, i manicotti, alcune viti e la circonferenza dei cerchioni appena prima delle gomme erano blu,  sul muso si era accesa una piccola luce di posizione centrale e sotto il codino due piccole strisce di cinque led creavano un leggero alone blu.
“Davvero bella.” Pensò Soul. In modo totalmente diverso dalla sua, ma davvero bella.

La prima parte del viaggio fu piuttosto turbolenta, con la buki e lo Slayer che si divertivano a sorpassarsi di continuo incuranti delle proteste sia degli automobilisti sia della povera Maka che giurava di aver visto la morte in faccia più volte.
A metà mattina decisero di fermarsi in un autogrill per mangiare qualcosa e riposare i muscoli indolenziti dalla guida.
Appena scesi dalle moto la shokunin iniziò a sbraitare –VOI DUE SIETE… SIETE INQUALIFICABILI! AVETE INFRANTO TUTTE LE REGOLE DEL CODICE DELLA STRAD…-
Si fermò di botto vedendo i due ragazzi battersi il cinque e fissarsi con un ghigno diabolico in faccia, occhi Rossi e occhi verdi, capelli bianchi come la neve e neri come la notte, così diversi eppure così simili.
Le provocava una strana sensazione guardarli così amichevoli.
-Ci sai fare. E hai anche un gran bel mezzo.- disse Shadow.
Soul sorrise per il complimento. -Anche la tua moto è uno spettacolo. Che modello è?-
-Di base è una Yamaha R6, ma ho apportato alcune modifiche personalmente.-
All’albino si illuminarono gli occhi. –A questo proposito, c’è qualcosa che ho sempre voluto chiederti… La prima volta che ti abbiamo incontrato l’abbiamo vista muoversi da sola. Era terribilmente cool, come diavolo fa?-
Il moro si concesse un sorriso di soddisfazione.
-Alla Cerberus a tutti i veicoli degli studenti di alto livello vengono  istallati dei “cuori” fatti di soul cristal e dei microtubi simili a vene in cui scorre il soul element. Il padrone riversa la propria onda dell’anima nel mezzo dove viene immagazzinata per dargli energia, in questo modo si possono superare di molto le specifiche tecniche. Inoltre è possibile controllare a distanza quel frammento di anima al suo interno, dando quindi l’impressione che si muova da solo. Per far questo però occorre un casino di pratica. Insomma la benzina serve solo nel caso la carica del cristallo fosse esaurita e il padrone impossibilitato ad infonderne altr…-
-MAKA CHOP!-
Entrambi finirono a terra doloranti, ma Soul essendo abituato si riprese per primo.
-Ragazza, tu hai seri problemi di autocontrollo!- Sbottò Shadow rialzandosi a sua volta.
-Lascia perdere, non le piace essere ignorata. E poi è abituata ad essere lei la secchiona…-
Poi vedendo la sua maister guardarlo in cagnesco e rialzare le mani si affrettò ad aggiungere – Ma ora andiamo a sederci!-
Mangiarono tranquillamente parlando del più e del meno. Anche l’imbarazzo tra lo slayer e la shokunin scemò un poco.
Dopo circa una mezz’ora ripartirono, ma non prima che la ragazza descrivesse nei dettagli cosa sarebbe successo se avessero continuato con le loro pazzie.
La seconda parte del viaggio fu terribilmente tranquilla.
Arrivarono, come previsto da lei poco dopo l’ora di pranzo, e si diressero all’albergo dove avevano prenotato tre camere.
BlackGate city era una luogo piuttosto particolare, dopo essere nata come un piccolo villaggio si era espansa fino a diventare una grande metropoli. Le imponenti costruzioni moderne erano state erette intorno all’antico centro della città, spingendo i cittadini a spostarsi da lì.
Ora circondati da grattacieli i vecchi edifici giacevano abbandonati in attesa di essere demoliti per far largo al progresso.
Recuperate le chiavi i tre ragazzi si recarono nelle loro camere per rinfrescarsi e riposare.
Soul sotto la doccia ripensava al viaggio e alle sue battute con Shadow. Non gli era antipatico, anzi… ma sentiva come se fosse una minaccia, non per la vita sua e di Maka, ma per il loro rapporto. Ma in fondo perché si preoccupava? Loro erano semplicemente arma e maestro, niente di più… Già, come no…

Quella sera si incontrarono tutti nella hall dell’albergo per fare il punto della situazione.
Maka tirò fuori una cartina della città dove aveva cerchiato i punti delle aggressioni.
-Come potete vedere tutti gli attacchi si sono verificati vicino alla circonferenza di confine tra la città vecchia e la nuova. Quel posto è praticamente abbandonato quindi è ottimo per nascondersi.-
Shadow si grattò sotto il mento. –Cercare in quell’intreccio di vicoli è inutile, credo che dovremmo dividerci e cercare con la percezione dell’anima di trovare qualcosa. Comunicheremo con gli auricolari che ci ha dato il professor Stein.-
Soul fece un cenno d’assenzo –Sono d’accordo, ma come mai ce li avrà dati? Di solito Maka si limita a scrivere il numero della Death Room per contattare il sommo Shinigami.-
-Essendo i nemici sconosciuti e molteplici, vogliono rimanere in contatto costante. Inoltre monitoreranno l’intera missione dallo specchio del preside.- rispose la ragazza.
-Quindi vediamo di fare bella figura!- Aggiunse Shadow sorridendo.

Un paio di ore dopo.
Confine tra BlackGate vecchia e nuova.

-Shadow a Shibusen mi ricevete?-
-Qui è la Death Scythe Yumi Azusa ti sentiamo forte e chiaro e vi abbiamo sullo specchio.-
-Perfetto, la missione ha inizio ora.-
Il ragazzo scambiò un occhiata con la buki e la sua shokunin poi si incamminarono in direzioni opposte cominciando a cercare con la percezione dell’anima.

Lo slayer procedeva al centro di una delle vie principali, la corrente ai lampioni era stata tolta parecchio tempo prima, e la luce della luna creava ombre sinistre un po’ dappertutto.
Dopo una decina di minuti si ritrovò davanti ad una chiesa con un piccolo campanile, si accovacciò mentre delle ombre leggere iniziavano a danzargli attorno alle gambe e saltò direttamente sulla parte più alta della struttura lasciando dietro di se una leggera scia nera. Si sistemò su un cornicione con un ginocchio alzato e l’altra gamba penzoloni nel vuoto poi chiuse gli occhi e si concentrò completamente sulle sue percezioni.

Nel frattempo Maka e Soul camminavano in quella che doveva essere stata una via commerciale. A entrambi i lati della strada si susseguivano le insegne di vecchi negozi.
L’arma si guardava intorno, mentre la maister avanzava dietro di lui cercando di svuotare la mente, cosa che non le riusciva facile visto l’aspetto spettrale del posto e il pensiero di Shadow da solo da qualche parte.
Ma perché si preoccupava? Chissà a quante missioni del genere aveva partecipato. Era abituato ad agire in solitario.
Comunque qualche minuto più tardi, per togliersi un pensiero, attivò l’auricolare –Sono Maka. Non riesco a trovare niente.-
La risposta s i fece attendere qualche istante. –Neanch’io.-
All’improvviso un crepitio disturbò la trasmissione. –Qui è Azusa. Siete entrati dal confine sud, ora siete vicini rispettivamente ai confini est e ovest. L’ultima aggressione è stata ai danni di alcuni vandali che si divertivano a scrivere sui muri a pochi metri da dove sei ora Shadow.-
-Ho notato… da quassù vedo gli schizzi di sangue misti alla vernice…-
-Da quassù?- Chiesero in coro Soul E Maka.
-Già, se vi guardate intorno vedrete un piccolo campanile in lontananza. Io sono in cima.-
Soul sorrise. –Ti stai godendo il panorama eh?-
-Beh le luci della città nuova miste a quella della luna creano dei giochi d’ombra niente mal… e questo che cazzo è?-
-Cosa? Spiegati meglio!-
-Sento qualcosa che si muove velocemente verso nord-ovest non lontano da voi.-
La shokunin si concentrò in quella direzione. –è vero! Lo sento anch’ io!-
-Andate! Vi raggiungo il prima possibile!-
I due partner si scambiarono uno sguardo veloce prima di mettersi a correre in quella direzione.

Quando furono quasi sul posto una serie di urla squarciarono l’aria spegnendosi quasi subito. Accelerarono il passo, ma quando arrivarono trovarono solo i cadaveri mezzi squartati di alcuni vagabondi.
Il ragazzo si trasformò in falce volando tra le mani della sua maister che subito si mise in posizione di difesa guardandosi intorno.
Un ringhio basso e continuo precedette l’arrivo della bestia, che spuntò dall’ombra di un palazzo col muso sporco di sangue.
Era simile ad un grosso felino, ma invece che di pelo l’intero corpo era coperto da una corazza di scaglie, le quattro zampe avevano artigli lunghi e affilati, la coda terminava con un osso appuntito come una lancia, delle piccole placche ossee simili a pinne di squalo seguivano la linea della schiena e sul muso aveva due denti più lunghi degli altri e ricurvi.
Si accovacciò in posizione di attacco ringhiando più forte mentre li fissava con occhi rossi privi di pupille.
All’improvviso balzò in avanti con un attacco degli artigli che costrinse la maister a schivare con una capriola laterale e tentare un contrattacco col manico di Soul che però risultò inefficace contro la dura corazza.
La belva fece un giro su se stessa colpendoli con la coda e mandandoli a schiantarsi contro un muro.
Nell’impatto la vista di Maka si annebbiò per un istante, ma sapendo che un’ attacco era in arrivo, menò d’istinto un fendente orizzontale che fece indietreggiare l’animale, il quale tornò subito alla carica riuscendo a ferire leggermente la ragazza ad braccio destro.
Lei si strinse la ferita con l’altra mano, indubbiamente quella cosa era un nemico pericoloso, ma vedendola piegarsi per compiere un altro balzo le venne un’idea.
Finse che la ferita le facesse più male di quel che faceva lasciando che l’avversario saltasse verso di loro, poi quando fu abbastanza vicina ruotò la falce e sferrò un fendente dal basso verso l’alto che trapassò la parte morbida tra la mascella e la gola della bestia, poi sfruttando lo slancio le fece compiere un mezzo giro in alto ed infine la impalò al suolo.
Dopo qualche spasmo smise di muoversi e lei estrasse l’arma dal corpo.
Soul si ritrasformò in ragazzo. –Tutto bene?-
-Si, è solo un graffio.-
Nel frattempo l’animale si dissolse trasformandosi in una sfera rossa più piccola di un anima, che partì verso l’altro e sparì tra i palazzi.
La buki la seguì con lo sguardo. –Dove cazzo vai? Tutto sto casino e manco la tua anima mi posso mangiare!-
-Stai calmo, non sono sicura che quella fosse un’ anima…-
In quel momento si attivò l’auricolare.
-Sono il professor Stein. Credo che Maka abbia ragione, quella non era un’anima.-
-E come diavolo faceva a vivere quella cosa senza un anima?- Chiese Soul.
-Non ne sono sicuro ma a giudicare da come se ne è andata direi che è tornata dal suo padrone. Ho una teoria ma è presto per trarre conclusioni. Comunque gran bel lavoro ragazzi-
La maister sorrise compiaciuta. –Grazie professore, ora riprenderemo la ricerc…-
La interruppe la voce allarmata di Azusa –SOUL, ATTENTO DIETRO DI TE!-
Maka vece appena in tempo a voltarsi per vedere la punta della coda di un’altra bestia uscire dal petto del suo partner.
-Ma… cosa cazzo…- Gorgogliò quest’ultimo sputando un po’ di sangue.
-SOUUUUULL!-
Con orrore lo vide essere scagliato contro un muro vicino e perdere i sensi.
Dalle tenebre spuntarono altre due belve insieme a quella che aveva ferito la buki e circondarono la ragazza che era corsa da lui e lo teneva tra le braccia, mentre chiamava il suo nome con le lacrime agli occhi.
Le code si alzarono pronte a colpire.
Lei chiuse gli occhi ponendo la sua arma dietro di se.
All’improvviso tre spade piovvero dal cielo inchiodando gli animali al suolo, che dopo pochi secondi si trasformarono nelle sfere rosse e sfrecciarono via.
La shokunin riaprì le palpebre e vide Shadow saltare da un palazzo e atterrare vicino a loro.
-Dannazione! Sono arrivato tardi!- disse mentre controllava le condizioni di Soul.-
-Soul… Soul è…-
-è vivo, ma ha bisogno di cure al più presto…-
-Sono sbucati fuori all’improvviso… non li avevo percepiti… sono sempre stata brava con la percezione dell’anima…- Ormai piangeva a dirotto.
-Non incolparti, non hai mai avuto a che fare con cose del genere.-
-Cosa cazzo sono? Maledizione!-
-Sono quello che stavo cercando, anzi credo di dovervi dire tutto a questo punto.-
Mentre temponava la ferita dell’arma Shadow attivò il microfono e cominciò a spiegare velocemente.
-Io è la mia squadra siamo l’elite della Cerberus.  Ci è stato iniettato il Soul Element direttamente nel sangue per potenziare i nostri poteri, ecco perché i miei occhi cambiano colore e perché non ho bisogno di portare cristalli per generare le mie armi. È come se fossero già dentro di me. La procedura è tanto dolorosa quanto pericolosa, per questo viene effettuata solo su chi ha poteri particolarmente sviluppati.-
Fece una pausa per strappare un pezzo della felpa dell’albino e fissarla alla ferita.
-Di solito ci vengono affidate le missioni più difficili o quelle dove tutti gli altri hanno fallito, infatti la nostra squadra è stata chiamata HellDivers (Tuffatori dell’inferno) proprio per la nostra tendenza a gettarci nei casini più assurdi.-
Maka cominciava a spazientirsi –Questo cosa diavolo centra con quelle cose?-
-La Cerberus aveva il sospetto che qualcuno stesse facendo esperimenti iniettando il Soul Element nelle uova di kishin dandogli nuovi poteri e hanno mandato me ad investigare. Ora ho la conferma che cercavo, le bestie di prima erano una manifestazione fisica dell’anima di un uovo di kishin potenziato con l’S.E. molto simile a come io invoco le mie spade.-
-Proprio come pensavo.- Mormorò Stein dall’auricolare.
-Ora devo solo scoprire chi cazzo è a creare simili abomini.- Continuò Shadow
-Più tardi! Ora la vostra priorità è portare Soul in un ospedale.-
Un leggero rumore di applausi venne dalle loro spalle.
-Non credo che sarà così facile disse l’HellDiver alzandosi.-
Ad applaudire era stato un essere che possedeva una corporatura umanoide simile a quella del lupo mannaro Free, ma come le creature, al posto del pelo aveva una fitta rete di scaglie grigiastre.
Indossava dei pantaloni di pelle nera ridotti a brandelli dai quali spuntavano  piedi con quattro artigli ognuno più un altro che spuntava dal tallone.
Sul petto muscoloso aveva incastonato un cristallo che splendeva di luce rossa e dal quale si diramavano vene gonfie dello stesso colore, il torace e le braccia erano ricoperti da strisce della stessa pelle del pantalone che contenevano vari pugnali fatti d’osso.
La testa simile a quella degli antichi rettili ospitava un muso allungato pieno di denti che terminava con dei forellini come naso, due occhi rossi con le pupille allungate e due corna che partivano da dietro la nuca e curvavano verso l’alto.
-Al mio padrone faranno sicuramente comodo queste informazioni e se gli porterò la testa di chi è sulle sue tracce non potrà che riconoscere me, il Cacciatore, come suo servo più fedele.- Disse con voce da rettile allungando di un po’ le s.
Ad un suo cenno una trentina di belve apparvero attorno a lui per strada o sui tetti e ringhiarono nella loro direzione.
Dall’auricolare arrivò la voce di Spirit. –MAKA DOVETE ANDARVENE SUBITO DA LI!
La ragazza continuava a stringere la buki a sé -Non riusciremo mai a scappare con Soul in queste condizioni!-
Poi vide Shadow voltarsi verso di lei, gli occhi di un blu elettrico ridotti a fessure . Delle ombre gli danzavano attorno al corpo.
Disse -Prendi Soul e andate dietro quel muro laggiù.- e si incamminò verso i nemici.
-FERMATI! Sono troppi! Ti farai uccidere! Io non so perché provi tanta rabbia e disprezzo verso te stesso, ma non è così che sistemerai le cose!-
A quelle parole il ragazzo si girò di nuovo guardando prima la buki ferita e poi il volto di lei rigato di lacrime.
Gli occhi si indurirono e le ombre si agitarono frenetiche. –Questi abomini hanno ferito due miei compagni… chi deve aver paura in questo momento non sono io.-
Riprese ad avanzare fino a pochi metri dai mostri, poi invocò a bassa voce. – Risonanza dell’anima… Wings of Death.-
Alle sue spalle comparvero molteplici spade identiche tra loro che fluttuavano creando la forma di due grandi ali nere attraversate da energia blu.
Con un saltello si alzò ad un metro dal suolo rimanendo in aria ed incrociò le braccia al petto.
Il Cacciatore per nulla impaurito piegò la bocca in una specie di sorriso –Così sarà più interessante. Andate!-
Tre delle bestie alla destra dello Slayer saltarono verso di lui ma furono intercettate a mezz’aria da una delle sue ali che le tagliò in due senza sforzo.
L’atmosfera si fece più tesa mentre i mostri si rendevano conto della forza dell’avversario poi, passato il momento di incertezza, un grido risuonò nell’aria -Tutti all’attacco! ORA!-
Il branco si mosse come un sol essere partendo alla carica.
Shadow tornò a terra piegando le ali davanti a se creando uno scudo sul quale si abbatterono i nemici.
Per qualche secondo ci fu solo il rumore degli artigli che grattavano contro le spade, poi il ragazzo le spalancò di nuovo scagliando le bestie in tutte le direzioni e ferendone alcune. Successivamente allargò le braccia e le armi cominciarono a girargli attorno creando una specie di sega circolare che falciava tutti quelli che provavano ad avvicinarsi.
Alcune belve si arrampicarono sui tetti dei palazzi attorno e si lanciarono all’attacco da lì, ma lo Slayer le vide, fece comparire altre due spade tra le sue mani, ricompose le ali, e si lanciò contro di loro uccidendole prima che toccassero terra.
Più della metà delle minacce era stata eliminata in poco più di un minuto, Maka fissava allibita quello sfoggio di potere e abilità così incredibili. Si ritrovò a pensare che la sua risonanza avesse un nome davvero appropriato. Ora in piedi su un tetto con la luce della luna, una spada in ogni mano e quelle specie di ali spalancate sembrava davvero l’angelo della morte venuto a mietere le sue vittime.
Fu allora che il Cacciatore decise di fare la sua mossa. Dalla sua schiena fuoriuscirono due grandi ali da pipistrello e le bestie rimanenti si trasformarono nelle sfere rosse che si aggregarono tra le mani del loro padrone formando una lunga e possente lancia.
I due sfidanti si lanciarono l’uno contro l’altro generando una forte onda d’urto a mezz’aria.
L’uovo di Kishin modificato usava la sua arma con grande maestria e velocità sia per attaccare che per difendersi, infatti dopo qualche minuto di combattimento riuscì a penetrare la guardia di Shadow deviando le sue spade col manico della lancia e ad assestandogli prima una ginocchiata al ventre e poi un calcio a girare che lo spedì lontano.
Durante lo slancio il ragazzo fece un cenno e tutte le lame che gli stavano intorno partirono verso il nemico come dardi. Poi mentre quest’ultimo le deviava facendo roteare la lancia davanti a se,conficcò quella che aveva nella mano destra nella facciata di un palazzo fermando così il volo.
Con una capriola saltò sopra l’arma infilata nel muro e richiamò a se quelle che aveva lanciato poco prima.
In un batter d’occhio il Cacciatore gli fu di nuovo addosso tempestandolo di colpi, che lui parava con le spade che aveva tra le mani, mentre con le ali riusciva ogni tanto a ferire il mostro che però non sembrava nemmeno accorgersene.
Dopo qualche altro minuto di stallo senti le forze iniziare a scemare, utilizzare il Soul Control durante un combattimento del genere richiedeva un dispendio di energia notevole e la sua concentrazione iniziava a vacillare… Urgeva una soluzione.
Dopo l’ennesimo scontro delle armi gli sfidanti si allontanarono e lo Slayer ne approfittò per lanciarsi verso l’alto e iniziare a bersagliare il nemico lanciando una spada alla volta.
Le prime mancarono il bersaglio conficcandosi al suolo, le altre vennero parate o deviate.
Quando lanciò le ultime iniziò a cadere atterrando su un edificio alla stessa altezza di dove volava il Cacciatore.
Questi si fermò a mezz’aria di fronte al ragazzo ormai disarmato.
-Hai combattuto bene, ma mi sarei aspettato di più. Il mio signore non avrebbe dovuto neanche preoccuparsi se questo è il livello dei suoi nemici.-
Shadow sorrise. –Per essere un cacciatore pecchi di presunzione…- disse alzando la mano destra all’altezza del volto.
Tutte le lame che giacevano al suolo circondarono il mostro in aria.
-… e sei caduto in trappola fin troppo facilmente… Prigione della morte: Iron Maiden*!-
Allo schiocco delle sue dita tutte partirono tutte insieme impalando l’essere da tutte le direzioni, il quale dopo un paio di secondi cadde di peso al suolo.
Sceso a sua volta fece scomparire le spade riassorbendo i frammenti di anima che le generavano e si avvicinò al corpo morente seguito da Maka.
Quella specie di rettile gorgogliava sputando sangue nero –Siete degli stupidi! Non sapete con che poteri avete a che fare! Il mio maestro vi ucciderà tutti!-
Mentre proseguiva il suo sproloquio una figura maschile usci da dietro un edificio incamminandosi verso di loro.
Sembrava appena uscito da una festa di gala, con uno smoking grigio, una camicia nera e un lungo cappotto dello stesso colore appoggiato sulle spalle.
Era davvero un bell’uomo il viso ben proporzionato ed i capelli argentati lunghi fin poco al di sotto delle spalle, ma gli occhi erano due pozzi neri senza fondo.
-Signore siamo della Shibusen, per favore si allontani da qui!.- Tentò di avvertirlo la maister ma lui proseguì come se non avesse sentito.
L’uovo di Kishin si voltò con fatica verso di lui e spalancò gli occhi. –MIO SIGNORE!-
Ai due ragazzi si gelò il fiato in gola.
-LA PREGO MI AIUTI! MI DIA ALTRO POTERE IN MODO DA POTERLI SCHIACCIARE!-
Lo sconosciuto si fermò vicino a lui guardandolo con noncuranza. –Ho osservato lo scontro. Ti sei lasciato sconfiggere troppo facilmente.- La sua voce era profonda come se arrivasse da un abisso.
L’altro era sull’orlo della disperazione. –LA PREGO! SO DI AVERLA DELUSA, MI DISPIACE! NON MI LASCI MORIRE!-
L’uomo alzò un sopracciglio. –Ti dispiace? E dimmi… da quando in qua le cavie provano dei sentimenti?-
Gli occhi si strinsero colorandosi di cremisi e da una sua mano sgorgò un raggio dello stesso colore che annientò in un istante la creatura morente.
Dopodichè la sua attenzione si concentrò su Maka e Shadow. –Complimenti, la Cerberus e la Shibusen sono finalmente riuscite a trovarmi. Quindi lasciate che mi presenti, il mio nome è Samael.-
-Sei uno Slayer vero?- Chiese il ragazzo facendo riapparire la sua spada Apocalypse e mettendosi in guardia.
-Oh no, mio caro, ho trasceso quella forma molto tempo fa. Anzi ti dirò che alla mia nascita la Cerberus non era stata nemmeno ancora fondata… Comunque mi dispiace interrompere questa piacevole chiacchierata ma ho un messaggio urgente da spedire.-
-A chi dovresti inviarlo?- Chiese la shokunin.
-Alle vostre scuole ovviamente, direi che tre studenti morti dovrebbero bastare come avvertimento.-
-Maka cerca di sollevare Soul e scappate. Io lo tratterrò quanto più possibile.-
-No! Non ti lascerò qui da solo!-
-E sentiamo, come vorresti aiutarmi senza un’ arma?-
-Io…-
-Saresti solo un bersaglio, ti prego scapp…-
Samael si era mosso velocissimo partendo con un pugno che Shadow parò a stento col piatto della lama, sul quale comparvero delle piccolissime crepe.-
-A mani nude?!? Impossibile!-
-Hai sconfitto uno dei miei più valenti guerrieri, ma non mi sembra che ti sia rimasta molta energia.-
“Ha ragione “ pensò lo slayer“Non ho abbastanza forze per un Soul Control decente, posso solo provare a concentrarle tutte in un'unica forma.”
Mentre riversava la sua onda dell’anima in essa, la spada crebbe di lunghezza e dimensioni iniziando a crepitare di energia.
-Non servirà a nulla. I tuoi attacchi non possono ferirmi.-
-Questo lo vedremo!- urlò lanciandosi all’attacco in un velocissimo affondo diretto al petto.
La mano dell’avversario scattò e fermò la lama a pochi centimetri dal bersaglio.
Shadow sbarrò gli occhi. Come cazzo era possibile?
-I tuoi attacchi sono pieni di tristezza rabbia e odio… questi sentimenti mi appartengono. Una lama comandata da essi per quanto potente non potrà mai colpirmi.-
L’altra sua mano si colorò di energia rossa e sferrò un pugno nello stomaco dell’avversario scagliandolo a qualche metro di distanza, il quale, rialzandosi, vomitò un po’ di sangue ma riprese l’attacco.
Nel frattempo la voce di Spirit mortalmente calma si fece risentire. –Maka, ascoltami… prendi Soul e vattene.-
-Stai scherzando spero!-
-Renditi conto che sei senza un’arma… Io non posso permettere che tu muoia!- L’ultima parola la disse urlando.
Nel frattempo Samael afferrò il ragazzo per il collo e scarico l’energia rossa nel suo corpo.
Le sue urla squarciarono la notte.
Dopo qualche secondo di quella tortura lo lanciò ai piedi della maister che si abbassò su di lui, a tamponare il sangue che gli scorreva sul viso, piangendo di nuovo.
-Sono inutile… non posso  fare altro… se solo avessi un’arma…-
Dall’auricolare arrivò la voce del Sommo Shinigami. –Beh, se è un arma che cerchi, ce l’hai tra le braccia.-
-Cosa?-
-Non ascoltarlo…- Mormorò Shadow.
-Dimentichi che lui è in parte arma. Se trasferisse momentaneamente la sua intera anima all’interno della sua arma potresti impugnarlo ed entrare in risonanza con lui. La sua energia mista alla tua onda dell’anima anti-demone dovrebbe fare effetto-
-No! Non lo farò mai!-
Maka gli assesto un forte schiaffo in faccia. –Che cazzo dici? C’era questa possibilità e non mi hai detto niente? Ti faccio così schifo che moriresti pur di non essere usato da me?-
-Sei tu che non capisci un cazzo! Ti ricordi cosa è successo nella stanza sferica? Entrando in risonanza con me sarebbe molto peggio. Tu non hai idea di cosa ci sia nella mia anima, potresti non riuscire ad uscirne più! Non posso permetterti di fare una simile stronzata!-
-Voi maschi siete tutti uguali, anche Soul non voleva che usassimo il sangue nero per lo stesso motivo! Mi credete così debole? Eppure sono ancora qui!-
Lo Slayer asitò per un attimo.-Questa volta potrebbe non essere così…-
Samael si avvicinava camminando lentamente.
-E allora? Questa è una possibilità! Se non lo facciamo c’è la certezza che moriremo!-
Esitò ancora, spostando lo sguardo dalla ragazza al nemico ormai vicino.
-E va bene dannazione!-
Chiuse gli occhi e il suo corpo si afflosciò come se fosse morto, mantenendo solo un debolissimo respiro.
Il Soul Element presente nel sangue si illuminò facendo così vedere l’energia che lasciava il corpo e si riversava nell’arma che stringeva nel pugno.
Alla fine del processo la mano si dischiuse liberando l’elsa, e la voce di Shadow provenne dalla spada.
-Fin qui, ha funzionato… è maledettamente strano essere in questa forma!-
Maka la raccolse, e anche se sembrava troppo grande e pesante per lei, si accorse di riuscire a maneggiarla facilmente.
-Non sono abituata ad usare una spada.-
-E io non sono abituato ad essere una spada. Quindi tu che ne hai incrocia le dita e speriamo che vada tutto bene. -
A quella battuta la meister sorrise un po’. Poi mettendosi in posizione di guardia, come aveva visto fare a lui poco prima, guardò negli occhi Samael che si era fermato e li osservava con interesse.
All’unisono lei e Shadow gridarono –RISONANZA DELL’ANIMA!-


