Lo strano caso di Jack lo Squartatore

di Amrita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una bella giornata e il mio amico Holmes stava suonando il violino. Lo ascoltavo  ad occhi chiusi, seduto nella mia poltrona. Era un po' di tempo che non aveva un caso per le mani, e avendo abbandonato da tempo e non con poche difficoltà la cocaina, non faceva altro che suonare il suo amato Stradivari, cimentarsi nei suoi esperimenti e leggere con interesse i libri più noiosi esistenti in circolazione.
Presi il giornale dal tavolino e lo lessi pigramente. Alcune righe attirarono la mia attenzione. C'era stato un omicidio. Rilessi il tutto più attentamente e sembrava che il caso fosse fatto apposta per Holmes, che aveva preso a fumare la sua pipa.
« Holmes, ha letto il giornale di oggi? Sembra che ci sia stato un omicidio a Buck's Row. »
« Ma non mi dica. E chi è la vittima? »
« Una certa Polly Nichols, una prostituta. »
« Ci sono sospettati? »
« Nessuno, Holmes. »
Holmes, prese il giornale svogliatamente e lesse le poche righe a proposito dell'omicidio.
« Mio caro Watson, la ringrazio per l'assiduità con la quale lei ricerca una lavoro per me, ma il caso che mi propone sembra fin troppo facile. Stando ai fatti, la mia prima impressione è che un pazzo o un ubriaco abbiano attaccato molto brutalmente la signorina. Tuttavia ci sono alcuni aspetti che non riesco a comprendere e molte delle nostre avventure più intriganti avevano l'aria di essere casi semplici e fin troppo banali. »
« Non c'è nulla di più vero, Holmes. Allora, cosa facciamo? »
Holmes raggiunse rapidamente l'attaccapanni senza darmi una risposta e indossò il cappotto. Poi si girò a guardarmi.
« Allora, Watson? Cosa ci fa ancora lì impalato? Si sbrighi, amico mio. Nel frattempo cercherò una carrozza. »
« La nostra meta è il luogo del delitto, immagino. »
« Poche ore dopo il fattaccio? No, Watson, ci sono troppi curiosi. Andremo al distretto di polizia di Whitechapel ».
Detto questo scese in strada ed io mi affrettai a seguirlo.

