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Si lo so,
ne ho altre tre in corso e ne pubblico un'altra.
Ma non
sono matta. Visto che, non ho molta ispirazione per scrivere il prossimo capitolo
di scent, girovagavo tra i miei vecchi file word e ho
ritrovato Luna di sangue. È una storia che ho scritto nel 2006 se non erro,
quindi è già finita, devo solo postare i vari capitoli.
La posto
cosi come è. Anche se, secondo me, manca qualcosa, ma non riesco a capire cosa (forse
voi mi potete aiutare). Ma ci sono comunque affezionata, per questo non la
rivedo, altrimenti sarei capace di cambiarla completamente.
Ora vi
saluto. A presto!
Sono sempre
stata una ragazza particolare. Amavo la solitudine e tutto ciò che riguardava
il sopranaturale, l’occulto, l'oscurità. La mia passione?? Fare lunghe
passeggiate di notte, stranamente mi sentivo al sicuro quando ero avvolta dalle
tenebre, mi sentivo protetta.
I miei amici mi
consideravano troppo strana, avevano paura di me o forse delle mie passioni,
mi tagliarono
dal gruppo, non me ne importò, lo volevo fare io: erano troppo diversi da me.
Un giorno o
meglio dire una notte conobbi un ragazzo, misterioso, affascinante.
Era una notte come
tante, gironzolavo vicino al cimitero nuovo e come al solito non c’era nessuno
o almeno questo è quello che succedeva di solito.
Mi fermai
vicino ad un albero, in quel periodo era spoglio. Era inverno inoltrato, mi
appoggiai sul tronco e alzai la testa. Quello che vidi era qualcosa di
meraviglioso: una luna grandissima, rossa come il sangue, in quel periodo era
difficilissimo vederla così se non impossibile.
Ero cosi
attratta da quello spettacolo, che…
“ Ciao”un ragazzo mi si era avvicinato
“ Ciao” gli
risposi. Lo guardavo dalla testa ai piedi. Era alto e magro, i suoi occhi erano color ghiaccio
e capelli color della notte.
“Come mai in
giro a quest’ora?” domandai sorpresa “Non si vede molta ‘gente’ di solito”
finii sorridendogli.
“Non mi piace
andare in giro di giorno, preferisco la notte. Ma tu dimmi una ragazzina non ha
paura di girare la notte fonda, vicino un cimitero e per di più sola??” mi
domandò
Aveva una voce
profonda; rapita dal suo sguardo risposi
“Paura?? No non
ne ho, mi sento al sicuro avvolta dalle tenebre”
Mi guardò
stupito e un sorriso gli si dipinse sul volto.
Era strana
quella ragazza … aveva qualcosa di particolare … nei suoi occhi c’era tristezza
anche se cercava di nasconderlo …
Ci fermammo a
parlare tutta la notte, infondo era simpatico. A quella notte ne seguì un'altra
e poi un'altra ancora, era passato più di un mese dal nostro primo incontro ed
eravamo diventati amici, e quel albero era il nostro punto di incontro.
Correvo verso
il cimitero, non vedevo l’ora di rivederlo ma tanto ero di fretta che non mi
accorsi che quella sera c’era di nuovo una luna rossa. Arrivai al solito
albero, mi appoggiai e fui di nuovo rapita da quella luna …
“Sera” mi salutò come era solito fare.
“Oh ciao, non
ti ho sentito arrivare. Guardavo la luna; stasera è davvero bellissima”
ritornai a fissare la luna
“Si è davvero
stupenda” disse “Ti va di fare una passeggiata con me??”
C’inoltrammo nella stradina accanto al cimitero, era illuminata
solo dalla luce della luna e quella sera creava uno strano gioco di luci,
sembrava una magia. Camminavamo vicini, sorrisi nascosti, sguardi che
s’incrociavano ma non parlavamo, forse avevamo paura di rovinare quel momento
“magico”…
Mi fermai di scatto, lui quando lo notò si girò.
“Che c’è piccola?” mi chiese,era la prima volta che mi chiamava
così; lo guardai e il mio cuore perse un battito era stupendo con il riflesso
della luna, rosso come il sangue.
