Mum's personal Diary.

di poisonous rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Prologo. ***
Capitolo 2: *** - Evapora. ***
Capitolo 3: *** - Che coincidenza. ***
Capitolo 4: *** - L'Amortentia. ***
Capitolo 5: *** - Il boccino d'Oro. ***



Capitolo 1
*** - Prologo. ***


 
Mum's personal Diary.
 
 
 
 
 
- Prologo.
 
 
 
 
Non era strano il fatto che si dicesse che Hermione Granger fosse sempre stata con il capo chino sui libri ai tempi di Hogwarts.
Ma era strano il fatto che aveva e non aveva fatto delle cose che per me erano nettamente necessarie per sopravvivere ad Hogwarts durante questi anni.
Non era mai andata ad una festa clandestina fra casate - almeno così affermava e così dicevano-. 
Era sempre stata ligia alle regole, senza mai infrangerle perchè lei era un Prefetto e successivamente era divenuta Caposcuola Granger
E aveva avuto come unico ragazzo -oltre papà, si intende - Victor Krum. 
Insomma, che abominio poteva aver mai subito per essere stata traumatizzata a tal punto, dall'esser considerata praticamente una Santarellina da tutti? Possibile mai, che avesse avuto tanto bisogno di cure -come diceva quell'ossigenato di Malfoy Jr.- durante la sua vita in quel manicomio di scuola? 
Insomma.. io ero sua figlia, eppure, le parole "Festa" e "Rose Weasley" erano sempre state un'ottima accoppiata: fin dal primo anno ero stata l'ideatrice di molteplici feste -leggermente clandestine- che mi avevano portato alla popolarità più assurda! Il primo anno era stato il mio sbocco nella "comunità sociale" di Hogwarts. Non che avessi voluto dal primo momento essere sotto l'attenzione di tutti, insomma, essere popolari o meno non poteva cambiarmi la vita più del fatto che Malfoy avesse i capelli praticamente leccati da una mucca.. no quello mi aveva traumatizzato fin dal primo giorno che l'avevo visto, al primo anno, Dio al pensarci mi vengono i brividi. Faceva schifo vedere quella massa quasi bianca tutta appiccicata al retro del capo. Diamine rischiavo di avere dei conati di vomito ogni qual volta che lo vedevo! 
Ritornando al problema "madre fin troppo santarellina", forse, non ero realmente sua figlia, forse ero stata adottata perché mamma credeva che non potesse avere figli, e l'anno dopo avermi adottato, era nato Hugo -ed era molto probabile, dato che nei film, succedeva sempre una cosa simile, pensavo quindi, fosse anche il mio caso-. 
Ma, l'improvviso -direi anche il felice ritrovamento improvviso- ritrovamento del suo diario ehm.. segreto, circa due anni e mezzo fa -che era stato ritrovato nella mia stanza dove regnava una coltre di libri e vestiti-, beh, almeno il diario affermava con mio sommo orgoglio che io ero tutta mia madre.. ringraziando al cielo, direi.
Nel diario però diceva altro a quello che tutti affermavano nei riguardi di mia madre. 
Parlava soprattutto di un ragazzo.
Ma, dannazione, non capivo chi diamine fosse stato questo fantomatico ragazzo che Hermione Granger, la mia ormai single madre, avesse frequentato dopo Victor Krum e prima del suo fidanzamento con papà. Quindi, facendo due conti, per ben due anni e mezzo era stata con questo tizio. Lei lo aveva più volte nominato nel diario, ma con un nome totalmente assurdo. 
"Costellazione". 
Supponiamo quindi, per un secondo, che Costellazione fosse il vero nome del tipetto -cosa alquanto imprevedibile dato che mia madre non era scema, e non diceva ai suoi migliori amici chi le piacesse da quando era successa la vicenda di Krum al quarto anno, e quindi per evitare che casualmente fosse caduto nelle loro mani il suo diario, l'aveva giustamente chiamato in questo modo perchè c'era qualcosa che si collegava a lui in questo nome-, chi diamine di persona con un nome simile poteva mai piacerle? Meglio un nome più.. cavalieresco almeno con cui rinominarlo, no? Avrei avuto più possibilità di pensare che costui non era un completo sfigato se l'avesse chiamato in altro modo.. Però, ripensandoci, che principe poteva aver mai aver conosciuto in una scuola dove io e Malfoy ci lanciavamo fatture, contro-fatture, e delle volte scappava il pensiero di Cruciare casualmente si intende, l'altro, nonostante il Crucio fosse una maledizione senza perdono? Però.. beh, tutto era possibile, considerando il fatto che mia madre aveva parecchie sfaccettature che ben pochi conoscevano, e fra quei pochi v'era la sottoscritta. 
La mia missione però, consisteva nel capire e possibilmente trovare, il tipo in questione e scoprire se adesso era lui il nuovo tipo di mamma, oh si perchè, Hermione Granger ex in Weasley, si era lasciata con mio padre per problemi di .. coppia? No chiamarli tali era un'abominio, diciamoci la verità, mio padre se l'era fatta con la Brown e mia madre l'aveva beccato nel loro letto con quella sciaquetta da quattro soldi, inutile dire che in casa Weasley-Granger era scoppiata la Terza Guerra Magica e non era servito neppure Harry Potter a far calmare mia madre. Prima che zio Harry l'avesse potuta bloccare infatti, mamma aveva fatto lievitare il loro materasso con quei due esseri dentro, fuori dalla finestra di casa Weasley, per poi urlare tutte le parolacce possibili e soprattutto che non avrebbe mai detto in nessun contesto, dalla finestra della loro stanza verso il marito ancora nudo nel letto.. insieme all'oca
Tornando al tizio, probabilmente, era una "missione impossibile" trovarlo e chiedergli gentilmente di non intromettersi nella mia famiglia; ma, la speranza era sempre stata l'ultima a morire, o almeno così mi ripeteva sempre mamma. O almeno lo speravo con tutto il mio cuore, altrimenti, beh, l'ex famiglia Weasley-Granger era seriamente fottuta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Okay lo so lo so, ho un'altra storia in corso e sono in ritardo a postare. Ma è nata spontaneamente a scuola questa storia mentre il prof spiegava Greco, di conseguenza, come far fuori un'idea senza nemmeno sapere se è una brutta idea o meno? 
Beh, fatemi sapere, se vi piace continuo, altrimenti mi dedico allo studio.. più o meno xD
 
 
 
Hermoinie.

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Capitolo 2
*** - Evapora. ***





 
Mum's personal Diary.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Evapora.
 
 
 
 
 
 
 
Primo Settembre. 
Primo giorno di scuola. 
Prima volta che i miei genitori non erano mano nella mano da quando ero nata. 
Prima volta che vedevo mia madre senza la fede nunziale, così come mio padre. 
Prima volta che mi sentivo vulnerabile vedendo mio padre dalla parte opposta della stazione, rispetto a dove ci trovavamo io e mamma in quel momento. 
Prima volta che io e Hugo non ci scompigliavamo i capelli a vicenda prima di salire sul treno, perchè lui era lì, vicino a papà, troppo lontano da noi. 
Prima volta che i miei genitori si lanciavano sguardi di fuoco, ma si amavano, doveva essere così per forza.. obbligatoriamente. 
Prima volta che mi guardavo intorno e notavo che mentre la mia famiglia era divisa, e si scrutava circospetta cercando di capire i punti deboli dell'altro, le persone passavano in mezzo al varco che avevamo creato senza far caso alla tensione che si sentiva in quel momento. Il problema era nostro, e di nessun'altro. 
Primo.. no un secondo, non era il primo anno. Era il quinto anno. 
 
 
 
Mamma e papà si guardavano in cagnesco e io e Hugo abbozzammo un sorriso comprensivo verso l'altro, ognugno di noi stava subendo una tortura personale da un mese e mezzo. Il giudice aveva assegnato -si assegnato, diviso come dei cagnolini per intenderci-me a mamma, e Hugo a papà. In reltà, avevamo scelto noi con chi stare, sapevo che mamma aveva bisogno di me, aveva bisogno di sfogarsi, di piangere e di pigliare a parole quel coglione di papà avendo il mio pieno consenso; e papà aveva bisogno di scherzare per sdrammatizzare il tutto perchè era ancora troppo bambino per capire che cosa fosse realmente avvenuto fra di loro, e io l'avrei preso solo a parole se me lo fossi trovato davanti. 
Ma di una cosa ero certa: sarebbero ritornati insieme. 
Di questo ne ero sicura, prima o poi si sarebbero rimessi insieme.. se non oggi, domani. 
Presi la mano di mamma e Hugo fece altrettanto con papà, arrivammo al centro della stazione, mentre i nostri genitori facevano di tutto pur stare il più lontano possibile l'uno dall'altro. Sbuffai sbattendo i piedi per terra, come quando da piccola volevo ottenere attenzioni. Infatti, si girarono tutti verso di me, sorrisi compiaciuta, grazie al cielo avevo ereditato l'intelligenza di mamma. 
« Grazie per l'attenzione. » 
Mamma roteò gli occhi al cielo pensando sicuramente che stavo diventando una piccola stronzetta, la guardai sorridendo. Tutti quanti l'avevano sempre descritta come "Hermione Granger: la perfetta. La strega babbana più intelligente della scuola di Hogwarts.. Quella composta con un'autocontrollo eccellente. Senza macchia e senza paura." Mi chiedevo proprio come facessero a dire simili stronzate se nemmeno la conoscevano di persona; i giornalisti erano a conoscenza solo del fatto che lei, mio zio, e mio padre avevano salvato il mondo Magico. Che poi si erano sposati e avevano avuto dei figli.
Ma non erano loro, i giornalisti, a vivere in casa con una donna ormai quasi-fidanzata con un tipo che io non conoscevo -ma anche se l'avessi conosciuto non ci sarei andata molto d'accordo- e che molto probabilmente non avrei conosciuto perchè "L'avrei fatto scappare via a gambe levate". 
Non erano loro a subirsi le sue urla in piena notte, quando si svegliava incazzata e con le lacrime agli occhi perchè aveva di nuovo sognato il giorno in cui aveva scoperto che l'amore della sua vita era stato letto con una sgualdrina, con una che non era lei. 
Non erano loro a soffrire, nel vedere la propria famiglia distruggersi a causa di uno stupido sbaglio, di un .. di una stronzata. 
Ma dicendo questo, non davo ragione a mio padre, tutt'altro. Era una stronzata. Perchè se voleva andare più spesso a letto con mia madre, se voleva provare nuove emozioni poteva benissimo insonorizzare la stanza e dare di matto con Lei senza dare fastidio a nessuno. E non con un'oca qualunque, che per giunta aveva un naso che faceva invidia persino alla Befana. 
« Papà. » disse Hugo guardando Ronald Weasley per farli salutare la mamma, scossi il capo vedendo che non si muoveva per questione di orgoglio. Bambino. Era un fottuto bambino immaturo.
« Dimmi. » 
Scossi il capo guardando mamma, sogghignava, e sapevo benissimo anche il perchè, pensava sicuramente "La dimostrazione che tutti quegli anni di matrimonio sono stati solo una gran perdita tempo". Ormai lo ripeteva tante volte la notte che era diventata la sua frase giornaliera quando era sovrappensiero. Stava male, e lo sapevo benissimo, mi chiedevo solo come facesse il suo nuovo fidanzato a sopportarla se diceva sempre questa frase.. forse l'avrebbe lasciata proprio per questo. Sarebbe stata una mano santa e io mi sarei risparmiata il lavoro sporco. 
« Mamma. » mormorai speranzosa verso mia madre, speravo che almeno lei avesse un pochino di buon senso. Mi guardò e poi annuì carezzandomi la guancia. 
« Ronald, qual buon vento. Ti sei ricordato di nostro figlio a quanto vedo.. ah, come sta Lavanda? »
Maligna. Fottutamente maligna. 
Da quando si era lasciata con lui, era finalmente se stessa, con tutti. E quel tutti implicavava soprattutto la sottoscritta. Era più stronza questo era vero, ma finalmente non aveva paura di ferire una persona, finalmente aveva capito che per stare bene, per difendersi dagli altri, doveva attaccare per prima. Altrimenti non sarebbe sopravvissuta in quella giungla che chiamavano vita. 
Papà divenne rosso, il solito colore che i Weasley acquistavano quando si stavano incazzando o si sentivano denigrati. 
Mamma sorrise, e si avvicinò a Hugo schioccandogli un bacio sulla guancia per poi sorriderli contenta di rivederlo dopo tanto tempo, « Ciao tesoro, grazie per le lettere. » 
« Che lettere? » chiese papà ingenuamente, mamma ti prego, ti supplico non dirlo. 
« Non lo sai? Mio figlio, mi invia periodicamente delle lettere, dicendomi che gli manco e che spera seriamente che io stia bene. Rosie non lo fa con te? ».
Come non detto. 
Lo sguardo di Ronald Weasley schizzò nel mio. Sbiancai all'improvviso, ehm.. e ora? No che non gli inviavo lettere per Merlino! Non avevo la minima intenzione di dirgli "Papino mi manchi, ti perdono e so che non era colpa tua." 
Perchè dannazione non era vero. Era tutta colpa sua, sua e dei suoi ormoni e del coso che non sapeva tenere sotto controllo, guardai mamma e poi afferrai il mio baule. 
« Ci si becca a Natale, e vedete di non scannarvi, altrimenti chiedo a zio Harry di controllarvi. » mormorai salutando mia madre con un bacio sulla guancia, e mio padre con un cenno del capo, si morse leggermente il labbro inferiore, sapeva che mi stava perdendo.. e sapeva che doveva trovare un modo per rimediare. 
Non appena diedi le spalle a mamma e papà, sentii due braccia avvolgermi da dietro in un'abbraccio caldo, familiare, che mi diceva tutto quello che non si riusciva a dire. Socchiusi gli occhi mordendomi il labbro, beandomi di quell'affetto che non ricevevo da tanto tempo da lui. Appoggiai il capo sul petto di papà e lui mi baciò il capo. « Ogni tanto vai al negozio di zio Fred, ci sono dei regali per te. » disse sottovoce, sapevo che era il suo modo di dirmi che gli dispiaceva immensamente e non sapeva come rimediare.Ma almeno aveva fatto un passo avanti verso me, era un'inizio. Sorrisi e annuii girandomi verso di lui per poi salutarlo con un bacio sulla guancia, da quanto tempo che non gliene davo uno! 
« Ciao papà. » 
« Ciao Rose. » 
 
 
 
 
 
 
 
*****
 
 
 
 
 
 
 
Avevo lasciato i miei genitori lì. Davanti al binario 9 e ¾, come se nulla fosse, convinta che dopo quello che mi aveva detto papà, almeno non si sarebbero scannati vivi. Ma non appena misi piede sul vagone del treno li sentii prendersi a parole, nemmeno il garbo di farlo in un altro luogo avevano! Erano una cosa straordina quei due, dannazione, non potevano stare vicini senza divenire subito come cane e gatto. Sbuffai mentre entravo dentro un vagone, uno qualsiasi, bastava che mi lasciassi alle spalle le imprecazioni dei miei, e non fu nemmeno tanto difficile; siccome non appena si chiuse la porta dietro di me, tutti suoni esterni si attutirono, come se mi avessero infilato dei cotton fioc nelle orecchie e adesso non riuscissi più a togliermeli, ma era decisamente meglio così. Trascinai -o almeno ci provai- il baule nello stretto corridoi del vagone, mentre il gufo bianco che mi aveva regalato zio Harry si dibatteva per uscire dalla sua gabbia, ma col cavolo che l'avrei fatto uscire. L'ultima volta aveva quasi staccato braccio a Nott.. però non era stata nemmeno tanto male come cosa, in fondo, se lo meritava pure: Dereck aveva lanciato una fattura Orcovolante a Roxanne, poi Henry -così si chiamava il gufo, strano ma vero- preso da chissà quale forza sovrannaturale, gli era saltato addosso cercando di amputargli il braccio sinistro, ragion per cui io mi ero beccata una settimana di punizione estremame straziante dalla McGranitt per "non aver custodito adeguatamente il mio animale da compagnia". 
Entrai all'interno di uno scompartimento -dopo avere cercato in lungo e in largo, dentro ogni cabina, un qualche segno di vita dei miei cugini senza trovarli-, tirai il baule e chiusi la porta dinnanzi a me sospirando, era il mio primo viaggio da quando avevo undici anni, che andavo verso Hogwarts in un vagone senza i miei amati cugini con me a dirmi che sarebbe stato un'anno fantastico, evidentemente, sarebbe stato l'anno delle "prime cose mai fatte e che devono accadere per farmi andare in tilt obbligatoriamente", esaltante non è vero? Mi girai e mi sedetti su quella sottospecie di divanetto verde per poi spintonare il baule sotto alla finestra, mi avvicinai a questa e notai solo in quel momento due paia di scarpe nere, seguite da un pantalone nero ricamato sicuramente a mano, una camicia bianca sbottonata ai primi due bottoni con una giacca nera. Rabbrividii appena nel notare la carnagione pallida spiccare dalla camicia bianca già di suo. 
Fa che non sia lui. Ti supplico Dio, sempre se esisti.
Ma le mie richieste non potevano essere ascoltate, ovviamente. Mi sedetti e vidi il suo mento, poi labbra rosee e -da baciare-, infine, gli occhi ghiacciati, fottutamente grigi che mi scrutavano, studiavano, come tutte le volte che avevano posato troppo spesso nel corso di quei cinque benedettissimi anni le loro iridi grigie sulla sottoscritta. Era un ragazzo palestrato, biondo e ossigenato.
« Malfoy. » 
« Weasley. » appunto, ci mancava solo quella benedettissima voce oltre al resto e quella solita cantilena che andava avanti dal secondo anno. Non poteva solo esser un figo eccezionale, per carità, pure la voce ci si metteva. Ops. Avevo per caso detto che era un figo eccezionale? Beh, in realtà volevo dire che.. che era uno sfigato eccezionale, esattamente. Lo guardai circospetta e poi decisi di non pensarci, in fondo era il primo giorno, che diamine poteva combinarmi? Posai quindi le gambe sul sedile -in una posa per niente femminile-, occupandolo tutto con il mio 'leggiadro' peso, mentre appoggiavo la testa sul vetro del finestra fissando il panorama.
« Weasley, i tuoi cugini hanno finalmente deciso di evaporare? » 
« E tu finalmente hai trovato una nuova parola da denigrare a tuo piacimento? »
Sbuffammo contemporaneamente, e arrossii solo per questo. Avevo fatto una cosa uguale a quella che aveva fatto lui, per giunta contemporaneamente. Diamine mi sembro Lily. E' lei l'innamorata, non io. Scossi il capo tornando a contemplare il paesaggio mentre lui non la smetteva di parlare.
« Perchè non la finiamo? »
Mi ridestai improvvisamente, finire? Finire cosa? Oddio.. mica.. Sono solo i tuoi sciocchi pensieri Rosie, non vuole dire quello che pensi. 
E di preciso, che pensavo io? Beh.. pensavo che volesse dirmi molto gentilmente che voleva finirla con queste frecciatine e dichiararmi il suo amore eterno e che ero io più bella di Lily, ecco che pensavo io. Mi accigliai un secondo mentre guardavo il soffitto, mi stavo dando della stupida per questi inlogici pensieri da ragazzina innamorata di un qualcosa che non accadrà mai. Mi morsi leggermente un labbro e inspirai a fondo, girandomi verso di lui lentamente, come se non l'avessi proprio sentito o quello che aveva detto non poteva fregarmene più del fatto che oggi i miei avevano di nuovo litigato, eppure, me ne fregava, eccome.
"Tu non sei Lily, tu sei Rose." mi avevano detto un giorno riguardo al fatto che mi ero innamorata -e non si sa come erano venuti a saperlo tutti-, e io li avevo guardati accigliata, che cosa cambiava essere Lily o meno? E qual'era la loro concezione dell'essere Rose Weasley? 
A mio parer, essere Lily o meno, per me contava poco e niente, direi proprio niente piuttosto che più, come lei, anche io potevo innamorarmi, mica ero un'essere senza cuore, Miseriaccia! 
E poi, che sosa significava per me essere me stessa? Una gran rottura di palle. Non sapevo per gli altri poi. Essere figlia di due Auror immaturi, divorziati, e essere considerata "La figlia di Hermione Granger e Ronald Weasley. Regina e Re Gryffindor" non era una gran bella cosa. Ma per fortuna ero riuscita a convincere tutti quelli che conoscevo che io ero diversa da loro. Che io ero Rose, e non Hermione o Ronald. 
« Di fare cosa? »
Sbuffò portandosi una mano fra i capelli biondi, qualche ciocca gli era caduta sul viso e lui se l'era prontamente rialzata, sorrisi impercettibilmente mentre seguivo ogni suo movimento. 
Dovrei smetterla di fare così. 
Poggiò i gomiti sulle ginocchia e avvicinò il suo viso al mio poggiandolo sul palmo di una mano, sarebbe passato per una statua in quel momento, se non avesse sbattuto le palpebre si intende, e forse sarebbe stato meglio. 
« E dicono che sei la più intelligente della scuola. » mi soffiò sulle labbra, sgranai gli occhi, mentre le orecchie, nascoste dai capelli castano-rossi -sono ramati, sono ramati dannazione-, prendevano fuoco come il mio orgoglio. Arricciai le labbra e provai a tornare nella posa "Non mi frega che fai o che dici. Sono impegnata a fare tutto fuorchè ascoltarti.", perchè altrimenti gli avrei scagliato contro qualcosa, come osava dire che dicevano che ero la più intelligente della scuola? Io ero la più intelligente della scuola, per Merlino! Solo che non studiavo. E quelli erano dettagli ben poco identificabili a mio parere. Una persona se era intelligente, non aveva di certo bisogno di giudizi. Uno non dovrebbe mai giudicare il livello dell'intelligenza di un'altra persona. Ad esempio, nel mondo Babbano, c'era un certo Einstein, che era stato bocciato tre volte eppure era stato il più grande scienziato fra i Babbani! Quindi, non capivo perchè mai dovessero giudicare il livello della nostra intelligenza a scuola, se una persona era intelligente, lo era sempre. E non perchè non studiava significava che era un'escremento di topo. Significava solo che aveva altre cose a cui pensare e lo studio non era il suo obbiettivo primario nella vita.   
« Forse, perchè lo sono. »
« Hai detto bene Weasel, forse. »
Roteai gli occhi al cielo e decisi di fissare il soffitto, ma un qualcosa scattò evidentemente in lui, siccome mi prese per il mento e girò il mio viso verso lui con una certa forza. 
« Non t'azzardare mai più a fare così. »
Sgranai gli occhi, avevo solo voltato il viso, che diamine voleva da me? E come osava toccarmi?
« Non sei il mio ragazzo. » dissi, come se il mio ragazzo -ipotetico ragazzo- potesse impartirmi ordini e io gli obbedissi. Bazzeccole.
« Allora ti fai comandare dai tuoi presunti fidanzati, eh? » 
Colpita e affondata.
Delle volte, forse troppe volte, credevo che Malfoy praticasse la Legilimanzia. 
« Evapora, Malfoy. »
 
