Hazy Shade of Winter di Hyperviolet Pixie (/viewuser.php?uid=4157)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Love kills routine [pt. 1] ***
Capitolo 2: *** Love kills routine [pt. 2] ***
Capitolo 3: *** Love kills routine [pt. 3] ***
Capitolo 1 *** Love kills routine [pt. 1] ***
Hazy
Shade of Winter
“L'amore
uccide la
routine, che si vendicherà uccidendo
l'amore.”
Roberto
Gervaso
Draco
Malfoy si svegliò quella mattina di quel freddo 25 dicembre
con un
gran bel mal di testa, uno di quelli che quando arriva non riesci a
scacciarlo nemmeno con la pozione antiemicrania più potente
conosciuta. Era passato ai farmaci babbani ben sapendo che in quel
caso avrebbero funzionato decisamente meglio che un infuso di menta,
valeriana e semi di girasole, tanto per citare gli unici ingredienti
commestibili del preparato.
Soffriva
di forti emicranie fin da piccolo e sua madre le aveva provate tutte
per trovare un metodo per recare un po' di sollievo al suo
preziosissimo figlio.
Ingoiò
una delle pastiglie che nascondeva nel doppiofondo del baule ed
aspettò pazientemente che facessero effetto prima di
iniziare la sua
routine quotidiana.
Il
primo passaggio, comune a tutti per il quieto vivere, consisteva
nella toeletta mattutina seguita a ruota dal vestirsi e recarsi a far
colazione. Era sempre il primo del suo anno in Sala Grande la mattina
per un semplice motivo: doveva essere il primo a usare il bagno ogni
mattina.
Aveva
cercato, invano, di ottenere un bagno personale, l'avrebbe pagato un
mare letterale di galeoni, ma niente. Non era riuscito ad ottenerlo e
lui otteneva sempre quello che voleva. In alternativa aveva deciso,
in totale disaccordo con gli altri del suo anno, che sarebbe stato
lui il primo a usufruire del bagno, in ogni caso.
Persino la domenica mattina, se qualcuno si fosse svegliato prima di
lui (cosa insolita però, dal momento che Draco era un tipo
fin
troppo mattiniero) avrebbe dovuto aspettare che il principino
si svegliasse
e facesse con
comodo.
L'intero
dormitorio si era rassegnato alla cosa, eccezion fatta per Blaise
Zabini che, quando ancora aveva l'ingenuità dettata dalla
giovane
età di undici anni, osò sfidare Draco per il
bagno. Risultato?
Talmente sconvolgente che dopo anni Blaise lo custodiva come un
segreto. E Draco Malfoy aveva ottenuto il duplice risultato di avere
un bagno interamente per sé la mattina e aveva smorzato gli
animi di
chiunque osasse ancora sfidarlo.
Che
il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti,
quadri e statue compresi.
«Buongiorno,
Draco. Buon Natale.» la voce ancora impastata dal sonno di
Daphne
Greengrass lo raggiunse mentre stava per varcare la soglia del
dormitorio per recarsi in Sala Grande.
Più
che sorpreso la vide scendere dal letto di Theodore Nott mentre il
ragazzo continuava a russare allegramente partecipando al coretto
sinfonico diretto da Tiger e Goyle, maestri d'eccezione.
«Daphne.»
ricambiò il saluto riavendosi completamente dalla sorpresa.
Non era
raro che la ragazza si fermasse a dormire nel loro dormitorio quando
non riusciva più a sopportare la compagnia delle altre
ragazze. A
dispetto di ciò che pensava però Pansy Parkinson,
conosciuta da
tutti per avere sempre qualcosa di cattivo da dire, in
quell'abitudine non albergavano né malizia né
altro. Daphne non lo
faceva perché era una gatta morta con tanto di
riconoscimento,
altrimenti, come aveva più volte ribadito, sarebbe potuta
andare
tranquillamente altrove dal momento che Hogwarts era piena di aule in
disuso e Gazza, come ogni essere umano, dopo una certa ora filava a
dormire il sonno meritato dei giusti, secondo lui. Senza contare poi
la Stanza delle Necessità che molto spesso si trovava a
dover
assecondare le necessità carnali di molti studenti.
Era
da un po' però che Daphne aveva scelto il letto di Theodore
Nott a
scapito di quello di Zabini. La ragazza aveva addotto a una scusa
semplice e, a sua detta, efficace: Theodore Nott era fin troppo
magro, diversamente da Zabini che aveva il fisico possente da
combattente, e quindi nel suo letto ci stava alla perfezione.
