Hazy Shade of Winter

di Hyperviolet Pixie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Love kills routine [pt. 1] ***
Capitolo 2: *** Love kills routine [pt. 2] ***
Capitolo 3: *** Love kills routine [pt. 3] ***



Capitolo 1
*** Love kills routine [pt. 1] ***


Hazy Shade of Winter


L'amore uccide la routine, che si vendicherà uccidendo l'amore.”

Roberto Gervaso


Draco Malfoy si svegliò quella mattina di quel freddo 25 dicembre con un gran bel mal di testa, uno di quelli che quando arriva non riesci a scacciarlo nemmeno con la pozione antiemicrania più potente conosciuta. Era passato ai farmaci babbani ben sapendo che in quel caso avrebbero funzionato decisamente meglio che un infuso di menta, valeriana e semi di girasole, tanto per citare gli unici ingredienti commestibili del preparato.
Soffriva di forti emicranie fin da piccolo e sua madre le aveva provate tutte per trovare un metodo per recare un po' di sollievo al suo preziosissimo figlio.
Ingoiò una delle pastiglie che nascondeva nel doppiofondo del baule ed aspettò pazientemente che facessero effetto prima di iniziare la sua routine quotidiana.
Il primo passaggio, comune a tutti per il quieto vivere, consisteva nella toeletta mattutina seguita a ruota dal vestirsi e recarsi a far colazione. Era sempre il primo del suo anno in Sala Grande la mattina per un semplice motivo: doveva essere il primo a usare il bagno ogni mattina.
Aveva cercato, invano, di ottenere un bagno personale, l'avrebbe pagato un mare letterale di galeoni, ma niente. Non era riuscito ad ottenerlo e lui otteneva sempre quello che voleva. In alternativa aveva deciso, in totale disaccordo con gli altri del suo anno, che sarebbe stato lui il primo a usufruire del bagno, in ogni caso. Persino la domenica mattina, se qualcuno si fosse svegliato prima di lui (cosa insolita però, dal momento che Draco era un tipo fin troppo mattiniero) avrebbe dovuto aspettare che il principino si svegliasse e facesse con comodo.
L'intero dormitorio si era rassegnato alla cosa, eccezion fatta per Blaise Zabini che, quando ancora aveva l'ingenuità dettata dalla giovane età di undici anni, osò sfidare Draco per il bagno. Risultato? Talmente sconvolgente che dopo anni Blaise lo custodiva come un segreto. E Draco Malfoy aveva ottenuto il duplice risultato di avere un bagno interamente per sé la mattina e aveva smorzato gli animi di chiunque osasse ancora sfidarlo.
Che il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti, quadri e statue compresi.
«Buongiorno, Draco. Buon Natale.» la voce ancora impastata dal sonno di Daphne Greengrass lo raggiunse mentre stava per varcare la soglia del dormitorio per recarsi in Sala Grande.
Più che sorpreso la vide scendere dal letto di Theodore Nott mentre il ragazzo continuava a russare allegramente partecipando al coretto sinfonico diretto da Tiger e Goyle, maestri d'eccezione.
«Daphne.» ricambiò il saluto riavendosi completamente dalla sorpresa. Non era raro che la ragazza si fermasse a dormire nel loro dormitorio quando non riusciva più a sopportare la compagnia delle altre ragazze. A dispetto di ciò che pensava però Pansy Parkinson, conosciuta da tutti per avere sempre qualcosa di cattivo da dire, in quell'abitudine non albergavano né malizia né altro. Daphne non lo faceva perché era una gatta morta con tanto di riconoscimento, altrimenti, come aveva più volte ribadito, sarebbe potuta andare tranquillamente altrove dal momento che Hogwarts era piena di aule in disuso e Gazza, come ogni essere umano, dopo una certa ora filava a dormire il sonno meritato dei giusti, secondo lui. Senza contare poi la Stanza delle Necessità che molto spesso si trovava a dover assecondare le necessità carnali di molti studenti.
