L'enigma di nephaelibatha (/viewuser.php?uid=82056)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** L'incubo ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** Grimmauld Place ***
Capitolo 5: *** Il patto ***
Capitolo 6: *** Giro di vite ***
Capitolo 7: *** Attrazione ***
Capitolo 8: *** La festa ***
Capitolo 9: *** Orgoglio ***
Capitolo 10: *** Severus ***
Capitolo 11: *** Buio ***
Capitolo 12: *** Risveglio ***
Capitolo 13: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 14: *** La prova ***
Capitolo 15: *** L'ultima sfida ***
Capitolo 16: *** In attesa ***
Capitolo 1 *** L'incontro ***
nuova storia
L'enigma
"
E in effetti nulla è difficile da credere come la
verità e, al contrario, niente è più
seducente della forza della menzogna quanto maggiore è il
suo peso."
(Carlos Ruiz Zafòn)
01. L'incontro
Un'ombra nera si aggirò per i vicoli delle
strade londinesi, avanzando silenziosa nell'oscurità della
periferia della città. Avevano scelto un posto perfetto per
incontrarsi e senz'altro il buio giocava un ruolo essenziale in
quell'ambito. Qua e là, lungo le stradine, erano seminati
dei
lampioncini che illuminavano debolmente le strade bagnate dalla pioggia
torrenziale che aveva invaso da giorni quella zona inglese. La figura
si muoveva scaltra, avvolta in un alone di mistero che si intonava
perfettamente a quella sera di novembre. Svoltò velocemente
a
destra, per l'ennesima volta e continuò a tenere un passo
abbastanza svelto, trattenendo una certa ansia nascosta da una maschera
di fermezza.
Una leggera brezza frizzante sferzò il volto
dell'ombra, ricordandole che l'inverno ormai era alle porte e avrebbe
portato con sé ondate di maltempo ancora per molto.
L'individuo si fermò, come ad esaminare il terreno e dopo
una
breve sosta meditativa proseguì per le vie strette che
formavano
le arterie periferiche di Londra.
Qualche chilometro più in
là un cane abbaiava insistentemente, ma il rumore
svanì
via via che l'uomo si addentrava nel cuore della zona.
Man mano che avanzava le pareti sudicie dei muri si stringevano
leggermente, dando l'impressione che quasi sfiorassero chi vi si
inoltrava. Alla fine di quel labirinto di strade si trovò di
fronte ad una piazza minuscola racchiusa da mura nere.
Quello che
sembrava apparentemente un vicolo cieco si rivelò un
passaggio
segreto mimetizzato bene in quell'intreccio di vicoli deserti.
Esitò qualche secondo prima di poggiare le mani su due
mattoni
contigui al centro della parete. Con uno scatto sonoro la parete si
divise a metà, aprendo un varco che mostrava il
proseguimento
della strada interrottasi davanti a quel muro.
La figura si inoltrò nella fessura e sbucò di
fronte ad
una locanda dall'aria logora. Accanto al locale una giovane donna con
un bambino al collo accatastava una misera porzione di legna in un
cesto. Era molto bella, ma c'era qualcosa su quel viso che rivelava una
muta tristezza mascherata in parte dalla fuliggine che le ricopriva il
volto.
Distogliendo gli occhi da quell'immagine, l'individuo entrò
nella locanda e si guardò attorno con circospezione. Quando
il
suo sguardo raggiunse ciò che stava cercando le sue gambe si
mossero nella direzione interessata e si sedette vicino ad un
giovane dall'aria meschina che lo fissava con gli occhi ridotti a
fessure.
"Lei è il signor Greenwood?" chiese esitante la voce
melliflua
del ragazzo. L'ultimo arrivato annuì leggermente "E voi non
siete chi mi aspettavo di incontrare..." osservò posando i
suoi
occhi glaciali su quelli piccoli dell'uomo che gli stava di fronte.
Quest'ultimo ridacchiò nervosamente "Il signor Blanche non
gradisce presentarsi in pubblico, perciò fate come se steste
parlando con lui, io sono il suo servo più fedele, William.
Mi
dispiace di avervi dovuto trascinare fin qui,
ma non avevo altra scelta. La questione è di massima
secretezza
e questo era il luogo perfetto per un incontro del genere.
Ciò
che vi sto chiedendo di fare non è assolutamente semplice
come
avrete già capito dalla lettera del signor Blanche.
Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia uccidere a sangue freddo. Mi
hanno parlato bene di voi, e so che avete i requisiti necessari per
svolgere questo compito, quindi mi affido alla vostra discrezione e
bravura" quando ebbe finito, William alzò lo sguardo per
cercare
una conferma in quegli occhi impenetrabili che lo guardavano senza
emozione.
Greenwood soppesò quelle parole e aspettò qualche
minuto
prima di rispondere, quasi come se volesse mettere alla prova la
pazienza di quel giovane. "I suoi informatori non vi hanno mentito sul
mio conto, prendo molto sul serio il mio lavoro e vi posso assicurare
che nessuno vedrà mai nemmeno l'ombra del mio operato. In
quanto
alla vittima, bè ho bisogno di sapere alcune cose sul suo
conto"
sentenziò massaggiandosi una mano.
Il ragazzo deglutì, evidentemente sollevato, e
tirò fuori
dalla giacca un sottile plico di fogli che porse all'uomo davanti a
lui. "E' il mio copione?" domandò egli con un sorriso
maligno
affioratogli sulle labbra. William parve innervosirsi ulteriormente e
si sistemò nella sua sedia, cercando di apparire disinvolto.
"Dovete uccidere una donna, signore, Narcissa Black. Suo padre ha dei
conti in sospeso con il signor Blanche. E' una ragazza
rispettabilissima, molto bella, un sacrificio in effetti un
pò
doloroso, ma assolutamente necessario. La vendetta non conosce limiti,
voi dovreste saperlo. Spero non sia un problema per voi uccidere una
creatura di tale fascino, e se dovesse esserlo, bè allora ho
sbagliato persona a cui riferirmi"
Greenwood esaminò i fogli contenenti le informazioni
principali
riguardanti la donna. Come aveva detto William, quella era una
Purosangue priva di alcuna pecca nella sua condotta, ma costituiva
comunque una via d'accesso a qualcosa di più grosso. Una
volta
morta sarebbe stato facile arrivare al signor Black, senza alcun dubbio.
Distolse lo sguardo dal blocco cartaceo e rispose con fredde e decise
parole "La mia sarà un'opera coi fiocchi, ho soltanto una
condizione: non voglio che mi mettiate alcuna fretta, ho un mio metodo
di azione e non voglio alcun disturbo. Vi contatterò io al
momento opportuno, preferisco procedere con calma e cautela,
è,
ad ogni modo, una nobildonna conosciuta, perciò non
sarà
semplice. Ah, un'ultima cosa, mi conoscono soprattutto per la mia
serietà, perciò dovete sapere che non mi lascio
ammaliare
da un paio di belle gambe" disse, e con un cenno del capo
abbandonò il suo interlocutore per tornare sui suoi passi.
Uscì dalla locanda avvolto nel suo mantello di
oscurità
e, come un cacciatore si muove cauto, si inoltrò nei
cunicoli di
Londra, braccando la sua preda.
Eccomi
qua con una
nuova storia! Spero che abbia sucitato in voi almeno un pò
di
curiosità. Non so se riuscirò ad aggiornare
prossimamente, ma ho comunque già abbozzato alcune idee
sugli
altri capitoli. Mi sono cimentata a scrivere una storia piena di
mistero e amore, chissà cosa uscirà fuori!
Accetto come
sempre tutti i vostri commenti, perciò lascio a voi la
parola.
Un abbraccio,
La vostra Cissy :)
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Capitolo 2 *** L'incubo ***
nv 2
02.
L'incubo
Narcissa
Black si svegliò di soprassalto quella mattina. Quando
aprì gli occhi la realtà le cadde addosso con
tutta la
sua pesantezza, strappandola via dal peggiore degli incubi.
Si mise a sedere lentamente, cercando di colmare il vuoto lasciatole
dal sogno. Le sembrava ancora di vedere quella figura terribile coperta
dalle tenebre che le sorrideva malignamente, un sorriso diabolico che
le fece venire i brividi all'altezza della nuca. Nell'incubo lei
scappava da un individuo evanescente dal volto nascosto, che sembrava
camminare sollevato ad un palmo da terra. L'uomo portava una maschera
di porcellana bianca con due fessure vuote e nonostante la seguisse
lentamente avanzava molto più rapidamente di Narcissa.
La ragazza scosse la testa per cercare di eliminare dalla sua mente
quella visione terribile, nonostante essa continuasse ad insinuarsi con
insistenza.
Decise di alzarsi definitivamente e i suoi piedi si mossero sulla
superficie gelida del pavimento per raggiungere la vestaglia. La
indossò sopra la camicia da notte e si avvicinò
al grande
specchio per controllare che il suo aspetto fosse dignitoso.
All'inizio non lo notò, ma qualche secondo più
tardi
capì che c'era qualcosa di strano nell'insieme della sua
immagine, di diverso. Con una smorfia di orrore si rese conto che una
ciocca dei suoi biondi boccoli era stata tagliata in malo modo da mani
inesperte.
D'istinto si portò una mano alla bocca.
La splendida chioma
lucente che aveva fatto cadere ai suoi piedi decine di uomini era stata
rovinata.
Passò le dita sul punto in cui le forbici avevano troncato
il
ciuffo e sussultò quando una piccola scossa le punse la
mano.
Ciò significava che il taglio era stato effettuato dalla
magia.
Qualcuno quella notte si era intrufolato nella sua stanza e,
chissà per quale strano motivo, le aveva inferto quello
sfregio.
L'idea la allarmò all'istante e si girò di scatto
per
controllare che fosse sola. La stanza taceva come sempre e
apparentemente tutto sembrava in ordine. Si diresse verso il suo letto
per esaminare le lenzuola e trovare qualche impronta, ma il tessuto era
candido.
Qualcuno le aveva fatto uno scherzo di pessimo gusto e probabilmente
ora stava ridendo alle sue spalle della sua paura. Forse uno degli elfi
domestici si era ribellato e aveva voluto sfidarla. In quel caso
Narcissa avrebbe smascherato il colpevole e avrebbe preso drastici
provvedimenti.
Eppure una voce dentro di lei le suggeriva che gli elfi non possedevano
bacchette e di conseguenza non potevano fare magie eccetto per la
materializzazione.
Stabilì di non lambiccarsi troppo il cervello in quei
ragionamenti e di scendere per la colazione, avrebbe raccontato
l'accaduto ad una persona fidata con più calma, anche se la
faccenda era talmente inquietante che non era affatto semplice
mantenere una certa tranquillità.
D'un tratto l'intera faccenda le sembrò ridicola e forse,
per il
momento, era meglio interrompere la lettura serale di romanzi gialli,
almeno fino a quando la sua mente, così facilmente
suggestionabile, non fosse diventata un pò più
realista e
razionale.
Qualcuno bussò delicatamente alla porta dello studio,
destando
Lucius Malfoy dall'attenta lettura di alcune scartoffie sparse sulla
scrivania. Lieto che qualcuno lo strappasse via da
quell'attività noiosa, l'uomo accolse volentieri
l'interruzione.
Nella stanza entrò il cortese maggiordomo che aveva
assistito
suo padre per molti anni, in sostituzione di mille incompetenti elfi
domestici. Norman era una persona semplice, umile nei gesti ma
altrettanto di classe nel suo portamento. Aveva capelli grigi tirati
indietro e due sottili baffi bianchi che gli conferivano un'aria
saggia. Gli occhi neri vispi ricordavano quelli di un'aquila che
scrutava l'orizzonte in cerca di cieli nuovi da attraversare. Si era
legato ad una sola donna in tutta la sua vita, Marie, ma era rimasto
vedovo da appena un anno. Tutto ciò che gli era rimasto di
lei
erano i suoi ricordi e la giovane vita di Isabel, sua figlia. Era un
uomo eccezionale e Lucius gli era sempre stato molto riconoscente per
tutto l'affetto che aveva dimostrato nei confronti di lui e della sua
famiglia.
"E' arrivata una lettera per voi, signor Malfoy. E' da parte del signor
Blanche" annunciò Norman porgendogli l'oggetto.
Lucius aprì la busta e lesse quelle poche righe incise dalla
penna stilografica di un uomo che aveva sentito nominare dal Signore
Oscuro.
"Di certo è una persona di poche parole. Vuole incontrarmi
per
un colloquio questa sera, deve affidarmi un compito importante"
affermò Lucius con aria solenne.
Norman sospirò quasi a voler comunicare di saperla lunga.
"Non
si preannuncia niente di buono, già il fatto di avervi
inviato
poche righe dimostra che la faccenda è della massima
segretezza,
e di solito ciò che deve essere nascosto è sempre
qualcosa di pericoloso. Dovrete sporcarvi le mani..."
Lucius posò lo sguardo grigio sull'uomo che stava davanti a
lui
riflettendo attentamente. Se voleva conquistarsi una certa fama era
costretto a fare alcuni sacrifici per quanto scomodi potessero essere.
Del resto era pronto a tutto, lo testimoniava il marchio impresso sul
suo braccio, e se quel Blanche era un conoscente del suo padrone,
poteva approfittarne e fare bella figura per guadagnarsi un posto
d'onore nella sua schiera.
"Cercherò di non spargere molto sangue, ma il giuramento che
ho
fatto mi vincola ad una doppia vita da cui non posso e non voglio
allontanarmi. Il mistero e l'azione sono il mio ossigeno"
sentenziò sfoggiando un sorriso accattivante che gli
conferiva
un aspetto ancora più affascinante. Il maggiordomo
annuì
in silenzio, quasi come se si fosse aspettato quelle parole. Non si era
mai lamentato dei comportamenti della famiglia Malfoy ed era stato loro
complice fin da quando aveva scoperto i sotterfugi e i segreti di
Abraxas.
Comprendeva la fretta e la volontà tipica della
gioventù
e per questo non si scandalizzò; del resto sapeva di servire
un
Mangiamorte e la cosa non gli dispiaceva. In effetti, questa duplice
vita lo rinvigoriva e lo faceva sentire come uno di quei personaggi dei
romanzi gialli, solo che nel suo caso, non era lui il maggiordomo
cattivo, responsabile di misfatti, ma era il suo giovane amico a
nascondere la sua vera personalità dietro una maschera.
Spazio Ringraziamenti:
Giulii: Grazie per aver letto anche questa storia!! Devo dire che i
libri che sto leggendo in questi giorni mi stanno influenzando e quindi
ho deciso di dare un tono inquietante alla storia... Muahahha xD Spero
di esserci riuscita e di non essere sembrata una psicopatica! Ti mando
un abbraccio forte forte :D
Alla prossima!
Cissy :)
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Capitolo 3 *** Paura ***
nv 3
03. Paura
Malfoy avanzò a passi decisi e veloci lungo la strada
principale di Diagon
Alley, ammirando il gioco di luci che emetteva il riflesso sul
marciapiede illuminato dalle luci
scarlatte del tramonto.
La mente di Lucius era talmente concentrata sul percorso che lui non si
accorse che qualcosa andò a cozzare contro
il suo ampio petto, facendolo indietreggiare di qualche passo. Si
ritrovò ai suoi piedi una fanciulla che cercava di
ricomporsi
dalla caduta. Si offrì di aiutarla all'istante e le porse il
braccio per farla rialzare. "Sono desolato milady, spero di non avervi
fatto del male..." si scusò sfoggiando uno dei suoi sorrisi
ammaliatori.
La ragazza si sforzò di sorridergli e si alzò
sistemando
il tessuto dell'abito "Mi dispiace, ero distratta e non vi ho visto" si
limitò a dire, assumendo una postura composta, frutto di
anni e
anni di lezioni di bon ton. "Di solito le donne non mi saltano addosso
in pubblico, specialmente le signore raffinate come voi".
Come risposta Lucius ricevette un'occhiataccia che lo
incenerì
senza pietà. "Se le donne vi "saltano addosso" come voi
dite,
allora devono essere piuttosto disperate" sentenziò Narcissa
raddrizzando il cappellino bianco che lasciava liberi alcuni boccoli
biondi. Successivamente si voltò stizzita e riprese la sua
strada precedentemente interrotta dall'impatto con quell'uomo. Non
avanzò di molto quando si ritrovò davanti la
faccia da
schiaffi di Malfoy che le sorrideva beffarda.
"Milady, mi avete spezzato il cuore... Sono desolato se in qualche modo
vi ho oltraggiata" si scusò Lucius assumendo un'aria
imbronciata
ed esibendo un inchino teatrale.
La fanciulla lo squadrò con aria scettica, infastidita dalla
sua impertinenza "Che cosa volete?"
chiese con noncuranza sfilandosi il guanto bianco dalla mano sinistra.
Approfittando della sua distrazione, Lucius la attirò a
sè e le scoccò sulle labbra un breve ma
passionale bacio
a stampo che suscitò l'indignazione della donna. Dopo un
attimo
di sbigottimento durante il quale non riuscì a proferire
parola,
dalla sua bocca uscirono rapidi tutti gli insulti che una ragazza del
suo rango poteva permettersi di dire "Come avete osato? Lurido,
schifoso, cafone!"
Come se nulla fosse accaduto, Malfoy le soffiò un bacio e se
ne
andò a gambe levate, lasciando Narcissa inebetita che si
puliva
le labbra con il dorso della mano.
Era stato divertente, pensò Lucius, indispettire quella
ragazza.
Era almeno da tre anni che non si comportava così, da quando
suo
padre aveva scoperto la condotta da don Giovanni che assumeva a scuola
e aveva cercato di raddrizzarlo duramente. In realtà, non
era
mai riuscito a modificare il carattere di Lucius, soprattutto
perchè lui era consapevole del suo fascino.
Inoltre la donna che aveva baciato poco prima era molto bella
perciò, non gli era per niente dispiaciuto. L'unica pecca
era
che non conosceva il suo nome; ma in fondo, si disse, quando mai
l'avrebbe incontrata di nuovo?
Cercando di togliersi dalla mente il sorriso soddisfatto di quel gran
maleducato, Narcissa proseguì il cammino per tornare a casa.
Quella giornata era iniziata davvero male, quindi, in teoria non
sarebbe potuta finir peggio.
Inizialmente, quando tornò a villa Black non si accorse del
silenzio innaturale che aleggiava nella casa e chiamò
stancamente la sua elfa domestica. Ricevette come risposta l'eco della
sua voce che viaggiava per i corridoi e maledisse il giorno in cui
aveva assunto quella domestica.
Non era particolarmente brillante nelle pulizie, ma cucinava
squisitamente, peccato che fosse leggermente pigra soprattutto nelle
faccende che, come diceva, "non le si addicevano".
Erano mesi che aspettava il momento giusto per licenziarla, ma poi
sarebbe stato difficile trovarne un'altra. Così, per
risparmiarsi scocciature, Narcissa si era tenuta in casa un'elfa snob.
La donna si diresse in cucina, luogo dell'anima della serva, ma
ciò che vide le fece mancare il fiato. Emise un gemito di
orrore
prima di essere travolta dallo shock che la lasciò immobile.
Riprese a respirare a fatica, con gli occhi azzurri spalancati e
terrorizzati che osservavano quello spettacolo terrificante. Si
girò di scatto e si appoggiò allo stipite della
porta per
sorreggersi.
L'elfa giaceva per terra senza vita con gli occhi vitrei spalancati nei
quali si intravedeva l'ombra del terrore provato prima di ricevere
l'anatema che uccide.
Rigidamente, Narcissa si mosse ansimando per cercare di raggiungere il
salotto, ma quello che intravide la bloccò. Il portone
principale dal quale era entrata poco fa si era aperto e rischiuso
velocemente e in quel breve secondo la ragazza giurò di aver
visto il lembo di un mantello svolazzare.
Lacrime calde di paura iniziarono a scorrerle sulle guance e il suo
cuore galoppò così freneticamente che rimase
sorpresa che
non scoppiò per lo spavento.
Si accasciò contro una parete e scivolò lungo di
essa
lentamente, cercando di ritrovare in qualche modo la calma, anche se le
sembrava a dir poco impossibile.
Sbattè le palpebre svariate volte, con la mente incapace di
spiegare ciò che aveva visto.
D'un tratto si sentì come in prigione in quella casa che
nascondeva mille pericoli. Inspirò profondamente e dopo aver
afferrato il mantello da viaggio, trovò la forza di
smaterializzarsi nell'unico luogo che ora le sembrava sicuro.
Spazio Ringraziamenti:
Francyslytherin:
Sono io
ad essere felice perchè mi stai seguendo anche in questa
"avventura"! Le cose si fanno più complicate, ma devo
ammettere
che mi diverte spaventare la povera Cissy! Ahahahah scherzo, ho voluto
cambiare un pò genere e sono contenta di aver catturato la
tua
attenzione ^^ Un bacio e grazie mille :)
Giuliii:
Ho
aggiornatoooo! Non era previsto, ma ecco qua un capitolo fresco fresco
pronto per voi ^^ Ahhhaah ti sto immaginando mentre rileggi il primo
capitolo impanicatissima xD vedrai che alla fine non è poi
così cervellotica questa ff! Anzi, avrò cambiato
la trama
mille volte perchè ero indecisa, ma alla fine ho scelto la
cosa
più semplice, altrimenti diventava un disastro... Oooh mi
raccomando prosegui "Mya in the Magic World" che sono impaziente!!
<3 grazie mille per seguirmi forever!!! Ti voglio bene <3
<3
BekkaMalfoy:
Ehilààààà che
belloooo ti sorbirai
anche questa mia ff, ebbene sì, per tua sfortuna! Aah sono
felice di averti fomentato con Lucius xD Riservo le frasi
più ad
effetto per lui, così almeno fa bella figura! In questo
capitolo
è molto "Io sono figo!" e ha osato baciare Narcissa
così
senza motivo e pensa che non la vedrà mai più,
povero non
sa che la mia mente malvagia ha progettato l'inaspettabile per lui!
Hihi mi vendicherò della sua arroganza muahahaahah! Oki
direi
che basta! Grazie mille per avermi lasciato le tue recensioni, ti
voglio bene <3 <3
Un abbraccio,
Cissy :)
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Capitolo 4 *** Grimmauld Place ***
nv4
04. Grimmauld Place
La
scura facciata di Grimmauld Place si ergeva imponente sotto lo sguardo
ancora spaventato di Narcissa, che sperò con tutto il cuore
di
trovare in casa suo cugino Regulus. Si sistemò velocemente i
capelli arruffati e bussò alla porta guardandosi attorno,
mentre
sentiva che l'adrenalina abbandonava il suo corpo a poco a poco. Il
portone si aprì e di fronte alla ragazza apparve la figura
minuta
di Kreacher, il servo fedele di suo cugino.
Appena la vide e la riconobbe, l'elfo si inchinò con
rispetto e
cominciò a stordire Narcissa di complimenti. "Oh, Miss
Cissy,
quanto tempo che la sua nobile persona non viene a trovare Kreacher,
sono passati degli anni, ma la vostra bellezza è sempre
folgorante..." gracchiò mentre i suoi occhi si riempivano di
ammirazione.
La ragazza sorrise forzatamente e sbirciò dentro la villa
per
cercare di intravedere suo cugino. "Grazie Kreacher, volevo sapere se
Regulus era in casa" disse con una certa fretta che
incuriosì
l'elfo. "Al momento no, ma tornerà prestissimo, doveva
incontrarsi con qualcuno. Se volete entrare e aspettarlo..." propose
facendole segno di accomodarsi. Narcissa accettò percependo
che
non avrebbe potuto aspettare a lungo, doveva assolutamente sfogarsi con
una persona amica.
Avanzò nella dimora con passi sicuri e si sedette sul divano
senza attendere l'invito del servo, cercando di calmare l'angoscia
dentro di sé. Era certa che Kreacher si era accorto che era
accaduto qualcosa, ma sperava che la discrezione lo spingesse a stare
in silenzio.
"Miss Cissy...Vi vedo molto turbata, va tutto bene?" chiese timidamente
osservandola con aria preoccupata. La donna si affrettò a
sfoderare uno dei suoi sorrisi più convincenti per stroncare
sul nascere ogni
sospetto "Certo, ho semplicemente tanta voglia di rivedere Regulus"
La sua tattica sembrò funzionare perchè Kreacher
annuì e tornò a sbrigare le sue faccende al piano
superiore.
Durante la breve attesa, Narcissa realizzò che non aveva
più un luogo sicuro dove poter vivere, visto che la sua casa
sembrava infestata da figure maligne che progettavano di continuo la
sua morte, e inoltre tutta la sua famiglia non era a Londra. I suoi
genitori erano partiti per la Scozia, dove abitavano degli amici di
famiglia e sua sorella Bellatrix era fuori per motivi oscuri.
D'un tratto si sentì perduta, come se il terreno sotto di
lei
non fosse più saldo e questo contribuì ad
accrescere la
sua ansia. Rimanevano solo due parenti il cui ricordo equivaleva ad un
pezzo di muro bruciacchiato. La fanciulla sospirò
esasperata;
non si era mai rivolta a loro da quando erano stati ripudiati a causa
del loro infimo comportamento e solo pensare di chiedere loro aiuto era
disonorevole. Non aveva mai parlato seriamente con suo cugino Sirius,
neanche da piccola, aveva sempre sdegnato il suo comportamento ribelle
e per questo tra i due non c'era stato un rapporto forte. Poi c'era
Andromeda, l'anello debole dei Black, la stolta che aveva portato
unicamente diffamazione alla sua famiglia. No, non poteva strisciare da
lei, sarebbe andata a vivere per strada piuttosto che
abbassarsi
ai livelli di colei che un tempo chiamava sorella.
Per questo Narcissa aveva scelto Regulus, il suo cugino preferito,
l'unico con un pò di buon senso, ma non voleva essere un
peso
per lui.
Afflitta dalla sua terribile indecisione, non appena udì la
serratura della porta scattare, si precipitò tra le braccia
del
nuovo arrivato senza nemmeno guardare, convinta che fosse suo cugino.
Il corpo a cui si era avvinghiata rimase inizialmente rigido per la
sorpresa, ma successivamente posò entrambe le mani sui
fianchi
di lei, per sorreggerla.
"Voi negate che le donne mi saltino addosso, eppure è
già
la seconda volta che vi vedo aggrappata al mio petto. So di essere
irresistibile, ma tentate di contenere la vostra attrazione per me,
milady, altrimenti la gente potrebbe mormorare..." disse Lucius
rimproverandola con un sorriso ammaliatore. Non appena Narcissa
capì che la persona che aveva davanti non era suo cugino, si
allontanò di scatto, reprimendo una smorfia di disgusto.