 
 
 
 
 
 
 
*****
 
 
 
 
 
 
 
 
« Non ci credo, Rose! »
« Ti ha solo parlato vero?! »
« Dimmi che non lo devo schiantare. »
« Quel Malfoy è da Cruciare. »
« Secondo me, sareste un'ottima coppia. »
« Scommetto che non è stato nemmeno tanto male, Rosie. E Al ha ragione, sareste un'ottima coppia. »
« Dominique, suicidati. »
« E secondo me ti sei pigliata una cotta per.. aah! »
Mi girai di scatto verso Dominique e le diedi un calcio negli stinchi, non appena lanciò quell' "ahh" almeno dieci ragazzi le corsero incontro chiedendole se stesse bene. Eravamo sedute in Sala Grande, ringraziando al cielo direi, e Dominique, Lily, Roxanne e tutto il resto della combriccola era seduta affianco a me per il primo giorno di scuola, o meglio. Si erano tutti scusati per non avermi aspettato, e di conseguenza  avermi lasciato nelle mani di quel biondo ossigenato, ma li avevo subito perdonati non appena si erano seduti vicino a me iniziando a coccolarmi. Avevo quindi raccontato loro il bellissimo e gratificante incontro con Malfoy, e adesso le ragazze stavano sbavando, eccetto Dom, che diceva che non era il suo tipo ma che era il mio, una cosa da suicidio, e i ragazzi esternavano i loro pensieri mentre grugnivano. Commentare quello che mi succedeva o meno era una tradizione di famiglia.
Albus rafforzò la presa sul mio fianco sentendo le parole di Dom schioccandomi un bacio sulla guancia, eravamo cugini, ma insomma cugini o meno, non ce ne fregava minimamente delle dicerie che si dicevano ogni anno su di noi. E poi erano sempre le solite! 
"Sai che Rose e Al stanno insieme? Non è un'incesto? Oh Dio sono così felice per loro" 
E poi, non appena lo vedevano passeggiare da solo per i corridoi gli saltavano addosso pensando che me l'avrebbero fregato e quindi avrebbero fottuto -metaforicamente parlando- la sottoscritta, cosa alquanto impossibile. E il bello era che ci sentivamo immuni da qualsiasi critica quando si era insieme. Eccetto nei rari -fin poco rari- casi, in cui lui parlava con il suo migliore amico senza degnarmi minimamente di uno sguardo, oppure unendosi a lui a pigliarmi per il culo per poi beccarsi una bella fattura. 
Malfoy e mio cugino, erano finiti infatti a Serpeverde -e non sapevo di preciso nemmeno io come fosse stato possibile-. 
Io, Lily e Jamie eravamo giustamente finiti a Grifondoro, Domi e Rox ovviamente a Corvonero, mentre i gemelli Scamander -che tutti noi consideravamo cugini per un motivo a me ancora ben poco conosciuto- beh, uno era finito per fortuna a Corvonero, Lysander, mentre l'altro era finito strameritatamente a Serpeverde, Lorcan. Ma il motivo per cui mio cugino, Al, il mio amato Al, fosse finito a Serpeverde, beh, era ancora un'enigma da risolvere per tutti a Hogwarts, eppure, il Cappello Parlante voleva spedire anche me a Serpeverde, ma io avevo fatto come zio Harry, l'avevo supplicato di mandarmi a Grifondoro, altrimenti mio padre mi avrebbe diseredato.
Comunque sia, Malfoy e mio cugino avevano fatto fin da subito amicizia, si erano seduti un giorno vicini e avevano inziato a parlare di un qualcosa che Al tutt'ora si ostinava a non dirmi, idiota. Comunque, Al da quel momento era diventato leggermente -o decisamente- più stronzo di quanto già non fosse. Una volta addirittura, mi fece sedere vicino a quell'essere furettoso solo perchè aveva deciso che io e lui, dopo tre anni di odio purissimo - odio rafforzato dalla sottoscritta l'anno scorso più o meno per ragioni che prima o poi dovrò ricordare, o rileggere nel mio diario-, dovevamo diventare amici. Comunque sia, tutti i giorni, in Sala Grande, la grande famiglia Weasley-Potter-Scamander si riuniva al tavolo dei Grifondoro costringendo alle volte qualche poverino a lasciare la tavola e sedersi in un'altro tavolo di perchè non entravamo tutti: era risaputo, noi Weasley eravamo troppi, quando poi i Potter e gli Scamander si univano a noi, era la fine. 
Ma comunque, ormai tutti si erano così abituati ai nostri modi di fare che quasi a nessuno più scocciava quello che facevamo o meno a scuola.
« Weasel, alla fine li hai ritrovati i tuoi parenti. Sapete.. » Scorpius appunto, era appena entrato in Sala Grande, e non appena ci aveva visti era partito in quarta a rompere le scatole, e come poteva non farlo Rose?, si girò verso i suoi compagni di casata per poi riportare lo sguardo su di me e ghignare, uno di quei ghigni alla Draco Malfoy che facevano svenire metà Hogwarts, per l'appunto si sentì un qualcuno cadere e un qualcun'altro urlare "E' svenuta di nuovo Marie". Arrossii senza distogliere lo sguardo, non sarei stata la debole di turno, il debole era lui, mica io. Albus invece, sorrideva maligno, roteai gli occhi al cielo indispettita, mentre sentivo la sua mano stringersi maggiormente sul mio fianco, se lui sapeva qualcosa di questa faccenda non ne sarebbe uscito vivo da questo scontro, perchè ovviamente ci sarebbe stato uno scontro. 
« .. la piccola Weasley, si è seduta nel mio stesso vagone implorandomi di lasciarla entrare. Perchè i suoi cugini sono stufi di lei, come dargli torto una volta tanto? » chiese a tutta la Sala Grande retoricamente, per poi sedersi aspettando che scoppiassero tutti a ridere. 
Ma, dopo poco, solo il tavolo dei Serpeverde scoppiò a ridere molto rumorosamente; mentre quelli delle altre casate mi guardavano divertiti, ma non ridevano temendo una fattura, Albus guardò Malfoy con uno sguardo che mi fece chiaramente intendere che sapeva anche il motivo per cui stamane l'ossigenato mi avesse chiesto quella cosa così tanto assurda, ancora mi rimbombava la sua domanda nella testa "Perchè non la smettiamo?"
Scossi il capo e vidi appena in tempo Jamie e Rox alzarsi mentre puntavano la bacchetta contro Malfoy, sorrisi sorniona, io amavo la mia famiglia quando prendeva le mie difese, ma non potevo far fare tutto a loro. Dovevo pur cavarmela da sola, no?
« Malferret ritira tutto quello che hai detto altrimenti io.. » mi alzai abbassando la bacchetta di Jamie e sorridendogli, era vero che Scorpius era bellissimo -e non mi piaceva dannazione!-, ma io continuavo ad avere quella cotta infantile per Jamie da cugina più piccola, non era mica colpa mia se mio cugino, con quel suo fisico da Portiere, i capelli castani, gli occhi castani, faceva scogliere chiunque al suolo. E poi, io con lui ero praticamente cresciuta, ragiona per cui non ti dovrebbe piacere, Rosie, scossi il capo concentrandomi su Rox che sentendosi osservata calò la bacchetta sul fianco e mi guardò con aria di sfida. 
Rox non osare a dire che devo cruciarlo io con quell'aria da sfida, perchè sennò crucio prima lui, e poi ti avadakedrizzo. 
« Rose. »
« Rox. »
Lentamente, si sedette sorridendo, convinta che avrei fatto qualcosa di tremendamente eccitante e divertente, per poi infilarsi la bacchetta nei calzini e poggiare il capo sui palmi delle mani guardandomi curiosa. Non era l'unica a pensare che adesso ci avrei dato dentro con Malfoy, tutta la Sala Grande -e solo ora me ne rendevo conto- ci stava guardando curiosa e divertita allo stesso tempo dallo spettacolino, come sempre d'altronde. Infatti, non erano per niente rare le volte in cui questo teatrino si ripeteva anche a Colazione e a Cena. Una volta anche nell'aula di Pozioni accadde una cosa molto simile, e finimmo tutti quanti, appunto, con il lanciarci -Serpi contro Grifi- fialette di pozioni, mentre io e Malfoy al centro dell'aula, ci lanciavamo incantesimi non verbali. Quel giorno perdemmo centocinquanta punti a testa.
"Siete dei prefetti. E non avete dato il buon esempio. Centocinquanta punti a testa!" aveva urlato la McGranitt. 
Quando poi ero tornata nella Sala Comune Gryffindor, per poco non mi schiantarono, eravamo finiti più in basso dei Tassorosso in classifica quel giorno, il che significava che l'avevo proprio combinata grossa quel dì con l'ossigenato, riportai la mia attenzione su Malfoy respirando profondamente, volevo evitare di inserire parolacce nella mia frase molto intelligente e perfettamente educata. 
« Malfoy, trovati un hobby, che possibilmente non implichi scocciare le persone, quando non sei altro che un biondo tinto e ossigenato per loro. Per cui, e se cortesemente chiudi quella bocca mentre parlo che è anche maleducazione, forse posso evitare di schiantarti, oggi. Fino ad allora, evapora, o fai prendere aria ai tuoi capelli. »
O quasi educata.
 
 
 
 
 
 
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La cena non finì particolarmente bene, avrei appuntato tutto sul mio diario dopo aver letto un po quello di mamma, solitamente lo usavo come lettura per addormentarmi, era divertente leggere come si concludevano le sue giornate. 
Corsi fuori dalla Sala Grande, salutando un pò tutta la scuola mentre arrivavo fino alla torre. Dissi la parola d'ordine, -Amortentia- ed entrai all'interno della sala Comune Grifondoro e non appena finii finalmente di salutare tutti corsi nel mio dormitorio buttandomi sul letto stanca. Era stata una giornata estenuante. Alzai il cuscino e afferrai il diario di mamma e fissai quel diario marrone che era molto simile al diario di Tom Riddle, lo aprii e afferrai una penna. 
 
Ciao mamma, sono Rose. 
 
Il diario incominciò a scrivere per rispondermi, ma fui costretta a richiuderlo di scatto sentendo bussare alla porta. Buttai la penna per terra e infilai il diario sotto il cuscino spaparanzandomi come meglio potevo -nella posa più normale possibile per i Weasley- e urlai un "Avanti!". La porta si aprì e comparvero Al, Jamie e Dominique. Sorrisi incrociando le gambe sotto il sedere, non era una posizione propriamente femminile, ma al diavolo ero in camera mia! 
« Rose, dannazione la gonna! » esclamò Dom coprendo gli occhi ai miei cugini, chinai lo sguardo e notai che era praticamente tagliata in due, v'era uno spacco proprio in mezzo alle gambe, e si intravedevano appena le mie.. mutandine?! Arrossii di botto alzandomi e afferrando un Jeans infilandomelo giusto in tempo prima che quei due obbligassero Dom a togliere le sue mani dai loro occhi.
« Che cosa aveva la sua gonna? » chiese Jamie avvicinandosi a me sorridendomi, indietreggiai buttando la gonna sul letto di Lily e sorrisi appena. 
« Poi ti scandalizzi, Jamie. » mormorai ridacchiando per poi buttarmi sul letto, trascinando anche lui con me fra le coperte disordinate. Al e Dom scossero il capo ridacchiando nel vederci uno addosso all'altro. Eravamo noi, e anche se non avevo un'ottimo rapporto con Jamie -per via della piccola cotta-, eravamo pur sempre noi, i fantastici quattro.
« Ah Rose, forse, Scorp mi ha accennato a un qualcosa riguardo alla tua gonna.. ha detto "Forse deve passare dell'aria anche da lei. In una parte sconosciuta e abbandonata dal mondo, le ho solo dato una mano". Continuo a non capire che significa, tu lo sai per caso?» sgranai gli occhi fermando di botto le risate e di conseguenza bloccandomi su Jamie, che mi stava guardando divertito. Mi alzai di scatto e afferrai un'altra gonna entrando in bagno, cambiandomi nuovamente per poi uscire fuori afferrare la bacchetta e sorridere ai miei cugini tranquillamente.
« Oh si Al, mi ha aiutato a capire come posso dare io una mano a lui, a far prendere aria ai suoi poveri capelli. Ragazzi, buon prosieguo di serata, io ho dei compiti da .. Prefetto Weasley da svolgere. »
Uscii dalla stanza di tutta fretta, e un pensiero mi pervase:
I capelli di Malfoy, evaporeranno.
 
 
 
 
 
 
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Benissimo, siamo arrivati alla fine di questo capitolo. Ringrazio le due persone che hanno recensito il capitolo, quelli che hanno messo la storia fra seguite e quelli che l'hanno messa fra le preferite. 
Comunque sia, i dialoghi in corsivo sono i pensieri di Rose. I dialoghi fra le  " " sono citazioni di determinate persone. Credo comunque, che si capisca quando è un pensiero e quando è un ricordo di una citazione. 
Mi scuso immediatamente per gli errori di distrazione.
 
Ammetto che:
 
  • Rose è strana forte, le ho dato molte caratteristiche mie. Una fra tante è l'esser considerata una scaricatrice di porto per i suoi modi principeschi con cui si esprime. Ma, nel profondo, è la persona più debole della storia.
  • Scorpius non è tanto stronzo, non è molto come il padre, anche se vorrebbe esserlo. Per questo si comporta come lui, e quando Rose non gli permette di parlare si sente vulnerabile e l'attacca fisicamente.
  • Rose e Scorpius hanno un passato alle spalle che verrà pian piano fuori, può sembrare strano ma il copione è molto ambiguo.
  • Lily è il personaggio che più odio, e secondo me, la zia Row poteva pure evitare di crearlo, perchè se cresce come me l'immagino io beh.. allora addio Lilian Luna Potter!
  • Il nome Costellazione non è stato preso a caso, mi è venuto in mente rileggendo il passato del fidanzato attuale di Hermione e la storia della sua famiglia. 
  • Hermione versione stronza, è più divertente da manovrare, e so che vi aspettavate un' Hermione depressa e con crisi di pianto non appena avesse visto "il Re", ma io sono per "Se cadi ti rialzi. Oppure fai la fine del bambino che corre sempre dalla mamma per qualunque problema". Ed Hermione -ho lasciato invariato almeno questo- è una persona molto orgogliosa e coraggiosa.
  • Albus sembra stronzo, sembra che lo utilizzo come personaggio secondario, ma fidatevi, insieme a Jamie e Dominique saranno altri tre dei personaggi principali.
  • Amortentia, sapete benissimo da dove è uscita fuori come parola d'ordine. Più avanti magari, ricollegherò qualcosa a questa fantomatica pozione.
 
 
Beh, diamine, credevo che le note sarebbero state più lunghe dell'intero capitolo! Comunque, alla prossima, che sarà molto presto -sempre se riesco a passare questa settimana da omicidio che mi aspetta. Grazie a tutti.
 
 
Hermoinie.