Era da un po' però che Daphne aveva scelto il letto di Theodore Nott a scapito di quello di Zabini. La ragazza aveva addotto a una scusa semplice e, a sua detta, efficace: Theodore Nott era fin troppo magro, diversamente da Zabini che aveva il fisico possente da combattente, e quindi nel suo letto ci stava alla perfezione.
«Stai salendo a mangiare?» chiese, ma ormai Draco aveva richiuso la porta dietro le sue spalle. No, lui non permetteva a Daphne di dormire con lui e nemmeno di sconvolgergli la routine quotidiana. Lui si recava in Sala Grande da solo, non voleva compagnia di nessun tipo.
E figurarsi che non era un tipo scaramantico, diceva solamente di volersi trovare un po' di spazio personale prima che venisse ingombrato dalla presenza costante di Tiger e Goyle.
E fu così anche quella mattina di Natale, ma la sua routine venne subito spezzata da un'altra ingombrante presenza.
Pansy Parkinson era piccola e minuta e, fino a che non apriva bocca, poteva passare per una spaurita ragazzina del terzo anno. Era quel suo aspetto così fragile, unito al fatto che ai tempi era l'unica ragazza con cui aveva confidenza, ad averlo spinto ad invitarla al Ballo del Ceppo due anni prima.
«Buon Natale, Draco.» gli augurò sedendosi affianco a lui e afferrando la prima fetta biscottata a portata di mano, la stessa che Draco aveva adocchiato ma, per puro spirito cavalleresco, decise di soprassedere.
« Buon Natale anche a te.» le augurò di rimando.
«Daphne ha dormito da voi?» gli chiese cominciando a imburrare la fetta biscottata. Draco decise di soprassedere ancora sul fatto che il burro era lo stesso che stava per afferrare lui.
«Avevi dubbi?» le domandò con aria pensierosa cercando di prendere la marmellata di fragole che invece fu intercettata dalla ragazza.
«Beh, poteva essere
dappertutto con chiunque. Lo sai meglio di me.» gli disse con un tono più sarcastico che scherzoso lasciando intendere più cose di quante il ragazzo volesse capire. Draco la osservò col sopracciglio inarcato in un'espressione più che scettica. Sì, era capitato anche a lui di trovarsi da qualche parte con Daphne Greengrass ma pensava che la ragazza si fosse tenuta tutto per sé.
Pansy, quasi intuendo quello che si agitava per la testa del ragazzo, aggiunse pensierosa: «A Daphne piace vantarsi e adora raccontare i particolari. Ha parlato bene di te, tranquillo.» e concluse la frase con la stessa placidità con cui gli avrebbe letto l'oroscopo o parlato del tempo atmosferico.
Tra parentesi, si profilava un periodo perfetto in ambito sentimentale e lavorativo per i Gemelli secondo l'oroscopo della Gazzetta, non che lui lo leggesse, sia chiaro.
Draco non provò nemmeno a smentire e sperò solamente che quella conversazione fosse giunta a un punto morto.
«Da chi ha dormito questa volta?» domandò curiosa addentando la fetta biscottata e facendogli capire che l'argomento “Daphne” era ben lungi dall'essere concluso.
«Theodore.»
Pansy lo fissò, scettica, con quello che rimaneva della fetta lasciato nel piatto, dimenticato.
«Strano, le ho sentito dire più di una volta che dormire con lui è come dormire abbracciando un manico di scopa. Un manico di scopa che russa, sia chiaro.»