******


Arrivammo a Whitechapel e Holmes si guardò intorno con uno sguardo superiore ed un espressione leggermente disgustata: non amava affatto quel quartiere e aveva la convinzione che gettasse Londra in cattiva luce.
Chiedemmo indicazioni ad un uomo e raggiungemmo la Stazione di Polizia. Quando entrammo, ebbi una terribile impressione di quel posto: era molto disordinato e decisamente sporco. C'erano persino degli abiti e delle scarpe messe ad asciugare davanti ad una stufa.
Lo feci notare a Holmes che sembrò non farci caso. Attraversò la stanza con un paio di passi e richiamò con un colpo di tosse l'attenzione del poliziotto che leggeva pigramente dietro la scrivania e alzò gli occhi dal suo giornale svogliatamente.
« Prego, signore, ha bisogno di qualcosa? »
« Veramente sì. Il mio nome è Sherlock Holmes, e il signore qui presente è il dottor Watson. Avremmo necessità di guardare i rapporti da voi stilati riguardo all'assassinio di Polly Nichols. »
« Sherlock Holmes, dite? Questo nome non mi è nuovo. Ma certo, lei è il celebre detective! Siamo onorati e sollevati al pensiero di averla qui, perchè questo delitto ci sta dando non pochi rompicapi » disse il poliziotto ridendo nervosamente « Tuttavia sono dispiaciuto di informarla che la cartella con il resoconto è andata persa. »
Holmes assunse un espressione di stupore e rabbia che fecero sprofondare il poliziotto nella sedia dove era seduto.
« Come sarebbe a dire "persa"? Spero che lei stia scherzando. »
« Assolutamente no, signor Holmes. Vede, il poliziotto incaricato di portare qui la cartella è dovuto accorrere a sistemare una rissa in strada e perciò ha dovuto poggiare la valigetta a terra. Putroppo quando fece per riprenderla, la valigetta era sparita. Evidentemente qualcuno l'ha rubata. »
Holmes indossò di nuovo la sua maschera di impassibilità, ma io vedevo chiaramente che era turbato per l'incompetenza di quei poliziotti.
« Si lasci dire che è stato uno stolto a farsi rubare la borsa, signor...?»
« Humphries, signore » disse il poliziotto con un espressione di sincero sbalordimento. « Ma come fa a sapere che...»
« Lasci perdere. » disse bruscamente Holmes.
« Watson, rimanga qui per cortesia. Sarò di ritorno fra poco. »
Io lo guardai attonito mentre chiudeva la porta alle sue spalle, ma mi sedetti su una sedia e aspettai.
Come da lui previsto, Holmes torno dopo una ventina di minuti con una borsa in mano, che sbattè pesantemente sulla scrivania.
« Avanti, la apra. » disse il mio amico, indicando la serratura a combinazione che chiudeva la valigetta.
« Ma signor Holmes, io non so la combinazione. »
Holmes tirò un sospiro nervoso e osservò per un attimo la serratura.
Girò con sicurezza qualche manovella e si sentì un Click.
Aprì la borsa e ne tirò fuori il contenuto davanti allo sguardo del poliziotto, che era rimasto semnza parole.
« M-ma signore, se sapeva la combinazione perchè ha chiesto a me di aprirla? »
« Io non sapevo la combinazione. L'ho dedotta. Vede questi graffi vicino alle manovelle? Bene, se osserva meglio noterà che non sono solo graffi, ma numeri, che indicano quale dev'essere la posizione delle manovelle. Elementare. »
Holmes lasciò il poliziotto ad osservare la borsa e si avvicinò a me leggendo l'autopsia.
Poi chiuse la cartella e la mise sulla scrivania.
« Bene, Watson, non abbiamo nient'altro da fare qui. Buona sera, Humphries. »
« Arrivederla, signor Holmes. »
Uscimmo e salimmo in una carrozza, verso Buck's Row.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quando arrivammo Holmes non scese subito dalla carrozza, ma rimase fermo a guardarsi intorno. Poi scendemmo e ci avvicinammo alla scena del delitto. Il cadavere era stato rimosso. Tuttavia Holmes sembrava sicuro che quello fosse il punto esatto.
Probabilmente notò il mio sguardo disorientato, perchè mi porse dei fogli.
« Ma Holmes, questa è la cartella del caso della polizia! »
« Esattamente, Watson » mi rispose senza disogliere gli occhi dalle macchie di sangue sul muro e sul marciapiede.
« Non avrebbe dovuto...»
« Prenderle? Lei ha ragione Watson, ma non sarebbe stato peggio se i documenti della polizia arrivassero nelle mani di un giornalista pronto a tutto pur di pubblicare un articolo?»
« Sì, ma... Holmes, insomma!»
« Watson, la prego: sto lavorando.»
Allora mi rassegnai rammentando che il mio amico Holmes sapeva essere veramente testardo. Mi avvicinai alla luce del lampione e lessi i fogli. L'autopsia era molto chiara, e recitava il seguente testo:

 

Autopsia di Polly Nichols.
31 agosto 1888.
Firmata dal Dott. Henry Llewellyn (chirurgo):
Il collo presenta due tagli, realizzati da sinistra verso destra, che attraversano la trachea, la gola e la spina dorsale. La parte inferiore dello zigomo destro riporta un livido, probabilmente causato dalla pressione di un pollice. Un livido simile è presente anche sullo zigomo destro. L'addome è stato aperto dalla regione inferiore della cassa toracica, sulla parte destra, sotto la pelvi e verso la parte sinistra dello stomaco, con un taglio a zig-zag: la bocca dello stomaco è stata anch'essa tagliata in più punti ed i genitali hanno ricevuto due pugnalate, realizzate apparentemente con un coltello dalla lama affilata; supponiamo che l'aggressore sia mancino. La morte ha avuto luogo quasi istantaneamente.