*La Iron Maiden, anche detta Vergine di ferro, è uno strumento di tortura composto da un sarcofago dalle sembianze femminili irto di aghi all'interno. Il malcapitato veniva chiuso dentro e lasciato morire dissanguato.


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Angel Of Darkness ***


Capitolo 5
Angel Of Darkness

 
Buio…
Per quanto si sforzasse Maka non vedeva altro.
Eppure le sembrava di cadere sempre più veloce.
Anche non avvertendo il vento quella sensazione si fece sempre più forte fino a costringerla a chiudere gli occhi.
Poi passò di botto.
Il primo senso a tornarle fu il tatto, ora sentiva di essere stesa su qualcosa di solido che vibrava leggermente.
Dopo sentì odore di terra bagnata, e udì il rumore di una pioggerella leggera.
Infine aprì gli occhi.
Notte. Il cielo nero coperto da qualche nuvola era illuminato da una luna senza faccia.
Si alzò in piedi.
Era in una foresta, gli alberi spogli lasciavano passare facilmente le poche gocce di pioggia che cadevano e creavano ombre inquietanti intorno a lei ma la cosa che la colpì di più era il silenzio. Oltre al rumore dell’acqua non sentiva nulla.
Si incamminò massaggiandosi le braccia per farsi coraggio verso un punto dove spuntavano delle rocce alte poco più degli alberi e ci si arrampicò sopra.
Quello che vide la lasciò senza fiato.
Quel posto era circondato da altissime montagne che formavano un cerchio protettivo attorno alla grande foresta e al centro della quale si ergeva una collina con un immenso castello in stile gotico posato sopra.
Nonostante il timore che le incuteva l’imponente costruzione sentiva che era lì che sarebbe dovuta andare così scese dalle rocce e si incamminò.
Passando davanti ad una piccola pozza vide che l’acqua era agitata e fece di nuovo caso al leggero tremore proveniente dal suolo. Come se il terreno fosse attraversato continuamente da elettricità.
Un tuono in lontananza distolse la sua attenzione e le fece accelerare il passo nonostante il cappotto le si impigliasse continuamente nei rami secchi.
Arrivata alla base della collina potè osservare meglio i dettagli dell’edificio.
Un castello lo aveva sempre immaginato circondato da un fossato con un ponte levatoio, invece la facciata di questo le ricordava più una cattedrale: aveva un viale d’entrata con una fila di piccoli obelischi ad entrambi i lati che conduceva ad una scalinata dominata da un portone enorme. Nelle nicchie e sulle torri svettavano le statue di esseri alati in armatura.
Lo stile era accentuato dalle merlature e dai cornicioni finemente lavorati.
Tutto lì edificio incuteva timore e rispetto, le ricordava le classiche dimore dei vampiri nei libri che leggeva.
Si fece coraggio e risalì la collina diretta all’entrata. Al suo passaggio gli obelischi si illuminavano di luce azzurra.
Quando fu quasi arrivata al portone un lampo illuminò il paesaggio seguito da un fortissimo tuono, anche la pioggia aumentò considerevolmente.
L’ultimo tratto lo fece correndo finendo quasi per sbattere contro l’enorme porta intarsiata, la quale al suo tocco fu attraversata da energia blu che confluì nella serratura. Ci fu uno scatto lugubre e l’entrata cominciò ad aprirsi.
L’ultimo rumore esterno che sentì prima che le porte si richiudessero dietro di lei fu crepitio di rocce che si spaccano.
l’interno era maestoso come l’esterno, un trionfo di marmo, ferro, pietra e quello che riconobbe come Soul Crystal.
Non sapendo dove andare si incamminò su per una scalinata e poi in un corridoio a caso, ogni tanto si fermava per dare un’ occhiata dietro qualcuna delle numerose porte che incontrava ma non trovava niente che le potesse indicare il da farsi.
Stava iniziando a scoraggiarsi quando improvvisamente un globo luminoso azzurro arrivò da chissà dove ed iniziò a fluttuarle intorno attirando la sua attenzione.
La sfera si fermò di fronte a lei e dal suo interno provenne una voce lontana – Il tempo è poco… -
 - Tempo? Per cosa? Che sta succedendo? -
Per tutta risposta il globo si avvicinò ad una finestra.
Maka si appoggiò al vetro sgranando gli occhi davanti allo spettacolo che le stava davanti.
La pioggia cadeva ormai fittissima, il vento aveva creato dei tornado che sradicavano gli alberi uno dopo l’altro, la terra tremava e si spaccava.
Solo la collina e il castello sembravano immuni a quel disastro.
- Il tempo è poco… -
Ancora per poco a quanto pareva.
- Andiamo! – Esclamò decisa ad alta voce.
L’essere partì a gran velocità inoltrandosi nelle profondità del maniero.
Corsero per vari minuti, attraversando stanze, corridoi, scale e passerelle. Ad un tratto la ragazza quasi cadde a causa di una scossa che attraversò la costruzione facendo cadere polvere dai muri.
- Maledizione! – esclamò riprendendo a correre.
Quella breve distrazione le aveva fatto perdere di vista la sfera.
Dopo un paio di svolte la paura cominciò a farsi strada in lei – Ehiiiiii! Aspettami! Dove sei andata? -
Per fortuna quel passaggio non aveva svolte, così si ritrovò di fronte ad una grande e minacciosa porta con vari blocchi e con delle lame che sbucavano dall’intelaiatura bloccando totalmente il cammino.
La sfera era lì che l’attendeva.
Appena la shokunin si avvicinò essa si piazzò davanti a lei come in attesa di un ordine.
Maka la guardò per qualche secondo, poi fece un cenno di assenso con la testa.
L’altra si innalzò fino a metà porta, pulsò di luce più intensa e si tuffò in un piccolo varco tra le lame, sparendo tra le intarsiature.
L’entrata fu percorsa dall’energia del globo, le lame si ritirarono, e con vari scatti, una dopo l’altra le serrature si aprirono.
La maister si ritrovò in una stanza ovale enorme con delle colonne che ne percorrevano il perimetro e che arrivavano fino all’altissimo soffitto.
Non fu sorpresa di udire la porta chiudersi dietro di lei.
Al centro di quell’ambiente c’era un grandissimo piedistallo di pietra lavorata sul quale giaceva una sfera di energia nera pulsante alta almeno tre volte più di lei.
Da quella proveniva una sensazione di oppressione fortissima, tanto che avvicinandosi la ragazza faceva fatica a respirare. Era la stessa sensazione che le aveva trasmesso Shadow la prima volta che lo aveva visto.
Passò oltre tenendosi a distanza e vide dall’altro capo della stanza un trono nero finemente lavorato. Dietro di esso dove avrebbe dovuto esserci la parete si estendeva un buio profondo.
Era sicura che Shadow fosse lì da qualche parte, si voltò verso la grande sfera. E se fosse stato prigioniero li dentro?
Cominciò a correre verso di essa ma un tremendo ruggito la fermò a metà strada.
Si voltò e vide nell’oscurità dietro al trono due grandi occhi che la fissavano. Blu e con le pupille allungate.
Dopo qualche secondo dalle ombre cominciò ad uscire quella che sembrava la testa di un rettile, seguita da un lungo collo, un corpo corazzato con quattro zampe, due ali e una coda.
Davanti a lei ora si ergeva un enorme drago nero dagli occhi blu, il quale levò la testa al soffitto e con un altro ruggito emise una fiammata dello stesso colore.
Appena la fiamma si fu estinta l’animale piantò gli occhi su di lei, mentre il suono di musica rock si faceva largo nella stanza.
Nonostante la situazione Maka fece un mezzo sorriso. –C’era da aspettarselo visto che questa è la “Sua” anima.
 
The secret side of me
I never let you see
I keep it caged but I can’t control it

Un altro ruggito fu diretto verso di lei che indietreggiò di un passo.
 
So stay away from me
The beast is ugly
I feel the rage and I just can’t hold it


Un rumore di artigli sul pavimento e il drago si accucciò in posizione da combattimento pronto a balzare.

It’s scratchin on the walls
In the closet, in the halls

It comes awake and I can’t control it
Hiding under the bed
In my body, in my head
Why won’t somebody come and save me from this, make it end

Saltò in avanti improvvisamente fendendo l’aria con gli artigli anteriori, costringendo la shokunin a schivare all’indietro, poi girando su se stesso cercò di colpirla con la coda che lei prontamente riuscì a saltare per infine essere raggiunta da un colpo d’ala che le fece fare una capriola in aria.

I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I’ve become

The nightmare’s just begun
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

Appena atterrata rotolò di lato per schivare un’altra volta la coda che si stava abbattendo su di lei e scattò avanti cercando di concentrare la sua onda dell’anima nel pugno come aveva visto fare a Black Star.
Il colpo centrò l’addome dell’ animale con scarsi risultati a causa della pelle corazzata. 
Per non essere colpita dagli artigli anteriori si spostò in un lato, notando che dalle zampe posteriori partivano delle catene che sparivano nell’ oscurità dal quale era uscito poco prima.
 
My secret side I keep
Hid under lock and key
I keep it caged but I can’t control it

Cause if I let him out
He’ll tear me up, break me down
Why won’t somebody come and save me from this, make in end

 
Il drago balzò in aria ed agitando le grandi ali rimase sospeso in mezzo alla stanza. Da quella posizione iniziò a lanciare palle di fuoco blu.
Maka schivò le prime con facilità ma la gran velocità degli attacchi le fece perdere la coordinazione e alla fine dovette correre a ripararsi dietro una delle colonne.
 
I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I’ve become

The nightmare’s just begun
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

 
Temporaneamente al riparo la ragazza pensava al da farsi mentre riprendeva fiato. C’era qualcosa che non andava… Perché il paesaggio intorno a lei stava crollando? Perché quell’animale enorme ce l’aveva con lei? ma soprattutto… dove diavolo era Shadow?
La bestia nel frattempo, frustrata dal non riuscire a centrare il bersaglio, lanciò una fiammata molto più potente e prolungata verso la colonna, la quale fortunatamente si arroventò ma resse l’assalto.
Nella stanza rimbombava il feroce rumore delle fiamme, poi ad un tratto l’unico suono rimasto fu la musica che continuava ad urlare arrivando da chissà dove.
Con estrema cautela la maister sporse la testa al di la della struttura che l’aveva protetta scoprendo così di essere nuovamente sola.
Il drago era sparito.
-Ma che diavolo sta succedendo… e spegnete questa maledetta musica! Non riesco a concentrarmi!-
Spalancò gli occhi dalla sorpresa. –Ma certo! La musica!-

It’s hiding in the dark
Its teeth are razor sharp
there no escape for me
It wants my soul, it wants my heart
No one can hear me scream
Maybe it’s just a dream
Or maybe it’s inside of me
Stop this monster

-It’s hiding in the dark, eh?-  Guardò  ai suoi piedi l’ombra proiettata dalla colonna, aspettò qualche secondo e poi si buttò di lato.
Un attimo dopo la testa dell’animale comparve dall’ombra chiudendo i denti dove prima c’era lei.
Ormai era sicura di avere ragione, dopotutto la canzone parlava di qualcuno che si sentiva un mostro… che era diventato un mostro…
Corse verso il centro della stanza si girò a guardare il drago che usciva interamente dalle tenebre.
Questi resosi conto che si era arrivati alle battute finali lanciò un ruggito che fece tremare le mura e caricò la maister a bocca spalancata con tutta la sua possenza.

I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a MONSTER
I hate what I’ve become

The nightmare’s just begun
I must confess that I feel like a monster
I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster

I’m gonna lose control
It’s something radical
I must confess that I feel like a monster

I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

 
All’ultimo istante Maka si spostò di lato facendosi superare dalla testa del mostro e abbracciandone il collo.
Fu trascinata per qualche metro dall’impeto, poi cominciò ad accarezzarlo. –Stai calmo… Andrà tutto bene.-
Il drago si fermò cercando di scrollarsela di dosso, ma senza convinzione.
-Bravo… così…- disse chiudendo gli occhi.
Sentì una forte sensazione di calore e improvvisamente non stava più abbracciando più il collo di un enorme animale, ma un ragazzo.
 
-Alla fine l’hai capito eh?- Mormorò Shadow.
La shokunin sorrise. –Non proprio… ho agito d’istinto.-
-Dannata, pazza…- rispose l’altro sorridendo a sua volta.
Si guardarono per qualche secondo, poi lei si allontanò leggermente imbarazzata.
-Allora? Che sta succedendo?-
Come a voler sottolineare quelle parole una scossa fece tremare la costruzione.
Lui la condusse al di la del trono nero. Le ombre lì ammassate al loro passaggio si diradarono rivelando una grandissima finestra che dava sulla foresta.
La situazione era peggiorata ulteriormente, ormai il paesaggio era indistinguibile e quella catastrofe stava iniziando ad intaccare anche il castello.
-A occhio e croce non ci rimane molto tempo.- mormorò il giovane.- In poche parole come ti sarai accorta, la mia anima non e composta da elementi molto positivi…-
-Tu non sei realmente così…-
-Non ne sarei così sicuro… quella grande sfera è il centro dei miei poteri. La ci sono racchiusi i sentimenti che provo in battaglia, e come puoi sentire, starle vicino non è una bella esperienza… ma questo ora non è importante. La tua onda antidemone sta danneggiando la mia anima dall’interno causando questa distruzione e in più non siamo per niente sincronizzati.-
Si avvicinarono ad una parete con un grande specchio, il quale al tocco di Shadow si increspò lasciando vedere loro quel che stava succedendo nel mondo reale:
Maka era incontrollabile.
Attaccava con una furia assurda senza la benché minima strategia in modo molto simile a quando era dominata dal sangue nero.
Samael dal canto suo riusciva a tenerle testa. Nonostante quella potenza, come aveva detto attaccarlo con energie negative non serviva a nulla.
-Di questo passo non vinceremo mai.- Disse Shadow, ma la ragazza appariva distratta.
-Come posso farti del male solo stando qui? Perché è la mia anima che sta danneggiando la tua e non viceversa?.-
-Sono io che ti ho fatto entrare, se fossimo nella tua anima sarebbe il contrario. Ah… mi dispiace per prima… i miei poteri hanno preso il sopravvento e cercato di “rimuovere” l’intruso. Nella mia situazione potevo fare ben poco, ma per fortuna hai colto il mio “suggerimento”. La tua vicinanza ha scacciato il mio… chiamiamolo demone.-
-Ora stai bene?- Chiese preoccupata.
-Si ora va meglio, ma dobbiamo sbrigarci o questo posto finirà in pezzi.-
Si sedettero sul pavimento a gambe incrociate uno di fronte all’altra e Shadow prese le mani di lei tra le sue.
-Concentrati.- disse.
Entrambi chiusero gli occhi facendo allineare le loro onde dell’anima.
Il ragazzo sorrise ferocemente. –Bene… Iniziamo!-

Mondo Reale
Durante lo scontro con Samael

Samael si stava spazientendo.
Aveva aspettato con curiosità che quei due finissero quello che stavano facendo, ma l’unica cosa che avevano ottenuto era di perdere la testa.
Quella ragazza continuava ad attaccarlo con una potenza inaudita mormorando frasi senza senso.
Lo avevano costretto a far comparire la sua spada, cosa non da poco, ma attaccandolo in quel modo non avrebbero ottenuto di più.
Il problema era che per quanto infierisse sul quel corpo, o danneggiasse la spada,
 non si fermavano mai, continuavano ad attaccare incuranti delle ferite e della loro sicurezza.
Stava pensando a quale colpo infliggere per porre fine velocemente al combattimento quando improvvisamente i suoi avversari si fermarono.
Ora la giovane lo guardava con occhi freddi e la loro energia dell’anima non prorompeva più a casaccio ma scorreva in un unico potente flusso.
Dalla spada provenne la voce del ragazzo slayer  –Scusa se ti abbiamo fatto aspettare.-
Samael rise –Se avete in mente qualche altro trucchetto spero per voi che sia migliore del precedente!-
La maister sorrise e così doveva star facendo anche il suo compagno.
-Vedrai che non ti deluderemo… Maka…-
-Shadow…-
-RISONANZA DELL’ANIMA!.......... ANGEL OF DARKNESS!-
I due compagni furono avvolti da energia nera mentre il terreno ai loro piedi tremava e si spaccava per poi riemergerne qualche secondo dopo in una nuova forma.
Shadow ora era una grande spada nera simile alla precedente ma più lavorata con alcuni particolari bianchi, sempre attraversata da energia blu.
Maka indossava un abito nero che le arrivava fin quasi ai piedi che poteva essere scambiato per uno vestito da sera se non fosse stato per il corpetto, la cintura, gli stivali, e i guanti che le salivano fin quasi ai gomiti, i quali erano coperti da una corazza lavorata dello stesso colore e materiale della spada. Portava i capelli sciolti che sulle punte variavano dal biondo al corvino ad eccezione di una ciocca che le ricadeva davanti al volto completamente nera. Gli occhi ora erano uguali a quelli di Shadow quando usava i suoi poteri, ma quello che più colpiva era dietro di lei.
Dalla sua schiena si spiegarono due grandi ali nere, le piume apparentemente morbide che le componevano erano sempre dello stesso materiale del resto.
Il loro avversario non si smosse, sicuro di se. –Avanti, fatemi vedere cosa sapete fare ora.-
-La shokunin sorrise puntandogli contro gli occhi ora azzurri. –Ti pentirai di queste parole.-
Scattò velocissima volando rasoterra e sferrò un fendente orizzontale che seppur parato mandò l’avversario a schiantarsi in un palazzo vicino incastrandosi nel muro.
Si liberò dopo qualche secondo. –Avete guadagnato altro potere. Complimenti… ma questo non vi aiuterà.-
A rispondergli fu Shadow. – Tutta la forza che ti ritrovi ti ha reso incauto, concentrati invece di parlare. -
Samael abbassò lo sguardo accorgendosi che il suo elegante vestito era stato tagliato ed era macchiato di rosso.
Sangue… il SUO sangue… Quei bastardi erano riusciti a ferirlo!
Non si spiegava come fosse possibile, fino ad ora i loro attacchi non avevano sortito alcun effetto, poi analizzando meglio le loro anime comprese: la ragazza aveva un’onda dell’anima antidemone e la stava mischiando al potere del ragazzo. Erano molto pericolosi ma dubitava che potessero mantenere quella forma a lungo.
Si strappò la giacca e la cravatta di dosso rimanendo solo con la camicia sbottonata e si lanciò contro i due urlando.
Maka parò il colpo con Shadow venendo spinta per qualche metro indietro e lasciando due solchi al suolo, poi colpì con una ginocchiata allo stomaco ed un fendente diagonale che fece comparire un’altra striscia rossa sul petto del nemico.
Quest’ultimo con l’intento di prendere tempo fece liquefare la sua spada che inglobò i suoi due avambracci solidificandosi in due bocche di cannone, poi saltò in alto e cominciò a fare fuoco.
Spalancando le ali la maister prese il volo a sua volta schivando i proiettili in arrivo e cercando una breccia per avvicinarsi. I colpi non andati a segno facevano esplodere le vecchie case abbandonate attorno a loro.
Deviò la seguente raffica con Shadow rimandando alcune sfere energetiche indietro.
Samael li schivò ma abbassò la guardia per un attimo. I suoi avversari si mossero a velocità appena percepibile e si portarono dietro di lui attaccando verticalmente.
Parò il colpo incrociando le braccia corazzate in alto ma fu spedito sul tetto di un palazzo creando un mucchio di crepe e con un cannone incrinato.
Con un movimento fluido dalle ali di Maka si staccarono alcune piume partendo come proiettili verso l’edificio e distruggendolo.
Ci furono pochi attimi di calma, poi il loro nemico uscì dalle macerie lanciandosi di nuovo all’attacco.
Lo scontro riprese.
 