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Capitolo 3
*** - Che coincidenza. ***




Mum's personal Diary.





-  Che coincidenza







"In quel momento.. avevo paura

Una paura sorda, cieca e assordante. Una paura che mi stava attanagliando lo stomaco, una paura che non avrei saputo descrivere a nessuno, perché nessuno poteva provare una simile paura, così dannatamente sciocca.
Onestamente parlando, non avevo mai avuto paura di niente in vita mia, forse ero stata leggermente aracnofobica fino all’età di quattordici anni ma nulla di più, e poi era arrivata. La cosa che mi avrebbe portato allo sfinimento, tanto che mi spaventava. Tutti si sarebbero chiesti “Hai paura? E di cosa? Sei una Weasley e per giunta Gryffindor! Come fa una paura simile a spaventarti?” e io, non avrei mai saputo rispondere a una domanda simile. Il motivo era più che normale, almeno per la sottoscritta, avevo paura di una cosa che non volevo ammettere nemmeno per tutti i galeoni del mondo. Era una cosa mia, personale, forse fin troppo. Che, in quel momento, mi stava contorcendo lo stomaco crudelmente con una presa più che ferrea. Lo prendeva, lo sollevava e lo contorceva a suo piacimento, come se quell’organo non fosse di mia proprietà ma sua, probabilmente era così, probabilmente era suo, quello stomaco, sicuramenteera era di proprietà della mia paura, ma, molto più probabilmente, era di proprietà della persona che aveva generato quella paura così folle e assurda che ormai mi tormentava anche in sogno.
Era comunque una paura sciocca, stupida, di una ragazzina illusa. Ma era pur sempre una paura, che per me, era la più grande paura di questo mondo. Tutto sommato, pensandoci su, ero una cretina a pensare che, per Merlino, una paura potesse impossessarsi del mio stomaco e gettarlo dove più gli piaceva quando gli pareva, eppure, sentii nuovamente le mani di quella dannata paura riafferrare il mio stomaco e lanciarlo contro lo sterno, o forse stava tentando di lanciarlo verso il mio cuore, il tutto quindi, mi diede la conferma non solo di essere diventata ufficialmente pazza, ma anche che la mia paura stava ritornando a galla e, diamine, non sarei riuscita a sopportarla molto facilmente, non in quel momento almeno.
Guardai la scena con una certa stizza, ero una semplice ragazzina che aveva paura di una cosa che per orgoglio non ammetteva, hai anche paura di ammetterla Rose, diciamoci la verità.
Alla fine andavo a parare sempre lì; Dominique una volta mi disse che se avessi detto qual’era la mia paura a una qualsiasi persona, questa sarebbe scomparsa e avrebbe finalmente lasciato il suo posto all’aracnofobia, paura decisamente più umana e che di certo non mi avrebbe fatto passare la notte insonne. Continuai a fissare quella scenetta dall’angolino in cui mi trovavo, Lurido pezzo di Gorgosprizzo.. Merlino fermami tu o lo uccido io prima che sia giunta la sua ora –pensai in quel momento, ma comunque non era difficile passare inosservati ai loro occhi, almeno non quando avevo addosso il mantello dell’invisibilità di mio cugino Albus, non avrei dovuto prenderlo questo era vero, Ma era stata soprattutto colpa sua che l’aveva lasciato incustodito, se non lo lasciava sotto il letto, io non l’avrei trovato e non l’avrei preso, semplice. Non ci vuole un genio per nascondere il mantello dell’invisibilità per Merlino!
Avanzai stando ben attenta a non sfiorarli nemmeno con lo sguardo, ma era impossibile, erano davanti a me, incollati uno all’altro, come se avessero organizzato il tutto solo per farmi stare male, per far riaffiorare quella paura bastarda dentro di me.

Io non sto male, io sono Rose. Io non sto male per nessuno. Io non ho paura, ben che meno di quello.

Quindi inspirai a fondo, stringendo al petto il libro sul Quidditch per evitare che il rimasuglio del mio cuore uscisse dal petto e iniziasse a camminargli dinnanzi facendogli capire quanto male mi stesse facendo, lo sentivo pulsare fin troppo forse. Probabilmente, se ne sarebbe accorto anche lui del battito del mio cuore, se non fosse stato troppo impegnato a incollarsi a quella.
Indietreggiai di un passo non appena lo vidi sfiorarle la guancia con due dita, le quali afferrarono poi una ciocca di capelli bionda e iniziarono a giocarci, mentre lui ghignava sornione alla vista della biondina sorridere.

Con me sorridevi.

Scossi il capo e una porta affianco a noi si aprì di scatto, era l’aula che possedeva un passaggio segreto per arrivare nei sotterranei, una delle tante per giunta che io e Albus avevamo scoperto in quei cinque anni di vita a Hogwarts, parlando del diavolo, erano appena spuntate le corna. Albus aveva il fiato corto e guardava il suo amico sconvolto, mentre si sorreggeva alla porta dalla quale era appena uscito, quasi come sapesse che io ero lì, a guardare la scena dall’esterno, come sempre d’altronde.
« Ha il mantello, Scorpius. » il biondino sgranò gli occhi lasciando di scatto la ciocca di capelli biondo seta della sorella di Nott, Bree, ed allontanandosi da lei come impressionato. Bree ebbe un brivido nel notare lo sguardo di Scorpius, era improvvisamente disgustato da quella situazione, come se si fosse reso conto che.. sorrisi impercettibilmente continuando a guardare i tre, era una scena esilarante sotto un certo punto di vista.

Allora non sono l’unica.

Indietreggiai maggiormente mentre sentivo il battito del mio cuore affievolirsi -probabilmente aveva capito che la mia paura poteva aspettare e che non mi avrebbe sopraffatto, non in quel momento almeno, ma andai ad urtare contro il piede di una armatura, la quale cadde rovinosamente a terra. Sgranai gli occhi arrossendo imbarazzata, Fortuna che ero invisibile, e feci un piccolo balzo per superare quell’armatura, così iniziai a correre velocemente per sfuggire a Scorpius, il quale, nonostante io dica l’esatto contrario, era abbastanza intelligente da capire che quel movimento sospetto non l’aveva causato un fantasma in vena di scherzi, ma un orgoglio nascosto perfettamente da un mantello rubato, preso in prestito. "







****





E mi ero svegliata, forse più fortunatamente che sfortunatamente, ma ormai non riuscivo nemmeno io a capire se fosse una fortuna o meno tutto quello. Avevo fatto il solito incubo, quello che ormai mi perseguitava da fin troppo tempo. Era il mio ricordo più bello e al contempo il mio ricordo più brutto, se avessi potuto, non l'avrei cancellato per tutti i Gorgosprizzi del mondo, ma, per evitare di soffrire in tal modo.. forse, e dico forse, un pensierino ce lo avrei fatto. Mi ero alzata con un diavolo per capello, e non solo perchè avevo ripensato alla faccia sorridente di Scorpius mentre mi rincorreva quel giorno di due anni fa, ma perchè i miei capelli non erano ben identificabili in quel momento, per giunta le mie compagne di stanza erano ancora nei loro letti a dormire beate, senza incubi. Mi alzai dal letto controvoglia e mi posizionai di fronte allo specchio con la solita espressione disgustata, non potevo fare altrimenti, ero uno spettacolo a dir poco orripilante di prima mattina, e non solo.
I miei capelli al posto di essere i soliti morbidi - tutto grazie a delle pozioni, dillo Rosie che le usi per far vedere che anche i tuoi capelli sono lisci come quelli di Lily- e con dei boccoli, erano diventati un cespuglio irriconoscibile e a stento riuscivo a distinguere la fila di lato che mi ero fatta la sera prima, sapendo quello che avrei sognato.

Era venerdì.

E come ogni Venerdì che si rispetti quello spettacolo ripugnante non potevo assolutamente risparmiarmelo. Ma, oltre ai capelli, c'era anche la maglietta all'incontrario e piena di buchi a fare la sua bella figura e poi ero in mutande. Il tutto assolutamente normale.
Mi stropicciai gli occhi sbadigliando e buttandomi di nuovo sul letto per assaporare gli ultimi momenti di libertà, che mi sarebbero stati tolti non appena avessi varcato quella dannata soglia. Mi diressi in bagno con passo lento e cadenzato, mi feci una doccia, mi acconciai i capelli in una coda alta e indossai la divisa, con quei centimetri di gonna che mancavano che facevano discutere sempre sul mio conto. Un filo di matita per accentuare i miei occhi celesti con delle striature castane. Sorrisi poggiandomi alla vasca del bagno guardandomi allo specchio.
I capelli di un rosso scuro, ero l'unica ad averceli così fra i Weasley e co., erano legati in una coda quasi perfetta per i miei canoni e la frangetta era ben acconciata, la matita non era sfumata e la divisa era okay. Una camicetta, un pulloverino rosso sopra, con uno scollo a V non molto profondo e la solita gonna rossa in bella vista, mentre le calze erano rigorosamente bianche rosse e gialle, con le mie solite Converse babbane bianche e rosse, ovviamente. Comodissime, a differenza di quelle cose che avrei dovuto indossare. Afferrai la bacchetta e la infilai nell'interno gonna per poi lavarmi i denti, uscire dal bagno e afferrare quella dannata borsa con tutti i libri all'interno e iniziare a salterellare, per niente felice, verso la Sala Grande, sarebbe stata una grande giornata.

Pessima, ma pur sempre grande, e io ero Rose Weasley, che non si dica che affronti tutto con finto ottimismo!



 


****






« Dici che ci beccano?»
« No, se ti stai zitta. »
Bacio.

Dolore.

« Oh.. e come posso stare zitta se.. »

Silenzio, ansia.

Bacio.
Due, tre, quattro.
Respiri affannati.

Fitta dopo fitta.
Dolore.


Mi appoggiai alla colonna vicino a quei due piccioncini che si sbaciucchiavano, avevo riconosciuto la voce maschile -soprattutto quella femminile- e adesso dovevo divertirmi un po’, giusto poco. E dovevo farlo, obbligatoriamente.
In fondo, è la solita rutine. Perchè non cambiare ogni tanto a mio favore?
Mi sistemai la frangetta e continuai a guardare quelle spalle possenti e quelle mani vagare sul viso della biondina tinta. Non sarei subentrata, non ora, insomma.. non gli avrei rovinato il gioco, per niente.

Forse non glielo rovinerai ora, Rose.

Bacio.
Sospiri.

Non ero gelosa, non lo ero mai stata. Tantomeno di lui.

Continuai a guardare la scena da lontano, dall'esterno, e un qualcosa di nuovo si mosse. Un qualcosa che non avrei voluto identificare, non ora, non domani, non più. Chiusi gli occhi inspirando a fondo portandomi la mano al cuore, sentendo quella fitta provocarmi dolori allucinanti. Dovevo essere coraggiosa, il coraggio ora mi serviva più di ogni altra cosa. Coraggio che veniva meno quando lui era nelle vicinanze.
Provai a mettere la mano nella tasca della gonna, ma sentendo di nuovo il rumore di un bacio, la riportai al suo posto fisso, al suo posto fisso del Venerdì. Sul cuore.

Temo si stia sgretolando, temo che presto saranno solo briciole. Saranno solo rimasugli di quel che era una volta il mio cuore.

« Caroline, smettila di fare rumore! Finisce che ci beccano e sono cazzi. »
Sorrisi appena nel sentire il suo solito linguaggio scurrile quando non otteneva tutto e subito. Era un bambino, un bambino fin troppo viziato. Un bambino tenero. Un bambino di quindici anni, di due mesi più grande di me, ma non me l'aveva mai rinfacciato, non questo almeno. Feci capolino dal mio angolino e vidi Scorpius sbiancare nel vedermi, ma ormai sapevo che sbiancava più che altro perchè temeva quel che avrei fatto, ogni volta che succedeva questo, ogni volta che mi ritrovavo a fare la parte del Prefetto Weasley –quasi caposcuola per ragioni a tutti assolutamente sconosciute, cambiavo le carte in tavola e lui non sapeva che aspettarsi, "Imprevedibile. Sarai sempre così Rose?".
« Schiamazzi in luogo pubblico. Atti osceni in luogo pubblico. Atteggiamenti fin troppo riservati in luogo pubblico. Che dice Prefetto Malfoy? Quanto devo togliere alla sua casa? Uhm.. » mi avvicinai a loro sorridendo tranquillamente per poi appoggiarmi al muro vicino a Caroline che era ancora lì, sembrava a dir poco traumatizzata.
La guardai un secondo, per vedere questa volta chi lui avesse scelto per farmi stare male.
Caroline aveva una silhouette perfetta, gambe lunghe delineate ancor di più dalla sua gonna -perchè quella era una gonna, giusto?- striminzita e una maglietta praticamente inesistente che le fasciava il busto. I capelli biondi assolutamente tinti e il seno in mostra, una escort fatta a dovere, ovviamente.
Potrebbe pure prendersi una racchia una volta tanto, mi sono scocciata di vedere queste tipe con tutto l'ambaradam da fuori!
« Weasley, potrei pure togliere punti alla tua casa per esserti intromessa in faccende che non ti riguardano. »
Sorrisi maggiormente e mi distaccai dal muro avvicinandomi a lui, fino ad arrivare ad un palmo dal suo naso. Ero sempre stata io quella bassa, era lui quello alto uno e settanta, dannazione aveva solo quindici anni ed era già un colosso! Io di certo non ero una nana, ero alta uno e sessantacinque. Miseriaccia a quindici anni era pure normale essere alti così, ma.. uno e settanta! Diamine, per baciarlo delle volte.. mi riscossi capendo dove stava andando a parare il mio cervello, sogghignai ripensando al fatto che lo stavo vedendo in leggera difficoltà.
« Ricordi? Siamo Prefetti. Cinquanta punti in meno a Serpeverde per atti osceni e indescrivibili in luogo pubblico, e altri dieci punti in meno perchè tu», mi voltai verso la bionda Slyttherine sconvolta dal mio comportamento per niente Gryffindor, Il cappello l'ha sempre detto, sarei stata un'ottima Serpeverde. Ma papà mi avrebbe diseredato se fossi capitata lì. « sembri una troietta fin troppo esperta. », mi voltai e afferrai la borsa per terra, mi girai un'ultima volta verso i due e sorrisi, sorridere poi, non sorrido da due anni.
« Altri dieci punti in meno per aver contestato la mia autorità da Prefetto, Malfoy. Buona giornata ragazzi! »





" « Da quanto tempo non sorridi realmente Rose? »
« Un'anno. »
« Rose.. »
« Da quel giorno, Albus. Ora torna in classe o tolgo venti punti alla tua casa perchè sei arrivato in ritardo.»
Sorrisi vedendo che Albus in quel momento aveva capito che continuare quel discorso con me, significava iniziare a supplicare i Gorgosprizzi nella mia testa di andarsene, tremendamente inutile e poi per niente facile, figurarsi se i Gorgosprizzi se ne andavano da casa loro così facilmente! "





Arrivai straordinariamente puntuale in classe quella mattina, e non era un caso. Mi ero messa a correre per evitare che Malfoy potesse raggiungermi e tirarmi da qualche parte scocciandomi più del dovuto, i miei capelli si erano gonfiati e le mie guancie si erano arrossate fin troppo, sembrava che fossi appena uscita da una tresca. Mi guardai intorno ed entrai in classe, felice che non fosse riuscito a prendermi. Il professore non era ancora arrivato e quei pochi studenti che erano in classe mi stavano guardando meravigliati, beh era pure normale. Vedere la sottoscritta in anticipo, e non in ritardo a lezione era un evento imperdibile. Iniziarono a bisbigliare e sorrisi leggermente a tutti loro, come a farli capire che era meglio che non commentassero il mio stato o avrei dato il meglio di me. Provai a dirigermi verso un banco, ma venni presa per un gomito e tirata fuori dall’aula a forza, mi lasciai trascinare controvoglia, sapendo perfettamente che era Albus a tirarmi dentro un cunicolo stretto e isolato da tutti.

Un secondo. Cunicolo.. Stretto.. Isolato da tutti..

« Malfoy mollami immediatamente!»
Lui rafforzò la presa schiantandomi delicatamente contro il muro di quel cunicolo polveroso. Lo guardai con un certo “astio” e con un sorrisetto stampato sul volto, sapevo benissimo che odiava quando evitavo i problemi e facevo di tutto per deviare il discorso, proprio per questo lo facevo. Per dargli fastidio.
« Non è come pensi. » replicò lui poggiando una mano al lato della mia testa imprigionandomi fra il suo corpo e il muro, sfiorai la sua gamba con il ginocchio e subito mi ritrassi come scottata, Mi sono scottata, è diverso.
« Che cosa dovrei pensare che non sia come penso? »
I miei giri di parole per farlo confondere, diamine quanto li amavo! Ma ormai conosceva questo trucchetto, per cui mi posò una mano sulla spalla e con un dito mi toccò la clavicola scoperta dalla camicetta, La prossima volta mi metto anche la sciarpa.
« Ritenta, sarai più fortunata. »
Lo squadrai dal basso all’alto, soffermandomi di più sulla maglietta stropicciata e infilata in malo modo nei pantaloni. Arricciai le labbra e il naso mentre socchiudevo gli occhi, non mi stavo ingelosendo, per niente.
« Che vuoi da me Malfoy? » sputai d’un tratto piena di orgoglio. Non mi sarei lasciata andare, non avrei commesso di nuovo lo stesso errore, ero Rose io, imparavo dai miei errori, oh si.
« Perché l'hai fatto? »
Rabbrividii appiattendomi contro il muro, sentivo che la situazione mi stava scivolando dalle mani e che stava diventando lui quello che dominava la situazione. Non potevo far sì che accadesse, altrimenti ero fregata definitivamente.
« Non ti devo spiegazioni. »

Brava Rose! Così si fa!

« Ro.. Weasley.» sospirò e mi si gelò il sangue nelle vene, mi stava per chiamare Rose!

Rose.. Rose.. Merlino, Rose!

Aprii la bocca e feci per parlare, per dirgli quello che pensavo, per cedere di nuovo alla mia tentazione più grande, ma riuscii solo a sfiorare il suo mento con il mio naso e sorrisi, realmente ed impercettibilmente.
« Buongiorno ragazzi! Oggi lavoreremo a coppie! »
Ma la voce del professore mi riportò improvvisamente alla realtà, veramente stavo per cedere?
Lo allontanai di scatto da me capendo quello che stava per avvenire, capendo che stavo per.. cedere, di nuovo.

Fallita. Non sai nemmeno dire di no a te stessa!

« Non farti togliere altri cinquanta punti per avermi molestato, e ora, fammi entrare in classe. » Dissi mentre una fitta al cuore mi colpiva, bastarda. Lo sorpassai e uscii dal cunicolo afferrando la mia borsa ai suoi piedi, socchiusi gli occhi deglutendo prima di alzarmi e fissare di nuovo i suoi occhi così grigi. Non avevo il coraggio necessario per dirgli che doveva finire, prima che ci facessimo male definitivamente. Feci per andarmene, però mi afferrò per il polso tirandomi verso di lui e così mi scontrai contro il suo petto e inconsapevolmente infilai il capo nell'incavo del suo collo inspirando a fondo il suo profumo dolciastro. Per l’ultima volta, promesso.