«Stai
salendo a mangiare?» chiese, ma ormai Draco aveva richiuso la
porta
dietro le sue spalle. No, lui non permetteva a Daphne di dormire con
lui e nemmeno di sconvolgergli la routine quotidiana. Lui si recava
in Sala Grande da solo, non voleva compagnia di nessun tipo.
E
figurarsi che non era un tipo scaramantico, diceva solamente di
volersi trovare un po' di spazio personale prima che venisse
ingombrato dalla presenza costante di Tiger e Goyle.
E
fu così anche quella mattina di Natale, ma la sua routine
venne
subito spezzata da un'altra ingombrante presenza.
Pansy
Parkinson era piccola e minuta e, fino a che non apriva bocca, poteva
passare per una spaurita ragazzina del terzo anno. Era quel suo
aspetto così fragile, unito al fatto che ai tempi era
l'unica
ragazza con cui aveva confidenza, ad averlo spinto ad invitarla al
Ballo del Ceppo due anni prima.
«Buon
Natale, Draco.» gli augurò sedendosi affianco a
lui e afferrando la
prima fetta biscottata a portata di mano, la stessa che Draco aveva
adocchiato ma, per puro spirito cavalleresco, decise di soprassedere.
«
Buon Natale anche a te.» le augurò di rimando.
«Daphne
ha dormito da voi?» gli chiese cominciando a imburrare la
fetta
biscottata. Draco decise di soprassedere ancora sul fatto che il
burro era lo stesso che stava per afferrare lui.
«Avevi
dubbi?» le domandò con aria pensierosa cercando di
prendere la
marmellata di fragole che invece fu intercettata dalla ragazza.
«Beh,
poteva essere dappertutto
con
chiunque.
Lo sai meglio di me.» gli disse con un tono più
sarcastico che
scherzoso lasciando intendere più cose di quante il ragazzo
volesse
capire. Draco la osservò col sopracciglio inarcato in
un'espressione
più che scettica. Sì, era capitato anche a lui di
trovarsi da
qualche
parte con
Daphne
Greengrass
ma pensava che la ragazza si fosse tenuta tutto per sé.
Pansy,
quasi intuendo quello che si agitava per la testa del ragazzo,
aggiunse pensierosa: «A Daphne piace vantarsi e adora
raccontare i
particolari. Ha parlato bene di te, tranquillo.» e concluse
la frase
con la stessa placidità con cui gli avrebbe letto l'oroscopo
o
parlato del tempo atmosferico.
Tra
parentesi, si profilava un periodo perfetto in ambito sentimentale e
lavorativo per i Gemelli secondo l'oroscopo della Gazzetta, non che
lui lo leggesse, sia chiaro.
Draco
non provò nemmeno a smentire e sperò solamente
che quella
conversazione fosse giunta a un punto morto.
«Da
chi ha dormito questa volta?» domandò curiosa
addentando la fetta
biscottata e facendogli capire che l'argomento
“Daphne” era ben
lungi dall'essere concluso.
«Theodore.»
Pansy
lo fissò, scettica, con quello che rimaneva della fetta
lasciato nel
piatto, dimenticato.
«Strano,
le ho sentito dire più di una volta che dormire con lui
è come
dormire abbracciando un manico di scopa. Un manico di scopa che
russa, sia chiaro.»
***
Sperare
che Draco Malfoy ricambiasse i suoi auguri di Natale era stato quanto
di più stupido avesse potuto pensare di ottenere. Era
già troppo
che avesse ricambiato il suo saluto. Aveva anche provato a chiedergli
se poteva aspettarla per andare a far colazione insieme, ma lui non
l'aveva nemmeno fatta finire che già era scomparso dietro
alla porta
del dormitorio.
Con
un sospiro teatrale e l'aria affranta di un'eroina di una tragedia,
si alzò in piedi e si stiracchiò assomigliando
vagamente ad un
gatto indolenzito. Dormire con Theodore era quanto di più
scomodo ci
fosse, ma era l'unico modo che aveva per poter stare vicino a Blaise
e fargliela pagare allo stesso tempo. Quando il ragazzo era andato a
dormire, lei era già lì, intenta a far le fusa
all'altro suo
compagno.
Blaise
con un'espressione di disgusto dipinta sul volto si era coricato sul
suo letto e con un colpo di bacchetta aveva richiuso le tende
talmente forte da farle quasi staccare.
In
quel modo aveva ottenuto la prima reazione di quella che lei si
ostinava a definire gelosia che il serpeverde le avesse mai mostrato
apertamente.
E
quella mattina del 25 dicembre, Daphne si svegliò
leggermente
soddisfatta nonostante tutto.