Soul riprese conoscenza a causa del rumore delle esplosioni.
-Ma che cazzo succede?- Riuscì a mormorare prima di piegarsi in due con un lamento per il dolore.
Improvvisamente ricordò tutto: la bestia sconfitta, poi l’agguato, Maka che urlava e poi buio…
Ma dov’era la sua maister? Si guardò intorno preoccupato, vedendo poco lontano gli edifici in fiamme.
Provò a gridare, ma non gli usci altro che un gorgoglio soffocato. Poi un’altra esplosione attirò la sua attenzione. In aria c’erano due figure che forzavano le spade l’una conto l’altra cercando di prevalere e creando delle grandi scintille di energia. Una aveva addosso quel che rimaneva di un abito elegante e gli ispirava una sensazione molto sgradevole, intuì che era un nemico. L’altra però lo incuriosiva di più… aveva un vestito nero, e delle grandi ali dello stesso colore… anche i capelli erano sbagliati, eppure… quella figura esile, quelle forme appena abbozzate…
Spalancò gli occhi. –Non è possibile…-
Era Maka… ma cosa le era successo? Un atroce dubbio gli attorcigliò lo stomaco.
In quel momento le figure si divisero e cominciarono a rincorrersi in aria, ogni impatto produceva una forte onda d’urto.
In uno dei brevi momenti di tregua la ragazza si voltò verso di lui incrociando il suo sguardo.
In quel momento Soul ebbe la conferma che non avrebbe mai voluto. Non c’era traccia degli occhi verdi che adorava… al loro posto c’erano degli occhi blu… gli occhi di Shadow.
Il suo cuore perse qualche battito –No… no… no…-
Maka… la sua shokunin… era bellissima… e fortissima… sembrava un angelo vendicatore…
Ed era in risonanza con qualcun altro.
Aveva raggiunto una forza incredibile senza di lui.
Si sentì inutile… non era stato abbastanza forte… avvertì un dolore atroce che non aveva niente a che fare con la sua ferita.
Il suo ultimo pensiero prima di ripiombare nelle tenebre fu di averla persa.
 
In aria intanto lo scontro stava per concludersi.
Samael era coperto di ferite, ma sapeva che i due ragazzi erano vicinissimi al limite.
Si adoperava per farli stancare il più possibile attaccando senza sosta, eppure non cedevano. Di questo passo non era sicuro di riuscire a farcela.
Si odiò profondamente per questo. Lui aveva trasceso la forma mortale, non poteva permettersi di perdere contro due ragazzini!
Accecato dalla rabbia si scaglio contro di loro con una furia devastante, ma i due percependo la possibilità di concludere lo scontro contrattaccarono.
Maka passò la spada nella mano sinistra e con quella deviò l’affondo dell’avversario. Poi convogliando entrambe le onde dell’anima nella mano destra sferrarono un pugno potentissimo nel suo petto mandandolo ad impattare in un muro dove rimase incastrato.
La maister e lo slayer si lanciarono contro di lui con un affondo diretto al cuore del nemico, ma all’ultimo momento questi riuscì a muovere un braccio e sparare un colpo diretto alla buki svenuta.
Cambiando bruscamente direzione deviarono facilmente il proiettile, ma quell’attimo di distrazione era bastato.
Quando si voltarono Samael non c’era più.

Atterrarono vicino ai corpi di Soul e Shadow stremati. In quel momento una fitta percorse entrambi facendoli quasi urlare dal dolore.
-Dannazione… sono al limite!- Fu tutto quello che riuscì a dire il ragazzo.

Anima di Shadow
 
Maka si svegliò da quella specie di trance e si alzò in piedi. Attorno a loro il castello tremava facendo crollare pezzi di pietra sempre più grandi. Dalla finestra rotta e da alcune sezioni di tetto che avevano ceduto entravano vento e pioggia a non finire.
La stanza era nel caos molte delle colonne erano crollate e la grande sfera nera pulsava e lanciava saette di energia tutt’intorno.
Abbassando lo sguardo vide lo slayer a terra che faticava a respirare.
-Devi andartene.- Disse tra un respiro e l’altro.
Lei lo sapeva bene, ma c’era qualcosa che la  fermava, aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato.
Non poteva lasciarlo lì in quel mondo così tetro.
Guardò la sfera. –è quella il problema!- ed iniziò ad andare verso di essa.
-Fermati! Che vuoi fare?-
Arrivata vicino ad essa la sensazione di oppressione si era fatta insostenibile, eppure Maka tirò indietro il pugno e lo abbattè sulla superficie nera, poi di nuovo e di nuovo ancora.
Shadow era disperato –FERMATI MALEDIZIONE! NON SAI CHE CAZZO STAI FACENDO!-
-Ti sto liberando dalla tua di maledizione!-
La sfera si incrinò.
Con uno sforzo estremo il ragazzo si alzò e si lanciò contro di lei –HO DETTO DI FERMARTI DANNAZIONEEEEE!-
Un secondo prima che la raggiungesse con un ultimo pugno disperato lei sfondò la superficie nera dalla quale fuoriuscì una luce accecante che inondò entrambi.
Immersi in quella luce persero conoscenza.

Mondo reale, BlackGate City

-Makaaaaaa! Bambina mia riesci a sentirmi? Makaaaaa!
La ragazza si svegliò con la voce del padre che urlava attraverso il microfono.
Si guardò intorno, le case danneggiate dallo scontro stavano ancora bruciando, ma a giudicare dal chiarore la notte doveva essere quasi finita.
-Ti sento papà, sto bene…-
-Evvivaaaaaaaaa! Maka ti sei ripresa! Stanno arrivando degli elicotteri a prendervi! Ero preoccupatissimo! Volevo venire a prendervi anch’io, ma me l’hanno impedito! Promettimi che non andrai più in missione! Eh? Me lo prometti? Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti preg…-
-SHINIGAMI CHOP!-
-Te la sei cercata sempai- disse la voce del dottor Stein.
-Maka, fino a poco fa c’erano troppe interferenze per comunicare, ma stai tranquilla, come ha detto tuo padre due elicotteri stanno venendo a prendervi, sono quasi arrivati.-
Sapendo che la stavano osservando sullo specchio e troppo intontita per fare altro,  si limitò ad annuire con la testa.
Voltandosi vide che Soul era di nuovo sveglio e la guardava, con una strana espressione.
-Ehi…- Disse quest’ultimo tristemente.
Non sapeva cosa rispondere… era vivo! Gli buttò le braccia al collo ed iniziò a piangere sulla sua spalla.
Dapprima interdetto e reprimendo un brivido di dolore la buki cominciò ad accarezzarle i capelli dolcemente. –Va tutto bene.- Disse anche se non ci credeva.
Un movimento la fece voltare, Shadow era ancora privo di conoscenza ma si agitava tendendo tutti i muscoli come in preda alle convulsioni.
La maister fece per avvicinarsi ma Soul la fermò.
-Devo vedere cos’ha!-
-è così da quando la sua anima e tornata nel suo corpo. Il dottor Stein ha detto di non toccarlo.-
-Ma lo dobbiamo aiutare!-
-Uno degli elicotteri che stanno arrivando è della Cerberus. Ci penseranno loro… ora non c’è nulla che possiamo fare.-
-Tu non capisci! Credo sia colpa mia se sta così!-
-Senti nonostante quello che ho visto, so che è merito suo se sono ancora vivo e probabilmente anche tu. Quindi sono deciso a salvarlo, ma sono sincero quando ti dico che ora non possiamo fare nulla.-
-Nonostante quello che hai visto? Di cosa parli?-
La buki arrossi leggermente spostando gli occhi a guardare il suolo. –La vostra risonanza…-
Anche lei arrossì. –Soul… saremmo tutti morti se non l’avessimo fatto…
-Ho visto quanto potere avevate… con me non puoi aspirare a qualcosa del genere…-
-Non mi interessa, sei tu il mio partner, ho promesso di farti diventare una DeatSchyte ed è quello che farò… voglio te… come partner…-
-Perché?-
-Perché… io…-
-Lascia perdere…- La interruppe bruscamente.  - Sono troppo stanco per discuterne ora.-
Poco dopo arrivarono gli elicotteri, uno nero col simbolo della Shibusen e l’altro dello stesso colore ma più grande col logo della Cerberus.

Circa un’ora dopo
A qualche chilometro da Death City

Soul dormiva di nuovo, mentre Maka guardava dal finestrino l’altro velivolo che procedeva affianco a loro.
-Signore, una comunicazione tra l’elicottero della Cerberus e la Shibusen.- Avvertì il copilota.
-Passala in vivavoce.-
La radio gracchiò per qualche secondo, poi si udì la voce del pilota della Cerberus.
-Qui Blacklight a Shibusen, il paziente si sta svegliando ma è molto agitato, preparate l’infermeria.-
-Sono il dottor Stein della Shibusen l’infermeria è pronta a ricevervi.-
-Benissimo dottore, ci vediamo lì… ma che diavol…-
Un urlo disumano provenne dalla radio facendo rabbrividire la shokunin.
-Qui Blacklight! Il paziente è sveglio ed instabile, non riusciamo a contenerlo… MALEDIZIONE FERMATEL… AAAAAARRRG!
Davanti agli occhi attoniti di tutti l’elicottero della Cerberus esplose.



Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Revelations ***


Rieccomi con un nuovo capitolo. In questo meno azione ma qualche chiarimento e in più qualche nuovo arrivo ;-). Come sempre ci ho messo un'eternità a causa del lavoro...
 

Capitolo 6
Revelations

 
 
Un’ora dopo l’incidente di Blackgate.
Deserto nei pressi di Death City.

L’esplosione investì l’elicottero della Shibusen facendolo barcollare.
-Death 1 a Shibusen, Blacklight è caduto! Ripeto Blacklight è caduto!-
-Cosa diavolo è successo?- Chiese Stein dalla radio con la voce alterata dalla tensione.
-è esploso all’improvviso dall’interno dottore.-
La risposta si fece attendere qualche secondo.
-Le condizioni di Soul sono stabili?-
-Si dottore.-
-Sorvolate il luogo dello schianto in cerca di superstiti allora.-
-Si signore. Ma… c’è qualcosa di strano… non so spiegarlo bene a parole, ma è come se l’aria si fosse fatta più densa…-
-Procedete con cautela.-
Il pilota compì una larga virata tornando indietro e cominciò a girare intorno all’ammasso di lamiere in fiamme.
-Lì c’è qualcuno.-  Il copilota allungò il braccio indicando un punto poco distante dove i due figure trascinavano una terza.
Maka cercò di distinguerle dal finestrino; due indossavano uniformi della Cerberus, mentre il terzo, ferito più gravemente, un camice bianco macchiato di sangue. Dov’era Shadow?
Il terzetto prese a fare segno di scendere verso di loro, sbracciando a più non posso.
Appena l’elicottero toccò terra ed aprì il portellone i due in uniforme issarono il medico a bordo; il poveretto perdeva molto sangue e tremava visibilmente.
-Dobbiamo andarcene!- rantolò.
-Aspetti! Dov’è Shadow?- chiese la ragazza.
Il ferito sbarrò gli occhi –Non è di lui che dobbiamo preoccuparci, ma di noi! Dobbiamo andarcene! SUBITO!-
Il pilota della Shibusen guardò quelli della Cerberus che gli fecero cenno di non capire neanche loro.
-Dottore si calmi, dov’è il paziente?-
-Il paziente ci ammazzerà tutti se non ce ne andiamo, faccia alzare questo fottuto elicottero!.-
In quel momento con un boato un raggio di energia passò accanto al mezzo scavando un solco nel terreno.
Si bloccarono tutti per un secondo poi il pilota corse ai comandi attivando le eliche.
-Che cazzo era quello?-
Maka, con gli occhi spalancati rispose. –Non può essere… era un’onda dell’anima… ma troppo potente, anche per lui…-
Uno stridore di lamiere piegate e schiacciate attirò la loro attenzione.
Dai resti fumanti stava emergendo una sfera dell’anima gigantesca, con due ali enormi.
La maister la riconobbe subito, ma c’era qualcosa che non andava oltre alla grandezza; era divisa in due parti, una nera e l’altra bianca e sembrava che ognuna cercasse di inglobare l’altra in uno scontro furioso.
Dal centro partì un onda d’urto che li investì facendo protestare le giunture del velivolo.
Ebbero tutti un mancamento che li fece finire boccheggianti. Era come se l’aria venisse risucchiata dai loro polmoni.
-Maledizione…- sussurrò il medico prima di svenire.
Quando l’elicottero fu a qualche metro di altezza qualcosa sbattè contro la cabina; un uccello scivolava sul vetro, morto.
Maka si appoggiò ad una sbarra e scivolò al suolo; avendo la percezione dell’anima più forte era la più esposta a quel fenomeno.
L’apparecchiatura collegata a Soul iniziò a suonare per il mancato ritmo respiratorio.
Dalla radio arrivavano urla di richieste di informazioni miste a scariche elettriche.
Il pilota con le mani tremanti cercava di allontanarsi da quella area maledetta, ma dalla sfera altri raggi energetici neri o bianchi partirono verso il cielo per poi curvare e scontrarsi tra loro oppure ricadere al suolo.
Il velivolo procedeva a velocità massima cercando di evitare quella pioggia letale.
Miracolosamente riuscirono a non farsi colpire e quando furono al di fuori della zona il copilota si alzò a controllare le condizioni di tutti, mentre il collega rispondeva alla radio.
Il macchinario aveva smesso di suonare e riportava il lento respirare della buki ferita, la ragazza si stava lentamente riprendendo, i due piloti erano feriti ma niente di preoccupante e si stavano occupando del dottore.
Asciugandosi il sudore si affacciò da uno dei finestrini posteriori.
-Mio Dio…-
Sulla terra dietro di loro si potevano distinguere le forme di numerosi animali finiti al suolo senza vita.
Non era mai stato un gran credente ma ringraziò qualsiasi divinità ci fosse nell’aldilà.
Quel giorno la Morte era scesa sulla terra e li aveva risparmiati.
 
Una Settimana dopo.
Shibusen

Il dottor Stein entrò nell’infermeria seguito da Black Star, Tsubaki, Kid, Liz e Patty. Maka come sempre era già li a fianco del suo partner.
-Yaaahoooo! Il divino Black Star è sceso tra voi comuni mortali per far visita al suo miglior amico!- Urlò l’assassino saltando in piedi sul letto di Soul.
Due secondi dopo era a terra sanguinante e con il segno di un enorme libro in testa.
-Ti trovo bene.- Disse Kid.
-Si a quanto sembra le ferite stanno guarendo velocemente. L’infezione del sangue nero dovrà pur servirmi a qualcosa.- Si girò a guardare la sua maister con aria dolce -E poi non è per niente cool farsi accudire tutto il tempo.-
Sorpresa da quelle parole lei arrossì leggermente, girandosi dall’altra parte per nasconderlo.
Black Star era di nuovo in piedi come se niente fosse stato –Per forza, l’amico di un Dio non può farsi ammazzare come uno stupido!- disse alzando il pollice in su.
Passarono alcuni minuti di piacevoli chiacchiere, poi Maka chiese –Lui, come sta?-
Stein tirò una lunga boccata dalla sua sigaretta ed espirò. –Come sappiamo, grazie agli agenti che abbiamo inviato ad investigare, il fenomeno è durato circa un’ora. Alla fine l’unico ad essere stato trovato ancora in vita nella zona interessata è Shadow che è stato prelevato privo di sensi da un secondo elicottero della Cerberus. Ora è a casa sua assistito dal loro personale.
Soul strinse le mani sulla coperta -Questo lo sapevamo già…-
-Sono molto restii a fornire informazioni, ma sono riuscito a sapere due cose: primo, che c’è stato un precedente sette anni fa. E secondo, il nome che fu affibbiato a questo fenomeno è Death’s Breath.-
-Death’s Breath? Cioè “respiro della morte”?- Chiese Black Star.
-Esattamente, una manifestazione di potere così grande da soffocare le anime più deboli solo con la vicinanza.-
L’assassino fece un gesto di stizza –Hanno rischiato di rimanerci secchi e tutto quello che hanno da dirci è un nome?-
Il professore strinse le spalle.
-Se è già successo vuol dire che è reversibile…- Mormorò Maka.
-Stando a quanto hai raccontato della sua anima e a quello che avete visto, suppongo tu abbia liberato qualcosa che era imprigionato dentro di lui.-
-In quel momento mi è sembrata la cosa giusta da fare…-
-Non ti sto accusando di niente. Sto solo esponendo un fatto.-
La ragazza annuì lentamente, pensierosa.
Passò un’altra mezz’ora di chiacchiere poi, quando tutti furono andati a casa la bionda shokunin si alzò guardando il suo partner. –Sai già dove sto andando, vero?-
-Si- Rispose lui con un sorriso amaro. – Vorrei poter venire anch’io…-
-Non preoccuparti. Tornerò tra poco.-
-Stai attenta.-

Camminò fino al grande cancello della casa di Shadow, e dopo un attimo di esitazione suonò il citofono.
Il led della telecamera si accese, poi dopo qualche secondo l’entrata si aprì.
Arrivata alla porta rimase interdetta per qualche secondo. Ad accoglierla c’erano due ragazze.
La prima, leggermente più alta aveva capelli biondi che le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli e che facevano da cornice ad un paio di dolci occhi verdi, un naso alla francese ed una bocca che sorrideva cordiale.
Se il viso era molto attraente, il corpo non era certo da meno. Indossava una maglietta rosso scuro con scollo a V stretta da lacci incrociati sul petto che metteva in risalto il seno abbastanza prosperoso e lasciava scoperta la pancia piatta, le gambe snelle e atletiche erano fasciate da un pantalone bianco attillato e per finire ai piedi portava delle ballerine dello stesso colore della maglia.
La seconda, invece, aveva capelli blu notte che le arrivavano appena alle spalle, un naso regolare, la bocca sottile, ma abbastanza carnosa da essere femminile, e occhi di un colore simile ai capelli che la guardavano annoiati, come se non fosse qualcosa degna della sua attenzione.
Il vestiario era praticamente l’opposto dell’altra: un semplice top nero che le copriva il petto (il seno era meno prosperoso di quello dell’amica, ma ovviamente più del suo) seguito da un pantalone mimetico a varie gradazioni di grigio e nero e anfibi neri.
Erano uno strano duo. L’unica cosa che avevano in comune era una cintura nera con due alloggiamenti ai lati che contenevano due cristalli che Maka riconobbe come Soul Crystals.
Dopo questi attimi di esitazione nei quali le ragazze si studiarono a vicenda la maister abbozzò un –Ciao…- alzando la mano.
-Ciao.- Rispose la bionda.
-Ero venuta a trovare Shadow, sono una sua amica della Shibusen… voi siete della Cerberus vero?-
-Si, io sono Alia e questa ragazza rigida come una mazza di scopa è Rima.- Disse sorridendo. La nominata invece non accennò il minimo cambio di espressione. – Purtroppo lui non può ricevere visite al momento.-
-Ma sta bene? Voglio dire, che ha?-
Le due si guardarono. Poi Alia le chiese.-Qual è il tuo nome?-
-Ah, scusatemi, nella foga mi sono dimenticata di presentarmi… io sono Maka.-
A quel nome la bionda sgranò gli occhi e perfino Rima alzò leggermente le sopracciglia.
-Scusami ma è meglio che tu vada…- disse la prima con una nota urgente nella voce.
-Perché? Cosa sta succedendo? Come sta Shadow?-
-Starà bene… probabilmente. Ma ora per il tuo di bene devi andartene da qui…-
-Troppo tardi.- Disse Rima, aprendo bocca per la prima volta, con voce neutrale.
Dall’interno della casa giunse una voce. –Che sta succedendo?-
Emerse dal buio dietro il portone completamente abbigliata in nero.
Il vestito gotico, cominciava con una specie di corpetto chiuso sulla schiena con dei lacci che si incrociavano sul davanti intorno alla sua terza di seno. Continuava sulle braccia, dove poco più in basso delle spalle il tessuto diventava trasparente creando un motivo a rombi in contrasto con la pelle chiara della ragazza per poi terminare con maniche a sbuffo. E finiva armoniosamente in una gonna che le arrivava poco più in basso delle ginocchia davanti e un po’ più giù dietro chiudendosi a punta. Le gambe erano fasciate in calze leggere e stivali lunghi.
Quando uscì alla luce del sole le altre due si spostarono di lato per farla passare.
Maka rimase senza fiato per la sorpresa.
Il volto leggermente spigoloso, la bocca e il naso perfetti erano incorniciati da capelli lisci e bianchi come la neve che le arrivavano alla base della schiena, mentre gli occhi erano due rubini che la fissavano ostili.
Seppe di avere di fronte membro degli HellDivers dalla ormai familiare oppressione che li accompagna quando sono nervosi, ma se la sensazione che trasmetteva Shadow era gelida come il respiro della morte, la sua era rovente come le fiamme dell’inferno.
Quando parlò di nuovo lo fece con la voce di chi a stento trattiene la rabbia.
-Chi sei?-
Rima e Alia fissavano la maister, la prima curiosa e la seconda preoccupata ma lo sguardo di entrambe diceva “non fare cazzate”.
Lei non sapeva che diavolo stesse succedendo, ma la situazione la irritava non poco. Era venuta a vedere come stava Shadow e non solo non lo poteva vedere e non le dicevano niente, ma ora saltava fuori un membro della sua squadra che sembrava intenzionata a farle parecchio male!
-Sono Maka Albarn. Sono qui per sapere come sta Shadow.- Rispose guardandola negli occhi.
Quelli si illuminarono di luce rossa stringendo la pupilla.
Le due sospirarono rumorosamente “ecco, l’hai fatta”…
Le vetrate intorno a loro si incrinarono.
Istintivamente Maka arretrò di un passo. Cosa poteva spingere qualcuno che non conosceva nemmeno a guardarla con così tanto odio?
Era sicura che quella sconosciuta le si sarebbe lanciata contro, quando vide le mani delle ragazze posarsi sulle spalle dell’albina.
-Per favore calmati.- Le disse Alia.
L’altra la guardò come se volesse attaccare anche lei, ma poi si fermò lentamente.-Hai ragione. Rientriamo.-
Detto questo si incamminò verso l’interno seguita da Rima.
Alia si fermò qualche secondo. –Beh… ci si vede Maka. Sei proprio un bel tipo.-
Mentre il portone si richiudeva la senti gridare –Qualcuno chiami un vetraio! Stasera avremo un casino di spifferi!-

