Luna di sangue

di kari87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Si lo so, ne ho altre tre in corso e ne pubblico un'altra.

Ma non sono matta. Visto che, non ho molta ispirazione per scrivere il prossimo capitolo di scent, girovagavo tra i miei vecchi file word e ho ritrovato Luna di sangue. È una storia che ho scritto nel 2006 se non erro, quindi è già finita, devo solo postare i vari capitoli.

La posto cosi come è. Anche se, secondo me, manca qualcosa, ma non riesco a capire cosa (forse voi mi potete aiutare). Ma ci sono comunque affezionata, per questo non la rivedo, altrimenti sarei capace di cambiarla completamente.

Ora vi saluto. A presto!

 

 

Sono sempre stata una ragazza particolare. Amavo la solitudine e tutto ciò che riguardava il sopranaturale, l’occulto, l'oscurità. La mia passione?? Fare lunghe passeggiate di notte, stranamente mi sentivo al sicuro quando ero avvolta dalle tenebre, mi sentivo protetta.

I miei amici mi consideravano troppo strana, avevano paura di me o forse delle mie passioni,

mi tagliarono dal gruppo, non me ne importò, lo volevo fare io: erano troppo diversi da me.

Un giorno o meglio dire una notte conobbi un ragazzo, misterioso, affascinante.

Era una notte come tante, gironzolavo vicino al cimitero nuovo e come al solito non c’era nessuno o almeno questo è quello che succedeva di solito.

Mi fermai vicino ad un albero, in quel periodo era spoglio. Era inverno inoltrato, mi appoggiai sul tronco e alzai la testa. Quello che vidi era qualcosa di meraviglioso: una luna grandissima, rossa come il sangue, in quel periodo era difficilissimo vederla così se non impossibile.

Ero cosi attratta da quello spettacolo, che…

“ Ciao”  un ragazzo mi si era avvicinato

“ Ciao” gli risposi. Lo guardavo dalla testa ai piedi. Era  alto e magro, i suoi occhi erano color ghiaccio e capelli color della notte.

“Come mai in giro a quest’ora?” domandai sorpresa “Non si vede molta ‘gente’ di solito” finii sorridendogli.

“Non mi piace andare in giro di giorno, preferisco la notte. Ma tu dimmi una ragazzina non ha paura di girare la notte fonda, vicino un cimitero e per di più sola??” mi domandò

Aveva una voce profonda; rapita dal suo sguardo risposi

“Paura?? No non ne ho, mi sento al sicuro avvolta dalle tenebre”

Mi guardò stupito e un sorriso gli si dipinse sul volto.

Era strana quella ragazza … aveva qualcosa di particolare … nei suoi occhi c’era tristezza anche se cercava di nasconderlo …

Ci fermammo a parlare tutta la notte, infondo era simpatico. A quella notte ne seguì un'altra e poi un'altra ancora, era passato più di un mese dal nostro primo incontro ed eravamo diventati amici, e quel albero era il nostro punto di incontro.

Correvo verso il cimitero, non vedevo l’ora di rivederlo ma tanto ero di fretta che non mi accorsi che quella sera c’era di nuovo una luna rossa. Arrivai al solito albero, mi appoggiai e fui di nuovo rapita da quella luna …

“Sera”  mi salutò come era solito fare.

“Oh ciao, non ti ho sentito arrivare. Guardavo la luna; stasera è davvero bellissima” ritornai a fissare la luna

“Si è davvero stupenda” disse “Ti va di fare una passeggiata con me??”

Lo fissai un attimo “Certo”

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


C’inoltrammo nella stradina accanto al cimitero, era illuminata solo dalla luce della luna e quella sera creava uno strano gioco di luci, sembrava una magia. Camminavamo vicini, sorrisi nascosti, sguardi che s’incrociavano ma non parlavamo, forse avevamo paura di rovinare quel momento “magico”…

Mi fermai di scatto, lui quando lo notò si girò.

“Che c’è piccola?” mi chiese,era la prima volta che mi chiamava così; lo guardai e il mio cuore perse un battito era stupendo con il riflesso della luna, rosso come il sangue.