“Ehm” cercai di rispondere “Sai
ora che ci penso, siamo amici ma ancora non so il tuo nome. Io sono Aki > dissi imbarazzata, cercando di sorridere, non
capivo che mi stava succedendo, perché mi sentivo così?
“Hai un bel nome Aki” mi sorrise e si
avvicinò “Io sono Yuki” mi sussurrò nell’orecchio.
Arrossì leggermente, ma non se n’accorse o almeno credo.
“Che ne dici, continuiamo? Vorrei portarti in un posto, credo ti
piacerà” mi chiese come divertito forse si era accorto del mio leggero rossore.
“Ehm … si … certo” risposi confusa, mi affrettai a raggiungerlo e
ricominciammo a camminare.
Continuavo a fissarlo, pantaloni larghi a vita bassa, neri,
maglietta attillata, blu notte, scarpe da ginnastica, i suoi capelli, lunghi ma
non molto; quella sera era davvero bello!
“Che c’è?” mi chiese curioso
“Niente” risposi cercando di sembrare indifferente, ma era un po’
difficile
“Mi stavi fissando” disse ridendo, per fortuna non se l’era presa
“Mmm è solo una tua impressione” dissi
sorridendo
Lo guardai e gli sorrisi
“Manca molto per arrivare?” chiesi curiosa
“No, siamo quasi arrivati”
Ora era lui a fissarmi.
“Ora sei tu a fissarmi” dissi scherzando
“Davvero?? Non me ne sono accorto”
“Si si, certo come no” dissi “E ora andiamo sono curiosa di vedere
il posto in cui mi stai portando”
“Ok” e mi tese la mano…
Afferrai la sua mano, e provai delle emozioni uniche: il mio cuore
batteva fortissimo, non riuscivo a controllarlo.
Continuammo a camminare ancora per un po’, mi guardavo in giro,
che strano conoscevo le stradine vicino il cimitero benissimo eppure questa non
l’avevo mai notata, continuavo a pensare quando la sua voce mi distolse da essi
“Siamo arrivati” disse.
Non notai quanta strada avevamo percorso tanto ero assortita nei
miei pensieri ma quando alzai lo sguardo quel che vidi mi fece restare senza
fiato.
Davanti a me vidi un bellissimo lago, su di esso c’era il riflesso
della luna e le sue acque avevano dei piccoli riflessi rossi, era circondato
d’alberi altissimi secolari e come sfondo una cascata anch’essa con dei
riflessi rossi e dietro una piccola caverna, tutto il terreno era ricoperto da
un sottile strato d’erba, con quel paesaggio la luna sembrava ancora più grande
e bella.
“E’ … E’ stupendo” gli dissi continuando ad ammirare quel posto
“Sono contento che ti piaccia, da qui la luna si vede benissimo”
mi fece notare
“Hai ragione. Conosco i posti vicino al cimitero benissimo, ma
questo non l’avevo mai visto”
“Questo posto lo conoscono in pochi” mi disse … “comunque te lo
ripeto per l’ennesima volta non dovresti girare da sola la notte, si possono
fare dei bruti incontri”
“Non ho paura della notte, sembra strano ma lei mi protegge, è mia
amica” gli dissi mentre mi sedevo sull’erbetta vicino al lago.
“Può essere, ma gli esseri che l’abitano possono essere molto
pericolosi e spietati” aggiunse, mentre si sedeva vicino a me.
“Non preoccuparti so badare benissimo a me stessa”
“Dai su non scherzare, non sai che creature abitano la notte e non
sai di cosa siano capaci”
“E tu sei una di quelle??” chiesi
La sua domanda mi lascio senza fiato; non poteva essere una
creatura della notte: era troppo “pura”.
“Dai su non scherzare” dissi ridendo “ti sembro il tipo? E poi non
cambia la situazione. Tu non riusciresti mai a difenderti” conclusi con un tono
un po’ più severo e preoccupato. Non volevo che le succedesse nulla. Non avrei mai permesso a nessuno di farle del
male. Non riuscivo a capire: che mi stava succedendo? Perché mi stava così a
cuore questa ragazza?