Due Giorni dopo Soul fu dimesso dall’infermeria ricominciando a seguire le lezioni. Fu all’inizio di una di queste che il Professor Sid presentò Rima e Alia come nuove studenti trasferite temporaneamente.
Per la seconda ovviamente ci fu un boato di acclamazioni maschili, compreso uno –Yahooo! Che bomb…- Stroncato sul nascere da un pugno di Tsubaki.
Per il resto della giornata le ragazze furono al centro dell’attenzione maschile. Anche non essendo attraente e civettuola come l’amica Rima attirava parecchi sguardi, che ovviamente non degnava della minima attenzione.
Alla fine delle lezioni, nel cortile dell’accademia Alia si avvicinò a Maka e Soul. –Posso parlarti un momento?- Chiese alla ragazza. Poi vedendo l’espressione della buki aggiunse –Non preoccuparti, mi è simpatica, non ho brutte intenzioni.-
La falce borbottò un –Sarà meglio.- e si allontanò in direzione di Black Star
-Allora? Cosa volevi dirmi?-
-Prima di tutto vorrei scusarmi per il nostro comportamento… purtroppo la situazione non è semplice.-
-Lascia stare…-
-E poi… ti prego non odiare Seyren; sembra cattiva ma non lo è.-
Così quello era il suo nome. –Vorrei solo sapere perché ce l’ha con me. Neanche la conosco!-
L’altra sorrise gentile. –è per Shadow…-
-Per Shadow?!?-
-Già, Seyren ha un carattere difficile, ha sempre respinto con la massima freddezza qualsiasi approccio di qualche ragazzo, ma quando si tratta di lui diventa estremamente irascibile e permalosa… in fondo credo che per la prima volta le piaccia qualcuno, anche se non sa come gestire la cosa.-
-E io cosa c’entro?-
-Mmm.la Cerberus ha deciso di inviare i file degli HellDivers alla Shibusen. Quindi penso non ci sia niente di male a darti qualche anticipazione.-
Si misero a sedere su una panchina lì vicino.
-Tu non sei una di loro vero?- Chiese la maister.
-No, io sono una normale Slayer… per quanto possiamo essere definiti normali… è raro che più HellDivers vengano mandati nella stessa missione, sarebbe uno spreco di forze, quindi possono scegliere una piccola squadra da portarsi come supporto. Io e Rima lavoriamo quasi sempre con Seyren.-
Maka fece una faccia volutamente sconvolta –Deve essere dura!-
-Ahahahah, all’inizio si, è stato difficile, ma una volta che la si capisce non è male.-
-Se lo dici tu…-
-Credimi. È Solo che non sa gestire i suoi sentimenti. Dunque, comincerò dall’inizio. Come sai noi siamo figli di buki e Shokunin come te.-
-Sai anche questo eh?-
-Abbiamo fatto i compiti prima di venire qui. Dicevo, nel caso di Shadow qualcosa è andato storto… durante la gravidanza di sua madre si scopri che non aspettava un figlio, ma due gemelli.-
Stavolta Maka era davvero sconvolta –Cosa? Ha un gemello?-
-No. È proprio questo il punto… la sua anima era molto simile a quella demoniaca, mentre quella del fratello aveva la stessa onda antidemone che hai tu. Verso la fine della gestazione le due non riuscirono più a coesistere e si scontrarono. L’anima di Shadow ebbe la meglio e inglobò quella del fratello che nacque già morto.
Fu affidato alla Cerberus fin da giovanissimo. Credo che i suoi genitori avessero paura di lui. Era molto instabile a causa delle forze opposte che giacevano in lui, ma anche estremamente potente. Quando imparò a mantenere in equilibrio i suoi poteri divenne lo sterminatore preferito della Cerberus. La precedente amministrazione lo usava alla stregua di un’arma e a lui andava bene così. Non ha mai superato il senso di colpa per aver ucciso il fratello, anche se involontariamente.
Sette anni fa ci fu una rivolta interna, molti pensavano che il cammino preso dalla Cerberus fosse sbagliato e le si rivoltarono contro, lui si trovò a combattere contro i suoi stessi alleati non sapendo da che parte schierarsi e con due voci interne che urlavano cose opposte. Fu troppo… Le sue due metà si scontrarono e si verificò il Death’s Breath uccidendo tutti quelli che si trovavano nelle vicinanze. Compresi i capi della vecchia amministrazione malvagia.-
Senza accorgersene Maka stava trattenendo il fiato. –E poi cosa successe?-
-Nuovi capi molto più coscienziosi presero il posto di quelli vecchi. Alcuni volevano comunque uccidere Shadow perché lo ritenevano troppo pericoloso, ma fortunatamente altri riconobbero che nonostante le vittime il Death’s Breath aveva concluso immediatamente una guerra che se lasciata a se stessa avrebbe fatto molti più morti. Decisero quindi di sigillare  dentro di lui la parte di anima “in più” diminuendo la sua forza ma rendendolo più stabile.-
-Quindi la sfera che ho distrutto era…-
L’altra annuì grave –Si. Era il sigillo imposto. Ora l’altra metà  è di nuovo libera.-
Alla maister sembrava che il cuore volesse sprofondarle nel petto –Mio Dio… cosa ho fatto…-
-Ormai è andata. Ora lui sta cercando di recuperare l’equilibrio che aveva un tempo. Ma non è semplice.-
-Non si può sigillare di nuovo?-
Alia scosse la testa. –Sarebbe troppo pericoloso, l’anima potrebbe non reggere e poi dubito che ci sia qualcuno in grado di farlo. Ora è troppo forte.-
-Non c’è niente che possiamo fare?-
-Solo aspettare e sperare che ce la faccia.- Disse la Slayer alzandosi.
-Aspetta! Non mi hai detto del perché Seyren ce l’ha con me!-
-Beh… fai due più due… Shadow è sempre stato estremamente chiuso. Non mostra mai parti di se agli altri, mentre tu sei entrata nella sua anima, l’hai toccata con mano, sei addirittura entrata in risonanza con lui. Suppongo sia maledettamente gelosa.-
Detto questo se ne andò salutandola con la mano.
Maka invece rimase seduta e si prese la testa con le mani. Che casino aveva combinato?
Soul e i suoi amici le furono subito vicino. –Ehi… va tutto bene?-
Come avrebbe fatto a ripetere tutto quello che le era stato detto? Dove avrebbe trovato la forza?
Lo sintetizzò in un garbatissimo –MERDA!-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Duality ***


Eccomi con un nuovo capitolo un po' particolare. In questo ho voluto inserire qualche citazione di una delle mie opere preferite: Bleach
Per comodità di chi non conosce la serie alla fine ho inserito una lista dei personaggi che ho usato con le relative immagini.
Spero abbiate la pazienza di leggerlo nonostate sia un po' più lungo degli altri ;-)


Capitolo 7
Duality

 

Tre giorni dopo
Campo da basket della Shibusen

I ragazzi avevano appena finito la loro consueta partita e si stavano avvicinando alla panchina dove, come al solito, sedeva Maka intenta a leggere un libro.
Soul e Black Star trascinavano Kid che artigliava il suolo cercando di ritornare al campo.
-Ho fatto solo sette canestri! Non posso lasciare le cose in questo modo! Ne va del mio orgoglio di Shinigami!-
-La partita è finita amico.- Rispose la falce.
-Noooooooo! Non dire così! Se non riesco neanche a segnare otto canestri in una partita non sono degno di esistere! Sono solo spazzatura, un povero maiale asimmetrico…-
Arrivati alla panchina lo lasciarono alle cure di Liz e Patty, mentre Soul si buttava di peso affianco alla sua partner.
-Sono stanco morto…-
-Così impari. Strafai sempre per metterti in mostra.- Rispose lei senza alzare gli occhi dal libro.
-Non è vero! E poi con chi dovrei mettermi in mostra?-
-Non ne ho idea.-
Cominciarono a guardarsi in cagnesco, finche Tsubaki non lascio cadere un commento.
-Però tu l’hai notato…-
Maka arrossì violentemente voltandosi verso l’amica.
-Ovvio che l’ho notato! Se si stanca troppo con stupidaggini come il basket non renderà bene negli allenamenti!- Disse un po’ troppo velocemente.
La buki dal canto suo sorrise nel vedere la sua maister in difficoltà e si appoggiò allo schienale chiudendo gli occhi.
-E tu che diavolo ridi? MAKAAAA-CHOP!-
Soul finì lungo disteso a terra e il suo posto fu preso da Tsubaki che chiese: -Visto che domani non ci sono lezioni, che ne dite di andare da qualche parte questa sera?-
Maka ci pensò su qualche secondo –Si, potrebbe andar…-
-No, mi dispiace. Abbiamo già un impegno.- Si intromise Soul mentre si rialzava.
-A cosa ti riferisci?-
Lui la fissò negli occhi –Non ti ricordi? Ti avevo promesso di aiutarti con QUELLA cosa…-
La shokunin non aveva la minima idea di cosa stesse parlando eppure rispose: -Ah… già… QUELLA cosa… mi dispiace ragazzi, mi ero dimenticata di quest’impegno.-
Liz e Tsubaki si guardarono.
-Mmmmm… ok…-

Quando falce e maister si furono allontanati Black Star aggredì le ragazze -Perché li avete lasciati andare? Ci stanno nascondendo qualcosa!-
Loro si guardarono di nuovo sorridendo con aria complice.
-Lascia stare. Non capiresti.-
-Non capirei??? Io sono un Dio, non c’è nulla che non possa capir…-
Un pugno di Tsubaki lo stese prima che potesse completare la frase.

Soul e Maka camminavano verso casa.
-Allora? Che cos’era quella sceneggiata?-
L’albino incrociò le braccia sopra la testa.
-Niente di particolare… è solo che non avevo voglia di uscire con loro stasera.-
La ragazza sbuffò. –Potevi anche semplicemente dire che volevi rimanere a casa.-
-Non ho detto questo.-
-E cosa allora?-
Il ragazzo fingeva indifferenza, ma i movimenti nervosi delle mani dicevano tutt’altro.
-Ho detto che questa sera non volevo uscire con loro… questa sera vorrei uscire con te…-
Lei si bloccò, rimanendo qualche passo indietro.
Perché era così scossa? Cosa le prendeva? Era già uscita altre volte sola con lui. Vivevano insieme, andavano in missione insieme, facevano la spesa, a volte perfino shopping insieme, eppure questa volta… il tono con cui l’aveva detto… sembrava diverso…
-Come mai?- disse esitante.
-Beh…ultimamente ne abbiamo passate tante; ho pensato che un po’ di svago ci avrebbe fatto bene…- Rispose voltandosi a guardarla.
-Per quello saremmo anche potuti andare con loro…-
Non era il tipo di risposta che la falce si aspettava, quindi riprese a camminare lasciandola lì.
-Avevo bisogno che fossimo soli per parlarti di una cosa, ma visto che non ti va…-
Non le andava? Certo che le andava! Ma allora perché esitava?
Come un flash le balenò davanti l’immagine di un drago nero che ruggiva e le si scagliava contro, per poi calmarsi nel suo abbraccio e trasformarsi in un ragazzo.
Scosse la testa per liberarsi di quei pensieri. -No, non è che non mi va; è solo che non me l’aspettavo… Per me va bene.-
Raggiunse correndo il suo partner che si fingeva offeso anche se sorrideva.
Quando arrivarono a casa la sensazione di inquietudine che aveva provato per tutto il tragitto non era ancora scomparsa.

Soul era stravaccato sul divano a fare zapping da venti minuti buoni. “Ma quanto ci mette Maka ad uscire dal bagno? Non è per niente cool aspettare davanti alla televisione!”
Spense l’apparecchio e si alzò rassettandosi la camicia nera e i jean leggermente strappati che indossava sopra un paio di scarpe sportive scure.
Cercava di mantenersi calmo nonostante il nervosismo per quello che si apprestava a fare. “Di cosa mi preoccupo? Sono sempre un gran fico!”
In quel momento sentì la porta aprirsi –Era quasi ora che ti decidessi ad usc…-
Si bloccò alla vista della propria maister.
“Ma stiamo scherzando?!?”
Indossava una minigonna nera simile a quella che portava di solito, un paio di ballerine dello stesso colore, un top azzurro aderente che faceva notare che nonostante tutto quello che dicesse lui Maka non era completamente una tavola e un copri spalle a mezze maniche abbinato alle scarpe e alla gonna.
Aggiungendo il fatto che avesse lasciato i capelli sciolti il risultato era… beh… fantastico.
-Allora? Come sto?- Chiese guardandosi poco convinta.
A Soul quasi scappò una risata nervosa –Ah… eehmm… stai… bene…-
“E io dovrei parlarle conciata così? Ma chi me l’ha fatto fare!”
Pochi minuti dopo erano sulla moto del ragazzo.
-Dove mi porti?- Chiese la shokunin ridacchiando.
-In un posto che ha aperto da poco dall’altra parte della città. L’ho scoperto insieme a Black Star e Kid; è frequentato da tipi un po’ strani ma è ok.-
-Su di voi non ho dubbi, ma per portarmi lì stai insinuando che sono strana?- Rispose lei con uno scintillio strano negli occhi.
La falce intuì il pericolo –No, no… è solo che è un bel posto…-
Chiacchierarono così fino a che Soul non parcheggiò la moto davanti a quello che sembrava una sorta di pub/discoteca. L’insegna nera contornata di neon verdi formava il nome del locale: “Murcielago”.
All’entrata un enorme buttafuori calvo li squadrò da capo a piedi con aria ostile prima di lasciarli passare.
Maka notò di sfuggita la spilla appuntata sul petto con il suo nome:Yammy Rialgo.
-Che problema ha quello?- Chiese.
-Non ne ho idea, fa sempre così.-
Nel frattempo avevano attraversato un piccolo corridoio ornato di quadri rappresentati un panorama desertico accompagnato, in alcuni, da un’enorme fortezza squadrata ed erano entrati nella stanza principale.
Il colore prevalente era il nero, smorzato qui e la da neon e led a varie tonalità di verde, lo stile era moderno e semplicista.
Si avvicinarono al bancone, dove un tizio dai capelli neri e occhi verdissimi stava pulendo un bicchiere.
-Ehi, Shiffer.- Lo salutò Soul.
L’altro in risposta fece un cenno del capo senza voltarsi a guardarlo.
-Lui è il proprietario, ma gli piace anche fare il barista.- Sussurrò all’orecchio di Maka.
Lei nel frattempo stava osservando la clientela sparsa tra i molti divanetti e tavolini disseminati per la sala.
Soul non scherzava quando diceva che il posto era frequentato da gente particolare.
Ad un tavolo li vicino erano seduti un tipo col caschetto che si guardava insistemente in uno specchietto, uno calvo che continuava a passare una bottiglia di liquore a uno con un paio di occhiali da sole a punta, una donna con un seno spropositatamente grande e uno con il numero 69 tatuato su uno zigomo. Sembravano tutti completamente ubriachi ma si divertivano molto, quello che la sconcertava era la presenza di un ragazzino dai capelli bianchi che li osservava con aria omicida e di una ragazzina che cercava di calmarlo.
Non sapeva perché, ma la scena la fece istintivamente sorridere, poi sentendo un rumore alla sua sinistra, si voltò e vide che due uomini si erano buttati sugli sgabelli vicini al bancone; uno con una benda sull’occhio e capelli lunghi che fissava una donna dalla chioma verde seduta con due tipi strani e uno molto attraente che aveva i capelli di un colore simile a quelli di Black star.
Quest’ultimo stava dando delle pacche sulla spalla dell’altro –Lascia perdere Nnoitra… Neliel non uscirà mai con te…-
La sua attenzione fu ricatturata da Soul che le porse la lista dei cocktail disponibili.
-Lo sai che non bevo.-
-Dai, per stasera fai uno strappo alla regola.-
Si lasciò convincere a prendere un drink chiamato “Espada” lui invece optò per un “Resurrection”
Mentre si dirigevano verso un tavolino vuoto la sua buki la fermò mettendole una mano sulla spalla.
-Occhio a dove cammini se non vuoi dare spettacolo.-
Per qualche secondo lei non capì, poi vide che al posto di una parte del pavimento vi era una grande vetrata circolare al di sotto della quale si vedevano un sacco di ragazzi muoversi al ritmo di una musica che solo loro potevano sentire.
Si rassettò la gonna arrossendo leggermente e fece il giro intorno ad essa passando vicino ad un uomo dai capelli bianchi che tossiva in continuazione seduto con uno con un mantello ricamato con un motivo floreale e a una donna con una treccia che le passava ai lati del collo per poi congiungersi sul davanti e che versava da bere ad un vecchio calvo dalla barba lunghissima.
Presero posto e chiacchierarono per qualche minuto, poi Maka vide Soul sorridere e guardarsi in giro.
-Che guardi?-
-Niente, niente.-
Curiosa, la maister allungò la testa per cercare di capire e vide dietro un divanetto sul quale erano seduti un tipo che ricordava un cowboy e una ragazzina, un tavolo al quale erano seduti alcuni loro compagni di classe che li guardavano di sottecchi.
-Ci hanno scoperti.- fece lui.
-Scoperti? Non stiamo facendo niente.- rispose lei piccata.
Un’ombra di fastidio percorse il volto della buki, ma un rumore sordo distolse la sua attenzione.
A quanto pareva dietro di loro un uomo biondo con un cappello verde e bianco aveva  posato un braccio intorno alle spalle di una donna dalla carnagione scura che stava bevendo quello che aveva tutta l’aria di essere latte e per qualche motivo era stato centrato in faccia dal piede di una ragazza minuta con il caschetto e due lunghe trecce.
Sentì una risata e vide Maka cercare di trattenersi.
-Direi che qui non ci si annoia mai-
-Immagina cosa abbiamo passato io e Kid quando c’era anche Black Star…-
-Ahahahah poveri voi… e così volevate tenerci nascosto questo posto.-
-Naaa, ci siamo venuti solo ogni tanto e poi avevamo concordato che la prossima volta saremmo venuti tutti insieme.-
-Ma io non vedo gli altri in giro…-
-Beh… questo è un piccolo incontro clandestino…-
La ragazza sorrise, infondo quel locale le piaceva.
Finirono i drink e scesero al piano di sotto a ballare.
Qui in contrasto con la sala superiore dominavano il nero e il rosso, inoltre l’intero ambiente aveva un aspetto più “selvaggio”; su una parete dietro la consolle del dj, un tipo biondo che sembrava completamente fatto, capeggiava l’inquietante immagine di una creatura bianca e nera col volto scheletrico, due corna rivolte in avanti, lunghi capelli arancioni,  pelliccia rossa sui polsi e sui piedi e una Katana nera in mano; il tutto avvolto dalle fiamme.
Ballarono finchè i piedi lo consentirono poi, di comune accordo, tornarono al piano di sopra.
Mentre stavano per uscire due ragazzi si alzarono da un tavolo guardandosi con aria omicida, uno aveva i capelli rossi legati dietro la testa e tatuaggi che percorrevano tutto il corpo mentre l’altro capelli arancioni  e l’aria da teppista. Un gigante ispanico e una ragazza formosa tentavano di trattenerli mentre un tipo con gli occhiali e una ragazza minuta dagli occhi blu guardavano la scena divertiti.
Per qualche motivo nella testa di Maka al volto del teppista si sovrappose per qualche secondo l’immagine della creatura nella sala da ballo.
Una volta usciti credevano di poter godere di un po’ di pace dopo tutto quel trambusto ma Soul si bloccò di colpo.
-Oh no…-
Seguendo lo sguardo del ragazzo la maister capì il motivo della sua preoccupazione.
Kid, Liz , Patty e Tsubaki osservavano con aria rassegnata Black Star arrampicato a metà di un palo per stare alla stessa altezza di un uomo enorme che aveva davanti.
L’assassino guardava in cagnesco un tipo con un occhio bendato, una cicatrice che percorreva tutto il volto, capelli a punta con dei campanelli legati e, fatto strano, una bambina dai capelli rosa sulle spalle.
-Io sono colui che supererà Dio. Non darti tante arie solo perché sei così grosso!-
L’altro rispose con voce cavernosa.
-Ragazzino spostati dalla mia strada o vedrò se sei abbastanza forte da togliermi la rigidità dai muscoli.-
Appena videro Soul e Maka gli altri si riscossero e, insieme, trascinarono via un furioso Black Star.
-Sei fortunato che Ken-chan si annoia a picchiare i deboli!- Fu l’ultimo commento della bambina prima che sparissero dietro la soglia.
Ci volle la forza di tutti e sei per placare il ragazzo.
Quando ebbero tutti ripreso fiato Liz guardò i due partner sorridendo malignamente. –Voi due cosa ci fate qui? Non avevate un impegno?-
-Ah… si… abbiamo finito presto e così siamo usciti un po’…- Rispose la maister
in cambio ricevette le occhiate maliziose di tutti i suoi amici.
-Voi piuttosto…- si intromise Soul. –Non mi aspettavo di vedervi qui stasera.-
-Non era in programma. So che eravamo d’accordo di venire tutti insieme ma dato che voi eravate… “occupati”…- Rispose Kid sorridendo.
“Colpito e affondato” pensò Soul.
-Capisco. Beh, noi stavamo andando via, voi entrate?-
-Non c’è problema, se insistete veniamo con voi…- disse Liz con il viso di chi sa di star girando in coltello nella piaga.
-Non c’è bisogno grazie; stavamo andando a casa.- Sbottò l’albino.
Si separarono dal resto del gruppo con un certo imbarazzo.

