Somethin' Else

di FreyjaPage
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** (Quasi) Un Giorno Come Gli Altri ***
Capitolo 2: *** Una In Più ***
Capitolo 3: *** Una Nottataccia ***



Capitolo 1
*** (Quasi) Un Giorno Come Gli Altri ***


SOMETHIN’  ELSE.
 
‘’CAVOLO, CAVOLO, CAVOLO, CAVOLO!!!’’
Jimmy Page, uno dei più grandi, bravi (e belli) chitarristi della Storia, come al solito, aveva ‘’preso in prestito’’ una camicia, anzi no, LA camicia di Robert Plant, il più acclamato vocalist dai capelli d’oro massiccio.
Non nel senso che era la sua UNICA camicia, ma che era la sua PREFERITA. E’ diverso.
Comunque, oltre ad averla trafugata dal cassetto della sua camera d’albergo, lasciata aperta per i loro soliti ‘dopo-show’, l’aveva anche macchiata. Era una macchia larga, nera, senza un bordo preciso che attraversava la camicia blu cielo dal taschino in giù. E il bello è che non ricordava neanche con COSA l’avesse fatta!
‘’Rilassati, Jimmy.’’ Disse Lori Maddox, seduta davanti alla specchiera intenta a mettersi gli orecchini, con tono rassicurante, notando il panico negli occhi del fidanzato (beh, quasi fidanzato).
La faccia di Jim era diventata bianca cadaverica, più del solito, e i suoi piccoli occhi orientali dallo sguardo profondo, magico, che sembrava volesse prenderti l’anima e cullarla tra le sue braccia, erano passati dal loro solito colore mezzo-verde-mezzo-marrone ad un bel rosso acceso. No. Non è una metafora.
Era parecchio nervoso da quando Plant lo aveva intimato di non suonare più con lui se avesse preso di nuovo una delle sue ‘camicie da rimorchio’.
Di solito non perdeva MAI la calma, anzi, era sempre ESTREMAMENTE tranquillo, ma quando Plant si arrabbiava… meglio se non finisco la frase…
‘’ADESSO COME DIAMINE FACCIO??’’ gridò, non curante dele rassicurazioni della bella Lori.
Sì. Lori era una delle più belle creature esistenti sulla faccia della Terra, e soprattutto una delle poche ad aver avuto l’onore di affascinare niente popò di meno che Jimmy Page. Il Dio della 6 corde, e fondatore della band più famosa al Mondo: i Led Zeppelin.
Aveva degli occhini scuri enormi, capaci di far cadere ai suoi piedi chiunque le capitasse davanti. Sembrava molto più grande rispetto alla sua vera età. Infatti aveva solo quindici anni, ma sapeva già il fatto suo.
‘’Ma dai! E’ solo una stupidissima camicia! E poi quella macchia può essere tranquillamente lavata, basta un po’ di olio di gomito e una brava massaia! No, Jimmy, non io…’’ Lo fermò mentre stava per chiederglielo, e lui fece una smorfia rassegnata.
James trovò finalmente la pace interiore e rispose di conseguenza con dolcezza alla sua amata: ‘’Sì, hai ragione, cara… MA DOVE LA TROVO ADESSO UNA BRAVA MASSAIA??’’ Con dolcezza, appunto.
‘’Ehm… nell’albergo non c’è?’’
‘’Uh? Forse sì, ci sarà.. MA SE ROBERT DOVESSE VENIRLO A SAPERE??’’
Proprio in quel momento bussarono alla porta.
‘’Sapere cosa?’’ la voce soffocata che proveniva da lì dietro apparteneva a Plant
‘’Se non avessi urlato non ti avrebbe sentito’’ sussurrò Lori con un sorrisetto divertito.
Jimmy la guardò torvo.
‘’Mi fate entrare? Anzi no, scendete voi per la colazione, ci vediamo lì’’. Disse la voce soffocata dietro la porta.
 
*PALLOTTOLA SCHIVATA*
 
‘’Sì, okay ci vediamo giù!’’ rispose Jimmy. Dopodiché cercò di ritrovare la sua solita compostezza che per un po’ l’aveva abbandonato.
‘’Se mi dai quel maledetto vestito lo porto io in lavanderia…’’ Lori protese la mano.
Jimmy, che odiava quando qualcuno sbagliava termine, stette zitto e gliela porse.
 