Blaise decise di aprire gli occhi
nello stesso momento in cui Daphne, agghindata di tutto punto, usciva
dal bagno della camera. Gli lanciò un'occhiata oltraggiata e
Blaise
per un solo momento si chiese cosa passava per la testa della
ragazza. Per
un solo
momento.
«Buon
Natale, Zabini.»
Blaise
non si chiese nemmeno il perché di tutta quella freddezza.
Daphne
era fin troppo criptica per lui e già, in passato, aveva
perso ore
di sonno pensando a qualche sua frase lasciata volutamente a
metà.
A
Daphne piaceva fin troppo non essere capita e lui, una volta compreso
tutto ciò, aveva semplicemente smesso di cercare di capirla.
Dopo
poco aveva avuto i primi risultati: lei aveva scelto di tormentare
Theodore, per la felicità dello stesso.
A
Daphne piaceva tanto non essere capita e Theodore adorava gli enigmi.
Quei due erano perfetti, a suo modesto parere, e Blaise non voleva
mettersi tra loro per nessuna ragione al mondo anche se i loro scambi
pubblici di affetto lo disgustavano tanto da non riuscire ad esimersi
dal rinfacciar loro quelle effusioni.
Mai,
nemmeno per un istante gli era passato per la testa che forse la
ragazza aveva una cotta per lui. Cotta perfettamente segreta agli
occhi di tutti tranne a quelli attenti di Pansy Parkinson.
«Buon
Natale, Daphne.» rispose agli auguri prima di stiracchiarsi.
Con
un sorrisetto compiaciuto, Daphne uscì dal dormitorio
diretta in
Sala Grande per la prima colazione.
__________________
Angolino
dell'autrice:
devo specificare che ho scritto questa storia pensandola come oneshot,
salvo poi decidere di spezzarla in due dato che i capitoli troppo
lunghi mi danno un vago senso di ansia, non so perché.
Che la routine viene spezzata dall'amore è un dato di fatto.
Niente rimane come prima nel momento in cui il nostro cuore decide di
non appartenerci più. Ecco, quindi Malfoy in questi due
capitoli (o forse tre? o.o ancora non lo so) sarà costretto
a combattere tra un sentimento nascente e il desiderio di tornare alle
sue abitudini malfoyesche. Ci riuscirà?
Nel frattempo non sono riuscita a trattenermi dall'infilarci in mezzo
una side story, quella tra Blaise e Daphne, coppia concepita solamente
grazie alle fanfictions di Savannah (un must del fandom, oserei dire.
Rapidamente questi due personaggi però hanno deciso che non
volevano essere rilegati a personaggi secondari, quindi
-voilà!- ecco il loro spazio! Per sicurezza, ho messo tra gli avvertimenti OOC.
In ogni caso mi sto dilungando fin troppo.
Fatemi sapere che ne pensate,
Fay :)
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Capitolo 2 *** Love kills routine [pt. 2] ***
Hazy
Shade of Winter
"L’alcol
è come l’amore: il primo bacio è
magico, il secondo è intimo, il terzo è routine.
Dopo di che, spogli la donna e basta."
Raymond Chandler
Se
fosse stata una normale mattina di lezioni, la routine di Draco
avrebbe previsto le stesse seguite dal pranzo, ma in quel frangente
vacanziero il suo piano quotidiano comprendeva l'andare in giro per
il castello a terrorizzare i primini di Tassorosso. Finita la
colazione sperò di poter riprendere le sue abitudini
mattutine
spezzate dalla strana voglia di Pansy di fare una conversazione
logica con lui, eppure c'era qualcos'altro che non andava. Tiger e
Goyle non erano ancora saliti a mangiare, stranamente. Senza di loro
non avrebbe potuto fare granché.
«Ma
si può sapere che hai oggi?» sbottò
Pansy infastidita attirando su
di sé gli sguardi curiosi dei pochi commensali mattinieri
come loro.
In quel mentre, Daphne Greengrass fece la sua comparsa in Sala Grande
e si sedette di fronte a loro, facendo loro gli auguri, che entrambi
ignorarono scatenando la sua più completa
perplessità.
«Come
mi starei comportando? Sentiamo.» la invitò Draco
con il suo solito
tono strascicato.
«Sei
nervoso!» esclamò risentita Pansy.
«Yuhu,
ci sono anche io!» esclamò Daphne con la voce
seccata di un'ottava
più alta del normale. L'unico risultato che ottenne fu una
duplice
occhiataccia. Alzando le spalle decise che essere ignorata era meglio
che venire scuoiata viva dai due. E in quel frangente aveva molta
più
paura di Pansy che di Draco.
Che
il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti,
quadri e statue compresi.
Inutile
dire che a Draco stava tornando il mal di testa.