"Voi! Siete quel farabutto di prima..." constatò indignata e
alzò una mano per schiaffeggiarlo, ma lui fu più
veloce e
le afferrò il polso, impedendole di colpirlo.
La ragazza rimase doppiamente sconcertata, tanto che per qualche
secondo non riuscì a formulare una frase che avesse un senso.
"Cosa ci fate qui?" gli chiese infine, liberando la mano e
trattenendosi dal prenderlo a calci.
"E' la casa di un mio amico"
"Santo Cielo, non pensavo che Regulus frequentasse certe persone!"
commentò Narcissa guardando Lucius con indifferenza
attraverso le sue lunghe ciglia.
"E io non credevo che Regulus avesse come amica una donna che si getta
tra le braccia di sconosciuti..." disse di rimando appoggiandosi
leggermente allo stipite della porta.
La ragazza sgranò gli occhi per l'indignazione "Ma come
osate?! Io non mi getto tra le braccia di sconosciuti! Ero convinta che
voi foste mio cugino" rispose stizzita imbronciando le labbra e
dirigendosi verso la porta, ma Lucius le bloccò l'uscita con
il suo corpo.
"Non ho detto che questo mi sia dispiaciuto, siete una bella donna,
forse un pò troppo orgogliosa" le sussurrò
all'orecchio provocandole leggeri brividi lungo la schiena.
Narcissa parve calmarsi un pò e retrocesse di qualche passo,
cercando di capire la strategia che avrebbe usato d'ora in poi l'uomo
che le sorrideva sornione.
"Sono molto colpita dalle vostre parole, ma devo proprio andare a
cercare Regulus, ne vale la mia vita" affermò con un tono
malinconico. Si era dimenticata che aveva seri problemi, che qualcuno
stava inspiegabilmente prendendosi gioco di lei. Doveva trovare
assolutamente suo cugino, e non le importava se si stava facendo buio,
aveva bisogno di stare con un parente.
Sentì l'ansia accoglierla nuovamente a braccia aperte e non
si accorse che Lucius la stava guardando in modo preoccupato. "Cosa vi
è successo?" incosciamente, lui aveva cambiato tono, come se
d'un tratto avesse preso sul serio la situazione. Narcissa si
meravigliò della sua voce diventata gentile e premurosa, ma
si convinse che doveva essere solo un attimo di distrazione, poi
sarebbe tornato al suo normale comportamento.
"Oh, niente, desidero semplicemente vederlo" si affrettò a
dire lei, evitando ogni sospetto. Meno persone coinvolgeva meglio era,
si disse.
"Forse so dove potrebbe essere Regulus, magari posso aiutarvi" si
offrì sistemandosi il mantello da viaggio.
Con non poco scetticismo la donna accettò non vedendo altre
possibilità di scelta. Era già sul marciapiede
quando Lucius le fece notare che aveva dimenticato i guanti e dovette
raggiungerlo in casa. Nel momento stesso in cui si spostò e
varcò la soglia avvertì un boato alle sue spalle
e un tremore sotto i piedi. Si voltò di scatto e
osservò con orrore che dove un istante prima lei stava in
piedi ora c'era un grosso mobile in mogano precipitato da
chissà dove. L'oggetto aveva l'aria pesante, nonostante
fosse quasi totalmente in pezzi e Narcissa rabbrividì
constatando che aveva appena sfiorato la morte. Perciò era
lei l'effettivo bersaglio, se ne rese conto interamente solo in quel
momento, mentre Lucius la scuoteva per accertarsi che stesse bene.
Spazio Ringraziamenti:
Salve a tutti! So di essere in un imperdonabile ritardo, ma dovete
scusarmi, è un periodo terribile a scuola e ho pochissimo
tempo. Comunque non mi sono dimenticata di voi, non potrei mai e mi
dispiace farvi aspettare tanto, però vi chiedo di essere
clementi ;) Grazieee! Sono contenta che la storia vi prenda anche se
siamo solo all'inizio. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi seguono e
in particolare: ayumi_L,
BekkaMalfoy, francyslytherin e Giulii, grazie perchè avete
dedicato del tempo a recensire la mia storia. I vostri commenti sono
sempre ben accolti :)
Vi abbraccio, al prossimo capitolo!
Cissy :D
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Capitolo 5 *** Il patto ***
nv5
05. Il patto
Il
richiamo di Lucius sembrava giungerle da un altro mondo, tanto era
stato rumoroso il boato che aveva seguito la caduta del mobile e il suo
frantumarsi in milioni di schegge affilate. Narcissa si
guardò
attorno spaesata, mentre Lucius continuava a scuoterle le spalle
energicamente. Attorno a loro un tappeto di scaglie rendeva la casa un
vero e proprio campo minato. Subito non mancarono i curiosi, che si
affacciavano dalla strada per vedere se l'incidente aveva causato
vittime e i loro occhi incontravano quelli spalancati della ragazza,
che giaceva a terra immobilizzata dalla paura. Tutta la scena le
sembrava muoversi al rallentatore, mentre nei suoi occhi era impressa
l'immagine dell'ulteriore mancato attentato alla sua vita. Furono i
leggeri buffetti di Lucius sulle guance a risvegliarla da quella
dolorosa reminescenza e lei si voltò verso l'uomo che
l'aveva
salvata. Non sapeva ancora il suo nome, in effetti non si erano
presentati visto l'incontro burrascoso che avevano avuto. La donna
diede voce ai suoi pensieri, mentre osservava il volto affascinante di
Lucius che la fissava preoccupato. Lui le disse il suo nome mentre la
tirava su e cercava di portarla fuori dalla casa, evitando le schegge e
le domande di coloro che si erano affacciati. Narcissa
avvertì
un tremendo capogiro e un forte senso di nausea si impadronì
di
lei. La vista si appannò e percepiva tutto come se si
trovasse
in una bolla di vetro colma d'acqua.
Lucius fece appena in tempo a condurla fuori dalla casa, altrimenti
sarebbe svenuta di lì a poco.
Come se le avessero gettato dell'acqua addosso, la ragazza si
risvegliò dal torpore quando i suoi polmoni accolsero l'aria
fresca e pulita della sera. Lucius aveva molte domande che premevano
per uscire, ed erano tutte legate a quello che apparentemente era
sembrato un incidente.
"Come ti senti? Prima stavi vaneggiando, ti sei presentata e hai voluto
sapere il mio nome. Ora stai meglio?" le domandò mentre si
allontanavano dalla casa a passo spedito. Narcissa si strinse nel
mantello e si maledisse per aver delirato in quel modo, ma si
giustificò pensando che dopotutto era normale. "Bene, grazie
a
te sono viva..." constatò con una certa riluttanza,
poichè le costava riconoscergli un merito. Lucius parve
soddisfatto di quel riconoscimento, soprattutto perchè era
uscito impensabilmente dalle labbra della donna che l'aveva criticato
sin dall'inizio.
"Sei braccata, non è così?" chiese poi
inaspettatamente,
spiazzando del tutto Narcissa, la quale gli rivolse un finto sguardo
interrogativo. "Non prendermi in giro, non sono un idiota. Quello era
tutto fuorchè un incidente, e tu ne sei pienamente
cosciente.
L'unica domanda è: per quale motivo qualcuno dovrebbe
ucciderti?
Sai essere fastidiosa, ma addirittura ammazzarti mi sembra esagerato"
La ragazza fuggì il suo sguardo interrogatorio
fissando
dritto avanti a sè mentre gli rispondeva. "Queste non sono
cose
che ti riguardano, Lucius, non sei un mio parente perciò non
hai
il diritto di sapere."
Lucius si lasciò scappare una risatina sarcastica "Non ne ho
il diritto? Ti ho salvato la vita e sto per aiutarti nuovamente,
sarebbe il caso che mi avvertissi se vuoi arrivare viva da tuo cugino"
ribattè conducendola per un braccio verso una stradina
laterale. Narcissa si sentiva stretta in una morsa da cui era
impossibile liberarsi. Aveva paura di dirgli la verità, come
se soltanto pronunciando quelle parole avrebbe potuto attirare
l'assassino. Si guardò attorno circospetta ed
iniziò il discorso con un filo di voce appena percettibile.
"Da alcuni giorni c'è qualcuno che sta tentando di
uccidermi. Io non so chi sia, ma... ma lo sta facendo sadicamente e non
so nemmeno perchè! All'inizio credevo che fosse una
coincidenza, che non fossi io il reale obiettivo, ma mi stavo solo
illudendo. E' arrivato persino ad infiltrarsi in casa mia, per questo
devo trovare Regulus..."
Il racconto di Narcissa incuriosì Lucius, che non sapeva
spiegarsi perchè qualcuno voleva uccidere una donna come
lei. Era assolutamente corretta, educata e soprattutto ben vista in
società. Non poteva certo trattarsi nemmeno di un banale
furto e neanche di un maniaco. Non sapeva perchè, ma quella
situazione trasudava vendetta forse per qualcosa che Narcissa aveva
fatto involontariamente. La fissò di sottecchi e
ponderò bene le sue parole. "In ogni caso adesso non ti
accadrà nulla perchè sei con me. So proteggere
entrambi, sono abituato a queste circostanze, perciò dovrai
semplicemente fare tutto ciò che ti dico"
Narcissa sgranò gli occhi incredula e si lasciò
sfuggire una risatina nervosa. "Lucius, tu sei un funzionario del
Ministero! Perdonami, ma non so quanto tu ne sappia di mistero e di
azione" affermò velocizzando il passo.
Stavolta fu lui a ridere. "Oh, Narcissa, non sai quanto ti sbagli..."
constatò con voce suadente che la fece arrossire
controvoglia. Lei non ebbe nemmeno il tempo per replicare che si
ritrovò trascinata in una viuzza scarsamente illuminata e
totalmente deserta. Lucius le si avvicinò lentamente e si
scoprì l'avambraccio sinistro. Lì, ad
inquinare la sua pelle candida c'era un marchio nero impresso che
Narcissa conosceva fin troppo bene. Quella visione la turbò
oltremodo, tuttavia non si impressionò del fatto che Lucius
era un Mangiamorte. Ora si spiegava perchè era
così arrogante e presuntuoso, del resto in quella cerchia
erano tutti esaltati dal loro compito, ma lui sembrava lucido e fiero
di poter recitare quel ruolo.
"Anche io sono un assassino, Narcissa, ma non ho intenzione di farti
del male. Io non rivelerò niente di ciò che mi
hai detto e tu farai lo stesso, altrimenti sarò costretto ad
ucciderti, e giuro che non ho nessun freno se non il fatto che sono un
gentiluomo. Perciò io mi impegnerò ad aiutarti e
tu...mi farai un piccolo favore a tempo debito"
Narcissa rimase immobile con il respiro affannato e lentamente sul suo
viso si dipinse un'espressione accigliata. Non sapeva se doveva
scappare all'istante o fidarsi ciecamente di Lucius, pur sapendo tutte
le notizie che circolavano sui Mangiamorte.
"Sei l'uomo più arrogante e pieno di sè che io
abbia mai incontrato. Ti stai approfittando di me perchè sai
che non ho scelta! Non sei affatto un gentiluomo, sei...Incredibile"
esclamò lei con una punta di rabbia nella sua
voce.
Lucius sorrise soddisfatto e assunse un aspetto ancora più
seducente. "Ti ringrazio dei complimenti, ma forse stai esagerando. Ti
ricordo che sono un amico di tuo cugino"
fu proprio quell'affermazione studiata appositamente che la spinse ad
accettare e a correre il rischio di fidarsi di lui. La ragazza
sospirò in segno di resa e lui sorrise di nuovo con aria
trionfante. "Dunque occorre suggellare il patto..." affermò,
e prima che Narcissa potesse reagire si chinò su di lei, la
attirò a sè e assaggiò per un attimo
le sue labbra.
Spazio
Ringraziamenti: Scusate per l'imperdonabile ritardo ma questo
è un periodo infernale a scuola e non ho mai tempo per
scrivere. Grazie al cielo il capitolo era già tutto nella
mia mente, così appena ho potuto l'ho trascritto. Ringrazio
al volo tutte le persone che mi seguono e che mi recensiscono con
costanza e affetto, ayumi_L, BekkaMalfoy, francyslytherin e Giulii, grazie davvero! Spero che anche
questo capitolo vi abbia entusiasmato, io ce l'ho messa tutta!
Vi voglio bene :)
Cissy
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Capitolo 6 *** Giro di vite ***
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06. Giro di vite
"Allora?
Sono stanco di aspettare, sono settimane che attendo senza ricevere uno
straccio di notizia! Fallo venire, chiama quell'idiota di Greenwood
così gli ricorderò che odio aspettare! Non
tollero che mi
si prenda in giro, sono uno dei maghi più ricchi di Londra,
con
chi crede di avere a che fare? Quello stupido ragazzino impunito..."
"Signor Blanche, veramente..."
"Non mi interrompere! Questa è tutta colpa tua! Mi avevi
assicurato che era un assassino eccellente, di fama eccezionale, e
invece mi ritrovo a che fare con un bamboccio che non è in
grado
di uccidere una debole femmina" il Signor Blanche fumava nervosamente
un sigaro nel suo studio, mentre il suo servo più fedele,
William, cercava di placare la sua ira.
"Signore, in realtà c'è una cosa che dovete
sapere"
"Lo so già, i sicari hanno i loro tempi, e va bene, gli ho
concesso due settimane e ne sono passate quattro senza che io ricevessi
degli aggiornamenti. Sono stanco della gente incompetente che si
spaccia per professionista. Ah, ma io non mi lascerò
ingannare
così, lo convocherò e gli farò un bel
discorsetto.
Stai sicuro che non troverà mai più lavoro in
tutta
Londra e nemmeno a Timbuctù" sbraitò mentre la
nuvola di
fumo del sigaro si diffondeva in tutta la stanza, facendo tossire il
povero William.
"Signore, Greenwood è morto oggi pomeriggio, hanno trovato
il
cadavere in un sobborgo della città. Ho sentito due signori
che
ne parlavano all'osteria, poco fa, ma non so assolutamente come sia
successo" riuscì finalmente a dire il servo, mentre l'odore
penetrante del sigaro gli faceva lacrimare gli occhi.
Il signor Blanche si bloccò all'istante, con un'espressione
a
metà tra la sorpresa e la delusione di non aver
potuto
sputare il suo disappunto in faccia a Greenwood. Tuttavia, come se gli
avessero annunciato che una foglia era caduta da un albero, si diresse
verso la cristalliera per prepararsi un drink.
"Sicuramente mi sarà più utile da morto che da
vivo, e di
certo non se ne sarà andato a causa di un raffreddore,
perciò trovami chi l'ha ucciso e digli che
prenderà il
suo posto nella missione. Puoi andartene, mi hai infastidito
abbastanza"
Fra un colpo di tosse e un altro, William uscì ubbidiente,
pronto per un altro giro di ricerche per le vie della città.
"Devi
semplicemente fingere di essere la mia fidanzata in pubblico, non ti
sto chiedendo di sposarmi. E' solo una festa..." disse Lucius con
noncuranza, mentre uscivano dal cunicolo di stradine per tornare sulla
via principale.
Narcissa sgranò gli occhi, convincendosi sempre di
più
del fatto che non srabbe mai riuscita a fare ciò che lui le
chiedeva.
"Sei impazzito? Non posso, se diciamo a tutti che siamo fidanzati, non
possiamo fingere di esserlo solo per una sera, dovremmo prolungare la
finzione e io non sono quel tipo di donna! Trovatene un'altra"
sentenziò con stizza, velocizzando il passo.
"Assolutamente no. Tu sei una Black, mi servi da copertura per la mia
vita da Mangiamorte. Sai, con i tempi che corrono la gente crede che
chiunque abbia a che fare con Lui. Se mi presento in società
con
te al mio fianco nessuno
sospetterà di me. E poi, abbiamo un patto tu ed io" le
ricordò lanciandole uno sguardo malizioso che fece andare
Narcissa su tutte le furie.
"Se questo mi causerà problemi giuro che te la
farò
pagare. Ah, e non ti mettere strane idee in testa, reciteremo la nostra
parte senza andare oltre; lo sto facendo solo per trovare Regulus"
chiarì lei alzando il mento in segno di orgoglio. Lucius la
fissò divertito e pensò che non era assolutamente
poi
così male. Chissà come sarebbe stato stringerla
fra le
braccia. In effetti le aveva rubato qualche bacio per scherzo, ma non
aveva mai assaggiato le sue labbra appieno. Si stupì di se
stesso per i pensieri che gli circolavano nella mente. Dopotutto
Narcissa non assomigliava affatto alle donne con cui Lucius aveva
trascorso quegli anni.
Erano state tutte ragazze passionali, ma nessuna di loro si era
rivelata la sua anima gemella capace di comprenderlo. E inoltre avevano
avuto ognuna una personalità estroversa e
sfacciata.
Narcissa invece era pudica e timida, forse anche troppo per i gusti di
Lucius. Scrollò la testa per non farsi vedere pensieroso e
si
concentrò sulla strada da percorrere per dirigersi a casa.
"Prima di andare alla festa passeremo a casa mia per cambiarci;
ci sono un paio di vestiti che dovrebbero starti bene, li ho
chiesti in prestito a
mia cugina appositamente" disse fissando il marciapiede. Narcissa
annuì e imitò Lucius, tenendo lo sguardo fisso
altrove.
"Dov'è la festa?" chiese poi, rivolgendogli un'occhiata
fugace.
"A casa di un mio amico, Lestrange. Dovrai fare buon viso a cattivo
gioco: ci saranno molti ospiti noiosi, il padre di Rodolphus ha deciso
di fare una rimpatriata con tutti i suoi amici di vecchia data e i loro
figli. Tra questi ci siamo anche io e mio padre, ma dato che lui non
gradisce questo genere di incontri, verrai tu al suo posto"
spiegò Lucius serrando la mascella in segno di rabbia non
appena
nominò il signor Malfoy. Narcissa parve accorgersene e si
strinse con imbarazzo nel vestito, sempre più convinta di
non
voler assolutamente partecipare a quella riunione.
"Devo proprio venire? Non ti basta essere stato invitato da Lestrange
per testimoniare la tua innocenza? Non ho intenzione di annoiarmi per
tutta la serata, non conosco nessuno di quei pomposi ospiti!"
piagnucolò lei per cercare di convincerlo a cambiare idea.
"Vedrai che non ti annoierai. Piuttosto, vedi di non infastidire gli
invitati con
le tue lamentele, mi serve un'accompagnatrice interessante e
affascinante, non un pezzo di ghiaccio. Perciò sforzati di
recitare, per voi donne non è così difficile fare
le
civette" commentò sorridendo all'espressione imbronciata
della
ragazza, che aumentò il passo con stizza.
"Forse lo erano le mille ragazze con cui sei uscito, degli splendidi
involucri vuoti" controbattè con lo sguardo fiero e il mento
alzato.
"Già, e tu sei una delle tante!" confermò lui con
un tono derisorio.
Narcissa si fermò piena di rabbia e indignazione per essere
stata etichettata come una di quelle sgualdrine. Lei era una Black, una
nobile Purosangue, non una ragazzetta qualunque.
"Chiedimi immediatamente scusa" gli intimò con gli occhi
azzurri
che lampeggiavano di orgoglio. Lucius rise divertito e fece qualche
passo indietro per raggiungerla.
"Altrimenti?" domandò ironicamente alzando un sopracciglio.
"Altrimenti dirò a tutti chi sei veramente stasera, e ti
pentirai amaramente di avermi offesa"
Gli occhi grigi di Lucius si oscurarono all'istante e Narcissa perse
tutta la determinazione con cui l'aveva sfidato poco prima.
Egli avanzò lentamente, quasi per incutere un ulteriore
timore
alla ragazza, che cercava di sostenere il suo sguardo con
difficoltà. "E che cosa penseresti di ottenere con un simile
gesto? Io sono il solo che può aiutarti, e per di
più lo sto facendo onestamente, senza chiederti nulla in
cambio se non un piccolo favore. Non intendevo offenderti, quindi
smettila
di fare la ragazzina e seguimi, per favore" affermò con
decisione mentre guardava dritto in quegli oceani profondi e limpidi
che erano gli occhi di Narcissa. Quest'ultima si sentì
turbata dal suo sguardo così intenso e tormentato, ma che
allo stesso tempo infondeva una calma contrastante, quasi innaturale.
Si sentì una sciocca per aver reagito in modo infantile, ma
le veniva istintivo proteggersi da un uomo di cui non
conosceva le mosse e le intenzioni. Sembrava costantemente distante,
eppure era sempre vigile per tenere in pugno la situazione. Forse era
più che altro questo che infastidiva la ragazza: lui in ogni
caso aveva il coltello dalla parte del manico, e lei odiava non poter
essere padrona di se stessa e degli avvenimenti che la riguardavano.
Chinò il capo in segno di rassegnazione e tacque per tutto
il tragitto che li avrebbe portati al cancello di villa
Malfoy. Lucius sorrise compiaciuto e avanzò accettando il
silenzio ostinato della donna.
Quando giunsero a destinazione, Narcissa dimenticò
all'istante tutto il resto, tanto era rimasta estasiata dalla
magnificenza del maniero. Quel posto metteva in soggezione persino lei
che solitamente non si lasciava impressionare con facilità.
La dimora rispecchiava le caratteristiche dei suoi proprietari: ovunque
imperversava l'oscurità, ma era di una bellezza disarmante,
glaciale e letale. Lucius avanzò con i passi sicuri di chi
conosce il luogo che sta attraversando, e, dopo aver aperto il maestoso
cancello, fece strada a Narcissa che non smetteva di guardarsi intorno
ammirata. "E' bellissima..." commentò più a se
stessa che a lui, che parve contento di quell'affermazione.
"Non potrà mai superare la bellezza del castello dei Black e
di coloro che ci vivono, ma sono comunque felice che ti piaccia"
La ragazza scoppiò in una risata incredula, villa Black era
magnifica, ma non aveva mai visto niente di così grandioso e
imponente come la casa dei Malfoy.
"Non fare il modesto, Lucius, ogni casa esprime il fascino di chi la
abita, e questa e splendida"
Non appena comprese il vero significato della frase pronunciata, si
vergognò come una ladra e tra loro scese un imbarazzante
silenzio. Narcissa abbassò lo sguardo sulle proprie mani
incapace di proferire parola, ignara del perchè si fosse
rivolta a lui con tale trasporto. Mentre lei cercava di nascondergli il
rossore che si era impossessato del suo viso, lui fece finta di niente
e le propose di entrare per cambiarsi per la festa. La donna
accettò subito, cercando di dimenticare al più
presto l'accaduto, mentre Lucius, dietro di lei sorrideva divertito.
Nessuno dei due si accorse che due occhi diabolici erano fissi su di
loro e scrutavano ogni loro minimo movimento.
Spazio ringraziamenti:
Finalmente è finita la scuola e posso dedicarmi con
tranquillità alla mia fanfiction e a voi, miei adorati
lettori ^^ .Questo capitolo forse non è stato poi
così emozionante, anche perchè l'ho scritto in
due momenti diversi, perciò forse il pathos si è
interrotto. In ogni caso, il prossimo sarà sicuramente molto
più entusiasmante e pieno di avvenimenti succosi... Aspetto
i vostri meravigliosi commenti e intanto vi auguro un buon inizio di
vacanze! (Speriamo che durino tanto)
Francyslytherin: Leggere le tue recensioni mi
mette sempre di buon umore, sei così gentile e sincera! E
poi non ti perdi mai un capitolo, questo mi fa piacere...Lo so che non
aggiorno affatto presto, ma ora giuro che mi dedicherò di
più a scrivere visto che ho più tempo. Cosa mi
dici del colpo di scena iniziale? Nei prossimi capitoli
verrà spiegato tutto, non temere!! Grazie ancora :)
Giuliii: Salveeeee! Hai visto che appena
è finita la scuola ho aggiornato subito? Ho mantenuto la
parola e ora non scriverò più...Ahahahah no,
scherzo, ovviamente non potrei mai interrompere così!
Grazieee per le tue recensioni, non so come ringraziarti, ogni volta
è un piacere leggere cosa mi scrivi, perchè tengo
molto al tuo giudizio :) Comunque ho letto il primo capitolo della
storia che mi avevi detto e mi è piaciuto anche se ci ho
messo un pò per metabolizzare tutti quei nomi xD ovviamente
Gabrielle è la più figa <3 <3
appena posso lascio un commentino anche se già sei arrivata
a mille milioni di capitoli, farò una scorpacciata veloce ;)
Un bacio e grazie milleeeee!! <3 <3
BekkaMalfoy: Per tutto il tempo che ci stai
impiegando mi aspetto una recensione fighissima e lunghissima, quindi
preparati! Ahahah scherzo, aggiorna quando vuoi, tanto i capitoli non
scappano ^^ Fammi sapere almeno se ti è piaciuto,
perchè non posso vivere senza il parere del supremo
consigliere :) Comunque ne approfitto qui per mandarti tanti baci anche
se d'ora in poi ci vederemo everyday! Ti voglio beneee <3
Ayumi_L: Non mi avrai abbandonato, vero?
Spero di no... In ogni caso ti mando un bacio e ti auguro buone
vacanze, tanto io aggiornerò anche durante l'estate!
Buone vacanze! Mi
raccomando non divertitevi troppo ;)
Cissy :)
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Capitolo 7 *** Attrazione ***
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07. Attrazione
William si
inoltrò nel dedalo di viuzze periferiche con incertezza.
Ciò che gli aveva assegnato il suo padrone era un compito
lungo
e noioso, visto che in quel tempo Londra era stracolma di assassini
alle prime armi e di anonimi sicari. Era come cercare un ago in un
pagliaio e per di più al buio. Per risalire all'omicida,
avrebbe
dovuto indagare a fondo sulla vittima, in modo da scoprire qualcosa di
interessante e utile. Anche in questo caso non sarebbe stato facile
riuscire a risolvere la situazione, ma almeno in quel campo aveva delle
conoscenze presso cui informarsi.
Tutto ciò per eliminare una donna che nemmeno conosceva, ma
che
già odiava solo per tutta la confusione che aveva creato.