Foresta di Dean. Libri. Vento. Menta e cioccolato.

« Weasley, smettila di fare l'indifferente. Sappiamo entrambi che non è finita. » sparò lui, e allora decisi di combattere. Non potevo permettergli di annullarmi definitivamente, non potevo. Soprattutto non dovevo. Avrei deluso tutti se lo avessi fatto, di nuovo.
« Tu non sai niente di me, Malfoy.» esclamai allontanandomi di scatto da lui e prendendo più distanza possibile e inimmaginabile. Entrai in classe e mi sbattei la porta alle spalle, incurante del fatto che una classe di venticinque persone mi stava fissando sbigottita. Il professore, mi guardò sorpreso ma non disse niente. Mi fece accomodare in un banco, e poco dopo entrò anche Scorpius, che si dovette accomodare di fianco a me, dato che quello era l’unico posto libero.

Che coincidenza.





****





Mi stavo innervosendo da più di mezz'ora, Scorpius mi fissava e Johnson parlava. Parlava e parlava. Parlava più del solito oggi, dannazione gliel'avrei chiusa io la bocca se avesse continuato così. Aveva iniziato con il dire: "Dovete preparare l'Amortentia.. " e poi era partito con il fornirci indicazioni su come crearla e su come non usarla. Mi appoggiai al banco fissando il biondino esterrefatta. Aveva deciso che doveva preparare da solo la pozione, altrimenti avrebbe avuto un voto basso per colpa mia. E io ero partita con il dirgli più insulti possibili e inimmaginabili e inventandone anche altri, solo per lui. Continuai a fissarlo accigliata mentre mescolava gli ingredienti nel calderone, sta sbagliando senso, cretino.
« Weasley, smettila di fissarmi. So perfettamente di essere bellissimo. »
Mi accigliai maggiormente e scesi dal banco avvicinandomi a lui. Mi poggiai al calderone e guardai Scorpius con l'aria da sapientina che ogni tanto veniva a galla. Gene Granger. Guardai un secondo verso l'altro lato della classe, il professore era uscito lasciandoci da soli.
« Malfoy, tanto per informarti. Fai altri dieci giri nel senso antiorario e vedrai che ti scoppierà la pozione in faccia. Sarai anche più bello in quel momento, e sai perchè? Avrai la faccia ricoperta da una soluzione violacea, quindi vedrò un bambino viola. Interessante non credi? »
Mormorai sorridente per poi ritornare al mio posto, Scorpius si fermò di scatto e guardò il mestolo che teneva in mano, prese la bacchetta e sussurrò qualcosa in modo tale che questo potesse continuare a mescolare, nel senso giusto. Poi si allontanò dal calderone e posò i suoi occhi su di me, mi sentii scrutata. Perlustrata nell'anima e mi pentii anche di aver abbassato lo sguardo non appena i miei occhi incrociarono i suoi. Ma era stata una reazione incondizionata, anche quando .. si, due anni fa, eravamo quel che eravamo, abbassavo lo sguardo quando mi sentivo troppo toccata dal suo sguardo. Fottuto cretino.



" « Sai che abbassi sempre lo sguardo quando ti senti scrutata!? » urlò lui dall'altro lato del corridoio. Mi fermai di scatto, stavamo litigando per Lily. Lui diceva di non aver fatto niente con lei e io affermavo di aver sentito l'Ovetto parlare di loro due. Ne ero sicura di aver sentito i nomi "Scorpius e Lily" insieme. E sentirli vicini, Merlino, era una cosa rivoltante!
« Perchè me lo dici? » esclamai girandomi e notando che non era dall'altro lato del corridoio ma proprio dietro di me. Notai nuovamente il suo sguardo su di me a scrutarmi per carpire i pezzi della mia anima e chinai nuovamente lo sguardo. Gryffindor un corno, ero Slyttherine fino al midollo, codarda come nessuno mai!
« L'hai rifatto. » e in quel momento capii perchè me l'avesse detto. Nessuno si era mai accorto di questo particolare, nessuno tranne lui. E se l'aveva colto doveva essere solo perchè passava molto tempo a guardarmi, o forse era realmente innamorato e io non me ne rendevo conto, alzai il viso e mi avvicinai a lui, stringendomi contro il suo petto.
« Non dire niente. Dopo lo uccido io l'Ovetto. » e detto questo mi strinse a se. Non mi avrebbe mai lasciato, ne ero sicura."



Incrociai le gambe sul tavolino, il professore era uscito dall'aula e anche se fosse rientrato quel trentenne suonato aveva una predisposizione nei miei confronti. Ogni cosa che dicevo per lui era una mano santa. Per ragioni a me del tutto oscure, si intende, ero la sua preferita e quindi il tutto giovava a mio favore, ringraziando al cielo. Notai Scorpius avvicinarsi maggiormente a me e un brivido mi percorse. I tasselli del puzzle ogni tanto uscivano dalla loro scatola e si mettevano al loro posto, da soli. Senza che io ordinassi loro di far nulla. Di loro spontanea volontà.
« Ti saluta l'Ovetto. » mormorò fissandomi, per poi infilarsi le mani nelle tasche e riprendere le dovute distanze. Ne rimasi straordinariamente delusa da quel gesto, ma non diedi a vedere niente.
Da brava Gryffindor. 
Annuii fissandolo appena e poi guardai l'Amortentia un secondo per poi riportare lo sguardo su di lui. Si stava fissando i piedi, sorrisi appena.
Stupido bambinone. Il mio.. Merlino!
« Domani abbiamo la partita. » mormorò come per far nascere un discorso, scossi il capo sorprendendomi del fatto che stavo sorridendo. Non sapeva come interagire con me, era tenero così. Annuii a malapena e scesi dal banco aggiustandomi la gonna. 

"Sei una maniaca dell'ordine Rose. Come fanno i tuoi cugini a sopportarti?"

« Già. » dissi, guardai l'orologio babbano sul mio polso, dieci minuti e sarebbe finita la lezione. Ma il professore aveva richiesto a me e a Scorpius di mettere una ciocca di capelli nel calderone per vedere se la pozione fosse esatta o meno. Il colore però sembrava quello. Lilla.
« Su vieni. » mormorai avvicinandomi al calderone con fare sospetto, su una sedia bassa per vedere dall'alto se fosse tutto okay e non appena me ne accertai annuii per poi guardare Scorpius. In quel frangente, scoprii due cose.
Primo: non avrei mai dovuto sorprenderlo a fissarmi, come se mi avesse visto per la prima volta perchè questa situazione, mi aveva portato al secondo punto, e cioè: non avrei mai più dovuto guardare Scorpius mentre ero su una sedia, altrimenti sarei caduta nuovamente.
Chiusi gli occhi avvertendo già il contatto brusco con il pavimento sulla mia pelle, ma così non fu. Non caddi, nè il mio viso si spiaccicò al suolo. Nè Scorpius mi aveva preso e sorretto con le sue possenti, Merlino!, braccia ossute per evitare la caduta. Ero solo.. sospesa. In aria. Grazie a un Lievicorpus, lanciato dal furetto dinnanzi a me. Sorrisi guardando i miei piedi a pochi metri da terra, amavo non trovarmi con i piedi incollati al suolo, mi sentivo più libera, più sicura di me. Guardai Scorpius e poi sentii la porta dell'aula aprirsi. Sgranai gli occhi impercettibilmente, se il professore mi avesse visto sollevata da terra ci avrebbe fatto il terzo grado e messo in punizione insieme. E mi ci voleva solo quello con Scorpius. Mi alzai la maglietta e sentii Scorpius prendere fiato, sogghignai appena afferrando la bacchetta e mormorando il contro-incantesimo, ma questo non mi fece ritornare con i piedi incollati al suolo. Guardai Scorpius e socchiusi gli occhi furiosa, sentivo già la voce del signor Johnson chiederci per quale motivo io fossi sollevata in aria.
« Mettimi a terra, Malfoy! » esclamai irritata da quella situazione, dovevo avere io le redini della situazione in mano.
« No, perchè questo è l'unico sistema per parlare con te senza disguidi o battutine strane, siccome sono io, ad avere il comando adesso. » e sapevo benissimo a cosa si riferisse. O meglio, a quale situazione, si riferisse. Deglutii silenziosamente chiudendo gli occhi e cercai di convincermi del fatto che quella fosse solo una finzione, che era solo la mia immaginazione a creare cose troppo assurde perchè ormai viveva solo nel ricordo degli anni ormai passati. Così riaprii gli occhi, ma ritrovai ancora Scorpius dinnanzi a me e non potei fare a meno di guardarlo, studiarlo, come lui faceva con me.
I capelli erano portati all'indietro, stranamente senza gel, la divisa era solo un'optional per quel bel fisico che si ritrovava. Un metro e settanta di pura bellezza, la divisa, a parer di tutte le ragazze di Hogwarts e dintonrni, serviva solo ad evidenziare ancor di più il suo fisico scultoreo e la cravatta leggermente allentata serviva a conferirgli ancor di più l'aria sexy che aveva anche senza quel particolare. Ritornai a fissare il suo viso e rimasi, come al solito, sorpresa di quanta bellezza potesse mai essere quel benedetto ragazzo. Il viso aveva dei tratti quasi spigolosi ma non acuti, erano dolci e precisi per cui stupendi. Aveva le guancie arrossate e un po' ricurve, segno dolcissimo del sue essere ancora un bambino nonostante facesse di tutto per non darlo a vedere.
« Tagliami una ciocca di capelli e mettine anche una tua nel calderone. Almeno abbiamo finito la pozione e forse se Morgana è con noi non ci mette in punizione insieme. » mormorai incrociando le gambe per aria. Mi guardò un secondo mentre notava che non scherzavo e richiamò un paio di forbici tagliando a entrambi una ciocca di capelli, che poi mise nel calderone che assunse un colore quasi rossastro. Evidentemente il rosso scuro dei miei capelli prevaleva anche su quella dannata pozione. Il gene Weasley predomina sempre.
Sentimmo nuovamente il rumore di passi del prof. Johnson che esclamò dall'altro lato della classe: « Ragazzi, l'ora di dopo è libera per voi! Quindi rimarrete un'altra ora in mia compagnia. Suvvia! Finite le pozioni e provatele. »
Mi riscossi improvvisamente da quello stato tranquillo in cui mi trovavo per riformulare le parole del professore nella mia mente.

Un'ora con Scorpius e l'Amortentia. Sono ufficialmente fottuta. Però, che..
« Che strana coincidenza.»













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Note dell'autore:
So benissimo di essere in un ritardo sovraumano a postare. Ma ho dei problemi scolastici -che avrò in eterno finchè non imparerò che si studia i primi mesi e non gli ultimi, e quindi sono costretta -dalla mia coscienza, a studiare fino alle undici anche di controvoglia.
Spero che con questo capitolo io mi sia fatta perdonare, scusate se è così corto ma non posso scrivere di più siccome minacciano, come ogni sacrosanta volta, di togliermi il pc. Che cattivi.
Passando alle note:


  • Allora, ci sono delle parti virgolettate ( " ... " ) in pratica, quelle parti sono i momenti in cui Rose, o il suo inconscio, la costringono a ricordare dei determinati momenti anche se lei non vuole. Credo comunque che voi non siate scemi, ma da brava autrice -quale non sono dato il ritardo esagerato con cui posto, vorrei che la storia fosse abbastanza scorrevole e che tutti voi non vi scocciate mentre la leggete. Ne approfitto per dire che mi scuso per gli errori -orrori- di ortografia, ma come ho detto prima sono di fretta. Ritornando alle parti virgolettate, sempr nella prima parte vi sono delle frasi non in corsivo, quelli sono i pensieri di Rose mentre pensa -in quel caso sogna- quel determinato momento. Poi vi spiegherò per quale motivo ogni sacrosanto Venerdì lei sogna quel giorno, ma credo si capisca.
  • Caroline, è la sorella di Dereck Nott, personaggio di mia invenzione. Temo che prima o poi vi dovrò fare una scaletta di tutti i personaggi della Nuova Generazione per farvi capire a chi sono imparentati, so che i miei giri di parole delle volte sono incomprensibili, ma il carattere di Rose è confusionato -come il mio, per cui non posso evitare questo stile. Spero che a nessuno dia fastidio xD.
  • Rose e Scorpius sono Prefetti, per ragioni del tutto sconosciute persino alla sottoscritta. Rose è una scalmanata -e si è notato xD, Scorpius, beh no. Direi che a Scorpius è più che meritata la carica di Prefetto -se non fosse che la utilizza a suo piacere sarebbe anche più credibile come Prefetto v.v, Rose invece è bastarda solo nei riguardi dei Serpeverde e di qualcun altro che non vi dirò ora, je aime la suspance!
  • Credo si sia notato il fatto che molto spesso la 'coscienza' -credo- di Rose intervenga nella storia per dire la sua e di conseguenza per far sentire Rose meglio/peggio in base alla situazione. Poi vedrete che ci sarà anche un dibattito interiore con questa xD
  • Ritenta sarai più fortunata. E' la bruttissima frase che mi sentivo sempre dire da quella palla con il numero 8 che dava le risposte alle tue domande. Una volta chiesi pure "Posso rimanere piccola?" e mi rispose "Riprova più tardi" ci rimasi malissimo xD
  • Johnson è il professore di Pozioni, credo si sia capito. Ho voluto creare nuovi personaggi anche per le cariche dei professori, siccome non credevo consona alla situazione tenere gli stessi professori nella scuola. Eccetto la McGranitt e Neville che insegnano Erbologia, gli altri sono frutto della mia malata mente.
  • Non so che fare con quest'Amortentia. Non so se renderla il fulcro di questa storia o un piccolo punto interrogativo riguardo il passato dei due litigiosi, vorrei quindi sapere la vostra opinione.
  • L'Ovetto. Ahh l'Ovetto. L'Ovetto è una personcina molto fastidiosa, amica di Scorpius Rose e tutta la scuola. L'Ovetto mette zizzania -come si dice quì da noi, l'Ovetto è meglio non trovarselo nei paraggi quando succede un qualcosa di estremamente importante e segreto. Perchè L'Ovetto è l'Omino dei Gossip, nel prossimo capitolo -che spero arriverà presto, parlerò anche di lui.
  • Lilian Luna Potter. Senza nulla togliere alla zia Row. Ma poteva evitarsela una bambinetta simile nella famiglia dei Potter. Io ero pronta a tre maschietti e solo Rose come femminuccia fra le due famiglie -anche se io l'avrei chiamata Jane ma dettagli v.v- e infine Hugo il più piccolino, e lei mi ha rovinato tutto mettendomela fra i piedi. Cioè, se non si mette fra Rose e Scorpius per me può pure essere un personaggio stupendo e meraviglioso come tutti quelli della saga. Ma se si intromette fra quei due, perdonatemi ma sentirete parlare di "omicidio colposo di personaggio inventato da J.K. Rowling", perchè Lilian Luna Potter per me è un personaggio inutile quanto .. diamine non trovo le parole! E' il personaggio che rompe le palle semplice e coinciso. Mi dispiace per tutte le fan di Lilian e Scorpius, ma insieme non riesco nemmeno a vederli io. Suona pure male Lily e Scorpius! Lily secondo me dovrebbe stare con Teddy Lupin, o con il figlio di Nott, comunque sia nella mia storia avrà un ruolo prettamente scocciante, che bellezza -.-"
  • Nell'ultima parte Rose pensa una cosa e non ha il tempo di concludere il suo pensiero che Scorpius lo continua ad alta voce per lei. Il prossimo capitolo continuerà da questo punto. Poi, la scena di Rose per aria a mio parer era la scena migliore, anche perchè mi sarebbe sempre piaciuto volare e trovarmi sollevata da terra non mi sarebbe dispiaciuto per nulla al mondo, ma lei è Rose mica me.. per fortuna.
  • In questo capitolo non si è proprio parlato del diario di Hermione siccome ho incentrato il tutto su Scorpius e Rose e i problemi che hanno quei due in quel particolare giorno della settimana. E poi mi sono soffermata soprattutto su di loro perchè volevo farvi capire al meglio che carattere avessero. Sono pieni di orgoglio e risentimento per chiunque non l'avesse capito. Ma Rose non è Hermione, quindi non è una so-tutto-io -come diceva zia Row di Hermione- e Scorpius non è Draco, quindi non è il bambino che giudica tutti ma è solo un bambino innamorato e più studioso del padre. Poi spiegherò meglio tutto. Tornando a Hermione, parlerò del suo diario, credo, nel prossimo capitolo. Sono quasi più che sicura che nel prossimo capitolo ci sarà un discorso con il-diario-simile-a-quello-di-Tommy-ma-di-Hermione e Rose.
Comunque sia, ringrazio le persone che hanno visitato e messo fra preferiti/seguiti/da ricordare la mia storia e ringrazio le persone che mi hanno commentato la storia, mi scuso sopratutto con voi per il ritardo e per gli orrori di ortografia siccome siete -credo xD- le prime a leggere il capitolo quando lo posto.
Adesso vado seriamente o mi staccano la spina e addio capitolo.
Scusate ancora per il ritardo,
H.


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Capitolo 4
*** - L'Amortentia. ***


 

Mum's personal Diary.
 

 
 
 
 
-  L'Amortentia.
 
 
 
 
 
Un'ora con Scorpius e l'Amortentia. Sono ufficialmente fottuta. Però, che..
« Che strana coincidenza.»
 
Mi girai di scatto verso Scorpius, aveva detto le parole che stavo pensando da tutta la giornata.
Scossi il capo, dovevo uscire fuori da quella situazione.
Preparare l'Amortentia, significava che dopo, dovevi anche annusarla e, successivamente, berla. Io non ci sarei riuscita a berla, per assumere una pozione simile bisognava non provare nulla nei confronti del partner con il quale la si preparava, perchè portava a strani comportamenti.
Scorpius ed io, lo sapevamo benissimo che cosa comportava bere una pozione simile, al secondo anno ci avevamo provato ed era finita rovinosamente.. più o meno.
Beh, era successo che ci eravamo dichiarati un amore platonico a vicenda e poi ci eravamo baciati.
Da lì era successo tutto il resto.

« Uhm, dobbiamo berla. » disse lui, alternando lo sguardo tra me e il calderone. Scossi il capo.
« Assolutamente no. La bevi tu, se vuoi. Io non la berrò mai. » risposi categorica.