***



Sperare che Draco Malfoy ricambiasse i suoi auguri di Natale era stato quanto di più stupido avesse potuto pensare di ottenere. Era già troppo che avesse ricambiato il suo saluto. Aveva anche provato a chiedergli se poteva aspettarla per andare a far colazione insieme, ma lui non l'aveva nemmeno fatta finire che già era scomparso dietro alla porta del dormitorio.
Con un sospiro teatrale e l'aria affranta di un'eroina di una tragedia, si alzò in piedi e si stiracchiò assomigliando vagamente ad un gatto indolenzito. Dormire con Theodore era quanto di più scomodo ci fosse, ma era l'unico modo che aveva per poter stare vicino a Blaise e fargliela pagare allo stesso tempo. Quando il ragazzo era andato a dormire, lei era già lì, intenta a far le fusa all'altro suo compagno.
Blaise con un'espressione di disgusto dipinta sul volto si era coricato sul suo letto e con un colpo di bacchetta aveva richiuso le tende talmente forte da farle quasi staccare.
In quel modo aveva ottenuto la prima reazione di quella che lei si ostinava a definire gelosia che il serpeverde le avesse mai mostrato apertamente.
E quella mattina del 25 dicembre, Daphne si svegliò leggermente soddisfatta nonostante tutto.
Blaise decise di aprire gli occhi nello stesso momento in cui Daphne, agghindata di tutto punto, usciva dal bagno della camera. Gli lanciò un'occhiata oltraggiata e Blaise per un solo momento si chiese cosa passava per la testa della ragazza.
Per un solo momento.
«Buon Natale,
Zabini.»
Blaise non si chiese nemmeno il perché di tutta quella freddezza. Daphne era fin troppo criptica per lui e già, in passato, aveva perso ore di sonno pensando a qualche sua frase lasciata volutamente a metà.
A Daphne piaceva fin troppo non essere capita e lui, una volta compreso tutto ciò, aveva semplicemente smesso di cercare di capirla. Dopo poco aveva avuto i primi risultati: lei aveva scelto di tormentare Theodore, per la felicità dello stesso.
A Daphne piaceva tanto non essere capita e Theodore adorava gli enigmi. Quei due erano perfetti, a suo modesto parere, e Blaise non voleva mettersi tra loro per nessuna ragione al mondo anche se i loro scambi pubblici di affetto lo disgustavano tanto da non riuscire ad esimersi dal rinfacciar loro quelle effusioni.
Mai, nemmeno per un istante gli era passato per la testa che forse la ragazza aveva una cotta per lui. Cotta perfettamente segreta agli occhi di tutti tranne a quelli attenti di Pansy Parkinson.
«Buon Natale, Daphne.» rispose agli auguri prima di stiracchiarsi.
Con un sorrisetto compiaciuto, Daphne uscì dal dormitorio diretta in Sala Grande per la prima colazione.

__________________

Angolino dell'autrice:
devo specificare che ho scritto questa storia pensandola come oneshot, salvo poi decidere di spezzarla in due dato che i capitoli troppo lunghi mi danno un vago senso di ansia, non so perché.
Che la routine viene spezzata dall'amore è un dato di fatto. Niente rimane come prima nel momento in cui il nostro cuore decide di non appartenerci più. Ecco, quindi Malfoy in questi due capitoli (o forse tre? o.o ancora non lo so) sarà costretto a combattere tra un sentimento nascente e il desiderio di tornare alle sue abitudini malfoyesche. Ci riuscirà?
Nel frattempo non sono riuscita a trattenermi dall'infilarci in mezzo una side story, quella tra Blaise e Daphne, coppia concepita solamente grazie alle fanfictions di Savannah (un must del fandom, oserei dire. Rapidamente questi due personaggi però hanno deciso che non volevano essere rilegati a personaggi secondari, quindi -voilà!- ecco il loro spazio! 
Per sicurezza, ho messo tra gli avvertimenti OOC.
In ogni caso mi sto dilungando fin troppo.
Fatemi sapere che ne pensate,

Fay :)

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Capitolo 2
*** Love kills routine [pt. 2] ***


Hazy Shade of Winter


"L’alcol è come l’amore: il primo bacio è magico, il secondo è intimo, il terzo è routine.
Dopo di che, spogli la donna e basta."

Raymond Chandler


Se fosse stata una normale mattina di lezioni, la routine di Draco avrebbe previsto le stesse seguite dal pranzo, ma in quel frangente vacanziero il suo piano quotidiano comprendeva l'andare in giro per il castello a terrorizzare i primini di Tassorosso. Finita la colazione sperò di poter riprendere le sue abitudini mattutine spezzate dalla strana voglia di Pansy di fare una conversazione logica con lui, eppure c'era qualcos'altro che non andava. Tiger e Goyle non erano ancora saliti a mangiare, stranamente. Senza di loro non avrebbe potuto fare granché.
«Ma si può sapere che hai oggi?» sbottò Pansy infastidita attirando su di sé gli sguardi curiosi dei pochi commensali mattinieri come loro. In quel mentre, Daphne Greengrass fece la sua comparsa in Sala Grande e si sedette di fronte a loro, facendo loro gli auguri, che entrambi ignorarono scatenando la sua più completa perplessità.
«Come mi starei comportando? Sentiamo.» la invitò Draco con il suo solito tono strascicato.
«Sei nervoso!» esclamò risentita Pansy.
«Yuhu, ci sono anche io!» esclamò Daphne con la voce seccata di un'ottava più alta del normale. L'unico risultato che ottenne fu una duplice occhiataccia. Alzando le spalle decise che essere ignorata era meglio che venire scuoiata viva dai due. E in quel frangente aveva molta più paura di Pansy che di Draco.
Che il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti, quadri e statue compresi.
Inutile dire che a Draco stava tornando il mal di testa.
«Ti ho permesso di avere la mia fetta biscottata, il mio burro e la mia marmellata, oltre che alla mia più completa attenzione mentre parlavi di Daphne e cosa...»
«Parlavate di me?» si intromise la ragazza citata venendo nuovamente degnata di un'occhiata di fuoco.
«...pretendi di più?» concluse Draco.
Pansy lo osservò incredula. Tutto si sarebbe aspettato tranne che quello. Era quanto più di una dichiarazione si potesse aspettare da Draco. Lui che rinunciava a qualcosa che aveva deciso fosse suo per qualcun altro? No, era più che un'eresia.
Lo stesso pensò Daphne che stava già per esprimerlo a gran voce ma venne interrotta sul nascere dall'arrivo di Blaise e dall'ennesima occhiata in tralice dei due.
«Buon Natale.» bofonchiò Blaise sedendosi affianco a Daphne, di fronte a Draco.
Nessuno lo degnò di attenzione, nemmeno Daphne che aveva rinunciato definitivamente ad aprir bocca.
«Oh. Tutto qui? Allora grazie.» commentò Pansy sorpresa ammutolendo all'istante, cortesia più che apprezzata dal ragazzo il cui mal di testa accennava a diminuire.