Che
aveva fatto poi, per meritarsi tutto quell'accanimento da parte del
signor Blanche, lui non lo sapeva, si limitava semplicemente ad
eseguire gli ordini. Entrò in un negozio di ingredienti per
pozioni e chiese a un commesso di parlare con il proprietario, che
trafficava con delle boccette oltre la porta del magazzino. Non appena
vide William, gli fece cenno di seguirlo all'interno di uno stanzino
sul retro. "William! Che ci fai qui?" domandò a
metà tra
il sorpreso e lo scocciato. Il ragazzo si sforzò di
sorridere e
lo seguì nel retro bottega cercando di passare inosservato
davanti agli altri clienti. Quando fu vicino al vecchietto gli disse di
fare il più silenziosamente possibile, segno che dovevano
parlare di questioni segrete.
Il proprietario capì all'istante e annuì con aria
da
intenditore. "Aaah, capisco, è per via di quella faccenda.
Allora, ti è stato utile quell'uomo di cui ti avevo
parlato?"
sussurrò con gli occhietti che brillavano nella penombra.
Williamo lo guardò con serietà prima di
rispondere.
"Veramente Greenwood è morto, signore. Sono venuto da lei
per
chiederle se ha la minima idea di chi possa essere stato."
L'altro cercò di mascherare lo stupore per quella notizia,
dopodichè assunse un'espressione pensierosa studiata
appositamente per far stare sulle spine il giovane. "Beh, Greenwood
aveva una certa fama per il suo mestiere, quindi forse qualche suo
rivale voleva sbarazzarsi di lui. Però se vuoi avere notizie
più precise dovresti parlare con un suo amico, si chiama
Gerald
Rosier, vive nel quartiere a est di Londra, in un sobborgo babbano.
Sarà facile trovarlo, è l'unico mago che ci abiti"
William lo ringraziò, ma quando uscì dalla porta
non si
sentì affatto meglio. Quello era davvero troppo anche per un
Magonò: recarsi in un quartiere abitato da babbani era una
vera
e propria umiliazione. Almeno, pensò, sarebbe stato facile
trovare l'unico mago presente in quel luogo, e questa considerazione lo
rincuorò.
Ad aprire il pesante portone d'ingresso fu un elfo domestico piuttosto
magro e malmesso, che rivolse loro un sorriso triste. A Narcissa
avevano sempre fatto una certa impressione quelle creature, e non
sapeva mai come comportarsi nei loro confronti.
Sono poco più
che feccia, Cissy, non devi pensare a loro nemmeno come a degli esseri
viventi. Trattali come delle formiche, dei servi schiacciati dalla tua
autorità, le aveva spiegato Bellatrix quando
era piccola e si era ritrovata davanti un elfo domestico, senza sapere
come comportarsi. Da quel giorno in poi Narcissa si era sentita a
disagio nel vederli lavorare in quello stato e soprattutto nel
sopportare i malumori dei padroni. Però non provava
pietà nei loro confronti, percepiva semplicemente uno strano
senso di disgusto, che non sapeva se era rivolto agli elfi o ai padroni.
Cercò di mostrarsi disinvolta e imitò i movimenti
freddi di Lucius, degnando minimamente di uno sguardo quella creatura
che le si aggirava attorno a capo chino.
"Dobby! Quante volte ti ho detto che non devi infastidire gli ospiti?
Questa è Narcissa Black, non una strega qualunque"
puntualizzò Malfoy alzando una mano per colpire Dobby.
Narcissa voltò la testa istintivamente per non guardare, e
chiuse gli occhi cercando di distrarsi. Lucius se ne accorse e
fermò il braccio a mezz'aria, colpito dalla reazione della
ragazza.
"Ho bisogno del bagno..." sussurrò lei sempre girata.
"E' al piano di sopra, prima porta a sinistra, è il mio"
rispose lui tentando di tranquillizzarla, ma senza riuscirci.
La donna salì le scale con agitazione, ripetendosi
mentalmente quanto fosse stata sciocca. Ci sei abituata, dannazione! E'
un elfo, è normale che lui gli si rivolga così, a
te non lo farebbe mai si disse nonostante un senso
dilagante di incertezza la pervadeva da capo a piedi.
Entrò nel bagno e si chiuse la porta alle spalle,
appoggiandovi la testa. Sospirò maledicendosi per la
figuraccia appena fatta con Lucius, ma poi si riscosse, e si diresse
verso il lavandino. Appoggiò le mani ai bordi e si
guardò allo specchio. Aveva un'aria leggermente scomposta
che migliorò con qualche colpetto della bacchetta. Si
sistemò i capelli e il viso, cercando di assumere
un'espressione che le si addiceva, e infine si bagnò i polsi.
Sei nel suo bagno le
ricordò una vocina maliziosa dentro di lei. Quella
consapevolezza le faceva uno strano effetto, tanto che si
ritrovò a ridacchiare piano. Si stupì all'istante
della sua reazione, e tornò ad assumere uno sguardo normale.
Si asciugò le mani con un asciugamano bianco da cui
provenivano effluvi del profumo di Lucius. Sorrise senza rendersene
conto, il suo corpo femminile sembrava essersi reso conto solo da poco
di trovarsi al fianco di un bell'uomo affascinante.
Si sforzò di tornare in sè e uscì,
stavolta con un andamento più determinato, ma non appena si
voltò, si ritrovò Malfoy davanti che la bloccava.
Era senza camicia, e lo sguardo di lei si soffermò
involontariamente sui suoi muscoli scolpiti, sulle spalle larghe
invitanti, e sul petto forte perfetto per accoccolarvisi.
Sbattè le palpebre più volte confusa da quella
visione, e solo dopo un pò tornò padrona di se
stessa.
"Mi dispiace per prima, forse sono stato troppo violento, non volevo
spaventarti" si scusò avvicinandosi leggermente.
Narcissa arrossì cercando di mantenere il controllo sebbene
le risultasse difficile, e assunse una faccia più che
stupida.
"Oh, non ti preoccupare, avevo solo bisogno di sistemarmi" disse,
odiando il modo supplicante in cui aveva pronunciato quelle parole.
Lucius le sorrise passandosi una mano tra i capelli e lei si
sentì mancare. Le ginocchia le cedettero un attimo e
odiò l'espressione imbambolata che aveva disegnata sul volto.
Si schiarì la voce e cercò di allontanarsi da lui
il prima possibile, ma Lucius appoggiò una mano allo stipite
della porta del bagno, impedendole il passaggio. Narcissa fece appello
a tutto l'autocontrollo che riuscì ad ottenere e si
sforzò di non guardarlo negli occhi.
"Ci sono dei vestiti per te nella terza camera, provateli, ti raggiungo
tra poco così vediamo quale ti sta meglio"
suggerì spostando Narcissa delicatamente dalla porta.
L'atmosfera si ruppe all'istante e lei annuì poco convinta,
ancora scossa per quel contatto ravvicinato. Deglutì
ingoiando la suspence trattenuta fino a quel momento e si diresse dove
lui le aveva detto. Avvertì lo sguardo di Lucius che la
seguiva fino alla camera, poi, una volta dentro, si lasciò
cadere stremata sul letto, considerando quanto aveva provato.
Lucius entrò nel bagno con un sorriso sornione stampato
sulle labbra. Si mirò allo specchio divertito.
Quell'incontro così confidenziale con Narcissa lo aveva
fatto riflettere, ma soprattutto aveva risvegliato in lui un senso di
attrazione dilagante.
Non si era mai accorto di quanto lei fosse bella e attraente, e per
poco, un attimo prima, non l'aveva baciata solo perchè era
un gentiluomo. Ora un desiderio di assagiare le sue labbra e di
stringerla a sè iniziò a pervaderlo,
provocandogli un'altra risatina.
Si osservò un altro attimo allo specchio, cercando di
assumere un'espressione seducente. Considerò il fatto che
anche Narcissa era rimasta colpita dalla scena precedente e sorrise di
nuovo, compiaciuto del suo fascino.
Stavolta era diverso però. Ciò che provava per
lei era sì un'attrazione fisica forte, ma anche qualcosa di
più, un sentimento che si avvicinava a un senso di premura,
come se volesse proteggerla a tutti i costi.
Si sistemò i capelli biondi e lasciò che una
piccola ciocca gli cadesse vicino all'occhio sinistro. Si
sciacquò il viso con gesti vigorosi e immerse il volto
nell'asciugamano prima usato da Narcissa. Avvertì, sebbene
lontanamente, il profumo di rosa di lei e inspirò, beandosi
di quella soave fragranza. Sarebbe stato bello se lei fosse rimasta
più a lungo con lui, senza raggiungere immediatamente
Regulus. L'idea balenò istantaneamente in testa a Malfoy,
nonostante fosse un tantino egoista. Sorrise a se stesso riflesso nello
specchio e pensò che non era affatto una cattiva idea.
Non appena fu dentro la stanza, Narcissa lasciò che la
tensione scivolasse via e riflettè incredula sulle emozioni
che si erano impossessate del suo corpo. C'era qualcosa in Lucius che
la attraeva, nonostante lei non volesse ammetterlo per orgoglio
personale. Era maledettamente bello e affascinante in ogni suo
movimento. La sua coscienza la riscosse come uno schiaffo. Ricordati chi sei: cedere subito
ad un uomo non rientra nella tua personalità,
perciò smettila di fare la stupida e pensa alla
gravità della situazione, o ti identificherà come
una sgualdrina, e tu non lo sei affatto. Devi farti desiderare,
dannazione! Sii padrona di te stessa e vedrai che andrà
tutto bene, deve volerti davvero, deve assaggiare il sapore
dell'attesa...
Si stupì della fermezza di quei pensieri, ma
decise che non poteva affatto cedere in quel modo, e soprattutto non voleva.
Si tirò su più determinata che mai e
considerò i vestiti minuziosamente piegati sul letto.
Erano quattro, tutti quanti molto deliziosi a prima vista,
così ne prese uno a caso. Era rosso fuoco e aveva una
profonda scollatura sulla schiena, scivolava stretto lungo il busto e i
fianchi, per poi ammorbidirsi sulle gambe. Era lungo, le arrivava fino
ai piedi. Nonostante le piacesse molto si immaginò la
reazione di Lucius nel vederla con quell'abito, e lo eliminò
categoricamente. Ne scelse un altro di un colore intenso e quando se lo
provò si sentì come se l'avesse comprato lei
stessa.
Era perfetto e elegante, proprio quello che faceva al caso suo. Decise
di fare una sorpresa a Malfoy, così se lo tolse e
indossò nuovamente il suo vestito bianco. Prese la bacchetta
e cominciò a perfezionare i boccoli biondi lucenti, con
movimenti morbidi.
Si guardò allo specchio soddisfatta: se Lucius la riteneva
debole si sbagliava, quella sera avrebbe testato quanto era interessato
a lei.
Spazio
Ringraziamenti: Eccomi! Sono tornata con un nuovo capitolo! Sto
seriamente pensando che non mi fa bene scrivere di notte. E' tardi, ma
mi sentivo ispirata, così ho deciso di mettermi all'opera
non considerando le conseguenze. Beh, spero sia venuto bene
perchè scrivevo abbastanza velocemente e più
fomentata che mai, mentre sbavavo sul Lucius svergognatamente. E' stato
emozionante scrivere la scena tra Lucius e Cissy vicino alla porta del
bagno, ma ha consumato tutte le mie energie perciò
perdonatemi se scriverò cose senza senso. Passo ai
ringraziamenti singoli, anche se è abbastanza tardi, ma non
posso non ringraziarvi per le vostre commoventi recensioni <3
BekkaMalfoy: Ormai i tuoi commenti mi stupiscono ogni volta sempre di
più ed è un piacere leggere le dolciurie che
scrivi! Ho scritto questo capitolo pensando a te e intanto si
è formato il lago di bavetta per Lucius. :Q_____ Sbava anche
tu con me! Mamma mia quant'è figo, basta, non posso pensarci
altrimenti stanotte faccio sogni ambigui xD Spero che ti sia piaciuto
come ho scritto queste scene mozzafiato che a momenti mi uccidono T___T
muoio qui pensando alla bellezza di Lucius. Ok, basta delirare, ti
voglio beneeeeeee! E grazie per le tue parole figheeee! Ndeh! :)
Giuliii: Avevo intenzione di leggere il 2 capitolo della tua storia
dopo aver scritto questo capitolo, ma non ce l'ho fatta
perchè sono abbastanza stanca, ma prometto che lo
farò al più presto perchè sono troppo
curiosa. Grazie per il tuo immenso supporto, ne sento i benefici ogni
giorno sempre di più, perchè sei sincera e
soprattutto dolcissima. Spero di avere suscitato anche la tua bavetta,
anche se la vedo difficile ;) Ti abbraccio forte forte e ci sentiamo
sulla tua storia, e ovviamente, ci vedremo domani :) Grazieeeeeeeeeeee
<3
Ayumi_L: Oooh che bello non mi hai abbandonata, meno male ;) Piaciuto
il capitolo? Dovevo abbandonare le investigazioni per introdurre un
piccolo scorcio romantico, vedrai il prossimo capitolo sarà
forse il più carico! Grazie milleeeeee, un bacio enorme! :)
Lily_Cissy: Che bellooooooo! Sei tornataaaaaaaa! Calcola che mi hai
fatto piangere con i tuoi commenti! Ma sei impazzita?! Sono io che
ringrazio te per tutto l'affetto che mi dimostri attraverso le tue
parole, e devo dirti che è un periodo un pò buio
per me, perciò non avevo molta ispirazione, ma le tue
recensioni e tutte le altre mi hanno risollevato e hanno risvegliato in
me la voglia di scrivere. Per me potevi anche commentare tutti i
capitoli, non farti questi problemi sarei stata ancora più
felice, e mi ha fatto tanto piacere riaverti nella mia cerchia di
lettrici <3 Sono contenta che la storia ti piaccia, cerco sempre
di sforzarmi a scrivere qualcosa di nuovo e originale, ma non sempre ci
riesco e se mi dici che ti ho colpito, beh, sono più che
onorata! Grazieeeee ancora! :)
Wow siamo ancora al 6° capitolo e già 22
recensioni...Che dire? Vi adoro con tutto il cuore <3
A presto, mie Muse ispiratrici!
Cissy :)
|
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Capitolo 8 *** La festa ***
nv8
08. La festa
"P-padrone... " chiamò la
vocina flebile di Dobby, mentre Lucius usciva dal bagno. Egli si
voltò,
evidentemente annoiato, per ascoltare il servo. "Cosa c'è?"
chiese
con voce disinteressata, mentre si infilava una camicia bianca candida
e
fresca.
"C'è una visita, padrone, per lei. Si tratta di Severus
Piton"
annunciò abbassando immediatamente lo sguardo, mentre il suo
padrone, non
appena udito quel nome, si dirigeva con fretta verso l'entrata della
casa.
Severus aspettava pazientemente in piedi, con un'espressione vacua e
deconcentrata. "Severus!" esclamò Lucius scendendo con foga
le scale,
e andando incontro all'uomo. Quest'ultimo sorrise lievemente e
accettò
volentieri la pacca amichevole dell'altro sulla schiena. "Te l'avrei
detto
dopo, ma sapevo che eri in ansia per quella faccenda... non devi
preoccuparti,
Lucius, l'uomo per cui lavora non ha assolutamente la minima idea che
sia stato
tu. Devi trovarti una copertura, in ogni caso" comunicò
Piton con
tranquillità, mentre il volto di Malfoy si distendeva
rilassato a quella
notizia. "In ogni caso devi fare attenzione, stanno cercando
l'assassino
di quell'uomo e vogliono ingaggiarlo al posto suo, meglio che fai
sparire le
tue tracce, non credo che tu ti possa abbassare a incarichi del
genere”.
"No, affatto. Io lavoro solo per il Signore Oscuro, e Greenwood l'ha
diffamato, per questo l'ho ucciso. Occupare il suo posto sarebbe come
tradire
il mio signore, e poi, non ho bisogno di soldi" affermò
sicuro avanzando
verso la cristalliera, per preparare due bicchieri di Whisky
Incendiario. Alle
sue spalle, Severus annuì comprensivo, e prima di aprire
nuovamente bocca,
soppesò le parole da usare. "A breve la mia fonte mi
farà sapere chi era
il bersaglio che doveva colpire Greenwood. Pare che sia una persona
importante,
perciò devo sapere chi è, non vorrei che fosse
qualcuno che conosciamo”.
Lucius si fermò quasi come a pensare alla possibile
realizzazione delle parole
dell'amico, ma negò a priori con scetticismo.
"Ne dubito... " mormorò mentre versava la bevanda nei
bicchieri di
cristallo.
"Precauzione... " sminuì l'altro, mentre un leggero dubbio
affiorò
nella sua mente, per poi svanire, nel momento in cui il liquore
incendiò
familiarmente la sua gola.
Quando Narcissa ebbe finito con i capelli, indossò l'abito
scelto con una certa
emozione e mentre si guardava allo specchio, si sentiva diversa. Era
come se
fosse più grande, più conscia di se stessa e
delle sue azioni ed era una
sensazione piacevole, sentirsi soddisfatta delle proprie scelte. Si
girò più
volte per controllare il vestito anche dall'angolatura posteriore e lo
trovò
ancora più magnifico di quando l'aveva scelto. Era di un blu
notte intenso, la
parte superiore aveva due fasce che partivano dall'inizio delle
costole,
racchiudevano morbidamente i due seni e si allacciavano elegantemente
dietro il
collo, lasciando spalle e parte della schiena nude. A determinare il
principio
delle due fasce stava un anello di diamanti cucito sul tessuto, che
creava
delle piccole pieghe tutto intorno. La stoffa poi scendeva aderente
lungo i
fianchi, mettendo in evidenza le deliziose curve della ragazza, e
arrivava a
toccare fino a terra, nascondendole i piedi. Narcissa legò i
capelli in uno
chignon francese e lasciò libero solo un boccolo che le
ricadeva delicatamente
sul viso. Aveva un aspetto incantevole, e gli orecchini di diamanti che
riprendevano quelli dell'anello cucito sul vestito davano lucentezza al
suo
viso.
I suoi occhi azzurri profondi incorniciati da due lunghe ciglia nere
guizzavano
seducenti, esaminando con freddezza ogni particolare del suo corpo,
sincerando
che tutto fosse perfetto. Soddisfatta, sorrise alla propria immagine
riflessa
nello specchio davanti a sé, poi si diresse verso la porta
per uscire e cercare
Lucius. Una volta nel corridoio, lo vide salire le scale distrattamente
e
quando lo chiamò lui si bloccò, ammaliato da
quella visione. Si riprese dopo
qualche secondo, ma i suoi occhi continuavano a posarsi
instancabilmente su di
lei, come se fossero attirati da una qualche invisibile calamita.
"Sei... stupenda. Questa sera dovrò stare attento a chi ti
si avvicinerà,
altrimenti rischio che ti portino via da me" commentò con
una punta di
gelosia nella sua voce, che fece arrossire violentemente Narcissa.
"Forse dovrai faticare un pò prima che io sia effettivamente
la tua finta
fidanzata" rispose lei, appoggiandosi alla balaustra con
movimenti
sinuosi ed eleganti. Lo stupore si disegnò sul volto di
Lucius con la stessa
rapidità con cui se ne andò mentre un sorriso
canzonatorio gli allargava le
labbra. "Ma davvero? Io non credo proprio... andiamo milady, o faremo
tardi" disse porgendole galantemente il braccio sinistro che lei
accettò
con delicatezza.
La carrozza si fermò proprio davanti a Villa Lestrange,
addobbata più che mai
da mille luci colorate e festoni immensi. L'atmosfera gioiosa
contagiò anche
gli ultimi arrivati, che attraversarono il vialetto con sicurezza, uno
accanto
all'altra, con passi armoniosi e concordanti.
Arrivati davanti al portone d'ingresso, Lucius si bloccò e
Narcissa potè
avvertire i muscoli del suo avambraccio irrigidirsi per la tensione.
"Cosa
c'è?" sussurrò lei in modo che potesse sentire
solo lui.
"Quella è una guardia, il Ministero probabilmente vuole
controllare che
non ci siano Mangiamorte alla festa. Dannazione, Rodolphus non me
l'aveva
detto! Non mi sono coperto il Marchio... " bisbigliò
preoccupato e adirato
allo stesso tempo.
"Signor Malfoy, sono spiacente, ma devo controllare il suo braccio
sinistro, ordini del Ministero... " disse con poca convinzione l'uomo
che
si stagliava sulla soglia. Lucius sorrise mascherando con estrema
abilità il
timore e il senso di impotenza che lo avevano pervaso.
"Oh, per la barba di Merlino! Non mi sento tanto bene... " gemette
Narcissa appoggiandosi al muro con un'espressione sconvolta e
accigliata, le
tremavano le gambe e impallidì leggermente, mentre il
respiro si faceva sempre
più affannoso. Simultaneamente la guardia e Lucius le si
fecero addosso, per
cercare di sorreggerla, ma lei si abbandonò sofferente tra
le braccia
dell'Auror, con un'espressione grata. "Oh, ma lei è un vero
gentiluomo!
Sa, forse avrei bisogno di un bicchiere d'acqua, se lei fosse
così gentile da
portarmene uno, mi farebbe sentire meglio" si lamentò mentre
lanciava
sguardi ammiccanti all'uomo che
la sorreggeva e che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. "Si
sbrighi! Non vede che la mia fidanzata non si
sente bene?" lo
incalzò Lucius e quello si riscosse come da un sogno,
attivandosi all'istante.
Non appena fu abbastanza lontano, Narcissa si tirò su
sistemandosi il vestito e
l'acconciatura, guarendo miracolosamente.
Lucius la guardò stupito, come se al posto di Narcissa fosse
apparsa una lepre
candida. "Che c'è? Ho sempre avuto una dote innata per la
recitazione!" affermò guardandolo con un'aria innocente
stampata sul viso.
"Niente... E' che non mi aspettavo questa tua reazione" ammise lui,
scoprendosi la manica sinistra, mettendo in mostra così il
Marchio nero come la
pece.
In effetti, Lucius aveva ragione, neanche lei sapeva il
perchè di quel gesto,
semplicemente le era venuto spontaneo e naturale.
Con la bacchetta in mano, Lucius sussurrò delle parole che
Narcissa non riuscì
a capire, ma che resero invisibile quel tatuaggio diabolico. Poco dopo
ricomparve la guardia, in mano un bicchiere d'acqua che la donna bevve
con
avidità, rilassandosi subito e fingendo di sentirsi meglio.
"Grazie, lei è
davvero una persona squisita" cinguettò mentre Lucius si
spazientiva e si
frapponeva tra lei e quell'uomo, che sorrideva imbambolato.
"Ecco... " Lucius mostrò il polso sinistro candido all'Auror
e gli
indirizzò un sorriso fintissimo, che sapeva di gelosia. Poi
con fare possessivo
portò via Narcissa posandole una mano sul fianco e
trascinandola verso
l'interno della sala.
"Sei stata magnifica prima, ma ricordati che sei qui come la mia
fidanzata
e gradirei che ti comportassi come tale, visto che abbiamo un accordo"
le
ricordò a denti stretti mentre serrava la sua presa sul
fianco di lei.
Narcissa stava per controbattere, ma una voce familiare alle sue spalle
li
interruppe, cogliendo di sorpresa sia lei sia Lucius.
"Cissy!" esclamò Bellatrix piena di gioia. Indossava un
vestito verde
smeraldo aderente e teneva nella mano destra un bicchiere di vino
elfico, il
suo preferito.
"Bella! Cosa ci fai qui?" chiese Narcissa liberandosi dalla stretta
di Lucius e abbracciando la sorella con trasporto.
"Tu, piuttosto... Cosa ci fai qui, con Malfoy, per di più!"
esclamò
squadrandolo con un leggero disprezzo disegnato sul volto.
Prima che Narcissa potesse rispondere e trovare una scusa plausibile,
Lucius la
anticipò, prendendole la mano nella sua e baciandola con
affetto. "Bellatrix!
Anche per me è un piacere vederti, questa
sera ho semplicemente
chiesto a tua sorella di farmi l'onore di essere la mia dama"
spiegò lui
con un sorriso soddisfatto all'espressione stizzita di Bellatrix.
"Stai molto attento, Malfoy, ti tengo d'occhio..." sibilò la
donna
socchiudendo leggermente le palpebre, a mò di sfida.
"Oh, Bellatrix, scusaci, ma stanno per iniziare le danze, e io non
voglio
assolutamente perdermi il valzer" si congedò Lucius,
tracinando via con sè
anche Narcissa, che momentaneamente aveva perso l'uso della parola,
imbarazzata
dalla situazione.
"Grazie...sei stato scaltro, sai, a mia sorella non ne sfugge una..."
commentò Narcissa imbarazzata, mentre esplorava la sala con
uno sguardo
distratto. "Non dimenticarti che sono un Mangiamorte anche io!" le
sussurrò all'orecchio in modo tale che soltanto lei potesse
sentire,
provocandole dei brividi su tutta la schiena. "Scusami un attimo, devo
cercare Rodolphus per la partita di poker, tu resta qui, e cerca di non
dare
troppo nell'occhio, non vorrei che gli altri ospiti si avventassero su
di te
come avvoltoi" concluse spostandole una ciocca di capelli dal viso,
prima
di allontanarsi dalla sala. Narcissa rimase inebetita lì
dove l'aveva lasciata,
a fissare la sua figura scolpita andarsene, mentre la guancia che lui
le aveva
sfiorato ora scottava terribilmente. Si riscosse come se le avessero
gettato
dell'acqua gelida addosso e decise che sarebbe andata a fare un giro,
cercando
di individuare ospiti che conosceva. Iniziò a camminare con
una lentezza
studiata, sentendosi effettivamente un pò a disagio senza la
presenza di Lucius
che le faceva da scudo. Ripensò alle parole di lui, al tono
con cui le aveva
pronunciate, in modo così irresistibilmente affascinante e
si ritrovò a
sorridere all'immagine di Lucius che la prendeva tra le braccia e la
baciava.
Arrestò all'istante quei pensieri che non le appartenevano e
si stupì di quanto
la sua mente avesse vagato senza il suo rigido controllo. Non doveva
fantasticare su lei e su un uomo che praticamente non conosceva,
pericoloso per
di più, con un'esistenza instabile e colma di mistero. No,
si disse, lei non
poteva assolutamente permettersi di lasciarsi ammaliare in quel modo.
Avanzò
con decisione, cercando di distrarsi con qualcun'altro, immergendosi in
una
discussione, e con sua sorpresa scorse Severus Piton che chiacchierava
impassibile con un gruppetto di signori boriosi. Istintivamente le si
dipinse
un sorriso sul volto alla vista di quel giovane che le aveva dato una
mano
qualche volta in pozioni, quando frequentava Hogwarts. Egli parve
accorgersi
dello sguardo di qualcuno su di lui, perchè alzò
gli occhi neri e incrociò
quelli azzurri di Narcissa. Un mezzo sorriso apparve sulle labbra
sottili del
giovane e subito abbandonò gli altri per dirigersi
dalla donna.