Rabbrividii pensando a quale mente demoniaca poteva mettere in atto delle simili crudeltà contro un altro essere umano. Una donna, per giunta.
Gli altri fogli del fascicolo erano foto del cadavere della vittima, che guardai con ribrezzo e orrore.
« Watson, sta bene? Avrei bisogno del suo aiuto. Vede, per sapere esattamente come si sono svolti i fatti, è necessario ricostruire la scena. Venga qui, per favore.»
Holmes stava in piedi, nel posto dove era stata uccisa la giovane. Mi avvicinai. Holmes raccolse un po' di fango e me lo spalmò su alcuni punti del mio viso.
« Holmes! Ma che diavolo fa?»
« Si rilassi, amico mio, si rilassi. Ho bisogno di punti guida.»
« Punti guida per cos...»
Holmes non mi lasciò finire la frase e mi chiuse la bocca premendovi sopra la mano e stingendo l'altra attorno al mio collo.
« Per ricostruire i fatti, Watson. Ora si accasci a terra per favore. Perfetto. Il taglio dev'essere stato fatto con la mano sinistra. Tuttavia è stata strozzata con l'altra mano, perciò non posso dedurre se l'assassino sia mancino o destro. Bene, ottimo lavoro Watson. Sarebbe un ottimo attore, molto convincente. Beh, cosa fa ancora a terra? Torniamo a Baker Street.»
Mi rialzai e secuii Holmes con i nervi tesi, ma lui sembrava pensieroso tanto che per tutta la durata del viaggio di ritorno non fece altro che scribacchiare sul suo quaderno degli appunti.
Il giorno dopo ci giunse notizia che era stato accusato un certo "Grembiule di Cuoio". Holmes uscì presto e tornò la sera con un'aria che non faceva presagire novità.
« Allora, c'è qualche notizia da Whitechapel?»
Il mio amico borbottò qualcosa a proposito di un errore e poi si ritirò nella sua stanza.

 

******

Holmes rimase chiuso nella sua stanza per quasi una settimana, uscendo solo per comperare il giornale ogni tanto.
L'8 Settembre, finalmente, ci furono degli sviluppi: un nuovo assassinio che portava la firma dello stesso criminale di Buck's Row.
Volevo essere io a portare la notizia ad Holmes: sapere qualcosa che lui non sa è gratificante ogni tanto.
Quando entrai nel nostro appartamento, però, appresi che nemmeno quel giorno sarei riuscito a sapere qualcosa più di lui. Holmes non c'era ma per me aveva lasciato un biglietto con il quale mi comunicava di raggiungerlo al più presto possibile al 29 di Hansbury Street ed io mi affrettai a recarmi sul posto.
« Watson! » mi disse Holmes, venendomi incontro « Finalmente ci ha raggiunti. Fortunatamente non hanno ancora rimosso il cadavere e lei ha l'opportunità di dargli un occhiata e analizzarlo. Non le sembra meraviglioso? » continuò, trascinandomi nel cortile interno di una casa.
Mi indicò il cadavere, coperto da un telo bianco che tolse, facendomi rimanere sconcertato. Leggere un autopsia di uno scempio e vederne i suoi reali effetti erano due cose assolutamente differenti. Mi chinai sul corpo e osservai i tagli e i lividi, ma soprattutto il taglio che attraversava tutto il corpo della povera donna.
« Holmes, questo è veramente terribile. »
« Certo, Watson, ma potrebbe per favore fare un'analisi più accurata del corpo, segnalandomi l'eventuale mancanza di qualche organo?»
« Certamente, certamente... ».
Ispezionai rapidamente il cadavere e notai che mancavano gli organi genitali della donna.
« E' stato asportato l'utero! Holmes, quale diavolo farebbe una cosa del genere? »
Il mio amico, però, sembrò non sentire questa mia ultima domanda e si limitò a scarabocchiare qualche appunto sul suo quaderno.
Poi fece un rapido giro per il cortile, segnalando la presenza di un grembiule di cuoio a terra. Si avvicinò ad una piccola costruzione in legno, che in seguito scoprì, grazie all'odore, essere la latrina. Si allontanò disgustato « Oh, dubito che qualcuno si naconderebbe li dentro.»
Passavano i minuti e la folla di curiosi accresceva e noi decidemmo di passare dalla polizia di Whitechapel.
« Oh, signor Holmes! Dottor Watson! Ci portate qualche novità? »
« Non molte, signor Humphries, però mi dica: ci sono state testimonianze? »
« No, signore. Ovvero sì, ma il mio collega le ha buttate perchè "prive di contenuto e informazioni" »
Holmes sbuffò e poi, indicando il cestino, disse « Sono li dentro, spero.»
« Sì, signor Holmes »
A quelle parole il mio amico raggiunse il cestino e ci mise le mani dentro senza pensarci due volte. Ne tirò fuori dei pezzì di carta sgualciti ma in buono stato e li posò sulla scrivania del poliziotto, leggermente schifato. Ricompose il foglio, gli diede un occhiata e se lo mise in tasca per poi uscire dalla stazione senza alcun saluto.
« Andiamo a casa, Watson, dobbiamo schiarirci le idee.»

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