Erano quasi arrivati a casa. Soul guidava la moto sconsolato; alla fine non era riuscito a dirle niente.
Stava pensando a come fare quando all’improvviso Maka sporse la testa sopra la sua spalla.
-Perché stasera sei voluto uscire solo con me?-
“Merda, ci siamo…” -… Ti volevo parlare di una cosa…-
Per fortuna non poteva vedergli il volto. Non è per niente cool arrossire mentre si sta parlando.
-Di cosa?-
-…-
“Dillo! Dillo e basta! In qualunque caso è meglio che rimanere col dubbio. E se ricambiasse? Immagina quanto tempo state perdendo per qualcosa che basterebbe un secondo a dire… DILLO!”
-Non lo so Maka, è che mi piace essere la tua arma, mi piace quando siamo in risonanza… ma non è solo questo… mi piace stare con te… mi piace quando la mattina ti trovo ai fornelli a preparare la colazione… mi piace andare a dormire sapendo che tu sei nella stanza a fianco… mi piace perfino quando mi sgridi in classe perche non seguo… Maka… credo di essermi inn…-
Con un botto la gomma posteriore esplose facendoli sbandare, la falce provò a mantenere l’equilibrio ma la moto si piegò di lato facendoli cadere violentemente al suolo.
Per qualche secondo ci furono solo luci che danzavano nel buio. Poi un dolore acuto alla spalla lo riscosse, aprì gli occhi e ,nonostante la vista sfocata, vide la sua maister ,stesa priva di conoscenza a poi metri da lui, venire sollevata e caricata su quello che sembrava un cavallo.
-Ma che diavolo sta succedendo?- Mormorò col sapore del sangue in bocca.
Si sforzò di rialzarsi nonostante il dolore barcollando vistosamente.
Davanti a lui si ergeva un’imponente armatura nera finemente lavorata: sul petto, in rilievo, la testa di un demone con le fauci spalancate lo guardava con occhi feroci, sulle ginocchia, i gomiti e le spalle era rinforzata con spuntoni acuminati e l’elmo, anch’esso sagomato con le sembianze del volto di qualche bestia demoniaca incuteva timore solo a guardarlo. L’effetto era accentuato dal fumo nero che usciva dalle giunture e dall’oscurità insondabile che si trovava al posto del volto, illuminata solamente da due occhi rossi come braci.
alla sinistra di quell’inquietante figura c’era una cavalcatura possente bardata con lo stesso tipo di corazza. Gli zoccoli, la coda e la criniera emanavano lo stesso effluvio nero e gli occhi feroci ardevano dello stesso colore rosso.
Su di esso era poggiata Maka, svenuta e con qualche ferita dovuta alla caduta.
-Chi cazzo sei? Ridammi la mia maister!- Disse l’albino trasformando il braccio in falce.
-Non c’è bisogno di urlare mio avventato ragazzo. Il mio nome è Sir Mordred, uno dei cavalieri che ha avuto l’onore di sedere alla leggendaria tavola rotonda; colui che tradì e uccise il suo stesso padre, Artù.- Rispose quest’ultimo con voce metallica eseguendo un leggero inchino. Poi vedendo la buki avanzare aggiunse:
-Io non farei un passo in più, sei ferito e le possibilità di riuscire nel tuo nobile intento sono pari a zero.-
Il ragazzo ignorò l’avvertimento e si scagliò contro l’avversario. -Questo lo vedremo!-
L’altro estrasse da dietro le spalle uno spadone alto quanto lui e parò il fendente.
-Quanta determinazione hai negli occhi! Davvero un peccato dover interromperci qui.-
Con un movimento veloce la sua spada produsse un’onda d’urto che lanciò Soul contro un muro annebbiandogli di nuovo la vista e lasciando un lungo taglio sul braccio di nuovo umano.
-Sarebbe un piacere rimanere a godersi un sano duello, ma lord Samael ha fretta di carpire i segreti di questa fanciulla. Per questo ora ti saluto. Quando sarai di nuovo in piedi vieni a cercarmi… sarà interessante.-
Detto questo si issò sulla sua cavalcatura e che parti al galoppo sparendo nella notte.
Il ragazzo si rialzò estraendo freneticamente dalla tasca il cellulare che scoprì essere rotto. –Merda!-
Poi guardò la moto abbattuta al suolo, con quella per ora non sarebbe andato da nessuna parte.
Sapendo che ogni istante che lasciava passare Maka si allontanava sempre di più, si avvicinò ad una finestra e compose il numero della Death Room come aveva sempre visto fare alla sua maestra.
Nonostante l’ora Il Sommo Shinigami era in compagnia del Dottor Stein e Spirit.
-Ciao, Soul-Kun suppongo che questa non sia una chiamata di piacere eh?-
Il giovane spiegò l’accaduto il più velocemente possibile, causando la disperazione della Death Scythe –Come hai potuto lasciare che portassero via la mia bambina! Non ti preoccupare amore, papà sta venendo a salvarti!-
Fu bloccato in partenza da uno Shinigami-Chop.
-Non è il momento di perdere la testa.-
Il professor Stein si avvicinò allo specchio.
-Poco fa abbiamo percepito una forte onda dell’anima malefica sprigionarsi, abbiamo pensato ad un attacco, quindi Marie, Azusa e Sid stanno venendo qui. Appena arrivate organizzeremo una squadra di recupero.-
-Non c’è tempo professore! Dobbiamo partire ora!- Replicò l’albino.
-Per andare dove? Sai che direzione hanno preso per andarsene? L’onda dell’anima è sparita e senza il Senrigan di Azusa non abbiamo idea di dove siano. Vai a casa Soul.-
-Cosa???-
-Sei ferito e non ragioni obbiettivamente, so che sei preoccupato, ma nelle tue condizione non puoi venire con noi. Va a casa e cerca di riposare, ti prometto che salveremo Maka.-
La comunicazione si interruppe.
-Si… col cazzo!-
Era abbastanza vicino casa e questo voleva dire che anche l’unica altra persona che potesse aiutarlo era vicina. Avrebbe preferito non coinvolgerlo ma non c’era altro modo.

Arrivò a casa di Shadow in pochi minuti e cominciò a bussare al citofono come un forsennato.
Quando il cancello si aprì corse alla porta dove fu accolto da Rima apparentemente incurante dello stato del ragazzo. –Desideri?-
-Dov’è Shadow?-
-Non può vedere nessuno, ed è un po’ tardi per una visita.-
Dietro di lei apparve Alia con una vestaglia da notte viola stropicciandosi gli occhi.
-Che succede? Soul! Che è accaduto?-
Di nuovo si lanciò in una spiegazione veloce degli avvenimenti.
-Dobbiamo fare qualcosa.- Disse Alia guardando l’amica che annuì.
-Non dobbiamo fare un bel niente.-
La voce di Seyren gelò sull’istante le speranze di Soul. Era la prima volta che la vedeva e anche se Maka l’aveva descritta fu strano trovarsi di fronte una ragazza albina come lui.
La bionda si voltò verso di lei -Che stai dicendo?-
-Non ho mai approvato la scelta di far intromettere la Shibusen in questa missione. Non abbiamo che problemi da quando siamo qui. Questo caso è l’ennesima prova che è stata una pessima idea.-
-Questo non ha niente a che fare con i tuoi problemi personali! Non puoi essere seria!-
L’altra sembrò sul punto di ribattere, poi sospirò. –Hai ragione… non lo sono. Rima, trovali.-
La ragazza chiuse gli occhi e stese il braccio destro in aria, sul palmo comparse una piccola sfera azzurra, la quale al comando -Soul Hunter.- produsse una leggera onda che si propagò velocissima in ogni direzione.
-è una specie di sonar.- Spiegò Alia a Soul –Rima è bravissima nel trovare e analizzare le anime.-
Passò circa un minuto prima che la Slayer trovasse una traccia. –Sono da poco usciti dalla città. Direzione nord-est.-
-Bene, preparatevi, Alia useremo il suv per l’inseguimento. Partiremo appena pronti.-
Da fuori giunse il rumore di una saracinesca che si apriva.
Si guardarono tra loro. –è il garage…-
Corsero alla finestra appena in tempo per veder passare un’ombra nera e sentire il rombo di una motocicletta che si allontanava a tutta velocità.
I pugni di Seyren tremavano per la rabbia. –Maledetto stupido… muoviamoci.-
 
Shadow sfrecciava per le strade nella direzione indicata da Rima.
“è colpa mia; è colpa mia; è colpa mia... Samael si è interessato a lei a causa di quello che è successo… vuole anche lui un potere simile.”
L’ansia gli stava divorando l’anima. Se non fosse riuscito a salvarla non se lo sarebbe perdonato.
“Non sarei mai dovuto venire qui…” Pensò accelerando ulteriormente.

Maka riprese i sensi lentamente, era poggiata su qualcosa che sobbalzava continuamente e non riusciva a muoversi.
Un dolore lancinante la scosse e ricordò: la serata, il pub, i suoi amici, la moto, l’incidente, qualcosa che la sollevava… era stata fatta prigioniera! E Soul? Cosa gli era successo?
Cercò di cambiare posizione ma si accorse di avere polsi e gambe legati.
-Ben sveglia madamigella, perdona la sistemazione un po’ rude ma non potevo rischiare che saltassi giù dalla mia cavalcatura e ti facessi del male prima di arrivare da Lord Samael.-
Squadrò l’essere che l’aveva rapita. Le sembrava una scena presa da uno dei suoi libri… assurdo.
-Dov’è Soul?-
-Se intendi il giovane dalla bianca capigliatura, è vivo. A quest’ora avrà dato l’allarme, ma non illuderti; non credo che ci raggiungeranno.-
-Cosa vuole Samael da me?-
-Questo non è affar mio. Lord Samael mi ha raccolto quando non ero che un insignificante uovo di Kishin e mi ha reso ciò che sono ora. Gli devo tutto, quindi quando il mio signore comanda io eseguo. Senza fare domande.-
Lei stava per ribattere quando qualcosa colpì quello strano nemico dietro una spalla facendolo cadere con un esclamazione di sorpresa.
Il cavallo tornò indietro fermandosi accanto al padrone che intanto si era già rialzato e guardava fisso nella direzione da cui venivano.
-A quanto pare ho sottovalutato qualcuno.-
Una motocicletta stava arrivando a velocità folle. Il pilota in una mano impugnava l’acceleratore e nell’altra una lunga spada nera.
Quando fu a pochi metri Mordred impugnò la sua lama e deviò l’attacco anche se a fatica.
Dopo averli sorpassati Shadow si fermò sgommando al centro della strada frapponendosi tra loro e la via che dovevano percorrere.
L’essere in armatura si fece subito avanti. –Attaccare alle spalle è disonorevole.-
-Oggi non sono in vena di cavalleria. Lasciala andare.-
-Oh ma che fortunata fanciulla, ecco qui un altro cavaliere pronto a dare la vita per salvare il tuo dolce visino.- Dicendo questo prese tra le dita corazzate il volto della shokunin. –Ma sarà in grado di raggiungere il suo obbiettivo, o soccomberà nel tentare?-
Maka non lo vedeva dal giorno dell’incidente, sembrava molto provato. Aveva profonde occhiaie, il volto leggermente scavato e la sua anima sembrava mantenersi stabile a stento.
“Perché è venuto? È colpa mia se si trova in questo stato…”
Senza rispondere il giovane impugnò la spada con entrambe le mani mettendosi in guardia.
-A quanto pare conosci le basi di un duello ragazzo, quindi saprai anche che l’etichetta impone di presentarsi prima di iniziare… Il mio nome è Sir Mordred.- disse inchinandosi.
-Io sono Shadow.-
-Bene Shadow, voglio che tu sappia che legherò il tuo cadavere al mio cavallo e lo trascinerò al cospetto di Lord Samael.-
L’avversario lo sovrastava, solo lo spadone era più alto e largo quasi quanto lui, ma non si lasciò intimorire.
-Parli troppo. Se non mi farai incazzare ti lascerò un braccio attaccato al corpo per strisciare dal tuo padrone.-
Con una risata si lanciarono uno contro l’altro.
Il cozzare delle lame produsse una leggera onda d’urto che smosse le piante ed il terreno vicini.
Le disimpegnarono e le scontrarono ancora, ancora e ancora.
Shadow era più veloce ma ogni colpo di Mordred lo scuoteva fin nelle ossa lasciando scalfiture sulla spada nera.
Vedendo arrivare un fendente verticale il ragazzo lo deviò usando un braccio solo che sembrò volersi staccare dal corpo, e con l’altra mano sferrò un pugno caricato con l’onda dell’anima all’armatura nera  che indietreggiò di un passo grugnendo, ma si riprese subito.
–Tutti qui?- chiese questa sferrando un manrovescio che lo fece volare togliendogli il fiato.
Si rialzò appena in tempo per parare la seguente serie di attacchi.
Maka nel frattempo era riuscita a scendere, non proprio agilmente dal cavallo e cercava di tagliare le corde sfregandole contro una pietra mentre osservava lo scontro.
“Non ce la farà mai in questo stato. Devo fare qualcosa!”
Li vide scontrarsi di nuovo e spingere le lame incastrate tra loro in una gara di pura forza bruta.
Mordred avanzava spingendo Shadow verso una roccia, ma lui con una dolorosa torsione liberò la lama dell’ avversario che si conficcò violentemente al suolo facendogli perdere l’equilibrio per un attimo che fu sufficiente al ragazzo per far comparire una seconda spada e tagliargli un braccio all’altezza della spalla, poi sfruttando la sorpresa saltò all’indietro mettendosi fuori portata.
-E uno…- disse con un sorriso soddisfatto; ma con la coda dell’occhio osservava le sue armi: una era piena di graffi e scalfiture e l’altra era come consumata nel punto in cui aveva tagliato.
“La mia anima è troppo instabile, non riesco a creare armi decenti…”
Una risata lo riscosse.
-Davvero un bel colpo…-
Dei tentacoli di fumo nero si levarono dalla ferita e dall’arto amputato.
-Peccato che…-
Si unirono sollevandolo…
-Non sia servito a niente.-
Il braccio si risaldò come nuovo.
Shadow sbarrò gli occhi.“Oh cazzo…”
Con un’altra risata folle Mordred si lanciò contro di lui.
Si mise in guardia, ma l’altro non rallentò minimamente cosicché l’arma affondò fino all’elsa nel suo petto.
“Ma è impazzito?!?”
Si trovò imprigionato tra il corpo metallico ed il braccio armato del nemico che con l’altra mano stringeva l’altra sua lama.
-Sei debole. La tua anima è impregnata d’ombra, ma la mia viene dai più oscuri abissi. Tra noi non c’è paragone, non puoi ferirmi e le tue armi sono così… fragili.-
Strinse il pugno spezzando la spada che cadde al suolo e sparì, poi strinse anche quel braccio attorno al ragazzo stritolandolo.
Quando furono faccia a faccia l’essere tirò indietro il capo e gli inflisse una poderosa testata con l’elmo corazzato facendolo cadere al suolo con la vista appannata ed il sangue che gli scorreva dalla fronte.
Ridendo il cavaliere si allontanò. –Non meriti neanche di essere finito con la mia arma. Ci penseranno loro.-
Infilò la spada nel suolo convogliando il suo potere. –Knights of the Round…-
Dalla terra emersero dodici scheletri bardati di stracci laceri, armature ed armi arrugginite.
-Spero siano di tuo gradimento. Sono le anime dei miei compagni che ho divorato e ora sono sotto il mio comando… Andate e finitelo!-
Vedendoli correre verso di lui Shadow caricò la lama di energia rilasciando leggermente il limite che aveva mantenuto fin’ora.
Immediatamente le voci risuonarono nella sua testa.

“Uccidili!”
“Sono anime imprigionate non devi!”
“Morirai tu allora!”
“Meriti di morire, ricorda cosa hai fatto!”

I nemici si avvicinavano.
-Basta…-

“Lasciati andare!”
“Non puoi!”
“Liberati!”
“Sei solo un mostro!”

 
Erano a pochi passi.
Le mani gli tremavano
-Basta…-

“Muoviti!”
“Fermati!”
“SOPRAVVIVI!”
“MUORI!”

I mostri levarono le armi pronti a colpire.
-HO DETTO BASTA! ANDATE VIAAAAAAAAAAAAA!-
Menò un fendente da cui parti un’onda di energia nera che li travolse e li ridusse ad ossa sparpagliate.
Neanche il tempo di prendere fiato che sentì un rumore di mani metalliche che applaudivano.
-Non so dove tu abbia preso quel potere ma anche in questo caso è del tutto inutile.-
Le ossa rotolavano una verso l’altra ricomponendosi lentamente.
-Tuttavia, riconosco il tuo valore, sei riuscito a guadagnarti il diritto di morire sotto la mia lama.-
Si mise in posizione caricando la sua arma di potere e sferrando il colpo finale.
Shadow sentiva come se la testa gli stesse per esplodere, le voci si accavallavano l’una sull’altra, tutto il corpo tremava, non vedeva vie di uscite, era travolto da una disperazione così profonda da sfociare nella follia.
Urlando scatenò nuovamente l’ondata nera che si scontrò contro quella lanciata da Mordred.
Per qualche secondo i due poteri si fronteggiarono alla pari, poi il ragazzo fu travolto dall’energia dell’avversario.
Quando il fumo si diradò era a terra lottando per non perdere i sensi. La spada gli giaceva spezzata affianco.
Un’ombra enorme entrò nel campo dei suoi occhi, tornati del loro normale verde. –Per lo meno morirai con onore.- disse alzando l’arma.
Era così che sarebbe morto? In fondo non gli dispiaceva più di tanto. Tra poco sarebbe tutto finito.
Con la coda dell’occhio vide che Maka si era liberata ed era in piedi.
“Va via! Scappa!”

All’interno dell’anima di Shadow
Si sentiva intorpidito, il corpo non rispondeva bene ai comandi. Il suo mondo stava scomparendo ma quei due non se ne curavano minimamente.
Un drago nero ed uno bianco, accumunati solo dal colore degli occhi e delle fiamme entrambi di un bellissimo blu si davano battaglia da giorni senza sosta nella sala dove si trovava la sfera nera.
Entrambi stremati e coperti di ferite non si curavano del fatto che questo li avrebbe fatti scomparire.
Era completamente sbagliato! A causa loro Maka sarebbe stata portata via e usata per chissà quale esperimento. Sarebbe stata fortunata se alla fine l’avessero uccisa.
Guardò gli imponenti animali osservarsi pronti a scattare e prese la sua decisione.
Partirono tutti e tre contemporaneamente. Loro si accorsero del ragazzo troppo tardi così le loro fauci si chiusero su di lui senza però provocare ferite mortali.
-Vi va bene così? Vi va bene che a causa nostra altre persone ci vadano di mezzo? So che desiderate entrambi proteggerle, certo, ognuno a modo suo, ma non è un buon motivo per collaborare? Se adesso moriamo probabilmente molti di quelli a cui vogliamo bene ci seguiranno a breve! Possono Luce e Ombra cooperare per proteggere le persone che amano?-
Dopo qualche secondo di attesa i due draghi lentamente lasciarono la presa ed indietreggiarono, abbassando la testa all’altezza del giovane che posò le mani su di loro.
-Bravi ragazzi.-