"Severus! Non credevo di trovarti qui... come stai?" gli chiese con
un'apprensione materna che spuntava fuori solo quando parlava con lui.
"Narcissa... devi smetterla di rivolgerti a me come se fossi ancora il
bambino che hai conosciuto a scuola!" sospirò a
mò di rimprovero. Narcissa
eruppe in una sincera risata che le illuminò il volto,
facendola sembrare
ancora più bella. "Non è colpa mia Sev, non
riesco a credere che tu sia
cresciuto così tanto, per me sei ancora il ragazzino
spaurito che mi domandò
dove fosse il bagno dei maschi, al tuo primo anno. Allora io ti dissi
di
chiedere ad un Serpeverde di passaggio, per fortuna, altrimenti ti ci
avrei
dovuto accompagnare io!" ricordò lei divertita.
Severus annuì contagiato anche lui dal riso della ragazza.
"Già, meno male
che c'era Lucius... è stata in quell'occasione che siamo
diventati amici"
A quell'affermazione Narcissa si voltò, stupita. "Amici?"
chiese con
un sopracciglio inarcato.
"Si, amici" confermò lui con tranquillità,
confuso dalla reazione
ingiustificata della donna.
"Ma... non è possibile! Insomma, mi raccontavi che si
comportava da bullo
con te, io lo credevo un troglodita cafone e maleducato"
affermò
spalancando la bocca per l'indignazione. Severus la guardò
sentendosi a
disagio, e ridusse il volume della sua voce al minimo. "No, quello era
James. Lucius mi ha sempre aiutato, ma non voleva che la notizia si
spargesse
in giro, non voleva che la sua reputazione andasse in frantumi, ecco"
rivelò infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Sconvolta, Narcissa, non faceva che tormentarsi le mani, incapace di
credere a
quelle parole.
"E' sempre stato un don Giovanni arrogante e presuntuoso, non
può essere
cambiato così da un momento all'altro" constatò
lei, sempre più convinta
della sue teoria. "Si, è vero, è strafottente, ma
ha anche un gran cuore.
E poi, cambia spesso fidanzata perchè non riesce a
trovare la ragazza che
lo completi..." affermò Piton con convinzione, difendendo
l'amico.
I passi di Narcissa si fecero più calmi, e anche se quella
rivelazione avrebbe
lasciato impassibile chiunque, per lei aveva un enorme significato, e
le aveva
fatto capire quanto in realtà dovesse ancora conoscere su
Lucius. Probabilmente
lo aveva giudicato troppo in fretta, basandosi su conoscenze errate.
"Comunque,
se ti può consolare, da quando ha te è diverso,
insomma, parla di te non come
se fossi una delle tante, ma la sua fidanzata"
aggiunse lui,
temendo di essere frainteso.
Parla di me? pensò sbalordita, sentendosi
come se avesse conosciuto
un'altra persona, e non Lucius Malfoy.
"Adesso scusami, Narcissa, ma devo parlare con una persona. E' stato
piacevole rivederti" si congedò lasciandola sola con i suoi
dubbi e le sue
perplessità. Per riorganizzare i pensieri e fare ordine
nella sua testa, decise
di sedersi in disparte vicino a due donne che chiacchieravano fitte, e
iniziò a
sorseggiare un bicchiere di vino elfico per passare il tempo.
Narcissa, devo trovare Narcissa! Dove diavolo è
andata a finire?!
Lucius quasi correva per villa Lestrange, sperando che non fosse
arrivato
troppo tardi, che Narcissa fosse ancora salva. Col cuore in gola si
fece largo
tra la folla di invitati accalcati davanti all'entrata del salone, dove
già da
un pò erano iniziate le danze. I suoi occhi iniziarono ad
esaminare l'ambiente
circostante, in cerca di una sola persona. Nonostante l'ansia l'avesse
già
pervaso, riusciva a ragionare lucido, ma non era da lui farsi
coinvolgere così
da una situazione. Era una sensazione sconosciuta e fastidiosa.
Già, Lucius
Malfoy aveva un punto debole, che aveva l'aspetto di Narcissa, e il
difficile
era ammetterlo con se stesso. Doveva assolutamente trovare la ragazza e
portarla via di lì, al sicuro. I suoi occhi grigi carichi di
apprensione
finalmente la trovarono: era seduta e parlava annoiata con due signore
vecchie
e pettegole. Per un attimo Lucius si sentì in colpa per
averla lasciata da
sola, ma la verità era che aveva avuto paura di lei,
dell'effetto che aveva su
di lui, e della sua straordinaria bellezza. Era stato molto sciocco da
parte
sua, non poteva negarlo, avrebbe dovuto controllare che fosse
al sicuro
dal sicario; era stato terribilmente superficiale. Camminò
velocemente verso di
lei e la prese per un braccio, sorprendendola alle spalle. Narcissa
sussultò e
si scusò con le due signore prima di essere trascinata via
dall'uomo.
"Lucius! Si può sapere dove ti eri cacciato?"
esclamò cercando di
calmare i gesti rigidi e frettolosi del giovane. Lucius si
bloccò e si girò
verso di lei, cingendole la schiena con entrambe le braccia, con grande
indignazione di lei, che tentò di opporre resistenza. Poi
appoggiò la sua
guancia a quella di lei, in modo che la sua bocca fosse posizionata
esattamente
all'altezza dell'orecchio della donna, per parlarle senza che nessuno
sentisse.
"Dobbiamo andarcene via, Narcissa, in questa casa c'è l'uomo
che ti vuole
morta. Ho ricevuto una soffiata: non sa che sei qui, per questo
dobbiamo
tornare a casa prima che si sccorga della nostra presenza..." le
riferì
mentre con gli occhi continuava instancabilmente a guardarsi intorno.
Narcissa
socchiuse i suoi e si appoggiò stancamente alla guancia di
Lucius, cercando di
reagire a quella notizia. "Non temere, ti porterò via di
qui, ma dobbiamo
fare in fretta" le disse carezzandole la testa per
tranquillizzarla. Lucius
la prese per mano e cominciò a camminare con disinvoltura,
cercando di
nascondere Narcissa con il suo corpo, nonostante lei non passasse
inosservata.
Scesero le scale di corsa, sperando di non essere notati, e per la
prima volta
in vita sua, Narcissa desiderò di essere invisibile. Mentre
stavano per
svoltare e dirigersi all'uscita, Lucius la schiacciò contro
il muro e si
protese per coprirla. Poi, iniziò a baciarla con
passione, sfiorandole le
gote con le dita, lasciandosi trasportare dal sentimento che provava.
Inizialmente la donna fu sorpresa da quel gesto, poi rispose a quel
bacio come
se fosse l'unica cosa davvero importante al momento. Liberò
se stessa in quel
dolce scambio di emozioni, assistendo a quella reazione inaspettata e
sconosciuta del suo corpo, che ora le sembrava quello di un'altra. Si
muoveva
esperta, abbracciando Lucius con una sinuosità che non
credeva di possedere.
Poi, inaspettato come era arrivato, il bacio si interruppe nel momento
in cui
lui si staccò da lei, respirando pesantemente. "Narcissa..."
sussurrò, mentre lei lo guardava come se l'avesse visto per
la prima volta in
quel momento. Continuava a fissarlo incredula per ciò che
era successo, e
intanto Lucius si riprendeva, controllando la scalinata. "Se ne sono
andati. Prima sono passati degli uomini e l'unica maniera per
nasconderti era
baciarti. Scusa, non sono stato proprio gentile, ma in quel momento mi
premeva
di più la nostra sicurezza..." si scusò mentre
lei abbassava lo sguardo,
evidentemente imbarazzata. Lucius riprese a camminare e, una volta
oltrepassata
la soglia, strinse a sé Narcissa più confusa che
mai e si smaterializzò,
scomparendo nell'oscurità.
Nota
dell'autrice: Mi dispiace per la lunga attesa, sono davvero mortifcata,
non è da me, ma ho attraversato un brutto periodo e ora che
ne
sono uscita ho ritrovato l'ispirazione per questo capitolo. Grazie di
aver atteso pazientemente e di esservi dimostrati affettuosi *_*
Stavolta vi ho lasciato un capitolo davvero lungo, che spero sia
apprezzato :) Diciamo che è per farmi perdonare! Grazie di
cuore
a tutti voi, non perdetevi il seguito che non so quando
riuscirò
a pubblicare visto che mi trovo in un paesino sperduto della Toscana e
l'unico legame con Internet è una chiavetta xD Bene, vi
auguro
buone vacanze!
Vi
ringrazierò poi singolarmente :)
Un abbraccio, Cissy :D
|
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Capitolo 9 *** Orgoglio ***
nv9 version 2
09. Orgoglio
Quando
Lucius e Narcissa si smaterializzarono nel giardino di villa Malfoy,
trassero entrambi un sospiro di sollievo. Poi lui le prese una mano e
fece qualche passo per condurla all'interno della casa, ma lei rimase
dov'era, ritraendo immediatamente la mano. Confuso, Lucius si
voltò nella sua direzione e notò con disappunto
l'espressione imbronciata della donna, ferma come se avesse messo le
radici nel punto dove stava. "Portami da Regulus" disse con un'estrema
freddezza che colpì l'uomo come un fulmine. Poco prima
Narcissa
era stata favolosa, aveva finalmente dimostrato di che pasta era fatta,
sciogliendosi con lui, ed ecco che ora tornava il pezzo di ghiaccio di
prima. "Che cosa?" domandò lui, per niente contento
dell'ordine
ricevuto.
Lei ripetè irremovibilmente ciò che
già prima
aveva detto, con la sola differenza che la sua voce era leggermente
risentita adesso.
"Avevamo un patto, no? Io ti avrei aiutata e in cambio tu mi avresti
portata da mio cugino. Beh, io ho fatto la mia parte, ora tocca a te"
Lucius capì che l'unico fattore che avesse portato ad un
cambiamento così radicale in lei era stato il bacio, e per
questo si sentì punto nell'orgoglio: forse lei non provava
gli
stessi sentimenti nei suoi confronti.
"E' notte fonda, Narcissa, vorresti andare a cercare tuo cugino in questo momento?
" chiese cercando di inventare tutte le scuse possibili per farla
restare.
La ragazza non si fece intimorire da quella prospettiva, piuttosto
usò le parole di Lucius a suo vantaggio. "Ma tu sai
esattamente
dove si trova mio cugino, perciò non dovremo metterci molto.
O
forse mi hai ingannata sin dall'inizio, e non hai la minima idea di
dove si trovi Regulus, eh?" Narcissa si sentì le gote in
fiamme
e avvertì la rabbia crescere sempre di più dentro
di lei,
dandole la forza di non cadere nel tranello dell'uomo.
"Non si tratta di questo, dicevo solo che non è prudente
aggirarsi a quest'ora, con un assassino che ti dà la caccia.
Potresti restare qui, sicuramente sarebbe più sicuro per te"
anche Lucius si stava infervorando: la testardaggine di quella donna lo
mandava in bestia, ma nonostante questo non le avrebbe mai permesso di
andare via da lui proprio ora che aveva compreso cosa provava.
La ragazza sgranò gli occhi stupita da quella proposta
così assurda, anche per uno come Lucius. "Restare qui? Si,
e magari dormire nel tuo letto! Non credo proprio, sai, come ti ho
già detto altre volte, io non sono il tipo di ragazza che di
solito frequenti"
Il muro che la donna stava costruendo fra loro si innalzava sempre di
più, rendendo l'atmosfera glaciale. La tensione era persino
palpabile, tanto era densa, ma nessuno dei due sembrava pronto a
mollare le difese e dare ragione all'altro.
"Lo sai benissimo che non intendevo questo, volevo semplicemente essere
gentile con te. E poi, ragiona, non hai nessun altro posto sicuro dove
andare..." rispose Lucius massaggiandosi le tempie per lo sforzo dovuto
all'imposizione di stare calmo.
Narcissa esplose in una risatina nervosa, e dopo qualche minuto
tornò ad assumere la posizione di accusa nei confronti
dell'uomo. "Ah, davvero? Adesso vuoi essere gentile? Beh, sarebbe la
prima volta che non ti prendi gioco di me!" piano piano, implacabile,
Narcissa stava arrivando al nocciolo della questione, che non aveva
esposto prima per puro orgoglio: il bacio che si erano scambiati alla
festa e che Lucius aveva definito una copertura.
Ora l'uomo seppe che non avrebbe più potuto contenersi,
l'irritazione aveva raggiunto ormai l'apice, e questo era
più che sufficiente a farlo esplodere. "Qual è il
problema, Narcissa? Avanti, dimmelo, perchè, perdonami, io
non riesco davvero ad arrivarci! Che cosa vuoi? Sii chiara una volta
per tutte e smettiamola con questa messa in scena" urlò,
mentre la vena del collo si era ingrossata e pulsava per la rabbia
sfogata.
Per un attimo Narcissa fu presa in contropiede dalla sua reazione
così improvvisa e assurda. Serrò la mascella e
fece un passo verso di lui, come se ad un tratto avesse demolito la
barriera che lei stessa aveva innalzato contro di Lucius.
"Beh è evidente che sicuramente per te non c'è
niente che non va. Per te è assolutamente normale baciare
una donna e dirle che era solo una scusa! Sono io quella che lo trova
strano, ovviamente" ringhiò assumendo una posizione di
difesa, incrociando le braccia al petto. Lucius si passò una
mano sul viso per imporsi un contegno, visto che qualcuno poteva udirli
se avessero alzato troppo la voce. Ciò nonostante, il suo
umore non era migliorato, anzi, la frase di Narcissa non aveva fatto
altro che aggiungere legna al fuoco di rabbia che scoppiettava dentro
di lui. "Beh, mi sembra che non ti sia dispiaciuto affatto, ho
visto come rispondevi ai miei baci, come ti scioglievi tra le mie
mani!" sibilò con tutta l'arroganza che possedeva, a un
centimetro dalla bocca di lei. Narcissa avvampò all'istante
di vergogna, perchè le parole di Malfoy erano assolutamente
innegabili, ma riuscì ugualmente a reagire. Fu l'istinto che
la animò, prima che lei potesse rendersi conto di
ciò che stesse facendo. La sua mano lasciò
l'impronta sul volto dell'uomo in un sonoro schiaffo, facendolo voltare
leggermente per l'impatto. Poco dopo gli occhi le si velarono di
lacrime di umiliazione, ma le trattenne, mentre lo guardava torva.
"Non avresti dovuto farlo, era una serata perfetta, e tu l'hai
rovinata..." sussurrò lei con voce rotta, prima di voltarsi
e lasciargli solo quelle appassionate parole. Si
smaterializzò più velocemente che
potè, e quando ricomparve in una strada, si
abbandonò al muro, mentre si concedeva un pianto
liberatorio. Quelle che le scorrevano sul volto erano lacrime di
rabbia, ma non si sarebbe arresa. D'ora in poi avrebbe proseguito senza
Lucius, e in un modo o nell'altro sarebbe riuscita ad uscire da quella
situazione. A breve i suoi genitori, tornando, l'avrebbero aiutata, ma
per adesso poteva contare soltanto su se stessa, e sull'aiuto di un
amico. Fu così che ferita, confusa e stanca, si
incamminò per Spinner's End, speranzosa di trovare un
pò di conforto.
Spazio
Ringraziamenti: Dopo questo allegrissimo capitolo possiamo anche
kedavrizzarci da soli! Vabbè su, dopo lo scorso capitolo
così intenso ce ne voleva uno abbastanza drammatico... Sto
seriamente valutando l'idea di farli morire tutti alla fine...
Muahahhaha, no, sarebbe troppo sadico ^^ Ok, stare al mare in un posto
isolato mi fa decisamente male :) Non perdetevi il prossimo capitolo
perchè... beh, ci saranno delle evoluzioni (si, mi sto
fissando con i giochi dei pokèmon u.u) Bene, è
ora che la smetto con le fesserie e ringrazio coloro che mi seguono con
costanza e affetto: BekkaMalfoy, Giuliii, Lily_Cissy, ayumi_L, P e r l a e francyslytherin.
Grazie mille!!!!
La vostra Cissy burlona ;)
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Capitolo 10 *** Severus ***
nv10
10. Severus
"Proteggi Narcissa al posto mio Severus, ma senza che lei lo
sappia, per favore..."
Le ultime parole lasciate da Lucius ancora rimbombavano nella testa di
Piton, provocando mille punti interrogativi che si moltiplicavano senza
sosta. L'arrivo dell'uomo in casa sua l'aveva stupito,
nonchè
incuriosito, soprattutto perchè Lucius non aveva motivo di
venire a chiedere aiuto proprio a lui, e per di più per una
faccenda che riguardava una ragazza. Già, l'amore.
Severus sospirò con stanchezza, pensando all'unica persona
che
aveva davvero amato nella sua giovane esistenza, e che ora apparteneva
ad un altro uomo, sebbene non si fossero ancora sposati.
L'amore non faceva per lui, si era detto più volte: non era
riuscito a tenersi stretto la donna che amava, l'aveva allontanata con
il suo orgoglio, e adesso era troppo tardi. Sospirò
nuovamente,
e, sebbene gli costasse fatica aiutare l'amico in questioni d'amore che
gli bruciavano il cuore, l'avrebbe fatto perchè forse Lucius
era
ancora in tempo per recuperare Narcissa.
Fu così che quando intravide fuori dalla finestra la testa
bionda della ragazza che si avvicinava spaurita, non rimase
più
di tanto colpito, anzi, era preparato a quella venuta.
Si alzò immediatamente, e si recò alla porta per
farla
entrare prima che qualcuno la potesse vedere. Narcissa
sobbalzò
alla vista dell'uomo, ma fu solo un attimo, perchè poi il
suo
viso si distese nel riconoscere un volto amico.
"Severus!" esclamò lei in tono di liberazione, correndo ad
abbracciarlo con un'enfasi che lasciò sorpreso l'uomo, che
evidentemente non era abituato a quelle manifestazioni di affetto
così calorose. Piton, imbarazzato, si liberò
immediatamente dall'abbraccio, come se fosse pericoloso sfiorare la
donna che Lucius amava. "Narcissa... vieni, entra, prima che scoprano
che sei qui" sussurrò Severus guardando con circospezione
l'esterno. Poi, chiusa la porta, con la bacchetta in mano
pronunciò qualche incantesimo di protezione, per rendere
invisibile l'abitazione.
La donna intanto era entrata, e aveva iniziato a tormentarsi le mani
con nervosismo, nonostante si sentisse al sicuro lì.
Però
sapeva che Lucius era amico di Severus, gliel'aveva detto proprio
quest'ultimo, e intuiva che Malfoy si sarebbe recato
là al
più presto per prendere accordi con lui, ammesso che non
l'avesse già fatto.
"Scusa se sono venuta qui a quest'ora ma... ecco, non avevo nessun
altro a cui rivolgermi di
cui mi potevo fidare.
Vedi, mi trovo in una situazione difficile, e tu sei l'unico amico che
conosco" iniziò lei, guardandolo con sincerità
negli
occhi.
Piton distolse lo sguardo da lei, mettendosi a sedere e invitando
l'ospite ad imitarlo.
"Lo so, Narcissa, so tutto, non c'è bisogno che tu mi
spieghi la
situazione. Vedi, sono stato io ad informare Lucius del pericolo che
stavi correndo" la interruppe fissando con imperturbabilità
la
parete di fronte. Narcissa non riuscì ad impedirsi di
sgranare
gli occhi a quella notizia. Questo voleva dire che anche Severus faceva
parte di quella faccenda, e che molto probabilmente anche lui era un
Mangiamorte. Non se l'era aspettato da un uomo come Piton, non
l'avrebbe mai e poi mai sospettato, perchè era convinta di
conoscerlo a fondo. E invece i suoi occhi continuavano a vederlo come
il ragazzino timido e riservato conosciuto a scuola, invece che come un
uomo giovane che stava forgiando il suo carattere.
"Quindi tu sei... sei..."
"Un Mangiamorte" completò per lei Severus, guardandola con
estrema sincerità.
Narcissa deglutì come se le avessero appena detto di avere
un
ragno velenoso in testa, poi prese a camminare avanti e indietro con
agitazione. Perchè tutti ora avevano deciso di diventare
Mangiamorte? Cos'era, un'assurda moda indossare delle maschere ed
eseguire gli ordini di un uomo che aveva progetti oscuri?
Sospirò con rassegnazione, intuendo che ormai non poteva
nulla
contro quel Lord Voldemort, visto il successo che vantava in
così poco tempo.
"Non ti biasimo se non ti senti al sicuro, visto
ciò che
raccontano su di noi, ma vedi, sono solo voci. Noi perseguiamo un
obiettivo molto più sublime del semplice andare in giro e
spaventare la gente. Certo, alcuni lo fanno soltanto per accrescere la
propria notorietà, per fanatismo, ma Lucius ed io siamo
alimentati dalla pura ambizione di un mondo migliore" spiegò
Piton versando del vino elfico in due bicchieri, e porgendone uno alla
donna, che lo prese con esitazione.
Lei bevve un sorso per cercare di calmarsi, ma la verità era
che
il discorso di Severus l'aveva allarmata: nei suoi occhi aveva letto la
stessa convinzione di Lucius, solo meno fremente.
"Io mi fido di te, Severus, è solo che non capisco tutto
questo
entusiasmo, non lo comprendo affatto. Mi sento come l'unica adulta
circondata da bambini che impazziscono per un giocattolo che io non
desidero" sospirò avanzando di qualche passo fino al divano,
sedendosi.
"Questo perchè ancora non hai sentito parlare il Signore
Oscuro, il suo progetto è indirizzato esclusivamente ai
Purosangue, perciò credo che ti interesserà prima
o poi"
Narcissa preferì non proseguire quel discorso, voleva
sapere, piuttosto, ciò di cui Piton era a conoscenza
sull'uomo che voleva ucciderla.
"Severus, hai detto di sapere qualcosa riguardo all'assassino..."
iniziò accarezzando distrattamente il bicchiere con un dito.
L'uomo si sistemò sulla poltrona, e ponderò bene
le parole da usare prima di rispondere alla sua ospite.
"Sembra che siano invischiate più persone in questa
faccenda, primo fra tutti il signor Blanche, un mago influente in
società che gestisce clandestinamente un traffico di oggetti
oscuri. E' lui che ha ordinato la tua morte ad un mediocre sicario, che
però è stato ucciso qualche giorno fa... E ora il
signor Blanche sta cercando un altro uomo da ingaggiare per il suo
progetto, a meno che non l'abbia già trovato. Il problema si
è presentato quando Lucius è rimasto
coinvolto..." Severus non terminò la sua
spiegazione perchè Narcissa era intervenuta, tanto era
sconcertata, e l'aveva interrotto.
"Come... Lucius?" la
donna, colta dalla sorpresa, non era riuscita a trattenersi, e ora, con
gli occhi sgranati, aspettava che l'amico continuasse, nonostante la
sua interruzione.
"Si, ecco, è stato Lucius ad uccidere il sicario, non
perchè fosse a conoscenza del piano di Blanche, ma
perchè gli era stato ordinato dal Signore Oscuro, in quanto
questo Greenwood gli aveva recato offesa. Beh, siamo al limite del
comico se penso che ora Blanche sta cercando l'assassino del suo
assassino, in modo da ingaggiarlo al suo posto, e quella persona
è Lucius. Per questo appena l'ho saputo l'ho
avvisato del pericolo che stavate correndo. Qualcuno potrebbe
aver visto la scena del delitto, e collegare l'assassinio ai
Mangiamorte" Piton intanto si era alzato, e si stava versando
dell'altro vino elfico nel bicchiere.
La ragazza, quando aveva udito che Malfoy aveva ucciso, aveva
rabbrividito, perchè per il periodo in cui era stata in sua
compagnia si era quasi dimenticata della sua vera natura. Eppure non
aveva paura di lui, bensì paura per lui, per
ciò che gli sarebbe potuto accadere, per quello che sarebbe
potuto diventare. Scosse la testa cercando di non far viaggiare la
mente in pensieri oscuri, e si concentrò su tutta la
faccenda, cercando di ricordare se aveva conosciuto o no quel Blanche.
Per quanto si sforzasse, però, gli risultava assolutamente
anonimo, come un qualsiasi altro nome sconosciuto.
"Io...io non ho idea del perchè quell'uomo voglia uccidermi,
davvero. Questa situazione si sta complicando, e non voglio coinvolgere
troppe persone. Non c'è un modo per tenere fuori Lucius, per
impedire che si intrometta?" quella richiesta le era uscita spontanea,
e prima che se ne potesse rendere conto l'aveva già
formulata. La verità era che teneva a Malfoy, e l'ultima
cosa che desiderava era che gli accadesse qualcosa di male, nonostante
fosse ancora in collera con lui.
A Severus sfuggì un sorriso, convinto che niente avrebbe
potuto tenere fuori Lucius. Se lo conosceva bene, a quest'ora era
già ad indagare su Blanche per cercare di incastrarlo. "Temo
di no, Narcissa, è molto determinato, difficilmente qualcuno
è mai riuscito a smuoverlo dalle sue decisioni. In ogni
caso, qui sei al sicuro, e sarà meglio che tu rimanga a
dormire a casa mia questa notte, ho un'altra stanza già
pronta. Non preoccuparti, sono tuo amico e ti do la mia parola che non
ti accadrà nulla" le promise sorridendo debolmente.
"Severus...io ti ringrazio davvero, non potrei avere un amico migliore
di te" gli disse riconoscente, mentre gli sorrideva a sua volta con
sincerità.
Imbarazzato da quelle parole, l'uomo si voltò e le
mostrò la camera in cui lei avrebbe dormito, poi,
uscì, e Narcissa lo sentì entrare in un'altra
stanza. Finalmente, dopo quel giorno così intenso e carico
di avvenimenti, poteva riposarsi.
Quando la donna si stese sul letto non le sembrava vero di poter avere
un pò di pace. Chiuse gli occhi, conscia che il sonno
l'avrebbe rapita in pochi minuti. Ripensò alle parole di
Severus, a quell'uomo che voleva ucciderla e perchè, ma
prima che potesse darsi delle risposte, si addormentò,
entrando nella realtà dei sogni, e lasciando al di fuori di
essa tutti i problemi che la opprimevano.