 “Ehm” cercai di rispondere “Sai ora che ci penso, siamo amici ma ancora non so il tuo nome. Io sono Aki > dissi imbarazzata, cercando di sorridere, non capivo che mi stava succedendo, perché mi sentivo così?

“Hai un bel nome Aki” mi sorrise e si avvicinò “Io sono Yuki” mi sussurrò nell’orecchio.

Arrossì leggermente, ma non se n’accorse o almeno credo.

“Che ne dici, continuiamo? Vorrei portarti in un posto, credo ti piacerà” mi chiese come divertito forse si era accorto del mio leggero rossore.

“Ehm … si … certo” risposi confusa, mi affrettai a raggiungerlo e ricominciammo a camminare.

Continuavo a fissarlo, pantaloni larghi a vita bassa, neri, maglietta attillata, blu notte, scarpe da ginnastica, i suoi capelli, lunghi ma non molto; quella sera era davvero bello!

“Che c’è?” mi chiese curioso

“Niente” risposi cercando di sembrare indifferente, ma era un po’ difficile

“Mi stavi fissando” disse ridendo, per fortuna non se l’era presa

Mmm è solo una tua impressione” dissi sorridendo

Lo guardai e gli sorrisi

“Manca molto per arrivare?” chiesi curiosa

“No, siamo quasi arrivati”

Ora era lui a fissarmi.

“Ora sei tu a fissarmi” dissi scherzando

“Davvero?? Non me ne sono accorto”

“Si si, certo come no” dissi “E ora andiamo sono curiosa di vedere il posto in cui mi stai portando”

“Ok” e mi tese la mano…

 

Afferrai la sua mano, e provai delle emozioni uniche: il mio cuore batteva fortissimo, non riuscivo a controllarlo.

Continuammo a camminare ancora per un po’, mi guardavo in giro, che strano conoscevo le stradine vicino il cimitero benissimo eppure questa non l’avevo mai notata, continuavo a pensare quando la sua voce mi distolse da essi

“Siamo arrivati” disse.

Non notai quanta strada avevamo percorso tanto ero assortita nei miei pensieri ma quando alzai lo sguardo quel che vidi mi fece restare senza fiato.

Davanti a me vidi un bellissimo lago, su di esso c’era il riflesso della luna e le sue acque avevano dei piccoli riflessi rossi, era circondato d’alberi altissimi secolari e come sfondo una cascata anch’essa con dei riflessi rossi e dietro una piccola caverna, tutto il terreno era ricoperto da un sottile strato d’erba, con quel paesaggio la luna sembrava ancora più grande e bella.

“E’ … E’ stupendo” gli dissi continuando ad ammirare quel posto

“Sono contento che ti piaccia, da qui la luna si vede benissimo” mi fece notare

“Hai ragione. Conosco i posti vicino al cimitero benissimo, ma questo non l’avevo mai visto”

“Questo posto lo conoscono in pochi” mi disse … “comunque te lo ripeto per l’ennesima volta non dovresti girare da sola la notte, si possono fare dei bruti incontri”

“Non ho paura della notte, sembra strano ma lei mi protegge, è mia amica” gli dissi mentre mi sedevo sull’erbetta vicino al lago.

“Può essere, ma gli esseri che l’abitano possono essere molto pericolosi e spietati” aggiunse, mentre si sedeva vicino a me.

“Non preoccuparti so badare benissimo a me stessa”

“Dai su non scherzare, non sai che creature abitano la notte e non sai di cosa siano capaci”

“E tu sei una di quelle??” chiesi

 

La sua domanda mi lascio senza fiato; non poteva essere una creatura della notte: era troppo “pura”.

“Dai su non scherzare” dissi ridendo “ti sembro il tipo? E poi non cambia la situazione. Tu non riusciresti mai a difenderti” conclusi con un tono un po’ più severo e preoccupato. Non volevo che le succedesse nulla.  Non avrei mai permesso a nessuno di farle del male. Non riuscivo a capire: che mi stava succedendo? Perché mi stava così a cuore questa ragazza?