Mondo reale
Maka aveva paura.
Quella specie di cavaliere stava per uccidere Shadow. Lui l’aveva guardata per un attimo e in qualche modo sapeva che voleva che lei fuggisse e si mettesse in salvo.
-Non posso. Mi dispiace.-
Nonostante i polsi scorticati prese un ramo abbastanza robusto e corse verso Mordred spezzandoglielo sulla schiena prima che infierisse il colpo mortale.
Lui si voltò ormai stufo. –Non so come ti sia liberata ma sfortunatamente per te questo renderà il resto del viaggio molto meno piacevole.-
Alzò una mano per colpirla ma alle sue spalle si sprigionò un’ onda dell’anima impressionante che li fece volare a qualche metro di distanza.
La shokunin sgranò gli occhi; Shadow era di nuovo in piedi ma la sua anima ora aveva le sembianze di un enorme Tao* con un ala bianca e una nera.
Il suo potere era oppressivo come sempre ma ora era come se qualcosa la proteggesse, come trovarsi in casa mentre fuori le raffiche di vento scuotono il mondo.
La guardò con il suo solito sorriso maligno e questo le sciolse qualcosa dentro. Stava bene. Non ce l’aveva con lei.
Spostando gli occhi, di nuovo colmi di potere, sul nemico tornò serio, distese il braccio destro. –Apocalypse!-
La spada che era in terra scattò nella sua mano ricomponendosi all’istante.
A Mordred scappò una risata –Illuso! Ti ho già detto che con l’ombra non puoi ferirmi!-
Lo slayer parlò con una calma glaciale. –Sei tu l’illuso. Sei morto e ancora non lo sai.-
Distese anche il braccio sinistro e, dopo un attimo di esitazione chiamò: -Genesis!-
Tra le sue dita comparve una seconda lama identica all’altra ma completamente bianca.
La capacità di vedere le anime di Maka le permetteva di capire cosa stava succedendo, l’onda demoniaca e quella purificatrice non si combattevano, ma sfruttando la loro opposizione come spinta si espandevano. Era come un piccolo sole mantenuto in vita dalle esplosioni al suo interno.
Non aveva mai visto niente del genere, era spettacolare, ma un simile potere doveva comportare uno stress psicofisico grandissimo per il corpo. A rimanere troppo in quello stato si sarebbe esplosi dall’interno.
Anche l’avversario era impressionato. –Come è possibile? La tua anima era simile alla mia. Come puoi impugnare quella spada bianca?-
Shadow prese ad avanzare lentamente –Questa è il simbolo del perdono che è stato concesso anche a qualcuno che appena nato era già un assassino.-
Mordred rise fragorosamente. –L’oscurità non ha bisogno di nessun perdono!- e si lanciò contro il ragazzo.
La lama bianca incontrò lo spadone deviandolo di lato mentre quella nera inflisse un profondo squarcio sul volto del demone presente sulla corazza.
Il cavaliere saltò indietro posando la mano sulla ferita. Faceva male e cosa più importante non si stava rimarginando. Eppure era stata inflitta dalla spada nera!
-Perché non guarisce? Come può la tua ombra tagliare la mia?-
-Stupido…-
Alzò gli occhi dal taglio e si trovò lo Slayer di fronte. Quando si era avvicinato?
-Non sai che più vicina è la luce più l’ombra è buia?-
Lanciò un fendente incrociato che lanciò il nemico in aria provocando una seconda ferita a forma di X.
Questi steso a terra tentava di fermare il fumo che usciva dalla corazza. -Andate!- Urlò agli scheletri ormai ricomposti.
Scattarono in avanti ma appena furono abbastanza vicini vennero abbattuti di nuovo da un’onda nera.
Senza fermarsi il ragazzo piantò la spada bianca nel terreno mormorando –Purification- e da essa si espanse un cerchio di luce che comprendeva tutti i frammenti dei guerrieri sparsi, dai quali fluì il fumo ombroso di Mordred fino a disperdersi.
Quando finì gli esseri erano di nuovo in piedi e guardavano quello che era stato il loro padrone, il quale spaventato cominciò ad arretrare. –Che cosa diavolo sei tu?-
-Diciamo che sono uno che crede nella dualità delle cose.-
Alzò una spada e i guerrieri saltarono addosso al cavaliere trattenendolo sul posto.
-Ma che cos… lasciatemi! Lasciat…-
Si bloccò vedendo che dietro le spalle del suo nemico erano comparse altre quattro spade, due bianche e due nere.
Lo vide puntellare i piedi e stendere le braccia in avanti lasciando andare quelle che impugnava. Le sei lame si spostarono parallele agli arti protesi ed iniziarono a girarci intorno; le nere sul destro e le bianche sul sinistro.
Con l’aumentare della rotazione scariche elettriche le percorsero sempre più forti finchè Shadow invocò: –Dual Cannon!-
Due fasci di energia bianca e nera partirono scavando un solco al suolo per poi intrecciarsi in una spirale che colpì in pieno Mordred con una fragorosa esplosione.
Terminato l’attacco il ragazzo gli si avvicinò impugnando di nuovo due armi. Alla corazza gravemente danneggiata mancavano le gambe ed il braccio sinistro, con quello restante cercava di strisciare verso il cavallo.
Con un calcio la ribaltò e la impalò al suolo con la spada nera. Poi si chinò a guardare negli occhi lo sconfitto.
-Ti prego… risparmiami…-
-Un guerriero non implora per la sua vita… ti avevo detto che se non mi avessi fatto incazzare ti avrei lasciato un braccio per strisciare dal tuo padrone.-
-S.. si…-
-Beh… Mi hai fatto incazzare parecchio.-
Infilò la spada bianca nelle tenebre che componevano il suo volto.
Urlò e fu scosso da un tremito incontrollabile insieme alla sua cavalcatura, l’armatura si arrugginì consumandosi e il fumo nero si disperse fino a non lasciare traccia di loro.
Sospirando lo Slayer andò da Maka. –Stai bene?-
-Si… grazie per… beh… essere venuto a salvarmi…-
-Ovviamente.-
-Credevo che ce l’avessi con me…-
-Mmm… naaa, ma la prossima volta se ti dico di non toccare qualcosa, per favore, fidati.- disse sorridendo.
La ragazza rise. –Cercherò di ricordarmelo. Ma… e loro?- Chiese indicando gli scheletri dei cavalieri che li osservavano. Le armi e le armature si stavano lentamente rinnovando.
-Siete liberi. Potete andare.- Disse il ragazzo.
Quelli si guardarono tra loro per qualche secondo, poi annuirono si inchinarono e si trasformarono nelle piccole sfere dell’anima azzurre, ma invece di andarsene cominciarono a girargli attorno allegramente ed entrarono nelle due spade; sei per una.
-Credo che preferiscano viaggiare con un vero cavaliere.- Scherzò la shokunin.
-E andiamo…- rispose l’altro sospirando di nuovo.
Fece sparire le armi e subito si portò una mano alla bocca per fermare un attacco di tosse.
-Stai bene?-
-Si, si non è niente.-
Si pulì di nascosto la macchia di sangue che gli imbrattava la mano.
“Suppongo di non poter usare questo potere troppo spesso.”
Si avviarono verso la moto, quando un suv e una jeep arrivarono sgommando.
Da quest’ultima scesero Black Star, Tsubaki, Liz, Patty, Kid ed il professor Stein, mentre dall’altro veicolo fecero capolino Alia, Rima, Seyren, e Soul che corse subito da loro due ad accertarsi che stessero bene.
-E il rapitore?- Chiese.
-Andato.-
-Yaaaahoooo! Scommetto che è scappato sentendo la mia divina presenza!-
-No, veramente Shadow l’ha sconfitto…- disse la Maister con aria scocciata.
-Ci siamo persi il divertimento!- Fece Alia imbronciata. Poi indicando il gruppo della Shibusen aggiunse: –Abbiamo perso tempo perché qualcuno voleva partecipare per forza.-
-Non avremmo mai potuto lasciarla nei guai!- Esclamò Tsubaki.
Il dottor Stein si avvicinò allo Slayer –Sembra che tu abbia recuperato il controllo dei tuoi poteri.-
-Direi di si-
Erano tutti felici dello scampato pericolo, ma Seyren gli si avvicinò, occhi bassi e pugni stretti dalla rabbia.
-Sei uno stupido.-
-…-
-Perché sei partito così? Capisco che il bisogno di salvarla…- fece un gesto di stizza verso Maka. -…fosse così impellente, ma avresti potuto aspettarci! Guarda come sei ridotto! Ad un tratto abbiamo sentito la tua anima spegnersi! E non capisco neanche perché me ne importi, visto che a te a quanto pare non interessa minimamente!-
-…Mi disp…-
Fu zittito da un forte schiaffo.
-Stai zitto! Questo è perché sei un maledetto stupido avventato che si butta sempre nei casini più assurdi senza pensare alla propria vita!-
-Seyr…-
Fu zittito di nuovo, ma questa volta da un bacio sulle labbra che si protrasse per qualche secondo.
-E questo è per lo stesso motivo…-
Si voltò e andò a chiudersi in macchina.
Shadow sbigottito si guardò intorno, erano tutti a bocca aperta, tranne Alia che si sforzava di non ridere mentre mormorava –Oddio che ha fatto, che ha fatto!- e Maka che lo guardava in modo strano.
-Credo di essermi perso qualcosa…-

Da qualche parte in Europa
-Signore,il nome in codice Azrael* si è risvegliato.-
-Lo so. È uno sviluppo inaspettato ed interessante.-
-Come procediamo?-
-Mmm… Azrael e Samael… lasciamoli combattere tra loro e vediamo cosa succede.-
-Signorsi signore.-






Questo capitolo è dedicato alla mia Musa; come vedi Luce e Tenebra non sempre sono in conflitto ;-)


*Il Tao è il simbolo dello Ying e dello Yang cioè pensiero positivo e pensiero negativo
*Azrael nella mitologia Cristiana è l'angelo della morte, colui che scrive nel suo libro il nome di ogni persona quando nasce e lo cancella quando muore.


Lista personaggi in ordine di apparizione
Buttafuori: Yammy Rialgo http://radnix.deviantart.com/art/Yammy-casual-wear-84609665?q=boost%3Apopular%20yammy&qo=0
Proprietario/Barista: Ulquiorra Shiffer http://mbardead.deviantart.com/art/Ulquiorra-110716774?q=boost%3Apopular%20ulquiorra&qo=12
Tipo con lo specchietto: Yumichika Ayasegawa http://katiem5259.deviantart.com/art/Yumichika-125471871?q=boost%3Apopular%20yumichica&qo=21
Tipo calvo: Ikkaku Madarame http://casshimee.deviantart.com/art/Ikkaku-Madarame-102133664?q=boost%3Apopular%20ikkaku&qo=22
Tipo con gli occhiali a punta: Tetsuzaemon Iba http://elesil.deviantart.com/art/Colored-Tetsuzaemon-71270241?q=boost%3Apopular%20tetsuzaemon&qo=3
Donna prosperosa: Rangiku Matsumoto http://drake---666.deviantart.com/art/Rangiku-Matsumoto-176478544?q=boost%3Apopular%20matsumoto&qo=32
Tipo col 69 tatuato: Shuhei Hisagi http://ninjatic.deviantart.com/art/Bleach-Shuhei-Hisagi-121428788?q=boost%3Apopular%20shuhei&qo=0
Ragazzino dai capelli bianchi: Toshiro Hitsugaya http://yanimator.deviantart.com/art/BLEACH-Toshiro-Hitsugaya-96148540?q=boost%3Apopular%20hitsugaya&qo=8
Ragazzina che tenta di fermarlo: Momo Hinamori http://hanahime.deviantart.com/art/Hinamori-Momo-74704553?q=boost%3Apopular%20hinamori&qo=6
Tipo con la benda all’occhio: Nnoitra Jilga http://tomaslacerda.deviantart.com/art/Espada-Nnoitra-Jiruga-76551031?q=boost%3Apopular%20nnoitra&qo=30
Tipo attraente: Grimmjow Jaegerjaques http://radnix.deviantart.com/art/Grimmjow-casual-wear-84609146?q=boost%3Apopular%20grimmjow%20casual&qo=0
Ragazza dai capelli verdi: Neliel Du Odershvank http://vinhfx.deviantart.com/art/Neliel-128080074?q=boost%3Apopular%20neliel&qo=4
Uomo che tossisce: Jushiro Ukitake http://tru-colorz.deviantart.com/art/Ukitake-Taicho-53338070?q=boost%3Apopular%20ukitake&qo=7
Uomo col mantello: Shunsui Kyoraku http://sotoanimemaniac.deviantart.com/art/Kyoraku-Shunsui-210425479?q=boost%3Apopular%20kyoraku&qo=12
Donna con la lunga treccia: Retsu Unohana http://jir-kun.deviantart.com/art/Unohana-Taichou-77378729?q=boost%3Apopular%20unohana&qo=6
Vecchio con la barba: Shigekuni Genryusai Yamamoto http://gfxsama.deviantart.com/art/Shigekuni-Yamamoto-Genryusai-71975961?q=boost%3Apopular%20genryusai&qo=5
Cowboy: Coyote Stark http://felipe018.deviantart.com/art/Coyote-Stark-e-Lilynette-Ginge-215058290?q=boost%3Apopular%20coyote%20stark&qo=36
Ragazzina al suo fianco: Lilinette Gingerback http://tamara2593.deviantart.com/art/lilinette-gingerback-242846483?q=boost%3Apopular%20lilinette&qo=2
Uomo col cappello: Kisuke Urahara http://pablo-oz.deviantart.com/art/Urahara-76971179?q=boost%3Apopular%20urahara&qo=0
Donna col latte: Yoruichi Shihoin http://vashperado.deviantart.com/art/Yoruichi-34743636?q=boost%3Apopular%20yoruichi&qo=0
Ragazza con le trecce: Soifon http://mazelo.deviantart.com/art/Soifon-134349157?q=boost%3Apopular%20soifon&qo=17
Creatura tra le fiamme: Ichigo Hollow http://takoruone.deviantart.com/art/BLEACH-Full-Hollow-165756125?q=boost%3Apopular%20ichigo%20full%20hollow&qo=1
Ragazzo dai capelli rossi: Renji Abarai http://setokakashiluver.deviantart.com/art/Bleach-Renji-32336248?q=boost%3Apopular%20renji&qo=49
Ragazzo Dai capelli arancioni: Ichigo Kurosaki http://andrik21.deviantart.com/art/ichigo-79373999?q=boost%3Apopular%20ichigo&qo=18
Gigante Ispanico: Sado Yasutora http://thejungleboy.deviantart.com/art/quot-Chad-quot-Yasutora-Sado-258731272?q=boost%3Apopular%20sado%20yasutora&qo=34
Ragazza formosa: Inoue Horihime http://jczala.deviantart.com/art/Trendy-Girl-Orihime-174755453?q=boost%3Apopular%20orihime&qo=133
Ragazzo con gli occhiali: Uryuu Ishida http://orin.deviantart.com/art/Ishida-White-Knight-53910330?q=boost%3Apopular%20ishida&qo=3
Ragazza dagli occhi blu: Rukia Kuchiki http://washu-m.deviantart.com/art/BLEACH-Kuchiki-RUKIA-145582569?q=boost%3Apopular%20rukia&qo=81
Uomo con Black Star: Kenpachi Zaraki http://nixuboy.deviantart.com/art/Zaraki-goes-wild-144875084?q=boost%3Apopular%20zaraki&qo=31
Bambina dai capelli rosa: Yachiru Kusagishi http://maxarkes.deviantart.com/art/Kusajishi-Yachiru-77930307?q=boost%3Apopular%20yachiru&qo=15

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Deepest Fear ***


Sono passati ben sette anni dall’ultimo capitolo.


Posso solo chinare il capo e scusarmi nei confronti di quelli che seguivano la mia storia e che ho inevitabilmente deluso.
Inutile dire che ne sono passate tante, io sono cambiato e così il mio stile. Ho pensato di applicare correzioni ai capitoli precedenti o addirittura di ripubblicare tutto dall’inizio, ma mi sembra più giusto rispettare il me stesso dell’epoca lasciando invariate anche le cose che avrei modificato. D’altronde il passato è questo. Non si può cambiare, ma può insegnare.


Detto questo, se qualcuno della vecchia guardia si troverà a scorrere tra queste righe, bentornato! Se sei nuovo di questa fic, benvenuto! Spero di riuscire a proseguire la sua stesura (ormai diventata una trilogia nella mia mente) ad un ritmo accettabile nonostante gli impegni lavorativi e familiari.
 

Buona lettura. (Perdonate la formattazione non proprio ottimale, a quanto pare il programma che uso non è del tutto compatibile.)


 

Capitolo 8

Deepest Fear

 

 

4 giorni dopo il rapimento di Maka
Deserto ad un centinaio di chilometri da Death City

 

<< Qualcuno mi ricordi per quale assurdo motivo ci troviamo qui. >>
Seyren sedeva, braccia e gambe incrociate, nel retro di un Hummer della Cerberus mentre Alia, infastidita puntava gli occhi nello specchietto retrovisore per lanciare uno sguardo torvo all’amica.
<< è presto detto: Dato che ho accettato un incarico dalla Shibusen, stiamo andando ad uccidere un uovo di Kishin. >>
<< Non vedo perché dobbiamo sbrigare noi i loro affari. >>
Nel posto del passeggero Rima, conscia di quello che stava per succedere, alzò gli occhi al cielo, mentre con uno stridore di gomme la guidatrice fermava il suv e si girava verso l’albina.
<< Se siamo finite in mezzo al deserto è per colpa della tua brillante idea. Dopo che hai baciato Shadow non avete fatto altro che evitarvi. L’atmosfera in casa è così tesa che potrei tagliarla con un coltello, quindi ho pensato che fosse molto meglio distrarsi con una missione e dare a te, a lui e ad i nostri nervi il tempo di riprenderci. Viviamo ammazzando mostri e voi due vi comportate come ragazzini alla prima cotta. >>
Punta sul vivo, Seyren cominciò ad irritarsi.
<< Oh, i TUOI poveri nervi sono in crisi? Scusa tanto! Io per colpa tua ho fatto una delle cose più imbarazzanti della mia vita! >>
<< Per colpa mia?!? >>
La ragazza girò il volto arrossendo leggermente e rispose a mezza voce.
<< Avevi detto che ero in svantaggio e dovevo recuperare… >>
Ci fu un attimo di silenzio, seguito da una sommessa risata della bionda.
<< Tu si che sai come “recuperare” >>
<< Zitta e riparti. >>
Il veicolo si rimise in marcia.
<< Almeno ora sappiamo che la nostra fredda e letale amica da qualche parche un cuore ce l’ha… >> Disse sorridendo Alia a Rima, che rispose con voce atona << E se avesse anche metà dell’ “esperienza” che hai tu sarebbe già a letto col suo ragazzo… >>
A queste parole la menzionata sgranò gli occhi. L’aveva baciato solo una volta e… beh... avrebbe voluto farlo ancora, ma già questo era stato estremamente imbarazzante, impossibile anche solo pensare di andare oltre. E poi non è il MIO ragazzo. Si disse mentre ricordava l’immagine di lui vicino alla biondina della Shibusen.
Strinse il pugno mentre una profonda tristezza si faceva strada dentro di lei. A quanto pareva un cuore ce l’aveva e, grazie al dolore, ora sapeva piuttosto bene dove era situato.

Alia nel frattempo stava per sclerare.
<< Questo posto deve avere qualcosa di strano, tu all’ improvviso mi diventi umana e lei mi comincia a fare battute… di questo passo io mi farò suora… >>

 

Impiegarono circa un’altra ora prima di arrivare sul luogo della missione. Degli escursionisti erano stati attaccati da “qualcosa” all’entrata della grotta a cui erano di fronte. Il compito era semplice: Trovare e distruggere.
Smontarono dal veicolo rassettandosi i vestiti, Rima indossava il solito top nero con pantaloni mimetici e anfibi, mentre Alia e Seyren avevano sostituito il loro abiti con qualcosa di più pratico, la prima aveva una maglietta a mezze maniche rossa con un disegno tribale nero che partiva dalla schiena e passava sopra le spalle fino a fermarsi poco sopra il seno, pantaloni di pelle neri con una riga rossa lungo entrambe le gambe, stivali corti scuri e un guanto, nero anch’esso, a mezze dita che copriva la mano e l’avambraccio destro, mentre la seconda un top di pelle nero con una maglietta a mezze maniche bianca al di sotto, pantaloni di pelle, stivali ed una sorta di velo, sempre di pelle che partiva da sotto la metà posteriore della cintura e si allungava a coprire il dietro dei pantaloni fin quasi ai piedi.
<< Allora, andiamo? >> Chiese indicando l’antro oscuro che era l’entrata della caverna.

Le altre due annuirono.
Così si incamminarono scrutando le pareti del tunnel con delle piccole torce, accompagnate solo dal suono dei loro passi e di qualche goccia d’acqua che cadeva dal soffitto.
Avanzare era a dir poco frustrante a causa del suolo dissestato e del muschio scivoloso che lo ricopriva rendendo incerto ogni passo. Più volte riuscirono ad evitare una fastidiosa caduta solo aggrappandosi l’una all’ altra.
Dopo circa venti minuti di infruttuosa ed umida ricerca ad Alia cominciavano a saltare i nervi.

<< Alla prossima goccia che mi cade tra maglietta e collo tiro giù questa dannata caverna! >>
<< Ti ricordo che sei tu che ci hai cacciate qui dentro. >> disse Seyren.
<< Vuoi che ti metta di nuovo in imbarazzo spiegandoti il perché? >> rispose l’altra, ricevendo in risposta solo uno sbuffo scocciato.
<< E guarda i miei capelli! Li avevo appena sistemati! Se non appena torniamo non vi chiarite immediatamente io… >>
<< SSSH! >>
Seyren le fece cenno di tacere, mentre Rima indicava un punto poco più avanti dove si scorgeva una fioca luce illuminare le pareti.
Spensero le torce e si avvicinarono con cautela alla fonte luminosa che si rivelo essere un piccolo gruppo di baccelli, attaccati alle rocce, simili a fiori non ancora sbocciati, che emettevano un bagliore verdastro.
<< Che cosa sono? >> Sussurrò la bionda mentre si chinavano per esaminarli.
Rima allungò un dito fino a toccarne uno, ritraendolo poi di scatto quando questo si aprì in cima spargendo un leggero fumo verdognolo e perdendo luminescenza.
<< Non hai per niente il pollice verde. >> scherzò Seyren.

<< Mai sognato di fare la giardiniera. >> Rispose l’amica rimettendosi in piedi. << Guardate, proseguendo aumentano di numero. >>
Avanzarono cautamente tenendo d’occhio le pareti che si andavano man mano ricoprendo di quelle “cose” fino ad arrivare in una zona più ampia dove, oltre a quelli già presenti, spiccavano baccelli grandi come uova di struzzo con luminescenza più accentuata.
Alia fece un passo indietro << Ecco. Io me ne torno in macchina. >>
Rima studiava l’ambiente preoccupata << Grado di pericolo sconosciuto. Tuttavia la missione non è ancora completa. >>
<< Dobbiamo proseguire. >> Sentenziò Seyren indicando l’altro capo dell’antro dove proseguiva il tunnel.

Erano quasi arrivate al centro della camera quando udirono un sibilo ed una leggera vibrazione provenire dai baccelli grandi.
<< Ferme! >> Ordinò Seyren, sperando così di interrompere qualsiasi cosa stesse succedendo, tuttavia il sibilo si fece più acuto ed il tremito si diffuse a tutta la sala, costringendo le ragazze a posizionarsi schiena contro schiena in difesa ed evocare le loro armi.
Rima prese due Soul Crystal dalla cintura e vi incanalò la propria energia azzurra. << Gunslinger. >>

Tra le sue dita comparvero due pistole di grosso calibro, metalliche, dalle linee essenziali, con una lama che partiva dal grilletto e terminava poco dopo la canna.
Alia imitò la compagna caricando i cristalli di energia che presero a sfolgorare di luce dorata e si fusero a formare un grande arco d’oro finemente lavorato. Dall’ impugnatura si allungavano due affilate sezioni curve unite ai capi da un brillante filo d’energia. << Artemis. >>
Infine Seyren invocò il proprio potere che si manifestò restringendo le pupille, colorando le iridi di rosso cremisi e creando una lunga katana. L’impugnatura, composta da steli intrecciati terminava in una rosa schiusa a mo di guardia, dalla quale nasceva la lama intarsiata con scanalature simili a germogli per tutta la sua lunghezza. << Crimson Rose. >>
La tensione si faceva sempre più pesante man mano che sibilo e vibrazione aumentavano di intensità.
<< Spero abbiate visto Alien e siate pronte per quello che succederà. >> Mormorò Alia.

 

Le ragazze scrutavano la stanza cercando di intuire da quale direzione sarebbe arrivato l’attacco, quando con uno sbuffo, i baccelli si aprirono spargendo polline verde dappertutto.
Per qualche secondo ci fu solo il silenzio rotto dai loro respiri. Poi Alia fece un verso disgustato. << Ma che schifo! >>
Rilassandosi leggermente fecero scomparire le armi, mentre Rima controllava quella polverosa sostanza sulle dita.
<< Sembra un meccanismo di difesa. Credo non sia veleno. Avvertite se doveste accusare sintomi strani. >>
<< Io per ora avverto un deciso ribrezzo ed una forte frustrazione per esserci cacciate nel deserto, in una grotta buia, piena di bozzi usciti da qualche vecchio film di fantascienza che ci hanno appena cosparse di polvere che, se anche non ci ucciderà, impiegherà secoli ad andar via. Il tutto per fuggire dalla TUA situazione imbarazzante! >> Rispose Alia indicando l’amica.
La rabbia cominciò a montare in Seyren facendo balenare il bagliore cremisi nei suoi occhi per un attimo.
<< Finiscila e ricorda con chi stai parlando. >>
<< Oh si, ti prego, arrabbiati e brucia questo dannato posto. >>
Uno sparo eccheggiò nella caverna.
<< La missione non è finita. >> Disse Rima, prima di incamminarsi verso l’uscita di quella zona.
Discussioni come quella capitavano spesso, Seyren per quanto leader, era fin troppo suscettibile, mentre Alia dava voce a qualunque lamentela con estrema facilità. Lei era quella che le rimetteva in riga quando occorreva. Erano una bella squadra di ragazze. Letali, ma pur sempre ragazze.