Spazio
Ringraziamenti: Et voilà ecco il seguito! Come state mie
care lettrici? Vi siete godute le vacanze? Io mi sto tristemente
rendendo conto che tra poco è settembre, e si
rinizierà tutto daccapo. T.T Come farò? Bah, per
ora è meglio non pensarci, altrimenti mi rovino anche il
poco tempo rimasto... Passando al resto, grazie di cuore per continuare
a seguirmi sempre, nonostante il caldo e le ferie ^^ siete davvero
tutte formidabili <3 la storia ormai sta per svoltare, non dico
il perchè, ovviamente, sarà una sorpresa! Dovrete
leggere con i vostri occhi e sapere :D stavolta però parto
avvantaggiata perchè già so cosa scrivere nel
prossimo capitolo, così, appena ho un ritaglio di tempo mi
fiondo al pc e continuo, promesso! Ok, bando alle ciance e ciancio alle
bande, non finirò mai di ringraziarvi una per una, per
sostenermi con gioia ed entusiasmo, vi sono grata *_*
Perciò, auguro a tutte voi, BekkaMalfoy, Giuliii, Lily_Cissy, ayumi_L, P e r l a e francyslytherin, di passare questi
giorni in allegria e serenità.
Au revoir!
Cissy :)
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Capitolo 11 *** Buio ***
nv11
11. Buio
Quando
Narcissa si svegliò, ringraziò il cielo che fosse
già giorno. La notte infatti, le aveva procurato solo incubi
che
avevano tutti il volto del suo assassino sconosciuto. Nonostante
ciò, però, ora che aveva recuperato buona parte
delle
forze poteva affrontare con maggiore lucidità l'intera
faccenda.
Quello che le premeva di più ora era trovare finalmente
Regulus
per evitare di dover disturbare ulteriormente Severus, e, visto che sua
sorella era tornata, probabilmente era a conoscenza di dove si trovasse
il cugino.
Fece per alzarsi, in modo da controllare che ora fosse, ma
notò
che c'era un foglio indirizzato a lei sul comodino, e sul bordo del
letto c'era una specie di fagotto piegato. Prese il foglio di carta
elaborata, e il suo cuore sussultò quando vide la sigla
elegante
di Lucius in basso a sinistra. Accigliata, iniziò a leggere
le
poche parole con una curiosità dilagante:
Dobbiamo
parlare. Incontriamoci a Nocturn Alley a mezzogiorno, indossa l'abito
che il mio elfo domestico ti ha lasciato sul letto, e porta con te il
pugnale che ti ho mandato, per ogni evenienza.
Se non verrai
sarò io a cercarti, e ti troverò,
perciò a te la scelta.
Ah, tanto per essere
chiaro: gradirei che tu venissi da
sola.
Lucius
Narcissa
restò a bocca aperta di fronte alla freddezza e al glaciale
tono
imperativo che trasudava quella breve lettera. Era evidente che Lucius
era furioso, e forse la ragazza ne intuiva anche la ragione.
Probabilmente era rimasto infastidito dal fatto che lei aveva rifiutato
di dormire a villa Malfoy mentre invece aveva accettato l'offerta di
Severus. Un sorrisetto soddisfatto le era spuntato sulle labbra rosee,
perchè effettivamente un pò l'aveva fatto per
vendicarsi
della storia del bacio.
L'unica cosa che invece procurava rabbia a lei, era il fatto che Lucius
si stava comportando come un fidanzato geloso, quando invece aveva
espressamente dimostrato di non avere un concreto interesse per lei. E
poi l'autorità con cui aveva scritto quel messaggio la
lasciava
di stucco: era semplicemente assurdo che Malfoy si comportasse
così, visto che non era interessato seriamente a Narcissa;
ma
allora perchè agire in quel modo? In ogni caso, l'avrebbe
saputo
di lì a poco, visto che era quasi mezzogiorno. Per un attimo
le balzò in mente l'idea di non presentarsi
all'appuntamento, giusto per far arrabbiare ancora un pò
Lucius, ma, nonostante il pensiero fosse molto allettante, decise che
sarebbe stato meglio recarsi di sua spontanea volontà.
Si alzò per prendere il vestito e se l'appoggiò
addosso per esaminarlo meglio. Era un abito piuttosto impegnativo,
categoricamente nero perchè avrebbe dovuto nasconderla da
occhi indiscreti, aveva una leggera scollatura sul seno che lasciava
scoperte le clavicole. Aveva un mantello incorporato che si allacciava
alla gola, e il tessuto, essendo di velluto, era molto morbido. Le
maniche lunghe finivano a triangolo a metà tra l'indice e il
medio, e la gonna le arrivava alle caviglie.
Adagiò il vestito sul letto per osservare il pugnale, e il
sopracciglio sinistro le si alzò automaticamente in un segno
di derisione: a cosa le sarebbe servito usare un'arma babbana quando
possedeva una bacchetta? Forse Lucius pensava che lei non era in grado
di difendersi con la magia? Ciò nonostante, mossa dalla
curiosità, prese in mano la fodera e sguainò il
pugnale.
La lama affilatissima era nera, ed era talmente lucida da sembrare
diamante, l'elsa d'argento aveva incisi alcune rune antiche che
Narcissa non seppe tradurre al primo impatto. Era indiscutibilmente un
oggetto assai pregiato, e tutto sommato non le sarebbe dispiaciuto
portarselo appresso, anche se considerava come sua prima difesa la
bacchetta, naturalmente.
Si tolse il vestito blu a malincuore, e indossò l'abito nero
con una strana esitazione. Era assurdo, ma quella veste le metteva
soggezione, come se contenesse qualcosa di pericoloso.
Scacciò via i pensieri negativi e si vestì,
stupendosi del fatto che Lucius conoscesse alla perfezione la sua
misura. Senza volerlo, arrossì vistosamente, e si
guardò strizzata in quell'abito che le dava un'aria
piuttosto intrigante. Così non sarebbe affatto passata
inosservata, si disse, imbarazzata dalla scollatura non troppo
generosa, ma che comunque non aveva mai azzardato.
Le stava benissimo, nonostante lei si sentisse più che a
disagio all'interno di esso, come se fosse appartenuto alla sua peggior
nemica. Prese il pugnale e si legò i lacci della fodera a
mò di cinta attorno alla vita.
Aprì la porta della stanza e notò che Severus,
appena la vide, le scoccò uno sguardo sconcertato, come se
si fosse messa addosso un vestito da pagliaccio. Lei si
imbarazzò ancora di più, e lo salutò
con lo sguardo puntato verso la piccola libreria.
"Narcissa dove stai andando?" le chiese con il solito tono di voce
impassibile, ma la donna capì che in quella domanda c'era
l'implicito imperativo di rimanere a casa.
"Devo vedermi con Lucius a Nocturn Alley, mi ha chiesto di incontrarci"
rispose lei con semplicità, riuscendo finalmente a fissarlo
negli occhi.
Fu Piton stavolta ad abbassare lo sguardo, come se avesse compreso il
motivo di quell'incontro.
"D'accordo, forse è meglio che ti accompagni, non
è prudente..."
"No, Severus, devo andarci da sola" lo interruppe Narcissa con
gentilezza. Avanzò di qualche passo e sperò che
lui non insistesse, anche se la sua espressione era interdetta.
"Ti manda da sola in quel luogo sapendo il pericolo che corri... Non
riesco a credere che il suo orgoglio sia arrivato a tanto"
affermò Piton con amarezza, come se sapesse cosa Lucius
rischiava di perdere.
"Di cosa parli?" domandò la ragazza accigliandosi.
"Ti ha fatta seguire dal suo elfo domestico e ha saputo che stanotte
hai dormito qui, ed è furioso perchè pensa che
sia successo qualcosa..." l'uomo non riuscì a completare la
frase per quanto gli suonava assurda l'ipotesi di una storia tra lui e
Narcissa. Per lui era come una sorella minore, e di certo non era lei,
nonostante la sua bellezza, ad avere il volto dei suoi sogni.
La donna, corrucciatasi, strinse le labbra in segno di leggera rabbia.
Lucius stava veramente esagerando, e lei doveva assolutamente fermarlo.
Salutò l'amico bruscamente e, quando si calò il
cappuccio sul volto, uscì, smaterializzandosi pochi passi
dopo.
Nocturn Alley le apparve più grigia del solito quella
mattina. Forse era il senso di fastidio con cui era partita da
Spinner's End a filtrare negativamente l'ambiente circostante.
Gettò qualche occhiata attorno a lei, ma non
riuscì a trovare Lucius nei vicoli deserti. Istintivamente,
posò una mano sulla bacchetta e l'altra sull'elsa del
pugnale per farsi coraggio.
Dove doveva andare? Le stradine le sembravano tutte uguali, e
odiò Malfoy per averla fatta arrivare fin lì.
Sbuffò più volte prima di avviarsi verso una
strada a caso, e proprio mente iniziava a camminare, qualcuno la
trascinò via per un braccio, coprendole con una mano
guantata la bocca. Per lo sgomento, Narcissa sgranò gli
occhi, cercando disperatamente di raggiungere con una mano il pugnale o
la bacchetta, ma il panico e l'uomo sconosciuto la bloccarono. Non
riusciva a vederlo, poichè egli l'aveva attaccata da dietro,
e con una mano le teneva strette entrambe le braccia, con l'altra, le
serrava la bocca.
Narcissa cercò inutilmente di scalciare, e tentò
perfino di urlare, ma l'impostore era troppo forte.
Si mossero così di qualche passo, poi si fermarono, e la
ragazza udì un rumore pesante di mattoni. Disperata,
pensò a quanto fosse stata stupida a non valutare l'ipotesi
che quella poteva essere una trappola.
Stranamente, l'uomo la lasciò andare, gettandola con forza
per terra. Solo ora capì dove si trovavano: era una specie
di stanzino fatto di pareti di mattoni. Narcissa afferrò
subito la bacchetta, e la puntò contro il suo aggressore, ma
rimase impietrita nel momento in cui osservò la sua faccia.
Ovviamente era coperta, ma indossava una maschera bianca, la stessa
dell'uomo che aveva sognato la notte prima che l'incubo
diventasse realtà. Ansimante, la donna lo fissò
con odio e paura. L'altro la guardava immobile, il suo fisico
scolpito si poteva intravedere anche attraverso i vestiti. Era giovane,
e dannatamente forte.
Quando egli fece un passo verso di lei, la donna pronunciò
l'incantesimo istintivamente, senza rendersi conto di ciò
che aveva fatto. Sulla spalla dell'uomo si era formato un taglio rosso
abbastanza profondo, e lui, preso dalla collera, si avventò
su Narcissa strappandole di mano la bacchetta. Lei gridò con
tutto il fiato che aveva, ma l'aggressore senza volto le premette su
naso e bocca un fazzoletto, e presto le difese di Narcissa si
allentarono, mentre lei piano piano perdeva conoscenza. Odiò
con tutto il cuore quell'essere, ma sorrise maligna perchè
era riuscita a ferirlo, e percepiva la sua rabbia.
Dopo gli ultimi tentativi di ribellione, chiuse gli occhi contro la
propria volontà, entrando nel buio più profondo.
Spazio
Ringraziamenti: Se ho scritto questo capitolo è stato solo
per disperazione. Mi trovo in un periodo nero, e l'unico modo per
rilassarmi è scrivere, leggere e stare un pò in
compagnia. Mi dispiace se sarò poco presente in questi
giorni, o se non sarò molto allegra, il fatto è
che proprio non ce la faccio. Era solo un modo per avvisarvi che se non
sono come sempre gioiosa, c'è un motivo vero. Non voglio
assolutamente divulgare la mia sofferenza, altrimenti non si
chiamerebbe così. So che mi siete vicine, e vi ringrazio
tutte per seguirmi con tanta costanza. Ciò non mi
impedirà di continuare la storia, non ho assolutamente
intenzione di abbandonarla. Dico solo che andrò un
pò a rilento... Grazie per la comprensione e per l'affetto
che mi dimostrate ogni volta.
Cissy
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Capitolo 12 *** Risveglio ***
nv12
12. Risveglio
Quando
Narcissa tornò presente a se stessa, si sentiva come se
fosse
stata schiantata ripetutamente. Era sdraiata su qualcosa che non
sapeva ben definire e la testa le doleva da morire, ma apparte questo
il
suo corpo era intatto.
Il ricordo dell'aggressione ingombrò la sua mente con
prepotenza, offuscando qualsiasi altro pensiero. Aveva avuto paura,
tutto era accaduto con una velocità tale che definirne i
particolari era impossibile. Aveva come la sensazione che non tutta la
situazione fosse della sua portata, come se ci fosse qualcosa che
ignorava involontariamente.
Mosse leggermente la mano destra per cercare la
bacchetta, e quando la trovò la strinse con forza.
Aprì
lentamente gli occhi quasi come avesse paura di guardare l'ambiente
circostante. Nel momento in cui però riconobbe il luogo,
sospirò, e sentì la paura scivolarle via dal
corpo,
lasciandole un leggero senso di tranquillità.
Stranamente, senza sapere la ragione, si trovava alla Testa di Porco,
su una delle panche vicino al bancone. Come ci era arrivata? Mille
domande cominciarono ad affollarle la mente, spingendola a tirarsi su.
A fatica, si mise a sedere guardandosi attorno. Il pub era deserto,
fatto abbastanza insolito per quel luogo che di solito brulicava di
gente.
Chissà, forse qualcuno l'aveva soccorsa, oppure Lucius
l'aveva
trovata... La curiosità cominciò a galoppare
senza darle
tregua, e provò ad alzarsi, ma le gambe erano ancora troppo
deboli. Mentre si arrendeva all'idea di indagare, la porta si
aprì, ed entrò il proprietario in persona,
Aberforth
Silente. Narcissa sobbalzò leggermente, quell'uomo le aveva
sempre messo un pò di inquietudine fin da quando era
piccola, ma
non sapeva dire esattamente perchè. La somiglianza col
fratello
era abbagliante, nonostante i lineamenti del preside di Hogwarts
fossero nettamente più dolci.
Il barista le lanciò uno sguardo indagatorio, poi,
andò
a rifugiarsi dietro al bancone, sempre tenendo gli occhi sulla donna.
"Lei è la signorina Black" constatò con una punta
di
sorpresa, mentre iniziava a pulire un boccale vuoto di Burrobirra.
La ragazza annuì, stupendosi sempre di più dei
modi di fare freddi dell'uomo.
"Signor Silente, io... mi chiedevo perchè sono qui"
iniziò lei con voce insicura.
Aberfoth si lasciò sfuggire una risatina ironica. "Ah beh,
se
è per questo, non lo so nemmeno io. So dirle,
però, che
qualcuno l'ha portata qui, qualche ora fa. Era svenuta in una stradina
a Notturn Alley, e un passante ha deciso bene di soccorrerla e di farmi
una visitina. Non è un posto per una ragazza, Notturn Alley"
sentenziò con amarezza sistemando delle bottiglie di Whisky
Incendiario.
Narcissa si sentì profondamente colpevole, ma
cercò di
concentrarsi sull'argomento, senza lasciare che il barista la facesse
sentire ulteriormente a disagio.
"Senta, io ho bisogno di tornare a casa, perciò..."
iniziò, ma fu subito anticipata dall'uomo, che si
allontanò dal bancone e si diresse verso una finestra.
"A questo ho già provveduto io, ho avvisato sua sorella,
dovrebbe essere qui a momenti... oh, eccola" sentenziò
mentre
osservava fuori attraverso il vetro. Un sollievo enorme travolse
Narcissa, che era più che felice nel sapere che avrebbe
visto un
volto amico. Si alzò con fatica, e quando ebbe saggiato che
le
sue gambe erano in grado di sostenerla, si precipitò fuori
dal
locale, andando in contro a Bellatrix. Quest'ultima, appena le fu
vicina, iniziò a sommergerla di domande sulla sua salute,
mostrandosi evidentemente preoccupata. "Si può sapere che
cosa
è successo? E' da ieri sera dopo la festa che ti cerco!
Quando
Piton mi ha detto che eri con lui mi sono calmata, ma poco fa mi hanno
chiamata dicendomi che ti hanno trovata a Notturn Alley, eri svenuta.
Direi che ci sono parecchie cose di cui mi devi parlare, Cissy"
affermò con una severità che assumeva spesso
quando
voleva rivendicare il ruolo di sorella maggiore. Narcissa
abbassò lo sguardo con aria colpevole, poi le parole le
sfuggirono dalla bocca, una ad una, finchè quella
confessione
forzata non divenne un vero e proprio sfogo. Le raccontò
tutto,
partendo dalla storia dell'assassino che la perseguitava fino alla
lettera di Lucius, senza tralasciare il minimo dettaglio.
Man mano che la sorella le riferiva ogni cosa, il volto di Bellatrix si
scurì di preoccupazione, e cominciò a capire
quanto fosse
grave la situazione. La sua sorellina, il fiore che tutti contemplavano
e ammiravano aveva ispiegabilmente un nemico, e anche terribilmente
potente. In realtà quel resoconto sembrava più un
giallo
ben scritto, e l'intera faccenda aveva qualcosa di assurdo, e anche
diabolico. "Perciò è evidente che adesso sei
braccata,
sei in trappola, e l'assassino lo sa. Non sei riuscita a vedere il
volto del tuo aggressore?" indagò intuendo già la
risposta della sorella.
"No, aveva una maschera bianca, ho visto solo gli occhi...erano grigi"
sussurrò Narcissa spaventata da quel particolare che in
effetti
l'aveva terrorizzata più di tutta la faccenda nel suo
complesso.
Bellatrix contorse le labbra in una smorfia di disgusto che l'altra le
aveva visto sulla bocca numerose volte quando si era ritrovata in
compagnia di Mezzosangue e Maghinò.
"Ma Cissy, queto significa che..." iniziò, ma fu subito
interrotta con veemenza dall'altra donna.
"Lo so quello che vuoi dire, ma è assurdo, non
può essere stato Lucius!"
"Perchè no? Sai quante persone hanno gli occhi grigi?
Pochissime, e tra l'altro anche la lettera riconduce a lui! Potrebbe
averti teso una trappola, potrebbe averti ingannato sin dall'inizio,
tutto torna" affermò la maggiore mentre il cervello lavorava
svelto.
"Che cosa stai dicendo? Non può essere stato lui, non
è
lui, ne sono più che sicura. Ha avuto altre occasioni per
uccidermi, momenti in cui eravamo soli, non l'ha fatto. Sono
assolutamente certa della sua innocenza" sentenziò con
durezza
Narcissa, più che convinta che la sua tesi era dalla parte
della
ragione.
"Come lo sai?"
"Mi fido di lui"
Bellatrix sbuffò, afferrando al volo che Narcissa era
coinvolta sentimentalmente, e che non ragionava razionalmente.
"Ascoltami bene Cissy: Lucius è un Mangiamorte, è
addestrato a mentire, a tradire e a fare il tutto con la massima
discrezione, è finora l'unico che conosceva bene i tuoi
spostamenti. Tutti gli indizi riconducono a lui, non dico che non mi
sembra strano che lui abbia fatto una cosa del genere, tende a
concentrarsi su crimini più teatrali, però non
possiamo
escludere che sia stato lui"
Narcissa scosse la testa, non credendo ad una sola parola pronunciata
dalla sorella. Bellatrix non riusciva a capire: la sua non
era un'ostinazione
insensata, era una vera e propria certezza che aveva sentito sbocciare
nel suo cuore. Ci avrebbe scomesso la sua stessa vita, Lucius era
innocente.
"Bisogna indagare, ma prima di farlo abbiamo bisogno di tornare a casa.
Tranquilla, è protetta da mille incantesimi grazie al tuo
amico Piton" stabilì la maggiore, diventando padrona della
situazione. Narcissa annuì debolmente, mentre pensava con
angoscia a Lucius. Dov'era? Perchè non si era presentato per
sapere come stava? Queste e altre infinite domande sgorgavano senza
pausa dalla mente della donna, lasciando dietro di loro una scia
d'inquietudine.
Quando si smaterializzarono per poco Narcissa non si spaccò,
tanto era distratta dai suoi ragionamenti.
Bellatrix aveva detto la verità, la loro amata villa era
letteralmente coperta da incantesimi di ogni genere, e questo lasciava
intravedere lo zampino di Severus. Quando la sorella minore lo vide in
piedi accanto alla porta gli sorrise velocemente, mentre la maggiore
non lo degnò neppure di uno sguardo. "Ora puoi andartene"
intimò Bellatrix con aria annoiata, mentre apriva la porta.
Severus, sordo all'ordine della donna, le bloccò il
passaggio con un gesto risoluto, provocando lo sdegno della ragazza.
"Non lascerò Narcissa da sola, non è prudente, un
cervello e una bacchetta in più vi possono servire"
affermò l'uomo con la solita impassibilità, sotto
la quale stavolta si nascondeva una fermezza mai posseduta prima.
Le labbra di Bellatrix si arricciarono in un'espressione contrariata,
ma poi si disse che non avevano tempo da perdere, tantomeno con Piton.
Perciò si limitò a scoccargli un'occhiata
d'assenso ed entrò nella dimora con passo deciso, seguita da
Severus.
L'ombra si muoveva con frustrazione nei vicoli della periferia,
maledicendosi ad ogni passo. Non
è possibile, il mio tentativo è fallito, ero a
tanto così... Per la rabbia sferrò
un calcio ad un ciottolo, che rotolò qualche metro
più in là, frantumandosi ad ogni colpo. La figura
si arrestò all'improvviso, addossandosi al muro. Non poteva
lasciarsi prendere dall'ira, doveva essere lucido e ragionare quel poco
che bastava per architettare un altro piano, che funzionasse magari. Ho avuto l'occasione di
ucciderla un milione di volte negli ultimi giorni, come a quella
stupida festa, l'avevo in pungo, eppure...la sua bellezza mi ha
accecato. Devo farlo, devo riuscirci, è una questione di
onore.
Sogghignando
riprese a camminare, gli occhi grigi che scrutavano le stradine con
diffidenza. Era stanco, aveva bisogno di uccidere, di prendere vita e
non renderla più. L'omicidio era l'unico suo motivo per
continuare a condurre la sua esistenza.
Si leccò le labbra inaridite dalla sete di vendetta che lo
divorava ogni giorno di più, lasciandogli nemmeno un attimo
di tregua. La caccia sarebbe continuata, ma stavolta non avrebbe
fallito. Per una volta nella sua vita, si sarebbe sentito padrone del
mondo, invincibile e grande sopra ogni cosa. E suo padre si sarebbe
rimangiato ogni parola sbagliata che gli aveva rivolto.
Uccidendo
si sentiva potente e immortale, e l'immortalità è
il desiderio di tutti
gli uomini, sebbene ognuno la brami in diversi modi.
Spazio Ringraziamenti:
Eccomi qui con il seguito! Prima di passare ai ringraziamente singoli,
volevo davvero dirvi che vi sono immensamente grata per la
disponibilità, l'affetto e la comprensione che mi avete
dimostrato. Siete speciali, e ve lo dico con il cuore in mano <3
Francyslytherin:
Si, beh in effetti non riesco proprio a concepire una storia d'amore
tra Severus e Narcissa O. o, no, l'idea è a dir poco
agghiacciante! Chissà se ho sconvolto qualche teoria
scrivendo questo capitolo xD spero di no, anche se mi diverte vedere
che vi ingegnate così tanto per cercare una soluzione!!
Questo vuol dire che ti piace davvero la storia e ciò non
può far altro che farmi piacere. Grazie per tutto, per i
commenti, per le parole di conforto ^^ Un bacio :)
Lily_Cissy:
Anche se ti ho già ringraziato via e-mail lo faccio anche
qui, perchè ho apprezzato davvero tanto quello che mi hai
detto! Probabilmente non sono così forte come Cissy, o forse
mi manca qualcosa per essere pienamente meno debole, una cosa che Cissy
ha: Lucius. Però non mi lamento, ho voi che siete
così calorose! Aspetto di avere il tuo parere, anche se temo
di deludere le aspettative, visto che questo capitolo non è
come forse ve lo aspettavate. Ok, basta con i film mentali e lascio a
te la parola ;) Un bacio ^^
ayumi_L:
eeh lo so, la gelosia tira brutti scherzi! Il fatto è che
Lucius ha un carattere un pò particolare xD ma è
proprio il suo lato misterioso che mi piace! sconvolta dal capitolo?
Voglio sapere ogni tua impressione, e spero vivamente di non essere
caduta nel banale, ma se è così, allora giuro che
lo riscriverò! Grazie per il sostegno, per le parole, e per
il tempo che mi hai dedicato nonostante io fossi una perfetta
sconosciuta :) Un bacio ;)
BekkaMalfoy:
Bekkaaaaa! Ok, decisamente il ringraziamento a te sarà il
più informale xD Si, tu sei la mia luce! ("e... Luce!") xD
ok passiamo alla storia! Ti ho colpito? eeh? ora magari ti ho sconvolto
tutti i tuoi piani e mi odi... O_O hai visto che Cissy è
sana e salva? E ora ti starai chiedendo perchè quel tipo
l'ha rapita... eeh quante domande a cui non posso rispondere! XD anche
sotto tortura non rivelerò niente, mi dispiace dovrai
leggere e aspettare che Lupin e tutti gli altri diano meno da studiare!
Volevo anche far dire a Bellatrix :"carpe diem e trota domani" ma la
freddezza di quella battuta che QUALCUNO ha fatto avrebbe rovinato
tutto... Ook, sto sforando! grazie Bekka, grazie di essere sempre
accanto a me, di sostenermi e di insultare Lupin xD Ti voglio beneeee!
<3 <3 <3
Giuliii:
Giuliiii dove sei finita? (in verità ti ho visto l'altro
giorno, shhh) come stai? spero bene!aaaaah vampiri è
fighissimaaaaaaaaaaaaaa! pretendo il seguito ora, immediatamente,
perciò a te la scelta, o me lo decanti davanti a scuola o lo
scrivi rapidissimamente e me lo invii via mail! Ti è
piaciuto il capitolo? Dimmi tutto ogni cosa, anche se ti ha fatto
schifo xD
Ti voglio beneeee <3 <3 <3
La vostra Cissy :)
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Capitolo 13 *** Una visita inaspettata ***
nv 13 version3
13. Una visita
inaspettata
Ma forse c'era ancora una piccola possibilità che la
trappola da lui tesa avrebbe riscosso successo. In
realtà non aveva mai sperato nel piano architettato
all'ultimo quella mattina a Diagon Alley, però forse proprio
questo sarebbe stato la sua carta vincente. L'assassino doveva solo
aspettare, presto la preda sarebbe caduta nelle sue
mani, e
allora si sarebbe
vendicato, avrebbe dato sfogo alla rabbia accumulata in tutti
quegli
anni. Sorrise malignamente mentre entrava nel suo covo, una specie di
bugigattolo babbano abbandonato ormai da mesi. Nel frattempo avrebbe
organizzato un altro piano, giusto per assicurarsi un'ottima riuscita.