 

“Invece si” gli risposi da finta offesa ma con sicurezza

“Dai su non te la prendere, è solo che sei così piccola e indifesa”

“La piccolina con cui stai parlando si sa difendere anche bene” dissi sicura “Anche se mi farebbe piacere incontrare una creatura notturna; preferibilmente un vampiro, praticare magia, amo tutto ciò che è di sopranaturale” parlai senza riflettere, pentendomi subito dopo.

“Cosa?” mi chiese alquanto sorpreso

“Fai finta di non aver sentito niente, per favore” gli chiesi quasi supplicandolo. In questo periodo avevamo parlato di tutto ma non delle nostre passioni, anzi ogni volta che lui cacciava l’argomento cambiavo discorso; avevo paura di perderlo.

“Non preoccuparti, tutti hanno delle passioni e…

“Passioni che tutti temono e ti allontanano appena le scoprono” dissi senza farlo finire

“La gente è stupida, credimi l’ho provato sulla mia pelle, quando qualcuno ama qualcosa di diverso lo allontanano subito perchè hanno paura”

“Già, ma non importa o almeno a me”

“Ti dico una cosa, anche io ho le tue stesse passioni più o meno”

Rimasi sorpresa da quelle parole, non avevo mai incontrato qualcuno come me, forse era per quello che mi affascinava, ma dentro di me sapevo che non mi aveva detto tutto, nascondeva ancora qualcosa e quel qualcosa mi attirava.

Parlammo così tanto che iniziarono a comparire i primi raggi solari, era l’alba…

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


“E’ l’alba” dissi notando i raggi del sole

La luna era tornata normale e l’acqua del lago non aveva più riflessi rossi ma color oro, Yuki guardò i pallidi raggi si alzò e mi tese la mano.

Io l’afferrai e mi alzai lui si avvicinò e mi sussurrò

 “Scusami se scappo così, ma è tardi, stanotte il tempo è volato ora devo andare” stavo per parlare quando lui posò le sue labbra sulle mie; e poi sparì.

Fissavo il vuoto davanti a me, il battito del mio cuore era impazzito di nuovo sentivo ancora le sue labbra sulle mie.

La luce prendeva il posto dell’oscurità che pian piano spariva.

Decisi di tornare casa. Per tutta la strada i miei pensieri erano rivolti a lui, a quel ragazzo che era riuscito a risvegliare in me quei sentimenti che tenevo nascosti che nessuno era mai riuscito a far uscire.

 Arrivai che il sole era ormai sorto, entrai senza far rumore dalla finestra della mia stanza che lasciavo sempre aperta, guardai la sveglia, erano le sette e qualche minuto, indossai subito il pigiama e mi buttai sul letto pensando e ripensando ancora a Yuki ma il sonno arrivò subito e mi addormentai.

 

Mi trovavo in una stradina buia, scappavo.

C’era qualcuno che m’inseguiva, io cercavo di scappare, ma per quanto scappassi mi trovavo sempre nello stesso posto e lui si avvicinava sempre di più, avevo paura. Ero da sola; mi raggiunse. Aveva  il volto ricoperto di sangue e non riuscivo a muovermi, volevo gridare, ma non avevo voce. Stava  per attaccarmi quando un uomo cercò di salvarmi; ma dopo vidi sangue, tanto sangue.

Mi svegliai di soprassalto, ero seduta, sudavo e avevo il respiro affannato, tremavo, mi ci volle un po’ per capire che si trattavo solo di un incubo; ancora una volta quel incubo. Era da più di un mese che mi tormentava.

Guardai la sveglia, erano le sette e mezzo, mi ristesi cercando di calmarmi, ma ormai il sonno era passato, mi alzai e andai a fare colazione.

Scesi in cucina, come al solito era vuota, mia madre dormiva e anche la mia sorellina o meglio sorellastra, mia madre si era ricostruita una nuova vita dopo che mio padre andò via; già mio padre: chi era, non ricordavo nulla di lui.