«Ti
ho permesso di avere la mia
fetta
biscottata, il mio
burro
e la mia
marmellata,
oltre che alla mia più completa attenzione mentre parlavi di
Daphne
e cosa...»
«Parlavate
di me?» si intromise la ragazza citata venendo nuovamente
degnata di
un'occhiata di fuoco.
«...pretendi
di più?» concluse Draco.
Pansy
lo osservò incredula. Tutto si sarebbe aspettato tranne che
quello.
Era quanto più di una dichiarazione si potesse aspettare da
Draco.
Lui che rinunciava a qualcosa che aveva deciso fosse suo per qualcun
altro? No, era più che un'eresia.
Lo
stesso pensò Daphne che stava già per esprimerlo
a gran voce ma
venne interrotta sul nascere dall'arrivo di Blaise e dall'ennesima
occhiata in tralice dei due.
«Buon
Natale.» bofonchiò Blaise sedendosi affianco a
Daphne, di fronte a
Draco.
Nessuno
lo degnò di attenzione, nemmeno Daphne che aveva rinunciato
definitivamente ad aprir bocca.
«Oh.
Tutto qui? Allora grazie.» commentò Pansy sorpresa
ammutolendo
all'istante, cortesia più che apprezzata dal ragazzo il cui
mal di
testa accennava a diminuire.
***
Quella
mattina di Natale proseguì tra le pareti sicure della loro
sala
comune sotterranea. Theodore Nott si era svegliato e aveva raggiunto
l'esiguo gruppetto di ragazzi Serpeverde già svegli e aveva
deciso
di dedicarsi a un'esplorazione completa della bocca di Tracy Davies
mandando al diavolo i disperati tentativi di Daphne di usarlo per
scatenare altri attacchi di gelosia in Blaise.
Lui
era stato per lei quello che Draco era stato per Pansy. La prima vera
cotta, il ragazzo delle prime volte: primo appuntamento, primo bacio
a lungo sospirato, prima volta e prime rotture, ma soprattutto primi
pianti e prime disperazioni. Avevano chiuso definitivamente quando
Daphne aveva capito una cosa: non c'era nessun uomo che valesse le
sue lacrime, o meglio, il suo mascara preferito colato sulle guance
imbellettate. Quindi aveva adottato la tattica del mordi e fuggi,
provoca e ritraiti, ma soprattutto quella del “Storie serie?
Cosa
sono, malattie infettive?”.
Purtroppo
è universalmente risaputo che per una ragazza il primo amore
è
indimenticabile ed era per quel motivo che ogni tanto ci ricadeva.
Anche se era meglio dire che ogni tanto ricadeva tra le morbide
lenzuola del letto che la Stanza delle Necessità faceva
apparire per
lei e Blaise.
Un
letto a baldacchino dalle lenzuola di seta, per inciso, lontanissimo
dal letto spartano e fin troppo fine a se stesso che compariva quando
era insieme ad altri ragazzi.
«Ho
ricevuto in dono una guêpière.»
ghignò tirandola fuori dalla scatola e attirando su di
sé gli
sguardi famelici dei tre ragazzi seduti con loro. Theodore si
beccò
una sberla da parte di Tracey.
«Chissà
che chiunque te l'abbia regalata non te la voglia togliere
personalmente.» osservò Blaise.
«Oh,
me l'ha regalata mia madre, dubito persino che me la voglia vedere
indossare.» replicò Daphne come se fosse abituata
a regali più osé
da parte della genitrice.
«L'anno
scorso mi ha regalato un olio per massaggi più che
fantastico.
Ricordi, Draco? L'avevamo provato insieme.»
Per
quanto potesse essere possibile, Draco impallidì sotto lo
sguardo
incuriosito dei suoi compagni di casa.
«Oh,
mia madre come al solito mi ha regalato cose di poco conto.»
intervenne Pansy ghignando.
Daphne
le rivolse una muta domanda a cui Pansy rispose subito: «Un
bracciale di diamanti, ma mi sa che i regali di tua madre sono
decisamente più utili.»
La
ragazza annuì convinta che Pansy fosse d'accordo con lei.
«E
i tuoi genitori che ti hanno regalato?» chiese rivolgendosi a
Draco
che aveva lentamente ripreso il suo colorito naturale. «Una
bambola
gonfiabile? Oh scusa, c'è Daphne che assolve benissimo a
questo
gravoso compito.»