Avanzarono per un po’ in silenzio fin quando non incontrarono una biforcazione.
<< E adesso? >> Chiese Alia << Lanciamo una monetina? >>

Seyren ci pensò un attimo su. << Rima la tua abilità col Soul Hunter non potrebbe esserci utile? >>
<< Posso provare. >>

Come successo durante il rapimento di Maka una sfera azzurra apparve sul palmo della sua mano, ma invece di farla espandere in ogni direzione Rima l’ affondò nelle pietre.
Passarono una trentina di secondi prima che spiegasse che la grotta da li in poi si intricava come una sorta di ragnatela con al centro una “camera” più grande.
<< Ottimo. Ci dirigeremo li. >> sentenziò la leader del gruppo. << Puoi tenere traccia della direzione? >>
Mentre l’amica rispondeva affermativamente Alia le saltò addosso << Brava la nostra cartina vivente. >>
Non riuscendo a scrollarsela dalle spalle Rima disse << Guarda, hai ancora della schifezza tra i capelli. >> spostando immediatamente l’attenzione della bionda da lei alle sue ciocche.
Scuotendo la testa Seyren si incamminò.


Man mano che si addentravano in quel labirinto l’atmosfera sembrava farsi più tetra. Dall’oscurità sembravano provenire inquietanti zampettii che terminavano non appena si fermavano per ascoltare meglio.
Ogni tanto Alia rompeva il silenzio con qualche battuta o aneddoto fuori luogo e le compagne non potevano fare a meno di sorridere. Non le erano mai piaciuti i posti angusti come quello. Stava cercando di farsi coraggio. << Sentite. Perchè non torniamo in superficie e tiriamo giù l’entrata di questo buco rinchiudendo qualsiasi cosa ci sia? >>
<< Non è una soluzione accettabile. >> Rispose Rima
<< E’ probabile che ci siano altre uscite. Gli attacchi potrebbero ricominciare da qualche altra parte. >> Rincarò Seyren.
<< Uff... genietta quanto manca alla destinaz… HEY, MA CHE TI PRENDE? >>
L’amica le puntava una pistola alla testa.
<< Senti, capisco di essere insopportabile al momento ma sono solo nervosa… >>
Il proiettile le sfiorò la testa finendo in una galleria vicina.
<< MA SEI IMPAZZITA? >>
L’altra la superò senza rispondere andando ad ispezionare il punto d’impatto. << Non capisco. >>
<< Ti spiace renderci partecipi del motivo per cui mi hai quasi sparato? >>

<< Alia calmati. >> Seyren era rimasta in silenzio fin’ora e qualcosa nel suo tono la indusse a non rispondere istintivamente. << Probabilmente eri troppo scossa per accorgertene ma c’era qualcosa dietro di te. Rima ha sparato per difenderti. >>
<< Qualcosa che giurerei di aver colpito. >> aggiunse la pistolera guardandosi attorno.
Nessun segno di orme o macchie di sangue in giro. La cosa era semplicemente sparita.
Alla domanda di Alia su cosa fosse le altre descrissero semplicemente un ombra più scura del buio della caverna e con molte zampe.
<< Solo gli insetti giganti ci mancavano… >> disse reprimendo un brivido. Poi rivolta all’amica << scusa se ho gridato… e grazie. >>
Uno sguardo bastò a far capire che non fosse successo nulla.
Osservando la scena Seyren pensò di essere fortunata ad averle come compagne.
<< Forza, proseguiamo con le armi materializzate. >>


Sentendosi un po’ più sicure riuscirono ad avanzare di qualche metro prima che un grido strozzato attirasse la loro attenzione.
Rima era trattenuta per il collo da un tentacolo proveniente dalle ombre. Iniziò a sparare li in mezzo senza alcun risultato. Un altro tentacolo le si avvolse al polso bloccandole il braccio.
Seyren si girò per evitare attacchi da altre direzioni, sentenziando un semplice. << Abbattilo. >> ad Alia, la quale caricò il suo arco di energia fino a farlo brillare di luce dorata e scagliò il colpo dove avrebbe dovuto trovarsi il nemico.

L’impatto provocò un esplosione che scosse tutto l’ambiente e, con un gran fragore, una parte del soffitto crollò facendo scomparire Rima.

Impiegarono qualche secondo per rimettersi in piedi, fissando sbigottite il muro appena creato.
<< No... no, no, NO! >> Alia si lanciò verso di esso. << HO MIRATO BENE! >> urlò mentre gettava pietre qui e la nel tentativo di farsi strada << E’ IMPOSSIBILE CHE ABBIA COLPITO LA PARETE! >>
Seyren conosceva la sua straordinaria abilità e sapeva cosa aveva visto. Non aveva alcun senso.

Pensò di distruggere l’ostacolo, ma se Rima era la sotto avrebbe potuto ucciderla o provocare altri crolli. Usando la percezione dell’anima riuscì a captare un segnale da oltre le rocce quindi iniziarono a chiamare l’amica a gran voce.
Dopo qualche minuto finalmente arrivò una risposta soffusa anche se la quantità di detriti rendeva impossibile la comunicazione.
Alla fine, preoccupata per le sue condizioni, Seyren impugnò la spada e chiuse gli occhi.
<< E’ pericoloso… >> si sentì dire.
<< Lo so, non preoccuparti. >> concentrandosi cercò di determinare la posizione di Rima e il punto giusto dove colpire. << E’ che comincio ad essere stufa di stare qui dentro. >> Non appena la lama iniziò a brillare di energia rossa partì in un affondo scavando un foro nella parete dalle dimensione di una pallina da ping pong.
Tramite di esso riuscirono a parlare scoprendo, con sollievo, che a parte qualche graffio, Rima stava bene.
<< E la creatura? >>
<< Svanita. >>
<< Con la tua mappa riesci a trovare un modo per riunirci? >>
<< A poco più di cinquecento metri da qui i tunnel si ricongiungono. Possiamo incontrarci li. >>
Seyren odiava l’idea di lasciare la sua compagna da sola per quel tragitto ma non vedeva altra soluzione.
<< Ci vediamo li. Stai attenta. >>
Si incamminarono. Alia sembrava molto abbattuta.

<< Non è colpa tua. >>

<< Avrei potuto ucciderla… >>

<< Alia io l’ho visto. Non hai sbagliato. E’ come se gli fosse semplicemente passato attraverso. >>
<< Non avrei dovuto accettare questa missione. Erano affari della Shibusen. >>
L’albina fece un gesto di noncuranza << Ci sarebbero già rimasti secchi. Non sono come noi. Appena ritrovata Rima ammazzeremo qualunque cosa si annidi qui sotto e torneremo a casa. >>

<< Ho toccato un brutto tasto eh? >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Della Shibusen. Sai bene che sono tipi in gamba. E anche perché non li sopporti. Ti sei perfino rifiutata di seguire le lezioni con noi. >>
Seyren sospirò << Lo so. Non sono male. Ma io so quel che sono. Io stermino i mostri. E’ la mia vendetta. Devo solo andare avanti trucidando ognuno di quegli abomini. Non ho tempo da perdere in queste cose come… >>
<< Come faccio io. >>
<< … Non volevo dire questo… >>
Passarono alcuni secondi di silenzio.
<< Senti… >> Chiese la bionda << non te l’ho mai chiesto… si dice che il tuo potere… >>
<< Si sia sviluppato quando mi hanno trovata sotto i corpi dei miei genitori appena uccisi, inzuppata del loro sangue? Si, credo sia vero. >> rispose l’altra di getto.
<< Scusa… non volevo ferirti… non posso neanche immaginare come sia stato. >>
<< No. Non puoi. >> guardando la sua amica incupirsi il suo tono si addolcì, anche il suo risveglio non era stato semplice. << I primi tempi alla Cerberus sono stati molto duri. Poi fortunatamente ho trovato buone amiche che mi hanno aiutato ad andare avanti… >>
Alia sorrise. << E Shadow. >>
<< E Shad… NO! Ma che c’entra lui? >>

<< So che è sempre stato gentile con te, anche quando gli altri ti maltrattavano. E poi osi negare ancora dopo quello che hai fatto? >> rispose ormai ridendo.
L’altra si passo una mano sul viso.
<< Io lo odio. Lo odio per come mi fa sentire. E odio la biondina della Shibusen. E odio me. Tra poco odierò anche te se non la smetti. >>

 

Tra una battuta e l’altra arrivarono all’intersezione. Rima non c’era ancora.
<< Per una volta la ritardataria non sono io. >> Disse Alia per sdrammatizzare.
Attesero invano per qualche minuto, poi iniziarono a chiamarla, ma di lei neanche l’ombra. La piacevole sensazione di poco prima stava lasciando di nuovo spazio alla preoccupazione.
Dopo aver cercato di localizzarla di nuovo con la percezione dell’anima, Seyren si alzò dalla pietra dove si era seduta. << Percorriamo il tunnel da dove dovrebbe arrivare. >>
Procedettero lungo il percorso cercandola con ansia crescente.
<< Maledizione! >>
<< Che succede Ren? >>
<< Guarda qui. E’ il foro che ho scavato dall’altro lato con la spada. Dove diavolo è Rima? >>
Cercando con attenzione trovarono il punto da cui si era incamminata. Le tracce proseguivano fino ad un centinaio di metri dal punto d’incontro per poi sparire di colpo.
Frustrate, le due ragazze poterono solo ipotizzare con speranza che, data la mancanza di segni di lotta o sangue, la loro amica fosse stata portata nella “tana” della creatura. Molto probabilmente la stanza grande al centro dei tunnel.
Avendo perso la loro navigatrice decisero di procedere verso l’ultima direzione da lei indicata lasciando segni sulle pareti per non perdersi.
Camminarono per un bel po’ puntando le armi verso ogni minimo rumore, fino ad arrivare in un ambiente dal soffitto molto alto pieno di stalattiti e stalagmiti, con una grande pozza scura al centro. Per arrivare alla prossima galleria avrebbero dovuto percorrere la stretta circonferenza tra le rocce e l’acqua.
<< Non mi piace per niente. >> Mormorò Alia.
Procedettero schiena contro schiena, armi alla mano, sullo stretto passaggio, ma quando furono quasi dall’altro lato, la pietra sotto di lei cedette facendola quasi cadere ed agitando le acque sottostanti.
Agitate, rimasero immobili per qualche secondo.
<< REN! >>
Seyren fu spinta in avanti cadendo all’imboccatura del nuovo tunnel.

Sfruttando lo slancio si rimise in piedi con una capriola, voltandosi appena in tempo per vedere un enorme braccio fuoriuscire dalla pozza, inchiodando alla parete l’amica che l’aveva appena salvata.
Partì all’attacco con un colpo di taglio che avrebbe dovuto reciderlo in due, ma che attraversò l’aria senza incontrare alcuna resistenza. Il nemico sembrava essere del tutto intangibile, ma come faceva a tenere sollevata Alia?
Nel frattempo l’essere stava lentamente emergendo. Sembrava un’ ombra di fattezze umanoidi con braccia innaturalmente lunghe e muscolose.
Ipotizzando che potesse manipolare la densità del proprio corpo balzò verso la mano che imprigionava l’amica e scaricò una serie di affondi rapidi come una mitragliatrice senza riuscire ad ottenere alcun effetto se non uno strano tremore alle sue dita. Lo bloccò stringendo più forte la katana.
Alia nel frattempo si dibatteva nel tentativo di liberarsi. Cercava di mantenere la calma ma qualcosa le impediva di pensare chiaramente.

Il mostro la portò all’altezza della sua testa fissandola dai globi gialli che erano i suoi occhi e proruppe in una cavernosa risata.
Alla slayer quel suono entrò sotto la pelle provocandole un tremore incontrollato. Sentiva di dover fuggire altrimenti sarebbe successo qualcosa di orribile. Fissando quella bocca, seghettata come se l’avesse disegnata un bambino, fu assalita da un terrore che non ricordava d’ aver provato. Con un flash vide l’interno di una vecchia cassa, sentì lo strisciare degli insetti sulla pelle e le schegge di legno conficcarsi nelle sue dita di bambina nel tentativo di liberarsi. Udì le voci di altre bambine schernirla << Ben ti sta! >>, << Muori li dentro! >> e le loro risate mentre si allontanavano. Poi vide una stanza lussuosamente arredata. Le bambine tremanti aggrappate l’una all’altra ora non ridevano più, ma fissavano terrorizzate la sua mano sfavillante di energia dorata e sporca di sangue proveniente dalle unghie spezzate, dai tagli e dallo stomaco della ragazzina dal quale l’aveva appena estratta. La guardò a sua volta per poi passare al corpo che implorava aiuto ai suoi piedi. Infine, sentì se stessa lanciare un urlo disperato.


L’urlo rieccheggiò tra le pareti della grotta.

Mentre l’arco dorato ricompariva tra le sue mani, il mostro mollò la presa come se si fosse scottato.
Alia scoccò tre frecce in rapida successione che, di nuovo, non sortirono effetto e balzò accanto all’amica.
<< Come hai fatto a ferirlo? >>
<< Non ne ho la minima idea. >> rispose tremante e senza fiato.
Si divisero per evitare un pugno che impattò al suolo lanciando polvere e detriti ovunque.
Seyren sfruttò lo slancio per atterrare sul lato di uno stalattite e lanciarsi di nuovo all’attacco. Con un urlo diresse la lama verso la schiena del nemico ma vi passò attraverso come in un banco di nebbia. Nonostante se lo aspettasse dovette usare la spada per rallentare, scavando un lungo solco ed evitando così di sbattere contro la parete vicino all’uscita. Alia atterrò qualche metro più in la gridando.<< Dobbiamo andarcene! >>
Annuì e studiò l’ambiente della grotta. Avrebbe fatto crollare qualcosa per guadagnare il tempo di fuggire.
<< Ren… >>
Si voltò verso la compagna, rimanendo paralizzata.
Dall’oscurità dell’uscita dietro di loro spuntava un tentacolo d’ombra che terminava con il mezzobusto di una bambina. Il suo braccio trapassava lo stomaco di Alia da parte a parte.
Lei riuscì solo a mormorare << Ti prego… aiutami… >> prima di essere risucchiata nelle tenebre.
Partì come un fulmine in quella direzione con la lama crepitante di potere, ma fu raggiunta alle spalle da un manorovescio che la scagliò contro la parete.

Dolorante e folle di rabbia si rimise in piedi e, urlando, scatenò il suo potere.
Polvere e pietre cominciarono a cadere dal soffitto mentre le rocce si crepavano. L’aria si riempì di scariche cremisi.

Fissò l’essere negli occhi. Mostri come lui le avevano portato via la sua famiglia di sangue ed ora anche quella che si era creata stava svanendo. << Mi pregherai di concederti la morte. >>

Se solo quel tremore alle mani fosse cessato… le guardò, sgranò gli occhi e lasciò l’arma che cadde con un rumore metallico. Tutta la sua energia si disperse.
Erano completamente coperte di tagli e cicatrici.
Cadde in ginocchio non smettendo di fissarle. Alia e Rima erano sparite, era rimasta sola… e le sue mani… era tutto come allora.
Il mostro si avvicinava lentamente.
<< VAMPIRA! >>


Si guardò intorno. Chi aveva parlato?
Voltandosi di nuovo verso di lui vide che la caverna era scomparsa. Al suo posto c’era un laboratorio pieno di macchinari accesi. Varie persone osservavano in silenzio una pedana su cui si trovava una ragazzina dai capelli bianchi.
Una delle figure, quella con una cartellina ed una penna tra le mani, indicò il cristallo rosso ai piedi della piccola.
<< Raccoglilo. >>
<< Non voglio… Mi fa male… >>
Le sue mani gocciolavano sangue da tante piccole ferite.
<< Puoi resistere. Raccoglilo. >>
Riluttante lei lo prese e guardò il cubo d’acciaio posto sul piedistallo di fronte.
<< Taglialo. >>
<< No. >>
<< Devi farlo. >> uno degli schermi proiettò l’immagine di due persone su di un tavolo autoptico.
<< Guarda cosa hanno fatto ai tuoi genitori. Loro sono morti per proteggerti e tu non vuoi neanche sopportare un po’ di dolore per diventare in grado di vendicarli? Chissà cosa ne penserebbero. >>
Con le lacrime agli occhi strinse la pietra riversando in essa il proprio potere. Dopo qualche secondo impugnava una lunga katana.
<< Molto bene. Adesso taglialo. >>
Si mise nella posizione che le avevano insegnato e disse sommessamente << Risonanza dell’anima. >>
Dal manico fuoriuscirono tante piccole spine che si conficcarono nelle dita già martoriate incanalando il sangue lungo le scanalature ed il filo della lama facendola crepitare d’energia.

Il fendente che seguì divise il cubo in due metà perfette.
<< Fantastico. >> disse il dottore mentre scriveva qualcosa sui suoi appunti. << Procediamo con qualcosa dalla struttura ancora più solida… >>
Un flash e la scena cambiò. La ragazzina camminava per i corridoi dell’accademia Cerberus. Al suo passaggio molti degli altri studenti bisbigliavano tra loro.
<< Guarda, quella che combatte col sangue. >>
<< Ho sentito che ha bisogno di berlo. E’ una specie di vampira. >>
<< Certo che lo è! Guarda com’è bianca… e quegli occhi! Non è normale. >>

<< A me hanno detto che si taglia le mani da sola… >>

<< Io un morso me lo farei dare per “fare un giro” con lei. >>

<< E’ giorno. Starà tornando nella bara. >>
<< Vampira. >>
<< VAMPIRA. >>
Facendo finta di niente, con espressione fredda, lasciò dietro di se l’eco delle risatine.
All’epoca l’accademia era situata in una zona isolata nei pressi di un lago e fu sulle sue rive che si lasciò andare. Abbracciandosi le ginocchia scoppiò in un pianto incontrollabile.
Non era vero che beveva sangue. Era il suo che veniva risucchiato da quel potere che odiava.
E che colpa aveva se era nata albina come sua madre? Lei e papà adoravano il suo aspetto. Perchè erano dovuti morire?
<< Li odio… Li odio tutti! >>
Un leggero rumore la fece voltare di scatto. Ad una decina di metri da lei un ragazzo era in piedi sulla riva, con le mani in tasca. Il corpo era rivolto verso lo specchio d’acqua, ma la testa era voltata verso di lei e la fissava.
Seyren si asciugò gli occhi rapidamente. Aveva sbagliato ad aver dato per scontato di essere sola.
<< E tu che vuoi? Sei venuto a vedere se fossi a caccia di qualcuno da dissanguare? >>
Nessuna risposta.

Le lacrime ripresero a scorrere.
<< Allora? Hai così paura da non riuscire a parlare? Vattene via! >>

Del tutto incurante delle sue parole il ragazzo le si avvicinò. Il suo volto non lasciava trasparire emozioni. Si limitava a fissarla con due bellissimi occhi verdi.
<< Si può sapere cosa vuoi? >>
Con stupore lo vide togliere una mano dalla tasca per porgerla verso di lei.
<< Io sono Shadow. >>

 

Shadow.
Quel pensiero la riportò alla realtà.
Il mostro, che ormai torreggiava su di lei, stava lentamente sollevando una mano deciso a schiacciarla.
Sapeva di dover fuggire, ma non trovava la forza di alzarsi. Aveva combattuto fino alla fine per la sua vendetta senza riuscire a proteggere le sue amiche.

Pensò al ricordo di quella mano che le veniva offerta. << Avrei dovuto baciarti tanto tempo fa. >> e chiuse gli occhi.
Ci fu un orlo raggelante ed il rumore di pietre fracassate.
Improvvisamente con la mente più libera Seyren guardò il nemico agitarsi nervosamente, qualcosa l’aveva decisamente disturbato, inducendolo a girarsi dall’altra parte.
Raccogliendo la sua arma si alzò in piedi e notò due cose.

La prima: la creatura ora aveva un grosso buco all’altezza delle spalle.
La seconda: nella parete a qualche metro da lei si era appena conficcata, come un proiettile, una lunga spada nera.
Dopo qualche secondo, balzando tra gli ostacoli e l’ombra che cercava di afferrarlo atterrò anche il suo proprietario.
<< E tu che ci fai qui? >>
Shadow estrasse Apocalypse dalla pietra. << Vi ho seguite ovviamente. >>
Fece appena in tempo a mettersi in posizione di difesa per parare un pugno che lo trascinò qualche metro più in la.
La spada si illuminò di energia blu e lasciando una leggera scia tranciò quel braccio facendolo cadere al suolo ad agitarsi prima di tramutarsi in polvere nera che prese a vorticare in giro.
Quindi il ragazzo corse verso il mostro e, saltando, menò un fendente verticale che squarciò l’ombra in due.
Questa si fuse, trasformandosi un un tornado di polvere nera che imperversò per la stanza prima di gettarsi tra le acque da dove era venuto.
Incredula Seyren gli andò incontro. << Come hai fatto a ferirlo? >>
<< In che senso come ho fatto? L’ho colpito. Piuttosto, stai bene? Di solito uno così te lo mangeresti a colazione. E dove sono Alia e Rima? Ho seguito le vostre onde dell’anima ma le loro sono scomparse e la tua ha iniziato a calare improvvisamente. >>
Lei si controllò le mani, trovandole di nuovo normali, quindi spiegò velocemente la situazione. Era giunta a conclusione che tra quelle gallerie si nascondesse qualcosa in grado di far rivivere i ricordi più dolorosi.
<< Capisco. Non deve essere stato facile. >> Poi vedendola stringersi le braccia le poggiò una mano sulla spalla << Non è colpa tua… le troveremo. >>
Rimasero così per alcuni secondi finché la ragazza si ricordò della loro imbarazzante situazione.
<< Andiamo. >> Disse scostandosi e incamminandosi nella prossima galleria.
Camminarono per un po’ in silenzio, l’uno dietro l’altra, senza che accadesse altro. Ormai dovevano essere vicini alla loro meta.
La ragazza sentiva lo sguardo di lui su di se e voltandosi lo vide sorridere.
<< Perchè ridi? >>
<< Niente. Pensavo… >>
<< E a cosa staresti pensando di così divertente in questa situazione? >>
<< A te. >>
Si fermò. Poteva benissimo immaginare a cosa si riferisse.
<< Senti… Mi spiace per quello che ho fatto. Ho creduto che stessi morendo e quando ti ho visto… sono stata contenta… Ora non farti strane idee. E’ tutto qui. >>
<< A me non è dispiaciuto. >>
Il suo cuore perse un battito.
<< Ah… Bene… >>
<< Anzi… >> Disse lui passandole una mano tra i capelli. << Non mi dispiacerebbe rifarlo. >>
Con un brivido lei si ritrasse poggiandosi alla parete. << Che stai dicendo? Noi siamo HellDivers. Non possiamo lasciarci coinvolgere in queste cose. >>
<< Non mi sembra che gli altri ne facciano un problema. >>
La bloccò ponendo le braccia ai lati della sua testa, si avvicinò a sussurrarle all’orecchio << Sono sempre stato attratto da te… >> e la baciò sul collo.
Scioccata e col cuore che batteva a mille Seyren provo a spostarsi ma lui la trattenne.