“Buon giorno Aki” mi disse mia madre distogliendomi dai miei pensieri

“Giorno” risposi un po’ seccata

“Hai una brutta cera, hai dormita male piccola?”

Odiavo quando mi chiamava cosi, cercava di dimostrarsi dolce e gentile ma sapevo che in fondo non mi sopportava, lei era come tutte l’altra gente: odiava le mie passioni.

“Ti sbagli, non ho dormito male, non ho dormito proprio” le dissi, sapevo che le dava fastidio, ma mi divertivo troppo. Una nuova lite era alle porte, come ogni mattina del resto.

“Sei stata in giro di nuovo tutta la notte?” mi domandò cercando di mantenere un tono calmo

“Certo come al solito” lo facevo sempre quando non andavo a scuola.

“Quante volte te lo devo dire non mi piace che tu vada in giro la notte” iniziava ad arrabbiarsi

“Invece a me piace, di certo non incontrerò persone false o che mi odiano” ora si che avrebbe perso ogni controllo come al solito.

“Signorina, sei mia figlia e decido io quello che devi o non devi fare. D’ora in poi non potrai più uscire la notte”

“Non dire scemenze, tu non puoi impedirmi nulla” le dissi e mi avviai verso la mia stanza

“Sei esattamente come lui” urlò ed io mi bloccai

“Che vuoi dire”

“Sei strana come lui, non mi stupirò se farai la sua stessa fine”

“Lui chi?”

“Tuo padre e chi altrimenti” disse con un ghigno maligno

Non avevamo mai parlato di lui, ogni volta che chiedevo qualcosa cambiava discorso.

La sua pazienza doveva essere arrivata al limite se ora mi parlava di lui.

“Per fortuna allora, almeno nono sarò come te” le risposi lasciandola senza parole “comunque cerca di gridare di meno o sveglierai la piccola Miki” finii ed andai nella mia stanza.

Mi stesi sul letto e iniziai a pensare; che voleva dire con quella frase.

Dovevo ricordare il mio passato, già, ma come? Dovevo trovare un modo.

Mi riaddormentai e quando mi svegliai era già sera inoltrata. Guardai la sveglia, erano le dieci, avevo dormito tantissimo, mi dovevo sbrigare.

Uscii come al solito.

Correvo verso il cimitero, lui era l’unico che mi faceva sentire bene.

“Ti aspettavo piccola, credevo non venissi più”

“Scusami, ma ho dormito fino a poco fa” gli dissi un po’ imbarazzata

“Non ti preoccupare, non devi giustificarti” mi disse “Andiamo”

“Ok” gli risposi sorridendo

 

“Dove mi porti di bello questa sera?” domandai curiosa

“Ti va di andare al mare?”

“Mi piace il mare; soprattutto di notte”

Il cielo era limpido e il mare era calmissimo

“Ti piacciono le stelle?” gli domandai

“Molto e a te?”

“A volte passo intere notti ad osservarle”

Si alzò un leggero venticello che mi fece rabbrividire

“Ti senti bene?” mi domandò

“Si, ho solo un po’ di freddo”

Lui si avvicinò e mi abbracciò.

“Ti va di stare con me?” mi domandò lasciandomi senza parole.

“Se è uno scherzo non è divertente” dissi

“Scusami se ti è sembrato uno scherzo, ma ti capisco se non vuoi stare con un tipo come me” mi disse allontanandosi da me

Era triste; cavoli Aki sei stata un idiota, come ti è venuta in mente che scherzasse.

Scema. Scema. Scema. Ed ora trova subito un modo per sistemare la situazione.

“Scusami” dissi riavvicinandomi a lui “E’ che non mi sembrava vero. Tu vuoi stare con me; cavoli non so che dire. È cosi tutto strano. Si voglio stare con te” lo abbracciai e lo baciai.