Il locale in cui era entrato non era granchè spazioso, ma
era
più che sufficiente per la progettazione delle sue
malefatte.
Avrebbe avuto poche ore per organizzare il tutto, ma la sua mente
lavorava veloce, e si adattava anche a tempi stretti. Sentiva
l'eccitazione precedente ad un omicidio pulsargli nelle vene, e
già credeva di poter sentire l'odore del sangue inebriargli
le
narici. Sorrise di nuovo, consapevole della vicinanza del suo
obiettivo, e percepì il sapore della vittoria sulle labbra
sottili. Gli occhi grigi scrutarono con soddisfazione una boccetta
vuota sul tavolo, fulcro del piano realizzato a Diagon Alley. Doveva
solo aspettare un giorno, e poi il liquido verde precedentemente
contenuto nella bottiglietta avrebbe contribuito alla sua vincita. Era
vicinissimo alla meta, e a quel punto qualsiasi minimo errore sarebbe
stato fatale.
Non appena Narcissa entrò nella dimora della sua famiglia,
una
sensazione di sollievo la pervase dolcemente. Era stata via soltanto
qualche giorno, eppure quel luogo le era mancato più di
qualsiasi altra cosa. Era come se avesse il potere di annullare ogni
tipo di affanno, e in quel periodo era esattamente ciò di
cui
aveva bisogno. Adesso si sentiva anche meno scoraggiata, e aveva
ritrovato quel pò di volontà necessaria per
proseguire.
Udì i passi di Severus e Bellatrix attutiti dall'enorme
tappeto
all'ingresso e solo in quel momento si rese conto di quanto si sentisse
più forte con loro al suo fianco. Bisognosa di un
pò di
riposo, la donna salì le scale per raggiungere la sua camera
e
distendersi quel poco che bastava affinchè la sua mente si
liberasse da tutti i pensieri che l'avevano oppressa in quei giorni.
Quando entrò nella sua stanza fu inondata da un fresco
profumo
di rosa che aveva dimenticato durante quelle ore di assenza. Era come
se il tempo passato con Lucius avesse stravolto la sua vita, e adesso
si sentiva come un'estranea che non riconosce le proprie cose. In
effetti tutti gli eventi accaduti in quei giorni avevano dato una
svolta alla sua esistenza e avevano contribuito al suo processo di
maturazione interiore. Per altri la venuta di Malfoy avrebbe
significato una maledizione, in quanto i guai le erano piombati addosso
dal momento in cui aveva iniziato a frequentarlo, ma in
realtà
lei non aveva mai
concepito nessuno di questi pensieri. Da quando aveva conosciuto Lucius
si sentiva più responsabile, più viva, era come
se lui
avesse scosso la rigidità e la timidezza che le impedivano
di
sbocciare.
Sarebbe stato bello riabbracciarlo, anche solo vederlo per un attimo e
accertarsi che stava bene. Sospirò rassegnata adagiando il
mantello sulla sedia in legno e si sedette fissandosi nella specchiera.
Era da tanto che non lo faceva, così sussultò
lievemente
quando si ritrovò ad osservare il suo volto. Era diversa, i
segni del suo mutamento interiore venivano manifestati anche
all'esterno, ma questa consapevolezza non la spaventava affatto.
Ricordò l'ultima volta in cui si era specchiata: era stato
un
pò di tempo prima, quando si era risvegliata dopo l'incubo
notturno e aveva scoperto che qualcuno le aveva reciso una ciocca di
capelli durante il sonno. Sbattè le palpebre ripetutamente
mentre ricordava il suo volto spaurito di allora e non fece a meno di
provare tenerezza per se stessa. Non che ora fosse diventata una donna
matura su due piedi, solo gli avvenimenti recenti l'avevano in qualche
modo plasmata, e aveva assunto maggiore consapevolezza di
sé.
Si alzò quando sentì parlare
qualcun'altro oltre a
Bellatrix e Piton al piano inferiore. Avrebbe fatto volentieri una
bella doccia
rigenerante, ma la curiosità agì per lei,
muovendole le
gambe giù per le scale. Non appena riuscì a
distinguere
chiaramente la voce e a riconoscerne il proprietario, si
precipitò per le scale piena di gioia. Quando lo vide non
riuscì a trattenersi tanta era la contentezza di rivederlo:
Regulus si ergeva in tutta la sua elegante figura e la guardava
sorridente.
"Reg!" esclamò Narcissa gettandogli le braccia al collo. Il
ragazzo per lei non era semplicemente un cugino, bensì il
fratello minore che non aveva mai avuto, qualcuno di più
piccolo
da proteggere e amare. Erano sempre stati inseparabili, avevano
condiviso tutte le estati e le feste assieme e il loro legame era
qualcosa di talmente puro che entrambi lo conservavano come un bene
raro. Rimasero abbracciati per qualche minuto e poi toccò a
Bellatrix salutare l'ospite. Tra loro due invece c'era un
semplice
e freddo rispetto reciproco, qualcosa che si addiceva più a
conoscenti che a parenti.
"Come hai fatto a trovarci?" domandò Narcissa dando voce ai
suoi
pensieri. Regulus le strinse una spalla con delicatezza prima di
risponderle e quando lo fece incantò i presenti col suo tono
vellutato. "Le protezioni di questa casa non funzionano con i Black, ma
devo ammettere che non è stato facile trovarvi, ero
già
passato a cercarvi qui, ma non ho avuto successo"
Mentre raccontava gli ultimi avvenimenti la donna più
giovane lo
osservò attentamente: anche lui era notevolmente cresciuto,
i
capelli neri e mossi gli conferivano un'aria tremendamente affascinante
e Narcissa per un attimo immaginò le dita di una fanciulla
sconosciuta che li accarezzavano, e tale visione le procurò
una
leggera fitta di gelosia materna. Era alto, snello e carismatico,
sostanzialmente tutte le caratteristiche che avevano permesso alla
dinastia Black di distinguersi nella banalità delle altre
famiglie nobili. La loro eleganza era sempre stata famosa, ma avere un
esempio concreto di tale bellezza era molto più
strabiliante, era come se
non fosse nella loro natuta essere rozzi.
"Vado a prenderti qualcosa da bere cugino, sei pur sempre un ospite"
esclamò Bellatrix dirigendosi verso l'ampia cristalliera
alle
loro spalle. Regulus approfittò di quell'attimo di
distrazione
per sussurare qualcosa all'orecchio di Narcissa. "Devo parlarti al
più presto in privato, si tratta di Lucius"
bisbigliò in
fretta, non lasciando tempo di replicare alla donna, che lo
guardò come se le avesse rivelato qualcosa di sconcertante.
Severus parve accorgersene e fissò con un'espressione
interrogativa il giovane Black.
Narcissa era turbata, mentre i presenti conversavano avvertiva qualcosa
di pesante opprimerle il petto. Era preoccupata per quello che il
cugino le avrebbe confidato. Lucius stava bene? Era ferito? Per un
attimo immaginò la peggiore delle ipotesi concretizzarsi:
Lucius
era in pericolo, e lei non poteva fare niente in quanto ormai era
troppo tardi.
Chiuse gli occhi con forza per evitare che certi pensieri si
insinuassero nella sua mente, ma la sensazione di soffocamento non
cessò, anzi il respiro le si fece più affannoso e
un
sentore di nausea cominciò a bloccarle la gola.
"Cissy, ti senti bene?" le domandò suo cugino mentre gli
altri
le indirizzavano sguardi preoccupati. Lei scosse leggermente la testa e
sussurrò che aveva bisogno di stendersi in camera sua. Il
senso
di malessere era aumentato vertiginosamente, mentre la vista iniziava a
sgranarsi e le orecchie a fischiare. Riuscì con grosso
sforzo ad
alzarsi, ma nel momento in cui fu in piedi la testa le girò
tremendamente e le gambe cedettero, facendola accasciare come un
involucro vuoto. Regulus fu rapido a prenderla prima che cadesse sul
pavimento e la sollevò sulle braccia con estrema
facilità, dirigendosi nella stanza di lei preceduto
da
Bellatrix che lo guidava al piano superiore. Narcissa si sentiva
soffocare e il panico le attanagliava le viscere mentre la
portavano di fretta in camera sua. Si sentiva paralizzata, come se un
crampo generale l'avessse immobilizzata. Non riusciva a respirare e si
portò una mano allo sterno convulsamente, sentendo un
bruciore
insopportabile arderle il petto. Avrebbe voluto tossire, ma si sentiva
troppo debole per farlo, e così si ritrovò priva
di
ossigeno senza poter fare nulla.
La distesero sul letto e quando credette che sarebbe svenuta per
l'assenza di aria, improvvisamente rinsavì, respirando
finalmente a pieni polmoni. Guardò incredula prima
Bellatrix che teneva un pugnale in una mano e poi uno squarcio che
aveva diviso a metà il suo corsetto, permettendole di
inspirare.
Sotto il corpetto tagliato la sottoveste trasparente lasciava
intravedere le linee del seno e della cassa toracica che si allargava e
restringeva a scatti, mentre il suo respiro si stava regolarizzando.
"Quante volte devo ripeterti di non stringerti troppo il corpetto?
Guarda cosa succede a seguire la moda!" sbuffò la
sorella
maggiore cercando di alleggerire la situazione. Si passò una
mano sui capelli per sistemarli e si lasciò andare ai piedi
del
letto di Narcissa, che recuperava ogni attimo trascorso in mancanza di
ossigeno. Si sentiva tremendamente debole, nonostante il dolore e la
sensazione di oppressione al petto fossero svaniti. I corsetti non le
avevano mai dato problemi, anzi, li adorava a tal punto da indossarli
spesso senza rovinose conseguenze. Chissà, magari la
tensione
accumulata in quei giorni aveva contribuito ad aumentare il carico
emotivo che l'aveva sopraffatta proprio in quel momento. Si disse che
non aveva importanza, visto che ormai tutto era passato, eccetto la
stanchezza.
"Ci hai fatto prendere un grosso spavento, vado a chiedere a Severus se
può somministrarti qualche pozione in grado di ridarti un
pò di forze" si offrì Regulus facendole
l'occhiolino
affettuosamente. Narcissa lo guardò uscire e poi
posò gli
occhi su sua sorella che si tirava su, mettendosi a sedere.
"Sarà il caso che ti cambi, prendi un vestito che non ti dia
problemi. Ti aiuto" le disse alzandosi e cingendole la vita con un
braccio per sostenerla. La ragazza si lasciò guidare
docilmente
fino all'armadio da cui scelse un abito blu semplice e privo di
corsetto.
Una volta sola in bagno, quando si guardò allo specchio
notò qualcosa di strano sullo sterno nascosto dal tessuto
trasparente della sottoveste. Se la sfilò e rimase nuda,
mentre
gli occhi esaminavano lo sterno, proprio dove aveva creduto di aver
visto un livido. E in effetti c'era una leggera ombra scura nello
spazio tra i due seni, vicino al cuore, esattamente dove aveva
avvertivo quel forte bruciore che le aveva mozzato il fiato. Non appena
si girò di profilo la macchiolina scomparve, e anche quando
tornò in posizione frontale la sua pelle era perfettamente
rosea.
Corrugò le sopracciglia con fare interrogativo e si disse
che
probabilmente aveva avuto un'allucinazione, magari dovuta alla
precedente mancanza di ossigeno. Si infilò il vestito senza
mai
distogliere lo sguardo dal petto, ma l'ombra non ricomparve.
Decise di non dare molta importanza a quell'evento: dopotutto, era
stato solo uno stupido corsetto che le aveva compresso i polmoni. Si
sentì già sollevata e cercò
di cambiare la
sua espressione leggermente allarmata in una più tranquilla.
Si, era solo colpa di quel maledetto corsetto, ora ciò che
contava era parlare con Regulus e cercare di uscire al più
presto da quell'incubo.
Spazio
Ringraziamenti:
Non avete idea di quanto mi dispiaccia aver postato così in
ritardo. Prendetevela con i miei professori che in quest'ultimo periodo
mi hanno caricata come pochi! Ho avuto un mese di inferno, credetemi,
ma ora sono qui tutta per voi per dedicarmi alla mia storia. Spero che
ci siate tutti e che non mi abbiate abbandonata, ho bisogno di voi!!
Finalmente sono in vacanza e vi prometto che aggiornerò
molto
prima adesso che ho due settimane tutte per me... Non vedo l'ora di
sentire i vostri pareri, anche perchè questo capitolo mi ha
causato non pochi problemi visto che ne ho ideato e scritto tre
versioni diverse O.O da incubo! Passo ai saluti singoli e per ora vi
auguro un Natale gioioso e speciale! ^_^
ayumi_L: Ooh grazie, sembri una delle poche convinta dell'innocenza di
Lucius, avrai ragione?
Sono contenta di aver trasmesso l'affetto che Bellatrix e Piton provano
per Narcissa senza mai snaturarli. Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto anche se vi ho fatto aspettare tanto, e di questo mi dispiace
perchè so che mi avrai odiato, però davvero mi
hanno sommersa di studio in questo periodo terribile... E
vabbè, acqua passata per ora, per fortuna. Ti ringrazio
ancora e ti faccio tanti auguri di Buon Natale ^^ Un bacio! :D
Giuliii: Giuli Giuli
Giuliii! Grazieeeee *_* amo ritrovarmi recensioni chilometriche,
perchè vuol dire che hai impiegato tanto tempo per
rispondermi, il che non può far altro che farmi piacere! :D
Oooh grazie, non mi merito tutti questi complimenti, diciamo che cerco
di rendere al meglio ogni capitolo, anche se non so se quel meglio mi
riesce sempre! Per fortuna ci sei tu che in quanto scrittrice mi
comprendi! Aaah a proposito, ciò mi fa venire in mente che
ancora non ho letto il capitolo successivo di vampiri e per questo (mi
dispiace Bekka u.u) non posso dire chi è meglio tra i
personaggi. Ma tanto non esprimerò mai il mio giudizio u.u
vabbè questo era un messaggio implicito che ti chiedeva
sognante di inviarmi il prossimo capitolo di vampiri visto che
è NATALE! ahahah quanto sono crudele! No, vabbè
io ci ho messo una vita per pubblicare, tu hai tutto il tempo che vuoi
:D Con ciò ti lascio e ti sollecito a vederci al
più presto perchè devo darti il mio regalino e
poi ti devo stritolare per bene u.u un abbraccio da Hagrid! Ti voglio
bene <3
Francyslytherin: Ma
grazieeee! Ooh che carina che ti scervelli per trovare una soluzione!
Io non mi esprimo, lascio a voi la parola anche perché
sennò non c'è minimamente gusto. Avrei voluto
scrivere un capitolo più natalizio ma purtroppo non ci
azzeccava nulla con il corso della storia e così ho deciso
di scrivere i ringraziamenti in verde e rosso!! (si, adoro il Natale
u.u) bene, detto questo ti ringrazio infinitamente e spero di non farti
aspettare troppo, anche se mi farò perdonare prossimamente,
promesso :D Buon Natale!
BekkaMalfoy: Bekkaaa! Aaah
leggendo le tue recensioni me la taglio anche a distanza di tempo! sei
un genio della comicità, io l'ho sempre detto! aaah
finalmente relaaaax! volevo farti un ringraziamento speciale
perchè hai stimolato la mia mente creativa con mille
discorsi, perciò se sono riuscita a finire questo capitolo
è anche grazie a te che mi hai dato lo spunto. Ok, ora non
ti fomentare! XDD aah ho vinto due volte di seguito a mercante in
fiera! mamma mia, potenza pura. ok, torniamo alla storia xD ma
perchè i ringraziamenti a te non hanno mai senso?! bah,
sarà che le mille cose da scriverti che mi vengono in testa
risultano poi: ahahjfancwjdjecn! figo, potrei inventarmi una lingua!
Grazieeeee di tutto, di ascoltarmi quando sono in crisi per i capitoli,
di riuscire sempre a farmi ridere (anche quando prendi in giro Lupin XD
a proposito, devo raccontarti delle cose) e di essere
lì con quella tua solita faccina sbaciucchina a dirmi
:"scrivi, scrivi, cissy, scrivi" senza la tua pulce nell'orecchio mi
darei all'ippica. Oddio ho scritto "scrivi" due volte, mi sto
elisizzando O.O vabbè, tutti pazzi per amore mi fa male,
questo è ormai vario e ovvio come dici tu! Bene, ho finito
la serie di cavolate da inserire, quindi ti saluto e come dice Silente,
Hasta la Vista! Ti voglio beneeeeeeeeeeee e Buon Natale pieno di
cocchetti che ti ha dato mamma ^_^ <3 <3
LilyCissy: Oooh che bello hai sempre
qualcosa di bello da dirmi, spero che sia così anche per
questo capitolo! Grazie mille, mi dispiace averti fatto aspettare
così tanto, però come ho già detto
prima è stato per motivi di forza maggiore, non avevo
neanche il tempo di dormire abbastanza, pensa un pò!
comunque, sono contenta che nonostante questo tu mi recensisca sempre
con affetto ^^ grazie, davvero i tuoi commenti sono così
dolci e delicati che mi fanno molto piacere :D dimmi cosa ne pensi di
questo capitolo, non può far altro che migliorarmi per il
prossimo u.u Buon Nataleee e un bacio grande!
Cissy :D
|
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Capitolo 14 *** La prova ***
nv 14
14. La prova
Quando Narcissa uscì dal bagno vide suo cugino in
piedi vicino
al letto con un bicchiere di cristallo in una mano, mentre lo sguardo
vagava chissà dove oltre l'ampia finestra. Fu lei a
distoglierlo
dai suoi pensieri, avanzando verso di lui. Quest'ultimo si
ridestò all'istante, sincerandosi della sua salute. Narcissa
fece un gesto di noncuranza e si sedette sulla poltrona accanto al
comò, guardando suo cugino con preoccupazione. "Sto bene,
è stato solo quello stupido corsetto, piuttosto, tu dovevi
dirmi
qualcosa di urgente che riguardava Lucius" disse cercando di mascherare
la sua apprensione verso un uomo verso cui dopotutto non avrebbe dovuto
mostrare alcuna premura visti gli eventi appena passati.
"Bevi prima questa, è una pozione che mi ha dato Severus per
farti acquisire un pò più di forze, sarai
spossata"
suggerì il ragazzo porgendole il bicchiere contenente un
liquido
trasparente.
Narcissa seguì il consiglio e svuotò in un sorso
la
pozione dolciastra, poi rivolse gli occhi azzurri di nuovo a Regulus,
impaziente di sapere. "Da qualche giorno sono sulle
tracce di Lucius, il Signore Oscuro era preoccupato per la sua assenza,
perchè non rispondeva al richiamo del Marchio che aveva
effettuato subito dopo la sua scomparsa. E' avvenuta subito dopo che io
l'avevo visto un pò di giorni fa, avevate litigato da poco
ed
era parecchio amareggiato, da come parlava si capiva quanto sei
importante per lui.
Mi aveva raccontato tutto ciò che era accaduto quando
eravate stati insieme, e anche del fatto che c'è
un sicario in giro che aspira alla tua morte. Mi aveva confidato che
gli
avrebbe dato la caccia finché non l'avrebbe trovato, ma
pensavo
che stesse delirando, che non faceva sul serio. Era sconvolto, non
potevo immaginare che qualche ora dopo se ne sarebbe andato davvero.
Adesso non so dove sia, ma prima che me ne andassi mi ha chiesto di
proteggerti a qualunque costo.
C'è anche una cosa che devo farti vedere,
Cissy, potrebbe significare qualcosa come potrebbe non valere nulla.
L'ho trovato quando mi sono recato in casa sua per scrupolo".
Regulus prese un plico
di fogli che aveva precedentemente posato sul comò e lo
porse a Narcissa muovendosi fluidamente.
Lei lo afferrò all'istante con crescente
curiosità, ma
non appena i suoi occhi si adagiarono sul primo foglio si
sentì
mancare. Lesse in fretta le prime righe e poi con un'espressione
confusa guardò il cugino che la incoraggiò a
proseguire.
Non era possibile.
Le iridi
azzurre correvano veloci sulle frasi, mentre lei avvertiva il terreno
franare sotto i suoi piedi. Quei fogli contenevano tutte informazioni
su di lei, e il primo aveva allegata anche una sua foto. La sua mente
continuava a non capire, e il caos si era impadronito di lei,
annebbiando qualsiasi tentativo di ragionamento. Si lasciò
scivolare sul pavimento e spostò lo sguardo su suo cugino
che si
fissava le mani intrecciate con un'espressione grave. Gli occhi della
donna cercarono i suoi, ma quando quelli neri li incontrarono
non
resistettero e si abbassarono nuovamente.
"Mi spieghi cosa significa? Sembra un mio curriculum molto
dettagliato....io non riesco a comprendere cosa ci facesse a casa di
Lucius..." cominciò lei coprendosi il viso con le mani per
cercare di placare il senso di panico che la attanagliava
completamente. L'uomo si alzò, la tirò su
nonostante lei
opponesse resistenza e la fece sedere sul letto in modo che si calmasse.
"Sono nozioni sui tuoi spostamenti e sulle tue normali abitudini, in
sostanza sei descritta in queste pagine con cura maniacale. Ma
c'è dell'altro, vai alle ultime pagine"
C'era dell'altro? Narcissa non sapeva se sarebbe stata in grado di
sopportare oltre, ma si fece coraggio, non poteva mollare proprio
adesso dopo tutto quello che era successo. Poggiò il plico
sulle
gambe e iniziò a sfogliare con frenesia, finchè
Regulus
non la bloccò e le indicò una riga. "Guarda" le
disse
"qui la scrittura sembra interrompersi e inoltre questi ultimi fogli
non fanno
parte del plico originario, sono stati aggiunti posteriormente da
qualcuno" le fece notare intelligentemente, mentre il cervello di lei
lavorava veloce. In effetti quelle pagine non erano della stessa
calligrafia dello scrittore precedente, sembravano piuttosto degli
appunti presi di fretta da qualcun altro. Quelle annotazioni occupavano
non più di tre fogli e quando Narcissa si
soffermò sulle
parole finali, il suo cuore perse un battito. Lì era
descritto
il tentato omicidio con il mobile precipitato che non l'aveva
colpita solo grazie all'intervento di Lucius. L'assassino aveva
preparato tutto con la massima cura, occupandosi minuziosamente di ogni
singolo passaggio. Il cuore della donna riprese il suo battito regolare
nonostante i suoi occhi si muovessero sulle lettere in una corsa
disperata. Gli appunti si interrompevano là, il secondo
ipotetico scrittore probabilmente aveva deciso di smettere con quella
specie di diario, oppure aveva cessato di appuntare per cause di forza
maggiore.
C'era qualcosa che non tornava, però, in quanto
l'aggressione
avvenuta a Notturn Alley era posteriore all'interruzione grafica del
probabile sicario. "Non riesco a capire perchè si sia
fermato..." constatò la donna ad alta volce sperando che
l'uomo
conoscesse la risposta alla sua domanda. "Lo ha ucciso Lucius per
ordine del Signore Oscuro" rispose Regulus lapidario stringendole una
spalla per darle coraggio. Del resto non poteva evitare di dirle
direttamente quello che sapeva, non avevano tempo e soprattutto sarebbe
stato più doloroso posticipare quella rivelazione.
Un sottile gemito trovò modo di uscire dalla bocca di
Narcissa prima che lei potesse bloccarlo. Le sembrava tutto
così surreale: il muro di convinzione dell'innocenza di
Lucius veniva continuamente attaccato dall'esterno e lei non sapeva
più come fortificarlo. Ha
ucciso. Di nuovo, forse. Chissà quante altre volte
l'avrà fatto. Già, ma stavolta è
diverso, l'ha fatto per te, per proteggerti le
suggeriva una voce interiore confortante che seguì
ciecamente.
"Quello che mi sfugge è il motivo della fuga di Lucius, in
realtà è la sua scomparsa ad incriminarlo
più di qualsiasi altra prova" affermò Regulus
portandosi due dita sulle labbra con fare pensoso.
"Lo so che quello che salta agli occhi è che Lucius sia
colpevole, ma io so che non è così, dobbiamo
soltanto riavvolgere tutti gli eventi e rintracciare il dettaglio che
potrebbe fare la differenza e che ora non ci sovviene" disse Narcissa
alzandosi in piedi per meditare meglio tra la confusione generale che
vi era nella sua mente.
Regulus la guardò in modo strano, come se non si fosse
aspettato quella sua reazione così risoluta e determinata.
In cuor suo la pensava anche lui come sua cugina, ma aveva paura di
tutte quelle prove contro Malfoy. Non era mai stato uno che si lasciava
trasportare dalla cecità del cuore in modo da oscurare la
ragione, però temeva che in quella circostanza avrebbe fatto
esattamente quello. C'erano troppi indizi e prove confusi che rendevano
la faccenda ancora più intrecciata. Osservò la
donna davanti a lui camminare avanti e indietro, mentre cercava di
appigliarsi a qualsiasi considerazione che scagionasse il suo uomo. Le
fece per un attimo tenerezza quella sua cugina che era sempre stata
ritenuta come il gioiello inestimabile di famiglia, e che invece ora
dimostrava di possedere anche una determinazione non comune.
D'un tratto Narcissa si bloccò come se fosse stata folgorata
da un'illuminazione, poi si rivolse a Regulus con un lampo di speranza
negli occhi chiari. "Hai detto che il Signore Oscuro ha usato il
Marchio per chiamarvi subito dopo la scomparsa di Lucius, giusto? In
che cosa consiste di preciso questo richiamo?" gli domandò
respirando velocemente per l'emozione.
Il ragazzo le spiegò senza riuscire a capire dove voteva
andare a parare. "Durante i primi anni da Mangiamorte è
impossibile sfuggire alla chiamata del Signore Oscuro, si avverte un
dolore insopprimibile che ti costringe a piegarti al volere del tuo
padrone: è come ricevere più frustate su tutto il
corpo, è il segno dell'obbedienza eterna. Il richiamo non
è qualcosa che può essere ignorato, è
pura persuasione che ti costringe a seguirlo inevitabilmente, e inoltre
dura finchè il servo non si dirige dal padrone. Lucius
è stato l'unico a non essersi presentato" un malsano fervore
brillava negli occhi neri dell'uomo, sicuramente in maniera meno
esasperata di altri che idolatravano il Signore Oscuro come se fosse un
dio.