 
*
 
 
Come al solito un’orda di fan si era precipitata addosso a Plant e a Bonzo come una mandria di bufali inferociti bramanti di autografo e/o foto dei loro Divi.
Jones era andato a soggiornare in un altro albergo, più riparato. Non gli piaceva molto la confusione.
Jimmy decise di unirsi a loro e alle groupies che sedevano di fronte e subito fu attaccato anche lui dai fan adoranti.
‘’Ben sveglio, Lead Wallet!’’ Salutò Robert agitando i capelli e scrivendo un autografo in contemporanea. Non riusciva mai a mangiare una colazione calda. Lo stesso valeva per Bonzo.
Amavano e al tempo stesso odiavano il loro essere famosi.
‘’Dove sono Richard e Peter?’’ Domandò James, perplesso.
‘’Sono andati a cercare Jonesy. Sono gli unici a sapere dove alloggia. Oggi dobbiamo fare le prove per il concerto di domani, te ne sei scordato?’’ Chiese Bonzo.
‘’Prove?! Ah, già, è vero… Ma noi siamo i LED ZEPPELIN! Non abbiamo bisogno di prove!’’ Sbottò Jimmy esaltandosi.
‘’Vallo a dire a Grant!’’.
Page annuì, rassegnato.
Finalmente avevano terminato la loro session di autografi, ed erano pronti a gustare la loro, ahimè, colazione fredda.
Jimmy invece, più furbo, prese un vassoio in quel momento con bacon caldo, salsa tartara e toast e tornò a sedere al tavolo, pensando con frustrazione alla camicia che ormai gli aveva rovinato la giornata.

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Capitolo 2
*** Una In Più ***


Capitolo n. 2
Okay, ragazzi, questo è il secondo capitolo della mia serie fuori dal Mondo e totalmente inutile. Enjoy =) (ringraziamenti alla fine u.u)
Una in più
 
I Led Zeppelin avevano appena terminato la prima parte delle prove e si stavano rilassando nella sala presa in affitto.
‘’No, ma hai visto quanto sono fotogenico? Anche tu sei venuto bene ma guarda che roba!’’
‘’Sì, sì, Robert, come vuoi…’’
Percy e Bonzo stavano sfogliando una rivista musicale, sulla quale, come sempre in quel periodo, appariva il loro gruppo ritratto durante i loro numerosi concerti.
‘’Guarda che belle spalle! Ma… OH MIO DIO, NO!’’ Plant era sconvolto.
‘’Che c’è?’’ Rispose Bonzo stanco.
‘’I miei capelli! Guardali!’’
‘’E allora?’’ Bonham stava cercando di nascondere il più possibile la sua irritazione.
‘’SONO CRESPI!’’
Bonzo chiuse di scatto la rivista, si alzò e andò a fumare una sigaretta fuori, il tutto ad una velocità di quattro-cinque secondi.
Plant, non curante, riaprì la rivista e continuò a mirarsi e a rimirarsi.
Jimmy intanto era seduto in un angolino con la chitarra in mano. Era così quando cercava di farsi venire l’ispirazione per qualche nuovo riff.
Jones lo chiamò, ma era troppo assorto nei suoi pensieri fissi di quel periodo (canzoni/camicia blu/ Lori) per accorgersene.
‘’Santo Thor! Ma vuoi rispondermi o no, quando ti chiamo??’’
‘’Hn? Fmpfn?...’’ Che tradotto vuol dire: ‘’Eh? Che hai detto?’’
‘’Ah, lascia perdere.’’ Jonesy si indignò e andò da Plant a leggere le recensioni dei critici.
‘’Mi sto annoiando. Andiamo a rompere le scatole a Peter?’’ Chiese Percy a John Paul con un sorriso che andava allungandosi da un orecchio all’altro.
Il bassista, che era molto più maturo di lui, rispose:
‘’No.’’
‘’Eddai!!’’ Insistette.
‘’No.’’
‘’Uff… Allora andiamo a provare qualche camicia! E’ la nostra prima serata, qui a Finnix!’’
Non appena Jimmy Page sentì pronunciare la parola camicia,trasalì.
‘’NO! Ehm…’’ *Pensa, James, pensa…* ‘’Lo sapete che non si provano mai gli abiti di scena prima di un concerto! Porta sfortuna!’’
*Ok, questa faceva pena* Pensò.
‘’Davvero? Ah, okay…’’
*Non ci posso credere! Ha funzionato!* Jimmy si sentiva soddisfatto.
Jones, che aveva capito cosa stava succedendo, si avvicinò e gli disse piano: ‘’Ehi, Coso… Sai, mi stavo chiedendo… Perché Robert non indossa da un po’ di giorni la sua camicia blu?’’
Il cuore di Page sembrò non volerne sapere di battere più lentamente.
‘’Come hai fatto a saperlo?’’
‘’Ma dai! IO sono John Paul Jones!’’ Scandì le parole con atteggiamento fiero.
*Idiota* Pensò Jimmy.
‘’Ehrm… Toc-Toc!’’ Qualcuno era entrato nella sala prove.
‘’LORI!’’ Il volto di Page si illuminò, e la amò più che mai perché lo aveva salvato da quella situazione piuttosto imbarazzante.
‘’Che ci fai qui?’’
‘’Come ‘che ci faccio qui?’ Non posso neanche vedere i miei ragazzi all’opera?’’
Poi si avvicinò: ‘’Jimmy, amore caro, non arrabbiarti… Non trovo più la camicia di Robert…’’
Il suo volto divenne cadaverico e non sentì più il cuore nel petto.
*E adesso che faccio? Sono rovinato! Robert se ne andrà e io… e io…* Trattenne le lacrime e fece un respiro profondo.
Lori cambiò velocemente discorso, stavolta rivolgendosi a tutti: ‘’Indovinate chi ho incontrato? Non la conoscete, è una vecchia amica venuta a trovarmi dalla lontana Finlandia… FREYJA!!!’’
Sbucò dal nulla una sventola bionda con indosso un vestitino estivo bianco (anche se era autunno) e subito Percy cominciò a crearsi un film in testa con lei che ondeggiava i lunghi capelli al vento con sguardo ammiccante.
‘’Ciao, ragazzi, mi chiamo Freyja Thorsten e sono molto lieta di fare la vostra conoscenza.’’ Il suo sorriso abbagliava.
‘’Soprattutto la tua, John Paul’’ Continuò, guardando il bassista
Lui si sentì in imbarazzo di fronte a cotanta bellezza.
‘’Ciao…’’ Riuscì a rispondere flebilmente, facendosi stringer la mano dalla Finnica. Ma alla fine si riscosse e ribatté: ‘’… E io sono felicemente sposato con la mia bellissima moglie, e ho ben tre figlie!’’
Lei, tenace, rispose con uno sguardo seccato ma allo stesso tempo malizioso, e abbandonò la sua mano.
Plant intanto era pervaso da una sorta di ingabbiamento di farfalle dentro il suo stomaco, e capì che quella fanciulla nordica sarebbe stata sua. Così si risvegliò dal film mentale e si diresse verso di lei.
‘’Salve! Il mio nome è Robert Plant, e il piacere è tutto mio’’. (Lo disse come in quei film anni ’80 ambientati negli anni ’50 in cui il protagonista, vestito di pelle con i capelli ricoperti di brillantina, cerca di sedurre la ragazza nella macchina al cinema all’aperto).
‘’Ciao…’’ Rispose al saluto lei, continuando però a guardare Jones.
Percy ci rimase male.
 