Quella pozione portava a strani comportamenti nelle persone, anche dopo averla bevuta. Non avevo la minima intenzione di ripetere quell'esperienza, soprattutto se poi sarebbe finito come tempo fa.
Non avevo la minima intenzione di innamorarmi di Scorpius, di nuovo. Né di baciarlo, o di dirgli "Ti amo, ti ho sempre amato e anche se Lily ti ha baciato, continuo ad amarti", no. Non gliel'avrei detto. Non sarei caduta nelle sue grinfie, non questa volta.
Scorpius si voltò verso di me, prese la sua bacchetta e mi fece scendere leggermente, adesso il mio viso arrivava al suo. Ma non potevo comunque toccare terra, mi mancavano altri dieci centimetri per riuscirci.
Guardai i suoi occhi, sembrava convinto di quello che stava per accadere.
Mi avrebbe obbligato a bere, lo sapevo.
E ci sarebbe riuscito anche, non perchè non mi sarei opposta, ma perchè quel manipolatore riusciva a farmi cambiare idea da un momento all'altro.

« Vuoi avere un T? » mi soffiò sulle labbra.
Lo guardai con sguardo omicida, un T! Dannazione, Mamma mi avrebbe ucciso con una T. Papà non avrebbe detto niente, anche lui non aveva mai avuto tanta voglia di studiare quando era ragazzo. Peccato che lui da ragazzo avesse avuto il cervello di un cefalopode. Proprio una T, non la potevo prendere. Una A, una O.. beh quelle andavano bene. Mi accontentavo di poco questo era vero, però mi bastava la promozione e non essere considerata la migliore del corso. Per quello, c'era Scorpius.
« Vuoi avere un ceffone? » gli chiesi di rimando.
Gonfiò di poco le guance, quando si sentiva contrariato lo faceva sempre. Da bambino anche di più, poiché aveva le guance più paffutelle rispetto ad ora; ma adesso, se uno non si impegnava a captare ogni movimento dei suoi muscoli facciali, nemmeno riusciva a capire che le aveva gonfiate.
Assottigliò lo sguardo e mi diede le spalle avvicinandosi al calderone.
Inspirò a fondo e un sorriso, dopo pochi secondi, gli spuntò sulle labbra.
Il mio cuore fece una capriola all'indietro, quel sorriso. Merlino, quel sorriso mi era mancato più di qualunque altra cosa. Sorrisi appena, sentendo un calore espandersi dentro di me, inspirai a fondo e incrociai nuovamente le gambe in aria.
Il biondino si girò verso di me e sorrise appena, non ghignò, sorrise. Un vero sorriso.
« Annusala, almeno. Devo sapere se è venuta bene. » disse, lo guardai di traverso.
« L'hai annusata tu. Se senti l'odore della persona che.. che ami.. significa che funziona. » mormorai, pronunciando l'ultima parte con lo sguardo rivolto al pavimento. Probabilmente aveva sentito l'odore di una persona che gli piaceva, tipo l'odore di Lily. Oppure aveva sentito l'odore di sua madre, morta quando aveva undici anni. Oppure.. oppure aveva sentito l'odore della foresta di Dean, quando l'avevo portato io per la prima volta a quattordici anni. Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi celesti, ghiacciati, e rabbrividii. Odiavo l'effetto che quel ragazzo aveva su di me.
« Ma a me non piace nessuno. Avanti, Weasley. »
« Fammi scendere, avanti. »
Mi fece scendere lentamente e così poggiai i miei piedi a terra. Mi avvicinai al calderone e diedi un'occhiata a Scorpius, poggiato al muro con le mani in tasca che mi guardava fremendo d'eccitazione.. un momento, perchè fremeva?
Non ti risponderebbe mai, inutile che provi a fargli questa domanda.
Mi appoggiai al bordo del calderone, annusando la pozione.
Sentivo l'odore della Tana, quando nonna Molly cucinava solo perchè le andava di farmi ridere un po'. I libri, i primi libri che mamma mi aveva regalato quando avevo sette anni. Il sapore, il vento, dell'estate, quando mio padre mi aveva fatto salire per la prima volta su una scopa. La menta ed il cioccolato, quando io ed Hugo da piccoli ci ingozzavamo in camera mia sotto le coperte e rimanevamo svegli fino a tardi a ridere e scherzare. Ed infine, la Foresta di Dean, la prima uscita con lui.
« Allora? »
« Funziona. »
Si staccò dal muro, avvicinandosi a me e fece per poggiarmi una mano sulla spalla, però mi allontanai di scatto.
« Bene, ora posso andarmene. Tu bevi la pozione, così abbiamo una bella E tutti e due e tu sarai contento e soddisfatto. Ci si vede Malfoy. » dissi mentre iniziavo ad uscire dall'aula del professor Johnson di tutta fretta, con il cuore che batteva a mille.
Avrei dovuto provarla quella pozione, per vedere che effetti avrebbe avuto su me e Scorpius, per sentire di nuovo quelle parole così dolci che mi aveva mormorato la prima volta. Perchè me le avrebbe ripetute, ed io lo sapevo. Ma non l'avrei mai ammesso, nemmeno per Morgana.
 
 
 
 

****

 
 
 
 
 

 

« Ricapitolando, sei scappata. »
« Non sono scappata, tecnicamente avevo finito la lezione e sono uscita. Tutto qui. »
Dominique mi guardava dall’alto del suo metro e settantatré, con un sopracciglio alzato e una limetta fra le mani. Ci trovavamo nel mio dormitorio, io ero stesa sul mio letto disordinato e lei era in piedi dinnanzi a me. Era un tantino sconvolta, le avevo raccontato la faccenda della pozione e mi aveva quasi mandato le maledizioni contro. Dominique era mia cugina, una bionda con occhi azzurri –era metà veela- che faceva tremare anche i muri, quando voleva essere crudele. In quel momento, temetti che stesse per esplodere e urlarmi contro che ero una stupida, ma conoscendola, Dominique non l’avrebbe mai fatto. Il suo carattere era calmo e placato anche quando litigava, non alzava la voce e i suoi occhi solamente esprimevano la rabbia che provava.
« Cioè, fammi capire.. tu sei scappata da quell’aula perché non volevi provare di nuovo l’ebrezza di sentirti amata da Scorpius, giusto? »
Alzai di scatto lo sguardo su di lei, scuotendo energeticamente il capo in segno di dissenso. « No ma che- »
« Perché sei così stupida da non aver ancora capito che, quel ragazzo, sta facendo di tutto pur di creare un minimo contatto con te. »
Scossi il capo e mi alzai di scatto, aggiustandomi la gonna stropicciata.
« Quel ragazzo, è un bastardo. Non voglio niente da lui, niente di niente. Ora, devo andare. »
Quando una persona viene contraddetta, solitamente reagisce diversamente. Urla, grida che non è vero, insomma.. fa capire con tutte le sue forze che quello che l’altra persona con cui sta dialogando non è il vero. Ma, io ero Rose Weasley, figurarsi se mi mettevo a urlare per una questione simile, preferivo rispondere placidamente, alzarmi ed andarmene dalla stanza, per poi pigliare a pugni qualcosa.
Mi avvicinai alla porta e feci per aprirla, quando la voce di Dominique mi bloccò nuovamente.
« Stai diventando una fifona, Weasley. »
Aprii la porta di scatto e la richiusi violentemente alle mie spalle. Dominique non mi chiamava mai Weasley, solo in casi estremi dove io non davo segni di voler capire che la realtà, come la vedevo io, era leggermente distorta.
Uscii di corsa dal mio dormitorio, salutando le persone con un sorriso tirato. Se avessero notato il mio malumore la notizia sarebbe corsa fino alle orecchie di Scorpius, e ci mancava solo che me lo ritrovassi dinnanzi all’apertura della mia Casata. Avremmo fatto scalpore, di nuovo.
Scesi le scale della torre velocemente, arrivando dinnanzi alla porta della Sala Grande, aprii quel poco che bastava la porta per cercare quella stramaledetta persona che non si faceva trovare, e, constatando che non era lì, la richiusi di scatto. Continuai a correre fino alla Casa dei Corvonero, rimanendo però impallata davanti al quadro come una cretina. Non sapevo la soluzione dell’indovinello. Scossi il capo e ripresi a correre, possibile mai che scomparisse sempre nel momento del bisogno? Arrivai al Lago Nero ed eccola, la testolina dai capelli corvini che tanto amavo.
Iniziai a prendere fiato, appoggiandomi con i palmi alle ginocchia, ansimando leggermente. Odiavo correre alla ricerca di Psyche, era introvabile. Se mentre tu correvi ti trovavi al Lago Nero, lei era capace di arrivare in Sala Grande ad una velocità straordinaria, - e dire che non utilizzava nemmeno i passaggi segreti, in quanto prefetto Corvonero-.
« La.. prossima.. volta.. avvertimi.. che.. »
Mi sedetti –buttai- affianco a lei ansante, posai la testa sulle mie ginocchia e lei mi diede un colpetto sulla schiena. Non riuscivo nemmeno a parlare. Dovevo fare più esercizio fisico, decisamente.
« Hai corso? »
« No, ho ballato. »
Alzai lo sguardo verso la mia migliore amica e poi verso il lago. C’erano due o tre sirene che uscivano ogni tanto dall’acqua.
« Che ha fatto Malfoy, oggi? »
Socchiusi gli occhi e poi poggiai la mia testa sulla sua spalla. Psy era la mia migliore amica da quando stavo al terzo anno, lei stava al quarto. Ci eravamo incontrate per caso al Lago Nero, avevamo incominciato a litigare perché io stavo urlando al vento che l’amore faceva schifo e lei si era messa ad urlare con me.. o contro di me, beh, più o meno stavamo facendo entrambe le cose quel giorno. Alla fine, mi aveva riaccompagnato al Dormitorio e ci eravamo salutate, ma quel saluto per noi era stata quasi una promessa. Un voto infrangibile. Non ci eravamo sentite per tre giorni poi, alla fine, l’avevo cercata io. E dire che io non cerco nessuno, eh!
« E’.. è.. »
« Su avanti, racconta. » disse sorridendomi appena, mi passò una mano fra i capelli e me li scompigliò. Sorrisi, spostandomi davanti a lei così da poter parlare faccia a faccia, come al solito. Le raccontai tutto, in ogni minimo particolare e la sua espressione ogni tanto cambiava da sorpresa a contrariata. Ma non era mai triste o dispiaciuta per me, nemmeno arrabbiata, lei era convinta che ci amassimo e che ci saremmo rimessi insieme. Ogni volta che lo diceva però scuotevo il capo e scuotevo la mano, come a dire “Ma che dici, Psy!” e poi sorridevo, cambiando argomento. Psyche però, non era una persona sdolcinata o tutta rose e cuori, era piuttosto razionale. Non amava l’amore, non si era ancora trovata un ragazzo infatti, e pensava che a ogni domanda c’era una risposta corrispondente, se non più di una. Aveva i lineamenti delicati, era magra, con gli occhi che raggelavano chiunque. Molti a scuola non le parlavano, la ritenevano strana. Anche perché era piuttosto acida con le persone che non conosceva, ma, stando a stretto contatto con me, aveva imparato ad essere più socievole. Comunque però, eravamo due opposti. Eppure, era la miglior amica che si potesse mai immaginare.
« Quando la smetterai di scappare, Rosie? » mi chiese alla fine del racconto, non le risposi, girando lo sguardo verso il Lago Nero e poi verso il castello, vidi la chioma castana di Jamie andare avanti e indietro alla ricerca di Dominique, probabilmente le aveva fatto uno scherzo e lei si era incavolata. « Non puoi scappare in eterno dai tuoi, vostri, sentimenti. Sai che prima o poi, dovrai affrontarli. Che farai poi in quel momento, eh? » posai nuovamente lo sguardo su di lei e sorrisi appena, già.. che avrei fatto in quel momento, eh?
Passammo due ore, a parlare delle cose più strane e insolite. A parlare di Scorpius e a parlare di lei, che non riusciva a superare la morte del suo migliore amico-quasi fidanzato. Ne parlavamo come se fosse acqua, perché oramai erano due anni che ne parlavamo tranquillamente. I primi tempi per lei, era stato difficile ammettere che la morte del suo amico, l’aveva cambiata. L’aveva fatta chiudere a riccio, ma poi le cose si erano sistemate con il tempo, il suo chiudersi era diventato un’abitudine e non ci faceva neppure caso.. eccetto quando si trovava con me.
« Ti devo lasciare ora. » dissi alzandomi, si alzò anche lei sorridendomi radiosa.
Fra di noi non c’erano effusioni, non c’erano quelle paroline sdolcinate, uno sguardo bastava a far capire all’altra il bene che si provava. Non ci saremmo mai separate, per niente al mondo.
Mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia. « Oggi hai lezione con i Grifondoro, mi pare.. Trasfigurazione, giusto? Salutami Jamie. »
James Potter, era il compagno di classe di Psyche, si odiavano così tanto che.. beh, una volta Psy l’aveva trasformato in un gattino nero. Era rimasto in quelle sembianze per due ore, poi lei l’aveva riportato alla sua forma normale, peccato che poi Jamie avesse iniziato a sputare palle di pelo per una buona mattinata e mezza. In fondo, speravo sempre che quei due si mettessero insieme. Ma era un desiderio, e molto probabilmente non si sarebbe mai avverato. Non riuscivano a stare vicini senza litigare! Erano teneri però insieme, bisticciare alle volte serviva a fondare un rapporto oppure, a crearne uno.
« Oh, Rosie sei una stupida! » esclamò lei sorridendo imbarazzata, mi allontanai appena in tempo per evitare uno schiaffo che mi sarebbe arrivato proprio dietro la nuca. Le sorrisi radiosamente e con una scrollata di spalle me ne andai correndo, verso il campo da Quidditch.





 

****

 
 
 
 
Il Quidditch era sempre stato uno sport molto rilassante, almeno per chi lo sapesse praticare.
Ma inoltre, era anche uno sport che serviva a rilasciare i nervi in un qualcosa di costruttivo; prendere il boccino –ad esempio- per la sottoscritta significava sfogarsi e lasciar stare per una manciata di minuti ogni pensiero che non riguardasse prendere quella pallina dorata, con le alette ai lati. Non facevo parte della squadra di Quidditch, per puro principio. Ma ero brava. Poche persone sapevano della mia bravura, in primis, Psyche, poi Dominique ed infine Scorpius. Un giorno mi aveva beccata saettare da un lato all’altro del campo ad una velocità inaudita. Da quel momento, avevo iniziato a confidarmi di più con lui. Avevo iniziato a fidarmi, peccato fosse durato poco.
Il tempo era burrascoso, tutt’altro che adatto per sellare una scopa. Ma per me non era un problema, l’importante era che mi sfogassi. Rievocai la mia Nimbus, che aveva una decina d’anni, sorridendole smagliante. Quella scopa era il mio unico amore, almeno così dicevano quelle tre persone ogni qual volta mi vedevano con questa in mano.
Accarezzai il manico in legno, fino ad arrivare alle pagliuzze che spuntavano dalla coda. Sorrisi. Era la scopa su cui avevo imparato a volare. Come non amarla?
Guardai verso le tribune, vedevo una maglia marrone seduta nella terza fila della tribuna Gryffindor. Non riuscivo a capire chi fosse. Scossi il capo, chiunque fosse, comunque non mi avrebbe riconosciuto. Non con il cappuccio rosso in testa. Salii sulla scopa, dandole una leggera spinta. Si sollevò immediatamente e non potei fare a meno che sorridere, compiaciuta come al solito del rapporto che avevo con quell’attrezzo. Volavo quando ero triste, quando mi sentivo adirata con il mondo, quando litigavo con qualcuno o quando soffrivo per amore.. poche volte ci ero salita sopra quando ero realmente felice, senza crisi emotiva continua. Alzai il capo al cielo, il tempo era orribile. Nuvoloni scuri cercavano di avvertire chiunque non fosse all’interno del castello, di correre velocemente all’interno di questo. Si stava preparando una bufera, e io amavo volare con la bufera.
Alzai il manico, facendo in modo tale che mi trovassi a metà del centro campo, sopra di tutti. Allargai le braccia, come se volessi abbracciare l’aria e una folata di vento per poco non mi fece cadere dalla scopa. Ridacchiai, rimettendomi bene a cavallo di questa. Non sarei mai caduta, se fosse accaduto.. beh.. avrebbe significato che sarebbe avvenuto un cataclisma totale ad Hogwarts.
Guardai sotto di me, l’erba verde si piegava quando il vento soffiava, le tribune erano piccole piccole e quella persona che prima si trovava sulle tribune si era praticamente volatilizzata. Scossi il capo scrollando le spalle. Presi una pallina dalla tasca della felpa larga, l’alzai abbastanza perché la potessi vedere bene, prima di partire alla sua ricerca. Avrei perso tutto il pomeriggio molto probabilmente.
Il boccino d’oro di zio Harry era bellissimo, certo, rovinato e consunto, ma pur sempre bellissimo. Conservava una storia, ed io amavo le storie. Lo lanciai in aria e allo stesso tempo feci una capriola sulla scopa, ero sempre elettrizzata quando mi trovavo su quell’aggeggio infernale, come diceva Mamma. Appena mi rimisi dritta, vidi quella stessa maglia marrone schizzare in direzione del boccino e afferrarlo velocemente. Sgranai gli occhi stringendo le labbra indispettita. Chi era quella persona così stupida da disturbarmi nel mio momento di rilassamento?!
« Ehi tu! » urlai premendo i piedi contro la scopa, puntando verso il mal capitato. Arrivai di fronte a lui dopo pochi secondi, sferzando violentemente. « Ridammi il mio boccino, guastafeste. »
« Non sa, Weasley, che non si gioca nel campo con questo tempo? » rispose la voce puntigliosa e saccente. Conoscevo bene quella voce, l’avrei uccisa quella voce, ma aveva il mio boccino e non avevo intenzione di discutere se non prima di riaverlo fra le mani.
« Ridammi il boccino, Malfoy. »
« Assolutamente no, tesoro. »
« Non farti buttare giù da quella scopa, cretino. » mormorai con voce bassa, nonostante la tempesta, sapevo che mi aveva sentito perfettamente.
Mi guardò con aria di sufficienza, con il brutto tempo non riuscivo a distinguere bene la sua figura. L’unica cosa che si riusciva a vedere, erano i vestiti –la maglia marrone e il jeans inusuale per lui- e la scopa argentata, ultimo modello, Nimbus. Socchiusi gli occhi ad una fessura, cercavo di distinguere la sua espressione sulla faccia, non perché volessi vederlo –più o meno, ma perché odiavo non poter vedere che emozioni passassero su quel volto tanto ghiacciato. Quelle poche volte che passavano, si intende.
« Oh, non ne saresti capace. » mormorò con l’aria di uno che la sapeva più del Diavolo. Mi morsi il labbro inferiore, iniziando ad arrabbiarmi. Non si doveva mai sfidare Rose Weasley, non quando era su una scopa!
« Ridammi il boccino. » ripetei, avvicinandomi a lui. Riuscii a distinguere i capelli biondi, mossi dai continui cambiamenti di direzione del vento.
« Mhm.. nah. » disse ridendo sguaiatamente e saettando dall’altro lato del campo. Roteai gli occhi al cielo nuvoloso, odiavo quei giochetti. Non potevo perdere il boccino di zio Harry! James mi avrebbe ucciso!
Sguizzai veloce dinnanzi a lui, fermandomi come prima, bruscamente.
« Che vuoi da me, Malferret? » chiesi sorridendo appenappena sadica.
« Se rivuoi il boccino, oltre che riuscire a prenderlo da sola, dovrai bere l’Amortentia. Non voglio un voto che possa rovinare il mio profilo scolastico. » mi rispose facendomi vedere il boccino, che cercava di fuggire dalle sue mani per venire da me, al sicuro.
« Ci sto. » mormorai subito, senza pensare che lui, si allenava dieci ore su ventiquattro al giorno ed io, sì e no due ore e mezza ogni tanto. Non era per niente una partita alla pari. Molto più che sicuramente, avrei passato le pene dell’inferno in quella mini gara.
Malfoy ghignò, sarebbe stato l’inizio della fine molto probabilmente.  