La
ragazza interpellata raggelò l'amica che per nulla
intimorita le
sorrise apertamente. Daphne, come faceva spesso in presenza di
Blaise, aveva tirato in mezzo le sue relazioni interpersonali con
altri studenti, ma lui, orgoglioso come poteva esserlo solo un
Grifondoro, non aveva commentato né aveva fatto nessuna
mossa che
poteva essere interpretata come ispirata dalla gelosia. In compenso,
l'unica reazione interessante l'aveva ottenuta da Pansy Parkinson.
Forse, si chiese, la cotta per Draco Malfoy non le era mai passata
nonostante le continue smentite? Sorrise consapevole che aveva del
materiale su cui iniziare a lavorare dato che con Blaise non poteva
fare molto se lui non le andava minimamente incontro. Si
voltò a
guardare il ragazzo che la osservava con espressione a dir poco
famelica e rapidamente lo afferrò per una mano e
mandò al diavolo
tutta la sua dignità.
Voleva
lui.
Lui
soltanto.
***
«Vuoi
essere tu quello che me la toglierà di dosso?»
chiese non appena
arrivò nella Stanza delle Necessità alludendo
alla guêpière
riposta nella confezione che teneva in mano.
«Se
tu me lo permetterai.» le rispose guardandola dritto negli
occhi.
«Ad
una condizione. Voglio parlare con te, anzi no, io voglio stare con
te.» esordì tutto d'un fiato. Era riuscita a
raccogliere quanto più
coraggio si fosse aspettata e ora il danno era fatto. Blaise la
fissò
più che sbalordito mentre lei pregava intimamente di
ricevere una
risposta positiva.
«Stare
insieme inteso come....?»
«Una
storia. Voglio te, Blaise, e nessun altro. Vederti con le altre mi fa
fin troppo male.»
Il
ragazzo si trovò a deglutire a vuoto. Per una volta Daphne
Greengrass era stata schietta. Nessuna frase lasciata a
metà, nessun enigma, ma solo una verità. Pesante,
tra l'altro.
«Avevamo
una storia perfetta, a parte piccole incomprensioni più che
normali.
Voglio stare con te, Blaise, ora.»
«Ero
convinto avessi messo gli occhi su Theodore.»
«Facevo
la preziosa!» esclamò lei irritata. La sua
risposta affermativa
tardava un po' troppo ad arrivare e lei stava per perdere la
pazienza.
«Nel
letto di un altro?»
«Dettagli.»
«Non
ti capisco.» ammise e non era certo la prima volta che si
trovava a
farlo.
«Il
giorno in cui mi capirai sarà il giorno in cui l'inferno
gelerà e
Potter finalmente schiatterà.»
Blaise
annuì, totalmente in accordo con Daphne.
«Non
pensavo volessi una storia seria, non dopo la volta in cui ti ho
mollato dicendoti chiaro e tondo quello che pensavo delle donne in
generale.»
Daphne
sapeva che Blaise era un mulo nelle questioni di cuore, oltre a
essere un misogino convinto. Aveva un odio incontrollabile e
immotivato nei confronti del gentil sesso, fatta eccezione della
madre a cui era profondamente affezionato.
E
fu solo in quel momento che capì.
«Oh.»
Sbatté un paio di volte la palpebre capendo finalmente il motivo.
«Blaise,
io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.»
L'ultima
cosa che aveva capito di Daphne Greengrass fu che la ragazza, oltre a
essere incomprensibile, aveva un tatto impressionante.
Il
tatto di un elefante zoppo in un negozio di alambicchi per la
distillazione del vino.
E,
per salvarsi in extremis,
le chiuse la bocca con un bacio.
Ricambiato.
E cominciò
a spogliarla.
Come di
consueto.
________________
Angolino
dell'autrice:
ammetto di esserci rimasta non vedendo nessuna recensione,
però questa "delusione" è passata presto. Ho
visto che ultimamente moltissime storie non vengono recensite. E'
strano, davvero.
Va beh, fatemi sapere qualcosa, cosa ne pensate, critiche, note
positive, qualsiasi cosa u.u
Fatemi sapere che ci siete e che leggete (ovviamente ho visto che
qualuno ha letto e che qualcun altro ha messo la storia tra le seguite).
Il prossimo capitolo dovrebbe essere quello conclusivo.
Alla prossima,
Fay :)
|
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Capitolo 3 *** Love kills routine [pt. 3] ***
Hazy
Shade of Winter
“Un
bacio è un apostrofo rosa tra le parole t'amo.”
Edmond
Rostand
Dopo
la colazione e le sevizie psicologiche ai piccoli Tassorosso, la sua
mattinata tipo si concludeva con il pranzo in compagnia dei suoi
compagni di casa. Dal suo primo giorno a Hogwarts sedeva sempre allo
stesso posto anche a costo di far sloggiare chiunque ci fosse seduto
prima di lui. Ormai i Serpeverde erano a conoscenza delle bizzarre
abitudini di Draco Malfoy e lo lasciavano fare per non avere
ritorsioni di nessun tipo. Con i tempi che correvano, non era saggio
inimicarsi un Malfoy, indifferentemente che si trattasse di quello
grande o di quello piccolo.