"Perciò Lucius ancora sta soffrendo?" gli chiese
ulteriormente avvicinandosi leggermente.
"Si, diciamo che avverte scosse a tratti, come se fosse la
ripercussione di una ferita"
Narcissa si voltò di scatto tormentandosi le mani mentre il
suo cervello tirava le conclusioni. "Ma certo... Non può
essere stato Lucius ad aggredirmi a Notturn Alley quel giorno visto che
il richiamo è stato attuato non appena lui è
scomparso, ovvero subito dopo la nostra lite. Io poi sono andata da
Severus e il giorno dopo mi è arrivata la lettera da parte
di Malfoy, che a questo punto sarà stata un falso, e
l'aggressione è avvenuta proprio poche ore dopo.
L'aggressore non ha esitato nemmeno per un attimo e poi era
incredibilmente forte. Ti rendi conto? Questa è una prova
fondamentale!" ragionò ad alta voce, sentendosi sempre
più vicina alla verità. Regulus si fece
influenzare dal suo entusiasmo e scattando in piedi concluse veloce.
"Perciò deve esserci qualcun altro che ha preso il posto
dell'assassino e che ha agito in modo tale che la colpa ricadesse su
Lucius! Sei assolutamente geniale, cugina!" sorrise dandole un bacio
fraterno sulla fronte. Lei gli strinse le mani sollevata, poi
cercò di concentrarsi di nuovo cercando di trovare una
soluzione per Lucius. "Devo parlare al più presto con l'elfo
domestico di Malfoy, lui saprà sicuramente qualcosa, ma non
ci andrò da sola, mi serve Kreacher, puoi chiamarlo?"
Inizialmente Regulus la guardò spiazzato da quella
richiesta, ma poi acconsentì e dopo qualche secondo l'elfo
si presentò al loro cospetto con il suo solito sonoro crac. La donna lo
precedette prima che iniziasse a elencare pregi e lodi infiniti ai suoi
padroni scandendo un ordine ben preciso. "Kreacher ho bisogno che tu mi
porti a Villa Malfoy, è molto importante" poi si rivolse al
cugino che non era totalmente convinto di lasciarla andare sola. "Tu
non preoccuparti, Regulus. Dobby mi ha già vista una volta,
mentre tu per lui saresti uno sconosciuto e rischieremmo di tornare a
mani vuote. Inoltre Kreacher è un elfo, perciò se
dovesse accadermi qualcosa sarebbe in grado di smaterializzarsi in
fretta e portarci entrambi salvi a casa"
Il ragazzo la prese per un braccio e la costrinse a fissarlo negli
occhi preoccupati. "Giurami che starai attenta e che non farai niente
di stupido, non voglio perderti, cugina" le intimò con una
severità che lei non gli aveva mai letto nello sguardo.
"Te lo giuro" gli rispose con semplicità
baciandogli una guancia. Poi afferrò il mantello ignara del
fatto che Regulus avesse lanciato un'occhiata di ammonimento al suo
elfo, che non appena comprese, strinse la mano a Narcissa e si
smaterializzò con lei, lasciando il ragazzo solo in quella
stanza pregna della recente scoperta.
Spazio Ringraziamenti: Avete visto che tempismo? Non ve l'aspettavate,
eh? Io l'avevo promesso però, perciò ho mantenuto
la parola data ^^ Ormai mi duole ammetterlo, ma siamo agli sgoccioli!
Forse il prossimo capitolo sarà l'ultimo, o forse il
penultimo, devo ancora decidere. Intanto vi avviso, tanto ho
già tutto scritto in testa, però mi dispiace
concludere questa fic, mi ci ero affezionata ormai! Bene, dopo i deliri
iniziali passo ai ringraziamenti per le vostre bellissime recensioni
<3
BekkaMalfoy:
ti va bene questo colore? sorvolando il fatto che tu hai avuto l'onore
che tu sai, grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee <3 che bello che
bello recensione mEEEga! aaah così mi piaci! Hai visto che
il tuo Lucius è innocente? come potevo fargli fare
l'assassino, suvvia, non ucciderebbe neanche un drago in miniatura! ooh
e tutto sembra rose e fiori, invece! spero di non essere troppo cruenta
per il prossimo capitolo, eppure mi vengono in mente solo immagini
crudeli. Mmmh si, mi sa che finisco in bellezza :D troppa dolciuria in
queste fic! già mi viene tristezza a pensare che non
dovrò più aggiornare "l'enigma", mi ci ero
affezionata, sai? è come una specie di figlia ^^ ok, sto
monologando e tu dirai "e cosa me ne importa?!" . però tanto
ho mille milioni di idee in mente, quindi non esaurirò il
mio genio del male così in fretta! Sarebbe figo pubblicare
queste storie, chissà se me lo fanno fare... e ora sto
immaginando jo che mi punta un coltello alla gola perchè ho
osato profanare i suoi personaggi O.O forse è meglio
bruciare quest'idea, va! ooh chissà quante volte ripeterai
"Lucius è innocenteeee, visto, visto??" nella recensione,
non so immaginarmelo nemmeno io! Vabbè dai, come dice
silente, ti lascio con "hasta la vista" e ovviamente "iiigor" xD ti
amoooooooooooooooooooooo e grazie per le tue parole luuunghe e
confortanti <3 <3
Francyslytherin: nooo! tu parti e ti perdi
il seguito e forse la fine??? giura che poi non mi dimenticherai!
giura! (sembro regulus xD) scherzo, siamo in vacanza, divertiti quanto
vuoi ^^ stavolta ci ho messo molto meno e il capitolo grazie al cielo
non mi ha causato problemi, sarà perché sapevo
cosa scrivere e verso la fine la situazione diventa sempre meno
difficile da descrivere! aaah credo che questo capitolo abbia
soddisfatto almeno tutti, visto che Lucius è buono... su,
è Natale, non potevo fargli fare l'assassino! spero di
averti chiarito le idee, e forse placato anche la fantasia che
galoppava all'impazzata. Buone feste e grazie di aver commentato anche
questo capitolo :D un bacione!
Ayumi_L:
si, beh in effetti ho messo in crisi tutti con questa storia di Lucius,
però ora sapete qual è la verità, non
ci sono più dubbi! Si, lo so, sono sparita senza avvisare,
il fatto è che ero letteralmente sommersa da libri (e ci
sono testimoni u.u) quindi non ho avuto proprio il tempo. Mi
sono fatta perdonare però, eh, niente panico!
grazie mille perché non ti perdi un capitolo, sei molto
affettuosa ^^ un bacio grande e ancora Buone Feste :D
Giuliii:
aaah spero di non averti fatto aspettare troppo col mio squillo! non
è da me aggiornare così presto (come ha detto
Bekka u.u) però l'ho fatto perché ve lo siete
meritato tutte, e io dovevo farmi perdonare in qualche modo della mia
assenza! non so quando posterò l'ultimo o il penultimo,
perché sarò un pò impegnata tra cene,
scampagnate e ancora cene! (sono una donna di mondo, io!) tu, invece,
cara testolina rossa, potresti scrivere, eh! non mi puoi lasciare in
sospeso fino alla fine dell'anno (visto che manca poco!!) ma non voglio
forzarti u.u basta, parliamo della tua recensione: grazieeeeeeee
<3 sono contenta che tu ti stia fomentando,
perchè fomenti anche me che sono abbastanza scialla quando
pubblico! nonostante i miei doveri da elfa sono riuscita a ringraziare
tutti come si deve, e a dire al mondo che Lucius non è un
assassino (o, almeno, lo è solo quando serve) come ci sei
rimasta? mi disp, bella aveva torto, aah si, io me la immagino sempre
che cammina figa ancheggiando come una modella perché... boh
mi sa di donna formosa e sensuale! e ovviamente folle e unica nel suo
genere ^^ adoriamo bella per questo. Ok, basta inneggiarla u.u guardate
me, guardate me che sono più figa. ok, scusa, attimo di
egocentrismo andato in fumo velocemente. Che dire di altro? Grazie
infinite e buon tutto <3
Lily_Cissy:
diciamo che non ho preso alla lettera il tuo "prenditi pure tutto il
tempo che vuoi" in quanto stavolta ho fatto molto ma molto presto! si,
piccolo regalino di Natale :D sei contenta? Lucius è
scagionato, ma chissà cosa accadrà nel prossimo
capitolo che ancora non so se sarà l'ultimo, ma dettagli,
meglio vivere alla giornata xD ooh hai visto che carini Regulus e
Narcissa che si vogliono bene come dei fratelli? io amo Reg,
è molto affascinante e interessante! (e non si era notato da
come l'avevo descritto u.u) grazie per seguirmi fedelmente e regalarmi
i tuoi commenti. Sono curiosa di sapere cosa pensi di questo capitolo,
chissà quanto dovrò aspettare! (scherzo,
ovviamente!)
Grazie ancora e Buone Feste! Un bacio :D
La vostra Cissy-Sherlock <3
|
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Capitolo 15 *** L'ultima sfida ***
nv 15
15. L'ultima sfida
Premetto che questo non sarà l'ultimo capitolo,
bensì ci sarà un epilogo. Non ho messo nessun
ringraziamento perchè voglio dedicarmici interamente alla
fine. Posso solo dirvi che se mi sono commossa a questo punto,
è anche perché questa storia non avrebbe avuto
senso se non ci foste state voi a leggerla. Perciò, grazie
infinite, siete le mie prime lettrici e vi porterò per
sempre nel cuore.
Quando
Villa Malfoy si stagliò davanti a Kreacher e Narcissa,
quest'ultima avvertì la medesima sensazione della prima
volta in
cui aveva visto quello splendore. Dovettero affrettarsi
perché
aveva iniziato a piovere leggermente, e il cielo grigio carico di
nuvole non prometteva affatto
buon tempo. Bussarono alla porta con una certa fretta e per qualche
secondo alla ragazza venne il dubbio di aver fatto un viaggio a vuoto,
in quanto non si percepiva nessun rumore dall'interno. Ma non poteva
arrendersi a quell'idea: dopotutto aveva solo una flebile speranza come
ancora di salvezza. Aspettarono cinque buoni minuti prima di picchiare
nuovamente sul legno liscio del portone. Stavolta furono più
fortunati: una figura minuta aprì di poco e li
scrutò con
un'aria torva. La donna cercò di assumere la faccia
più
amichevole di questo mondo, nonostante fosse pervasa da un'ansia
incontenibile. Dobby parve riconoscerla, perchè le rughe
sulla
fronte si distesero, e il volto dell'elfo si rilassò
vistosamente.
"Sono Narcissa Black, non so se ti ricordi di me, sono un'amica del tuo
padrone. Puoi farci entrare?" domandò Narcissa immaginandosi
la
reazione di sua sorella se avesse sentito con quale tono si era rivolta
ad una creatura indegna come quella.
Infatti anche Dobby e Kreacher la fissarono increduli, e questo
contribuì ad incrementare la quantità
già notevole
di imbarazzo. L'elfo si limitò a scostarsi per permettere il
loro passaggio e poi richiuse la porta alle loro spalle. "Se cercate il
p-padrone, lui non è in casa. E' andato via! E Dobby non ha
potuto fermarlo perché Dobby è un incapace,
esattamente
come ha detto il padrone! Oh, se il padrone vedesse che Dobby ha fatto
entrare degli estranei in casa sua..." piagnucolò la
creaturina
sbattendo ripetutamente la testa contro la parete. La ragazza lo
fissò disgustata: odiava il modo di parlare e punirsi che
avevano gli elfi, così incomprensibile e snervante.
"Fermati!
Voglio parlare con te del tuo padrone. Tu saprai qualcosa riguardo alla
sua scomparsa, vedi, sono molto preoccupata per lui e voglio aiutarlo"
gli spiegò assumendo un tono più autoritario di
quello
che aveva usato in precedenza.
L'elfo parve riscuotersi, e si asciugò le lacrime con il
lembo
della sua veste malconcia. "Dobby non sa niente! Dobby deve soltanto
pulire la casa della nobile famiglia Malfoy perchè
così
deve essere! Dobby è nato per fare questo, Dobby ama
servire
il padrone..." seguitò con un tono servizievole e
altamente irritante. Narcissa smise di ascoltarlo e si
guardò
attorno: doveva trovare lo studio di Lucius, quell'elfo non le sarebbe
stato minimamente di aiuto se avesse continuato a elencare lodi senza
senso. Si diresse a caso verso la prima porta che individuò,
e
la aprì mentre veniva inondata dalle proteste acute di Dobby
che
aveva iniziato a sbraitare senza controllo. Per poco non l'avrebbe
assalita se Kreacher non le si fosse parato davanti, facendole scudo.
"Stupido elfo! Mi farai perdere solo tempo, lasciaci in pace e stai al
tuo posto, come ti ha ordinato il tuo padrone" ringhiò la
donna alzando il mento con fierezza,
poi si rivolse a Kreacher, addolcendo la sua voce. "Tu puoi rimanere
qui, controlla che Dobby non intralci i nostri piani, io ho solo
bisogno di informazioni, torno tra poco..." garantì entrando
nello studio e chiudendosi la porta alle spalle. Non appena mise piede
nella stanza, un delicato odore di pelle si inoltrò nelle
sue
narici, calmando i suoi nervi tesi. Ad una prima occhiata
distratta non si era accorta di essere contornata da un caos generale,
che regnava incontrastato.
Sembrava che un tornado avesse investito senza pietà tutto
ciò che si era trovato davanti, lasciando i resti della sua
furia in ricordo del suo passaggio. Non c'era assolutamente nulla che
fosse al suo posto: libri adagiati scompostamente per terra, una
bottiglia di Whisky Incendiario rovesciata sul pavimento, le tende
stracciate in alcuni punti come fossero state aggredite dalle unghie di
una tigre e infine il tappeto palesemente spostato. Narcissa si
avvicinò cauta cercando di non lasciarsi influenzare da quel
disastro, e si appellò a tutta la determinazione che aveva
per
non permettersi di abbandonarsi alla disperazione.
Si guardò attorno rapidamente per scegliere il punto
d'inizio
delle sue indagini e scelse di cominciare dalla scrivania stracolma di
scartoffie. Lucius non era il tipo da tenere un taccuino su cui
appuntare i suoi piani, questo Narcissa l'aveva intuito,
però di
sicuro aveva organizzato la fuga in qualche modo e magari in mezzo a
quel disordine disarmante c'era la risposta che cercava.
Si avvicinò ulteriormente per esaminare meglio i blocchi
cartacei sparsi sul mobile, ma essi erano solo lettere scritte con
noiosi ghirigori. Nella fretta di scartare tutta la carta inutile, un
foglio cadde dalla scrivania sul tappeto, costringendola ad alzarsi per
raccoglierlo. Durante il breve tragitto accade qualcosa di strano e
fulmineo, che lasciò la ragazza letteralmente senza fiato.
Di
colpo il pavimento franò sotto i suoi piedi e la donna
precipitò nel vuoto per qualche secondo. Non ebbe neanche il
tempo per aprire la bocca e urlare, perché la sorpresa le
soffocò il grido in gola.
Quando atterrò, l'impatto con il terreno fu disastroso:
Narcissa
mise accidentalmente male il braccio sinistro, ritrovandosi il polso
interamente schiacciato dal suo peso. Con una smorfia di dolore si mise
a sedere massaggiandosi la parte lesa, mentre qualcosa le suggeriva dal
profondo che qualcuno le aveva palesemente teso una trappola. Si
maledisse silenziosamente per qualche secondo, poi decise che era
inutile continuare ad incolparsi e cercò di capire dove era
finita.
La sua caduta aveva sollevato una grossa nuvola di polvere, quindi le
risultava piuttosto difficile riuscire a delineare i contorni
dell'ambiente circostante. Avanzò nella nebbia di qualche
passo
con una certa insicurezza, pentendosi di non aver portato con
sé
Kreacher e solo dopo alcuni minuti mise a fuoco completamente il luogo
che la circondava. Era precipitata in una specie di lungo corridoio
sotterraneo improvvisato in fretta che terminava con una porta grezza e
malmessa. L'aria era fastidiosamente viziata, e dal pavimento spirava
una leggera corrente fredda che spinse la ragazza a dirigersi verso
l'uscita.
Narcissa aprì la porta con cautela mentre un
cigolio acuto
colmava il silenzio glaciale che aveva fino ad allora dominato la scena.
Davanti ai suoi occhi si dipanò tutto ciò che non
si
sarebbe aspettata di trovare: il tunnel sotterraneo conduceva ad
un'immensa sala ovale che sembrava fosse stata trapiantata
lì
dalla dimora di un ricco principe.
I suoi passi echeggiarono in modo sinistro all'incedere lento che
tradiva la sua prudenza, mentre il suo sguardo indagatore ispezionava
ogni angolo di quell'eccentrico luogo. Perché mai Lucius
avrebbe
dovuto necessitare di un posto del genere quando aveva l'intera villa a
sua disposizione? C'era qualcosa che non le quadrava, sebbene quella
stanza fosse innegabilmente meravigliosa. La calma che regnava
lì cominciò ad esasperarla, tanto che
iniziò ad
immaginarsi voci inesistenti. Accelerò il passo per
provocare un
pò di rumore, ma mentre si muoveva una terribile
consapevolezza
si insinuò nel suo petto: non era possibile delineare i
confini
di quella sala. A mano a mano che avanzava le pareti sembravano
allontanarsi, quasi come se volessero beffarsi di lei. Un dilagante
senso di dispersione la invase, tanto che la disperazione la costrinse
a correre per raggiungere la fine di quel luogo, che però
non
arrivava mai. All'improvviso si fermò, il petto le si
abbassava
e alzava velocemente per la corsa, e intanto il cervello cercava di
fornire una spiegazione logicamente valida a quel fenomeno. Era in
trappola, chissà dove magari Lucius si trovava in
pericolo
e lei era rinchiusa in quella specie di infinito artificiale.
Girò su se stessa più volte, aggrappandosi a
qualsiasi
idea le passasse per la mente, ma non arrivò niente
che
potesse aiutarla.
Proprio quando aveva perso ogni speranza, ormai sconfitta dall'ansia,
percepì un suono che assomigliava ad un lamento.
Con la bacchetta sfoderata si mosse alla cieca quasi correndo, poi, non
appena risentì quella voce, si
bloccò pietrificata. Era una sorta di rantolo soffocato che
invocava aiuto. Quella richiesta disperata e confusa proveniva da
dietro un gruppo di ampie colonne sulla destra, e la ragazza vi si
fiondò all'istante.
Quello che vide la uccise e la fece rivivere
allo stesso tempo: logoro e legato ad una colonna con spesse corde
stava Lucius, l'unico uomo, eccetto suo padre, per cui lei avrebbe
rischiato la vita.
L'emozione la travolse e per qualche secondo rimase a contemplare il
corpo di Malfoy ferito che ormai aveva accettato impotente quella
prigionia. Non c'era nessun centimetro di lui che non fosse ricoperto
di ferite: la camicia strappata in alcuni punti lasciava intravedere la
pelle coperta di sangue rappreso, e il volto era pallido e provato, ma
nonostante questo, a Narcissa parve bellissimo come sempre. Nel vederlo
così brutalmente straziato, alcune lacrime cominciarono a
sgorgarle dagli occhi, e la voce le si spezzò mentre
pronunciava
il suo nome ripetutamente.
Lucius alzò lo sguardo su di lei come se gli si fosse appena
rivelata una dea salvatrice. "Narcissa!" esclamò con voce
roca
mentre i suoi occhi grigi erano colmi di incredulità e gioia
allo stesso tempo. Lei si precipitò gettandogli le
braccia
al collo, mentre lui cercava avidamente la sua bocca. "Chi ti ha
ridotto così?" più che una domanda, quella della
ragazza
parve una supplica. Prese tra le sue delicate mani il volto pallido
dell'uomo, mentre il suo viso era incessantemente rigato da lacrime di
felicità e dolore.
Narcissa non aspettò la sua risposta e cominciò a
slegare
le corde che gli tenevano le braccia strette alla colonna cui era
appoggiato con la schiena. Le dita le tremavano convulsamente e le
sembrava che ad ogni nodo che riusciva a sciogliere se ne formassero
altri dieci. "Narcissa, tu non capisci... Devi lasciarmi qui,
è te che
vuole, se ti troverà accanto a me ti ucciderà.
Devi
andartene prima che lui ritorni e fuggire in un posto sicuro. Ti prego,
fermati" le sussurrò Lucius a fatica con la gola arsa che
gli
bruciava per lo sforzo di aver parlato. La donna non lo
ascoltò,
anzi continuò a districare quei lacci ben saldi, nonostante
le
mani le dolessero notevolmente. "Non ti lascerò proprio ora
che
ti ho ritrovato, non mi importa più di nient'altro, adesso
voglio solo liberarti e tornare a casa" disse lei asciugandosi una
lacrima con il polso.
Quando Lucius fu libero non attese neanche un secondo e la
abbracciò con tutte le energie che gli erano rimaste,
stringendo
Narcissa a sé come per recuperare tutto il tempo perduto in
quei
giorni di prigionia. La ragazza rispose con entusiasmo a quel contatto
che troppo le era mancato: in quell'attimo capì quanto era
stata
stupida a rinchiudersi nel suo sciocco orgoglio senza riuscire a vedere
che insieme a lui si sentiva forte, ma allo stesso tempo al sicuro.
Malfoy prese a baciarla con foga, come se le labbra di lei fossero
l'acqua che gli era mancata in quei giorni. Il suo era un disperato
bisogno che mai aveva provato in vita sua. La desiderava, certo, ma
soprattutto voleva amarla
come
non aveva fatto in precedenza. Le sue mani, nonostante gli dolessero
perché piene di tagli, delinearono le curve del corpo di
Narcissa quasi a voler tracciare i confini di qualcosa che gli
apparteneva.
Era un contatto passionale che travolse la donna fin nel profondo,
proprio dove sentiva risvegliarsi un istinto sino ad allora sopito.
Percepiva il suo corpo interamente avvolto da quello di Lucius, e
sebbene fossero più che vicini, avvertiva che non era
abbastanza, e qualcosa in lei la spingeva a donare la sua essenza
interamente all'uomo. Fu lui ad interrompere quel bacio passionale
staccandosi da lei bruscamente, ed entrambi si ritrovarono con il fiato
corto e scossi dalle emozioni appena provate.
"Ho visto il tuo assassino, ti giuro che ucciderò quel
bastardo
con le mie mani, ma adesso mi sta più a cuore la tua
incolumità, perciò dobbiamo andarcene prima che
sia
troppo tardi" le rivelò prendendole una mano e si
voltò
per condurla all'uscita.
Narcissa non ebbe neanche il tempo per chiedergli chi fosse il suo
sicario, perché un fruscio catturò la sua
attenzione,
subito dopo seguito da un lampo rossastro. Senza nemmeno pensare
agì d'impulso, gettandosi su di Lucius che le dava le
spalle.
Gli cadde addosso mentre un dolore lancinante alla coscia sinistra le
tolse il fiato. Si era lanciata su Malfoy per proteggerlo
dall'incantesimo non verbale che qualcuno aveva lanciato su di lui, e
ora si era ritrovata a terra urlante per la sofferenza insopportabile.
Una grossa macchia rossa le era comparsa sul vestito all'altezza del
quadricipite sinistro e si andava allargando piano piano.
Guardò
con orrore il dilagarsi del sangue, mentre la ferita la costringeva a
contorcersi per impedirsi di gridare fino a lacerarsi le corde vocali.
Udì un urlo diverso dal suo, quello di Lucius che le si fece
vicino all'istante partecipando alla sua agonia.
Il pensiero che Narcissa si era presa un Sectumsempra al posto suo lo
uccise, e la strinse forte come a voler prendere su di sé
quel
tremendo supplizio.
Subito dopo entrambi avvertirono l'eco di una risata sadica rimbalzare
su tutte le pareti, senza che ne individuassero l'origine. Poco dopo un
uomo che sorrideva diabolicamente sbucò da una colonna con
fare
cospiratorio e si avvicinò verso di loro.
"Guarda guarda... oggi è il mio giorno fortunato, due prede
in
una sola volta! Così però non c'è
gusto" disse
mentre le sue labbra sottili si muovevano elegantemente. Lucius si
alzò in piedi e fece per fronteggiarlo, ma lo sconosciuto lo
bloccò immediatamente con un fluido gesto della bacchetta,
scaraventandolo addosso alla parete opposta. Narcissa gemette
ulteriormente osservando impotente la figura di Malfoy che si
accasciava al suolo, perdendo coscienza. Poi spostò lo
sguardo
sul suo assassino con ferocia, incenerendolo come fosse un pezzo di
carta.
"Non mi guardare così, tesoro, se tu avessi fatto la brava
ora
avresti una gamba sana, e una persona in meno sulla coscienza" le
sussurrò alzando le sopracciglia in un'espressione di
rimprovero, accostandosi a lei sempre di più. Narcissa
indietreggiò facendo leva sui gomiti, ma procedeva troppo
lentamente, e l'uomo la raggiunse affrettando di poco il passo. Si
inginocchiò, le afferrò la caviglia sinistra e la
trascinò verso di sé finché il volto
della donna
non fu vicino al suo. Quel gesto strappò un urlo di dolore
alla
ragazza, perchè la gamba ferita strusciò sul
pavimento
imprimendole una tortura insopportabile.
Narcissa aveva il respiro affannato e il viso solcato dalle lacrime
uscitele per la sofferenza. L'uomo le sorrideva insistentemente, ma era
un sorriso privo di gioia, un'espressione che lei avrebbe voluto
togliergli a furia di graffiargli la faccia. Ma non lo fece.
Lo fissò con tutto l'odio che era capace di covare nel
cuore, ed ebbe modo di mettere a fuoco la sua figura.
Era giovane, gli occhi grigi privi del calore di quelli di Lucius la
osservavano glacialmente, scrutandole fastidiosamente l'anima. Aveva
dei capelli neri e lisci, lunghi fino all'inizio del collo, un corpo
magro e alto e dei lineamenti taglienti. Era abbastanza robusto sebbene
fosse più filiforme di Malfoy, ed era completamente vestito
di
nero. Se non fosse stato per l'atmosfera di malvagità
estrema
che lo ricopriva, sarebbe stato anche un bell'uomo.
"Narcissa... scommetto che non ti ricordi di me, eppure avresti dovuto,
ti saresti risparmiata questi giorni di angoscia. Io invece non ti ho
dimenticata, sei stata nei miei pensieri per tutti questi maledetti
anni, mentre il desiderio di stringerti tra le mie mani mi
ossessionava. Già, sono impazzito per te, ho ucciso per
averti,
mi sono rovinato... fin quando ho capito che avevo sprecato tutto quel
tempo per una donna per cui neanche esistevo". Raccontò come
se stesse narrando una favola ad un bambino, facendo scorrere l'indice
sulle labbra di lei. La donna si irrigidì a quel
contatto,
e non reagì subito soltanto perché ancora non ne
aveva le
forze. "Vedo che la mia faccia ti è ancora sconosciuta...