Ci sedemmo sulla spiaggia, abbracciati e passammo tutta la notte così ad osservare le stelle…

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Nella mia città vi erano due cimiteri, uno era molto antico risaliva al XIII secolo, ad esso erano attribuite strane leggende; alcune erano terrificanti. Giravano voci che fosse abitato da esseri spaventosi, chi vi entrava di notte non faceva più ritorno.

Per questi motivi gli abitanti del posto ne costruirono un altro, e l’altro fu abbandonato…

 

C’incontrammo come al solito vicino al cimitero nuovo.

“Dove andiamo stasera?” mi domandò curioso

“Ti va di fare una passeggiata nel vecchio cimitero?” chiesi

“Nel vecchio cimitero?” mi domandò molto stupito

“Si si proprio li. O hai paura?” lo stuzzicai.

“No, non ho paura” mi rispose sorridendo

“E allora andiamo, sai conosco dei posti davvero carini anche se non ci vado da un po’” dissi ricambiando il sorriso

“Cosa? Conosci dei posti carini?”

Mmh? Si perché?”

“Sai piccola tu mi stupisci”

“Ti detto che la mia era una lunga storia, tu non mi credi” gli risposi facendo finta di offendermi

“Io ti credo, solo che m’incuriosisci, a volte sei misteriosa” mi rispose

“Non sono l’unica ad essere misteriosa” gli dissi scherzando

“Per caso l’altro sarei io?” mi domandò

“No, il ragazzo che ho di fronte” gli risposi ridendo “Dai ora andiamo, altrimenti si fa tardi”

“Ok andiamo”

Mi afferrò per mano e ci avviammo verso il vecchio cimitero.

“Come mai vuoi andare nel vecchio cimitero?” mi domandò curioso

“E’ un posto davvero carino; tutto quello che si dice su quel luogo non è vero” gli risposi

“Ne sei sicura?”

“Si, prima ci andavo ogni tanto e come vedi sono ancora qui. E poi ho la sensazione di esserci già stata quando ero piccola” dissi cercando di ricordare; ma nulla era tutto inutile!

 

Nella sua voce notai nostalgia e dolore, com’era possibile che una ragazza non avesse paura, mi incuriosiva, sembrava fosse legata alle creature delle notte in qualche modo, modo che forse neanche ricordava. Ormai era un po’ che stavamo insieme o che comunque ci frequentavamo, ma mi resi conto che non la conoscevo per niente.

Per il resto della strada nessuno dei due parlò, si creò uno strano silenzio.

 

“Siamo arrivati” dissi interrompendo quel silenzio

“Bene, sei ancora sicura di voler entrare?” mi domandò un po’ preoccupato

“Si sono sicura, ma perché quella domanda? Hai paura?”

“Ti ripeto che non ho paura è solo che prima, quando abbiamo parlato del cimitero ti sei intristita e non voglio vederti così”

“Non preoccuparti” gli dissi cercando di sorridere “Ho dei bei ricordi in questo luogo, anche se sono vaghi, può sembrare strano ma è cosi”

“Allora andiamo che aspettiamo” e mi trascinò dentro

Le luci dei lampioni erano troppo distanti e deboli per illuminare il cimitero, l’unica luce che lo illuminava era quella della luna.

Si vedevano delle tombe sparse qua e la tra le numerose cripte.

A vederle erano molto vecchie sembravano essere in stile gotico e avevano delle ampie vetrate.

“Allora dove si va di bello?” domandai a Yuki

“Non eri tu quella che conosceva dei posti carini?” mi domandò con un tono sarcastico

“Giusto ero io” risposi “che ne dici di fare un giretto per le varie cripte?”

“Come vuoi” mi rispose rassegnato “Tanto non riuscirò a farti cambiare idea” e iniziammo il nostro giro.

 

Giravamo da una cripta all’altra senza sosta, finche non arrivammo vicino ad un albero dove mi bloccai.

Provavo una strana sensazione, qualcosa in me si stava risvegliando, sentivo delle voci lontane, una bambina piangeva…

Aki che succede? Che hai?” mi domandò Yuki, ma sentivo le sue parole distanti, mi sentivo debole non capivo che mi stava succedendo, caddi a terra forse mi addormentai non lo so ma quando mi risvegliai Yuki non c’era ma di fronte a me vidi un uomo alto e pallido, vestito di nero con un cappotto lungo, anch’esso nero.