Anche
quella mattina di Natale, Draco trovò libero il suo posto e
vi si
sedette con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto affilato.
I
posti alla sua destra vennero prontamente occupati da Tiger e Goyle,
le sue fedeli ombre, e quelli di fronte da una Daphne Greengrass con
la stessa espressione soddisfatta che aveva avuto il maledetto
Ippogrifo Fierobecco subito dopo aver deturpato il braccio del
principino, e da Blaise Zabini che sembrava avere un diavolo per
capello. E
Blaise Zabini aveva una chioma piuttosto folta.
Il
posto alla sua sinistra venne prontamente occupato da Pansy
Parkinson, stranamente. Solitamente la ragazza sedeva affianco a
Zabini e il posto alla sinistra di Draco veniva occupato da Theodore
Nott. Quella mattina di Natale, invece, Pansy aveva capito
immediatamente che non tirava l'aria giusta e sedersi affianco a
Blaise Zabini incollerito poteva non essere una scelta saggia.
D'altronde lei ci teneva alla sua incolumità fisica e non
voleva che
il ragazzo, incazzato nero (e dire “incazzato nero”
era un
dannato eufemismo), se la prendesse con lei.
Draco la guardò
interrogativo e lei rispose stringendosi leggermente nelle spalle.
Il
biondo serpeverde sospirò frustrato.
Niente
stava andando secondo i suoi piani, ma decise di soprassedere
pensando che, forse, durante quella mezza giornata aveva sfruttato
fin troppo il suo spirito cavalleresco. Anzi, considerò,
molto
probabilmente non riusciva a cacciare Pansy da quel posto
perché
temeva una sua reazione.
Che
il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti,
quadri e statue compresi.
Senza
contare che le ragazze Serpeverde erano subdole, meschine e
senz'anima.
E
Pansy rispecchiava in pieno tutte quelle caratteristiche, tanto che,
se solo Salazar Serpeverde in persona avesse potuto vederla all'opera
anche per un solo attimo fugace, si sarebbe commosso per tutta quella
perfidia racchiusa in un metro e sessanta scarso. Era per quel motivo
-badate bene però! Soltanto per quello!- che Draco ogni
tanto la
fissava come se non ci fosse stato niente di più bello al
mondo di
quei quaranta chili scarsi di cattiveria, perfidia, machiavellico
ingegno ed irrispettosità. La cosa che però gli
piaceva più di
tutto di Pansy era la sua corporatura minuta. Tutte le altre ragazze
avevano continuato a crescere mentre lei sembrava essersi fermata
alle fattezze di una tredicenne, forse un po' troppo precoce.
Pansy
si sentì fissare. Si girò e lo fulminò
sul posto con un'occhiata
truce delle sue.
Come
volevasi dimostrare.
Anzi,
forse a lui non piaceva solamente la sua corporatura, ma anche i suoi
occhi. Non sarebbe sopravvissuto senza quelle occhiate minacciose
particolarmente cruenti che dedicava solo a lui colpevole, a sua
insaputa, di averla sedotta ed abbandonata.
«Vuoi
una foto?» gli chiese irritata.
Oh
sì.
***
Non
era un comportamento tipicamente made-in-Malfoy il suo. Non solo si
era lasciato irretire da quella ragazzina di Pansy, ma l'aveva
lasciata tranquillamente fare mentre lei si accingeva a tirar fuori e
ad esibire con orgoglio quasi grifondoro il suo repertorio di battute
acide da ragazza in pieno ciclo mestruale contro di lui. No, questo
non avrebbe dovuto permetterglielo. Chi era lei per trattarlo alla
stregua di un Tassorosso del primo anno? Ok, si era lasciato
leggermente andare nella contemplazione della ragazza e nella sua
mente erano passati pensieri poco decorosi e fin troppo tinti di
rosa, ma lei che diritto aveva di ribellarsi?
Se
Draco Lucius Malfoy avesse deciso che voleva guardare te, sì
proprio
te, tu cosa avresti dovuto fare? Semplice, chiaro e conciso:
lasciarti guardare senza nessun commento.
Pansy
era ottusa.