“Invece si” gli risposi da finta offesa ma con sicurezza
“Dai su non te la prendere, è solo che sei così piccola e indifesa”
“La piccolina con cui stai parlando si sa difendere anche bene”
dissi sicura “Anche se mi farebbe piacere incontrare una creatura notturna;
preferibilmente un vampiro, praticare magia, amo tutto ciò che è di
sopranaturale” parlai senza riflettere, pentendomi subito dopo.
“Cosa?” mi chiese alquanto sorpreso
“Fai finta di non aver sentito niente, per favore” gli chiesi quasi
supplicandolo. In questo periodo avevamo parlato di tutto ma non delle nostre
passioni, anzi ogni volta che lui cacciava l’argomento cambiavo discorso; avevo
paura di perderlo.
“Non preoccuparti, tutti hanno delle passioni e…”
“Passioni che tutti temono e ti allontanano appena le scoprono”
dissi senza farlo finire
“La gente è stupida, credimi l’ho provato sulla mia pelle, quando
qualcuno ama qualcosa di diverso lo allontanano subito perchè
hanno paura”
“Già, ma non importa o almeno a me”
“Ti dico una cosa, anche io ho le tue stesse passioni più o meno”
Rimasi sorpresa da quelle parole, non avevo mai incontrato
qualcuno come me, forse era per quello che mi affascinava, ma dentro di me
sapevo che non mi aveva detto tutto, nascondeva ancora qualcosa e quel qualcosa
mi attirava.
Parlammo così tanto che iniziarono a comparire i primi raggi
solari, era l’alba…
La luna era tornata normale e l’acqua del lago non aveva più
riflessi rossi ma color oro, Yuki guardò i pallidi
raggi si alzò e mi tese la mano.
Io l’afferrai e mi alzai lui si avvicinò e mi sussurrò
“Scusami se scappo così, ma
è tardi, stanotte il tempo è volato ora devo andare” stavo per parlare quando
lui posò le sue labbra sulle mie; e poi sparì.
Fissavo il vuoto davanti a me, il battito del mio cuore era
impazzito di nuovo sentivo ancora le sue labbra sulle mie.
La luce prendeva il posto dell’oscurità che pian piano spariva.
Decisi di tornare casa. Per tutta la strada i miei pensieri erano
rivolti a lui, a quel ragazzo che era riuscito a risvegliare in me quei
sentimenti che tenevo nascosti che nessuno era mai riuscito a far uscire.
Arrivai che il sole era
ormai sorto, entrai senza far rumore dalla finestra della mia stanza che
lasciavo sempre aperta, guardai la sveglia, erano le sette e qualche minuto,
indossai subito il pigiama e mi buttai sul letto pensando e ripensando ancora a
Yuki ma il sonno arrivò subito e mi addormentai.
Mi trovavo in una stradina buia, scappavo.
C’era qualcuno che m’inseguiva, io cercavo di scappare, ma per
quanto scappassi mi trovavo sempre nello stesso posto e lui si avvicinava
sempre di più, avevo paura. Ero da sola; mi raggiunse. Aveva il volto ricoperto di sangue e non riuscivo a
muovermi, volevo gridare, ma non avevo voce. Stava per attaccarmi quando un uomo cercò di
salvarmi; ma dopo vidi sangue, tanto sangue.
Mi svegliai di soprassalto, ero seduta, sudavo e avevo il respiro
affannato, tremavo, mi ci volle un po’ per capire che si trattavo solo di un
incubo; ancora una volta quel incubo. Era da più di un mese che mi tormentava.
Guardai la sveglia, erano le sette e mezzo, mi ristesi cercando di
calmarmi, ma ormai il sonno era passato, mi alzai e andai a fare colazione.
Scesi in cucina, come al solito era vuota, mia madre dormiva e
anche la mia sorellina o meglio sorellastra, mia madre si era ricostruita una
nuova vita dopo che mio padre andò via; già mio padre: chi era, non ricordavo
nulla di lui.