***


Quella mattina di Natale proseguì tra le pareti sicure della loro sala comune sotterranea. Theodore Nott si era svegliato e aveva raggiunto l'esiguo gruppetto di ragazzi Serpeverde già svegli e aveva deciso di dedicarsi a un'esplorazione completa della bocca di Tracy Davies mandando al diavolo i disperati tentativi di Daphne di usarlo per scatenare altri attacchi di gelosia in Blaise.
Lui era stato per lei quello che Draco era stato per Pansy. La prima vera cotta, il ragazzo delle prime volte: primo appuntamento, primo bacio a lungo sospirato, prima volta e prime rotture, ma soprattutto primi pianti e prime disperazioni. Avevano chiuso definitivamente quando Daphne aveva capito una cosa: non c'era nessun uomo che valesse le sue lacrime, o meglio, il suo mascara preferito colato sulle guance imbellettate. Quindi aveva adottato la tattica del mordi e fuggi, provoca e ritraiti, ma soprattutto quella del “Storie serie? Cosa sono, malattie infettive?”.
Purtroppo è universalmente risaputo che per una ragazza il primo amore è indimenticabile ed era per quel motivo che ogni tanto ci ricadeva. Anche se era meglio dire che ogni tanto ricadeva tra le morbide lenzuola del letto che la Stanza delle Necessità faceva apparire per lei e Blaise.
Un letto a baldacchino dalle lenzuola di seta, per inciso, lontanissimo dal letto spartano e fin troppo fine a se stesso che compariva quando era insieme ad altri ragazzi.
«Ho ricevuto in dono una
guêpière.» ghignò tirandola fuori dalla scatola e attirando su di sé gli sguardi famelici dei tre ragazzi seduti con loro. Theodore si beccò una sberla da parte di Tracey.
«Chissà che chiunque te l'abbia regalata non te la voglia togliere personalmente.» osservò Blaise.
«Oh, me l'ha regalata mia madre, dubito persino che me la voglia vedere indossare.» replicò Daphne come se fosse abituata a regali più osé da parte della genitrice.
«L'anno scorso mi ha regalato un olio per massaggi più che fantastico. Ricordi, Draco? L'avevamo provato insieme.»
Per quanto potesse essere possibile, Draco impallidì sotto lo sguardo incuriosito dei suoi compagni di casa.
«Oh, mia madre come al solito mi ha regalato cose di poco conto.» intervenne Pansy ghignando.
Daphne le rivolse una muta domanda a cui Pansy rispose subito: «Un bracciale di diamanti, ma mi sa che i regali di tua madre sono decisamente più utili.»
La ragazza annuì convinta che Pansy fosse d'accordo con lei.
«E i tuoi genitori che ti hanno regalato?» chiese rivolgendosi a Draco che aveva lentamente ripreso il suo colorito naturale. «Una bambola gonfiabile? Oh scusa, c'è Daphne che assolve benissimo a questo gravoso compito.»
La ragazza interpellata raggelò l'amica che per nulla intimorita le sorrise apertamente. Daphne, come faceva spesso in presenza di Blaise, aveva tirato in mezzo le sue relazioni interpersonali con altri studenti, ma lui, orgoglioso come poteva esserlo solo un Grifondoro, non aveva commentato né aveva fatto nessuna mossa che poteva essere interpretata come ispirata dalla gelosia. In compenso, l'unica reazione interessante l'aveva ottenuta da Pansy Parkinson. Forse, si chiese, la cotta per Draco Malfoy non le era mai passata nonostante le continue smentite? Sorrise consapevole che aveva del materiale su cui iniziare a lavorare dato che con Blaise non poteva fare molto se lui non le andava minimamente incontro. Si voltò a guardare il ragazzo che la osservava con espressione a dir poco famelica e rapidamente lo afferrò per una mano e mandò al diavolo tutta la sua dignità.
Voleva lui.