 Avevo la sensazione di conoscerlo. Lo guardai negli occhi; avevano qualcosa di familiare, ma non ricordavo dove lo avevo visto.

Era con una bambina, forse quella che avevo sentito piangere. La guardai, aveva degli occhi neri come la notte ma erano tristissimi, mi avvicinai

“Scusatemi per caso avete visto un ragazzo?” ma nessuno dei due mi rispose, sembrava che non mi avessero sentita, mi avvicinai ancora di più ma nulla, non mi vedevano.

“Piccolina devo andare via” disse quell’uomo

“No papà non voglio, voglio stare con te” rispose la bambina cercando di trattenere le lacrime ma inutilmente “Voglio venire con te”

“Non posso portarti con me, è troppo pericoloso” l’uomo continuava a cercare di convincere la bambina che ormai piangeva senza sosta

“Non voglio rimanere con loro, sono cattivi con me, sono diversi da me” continuava a supplicarlo cercando di convincerlo

“Il tuo posto per ora non è con me, ma con loro” disse l’uomo mentre prendeva in braccio la bambina per cercare di calmarla

“Non è vero papà, io sono come te” gli disse abbracciandolo forte

“Ancora non lo sei, e se un giorno lo sarai ci ritroveremo” disse poggiando la bambina a terra, si inginocchiò e guardandola le disse “Sii forte e non abbatterti mai, ricorda la notte è tua amica non avere mai paura di lei perché finche avrai fiducia in lei sarai sempre al sicuro”

“Va bene” disse singhiozzando “Sarò forte e non piangerò più e la notte sarà sempre mia amica”

“Brava piccolina così mi piaci e ora devo andare”

L’uomo si alzò e andò via. Mi avvicinai alla bambina per cercare di consolarla, in lontananza sentii delle parole “Finche non sarai pronta sarà meglio che non ricordi nulla, fino ad allora avrai solo dei vaghi ricordi di me e dei momenti passati insieme ma non ricorderai che cosa sono se faccio questo è per il tuo bene Aki, ti voglio bene piccola mia, sarai sempre nel mio cuore”

Mi girai di scatto, non era possibile, non poteva essere lui mi alzai per inseguirlo ma mi sentii di nuovo debole e caddi a terra “Papà” sussurrai.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


“Aki. Aki. Aki”  Yuki mi chiamava

Lentamente aprii gli occhi, non eravamo più vicino l’albero ma, credo, all’interno di una cripta un po’ diversa dalle altre.

Mi guardai intorno, era una stanza ampia, con delle grandi vetrate rosse dalle quali filtrava la luce lunare, sparsi qua e la c’erano dei candelabri con delle candele nere un po’ consumate, al centro c’era il letto dove ero seduta e di fronte a me una vecchia porta di legno, molto probabilmente portava in un'altra stanza.

“Dove mi trovo” chiesi spaesata

“In una cripta” mi rispose Yuki

“Come ci sono arrivata?”

“Appena siamo arrivati vicino all’albero sei svenuta e ti ho portato qui”

“Per caso hai visto un uomo con una bambina?”

“Non c’era nessuno a parte noi”

“Quindi era tutto un sogno” dissi abbattuta

“Che cosa?”

Raccontai tutto a Yuki, di quell’uomo e della bambina.

“Mi dispiace Aki, ma non c’era nessun altro a parte noi”

Mi abbracciò forte e mi sentii al sicuro, si avvicino al mio orecchio

“Ti amo” mi sussurrò, presi il suo viso per guardarlo negli occhi

“Ti amo anche io” e ci baciammo

Eravamo stesi sul letto, la mia testa era appoggiata sul suo torace e lui mi abbracciava

Mi alzai all’improvviso e guardandolo gli dissi

“Mordimi”

Lo lascia senza parole.