“Buon giorno Aki” mi disse mia madre
distogliendomi dai miei pensieri
“Giorno” risposi un po’ seccata
“Hai una brutta cera, hai dormita male piccola?”
Odiavo quando mi chiamava cosi, cercava di dimostrarsi dolce e
gentile ma sapevo che in fondo non mi sopportava, lei era come tutte l’altra gente:
odiava le mie passioni.
“Ti sbagli, non ho dormito male, non ho dormito proprio” le dissi,
sapevo che le dava fastidio, ma mi divertivo troppo. Una nuova lite era alle
porte, come ogni mattina del resto.
“Sei stata in giro di nuovo tutta la notte?” mi domandò cercando
di mantenere un tono calmo
“Certo come al solito” lo facevo sempre quando non andavo a
scuola.
“Quante volte te lo devo dire non mi piace che tu vada in giro la
notte” iniziava ad arrabbiarsi
“Invece a me piace, di certo non incontrerò persone false o che mi
odiano” ora si che avrebbe perso ogni controllo come al solito.
“Signorina, sei mia figlia e decido io quello che devi o non devi
fare. D’ora in poi non potrai più uscire la notte”
“Non dire scemenze, tu non puoi impedirmi nulla” le dissi e mi
avviai verso la mia stanza
“Sei esattamente come lui” urlò ed io mi bloccai
“Che vuoi dire”
“Sei strana come lui, non mi stupirò se farai la sua stessa fine”
“Lui chi?”
“Tuo padre e chi altrimenti” disse con un ghigno maligno
Non avevamo mai parlato di lui, ogni volta che chiedevo qualcosa
cambiava discorso.
La sua pazienza doveva essere arrivata al limite se ora mi parlava
di lui.
“Per fortuna allora, almeno nono sarò come te” le risposi
lasciandola senza parole “comunque cerca di gridare di meno o sveglierai la
piccola Miki” finii ed andai nella mia stanza.
Mi stesi sul letto e iniziai a pensare; che voleva dire con quella
frase.
Dovevo ricordare il mio passato, già, ma come? Dovevo trovare un
modo.
Mi riaddormentai e quando mi svegliai era già sera inoltrata. Guardai
la sveglia, erano le dieci, avevo dormito tantissimo, mi dovevo sbrigare.
Uscii come al solito.
Correvo verso il cimitero, lui era l’unico che mi faceva sentire
bene.
“Ti aspettavo piccola, credevo non venissi più”
“Scusami, ma ho dormito fino a poco fa” gli dissi un po’
imbarazzata
“Non ti preoccupare, non devi giustificarti” mi disse “Andiamo”
“Ok” gli risposi sorridendo
“Dove mi porti di bello questa sera?” domandai curiosa
“Ti va di andare al mare?”
“Mi piace il mare; soprattutto di notte”
Il cielo era limpido e il mare era calmissimo
“Ti piacciono le stelle?” gli domandai
“Molto e a te?”
“A volte passo intere notti ad osservarle”
Si alzò un leggero venticello che mi fece rabbrividire
“Ti senti bene?” mi domandò
“Si, ho solo un po’ di freddo”
Lui si avvicinò e mi abbracciò.
“Ti va di stare con me?” mi domandò lasciandomi senza parole.
“Se è uno scherzo non è divertente” dissi
“Scusami se ti è sembrato uno scherzo, ma ti capisco se non vuoi
stare con un tipo come me” mi disse allontanandosi da me
Era triste; cavoli Aki sei stata un idiota,
come ti è venuta in mente che scherzasse.
Scema. Scema. Scema. Ed ora trova subito un modo per sistemare la
situazione.
“Scusami” dissi riavvicinandomi a lui “E’ che non mi sembrava
vero. Tu vuoi stare con me; cavoli non so che dire. È cosi tutto strano. Si voglio
stare con te” lo abbracciai e lo baciai.