«Parkinson,
smettila.» esordì gelido interropendo la ragazza
in pieno
sproloquio permeato di acidità. La sua
freddezza non raggelò
all'istante Pansy come si era aspettato, ma la fece sorridere. Una
specie di sorrisetto soddisfatto a dire il vero, uno di quelli che
stanno a significare: “Oh, era ora! Ancora un po' che
aspettavo una
tua reazione, mi sarebbe cresciuta la barba!”. Ma Draco non
lo
interpretò così, ma come se significasse:
“Mi stai
particolarmente simpatico oggi, Malfoy.”
Tuttavia
Pansy disse solo: «Siamo
tornati ai
cognomi, Malfoy?»,
prima di ritrarsi. A Draco sembrò un gattino piccino che sta
per
sferrare il suo attacco alle caviglie del povero malcapitato di
turno. Eppure Pansy non aveva nessuna intenzione di attaccarlo
nuovamente.
«Ma
voi due, non avete mai pensato di tornare insieme?» chiese
loro
Daphne Greengrass con il suo tatto impressionante facendo strozzare
Draco con il succo di zucca e arrossire Pansy fino alla punta dei
capelli in un'ottima imitazione del consolidato Weasley-style.
Daphne
scambiò quel silenzio (ovviamente, aveva deciso
volontariamente di
non considerare la reazione dei due) per un invito a continuare:
«Penso che fare un po' di sano sesso vi aiuterebbe a
scaricare i
vostri nervi e a non farci respirare la vostra tensione sessuale che,
sono sicurissima, renda i capelli crespi. A forza di respirare la
tensione sessuale emanata da Potter e la Weasley piccola, alla
Granger sono venuti i capelli crespi. Vero Blaise, amore
mio?»
chiese a Blaise nel tono più pacato del mondo, sbattendo le
sue
lunghe ciglia in un'espressione di falsa ingenuità.
Il
ragazzo ghignò e colse l'occasione al volo:
«Daphne, non sono mai
stato così d'accordo con te prima d'ora.»
Stronza
di una serpeverde,
aggiunse ma
questo lo pensò solamente trattenendosi dall'esternarlo ad
alta
voce. Avrebbe sicuramente avuto l'appoggio di Draco e Pansy, ma
nemmeno loro sarebbero stati in grado di salvarlo da un'Avada Kedavra
lanciata ad alta voce da quella vipera bionda. Meno di un'ora prima
aveva avuto come regalo di Natale un'altra delle perle di Daphne
Greengrass e sinceramente non riusciva a capire come era riuscito a
farsi incastrare così alla leggera e a tornare con lei.
Quel
“Blaise,
io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.”
gli rimbombava ancora nelle orecchie come uno strano e insistente
mantra.
Faceva
bene lui ad odiare le donne, esseri meschini, subdoli, cattivi e
sicuramente senza coscienza.
E
Daphne e Pansy erano esattamente così. A dirla tutta, era un
po' per
colpa loro se lui aveva quell'idea del gentil
sesso.
Proprio
in quell'istante, mentre stava decidendo se intraprendere il
seminario e farsi prete o scappare in Thailandia per internarsi in un
monastero buddista, Draco si stava riprendendo e Pansy stava
cominciando a riprendere un colorito normale, Theodore si sedette a
tavola affianco a Blaise.
«Che
mi sono perso di bello?» chiese il ragazzo appena arrivato
notando
l'innaturale silenzio, il sorrisino soddisfatto di Daphne e
l'espressione atterrita di Pansy e Draco.
E
Daphne colse l'occasione al volo e si lanciò in una
filippica
elencando modi e posizioni
in
cui Draco e Pansy avrebbero potuto affrontare i loro problemi.
«Daphne,
senza offesa, ma dove sei cresciuta? In un porto di mare?».
Anche
il pazientissimo Theodore Nott ora era disperato.
«Voi
donne siete la nostra dannazione.» sospirò Blaise
mentre Draco e
Theodore annuivano, leggermente rinfrancati dal fatto che qualcun
altro la pensasse come loro.
***
Draco
Malfoy era costernato, attonito e sbigottito. Oltretutto era anche
pronto a dover affrontare anni di sfiga immane per aver deciso di
mandare a quel paese la sua routine quotidiana.
Era
scappato a metà pranzo con quella che a detta di tutti era
una scusa
bella e buona, ma che purtroppo per lui era una mera verità:
il mal
di testa lancinante con cui si era svegliato quella mattina era
tornato prepotentemente a fargli compagnia.
Ma
la cosa che più lo lasciava costernato, attonito e
sbigottito era il
fatto che Pansy avesse deciso di riaccompagnarlo al dormitorio.
Avevano fatto finta di niente quando Daphne aveva intimato a
Theodore e a Blaise di non tornare in dormitorio per nessuna ragione
al mondo. Non avrebbero dovuto disturbarli o sarebbero stati cruciati
alla pazzia da Daphne, possibile nuova migliore amica per Bellatrix
Lestrange.