 
 
*
 
 
 
‘’Allora, Banda! Rimettiamoci al lavoro!’’ Proruppe Peter Grant che entrò nella stanza con affianco Bonzo.
I quattro salirono sul palco e attaccarono con ‘Immigrant Song’.
Intanto le due ragazze rimasero lì in piedi a guardarli suonare.
Page continuava a pensare alla camicia perduta, Plant non poteva smetter di guardare Freyja; Jones e Bonham, beh… Loro erano gli unici seri in quel momento.

Eccoci giunti ai ringraziamenti! Grazie a Drama in Sunset e a Ray, che sono state sempre gentili con me e che mi hanno aiutata a proseguire la storia =)

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Capitolo 3
*** Una Nottataccia ***



 CAPITOLO 3: Una Nottataccia.


LOOOOL salve lettori/lettrici spero che vi piaccia questa full immersion nell’Universo Plantesco TOTALMENTE (beh, quasi) immaginato dalla sottoscritta uvu mi piacerebbe leggere un po’ più di recensioni, so che siete presenti ^^. Boh, che altro dire? Niente, enjoy! Xoxo FreyjaPage


LUCE. BUIO. LUCE. BUIO.
Plant si svegliò di soprassalto.
Aveva fatto un sogno stranissimo: braccia, mani, fari puntati sugli occhi, capelli biondi, vestiti bianchi, Maureen, la bambina, Page, labbra rosse… VUOTO.

Il suo respiro era affannoso e il suo cuore batteva all’impazzata.

Guardò l’orologio e vide che erano le quattro del mattino. Aveva dormito solo due ore dalla fine del concerto. Non riusciva a riprendere il sonno. Faceva caldo. Scostò le lenzuola. Gli girava la testa. Tastò l’altra parte del letto. Non c’era nessuno purtroppo. Quanto avrebbe voluto che ci fosse ‘’Freyja...’’ Mormorò.

Da quando l’aveva vista per la prima volta non riusciva a togliersela dalla testa.

Sentì delle voci fuori dalla porta. Si avvicinò per sentire meglio.