Ci sedemmo sulla spiaggia, abbracciati e passammo tutta la notte
così ad osservare le stelle…
Nella mia città vi erano due cimiteri, uno era molto antico
risaliva al XIII secolo, ad esso erano attribuite strane leggende; alcune erano
terrificanti. Giravano voci che fosse abitato da esseri spaventosi, chi vi
entrava di notte non faceva più ritorno.
Per questi motivi gli abitanti del posto ne costruirono un altro,
e l’altro fu abbandonato…
C’incontrammo come al solito vicino al cimitero nuovo.
“Dove andiamo stasera?” mi domandò curioso
“Ti va di fare una passeggiata nel vecchio cimitero?” chiesi
“Nel vecchio cimitero?” mi domandò molto stupito
“Si si proprio li. O hai paura?” lo stuzzicai.
“No, non ho paura” mi rispose sorridendo
“E allora andiamo, sai conosco dei posti davvero carini anche se
non ci vado da un po’” dissi ricambiando il sorriso
“Cosa? Conosci dei posti carini?”
“Mmh? Si perché?”
“Sai piccola tu mi stupisci”
“Ti detto che la mia era una lunga storia, tu non mi credi” gli
risposi facendo finta di offendermi
“Io ti credo, solo che m’incuriosisci, a volte sei misteriosa” mi
rispose
“Non sono l’unica ad essere misteriosa” gli dissi scherzando
“Per caso l’altro sarei io?” mi domandò
“No, il ragazzo che ho di fronte” gli risposi ridendo “Dai ora andiamo,
altrimenti si fa tardi”
“Ok andiamo”
Mi afferrò per mano e ci avviammo verso il vecchio cimitero.
“Come mai vuoi andare nel vecchio cimitero?” mi domandò curioso
“E’ un posto davvero carino; tutto quello che si dice su quel
luogo non è vero” gli risposi
“Ne sei sicura?”
“Si, prima ci andavo ogni tanto e come vedi sono ancora qui. E poi
ho la sensazione di esserci già stata quando ero piccola” dissi cercando di
ricordare; ma nulla era tutto inutile!
Nella sua voce notai nostalgia e dolore, com’era possibile che una
ragazza non avesse paura, mi incuriosiva, sembrava fosse legata alle creature
delle notte in qualche modo, modo che forse neanche ricordava. Ormai era un po’
che stavamo insieme o che comunque ci frequentavamo, ma mi resi conto che non
la conoscevo per niente.
Per il resto della strada nessuno dei due parlò, si creò uno strano
silenzio.
“Siamo arrivati” dissi interrompendo quel silenzio
“Bene, sei ancora sicura di voler entrare?” mi domandò un po’
preoccupato
“Si sono sicura, ma perché quella domanda? Hai paura?”
“Ti ripeto che non ho paura è solo che prima, quando abbiamo
parlato del cimitero ti sei intristita e non voglio vederti così”
“Non preoccuparti” gli dissi cercando di sorridere “Ho dei bei
ricordi in questo luogo, anche se sono vaghi, può sembrare strano ma è cosi”
“Allora andiamo che aspettiamo” e mi trascinò dentro
Le luci dei lampioni erano troppo distanti e deboli per illuminare
il cimitero, l’unica luce che lo illuminava era quella della luna.
Si vedevano delle tombe sparse qua e la tra le numerose cripte.
A vederle erano molto vecchie sembravano essere in stile gotico e
avevano delle ampie vetrate.
“Allora dove si va di bello?” domandai a Yuki
“Non eri tu quella che conosceva dei posti carini?” mi domandò con
un tono sarcastico
“Giusto ero io” risposi “che ne dici di fare un giretto per le
varie cripte?”
“Come vuoi” mi rispose rassegnato “Tanto non riuscirò a farti
cambiare idea” e iniziammo il nostro giro.
Giravamo da una cripta all’altra senza sosta, finche non arrivammo
vicino ad un albero dove mi bloccai.
Provavo una strana sensazione, qualcosa in me si stava
risvegliando, sentivo delle voci lontane, una bambina piangeva…
“Aki che succede? Che hai?” mi domandò Yuki, ma sentivo le sue parole distanti, mi sentivo debole
non capivo che mi stava succedendo, caddi a terra forse mi addormentai non lo
so ma quando mi risvegliai Yuki non c’era ma di
fronte a me vidi un uomo alto e pallido, vestito di nero con un cappotto lungo,
anch’esso nero.