E
fu così che si trovarono soli, costretti in un silenzioso
carico di
cose non dette.
Pansy
era fin troppo abituata ai silenzi profondi del ragazzo, ma in quel
momento avrebbe desiderato con tutta se stessa affrontare una
conversazione su un argomento qualsiasi. Il tempo atmosferico era
forse banale? Sì, ma avrebbe potuto salvarli dall'ondata
d'imbarazzo
che avrebbe potuto scagliarsi su di loro e non andarsene più.
Doveva
dire qualcosa, qualsiasi cosa. Smise di fissare per un attimo dritto
davanti a sé e rivolse lo sguardo verso Draco giusto per una
frazione di secondo. Quel tempo così esiguo però
fu abbastanza.
No,
non aveva il coraggio di iniziare lei una conversazione.
Con
sua enorme sorpresa vide il ragazzo fermarsi in pieno corridoio e
voltarsi verso di lei con un ghigno dei suoi stampato sul volto.
«Sei
imbarazzata.» esordì. Pansy lo odiò per
una frazione di secondo.
Cos'era quel modo per rompere il ghiaccio?, pensò arrabbiata
non
rendendosi conto che almeno lui aveva avuto il fegato necessario per
iniziare una conversazione che li aspettava da fin troppo tempo e che
entrambi avevano rimandato. Ora però non potevano
più continuare a
procrastinare. Il tempo del chiarimento era arrivato.
«Non
sono imbarazzata!» esclamò lei con un tono troppo
veemente per
sembrare vero. «Insomma, quello che ha detto Daphne era
imbarazzante, ma io non mi imbarazzo per così
poco.» e stavolta
sembrava quasi sincera.
«No,
scusa, rettifico: sono io che ti imbarazzo.»
chiarì Draco
sorridendo apertamente e facendo affluire un po' di sangue alle
guance di Pansy. La osservò fiero del risultato ben
consapevole di
essere l'unico ragazzo in grado di scatenarle quelle reazioni. La
serpeverde non era mai stata timida, ma con lui nei paraggi
solitamente ritraeva le unghie e si trasformava da leone imbestialito
in una micina paurosa.
Pansy
non seppe replicare, d'altronde quella appena pronunciata era la pura
e semplice verità ed era stata detta in un tono
così disarmante che
lei non seppe reagire. Si chiuse in un ostinato silenzio e riprese a
camminare seguita a breve distanza da Draco.
«Io
l'ho saputo ammettere, Pansy. Ho ammesso di essere disposto a
cambiare la mia vita, a cedere ciò che è mio solo
per te. Perché
non riesci ad ammetterlo anche tu?»
Era l'ennesima verità di
quel giorno, tanto che Pansy non riusciva più a sopportare
quell'ondata di sincerità che sembravano trasmettere tutti
quanti
quel dannato giorno.
Si
fermò e degnò il ragazzo di una sola occhiata.
Avrebbe voluto
regalargli una delle sue famose occhiate intimidatorie, eppure, non
appena incriociò gli occhi grigi di Draco la sua espressione
si
addolcì istantaneamente.
«Perché
fai così?» gli chiese quasi esasperata.
«Non devi più sentirti in
dovere di cambiare per me. Hai avuto la tua occasione e ora basta,
non stiamo più insieme, Draco. Non capisco che succede oggi
a tutti.
Prima Theodore e Tracey, poi Daphne e Blaise! E ora cosa? Io e
te?»
il suo tono di voce si era alzato rapidamente di un'ottava facendo
sembrare le domande più simili ad uno sfogo di quanto
volesse.
Draco
sorrise e si trattò di un vero sorriso, lontano anni luce
dai suoi
soliti ghigni. Fece un paio di passi verso la ragazza e le si
parò
di fronte facendola indietreggiare fino a che le sue spalle non
toccarono il muro.
«Forse
che a Natale siamo tutti più buoni?» le chiese
lontano solamente un
paio di dita dalle labbra di lei.
E
si chinò su di lei, baciandola.
_____________
Angolino dell'autrice:
è arrivata alla fine
anche questa mini storia che sinceramente a me piace discretamente. I
commenti si son fatti desiderare e ringrazio LoveChild per avermi
espresso il suo parere :)
Purtroppo non ho potuto aggiornare prima dal momento che mio padre mi
ha trascinato in una vacanza dell'ultimo minuto a Firenze. Magnifica
città, per inciso, anche per una che come me non
è decisamente fanatica della storia dell'arte.
Fatemi sapere, va :)
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite.
Fay :)
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