 
 
 
 
 
 
 
 

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Bon, salve a tutti!
Lo so. Sono in un ritardo MORTALE, però ehi! Vi ho detto che sono una ritardataria pazzesca, no? Mi dispiace, veramente. Ma la scuola mi permette di stare sì e no due ore al PC ogni tanto, e come se dei gorgosprizzi ce l’avessero con me, quando mi metto al PC succedono le cose più impensabili e non riesco a scrivere.
Spero mi perdonerete, il prossimo capitolo dovrebbe arrivare fra una settimana, o qualche giorno. Non so, ho già in mente gli avventimenti.
Ringrazio come sempre tutti voi, per aver recensito, messo la mia storia fra le preferite/seguite/da ricordare.
Ah, vi volevo dire una cosetta, c’è una one-shot su Scorpius e Rose, un prequel di questa storia, più o meno. Uno dei tanti avvenimenti che vi servono per farvi capire che cosa sia successo fra i due, prima della rottura. Siete stati cattivi a non recensire ùù”, scherzo scherzo. Probabilmente era troppo brutta anche per critiche xD.
Alla prossima cari,
shuttered.
 
 
Come sempre, se avete bisogno, contattatemi all’indirizzo: bells_96@hotmail.it

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Capitolo 5
*** - Il boccino d'Oro. ***


 

 
Mum's personal Diary.
 
 
 
 
 
-  Il boccino d'Oro.
 
 
 
 
 
Non avevo mai amato particolarmente le competizioni da piccola, poi ero arrivata ad Hogwarts.
Non le avevo mai amate per una ragione ormai sconosciuta, ero la ragazza più competitiva a Hogwarts. Ero sì Gryffindor, avevo sì un animo puro, nobile e coraggioso, ma ero anche capace di arrivare ad imbrogliare pur di vincere. Non a caso al Cappello Parlante, per poco, al primo anno non gli era stata tagliata la punta: quella mezza cartuccia mi avrebbe voluto spedire a Slytherin, e io non potevo assolutamente permettermelo. Sarei stata diseredata ed odiata da tutti, per giunta mi avrebbero guardato sia con aria estasiata che con una paura assurda. Più o meno, forse, li avrei capiti. 
Come poteva la figlia dei Salvatori del Mondo Magico, finire a Slytherin, quando lì ci finivano solo mezze cartucce ed anime empie? 
La risposta era semplice, almeno, lo era diventata al primo anno. 
Ero diventata competitiva a scuola, avevo iniziato a prendere i voti migliori della classe solo per superare l’Ossigenato. 
Ero entrata a far parte del club dei Duellanti, –al secondo anno, quando era permesso solo a quelli del terzo- , solo per far vedere che io avevo coraggio da vendere. 
Ero diventata la persona più competitiva della scuola, soprattutto nel volo e in amore. 
Durante le lezioni con Madama Bumb, ero la prima a saettare per tutto il campo da Quidditch anche senza il consenso della Miss. Certo, alle volte avevo rischiato una bella punizione, ma quando Madama aveva capito che era impossibile frenarmi nel volo, aveva deciso che potevo volare quando ne avevo voglia e se proprio volevo allontanarmi, nel raggio di trecento metri dal Campo da Quidditch e non di più. In poche parole, non dovevo superare la Foresta Proibita. 
Probabilmente, quello, era l’unico divieto che riuscivo a non infrangere, avrei fatto di tutto pur di non perdere la mia scopa e la possibilità di sentirmi libera, senza pensieri, almeno in un posto.
Poi, quando mi ero innamorata, avevo avuto le mie prime batoste ed ero arrivata persino a far evanescere i capelli ad una ragazza perché stava facendo la civettuola con un qualcosa di.. “mia” proprietà. 
Gelosia? Macché, solo una forma acuta di.. possessione
Possessione maniacale, direi. 
Il punto di quella situazione, comunque, era che non mi piaceva  sapere di aver fatto un'emerita stronzata. Non potevo credere, non del tutto, di aver accettato un patto con il Diavolo.

 

« Il primo che la piglia, vince » disse avvicinandosi e facendomi segno che al tre avrebbe lanciato la pallina. Annuii impercettibilmente, lanciandogli un'occhiata di traverso, non mi fidavo di lui. Non mi ero mai fidata a sufficienza di lui, in realtà.
Le conseguenze del non fidarsi, erano state catastrofiche.
« Vedi di non imbrogliare, Malferret » mormorai facendo scontrare i nostri manici di scopa. Ci mettemmo uno di fronte all'altro mentre sentivo il cuore pulsare forte. Con la punta della mia Nimbus urtai il suo manico di scopa, come per avvertirlo. Non mi sarei fatta fregare il boccino e una dichiarazione non voluta a causa di una stupida competizione. Che voleva dimostrare vincendo? Che poteva ridicolizzarmi quando più gli pareva? Beh, ci riusciva benissimo anche senza metterci così pubblicamente alla prova. Guardai verso le tribune, non c'era anima viva. Sospirai, mentre un sorrisino rilassato si faceva largo sul mio volto.
Non volevo rischiare che qualcuno mi vedesse lì sopra, avrei passato dei guai grossi. Le parole della McGranitt erano state chiarissime: se qualcun altro si fosse messo a volare con me o mi avesse visto, avrei perso l'opportunità di volare quando più mi pareva. E sarei passata alle mani, eventualmente avessi potuto perdere -anche in una remota eventualità- il mio manico di scopa.
« Uno.. tre! » esclamò lanciando in aria il boccino d'oro. La pallina dorata, spiccò il volo quasi come se fosse arrivata la Pasqua per lei, e schizzò verso il basso. Premetti le gambe contro il manico di scopa, puntandolo verso il basso e appiattendomi contro questo, mentre l'aria mi scompigliava i capelli e sentivo Malfoy dietro di me sghignazzare.
« Dovevi lanciarlo al tre! » urlai, sicura che mi sentisse nonostante fosse a qualche metro di distanza da me. Mi girai appena, cercandolo con lo sguardo e per poco non caddi dalla scopa nel trovarmelo dinnanzi con quel suo sorrisino in faccia. Strinsi il manico di scopa fra le mani, mentre lui si avvicinava e diceva: « L'ho lanciato al tre. Se poi intendi dire che dovevo fare “uno, due e tre”, beh.. non è nel mio stile, tesoro ». Rise e ripartì, lasciandomi imbambolata lì sopra con gli occhi appena appena lucidi.

Mi aveva chiamato tesoro. Come osava chiamarmi tesoro?
Mi girai di scatto, vedendolo schizzare verso l'alto e poi scendere subito giù in picchiata. Temetti che avesse individuato il boccino e serrai nuovamente le gambe contro la scopa e accelerando, mentre vedevo chiaramente il boccino schizzare prima verso le tribune e, poi, cambiare improvvisamente rotta e dirigersi verso gli anelli. Alzai appena lo sguardo, cercando di capire dove fosse finito Malfoy, e lo vidi. Allungava la mano e sorrideva, beffardo e soddisfatto, come se avesse la vittoria in pugno.
Sentii un groppo allo stomaco,e mi appiattii maggiormente contro il manico di scopa accelerando. Non l'avrei lasciato vincere, non poteva vincere! Lo raggiunsi velocemente, mentre vedevo un'espressione irritata farsi strada sul suo volto. Ghignai. Il boccino non voleva darla vinta né a me, né a lui.
Alzai immediatamente la punta del manico, dirigendomi in fretta verso gli anelli. Il boccino saliva e scendeva, usciva da un buco ed entrava in un altro come le montagne russe dei Babbani in America. Una volta ci ero salita, lì sopra, ma poi ero scesa dopo mezz'ora e sia io che Hugo avevamo vomitato tutto il pranzo. Si infilò nel cerchio più grande e poi in quelli più piccoli, schizzando da destra a sinistra con una velocità stupefacente. Notai appena in tempo una macchia marrone raggiungere gli anelli velocemente e allungare nuovamente la mano, convinto di avere in pugno la vittoria. Guardai il boccino, bloccandomi a metà strada a causa di un boato, guardai il cielo nero e oscuro spaventata. Avrebbe piovuto di lì a poco. Distolsi lo sguardo dal cielo, concentrandomi sulla gara. Non ci potevo ancora credere, insomma, per parlare -per farmi bere l'Amortentia-, eravamo arrivati a sfidarci sul campo da Quidditch. Mi sorprendevo sempre di più di quanto fossimo infantili quando stavamo insieme. Di quanto fossimo dannatamente cocciuti.

Virai appena in tempo e mi trovai il boccino d'oro ad un palmo dal naso, ghignai, allungando di poco la mano per afferrarlo e, quando lo sfiorai con le dita, un fulmine colpì un cerchio, che non cadde ma tremò tutto. Ritrassi velocemente la mano, poggiandola sulla scopa per non cadere mentre sentivo l'aria mancarmi. Un vento improvviso mi scompigliò i capelli e notai Malfoy allungare la mano mentre il boccino veniva verso di me. Scorpius si stava sporgendo il più possibile per afferrarlo, sarebbe potuto cadere, se non fosse stato un ottimo cercatore Slytherin. Sorrisi, mentre notavo il boccino sempre più vicino e, quindi, sentivo la vittoria in pugno, mi allungai appena, mentre il manico di scopa vibrava, come se potesse percepire la mia felicità. Ma, come disse una volta zio George: “La felicità scivola via troppo velocemente e, tu, non puoi riacchiapparla se lei non vuole tornare da te”. Per cui, non seppi come, o quando, ma sentii nuovamente uno scroscio alle mie spalle e, questa volta, al posto di ritrarre la mano e metterla sul manico per mantenermi, precipitai mentre vedevo chiaramente Malfoy afferrare il boccino con un aria soddisfatta sul viso. Quell'espressione, divenne una maschera di terrore, mentre si precipitava a salvarmi.


 


****





Al mio risveglio, capii che non mi potevo assolutamente trovare in camera mia, dato che il posto dove mi trovavo era dannatamente bianco, quindi, credetti di star sognando, siccome nessun posto ch'io ricordassi aveva le pareti bianche. Eppure, quando sentii delle urla provenire da una stanza vicino alla mia, mi ricordai di colpo che cosa era accaduto e dove realmente mi trovassi. Mi puntellai sui gomiti, cercando di non urlare per l'improvviso dolore al braccio sinistro. Mi sedetti sul letto, guardandomi intorno cercando di capire dove si trovassero le persone da cui provenivano quelle voci così acute.
Ero in infermeria, evidentemente con un braccio rotto e con la testa che mi pulsava in una maniera incredibile.
La porta dell'ufficio di Madama Chips si aprì all'improvviso e un ragazzo uscì velocemente appostandosi dinnanzi alla mia tenda, raggelai e chiusi gli occhi, mentre mi tiravo la coperta quasi fin sopra agli occhi. Madama Chips odiava quando c'erano degli ospiti e i pazienti venivano svegliati a causa di questi (
« Prima di tutto il riposo! », diceva sempre). Ed io, lo sapevo bene siccome ero la prima a ficcarmi in infermeria. Sin dal primo anno, infatti, ero riuscita a finirci a causa di una delle care caramelle di zio George, proveniente dai 'Tiri vispi Weasley'. Mi era spuntata una strana irritazione che dovevo provocare a Jamie, siccome si vantava di saper cavalcare una scopa meglio della sottoscritta, e quindi ero finita da Mm. Chips sin dai primi giorni di scuola. Quando poi tornai in Sala Comune, mi accolsero come l'erede di Harry Potter, per la mia capacità innata di mettermi nei guai.

« Signor Malfoy, deve uscire » esclamò Mm. Chips alterata, raggiungendo la figura dinnanzi la mia tendina. Raggelai sul posto, quando capii che quella figura, era Malfoy.
« Non se ne parla » disse lui tranquillo, mentre scrollava le spalle.

« Signor Malfoy, glielo chiedo gentilmente, deve uscire » un brivido mi percorse alle parole di Mm. Chips. Sapevo benissimo che volesse dire quando diceva la parola 'gentilmente', e quella parola non era per niente sinonimo di gentilezza! Tutt'altro. La prima volta che mi capitò di finire sotto il tiro mancino di quella parola, venni pietrificata e fatta spedire in Sala Comune poco dopo. Il giorno dopo, Louise mi aveva liberato con un ghigno sul volto che lasciava benissimo intendere che avrebbe raccontato il tutto a Hogwarts e dintorni, ma fece di peggio, difatti, lo fece scrivere sul giornalino della scuola. Giornalino che leggevano anche i professori, con non poco interesse.
« Madama, ve lo dico gentilmente, non uscirò da questa stanza prima che
lei si svegli ».
Madama Chips lanciò un urletto disperato, andandosene a gran passi dentro il suo ufficio e sbattendo vigorosamente la porta, sibilando un
« I ragazzi innamorati! » decisamente adirata.
Mi sembrava assolutamente strano il fatto che Malfoy non volesse uscire. Mi sembrava strano perché non capivo minimamente che cosa significasse per lui vedermi sveglia. Non appena lo vidi girarsi e sospirare, tremai e chiusi gli occhi, cercando di fare finta di dormire. Sentii il fruscio della tenda mentre si apriva, i suoi passi echeggiare nell'infermeria deserta e poi il suo leggiadrissimo posteriore prendere posto sul mio letto, costringendomi a fargli spazio dato che mi stava uccidendo una gamba. Arricciai il naso indignata, cercando di non farmi notare e serrai maggiormente gli occhi, provando a mantenere il respiro regolare.
Si mosse, sospirò e poi uno strano calore mi invase la guancia. La sua mano, una mano gelata a dir la verità, mi aveva fatto arrossire come un pomodoro e mi aveva fatto spuntare un sorriso -che anche se non vedevo, sapevo essere ad ebete- sul volto. Serrai anche le labbra, ficcando il viso nel cuscino sperando di soffocare in quello stesso momento, mentre la sua mano si spostava ad accarezzarmi la nuca. In quel momento, pensai che nessuna morte potesse essere più dolce di quella. Eppure, come se non ci fosse mai fine al peggio, sentii il suo respiro solleticarmi l'orecchio e allora affondai maggiormente il viso nel cuscino, sperando vivamente che quello fosse un sogno e che non finisse mai.
« Weasley, ti hanno mai detto che sei una pessima attrice? »
Decisamente, non era un sogno.
Mi girai velocemente, irritata quanto mai e lanciai un urlo acuto nel sentire il braccio sinistro sotto la schiena, immobile e dolente, e la caviglia rimpiangere il momento in cui avevo deciso di morire soffocata. « Miseriaccia! » esclamai mordendomi il labbro, cercando al contempo di mettere il braccio sinistro sulla mia pancia facendo il minor movimento possibile. Lanciai uno sguardo disperato verso l'ufficio di Mm. Chips, quella benedetta donna era sorda come nessuno mai, nemmeno un incantesimo avrebbe potuto aiutarla.

Così capisci che significa 'disturbare la quiete del paziente'.
« Sei un idiota » ruggì lui con un'aria quasi preoccupata, mi alzò con dolcezza la caviglia da sotto il lenzuolo mentre imprecavo violentemente e stringevo forte i denti. Prese il cuscino del lettino affianco al mio, e lo ficcò sotto la caviglia poggiandola sopra, poi prese il braccio e me lo mise sulla pancia mentre la sottoscritta cercava di non urlare e di continuare a guardarlo con uno sguardo esterrefatto. Perché, insomma, com'era possibile che Scorpius Hyperion Malfoy si fosse mostrato così.. apprensivo nei miei confronti dopo tutto questo tempo? Si sedette poi sulla punta del mio letto ed iniziò ad accarezzarmi il braccio non rotto. Sorrisi appena, passando lo sguardo dalla mia caviglia al mio braccio ed infine su di lui. Arrossii, pensando che quella situazione mi piacesse più del dovuto.
« Grazie » biascicai con un espressione a metà fra il sofferente e il felice. Mi guardò scettico, quando poi un sorriso divertito si fece spazio sul suo volto divenuto improvvisamente curioso. Arrossii a quel contatto e mi morsi leggermente il labbro inferiore mentre c'era un conflitto interiore dentro di me che mi stava facendo perdere il controllo.
Da una parte, mi sentivo in pace con me stessa,
felice, come non ero stata più dopo la rottura con lui.
Stare lì, con
Scorpius, in quella situazione, era un toccasana per me. Era come il rimedio ad una malattia inguaribile. Era come se non fosse successo nulla, come se fossimo ancora fidanzati e insieme. Entrambi felici per gli stessi identici motivi.
Ma, d'altro canto, mi sentivo tremendamente male. Sapere che avremmo potuto evitare tutto quello che era successo, evitare di farmi soffrire, di farmi finire nella Foresta Oscura.. sarebbe stato tutto più semplice, se
lui non avesse deciso di tradirmi così beatamente infischiandosene dei miei sentimenti.
Lo guardai, il groppo in gola e il mal di testa iniziavano a farsi sentire. Ogni volta che stavo con lui accadeva: ogni qual volta che cercavo di essere indifferente nei suoi confronti, accadeva un qualcosa di irrimediabile che mi portava sempre di più ad avvicinarmi a lui. Cosa che avrei voluto evitare, ma era maledettamente inevitabile.
D'un tratto però, il groppo in gola si fece più prepotente e fui costretta a distogliere lo sguardo e allontanarmi bruscamente da lui, come scottata.

« Perché sei qui, Malfoy? ».
« Weasley, io.. »
E poi il silenzio.
Non parlava, non si muoveva, non cercava nemmeno delle scuse per essere lì e non dirmi niente. Era lì e non faceva assolutamente niente.
Niente di niente. Lo fissai, sperando vivamente che avesse qualcosa da dirmi perché il mio orgoglio non mi permetteva, non ora, di farlo rimanere lì dinnanzi a me senza dargli contro per un minuto di più. Il mio cuore, quel piccolo rimasuglio del mio povero cuore, stava ululando come se lo stessero trafiggendo e tirassero sempre più lentamente la lama con la quale avevano deciso di trapassarlo, per aumentare sempre di più il dolore e farmi soffrire. Colpo dopo colpo.
Voltai il capo velocemente, cercando di regolare il respiro che sembrava non voler più seguire il corso naturale e voler fare di testa sua. Mi morsi il labbro, nervosa, mentre cercavo di trattenere anche quelle maledette lacrime.
« Tu? » gli chiesi senza girarmi, continuando a fissare ostinatamente la tendina che ci copriva dal resto del mondo.