‘’No, non c’è niente da fare. Io amo mia moglie più di chiunque altro. Non intendo tradirla!’’
Era Jones. Sentì anche dei tacchi a spillo.
‘’Ma dai! Non lo verrà mai a sapere!’’
Freyja?!
‘’Se ti dico NO vuol dire NO. E BASTA! Sono stato abbastanza chiaro? O devo ripetertelo in… Finlandese o quel cavolo che è?’’
‘’Non finisce qui, stanne certo.’’
Ancora tacchi a spillo. Porta sbattuta. Sospiro di Jones.
Ebbe il timore di aprire la porta per andare a parlare con lui, ma alla fine cedette alla tentazione.
Abbassò la maniglia, ma si ricordò di averla chiusa a chiave. Ci riprovò. Dopo averla socchiusa vide il caschetto del bassista, che fece per andarsene.
Sussurrò: ‘’Ehi, come mai ancora alzato? Vi ho sentiti discutere, che è successo?’’
Jonesy non si voltò, ma si fermò e rispose: ‘’Sai, sono molto affascinante, ma amo la mia famiglia.’’
Poi, girandosi, agitò i capelli, mostrando il suo sguardo fiero (che cambiò repentinamente quando vide i suoi slip) a Plant.
‘’Ma non puoi metterti qualcos’altro per andare a dormire?’’
‘’No, così rendo felici le mie innumerevoli groupies.’’ Rispose conciso senza pensarci troppo.
‘’Mah, come vuoi, io vado adesso, sto crollando… ‘Notte’’
Plant non rispose, rimase a fissare il muro innanzi a sé.

Dopo aver tirato su il naso un po’ di volte decise di tornare in camera.

Andò a farsi una doccia, non voleva dormire.

Aprì l’acqua ed entrò.
‘’E’ fredda’’ pensò, ma non batté ciglio. Aveva la testa decisamente altrove per occuparsi di queste sottigliezze.
Come faceva una ragazza così bella come Freyja ad innamorarsi di uno come… sì, come Jones, quando a portata di mano c’era un Robert Plant?
Non riusciva a spiegarselo.

L’acqua cadeva piano sui suoi capelli, che di conseguenza divennero pesanti e si afflosciarono sui suoi pettorali.

Dopo essersi lavato uscì dalla doccia e si asciugò con il primo straccio che trovò.
Si guardò allo specchio e sbraitò contro il suo riflesso: ‘’Guarda cosa si sta lasciando sfuggire Freyja! Perché non le piaci? Sei stato eletto sex-symbol da tutte le riviste per adolescenti e adesso lei ti rifiuta? Ma che cavolo!’’ Pizzicò la sua pancia e scherzò facendole fare delle facce, per tirarsi un po’ su di morale.

Decise di lasciare i capelli umidi, non voleva svegliare le altre povere anime dell’hotel con il rumore dsell’asciugacapelli.

Guardò l’orologio e notò con piacere che era appena iniziata l’ora della colazione. ‘’Cosa mi metto adesso? Uuuh, sìì!La mia camicia preferita! Così mi rallegra un pochettino!’’ Era entusiasta come un bimbo in un negozio di dolciumi o, per meglio dire, come se stesso nelle festicciole dopo-show.
‘’No! Aspetta! Quella me la metto nelle occasioni importanti, come andare a cena con Freyja, sìsì!’’
Quindi prese la prima T-shirt che trovò nel cassetto (‘’nurses do it better’’) e se la buttò addosso. La stessa sorte toccò ai jeans e alle scarpe.

Uscì dalla stanza e si fiondò in sala colazione come se fosse stato il suo ultimo pasto. Grazie al cielo non trovò nessuno: niente fans, niente band… solo i camerieri.

Prese una tipica colazione all’inglese e ordinò un tè caldo e si sentì realizzato, quindi si mise a sedere. Dopo circa cinque minuti vide Bonham sonnolento avvicinarsi al suo tavolo.
‘’Bonzo!! Oh, che piacere! Come hai dormito stanotte?’’ Era diventato raggiante pur non sapendone il motivo.
‘’Plant, ora sta zitto per favore, sei… LOGORROICO!’’
‘’Sì, sì, va beh, ma come va?’’ Replicò imperterrito.
‘’Io non ho DORMITO, però sono stato a LETTO’’ Rispose con un sorrisetto malizioso stampato sotto i baffi.
‘’Tu invece? Hai una faccia…’’
‘’Uff, nottataccia, non parliamone’’
‘’Ah, okay…’’
‘’Grumpf. Ti odio quando dici ‘Ah okay’!’’
L’altro tirò su il naso: ‘’Ah, okay…’’
Percy decise di lasciar perdere e lo ignorò.
Aveva mille pensieri nella testa e li affogò tutti nel suo Earl Grey con il miele. Per lui era come l’ambrosia, donava forza e vigore alle sue corde vocali e riscaldava la sua anima.
 


*autrice time* eccoci giunti alle mie fantastiche (?) note a piè di pagina… Quindi, vorrei ringraziare tanto i My Chemical Romance e i Led Zeppelin per avermi fatto da colonna sonora durante le mie gite creative *-*
E ovviamente anche Levi, Drama e (in) Sunset e RAY per aver recensito :D (e per aver letto, ovvio uvu)

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