Avevo la sensazione di
conoscerlo. Lo guardai negli occhi; avevano qualcosa di familiare, ma non
ricordavo dove lo avevo visto.
Era con una bambina, forse quella che avevo sentito piangere. La
guardai, aveva degli occhi neri come la notte ma erano tristissimi, mi
avvicinai
“Scusatemi per caso avete visto un ragazzo?” ma nessuno dei due mi
rispose, sembrava che non mi avessero sentita, mi avvicinai ancora di più ma
nulla, non mi vedevano.
“Piccolina devo andare via” disse quell’uomo
“No papà non voglio, voglio stare con te” rispose la bambina
cercando di trattenere le lacrime ma inutilmente “Voglio venire con te”
“Non posso portarti con me, è troppo pericoloso” l’uomo continuava
a cercare di convincere la bambina che ormai piangeva senza sosta
“Non voglio rimanere con loro, sono cattivi con me, sono diversi
da me” continuava a supplicarlo cercando di convincerlo
“Il tuo posto per ora non è con me, ma con loro” disse l’uomo
mentre prendeva in braccio la bambina per cercare di calmarla
“Non è vero papà, io sono come te” gli disse abbracciandolo forte
“Ancora non lo sei, e se un giorno lo sarai ci ritroveremo” disse
poggiando la bambina a terra, si inginocchiò e guardandola le disse “Sii forte
e non abbatterti mai, ricorda la notte è tua amica non avere mai paura di lei
perché finche avrai fiducia in lei sarai sempre al sicuro”
“Va bene” disse singhiozzando “Sarò
forte e non piangerò più e la notte sarà sempre mia amica”
“Brava piccolina così mi piaci e
ora devo andare”
L’uomo si alzò e andò via. Mi
avvicinai alla bambina per cercare di consolarla, in lontananza sentii delle
parole “Finche non sarai pronta sarà meglio che non ricordi nulla, fino ad
allora avrai solo dei vaghi ricordi di me e dei momenti passati insieme ma non
ricorderai che cosa sono se faccio questo è per il tuo bene Aki,
ti voglio bene piccola mia, sarai sempre nel mio cuore”
Mi girai di scatto, non era
possibile, non poteva essere lui mi alzai per inseguirlo ma mi sentii di nuovo
debole e caddi a terra “Papà” sussurrai.
Lentamente aprii gli occhi, non
eravamo più vicino l’albero ma, credo, all’interno di una cripta un po’ diversa
dalle altre.
Mi guardai intorno, era una
stanza ampia, con delle grandi vetrate rosse dalle quali filtrava la luce
lunare, sparsi qua e la c’erano dei candelabri con delle candele nere un po’
consumate, al centro c’era il letto dove ero seduta e di fronte a me una vecchia
porta di legno, molto probabilmente portava in un'altra stanza.
“Dove mi trovo” chiesi spaesata
“In una cripta” mi rispose Yuki
“Come ci sono arrivata?”
“Appena siamo arrivati vicino
all’albero sei svenuta e ti ho portato qui”
“Per caso hai visto un uomo con
una bambina?”
“Non c’era nessuno a parte noi”
“Quindi era tutto un sogno”
dissi abbattuta
“Che cosa?”
Raccontai tutto a Yuki, di
quell’uomo e della bambina.
“Mi dispiace Aki, ma non c’era
nessun altro a parte noi”
Mi abbracciò forte e mi sentii
al sicuro, si avvicino al mio orecchio
“Ti amo” mi sussurrò, presi il
suo viso per guardarlo negli occhi
“Ti amo anche io” e ci baciammo
Eravamo stesi sul letto, la mia
testa era appoggiata sul suo torace e lui mi abbracciava
Mi alzai all’improvviso e
guardandolo gli dissi
“Mordimi”
Lo lascia senza parole.