Lui soltanto
.


***


«Vuoi essere tu quello che me la toglierà di dosso?» chiese non appena arrivò nella Stanza delle Necessità alludendo alla guêpière riposta nella confezione che teneva in mano.
«Se tu me lo permetterai.» le rispose guardandola dritto negli occhi.
«Ad una condizione. Voglio parlare con te, anzi no, io voglio stare con te.» esordì tutto d'un fiato. Era riuscita a raccogliere quanto più coraggio si fosse aspettata e ora il danno era fatto. Blaise la fissò più che sbalordito mentre lei pregava intimamente di ricevere una risposta positiva.
«Stare insieme inteso come....?»
«Una storia. Voglio te, Blaise, e nessun altro. Vederti con le altre mi fa fin troppo male.»
Il ragazzo si trovò a deglutire a vuoto. Per una volta Daphne Greengrass era stata schietta. Nessuna frase lasciata a metà, nessun enigma, ma solo una verità. Pesante, tra l'altro.
«Avevamo una storia perfetta, a parte piccole incomprensioni più che normali. Voglio stare con te, Blaise, ora.»
«Ero convinto avessi messo gli occhi su Theodore.»
«Facevo la preziosa!» esclamò lei irritata. La sua risposta affermativa tardava un po' troppo ad arrivare e lei stava per perdere la pazienza.
«Nel letto di un altro?»
«Dettagli.»
«Non ti capisco.» ammise e non era certo la prima volta che si trovava a farlo.
«Il giorno in cui mi capirai sarà il giorno in cui l'inferno gelerà e Potter finalmente schiatterà.»
Blaise annuì, totalmente in accordo con Daphne.
«Non pensavo volessi una storia seria, non dopo la volta in cui ti ho mollato dicendoti chiaro e tondo quello che pensavo delle donne in generale.»
Daphne sapeva che Blaise era un mulo nelle questioni di cuore, oltre a essere un misogino convinto. Aveva un odio incontrollabile e immotivato nei confronti del gentil sesso, fatta eccezione della madre a cui era profondamente affezionato.
E fu solo in quel momento che capì.
«Oh.» Sbatté un paio di volte la palpebre capendo finalmente il
motivo. «Blaise, io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.»
L'ultima cosa che aveva capito di Daphne Greengrass fu che la ragazza, oltre a essere incomprensibile, aveva un tatto impressionante.
Il tatto di un elefante zoppo in un negozio di alambicchi per la distillazione del vino.
E, per salvarsi in extremis, le chiuse la bocca con un bacio.
Ricambiato.
E cominciò a spogliarla. 

Come di consueto.


________________

Angolino dell'autrice:

ammetto di esserci rimasta non vedendo nessuna recensione, però questa "delusione" è passata presto. Ho visto che ultimamente moltissime storie non vengono recensite. E' strano, davvero. 
Va beh, fatemi sapere qualcosa, cosa ne pensate, critiche, note positive, qualsiasi cosa u.u
Fatemi sapere che ci siete e che leggete (ovviamente ho visto che qualuno ha letto e che qualcun altro ha messo la storia tra le seguite).
Il prossimo capitolo dovrebbe essere quello conclusivo.
Alla prossima,
Fay :)

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Capitolo 3
*** Love kills routine [pt. 3] ***