Aveva fantasticato su qual momento ma invece di essere felice, sentiva crescere il disagio. Non era questo il momento. Non era questo il modo.
Con uno spintone riuscì ad allontanarlo.
<< Stammi lontano. Dobbiamo trovare Alia e Rima. A casa parleremo di questa cosa. >>
In un lampo le fu di nuovo addosso. << Le troveremo. Ma ora questo è più importante. >> Disse abbracciandola.
<< Fermo! >>
Ad occhi chiusi stava avvicinando le labbra alle sue. << La mia bella vampira… >> sussurrò.


Ci fu un lampo rosso. Shadow indietreggiò fissando la katana che lo trapassava.
<< Perchè? >>
Con le mani strette sull’elsa Seyren lo fissava con indicibile odio.
<< Chi sei? >>

<< Sono io… Shadow… >> gli abiti gli si stavano inzuppando di sangue. << Perchè l’hai fatto?.. pensavo mi volessi anche tu… >>
Una torsione della spada. Un grugnito di dolore.
<< Tu non sei lui... Lui non è il tipo da mettere da parte gli amici in pericolo... Lui non mi sarebbe saltato addosso in quel modo... E sopratutto lui non mi ha mai chiamata con quel soprannome. Te lo chiedo per l’ultima volta. Chi sei? >>
Il ragazzo fu scosso da risate che si fecero sempre più forti. Si raddrizzò, pose una mano sulla lama e la estrasse lentamente dal suo corpo.
<< Complimenti. Ci vediamo tra poco. >> disse fissandola da due globi gialli.
Esplose in un mare di tenebra che la inghiottì.


Ci fu solo buio per qualche secondo poi Seyren cadde dolorosamente al suolo.
Si trovava ancora nella grotta, in grande ambiente sempre illuminato dai baccelli verdi e pieno di quelli che sembravano essere bozzoli grandi come persone.
Un rumore di applausi attirò la sua attenzione. << Quasi nessuno riesce a combattere le mie illusioni. >> Disse una voce melliflua. << Quanta fiducia riponi in questa persona. >> Continuò uscendo dall’ombra. << Una persona a cui non è importato se hai attraversato mezzo mondo per stargli vicino mentre stava male. Ha preferito correre a salvare la sua amichetta bionda. >>
L’essere era un gigantesco ragno da cui spuntava un corpo dalle forme femminili ricoperto da peluria e scaglie. Lungo tutta la schiena dell’aracnide crescevano i baccelli verdi che avevano incontrato fino ad ora.
Immediatamente lei le puntò la spada contro.
<< Cosa ci hai fatto? Dove sono le mie amiche? >>
<< No, no,no vampirella mia. >> Rispose agitando il dito indice. << Non è così che ci si comporta. Sei troppo diretta. Non presti la dovuta attenzione alle tue sensazioni. Guardati! Così rigida! Non mi stupisce che il tuo ragazzo preferisca un’altra al tuo posto. Tuttavia sei riuscita a riconoscere la mia illusione, meriti di sapere come morirai al contrario di tutti gli altri qui. >>

Nel dir questo allargò le braccia ad indicare tutti i bozzoli presenti. Molti erano rotti ed al loro interno si potevano scorgere quelle che sembravano mummie, ma due in particolare sembravano recenti e pulsavano lentamente. Da ogni bozzolo partivano una serie di filamenti intrecciati che si univano a formare un unico fascio collegato al posteriore del mostro.
<< Vedi cara ragazza io sono Jorogumo. Ero solo una dei piccoli ragnetti sparsi per il mondo al servizio della strega Arachne. Molto tempo fa, mentre girovagavo come sua spia, mi imbattei in questa grotta e prova ad indovinare cosa vi trovai… no non puoi, certo. Mica sai leggere nelle persone come me. >> Disse con una risata. << Trovai un frammento del potere del primo Kishin! Ashura in persona aveva trovato riparo in questo posto per un breve periodo chissà quando! Me ne nutrii e crebbi. Crebbi saziandomi prima dei miei simili, poi di altri animali fino a risalire la catena alimentare. Ora siete voi il mio pasto preferito! Il vostro spettro emotivo ha una varietà di tutt’altro genere. Un vero buffet! La curiosità che suscita una grotta, il coraggio di esplorarla, l’euforia di una nuova scoperta! Adoro manipolarvi fino a tramutarle nella mia preferita. Il terrore. >>
Seyren balzò verso uno dei bozzoli pulsanti colpendolo con la katana. Non riusciva a percepirle ma era chiaro che Alia e Rima erano li dentro.
La lama rimbalzò sulla ragnatela. Sembrava composta da filamenti metallici morbidi ma estremamente resistenti.
Sentì un colpo alla gamba. La stessa sostanza ora la bloccava al suolo.
<< Quanta scortesia. D’altronde posso risultare logorroica lo so. Ma è così raro poter parlare con una delle mie prede! Di solito mi limito a risucchiare fino all’ultima goccia della vostra energia vitale da questi adorabili bozzoli. E’ qui che accade la magia! La neurotossina presente nelle mie uova, una volta inalata, mi mette in comunicazione con le vostre menti. Io posso leggere i vostri ricordi, farvi vivere i vostri desideri più intensi ed infine tramutarli nelle paure più profonde. Devo solo prelevarvi nel vostro stato confusionale, mettervi qui dentro e gustare lentamente la vostra mente che va in pezzi. >>

Si avvicinò alla ragazza fissandola dagli spaventosi occhi gialli.
<< Beh… a parte la tua. Non sai quante ne ho viste di ragazze innamorate. Quasi tutte cedono al desidero. Le poche che resistono cadono preda della disperazione quando vengono attaccate dalla persona amata. Ma tu no… Tu hai avuto talmente tanta fiducia da rischiare di ucciderla. >>
Seyren la fissava con glaciale freddezza.
<< Io non sono una ragazzina innamorata. Lui mi ha salvata… Mi ha accettata… io gli sono debitrice. E non basteranno le tue schifose illusioni a farmelo dimenticare. >>
Jorogumo si erse in tutta la sua altezza irritata dal suo tono.
<< Beh… questo lo vedremo. >>
Con uno sbuffo i baccelli sulla sua schiena riempirono l’ambiente di tossina.
La giovane fu assalita da violente visioni, in ognuna Shadow la feriva in qualche modo. Si sentì schernire, umiliare, colpire, trafiggere da un esercito di suoi cloni.

Si sforzò di rimanere calma, concentrandosi su di uno dei suoi ricordi più preziosi.


Da quel giorno al lago, si incontravano spesso, perlopiù si allenandosi. Era cosa rara trovare qualcuno al loro livello. Il ragazzo non le parlava molto, le cose che sapeva le aveva apprese dagli archivi. Quasi tutti gli allievi della Cerberus quando vengono iscritti scelgono un nuovo nome, a lui invece era stato assegnato a causa della sua anima particolare. Un essere in cui albergavano sia luce che tenebra... Un’ ombra... Shadow.
Era sempre calmo e composto in modo glaciale. Cortese, ma distante come se fosse su un altro pianeta, costretto a mantenere quello stato per non sbilanciare l’equilibrio precario della propria anima. Faceva parte degli HellDivers, l’elite della Cerberus e stava cercando, con scarsi risultati, di imparare ad usare l’altra metà del suo potere, l’onda anti-demone.
Fu alla fine di una sessione particolarmente impegnativa che successe. Stanca, aveva appena riposto il proprio cristallo dell’anima nel fodero alla cintura e si stava massaggiando le mani, ferite come sempre, quando notò il suo sguardo.
D’istinto cercò di nasconderle ma lui la bloccò.

<< Stanno ancora testando il tuo potere vero? >>
Dopo qualche secondo lei annuì.
<< Perchè non riesci ad accettarlo? >>
La vide voltarsi.
<< Io… lo odio… mi fa male... si nutre di sangue proprio come i mostri che hanno ucciso la mia famiglia... a causa sua sono diventata come loro… non so proprio perché tu mi stia aiutando invece di evitarmi come tutti gli altri. >>
Shadow sospirò e fece per andarsene, ma si fermò voltando solo la testa verso di lei.
<< Sai… io non la vedo così... Io sono un assassino. Tutto ciò che sono è legato alla morte… Il tuo potere invece viene dal sangue che ci da vita. Nel tuo sangue scorre anche quello dei tuoi genitori, quindi tu combatti traendo forza dalla tua vita e dalla loro… trovo che sia bellissimo. >>
Sconvolta girò verso di lui vedendolo sorridere per la prima volta da quando lo conosceva. Le fece un cenno e se ne andò, lasciandola li a piangere col suo cristallo stretto al cuore.

 

Aprì gli occhi e con un unico fendente provocò uno spostamento d’aria tale da disperdere la tossina.
Jorogumo indietreggiò leggermente << Impossibile! >>
Seyren la fissava con sguardo omicida. Gli occhi brillavano di luce cremisi.
<< Risonanza dell’anima. >>
Dalla spada spuntarono spine acuminate che le affondarono nelle dita senza farle alcun male. Da quella fatidica volta in cui aveva compreso la natura del suo potere gli aghi iniziarono a secernere un leggero anestetico che non le faceva avvertire dolore mentre succhiavano il sangue prima di ritrarsi, lasciando comunque la mobilità delle mani immutata. Anche le cicatrici erano man mano sbiadite fino sparire del tutto quando era diventata una HellDiver.
Le scanalature ed il filo si colorarono di rosso sprizzando scariche di potere.
Con un semplice gesto tagliò la tela che le imprigionava la gamba, poi a velocità appena percettibile squarciò i bozzoli dove erano le sue amiche.
Le due si svegliarono come da un incubo, confuse ed impaurite. Chiesero cosa stesse accadendo ma Seyren rimandò le spiegazioni.
<< Per ora mettetevi al riparo. Qui ci penso io. >>
Superato lo stupore Jorogumo caricò urlando con furia e sputando dalle fauci del ragno sotto di lei ammassi di ragnatela nel tentativo di immobilizzare la ragazza che li schivava o tagliava. Saltò, provando a schiacciarla con le enormi zampe, ma lei le evitò balzando all’altezza del suo corpo umanoide. Parò il fendente in arrivo con le scaglie sul braccio sinistro che si creparono perdendo sangue verdastro, mentre con le unghie della mano destra, ora lunghe come pugnali, tentò di squarciarla riuscendo solo a lanciarla verso una delle pareti.
Con una capriola lei atterrò sul muro ripartendo, rapida come un fulmine, all’attacco.
<< Bloody phantom slash! >>
In aria, lanciò tagli rapidissimi in direzione del nemico. Ad ogni movimento dalla punta schizzavano gocce di sangue che disegnarono striature cremisi su tutto il mostruoso corpo.
Jorogumo aveva visto quell’attacco nei ricordi della ragazza.

Fece appena in tempo ad urlare << NO! >> prima che lei, una volta atterrata, girasse la spada e ne colpisse la base dell’elsa con il palmo dell’altra mano.
In ogni punto bagnato dal sangue si aprirono squarci profondi come colpi diretti, facendo barcollare il mostro che crollò al suolo mormorando parole sconnesse.
<< Non è possibile… me la pagherete… me la pagherete cara! Io mi nutro di forza vitale, ma loro… loro sono carnivori… ANDATE FIGLI MIEI! >>
Come sbucati dal nulla decine di ragni grandi come cani di grossa taglia si lanciarono verso la slayer.
Respinse i primi con facilità, la katana saettava nell’aria infilzando e tagliando tutto quel che incontrava, ma il loro numero soverchiante era un problema. Con la coda dell’occhio ne vide uno saltare alle sue spalle. Fece appena in tempo ad alzare il braccio cercando di attutire il colpo prima che una freccia dorata perforasse il ragno. Altri attorno a lei furono freddati da colpi di pistola.
Alia e Rima balzarono al suo fianco e, con uno sguardo d’intesa, si lanciarono al contrattacco.
Perfettamente sincronizzate, le ragazze sfoltirono le fila nemiche in breve tempo. Seyren faceva da avanguardia abbattendo un mostro dopo l’altro. I proiettili lanciati dalle compagne la sfioravano senza mai colpirla uccidendo quelli che le si avvicinavano. All’improvviso un gruppetto si staccò dal resto dirigendosi verso loro due, ma Alia fu rapida a reagire. Colpì il primo con una freccia uccidendolo all’istante e lo usò come trampolino. Durante una capriola in aria divise l’arco dalle affilate estremità in due lame ricurve che affondò nel dorso del successivo.
Rima nel frattempo ne freddò altri due. Un terzo riuscì ad avvicinarla ma lei gli recise le zampe anteriori con la lama di una pistola, puntandogli l’altra proprio in mezzo agli occhi. Lo sparo ridusse la testa in poltiglia.
I pochi aracnidi rimasti cominciarono a battere in ritirata del tutto sordi agli ordini della loro madre.
<< Fermi… FERMI! NON POTETE LASCIARMI QUI! >>
Barcollando tentò di fuggire nella loro stessa direzione, ma un proiettile colpì una delle sue zampe facendola barcollare. Una alla volta tutte vennero immobilizzate.
Le ragazze si avvicinarono all’ormai morente bestia. << Hey Ren. Non ci ho capito molto ma credo che sia questa… cosa… la causa di quel che ci è successo, giusto? >> Chiese Alia.
<< Già… >> nel passarci accanto lei fece “distrattamente” scivolare la spada lungo il corpo peloso tagliandolo e causando un sibilo di dolore. << … si è nutrita delle nostre paure. >>
<< Interessante. Proviamo a vedere se oltre a mangiarla sa anche provarla. >>
E si, guardando quelle tre che la fissavano sorridendo come maniache omicide Jorogumo provò molta paura.

 

Stanche e provate mentalmente ci misero un bel po’ per ritornare all’uscita. Lungo la strada Seyren spiegò per bene cosa era successo.

<< Alia… quella bambina che ho visto… è quella dell’incidente vero? >>
<< Eh si… >> Rispose sospirando. << I miei avevano rifiutato di iscrivermi alla Cerberus, quindi frequentavo un collegio femminile. Lei era a capo di un gruppetto che per vendicarsi del mio bell’ aspetto e buona famiglia giunse a rinchiudermi, con la scusa di un gioco, in una cassa piena di insetti provocando il risveglio dei miei poteri… per poco non la uccisi… Rima tu cosa hai visto? >>
<< Perdonatemi… non mi va di parlarne. >> Disse abbassando lo sguardo.
<< Non preoccuparti. Se avrai voglia di parlarne saremo qui… piuttosto… Ren, tu che hai visto il periodo prima di fare la nostra inestimabile conoscenza, come hai fatto ad uscire dall’illusione? >>
Dannazione ad Alia! Era riuscita ad evitare quel punto fino ad ora.
<< Beh… mi è tornato in mente un ricordo che ha sconfitto la paura… >>
<< Aaaah… scommetto di sapere chi riguardava. >> Disse dandole un colpetto col gomito.
<< Finiscila! Se fosse stato così saresti dovuta uscire molto prima di me, visto il gran numero di spasimanti che hai. >>
La bionda rise.
<< Ren, mi trovano solo attraente. Vanno bene per flirtare, per essere amici, magari per uscire qualche volta al massimo. Quello che avete voi è diverso. Chi vi osserva se ne accorge. E un giorno ve ne accorgerete anche voi. >>

 

Era ormai sera quando finalmente uscirono. Dalla radio del suv Seyren inviò un messaggio alla base che l’accademia aveva istallato nei pressi di Death City dall’incidente col Death Breath.
Poco meno di un’ora dopo un elicottero da trasporto CV-22 Osprey interamente nero atterrò scaricando soldati e truppe speciali armate di lanciafiamme. I ragni rimasti non avrebbero avuto scampo. In pochi sapevano fare pulizia come la Cerberus.
Il comandante dell’unità, già completamente equipaggiato, andò da lei e si presentò facendo il tradizionale saluto militare. << Sergente Alan Spencer a rapporto Signora. Penseremo noi alla bonifica della zona. Il quartier generale comunica che potete rientrare. >>
<< Grazie sergente. Procedete pure. >>
Stava per sistemarsi al posto di guida quando Rima si offrì al posto suo dicendo di volersi distrarre un po’. Non si oppose, si sarebbe riposata. La giornata sembrava non voler finire mai e c’era ancora una cosa importante da fare una volta a casa.

 

Si svegliò col rumore della saracinesca del garage che si apriva. Smontarono tutte insieme ed entrarono nella villa. Al piano di sopra c’erano le loro camere. Rima e Alia avrebbero fatto una doccia per poi incontrarsi nella piccola stanza di sotto adibita ad infermeria, per le medicazioni. Seyren disse di non averne bisogno, le salutò ed entrò in camera sua. Si lavò velocemente poi, facendo meno rumore possibile, sgattaiolò sull’altro lato della casa dove si trovava la camera di Shadow. Maledisse mentalmente il proprio cuore che sembrava fare un rumore assordante e bussò.
Non ricevendo risposta, dopo qualche secondo ritentò, ma dall’altra parte ancora nulla.

Esasperata, provò ad aprire la porta lentamente e ci riuscì, infilando prima la testa vide che in camera non c’era nessuno. Il letto non era stato neanche toccato.
<< Ma dove diavolo è? Perchè deve essere tutto così difficile? >>
Escluse il piano di sotto. Quando erano entrate non avevano visto luci accese, quindi vagò tra le stanze adiacenti e poi al piano di sopra. Lo trovò sul terrazzo che affacciava verso la città.
Dormiva steso su uno dei lettini di plastica bianca che aveva comprato Alia per prendere il sole e, cosa strana vista l’ora, era vestito come se dovesse partire in missione. Uno degli auricolari che aveva alle orecchie era caduto e suonava la versione cantata da David Dreiman di The sound of silence. Su di un tavolino vicino il suo portatile era aperto sulle playlist personali ma chiusa in background c’era la schermata della rete privata Cerberus.

Curiosa, cliccò sul pulsante per riaprire la finestra. Shadow stava consultando il rapporto della missione da cui erano appena tornate. C’erano solo i dati di inizio, la squadra assegnata e la dicitura “Completata. Bonifica in corso.” che era stata aggiunta quando avevano avvertito la base, l’indomani avrebbero dovuto aggiornarlo con la loro relazione sull’accaduto.
Sorridendo, rimise tutto come prima e si fermò a guardare il suo viso addormentato sussurrando << Cretino. >>
Non vedendole tornare da quell’incarico apparentemente semplice, era rimasto ad aspettare notizie o una possibile richiesta di soccorso, già pronto a partire. Probabilmente se avessero tardato ancora se lo sarebbero ritrovato nella caverna.
Diede un calcio ad uno dei piedi del lettino facendolo cadere di lato insieme al suo occupante che si svegliò imprecando. Era già capitato che gli facesse dispetti del genere quando era irritata per qualcosa, ma ora stava solo dormendo!
<< Ren? Ma che ti passa per la testa? >> Poi, vedendo le ferite sul corpo della ragazza. << Stai bene? >>
<< Si, è solo stato più impegnativo del previsto. Tu invece che ci fai qui fuori? >>
Lo vide lanciare una veloce occhiata al portatile.
<< Non avevo molto sonno… Ascoltavo musica… finché una certa lunatica ha ben pensato di farmi rotolare sul pavimento. >>
Lei fece un gesto di noncuranza << Certo, certo… senti… in questi giorni le cose si sono fatte strane… quindi volevo parlare di quello che è successo… >> il cuore sembrava volerle saltar fuori dal petto << ...mi sono resa conto di non averti mai ringraziato per… ecco… quello ce hai fatto per me agli inizi… sei stato il solo a starmi vicino prima di trovare Alia e Rima, quindi... è questo che era… un ringraziamento… >> Dio che scusa stupida.
Anche lui sembrava a disagio. << Beh… di certo è un modo singolare di dire grazie… ma non ne hai bisogno Ren. So bene come ci si sente a odiare se stessi ed in quel periodo mi ricordavi molto me stesso. Solo che, al contrario di me, tu non ne avevi motivo. >>

<< Neanche tu ne hai. Sei una delle persone migliori che conosca. >> rispose lei provocandogli una leggera risata.
<< Hai un serio bisogno di conoscere gente nuova allora. >>
<< Sono seria! Quante vite hai salvato fino ad ora? Quante volte hai rischiato la tua per farlo? >>
Shadow sbuffò scocciato. Avevano già avuto discussioni come quella più volte.
<< Lo sai che il mio potere è instabile. Mi sussurra di rimuovere ogni minimo fastidio nel modo più brutale possibile. Sono come una bomba ad orologeria sempre pronta ad esplodere! Ed ora che sono in grado di usare anche l’onda anti-demone ti chiedo… Sarai ancora in grado di mantenere la promessa che mi hai fatto? >>
Parò lo schiaffo in arrivo appena in tempo.
<< Cerchiamo di non farla diventare un abitudine. >> Disse gelido.
Seyren era fuori di se, la scena in cui lo trapassava con la sua spada le vorticava nella mente.
<< Tu! Tu sei sempre così! Non capisci niente! Vuoi sapere se ne sono ancora capace? Ebbene si! Manterrò la parola! Se mai sorpasserai il limite ti troverò e ti ucciderò con le mie mani! >>
Confuso da quella reazione spropositata Shadow la trattene per le spalle.
<< Calmati e ascolta perché non lo ripeterò… se sono arrivato fino ad oggi… se sono diventato più umano… lo devo alla promessa che mi hai fatto quando mi risvegliai dal primo death breath… Io posso stare tranquillo perché ci sei tu a tenermi d’occhio. >>
Calmandosi Ren lo fissò negli occhi. La teneva ancora stretta per le spalle e, per qualche assurdo motivo, anche le sue mani sembravano smaniare dal desiderio di abbracciarlo.
Fu con la testa completamente in tilt che lo udì sussurrare << Ren… giusto come informazione… >>
<< Si… >>
<< Per caso stai per baciarmi ancora? >>
Con uno spintone lo fece inciampare nel lettino facendo di nuovo ruzzolare entrambi.
<< Vai al diavolo! >> Urlò andandosene sbattendo la porta del terrazzo.
Ancora steso a terra Shadow mormorò << Peccato… >> sorridendo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=635873