“Cosa?” mi domandò incredulo

“Ti prego mordimi”

“Ma che dici Aki” mi disse “Che vuoi dire con mordimi”

“Ti prego fallo, lo so che sei un vampiro”

“Cosa? Non posso, non voglio”

“Perché? Che cosa ti costa” chiesi arrabbiata

“Non voglio che tu viva una vita come la mia” mi rispose

“Ti prego fallo. Se ci tieni a me fallo” lo supplicai

“Come mi puoi dire una cosa del genere” mi chiese stupito “Non puoi dire una cosa del genere”

“Lo so ti può sembrare strano ma so che questo è il mio destino” gli dissi più convinta che mai

“Come posso fare una cosa del genere alla ragazza che amo?”

“Se mi ami … mordimi”

Lo baciai e nel farlo lo portai giù con me,eravamo stesi sul letto; che buffo solo ora notavo le lenzuola nere, le mie preferite. Lui era sopra di me, continuava a coccolarmi, lo guardai negli occhi, era preoccupato anche se cercava di nascondermelo, lo baciai per cercare di rassicurarlo e mi strinsi forte a lui e guardandomi negli occhi mi chiese

“Ne sei davvero sicura?”

“Si lo sono” e gli diedi un altro bacio “E poi posso passare più tempo con la persona che amo” dissi ridendo

“Ti farà un po’ male” mi disse preoccupato

“Tu fa quel che devi fare non preoccuparti il dolore non mi spaventa”

… in lontananza sentivo una canzone

‘How can you see into my eyes like open doors
leading you down into my core
where I’ve become so numb without a soul’

Era Bring me to life degli Evanescence … Riportami in vita …

‘my spirit sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home’

‘Il mio spirito dorme da qualche parte al freddo , cercalo e portalo a casa’ esattamente quello che volevo, quello che stava per fare.

Mi baciò dolcemente e poi si avvicinò al mio collo e mi morse.

Sentivo un po’ di solletico ma non dolore, pian piano le forze iniziarono ad abbandonarmi, i miei occhi si chiudevano contro la mia volontà. Iniziai a vedere delle immagini all’inizio sfocate ma poi sempre più nitide; ora ricordavo dove avevo visto l’uomo del mio sogno… Era mio padre e quella bambina ero io: ora riuscivo a capire le sue parole, ora mi era tutto più chiaro, i miei ricordi assopiti si risvegliarono.

Non so per quanti giorni dormii ma al mio risveglio c’era Yuki accanto a me.

“Ben svegliata principessa” mi disse sorridendo “Come ti senti?”

“Un po’ stordita” risposi sbadigliando e stropicciandomi gli occhi

“E’ normale hai dormito per 5 giorni”

“Dovevo recuperare un po’ di forze, hai bevuto troppo sangue” dissi fingendomi arrabbiata

“Scusami” mi disse dispiaciuto

“Scherzavo cucciolo” e lo baciai

“Ti ho fatto male?” mi domandò preoccupato staccandosi dal mio bacio

“No, sentivo solo un po’ di solletico”

Mi guardò e si mise a ridere

“Sei troppo strana” mi disse ridendo

“Lo so, altrimenti non sarei io” dissi

“Già hai ragione”

“Quando mi hai morso ho rivisto quell’uomo”

“Com’è possibile?” mi domandò

“Era mio padre e quella bambina ero io. Mio padre è un vampiro”

“Cosa?”  chiese stupito

Mmh mmh, ecco perchè sono cosi o meglio ero cosi; sono figlia di un vampiro e quando ero piccola è dovuto andare via, ora capisco tante cose”

Gia anche io, era davvero strano che una ragazzina ‘normale’ andasse in giro da sola la notte”

“Se fossi stata normale, non avrei incontrato te” dissi saltandogli addosso

“Anche questo è vero”

E così iniziò la mia nuova vita..

 

 

Ed eccoci all’ultimo capitolo.

Grazie a chi ha seguito questa storia e a chi l’ha recensita :) …

Eeee non so più che dire XD, non sono di molte parole io ^^”

 

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