Hazy Shade of Winter

Un bacio è un apostrofo rosa tra le parole t'amo.”
Edmond Rostand


Dopo la colazione e le sevizie psicologiche ai piccoli Tassorosso, la sua mattinata tipo si concludeva con il pranzo in compagnia dei suoi compagni di casa. Dal suo primo giorno a Hogwarts sedeva sempre allo stesso posto anche a costo di far sloggiare chiunque ci fosse seduto prima di lui. Ormai i Serpeverde erano a conoscenza delle bizzarre abitudini di Draco Malfoy e lo lasciavano fare per non avere ritorsioni di nessun tipo. Con i tempi che correvano, non era saggio inimicarsi un Malfoy, indifferentemente che si trattasse di quello grande o di quello piccolo.
Anche quella mattina di Natale, Draco trovò libero il suo posto e vi si sedette con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto affilato.
I posti alla sua destra vennero prontamente occupati da Tiger e Goyle, le sue fedeli ombre, e quelli di fronte da una Daphne Greengrass con la stessa espressione soddisfatta che aveva avuto il maledetto Ippogrifo Fierobecco subito dopo aver deturpato il braccio del principino, e da Blaise Zabini che sembrava avere un diavolo per capello.
E Blaise Zabini aveva una chioma piuttosto folta.
Il posto alla sua sinistra venne prontamente occupato da Pansy Parkinson, stranamente. Solitamente la ragazza sedeva affianco a Zabini e il posto alla sinistra di Draco veniva occupato da Theodore Nott. Quella mattina di Natale, invece, Pansy aveva capito immediatamente che non tirava l'aria giusta e sedersi affianco a Blaise Zabini incollerito poteva non essere una scelta saggia. D'altronde lei ci teneva alla sua incolumità fisica e non voleva che il ragazzo, incazzato nero (e dire “incazzato nero” era un dannato eufemismo), se la prendesse con lei.
Draco la guardò interrogativo e lei rispose stringendosi leggermente nelle spalle.
Il biondo serpeverde sospirò frustrato.
Niente stava andando secondo i suoi piani, ma decise di soprassedere pensando che, forse, durante quella mezza giornata aveva sfruttato fin troppo il suo spirito cavalleresco. Anzi, considerò, molto probabilmente non riusciva a cacciare Pansy da quel posto perché temeva una sua reazione.

Che il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti, quadri e statue compresi.
Senza contare che le ragazze Serpeverde erano subdole, meschine e senz'anima.
E Pansy rispecchiava in pieno tutte quelle caratteristiche, tanto che, se solo Salazar Serpeverde in persona avesse potuto vederla all'opera anche per un solo attimo fugace, si sarebbe commosso per tutta quella perfidia racchiusa in un metro e sessanta scarso. Era per quel motivo -badate bene però! Soltanto per quello!- che Draco ogni tanto la fissava come se non ci fosse stato niente di più bello al mondo di quei quaranta chili scarsi di cattiveria, perfidia, machiavellico ingegno ed irrispettosità. La cosa che però gli piaceva più di tutto di Pansy era la sua corporatura minuta. Tutte le altre ragazze avevano continuato a crescere mentre lei sembrava essersi fermata alle fattezze di una tredicenne, forse un po' troppo precoce.
Pansy si sentì fissare. Si girò e lo fulminò sul posto con un'occhiata truce delle sue.
Come volevasi dimostrare.
Anzi, forse a lui non piaceva solamente la sua corporatura, ma anche i suoi occhi. Non sarebbe sopravvissuto senza quelle occhiate minacciose particolarmente cruenti che dedicava solo a lui colpevole, a sua insaputa, di averla sedotta ed abbandonata.

«Vuoi una foto?» gli chiese irritata.
Oh sì.