Fosse servita solo quella a proteggerci.
Lo vidi boccheggiare un secondo, per poi chiudere la bocca e costringersi a guardare fuori dalla finestra. Scossi il capo violentemente, spintonandolo con il braccio sano mentre sentivo gli occhi appannarsi sempre di più. Non ce l'avrei fatta, non ce l'avrei fatta e mi sarei dimostrata la solita Weasley, la solita credulona cornuta.
« Vattene » mormorai con voce grave. Mi guardò gelido, come se l'avessero appena liberato da uno strano incantesimo. Mi sentii trapassare da quegli occhi grigi, così dannatamente taglienti che mi sentii male. Gli avrei voluto urlare che stavo già male, senza che quegli occhi mi guardassero adirati e taglienti, come a voler chiedere scusa per tutto quello che era successo. Lo fissai, scuotendo appena il capo. Piccoli gesti, che nessuno avrebbe mai intuito o minimamente capito. Mi stava chiedendo scusa, me lo stava chiedendo da un anno, eppure, io continuavo a scuotere il capo e mandarlo via. Quelle, non erano scuse. Non potevamo parlare a gesti, nonostante fossimo portati a farlo, non potevamo. Essere fidanzati, amarsi, significava parlare dei propri problemi. E, noi, non ne parlavamo. Ne discutevamo a gesti. Lui con gli occhi ed io con le lacrime. E non avrei potuto continuare così, non avrei potuto continuare a guardarlo e saperlo con un'altra. Che fosse mia cugina, che fosse un topo o la McGranitt, non m'importava. Il punto, era che non potevo assolutamente continuare a vivere in quella condizione. Mi tremò il labbro e fui obbligata a guardare il soffitto mentre si contorceva il mio povero stomaco, ormai preda di continui attacchi di.. farfallite acuta. Lo sentii alzarsi e il mio sguardo cadde nuovamente su di lui. Stringeva convulsamente le mani a pugno e un qualcosa nella sua tasca dei pantaloni si muoveva in preda a spasmi. Scorpius intercettò il mio sguardo e un'aria malinconica gli attraversò il volto per qualche istante.

« Il boccino d'oro » mormorò tirando la pallina d'oro fuori dalla tasca e posandolo nella mia mano destra. Le nostre mani si sfiorarono per un secondo, ma fu un attimo, siccome ritrasse subito la mano mentre mi lasciava invadere da un nuovo senso di solitudine. Guardai il boccino accigliata, aveva le ali spiegazzate e dei segni marroncini sul fondo. Provai a ripurirlo con le dita, ma era decisamente inutile. Era sporco di terra e più provavo a pulirlo e più si sporcava. Scorpius mi diede le spalle sospirando appena e tirando fuori la bacchetta dall'altra tasca, mormorò un incantesimo di Appello e dopo poco mi lanciò una boccetta fra le mani.
« Che significa? » gli chiesi richiamando la sua attenzione, appena in tempo, dato che stava per andarsene.
« Una pozione per farti guarire la caviglia, per il braccio dovrai aspettare Madama Chips » dichiarò lui scrollando le spalle, continuando a fissare ostinatamente la porta. Guardai la boccetta verde che avevo fra le mani, il liquido celestino oscillava ogni qual volta muovevo la mano. Un sorriso mi riempì il volto quando mi ricordai che avevo fatto la stessa cosa con l'Amortentia anni prima. L'avevo guardata stranita, ma non avevo fatto domande. L'avevo bevuta volentieri e con
fiducia.
Mi ripresi in quel momento, capendo che Scorpius aveva fatto un qualcosa per me senza che io glielo avessi chiesto. Guardai le sue spalle e poi puntai lo sguardo sulla sua nuca. Scossi il capo, capendo che non volevo avere nulla a che fare con lui. Che non volevo far rimanere in sospeso qualcosa fra di noi. Volevo che si chiudesse tutto, in quel preciso istante. Il prima possibile. Chinai il capo sul boccino d'oro e mi ricordai della competizione. Aveva vinto ed io, avevo perso.
« Appena mi sentirò meglio, berrò l'Amortentia. E prima o poi mi sdebiterò anche per questa » mormorai alzando la boccetta mentre lui si girava appena, rimanendo con il busto voltato verso la porta. Scrollò le spalle, che scesero appena come se si sentisse improvvisamente triste. Guardai altrove, cercando le altre parole per dirgli che non volevo avere più niente a che fare con lui, ma era una cosa da dire con una certa delicatezza. Ma ragionandoci su, pensai che lui non si era mica premurato di non fare quelle cose mentre stavamo insieme, non si era mica premurato di ricordarsi anche solo minimamente della sottoscritta.. allora perché avrei dovuto farlo io?
« Poi, non avremo più niente di cui discutere. Spero di essere stata chiara » dissi, rialzando improvvisamente il capo e guardandolo con aria di sfida, come ad invogliarlo a parlare. A dirmi che mi amava, a dirmi che gli dispiaceva.. ma a farlo con le parole, non con i suoi bellissimi occhi. Con le parole. Quelle che, solitamente, utilizzava per ferirmi nel modo peggiore che qualcuno conoscesse.
Annuì per poi lanciarmi un fogliettino, « Cristallina » disse, e il tempo di guardare il fogliettino per capire cosa contenesse che sentii il rumore delle porte che sbattevano furiosamente. Lui, non c'era più. Guardai per due minuti buoni il posto in cui lui aveva lasciato un altro vuoto e sospirai, chinando il capo e non evitai minimamente di nascondere il singhiozzo che fuoriuscì dalle mie labbra.
Aprii il fogliettino lentamente, riconoscendo la bella calligrafia di Scorpius, mentre una lacrima mi solcava un viso e spostavo lo sguardo precipitosamente verso il lago. Ero la solita stupida.


 

L'ho preso per te. Sei esonerata dalla scommessa.
Tuo, Scorpius.




 

****




 

« No eh! Ieri l'ho ritrovata che piangeva addormentata, VOI NON POTETE ASSOLUTAMENTE ENTRARE! » urlò Mm. Chips, svegliandomi per la seconda volta in due giorni. Mi stiracchiai, sbadigliando silenziosamente e trovandomi nella stessa posizione in cui mi ero addormentata. Il braccio sulla pancia, la caviglia sul cuscino, il boccino d'oro nella mano dolente e il fogliettino in quella buona, mentre della pozione per la caviglia non c'era più traccia. Nascosi velocemente il foglietto sotto il cuscino, mentre mettevo il boccino d'oro sopra il mobiletto e mi coprivo il più possibile con le coperte. Madama Chips doveva avermi cambiato i vestiti, perché indossavo quelle tuniche da malati straordinariamente bianche. Con la mano buona mi tastai il braccio rotto, cercando di capire se si fosse aggiustato o meno. Ma non sentivo assolutamente niente, per cui, dedussi fosse ancora rotto. Mossi appena il piede, socchiudendo un occhio in attesa del dolore che fortunatamente non arrivò. Sospirai sorridente, mentre infilavo il piede sotto la coperta e chiudevo gli occhi. Sperai vivamente che le persone che si trovavano in infermeria non fossero lì per me. Non avevo le forze per scacciare via qualcuno. Ero ancora troppo impegnata a pensare a quello che era successo con Malfoy, il giorno prima.
« Abbiamo il diritto di vederla, Madama! » urlò qualcun altro. Sorrisi, la voce di Albus Severus Potter era riconoscibile anche a metri di distanza, soprattutto se la si conosceva da quando si era in fasce.
« Potter, lo so che siete la sua famiglia ma.. » fu interrotta e vidi cinque figure dietro la mia tendina agitarsi. Dopo poco, arrivarono altre persone che parlarono con qualcuno e poi iniziarono ad annuire vigorosamente. Mm. Chips sbuffò violentemente e mise le mani sui fianchi. Sorrisi, era sempre stato divertente vedere Mm. Chips infuriarsi per le continue visite quando mi facevo male. Più volte era capitato, infatti, che quando mi facessi male mi venissero a trovare amici e molteplici gufi, insieme a qualche elfo e il fantasma di zio Fred.
« Niente ma! Oh.. mi scusi
Madama.. Il punto è che Rose è la nostra cuginetta! ». Ridacchiai silenziosamente mentre sentivo la voce di Louise passare da adirata a stucchevole. Il solito Corvonero manipolatore.

« Esattamente. E lei non vorrà mica che l'altra metà della banda invada il suo regno perché .. » iniziò Jamie e potei benissimo immaginare che si disegnò un ghigno sul suo volto.
« .. perché lei non ha voluto farle vedere la loro piccola, tenera e.. » continuò Fred, l'immaginai prendere a braccetto Jamie. Nel mentre, vidi le loro teste iniziare a fare su e giù furiosamente, convintissimi. Portai una mano sulla bocca, costringendomi a non ridere.
« .. e amabile cuginetta! » disse una voce leggermente acuta ma convincente, era Roxanne. Mi sforzai maggiormente di non far sentire la mia risata, ma l'immagine di quei tre che annuivano vigorosamente, Albus che guardava con aria impettita Madama Chips e Louise che le scoccava un'occhiata maliziosa, non poté che farmi finire con il viso ficcato nel cuscino per soffocare le risate.
« Sarebbe un suicidio,
insomma! Deve contare che oltre a Albus, Jamie, Fred, Roxanne e me.. » disse una figura vicino a quella di Roxanne, che riconobbi a causa della voce particolarmente acuta. Lucy, che era appena arrivata, aveva risposto prontamente anche non sapendo di preciso a cosa si riferissero.
« .. e me, ci sono anche persone che non sono della famiglia come i gemelli Scamandro e i figli di Paciock e Psyche, senza contare che mancano all'appello Victoire, che non mancherà a venire sapendo che non ci fa vedere nostra cugina nonostante ormai non partecipi più ad Hogwarts, e poi Hugo, Dominique e Lily, nei termini di famiglia, si intende.. » continuò infine l'altra vocina, che potei riconoscere come Molly, la gemella di Lucy. Ebbi una fitta al cuore, sentendo il nome di Lily, però mi ripresi subito facendo finta di niente e tirando fuori il viso dal cuscino. Sospirai appena, contenta che fossero solo sette in infermeria e non tutta la banda al completo, che su per giù si aggirava ad un numero di diciassette persone, o forse di più -dato che ci dimenticavamo spesso di molti elementi.

«
E VA BENE! » esclamò Mm. Chips, adirata quanto mai. La sua voce fece tremare i ritratti alla parete e una signora l'ammonì con lo sguardo, ma non disse niente. La vidi girarsi e dirigersi verso il suo ufficio, ma poi si fermò di colpo e si girò nuovamente in direzione dei miei cugini. « Se becco qualcuno entrare qui dentro per visitare quella poverina, vi caccio fuori! Fosse necessario chiedere l'aiuto degli Schiopodi Sparacoda di Hagrid! » esclamò per poi andarsene a grandi passi e rinchiudersi la porta alle spalle, facendo cadere uno o due quadri che iniziarono a sibilare adirati. Tornai con lo sguardo sulla tendina, vidi le gemelle saltellare mentre si congratulavano fra di loro e facevano degli inchini compiaciuti. Jamie fece zittire tutti con un movimento di mano e vidi il ciuffo all'insù di Albus muoversi mentre spintonava Jamie per passare. Si mise dinnanzi alla tenda e sospirò.
« Un secondo.. » mormorò, bloccandosi di colpo. « E se sta dormendo? » chiese con voce spaventata e improvvisamente timida.
« Ti prego, pensi che con una
mandria di bufali come noi, non si sia svegliata? No perché, va bene che è sorda come una campana quando dorme, però.. » disse Roxanne ridacchiando, mentre Fred le scuoteva appena i capelli e annuiva con il capo. Quei due, ricordavano tanto ai nostri genitori Fred e George. Peccato che Roxanne fosse femmina, altrimenti avrebbe fatto sicuramente le veci del fantasma dello zio.
Oh si, perché Zio Fred un bel giorno era ritornato da noi ed aveva iniziato a ciarlare, dicendo che le persone che
'stanno lì su.. o lì giù, di preciso non lo so, hanno deciso molto gentilmente di concedermi la vita da rompipalle nel mondo ultraterreno'. Eravamo stati tutti contenti di rivederlo, per giunta, lui si era trovato una ragazza e non passava giorno in cui non andava al negozio di Zio George a dargli consigli su come spaventare le persone. Quando però, nonna Molly, se l'era ritrovato davanti mentre cucinava, con la testa che usciva dal lavandino, per poco non era rimasta stecchita. Si era seduta su una sedia ed era rimasta per un'ora e mezza con la mano sul cuore, come a controllare che ci fosse ancora. Avevamo deciso di non dirle di Fred, siccome ci aveva messo molto tempo a non piangere più alla vista del gemello, ma poi, Fred aveva deciso al posto nostro come far andare in crisi la nonna.
« Il
tappo ha ragione, come facciamo se dorme? » chiese Molly.
« Ehi! Tappo un tubo, sei tu la più piccola e se mi superi di mezzo centimetro non vuol dire che tu abbia il diritto di prendermi in giro! » esclamò adirato Albus.

Lucy ridacchiò, mentre Fred, Roxanne e Louise ricominciavano ad annuire e ridere nello stesso tempo. Non potei soffocare una risata che fece render loro conto che, beh, ero sveglia. Entrarono velocemente tutti e si sedettero sui lettini affianco al mio. Fred e Albus si sedettero ai miei lati e mi guardarono male.
« Potevi avvisarci che eri sveglia.. » mi accusò Albus con uno sguardo contrariato, mentre Louise ridacchiava capendo perfettamente perché non l'avessi detto.
Gli sorrisi, riprendendo a ridacchiare « Certo, e così evitavo a Molly di prenderti in giro?
Ti prego! » esclamai suscitando l'ilarità di tutti i presenti in sala, eccetto Al. Il quale, dopo poco, si sciolse in un sorriso e afferrò il boccino d'oro, rigirandoselo fra le mani.
« Ehi, ma è quello di mio padre! » esclamò James strappandoglielo di mano e guardandolo con aria ammirata.
« Che sagacia.. » dissero Fred e Louise insieme, diedi una pacca sulla spalla a quest'ultimo, mentre si chinava a darmi un bacio sulla guancia. I suoi capelli rossi mi sfiorarono il naso e lo arricciai immediatamente con un sorrisino stampato in faccia.
« Veramente Jamie » continuai io, « hai fatto un nuovo corso dalla Cooman o hai chiesto a Johonson che prova una
profonda stima nei nostri confronti? » gli chiesi, continuando a ridacchiare.
Jamie mi guardò male, lanciando il boccino in mano a Roxanne, che poi lo passò alle gemelle che lo guardarono attentamente. Erano finite a Corvonero, loro. Insieme a Roxanne, che al momento sembrava troppo intenta ad osservare il mio cuscino per prestare attenzione a quella pallina dorata.
« Momento momento momento! » esclamarono in coro. Erano solite farlo quando avevano una straordinaria illuminazione. Fred e Rox, invece, si completavano le frasi. Le guardai curiosa, mentre anche gli altri spostarono lo sguardo su di loro, tutti eccetto Rox, che continuava a fissare il mio cuscino insistentemente.
« Rosalie Jean Weasley.. tu hai volato! » esclamò Lucy. Sgranai gli occhi, arrossendo fino alla punta delle orecchie. Scossi vigorosamente il capo, muovendo al contempo la mano libera. « Oh si! » continuò imperterrita Molly. « Ci sono i segni del muschio che abbiamo fatto crescere sul campo da Quidditch per.. » guardò un secondo la sorella che scosse appena il capo e poi tornò a guardarmi « .. scopi scientifici! » esclamò infine. Alzai un sopracciglio, quelle due sarebbero state ingaggiate al reparto segreto del Ministero un giorno.
James si fece rilanciare la pallina e scosse il capo, per poi passarmi il boccino con aria quasi perplessa.
« Rose, tu ci diresti, vero, se volassi? No, perché.. insomma.. l'anno prossimo io non ci sarò più, Albus è a Slytherin e beh.. Lily non è minimamente capace.. cioè.. il posto sarebbe
decisamente tuo.. » mormorò James incespicandosi con le parole. Sorrisi dolcemente, mentre il senso di colpa si faceva largo in me e guardai verso il soffitto per distogliere l'attenzione da me. Non avrei partecipato per tutto l'oro del mondo alle selezioni di Quidditch. Parteciparvi, significava andare alle partite. Andare alle partite, significava giocare contro altre squadre. Farlo, significava andare alla ricerca del boccino d'oro anche con lui.
« Ahh! » esclamò poi Roxanne, che si era ripresa finalmente. « Rose, perché.. » incominciò con un sorrisino malizioso sul volto. La guardai appena appena stralunata. Non sapevo, di preciso, se dovessi temere quello che mi avrebbe detto oppure esserne felice. Optai per ascoltare quello che aveva da dirmi, ma stette zitta e guardai gli altri alla ricerca di una risposta plausibile per quel comportamento.
«
Lui.. » continuò poi Molly, dopo aver scambiato uno strano sguardo a Rox e aver annuito. Fu il turno di Lucy di parlare, con un ghigno molto simile a quello di Rox e una voce piccina piccina, disse: « .. Era appena uscito.. »
« .. Da qui dentro ieri sera, per giunta con un espressione disperata.. » continuò Fred, annuendo all'indirizzo delle mie cugine. Li guardai stranita, non capivo dove volessero andare a parare.
Ieri sera.. che è successo ieri sera?
« .. Mentre noi, beh, provavamo ad escogitare.. .» disse Jamie con un sopracciglio alzato maliziosamente.
« .. Dietro al Gargoyle, piani malefici, estremamente malefici .. » continuò Albus, con l'espressione di chi sapeva tutto anche senza doverlo chiedere. Arretrai, alla ricerca del mio cuscino per pararmi da un attacco improvviso di Gorgosprizzi, perché solo quelli avrebbero potuto farli rincretinire tutti quanti d'un sol colpo.
« .. Per entrare cercando di schivare la sorveglianza di Madama Chips? » concluse infine Louise alzandosi dal suo posto e accarezzandomi il capo, come il serpente che induceva Eva a mangiare la mela. Arretrai di nuovo, guardandoli uno per uno dall'alto verso il basso. Ricomposi velocemente la domanda, mentre il vuoto continuava ad incombere nella mia mente:
“Rose, perché lui era appena uscito da qui dentro ieri sera, -per giunta con un espressione disperata-, mentre noi.. beh, provavamo ad escogitare dietro al gargoyle piani malefici, -estremamente malefici-, per entrare cercando di schivare la sorveglianza di Madama Chips?”
Continuavo a non capirci un tubo. Chi era lui? La sera prima, era entrato solamente Malfoy in infermeria.
« Ma.. di
chi state parlando? » chiesi confusa, mentre cercavo di trovare un senso a quelle parole. Peccato che il senso non ce l'avessero.
La risata di tutti i miei cugini echeggiò nella stanza, mentre sentivo le mie viscere attorcigliarsi e intimarmi di sparire.. oppure, di obliviarmi per non ricordare mai più quel momento.
Quando parlarono, ovviamente tutti quanti insieme, sbiancai e poi avvampai velocemente. Non potevo
crederci, i miei cugini avevano pensato per tutto il giorno a come farmi stecchire in infermeria, dopo una caduta di quindici metri!
« Ma come, e saresti tu la più intelligente fra di noi? Stiamo parlando di
Malfoy! »