Sono
Adam Blanche, il figlio di Alger Blanche, il mago più
disonesto che Londra conosca. E' stato lui ad ingaggiare
il sicario che nei primi giorni ti ha tormentato. Una volta
che
quest'ultimo è morto, sono subentrato io, e ora, eccomi qua.
Vuoi illuminarci tu su come ci siamo conosciuti, tesoro?" le
suggerì facendo un cenno con la testa in direzione di
Lucius,
che si stava riprendendo dall'impatto con il muro.
Con un'espressione disgustata Narcissa ricordò tutto in un
attimo. Anni fa Alger Blanche e suo padre avevano stretto un accordo
che doveva essere suggellato dal matrimonio tra lei e Adam. Come aveva
fatto a non pensarci? Probabilmente la sua mente aveva rimosso
quell'episodio spiacevole della sua vita, lasciando al posto del
ricordo un grosso buco nero. I due alla fine non si erano
più
sposati perché Cygnus, il padre della ragazza, si era
accorto
che il signor Blanche non era affatto la persona onesta e illustre che
tutti credevano: per questo aveva bruciato il contratto matrimoniale e
impedito che sua figlia andasse in sposa all'erede di un terribile
individuo. Il periodo che seguì fu durissimo per i Blanche:
la
notizia circolò e giunse perfino alle
orecchie dei
maghi più in vista della società londinese, che
iniziarono ad evitare la famiglia, escludendola da qualsiasi evento
mondano. Alger intese il gesto dei Black come un
affronto alla sua immagine pubblica che si era costruito con tanta
fatica. Narcissa non riusciva a credere che il ragazzo timido e cortese
che aveva conosciuto quando era più piccola si fosse
trasformato
nella copia sbiadita di suo padre.
"E' successo anni fa, e tu ancora ti porti dentro così tanto
rancore?" ringhiò lei guardandolo con tutto il disprezzo che
sentiva esploderle dentro al petto. Adam rise sommessamente prima di
afferrarle un polso e avvicinare la sua faccia a qualche centimetro da
quella di Narcissa, che lo fissava senza paura.
"Tu non capisci, vero? Io ero innamorato di te, io ero destinato ad
averti, avrei dato qualsiasi cosa per renderti felice. E tu mi hai
ripudiato senza pensarci due volte, ponendomi uguale a mio padre. E'
per questo che devi essere punita, e lo farò così
lentamente che ti pentirai di aver fatto della tua bellezza una
condanna per ogni uomo che hai scartato" sibilò accostando
inesorabilmente le sue labbra a quelle della donna. La ragazza fu
rapida e repentina. Il rumore di uno schiaffo risvegliò del
tutto Lucius, che si stava riprendendo a poco a poco. Il sicario si
ritrovò anch'egli a terra e mentre si massaggiava incredulo
la
guancia colpita dalla mano di Narcissa. Quest'ultima gettò
un'occhiata al suo vestito che ormai era completamente cosparso di
sangue nella zona della coscia. "Già, e se dovessi tornare
indietro rifarei la stessa scelta" dichiarò lei con
orgoglio,
fissandolo con superbia. Adam era furioso, si alzò con un
andamento minaccioso e roteò la bacchetta in modo tale che
dei
lacci le legassero le braccia, bloccandola in una morsa inespugnabile.
Successivamente, una volta inginocchiatosi alla sua
altezza estrasse dalla giacca un piccolo pugnale che
alzò a
mezz'aria, provocando un urlo disperato di protesta di Lucius, che non
riusciva più a rialzarsi e ad intervenire. Narcissa
gridò
voltando la testa di lato per non guardare la sua fine, ma il colpo
fatale che si era aspettata non giunse, e lei rimase con il fiato
sospeso. Il coltello di Adam lacerò la lunga gonna del suo
vestito creando uno spacco vertiginoso, e si interruppe non appena la
stoffa lasciò scoperta la coscia sinistra.
Quando la donna vide la ferita si sentì mancare: era
più profonda di quanto si fosse immaginata, e inoltre le
copriva
buona parte del quadricipite. Fissò la pelle insanguinata
come
se non appartenesse a lei, e temette ciò che aveva
intenzione di
fare quel pazzo. L'uomo la osservò prima in modo torvo, poi
agì, sputandole addosso parole velenose. "Pagherai per
questo,
sporca sgualdrina".
Contemporaneamente il suo indice e pollice si poggiarono ai lembi della
ferita, e distesero la pelle in modo da allargare tormentosamente il
taglio.
Narcissa non aveva provato in nessun momento un dolore più
grande di quello.
Lanciò un grido disumano, gutturale, che nemmeno le
apparteneva,
e mai come in quel momento si sentì simile ad una bestia. Lo
strazio era insopportabile, Adam non si fermava e lei credette di
morire. Si contorceva disperata, tentando di liberare le braccia
incatenate, proprio come un insetto prova inutilmente a staccarsi da
una ragnatela in cui è rimasto intrappolato. Le sue urla le
graffiarono la gola, e ben presto si unirono a quelle di Lucius che
guardava la scena incapace di fermare quell'agonia, perchè
la
botta che aveva preso contro la parete probabilmente gli aveva
fratturato qualche costola. "NON LA TOCCARE!" ringhiò;
anch'egli
scalciava, e partecipava contrito alla sofferenza della ragazza, che
era sul punto di svenire.
Quando lei ormai stava perdendo conoscenza, Adam interruppe la tortura,
contemplandola mentre agonizzava in quella pozza di sangue. L'uomo
strappò un pezzo di stoffa dalla veste di Narcissa e le
fasciò la ferita in modo da fermare l'emorragia che di
lì
a poco l'avrebbe uccisa. Mentre arrotolava la benda improvvisata
attorno al taglio, la donna smise piano piano di tremare, e chiuse gli
occhi sperando ardentemente che qualcuno intervenisse e portasse via
sia lei che Lucius.
Come se il suo torturatore le avesse letto nel pensiero, le
sussurrò dolcemente la sua condanna.
"Non verrà nessuno, ho messo una protezione a questa sala
che la rende invisibile, e inoltre l'incantesimo Muffliato che ho vi
applicato trasforma le vostre grida in silenzio. Non puoi sfuggire al
tuo destino, non ti permetterò di rovinarmi questo progetto,
non ora che sono quasi giunto alla fine. Manca solo un piccolo
dettaglio".
Adam le prese il polso sinistro e la trascinò verso Malfoy,
che lo fissava con uno sguardo deformato dall'odio. Narcissa fece uno
sforzo immane per stare dietro al passo svelto del suo aguzzino e non
poggiare il peso sulla gamba ferita.
"Scommetto che nessuno finora ti ha mai portato via la persona che
amavi, vero damerino? Hai sempre avuto tutto quello che desideravi
nell'istante stesso in cui lo bramavi, ma io rovescerò la
situazione, e finalmente renderò giustizia.
Ucciderò la donna che ami davanti ai tuoi occhi. Guarderai
la sua agonia impotente, mi implorerai di smetterla sapendo che io non
esaudirò le tue preghiere" disse l'assassino con
crudeltà, rivolgendosi a Lucius con un'espressione beffarda.
"Non risolverai niente con la sua morte. Rimarrai comunque un perdente,
perché lei non ti ha amato e mai lo
farà, mentre io sono stato capace di farle provare emozioni
che tu non ti immagini lontanamente" sbraitò digrignando la
mascella con forza.
Narcissa avvertì il braccio del sicario irrigidirsi e
sentì la sua rabbia condensarsi nell'aria.
La lasciò bruscamente, facendola atterrare con poca
delicatezza sul pavimento. L'uomo si diresse verso Malfoy e gli
sferrò un calcio alle costole già doloranti per
l'impatto precedente. Lucius fece uno sforzo immane per non gridare, ma
strinse con più veemenza i denti, portandosi le mani alla
parte lesa. "Non ti azzardare mai più a rivolgerti a me in
quel modo. Cosa credi, che non la ucciderò? Lo
farò, e poi toccherà a te, ti lascerò
morire qui e sarà una morte lenta e dolorosa" Adam
sfogò ripetutamente la sua ira colpendo Malfoy in zone
diverse, e Narcissa si sentì esplodere a quella
visione. Non poteva sopportare che venisse fatto del male all'uomo per
cui era pronta a rischiare tutto, e così
approfittò di quell'attimo di distrazione del suo aguzzino
per colpirlo alle spalle. Con grande fatica la donna si alzò
in piedi facendo leva sulla gamba sana, e cercando di emettere meno
rumore possibile gli si scaraventò addosso con tutte le
forze rimastele, facendolo crollare rovinosamente a terra.
Nel frattempo Lucius provò a muoversi nonostante le percosse
ricevute gli facessero girare la testa e strisciò
più veloce che poté verso la sua bacchetta che
era caduta poco più lontano da lui quando era stato
scagliato contro il muro.
Avvenne tutto rapidamente: la ragazza capì al volo quale
fosse l'intenzione di Malfoy, e bloccò le braccia ad Adam,
che si divincolava cercando di togliersi la donna da sopra la schiena.
Qualcosa però andò storto: la donna si
sentì mancare proprio come quando il corpetto le aveva
mozzato il fiato il giorno prima. Il corpo le si paralizzò
all'istante e la sensazione di soffocamento si fece sempre
più crescente. Bastò quell'attimo all'assassino
per liberarsi dal suo peso. Narcissa respirava a malapena, avvertiva
come una morsa che le bloccava i polmoni, e un gelo innaturale
iniziò a propagarsi lentamente dallo sterno fino al resto
delle membra. Un secondo dopo udì lontanamente la voce di
Lucius che gridava, e un lampo verde le riempì le iridi,
lasciandole mille punti interrogativi.
La ragazza non riusciva a muoversi, e qualsiasi contatto con l'ambiente
esterno le giungeva distante e rallentato.
Stava perdendo sensibilità alle gambe e alle braccia, e ben
presto comprese ciò che le stava accadendo.
Quando ancora frequentava Hogwarts, un giorno, durante una lezione di
Pozioni, il professore si era soffermato sui distillati velenosi, e
aveva spiegato i vari effetti che procuravano sulle vittime.
Probabilmente Adam le aveva somministrato quel filtro il giorno del
falso rapimento. La pozione causava tutti i sintomi che lei aveva
provato sulla sua pelle, e il corpo veniva distrutto a poco a
poco.
Sto morendo. Quel
pensiero le riempì la testa celermente e le fece spuntare
una lacrima che scivolò pigramente lungo una guancia. Non
avrebbe più rivisto nessuno dei suoi cari, non avrebbe
potuto chiedere scusa a Lucius per come si era comportata.
Chissà se qualcuno l'avrebbe ricordata d'ora in poi. Sarebbe
morta così, senza aver vissuto tutte quelle esperienze che
rendevano una persona reale. Niente matrimonio, niente figli, niente
nipoti. Avrebbe lasciato quel mondo sola, mentre tutti gli altri
continuavano la loro esistenza essendo magari insoddisfatti.
Non voleva andarsene, aveva ancora troppo da imparare, non poteva
essere davvero quella la sua fine.
Ad interrompere quel flusso di tristi considerazioni fu Lucius, che
l'aveva raggiunta a fatica. Si inginocchiò accanto a lei e
la chiamò ripetutamente accarezzandole il viso. Senza sapere
perché, Narcissa gli sorrise stringendogli una mano.
"Ti amo" gli sussurrò con un filo di voce, come se le ultime
parole, le più importanti della sua vita fossero quelle.
"L'ho ucciso! E' morto, ti prego, Narcissa non lasciarmi..." Lucius
gridò forte, ma alla donna arrivò solo un flebile
suono.
La baciò intensamente prima di stringerla a sè
con dolcezza, come se volesse trasmetterle la sua vita e sacrificarsi
per lei.
Era terribilmente fredda, e il suo cuore batteva piano, mentre il
ragazzo cercava di non perdere la speranza.
Rimasero insieme per un tempo infinito, e l'ultima percezione che la
donna ebbe prima di cadere in un buio profondo, furono le lacrime
dell'uomo che amava che le bagnavano il viso.
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Capitolo 16 *** In attesa ***
nv 16
-Epilogo-
16. In attesa
La
porta della camera dentro cui si trovava Narcissa era chiusa. Lucius
camminava su e giù per il corridoio con la speranza vana di
attenuare l'angoscia, ma non ci riuscì. Ogni minuto che
passava
gli sembrava un'eternità, e continuava a fissare con
insistenza
le lancette dell'orologio, pregando che andasse tutto bene. E se
l'avesse persa? No, non sarebbe andata così. Magari non era
niente di preoccupante e lui si stava torturando inutilmente. Si
passò una mano sul viso con frustrazione, notando con
sorpresa
che sul suo volto era spuntata un pò di barba. Non si era rasato. Si
era lasciato coinvolgere dagli eventi senza curarsi minimamente di
sé, e soltanto ora si stava rendendo conto di quanto fosse
accaduto tutto velocemente.
Aveva lasciato Narcissa nelle mani di un esperto, eppure non si fidava
quasi più di nessuno, tanto teneva a lei. Se solo fosse
stato
perito nell'arte medica l'avrebbe accudita lui, e avrebbe dato
qualsiasi cosa pur di salvarla. Sospirò, forse per la
ventesima
volta da quando si era appostato dietro quella maledetta porta, senza
riuscire a decifrare cosa accadesse dall'altra parte.
Poi all'improvviso un lieve tocco sulla spalla destra lo distolse da
quel turbinio di pensieri. Era Severus, e aveva un'espressione
indecifrabile, ma la sua presa era rassicurante. "Mi sono mosso appena
ho saputo" spiegò l'amico fissando Lucius negli occhi.
"Come sta?"
"Ho chiamato il miglior dottore di Londra, adesso la sta visitando
nella stanza" gli riferì Malfoy con un cenno della testa
verso
la camera. Poi riprese a passeggiare avanti e indietro, stavolta con
più calma, e si accarezzò pensieroso il mento.
"Andrà tutto bene, Lucius, Narcissa ce la farà"
lo rassicurò Severus guardandolo con sicurezza.
L'altro si bloccò un secondo, ma fu solo un attimo di
tregua, poi riprese a muoversi, quasi fosse ossessionato.
"Come fai a dirlo?" chiese semplicemente, quasi come se volesse
respingere qualsiasi speranza per evitare di illudersi invano. "Ho una
paura tremenda di perderla..." confessò appoggiandosi al
muro
stancamente.
"E' comprensibile, non ti biasimo, ma io so che il vostro futuro
è insieme" sospirò lasciandosi sfuggire un
sorriso mesto,
che non sfuggì all'amico. "Da quando in qua sei diventato
sentimentale?" gli domandò Lucius sorridendo a sua volta,
nonostante la tensione fosse ancora accumulata là, attorno
al
cuore.
Vide Piton irrigidirsi e indossare la solita maschera di indifferenza
prima di rispondere. "Era semplicemente la verità, non c'era
nulla di personale in quello che ho detto" affermò come a
volersi giustificare per essersi ammorbidito così. Non era
assolutamente vero, quelle parole gli erano uscite pensando al
matrimonio di Lily e James, e al fatto che avrebbe potuto impedirlo se
solo avesse avuto più coraggio. Quante volte si era odiato
per
non essersi fatto avanti e essersi ripreso ciò che gli
avevano
tolto? Eppure aveva sperato, sperato che fosse lei a cercarlo, e ad
accorgersi del grosso sbaglio che stava commettendo sposando un altro. Forse per lei non è
un errore, lei lo ama davvero. Quella
consapevolezza non si era mai condensata in modo così
palpabile
come in quel momento. Intorno a lui vedeva solo persone che si amavano,
e che non avevano paura di dirselo.
Lui l'aveva avuta, e ce l'aveva ancora. L'amore non era mai stato
spontaneo per lui, aveva sempre cercato di nasconderlo agli altri, per
poi osservarlo germogliare nella sua anima quando era solo. Ma non
avrebbe più fatto quell'errore, d'ora in poi avrebbe
dedicato
tutto se stesso all'unica donna che era riuscita a strappargli lacrime
e sorrisi.
"Hai avvisato Bellatrix?" domandò d'un tratto, come per
distogliersi da quel groviglio di pensieri dolorosi. Lucius guardava
con vacuità la parete opposta, poi si riscosse facendo
scivolare
le mani nelle tasche. "Si, sarà qui a momenti, le ho inviato
un
messaggio qualche minuto fa".
Non avrebbero potuto sortire effetto migliore neanche se l'avessero
chiamata con un incantesimo di appello.
La figura di Bellatrix si stagliò alla fine del corridoio, e
avanzava verso di loro con la solita andatura concitata. I capelli le
danzavano sulle spalle in modo scomposto, e la sua persona emanava la
solita aura oscura. Se non fosse stato per le sopracciglia leggermente
aggrottate, in lei niente era cambiato, e questo mostrava quanta
capacità di autocontrollo avesse.
"Malfoy... Piton... cos'è, una riunione tra uomini in
corridoio?
Dov'è mia sorella?" chiese dando un'occhiata in giro con il
suo
solito sguardo sprezzante. Lucius represse a stento il forte desiderio
di prenderla a male parole, e con un grosso sforzo le diede la risposta
che cercava.
"Hai chiamato un medico esperto, vero? Sono sicura che
sono state queste mura tristi a crearle tutti quei problemi"
brontolò incrociando le braccia con stizza.
"O forse la tua acidità... chi può dirlo? Certo
che ho
chiamato un dottore esperto, il migliore per la precisione. Non sei
l'unica qui a tenere a lei" sibilò lui cercando di non
lasciarsi
avvelenare da quella vipera. Sul volto della donna si dipinse un
sorriso soddisfatto. Poi, con enorme sollievo di Lucius e Severus,
prese parte con loro a quell'attesa silenziosa.
"Che cosa devo fare, dottore?" la voce di Narcissa ruppe
quell'ostentato silenzio dentro cui si era rinchiuso il medico intento
a compilarle la ricetta. La sua penna stilografica vergò
altre
parole e poi i suoi occhi si alzarono dal foglio per rassicurarla.
"Ma niente, signora Malfoy.
Lei deve soltanto seguire le mie indicazioni che sto finendo di
scriverle e fare attenzione a non sforzarsi, tutto qui. Non
è
mica malata!" ridacchiò piano e scosse la testa, come ad
indicare una certa esperienza con quelle situazioni.
Mi trova divertente, immagino. Chissà quanto gli
sembrerò ansiosa.
"E' sicuro? Non mi succederà niente?" domandò con
un tono
quasi infantile, che infastidì perfino se stessa. L'uomo
annuì con determinazione mentre la penna correva veloce sul
pezzo di carta. "Più che sicuro, con la pozione che le sto
prescrivendo lei non correrà pericoli, glielo assicuro"
confermò piegando il foglio in quattro parti.
"E se non sarò in grado, insomma... se succederà
di
nuovo?" chiese nuovamente, assumendo un aspetto piuttosto accigliato
che fece intenerire il dottore.
"Ho avuto a che fare con bambini meno curiosi e spaventati di lei,
questo è certo. Non si preoccupi, appena
percepirà la
stessa sensazione di questi giorni mi chiami, così
controllerò io la situazione" le promise con un grande
sorriso,
che probabilmente sfoggiava solo con i pazienti più
difficili.
Narcissa non era ancora soddisfatta, e a costo di risultare petulante
gli rivolse un'ultima domanda. "Andrà tutto bene, non
è
vero? Non mi abbandonerà solo perché le sto
facendo tutte
queste domande?"
Stavolta il medico si lasciò completamente andare. Rise di
gusto
scuotendo la testa come per rassegnarsi, poi si avvicinò
alla
donna distesa sul letto e le strinse una mano per infonderle coraggio.
"Ma va già tutto
bene.
Lei è una donna forte, e poi ho conosciuto pazienti molto
più agitati di lei. E' naturale, deve ancora riprendersi, ma
io
le assicuro che lo farà in fretta. E' una bellissima
notizia, e
deve condividerla con la sua famiglia al più presto" le
disse
poggiando il foglio con la ricetta sul comodino.
Poi si alzò, prese la valigia e fece per aprire la porta, ma
Narcissa lo bloccò. "Può dire loro di aspettare
un
attimo? Ho bisogno di restare sola per qualche minuto"
sussurrò
sorridendo leggermente. L'uomo acconsentì e si chiuse la
porta
alle spalle delicatamente.
Narcissa rimase in solitudine con i suoi pensieri. Non riusciva a
crederci, era
impossibile che fosse capitato proprio a lei.
Si sedette sul materasso
con lentezza, e solo dopo aver saggiato che le sue gambe erano in grado
di sostenerla si mise in piedi.
Si diresse fino al grande specchio accanto all'armadio e
osservò
a lungo la sua figura. Indossava una camicia da notte bianca, i capelli
abboccolati sulle spalle e sulla schiena di un biondo luminoso, come
non lo erano mai stati prima.
Il suo viso era rilassato, la pelle
delicatamente rosea faceva risaltare gli occhi azzurri limpidi con uno
splendido contrasto.
Si mise di profilo e fece aderire il tessuto della veste in modo tale
da mettere in evidenza il ventre. Posò gli occhi nella parte
inferiore del bacino, là dove una nuova vita stava
sbocciando.
Il suo cuore fece una capriola di gioia, e la vista presto le si
annebbiò a causa delle lacrime di felicità. Era incinta. Si
accarezzò l'addome con delicatezza, come se avesse paura di
fare
del male al figlio che aspettava. Non c'era nessun segno esteriore di
quell'inattesa notizia, eppure lei percepiva un cambiamento
nel
profondo. Era come se adesso vivere avesse un significato diverso, solo
per il fatto che non doveva respirare esclusivamente per sé,
ma
ci sarebbe stato un altro a condividere i suoi battiti.
Non si era mai sentita così felice se non il giorno del
matrimonio con Lucius. Le mani le tremavano per l'emozione e continuava
a piangere di contentezza senza riuscire a fermarsi. Ora ci sarebbe
stato qualcun altro a cui dedicare tutta se stessa, e l'avrebbe fatto
nel modo più naturale e spontaneo del mondo. Sorrise, un
sorriso
carico di quella felicità e serenità che si
provano poche
volte durante il corso della vita. Non vedeva l'ora di dirlo a Lucius.
Finalmente sarebbero stati una famiglia al completo, niente avrebbe
potuto guastare la loro quiete, non ora che lei portava in
grembo il segno tangibile del loro amore.
Fine
Spazio Ringraziamenti:
Innanzitutto devo dire che è sempre un'emozione scrivere la
parola fine quando completo una fanfiction, e in quel momento nel mio
cuore ci sono contemporaneamente dispiacere e felicità. Mi
dispiacerà non leggere ad ogni capitolo le vostre
meravigliose parole, mi dispiacerà non immaginarmi
più Lucius e Narcissa che scappano e si salvano a vicenda.
Però allo stesso tempo sono soddisfatta del risultato,
è esattamente come l'avevo elaborata nella mia mente, e
vederla concretizzarsi così davanti al mio schermo mi rende
orgogliosa. Soprattutto perché in questo percorso non sono
stata sola. Ho sempre pensato che i ringraziamenti siano una delle
parti più importanti di un libro, o comunque di una storia,
perchè in quelle circostanze l'autore può aprirsi
completamente ai suoi lettori, abbattendo quelle barriere che la
lontananza molto spesso crea.
E' per questo che ho voluto dare molta importanza alle risposte alle
recensioni, perché solo a pensare che togliete del tempo a
voi stesse per leggermi, mi fa emozionare.
Vi avrò ringraziato già mille altre volte per
tutto il supporto (non solo letterario ^^) che mi avete gratuitamente
regalato, e anche se sarò ripetitiva, non
smetterò mai di dirvi quanto vi sia riconoscente per
l'affetto che mi avete dimostrato nei miei momenti più bui.
Non dimenticherò mai il vostro calore <3 Detto
questo, prima che mi esca la solita lacrimuccia da fine storia,
passò a ringraziare coloro che hanno seguito e recensito
questa storia: BekkaMalfoy,
Giuliii, francyslytherin, Lily_Cissy, ayumi_L, cissy_b, P e r l a. Grazie perché la
vostra presenza è stata più che palpabile!
BekkaMalfoy:
<3 potrei aggiungere delle scuse per tutte le volte che mi hai
dovuta sopportare nei miei attimi di sclero relativi a capitoli
problematici! Grazie, grazie per vedere Narcissa e Lucius come li vedo
io, e per farmi sognare e ridere con naturalezza ^^ senza i tuoi
preziosi consigli non so come avrei fatto :D
Giuliii: <3
grazie per il tuo supporto da "collega", grazie perché posso
condividere con te, oltre che un'amicizia quotidiana, anche questa
meravigliosa passione. Sei stata sempre disponibile e spero di
ricambiare in qualche modo il tuo favore :)
francyslytherin:
grazie per non avermi abbandonata e avermi seguita fedelmente
dall'altra fanfiction! spero che ci sarai anche per le prossime ^^ le
tue parole mi hanno confortata, e sono contenta di essere riuscita a
stuzzicare la tua fantasia!! :D
Lily_Cissy:
la tua dolcezza è inconfondibile, e sono felice di averti
ancora tra la mia cerchia ^^ grazie infinite per il costante recensire
e sbavare con me su Lucius. Sei sempre molto sincera e spontanea,
perciò grazie :D
ayumi_L:
grazie perché davvero ci sei stata con la fede a seguire
tutte le tappe della fanfiction! complimenti per la pazienza, davvero
^^ spero che vada tutto bene nonostante il periodaccio... Ricorda che
la luce è sempre dietro l'angolo, basta solo cercare :)
cissy_b:
non ho avuto l'occasione per conoscerti bene, ma ti ringrazio lo stesso
per aver dedicato del tempo alla mia storia :D
P e r l a:
mi dispiace averti persa ad un certo punto, ma capisco che a volte
seguire una fanfiction può essere un pò
stancante! spero di risentirti alla prossima ;)
Un grazie anche acoloro che hanno "seguito" seppur
indirettamente la storia (o almeno spero!):
Erodiade, francesca88, Mahoney, NinaTheGirlWithTheHat,
pamicka, poppi, Morgana.
Grazie di essere i battiti che mantengono in vita le mie storie, nel
mio cuore avete un posto speciale.
Cissy :)
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