***



Non era un comportamento tipicamente made-in-Malfoy il suo. Non solo si era lasciato irretire da quella ragazzina di Pansy, ma l'aveva lasciata tranquillamente fare mentre lei si accingeva a tirar fuori e ad esibire con orgoglio quasi grifondoro il suo repertorio di battute acide da ragazza in pieno ciclo mestruale contro di lui. No, questo non avrebbe dovuto permetterglielo. Chi era lei per trattarlo alla stregua di un Tassorosso del primo anno? Ok, si era lasciato leggermente andare nella contemplazione della ragazza e nella sua mente erano passati pensieri poco decorosi e fin troppo tinti di rosa, ma lei che diritto aveva di ribellarsi?
Se Draco Lucius Malfoy avesse deciso che voleva guardare te, sì proprio te, tu cosa avresti dovuto fare? Semplice, chiaro e conciso: lasciarti guardare senza nessun commento.
Pansy era ottusa.
«Parkinson, smettila.» esordì gelido interropendo la ragazza in pieno sproloquio permeato di acidità. La sua freddezza non raggelò all'istante Pansy come si era aspettato, ma la fece sorridere. Una specie di sorrisetto soddisfatto a dire il vero, uno di quelli che stanno a significare: “Oh, era ora! Ancora un po' che aspettavo una tua reazione, mi sarebbe cresciuta la barba!”. Ma Draco non lo interpretò così, ma come se significasse: “Mi stai particolarmente simpatico oggi, Malfoy.”
Tuttavia Pansy disse solo: «Siamo tornati ai cognomi, Malfoy?», prima di ritrarsi. A Draco sembrò un gattino piccino che sta per sferrare il suo attacco alle caviglie del povero malcapitato di turno. Eppure Pansy non aveva nessuna intenzione di attaccarlo nuovamente.
«Ma voi due, non avete mai pensato di tornare insieme?» chiese loro Daphne Greengrass con il suo tatto impressionante facendo strozzare Draco con il succo di zucca e arrossire Pansy fino alla punta dei capelli in un'ottima imitazione del consolidato Weasley-style.
Daphne scambiò quel silenzio (ovviamente, aveva deciso volontariamente di non considerare la reazione dei due) per un invito a continuare: «Penso che fare un po' di sano sesso vi aiuterebbe a scaricare i vostri nervi e a non farci respirare la vostra tensione sessuale che, sono sicurissima, renda i capelli crespi. A forza di respirare la tensione sessuale emanata da Potter e la Weasley piccola, alla Granger sono venuti i capelli crespi. Vero Blaise, amore mio?» chiese a Blaise nel tono più pacato del mondo, sbattendo le sue lunghe ciglia in un'espressione di falsa ingenuità.
Il ragazzo ghignò e colse l'occasione al volo: «Daphne, non sono mai stato così d'accordo con te prima d'ora.»
Stronza di una serpeverde, aggiunse ma questo lo pensò solamente trattenendosi dall'esternarlo ad alta voce. Avrebbe sicuramente avuto l'appoggio di Draco e Pansy, ma nemmeno loro sarebbero stati in grado di salvarlo da un'Avada Kedavra lanciata ad alta voce da quella vipera bionda. Meno di un'ora prima aveva avuto come regalo di Natale un'altra delle perle di Daphne Greengrass e sinceramente non riusciva a capire come era riuscito a farsi incastrare così alla leggera e a tornare con lei.
Quel
Blaise, io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.” gli rimbombava ancora nelle orecchie come uno strano e insistente mantra.
Faceva bene lui ad odiare le donne, esseri meschini, subdoli, cattivi e sicuramente senza coscienza.
E Daphne e Pansy erano esattamente così. A dirla tutta, era un po' per colpa loro se lui aveva quell'idea del
gentil sesso.
Proprio in quell'istante, mentre stava decidendo se intraprendere il seminario e farsi prete o scappare in Thailandia per internarsi in un monastero buddista, Draco si stava riprendendo e Pansy stava cominciando a riprendere un colorito normale, Theodore si sedette a tavola affianco a Blaise.
«Che mi sono perso di bello?» chiese il ragazzo appena arrivato notando l'innaturale silenzio, il sorrisino soddisfatto di Daphne e l'espressione atterrita di Pansy e Draco.
E Daphne colse l'occasione al volo e si lanciò in una filippica elencando modi e
posizioni in cui Draco e Pansy avrebbero potuto affrontare i loro problemi.
«Daphne, senza offesa, ma dove sei cresciuta? In un porto di mare?».
Anche il pazientissimo Theodore Nott ora era disperato.
«Voi donne siete la nostra dannazione.» sospirò Blaise mentre Draco e Theodore annuivano, leggermente rinfrancati dal fatto che qualcun altro la pensasse come loro.