 

****

 


Quella stessa sera, Madama Chips mandò via metà scuola dall'infermeria. Non perché fossero malati e lei non aveva più voglia di badare a qualche moccioso, ma semplicemente perché loro erano qui per me. Tutti amici, fatti durante quei cinque anni di scuola, amici e nemici. Che dopo chissà quanto tempo, decidevano finalmente a buttare via l'ascia, siccome ero in infermeria con un braccio rotto da un giorno e mezzo.
Quella stessa sera, Madama Chips mi diede finalmente la mia bella pozione, e dopo due orette, riuscii a muovere appena il braccio. Venne a trovarmi anche la professoressa McGranitt, convinta che fosse una finzione tutto quello. Perché mia madre non si era mai ficcata in un casino tanto grosso, più o meno. Aveva avuto a che fare con un basilisco, mentre io ero
semplicemente caduta da quindici metri da una scopa.
Quella stessa sera, dopo che la professoressa McGranitt se ne fu andata, le porte dell'infermeria si aprirono nuovamente ed una figura minuta comparve sulla soglia. Si guardava intorno, intimorita ma con il mento all'insù. Non avrei mai capito per quale ragione zio Harry si fosse ostinato a mettere al mondo un altro Potter. A me, bastavano Albus e Jamie. Erano perfetti,
loro. Madama Chips uscì fuori dall'ufficio, estremamente seccata. Non appena vide la figura rossiccia sulla porta, un sorrisino malvagio le comparve sul volto.
« Vorrei.. » ma non finì la frase che Madama Chips aprì la mia tendina e la fece sedere sul lettino affianco al mio e si dileguò prima che le potessi scoccare uno sguardo alla ricerca di un aiuto. La guardai, mentre arrossiva e guardava il pacco di cioccolatini che aveva fra le mani. Lo mise sopra il mobiletto, ormai stracolmo di oggetti strani. Comprese le caccabombe di zio George.
« Ciao, Rose » mormorò con voce fiacca. Voltai di scatto il capo, guardandola dall'alto verso il basso. Una ragazzina magra, i capelli rossi e gli occhi castani. La sorella di Albus e James,
Lilian Luna Potter. L'altra.
Grugnii un qualcosa di poco identificabile, mentre la sentivo sospirare e prendere fiato. Alzai un sopracciglio, continuando a guardarla e poi afferrando il boccino d'oro di suo padre, sventolandoglielo davanti agli occhi. La vidi trattenere il fiato e poi sgranare gli occhi, sorpresa. « Quello.. » fece, allungando una mano e sfiorandolo appena. Ritrassi di scatto il boccino, non volendo avere nulla a che fare con quell'ameba.
« Che vuoi, Lilian? » mormorai tagliente, mentre il boccino spalancava le ali quando lo sollevai appena.
« Rose, senti. Sei caduta da una scopa all'altezza di quindici metri, sei piombata un campo
sporco di terra. Potresti per lo meno parlarmi, non credi? » chiese retorica. Una risata malevola uscì dalle mie labbra, senza che io potessi bloccarla. Ma comunque non l'avrei bloccata, volevo farle sentire tutta la cattiveria che provavo nei suoi confronti in quel momento.
« Lilian, credimi, nemmeno se fossi in punto di morte parlerei con te » mormorai sorridendole sadicamente. Mi guardò di traverso, sospirando e alzandosi di scatto. Mi buttò un pacchetto sulla pancia. Sembrava una busta, ma conteneva tanti altri fogli al suo interno.
« Che significa? » chiesi, improvvisamente curiosa di parlare con lei. Mi rigirai la busta fra le mani, c'era scritto l'indirizzo di casa di Scorpius e un francobollo appiccicato sopra senza alcuna utilità.

« Che sei una bambina bisbetica. Che zio Ron ha messo al figlio una cogliona ed un ragazzo d'oro. Adesso, se vuoi scusarmi, ho un appuntamento » disse, aprendo velocemente la tendina del mio letto e dandomi le spalle, facendomi capire che era finita la conversazione. Sgranai gli occhi, sorpresa dalla sua stupidità, afferrai la bacchetta dal comodino e le legai i lacci delle scarpe, facendo in modo tale che cadesse a terra. Se si fosse rotta il naso, avrei festeggiato fino all'anno nuovo.
« Bisbetica un tubo,
ruba fidanzati » esclamai, mentre con un Lievicorpus la facevo stendere sul lettino affianco al mio. Le si alzò la gonna e dovette mantenersela con le mani, mentre per i capelli non ci fu verso di lasciarli intatti. Infatti, mi divertii ancor di più a farla cadere in malo modo sul materasso, in modo tale che si scompigliassero e arrivasse all'appuntamento con un aspetto sgradevole.
« Chiariamoci, io sono Rosalie Weasley. Tu, una piccola
troi.. ta. Adesso, dimmi che vuoi da me » evitai di dirle troia per questioni di stile, ma la sua espressione sorpresa mi fece intendere che avesse capito perfettamente che cosa le volessi dire.
Non ci eravamo mai parlate in modo così scurrile, anche perché io amavo manifestarmi sempre diversa nonostante sapessi che le circostanze mi avrebbero portato a picchiarla e tirarle i capelli, per poi trascinarla
dolcemente per tutta Hogwarts e dintorni. Gli istinti omicidi nei confronti di quell'essere, erano cresciuti a dismisura dopo che avevo scoperto qual'era stata la causa del cambiamento in Scorpius, quando stavamo insieme.
« Senti,
Rose.. »
« Senti Rose un cazzo, Lilian! » urlai, facendo tremare un quadro dove c'erano una mamma e un bambino. La mamma coprì le orecchie al piccolo e lo infilò nel letto intimandogli di non ascoltare niente con uno sguardo che mi ricordava molto quello di mia madre, e.. della McGranitt. La signora mi guardò con aria ammonitrice, ma poi annuì sorridendomi appena.
Ecco un'altra cornuta in amore, pensai poco cortesemente, rivolgendole uno sguardo appena appena comprensivo. « Con che coraggio mi vieni a trovare? TU! Tu che hai osato fare l'amica, tu che hai osato darmi una mano, tu che hai osato andare a letto con lui per ottenere la celebrità.. tu mi hai pugnalato alle spalle! » urlai adirata, mentre sentivo la rabbia accumulata in tutti quegli anni crescere sempre di più, a dismisura.
Mi ero trattenuta fino ad allora. Quando tornavamo a casa, era più difficile evitare quell'ameba e la mia rabbia repressa, ma ci riuscivo e vivevamo tutti in pace. A Natale preferivo rimanere a scuola, soprattutto ora che mamma e papà non stavano più insieme. Durante l'estate ero troppo impegnata a dividere i miei genitori per pensare a Lilian e
lui.
Mia madre e mio padre erano venuti a sapere che io e Lilian avevamo litigato. Sapevano anche avevamo litigato di brutto per via di un ragazzo. Ma quando c'era una alle cene di famiglia, l'altra non veniva quasi mai. E l'altra, era sempre lei. Perché io non mi sarei persa il gusto di stare con la mia famiglia, per colpa sua.
« Senti, te lo ripeterò per l'ultima volta. Io e Scorpius non.. » iniziò lei mentre la liberavo dell'incantesimo e si poté finalmente alzare. Non appena intuì che volesse dire, presi le caccambombe di zio George e gliele lanciai contro come se avessi un bolide fra le mani. Sgranò gli occhi terrorizzata, tentando di schivarle. Peccato che la colpii in pieno, sulla testa, e così la puzza maleodorante di quelle cose si diffuse nella saletta e lei iniziò ad urlare che le avevo rovinato l'appuntamento. Ghignai malevola, mentre gliene lanciavo un'altra addosso e mi mangiavo beatamente i suoi cioccolatini.
« Tu, mi hai rovinato la vita. Credo che io possa ricambiarti il favore, non credi? »
Uscì a gran passi dalla stanza, mentre Madama Chips usciva dal suo ufficio e mi guardava con un aria contrariata ma soddisfatta. A Hogwarts, professori e non, sapevano benissimo del brutto rapporto che avevamo io e Lily. Afferrai i suoi cioccolatini e li lanciai fuori dalla finestra, gli scoiattoli avrebbero gradito.
E pensare che eravamo state inseparabili per anni.

Prima di quello.

 



****





Madama Chips mi dimise il mattino dopo dall'infermeria ed io, dopo aver raccattato velocemente tutte le mie cose, dopo aver fatto un giro per la scuola e salutato tutte le persone che mi passavano dinnanzi, decisi di tornare alla Torre per cercare di risolvere il mio enigma.
Quando però tornai in Sala Comune, qualcuno doveva aver spiattellato la notizia della mia uscita dall'infermeria, siccome mi ritrovai tutti i Gryffindor dinnanzi con qualche Slytherin e Rawenclaw. Mi pareva strano che non ci fossero anche gli Hufflepuff, ma quando lanciai un'occhiata in giro, li ritrovai tutti seduti dinnanzi al camino intenti a fare qualcosa di complesso che aveva a che fare con le piante.
Dovetti rimanere mezz'ora con tutta la scuola, mentre la mia voglia di fuggire cresceva sempre di più.
Non appena la sala si fu svuotata leggermente, me ne scappai in camera mia alludendo al fatto che Madama Chips mi aveva raccomandato di stare a stretto contatto con il mio letto. Consiglio che avrei seguito sicuramente, dato che non avevo la minima voglia di andare a lezione dopo tre giorni di estrema pacchia. Quando arrivai in camera, notai i letti delle mie compagne in ordine, mentre il mio era rimasto a come l'avevo lasciato tre giorni addietro. Sorrisi, afferrando una caccabomba e ficcandola nel letto di Lilian, mentre vedevo una scia verdognola uscire dal suo letto ma non puzzare nel resto della stanza. Chiusi le tendine del suo letto, per poi buttarmi sul mio e afferrare velocemente il diario di mia madre, mentre con la piuma d'oca nell'altra iniziavo a scrivere.
Chiunque avrebbe scambiato quel diario per un Horcrux, ma poco dopo avrebbero capito che era solamente un diario molto simile ad un pensatoio. Un'opera di grande magia oscura, dovevo ammetterlo. Prima o poi, quando avrei rivelato a mia madre che avevo preso il suo diario per capire chi fosse
Costellazione, le avrei chiesto chi l'avesse aiutata. Siccome mio padre non era in grado di far lievitare decentemente una piuma, non credevo proprio che fosse anche più incapace di portare a termine un atto simile.

Ciao mamma, sono Rose.

La risposta non tardò ad arrivare. E mentre parlavo con la mente di mia madre tramite diario, mi venne in mente la faccia di Scorpius ed il diario, con non so quale capacità, lo intuì perché mi trascinò dentro il diario per farmi vedere i suoi fantomatici ricordi. Capendo che stava per farlo, chiusi gli occhi sperando di non vomitare come l'ultima volta. Non appena li aprii, mi ritrovai nella nostra sala comune, bella e accogliente come al solito.
“Ginny, è passato molto tempo ormai. Non credi che dovresti trovarti un ragazzo e dimenticare Harry?” era la voce di mia madre, quella. Mi girai velocemente, trovandomela davanti, seduta sulla poltrona con zia Ginny seduta per terra e che le dava le spalle. Sorrisi vedendo com'erano cespugliosi i suoi capelli, ringraziando al cielo i miei erano lisci. Zia Ginny scosse violentemente il capo, scompigliando quella massa di capelli rossiccia. Mi sedetti sul bracciolo della poltroncina, vicino a mia madre.
Hermione, tu hai Ron. Sai che vuol dire, no? Insomma.. tutte le farfalle nello stomaco, il senso di nausea quando guarda un'altra.. Tu mi capisci, no?” chiese mia zia speranzosa, mentre con le sue lunghe dita cancellava i segni delle lacrime dalle sue guance. Mia madre mi aveva raccontato varie volte delle continue discussioni con zia Ginny e del suo amore incondizionato nei confronti dello zio. Io, da piccola, avevo sempre pensato che fosse stata una gran donna. Siccome era rimasta lì a lottare per l'uomo che amava. Con il passare degli anni, con il tradimento della sua carissima figlia nei riguardi della sottoscritta, avevo capito che era stata un'illusa e avrebbe potuto benissimo rifarsi una vita. Mica esisteva soltanto zio Harry, al mondo. Ed eventualmente non fosse riuscita a dimenticarlo, sarebbe potuta divenire lesbica.
Guardai mia madre, che iniziò a guardare il soffitto e sospirare appena mentre si mordicchiava il labbro inferiore.

“Ginny, devo andare” disse con aria rammaricata e triste, evitando lo sguardo di mia zia e alzandosi. La guardai stranita, che anno poteva essere, quello? Terzo, quarto? Era strano, perché mia madre mi aveva sempre detto che già quando aveva conosciuto papà le era piaciuto fin da subito.
La scena cambiò improvvisamente mentre le parole di mia madre mi rimbombavano in testa. Eravamo sempre in sala comune, però mia madre era più grande di un anno, massimo due. Affianco a lei,
c'era sempre zia Ginny. Questa volta, però, non piangeva. Sorrideva radiosa all'indirizzo di mia madre, come se le si fosse paralizzata la mascella. Mi ricordava tanto Albus quando aveva voglia di fare qualche malefatta.
“Ohhh! Io lo sapevo, eccome se lo sapevo! Dopo il ballo del ceppo, ero sicurissima che vi sareste messi insieme!” esclamò al settimo cielo. Guardai stranita sia lei che mia madre, non capendoci un emerito bolide. Dopo il ballo del ceppo, mia madre era stata per un periodo di tempo poco considerevole con Krum, poi l'aveva lasciato per amor di mio padre. Sorrisi radiosa, non appena capii. Mi stavo avvicinando alla soluzione dell'enigma, e non potevo che esserne felice.
“ Ginny, se evitassi di dire simili sciocchezze mi aiuteresti molto” disse lei all'improvviso, contrariata e con un espressione che ricordava molto la McGranitt. Eppure, negli occhi, le vidi un luccichio che quando stava con papà poche volte ero riuscita a scorgere.
“ Senti, vi ho visti. Non ho intenzione di fare la scimmietta che non vede, o quella che non sente o addirittura quella che non parla” riprese lei con il solito sorrisone sul volto. Mi sedetti per terra, mentre dalle scale scendevano zio Harry e papà. Zia Ginny e lo zio si lanciarono uno sguardo di traverso, mentre lei arrossiva e lui le sorrideva appena, facendo finta di niente. Zio Harry, non era mai stato una cima con i sentimenti. Per questo, ed altri motivi, andavamo molto d'accordo.
“ Ciao ragazze” mormorarono insieme, mamma lanciò uno sguardo carico di un qualcosa che non seppi identificare verso zio Harry, poi si sorrisero. Lui si sedette vicino alla mamma, mentre papà prendeva posto sul tappeto, affianco a me. Lo guardai, con un sorrisino stampato in faccia e poi feci una cosa che solitamente non facevo, per paura che mio padre sentisse quello che gli stavo facendo, allungai la mano, trapassandogli la testa e ridacchiando. E ora chi sarebbe la testa vuota, eh papà?
“ Di che parlavate?”
chiese zio Harry, mentre mia madre si alzava nello stesso momento in cui lui parlava.
“ Del fatto che devo andare in biblioteca. Sai, devo portarmi avanti con il programma altrimenti ..” e mentre raggiungeva il buco della sala comune, gli zii e mio padre mormorarono un “ 'Non ce la farò a superare gli esami', si Hermione, è sempre la solita storia!” e poi scoppiarono a ridere lasciandola uscire. Mi resi conto solo in quel momento che il riquadro si stava richiudendo e corsi velocemente, cadendo con la faccia per terra solo per evitare di farmi chiudere metà dentro e metà fuori. Mia madre incominciò a camminare a passo veloce mentre io guardavo Hogwarts e capivo che nonostante fossero passati più di vent'anni, era rimasta sempre la stessa. Tranne alcune crepe che nella nuova Hogwarts non c'erano. Arrivammo in biblioteca, ma quando mia madre fece per entrare una mano la tirò via e la trascinò in una stanzetta. Mi ritrassi indietro, spaventata, sperando che il diario non mi avesse voluto mostrare un ricordo particolarmente spinto di mia madre con qualcuno, magari, il suo nuovo ragazzo. Entrai anch'io nell'aula e vidi mia madre seduta su un banco mentre c'era un ragazzo girato, con il cappuccio in testa, che le dava le spalle. Mi avvicinai a mia madre, mettendomi fra loro due, sperando vivamente che non fosse una scena che i figli non vorrebbero mai veder fatta dai propri genitori. Tipo quando si guarda la televisione e c'è una scena di sesso fra i protagonisti, quindi tuo padre ti guarda con sguardo accusatorio e ti intima di coprirti gli occhi con un qualcosa. Ma tu non te li vuoi coprire perché sei estremamente curioso. Il tutto, quindi, si dimostra estremamente imbarazzante.
“ Ci hai messo troppo tempo. Cos'è, i tuoi
amichetti ti hanno trattenuto o hai deciso di dirgli di noi?” mormorò il ragazzo con voce tagliente. Fui sbalzata violentemente fuori dal diario mentre mi rendevo conto che la voce mi ricordava fin troppo una persona che, in quel momento, non avrei voluto ricordare.
Capii anche un'altra cosa quando mi ritrovai di nuovo con il sedere sul mio letto e il diario della mamma chiuso.
Dovevo parlare con Scorpius.





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Lo so, dovrei sentirmi uno schifo per questo ritardo da paura.. però, ehi, è finita la scuola ragazzi!
E comunque, il capitolo è incentrato un pochino su tutti. Su Rose che si schianta, sull'amore di Scorpius ancora vivo per Rosie, sull'amore fra cugini e l'odio che Rose prova per Lily.
Ma avete fatto caso a Rose, che non ha preso proprio in considerazione le lettere che le ha dato Lily?
Un vero peccato, dato che saranno molto importanti.
Ad ogni modo, oltre le scuse per questo ritardo assurdo, volevo avvertirvi che d'or in poi aggiornerò sempre di Domenica questa storia.
Dato che adesso è finita la scuola, sarò puntuale come un orologio svizzero, promesso.
Spero di vedervi in numerosi, e di farmi capire che vi fa piacere ch'io aggiorni ogni Domenica.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno recensito, messa fra le seguite/da ricordare/preferite e vi dedico questo capitolo con tutto il mio cuore. Eventualmente dovessi ritardare nuovamente, mandatemi delle lettere, così tante che anche il povero gufo di Rose si sarà scocciato di portarmele!
Alla Domenica!
shuttered.

Se avete bisogno, potete contattarmi al solito indirizzo: bells_96@hotmail.it

 

 

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