“Cosa?” mi domandò incredulo
“Ti prego mordimi”
“Ma che dici Aki” mi disse “Che
vuoi dire con mordimi”
“Ti prego fallo, lo so che sei
un vampiro”
“Cosa? Non posso, non voglio”
“Perché? Che cosa ti costa”
chiesi arrabbiata
“Non voglio che tu viva una vita
come la mia” mi rispose
“Ti prego fallo. Se ci tieni a
me fallo” lo supplicai
“Come mi puoi dire una cosa del
genere” mi chiese stupito “Non puoi dire una cosa del genere”
“Lo so ti può sembrare strano ma
so che questo è il mio destino” gli dissi più convinta che mai
“Come posso fare una cosa del
genere alla ragazza che amo?”
“Se mi ami … mordimi”
Lo baciai e nel farlo lo portai
giù con me,eravamo stesi sul letto; che buffo solo ora notavo le lenzuola nere,
le mie preferite. Lui era sopra di me, continuava a coccolarmi, lo guardai
negli occhi, era preoccupato anche se cercava di nascondermelo, lo baciai per
cercare di rassicurarlo e mi strinsi forte a lui e guardandomi negli occhi mi
chiese
“Ne sei davvero sicura?”
“Si lo sono” e gli diedi un
altro bacio “E poi posso passare più tempo con la persona che amo” dissi
ridendo
“Ti farà un po’ male” mi disse
preoccupato
“Tu fa quel che devi fare non
preoccuparti il dolore non mi spaventa”
…
in lontananzasentivouna canzone
‘How can you see into my eyes like open
doors
leading you down into my core
where I’ve become so numb without a soul’
Era Bring me to life degli
Evanescence … Riportami in vita …
‘my spirit sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home’
‘Il mio spirito dorme da qualche parte al freddo , cercalo e
portalo a casa’ esattamente quello che volevo, quello che stava per fare.
Mi baciò dolcemente e poi si avvicinò al mio collo e mi morse.
Sentivo un po’ di solletico ma non dolore, pian piano le forze
iniziarono ad abbandonarmi, i miei occhi si chiudevano contro la mia volontà.
Iniziai a vedere delle immagini all’inizio sfocate ma poi sempre più nitide;
ora ricordavo dove avevo visto l’uomo del mio sogno…
Era mio padre e quella bambina ero io: ora riuscivo a capire le sue parole, ora
mi era tutto più chiaro, i miei ricordi assopiti si risvegliarono.
Non so per quanti giorni dormii ma al mio risveglio c’era Yuki
accanto a me.
“Ben svegliata principessa” mi disse sorridendo “Come ti senti?”
“Un po’ stordita” risposi sbadigliando e stropicciandomi gli occhi
“E’ normale hai dormito per 5 giorni”
“Dovevo recuperare un po’ di forze, hai bevuto troppo sangue”
dissi fingendomi arrabbiata
“Scusami” mi disse dispiaciuto
“Scherzavo cucciolo” e lo baciai
“Ti ho fatto male?” mi domandò preoccupato staccandosi dal mio
bacio
“No, sentivo solo un po’ di solletico”
Mi guardò e si mise a ridere
“Sei troppo strana” mi disse ridendo
“Lo so, altrimenti non sarei io” dissi
“Già hai ragione”
“Quando mi hai morso ho rivisto quell’uomo”
“Com’è possibile?” mi domandò
“Era mio padre e quella bambina ero io. Mio padre è un vampiro”
“Cosa?”chiese stupito
“Mmhmmh, ecco
perchè sono cosi o meglio ero cosi; sono figlia di un
vampiro e quando ero piccola è dovuto andare via, ora capisco tante cose”
“Gia anche io, era davvero strano che
una ragazzina ‘normale’ andasse in giro da sola la notte”
“Se fossi stata normale, non avrei incontrato te” dissi saltandogli
addosso
“Anche questo è vero”
E così iniziò la mia nuova vita..
Ed eccoci all’ultimo
capitolo.
Grazie a chi ha
seguito questa storia e a chi l’ha recensita :) …
Eeee non so più che dire XD, non sono di
molte parole io ^^”