***


Draco Malfoy era costernato, attonito e sbigottito. Oltretutto era anche pronto a dover affrontare anni di sfiga immane per aver deciso di mandare a quel paese la sua routine quotidiana.
Era scappato a metà pranzo con quella che a detta di tutti era una scusa bella e buona, ma che purtroppo per lui era una mera verità: il mal di testa lancinante con cui si era svegliato quella mattina era tornato prepotentemente a fargli compagnia.
Ma la cosa che più lo lasciava costernato, attonito e sbigottito era il fatto che Pansy avesse deciso di riaccompagnarlo al dormitorio. Avevano fatto finta di niente quando Daphne aveva intimato a Theodore e a Blaise di non tornare in dormitorio per nessuna ragione al mondo. Non avrebbero dovuto disturbarli o sarebbero stati cruciati alla pazzia da Daphne, possibile nuova migliore amica per Bellatrix Lestrange.
E fu così che si trovarono soli, costretti in un silenzioso carico di cose non dette.
Pansy era fin troppo abituata ai silenzi profondi del ragazzo, ma in quel momento avrebbe desiderato con tutta se stessa affrontare una conversazione su un argomento qualsiasi. Il tempo atmosferico era forse banale? Sì, ma avrebbe potuto salvarli dall'ondata d'imbarazzo che avrebbe potuto scagliarsi su di loro e non andarsene più.
Doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa. Smise di fissare per un attimo dritto davanti a sé e rivolse lo sguardo verso Draco giusto per una frazione di secondo. Quel tempo così esiguo però fu abbastanza.
No, non aveva il coraggio di iniziare lei una conversazione.
Con sua enorme sorpresa vide il ragazzo fermarsi in pieno corridoio e voltarsi verso di lei con un ghigno dei suoi stampato sul volto.
«Sei imbarazzata.» esordì. Pansy lo odiò per una frazione di secondo. Cos'era quel modo per rompere il ghiaccio?, pensò arrabbiata non rendendosi conto che almeno lui aveva avuto il fegato necessario per iniziare una conversazione che li aspettava da fin troppo tempo e che entrambi avevano rimandato. Ora però non potevano più continuare a procrastinare. Il tempo del chiarimento era arrivato.
«Non sono imbarazzata!» esclamò lei con un tono troppo veemente per sembrare vero. «Insomma, quello che ha detto Daphne era imbarazzante, ma io non mi imbarazzo per così poco.» e stavolta sembrava quasi sincera.
«No, scusa, rettifico: sono io che ti imbarazzo.» chiarì Draco sorridendo apertamente e facendo affluire un po' di sangue alle guance di Pansy. La osservò fiero del risultato ben consapevole di essere l'unico ragazzo in grado di scatenarle quelle reazioni. La serpeverde non era mai stata timida, ma con lui nei paraggi solitamente ritraeva le unghie e si trasformava da leone imbestialito in una micina paurosa.
Pansy non seppe replicare, d'altronde quella appena pronunciata era la pura e semplice verità ed era stata detta in un tono così disarmante che lei non seppe reagire. Si chiuse in un ostinato silenzio e riprese a camminare seguita a breve distanza da Draco.
«Io l'ho saputo ammettere, Pansy. Ho ammesso di essere disposto a cambiare la mia vita, a cedere ciò che è mio solo per te. Perché non riesci ad ammetterlo anche tu?»
Era l'ennesima verità di quel giorno, tanto che Pansy non riusciva più a sopportare quell'ondata di sincerità che sembravano trasmettere tutti quanti quel dannato giorno.
Si fermò e degnò il ragazzo di una sola occhiata. Avrebbe voluto regalargli una delle sue famose occhiate intimidatorie, eppure, non appena incriociò gli occhi grigi di Draco la sua espressione si addolcì istantaneamente.
«Perché fai così?» gli chiese quasi esasperata. «Non devi più sentirti in dovere di cambiare per me. Hai avuto la tua occasione e ora basta, non stiamo più insieme, Draco. Non capisco che succede oggi a tutti. Prima Theodore e Tracey, poi Daphne e Blaise! E ora cosa? Io e te?» il suo tono di voce si era alzato rapidamente di un'ottava facendo sembrare le domande più simili ad uno sfogo di quanto volesse.
Draco sorrise e si trattò di un vero sorriso, lontano anni luce dai suoi soliti ghigni. Fece un paio di passi verso la ragazza e le si parò di fronte facendola indietreggiare fino a che le sue spalle non toccarono il muro.
«Forse che a Natale siamo tutti più buoni?» le chiese lontano solamente un paio di dita dalle labbra di lei.
E si chinò su di lei, baciandola.

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Angolino dell'autrice:

è arrivata alla fine anche questa mini storia che sinceramente a me piace discretamente. I commenti si son fatti desiderare e ringrazio LoveChild per avermi espresso il suo parere :)
Purtroppo non ho potuto aggiornare prima dal momento che mio padre mi ha trascinato in una vacanza dell'ultimo minuto a Firenze. Magnifica città, per inciso, anche per una che come me non è decisamente fanatica della storia dell'arte. 
Fatemi sapere, va :)
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite.

Fay :)

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